Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: 1-2 Corinzi [Vol. 7] 8831193945, 9788831193948

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Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: 1-2 Corinzi [Vol. 7]
 8831193945, 9788831193948

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Se Cloe sia una famiglia .

Un conflitto ridicol9

Fu forse una famiglia chiamata così. Paolo non fornisce dettagli sugli autori della segnalazione in modo da non rivelare la loro identità e generare così nuove questioni. Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 168

In realtà i Corinzi si rifacevano al nome di altri maestri, ma qui Paolo ·usa il suo nome, quello di Apollo o Cefa come esempio. E questo lo capiremo meglio da ciò che segue. Molto saggiamente ha annoverato il nome di Cristo tra gli altri, mostrando l'assurdità del fatto che considerassero alla stessa stregua il Signore e gli schiavi. Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 168

. 12

Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «lo sono di Paolo»} «lo invece sono di Apollo»} «lo invece di Ce/a»} «E io di Cristo»

Tutti erano buoni maestri Denuncia l'errore, ma non indica il nome di coloro che lo hanno commesso. Coloro che avevano· deviato dalla rettitudine diffondevano la loro dottrina per turbare la coscienza dei semplici. Quelli che qui nomina, senza dubbio erano buoni maestri, ma sotto i loro nomi attacca i falsi apostoli. Se vieta che ci si glori in costoro, quanto più nei cattivi maestri. Ambrosfaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 10

Cristo è il capo di un p.a rtito? Se sbagliavano coloro che si dichiaravano alla sequela di uomini, senza dubbi~ sbagliavano anche coloro che si dicevano di Cristo. Però non rimprovera questo, ossia di dichiararsi appartenenti a Cri.sto, ma che non tutti lo facevano. · · Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 3, 5

13

È/orse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?

Come Cristo viene diviso Quanti recepiscono cose diverse dal Cristo, dividono Cristo. L'uno accoglie Cristo solo come uomo, l'altro lo confessa puro Dio, ma non uomo; un altro dice che Cristo è stato predetto per mezzo dei profeti; un altro nega, infine, che i profeti abbiano parlato di Cristo. [ ... ]. Dunque Paolo ha iniziato da sé stesso, in modo da evitare che, forse, si pensasse che confutava tanto energicamente ,gli altri al solo scopo di raccomandare la propria· per:sona. Se Crist~ è morto per noi - dice - come possiamo volgere a sua ingiustizia la grazia di ciò e il beneficio che dona agli uomini? Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Cort'nzi 81, 2, 10

14 · 16

Ringrazio Dio di non avere battezzato ·neisuno di voi: ·eccetto Crispo e· Gaio> perché nessuno possa dire che siete stati battezza-

1 Corinzi

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ti nel mio nome. Ho battezzato, è vero, anche la famiglt'a di Ste/anàs, ma degli altri non so se io abbia battezzato qualcuno

Pretendere il battesimo con nomi diversi Paolo sostiene che Cristo è diviso perché gli uomini si sono divisi la sua gloria. Erano, infatti, così come sono ora i Novaziani e i Donatisti. Costoro si arrogano il diritto esclusivo del battesimo, ri-

fiutando quanti sono battezzati .da parte · . nostra. E quanti sono battezzati da loro si gloriano della persona che li ha battezza- 1 ti. Di più, dopo essersi allontanati dal nome di Cristo, si vantano di essere chiama- . ti Novaziani e Donatisti. Crispo e Gaio, che invoca come testimoni, sono Corinzi battezzati dall'apostolo, perché affermas. sero che nessuna gloria poteva essere attribuita a lui per questo motivo. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 11

PREDICARE IL VANGELO

Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare i'l Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce.di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per nq~ è potenza di. Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti (1, 17 -.19). Non ·èhiunque sia battezzato è degno di annunciare il vangelo (Ambrosiaster). Evangelizzare è un dono concesso a pochi e non deve essere confuso con il discorso eloquente, che è superficiale e ingannevok (Teodoreto di Cirro, Origene). La verità del messaggio non dipende ·dalla perizia oratoria dell'annunciatore, altrimenti non sarebbero stati scelti dci pe- . scatori per evangelizzare (Ambrosiaster). Il potere ddla croce non è riconosciuto da coloro che sono sulla via della perdizione (Crisostomo).

17 Cristo

infatti non mi ha mandato a batt~zzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo

Perché i pescatori erano stati scelti per predicare Paolo sostiene che evangelizzare è più importante che battezzare, .infatti non

si dice inviato a battezzare, ma a evange- · · lizzare [. . .] perché comprendessero che non era gran cosa battezzare, visto che non chiunque b.attezza è adatto anche a evangelizzare. Le parole dette nel battesimo sono solenni. L'apostolo Pietro ordinò che il fedele Cornelio fosse battezzat.o con i suoi, ma .non si preoccupò di . fare questo gesto, visto che erano presenti i ministri (cf. At 10, 46-48) [. . .].La predicazione cristiana non ha bisogno di pompa e cura del discorso. Perciò pesca-

Predicare il Vangelo (1) 17-19)

tori e uomini .ignoranti furoµo scelti per evangelizzare (cf. Mt 4, 18-19); perché la verità stessa della dottrina si. imponesse da sé con la sola testimonianza della potenza; la malizia e la furberia degli uomini risultasse inaccettabile ·alla sapienza umana 'in forza della intrinseca verità. [. . .] Anche gli pseµdo-apostoli, per non apparire stolti ai sapienti del mondo, predicavano Cristo secondo l'umana sapienza. [. .. ] Pertanto non insegnavano né l'incarnazione e la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine, né la futura risurrezione della carne, perché la sapienza e le categorie del mondo giudicano stolte tali credenze. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 12

Il servizio apostolico di Paolo ebbe la precedenza Paolo, che poteva assolvere a doveri maggiori, non ha rivendicato i lavori minori, come se oggi un vescovo o un sacer-. dote che lo voglia, potesse compiere l'ufficio di un diacono. Pelagio, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 1

Predicare è un dono Ordinò entrambe le cose: Andate e ammaestrate tutte le nazioni~ battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 18, 19). Ma è più prezioso predicare che battezzare. Battezzare è facile per tutti coloro __che sono ritenuti degni del potere sacerdotale. Predicare invece era dei pochi che avevano ricevuto questo dono da Dio. Dunque rimprovera coloro che si vantavano della propria loquela e dice: Non con un discor-

so sapiente, perch.é non venga resa vana la

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croce di Cristo. Se infatti avessi adoperato l'eloquenza e l'arte della parola, non sarebbe stata mostrata la potenza di colui che è stato crocifisso: tutti infatti avrebbero. pensato che coloro che avevano creduto fossero stati adescati con l'arte della parola. Invece la mancanza di educazione dei predicatori, .v incendo quelli che si vantavano dell'eloquenza, mostra chiaramente la forza della croce. Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 169-170

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La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noz: è potenza di Dio

Una difesa divina contro il diavolo Il nome di Cristo sembra costituire scandalo; ina se ·uno presta ascolto alla parola di Dio e alla grazia, capirà anche questo grande mistero. Anche i pagani hanno tramandato che spesso, in occasione di grandi pestilenze o alluvioni o siccità, tali cose cessarono quando un uomo consegnava se stesso per il bene comune; che cosa c'è dunque di straordinario se, dato che tutto il mondo era appestato dall'errore, era necessario che uno solo morisse per la vera pestilenza, per liberare dalla peste dell'ignoranza, della tenebra e della rovina? E chi mai poteva pren. dere ciò su di sé? Non un profeta, né un apostolo, né un qualche altro giusto; ma bisognava che scendesse qal cielo una potenza divina, éhe potesse prendere su di sé il madre per tutti con una certa esemplarità, affinché per mezzo di questa.morte il _trofeo della vittoria venisse innalzato contro il diavolo. E infatti coloro che nel mondo celebrano trionfi. contro i nemici sono soliti porre i loro trofei contro gli sconfitti su di un trofeo in forma di ero-

1 Corinzi

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ce. La croce di Cristo è dunque un trofeo contro Satana; perciò dice: non ci sia . per me altro.vanto) se non nella croce; per me che conosco quale sia la potenza della croce, che sono stato liberatù dai mali per mezzo di colui che è morto per stràpparmi dalla morte. Se non nella croce del

Signore nostro Gesù Cristo) per mezzo del quale il mondo è stato per me croci/isso e anch'io per. il mondo. E un gran bene che

il .m ondo sia stato per me crocifis·so; e per quale mezzo mi _è giunto tale bene? Per mezzo della croce di Cristo. È un gran bene che io sia stato crocifisso per il m_ondo: se infatti- io sono morto per il mondo, sono stato crocifisso per il mondo con Cri-· sto; se invece vivo per i peccati, non son9 ancora stato giudicato degno del bene che viene dalla croce. Ed teniamo anche pronti alle prove, ai martirii, poiché sappiamo che chi' li rifiutasse non avrebbe salvezza. Origene, Sulla Prima lettera ai Corinzi 6

aveva già una volta predetto queste cose e · mostra così la verità della predizione. Tcodoreto di Cirro,

Commentario alla Prima, lettera ai Corinzi 170

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Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò tiintel!z"genza degli intelligenti

Confondere 'l'intelligenza degli telligenti -

in-

_Confonde l'intelligenza degli intelligenti provando che Dio compie quanto credono stolto [. . .]. Il che, invero, è attestato in forza della potenza e non delle parole. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 14

Stolti secondo il mondo La follia di rifiutare la medicina di Dio Se la sapienza umana è ·in guerra con la croce e -combatte contro essa, non è giusto farsene un vanto. Piuttosto, dovremmo indietreggiare nella vergogµa .. Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 4, 1

La verità della predizione Chiama il discorso della croce «predicazione sulla croce». Chiama coloro che non ~redono «quelli che vanno in perdizione»; coloro che credono «quelli che si salvano» attribuendo i nomi in base al fine. Porta la testimonianza della Scrittura, affermando che il Dio dell'universo

Non è la s.tessa cosa essere sapiente ed essere sapiente itJ, questo secolo: infatti senza tale aggiunta include la vera sapienza. Nello stesso modo considererai anche la stoltezza: non è Ja stessa cosa stolto e stolto in questo secolo: chi è stolto senza l'aggiupta di in questo secolo è veramente stolto. Dunque a noi che crediamo alle parole della Sapienza è chiesto di. diventare stolti in questo secolo; tali infatti sembrianin essere agli uomini perché crediamo in Cristò Gesù crocifisso e crçdiamo nella risurrezione dei morti, crediamo nonyolo che quanti siamo ora sulla terra vivremo poi nei cieli, ma anche che se pecchiamo saremo consegnati al fuoco eterno. È inevitabile sembrare tali'per gli uommi. Origene, Sulla Prima lettera ai Corinzi 7

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La vera sapienza (1, 20-25)

LA VERA SAPIENZA

Dov)è il sapiente? Dov'è il dotto? Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. ·Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei .e ·stoltezza per i pagani> ma .per ·coloro che sono chiamati: sia Giudei che Greci: Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini: e ciò che è debolezza di Dio è più f o.rte degli uomini (1, 20-25). li ragionamento secondo Dio è in accordo con i valori dello spirito, quindi confonde i ragionamenti che obbediscono ai valori del mondo terreno (Ambrosiaster). La croce è una pietra di inciampo per coloro che non credono, ma per i credenti è la salvezza e la vita eterna (Ignazio di Antiochia). La sapienza greca e la legge giudaica sono state umiliate davanti ad essa (Ambrosiaster, Pelagio, Atanasio). li saggio e il prudente sono folli se rigettano la sapienza di Dio (Ilario di Poitiers, Teodoreto di Cirro). La sapienza di Dio si è incarnata nel Verbo e ha preso su di sé un corpo attraverso il quale rivelarsi agli uomini (Atanasio). La semplicità della sapienza di Dio fa apparire folli i suoi insegnamenti agli occhi dcl mondo (Origene). I filosofi non avrebbero potuto realizzare ciò che pochi uomini, e ignoranti, com. pirono, ossia la conversione del mondo (Crisostomo, Agosti.ho). La vera fìlosofìà è donata attraverso il Figlio (Clemente di Alessandria). Gli apostoli vinsero la loro causa grazie al ·segno che era contrario a tutti i segni conosciuti: la croce (Crisostomo).

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Dov'è il sapiente? Dov)è il dotL'umiliazione della sapienza greca e. to? Dov'è il sottile ragionatore di della Legge giudaic~ questo ·mondo? Dio non ha forse · Con queste espressioni inveisce tanto dimostrato stolta la sapienza del contro i Giudei quanto contro i Gentili, mondo? perché gli scribi dei Giudei e i dottori del-

La croce pietra di inciampo Il mio spir~to è vittima della croce che è scandalo per gli infedeli e per noi salvezza e vita eterna. Dov'è il saggio? Il cavillatore? La vanità di qqelli che si diconò scienziati? Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini 18, 1

la Legge ritengono stolto credere che Dio abbia un Figlio. Similmente, anche i Gentili reputano quest'affermazione risibile. Ma, ~entre i G iudei non vi credono perché questo evento non è apertamente rivelato nella Legge, i Gentili, invece; perché la sapienza del mondo non ha accolto questo annuncio. Reputano infatti che nulla possa essere senza commistione, e dunque lo giudicano un' affermazioné stolta. Il

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1 Corinzi

ragionatore del secolo è colui ~he calcola l'influsso delle costellazioni sul inondo e il sorgere· e il tramontare dei dodici segni, ritenendo che nulla affatto possa esistere sen~a il loro moto. [ .. .] Esiste qualcosa di più stolto di tale affermazione, che cioè Dio ha fatto il mondo e poi non se ne prende cura? A quale scopo l'ha fatto se non si volge a quel che ha fatto? Ma poiché essi vedono che alcuni godono felice. mente del mondo mentre altri sono afflitti; che sono disprezzati quelli che agiscono bene e oggetto di gloria i malvagi, per tutto questo hanno contratto l'opinione che Dio si disinteresserebbe del mondo. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 14-15 .

Il saggio e il prud~nte In questo i filosofi del mondo e i sag-. gi del secolo non hanno parole: infatti hanno rifiutato la sapienza di Dio. Ilario di Poitiers, La Trinità 2, 12

Egli ha diviso le lingue e ha attribuito a · ciascuna caratteristiche peculiari. Dunque proprio lui ha donato alla lingua greca lo splendore. Ma quelli che non la usarono rettamente, produssero l' allettamento dell'inganno e hanno elaborato presentazioni persuasive dell'errqre. Accusa quindi non l'eloquenza, ma la men, zogna che in essa si nasconde. Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 170-171

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Poiché infatti: nel dz~r;egno sapiente di Dio) il mondo) con tutta la sua sapienza) non ha conosciuto Dio) è piaèiuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione

La sapienza di Dio donata attraver..· . so suo Fig}io L'apostolo ha de.finito «sapienza di Dio» l'insegnamento conforme al Signore, per dimostrare che la vera filosofia ci è trasmessa tramite il Figlio. Clemente cli Alessandria, Stroma# 1, 18, 90

Sapienti secondo il mondo · .La predicazione della croce ha vinto tutti questi. Chiama "sapiènte" chi è ornato dell'eloquenza greca; "scriba" il maestro dei Giudei che si gloriava della conoscenza della Legge, "sottile ragionatore"· quello che aveva praticato l'arte di disquisire. Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima letteta ai Corinzi 170

La vera sapienza La chiama sapienza di questo mondo, non eloquenza: Dio infatti è creatore.

La sapienza di Dio si è incarnata Gli uomini si erano allontanati dalla contemplazione. di Dio e, come precipitati in un abisso, tenevano gli occhi fissi verso il ·basso e andavano cercando Diò nel creato e nelle cose sensibili, consideral).do come loro dèi gli uomini mortali e i demoni. Pefquesto il benigno e comune salvatore di tutti, il Verbo di Dio, si pren.de un corpo e vive come uomo tra gli uomini e impressiòna i sensi di tutti gli uomini, affinché quanti pensano che Dio sia negli esseri corporei conoscano la verità proprio mediante le opere che il Signore

LA vera

sapienza (1,

compie con le azioni del suo corpo e per mezzo di lui riconoscano il Padre .. . Atanasio, L'incarnazione del Verbo 15

La predicaiione che sembra stolta Il mondo - cioè gli uomini - nella propria sapienza ~on hanno conosciuto Dio. Hanno attribuito la sua maestà alle immagini o agli elementi ignorando lui; hanno creduto, secondo la sapienza della carne, di dover rendere culto alle realtà visibili. Pertanto pìacque a Dio una forma di predicazione, apparentemente stolta per queJli, ma per la salvezza di quanti credono proprio in ciò in cui quelli non hanno fede, e a loro dannazione. Ambrosias.ter, . Commento alla Prima lettera ai Corinzi. . 81,2,16

La sapienza è calunniata dai, Giudei e derisa dai Greci Quella manifestazione che i Giudei calunniano e i Greci deridono, ma che noi adoriamo. Così I'apparente umiliazione del Verbo farà diventare più grande e più abbondante la tua devozione verso di lui. Atanasio, L'incarnazione del Verbo 1

La follia di distinguere la croce da due altri tipi di saggezza Paolo afferma che due sono ·le sapienze di Dio, o meglio tre: infatti quella che è ritenuta stoltezza è saggezza, anche migliore delle altre. Sostiene, inoltre, che l'una è la sapienza che è stata data agli uoinini per mezzo della quale siamo dota-

20-25)

. 37

ti di ragione, capiamo .cos·a dobbiamo fare, scopriamo le arti e le scienze e siamo in grado di conoscere Dio. La seconda è quella che si contempla nelle creature: vediamo infatti la grandezza del mondo, la bellezza del sole, la danza delle stelle, l'ampiezza della terra e del mare, le specie delle piante e degli animali e altre co- . se, per non nominarle a quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti:· quello che è ignobile e dispreZZtflO per il mondo, quello che è nulla, Dio lo

1 Corinzi

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ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vaf!tarsi · difronte a Dio. Grazie a lui'-voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore (1, 26-31). Un picc9lo insegnamento è pericoloso, perché sminusice il desiderio di imparare di più (Crisostomo). Il mondo non ha capito che le sofferenze; del Salvatore sono diventate una fonte di pot~nza, perché queste sofferenze hanno distrutto la morte (Ambrosiaster). Cristo ha dato se stesso per la nostra espiazione, riscattandoci dalla morte con la sua stessa vita (Ambrogio). Nessuno pot~ebbe gloriarsi delle opere umane (Origene, Agostino, Teodoro di Mopsuestia). Se fossero stati scelti solo i.più eloquenti per predicare, essi si.sarebbero gloriati della propria perizia e abilità, e sarebbero stati dannati per questo motivo (Teodoreto di Cirro).

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Considerate in/atti la vostra chiamata, fratelli: non d sono fra voi molti sapt'enti dal punto di vista umano, né molti potent~ né molti nobili

I valori mondani Chi è saggio secondo i valori di.questo mondo è veramente folle, perché non rigetterà mai il suo insegnamento corrotto. Una piccola conoscenza è pericolosa, poiché rende chi la possiede ·restio a imparare altro. Le persone ignoranti sono più aperte alla conversione, poiché non sono cosl folli da ritenersi saggi. . Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 5, 2 •

Non molti erano potenti Paolo non ha detto non di Mosè. Mosè ha proibito - . molte cose a causa della durei.za del cuore del popolo incredulo e dalla dura cervice. · Ambrosiaster, Commento àlla Prima lettèra ai Corinzi 81>2>64

- -Guardarsi dalla schiavitù del desiderio Paolo intende dire che se noi rimaniamo liberi cli scegliere non diventere. mo schiavi di nessun desiderio particola:.. .:__ re: Chi tiene a bada i propri desideri> è . . padrone di questi> ma se va oltre questo , limite perde il controllo e diventa schia~ ·. = vo di essi. Giovanni Crisostomo> Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 16> 1

91

I voleri del ventre saranno ridotti a nulla . Il corpo di colui che è risorto con Cristo ed è divenuto conforme alla sua resurrezione e alla novità della sua vita> non deve appartenere a nessun altro che al Signore. · Origene> Sulla Prima lettera ai Corinzi 29

Fingete che il_ventre sia Dio Chi onora Dio con le vivande> è come uno che conside~·i Dio il proprio ventre. Novaziano, I cibi giudaici 5, 9

Dominare il corpo Perché il corpo donato a Dio sarà remunerato con il dono spirituale in base al ~erito della guida, cioè dell> anima.

· Alcune scelte sono categoricamente sbagliate Ora che non siamo più sotto la Legge, noi abbiamo la libertà di compiere le nostre scelte> ma abbiamo bisogno di realizzare che alcune scelte sono giuste e al.tre sbagliate. Teodoreto di Cirro,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 197

13

«1 cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi.'». · Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per

l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo

· Ambrosiastcr, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2>65

Non un attacco al corpo Paolo non attacca la natura del corpo, ma lo sfrenato desiderio della mente> che abusa del proprio corpo. Il corpo non è stato creato per la fornicazione, né per la gola. Cristo fu messo a capo del corpo> di modo che questo potesse seguirl9. Dovremmo essere sopraffatti dalla vergogna e dati' orrore se ci contaminiamo con mali così grandi dal momento che siamo stati giudicati degni di essere membra di Colui che siede ncll> alto dei cieli. Giovanni Crisostomo> Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 17 > 1

92 14

1 Corinzi

Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza

16

Il corpo risorto di Cristo e i nostri corpi Se il nostro corpo è un membro di Cristo e Cristo è risorto dalla morte, il corpo seguirà sicuramente la sua guida. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi· 17, 2

15

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai

Membra di Cristo I corpi degli uomini sono strumenti dell'anima; e il corpo ubbi ispirato dalla grazia divina, per primo stabili per i mariti la legge che fossero casti. Teodoreto di Cirro,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 201

4

La moglie non è padrona del proprio corpo) ma lo.è il marito/ allo stesso modo anche il marito non è padrone del proprio càrpo} ma lo è la moglz'e

Potestà reciproca Il fatto che lespressione [potestà] sia posta due volte in termini analoghi fa pensare che il marito non deve ritenersi superiore alla moglie in ciò che riguarda

Uomini e donne (7) 1-7)

·u matrimonio:

tra gli sposatj. vi è infatti uguaglianza e parità di diritti. . Orig'ene, Sulla Prima lettera ai Corinzi 33

_ Uguaglianza nella castità

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za. Se un uomo sposato commette fornicazione, quanto più la commetterà se sua moglie gli si nega? A meno che non ci sia il consenso di entrambi, la continenza è veramente una forma di furto. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi l 9, 3

La moglie p.on ha potere sul proprio corpo, ma è -allo stesso tempo schiava e Non rifiutarsi -p -adrona del marito. Non accettare queAnche se tuo marito avesse voluto sto è un'offesa a Dio. Se vuoi astenerti dal abbracciare la continenza senza che tu lo ··-sesso, puoi farlo solo con il permesso di . tuo marito e solo per poco tempo. In .alvolessi, sarebbe stato tenuto a renderti il . tre parti delle Scritture all'uomo sono at- . debito e Dio glielo avrebbe messo in contribuiti dei diritti in. materia di sesso, ·ma · to di continenza se, cedendo non alla pro.:.- non .qui. In regime di castità marito e mopria, ma alla tua debolezza, non ti aves-.- glie hanno gli stessi diritti. se negato l'amplesso coniugale per non .Giovanni Crisostomo, . farti cadere nella riprovevole turpitudine dell'adulterio. Quanto sarebbe stato più .Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 1 logico che tu, che avresti dovuto essere più sottomessa, accondiscendessi alla sua volontà nel rendergli il detto debito, per5_ ché anch'egli non fesse trascinato dalla Non rifiutatevi l'un l'altro) se non di tentazione dcl diavolo nell'adulterio? Dio comune accordo e temporaneamente) infatti avrebbe gradito la tua volontà di per dedicarvi alla preghiera. Poi torserbarti éontinente, poiché non lo avresti nate insieme). perché Satana non vi fatto per altro motivo, se non per evitare · tenti mediante la vostra incontinenza che tuo marito andasse in rovina. Agostino, Il santo mistero del matrimonio Lettera 262 a EcdiCia 2 Si vede quindi che non si prega ·come si deve se l'opera degli ineffabili misteri del matrimonio non è compiuta ·con La devozione è riaccesa dall'astinenrispetto, raramente e senza passione. za occasionale Origene, La preghiera 2, 2 Non sarà arduo e difficile per gli spo-'

Rifiutare l'unione sessuale nel matrimonio è un azzardo Grandi mali scaturiscon~ da questo tipo di continenza se essa è esagerata. Gli adultèd, le .fornicazioni e la distruzione delle famiglie spesso ne sono conseguen-

sati far questo per pochi giorni, se si pensa che le vedove consacrate si sono impegnate a farlo da un certo momento della loro vita fino alla fine e che le vergini consacrate lo fanno per tutta la vita. E in tutte queste cose siate fervorosi nella pieta evitando però l'orgoglio. Nessuno ·si compiaccia di essere generoso così da perdere l'umiltà. Tutti gli altri doni di Dio non

98

1 Corinzi

giovano a nulla se manca il vincolo della carità. Agostino, Discorso 209 sulla Quaresima 3

solo Dio colui che ha donato la· castità e colui che ha donato il matrimonio. Origene, Su/la Prima lettera ai Corinzi 34

6

Paolo come esempio.

Questo lo dico per condiscendenza) non per comando

Una scelta personale Nessuno va costretto, affinché non commetta co.se illecite impedito in quanto è lecito, ma egli stesso possa scegliersi cosa seguu:e. Ambrosiaster,

Commento alla P1ùna lettera ai Corinzt· 81,2, 72

7

Vorrei che tutti f assero come me; ma ciascùno riceve da Dio il proprio dono) chi in un modo) chi in un altro

Paolo porta spesso se stesso come esempio quando si trova a parlare di argomenti difficili. Questo è un altro caso. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 3

Evitare la fornicazione È manifesto che dà questi consigli per escludere_la fornicazione, e non per impedire il cammino -a quanti tendono a un miglior stato di vita. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 72

Il matrimonio è un dono Se il matrimonio è un dono, a torto si proibisce il dono del matrimonio2 ; se

chi in questo modo e chi in quest'altro (ha ·il proprio dono da Dio), è chiaro che è un

Il matrimonio è un dono di Dio Paolo ha confo~tato quelli che erano uniti in matrimonio chiamando il matrimonio dono di Dio. Teodoreto di Cirro,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 202

LA VITA SOLITARIA

Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno dominarsi~ si sposino: è meglio sposarsi che bruciare (7, 8-9). 2

Origene polemizza contro l'eresiarca Mardonc che si appellava·a questo passo paolino per proibire il matrimonio tra i suoi discepoli.

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. Matrimoni mùti (7, 10-16)

La vita solitaria è raccomandata sia ai non sposati sia alle vedove. (Agostino). Il matrimonio è un valido rimedio ~ontro la lussuria (Crisostomo), ma essa rimane una malattia - mor~e (Ag9stino). . · .

· s Ai non

sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come ·_ sono io

- Il·.forte richiamo della concupiscenza Paolo afferma che la continenza è · ·meglio, ma non vuole rischiare di mettere pressione su quelli che non possono praticarla. Riconosce quanto sia forte il ... richiamo della concupiscenza e dice che --se-porta ad atti di violenza e desiderio ar. dente, allora è meglio porvi fine piuttosto · che essete corrotti dall'immoralità. · Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 3

Paolo dice che . . le vedove non devono risposarsi

to escluda le vedove per il fatto che queste un tempo sono state unite in matrimonio. Di per sé, infatti, il termine non · sposato indica soltanto una persona che · attualmente non è vincolata dal matrimonio, non interessa se in passato lo sia: stata o no. Agostino, La dignità dello stato vedovile 2, 3

9

Ma se non sanno dominarsi: si sposino: è meglio sposarsi che bruciare

Rimedio per la concupiscenza Il matrimonio, come tu stesso ammetti, è un rimedio al male della concupiscenza, che ti ostini a negare·pur ammettendo il rimedio. ·

Comprendiamo bene queste parole, e non pensiamo che il termine non sposa-

Agostino, Contro Giuliano 4, 2, 6

MATRIMONI MISTI

Agli sposati ordino, non io, ma il Signore: la moglie'non si separi dal marito- e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito e-il marito non ripudi la moglie. Agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha la moglie non credente e questa acconsente a rimanére.con lui, non la ripudi:· e una donna che abbia il marito non credente, se questi acconsente a rimanere con lei, non lo -ripudi. Il marito non credente, infatti: viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri: ora invece sono santi. Ma se il non credente vuole separarsi si separi> in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a schiavitù: Dio vi ha chiamati a stare

l Corinzi

100

in pace/ E che sai tu, donna, se salverai: il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie? (7, 10-16). · I credenti devono aver cura di non diventare causa di divorzio (Teodoreto di Cirro). Gli sposi, se entrambi credenti, non possono divorziare (Agostino). Un cristiano non sposerà un infedele, tuttavia rima rrà con lui qualora il suo matrimonio sia precedente alla conversione. La santificazione del coniuge credente potrà vincere l'impurità dello sposo non credente (Crisostomo). Lo sposo non credente, a contatto con la buona volontà del coniuge, potrà ricevere l'amore per Cristo (Ambrosiaster). Come nelJ>unione di acqua e vino, lo sposo credente santificherà lo sposo non credente, o il coniuge non credente corromperà il credente (Origene). I figli sono salvati dall'incredulità se il coniuge credente vincerà sul coniuge non credente (Tertulliano). Non è soltanto l'opinione di Paolo che critica la separazione degli sposi (Cd sostomo), ma la parola del Signore (Teodoreto di Cirro). Quando l'Apostolo dice: «Questo sono io a dirlo, non il Signore», significa che questo consiglio non si trova scritto nell'Antico Testamento (Teodoreto di Cirro). Se il marito si allontana dalla fede o desidera avere un'altra relazione sessuale, la moglie non si risposerà, né tornerà da lui (Ambrosiaster). L'annullamento è meglio dell'idolatria (Crisostomo). Quando però il coniuge vuole separarsi in quanto la sposa o lo sposo è cristiano, quest'ultimo può separarsi senza biasimo (Teodoreto di Cirro, Agostino). È sempre possihile, comunque, che il coniuge non credente diventi credente (Arnbrosiaster).

10

Agli sposati ordino, non io, ma ·il Signore: la moglie non si separi dal marito

Istruzioni del Signore La visione di Paolo su questo argomento non proviene da lui, ma da Dio che parla attraverso di lui. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 4

Le parole del Signore Paolo richiama la legge evangelica. Il Signore infatti nei sacri Vangeli ha detto:

Chz.unque ripudia la moglie, tranne che nel caso di adulterio, la rende un'adultera (Mt 5,32). Teodoreto di Cirro,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 204

u_ E qualora si separi~ rimanga sen-

za sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglr:e Il marito non dovrebbe divorzi~re dalla moglie Non è p ermesso alla moglie sposarsi se ·ha allontanato il suo uomo .a motivo della fornicaiione o dell'apostasia· o se chiede, illecitamente con assillante lascivia, l'uso della moglie. [ .. J Se il marito apostata o esige dalla inoglie ciò che è ille~ cito, non può desiderare l'altrui moglie né la moglie può tornare a quello. Si sottintende: «eccetto in caso di ~oncubinato». Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi· 81, 2, 74-75

Matrimoni misti' (7, 10-16)

.- Evitare la separazione È meglio evitare la separazione, ma · se non è possibile, la inoglie non dovrebbe risposarsi. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 4

12 Agli altri

dico io) non il Signore: se ---- unfratello ha la moglie non credente e questa acconsente a rimanere· ·con lui) non la ripudi

·Gli sposi non possono divorziare

Dal che fa comprendere che il Signore·ha parlato di costoro: nessuno dei due .: deve ripudiare l'altro, se entrambi sono credenti. · Agostino, Ottantatré questioni diverse, 83

13

E una donna che abbia il marito non credente) se questi acconsente a rimanere con lei: non lo ripudi

. Quando il marito è un non credente · ·Ha detto questo perché agli inizi stessi della comunità, pur essendo entrambi i .coniugi di provenienza pagana, si verificava il caso che uno solo si conv~rtisse. Però come i non credenti avevano in orrore . il culto di Dio, i credenti avevano in orrore la contaminazion in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a schiavitù: Dio vi ha chiamati a stare in pace

Se il coniuge non credente desidera separarsi Non è matrimonio "rato" quell9 che è attuato senza culto di Dio e quindi n on pecca chi si allontana a causa di Dio. [. .. ] Ma il pagano che si allontanerà è riconosciuto peccatore e contro Dio e contro il matrimonio, perché non ha voluto stringete il vincolo secondo il retto culto di Dio. E così non si deve conserva'" re la fedeltà matrimoniale verso chi ha indietreggiato dinanzi al sacro impegno p.e r non udire che l'Autore del matrimonio è il Dio dei cristiani. Ambrosiaster,

Commento alla ·Prima lettera ai Corinzi 81,2, 76

L'annullamento è meglio che.sacrificare agli idoli Se un non credente vuole che il suo compagno si unisca a lui nei sacrifici agli idoli, è meglio che il matrimonio venga annullato cosicché non ci sia alcuna brec· cia nella devozione. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzl 19, 4

La vita nella continenza (7, 17-24)

Il rifiuto di rimanere spo,sati .. A causa della fede in Cristo, si può ripudiare senza colpa alcuna la .moglie stessa, anche se sposata con legittime nozze, qualora essa non volesse rimanere con il suo sposo cristiano, proprio perché è cristiano. . Agostino, Le otto questioni di Dulcizio l, 7

Lealtà verso Dio prima di tutto

Il credente non deve e·ssere causa di divorzio Il coniuge che crede non procuri la causa per il divorzio. Se il coniuge che non crede vuole separarsi, tu che credi sei innocente e libero da ·accuse. · Teodoreto di Cirro,

·Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 205

16

Non bisogna preferire il marito né la moglie a Dio. Pelagio,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi . 7

103

E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie?

Il non ·c1:edente può credere Questo dice, perché forse possono giungere alla fede quelli che non hanno in orrore il nome di Cristo. Amhrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 78

LA VITA NELLA CONTINENZA · Fuori di questi casi: ciascuno - come il Signore gli ha assegnato - continui a vivere come era quando Dio lo ha chiamato; cast' dispongo in tutte le Chiese. Qualcuno è stato chiamato quando er~ circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato·quando non era circonciso?. Non si faccia circoncidere! La circoncisione non conta nulla) e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti-di Dio. Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; anche se puoi diventare libero) approfitta piuttosto della tud condizione! Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore è un uomo libero) a servizio del Signore.' Allo stesso modo chi è stato chiamato da libero è schiavo di Cristo. Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini.' Ciascuno; /ratel# rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando.è stato chiamato (7, 17-24).

1 Corinzi'

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.

.

Al di fuori di queste circostanze, non è obbligatorio che ognuno rimanga nella condizione in cui è stato chiamato alla fede. L'insegnamento di Paolo prevede che i fedeli seguano la vita che il Signore ha loro assegnato (Ambrosiastcr). Paolo lo affermà non solo riguardo al matrimonio, ma anche per la circoncisione e le circostanze economiche. Se una persona è sposata o non sposata; se di elevata .o umile condizione sociale, comunque rimanga nello stato in cui ha ricevuto la chiamata· (Origene, Pelagio). Nello stesso modo non c'è premio per il circonciso o l'incirconciso. Né si deve rin1uovere il segno della circoncisione, né tentare di convertire gli incirconcisi a .circoncidersi (Pelagio). Chi è schiavo della gola o della passione difficilmente potrà dirsi felice (Crisostomo). Essendo stati riscattati da Dio, noi non dobbiamo diventare schiavi dci nostri simili (Ambrosiaster), ma i credenti sono liberi da11a vera schiavitù (Ambrosiaster, Crisostomo), poiché sono schiavi di Cristo e quindi incomparabilmente liberi in Cristo.

17

Fuori di questi casi: cias'cUno - come il Signore glt' ha assegnato - continui a vivere come era quando Dio lo ha chiamatoj cosi' dispongo in tutte le Chiese

Mantenersi nella decisione di Dio Il Signore ha stabilito per ciascuno quando ric.e vere la salvezza, conoscendo le sue capacità e disponibilità alla fede e sostenendolo. [ ... ]Per persuaderli Paolo rileva che questo è un insegnamento generale, che lui dà a tutti i suoi discepoli. Diano dunque seguito al suo insegnamento, poiché più facilmente si è persuasi vedendo che anche altri hanno aderito alla stessa idea. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 78

Non·rimuovere il segno della circonc1s1one Chi è stato circonciso non si sopravvaluti né provi rin1orso: la circoncisione è stata necessaria anticamente. . Pelagio,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi' 7 19 La

circoncisione non conta nulla e la non circoncisione non conta nullai conta invece Fosservanza dei comandamenti dt Dio 1

Sposati o celibi Così· anche il çelibato è in se stesso

indifferente: anche chi è nel matrimonio· può vivere in modo irreprensibile, secondo quanto abbiamo già esposto. Dunque

la ct'rconcùione non conta nulla e la non circoncisione non conta ·nulla, in base a 18

Qualcuno è stato chiamato quandq era circonciso? Non lo nasconda.' E stato chiamato quando non era circonciso? Non si/accia circoncidere

quanto è stato detto e a quanto sta scritto. Ma allora cos'è che salva? L'osservan.za dei comandamenti di Dio. Origene,

Sulla Prima lettera ai Corinzi 37

La vita nella contine~za (7) 17-24)

2o

Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato

22

Lo stato sociale elevato o umile Dio non guarda la condizione sociale, ma la volontà e la mente. Pelagio, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 7

21

Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare/ .anche se puoi diventare libero, approfitta piuttostò della tua condizione

sei" stato chiamato servo? Non preoccupartene, non fosse più negligente nel da-

re compimento alle buone azioni del signore terreno e la dottrina .di Cristo fosse bestemmiata. Inoltre la sua esortazione è. data perché acquistasse la benevolenza di Dio chi, servendo bene in questi affari terreni, acquista merito per sé ·presso Dio. . Ambrosiaster, ·Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2, 79

Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore è un uomo libero, a servizio del Signore.' Allo stesso modo chi è stato chiamato da libero .è schiavo di Cristo

Chiatnato nel Signore Liberato dai peccati, vera prova di schiavitù, divenne liberto. Per certo è servo chi agisce da imprudente, come piacque agli antichi che chiamavano tutti i sapienti -"liberi", mentre tutti gli stolti erano servi. [ ... ] È passato da libero a servo di Cristo. Era libero da Dio, il che costituisce il peccato più grave. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lett~ra ai Corinzi

Chiamato da servo Esorta perché lo schiavo, servendosi bene del timore di Dio, si renda degno verso il signore terreno. Udendo forse

105

81,2,80

Libertà dalla vera schiavitù Uno schiavo può essere libero se è stato liberato dalle passioni e dalle ossessioni della mente. La libertà giuridica è irrilevante se confrontata a questa. Giovanni Crisostomo, · Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 5

23

Siete stati comprati a caro prezzo:

non fatevi schiavi degli uomini Cristo ci ha riacquistato

Non usare_la religione come una scusa · La grazia ·non conosce la differenza tra servitù e dominio. Non fuggire quindi la servitù come se fosse indegna della fede. T eodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 207

Con la sua venuta Cristo ci ha riscattati quando eravamo servi di quel signore al quale ci eravamo venduti peccando. Per questo egli ha come ripresi di nuovo quelli che, in quanto creature sue, erano suoi; .ma li ha anche acquistati, come se fossero di altri, perché col peccato si era· . no procurati un altro padrone. · Origene, Omelie sultEsodo 6, 9

·1 Corinzi

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A caro prezzo

Non diventare schiavo degli uomini

Siete stati comprati a caro pre_zzo: non fatevi servi di uomini! Per quanto potete, considerate che il Logos. di Dio ci ha riscattati: rendiamo propizio a noi il sangue per noi versato! Nel ragionamento sui celibi e i coniugati dicevamo che (Paolo) tende e

Gli uomini liberi possono diventare schiavi se acconsentono a rendersi servi di ingordi, avidi e schiavi del potere. Una persona così può essere giuridicamente libera, ma in realtà è più schiava di chiunque altro. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 5

allenta il (tenore) del discorso. Così ha fatto anche qui col di~e non diventate servi di uom·ini; infatti in un certo senso tende a rafforzare il discorso, sollecitando coloro· che ne sono capaci, per quanto possibile, . a mantenersi puri e di cssère puri ciascuno

nella·chiamata in cui fu chiamato. Origene, Sulla Prima lettera al Corinzi 38

Nessun prezzo è più grande . Quale prezzo è maggiore del fatto che il Creatore ha versato il suo sangue per la creatura? Girolamo, Omelia sul Salmo 102 4)

Contraccambiare Cristo nella giusta . misura . È vero che siamo stati liberati a tanto caro prezzo che non avremmo potuto essere redenti da altri se non da Cristo, ricco di tutto. Chi è acquistato con un prezzo alto, allora deve maggiormente servire, per contraccambiare, in una qualche maniera, colui che lo ha acquistato. Essendo stati ·acquistati da Dio, cioè da Cristo, non devono essere servi degli uomini. Sono servi degli uomini quanti si sottomettono alle false credenze. Ambrosiaster,

24

Ciascuno, fratelli: rt'manga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato

Il comando ripetuto Questo è quanto ha detto sopra, e che Paolo riprende per darne piena conferma. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera al Corinzi' · 81,2,81

Commento alla Prima lettera ai Corif!Zi 81,2,80

IL MATRIMONIO Riguardo alle· vergini~ non ho alcun comando da/. Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto mz'sericordia dal Signore e merita fiducia. Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com'è. Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti'. Sei libero ·da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele.

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Il matrimonio (l; 25-31)

Questo·vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi: quelli che · hanno moglie, vivano come se non t avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono) come se non gioissero; quelli che comprano) come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo! (7, 25-31). Paolo ora rivolge la s_ua attenzione ai giovani che stanno valutando l'ipotesi del matrimonio. Senza negarne la validità, l'Apostolo raccomanda il celibato per evitare impegni mondani che potrebbero essere pericolosi alla dei tempi (Origene). Questa istruzione è collocata in una prospettiva fortemente escatologica in .cui la fine è ritenuta imminente. Ogni giorno il mondo diventa più vecchio (Ambrosiaster). In questo contesto la verginità presenta molti vantaggi e soprattutto si mette in dubbio l'opportunità di generare figli. Lo scopo sarebbe piuttosto di generare figli spirituali, non solo carnali. Non è necessario che i non sposati si sposino, coloro che sanno che la fine del mondo è vicina saranno presto consolati (Ambrosiaster). Paolo elogia la condizione dei non sposati, ma non vuole imporla come se fosse un comando del Signore (Origene).

25

Riguardo alle vergini~ non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia

Distinguere ciò che è essenziale da ciò che è secondario Dei comandamenti, alcuni sono a noi prescritti, altri non sono prescritti, ma lasciano liberi e sono rimessi da Dio alla · nostra scelta. Paùe di essi, tali che senza di essi non è possibile salvarsi, sono quelli comandati in senso stretto; ma la maggior parte delle cose comandate, senza com. piere -le quali possiamo comunque salvarci, non sono una prescrizione di Dio. Ascolta infatti - dice - il Vangelo di Gesù Cristo che insegna in lui (cf. 2 Cor 13, 3) e dice: quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dovete dire siamo inutili'

servitori: abbiamo fatto ciò che dovevamo fare (Le 17, 1O). E se sono un umile servitore dopo aver fatto tutto ciò che è stato comandato, come potrò scampare ali' es-

sere un inutile servitore? Se, aspirando a qualcosa di più, riesci ad andare oltre ciò che. è comandato. Se, ad esempio, avrò osservato il comando di non commettere adulterio (Mt 5, 27) e quello di non guardare una donna per desiderarla (Mt 5, 28), ho fatto ciò che era dovuto. Ma se rimango casto senza esserne comandato né avere avuto ordine, non dico più dell'essere riuscito nella castità: siamo inutili _°çervito-

rz: abbiamo fatto ciò che dovevamo fare (Le 17, 1O). Così anche per gli altri comandamenti, se non avrò rubato e se non sarò stato disonesto, dobbiamo dire: siamo inutili servitori (thzd.). Ma se avrò vendu~ to tutti i miei beni e li avrò dati ai poveri (cf. Mt 19, 21), non dico più «sono inutile, ho fatto ciò che dovevo fare». Origene, Sulla Prima lettera ai Corinzi 39

26

Penso dunque che sia bene per Fuomo) a causa delle presenti difficoltà, . ' rimanere cosz com e' •:

)

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1 Corinzi

La verginità è migliore

portazionc non toccare qudlo che non è proibi.to. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Cort'nzt' 81,2,83

Questo, perché insegna che la verginità, non solo è particolarmente benemerita presso Dio, ma anche nella vita pre- · sente ha questa nota. . . Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 82 ·.coloro che sono chiamati alla vergi-

nità non devono sposarsi 27

Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla

Non cercare il matrimonio se sei libero Dke che non deve essere sciolto dalla donna un tale, eccetto il caso della fornicazione. Sei libero da moglie? Non cercarla. Sapendo che questo è maggiormente accetto a Dio e che è libero da necessità, non cerchi moglie. Ciò facendo, però, si moderi anche per if resto. Se no, a che serve reprimere il desiderio della carne, cioè disprezzare una cosa lecita, e soggiacere alle illecite? · Am brosiaster, Commento alla Prima lettera ai Cort:nzt' 81, 2, 82

28

Però se ti sposi. non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccatb. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele i

Se ti ,sposi, non pecchi Non agisce come se avesse peccato, poiché fa ciò che è lecito. Se ha evitato di sposarsi, acquista per sé merito e corona. Perché è proprio della grande sop-

Paolo non pada della pur essendo destinate a essere.vergini. · Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19 > 7

Tribolazioni Tuttavia questi saranno tribolati nella carne. Come.infatti potranno non avere la tribolazione, se è vero che le parole dette alla donna si riferiscono alla sposata: Con dolore genererai figli e verso tuo marito è la tua inclinazione ed egli ti dominerà? Ma da tutte queste tribolazioni è libera"la vergine, resa libera dalla sua castità, per attendere un9 sposo benedetto. Origene> Sulla Prima lettera ai Corinzi' 39

29

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi: quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero

Resta poco tempo Dicendo «tempo compiuto» e «ne resta poco» significa che è im.minente

Libertà (7, la fine del mondo. [ ... ] Prossim~ la fine del mondo, dice che non devono preoccuparsi di generare né essere. dediti ·all'uso stesso del matrimonio. Più dediti e vigilanti nelle opere divine, preparati per l'attenzione della Legge, resistano combattendo nell'imminente battaglia. Vi saranno prove quali mai furono .e molti cadranno nel laccio del diavolo. Nessuno di noi vuole che durante la propria vita ac- . cada questo, temendo le prove preannunciate dal Salvatore. Ambrosjaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 83

JO

Quelli che piangono, ·come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero

Quelli che piangono, come se non piangessero ·

32-38)

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oppressi per la giustizia di Dio, si consolino con questa speranza. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 85

31

Quelli che usano i be.ni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo

La scena di questo mondo passa Detto che il mondo &nirà, mostra che la sua ·apparenza passa. In questo consiste la fine: non ne perisce la sostanza, ma l'apparenza esterna. Se perirà l'apparenza esterna del mondo, non vi è dubbio che tutto quanto è nel mondo cesserà. Quindi passa perché il mondo invecchia ogni giorno. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 85

Sapendo che nella vicina fine del mondo presto vi sarebbe la consolazione degli

LIBERTÀ

lo vorrei che /~ste senza preoccupazioni;· chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Sign.ore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, c_ome la ·vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoceupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate .degnamente e restiate fedeli' al Signore, senza deviazioni. Se però qualcuno ritiene di non comportarsi in modo çonveniente verso la sua vergine, qualora essa abbia passato il fiore dell'età - e conviene che accada così - faccia ciò che vuole: non pecca; si sposino pure.' Chi invece è

110

1 Corinzi

fermamente deciso in cuor suo - pur non avendo nessuna necessità, ma essendo arbitro della propria volontà - chi: dunque, ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene. In conclusione, colui che dà in sposa la sua vergine/a bene, e chi non (a dà in sposa/a meglio (7, 32-38). Coloro che sono sposati e coloro che non lo sono, sono chiamati alla stessa santità del corpo e dell'anima (Agostino). Il matrimonio è una scelta individuale e non un'imposizione (Crisostomo, Ambrosiaster). Chiunque si sposi pon essendo stabile nclla fede del Signore rischia di compiere una scorrettezza. È meglio sposarsi pubblicamente che comportarsi male in privato (Ambrosiaster). Prendersi cura della moglie e della famiglia suscita prèoccupa~io­ ni dalle quali il singolo è risparmiato (Ambrosiaster). Se il matrimonio è buono, la verginità è meglio (Ambrosiaster).

32

Io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non ·è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come pos, sa piacere al Signore · ·

cose i mariti sogliono talvolta commettere cose degne di p~ione, per non offenderle. Ambrosiaster,

· Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,86

Liberi dalle preoccupazioni Voglio che siate senza preoccupazioni. Diminuita infatti

l~ preoccupazione

per gli affari del mondo,-ci si applica con più attenzione alle cose di Dio. Mostra in che modo possiamo esser liberi dalle preoccupazioni dicendo: chi è senza mogli'e

pensa alle cose che sono di Dio. Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,86 .

33

.

Chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, comt; possa piacere alla moglie·

Matrimonio e ·tentazione La cura della moglie e il pensiero dei figli sono propri del mondo. Fra le altre

34

E si trova diviso! Cosi' la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito

Lo spirito umano corrompe o santifica il corpo È l'anima che o santifica o rende impuro .il corpo. Cosa giova possedere il corpo puro e l'anima macchiata, mentre per merito dell'anima il corpo o è coronato o è dannato? Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,87

Libertà (7, 32-38)

111

La stessa chiamata alla s~ntità ·in una donna sposata

Meglio sposarsi pubblicamente che c.omportarsi male in privato

Non bisogna intenderlo nel senso che la donna sposata non sia santa nel corpo ma solo nello spirito. · Agostino, La dignità dello stato vedovile 6, 8

Vuole che i cristiani siano migliori in tutto. Se, allora, qualcuna desidera le nozze, già matura per consumarle, è meglio che si sposi pubblicamente secondo la norm~ concessa, piuttosto che compia questo gesto di nascosto dovendo vergognarsene.

35

Ambrosiaster,

Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio) ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni

Per promuovere l'onestà, non per limitare Poiché ad alcuni sembra difficile e pesante quel che è più utile e migliore, ·a motivo delle consuetudini del tempo presente, allora, spiegato il motivo delle sue indica. zioni, esorta con l'affetto della carità. Am];,rosiaster, Commento alla .Prima lettera ai Corinzi

81,2,87

Commento alta Prima lettera ai Corinzi 81,2,89

37

Chi invéce è fermamente deciso in cuor suo - pur non avendo nessuna necessità, ma essendo arbitro della propria volontà - eh~ dunque, ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene

Senza nessuna necessità Il male non coabita con·la purezza, ma le è di impedimento. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 7

Libera scelta individuale Paolo porta il suo caso per il celibato, ma alla fine lo pone come libera scelta individuale. Se dopo tutto avesse fatto ricorso alla coercizione, sarebbe sembrato che non credesse veramente a ciò che asseriva. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 19, 7

36

Se però qualcuno ritiene di non comportarsi in modo conveniente verso la sua vergine, qualora essa abbia passato il fiore dell'età - e conviene che accada cosi' - faccia ciò che vuo- · le: non pecca; si sposino pure

38

In conclusione) colui che dà in sposa la sua vergine fa bene, e chi non la dà in sposa fa meglio

Liberato dalle preoccupazioni del mondo Chi non la sposa, fa meglio. Fa meglio sia perché le procura merito presso· Dio, sia perché la libera dalla preoccupazione del secolo presente. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,89

112

1 Corinzi

LE VEDOVE

La moglie è vincolata per tutto il te~po in cui-vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore. Ma se rimane cosz' com) è a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch io lo Spirito di Dio (7, 39-40). 1

1

I

Se il marito di una donna divorziata muore, ella potrà risposarsi, ma solo nel Signore (Ambrosiaster). La riconciliazione è meglio che il divorzio (Agostino). Una donna sposata è felice, ma lo è ancora di più una casta vedova. Ancora più fel~ce è la vergine, che raggilll1ge il più alto premio senza lottare (Pelagio, Teodoreto di Cirro). E lo spirito di Dio che elargisce buoni consigli (.Ambrosiaster).

39

La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposarB chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore

La moglie è legata al marito Prosegue in questo discorso per insegnare che la moglie, anche se è stata cacciata dal marito, non ha il permesso di sposarsi. Ma se i'l suo sposo è morto, è liberata. [ ... ] Vada in sposa a colui che le è sembrato adatto, perché le nozze malvolute sono solite fruttificare cattivi proventi. Soltanto però nel Signore: si sposi senza il sospetto di peccato e si sposi all'uomo della sua religione. Questo significa "spo- . sàrsi nel Signore" . Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi . 81, 2, 90

Cercare la riconciliazione ]3enché infatti l'adulterio sia una morte non del corpo, ma dell'anima, che è

. . peggio, tuttavia non di questa morte parlava l'Apos~olo, quando diceva: Ma se il marito muore, sposi chi vuole; egli parla invece di quella morte che ci sottrae dal corpo. [ .. .] A te poi sembra difficile che ci si riconcili fra coniugi dopo un adultedo; ma se c'è la fede, la difficoltà verrà superata.

Agostino, I connubi adultert'ni 2, 6, 5

40

Ma se rimane così com'è, a mio parere è meglio; credo .infatti di avere anch'io lo Spirito di Dio

Felice, più felice e felicissima ·Felice è colei che ha il marito, se · mantiene la castità; più beata è la vedova, poiché senza fatica troverà una castità maggiore; felicissima è la vergine, poiché senza fatica può · raggiunger~ il pren:ùo più alto. Pelagio,

Commentario alla Prima·lettera ai Corinzi 7

113

Cibo offerto agli ido,li (8, 1-8)

Lo Spirito permett~ un buon consi-

Gradi di felicità Va notato che non.bisogna chiamare semplicemente beata colei che vive in çastità: l'ha chìamata più beata, mostrando non che quella che si congiunge in secondo matrimonio è misera, ma che è beata colei che è legata alla legge apostolica. Teodoreto di Cirro,

~~

.

Per mostrare sensato e provvido il suo consiglio, con umiltà di parola conferma che pròviene dallo spirito di Dio. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 91

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 212

CIBO OFFERTO AGLI IDOLI .

Riguardo alle carni sacrificate agli idoli: so che tutti ne abbiamo conoscenza. Ma la conoscenza riempie di orgoglio, mentre f amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli~ noi sappiamo che non esiste al mondo · alcun idolo e che non e'è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra - e difatti ci ·sono molti dèi e molti signori-, per noi e'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui> . e un solo Signore, Gesù Cristo, . in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abi'tµati agli idolz~ mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idol~ e cosi' la loro coscienza, debole com'è, resta contaminata. Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio.: se non ne mangiamo, non veniamo a mancare di qualcosa; se ne mangiamo, non ne abbiamo un vantaggio (8, 1-8). . La conoscenza da sola inorgoglisce e non produce amore (Agostino, Teodoreto di Ckro). Impedirà a colui che se ne inorgoglisce di scoprire l'amore (Ambrosiastcr). Conoscere Dio è la fine dell'orgoglio, non possiamo neanche immaginare quanto siano errate le nostre concezioni di Dio (Crisostomo). I cosiddetti dèi venerati dall'idolatra non esistono (Teodoro di Mospuestia); Dunque poiché gli idoli non esistono, .è bene evitarli per non dare scandalo a coloro che sono ancora deboli nella fede (Crisostomo) nell'unico Dio, nel quale il Padte e il Figlio sono una cosa sola (Cirillo .di Alessandria, Ambrosiaster, Teodoreto di Cirro).

1 Corinzi

114

1

Riguardo alle carni sacrificate agli . idoli: so che tutti ne abbiamo conoscenza. Ma la conoscenza riempie di orgoglio, mentre t amore edifica

beni - ·.non possedevano in maniera opportuna neppure la scienza. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,92

La conoscenza con l'amore La conoscenza è grande e utile a sé se si umilia per la carità, in modo da esserne accresciuta. . Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 91

La conoscenza senza amore Paolo rimprovera coloro che si.credono più saggi degli altri dicendo che ognuno di noi possiede la· conoscenza - chi si. dichiara sapiente non gode della stima di Paolo. Se si possiede la conoscenza ma non l'amore, non solo non si ottiene nient' altro, ma si perde ciò che si ha già. ·La co- · noscenza non produce amore, invece impedisce agli sprovveduti di ottenerlo facendoli inorgoglire. L'arroganza provoca divisioni, invece l'amore unisce le persone e le porta alla vera conoscenza. Giovanni Crisostomo, Ornella sulla Prima lettera ai Corinzi 20, 2

Abbiamo una conoscenza imperfetta di Dio Qualunque conoscenza possiamo avere è imperfetta. Allora, perché alcuni pretendono di avere una conoscenza precisa e completa di Dio? Per quanto riguarda Dio, non possiamo neanche dire quanto sia sbagliata la nostra conoscenza di luL Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera at' Corinzi 20, 2

Mancanza di amore, mancanza di .conoscenza Paolo dimostra che i Corinzi non solo non hanno amore, ma neanche cono· scenza gli uni degli altri. Teodoreto di Cirro,

Commentarlo alla Prima lettera az' Corinzi' 215

3

2

Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere

Ancora non conosce {Paolo)' mostra che coloro che si gloriavano della scienza non hanno conosciuto come si deve apprendere. Non perseguendo la carità - madre di tutti i

Chi invece ama Dio; è da lui conosciuto

Dio ci conosce ·attraverso l'amore Noi non conosciamo Dio, ma lui conosce noi. Questo è il motivo per il quale Cristo ha detto: Non avete voi scelto me} ma t"o ho scelto voi (Cv 15, 16). Questo è il frutto. dell'amore e la morte dell' orgoglio. Giovanni Crisostomo, .Omelia sulla Prima lettera az' Corinzi 20, 3

Cibo offerto agli idoli (8, 1-8)

Essere conosciuti da Dio

115

Un idolo non ha esistenza reale

E l'Apostolo dice: Se qualcuno cre-

· · E l'uomo che fabbricava gli dèi era

de di sapere qualcosa, ·non sa àncora in che modo b/r;ogna sapere. Chiunque ama Dio, questi è conosciuto da lui. Non dke: «Conosce Dio», che è pericolosa presunzione, r.na invece: è conosduto da lui. Cosl, avendo detto in un altro· passo: Ora che conoscete Dio, si corregge subito e dice: anzi: che siete stati conosciuti da Dio.

egualmente posseduto da essi che egli aveva fabbricato, quando adorandoli veniva trasferito nella loro società. [ ... ] Gli idoli sono infatti soltanto ciò che dice la Scrittura: Hanno gli occhi e non vedranno (Sa! 115, 6). . Agostino, La città di Dio 8, 24, 2

Agostino, La Trinità 9, 1, ·1 5

4

Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idolz~ noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c)è alcun dio> se non uno solo

Un idolo_non è nulla Fa un idolo chi [ ... ] rappresenta ciò che non esiste. Per esempio, sé uno raffigura un essere con membra di uomo e testa di cane, oppure di ariete; oppure un uo1no con due teste; o un uomo che nella parte inferiore sia cavallo e pesce, non fa un'immagine ma un idolo. Rapp.resenta Ciò che non esiste. Origene, Omelie sull'Esodo 8, 3

In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra - e difatti. ci sono molti dèi e molti signort -

Gli idoli non esistono Paolo dice "cosiddetti" per indicare che non esistono. Teodoro di Mopsuestia, Frammenti sulla Prima lettera ai Corinzi 8,5

6

Per noi c)è un solo Dio) il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui:·e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui ·

C'è un solo Dio La conoscenza senza l'amore Ora entra in argomento per mostrare, mediante l'uso della ragione, che la scienza non solo non giova alla carità nel caso questa sia negletta, ma che è perfino di ostacolo. Ambrosiaster, Commento alla Prùna lettera ai Corinzi . 81,2,93

Diciamo che Gesù Cristo è unico, perché unica è la filiazione. Diciamo uni- . · co perché tu non abbia a distinguere in molti figli ·un.a realtà che ha molte determinazioni. È detto "porta" (cf. C':rV 10, 9), però il nome non deve far pensare a un oggetto di legno; si tratta di una por-· ta spirituale[ .. .] è detto "via" (cf. Gv 14, 6) non però una via che si calpesta con} piedi, ma quella che conduce al Padre. E

116

1 Corinzi

detto. «agnello», non irragionevole però, ma che con il prezioso sangue purifica dai peccati l'universo. Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali 10, 3

Il Signore e Dio è uno solo Infatti il Dio Verbo, divenuto uomo e giunto tra gli uomini, cioè annoverato insieme a noi, non di meno sarà giudice, in quanto Dio e Signore, perché c'è un solo Figlio, essendo unito con lui anche Dio e Padre. Come ho detto Egli ha in sé il Genitore, e questo è in lui. Come uno solo è Dio e Padre, da cui deriva ogni cosa, cosl uno solo è il Signore Gesù Cristo, attraverso cui deriva ogni cosa. Cirillo di Alessandria, Lettera a Valeriano 18

Con lui, per lui e in lui Forse quando dice «in lui» ha nega·to «attraverso lui»? [. .. ] Quando dice che tutte le cose sono state create in lui, grazie al quale tutte le cose sono, queste parole hanno tale forza che la stessa medesima realtà viene compresa, non il contrario. La Scrittura attesta che queste tre espressioni, «con lui», «per lui» e quando poi siamo giudicati dal Signore) siamo da lui ammoniti' per non essere condannati insieme con il mondo. · Perciò) fratelli miei~ quando vi radunate per la cena) aspettatevi gli uni gli' altri. E se qualcuno ha fame) mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose) le st'stemerò alla mia venuta (11, 27-34). La santa comunione diventa una condanna 'per c~i la riceva in maniera indegna. Questo spiega perc.hé alcuni sono morti. È proibito accostarsi o toccare la mensa del Signore avendo il corpo contaminato dalla concupiscenza della carne, del denàro, della rabbia o dalla malizia (Crisostomo). Noi dobbiamo onorare l'unico corpo :a cui dobbiamo partecipare (Ambrosiaster).· Potremo evitare il giudfaio futuro giudicando noi stessi nella verità (Crisostomo). Coloro che ricevono la comunione in modo irriverente non sono meglio degli infedeli (Ambrosiastcr). Colui che profana la cena del Signore è come un sacerdote che versa il sangue facendo sembrare il rito una semplice macellazione e non un sacrificio (Crisostomo). Il nostro castigo prima della comunione è più un'ammonizione che una condanna, più una cura che una vendetta e più una correzione· che una punizione (Crisostomo, Clemente · di Alessandria). Paolo promise poi che avrebbe dato maggiori istruzioni quando fosse giunto (Crisostomo, Agostino). N~l frattempo devono fare le loro offerte insieme (Amb!osiaster).

27

Perciò chiunque mangia il pane o beve al calz'ce del Signore in f!JOdo indegno> sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore

comporta nello stesso -modo e non avrà alcun. beneficio dalla partecipazione ad essa. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 27, 6

Profanare il corpo e il sangue di Cristo Chi profana la cena del .Signore è come un sacerdote che butta via il sangue, rendendo la morte una macellazione e non un sacrificio. È come chi ha trafitto Gesù sulla croce. Non lo fanno per bere il suo sangue, ma per disperderlo. Chi viene alla cena in modo indegno si

Ricevere indegnamente Che vuol dire ricevere indegnamente? Ricevere con derisione, ricevere senza convinzione. Agostino,

Discorso 227 sulla Pasqua 1

Prepararsi alla Comunione (11, 27-34)

.· 2B

Ciascuno) dunque) esam~ni se stesso e poi mangi del pan_e e beva,dal calice

Una mente riverente Insegna che bisogna accostarsi alla CO- · munione con animo devoto e con timore, in ~odo che)~ mente sappia che deve riverenza a colui il cli corpo si accinge a mangiare. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi · 81, 2, 129

Privi di desideri profani Ci è proibito toccare la mensa provando desided profani che sono più dannosi di una malattia. Per desideri profani io intendo quelli dcl corpo; del denaro, di .ira. o malizia e via di _seguito. È conveniente che chi si avvicina alla mensa si liberi da queste concupiscenze e quindi tocchi · questo sacrificio puro. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 28, 1

163

29

Perché chi mangia.e beve senza ri. conoscere z'l cor/Jo del Signore} man~ gia e beve la propria condanna Discernimento dei corpi Come è possibile che la mensa da cui derivano tante benedfaioni e che zampilla di vita diventi motivo di giudizio? Non è per la sua natura, ma per lattitudine di chi le si accosta. E come la presenza di Cristo, che ci ha po.rtato grandi e indicibi. li benedizioni, diventa una condanna per coloro che non lo accolgono, così anche la santa comunione diventa -causa di grave punizione per coloro che vi partecipano indegnamente. . . · Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 28, 2

30

È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi: e un buon numero sono morti'

Rafforzando l'insegnamento Auto-esame prima ddl' eucaristia .

..

Giudica te stesso ed esamina i tuoi pec~ati nella tua coscienza, dove non c'è nessuno eccetto ·Dio. Quando rifletti su tutta la tua vita porta i tuoi peccati di · fronte al tribunale della mente, correggi i tuoi errori e solo così, con una coscienza pulita, tocca il sacro altare e partecipa al santo sacrifido. Giovanni Crisostomo, Sui fasti,. Omelia 6, 5, 22

Mentre prima Paolo aveva tratto esempi per il suo insegnamento dalla storia dell'antico Israele, ora si riferisce a situazioni vissute degli stessi Corinzi, perché il messaggio li raggiunga nel profondo. Alcuni chiedevano spiegazioni cir. ca la morte prematura di alcuni fratelli e . Paolo gliela fornisce. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi · 28,2

164

1 Corinzi

31 Se

però ci esaminassi'mo attentamente da noi stessi~ non saremmo giudicati

Giudizio temporale e giudizio futuro Sembra che anche in questa vita molti peccati siano perdonati, senza esser puniti con alçun castigo; in rèaltà le loro pene sono rinviate in futuro - dcl resto non invano si parla propriamente di giorno del giudizio per indicare quando verrà il giudice dei vivi e dei morti. Come pure, al contrario, qÙaggiù sono puniti alcuni peccati che, tuttavia, se rimessi, nel mondo futuro non arrecheranno certamente alcun danno. A proposito di talune pene temporali, inflitte in questa vita ai peccatori, l'Apostolo, rivolgendosi a quanti vedono distrutti i propri peccati, perché non siano conservati fino · alla fine, ha detto: Se noi giudicassimo noi stes-

si: non saremmo giudicati dal Signore; ma, in quanto siamo giudicati: siamo ammoniti dal Signore, per non essere condannati insieme con questo mondo. · Agostino, · Manuale sulla/ede, speranza e carità 17, 66

32 Quando

poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoni# per non essere ·condannati insieme con il mondo

La legge allontana il peccatore, la provvidenza 19 salva La Legge, che si preoccupa di chi le ubbidisce, da un lato educa alla pietà, suggerisce ciò che si deve .fare, trattiene ogni uomo dal peccato, inlponendo le pene per le colpe leggere. Ma, d'altro lato, quarido vede qualcuno in tale stato da apparire inguaribile, perché sulla via dell' estrema·ingiustizia, allora si preoccupa de-

gli altri, che non vadano in perdizione ad opera di quel tale, e, come tagliando via una parte dell'intero corpo, in qualche modo lo manda a morte[ .. .]. La provvidenza che amministra è necessariamente sovrana e buona, e in due modi la sua potenza provvede alla salvezza: o fa ravve• dere con la punizione in quanto sovrana, o viene in soccorso con òpere di bene in quanto benefattrice. Clemente di Alessandria, Stromati 1, 27, 171-172

Giudicato dal Signore Non differisce in' nulla dal non credente, chi si accosta sconsideratamente · alla m~nsa del Signore. . Ambros_iaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 130

Castigati ma non condannati Paolo chiama le punizioni "castighi", perché sono ammonizioni piuttosto che condanne, medicine piuttosto che vendette, e correzioni piuttosto che punizioni. Rispetto al terribile male dal quale scamperemo, cioè il giudizio del mondo, la punizione del momento è molto qieno grave. Giovanhi Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 28, 2

33 -34

Perciò). fratelli miez: quando vi radunate per la cena) aspettatevi· gli uni gli altri. E se qualcuno ha · fame) mangi a càsa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta

Doni spirituali (12, 1-3)

Servirsi l'un.I' altro Paolo dice che ci si deve reciprocamente aspettare, per poter celebrare irisieme l'offerta di molti, così che, anche, si possa servire tutti. Ambrosiastcr,

165

tutti i loro problemi si potevano risolvere per lettera, dunque l'Apostolo li incoraggia a proseguire con i consigli che ha dato in attesa della sua prossima visita. Giovanni Crisostomo,

Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 28, 3

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 130

Le norme generali

Paolo promette una sua visita Paolo .a ggiunge che risolverà ogni cosa ·a l suo arrivo, perché evidentemente i Corinzi gli avevano obiettato che non

Alla mia venuta; sarèbbe infatti stato troppo lungo esporre loro in una lettera tutte le norme da seguire e che la Chiesa osserva in tutto il mondo. Agostino, Lettera 54 6, 8

DONI SPIRITUALI

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli: non voglio lasciarvi nel!)ignoranza. .Voi sapete infatti che, quandd eravate pagan~ vi lasciavate trascinare senza alcùn controllo verso gli idoli muti. Perdò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto !'azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; enessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l'azione dello Spirito Santo (12, 1-3 ). ' I doni spirituali non devono nulÌa allo sforzo umapo (Cri~ostomo). Essi sono segni visibili che la grazia di Dio opera nel fedele (Teodoreto di Cirro). Nesstino pu.ò proclamare il nome di ·cristo se non opera in lui lo. Spirito Santo (Basilio, Ambrogio, .Crisostomo). Lo Spirito Santo proclama la sua signoria (Teodoreto di Cirro) in un .modo in cui i demòni non possono, sebbene dicano ·queste parole (Origene). Poiché prima era stato adoratore degli idoli e condotto dai demòni, ora, come adoratore di Dio, il fedele cammina in modo gradito a Dio. Dovunque la verità sia proclamata, essa è proclamata dallo Spirito Santo (Ambrosiaster). La possessione demoniaca pagana nella predizion~ è completamente differente dalla profezia (Crisostomo). · · ·

1

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli: non voglio lasàarvi nell'ignoranza

Opera dello Spirito Paolo li chiama doni.spirituali in quanto sono unicamente opera dello Spirito e

non dipendono in alcun modo dall'iniziativa umana. Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 29, 2 ·

1 Corinzi

166

Segni visibili della grazia Una volta, a coloro che avevano accettato la predicazfone divina ed erano stati ritenuti degni del battesimo salvifico, era. data ben visibilmente una manifestazione dell'azione della grazia spirituale: alcuni parlavano lingue diverse che non conoscevano per natura né avevano imparato da altri; altri facevano miracoli e guarivano le malattie; altri ancora ricevevano il dono profetico e predicavano il futuro e svelavano ciò che accadeva all'insaputa dell'uomo, rivelando razione della grazia che operava in loro. . Teodoreto di Cirr~,

Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 240

2

Voi sapete· infatti che) quando eravate pagani~ vi lasciavate trascinqre senza alcun controllo verso gli idoli muti

La loro vita precedente In procinto di insegnare loro realtà spirituali, ricorda gli esempi del precedente stato di vita perché, come furono il frutto dei simulacri, rendendo culto agli idoli ed essendo soggetti alla volontà guida dei demòni, così anche - rendendo culto a Dio - siano frutto della Legge del Signore camminando nel modo che piace al Signore.. Ambrosiaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi· 81, 2, 130

Posseduto da :uno spirito impuro Paolo si riferisce ai casi in · cui nei templi pagani qualcuno veniva possedu-

to da uno spirito e cominciava a divinare, veniva trascinato dallo spirito come un uomo in catene e non era consapevole di cosa stesse dicendo. È proprio infatti del sortilegio esser fuori di sé, essere sotto compulsione, venir spinto, trascinato e guardato come un pazzo. Ma il profeta non si comporta cosl, perché ha una mente lucida, un comportamento sobrio e sa esattamente ciò che dice. Giovanni Crisostomo,

Omelia sulla Prima lettera ai Corinzi 29, 2

Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»/ . e nessuno può ·dire: «Gesù è Signore!») se non sotto fazione dello Spirito Santo

3

È necessario il discernimento degli spiriti Tra gli spiriti ci _sono molte differenze, che nessuno conoscerà esattamente, a meno che non possieda il carisma del discernimento degli spiriti. E·affinché i;ion respingiamo, oppure approviamo, in modo troppo precipitoso gli spiriti presenti in coloro che parlano, dice Giovanni nella lettera: Dilett~ non credete a ogni Jplri-

to, ma esaminate se gli spiriti sono da Dio; ogni spirito il quale confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne proviene da Dio, e ogni spz'rito che non confessa Gesù non è da Dio (1 Gv 4, 1-3) [. .. ] . Ciascuno degli uditori - essendo consapevole di correre un. rischio nell'atto stesso di approvare o di respingere - faccia bene attenzione a non credere alla menzogna, né a rifiutare di credere alla verità. Origene, Sulla Prima lettera at· Corinzi' 47

Unità nella diversità (12, 4-11)

167

Solo uno spirito retto loc:Ja Dio

Senza lo Spirito Santo?

Poiché dunque retta è la lode del Signore, essa richiede un cuore·rctto, affinché la lode vi si adatti e gli convenga. E se nessuno può rj,ire Signore Gesù se non nello Spirito Santo, come puoi recar lode, se non hai lo spirito retto, rinnovato fin · nell'intimo? Basilio di Cesarea, Omelia sul Salmo 32 2

Se nessuno può affermare che Gesù è il Signore senza lo Spirito, cosa possiamo dire riguardo' a ·coloro che pronunciano il suo nome ma non hanno lo Spirito? Bisogna capire che qui Paolo non parla dei catecumeni che ancora non sono stati battezzati, ma di credenti e non credenti. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Prima lettera az' Corinzi 29, .3

Senza lo Spirito Santo

Lo Spirito proclama l'autorità del Signore

Se non·possiamo chiamare il Signa. re Gesù senza lo Spirito, possiamo forse esaltarlo senza lo Spirito? Ambrogio, Lo Spirito Santo 1, 24 ·

Chi dice la.verità· Qualsiasi cosa vera, da chiunque sia detta, è detta dallo Spirito Santo. Ambros.iaster, Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 132

Il Figlio unigenito non insegna cose diverse da quelle che insegna lo Spirito Santo: ma come Cristo Signore insegnò nei divini Vangeli la dignità dello Spirito Santissimo, così lo Spirito divino predicò lautorità del Signore. E non può accadere che chi è mos.s o dallo Spirito di Dio mostri · che Cristo è estr'aneo alla natura divina, né che riconosca al contrario che qud~o è chiaramente Dio, se non è µluminato da quella grazia. · Teodoreto di Cirro, Commentario alla Prima lettera ai Corinzi 242

UNITÀ NELLA DIVERSITÀ

Vi sono diversi carismi: ma _uno solo è /o Spirito; vi sono diversi ministeri: ma uno solo è il Signore,· vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una mànzfestazione particolare dello Spirito per il bene .comune: a uno infatti: per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza,· a un altro·invece, dallo stesso Spirito, il lin_guaggio di conoscenza; a uno,. nello stesso Spirito, la.fede; a un altro, nel!'unico Spirito, il dono delle guarigioni:· a uno il potere dei miracoli> a un altro il dono della . profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti:· a un altro la varietà delle lingue,· a un ·altro l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole (12, 4-11).

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Colui che dona i diversi doni è Dio, Spirito Santo .(Ilario, Crisostomo). Doni, servizi, opere sono .diverse forme di uno stesso ministero (Cirillo di· Gerusalemme, Crisostomo) del Dio trino (Ambrosiaster). I suoi doni non possono essere separati artifìciahnente, come non possono esserlo i doni della divinità. C'è un solo Dio, la ·cui gra~ia è distribuita agli individui per mez:.w dello Spirito come egli vuole, secondo la sua incomparabile giustizia e potenza (Ambrogio), non secondo i meriti o la volontà persopale (Girolamo) di ciascuno (Ambrosiaster). I doni sono per l'edificazione della sua Chiesa (Basilio, Ambrosiaster, Crisos~omo). Ogni giorno, ogni battezzato riceve il dono dello Spirito, perché possa usarlo per il suo bene e per quello degli altri (Ambrosiaster). L'espressjone della salvezza si riferisce alla conoscenza delle cose divine attraverso le Scritture (Agostino). È lo Spirito che illumina (Ambrosiaster). La fede qui menzionata è la fede che sposta le montagne (Teodorcto di Cirro), non una dottrina formale (Cirillo di Gerusalemme). Anche il timido può rivendicare una fede così audace. Il dono delle lingue, come il dono dell'interpretazione delle lingue (Ambrosiastcr) e come quello deJla profezia, è il dono. del Dio trino, dato per mezzo dello · Spirito Santo (Ambrogio) a chiunque Dio ritiene opportuno, uomo o donna (Teodoreto di Cirro). Dunque non.è a nos~ro varito (Crisostomo).

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Vi sono diversi carismi, ·ma uno solo è lo Spirito ·

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Vi sono diversi ministeri~ ma uno solo è il Signore

Ogni carisma ha dignità

Adattandosi a ciascuno

Anche se il dono' a te.concesso è infe:riore a quello di un .altro, colui che dona è lo stesso, perciò tu hai lo stesso onore. È dalla stessa fontana che tu attingi refrigerio. Giovanni Crisostomo,

Egli [il Risorto] è quaggiù con te, ascolta quel che dici di lui, vede quel che pensi di lui, ti scruta le reni e il cuore. Anche in questo momento è qui. Cirillo dì Gerusalemme, Catechesi' battesimali 14, 30

Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 29, 4

Lo Spirito non è diviso i'n vari doni Questo passo dunque non pertiene alla pienezza, né a una parte dello Spirito, poiché né la mente umana comprende la sua pienezza, né Dio si divide in sezioni di sé, ma infonde il dono della grazia spirituale, nella quale Dio è adorato, come anche è adorato nella verità. Ambrogio, Lo Spirito Santo 3, 71

Un corpo, molte membra Qualcuno potrebbe turbarsi constatando che alcuni hanno doni più grandi, ma la partecipazione alla liturgia compor-. ta una grande fatica da parte di chi ha carismi più importanti. Perché, dunque, ti lamenti se ad essi sono stati dati compiti più faticosi da cui tu sei preservato? Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 29,4

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Unità nella diversità (12, 4-11)

Il paragone tra le capacità.del corpo ·e le capacità dell'anima

·

. .

La natura umana sarà oziosa se cessano di essere presenti le cause della sua attività: gli occhi non hanrio. alcuna funzione se non c'è la luce del giorno; CO-· me le orecchie, se non vi arriva una voce né un suono; non riconoscono il proprio dovere; come le narici, se non è nell'aria ·-un odore, non sanno quale ru9lo a~bia­ . no. Non che la loro capacità venga meno se la causa è assente; piuttosto, l'impie:. ·go della capacità è dovuto alla causa. Così anche l'animo umano, se non attingerà attraverso la fede al dono dello Spirito, -·avrà certamente la capacità di comprendere Dio, ma non avrà il lume della conoscenza. Ma il dono.che è in Cristo è accessibile nella sua interezza per tutti e ciò · che è presente in ogni posto è dato nella misura in cui uno lo vuole prendere, erisiede in noi nella misura in cui uno vuole ottenerlo. Q.uesto sarà con noi fino alla fine dcl .m ondo, sarà la consolazione della . nostra attesa, questo nell'attività dei doni è garanzia della futura speranza,_questo è il lume delle menti, questo è lo splendore degli animi. Per questa ragione noi dobbiamo pregare lo Spirito Santo. · Ilario di Poitiers, La Trinità 2, 35

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Vi sono diverse attività) ma unosòlo .è Dio) che opera tutto in tutti

Una sola opera del Dio trinitario Asserisce che, per cosa tanto grande, questo non deve essere attribuito agli uomini, quasi che fosse una loro prerogativa, ma all'unico Dio. Asserisce che anche il dno dello Spiritò Santo e le grazie del · Signore Gesù sono operazione dell'unico Dio, così che la grazia e il dono non sono divisi a causa delle persone del ·P adre e

del Figlio e dello Spirito Santo, ma sono compresi come unica opera dell'indivisa unità e natura dei Tre. · Ambrosiaster,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81,2,133

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A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune

Manifestazione dello Spirito Ciò significa che ha accolto il .d ono perché, governando la sua vita con i divini legami, sia utile a sé e agli altri, dando . esempio di buona condotta di vita. Ambrosiastcr,

Commento alla Prima lettera ai Corinzi 81, 2, 134

Per il tuo bene Il carisma ti è stato dato nel modo in cui possa apportarti beneficio. Dunque non c'è motivo che ti lamenti se hai avuto un dono minore. Giovanni Crisostomo, ·Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi 29, 5

Il carisma è a beneficio dèUa comu. nità . Una sola persona non può riceve-: re tutti i carismi spirituali, ma lo Spirito . Santo li distribuisce a seconda della fede di ciascuno (cf. Rm 12, 6). Nella vita in comune il carisma di ognuno divicné un beneficio per tutta la comunità [ ... ]. Chi riceve un dono, non lo riceve solo per se stesso, ma anche per gli altri. In m_odo che nella vita comunitaria la forza dello Spirito Santo concessa a uno diventa

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quella di tutti. Chi vive » non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto i'lcorpo fosse·occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito dove sarebbe l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra d~l corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, 4ove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, mq uno solo è il corpo. Non può l1occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; . oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno-di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più n.ecessarie; e le parti del corpo eh.e riteniamo meno onorevo# le circondiamo di maggiore rispetto, e·quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, . mentre' quelle decenti non n.e hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo con/erendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo n