Divinazione antica pagana in testi e immagini dell'etá di Lutero

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ABYWARBURG DIVINAZIONE ANTICA PAGANA IN TESTI E IMMAGINI DELL'ETÀ DI LUTERO TRADUZIONE DI EMMA CANTIMORI

SE

Titolo originale: Hezdnisch-antike Weissagung in Wort und Bild zu Luthers Zeiten

© 20 I 6

ISBN

SE SRL

I I - 20 I 22 MILANO 978-8 8 - 6723 - I 99- 7

VIA SAN CALIMERO

INDICE

DIVINAZI ONE ANTICA PAGANA IN TESTI E IMMAGINI DELL' ETÀ DI LUTERO

Awertenza preliminare 1. Riforma, magia e astrologia 11. Elementi antichi pagani nell'ideologia cosmologica e politica dell'età della Riforma. Astrologia e teratologia nell'ambiente di Lutero III. La divinazione nell'età luterana, basata sull'applicazione della cosmologia ellenistica; sua connessione con la rinascita della Antichità nell'umanesimo tedesco: mediatori e fonti orientali

Conclusione APPENDICI A. Melantone e l'astrologia B.

Lutero sulla divinazione d'arte e sulla divinazione naturale

C. Prefazioni e saggi da > di J ohann Lichtenberger

Tavole

9 II I3

I9

59 77 79 8I 87

93 I07

TI testo di Aby Warburg che qui si presenta segue - con alcune modifiche nella traduzione e nelle note - la prima edizione italiana in cui apparve (Aby Warburg, La rinascita del paganesimo antico. Contributi alla storia della cultura raccolti da Gertrud Bing, introduzione di Gertrud Bing, traduzione di Emma Cantimori, La Nuova Italia, Scandicci 1 966) .

DIVINAZIONE ANTICA PAGANA IN TESTI E IMMAGINI DELL'ETÀ DI LUTER01

[!920]

1 [Heidnisch-antike Weissagung in Wort und Bild zu Luthers Zeiten, « Sitz­ ungsberichte der Heidelberger Akademie der Wissenschaften (Philosophisch­ historische Klasse) », XXVI, Heidelberg 1 920.]

AV VERTENZA PRELIMINARE

L'autore, gravemente ammalato dall'ottobre 1 9 1 8 , acco­ gliendo il suggerimento dell'amico Franz Boli, ha acconsen­ tito alla pubblicazione del presente frammento benché non gli sia stato possibile apportare alcune necessarie correzioni, e tanto meno, come si era proposto di fare, quei sostanziali ampliamenti che il ricco materiale sin qui sconosciuto, e pe­ raltro elaborato e preparato in precedenza, avrebbe richie­ sto. Ma ciò nonostante ha permesso la pubblicazione di que­ sto frammento perché da un lato riteneva che il suo tentativo potesse giovare agli studiosi che in seguito avrebbero seguito queste tracce, dall'altro pensava che la possibilità di in tesse­ re alla trama fili nuovi - buono o cattivo che fosse il tessitore che aveva lavorato sino ad allora - era per molto tempo pra­ ticamente preclusa al mondo della ricerca tedesco. L'autore prega quindi amici e colleghi che per anni lo hanno aiutato instancabilmente, primo fra tutti Franz Boli, di interpretare questo consenso alla pubblicazione di una cosa lacunosa co­ me espressione di gratitudine verso di loro. Senza il largo aiuto offerto per lunghi anni dalle biblioteche e dagli archivi (nominarli tutti è qui impossibile all'autore, che si limita a ri­ cordare soprattutto Berlino, Dresda, Gottinga, Amburgo, Konigsberg, Lipsia, Monaco, Wolfenbiittel, Zwickau e Ma­ drid, Oxford, Parigi, Roma) , i suoi studi non sarebbero stati possibili. Ben al di là dei diretti doveri d'ufficio mi hanno aiutato, oltre al defunto amico Robert Miinzel, il professor Paul Flemming di Fforta, il professor Ernst Kroker di Lipsia, il dottor Georg Leidinger di Monaco, padre Franz Ehrle (già residente in Roma) , il professor Richard Salomon di Ambur­ go e lo scomparso professor Gustav Milchsack di Wolfen­ biittel. A Wilhelm Printz e a Fritz Saxl, che mi hanno sem­ pre fedelmente assistito, vadano qui i miei sinceri ringrazia­ menti. Ai membri della Religionswissenschaftliche Vereinigung di Berlino l'autore non ha più potuto purtroppo fornire la relazione nella forma promessa. Considerino, tuttavia, que­ sto scritto come segno della sua sincera e costante gratitudi­ ne per la seduta del 2 3 aprile 1 9 1 8 .

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Dedico questo scritto alla mia diletta moglie, in ricordo dell'inverno fiorentino I 8 8 8 . Amburgo, 26 gennaio 1920

I. RIFORMA, MAGIA E ASTROLOGIA

Es ist ein altes Buch zu bliittern: Vom Harz bis Hellas immer Vettern.

Faust II

Il manuale tuttora mancante sulla servitù dell' uomo superstizioso moderno dovrebbe essere preceduto da una indagine scientifica, anch 'essa incompiuta, su rina­ scimento dell'Antichità demoniaca nell'età della Ri­ forma tedesca. Come contributo del tutto provvisorio a questi problemi può servire una conferenza da me tenuta alla Religionswissenschaftliche Vereinigung di Berlino su Divinazione antica pagana in testi e immagini dell'età di Lutero.1 Questa conferenza costituisce la ba­ se del presente tentativo. Le immagini analizzate in tale occasione rientrano realmente, nel senso più ampio, nell' ambito della storia dell' arte, in quanto nel suo campo di studio è inclusa ogni creazione figurativa, pur provenendo ( eccettuato il ritratto di Carion, tav. x)2 da­ gli ambienti dell'arte grafica, ossia dell' arte della stam­ pa. Senza il testo attinente, che esista o meno, queste immagini non sono dunque un oggetto familiare della considerazione puramente formale dell'odierna storia dell' arte, in quanto hanno una loro strana dipendenza illustrativa dal contenuto e sono esteticamente poco at­ traenti. Enucleare da una curiosità il valore conoscitivo storico-culturale è cosa che attira più gli studiosi delle religioni che non gli storici dell' arte. Eppure l'inclusio­ ne di tali raffigurazioni provenienti dalla regione se­ mioscura della letteratura di propaganda ideologica in una considerazione storica approfondita fa parte dei compiti veri e propri della storia dell 'arte. Infatti, uno dei p roblemi principali della scienza della civiltà che indaga lo stile - il problema dell'influenza degli antichi sulla civiltà complessiva europea nell 'età del Rinasci' Cfr. Paul Hildebrandt, Im Zeichen des Saturn . Aberglaube im Zeitalter der Re/ormation, in « Vossische Zeitung », 306, r 8 giugno 1 9 1 8 . ' S i veda più avanti a p . 7 4 nota 1 .

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mento - solo così potrà essere compreso in tutta la sua estensione e risolto. Soltanto decidendoci a interpreta­ re le figure dell'Olimpo pagano, che risorgono nel pri­ mo Rinascimento nel Nord e nel Sud, non come sem­ plici fenomeni artistici, ma anche come esseri religiosi, e a studiarli come tali, impareremo mano a mano a ca­ pire quale potere abbia avuto anche sulle sorti della Germania il fatalismo della cosmogonia ellenistica, an ­ cora nell'età della Riforma; l' augure pagano che si pre­ sentava per giunta sotto il manto dell'erudizione scien­ tifica era difficile da combattere e ancor più da vincere. Certo, l'antico mondo degli dèi, classicamente nobi­ litato, a partire da Winckelmann ci è così familiare co­ me simbolo dell'Antichità in genere da farci completa­ mente dimenticare che esso è una creazione nuova del­ l' erudita civiltà umanistica; questo lato « olimpico » dell'Antichità dovette essere strappato prima con la forza al lato « demoniaco » tradizionale. Come demoni cosmici, infatti, le divinità antiche, a partire dalla fine dell'Antichità, fecero sempre parte delle potenze reli­ giose dell'Europa cristiana; e a tal punto incidevano sulla configurazione pratica della vita che non è possi­ bile negare l'importanza della cosmologia pagana, spe­ cialmente dell'astrologia, come un secondo potere pa­ rallelo, tacitamente tollerato dalla chiesa cristiana. In virtù di una fedele tradizione, nelle loro migrazioni dal­ l' ellenismo attraverso Arabia, Spagna e Italia, in Ger­ mania ( dove fin dal 1 470 si erano compiaciute di riap­ parire, nella nuova arte della stampa, nei luoghi più di­ versi, come ad Augusta, a Norimberga, a Lipsia) erano rimaste vive divinità del tempo che designavano mate­ maticamente tutte le suddivisioni del corso dell'anno, l'anno intero, il mese, la settimana, il giorno, l'ora, il mi­ nuto primo , il minuto secondo, ma al tempo stesso le dominavano in modo miticamente personale. Erano es­ seri demoniaci dal potere sinistramente antitetico: co­ me segni astrali ampliavano lo spazio, ed erano punti di orientamento per l'anima in volo attraverso l ' universo; come costellazioni erano idoli, con i quali i poveri uo­ mini, alla maniera di fanciulli, cercavano di unirsi mi-

RIFORMA, MAGIA E ASTROLOGIA

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sticamente in riverenti cerimonie. L' astronomo dell'età della Riforma abbraccia questi poli· opposti - astrazio­ ne matematica e riverente culto - che allo scienziato dell'epoca nostra sembrano inconciliabili. Questi poli sono i punti estremi di uno stato d'animo primigenio, unitario, di ampia capacità di vibrazione: quello logico che, mediante una definizione concettualmente distinti­ va, crea lo spazio fra uomo e oggetto che il pensiero per­ corre; e quello magico che distrugge appunto questo spazio mediante la concatenazione, ideale o pratica, di uomo e oggetto e superstiziosamente li riavvicina. Nel pensiero divinatorio dell'astrologia osserviamo questi due poli come strumento primitivo ancora unitario, me­ diante il quale l'astrologo può tanto compiere misura­ zioni matematiche quanto atti di magia. L'epoca in cui, secondo le parole di J ean Paul , logica e magia « fioriva­ no innestate su di un sol tronco » 1 come tropo e me­ tafora, è propriamente atemporale, e nella rappresenta­ zione di tali polarità da un punto di vista storico- cultu­ rale si trovano valori conoscitivi non ancora dissepolti che consentono una approfondita critica positiva di una storiografia la cui dottrina dello sviluppo è determinata soltanto da un principio puramente diacronico. Gli astrologi del Medioevo portarono il retaggio el­ lenistico da Baghdad al Nord passando per Toledo e per Padova; in tal modo ad Augusta le opere degli astrologi arabi e italiani sono fra i primi prodotti illu­ strati del torchio della stampa. Per questa ragione intorno alla fine del Quattrocento sia in Italia che in Germania si contrappongono due con1 (J ean Pau!, Vorschule der Asthetik, in Siimtliche Werke, XIX, Berlin 1 8 6 1 , par. 50).

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cezioni dell'Antichità: l'antichissima concezione pratico­ religiosa e la nuova concezione artistico-estetica. Mentre in un primo tempo quest'ultima sembra prevalere in Ita­ lia e trova seguaci anche in Germania, l'Antichità astro­ logica conosce in Germania una rinascita peculiarissi­ ma, finora non abbastanza studiata: i simboli astrali so­ pravvissuti nella letteratura profetica (soprattutto i sette pianeti antropomorfi) traggono infatti da quell'epoca dilaniata da lotte sociali e politiche nuovo vigore al loro sahgue, e diventano quasi le divinità del momento poli­ tico. Accanto a questi reggenti del destino dall' aspetto umano che, come simboli astrali, soggiacciono alla divi­ nazione « d'arte » (ossia scientifica) , bisogna includere nella considerazione anche i monstra terreni quali ora­ coli della divinazione « dei prodigi » . 1 Dobbiamo capire e tenere ben presente questa separazione fra divinazio­ ne « d'arte » e divinazione « dei prodigi » perché in que­ sto punto, come vedremo, le vie di Lutero e di Melanto­ ne si separano. Come punto di partenza servirà a tal pro­ posito una lettera di Melantone, sino ad ora sconosciu­ ta, all' astrologo e storico Johann Carion di Bietigheim , che ricopriva una posizione influente alla corte dell'elet­ tore del Brandeburgo.

' Non è possibile trattare qui nei particolari il problema centrale: in che misura negli ambienti degli umanisti riformatori si avesse una conoscenza diretta dell'antica teoria stoica delle due specie di mantica ( arti/icialis e n a­ turalis; TEXVLKf) e ClTEXVOç presso gli stoici greci) oppure una sua trasforma­ zione. Cfr. in proposito Caspar Peucer (genero di Melantone) , Commenta­ rius de praecipuis generibus divin ationum (ed. Wittenberg I 5 80 ) , f. 6.

II. ELEMENTI ANTICHI PAGANI NELL'IDEOLOGIA COSMOLOGICA E POLITICA DELL'ETÀ DELLA RIFORMA. ASTROLOGIA E TERATOLOGIA NELL'AMBIENTE DI LUTERO

I.

LA LETIERA DI MELANTONE A CARI O N SULLA COMETA DEL

I

53 I

Nella mia ricerca delle lettere di Carion, la raccolta curata da Johannes Voige mi rimandò all'Archivio di stato di Konigsberg, e a lui devo la possibilità di aver potuto studiare nella Biblioteca civica di Amburgo una serie di lettere, fra le quali trovai come allegato una epi­ stola in latino che Melantone inviò a Carion il I 7 ago­ sto I 5 3 I . Grazie alla cortesia del professor Paul Flem­ ming di Pforta ho potuto stabilire il testo latino (si veda Appendice A, 1) , ricorrendo alle correzioni apportate da Nikolaus Miiller. La riproduco qui integralmente in libera traduzione perché ogni p articolare ci mostra in modo molto evidente quanto fosse forte in Melantone il conflitto, così decisivo per le sorti della Germania, fra la mentalità umanistica e la volontà riformatrice teolo­ gico-politica. Indirizzo: Al dottissimo Johann Carion, filosofo, suo dilet­ to amico e compatriota. Sue proprie mani . . . . Ho tentato di corredare [il testo] delle citazioni più au­ torevoli. Quale sia il risultato raggiunto, giudichino altri. Il detto di Elia non si trova nella Bibbia, bensì presso i rabbini ed è molto celebre. Burgensis [Paulus] 2 la cita e, appellando­ si ad essa, sostiene contro gli ebrei [il parere] che il Messia sia già venuto. Agli ebrei questo detto è molto familiare, e io l'ho riportato all'inizio della tua Historia [Chronica di Ca­ rion] per renderlo di più generale conoscenza e perché rac' Johannes Voigt, Briefwechsel der beruhmtesten Gelehrten des Zeitalters der Reformation mit Herzog A/brecht von Preussen, Konigsberg 1 8 4 1 , pp.

1)9· 1 60. 2 Paulus de S. Maria detto Burgensis, Scrutinium Scripturarum, 1 434. Cfr. Appendice A, I, p. 8 I nota I .

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comandi la tua opera. Di simili citazioni ne aggiungerò in se­ guito molte altre. [Ma] tu vedi come la voce sia profetica; co­ me esatta [concinna: armonica?] sia la ripartizione delle età. L:Historia la porteremo a termine, come spero, quest'in­ verno, poiché sin qui me l'ha impedito la rielaborazione del­ la mia Apologia che ho corretto in singoli punti. Non puoi credere quanto sia debole la mia salute, e come sia logorato dalle preoccupazioni e dal lavoro. Mia moglie si è sgravata con l'aiuto di Dio di una figlia, la cui genitura [thema] ti mando, non già per causarti lavoro. Vedo infatti che essa diventerà monaca. ' D a più d i otto giorni vediamo una cometa. Che cosa ne pensi? Essa sembra trovarsi sopra il Cancro, poiché tramon­ ta subito dopo il sole e si leva poco prima di esso. Se avesse colore rosso, mi spaventerebbe maggiormente. Senza dubbio essa significa la morte di principi, ma la coda sembra rivolta verso la Polonia. Ma attendo il tuo giudizio. Ti sarei grato di tutto cuore se mi comunicassi quello che ne pensi. Ed ecco le notizie attuali. Se sapessi qualcosa dei tentativi dei nostri avversari ti scriverei tutto al riguardo, poiché non abbiamo bisogno di nascondere i loro piani; per noi, al con­ trario, è più utile svelarli. Da parecchio tempo non ho più udito nulla di certo su preparativi di sorta, tranne i timori nutriti dai nostri a causa di quel numero [non ?] esiguo di truppe appiedate che si tro­ vano in Frisia. Forse pensano di assalire anche noi con il pre­ testo della guerra danese. Ma il Palatinus e il Magontinus stanno già trattando con i nostri su una composizione pacifi­ ca, sebbene io non abbia speranze di pace. Sono infatti im­ pressionato non soltanto dalle predizioni astrologiche ma anche dalle profezie. HaBfurt ha predetto a re Cristiano un ritorno onorifico. Schepperus nega che egli ritornerà. Su di me Schepperus non fa alcuna impressione. Egli s'inganna spesso. HaBfurt ha predetto anche al langravio le maggiori vittorie, e un cittadino di Smalcalda che conosco ha avuto una visione miracolosa intorno a disordini [politici] , profe­ zia cui attribuisco il massimo valore. Essa contiene la predi­ zione di una catastrofe non disastrosa, ma accenna tuttavia che i nostri avversari, presi da terrore, cederanno a quel Leo­ ne [il langravio d'Assia] . Una donna di Kitzingen ha predet' Cfr. la lettera di Melantone a Camerario in data 26 luglio I 53 I (Corpus 11, p 6) . Peucer, sposando questa figlia (Margarethe), rese vana la profezia.

Re/orm atorum [d'ora in poi CR] ,

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to cose orribili su Ferdinando: farebbe una guerra contro di noi che però avrebbe esito infausto per lui. In Belgio una vergine ha anch 'ella fatto una predizione all'imperatore, la qual cosa però non ho controllato adeguatamente. Tutto sommato credo che si verificherà un qualche sommovimen­ to, e imploro Dio perché lo guidi a buon termine e gli confe­ risca un esito favorevole a chiesa e stato. Più di un anno fa ho lavorato con zelo per indurii a far la pace con noi. Se l'aves­ sero fatto, ci sarebbero meno sommosse in Svevia, la quale [ora] segue in gran parte la teologia e l'arroganza [licentia] degli svizzeri. Ma Campeggi vuole coinvolgere e irretire l'im­ peratore in una guerra in Germania per scuotere la sua po­ tenza, e i consigli di Campeggi sono approvati da taluni per odio personale contro i nostri. Ma l'occhio di Dio è giusto. Noi non abbiamo certo insegnato nulla di male e abbiamo li­ berato molte anime pie da molte perniciose eresie. Sabinus ti manda la mia prefazione all'elogio dell'astronomia e del­ l'astrologia, e attendo il tuo giudizio in proposito. Vale. Il Gio­ vedì dopo l'Assunzione di Maria 1 53 r. Ti mando le lettere . . .

I.À.ut:rcoç Questa lettera ci mostra Melantone in un momento critico della sua vita; lo vediamo nella sua triplice atti­ vità di scrittore come umanista, teologo e pubblicista astro-politico. Da principio egli determina, mediante la cosiddetta traditio Domus Eliae, che suddivide il decor­ so della storia universale in tre periodi di duemila anni, la struttura del primo manuale tedesco di storia univer­ sale, la Chronica di Carion ,1 che grazie alla collabora­ zione di Melantone divenne così influente nella inter­ pretazione tedesca della storia. Lo deve fare in un'epo­ ca in cui la rielaborazione della Confessione augustana lo grava della più pesante responsabilità, poiché il 3 0 aprile era scaduto l'ultimatum imperiale posto ai prote­ stanti , e ora incombe la minaccia di un conflitto armato fra la Lega di Smalcalda e Carlo V, la qual cosa Mel an­ tone cerca di impedire con tutte le sue forze. Carion , che era l'agente diplomatico dei brandeburghesi, desi­ dera evidentemente essere informato in proposito, e ' Vedi Appendice

A, 1,

pp. 8 1 - 8 2 .

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Melantone, facendolo, lo tratta - cosa degna di nota come seguace della Lega. Ma Melantone non è qui un arido cronista politico; la tormentosa preoccupazione per la conservazione della pace provoca in lui un acuto emergere della sua credula fede nel significato cosmo­ logico dei prodigi. In questo non si comporta più, nei confronti di Carion , con la superiorità dell'erudito che elargisce consigli; egli si avvicina ali' onesto Carion 1 co­ me un paziente che cerchi conforto, e lo consulta come m ago competente nel campo della profezia astrologica. Così gli invia l'oroscopo della figlia appena nata, non certo senza il desiderio che Carion dia il suo parere, e chiede, come dice espressamente nella lettera, un giudi­ zio sulle proprie idee circa l' astronomia e l'astrologia come le aveva pubblicate ad esempio poco prima nella prefazione al Sacrobosco.2 Soprattutto Carion dovreb ­ be tranquillizzarlo rispetto alla cometa apparsa in ago­ sto - si trattava della cometa di Halley - che spaventò l 'intera Germania e Melantone in modo del tutto parti­ colare perché fu la prima che avesse mai visto . In com­ penso comunica a Carion anche ciò che altri celebri astrologi dell'epoca avevano profetato sulla situazione generale. Johann Virdung di HaBfurt , da lui ricordato, copre d'ombra con i suoi avvertimenti la vita di Melan­ tone fin dalla nascita, poiché su desiderio del padre gli aveva calcolato subito la posizione astrologica. Vi si leggeva ad esempio la raccomandazione di guardarsi dal Nord e dal Mar Baltico, che realmente impedì a Melantone, come confesserà nel q6o, di recarsi in Danimarca.3 Ma non sono soltanto le predizioni scien­ tifiche bensì, come Melantone stesso espressamente ri­ vela, i vaticinia, le profezie « non scientifiche » diretta­ mente ispirate che più di tutte lo inquietano. C'è l ' uomo di Smalcalda e c'è la donna di Kitzingen . Di lo' L a lettera del 2 4 (?) giugno I 5 3 1 : < < candidus e t Svevicae simplicitatis plurimum referens » (CR, II, 5 0 5 ) . 2 CR, n , 5 3 0 sgg . , scritta nell'agosto del I 5 3 ! . ' In data 3 0 luglio a Joh . Matthesius (CR, IX, I 8 9 ) . Inoltre Brevis n arratio, ed. Nikolaus Miiller, in Philipp Melanchthons letzte Lebenstage. . . , Leipzig I 9 I O, p. 2 .

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ro abbiamo notizia già molto prima. Sin dalla fine di marzo Melantone aveva scritto a proposito di quest'ul­ tima sia a Cordatus sia a Baumgartner, dicendo che ella profetava una grande guerra contro gli evangelici con l' appoggio della Francia1 e che la guerra sarebbe scop­ piata entro sei mesi. Sull 'imperatore affermava cose meno malvage che su re Ferdinando. Anche la terrifi­ cante visione del cittadino di Smalcalda è ricordata da Melantone sin dall' I I aprile in una lettera a Camera­ rio.2 In questo modo la guida spirituale della Germania evangelica, proprio in un momento in cui solo la vo­ lontà incrollabile di un netto distacco psicologico dalle potenze di questo mondo prementi sulle coscienze po­ teva salvare la situazione, ci si presenta come un augure pagano che segni celesti e voci umane distolgono da una risoluzione ferma e battagliera. Le voci profetiche gli lasciano almeno qualche speranza nella vittoria del Leone d'Assia. Certo, Melantone poteva placare le obiezioni elevate dal suo senso realistico di filologo critico dicendosi che nel metodo astrologico sopravviveva in pratica quella armonizzante concezione del mondo degli antichi che costituiva appunto la base essenziale del suo umanesi­ mo di tendenza cosmologica. 3

2. LA DIVINAZIONE ASTROLOGICA

La posizione antitetica di Lutero e di Melantone nei confronti dell'astrologia antica La civiltà italiana del Rinascimento aveva conservato e fatto rivivere nel Sud e nel Nord tipi della divinazio­ ne antica pagana, la cui essenza era costituita da una così vitale mescolanza di elementi tra loro eterogenei, di razionalismo e mitologia, di calcolo matematico e di ' CR, II , 490 e 49 1 . CR, II , 49 5 ·

2

' Cfr. per esempio CR, XI , 263 . In p roposito Karl Hartfelder, Der Aber­ glaube Ph. Melanchthons (« Historisches Taschenbuch >>, VI serie, vm anna­ ta, I 8 8 9 ) , pp. 2 3 7 sgg.

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profezia augurale, che persino l' ambiente culturale di Wittenberg, roccaforte della Germania cristiana in lot­ ta con Roma per la liberazione spirituale, era dovuto scendere a patti con essi. Persino qui, dove con tanta passione si combatteva il paganesimo cristiano di Ro­ ma, riuscirono a penetrare e a trovare consensi l ' astro­ logo babilonese-ellenistico e persino l' augure romano. Lutero e Melantone rivelarono il motivo di questa par­ tecipazione alle sopravvissute e misteriose pratiche di una religiosità pagana, così paradossale per una conce­ zione storica rettilinea, perché tentarono entrambi, sia pur in modo del tutto diverso, di fare i conti con questa superstizione pronosticante. Lutero si limitava ad approvare il nucleo mistico-tra­ scendentale dell'avvenimento cosmologico prodigioso che l' onnipotenza del Dio cristiano inviava agli uomini in modo sovrano e imperscrutabile come avvertimento presago. Melantone invece utilizzava l'astrologia antica come misura di protezione intellettuale contro il fato terreno condizionato dal cosmo, ed era a tal punto pre­ so dalla sua fede negli astri che su questo tema provo­ cava costantemente le obiezioni, che peraltro cercava di evitare, del suo più potente amico . Persino quando un astrologo italiano, Luca Gaurico, penetrò personal­ mente nell'ambito più personale di L utero , « rettifican­ do » arbitrariamente la sua genitura mediante date di nascita inventate, egli trovò comprensione e appoggio in Melantone, in Carion e in altri eruditi di Wittenberg, conoscitori degli astri. E questo sebbene la politica astrologica alla base dell'interpretazione di Gaurico fosse diretta indubbiamente contro Lutero, e sebbene quest'ultimo si opponesse nel modo più reciso a quel secondo genetliaco mitico-astrologico, ossia al 22 otto­ bre 1 4 84.

Lutero in lotta con gli interpreti politicz� italiani e te­ descht� della sua genitura. La posizione 'di Melantone nei confronti di Luca Gaurico Dall'Italia , specialmente da Padova dove gli astrolo­ gi hanno ancora oggi, nel Salone della Ragione, una se-

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de di culto per chi è devoto agli astri, la pratica e la dottrina astrologica attraversavano di continuo la Ger­ mania dotta per raggiungere il Nord. E in alcune occa­ sioni gli italiani varcarono le Alpi. Così nel I 5 3 I , pro­ prio nell' anno della lettera di Melantone a Carion , il celebre astrologo dell'Italia meridionale, Luca Gauri­ co, fu chiamato a Berlino dal principe elettore Gioacchi­ no 1,1 e da lì si recò a Wittenberg dove si trattenne quat­ tro giorni, accolto con gioia e deferenza da Melantone, come risulta dalle lettere da lui inviate a Camerario . Probabilmente era l'aprile I 5 3 2, poiché nel maggio Me­ lantone gli invia una lettera a Norimberga2 in cui racco­ manda Gaurico, che era ormai partito. Fin dai primi di marzo Melantone aveva unito alla Norica dell' amico Camerario3 (si tratta di uno scritto sull'importanza dei prodigi) una dedicatoria a Luca Gaurico in cui gli atte­ stava con molta enfasi la sua profonda ammirazione chiamandolo « principe dell'intera filosofia » , e in cui lo ringraziava in particolare per aver allegato alle sue let­ tere degli oroscopi che a lui, Melantone, erano stati as­ solutamente indispensabili per i suoi studi.4 Quale im­ portanza avessero questi oroscopi per la politica, appa­ re con chiarezza da una lettera di Melantone datata 29 giugno I 5 3 2 5 e diretta a Camerario, al quale invia die­ tro richiesta la genitura dell'imperatore Carlo e quella di re Ferdinando. Da questa lettera si apprende che In proposito cfr. Georg Schuster e Friedrich Wagner, Die Jugend und Erziehung der Kur/iirsten von Brandenburg und Konige von Preussen, I 1

(« Monumenta Germaniae Paedagogica », XXXIV, Berlin 1 906) , p. 496. Gli oroscopi manoscritti del Gaurico per membri della casa di Brandeburgo so· no conservati nell'Archivio di stato prussiano. Secondo Lutero, Gioacchino fece venire Gaurico per consultarlo quale esorcista del diavolo. Cfr. Martin Luthers Werke, Kritische Gesamtausgabe: Tischreden, Weimar 1 9 1 2· 1 92 1 , m , p . 5 1 5 e nota ibidem. ' CR, II, 5 8 5 (lettera del 2 maggio) e 5 8 7 sg. (lettera del 1 8 maggio) . ' Purtroppo non abbiamo ancora u n a monografia su questa personalità così eminente fra i primi filologi tedeschi. ' CR, II, 5 70 (lettere dell'inizio del marzo 1 5 3 2 ) : >, vol. VI, I 900. l Lipsia, Biblioteca civica, Cod. DCCCCXXXV , f. I 5 8 . Cfr. Ernst Kroker, op. cit., p. 3 1 . ' Lucas Gauricus, Tractatus astrologicus, Venetiis I 5 5 2 , f. 69v: « Martinus fuit imprimis Monachus per m ultos annos, demum expoliavit habitum mo­ nacalem , duxit in uxorem Abbatissam altae staturae Vittimbergensem, et ab illa suscepit duos liberos. Haec mira satisque horrenda. 5 . Planetarum coitio sub Scorpij asterismo in nona coeli statione guam Ahbes religioni deputa­ bant, effecit ipsum sacrilegum hereticum, Christianae religionis hostem acerrimum, atque p rophanum. Ex horoscopi directione ad Martis coitum ir­ religiosissimus obijt. Eius Anima scelestissima ad Inferos navigavit, ab Al­ lecto, Tesiphone, et Megera flagellis igneis cruciata perenniter >>. 2

ELEMENTI ANTICHI PAGANI

ro -, non possiamo tuttavia dubitare che la sua astrolo­ gia era considerata da L utero anche in quell'epoca un elemento comunque pericoloso. Nel I 52 5 Gaurico in­ fatti predisse, cosa sin qui appena notata, a papa Cle­ mente VII la fine di L utero come eretico,1 e per questo le parole di L utero in una lettera del 2 3 marzo I 5 24 a Spalatino, con le quali accenna al proprio oroscopo, sono certamente dirette contro Gaurico: Genesin istam meam jam ante videram ex Italia bue mis­ sam , sed cum sic sint hoc anno hallucinati astrologi [per il te­ muto diluvio si veda più avanti] , nihil mirum, si sit, qui et hoc nugari ausus sit.2

E probabilmente lo sono anche gli accenni lettera a Veit Dietrich del 27 febbraio I 5 3 2:

m

una

Sed [plus satis tibi] astr[aga et] ominoso Mathem [atico] quem to[t]ies falsum convici, convincam adhuc saepius fal­ J sum.

Questa presa di posizione contro Gaurico è basata sul rifiuto di tutta l' astrologia, rifiuto profondamente ra­ dicato nella religiosità di Lutero e che doveva necessa­ riamente condurlo a un contrasto particolarmente acu­ to con l'amico Melantone. Nell'agosto del 1 5 40 scrive: Nemo mihi persuadebit nec Paulus nec Angelus de coelo nedum Philippus, ut credam astrologiae divinationibus, quae toties fallunt, ut nihil sit incertius. Nam si etiam bis aut ter recte divinant, ea notant; si fallunt, ea dissimulant.4

Nello stesso anno Lutero afferma che Melantone aveva dovuto ammettere con lui che non esisteva una ' Cfr. Carlo Piancastelli, Pronostici ed almanacchi, Roma I 9 I 3, p . 43· Gau­ rico a papa Clemente VII: < < Lutheri pedidiam pessumdabis >>. ' Martin Luther, Briefwechsel (ed. Ernst Ludwig Enders, voli . I 9, Frank­ furt I 8 84- I 93 2 ) , IV, p. 309. ' Brie/wechsel, ed. Enders, IX, p . I 5 5 . Il passo lacunoso è da completarsi all'incirca nel modo seguente: « sed astr>>. • Tischreden, ed. cit. di Weimar, IV, 668.

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divinazione astrale certa; per questo lascia tranquilla­ mente che egli si gingilli con l'astrologia. « È cosa ne­ fanda la sua arte ».1 E se talvolta il magister Filippo ten­ tava malgrado tutto di prendersi cura astrologica del Doktor Martinus ( I 5 3 7) , ad esempio sembrandogli troppo pericoloso viaggiare a luna nuova, Lutero si ri­ corderà ancora in seguito , seccato di un simile tentativo di ingerenza, della « nefanda e meschina astrologia ».2 Come fu possibile in tali circostanze che gli amici di L utero potessero in generale accettare quell' arbitrario spostamento di data, osando persino difenderlo? Da una comunicazione di Lutero che figura nella tra­ scrizione di Heydenreich risulta infatti che perfino Me­ lantone era del partito dei mitologi del genetliaco , ma quella comunicazione rivela anche la ragione per cui gli adepti dell'astrologia potevano in buona coscienza comportarsi in tal modo. Heydenreich ci riferisce una conversazione con queste parole: Tum quidam : « Domine Doctor, multi astrologi in vestra genitura consentiunt, constellationes vestrae nativitatis osten­ dere, vos mutationem magnam alla tu rum ». Tum Doctor: « Nullus est certus de nativitatis tempore, [poiché] Philippus et ego [non concordiamo sulla questione per un anno] . Pro secundo, putatis hanc causam et meum negotium positum es­ se sub vestra arte incerta? [Oh no, è altra cosa ! È opera di Dio soltanto. Di questo non mi convincerete mai più ! ] ».3

Da questo si comprende che l' astrologia voleva far dipendere da un anno - fatto su cui Lutero e Melanto­ ne non concordano - la missione ecclesiastico-rivolu­ zionaria, cosa aspramente negata da Lutero. Tale di­ scordanza « di un anno » si riferisce al I 484, che Melan­ tone sosteneva (al posto del 1 4 8 3 ) secondo l'esempio di Gaurico . Il I 484 era infatti l'anno della grande con­ giunzione dei pianeti, dalla quale, secondo i calcoli fat1

2

Ibidem, p. 6 1 3 . Luthers Tischreden in der Mathesischen Sammlung, herausgegeben von

E. Kroker, Leipzig 1 90 3 , p. 1 77 (dalle trascrizioni di G. Mathesius) . ' Ibidem, p . 3 20 (dalle trascrizioni d i Heydenreich, 1 5 4 3 ) .

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ti dalle generazioni precedenti, doveva avere inizio una nuova epoca nell'evoluzione religiosa dell'Occidente. 1 La posizione degli astri stabilita da Reinhold è stret­ tamente collegata, cosa sin qui sfuggita alle indagini, ai tentativi astrologici di compromesso fatti da Melantone in quel periodo in cui, secondo Heydenreich, egli era ancora in polemiça con Lutero sull'anno della sua na­ scita. Certo, in seguito Melantone fisserà, nella biogra­ fia di Lutero e nel registro decanale dell'università di Wittenberg, il 1 4 8 3 come data ufficiale della sua nasci­ ta.2 Ma nonostante ciò lo vediamo ancora oscillante nel 1 5 3 9, quando in una lettera a Osiandro scrive: De Lutheri genesi dubitamus. Dies est certus, bora etiam pene certa, mediae noctis ut ipsam matrem affirmantem au­ divi. Anno puto esse 1 484. Sed plura themata posuimus. Gauricus probabat anni I 484 thema.3

Melantone aveva dunque interrogato la madre di Lu­ tero. In questo modo aveva raggiunto la certezza sul giorno, anche sull'ora (intorno alla mezzanotte, sia pur con la limitazione di un « quasi ») , ma egli in quell'epoca si decide ancora per l'anno 1 4 84, ed è in questo, in mo­ do del tutto incontestabile, sotto l'influsso di Gaurico. Il frammento della copia di una lettera, sin qui igno­ rata, di Melantone a Schoner in quel manoscritto mena­ cense (Cod. Lat. 27003, tav. 4) 4 - probabilmente databi­ le all'incirca all'epoca della visita di Gaurico a Witten ­ berg - mostra ancor più chiaramente la tendenza di Melantone a intervenire astrologicamente e con risolu­ tezza sul p roblema del giorno della nascita di Lutero, e qui precisamente sotto l'influsso di Carion . Il passo della lettera suona:

' Maggiori particolari nel p aragrafo seguente. In proposito cfr. J. K. F. Knaake, Sto//sichtung zur kritischen Beh andlung des Lebens Luthers. 1 . Luthers Geburtsjahr (>, XXXIII, 1 8 72, pp. 96 sgg . ) . l CR, IV, 1 0 5 3 · • F. ! 6. 2

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Philippus ad Schonerum Genesim Lutheri quam Philo 1 inquisivit transtulit Carion in horam 9· Mater enim dicit Lutherum natum esse ante dimidium noctis (sed puto eam fe­ felli [! ] ) . Ego alteram fi.guram praefero et praefert ipse Ca­ rion. Etsi quoque haec est mirrifica [!] est propter locum a [Martis] et d [coniunctionem] in domos [ ! ] 5 ° quae habet coniunctionem magnam cum ascendente Caeterum quacun­ que bora natus est hac [ ! ] mira d [coniunctio] in m. [Scor­ pione] non potuit non effi.cere virum acerrimum.

Che Carion nell'elaborazione di questo arbitrio, con­ ciliante ma in fondo italiano e pagano, facesse da me­ diatore, concorda con il fatto che in origine egli aveva assunto di fronte a Lutero una posizione negativo-scet­ tica . Lutero stesso attesta che Carion in passato , quando era ancora suo nemico, gli aveva profetato il giorno e l'ora in cui sarebbe stato bruciato come eretico.2 Su Lu­ tero aveva dunque in un primo tempo la stessa opinione di Gaurico. Come mostra la lettera citata, Carion era il garante principale di Melantone sullo spostamento del giorno della nascita di L utero, e in questo si basava a sua volta sull'autorità del medico Johann Pfeyl/ che aveva soggiornato a lungo in Italia. Entrambi seguono dunque chiaramente Luca Gaurico . Carion e Pfeyl propongono modifiche soltanto rispetto all'ora della nascita (Carion propende per le 9, Pfeyl per le 3 e 2 2 , contrariamente a Gaurico che propone l' I e I o ) , ma mantengono nel­ l'oroscopo il 22 ottobre I 4 8 4 come data di nascita. Pfeyl sostiene anche la congiunzione planetaria di Gaurico (nella nona casa ) , mentre Carion , con il suo spostamento alla nona ora, opera una modifica essen­ zialmente più incisiva. La fatale congiunzione planeta­ ria passa dalla nona casa nella quinta, e Marte non si trova più nella prima casa, bensì nella decima. In tal modo viene tolta alla nascita di Lutero l'odiosità della ' Philo è il medico Johann Pfeyl ( 1 496- 1 5 4 1 ): identificazione di cui vado debitore alla costante cortesia del professor Flemming. ' Tischreden, ed. cit. di Weimar, n, 44 5 , inizio del gennaio 1 5 3 2 . ' Cfr. la genitura di Lutero a opera di Pfeyl nel Cod. Lat. 27003 di Mona­ co, f. 1 7, la quale è identica a quella di Gaurico con la sola eccezione dell'ora (ore 3 e 22 invece dell ' 1 e 1 o ) .

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missione demoniaca, senza che il forte accento posto sull 'accenno alla sua qualità di riformatore religioso ve­ nisse in alcun modo affievolito. Melantone approvava dunque la natività assegnata a Lutero da Carion , per cui si deve supporre che per un certo tempo fosse disposto a considerare in piena se­ rietà anche questa seconda data di nascita, ipotetica e astrologica. Se Melantone alla fine, probabilmente per il parere avverso di Lutero, assunse una posizione ne­ gativa nei confronti di quello spostamento, la presa di posizione di Reinhold, matematico ufficiale di Witten­ berg, testimonia tutta la forza con cui si parteggiava per la falsa datazione di Gaurico nell 'oroscopo di Carion . Come risulta da un esatto raffronto con il manoscritto monacense - che qui possiamo solo accennare -, Rein­ hold [tav. 2] si appropriò semplicemente, fin nei mini­ mi particolari, della redazione dell'oroscopo di Carion [cfr. tav. 4] e di Pfeyl. 1 L'elemento essenziale di questa emendazione arbitraria, a cui abbiamo già accennato per Carion , risulta con la massima chiarezza dalle ag­ giunte di Reinhold: egli sa, è vero, come dimostra l'in ­ dicazione « conjecturalis », che questo oroscopo esiste solo in via ipotetica, ma lo accetta perché in esso la grande congiunzione planetaria, nella quale egli crede, appare più favorevole a Lutero che non in Gaurico . Giove e Saturno stanno accanto nello Scorpione in mo­ do da « produrre uomini eroici », mentre la collocazio­ ne isolata di Marte nella favorevole undicesima casa dei Gemelli genera in modo innocuo l'eloquenza.2 La prova più evidente dell' accentuata vitalità di que­ sto oroscopo in origine italiano consiste nel fatto che persino Garceo,3 che infine registrerà il giorno esatto della nascita di Lutero , vale a dire il 10 novembre 1 4 8 3 , tuttavia mantiene 4 come tema della natività semplice1 F. 1 5 8 del manoscritto di Lipsia. « 2! (Jupiter) et l') ( Saturnus) facit heroicos Viros. et bonum est a (Mar­ tem) non esse coniunctum. a (Mars) in n (Geminis) . Inde est illa Eloquentia ». 1 Johannes Garcaeus, Astrologiae methodus, Basileae 1 5 74· ' Dal punto di vista scientifico il problema fu definito per sempre da par­ te protestante in occasione delle prime celebrazioni centenarie del 1 6 1 7 in '

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mente l 'oroscopo di Gaurico che Reinhold-Carion ave­ vano ritoccato. A favore dell'ipotesi che dell'oroscopo di Gaurico circolasse, all'epoca della sua visita a Wittenberg e an­ che più tardi, una edizione attenuata, dovuta allo stesso Gaurico oppure, cosa più verosimile, che si trattasse dell'edizione riformata di Cario n e di Reinhold, lo pro­ va anche il testo della genitura di Lutero composta dal­ l'astrologo italiano Cardano. Costui modifica la data di Gaurico rispetto all 'anno ( I 4 8 3 al posto del I 484) sot­ tolineando espressamente nel testo dell' oroscopo che egli fa a Lutero la totale assenza di ogni acrimonia con­ troriformistica nella genitura dell' anno I 484. 1 Per que­ sto egli sposta la congiunzione planetaria dalla casa dello Scorpione in altre case, fra cui quella della Vergi­ ne che regge la religione. Si dovrà dunque supporre che il testo di Gaurico , così traboccante di odio, del­ l' edizione del I 5 52 sia una redazione posteriore, avuta­ si sotto la pressione della Controriforma. Anche questa genitura di Cardano, così ostile dal punto di vista ecclesiastico-politico, era personalmente nota a Lutero che, naturalmente, la condannava in mo­ do assoluto. Nel I 5 4 3 , quando un commensale gli pre­ senta il suo oroscopo , stampato con quello di Cicerone e di altri a Norimberga ( dev'essersi trattato di quello di Cardano) ,2 Lutero afferma: base a u n a dotta trattazione di Isaac Malleolus, professore di Strasburgo, i l quale, servendosi di tutto l'apparato dell'erudizione astrologica, fece piazza pulita della falsa data italiana. La sua trattazione fu ristampata nel volume del giubileo bicentenario da Ernst Salomon Cyprian , Hilaria Evangelica, Gotha I 7 I 9, pp. 93 2-936. Tanto era viva e > ancora allora la po­ lemica; cfr. anche Pierre Bayle, Dictionn aire historique et critique, voce « Luther >>. Tutta la questione è illustrata ora egregiamente in ] . K . F. Knaake, op. cit. Una sinossi delle natività di Lutero era stata preparata da Malleolus. 1 Liber de exemplis centum geniturarum (in Hieronymi Cardani medici Mediolanensis libelli duo. Unus, de Supplemento Almanach. Alter, de Resti­ tutione temporum et motuum coelestium. Item Geniturae LXVII, insignes ca­ sibus et fortuna, cum expositione. Norimbergae I 5 4 3 ) . Il testo illustrante la natività è riprodotto nell 'Appendice o, m, 3 . 2 L a natività presentata a Lutero non può far parte quindi che d i quel­ l'opera di Cardano sulle sessantasette geniture, poiché essa uscì nell'anno della conversazione, I 54 3, a Norimberga, e recava accanto alla natività di Cicerone ( f. N m v) quella di Lutero (f. N IVr) .

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Io non ne tengo alcun conto, nulla concedo a essi, ma avrei piacere che mi risolvessero il seguente problema: Esaù e Gia­ cobbe nacquero dallo stesso padre, dalla stessa madre, nello stesso tempo e sotto la stessa costellazione, eppure erano per natura, carattere e mentalità del tutto opposti. Insomma, quel­ lo che è fatto da Dio ed è opera sua, non dev'essere attribuito agli astri. Ah , il cielo non se ne cura, come anche il nostro Si­ gnore non si cura del cielo. La vera religione cristiana confuta e controbatte, una volta per tutte, simili favolette e fandonie.

Ci troviamo dunque dinanzi al fatto che gli astrologi italiani Gaurico e Cardano modificano arbitrariamente la data di nascita di Lutero per servirsene ai fini di una politi�a più o meno ostile. Dunque, mentre Lutero era in vita, due date della sua nascita esistevano parallela­ mente e per i biografi di Lutero vi erano per così dire due « verità » - l 'una storica e l ' altra miti ca- e allo stes­ so modo vi erano due protettori del giorno della sua nascita: un santo cristiano-tedesco, San Martino, e una coppia di demoni planetari pagani, Saturno e Giove. 1 E ancor più memorabile è il fatto che perfino Melan­ tone e i suoi amici si siano schierati a favore di questo spostamento della data della costellazione all' anno 1 484, contro il quale Lutero si ribella con tanta energia. Il fenomeno di questo tenace perdurare della prassi astrologica pagana nell' ambito intimo degli amici del riformatore, di per sé ostile all'astrologia, perde almeno in parte la sua incomprensibilità se, basandosi sulla di­ mostrazione data qui che l'oroscopo di Carion e di Reinhold è un tentativo di compromesso fra astrologi e riformatori, si considerano tutti gli altri sforzi simili di eruditi amici di Lutero come tentativi molto seri di in­ firmare la costellazione della sua nascita, che era stata ' La malattia mi ha impedito di presentare questo aspetto bifronte del sentire storico come stupefacente portato della tragica polarità della forma­ zione del moderno >. La correzione del giorno della na­ scita di Lutero ci rivela solo un caso di irrefutabile evidenza: l'esplosione di un antichissimo bisogno di vincolo totemistico (sotto forma del culto paga­ no del genetliaco) nei capi che lottavano per un respiro di pensiero che per­ mettesse una chiara consapevolezza storica, e questo per giunta nella stessa epoca e nello stesso luogo in cui si era accesa e divampava la lotta decisiva per la libertà di coscienza del pensiero tedesco.

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delineata in modo ostile dagli italiani, e da essi portata a Wittenberg. Gli astrologi tedeschi cercavano di otte­ nere, mediante lo spostamento arbitrario della data di nascita, un'attenuazione del decreto cosmologico che sembrava anche a loro emanato da una grande con­ giunzione planetaria. Come testimonianza dell'inconte­ stabile sopravvivenza e interferenza della civiltà pagana, questi astrologi di Wittenberg, radicati pienamente, co­ me Gaurico, nell'astrologia del tardo Medioevo, spo­ stando più o meno radicalmente la data, commettono anch 'essi un atto arbitrario, e sono costretti a trasfor­ mare il dovere dell'obiettiva constatazione storica in un elemento relativo, subordinandolo alla causalità mitolo­ gizzante. La concezione storica del tardo Medioevo, condizionata cosmologicamente e schiettamente elleni­ stica, era, nella sua teoria delle età, legata in modo così decisivo al verificarsi, a certi intervalli, di determinate congiunzioni planetarie, 1 che un nuovo profeta poteva ottenere la sua consacrazione cosmologica soltanto dal­ l'incontro di pianeti superiori, soprattutto di Saturno e di Giove. Come questa paternità di Saturno fosse senti­ ta in uno spirito di devozione come qualcosa di tangibi­ le, e in quale modo Lutero non si lasciasse però impor­ re questo pianeta neppure come singola divinità protet­ trice, lo si può vedere da una sua frase pronunciata fra il 26 e il 3 I maggio I 5 3 2 , quindi proprio nei giorni che seguirono la presenza del Gaurico a Wittenberg: Ego Martinus Luther sum infelicissimis astris natus , for­ tassis sub Saturno. [Quel che deve esser fatto per me, non è mai pronto; sarto, calzolaio, rilegatore, mia moglie, tutti mi fanno sempre aspettare il più possibile] .2

Questo dileggio sugli influssi saturnini dimostra co­ me Lutero in quell'epoca si difendesse ironizzando da quel tentativo, da lui respinto con tanta forza di princì­ pi e con tanta passione, di fare di lui un figlio di Satur1

Si veda più avanti alle pp. 40 sgg.

' Tischreden, ed. cit. di Weimar,

m,

p. 1 93 .

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no. Per capire che cosa significasse opporsi alla fede nei pianeti diffusa a quel tempo , e soprattutto al timore di Saturno, bisogna innanzi tutto comprendere, con l' aiuto delle immagini, su che cosa si basasse la potenza degli dèi planetari nel sistema cosmologico del tardo Medioevo; potenza che condusse fino a quella dottrina che - ancora nell'età della Riforma - poteva opporre alla coscienza storica e al senso della verità una doppia verità della constatazione cronologica mediante il « co­ me se » della finzione astrologica.

La teoria delle congiunzioni planetarie come centro della divinazione astrologica, specchiata nell'arte illu­ strativa tedesca. Il timore di Saturno in testi e immagini. Un rapido sguardo all'Italia Per creare un « metodo » astrologico si sono alleate di fatto, in modo incontestabile, due potenze spirituali del tutto eterogenee che a rigor di logica dovrebbero sol­ tanto avversarsi [tavv. 9, ro]: la matematica, lo strumen­ to più sottile della forza della riflessione astratta, e la paura dei demoni, la forma più primitiva della causalità religiosa. Sebbene l'astrologo interpreti l'universo da un lato chiaramente e armonicamente nell' arido sistema lineare e sappia calcolare in anticipo e con precisione le posizioni delle stelle fisse e dei pianeti nei confronti del­ la terra e fra di loro, egli è pur sempre animato, davanti alle sue tavole matematiche, da una timidezza supersti­ ziosa e atavica rispetto a quelle denominazioni astrali che tratta sì come segni numerici, ma che sono in fondo dei demoni che egli stesso teme. Bisogna cercare di chiarire in base ad alcune illustra­ zioni quegli elementi matematico-lineari e mitico-figu­ rativi della concezione del mondo nella mente di un astrologo medievale, chiedendosi: secondo quale legge fondamentale reggono il mondo e quale aspetto assu­ mono? I pianeti possono governare singolarmente o congiuntamente; come reggenti singoli proteggono a turno, secondo un principio di ripartizione minuta­ mente escogitato dagli astrologi antichi, i singoli mesi con i relativi segni zodiacali. Tutti questi pianeti , eccet-

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tuati Sole e Luna, hanno il patronato su due mesi: Sa­ turno, ad esempio, governa il mese di dicembre insieme al Capricorno e il mese di gennaio insieme all'Acqua­ rio. Sceglieremo Saturno come astro-guida in questa peregrinazione attraverso il labirinto dei demoni astra­ li, perché anche nell'età della Riforma il timore di Sa­ turno è al centro della fede negli astri. Ogni pianeta regge inoltre, cosa esattamente registrata nelle tabelle, determinati giorni e ore, mentre la settimana e i suoi giorni portano ancora oggi l' antico collare da schiavo di Saterdag, Saturday che, come dice il suo nome, sta sotto l'influsso di Saturno. Di questa natura mitico-fi­ gurata , non matematica, dei pianeti, che gli astrologi combattevano, ci danno una chiara immagine i calen­ dari planetari illustrati del Medioevo . L' amico Hauber, ' che troppo presto ci ha lasciato, nel suo libro sulle immagini dei figli dei pianeti ha esposto in modo conclusivo come nel Medioevo si fosse conser­ vata e sviluppata, nei testi e nelle immagini, l ' antica il­ lustrazione calendariale . La pagina [tav. 5 ] di un mano­ scritto tedesco di Tubinga mostra Saturno come il reg­ gente di un mese; il dio greco del tempo e il demone ro­ mano delle seminagioni si sono qui trasformati in un rozzo bifolco che maneggia zappa, badile e falce. I suoi protetti terrestri devono, in armonia con la sua natura terrigna, sbrigare tutti i lavori di fatica connessi alla ter­ ra: arare, zappare, scavare e lavorare il grano. Questa famiglia contadina sveva, un po' rozza , sembra non aver nulla a che fare né con l'Antichità classica né con quella demoniaca. Eppure la qualità di Saturno come reggente astrale è già indicata in modo genuinamente antico per il fatto che egli si trova fra i suoi due segni zodiacali, il Capricorno e l'Acquario . Il primo lo si scorge chiaramente a destra, mentre il secondo nascon­ de almeno in parte la propria natura allegorica sotto un Anton Hauber (morto i1 9 giugno 1 9 1 7) , Planetenkinderbilder und Stern­ bilder. Zur Geschichte des menschlichen Glaubens und Irrens (>, 1 94, StraBburg 1 9 1 6) . Cfr. in proposito Fritz Saxl, Probleme der Planetenkinderbilder, in >, LIV, 1 9 1 9 , pp. I O I J - 1 02 1 .

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servigio pratico : egli infatti versa l' acqua necessaria nel secchio del fornaio. Ma nella sinistra tiene tre dadi, per cui appare in modo sorprendente proprio come vuole l'antica festa romana dei Saturnali, ossia come il gioca­ tore di dadi, sia pure in una degenerazione un po' epi­ gonale. Questo ci è dimostrato da un vero giocatore sa­ turnale casualmente conservato come simbolo di di­ cembre in un antico calendario del 3 5 4 [tav. 6] , in cui lo vediamo dinanzi alla tavola con i dadi. Mediante questo particolare si può dimostrare con un esempio evidente con quale continuità della tradizione antica si debba fa­ re i conti anche per il calendario popolare medievale dalle immagini in apparenza così « ingenue ». In un calendario stampato dall'amburghese Arndes a Lubecca nel I 5 I 9, quindi negli anni della prima azione di Lutero, Saturno [tav. 7] ha un aspetto un po' più au­ tentico: tiene infatti sotto il braccio il serpente simbolo del tempo per ricordare la propria qualità di Chronos greco, ed è in procinto, come esige la leggenda del pa­ dre degli dèi pagani, di divorare il proprio figlio. I ver­ si in basso-tedesco sotto l'incisione descrivono la vita priva di gioia e il temperamento sgradevole destinati ai figli di dicembre e di gennaio. Del resto questo Saturno deve le sue maniere più an­ ticheggianti all'Italia: una calcografia dell'Alta Italia [tav. 8] costituiva il modello che, passando per Hans Burgkmair di Augusta, influenzò largamente non soltan­ to questo calendario della Germania settentrionale, ma anche l'arte più monumentale del Rinascimento tedesco. Così troviamo questi demoni planetari italiani intor­ no al I 5 29 a grandezza naturale sulle pareti della gran­ de Sala del municipio di Li.ineburg, nel I 5 26 nella casa Brusttuch a Goslar, a Hildesheim, a Brunswick, e nel J unkerhaus di Gottinga.1 L'atteggiamento troppo tedesco o troppo italiano non deve però trarre in inganno: i tratti essenziali del pauroso demone antico permangono vivi nell'immagi' Cfr. «Jahresbericht der Gesellschaft der Biicherfreunde zu Hamburg >> ( 1 908- 1 909) . p . 4 8 .

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ne e sono rafforzati dal fatto che il suo nome fosse sta­ to dato al pianeta che, per effetto della sua maggiore distanza dalla terra, della sua luce fioca e del suo moto lento, appariva agli uomini come il pianeta più enigma­ tico . Da questo astro la figura di Saturno acquisì suc­ cessivamente un altro carattere, ossia una grave inerzia; per questo il peccato mortale 1 dell' acedia si collega a lui. Anche Amleto è figlio di Saturno. In tal modo otte­ niamo lo sfondo figurativo di una Antichità ellenistica divenuta « popolare », su cui L utero ironizza in una di­ chiarazione del 1 5 3 2 . S e già nella loro comune e regolare reggenza dell'an­ no, ma con presidio quasi alternantesi, i pianeti eserci­ tavano una forte influenza, essi divenivano addirittura i dominatori « attuali » del mondo e le divinità del singo­ lo momento quand'erano osservati o calcolati nella loro azione simultanea e coordinata, ossia quando si trova­ vano in congiunzione. Solo entro vasti cicli periodici , chiamati rivoluzioni, si potevano verificare tali con­ giunzioni. In un sistema accuratamente elaborato si di­ stinguevano congiunzioni grandi e massime; queste ul­ time erano le più pericolose, per effetto dell'incontro tra i pianeti maggiori, ossia Saturno, Giove e Marte, ma si verificavano soltanto a intervalli molto lunghi. Quan­ te più congiunzioni coincidevano, tanto più terrificante appariva l 'effetto, sebbene il pianeta più benefico in­ fluenzasse positivamente quello malefico. Questa azio­ ne benefica spettava ad esempio a Giove, immaginato all 'incirca come un bonario ed erudito reverendo, nei confronti di Saturno. D'importanza decisiva per l'effet­ to della congiunzione era inoltre il punto del cielo. Tut­ ta la sfera celeste era sezionata matematicamente i n d o­ dici parti chiamate case. A ognuno d i questi dodici di­ stretti corrispondeva , nell 'usuale schema della genitu­ ra, un triangolo2 [tavv. 9- 1 0] . ' Cfr. Rochus von Liliencron , Wie man in Amwald Musik macht. Die sie­ bente Todsiinde, Leipzig 1 90 J , p. I s 8 .

2 Chi voglia informarsi esattamente sul concetto fondamentale e sulla na­ tura dell 'astrologia, troverà un eccellente aiuto nel piccolo libro di Franz Boli e Cari Bezold, Sternglaube und Sterndeutung, Leipzig 1 9 1 9.

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Queste case erano ripartite, come si vede nel modo più chiaro in un calendario di oroscopi di Leonhard 1 Reymann [tav. I I ] del 1 5 1 5 , fra i diversi ambiti della sorte umana: la prima casa spettava ad esempio alla vi­ ta, la seconda agli affari, la terza ai fratelli, le successive ai genitori, ai figli, alla salute, al matrimonio, alla mor­ te, alla religione, al governo, alla beneficenza, alla pri­ gionia.2 In tal modo la ripartizione dell'universo entro la gerarchia astrale era resa evidente. Nella « Deutsche Zeitschrift fiir Geschichtswissen­ schaft » (vm, 1 892) Friedrich von Bezold ci ha insegna­ to con esemplare rigore scientifico, in un saggio su La costruzione astrologica della storia nel Medioevo,3 con quale peso la fede nell' azione di tali costellazioni plane­ tarie determinasse, anche grazie al sostegno della chiesa, la concezione europea internazionale della storia nel Medioevo. Già in precedenza Johann Friedrich, in uno scritto su Astrologia e Ri/orma,4 aveva fatto per la prima volta il tentativo, arduo ma molto meritorio, di farsi strada attraverso la letteratura divinatoria latina e tede­ sca, dispersa e poco comprensibile, nella quale egli cre­ deva addirittura di ravvisare le cause delle inquietudini sociali ed ecclesiastiche che poi condussero alla Riforma e alla Guerra dei contadini. In epoca recente questi stu­ di sono stati completati dal saggio di Gustav Hellmann, su L:epoca di massima fioritura dell'astrometeorologia,' che ci consente una visione precisa e nitida di quella let' Leonhard Reymann, Nativitiit-Kalender, Friedrich Peypus, Niirnberg I 5 1 5· ' >. ' Ora ristampato in Friedrich von Bezold, Aus Mittelalter un d Ren aissan­ ce. Kulturgeschichtliche Studien, Miinchen-Berlin 1 9 1 8 , pp. 1 6 5 - 1 9 5 · • Johann Friedrich, Astrologie und Re/ormation oder die Astrologen als Prediger der Re/ormation und Urheber des B auernkrieges, Miinchen 1 864. ' Nei suoi Beitriige zur Geschichte der Meteorologie, nn. 1 - 5 (>, an­ no XL, n. 2

II

( agosto 1 9 1 9) , col. 2 p - col. 260, fig. 1 3 1 .

Libellus consolatorius contra opiniones de diluvio et aliis horrendis peri­ culis anni 1523 , Wien 1 5 2 3 . Cfr. Gustav Hellmann, op. cit. , pp. 5 5 sg.

' « Sia pur lentamente esse [pioggia e acqua] cesseranno >>. Non mi riesce ancora chiaro come queste parole concordino con la notizia in Haftiz e Gro-

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specie. Sul frontespizio della prima edizione di questo scritto, 1 che è uno dei tesori della Biblioteca di Berlino, si trova un'incisione su legno con tre illustrazioni sepa­ rate [tav. I 4] : a sinistra vediamo la tempesta minaccio­ sa; a destra una cometa che illumina una città, con la data del I p I ; al di sotto, cinque figure in costumi del­ l 'epoca, impegnate, così sembra, in un combattimento: un papa caduto in ginocchio è minacciato da un cava­ liere con la spada sguainata, il quale ha accanto a sé un uomo a capo nudo e con la spada alzata, un cardinale leva le braccia al cielo in gesto di lamento, l'imperatore con scettro e corona si copre, sgomento, il viso con la mano. Senza il testo del libro si potrebbe pensare a una raffigurazione anticipata del Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi tedeschi; ma guardando con più at­ tenzione scopriamo accanto all'imperatore il segno pla­ netario del Sole, sul piviale del papa il segno di Giove e dietro al cavaliere il simbolo di Marte. Queste figure so­ no, come risulta incontestabilmente dalla poesia allego­ rica stampata nel testo Reymen der Planeten, illustra­ zioni della congiunzione planetaria sotto la quale ap­ parve nel I 5 2 1 la cometa. Le figure dei pianeti - qui sta l'evidenza visiva dimostrativa - rispetto alla profezia politica sono realmente identificate con i tipi delle po­ tenze politiche del tempo in lotta fra loro: il Sole è l 'imperatore, Giove il papa, Marte il ceto dei cavalieri, e nell' uomo dalla spada dobbiamo riconoscere un Sa­ turno frainteso, ossia il contadino. Carion ci offre in questo suo scritto anche una noti­ zia memorabile dal punto di vista della storia della stampa: egli attacca la stampa illustrata di tipo sensa­ zionalistico come quella di Seytz,2 la quale cercava di n a u (cfr. Gustav Hellmann, op. cit. , p . z o ) secondo l a quale n e l luglio I 5 2 5 egli indusse l'elettore Gioacchino a rifugiarsi sulle alture d i Tempelhof. ' Johann Carion, Prognosticatio und erklerung der grossen wesserung, Leip­ zig I 52 I (Wolfgang Stoeckel? ) . Questa prima edizione fu scoperta dal dot­ tor Rudolf Hoecker fra i doppioni della Biblioteca di stato prussiana . 2 >. Nelle biografie più recenti di questo medico così versatile (Pagel e Bolte, >, XXXIII, 6 5 3 -6 5 5 , e G. Linder, Doktor Alexander Sytz. Ein Lebensbild aus der Re/orm ationszeit, >, m, r 8 86, pp. 224- 2 3 2 ) si ha, per gli anni r p 6- 1 5 2 5 , una lacuna che è i n parte colmata dall' accenno d i Carion sin qui trascurato.

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la sua tomba a Santa Maria del Popolo abbassano an­ cor oggi lo sguardo, in base agli studi preparatori di Raffaello, le sette antiche divinità planetarie, il cui tem ­ peramento pagano è però domato da angeli cristiani collocati accanto a esse sotto la guida suprema di Dio Padre. La bellezza formale delle figure degli dèi e l'elegante conciliazione tra fede cristiana e fede pagana non deve però farci dimenticare che perfino in Italia, intorno al 1 po, dunque all'epoca dell ' attività artistica più libera, più creatrice, l'Antichità era venerata per così dire co­ me un'erma bifronte, con un volto oscuro e demonia­ co, che esigeva un culto di superstizione, e un volto se­ reno e olimpico, che esigeva una venerazione estetica.

Lutero e la teoria delle congiunzioni: il panico per il di­ luvio universale del 1 524 · Lutero e la profezia di Johann Lichtenberger sul «piccolo pro/eta » in occasione della congiunzione del 1 4 84 Anche L utero ha vissuto nell' anima questo panico del diluvio universale, benché la sua posizione fosse as­ solutamente negativa nei confronti dell' astrologia scien­ tifi ca. In anni posteriori abbiamo sull'argomento una sua dichiarazione umoristica e sprezzantemente critica: D.M.L. parlò della follia dei mathematicorum e astrologo­ rum , ossia di coloro che spiano le stelle, i quali avrebbero parlato di un diluvio universale o di grandi acque che sareb­ bero sopraggiunte nell'anno I 5 24, ma la cosa non avvenne. L'anno seguente, nel I 5 2 5 , i contadini insorsero e si ribella­ rono. Ma di questo nessun astrologo fece parola. Parlò inol­ tre del borgomastro Hohndorf, che si fece portare un fusto di birra nella sua casa, volendo attendere là il diluvio, come se non avesse avuto da bere quando fosse venuto. Ma al tem­ po dell'ira vi era una conjunctio, chiamata peccato e collera 1 di Dio, diversa da quella dell'anno I 5 24.

All'epoca del panico per il diluvio universale L utero non era quindi disposto a credere a una catastrofe ' Tischreden, ed. di Erlangen , vol.

LXI I ,

p. 3 27.

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preannunciata astrologicamente, tuttavia pensava che la congiunzione di numerosi astri potesse significare l ' avvento del giorno finale; e sebbene non avesse mai considerato l' astronomia una scienza, la sua resistenza in via di p rincipio era rivolta contro il suo elemento intellettuale, ma non contro il suo mistico . Nei Discor­ si a tavola scrive ( cfr. Tischreden, ed. di Erlangen , p . 3 20) : Poiché i pagani non erano tanto folli da aver paura del so­ le e della luna, bensì dei prodigi e delle visioni terrificanti, dei portenti e dei monstra , erano questi che essi temevano e riverivano. Inoltre, l'astrologia non è un'arte 1 giacché non ha principia né demonstrationes su cui poggiarsi e fondarsi in modo sicuro e fermo . . . 2

La paura dei prodigi naturali vaticinanti in cielo e in terra, condivisa da tutta l'Europa, fu assunta dalla stampa del tempo: se il pensiero erudito aveva già pre­ so il volo in virtù della stampa a caratteri mobili, ora, con l' arte grafica, anche l'immagine, il cui linguaggio era per giunta internazionalmente comprensibile, ebbe le sue ali; tra Nord e Sud questi ominosi ed eccitanti uccelli del malaugurio saettavano in qua e in là, mentre ogni partito cercava di porre questi « slogan figurati » ( come si potrebbero chiamare) della intuizione cosmo­ logica al servizio della propria causa. Pare che da parte protestante Spalatino, uomo di fidu­ cia di Lutero e dell'elettore Federico il Saggio, favorisse espressamente questa politica pubblicistica attraverso avvertimenti illustrati astrologici o mostrologici sotto forma di profezie artificiali o prodigiose. Già il fatto che Spalatino si facesse venire nel 1 5 1 9 un parere sulla gran' Noi diremmo: >. In proposito cfr. Georg Rudolf Widmann, Erster Theil der wahrh a/tigen Historien von den grewli­ chen und abschewlichen Sunden und L astern so d. Joh annes Faustus. . . , Hamburg I 5 99 : polemica fra Henricus Moller e J oh. Gartz ( Garcaeus) sul­ la natura dell 'astrologia, se sia arte o soltanto scienza . In p roposito Melan­ tone: > (I, cap. 2 8 , p p . 2 2 2 sg. ) . ' Cfr. Appendice B , 1 e v . Bisogna tener presenti queste parole s e s i vuole capire l'atteggiamento di Lutero nei confronti dei miracoli cosmici.

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de costellazione del I 484/ come anche che chiedesse al­ lo stesso Lutero informazioni sul suo oroscopo italiano,2 fa pensare che egli si muovesse entro l'ambito di idee al quale risale quell'opuscolo profetico di Johann Lichten­ berger, pubblicato con una prefazione di Lutero. Esso uscì, tradotto dal latino da Stephan Roth, con incisioni di } Lemberger, presso Hans Lufft a Wittenberg nel I 5 27· Il carattere indubbiamente astrologico di questa pre­ fazione4 è espressamente relegato sullo sfondo. Le 43 il­ lustrazioni avrebbero dovuto essere in realtà solo avver­ timenti autonomi rivolti ai cattivi cristiani, soprattutto i preti i quali, dopo essere stati felicemente risparmiati dalla Guerra dei contadini del I 5 2 5 , ora non avevano più paura delle minacce di punizioni. Gli ecclesiastici, i principi e tutti i grandi signori avevano indubbiamente motivo di temere questo libro perché esso presentava le idee della riforma della chiesa e dello stato in uno stra­ no miscuglio di oscuri enigmi e di minacce e rivendica­ zioni formulate esplicitamente. All'incirca a partire dal I 490 questo scritto , apparso in un primo tempo in lati­ no, e ripubblicato innumerevoli volte anche in tedesco, fu seriamente interrogato come oracolo in periodi diffi­ cili. Ancora nel I 8o6, dopo la battaglia di J ena, venne consultato questo libro sibillino . 5 U n a tale profezia ha l e s u e profonde radici nell'am­ bito astrologico; una fede fanatica negli astri collega la congiunzione planetaria tra Giove e Saturno sotto il se­ gno dello Scorpione, predetta per il 2 3 novembre I 484, all' attesa della venuta di un uomo che avrebbe provo­ cato una rivoluzione in seno alla chiesa. Nel Quattro' Johann Erhard Kapp, Kleine Nachlese einiger grossten Theils noch un­ gedrukter, un d sonderlich zur Erliiuterung der Re/ormationsgeschichte nutzli­ cher Urkunden, Leipzig 1 727, n, p. p r . 2

Cfr. p . 2 9 e nota 2 .

' Die weissagunge Johannis Lichtenbergers deudsch l zugericht mit vleys. Sampt einer nutzlichen vorrede und unterricht l D. Martini Luthers Wie l man die se/bige und der l gleichen weissagunge vernehmen l sol, Hans Lufft, Wittenberg 1 5 2 7. • Si veda la ristampa del testo completo in Appendice c . La prefazione si trova nella edizione di Weimar, vol. xxm, pp. 1 - 1 2 . ' Cfr. Friedrich Adolf Ebert, Allgemeines bibliographisches Lexikon, 1, Bemerkung zur n. 1 1 972 (edizione olandese di Lichtenberger, 1 8 1 0 ) .

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cento, secondo la testimonianza di Pico della Mirando­ la, 1 in Italia questa profezia aveva oppresso e scosso gli animi per decenni in modo simile a quella del diluvio universale del I 5 24. Ma quando questo profeta non ap­ parve, come del resto in seguito non si verificherà nep­ pure il diluvio universale, si ebbe, come attesta Pico, una distensione negli animi. Ma gli astrologi non si la­ sciano mai smentire, e così a Padova si trovò un profes­ sore di astrologia, Paolo di Middelburg [t a v. I 5 ] , un olandese di provenienza ecclesiastica, il quale « al­ lungò » semplicemente l'influenza della costellazione del I 4 8 4 di vent'anni e l'estese a tutti i campi della vita umana, non soltanto al monaco tedesco che doveva ve­ nire. 2 L' apparizione di questo « piccolo profeta » rivo­ luzionario è predetta da Paolo di Middelburg copiando in alcuni passi servilmente Abii Ma'shae (morto nel 8 8 6) . Così ad esempio il piccolo profeta sarebbe dovu­ to nascere diciannove anni dopo il I 4 84, ossia nel I 5 0 3 , operare per diciannove anni ed essere infine costretto a lasciare la propria terra, giacché la Bibbia dice che nes­ sun profeta è considerato tale in patria. La storia della letteratura profetica appare in una di­ versa luce, sia sul piano psicologico sia su quello filolo­ gico, quando si viene a sapere che Lichtenberger, cosa sin qui trascurata, mutuò la sua profezia alla lettera da Paolo di Middelburg. Il suo arcano edificio è dunque costruito su fondamenta sottratte ad altri. Lo stesso Paolo di Middelburg lo ha denunciato con ira nella sua Invectiva del I 492,4 probabilmente uno dei primi scritti ' De astrologia disputationum, l. v, cap. I, in Opera omnia Joannis Franei­ sci Pici Mirandulae, 2 voli . , Basileae 1 5 72, I, p. 5 5 1 · 2 Paolo di Middelburg, Prognostica ad viginti annos duratura (cfr. L . Hain, Rep ertorium Bibliographicum, 11, Stuttgart I 83 I, I I I 4 I sgg . ) . Sull'importanza di Abii Ma'shar cfr. Franz Boli, Sphaera, Leipzig I 90 3 , e Sternglaube und Sterndeutung, Leipzig-Berlin I 9 I 9; e inoltre i l m i o saggio Italienische Kunst und intern ation ale Astrologie im Palazzo Schi/anoja zu Ferrara. Cfr. Albumasar, De m agnis coniunctionibus, ed. Ratdolt, Augsburg I 48 9 , tract. 1. Specialmente: Di//erentia tertia in scientia coniunctionum si­ gnificantium n ativitates prophetarum . . . et signa prophetiae eorum et quando app arebunt et ubi et quantitates annorum eorum; e inoltre Dif/erentia IV. ' Invectiva magistri Pauli de Middelburgo vatis pro/ecto celeberrimi in super­ sticiosum quendam astrologum, nelle edizioni di Lubecca I 492 e Anversa I 492.

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polemici contro il plagio, e Lichtenberger, di cui si han­ no in genere poche notizie sicure, 1 non sembra aver re­ plicato. Sia lo spettro terrificante della grande congiun­ zione fra Saturno e Giove [tav. I 6] , sia la figura del « piccolo profeta », facevano dunque pienamente parte del vecchio deposito dell'epoca preriformistica. Ma ciò nonostante ai tempi di Lutero queste credenze per ra­ gioni diversissime operarono con rinnovato vigore. Al­ l'epoca del conflitto fra autorità e contadini, la con­ giunzione che si ebbe tra Saturno e Giove apparve l' annuncio della Guerra dei contadini, e anche il testo astrologico echeggiò di accenti mirabilmente umani quando narrava dei moti dei lucenti corpi cosmici co­ me di uomini guerreggianti tra loro. L'Antichità demo­ niaca acquisiva così dalla vita passionalmente pulsante della Riforma una rinascita del tutto spontanea, omino­ samente realistica, che al tempo della vera e propria ri­ voluzione ecclesiastica si trasmise anche all'immagine del profeta monaco di Lichtenberger [tav. I 7] . Che la data della nascita e anche l'esilio non concor­ dassero, che non ci fossero né le voglie né le macchie in certe parti del corpo di cui si legge nel manuale di Abu Ma'shar, poco importava. La cosa essenziale concorda­ va pur sempre con la comparsa di Lutero: un monaco si era sollevato e aveva dato battaglia agli ecclesiastici. Lu­ tero stesso conosceva benissimo il pericolo che avrebbe corso se le figure del libro profetico fossero state riferi­ te a lui. Ma questo pericolo è prevenuto almeno in un passo dal testo di Lichtenberger, in cui sotto l'immagine di un falso profeta è scritto: « Questo profeta assomiglia a Thomas Mi.intzer ».2 Nonostante questo, né amici né nemici si lasciarono sfuggire il riferimento delle figure dei monaci a Lutero e a Melantone. l L a Biblioteca d i Amburgo possiede l' antica edizione latina di questo testo pubblicata a Magonza nel I 492 [tav. I 8 ] . ' J. Franck, in « Allgemeine Deutsche Biographie », xvm, pp. 5 3 8 - 5 4 2 . Xilografìa illustrante i l cap. xxix. ' Xilografìa illustrante il cap. xxxii i .

2

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Alla figura di un monaco, la cocca del cui cappuccio arriva fino in terra e sulla cui spalla siede un diavolo , 1 si accompagna un monaco più piccolo, visto di fronte; una mano antica, probabilmente del secolo XVI , ha ag­ giunto sotto di loro una spiegazione in basso-tedesco: ' Non ho alcun dubbio che il monaco con il diavolo sulla nuca e con la cocca del cappuccio allungata a mo' di serpente fino a terra rappresenti il ri­ cordo di due costellazioni: Asclepio con il serpente e lo scorpione, i quali, sappiamo, si completano nei mesi di ottobre e novembre in modo >. La data fittizia della nascita di Lutero rientra dunque in un 'epo­ ca in cui le stelle fisse si presentano straordinariamente adatte a una costella­ zione planetaria di portatori di salvezza. Rimane a vedersi fino a che punto influisca qui la tradizione ellenistico-araba. Picatrix ( cfr. Fritz Saxl, Beitriig e zu einer Geschichte der Planetendarstellungen im Orient un d im Okzident, in >, m, I 9 I 2 , p. I 72 ) prescrive ad esempio al veneratore di Giove una bianca ve­ ste monacale con cappuccio. Per la tradizione sulle stelle fisse immediata, au­ tentica e anticheggiante, accenneremo soltanto che Lichtenberger dice del p rofeta: > (Wittenberg I 5 27• f. P v ) . Nell'edizione di Modena (Maufer I 49 2 , Berlino, Biblioteca di stato prussiana) la cocca del cappuccio termina in modo ben vi­ sibile a forma di pungiglione. Per amor di completezza accenneremo che un m anoscritto astrologico illustrato p roveniente dall'ambiente di re Alfonso - scoperto nel I 9 I I nella Biblioteca Vaticana (Reg. 1 2 8 3 ) grazie al continuo e cortese aiuto di padre Ehrle e di Bartolomeo Nogara nei miei confronti ­ costituisce il ponte tra le idee tedesche del tardo Medioevo e l'ambiente eru­ dito anticheggiante e arabeggiante di Toledo. In questo m anoscritto si trova fra l'altro un calendario mensile prognosticante [tav. I 9] che reca, in forma di circoli fra raggi a 30 gradi, figure con detti profetanti; queste figure sono epigoni della Sphaera di Teucro e quindi risalgono a una venerazione delle divinità astrali o culturali genuinamente, benché si presentino in forma rea­ listica medievale, così da essere pressoché irriconoscibili. Così sul foglio 7. cosa che accennerò solo di sfuggita in connessione con il Lutero-Asclepio, lo Scorpione è raffigurato come reggente dei suoi 3 0 gradi. Qui si trovano nel­ le singole sezioni, inconsapevolmente conservati dal culto asclepiadeo, ma chiaramente distinguibili, il serpente, le focacce, la fontana, il sonno nel tem­ pio e la testa dello stesso Asclepio. Questi geroglifici della sorte per ogni giorno del mese sboccano attraverso Pietro d'Abano, ispiratore del Salone di Padova, nell'Astrolabium planum, edito per la prima volta da Johann Engel presso Ratdolt ad Augusta nel I 4 8 8 , in seguito a Venezia (]oh. Angelus, Astrolabium planum in tabulis ascendens, Erhard Ratdolt, Augsbu rg I 4 8 8 ; Johann Emerich d e Spira, Venezia I 494; cfr. anche i l manoscritto illustrato d a Leovizio p e r Ottheinrich nella Biblioteca d i Heidelberg Palat. Germ . 8 3 3 f. 6 s v) . L'uomo con lo scorpione in mano si trova ad esempio nel grado undi­ cesimo [tav. 20] , l' uomo dal serpente nel tredicesimo, e in modo analogo nel­ l'Astrolabium si trovano nei gradi I I e I2. Le vie della migrazione di questi oracoli cosmologici pagani potranno dunque essere considerate del tutto in­ dividuate per colui che vuole afferrare nei suoi tratti fondamentali il proble­ ma della >, cosa che io qui non posso che tratteggiare fuggevolmente.

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« Questo è Martin L utero » e « Filippo Melantone ». Se non conoscessimo il nesso storico, dovremmo interpre­ tare queste parole aggiunte alla immagine di un mona­ co indemoniato come l 'espressione traboccante d 'odio di un nemico dichiarato di Lutero . Ma questo non è del tutto esatto. Infatti anche gli amici, basandosi sullo stesso L utero, 1 poterono interpretare l'illustrazione co­ me una prova a favore del riformatore, mentre è noto che i polemisti papisti suoi avversari hanno sempre e fi­ no alla nausea posto Lutero in una relazione persona­ lissima con il diavolo, fino a considerarlo suo padre car­ nale, come Incubus . In questo senso, il più feroce pale­ mista antiluterano, Cocleo, stabilisce un velenoso colle­ gamento tra Lutero e questo monaco di Lichtenberger. Infatti, fin dal 1 5 3 4, così impreca contro di lui nelle sue

Nuove estasi: Spero anche che egli [Lutero] non arrivi all'anno XXII ma muoia nell'anno XIX [come di lui scrive Lichtenberger] , quel­ l'infausto monaco che porta il diavolo sulla spalla nella Prac­ tica di Lichtenberger.2

Cocleo riferisce dunque immagine e testo a Lutero come in una allusione a tutti nota che suona quasi co­ me egli volesse controbilanciare un'altra interpretazio­ ne, favorevole a Lutero . Un anno più tardi il vescovo Vergerio fece visita a Wittenberg al monaco pericoloso e scomunicato, e de­ scrisse così le sue impressioni in una lettera a Ricalcati in data 1 3 novembre 1 5 3 5 : . . . et veramente che quanto più penso a quel che ho veduto et sentito in quel monstro et alla gran forza delle sue maladet­ te operationi, et coniungendo quello che io so della sua nati­ vità et di tutta la passata vita da persone che li erano intimi amici sino a quel tempo che se fece frate, tanto più mi lascio vincere a credere che egli habbia qualche demonio a dosso ! 3 ' Si veda più avanti, pp. 5 3 sg. J ohann Cocleus, Von newen Schwermereyen sechs Capite!, Michael Blum, Leipzig 1 5 34, f. dij v. ' « Nuntiaturberichte aus Deutschland nebst erganzenden Actenstiicken >>, 2

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La descrizione di Vergerio fa l'effetto, anche solo esteriormente, di un commento mirabilmente fedele al profeta monaco di Lichtenberger; e lo stesso Vergerio fornisce un 'ulteriore prova del fatto che egli aveva in mente anche il testo di Lichtenberger. Scrive infatti di aver udito cose sospette d'ogni genere sulla « natività » di Lutero. Con Geburt (nascita) la parola natività non è tradotta esattamente in tedesco, a mio parere; qui es­ sa significa genitura , oroscopo , ossia la costellazione sotto la quale era nato Lutero. Ma proprio allora a Wittenberg la sua natività veniva collegata alla profezia del monaco fatta da Lichtenberger. Per giunta un tale legame era stato stabilito da un astrologo italiano. Pro­ babilmente proprio per questo Luca Gaurico, visitan­ do Wittenberg nel I 5 3 2, aveva fissato la data di nascita di Lutero al 22 ottobre I 484 [tav. 3 ] . Vergerio, infor­ mandosi in proposito, ne avrà avuto notizie tanto più facilmente in quanto dietro quella datazione ( si veda sopra, pp. 2 8 sg. ) si celava da bel principio una politica di propaganda antiriformistica che, certo, in Gaurico si accrebbe solo nell'edizione del I 5 5 2 fino a dare a fianco dell 'oroscopo di Lutero quel testo così pieno d 'odio. Questo nesso fra Lichtenberger e Gaurico si può comprovare anche nei particolari. Infatti, . esaminando più da vicino, cosa qui solo accennabile, il carattere es­ senziale dell'oroscopo di Gaurico, si riconosce una in­ dubbia concordanza con le indicazioni astrologiche che troviamo nella profezia di Lichtenberger. Tale con­ cordanza si può spiegare forse facendo risalire entram­ bi a una fonte comune, anch 'essa di origine nordica. Poiché quel Paolo di Middelburg, modello inconfessa­ to di Lichtenberger (si veda sopra) , visse in Italia ed era in rapporti personalissimi con Luca Gaurico, essendo stati entrambi incaricati da papa Leone X di riformare 1 il calendario giuliano. Sappiamo anche che Gaurico ha sez. 1, vol. 1. Walter Friedensburg, Nuntiaturen des Vergerio I5JJ ·I5J 6, Gotha ! 892, p. 5 4 I . ' Benedetto Soldati, L a poesia astrologica nel Quattrocento. Ricerche e studi, Firenze 1 906, p. 1 1 5 .

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conosciuto e stimato altamente le opere di Paolo di Middelburg. Lo cita infatti nel suo Encomion astrolo­ giae come uno dei lumi di questa scienza. 1 L'idea fondamentale di questa profezia è in Gaurico semplicemente rovesciata contro Lutero in quanto in lui si congiungono nella casa dello Scorpione non sol­ tanto due pianeti, come in Lichtenberger, bensì tutti a eccezione di Marte. Le idee della costellazione del pro­ feta agiscono in Gaurico anche in quanto Giove e Sa­ turno si adunano nella nona casa, ossia in quella della religione, mentre l'infausto Marte sta nella sua « casa regale », ossia nell'Ariete, come Lichtenberger esige espressamente. A tutto questo si aggiunge in Gaurico la congiunzione dei rimanenti pianeti nella nona casa. Un'ulteriore ricerca2 stabilirà se la mancata accettazio­ ne della data di Lichtenberger del 2 5 (o 20) novembre e la sua sostituzione con il 22 ottobre, siano state motiva­ te dal desiderio di ottenere questo affollamento di pia­ neti o da un particolare calcolo astronomico.

Lutero sulla profezia ispirata dallo « spirito maligno » in ]ohann Lichtenberger A causa delle sue opinioni sull'astrologia L utero avrebbe dunque certamente respinto una relazione fra se stesso e l'immagine del monaco di Lichtenberger. Anche nella prefazione al suo testo ribadisce espressa­ mente l'inadeguatezza della scienza astrologica, e que1 Erasmo Percopo, Pomponio Gaurico umanista napoletano (estratto de­ gli « Atti dell'Accademia di archeologia, lettere e belle arti di Napoli » ) , Na­ poli I 894, p. I J6. 2 La congiunzione di Giove e Saturno nello Scorpione è posta da Lichten­ berger nell'edizione tedesca del I 5 2 7, con una prefazione di Lutero, al 2 5 ° giorno d i novembre, >, I 484; i n tal modo sono indicati due mesi, poiché il mese del vino è ottobre. Altra differenza appare nel­ l'edizione del I 5 49 , foglio 2 8 , dove invece del 25 novembre è indicato il 2o. Ma per Gaurico si dovrà presupporre non l 'uso di un testo tedesco ( ammes­ so che gli sia servito come fonte in genere Lichtenberger e non, poniamo, Paolo di Middelburg ) , se non attraverso i suoi amici tedeschi, bensì piutto­ sto di un testo latino o italiano; in questi, almeno in quanti mi sono stati sin qui accessibili, la data è sempre il 2 5 novembre. Con Lichtenberger sarà quindi difficile spiegare lo spostamento della data al 2 2 ottobre che si ha in Gaurico, a meno che non esista un'altra edizione a me ignota che rechi que­ sta data.

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sto, si dovrebbe pensare, a maggior ragione per il dia­ voletto che il monaco raffigurato porta sulla spalla [tavv. 1 8 e 2 1 ] . Una notizia comunicata da Herberger 1 all'inizio del Seicento, e che deriva da buone fonti, da lui espressamente citate, rivela però una situazione del tutto differente: Dei nemici di San Martino e del Dottor Martino

Nel giorno di San Martino gli spiriti maligni giocavano molti tiri quando gli apparivano sotto l'una o l'altra forma. Egli si è lamentato in modo particolare che in quella turba Mercurio fosse il peggiore. Ognuno ha il suo tormento, co­ me Cristo stesso ha dovuto provare. Matt. 4· Un giorno il diavolo si fece incontro a san Martino volendo compiere la sua opera, e gli disse: tutti ti saranno contro. Martino rispose allora come il cavaliere Gordio: « Dominus mecum , non ti­ mebo mala. Se Dio è con noi, sia pure contro di noi chiun­ que ». Allo stesso modo il diavolo ha giocato molti tiri al dot­ tor Martino a opera dei suoi strumenti . In specie e gli spiriti mercuriali e i sofìsti lo hanno tormentato orribilmente. Qui dovrò narrare una cosa memorabile. Il signor J ohann Lichtenberger ha profetato che verrà un monaco, che mon­ derà e ripulirà l'intera religione; a questo monaco ha dise­ gnato un diavolo sulla nuca. Un giorno Lutero prende in ma­ no il libro e vuole tradurlo in tedesco. Sopraggiunge il dottor Justus Jonas e domanda che cosa intenda fare. Il dottor Lu­ tero glielo dice. Allora il dottor J onas replica: « Come mai volete tradurlo dal momento che è contro di voi? ». Lutero gli domanda il perché di questa sua affermazione. Il dottor Jonas risponde: « Lichtenberger dice che voi avete il diavolo addosso, ma voi non l'avete affatto ». Allora il dottor Lutero sorride dicendo: « Eh , signor dottore, guardate un po' meglio il disegno . Dove sta il diavolo? Non sta nel cuore del monaco, bensì sulla spalla. Ah , come ha colpito giusto: nel cuore vive il mio signor Gesù, e mai il diavolo riuscirà a en­ trarci. Ma io penso che il diavolo mi stia sulla spalla grazie al papa, all'imperatore, ai potenti e a tutti coloro che hanno la pretesa di essere saggi. Se il diavolo non ne può più, allora mi fa un orribile ronzio nella testa. Come Dio vuole. Mi tormen­ ti pure esternamente, grazie a Dio egli non è che un diavolo ' Valerius Herberger, Gloria Lutheri et evangelicorum, Leipzig 1 6 1 2, pp.

4 1 ·4 5 ·

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estromesso, espulso, allo stesso modo che Cristo dice che il principe di questo mondo sarà ora cacciato. ]oh. 1 2 » . Il servitore del dottor J ustus J onas, in seguito celebre pre­ dicat�re, ha preso ad notam queste parole e le ha spesso rife­ rite. E vero, il diavolo, come leone ruggente, va in giro . 1 Pet. 5· Che ruggisca come vuole, ma con il cuore dei fedeli cri­ stiani nulla ha a che fare. Il nostro cuore è il regal seggio di Cristo, ivi egli vuol rimanere sovrano e padrone.

Questa tradizione suona del tutto genuina. Abbiamo espressioni del tutto analoghe di Lutero sulla lotta con il diavolo, che per lui era un essere del tutto personale, a causa del suo mal di testa. ' Il tono umoristico in Her­ berger non riesce a velare questo fatto, poiché per quanto Lutero respingesse decisamente i demoni in sembianze umane, con altrettanta precisione d'immagi­ ne e con altrettanta certezza viveva per lui il maligno. Nella prefazione all'opera di Lichtenberger/ riconosce perfino che in taluni casi egli possiede verità profetica, anche se limitatamente a cose terrene. Proprio sul rapporto di Lichtenberger con il diavolo abbiamo una dichiarazione di Lutero che costituisce una preziosa integrazione al problema. Alla domanda se Lichtenberger avesse uno spirito buono o uno mali­ gno, risponde: Fuit spiritus fanaticus et tamen multa praedixit [poiché il diavolo è perfettamente in grado di far questo] , quod novit ' Nella sua storia della teoria dei colori Goethe ci dà una peculiare psi­ cologia ambivalente di questo timore del diavolo in Lutero: >. Goethes Samtliche Werke, Cotta }u­ bilaums-Ausgabe, Stuttgart-Berlin 1 902- 1 9 1 2 , vol . XL, pp. 1 6 5 - 1 66. 2 Cfr. più avanti, pp. 93 sgg.

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corda eorum quos possidet. Praeterea novit conditionem m un di [egli vede come vanno le cose] . 1

Lutero riteneva dunque che il carattere indemonia­ to, invasato di Lichtenberger fosse del tutto conciliabi­ le con il dono della divinazione esatta delle cose terre­ ne. In modo del tutto corrispondente nella sua prefa­ zione a Lichtenberger afferma: I segni di Dio e gli avvertimenti degli angeli sono infatti mescolati con i suggerimenti e con i segni di Satana, giacché il mondo merita invero che le cose siano tremendamente confuse e che nulla si possa differenziare.

In tal modo gli amici di Lutero potevano tranquilla­ mente usare immagini con il diavolo nella loro campa­ gna di stampa, poiché Lutero stesso, in quell'epoca di passionale polemica figurata , riconosceva le qualità del Lichtenberger, sia pur solo come interprete di porten­ tosi presagi naturali. 3·

LA PRONOSTICAZIONE COME INTERPRETAZIONE DI PRODIGI:

ELEMENTI ANTICHI E TERATO LO GICI NELLA PUBBLICISTICA POLITICA LUTERANA

L'immagine di Lutero nella « mirabile profezia di Gioac­ chino » di Hans Sachs e negli oracoli leonini. I « monstra » politici di Lutero e Melantone: l'asino-papa e il vitello­ monaco In questo campo Lutero e i suoi compagni operaro­ no con tutt'altre illustrazioni, la cui passionalità parti­ giana è giustificata soltanto dalla necessità della con­ troffensiva letteraria. Anche qui Spala tino è visibile sullo sfondo come pro­ motore. Così, nel I 5 2 I ,2 egli si interessa particolarmen-

' Georg Liische, Analecta Lutherana et Melanthoniana, Gotha 1 892, p. 30 1 , n . 493 · 2 Briefwechsel, ed. Enders , m, p. 1 07. Lettera di Lutero a Spalatino in da­ ta 7 marzo 1 5 2 1 .

ELEMENTI ANTICHI PAGANI

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te della Passione di Cristo e dell'Anticristo, uscita allora con le illustrazioni di Lucas Cranach, che osava attac­ care il papa come Anticristo. E l' anno seguente egli eb­ be già notizia 1 del modello italiano della Mirabile pro/e­ zia, pubblicata da Osiandro e Hans Sachs soltanto nel I 5 2 7 a Norimberga sulla base di una stampa italiana, che s ua volta risaliva a un catalogo dei papi pseudo­ gioachimita, redatto con scopi profetici. L'immagine di Lutero in Hans Sachs, con la falce nella destra e la rosa nella sinistra [tav. 22] piacque molto al monaco rifor­ matore, che così scrive in data I 9 maggio I 5 2 7 a Wen ­ ceslaus Link a Norimberga: . . . libellus vester imaginarius de P a patu, in quo imaginem meam cum falce valde probo, ut qui mordax et acerbus tot annis ante praedictus sum futurus, sed rosam pro meo si­ gno interpretari dubito, magis ad offìcium etiam pertinere 2 putanm. •

Il libro italiano illustrato con xilografie (Bologna I p 5 ) , che servì da modello [tav. 2 3 ] , si trova ancora, insieme con i versi di Hans Sachs scritti di mano di Osiandro, nella Biblioteca di Wolfenbiittel.1 Purtroppo dobbiamo rinunciare a entrare nei particolari, !imitan­ doci ad accennare alla gamba umana che appare anche nella raffigurazione di Lutero e che nel calendario sto­ rico dei papi è lo stemma eloquente di papa Giovanni XXIII ( Coscia ) . Non si è sin qui notato che questa im­ magine è imitata a sua volta da un ritratto di imperato­ re bizantino nei noti oracoli leonini del secolo xn [tav. 24] . 4 D ato il carattere astrologico di tali profezie non è escluso che in questa raffigurazione riecheggi ancora in

' Cfr. Melantone a Spalatino e a Michele Hummelberger, rispettivamente in data 4 e I 2 marzo I p 2 (CR, I , 5 6 5 ) . 2 Brie/wechsel, ed. Enders, V I , p. 5 2 . ' Collocazione I 2 7- I 9 Th . 4· Cfr. Rudolf Genée, Hans Sachs und seine Zeit, Leipzig I 894, p. 48 5 . • Ed. Lambecius, Parigi I 6 5 5 , in Georgii Codini excerpta de antiquitatibus Constantinopolitanis, p. 2 5 I (cfr. Karl Krumbacher, Geschichte der byzanti­ nischen Literatur, Miinchen I 897, 2' ed., p. 6 2 8 ) . L'edizione bolognese si ser­ ve anche delle altre immagini oracolari.

DIVINAZIONE ANTICA PAGANA

qualche modo un'idea di Saturno 1 [tav. 2 5 ] . La propa­ ganda di Lutero e di Melantone in ambito divinatorio trovò, come sappiamo, una sua espressione nei fogli volanti dell'asino-papa di Melantone e del vitello-mo­ naco di Lutero. La notizia del ritrovamento di una mo­ struosa chimera gettata, a quanto si diceva, dal Tevere sulla riva nel 1 49 5 [tav. 26] e la notizia dell' aborto mo­ struoso di una vacca in Sassonia nel 1 5 2 3 [tav. 27] di­ ventano nell'interpretazione politica un'arma offensiva di una sfrenata grossolanità.2

' C h e la statuetta d'idolo, con l 'iscrizione > e la falce [tav. 2 5 ] , non sia forse Saturno (fra Giove e i l Sole ) ? 2 Cfr. Julius Kiistlin , Martin Luther, 5' e d . , Berlin 1 90 3 , 1 , p . 646.

III. LA DIVINAZIONE NELL'ETA LUTERANA, BASATA SULL'APPLICAZIONE DELLA COSMOLOGIA ELLENISTICA; SUA CONNESSIONE CON LA RINASCITA DELLA ANTICHITÀ NELL'UMANESIMO TEDESCO: MEDIATORI E FONTI ORIENTALI

L UTERO NELL' AMBIENTE DELLE IDEE TERATOLOGICHE E ASTROLOGICHE DEGLI ERUDITI E DEGLI ARTISTI VICINI A MASSIMILIANO I: « MONSTRA » VATICINANTI DA SEBASTIAN BRANT A DURER. PRATICHE BABILONESI

Simili fogli volanti o singoli scritti sui monstra sono in certo qual modo pagine strappate alla grande raccol­ ta annalistica di prodigi, 1 di ispirazione schiettamente antica, così come fu compilata nel Cinquecento dal dot­ to Licostene,2 il quale fu anche l'editore del ]ulius Ob­ sequens illustrato.3 Qui si ritrovano infatti sia l' asino­ papa quanto il vitello-monaco,4 ma accanto al primo (e questo getta luce sulla storia delle fonti) si trovano an­ che altri monstra dell'epoca di Massimiliano, come so­ no stati conservati in figure e testi dell'epoca prove­ nienti dall' ambiente intellettuale più vicino all'impera­ tore, ad esempio in Brant, Mennel/ Griinpeck e Diirer. Ma Lutero interpreta , quasi da augure anticheggiante, questi monstra precisamente nella loro connessione sto­ rica sotto l'influsso del primo rinascimento tedesco del' In questo senso Lutero interpreta anche la comparsa di una balena get­ tata sulla riva a Haarlem nella sua lettera a Speratus del 13 giugno 1 5 2 2 (Briefwechsel, e d . Enders, m, p . 3 9 7 ) : . 2 Konrad Lycosthenes (ovvero Wolffhardt, di Ruffach nell'Alta Alsazia, I p 8 - I 5 6 1 ) , Prodigiorum ac ostentorum Chronicon, Basileae 1 5 5 7· ' Julius Obsequens, Prodigiorum Liber, nunc demum per Conr. Lycosthe­ nem restitutus, Basileae 1 5 p . 4 Lycosthenes, cit . , p p . CCCCLX e CCCCLXXIIJ. ' Lo storico di corte Jakob Mennel (cfr. Cod. Vind. Pala t. 44 1 7) compilò fin dal 1 503 per l'imperatore una di queste raccolte di prodigi come feno­ meni concomitanti del decorso storico universale. Qui si apre la via che con­ duce alle Lectiones memorabiles di Wolf (si veda più avanti) .

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l'Antichità demoniaca; ma conferisce loro un significa­ to diverso, cristiano-escatologico, in rapporto alla tra­ ditio Domus Eliae. Questo ci è rivelato in modo sor­ prendentemente chiaro da un passo della sua Chronica deudsch.1 A proposito del periodo I 5 00- I p o ( 5 4605 470 « dall'inizio del mondo ») è detto: Una nuova malattia, il morbo francese, da taluni chiamata il morbo spagnolo, si va diffondendo e, come si dice, essa è portata in Europa dalle isole occidentali di nuova scoperta. È questo uno dei grandi segni che annunciano il Giudizio fina­ le. E sotto Massimiliano si sono avuti in cielo segni mirabili, e molti anche in terra e sulle acque, dei quali Cristo dice: Vi sa­ ranno grandi segni ecc. Di nessun altro tempo si legge in cui si siano avuti insieme più segni e più grandi, i quali ci danno la speranza certa che il giorno auspicato è proprio alle p � :me.

Un foglio come quello di Griinpeck/ sul quale tro­ viamo riunito un gruppo di mostruosità dell'epoca di Massimiliano (l'imperatore, ritratto fedelmente, assiste come spettatore ) , potrebbe esser servito da modello a queste parole di Lutero . Certo, le arti divinatorie umane rivolte alle cose del mondo rimasero in Lutero malgrado tutto soltanto uno strumento ausiliario , in sottordine rispetto alla forma suprema della divinazione, al profetismo che è missio­ ne personale, vissuta religiosamente, che egli contrap ­ pone ai nemici nei momenti di massimo pericolo: poiché sono il profeta dei tedeschi - giacché tale titolo al­ tezzoso dovrò d'ora in poi darmi io stesso, per piacere e sod­ disfazione dei miei papisti e asini.

Così scrive nel I 5 3 I nell'Avvertimento ai suoi cari te­ deschi, quando dovette infondere coraggio ai pusillani­ mi perché resistessero alla soverchia forza imperiale. ' Citato dall'edizione di Hans Lufft, Wittenberg 1 5 5 9 · I n un codice della Biblioteca universitaria d i lnnsbruck. Cfr. Beschrei· bendes Verzeichnis der illuminierten Handschriften in Gsterreich, a cura di Franz Wickhoff, 1 90 5 · 1 907, vol . 1: Hermann Julius Hermann, Die illumi­ nierten Handschri/ten in Tirol, Leipzig 1 90 5 , n. 3 1 4, illustrazione a p. 1 94. 2

LA DIVINAZIONE NELL' ETÀ LUTERANA

Tuttavia la storiografia protestante posteriore, come appare dalle Lectiones memorabiles di J ohann Wolf, 1 era ancora immersa profondamente e con modalità pa­ gane in una devozione superstiziosa dinanzi ai monstra, al punto che la storia universale sembra scorrere per così dire su binari , lungo i quali stanno come casette cantoniere i miracoli dell'universo. Da questa pratica di immagini vaticinanti che si è so­ liti considerare tutt'al più come un residuo memorabile dal punto di vista religioso o folkloristico, e che utilizza sì immagini, ma sembra non aver nulla a che vedere con l' arte, si apre tuttavia una strada che conduce ai ca­ polavori e alla grande arte di un Albrecht Di.irer. Alcu­ ne sue creazioni sono così profondamente radicate in questo terreno primigenio della fede cosmologica pa­ gana che, non conoscendo quest 'ultima, ci rimane pre­ cluso l'intimo accesso, ad esempio, all'incisione Melen­ colia I, definibile come il frutto arcano e più maturo della civiltà cosmologica massimilianea. Per questo i prodigi massimilianei, in seguito utilizza­ ti da Lutero in senso storico, ci conducono alle opere gio­ vanili di Di.irer, che forniscono un contributo attestante la sua familiarità con la rinata antica pratica profetica. La figura di un uomo sofferente del morbo gallico disegnata da Di.irer come illustrazione per una profezia medica di Ulsenio del 1 496, rientra a pieno titolo nel­ l' ambito della profezia timorosa sia dei monstra che de­ gli astri: ci troviamo infatti nella sfera della grande con­ giunzione di Lichtenberger dell' anno 1 4 84 [tav. 2 8 ] . L a terza parte dello spazio, in alto, è occupato da una sfera celeste sulla quale si vede la cifra 1 4 84. Ora, guardando più da vicino lo Scorpione dello Zodiaco, si vedono radunati sotto di esso i pianeti pericolosi: siamo di nuovo nella paurosa sfera della grande congiunzione del 1 4 84, come la elaborò astronomicamente Paolo di ]ohannis Wol/ii lectionum memorabilium et reconditarum centenarii 16 habet hic lector doctorum ecclesiae , Lavingae 1 6oo ( I 6o 8 ) , vol . I , p . 1 0 1 2 ; il 1

...

vol. n che si riferisce al Cinquecento è di 1 074 pagine e costituisce la storia universale di questo genere più ampia e più preziosa dal punto di vista della storia ecclesiastica.

DIVINAZIONE ANTICA PAGANA

Middelburg nei suoi Prognostica, poiché il contenuto del libro di Ulsenio coincide (rimando a tal riguardo a Sudhoff l che per primo ha constatato questo fatto) con il capitolo dei Prognostica dedicato alle conseguenze mediche della grande congiunzione. Anche la sua mostruosa scrofa [tav. 29] che sembra non avere pressoché nulla di politico o di profetico, mo­ stra come Diirer in quella stessa epoca avesse familiarità con l 'ambito dei monstra vaticinanti. L'incisione raffi­ gura la scrofa portentosa di Landser, nata nel 1 496 nel Sundgau .2 Una sola t�sta aveva questo mostro, ma due corpi e otto zampe. E stato dimostrato che Diirer usò come modello un foglio volante [tav. 3 0] pubblicato nel 1 496 in latino e in tedesco da Sebastian Brant/ il dotto esponente del primo umanesimo. Esso è dedicato, come altri fogli analoghi, all'imperatore Massimiliano I e ap­ poggia la sua politica mediante profezie. Nel testo Brant si presenta in maniera del tutto consapevole come anti­ co augure, e questo è significativo per la nostra argo­ mentazione; affida la sua interpretazione alla autorità della portentosa scrofa virgiliana, profetata a Enea: Che cosa mai questa scrofa ci porterà Pensavo fra me in verità Che per mezzo della scrofa Di cose future leggiam la storia Così come la scrofa che quando Enea la trovò Con i suoi piccoli sulla sabbia del Tevere allogò . . .

S i tratta per così dire d i una « edizione straordinaria sulle mostruosità della natura » al servizio della politica del giorno. Sebastian Brant, per le sue arti, avrebbe po' « Studien zur Geschichte der Medizin >>, fase. 9, Leipzig 1 9 1 2 , e Karl Sudhoff, Graphische und typographische Erstlinge der Syphilisliteratur aus den Jahren 1495 un d 1496, Miinchen 1 9 1 2 , in >, 4· ' E. Major, Diirers Kup/erstich « Die wunderbare Sau von Landser im El­ sass », in >, VI ( 1 9 I J ) , pp. J 27·J JO, tav. 8 1 . La scrofa è riprodotta anche nel Sammelblatt di Griinpeck. Vedi sopra, pp. 6 1 -62. ' Flugblatter des Sebastian Brant, ed. Pau! Haitz, in , m , StraBburg 1 9 1 5 , ff. I O- I I .

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tuto appellarsi ad antenati ancor più antichi e veneran­ di; il suo foglio « di attualità » sul mostro lo si poteva ri­ trovare in caratteri cuneiformi su tavole d ' argilla assiri­ che. Sappiamo che intorno alla metà del secolo VII pri­ ma di Cristo il sacerdote-vate Nergal-etir riferisce a re Asarhaddon di una mostruosa scrofa con otto piedi e due code; in base a questo mostro di natura egli vaticinò che il principe avrebbe assunto il regno e il potere di so­ vrano, aggiungendo che il macellaio Uddanu aveva mes­ so sotto sale la bestia, probabilmente al fine di conser­ varla1 per l'archivio della real casa. Le ricerche hanno dimostrato da gran tempo che le arti divinatorie romane erano direttamente collegate, attraverso l'Etruria, alla tecnica del vaticinio babilonese. Ma che il collegamento fra Asarhaddon e l'imperatore Massimiliano si fosse mantenuto vivo per più di duemila anni, è dovuto oltre che alla cura dei dotti antiquari, soprattutto all'irresisti­ bile antichissimo istinto umano di ricercare un causalità mitologica. Tuttavia il superamento dello spirito babilo­ nese è realmente già compiuto nell'incisione di Diirer: manca l'iscrizione. Nergal-etir e Brant non trov_ano più posto per la loro interpretazione divinatoria. E l'inte­ resse naturalistico per il fenomeno a guidare il bulino.

IL MANUALE DI ASTROLOGIA ARABO « PICATRIX » E LA FEDE NEI PIANETI DI DURER. SATURNO E GIOVE NELLA « MELENCOLIA I », NELLA PROFEZIA DI LICHTENBERGER E IN LUTERO

Andiamo debitori alla disinteressata erudizione del­ l'amico Karl Giehlow,2 troppo presto rapitoci, se pos' Bruno Meissner, Babylonische Prodigienbucher, in < < Festschrift z u r J ahr­ hundertfeier der Universitat zu Breslau >>, Breslau 1 9 1 1 , « Mitteilungen der Schlesischen Gesellschaft fiir Volkskunde >>, ed. Theodor Siebs, vol. X I I I -XIV, p. 2 56. Morris J astrow jr, Babylonian-Assyrian Birth Omens an d their Cultu­ ra! Signi/icance, in « Religionsgeschichtliche Versuche un d Vorarbeiten >>, XIV, 5 , Giessen 1 9 1 4, p. I o; ibidem, pp. 73 sgg_ su Licostene. 2 Karl Giehlow, Durers Stich « Melencolia 1 » und der maximilianische Hu­ manistenkreis, in « Mitteilungen der Gesellschaft fiir vervielfaltigende Kunst >>, Wien 1 90 3 , pp. 29-4 1 ; 1 904, pp. 6- 1 8 , 5 7-78. Si spera che la ristampa di que­ sto studio esca tra breve, come è stato preannunciato [cfr. in sua vece Erwin Panofsky - Fritz Saxl, Durers Melencolia l, Eine quellen- und typengeschich-

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siamo scoprire come comune pensiero fondamentale della Melencolia I di Diirer [tav. 3 I ] e dei Practica di Lichtenberger un'idea astrologico-ellenistica mediata dagli arabi. Saturno e Giove nella loro azione opposta forniscono l'anello di congiunzione. Dobbiamo in primo luogo stabilire un punto d'ap­ poggio esterno di tale connessione: Massimiliano si era familiarizzato con lo spirito di Lichtenberger, non fos­ s'altro per il fatto che la fonte da quest'ultimo usata, i Prognostica di Paolo di Middelburg, era dedicata a lui. E un altro motivo della presa di posizione di Massimiliano sul problema della guarigione della melanconia saturnia­ na gli era offerto in modo puramente esterno dalla natu­ ra del suo mitico antenato, l'Ercole egiziano, sul quale Peutinger gli aveva dato un parere seguendo i Problema­ ta di Aristotele. In anni successivi 1 fu angosciato dalla posizione minacciosa e sfavorevole di Saturno,2 a causa della quale egli realmente morì/ come ritenne il suo me­ dico curante Tannstetter. Astraendo da questi presuppo­ sti di relazioni dirette molto personali, Giehlow ha di­ mostrato su cosa mai, all'epoca di Massimiliano, si fon­ dasse la cura medica della melanconia saturnina. Secondo la teoria dei medici antichi vi erano due forme di melanconia, una grave e una più leggera. La forma grave era da attribuirsi al fiele nero, e produceva stati maniacali, come nel caso dell'Ercole furioso. Il fi­ losofo e medico fiorentino Marsilio Ficino proponeva contro di essa un trattamento misto, al contempo motliche Untersuchung, Leipzig I 9 2 3 , « Studien der Bibliothek Warburg »; 2' ed. riveduta e aumentata: Salurn and Melancholy. Studies in the History o/ Natura l Philosophy, Religion an d Art by Raymond Klibansky, Erwin Panof· sky and Fritz Saxl, London I 964l . ' Certamente a partire dal I p 8 , probabilmente già prima. Cfr. Edmund Weiss, A/brecht Durers geographische, astronomische und astrologische Ta/eln, in , V I I , I 8 8 8 , p. 220 e in proposito Karl Giehlow, op. cii. , v, p. 5 9 · ' Sulla funzione ostile d i Saturno nell'oroscopo d i Massimiliano cfr. la let­ tera di Melantone a Camerario, I 3 gennaio I 5 J 2 (CR, 11, 5 6 3 ) : >. ' Cfr. Karl Giehlow, op. cit. , v, p. 5 9 ·

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rale, medico e magico . 1 I suoi rimedi erano da un lato la concentrazione spirituale, in virtù della quale l'uomo melanconico poteva trasformare la propria sterile me­ stizia in genio umano . Dall'altro, astraendo da misure puramente mediche contro l'eccessiva mucillaggine, era necessario per la trasformazione della bile che il be­ nefico pianeta Giove contrapponesse la propria azione al pericoloso Saturno . Se Giove non era presente nella costellazione reale, era tuttavia possibile procurarsi questa congiunzione più favorevole mediante la sua im­ magine magica che, secondo la dottrina di Agrippa, po­ teva essere sostituita dal suo quadrato numerico. Ecco perché vediamo nell'incisione di Di.irer, appeso alla pa­ rete, il quadrato numerico di Giove . Giehlow, il quale in modo così acuto e semplice ha scoperto l'idea della congiunzione planetaria come me­ todo per la cura della melanconia negli occultisti occi­ dentali del Rinascimento, alla fine non osò trarre l'ul­ tima conseguenza della sua scoperta. Egli infatti consi­ derava la tavola numerica di Giove in Di.irer, malgrado Ficino e Agrippa, non tanto come amuleto antisaturni­ no, bensì « in primo luogo » come simbolo della genia­ le inventiva dell 'uomo saturnino. Giehlow non poteva trarre dalla propria scoperta quest 'ultima conseguenza, quella più propriamente il­ luminante, perché gli era ignoto un documento essen­ ziale della preistoria di queste idee, vale a dire il libro Picatrix, di cui ora riferiremo. Quest 'opera, che rappre­ senta in modo tipico la tradizione araba della pratica magica astrologica della tarda Antichità, ebbe per tutta la scienza occulta europea, come la coltivarono Ficino e Agrippa, un'importanza fondamentale. Completando le ricerche di Giehlow, ho potuto dimostrare , con l' aiuto di Printz, Grafe e SaxV che quest'opera capitale in lin' Riassunto in De vita libri tres, Firenze I 489, e altrove. Cfr. Fritz Sa xl, Beitriige, ci t., pp. I 5 I- I 77, e Idem, Verzeichnis astrologischer

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und mythologischer illustrierter Handschri/ten des lateinischen Mittelalters in romischen Bibliotheken, in , fase. x, Leipzig 1 900, p. 76. ' Cod . 793 DD III, 36. In parte riprodotto in Fritz Saxl, Verzeichnis . . . , cit . , p. X I I I . 1 Il Picatrix e il cosiddetto 'Ufiirid sono citati espressamente da Alfonso come autorità nel Libro de los Ymagines (Reg. 1 2 8 3 ) ricordato sopra (p. 5 0 nota) e n e l s u o Lapidario. P e r lo 'U.tiirid s i veda Julius Ruska, Griechische Planetendarstellungen in arabischen Steinbuchern , Heidelberg 1 9 1 9, pp. 24 sg. e Moritz Steinschneider, Arabische Lapidarien , Leipzig 1 89 8 , in « Zeit­ schrift der deutschen Morgenlandischen Gesellschaft >>, vol . 49, pp. 267 sg. e dello stesso, Zur pseudoepigraphischen Literatur, n . 3 della prima >, 111, Berlin 1 862, pp. J I , 47, 8 3 . ' Reg. 1 2 8 3 , Vind. 5 23 9 , Guelferbit. 1 7. 8 , Aug. 4 ° . Nel testo aggiunto al quadrato di Giove è detto nel Vin d . , f. 1 47v: >.

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sostanzialmente connessi tra loro , in quanto tarde pro­ paggini di un 'antichissima pratica pagana, appunto per­ ché radicati unitariamente nella magia curativa ermeti­ ca mediata dagli arabi. Inoltre si potrebbe obiettare, dinanzi al ritegno di Giehlow, che, se l' uomo saturnino avesse voluto osten­ tare questa tavola numerica con i suoi peculiari ritmi matematici come simbolo del proprio genio inventivo, avrebbe dovuto mostrare la tavola numerica di Saturno e non quella di Giove. Quest'ultima, infatti, assume qui il proprio autentico significato solo in riferimento alle idee della iatro-astrologia. L'atto più propriamente creativo che rende la Melen­ colia I di Diirer il foglio umanistico di conforto contro il timore di Saturno può essere capito soltanto riconoscen­ do che questa mitologia magica sia il vero e proprio ma­ teriale che nella trasformazione artistica è spiritualizza­ to. Da quel demone planetario accigliato, divoratore di fanciulli, dalla cui lotta entro il cosmo con altro pianeta reggente dipende la sorte della creatura irradiata, nasce in Diirer, in virtù di una metamorfosi umanizzante, l'in­ carnazione plastica dell'uomo che lavora e che pensa. Il fatto che questa nostra analisi della Melencolia I sia in armonia con lo spirito dei contemporanei è con­ fermato a posteriori da Melantone, il quale concepisce il genio di Diirer come la forma più sublime della me­ lanconia propriamente triste, spiritualizzata in virtù di una favorevole posizione degli astri. Melantone dice: De Melancholicis ante dictum est, horum est mirifica va­ rietas. Primum illa heroica Scipionis, vel Augusti, vel Pom­ ponij Attici , aut Dureri generosissima est, et virtutibus excel­ lit omnis generis, regitur enim crasi temperata, et oritur a fausto positu syderum . 1

Questa interpretazione del genio artistico di Diirer potrebbe essere senz' altro posta come iscrizione sotto ' Ph. Melanthonis, Liber de anima, f. S u. Il passo si trova soltanto nelle edizioni anteriori al 1 5 5 3 ; nelle edizioni posteriori , accessibili all'autore, manca. La citazione è riportata secondo l'edizione di Wittenberg, 1 5 4 8 .

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la Melencolia I. Da un secondo passo di Melantone ap­ prendiamo infatti a quali forze astrali egli attribuisse quel potere di trasformazione. Come causa della subli­ me melanconia di Augusto egli vi definisce la congiun­ zione di Saturno e di Giove nella Bilancia: Multo generosior est melancholia, si coniunctione Saturni et Iovis in libra temperetur, qualis videtur Augusti melan­ cholia fuisse. 1

Gettiamo ora uno sguardo entro la natura del proces­ so di rinnovamento che chiamiamo Rinascimento. L'An­ tichità classica riprende a risorgere contro l'Antichità arabo-ellenistica. Nell' acedia mummificata del Medioevo viene ispirata nuova vita dalla rinnovata conoscenza degli scrittori antichi. I Problemata di Aristotele erano infatti la base del pensiero sia per Ficino sia per Melantone. La storia dell'influenza degli antichi, considerata nei mutamenti delle figure delle loro divinità, tramandate, disperse e riscoperte, contiene valori conoscitivi ancora inesplorati per una storia del significato del pensiero antropomorfico. Nel periodo di transizione del primo Rinascimento la causalità pagano- cosmologica trova la propria espressione in simboli anticheggianti delle divi­ nità; dal grado maggiore o minore in cui essi sono satu­ ri di connotazioni umane dipende il diverso processo che dal culto demoniaco religioso conduce alla trasfor­ mazione puramente artistica e spirituale. Lichtenberger, Diirer e Lutero mostrano tre fasi dell' uomo tedesco in lotta contro il fatalismo cosmolo­ gico-pagano. In Lichtenberger [tav. 3 2 ] vediamo due demoni astrali brutti e degenerati in lotta per la guida suprema delle sorti umane; ma l' oggetto della lotta, l' uomo stesso, qui manca. In Diirer, invece, quei demo­ ni sono trasformati da una rinascita nel senso di un lin­ guaggio plastico classico,2 pur mantenendo, in virtù ' Ibidem, f. 76v. ' Vorrei rilevare che nella Melencolia I echeggia anche da un punto di vi· sta puramente « formale >> una tradizione antica. Questo risulta dal simbolo

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delle loro migrazioni ellenistico-arabe, i segni della fa­ tale servitù . I l conflitto cosmico riecheggia come u n moto nell'in­ timo dell' uomo stesso. I demoni ghignanti sono scom­ parsi, l' accigliata melanconia di Saturno si è trasforma­ ta in uno spirito di umana pensosità. La Melencolia ala­ ta, sprofondata in se stessa, il capo appoggiato sulla mano sinistra, Un compasso nella destra, siede in mezzo a strumenti e simboli tecnici e matematici; davanti a es­ sa vi è una sfera. Compasso e circolo - e quindi anche la sfera - sono, secondo la spiegazione di Ficino, 1 il simbolo del pensiero della melanconia: La cagione naturale è poi che a potere conseguire le scien­ ze, massimamente le difficili, bisogna ritrarsi l'animo da le co­ se esteriori a le interiori, a punto come da una certa circonfe­ renza al centro, e contemplando stare saldissimo (per dire co­ sì) nel centro istesso de l'huomo.

Sta forse escogitando un rimedio contro la sventura, minacciata dalla cometa nello sfondo sopra l' acqua? 2 Oppure affiora già i l timore del diluvio universale? In Diirer il demone Saturno è dunque reso innocuo dall'attività riflessiva della creatura sottoposta alla sua influenza; i figli del pianeta cercano di sottrarsi meastrale di un decano dei Pesci nel lapidario di Alfonso (Lapidario del rey D. Alfonso X, Madrid 1 8 8 3 , f. 99v) . Questa raffigurazione decanale è per forma

e contenuto la figura trasposta di un dio fluviale che giace con il capo soste· nuto dalla mano e che, appunto come >, astro che sorge allo stes­ so momento, fa parte del segno dei Pesci, acquei, retti da Saturno (cfr. Abii Ma'shar in Boli , Sphaera, p . 5 3 7 ) . Una posizione del tutto simile si trova nel­ la figura maschile antica apposta da Diirer insieme a una figura femminile al· l 'angolo di una volta di portico in una delle sue prime xilografie (La sacra /a­ miglia, xilografia B. 1 00, riprodotta in V. Scherer, Diirer, >, IV, p. 1 8 9, 4' ed. 1 92 8 , p . 2 .J 8 ) . I n questo modo possiamo ravvisare nella Melencolia sia per i l contenuto che per la forma il simbolo del Rinascimento umanistico. Essa rianima la po­ sa di un antico dio fluviale in uno spirito ellenistico, dietro al quale albeggia però il nuovo ideale dell'energia consapevole, liberatrice dell 'uomo operoso. ' Traduzione di Miilich , citata in Karl Giehlow, op. cit. , 1 90 3 , p . 36. [Nel testo è stato ristabilito l'originale di Ficino.] 2 Una cometa, peraltro sconosciuta, alla nascita di Massimiliano è inter­ p retata in via eccezionale come auspicio di fortuna. Cfr. Karl Giehlow, op. cit. , p. 6o.

DIVINAZIONE ANTICA PAGANA

diante la propria attività contemplativa alla maledizio­ ne dell' astro demoniaco che li minaccia con il suo « temperamento più vile » . 1 Il compasso del genio, non un volgare badile [tav. 5 : i figli di Sa turno] , sta in mano alla Melencolia. Giove invocato magicamente reca il suo aiuto mediante la sua azione bonaria e suadente su Saturno. L'uomo, in virtù di questa opposta irradiazio­ ne di Giove, è già in certo modo salvato, l' azione del duello demoniaco, come l' abbiamo dinanzi in Lichten­ berger, è finita, e la magica tavola numerica pende alla parete come un ex voto di gratitudine per i servigi del bonario, vittorioso genio astrale. Per contro Lutero, ripudiando questo fatalismo astro­ logico, è un liberatore anche quando interviene contro l'oroscopo ostile ; e il riconoscimento di una pretesa so­ vrumanità demoniaca degli astri è da lui respinto come peccaminosa idolatria pagana. Lutero e Diirer si incontrano dunque, almeno fino a un certo punto, nella loro lotta contro la mitologia del­ la grande congiunzione. In essi vi è già la polemica per l'emancipazione interiore, intellettuale e religiosa, del­ l' uomo moderno. Certo, è solo l'inizio: infatti Lutero teme ancora i monstra cosmici (e anche le antiche la­ mie ) , e nemmeno la Melencolia è ancora del tutto esen­ te dalla paura degli antichi demoni: il suo capo non è ornato dall'alloro, bensì dal teucrion, la pianta medici­ nale classica contro la melanconia,2 e si difende nel sen­ so indicato da Ficino dalla maligna influenza di Satur­ no mediante quel magico quadrato numerico. Come un tardo scoli o illustrato dell'ode oraziana a Mecenate 1 ci appare questa idea astrologica schietta­ mente antica: ' Secondo la denominazione nel « regimen sanitatis >>, Cod. Vin d . 5 486. Cfr. Karl Giehlow, op. cit. , I , p . 3 3 · 2 >. Cfr. Pau! Weber, Beitriige z u Diirers Weltanschau­ ung, in >. Analogamente si ha nella Chronica di Carion (citato dall 'edizione di Witten­ berg, Georg Ehaw, s. d . , ff. B v sg. ) : -J. J' :L

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2. Erasmus Reinhold, Genitura di Lutero. Lipsia, Stadtbibliothek. 3· Luca Gaurico, Genitura di Lutero. Da Tractatus Astrologicus, Venezia 1 5 5 2 . 4· Genitura d i Lutero· i n una lettera d i Melantone. Dal Cod. lat. 27003 . Monaco, Staatsbibliothek.

5 · I figli Ji Saturno. Tubinga, Univesitatsbibliothek.

6. Il mese di dicembre ( S aturnali a l . Calendario dell 'anno 3 5 4· Roma, Biblioteca Vaticana.

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7· Saturno. Da Nyge Kalender, Liibeck 1 5 1 9 .

8. Il Saturno dai Ta rocchi. foglio a stampa, Italia settentrionale, Se rie E.

9· Schema della sfera celeste degli astrologi. Da A. Drechsler, Astrologische Vortrà"ge, Dresden 1 8 5 5 . I o. Schema d i natività astrologica, corrispondente alle divisioni della sfera celeste. Da A. Drechsler, op. cit.

1 1 . Erhard Schon , Frontespizio. Da Leonhard Reymann, Nativitit-Kalender, i N ii rnberg 1 5 1 5 .

1 2. Vaticinio sull 'anno 1 5 24· Da Leonhard Reymann, Practica. Stoccarda, Landesbibliothek. 1 3 . Frontespizio. Da Georg Tannstetter, Libellus consolatorius, Wien 1 5 2 3 .

1 4. Vaticinio sull 'anno 1 5 24. Da Johann Carion , Prognosticatio, Leipzig 1 5 2 1 .

1 5 . Frontespizio e Pagina finale. Da Paolo di Middelburg, Prognostica, Antwerp 1 4 84.

1 6. Giove e Saturno. Da Johann Lichtenberger, Weissagungen, Wittenberg 1 5 27·

1 7. Profeta monaco. Da Johann Lichtenberger, op. cit. 1 8 . I due monaci. Da Johann Lichtenberger, Weissagungen , Mainz 1 492.

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1 9. Il mese dello Scorpione. Raffigurazione proveniente dall' ambiente di re Alfonso. Roma, Biblioteca Vaticana. 20. I decani dello Scorpione. Da Johann Engel, Astrolabium planum in tabulis ascendens, Augsburg 1 4 8 8 .

2 1 . I due monaci. Da }ohann Lichtenberger, Johann Carion e altri, Propheceien und Weissagungen , Augsburg 1 5 49·

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22. Lutero con rosa e falce. Da Osiandro e Hans Sachs, Wunderliche Weissagung, Niirnberg I 5 2 7· 2 3· Monaco con rosa e falce. Dai Vaticinia ]oachimi, Bologna I 5 I 5 . 24. Oraculum V. Dai Leonis Oracula, ed. Lambecius, Paris I 6 5 5 · 2 5 . Giove, Saturno e Sole ( ? ) . Dai Vaticinia ]oachimi, cit.

26. Asino-papa. Da Johann Wolf, Lectiones memorabiles, Lauingen 1 60 8 . 27. Vitello-monaco. Da Johann Wolf, op. cit.

2 8 . Al brecht Diirer - Dirk van Ulsen (Ulsenio), Profezia medica dell'anno 1496. Foglio a stampa, Niirnberg 1 496.

29. Albrecht Diirer, La scrofa di Landser. Incisione in rame, 1 496. 30. Sebastian Brant, La scrofa di Landser. Foglio volante, 1 496.

3 I . Al brecht Diirer, Melencolia

l.

Incisione, I 5 I4.

3 2 . Giove e Saturno. Da Johann Lichtenberger, Johann Carion e altri, op. cit.

3 3 · Ariete. Da Zebel, Liber de interpreta/ione diversorum eventuum secundum lunam in 12 signis zodiaci. Berlino, Staatsbibliothek. 34· Gioacchino l , principe elettore del Brandeburgo. Da Zebel, op.cit. 3 5 · Cometa a forma di spada. Da un manoscritto francese, 1 5 87 circa. Londra, Warburg lnstitute.

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI APRILE

GRAFICA

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20 1 6

INTERNO: EMME SNC - POZZUOLO MARTESANA COPERTINA:

TIPO LITOGRAFIA LUCCHI SNC - MILANO