La Bibbia commentata dai Padri. Antico Testamento: Genesi 12-50 [Vol. 1.2] 8831193740, 9788831193740

632 75 119MB

Italian Pages 528 [529] Year 2004

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

La Bibbia commentata dai Padri. Antico Testamento: Genesi 12-50 [Vol. 1.2]
 8831193740, 9788831193740

Citation preview

LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI · collana diretta da THOMAS C. 0DEN edizione italiana a cura di ANGELO DI BERARDINO . ,. •.

Antico Testamento

1/2

\

LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI Antico Testamento

1/2

GENESI 12-50

a cura di Mark Sheridan con la collaborazione di Marco Conti Introduzione generale di Angelo Di Berardino

Città Nuova

© Ancient Christian Commentary on Scripture, Old Testament II, Genesis 12-50, edited by Andrew Louth, ICCS, Inter Varsity Press, lliinois 2002 Traduzione di Marco Conti

In sovraccopertina: Veduta del!'abside. Ravenna, Chiesa di San Vitale. Archivio Scala, Firenze. Grafica di Rossana Quarta

© 2004, Città Nuova Editrice .· Via degli Scipioni, 265 - 00192 Roma tel. 06-3216212 - e-mail: [email protected]

Con approvazione ecclesiastica ISBN 88-311-9374-0 Finito di stampare nel mese di marzo 2004 dalla tipografia Città Nuova > e «con tre piani». I tre piani si riferiscono al li'vello storico o letterale del significato, il significato mistlco farii erimento a Cristo e alla Chiesa, ed infine c'è il significato morale. I due piani si riferiscono alla situazione in cui il significato storico o letterale è mancante. Questo aspetto della teoria di Origene suscita grande stupore nel lettore moderno, che è stato educato nella metodologia storico-critica. Tuttavia per Origene tutta la Scrittura deve avere un senso spirituale, poiché «la legge è spirituale», e per lui era chiaro che tutti i testi avessero un significato letterale. In questa omelia' sulla Genesi egli dta come esempi i testi: spine cresceranno nella mano di un ubriacone .(Prv 26, 9) e la lebbra di un muro e

di una pelle e di un panno è ordinato che sia esaminata dai sacerdoti e purificata (Lv 13, 48; 14, 34). Nella sua opera precedente, il IlEpÌ. "APX 1-7)

2

La ricchezza di Abramo

Ricchezze spirituali Era molto ricco, come è naturale per chi non mancava di nulla, egli che non era desideroso dei beni altrui, perché nulla gli mancava che desiderasse consi.derare di sua proprietà. Esser.e ricchi infatti significa avere ciò che basta a soddisfare i propri desideri; infatti la frugalità ha una misura, la ricchezza ne è priva: la sua misura è arbitrariamente decisa da chi cerca di avere. Era ricco di bestiame, d'argento e d'oro. Che significa questo? Non mi pare che si vogliano lodare in un uomo giusto le ricchezze del mondo. Perciò nel bestiame intendo i sensi del corpo, perché anch'essi sono irrazionali, nel1'argento la parqla, nell'oro la mente. Giustamente Abramo era ricco, perché governava i sensi irrazionali. Infatti li ha sottomessi e resi docili, affinché potessero diventare razionali. La sua parola era splendidamente ornata di fede, purificata dalla grazia della disciplina spirituale (cf. Sal 12, 6); la sua mente era piena di prudenza. E perciò la mente buona è paragonata all'oro, perché come loro è più prezioso degli ajtri metalli, così la mete buona è la parte migliore fra le altre che costituiscono la sostanza dell'uomo. Dunque in queste tre cose consiste la ricchezza del sapiente: nella sensazione, nella parola, nella mente. Il loro ordine stabilisce una gradazione, come si legge anche nel1'Apostolo: Restano> quind~ queste tre co-

se: fede, speranza, carità; ma la maggiore di queste è la carità (1 Cor 13, 13). Dunque anche la mente è la maggiore, perché essa è quella che macina il frumento spirituale per purificare i sensi e la parola. Sempre è preservata la persona dell'uomo sapiente. Così attraverso i semplici fatti della vita di Abramo sono spiegate e dimostrate le grandi dottrine. Giustamente era ricco colui che arricchisce anche le disquisizioni dei filosofi, che hanno derivato i loro insegnamenti dalla sua

55

condotta. La Scrittura~ dunque, aveva mostrato le ricchezze di Abramo. Ambrogio, Abramo 2, 5, 20-2, 5, 23

La provvidenza di Dio e la virtù di Abramo Non affrettiamoci sconsideratamente in questa lettura, ma riconosciamo piuttosto la chiara precisione delle Sacre Scritture nel non raccontarci alcunché di superfluo. Ora Abramo era molto ricco, dice il testo. Considerate prima di tutto questo fatto, ciò che le Scritture non sono mai solite riportare qualcosa di super~ fluo o privo di un preciso scopo. In questo non è senza ragione che egli è chiamato ricco. In nessun altro luogo era stato detto che egli fosse ricco- questa è la prima volta. Perché, e a quale fine? Perché poteste apprendere l'inventiva della saggezza di Dio e la provvidenza mostrata nei confronti di quel grande uomo, cosl come il suo potere illimitato e straordinario. L'uomo che era andato in esilio in Egitto sotto la pressione della carestia, incapace di sostenere le privazioni nella terra di Canan, improvvisamente diventa ricco - e non solo ricco, ma molto ricco, e non solo di mandrie, ma anche d'oro e d'argento. Non vedete la grandezza della provvidenza di Dio? Abramo era partito per trovare sollievo dalla carestia, ~ torna indietro non semplicemente sollevato dalla carestia, ma anche investito di grande ricchezza e straordinaria fama, la sua identità ormai ben nota a tutti. Ora gli abitanti di Canan si fecero un'idea più precisa della virtù di quell'uomo buono osservando la repentina tl~asformazione che si era verificata - lo straniero che era disceso in Egitto come rifugiato e vagabondo ora gode di tanta ricchezza. Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Genesi 33, 4-5

56 3

Genesi 12-50

Abramo invoca il Signore

Un amante della pace e della quiete Considerate, vi chiedo, come egli f osse amante della pace e della quiete, e fosse costantemente attento a venerare Dio. Il testo dice, ricordate, che egli andò presso quel luogo, dove in precedenza aveva costruito l'altare. Invocando il nome di Dio portò a compimento fin dall'inizio quelle parole di David: Voglio essere di

nessuna importanza nella casa del Signore) piuttosto che dimorare nelle abitazioni dei peccatori (Sa! 84, 1O). In altre parole, la solitudine per invocare il nome di Dio risultò essere da lui preferita alle città. Dopo tutto egli sapeva bene che la grandezza delle città non è determinata dal numero degli abitanti ma dalla virtù di chi vi risiede. Di conseguenza perfino il deserto si rivelò più desiderabile delle città, adornato com'era dalla virtù dell'uomo giusto e quindi apparendo come una visione più risplendente del mondo intero. Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Genesi 33, 5 5

Le mandrie, le greggi e le tende di Lot

Lot è privo delle ricchezze spirituali di Abramo · Resta da sapere se anche Loth, suo nipote, era ricco in quanto appartenente alla medesima discendenza; ma la Scrittura dice solo che abbondava di bestiame. Infatti così si esprime: Anche Loth, che

accompagnava Abramo, possedeva pecore) buoi e tende. Non aveva argento, perché non era ancora giusto; infatti la lingua del giusto è come l)argento purificato dal fuoco (Prv 10, 20) . Non aveva l'oro che possedeva colui che vide la discendenza di Cristo, di cui sta scritto: E la sua discen-

denza risplende come l'oro (Sal 68, 13). Abramo lo vide, come ha attestato il Signore che dice: Abramo vide il mio gior-

no e gioì (Gv 8, 56). E perciò meritò di risplendere d'oro e di possederne. Ambrogio, Abramo 2, 5, 24

Perché Lot andò con Abramo Non credo affatto di dovere ora sorvolare su una questione che ha messo in imbarazzo i più dotti; per quale ragione, cioè, è stato scritto, anche Loth) che accompagnava Abramo, quasi fosse un altro il Loth che, come sappiamo, non lo accompagnava. Molti pensano che il problema non può essere risolto. Perciò, assecondando costoro e restando fedeli al metodo della Scrittura, diciamo che si tratta di un solo personaggio che riveste due ruoli: in un medesimo uomo sono significate due cose. Numericamente è ùno solo, virtualmente sono due. Infatti Loth, secondo l'interpretazione latina, significa declinatio (deviazione); ma si può deviare dal bene e dal male. Dunque, quando Lot deviava dal male, cioè dal peccato, dalla turpitudine, dal crimine, si univa allo zio: quando deviava dal bene, cioè da ciò che è giusto, innocente, santo, sacro, si univa alla turpitudine. Giustamente perciò è detto: anche Loth, che accompagnava Abramo, perché ancora non aveva scelto Sodoma, non abitava in compagnia di coloro che commettono turpitudini; in seguito, infatti, andò ad abitare a Sodoma. E così, quasi divenuto diverso ·da se stesso, si crede che sia un altro, uno, cioè, che si separa non solo dall'uomo giusto, ma anche da se stesso. Ambrogio,

Abramo 2, 6, 25 6

Grandi possedimenti

Spazio non gr~nde abbastanza Infatti, poiché [Lot] già aveva volutamente iniziato a deviare dallo zio, la terra

Abram parte per Bete! (13, 1-7)

non bastava a contenerli; infatti non c'è spazio che possa bastare a coloro che sono discordi. Ai mansueti e ai pacifici sono più che sufficienti anche gli spazi ristretti. Per coloro che sono di costumi discordi anche gli spazi ampi si restringono. Ambrogio, Abramo 2, 6, 26

7

Tensioni fra i pastori

La fonte di tutti i problemi Notate come l'abbondanza dei loro possedimenti si rivelò essere la causa principale della loro separazione, creando una divisione, minando la loro armonia e infrangendo il legame di parentela. Una lite sorse fra i mandriani di Abram e quelli di Lot. Ora i cananei e i perazziti abitavano il territorio a quel tempo. Notate come i parenti siano responsabili per i primi segni di separazione. Invariabilmente questa è la fonte da cui sorge ogni tipo di problemi - discordie fra fratelli. Il testo, ricordate, dice: Una lite sorse fra i mandriani. Essi sono coloro che forniscono l'occasione per la separazione, che minano l'armonia, che danno prova di sentim~nti ostili. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 33, 6

Il bestiame simboleggia i sensi irrazionali Consideriamo ora chi sono i pastori, di quali esseri viventi sono pastori e di che genere sia la lite sorta fra i pastori di

57

Abramo e quelli di Loth. I pastori sono coloro che si prendono cura del bestiame, o diligenti e saggi che non permettono che gli animali schiaçcino con i piedi le colture dei campi e le danneggino con i denti, oppure negligenti ed indolenti che non richiamano il loro bestiame, affinché pascoli su campi d'erba e non su quelli a frutto, ma lasciano che vaghi liberamente fra i vari frutti del campo. Dunque la vigilanza di questi pastori deve essere attenta, affinché non awenga che si attribuisca ai diligenti ciò che succede per la trascuratezza dei negligenti. Ma, poiché qui non si parla delle cose visibili, consideriamo innanzi tutto di che genere di bestiame sono pastori. Possiamo dare una definizione di questi pastori. Pastori di giumenti, è detto. I giumenti, come abbiamo visto, significano i sensi irrazionali del corpo. Chi sono dunque i pastori dei sensi, se non i loro maestri e, in un certo senso, i loro reggitori e guide, cioè i mo~ deratori di un certo modo di parlare o i pensieri della nostra mente? Se essi sono esperti e costanti nell'esercizio pastorale, non permettono che il gregge dei sensi erri lontano e si fermi su pascoli inutili o dannosi, ma con una saggia guida li richiamano e usano i freni della ragione e si oppongono ai ribelli. Invece i cattivi precettori o le inutili discussioni lasciano che essi siano trasportati·dalla propria impulsività e corrano verso il precipizio e il pericolo e calpestino le coltivazioni, pascolino su terreni a frutto, tanto che, se al presente vi sono ancora in quella medesima anima dei frutti di virtù; distruggono anche ques.ti. Ambrogio, Abramo 2, 6, 27

ABRAM E LOT SI SEPARANO

Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi: perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra». Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra -; era come il giardino del Signore, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar. Lot ·scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l'uno dal!'altro: Abram si stabilì nel paese di Canaan e Lot si stabilì nelle città della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma. Ora gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro il Signore (13, 8-13 ). La decisione di Abramo e Lot a separarsi mostra il desiderio di Abramo a preservare l'armonia. Allo stesso tempo la storia mostra che le ricchezze sono causa di tensioni. Su un piano d'interpretazione allegorica la storia riguarda la preservazione deWarmonia fra la parte razionale dell'anima e la sua parte irrazionale, cioè i sensi (Ambrogio). La storia rivda anche la straordinaria umiltà di Abramo (Giovanni Crisostomo). Lot, il cui nome può essere interpretato come «deviazione», viene mostrato come un'insolente che sceglie·in base alle apparenze. La menzione della malvagità della gente di Sodoma fornisce roccasione per evidenziare come Dio giudichi non in base alle apparenze, o secondo il punto di vista degli uomini, ma secondo la coscienza interiore (Ambrogio). La storia dimostra anche come Lot scelse in base al suo desiderio di ricchezza piuttosto che di rettitudine (Giovanni Crisostomo) .

8

Nessuna contesa

Preservare l'armonia Giustamente, dunque, la devozione ha rivencilcato a sé il primo posto. Consideriamo ora anche l'ornamento delle altre virtù. Il santo Abramo godeva della presenza del nipote, al quale dimostrava paterno affetto. Accadde una lite fra i servi del nipote e quelli dello zio. Da uomo veramente saggio avvertiva che le discordie fra i servi spesso guastano la concor-

dia fra i padroni: tagliò il laccio della discordia, affinché il contagio non si diffondesse. Ritenne infatti preferibile ché avesse termine l'unione piuttosto che fosse infranta la buona armonia. È ciò che devi fare tu, qualora ti venissi a trovare in una · simile ~ituazione, per eliminare un: focolaio di discordia. Infatti tu non sei più forte di Abramo. Egli ritenne di dover evitare le contese dei servi, non di trascurarle. Se tu sei abbastanza forte, bada che l'altro non sia più debole e presti l' orec-

Abram e Lot si separano (13, 8-13)

chio alle maldicenze dei servi. Spesso la servitù in comune semina discordia fra parenti. È meglio dividere, per conservare l'amicizia; non è p0ssibile abitare in due una casa di proprietà. Non è meglio separarsi in 'buona armonia che abitare insieme in discordia? Ambrogio, Abramo l, 3, 10

Le ricchezze sono la causa di tensioni Abramo fece la spartizione, perché tl territorio - è detto -: non bastava a contenerli insieme, perché erano troppo ricchi. È un vizio del mondo che la terra non basti ai ricchi; niente sazia la brama dei ricchi. Quanto più uno è ricco tanto più è avido di possesso. Desidera estendere i confini del campo, cacciare il vicino. Abramo ha fatto forse lo stesso? No, ·assolutamente, anche se anch'egli all'inizio era alquanto imperfetto. Donde poteva venire, infatti, la perfezione prima della venuta di Cristo? Non era ancora venuto colui che avrebbe detto: Se vuoi ~ssere perfetto, va', vendi tutti i tuoi beni

e dalli ai poveri e vieni dietro di me (Mt 19, 21). Tuttavia, come tutt'altro che avaro, offre la scelta, come giusto elimina il contrasto. Ambrogio, Abramo 1, 3, 12

r

Conservare armonia interiore Non vi sia - dice - lite fra me e te e fra i miei pastori e i tuoi pastori~ perché siamo uomini fratelli. Abbiamo visto che Abramo è zie) e Loth suo nipote: perché lo chiama fratello? Ma osserva che il sapiente invoca le ragioni della concordia. Perciò ha premesso: Siamo uomini. Tutti gli uomini sono figli di un'unica natura, concepiti nel suo ventre, nutriti e dati alla luce da un unico utero. Perciò siamo uniti tra di noi da un vincolo di parente-

59

la, come fratelli, generati da un solo padre e partoriti da una sola madre, come fratelli uterini. E quindi, essendo prole di una natura razionale, dobbiamo amarci di reciproco amore come fratelli uterini, non combatterci e perseguitarci. Ma molto più propriamente si riferisce al1'anima che è una, la cui parte razionale è congiunta, come abbiamo detto sopra, ai sensi della parte irrazionale, ma in quanto parte razionale è unita alle virtù. Perciò i vizi e le virtù dell'uomo sono uniti da vincolo di fraternità. Infatti i vizi sono carnali, le virtù sono dell'anima razionale, ma la carne e l'anima, che costituiscono l'uomo, sono come uniti da un patto coniugale. L'uomo, dunque, deve concludere una sorta di patto fra le parti c~e lo compongono e costringerle alla pace. Ma poiché nessuno aveva tanto potere da vincere la carne, perciò venne la nostra pace, colui che ha fatto di due

una sola cosa e ha abbattuto il muro divisorio, ·l'inimicizia, abolendo nella sua carne la legge dei precetti con i suoi comandamentl per formare in se stesso det· due un solo uomo nuovo e fare la pace, per riconciliare entrambi in un solo corpo con Dio per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia (Ef 2, 14-16). Giustamente, quindi, l'apostolo si è definito "uomo infeli~e,,, perché sopportava dentro di sé una così grande guerra senza poterla spegnere. Infatti Salomone, parlando solo 'di una piccola parte delle passioni, cioè dell'irascibilità, dice: Il sapiente è migliore del forte, e colui che tiene a freno l'irascibilità è migliore di chi conquista una città (Pro 16, 32). Beato dunque colui che scampa a questa guerra, e non più è straniero e pellegrino, ma concittadino dei santi e membro della casa di Dio, che pur trovandosi sulla terra, non è scosso dalle cose terrene. Ambrogio, Abramo 2, 6, 28

60

Genesi 12-50

La straordinaria umiltà di Abramo Osservate il grado altissimo della sua umiltà; osservate la grandezza della sua saggezza. Il maggiore> il più anziano> si rivolge al minore e chiama suo nipote «fratello»~ lo pone sul suo stesso piano e tiene per sé alcuna particolare distinzione. Al contrario dice: Non ci sia contesa

fra me e te, né fra i miei mandriani ed i tuoi. E non sarebbe conveniente che questo accadesse> dice> dal momento che siamo fratelli. Lo vedete dunque realizzare la legge apostolica> che dice: Già il verdetto è andato completamente

contro di voi per avere procedimenti legall l'uno contro l'altro. Perché non sopportate i torti piuttosto? Perché non essere piuttosto defraudati? Invece voi fate torti e frodate, e fate questo contro i vostri stessi fratelli (1 Cor 6, 7-8). Il patriarca osserva tutte queste ammonizioni in concreto quando dice: Non ci sia contesa fra i miei mandriani e i tuoi, perché siamo fratelli. Che cosa potrebbe essere più amante della pace di un tale spirito? Non senza ragione o scopo, naturalmente, ho menzionato all'inizio che il motivo per cui egli preferiva la solitudine all'intero mondo civilizzato era il suo amore per la pace e la quiete. Osservate anche in questo caso, quando vide che i mandriani erano del tutto in difficoltà, come subito provò a spegnere il fuoco. che minacciava di divampare e a mettere fine alla rivalità. Vedete, era importante per lui, nel suo ruolo di maestro di saggezza mandato presso gli abitanti della Palestina, non dare alcun cattivo .esempio o offrire alcun incoraggiamento> ma piuttosto dare a tutti le più chiare istruzioni attraverso il richiamo fulgido della sua moderazione, e renderli tutti imitatori della sua virtù. Giovanni Crisostomo> Omelie sulla Genesi 33, 7

La persona giusta agisce sempre con moderazione Notate come egli si rivolga a Lot in termini di equanimità- e tuttavia ho l'impressione che il sorgere della contesa non abbia origine che dal rifiuto dei mandriani del patriarca di permettere a Lot di godere dei loro stessi privilegi. Quell'uomo giusto, però, tratta ogni cosa con moderazione, dimostrando lo straordinario grado del suo buon senso ed insegnando non solo a coioro che erano presenti a quel tempo, ma anche a ciascuno in futuro, di non risolvere mai le differenze con i propri parenti per mezzo di uno scontro. te loro liti sono motivo di grande vergogna per noi, e la colpa> invece di essere attribuita a loro, ricade su di noi. Che convenienza poteva ·esserci per due fratelli, che in effetti condividevano la stessa natura, lo stesso legame di parentela e la necessità di dimorare l'uno vicino all>altro, nel lasciarsi andare a contese, quando ci si aspettava da loro che insegnassero moderazione, gentilezza e completo buon senso a tutta questa gente? Facciano attenzione le persone, che credono di essere al di sopra ·di questo ammonimento, a questo esempio quando, in base alla parentela, hanno connivenza con i loro parenti in furti, avidità, complotti. senza limiti, in città ed in campagna, e nella confisca della fattoria di qualcuno, o della casa di un altro, ed in base a ciò mos~rano verso certi malvagi un favore ancora più grande. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 33, 8 10

Lot vede una veJlle f erti/e

Lot era piuttosto ipsolente , La iattanza è amica di coloro che deviano dalla verità. Infatti, come Abramo fu umile, offrendo la scelta, così Loth fu insolente, approfittando del di-

Abram e Lot s~· separano (13, 8-13) .

ritto di scelta - la virtù si umilia, l'iniquità invece monta in superbia ---, lui che si sarebbe dovuto affidare ad uno più saggio per essere al sicuro; infatti non seppe scegliere. Ambrogio, Abramo 2, 6, 33 11

Lot sceglie per sé

Scegli ciò che è realmente migliore Ottimamente dice poi la Scrittura: Loth scelse, cioè la deviazione. Infatti Dio ha posto di fronte a noi il bene e il male, perché ciascuno scelga ciò che vuole. Non scegliamo, dunque, ciò che ali' apparenza sembra più piacevole, ma ciò che è realmente migliore, perché non accada che, avendo avuto la possibilità di scelta per seguire ciò che è preferibile, alziamo gli_ occhi e siamo allettati dalla falsa bellezza di ciò che è attraente, mentre lasciamo nell'ombra la verità della natura, come chi volge altrove lo sguardo. Ambrogio,

Abramo 2, 6, 35 n

La gente di Sodoma è malvagia

Dio esamina la coscienza della mente Il fatto, poi, che si dica che gli uomi-

ni di Sodoma erano malvagi e molto peccatori davanti al Signore non è legato ad un provvidenziale disegno di poco conto e lo scopo è quello di far capire che l'aspra durezza dei peccatori spinge Dio, che pure è mite, a farne vendetta, e la ragione per cui Abramo non poté implorare clemenza per gli uomini di Sodoma è che essi erano malvagi oltre ogni misura. Sono molti quelli che quanto più sono malvagi tanto più sono.al sicuro, quelli che sfuggono all'investigazione degli uomini, quando si fanno le cose senza testimoni o quando con falsa testimonianza si raggira

61

il giusto; ma di fronte. a Dio questi rimane giusto anche se è condannato dagli uomini, perché Dio non guarda l'esito dei processi, né le azioni giudiziarie istruite con inique macchinazioni, ma osserva i procedimenti nella loro nuda realtà. Nelle indagini degli uomini, invece, l'errore di una falsa opinione soffoca molto spesso la forza della verità. Susanna conservava di fronte a Dio tutta la sua pudicizia, sebbene fosse condannata per adulterio, perché Dio non accertava la verità del fatto in base alle affermazioni dei falsi testimoni, ma esaminava la coscienza interiore della merite. Ambrogio, Abramo 2, 6, 36

Il massimo della benedizione è la rettitudine Osservate come Lot abbia considerazione solo per la natura della terra senza curarsi della malvagità degli abitanti? Che bene è mai la fertilità della terra nel1'abbondanza dei raccolti, quando gli abitanti sono malvagi nel loro comportamento? Al contrario che danno può derivare dalla solitudine e da uno stile di vita semplice, quando gli abitanti sono più moderati? Il massimo della benedizione, vedete, è la rettitudine di coloro che vivono in un luogo. Lot, tuttavia, aveva occhi solo per una cosa, la ricchezza del paese. Pertanto la Scrittura vuole indicarci la malvagità di ·coloro che abitavano là mediante le parole: Ora la gente d.i

Sodoma era dedita al peccato davanti a Dio. Essi non erano semplicemente malvagi, ma anche peccatori, e non semplicemente peccatori, ma davanti a Dio. Questo significa che la grandezza dei loro peccati era estrema, e la loro malvagità sovrabbondava - per cui il testo aggiunge ànche molto malvagi davanti a Dio. Vedete la gravità del male? Vedete quale grande male sia abusare dell'orgoglio per la propria posizione senza considerare

62

Genesi 12-50

quale sia il bene comune? Vedete invece quanto sia cosa grande usare deferenza> cedere r orgoglio per la propria posizione, prendere il secondo posto? Notate dunque: Nello sviluppo della dimostrazione vedrete come ·chi ha preso . i posti migliori> nari ne abbia ricevuto benefi-

do, mentre chi ha scelto quelli inferiori, sia diventato più fulgido di giorno in giorno, e con r accrescersi della sua ricchezza, sia divenuto infine l'attrazione di tutti gli occhi. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 33, 15

ABRAM SI TRASFERISCE AD EBRON·

Allora il Signore disse ad Abram> dopo che Lot si era separato da lui: «Alza gli' occhi e dal luogo dove tu staz:, spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno> verso l'oriente e l'occidente. Tutto il paese che tu vedz: io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te». Poi Abram si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi alle Querce di Mamre, che sono.ad Ebron, e vi costruì un altare al Signore (13, 14-~8). /

Continuando l'interpretazione allegorica di Abramo, la partenza di.Lot e la promessa della terra rivelano il progresso dell'anima, racchiuso nella massima stoica del tutto appartiene al saggio {Ambrogio). La promessa della terra è anche interpretata come una ricompensa per l'umiltà di Abramo. La promessa di discendenti numerosi come granelli di sabbia serve ad accrescere la fiducia di Abramo in Dio, dal momento che essa supera tutto l'umano potere (Giovanni Crisostomo). La promessa comprende non solo gli israeliti nati dalla carne ma anche i cristiani nati dallo spirito (Agostino). Gli spostamenti di Abramo da un luogo all'altro come un~ straniero o un pellegrino rivelano il suo buon senso e il suo atteggiamento di rispetto e .timore verso Dio (Giovanni Crisostomo).

14

Guarda intorno a te

Il saggto ed il fedele posseggono ogn1 cosa ·segue un passo che chiar~mente ci insegna quanto l'anima progredisca, una volta eliminate le superfluità della parte irrazionale, e quanto male producano i vizi che si assommano ai vizi. Non·senza ragione la Scrittura si è così espressa: E

Dio disse ad Abramo, dopo che Loth si era separato da lui: Alza gli occhi e dal luogo ove ora tu sei guarda verso settentrione e mezzogiorno, verso oriente e occidente, perché t"o darò a te e alla tua discendenza

per sempre tutta la terra che vedi. Di qui, come da una fonte, attinsero i filosofi stoici la massima della loro dottrina, che tutto appartiene al sapiente. Infatti l'oriente e r occidente, il settentrione e il mezzogiorno sono parti del tutto, in esse è compreso l'universo. Dio, promettendo di dare queste cose ad Abramo, che cosa dichiara se non che l'uomo sapiente e fe- · dele possiede tutto, di nulla manca? Infatti anche Salomone dice nei Proverbi: Chi è fedele possiede ogni ricchezza (Prv 17, 6). Qùanto fu anteriore Salomone a Zenone, maestro e fondatore della scuola stoica! Quanto. anteriore allo stesso Platone, padre della filosofia, e anche a Pita-

64

Genesi 12-50

gora, che per primo ha escogitato il termine filosofia! Ma chi è fedele se non il sapiente? Infatti lo stolto muta come la luna (Sir 27, 11), il sapiente invece rimane saldo nella fede. Ambrogio, Abramo 2, 7, 37

Dio ricompensa l'umiltà di Abramo Vedete la pr~ntezza della provvidenziale ricompensa di Dio dimostrata verso quell'uomo buono. La Sacra Scrittura vuole mostrarci la grandezza del premio che fu accordato dall'amore di Dio al patriarca per tanta umiltà. E cosl, dopo aver detto che Lot se ne andò nella terra che aveva scelto in base alla sua bellezza, [la Scrittura] aggiunge immediatamente: Il Signore Dio disse ad Abram. Allora, affinché ci rendiamo perfettamente conto che diceva questo come ricompensa per ciò che egli aveva fatto per Lot, il testo aggiunge: Dio disse ad Abram dopo la separazione di Lot da lui, come per dirgli le parole che seguono senza rimpianti: Hai ceduto la regione bella a tuo nipote in base alla tua grande moderazione, e così hai dato prova di grande umiltà e mostrato desiderio di pace e di sistemare ogni cosa al fine di impedire contese fra voi due; accetta da me una generosa ricompensa. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 34, 5 16

Innumerevoli' discendenti

Fiducia nel potere di Dio Allora, nel caso Abramo avesse avu- · to considerazione solo per la sua condizione, per il fatto di essere avanti negli anni e per la sterilità di Sara, e potesse quindi perdere fiducia nella promessa, invece di confidare nel potere di Colui, che faceva la promessa, disse: Renderò i

tuoi discendenti numerosi come i granelli

di sabbia del mondo intero. Se qualcuno può contare i granelli di sabbia nel mondo, anche i tuoi discendénti saranno contati'. Non c'è dubbio che la promessa andava oltre la natura umana. Non solo promise di renderlo padre, nonostante tanti impedimenti, ma anche di estendere il dono ad una moltitudine tale da essere paragonata ai granelli di sabbia del mondo, e che, infine, tale moltitudine sarebbe stata infinita, volendo dimostrare, come fece, la grandezza dello straordinario accrescimento per mezzo di questo paragone. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 34, 10

La promessa comprende i cristiani Questa moltitudine non è incalcolabile a Dio ma agli uomini, a Dio neanche la sabbia della terra. Quindi, poiché con maggiore proprietà si paragona ali' enorme quantità di sabbia non solo il popolo d'Israele ma tutta la discendenza di Abramo - nei passi in cui v'è la promessa di molti figli non secondo la carne ma secondo lo spirito -, in questo passo è possibile avvertire la promessa dell'una e dell'altra .paternità. Per questo abbiamo detto che la promessa non è espressa con evidenza perché anche la moltitudine del solo popolo, che proviene secondo la carne da Abramo tramite il suo nipote Giacobbe, crebbe al punto che si è diffusa in tutte le parti del mondo. Quindi è stato possibile paragonarla in base a un'ipei:bole, all'enorme quantità di sabbia, anche perché soltanto essa è incalcolabile per l'uomo. Nessuno mette in dubbio che come territorio è stato indicato soltanto quello che si denomina Canaan. Ma le parole: Lo darò a te e alla tua discendenza per· sempre possono sorprendere alcuni se l'espressione «per sempre» s'interpreta in eterno. Ma costoro non rimarra~no sorpresi se in questo passo intendono il sempre come noi lo intendiamo per fede, che cioè l'inizio del

Abram si trasferisce ad Ebron (13, 14-18)

sempre futuro si ha quando termina il sempre presente. Difatti sebbene gli israeliti siano stati espulsi da Gerusalemme rimangono tutt~via nelle altre località del paese di Canaan e vi rimarranno sino alla fine e tutto il paese, poiché è abitato da cristiani, è anche esso discendenza di Abramo. Agostino, La Città dt' Dio 16, 21 18

Le querce di Mamre ·

Come uno straniero o un pellegrino Meravigliosa è la grandezza 'della promessa; straordinaria la profondità della generosità del Signore di noi tutti; · magnifico il grado della ricompensa elargita nel suo amore e nella sua mi~ericor­ dia verso quest'uomo benedetto e sui discendenti destinati a nascere a lui! Udendo ciò ed essendo stupefatto dall'ineffabile bontà di·Dio, il patriarca levò i'l campo e viaggiò fino a stabilirsi alle querce di Mamre, che si trovano a · Ebron. Dopo aver accettato la promessa .. . e seguendo

65

la separazione di Lot, mosse il suo accampamento aUe vicinanzè delle querce di Mamre. Notate il ·suo atteggiamento ragionevole, il suo alto senso di responsabilità nel compiere il trasferimento con calma e senza creare difficoltà nello spostarsi da un posto all'altro. Non lo troverai mai impedito o limitato da alcuna abitudine, cosa questa che affligge un gran numero di persone, anche quelle considerate sagge e prive di preoccupazioni. Se 1'occasione richiedesse loro di cambiare o di spostarsi in una differente direzione, perfino in molti casi dovuti a motivi spirituali, troveresti molti di loro in difficoltà, e anche dispiaciuti per ·il cambiamento a causa del loro essere prigionieri delle proprie abitudini: Quell'uomo giusto, invece, non era così. Mostrò buonsenso fin dall'inizio. Come uno straniero o un pellegrino si mosse da una parte all'altra. Ed in tutti i casi la sua principale preoccupazione fu di dare prova della sua attitudine di uomo timorato di Dio in tutte le sue azioni. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 34, 12

LA CAMPAGNA DEI QUATTRO RE

Al tempo di Amrafel re di Sennaat; di Arioch re di Ellasar, di Chedorlaomer re dell'Elam e di Tideal re di Goim, costoro mossero guerra contro Bera re di Sòdoma, Birsa re .di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela, cioè Zoar. Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioè il Mar Morto. Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il tredicesimo anno si erano ribellati. Nel!'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a Save-Kiriataim e gli Hurriti sulle montagnè di Seir fino a El-Paran, che è presso il deserto. Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispat, cioè Kades, e devastarono tuttà il territorio degli amaleciti e anche degli Amorrei che abitavano in Azazon-Tamar. Allora il re di Sòdoma, il re di Gomorra)- il re di Adma, il re di Zeboim e il re di Bela, cioè Zoat; uscirono e si schierarono a battaglia nella valle di Siddim contro di esso, e cioè contro Chedorlaomer re dell'Elam, Tideàl re di Goim, Amrafel re di Sennaar e Arioch re di Ellasar: quattro re contro cinqu~. Ora. la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; mentre il re di Sòdoma e il re di Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei pozzi e gli altri fuggirono sulle montagne. Gli invasori presero tutti i beni di Sodoma ·e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. Andandosene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli rz'siedeva appunto in Sòdoma (14, 1-12). Il resoconto non ·è privo di valore ed offre un esempio di valore, preparando la strada al racconto successivo, che mostra il potere di Dio e la virtù del patriarca (Giovanni Crisostomo). Sul piano allegorico i cinque re rappresentano i nostri cinque sensi corporei, ed i quattro re sono le seduzioni del corpo e del mondo (Ambrogio). Lot impara dalla sua cattura a non concentrare i suoi desideri sui beni materiali e a vedere quale grande bene sia l'armonia (Giovanni Crisostomo). · ·

.

La campagna dei quattro re (14J 1-12)

8

La battaglia presso la valle di Siddim

Un esempio di valore Non passiamo affrettatamente oltre queste parole, carissimi, e non conside,riamo questo racconto privo di valore. E per un preciso scopo che la Sacra Scrittura ci ha raccontato tutto nei dettagli, in modo che potessimo conoscere la potenza di questi barbari e il grado del valore che mostrarono, e con quanta ferocia si impegnarono nella guerra, quasi che potessero scontrarsi con i giganti stessi cioè, uomini potenti nella statura - e mettere in fuga tutti le genti che dimoravano là. Vedete, come un torrente ingrossato spazza via e distrugge tutto lungo il suo · -corso, allo stesso modo i barbari si .gettarono su queste genti e le distrussero completamente, con il risultato che misero in fuga i capi degli amaleciti e tutti gli altri. Ma forse qualcuno potrebbe dire: «Che ·bene traggo io dal conoscere la potenza dei barbari?». Non è oziosamente o senza scopo che la Scrittura ha mescolato questi elementi alla sua trama. Né è senza motivo che noi li stiamo ora sottoponendo alla vostra attenzione e vi stiamo invitando a ricordare il loro valore. Il nostro scopo che voi possiate apprendere, dalla nostra istruzione, lo straordinario . grado del potere di Dio ed anche là virtù dei patriarchi. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 9

I cinque re rappresentano i nostri cinque sensi corporali Abbiamo conosciuto il progresso della buona mente, la quale, trovandosi nel vizio del pericoloso traviamento, si è alzata per cercare subito il premiq della sapienza, l'eredità della giustizia. Quanto poi siano dannosi i vizi che si aggiungono alla leggerezza è spiegato dalla successione dei passi che seguono. Infatti quei

67

quattro re che sconfissero i cinque re e fecero prigioniera tutta la cavalleria di Sodoma, presero anche Loth, figlio del fratello di Abramo e se ne andarono. I cinque re sono i cinque sensi del nostro corpo: la vista, l'odorato, il gusto, il tatto, r udito. I quattro re sono le seduzioni del corpo e del mondo, poiché sia la carne dell'uomo che il mondo sono composti da quattro elementi. Giustamente sono detti re, perché il peccato ha la sua sovranità, ha il suo grande regno. Perciò l'Apostolo dice: Non regni il peccato nel vostro corpo mortale (Rm 6, 12). Dunque i nostri sensi facilmente si piegano ai piaceri del corpo e del mondo e sono come assoggettati al loro dominio. Infatti i piaceri del corpo e le attrattive di questo mondo sono vinti solo da una mente spirituale, unita a Dio e totahnente separata dalle cose terrene: ogni traviamento è assoggettato a queste attrattive. Dice infatti Giovanni: Guai agli abitanti sulla terra.' (Ap 8, 13 ). Certamente non si è riferito a tutti gli uomini che allora avevano compiuto il corso di questa vita - vi sono infatti anche quelli che, pur trovandosi sulla terra, hanno la loro cittadinanza nei cieli -, ma a quelli che erano stati vinti dall'attaccamento della cittadinanza terrena e dell'attrattiva di questo mondo. Perciò non siamo abitatori di questa terra, ma pellegrini. Il pellegrino ·infatti spera in un alloggio temporaneo, il residente invece sembra riporre ogni speranza ed usufruire dei suoi beni là dove ha creduto di dover abitare. Per, ciò chi è pellegrino in terra è abitatore del cielo; chi invece è abitatore della terra è . possessore della morte. Ambrogio, Abramo 2, 7, 41 12

La cattura di Lot

La divisione è un grande male Notate che ciò che ho detto ieri si è rivelato vero, cioè che Lot,.ben lungi dal-

68

Genesi 12-50

r essere in una posizione più vantaggiosa per r aver scelto le parti migliori, piuttosto ha dovuto imparare dalla sua esperienza di non concentrare i suoi desideri sulle parti migliori. Vedete, non solo non gliene è derivato alcun vantaggio, ma anzi è stato addirittura tratto in schiavitù. Egli ha imparato la lezione attraverso sua esperienza, cioè ha imparato che è molto meglio godere della compagnia di quell'uomo giusto, piuttosto che esserne separato e subire queste grandi prove vivendo indipendentemente. Voglio dire, egli si separò dal patriarca e pensò di godere di una maggiore indipendenza, ebbe la fortuna di godere delle parti migliori e di avere grande prosperità - e poi improwisam~nte diventa uno schiavo, spo-

la

gliato dei suo averi, senza un focolare o una casa. Lo scopo era che voi poteste imparare che grande male sia l'essere divisi, e che grande bene sia l'armonia, e che non ha senso volere il primo posto a tutti i costi, ma piuttosto amare anche di essere secondi. Dunque catturarono Lot e presero i· suol beni, dice il testo, ricordate. Quanto meglio sarebbe stato il rimanere in compagnia del patriarca ed accettare tutto al fine di non minare la reciproca armonia, piuttosto che essere separati, e con lo scegliere le parti-migliori, essere immediatamente assediati da tanti immani pericoli e cadere nelle mani dei barbari? ' · Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 11

ABRAM SALVA LOT

Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram t ebreo che si trovava alle Querce h di Mamre f Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner i quali erano alleati di Abram..Quando Abram seppe che il suo parente era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini esperti nelle armi: schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all)inseguimento fino a Dan. Piombò sopra di essi di notte, lui con i suoi serv~: li sconfisse e proseguì l)inseguimento fino a Coba, a settentrione di Damasco. Recuperò cosi' tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni: con le donne e il popolo (14, 13-16).

.

Il nome usato per descrivere Abramo: «il viaggiatore», mostra l'amorosa gentilezza di ·Dio, predicendo eventi che sarebbero avvenuti molto tempo dopo (Giovanni Crisostomo). Anche il numero degli uomini (318) ha un valore simbolico, indicando in prefigurazione, in base ad un'analisi numerologica, coloro i quali egli giudicava essere degni di appartenere al numero dei fedeli, che avrebbero creduto nella passione di nostro Signore Gesù (Ambrogio). Il patriarca prevale sul nemico non con la forza ma con la fede in Dio (Giovanni Crisostomo). Abramo prefigura la mente allenata che marcia nelle battaglie contro le passioni con la croce di Cristo e nel nome di Gesù. Anche lo sbaragliamento del nemico e l'inseguimento fino a Coba rivelano il trionfo della mente allenata (Ambrogio). La liberazione di Lot dimostra che Abramo ha ottenuto la vittoria con l'aiuto del cielo (Giovanni Crisostomo).

13

Gli alleati di Abramo

Dio predice eventi che avverranno molto tempo dop~ Come è possibile che il patriarca non avesse alcuna conoscenza del fatto che forze nemiche così ingenti fossero in azione? Forse egli si trovava per caso a

grande distanza dal conflitto e perciò non ne sapeva nulla. Ora, . qualcuno venne e · disse ad Abram il viaggiatore 3, il testo dice, per ricordarci che egli ricevette la no- . tizia al suo ritorno dalla terra dei caldei. Vedete, poiché aveva l'accampamento oltre l'Eufrate, di conseguenza viene de~ scritto come viaggiatore. Fin dall'inizio i suoi genitori gli diedero questo nome,

h «Terebinti». J Crisostomo conduce il suo commento biblico s·ulla traduzione greca dei LXX, che rende la radice ebraica con una parola che significa «emigrante» o . Abram gli diede la decima di tutto. Poi il re di Sodoma disse ad Abram: «Dammi le persone; i beni prendili per te». Ma Abram disse al re di Sodoma: «Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del ci~lo e della terra: né un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo,· non potrai dire: io ho arricchito Abram. Per me niente, se non quello che i servi hanno mangia.lo; quanto a ciò che spetta agli uomini che sono venuti con me, Escol Aner e Mamre, essi stessi si prenqano la loro parte» (14, 17-24). L'interpretazione cristiana della storia di Melchisedech inizia con Eb 7, dove Melchisedech è interpretato, anche con il supporto di Sai 110, 4, come una figura di Cristo, il vero sommo sacerdote. L'incontro di Abramo con il re di Sodoma mostra la provvidenza di Dio (Giovanni Crisostomo). L'offerta del pane e del vino, non menzionata dall'autore di Ebrei, è vista come una conferma della somiglianza fra Melchisedech e Cristo (Cipriano). Melchisedech viene anche identificato con Sem, il figlio di Noè, che aveva ricevuto la carica di sac.e rdote da suo padre (Efrem il Siro). Melchisedech è simile a Cristo per il fatto c}i:e non ha genealogia (Giovanni Crisostomo). Con Melchisedech appare il primo sacrificio ora offerto dai cristiani (Agostino). Il fatto che Abramo offrisse decime a Melchisedech mostra che egli era umile anche nella vittoria (Ambrogio). La vittoria di Abramo manifesta la grazia di Dio (Giovanni Crisostomo). Il rifiuto di Abramo di prendere le spoglie della vittoria mostra che la sua mente è rivolta alle cose celesti (Ambrogio), e che egli disprezza la ricchezza materiale, così da anticipare il successivo insegnamento qegli apostoli (Giovanni Crisostomo).

17

Il re di Sodoma

Dimostrazione della provvidenza di · Dio Vedete come in ogni evento narrato quell'uomo giusto si metta in evidenza e

dia dimostrazione a tutti in ogni occasione della provvidenza di Dio nei suoi riguardi? Ora vedete anche come sia zelante nel dimostrarsi un maestro di deferenza verso Dio per i sodomiti. Il re dt' Sodoma, dice la Scrittura - ricordate - uscì per

incontrarlo di ritorno dalla sconfitta di

74

Genesi 12-50

Chedolaomer e dei re suoi alleati. Notate la grandezza della sua virtù e il suo godere dell'aiuto di Dio. Il re esce per incontrar~ questo straniero avanti negli anni, e mostra grande considerazione per lui. Egli aveva imparato, vedete, che il vantaggio del potere regale è di nessun peso per la persona che manca dell'assistenza divina, e che nulla può essere più efficace della mano divina sollevata per assistere. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 15

Melchisedech è Sem Questo Melchisedech è Sem, che divenne re grazie alla sua grandezza; egli era il capo delle quattordici nazioni 5. Inoltre egli era un sacerdote. Ricevette questa carica da Noè, suo padre, secondo il diritto di successione. Sem visse non solo al tempo di Abramo, come dice la Scrittura, ma anche al tempo di Giacobbe ed Esaù, i nipoti do Abramo. È a lui che si rivolse Rebecca, avendo in rispo~ sta: Due nazioni sono nel tuo seno, ed il

maggiore sarà servo del più giovane (Gn 18

Melcht'sedech, re e sacerdote

Un sacerdote del sommo Dio Allo stesso modo noi vediamo nel sacerdote Melchisedech il sacramento del sacrificio del Signore prefigurato secondo quanto è testimoniato dalla Scrittura divina, che afferma: Intanto Melchise-

dech, re di Salem, offri pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram. Ma che Melchisedech ritraesse un modello di ·cristo, lo dichiara lo Spiri. to Santo stesso nei Salmi, dicendo nella persona del Padre al Figlio: Davanti alla

stella del giorno ... ti ho generato ... Tu sei per sempre _un sacerdote secondo l'ordine di Melchisedech (Sai 110, 4). L'ordine procede prima dal sacrificio e poi scende a Melchisedech, un sacerdote del sommo Dio, poiché egli offrì pane, e benedisse Abramo. Infatti chi è più sacerdote del sommo Dio di Nostro Signore Gesù Cristo, che ha offerto sacrifici al Dio Padre, ed ha offerto le medesime cose che aveva offerto Melchisedech, pane e vino, cioè, in realtà, il suo corpo ed il suo sangue? Cipriano, Lettere 63, 4

25, 22-23). Rebecca non sarebbe passata oltre suo marito, che era stato libèrato sul monte, o suo suocero, a cui giungevano continuamente rivelazioni della divinità, per rivolgersi direttamente a Melchisedech, se non avesse conosciuto la sua grandezza per mezzo di Abramo, o del figlio di Abramo . Efrem il Siro, Commento sulla Genesi 11, 2

Melchisedech, come Cristo, non ha storia familiare Che cosa ci viene comunicato mediante questo commento: il re di Salem e sacerdote dell'Altissimo? Egli era, da una parte, re di Salem, dice il testo. Il beato Paolo dice la stessa cosa nel richiamare l'attenzione verso di lui, quando scriveva ai credenti di _nazionalità ebraica, ricordando il suo nome e la sua città di origine. Allo stesso tempo sonda il significato del suo nome e fa un certo uso dell'etimologia nel dire: Melchisedech, re di giustizia. Vedete, in lingua ebraica la parola Melchi significa «regno», e Sedek «giustizia». Allora, spostando l'attenzione al nome della

5 Questa identificazione era già presente nella tradizione giudaica (cf. Encyclopedia ]udaica 5, 2226) ed Epifanio dichiara, nel Panarion 55, 6, che furono i samaritani a compiere tale identificazione fra Sem e Melchisedech.

Melchisedech benedice Abram (14, 17-24)

città, egli dice: re di pace, dal momento che Salem significa «pace». Per un altro verso Melchisedech era un sacerdote, probabilmente .autoeletto,secondo il costume dei sacerdoti del tempo. Così o i suoi pari gli avevano accordato.1'onore sacerdotale in base alla sua premirienza nell'età, o egli si era preoccupato di sua iniziativa di assumere la funzione di sacerdote, come avevano fatto ·Noè, Abel, e Abramo, quando erano soliti offrire sacrifici. In modo particolare, infine, dimostra di essere una figura del Cristo. Pertanto anche Paolo lo intende in questo ruolo quando dice: Senza padre, senza madre, senza storia

familiare, mancando di un inizio di giorni e di una fine di vita, egli' rassomiglia al Figlio di Dio e rimane un sacerdote per sempre (Eb 7, 3). Come è possibile per una persona non avere padre o madre, e mancare di un inizio di giorni e di una fine di vita? Avete udito che egli era una figura; bene, non meravigliatevi di questo e non aspettatevi di trovare tutto nella figura. Vedete, non sarebbe una figura se fosse verosimile per lui contenere tutti i caratteri che esistono in realtà. Pertanto che significa questa frase? Significa questo: Come si dice che Melchisedech non ebbe padre o madre per il fatto che non si fa menzione dei suoi genitori, e di non avere storia fanilliare per il fatto che non c'è traccia di una sua storia, così anche si dice che Cristo, per il fatto di non avere madre in cielo o padre in terra, non abbia storia familiare, ed infatti non ne ha. · Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 16 .

75

che Lot fu fatto prigioniero dai nemici che avevano invaso Sodoma. Lo liberò Abramo con i trecentodiciotto servitori che aveva condotto con sé in battaglia e restituì la vittoria ai re di Sodoma e non volle avere nulla del bottino sebbene il re, per cui aveva vinto, glielo offrisse. In quell'occasione appunto fu benedetto da Melchise.dech che era sacerdote di Dio l'Altissimo. Di lui sono state scritte molte e importanti considerazioni nella Lettera agli ebrei, che molti attribuiscono a Pao~ lo, mentre altri ne dissentono. In quella circostanza inoltre per la prima volta si manifestò il sacrificio che ora dai cristiani in tutto il morido si offre a Dio, adempiendo quel che molto tempo dopo questo avvenimento profeticamente si dice al Cristo che non si era ancora incarnato: Tu

sei sacerdote in eterno nella successiòne a Melchisedech (Sal 110, 4) e'non nella successione ad Aronne, perché era una successione che doveva esserè abolita al luminoso apparire di quei fatti che erano preannunciati da quelle ombre. Agostino, "f-A. Città diDio 16, 22

Abramo divenne più umile

Il sacrificio ora offerto a Dio dai cristiani

Ma chi vince non deve rivendicare a sé la vittoria, deve invece attribuirla a Dio. Questo è l'insegnamento di Abramo, che fu reso più umile dal trionfo, non più superbo. Infatti offrì un sacrifico e diede le decime; perciò lo benedisse anche Melchisedech, che tradotto significa «re di giustizia, re di pace. Infatti era sacerdote del Dio altissimo». Chi è re di giustizia, sacerdote di Dio, se ·non colui al quale è detto: Tu sei sacerdote in eterno

Dopo aver ricevuto questa promessa Abramo emigrò e si stabili in un'altra località del paese, presso il querceto di . Mambre, nella zona di Ebron. Poi, essendo stati sconfitti i sodomiti in una guerra condotta da cinque re contro quattro, an-

4), cioè il Figlio di Dio, sacerdote del padre, il quale con il sacrificio del suo corpo ha ottenuto indulgenza presso il Padre per i nostri delitti? Ambrogio, Ab.ramo 1, 3, 16

secondo l'ordine di Melchisedech (Sal 11 O;

76 19 20 -

Genesi 12-50

Benedetto da Dio

Senza la grazia divina Abramo non avrebbe potuto vincere Non solo lo benedì ma lodò anche Dio. Nelle parole: sia Abramo benedetto

da Dio l'altissimo, che ha creato il cielo e la terra, egli ha evidenziato per noi il potere di Dio come ben distinto dalle sue creature. Se egli infatti è Dio, Creatore del cielo e della terra, quelli adorati dagli esseri umani non possono essere dei; la Scrittura dice - ricordate -: Periscano gli

dei che non hanno fatto il cielo e la terra (Ger 10, 11). Il testo afferma: Sia lodato Dio, che ha consegnato i nemici nelle tue mani. Notate, vi chiedo, come non solo

verso il frutto dell'albero terrestre, ma al · Signore, che ha fatto - è detto - il àelo e la terra (ibid.), cioè la sostanza intelligibile e quella visibile; infatti il cielo è sostanza intelligibile, la terra è sostanza visibile e sensibile. Perciò la Scrittura vuol indicare che Abramo eleva la virtù della sua anima alle cose celesti, affinché da quella sostanza intelligibile raggiunga la sublimità della vita contemplativa, rivolgendo la sua attenzione non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, cioè non alle cose terrene, non a quelle corporali, non quelle presenti, ma a quelle immateriali eterne celesti, e da questa so- . stanza visibile tende al pregio di una condotta operosa e civile. · Ambrogio, Abramo 2, 8, 46

a

celebri l'uomo giust9 rria anche ri~onosca l'aiuto di Dio. Dopo tutto, senza la grazia divina non avrebbe potuto sconfiggere il potere di coloro che lo minacciavano. Disprezzo del patriarca per i beni Che ha consegnato i tuoi nemici, dice il te- _ · materiali sto, cioè, è lui che ha causato tutto, che Il disprezzo del patriarca per i beni ha reso i forti senza potere, che ha abbatmateriali era profondo. Perché egli rifiututo le orde per mezzo di uomini disarta l'offerta con un giuramento, affermanmati. Da quella fonte proviene la grazia do: Alzo la mano per giurare davanti a che ti fornisce un tale potere. Dio !'altt'ssimo, che ha creato il cielo e la Giovanni Crisostomo, terra? Egli vuole dare al re di Sodoma Omelie sulla Genesi 35, .17 due lezioni. In primo luogo mostra di essere superiore ai doni offei·tigli; e questo 2 prova grande saggezza. È pronto a dimo} Abramo non accetta ricompense · strarsi per lui un maestro in materia di deferenza, come per insegnarli con le sue Abramo innalza la mente alle cose parole: Io chiamo il Creatore di tutto a celesti testimone del ·fatto che non prenderò nulla di tuò, in modo che tu possa conoMa è proprio della mente perfetta non accettare nulla delle cose terrene, scere Dio sopra ogni cosa e non considenulla che appartenga alle seduzioni corrare pià come dei cose fatte dalle mani porali, astenersi dalle cose terrene. Perciò dell'uomo. Infatti è il creatore del cielo e Abramo dice: Nulla prenderò da tutto ciò della terra, che ha invero determinato il corso di que~ta guerra ed è stato causa che è tuo. Evita l'intemperanza come un contagio, rifugge dai sensi del corpo codella vittoria. P~rtanto non aspettarti che me da sozzura, respinge i piaceri mondaio sia pronto ad accettare qualcosa offertami da te. Non era per una ricompensa ni, cercando le cose celesti. Ecco che coche io ho compiuto la mia vendetta. Al sa significa alzare le mani al Signore (Gn contrario, in primo luogo è stato per 14, 22. [Vulgata]); la mano che fa il bene è la virtù dell'anima. Alza la mano non . l'amore .di mio nipote e poi per la mia

Melchisedech benedice Abram (14, 17-24)

natura di uomo buono che ho strappato dalle mani dei barbari delle persone rapite ingiustamente. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 18

Nessun bisogno di risorse umane Egli non volle prendere nèppure un oggetto qualunque, neppure qualcosa privo di valore o considerato al di sotto del disprezzo, neppure il laccio sull'estremità della scarpa, dove diventa un piccolo punto. Poi dichiara la ragione del suo rifiuto: Nel caso tu potessi dire: Ho dato ad Abramo la sua ricchezza. Ho dalla mia parte colui che fornisce innumerevoli beni; godo di grande favore dall'alto. Non ho bisogno di ricchezze da te. Non voglio risorse umane. Sono contento dell' atten. zione concessami da Dio. Conosco la generosità dei suoi doni. Dopo aver lasciato a Lot degli avanzi privi di valore, mi sono state fatte promesse straordinarie. Ora, non accettando ricchezze da te, guadagno per me, una ricchezza maggiore e godo di ulteriore grazia da lui. Questa, secondo me, ... fu la ragione per cui·,egli pronunciò il giuramento: Alzo la mano per giurare davanti a Dio l'altissimo; cioè, affinché il re non potesse pensare che egli stesse solo fingendo, ma fosse ben certo del fatto che egli non avrebbe accettato da lui neppure un piccolissimo dono. Egli stava in effetti onorando quel comandamento dato da Cristo ai suoi discepoli: Generosamente avete ricevuto, generosamente date (Mt 10, 8). In altre parole egli sta dicendo: Certamente non ho contribuito in nessun modo al corso della guerra se non con il consenso e l'incoraggiamento, mentre la vittoria e le spoglie e . tutto il resto è stato opera di Dio nella sua potenza invisibile. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35 , 19

24

77

Una parte per gli alleati di Abramo

Di nuovo Abramo porta a compimento la legge apostolica .A questi consentirò di prendere una porzione, .egli dice, dal momento che hanno dato ·prova di profonda amicizia. Questi, vedete - dice il testo - erano i confederati dl Abramo (Gn 14, 13), cioè erano uniti in amicizia, volendo condividere i pericoli con lui. Di conseguenza, con l'intenzione di ricompensarli; è anche pronto a prendere qualche porzione, ed in questo ancora una volta egli porta ad effetto la legge apostolica nelle parole: il lavoratore merita la sua paga (Mt 10, 10). Voglio dire, permette loro di prendere non più di quanto spetti loro: fatta

eccezione di quanto i miei giovani hanno consumato e la porzione dovuta agli uomini che mi hanno accompagnato, Eschol Aner e Mamre - prenderanno una porzione. Vedete la precisione della virtù del patriarca? Dà prova anche di buon senso nel suo disinteresse e disprezzo per le ricchezze. E allo stesso tempo [fa tutto] per non sembrare aver agito in modo pretenzioso o con superbia, ed aver nu~ trito un concetto spropositato riguardo la sua vittoria. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 35, 20

Il carattere gratuito di un·favore Quanto è notevole, poi, che non abbia voluto toccare nulla della preda ottenuta con la vittoria, né prendere ciò che gli veniva offert9! Ricevere la ricompensa, infatti, diminuisce il frutto della vittoria ed elimina il pregio dell'opera buona. Infatti, ha grande importanza sapere se si è combattuto per denaro o per gloria;-nel primo caso il combattente è considerato mercenario, nel secondo è ritenuto degno. della gloria di salvatore. Giustamente il santo patriarca rifiuta di appropriarsi di

78

Genesi 12-50

qualcosa della preda, anche se gli viene offerta, affinché colui che ha dato non dica: (15, 17-21). Come il fuoco illumina e allo stesso tempo brucia, il dono della Legge brucia coloro che l'abbandonano e illumina coloro che I' osservano. Il forno fumante e la fiaccola ardente permettono al patriarca di vedere ciò che sta accadendo e di rivelare in modo più spirituale i misteri da cercare (Didimo il Cieco). Il forno fumante alla sera può essere interpretato coi:ne allusione alla fine del mondo, quando le persone carnali saranno giudicate con il fuoco (Agostino). Mostriamo piuttosto la semplicità del piccione e la castità della tortora, così da essere trasportati in cielo sulle ali spirituali della virtù (Cesario di Arles). I discendenti di Abramo avrebbero peccato e sarebbero ~tati oppressi, ma infine sarebbero stati salvati dalle preghiere delle persone giuste (Efrem il Siro). La promessa di dare il paese ai discendenti di Abramo va intesa come una promessa fatta alla sua posterità spirituale, a coloro, cioè, che praticano la gentilezza, come promesso anche dal Salvatore (Didimo il Cieco). La menzione del paese dei dieci popoli indica che la Chiesa sarebbe stata costituita con il raccogliere insieme genti pagane· che avrebbero creduto (Ambrogio).

17

Quando si era fatto buiò

Consumazione nel fuoco ed illumi. nazione Ciò che viene affermato chiaramen. te nel testo si può spiegare in questi termini. Quando il sole era già sul punto di tramontare, una fiamma emerse ed apparve un forno fumante e fiaccole ardenti che passarono in mezzo agli animali divisi, bruciando ed illuminando il luogo, per permettere al patriarca di vedere cosa stesse succedendo, e per rivelare più divinamente i misteri da investigare. Si

deve notare che un fuoco non apparve solo dopo che era stata stretta r alleanza, ma il dono stesso della Legge per mezzo di Mosè avvenne in mezzo ad un fuoco . Il fuoco poteva essere visto, e senza poter vedere chi stesse parlando, si poteva udire la proclamazione dei comandamenti. Ciò che viene sµggerito qui è f orse qualcosa di simile. Siccome la Legge include ricompense e puniziorti, fu data in mezzo al fuoco per indicare che essa porta ad alcuni la consumazione nel fuoco, e ad altri illuminazione. Infatti il fuoco ha un duplice potere: illumina, e allo stesso tempo brucia. Il dono della Legge,

92

Genesi 12-50

dunque, brucia coloro che l'abbandonano, ed illumina coloro che l'osservano. Così anche qui torce e fumo apparvero; ora il fumo è il risultato e, per così dire, la conseguenza di un fuoco che è stato acceso. Inoltre una fiamma era apparsa per prima. Concludiamo allora che chi sta definendo ciò che si deve fare o non si deve fare in una materia così difficile, ha bisogno della luce di Dio, ed anche del timore simboleggiato dalla fornace, al fine di portare a termine ogni cosa secondo le giuste ragioni. Didimo il Cieco,

Sulla Genesi 233-234

I carnali saranno giudicati con il fuoco Quel che segue: Quando il sole fu

tramontato vi fu una /t'ammata e un braciere fumante e torce accese passarono fra le parti degli animali divisi simboleggia che alla fine del mondo i carnali saranno· giudicati mediante il fuoco. L' oppressione della città di Dio con proporzioni quali prima non si ebbero, la quale si attende che avvenga sotto l'Anticristo, è simboleggiata dall'oscura angoscia di Abramo verso il tramonto del sole, cioè quando sarà vicina la fine del mondo. Allo stesso modo al tramonto del sole, cioè alla fine del mondo, il fuoco simboleggia il giorno del giudizio che distinguerà fra gli uomini carnali quelli che si salveran-· no col fuoco·e quelli che saranno dannati nel fuoco. Poi l'alleanza stipulata con Abramo indica propriamente la terra di Canaan e menziona in essa undici popo. li dal fiume d'Egitto al grande fiume Eufrate . Quindi non dal grande fiume d'Egitto, cioè dal Nilo, ma dal piccolo che divide Egitto e Palestina, dove si trova la città di Rinocorura. Agostino, La Città di Dio 16, 24, 4

Quella.sera simboleggiava la fine del mondo Notate, fratelli, che viene anche affermato che ciò che viene chiamato torcia fiammeggiante, che passò fra queste parti, non lambì la tortora ed il colombo. Quella sera simboleggiò la fine del mondo. Questi animali, come è già stato detto, rappresentavano un simbolo di tutti i popoli che credono in Cristo. Siccome questi popoli hanno in sé persone non spirituali, come è già stato detto, cioè non solo persone buone ma anche i malvagi, per questa ragìone gli animali furono divisi, e la torcia fiammeggiante passò fra di essi. In accordo a quanto dicé lApostolo:

Il giorno del Signore lo dichiarerà, poiché sarà rivelato nel fuoco (1 Cor 3, 13), e così via. Quel forno bruciante e fumante e la torcia fiammeggiante prefigurarono il giorno del giudizio, e per questa ragione il terrore ed un orrore oscuro si abbatterono sul beato Abramo. Pertanto ci siamo resi conto che se l'uomo giusto sarà a malapena salvato nel giorno del giudizio,

dove /t'nt'ranno gli empi ed i peccatori (1 Pt 4, 18)? Quel forno bruciante e fumante simboleggiò il giorno del giudizio: il giorno del giudizio, ripeto, in cui ci sarà pianto e stridore di denti (Mt '8, 12). In quel gforno ci saranno pianto e lamenti e pentimento troppo tardivo, quando ormai le fondamenta delle montagne saranno scosse e la terra brucerà fino all'inferno. Cesario di Arles,

Sermoni 82, 3

Abramo cercava di sapere Abramo pensò: «Forse questi re si distruggeranno l'un laltro, o altri popoli potrebbero sollevarsi e distruggerli, e liberare la terra per noi. Forse il mio seme diventerà forte e andrà ad uccidere i suoi abitanti per impossessarsi della [terra], o forse essa inghiottirà [i ·suoi abitanti] a causa delle loro azioni. Forse gli [abitan-

!Jn forno fumante ed una fiaccola ardente (15, 17-21)

ti] andranno in esilio in un, altra terra a

causa della carestia, o delle voci che correranno, o per qualche altro motivo del genere». Abramo cercava di sapere quale di queste cose [sarebbe accadu.ta], ma non aveva dubbi di sorta. Allora Dio, che conosceva ciò che egli cercava, gli mostrò ciò che non cercava in aggiunta a ciò che cercava. Infatti per mezzo dell,offerta che fece Abramo, [quando] gli uccelli discesero ed Abramo li scacciò, Dio gli mostrò chiaramente che i suoi discendenti avrebb~ro peccato e sarebbero stati oppressi, ma sarebbero stati infine salvati dalle preghiere dei loro giusti. E per mezzo del forno bruciante che scese, Dio rese noto che, anche se tutti i lo~o giusti fossero scomparsi, una liberazione dal cielo sarebbe giunta a loro. Per mezzo del vitello di tre anni, e l'ariete di tre anni, ed il capro di tre anni [Dio gli mostrò] che sarebbero stati liberati dopo tre generazioni,. oppure. che re, sacerdoti e profeti sarebbero nati presto fra i suoi discendenti. Per mezzo delle membra di animali che Abramo tagliò in due [Dio] descrisse le loro diverse tribù, e per mezzo degli uccelli che Abramo non tagliò in due, Dio indicò la loro unità. Efrem il Siro, Commento sulla Genesi 12, 3

Quel forno bruciante e fumante Pertanto, affinché non giungiamo a questa tortura dell'anima, svegliamoci ment~e c'è ancora tempo per correggerci, e come buoni ed efficienti servitori seguiamo il volere di nostro Signore. Allora, quando verrà quel terribile giorno del giudizio, che è temuto grandemente anche dai buoni, ed è simboleggiato da quel forno bruciante e fumante, noi non sare. ino tormentati. all'inferno dalle fiamme vendicatrici in compagnia delle persone carnali. Queste anime furono rappresentate dagli animali, perché possono essere divise in base ai diversi loro illeciti desi-

93

deri. Mostriamo piuttosto la semplicità del colombo e la castità della tortora, in modo da poter essere trasportati in cielo sulle ali spirituali della virtù. Secondo le parole dell'Apostolo: Saremo rapiti insie-

me a loro in nubi per incontrare in ct'elo il Signore, e così saremo sempre con il Signore (1 Ts 4, 17) con laiuto di nostro Signore Gesù Cristo, al quale va lonore e la gloria insieme con· il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen. Cesario di Arles, Sermoni 82, 3 18 19 -

Questa terra data ai discendenti di Abramo

La promessa a chi pratica la mansuetudine Dopo che le torc·e erano passate in mezzo agli animali divisi, venne stretta l'alleanza. Dio disse ad Abramo: Darò questa terra ai tuoi discendenti, e descrisse in dettaglio quanto la terra si estendesse in ciascuna direzione. Ma, attraverso una trasposizione anagogica [mistica] coerente con le .considerazioni fatte sopra, dobbiamo intendere che questa terra è data alla posterità spirituale di quell'uomo santo. Anche il Salvatore la promette a coloro che praticano la mansuetudine. Questa è una promessa che riguarda i veri figli, e non tutti quelli che discendono da Abramo, perché non sono i figli della carne i figli di Dio, ma solo i' fi-

gli della promessa sono considerati come discendenti (Rm 9, 8). È colui che compie le opere di Abramo (Gv 8, 39) è in realtà suo figlio. Anche la frase dal fiume fino al fiume è detta appropriatamente, poiché la promessa che appartiene alla posterità di quell'uomo santo è la virtù, che è posta fra le cose che scorrono. Le cose che scorrono, naturalmente, non costituiscono la virtù, ma sono i suoi confini reali, nel senso che, se uno si allontana dalla virtù, li incontra immediatamente. Ma è

94

Genesi 12-50

anche possibile che i fiumi rappresentino le prove che si presentano alle persone virtuose, dal momento che esse sono poste ·fra gente che le tormenta, e tuttavia chi è virtuoso prevale. Didimo il Cieco,

Sulla Genesi 234

Il mistero della Chiesa Gli sono affidate popolazioni straniere, come se le dovessero educare, affinché la mente serupolosissima del giusto recida i loro vizi e corregga gli errori. Ma piuttosto è illustrato con chiarezza il

mistero della Chiesa, in quanto attraverso i suoi apostoli, che sono Israelt'ti, ai quali

appartengono i patriarchi e dai quali patriarchi Crt'sto è nato secondo la carne (Rm 9, 4-5) sotto la Legge, la Chiesa avrebbe dovuto essere costituita come insieme di popoli pagani avviati a diventare credenti, che non senza motivo ha indicato con il numero dieci, ma per mostrare che questi, prima perfidi, quando avessero ~olmato la misura dell'empietà, certamente avrebbero ottenuto la corona della fede. Ambrogio, Abramo 2, 10, 71

SARAI EAGAR

Sara~

moglie di Abram) non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava ·egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abram: «Ecco) il Signore mi ha impedito di aver prole/ unt'sciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli>>. Abram ascoltò la voce di Sarai. Cos~ al termine di dieci anni da quando Abram abz'tava nel paese di Canaan) Sarai, moglie di Abram) prese Agar l'egiziana) sua schiava e la diede in moglie ad Abram) suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. Allora Sarai dt'sse ad Abram: «I:o// esa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava) ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarai: «Ecco, la tua schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare». Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò (16, 1-6). Questo episodio poneva una sfida agli interpreti biblici, sia giudei che cristiani, poiché rappresentava il patriarca nell'atto di praticare relazioni extraconiugali. Il problema poteva essere risolto con ruso dell'interpretazione allegorica, come aveva fatto Filone, e gli interpreti cristiani adottarono questa soluzione. Ma il senso letterale poteva anche essere usato a scopo edificante. Sul pianò allegorico Sarai rappresenta la virtù, mentre Agar simboleggia le sdenze introduttive o le discipline preparatorie (Didimo il Cieco). Abramo poteva anche es-· sere· difeso sulla base del fatto che la Legge contro l'adulterio non era ancora stata fissata ai suoi tempi. Una seconda difesa di Abramo si poteva fare considerando il fatto che egli avesse semplicemente adempiuto il suo dovere verso la società riel garantirsi una posterità (Ambrogio). Il disprezzo di Agar verso la sua padrona ed il rimprovero di Sarai ad Abramo sono anche interpretati, sul piano allegorico, come riferimenti alla virtù perfetta e agli studi preliminari, che devono essere trascesi (Didimo il Cieco). La risposta di Abramo a Sarai mostra che egli aveva agito spassionatamente, al fine di assicurarsi una progenie e non spinto da lussuria (Agostino).

2

Un erede per Abramo

Moderazione ed assenza di passioni L'Apostolo vide in queste donne il modello delle due alleanze, in accordo al-

la regola dell'allegoria; ma, dal momento che ciò che narra il testo ebbe luogo effettivamente, anche il senso letterale merita considerazione. I santi intrapresero la vita matrimoniale non per ottenere piacere, ma al fine di generare figli. Vi è infatti una

96

Genesi 12-50

tradizione che riferisce che essi andarono con le loro mogli solo quando il momento era adatto al concepimento. E non andarono con esse durante l'allattamento, o menfre erano impegnate ad allevare i figli, o erano incinte, poiché non consideravano questi momenti come adatti all'unione .... Quando Sara, che era saggia e santa, aveva constatato per molto tempo che, nonostante l'unione.con il marito, non era in grado di concepire, si astenne dalle relazioni coniugali, e siccome sapeva che era nell'ordine delle cose che Abramo avesse figli, diede lui la sua schiava come concubina. Questo mostra la moderazione (sophrosyne) e· l'assenza di gelosia di Sara, e l'assenza di passioni (apatheia) di Abramo, che scelse questa soluzione in seguito alla proposta di sua moglie, e non di sua iniziativa, e che cedette alla richiesta di lei solo al fine di generare figli. Anche il senso letterale, dunque, è utile secondo le considerazioni espresse sopra. Didimo il Cieco, Sulla Genesi 235

Sara rappresenta anche la virtù .

.

Per quanto riguarda l'insegnamento anagogico [mistico] si potrebbe spiegare il testo richiamando alla mente il fatto che Paolo traspose allegoricamente le due donne nelle due alleanze (Gal 4, 22-31). Anche Filone usò qui l'allegoria, ma dando' al testo una diversa interpretazione. Egli intese Sara· come rappresentazione della perfetta virtù e della filosofia, poiché era donna libera e moglie, era di nobile nascita e viveva con suo marito in una legittima lll?Ìone. Ora la virtù vive con l'uomo saggio in un'unione legittima, in modo che possa generare con lei una progenie divina: La Saggezza, infatti, genera un

uomo di discernimento (Prv 10, 23). Nella Scrittura ci si rivolge all'uomo devoto e santo con le parole tua moglie è una vite

fruttifera ... I tuoi figli sono come germogli' d'ulivo· intorno alla tavola. Così sarà benedetto t uomo che teme il Signore (Sal 128, 3-4). Poi Sara è trasposta allegoricamente nella virtù perfetta e spirituale. Agar, la schiava egiziana, simboleggia, secondo Filone, gli esercizi preliminari (progymnasmata) 6, e in Paolo l'ombra [dei beni futuri] (Eb 10, 1). Non è possibile, infatti, comprendere alcunché delle idee spirituali o elevate senza r ombra, che è la lettera, o senza uno studio preliminare delle scienze introduttive, poiché si devono prima generare figli da unioni inferiori. Nel1'era dell'ombra offrirono reali sacrifici di animali, celebrarono la Pasqua ebraica in modo esteriore e tangibile, ricevettero la circoncisione fisica, e tutto ciò li stava preparando gradualmente ad offrire a Dio un sacrificio di lode (Sal 50, 14), che spetta alle donne libere. Come lo zelo dei saggi li spinge ad elevarsi fino alle realtà più alte al momento opportuno, così la virtù li spinge, second~ l'intenzione divina, a far uso prima delle scienze introduttive, e poi ad avere figli da loro. Dal momento che è impossibile per chi si è da poco avvicinato alla virtù raggiungere la perfezione, cosl come avere figli per mezzo di lei, la virtù consiglia ad una tale persona di sottoporsi prima alle discipline preparatorie, in modo che, seguendo questo cammino, possa afferrarla, se ne è capace. Didimo il Cieco, Sulla Genesi 235-236

Abramo non violò la Legge Tuttavia alcuni possono essere colpiti dal fatto che Abramo si accostò alla

6 Filone sviluppa questa interpretazione allegorica soprattutto nel De congressu eruditionis grafia. 1-9, sebbene la utilizzi anche in altri passi. Agar rappresenta gli studi preliminari alla filosofia nel sistema greco di educazione: grammatica, musica, matematica, retorica, etc. ·

Sarai e Agar (16J 1-6)

97

Agar l'egiziana

schiava quando già parlava con Dio, come è scritto: Sara disse ad Abramo: Ecco

3

il Signore mi ha impedito di partorire. Accostati dunque alla mia schiava} affinché tu abbia dei figli da lei. E così avvenne.

Il merito di aver fatto il proprio dovere

Ma consideriamo innanzitutto che Abramo visse prima della Legge di Mosè e prima del Vangelo: si credeva che l'adulterio non fosse ancora proibito. La punizione per questo delitto inizia al tempo della Legge, che lo vietò; nessuna conda.n na in proposito prima della Legge, ma a partir~ da essa. Perçiò Abramo non l'ha violata, avendola preceduto. Dio nel paradiso, anche se aveva lodato il matrimonio, non aveva condannato l'adulterio. 'Infatti non vuole la morte del peccatore (cf. Ez 33, 11) e perciò promette il premio senza esigere la pena. Infatti preferisce stimolare con mitezza, piuttosto che incutere terrore con severità. Se anche tu hai peccato, quando eri pagano, hai una scusa, ma dopo che sei venuto nella Chiesa e hai ascoltato la Legge - non farai adulterio (Es 20, 14) -, non hai più la scusa per la tua colpa. Tuttavia, poiché il mio discorso è rivolto a coloro che si sono iscritti per ricevere la grazia del battesimo, se qualcuno ha commesso una colpa così grave, sappia che gli sarà perdonata, ma come a colui che ha commesso una colpa; sappia però che per l'avvenire dovrà astenersene. Infatti a quell'adultera, di cui si parla nel Vangelo, che gli scribi e i farisei presentarono al Signore, il Signore perdonò i peccati precedenti, ma disse: Va) e d'ora innanzi guarda di non peccare (Gv 8, 11). Dicendo ciò a lei, lo dice a te. Hai commesso adulterio da pagano, lo hai commesso da catecumeno: ti è perdonato, rimesso mediante il battesimo, va' e, in seguito, guarda di non peccare. Ecco la prima difesa di Abramo; · Ambrogio, Abramo I , 4, 23

Non perché infiammato dall'ardore di una sfrenata passione, non perché vinto dall'avvenenza di fattezze provocanti, Abramo preferì al letto coniugale la relazione con la schiava, ma per il desiderio di procurarsi una posterità e di perpetuare la discendenza. Dopo il diluvio il gènere umano era ancora numericamente scarso: era anche un obbligo morale che nessuno rifiutasse di rendere alla natura il dovuto. Perciò anche le figlie del santo Loth furono mosse da questo motivo, di procurarsi una posterità affinché il genere umano non si estinguesse (Gn 19, 3 038). Dunque il merito di aver compiuto un dovere verso la collettività scusò la colpa individuale. E non è senza significato che la moglie sia presentata come consigliera del fatto: ciò per discolpare il marito, per non far credere che egli era stato preso da folle traviamento e nello stesso tempo affinché le donne imparino ad amare i mariti, a non lasciarsi tormentare da vani sospetti di concubinato e a· non detestare i figliastri, nel caso che esse non. abbiano avuto figli. Quella brava moglie desiderava farsi perdonare dal marito la propria sterilità e, volendo evitare che per causa sua il marito non potesse avere figli, lo persuade ad accostarsi alla schiava. In seguito Lia e Rachele hanno fatto la stessa·cosa (Gn 30, 1-21). Impara, o donna, a mettere da parte la gelosia, che spesso spinge le donne alla follia. Ambrogio, Abramo 1, 4, 24

-4.

Agar concepì Come abbiamo detto sopra, fu autentica prova di moderazione (sophrosyne) il fatto che Sara offrisse la sua schiava

98

Genesi" 12-50

ad Abramo senza accenno di gelosia, dopo aver constatato che in dieci mesi non aveva concepito. E noi abbiamo anche riconosciuto l'assenza di passioni (apatheia) di quell'uomo saggio nel fatto che il suo evidente scopo nel cedere alla richiesta della moglie era di avere bambini. Il senso anagogico [mistico] è stato già spiegato. E in accordo con il suo scopo che la virtù ci chiede prima di fare uso delle scienze introduttive, in modo da avere prima figli da esse. Questo non impedisce alle opere dell'educazione preparatoria di essere esse stesse figliè della virtù, dal momento che il loro impegno è a favore della virtù. Impiegando queste non ci volle molto tempo prima che quell'uomo saggio effettuasse un concepimento, poiché il progresso è spontaneo per l'uomo saggio. Didimo il Cieco, Sulla Genesi" 236-237

Fissare gli elementi preliminari Lo scopo della virtù è, come abbiamo detto, che l'uomo saggio faccia esercizi preparatori in primo luogo nell' educazione preliminare e nell'ombra (cioè nella legge mosaica), in modo che in seguito, avendo lasciato alle spalle la sua preparazione, possa arrivare a cose più grandi, e questo è il modo giusto di procedere. Allo stesso modo sarebbe illogico se uno, dopo· aver ottenuto la conoscenza delle cose perfette, dovesse ritornare a cose di scarso valore. Questo è infatti ciò che I'apostolo Paolo scrive ai galati, i quali, dopo che era stato loro predicato il Vangelo, volevano vivere nell'ombra, cioè nella Legge.... Essi erano stati irretiti da un certo .Ebion 1, che voleva praticare il giudaismo dopo essere diventato cris.tia- .

1

no, e che ebbe tale successo nel persuadere gli altri che gli apostoli gli diedero questo nomignolo per mostrare la sua povertà. Ebion infatti significa «povero», ed egli era chiamato così a causa della.depravazione e povertà delle sue idee. Per quanto riguarda il fatto che i galati erano di origini pagane, Paolo. scrive: Un tem-

po) per la vostra ·ignoranza di Dio) eravate sottomessi a divint"tà, che in realtà non lo sono: ora invece avete conosciuto Dio) an- , zi da lui siete stati conosciuti (Gal 4, 8-9). Egli li rimproverò, come ho detto, in questi termini (e cito ora il testo che ho annunciato): Siete così privi d'intelligenza

che) dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? (Gal 3, 3). Infatti dopo aver dato un inizio pienamente divino al loro edificio, stavano cercando figure in modo inappropriato, poiché le stavano cercando quando non era più il loro tempo. Dobbiamo quindi capire perché fu data la circonci.sione visibile, e fino a quale tempo fu giusto praticarla. Se uno ha capito questo," ha avuto figli dalla concubina ed è in gr~do, dopo questo, di colJlprendere la circoncisione del cuore che viene effettuata dallo Spirito. Quest'uomo santo, per consiglio della virtù, si unì alla schiava che [Sara] gli aveva messo a disposizione, come abbiamo spiegato, e la schiava concepl. Ma dopo questo, è sconveniente rimanere con lei oltre il tempo del suo favore. Molti infatti, dopo aver fatto uso degli esercizi preparatori in vista dell'insegnamento perfetto, non ·vanno mai oltre questo limite, dando cosl vita ad una progenie di schiavi ed in un certo senso disonorando la virtù .. ~ Uno dunque disonora la virtù quando dà ad altre cose la precedenza su di essa. Infatti se uno sceglie la virtù, non per il suo bene ma per qualche altro scopo - per esempio per ottenere gloria o lo-

La fonte a proposito di Ebion non è propriamente Paolo. Ma l'informazione si trova nel De

Principiis 41 .3, 8 di Origene.

Sarai e Agar (16, 1-6)

de - allora, in un certo senso, sta disonorando il bene, che in sé stesso non è suscettibile di disonore. Didimo il Cieco, Sulla Genesi 237-238 5

r:offesa a me fatta ricada su di te!

La saggezza perfetta Le parole ek sou si possono intendere in due modi: sia come «da te» che come «dal tempo in ~ui». L'interpretazione «da te» dà il senso seguente: quando uno, che si è impegnato negli esercizi preparatori in vista della virtù della saggezza perfetta [la promessa della fede], rimane a quel livello preparatorio [cioè in relazione con Agar], in un certo senso fa torto alla virtù, perché non ha usato correttamente ciò che viene prima di essa. Ma la traduzione «dal tempo in cui» ci suggerisce lo stesso senso, con una sola differenza che abbiamo già menzionato, poiché anche in questo caso la virtù è offesa da uno che è desideroso di avere figli soltanto dagli esercizi preliminari, e che. fa di questo livello della generazione dei figli una specie di fine ultimo. · , Didimo il Cieco, Sulla Genesi 240 6

Agar fugge

L'uomo zelante accetta di essere corretto In senso letterale questa affermazione introduce il principiante all'assenza di passioni (apatheia) del patriarca, che aveva ricevuto la schiava da sua moglie senza cercare piacere, e che ora cede a sua moglie e si ritira secondo i desideri di lei. In senso spirituale l'uomo zelante, anche se si trova ancora al livello introduttivo, dal momento che non è del tutto estraneo alla virtù, riceve con piacere i rimproveri

99

di lei, e cosl più rapidamente abbandona le cose di poco conto. Come uno che si sottomette a lei, segue le sue direttive nel1'uso degli esercizi preparatori, e le consente di controllarli. Dal momento che egli è desideroso di fare della virtù loscopo di tutte le sue parole, azioni e pensieri, accetta volentieri ogni correzione che viene da lei. Didimo il Cieco, Sulla Genesi 241

Abramo non è un amante schiavo A questi fatti segue il periodo dei figli di Abramo, uno dalla schiava Agar, l'altro dalla libera Sara, dei quali abbiamo parlato nel libro precedente. Per quanto attiene al fatto in nessun senso si deve rivolgere ad Abramo l'accusa di relazione con questa concubina. La ebbe per avere un figlio non per soddisfare la lussuria, senza offendere ma piuttosto per obbedire alla moglie. Lei si illudeva che fosse un conforto alla sua sterilità se con un atto di volontà, poiché per natura non poteva, rendeva suo il grembo reso fecondo della schiava. In fondo la donna usava del diritto di cui l'Apostolo dice: Egualmente anche l'uomo non ha autorità sul suo corpo ma la donna (1 C~r 7, 4). Così partoriva per mezzo di un'altra perché da se stessa non lo poteva. Non v'è nel fatto alcun desiderio di dissolutezza o il disonore dell'inganno. Dalla moglie per avere un figlio si consegna al marito la schiava, dal marito per avere un figlio la si accoglie, da entrambi si persegue non la dissipazione della colpa ma il dono della natura. Poi la schiava incinta trattò con orgoglio la padrona sterile e Sara con femminile diffidenza attribui il fatto al marito. Anche in questo caso Abramo di1nostrò che non era stato un amante schiavo ma un genitore libero, che in Agar aveva conservato la fedeltà alla moglie, che non aveva soddisfatto il proprio piacere ma 1a volontà di lei,

100

Genesi 12-50

che aveva ricevuto senza chiedere, che si era unito senza vincolarsi, che aveva generato senza amare. Egli le disse: La tua schiava è a tua disposizione, trattala come ti pare. O uomo che trattò le donne con dignità virile, la m~glie con rispetto, la schiava con deferenza, nessuna delle due senza ritegno. Agostino, La Città di Dio 16, 25

Agar·fugge lontano C'è una forma di maltrattamento inflitta alla schiava che noi abbiamo paragonato, in senso anagogico, agli esercizi preparatori (progymnasmata): l'ombra [Agar] delle cose future [la promessa generativa] viene trascesa. Infatti uno che si affretta. a raggiungere la perfezione non ha più bisogno di ciò che è preparatorio. Questo è il motivo per cui è del tutto naturale che la schiava fugga, poiché ciò che appartiene al livello introduttivo non permane, quando il progresso e la perfezione sono arrivati. Didimo il Cieco, Sulla Genesi 241

L'ANGELO APPARE AD AGAR

La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Su1; e le disse: «Agat; schiava di Sarai~ da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Vado lontano dalla-mia padrona Sarai». Le disse l'angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa C>>. Le disse ancora l'angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine». Soggiunse poi l'angelo del Signore: «Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele d, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. Egli sarà come un ònagro; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui e abiterà difronte a tutti i suoi fratelli». Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione? e». Per questo il pozzo si chiamò Pozzo di Lacai-Roi ~·è appunto quello che si trova tra Kades e Bered (16, 7-14). Il diagolo fra l'angelo ed Agar può essere interpretato sul piano allegorico come la rappresentazione della relazione fra la Saggezza e l'insegnamento introduttivo a livello letterale COidimo il Cieco). La relazione fra Sarai e Agar riflette anche la relazione fra l'insegnameri'to evangelico ed il culto della Legge (Cirillo di Alessandria). Il fatto .che i discendenti di Agar non siano paragonati per numero alle stelle, come lo sono quelli di Sarai, riflette allegoricamente la distinzione fra gli esercizi introduttivi e la virtù perfetta. I dettagli _della descrizione di Ismaele possono anche essere interpretati in questo contesto allegorico. Il fatto che il testo dichiari che Agar concepì un figlio ad Abramo può essere interpretato allegoricamente come riferimento al processo della paternità spirituale. Quando la persona che sta facendo un progresso spirituale partorisce secondo il fine assegnatogli dal'maestro, il bimbo che ne nasce non deve essere disprezzato (Didimo il Cieco).

LXX: «Umiliati sotto le sue mani». La lezione dei LXX è la base per i commenti patristici. Cioè: «Dio ascolta». e Nel testo aramaico: >. Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti>>. Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci>>. Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e A.bramo ritornò alla sua abitazione (18, 22-33 ). . L'intercessione di Abramo per S.odoma fornisce anche materia per un'esortazione morale: una persona giusta è un potente baluardo in difesa del suo paese (Ambrogio); l'intercessione di Dio rivela la sua straordinaria pazienza ed il suo amore per l'umanità (Giovanni Crisostomo), ma nessuno (dei sodomiti) desiderava conoscere la rllisericordia di Dio e cosl Dio non conobbe loro (Origene).

Abramo intercede per Sodoma (18, 22-33)

26

Per riguardo di cinquanta uomznz giusti

Cinquanta giusti E così attraverso il susseguirsi di domande e risposte·: · se troverà anche dieci giusti nella città, promette l'impunità a tutto il popolo grazie alla rettitudine di pochi. Da ciò comprendiamo quale potente baluardo sia per la patria un uomo giusto, come non dobbiamo essere gelosi degli uomini santi, né criticarli temerariamente. Infatti la loro fede ci salva, la loro rettitudine ci preserva dalla distruzione. .Persino Sodoma, se avesse avuto dieci uomini giusti, avrebbe potuto salvarsi. Ambrogio, Abramo 1, 6, 48

Osservate la grandezza. della perseveranza di quell'uomo buono. Come se fosse personalmente coinvolto nella sentenza, egli compie ogni. sforzo per sottrarre la gente di Sodoma all'incombente·punizione. Disse: Siccome io posso parlare al Si-

gnore, che succederà se ce ne saranno solo venti'? [Il Signore] rispose: Per riguardo di venti non la distruggerò. O, bontà del Signore che supera ogni parola e ogni immaginazione! Voglio dire, chi fra noi, vivendo in mezzo ad innumerevoli mali, potrebbe mai scegliere di esercitare una così meravigliosa consideratezza e amorosa gentilezza nell'eseguire una sentenza contro i propri pari? Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Genesi 42, 19 32

29

Per riguardo di quaranta uomznz giusti

Quaranta uomini giusti Chi potrebbe mai lodare degnamente il Dio di ogni cosa per tutta la sua lunga sopportazione e consideratezza, o congratularsi con quell'uomo giusto per ·il fatto di godere di una così grande fiducia? 'Riprese a parlargli, dice in seguito il testo. Ma cosa succederà se s.e ne troveranno quaranta? [Il Signore] rispose: Per ri-

guardo di quaranta non la distruggerò. Allora a quel punto l'uomo buono, rispettando l'ineffabile lunga sopportazione di Dio e temedo di spingersi troppo oltre e di superare il limite nella sua intercessione, disse: Perdonami: Signore, se continuo

a parlare: se ne troveranno solo trenta? Dal momento che vedeva che Dio era incline alla gentilezza, egli procedette ancora gradualmente con il suo compromesso. Cercò di salvare non soltanto cinque persone buone, ma dieci, nel formulare cosl la sua richiesta: Se se ne troveranno solo trenta? Egli rispose: Non la distrug-

gerò se troverò là trenta [persone buone].

135

Per riguardo di dieci uomini giusti

Per riguardo di dieci uomini Per provare che la buona reputazione di tali persone è un mezzo per risparmiarci lunge sofferenze, fate attenzione, in quello stesso episodio, à ciò che [il Signore] dice al patriarca: Se troverò dieci

11:omini

buoni~

non distruggerò la città.

Perché dico dieci uomini buoni? Nessuno fu trovato là privo di peccati, se non il solo Lot e le sue due figlie. Sua moglie, ricordate, forse grazie a lui si sottrasse alla punizione della città ma pagò in seguito il fio della sua indifferenza. Ora, tuttavia, dal momento che attraverso l'ineffabile amore di Dio si stava verificando una crescita del sentimento religioso, vi erano persone nel cuore delle città capaci di fare appello a Dio, altre sulle colline o nelle grotte; e la virtù di queste poche persone fu in grado di cancellare la malvagità della maggioranza. La bontà del Signore è immensa, e spesso egli trova un modo per garantire la salvezza della maggioranza grazie alla virtù di pochi giusti. Pe_rché dico grazie a pochi giusti? Frequentemente, quando

136

Genesi 12-50

una persona giusta non può essere trovata nella vita presente, egli si muove a pietà verso i viventi per la virtù cli quelli, che sono morti, e pronuncia a voce alta le parole: Proteggerò questa città per il mio bene ed il bene del mio servo David (2

Re 19, 34). Anche se non meritano di

essere salvati, egli salva. Ed essi non hanno diritto alla salvezza; tuttavia, dal momento che mostrare amore mi è consueto ed io sono pronto ad avere pietà ed a soccorrerli dal disastro, per il mio bene e quello del mio servo David agirò come uno scudo; colui che ha lasciato questa vita molto tempo fa sarà la salvezza di coloro che sono caduti vittime della loro . stessa indifferenza. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 42, 23-24

Il Signore andò per la sua strada Poiché infatti non fu trovato alcuno che si pentisse, alcuno che si convertisse all'infuori di Lot, .egli solo è riconosciuto: egli solo è liberato dall'incendio. Neppure i suoi generi, pur av\lertiti, lo seguono, neppure i vicini: nessuno volle conoscere la clemenza di Dio, nessuno volle rifugiarsi nella sua misericordia; perciò nessuno di loro è riconosciuto da Dio. Tutto ciò sia detto contro colòro che dù:ono altezzosamente iniquità (Sal 73, 8). Quanto a noi, adoperiamoci che i nostri atti siano tali, la nostra vita sia tale che siamo ritenuti degni della conoscenza cli Dio, che egli si degni di conoscerci, che siamo ritenuti della conoscenza del Figlio suo Gesù Cristo e della conoscenza dello Spirito Santo, affinché conosciuti dalla Trinità anche noi meritiamo cli conoscere piena~ mente, totalmente e perfettamente il mistero della Trinità. Origene, Omelie sulla Genesi 4, 6

DUE ANGELI VISITANO LOT

I due angelr: arrivarono a Sodoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sodoma. Non appena li ebbe visti: Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete 1a notte, vi laverete i piedi e poi: domattina, ·per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza».· Ma egli insistette tanto che.vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, qua_nd'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono queg(i uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi: perché possiamo abusarne!». Lot usci' verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente ·dietro di sé, disse: «No, fratelli miei: non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fàte loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomin~ perché sono ·entrati all'ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol/are il giudice.' Ora faremo a .te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quel!'uomo, cioè contro Lot, si avvicinarono per s/on dare la porta. Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani: si trassero in casa Lot e chiusero il battente; quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li colpirono· con un abbaglio accecante dal più piccolo al più grande, cosi' che non riuscirono a trovare la porta (19, 1-11). Un confronto dei dettagli riguardanti le apparizioni in Gn 18 e Gn 19 porta alla conclusione che Dio non gioisca nell'infliggere punizioni ("Teodoro di Mopsuestia"). Gli angeli non venivano menzionati in passi precedenti della Scrittura per non mettere in pericolo la fede in un solo Dio ("Severiano.di Gabala"). L'arrivo degli angeli alla sera descrive il fervore e la vigilanza di Lot (Giovanni Crisostomo). Il fatto che egli sedesse alla porta mostra il suo desiderio di offrire òspitalità (Origene)_. I vari dettagli nel resoconto sull'accoglienza riservata da Lot ai visitatori illustrano i differenti aspetti della virtù dell'ospitalità (Giovanni Crisostomo). Il compprtamento dei sodomiti mostra come essi fossero abitualmente ingiusti (Anonimo). ·

138 1

Genesi 12-50

Sodoma sul far della sera

Quando il suddito viene punito Furonò tre uomini a venire da Abramo (Gn 18, 1-2), e nel calore del giorno; ma nel caso di Sodoma, due angeli, e sul far della sera. Le cose buone sono paragonate alla luce, quelle cattive alla sera, dal momento che il sole della giustizia è tramontato su di loro (Mal 4, 2) .. Infatti la punizione dei malvagi è la notte e la tenebra, mentre i giusti splenderanno come luce (Pro 4, 18; cf. Mt 13, 43). È significativo anche che dove vi era un annuncio di cose buone, il Signore era presente. Ma quando il suddito · viene ·punito, egli non appare di persona, mostrando che quando le persone hanno buone esperienze, egli se ne rallegra, così che sceglie, per cosl dire, di agire direttamente in tali materie. Ma poiché non prova piacere nelle punizioni ·ma le infligge solo per necessità, fa uso di sostituti. . "Teodo~o di Mopsuestia", Catena sulla Genesi 3, 1110

Gli angeli non erano stati menzionati prima La Scrittura sembra non aver mai fatto menzione degli angeli prima del diluvi. Solo adesso [nomina] gli angeli, come se vedesse di aver ormai istruito la gente pienamente, per il lasso di tempo trascorso, a considerare come Dio e Signore dell'universo solo quell'unico Essere, che aveva fatto l'universo creato e · fornito gli esseri umani, a cominciare da Adamo, della conoscenza appropriata. [Questa conoscenza fu fornita] dalla sua provvidenza e attraverso una variet~ di visioni, guidando la sua trasmissione dai

primi uomini a quelli che seguirono in ordine. "Severiano . d'1 G ab aIa '' , Catena sulla Genesi 3, 1112 18

Un'anima fervente e vigile . Ora, i due angeli, dice il testo; arrivarono a Sodoma sul far della sera. Il momento in particolare ci mostra la straordinaria virtù di quell,uomo buono nel fatto che, nonostante arrivasse la sera, egli restava al suo posto e non si allontanava da esso. Questo vuol dire che, siccome egli si rendeva conto del vantaggio che gli derivava da ciò, di conseguenza era ansioso di raggiungere la ricchezza e di perseverare con la sua vigilanza, senza desistere neanche alla fine del giorno. Questo, vedete, ci mostr~ com'è un'anima fervente e vigile. Lungi dall'essere impedita da alcun ostacolo a dare prova della propria virtù, essa è indtàta a raggiungere più alti risultati dagli ostacoli stessi e brucia di una più splendente fiamma di desiderio . Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 4J, 9

Sedendo alla porta Lot non era dentro Sodoma, ma alla porta. Io direi che, come Abramo sedeva fuori della sua tenda, per ospitalità, anche ad un'ora scomoda (infatti era mezzogiorno), per vedere se arrivassero dei viaggiatori, così anche il suo parente ed imitatore della sua moralità era seduto alla porta pronto ·a d invitare quelli che passavano per quel luogo, sebbene fosse già scesa la sera. Infatti egli conosceva di certo l'empietà dei sodomiti, e che non vi era riposo per gli stranieri in quel luogo. Origene, Selecta in Genesim: PG 12, 116

· 18 Cf. Traditio Exegetica Graeca 3, p. 138. La parola angelo compare per la prima volta in Gn 16, 7, e al plurale in Gn 18, 1, ma qui si può interpretare come riferimento a Cristo.

Dite angeli visitano Lot (19) 1-11)

La gioia di Lot nel vedere gli angeli Ora nel vederli - aggiunge il testo Lot si alzò per incontrarli. Facciano atten.zione a questo coloro che sono soliti respingere le persone che fanno loro appello con richieste e fanno sl che queste debbano implorare, e che mostrano grande mancanza di umanità verso il prossimo. Voglio dire, vedete come quest'uomo buono non attese che i visitatori lo raggiungessero, ma come il patriarca, senza sapere chi fossero i suoi visitatori ma presumendo che fossero viaggiatori, quasi saltò per la gioia nel vederli, come se si gettasse sulla sua preda e non mancasse l'oggetto del proprio desiderio. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 43, 9 2

Lot offre ospitalità

139

vo. Si rivolge a loro chiamandoli signori e si definisce loro servo. Ascoltiamo con precisione, carissimi, queste parole ed impariamo come .anche noi possiamo fare la stessa cosa. Quest'uomo di chiara fama e reputazione, che godeva di grande prosperità, un proprietario, si rivolge a questi viaggiatori chiamandoli signori, questi stranieri, sconosciuti, dimess~ pellegrini, con cui non ha alcun legame, e dice: Interrompete il viaggio in casa del vostro servitore e riposatevi. Vedete, è calata. la sera, egli dice; acconsentite al mio desiderio e mitigate le fatiche del giorno riposandovi in casa del vostro servo. Voglio dire, ·di certo non _vi sto offrendo niente di straordinario. Lavatevi i piedi stanchi del viaggio, e domattina, per tem-

po, ve ne andrete per la vostra strada. Allora fatemi questo favore, e non rifiutate il mio invito. Giovanni Crisostomo, Omelz'e sulla Genesi 43, 1O

Lot accoglie i visitatori Nel vederli, dice il testo - notate-, eglt' si alzò per incontrarli e si prostrò a terra. Rese grazia a Dio per essere stato trovato degno di accogliere i visitatori. Notate la sua virtù d, animo: egli considerava una.grande gentilezza da parte di Dio poter incontrare questi uomini, e nell' acc9glierli poter realizzare il proprio desiderio. Ora non ditemi che essi erano angeli, piuttosto, ditemi che quest'uomo buono non se ne era reso conto ancora ma si comportò come se stesse ricevendo viaggiatori sconosciuti. Egli disse: Miei signo-

r; interrompete il viaggio in casa del vostro servo: vi passerete la notte) vi laverete i piedi e po~ domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada. Queste parole erano sufficienti a rivelare la virtù ·che risiedeva nell'anima di queli>uomo buono. Come potete· fare a meno di essere meravigliati di fronte alla sua grandissima umiltà ed il fervore con cui mostrò la propria ospitalità? Miei signori, egli disse, in-

terrompete il viaggio in casa del vostro ser-

La sua ospitalità non è limitata Essi risposero - il testo aggiunge -: No, ci riposeremo sulla strada. Vedendo che nonostante il suo invito, essi rifiutavano, non si perse d'animo, non lasciò stare ciò su cui era intento, non mostrò il tipo di sentimenti che noi spesso abbia-. mo. Se qualche volta vogliamo convincere qualcuno, e poi vediamo che mostra una certa riluttanza, immediatamente desistiamo; questo è dovuto al fatto che lo facciamo senza ardore e desiderio, e soprattutto al fatto che pensiamo di avere scuse a sufficienza per dire che in ogni caso abbiamo fatto del nostro meglio. Che volete dite affermando che avete fatto del vostro meglio? Avete lasciato fuggire la pteda, avete mancato il tesoro - è questo fare del vostro · meglio? Avreste piuttosto fatto del vostro meglio se non aveste lasciato il tesoro scivolare via dalle :vostre mani, se non foste passati oltre la preda, se la vostra dimostrazione di ospi-

140

Genesi 12-50

talità non si fosse limitata ad una frase di circostanza. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 43, 11 3

Gli angeli entrano nella casa di Lot

Generosità nell'atteggiamento Quando vide che resistevano e volevano riposarsi sulla strada (gli angeli fecero questo per il desiderio di mostrarci più .chiaramente la virtù di quell'uomo giu.s to e per rivelarci tutta quanta la sua ospitalità), allora egli non smise di rinnovare il suo invito, ma usò anche la forza. Per cui Cristo disse anche: Uomini di violenza conquistano il regno del cielo (Mt 11, 12). .. .Egli' lz' costrinse, dice il testo. Mi sembra che li trascinò contro la loro volontà. Poi quando essi videro l'uomo giusto fare ogni sforzo e non desistere fino al compimento del suo desiderio, vennero a lui

ed entrarono nella sua casa. Egli preparò loro un banchetto, cuocendo per loro pane azzimo; essi mangiarono prima di disten-

dersi sui letti. Vedete come anche qui l'ospitalità si manifesti non nella ricchezza dell'offerta ma nella generosità dell' atteggiamento? Voglio dire, quando riuscì a portarli nella sua casa, subito diede prova di segni di ospitalità. Si occupò di servirli, offrendo qualcosa da mangiare e dando prova di rispetto ed attenzione ai visitatori nella sua convinzione che essi fossero semplici esseri umani, solo dei viaggiatori. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 43, 12 9

I sodomiti fanno pressione su Lot

Ingiustizia abituale L'abituale ingiustizia dei sodomiti verso gli esseri umani infine spinse loro alla violenza contro gli angeli .... Dei cattivi principi morali sono quindi una cosa nociva e distruttiva, anche se non immediatamente. ' Anonimo, Catena sulla Genesi 3, 1122

SODOMA È MINACCIATA DI DISTRUZIONE

Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero) i tuoi figli: le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a diStruggerli>>. Lo't uscz' a parlare ai suoi generi: che dovevano sposare le sue figlie, e disse: così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lu~· ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Cos~u{ è il pa4re dei moabiti che esistono fino ad oggi. Anche la più piccola partort un figlio e lo chiamò «Figlio ·del mio popolo». Costui è il padre degli ammoniti che esistono fino ad oggi (19, 29-38). La storia di Lot sedotte> dalle figlie costituiva una vera sfida per gli interpreti. La questione della sua colpevolezza era uno degli aspetti del problema. Sebbene esistesse una varietà di interpretazioni tipologiche, Lot può essere interpretato nel modo migliore come rappresentaz1one della Legge, e sua moglie rappresentazione del popolo d'Israele, che deside·rava le comodità dell'Egitto quando era in viaggio nel deserto (Origene). Un'altra interpretazione vede i due figli di Lot come rappresentazione delle due sinagoghe, quella di Samaria e quella di Giudea (Ireneo). Sul piano spirituale, ·la storia mostra che la Legge (Lot), quando viene privata del suo significato spirituale o allegorico, genera solo comprensione in termini carnali, cioè non porta a Cristo. Le due sorelle si possono anche vedere come simbolo di vanagloria e orgoglio (Origene). .

Genesi 12-50

148 33 3 -'

Le figlie di Lot giacdono con lui

Lot è in parte colpevole, in parte scusabile Dopo questi fatti è riportato il famosissimo racconto nel quale è scritto che le due figlie riuscirono con l'astuzia a giacere di soppiatto con il loro padre, ed io non so se riguardo a questo si possa scusare Lot, fino al punto da ritenerlo immune da peccato (Gn 19, 31-38). Neppure, per altro, ritengo che lo si debba accusare tanto da renderlo colpevole di tanto grave incesto. Non trovo infatti che egli abbia insidiato o tolto con la violenza la purezza delle figlie, ma piuttosto che abbia. subito l'inganno e sia stato raggirato con astuzia. D'altra parte, non sarebbe stato neppure ingannato dalle fanciulle, se non si fosse ubriacato. Mi sembra perciò in parte colpevole, in parte scusabile: lo si può infatti scusare perché immune dalla colpa della concupiscenza e del piacere, e perché, quanto a lui, non gli viene fatto carico né di aver voluto né di aver consentito a ciò che quelle volevano. Fu comunque colpevole, in quanto poté essere ingannato perché si era troppo abbandonato al vino, e questo non solo una volta ma ripetutamente. Mi pare infatti che la Scrittura stessa in qualche modo lo giustifichi col dire: Non sapeva quando giaceva con loro e quando si levava, mentre non parla cosl delle figlie che avevano ingannato il padre con astuzia e determinazione. Egli tuttavia è talmente immerso nel sopore del vino da non sapere di aver giaciuto con la figlia maggiore e con la più giovane. Origene, Omelie sulla Genesi 5, 3

20

36

Le figlie di· Lot restano incinte

Senza conoscenza o piacere carnale Questo era accaduto senza la conoscenza di Lot e senza che egli fosse schiavo del piacere; fu compiuto totalmente secondo il piano divino, per mezzo del quale furono evocate le due sinagoghe 20 nate da un unico padre, senza piacere carnale. Infatti non c'era nessun altro che potesse dare loro seme vitale ed il frutto di figli, come è scritto. Ireneo, Contro le eresie 4, 31 , 1

Non la volontà della Legge _· In seguito Lot sale sul monte e~ come dice la Scrittura, abz'ta in una spelonca, lui e le figlie. Dobbiamo ritenere che anche la Legge sia salita quando le si è aggiunto l'ornamento costituito dal tempio fatto edificare da Salom~ne, quando è diventata casa di Dio e casa di preghiera (Is 56, 7). Ma i cattivi abitatori ne hanno fatto una spelonca di ladri (Mt 21, 13; Le 19, 46; Ger 7, 11). Lot abitò in una spelonca) lui e le figlie. Il profeta descrive certamente queste due figlie, quando di* ce Oola e Ooliba erano due sorelle, che Oola era Giuda e Ooliba Samaria (Ez.23, 4) 21: il popolo, diviso in _due parti, produsse due figlie della Legge. Esse, bramose di propagare la progenie carnale e di rafforzare le forze del regno terrestre con una numerosa posterità, addormen~ tando il padre e inducendolo al sonno, cioè ricoprendo e offuscando il senso spirituale della Legge, ne traggono unicamente l'intelligenza della carne, sicché concepiscono e generano figli tali di cui il padre non si accorge né riconosce.

Evidentemente la Samaria, la Giudea o Gerusalemme.

2t Nei LXX l'identificazione è rovesciata: Oola era la Samaria, e Ooliba era Gerusalemme.

Lot sedotto dalle figlie (19, 29-38)

Non era infatti senso e volontà della Legge generare in maniera carnale, ma essa viene addormentata, sì che ne viene generata una posterità che non può entrare nel/1assemblea del Signore (Dt 23, 3). Origene, Omelie sulla Genesi 5, 5

Le sorelle rappresentano la vanagloria e la superbia Quanto poi all'interpretazione morale, secondo la quale abbiamo già interpretato Lot come il senso spirituale e l'anima virile, e la moglie di lui che si volse indietro a guardare l'abbiamo definita carne, dedita alla concupiscenza e ai piaceri, tutto ciò, o tu che ascolti, non considerarlo con negligenza. Devi infatti stare attento e, anche se, dopo essere sfuggito alle fiamme del mondo e all'incendio della carne ed esserti incamminato verso Segor, città piccola e non piccola (Gn 19, 20), che indica un progresso di medio livello, tu labbia oltrepassata e sia asceso ali' altezza della scienza come ad un'alta vetta di monte, guarda che non t'insidino queste due figlie, le quali non si allontanano da te ma ti seguono anche quando sali il monte, cioè la vanagloria e la sua sorella maggiore, la superbia. Sta' attento che queste figlie non ti stringano nei loro amplessi quando sei assopito e addormentato, ·quando cioè ti sembra di non sentire e non capire. Per questo sono chiamate figlie, perché non sopravvengono da di fuori ma procedono da noi e dalle nostre azioni, come parte di noi. Sii vigilante perciò, per quanto puoi, e sta' attento a non.generare figli da loro, perché quelli che nascono da lqro non entreranno nell'assemblea del Signore (Dt 23, 3 ). Origene, Omelie sulla Genesi 5, 5-6

37

149

Lot è il padre dei moabiti

Lot è una figura della Legge Per quanto· riguarda I'allegoria, so di alcuni che hanno riferito Lot alla persona del Signore e le sue figlie ai due Testamenti; non so però se possa accettare questa interpretazione chi sappia quel che la Scrittura dice degli arrunoniti e dei moabiti, i quali dis.c endono dalla stirpe di Lot. Come infatti si può adattare a Cristo il fatto che coloro i quali sono generati dal seme di quello non entreranno nel/'assemblea del Signore fino aUa terza e quarta generazione (Dt 23, 3; Es 34, 7)? Noi invece, per quel che possiamo capire, proponiamo Lot come figura della Legge.. .. Interpretiamo come moglie di lui il popolo che, partito dall'Egitto e liberato dal Mar Rosso e dalla persecuzione di faraone come dalle fiamme di Sodoma, preso nuovamente dal desiderio delle carni, dell'aglio d'Egitto, e di cipolle e cocomeri (Nm 11, ·5), ·si volse indietro e cadde nel deserto, diventato anch'esso nel deserto memoriale di concupiscenza (Sal 106, 14). Colà dunque, come Lot halasciato indietro la moglie, la Legge ha perduto il primo popolo, che si volgeva indietro a guardare. Di là Lot viene ad abitare Segor, di cui dice: Questa città è piccola e la mia anima si salverà in essa e non è piccola (Gn 19, 20). Vediamo dunque che cosa significhi, riguardo alla Legge, che la città è piccola e non è piccola. La città è chiamata in questo modo perché contiene molti che vi convivono. Perciò quelli che vivono nella Legge praticano un modo di vivere insignificante e di poco conto fintanto che l'intendono secondo la lettera: non è infatti di gran conto osservare i sabati, le neomenie, la circoncisione della carne e le distinzioni materiali dei cibi. Ma se uno comincia ad aver comprensione spirituale, le osservanze che secondo la lettera erano insignificanti e di poco conto, secondo lo spirito non saranno più insignificanti ma importanti. Origene, Omelie sulla Genesi' 5, 5

ABRAMO E SARA A GERAR

Abramo levò le tende di là, dirigendosi nel Negheb, e si stabilì tra Kades e Sur; poi soggiornò ~ome straniero a Cerar. S~ccòme Abramo aveva detto della moglz'e Sara: «E mia sorella», Abimèlech, re di Gerat; mandò a prendere Sara. Ma Dio venne da Abimèlech di notte, in sogno, e gli disse: «Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa appartiene a suo marito». Abimèlech, che non si era ancora accostato a lei~ dz'sse: «Mio Signore, vuoi far morire anche la gente innocente? Non mi ha forse detto: È mia sorella? E anche lei ha detto: È mio fratello. Con retta coscienza e mani innocenti ho fatto questo». Gli rispose Dio nel sogno: «Anch'io so che con retta coscienza hai/atto questo e ti ho anche impedito di peccare contro di me: perciò non ho permesso che tu la toccassi. Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci: sappi che sarai degno di.morte con tutti i tuoi>>(20, 1-7). Vepisodio in cui Abramo fa passare sua moglie Sara come sua sorella in presenza di · Abimelech poneva una sfida agli interpreti, come già nell'episodio simile di Gn 12, in cui egli faceva lo stesso in presenza del faraone. Tuttavia vi era una differenza nel fatto che fosse difficile trovare un motivo di colpa in Abimelech, mentre il faraòne poteva essere rappresentato come un oppressore. Il problema si poteva risolvere facendo uso dell'allegoria ed interpetando Sara come rappresentazione della virtù, come già Filone aveva fatto in precedenza (Origene). I movimenti di Abramo possono anche essere visti come esempi di vita austera e temperante (Giovànni Crisostomo). L'innocente Abimelech può essere interpretato come rappresentazione degli uomini saggi e studiosi di questo mondo (Origene). Abramo poteva anche essere scusato per il fatto di essere un profeta (Anonimo).

1

I viaggi di A.bramo

Abramo incontra Abimelech Il patriarca partì di là verso il mezzogiorno 22 e giunse dal re dei filistei. È anche scritto che si accordò con sua moglie · Sara affinché essa non dicesse di essere 22

moglie di Abramo ma sua sorella ( Gn 20, 2), sicché il re Abimelech la prese. Ma Dio eritrò da Abimelech di notte e gli disse: Non hai toccato questa donna e non ti ho permesso di toccarla, e quel che segue. Dopo di che Abimelech la rese a suo marito e lo rimproverò per non avergli palesato la verità. È stato anche letto che

Questa è la lezione dei LXX che sostituisce: > offre materia per un'interpretazione spirituale (Origene). La storia fornisce anche l'opportunità di riflettere sul fatto che la grazia di Dio è tutto ciò che è necessario, e la narrazione è il punto di partenza per una di" sgressione sui pericoli dell'invidia, attribuiti implicitamente a Sara (Giovanni Crisostomo). In conclusione, Agar, interpretata allegoricamente (seguendo Paolo) come la «madre dei giuc\ei», continua ad avere l'opportunità di attingere dalla fonte dell'acqua della vita (Cri" sto) inizia a piangere (Cirillo di" Alessandria).

se

18

Ismaele sarà un grande nazione

Quale amorevole gentilezza Quale amorevole gentilezza da parte del Signore! Lungi dall'ignorare [Agar] come umile serva, egli si degfiò di mo" strare tanta meravigliosa attenzione verso di lei, poiché aveva fatto la promessa al patriarca ed il figlio era_suo. Pertanto disse: Che ha; Agar? Non temere) perché Dio

ha udt"to la voce del fanciullo là dove si tro" va. Alzatz: prendi il fanciullo e tienilo per · mano) perché io ne farò una grande nazio" ne. Non perderti d'animo, le sta dicendo, . nel vederti allontanata dalla tua casa. Egli godrà di tanta considerazione da parte mia che diventerà una grande nazione,· anche lui. Giovanni Crisostomo,

s Lezione dei LXX; nel testo ebraico: «Ella alzò la voce».

Omelie sulla Genesi 46, 7

168 19

Genesi 12-50

Dio apre gli occhi di Agar

Agar vede un pozzo di acqua viva Dopo, mentre il figlio stava già per . morire nell'abbandono e piangeva, le si presentò l'angelo del Signore, aprì gli oc-

chi di Agar ed essa vide un pozzo di acqua viva. Come si può intendere questo racconto secondo il senso storico? Dove leggiamo che Agar aveva gli occhi chiusi, che poi si aprirono? Non è forse più chiaro della luce, in questi fatti, il significato spirituale e mistico? Cioè che il popolo il quale è secondo la carne è stato abbandonato e giace nella fame e nella sete, soffrendo fame non di pane e sete non di acqua ma sete della parola di Dio (Am 8, 11), tanto a lungo finché non si aprano gli occhi della Sinagoga. È questo che l'Apostolo definisce mistero: che la cedtà è toc-

cata a una parte d'Israele, finché non sia entrata la pienezza delle gent~ e allora tutto Israele sarà sa_lvato (Rm 11, 5). Questa è la cecità di Agar, la quale ha generato secondo la carne, e questa cecità rimane in lei fin tanto che sia tolto il velo della lettera per opera dell'angelo di Dio, ed essa veda l'acqua viva. Origene, Omelie sulla Genesi 7, 6

La grazia di Dio è tutto ciò che chiediamo Dio le aprì gli occhi, seguita il testo, . non perché ella non potesse vedere prima di questo, ma perché anche con gli occhi aperti nulla le sembrava di alcun aiuto prima di ricevere questa visita dal cielo. Pertanto, siccome l'intento di [Dio] era di dare prova della sua attenzione verso di lei, il testo dice: Le aprì gli occhi, cioè, le chiarificò la mente nel suo stato d'ignoranza, e le mostrò la via per trovare un luogo dove vi fossero sorgenti d'acqua. Ella vide un pozzo d'acqua corrente, il testo prosegue, ed andò e riempì l'otre e die-

de da bere al fanciullo. Nel suo bisogno il Signore le garantl dei mezzi, e quando ella si trovò destituita di ogni aiuto e senza speranza di sopravvivere, diede prova della su'ac aratteristica generosità con il consolarla e con il prendersi cura, allo stesso tempo, del fanciullo. In modo simile, ogniqualvolta il Signore lo desidera, anche se siamo del tutto soli, anche se siamo in una situazione disperata, anche se non abbiamo speranza di sopravvivere, non abbiamo bisogno d'altro aiuto, dal momento che la grazia di Dio è tutto ciò che chied~amo. Vedete, se otteniamo il suo favore, nessuno avrà la meglio ·su di noi, ma piuttosto prevarremo su chiunque. Dio era con il fanciullo, il testo aggiunge: EgN crebbe e visse nel deserto. In maniera del tutto simile, ogniqualvolta abbiamo Dio dalla nostra parte, anche se siarpo del tutto soli, vivremo più sicuri di coloro che abitano nelle città. Infatti la grazia di Dio è la sicurezza più grande e' la fortezza più inespugnabile. G iovanni çrisostomo, Omelie sulla Genesi 46, 7 -8

La passione dell'invidia Tenendo conto di ciò, evitiamo, vi prego, il danno di questa passione e con tutta la forza eliminiamola dal nostro animo. Questa, infatti, è più fatale di ogni altra passione e mina la nostra stessa salv~zza, dal ~omento che è l'invenzione della malvagità del demonio. Pertanto un certo saggio disse anche: Attraverso l'in-

vidia del diavolo la morte entrò nel mondo (Sap 2, 24). Che significa attraverso l'invidia del dùivolo la morte entrò nel mondo? Vedete, poiché questa bestia malvagia vide che il primo essere umano era stato creato immortale, con la sua caratteristica crudeltà lo spinse a disobbedire al comandamento,.ed in quel modo fece sì che si abbattesse su di lui la punizione della morte.. Così l'invidia causò inganno, l'inganno causò disobbedienza, e la disobbe-

Dio interviene per salvare Agar e Ismaele (21, 15-21) ·

dienza causò la morte. Pertanto il testo dice: Attraverso l'invidia del diavolo la morte entrò nel mondo. Vedete la gran. dezza del danno causato da questa passione? Essa fece sì che colui, a cui era stato concesso il privilegio dell'immortalità, subisse la morte. n nemico della nostra salvezza, dunque, introdusse la sua caratteristica invidia, e fece sì che il primo essere umano creato, sebbene fosse immortale, subisse la sentenza di morte, mentre al contrario il Signore, nel suo amore e nella sua cura per noi, ci elargì di nuovo l'immortalità mediante la sua morte, ecosì abbiamo trovato benefici ancora più • grandi di quelli che avevamo perduto. Il primo ci fece uscire dal paradiso; il se- . condo ci ha guidato al cielo. Il primo fece sì che fossimo condannati a morte; il secondo ci ha elargito l'immortalità. Il primo ci ha privato delle delizie del paradiso; il secondo ha preparato per noi il regno del cielo. Vedete l'inventiva di nostro Signore, il quale ha ritorto contro la testa ·del diavolo le sue stesse armi di malizia contrarie alla nostra salvezza? Infatti, non solo egli ci ha concesso più grandi benefici, ma lo ha anche sottomesso a noi con le parole: Ecco, vi ho dato il potere di cam,minare su serpenti e scorpioni (Le 10, 19). , Di conseguenza, tenendo a mente tutto ciò, allontaniamo l'invidia dalle nostre anime e otteniamo il favore di Dio. Questa, dopo tutto, è la nostra arma invincibile; questa la nostra più grande risorsa. Pertanto anch~ Ismaele, sebbene fosse giovane ed in completo isolamento e nel bisogno, immediatamente divenne forte e crebbe fino a diventare una grande nazione dal momento che, dice il testo, Dio era con il fanciullo ... Pertanto, vi · prego, disprezziamo la vita presente, agogniamo la vita futura, stimiamo il favore

169

di Dio al di sopra di ogni altra cosa, e, attraverso un' ecceUente cqndotta di vita, accumuliamo per noi grande fiducia, in modo da essere in grado di trascorrere questa vita presente senza afflizioni e di raggiungere le future benedizioni, per mezzo della grazia e dell'amorevole affetto di nostro Signore Gesù Cristo. Giovanni Crisostomo,

Omelie sulla Genesi 46, 15-17

Se lei dovesse iniziare ·a piangere Abramo fu molto turbato quando Agar fuggì da lui, sebbene l'avesse mandata via secondo il comando di Dio. Simihnente fu grande motivo di dolore per i santi apostoli e gli evangelisti quando Israele cadde. Tuttavia essi furono separati da loro non affatto volentieri, ma per il com~do di Dio e per amore di çristo. Per questa ragione il divino Paolo scrive:

Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anatema) separato da Cristo a vantaggio dei miei fratell~ miei consanguinei secondo la carne. Essi sono israeliti (Rm 9, 2-3). Così quando la madre dei giudei fu

mandata via, ella vagò per molto tempo nel deserto, e e' era pericolo che ella·fosse del tutto distrutta. Ma se dovesse iniziare a piangere (come Agar) nel giusto momento e ad invocare Dio, le verrebbe mostratà misericordia in abbondanza. Infat. ti Dio aprirà gli occhi della loro comprensione, ed anche loro vedranno la sorgente dell'acqua di vita, cioè Cristo. E credendo anch'essi gioiranno, ed essendo stati lavati saranno purificati, secondo il detto del profeta (Is 1, 16). Cirillo di Alessandria, Glaphyra sulla Genesi 3, 10

LA DISPUTA DI ABRAMO CON ABIMELECH

In quel tempo Abimèlech con Plcol capo del suo esercito) disse ad Abramo: «Dio è con te in quanto fai. Ebbene) giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei figli né i miei discendenti t: come io ho agito amichevolmente con te, così-tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero». Rispose Abramo: «lo lo giuro». Ma Abramo rimproverò Abimèle,ch a causa di un pozzo d'acqua, che i servi di Abimèlech avevano usurpato. Abimèlech disse: «lo non so chi abbia fatto questa cosa: né tu me ne hai informato, né io ne ho sentito parlare se non oggi». Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e delt armento, li diede ad Abimèlech: tra loro du'e conclusero un'alleanza. Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge. Ahi- · mèlech disse ad-Abramo: «Che significano quelle sette agnelle che hai messe in disparte?». Rispose: «Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo». Per questo quel luogo si chiamò Bersabea u, perché là fecero giuramento tutti e due. E dopo che ebbero ·concluso l'alleanza a Bersabea, ·Abimèlech si alzò con Picol capo del suo esercito) e ritornarono nel paese dei fi'listei. Abramo piantò una tamerice in Bersabea) e lì invocò il nome del Signore)-. Dio dell'eiernità. E fu forestiero nel paese dei filistei per molto tempo (21, 22-34). La parte finale del capitolo ebbe pochi commenti in età patristica. Abimelech è visto fare un patto con Abram poiché egli vede che Dio era con Abramo (Efrem il Siro). L'insistenza di Abimelcch a che Abramo non facesse torto al suo nome offre l'occasione per osservare che il diffondere voci calunniose è~ modo per fare torto al nome di qualcuno (Anonimo).

23

I:alleanza di Abimelech con Abramo

·Strinsero un'alleanza Dopo di ciò Abimelech e Picol, il co~ mandante delle sue armate, parlarono ad

t

u

Abramo,. poiché videro che Dio era con lui e lo aveva aiutato nelle guerre dei re, e gli aveva anche promesso la terra dei cananei. Temevano anche che Abramo, dopo aver· distrutto i cananei, avrebbe anche distrutto la loro terra, per cui si af-

LXX: «Che tu non farai torto a me o al mio seme o al mio nome». Cioè «Pozzo dei sette» o . Abramo prese la legna·dell'olocausto e la caricò sul figlt'o Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi~ figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme (22, 1-8). Anche il minimo dettaglio del testo poteva offrire ispirazione per un commento. Così il fatto che Dio non chiami mai Abramo