La Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: Apocalisse [12] 8831193856, 9788831193856

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La Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: Apocalisse [12]
 8831193856, 9788831193856

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Li Bihhia. il Libro per eccdlenza: documento stori co. culturale L' religioso. ma ;mchc L' soprattutto testo ri\·d;1to ;1 cui si riferiscnno le \'arie confessioni L' cornu11itù cristi;111e. 11essun 'alcr;1 nper;t nelLi storia dd l\101110 i_· st;1C;1 .iltrL·ttanto lctt;1, an;tlizzat si rese colpevole di trasgressione (1 Tm 2, 14), passando subito ad un modo figurato di parlare, ha mostrato che si tratta della Chiesa dicendo: Essa potrà essere sal-

vata partorendo fi'gl~ a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santifi'cazione> con modestia (1 Tm 2, 15). Nessuno ignora che queste parole non si riferiscono ad una donna morta, ma riguardano con tutta evidenza la Chiesa di Cristo. Primasio, Commento all'Apocalisse l, 2, 132-141 11

Il vincitore non sa.rà colpito dalla seconda morte

La morte dei peccatori Chi ha orecchio ascolti che cosa dice lo Spirito alle Chiese. Il vincitore non sarà condannato alla seconda morte. Si tratta di un'affermazione molto puntuale: tutti infatti, giusti e peccatori, subiscono nello stesso modo la prima morte, che è la separazione dell'anima dal corpo, affinché si compia la sentenza divina: Terra sei e alla terra ritornerai (Gn 3, 19), mentre i vincitori delle tentazioni non sarebbero

Ammonimento alla Chiesa di Smirne (2, 8-11)

condannati alla seconda morte, quella del peccato, alla quale fa riferimento il Signore quando dice: Lascia che i morti seppelliscano i propri morti (Mt 8, 22; Le 9, 60). Ecumenio, Commento all'Apocalisse 2, 5, 8

La morte che viene da Adamo è superata dalla vittoria di Cristo · Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte. Mangiando dall'albero proi-

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bito (cf. Gn 2, 17; 3, 3), (scil. Adamo) ha causato questo alla sua discendenza. Ma Cristo, bagnando il legno della croce con l'acqua e il sangue che scorreva dal tempio del suo fianco (cf. Gv 19, 34), fece germogliare le primizie della salvezza da lì dove sapeva che era nato il male originario, dicendo: Io ho vinto il mondo (Gv 16, 33 ). Perciò, se qualcuno vince, potrà vincere in lui. Primasio, Commento all'Apocalisse 1, 2, 144-149

AMMONIMENTO ALLA CHIESA DI PERGAMO

All'angelo della Chiesa di Pergamo scrivi: Cosi' parla Colùi che ha la spada affilata a due tagli: So che abiti dove Satana ha i'l suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antipa) il mio fede le testimone) fu messo a morte nella vostra città, di- · mora di Satana. Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli dlJsraele) spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione. Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. Chi ha orecchi: ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce al!'infuori di chi la riceve (2, 12-17). è l'immortalità, la «pietruzza bianca» è l'adozione a figlio di Dio, il «nome nuovo» è quello di cristiano. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 2, 3

Dio distingue il giusto dal peccatore Pergamo è interpretato «colui che divide le loro corna», poiché con il suo giudizio ha distinto la virtù dei fedeli della malvagità dei Nicolaiti, di modo che le coma dei peccatori fossero rotte e le corna del giusto fossero esaltate. Beda,

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L'insegnamento di Balaam

L'idolatria è una forma di fornicazione Ticonio: Ma ho poche cose da dire contro di te. Certamente ha di mira altri membri che debbono essere biasimati, non quelli ai quali dice: E non hai rinnega-

to la mia fede. Hai· li alcuni che tengono saldo l'insegn,amento di Balaam, che insegnava a Balak a gettare scandalo di fronte ai figli' di Israele, a mangt'are sacrifici e a fornicare. Queste sono le due forme principali di peccato al cui godimento gli ipocriti sono asserviti, mangiare e fornicare, come dice il Signore: Ma all'interno siete

pieni di rapina e di intemperanza e di ogni iniqut'tà (Mt 23, 25; Le 11, 39). L'idolatria è una fornicazione spirituale. Hai distrutto - dice - tutti coloro che hanno fornicato allontanandosi da te (Sal 72, 27). Ticonio, Commento ad Apocalisse 2, 14

Commento all'Apocalisse 4, 59-62 Ba

La dimora di Satana

Il trono di Satana sono coloro che egli possiede Conosco dove stai, dove si trova il trono di Satana, si rivolge ad ogni Chiesa, perché è ovunque quel tentatore al quale è detto: Questa ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno (Gn 3, 15). Il mondo infatti giace sotto il potere del ma-. ligno (1 Cv 5, 19). Il «trono di Satana» sono gli uomini che egli possiede con malvagità. Ritorna alla specie, dal momento che, sebbene con questi sette luoghi si alluda a tutta la Chiesa settiforme, tuttavia sono state compiute in particolare in questi luoghi quelle azioni che elogia o condanna. Ticonio, çommento ad Apocalisse 2, 13

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14-15

Hai presso di te seguaci della dottrina di Balaam

Il diavolo ha insegnato a mangiare idolotiti e a fornicare Con queste parole mostra che il Balaam spirituale, il diavolo, ha insegnato nel mondo sensibile lo scandalo per gli Israeliti, a mangiare idolotiti e a fornicare. Per questo piacere si asservirono infatti a BaalPeor (cf. Nm 25, 3-5; Dt4, 3; Sai 105, 28). Andrea di Cesarea, Commento all'Apocalisse 2, 5 15

La dottrina dei Nicolaiti

I Nicolaid seguono idee pagane I Nicolaiti sono chiamati così dal diacono Nicolao, che, riferisce Clèmen-

Apocalisse

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te 11, deriso per la gelosia nei confronti della sua bellissima moglie, ha risposto che chiunque volesse la prendesse in moglie, e per questo gli infedeli pensarono che gli ·apostoli permettessero a tutti unioni pro1niscue e comuni con le donne. Si dice poi che i Nicolaiti raccontassero certe storie fantastiche e quasi pagane sull'origine del mondo e che non separassero i loro cibi da quelli che erano dati in sacrificio.

de dal cielo, che si è fatto uomo (cf. Gv 6, 50-51), di modo che l'uomo mangiasse il pane degli angeli (Sai 77, 25), che è prefigurato da quella manna nel deserto. Per questo quelli che la mangiarono sono chiamati morti dal Signore, poiché, rimanendo increduli, non hanno mangiato questa manna nascosta e unicamente spirituale, dalla quale è promessa ai fedeli l'immortalità, quando dice: Se non mange-

Beda,

rete la carne del Figlio del!' uomo e non berrete il suo sangue, non rz'ceverete la vita eterna in voi (Gv 6, 54). Infatti, coloro che

Commento all'Apocalùse 4, 80-87 16

Combatterò con la spada della mia bocca

Coloro che hanno peccato nella legge saranno puniti spiritualmente con la spada della legge Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro.di loro con la spada della mia bocca. Secondo la precedente interpretazione, il passo allude ad una parte della Chiesa. La "spada" sono i precetti di entrambi i Testamenti con i quali coloro che li disprezzano vengono sbaragliati spiritualmente. Perché tutti quelli che hanno pec-

cato nella /egge saranno giudicati con la legge (Rm 2, 12).

anche allora hanno potuto nutrirsi spiritualmente di quel cibo, hanno meritato la stessa immortalità, come Mosè e gli altri. Come insegna l'Apostolo: Hanno mangiato infatti lo stesso cibo spirituale (1 Cor 10, .3), dal momento che la manna visibile non ha danneggiato quelli che facevano un uso spirituale di un cibo corporeo. Così neppure agli uomini del tempo presente sarà di alcuna utilità la manna spirituale del corpo del Signore se lo ricevono in modo indegno, poiché mangiano e bevono la loro condanna (1 Cor 11, 29). Ticonio, Commento ad Apocalisse 2, 17

Il nome nuovo allude al battesimo e al martirio

Primasio,

Commento all'Apocalisse l, 2, 170-176 17

Al vincitore darò la manna nascosta nel cielo

La manna spirituale del corpo di Cristo è di condanna se ricevuta in modo indegno Al vindtore darò della manna, quella nascosta, cioè del pane invisibile che scen-

E gli darò una pi'etruzza bianca, vale a dire l'adozione tra i figli di Dio. Infatti la pietruzza è una gemma preziosa che potrebbe essere intesa come quella perla che il mercante ha trovato e alla quale ha dato lo stesso valore di tutti i suoi beni (cf. Mt 1.3, 45-46): pertanto un'altra traduzione ha "perla" 12. E sulla pletruzza un nome nuovo., quello di cristiano, per cui leggiamo: E ti chiamerà con un nome nuovo, che la bocca del Slgnore (Is 62, 2)

Clemente Alessandrino, Stromati 3, 4. 12 Cf. la traduzione dei versetti di Matteo nella Vetus 11

latina.

Ammonimento alla Chiesa di Pergamo (2, 12-17)

ha nominato. Secondo un'altra esegesi, accanto al battesimo aggiungo anche il martirio, «che nessuno conosce - dice-, se non colui che lo riceve». Infatti gli ipocriti, nonostante sembri che abbiano questo nome in modo superficiale, sono tuttavia incapaci di penetrare nella potenza del suo significato, dal momento

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che ne hanno l'apparenza della pietà, ma ne rinnegano la potenza (2 Tm 3, 5). Per questo lo stesso Giovanni dice: Chi dice «lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui (1 Gv 2, 4). Primasio, Commento all'Apocalisse 1, 2, 191-203

AMMONIMENTO ALLA CHIESA DI TIATIRA

Altangelo della Chiesa di Tiatira scrivi: Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costan~a e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabele, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli. Io le ho dato tempo per ravvedersi: ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini: e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. A voi di Tiatira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di Satana - come le chiamano - non impor~ò altri pesi> ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno. Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni:· le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la · stella del mattino. Chi ha orecchi: ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese (2, 18-29). Anche tra.quei fedeli che mostrano maggiore zelo - Tiatira significa "sacrificio", ad indicare i santi che offrono i loro corpi come sacrificio vivente (Beda) -, anche tra questi dunque c'è chi presta attenzione a profezie nuove (Vittorino di Petovio). Il Figlio di Dio reca con sé il profumo spirituale degli insegnamenti evangelici (Ecumenio) e la sua apparizione è la stella del mattino, la promessa della prima resurrezione che scaccia la notte (Vittorino di Petovio; Apringio). Tale promessa è riservata a coloro che perseverano nell'osservanza dei comandamenti e degli insegnamenti di Dio (Ecumenio). Alla fine dei tempi si assisterà al sacrifitio di innumerevoli santi (Apringio) e alla condanna di chi ha seguito false dottrine, personificate in Iezabel, che rappresenta la fornicazione che viene a1lontanata da Dio (Ecumenio) . Dio scruta infatti anche i pensieri più remoti e al suo giudizio non si può sfuggire (Cipriano), perché anche l'idolatria nascosta viene punita (Ticonio). Chi ha intrattenuto rapporti con Iezabel è quindi gettato su un letto di dolore, la miseria eterna di chi non si pente (Primasio). Quanto al termine figli, esso va inteso in senso spi-

Ammonimento alla Chiesa di· Tiatira (2, 18-29)

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rituale riferendolo alle azioni della donna e della sua progenie, quindi. alla fornicazione, all'idolatria e alle trasgressioni che da esse scaturiscono (Beda). . . Coloro che per la semplicità della loro fede non sono in grado di sostenere il confronto con gli eretici debbono limitarsi a custodire l'insegnamento ricevuto, almeno fino alla seconda venuta di Cristo (Ticonio), quando ai santi sarà affidato il giudizio sugli apostati e questi saranno abbandonati alla morte eterna (Apringio). In senso negativo, la stella del mattino può infatti essere considerata un'allusione a Satana che allora sarà «frantwnato e schiacciato» dai santi (Ecumenio).

1sa

Alla Chiesa di Tiatira

La promessa della prima resurrezione Il quarto gruppo fa riferimento al valore dei fedeli che ogni giorno agiscono e compiono azioni più grandi. Ma mostra che anche in quel caso ci sono degli uomini che facilmente concedono illecite licenze e prestano attenzione a profezie nuove; lo dimostra e mette in guardia gli altri, ai quali non piace che questo accada, .che conoscono gli inganni del nemico, con quali malvagità e inganni cerca di portare nella testa dei fedeli cose pericolose, e perciò dice: Non getto su voi altro peso - vale a dire, «non vi ho dato le osservanze e gli oneri della legge», come è indicato dal termine "peso" - affinché te-

mate saldamente ciò che avete, finché io sta giunto. E al vincitore, a quello darò a lui potere sulle genti - cioè, «farò quello giudice in mezzo agli altri santi» - e gN darò la stella del mattino; la promessa della prima resurrezione. Infatti la stella del mattino allontana la notte e annuncia la luce, vale a dire, l'inizio del giorno. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 2, 4

Il corpo dei santi è un sacrificio vivente Tiatira è tradotto con "sacrificio". I santi infatti offrono i loro corpi come un sacrificio vivente. · Beda, Commento all'Apocalisse 4, 98-100

.

1sh

Gli' occhi come fiamma di fuoco

Il profumo spirituale degli insegnamenti evangelici Colui che fa la rivelazione ali' evangelista rivela con molta chiarezza il proprio nome: Queste cose - afferma - dice il Fi-

glio di Dio, colui che ha i suoi occhi come fiamma di fuoco, alludendo allo sbigottimento dei peccatori e alla minaccia che incombe su di loro, e i suoi piedi sono simili a oricalco, indicando la solidità e la saldezza della fede in lui, oppure il profumo spirituale degli insegnamenti evangelici. Ecumenio, Commento all'Apocalisse 2, 9, 1

19

Conoscò le tue opere

Perfezione nel compiere i comandamenti Conosco di te le opere e l'amore e la fede e il servizio, come se avesse detto: «Lodo di te ogni occupazione»: infatti conosco è utilizzato al posto di «lodo», come la frase. Ti conosco tra tutti (Es 33, 12.17) gli uomini detta a Mosè, e li Signo~ re conosce la via dei giusti (Sa! 1, 6). Chiama perseveranza lassistenza nei riguardi dei bisognosi. E le ultime migliori delle

prime: mostra che coloro che venivano dopo erano più grandi di loro nel compiere i comandamenti. Ecumenio,

Commento all'Apocalisse 2, 9, 2-3

Apocalisse

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Le ultime opere) più numerose delle prime

Acab (cf. 1Re16, 31). Questa, dicendo di

Il sacrificio di innumerevoli santi alla fine dei tempi

Chiama fornicazione o quella sensibile, oppure l'allontanamento da Dio, secondo quanto detto: E si macchiarono con i loro misfatti (Sa! 105, 39), e ancora: Commettevano adulterio davanti' al legno (Ger 3, 9). Il Signore, dal momento che non vuole la morte del peccatore, ma il suo ravvedimento e la sua vita, dice: > Cristo, che è nato, ha sofferto ed è resuscitato, Cristo che è la porta, secondo la sua stessa testimonianza: Io sono la porta (Gv 10, 7.9). Chiama «cielo» la Chiesa, per il fatto che è l'abitazione di Dio, dove sono compiute le azioni celesti, questo è il motivo per il quale preghiamo che come in cielo, cosl in terra sia fatta la volontà di Dio (cf. Mt 6, 10). Talvolta, poi, chiama cielo e terra la Chiesa poiché è la terra che si accorda con il cielo, sia quando gli empi sono guadagnati alla fede dai retti insegnamenti dei fedeli, sia quando la carne è assoggettata allo spirito, sia quando le cose terrene si riconciliano con quelle celesti e si uniscono ad esse. Ticonio, Commento ad Apocalisse 4, 1

Giovanni vede il trono nel cielo (4, 1-11)

1b La

voce che avevo udito

Il senso dell'Antico Testamento è aperto da Cristo quando ascende al cielo Una porta aperta - dice - nel delo: Giovanni vede l'annuncio del Nuovo Testamento e gli viene detto: Sali quassù. Dal momento che è mostrato aperto, è chiaro che prima fosse chiuso per gli uomini. Ma è sufficientemente e completamente aperto quando Cristo con il proprio corpo ascende al Padre nei cieli. La voce poi che aveva udito, dice che è quella che parlò con lui: senza dubbio questo prova agli increduli che colui che viene è proprio quello che ha parlato per mezzo dei profeti. Giovanni veniva infatti dalla circoncisione e tutto quel popolo aveva udito la predicazione dell'Antico Testamento, da quella voce era stato edificato. Dice infatti, quella voce che avevo udito mi disse: Sali quassù:·cioè Gesù Cristo, che dice di aver visto prima come il Figlio dell'Uomo in mezzo al candelabro d'oro, e ora ricorda le cose che erano state annunciate con delle similitudini per mezzo della legge, e attraverso questa Sc~ittura unisce tutti i profeti precedenti e apre le Scritture. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 4, 1

Le parole dell'Antico e del Nuovo Testamento E la voce che udii prima come di una tromba che mi parlava dicendo. Intende dire di essere entrato dopo l'apertura del cielo e di aver udito niente altro di ciò che aveva udito, mentre Dio ha cominciato a rivelare a quello non so quale proprio ~egreto e mentre, costernato dalla contemplazione della sua potenza, quello cadeva ai piedi della gloria di Dio. Così, affinché non intendiamo in

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senso carnale la porta, presenta la prima voce come simile ad una tromba, in cui la voce entra, una volta raccolto dentro il fiato, e quando torna indietro emette ali' esterno un suono, così quello che ha .ricevuto la parola del Signore percepisce con la mente ciò che proferisce al!'esterno. Oppure la porta aperta deve essere intesa come la rivelazione del sacramento da parte dcl Vangelo, e la prima voce come le parole della legge, di modo che. concordino le nuove con le vecchie e accada ciò che canta il salmista: Dio parlò una sola volta> queste due cose udii (Sal 61, 12). Apringio, Trattato sull'Apocalisse 2

Ascendere al cielo Questa dunque è la voce della profezia: Come una tromba alza a voce (Is 58, 1). Ciascuno è asceso quando, disprezzato il mondo, è costretto ad entrare nella Chiesa o m erita di entrarci. Ascende poi dalla valle di lacrime all'apice di questa dignità, di cui leggiamo: Venite, saliamo sul monte del Signore> al tempio del Dio di Giacobbe, e ci indicherà le sue vie (Is 2, 3). Ma anche ifedeli sono invitati ad ascendere al cielo, quando viene loro ordinato di aspirare e di gustare non le cose che sono sulla terra, ma quelle celesti. Quando infatti nella Chiesa si insegna ai neofiti che Cristo ha patito, è risorto ed è asceso al Padre, e ciascuno, istruito ed educato spiritualmente intorno a queste cosè, lo contempla nel Padre secondo il suo aspetto divino, giustamente si dice che ascende per vedere i segreti dei misteri nei quali ha creduto. Di qui il Signore: Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre (Gv 20, 17). Primasio, Commento all'Apocalisse 1, 4, 16-28

76 ic-3

Apocalt'sse

Le cose che debbono accadere .

Il santo Giovanni entra nel Santo dei Santi e contempla Dio in spirito Dopo l'ispirazione delle anime, dopo la rivelazione del mistero, udì: Sali" quassù

e ti mostrerò le cose che debbono accadere dopo queste. Questo è ciò che è scritto . nella legge: Cresceranno di· virtù in virtù lungo il cammino, finché apparirà il Dio .degli dèi a Sion (Sai 83, 8). Questo santo è esortato ad entrare nel Santo dei santi, dove in precedenza entrò il Signore nostro Gesù Cristo, divenuto pontefice in eterno con il sangue della propria passione (cf. Eh 6, 20), per essere degno di godere già della presenza stessa del Signore, e non solo di capire di aver conosciuto la verità passata, ma di comprendere anche le cose che accadranno ib futuro. E subito - dice - fut' in spirito. Chi non comprende che colui che ha raccontato di essere entrato in spirito non ha · detto niente di carnale? Quell'uomo di specchiata virtù non colse nulla di corporeo del proprio D~o, niente di terreno, ma fu in spirito, per contemplare il Signore della maestà, al quale quello presta attenzione in spirito, non lo ha osservato nella carne, compiendo quanto dice l'Apostolo: Anche se abbiamo conosciuto Cristo se-

condo la carne, ora non lo conosciamo più così (2 Cor 5, 26). Apringio,

Trattato sull'Apocalisse 2 2-3

Simile a dz"àspro e cornalina

Le potenze di Dio E dopo essere salito in spirito - infatti la salita non è stata né fisica né sensibile -, vedo, dice, un trono e Dio e lo Spirito su di esso simile al diaspro e al sardio. Dio non è simile a queste pietre, allontana questa idea, né a nulla di sensibile o ad un

corpo, Egli che è invisibile, incorporeo e indescrivibile, mostrando l'invisibilità del · quale i serafini coprono con le ali i loro volti (cf. Is 6, 2); e rivolgendosi a Mosè, Dio diceva: nessuno vedrà il mio volto e vivrà (Es 33, 20), ma anche lo stesso evangelista, come in rispqsta a questo dice: Nessuno ha mai visto Dio (Gv 1, 18; cf. 1 Gv 4, 12). Dio non fu dunque visto simile a qualcosa, ma la visione di Dio fu descritta dall'ApocaliSse a partire dalle sue potenze. n diaspro infatti - questa pietra preziosa - è simile allo smeraldo ed è verde, come la ruggine di uno scudo, da cui trasse anche il nome; il sardio è un'altra pietra preziosa, lucente com~ il fuoco e rossa come il sangue. Il diaspro allude al fatto che Dio nutre e procura il necessario, dal momento che ogni nutrimento degli uomini, dei quadrupedi, dei volatili, dei rettili viene dall'erba; dice infatti il profeta: Fai cre-

scere il fieno per gli armenti e l'erba al servizio dell'uomo, perché tragga alimento dalla te"a, t"l vz·no che allieta il cuore dell'uomo; l'olio che fa brillare il suo volto (Sai 103, 14-15), e ancora, Dio dice nella Genesi: La terra produca germogll erbe che producono semi (Gn 1, 11.12). n diaspro svela dunque queste cose, mentre il sardio descrive ciò che di terribile c'è in Dio: Dio infatti, il nostro Dio, dice lo ierofante Mosè, è fuoco divoratore (Dt 4, 24; cf. 9, 3; Eb 12, 29), ma anche il profeta gli fa eco: Tu sei te"ibile e chi ti resisterà (Sal75, 8) al tuo cospetto? Concorda ·c on questo il sapiente Apostolo quando scrive: È tem"bile cadere nelle mani del Dio vivente (Eh 10, 31). Infatti, dal momento che la pura bontà di Dio non va d'accordo con coloro che amano il peccat.o e sono sprezzanti, perché in loro non conduce al pentimento, ma alla libertà di peccare, verisimilmente Dio insieme alla propria potenza benefica ha descritto anche quella che incute timore. Per questo Paolo, conoscendo la condizione dei discepoli, che hanno bisogno di pungoli e non solo di

Giovanni vede il trono nel delo (4, 1-11)

mitezza, scrivendo ai Corinzi diceva: Che

volete? Debbo venire da voi con il bastone, o con amore e spirito di dolcezza? (1 Cor 4, 21). Ma anche uno dei santi lo dichiarava dicendo: «La geenna non ti spaventa, il potere non ti esorta, parliamo ad un cuore di pietra» 16; sapeva che con coloro che vengono educati è necessario essere minacciosi e terribili: Tuttavia presso Dio non c'è prima il sardio, ma prima viene il . diaspro: perché la natura buona in sé, che ama gli uomini ed è mite, vuole essere nostro padre piuttosto che nostro padrone, e lo costringiamo noi, se è lecito parlare così, ad essere minaccioso e a punirci, e spesso allontanandosi da ciò che gli appartiene per natura, la bontà, agisce con asprezza contro la propria natura. Ecumenio, Comme,nto all'Apocalisse 3, 5, 2-8

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do che con il colore del diaspro sia simboleggiata l'acqua, con quello del sardio il fuoco, con i quali sappiamo che viene celebrato il giudizio: prima con il diluvio, alla fine del tempo con il fuoco. E un ar-

cobaleno intorno al trono, simile a vedersi allo smeraldo. L'arcobaleno perché dopo il diluvio fu dato come segno di tranquillità, ora è giustamente usato come prova della riconciliazione della Chiesa con Dio. Quando infatti le nubi che portano la pioggia vengono illuminate dalla luce del sole, producono una specie di arco, in comparazione con il quale, quando le anime dei santi vengono illuminate dal sole di giustizia, che è Cristo, per loro intercessione la·divinità accetta una riconciliazione. Primasio, Commento all'Apocalisse 1, 4, 31-40

Il fuoco e l'acqua

Molteplicità delle schiere angeliche nella loro unità ·

In modo significativo e' era un trono posto in cielo, che è la sede del giudice e

E un arcobaleno intorno al trono, ·simile a vedersi'allo smeraldo. L'arcobaleno

del re, e su questo trono dice di aver visto qualcosa di simile al diaspro e al sardio. Poiché il diaspro è del colore dell'acqua e il sardio del fuoco, era dichiarato che fino alla fine del mondo sopra al tribunale di Dio sono stati posti questi ·d ue Testamenti, e di questi due giudizi uno si è già compiuto attraverso l'acqua, mentre l' altro si consumerà per mezzo del fuoco. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 4, 2, 12-18

3

Un arcobaleno lo avvolgeva

Un segno della riconciliazione della Chiesa con Dio Queste similitudini si riferiscono alla Chiesa, che si è rivestita· del Signore. Cre16 Basilio

di Cesarea, Ai ricchi 6.

sensibile, che la Sacra Scrittura chiama arco (Gn 9, 13) di Dio, e che è formato dalla riflessione della luce solare quando resta all'internò di una nube densa .che ad essa si frappone, si compone di vari colori; invece quello intelligibile che circondava il trono di Dio era di un unico colore, perché era simile allo smeraldo. · Esso mostra tutte le azioni sante che circondano Dio e gli spiriti che amministrano il culto: per questo l'ha chiamato arcobaleno, nonostante sia uniforme, affinché dalla molteplicità dei colori dell' arcobaleno deducessimo le molteplici e differenti schiere degli angeli divini. Ha assegnato a tutti un unico colore; tutti infatti allo stesso modo amministrano il culto di Dio e recano l'immagine del proprio Signore, mentre il colore simile allo smeral-

78

Apocalisse

do testimonia anche per loro il fatto di procurare il necessario, come il verde del diaspro per Dio. Ecumeni o, Commento all'Apocalisse 3, 5, 9-10 4

che testimoniano il giudizio. ~Questi ventiquattro padri sono poi i dodici apostoli e i dodici patriarchi, quindi è questa la ragione per la quale gli animali hanno un aspetto differente. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 4, 3

Ventiquattro vegliardi

Gli apostoli siederanno su altri troni Soltanto Dio, che conosce le cose nascoste, e colui al quale Dio stesso lorivela, potrebbe sapere chi siano i ventiquattro anziani seduti sui troni; per quanto io· possa congetturare, si trattava di Abele, Enoch, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Melchisedek, Giobbe, Mosè, Aronne, Gesù di Nave, Samuele, Elia, e Eliseo, dei dodici profeti minori rappresentati come uno solo, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Zaccaria, Giovanni, Giacomo il figlio di Giuseppe e Stefano, i martiri della nuova alleanza (cf. At 12, 2). Sarebbe stato possibile parlare anche di . Pietro, Paolo e di Giacomo il fratello di Giovanni, che Erode condannò a morte, e della restante schiera dei santi apostoli, se non avessero avuto da parte del Signore !'.annuncio che non ora, ma nella nuova creazione siederanno su dodici tronj, vale a dire su altri troni rispetto a quelli di cui si è detto; cosl infatti ha detto loro il Signore nel Vangelo secondo Matteo: In

verità vi dico: voi che mi' avete seguito, nella nuova creazione, quando z'l Figlio del!'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, -siederete anche voi su dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Ecumenio, Commento all'Apocali'sse 3, 7, 1-2

Gli anziani sono tutta la Chiesa · Chiama "anzianf' tutta la Chiesa, come apprendiamo da Isaia: Il Signore ha

regnato a Sion e a Gerusalemme e davanti ai suoi anziani' sarà glorificato (Is 24, 23 ).

Il ventiquattro, poi, include allo stesso tempo i capi e i popoli, come se raddoppiasse le dodici tribù di Israele in ragione dei due Testamenti, poiché la Chiesa è fissata sull'Antico e sul Nuovo: vale ·a dire, mostra la Chiesa nei dodici apostoli, cioè tutto il corpo dei capi. Cosl scopriamo Gerusalemme nella descrizione della città che scende dal cielo. Questi ventiquattro troni, in base alla distribuzione dei compiti, sono dodici, perché anche i capi sono nominati dalle tribù. E i dodici troni, considerati come un numero mistico, sono un solo trono, da dove viene la Chiesa. Infatti, soltanto il Signore si siederà per giudicare; ma si siederà e si siede la Chiesa, giudicando le dodici tribù (cf. Mt 19, 28), ma in Cristo, in cui è tutta la Chiesa, siederanno e giudicheranno le membra, ma in uno solo e attraverso un solo capo. Ticonio, · Commento ad Apocalisse 4, 4 5a Dal trono fuoriescono lampi~

e voci e

tuoni

I ventiquattro anziani rappresentano le Scritture

La predicazione della verità fa tremare il mondo

Ventiquattro anziani con ventiquattro troni': sono i libri dei profeti e della legge

Con i tuoni e con le voci è simboleggiata la predicazione della verità, con i

79

Giovanni vede il trono nel cielo (4) 1-11)

lampi i segni dei miracoli, come nel Vangelo: Allora essi partirono - dice - e predi-

. carono dappertutto) mentre il Signore operava insi·eme con loro e confermava la parola con i prodigi che f accompagnavano (Mc 16, 20); e ancora: Il fragore dei tuoi tuoni nel turbine) i tuoi fulmini rischiararono il mondo (Sa! 76, 19). Infatti il mondo, scosso da precetti tonanti come dalle nubi e dai lampi dei miracoli, tremò per la paura e credette. Primasio, Commento all'Apocalisse 1, 4, 61-68 5b Sette

torce di fuoco

Presenza dello Spirito settenario riel battesimo Quelle sette torce sono i sette spiriti di Dio. Se egli stesso rion lo avesse spiegato, sarebbe opportuno che noi scorgessimo in queste sette torce·ardenti lo Spirito Santo, sia perché sappiamo che gli apostoli lo hanno rappresentato principalmente con la forma di lingue di fuoco, sia per la sua memorabile azione settenaria, quanto più ora, quando egli stesso ha aggiunto: Che sono i sette spiriti di Dio. Dove si direbbe maggiormente necessaria la presenza dello Spirito Santo, che al momento. del battesimo, quando crediamo che ciascuno dei fedeli lo riceva secondo il rito, cosa che ora sembra indicare con la menzione delle acque? · :Primasio, Commento all'Apocalisse l, 4, 69-78

6

Un mare vitreo

Gli innumerevoli spiriti che servono Dio E davanti al trono un mare vitreo simile al cristallo. La visione del mare mostra il loro numero, il vetro e il cristallo la

purezza senza alcuna macchia degli spiriti santi che circondano Dio, che, quanto al numero, sono come un mare: Mille mi-

gliaia lo servirono e diecimila miriadi lo assùtettero, dice Daniele (Dn 7, 10). E tanti sono tutti i puri, simili al vetro e al cristallo. Ecumenio, Commento all'Apocalisse 3, 7, 6

L'acqua immobile del battesimo Di fronte al trono come un mare vitreo simile al cristallo: si tratta del dono del battesimo, che ha comunicato attraverso il Figlio in tempo di penitenza, prima che cominci il giudizio; perciò è detto difronte al trono, cioè, «prima del giudizio». Quando poi dice: un mare vitreo simile al cristallo, mostra l'acqua pura, ferma, non mossa dal vento, che non scorre come un torrente, ma è trasmessa come un dono immobile di Dio. Vittorino di Petovio, Comménto all'Apocalisse 4, 2

Le acque della fonte b.attesimale E di· fronte al trono come un mare vitreo simile a cristallo. Viene mostrato un mare vitreo, cioè trasparente, luminosissimo come il cristallo per la limpidezza e l'estrema purezza. E non senza ragione intendiamo che questo è detto a proposito della fonte battesimale e della grazia della rigenerazione, che purifica coloro che la ricevono, li illumina e riveste dello splendore della giustizia coloro che vengono condotti alla purezza. Queste sono le acque delle quali è scritto nei profeti: In

quei giorni acque vive sgorgheranno da Gerusalemme, e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il Mar mediterraneo) sempre, estate e inverno (Zc 14, 8). ·

Apringio, Trattato sull'Apocallsse 2 .

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Apocalisse

Il mare di cristallo simboleggia il battesimo Nel mare di cristallo è simboleggiato il battesimo, dove con il cuore si crede per ottenere la giustizz'a e con la bocca si/a la professione di fede per avere la giustizia (Rm 10, 10). E per la fede nella verità è

paragonato al vetro; infatti nel vetro non si vede ali' esterno qualcosa di diverso rispetto a ciò che c'è all'interno. Né senza ragione si dice che questo battesimo avviene davanti al trono, affinché anche gli ereti.ci non possano riceverlo o darlo fuori dalla Chiesa. Dice perciò di fronte al trono, come leggiamo di Mosè: Il luogo è vicif!O a me (Es 33, 21), o come Dio stesso esorta nel Deuteronomio dicendo:

Nel luogo che ll Signore Dio tuo avrà scelto come sede del suo nome (Dt 14, 23 ). Sappiamo che in tutti questi passi è indicata l'unità della Chiesa, dove la Trinità potrà essere ricevuta come battesimo per la salvezza, battesimo che ricevuto fuori dalla Chiesa genera rovina: non perché ciò che viene dato sia male, ma perché colui al quale viene dato lo usa male, come il boccone offerto a Giuda dalla mano del Signore (cf. Gv 13, 27-30). Primasio, Commento all'Apocalisse l, 4, 79-91 6-7 Intorno

al trono q·uattro esseri vi-

venti

Un Vangelo quadriforme ma sostenuto da un unico Spirito Del resto i Vangeli non possono essere né più né meno di questi. Infatti .poiché sono quattro le ·regioni del mondo nel quale siamo, e quattro i venti diffusi su tutta la terra e la Chiesa è disseminata su tutta la terra, e colonna e sostegno della Chiesa (cf. 1 Tm 3, 15) è il Vangelo e lo Spirito di vita, è naturale che essa abbia quattro colonne, che sof-

fiano· da tutte le parti l'incorruttibilità e vivificano gli uomini. Perciò è chiaro che il Verbo Artefice dell'universo, che siede sopra i Cherubini e sostiene tutte le cose (cf. Sap 1, 7), dopo essersi mostrato agli uomini ci ha dato un Vangelo quadriforme, ma sostenuto da un unico Spirito. Come appunto David, domandando la sua venuta, dice: Tu che siedi sopra i Cherubini, mostrati (Sal 79, 2). Infatti i Cherubini hanno quattro aspetti (cf. Ez 1, 6.10) e i loro aspetti sono immagini del1'attività del Figlio di Dio. Il primo vivente - dice - è simile al leone e rappresenta la potenza, l'eccellenza e la regalità di lui; il secondo è simile al vt'tello e significa la funzione sacrificale e sacerdotale; il terzo ha un volto come di uomo e descrive chiaramente la sua venuta secondo l'uomo; il quarto è simile ad un)aquila che vola e indica il dono dello Spirito che vola sulla Chiesa. Ora i Vangeli sui quali siede Gesù Cristo sono in accordo con questi animali. Il Vangelo secondo Giovanni racconta la sua generazione (cf. Is 53, 8) dal Padre, che è eccellente potente e gloriosa, dicendo: In principio.era il

Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1, 1), e: Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fattQ (Gv 1, 3). Perciò questo Vangelo è pieno di ogni tipo di coraggio e tale è il suo aspetto. Il Vangelo secondo Luca invece, essendo di carattere sacerdotale, cominda con il sacerdote Zaccaria che sacrifica a Dio (cf. Le 1, 9), perché già si preparava ·il vitello grasso, che sarebbe stato poi immolato per il ritrovamento del figlio minore (cf. Le 15, 23.30). Matteo racconta la sua generazione umana dicendo: Libro della generazione di Gesù

Cristo, figlio di David, figlio dei Abramo (Mt l, 1), e ancora: La generazione di Cristo avvenne così (Mt 1, 18). Dunque questo Vangelo è di forma umana: per questo in tutto il Vangelo si conserva uomo umile di cuore e mite (cf. Mt 11, 29).

Giovanni vede il trono nel cielo (4, 1-11)

Marco, invece, prese inizio dallo Spirito profetico che dall'alto discese sugli uomini, dicendo: Inizio del Vangelo, come sta scritto nel profeta Isaia (Mc 1, 1-2), mostrando l'immagine alata del Vangelo e per questo ha fatto l'annuncio conciso e rapido: perché questo è il carattere profetico. Ireneo di Lione, Contro le eresie 3 , 11, 8

I quattro . Vangeli sono un 1=Jnico annunc10

I quattro animali sono i quattro Vangeli. Il primo, dice, simile ad un leone, il secondo simile ad un vitello, il terzo simile ad un uomo, il quarto simile ad un'aquila che vola: hanno sei ali tutte intorno, occhi dentro e fuori: e non smettono di dire: santo santo santo il Signore Dio Onn/potente. (. .. )Il Vangelo di Giovanni è l'animale simile al leone, perché, mentre tutti gli evangelisti hanno predicato Cristo fattosi uomo, quello invece ha lo ha annunciato in quanto Dio prima che discendesse dal cielo e assumesse la carne, dicendo: Il Verbo era Dio (Gv 1, 1) e poiché l'ha gridato come un leone che ruggisce, il suo annuncio ha l'aspetto di un leone. L'aspetto dell'uomo è rtterito al Vangelo di Matteo, che si adopera a raccontarci la stirpe di Maria, dalla quale Cristo ha preso la carne, perciò, mentre la enumerava da Abramo a David e da David fino a Giuseppe, ha parlato come di un uomo; per questo il suo annuncio ha l'immagine di un uomo~ Anche Luca, mentre raccontava dal sacerdozio di Zaccaria che offriva un sacrificio per il popolo e dell'angelo che gli appariva, in ragione del sacerdozio e del sacrificio la stessa narra.z ione ha preso l'immagine

17

81

· dell'agnello. Marco,. interprete di Pietro 17, .rkordandosi le cose che pubblicamente insegnava le trascrisse ma non in ordine, e comincia con la parola di profezia pronunciata attraverso Isaia. Pertanto cominciano dicendo cosl: Giovanni, In principio era il Verbo e il Ver-

bo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1, 1) - questa è l'immagine del leone-; Mat-

teo, Libro della genealogz·a di Gesù Crz'sto

Figlio di Dio, figlio di David, figlio di Abramo (Mt l, 1) - questa è l'immagine dell'uomo -; Luca, C'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abia, e aveva in moglie una delle figlie di Aronne (Le 1,, 5) - questa è l'immagine del1'agnello -; Marco comincia così: Inizio del vangelo di Gesù Cristo come è stato scritto in Isaia (Mc 1, 1-2); ha cominciato con lo spirito in volo, perciò ha anche l'immagine di un'aquila che vola. Non solo poi lo spirito profetico, ma anche lo stesso Verbo di Dio Padre onnipotente, che è suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, recherà le stesse immagini nel tempo in cui giungerà da noi. E dopo che è stato annunciato come un leone e come un cucciolo di leone (cf. Gn 4 9, 9), si è-fatto uomo per la salvezza degli uomini per sconfiggere la morte e liberare tutti; poiché ha offerto se stesso come sacrificio a Dio per noi, è detto agnello; e poiché dopo aver sconfitto la morte è asceso nei cieli dispiegando le proprie ali e proteggendo il suo popolo, è chiamato aquila che vola. Pertanto questi quattro annunci, sebbene siano quattro, tuttavia sono un unico annuncio, poiché è uscito da una sola bocca, come il fiume in paradiso scaturiva da una sola fonte e si è diviso in quattro parti. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 4, 3-4

Cf. Papia, dt. in'Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica 3, .39.

82

Apocalisse

Simbologia dell'animale tetramorfo Nell'Apocalùse di Giovanni e nelle prime righe di Ezechiele (cf. Ez 1, 5-10) troviamo un animale tetramorfo, ossia dalle quattro figure: una infatti presenta un aspetto umano, l'altra di un vitello, ,l'altra di un leone e l'ultima di un'aquila. Nel nostro caso il significato è questo: il volto umano rappresenta Matteo, il vitello rappresenta Luca e l'aquila Giovanni; Marco è raffigurato da un leone nel deserto. Girolamo, Omelle su Marco 1 (Mc 1, 1-12)

Ezechiele e Giovanni videro i quattro evangelisti Nella profezia di Ezechiele, come anche nell'Apocalùse dello stesso G!ovanni autore di questo Vangelo, si parla di un animale a quattro facce: di uomo, di vitello, di leone e di aquila (cf. Ez 1, 5-10). Quanti prima di noi si sono occupati dei simboli delle Sacre Scritture, solitamente hanno visto in questo animale, o meglio in questi animali, i quattro Evangelisti. Il leone è simbolo del re, in quanto il leone, a motivo della sua terribile forza e potenza, viene considerato il re degli animali. Questa figura rappresenta Matteo che, nella genealogia del Signore, attraverso la successione dei re, dimostra che il Signore discende per via regia dal seme del re David. Luca, che esordisce dal sacrificio del sacerdote Zaccaria padre di Giovanni Battista, viene simboleggiato dal vitello, essendo il vitello la vittima principale del sacrificio sacerdotale. Marco giustamente viene caratterizzato dalla figura dell'uomo, perché né parla del potere regale né esordisce dalla dignità sacerdotale, ma precisamente da Cristo come uomo. Si può dire che questi tre evangelisti non si sono scostati dalle cose terrestri, cioè da

quanto ha compiuto in terra il Signore nostro Gesù Cristo: come se camminassero con lui sulla terra, parlano pochissimo della sua divinità. Rimane l'aquila, cioè Giovanni, l'araldo delle cose più sublimi, colui che contempla con occhio sicuro la luce invisibile ed eterna. Agostino,

Commento al Vangelo di Giovanni 36, 5 7 Il

primo animale era simile ad un leone

È rappresentata la Chiesa Perciò la Chiesa porta ad effetto la forza e lo splendore della maestà del re, poiché il leone della tribù di Giuda ha la meglio. Infatti un giovane leone è Gt'uda (Gn 49, 9), i re della cui tribù di solito governavano sul popolo. E il secondo animale simile a un vitello. Per quella ragio~ ne, la virtù di questa Chiesa è rappresentata dal vitello, cioè dalla prima vittima, perché ciascuno dei fedeli vince quando è sacrificato per Cristo. Offrite i vostri corpi - dice - come sacrzfido vivente, santo e gradito a Dio,· è questo il vostro culto spirituale (Rm 12, 1), affinché il corpo sia degno di compiere per la testa ciò che essa ha fatto per il corpo. Per questo il Vangelo di Luca ha iniziato il proprio racconto dal sacerdote Zaccaria. E il terzo animale con il vùo come di· un uomo. Ritengo che qui sia lodata quell'umiltà della Chiesa, che, nonostante abbia ricevuto uno spirito da figli adottivi (Rm 8, 15) e abbia questo tesoro in vasi di creta (2 Cor 4, 7), tuttavia preferisce volentieri gloriarsi umile delle proprie debolezze (cf. 2 Cor 12, 9) piuttosto che vantarsi delle virtù acquisite, seguendo con devozione le or~ me del maestro, che facendosi obbediente fino alla morte (Fil 2, 8) diceva: Imparate

da me che sono mt'te e umile di cuore (Mt 11, 29). Il quarto animale simile a un'aquila che vola. La Chiesa è descritta come

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Giovanni vede il trono nel delo (4, 1-11)

volante in ragione dei pensieri celesti dei suoi membri spirituali; essa, che senza essere sedotta da nessun basso desiderio terreno, è guidata nella direzione dei due Testamenti per essere spinta più in alto. Primasio, Commento altApocalisse 1, 4, 173-191

tutti i corsi d'acqua) lasciando in libertà il bue e l'asino (Is 32, 20). E Luca inizia dal sacerdozio di Zaccaria e dice: Ci fu nei giorni di Erode, re di Giudea, un sacerdote di nome Zaccaria (Le 1, 5). E il terzo animale con il viso come di un uomo, perché Matteo ha preferito iniziare il proprio libro con la genealogia del Signore secondo la carne.

I prologhi dei quattro Vangeli E il primo animale - dice - simile ad un leone. I nostri predecessori riferiscono l'immagine alla persona dell'evangelista Marco, e ciò è sostenuto con assoluta schiettezza e secondo veri~à, dal momento che anche il suo libro inizia così: Inizio del vangelo di Gesù, figlio di Dio, come è scrit-

to nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero, che ti preparerà la strada (Mc 1, 1.2). Ma non deve sorprendere che qui venga posto Isaia in luogo di Malachia; in-. fatti si riconosce con assoluta certezza che questa testimonianza si legge in Malachia. Isaia significa «salvezza del Signore», MaIàchia «angelo». E per questo all'inizio del Vangelo ha preferito annunciare la salvezza del Signore, che è Isaia, in luogo del1'angelo, cioè Malachia, per condurre alla stabile eternità della vita presente e futura attraverso la fede del ·Vangelo. Riprende poi le parole di Isaia anche in ciò che dice il messaggero, che è l'angelo: Preparate la

strada al Signore, seguz'te rettamente i sentieri del nostro Dio (Is 40, 3 =Mc 1, 3 ), per mostrare l'annuncio della verità, una volta annunciata e promessa la salvezza, e preparare i cuori degli uomini a ricevere la grazia. Ha poi l'immagine di un leone perché mostra Giovanni che predica nel deserto e sceglie luoghi solitari, come dice: Si

presentò Giovanni a battev.are nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati" (Mc 1, 4). Il secondo animale simile a un vitello. Presenta Luca. Il vitello è infatti posto a simboleggiare i sacerdoti, come dice in Isaia: Beati voi che seminate sulle rive di·

E il quarto animale simile ad un'aquila che vola. Parla di Giovanni, che non parla dell'umanità del Signore, né del sacerdozio. né di Giovanni nel deserto, ma, tralasciando ogni umile questione, tende verso l'altezza stessa del cielo, e come un'aquila che vola parla specificamente di Dio stesso dicendo: In principio era il

Verbo, e il Verbo era presso Dio) e il Verbo era Dio; questo era in principio presso Dio (Gv 1, 1.2). Apringio, Trattato sull'Apocalisse 2 8

Ciascuno con sei alt'

L'aquila della Chiesa vola con le ali dell'Antico Testamento Ciascuno aveva sei ali intorno. Negli animali sono indicati i ventiquattro anziani: perché sei ali in quattro animali fanno ventiquattro. Infatti vede gli animali intorno al trono, dove aveva detto di aver visto gli anziani." Come.un animale con sei ali potrebbe infatti essere simile ad un'aquila, che ha due ali, se non perché i quattro animali, che hanno ventiquattro ali nelle quali intendiamo i ventiquattro anziani che sono nella Chiesa, cha ha assimilato ad un'aquila, sorto un unico animale? Secondo un'altra interpretazione le sei ali sono le testimonianze dell'Antico Testamento. Perché come un animale non può volare se non ha le ali, così neppure l'annuncio del Nuovo Testamento è credibile, se le sue testimonianze non sono annunciate nell'Antico

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Apocalisse

Testamento, e attraverso di esse si solleva da terra e vola. Sempre infatti ciò che è stato annunciato per il futuro e poi si è realizzato gode di una credibilità indubitabile e se quanto avevano annunciato i profeti non si fosse compiuto in Cristo, il loro annuncio sarebbe stato inutile. In questo ha la propria radice la Chiesa cattolica, prima annunciata e poi realizzata. Cesario di Arles,

Omelia III sull'Apocalisse

Il corpo e le ali di un unico annuncio Le ali sono le testimonianze dei libri dell'Antico Testamento e per questo sono ventiquattro, lo stesso numero degli anziani sui troni. Ma come un animale non può volare se non ha le ali, cosl neppure l'annuncio del Nuovo Testamento avrebbe fede se le sue testimonianze non trovassero riscoi:itro in quelle dell'Antico Testamento, attraverso le quali si alza da terra e vola. Sempre infatti si trova che ciò che prima è detto che sarebbe accaduto, dopo è accaduto: è questo ciò che rende la fede indubitabile. D'altra parte, tuttavia, se le ali non sono attaccate agli animali, non hanno da dove trarre la vita. Se infatti ciò che i profeti avevano predetto non si fosse compiuto in Cristo, il loro annuncio sarebbe stato inutile. La Chiesa cattolica crede che queste cose siano state prima annunciate e poi si siano compiute e a buon diritto vola e si alza da terra, animale vivo. Ma gli eretici, che non si servono della testimonianza dei profeti, sono animali, ma non volano, perché sono terrestri. I Giudei, d'altra parte, che non accolgono l'annuncio del Nuovo Testamento, hanno le ali ma non vivono, cioè offrono agli uomini una profezia inutile che non deve essere ascoltata perché non conformano le azioni alle parole. Vittorino di Petovio, Commento alt'Apo-calisse 4, 5

Gli anziani, gli animali e l'aquila sono la Chiesa Con gli animali indica i ventiquattro anziani, perché sei ali in quattro animali fa ventiquattro, difatti ha visto gli animali intorno al trono dove aveva detto di aver visto gli anziani. Come del resto un animale con sei ali potrebbe essere simile ad un'aquila che ha due ali, se non perché sono un solo animale i quattro animali che hanno ventiquattro ali, nei quali intendiamo i ventiquattro anziani che sono la Chiesa, che ha assimilato ad un'aquila, che ha due ali, cioè i due Testamenti, portata dai quali eleva in alto, affinché, invischiata nelle afflizioni terrene, non sia frenata? Ticonio, Commento ad Apocalisse 4, 8

La Chiesa loda Dio ininterrotta~ mente La Chiesa, diffusa in ogni dove nelle regioni, nelle province, nelle lingue e tra i . vari popoli nei suoi singoli membri e nelle diverse persone che professano la fede, loda senza sosta Dio con le opere e con le azioni nelle avversità e nei momenti felici, non cessa di lodare il Signore di giorno e di notte, mentre l'eterna lode che viene dalla creatura razionale continua nei cieli, al di sopra di Gerusalemme, sul cui esempio la Chiesa peregrina è felice di essere plasmata. Primasio, Commento alfApocalisse 1, 4, 237-243

°Cadranno gli anziani davanti al trono

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Esultanza per il compimento della parola annunciata E quando accadevano queste cose, dice che caddero tutti gli anziani e si prostrarono davanti al Signore. Mentre gli

Giovanni vede il trono nel cielo (4, 1-11)

animali davano a lui gloria e onore: cioè, quando il vangelo, razione e la dottrina del Signore, avevano portato a compimento la parola annunciata in precedenza per mezzo di quelli, giustamente e meritatamente esultavano sapendo di aver amministrato in modo conforme alla legge la parola del Signore. Infine, poiché era arrivato colui che vinceva la morte ed era il solo degno di ricevere la corona dell'immortalità, tutti quanti avevano le corone per la gloria del loro ottimo agire, le

gettarono sotto ai suoi piedi. Vittorino di Petovio, Commento all'Apocalisse 4, 7, 1-10

La Chiesa ascrive a Dio ogni sua virtù In base alla suddetta interpretazione, sembra che tutta la Chiesa sia edificata dai suoi diversi membri, infatti, quando gli animali fanno risuonare le loro lodi, quando cioè gli evangelisti predicano e celebrano l'economia di Cristo, che consta di tre tempi, i ventiquattro anziani, vale a dire tutta la Chiesa, che è fatta di capi e di popoli, prostrandosi, adorano colui che vive nei secoli dei secoli. L'apostolo Paolo testimonia questa esegesi e dice: Se

si radunasse tutta la comunità e tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti: giudicato da tutti> sarebbero manifestati i segreti del suo cuo-

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re, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi (1 Cor 14, 23-25). Mettendo le loro corone davanti al trono, ascrivendo cioe a Dio ciascuna virtù, ciascuna dignità essi posseggano. Infatti, tutto ciò che di buono sia ricercato e ottenuto, giustamente è attribuito a quello da cui è stato aiutato il vincitore. ·un'immagine di questa azione è stata anticipata nel Vangelo, quando il popolo che precedeva il Signore stendeva i propri abiti lungo la strada, e prendendo rami di palme, gli andava incontro e diceva: Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re di Israele! (Sal 117, 26; Mt 21, 9; 23, 39). Primasio, Commento all'Apo~alz'sse 1, 4, 248-266 11

Hai creato ogni cosa

L'attività creatrice della Sapienza In un'altra edizione troviamo un'altra traduzione: