Geremia. Capitoli 25, 15-52, 34. Traduzione e commento 8839404023, 9788839404022

La vita e l'attività del profeta Geremia sono strettamente collegate con la sorte della sua patria destinata alla d

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Geremia. Capitoli 25, 15-52, 34. Traduzione e commento
 8839404023, 9788839404022

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ANTICO TESTAMENTO COLLABORATORI Walter Beyerlin, W alther Eichrodt, Karl Elliger, Erhard Gerstenberger, Siegfrid Herrmann , Hans Wilhelrn Hertzberg, Jorg Jeremias, Martin Metzger, Siegfried Mittmann, Hans-Peter Miiller, Martin Noth, Norman W. Porteous, Gerhard von Rad, Helmer Ringgren, Werner H. Schmidt, Fritz Stolz, Timo Veijola, Artur Weiser, Peter Welten, Claus Westermann, Ernst Wi.irthwein, Walther Zimmerli a cura di

OrTO KAI SER e LOTHAR

PERLITT

VOLUME21

GEREMIA (capp. 25,15-52,3 4 )

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

GEREMIA Traduzione e commento di ARTUR WEISER Traduzione italiana di ARISTIDE NANNINI Edizione italiana a cura di GIOVANNI OnAsso

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

Titolo originale dell'opera:

Das Buch ]eremia (Kapitel2J�IJ-J2,J4)

Obersetzt und erklart von ARTUR WEISER 7., unveranderte Auflage Traduzione italiana di Aristide Nannini Revisione di Giovanni Odasso

© Vandenhoeck & Ruprecht, GOttingen 1 955,7 1982 © Paideia Editrice, Brescia 1987

ISBN

8 8. 394·0402. 3

PIANO DELL'OPERA in 25 volumi

I . Walter Beyerlin, Introduzione all'Antico Testamento 2/4. Gerhard von Rad, Genesi 5. Martin Noth, Esodo

6. Martin Noth, Levitico 7. Martin Noth, Numeri 8. Gerhard von Rad, Deuteronomio 9· Hans Wilhelm Hertzberg, Giosuè, Giudici, Rut

IO. Hans Wilhelm Hertzberg, Samucle r r. Ernst Wiirthwein, I

re

12. Kurt Galling, Cronache, Esdra, Neemia I 3. Artur Weiser, Giobbe I4. Artur Weiser, I salmi ( r 6o) -

15. Artur Weiser, I salmi (6r-r5o) r6. Helmer Ringgren, Proverbi; Walther Zimmerli, Ecclesiaste; Helmer Ringgren, Il cantico dei cantici; Artur Weiser, Le lamentazioni; Helmer Ringgren, Ester

I7 . Otto Kaiser, Isaia ( r -1 2) I8. Otto Kaiser, Isaia ( 1 3 -39) 19. Claus Westermann, Isaia (40-66 ) 20. Artur Weiser, Geremia

( I-25 ,14)

2I . Artur Weiser, Geremia (25,15-52,34) 22. \Valther

Eichrodt, Ezechiele ( r 9-48)

Ezechiele

( r-r8);

Walther Eichrodt,

23. Norman W. Porteous, Daniele 24. Artur Weiser, I dodici profeti minori (I): Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona,

Michea

25. Karl Elliger, I dodici profeti minori (II): Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia

2.5,1.5- 3 8 .

Il giudizio dei popoli

1'' ' (1) Così mi ha parlato Jahvé, Dio d'Israele : Prendi dalla mia mano questo calice di vino della mia ira e fanne bere a tutti i popoli ai quali io ti mando, 16 cosl che essi ne bevano, ne restino inebriati e im­ pazziscano davanti alla spada che manderò in mezzo a loro. 17 Allora io presi il calice dalla mano di Jahvé e lo diedi da bere a tutti i popoli ai quali Jahvé mi aveva mandato : 18 a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re 'e' ( I ) ai suoi capi, per fare di essi un deserto, una desolazione, un obbrobrio e una maledizione, come oggi sta avvenendo; 19 al farao­ ne, re d'Egitto, insieme con i suoi servi, i suoi principi e tutto il suo popolo; 20 a tutte le categorie della popolazione e a tutti i re del paese di Uz, a tutti i re del paese dei Filistei, ad Asqalon, a Gaza, a Eqron e al resto di Asdod, 2I a Edom, a Moab e agli Ammoniti 22 e a tutti i re di Tiro, a tutti i re di Sidon e ai re dell,isola che è al di là del mare, 23 a Dedan, Tema e Buz e a quanti si radono l'estremità delle tempie, 24 a tutti i re dell'Arabia e a tutti i re della popolazione ( I ) che abitano nel deserto, 2' e a tutti i re di Zimri ( 2), a tutti i re di Elam, a tutti i re della Media, 26 a tutti i re del nord, vicini e lontani, uno dopo l'altro, a tutti i regni del mondo . Ma dopo di loro berrà il re di Sesak ( 3) . 27 Tu dirai loro: «Cosl ha parlato Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele : Bevete fino ad ubriacarvi, a vomitare ( 1 ) e a stramazzare senza risol­ levarvi davanti alla spada che io mando in mezzo a voi ! 28 Se essi, pe­ rò, rifiuteranno di prendere dalla tua mano il calice da bere, tu dirai lo­ ro : Così ha parlato Jahvé degli eserciti : Certamente berrete ! 29 Infatti I. Vedi Biblia Hebraica.

2. Significato incerto. Probabilmente si deve leggere simki (Perles,

Analekten zur

Textkritik des Alten Testaments, 1922, 39· roo). La parola sarebbe un cosiddetto atbas equivalente ad célam. L'atbas è una crittografia che sostituisce ogni lettera

di un termine con quella corrispondente dell'alfabeto in ordine inverso (vedi il al v. 26). Nel caso in questione avremmo un rifacimento tardivo del nome 3· AtbaJ (vedi nota 2) per Babel. che segue. Esso manca nei LXX.

comm.

Il giudizio dei popoli

ecco, della città sulla quale è stato invocato il mio nome io faccio il pun­ to di partenza per la calamità, come potete pretendere di rimanere im­ puniti? No, non resterete impuniti anzi io faccio venire la spada contro tutti gli abitanti della terra! Oracolo di Jahvé degli eserciti: 30 Tu annuncerai loro tutte queste parole e dirai loro: Jahvé ruggisce dall'alto e dalla sua santa dimora fa risuonare la sua voce. Ruggisce forte contro la sua campagna si accorda con lo hedad degli atnmostatori. A tutti gli abitanti della terra ( I ) 31 s i spinge il fragore fino all'estremità del mondo. Poiché Jahvé fa causa ai popoli, entra in giudizio contro ogni persona. Abbandona gli en1pi alla spada - oracolo di Jahvé! ·

Cosl ha parlato Jahvé degli eserciti: Ecco, la sventura avanza di popolo in popolo e un grande turbine si leva dall'estremità della terra. 33 In quel giorno i trafitti di Jahvé si troveranno da un'estremità all'altra della terra. Non saranno pianti, né raccolti, né sepolti, ma diventeranno letame sul campo.

"2

l4

Urlate, pastori, e gridate e rotolatevi nella polvere, capi del gregge! Poiché è giunto il tempo di portar(vi) al macello, e 'io vi faccio a pezzi' ( 4 ) cosl che voi cadrete a terra come un vaso prezioso. "' Allora non ci sarà scampo per i pastori nessuna via d'uscita per i capi del gregge. Ascolta! il grido dei pastori e l'urlo dei capi del gregge! Perché Jahvé ha distrutto il loro gregge 37 e sono devastati i prati tranquilli a causa dell'ardente ira di Jahvé . Come un leone, egli ha abbandonato la sua tana 38 infatti il paese è divenuto un deserto a causa della 'spada' (I) devastatrice, e a causa dell'ira ardente 'di Jahvé' (1).

-'6

4· La forma del testo masoretico è intraducibile; leggere probabilmente w•nip­

pa!tikem.

Ier. 2J,IJ-J8

· La seconda parte del cap. 25 costituisce una unità in quan­ to i singoli brani hanno come tema comune il giudizio di Jah­ vé sui popoli, giudizio che è introdotto e tutto pervaso dalla visione del calice dell'ira . Nella forma attuale del testo an­ che la prima parte del capitolo è connessa con la seconda da un «infatti» (v. I 5 ) e da un riferimento occasionale al giudi­ zio sui popoli, che tuttavia è facilmente riconoscibile come inserimento secondario (vedi a 2 5, I - r 4) . Probabilmente que­ sta unione posteriore delle due parti è stata fornita dallo sfon­ do storico comune ad entrambe : il passaggio del dominio del mondo all'impero babilonese.' In ogni caso i detti sul giu­ dizio dei popoli si sono formati in modo del tutto indipenden­ te dai detti di giudizio contro Giuda e Gerusalemme ( 2 5 , I ­ I 4 ) , e per questo si devono esaminare per se stessi . Come viene generalmente riconosciuto, essi si ricollegano per il contenuto ai carmi dei popoli riportati dal testo masore­ tico nei capp. 46-5 I . All'inizio, però , anche nel testo masoreti­ co detti carmi dovevano trovarsi uniti a 2 5, I 5 ss . ; lo dimostra la disposizione data dai LXX, dove 2 5 ,I 3 fa loro da introdu­ zione6 e il brano 25 ,I 5-3 8 (del testo masoretico) fa da conclu­ sione .7 L'opinione di Rudolph e altri - sostenuta a prezzo di ri­ duzioni assai rilevanti - secondo cui originariamente il brano 2 5 , I 5-3 8 sarebbe servito da introduzione ai carmi, · non spie­ ga perché nei LXX il brano si trovi alla fine8 e per quale ra­ gione, quando nel testo masoretico i carmi furono trasferiti ai capp. 46-5 I , il brano 2 5 , I 5-3 8 sia rimasto al suo posto, ,. Confronta 25,1 con 46 , 2 .

6. Vedi il comm. a 25,13 che conserva ancora l'intestazione originaria. ]. I LXX presentano dunque questo ordine: 1. minacce di sventura contro Giuda (capp. 1-2,,13); 2. oracoli contro i popoli stranieri (LXX 25,13-32,24 = T.M. [25, 13] 46-51 + 25,15-38); 3· promesse di salvezza per Giuda e per Israele (LXX 33-42 = T.M. 26-35). Poiché tale disposizione corrisponde alla struttura dei libri di Isaia, Sofonia ed Ezechiele, generalmente si vede in questo fatto la prova che i LXX hanno conservato una forma più antica di disposizione.

8. Rudolph al riguardo ammette che i motivi a sostegno della sua ipotesi non so­ no verifica bili.

Il giudizio dei popoli

olllf.20

perdendo in tal modo il suo importante ruolo di introduzio­ ne . In ogni caso esso non è stato considerato tale dal redatto­ re, il che induce a concludere che originariamente esso non era pensato come introduzione ai carmi dei popoli , ma che un tempo si trovava dopo di loro tanto nel testo masoretico quan­ to nei LXX. In questa posizione dopo i carmi dei popoli, 2 5 , I 5-3 8 do­ veva essere stato composto come una specie di appendice,9 con funzioni al tempo stesso di riepilogo e di integrazione in quanto non solo nomina quasi tutti i popoli interessati dai carmi ( vv . I 7-2 6) ,Xo ma estende il giudizio a «tutti i popo­ li» .n Tuttavia poiché la lista dei singoli popoli (vv. I 7-2 6) interrompe la connessione stilistica del comando divino a Ge­ remia ( 1 5 - I 6 . 27-2 9 ) - come fanno notare Rothstein e Volz - deve trattarsi di un'interpolazione posteriore, che nella sua parte fondamentale fa riferimento al contenuto dei carmi dei popoli. Questa interpolazione fu redatta quando nel testo masoretico i carmi erano già stati trasferiti dalla loro colloca­ zione originaria (dopo 25 , I 4) ai capp. 46-5 1 ed aveva lo sco­ po di essere come una specie di sostituzione dei carmi, che in origine erano stati tramandati in questo posto, o di essere un richiamo di questo trasferimento. In questo modo si spiega anche come nel testo masoretico la sezione 2 5 , I 5 ss . poté es­ sere separata dai carmi e inserita al loro posto dopo 2 5 , 1 4. Per tutti questi motivi la visione del calice dell'ira divina (2 5 , 9· Ipotesi fraintesa da Rudolph

(135, nota 2).

ro. Manca Damasco; fra le popolazioni arabe sono nominate altre tribù. I r. Se è vero che in 25,1-14 gli accenni al giudizio contro tutti i popoli devono essere interpretati come aggiunte posteriori tendenti ad armonizzare questo brano con 25,15 ss. e con i carmi dei popoli, non si può affermare lo stesso per i vv. 15 ss., perché allora verrebbe a mancare il motivo di questi ampliamenti poste­ riori. Che Geremia non abbia potuto parlare di un giudizio di tutti i popoli, è un postulato che si ferma esclusivamente a una motivazione storica delle parole del profeta senza tener conto del valore della tradizione nella quale si trovano tan� to Geremia come gli altri profeti. Va dunque riconosciuto, come risulta da 27, 7, che Geremia ha visto la supremazia di Nabucodonosor stabilita da Jahvé in un orizzonte universale che si estende a «tutti i popoli»; cfr. anche 36,2 .

ler. 2J,I5-J8

I 5-3 8 ) , ad eccezione dei

421 vv .

I 7-2 6 , deve essere considerata

come unità a sé stante. 2 5, I 5- I 6 . La visione del calice I 5-I 6. Non esiste alcuna ragione convincente per non attri­

buire a Geremia i detti sul «calice dell'ira» divina e sul giu­ dizio dei popoli. Che Geremia si sentisse chiamato ad essere «profeta delle nazioni» era già stato espresso nel racconto della vocazione ( I ,5) e si trovano nella sua opera anche altri passi dove egli si rivolge contro i popoli (9 ,24 s . ; I 2 , I 4 ; dr. 3 6 ,2 ). Anche a questo proposito occorre osservare che, come risulta dalla letteratura profetica e cultica dell'Antico Testa­ mento, l'idea del giudizio dei popoli sembra appartenere ad un dato fisso della tradizione; oltre a ciò anche l'affermarsi dell'impero babilonese contribuiva a porre in una dimensio­ ne internazionale la concezione religiosa di Geremia, che ve­ de in Nabucodonosor l'esecutore del giudizio di Dio (dr. 2 7 , 6) . Alla base · dell'incarico che il profeta riceve da Jahvé c'è un'esperienza di visione : egli vede Jahvé con in mano il «ca­ lice dell'ira » che gli è affidato perché ne faccia bere i popoli ai quali è inviato.12 Il calice dell'ira di Jahvé non è un'im­ magine coniata da Geremia (come vorrebbe Cornill ), ma risa­ le probabilmente ad una tradizione sacrale già preesistente del giudizio di Dio, forse connessa ad un antico rito di orda­ Ha, di cui si ha notizia anche in Ps. 75,9 ; Abd. I 6 ; Nah. 3, I I ; Abac. 2 , I 6 ; Ez. 2 3 , 3 I ss.; Lam. 4,2 I ; Is. ,5 I , I 7 ss. La mancanza di dettagli - non si dice a quali popoli va passato il calice, né si precisano le circostanze concrete dell'episodio­ risponde al carattere visionario dell'esperienza, sulla quale domina unicamente il mistero divino. Anche lo scopo dell'a.. zione profetico-simbolica è descritto solo in modo allusivo e rimanendo nel campo delle immagini . Per questo motivo la I 2. Non mi sembra convincente l'opinione di Rudolph secondo cui questa rela­ tiva delimiterebbe l'incarico ad «un numero preciso» di popoli.

Il giudizio dei popoli

42 2

precisazione , ma che contrasta con la potenza illi­ mitata del Dio predicato da Geremia. La portata teologica dell'espressione «certamente berrete» poggia sul fatto che Jahvé qui è considerato come signore assoluto delle nazioni, la cui volontà è capace di infrangere qualunque opposizione. Il v. 2 9 offre la motivazione intrinseca della serietà del giudizio divino : se Dio non ha risparmiato Gerusalemme , che ha scel­ to come luogo della sua rivelazione,17 evidentemente nessun uomo può pretendere di essere esonerato da questo giudizio che piomberà inesorabilmente sul mondo. 18 L'estensione uni­ versale del concetto di giudizio è legata intimamente all'am­ piezza e alla profondità del concetto di Dio . Visto che tale concezione era presente nel culto prima dell'esilio/9 non c'è motivo di considerare questo versetto come spurio . Il solenne epiteto liturgico di «Jahvé degli eserciti» , con il quale la for­ mula finale riprende le prime parole dell'oracolo , ribadisce ancora una volta la portata della potenza divina, che sta die­ tro il gigantesco compito del profeta .

2 5 ,3 0-31. La teofania del giudizio 30-3 1 . �.fentre il discorso sul calice dell'ira di Jahvé fa soltan­ to un riferimento indiretto alla catastrofe che incombe sui popoli, col v. 30 inizia l'annuncio più specifico e la descrizio­ ne più concreta del giudizio . Quanto rimane del capitolo de17. L'espressione «sulla quale è stato invocato il mio nome», che allude alla ri­ velazione del nome (dell'essere) di Dio nella tradizione cultuale, sottolinea l'ap. partenenza a J ahvé.

18. Non capisco per quale motivo questo ragionamento non possa essere attri­ buito a Geremia (come sostiene Rudolph). Tanto questo detto come anche 27, 5 ss. dimostrano che Geremia s'è posto veramente la questione del giudizio dei popoli. Il participio indica che il versetto è anteriore alla caduta di Gerusalemme. 19. Cfr. A. Weiser, Salmi, 48 s. 66 s. 8o ss.

Il giudi1.io dei popoli

ve perciò essere compreso in connessione con la visione del calice. Un nuovo incarico profetico introduce l'annuncio del­ la decisiva teofania del giudizio ; questo annuncio esprime, in forma poetica fissata dalla tradizione, il concetto teologico fondamentale che Jahvé stesso è colui che interviene per at­ tuare il giudizio. Come in Am. I ,2, dove è presente la stessa idea , senza che per questo si debba pensare ad una dipenden­ za letteraria (cfr . I o. 4 , I 6), l'epifania di Dio nel suo tempio20 è descritta secondo l'antica tradizione del Sinai (cfr . Ex. 19, I 6 ), col fragore della sua voce terrificante, simile al tuono (cfr. Ps. 46,7 ) . Nella stessa direzione dovrebbe orientare an­ che il grido hédad dei pigiatori, in quanto contraffazione con la quale si invocava il dio siro-palestinese della tempesta, e il nome di questo dio , Hadad, voleva appunto imitare lo scop­ pio del tuono .21 Il grido frastornante di Jahvé rimbomba da Gerusalemme sul mondo intero. Esso risuona sino ai confini più lontani della terra per avvertire che Dio è presente per giudicare «ogni carne» e abbandonare gli empi alla spada (cfr . v. 2 9 ) .22

25,32-33. La sventura 32-33. All'annuncio della teofania per il giudizio segue nel v. 3 2 - separato da quanto precede mediante una nuova for­

mula introduttiva - l'annuncio della sventura . Il profeta ri­ mane nel linguaggio figurato quando , rifacendosi al tuono

20. Non ritengo esatta l'opinione di Rudolph e altri secondo la quale qui, grazie ad «una concezione dogmaticamente progredita» rispetto ad Am. r,2, la scena sia stata trasferita dal tempio al cielo. La concezione dell'epifania di Jahvé sull'arca santa è già dai primi tempi connessa con l'epifania sulle nubi del cielo (cfr. A. Weiser, Festschrift fiir Bertholet, 522 Glaube und Geschichte im Alten Testa­ ment, r96r, Jir ); essa quindi è alla base di questo testo come in Is. 6.

=

21. Cfr. Ps. 29, nel quale si è supposto un'imitazione d i u n inno per Hadad. 22. Che i popoli siano qui designati senz'altro come «empi», è il risultato delle concezioni tradizionali che si trasmettevano nel culto delralleanza al quale appar­ tiene anche il pensiero del giudizio dei popoli (vedi sopra).

Ier. 2J,Ij-J8

42 7

di Jahvé (v. 30), usa la descrizione convenzionale dell'ura­ gano (dr. 2 3, 1 9) che giunge «dall'estremità della terra>> (ve­ di 6,22 dove si allude al nemico che scende dal nord) e get­ ta nella catastrofe un popolo dopo l'altro . Nel v. 3 3 Gere­ mia ne ritrae le conseguenze in un quadro macabro: da un'e­ stremità all'altra della terra un'immensa distesa di cadaveri . I «trafitti di Jahvé>> giacciono innumerevoli qua e là come sono caduti. Nessuno li raccoglie per seppellirli ; finiranno per fare da concime ai campi .23

25,34-38. I pastori dei popoli 34-3 5 . La finale del capitolo è indirizzata ai re dei popoli mi­ nacciati. Essi - come in altri testi dell 'Oriente antico - sono chiamati «pastori» e «padroni del gregge» . L'intimazione di urlare e di rotolarsi nella polvere, atteggiamento sconvenien­ te per un uomo di potere, suona come una satira grottesca, ma incisiva, che mette in luce la potenza assoluta di Dio di fronte alla miseria umana . Proprio perché i re sono chia­ mati pastori, la sorte che ormai li raggiunge è delineata con l'immagine della macellazione delle vittime, cui segue il pa­ ragone, noto dal rituale regio, dell'anfora frantumata . 24 I ri­ chiami alla tradizione cultuale non sono casuali; qui c'è la ricchezza tematica necessaria per contemplare Dio nella sua natura e nel suo agire, che in questo passo emerge in tutta la sua incontrastabile potenza. Nella stessa direzione punta il concetto della inevitabilità del giudizio divino, che il profeta aggiunge, in modo analogo ad Am. 2, I 4 , perché nessuno abbia dubbi sullo scontro fra la potenza divina e la potenza umana. 23. Il fatto che Geremia anche altrove usi espressioni e immagini analoghe a queste (cfr. ad es. 8 ,2; 16,4) non è una prova contro l'autenticità di questo passo (come vorrebbero Volz, Rudolph e altri). Non vedo perché i vv. 32 s. disturbi­ no il filo del discorso (come sostiene Volz). 24· Cfr. Ps. 2,9 che presenta reminiscenze di to a Ras Samra.

un

testo indirizzato a Baal rinvenu­

Arresto e liberazione di Geremia

428

36-38. Geremia è talmente preso dalla parola di Dio, che deve

annunciare, che già sente il grido dei re e lo sterminio dei loro popoli e dei paesi contro i quali si rivolge l'ira di Dio . Il fat­ to che egli rimane nelle immagini di pastori-gregge-prati e ri­ chiama il calice dell'ira di Jahvé, lascia ancora intendere chia­ ramente che le precedenti parole divine costituiscono il punto di partenza di questi pensieri . Il versetto conclusivo muta immagine : non sappiamo con certezza se il paragone del leo­ ne che balza fuori dal suo nascondiglio , situato nel fitto della boscaglia, si riferisca a Jahvé o a Nabucodonosor, il devasta­ tore di nazioni che scende dal nord (cfr . 4, 7) ; entrambe le in­ terpretazioni sono possibili. Chi sceglie la seconda interpre­ tazione dovrà leggere neli 'ultimo verso 'af jahweh anziché 'app6 ( la sua ira) . In tal caso l 'imperatore babilonese come Assur in Is. 10,5- sarebbe visto come il flagello di Dio che con una terribile spedizione militare riduce la nazione a deserto . Anche qui Geremia ricorre ancora una volta alla ver­ sione iniziale del calice dell'ira di Jahvé che significa appunto il giudizio divino sui popoli, che irrompe ad opera del nemi­ co proveniente dal nord. =

di Geremia. Esecuzione capitale del profeta Uria

26. Arresto e liberazione

1

All'inizio del regno di loaqim, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivol­ 2 Cosl ha parlato Jahvé: Portati nell'atrio della casa di Jahvé e comunica alla gente di tutte le città di Giuda, che vengono nella casa di Jahvé per adorare, tutte le parole che ti ho comandato di dire loro; non tralasciare nep­ pure una sola parola. 3 Forse ti ascolteranno e ciascuno si convertirà dalla sua perversa condotta; in tal caso io mi pentirei del male che in­ tendo fare ad essi a causa delle loro azioni perverse. 4 Tu dirai loro: «Cosi ha parlato Jahvé : Se voi non mi ascoltate comportandovi se­ condo la legge che io vi ho posto dinanzi ' e ascoltando le parole dei miei servi, i profeti, che io continuo a mandarvi {I)- ma voi non avete ascoltato! -, 6 io ridurrò questa casa come Silo e renderò questa città un esempio di maledizione per tutti i popoli della terra>>. ta ' a Geremia ' (1) questa parola da parte di Jahvé :

ler.

26

7 I sacerdoti, i profeti e l'intero popolo udirono Geremia predicare queste parole nella casa di Jahvé. 8 Quando Geremia ebbe terminato di annunciare tutto ciò che Jahvé 'gli' (I) aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti e i profeti ' '(z) lo arrestarono dicendo­ gli: «Tu devi morire!» 9 «Per quale motivo hai predetto nel nome di Jahvé : 'Questa casa sarà ridotta come Silo e questa città devastata, tanto che non vi abiterà nessuno? '>>. Allora tutto il popolo fece ressa contro (I) Geremia nella casa di Jahvé. 10 Ma quando i capi di Giuda ebbero notizia di queste cose ('), salirono dalla reggia alla casa di J ahvé e sedettero ( 4) all'ingresso della Porta Nuova ' del tempio' (I). n Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo : «Quest'uomo è reo di morte, perché ha profetiz­ zato contro questa città, come voi avete udito con le vostre orecchie». n Ma Geremia disse ai capi e a tutto il popolo : «Jahvé mi ha manda­ to a preannunciare contro questa casa e contro questa città tutte le parole che voi avete udito . IJ Ora, perciò, emendate la vostra condotta e le vostre azioni ed ascoltate la voce di Jahvé, vostro Dio, e cosi Jah­ vé si pentirà del male che ha decretato contro di voi. I4 Quanto a me, io sono nelle vostre mani; fate di me quello che vi sembra buono e giusto. I' Sappiate bene, però, che se mi ucciderete, spargerete san­ gue innocente su di voi, su questa città e sui suoi abitanti . Perché Jah­ vé mi ha veramente inviato a voi per far udire tutte queste parole al­ le vostre orecchie>>. 16 Allora i capi e la gente dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Quest'uo­ mo non è reo di morte, perché ci ha parlato nel nome di J ahvé nostro Dio>>. I7 Alcuni �egli anziani del paese si erano alzati e avevano detto all'intera assemblea: I8 «Michea (') di Moreshet operò come profeta nei giorni di Ezechia, re di Giuda, e disse a tutto il popolo di Giuda : «Cosl ha parlato Jahvé degli eserciti : Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un cumulo di macerie e il monte del tempio una 'collina boscosa' ( 6)». 1' Forse Ezechia, re di Giuda, e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Piutx.

Vedi Biblia Hebraica.

2. I sacerdoti e i profeti reagiscono immediatamente contro Geremia. L'effetto sul popolo si ha solo a partire dal v. 9. 3· � possibile anche la traduzione «queste parole»; non occorre in tal caso che i capi siano stati testimoni diretti. 4· Per il processo. 5· Vedi Biblia Hebraica. Il ketib riporta la formula più antica del nome m2kaj4 ( = chi è come Jahvé?) in luogo di quella più breve e più comune suggerita nel qere.

6. Leggi biimat.

43 0

Arresto e liberazione di Geremia

tosto non ebbe egli timore di Jahvé e non placò (7) forse il volto di Jah­ vé, cosi che Jahvé si pentl del male che aveva decretato contro di loro ? E noi ci vogliamo caricare di una simile iniquità? » . 2 0 In quel tempo anche un altro uomo operava come profeta i n nome di J ahvé, cioè Uria, figlio di Shemaia, di Kiriat-Iearim, e profetizzava contro questa città e contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia . 21 Ma quando il re loaqim, tutti i suoi condottieri e tutti i suoi ministri udirono le parole di lui, il re cercò di ucciderlo . Uria, pe­ rò venne a saperlo, si spaventò, fuggì e andò in Egitto. 22 Allora il re loaqim ' '(1) mandò Elnatan, figlio di Akbor, con alcuni uomini in Egitto. 23 Essi estradarono Uria dall'Egitto e lo condussero al re Ioaqim che lo fece giustiziare con la spada e ne fece gettare il cadavere nelle fosse della gente del popolo. 24 Ma Ahiqam, figlio di Shafan, si era preso cura di Geremia(8), perché non lo consegnassero nelle mani del popolo per ucciderlo .

I capp. 26-35 costituiscono la terza parte del libro di Ge­ remia ; in essa sono stati riuniti annunci di salvezza che ori­ ginariamente venivano dopo gli oracoli per le nazioni (capp. 4 6-5 I ; vedi a 2 5, I 5-3 8). Anche se i discorsi di salvezza ini­ ziano propriamente solo nel cap . 3 0 , i capp. 2 7-2 9 , che par­ lano della lotta di Geremia contro i profeti , furono collocati a questo punto probabilmente in considerazione di alcuni mes­ saggi salvifici in essi contenuti ( 2 7 , 2 ; 29, 10- I 4 . 3 2 ) , mentre il cap . 26 , come prologo della lotta contro i falsi profeti, nel quadro di questa composizione più recente ha la funzione di a ccredi t are Geremia come vero profeta ( 2 6 , I 2 . I 5 . I 6) . Il cap . 26 proviene dalla mano di Baruk. Per il contenuto i vv. I- I 9 si collegano al discorso del tempio riportato nel cap. 7 (vedi ivi) . Con parole proprie l'autore riassume, nel SlJO stile ampio e persino un po' pesante, quelli che a suo avviso sono i punti essenziali di quel discorso di Geremia - sor­ prendentemente manca la menzione della fiducia superstizio.. sa nella in tangibilità del tempio (vedi 7 ,4) - e narra quindi 7· Lett.: «accarezzare»; si tratta di un'espressione antropomorfica che nella sua ra­ dice extra-israelitica era probabilmente connessa in origine all'immagine sacra. 8. Lett.: «la mano di Ahiqam era stata con Geremia».

Ier. 26

43 1

le conseguenze di questo discorso che mise in pericolo la vi ta di Geremia. Per illustrare il pericolo , nel quale venne a tro­ varsi Geremia in quel momento, Baruk aggiunge (vv . 20-2 4 ) il racconto del martirio del profeta contemporaneo Uria.

26, 1 -6. Il discorso del tempio 1-6 . Il discorso del tempio offrì il pretesto per l'arresto di Ge­ remia ed è per tale motivo che Baruk ne premette alla nar­ razione dei fatti un resoconto sintetico e alquanto libero . Questo modo di procedere lascia intendere che per Baruk il concetto di parola di Dio non coincide con la forma este­ riore del testo esatto, ma si riferisce al contenuto , perché è questo che importa. Ciò costituisce una prova a favore del­ l'autenticità del racconto che non può essere messa in dub­ bio . La datazione del discorso del tempio «all'inizio del re­ gno di Ioaqim>> ci riporta, per analogia all'espressione babi­ lonese res sarruti ( re' stt mamlekut) ' al periodo che inter­ corse tra la deposizione di loacaz (fine estate del 609) e l'in­ coronazione ufficiale di loaqim (primavera del 6o8) . Poiché «tutte le città di Giuda» e l' «intero popolo» sono raccolti nel tempio di Gerusalemme, l'ipotesi più probabile è che si tratti della festa dell'alleanza celebrata in autunno .9 Come in 7 , 2 , anche qui dopo l'indicazione cronologica del discorso del tempio segue (v. 2 ) , assieme all'incarico divino, l'indica­ zione del luogo, che del resto non poteva mancare essendo le­ gata al contenuto dell'annuncio stesso (v . 6 ). L'incarico, così com 'è formulato, distingue la previa accoglienza della rivela­ zione («tutte le parole che io ti ho comandato») dall'annun­ cio pubblico: probabilmente nell'occasione della festa sono =

9· Duhm e Volz ritengono che si tratti dell'incoronazione di Ioaqim; tuttavia, poi­ ché non sembra che il re sia personalmente presente, l'espressione re'Sit mam­ lekut va intesa nel significato che abbiamo detto ed è quindi più attendibile pensa­ re alla festa d'autunno. Hyatt, ZAW 78 (1966) 204 ss., sposta l'inizio dell'attività profetica di Geremia nell'anno 6o9 e vede nel discorso del tempio la prima grande dichiarazione pubblica del profeta, senza però sufficiente fondamento.

43 2

Arresto e liberazione di Geremia

stati pronunciati davanti a tutta la comunità vari oracoli che il profeta aveva ricevuto prima in periodi diversi (cfr. 20,9 ) . Ciò è confermato anche dall'aggiunta «non tralasciare nep­ pure una sola parola» , che nell'insieme del racconto ha la fun­ zione di ribadire l'origine divina del suo annuncio e quindi l'intrinseca necessità d'una obbedienza piena da parte del profeta . Se il racconto di Baruk insiste tanto sulla ormai de­ bole speranza ( 'ulaj) che il popolo si converta e che Dio sia disposto a ritirare la sentenza, ciò non soltanto è dovuto al­ l'importanza che questo tema avrà più avanti (v. 1 3 ) , nell'au­ todifesa di Geremia, ma si fonda sulla giusta impressione del­ l'intenzione del profeta , che fino all'ultimo momento non ha perso di vista il proprio compito di richiamare il popolo alla penitenza (cfr . 7,3 ; r 8 ,7 ss . ; 2.5,.5; 3 6 ,3 ; ecc.) . Nell'espres­ sione antropomorfica secondo cui Dio «si pente della sven­ tura » che ha decretato risuona, mediante la parola di giudizio, la sua volontà di salvezza che conferisce alle esortazioni e agli ammonimenti del profeta il loro particolare accento. Certa­ mente la concessione della grazia della salvezza rimane legata all'obbedienza morale verso i comandamenti di Dio ; median­ te questa, infatti, è garantita in modo speciale la serietà della penitenza. In realtà questi comandamenti, che nella festa del­ l'alleanza sono «presentati» sempre nuovamente alla comunità di Dio, costituiscono essi stessi una componente della salvez­ za divina 10 e non possono perciò esserne separati. Che Baruk non ritenga necessario ricordare l'attacco contro la fiducia magica nel tempio (cfr. 7,4) , anche se Geremia aveva posto l'accento su questo aspetto, e ribadisca invece esplicitamente l'obbligatorietà della morale dell'alleanza divina , indica qua­ le importante ruolo abbia svolto questa tradizione dell'alIO. Cfr. il prologo al decalogo in Ex. 20,2 (dr. Ex 19,5 s.). Che per «legge» non si debba intendere il Deuteronomio, ma il codice sinaitico, risulta chiaro dd fatto che in 7,9 Geremia cita alcuni precetti del decalogo e nelle espressioni con­ tro il tempio combatte direttamente la tendenza del Deuteronomio che al tempio attribuisce un valore tutto particolare. Il v. 4b non è affatto l'interpretazione del v. 5 e non va quindi eliminato (come invece vorrebbe Giesebrecht).

Ier. 26

43 3

leanza nella predicazione profetica di Geremia. E non solo di Geremia; infatti Baruk sembra scorgere - non a torto la prova dell'autentico profeta di Jahvé proprio nel fatto che egli, insietne agli altri profeti, si situa in una serie che si fonda su una tradizione conservata sempre viva da Jahvé stes­ so (cfr. 2 3 , 1 3 ss . ; 2 8 ,8 s. ).n La minaccia contro la disobbe­ dienza è estesa, rispetto a 7 ,I 4 s., anche alla città, la quale ca­ povolgendo la promessa (4,2 ; cfr. Gen. I 2 , 3 ) diventerà una «formula di maledizione», cioè un esempio di timore per tutti i popoli . Anche se Dio chiama a giudizio il suo popolo, la sua azione interessa tutto il mondo . Il confronto tra 2 6 ,2-6 e 7 , I ­ I 5 dimostra che, con ogni probabilità , Baruk ha redatto il suo racconto non sulla base di un documento scritto, ma attingen­ do alla sua memoria. Se da un lato stupisce la libertà nella ste­ sura del testo (vedi sopra) , va però rilevata anche la note­ vole fedeltà al contenuto del messaggio divino, il che garan­ tisce l'alto grado di attendibilità del racconto . 12

2 6 ,7-9 . L) arresto di Geremia 7-9 . Il discorso di Geremia ha un effetto diverso da quello sperato . Effettivamente hanno lasciato che parlasse pubbli­ camente il profeta , ma non appena egli ha terminato, scoppia la sommossa contro di lui. I capi dell'opposizione sono i sa­ cerdoti e i profeti contro i quali egli aveva già rivolto le sue critiche (cfr. 2,8 ; .5 ,30 s . ; 6 , 1 3 s.) . La loro diffidenza e il loro odio, accumulato già da tempo, esplode nel momento in cui i I I . Questa idea si trova in stretta connessione con la tendenza fondamentale del racconto di Baruk, per cui sareb be fuori luogo ritenere che il versetto sia stato in­ serito da una mano tardiva (come vorrebbe Duhm e Rudolph); il medesimo con­ cetto trova conferma anche in 7,13 dove il discorso di Geremia segue un andamen­ to analogo e si conclude, come qui, in una minaccia. 12. Da questo confronto, in ogni caso, non si può dedurre che le parole di Jah­ vé sulla bocca di Geremia siano state da Baruk «elaborate in prosa per mante­ nere l'omogeneità letteraria della narrazione� (Rost, Festschrift fur Landesbi­

schof D. Hans Meiser, 1951, 244).

43 4

Arresto e liberazione di Geremia

sacerdoti vedono che è in pericolo la stima del tempio loro affidato, stima che era stata ancora accresciuta dalla riforma deu teronomica, e i profeti vedono compromessa la loro spe� ranza nazionale, fondata sulla fede nell'inviolabilità del tem� pio che era stata confermata dagli eventi del 70 r. 13 Se poi si considera che dopo la caduta e l'uccisione di Giosia ( 609) il sentimento patriottico era divenuto particolartnente suscetti­ bile, è facile comprendere come anche la massa popolare si dovesse sentire offesa dalla minaccia di Geremia e come fos­ se pronta a sollevarsi contro di lui. In questo modo la reli­ gione si scontra qui con la religione e ognuna delle parti cre­ de di poter avere dalla sua il peso della tradizione . Soltanto che la lotta non è condotta con le stesse armi. Geremia lotta con la parola di Dio, i suoi avversari fanno leva sulla forza che l'odio ha portato al fanatismo. Geremia è arrestato e mi� nacciato di morte dai profeti e dai sacerdoti ; anche la massa, facile ad agitarsi, prende contro di lui un atteggiamento di minaccia. 2 6 , IO-I9. Processo e assoluzione di Geremia IO-I I. Geremia viene salvato dal linciaggio grazie all'inter­ vento degli ufficiali del re,14 che dalla vicina reggia hanno no­ tizia del tumulto, corrono sul posto1' e presso la Porta16 isti-

13. È dubbio che il «dogma» sulla inviolabilità del tempio e della città santa ab­ bia la sua origine nella predicazione di Isaia (come vorrebbe Rudolph); esso sembra ricollegarsi piuttosto all'idea cultuale della presenza di Dio ed avrebbe quindi radici più antiche (cfr. ad es. Ps. 46,5 ss.II s.). 14. I sarim sono rappresentanti non della comunità (come ritiene Volz), ma del� l'autorità regia. 15.11 fatto che il re manca non è perché non abbia il diritto di intervenire (Volz), ma perché egli è fuori sede (Hans Schmidt, Rudolph). Che però si tr� vasse al quartier generale del faraone in Ribla (come ritiene Hans Schmid t) non �possibile saperlo. 16. La Porta «Nuova» dev'essere identica alla già menzionata Porta di Beniami� no (20,2 ) sul lato nord delle mura del tempio, costruita dal re Iotam (2 Reg. 15,3.5).

ler.

26

43.5

tuiscono un processo; l'affare viene inquadrato nello schema di un normale caso giudiziario condotto secondo il diritto ci­ vile, dove la sentenza spetta ai funzionari del re e all'assem­ blea . 1 7 Sacerdoti e profeti muovono la loro accusa contro Ge.. remia. Il racconto di Baruk è composto qui in modo stringa­ to, sicuramente per evitare ripetizioni ; di conseguenza, però, non è possibile stabilire se l'accusa davanti al tribunale civi.. le abbia volutatnente messo in risalto la minaccia contro la città; in ogni caso, come poi risulterà dall'autodifesa del pro.. feta, gli accusatori sono convinti che Geremia non ha parlato per incarico di Jahvé, ma che , al contrario , si è reso colpevole di una bestemmia, reato per il quale era prevista la pena di morte (cfr. Ex. 2 2 ,2 7; Lev. 24, 1 0 ss . ; Deut. 2 1 , 2 2 s . ; I Reg. 2 1 , 1 3 ; cfr.Mt. 2 6 ,6 1 ) . 1 2- 1 5 . Di fronte a questa accusa Geremia si difende (vv. I2r 5) . In questa situazione critica egli mantiene la calma e non si lascia sconcertare nemmeno dal fanatismo degli avversari. Egli sa che Dio è dalla sua parte; ciò gli conferisce il coraggio della verità e la forza dell'autodominio. Al negativo dell'accu­ sa egli contrappone il positivo . Anzitutto sottolinea l'aspetto più importante : egli è mandato da Jahvé e ha parlato contro il te1npio e contro la città per ordine suo e non di propria iniziativa . È la santa costrizione dell'autentico profeta di J ah­ vé che non ammette nessuna resistenza (cfr. Am . 3 ,8 ), per cui il fronte dei suoi oppositori si oppone al tempo stesso a Dio . Come secondo punto della sua difesa Geremia fa notare un aspetto taciuto dall'accusa : la minaccia non è irreversibile e dipende da loro scegliere la via della salvezza o della catastro­ fe . Il fatto che Geremia scelga anche in tribunale la forma dell'esortazione alla penitenza, che include gli stessi suoi giu­ dici , dimostra quanto egli, fìno all'ultimo momento, rimanga consapevole del suo mandato profetico e posponga la sua perz7. Il paragone con il «riformatore davanti ad perciò opportuno.

un

concilio spirituale» (Volz) non�

Arresto e liberazione di Geremia

sona all'incarico con cui è stato inviato da Dio. Non si mette ad implorare per aver salva la vita, pur sapendo d'essere in balia di chi detiene il potere . Solo si appella alla coscienza dei suoi giudici invitandoli a decidere nei suoi riguardi secondo «ciò che loro sembra buono e giusto» 18 e avvertendoli che spargerebbero sangue innocente se lo uccidessero . 19 Geremia si rivela qui come il «testimone schietto e inerme della veri­ tà» , che, come ogni uomo, è affezionato alla vita e non la get­ ta via in una ricerca fanatica del martirio; però neppure si abbassa a supplicare per essere risparmiato , sapendo di esse­ re nelle mani di Dio quale suo inviato. Solo questa consape­ volezza in un'ora cosi decisiva conferisce coraggio e fermezza ad un uomo abitualmente fragile . 16-19 . Questa autodifesa, sostenuta con animo imperterrito, non resta senza effetto: la verità e la giustizia hanno ragione dell'odio e della prepotenza . La sentenza dei capi e dell'as­ semblea, cui spetta di decidere, è assolutoria (cfr. Le. 2 3 ,2 2 ) ; la causale accetta come vera la difesa di Geremia che afferma di aver parlato a nome di Jahvé. Oltre l'impressione persona­ le risultò decisivo anche l'intervento di alcuni degli «anzia­ ni» 20 che rammentarono la minaccia di Michea contro Geru­ salemme e contro il monte del tempio, minaccia che questo profeta aveva pronunciato un secolo prima, all'epoca del re Ezechia (cfr. Mich. 3, r 2 ) , e citano questo caso come prece­ dente che depone a favore di Geremia quale autentico profe­ ta di Jahvé. In quella vicenda esemplare il re e la popolazio­ ne non solo non fecero alcuna violenza contro Michea, ma an­ zi misero in atto quello che oggi Geremia va raccomandando; I8.11 fatto che questa espressione fosse ormai convenzionale, non ne modifica il significato. 19. A monte c'è l'antica concezione secondo cui il sangue innocente grida al cielo fin quando non sarà vendicato da Dio (cfr. Ex. 4,1o; 2 Sam. 21,1 ss.; I Reg. 2 1 , 1 9; 2 Reg. 9,36) .

20. Forse rappresentanti delle comunità rurali (dr. Deut. 21,2).

Ier .26 .

43 7

il re accolse l'esortazione alla penitenza, e cosl Dio «Si pentì della sventura che aveva decretato contro di loro» (cfr. v . 3 ! ) .2 1 I n un momento critico la tradizione viva della storia ser­ ve come ammonimento e direttiva . In questo caso ha contribuito a salvare Geremia dalla morte. La narrazione si chiude senza raccontare la liberazione del profeta, in ogni caso la sentenza assolutoria (v. I 6) non lascia alcun dubbio sul fatto che Geremia sia stato messo in libertà . Di fatto , però, non finì l'ostilità dei sacerdoti e dei profeti ; la brace dell 'odio cova sot­ to la cenere per divampare di nuovo alla prima occasione (si veda anche al v. 24) .

2 6 ,20-24 . Il martirio del profeta Uria 20-2 3 . Il martirio del contemporaneo profeta Uria, racconta­ to da Baruk a questo punto, non ha un legame diretto con la vicenda di Geremia. Esso fa risaltare il racconto precedente , mettendo in evidenza il pericolo corso da Geremia in quella circostanza ; al tempo stesso mette in luce un altro avversario dei profeti dello stampo di Geremia, avversario che nei vv. 1 - 1 9 per puro caso non compare, ma che diventerà perico­ loso per lui almeno quanto i sacerdoti e i profeti : il re Ioa­ qim.22 L'episodio di 2 6 , 2 0 ss . si verificò probabilmente in un tempo successivo altrimenti non si capirebbe facilmente l'a­ gitazione provocata dal discorso del tempio . Però il v. 2 2 la­ scia presumere che l'episodio sia da ricondurre ai primi anni di Ioaqim, quando questi era ancora vassallo dell'Egitto . Da questo racconto veniamo a sapere che oltre ai profeti a noi 21. Né il libro di Michea né i libri dei Re forniscono dati più precisi; si è voluto collegare questo fatto con la riforma di Ezechia (2 Reg. 18,4) o col salmo per l'in· fermità di Ezechia (Is. 38,9 ss.), ma si tratta di supposizioni. 22. È poco probabile che la narrazione della sorte del profeta Uria sia stata pre· sentata come scena opposta alla condotta coraggiosa di Geremia, per la punizione con cui Dio colpisce il profeta che fugge ( Ewald). Anche Geremia ha dovuto na­ scondersi dalla presenza del re e Baruk applica a questa condotta tutt'altro che una punizione divina, quando in 36,26 afferma : «Jahvé li aveva nascosti».

Arresto e liberazione di Geremia

noti per i loro scritti, c'erano altri profeti di Jahvé di uguale orientamento, le cui parole non sono più conservate . Baruk mette sullo stesso piano di Geremia la predicazione di Uria, nativo di Kiriat-Iearim (der el ezhar, I o km a nord-ovest di Gerusalemme) , e lo riconosce come autentico profeta di Jah­ vé. II discorso pubblico, tenuto alla presenza > ).47 Per la prospettiva teologica del profeta non è indifferente che qui - a differenza di 30 ,2 2 stia al primo posto la pron1essa «io sarò Dio per tutte le fa­ miglie d'Israele >> ( traduzione letterale ), dato che in questa promessa sta il punto di partenza e il fondamento teocentri­ co dell'intera concezione della salvezza . Il testo di 3 I , I pre­ senta perciò l'orientamento teologico fondamentale che ha strutturato i singoli detti che seguono . -

3 1 , 2-3 .

> ), la conversione di Israele a Jahvé, ecc. Una spiegazione del tut­ to soddisfacente non è stata raggiunta, dal momento che nep­ pure le antiche versioni sono d'aiuto . Se il testo non è cor­ rotto, vi si potrebbe vedere un richiamo alla prima metà del versetto, cioè alla dottrina della creazione, cui sembra allu­ dere anche l'espressione neqeba (cfr. Gen. I ,2 7 s .) .76 In tal ca­ so nell'affermazione «la donna circonda l'uomo» ci sarebbe una allusione al rinnovamento della benedizione della fecon­ dità, caratteristica della creazione ( Gen. I ,2 8 ; cfr. Ie r. 3 r , 2 7 ) , in forza della quale il popolo risorgerà nuovamente.77

3 I ,2 3-2 6 . La promessa in favore di Giuda 2 3-2 6 . L'autenticità della promessa in favore di Giuda viene messa in discussione da più parti ; ma le ragioni addotte non mi sembrano convincenti . Già abbiamo valutato criticamen­ te (vedi introduzione a questi capitoli) il pregiudizio secondo cui nei capp. 3 o s. Geremia si limiterebbe alle promesse per l'Israele del nord e di conseguenza l'intero brano dovrebbe essere un ampliamento tardivo di origine giudaica; inoltre, alla luce di 3 , I 6 s . ; 7, I o; I 7, r 2 , anche l'obiezione che Gere­ mia non avrebbe potuto parlare del « monte santo» non po­ trà più essere ritenuta valida . Nella questione di che cosa un profeta abbia o non abbia potuto dire, si dovrebbe procedere 76. Oggi è universalmente ammesso che il racconto della creazione del codice sa­ cerdotale del Pentateuco risalga ad una tradizione anteriore. 77. Analoga sembra l'interpretazione data dai LXX, il cui testo originale è però impossibile da ricostruire; sul legame tra la concezione della nuova creazione del popolo e la festa del rinnovamento dell'alleanza, dr. Ps. 102 , 1 9 .

Ier. Jo-JI

51 1

con maggior prudenza che in passato. Anche l'ipotesi che l'o­ racolo sia stato scritto dopo il 5 8 7 non è dimostrabile ; se è vero che l'oracolo parla del giudizio contro Giuda, ciò non si­ gnifica che abbia di mira , in modo retrospettivo, la catastrofe già avvenuta . È dunque il caso di dire anche per i vv . 23 s. ciò che si è detto per 3, r 8 (vedi ivi) , e cioè che già da gio­ vane Geremia aveva la certezza che Giuda era soggetto al giudizio (cfr. a 4,4 e 4,5-6 ,30) . Ciò si spiega perfettamente se Geremia nella sua prospettiva salvifica pensa ad un «cambia­ mento di sorte>> (sub sebut) anche in favore di Giuda. La co­ lorazione liturgica di questa espressione stereotipa (vedi sopra a 30,3 . r 8 ; 3 1 ,6 . 1 2 ) porta a ritenere che per Geremia il pen­ siero del «cambiamento di sorte» di Israele si estenda all'in­ tero popolo dell'alleanza e per questo motivo egli giunge a parlare qui del cambiamento salvifico in favore di Giuda . An­ che la solenne introduzione dell'oracolo , con il nome cultico completo del Dio dell'alleanza «di Israele», orienta verso questa interpretazione . La profezia salvifica ha qui la forma di una «benedizione », genere a noi già noto dalla poesia litur­ gica (cfr. Ps. 1 2 8 ,5 ; 1 3 4 ,3 ) . I nomi onorifici innici, con cui sono designati il paese di Giuda e il tempio di Gerusalemme, si riferiscono alla celebrazione dell 'opera della salvezza, cele­ brazione per la quale il popolo di Dio si radunerà insieme a Gerusalemme (cfr. vv. 6 ss . 1 2 ) . Dal momento che nel v . 23 Geremia usa una formula di benedizione di tipo liturgico, non è sicuro se i predicati «dimora di salvezza» (�edeq) e «monte santo>> siano stati coniati dal profeta oppure mutuati dal lin­ guaggio della liturgia. In ogni caso essi affermano che il fu­ turo splendore e la gloria del paese sono dati unicamente dal­ l' azione salvifica di J ahvé78 e dalla sua presenza , sulla quale si fonda la «santità>> del colle del tempio .79 La futura salvezza si rispecchia nella convivenza tranquilla delle città, dei contadi78. !edeq è qui la «giustizia di Dio» nel senso indicato sopra . 79· È possibile che qui perdurino le idee che hanno svolto un ruolo importante presso il profeta Isaia; vedi anche Is. 1 ,12.

' 12

La salvezu per Israele. La nuova alleanza

ni e dei pastori (v. 24), ed è garantita dalla misericordia amo­ rosa di Dio che porrà fine ad ogni sofferenza (v. 2 5 ) . Col v. 2 4 termina il discorso diretto di Dio ; r una constatazione ordinaria senza alcun riferimento religioso - era già in uso prima di Ezechiele; in ogni caso dal testo di Ez. 18,2 ss. non si può affermare che il detto sia sorto per la prima volta a quell'epoca (contro Volz) o che sia stato «coniato» dagli esuli deportati nel 597 (contro Rudolph) . Per queste ragioni non è possibile intaccare l'autenticità di Ier. 31 ,29 s.

86. La formulazione della retribuzione individuale e la relativa correzione del pro. verbio appartiene a quella stessa corrente di pensiero che portò ad introdurre nel Deuteronomio (Deut. 24,16) una norma orientata in questo senso? È noto che l'idea di una responsabilità personale ha avuto il suo peso, insieme alla re­ tribuzione collettiva, nel pensiero dell'A.T. (dr. 1 7,10; 32,r8 s.). Rudolph obietta, contro l'autenticità dell'oracolo, che il v. 30 si trova in contrasto con il v. 34· Data la differente prospettiva dei due oracoli , originariamente indipendenti, non mera­ vigliano discrepanze come queste nell'immagine che Geremia dà del futuro, dal momento che il profeta non intende proporre una visione sistematica. Ma, è realmente sicuro che l'affermazione del v. 34 esclude direttamente quella del v. 30? A parte il fatto che, a differenza dei vv . 29 s., i vv . 33 s. abbracciano un orizzonte escatologico («in quei giorni»), non è detto che Geremia, prevedendo la legge divi-

Ier. Jo-JI

3 1 ,3 1 -34 · La nuova alleanza L'apice, e al tempo stesso la conclusione delle profezie sal­ vifìche , è raggiunto con il messaggio della nuova alleanza . An­ che questo oracolo costituiva all'inizio un'unità a sé stante .87 Esso si presenta come una rivelazione fatta a Geremia88 sul­ la nuova configurazione del rapporto con Dio nell'era della salvezza. La concezione di una nuova alleanza, nella quale questo rapporto deve ricevere una nuova attuazione, non è in quanto tale una novità creata da Geremia. Anche sotto que­ sto aspetto il profeta si riallaccia all'antica tradizione cultua­ le del rinnovamento dell'alleanza, tradizione che aveva la sua sede fissa nella festa annuale del rinnovamento dell'allean­ za. 89 Ad essa attinge la cornice entro cui inserire la sua raffi­ gurazione del futuro . Ciò conferma che egli si muove nella stessa linea della tradizione cultuale, come già s'è visto in 30,20 ss . ; 3 I , r ss .6 . r 2 ss . Sotto questo profilo , inoltre, non è molto probabile che Geremia intenda delimitare la concezio­ ne dell'alleanza all'Israele del nord; anche se le parole «e con la casa di Giuda » (v. 3 I ) vanno ritenute (a motivo del v. 3 3 ) come un'aggiunta posteriore - non errata quanto al na scritta nei cuori (v. 33), escluda la libertà delle decisioni umane. A proposito dell'impatto fra attività umana e attività divina, il profeta sa benissimo ( vedi comm. a 3,22 e 44) che la legge di Dio, anche quando si incarna nella persona umana come un dono suo, resta pur sempre un comando e ciò significa che l'uomo potrà dare una risposta libera. Le affermazioni contenute nel v. 30 e nel v. 34 non sono quindi inconciliabili, anzi risultano come due punti di vista che, malgrado la loro tensione non riso�vibile razionalmente, si integrano a vicenda. 87. Rudolph lega i vv 3 1-34 ai vv 18-22 come se essi contenessero l'esaudimento divino alla preghiera di Efraim «fammi cambiare» (v. 18), e trova in ciò la ra­ gione per cui la promessa della nuova alleanza si limita unicamente al regno del nord. Tuttavia la risposta di Dio al lamento di Efraim è data nel v. 20 e, sotto il profilo del contenuto, nel v. 21 già è stata preannunciata al popolo la conver­ sione e il ritorno in patria; non c'è quindi alcuna necessità di proseguire sull'ar­ gomento. Il fatto stesso che nei vv. 31-34 il messaggio divino sia rivolto al pro­ feta e non ad Israele è un altro punto contrario alla tesi di Rudolph; l'obiezio­ ne avanzata da Rudolph a p. 201 nota 2 non mi sembra assolutamente valida. 88. Questo particolare e la formula introduttiva sono elementi comuni sia ai vv 3 1 ss. che ai vv 27 ss. 89. Cfr. A. Weiser, Salmi, 24 ss. 31 s. 56. .

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·

La salvetUJ per Israele. La nuova alleanza

contenuto -, l'espressione « casa d'Israele» designa il popolo intero.90 Anche qui, infatti, il profeta guarda non alle divi­ sioni politiche bensì alla comunità sacrale. Il riferimento al­ l'alleanza sinaitica (v. 32 ) , che secondo la tradizione del Pen­ tateuco era stata conclusa con i «padri» di tutte le tribù d'I­ sraele (Ex. 24) , e l'uso dell'antica «formula dell'alleanza» alla fine del v. 3 3 (cfr. 7 , 2 3 ; r r ,4; 24,7 ; 30,2 2 ; 3 1 , r ) sono indizi che confermano la suddetta interpretazione .91 3 1 -34. L'aggancio all'antica tradizione cultuale dell'alleanza non significa però che Geremia abbia inteso la nuova alleanza dell'era della salvezza semplicemente come rinnovamento e attualizzazione dell'alleanza sinaitica ad analogia della festa del rinnovamento dell'alleanza e di conseguenza abbia pre­ detto ciò che divenne realtà nel rinnovamento dell'alleanza al tempo di Giosia ( 2 Reg. 2 3 , 3 ). Se è importante vedere qua­ li elementi fondamentali dell'antica tradizione dell'alleanza Geremia ha ripreso nella sua concezione della nuova allean­ za, d'altro lato non si deve ignorare che egli distingue chiara­ mente - anche per il contenuto - la nuova alleanza dall'antica. Come nelle altre promesse di salvezza anche qui è Dio colui che configura l'evento : egli conclude la nuova alleanza con I­ sraele. Sotto questo aspetto non si dà alcuna differenza rispet­ to a quella antica. Anche gli eventi storico-salvifici all 'uscita dall'Egitto, che secondo la tradizione culminarono nell'allean­ za sinaitica - chiamata qui da Dio «la mia alleanza» -, avevano la loro origine nell'azione antecedente di Dio.92 Questo aspetto 90. Cfr. 2,4.26; 5,I5 (vedi in proposito ,, I I ); 9,25 ; I o, x ; x 8,6; 23 ,8 ( 33 ,I 7). An� che il contesto generale in cui è collocato l'oracolo (dr. v. 27 ) fa ritenere che l'e· spressione �casa d'Israele» si riferisca a tutto il popolo dell'alleanza. 91 . Il dubbio di Noth (Vberlieferungsgeschichte des Pentateuch, 1948, 50 nota 162), se qui sia indicata l'alleanza sinaitica, o non piuttosto «l'uscita dall'Egitto» in quanto atto con cui viene sancita l'alleanza, appare più smentito che confer� mato da 34,13 . Per i particolari vedi W. Lempp, Bund und Bundeserneuerung bei ]eremia, Dissertation, Tiibingen I955· 92. beiom he(leziql bepidam ; questa espressione, riferita all'elezione divina, pre-

ler. 3o-3I

viene ulteriormente sottolineato dalle parole «benché io fossi il loro signore», espressione che Geremia ha già usato in 3 , 14 con una chiara intenzione polemica contro il culto di Baal. Mentre da parte di Dio anche l'antica alleanza era rimasta intatta, essa è stata invece violata dall'infedeltà del popolo (si noti la contrapposizione hemma e 'anokt) e perciò deve essere sostituita da una nuova alleanza . Dio infatti non ha in alcun modo rinunciato alla sua volontà di alleanza. Per que­ sto motivo anche gli elementi essenziali dell'alleanza sinaiti­ ca, quali l'impegno all'obbedienza verso la volontà divina ma­ nifestata (toratz) e l'elezione del popolo di Dio da parte di Jahvé, espressa nella formula dell'alleanza, non sono abroga­ ti nella nuova alleanza. La novità nel rapporto del popolo con Dio nella nuova alleanza consiste invece nel fatto che le esi­ genze di Dio diventeranno un dono di Dio stesso in quanto egli porrà la sua legge nel cuore degli uomini dotandoli così di spontaneità e di forza per una obbedienza gioiosa. La leg­ ge, che nell'antica alleanza era contenuta in tavole (Ex. 3 r , r 8 ; 34,28 s.) o in un libro (Ex. 24,4 . 7) , era l'espressione di una volontà esterna e come tale occorreva che venisse spiega­ ta e insegnata ; ora la nuova legge perde il carattere di una im­ posizione dall'esterno in quanto Dio fa in modo che tale leg­ ge sia un'esigenza interiore dell'uomo e cosl trasforma il do­ vere in un bisogno dell'animo umano.93 In questa obbedien­ za spontanea , che si fonda su un rapporto personale e imme­ diato con Dio e si attua nella dedizione intima a lui, si situa al tempo stesso la «conoscenza di Dio» , che è accessibile a chiunque in questo modo si lascia aprire gli occhi, perché lo senta una colorazione cultuale (dr . Ps. 73,23 ; Is. 4 I , I 0.13 ; 45,1 ; 42,6). Il rito del re che è preso per mano dalla divinità si trova anche nella celebrazione del­ l'anno nuovo come conferma divina della sua sovranità (Gressmann, Der Messias, 1929, 61 ); è per questo motivo che nelle iscrizioni i re di Babilonia si qualifi­ cano come coloro ai quali Nebo o Marduk «tese la sua mano» (dr. Langdon, Die neubabylonischen Konigsinschri/ten, 1 9 1 2 , 64-65 . 66-67), il che equivale a �eletti» (cfr. ibidem, 86-87. 98-99). 93· Cfr. il parallelo antitetico in 1 7,2.

' I8

La salvezza per Israele. La nuova alleanza

introduca nella verità più profonda ( cfr. Io. 7 , 1 7 ; 9 ,3 1 ) che si dischiude soltanto nell'atto dell'obbedienza. Geremia par­ la qui per esperienza personale. Questi pensieri, che trascen­ dono la cornice dell'antica tradizione dell'alleanza, sono sta­ ti conquistati lungo il cammino che il profeta ha percorso nell'immediatezza del suo rapporto personale con Dio e con la propria missione (cfr. in particolare I j , I 6 ); da qui la raf­ figurazione fortemente individuale del rapporto di alleanza e l'approfondimento personale della conoscenza di Dio, che conferisce alla concezione dell'alleanza quella nuova nota che distingue la nuova alleanza dall'antica. La grandezza e la forza della concezione della nuova alleanza stanno però nella sua dimensione teocentrica : Dio si trova qui all'inizio, al centro e al termine dell'alleanza . Egli la istituisce, egli crea le condizioni perché l'uomo possa metterla in atto ; e «cono­ scere » Dio è la meta alla quale l'alleanza tende . L'alleanza è ordinata all'autorivelazione di Dio. Per questo punto Gere­ mia si ricollega all' autorivelazione di Dio nella tradizione della teofania propria del cui to dell'alleanza , me ntre con il te­ ma della conoscenza di Dio sviluppa la tradizione profetica che è chiaramente evidente soprattutto in O s. 4 , 1 ; .5 ,4 ; 6 ,6 . An­ che Geremia, come Osea, per conoscenza di Dio intende l'inte­ ro rapporto vitale dell 'uomo con Dio e non soltanto il suo a­ spetto intellettuale (cfr. 2, 8 ; 4 ,2 2 ; 9 ,2 ._5 . 23 ). La prospettiva teocentrica , nella quale Geremia inquadra la nuova alleanza, fa sì che l'orizzonte storico si dilati in quello escatologico ( «dopo quei giorni» ) e la nuova alleanza appare come il com­ pimento ideale dell'ordinamento salvifico di Dio che abbrac­ cia tutti i membri dell'alleanza, grandi e piccoli . Che tutta­ via con ciò Geremia intenda affermare che gli uomini della nuova alleanza non possano più cadere nei peccati ( così Ru­ dolph; vedi a questo proposito Hebr. I O , I O . I 2 . I 4) mi sembra discutibile . Questa conseguenza , che porterebbe ad una con­ cezione stranamente meccanicis tica del rapporto fra Dio e l'uomo, si trova al di fuori dell'orizzonte dell'oracolo ed è

Ier. Jo-JI

' 19

contraddetta dalla finale del v. 34 dove al popolo della nuova alleanza è assicurato il perdono delle loro colpe e peccati. La volontà divina di perdonare i peccati, che si trovava già al­ l'inizio dell 'alleanza sinaitica (cfr. Ex. 3 4 , 6 s . ), non rappre­ senta soltanto la base per la nuova alleanza (ki), ma ne è la forza portante e la garanzia di stabilità. Anche in questo trat­ to del quadro fu turo, tradizione ed esperienza personale si intrecciano a vicenda; Geremia ha dovuto conoscere in misu­ ra notevole la potenza demoniaca del male ( cfr. a I 3 ,2 3 ; I 7 , I s .) , che rende impossibile ali 'uomo liberarsi con le proprie forze dalle sue maglie. Sia con se stesso che con gli altri egli ha penetrato con lo sguardo nell'abisso del cuore umano, così pieno di contraddizioni (vedi a I 5 , I O ss . ; 2 0 ,9 ; I 7,9 ) , ed ogni volta ha potuto cosl constatare come fosse la mano potente di Dio a sostenerlo e a dargli energia per una obbedienza nuo­ va ( vedi a I 5 , I 9 ss . ; 2 0 ,9 . I I ) . Per questo quando anch'egli si è trovato nella notte più oscura della disperazione, solo in lui ha cerca to salvezza e scampo ( I 7, I 4 ). Il profeta, che nel­ le ore tristi e liete ha potuto sperimentare in se stesso la di­ sponibilità di Dio a dimenticare e ad aiutare di nuovo, sa che la storia della salvezza, sia nel passato come nel futuro, si ba­ sa sulla volontà divina di perdonare i peccati, volontà che è il fondamento dell'alleanza . E quando Gesù, secondo Le. 2 2 , 2 0 ; I Cor. I I ,25 , mediante l'istituzione della cena eucaristi­ ca vede adempiuta nella propria persona la promessa gere­ miana della nuova alleanza, anch'egli procede nella consape­ volezza del medesimo fondamento : l'amore di Dio che per­ dona i peccati (cfr. Mt. 2 6 ,2 8 ) .

3 I ,35-3 7 . La perenne stabilità della salvezza 3 5 - 3 7 . I vv.

35-3 7 concludono le promesse salvifiche. Al tem­ po stesso essi sono il sigillo al termine del libretto della sal­ vezza che Dio, nella sua piena autorità di creatore, pone sotto l 'insegna della promessa . Da qui la solenne introduzione, che

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La salvezza per Israele. La nuova alleanza

si richiama allo schema cultuale dell'inno a Jahvé creatore del mondo e rivelatore del proprio nome.94 Mediante questo inno alla creazione, che ha valore introduttivo, si realizza una stretta connessione con la promessa successiva. Come un pre­ ludio, esso attira l'attenzione su ciò che viene di seguito. Co­ si anche qui - alla pari dell'unione tra creazione e storia del­ la salvezza nei salmi - la suggestiva introduzione ha lo scopo di motivare la fiducia nella promessa salvifica di Dio a parti­ re dalla sua onnipotenza quale creatore del mondo e delle sue leggi. Come Dio, il creatore, ha creato l'ordine naturale cosi che «mai venga meno davanti a lui» (dr. Gen . 8 ,2 2 ) , co­ si egli promette a Israele, popolo dell'alleanza, e come tale scelto da lui stesso, una stabilità permanente « al suo cospet­ to» , cioè in virtù della sua presenza .9' L'ordinamento salvifico di Dio perdura stabile nelle sue mani lungo tutta la storia, co­ si come è stabile l'ordine dell'universo . Il secondo paragone è imperniato sulla impossibilità di raggiungere la cima del cie­ lo o la profondità della terra e intende con ciò mettere in evi­ denza l'immensità della grazia di Dio il quale è pronto al per­ dono e non rigetta Israele «nonostante tutto ciò che essi han­ no fatto». Nel caso che la proposizione contenga una restri­ zione della formulazione collettiva nel senso di « io non re­ spingo l'intero Israele», allora insieme alla grazia di Dio, si tiene anche conto della sua giustizia (cfr. v. 3 o ) che impedi­ sce una fiducia troppo facile nella sua grazia.96 La insondabi94· Cfr. vv. 22.27; per quanto riguarda la poesia liturgica dr. Ps. 8 ; 24,1 s . ; 33, 6 ss . ; 65,7 s.; 954 ss .; 1 02,26 ; 135,6 ss. ; 136,5 ss.; 146,6 ss .; vedi A. Weiser, Salmi, 28 ss. 3 8 ss. 40 s. 95 · L'espressione g6i t•fana; vieta, a parer mio, di delimitare la profezia al futu­ ro politico del popolo (contro Rudolph) ; la riflessione politica passa qui in se­ condo piano rispetto a quella sacrale-teologica. 96. Dall'assenza di kol nei LXX, Rudolph conclude che avremmo una tardiva re­ lativizzazione dell'affermazione assoluta nel senso del comune concetto del Resto ; questa conclusione, però, non convince, né tanto meno può essere sostenuta sul­ la base dei vv. 29 s. (vedi ivi). Anche la promessa collettiva, secondo cui Israele non sarà respinto, non esclude la responsabilità morale dei singoli (vedi co.mrn. ai vv. 29 s. e 3 3 ) e non può essere fraintesa quasi fosse l'assicurazione che in nessun

Ier. JO-JI

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le bontà divina, fondamento della salvezza futura, ne garan­ tisce anche la stabilità.

3 1 ,3 8-40. La ricostruzione di Gerusalemme 3 8-40. Con la promessa solenne della salvezza eterna, pro­

messa che raggiunge le più vaste dimensioni, termina anche la primitiva redazione del libretto della salvezza . La promes­ sa successiva, concernente la ricostruzione di Gerusalemme, con la delimitazione topografica più precisa del territorio cit­ tadino, non ha nulla a che vedere con i vv . 3 5-3 7 . La sacra­ lizzazione dell'area su cui sorge la città e il fatto che l'oraco­ lo supponga la distruzione della città fanno pensare ad un au­ tore diverso da Geremia. Probabilmente il brano è stato ag­ giunto dopo la distruzione di Gerusalemme con l'intenzione di estendere il messaggio salvi:fico di Geremia (cfr. in particola­ re 30 , 1 8 ; 3 1 ,4.35-3 7 ) alla nuova situazione della città e di assicurare a Gerusalemme, dopo la ricostruzione, la dovuta posizione. La promessa che la città verrà ricostruita «per Jah­ vé» e tutto il suo distretto sarà «santo» , sa di spirito sacer­ dotale . Anzitutto viene precisato il confine nord , lungo il trac­ ciato normale da est verso ovest, menzionando la torre di Ha­ nane! a nord-ovest (cfr. Nehem. 3 , 1 ; 1 2 ,3 9 ; Zach. I 4 , 1 0 ) e la Porta dell'Angolo pure a nord-ovest (cfr. 2 Reg. 1 4 , 1 3 ; da i­ dentificare con la Porta del Pesce di Soph . I , I o) . Dal momen­ to che la collina di Gareb e la località denominata Goa non so­ no noti, ci è impossibile tracciare con precisione il confine oc­ cidentale . Rudolph ritiene che venga prospettato qui un am­ pliamento del nuovo territorio urbano fino alla valle di Refaim a sud-ovest, la quale a suo avviso sarebbe indicata dal termi­ ne emeq (v. 40) ; ma questa lettura non si ottiene se non mo­ dificando pesantemente il testo. Mi sembra invece più semc

caso si avranno punizioni. La frase finale «nonostante tutto ciò che essi hanno fat­ to» in questo contesto vuole unicamente affermare che il passato d'Israele non costituirà più un ostacolo alla grazia di Dio.

L'acquisto di un campo ad Anatot

plice correggere negdo in negba ; 97 in tal caso avremmo qui il percorso delle mura cittadine «verso sud» con una deviazio­ ne, nel punto Goa, fino alla valle di Hinnom (zona sud) , in­ dicata dal termine c emeq. Ciò sembra confermato dalla glossa «i cadaveri e la cenere dei sacrifici» , aggiunta come apposi­ zione con un probabile riferimento ai sacrifici del Tofet (cfr. 7,3 0 s . ; 1 9 ,.5 s. ). La campagna fino alla valle orientale del Ce­ dron ( o secondo un'altra lettura « sopra la valle del Cedron» ) era impura e serviva anche come sepolcreto (cfr. 2 Reg. 2 3 , 4.6 ; e Vulgata : regionem martis) ; per questa ragione qui vie­ ne detto espressamente che tali luoghi in futuro perderanno la loro impurità e saranno santi per Jahvé . Da qui il tracciato si dirige verso nord sino alla Porta dei Cavalli lungo il lato orien­ tale delle mura in prossimità del tempio (cfr. Nehem. 3 ,2 7 s ) . L 'area del tempio, inclusa nella città dal lato nord non viene nemmeno menzionata , essendo scontata la sua santità . La pro­ fezia tratta quindi della santità del territorio urbano di Geru­ salemme ricostruito «per Jahvé» . In quanto città santa per Jahvé, Gerusalemme, secondo la fede dell'autore , sarà «in e­ terno» al sicuro dalla distruzione. 3 2 . L 'ac quisto

di un campo ad Anatot

' La parola che J ahvé rivolse a Geremia neli,anno decimo di Sedecia, re di Giuda - corrispondente all'anno diciottesimo di Nabucodono­ sor - ; 2 in quel momento l'esercito del re di Babilonia stava asse­ diando Gerusalemme e il profeta Geremia era tenuto prigioniero nel cortile di guardia annesso al palazzo del re di Giuda. ' Ve lo aveva rinchiuso Sedecia, re di Giuda, con questa accusa : «Perché hai pre­ detto : cosl ha parlato Jahvé : ecco, io do questa città in mano al re di Babilonia, che la conquisterà; 4 neppure Sedecia, re di Giuda, sfuggi­ rà alla mano dei Caldei, ma sarà consegnato in mano del re di Babi­ lonia, parlerà con lui bocca a bocca e lo vedrà faccia a faccia; ' que­ sti porterà a Babilonia Sedecia ed egli vi resterà finché io non lo visi­ terò - oracolo di Jahvé ; se combatterete contro i Caldei non avrete al­ cun successo>> . 97· Giesebrecht ; dr. Galling, ZDPV I9J I, 8 7 s.

Ier. 32

6 E Geremia disse : «Mi è stata rivolta la parola di Jahvé : 7 Ecco, verrà da te Hanamel, figlio di Shallum tuo zio, e di dirà : Comprati il mio campo che io ho in Anatot, perché spetta a te il diritto di riscat­ to e così hai la precedenza nell'acquisto». 8 Allora Hanamel, .figlio di mio zio, venne da me - come Jahvé aveva detto - nel cortile di guar� dia e mi disse : «Compra pure il mio campo che ho in Anatot ' ' ( I ) , poiché sei t u a d avere il diritto di possesso e a te spetta il riscatto ; compratelo» . Allora riconobbi che questa era la parola di Jahvé . 9 Comprai dunque il campo da Hanamel, figlio di mio zio, e gli pesai n davanti il denaro : l 'argento ammontava a I 7 sicli . IO Stesi il con­ tratto di compravendita, lo sigillai e lo feci convalidare per mezzo di testimoni e pesai l'argento sulla bilancia 'a norma di legge e di giusti­ zia' ( 2 ) . I I Poi presi il contratto di compravendita, quello sigillato e quello aperto, 1 2 e consegnai il contratto di compravendita ( 2) a Ba­ ruk, figlio di Neria, figlio di Maasia, in presenza di Hanamel, 'fi­ glio' ( 2 ) di mio zio, e in presenza dei testimoni che avevano firmato il contratto d 'acquisto 'e' ( 2 ) in presenza di tutti i giudei che soggiorna­ vano nel cortile di guardia, I 3 e in loro presenza diedi a Baruk questo incarico: r4 ' ' (2) «Prendi questi documenti, questo contratto d'ac­ quisto sigillato e questo aperto e mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo. 1' Poiché cosl ha parlato Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele : Si tornerà a comprare case, campi e vigne in questo paese». 16 Allora io pregai Jahvé dopo aver consegnato il contratto d'acquisto a Baruk, figlio di Neria : I7 «Ah, Signore Jahvé, ecco, sei tu che hai creato il cielo e la terra con la tua grande potenza e col tuo braccio teso; nessuna cosa è impossibile a te, 18 che usi misericordia con mil­ le e fai ricadere la colpa dei padri dopo di loro nel seno dei figli, tu Dio grande e forte il cui nome è «Jahvé degli eserciti», I 9 grande nel consiglio e forte nelll'azione, tu, i cui occhi osservano tutte le vie dei figli degli uomini per dare a ciascuno secondo la sua condotta e secondo il merito delle sue azioni, 20 tu che hai operato segni e pro­ digi nel paese d'Egitto fino ad oggi, tanto in Israele come presso gli ( altri) uomini e ti sei fatto un nome quale oggi è di fatto. 21 Hai por­ tato fuori il tuo popolo dal paese d'Egitto con segni e prodigi, con mano forte, con braccio teso e con grande terrore. 22 Hai dato loro questa terra che ai loro padri avevi giurato di dare, una terra dove scorre latte e miele. 23 Ma quando essi arrivarono e ne presero pos­ sesso, non prestarono ascolto alla tua voce e non si comportarono se­ condo la tua legge ( 2 ); tutto ciò che avevi ordinato loro di fare, non lo 1 . «Che si trova nel territorio di Beniamino» è una glossa esplicativa .

2. Vedi Biblia Hebraica.

L'acquisto di un campo lld Anatot fecero . Perciò tu hai fatto piombare su di loro tutta questa calamità. 24 Ecco, le trincee già circondano la città per conquistarla ed essa, a causa della spada, della fame e della peste sarà consegnata in mano dei Caldei che la stanno assediando. Ciò che tu avevi predetto avviene, lo vedi tu stesso . 2' E tu, Signore Jahvé, ora mi dici : «Comprati il campo e fai venire dei testimoni», mentre la città è già consegnata in potere dei Caldei » . 26 Allora 'mi' ( 2 ) fu rivolta l a parola di Jahvé : 27 «Ecco io sono Jah­ vé, il Dio di ogni carne ; potrebbe forse qualcosa essermi impossibile? 28 Per questo - cosl ha parlato Jahvé - io consegno questa città in mano dei Caldei e in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, perché egli la conquisti . 29 I Caldei, che stanno assediando questa città, vi faranno irruzione, la daranno alle fiamme e ridurranno in cenere que­ sta città e le case sui cui tetti la gente ha sacrificato a Baal e offer­ to libagioni ad altre divinità per provocarmi . 3o Infatti i figli d'Israe­ le e i figli di Giuda hanno fatto fin dalla loro gioventù soltanto ciò che a me spiace, 'tutti ( 3 ) i figli d'Israele mi hanno sempre e sol­ tanto offeso con le azioni delle loro mani - oracolo di Jahvé -. 3l Sì, questa città dal giorno in cui fu costruita fino ad oggi è stata per me causa di ira e di sdegno, per questo io la farò scomparire dalla mia pre­ senza 32 a causa di tutta l'iniquità che hanno compiuto i figli d'Israe­ le e i figli di Giuda, i loro re, i loro principi, i loro sacerdoti e i loro profeti, la popolazione di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme . 33 Es­ si hanno girato verso di me le spalle e non il volto, e anche se 'io' ( 2 ) li istruivo sempre con continua premura, essi non prestarono ascolto e non impararono la correzione . 34 Collocarono i loro obbrobri nel tempio, sul quale era stato invocato il mio nome, per contaminarlo. 3' Costruirono 'i santuari' (4 ) per sacrificare a Baal nella valle di Ben Hinnom, per offrire i loro figli e le loro figlie a Molok - cosa che io non avevo comandato , anzi mai avevo pensato che essi dovessero com­ piere un abominio del genere -, e cosl hanno indotto Giuda a peccare. 36 Ma ora, per questo (') Jahvé Dio d'Israele, ha parlato riguardo a que­ sta città della quale ' tu dici' (6) : «Essa per mezzo della spada, della fa­ me e della peste è consegnata in potere del re di Babilonia» : 37 . 7 Ma quando arrivarono dentro la città, Ismaele, fi­ glio di Netania, e gli uomini che stavano con lui li massacrarono e li gettarono in una cisterna. 8 Si trovavano fra costoro dieci uomini che dissero ad Ismaele: «Non ci uccidere, perché nei campi noi teniamo nascoste delle provviste : frumento, orzo, olio e miele» . Allora egli li risparmiò e non li uccise assieme ai loro compagni. 9 La cisterna nella quale lsmaele gettò tutti i cadaveri degli uomini da lui uccisi, era ' una cisterna grande' (') , quella che il re Asa aveva costruito quando era in guerra contro Baasa, re d'Israele ; Ismaele, figlio di Netania, la riem­ pì dei cadaveri. 10 Poi Ismaele condusse via tutto il resto del popolo che si trovava a Mizpa 'e' ( ' ) le principesse ' ' ( ') che Nebusaradan, capo della guardia del corpo, aveva consegnato in custodia a Godolia figlio di Ahiqam, Ismaele, figlio di Netania, le condusse via e partì per raggiungere il territorio degli Ammoniti oltre i confini. II Ma quando Iohanan, figlio di Kareah, e tutti i capi militari che si trovavano con lui venero a sapere di tutto il male compiuto da lsmae­ le, figlio di Netania, 12 presero tutti i loro uomini e partirono per com­ battere contro Ismaele, figlio di Netania; lo incontrarono presso la grande piscina di Gabaon. 1' Ora, quando tutto il popolo che si tro­ vava con Ismaele, vide comparire Iohanan, figlio di Kareah, e tutti i condottieri che erano con lui, si rallegrò . 14 Tutto il popolo che Ismaele aveva portato fuori da Mizpa si rivolse a lohanan, figlio di 3· Il min va completato secondo il contesto. L'espressione manca nei LXX e in 2 Reg. 25,25 ed è forse una glossa. 4· Leggi, come suggerisce Rudolph, bammisteh anziché «in Mizpa» .

,. Vedi Biblia Hebraica.

Il luogotenente Godolia

61 8

Kareah, e passò dalla sua parte. 1' Ma Ismaele, figlio di Netania, tro­ vò scampo con otto uomini e andò presso gli Ammoniti . 16 Allora Iohanan, figlio di Kareah, e tutti i condottieri che si trovava­ no con lui, presero il resto del popolo che Ismaele, figlio di Netania, dopo l'assassinio di Godolia, figlio di Ahiqam, 'aveva condotto via' (') da Mizpa : uomini " ' ( ' ), donne, bambini ed eunuchi, che riportò indietro da Gabaon. I7 Essi partirono e fecero sosta nei recinti di Kimham ('), presso Betlemme, con l'intento di dirigersi verso l'Egitto 1 8 a motivo dei Caldei . Infatti avevano paura di loro, poiché Ismaele, figlio di Netania, aveva assassinato Godolia, figlio di Ahiqam, che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese.

Sulla sorte ulteriore del profeta durante il suo soggiorno presso il luogotenente Godolia a Mizpa non abbiamo notizie . Il silenzio su di lui nell'intero brano di 40 ,7- 1 8 6 non dimo­ stra che egli sia rimasto inerte davanti all'opera di ricostru­ zione condotta dal luogotenente. La narrazione di Baruk non voleva offrire una biografia, bensì la storia delle sofferenze sostenute dal profeta come martire della propria vocazione. Poiché le speranze di Geremia cominciavano ad adempiersi con la politica di ripresa portata avanti da Godolia e, per quanto ne sappiamo, le idee di questo statista procedevano nella stessa direzione di quelle del profeta (vedi più avanti e cfr., ad es . , 40 ,9 s . con 42 , 1 0 ) , il governo di Godolia significò per Geremia una pausa breve , ma felice, anche se ben presto calarono le ombre di una nuova sofferenza. Come si sia giun­ ti a ciò è narrato da Baruk in alcune scene, che hanno come tema l'inizio promettente dell'opera di Godolia e poi la sua desolante interruzione. Il racconto non offre un quadro com­ pleto dell 'attività di Godolia e per questo aspetto si distin­ gue dall 'abituale stile narrativo di Baruk , tanto che si po­ trebbe pensare, con Eissfeldt/ ad un'altra fonte che Baruk avrebbe qui utilizzato . 40,7-1 2 . La riunificazione dei dispersi 7- 1 2 . Ciò sembra essere confermato già dall'introduzione che, 6. Vedi però il

comm.

a

41 ,10.

7· Introduzione

all'A.T. III, 1982, 1 15 .

ler. 40,7-4I,I8

6 19

pur riallacciandosi al precedente brano di Baruk, presuppone come nota la nomina di Godolia e quindi non entra nel meri­ to. Il fatto che i Babilonesi avessero scelto Godolia significa­ va la fine della dinastia davidica , come Geremia aveva pre­ detto ( 2 2 ,3 0 ; 36 ,3 0) . Dopo che con Ioaqim e Sedecia la fe­ deltà dei vassalli si è dimostrata incostante, è comprensibile che Nabucodonosor voglia consegnare ad un uomo di sua fi­ ducia questa provincia che forma il fianco meridionale del­ l 'impero e che deve mantenersi politicamente stabile. Godo­ lia, proveniente da famiglia nota ed onorata - suo padre in altra occasione già si era levato a difendere Geremia ( 2 6 ,2 4) - né aveva aderito al partito della guerra né era il tipo da promuovere un'ambiziosa ribellione. Uomo sincero, retto e disinteressato, quieto e riflessivo, dimostrerà poi con la sua intelligente politica di ripresa di essere degno di questa fidu­ cia che gli prestano non solo i Babilonesi, ma anche i conna­ zionali . I Babilonesi hanno messo al vertice del governo un uomo di sangue giudaico, hanno suddiviso il territorio tra i Giudei rimasti in patria senza !asciarvi coloni stranieri, non hanno continuato ad inseguire i soldati nemici ormai disper­ si e questi hanno potuto tornare tranquillamente a casa e de­ dicarsi ad un onesto lavoro . Tale magnanimità dei vincitori è una conferma della predicazione di Geremia che, quando raccomandava la rapida conclusione delle ostilità, aveva i suoi buoni motivi per farlo. Gli effetti della nomina di Godolia a governatore non tardarono a manifestarsi : la sua residenza di Mizpa diventò un punto di richiamo per tutti i dispersi e il centro direttivo della rinascente vita sociale . Là arrivavano anche condottieri - quelli cita ti sembra fossero alti ufficiali di reparti militari dispersi, con i loro uomini, comprensibil­ mente angosciati dal timore che i nemici avessero decretato per loro la prigionia di guerra o qualcosa di peggio. Ma Go­ dalia è in grado di assicurare con giuramento che essi posso­ no abbandonare qualunque paura , a condizone che accettino la nuova sovranità; ovviamente Godolia aveva ricevuto dai ,

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Il luogotenente Godolia

Babilonesi formali garanzie in tal senso. Il governatore non è soltanto un portavoce di ordini e un funzionario dell'impero babilonese, ma come egli stesso afferma insistentemente, di­ fenderà gli interessi della sua popolazione presso il potere occupante e la gente potrà fare tranquillamente ricorso a lui . Immediatamente egli dà le necessarie disposizioni per quan­ to riguarda il problema degli alloggi e degli alimenti : i redu­ ci che non possono tornare alle loro zone come proprietari di terreni, vengono destinati al territorio delle città attorno a Mizpa affinché facciano il raccolto e aiutino in tal modo a su­ perare la crisi di viveri sopravvenuta con l'assedio di Geru­ salemme. La notizia della rinascita sociale era giunta anche nei paesi limitrofi dove tanti Giudei avevano cercato scampo dagli orrori della guerra e suona come un segnale di ritorno. Cosi gruppi di dispersi si radunano a Mizpa dove Godolia li assegna a qualche zona del paese. Così il processo per la ripre­ sa di una vita ordinata e tranquilla ha fatto i suoi primi passi. Vi ha contribuito la benedizione del cielo con un raccolto ab­ bondante .8 In questi inizi Geremia poteva a buon diritto ve­ dere realizzati i segni dell'adempimento della sua profezia salvifìca ( 3 2 , I 5 ) e sen1brava che anche le sue speranze per­ sonali si stessero realizzando. Ma qualcosa di nuovo, anzi di più doloroso, era alle porte .

40, I J-I 6 . La congiura I J· I 6 . Fra i condottieri che erano rientrati dalle campagne per mettersi a disposizione di Godolia (40,8 ) si trovava anche Ismaele, un membro della casa reale ( 4 r ,) che sicuramente ap­ parteneva ad una linea collaterale della stirpe di David. Pro­ babilmente era uno di coloro che poco prima della presa di Gerusalemme era fuggito insieme al re Sedecia ( 3 9 ,4), riu­ scendo però a raggiungere il territorio degli Ammoniti oltre 8. I Babilonesi non avevano devastato il paese come invece avevano fatto gli As­ siri nel 701 (dr. Is. 1 ,7 ss.).

62 I

il Giordano. Là egli era entrato in relazione col re Baalis e ora, nel momento in cui si fa annunciare a Godolia, corre vo­ ce che egli sia stato inviato dal re degli Ammoniti per assas­ sinare il governatore. Iohanan e gli altri condottieri giudaici hanno avuto sentore di questa notizia e mettono in guardia Godolia . Ma questi è troppo dignitoso e leale per attribuire ad Ismaele un intento tanto perfido e vile. Quali siano stati i motivi della congiura Barulc non lo dice nella sua breve nar­ razione . Forse il re degli Ammoniti deve aver pensato di iln­ pedire il sorgere di un nuovo stato giudaico oltre i confini (cfr. Nehem. 3 ,3 5 ), temendo un altro focolaio di guerra, e per im­ pedirlo potrebbe essersi servito di questo principe ambizioso, che probabilmente guardava con invidia a quel cittadino sali­ to ad un grado cui egli, Ismaele , riteneva di avere maggiore diritto. Iohanan, fedele al governatore, avendo individuato la serietà del pericolo fa un ulteriore tentativo per sventarlo e propone, in un colloquio segreto, che gli venga data facoltà di eliminare il traditore assicurando che l'azione resterà na­ scosta . Il motivo col quale Iohanan giustifica la propria inten­ zione non è poi tanto abnorme secondo il suo punto di vista; tutta la ripresa della vita sociale è sorta grazie a Godolia e con lui svanirebbe: se uno dei due deve sparire, meglio che se ne vada quell'ambizioso spergiuro piuttosto che quest'uomo indispensabile a scongiurare la rovina totale del popolo. Tut­ tavia il fatto che si potessero elaborare considerazioni del ge­ nere dimostra quanto poco la situazione si fosse rinsaldata al­ l'indomani della guerra che aveva portato tanta disgregazio­ ne. Questo stato di cose illustra ancora una volta la tremenda sentenza che Geremia aveva pronunciato nel cap . 24 . Ma an­ che l'appello al bene generale della popolazione non ha effet­ to sull'animo di Godolia ; fa onore alla sua rettitudine veder­ lo respingere così sdegnosamente la proposta di Iohanan. Se­ condo questo autentico uomo di stato sarebbe un'idea assur­ da credere di edificare l'avvenire della nazione con ingiusti­ zie e uccisioni a tradimento. Nel momento in cui egli si sente

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Il luogotenente Godolia

obbligato a difendere l'onore del suo futuro assassino contro quello che egli ritiene un falso sospetto, dà nuovamente pro­ va della lealtà e nobilltà del suo animo, virtù che presto gli costeranno la vita. 4 1 , 1 -3 . L'assassinio di Godolia L'avvertimento di Iohanan non era infondato ; Godolia era governatore da appena due mesi quando cadde assassina­ to . Ismaele - sulla cui provenienza vengono forniti ulteriori dati (dr. 40,8 ), ora che egli passa in primo piano - era giunto a Mizpa accompagnato da dieci gregari . Questo particolare non poteva colpire nel periodo in cui iniziava la festa d'au­ tunno (Volz ). Viene trattato con onore secondo il suo grado nobiliare e invitato da Godolia a pranzo assieme al suo se­ guito. Proprio in questo momento con un vilipendio vergo­ gnoso dell'ospitalità, accade l'infamia : Ismaele e i suoi sicari colpiscono a morte Godolia e gli ospiti sia giudei che babilo­ nesi .9 Baruk a questo punto, definendo nuovamente Godolia come colui «che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese» , sottintende che la paura - ora giustificata più che mai - di una vendetta babilonese sarà l'origine di nuove sofferen­ ze per Geremia (vedi v. 1 8 e il cap . 42 ). Ed è per questo che Baruk ha raccontato la storia dell'assassinio di Godolia . Il fat­ to in realtà ebbe ampie conseguenze. Significò il crollo della ripresa sociale iniziata in modo tanto promettente. Non pos­ sedendo altre fonti, non sappiamo se i Babilonesi abbiano nominato a Godolia un successore o abbiano ridotto la Giu­ dea a provincia della Samaria . Sta di fatto che nei secoli suc­ cessivi il popolo non ha più goduto di autonomia politica . Il tardo giudaismo celebrando al 3 del mese di Tishri il «digiu1 -3 .

9· Il numero dei caduti in questo massacro non dev'essere stato eccessivamente alto. Anche senza modificare il v. 3 del testo masoretico, è evidente che l'assas­ sinio non può aver colpito tutti i Giudei e i Babilonesi che si trovavano a Miz­ pa : Geremia e Baruk non sono state sicuramente le uniche persone rimaste in vita.

ler. 40,7-4I,I8

62 3

no di Godolia» (forse già in Zach. 7,5 ; 8 , 1 9 ) intendeva non soltanto commemorare l'episodio dell'assassinio, ma anche la tragica svolta storica prodotta da quel fatto sul destino na­ zionale. 4 1 ,4- 1 0 . L'assassinio dei pellegrini 4-.5 . Non bastava aver versato il sangue di Godolia e dei suoi fedeli . Il giorno successiv01 0 settanta pellegrini caddero vitti­ me della banda sanguinaria di Ismaele. Ottanta uomini, pro­ venienti da Sichem, Silo e Samaria , erano in cammino verso la «casa di Jahvé»n con incenso e offerte sacrificali da portare, secondo un antico costume (Ex. 23 , 1 5 ; 34 ,20) , al tempio per la festa d'ottobre. Questo fatto, interessante per la storia del­ le religioni, ci informa che l'ancestrale usanza del pellegrinag­ gio a Gerusalemme per la festa d'autunno - considerata come la vera grande celebrazione annuale di Jahvé (Volz) - era tuttora praticata dagli appartenenti all'ex regno del nord, e che quindi la divisione politica non aveva soppresso la mu­ tua appartenenza religiosa all'unica alleanza jahvista .u Anche le speranze che Geremia nutre per l'avvenire della nazione (dr. a 3 ,1 8 ; 3 1 ,6 ; 49 , 1 ) si fondano su questo principio - e non in una utopistica «idea del grande Israele» -. Ed è que­ sta concezione che ha ispirato Baruk a mettere per iscritto l'episodio, che segna per Geremia il crollo di una speranza alimentata e proclamata per tanto tempo. Non bisogna di­ menticare tale aspetto interiore della sofferenza del profeta, accanto al suo martirio fisico. Il tempio è stato distrutto, ma, secondo un'antica concezione, non per questo è scomparsa la IO. Il testo masoretico dice «al secondo giorno», calcolando anche il giorno del­ l'assassinio. I I . Quest'espressione indica unicamente il tempio di Gerusalemme (contro Gie­ sebrecht che pensa al santuario di Mizpa). I2. Non è verosimile che tale usanza sia sorta soltanto con la riforma di Giosia. D'altronde anche la riforma deuteronomica risale ad una tradizione antica.

6 24

Il luogotenente Godolia

santità del luogo in cui esso era edificato; perciò i pellegrini vengono con la barba rasa, i vestiti stracciati e incisioni sulla pelle in segno di lutto (dr. r 6 ,6 , 48 ,37) . 13

6- 1 0 . Ismaele va incontro a questi pellegrini fingendo di

piangere a lutto per guadagnare in tal modo la loro fiducia e li invita a far visita a Godolia , per asserragliarli dentro la cit­ tà, dove - magari all'angolo di una strada - potrà più facil­ mente aver ragione di loro per mezzo dei suoi complici. Là egli li massacra e getta i loro cadaveri in una grande cisterna che tempo addietro era stata costruita da Asa, re di Giuda, contro il re d'Israele Baasa per garantire alla città l'approv­ vigionamento idrico in caso d'assedio (cfr. v. 9 ; I Reg. 1 5 , 1 6 . 2 2 ) . Soltanto dieci uomini sfuggirono al bagno di sangue of­ frendo ad Ismaele le loro provviste tenute nascoste. Questo espediente, che faceva leva sull'avidità di Ismaele, non può essere stato il fattore decisivo della loro salvezza. Come po­ tevano interessare ad Ismaele derrate tanto distanti da rag­ giungere ? - Probabilmente nella profferta era incluso un at­ to di sottomissione che ha persuaso Ismaele a risparmiare questi nuovi gregari. Poiché Baruk ha raccontato finora que­ sti episodi solo in base a notizie indirette e non come testimo­ ne oculare, è chiaro che noi siamo scarsamente informati e dobbiamo far ricorso a congetture per certi particolari, per la connessione dei fatti e soprattutto sui motivi che hanno spinto Ismaele a questo nuovo massacro. L'uccisione dei pel­ legrini non può essere stato un modo per occultare l'assassi­ nio di Godolia ; bastava non farli entrare in città . L'unica co­ sa che noi sappiamo a proposit o di questi pellegrini è che es­ si, dai loro territori appartenenti all'ex regno del nord, si di­ rigevano per la festa jahvista verso Gerusalemme e che ave­ vano accettato l'invito di presentarsi a Godolia . Questa de­ v'essere anche la ragione per cui Ismaele ha creduto bene di 1 3 . Per la poesia liturgica della festa di Jahvé in periodi di calamità cfr. A. Wei� ser, Salmi, 71 s.

eliminarli : aver accettato quell'invito - che in bocca ad 1smaele altro non poteva essere che una trappola occultata, con un discorso assai più lungo di quello contenuto nel testo - significava secondo Ismaele che negli ambienti del nord era sorta una simpatia verso il governatore e che poteva esistere un legame tra il mantenimento dell'antica alleanza jahvista e il plauso alla politica di Godolia. Se teniamo presente che le speranze di Geremia avevano come obbiettivo la riunificazio­ ne di Giuda e Israele nell'alleanza con Jahvé (vedi sopra) , c'è da ritenere che anche nell'animo di Godolia questa conce­ zione esercitasse un peso assai più rilevante di quanto le no­ stre fonti, piuttosto scarne, ci permettono di verificare . Ma uno sviluppo in questa direzione doveva risultare ostico al progetto ambizioso di Ismaele, che mirava alla riconquista del potere da parte di un discendente di Davide ; l'assassinio dei pellegrini doveva dunque servire a troncare il legame dei nord-israeliti con quello che era stato il santuario regio di Ge­ rusalemme. Soprattutto ad lsmaele interessava spazzar via tutto ciò che avesse rapporto con l'iniziale linea politica di Godolia. È in tal senso che va spiegata anche la deportazione degli abitanti rimasti a Mizpa, tra i quali si trovavano sicura­ mente anche Geremia e Baruk (cfr. 42 , I ss . ) . Le principesse di casa reale, che Nebusaradan con un atto magnanimo (vedi invece 2 Reg. 24, I 5 ) aveva affidato alla protezione di Godo­ Ha, furono probabilmente le uniche persone a rallegrarsi di quanto stava accadendo (cfr. vv. 1 3 s .) . È comprensibile che Ismaele abbia pensato a trasferire tutti i suoi prigionieri ol­ tre i confini nel territorio di Ammon, dove egli aveva il suo punto di appoggio; ciò però non significa che questa azione fosse per lui una «razzia di schiavi» (come vorrebbe Hans Schmidt) . Va anche tenuto presente che Ismaele crollò sol­ tanto quando venne a sapere che lo attendeva un confronto impari con i condottieri militari giudaici ( vv . I I ss .) .

Il luogotenente Godolia

4 I , I r - r 8 . L'inseguimento dell'assassino. Progetto di espatrio 1 1 -1 .5 . Quando i condottieri giudaici guidati da Iohanan, che a questo punto entra in scena come vendicatore, vengono a sapere degli atti di violenza commessi da Ismaele, decidono di intervenire con la forza; la guerra civile sembra inevitabile. Incontrano il nemico a pochi chilometri da Mizpa presso il grande stagno di Gabaon. 1 4 Non si arriva ad una battaglia vera e propria . La popolazione, deportata contro la propria volontà, non appena si accorge degli inseguitori coglie l'occa­ sione per liberarsi dal tiranno passando dalla parte di Ioha­ nan. Ad Ismaele non resta che la fuga . Perde due uomini, ma riesce con gli altri otto a raggiungere il territorio di Ammon. Sul resto della sua vita non conosciamo nulla. 1 6- 1 8 . I condottieri giudaici e i prigionieri ormai liberati, però, non tornano più a Mizpa. Sebbene personalmente in­ nocenti, essi temono rappresaglie da parte dei Babilonesi per l'assassinio del governatore; l'antico progetto di cercare rifu­ gio in Egitto (cfr. 40,9) sembra a questa massa di sbandati come l'unica possibilità di salvezza. Ormai è venuto a man­ care Godolia che li aveva invitati a restare nel paese e che og­ gi sarebbe l'unico a fare da intermediario con i conquistatori. Cosl questi profughi si dirigono verso il sud passando nei pressi di Gerusalemme e fanno sosta presso Betlemme in un caravanserraglio, mai nominato in altre parti, che probabil­ mente si trovava vicino ai confinP' e quindi sembrava promet­ tere una certa difesa nel caso di inseguimento babilonese. Dai vv . 42 , I ss . si deve concludere che tra i profughi si trovavano anche Baruk e Geremia . 14. Cfr. 2 Sam. 2,1 3 . L'antica ubicazione non è chiara ; cfr. sopra, p. 453 n. 5 · 1 5 . Cfr. Alt, Kleine Schriftett zur Geschichte Israels n , 1953, 249. 327 s.

Ier. 42,I-4J.�7

4 2, 1-43 ,7 . Fuga in

Egitto contro il

nsiglio di Geremia

co

I Allora tutti i condottieri di reparti militari, Iohanan 6glio di Kare­ ah, 'Asaria' ( I ) 6glio di Hoshaia, e tutte le persone, grandi e piccoli, 2 si presentarono al profeta Geremia e gli dissero : «Possa la nostra supplica trovare ascolto davanti a te : prega per noi Jahvé, tuo Dio, in favore di tutti questi superstiti . Infatti da molti siamo rimasti in po­ chi, come tu stesso puoi vedere. 3 Chissà che Jahvé, tuo Dio, ci indi­ chi la strada da percorrere e che cosa fare» . 4 Allora il profeta Gere­ mia disse loro : «lo vi ascolto ! Pregherò secondo il vostro desiderio Jahvé, vostro Dio. E tutto ciò che Jahvé, 'vostro Dio' ( 1 ), risponderà, ve lo annuncerò senza nascondervi una sola parola» . ' Essi a loro vol­ ta dissero a Geremia : «Jahvé sia testimone fedele e veritiero contro di noi se non agiremo esattamente secondo quanto Jahvé, tuo Dio, ti rivelerà per noi. 6 Che ci sia gradita o no, noi ascolteremo la voce di Jahvé, nostro Dio al quale noi ( I ) ti mandiamo, affinché ci vada bene se ascoltiamo la voce di Jahvé, nostro Dio». 7 Dopo dieci giorni la parola di Jahvé fu rivolta a Geremia. 8 Questi allora chiamò lohanan, 6glio di Kareah, tutti i condottieri militari che erano con lui e tutto il popolo, grandi e piccoli , 9 e disse loro : «Jah­ vé, Dio d'Israele, al quale voi mi avete mandato per presentare a lui la vostra preghiera, così ha parlato : Io Se voi rimanete in questo paese ( 1 ), io vi edificherò senza più distruggervi, vi pianterò senza più sradicarvi . Infatti io mi pento del male che vi ho arrecato. 1 1 Non temete il re di Babilonia per il quale siete in agoscia ; non abbiate paura di lui - oracolo di Jahvé -, perché io sono con voi per aiutarvi e salvarvi dalla sua mano . 1 2 lo gli ispirerò sentimenti di compassione per voi così che egli abbia di voi pietà e vi lasci tornare alla vostra terra. I3 Ma se voi direte : Noi non restiamo in questo paese e quindi non ascolterete la voce di Jahvé, vostro Dio, 1 4 pensando : No, andremo invece nel paese d'Egitto dove non vedremo più nessuna guerra, non sentiremo nessun segnale di tromba, non soffriremo per mancanza di pane, là ci stabiliremo, 1 5 in tal caso ascoltate la parola di Jahvé, su1. Vedi Biblia Hebraica.

Fuga in Egitto contro il consiglio di Geremia

perstiti di Giuda : Cosl ha parlato Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele : Se voi realmente avete in animo di dirigervi verso l'Egitto e vi an­ drete per stabilirvi là, 16 la spada che temete vi raggiungerà nel paese d'Egitto e la fame che vi angoscia vi assalirà 'in' { I ) Egitto e là mori­ rete. 17 Tutti gli uomini che hanno intenzione di dirigersi in Egitto per stabilirsi là, vi moriranno di spada, di fame e di peste. Nessuno di essi scamperà o sfuggirà alla sciagura che farò venire su di loro . IB In­ fatti cosl ha parlato Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele : Come si è ro­ vesciata la mia ira e il mio furore sugli abitanti di Gerusalemme, co­ sl si rovescerà il mio furore su di voi, se vi dirigete verso l'Egitto . Di­ venterete una maledizione e un orrore, un'esecrazione e uno scherno, e non rivedrete più questo luogo» . 43,I Quando Geremia ebbe terminato di dire all'intero popolo tutte le parole di Jahvé, loro Dio, con le quali Jahvé ' ' ( I ) lo aveva mandato ad essi - tutte queste parole -, z Asaria figlio di Hoshaia, Iohanan, :figlio di Kareah e tutti quegli uomini superbi e ' ribelli' ( 1 ) dissero a Geremia : «Tu stai dicendo il falso. Non è Jahvé, nostro Dio, che ti ha mandato con questa risposta : Non andate in Egitto per stabilirvi là, 3 ma è Baruk che ti incita contro di noi per farci cadere in mano ai Caldei che ci uccideranno o ci porteranno prigionieri a Babilonia». 4Z, I9 'A llora Geremia rispose' ( 1 ) : «È Jahvé che ha detto a voi, super­ stiti d'Israele : Non andate in Egitto . Sappiatelo bene. Oggi io vi ho avvertiti . 20 A ve te esposto a un rischio fatale ( 2) le vostre vite quan­ do mi avete mandato da Jahvé, vostro Dio, dicendomi : Prega per noi Jahvé, nostro Dio, e riferisci a noi esattamente quello che Jahvé, nostro Dio, dirà, e noi lo eseguiremo . li Oggi ve l'ho riferito, ma voi non ascoltate la voce di Jahvé, vostro Dio, ' ' ( I ) riguardo a tutto ciò per cui egli mi ha inviato a voi. 22 Perciò sappiate bene che peri­ rete di spada, fame e peste, in quel luogo dove desiderate andare a stabilirvi» . 43,4 Ma Iohanan figlio di Kareah, tutti i condottieri militari e il popo­ lo intero non prestarono ascolto al comando di Jahvé di rimanere nel paese di Giuda . ' Cosl Iohanan, figlio di Kareah, e tutti i condottieri presero tutti i superstiti di Giuda che erano rientrati dalle diverse popolazioni, dov'erano andati dispersi, per stabilirsi nel paese di Giu­ da, 6 uomini, donne, bambini, le principesse e tutte le persone che Nebusaradan, capo della guardia del corpo, aveva lasciato presso Go­ dalia, figlio di Ahiqam, figlio di Shafan, compresi il profeta Geremia e Baruk, figlio di Neeria, 7 e li condussero nel paese d'Egitto ; non avendo dato ascolto alla voce di Jahvé. E arrivarono fino a Tahpan­ hes ( 3 ). 2. Lett. : voi vi sbagliate circa la vostra vita.



Cfr. comm. a 2,16.

Soltanto con il cap. 4 2 sappiamo che Geremia si trova fra quelle persone costrette a scegliere se tornare alle loro terre o emigrare in Egitto. Quindi il profeta sarà stato deportato da Ismaele assieme agli altri abitanti di Mizpa (4 1 , I o) e nuo­ vamente liberato da Iohanan ( 4 1 , I I ss .) . Ora egli ritorna sul­ la scena con un ruolo di prim'ordine proprio in quanto pro­ feta ! E con la ripresa dell'attività profetica verso il mediante il quale Jahvé, come signore della storia universale, deciderà la sorte della fede in lui e la sorte della credenza negli dèi : il faraone Hofra ad opera dei suoi nemici subirà un destino analogo a quello che toccò a Sedecia per o­ pera di Nabucodonosor . Il testo non dice chi saranno i nemi­ ci del re egiziano; ma la sobrietà della profezia fa pensare che non si tratti di Nabucodonosor, il quale nel 568 condusse sì una campagna vittoriosa, ma contro il faraone Amasi e non contro Hofra (dr. a 43 , I 3 ) . È più probabile invece che l'a­ dempimento di questa profezia, avvenuto dopo la morte di Geremia, sia da vedere in quegli avvenimenti narrati da Ero­ doto in 2 , I 6 I - I 6 3 . I 69 : Hofra (ca . 58 8-569), sconfitto da Amasi presso Cirene, venne detronizzato, fatto prigioniero e infine decapitato dagli Egiziani stessi. Non esistono prove per dire che tale previsione sarebbe un vaticinium ex eventu

ler. 4J

65 1

(Graf, Hitzig, Rudolph) , anzi, una tale ipotesi non è neppu­ re verosimile, visto il modo con cui Geremia anche in altri casi ha predetto determinati avvenimenti . Il fatto che non abbiamo mai sentito Geremia parlare di un segno, non toglie che egli potesse usare di questo strumento profetico, come ne usò Isaia, per dar peso alla verità della parola di Dio in un'o.. ra tanto decisiva (contro Rudolph). Quanto alla preannun­ ciata scomparsa della comunità giudaica in Egitto, data la mancanza di notizie storiche non possiamo provare che il fat­ to si sia verificato in concomitanza con la guerra tra Nabuco­ donosor e Amasi (Rudolph ), scoppiata poco dopo la morte di Hofra. Le ultime vicende personali di Geremia restano per noi ignote. Secondo una leggenda piuttosto tardiva sarebbe mor­ to martire per mano dei suoi connazionali. Anche se ciò non è dimostrabile storicamente, la leggenda ha colto tuttavia l'a­ spetto tragico nel tramonto di questo profeta che, al termine della sua attività, si ritrova coinvolto in una battaglia identica, se non più dura, di quella sostenuta all'inizio e , pur senza alcuna prospettiva di un successo palpabile, resta fino all'ul­ timo fedele alla sua missione di testimone di Dio. 4 5 · Una parola di Dio per Baruk

1 La parola che il profeta Geremia disse a Baruk, figlio di Neria, quan­

do costui, nel quarto anno di Ioaqim, figlio di Giosia, re di Giuda, scriveva dietro dettatura di Geremia queste ( 1 ) parole in un libro : 2 «Cosl Jahvé, Dio d'Israele, ha parlato per te, Baruk : 3 'Poiché' (2) tu hai detto : Me infelice, poiché Jahvé aggiunge affanno al mio dolore ! sono sfinito a forza di piangere e non riesco a trovare pace!

I . Si parla dei discorsi scritti da Baruk nel rotolo sotto dettatura di Geremia (cfr. cap. 36). All 'origine l'oracolo doveva quindi trovarsi unito a «questi discor­ si» (forse dopo 25,13 oppure 36,3 2 ). Keil e Rudolph hanno cercato di eludere questa conclusione, ma senza riuscire convincenti. 2. Vedi Biblia Hebraica.

Una parola di Dio per Baruk 4'

' (2) cosi ha parlato Jahvé : Ecco, ciò che ho costruito, lo demolisco, e ciò che ho piantato, lo strappo dalle radici ; e 'colpirò' ( 3 ) tutta la terra . ' Desideri qualcosa di grande per te? Non desiderarlo. Poiché io manderò la sventura su ogni uomo - oracolo di [ Jahvé -. A te, però, darò la tua vit a come bottino in tutti i luoghi dove andrai».

A conclusione della sua storia delle sofferenze di Geremia, Baruk ha ancora posto un messaggio divino rivolto a lui per­ sonalmente e, sotto questo profilo, è da confrontare con il mes­ saggio indirizzato ad Ebdemelek in 3 9 , 1 5- 1 8 . Anche se i di­ scorsi di Geremia sono rivolti prima e soprattutto al popolo d'Israele e ai popoli (cfr. 1 ,5 ) , non è h-rilevante per il giudi­ zio sulla sua attività vedere che la sua missione profetica e pastorale si è interessata anche alla vicenda di singole per­ sone. 1 -2 . Secondo la formula d'introduzione (v. I ; dr. 25 ,2) que­ sto messaggio è stato pronunciato nel 6o 5 , anno fatidico, quando con la vittoria di Nabucodonosor sul faraone Nekao la situazione politica internazionale ebbe una svolta decisiva e anche l'opera profetica di Geremia si trovò di fronte a condi­ zioni nuove (vedi al cap. 36) . Se Baruk mette in relazione la parola divina a lui rivolta e la circostanza che egli scriveva le parole del profeta, vuoi dire che esiste un rapporto diretto fra > ; si tratta sicuramente - come si può dedurre dal v. 5 («non desiderarlo per te») - di un tormento continuo per il proprio destino nella previsione della calamità generale. Qui anche Baruk fa l'esperienza di quanto sia dram­ ma tica la vocazione profetica nel momento in cui egli vede, preannuncia e con ciò stesso collabora ad attuare l'inlminen­ te calamità, che minaccia di travolgere lui stesso per quanto innocente sia. « Il discepolo non è da più del maestro>> ; le pe­ santi tentazioni di fede che hanno tormentato Geremia e lo hanno provocato persino a diverse forme di lamento verso Dio ( 1 2 , 1 ss . ; 1 5 , 1 0 ss . 1 5 ss . ; 20,7 ss. 14 ss .) , non hanno ri­ sparmiato Baruk, che anzi ha «esaurito» le sue forze nella la­ mentazione (dr. 6,7 ; La1n. 5 ,5 ) . In tale situazione disperata 4· Per maggiori dettagli vedi Weiser, Das Gotteswort fur Baruch ]er. 45 und die sog. Baruchbiographie, Festschrift fiir Karl Heim, 1954, 35 ss. = Glaube und Geschichte im Alten Testament, 1961, 3 2 1 ss.

Ier. 45

Geremia gli viene incontro con un messaggio divino. Il profe­ ta, già esperto di sofferenze, diventa ora una guida spirituale. Ma Baruk non potrà godere immediatamente del sollievo divi­ no; come per le lamentazioni di Geremia ( 1 2 ,5 ; I 5 , I 9 ) , la ri­ sposta di Dio anche per Baruk contiene anzitutto un rinvio, al fine di liberare l 'uomo dal proprio individualismo e disporlo a cogliere le reali dimensioni di quell'avvenimento a cui egli non sa rassegnarsi . Finché l'uomo è afferrato dall'ansia per la propria sorte personale, non andrà mai al di là del suo dolore. È per questo che la parola di Dio distoglie lo sguardo dalla la­ mentazione e lo dirige anzitutto su Dio . Quando Dio stesso si vede costretto a distruggere l'opera delle sue mani (cfr. I , I o ; ' 3 I ,2 8 ) , come può l'uomo con la sua miopia mentale pre­ tendere di contestarlo ? Una volta che il giudizio di Dio abbia preso proporzioni mondiali , è forse ammissibile che un uomo singolo pretenda di fare eccezione? Dirigendo lo sguardo su Dio l'uomo rientra nei propri limiti . Nemmeno Baruk può pretendere che la sventura che piomberà «su ogni carne» lo oltrepassi senza lasciare traccia ; egli sarà coinvolto come gli altri in battaglie e pericoli che metteranno in gioco la sua vi­ ta ;6 farà anche lui l'esperienza del profugo sbattuto da un luo­ go all'altro insieme ai suoi compagni . Ma insieme a tutte que­ ste sciagure, Dio terrà costantemente la sua mano su Baruk e tornerà ogni volta a donargli il bene più prezioso, la vita. Ac­ contentarsi di questa grazia sarà per Baruk un conforto divino sufficiente a liberarlo dalla tentazione. Nelle ore più difficili della vita, dal giorno in cui sostitui il maestro leggendo i suoi discorsi davanti a tutto il popolo e al consiglio dei ministri ( 3 6 , I O . I 5 ) , e dovette poi nascon­ dersi con Geremia per sfuggire alla persecuzione del re ( 3 6 , I 9 . 2 6 ) ; nei giorni tremendi dell'assedio e dell'invasione di 5· Il richiamo all'evento della vocazione lascia intendere che a questo punto en­ tra in azione l'esperienza personale che il profeta ha avuto di Dio. 6. Ciò risulta dall 'espressione «a te darò la tua vita come bottino» (cfr. 21,9; 38, 2; 39,18).

Una parola di Dio per Baruk

Gerusalemme; quando, cadute con l'uccisione di Godolia le speranze di una ripresa, egli venne trascinato via da quella banda di assassini, per essere poi nuovamente coinvolto in una odiosa contesa coi liberatori (4 3 ,3 ) e infine costretto ad espa� triare in Egitto contro la sua volontà, Baruk ogni volta ha dovuto apprendere e ha potuto sperimentare che cosa signi� ficasse per lui questa parola di giudizio e di grazia provenien­ te da Dio - parola che atterra e suscita - finché, divenuta motivo dominante della propria storia di sofferenza e docu­ mento della sua personale esperienza di fede nella verità del­ la parola di Dio, Baruk stesso poté inserirla nella narrazione delle sofferenze di Geremia e in tal modo, accogliendo e com­ pletando l'eredità del maestro, anch'egli è divenuto testimo­ ne di Dio.

PROFEZIE CONTRO I POPOLI STRANIERI (capp . 46-5 1 )

46. Contro l'Egitto

r Parola di J ahvé che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.

2 Per l 'Egitto.

Contro l'esercito del faraone Nekao, re d'Egitto, che fu a Kar­ kemish sull'Eufrate e che Nabucodonosor, re di Babilonia, vinse nel quarto anno di Ioaqim, figlio di Giosia, re di Giuda. 3 Preparate lo scudo piccolo e grande ( 1 ) e avanzate per la battaglia. 4 Sellate i cavalli e fate salire i cavalieri. Schieratevi con l'elmo, forbite le !ance, indossate la corazza. ' Che ( 2 ) vedo? Sono sbigottiti, indietreggiano. I loro eroi, sconfitti, prendono la fuga senza voltarsi. Terrore tutt'intorno ! - oracolo di Jahvé -. 6 Il più veloce non riesce a sfuggire, né il prode a salvarsi . [ cadono. A settentrione, sulla riva dell'Eufrate, ' ' (3 ) inciampano e

7 Chi sale là come il Nilo, le cui acque scrosciano come torrenti, 8 ' ' ( 4 ) e dice : «Salirò, coprirò la terra, annienterò città insieme coi loro abitanti? » 9 Su, cavalieri ; avanzate, carri ; [che impugnate lo scudo, 'mettetevi in marcia' ( 3 ), prodi, uomini di Kush e di Put, voi ( ' ) e voi di Lud ( ' ) ' ' ( 3 ) che tendete l'arco . 10 Ma quel giorno per il Signore J ahvé ' ' ( 3 ) è un giorno di vendetta per vendicarsi dei suoi nemici . Là la spada divorerà, si sazierà e s'inebrierà del loro sangue ; perché il Signore Jahvé degli eserciti celebra (una festa di ) nel paese del settentrione, presso il fiume Eufrate. [ immolazione I. Vedi BRL, 457 s. 2. Lett. : perché? 3 · Vedi Biblia Hebraica. 4· La risposta al v. 7 «L'Egitto sale come il Nilo, tanto che le acque scrosciano

come torrenti» sembra essere un'aggiunta. ,. Ad indicare forse i mercenari libici (Put) egiziano ; dr. Ez. 30,5 .

e

lidi (Lud), militanti nell'esercito

6, 8

Contro l'Egitto

11 Sali a Galaad e prendi il balsamo, o vergine figlia d'Egitto. Invano prendi tanti medicamenti: non c'è guarigione per te. I2 Le nazioni vengono a sapere della tua vergogna e il tuo grido di dolore riempie la terra; poiché un prode inciampa nell'altro e tutti e due cadono insieme . I 3 La parola che J ahvé disse al profeta Geremia sulla campagna che Nabucodonosor, re di Babilonia, intrapprese per colpire il paese d'Egitto . I4 Annunciatelo c ' ( ' ) a Migdol, fatelo sapere a Nof c ' ('), dite : «Prepàrati ed alzati, perché (già ) la spada divora intorno a te» . I ' Perché il tuo forte è caduto? Non è rimasto in piedi perché Jahvé lo ha spinto a terra 16 'con [ impeto' ( 3 ) : 'Subito è precipitato' ( 3 ) e caduto Allora gridano (') l 'un l'altro : «Su, torniamo al nostro popolo e al paese dove siamo nati, lontano dalla spada micidiale» . 17 Ponete nome ( 3 ) al faraone c ' ( 3 ) : «Fragore che ha fatto il suo tempo» . 18 Come è vero che io vivo - oracolo del re il cui nome è Jahvé degli eserciti egli verrà davvero come il Tabor fra i monti, e come il Carmelo sul mare. :r9 Prepara le tue cose per la deportazione, gente, figlia d'Egitto. Perché Nof diventerà un deserto devastato, senza abitanti. 20

Una giovenca 'magnifica' ( 3 ) è l'Egitto ; ma il tafano ( 6 ) dal nord piomba su di 'lui' ( ' ) . 21 Anche i suoi mercenari là in mezzo sembrano vitelli ingrassati ; ma si voltano indietro e fuggono in massa; non resistono quando giunge su di loro il giorno della sciagura, il tempo del loro castigo. 6. Significato incerto, poiché è l'unica volta che incontriamo questo termine (Koh­ ler, in Wb. traduce «zanzara»).

ler. 46

22 La sua ( 7 ) voce rassomiglia ad un serpente 'che sibila' (3) , perché essi avanzano con potenza e con le scuri marciano contro di lui, come taglialegna 23 abbattono la sua foresta - oracolo di Jahvé -. Poiché 'essi' ( 3 ) sono incalcolabili, più numerosi delle locuste e senza numero. 24 La figlia d'Egitto prova vergogna : è data in mano al popolo del nord. 2' Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele, ha detto : «Ecco, io punirò Amon di No ( 8 ) ' ' (3 ), l'Egitto, le sue divinità, i suoi re, il faraone e quanti confidano in lui. 26 Li darò in mano di quelli che attentano alla loro vita, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, e in mano dei suoi servi. Ma dopo sarà (nuovamente) abitato come in passato, oracolo di Jahvé. 27 Ma tu non temere, mio servo Giacobbe, Non spaventarti, Israele. Poiché, ecco, io ti libererò dal paese lontano e i tuoi discendenti dalla terra della loro prigionia : Giacobbe ritornerà e godrà pace, vivrà sicuro e nessuno gl'incuterà paura. 28 Tu non temere, mio servo Giacobbe - oracolo di Jahvé -, poiché io sono con te, e annienterò tutti i popoli in mezzo ai quali ti ho disperso. Te solo non sterminerò, ti correggerò con moderazione ; però del tutto impunito non ti posso lasciare.

Col cap. 46 inizia una nuova sezione del libro di Geremia, introdotta da un prologo generale che si riferisce a tutti i bra­ ni successivi (46 , 1 ) . Tale sezione consiste in una raccolta di profezie di sventura contro nove popoli stranieri. Attualmen­ te essa figura come appendice all'opera profeti ca di Geretnia, ma prima di entrare a far parte del libro, ebbe forse un'esi­ stenza letteraria autonoma. Infatti a prescindere dal fatto che, rispetto agli altri testi di Geremia, troviamo qui inter­ polazioni notevolmente più ampie, il fatto che i LXX hanno 7· Egitto.

8. Tebe.

Contro l'Egitto

66o

inserito tali oracoli dopo 2 5 , I 3 dimostra che questi apparte­ nevano tutti ad un'opera letteraria distinta, che ha avuto una sua storia particolare. È opinione comune che la collocazione dei LXX rispetto a quella del testo masoretico ci riporti ad uno stadio redazionale più antico, che ha paralleli anche in al­ tri libri profetici.9 A tale stadio risultava la seguente divisio­ ne del libro di Geremia : r . oracoli di sventura contro la pro­ pria nazione (capp. I -25 , I 3 ) ; 2 . minacce contro i popoli stra· nieri (LXX 2 ,5 , I .5 - 3 2 ,24 T.M. [ 2 5 , I 3 ] 46 M 5 I + 2 5 , I .5M 3 8 ) ; 3 · messaggi di salvezza per Giuda e Israele (LXX 3 3M 42 T.M . 26-3 5 ) . Simile divisione rispondeva meglio al­ le esigenze pratiche imposte dalla lettura liturgica del libro profeti co; ol tre a ciò , essa ha dalla sua parte un'al tra ragione : concluso il libro delle profezie minatorie contro Giuda, era il momento adatto per gli oracoli contro le nazioni, i quali po­ tevano fare da premessa ai messaggi salvifici. A questa diM sposizione potrebbe poi aver contribuito anche il rispetto del l 'ordine cronologico (cfr. 25 , I con 46,2 ) .10 Ma il testo masoretico, anche se per quanto riguarda la col· locazione di tali oracoli rappresenta uno stadio posteriore ri­ spetto ai LXX, per la successione dei singoli messaggi all'in­ terno della raccolta ha conservato l'ordine più antico , quello imposto dalla posizione storica e geografica;n al contrario, i LXX, dopo aver collocato all'inizio i tre grandi imperi - Elam, identificato con l'impero persiano, Egitto e Babilonia -, per la successione degli altri non seguono alcun criterio plausibile . Gli accenni, di origine redazionale, al giudizio su Babilonia ( 2 j I 2 . I 4 ; vedi ad loc. ) lasciano intendere che gli oracoli per le nazioni avevano come punto finale e culminante la =

=

M

,

9 · Vedi comm. a 25,I5 ss. 10. Mi sembra poco verosimile la tesi secondo cui gli oracoli per le nazioni sa­ rebbero Io svolgimento poetico di quella profezia introduttiva imperniata sw ca­ lice dell'ira di Jahvé (25,I5 ss .), tesi difesa da Cornill, Rudolph e altri; a parte il v. 49,12 , che è un'aggiunta posteriore eli tipo redazionale, non esistono elemen­ I I . Cfr. Rudolph. ti a sostegno (vedi anche comm. a 25,15 ss.; 48,26; 51,7).

Ier. 46

66 1

grande minaccia contro Babilonia (capp . 50 s.) . Questa po­ trebbe essere una delle ragioni che hanno spinto a trasferire tali oracoli alla fine del libro di Geremia: fin dali'epoca del declino babilonese la profezia contro Babilonia aveva acqui­ stato una particolare attualità, che doveva risultare più ade­ guata che non i discorsi sulla scomparsa del giudaismo egizia­ no (cap . 44) , a concludere l'opera profetica di Geremia . 12 Sul problema della formazione e dell'autore di questi car­ mi le opinioni divergono largamente. Ritenendo che Gere­ mia abbia annunciato il giudizio e predicato la penitenza sol­ tanto per Giuda, Schwally, Stade, Smend e Duhm respin­ gono nettamente l'autenticità degli oracoli per le nazioni. Tuttavia è già di per sé inverosimile che Geremia, in un mo­ mento di sconvolgimenti politici che riguardavano popoli di­ versi, si sia interessato unicamente al destino di Giuda ; e, soprattutto, frasi come quelle che troviamo in I , I o; I 2, I 4 ss . ; 2 5 , I 5 ss . ; 3 6 ,2 ; 43 ,8 ss . indicano che per lui anche la predi­ cazione ai popoli stranieri rientrava nell'ambito della sua mis­ sione profetica, e sotto questo pro@o non è affatto diverso da Amos, Isaia e Ezechiele. Anche l'ipotesi di Volz, secondo cui i capp. 46-5 I vanno attribuiti in blocco ad un unico auto­ re (Deutero-Geremia) ,13 che li avrebbe scritti dopo la morte di Nabucodonosor verso il 5 6 o , non convince, perché Volz anzi­ tutto esagera le differenze tra i discorsi sicuramente autentici di Geremia e gli oracoli per le nazioni, e in secondo luogo nell'ambito di tali oracoli non distingue tra il nucleo autenti­ co e la rielaborazione posteriore, prendendo come elemento principale per la datazione dell'intera raccolta il contenuto dei capp . 50 s . , che sicuramente non sono di Geremia .14 Nella sostanza, invece, questi carmi devono essere attribuiti al profe­ ta, riconoscendo - cosa facile da ammettere data l'autonomia che la raccolta ebbe all 'inizio - una notevole rielaborazione 12. Vedi anche comm. a 51,59 ss .

13. Vedi anche Sellin-Rost, Einleitung in das Alte Testament, 1959, 1 15. 14. Vedi Rudolph, 267.

662

Contro l'Egitto

redazionale, riscontrabile anche negli altri discorsi di Gere­ mia.1' L'ipotesi di Bardtke,16 secondo cui Geremia in quali­ tà di membro di una comunità di nebi'im avrebbe composto il nocciolo degli oracoli contenuti nei capp . 46-49 all'inizio del­ la sua attività (che Bardtke colloca arbitrariamente nell'anno 6 I 7/6 I 6 ), in un preteso periodo profetico caratterizzato dal­ l'annuncio della salvezza, ha a suo carico più elementi contra­ ri (ad esempio la mancanza di un oracolo contro l 'Assiria ) che elementi a favore. La raccolta degli oracoli per le nazioni sono introdotti da una intestazione generale (46 , I )17 che, inglobandoli tutti, fa di essi una particolarità letteraria autonoma.r8 La congettu­ ra secondo cui questa intestazione originariamente avrebbe contenuto un'indicazione cronologica e la data, contenuta nel v. 2 , sarebbe da riportare anche al v. I , per cui la composizio­ ne di questi carmi cadrebbe cosl nell'anno 6o 5 (Rudolph) , è più confutata che sostenuta dai passi paralleli. 46,2-28 . CONTRO L 'EGITTO Entrambi i carmi rivolti contro l'Egitto (46 ,3- I 2 e I 3 -28) sono riuniti sotto una seconda intestazione «Per l'Egitto» . Gli altri dati storici dell'intestazione del v . 2 si riferiscono u­ nicamente al primo carme. Il secondo carme è introdotto da una propria intestazione. 46,3- I 2 . La battaglia delfEufrate 3-6 . L'intestazione del v. 2 si riferisce alla situazione storica dell'anno 6o 5 , quando il faraone fu nettamente sconfitto da 1.5. Per le minacce contro l'Egitto e contro Babilonia, dr. Eissfeldt, Festschrift 16. ZAW 193.5, 212 ss. Rudolph, 196r , 3 1 ss. 17. Vedi la forma analoga in 14,1 ; 47,1 ; 49,34. 18. Circa l'assenza del prologo nei LXX, vedi comm . a 2.5 ,13.

Nabucodonosor a Karkemish sull'Eufrate (oggi Gerablus) ,19 dove aveva una base militare,20 e con ciò perdette ogni speran­ za di supremazia. La raccolta dei carmi per i popoli non è quindi anteriore all'anno 605 . Il carme dei vv. 3-1 2 , che non sappiamo con certezza se vada interpretato come rievocazio­ ne del fatto già avvenuto o - più probabilmente - come pro· fezia d 'una battaglia imminente, procede con toni fortemen­ te drammatici che coinvolgono in modo vitale anche il letto· re. Gli ordini incalzanti ai diversi corpi militari (fanteria leg· gera e pesante , cavalleria e carri militari) registrano gli ulti­ mi preparativi di questo esercito egiziano che si mette in as­ setto per la battaglia . L'imponenza dei preparativi renderà ancor più sconcertante l'esito della battaglia, sul quale il pro­ feta arriva immediatamente con l'espressione del proprio sgo· mento, sorvolando sul decorso dei combattimenti per ritrar­ re invece il disorientamento di quell'esercito tanto potente, che ora si getta in una fuga disperata.21 Con l'espressione ste­ reotipata « terrore all'intorno» (cfr. 6 ,25 ; 20,3 . 1 0) sembra che Geremia intenda richiamarsi al motivo del « terrore di Dio» desunto dali'antica tradizione della guerra santa, quasi a segnalare, nell'inattesa sconfitta degli Egiziani , la mano di Dio (cfr. v. 1 0) . 7- 1 0 . Nella seconda strofa (vv. 7- 1 0) i pensieri del profeta ritornano sulla prima strofa e con maggiore profondità. Sia­ mo all'uscita del faraone per la campagna di guerra . Con una immagine suggestiva ma sarcastica i programmi di suprema­ zia del re egiziano, che hanno dato il via all'impresa, vengono paragonati all'alluvione del Nilo, fonte di vita per l'Egitto ; 19. Vedi Wiseman, Chronicles of Chaldaean Kings, 1 956, 66/68, che Vogt, VT Suppl. IV (1957) 70.77 s. 20. Vedi Wiseman, op. cit. ; Flav. Ios., ant. Io,6,1 .1 1 , 1 .

nn.

1-8 ; vedi an­

2 1 . Se intendiamo il carme come una predizione e i tempi verbali del v. 101 parlano in tal senso - la proposizione «che vedo?» allude ad un 'esperienza visiona­ ria; in caso contrario la si potrebbe intendere come esperienza di carattere poetico. -

Contro l'Egitto

come il grande fiume, gli eserciti del faraone «salgono» dal­ l'Egitto e inondano il mondo intero, ma solo per distruggere ogni cosa . Si odono gli ordini di marcia diretti ai diversi al­ leati e ai singoli reparti militari impegnati nel realizzare i pia­ ni ambiziosi del conquistatore. Dalle parole del monarca tra­ spare una volontà imperterrita e brutale di potenza , un'esal­ tazione cieca di se stesso , la quale, non tenendo alcun conto di colui che è il vero Signore del mondo e l'arbitro delle bat­ taglie, con ciò stesso fa che Dio diventi il suo avversario. In questa visuale Geremia vede la sanguinosa sconfitta degli E­ giziani sull 'Eufrate come il «giorno di Jahvé degli eserciti», poiché Dio si vendica dei suoi nemici fino a far scorrere il sangue a torrenti, come in una celebrazione di sacrifici cruen­ ti. Il materiale rappresentativo, di cui Geremia si serve, non è forgiato da lui personalmente, ma desunto dalla tradizio­ ne del cult0 .22 L'aspetto propriamente profetico della sua concezione sta nell'interpretazione della storia come autoaf­ fermazione di Dio contro la prepotenza della forza umana . Per completare il quadro dell'anno 6o 5 si può aggiungere che Geremia aveva visto nell'ostilità del faraone contro Giosia un attacco al piano salvifico di Jahvé, poiché con la sconfitta e la morte del re giudaico erano crollate anche le sue riforme; ora Dio non poteva lasciare impunita un'azione cosl empia, e forse il ricordo ancora bruciante di quegli avvenimenti spiega perché il giudizio divino venga ritratto a colori cosl macabri. L 'ultima strofa ( vv . I I - I 2 ) descrive le conseguenze della sconfitta . Con ironia mordace/3 che l'assoluta certezza gli consente, il profeta chiede alla «vergine figlia d'Egitto» di procurarsi balsamo da Galaad (cfr. 8 ,2 2 ) ,24 ma anche se :r :r- :r 2 .

22 . Cfr. comm. a 25,34; inoltre Soph. 1,7 s.; Ez. 39,17 ss.; Is. 34,6. 23 . Troviamo questa forma stilistica già nella finale dell'inno di Debora (lud. 5,29 s.). 24. Cfr. Hempel, Heilung als Symbol und Wirklichkeit im biblischen Schrifttum,

Ier. 46

66.5

prendesse tutti i medicamenti che vuole - da ricordare che l'Egitto era famoso per l'arte medica - non guarirebbe dalla ferita che l'ha colpita. E l'impresa, iniziata con progetti e parole ambiziose ( vv . 7 ss .), termina nel lamento degli Egizia­ ni che ora riempie la terra e giunge a tutti i popoli come se­ gnale di una fine vergognosa . A modo di ritornello (cfr. v. 6 ) il carme si conclude con la scena impressionante di due prodi morenti, scena che resterà a ricordare emblematicamente il crollo della supremazia egiziana . Questa è la fine dell'autoe­ saltazione umana : Jahvé la stronca per mezzo del nemico che scende dal nord (cfr. vv. 6 e I O ) , che egli ha preannunciato già da tempo ( dr. I , I 3 ss .).

46, I 3- I 8 . La campagna di Nabucodonosor contro l'Egitto 1 3 . Anche il secondo carme è rivolto contro l'Egitto, ma pre­ suppone una situazione diversa rispetto al primo. Poiché è introdotto da una speciale intestazione (v . I 3) e non allude

per nulla alla «battaglia sull'Eufrate» , va considerato come un carme a sé stante, tanto più che si differenzia anche stili­ sticamente per la rapida successione delle scene che presenta. Quest'ultimo aspetto non significa, però, che il brano sia poe­ ticamente meno elevato o che vada attribuito ad un altro au­ tore (come sostengono Duhm, Giesebrecht e altri) ; in esso si riflette piuttosto la viva eccitazione della visione impressioni­ stico-profetica del futuro . Infatti i vv . I 9 e 2 5 caratterizzano chiaramente il carme come profezia del futuro. Per questa ra­ gione diventa impossibile determinare con certezza la data di composizione .2' Poiché sotto un certo aspetto la profezia si Nachr. d. Akademie d. Wissenschaften in Gottingen, Phil.-hist. Kl. 1958, nr. 3,239. 25. Rothstein e Rudolph optano per l'anno 6o5, quando Nabucodonosor, duran­ te la campagna contro il faraone Nekao, non poté spingersi fino in Egitto aven· do saputo della morte del padre. Ewald e Cornill mettono in rapporto 46,14 ss. con 43 ,8 ss. e con 44,30 e ritengono che questo carme sia ruitima parola del pro-

6 66

Contro l'Egitto

è adempiuta nella campagna condotta da Nabucodonosor du­ rante l'anno 5 6 8 , l'intestazione è esatta dal punto di vista del contenuto ma a quell'epoca Geremia non era sicuramente più in vita.26 Il testo qua e là è deteriorato e, dato l 'avvicendarsi delle immagini, non sempre l'interpretazione è sicura ; i LXX hanno in diversi punti un testo più breve e migliore.

I 4- 1 9 . Il carme inizia con la forma stilistica del «detto del

messaggero» , senza nominare i destinatari che però è facile riconoscere negli abitanti delle città egiziane immediatamen­ te citate. I LXX qui hanno sicuramente il testo originale più breve, mentre il testo masoretico sembra sia stato ampliato sulla base di 44 , 1 . L'allarme richiesto dal profeta (cfr. 4 ,5 ss .) per l'arrivo del nemico dovrà propagarsi da Migdol (sul limi­ te orientale del delta) alla città di Nof ( = Menfi) e diffonde­ re la notizia che le truppe nemiche giungeranno da un momen­ to all'altro. 27 Dopo questa scena dell'invasione imminente, senza entrare nello svolgimento della guerra, segue - più o meno come in 46,5 28 - una domanda angosciata da parte del profeta esterrefatto, che ci conduce immediatamente davanti al risultato finale della vicenda ; e poi la risposta, che si con­ centra sull'elemento determinante di tutto l 'accaduto: il «for­ te d'Egitto» è caduto - con riferimento al faraone visto quale rappresentante del paese -; 29 quindi la ragione per cui il pofeta pervenuta a noi (la data di composizione andrebbe quindi spostata in avanti di circa 20 anni ); che il v. 17 si riferisca al faraone Hofra (vedi comm. a 44,30) resta però da dimostrare, mentre proprio su questo elemento Cornill fonda la sua datazione. 26. Vedi comm. a 43 ,13 ; 44,29 s. e, più avanti, 46,26. 27. L'espressione «intorno a te» non può certamente alludere ad un'invasione già compiuta da Nabucodonosor nei paesi asiatici occidentali; non ci sono invece problemi se si tratta di una visione profetica del futuro. 28 . L'omogeneità dello stile (riconosciuta anche da Duhm, che contesta la pater­ nità di Geremia rispetto a questo carme) ci obbliga a concludere che è sempre il medesimo autore. 29. Il plurale è maiestatico; i LXX hanno tradotto 'abbir con «toro» - significa­ to effettivamente possibile -, intendendo il bue Api di Menfi, venerato come dio.

ler. 46

tente Egitto ha ceduto sta, qui come nel v. x o , nel retroscena religioso : è Dio stesso che combatte in appoggio ai Babilonesi; per questo motivo il faraone deve cadere (cfr . 2 5 ,3 2 ss . ; 27 ,6) . In questo quadro - e senza bisogno di supporre una lacuna nel testo (Rudolph) - è possibile interpretare (con Volz e Not­ scher) il resto del v. 1 6 come riferito ai mercenari stranieri che hanno sostituito il nucleo dell'esercito egiziano, ma che nel momento decisivo vi rinunciano perché preferiscono fug­ gire in patria, piuttosto che morire per le ambizioni di poten­ za di un altro paese (cfr . v . 2 1 ) .30 Anche in questo ammutina­ mento Geremia vede l 'azione di Dio, il quale tiene nelle sue mani le redini dell'intera vicenda. A chi è nei guai il disprez­ zo non manca; il crollo della potenza e dell'autorità faraoni­ ca viene decretato nel soprannome satirico che i mercenari'1 in fuga accollano al loro supremo condottiero militare (cfr. a questo riguardo Is. 30,7) : «fragore che ha fatto il suo tem­ po» . Il significato di questo epiteto - che già i LXX, non es­ sendo più in grado di intendere, si limitarono a trascrivere ­ non è del tutto certo ; forse vi si potrebbe vedere, alla luce di 46,8 , una frecciata contro la retorica di quel regno egizia.. no che, al momento buono, crolla e si sfalda per non aver compreso la gravità della sua situazione . Al quadro dell'uma­ na miseria, rappresentato dal faraone, Geremia contrappone il giuramento imponente di colui che è veramente «re» ; al nomi­ gnolo del faraone fa da contrasto l'appellativo di Jahvé, che richiama la solenne atmosfera della liturgia. La raffigurazio­ ne - di origine cultuale - di Dio come re serve al profeta, come in Is. 6 , 1 ss . 5 , per mettere in evidenza la regalità uni­ versale di Jahvé, la quale si esplica nella facoltà di decideIn tal caso, collocando la battaglia sul piano del contrasto fra divinità, l'impo­ stazione teologica del testo masoretico risulterebbe ancora più marcata.

30. Keil, Duhm e Rudolph ritengono che si tratti di commercianti stranieri inse­ diatisi in Egitto, che cercano ora di sfuggire ai disordini della guerra. 3 1 . Mettendo il comando in bocca al profeta, il versetto perderebbe di concre­ tezza e di continuità col contesto.

f)68

Contro l'Egitto

re sugli avvenimenti di questo mondo. Infatti il contenuto del giuramento è l'annuncio misterioso dell'avversario che assoggetterà il faraone, e che lo supera in potenza come il Ta­ bor si eleva sopra la pianura di Iesreel e come il Carmelo so­ vrasta il mare (cfr. a questo riguardo Am. 9 ,3 ) .3 2 Non si può dubitare che il discorso si riferisca ai Babilonesi (cfr. vv . 2 0 . 24) . Appare così chiaro in quali dimensioni Geremia veda il corso della storia e i due paragoni ben eloquenti mostrano in quali proporzioni Dio gli appaia come il Signore di questa storia . Di fronte a questa situazione rimane soltanto un consi­ glio per gli abitanti dell'Egitto : prepararsi alla deportazione, poiché il nemico distruggerà e spopolerà la capitale. 2 0-24 . La seconda parte del carme (vv. 20-24) è particolar­ mente densa di quadri che si susseguono con rapidità. Anzi­ tutto l'Egitto viene magnificamente paragonato ad una bella giovenca, per significare l'opulenza di cui gode il paese.33 Ma questa vita comoda e tranquilla sta per finire ora che il nemi­ co del nord, qui paragonato ad un tafano (cfr. Is. 7 ,1 8 ) , si getta sull'Egitto . Il paragone dei mercenari è addotto dal pro­ feta per mostrare fino a che punto di benessere si era arriva­ ti : grazie alla sua tranquillità, il ricco paese poteva permet.. tersi di affidare la propria sicurezza ad un esercito di truppe mercenarie straniere/4 che Geremia qui paragona a vitelli da ingrassare, che non hanno bisogno di andare al pascolo per avere cibo, né tanto meno vengono assoggettati al lavoro. Nes­ suna meraviglia poi se un tal genere di soldatesca, inesperta 32. Secondo un'ipotesi avanzata da Gal.ling (Festschrift fur A. Alt, 19.53, 1 1 9 , no­ ta 3) qui avremmo l'eco di un'antica tradizione cultuale dei santuari eretti sui monti.

33· Ancora oggi in tante località dell 'Egitto è possibile osservare le mucche

scendere a rinfrescarsi nell 'acqua. Non è comunque possibile determinare con si­ curezza se l'autore alluda anche alla dea egizia Hathor (cfr. Gressmann, AOB2 266 s.) dall'aspetto di mucca (Notscher).

34· Erodoto (2,1.52 ss. ) cita fra i mercenari egiziani Ionii, Carii e Fenici ; nei papiri di Elefantina si parla anche di una colonia militare giudaica nell'Alto Egitto.

Ier. 46

di fatiche, abituata soltanto al normale servizio dei posti di presidio, aliena da qualunque altro ideale che non sia il vive­ re e lo star bene, nelle situazioni critiche («nel giorno della loro sciagura») non è in grado di offrire la necessaria volontà combattiva . l/Egitto assomiglia dunque - se intendiamo ret­ tamente l'immagine ricostruita secondo il testo dei LXX ad un serpente velenoso3' che si erge sibilando se i tagliale­ gna hanno paura di lui, ma per il resto è privo di forza e con un colpo ben centrato viene ucciso .3 6 Paragonando l'esercito nemico ai taglialegna ci si avvia ad un'altra scena per l'Egit­ to (v. 2 3 ) . Poiché là boschi non ce ne sono, l 'esempio della foresta può essere inteso soltanto simbolicamente, come al­ lusione alla densità della popolazione del delta o ali'esercito tanto numeroso degli Egiziani . Neanche il popolatissimo E­ gitto sarà in grado di far fronte alla massa incalcolabile di ne­ mici che si precipiterà sul paese come un'ondata di locuste.37 Il suo destino è decretato : «La figlia d'Egitto viene svergo­ gnata» , consegnata in balia del nemico del nord (cfr. 4 6 , 1 I s . ) ; questo è il giudizio riassuntivo del profeta, che con oc­ chi di veggente guarda all'imminente sventura come ad un evento già compiuto.

2 5-26. Dopo il sunto conclusivo del v. 2 4 , i due versetti suc­ cessivi ( 2 5 -2 6 ) escono ormai dal contesto in quanto affronta­ no un tema diverso e possiedono una loro formula introdut­ tiva ; si tratta probabilmente di un'aggiunta posteriore che - come suggerisce il v. 26b (vedi sotto) - fu introdotta dopo la campagna egiziana di Nabucodonosor ( 5 6 8 ). Rispetto alle parole autentiche di Geremia, la minaccia di sventura è giu35· Cornill richiama l'attenzione sul serpente sacro Ureus che adornava i capelli del faraone come simbolo della sua sovranità. 36. Meno verosimile mi sembra l'ipotesi di Volz, Notscher e altri, secondo cui nel serpente che sibila sarebbero da vedere i Babilonesi in avanzata; il paragone non è pertinente e non è motivato il cambiamento di scena. 37· Per questa immagine corrente

dr. lud. 6,5.

Contro l'Egitto

stificata e inquadrata in modo diverso in quanto tale inser­ zione - in analogia con la concezione che già abbiamo trova­ to nei LXX (vedi al v. I 5 ) vede nel giudizio la vittoria di Jahvé sulle divinità egiziane e sui loro cultori e punta in par· ticolare contro il dio Amon (cfr. Nah. 3 , 8 ) , cui era dedicato l'importante tempio di Tebe nell'Alto Egitto. Inoltre questi versetti servono ad illustrare più da vicino il carme appena concluso; il nome di Nabucodonosor dà un volto più concre� to alla denominazione alquanto generica «popolo del nord» del v. 24. Nella proposizione «quanti confidano in lui (il fa.. raone) » (v. 2 5 ) si allude anche ai Giudei dell'Egitto (cfr. 4 3 , 8 ss . ; 44 ,3 0). Nel v . 26, omesso dai LXX, l'autore ha voluto delimitare nel tempo la minaccia di Geremia - senza natural­ mente contestare la validità del messaggio profetico - pro� mettendo all'Egitto una nuova era di pace dopo la catastrofe. Probabilmente egli è stato a ciò indotto dallo sviluppo della storia dopo il 5 6 8 . -

4 6 ,2 7-2 8 . Un messaggio consolante per Israele 27-28. Il capitolo si conclude con un messaggio di conforto per Israele, messaggio che è conservato, con alcune varianti di poco rilievo, in 3 0 , 1 0 s . in un contesto più adatto . Non può quindi essere considerato come parte integrante della profezia precedente, alla quale è stato allegato soltanto più tardi . Forse anche questa è una ulteriore prova dell'autonomia che ebbero in un primo momento i carmi per le nazioni (Duhm) . L'ag� giunta corrisponde ed è dovuta alla necessità pratica della co� munità durante la lettura cultica delle parole del profeta. Con essa si intendeva dissipare le apprensioni che potevano sorge­ re nella comunità giudaica a causa delle precedenti parole sul� l'Egitto. L'oracolo, rinnovando ad Israele la profezia di salvezza in netto contrasto con la previsione di sventura sui popoli, era particolarmente adatto a chiarire che i Giudei non avrebbero

ler. 47

67 1

seguito la stessa sorte dell'Egitto (vedi al v. 2 5 ) ; al medesimo tempo però esso corregge la promessa di pace fatta all 'Egitto (v. 2 6 ) riducendola ad un episodio storico transitorio . La pro­ spettiva definitiva rimane la salvezza e la pace del popolo di Dio che Geremia già gli aveva aperto in altra occasione. Così questa aggiunta diventa una dimostrazione di quel rapporto vitale e persistente che ha legato la comunità alla parola e a}.. l'autorità del profeta. 4 7 . Contro

i Filistei

I Parola di Jahvé che fu rivolta al profeta Geremia sui Filistei, prima che il Faraone occupasse Gaza. 2 Cosi ha parlato Jahvé : Ecco, salgono acque dal nord e diventano un torrente che straripa. Esse allagano il paese e le cose che vi sono : le città e i loro abitanti. Gridano gli uomini e urlano tutti gli abitanti della terra 3 davanti al rumoroso scalpitare degli zoccoli dei suoi stalloni ( I ) , davanti al fragore dei suoi carri, al cigolio delle sue ruote. I padri non vedono più i figli attorno a sé, tanto sono fiaccate le loro mani (dallo spavento) 4 per il giorno che è arrivato a soppraffare tutti i Filistei e a sterminare chiunque fugga per portare aiuto a Tiro e a Sidone. Infatti Jahvé distrugge i Filistei, i superstiti dell'isola di Kaftor ( 2 ). ' Gaza si è rasa i capelli, 'Asdod' ( 3 ) è ammutolita (4 ) . 'Eqron e ' ( 3 ) resto 'degli Enakiti' ('), per quanto tempo ti dovrai ancora fare incisioni sulla pelle ! 6 «Ahi, spada di Jahvé, :fino a quando non riposerai? rientra nel tuo fodero, fermati e riposa» . I. Lett.: dei suoi forti (dr. 8,16). 2. Creta, patria dei Filistei. 3· Vedi il commento.

4· Anche la versione «annientata» è possibile, ma meno appropriata. 5· Vedi Biblia Hebraica; il testo masoretico legge : «delle sue pianure».

Contro i Filistei

7 Come potrà riposare ( 6) se Jahvé l'ha richiamata ? Contro Asqalon e la costa del mare, là egli I 'ha mandata .

Dopo i due oracoli contro l 'Egitto segue, nel cap. 47, un breve carme rivolto ai Filistei. L'introduzione che, per analo.. gia con 4 8 , 1 ; 4 9 , 1 . 7 . 2 3 (dr. 46,2 ), doveva originariamente contenere soltanto «Per i Filistei» , nel testo masoretico è stata ampliata con un'indicazione cronologica che lega l'ora­ colo ad un attacco del faraone contro la città filistea di Gaza. Questa aggiunta sembra debba attribuirsi ad un malinteso verificatosi più tardi ; tant'è vero che, mentre il carme parla di una catastrofe che colpisce l'intero paese, il prologo, forse in considerazione dei vv. 2 C ir) e 5 , dove Gaza viene nomina­ ta al primo posto, parla soltanto di questa città. È opinione pressoché concorde che il nemico , che scende dal nord e mi­ naccia i Filistei, sia l'esercito babilonese; in tal caso il carme può essere stato composto poco prima del 6o4 / Ma difficil.. mente si potrebbe accettare che i dati dell'intestazione non abbiano alcun fondamento ; tuttavia rimane incerto quale sia l'avvenimento cui essa allude. Sono stati fatti diversi tenta­ tivi: premesso che l'autore della postilla non poteva dimen­ ticare che il v . 2 dice «dal nord» , si è fatto ricorso - resta da vedere se giustamente (vedi nota 8 ) - ad una notizia fornita da Erodoto ( 2 , I 5 9 ) , secondo cui il faraone Nekao, dopo la vittoria sui « Siri» a Magdolos ( = Meghiddo) , avrebbe con.. quistato la città di Kadytis ( = Gaza , secondo Hitzig) ; sa­ remmo quindi nel 609 . D'altronde, pensare che dopo la scon­ fitta subita ad opera dei Babilonesi nel 6o 5 , il faraone potes­ se sulla via del ritorno intraprendere un'azione di conquista 6. Vedi Biblia Hebraica. 7· Secondo Wiseman, Chronicles of Chaldaean Kings, 19.56, 68 nn . r8 s., Nabu­ codonosor nell'anno 604 conquistò e distrusse Asqalon ; ma poiché la Cronaca babilonese non accenna minimamente a Gaza e Ier. 47,1 nomina il faraone come vincitore, questo riferimento non è verosimile.

Ier. 47

contro i Filistei, è perlomeno improbabile (cfr. 2 Reg. 24,7 ; vedi anche Wiseman, op. cit. , 6 8 nn. 6 s.) . Secondo un altro testo di Erodoto ( 2 , r 6 I ) il faraone Hofra (ca . 5 8 8-5 69) «gui­ dò un esercito contro Sidone e combatté in mare contro Ti­ ro» ; non è da escludere che nel corso di questa campagna conquistasse la città di Gaza, alleata di Tiro e Sidone (cfr. v . 4 ) . Comunque, data la lacunosità delle notizie storiche in no­ stro possesso, neppure è da escludere che la datazione si rife­ risca ad un'impresa egiziana a noi sconosciuta.8 In ogni caso l'applicazione del carme ad una situazione diversa da quella originale indica quanto il messaggio del profeta si fosse man­ tenuto vivo e quale fosse la sua autorità, se di volta in volta serviva come criterio per la lettura di una nuova situazione storica. 2-4. Nella sua compatta struttura letteraria il carme, anche se conciso e serrato, attraverso la sua forte efficacia espressiva suscita un'impressione profonda ; nulla impedisce di attri­ buirlo a Geremia . Anche se in alcuni punti non è Jahvé che parla , l'introduzione designa tutto il carme come parola di Dio; Dio parla mediante l'intera vicenda - anche per mezzo delle parole degli uomini - per coloro che ascoltano questo messaggio come parola di Dio . Il carme vero e proprio inizia con una visione () . Le orde del nemico - il cui nome resta avvolto nel mistero (cfr. I , I 3 s .) - sono viste come ondate di acqua che rompono gli argini dei torrenti e alla­ gano la campagna . Questa immagine richiama uno scenario tipico della Palestina; 9 non ha senso cercarvi la raffigurazio8. Vogt (VT Supp., 1957, 77) mette 47,1 in rapporto con la conquista, narrata da Erodoto (2,157), di Asdod da parte del faraone Psammetico (dopo il 630 ), e che sarebbe stata preceduta dalla conquista di Asqalon e di Gaza. Ritiene invece inesatto il fatto che Erodoto in 2,159 (vedi sopra) abbia collegato la conquista di Gaza con la vittoria di Meghiddo. 9· Rudolph giustamente ricorda quanto accade durante la stagione delle piogge in Palestina, dove i wadi si trasformano improvvisamente in torrenti minacciosi.

Contro i Filistei

ne universalistico-escatologica del giudizio .10 Alla visione si accompagna l'ascolto : sono le grida d'angoscia della popola­ zione in pericolo. Soltanto con il v. 3 la misteriosa allegoria prende significato chiaro; la descrizione passa dall'immagine alla realtà. Qui il profeta riprende soprattutto le diverse emo­ zioni uditive : l'allarme di guerra dato dai cavalli scalpitanti, e dai carri da guerra dal frastuono assordante - gli antichi precursori dei moderni aerei da guerra e dei carri armati che si avvicinano con un suono assordante. Questi preludi della catastrofe spandono un terrore che stordisce le persone, ad alcuni «fiacca le mani», altri li butta allo sbaraglio in una fu­ ga tale che alcuni genitori neppure si curano di radunare i lo­ ro bambini. Inimitabile questa descrizione, concisa ed effica­ ce, sulla forza selvaggia del terrore, capace di soppiantare tut­ ti i sentimenti umani . Il v. 4 apre interamente il sipario e fa apparire sia lo sfondo che il primo piano della vicenda: è ve­ nuto per i Filistei il giorno della distruzione; nessuno può scampare, né correre in aiuto degli alleati, le città marittime di Tiro e Sidone, anch'esse probabilmente minacciate in quel momento dai Babilonesi.11 Senza attardarsi ulteriormente nei particolari del disastro il profeta punta sull'elemento deter­ minante : è arrivato per la Palestina il giorno del giudizio di Jahvé (cfr. 46, 1 0 ). Nessuno può sfuggire, proprio perché Dio stesso appoggia gl'invasori . Il signore dei popoli e della loro storia, che un tempo condusse i Filistei dalle loro sedi di Kaf­ tor12 alla Palestina (Am. 9,7) - territorio che ha preso il no­ me da questa popolazione - oggi cancella la loro presenza dal IO. Come, ad es., in Am. 5,24; 5,8 s.; 9,6. I I . Strano che le città fenicie vengano nominate appena di sfuggita; d'altronde va tenuto presente che questa alleanza, di cui non abbiamo notizia da altre fonti, ha un'importanza secondaria nel contenuto del carme rivolto ai Filistei. Lo stile contorto fa temere che il testo sia corrotto. Ma la sentenza di Duhm, secondo cui la frase «non avrebbe alcun senso», non è per questo giustificata. 12. Probabilmente Creta (dr. Gen. IO,I4; I Sam. 30,I4; Ez. 25,I6; Soph. 2,5 ; ve­ di anche il binomio «Cretesi e Filistei)> in .2 Sam. 8,r8; I5,I8; 20,7.23 ; I Reg.

1,38).

Ier. 47

paese. Qui si fa evidente la tradizione strettamente profetica dell'interpretazione veterotestamentaria della storia. 5 . La seconda strofa nel v. 5 si riferisce all'estensione geogra­ fica della catastrofe : silenzio di morte e luttor3 sulle città dei Filistei. Della pentapoli Gaza è nominata per prima, essendo la città più importante ; 14 poi il testo masoretico cita Asqalon che ricompare nuovamente nel v. 7 · Cornill giustamente tro­ va strana questa ripetizione e sostituisce l' «Asqalon» del v. 5 con «Asdod» , il che si giustificherebbe facilmente data l'af­ finità grafica e, oltre a ciò, fornirebbe un gioco di parole col precedente soded del v . 4 sul tipo di Mich. I , I O ss . (dr. Ier. 4 8 ,2 ). Poiché la metrica rivela che in 5 h manca una parte del verso, prima dell'espressione « resto degli Enakiti>> dev'essere scomparso un altro nome di città cioè Eqron,X' il che si spie­ gherebbe mediante l 'homoioarkton ed è convalidato da 2 5 ,2 0 dove si fa menzione delle quattro città soprannominate (vedi ivi) . L'assenza di Gad si spiega con la perdita dell'autonomia politica da parte di questa città .16 Il v. 5 aveva quindi origina­ riamente lo scopo di affermare l'estensione della calamità a tutte le città filistee e completare in tal modo il panorama del v. 4· Ciò è confermato dall'espressione «resto degli Enakiti» che era legata al versetto precedente da un waw - la cui scom­ parsa si spiega facilmente data la somiglianza grafica - e che in­ dicava globalmente (come in Am. I ,8 dove pure manca il no­ me di Gad ) quanti ancora dimoravano nel territorio filisteo . Geremia si richiama qui a una tradizione dei giganti che avreb­ bero abitato per primi quel paese, tradizione contenuta in Ios. 13. «Radersi i capelli>> e «farsi incisioni sulla pelle» erano segni di lutto (cfr. 16,6; 41,5 ; 48,37). 14. Cfr. Am. 1 ,6; Soph. 2,4; Erodoto 3 ,5 ; Plutarco, vita Alexandri 25. La sua im· portanza era dovuta alla posizione geografica, incrocio di grandi arterie commer­ ciali. 15. Rudolph preferisce inserire «Asdod»; restano però le considerazioni da noi r6. Vedi comm . a 25 ,20. fatte sopra .

Contro Moah

s. e sottintesa anche nella storia del «gigante» Golia in I Sam. I 7 ,4 ss. I 7 I I ,2 I

6-7 . Il v. 6 sembra essere la risonanza di quel disastro espres­ sa nella forma poetica di un lamento straziante, che è posto in bocca alle persone colpite. Ciò rivela la nobiltà d'animo del profeta che partecipa al dolore di questa popolazione cosl du­ ramente provata, la quale, per la maggior parte degli Ebrei, rappresentava l'eterno nemico. Ma proprio questa mancanza di qualunque astio, di qualunque soddisfazione per l 'altrui di­ sgrazia, distingue la statura morale di Geremia. Con una fi­ gura poetico-mitica il discorso è rivolto direttamente alla fu­ ribonda «spada di Jahvé>> come se fosse un'entità autonoma ; e la preghiera unita all'ansioso lamento suona come uno scon­ giuro della sventura che dura troppo a lungo. Nel v. 7 è il pro­ feta che riprende la parola. Dalla domanda retorica trapela la sorpresa davanti alla presunzione di voler scongiurare la cala­ mità ed emerge al tempo stesso quel timore di Dio che supera ogni sentimento di compassione umana. Non esistono mezzi per far rientrare la spada nel fodero, poiché dietro di essa c'è la potenza e la volontà di Jahvé il quale ha scagliato la guerra contro Asqalon18 e le città costiere . La convinzione religiosa, secondo cui Jahvé in persona fa piombare il nemico dal nord (cfr. I , I 3 ) , è per Geremia la chiave di lettura della poli tica internazionale di quel tempo . 4 8 . Contro Moab

1 Per Moab . Cosl ha parlato Jahvé degli eserciti, Dio d'Israele : Guai a Nebo { I ), perché è devastata . 17. ar. 2 Sam. 2 I ,r6; Num. 13,28; Am. 2,9. 18. I n questo contesto viene nominata Asqalon perché è l a più vicina al mare. Per «costa del mare» equivalente a «territorio dei Filistei» cfr. Soph. 2,5 ss.; Ez. 25,16. 1. Città situata presso il monte omonimo, ad est della riva settentrionale del mar Morto; forse va identificata con pirbet el-muiJaiiet.

Ier. 48

' ( 2 ) Kiriatajim è conquistata ('). La rocca maestosa è disonorata ( 2 ) e infranta. 2 La gloria di Moab non esiste più. Ad Hesbon ( 4 ) si progettano sciagure contro di lui : «Su, eliminiamolo, perché cessi di essere un popolo». Anche tu, Madmen ('), sarai ridotta al silenzio ; la spada ti inseguirà ! ' Ascolta! Grida da Horonajim (6) : «Devastazione e calamità grande>>. 4 «Moab è abbattuta! >>, le grida si fanno sentire fino a Zoar ( 7 ) . ' Sì, la gradinata di ' Luhit' ( 2· 8 ) 'la' (2) si sale piangendo. Sì, per la discesa verso Horonajim ' ' (2 ) si ode il grido della disfatta. 6 «Fuggite, salvatevi la vita e ' accampatevi' (2) ' ' (2) nel deserto». 7 Poiché hai confidato nelle tue 'fortezze' ( 9), anche tu sarai conquistato; e Kamosh (2) andrà in prigionia, i suoi sacerdoti e i suoi principi 'tutti insieme' (2 ). 8 Il devastatore arriva su ogni città; nessuna città si salva . La valle ( 10 ) va in rovina e la pianura ( II ) viene distrutta ' ' (2) - Jahvé ha parlato -. 9 Fate un 'sepolcro' ( 2 ) per Moab, poichè 'egli viene distrutto totalmente' ( 2 ) . Le sue città diventano un deserto, nessun uomo vi abita più . 2. Vedi Biblia Hebraica. 3 · Incerta la posizione geografica. 4· Da identificare con �esban, a nord, tra l'Arnon e lo Jabbok; anticamente fu

città stato. Qui è sicuramente considerata come estranea al territorio di Moab ( dr . 49,3 ); non cosl in 48,34.45 · 5· È sicuramente un soprannome sarcastico ( = letamaio; Is. 25,10) applicato a Dibon ( = diban ) , città situata a nord dell'Arnon, il luogo dov'è stata ritrovata l'iscrizione di Mesa. 6. A sud del paese, in un punto sconosciuto. 7· Vedi Biblia Hebraica; all'estrema punta sud del mar Morto; forse e!-,afiie. 8 . Incerta la posizione geografica. 9· Seguendo i LXX (vedi Biblia Hebraica); la lezione del testo masoretico («nel· le tue opere e nei tuoi tesori») rappresenta forse il duplice tentativo di decifrare quel termine di difficile lettura (Volz). Io. Come in Ios. I3,27, s'intende il bacino orientale del Giordano, a nord del mar Morto. I I . L'altopiano a nord dell'Arnon.

Contro Moab

ro Maledetto chi compie con indolenza l'opera di Jahvé e maledetto chi trattiene la sua spada dal sangue.

11 Moab ebbe pace fin dalla giovinezza,

riposava indisturbato sui suoi sedimenti; ' ' ( 2) non fu travasato di botte in botte, né dovette mai andare in prigionia. Conservò quindi il suo sapore e non alterò il suo profumo. 1 2 Perciò, ecco, arrivano giorni - oracolo di Jahvé in cui io gli mando cantinieri, svuotano i suoi recipienti e frantumano le sue anfore. r.3 Moab si vergognerà di Karnosh, come la casa di Israele si è [ vergognata di Bete! in cui aveva confidato . 14 Come potete dire : «Noi siamo prodi, uomini valorosi per la battaglia? » . 1' ' Il devastatore' ( 2 ) di Moab avanza 'contro di lui' (2 ); ora la sua migliore gioventù scende al macello - oracolo del re, il cui nome è Jahvé degli eserciti! ( 12 ) 16 La rovina di Moab è vicina, la sua sventura sta giungendo rapidamente. 17 Intonate per lui un lamento, voi tutti suoi vicini e quanti conoscete il suo nome; dite: «Ahi, come è frantumata la verga robusta, il magnifico scettro ! ».

1 8 Scendi

dalla tua gloria 'e siediti nel fango' ( 2 ), o abitante ' ' ( 2) di Dibon. Poiché il devastatore di Moab avanza contro di te, annienta le tue fortezze. r9 Sta sulla strada e osserva, o abitante di Aroer ( I') , interroga gli uomini e le donne in fuga dicendo : «Che è successo? » . 20 (Rudolph) è da dare per scontato; ma resta da vedere se questa previsione tanto vaga e generica sia stata determinata dalla situazione storica del 605 e se l'espressione proverbiale del v. 2h (cfr. Ez. 39,10), acuita

Contro Ammon

3-6. Nella seconda strofa (vv. 3-5) Geremia si rivolge diret­

tamente agli Ammoniti chiedendo loro di fare il lamento e il lutto per la catastrofe imminente (cfr. per questo 48 , 1 7) . Lo stile si fa più incalzante, lo scenario più concreto e più vivo . Il nome di Hesbon accanto alle «figlie di Rabba»10 ci lascia per­ plessi; se la menzione appartiene al testo originale, vuoi dire che qui la città viene inclusa nel territorio ammonita, cosa di cui non abbiamo però conferme. Forse c'è in questo passo il ri­ cordo dell'antica autonomia di Hesbon come città-stato (cfr. Num. 2 1 ,2 7 s .) . L'evento bellico, origine del lutto generale, è indicato solo a grandi linee: l'avanzata del «devastatore» e poi, con la satira della solenne processione di lutto - immagine a noi già nota da 48 ,7 (vedi ivi) -, la deportazione del simula­ cro divino e dei prigionieri. Non sembra davvero che dietro una simile descrizione d'un evento futuro ci sia un episodio storico già in atto . Il v. 4 aggiunge all'invettiva del v. I un'ul­ teriore motivazione; come in 48 ,7 . 1 4, anche qui Geremia denuncia quella vanagloria originata dalla presunzione; la fertilità, soprattutto della valle del basso J abbok, e la ricchez­ za delle risorse accumulate hanno reso gli Ammoniti tanto si­ curi di se stessi da credere di poter affrontare qualunque ne­ mico e tentare, senza paura per le conseguenze, una guerra per l'espansione territoriale. Non avendo tenuto in alcun con­ to il sacro diritto di Jahvé (cfr. al v. I ) , meritano l'epiteto di «figlia ribelle» . Ma girare le spalle a Dio è azione pericolosa anche per un popolo straniero. A Jahvé non si può sfuggire; in senso pregnante, si riferisca a nuovi acquisti. Una volta che è stata riconosciuta nella invettiva del v. I la tipica logica di Geremia, non è coerente considerare co­ me spurio il v. 2b, impregnato del medesimo pensiero, e attribuirlo ad una teologia estranea al profeta {così Cornill ). Il concetto espresso in Soph. 2 ,9, che a detta di Cornill e Rudolph sarebbe stato il modello di Ier. 49,2b, segue una logica e perse­ gue obiettivi totalmente diversi da quelli del testo di Geremia.

Io. Non sappiamo bene se il testo si riferisca a quelle donne della capitale che sono sopravvissute o alle città di campagna dipendenti dalla capitale {come nel v. 2); nel secondo caso nominare Hesbon e passare sotto silenzio la capitale sa· rebbe ancora più strano.

il terrore di luiu irromperà su di loro «da ogni parte» e come conseguenza una fuga pazzesca li separerà gli uni dagli altri , tanto che non si riprenderanno mai più. Dopo le aggiunte che abbiamo riscontrato nel carme per i Moabiti (cap. 4 8 ), ci sor­ prende qui l'assenza di qualunque espressione di odio nazio­ nale (Cornill) ; la serietà del pensiero teologico, che pervade il carme degli Ammoniti, è un elemento in favore dell'auten­ ticità (contestata da Duhm e da Giesebrecht) . Non è possibile affermare con sicurezza se la proposizione conclusiva (v. 6 ) , assente nei LXX, vada giudicata come 48 ,4 7 . Poiché manca l'indicazione escatologica «alla fine dei giorni», è possibile che tale predizione di salvezza sia stata introdotta nel terzo secolo, quando la capitale degli Ammoniti conobbe un incre­ mento ad opera di Tolomeo Filadelfo da cui prese il nome (Fi­ ladelfia) . D'altra parte sappiamo che l'ostilità degli Ammoniti riemerse più volte, ad es . nell'impedire la ricostruzione delle mura di Gerusalemme (Nehem. 4,1 ss.) e nelle guerre dei Maccabei (I Mach. 5 ,6 .30-43), il che indurrebbe piuttosto ad interpretare il v. 6 come espressione di una teoria escato­ logica. 4 9 ,7-22 . Contro Edom

7 Su Edom. Così ha parlato Jahvé degli eserciti : «Non c'è più sapienza in Teman ( 1) ? È dunque scomparso il consiglio dei saggi? S ' è dunque guastata la loro sapienza? 8 Fuggite, voltate le spalle, nascondetevi bene, abitanti di Dedan (2) . Poiché io faccio venire su Esaù la rovina, il momento del suo castigo. I I . Si tratta probabilmente di un'espressione desunta dall'antica tradizione della guerra santa; Rudolph richiama a questo proposito la formula convenzionale magor missabib (cfr. comm. a 20,3 , nota 16), che forse ha la medesima origine. I . Un villaggio del territorio edomitico; qui indica l'intero paese. 2. Territorio confinante, a sud di Edom (vedi sopra, p. 436 n. 19).

. Contro Edom

9 Se vengono da te dei vendemmiatori, non lasciano indietro racimoli ; se vengono dei ladri nella notte, saccheggiano quanto loro piace. Io Poiché sono io che scovo Esaù, io scopro i suoi nascondigli, e cosl egli non potrà più nascondersi (3 ) . La sua stirpe viene distrutta 'perché egli non esista più' (3); e tra i suoi vicini 'nessuno dice' ( 3 ) : n «Lasciami i tuoi orfani, io li terrò in vita, e le tue vedove possono far conto su di me». 11 Infatti, cosl ha parlato Jahvé : Coloro cui non era imposto di bere il calice, lo devono bere, e tu pretendi di uscime libero? Non te ne uscirai libero, al contrario lo dovrai bere. 13 Poiché io ho giurato per me stesso - oracolo di Jahvé -: Bosra (4) diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto e una maledizione, e tutte le sue città un cumulo di rovine per sempre. I4 Ho ricevuto una notizia da Jahvé, un messaggero è stato inviato alle nazioni: «Radunatevi, marciate contro di lui e preparatevi per la battaglia» . I' Poiché, ecco, io ti rendo piccolo fra i popoli, disprezzato fra gli uomini. 16 L'essere temuto (') ti ha infatuato (3), l'orgoglio del tuo cuore, tu che abiti nei crepacci delle rocce, che ti aggrappi sulle cime dei monti. Anche se edifichi il tuo nido in alto come l'aquila, io ti faccio precipitare di là - oracolo di Jahvé -. 17 Edom diventerà un orrore, tanto che chiunque gli passerà accanto inorridirà e fischierà davanti a tutte le sue piaghe. 18 Come nella di­ struzione di Sodoma e Gomorra e delle città vicine - oracolo di Jah­ vé - là non resterà più nessuno né alcun uomo vi abiterà . I9 Ecco, come quando il leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempreverdi (6), cosl d'improvviso io lo scaccerò di là 3· Vedi Biblia Hebraica. sud-est del mar Morto. 5 . Il significato è incerto; Rudolph traduce: uscirtene salvo. 6. Lett. : perenne; si allude alle oasi del deserto nella valle del Giordano. 4· Capitale di Edom; oggi el-bu�era

a

Ier. 49,7-22

e 'cercherò i migliori dei loro montoni' (7). Poiché, chi è uguale a me, chi mi può chiamare in giudizio, e chi è mai il pastore che può resistere al mio cospetto? 20

Perciò ascoltate la deliberazione che Jahvé ha preso per Edom e la decisione che ha preso per gli abitanti di Teman : Certo saranno trascinati via, persino le pecore più piccole. Certo il loro pascolo sarà desolato (3) per essi. 21 Per la loro fragorosa caduta tremerà la terra; [ giunchi ' ' (3). ' ' ( 3 ) le loro grida di dolore saranno udite fino al mare dei 22 Ecco, come un'aquila egli sale in alto, si libra lassù e allarga le sue ali su Bosra. E il cuore dei prodi di Edom in quel giorno sarà come il cuore di una donna in doglie>> .

Israele si considerava imparentato con gli Edomiti, che abitavano il territorio a sud di Moab tra il mar Rosso e il gol­ fo di Aqaba ; il loro capostipite Esaù, che secondo Gen . 3 6 , 1 aveva portato anche il nome di Edom, fu per la tradizione popolare gemello di Giacobbe-Israele (Gen. 2 5 , 2 0 ss . ; cfr. Deut. 2 3 , 7 ss . ) . Anche gli Edomiti erano giunti prima di I­ sraele ad un regno nazionale (Gen. 3 6 ,3 1 s.) e nel corso della storia si trovarono coinvolti in lotte avventurose coi loro vi­ cini di Giuda. L'acredine contro Edom è testimoniata in pa­ recchi detti profetici e si alimentò soprattutto con la con­ dotta degli Edorniti dopo la caduta di Gerusalemme.8 Come per il carme contro Moab (cap . 48 ) anche nell'oracolo con­ tro Edom sono subentrati diversi detti profetici e questi han­ no talmente ricoperto la parola di Geremia che oggi non è più possibile ricuperarne con certezza il nucleo originale. Ge­ neralmente lo si ritrova nei vv . 7 . 8 1 ob . r r ; ma davanti ad un residuo cosi misero non è da escludere che il messaggio ,

.

e Rudolph, umib�ar 'eleha. 8. Cfr. Am. 1,11 s.; Is. 34,.5 ss.; 63,1 ss.; Ez. 2.5,12-14; 35; Ioel 4,1 9 ; Abd.

7· Leggi, con Cornill

Mal. 1,2-4

(Lam. 4,21 s.; Ps. 137,7 ).

I

ss.;

700

Contro Edom

originale sia distribuito anche in altri versetti , oppure che parti dell'oracolo siano andate perdute. Al confronto con al­ tri oracoli contro Edom, l'assenza di sentimenti vendicativi di stampo nazionalistico rivela l'impronta di Geremia, alieno da atteggiamenti del genere. 7-1 I . Dopo l'intestazione l'oracolo inizia con alcune domande poste da J ahvé (cfr. 8 ,2 2 ; 49 , r ) , che prendono l'avvio dalla notorietà della « sapienza» edomitica , attestata anche in altri passi dell'A .T.9 Le domande mettono in luce un paradosso : la sapienza umana non è in grado di resistere contro ciò che D · io si propone di fare. Davanti all'imminente giudizio di Dio la famosa sapienza di Edom è perduta.10 Non esiste alcun mez­ zo per sottrarvisi. L 'ordine di prendere la fuga (v. 8 ) , messo Il ·senza alcun preludio, è rivolto non agli abitanti di Edom, ben­ sl ai Dedaniti - una popolazione di commercianti11 residen­ te più a sud. Alcuni loro esponenti, che si trovano nel vi­ cino territorio di Edom a motivo di affari, devono portar­ si al sicuro se non vogliono restar coinvolti nella sventura che Jahvé ha decretato contro Edom, qui designato col nome del capostipite Esaù . Il pensiero teologico fondamentale , se­ condo cui Jahvé in persona mette in atto il giudizio, era già implicito nel v. 7 e domina l 'intero oracolo (comprese le ag­ giunte posteriori) ; ciò fa sl che passino in second'ordine gli aspetti particolari dell'evento storico. Il v. 9 si rivolge nuova­ mente ad Edom e annuncia la distruzione totale. La metafo­ ra dei vendemmiatori che non lasciano indietro un solo grap­ polo d'uva e dei ladri che, protetti dall 'oscurità, rubano indi­ sturbati, è presa - alla pari del v. I oa - da Abd. 5 s . , che è 9· Abd. 8; Iob 2,I I ; I5,I8; cfr. A. Weiser, Giobbe, I I s. 57· I76 s. xo. Il v. I va inteso secondo questo significato generale, confermato anche in Is. 29,I4 (cfr. Cornill); Rudolph invece interpreta queste domande nel senso che nessuno avrebbe fatto attenzione ai voleri di Jahvé. I I . Is. 2I,I3 ; Ez. 25,I3; 27,I5.2o; 38,I3 ; vedi comm. a Ier. 25,23. Per conferme extrabibliche dr. Albright, Festschrift fur Alt, I953, I ss.

Ier. 49,7-22

70 I

senz'altro la fonte del nostro passo in quanto offre un contesto più adeguato sia nella forma che nel contenuto .12 Allontanan­ dosi dal contesto originale - e con scarso profitto per la meta­ fora - l'interpolatore prende dal v. 8 l'idea che Jahvé agirà proprio alla stessa maniera . Il v. Iob passa dall'immagine alla realtà e potrebbe appartenere a Geremia, insieme alla scena del v. I I , che ritrae l'assoluta mancanza di qualunque soccor­ so. La situazione sarà talmente disperata che neppure le ve.. dove e gli orfani superstiti potranno far conto sull'aiuto dei vicini.

I 2-I 3 . Il v. I 2 è un'interpolazione in prosa, chiaramente ri­ presa da 2 5 ,29 . Non essendo qui riportata la premessa conte­ nuta in 2 5 ,2 8 , indispensabile per la comprensione del ver­ setto, è chiaro che siamo di fronte ad una reinterpretazione tardiva dell'oracolo di Geremia sul calice dell'ira di Jahvé ; x3 a conferma possiamo notare che, in contrapposizione col te­ sto primitivo, qui il giudizio contro Giuda sarebbe immerita­ to. Tale malintesa fede nell'elezione divina (cfr . Mal. I ,2 s .) è diametralmente opposta alla concezione di Geremia. Il v . I J contiene, a titolo di ulteriore motivazione, un solenne giu­ ramento di Jahvé che annuncia alla capitale del paese e alle altre città il disonore della catastrofe. Dato che la minaccia è redatta in una forma di uso corrente, non si può evincere con sicurezza una dipendenza letteraria da · 2 2 ,5 (cosl Ru­ dolph) ; potrebbe trattarsi di una motivazione conclusiva le­ gata al v. I I . I 4· I 6 . I vv . I 4· I 6 concordano in gran parte con Abd. I -4 e da n sono presi . Alcune libertà rispetto alla fonte orientano a pensare che si tratti di una citazione fatta a memoria. Il v. 1 2 . Il lamento di Abd. 6 ha una fonna più genuina che la minaccia di ler. 49 , ro: il verbo «rubare» (Abd. 5 ) si confà meglio ai ladri che >, alludendo non ai tributi, ma ad offerte in omaggio. 61 . L'annotazione, stilisticamente contorta, «tutte quelle parole che sono state scritte su Babilonia» si presenta chiaramente come un'interpolazione tardiva intesa a mettere in rapporto Io scritto minatorio di Geremia col carme per Babi­ lonia (50,1-5 1,58) (vedi sopra).

ler. 5o-51

74 9

lica, che segue alla lettura, nulla hanno a che vedere con la concezione magica sul potere miracolistico della parola (con­ tro H. Schmidt e Volz) . D 'accordo con Duhm si dovrà inter­ pretare 62a come un'introduzione che, premessa alla lettura pubblica, svolge la funzione di precisare fin dall'inizio il sud­ detto significato dello scritto; infatti, escludendo tale inter­ pretazione , resterebbe problematico il legame col v. 6 3 ed è appunto questa difficoltà letteraria che ha spinto alcuni stu­ diosi (Rothstein e Corni!! ) a sopprimere l'intero versetto. La seconda parte del v. 6 2 , grammaticalmente incerta e quanto al contenuto superflua, è affine a 50,3 e 5 1 , 2 6 ; si tratta sicu­ ramente di una interpolazione tardiva intesa a stabilire un legame tra lo scritto minatorio di Geremia e il carme contro Babilonia.

63-64 . Segue un'azione profetico-simbolica per convalidare la proclamazione della parola di Dio (v. 6 3 ) . Poiché Geremia nella sua missione profetica ha fatto più volte ricorso a questi gesti concreti, non c'è alcuna ragione per negare (come Volz) l'autenticità di quest'episodio . Al contrario, lo si dovrà inter­ pretare in analogia con la brocca spezzata, col giogo , con l' ac­ quisto del campo ( r 9, 1 ss . ; 2 7 ,r ss . ; 3 2 ) . Seraia riceve l'inca­ rico di legare dopo la lettura il foglio ad una pietra e gettarlo nell'Eufrate, in modo che esso non ritorni mai più in super­ ficie. Che non si tratti di una misura di sicurezza lo dimostra la frase esplicativa che dovrà accompagnare il gesto . L'azio­ ne simbolica illustra il futuro destino di Babilonia : come il foglio affonda e non ritorna più in superficie, così Babilonia affonderà e non risorgerà mai più . Il significativo passaggio sti­ listico al discorso di Jahvé riafferma , ancora una volta, l'auto­ rità divina della parola e dell'azione (cfr. v. 6 2 ) . Non deve meravigliare che Geremia esortasse i connazionali alla sot­ tomissione fino a raccomandare la preghiera per Babilonia ( 2 9 , 7) e nello stesso tempo redigesse un segreto messaggio minatorio contro la medesima città (due interventi che Volz

Contro Babilonia

75 o

trova incompatibili) ; chi accusa il profeta di doppiezza di­ mentica che tra situazione e prospettiva c'è una diversità che lascia lo spazio per l'uno e l'altro atteggiamento . Il consiglio per il momento presente si basa sul fatto che Jahvé ha affi­ dato a Nabucodonosor il potere sulle altre nazioni ( 2 7 ,5 s.) , per cui l'obbedienza alla volontà di Dio esige oggi la sotto­ missione all 'impero di Babilonia. Ma la volontà di Dio non è un programma politico stabilito definitivamente per tutti i secoli. Come signore di una storia viva, Jahvé delimita ai sin­ goli popoli il loro periodo di splendore lungo il corso della storia e anche per il dominio babilonese ha fissato un termine ( 2 7 ,7) ; appunto verso quel giorno conclusivo mira il mes­ saggio divino che Geremia consegna a Seraia come predizione destinata ad adempiersi in futuro . Nell'uno e nell'altro aspet­ to del suo intervento il profeta agisce dunque secondo la vo-· lontà e il piano storico di Dio . Emerge ancora una volta quali contrasti interiori Geremia abbia dovuto affrontare come pro-· feta di Dio e quanta fiduciosa pazienza abbia dovuto dimo- · strare ogni volta che gli veniva affidato da Dio un incarico. per i suoi coetanei. L'annotazione conclusiva, assente nei LXX (cap . 2 8 ! ) , es-­ sendo rimasta insieme alla proposizione «e si tormentano» ori- · ginariamen te doveva trovarsi al termine del v. 5 8 dove se- · gnava la fine dell 'opera profetica di Geremia o, in ogni caso,. dei carmi per le nazioni raccolti a parte. Tale annotazione se-­ para ora il libro di Geremia dali'appendice (cap . 5 2 ) desun­ ta dai libri dei Re . Dove si trovasse originariamente questo racconto di Baruk62 e quando poi sia stato trasferito al punto­ attuale, ormai non è più possibile accertarlo. L'annessione del racconto di Baruk al carme contro Babilonia è stata possibile· in quanto il racconto non riporta il testo della minaccia scrit- · ta da Geremia. Resta da vedere se questo brano in prosa ini-62. Eissfeldt (Introduzione all'Antico Testamento locano tra il cap . 29 e 34,7 ss.

In,

1982, 96)

e

Rudolph lo col­

ler. JO-JI

zialmente fu associato al carme come introduzione (cosl vor-­ rebbero Hitzig, Budde, Rudolph) , o se fin dal primo momen­ to venne allegato come conclusione dando luogo poi ad alcuni raccordi redazionali (vedi sopra) e alla trasposizione della no­ ta finale. Poiché il carme per Babilonia non presenta né per· la forma né per il contenuto alcun rapporto con lo scritto mi­ natorio del racconto di Baruk, mentre invece la forma attua-­ le del racconto presuppone il carme, l'ipotesi più probabile è che qualche redattore abbia allegato tale racconto al carme· preesisten te.

APPENDICE

52.

La caduta di Gerusalemme e la concessione della grazia a loakin

I Sedecia aveva 2 I anni quando divenne re e governò per I I anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Hamutal ( I ) , figlia di Geremia, di Libna ( 2 ) . 2 Egli fece ciò che dispiaceva a Jahvé, proprio come aveva fatto Ioaqim . 3 Pertanto, a causa dell'ira di Jahvé, in Gerusa­ lemme e Giuda si arrivò al punto che egli li cacciò dal suo cospetto . Sedecia si era ribellato al re di Babilonia. 4 Perciò Nabucodonosor, re di Babilonia, al nono mese del suo regno, nel decimo mese, il giorno ro, marciò con tutto il suo esercito contro Gerusalemme. Essi l'asse­ diarono ed alzarono opere d'assedio attorno ad essa. ' L'assedio durò :fino all'undicesimo anno del re Sedecia. 6 Nel quarto mese, il giorno 9, quando ormai nella città aveva preso a dominare la fame e la po­ polazione della campagna non aveva più pane, 7 fu aperta una breccia nella città. ' Quando il re' ( I ) e tutti i guerrieri 's'accorsero di ciò' ( I ) , presero la fuga, abbandonarono la città di notte lungo la via della Porta tra le due mura (3 ), situata nel giardino reale, sebbene attorno alla città ci fossero i Caldei , e presero la direzione della pianura del Giordano . 8 Ma l'esercito dei Caldei insegui il re (4) e raggiunsero Sedecia ( 4 ) nelle steppe di Gerico, dopo che tutte le sue truppe lo avevano abbandonato e si erano disperse . 9 Là arrestarono il re e lo condussero dal re di Babilonia a Ribla (') nel territorio di Hamat. Egli pronunciò la sentenza contro di lui. I o Il re di Babilonia fece uccide­ re i figli di Sedecia sotto gli occhi di lui; fece giustiziare a Ribla an­ che tutti i nobili di Giuda . 11 Quanto a Sedecia, lo fece accecare e met­ tere in catene; quindi il re di Babilonia lo fece portare a Babilonia e mettere sotto custodia fino al giorno della morte. r.

Vedi Biblia Hebraica.

Elliger (P]B 1934, ,s ss.) sarebbe tell bornaf 3 · Vedi comm. a 39A· brin. 4· In 39,.5 e 2 Reg. 2 , ,; abbiamo forme migliori del testo. 5· Vedi comm. a 39,, . 2. Secondo

a

nord-ovest di bet

l.i-

754

La caduta di Gerusalemme

1 2 Nel quinto mese, il giorno ro - era il diciannovesimo anno del re­ gno di Nabucodonosor, re di Babilonia - venne a Gerusalemme ( I ) Nebusaradan, capo della guardia del corpo (6), appartenente al gruppo dei fedeli del re di Babilonia (7) . x3 Egli diede alle fiamme il tempio di Jahvé, il palazzo reale e tutte le case di Gerus alemme ' ' ( 8 ) . 14 Le ( 1 ) truppe dei Caldei, che erano con il capo della guardia del corpo, ab­ ' ' ( I ) Quanto al batterono tutte le mura attorno a Gerusalemme. 1' resto della popolazione rimasta in città, ai disertori che erano passati dalla parte del re di Babilonia, e al resto degli artigiani ( I ) , Nebusa­ radan, capo della guardia del corpo, li condusse via prigionieri . 16 Del­ le persone povere del paese Nebusaradan, capo della guardia del cor­ po, ne lasciò una parte come vignaioli e agricoltori . 17 I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che appartenevano al tempio di Jahvé, i carri con le conche ( 9) e il mare di bronzo che si trovavano nel tem­ pio di Jahvé, e portarono tutto il bronzo a Babilonia. 1 8 Portarono via anche le caldaie, le palette, i coltelli, i bacini, le coppe e tutte le sup­ pellettili di bronzo che si usavano per il culto. x9 Il capo della guardia del corpo asportò ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, le caldaie, i candelabri, le coppe e i calici, tutto ciò che vi era di oro o di argento. 10 Quanto alle due colonne, all'unico mare ' ' ( 1 ) , ai carri con le conche, che il re Salomone aveva fatto fondere per il tempio, era impossibile pesare il bronzo di tutte queste suppellettili . 21 Per quanto riguarda le colonne, ciascuna era alta I 8 cubiti ( I ) e occorreva un filo di I 2 cu­ biti per misurarne la circonferenza, il suo spessore era di 4 dita, ( den­ tro era) vuota 2 1 In cima c'era un capitello alto 5 cubiti; tutto attor­ no al capitello correva un motivo ad intreccio e melagrane, il tutto in bronzo; lo stesso era per l'altra colonna. E le melagrane . . . ' ' ( I ) 23 C'e­ rano 96 melagrane verso l'esterno {1°) ; in tutto pendevano x oo mela­ grane attorno all'intreccio. 24 Il capo della guardia del corpo portò con sé il sommo sacerdote Se­ raia, il secondo sacerdote Sofonia ( 1 1 ) e tre custodi della soglia. 2' E dalla città prese un uomo di corte, che era stato comandante di trup­ pa e 7 uomini del servizio personale del re, i quali furono sorpresi an­ cora in città, il segretario del comandante supremo dell'esercito, che arruolava la gente della campagna per il servizio militare, e 6o uomi­ ni della popolazione rurale che furono trovati ancora in città. 26 Ne­ busaradan, capo della guardia del corpo, li prese e li spedl presso il re 6. Vedi comm. a 39,9 . 7· Lett . : che stava davanti al re (vedi Biblia Hebraica ). 8. «E ogni casa di un grande» è una glossa esplicativa. 9 · Cfr. I Reg. 7,27 ss. IO. Testo difficile da interpretare ; «pendenti liberamente nell'aria» oppure «visibili»? I I . Cfr. 2 I ,I ; 37,3 .

Ier. 52

7 55

di Babilonia a Ribla. 27 Il re di Babilonia li fece colpire e uccidere a Ribla nel territorio di Hamat. Cosi Giuda fu deportato dal suo paese. 28 Questo è il numero delle persone che Nabucodonosor fece deportare : nel 'diciasettesimo' ( 1 ) anno 'del suo regno' ( I ) 3 0 2 3 Giudei, 29 nel diciottesimo anno di Na­ bucodonosor 83 2 persone furono deportate da Gerusalemme, 30 nel ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebusaradan, capo della guar­ dia del corpo, deportò dei Giudei 7 45 persone ; in tutto 46oo. 31 Nel trentasettesimo anno della deportazione di Ioakin, re di Giuda, il giorno 25 del dodicesimo mese, Evil-Merodak (12) , re di Babilonia, nell'anno d'inizio del suo regno concesse la grazia a Ioakin, re di Giu­ da, e lo fece uscire dalla prigione. 32 Parlò con lui amichevolmente e gli destinò il seggio sopra i seggi degli altri re ( 1 ) che erano con lui a Babilonia. 33 Egli potè deporre gli abiti di carcerato e mangiare co­ stantemente alla tavola di lui finché visse. 34 Il sostentamento gli fu fornito a titolo permanente dal re di Babilonia, quotidianamente una determinata quantità, fino alla morte, tutti i giorni della sua vita .

Il libro di Geremia si conclude con una narrazione della caduta di Gerusalemme e la concessione della grazia al re pri­ gioniero Ioakin. Si tratta di un racconto che è sostan­ zialmente identico a 2 Reg. 24 , r 8-2 5 , 30 e da qui venne tratto ad opera del redattore . L'annotazione conclusiva di 5 r ,64 qualifica implicitamente questo capitolo come appendice ; i­ noltre il racconto della grazia concessa a Ioakin nel 5 6 r ( 5 2 , 3 r ) dimostra che il testo non può essere anteriore a questa da­ ta e quindi non può appartenere a Geremia. Significativa an­ che l 'omissione di 2 Reg. 2 5 , 2 2 - 26 , la storia di Godolia de­ sunta a sua volta da Ier. 3 9-4 r . D'altra parte in 5 2 ,28 -30 tro­ viamo dati sul numero dei prigionieri che i libri dei Re non riportano . La questione dello scopo di tale appendice non può essere risolta stabilendo un'analogia con le narrazioni di Is. 3 6-3 9 , anch 'esse desunte dai libri dei Re; queste infatti for­ niscono notizie integrative sulla storia di Israele, mentre in Ier. 5 2 non si fa parola di Geremia . La descrizione della ca­ duta di Gerusalemme sicuramente serve - come le interpola1 2.

In accadico: Amel-Marduk.

La caduta di Gerusalemme

zioni al cap . 39 (vedi ivi) - a documentare l'adempimento delle predizioni minatorie fatte dal profeta ; altrettanto la no­ tizia sulla concessione della grazia a Ioakin potrebbe esser vista come il primo segno di una svolta verso la salvezza più volte preannunciata da Geremia .13

5 2 , I-3a. L'introduzione r -3a. Nello stile della cosiddetta redazione deuteronomistica , tipica nei libri dei Re, i vv. I - 3 contengono un giudizio som­ mario sul re Sedecia che secondo 2 Re g. 2 3 ,3 I era fratello del re deportato Ioacaz e, a detta di 2 Reg. 2 3 , 3 4 . 3 6 , era fratel· lastro di Ioaqim. Anche se il giudizio negativo coincide fon­ damentalmente con 3 7, I 2 , l'equiparazione a Ioaqim elimina ingiustamente la differenza tra Ioaqim, tiranno frivolo e bru­ tale (cfr. 22 , 1 _3 ss . ; 36,23 ss . ) , e Sedecia che , mite ma debo­ le, si dimostrò incapace davanti alle gravi difficoltà del suo tempo e soprattutto di fronte al fanatismo del partito di guerra, finendo in tal modo per collaborare al disastro del­ la nazione. Rimane strano che né qui né in altre parti del li­ bro di Geremia si parli degli abusi religiosi cui accenna Ez. 8 .

,2 ,3 b- I I . La conquista di Gerusalemme 3b- I I . Sedecia era salito al trono grazie all'appoggio di Nabu­ codonosor ( 3 7 , I ) ; a questi aveva dovuto prestare il giura­ mento di vassallaggio ( Ez. I 7 , 1 8 ss.) e nel 5 94 , a scanso di so­

spetti, dovette probabilmente riconfermare la propria sotto­ missione (cfr. a 2 9 , I ss. ; j i ,.59) . Non sappiamo quando né per quali motivi si arrivò alla ribellione contro Babilonia ; for· se il rinnovato interesse del faraone Hofra verso la Palestina (circa l'anno 5 8 8 ; cfr. Ez. I 7, I .5 ) incoraggiò i politici di Giu· 1 3 . Meno verosimile l'opinione di Eissfeldt (Introduzione all'Antico Testamento 1982, 1 15 ) , secondo cui Ier. 52 sarebbe stato inteso come introduzione alle Lamentazioni attribuite a Geremia. IU,

Ier. 52

757

da a compiere questo passo fatale. Anche altri staterelli pre­ sero sicuramente parte a questa sommossa. Sull'immediata reazione del re babilonese non siamo bene informati; sta di fatto che - a differenza di quanto afferma il testo - Nabuco­ donosor non toccò personalmente il suolo palestinese. L' as­ sedio di Gerusalemme, tema centrale di questa narrazione, durò un anno e mezzo (dal gennaio 58 8 ali' agosto 58 7), gra­ zie naturalmente alla posizione geografica della città e alla difesa accanita. Circa la conquista di Gerusalemme, la fuga e l 'arresto del re Sedecia, l'esecuzione capitale dei notabili, vale il commento a 3 9 , I -2 .4-8 dove si utilizza il testo di 5 2 , 4 ss . ; unica notizia nuova è che Sedecia rimase prigioniero a Babilonia sino alla fine della vita (v. I I ) .

5 2 ,I 2-2 7 . Le misure prese dai Babilonesi contro Gerusalemme e la popolazione I 2- I 6 . Soltanto un mese dopo la presa della città vi giunse da Ribla - dove aveva sede il quartier generale del re babilone­ se - il comandante di campo Nebusaradan per eseguire i prov­ vedimenti colà decisi contro la città e la sua popolazione (cfr. a 3 9 ,9 . I I s . ) . Che cosa sia successo in quel frattempo, non lo sappiamo; nella confusione generale, che si verifica ogni qual­ volta c'è un'invasione nemica e uno sconvolgimento politico, la gente di Gerusalemme deve aver sofferto parecchio (vedi sopra a 40 , I -6) , anche se non ci è pervenuta nessuna cronaca al riguardo. Ma il fatto che lasciò un'impressione indelebile, tanto che ancor oggi gli Ebrei lo commemorano ogni anno al I O di agosto,14 fu la distruzione della città e del suo tempio e le misure eseguite da Nebusaradan contro la popolazione (cfr. a 3 9 ,9 s.) , un insieme di fatti che determinarono la fine dello stato giudaico. La pena inflitta fu durissima; comunque la notizia avallata da Flavio Giuseppe (antiquitates I 0 ,9 ) e 14. L'altra data (il giorno te meno sicura.

7

del quinto mese), indicata da 2 Reg. 2,,8, è testualmen·

La caduta di Gerusalemme

dai rabbini, secondo cui il paese sarebbe rimasto in una deso­ lazione totale per 70 anni , è esagerata; la presenza sul terri­ torio di famiglie povere, cui Nebusaradan aveva concesso di restare in patria per la coltivazione dei campi e dei vigneti (v. I 6 ), il fatto stesso che i reparti giudaici dispersi potessero radunarsi attorno a Godolia per collaborare alla ripresa na­ zionale (vedi a 40,7 ss.) , mostrano un'immagine meno disa­ strosa. 1 7-2 3 . Sorprende che il resoconto sulla sorte della popolazione

sia così breve rispetto al dettagliato rapporto (ampliato forse più tardi ? ) sull 'asportazione degli arredi del tempio (vv. 1 7· 2 3 ) . 1' Queste notizie sembrano risalire alla tradizione sacer­ dotale e sono state registrate allo scopo di sottolineare l 'enti­ tà della perdita. I tesori non depredati nel 5 9 716 divennero bottino dei conquistatori ; le opere più pesanti o più volumi­ nose vennero fatte a pezzi per facilitarne il trasporto. 24-2 7. I

vv.

24-2 7 raccontano - sicuramente sulla base di

una tradizione attendibile - di un secondo scagli6ne deporta­ to al quartier generale di Ribla su ordine di Nebusaradan per il processo. Il gruppo si componeva di personalità religiose, di funzionari dell'esercito e della corte e di 6o cittadini partico­ larmente in vista, forse appartenenti al partito di guerra e per questo motivo condannati a morte .

52 ,2 8-30 . Il numero dei deportati 2 8-30. Per redigere il resoconto sul numero dei deportati - resoconto assente in 2 Reg. 2 5 e nei LXX - sembra che l'au­ tore si sia servito di una fonte diversa e alquanto attendibile, come mostrano sia le cifre precise e dettagliate, sia la maniera I,.

In

16.

2

2 Reg. 25 ,r3-I7 la narrazione è più breve. Reg. 24,r3 è un resoconto sommario che è modificato da Ier .52,17-23 . .

Ier. J2

75 9

di computare gli anni del regno di Nabucodonosor, diversa da quella adottata nei libri dei Re . L'anno diciannovesimo di Nabucodonosor (v. 2 9 ) è sempre il 5 8 7 , 1 7 anno diciottesi­ mo per il v . I 2 ; cosl pure l'anno settimo (v . 2 8 ) è il 5 9 8 che secondo 2 Reg. 24,I 2 sarebbe l'anno ottavo. Poiché questo resoconto rispetto a quello di 2 Reg. 2 4 , I 4 ss . assegna una ci­ fra nettamente più alta alla prima deportazione e in più di­ stingue fra abitanti di Giuda (v. 2 8 ) e abitanti di Gerusalem­ me (v. 2 9 ) , molti, seguendo la proposta di Ewald, ritengono che ci sia stato un errore di trascrizione al v . 2 8 ( I 7° invece di 7°) e che quindi i 3 02 3 giudei siano quelli delle guarnigio­ ni delle città giudaiche conquistate durante il 5 8 8 (3 4,7) , ai quali vanno aggiunti gli 8 3 2 prigionieri deportati da Gerusa­ lemme nel 5 8 7 .18 Quanto ad una seconda deportazione che avrebbe fatto 745 prigionieri nell'anno 5 8 2 (ventitreesimo di Nabucodonosor) non abbiamo conferme da altre fonti, né sap­ piamo la causa (sommosse ? ) . Al valore storico di questo bra­ no nuoce il fatto che non contiene tutte le cifre dei prigionie­ ri ; mancano i deportati che provenivano dalla popolazione povera (cfr. 40 ,7 ; 5 2 , 1 6).

52 ,3 1 -34 . La concessione della grazia a Ioakin 3 I-34· Il quadro fosco della catastrofe di Gerusalemme si

conclude con uno sprazzo di luce, che per i contemporanei dovette apparire assai più promettente di quanto la storia abbia poi dimostrato : dopo 3 7 anni di prigionia (vedi al riguardo 22 ,2 4-30) l'ex re di Giuda Ioakin venne scarcera17. Il v. 29 (diciottesimo anno) segue il criterio babilonese che escludeva dal computo l'anno di accessione al trono, calcolato invece nel v. 12 (diciannovesimo anno); vedi anche Albright, BASOR 13 ( 1 9.56) 32. Sulla recente controversia a proposito della datazione cfr. Rudolph, 299, nota 2 e Kutsch, ZAW 7 1 ( 1 9.59 ) 270 ss . 18. Malamat (Israel Exploration Journal .5/6 [19.56] 253 ), accettando il testo ma­ soretico, pensa ad una immediata deportazione di 3023 Giudei (dalle città di pro­ vincia) durante l'assedio del 598 ; vedi anche Thiele, BASOR 143 ( 1 9.56) 24 s .

La caduta di Gerusalemme

760

to quando salì sul trono Amel Marduk, figlio di Nabucodono­ sor, nel 5 6 I . Può darsi che il fatto sia da mettere in rapporto con un'amnistia generale; ma l'intento del narratore è far no­ tare che loakin fu degnato di onori personali fino al termine della sua vita da parte del sovrano babilonese. 19 Da questo racconto non risulta soltanto «il rispetto per un evento che il cronista si limita a riferire fedelmente» ma anche la speran­ za di un coetaneo che nella liberazione del re davidico ha cre­ duto di poter ravvisare il primo passo verso la liberazione del popolo. Come finora il cap. 5 2 ha voluto dimostrare l'adem­ piersi delle profezie di sventura contenute nel libro di Ge­ remia, cosl questo brano intende presentare, nella liberazione di Ioakin, il primo segno sulla verità delle predizioni salvifi­ che (vedi in particolare 2 3 ,5 s.) . E ciò conferma ancora una volta la permanente attualità dell'opera di Geremia, custodita e tramandata nella comunità per l'importanza storico-salvifica della parola di Dio in essa efficace. ;J.o

19. Forse anche durante il regno dei successori Neriglissar (559-555 ) e Nabonid (555-538). 20. Contro Noth (Vberlieferungsgeschichtliche Studien 1, 1938, 108 ) .

· INDICE ANALITICO

Acaz, ro2, 172, 247, 317 adulterio, ro6 s., 136, 188, 247, 375 Aggeo, 365 alleanza : con Davide, 548; con Levi, 548 ; sinaitica, v. Sinai; comunità del­ l'a., 88, 90, 1 12 s., 140, r68, 170, I93, 202, 255, 262 s., 331 ; culto dell'a., 38, 40, 56, 741 81, 89, 93 , 97, I I I, 1 13, 125, 136, 151, 153 S . , 168, 170, 181, 193, 201 , 204, 231, 256, 267, 284, 292, 305, 3Q9, 3II, 327, 333, 34I, 352, 375, 501 , 516, 544, 644 ss., 728; diritto dell'a., 345, 358 ; festa dell'a., 90, 107, 136, 161, 167 SS . , I 82, 192, 212 s., 243 , 245, 295, 297, 3 16, 431 s., 512 ; formula dell'a., 39, 1 16, 169, 204, 2I3, 394, 497 SS., 516 S ., 537 ; libro dell'a., 169, 178, 556; nuova a.,

novità; obblighi dell'a., v. ordina­ mento dell'a.; ordinamento dell'a.,

v.

92, 136, 192, 263, 298, 350, 560; rinnovazione dell'a., 41, 136, 151, 169

apocalittica, 128, 446, 542 s. apostasia da Ja hvé, 40 s., 52, 82, 88 ss., 92, 108 s., 136, 167 s., 176, 273 , 280, 288, 293 s., 305 ss., 317 ' 536, 566 Arabi, 708 ss. arca, 37, I I I ss ., I63, 253, 426, 468, 501 a ssedio di Gerusalemme, v. Gerusalemme Assurbanipal, 13, r6 astrologia, 202 audizione, 49 , 124, 207, 487, 6o2, 673,

703 autorità, 29, 76 s ., 137, 274, 315, 3 44 ,

464 S . , 579 , 63 1 , 673, 749

azioni simboliche , 33, 57, 237, 277 ss., 313 ss ., 42 1, 444, 457, 525 ss ., 638 Baal , 23, 27, 50, 92 ss., 109 ss . , 136 s ., 232, 3 17, 377 s., 387, 536, 564, 728 Baruk, 21, 28 s., 33 s., 46, 51, 56, 58 ss., 133, r6o, 313 s., 320, 339, 348, 354,

430 SS . , 441, 452, 457, 462 S . , 47 1 S . , 482, 487, 526, 530, 541 , 551 , 555, 571 ss., 586 ss ., 589, 629, 643, 652 ss., 748 ss . Ben Hinnom (valle di), 98, ror , 171, 313 ss., 522, 536

181, 204, 212, 214 S . , 261 , 2741 341, 395, 515 ss.; tradizione dell'a., 16, 23, 41 S., 91, 96, 108, I lO S., 1 14, 140, 151, 181 S., 213 SS., 305, 345, 377, 432 s . , 485, 516 s., 544, 644 Amasi, 651 Ammoniti, 620 s., 692 ss.

calice dell'ira, r8o s ., 421 ss., 688, 701 ,

581, 661 Anania, 30, 45 1 ss., 472 Anatot, 21 , 70, 218 ss., 308, 52' ss., '90

carmi dei popoli, 419 s., 657-751 certezz a, questione della, 456 s. circoncisione del cuore, II9 s., 196 s. Ciro, 614, 691 , 728, 732, 738 colpa, v. peccato; c. dei padri, 261, 514, 644; c. e sorte, 224, 248, 494

S.,

amore di Dio, v. Dio Amos, 55, 69, 73, ro8, 152, 167, 169, I 75, 196, 207, 220, 292, 295, 320 s ., 351, 381 s., 390, 455, 489, 542 , 575,

737

lndice analitico

7 62 confessione di fedeltà, 107, 170, 204, 262, 630, 72 B conquista di Gerusalemme, v. Gerusa­ lemme conversione, 24 s., 46, 52, 94, Io,, IIO, I I B, 135, 176, 273 , 3B3, 399 s., 557, 566; c. dei popoli, 52, 232, 2B3 creazione, 50, 73, 1 1 2, 12B, I40 s., 204, 262, 292, 369, 445, 509, 5 I9 s., 533· 54B culto, 35, 37, 160, 167 ss., 220, 2BB, 333, 46B, 533, 647, 73B ; c. delle im­ magini, B2, 203, 248 s.; c. sacrificate, 1 1 7, I53, 167 ss ., I77 s., 305 s., 319, 648, 69o; profeti cultuali, v. profeti Daniele (libro di) , 446 Damasco, 704 ss. Davide (davidico ), 16, 2 I, II2, 292, 344, 349, 3 65 ss., 4B9, 54I, 546 ss., 582, 619 decalogo, 40, 163, 296 s., 432 , 565 dèi, v. idoli; rifiuto degli dèi deserto, periodo del, 41, B9 ss., 362, 498 s. Deutero-Geremia, 62, 661 Deutero-Isaia, 2B2 s., 542, 726, 745 Deuteronomio, 88, 169, 17B, 2 I I s., 486, 547, 556, 56o; «fonte (deutero­ nomistica)», 56, 64, 159 ss . , 2 I I, 2I4, 301 , 33B, 397, 554, 563 , 644; rifor­ ma deuteronomica, 16 s., 25 ss., 109 s., 135 S . , 161, 28B, 305, 434 dichiarazione d'innocenza, 97, IOI, 269, 309, 33I Dio: amore di D., 49, B9 ss ., 100, I I' ss . , 127, 1 33 , I4B, I B4, 229, 261, 351 , 467 ' 500, 502 , 50B, 519, 544 , 554 · 573 ; concezione di D., 47, 72, 425, 467; conoscenza di D., 127, 1B9, 195, 284, 35B, 375, 528 s.; essere di D., I lO, 3B4 ss ., 499, 513, 534, 537, 544, 734; giustizia di D., v. giustizia; ira di D., 101 , 120, 128 s., 1 67, 20B, 230, 257 s., 271 , 3 1 1 , 341, 346, 3B2, 42B, 543 , 633 , 645, 730; natura di D., v. essere di D.; onnipresenza di D., 3B5

s.;

onniscienza di D., 269, 3 1 1 , 3B5, ' 3 3 ; parola di D., 22 s., 2B, 34; 43 ss., 70 s., 75 ss., 8B, 132, 149 s ., 175 S ., I8I, 190, 205, 237, 245 , 254 S ., 270, 2 78, 301 , 32 I S . , 329, 340, 349, 375, 3B3 ss., 399, 428, 43 1 ss., 444, 4,0, 453 s ., 499, 504, 5 18, 530 s., 542 s . , 547, 553 s., 563, 567, 572, 579 s., 58I s., 5B9, 593, 597, 614 s ., 63 1, 635, 645, 65 1 s., 6B3 , 743 , 74 9 ; «penti­ mento» di D., 632; rapporto con D., Bo, 1 13 , 1 34, I, l , 169, IB8 , 261 , 467, 518; ripudio di D., 1 3 7 s . ; discorso della montagna, 342, 466

Ebedmelek, 51, 59B, 612 s., 653 Edom, 697 ss. Elam, 7 1 1 ss. elezione, 5 1 , 73, 90, 94 s., I69 , 204, 2 16, 2B9, 348, 351 , 363 , 5 17, 549, 701 Elia, 74, 75, 108, 188 Eliaqim, 1 7 Eliseo, 74 Erodoto, 123, 650, 66B , 672 s., 732, 73,, 746 Esaù, 700 esilio (deportati), 200, 208, 232, 239 s., 362 , 392 s., 465 s., 492, 546 s . , 726, 745 escatologia, 51 , 23 1, 283 , 382, 475, 4BB s., 497, 518, 547, 692, 697, 715, 744 estatico, 457, 473 Eufrate, 2 36 ss., 662 ss. Ezechia, 437, 442 Ezechiele, 69, 71 , 77, 226, 267, 2B3 , 3 17, 337, 365, 393, 471 , 5I4, 66 I fede, 37, 45, 98 s., 133, I7B, 224 ss., 2B3, 332, 343 , 369, 470, 5 00 , 534, 538, 559, 5B9, 613, 654, 745 festa di Jahvé, 4B5, 500 s., 503 s., 624 fiducia, 77, Bo, B3 , 207, 227, 289 s., 294, 309 s., 520, 6o2, 632 s . , 745 Filistei, 671 ss. formula di sfida, 346 s., 3BB, 733 Gaza, 672 ss.

Indice analitico

Geremia : automaledizione di G., 3 14 ; confessioni d i G., 44, 1 27, 267 s . , 276, 287, 325 ss ., 572 ; generi in G., 55 ss. ; incarico di G., v. missione di G.; missione di G., 26, 28, 29, 45 s., 73 ss., 78, 132, 170, 190, 269, 278, 328 s., 330, 382, 387, 42 1 , 431 , 567, 749; sofferenza (passione) di G., 26 s., 30 s., 320 s., 585·656 Geroboamo, 1 1 3 Gerusalemme: assedio di G., 29, 30, 205, 337 SS . , 390 , 52 5 SS . , 543 , 551, 554 ss., 586, 596 , 6o8 s., 633 , 75 7; conquista di G., 29, 32 s . , 6o6 ss., 756 ss. Gesù, r 5 1 , 164, 176, 184, 236, 298 , 3o8, 3 1 1 , 372, 391, 400, 519 Giobbe, 226, 325, 3 34 ss ., 386 Giosia, 15 s., 23, 69 s., 88, 106, 1 10, 136, r 6 r , 200, 3 1 7, 353 s., 399, 434, 439, 484, 50 1 , 506, 5 16, 571 , 647, 694 s.; riforma di G., 24 s., ro8, 1 18, 165, 171 s ., 177, 212, 3 15, 3 19, 358, 5 01 , 623 , 647 Giuda, 15 ss., 74, 8 r , ro8 ss., 2 1 1, 2 17, 240, 287 s., 322, 368, 3 7 0 , 377, 399, 43 1, 442, 483 ss., 510 s., 5 15, 525 ss ., 548, 5 5 2, 566, 572 , 582, 66r , 682, 70I giudaismo, 240 giudizio, 39 s., 47 ss., 52, 78, 82, 92 ss., 101 S . , I IO, 1 20, 122 SS . , 125, 128, 132 ss., 148 ss ., 152, 154, 179 s., 197, 214, 216 s., 230, 240 s ., 249, 263 s., 273 , 280 S., 307, 3 10, 3 17 S . , 332, 342 s., 35 3, 3 6 7 ss., 373, 400 s., 4 2 5 s., 428, 489, 491-503, 507, 5 14, 573, 582, 594, 613, 632, 638, 649 , 655 s., 66o s., 664, 670, 6 90, 731 ss., 734, 736 ss.; giudizio dei popoli, 417-428, 49 1 , 495, 7 1 0 , 739; giudizio e salvezza, 71, 95, 99, 304, 465, 488 s., 513, 534, 538, 543 s. Giuseppe, Flavio, 710, 757 giustizia (di Dio), 208, 224 ss., 270, 291, 309 s ., 371, 402, 491 ss . , 508, 5 1 1, 5 14, 520, 534, 729, 746; g . e amore, 92, 1 10, 508 ; g. e grazia, 52o-534

76 3 Godolia, 2 1 , 32, 513 ss., 632, 656, 755 s. grazia, 73 , 78, 83 , r r o s., 1 1 7 , r 2o, 195, 213, 233, 262 , 342 , 382 s., 395, 402, 491 , 500, 52 0 , 534, 6 5 6 Gregorio VII (papa), 685 guerra santa, 40, 147 s., 352, 663, 697 guida divina, 595 Hammurabi, 735 Hofra, 55 1, 650 s., 666, 673 , 756 ideologia regale, 369 idoli (idolatria) , 40, 50, 82, 9 1 , 93, 99, xo6 s., I r8, 171 s., 200 ss., 240, 248 s., 262 , 306, 3 1 7, 393, 536, 643 ss. , 685, 735 incoronazione, 245, 345, 349, 3 6 3 intercessione, 27, 56, r66 s., 206 s., 2 16, 258, 262, 269, 3 10, 449 S . , 465 S . , 587, 629 intronizzazione, v. incoronazione Ioacaz, 17, 25, 69, 161 , 353 ss., 3 56, 431 , 756 Ioakin, 19, 29, 63, 245 , 343, 360, 362 ss., 392, 454, 582, 712, 755 ss. Ioaqim, 17 s., 23, 25 ss., 29, 101 , 109, 157-336, 346, 349, 353, 355 ss., 36o, 393 S . , 397, 43 1 , 437, 444 , 5 5 3, 562 ss ., 5 70 ss., 580 s., 587, 6 ! 9, 694, 756 Iohanan, 62 1 ss., 629, 634, 636 ira di Dio, v. Dio Isaia, 69, 71 ss., 102, 236, 267, 277 s., 304, 332 , 340, 390, 434, 455, 5 1 1 , 651 , 66r , 689, 726, 733, 755 Ismaele, 620 ss., 636 «Israele» (lega sacra), 9 0, ro6, 1 14, 1 1 8, 149, r 6 1 s. , 197, 240, 2 9 3, 305 ss . , 368 s., 372, 476 s ., 49 7 ss., 503, 514, 520, 545, 623, 695, 719, 733 Israele (regno del nord), ro8 ss., 1 14, 1 19, 2 1 1 , 2 17, 368, 370, 483 SS., 506 ss., 512, 515, 572, 682, 728, 734

lamento (lamentazione), 29, 56 s., 1 1 6 S . , 1 26 S . , 182 SS., 187 SS., 193, 205 S .,

Indice analitico 228 ss ., 2.54 s., 260 ss., 268 ss ., 291 s., 326 ss . , 361 s . , 374, .50.5 s ., 6j 4, 689, 732, 743 ; lamento funebre, 171, 190 ss., 3.59, 401 , .5.53, 602 , 687 legge, 1 77, 28o, .517 ss . Lakish (lettere di), .5.52 , .596 libretto della salvezza, v. salvezza

Manasse, 1.5, 2.5, 9.5, ror , 13.5, 138, 16.5, 172, 200, 263 , 316 ss ., 647 mano di Jahvé, 264, 27 1 Mattania, 19 Meghiddo, 1 7, r 61 , 3.53, 672 messia (messianico), .54, 366 ss., 489,

.547, 744 Michea, 26, 271, 437, 438, 4.5.5 s . missione profetica, v. profeta Mizpa, 21 s., 32 s., 61.5, 618 ss ., 637 Moab, 6 76 ss .

onnipresenza, v. Dio onniscienza, v. Dio oracoli al re, 344 ss.

Osea, 23 , 37, 41 , 47, 70, 82, 89, ro8, 1 19, 184, 236, 277 S . , 3 10, j i 8 Paolo, 73 , 79 parola di Dio, v. Dio partito di gu erra , 19, 3 1 , .5 90, .593, .596,

604, 7.56, 7.58 Pasl:m r, 3 13 , 321 ss., 339, 473 s. peccato, .52 s., 82, 92 ss., 107 s., r r6 s., 140 S. , 167, 171 S . , 1 76, 214, 229, 247 S., 2jj, 261 , 281, 287 S ., 30.5 S., 3 1 7, 37.5 s . , 493, .508, .536 s., .5.58, 644 s.; confessione dei peccati, 1 r6, 2.52 s., 261, 284, .508 ; riconoscimento dei peccati, 94, 1 1 8, 37.5, 493 s.; storia del peccato, 1 16, 214, 261 , 297, 3 16,

361 , .507 ' 644

Mosè, 7.5 , 207, 361, 499 Nabopolassar, 14 Nabucodonosor, 1.5, 18 ss ., 27, 30 ss., jO, 81, 191 , 228, 269, 322, 338 SS., 3.59 s., 364, 370 s., 39.5, 398, 400, 421 ss., 428, 442, 449, 467, .5.51 ss . , .571, 6o2 , 609 ss., 637 s s . , 6.50, 6.52, 663 , 66.5 ss., 727 , 7.50, 7.56, 7.59 Nahum, 13 nazionalismo , 1 6 , 19, 30, 377, 434, 442, 447 s., 472 ss. Nehemia, 296 \ Nekao, 14 ss ., 2.5, 27, 161, 3.53, 6.52 ;

"'-

66,, 672, 70.5 nemico del nord, 8 1 , 123 ss., 146, 1.54 s., 166, 180, 207, 229, 39.5 ss ., 428 ,

489, .571, 669, 672, 6 83 , 728, 736 novità : nuova alleanza, 49, 48.5, .51.5 ss., 73 1 ; nuovo popolo di Dio, 368 ss., .5 12 s.; nuova promessa della terra, 487; nuova storia della salvezza, 1 12 S ., 281, 369 SS., 373 , 498 SS . obbedienza, 30, 40, 4.5, .5 1 s., 76 s . , 83,

1.5.5, 161 , 166, 1 70, 214, 217, 298, 336, 343, 447, 471, .517 s., .538 s ., 6o2, 630, 633, 649, 7.50

penitenza (pentimento), 9.5 s., 1 10, 1 1.5 ss., 39.5, 402, 432, 468, ,o6 s . , ,, 6, .573 s . ; esortazione alla penitenza, 88, I IO, 249, 303 S., 382, 389, 43.5 , .574; liturgia penitenziale, 1 1.5 ss ., .507 perdono, 133 ss., 134, 163 , 402, .519, .544, .573, 731 s. predicazione, 36 s., .56, 88, 192, 213 s.,

276, 3 I6, 3 .53, 400, 6 r.5, 644 , 66r

preghiera, 37, 44, 133, 22.5, 2.54 s ., 327, 46.5 , 468, .53 1 s . problema della teodicea, 4.5, 291 . profet l , 91, 12.5, 142 s., 308, 31 4 s . , 323, 331 s., 374, 433 ss., 448 ss., 46.5 ss., 497, .547; missione profetica, 22, 27,

4.5, 68, 7.5, 133, 149, 166, 19� 2.58, 266 SS ., 274, 278, 301 , 328 SS., 387, 448 s., 6.5.5 ; profeta delle nazioni, 66r ; profeti cultuali, 2.59 promessa, 47, 78, 83, 94, r r8 , 161 , 230 ss., 298, 304, 369, 419, 438, 447, 467 s . , 497 s., .53 6 ss., .544 ss., ,66 s., 602, 6r3, 63 1 , 6.50, 734 Psammetico, I 3 Rama, 32, 613 Re (libri dei ) , 3.59, 7.50, 7.5.5, 7.59

Indice analitico regalità di Jahvé, I83, 204, 292, 667 regalità sacrale, 496 regina del cielo, I6 5 s., 647 s. Rekabi ti, .561 ss. religione della fecondità, 91, 96, .564 «resto», I I2 , 149, 367 s., .502 , .520, _ 629,

637, 6.50, 73 1

retribuzione, 220, 22 4 ss ., 28 1 , .5 1 3 ss., 728, 733, 74.5 ss. Ribla, 17, 20, 3.53 , .5.52, 602 , 61o, 7.58 rifiuto degli dèi, 4 1 , 97, 109, 202 s., 2.53,

262, 284, 739

rivelazione, 73, So, I2J, 184, 227, 2.53,

26 I , 272, 300, 3.5.5 , 3.59, 467, .501, .51.5, .528, .53.5, .5.53 , 631 , 649 «rotolo primitivo», .58, 397 s ., .571 ss . sabato (precetto del), 296 ss . sacerdoti, 91 s . , 12.5, 142 s ., 308, 3 14 s., 323, 33 1 S . , 374, 433 SS . , 449, 4.53 ,

.50.5, .547, .57.5 s . sacrificio di bambini, 98, I01 , I 71 s., 316 ss. Sallum, 17, 2.5, 3.53 Salmi, 37, .57, 89, 136, 1.53, r68, 187, 204, 2 19 s . , 2.54, 268 , 270, 284, 294, 309 ss . , 326, 330 ss ., 37I, .520, .532 s. salvezza, 78, 99 , 1 12 s . , 1 14 s ., I.5I, 178, r8o, 19.5, 2 1 7, 233 , 327, 332, 370 s., 46.5 ss ., 48.5 ss., .500 s., .509, .519 s., .536 ss., .541 ss . , .567, 613 , 649, 662, 664, 670, 692, 742 , 748 ; ann uncio di s., v. promessa di s.; libretto della s., 476-.522 ; promessa di s., 78, r r6 ss., 4.5.5, 487; s. regale, 3.50, 3.58, 489, .582; storia della salvezza, 89 ss ., 96, 100, I I8, 134, 1.51 SS., 16.5, 180, 182, 196, 2 14 s ., 240, 262 s., 340, 366 ss ., 369, 486, 498, .520 ss ., .533, 64.5, 69.5, 742, 760

Samaria, r6, 2 1 , 377, .500, 622 , 7I4 sapienza, 1 9.5 s . , 22.5, 289 s . , 342, .514,

700

Sedecia, I9, 23 , 29 ss ., 334 , 338 ss . , 364 ,

3 67 ss . , 377, 392 ss ., 442 ss., 4.54, 463 s., 471 s ., .52.5 s. , .546, .5.5 1 ss . , 560, '63 , .586, .591 ss . , .597, .599 ss., 60J , 609, 619 S ., 747 S., 7.56 S . Sennacherib, 94, 1 26 Shemaia, 471 ss. Silo, 26, r 64 s. Sinai : alleanza sinaitica, 89, 2 12, .5 16, .519, .548 ; tradizione sinaitica, I2.5, 499 s incretismo, 1.5, 18, 24, r6.5 s ., 644 Sofonia, 138, 473 s., .587 sogno, 38.5 ss . sub sebut , 40, 468 tempio, r 5 s., 20, 26 s., 38, .53, 58, 70, 88, I I I , I I8, I60 SS ., 2 I I S ., 2.5.5, 2.58 SS . , 292 , 316, 377, 393, 432, 434, 4.54, 467, 473 , .50! , .544, .5.56 s., .56.5 s . , .57.5 ss . , 6oo, 6 r r , 623, 726, 7.57 ; arredi del t ., 449 s., 4.52 s., 7.58 ; discorso del t., r6o ss ., 349, 431 ss. ; guardia del t ., 30, 3 1 3, 321, 472 s . , .577 teofania, 39, 77, 9 1 s ., 128, r63, 204, 217, 244, 2.53 S ., 262, 292, 306 S . , 3 1 1 , 332, 3 43, 3 74, 42.5 s., 468, 490 s ., 498 s., .53.5, .544, 646 tradizione dell'esodo, .54, 89, 91 s., 169 S., 214, 281 , 340, .516, .533 trascendenza, 38 5

universalismo, 74, 93, 42.5, .503 s . , .544,

674

Uria, 27, 138, J IO, 437 s. vangelo, 1 16, 1.51, 196 vendetta, 27, .56, 220, 270, 29.5, 307 ss.,

730, 737, 742

vis ione, 43, 79 ss . , 123, 128 s . , 207, 237 s., 392 s., 419 ss . , 487, .50.5, 602, 673 vocazione, 1.5, 23, 36, 42 s., 68 ss ., 23 1 , 270, 274, 303, 329, 397 ss. , 394, 421 ,

439, .5 1 3 , 632, 64.5

. INDICE GENERALE

Il giudizio dei popoli ( 2 5 , I 5-3 8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 I 7 Arresto e liberazione di Geremia. Esecuzione capitale del profeta Oria (26) 428 .

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GEREMIA I N LOTTA CON I PROFETI

(capp . 27-29) Geremia con il giogo ( 2 7) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 3 9 Incontro di Geren1ia con il profeta Anania ( 28) . . . . . . . . . . . . . . 45 1 Lettera di Geremia agli esuli di Babilonia ( 2 9 ) . . . . . . . . . . . . . . . 460 La salvezza per Israele . La nuova alleanza ( 3 0-3 1 ) L'acquisto di un campo di Anatot ( 3 2 ) . . . . . . . . . Profezie di salvezza ( 3 3) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Profezia per Sedecia. Gli schiavi traditi ( 34) . . . . La fedeltà dei Rekabiti ( 3 5 ) . . . . . . . . . . . . . . . . . I l libro dato alle fiamme ( 36) . . . . . . . . . . . . . . . .

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476 522 53 9 549 561 568

Ambasciata di Sedecia a Geremia ( 3 7,1- I o) . . . . . . . . . . . . . . . . . Geremia arresta to e messo in carcere ( 3 7, I I -I 6 ) . . . . . . . . . . . . . Sedecia libera Geremia ( 37,1 7-2 I ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Geremia gettato in una cisterna e salvato da Ebedmelek ( 3 8 ,1-I 3 ) L 'ultimo colloquio con Sedecia ( 3 8 , I 4-2 3 ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . L'incontro è mantenuto segreto ( 3 8 ,2 4-2 8a) . . . . . . . . . . . . . . . . . La conquista di Gerusalemme. Il messaggio per Ebedmelek. La liberazione di Geremia ( 3 8 ,28b-4o,6) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . II luogotenente Godolia: sua attività e sua morte (40,7-4 I , I 8 ) . . Fuga in Egitto contro il consiglio di Geremia (42 , I-43 ,7) . . . . . . Profezia sulla guerra di Nabucodonosor contro l'Egitto (43 ,8- I 3 )

58 5 5 89 592 595 599 6o3

IL MARTIRIO DI GEREMIA

(capp. 3 7-45 )

6o6 6 I 6627 637

Indice generale

Le ultime parole di Geremia in Egitto ( 44) . . . . . . . . . . . . . . . . . 640 Una parola di Dio per Baruk (45 ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 5 1 PROFEZIE CONTRO I POPOLI S T RANIERI

(capp. 4 6- 5 1 ) Contro l'Egitto (46) . . . . . . . . . . Contro i Filistei ( 47) . . . . . . . . . . Contro Moab (48) . . . . . . . . . . . . Contro Ammon (49, 1 -6 ) . . . . . . . Contro Edom (49 ,7-2 2 ) . . . . . . . Contro Damasco (49,2 3-2 7 ) . . . . Contro le tribù arabe (49,2 8-3 3 ) Contro Elam (49,34-39) . . . . . . . Contro Babilonia ( 5 0-5 1 ) .. .

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6 57 671 676 692 697 704 708 711 715

APPENDICE

La caduta di Gerusalemme e la concessione della grazia a Ioakin (52) 753 .

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Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 6 1