La Bibbia commentata dai padri. Nuovo Testamento: Luca [Vol. 3] 8831193805, 9788831193801

La lettura e il commento del Vangelo nelle antiche comunità cristiane avevano funzione liturgica e pastorale: la lettura

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La Bibbia commentata dai padri. Nuovo Testamento: Luca [Vol. 3]
 8831193805, 9788831193801

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!.:\ 1311-lB!:\ CO\li\IF\JTAT.:\ Di\11). \Dl\I La Bibbia, il Libro per eccellenza: documento storico, culturale e religioso, ma anche e soprattutto testo rivelato a cui si riferiscono le \'arie confessioni e comunitù cristiane. nessun'altra opera nella storia dell'uomo è stata altrettanto letta, analizzata, amata e interpretata. Giù nei primi secoli della cristianità l'esegesi biblica era alla base della predicazione, della catechesi, dell'elaborazione dottrinale, dell'etica, delle istituzioni ecclesiali e della liturgia, con una spiccata caratterizzazione in senso parenetico ed educativo: è per questa ragione che il solo approccio scientifico non può considerarsi sufficiente per la piena comprensione culturale del!' esegesi biblica patristica. Oggi raie esigenza culturale, insieme a un concreto bisogno avvertito nell'attività di predicazione, ha suscitato, partendo dall'ambiente protestante americano, l'idea di non limitarsi a ricerche e commenti biblici di carattere scientifico, ma di utilizzare la grande varietà di interpretazioni accumulate nei primi secoli della storia dcl cristianesimo: é nata così, a cura dell'Institut of Classica! Christian Studies (ICCSJ della Drew University (Madison, New Jersey), sotto la direzione di Thomas C. Oden, la serie della A11cirnt Christian Co111111c11tary 011 Scripturc, che qui si propone nell'edizione italiana, opportunamente rivisitata. ampliata e adattata, diretta da Angelo Di Berardino. Da Clemente Romano (fine I secolo) a Giovanni Damasceno e a Beda il Venerabile (\'III secolo). i rolumi della collana. che si occupano di uno o più libri biblici dell'Antico o del Nuovo Testamento, si propongono la «rivitalizzazione dell'insegnamento cristiano fondato sull'esegesi classica cristiana, un più intenso studio da parte dei laici ... e di essere di stimolo per gli studiosi nell'ambito storico, biblico, teologico e pastorale ... ». Raccogliendo e traducendo dalle lingue greca e latina, ma anche copta. siriaca, armena, la ricchezza seminata nei secoli in tante opere spesso non facilmente accessibili, i libri biblici vengono commentati secondo l'antica tecnica catenaria, collegando tra loro i testi dei Padri della Chiesa e corredandoli di introduzioni, sommari e note esplicative. Curati da un'équipc internazionale ed ecumenica di specialisti in patrologia, i volumi si propongono di offrire agli studiosi e a quanti desiderano nutrirsi della Bibbia alla scuola dei grandi Padri dei primi secoli un contatto diretto con le fonti, nel quadro di un genuino recupero delle tradizioni cristiane.

LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI collana diretta da THOMAS C.

0DEN

edizione italiana a cura di ANGELO DI BERARDINO Nuovo Testamento

3

...

LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI Nuovo Testamento · 3

LUCA

a cura di Arthur A. Just Jr. Edizione italiana a cura di Sara Petri e Giovanna Taponecco \.

Introduzione generale di Angelo Di Berardino

o

Città Nuova

Pubblicato per la prima volta da InterVarsity Press:

Luke (Ancient Christian Commentary on Scripture, New Testament III), · curato da Arthur A. Just Jr., © 2003, Institute of Classica! Christian Studies, Thomas C. Oden ·a nd Arthur A. Just. Jr. Tradotto e pubblicato su autorizzazione della InterVarsity Press, P. O. Box 1400, Downers Grove, IL 60515, USA. Traduzioni di Sara Petti e Giovanna Taponecco

In sovraccopertina: Veduta del!'abside Ravenna, Chiesa di San Vitale. Archivio Scala, Firenze . .Grafica di Rossan~ Quarta

© 2006, Città Nuova Editrice Via degli Scipioni, 265 - 00192 Roma tel. 063216212 - e-mail: [email protected] Con approvazione ecclesiastica ISBN 88-311-9380-5

Finito cli stampare nel mese di giugno 2006 dalla tipografia Città Nuova della P.A.M.0.M. Via S. Romano in Garfagnana, 23 00148 Roma - tel. 066530467 e-mail: [email protected]

INTRODUZIONE GENERALE

La religione cristiana, in tutte le sue mamfestazionl ha bisogno del Libro per eccellenza, la Bibbia 1. Quello che vi è scritto è la parte fondante del cristianesimo. Essa è il referente costante nella storia delle comunità cristiane, in particolare nei primi secoli del loro sviluppo, ma anche dei fedeli di ogni tempo, che vogliono fare esperienza di fede nel Dio di Abramo e nel suo Figlio Gesù Cristo. Essa viene letta sia in privato sia nelle comunità oranti: nelle quali è per di più proclamata solennemente. · La Bibbia inoltre esiste anche come documento interpretato e utilizzato nei secoli. Ogni lettura di tale testo, scritto ma dinamico, significa continua interpretazione e confronto con il presente vissuto dai lettori e dai credenti. La Bibbia può perciò essere letta come documento storico, culturale e religioso, ma anche come un testo fondante di tutta la cristt'anità che con essa si deve continuamente confrontare. Generazioni di cristiani - e di ebrei per l'Antico Testamento - pregano, piangono e gioiscono da sempre leggendola: nelle grandi cattedrali: nella solitudine di una cella monastica, nel deserto assolato dell'Egitto, nell'intimità di una famiglia o in comunità: a volte anche inconsciamente ci accostiamo alla Bibbia alla luce di una lunga storia: scritta e vissuta prima di noi. Ma la riscoperta del Libro suscita anche l'interesse alla;storia dell'interpretazione che.nel tempo e nello spaziò si è data di esso. \ I:èsegesi biblica, nei primi secoli cristiani: era la base della predicazione, della cateèhesz: della elaborazione dottrinale, dell'etica, delle istituzioni ecclesiali e della liturgia, persino delle controversie. Per questo i testi biblic~ sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento, si rivelano indispensabili per la comprensione stessa della storia del cristianesimo. Anche l'arte cristiana antica era una rappresentazione di episodi biblici a fini didattici: le pitture delle catacombe, ad esempio, comunicavano un messaggio biblico. Origene, quando commenta un testo biblico, si pone soprattutto questa domanda: «Che interesse ha per me questa storia?» (Omelia su Geremia 1, 2). Lo studio dei Commenti patristici condotti sulla Scrittura per molto tempo è stato trascurato perché l'esegesi appariva troppo intessuta di interpretazioni allegoriche talvolta fantasiose, e perché considerata senza valore. per lo studio e la sua comprensione della Scrittura stessa - oggi che possed_iamo altri strumenti per una sua maggiore intel1 «Bibbia» è una parola di origine greca usata per designare l'insieme dei libri contenuti nella Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento). Nell'antichità, fino alla fissazione del canone e anche dopo, il termine veniva adoperato per indiqre semplicemente l'Antico Testamento nella sua triplice · divisione: Legge, Profeti e altri scritti. ·

Introduz~one generale

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llgenza contestuale -. La storia dell'esegesi trovava solo un interesse esclusivamente · storico: come una sorta di archeologia interpretativa senza alcun risvolto sia per il presente, per la vita delle comunità cristiane, sia per lo studio biblico. In realtà, anche se in qualsiasi scuola esegetica antica c'era un'attenzione alla interpretazione storica e filologica per /a comprensione piena del senso biblico - l'allegoria osdllava secondo i tempi e i luoghi predominando in ambiente alessandrino -, la maggior parte dei testi conservati fino ai nostri giorni è frutto della predicazione che mirava alla edificazione e alla formazione cristiana del popolo cristiano, e non di un'opera di studio o di ricerca. Dall'eJperienza quotidiana si evince che, ancor'oggi~ ogni predicatore, nel!'ambito di una celebrazione liturgica, tende a una esegesi allegorica adatta al pubblico presente e alle circostanze di vita degli uditor~ forma comune del!'antica eseges~ che è in misura ridotta anche del!'esegesi pastorale odierna. Oggi un'esigenza culturale, insieme ad un concreto bisogno sentito nell'attività di predicazio11e, ha suscitato l'idea, in ambiente protestante americano, di non limitarsi a ricerche e commenti bibliçi di carattere scientifico, ma di utilizzare la grande . ricchezza di interpretazione accumulata nei primi secoli della storia del cristianesimo, il periodo detto dei Padri della Chiesa: da Clemente Romano (fine del sec. I) fino a Giovanni Damasceno (morto nel 749ca in Palestina) e Beda il Venerabile (morto nel 735 in Inghilterra). Sono gli ideatori della Ancient Christian Commentary on · Scripture - edita negli USA presso la InterVarsity Press, la cui pubblicazione in più volumi è ancora in corso-, ad affermare che il progetto «ha come scopo la rivitalizzazione dell'insegnamento cristiano fondato sulla esegesi classica cristiana, un più intenso studio della Scrittura da parte dei laici~ che desiderano pensare insieme con la primitiva chiesa sul testo canonico, ed essere di stimolo per gli studiosi cristiani nell'ambito storico,·biblico, teologico e pastorale, ad approfondire la ricerca dell'interpretazione scritturistica degli antichi scrittori cristiani. . . La parola predicata nel nostro tempo è restata largamente beneficiaria della precedente influente ispirazione patristica» 2, ma senza sapere la provenienza del suo repertorio interpretativo. Si è costatato lo strano fenomeno che il predicatore (specialmente protestante) utillzza tutta una · strumentazione espositiva che viene da molto lontano senza la coscienza riflessa della sua origine. Non è più profittevole allora attingere direttamente alle fonti primarie? Non ne riceverebbero un vantaggio lo studio, la meditazione e la predicazione? Il pubblico al quale ci si è rivolti è primieramente quello non speciali'stico, ma che tuttavia è desideroso di nutrirsi della Bibbia sotto la guida delle grandi menti del primo cristianesimo. Non si trascurano comunque i lettori qualificati ed esigenti che solo da epoca recente cominciano a disporre di alcuni strumenti adeguati. I:Italia in tal senso è più fortunata, rispetto al pubblico americano, sia per una diversa tradiZio- . ne culturale e sia per l'incremento del!' interesse e delle pubblicazion~ tra le quali si distingue il ricchissimo catalogo di Testi Patristici di Città Nuova che ci mette alla scuola dei Padri. 2 Introduzione

all'edizione americana, p. XI.

Introduzione ~enerale

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Ora Città Nuova aggiunge al suo catalogo la collana La Bibbia commentata dai Padri, edizione italiana dei volumi americani. Essa raccoglie la ricchezza seminata in tante opere, spesso non facilmente accessibili: sia in lingua greca che latina, come nelle altre lingue cristiane: il copio, z"l siriaco e l'armeno. Ogni singolo libro biblico viene commentato seguendo l'antica tecnica catenaria che fa scorrere, concatenati fra loro, i brani che i Padri scrissero o pronunciarono su quel determinato passo. I commenti patristici sono affiancati da altre fonti: come le poesie di Efrem e di Prudenzio. r:opera che qui si presenta è corredata da introduzioni: sommari e note, che guidano per i percorsi: talvolta tortuosi: delle interpretazioni. Tuttavia il lettore moderno rimane libero di intrattenere un contatto diretto con il testo e con l'esegeta antico. Inoltre non tutti i libri biblici hanno un commento continuo; in tal caso si è ritenuto necessario ricorrere ad un più ampio uso di opere di diversa provenienza. Le ·note, non abbondanti: hanno lo scopo di contestualizzare quei brani che necessitano di una chiarificazt"one. Anche se l'interpretazione proposta da un autore cristiano dei primi secoli oggi può o non essere più ·acèettata o ritenuta errata, il b~ano viene riportato perché si ''ascolti" la sua voce} perché se ne colga la mentalità e il suo tentativo interpreta(ivo. I comment~ sovente, venivano pronunciati di fronte ad una assemblea riunita in preghiera e desiderosa di ricevere la parola di istruzione, di incoraggiamento e di consolazione dell'omileta. Essa veniva ripresa da qualche stenografo, che registrava il sermone ·dalla viva voce del predicatore; a noi il sermone è giunto talvolta rivisto dal!'autore, talaltra così come era stato predicato e senza alcuna revisione. Lo stenografo, che usava un sistema di scrittura veloce, # limitava in un secondo momento a trascrivere delle note personali. Origene, secondo Eusebio, solo in età avanzata permise ai tachigrafi di trascrivere le sue omelie (Historia Eccl. VI, 36, 1). Il vescovo rimaneva di/atto iltractator. divinorum eloquiorum (Contra duas epi. Pelag. TV, 8, 24), cioè l'interprete qualificato nella spiegazione della Scrittura al popolo cristiano. \ Nelle assemblee liturgiche normalmente esisteva un ciclo continuo di letture di un Ùsto, a scelta del presidente, e che il predicatore commentava; non è facile ricostruire questo ciclo, è parzialmente possibile solo per i grandi predicatori. Nel periodo post~ pasquale normalmente si leggevano gli Atti degli Apostoli. Un'opera biblica veniva letta a brani in occasioni successive e il predicatore allora svolgeva un commento continuo. Naturalmente ogni predicatore aveva delle preferenze per opere bibliche da commentare per i fedeli. Nelle grandi feste il tema era d'obbligo. La gran parte dei commenti biblici non sono nati come opere scolastiche o di studio - come avviene normalmente oggi -, ma come omelie realmente predicate a credenti che interagivano con il predicatore con l'applauso, con il chiacchiericcio, con la contestazione. J;omelia risente ·del dialogo diretto o indiretto con il pubblico. Nella predicazione solitamente gli oratori citavano i passi biblz"ci a memoria, oppure utilizzavano delle antologie tematiche. Non di rado il predicatore improvvisava il suo discorso di commento al brano biblico letto. Origene, in un sermone pronunciato a Gerusalemme alla presenza del vescovo Alessandro, chiede a lui quale passo deve commentare della lunghissima lettura proclamata dal lettore (l'omelia sul Primo libro dei Re): si scelse di commentare solo 1Re25 - 28.

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Introduzione generale

Talvolta il lettore, per errore proclamava un brano diverso da quello previsto. Agos#no accenna a questo inconveniente e confessa che, pur avendo preparato.un altro argomento, propone all'assemblea una diversa riflessione. Il predicatore è cosciente che la sua spiegazione è frutto della illuminazione divina e l'ascoltatore può comprenderla solo se anch'egli riceve una illuminazione: è il pensiero di Origene (Omelie su Geremia , 19, 11; Omelia su Genesi 12, 5) e di Agostino (Dottrina cristiana N, 16 32). Altrove Agostino dice: «Felice l'anima che si purifica con la limpidezza della verità[.. .]. Colui che, invece si compiace della legge di Dio e ne riceve tanto diletto da trovarsi al di sopra di tutti i godimenti della dissolutezza, non attribuisca a sè tale ricreante esperienza: Il Signore elargirà il suo bene (Salmo 84, 15). Quale chiederò? Signore, dammi quel bene, oppure quell'altro? Tu sei .buono, o Signore, e nella tua bontà insegnami la tua giustizia (Salmo 118, 68). Nella tua bontà insegnami e istruiscimi. Allora apprendo ad operare, quando nella tua bontà tu mi istruisci>> (Sermone 1

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153, 8, 10).

Pur non dando troppa importanza alla retorica, i Padri ne utilizzavano i canoni per costruire i discorsi e per convincere insegnando. Scrive Agostino: «Per l'esposizione delle Scritture ci sono delle norme che, a quanto mi sembra, possono essere presentate validamente a chi si dedica al loro studio. Con esse lo studioso potrà ricavare profitto non solo dalla lettura di quel che .scopersero altri nei passi oscuri delle sacre Lettere, ma egli stesso potrà·diventarne interprete per altri ancora. Mi sono pertanto deciso a comporre questa trattazione per coloro che vogliono e sono in grado d'apprendere tali norme, e mi auguro che Dio nostro Signore, non mi neghi nello scrivere i doni che è solito elargirmi allorchè penso a tale argomento» (Dottrina cristiana prol. 1). Le .norme retoriche che si insegnavano a scuola dovevano servlr~ come guida ma il predicatore cristiano doveva fare molta attenzione al pubblico e alla sua capacità di ricezione e di comprensione. Agostino dice: «Lo ripeto con parole un po' più chiare per quei nostri fratelli che hanno più difficoltà a capire. Coloro invece che hanno già capito sopportino la lentezza degli altri e ·imitino il Signore il quale, pur possedendo la natura divina .. . annientò se stesso ... facendosi obbediente fino alla morte (Fil 2, 61

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8)» (Sermone 264} 4). La correttezza linguistica è importante ma la comprensione ·dell'uditorio era la 1

preoccupazione maggiore del predicatore: «Così dunque non rideranno se per caso · abbiano sentito qualche responsabile e ministro della Chie~a invocare Dio, usando barbarismi e solecismi: o non comprendere il significato delle parole stesse che pronunzia e separarle in modo scorretto. Non che questi' errori non debbano essere corretti (fii' che il popolò possa dire amen a ciò che comprende pienamente); nondimeno, devono essere tollerati in spirito di carità [.. .]: .Per i più lenti occorre invece condurre la spiegazione in modo più articolato e con un maggior numero di similitudi·n~ sì che tengano nel dovuto conto ciò a cui assistono» CT.}istruzione dei semplici 9, 13). I:uditore va accettato così com'è ma va istruito nella parola della salvezza e per questo i grandi Padri non hanno .esitato ad usare il sermo humilis per essere capiti: ad adoperare le lingue locali o i dialetti. Quando era possibile e necessario anche dei traduttori. A Gerusalemme il vescovo parlava in greco ma ·qualche persona competente traduceva in latino o in altre !in gue. 1

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Introduzione generale

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Ho rivolto l'attenzione su questi aspetti, perché spesso si dimentica che la grande · produzione esegetica è di carattere omiletico. La lingua della predicazione, il tono della pronuncia del discorso, recitato di fronte alt'assemblea, influisce anche sul/'esegesi. L'orali'tà era ben curata. Il sermone non veniva solo pronunciato come facciamo noi, ma in qualche modo musicalizzato. I testi selezionati in questi volumi hanno tale provenienza. I Padri hanno commentato la Bibbia non sui testi originali, ma su traduzioni. La Bibbia cristiana per eccellenza era la traduzione greca dei Settanta 3, quella usata dai Padri greci. Le prime traduzioni in latino erano fatte oralmente, come avveniva anche nel Ne nel V secolo per alcune lingue o dialetti, e come sempre è avvenuto nella storia della missione cristiana. Tali traduzioni nei primi tempi erano improvvisate all'interno della celebrazione liturgica, dopo aver ascoltato il testo letto, per esempio, in greco. Anche quelle scritte venivano eseguite dal testo greco dei Settanta (non dal!'ebraico) e dal testo greco del Nuovo Testamento. Altrettanto avvenne inizialmente ai tempi più antichi per i parlanti latino. Ben presto i latini traducono opere intere, che costituiscono la base di tutti i rimaneggiamenti successivi. Essi sorgono perché si è di fronte ad un testo letto e riletto, per cui i nuovi lettori non erano contenti della traduzione e volevano introdurre dei miglioramenti. Così sorse quella complessa traduzione denominata Vetus latina e dalla /t'ne del IV secolo si diffonde la traduzione di Gt'rolamo, detta Vulgata dal XVI secolo. Per questo Agostino può dire: «Si possono contare i traduttori della Scrittura dal/'ebraico al greco, ma in nessun modo i traduttori latini» (Dottrina cristiana 2, 11). Lo stesso fenomeno si· ripeteva dove si parlavano altre lingue: prima abbiamo delle traduzioni orali e poi scritte. Inoltre, delle revisioni o ediz.ioni crist~·ane si può ricordare la monumentale opera di Origene, gli Hexapla, che riportavano su sei colonne: il testo ebraico, la sua traslitterazione in caratteri greci, e quattro differenti traduzioni. Inoltre la Bibbia fu tradotta anche nelle lingue antt"che orientali (siriaca, copta, armena, georgiana, e,tiopica, araba): traduzioni normalmente fatte dal greco dei Settanta e talvolta dall'ebraico. Tra le traduzioni siriache la più importante è detta Peshitta, eseguita in tempi diversi e parzialmente dal!'ebraico. La traduzione gotica nel IV secolo fu fatta da Ulfila, l'evangelizzatore dei goti. Un commento, o meglio un sermone, fatto su una traduzione, che a sua volta è .una interpretazt'one, è. naturale che di/ferisca da uno elaborato sul testo originale. Le parole e le loro etimologie hanno sfumature diverse, che influiscono sulla elaborazione della riflessione. · I commenti' cristiani, in qualunque lingua siano stati/atti e tramandati: si fondano sulle traduzt'oni nelle rispettive lingue~ Lo studt'o del!'esegesi patristica e delle opere dei Padri deve tenere conto anche di questa complessa storia delle traduzioni. Talvolta 3 Con il termine «Settanta» (Septuaginta) s'intende la traduzione dei LXX, riferendoci alla totalità dell'AnticQ Testamento in lingua greca. Tale traduzione greca, primo grande tentativo di esprimere in un altro linguaggio il pensiero religioso ebraico per un'altra cultura, fu fatto in un arco di tempo alquanto esteso. Tuttavia, da parte ebraica, vengono fatte revisioni o "edizioni" della traduzione dei Settanta, come quelle di Teodozione, di Aquila (fine I secolo) e di Sinunaco (fine II secolo).

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Introduzione generale

si trovano divergenze di lingua e di metodo in uno stesso libro bibli'co sia perché opera di vari traduttori: sia perché emendato o completato con altre traduzioni. Il libro di Giobbe, per esempio, il cui testo al tempo ·di Origene era più breve, è stato da lui completato con la versione di Teodozione. Cosa àvvenne quando questo libro venne tradotto in altre lingue? . Gli Antichi Commenti Patristici alla Scrittura-hanno avuto immediatamente un grande successo negli Stati Unitl specialmente in ambiente protestante. Thomas Oden, della Drew University, ha mirato ad una collaborazione ecumenica, per provenienza e confessione di fede, e a che l'opera venisse tradotta anche in altre lingue. I:edizione italiana sostanzialmente assume come base di partenza l'edizione americana. Di/ferisce da essa perchè si è preferito rielaborare le introduzionl selezionare e ampliare i testi e le annotazioni. Gli amen·canz: per individuare i brani da pubb(icare, hanno lavorato molto con la ricerca digitale mediante i nuovi strumenti informatici. Gli italianl per formazione e·cultura, hanno preferito il sistema tradizionale del contatto diretto con le opere antiche. Per i brani riportati si è fatto spesso ricorso a traduzioni esistenti: eventualmente migliorate, ma anche a traduzt'oni dai testi originali. ANGELO DI BERARDINO

INTRODUZIONE A LUCA

IL

VANGELO DI LUCA NEI PADRI DELLA CHIESA: L'OMILETICA

È nella predicazione che si può cogliere in modo chiaro e distinto l'uso della Scrittura da parte dei Padri. La predicazione aveva /unzione didattica, edificante e mo~ale: /unzione didattica perché insegnava al popolo di Dio il senso letteràle del testoj /unzione kerygmatica perché ne proclamava il significato spirituale e pastoralej /unzion·e parenetica perché esortava a vivere nella certezza della presenza di Cristo in ogni battezzato. La predicazione era anche liturgica perché proclamava la realtà di una comunità di battezzati che celebrano l'Eucaristia e le cui tradizioni omiletiche erano basate sulla Scrittura. Nel suo _libro 1, William Harmless, non solo illustra tutto questo, ma apre anche uno spiraglio sulla vita catechetica e omiletica della comunità di Agostino, dove egli ricorre alla Scrittura nell'insegnamento e nella predicazione. Ad esempio, in un sermone: Sul valore del pentimento, pronunciato ùitorrio al 391, Agostino, nella sua ammonizione, si serve della parabola del pubblicano e del fariseo (cf Le 18) come punto basilare.. Agostino intreccia il testo evangelico ai suoi commenti e, nonostante ciò, il ·suo carattere pastorale è immediatamente evidentej egli /a ricorso, ad esempio, alla metafora della guarigione per descrivere gli effetti del pentimento 2 • \ 'Quando leggiamo i sermoni di Agostino (lo stesso discorso vale per tutti i Padri), non dobbiamo dimenticare che non stiamo ascoltando la sofisticata e dettagliata argomentazione di un teologo che si rivolge a un pubblico ugualmente colto, ma piuttosto stiamo "spiando)} l'intima conversazione di un vescovo, ne/pieno del suo ruolo pastorale, con il popolo di Dio, battezzato e no, al quale egli parla di Gesù Cristo e del progetto di Dio nel rinnovo della creazione in Cristo: questa ·è cura pastorale, nella sua manifestazione primaria e più significativa. Per questo motivo, come si va ripetendo da secoli: la liturgia era la forma più importante della pastorale e, ancor più, la predicazione éra ed è per il pastore il momento privilegiato per aprire i libri della Scrittura e formare ad una vita in Cristo sia i catecumeni che si preparavano al battesimo sia i battezzati. Agostino aveva compreso che la sua .comunità aveva bisogno di ascoltare quello che la Bibbia aveva da dire sulla vita in Cristo e che il posto fondamentale del-

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W. HARMLESS, Augustine and the Catechumenate, Collegeville (Minn.) 1995. AGOSTINO, Discorsi, 351, 1. ·

Cf.

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Introduzione a Luca

la Scrittura nella vlta della Chiesa doveva svilupparsi nella predicazione e nell'insegnamento nel!'ambito di una comunltà che celebra i sacramenti. Nei sermoni di Agostino troviamo una significativa consonanza tra il suo pensiero e il testo di Luca} particolarmente quando egli individua (come tutti i Padr~ del resto) nell'insegnamento di Gesù sulla carità la via maestra della vita cristiana. Cristo, con la sua vita e morte, ci ha indicato la strada del sacrificio; si tratta di una scelta che pone al centro la misericordia e la compassione, chiaramente e!lpressa nel suo insegnamento sulla carità, l'elemosina e il perdono. Questo emerge con evidenza sia dallo slancio con cui l'evangelista tratta i temi sociali: sia dal materiale che egli ci offre in merito ad un uso giusto dei beni e alla sua attenzione verso i poveri. Per questi motivi l'esegesi patristica di Luca, in Agostino e in altri Padr~ ha valorizzato al massimo il suo Vangelo, per l'ammonizione pastorale prima e durante il periodo della Quaresima, quando i catecumeni e i battezzati si preparavano a celebrare una vita nuova nella Pasqua. Come si può facilmente comprendere, il Vangelo di Luca costituiva anche la scelta più ovvia nel tempo di Natale, dato che solo questo evangelista ci.narra epiwdi unici del!'infanzia e della fanciullezza di Gesù. Lo dimostra} ad esempio, il Lezionario di Gerusalemme} dove il Vangelo di Matteo predomina lungo tutto l'anno} mentre Luca assume un ruolo preminente ·per il Natale, la Pasqua e le feste maggiori della vita di Cristo (l'annunciazione, la circoncisione, la presentazione al tempio): era la scelta più naturale 3. Un discorso analogo vale per la settimana di Pasqua, quando la ricca narrazione lucana . . della risurrezione viene letta nel lunedz: martedì e mercoledì di Pasqua 4. Durante la Settt'mana Santa il racconto della passione è letto da tutti i quattro Vangeli 5; il Vangelo di Luca è ben rappresentato, alla pari degli altri: come riscontriamo nei più antichi lezionari di Gerusalemme e di Siria. A Mossul nel!'attuale Iraq, sulla riva de"stra del Tigr~ la comunità cristiana siriaca ha un lezionario nestoriano. Sulla scia dei più antichi lezionar~ questo · testo compren.de una lettura continua dei libri dell'Antico e del Nuovo Testamento; qui la lettura di Luca si colloca nel periodo suècessivo a(la Pentecoste 6. L'ASPETIO ERMENEUTICO NEI PADRI DELLA CHIESA

La predicazione di Agostino è solo un esempio di come i Padri si servivano della Scrittura nella loro predicazione e nell'insegnamento. Quello che è particolarmente in3 Cf. B .O. OLD, The Reading and Preaching o/ the Scriptures in the Worship o/ the Christian Church, voi. 2, The Patristic Age, Grand Rapids (Mich.) 1998, p. 147. Nel Lezionario di Gerusalemme lannunciazione, la visitazione, la nascita di Gesù e la circoncisione sono tutte celebrate nel mese di

· gennaio con testi lucani. 4 Ibid., p. 158. I testi di Luca s9no: Le 23, 50 - 24, 12 per il lunedì, Le 24, 13-35 per il martedì.e Le 24, 36-40 per il mercoledì. 5 Ibid., p . 154. 6 Ibid., pp. 277-299; Old descrive i lezionari siriaci, speciahnente nelle pp. 284-286, dove elenca i testi del periodo successivo alle Pentecoste: Le 10, 23-42; 6, 12-47; 12, 16-35; 12, 57 - 13, 18; 13, 22-

35; 14, 1-15; 15, 4-32; Gv 9, 11-39;.Mc 7, 1-24; Le 16, 19 - 17, 11; 17, 5-20; 18, 2-15; 18, 35 - 19, 11.

Introduzione a Luca

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teressante nel!'approccio ermeneutico dei Padri non è anzitutto il commento alla Scrittura nel suo significato storico e grammaticale; questo naturalmente non significa che nÒn considerassero la Scrittura storicamente accurata o che non fossero capaci di impegnarsi in un'analisi dal punto di vista grammaticale! Meglio, lo scopo dei Padri era quello di co?!Zmentare la Scrittura nel suo signlficato teologico e spirituale nel contesto della predt·cazione pastorale. In questo seguivano l'esempio degli apostoli che, a loro volta, si lasciavano guidare dal modo d'insegnare del Signore. Quando Gesù spiegò le Scritture ai discepoli di Emmaus e interpretò l'Antz'co Testamento in relazione a se stesso, in particolare alla sua morte e risurrezione,· ci indicò come le Scritture avrebbero dovuto essere lette e interpretate dalle comunità cristiane che stavano per nascere. !:esegesi era in primo luogo cristologica. I discorsi che leggiamo negli Atti e quelli kerygmatici e parenetid degli apostoli nelle loro lettere continuavano questa ermeneutica cristologica. La Scrittura è il libro di Dio per rivelare se stesso alla Chiesa, così che, leggendo e interpretando le sue parole, il popolo di Dio, come dice Agostino, potesse gt"oire della Trinità. Nella lettera di Paolo ai Galati leggiamo che la Scrittura è come un essere vivente, che ha una mente e dal!'eternità conosce il Vangelo che doveva essere annunciato ad Abramo (e/. Gal 3, 8). La Scrittura è viva perché è ispirata da Dio, la sua vitalità è ancora attiva nella Chiesa che, ancor oggi, legge e annuncia la Scrittura, allo stesso modo in cui Cristo continua ad essere presente tra noi nella mensa eucaristica. Leggere il Vangelo di Luca con i Padri della Chiesa ci costringe ad affrontare il problema più generale del significato del leggere tutta la Scrittura insieme a loro. La · lettura delle Scritture nella vita delle prime comunità cristiane era liturgica e pastorale: la Scrittura veniva letta in contesti di culto comunitario e costituiva la base del!'omelia. I:antico sermone cristiano era sostanzialmente un'esposizione, una spiegazione dei testl del giorno a persone che si riunivano nell'attesa di sentir proclamare la parola di Dio. La lettura dell'Antico Testamento costituiva il cuore delle Scritture nelle çomunità cristiane1 poiché i documenti del Nuovo Testamento erano ancora in fase di tonfronto e di diffusione. I:Antico Testamento era interpretato in 'senso cristologico, con un'esegesi tipologica che abbracciava anche una cosmologia basata sulla presenza del Creatore. Nella liturgia del mattino e nella preghiera serale, l'Antico Testamento era il testo fondamentale. La lettura del Vangelo era invece centrale nella liturgia eucaristica domenicale, con le letture dagli Atti degli Apostoli e dalle lettere di Paolo, Pietro, Giacomo e Giovann~ che erano secondarie e supplementari alle letture dall'Antico Testamento e dal Vangelo. Gli esegeti di oggi si trovano in un contesto diverso da quello dei commentatori antichi. I: èsegesi moderna e contemporanea è di carattere scientifico e si sviluppa primariamente in amb#o di studio. Si fa ricorso alle ricerche più recenti di storta, filologia e critica letteraria per analizzare attentamente i testi al fine di determinarne il significato. I:applicazione dei testi alla vita delle persone è una questione secondaria; nel migliore dei casi è lasciata ai sacerdoti e ai catechisti nelle comunità parrocchiali e agN insegnanti di religione nelle scuole; per i Padri della -Chiesa, invece, la Scrittura occupava una posizione ben diversa da quella del nostro tempo. ·.

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Introduzione a Luca

Anche se nessuno mette in dubbio che l'esegesi moderna abbia consentito enormi progressi nella comprensione del testo e del mondo biblico, è in atto una seria discussione fra gli studiosi a proposito dell' imp(l-tto della critica storica sulla comprensione della Scrittura a!l'interno della Chiesa. Citiamo due libri in particolare, dove gli autori hanno analizzato gll effetti di questo più alto grado di approfondimento critico sulla vita della Chiesa: Biblica! Interpretation in Crisis: the Ratzinger Conference on Bible and Church e Reclaming the Bible for the Church 7. Entrambi affrontano la quesÙone di un ritorno alt'ermeneutica classica che George Lindbeck chiama il sensus fidelium, il "consenso" dei fedell inteso come corpo di Cristo che trova la sua stabilità nel professare le verjtà bibliche che unificano e tali da costituire una comunità. Si tratta di un ·richiamo a una esegesi che va collocata in un contesto ecclesiale pre-moderno, un approccio ermeneutico che Lindbeck spera accolto nella Chiesa di oggi. Cosi' egli esprime la sua speranza: «La Bibbia letta z:n modo classico, ma non acritico, può dare forma al sensus fidelium. La condizione perché questo accada è che nascano gruppi di interpretazione nei quali i pastori' della Chiesa, gli studiosi della Bibbia, i teòlogi e i· laici cerchino insieme la guida di Dio nella parola scritta per la loro vita individuale e comunitart'a. La loro lettura della Scrittura si collocherà all'interno di una vita cultuale, in una struttura di base eucaristica, battesimale e kerygmatica che si accordi con quella dei primi secoli [.. .]. Questo è un sogn,o, una nuvoletta non più grande di una mano all'orizzonte, eppure, se cominciasse a reallzzarsl anch~ solo in pochi luoghi sparsi: sarebbe la prova concreta che la Scrittura è un testo che unisce che può essere seguito. La notizia si diffonderebbe in fretta (questo avviene sempre ai nostri' giorni) e la sua influenza si diffonderebbe rapidamente. I.:opinione pubblica ne sarebbe sicuramente impressionata, forse anche rapt.damente, in tutte le comunità e la trasformazione del sensus fidelium (per la quale éi vorrà più tempo) seguirà il suo corso» B, Questo sensus fidelium è pastorale e il leggere Luca con i Padri della Chiesa significa compref!dere l'uso pastorale di tale Vangelo presso di loro. Per vedere realizzata la dimensione pastorale di Luca, cominciamo con l'esaminare due dei quattro commenti che possediamo. Entrambi sono una raccolta di sermoni che vanno collocati in due diversi periodi della storia cristiana. Quella di Origene è la prima raccolta completa di sermoni: anche se prima di lui ne abbiamo alcuni t'solati: la Seconda lettera di Clemente (125 d.C.) su Isaia 54, 1, un sermone pasquale di Melitone di Sardi (130-~90 d.C.) sul significato della Pasqua per i cristiani~ e un sermone di Clemente di Alessandria (150215 d. C.) su Marco 1O, 17-31, l'episodio del ricco signore, per il quale c'è il parallelo in Luca 18, 18-30. . I.:altro commento è quello di Cirillo di Alessandria, un teologo maturo, noto per la sua difesa dellà cristologia ortodossa e per la dottrt'na trinitaria più che per i suoi commenti biblict: anche se egli è, forse, il più prolifico fra i Padri della Chiesa. R.J. NEUHAUS (ed.), Biblica! Interpretation in Crisis: the Ratzinger Con/erence on Bible and Church, Grand Rapids (Mich.) 1989; C.E. BRAATEN - R.W. }ENSON (edd.), Reclaming the Bible /or the Church, Grand Rapids (Mich.) 1995. B G. L1NDBE~K, Scripture, Consensus, Community, in 'J}iblical lnterpretation in Crisis, cit., pp. 99-100. 7

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Come avviene nei primi secoli) questi Padri non avevano l'abitudine di scrivere i loro sermoni e di leggerli poi alla comunità) ma predicavano senza un testo scritto. I sermoni erano registrati da stenografi che li rivedevano in vista della successiva pubblicazione, secondo un metodo di trasmlssione che risaliva alla tradizione ebraica ed ellenistica. In tal modo questo rende.il loro uso della Scrittura ancor più interessante: essi citano a memoria i passi biblici durante la predicazione; questa è una delle ragioni per cui le loro citazioni della Scrlttura non sempre sono fedeli al testo biblico come accade ai predicatori moderni9. Questi sermoni sono soprattutto di natura espositiva, cioè comment~ versetto per versetto, del testo principale del giorno, integrato da altri testi secondari che forniscono chiavi interpretative. La lettura di Luca st' basava su una lectio continua nella quale il lettore aveva la responsabilità di decidere fino a che punto leggere, abitualmente in accordo con il predicatore 10. Per questo motivo raccogliere i sermoni per un commentario aveva un senso, poiché la predicazione seguiva lo schema stabilito di una lettura continua del Vangelo) non senza sovrapposizioni fra un sermone e l'altro: era quindi possibile realizzare un commento c.ontinuo a partire da questo approccio omiletico e liturgico. La durata di un sermone era normalmente di un'ora) cosa che dava al predicatore il tempo di sviluppare il suo discorso esegetico e pastorale.

LE TRÈNTANOVE OMELIE DI 0RIGENE SU LUCA

Il più antico commento a Luca è costituito dalle trentanove omelie di Origene, trentatré delle quali coprono i primi quattro capitoli (la narrazione del!'infanzia occupa ventl di questi sermoni)) mentre gli altri sei riguardano vari testi del resto del Vangelo (e/. Le 10) 25-37; 12, 57-59; 17) 20-21.33; 19) 29-40; 19, 41-45; 20, 21-40). Questi trentanove sermoni facevano parte dei circa 150 o più che coprivano l'intero VangelQ di Luca) la maggior parte dei quali sono andati perduti. Sono di carattere esposiÙvo, pronunciati durante la preghiera mattutina e serale come parte della lectio continua della Parola. Sembra che siano stati scritti durante il soggiorno di Origene a Cesarea e conservati nella biblioteca di quella Chiesa. Forse Ambrogio stesso se ne è servito per la sua predicazione sul Vangelo di Luca; Girolamo tradusse l'originale greco di Origene in latino ed è solo questa traduzione delle omelie (fino al quarto capitolo) che è scampata alla distruzione delle opere di Origene sotto Giustiniano 11. Molto è stato scritto sulle interpretazioni allegoriche delle Scritture da parte di Origerie) ma è meglio lasciare la discussione sui suoi metodi ermeneutici agli studiosi 9

H.O. OLD, The Reading and Preaching o/the Scriptures in the ·Worship o/ the Christian Church,

vol. 1, The Biblica/ Period, Grand Rapids (Mich.) 1989, p. 282, n. 7. 10 Ibid., p. 315. Anche in Patristic Age, cit., (pp. 135-166 e 277-295) Old descrive i lezionari di Gerusalemme e di Siria come lectio continua, con alcune eccezioni. Si tratta comunque di un periodo di transizione; da un tempo precedente quando la lectio continua era la norma all'epoca di Giovanni Darnasceno quando la lectio selecta era ormai consolidata. Per i Padri della Chiesa, come Agostino e Cirillo di Alessandria, il lezionario è il risultato di entrambi i sistemi. 11 Questo paragrafo si basa su H.O. OLD, Biblica! Period, cit., pp. 321-322.

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che hanno dedicato una vita ali'approfomdimento delle sue opere. Quando ci si avvicina al suo commento di Luca, quello che colpisce è che la spiegazione letterale del testo è più frequente di quella allegorica e che lo scopo dell'interpretazione spirituale è quello di evidenziarne il significato cr~stologico. Robert Wilken Un.Remembering the Christian Past) dùcute sull'interpretazione alessandrina dei profeti: in contrappost'zione a quella antlochena) in particolare su come questi differenti approcci SOIJO presenti in Origene e in Teodoro di Mopsuestia. Teodoro descrive il metodo ermeneutico di Origene come esegesi «ebbra"; in merito Wt'lken osserva che per Teodoro il presupposto per «una buona esegesi del testo biblico», doè l'esegesi storico-grammaticale, era la conoscenza delle circostanze storiche. Per questo l'Antico Testamento doveva essere interpretato nel suo contesto e non in relazione al Nuovo Testamento 12. Wilken annota anche che «Origene ha riconosciuto, con un pizzico di buon umore, che le parole dei profeti non si sono compiute nel modo in cui si pensava che si sarebbero realizzate»; Wilken sta dalla parte di Origene, non di Teodoro, e non perché egli rifiuti il metodo storico-grammaticale per sostenere l'allegoria, ma perché vede in Origene una fedele espressione dell'intento delle Scritture: «Se Gesù dt' Nazaret era il Messia, come insegna la Scrittura, le profezie sul!'epoca messianÌ'ca erano già compiute ed era dunque compito degli interpreti della Bibbia scoprire quello che le promesse della Scrittura significavano alla luce di questo nuovo evento. Paradossalmente, n> (1, 5-25). I.: annuncio della nascita di Giovanni è importante,·per la storia della salvezza, dal momento che egli è profeta e martire (Massimo di Torino). Zaccaria ed Elisabetta sono descrit-

I:annundo della nasdta di Giovanni (1, 5-25)

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ti con un linguaggio che suggerisce che siano continuatori dei giusti dell'Antico Testamento. Entrambi sono di stirpe sacerdotale: Zaccaria è della classe di Abia, Elisabetta è una discendente di Aronne (Ambrogio). Elisabetta è sterile; inoltre entrambi sono troppo vecchi per avere figli, eppure Dio usa la sterilità di Elisabetta per la nascita miracolosa di un santo, come ha fatto per Sara, Rebecca e Anna (Origene). Il Vangelo di Luca inizia e termina nel tempio; così .anche la narrazione dell'infanzia. I due altari del tempio simboleggiano le due Alleanze, poiché l'angelo annuncia l'arrivo di una nuova Alleanza (Beda). L'arrivo di Giovanni annuncia la fine dell'osse1vanza dell'Antico Testamento, della Legge e del sacerdozio (Efrem Siro). Iniziando il suo Vangelo con un santo delJ>Antico Testamento come Zaccaria, che compie gli atti cultuali associati con l'Antica Alleanza nel tempio di Gerusalemme, Luca mostra, immediatamente che la sua narrazione deve essere intesa in collegamento con Israele e l'Antico Testamento. L'apparizione dell'angelo segnala una teofania nella quale sarà annunciata la venuta del vero .sacerdote (Pseudo-Dionigi Areopagita). I.: annuncio dell'angelo della nascita-miracolosa e del nome del bambino è preceduto da una parola di conforto: Non temere (Atanasio). L'angelo si reca da Zaccaria in quanto è il padre biologico di Giovanni, mentre per Gesù l'angelo si reca da Maria e non da Giuseppe. Le preghiere di supplica innalzate a Dio da Zaccaria nel periodo del suo servizio sacerdotale erano per la venuta del Messia (Agostino). L~ preghiera di Zaccaria come sacerdote nel tempio fu esaudita (Giovanni Crisòstomo). L'angelo dice a Zaccaria di chiamare il bambino "Giovanni", che significa "Dio è stato misericordioso" (Beda). La grandezza di Giovanni deriva dalla presenza dello Spirito Santo fin dal ventre di sua madre (Ambrogio). Giovanni ha battezzato colui grazie al quale tutti gli altri sarebbero stati battezzati (Cipriano) . Giovanni precede il Messia nello spirito e nella forza di EJia (Beda). Lo Spirito non è mai privo della forza (Ambrogio). I punti in comune fra l'annuncio della nascita di Giovanni e di Gesù evidenziano la relazione fra Giovanni e Gesù nella storia della salvezza (Agostino). La sterilità di Elisabetta e la verginità di Maria sono in forte contrasto, ma insieme annunciano che Dio agisce in modo miracoloso in questo momento fondamentale della storia della salvezza (Massimo di Torino). Il silenzio di Zaccaria è un segno dei suoi dubbi, ma anche che Israele non ha ascoltato la voce dei profeti (Origene). Quello di cui Zaccaria dubita è la parola di Dio e la sua promessa (Giovanni Crisostomo). Elisabetta si è tenuta nascosta per cinque mesi; Maria sarà la prima a sapere della sua felice condizione e a vedere in lei un segno dell'intervento di Dio (Efrem Siro). La modestia di Elisabetta le permette di riconoscere che Dio, in modo misterioso, ha rimosso la sua vergogna (Ambrogio).

1, 5-7

Tempi: persone e luoghi

Nato per la profezia, uèciso per la verità Non so che cosa dobbiamo in special modo celebrare nelle lodi del santo e beatissirrio Giovanni Battista di cui oggi celebriamo il giorno natalizio: se il fatto che egli è nato prodigiosamente oppure che è stato ucciso in maniera ancora più prodigiosa. Infatti egli nacque in funzio-

ne di profeta, fu ucciso per affermare la verità; con la sua nascita annunziò la venuta del Salvatore, con la sua morte condannò l'incesto di Erode. Infatti questo uomo santo e giusto, che era stato generato in seguito a una promessa fuori della comune fecondità umana, meritò da Dio di lasciare questo mondo con una morte non comune a tutti gli altri, ma di abbandonare il corpo che aveva ricevuto per dono del Signore, confessando lo stesso Signore. Dunque Giovanni fece in

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Luca

tutto la volontà di Dio e nacque e morì per l'opera di Dio. Massimo di Torino, Sermoni 5, 1-2

L'origine sacerdotale di Giovanni La Scrittura divina ci insegna che non solo bisogna lodare la vita, ma anche i genitori delle persone degne di essere celebrate; in tal modo, si può dire che un'immacolata purezza, ricevuta in eredità, risplende in coloro che vogliamo esaltare. E infatti, quale altro scopo ha avuto a questo punto il santo evangelista, se non di glorificare san Giovanni Battista, menzionandone i genitori, le azioni mirabili, la vita, l'incarico, il martirio? Per la stessa ragione fu lodata la madre di Samuele, Anna, allo stesso modo Isacco ricevette dai genitori il merito della sua pietà, che egli poi trasmise ai posteri. Zaccaria dunque era sacerdote, e non un semplice sacerdote, ma della classe di Abia, cioè nobile fra i più ragguardevoli dei nati di donna. E aveva per mogHe una discendente di Aronne. In tal modo la nobiltà di Giovanni viene garantita non solo per parte dei genitori, ma anche degli antei:iati, sicché essa non si raccomanda per una qualche influenza mondana, ma merita rispetto per la sua discendenza religiosa. Bisognava che il precursore di Cristo avesse di questi antenati, perché si vedesse che la fed e neWavvento del Signore, da lui predicata, non era maturata improvvisamente, ma era stata ricevuta dagli antenati, e gli era stata infusa per un diritto di natura. Ambrogio,

Esposizione del Vangelo secondo Luca

sante donne che furono sterili, come Sara stessa (cf. Gn 11, 30), ed ecco ora Rebecca (cf. Gn 25, 21). Ma anche Rachele, diletta ad Israele, fu sterile (cf. Gn 29, 31); pure di Anna, madre di Samuele, è scritto che fu sterile (cf. 1Sam1, 2); anche nei Vangeli si ricorda che Elisabetta fu sterile: riguardo a tutte queste donne, è menzionato un solo titolo d'onore, che, dopo la sterilità, di~dero alla luce un figlio santo. Origene, Omelie sulla Genesi' 12, 1

L'apparizione nel tempio I: angelo testimonia la grazia che era venuto ad annunciare, non solo con le parole che profferl, ma valendosi anche della particolarità del tempo e del luogo, nei quali apparve. Apparve al sacerdote al momento dell'offerta per indicare che egli preannunciava il vero ed eterno pontefice, la vera vittima che sarebbe venuta per la salvezza del mondo. Stav_a vicino all'altare dell'incenso per dimostrare che era venuto come araldo del Nuovo Testamento. Nel tempio infatti c'erano due altari che indicano i due Testamenti nella ·chiesa. Il primo, l'altare dell'olocausto, era ricoperto di bronzo e collocato davanti alle porte del tempio per lofferta di vittime e di sacrifici, e indica i cultori carnali dell'Antico Tes.tamento. C'era poi l'altare dell'incenso, ricoperto d'oro, che era stato collocato vicino alla porta del Santo dei Santi per diffondere i profumi, e indica l_'interiore e più perfetta grazia del Nuovo Testamento e dei suoi cultori. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 19

1, 15-16

La ·st.erilità di Elisabetta

Giovanni annuncia la fine dell' osservanza dell'Antico Testamento

Prima di tutto considera che cosa voglia dire che la Scrittura riferisce di molte

Giovanni, araldo del Signore della giustizia, fu annunciato dalla giustizia

I:annuncio della nascita di Giovanni (1, 5-25)

dell'altare. Fu al tempo dell'osservanza che egli fu annunciato per mostrare che egli era la fine dell'antica osservanza. Fu in mezzo al santuario che Zaccaria divenne muto, per mostrare che i misteri del santuario .erano divenuti silenziosi, perché era venuto colui che doveva portare a compimento questi misteri. Poiché Zaccaria non credette che la sterilità di sua moglie fosse stata sanata, egli fu colpito nella parola. Efrem Siro, Commento al Diatessaron I, 1O.

1, 8-17

Gabriele appare a Zaccaria nel · tempio

Gabriele annuncia 'il mistero della venuta di Cristo Osservo che furono innanzitutto gli angeli ad essere iniziati al divino mistero dell'amore di Gesù per gli uomini, e che in un secondo tempo la grazia· di questa conoscenza giunse a noi tramite loro. Così dunque il divinissimo Gabriele rivelò al gran sacerdote Zaccaria che il bambino che gli sarebbe nato per grazia divina contro ogni sua speranza avrebbe annunziato lopera umana e divina di Gesù destinata a manifestarsi al mondo in maniera benefica e salutare, ed a Maria che in lei si sarebbe compiuto il divino mistero dell'ineffabile procreazione di Dio. Pseudo-Dionigi Areopagita, Gerarchia celeste 4, 4

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L'angelo si reca da Zaccaria L'angelo Gabriele si recò da Zaccaria, non da Elisabetta sua moglie, madre di Giovanni: l'angelo Gabriele si recò, ripeto, da Zacearia, non da Elisabetta. Perché? Perché da Zaccaria Elisabetta avrebbe concepito Giovanni. Perciò langelo, annunziando la venuta di Giovanni per nascita, non si diresse verso il seno che l'avrebbe accolto, ma verso la sorgente della vita. Annunziò che sarebbe stato figlio di entrambi, ma si rivolse al padre. Giovanni infatti sarebbe venuto al mondo dall'unione coniugale. Di nuovo ecco ancora Gabriele e si recò da Maria, non da Giuseppe: da chi avrebbe assunto quella carne, da chi avrebbe avuto inizio, proprio da lei si recò l'angelo. Agostino, Discorsi 291, 3

Zaccaria prega per la · venuta del ·Messia. È stata esaudita la tua preghiera: ecco infatti che tua moglie partorirà. Ma perché fu detto questo? Perché Zaccaria stava compiendo un sacrificio per il bene del popolo; il sacerdote stava compiendo un sacrificio per il bene del popolo, il popolo attendeva il Cristo; Giovanni annunziava Cristo. Agostino, Discorsi 291, 3

La preghiera sacerdotale. di Zaccaria Gabriele allontana la paura Quando lanima continua ad essere spaventata, è il nemico che è presente. Gli spiriti malvagi non allontanano la paura della loro presenza, come il grande arcangelo Gabriele fece cori Maria e Zaccaria. Atanasio, Vita di Antonio 3 7

Quest'uomo, Zaccaria, entrò nel Santo dei Santi, nella parte più interna del santuario e lui solo fra tutti gli uomini aveva il diritto di vederla. Osserva come egli fosse ·uguale per importanza a tutto il popolo nel suo insieme quando offriva le preghiere per tutto il popolo: egli rendeva il suo Signore propizio ai

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suoi servitori, come mediatore fra Dio e gli uomini. Giovanni Crisostomo, Sull'incomprensibilità di Dio 2, 711A

E tu lo chiamerai Giovanni È segno di grande lode e virtù tutte le volte che nelle Scritture agli uomini il nome viene imposto, ovvero viene cambiato da Dio. Ben a ragione perciò al precursore del nostro Redentore viene imposto per comando divino il nome di Giovanni. Giovanni significa "grazia del Signore", ovvero "colui nel quale c'è la grazia", ed egli ricevette la grazia speciale, al di sopra di tutti i santi, di essere precursore del Signore, e venne a predicare al mondo la grazia, fino ad allora inaudita, dell'inizio del regno dei cieli. Dato perciò che .fu pieno di grazia e predicò agli altri la grazia di Dio, indicò anche con il suo . nome di essere banditore di grazia, sì che a ragione fu predetto che molti avrebbero esultato per la nascita 9i colui grazie al quale sarebbe stato indicato al mondo l'autore della sua rigenerazione. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 19

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La grandezza di Giovanni è nello spirito E sarà grande davanti al St'gnore. Qui si parla non di statura fisica, ma spirituale. Davanti al Signore c'è una statura dell'anima, un'immaturità della virtù. Dobbiamo infatti misurare alla stessa stregua l'età spirituale e quella fisica, non secondo un calcolo di tempo, ma secondo il valore della virtù, in modo da chiamare uomo perfetto soltanto colui che è privo dell'incostanza della puerizia e, ormai maturo nell'animo, non sente più le insidie lascive della giovinezza; invece si deve chiamare fanciullo chi anco-

ra non ha compiuto alcun progresso nella virtù [. .. ] . Giovanni, quindi, sarà grande non per il vigore fisico, ma per la grandezza spirituale. Del resto, egli non estese i confini di qualche impero, né cercò i trionfi nella gloria di imprese guerresche, bensì, ciò che vale di più, predicando nel deserto calpestò con grande vigore spirituale le comodità limane e la sensualità del corpo. Egli perciò è piccolo secondo il mondo, ma è grande nello spirito. E come un grande, senza lasciarsi sedurre dalle lusinghe di questa vita, non mutò la fermezza del suo proposito per il desiderio di vivere.

E sarà ricolmo di Spirito Santo fin dal seno di sua madre. Indubbiamente la promessa dell'angelo è stata veritiera su questo punto, poiché san Giovanni, prima di nascere, mostrò di aver ricevuto la grazia dello Spirito, quando ancora era racchiuso nell'utero della madre. Infatti, mentre prima padre e madre non avevano compiutò azioni straordinarie, egli, balzando nel grembo materno, annunziò la venuta del Signore. Si legge appunto che, quando la madre del Signore giunse da Elisabetta, questa esclamò: Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta alle mie orecchie, il bam-

bino ha esultato di gioia nel mz'o grembo (Le 1, 44); non aveva il respiro della vita, ma già aveva il respiro della grazia. Peraltro, anche da un altro passo possiamo comprendere che la grazia della santificazione previene perfino l'esistenza, quando il Signore dice: Prima che ti formassi nel!'utero

ti ho conosciuto: prima che tu uscissi· dal seno, ti ho santificato/ ti ho stabilt'to profeta delle nazioni (Ger 1, 5). Il respiro di questa vita è infatti diverso dal respiro della grazia. Quello inizia con la nascita, e con la morte finisce; questo invece non è legato al tempo, né all'età, non è estinto dalla morte, né viene escluso dal grembo materno. Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca . 1, 31-33

!:annuncio della nascita di Giovanni (1, 5-25)

Il battesimo di Giovanni· Giovanni fu precursore e predicatore perché non ha soltanto annunciato il Signore Con le sue parole prima della sua venuta, ma lo ha fatto vedere al popolo, lui che ha battezzato il Cristo stesso, attraverso il quale tutti gli altri sono stati battezzati. Cipriano, Le Lettere 73, 25

In che senso Giovanni è come Elia Ambedue continenti, ambedue rozzamente vestiti, vissero in solitudine, messaggeri di verità, e ambedue soffrirono la persecuziorie del re e della regina in nome della ·giustizia, uno di Acab e Gezabele (cf. 1 Re 19, lss.), l'altro di Erode e di Erodiade; quello, perché non fosse ucciso dagli empi, fu rapito in cielo da un carro di fuoco (cf. 2 Re 2, 11), questo, affrontato il martirio per non essere vinto dagli empi, si diresse con lo spirito ai regni celesti, sollevato là con l'aiuto degli angeli. Beda, Omelt'e sul Vangelo 2, 23

Nello spirito e nella virtù di Elia Giustamente queste due parole sono accostate, poiché lo spirito non è mai disgiunto dalla virtù, né la virtù dallo spirito. Ma forse si dice con lo spirito e la virtù di Elia, perché il santo Elia ebbe una grande virtù e grazia; la virtù di convertire gli animi dall'incredulità alla fede, la virtù di una vita mortificata e paziente, e lo spirito della profezia. Elia visse nel deserto, Giovanni nel deserto [ ... ] ; quegli divise in due il Giordano (cf. 2 Re 2, 8.14), questi lo trasformò in un lavacro apportatore di salvezza; questi si intrattiene col Signore ,_ qui in terra, quegli appare col Signore nella gloria (cf. Mt 17, 3); questi è precursore della prima venuta del Signore, quegli

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della seconda (cf. Ml 3, 23). Quegli dopo tre anni irrigò di pioggia la terra (cf. 1 Re 18, 1.45), e così questi, dopo tre anni, bagnò l'arida zolla del nostro corpo con I' ac- . qua della fede. Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 1, )6

1, l&-20

La risposta di Zaccaria e le parole deltangelo

Sterilità e verginità La Chiesa considera come cosa sacra la nascita di Giovanni, né si trova alcuno dei Padri di cui possiamo celebrare con solennità la nascita: celebriamo la nascita di Giovanni e celebriamo quella di Cristo. [ ... ] Giovanni nasce da una vecchierella sterile, Cdsto nasce da una giovanetta ver~ gine. La sterilità generò Giovanni, l'integrità Cristo. Nella nascita di Giovanni, I'età non si confaceva alla generazione di figli, nella nascita di Cristo non ci fu unione coniugale. Quello viene annunziato dall'angelo che ne predicava la venuta, questi viene concepito ali' annunzio del1'angelo. Non si crede che Giovanni nascerà e il padre diventa muto; di Cristo si crede e viene concepito nella fede. Prima, la fede raggiunge la mente della Vergine, poi si attua la fecondità in seno alla madre. Nondimeno, quando l'angelo annunziò Giovanni, sono quasi le stesse le parole di Zaccaria: Come posso conoscere questo? Io

sono vecchio e mia moglie avanzata in età, e di Maria ali' annunzio dell'angelo della sua prossima maternità: Come~ possibile? Non conosco uomo. Quasi le stesse parole. [ ... ] Infine nasce Giovanni quando già comincia a decrescere la luce del giorno, mentre aumenta il periodo della notte; Cristo nasce quando la notte diminuisce a vantaggio della luce del giorno. Agostino, Discorsi 293, 1

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Luca

Elisabetta e Maria Tuttavia dobbiamo meravigliarci meno, fratelli, che Giovanni nel nascere abbia meritato una grazia tanto grande. Il precursore e il precorritore di Cristo doveva avere qualche somiglianza con la nascita del Salvatore: poiché il Signore è generato da una vergine, Giovanni è procreato da una sterile; quello viene al mondo da una fanciulla immacolata, questo è generato da una vecchierella ormai senza forze. Ha dunque anche la nascita di costui qualche elemento di gloria e di prodigioso. Sebbene infatti il parto di una donna sembri meno insig~e di quello di una vergine, tuttavia, come guardiamo con ammirazione Maria perché partorl da vergine, così anche proviamo stupore nel caso di Elisabetta, perché procreò da vecchierella. E ritengo appunto che questo fatto abbia in sé un mistero: Giovanni, che rappresentava l'immagine dell'Antico Testamento, nasceva dal sangue ormai gelido di una vecchfa donnicciola; il Signore, invece, che predicava il Vangelo del regno celeste, proveniva dal fiore di una giovinetta ricca di calore. Maria infatti, conscia della sua verginità, si stupis~e della creatura nascosta nelle sue viscere; Elisabetta, invece, consapevole della propria v~cchiaia, arrossisce del grembo appesantito dall'essere concepito. Dice infatti l'evangelista: Si teneva nascosta per cinque mesi. Ma come merita la nostra ammirazione il fatto che il medesimo arcangelo Gabriele adempie l'ufficio di annunziare entrambe le nascite! Consola Zaccaria incredulo, incoraggia Maria piene di fiducia. L'uno, perché dubitò, perdette la voce; l'altra, perché credette immediatamente, concepì il Verbo della salvezza. Massimo di Torino, Sermoni' 5, 3

1, 21.23

Il popolo capisce che Zaccart'a ha avuto una visione

Il silenzio di Zaccaria è un segno Quando il sacerdote Zaccaria offre l'incenso nel tempio, è condannato al silenzio e non può parlare, anzi, parla solo a gesti e rimane incapace di parlare fino alla nascita di suo figlio Giovanni. Che cosa significa questo? Il silenzio di Zaccaria è il silenzio dei profeti nel popolo di Israele: Dio non p_arla più a loro; il suo

Vérbo, che era con il Padre fin dal principio ed era Dio (Gv 1, 1-2), è passato a noi e per noi Cristo non tace [ ... ] . Cristo ha cessato di essere in loro: il Verbo li ha abbandonati e si è compiuto quello che Isaia aveva scritto: La figlia di

Sion sarà abbandonata come una tenda in una vigna, come una capanna in un campo di cocomeri. È abbandonata come una città saccheggiata (Is 1, 8). I giudei sono stati lasciati indietro e la salvezza è passata ai gentili, perché quelli fossero incitati al1'emulazione. Origene, Omelt'e sul Vangelo di Luca 5, 1-4

Zaccaria.dubita Zaccaria hà guardato alla sua età, ai suoi capelli grigi, al suo corpo senza forze; ha guardato alla sterilità di sua moglie e ha rifiutato di credere e ha cercato di capire il modo in cui sarebbe successo. Giovanni Crisostomo, Sull'incomprensibilità di Dio 2,· 11

1, 24.25

Elisabetta si rallegra per la sua nuova condizione

Perché Elisabetta si tenne nascosta Elisabetta si tenne nascosta per il dolore di Zaccaria. Oppure si tenne nascosta

I:annuncio della nascita di Giovanni (1, 5-25)

perché si vergognava di aver ripreso i rapporti sessuali con il marito: quindi fu per la sua vecchiaia che Elisabetta si tenne nascosta. Ma ecco, Mosè non scrisse a proposito di Sara che si tenne nascosta quando all'età di novant'anni portava in grembo Isacco, e neppure a proposito di Rebecca che era incinta di due gemelli. Elisabetta si tenne nascosta per cinque mesi, finché il suo bambino fu sufficientemente formato nelle sue membra per poter esultare davanti al suo Signore e perché Maria stava per ricevere l'annunciazione. Efrem Siro, Commento al Diatessaron 1, 2, 4

La modestia di Elisabetta I santi circondano di grandi premure

il loro pudore, tanto che spesso hanno p·erfino il ~iserbo di indicare che i loro desideri si sono compiuti: ed è ciò che vediamo in questo passo, poiché santa Elisabetta, che pur bramava di aver figli, si tiene nascosta per cinque mesi. Per quale motivo nascondersi, se non per pudore? Infatti a ogni funzione è destinata un'età,

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e ciò che conviene a un determinato tempo, non conviene più ad un altro; e la diversità degli anni cambia spesso la natura delle nostre azioni. Anche il matrimonio ha le sue epoche ben definite [ ... ]. Gli anziani trovano un limite nella loro stessa età, e il giusto pudore di sembrare intemperanti li trattiene dal compiere gli atti propri delle nozze [ ... ] . · Ma colei che stava nascosta, perché aveva concepito un figlio, prese a gloriarsene, perché doveva generare un profeta; e mentre prima arrossiva, ora loda il Signore, e mentre prima dubitava, ora è rincorata: Ch~ ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta alle mie orecchie, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo (Le 1, 44). Perciò quando sentì la presenza del Signore, gridò a gran voce, poiché credette che il suo parto celava un significato sacro; e non e' era più nessun motivo di vergognarsene, quando la nascita di un profeta stava lì a dimostrare che quel concepimento non era stato un capriccio, ma un dono di Dio. Ambrogio, Esposizione·del Vangelo secondo Luca 1, 43; 1, 46

L'ANNUNCIO DELLA NASCITA DI GESÙ

Nel sesto mese) t angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret) a una vergine) promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato çiuseppe. La vergine si chiamava Maria . Entrando da lei: disse: «Ti saluto, o piena di grazia) il Signore è.con te». A queste parole ella rimase turbata e si domanda.va che senso avesse un tale saluto. I:angelo le disse: ·«Non temere, Maria) perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio) lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figllo ·dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno·non avrà fine» . Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? ·Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la, potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta) tua parent~, nella sua vecchiaia) ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per le~ che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi: sono la serva del Signore, avvenga di "!e quello che hai detto». E l'angelo partì da lei (l, 26-38). L'annuncio della nascita di G esù segue immediatamente quello della nascita di Giovanni. L'evangelista dispone la scena introducendo Gabriele, che significa "fortezza di Dio". Colpisce la brevità della descrizione della persona· di Maria: l'unica informazione si" gnificativa è la sua verginità, che ella offre in dono a Dio (Beda). È una promessa sposa e una vergine che rimane tale anche dopo la nascita di Gesù (Girolamo). Prefigura la Chiesa, che, anche da sposa, è senza macchia (Ambrogio). Il fidanzamento di Maria fa sì che abbia un marito durante la gravidanza e il parto (Beda). Ti saluto, piena di grazia è un saluto usa" to solo per Maria (Origene). L'angdo annuncia anche il Signore è con te, un saluto misterio~ so che turba Maria (Pietro Crisologo) a causa della sua modestia (Ambrogio). La nuova età della salvezza inizia con il concepimento di Gesù in Maria. Come Eva ha portato nel suo grembo tu.t ta l'umanità condannata al peccato, ora Maria porta nel suo grembo il nuovo Adamo che con la sua grazia darà vita a una nuova umanità (Beda). L'angelo si rallegra di Maria come della sede ddla gloria di Dio, perché Dio si serve della carne di Maria per por" tare gli uomini alla gloria (Stichera del!'annunciazione). Maria riceve le informazioni sul bambino da Gabriele, che le.rivela il divino mistero dell'azione di Dio in lei, perché ella, pur .

L'annuncio della nascita di Gesù (1, 26-38)

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rimanendo vergine, diventerà madre (Prudenzio). Nella nascita del Salvatore si riconosce la presenza della Trinità, che rende testimonianza alla nascita verginale (Massimo di Torino). Il bambino concepito da Maria sarà sia Figlio di Dio che figlio dell'uomo (Beda). Il nome di Gesù si·riferisce alle sue azioni piuttosto che alla sua natura: egli salverà il popolo dai suoi peccati (Efrem Siro) e porterà ad una nuova creazione del mondo (Exaposteilarion dell'annunciazione) perché colui che Maria concepisce nel suo grembo non è altri che il Creatore di tutte le cose (Stichera dell'annunciazione). Gesù rappresenta il punto di arrivo della stirpe di Davide; discende sia dalla casa di Davide che da quella di Levi (Efrem Siro). Questo riflette il mistero di come ciò che è senza tempo entri nel tempo (Giovanni il Monaco). Nel concepimento di Gesù la casa di Davide e Giacobbe diventa ora la Chiesa universale (Beda). In continuità con le nascite miracolose dell'Antico Testamento, il concepimento e la nascita di Gesù oltrepassano ogni spiegazione (Leone Magno). Ma, a differenza di Zaccaria, il turbamento di Maria non è venato di scetticismo; la sua domanda deriva dal suo voto di verginità (Agostino) e dalla riflessione sul mistero divino della nascita verginale (Ambrogio). È Gabriele che dovrebbe ammirare Maria, non Maria Gabriele, perché ora porta nel suo grembo l'eterno Figlio di Dio (Teofane). Gabriele parla dello Spirito Santo che verrà su Maria e farà sì che possa concepire (Prudenzio); questo prefigura la nostra rinascita a nuova vita-e il rinnovamento dell'umanità intera (Pietro Crisologo), perché l'acqua del battesimo è come il grembo della Verginé (Leone Magno). La nascita verginale di Gesù ci rende liberi, perché deriva dallo Spirito e non dal desiderio carnale (Agostino). Questo stesso Spirito si librava sopra le acque e operava la creazione. La presenza di JHWH nella nube coprì con la sua ombra il tabernacolo e la gloria di JHWH lo riempì (Efrem Siro): poiché · Maria porta questo bambino nel suo grembo, ora ella rappresenta il tempio, il tabernacolo e l'arca dell'Alleanza (Teofane); e come lo Spirito è sceso su Maria per operare il concepimento di Cristo, allo stesso modo ora lo Spirito scende sul pane e il vino per creare il pasto della nuova creazione, richiamando alla mente dei primi cristiani che il credente accoglie riel suo corpo il corpo e il sangue di Cristo nella santa comunione (Giovanni Damasceno). Come cugina di Elisabetta, che è·discendente di Aronne, Maria è di stirpe regale, in quanto è della casa di Davide, e sacerdotale, in quanto è della casa di Levi, per cui suo figlio è re e sacerdote (Beda).

1. 26-29

Gabriele saluta la vergine Maria

Gabriele, "fortezza di Dio" Fu mandato dunque da Dio l'angelo Gabriele. Leggiamo di rado che gli angeli che appaiono agli uomini sono indicati per nome. Ma quando accade, avviene perché anche con il nome sia suggerito quale compito essi vengano a svolgere. Gabriele infatti significa "fortezza di Dio". E a ragione risplende di tale nome colui che rende testimonianza a Dio che sarebbe nato da carne umana. Di lui il profeta dice nel salmo: Il Signore è forte}

potente, il Signore è prode in battaglia (Sa! 23, 8). Certo nella battaglia che veniva a sostenere per debellare le potenze del cielo e strappare il mondo dalla loro tirannide. · Be da, Omelie sul Vangelo 1, 3

Maria offre in dono a Dio la sua verginità Questo saluto, quanto è estraneo alla consuetudine degli uomini, tanto è adatto alla dignità della beata Maria, perché

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Luca

era veramente piena di grazia colei alla quale, prima fra le donne, fu concesso per dono divino di offrire a Dio il glorioso dono della verginità: perciò a buon diritto meritò di gioire della vista e delle parole dell'angelo lei che aspirava a imitare la vita degli· angeli. Era veramente piena di grazia lei, che ebbe il dono di generare Gesù Cristo, colui per mezzo del quale sono venute nel mondo verità e grazia (cf. Gv 1, 17). Perciò nuovamente il Signore era con lei quando prima col nuovo amore della castità la innalzò dalle cose terrene al desiderio dei beni cclesti, e poi in virtù della sua natura umana la consacrò con ogni pienezza di divinità. Veramente benedetta fra le donne lei che, senza esempio nella condizione femminile, godette sia del decoro della verginità che dell'onore di essere madre, e come conveniva a una vergine madre generò il Figlio di Dio. Beda, Omelie sul Vangelo 1, .3

La perenne verginità di Maria Maria, la santa, Maria, la beata, madre e vergine, vergine prima del parto, vergine dopo il parto. Il motivo del mio stupore è questo: come abbia potuto un vergine nascere da una vergine, e come dopo la nascita del vergine la madre sia restata vergine. Volete sapere in che modo sia nato da una vergine e come dopo aver- . lo dato alla luce la madre abbia conservato la verginità? Le porte erano chiuse e Gesù è entrato. Sul fatto che le porte fossero chiuse non c'è nessun dubbio. Colui che entrò attraverso le porte chiuse non era un fantasma, non era uno spirito, era un vero corpo. Così infatti si esprime:

Guardate, osservate: uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho (Le 24, 39). Aveva carne e ossa, e le porte erano chiuse. In che modo la carne e le ossa

hanno potuto entrare a porte chiuse? Le porte sono chiuse e tuttavia entra uno che noi non vediamo entrare. Da dove è entrato? Tutte le pareti sono chiuse, non esiste un passaggio per cui entrare, e tuttavia ci troviamo dentro uno che è entrato e noi non capiamo come sia entrato. Come sia avvenuto non lo sai, e lo attribuisci alla potenza di Dio. Attribuisci dunque alla potenza di Dio che uno sia nato da una vergine e che tuttavia quella vergine sia restata- vergine anche dopo il parto. Girolamo, Omelia sul Vangelo di Giovanni' 1, 1-14

Maria prefigura la Chiesa Così l'evangelista, il quale aveva assunto l'impegno di provare l'immacolato mistero dell'Incarnazione, credette bene di non cercare ulteriori testimonianze sulla verginità di Maria, per non sembrare piuttosto il difensore della Vergine che il banditore del mistero. Sicuramente, affermando che Giuseppe era un giusto, spiegò a sufficienza che egli non avrebbe potuto contaminare il tempio dello Spirito Santo, la madre del Signore, il grembo fecondato dal mistero. Abbiamo compreso la successione reale degli avvenimenti e compreso il piano divino: cerchiamo ora di comprendere il mistero. Ben a ragione Maria è sposa, ma vergine, perché essa è l'immagine della Chiesa, che è senza macchia, ma anche sposa. Ci ha concepiti verginalmente nello Spirito, e verginalmente ci dà alla luce senza un lamento. Anche per questo, forse, Maria santissima a uno è sposa, ma è resa feconda da un Altro, perché anche le singole Chiese sono bensì fecondate dallo Spirito e dalla grazia, tuttavia sono legate visibilmente al vescovo, che temporaneamente le governa. Ambrogio, Esposizione del Vangelo sec01:zdo Luca 2, 6-7

L'annuncio della nascita di Gesù (1, 26-38)

Perché Maria doveva essere fidanzata a Giuseppe Perché poi il Signore abbia voluto essere concepito e nascere non da una semplice vergine, ma da una già promessa a un uomo, i Padri ne hannò addotto molte valide ragioni. La prin~ipale è che non fosse considerata rea di immoralità, se avesse generato un figlio senza avere marito. Era inoltre opportuno che la puerpera fosse assistita dalf aiuto di un uomo per quelle incombenze che usualmente esige la cura della casa. Bisognava poi che la vergine Maria avesse un marito che fosse certissimo testimone della sua integrità e custode fedelissimo del figlio nato da lei, il nostro Signore e Salvatore. Questi avrebbe dovuto portare le offerte al tempio per lui, secondo la Legge; lo avrebbe condotto in Egitto con la madre, quando 4icombeva la persecuzione; lo avrebbe riportato indietro e gli avrebbe somministrato le tante cure necessarie, che la fragilità della natura umana richiedeva. Né gli nocque molto il fatto che qualcuno per qualche tempo lo abbia creduto figlio di Giuseppe, dato che, quando dopo la sua ascensione gli apostoli cominciarono a predicare a tutti i credenti, fu chiaro che egli era nato da una vergme. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 3

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un uomo, ma questo saluto è stato riservato per la sola Maria. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 6, 7

La misteriosa presenza del Signore Il Signore è con te. Che significa: Il Signore è con te? Che viene da te, non per visitarti, ma entra in te con una nuova, misteriosa nascita. Aggiunse opportunamente: Benedetta tu fra le donne. Perché . ora Maria benedetta gode, è onorata, è contemplata per quei motivi per i quali Eva puniva le maledette sue viscere. Ed ora è divenuta veramente madre dei viventi secondo la grazia quella che prima era madre dei morenti secondo natura. [. .. ] Subito sente che è stato accolto in lei il supremo giudice, mentre prima aveva visto e contemplato il celeste messaggero. Quantunque, infatti, Dio con dolce commozione e con devoto affetto trasformasse fa vergine in sua madre, quantunque il Signore mutasse la serva in sua genitrice, tuttavia le viscere furono turbate, la mente rifuggì, la stessa sua condizione fu presa da tremito, quando Dio, che tutto il creato non comprende, si ricoverò e collocò tutto entro un petto umano. Pietro Crisologo, Sermoni 140, 3-5

La modestia della vergine Il saluto dell'angelo a Maria è unico I: angelo ha salutato Maria rivolgendosi a lei in un modo insolito, che io non ho trovato in nessun altro luogo delle Scritture. Spiegherò brevemente questa espressione. I: angelo dice: Ti saluto, piena dl grazia. Non ricordo di aver letto queste parole altrove nelle s ·c ritture: 1 un espressione di questo tipo, ti saluto, piena di grazia, non è mai indirizzata ad

Riconosci la vergine dalle sue maniere, riconosci la vergine dalla sua verecondia, riconosci la vergine dalla sua risposta, riconoscila dal misteto che in lei si compie. È caratteristica delle vergini aver soggezionè, intimorirsi qualora un uomo entri nella loro casa, e trepidare se un uomo rivolge loro la parola. Le donne imparino a imitare un simile proposito di pudicizia. Maria ~e ne stava tutta sola nelle sue stan-

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Luca

ze segrete, ove nessun uomo potesse vederla, ma solo un angelo scoprirla: e mentre se ne stava sola, senza compagnia, sola, senza ~cun' altra persona accanto a lei, per non contaminarsi con chiacchiere grossolane, vien salutata dall'angelo. Imparate, vergini, a evitare la leggerezza spensierata delle parole; Maria temeva perfino il saluto di un angelo. Ambrogio, Esposizt'one del Vangelo secondo Luca 2, 8

La morte attraverso una donna, la vita attraverso un'altra Certo è stato conveniente inizio della salvezza dell'uomo il fatto che un angelo sia stato mandato da Dio a una vergine per consacrarla con un parto divino, dato che la prima causa della rovina dell'uomo era stato l'invio del serpente da parte del diavolo, per ingannare la donna con spirito di superbia. Anzi, sotto forma di serpente venne proprio il diavolo per ingannare i progenitori e privare così il genere umano della gloria dell'immortalità. Poiché dunque la morte entrò per mezzo di una donna, è giusto che anche la vita ritorni per mezzo di una donna. Quella, ingannata dal diavolo per mezzo del serpente, offrì all'uom.o il sapore della morte. Questa, edotta da Dio per mezzo dell'angelo, ha generato al mondo l'autore della salvezza. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 3

legrati, roveto ardente che non si consuma; rallegrati profondità insondabile; rallegrati, ponte che conduce al cielo; rallegrati, scala innalzata verso l'alto, che Giacobbe vide; rallegrati, divino vaso di manna; rallegrati, liberazione dalla maledizione; rallegrati, rinnovamento di Adamo, il Signore è con te!». «Mi sei apparso in forma di uomo», disse la fanciulla senza macchia al capo dell'esercito celeste, «e dunque perché mi parli di cose che oltrepassano le forze umane? Perché tu hai detto che Dio sarà con me e prenderà dimora nel mio grembo. Come potrò diventare spaziosa abitazione e luogo santo per colui che cavalca i cherubini (cf. Sal79, 2; 98, 1)? Non farmi ridere con illusioni, perché io non ho mai conosciuto piaceri, non sono entrata nello stato matrimoniale: e dunque come posso avere un figlio?». Allora l'angelo incorporeo rispose: «Quando Dio vuole così, l'ordine· della natura è vinto e quello che è oltre l'umano può avvenire. Credi alla veridicità delle mie parole, signora tutta santa e immacolata». Ed·ella gridò: «Sia fatto di me secondo la tua parola e io porterò in grembo colui che non ha carne, colui che prenderà la carne da me, in modo che attraverso questa mescolanza egli possa ricondurre l'umanità alla sua antica gloria, perché lui solo ha il potere di farlo!».

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Stichèra dell'annunci.azione

Vergine e madre i , 30-33

Gabriele annuncia il concepimento di Gesù e i suoi titoli

Dio si serve della carne di Maria per condurre l\1manità alla gloria Rivelandoti il pensiero che precede l'eternità, Gabriele giunse e stette di fronte a te, fanciulla, e salutandoti disse: «Rallegrati, terra che non è stata seminata; ral-

Un fuoco mite lo genera, non la carne, non il sangue di un padre, non un desiderio impuro. La potenza di Dio rende sposa una vergine non toccata dal talamo, attraverso il suo grembo casto, con il suo puro soffio. Il mistero di questa nascita ordina che si creda che Cristo, nato così, sia Dio.

Vannunct'o della nascita di Gesù (1, 26-38)

Una vergine non sposata è sposa dello Spirito e non sente la macchia dell'amore; . · la sua innocenza rimane sigillata; gravida dentro, intatta fuori, · splendente per la sua pudica fecondità, madre anche se vergine, madre che non ha conosciuto uomo. Perché, incredulo, scuoti la tua stupida testa? Un angelo lo ha annunciato con le sue sante labbra. Non vuoi credere e prestare ascolto alle parole di un angelo? La Vergine benedetta al messaggio del messo luminoso ha creduto e perciò, fiduciosa, ha concepito Cristo. Cristo viene agli uomini di fede e il cuore che esita con fede irresoluta lo disprezza, rifiutandogli questo onore. La verginità con la fede immediata assorbe Cristo , nel profondo del cuore e lo ha tenuto nel suo grembo intatto per poi partorirlo. . Prudenzio, La dottrina di Dio 566-584

La Trinità rende testimonianza alla nascita verginale La Divinità, ripeto, rende testimonianza al parto verginale; infatti, affinché Cristo sia concepito, Maria, secondo il preannuncio del Vangelo, è riempita della grazia dello Spirito Santo, è adombrata dalla potenza di Dio Padre, come le fu detto: Lo·Spirito Santo scenderà su di te e la potenza del!)Altissimo # adombrerà, e

perciò ciò che nascerà da te sarà chiamato santo) Figlio di Dio. Nella nascita del Salvatore, dunque, si è compiuta quella disposizione divina che dice: Ogni affermazione si fonderà su

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due o tre testimoni (Dt 19, 15; 2 Cor 13, 1). Ecco infatti il Verbo di Dio nasce secondo la testimonianza della Trinità. Certamente nel grembo della santa Maria, quando scende lo Spirito Santo, quando l'Altissimo stende la sua ombra, quando Cristo è generato, è contenuta la professione di fede. Era conveniente, infatti, che la Madre, che avrebbe partorito la salvezza per le genti, prima confermasse nelle sue viscere il mistero della Trinità, e noi comprendiamo che il mistero della fede era stato confermato prima della nascita del Salvatore. Massimo di Torino, Sermoni 61b, 2-3

Gesù è Figlio di Dio e figlio dell'uomo Bisogna rilevare attentamente il senso di queste parole e tanto più custodirlo nell'intimo del nostro cuore, quanto più appare manifesto che in queste parole si assomma tutto il mistero della nostra redenzione. Infatti queste parole in modo evidente dichi~rano che il Signore Gesù, cioè il nostro Salvatore, è veramente Figlio di" Dio quanto al Padre e figlio dell'uomo quanto alla madre. Ecco - disse l'angelo - concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio. Apprendi così che egli, in quanto vero uomo, ha assunto dalla carne della Vergine la vera sostanza della carne. Egli" sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo. Professa che questi è anche Dio vero da Dio vero e Figlio sempre eterno con il Padre. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 3

Gesù salverà- il suo popolo dal peccato Le parole nel sesto mese sono riferite alla gravidanza di Elisabetta. [}angelo fu mandato a una vergine e le disse: Ecco, nel-

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Luca

la tua verginità concepirai nel tuo grembo e darai alla luce un figlio e glt' darai nome Gesù. Stava parlando di colui che stava per apparire nel corpo. Non le ha detto che quello è il nome di Gesù, ma tu gli da- · rai nome. Questo significa che quel nome riguarda leconomia della salvezza che passa attraverso il corpo, poiché Gesù in ebraico significa "salvatore». L'angelo ha detto: Tu gli darai nome Gesù, cioè salvatore, perché egli salverà il suo popolo dai peccati; questo nome quindi si riferisce non alla sua natura, ma alle sue azioni. · Efrem Siro, Commento al Diatessaron 25

Il concepimento di Gesù da parte di Maria annuncia la nuova creazione del mondo Il capo dell'esercito angelico fu inviato da Dio altissimo alla Vergine pura per annunciare la buona novella di uno strano, segreto miracolo: Dio sarebbe nato come uomo, un bambino da lei, senza seme, dando nuova forma all'intera umanità! Proclama, popolo, la buona novella della nuova creazione del mondo! Exaposteilarion dell'annunciazione

Maria concepisce il creatore di tutte le cose Gabriele è sceso dalla volta del cielo ed è giunto a Nazaret; in piedi di fronte alla Vergine Maria le ha detto: «RallegraM ti! Tu concepirai un figlio che è prima di Adamo, il.Creatore di tutte le cose, il Salvatore di coloro che si rivolgono a te. Rallegrati, vergine pura!». Gabriele portò dal cielo un lieto·annuncio per la Vergine e le disse: .. I:angelo: «Ti vedo come una lampada a molte luci, una camera nuziale fatta da Dio! Vergine senza macchia, come un'arca d'oro, ricevi ora colui che ha dato la Legge, colui che attraverso di te si è compiaciuto di liberare la natura corrotta dell'umanità». Teofan e, . Canone del!'annunciazione

Lo Spirito Santo compie cose superiori alla natura E attraverso l'invocazione la potenza sopravveniente dello Spirito Santo diventa pioggia per questa nuova coltivazione. Infatti come, quante cose Dio fece, le fece tutte con l'operazione dello Spirito, così anche ora l'operazione dello Spirito compie le cose superiori alla natura, le quali non possono essere comprese se non dalla fede. Come mi avverrà questo? - disse la santa Vergine - Non conosco uomo. Le- rispose larcangelo Gabriele: Lo Spirito Santo verrà su di te,.ti adombrerà la· potenza dell'Altissimo. Ma anche ora tu chiedi: «Com-e il pane diventa corpo di Cristo e il vino e l'acqua sangue di Cristo?». E allora anche io ti dico: «Lo Spirito Santo sopravviene, e fa queste cose superiori alla parola e al pensiero». Giovanni Damasceno, La fede ortodossa 4, 13

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Luca

Il segno dato a Maria e la sua risposta di fede

La risposta di Maria

.. Ja beata ~adre di Dio. che discendeva da tribù regale era stretta da parentela con la tribù sacerdotale, il che ben si adat. ta ai misteri divini. Era necessario infatti che, venendo nel mondo, il mediatore fra Dio e gli uomini traesse origine carnale da entrambe le tribù, certo perché egli, divenuto uomo, avrebbe avuto ambedue le funzioni, sia di sacerdote sia di re.

Conserva grande costanza ed umiltà colei che, scelta come madre, si dice ancella del suo creatore. È detta beata fra le donne dall'annunzio dell'angelo, ancora sco-· nosciuta agli altri uomini le vengono rive. · lati i misteri della nostra redenzione, e tuttavia non si esalta per la .singolarità di un merito tanto eccezionale, ma memore in tutto della sua condizione e della preferenza divina, si unisce con umiltà al consorzio delle ancelle di Cristo e al servizio di Cristo accetta devotamente ciò che le è comandato.

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 3

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 3

Gesù viene da una tribù sacerdotale e da una tribù regale

LA VISITAZIONE

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi: il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (1, 39-45) .

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Maria visita Elisabetta perché il bambino nel suo grembo possa benedire Giovanni e fare di lui il precursore (Origene). L'umiltà di Maria la conduce nel territorio montuoso della Giudea per congratularsi con Elisabetta per il miracoloso concepimento di Giovanni e per servire la sua anziana cugina negli ultimi mesi della sua gravidanza (Beda). Giovanni sussulta nel grembo come miracoloso segno di fede (Agostino). Ancora nel grembo, Giovanni percepisce l'avvento del Cristo e profetizza come precursore del Messia (Massimo di Torino). La presenza nella carne del Messia, l'autore della creazione, in primo luogo fa sl che il grembo di Elisabetta sia vivificato e poi, attraverso il frutto del grembo di Maria, tutta la · creazione è vivificata (Efrem Siro). La presenza incarnata del Messia fa sorgere da Elisabetta una risposta piena di venerazione in uno stile liturgico simile a quello dei salmi. La sua voce forte è segno della sua devozione (Beda). L'anziana Elisabetta esclama che Gesù è il Cristo di Dio (Prudenzio) . Elisabetta, piena di Spirito Santo, proclama la benedizione di Maria a causa del frutto del suo grembo (Origene). La domanda di Elisabetta a Maria riguardo alla madre del suo Signore che viene a lei mostra l'umiltà di Elisabetta (Beda). La fede di Maria nella promessa di Dio porta la Chiesa a magnificare il Signore, poiché ora essa risponde a Cristo, il frutto di tutti i fedeli (Ambrogio) .

1, 39-40

Maria si mette in viaggio per salutare Elisabetta

Maria visita Elisabetta perché Gesù possa benedire Giovanni Gli uomini migliori vanno dagli inferiori per dar loro qualche vantaggio dalle

loro visite. Dunque il Salvatore andò da Giovanni per santificare il battesimo di Giovanni [ ... ] . Gesù> infatti> che era nel suo grembo, si affrettava a santificare Giovanni, che era ancora nel grembo di sua madre. Prima che Maria giungesse e salutasse Elisabetta> il bambino non aveva sussultato nel suo grembo> ma µon appe-

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Luca

na Maria ebbe pronunciato la parola che il Figlio di Dio, nel grembo di sua madre, le aveva suggerito, Giovanni esultò di giqia. In quel momento Gesù rese per la prima·volta il suo precursore un profeta. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 7, 1

L'umiltà di Maria Come poi abbiamo appreso dalla lettura di oggi, la stessa umiltà che aveva mostrato all'angelo la mostrò anche agli uomini e - ciò che è anche di maggiore significato - anche a chi le era inferiore. Chi non sa che una vergine consacrata a Dio ha maggiore dignità di una donria sposata? Chi dubita che la madre del re eterno sia da anteporre alla ·madre di un suo soldato? Tuttavia essa, memore della Scrittura che prescrive: Quanto più sei grande tanto più sii' umile in tutto (cf. Sir 3, 20}, appena l'angelo che le aveva parlato tornò in cielo, si alza e si avvia per luoghi impervi e, portando Dio nel seno, si dirige verso le abitazioni dei servi di Dio e chiede di parlare con loro. A ragione dopo la visita dell'angelo si diresse verso la montagna lei che, gustata la dolcezza: della vita celeste, si diresse ai fastigi delle virtù coi passi dell'umiltà. Beda, Omelt'e sul Vangelo l, 4

1, 41

Il piccolo Giovanni esulta nel grembo di Elisabetta

L'esultare di Giovanni è un miracoloso segno di fede Ora noi osserviamo non solo nei. bambini, ma anche negli animali, dei sussulti senz' essere provocati da sentimenti di fede o di religione o da qualunque al-; tra causa razionale. Il sussulto di cui parliamo fu invece del tutto insolito e singo-

·lare, poiché si verificò nel grembo della madre e all'arrivo di colei che stava per dare alla luce il Salvatore degli uomini. Quel sussulto è quindi straordinario ed è da reputarsi un gran prodigio. Ecco per.ché tale sussulto e il saluto, reso a colei che Elisabetta pensava essere madre del Signore, si compì - come sogliono compiersi i miracoli in un bambino - per potenza divina, non fu compiuto da un bambino in maniera umana. Agostino, Le Lettere 187, 23

Giovanni profetizza dal grembo di sua madre Non so che cosa dobbiamo in special modo celebrare nelle lodi del santo e beatissimo Giovanni Battista di cui oggi festeggiamo il giorno natalizio: se il fatto che egli è nato prodigiosamente, oppure che è stato ucciso in maniera ancor più prodigiosa. Infatti egli nacque in funzione di profeta, fu ucciso per affermare la verità; con la sua nascita annunziò la venuta del Salvatore, con la sua morte condannò l'incesto di Erode[ ... ]. Anche questo fatto sembra che non si debba assolutamente tacere nelle lodi di Giovanni, che cioè, non ancora nato, già profetizza; e, ancora nel grembo materno, poiché non poteva con la voce, annuncia con la sua esultanza la venuta di Cristo. Dice infatti Elisabetta alla santa Maria: Non appena si è udita la voce del tuo saluto, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. Esulta dunque Giovanni prima di nascere; e prima di riconoscere con gli occhi l'aspetto del mondo, già in spirito riconosce il Signore del mondo. A questo proposito penso si accordi l'affermazione profetica che dice: 'frima che io ti formassi nel grembo, ti ho conosciuto; e prima che tu uscissi alla luce, ti ho santificato (Ger 1, 5). Perciò

La visitazione (1, 39-45)

non dobbiamo meravigliarci che, gettato in carcere da Erode (cf. Mt 14, 3 ), pur in catene abbia sempre fatto conoscere Cristo ai suoi discepoli, dal momento che, anche rinchiuso nel grembo, proclamò il medesimo Signore .con i suoi movimenti. Massimo di Torino, Sermoni 5, l; 4

Il grembo di Elisabetta è vivificato Giovanni sussultò di gioia per annunciare la sua futura predicazione. Il figlio della sterile esultò davanti al figlio della vergine. Egli cercò la lingua di sua madre e volle pronunciare una profezia riguardo al Signore. Per di più a Maria era stato tenuto nascosto per sei mesi che Elisabetta aveva concepito, finché le membra del bambino fossero state sufficientemente form·a te per esultare di fronte al Signore con il suo sussulto e divenire un testimone per Maria con la sua esultanza. Inoltre, l'esultare nel grembo di sua madre non era una sua iniziativa, e non a causa dei suoi cinque mesi, ma era perché i doni divini potessero mostrarsi nel grembo sterile che ora lo stava portando. Fu anche perché l'altro grembo, quello della Vergine, conoscesse il grande donò fatto a Elisabetta e perché le due terre credessero nei semi che avevano ricevuto tramite la parola di Gabriele, coltivatore di entrambi i campi. Poiché Giovanni non poteva gridare nella sua esultanza e rendere testimonianza al suo Signore, sua madre cominciò a dire: Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è d frutto del tuo grembo. Il nostro Signore preparò il suo araldo in un grembo morto, per mostrare che egli veniva dopo un Adamo morto. Egli vivificò prima il grembo di Elisabetta e poi vivificò la terra di Adamo tramite il suo corpo. Efrem Siro, Commento al Diatessaron l, 3 O

1, 42

51

La ri:,posta liturgica di Elisabetta

Le parole di devozione di Elisabetta Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce. A gran voce, certo, poiché conobbe il grande dono di Dio, a gran voce perché sentiva che era presente là anche corporalmente colui che sapeva essere presente ovunque. Bisogna qui intendere a gran voce non nel senso di clamore ma di devozione. Non· poteva lodare il Signore con la devozione di una voce bassa colei che ardeva di amore piena di Spirito Santo, che portava nel seno colui del quale, fra i nati di donna, nessuno sarebbe stato più grande (cf. Le 7, 28), che gioiva della venuta di colui che, concepito da madre vergine, era e sarebbe stato chiamato Figlio del1'Altissimo. Be da, Omelie sul Vangelo l , 4

Elisabetta annuncia Cristo come Dio Credi a quel che dice l'angelo inviato dal trono del Padre o se la voce chiara venuta dal cielo il tuo orecchio ottuso non la capisce, quello che la vecchia, incinta ad opera del marito, esclama, ascoltalo infine, con fede e spirito sano. O fede meravigliosa! Il bambino contenuto nel grembo senile saluta, attraverso la bocca di sua madre, il Signore figlio della Vergine, per primo, e il bambino annuncia il bambino non ancora nato e già nostro; infatti il piccolo non era ancora capace di vagire e faceva aprire una bocca che annunciasse Cristo Dio. Prudenzio, La dottrina dz' Dio 585-593

Luca

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La presenza dello .Spirito Santo in Giovanni, Elisabetta e Maria . Non c'è dubbio che Elisabetta, che allora fu piena di Spirito Santo, lo fu a causa del figlio. La madre non ebbe prima lo Spirito Santo, ma quando Giovanni, ~cora chiusò nel suo grembo, ricevette lo Spirito Santo, allora anche lei, dopo che suo figlio fu santificato, fu riempita dallo Spirito Santo. Sarai in grado di crederlo se impari qualcosa di simile riguardo al Salvatore. Da alcuni manoscritti risulta che si dice che la beata Maria abbia profetizzato; non ignoriamo che, come abbiamo trovato in molti · manoscritti, Elisabetta pronunci queste parole profetizzando. Anche Maria era piena di Spirito Santo quando cominciò a portare nel suo grembo il Salvatore. Non appena ricevette lo Spirito Santo, che era il creatore del corpo del Signore, e il Figlio di Dio cominciò ad essere nel suo grembo, anch'ella fu piena di Spirito Santo. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 7, 3

Il frutto del grembo di Maria Benedetto il frutto di quel seno, grazie al quale abbiamo riacquistato il seme della incorruttibilità e dell'eredità celeste, che avevamo perso in Adamo. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

1, 43.45

La meraviglia di Elisabetta al saluto di Maria

L'umiltà di Elisabetta · Come mai mi è concesso che la madre del mio Signore venga da me? Quan-

ta umiltà nell' anima della profetessa, quanto vere furono le parole del Signore: Su chi si posa il mio sguardo) se non su chi è umile) tranquillo e teme le mie parole? (Is 66, 2). Appena la vide, riconobbe che era la madre del Signore colei che era venuta presso di lei, ma non riconoscendo in sé alcun merito per essere degna di ricevere la visita di una ospite tanto importante, come mai, disse, mi è concesso che la madre del mio Signore venga da me?, perché lo stesso Spirito che le aveva dato il dono della profezia le aveva parimenti concesso il dono dell'umiltà. Piena di spirito profetico, comprese che era venuta da lei la madre del Salvatore, ma ben avveduta per spirito di umiltà, ritenne di non essere degna di quella venuta. . Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

Cristo è il frutto dei.fedeli Vedi bene che Maria non aveva dubitato, bensì creduto, e perciò aveva conseguito il frutto della sua fede. Beata tu che hai creduto. Ma beati anche voi, che avete udito e avete creduto: infatti, ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio, e ne comprende le operazioni. Sia in ciascuno lanima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio, purché, serbandosi senza macchia e libera dal peccato, custodisca con intemerato pudore la castità. Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 26

IL MAGNIFICAT

Allora Maria disse: «I;anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. · Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili~· ha ricolmato di beni gli a/famat~ ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua mt"sericordia, .come aveva promesso ai nostri padr~ àd Abramo e alla sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi: poi tornò a casa sua (1, 46-56). La visitazione segna. l'incontro fisico delle madri di queste due figure della salvezza finale (Origene), ma il Magnificat indica il significato teologico di questo incontro, poiché Maria riassume il suo posto nella storia della salvezza, proclamando il nuovo regno (Efrem Siro). Maria non aggiunge niente a Dio con il suo cantico, ma, tramite il Magnificat, Cristo è magnificato in noi attraverso la nostra immagine di lui nella nostra anima (Origene). Maria è presa dal desiderio di cantare un inno di lode, perché crede che queste cose accàdranno nonostante la modestia della sua condizione, poiché ha guardato l'umiltà della sua serva (Beda). Nelle Scritture l'umiltà è una delle virtù (Origene). La bassa condizione o il grande rivolgimento sono accentuati dal tema della misericordia di generazione in generazione per quelli che temono il Santo (Origene), perché egli non discrimina le persone. Ci sono due descrizioni generali di come la sua misericordia è stata mostrata a Israele: il braccio potente cU Dio disperde i superbi e gli '

54

Luca

arroganti (Beda), chi.aro riferimento ali' esodo degli Israeliti dall'Egitto e agli scribi e ai farisei dei giorni di Gesù (Cirillo di Alessandria). I potenti di Dio ricevono la loro forza da lui e la lòro umiltà è una grazia che è stata loro donata (Beda). Gesù dà un meraviglioso esempio del ricco e dell'affamato, del superbo e dell'umile nella parabola del fariseo e del pubblicano (Agostino). Chiamando Israele servo, Maria ricorda il significato del nome "Israele", cioè "uomo che vede Dio" (Beda). Dio viene come servo sofferente per soccorrere il suo servo Israele, ricordando le sue promesse di essere misericordioso per la sua creazione donando alla discendenza di Abramo un Salvatore (Cirillo di Alessandria). La discendenza di Abramo ora riposa nel grembo di Maria, il compimento dell'Alleanza promesso da Dio, e, tramite il figlio di Maria, Dio darà alla luce la Chiesa, l'eterna discendenza di Abramo (Beda).

1, 46-49

J; inno

di lode di Maria

La salvezza comincia con le donne

.

Elisabetta profetizza prima di Giovanni; prima della nascita del Signore e Salvatore, Maria profetizza. E come. il peccato cominciò da una donna e poi si estese all'uomo, cosl la salvezza ebbe il suo primo inizio da donne, perché le altre potessero _mettere da parte la debolezza del loro sesso e imitare il più possibile la vita e la condotta di queste sante donne che ora il Vangelo descrive. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca-8, 1

Maria predica il nuovo ·regno Maria rivelò a Elisabetta quello che l'angelo le aveva detto in segreto e che l'aveva chiamata benedetta perché aveva creduto nella realizzazione della profezia e nell'msegnamento che aveva· udito. Allora Maria dolcemente espresse il frutto di quello che aveva udito dall'angelo e da Elisabetta: La mia anima benedice il Signore. Elisabetta aveva detto: Benedetta -colei che ha creduto; e Maria aveva risposto: D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Fu allora che Maria cominciò a predicare il nuovo regno. Tornò a casa dopo tre mesi, così che il Signore che stava portando non cominciasse il

servizio prima del suo servo. Tornò da suo marito per chiarire la situazione, perché, se fosse stata incinta per opera di un uomo, sarebbe stato appropriato per lei fuggire, piuttosto, da suo marito. · Efrem Siro, Commento al Diatessaron 1, 28

Il Signore è magnificato nella nostra immagine di lui · Consideriamo la profezia della Vergine. Dice: I}anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore; due soggetti, anima e spirito, compiono una doppia lode. L'anima onora il Signore, lo spirito Dio, non perché la lode del Signòre differisca dalla lode di Dio, ma perché colui che Dio è anche Signore e colui che è Signore è anche Dio. Ci chiediamo come un'anima possa magnificare il Signore. Se infatti il Signore non può avere né perdita né accrescimento ed è quello che è, in che modo ora Maria può dire: I}anima mia magnifica il Signore? [. . .] La mia anima non è direttamente immagine di Dio, ma è stata creata come immagine di un'Immagine che già esisteva. [. .. ] Ciascuno di noi dà forma alla sua anima a immagine di Cristo e la rende un'immagine più o meno grande di lui, squallida e sporca o pulita e luminosa, e

e

Il Magnificat (1, 46-56)

corrisponde alla forma dell'originale. Poi, quando io rendo l'immagine dell'Immagine, cioè la mia anima, grande e la magnifico con l'opera, il pensiero e la parola, allora il Signore stesso è magnificato nella nostra immagine di lui, così come, se siamo peccatori, diminuisce e decresce. Ma certo il Signore non è diminuito e non decresce, ma noi rivestiamo altre immagini in noi invece di quella del Salvatore. Invece di essere l'immagine del Verbo o della sapienza, giustizia e delle altre virtù, assumiamo la forma del diavolo. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 1-3

Dio ha fatto grandi cose per gli umili D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Se prendo tutte le generazioni alla lettèra, lo applico ai credenti. Ma se cerco qualcosa di più profondo, noterò quanto giova unirè a queste le parole: Perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente: poiché chi si umilia sarà esaltato, Dio ha guardato alt'umiltà della beata Maria e per questo l'Onnipotente ha fatto grandi cose in lei e santo è il suo nome. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 6

1,50.53

Maria proclama la sua umiltà e la santità di Dio Dimostra di essere stata, a suo giudizio, umile ancella di Cristo, ma quanto alla grazia celeste afferma di essere stata d'improvviso i~nalzata e glorificata, al punto che la sua singolare beatitudine è a ragione esaltata dalla voce di tutte le generazioni. Aggiunge anche i doni della pietà divi.ria che ha ricevuto in modo meraviglioso, lodandoli con degno rendimento di grazie[ ... ]. Non attribuisce niente ai suoi metiti, ma riporta tutta la sua grandezza al dono di colui che, potente e grande per natura, rende i suoi fedeli, da piccoli e deboli, grandi e forti. Giustamente aggiunge: e santo è il suo nome per ammonire gli ascoltatori, anzi per istruire tutti coloro ai quali sarebbero giunte le sue parole, ad accorrere alla fede e all'invocazione del suo nome, per poter essere partecipi della santità eterna e della vera salvezza, secondo le parole del profeta: Chiunque in-

vocherà il nome del Signore sarà salvo (Gl 3, 5; Rm 10, 13): è lo. stesso nome di cui dice sopra: e il mio spirito gioisce in Dio

mio Salvatore.

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

55

I:azione potente della misericordia di Dio

Misericordia per tutti i credenti che temono Dio La sua misericordia di generazione in generazione. La misericordia di Dio non è per una sola generazione, non per due o per tre, e neppure per cinque, ma si estende in eterno. Per coloro che lo temono ha mostrato la potenza del suo braccio. Puoi avvicinarti al Signore anche se debole, se lo temi potrai sentire la promessa che il Signore ti fa per il timore che hai di lui [. .. ]. Così, se temi il Signore, egli ti dà il coraggio o l'autorità, ti dà il regno perché tu possa essere sottomesso al re dei re e possedere il regno dei cieli in Cristo Gesù, a cui sia potenza e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 8, 6-7

La misericordia di Dio non discrimina le persone Con generazione indica l'uno e l'altro popolo, i giudei e i pagani, ovvero i popoli di tutto il mondo, che prevedeva

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Luca

avrebbero creduto in Cristo, perché, come dice Pietro, Dio non ha preferenze di

persone, ma gli è accetto colui che lo teme e osserva la giustizia, di qualunque nazione egli sia (At 10, 34-35). Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

La potenza cli Dio distrugge l'orgoglio umano Disperse dunque i superbi nel pen. siero del loro cuore perché il principio di ogni peccato è la superbia (Sfr 10, 13), per cui il Signore scacciò il genere umano . dalla stabile .d imora della patria celeste e lo disperse in lungo e in largo nella peregrinazione di questo esilio; ma ha riservato di punire in futuro con più grave dispersione quanti si ostinano a perdurare nel peccato.

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

Maria prevede lorgoglio degli scribi e dei fari sei Il braccio allegoricamente significa il Verbo che è nato da lei. Con I'orgoglio Maria indica i demoni malvagi che caddero per l'orgoglio insieme al loro principe; i saggi greci che rifiutarono di accogliere la follia, come sembrava loro, di quello che era predicato; e i Giudei che non avrebbero creduto .e furono dispersi per le loro indegne invenzioni sul Verbo di Dio. Con la potenza ella indica gli scribi e i farisei che cercarono i posti d'onore. È più vicino al senso, comunque, riferirlo ai demoni malvagi. Quando apertamente reclamavano la signoria sul mondo, il Verbo con la sua venuta li ha dispersi e ha trasferito sotto il suo dominio coloro che quelli avevano fatto prigionieri. · Cirillo di Alessandria Commento a Luca (PG 72, 477)

I potenti del Signore sono gli umili Chiama potenti quelli che prima ha detto superbi. Sono chiamati superbi perché si inorgogliscono oltre misura della loro condizione, sono chiamati potenti non perché siano veramente potenti, ma perché, confidando nelle loro forze, fanno a meno di chiedere I' aiuto del loro Creatore. Sono invece veramente potenti quelli che hanno imparato a dire con I'apostolo: Possiamo tutto in colui che ci dà forza, Gesù Cristo (Fil 4, 13 ), e di loro è scritto: Dio non respinge i potenti perché egli stesso è potente (Gb 36, 5). 'Perciò ha

rovesciato i potenti dai loro troni e ha esaltato gli umili, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia .sarà esaltato (Le 14, 11). Ma possiamo intendere anche che quelli che per la loro superbia sono stati abbattuti dal Signore, talvolta, per. la sua misericordia, possono tornare nuovamente alla grazia dell'umiltà e così, in vir-. · tù di una devota umiltà, innalzarsi alla gloria.

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

I ricchi e gli affamati- il pubblicano e il fariseo Chi sono gli affamati? Gli umili, i bisognosi. Chi sono i ricchi? I superbi e i vanagloriosi. Non vi mando lontano: mi limito a indicarvi, in uno stesso tempio, un uomo ricco, di quelli che si rimandano a mani vuote, e uh uomo povero, di quelli che sono ricolmati di beni. Due uomini

salirono al tempio a pregare, uno era fariseo e l'altro pubblicano (Le 18, 10). Il fariseo diceva .. . Che diceva? Osserva il ricco che mette fuori quanto non ha digerito, che smaltis.c e la sbornia, ma di superbia, non di giustizia: O Dio, dice, tz' ringrazio

perché non sono come gli altri uomin~ la· dr~ ingiusti: adulteri, come questo pubblicano. Digiuno due volte la settt'mana, pago

Il Magnificat (1, 46-56)

le decime di tutto ciò che possiedo (Le 18, 11-12). Fatti avanti, fatti avanti, o povero, o pubblicano affamato: anzi, resta là, dove sei. Infatti, il pubblicano si teneva a distanza (Le 18, 13 ). Ma il Signore si avvicina all'umile. Né osava alzare gli occhi al cielo. Dove non alzava gli occhi, là aveva il cuore. Agostino, Discorsi 290, VI, 6

t,54

Misericordia e aiuto_per Israele

Misericordia per Israele, ''uomo che vede Dio" Israele significa "uomo che vede Dio". Con questo nome vengono indicati tutti coloro che sono stati redenti, per i quali, perché potessero vedere Dio, Dio stesso apparve tra gli uomini come uomo visibile. Ha accolto Israele come il medico accoglie il malato da curare, come il re accoglie il popolo da difendere dall'incursione dei nemici, per renderlo poi libero, dopo aver vinto il nemico, e concedergli di regnare con lui. in eterno. E bene ha aggiunto suo seriJo,.a significare l'umiltà e l'obbedienza, perché solo attraverso. queste virtù si può raggiungere la reden. z1one. · · · Beda, \

Omelie sul Vangelo l, 4

1, 55-56

La discendenza eterna di Abramo

Dio adempie la sua promessa a Israele ~ ad Abramo Egli si è preso cura di Israele, non dell'Israele secondo la carne, che si vanta di un vuoto nome, ma di quello che è tale secondo lo Spirito, in accordo con il vero significato del nome. Quest'ultimo comprende coloro che guardano a Dio,

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credono in lui e ottengono tramite il Figlio l'adozione a figli, secondo la parola che fu pronunciata e la promessa fatta ai profeti e ai patriarchi del passato. Ha · avuto, comunque, anche una vera applicazione all'Israele secondo la carne, perché diecimila e anche più migliaia di loro credettero. Ma ha ricordato la sua misericordia come aveva promesso ad Abramo e ha compiuto quello che gli aveva detto, che nella sua discendenza sarebbero state benedette tutte le tribù della terra. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 480-481)

La Chiesa è la discendenza eterna di Abramo Chiama stirpe di Abramo non solo quegli eletti che sono stati generati corporalmente dalla stirpe di Abramo ma anche noi che, venuti a Cristo dalle genti pagane, dalla comunanza di fede siamo uniti a quei padri dai quali siamo tanto lontani per l'origine della stirpe carnale. Anche noi infatti siamo seme e figli di Abramo quando rinasciamo per il sacrificio del nostro Redentore, che assunse la carne della stirpe di Abramo. Siamo figli di Abramo quando col massimo impegno cerchiamo di vedere colui il cui giorno Abramo esultò di poter vedere, lo vide e ne giol (cf. Gv 8, 56). Per questo dice l'apostolo: Se voi siete di Cristo, siete pro-

genie dt' Abramo, eredi secondo la promessa (Gal 3, 49). Conclude bene aggiungendo net' secoli, perché l'eredità celeste, che qui viene promessa, sarà senza fine: fino alla fine di questo mondo non mancheranno quelli che, credendo in Cristo, diventeranno seme di Abramo, e la gloria della futura beatitudine sarà in eterno per tale seme. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 4

LA NASCITA E LA CIRCONCISIONE DI GIOVANNI

Per Ellsabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordt'a, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: .«Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui (1, 57-66). Che egli sia l'ultimo profeta dell'Antico Testamento che prepara al Messia è illustrato dal parallelo fra Giovanni e Gesù, uno dei temi della narrazione dell'infanzia di Luca (Efrem Siro). Giovanni è nato da seme umano, Gesù è nato da una vergine, senza seme (Sinassi di Giovanni Battista). La circoncisione all'ottavo giorno prefigura la liberazione dalla morte di tutta la creazione nel giorno della risurrezione di Gesù. Il figlio di Zaccaria e di Elisabetta riceve il nome di Giovanni perché esso significa "grazia di Dio" (Beda). La nascita miracolosa di Giovanni grazie allo Spirito che rianima un grembo sterile anticipa la sua predicazione di penitenza che con la luce di Cristo risveglia un mondo morto (Sinassi di Giovanni Battista). Quello che l'angelo ha legato, ora il bambino e il potere del suo nome lo sciolgono, così che il sacerdote possa profetizzare sul ruolo di Giovanni nella storia della salvezza (Massimo di Torino). Questo straordinario rovesciamento delle aspettative della gente riguardo al suo nome sfocia in timore di fronte allo straordinario miracolo della nascita di Giovanni, che avrebbe portato da lui [Gesù] persone da ogni parte, che si pentivano per prepararsi a ricevere i misteri dei sacramenti divini (Beda).

La. nascita e la circoncisione di Giovanni (t 57-66)

1, 57-58

Elisabetta dà alla luce suo figlio

Parallelo fra Giovanni e Gesù L'anziana Elisabetta ha dato alla luce l'ultimo dei profeti e Maria, una fanciulla, il Signore degli angeli. La figlia di Aronne ha dato alla luce la voce nel deserto (cf. Is 63 , 9), ma la figlia.di Davide il potente Dio della terra. La sterile ha dato alla luce colui che rimette i peccati, ma la Vergine colui che li toglie dal mondo (cf. Gv 1, 29). Elisabetta ha partorito colui che ha riconciliato il popolo tramite il pentimento, ma Maria ha partorito colui che ha purificato le terre da ogni macchia. Il più anziano ha acceso una lampada nella casa di Giacobbe, suo padre, perché Giovanni era questa lampada (cf. Gv 5, 35), mentre il più giovane ha acceso il Sole di Giustizia per tutte le nazioni (cf. Gl 4, 2). L'angelo ha portato l'annuncio a Zaccaria, così che il decapitato proclamasse il crocifisso e l'odiato proclamasse l'invidi~to. Colui che stava per battezzare con acqua avrebbe proclamato colui che doveva battezzare con il fuoco e con lo Spirito Santo (cf. Mt 3, 11). La luce, che non era oscura, avrebbe proclamato il Sole di· Giustizia. Colui che · era stato riempito dallo Spirito avrebbe proclamato colui che dona lo Spirito. Il sacerdote che chiama con la tromba avrebbe proclamato colui che verrà alla fine al suono della tromba. La voce·avrebbe proclamato il Verbo e colui che vide la colomba avrebbe proclamato colui sul quale la colomba si posò, .come il lampo prima del tuono. Efrem Siro, Commento al Diatessaron 1, 31

Giovanni precursore di Cristo Pieni di gioia ti onoriamo, o beatissimo Giovanni, che sei apparso sulla terra uguale agli angeli nel tuo modo di vivere

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non comune, alto al di sopra di tutta l'umanità [ ... ]. A te fu rivelato, o profeta, il mistero dell'unica essenza della divinità in tre . Persone consustanziali, perché attraverso la voce del Padre e la venuta dello Spirito hai conosciuto colui che fu battezzato per essere l'eterno Verho di Dio. Figlio di una madre sterile, venerabile Giovanni, sei stato l'aurora spirituale che annuncia il sole che· splendette dalla vergine, e hai proclamato l' agnello che nel suo amore per l'umanità toglie il peccato del mondo.

Sinassi di Giovanni Battista 1, 59~63

La circoncisione e il conferimento del nome di Giovanni

La circoncisione all'ottavo giorno come immagine della risurrezione A ragione la circoncisione di Giovanni anticipa simbolicamente la risurre~ zione del Signore, poiché anch'essa avvenne nell'ottavo giorno, cioè il giorno dopo il sabato, e come quella liberava dalla colpa meritevole di morte eterna, così questa ha manifestato la perfetta novità della vita immortale che, come si è realizzata nel nostro Creatore, così speriamo che si realizzi in noi.

Beda, Omelie sul Vangelo 2, 20

Il nome di Giovanni significa "grazia di Dio" Giovanni significa "grazia di Dio" o "in cui vi è la grazia". Questo nome indica tutta la grazia dell' economia del Vangelo, che quello avrebbe annunciato, e specialmente il Signore, grazie al quale fu donata al mondo questa grazia. Quelli poi che ritenevano che il fanciullo che era nato dovesse essere chiamato

60

Luca

Zaccaria, dal nome del padre, piuttosto che Giovanni, indicano quelli che, quando il Signore annunciò doni della nuova grazia, volevano che quello piuttosto predicasse i consueti precetti del vecchio sacerdozio. [ ... ] Il fatto poi che, quando fu manifestato e confermato il nome di Giovanni, si aprì la bocca di Zaccaria ed egli parlava benedicendo Dio, dimostra che, quando si manifestò la grazia del Nuovo Testamento per opera degli apostoli, molti dei sacerdoti prestarono ascolto alla fede, e posto fine al silenzio nocivo si dedicarono devotamente a professare, lodare e predicare i doni del loro Redentore. Beda,

Omelie sul Vangelo 2, 20

La nascita di Giovanni anticipa l' avvento di Cristo · O precursore di Cristo! [. .. ] O Battista ispirato da Dio! Noi glorifichiamo Cristo che davanti a te ha chinato la·testa nel Giordano e ha santificato la natura dell'umanità mortale [. .. ] . O saggio Giovanni precursore, hai guardato giù dalla riva del fiume la gloria del Verbo del Padre, il Figlio, quando stette nell'acqua; e hai visto scendere lo Spirito come una colomba, purificando e illuminando i confini della terra. A te fu rivelato il mistero della Trinità e a te cantiamo, onorando la tua divina celebrazione. O Battista e precursore, rafforzato dalla divina grazia di Cristo ci hai mostrato lagnello che toglie i peccati del mondo (Gv 1, 29) e con gioia in quel giorno gli hai portato due .discepoli (cf. Gv 1, 3542). Pregalo che quella pace e quella grande misericordia siano donate alle nostre anime.

Sinassi di Giovanni Battista

i . 64-66

La lingua di Zaccaria si scioglie

Giovanni ha restituito la voce a suo padre Appena nato il figlio Giovanni, poiché i parenti stavano discutendo con quale nome chiamarlo, vengono presentate al padre delle tavolette, perché ne scrivesse egli stesso il nome a suo piadmento e indicasse per iscritto ciò che non poteva con la voce. Allora in modo mirabile, prese le tavolette per inciderle ·· con lo stilo, sciolse la lingua e con la vo- · ce prevenne lo scritto e non attestò il nome di Giovanni, ma lo pronunciò. Vedete dunque il merito del santo battezzatore: restituì la voce al padre, ridiede leloquenza al sacerdote! Ne vedete, ripeto, il merito: Giovanni sciolse la bocca che l'angelo aveva legato; quella · che Gabriele aveva ostruito il bimbo dischiuse [ ... ] quando .Giovanni nasce il padre diventa a un tratto profeta e pontefice, la parola riacquista l'uso, l'affetto accoglie la prole, la funzione riconosce il sacerdote. Massimo di Torino, Sermoni 6, 1

Un salutare timore prende la gente Nel giorno della circoncisione quando ricevette il nome di Giovanni

tutti i loro vicini furono presi da timore e nelle montagne della Giudea si parlava di questi avvenimenti. Così al tempo della risurrezione del Signore, quando discese lo Spirito e la gloria del suo nome fu manifestata dagli apostoli al mondo, subito un salutare timore colpì i cuori non solo dei giudei che erano vicini a lui sia quanto al luogo sia quanto alla conoscenza della Legge, ma anche delle genti straniere fino ai confini della terra. E la fama

La nascita e la circoncisione di Giovanni· (1, 57-66)

della sua potenza ha oltrepassato non soltanto le montagne della Giudea, ma anche la sommità di tutti i regni del mondo e della sapienza terrena, così che dovunque in tanti, abbandonato il modo

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di vita precedente, si affollano a ricevere i sacramenti della sua fede. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 20

IL BENEDICTUS

Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, eprofetò dicendo: «Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemlc~ e dalle mani di quanti Ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici: di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto) per tutti i nostri giorni.. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza. della salvezza nella remissione dei suoi peccat; grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, . per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nel!'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace». _Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua mani/estazione a Israele (1, 67-80). Non solo Zaccaria viene perdonato per la sua incredulità, riacquistando la parola, ma gli viene concesso anche il dono della profezia, a testimonianza della misericordia divina. Ora lo Spirito Santo riempie Zaccaria così che la sua profezia spezzi nove mesi di silenzio, quando parla delle orecchie aperte di Giovanni nel giorno della sua circoncisione (Ambrogio). Zaccaria riconosce all'inizio del suo cantico l'incarnazione e l'annichilimento del Cristo al quale Giovanni preparerà (Beda). Il simbolo del corno nella casa di Davide indica potere e regalità

Il Benedictus (1, 67-80)

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(Girolamo). La discendenza di Davide produrrà un corno di salvezza piantato nella vigna di Israele, il cui vino è Cristo (Origene). Centrale in quest'inno è il ricordo da parte di Dio dell'Alleanza e del giuramento che fece ad Abramo, un giuramento che assicura Israele della certezza della promessa di Dio (Ckillo di Alessandria). Dunque il pnnto focale è la fedeltà di Dio alla sua promessa di visitare il suo popolo e di redimerlo da tutti i suoi nemici, corporali e spirituali (Origene). Giovanni, proprio come esultò nel grembo quando sentl la voce di Maria che portava il Salvatore, così ora sente la voce di suo padre Zaccaria, che lo istruisce prima che egli vada nel deserto come Mosè (Origene). Giovanni è chiamato "profeta dell'Altissimo" perché il suo compito deriva da Dio, come è avvenuto per tutti i profeti prima di lui (Cirillo di Alessandria). Giovanni è la lampada, simboleggiata dalla Legge, che precede lavvento del Messia e che illumina la via per la venuta di Gesù (Cirillo di Alessandria). L'obiettivo di Dio nel-. l'incarnazione e nell'annichilimento è quello di portare la pace alla sua creazione che ora si trova nelle tenebre e nell'ombra della morte e di guidare il suo popolo alla pace (Beda). Il sole che sorge dall'alto è il Figlio dell'Altissimo (Gregorio di Nazianzo). È il Cristo che è la Luce e il Sole che porta la pace alla creazione (Cirillo di Alessandria). L'evangelista conclude il Benedictus con un cenno al mistero di come Giovanni crebbe nello Spirito (Origene).

1,67

Zaccaria, pieno di Spirito Santo, profetizza

A Zaccaria è concesso il dono della profezia Vedi quanto è buono Iddio, e disposto a perdonare i peccati: non solo ridona quanto aveva tolto, ma concede anche doni insperati. Colui che poco prima era muto, ora già profetizza; ed è una delle più grandi grazie del Signore, che proprio quelli che l'hanno rinnegato lo confessino. Nessuno pertanto si perda di fiducia, nessuno disperi delle divine ricompense, anche se lo rimordono antichi peccati. Dio sa mutar parere, se tu sai emendare la colpa. Ambrogio,

mentre enumerava pubblicamente i doni toccati a lui, egli, COIT!e un ingrato, occultasse quelli che riconosceva in suo figlio. Ma qualcuno forse giudicherà come un'irragionevole esagerazione questo suo rivolgersi a un bambino di otto giorni. Se però ci atteniamo alla realtà, comprendiamo senz'altro che se prima ancora di nascere aveva inteso il saluto di Maria, adesso, eh' era nato, poteva intendere la voce del padre. Ben sapeva quel profeta che le orecchie di un profeta sono tutt'altra cosa, perché non si schiudono per letà del corpo, bensì per opera dello Spirito di Dio, e che, avendo avuto la capacità di esultare, aveva anche il desiderio di intendere. Ambrogio,

Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 33

Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 34

Lo Spirito Santo apre le orecchie di Giovanni

1, 68-70

Molto opportunamente Zaccaria rivolse la parola al profeta, mentre stava profetando cose che riguardavano il Signore: e voleva indicare che anche questo era un dono di Dio, affinché non sembrasse che,

Benedetto per l'incarnazione e l'annichilimento

Dio visita e redime il suo popolo come aveva promesso

In queste parole notiamo che Zaccaria secondo l'uso profetico narrava come

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Luca

già realizzato ciò che in spirito prevedeva appena cominciato o prossimo ad acèadere. Il Signore ci ha visitato, perché apparendo nella carne ha voluto cercare e giustificare noi, che in quanto peccatori ci eravamo allontanati da lui; ci ha visitato come un medico i malati, perché, per sanare l'inveterata infermità della nostra superbia, ci ha offerto il nuovo esempio della sua umiltà; ha redento il suo popolo, perché ha liberato a prezzo del suo sangue noi che eravamo diventati servi del peccato e schiavi dell'antico nemico. Perciò l'apostolo ci esorta, dicendo: Voi

che siete stati riscattati da Cristo a caro prezzo, glorificate Dio nel vostro corpo (1 Cor 6, 20). Beda, Omelie sul Vangelo 2, 20

Il corno simboleggia potere e regalità Il suono del corno rappresenta l'uomo di Dio in tutta la sua sovranità. Nella Scrittura propriamente il corno significa regalità e potere, come è scritto: Egli ha

suscitato per noi un corno di salvezza (Le 1, 69).

Girolamo,

Omelia sul salmo 97, 7

La redenzione attraverso la discendenza di Davide A poco a poco nel corso di tre mesi continuò a ricevere un nutrimento spirituale dallo Spirito Santo e, benché non se ne fosse accorto, fu istruito; e fece questa profezia su Cristo: Egli ha redento il suo

popolo e ba innalt.ato un corno di salvezza per noz' nella casa di Davide suo servo, perché Cristo discendeva da Davide secondo la carne (Rm l, 3). Egli era veramente un corno di salvezza nella casa di Davide, poi-

corno (cf. Is 5, 1 - Settanta). Su quale corno fu piantata? Su G esù Cristo, del quale la Scrittura ora dice: Ha innalzato un cor-

no di salvezza per noi nella casa di Davz'de suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 10, 2

1, 71-75

La promessa di Dio di liberazione e misericordia

Il giuramento di Dio garantisce certezza Nessuno dovrebbe giurare soio perché Dio ha giurato ad Abramo, perché come l'ira di Dio non è ira e l'ira non implica passione, ma indica il potere eserdtato nella punizione o in qualche simile moto, così neppure il giuramento è l'atto di promettere; Dio infatti non promette, ma indica la certezza dell'evento, così che quello che dice necessariamente accadrà, perché il giuramento di Dio, nelle sue proprie parole; persuade pienamente tutti quelli che lo sentono e dà a ciascuno la convinzione che quello che ha promesso e detto avverrà certamente. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca CPG 72, 481-482)

Liberazione in cielo e in terra La liberazione dai nqstri nemici. Noi non dovremmo pensare che questo indichi i nemici del corpo, ma piuttosto quelli dello spirito, p erché il Signore Gesù è venuto, forte in battaglia (Sal 23, 8), per distruggere tutti i nemici e liberarci dalle loro insidie, dalle mani dei nostri nemici e dalle mani di coloro che ci odiano.

ché lo ribadiscono le parole seguenti:

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri. Io credo che, quando il no-

Una vigna fu piantata sul colle a forma di

stro Signore venne, Abramo, Isacco e

Il Benedictus (1, .67-80)

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Giacobbe furono benedetti con la misericordia di Dio. Già prima avevano visto questo giorno e avevano gioito (cf. Gv 8, 56). Non è credibile che non abbiano beneficiato di esso, quando egli giunse e nacque da una vergine. E che dire dei patriarchi? Io seguirò con coraggio l' autorità delle Scritture verso piani più alti, perché della presenza del Signore Gesù e della sua opera non ha beneficiato solo quello che è terrestre, ma anche quello che è celeste. Anche r Ap·ostolo dice: Rappacifi-

il ragazzo rimase nel deserto fino al giorno della sua rivelazione a Israele.

cando con zl sangue della sua croce sia in terra che in cielo (Col 1, 20). Ma se la pre-

Il profeta dell'Altissimo viene da Dio

senza del Signore fu un beneficio in cielo e in terra, perché esitare a dire che della sua venuta hanno beneficiato anche i nostri antenati? Perché avessero compimento quello che hanno detto le Scritture: Co-

sì egli ha concesso la misericordia promessa ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza) del giuramento fatto ad Abramo) nostro padre e ci ha assicurato la liberazione dalle mani dei nemici. Origene,

Anche Mosè visse nel desetto, ma dopo aver compiuto quaranta ·anni fuggì dall'Egitto e pascolò le greggi di Ietro per altri quaranta anni (cf. Es 2, 15; At 7, 2330); Giovanni invece andò nel deserto appena nato. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 10, 6-7

Comprendi che Cristo è l'Altissimo. [ ... ] Che cosa hanno da dire quelli che trascurano la sua divinità? E perché nòn comptenderanno che Zaccaria, quando ha detto: E tu, bambino) sarai chiamato profeta dell)Altissimo, intendeva dire "di Dio,,, al quale si riferisce anche il resto della profezia? Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 481)

Omelie sul Vangelo di Luca 10, 3 1, 78-79 1, 76-77

Giovanni preparerà la via al Si. gnore

Zaccaria insegna a Giovanni bambino Se infatti Giovanni ha sentito Gesù mentre era ancora nel grembo di sua madre e ha esultato di gioia quando lo ha sentito, perché non credere che Giovanni abbia potuto comprendere la profezia di suo padre una volta nato, quando Zaccaria gli disse: E tu, bambino) sarai chiamato

profeta delfAltissimo) perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade? Così credo che Zaccaria si affrettasse a parlare al bambino perché sapeva che Giovanni presto sarebbe andato a vivere nel deserto e allora non avrebbe più goduto della presenza di Giovanni, perch~

La visita di' pace su coloro che sono nelle. tenebre

Giovanni come la lampada che precede Cristo Per quelli che erano sotto la Legge e si trovavano in Giudea, Giovanni il Battista fu una lampada che precedeva Cristo. Anche Dio parla di lui in modo simile:

Ho preparato una lampada per il mio consacrato (Sal 131, 17). E anche la Legge lo simboleggia nella .lampada. Nel primo tabernacolo era necessario che la lampada restasse .sempre accesa, ma i Giudei, dopo essersi rallegrati di lui per poco tem~ · po, affollandosi a farsi battezzare e ammirando il suo modo di vivere, presto lo fecero dormire nella morte, facendo del loro meglio per spegnere la lampada sempre accesa. Per questo anche il Salvatore

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Luca

parlò di lui come di una lampada che brucia e splende) e voi avete voluto solo per poco .rallegrarvi nella sua luce (Gv 5, 35). Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 481)

Dio entra nelle tenebre del nostro mondo e porta la luce Ci ha trovato dunque che giacevamo nelle tenebre e nelr ombra della morte, cioè oppressi dalla lunga cecità del peccato e dell'ignoranza, ingannati dalla frode dell'antico nemico e schiacciati ·dagli errori. Giustamente infatti il nemico è chiamato morte e menzogna e, al contrario, il Signore verità e vita (cf. ·Gv 14, 6). Ci ha portato la vera luce della sua conoscenza e, rimosse le tenebre dell'errore, ci ha mostrato il sicuro cammino per la .patria celeste. Ha diretto i passi delle nostre opere per farci camminare nella via della verità, che ci ha mostrato, e per farci en. trare nella casa della pace eterna, che ci ha promesso. Dato che siamo in possesso di questi doni della bontà eterna, fratelli carissimi, di queste promesse dei beni eterni, benediciamo anche noi il Signore in ogni tempo, perché ha visitato e redento il suo popolo (cf. Sai 33, 2). Sulla nostra bocca ci sia sempre la sua lode, conserviamo il suo ricordo e a nostra vòlta proclamiamo le virtù di colui che dalle te-

nebre vi ha chiamato alla sua luce meravigliosa (1Pt2, 9). Beda,

Omelie sul Vangelo 2, 20

Il sole che sorge è il Figlio dell' Altissuno Che cosa e' è di più grande, per la meschinità dell'uomo, dell'essere unito a Dio e del divenire.Dio in seguito a siffatta unione e di es~ere a ·tal punto osservato daltalto, dal sole che sorge, sl che quell'es-

sere santo che viene generato riceve il nome di Figlio dell'Altissi'mo (Le 1, 32) e gli viene donato il nome che è al di sopra di ogni altro nome (Fi"l 2, 9)? Orbene, questo nome che cos'è altro se non quello di essere Dio? E il fatto che ogni ginocchio si piega (Fil 2, 1O) davanti a colui che si è annichilito (Fil 2, 7) per amor nostro, e il fatto che l'immagine (Col I, 15) di Dio si è unita alla/orma di schiavo (Fil 2, 7), e il fatto che tutta la casa di Israele ha appreso che Dio lo ha fatto Signore e Cristo (At 2, 36)? Tutto questo è avvenuto grazie al1' azione di colùi che è stato generato, ma anche per il beneplacito di colui che lo ha generato. Gregorio di Nazianzo, Orazione 30, 3

Cristo porta la pace Il mondo si trovava nell'errore, servendo la creazione invece del Creatore, ed era ottenebrato dall'ign~ranza. La notte, per così dire, era caduta sulle men.ti di tutti, e non permetteva loro di vedere colui che è veramente e per natura Dio. Ma il Signore di tutti sorse per gli Israeliti come una luce e come un sole. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca (PG 72, 481) 1, so

Giovanni si rafforza nello spirito

Coin e Giovanni si· rafforzò nello spirito Giovanni, quando era ancora bambino, cresceva e si fortificava. Ma è davvero difficile e molto raro fra i mortali crescere nello spirito per chi è ancora un bambino. Ma: Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Una cosa è crescere, un'altra fortificarsi. La natura umana è debole ed ha bisogno dell'aiuto di Dio per fortificarsi. Leggiamo che la carne è

Il.Benedictus (1, 67-80)

debole (Mc 14, 38). Quali forze possono fortificarla? Lo spirito, è chiaro, perché lo spirito è pronto ma la· carne è debole. Chi vuole diventare più forte non si deve fortificare se non nello spirito. Molti si fortificano nella carne e i loro corpi diventano più potenti, ma un atleta di Dio deve diventare più potente nello spirito. E allora, fortificato, distruggerà la sapien- · za del corpo e r attività spirituale sottometterà il corpo al comando dell'anima.

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Noi non dovremmo pensare che, quando la Scrittura dice cresceva e si fortificava nello spirito, quello che è stato scritto su Giovanni sia solo tina narrazione che non , ci riguarda in alcun modo, ma è stato scritto perché noi lo imitiamo, perché intendiamo la crescita nel senso che abbiamo spiegato e il fortificarsi in senso spirituale. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 11, 3

LA NASCITA DI GESÙ

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che sifacesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare) ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe) che era della casa e della famiglia di Davide) dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide) chiamata Betlemme) per farsi registrare insieme con Maria sua sposa) che era incinta. Ora) mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogen#o, lo avvolse in fa sce e lo depose in una mangiatoia, perché non e' era posto per loro nell'albergo. C)erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si prese1JtÒ davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essifurono presi da grande spavento, mal'angelo disse loro:.«Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito àpparve con tange/o una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli" e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bamb~no era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua) serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono) glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro (2, 1-20). Quando il lettore giunge alla nascita di Gesù vede nella sua natività l'origine di tutte le maggiori feste ddla Grande Chiesa: la Pasqua, l'Ascensione, le Pentecoste (Giovanni Cri-

La nasdta di GesiJ (2, 1-20)

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sostomo). La prima scena introduce il contesto storico della nascita di Gesù con le indicazioni cronologiche per il censimento e per la nascita del bambino (Eusebio di Cesarea). Il trionfo di Augusto prefigura quello di Cristo, attraverso il quale tutti i fedeli furono iscritti n~I nome della divinità (Cassia). Nascendo durante un censimentò, Gesù paga il tributo a Cesare così che la sua presenza nel mondo possa portare un'eterna pace (Beda). Anche se Gesù è stato concepito a Nazaret, il censimento fa sì che Maria debba viaggiare fino a Betlemme, perché egli nasca nella città di Davide, poiché Betlemme significa "casa del pane" (Beda). Maria è promessa a Giuseppe, ma il bambino nel suo grembo fu concepito senza seme umano (Cirillo di Alessandria). Betlemme è ora diventata il nuovo Eden, perché il paradiso ora, con la nascita di Gesù, sarà aperto (lkos della natività del Signore). La vergine Maria fornisce un tempio per la carne di Gesù (Cirillo di Alessandria). Egli è chiaramente Dio e uomo, primogenito di Maria e primogenito di tutta l'umanità, primogenito nella grazia (Beda), che si è umiliato perché noi diventassimo uomini perfetti (Ambrogio). Gesù giace in una mangiatoia avvolto in fasce, non in porpora di Tiro (Beda). Attraverso le fasce Gesù ci libera d~i legami del peccato che ci incatenano (Giov~nni il Monaco). Ci mostra come assume la nostra debole natura umana per poterci riportare al nostro originario abito di immortalità (Giovanni Crisostomo) .. Ed egli giacque in una mangiatoia come foraggio per coloro che si comportano come bestie, così anche ora egli è per noi il pane del cieli (Cirillo di Alessandria, Teodoreto di Cirro). La stalla dove è nato è anche piena di letame, riflettendo l'umiltà della sua nascita (Girolamo). Il Signore della creazione non ha un posto dove nascere-, se non una mangiatoia in mezzo alle bestie da soma {Ambrogio, Girolamo). Non c'è posto nell'albergo lungo la strada perché Gesù con l'incarnazione ora diventa la nostra strada di casa (Beda). Gli angeli, come hanno catechizzato Maria e Giuseppe, così ora catechizzano i pastori (Ambrogio). Come tutti i pastori del gregge che li segue, questi pastori hanno bisogno della presenza di Cristo. Gli angeli annunciano in Gesù colui che risana le nazioni (Origene). L'angelo, quando annuncia che oggi è nato un salvatore, indica l'alba di un nuovo giorno, che scaccerà le tenebre a causa della presenza del regno di Dio nella persona e nel ministero di Gesù (Beda). Il Salvatore ha due nascité miracolose: nato eternamente dal Padre, ora è nato una volta da una vergine (Agostino). Cominciando con le fasce per- il bambino Gesù come un segno della nascita del Messia e concludendo con il suo corpo morto avvolto in un sudario per la sua sepoltura, Luca collega la nascita, la morte e la risurrezione di Gesù (Gregorio di Nazianzo). Il Gloria presenta le conseguenze terrene di pace e buona volontà tramite la nascita di Gesù (Cirillo di Alessandria); in cielo la conseguenza è la gloria a Dio, sulla terra la nascita di Gesù porta la pace a coloro sui quali riposa la benevolenza di Dio (Girolamo). Il cielo è sulla terra nella persona di Gesù, perché sono uniti insieme nella sua nascita (Giovanni il Monaco). Nella nascita di Gesù la gloria di Dio si manifesta sulla terra come pace e volontà buona fra Dio e l'umanità, fra gli angeli e gli uomini (Gregorio Magno). Gesù è l'uomo della pace, l'incarnazione della sapienza completa e perfetta (Agostino). Nella nascita e nella morte di Gesù di Nazaret, il cielo e la terra sono uniti nella pace (Efrem Siro). I pastori, i primi annunciatori del Vangelo, stabiliscono lo schema per la predicazione dei pastori della Chiesa (Beda). Maria serba nel suo cuore quello che ha udito e lo confronta con quello che ha letto nell'Antico Testamento e con quello che ora sta comprendendo nella nascita di Gesù (Beda).

70

2, 1-5

Luca

Il censimento romano

Tutte le feste maggiori hanno la loro origine nella natività di Gesù Un giorno di festa sta per arrivare, la più santa e venerabile di tutte le feste. Non sarebbe errato chiamarla la prima e la madre di tutti i giorni santi. Qual è questa fosta? È il giorno della nascita del Signore nella carne. È da questo giorno che le feste dell'Epifania, della santa Pasqua, dell 'A.scensione e della Pentecoste hanno la loro origine e il loro fondamento. Se Cristo non fosse nato nella carne, non sarebbe stato battezzato, cosa in cui consiste la sua epifania o manifestazione; e neppure sarebbe stato crocifisso (la Pasqua) e non avrebbe fatto scendere lo Spirito (la Pentecoste) . Dunque, come fiumi diversi sgorgano da una sola fonte, così sono nate per noi queste feste. Giovanni Crisostomo,

Sulf incomprensibtlità di Dio (PG 48, 752-753)

Il contesto storico del censimento Correva il quarantaduesimo anno dall'in~ediamento di Augusto al potere, il ventottesimo dalla sottomissione dell'Egitto e dalla morte di Antonio e Cleopatra, con la quale ebbe fine la dinastia dei Tolomei in Egitto, quando, al tempo del primo censimento di allora, che avvenne sotto Quirino, governatore della Siria, nasce a Betlemme di Giudea, come era stato annunciato dai profeti, il Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo·. Di questo censimento sotto Quirino parla anche Fla:vio Giuseppe, il più illustre sto-· rico fra gli Ebrei, che vi aggiunge anche · un altro racconto sulla rivolta dei Galilei scoppiata in quello stesso tempo, di cui, presso di noi, fa menzione negli Atti anche Luca, dicendo: Dopo di lui [Teuda],

nei giorni del censimento, si ribellò Giuda il Galileo, trascinando con sé il popolo; anch'eglifu ucciso e coloro che lo avevat10 seguito furono dispersi (At 5, 37). Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica l, 5

Il trionfo di Augusto prefigura il trionfo di Cristo Quando Augusto regnò solo su tutta la terra, i molti regni dell'umanità ebbero fine; e quando tu ti sei fatto uomo dalla pura Vergine i molti dèi dell'idolatria furono di~trutti. Le città del mondo passarono sotto un solo governo e le nazioni cominciarono a credere in una sola divinit~ sovrana. I popoli furono censiti per decreto di Cesare e noi, i fedeli, fummo registrati nel nome della divinità, quando tu, nostro Dio, ti sei fatto uomo. Grande è la tua misericordia;· gloria a te! Cassia, Stichera della natività del Signore

Un tempo di pace per Gesù che è la nostra pace Egli, infatti, in quanto mediatore fra Dio e gli uomini, come prestabilì la madre dalla quale nascere quando volesse, in modo divino, cosl scelse il tempo della nascita umana, anzi foce sì che fosse tale quale lo volle, nel senso che, sopito il turbine delle guerre, la tranquillità di una pace nuova e insolita si estese a tutto il mondo. Quale più significativo indizio di pace ci può essere in questa vita di quando tutto il mondo viene retto da un solo uomo e censito con un solo censimento?[ . ..] Poi, per nascere, scelse un tempo di massima pace perché la ragione per cui venne al mondo fu di ricondurre il genere umano al dono della pace celeste. Per questo è scritto: Egli è la pace, che ha unito i due in un solo popolo (E/2, 14), cioè egli, pio me-

La nascita di Gesù (2, 1-20)

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diatore e riconciliatore, ha riunito in una sola dimora uomini e angeli.

te verrà per me uno che governerà Israele (Mie 5, 1).

Beda, Omelie sul Vangelo 1, 6

Alcuni insistono che se egli fosse stato partorito nella carne la Vergine ne sarebbe stata corrotta; e se non fosse stata corrotta, sarebbe stato partorito solo in apparenza. Noi rispondiamo: Il Signore, il Dio di Israele, è entrato ed uscito e il cancello è rimasto chiuso (Ez 44, 2). Inoltre, se il Verbo si è fatto carne senza alcun contatto sessuale, essendo stato concepito senza alcun seme, allora è anche nato senza pregiudicare la sua verginità. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 1

Betlemme significa "casa del pane" Ma fino ad oggi e fino alla fine del mondo non cessa di essere concepito a N azaret e di nascere a Betlemme quando uno qualunque di quelli che lo ascoltano, colto il fiore della sua parola, fa di sé la casa del pane eterno. Ogni giorno nel grembo verginale, cioè nell'anima dei credenti, egli è concepito tramite la fede ed è dato alla luce tramite il battesimo.

Beda, Spiegazione del Vangelo di Lu,ca I, 2, 6-7

2, 6-7

La nascita di Gesù

Betlemme ha aperto l'Eden Cristo fu concepito senza seme umano L'evangelista dice che Maria era fidanzata con Giuseppe per mostrare che il concepimento è avvenuto quando erano solo fidanzati e la nascita dell'Emanuele fu miracolosa e non in accordo con le leggi della natura. La Vergine non divenne incip.ta ad opera del seme di un uomo. E perché fu così? Cristo, che è la primizia di tutto, il secondo Adamo secondo le Scritture, nacque dallo Spirito per trasmettere la grazia della nascita spirituale anche a noi, perché anche noi non dovevamo portare più il nome di figli dell'uomo, ma piuttosto di Dio. Abbiamo ottenuto la nuova nascita dello Spirito in Cristo, che è il primo, così che egli possa es. sere generato prima di tutte le cose (Col l, 15), come dice Paolo. E l'occasione del censimento fu opportuna perché fece sì che la Vergine andasse a Betlemme e noi potessimo vedere compiuta un'altra · profezia. Perché è scritto: Ma tu Betlemme di E/rata, che sei

piccola per essere fra le tribù di Giuda, da

Betlemme ha aperto l'Eden: venite, vediamo! Abbiamo trovato la nostra gioia nascosta! Venite, prendiamo possesso del paradiso dentro la grotta! Lì è apparso lo stelo non innaffiato sul quale fiorisce il perdono. Lì si trova il pozzo non scavato dal quale Davide un tempo desiderava bere. Lì la Vergine ha partorito un figlio e subito è stata fatta cessare la sete di Adamo e di Davide. Affrettiamoci dunque a questo luogo, dove il Dio eterno è nato per noi come un piccolo bambino!

Ikos della natività del Signore

Maria è il .tempio per la c~rne di Gesù TI libro dei santi Vangeli riferendo la genealogia a Giuseppe, che discendeva dalla casa di Davide, ha provato attraverso di lui che anche la Vergine era della stessa tribù di Davide, dal momento che la Legge divina prescriveva che i matrimoni fossero limitati a quelli della stessa tribù. E Paolo, l'interprete delle dottrine celesti, dichiara chiaramente la verità, testimoniando .c he il Signore sorse da Giuda (Eb

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Luca

7, 14). Comunque le nature che si combinarono in questa unione reale erano differenti, ma dalle due insieme è uno il Figlio Dio, ·senza che la differenza delle nature sia stata . distrutta dall'unione; perché fu fatta un'unione di due nature e perciò confessiamo un solo Cristo, un solo Figlio, un solo Signore. Ed è con questa nozione di unione che noi proclamiamo che la Vergine è Madre di Dio, perché Dio il Verbo si è fatto carne e si è fatto uomo e all'atto del concepimento ha unito se stesso al tempio che ha ricevuto da lei. Quindi percepiamo che le due nature, con un'unione inseparabile, si sono unite in lui senza confusione e indivisibilmente, perché la carne è carne e non divinità, anche se è diventata la carne di Dio; allo stesso modo anche il Verbo ~ Dio e non carne, anche se per l'economia egli ha fatto la carne sua propria. Ma anche se le nature che si sono unite per formare l'unione sono entrambe differenti e diseguali l'una dall'altra, colui che è formato da entrambe è uno solo. Noi non possiamo separare il Signore Gesù Cristo uno in uomo e Dio, ma affermiamo che Cristo Gesù è uno solo e il medesimo, riconoscendo la distinzione delle nature e conservandole libere dalla confusione dell'una con I'altra. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 1

Primogenito di tutta l'umanità Chiama il Signore primogenito non perché si debba credere che dopo di lui la beata madre di Dio abbia generato altri figli, dato che sappiamo che ella è gloriosà proprio per aver vissuto in perpetua castità insieme a suo marito Giuseppe; ma il Vangelo lo chiama a ragione primogenito, . perché Giovanni dice: A quanti lo ricevettero diede il potere di diventare figli di Dio (Gv 1, 12), e tra i figli occupa a buon diritto il primo posto colui che anche prima di nascere in forma di uomo era Figlio di

Dio, nato prima dei secoli. È disceso in terra, è diventato partecipe della nostra natura, ci ha reso partecipi della sua grazia, così da essere, come dice l'apostolo: il primogenito fra molti fratelli (Rm 8, 29). Beda, Omelie sul Vangelo 1, 6

Primogenito nella grazia Egli è·l'unigenito, della sostanza della divinità, primogenito nell'assunzione dell'umanità, primogenito nella grazia, unigenito nella natura. Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca I, 2, 6-7

Cristo è diventato un umile bambino Per questo egli volle essere un bambinello, per questo volle essere un fanciulletto, affinché tu potessi diventare un uomo perfetto; egli fu stretto in fasce, affinché tu fossi sciolto dai lacci della morte; egli nella stalla, per porre te sugli altari; egli in terra, affinché tu raggiungessi le stelle; egli non trovò posto in quell'albergo, affinché tu avessi nei cieli molte dimore. Da ricco che era, sta scritto, si è fatto povero per voi~ a/finché voi diventaste ricchi della sua povertà (2 Cor 8, 9). Quella indigenza è dunque la mia ricchezza, e la debolezza del Signore è la mia forza. Ha preferito per sé le privazioni, per aver da donare in abbondanza a tutti. Il pianto della sua infanzia in vagiti è un lavacro per me, quelle lacrime hanno lavato i miei peccati. O Signore Gesù, sono più debitore ai tuoi oltraggi per la mia redenzione, che non alla tua potenza per la mia creazione. Sarebbe stato inutile per noi nascere, se non ci avesse giovato venire redenti. Ma non dobbiamo confinare tutta la condizione della divinità entro le consuetudini del corpo. Altra cosa è la natura della carrie, altra cosa è la gloria della di-

La nascita di Gesù (2, 1-20)

vinità. Per te la qebolezza, ma in se stesso era la potenza; per te la miseria, ma in se stesso era l'opulenza. Non valutare quanto vedi, ma riconosci di essere· stato redento. Tu lo vedi ravvolto in fasce, ma non vedi che sta in cielo. · Ambrogio,

Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 41-42

Fasce, non porpora di Tiro n~

Egli' fu ferito per le nostre trasgressiofu indebolz'to per le nostre iniquità (Is

53, 5). Si dovrebbe notare con attenzione che il segno dato per la nascita del Salvatore non parla di un bambino awolto in porpora di Tiro, ma di uno awolto in rozzi panni. Non deve essere trovato in un letto ornato d'oro, ma in una mangiatoia. Il significato di tutto questo è che egli non ha preso su di sé solo la nostra umiltà e la nostra mortalità, ma ha preso su di sé per noi anche l'abito del povero, lui che essendo ricco si è fatto povero per noi, così che tramite la, sua povertà potessimo diventare ricchi (cf. 2 Cor 8, 9). Pur essendo il Signore del cielo si è fatto povero sulla terra, per insegnare a coloro che vivono sulla ·terra che con la povertà di spirito possono avere in premio il regno dei cieli.

Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca I, 2, 12

Con le sue fasce Gesù scioglie i legami del peccato Rallegrati, Gerusalemme, e festeggiate, voi tutti che amate Sion ! Oggi l'antico legame della condanna di Adamo è sciolto. Il paradiso è aperto per noi, il serpente giace in basso: un tempo ingannò la donna nel paradiso, ma ora vede una donna diventare madre del Creatore. O profondità delle ricchezze di sapienza e conoscenza di Dio (cf. Rm

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11, 33) ! Il vaso peccaminoso che ha portato la morte su ogni carne è diventato la primizia della salvezza per tutto il mondo tramite la Madre di Dio, perché da lei Dio perfettissimo è nato .bambino e con la sua nascita pone il sigillo sulla sua verginità. Con le sue fasce scioglie i legami del peccato e diventando bambino cura le sofferenze di Eva nel travaglio. Quindi tutta la creazione canti e danzi di gioia perché Cristo è venuto a restaurarla e a salvare le nostre anime! Giovanni il Monaco,

Stichera della natività del Signore

Le fasce e la mangiatoia indicano una nascita umana Infatti, poiché spesso gli angeli si manifestarono sulla terra in forma umana, per evitare che si pensasse che la sua venuta sulla terra fosse stata come furono quelle e per dare solide fondamenta al credere veramente che egli fosse stato realmente carne, egli fu concepito, generato e allevato. Fu posto a giacere in una mangiatoia, non in una piccola stanza, ma in una stalla di fronte a numerose persone, perché la sua nascita potesse essere nota e diventasse di comune conoscenza. Questa fu la ragione delle fasce e del perché le profezie da tempo avevano profetizzato non solo che si sarebbe fatto uomo, ma anche che sarebbe stato concepito, generato e allevato come qualunque altro bambino. Giovanni Crisostomo, Contrò gli anomei 7, 49

Come foraggio in una mangiatoia Egli ha trovato l'umanità ridotta al livello delle bestie, per cui si è posto come cibo in una mangiatoia in modo che noi, lasciandoci alle spalle i nostri desideri carnali, possiamo risalire a quel grado di in-

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Luca

telligenza che benefica la natura umana. condanno coloro che l'hanno fatto allo Mentre eravamo abbrutiti nell'anima, ora, scopo di onorarlo (èosl come non conavvicinandoci alla mangiatoia, cioè alla danno neppure coloro che per il tempio sua mensa, non troviamo più il cibo, ma il fabbricarono vasi d'oro); .ammiro però il . pane del cielo, che è il cqrpo di vita. Signore che, creatore del mondo, sceglie · Cirillo di Alessandria ·· di nascere non fra oro e argento ma sulla Commento a Luca, omelia 1 terra battuta. Girolamo,

La stoltezza degli uomini e la mise~i­ cordia di Dio Per questo motivo Cristo Signore, una volta nato, si attacca come noi al seno materno ed è posto su una greppia che serve da mangiatoi~ per .gli animali privi di ragione, sia al fine di accusare la stoltezza animalesca degli uomini come anche per mostrare il suo amore per loro, poiché egli, il quale essendo Dio nut.re gli uomini, secondo l'umanità diviene invece nutrimento per gli uomini, nel tempo in cui essi soffrivano di grande stoltezza. Teodoreto di Cirro, Discorsi sulla provvidenza 10

Gesù è nato in una ~talla di letame Non trova posto nel «santo dei santi» risplendente d'oro, di gemme, di seta e d'argento; e così non nasce fra oro e ricchezze ma in mezzo al letame di una stalla (non c'è stalla dove non ci sia letame), dove si erano accumulati i nostri peccati più sordidi. E se nasce in mezzo al letame è proprio per tirarne fuori quelli che sono impastati di sterco. Solleva il misero dal suo letto di letame (Sal 112, 7). [. .. ]È vero che oggi noi, con la scusa di onorare il Cristo, abbiamo eliminato la sporcizia per sostituirla con r argento; ma per me resta molto più prezioso quello che abbiamo tolto. L'argento e l'oro si confanno ai pagani, mentre a chi crede in Cristo si confà maggiorm~nte quella stalla di terra battuta. Colui .che è nato in quella stalla disprezza sia l'oro che r argento. lo non

Sulla natività del Signore

Luce celeste in un albergo terreno Nasce da un grembo materno, ma splende nel cielo; giace in un rifugio terreno, ma regna nello splendore celeste. Ambrogio,

Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 42-43

Il Signore del creato non ha un posto dove nascere Il Signore è nato sulla terra e non ha avuto neppure una propria cella dove na · scere, perché non c'era posto per lui nel1'albergo. L'intero genere umano aveva un posto e il Signore che stava per nascere sulla terra non ne aveva nessuno. Non ha trovato posto fra gli uomini. Non ha trovato posto in Platone e in Aristotele, ma in una mangiatoia, fra le bestie da soma e gli animali bruti ed anche fra i semplici e gli innocenti. Per questo il Signore dice nel Vangelo: Le volpi hanno le loro tane e gli uccellt' del cielo hanno i nid~ ma

il figlt'o del/' uomo non ha dove posare il capo (Le 9, 58). · Girolamo,

Omelia sul salmo 131, 6

L'incarnazione ci guida alla nostra casa Colui che siede alla destra del Padre non ha posto nell'albergo in modo

La nascita di Gesù (2, 1-20)

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da poter preparare per noi molte dimore nella casa del Padre celeste. Per questo leggiamo: Perché non e'era posto per lui nelfalbergo. Non è nato nella casa dei suoi genitori, ma in un albergo, sulla strada. [ ... ] Quindi colui che per l'essenza della divinità rimane verità e vita, per il mistero dell'incarnazione diventa la via con la quale ci conduce alla nostra casa, dove godremo della Verità e della Vita. Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca I, 2, 7

gliore con sé, .che pascola le sue pecore con 'lui, perché Dio ha stabilito nella sua

I pastori odono l'annunct'd e ricevono un segno

della sua croce, sia per coloro che sono sulla terra che per coloro che sono in cielo (Col 1, 20). Gli angeli, volendo che gli uomini ricordassero il loro Creatore,

2. B-15

La catechesi degli angeli Osservate con quale premura il Signore assicuri la nostra fede. Un angelo informa Maria, un angelo informa Giuseppe, un angelo i pastori. Non bastava inviarlo una volta sola: davvero, ogni parola si' fonda su due o tre testimoni. · Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 51

I pastori hanno bisogno della presenza di Cristo ·Ascoltate, pastori della Chiesa! Ascoltate, pastori di Dio! Il suo angelo scende sempre dal cielo e proclama a voi: Oggi è natO per voi un salvatore, che è il Cristo Signore. Infatti, finché non viene il Salvatore, i pastori delle chiese non sono capaci di custodire bene il gregge: la loro custodia è debole, a meno che il Cristo. non lo pascoli e non lo custodisca insieme a loro. Leggiamo nell'Apostolo: Siamo collaboratori di Dio (1 Cor 3, 9). Un buon pastore che imita il Buon Pastore è un collaboratore di Dio e di Cristo; egli è un buon pastore precisamente perché ha il P~store mi-

Chiesa apostoli, profeti~ evangelisti, pastori e maestri. Ha stabilito ogni cosa per la perfezione dei santi' (E/ 4, 11-12; 1 Cor 12, 28). Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 12, 2

Gli angeli .annunciano la nascita del risanatore delle nazioni Il Signore, dopo che è venuto sulla terra, ha stabilito la pace con il sangue

hanno fatto tutto quello che potevano per çurarli, ma essi non volevano essere curati; gli angeli vedono colui che può fornire la cura e lo glorificano dicendo:

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra. Origene,

Omelie sul Vangelo di Luca 13, 3

Nato "oggi" per indicare l'alba di . un nuovo giorno Ha detto bene: è nato oggi e non ha detto: è nato questa notte, perché avvolto di luce celeste è apparso colui che annunciava a quelli che vegliavano di notte la nascita del giorno, di quel giorno del quale il salmista dice: Annunziate il

giorno dal giorno della salvezza di Dio (Sai 95, 2). Salvezza di Dio; cioè il Signore Gesù è il giorno del giorno, poiché; chi temporalmente è apparso nella città di Davide come uomo, nato da madre vergine, questi prima di tutti itempi è nato non circoscritto in un luogo, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Per noi dqnque che abitiamo nell'ombra della morte, è sorta la luce della vita:

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Luca

perciò l'annunzio della sua nascita dice: Oggi è nato per voi il Salvatore, affinché ammoniti anche da questa parola ricordiamo sempre che è venuta prima la notte dell'antica ignoranza e poi è arrivato il giorno della salvezza eterna; che dobbiamo rigettare le opere delle tenebre e comportarci come figli della luce (cf. Rm 13, 12). Beda,

Le fasce Fu avvolto in fasce, è vero, ma fu anche liberato dalle fasce della sepoltura allorquando risorse dal sepolcro. Fu posto in una mangiatoia, ma fu glorificato dagli angeli e fu glorificato da una stella e fu adorato dai Magi. Gregorio di Nazianzo, Orazione 29, 19

Omelie sul Vangelo 1, 6

Nato eternamente dal Padre, nato una volta dalla Vergine La vostra fede, carissimi, che ha radunato qui questa grande moltitudine, sa che oggi è nato per noi il Salvatore. Dal Padre è una nascita perenne, dalla madre è nato una volta sola. Dal Padre senza bisogno del. sesso; dalla madre senza che se ne facesse uso. Presso il Padre mancò il grembo che lo concepiva, presso la madre mancò l'unione che lascia il seme. Con la prima nascita assunse la natura del Padre, con la seconda dalla madre diffuse la grazia. Quella conservò la maestà della sostanza divina, questa assunse la condivisione della mortalità umana: in questa è venuto per diventare ubbidiente fino alla morte, e per vincere, morendo, la morte. Ambedue queste nascite sono ineffabili,_l'una l'altra sono mirabili. Quale animo umano infatti può comprendere, quale lingua può esprimere il fatto che perennemente Cristo nasce da Dio e che d'altra parte è nato nel tempo poco fa~ da una donna? Chi può capire un Padre coeter_n o al figlio, chi può farsi intendere se parla di una madre vergine? Quello generante senza inizio e senza fine, questa che concepisce senza sensualità e partorisce senza consumo'. Ognuna delle due nascite è meravigliosa perché è divina. Agostino,

Discorsi 372, 1, 1

Il Cristo bambino crea per noi pace e buona volontà Non considerate colui che fu posto in una mangiatoia come un semplice bambino, ma dovete vedere, nella nostra povertà, colui che, come Dio, è ricco; e, nella misura della nostra umanità, colui che fa·prosperare quelli che sono in cielo ed è glorificato anche dagli angeli. E quanto fu nobile l'inno: Gloria a Dio nel-

l'alto dei cieli e pace in terra e fra gli uomini di buona volontà! Gli angeli e gli arcangeli, i troni e le dominazioni e i serafini sono in pace con Dio; mai in alcun modo si oppongono al suo giusto volere, ma sono fermamente stabiliti nella giu·stizia e nella· santità. Ma noi, creature malvagie, avendo posto i nostri desideri in opposizione alla volontà del nostro Signore ci siamo messi nella posizione di suoi nemici. Cristo ha eliminato questa situazione. Infatti egli è la nostra pace (Ef 2, 14) e per suo tramite ci ha uniti a Dio Padre. Egli ha rimosso la causa dell'inimicizia e così ci giustifica per fede, rendendoci santi e senza biasimo e chiama vicino a lui quelli che erano lontani. Oltre a questo egli ha creato i due popoli in un solo uomo nuovo,. creando così la pace e riconciliandoli entrambi in un solo corpo al Padre (cf. Ef 2, 15-16), perché piaceva a Dio Padre formare in un solo nuovo insieme tutte le cose in lui e legare insieme quelle in alto e quelle in basso e fare del cielo e della terra un solo greg-

La nascita di Gesù (2, 1-20)

ge. Cristo dunque è stato fatto per noi pace e buona volontà. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 2

Gloria in cielo, pace sulla terra In cielo c'è gloria poiché non vi è nessun disaccordo; la pace è per la terra ove ogni giorno ci sono guerre. E pace in terra. Per chi, la pace? Per gli uomini'. E perché i pagani non hanno la pace? Perché non ce l'hanno i Giudei? Per questo ha aggiunto: Sia pace per gli uomini di buona volontà, ossia per coloro che accolgono il Cristo nato. Girolamo,

Sulla natività del Signore

Il cielo e la terra sono uniti nella nascita di Cristo Il cielo e la terra sono uniti oggi, perc~é è nato Cristo! Oggi Dio è venuto sulla terra e l'umanità è salita al cielo. Oggi per l'umanità l'invisibile si è fatto visibile nella carne. Dunque glorifichiamolo ed esclamiamo: gloria a Dio nell'alto dei cieli e sulla terra la pace donata dalla tua ve- · · nuta, Salv~tore; gloria a te! ·.Oggi a Betlemme sento gli angeli: gloria a Dio nell'alto dei cieli! Gloria a co-· lui il cui buon volere era che sulla terra ci fosse pace! La Vergine ora è più grande dei cieli. La luce ha brillato su quelli che erano nelle tenebre, esaltando gli umili, che cantano come gli angeli: gloria a Dio nell'alto dei cieli! Guardando a colui che era nell'immagine di Dio e alla somiglianza, ~aduta per la trasgressione, Gesù ha fatto inchinare i cieli ed è sceso, prendendo abita.z ione nel grembo di una vergine, senza mutarsi, per ricostituire Adamo caduto nella corruzione, che grida: gloria alla tua manifestazione, mio Salvatore e mio Dio! Giovanni il Monaco,

Stichera della natività del Signore

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Pace fra l'umanità e gli angeli Prima che il nostro Redentore assumesse la natura umana, noi non eravamo in armonia con gli angeli, essendo troppo lontani dal loro splendore e dalla loro purezza, a motivo della prima colpa e di quelle compiute ogni giorno. Con il peccato eravamo come staccati da Dio, e gli angeli, cittadini del cielo, ci ritenevano esclusi dalla loro compagnia. Avendo tuttavia riconosciuto il nqstro Re, gli angeli ci hanno accolti come loro concittadini. Il Re del cielo ha assunto la condizione mortale della nostra natura, e la grandezza angelica non può disprezzare la nostra meschinità. Gli angeli tornano ad aver pace con noi e dep'ongono i sentimenti dell'antica discordia, giungendo a venerare come amici coloro che un tempo disprezzavano come deboli e abbandonati. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangelt' I, VIII, 2 ~n uomo di completa e perfetta sa-

pienza Infatti l'uomo non riesce a dominare le cose inferiori se egli stesso non si sottomette all'Essere superiore . .Ed è la pace che è data in terra agli uomini di buona volontà, è la vita del saggio al culmine della perfezione. Da questo regno, posto nel pieno della pace e dell'ordine, è stato cacciato fuori il principe di questo mondo (cf. Gv 12, 31) che domina sugli esseri privi di pace e di ordine. Organizzata e resa stabile quella pace, qualunque tipo di persecuzione susciti dall'esterno colui che è stato messo fuori, accresce la gloria che è secondo Dio, perché non demolisce nulla in quell'edificio, anzi con l'inefficienza delle proprie macèhine da guerra fa capire la grande saldezza che è sttutturata all'interno. Agostino, Discorso del Signore sulla montagna l , 2, 9

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Luca

Pace in cielo e gloria sulla terra Quando cominciò ad essere stabilita la pace, gli angeli proclamarono: Gloria nell'alto dei cieli e pace in terra. Quando gli esseri in basso ricevettero la pace da quelli·in alto, gridarono: Gloria in terra. e pace nei cieli (Le 19, 38). Nel momento m cui la divinità scese e fu rivestita dell'umanità, gli angeli esclamarono: Pace in terra; e quando l'umanità ascese per essere assorbita nella divinità e sedere alla sua destra: Pace in cielo gridavano i bambini davanti a lui, Osanna nell'alto dei cieli (Mt 21, 9). Da qui anche l'Apostolo apprese che si dovrebbe dire: Egli ha riappa-

cificato con il sangue della sua croce le co· se che sono in cielQ e quelle che sono in terra (Col l, 20). · Un'ulteriore interpretazione è che gli angeli esclamarono: Gloria nel!'alto dei cieli e pace in terra, e i bambini esclamarono: Pace in cielo e gloria sulla terra per mostrare che proprio' come la ·grazia della sua misericordia ha dato gioia ai peccatori sulla terra, cosl anche il loro pentimento ha dato gioia agli angeli in cielo. Il Gloria a Dio è venuto dalla volontà libera, la pace e la riconciliazione erano per coloro con i quali era in collera e la speranza e la remissione per i colpevoli. Efrem Siro, Commento al Diatessaron 2, 14-15

2, 16-20

La risposta dei pastori: del popolo e di Maria ·

I pastori primi proclamatori del Vangelo I pa~tori non nascosero nel silenzio i misteri che avevano appreso per volontà divina, ma li comunicarono a tutti quelli che potevano, perché i pastori spirituali della Chiesa sono ordinati soprattutto a · questo fine: predicare i misteri del Verbo

di Dio e fai ammirare ai loro ascoltatori le cose meravigliose che hanno appreso dalle Scritture. Dobbiamo intendere come pastori non solo vescovi, presbiteri e diaconi e anche i rettori dei. monasteri, ma sono chiamati pastori anche tutti i fedeli che si danno cura di custodire la loro casa, anche se piccola, in quanto vi attendono con sollecita vigilanza. Beda,

Omelie sul Vangelo 1, 7

Maria riflette sull'adempimento delle profezie dell'Antico Testamento Maria, custode a buon diritto della sua verginale pudicizia, non voleva svelare a nessuno i misteri di Cristo, che aveva appreso, ma aspettava con reverenza di divulgarli quando e come ritenesse opportuno. Anche se tàceva con la bocca, ripensava frequentemente al suo segreto col cuore sempre vigile. Ecco ciò che significa: Vi rifletteva in cuor'suo. Metteva a confronto ciò che vedeva essersi già compiuto con ciò che aveva letto che si sarebbe compiuto. Vedeva che, nata a N azaret dalla stirpe di Davide, aveva concepito il Figlio di Dio dallo Spirito Santo. Aveva letto nel profeta: Uscirà un

virgulto dal tronco di lesse e un nazareo verrà su dalle radici e sopra .di lui si poserà lo Spirito del Signore (ls 11, 1:.2). Aveva letto: E tu Betlemme E/rata) tu set" piccola tra le migliaia di Giuda) ma da te uscirà colui che deve regnare in Israele, e la su?' origine e dal!' inizt"o) dai" giorni del/' eternità (Mie 5, 2). Vedeva che a Betlemme aveva partorito il dominatore d'Israele, colui che era nato eterno dal Padre prima dei secoli; vedeva che vergine aveva concepito e partorito un figlio e lo aveva chiamato col nome di Gesù; aveva letto nei profeti: Una vergine concepirà e partorirà un figlz'o e lo chiamerà Emmanuele (Is 7, 14); aveva letto: Il bove ha conosciuto il suo pa-

La nascita di Gesù (2, 1-20)

drone e l'asino la mangiatoia del suo padrone (Is l, 3). Vedeva il Signore posto in una mangiatoia, dove erano soliti venire il bue e l'asino a mangiare. Ricordava che le era stato detto dall'angelo: Lo Spirito San-

to verrà sopra di te e la potenza dell'Altissimo ti' coprirà con la sua ombra. Per questo colui che nascerà sarà santo, sarà chiamato Figlio di Dio. Aveva letto che il modo di questa sua nascita non avrebbe potuto essere conosciuto, se non per I'annuncio dell'angelo, secondo quanto dice Isaia: Chi narrerà la sua generazione? (Is 53, 8); aveva letto: E tu torre del gregge,

nebbiosa figlia di Sion, verranno fino a te, e verrà la prima potenza, t'l regno alla figlia di Gerusalemme (Mie 4, 8). Aveva udito

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che le potenze angeliche, figlie della città celeste, erano apparse ai pastori in un luogo dove si riunivano le pecore, e che perciò da molto tempo era detto torre del gregge e si trova a un miglio a oriente di Betlemme, dove ancora oggi si vedono in chiesa tre memorie di quei pastori. Sapeva che allora era venuto nella carne il Signore, che ha una sola ed eterna potenza col Padre, per dare il regiio alla· Chiesa, cioè alla figlia della Gerusalemme celeste. Confrontava dunque Maria ciò che aveva letto doversi compiere con ciò che sapeva già avvenuto; tuttavia non lo esprimeva a parole, ma lo conservava nel cuore. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 7

LA CIRCONCISIONE DI GESÙ

Quando /uron passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepi'to nel grembo della madre (2, 21). La circoncisione di Gesù è un evento unico che vale per tutti (Origene). Il nome di Gesù ha il potere di sconfiggere Satana e gli spiriti delle tenebre (Origene). Già nell'ottavo giorno della vita di Gesù, il suo destino di annichilimento e di risurrezione è rivelato nel nome, nella circoncisione e nel battesimo, poiché apre gli ultimi giorni (Beda; Cirillo di Alessandria).

2, 21

La circoncisione nell'ottavo giorno

Tutta l'umanità è circoncisa nella circoncisione di Gesù Dunque, come quando è morto noi siamo morti con lui e quando è risorto siamo risorti con lui, così siamo anche stati circoncisi cori lui e dopo la sua circoncisione siamo stati puliti da una solenne purificazione. Per questo non abbiamo affatto bisogno di una circoncisione nella carne e perché tu sappia che è stato circonciso per noi, ascolta le chiare parole di Paolo: In lui abita corporalmente tut-

ta la pienezza della divinità, e voi siete giunti in lui· alla pienezza della vita, di lu~ cioè, che è il capo di ogni ordinamento e di ogni· autorità. In lui anche voi siete stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano di uomo, spogliandovi del nostro corpo di carne nella circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti nel battesimo, in lui siete stati anche risuscitati per la fede rtell'azione di Dio, che lo ha risus_citato dal morti (Col 2, 9-12). Dunque la

sua morte, la sua risurrezione e la sua circoncisione sono ·avvenute per noi. · Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 14, 1

Il potere del nome di Gesù . (I cristiani) sembrano trarre il loro co~ raggio non dagli incantesimi, ma dal nome di Gesù e dal racconto delle sue azioni. Infatti grazie al suo nome è accaduto molto spesso che i demoni siano stati messi in fuga dal popolo, specialinente quando quelli che lo invocano lo pronunciano in una sana disposizione e con piena fede. È davvero cosl potente il nome di Gesù contro i demoni che talvolta è efficace anche quando è pronunciato da persone da poco. Origene, Contro Celso 1, 6

Gli ultimi giorni sono iniziati Accolse quindi nella carne la circoncisione stabilita dalla Legge, egli che è ap-

La circoncisione di Gesù (2) 21)

parso nella carne senza macchia di contaminazione, e venuto nella somiglianza del peccato della carne (cf. Rm 8, 3) ma non nella carne del peccato, non ha rifiutato il rimedio col quale si usava purificare la carne di peccato; si è anche sottomesso all'acqua del battesimo, con cui ha voluto che i popoli della nuova grazia fossero lavati dalla macchia dei peccati, non per necessità ma per dare l'esempio [ ... ] . Perché poi il fanciullo che ci è nato, il figlio che ci è stato dato (cf. Is 9, 6), abbia ricevuto il nome di Gesù, cioè Salvatore, non c'è bisogno di spiegazione ma di vigile e sollecito zelo, perché anche noi possiamo salvarci partecipando del suo no~ me. Abbiamo infatti letto come interpreta langelo: Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1, 21). E con convinzione speriamo e crediamo che chi salva dai peccati ci salverà anche dalla corruzione, che è provocata dai peccati, e dalla stessa morte, come dice il salmista: Egli che perdona

tutte le tue iniquità) che risana tutte le tue debolezze (Sal 102, 3 ). Infatti, una volta rimesse completament€ le nostre iniquità, saranno risanate completamente anche le nostre debolezze, quando al manifestarsi della gloria della risurrezione sarà distrutta la morte, l'ultima nemica.

Be da, Omelie sul Vangelo 1, 11

L'ottavo giorno: circoncisione, battesimo e risurrezione Il santo Paolo dice che né la circoncisione né la non circoncisione contano qualcosa (cf. 1 Cor 7, 19). Nell'ottavo giorno Cristo è risuscitato dai morti e ci ha dato la circoncisione spirituale. Poi ha comandato ai santi apostoli: Andate e fa-

te discepoli di tutte le nazion~ battezzandoli nel nome del Padre) del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28, 19). E affermiamo che la circoncisione spirituale è avvenuta soprattutto nel santo battesimo, quando

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Cristo ci ha fatti partecipi anche dello Spirito Santo. Anche Giosuè, questo Gesù dei tempi antichi, che divenne capo degli Israeliti dopo Mosè, fu tipo di questo. Egli guidò i figli di Israele attraverso il Giordano, poi li fece fermare e ilnmediatamente circoncidere con coltelli di pietra.· Così, quando noi abbiamo ~ttra­ versato il Giordano, Cristo ci circoncide con il potere dello Spirito Santo, non purificando la carne, ma piuttosto tagliando via la sporcizia che è nelle nostre anime. Nell'ottavo giorno, dunque, Cristo fu circonciso e, come ho detto, ricevette il suo nome. Noi siamo stati salvati da lui e attraverso lui, perché in lui anche voi siete

stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano di uomo, spogliandovi del nostro corpo di carne nella circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti nel battesimo, in lui siete stati anche risuscitati (Col 2, 11-12). La sua morte fu dunque per noi, come anche la sua risurrezione e la sua circoncisione; infatti egli morì perché noi, che siamo morti con lui nella sua morte al peccato, non viviamo più per il peccato; poi, se siamo morti' con luz~ vivremo anche insieme con lui (2 Tm 2, 11). Si dice che egli sia morto al peccato non perché avesse peccato, poiché era senza peccato e non si è trovata menzogna sulle sue labbra (1Pt2, 22), ma a causa del nostro peccato. Dunque, come siamo morti insieme a lui quando è morto, così anche risorgeremo insieme a lui [ ... ] . Dopo la circoncisione di Gesù il rito fu abolito con l'introduzione del battesimo, del quale la circoncisione era tipo: per questo noi non siamo più circoncisi. Mi sembra che la circoncisione avesse tre fini distinti: in primo luogo separava i discendenti di Abramo con una sorta di segno e sigillo e li distingueva dalle altre nazioni; poi prefigurava in sé la grazia e l' efficacia del divino battesimo: un tempo un maschio che era circonciso era incluso nel popolo di Dio in virtù di quel sigillo,

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Luca

ora una persona che è battezzata ed ha formato in sé Cristo, il sigillo, diventa un · membro. della famiglia d'adozione di Dio; in terzo luogo la circoncisione è il simbolo dei fedeli quando sono stabiliti nella grazia e tagliano via e mortificano il sorgere tumultuoso dei piaceri carnali e delle passioni con l'affilata chirurgia della fede e delle fatiche dell'ascesi. Fanno

questo non recidendo il corpo, ma purificando il cuore; fanno questo essendo circoncisi nello spirito e non nella lettera. Come testimonia il santo Paolo (cf. Rm 2, 29), la loro lode non ha bisogno della sentenza di alcun tribunale umano, ma dipende dal decreto che viene dall'alto. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 3

IL SIGNORE BAMBINO NEL SUO TEMPIO

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge dtMosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore/ e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi: come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di' nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui: gli.aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le bracda e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei òcchi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popol~ luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo1sraele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in.quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore) fecero ritorno in Galilea) alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui (2, 22-40).

a

Settanta settimane dopo l'annuncio della nascita di Giovanni a Zaccaria da parte del1' angelo Gabriele e quaranta giorni dopo la sua nascita, Gesù giunge nel suo tempio per

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Luca

compiere la Legge per la seconda volta. Egli viene dalla sua circoncisione all'altare come anche noi, dopo il battesimo, ci accostiamo al sacramento del suo corpo e del suo sangue (Beda). Il grembo chiuso della verginità che Gesù apre è simboleggiato dalla porta orientale del · tempio, attraverso la quale solo il sommo sacerdote può entrare (Girolamo). Giuseppe e Maria erano di umile condizione, cioè troppo poveri per poter offrire un agnello. La loro offerta è segnata da povertà, semplicità e castità (Origene) . Simeone è ritratto come i santi dell'Antico Testamento nella narrazione dell'infanzia, come Zaccaria, Elisabetta, Maria e Giuseppe. Lui e Anna sono presentati qui come rappresentanti della sinagoga (Beda). Simeone è un privilegiato per aver potuto vèdere Gesù nella carne, ma in questo stesso modo ciascuno vede Gesù quando lo afferra con gli occhi della fede (Agostino). 0.ra Simeone è libero di morire in pace secondo la parola del Signqre, perché egli vede in Gesù la liberazione dai legami di un mondo caduto (Origene). Simeone incarna in sé il sacerdozio e la profezia e presenta a Gesù le chiavi degli uffici sacerdotale e profetico che disserrano i peccati che incatenano l'umanità (Efrem Siro). Simeone ha visto la salvezza nel bambino Gesù, perché Gesù è salvezza (Basilio di Cesarea). Il mistero di Cristo è rivelato: egli è luce per i Gentili e gloria per Israele (Cirillo di Alessandri.a). Gesù è l'occasione per la caduta dei Giudei e la risurrezione dei Gentili (Anfilochio di !conio). Le parole e gli atti di Gesù saranno contraddetti perché non seguiranno le aspettative umane; ogni cosa in lui è un segno di contraddizione (Origene). Ci sono molte interpretazioni della spada che attraversa l'anima di Maria. Una pone l'accento sul dolore di Maria alla crocifissione di suo figlio (Giovanni Damasceno). Un'altra suggerisce che è Maria, la Madre di Dio, che rimuove la spada che protegge il paradiso a causa del peccato di Eva (Efrem Siro). Un'altra propone l'idea che ella, come gli altri discepoli, abbia frainteso il destino di Gesù. Un'altra possibilità, in accordo con il primo ritratto di Maria come personificazione di Israele tracciata da Luca, vede la spada come rivelazione di Dio nelle parole e negli atti di Gesù durante il suo ministero (Ambrogio, Basilio di Cesarea), cioè la spada dello Spirito. La rivelazione di molti cuori si riferisce alla.rapida cura che ci sarà per coloro che sono caduti nel dubbio e nel rifiuto a causa della crocifissione (Basilio di Cesarea). Le parole di Simeone confermano che anche le donne possono essere salvate (Origene). Anche nella vedovanza Anpa porta la sua testimonianza e, attraverso di lei, lo fanno anche suo padre e la sua tribù (Teofilatto). Anna rappresenta la Chiesa e il numero dei suoi anni è sacro (Beda, Ambrogio). La scena si chiude con uno spostamento dal tempio di Gerusalemme al villaggio di Nazaret in Galilea. Gesù è pieno di sapienza anche nell'infanzia (Origene). Il suo accrescimento è secondo la natura umana, cosa che rimane un mistero per noi (Cirillo di Alessandria). Perché Luca tralasci la fuga in Egitto si spiega leggendo il suo Vangelo e distinguendone lo scopo (Beda).

2, 22-24

La presentazione al tempio

Maria e Gesù si pongono sotto la Legge Consideriamo più attentamente, fratelli carissimi, queste parole della Legge che abbiamo ricordato e vedremo nel modo più evidente che la beatissima madre di Dio e perpetua vergine Maria, insieme

col figlio che aveva generato, era stata libera da ogni soggezione alla Legge. Dato infatti che, secondo la prescrizione della Legge, la donna, la qu.ale fecondata avesse partorito, doveva essere considerata impura e solo dopo lungo tempo insieme con la prole che aveva generato, offerte le vittime a Dio, doveva essere purificata, è chiaro che tale prescrizione non può considerare impura colei che senza contatto

Il Signore bambino nel suo tempio (2, 22-40)

di uomo aveva partorito e insieme con lei

il figlio che le era nato, né può prescrivere la purificazione per mezzo di vittime salutari. Ma come il nostro Signore e Salvatore, che ha dato la Legge divina, apparendo come uomo volle essere sotto la Legge

per riscattare quelli che sono soggetti alla Legge e farci così ricevere l'adozi·one a figli (Gal 4, 4-5), così anche sua madre, che per singolare privilegio fu ~apra la Legge, per dare esempio di umiltà non rifiutò di sottomettersi alle prescrizioni della Legge, secondo quanto ha detto il sapiente:

Quanto pz·ù sez' grande, tanto più umiliati in tutto (Sir 3, 20). Beda, Omelie sul Vangelo 1, 18

Il grembo chiuso che Gesù apre è la porta orientale del tempio Tutti gli eretici hanno errato per non aver compreso il mistero della sua nascita. La frase: Colui che apre il grembo do-

vrà essere chiamato consacrato al Signore si applica alla speciale nascita del Salvatore più che a quella di tutti gli uomini: infatti solo Cristo ha aperto le porte· chiuse del grembo della verginità, che tuttavia sono rimaste sempre chiuse. Questa è la porta orientale chiusa, attravei:so la quale solo il sommo sacerdote entra ed esce, e nondimeno è sempre chiusa. Girolamo, Dialogo contro i pelagiani 2, 4

I sacrifici 1nostrano la povertà di Maria e Giuseppe In primo luogo si comanda di offrire

un agnello di un anno senza macchia i·n olocausto e piccoli di colomba o una tortora per il peccato.(Lv 12, 6). Come seconda vittima si prescrive:

Se non trova di che procurarsi un agnello, prenderà due tortore o due piccoli di co-

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lomba: uno per l'olocausto e un altro per il peccato (Lv 12, 8). · · Per cui appare mirabile che I'oblazione di Maria non .abbia la prima vittima, cioè l'agnello di un anno, ma la seconda: come se non avesse avuto di· che offrire la prima. Così sta scritto di lei: Vennero i suoi genitori per o/frt"re per 1ui un sacrificio, secondo quanto è scritto nella Legge del Si-

gnore, un paio di tortore o due piccole colombe. Ma anche in questo si mostra vero quello che è stato scritto: che Gesù Cristo, essendo ricco, si fece povero (2 Cor 8, 9). Così dunque scelse povera la madre da cui sarebbe nato, e povera la patria di cui si dice: E tu Betlemme sei la più piccola fra le borgate di GiudtJ (Mie 5, 2), e il resto. Origene, Omelie sul Levitico 8, 4

2, 25.21

Simeone aspetta la consolazione di Israele

Simeone e Anna rappresentano i due sessi che aspettano la redenzione Simeone e Anna, uomo e. donna di età avanzata, che con devota confessione ricevono nelle braccia il Signore e lo vedono piccolo in quanto uomo ma grande in quanto Dio, spiritualmente significano la sinagoga del popolo dei giudei che, sfinita per la lunga attesa della sua incarnazione, non appena egli arriva lo esalta e magnifica, sia col braccio delle buohe azioni che con la voce di una fede sincera, acclamando a lui e dicendo: Nella tua

verità sii tu la mia guida e insegnami che tu sei il mio Dio, mio Salvatore ti ho atteso tutto il giorno (Sai 24, 5). Ma bisogna

e

. anche aggiungere che giustamente gli si fecero incontro ambedue i sessi per rendere grazie, dato che si rivelava il Redentore all'uno e all'altro. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 18

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Luca

Simeone vede Cristo nella carne ~

Il giusto Simeone lo vide anche con il cuore, poiché lo conobbe neonato; e lo vide pure con gli occhi perché prese fra le braccia il bambino. Vedendolo nell'uno e nell'altro modo, riconoscendolo Figlio di Dio e abbracciapdolo generato dalla Vergine, disse: Ora lascia, o Sz.gnore, che il tuo

servo vada in pace, poiché i miei occhi hanno veduto la tua salvezza. Riflettete a quel che ha detto. Desiderava infatti durare in vita fino a quando avesse potuto vedere anche con gli occhi del corpo colui che scorgeva nella fede. Accolse un corpo infantile, tenne un corpo fra le braccia; a vedere quel corpo, cioè scorgendo il Signore incarnato, disse: I miei occhi hanno

veduto la tua salvezza. Agostino, Discorsi 277, 18, 1T

2, 2s-J2

Il cantico di· Simeone: il Nunc dimittis

Simeone vede in Gesù la liberazione dalle catene Simeone sapeva cl;ie nessuno può liberare un uomo dalla prigione del corpo con la speranza della vita futura tranne Colui che era stato annunciato e che teneva tra le braccia. Per questo gli dice anche: Ora lascia ·che il tuo servo vada in pace, Signore; infatti, finché non ho Cristo, finché le mie braccia non lo tengono, io sono prigioniero e incapace di sfuggire alle mie catene. Questo è vero non solo per Simeone, ma per tutta l'umanità. Chiunque lasci questo mondo, chiunque sia liberato dalla prigione e dalla casa di quanti sono in catene, per allontanarsene e regnare, deve portare Gesù ·n elle sue mani e tenerlo nelle sue braccia e tenerlo pienamente nel suo seno: allora potrà andare nella gioia, dove desidera andare·[. .. ].

Egli è entrato nel tempio non p er caso e semplicemente, ma è venuto nel tempio nello spirito di Dio. [. . .] Se vuoi avere Gesù e abbracciarlo con le tue mani ed essere fatto capace di lasciare la prigione, anche tu devi lottare con ogni sforzo per possedere la gui~a dello Spirito e giungere al tempio cli Dio. Guarda, tu stai già ora nel tempio del Signore Gesù, cioè la sua Chiesa: questo è il tempio costruito con pietre vive. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 15, 1-3

Simeone incarna la profezia e il sacerdozio Il Figlio giunse dal suo servo non per essere presentato da lui, ma perché attraverso il Figlio il servo potesse presentare al suo Signore il sacerdozio e la profezia che gli erano stati affidati. La profezia e il sacerdozio, che erano stati conferiti tramite Mosè, furono entrambi tramandati sin tanto che non giunsero a Simeone. Egli era un vaso puro che consacrava se stesso, così che, come Mosè, anch'egli poteva contenerli entrambi. Questi sono vasi fragili che contengono grandi doni, doni che una sola persona può contenere ·per la loro bontà, ma che molti non possono accettare per la loro grandezza. Simeone ha presentato il nostro Signore e in lui ha presentato i due doni che aveva, cosl che quello che era stato dato a Mosè nel deserto fu trasmesso da Simeone nel tempio. Poiché il nostro Signore è il vaso in cui abita ogni pienezza (cf. Col 2, 9), quando Simeo.Qe lo presentò a Dio, li versò entrambi su di lui: il sacerdozio dalle sue mani e la profezia · dalle sue labbra; il sacerdozio era sempre stato nelle mani di Simeone a causa delle purificazioni rituali, la profezia abitava sulle sue labbra a causa delle rivelazioni. Quando entrambi videro il Signore di entrambi, furono combinati e versati nel va-

Il Signore bambino nel suo tempio (2, 22-40)

so che poteva contenerli entrambi, perché avesse in sé sacerdozio, regalità e profezia. Il bambino che era avvolto in fasce in virtù della sua bontà rivestiva anche l'abito del sacerdozio e della profezia in virtù della sua maestà. Simeone lo ha rivestito di questi abiti e lo ha presentato a ·colui che lo aveva rivestito di fasce. Poi, quando il vecchio lo restituì alla madre, restitul il sacerdozio insieme a lui. E quando le profetizzò riguardo a lui: Questo bambino è destlnato alla rovina e alla risurrezione, le dette analogamente anche la profezia insieme a lui. Così Maria prese il suo primogenito e uscl. Benché egli fosse visibilmente avvolto in fasce, era invisibilmente rivestito della profezia e del sacerdozio. Dunque, quello che era stato dato a Mosè fu ricevuto da Simeone e rimase e continuò con il Signore di questi due doni. Il primo amministratore e l'ultimo tesoriere hanno · passato le chiavi del sacerdozio e della profezia al solo che aveva autorità sul tesoro di entrambe. Questa è la ragione per cui il Padre gli ha dato lo Spirito senza misura (Gv 3, 34), perché tutte le misure dello spirito sono nelle sue mani. E per indicare che ha avuto le chiavi da quelli che le amministravano precedentemente, il nastrò Signore disse a ~imone: Ti darò le chiavi del regno dei cieli (Mt 16, 19); ora, come avrebbe potuto darle a qualcuno se non le avesse ricevute da qualcun altro? Così le chiavi che ha ricevuto da Simeone il sacerdote le ha date ad un altro Simeone, l'apostolo. Così anche se il. popolo ebreo non ha ascoltato il primo Simeone, le nazioni dei Gentili avrebbero ascoltato l'altro Simeone. Efrem Siro, Omelia sul nostro Signore 53, 1 - 54, 1

Cristo è salvezza Ora, le Scritture hanno labitudine di chiamare "salvezza" il Cristo di Dio, co-

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me dice Simeone: Ora lascia che il tuo ser-

vo muoia in pace, Signore, perché ha visto la. tua salvezza. Sottomettiamoci quindi a Dio, perché da lui è la salvezza. Non è una semplice forza attiva che ci prowede una certa grazia per la liberazione dalla debolezza e per la buona salute del nostro corpo. Che cosa è dunque la salvezza? Egli è il mio Signore e il mio Salt?ato-

re, egli mi protegge e io non vacillerò più (Sal 61, 3 secondo la Settanta). Il Figlio, che è da Dio, è il nostro Dio; è anche il Salvatore dell'umanità, che sostiene la nostra debolezza, che corregge il disordine che sorge nelle nostre anime con le tentazioni. Basilio di Cesarea, Omelia sui Salmi 61, 2

Il mistero di Cristo: luce per i Gentili, gloria per Israele Il mistero di Cristo è stato preparato anche prima della stessa fondazione del ·mondo, ma si manifestò negli ultimi tempi. Divenne una luce per quelli che nelle tenebre e nell'errore erano caduti nelle mani del diavolo. Erano coloro che servono le creature invece del Creatore (Rm 1, 25), venerando per di più il drago, l'autore del male, e l'impura folla dei 4emoni, ai quali rendono l'onore dovuto a Dio. Eppure Dio Padre li ha chiamati a riconoscere il Figlio, che è la vera luce [ ... ] . Cristo dunque divenne la luce dei Gentili per la rivelazione, ma anche per la gloria di Israele. Infatti, pur ammettendo che alcuni di loro si dimostrarono insolenti e non obbedienti e con menti che non comprendevano, vi resta comunque una parte salvata e am.messa alla gloria attraverso Cristo. La primizia di questi furono i divini discepoli, lo splendore della fama dei quali illumina tutto il mondo. In un altro senso, Cristo è la gloria di Israele, perché egli è·venuto da Israele se-

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condo la carne, anche se è Dio al di sopra di tutto e benedetto per sempre. Amen. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 4

2, 33-35

La profezia di Simeone

La caduta dei Giudei e la risurrezione dei Gentili Egli è posto per la caduta dei Giudei senza fede, ma per la risurrezione dei Gentili che credono, posto come segno di contraddizione. Chiama così la croce perché molti che non credettero lo rinnegarono alla croce, schernendo le sue azioni e le sue parole, percuotendolo con una canna, dandogli aceto da bere, porgendogli fiele, ponendogli sul capo una corona di spine, trafiggendogli il fianco con la lancia, colpendolo con le loro mani, gridandogli con parole di ingiuria: Ha salvato gli altri' ma non può salvare se stesso (Mt 27, 42). Anfilochio di !conio, Ora1.t'one 2, 8, Sulla presentazione del Signore

Tutto in Gesù è un segno di contraddizione Tutto quello che la narrazione presenta del Salvatore è segno di contraddizione. La Vergine è madre, questo è un segno di' contraddizione: i marcioniti contraddicono questo segno e insistono che non è nato da una donna; gli ebioniti contraddicono questo segno e dicono che è nato da un uomo e da una donna nello stesso modo in cui noi siamo nati. Egli ha avuto un corpo umano, questo è ancora un altro segno di contraddizione. Alcuni dicono che è disceso dal cielo, altri dicono che aveva un corpo come il nostro, così che potesse redimere anche i nostri corpi dal peccato tramite la somiglianza del suo corpo con il nostro e donarci la

speranza della risurrezione. È risuscitato dai morti e anche questo è un segno di contraddizione. Come è risorto? Era proprio come quando morì o è risorto in un corpo di sostanza migliore? [. .. ] Io credo che anche il fatto che la bocca dei profeti lo abbia preannunciato sia un segno di contraddizione [ ... ] non perché quelli che credono in lui contraddicano questi segni - noi certo sappiamo che tutto quello che dice la Scrittura è vero - ma perché per i non credenti tutto quello che è stato scritto su di lui è un se-

gno di contraddizione. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 17, 4-5

La spada che trapassa Maria è il suo dolore Ma ella, beata e stimata degna dei doni al di sopra della natura, quei dolori a cui era sfuggita nel partorire invece li subì al tempo della Passione,· soffrendo la lacerazione delle sue viscere a causa della sua compassione materna. E vedendo uccidere come un malfattore colui che, nel generarlo, ella aveva conosciuto come Dio, fu lacerata dai suoi pensied come·da una spada: infatti questo significa una spada trafiggerà la tua anima. Ma poi il dolore è trasformato dalla gioia della ri" surrezione, la quale annunzia come Dio colui che era morto con la carne. Giovanni Damasceno, La fede ortodossa IV, 14

Maria rimuove la spada ~he proteggeva il paradiso a causa di Eva Simeone disse analogamente: Rimuoverai la spada. Maria ha rimosso la spada che proteggeva il paradiso (cf. Gn 3, 24) a causa di Eva. Oppur~, tu rimuoverai' la spada, cioè una negazione. Infatti il greco dice chiaramente che i riposti

Il Signore bambino nel suo tempio (2, 22-40)

pensieri di molti sarebbero stati rivelati, cioè, i pensieri di quelli che hanno dubitato; dice infatti: tu rimuoverai la spada. Davvero, anche tu dubiterai, poiché ella pensò che egli fosse il custode del giardino (cf. Gv 20, 15). Maria si meravigliava della sua nascita, è scritto, e del suo concepimento. Raccontò agli altri come aveva concepito e certo come aveva partorito; quelli che avevano dubitato furono rafforzati dalle sue parole di meraviglia. Efrem Siro

Commento al Diatessaron 2, 17

La spada che trapassa Maria è la parola di Dio · Mentre a te, 'continua, una spada trafiggerà l'anima ..Né la Scrittura né alcuna tradizione dicono che Maria sia passata da questa vita per morte violenta; d'altronde una spada materiale non trafigge lanima, bensì il corpo. In tal modo Simeone fa vedere che la sapienza di Maria non ignorava il mistero celeste. È viva infatti la parola di Dio, efficace e tagliente

più di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione del!'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e giudica .i sentimenti del cuore ed i pensieri dell'animo (Eb 4, 12), perché ogni recesso dell'intelligenza è nudo e

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mato i loro cuori nella loro fede in lui. Vediamo poi che anche Pietro, dopo essere stato scandalizzato, si attaccò più fortemente alla sua fede in Cristo. Fu di. mostrato dunque che quello che era umano non era saldo, perché potesse essere manifestato il potere del Signore. Basilio di Cesarea, Lettere 260, 9

2, 36-38

Anna aspetta la redenzione di Gerusalemme

La profezia di Anna dimostra che le donne saranno salvate Poiché era necessario che anche le donne fossero salvate, dopo Simeone giunse là una donna che era una profetes. sa. La Scrittura dice di lei: E Anna era

una profetessa, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Come è bello quest'ordine! La donna non è venuta prima dell'uomo: prima è giunto Simeone che ha preso il bambino e lo ha tenuto fra le sue braccia, poi è giunta la donna, le cui parole esatte non sono ricordate; ma il racconto dice in · termini generali che lodava Dio e parlava

di lui a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 17, 9

scoperto davanti al Figlio, a cui non sfug-: gono i segreti della coscienza. Ambrogio, Esposizione del Vangelo Secondo Luca 2, 61

La rapida cura rivela i cuori di coloro che erano rimasti scandalizzati Che i pensieri di molti cuori sarebbero stati rivelati significa che, dopo lo scandalo che si è verificato con la croce di Cristo, sia per i discepoli che per la stessa Maria sarebbe seguita una rapida cura da parte del Signore, che avrebbe confer-

Il padre e la tribù di Anna portano testimonianza L'evangelista continua a raccontare di Anna; di lei nomina sia il padre che la tribù, perché possiamo apprendere che sta dicendo la verità: sta come convocando molti testimoni che conoscevano suo padre e la sua tribù. Teofilatto,

Spiegazione del santo Vangelo secondo Luca 2

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Luca

Anna rappresenta la Chiesa, vedova per la morte del suo sposo

annunziare la venuta del Redentore di tutti. [. .. ]Però non inutilmente Luca notò gli ottantaquattro anni della sua vedovanza, poiché questa cifra, composta di sette dozzine e di due quarantene, sembra voler indicare un numero sacro. Ambrogio,

Ma secondo un'interpretazione mistica, poiché Anna significa la Chiesa che nel presente è come resa vedova dalla inorte del suo sposo e Signore, anche il numero degli anni della sua vedovanza Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 62 designa il tempo della Chiesa nel quale, stabilita nel corpo, vaga lontano dal Signore. Sette volte dodici dà 84: sette si ri2, 39-40 La crescita fisica "e spirituale del ferisce al pieno corso di questo mondo, bambino che fu creato in sette giorni; il dodici invece riguarda la completezza dell'inseGesù è pieno di sapienza gnamento degli apostoli; dunque, sia la . Nel Vangelo di Luca, lo Spirito SanChiesa universale o anche ciascuna anima to scrive questo di lui prima che abbia fedele che dedica l'intero corso della sua raggiunto l'età di dodici anni: E il bambivita alle attività apostoÌiche è lodato cono cresceva e si/ortzficava, pieno di sapienme se moltiplicasse sette per dodici e in za. La natura umana da sola non permetsenso tipologico servisse il Signore per 84 te che la sapienza sia perfetta prima dei anni. Così anche il periodo di sette anni dodici anni di .vita: una cosa è partecipadurante il quale ella visse con il marito è re alla sapienza, un'altra essere pieno di in accordo perfetto con il tempo dell'in· sapienza. [ ... ] carnazione del Signore, perché, come ho Il Figlio di Dio ha svuotato se stesso detto, la completezza del tempo deve es(cf. Fil 2, 7) e per questa ragione si è dosere espressa con il numero sette. Lì, a vuto di nuovo riempire di sapienza. E la causa della speciale qualità della maestà grazia di Dio era sopra di lui: egli ebbe la del Signore, il semplice numero di sette grazia di Dio non quando raggiunse la anni esprime, come segno della sua perfegiovinezza, non quando insegnò apertazione, il tempo in cui egli ha insegnato, rimente, ma già quando era bambino. vestito della carne; qui, per il vertice della dignità apostolica, sette anni sono molOrigene, Omelie sul Vangelo di Luca 19, 1-2 tiplicati per dodici. Be da, Spiegazione del Vangelo di Luca 2, 38

Il Verbo ha manifestato una sapienza prqporzionale ali' età del corpo L'età di Anna è sacra Profetò dunque Simeone, aveva profetato una donna maritata, aveva profetato la Vergine: e quindi anche una vedova dovette profetare, affinché nessuna condizione umana e nessun sesso venissero esclusi. Ecco perché ci è presentata Anna come una donna talmente veneranda per gli emolumenti della sua vedovanza e per la sua condotta, da esser ~recluta degna di ·

Non pensate fra voi: «Dio come può crescere? Colui che dà la grazia agli angeli e agli uomini come può ricevere nuova sapienza?»; riflettete piuttosto sulla grande abilità con la quale siamo stati iniziati al suo mistero. Infatti il sapiente evangelista non ha presentato il Verbo nella sua natura trascendente e incorporea; dice di lui che cresceva in statura e sapienza e grazia, ma solo dopo aver mostrato che era

Il Signore bambino !Zel suo tempio (2, 22-40)

nato nella carne da una donna e aveva assunto la nostra somiglianza gli attribuisce · queste caratteristiche umane. Solo allora lo chiama bambino e dice che cresceva in . statura, poiché il suo corpo cresceva a poco a poco obbedendo alle leggi del corpo. Così ha detto anche che era cresciuto in sapienza, non perché avesse ricevuto nuovi doni di sapienza. Dio è percepito grazie alla comprensione dell'essere interamente perfetto in tutte le cose e insieme incapace di essere privo di una qualunque delle caratteristiche della divinità. Così Dio il Verbo gradualmente ha manifestato la sua sapienza in modo proporzionale all'età del corpo. Il corpo allora cresce in statura e l'anima in sapienza. La natura divina non può conoscere accrescimento in nessuno di questi due aspetti, dal momento che il Verbo di Dio è perfetto in tutto. A buon diritto la crescita della sapienza è connessa con la statura del corpo, perché lanatura divina ha rivelato la sua sapienza in

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proporzione con la misura della crescita del corpo. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 5

Perché Luca omette la fuga in Egitto Luca qui omette quello che sapeva che era stato già esaurientemente raccontato da Matteo, cioè.che dopo di ciò il Signore, per non essere scoperto e ucciso da Erode, fu portato in Egitto dai suoi genitori e quando Erode morì, ritornò finalmente in Galil.ea e cominciò a vivere nel suo villaggio di N azaret. Ognuno degli evangelisti ha l'abitudine di omettere quello che sa che è stato narrato dagli altri o che conosce nello Spirito che sarà narrato dagli altri, così che nel filo continuo della loro narrazione niente appaia tralasciato. Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca 2, 39

IL GIOVANE GESÙ RITORNA NEL SUO TEMPIO

I suoi genitori si recavano tutti gli' anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni: vi salirono di nuovo secondo l'usanza/ ·ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti> non avendolo trovato, tornarono in cerca di' lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottor~ mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché "et' hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati: ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava_tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (2, 41-52). · La storia di Gesù dodicenne nel tempio ci parla della sua umanità, così che possiamo salire alla comprensione della sua divinità. Iniziando a dodici anni, Gesù afferma la sua perfezione (Beda). L'indicazione temporale di tre giorni anticipa il racconto della risurrezione (Ambrogio). Gesù insegna facendo domande·, mostrando l'umiltà che si addice ad un dodicenne (Origene). Benché questo passo ci mostri Gesù che .si occupa delle cose di suo Padre, Maria dichiara che Giuseppe è il padre di Gesù (Efrem Siro). Gesù deve essere presente nella casa di suo Padre, dove ci si occupa delle cose di suo Padre, fra coloro ai quali queste cose sono state affidate (Origene). Occuparsi delle cose del Padre significa essere coeterno con la sua potenza e la sua gloria (Beda). Gesù è sottomesso a Giuseppe, il maggiore è sottomesso .al minore, anche se Giuseppe deve aver saputo che Gesù era più grande di lui (Origene). Maria conserva nel cuore sia quello che comprende sia quello che ancora non può comprendere (Beda). Gesù cresce in sapienza e grazia man mano che la sua umanità apprende dalla sua .divinità (Girolamo); si tratta di una crescita nel corpo e nell'anima, come risultato dell'unità di persona di divinità e umanità (Giovanni Dam~sceno).

Il giovane Gesù ritorna nel suo tempio (2, 41-52)

2, 41 .45

Gesù è smarrito in Gerusalemme durante la Pasqua

L'umanità di Gesù ci mostra la sua divinità Il fatto che il Signore ogni anno veniva a Gerusalemme con i genitori durante la Pasqua è certo indizio della sua umiltà di uomo. Infatti è proprio dell'uomo presentarsi a offrire a Dio i voti dei sacrifici spirituali e conciliarsi il Creatore con preghiere e lacrime abbondanti. Perciò il Signore, nato uomo fra gli uomini, fece quello che, come Dio, divinamente aveva comandato agli uomini di fare per mezzo degli angeli. Ha osservato anche lui la Legge che ci aveva dato, per mostrare a noi, che siamo solo uomini, che si deve osservare tutto ciò che Dio comanda. Seguiamo perciò lesempio della sua vita umana, se godiamo di contemplare la gloria della divinità, se desideriamo ·abitare nella sua casa eterna in cielo per tutti i giorni della nostra vita, se ci fa piacere conoscere la volontà del Signore ed essere protetti dal suo santo tempio (cf. Sai 26, 4). Ma per non essere travolti in eterno dal vento dei mali, ricordiamoci che è necessario frequentare con preghiere assidue anche la casa della Chiesa presente. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 19

Un segno _della perfezione di Gesù Possiamo affermare che con il numero sette, come con il numero dodici, che è formato dalle parti del numero sette moltiplicate fra loro, è indicato l'intero universo delle cose, degli eventi e la loro perfezione, e perciò giustamente la Luce cominda dal dodicesimo numero a mostrare come sia bene impiegare tutto questo. Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca 2, 42

2, 46-50

93

Gesù ritrovato nel tempio

I tre giorni rimandano alla risurrezione Come abbiamo letto, si fa iniziare l'ammaestramento del Signore con il suo dodicesimo anno, perché uno stesso numero di evangelizzatori era destinato al1' annunzio della fede. E non senza motivo viene ritrovato dopo tre giorni nel tempio, come se avesse dimenticato la sua famiglia secondo la carne, Lui che, anche secondo la carne, era pieno della sapienza e della grazia di Dio: e questo doveva dimostrare che, tre giorni dopo la sua passione di trionfatore, egli, risorto, si sarebbe presentato alla nostra fede nel suo trono celeste, rivestito di splendore divino, mentre da tutti era ritenuto morto. Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 63

Gesù insegna ponendo domande . Poiché era un bambino, viene trovato in mezzo ai dottori mentre li santifica e li istruisce. Poiché è un bambino non sta insegnando loro, ma sta ponendo domande, e fa questo per insegnarci che cosa si addica ad un fanciullo, per insegnarci che cosa faccia bene ai ragazzi, anche se sono assennati e istruiti: devono ascoltare i loro maestri piuttosto che desiderare di insegnare loro e non devono vantarsi ostentando le loro conoscenze. Gesù interrogava i dottori non per imparare qualcosa, ma per insegnare loro con le sue domande. Da una sola fonte di dottrina sgorgano sia le domande sapienti che le risposte sapienti ed è parte della stessa sapienza sapere che cosa si dovrebbe chiedere e cosa rispondere. Era giusto che il Salvatore prima diventasse maestro del modo intelligente di interrogare, per poi rispon-

94 dere alle domande secondo la ragione di . Dio e la sua· Parola. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 19, 6

Maria chiama Giuseppe padre di Gesù Se in base al fatto che alcuni sono chiamati fratelli del Signore la gente pensa che questi fossero figli di Maria, osserva che egli è ~tato chiamato figlio di Giuseppe. Non solo i Giudei, infatti, lo chiamavano figlio di Giuseppe, ma anche Maria lo chiama figlio di Giuseppe; dice infatti: Ecco, tuo padre e io, angosciàti, ti cercavamo. L'angelo comandò a Giuseppe di prendere Maria sotto la sua cura (cf. Mt 1, 20) per eliminare ogni sospetto da parte dei mçildicenti e specialmente perché egli la potesse proteggere nel caso in cui coloro che erano scandalizzati nel pensare che ella era incinta a causa del1'angelo la volessero uccidere. Ei;a una grande fonte di scandalo per loro che una vergine generasse un figlio, perché erano convinti che a ·causa del suo parto la loro città sarebbe stata distrutta e che il loro regno, sacerdozio e profezia sarebbero stati aboliti. Fu sempre per questa ragione che uccisero anche il profeta Isaia che annunciava queste cose, cioè che una vergine avrebbe partorito un figlio (cf. Is 7, 14). Efrem Siro, Commento al Diatessaron 2, 7

Luca

Coeterno con il Padre Perciò giustamente attesta che il tempio appartiene a lui non meno che al Padre. Quando lo trovarono nel tempio disse: Io mi devo occupare di quanto riguarda mio Padre, perché, essendo una sola la loro maestà e gloria, una sola è anche la loro sede. Né solo la casa materiale di Dio, che costruiamo temporaneamente per adorarlo, ma anche la dimora spirituale, che viene edificata per lodarlo in eterno, sappiamo che è comune al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo. Infatti il Figlio che ha promesso di sé e del Padre a colui che lo ama: Verremo a lut· e dimoreremo in lui (Gv 14, 23), dello Spirito dice: E io pregherò il Padre mio, che vi darà un altro consolatore, a/fi·nché resti con voi per sem-

pre, lo Spirito di verità, perché abiterà e sarà con voi (Gv 14, i6-17). Evidentemente, dato che la natura della divinità è una e indivisibile, una person~ della Trinità non può abitare nel cuore degli eletti in modo diverso dalle altre persone. Perciò quel che il Signore dice quando siede nel tempio: mi devo occupare di quanto riguarda mio Padre, è dichiarazione di gloria e potenza coeterne a quelle di Dio Padre. Beda, Omelie sul Vangf!/o 1, 19

2. 51.52

Gesù obbedisce ai suoi genitori ed è fedele al suo Padre celeste

Gesù e Giuseppe dimostrano come il maggiore sia sottoposto al minore

Nel tempio ·di suo Padre

Figli, dovremmo imparare ad esser~ sottomessi ai nostri genitori: il maggiore è

Certo Gesù si trovava in quel tempio che Salomone aveva costruito. ·Egli professa di essere nel tempio. di suo Padre, quel Padre che ha ~ivelato a noi e ·del quale ha detto di essere Figlio. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 18, 5

sottomesso al minore, poiché Gesù comprese che Giuseppe gli era maggiore per età e gli rese l'onore dovuto ad un padre, dando esempio ad ogni figlio [ ... ]. Credo che Giuseppe avesse compreso che Gesù, che gli era sottomesso, era più gr~de di lui e, sapendo che gli era sotto-

un

Il giovane G~sù ritorna nel suo tempio (2, 41-52)

messo uno che era più grande di lui, timoroso, moderava la sua autorità. Così ciascuno può capire che spesso un uomo da meno si trova a esercitare autorità su un uomo migliore. Origenc, Omelie sul Vangelo di Luca 20, 5

La silenziosa meditazione di Maria E sua madre conservava tutte queste parole nel suo cuore. Conservava allo stesso modo nel cuore tutte le parole del Vangelo, sia quelle che aveva compreso che quelle che non aveva ancora potuto comprendere, come per meditarvi sopra ed esaminarle con maggiore attenzione. Impariamo quindi la castità completa della santa Vergine, che, pudica nella parola' non meno che nel corpo, conservava nel cuore le verità della fede. Beda, Spiegazione del Vangelo di Luca 2, 50-51

La natura umana di Gesù impara dalla sua divinità . Colui che è la Sapienza come può ricevè.re l'intelligenza? Gesù cresceva in sa-

pienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Questo non significa che il Figlio imparava dal Padre, ma che la sua natura umana imparava dalla sua divinità, secondo le parole del profeta su colui che è fiorito dalla radice di lesse: Lo spirito del

Signore poserà su di lui~ uno spirito di sapienza e di intelligenza (Is 11, 2). Girolamo, Omelia sul salmo 15, 7

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L'unione ipostatica assicura una giu·· sta crescita nella sapienza È detto crescere in sapienza, età e grazia, poiché da una parte cresceva in età e dall'altra portava a manifestazione attraverso il crescere dell'età la sapienza che era in lui: facendo come propria crescita la crescita umana in sapienza e in grazia e il concepimento della buona volontà del Padre - e cioè la conoscenza di Dio da parte degli uomini e la salvezza - e appropriandosi di ciò che è no- · stro sotto ogni aspetto. Invece coloro che dicono che egli cresceva in sapienza e grazia come se ricevesse un'aggiunta di queste, dicono che l'unione non è avvenuta fin dalla prima ·esistenza della carne, e non annunciano neanche l'unione secondo l'ipostasi, ma al contra~ rio, seguendo il folle Nestorio, fingono un'unione relativa ad una semplice inabitazione, non sapendo quelle cose che dicono né quelle cose che danno per sicure (1 Tm l, 7). Infatti, se la carne fu unita realmente al Dio Verbo fin dalla sua prima esistenza - o piuttosto esistette in lui ed ebbe la medesimità ipostatica con lui - , come essa non fu ricca completamente di ogni sapienza e grazia? Infatti non assunse parte alla grazia e neanche aveva parte - per grazia - a ciò che è del Verbo: ma pfottosto faceva sgorgare al mondo la grazia, la sapienza e la pienezza di tutti i beni, poiché attraverso l'unione secondo l'ipostasi le prerogative umane e quelle ·d ivine erano diventate dell'unico Cristo, e il medesimo era insieme Dio e uomo. Giovanni Damasceno, La fede ortodossa III, 22

IL MINISTERO DI GIOVANNI BATTISTA

Nell'anno decimoquinto delfimpero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galil~a, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Tracoht'tide, e Lisania tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovann~ figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati: com'è scritto nel libro degli oracoli' del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti:· i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo · Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. Anz~ la scure è gia posta alla radice degli alberi> ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco». Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a·chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni: se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «lo vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

Il ministero di Giovanni Battista (3, 1-20)

97

Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio/ ma la pula) la brucerà con fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la; buona novella. Ma il tetrarca Erode) biasimato da lui a causà di Erodiade) moglie di suo fratello) e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione (3, 1-20). Ponendo la sua narrazione in un contesto storico che è romano e giudaico, Luca sottolinea che la parola di Dio che scende su Giovanni fra re e sacerdoti è un evento significativo nella storia.del mondo e nella storia della salvezza (Gregorio Magno). La Chiesa è riunita dal Verbo nèl deserto (Ambrogio). Giordano significa "discesa" perché il fiume di Dio discende da Cristo per il battesimo (Origene). Giovanni scende al Giordano predicando un · battesimo di penitenza che ci porta al perdono dei peccati (Gregorio Magno). La fede in Cristo è la forma più alta del pentimento (Cirillo di Alessandria). Il battesimo di Giovanni introduceva il popolo in una catechesi preparatoria (Origene). Preparare la via del Signore equivale a produrre frutti di pentimento (Giovanni Crisostomo) e dunque a essere pronti ad accogliere Cristo (Cirillo di Alessandria). La via del Signore è la via della catechesi, la via della vita nella persona e nelle opere del Messia, Gesù, una via che non è "letterale", ma che si trova nel cuore (Orig~ne) . Il linguaggio vivo di Is 40 ci annuncia che preparare questa strada significa affrontare un drammatico cambiamento nella topografia di Israele, segnala un rivolgimento nella creazione caduta, perché ora tutt~ vedrà la salvezza nella venuta di Gesù (Giovanni Crisostomo). Nessuna barriera, neppure fisica, potrà impedire il dirompere della verità di Dio (Prudenzio). L'opera di Giovanni nella preparazione dei cuori alla venuta del Cristo prosegue ancora (Origene). Vedere la salvezza di Dio è vedere Cristo, come ha detto Simeone nel Nunc dimittis mentre teneva Gesù fra le braccia (Agostino). Anche se Giovanni si rivolge ai Giudei e li rimprovera per la loro malvagità che si esprimeva nella mancanza di fede, egli invita tutti al pentimento, sia gli Ebrei che i Gentili (Origene). Per la fede i Gentili sono diventati veri discendenti di Abramo come pietre vive, adempiendo la promessa fatta loro da Dio (Cirillo di Alessandria). L'ira di Dio comincia già ora a manifestarsi ~ttraverso il ministero di Giovanni (Gregorio Magno); l'ira di Dio è rivolta ai Giudei, ma una p.iccola parte d'Israele sarà salvata (Cirillo di Alessandria). Ogni istruzione ha a che fare con l'attaccamento alle cose di questo mondo; l'insegnamento delle buone opere deve precedere il battesimo. Luca, ·il medico, tramite la predicazione di Giovanni applica un rimedio ad ogni malattia mostrata dalla foll~, dai pubblicani e dai soldati (Cirillo di Alessandria). Dare all'altro una delle due tuniche fa sì che non serviamo due padroni. Per i pubblicani significa non prendere più di quanto è loro dovuto; se esigono più di quanto è stabilito dalla Legge peccano contro lo Spirito Santo (Origene); questa esortazione riguarda anche gli esattori cristiani, che non devono approfittare della loro posizione per arricchirsi (Massimo di Torino). I soldati non devono usare il potere derivante dal loro ufficio per estorcere o usare violenza verso laltro, anche se, parlandone qui, Giovanni mostra di approvare il servizio militare (Agostino). La risposta data ai soldati si applica anche a tutti coloro che si trovano alle dipendenze dello Stato (Massimo di Torino). L'espressione fondamentale della Legge dell'Antico Testamento è di essere misericordiosi come lo è il Padre, compiendo quelle opere di misericordia richieste a tutti noi (Ambrogio). Luca ci informa che il popolo si chiedeva se Giovanni era il Cristo. Giovanni non è lo sposo, ma lamico dello sposo (Gregorio Magno). Quale rappresentante dei Giudei, Giovanni non è degno di sciogliere il

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Luca

legaccio ai sandali di Gesù; è suo compito preparare a Gesù, che è il Cristo, la via; egli battezza con acqua mentre Gesù battezza in Spirito Santo e fuoco (Cirillo di Alessandria), come accadde nella Pentecoste (Cirillo di Gerusalemme). Il richiamo di Giovanni alla penitenza si conclude con l'avvertimento ai suoi ascoltatori che Dio tornerà come giudice per separare coloro che portano frutto da quelli che sono sterili (Ambrogio). Luca affermà che Giovanni ha insegnato molte altre cose; il suo Vangelo ci ricorda molti di questi insegnamenti. Erode può imprigionare Giovanni, ma egli continua ad insegnare; invia i suoi discepoli da Gesù per sapere se egli è colui che deve venire (Origene). Come Giovanni viene imprigionato, Gesù, al centro della scena per il suo battesimo, stabilisce una netta rottura tra la fine del ministero di Giovanni e l'inizio del suo ministero pubblico (Eusebio di Cesarea).

3, 1.2

Il contesto storico del ministero di Giovanni

L'unione dei Gentili e la dispersione · degli Ebrei Viene indicato il tempo in cui il precursore di Cristo, nostro Redentore, ricevette il mandato della predicazione [ ... ]. Siccome Giovanni veniva ad annunciare colui che avrebbe redento alcuni della Giudea e molti dei pagani, vengono indicati i tempi della sua missione con i nomi dell'imperatore romano e dei capi del popolo giudaico. Che poi il mondo pagano doveva essere riunito mentre quello giudaico, 'per la mancanza di fede, sarebbe stato disperso, risulta dalla descrizione stessa dei poteri allora dominanti, visto che 'si dà un solo nome per l'Impero romano, mentre si indicano i tetrarchi che amministravano le quattro parti del regno giudaico. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangeli l , 20, 1

Il contesto della storia della salvezza Era dunque chiaro che la Giudea era giunta alla fine del suo potere, essendo divisa e soggetta a tanti re. Si indicano - e giustamente - non solo i re, ma anche i sacerdoti sotto i quali accaddero questi fatti: il Battista doveva an-

nunciare colui che sarebbe stato Re e Sacerdote, e per questo l'evangelista Luca indicò i tempi della sua predicazione con i dati attinenti al sacerdozio e al regno. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangeli I, 20, 1

Il Verbo riunisce la Chiesa nel deserto Il Figlio di Dio, prima di radunare la Chiesa, agisce anzitutto nel suo umile servo. Perciò 'd ice bene san Luca che la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto, perché la Chiesa. non ha preso inizio dagli uomini, ma dalla Parola. Infatti è essa il deserto, . perché i figlt' della derelitta sono più numerosi dei figli della maritata (Is 54, 1). A lei, del resto, vien detto: Esulta, o sterile (ibid.); e ancora: 'Prorompi in canti di gioia, o deserto (Is 52, 9), perché ancora non era stata dissodata dal lavoro .di un popolo di stranieri, né ancora gli alberi, ,a cui era possibile dar .frutto, mostravano le fronde svettanti dei loro meriti. Non era ancora venuto colui che avrebbe detto: Io, invece, sono come un olivo frondoso nella casa del Signore (Sai 51, 10); quella vite celeste non comunicava ancora ai suoi tralci la fecondità, restandovi allacciata, diciamo così, mediante il contatto delle sue parole. Discese dunque la Parola, affinché la terra, che pri-

Il ministero di Giovanni Battista (3, 1-20)

ma era un deserto, producesse i suoi frutti per noi; discese la Parola, e il suono della voce la segul, poiché la parola opera anzitutto all'interno, poi la ·voce fa seguire il suo compito. Perciò dice Davide: Ho creduto, e quindi ho parlato (Sai 115, 10). · Ambrogio, E:,posizione del Vangelo secondo Luca 2, 67

>.J-6

I punti fondamentali della predi-

cazione di Giovanni Giordano significa "discesa" Giordano significa "discendere". Il fiume di Dio che discende, che scorre con forza impetuosa, è il Signore nostro Salvatore, nel quale siamo stati battezzati con vera e salvifica acqua. Il battesimo è predicato anche per la remissione dei

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colpe, quello di penitenza in cui sonorimessi i peccati e, dato che la sua parola precedeva la venuta del Redentore, cosl il suo battesimo veniva amministrato in preannuncio, come ombra della verità. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangeli I, 20, 2

La fede in Cristo è la forma più alta di pentimento · Per di più, il frutto del pentimento è, nel suo grado più alto, la fede ili Cristo. Vi si avvicina il modo di vita evangelico e, in generàle, le opere di giustizia opposte al peccato; e tutto questo il penitente deve portare, come frutti degni del pentimento. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 7

pe~cati.

Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 21, 4

Il perdono viene dal battesimo di Cristo f,gli venne in tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati. Come torna ch~aro a chi legge, Giovanni non solo predicò un battesimo di penitenza, ma ad alcuni anche lo amministrò, pur non potendo - con esso - cancellare i peccati. Il perdono delle colpe viene dato a noi solo con il battesimo di Cristo. Dobbiamo notare ciò che sta scritto: predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, in quanto annunciava il battesimo che perdonava i peccati, non potendo egli stesso amministrarlo. Come preannunciava con la sua parola il Verbo del Padre fatto carne, così anticipava con il .suo battesimo, in cui non venivano perdonate le

Il pentimento in preparazione del battesimo di Giovanni Il precursore di Cristo, voce di uno che g;ida nel deserto, predica nel deserto dell'anima che non ha conosciuto la pace. Non solo allora, ma anche ora una lampada luminosa e brillante giunge per prima e predica un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati, poi segue la vera Luce, come lo stesso Giovanni ha detto: Egli deve crescere e io diminuire (Gv 3, 30). La parola è giunta· nel deserto e si è diffusa in tutta la 'regione intorno al Giordano. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 21, 3

Preparare la via significa invocare i frutti del pentimento Vedi che mediante quello che diceva il profeta e quello che il Battista predicava, veniva indicato solo questo, che

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Luca

egli era venuto ad aprire la via e a preparare, non ad elargire il dono, che era il perdono, ma a predisporre le anime di coloro che avrebbero accolto il Dio dell'universo? Giovanni Crisostomo,

Omelie sul Vangelo di Matteo 10, 3

Prepararsi per essere pronti a ricevere Cristo Giovanni, essendo stato scelto per l'apostolato, fu anche l'ultimo dei santi profeti. Per questo quando il Signore non era ancora arrivato diceva: Preparate le vie del Signore. Che cosa significa: Preparate le vle del Signore? Significa: rendetevi pronti per accogliere qualunque cosa il Cristo voglia fare; allontanate i vostri cuori dall'ombra della Legge, rigettate le immagini vaghe e non pensate più malvagiamente. Raddrizzate i sentieri del nostro Dio, perché ogni sentiero che conduce al bene è diritto e liscio e agevole, ma quello tortuoso conduce alla malvagità quelli che vi camminano. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 6

La via che Giovanni prepara è nel cuore Preparate una via per il Signore. Quale via dobbiamo preparare per il Signore? Forse corporea? E il Verbo di Dio potrebbe percorrerla? La via per il Signore non dovrebbe essere forse preparata interiormente e non dovrebbero essere preparati nel nostro cuore sentie- . ri diritti e lisci? Questa è la via per la quale è entrato il Verbo di Dio, che abita nel cuore umano capace di comprenderlo. . Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 21, 5

Isaia prevede un rivolgimento che segnala l'avvento della salvezza Luca dice anche di più, perché non si è limitato a citare l'inizio della profezia, ma la riporta tutta: Ogni burrone, dice, sarà riempito, ogni· m.onte e ogni colle sarà abbassato; i passi tortuosi saranno diritti: i luoghi impervi spianati. Ogni carne vedrà la salvez.za di Dio. Hai visto come il profeta abbia detto tutto in anticipo, l'accorrere del popolo, il cambiamento in meglio della situazione, la facilità della predicazione, la causa di tutti gli avvenimenti, anche se li ha indicati metaforicamente? Infatti quello che diceva era una profezia. Quando dice: Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato e i luoghi impervi spianati, indica che gli umili saranno innalzati, gli arroganti saranno abbassati e la difficoltà della Legge si muterà nella facilità della fede. Non sono più, vuol dire, gli sforzi e le fatiche, ma la grazia e il perdono dei peccati che offrono una grande facilità di salvezza. Poi indica la causa di ciò dicendo: Ogni carne vedrà la salvezza di Dio; non più soltanto giudei e proseliti, ma anche tutta la terra, il mare e l'intero genere umano. Con passi tortuosi ha alluso .ad ogni vita corrotta, pubblicani, prostitute, briganti, maghi che, mentre prima erano depravati, poi si sono incamminati per la retta via; lo diceva anche lui: Pubblicani e prostitute vi passano avanti nel regno di Dio, perché hanno creduto (Mt21,31-32). Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo 10, 3

Nessuna barriera alla venut~ della ." venta Il messaggero disponeva questo segno di deferenza: . preparando la via per il Dio che presto sarebbe venuto, cambiava i luoghi montuosi in pianeggianti e spianava quelli accidentati,

Il ministero di Giovanni Battista·(3, 1-20)

perché niente di distorto trovasse la Verità discesa sulla terra. Prudenzio,

Libro delle ore del giorno 7, 51-55

L'opera di preparazione di Giovanni. prosegue ancora Credo che il mistero di Giovanni sia attivo ancor oggi nel mondo: se qualcuno comincia a credere in Cristo Gesù, lo spirito e la potenza di Giovanni vengono nella sua anima e preparano un popolo perfetto per il Signore; nei luoghi accidentati del cuore le vie sono rese agevoli e i sentieri saranno raddrizzati. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 4, 6

La salvezza di Dio è il Cristo di Dio

Il passo della Scrittura: E ogni carne vedrà la salvezza di Dio, senza alcun imbarazzo si può interpretare così: «Ogni uomo vedrà il Cristo. di Dio». Egli infatti è stato visto nel corpo e sarà veduto nel corpo quando giudicherà i .vivi e i morti. Vi sono molte altre testimonianze nella Scrittura.che egli ·è la salvezza di Di~. Più esplicitamente esprimono questo concetto le parole ·del venerando vecchio Simeone il quale, avendo ricevuto fra le braccia Cristo bambino, disse: Ora tu permetti: Signo-

re, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. Agostino, La città di Dio 22, 29, 4 3, 7-9

Giovanni ammonisce le folle

Il richiamo di Giovanni al pentimento è per tutti · A voi che vi avvicinate al battesimo la Scrittura dice: Portate frutti degni della

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conversione. Volete sapere quali sono i frutti degni della conversione? L'amore è un frutto dello Spirito, la gioia è un frutto dello Spirito, così anche la pace, la pazienza, la gentilezza, la bontà, .la fede, la mitezza, il controllo di sé ed altre cose di questo genere (cf. Gal 5, 22). Se abbiamo tutte queste virtù, allora abbiamo prodotto frutti degni della conversione[. .. ]. Giovanni, l'ultimo dei profeti, profetizza l'allontanamento della prima nazione e la chiamata dei Gentili;_a quelli che si vantavano di Abramo dice: Non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! E poi parla dei Gentili: Perché t'o vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. Da quali pietre? Certo non stava parlando di pietre materiali prive di ragione, ma del popolo che non comprendeva e che talvolta era duro. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 22, 8-9

Il battesimo dei Gentili realizza ·la promessa fatta ad Abramo Vedete con quanta cura abbassa il · loro folle orgoglio e dimostra che il loro essere figli di Abramo secondo la carne non porterà loro alcun vantaggio? Quale vantaggio è la nobiltà di nascita se le azioni del popolo non sono giuste in accordo con essa e non riescono ad imitare le virtù dei loro antenati? Il Salvatore dice loro: Se foste figli di Abramo fareste quello che ha fatto Abramo (Gv 8, 39). La paren.tela richiesta da Dio è interiore, nell' atteggiamento, per cui è inutile vantarsi di avere genitori santi e buoni quando non riusciamo a raggiungere la loro virtù. Ma, dicono i Giudei, se è così, come sarà ancora moltiplicata la discendenza di Abramo? Come può avverarsi la promessa fattagli da Dio, secondo la quale la ,sua discendenza si sarebbe moltiplicata come le stelle del cielo? Con la chiamata dei Gen-

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tili, o Giudei! Dio ha detto ad Abramo: I

tuoi discendenti riceveranno questo nome tramite Isacco (Gn 21, 12), aggiungendo che aveva posto Abramo come padre di molte nazioni. Ma le parole tramite Isacco significano in accordo con la promessa. Egli è stato posto dunque come padre di molte nazioni per la fede, naturalmente·in Cristo. Come si può vedere, il beato Battista li ha chiamati pietre, perché non hanno ancora conosciuto colui che è per natura Dio. Erano in errore e nella loro grande follia veneravano la creazione invece del Creatore, ma furono chiamati e divennero i figli di Abramo e credendo in Cristo riconobbero colui che è per natura Dio. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 7

Luca

L'ascia è l'ira di Dio, ma una parte è salvata Quello che egli vuole indicare con l'ascia in questo passo è l'aspra ira che Dio Padre ha rovesciato sui Giudei per la loro malvagità nei confronti di Cristo e per la loro sfacciata violenza. L'ira si abbatté su di loro come un'ascia. A questo si può anche aggiungere la parabola dei Vangeli sull'albero di fico: come pianta infruttuosa, non più di specie generosa, fu tagliata da Dio. Giovanni comunque non.dice che lascia è posta sulla radice, ma alla radice, cioè vicino ~a radice: i rami sono stati tagliati, ma la pianta non è stata scalzata dalla sua radice; dunque una parte di Israele è stata salvata e non perirà completamente. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 7

La geenna è per tutti coloro che non compiono buone opere 3, 10-14

L'albero di questo mondo rappresenta tutto il genere umano, la scure il nostro Redentore, la cui umanità risulta - per così dire - dal manico e dal ferro, mentre è il taglio che rimanda alla divinità. Questa scure è posta ormai alla radice dell' albero, e anche se attende con pazienza, è già evidente ciò che avverrà. Infatti, ogni al-

bero che non produce buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco perché ogni malvagio che trascura di produrre in questo mondo frutti di bene troverà pronto ben presto il fuoco della Geenna. Bisogna notare che, della scure, si dice che è posta alla radice, non presso i rami. Quando infatti si tolgono di mezzo i figli dei malvagi, vengono strappati i rami dell'albero che non dà frutto, ma quando è tutta una progenie col capostipite a scomparire, l'albero infruttuoso è divelto dalle radici, perché non resti nulla da cui possa aver vita una nuova, malvagia discendenza. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangeli I, 20, 10

Giovanni risponde alle domande

Luca, il medico, applica rimedi tramite Giovanni . ll santo Luca ha introdotto tre gruppi di persone che fanno domande a Giovanni: le folle, i pubblicani e i salda~. Proprio come un· abile medico applica a ciascuna malattia un rimedio adatto, così anche il Battista ha dato a ciascun gruppo, che rappresenta un tipo di vita, un consiglio utile e appropriato. Ha risposto alle folle di praticare mutue opere di bontà mentre si impegnano nella penitenza. Nel caso dei pubblicani ha posto fine all'esazione indiscriminata. Poi, molto saggiamente, ha chiesto ai soldati di non opprimere nessuno ma di accontentarsi dei loro salari. Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelie 8-9

Non servire due .Padroni Che .la persona che ha due tu~iche ne dia una a qualcuno che non ne ha

· Il ministero di GiovanniBattista (3, 1-20)

nessuna si addice agli apostoli più che alla moltitudine. Per comprendere che questo comando si addice più agli apostoli che al popolo, ascolta quello che il Salvatore .dice agli apostoli: Partendo per un viaggio non prendete due tuniche (Mt 10, 10). Infatti ci sono due vesti con le quali ciascuno è vestito e che si ordina di condividere con chi non ne ha nessuna; questo ha un altro significato: come non dobbiamo servire due padroni· (Le 16, l~), il Salvatore non vuole che abbiamo due tuniche o che siamo vestiti di un abito doppio, perché una delle due vesti non sia l'uomo vecchio e l'altra l'uomo nuovo. Al contrario, egli deside- . ra che ci spogliamo dell'uomo vecchio e ci rivestiamo dell'uomo nuovo (cf. Ef 4, 22-24). Fino a questo punto, la spiegazione è facile. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 23, 3

I pubblicani che chiedono più del dovuto peccano contro lo Spirito Santo .Anche i pubblicani venivano per essere ba{tezzati. Secondo l'interpretazione, egli i.Ilsegna ai pubblicani a chiedere non più di quanto richiesto dalla Legge; quelli che chiedono di più non trasgrediscono il comando di Giovanni, ma quello dello Spirito Santo che parlava tramite Giovanni[. .. ]. · Abbiamo detto tutto questo per mostrare che Giovanni insegnava ai pubblicani, non solo a quelli che riscuotevano le imposte per lo Stato, ma anche a quelli che venivano per penitenza e non erano . propriamente pubblicani, come anche altri erano soldati che desideravano il battesimo di conversione. Origene, Omelie sul Vangelo di Luca 23, 5; 23, 9

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I funzionari cristiani e l'esortazione di Giovanni ai pubblicani Senza dubbio degna di lode la domanda dei pubblicani e giusta la risposta del santo profeta. Quelli, infatti, si fanno premura di chiedere, per non cadere in .peccato, esigendo per ignoranza più del giusto o per non tradire il loro dovere di funzionari per mancanza d 'impegno; questi, a sua volta, è moderato nella sua prescrizione, in modo che venga esclusa la disonestà e venga applicata la tassazione stabilita. [ ... ] Dunque dev' esser sopportato ciò che Cesare comanda, tollerato quello che l'imperatore impone; ma ciò diventa intollerabile, quando del1'esazione si fa preda per accumulare ricchezze. E che cosa è mai questa, che quegli stessi che invocano per i loro peccati. simili stati di necessità, raddoppiano le loro colpe chiamando interesse dello Stato le loro frodi e rapine, mentre la stessa preda è causa di danno? Aggiungono poi alle loro scelleratezze quella di perseguitare di preferenza coloro che vedono senza difesa. [. . .] Quando dunque con queste frodi hanno riempito le loro casse, potresti vederli affrettarsi alla chiesa lieti e azzimati e ringraziare Dio, quasi che da lui fosse loro concesso questo denaro, commettendo anche il peccato ra. di volere Dio complice delle loro . pme. Massimo di Torino, · Sermoni 26, 2

Il servizio militare non è condannato da Giovanni Se la dottrina cristiana condannasse ogni specie di guerra, ai soldati che nel Vangelo chiedono il consiglio per salvarsi, prescriverebbe di gettar via le armi e di sottrarsi completamente agli obblighi del servizio militare. Invece è stato loro detto: Non fate violenza a nessuno e non

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Luca

calunniate; siate contenti della vostra paga. Evidentemente non si vieta di attendere al servizio militare a coloro cui è comandato di accontentarsi della propria paga. Agostino,

Le Lettere 138, Il, l5

I doveri di chi è al servizio dello Stato E il santo Vangelo dice: Lo interrogarono anche dei soldati: «E noi che cosa dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, ma accontentatevi delle vostre paghe». Sul fondamento di questa risposta appunto deve esaminare se stesso ogni uomo che presta servizio militare. La Scrittura, infatti, non parla soltanto di quei soldati che prestano servizio sotto le armi, ma chiunque indossa la divisa di una milizia sua propria è arruolato quale soldato della propria dignità. E perciò questa sentenza può essere applicata alle guardie che vegliano sulla pubblica sicurezza e a tutti i governanti. Chiunque riscuote uno stipendio stabilito per lui dallo Stato, se vuole.di più, dalla sentenza di Giovanni è condannato come estorsore e ricattatore. Massimo di Torino, Sermoni 26, 3

Frutti deg1'.1i del pentimento Il santo Battezzatore dà poi anche una risposta, che, seppur unica per tutte, è adatta a ciascuna categoria di persone, dicendo ai pubblicani di non. riscuotere oltre quanto è stato loro ordinato; ai soldati, di non calunniare nessuno, né di far grassazioni, insegnando in tal modo che è stata fissata una paga per la vita militare, perché i soldati, con la scusa di procurarsi il guadagno, non si diano alle rapine come predoni. Ma questi precetti, come ·

tutti gli altri, sono riservati ai singoli; invece la misericordia dev'essere usata da tutti, è un precetto che a tutti è ingiunto, poiché è necessaria ad ogni età, a ogni professione, e da tutti richiesta. Nessuno fa eccezione, né il pubblicano, né il soldato, né il contadino, né il cittadino, e tutti insieme, ricchi e poveri, sono esortati a dare a chi non ha - difatti la misericordia è la pienezza delle virtù, quindi a tutti è proposta come forma perfetta di virtù - e a non esser avari nel dar via i vestiti e il cibo. Però anche nella misericordia si conserva una certa misura, secondo la possibilità del proprio stato, perché ciascuno di noi non si spogli completamente di tutto, ma divida quanto possiede con i poveri. Ambrogio, E::,posizione del Vangelo secon~o Luca 2, 77

3, 15

Il popolo pensa che Giovanni possa essere il Cristo

Giovanni è l'amico dello sposo Il popolo che vedeva Giovanni Battista splendere di eccelsa santità, riteneva [ .. .] che egli fosse il Cristo, come leggiamo nel Vangelo: Ritenendo la gente e pensando tutti nel loro intt'mo di Giovanni che egli fosse il Cristo, gli rivolgevano questa domanda: «Sei forse tu il Cristo?». Se Giovanni non fosse stato nel suo cuore come una valle, non sarebbe stato riempito dallo spirito di grazia. Egli, per rende-· re noto chi era, disse: Vt"ene dopo di me uno più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo, come pure: È lo sposo che ha la sposa,· l'amico dello sposo, che gll sta vicino e lo . ascolta, gioisce immensamente alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia si è compiuta. Bz:wgna che egli' cresca e io diminuisca. Gregorio Magno, Le 40 omelie sui Vangeli I , 20, 4

Il ministero di Giovanni Battista (3, 1-20)

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Giovanni battezza con acqua, Gesù battezza con Spirito Santo e fuoco

Perché Gesù battezza con lo Spirito Sahto Dopo questo, Giovanni presenta un secondo argomento, dicendo: Io vi battezzo con acqua; eglz' vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco . Anche questo è di grande importanza per la prova e la di~ mostrazione che Gesù è Dio e Signore. .Infatti è unica e peculiare proprietà della divina sostanza che trascende tutto poter donare al popolo l'inabitazione dello Spirito Santo e rendere quelli che vi affluivano partecipi della natura divina. Ma questa esiste in Cristo, non come cosa ricevuta, non per comunicazione da un altro, ma come sua propria e ap-· partenente aµa sua sostanza. Egli battezza nello Spirito Santo. Cirillo di Alessandria, Com·mento a Luca, omelia 10

Il fuoco si riferisce alle lingue di fuoco della Pentecoste se

mi distendo negli

inferi~

eccoti là (Sai

138, 8). Se cerchi la testimonianza del Padre, l'hai udita da Giovanni. Affidati a colui al quale Cristo si è affidato per farsi battezzare e al quale il Padre ha presentato il Figlio con una voce dal cielo, dicendo: Questo è il mio figlio diletto,

nel quale mi sono compiaciuto. Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 2, 94

LA GENEALOGIA Dl GESÙ

Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio> come si credeva, di Giuseppe, figlio di Elz: figlio di Mattat> figlio di Levi: figlio di Melch~ figlio di Innai, figlio di Giuseppe) figlio di Mattatt'a1 figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esl~ figlio di Naggai: figlio di Maat, figlio di Mattatt'a, figlio di Semein, figlio di Iosek, figlio di loda, figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatiel figlio di Ner~ figlio di Melch~ figlio di Addz: figlio di Cosam, figlio di Elmadam, figlio di Er, figlio di Gesù, figlio di Eliezer, figlio di Iorim> figlio di Mattat} figlio di Levi: figli