Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)
 9781407316857, 9781407345550

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HYPOGEAN ARCHAEOLOGY: Research and Documentation of Underground Structures
INDICE
INDICE FOTO
INDICE FIGURE
INDICE TAVOLE
ELENCO ALLEGATI IN APPENDICE
PREFAZIONE
Author/ Editor Lists
RINGRAZIAMENTI
INTRODUZIONE
SINTESI/ ABSTRACT
ABBREVIAZIONI
CONVENZIONI
CAPITOLO I: ANDAMENTO GENERALE E SVILUPPO DEL COMPLESSO
CAPITOLO II: TECNICA DI SCAVO E SCOPO DEL COMPLESSO
CAPITOLO III: LA ‘GALLERIA PRINCIPALE’
CAPITOLO IV: LA ZONA DEL ‘TRABUCCO’ E LA ‘GALLERIA DEL TRIVIO’
CAPITOLO V: LA ‘SALA DELLA FRANA’ E GALLERIE COLLEGATE
CAPITOLO VI: GALLERIA DEL ‘SALTO IN BASSO’ E LA ‘GALLERIA DELL’ORNATO’
CAPITOLO VII: LA ‘GALLERIA DEL MORO’ E LA ‘GALLERIA ALLAGATA’
CAPITOLO VIII: ‘SALA DEL GRANDE MURO A SECCO’ E ‘SALA DEL PICCOLO MURO A SECCO’
CAPITOLO IX: IL ‘RAMO DEGLI GNOMI’ E LA ‘SALA DELLA NERINA’
CAPITOLO X: IL ‘LABIRINTO’
CAPITOLO XI: ‘INGRESSO AGARTHA’
CAPITOLO XII: STORIA ESPLORATIVA
CAPITOLO XIII: TOPONOMASTICA DELLA CAVITÀ
CAPITOLO XIV: RITROVAMENTI
CAPITOLO XV: RILIEVO TOPOGRAFICO, METODOLOGIA ADOTTATA
CAPITOLO XVI: TEAM DI RICERCA
APPENDICE 1 - SEZIONI
2 - RILIEVI STORICI
3 - ARCHIVIO STORICO GGM SEM-CAI
BIBLIOGRAFIA
SERIES LIST

Citation preview

BAR IN TERNATIONAL SE RIE S 2916

Amedeo Gambini is an engineer and speleologist, and a member of the Società Speleologica Italiana. He has participated in a variety of research projects and exploration, survey and documentation activities focusing on the field of hypogean archaeology, and has studied the underground structures in ‘Castello Sforzesco’ (Milan), ‘Castello di Trezzo’ (Trezzo d’Adda), the Medici iron foundry (Follonica), an underground water reservoir in Piazza Mercato delle scarpe (Bergamo), in addition to the ‘Antro delle gallerie’ mine (Varese).

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Amedeo Gambini, ingegnere e speleologo, socio della Società Speleologica Italiana, svolge attività di ricerca partecipando a progetti ed attività di esplorazione, rilievo e documentazione nel campo dell’archeologia sotterranea. Coinvolto nello studio delle strutture sotterranee nel “Castello Sforzesco” (Milano), “Castello di Trezzo” (Trezzo d’Adda), fonderie Medicee (Follonica), cisterna sotterranea di Piazza Mercato delle scarpe (Bergamo), miniera “Antro delle gallerie” (Varese).

GAMBINI

The ‘Antro delle Gallerie’ is an underground mining structure, likely dating to the Renaissance, hidden inside the ‘Alpe Cuseglio’ in Valganna, in the province of Varese. It was studied as part of an extensive mining archaeology research campaign. This monograph documents the structure of the mine, through a complete and detailed topographical survey yielding eight planimetric surveys of the site and a 3D model, and details the excavation techniques used in its orginal construction.

2019

L’ “antro delle gallerie” è una struttura mineraria sotterranea, probabilmente risalente al periodo rinascimentale, che si apre all’interno dell’ “Alpe Cuseglio” in Valganna, nella provincia di Varese. È stato studiato durante una estesa campagna di ricerche di archeologia mineraria. Questa monografia documenta la struttura della miniera, attraverso un rilievo topografico dettagliato e completo che ha prodotto la planimetria ed il modello 3D del sito, e dettaglia le tecniche di scavo utilizzate.

BAR S2916

‘Il lavoro testimonia una cura particolare nello studio dei luoghi e nella raccolta dei dati sia da bibliografia che sul campo. ... La completezza del lavoro permette al lettore di avere un quadro completo del sito e delle ricerche dalle origini ad oggi.’ Ing. Liliana Panei, Ministero dello sviluppo economico

HYPOGEAN ARCHAEOLOGY Research and Documentation of Underground Structures Edited under the Aegis of the Federazione Nazionale Cavità Artificiali (F.N.C.A.) No 12

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) Amedeo Gambini

B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 1 6

2019

HYPOGEAN ARCHAEOLOGY Research and Documentation of Underground Structures Edited under the Aegis of the Federazione Nazionale Cavità Artificiali (F.N.C.A.) No 12

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) Amedeo Gambini

B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 1 6

2019

Published in by BAR Publishing, Oxford BAR International Series Hypogean Archaeology 12 Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) © Amedeo Gambini, Federazione Nazionale Cavità Artifi ciali (F.N.C.A.) and the Publisher Logo and Series Title Federazione Nazionale Cavità Artifi ciali (F.N.C.A.) Antro delle gallerie: la galleria verso il ‘pozzo del moro’. The Author’s moral rights under the UK Copyright, Designs and Patents Act are hereby expressly asserted. All rights reser ved. No par t of this work may be copied, reproduced, stored, sold, distributed, scanned, saved in any for m of digital for mat or transmitted in any for m digitally, without the written per mission of the Publisher.

ISBN 9781407316857 paperback ISBN 9781407345550 e-format DOI https://doi.org/10.30861/9781407316857 A catalogue record for this book is available from the British Library

BAR titles are available from: BAR Publishing Banbury Rd, Oxford, [email protected] + ( ) + ( ) www.barpublishing.com

,

©

HYPOGEAN ARCHAEOLOGY Research and Documentation of Underground Structures The study and registration of artificial cavities means the documentation of underground structures. Just as Man started creating buildings on the surface of the Earth, over the course of time, he also perforated the surface thus creating new spaces and handing down structures which are essentially intact, which can be studied, restored and even utilised. In fact there exists an underground heritage, consisting of structures both built and buried underground over the passing of time. Our interpretation and understanding of such structures is a source of interesting information on our past, in favour of the present. This series was created under the aegis of the Federazione Nazionale Cavità Artificiali (F.N.C.A.). Both the logo and the title were especially created by the editors of this series ([email protected]; c/o British Archaeological Reports, 122 Banbury Road, Oxford OX2 7BP, England, Tel. +44 (0)1865 310431; e-mail: [email protected]) and their use is reserved for the sole purpose of this product. The aim is to create a base for the disclosure of relevant, scientific research studies, whether monographs, the works of various authors or documentation from conferences and conventions and a series of easily consultable tools for the development of artificial cavity research.

ARCHEOLOGIA DEL SOTTOSUOLO Ricerca e Documentazione delle Strutture Sotterranee Censire e studiare le cavità artificiali vuol dire documentare le architetture sotterranee. Come ha costruito in superficie, così nel corso del tempo l’essere umano ha perforato il sottosuolo creando spazi e lasciando architetture sostanzialmente integre, leggibili e pertanto studiabili, recuperabili e talora fruibili. Difatti nel mondo esiste un patrimonio sia ricavato nel sottosuolo, sia rimasto in esso sepolto nel corso del tempo. La sua lettura e la sua comprensione forniscono interessanti dati sul nostro passato, auspicabilmente in funzione del presente. L’edizione di questa serie è creata sotto l’aegis della Federazione Nazionale Cavità Artificiali (F.N.C.A.). Sia il marchio sia il titolo sono stati creati appositamente dagli editori di questa serie ([email protected]; c/o British Archaeological Reports, 122 Banbury Road, Oxford OX2 7BP, England, Tel. +44 (0)1865 310431; e-mail: info@ barpublishing.com) e sono utilizzabili solo in rapporto a questo prodotto. Lo scopo è la costituzione di una sede nella quale possano trovare divulgazione i lavori di ricerca meritevoli sul piano scientifico, siano essi monografie, opere di autori vari e atti di convegni e congressi, mettendo a punto una serie di strumenti di agevole consultazione ed utilizzo per lo sviluppo degli studi sulle cavità

I

Al nostro amico Ivo Scacciotti, scomparso recentemente, profondo conoscitore di ogni singolo tratto di tale cavità e con il quale abbiamo sempre condiviso le nostre ipotesi e con cui avremmo voluto continuare a confrontarci.

Ivo Scacciotti, Gruppo Speleologico CAI Varese (foto AG).

III

INDICE Indice foto Indice figure Indice tavole Elenco allegati in appendice Prefazione Ringraziamenti Introduzione Sintesi Abstract Abbreviazioni Convenzioni

X XVI XVII XVIII XXI XXIII XXIV XXIV XXIV XXVII XXVII

CAPITOLO I ANDAMENTO GENERALE E SVILUPPO DEL COMPLESSO

1

CAPITOLO II TECNICA DI SCAVO E SCOPO DEL COMPLESSO

7

I.1 - Inquadramento geografico I.2 - Descrizione generale I.3 - Gallerie di carreggio I.4 - Pozzi di collegamento I.5 - Zone di coltivazione mineraria

1 2 2 5 5

II.1 - Tecnica di scavo II.2 - Organizzazione delle zone di coltivazione II.3 - Sistema di trasporto dei materiali II.4 - Strutture tipiche II.4a - Gallerie di carreggio e traverso banco II.4b - Zone di coltivazione II.4c - Cunicoli orizzontali di collegamento II.4d - Pozzetti verticali di collegamento II.4e - Cunicoli verticali di collegamento II.4f - Pozzi II.4g - Muretti a secco e ‘ripiene’ II.4h - Scanalature verticali II.4i - Scanalature orizzontali II.4j - Incavi sul pavimento ed alla base delle pareti adiacenti II.4k - Gradini II.4l - Incavi a lato gradini nella sala sotto il ‘pozzo quadro’ II.4m - Incavi nelle pareti di forma quadrangolare II.4n - Scanalatura a canaletta II.4o - Soffitto a gradoni II.4p - Gallerie ribassate II.5 - Scopo del complesso II.6 - Ipotesi elaborata a seguito dello studio

7 9 14 14 14 14 16 16 16 16 16 16 22 22 22 22 22 22 22 23 23 23

CAPITOLO III LA ‘GALLERIA PRINCIPALE’

29

III.1 - La ‘galleria principale’ III.1a - Descrizione III.1b - Elementi e particolarità dello scavo III.1c - Interpretazione funzionale III.1d - Ritrovamenti III.2 - La zona dei ‘magazzini’ III.2a - Descrizione III.2b - Elementi e particolarità dello scavo III.2c - Interpretazione funzionale III.2d - Ritrovamenti III.3 - Il ‘pozzo quadro’ e la sala sottostante

29 29 35 35 35 35 35 39 39 39 39

V

III.3a - Descrizione III.3b - Elementi e particolarità dello scavo III.3c - Interpretazione funzionale III.3d - Ritrovamenti

39 43 43 43

CAPITOLO IV LA ZONA DEL ‘TRABUCCO’ E LA ‘GALLERIA DEL TRIVIO’

47

CAPITOLO V LA ‘SALA DELLA FRANA’ E GALLERIE COLLEGATE

57

CAPITOLO VI GALLERIA DEL ‘SALTO IN BASSO’ E LA ‘GALLERIA DELL’ORNATO’

69

IV.1 - La ‘camera del trabucco’ e le gallerie collegate IV.1a - Descrizione IV.1b - Elementi e particolarità dello scavo IV.1c - Interpretazione funzionale IV.1d - Ritrovamenti IV.2 - La ‘galleria del trivio’ IV.2a - Descrizione IV.2b - Elementi e particolarità dello scavo IV.2c - Interpretazione funzionale IV.2d - Ritrovamenti

V.1 - Andamento generale V.2 - La ‘sala della frana’ V.2a - Descrizione V.2b - Elementi e particolarità dello scavo V.2c - Interpretazione funzionale V.2d - Ritrovamenti V.3 - Galleria dell’‘inferno’ V.3a - Descrizione V.3b - Elementi e particolarità dello scavo V.3c - Interpretazione funzionale V.3d - Ritrovamenti V.4 - La ‘galleria sospesa’ V.4a - Descrizione V.4b - Elementi e particolarità dello scavo V.4c - Interpretazione funzionale V.4d - Ritrovamenti V.5 - Galleria e cunicoli laterali al ‘salto in basso’ V.5a - Descrizione V.5b - Elementi e particolarità dello scavo V.5c - Interpretazione funzionale V.5d - Ritrovamenti

VI.1 - Andamento generale VI.2 - La galleria del ‘salto in basso’ VI.2a - Descrizione VI.2b - Elementi e particolarità dello scavo VI.2c - Interpretazione funzionale VI.2d - Ritrovamenti VI.3 - La ‘galleria dell’ornato’ VI.3a - Descrizione VI.3b - Elementi e particolarità dello scavo VI.3c - Interpretazione funzionale VI.3d - Ritrovamenti

VI

47 47 49 49 49 49 49 49 49 51

57 57 57 59 59 59 59 59 61 61 61 61 61 67 67 67 67 67 67 67 67

69 69 69 71 71 73 79 79 81 81 81

CAPITOLO VII LA ‘GALLERIA DEL MORO’ E LA ‘GALLERIA ALLAGATA’ VII.1 - Andamento generale VII.2 - La ‘galleria del moro’ VII.2a - Descrizione VII.2b - Elementi e particolarità dello scavo VII.2c - Interpretazione funzionale VII.2d - Ritrovamenti VII.3 - Pozzo del moro VII.3a - Descrizione VII.3b - Elementi e particolarità dello scavo VII.3c - Interpretazione funzionale VII.3d - Ritrovamenti VII.4 - Ambienti oltre il ‘pozzo del moro’ e la ‘galleria allagata’ VII.4a - Descrizione VII.4b - Elementi e particolarità dello scavo VII.4c - Interpretazione funzionale VII.4d - Ritrovamenti VII.5 - La ‘galleria allagata’ VII.5a - Descrizione VII.5b - Elementi e particolarità dello scavo VII.5c - Interpretazione funzionale VII.5d - Ritrovamenti

83

83 83 83 93 93 93 93 93 95 95 95 95 95 99 104 104 104 104 104 104 106

CAPITOLO VIII ‘SALA DEL GRANDE MURO A SECCO’ E ‘SALA DEL PICCOLO MURO A SECCO’ 107

VIII.1 - Andamento generale VIII.2 - La ‘sala del grande muro a secco’ VIII.2a - Descrizione VIII.2b - Elementi e particolarità dello scavo VIII.2c - Interpretazione funzionale VIII.2d - Ritrovamenti VIII.3 - La ‘sala del piccolo muro a secco’’ VIII.3a - Descrizione VIII.3b - Elementi e particolarità dello scavo VIII.3c - Interpretazione funzionale VIII.3d - Ritrovamenti VIII.4 - ‘Galleria laterale della sala del muro a secco’ VIII.4a - Descrizione VIII.4b - Elementi e particolarità dello scavo VIII.4c - Interpretazione funzionale VIII.4d - Ritrovamenti

107 107 107 109 109 109 113 113 113 113 113 113 113 114 114 114

CAPITOLO IX IL ‘RAMO DEGLI GNOMI’ E LA ‘SALA DELLA NERINA’

119

IX.1 - Andamento generale IX.2 - Il ‘ramo degli gnomi’ IX.2a - Descrizione IX.2b - Elementi e particolarità dello scavo IX.2c - Interpretazione funzionale IX.2d - Ritrovamenti IX.3 - La ‘sala della nerina’ IX.3a - Descrizione IX.3b - Elementi e particolarità dello scavo IX.3c - Interpretazione funzionale IX.3d - Ritrovamenti IX.4 - Le gallerie oltre la ‘sala della nerina’ IX.4a - Descrizione IX.4b - Elementi e particolarità dello scavo IX.4c - Interpretazione funzionale IX.4d - Ritrovamenti

VII

119 119 119 121 121 121 121 121 121 121 121 121 121 121 122 122

CAPITOLO X IL ‘LABIRINTO’

127

CAPITOLO XI ‘INGRESSO AGARTHA’

149

CAPITOLO XII STORIA ESPLORATIVA

155

CAPITOLO XIII TOPONOMASTICA DELLA CAVITÀ

163

CAPITOLO XIV RITROVAMENTI

173

X.1 - Andamento generale X.1a - Accesso X.2 - Labirinto basso X.2a - Descrizione X.2b - Elementi e particolarità dello scavo X.2c - Interpretazione funzionale X.2d - Ritrovamenti X.3 - Labirinto medio X.3a - Descrizione X.3b - Elementi e particolarità dello scavo X.3c - Interpretazione funzionale X.3d - Ritrovamenti X.4 - Labirinto alto X.4a - Descrizione X.4b - Elementi e particolarità dello scavo X.4c - Interpretazione funzionale X.4d - Ritrovamenti

127 129 129 129 132 132 136 136 136 137 137 137 137 145 145 145 145

XI.1 - Andamento generale XI.2 - Descrizione XI.3 - Elementi e particolarità dello scavo XI.4 - Interpretazione funzionale XI.5 - Ritrovamenti

149 149 151 151 151

XII.1 - La scoperta XII.2 - Periodo tra il 1873 ed il 1900 XII.3 - Periodo tra il 1900 ed il 1950 XII.4 - Periodo tra il 1950 ed il 1980 XII.5 - Periodo tra il 1980 ed il 2015 XII.6 - Periodo tra il 2015 ed oggi: la necessità di un nuovo ‘punto zero’

XIII.1 - Criteri adottati XIII.2 - Elenco denominazioni

155 155 156 157 159 161

163 164

XIV.1 - Premessa XIV.2 - Tipologie di oggetti rinvenuti XIV.2a - Utensili da scavo XIV.2b - Utensili vari XIV.2c - Componenti del sistema di trasporto XIV.2d - Oggetti metallici di funzionalità incerta XIV.2e - Ceramiche XIV.2f - Residui ossei animali XIV.3 - Analisi degli strumenti di scavo XIV.3a - Metodologia adottata XIV.3b - Strumenti utilizzati in epoca rinascimentale XIV.3c - Scalpelli rinvenuti in miniere francesi XIV.3d - Scalpelli rinvenuti nell’Antro delle gallerie XIV.3e - Confronto e conclusioni

173 173 173 177 177 177 177 177 177 177 177 179 179 180

VIII

CAPITOLO XV RILIEVO TOPOGRAFICO, METODOLOGIA ADOTTATA

211

CAPITOLO XVI TEAM DI RICERCA

221

APPENDICE 1 - SEZIONI

223

2 - RILIEVI STORICI

241

3 - ARCHIVIO STORICO GGM SEM-CAI

253

BIBLIOGRAFIA

343

XV.1 - Metodologia di rilievo e strumenti utilizzati XV.1a - Rilievo pianta ed altimetrie XV.1b - Rilievo sezioni trasversali XV.2 - Strumenti utilizzati XV.3 - Dati statistici del rilievo topografico

XV.1 - Team Proteus/UNEX Project XV.1a - UNEX Project XV.1b - Gruppo Proteus Speleosub

211 211 213 213 215

221 221 222

1.1 - Metodologia adottata

223

2.1 - Descrizione

241

3.1 - Il Gruppo Grotte Milano SEM-CAI 3.2 - Archivio storico

253 253

IX

INDICE FOTO Ivo Scacciotti, Gruppo Speleologico CAI Varese (foto AG). III La ‘sala della carriola’: vista in direzione ovest, sul lato destro la ‘galleria principale’ (foto AG). XXVI Foto I.1. ‘Pozzo quadro’ (foto AG). 6 Foto I.2. ‘Pozzo del moro’ (foto AG). 6 Foto II.1. Fronte di scavo realizzato con la tecnica a ‘gradini’, ‘galleria terminale’ (foto AG). 7 Foto II.2. Incisione a forma di ‘*’ (foto AG). 8 Foto II.3. Impronta della punta di uno scalpello (foto AG). 8 Foto II.4. Incavo destinato ad alloggiare il cuneo per distaccare porzioni di roccia (foto AG). 8 Foto II.5. Residuo dell’incavo per cuneo dopo il distacco della porzione di roccia (foto AG). 8 Foto II.6. Tracce curvilinee lasciate dall’azione dello scalpello sulle pareti (foto AG). 10 Foto II.7. Tracce rettilinee parallele lasciate dall’azione dello scalpello sulla volta (foto AG). 10 Foto II.8. Antro delle gallerie, ‘diramazione dei fronti di scavo’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 10 Foto II.9. Antro delle gallerie, ‘salto in basso’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 10 Foto II.10. Antro delle gallerie, ‘ramo degli gnomi’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 11 Foto II.11. Antro delle gallerie, ‘labirinto’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 11 Foto II.12. Miniera del ‘Bottino’, rami di epoca Medicea: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 11 Foto II.13. Miniera St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines: fronte di scavo la tecnica a ‘gradini’ (foto AG). 11 Foto II.14. Antro delle gallerie, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG). 13 Foto II.15. Antro delle gallerie, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG). 13 Foto II.16. St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG). 13 Foto II.17. St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG). 13 Foto II.18. Fronti di scavo iniziali in posizione sovrapposta e lievemente sfalsata (foto AG). 17 Foto II.19. Residui di setti di separazione tra le gallerie sovrapposte (foto AG). 17 Foto II.20. Incavi scavati nelle due pareti per alloggiare le strutture lignee di attrezzaggio del cantiere (foto AG). 17 Foto II.21. Risultato dell’unione delle due gallerie sovrapposte in parallelo (foto AG). 17 Foto II.22. Residui dei detriti di scavo della galleria superiore, cementato da concrezioni calcaree (foto AG). 18 Foto II.23. Inizio dello scavo di un pozzetto verticale sul soffitto, ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG). 18 Foto II.24. Prosecuzione dello scavo in due direzioni, ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG). 18 Foto II.25. Cunicolo di collegamento tra due gallerie affiancate a breve distanza (foto AG). 18 Foto II.26. Incavi scavati verticalmente sulle pareti quali guide per paratoie mobili (foto AG). 24 Foto II.27. Incavo di forma quadrangolare per alloggio di un travetto di legno quale rinforzo (foto AG). 24 Foto II.28. Incavo destinato a forzare, incastrandolo a ‘scivolo’, il travetto di rinforzo (foto AG). 24 Foto II.29. Galleria con evidente e repentino abbassamento della volta nella parte terminale (foto AG). 24 Foto III.1. ‘Ingresso principale’, incisione ‘MP’ realizzata da Piero Massari, uno dei primi esploratori (foto AG). 34 Foto III.2. Lato destro dell’‘ingresso principale’. Si può scorgere l’affioramento di una vena di quarzo (foto AG). 34 Foto III.3. Zona esterna a destra dell’‘ingresso principale’, gradino roccioso con tracce di scalpellature (foto AG). 34 Foto III.4. Parte iniziale della ‘galleria principale’, a sinistra la battuta per porta di chiusura (foto AG). 34 Foto III.5. Alloggiamento di traversino lignea per la giunzione dei binari del sistema di trasporto (foto AG). 36 Foto III.6. Alloggiamenti di traversine lignee per il sostegno dei binari del sistema di trasporto (foto AG). 36 Foto III.7. Il ‘trivio’, al centro è situata la prosecuzione della ‘galleria principale’ (foto AG). 36 Foto III.8. Zona del ‘laghetto’, traversina e tratti di binari lignei, foto scattata all’atto del ritrovamento (archivio IS). 37 Foto III.9. Residuo della colata calcarea che ricopriva i depositi del pavimento a valle del ‘laghetto’ (foto AG). 37 Foto III.10. ‘Scritta De Grandi’ realizzata nel 1890 da due esploratori dell’epoca (foto AG). 37 Foto III.11. ‘Galleria principale’, la zona dei ‘magazzini’ (foto AG). 38 Foto III.12. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di sinistra, camera con accesso al ‘ramo degli gnomi’ (foto AG). 40 Foto III.13. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra (foto AG). 41 Foto III.14. Zona dei ‘magazzini’, saletta di sinistra con la battuta per la chiusura (foto AG). 42 Foto III.15. Zona dei ‘magazzini’, canaletta di scolo per il deflusso dell’acqua di percolazione (foto AG). 42 Foto III.16. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra con la battuta per a chiusura (foto AG). 42 Foto III.17. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra, fronte di scavo (foto AG). 42 Foto III.18. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra, residuo dell’incavo per un cuneo metallico (foto AG). 44 Foto III.19. Zona dei ‘magazzini’, la ‘vaschetta’ (foto AG). 44 Foto III.20. Zona dei ‘magazzini’, dettaglio del canalino di scarico sul bordo della ‘vaschetta’ (foto AG). 44 Foto III.21. Il ‘pozzo quadro’ in secca completa e vista del fondo (foto AG). 44 Foto III.22. Saletta del ‘pozzo quadro’, dettaglio delle scalpellature sulle pareti (foto AG). 45 Foto III.23. Foto subacquea del fondo del ‘pozzo quadro’ (foto AG). 45 Foto III.24. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, cunicolo in risalita verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG). 45 Foto III.25. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, gradini di accesso al cunicolo (foto AG). 45 Foto III.26. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, dettaglio dei gradini (foto AG). 46 Foto III.27. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, incavi allineati sullo spigolo del cunicolo (foto AG). 46 Foto III.28. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, cunicolo sulla parete ovest (foto AG). 46 Foto III.29. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, direzione di scavo diretto verso il ‘laghetto’ (foto AG). 46 Foto IV.1. Zona della ‘camera del trabucco’, accesso del primo cunicolo a sinistra (foto AG). 52 Foto IV.2. Cunicolo d’accesso alla ‘camera del trabucco’ (foto AG). 52 Foto IV.3. Dettaglio degli incavi a forma di guida per paratoie (foto AG). 52 Foto IV.4. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, accesso dalla ‘camera del trabucco’ (foto AG). 52 Foto IV.5. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, vista del cunicolo (foto AG). 53 Foto IV.6. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, fronte di scavo nel diverticolo a destra (foto AG). 53

X

Foto IV.7. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, il ‘pozzetto cieco’ (foto AG). 53 Foto IV.8. ‘Galleria principale’, inizio della ‘galleria del trivio’ (foto AG). 53 Foto IV.9. ‘Galleria del trivio’, diverticolo a sinistra (foto AG). 54 Foto IV.10. ‘Galleria del trivio’, nicchia sulla destra con fronte di scavo (foto AG). 54 Foto IV.11. ‘Galleria del trivio’, vista della galleria superiore occlusa da detriti (foto AG). 54 Foto IV.12. ‘Galleria del trivio’, collegamento con la galleria superiore occlusa da detriti (foto AG). 54 Foto IV.13. ‘Galleria del trivio’, dettaglio del soffitto (foto AG). 55 Foto IV.14. ‘Galleria del trivio’, restringimento finale (foto AG). 55 Foto IV.15. ‘Galleria del trivio’, porzione terminale della galleria con detriti provenienti dal soffitto (foto AG). 55 Foto IV.16. ‘Galleria del trivio’, collegamento con la ‘camera del buco’ (foto AG). 55 Foto IV.17. ‘Camera del buco’, collegamento con la ‘galleria del trivio’ (foto AG). 56 Foto V.1. ‘Sala della frana’ e gallerie in direzione nord-est (foto AG). 60 Foto V.2. ‘Sala della frana’ e gallerie in direzione sud-ovest (foto AG). 60 Foto V.3. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, galleria dell’‘inferno’ (foto AG). 62 Foto V.4. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, fronte di scavo (foto AG). 62 Foto V.5. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, cunicolo inferiore parzialmente ostruito (foto AG). 62 Foto V.6. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, fronte di scavo con foro di comunicazione (foto AG). 62 Foto V.7. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, dettaglio fronte di scavo precedente (foto AG). 63 Foto V.8. Galleria dell’‘inferno’, parete sinistra, incavo per incastro di un puntello (foto AG). 63 Foto V.9. Galleria dell’‘inferno’, parete sinistra, nicchia (foto AG). 63 Foto V.10. Galleria dell’‘inferno’, collegamento a galleria laterale: ‘dente’ sulla volta del cunicolo (foto AG). 63 Foto V.11. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo di collegamento, dettaglio dell’incavo verticale sinistro (foto AG). 64 Foto V.12. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo di collegamento, dettaglio dell’incavo verticale destro (foto AG). 64 Foto V.13. Cunicolo di collegamento, foto in direzione della galleria dell’‘inferno’ (foto AG). 64 Foto V.14. Galleria laterale all’‘inferno’, parte terminale sul lato nord-est (foto AG). 64 Foto V.15. Galleria laterale all’‘inferno’, lato sud-ovest, fronte di scavo (foto AG). 65 Foto V.16. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronti di scavo sovrapposti con setto residuo (foto AG). 65 Foto V.17. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronte di scavo a sinistra in alto (foto AG). 65 Foto V.18. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronte di scavo a destra in alto (foto AG). 65 Foto V.19. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, accesso al ‘cunicolo della doccia’ (foto AG). 66 Foto V.20. Probabile collegamento esterno con la risalita del ‘cunicolo della doccia’ (foto AG). 66 Foto V.21. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo a destra, nicchia in corrispondenza del caposaldo 304 (foto AG). 66 Foto V.22. Galleria laterale al ‘salto in basso’, diverticolo rettilineo allineato al cunicolo di accesso (foto AG). 66 Foto V.23. Galleria laterale al ‘salto in basso’ in direzione nord-est, accesso al cunicolo e fronte di scavo (foto AG). 68 Foto V.24. Galleria laterale al ‘salto in basso’ in direzione sud-ovest, congiunzione con il ‘salto in basso’ (foto AG). 68 Foto V.25. Galleria laterale al ‘salto in basso’, dettaglio dello scavo a ‘gradini’ della volta (foto AG). 68 Foto V.26. Galleria laterale al ‘salto in basso’, fronte di scavo con evidenza della vena minerale (foto AG). 68 Foto VI.1. Galleria del ‘salto in basso’, a destra il cunicolo di accesso alle gallerie laterali (foto AG). 72 Foto VI.2. Galleria del ‘salto in basso’, vista sulla galleria inferiore (foto AG). 72 Foto VI.3. Galleria del ‘salto in basso’, l’‘altare’ ripreso in direzione dell’uscita (foto AG). 72 Foto VI.4. Galleria inferiore, corda collegata all’uscita del ‘cunicolo del ghiro’: il ‘pozzo radon’ (foto AG). 72 Foto VI.5. L’inizio della galleria inferiore del ‘salto in basso’ (foto AG). 74 Foto VI.6. La galleria inferiore del ‘salto in basso’, vista delle gallerie parallele sovrapposte (foto AG). 75 Foto VI.7. Galleria inferiore, dettaglio del setto di separazione tra le gallerie sovrapposte (foto AG). 75 Foto VI.8. Galleria del ‘salto in basso’, cunicolo sovrapposto alla galleria inferiore (foto AG). 75 Foto VI.9. A sinistra collegamento con la ‘galleria dell’ornato’ e a destra con la ‘sorgente’ (foto AG). 75 Foto VI.10. Accesso al cunicolo della ‘sorgente’ lato sinistro, scanalatura verticale (foto AG). 76 Foto VI.11. Cunicolo della ‘sorgente’, parte terminale, fronte di scavo a sinistra della ‘sorgente (foto AG). 76 Foto VI.12. Cunicolo della ‘sorgente’, dettaglio della ‘sorgente’ (foto AG). 76 Foto VI.13. Cunicolo della ‘sorgente’, il cunicolo in direzione dell’ingresso, dettaglio segni di scavo (foto AG). 76 Foto VI.14. Fronte di scavo sul lato sinistro prima della ‘pozza della corda’ (foto AG). 77 Foto VI.15. ‘Pozza della corda’, cunicoli sovrapposti paralleli (foto AG). 77 Foto VI.16. Ingresso del cunicolo di collegamento con la ‘galleria dell’ornato’ (foto AG). 77 Foto VI.17. ‘Galleria dell’ornato’, punto di uscita del cunicolo di collegamento (foto AG). 77 Foto VI.18. ‘Galleria dell’ornato’, parete ovest, residui di detriti di scavo concrezionati (foto AG). 78 Foto VI.19. ‘Galleria dell’ornato’, vista complessiva della struttura denominata ‘sasso con foro’ (foto AG). 78 Foto VI.20. ‘Galleria dell’ornato’, ‘sasso con foro’, dettaglio della parte inferiore (foto AG). 78 Foto VI.21. ‘Galleria dell’ornato’, diverticolo a sinistra del ‘sasso con foro’, dettaglio fronte di scavo (foto AG). 78 Foto VI.22. ‘Galleria dell’ornato’, unione tra le due gallerie sovrapposte (foto AG). 80 Foto VI.23. ‘Galleria dell’ornato’, residui concrezionati del pavimento della galleria superiore (foto AG). 80 Foto VI.24. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra, incavo per attrezzamenti lignei (foto AG). 80 Foto VI.25. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra, incavo per attrezzamenti lignei (foto AG). 80 Foto VI.26. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra con accesso ai diverticoli diretti verso il ‘salto in basso’ (foto AG). 82 Foto VII.1. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’ (foto AG). 86 Foto VII.2. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’, dettaglio incastro per palo (foto AG). 86 Foto VII.3. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’, dettaglio del segno ‘*’ (foto AG). 86 Foto VII.4. Parte iniziale della galleria, lato ovest, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG). 86 Foto VII.5. Parte iniziale della galleria, lato est, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG). 87 Foto VII.6. Parte iniziale della galleria, lato est, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG). 87 Foto VII.7. Parte iniziale della galleria, fronte di scavo su parete est (foto AG). 87

XI

Foto VII.8. Parte iniziale della galleria, dettaglio concrezioni calcaree sulla parete est (foto AG). 87 Foto VII.9. Parte iniziale della galleria, cunicolo superiore sovrapposto, foto in direzione del ‘quadrivio’ (foto AG). 88 Foto VII.10. Parte iniziale della galleria, foto in direzione del ‘pozzo del moro’ (foto AG). 89 Foto VII.11. Accesso al ‘cunicolo del ghiro’ (foto AG). 90 Foto VII.12. Ingresso del pozzetto dopo il caposaldo 1406, visto dall’interno verso il ‘quadrivio’ (foto AG). 90 Foto VII.13. Cunicolo d’uscita del pozzatto in basso a destra, il caposaldo 1408, (foto AG). 90 Foto VII.14. Cunicolo superiore sovrapposto all’accesso del pozzetto, vista verso il ‘quadrivio’ (foto AG). 90 Foto VII.15. Caposaldo 1407, apertura di collegamento al cunicolo sovrapposto (foto AG). 91 Foto VII.16. Pozzetto dopo il caposaldo 1406, cunicolo sovrapposto, dettaglio degli strato argilloso (foto AG). 91 Foto VII.17. Cunicolo sovrapposto, foto verso il ‘pozzo del moro’ (foto AG). 91 Foto VII.18. Cunicolo sovrapposto, massi trattenuti da travetto di legno, foto verso il ‘quadrivio’ (foto AG). 91 Foto VII.19. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni sulla parete est (foto AG). 92 Foto VII.20. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni sulla parete est (foto AG). 92 Foto VII.21. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni a ‘panneggio’ sulla parete est (foto AG). 92 Foto VII.22. Imbocco del ‘pozzo del moro’ e, superiormente, l’accesso al ‘cunicolo by-pass del moro’ (foto AG). 92 Foto VII.23. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, inizio scavo di gradino alla base della parete ovest (foto AG). 96 Foto VII.24. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, cunicolo sovrapposto alla galleria, foto verso l’uscita (foto AG). 96 Foto VII.25. ‘Pozzo del moro’, vista dal lato della galleria di accesso (foto AG). 96 Foto VII.26. ‘Pozzo del moro’, cunicolo sul lato antistante la galleria di accesso (foto AG). 96 Foto VII.27. ‘Pozzo del moro’, parete ovest, segni di scavo ed incavi per attrezzamenti lignei (foto AG). 97 Foto VII.28. ‘Cunicolo by-pass del moro’, tratto iniziale e detriti concrezionati sulla parete est (foto AG). 97 Foto VII.29. ‘Cunicolo by-pass del moro’, dettaglio scanalatura a lato del cunicolo (foto AG). 97 Foto VII.30. ‘Cunicolo by-pass del moro’, nicchia sul lato est del cunicolo (foto AG). 97 Foto VII.31. ‘Cunicolo by-pass del moro’, gradini all’inizio del diverticolo sul lato ovest del cunicolo (foto AG). 98 Foto VII.32. ‘Sala oltre il moro’, dettaglio dell’incavo per cuneo (foto AG). 98 Foto VII.33. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, vista del cunicolo dall’accesso (foto AG). 98 Foto VII.34. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG). 98 Foto VII.35. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di di uno dei fronti di scavo (foto AG). 100 Foto VII.36. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG). 100 Foto VII.37. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG). 100 Foto VII.38. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG). 100 Foto VII.39. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG). 101 Foto VII.40. Accesso al ‘cunicolo GoPro’ (foto AG). 101 Foto VII.41. ‘Sala Urban’, l’accesso alla sala visto dall’interno in direzione nord (foto AB). 101 Foto VII.42. ‘Sala Urban’, vista del lato ovest della sala (foto AB). 101 Foto VII.43. ‘Sala Urban’, concrezione a cortina (foto AB). 102 Foto VII.44. ‘Sala Urban’, dettaglio d una concrezione a cortina (foto AB). 102 Foto VII.45. ‘Sala Urban’, concrezioni (foto AB). 102 Foto VII.46. ‘Galleria allagata’, frana terminale della galleria (foto AG). 102 Foto VIII.1. ‘Sala del grande muro a secco’, imbocco della galleria di accesso (foto AG). 110 Foto VIII.2. ‘Sala del grande muro a secco’, galleria di accesso ripresa in direzione dell’ uscita (foto AG). 110 Foto VIII.3. Accenno di scavo di pozzetto verticale sul soffitto della galleria di accesso (foto AG). 110 Foto VIII.4. Accesso alla ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG). 110 Foto VIII.5. ‘Sala del grande muro a secco’ (foto AG). 111 Foto VIII.6. ‘Sala del grande muro a secco’, galleria di accesso, foto in direzione del ‘quadrivio’ (foto AG). 111 Foto VIII.7. Soffitto della sala, pozzetto verticale con relativi due diverticoli orizzontali (foto AG). 111 Foto VIII.8. Pozzetto verticale, parte sommitale e vista dei due diverticoli orizzontali (foto AG). 111 Foto VIII.9. Pozzetto verticale, fronte di scavo di uno dei due diverticoli (foto AG). 112 Foto VIII.10. Cunicolo che si apre sul fondo della sala al caposaldo ms008 (foto AG). 112 Foto VIII.11. ‘Cunicolo del cuore’ che si apre sul fondo della sala al caposaldo CC001 (foto AG). 112 Foto VIII.12. Accesso al ‘cunicolo del cuore’, dettaglio delle concrezioni lamellari (foto AG). 112 Foto VIII.13. Accesso alla ‘sala del piccolo muro a secco’ dalla ‘galleria principale’ (foto AG). 115 Foto VIII.14. Dettaglio dell’accesso alla ‘sala del piccolo muro a secco’ dalla ‘galleria principale’ (foto AG). 115 Foto VIII.15. ‘Sala del piccolo muro a secco’, dettaglio dello spigolo del muro a sinistra dell’accesso (foto AG). 115 Foto VIII.16. ‘Sala del piccolo muro a secco’, dettaglio del muro a secco a destra dell’accesso (foto AG). 116 Foto VIII.17. Prosecuzione in direzione della ‘camera del trabucco’ e relativo collegamento (foto AG). 116 Foto VIII.18. Frana che chiude il collegamento, verso il basso, con la ‘camera del trabucco’ (foto AG). 116 Foto VIII.19. ‘Galleria laterale alla sala del muro a secco’, accesso alla galleria dal ‘quadrivio’ (foto AG). 117 Foto VIII.20. Cunicolo di collegamento con la ‘galleria principale’, vista dalla galleria stessa (foto AG). 117 Foto VIII.21. Pozzetto e gradini di collegamento con galleria parallela, dettaglio dei gradini (foto AG). 117 Foto VIII.22. Caposaldo msl-8 e collegamento, con gradino, alla sottostante ‘galleria principale’ (foto AG). 117 Foto VIII.23. ‘Galleria laterale alla sala del muro a secco’, vista della sottostante ‘galleria principale’ (foto AG). 118 Foto VIII.24. Fronte di scavo del cunicolo terminale di destra al caposaldo msl-9 (foto AG). 118 Foto VIII.25. Fronte di scavo della nicchia del cunicolo terminale di destra al caposaldo msl-12 (foto AG). 118 Foto IX.1. Zona dei ‘magazzini’, in alto a sinistra accesso al ‘ramo degli gnomi’ (foto AG). 123 Foto IX.2. ‘Ramo degli gnomi’, cunicolo oltre i ‘magazzini’, concrezioni sulla frana terminale (foto AG). 123 Foto IX.3. ‘Ramo degli gnomi’, accesso del cunicolo ovest (foto AG). 123 Foto IX.4. ‘Ramo degli gnomi’, inizio del cunicolo ovest (foto AG). 123 Foto IX.5. ‘Ramo degli gnomi’, cunicolo ovest (foto AG). 124 Foto IX.6. Cunicolo ovest, impronte di cunei in successione (foto AG). 124

XII

Foto IX.7. Cunicolo ovest, dettaglio d’incavo per cuneo (foto AG). 124 Foto IX.8. ‘Ramo degli gnomi’, galleria cieca, nicchia laterale (foto AG). 124 Foto IX.9. ‘Ramo degli gnomi’, la ‘galleria cieca’ (foto AG). 125 Foto IX.10. ‘Galleria cieca’, fronte di scavo terminale con caposaldo G004 (foto AG). 126 Foto IX.11. ‘Sala della nerina’, soffitto della sala (foto AB). 126 Foto IX.12. ‘Sala della nerina’, concrezione scura che ha dato il nome alla sala (foto AB). 126 Foto IX.13. Galleria oltre la ‘sala della nerina’, pozzo interrato (foto AB). 126 Foto X.1. ‘Labirinto’, accesso dalla ‘galleria principale’ verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG). 130 Foto X.2. ‘Labirinto’, accesso dalla sala precedente il ‘pozzo quadro’ (foto AG). 130 Foto X.3. Passaggio tra la ‘sala dei funghi’ e la ‘sala delle tre gallerie’, verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG). 130 Foto X.4. Dettaglio dei segni di appoggio per i puntelli al caposaldo 402 (foto AG). 130 Foto X.5. Ambiente di crollo sovrastante la ‘sala dei funghi’ e sul fondo l’accesso dal ‘pozzo quadro’ (foto AG). 131 Foto X.6. ‘Sala delle tre gallerie’, parte terminale della sala e accesso alle gallerie (foto AG). 131 Foto X.7. ‘Sala delle tre gallerie’, lato nord: galleria inferiore a sinistra, (foto AG). 133 Foto X.8. Galleria precedente: dettaglio del fronte di scavo sul lato sinistro (foto AG). 133 Foto X.9. ‘Pozzetto delle pedarole’, dettaglio dell’apertura di uscita verso la ‘sala X’ (foto AG). 133 Foto X.10. ‘Sala X’, diverticolo allineato con il ‘pozzetto delle pedarole’ (foto AG). 133 Foto X.11. ‘Sala X’, accesso al ‘cunicolo della gemma’ (foto AG). 134 Foto X.12. ‘Sala X’, parete sinistra, traccia di distacco della roccia mediante cuneo (foto AG). 134 Foto X.13. ‘Sala X’, parete destra, incavo per cuneo (foto AG). 134 Foto X.14. ‘Sala X’, parete destra, nicchia per appoggio (foto AG). 134 Foto X.15. ‘Pozzetto della ghigliottina’, uscita dalla ‘sala X’ , sotto il caposaldo 408 (foto AG). 138 Foto X.16. ‘Pozzetto della ghigliottina’, uscita dalla ‘sala X’ verso la ‘sala del masso’, vista dall’alto (foto AG). 138 Foto X.17. ‘Galleria del ribasso’, porzione terminale (foto AG). 138 Foto X.18. ‘Galleria del ribasso’, dettaglio del fronte di scavo (foto AG). 138 Foto X.19. ‘Galleria del ribasso’, dettaglio della concrezione ferrosa (foto AG). 139 Foto X.20. ‘Sala delle tre gallerie’, lato nord: gallerie superiore ed inferiore sinistra (foto AG). 139 Foto X.21. ‘Sala delle tre gallerie’, residuo del setto di separazione tra le due gallerie di sinistra (foto AG). 139 Foto X.22. ‘Sala del masso’, residuo del setto divisorio tra gallerie sovrapposte, vista verso l’ingresso (foto AG). 139 Foto X.23. ‘Camera del masso’ con il blocco di roccia che dà il nome alla sala (foto AG). 140 Foto X.24. ‘Camera del masso’, dettaglio dell’impronta della punta di scalpello (foto AG). 140 Foto X.25. Fronte di scavo, dettaglio della tecnica di avanzamento a ‘gradini’ (foto AG). 140 Foto X.26. ‘Galleria terminale’, parete sinistra, traccia di distacco della roccia mediante cuneo (foto AG). 140 Foto X.27. ‘Diverticolo ad Y’, fronte di scavo di sinistra, tecnica di scavo a ‘gradini’ (foto AG). 141 Foto X.28. ‘Diverticolo ad Y’, fronte di scavo di destra, tecnica di scavo a ‘gradini’ (foto AG). 141 Foto X.29. ‘Diverticolo ad Y’, vermicolazioni argillose (foto AG). 141 Foto X.30. ‘Diverticolo a Y’, dettaglio delle vermicolazioni argillose (foto AG). 141 Foto X.31. Dettaglio del punto di unione tra le due gallerie sovrapposte parallele (foto AG). 142 Foto X.32. Dettaglio dei detriti concrezionati in corrispondenza del punto di unione tra le gallerie (foto AG). 142 Foto X.33. ‘Galleria terminale’, strato di arenaria con inclusioni di cristalli di quarzo (foto AG). 142 Foto X.34. ‘Galleria terminale’, fronti di avanzamento delle due gallerie sovrapposte parallele (foto AG). 143 Foto X.35. ‘Galleria terminale’, gradini della porzione iniziale della galleria (‘sitzort’) (foto AG). 143 Foto X.36. ‘Camera del masso’, a sinistra il cunicolo d’accesso al ‘pozzo della vaschetta’ (foto AG). 143 Foto X.37. ‘Pozzo della vaschetta’, parte sommitale con la vasca in cemento (foto AG). 146 Foto X.38. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, fronte di scavo a sinistra (foto AG). 146 Foto X.39. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, dettaglio battuta di chiusura (foto AG). 146 Foto X.40. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, incavo per cuneo (foto AG). 146 Foto X.41. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, accesso alla ‘buca da lettera’ (foto AG). 147 Foto X.42. ‘Labirinto’ alto, la ‘camera del buco’ e, sullo sfondo, il collegamento alla ‘galleria del trivio’(foto AG). 147 Foto X.43. ‘Labirinto’ alto, ‘pozzetto del labirinto’, sulle pareti si notano i segni delle scalpellature (foto AG). 147 Foto X.44. ‘Labirinto’ alto, ‘cunicolo degli occhiali’, dettaglio della parte terminale (foto AG). 147 Foto XI.1. L’‘ingresso Agartha’ visto dall’esterno (foto AG). 152 Foto XI.2. Cunicolo di collegamento al ‘labirinto’ alto in corrispondenza del caposaldo L134 (foto AG). 152 Foto XI.3. ‘Ingresso Agartha’, scanalatura verticale presente sulla parete destra del cunicolo d’accesso (foto AG). 152 Foto XI.4. ‘Ingresso Agartha’, scanalatura verticale presente sulla parete sinistra del cunicolo d’accesso (foto AG). 152 Foto XI.5. Tratto di cunicolo in prossimità dell’ingresso: in alto e al centro si scorge la luce esterna (foto AG). 153 Foto XI.6. ‘Pozzo della vaschetta’, saletta superiore (foto AG). 153 Foto XI.7. ‘Pozzo della vaschetta’, saletta sovrastante il pozzo vista in direzione sud (foto AG). 154 Foto XI.8. ‘Pozzo della vaschetta’, parte superiore e imbocco del cunicolo verso l’esterno (foto AG). 154 Foto XI.9. ‘Ingresso Agartha’, ‘cunicolo walkie-talkie’ ripreso in direzione del fronte di scavo (foto AG). 154 Foto XII.1. Le prime esplorazioni, 8 Gennaio 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 155 Foto XII.2. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, preparazione (foto GP). 160 Foto XII.3. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, entrata in acqua (foto GP). 160 Foto XII.4. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, inizio immersione (foto GP). 160 Foto XII.5. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, fine immersione (foto GP). 160 Foto XIV.1. Raccolta Ivo Scacciotti (foto AG). 173 Foto XIV.2. Calchi siliconici d’impronte di scalpelli eseguiti nell’Antro delle gallerie (foto AG). 186 Foto XIV.3. Calchi siliconici d’impronte di scalpelli eseguiti nell’Antro delle gallerie (foto AG). 186 Foto XIV.4. Scalpello immanicato (frammento) cod. ADG0001 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 189 Foto XIV.5. Scalpello immanicato cod. ADG0002 (riproduzione AG da Dietz, 1932, op.cit.). 189

XIII

Foto XIV.6. Scalpello immanicato cod. ADG0003 (riproduzione AG da Dietz, 1932, op. cit.). 189 Foto XIV.7. Scalpello immanicato cod. ADG0004 (riproduzione AG da foto originale). 189 Foto XIV.8. Scalpelli immanicati, cod. ADG0005 a sinistra e cod. ADG0006 a destra (foto AG da raccolta IS). 190 Foto XIV.9. Scalpelli immanicati, cod. ADG0007 a sinistra e cod. ADG0008 a destra (foto AG da raccolta IS). 190 Foto XIV.10. Scalpello immanicato cod. ADG0009 (foto AG da foto raccolta IS). 190 Foto XIV.11. Scalpello immanicato cod. ADG0010 (foto AG da foto raccolta IS). 190 Foto XIV.12. Scalpello, cod. ADG0011 a sinistra cod. ADG00012 a destra (foto AG da foto raccolta IS). 191 Foto XIV.13. Scalpello immanicato cod. ADG0014 (riproduzione AG da foto originale). 191 Foto XIV.14. Scalpello immanicato cod. ADG0015 (riproduzione AG da foto originale). 191 Foto XIV.15. Scalpello immanicato cod. ADG0016 (riproduzione AG da foto originale). 191 Foto XIV.16. Scalpello immanicato cod. ADG0017 (riproduzione AG da foto originale). 192 Foto XIV.17. Scalpello immanicato cod. ADG0018 dopo ritrovamento (foto AG da raccolta IS). 192 Foto XIV.18. Scalpello immanicato cod. ADG0018 dopo pulizia (foto AG da raccolta IS). 192 Foto XIV.19. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista lato superiore (foto AG da raccolta IS). 192 Foto XIV.20. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista laterale destra (foto AG da raccolta IS). 193 Foto XIV.21. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista laterale sinistra (foto AG da raccolta IS). 193 Foto XIV.22. Scalpello immanicato cod. ADG0020 (foto AG da raccolta IS). 193 Foto XIV.23. Picconcino immanicato cod. ADG0030 (foto AG da raccolta IS). 193 Foto XIV.24. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista lato superiore (foto AG da raccolta IS). 194 Foto XIV.25. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista laterale (foto AG da raccolta IS). 194 Foto XIV.26. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista inferiore (foto AG da raccolta IS). 194 Foto XIV.27. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 dettaglio ‘occhio’ (foto AG da raccolta IS). 194 Foto XIV.28. Cuneo cod. ADG0050 (foto AG da raccolta IS). 195 Foto XIV.29. Cuneo cod. ADG0050, vista laterale (foto AG da raccolta IS). 195 Foto XIV.30. Cuneo cod. ADG0051 (foto AG da raccolta IS). 195 Foto XIV.31. Cuneo cod. ADG0051, vista laterale (foto AG da raccolta IS). 195 Foto XIV.32. Cuneo cod. ADG0052 (foto AG da raccolta IS). 196 Foto XIV.33. Cuneo cod. ADG0052, vista laterale (foto AG da raccolta IS). 196 Foto XIV.34. Cuneo cod. ADG0053 (riproduzione AG da foto originale). 196 Foto XIV.35. Mazza con manico in ferro e peso di 6,5 kg, cod. ADG0070, vista laterale (foto AG da raccolta IS). 196 Foto XIV.36. Mazza cod. ADG0070 dettaglio residui di manico (foto AG da raccolta IS). 197 Foto XIV.37. Lama spezzata in più parti cod. ADG0080 (foto AG da raccolta IS). 197 Foto XIV.38. Anello (probabilmente un cardine) cod. ADG0090 (foto AG da raccolta IS). 197 Foto XIV.39. Piastra piana in ferro con due fori cod. ADG0100 (foto AG da raccolta IS). 197 Foto XIV.40. Chiodo concrezionato con calco in negativo del foro cod. ADG0110 (foto AG da raccolta IS). 198 Foto XIV.41. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0111 (foto AG da raccolta IS). 198 Foto XIV.42. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0112 (foto AG da raccolta IS). 198 Foto XIV.43. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0113 (foto AG da raccolta IS). 198 Foto XIV.44. Fascia in ferro cod. ADG0130 (foto AG da raccolta IS). 199 Foto XIV.45. Fascia circolare in ferro grande cod. ADG0131 (foto AG da raccolta IS). 199 Foto XIV.46. Fiaschetta ceramica decorata con motivi geometrici cod. ADG0200 (foto AG da raccolta IS). 199 Foto XIV.47. Fiaschetta ceramica cod. ADG0200 dettaglio dell’imboccatura (foto AG da raccolta IS). 199 Foto XIV.48. Fondo di ciotola decorato con disegno cod. ADG0201 (foto AG da raccolta IS). 200 Foto XIV.49. Fondo di ciotola decorato cod. ADG0201, dettaglio della decorazione (foto AG da raccolta IS). 200 Foto XIV.50. Frammenti di ciotola tronco-conica cod. ADG0202 (foto AG da raccolta IS). 201 Foto XIV.51. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista laterale (riproduzione AG da foto originale). 201 Foto XIV.52. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista parte interna (riproduzione AG da foto originale). 202 Foto XIV.53. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista lato inferiore (riproduzione AG da foto originale). 202 Foto XIV.54. Fondo di ciotola cod. ADG0203, simbolo “W” graffito (riproduzione AG da foto originale). 202 Foto XIV.55. Frammenti di piatto cod. ADG0204 (foto AG da raccolta IS). 203 Foto XIV.56. Binari in legno cod. ADG0300, disegno dello scopritore (riproduzione AG da Binda, 1950, op. cit.). 203 Foto XIV.57. Binari in legno cod. ADG0301, foto dello scopritore (riproduzione AG da Frecchiami, 1962, op. cit.).203 Foto XIV.58. Binario in legno cod. ADG0302, dettaglio estremità (foto AG da raccolta IS). 204 Foto XIV.59. Traversina in legno cod. ADG0330, ritrovamento (riproduzione AG di foto da archivio IS). 204 Foto XIV.60. Traversina in legno cod. ADG0330, disegno dello scopritore (riproduzione foto AG da raccolta IS). 205 Foto XIV.61. Traversina in legno cod. ADG0330, condizione nel 2005 (foto AG da raccolta IS). 205 Foto XIV.62. Traversina in legno cod. ADG0330, dettaglio foro per spina di fissaggio (foto AG da raccolta IS). 206 Foto XIV.63. Traversina in legno cod. ADG0330, dettaglio foro per spina di fissaggio (foto AG da raccolta IS). 206 Foto XIV.64. Frammento di traversina in legno con foro per spina cod. ADG0331 (foto AG da raccolta IS). 206 Foto XIV.65. Frammento di traversina in legno cod. ADG0331, dettaglio foro (foto AG da raccolta IS). 207 Foto XIV.66. Frammento di traversina in legno con spina di fissaggio cod. ADG0332 (foto AG da raccolta IS). 207 Foto XIV.67. Frammento di traversina in legno con fori per spina cod. ADG0333 (foto AG da raccolta IS). 208 Foto XIV.68. Frammento di traversina in legno con fori per spina cod. ADG0334 (foto AG da raccolta IS). 208 Foto XIV.69. Ossa animali con segni di macellazione (‘cut marks’), cod. ADG0290 (foto AG da raccolta IS). 209 Foto XIV.70. Ossa animali cod. ADG0290, dettaglio ‘cut marks’ (foto AG da raccolta IS). 209 Foto XV.1. Rilievo della sala precedente il ‘pozzo quadro’ (foto AG). 215 Foto XV.2. Attrezzature usate in passato per rilevare cavità ipogee, strumenti completamente manuali (foto AG). 216 Foto XV.3. Attrezzatura da rilievo parzialmente digitale (foto AG). 216 Foto XV.4. Attrezzatura da rilievo, parzialmente digitale, usata per rilievo di sale (foto AG). 216 Foto XV.5. Utilizzo sul campo dell’ attrezzatura di rilievo parzialmente digitale (archivio AG). 216

XIV

Foto XV.6. Attrezzatura utilizzata, strumenti completamente digitali (foto AG). Foto XV.7. Trasferimento dati misurati, dallo strumento di rilievo al tablet PC (foto AG). Foto XV.8. Dati del rilievo trasferiti sul tablet PC (foto AG). Foto XV.9. Rilievo tridimensionale visualizzato sul tablet PC (foto AG). Foto XVI.1. Il ‘Team Proteus/UNEX Project’ impegnato nelle ricerche del «Progetto Antro 2.0» (foto AG). Foto 1.1. Strumenti utilizzati per il rilievo delle sezioni trasversali (foto AG).

XV

217 217 217 217 221 223

INDICE FIGURE Fig. I.1. Ubicazione dell’Antro delle gallerie (disegno AG). 1 Fig. I.2. Rilievo in pianta del complesso (rilievo GPS/UNEX; elaborazione grafica AG). 2 Fig. I.3. Posizione dell’Antro delle gallerie rispetto alla superficie (rilievo GPS/UNEX; elaborazione AG). 3 Fig. I.4. Rappresentazione del complesso e dei suoi ingressi con vista da est verso ovest (elaborazione grafica AG). 4 Fig. I.5. Identificazione delle diverse parti funzionali sulla pianta del complesso (elaborazione grafica AG). 4 Fig. II.1. Schema di scavo: A. inizio scavo della roccia; B. scavo parallelo di due cunicoli sovrapposti (disegno AG). 15 Fig. II.2. Schema di scavo: C. inizio ampliamento verticale dei cunicoli; D. ampliamento ultimato (disegno AG). 15 Fig. II.3. Schema di scavo: E. inizio dello sbancamento del setto che divide le gallerie; F. risultato (disegno AG). 15 Fig. II.4. Trasporto manuale del materiale scavato tramite secchi (Groff Heinrich, La mine mode d’emploi, op. cit.). 19 Fig. II.5. Contenitori per il trasporto del materiale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., capitolo VI). 19 Fig. II.6. Contenitori per il trasporto del materiale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., capitolo VI). 19 Fig. II.7. Carico dei carrelli di trasporto (Groff Heinrich, La mine mode d’emploi, op., cit.). 20 Fig. II.8. Carrello per il trasporto dei materiali scavati (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit. capitolo VI). 20 Fig. II.9. Carrello per il trasporto dei materiali scavati (Schwarzerberbuch). 21 Fig. II.10. Traversina di sostegno e congiunzione per binari lignei rinvenuta nella zona del ‘laghetto’ (disegno AG). 21 Fig. II.11. Avanzamento dello scavo di una galleria su due livelli, ‘sitzort’ (disegno AG). 26 Fig. II.12. Collegamento tra due gallerie parallele tramite piccoli gradini (disegno AG). 26 Fig. II.13. Ricostruzione del sistema di binari in legno del sistema di trasporto dei materiali scavati (disegno AG). 26 Fig. II.14. Ricostruzione del sistema di binari in legno posizionati nella ‘galleria principale’ (disegno AG). 27 Fig. II.15. Schema del sistema di congiunzione dei binari del sistema di trasporto (disegno AG). 28 Fig. II.16. Inserimento tra due pareti di un ‘puntello’ (disegno AG). 28 Fig. II.17. Possibile utilizzo delle scanalature verticali presenti in alcune gallerie (disegno AG). 28 Fig. III.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 29 Fig. IV.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 47 Fig. V.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 57 Fig. VI.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilevo GPS/UNEX). 69 Fig. VII.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 83 Fig. VII.2. Ricostruzione schematica del sistema di cunicoli e gallerie collegato al ‘pozzo del moro’ (disegno AG). 103 Fig. VIII.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 107 Fig. IX.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 119 Fig. X.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 127 Fig. X.2. Ricostruzione schematica del ‘pozzetto delle pedarole’ (disegno AG). 148 Fig. XI.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). 149 Fig. XII.1. Copertina della monografia relativa all’Antro delle gallerie ed alla badia di S. Gemolo (archivio AG). 162 Fig. XIII.1. Rilievo Talamoni, denominazioni di specifici punti del complesso (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 163 Fig. XIV.1. Tabella con elenco dei ritrovamenti di cui si ha documentazione o notizia (archivio AG). 174 Fig. XIV.2. Tabella con elenco dei ritrovamenti, prosecuzione (archivio AG). 175 Fig. XIV.3. Schema geometrico dello scalpello immanicato (disegno AG). 176 Fig. XIV.4. Scavo con scalpello immanicato e mazza (Schwazer bergbuch, op. cit.). 176 Fig. XIV.5. Scavo con scalpello immanicato e mazza (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V). 178 Fig. XIV.6. Cantiere di scavo di epoca rinascimentale (Heinrich Groff, La mine mode d’emploi, op. cit.). 178 Fig. XIV.7. Scavo con scalpello immanicato rappresentato nelle vetrate della cattedrale a Friburgo (archivio AG). 181 Fig. XIV.8. Illustrazione dei diversi scalpelli immanicati utilizzati in epoca rinascimentale per scavi minerari 181 Fig. XIV.9. Illustrazione dei diversi tipi di mazze utilizzate in epoca rinascimentale. 182 Fig. XIV.10. Illustrazione dei diversi tipi di picconi o zappe utilizzate in epoca rinascimentale. 182 Fig. XIV.11. Illustrazione dei diversi tipi di barre utilizzate nello scavo in epoca rinascimentale 183 Fig. XIV.12. Dimensioni degli strumenti di scavo di epoca rinascimentale 183 Fig. XIV.13. Tabella con i dati degli utensili usati quale confronto. 184 Fig. XIV.14. Misura indiretta degli scalpelli immanicati rinvenuti nella cavità (disegno AG). 185 Fig. XIV.15. Dimensioni misurate sugli scalpelli rinvenuti e calcolo relativi parametri (archivio AG). 185 Fig. XIV.16. Misure della punta degli scalpelli effettuate sui calchi siliconici delle relative impronte (archivio AG). 186 Fig. XIV.17. Distribuzione dei valori di lunghezza ‘L’ misurati sui ritrovamenti (archivio AG). 187 Fig. XIV.18. Distribuzione dei valori del parametro ‘R’ calcolato sui reperti dell’Antro delle gallerie (archivio AG). 187 Fig. XIV.19. Distribuzione dei valori di lunghezza ‘L’ misurati sul campione di confronto (archivio AG). 188 Fig. XIV.20. Distribuzione dei valori del parametro ‘R’ calcolato sul campione di confronto (archivio AG). 188 Fig. XIV.21. Scoperta dell’ingresso inferiore, 1962 (riproduzione AG da Frecchiami, 1962, op. cit.). 210 Fig. XV.1. Rappresentazione 3D dell’Antro delle gallerie, vista dall’alto (rilievo GPS/UNEX). 211 Fig. XV.2. Rappresentazione 3D, vista da sud verso nord (rilievo GPS/UNEX). 212 Fig. XV.3. Rappresentazione 3D, vista da est verso ovest (rilievo GPS/UNEX). 212 Fig. XV.4. Rappresentazione 3D, vista da nord verso sud (rilievo GPS/UNEX). 214 Fig. XV.5. Rappresentazione 3D, vista da ovest verso est (rilievo GPS/UNEX). 214 Fig. XV.6. Rilievo di un tratto di galleria (disegno AG). 218 Fig. XV.7. Esecuzione della misura tra i due ‘caposaldi’ (disegno AG). 218 Fig. XV.8. Rappresentazione 3D, limitatamente alla poligonale rilevate (rilievo GPS/UNEX). 219 Fig. XV.9. Poligonale della cavità rispetto alla superficie del terreno (rilievo AG). 219 Fig. XV.10. Importazione in programma di modellazione solida 3D (Archivio AG). 220 Fig. XV.11. Utilizzo del modello 3D della cavità per presentazioni multimediali (Archivio AG). 220

XVI

INDICE TAVOLE Tav. I. La ‘galleria principale’: dall’ingresso al ‘quadrivio’ (rilievo GPS/UNEX). 30 Tav. II. La ‘galleria principale’: dal ‘quadrivio’ al ‘pozzo quadro’ (rilievo GPS/UNEX). 31 Tav. III. La ‘galleria principale’: il ‘pozzo quadro’ e la sala sul fondo del pozzo (rilievo GPS/UNEX). 32 Tav. IV. La ‘camera del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’ (rilievo GPS/UNEX). 48 Tav. V. La ‘galleria del trivio’ e il collegamento con il ‘labirinto’ tramite la ‘camera del buco’ (rilievo GPS/UNEX). 50 Tav. VI. La ‘sala della frana’ e la zona dell’‘inferno’ (rilievo GPS/UNEX). 58 Tav. VII. La galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ (rilevo GPS/UNEX). 70 Tav. VIII. La ‘galleria del moro’ ed il ‘pozzo del moro’ (rilievo GPS/UNEX). 84 Tav. IX. Il ‘pozzo del moro’ e la ‘sala Urban’ (rilievo GPS/UNEX). 94 Tav. X. La ‘galleria allagata’ (rilievo GPS/UNEX). 105 Tav. XI. La ‘sala del grande muro a secco’ e la ‘sala del piccolo muro a secco’ (rilievo GPS/UNEX). 108 Tav. XII. Il ‘ramo degli gnomi’, la ‘sala della nerina’ e gallerie collegate (rilievo GPS/UNEX). 120 Tav. XIII. Il ‘labirinto’ basso (rilievo GPS/UNEX). 128 Tav. XIV. Il ‘labirinto’ medio (rilievo GPS/UNEX). 135 Tav. XV. Il ‘labirinto’ alto (rilievo GPS/UNEX). 144 Tav. XVI. L’‘Ingresso Agartha’ (rilievo GPS/UNEX). 150

XVII

ELENCO ALLEGATI IN APPENDICE All. 1.1. Disegno schematico che illustra la metodologia di rilievo delle sezioni trasversali (disegno AG). All. 1.2. Sezione 1, rilevata 1,8 m dopo caposaldo 0, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.3. Sezione 2, rilevata 5,1 m dopo caposaldo 0, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.4. Sezione 3, caposaldo 1, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.5. Sezione 4, caposaldo 2, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.6. Sezione 5, caposaldo 3 (archivio AG). All. 1.7. Sezione 6, caposaldo 4, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.8. Sezione 7, caposaldo 5, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.9. Sezione 8, caposaldo 6, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.10. Sezione 9, caposaldo 6 e gallerie dei ‘magazzini’, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.11. Sezione 10, caposaldo 7, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.12. Sezione 11, caposaldo 8, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.13. Sezione 12, caposaldo 9, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.14. Sezione 13, caposaldo 10, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.15. Sezione 14, a 40 cm da caposaldo 13, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.16. Sezione 15, caposaldo 14, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.17. Sezione 16, vista generale sezione al caposaldo 14, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.18. Sezione 17, caposaldo 16, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.19. Sezione 18, caposaldo 17, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.20. Sezione 19, caposaldo 18, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.21. Sezione 20, caposaldo 19, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.22. Sezione 21, caposaldo 20, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.23. Sezione 22, caposaldo 21, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.24. Sezione 23, caposaldo 22, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.25. Sezione 24, caposaldo 23, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.26. Sezione 25, caposaldo 24, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.27. Sezione 26, caposaldo 25, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.28. Sezione 27, caposaldo 205, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.29. Sezione 28, caposaldo 204, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.30. Sezione 29, 77 cm da caposaldo 203 in direzione del 202, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.31. Sezione 30, caposaldo 202/p, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.32. Sezione 31, 148 cm da caposaldo 202 verso caposaldo 200, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.33. Sezione 32, caposaldo 201b, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.34. Sezione 33, caposaldo 201, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.35. Sezione 34, 20 cm dopo caposaldo 201, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.36. Sezione 35, caposaldo 200, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.37. Sezione 36, caposaldo 1300n E (archivio AG). All. 1.38. Sezione 37, caposaldo 1305B, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.39. Sezione 38, caposaldo 1301A (archivio AG). All. 1.40. Sezione 39, caposaldo 1306, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.41. Sezione 40, caposaldo 301, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.42. Sezione 41, caposaldo K, da caposaldo 308 a caposaldo K (archivio AG). All. 1.43. Sezione 42, caposaldo 1307 (C), verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.44. Sezione 43, caposaldo 1308 (D), verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.45. Sezione 44, caposaldo 302, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.46. Sezione 45, caposaldo 302/A a 60 cm oltre caposaldo 302, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.47. Sezione 46, caposaldo 306 (archivio AG). All. 1.48. Sezione 47, caposaldo 305 (fondo), verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.49. Sezione 48, caposaldo R-R, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.50. Sezione 49, 70 cm prima del caposaldo 303, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.51. Sezione 50, caposaldo 1401, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.52. Sezione 51, caposaldo 1403, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.53. Sezione 52, caposaldo 1404, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.54. Sezione 53, caposaldo 1405, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.55. Sezione 54, caposaldo 1406, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.56. Sezione 55, caposaldo 1408, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.57. Sezione 56, caposaldo 1409, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.58. Sezione 57, caposaldo 1410, verso l’interno della cavità (archivio AG). All. 1.59. Sezione 58, caposaldo 364 (H), da ‘galleria allagata’ verso ‘sasso con foro’ (archivio AG). All. 1.60. Sezione 59, caposaldo 365 (G), da ‘galleria allagata’ verso ‘sasso con foro’ (archivio AG). All. 1.61. Sezione 60, caposaldo 366 (E), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG). All. 1.62. Sezione 61, caposaldo 367A (E’), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG). All. 1.63. Sezione 62, caposaldo 367B (F’), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG). All. 1.64. Sezione 63, caposaldo 367 (D), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG). All. 1.65. Sezione 64, caposaldo 368 (C), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG). All. 1.66. Sezione 65, caposaldo 369 (B), verso ‘pozzo del moro (archivio AG). All. 2.1. Ingresso dell’Antro delle gallerie, disegno di Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 2.2. Rilievo del canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

XVIII

224 225 225 225 225 226 226 226 226 227 227 227 228 228 228 228 229 229 229 230 230 230 230 231 231 231 231 232 232 232 232 233 233 233 233 234 234 234 234 234 234 235 235 235 235 236 236 236 236 236 237 237 237 237 238 238 238 238 239 239 239 239 240 240 240 240 241 242

All. 2.3. Rilievo realizzato da Giulio Cesare Bizzozero (Regazzoni, 1878, op. cit. Tav.III). 243 All. 2.4. Rilievo eseguito da Giulio Cesare Bizzozero, disegno originale (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 244 All. 2.5. Rilievo del dott. Piero Massari (Munera, 1944, op. cit.). 245 All. 2.6. Rilievo del prof. Talamoni, rilievo con annotazioni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 246 All. 2.7. Rilievo Talamoni, rielaborazione grafica di don Mario Frecchiami (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 247 All. 2.8. Rilievo di don Mario Frecchiami, 1974 (Archivio AG). 248 All. 2.9. Sezioni longitudinali rilevate da don Mario Frecchiami, 1974 (Archivio AG). 249 All. 2.10. Rilievo realizzato dal Gruppo Proteus Speleosub (archivio AG). 250 All. 2.11. Rilievo elaborato da Ivo Scacciotti (foto AG). 251 All. 2.12. Rilievo realizzato dal Team GPS/UNEX nell’ambito del «Progetto Antro 2.0» (archivio GPS/UNEX). 252 All. 3.1. Evoluzione dello stemma del GGM SEM-CAI (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 253 All. 3.2. Disegno del fianco dell’Alpe Cuseglio, di Claudio Sommaruga (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 254 All. 3.3. Disegno in pianta della zona attorno all’ingresso principale (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 255 All. 3.4. Foto di esploratore davanti l’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 256 All. 3.5. Disegno della zona dei ‘magazzini’ di Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 257 All. 3.6. Didascalia del disegno precedente (archivo storico GGM SEM-CAI). 257 All. 3.7. Biglietto del Regazzoni, 1875 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 258 All. 3.8. Presunta iscrizione etrusca (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 259 All. 3.9. Osservazioni del dott. Magni sulla presunta iscrizione etrusca, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 260 All. 3.10. Appunti relativi all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 261 All. 3.11. Visitatori dell’Antro delle gallerie, zona dei ‘magazzini’, 8/01/1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 262 All. 3.12. Annotazioni sul retro della foto precedente che ritrae il cav. Bellani (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 262 All. 3.13. Visitatori nella ‘galleria del moro’, 8/01/1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 263 All. 3.14. Annotazioni sul retro della foto precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 263 All. 3.15. Visitatori nella ‘sala del grande muro a secco’, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 264 All. 3.16. Rilievo prof. Talamoni, presidente del CAI Varese (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 265 All. 3.17. Bozza d’articolo sull’Antro delle gallerie di Bertarelli, 1988, pag. 1 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 266 All. 3.18. Pagina 2 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 267 All. 3.19. Pagina 3 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 268 All. 3.20. Pagina 4 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 269 All. 3.21. Pagina 5 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 270 All. 3.22. Antro delle gallerie, galleria inferiore del ‘salto in basso’, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 271 All. 3.23. Visitatori dell’Antro delle gallerie, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 272 All. 3.24. Lettera inviata il 15/08/1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 273 All. 3.25. Prosecuzione della lettera precedente, 15/08/1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 274 All. 3.26. Foglio aggiuntivo a completamento della lettera precedente, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 275 All. 3.27. Foglio aggiuntivo, retro (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 276 All. 3.28. Nota di Antonio Giussani al prof. Magni del 20/07/1902, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 277 All. 3.29. Biglietto postale inviato nel 1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 278 All. 3.30. Nota spedita dal dr. Galli il 14/12/1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 279 All. 3.31. Biglietto relativo ad un articolo sull’Antro delle gallerie del 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 280 All. 3.32. Articoli di quotidiani sull’Antro delle gallerie pubblicati nel 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 281 All. 3.33. Articolo della Cronaca prealpina, 17 Giugno 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 282 All. 3.34. Articolo della Cronaca prealpina, prosecuzione (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 283 All. 3.35. Lettera dell’ing. Tosi al prof. Magni del 13/01/1904, prima pagina (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 284 All. 3.36. Lettera dell’ing. Tosi al prof. Magni, seconda e terza pagina (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 285 All. 3.37. Appunti per fotografie eseguite all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 286 All. 3.38. Lettera al prof. Magni, 1904 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 287 All. 3.39. Corrispondenza tra la lega lombarda e il prof. Magni del 3/01/1907 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 288 All. 3.40. Appunti relativi ad articolo del quotidiano La Prealpina, 1904 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 289 All. 3.41. Busta di lettera indirizzata al dott. Magni, fronte e retro (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 290 All. 3.42. Lettera del 1/01/1908 con programmi d’attività esplorative, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 291 All. 3.43. Prosecuzione della lettera precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 292 All. 3.44. Cartolina postale della Prealpina illustrata del maggio 1908, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 293 All. 3.45. Intestazione della cartolina postale precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 294 All. 3.46. Lettera del dott. Magni all’ing. Riva spedita il 30/05/1908, (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 295 All. 3.47. Prosecuzione della lettera precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 296 All. 3.48. Lettera di risposta dell’ing. Riva al dott. Magni del 2/06/1908 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 297 All. 3.49. Prosecuzione della lettera dell’ing. Riva al dott. Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 298 All. 3.50. Lettera dell’ing. Andreani al dott. Magni inviata il 10/06/1908 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 299 All. 3.51. Prosecuzione della lettera dell’ing. Andreani al dott. Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 300 All. 3.52. Appunto di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 301 All. 3.53. Prosecuzione dell’appunto di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 302 All. 3.54. Annotazioni sull’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 303 All. 3.55. Prosecuzione delle note precedenti (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 304 All. 3.56. Appunto con riferimento all’articolo di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 305 All. 3.57. Appunto con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 306 All. 3.58. Appunto relativo ad indicazioni dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 307 All. 3.59. Nota che riferisce di un’osservazione del canonico Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 308 All. 3.60. Riferimenti bibliografici ai Bollettini di paleontologia (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 309

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All. 3.61. Nota con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.62. Nota con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.63. Lettera del rag. Andreoletti al dott. Antonio Magni, Febbraio 1909 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.64. Lettera del rag. Andreoletti al dott. Magni, Giugno 1909 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.65. Foto dell’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.66. Foto all’interno dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.67. Esploratori all’esterno della cavità (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.68. Foto all’interno dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.69. Foto dell’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.70. Foto di esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.71. Foto scattata all’interno in un punto non identificato (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.72. Busta di lettera spedita dalla Francia al dott. Antonio Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.73. Retro della busta precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.74. Busta di lettera spedita dalla Francia al dott. Antonio Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.75. Retro della busta precedente con nota manoscritta (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.76. Appunto sul retro della busta della precedente lettera (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.77. Appunto del dott. Antonio Magni sul ritrovamento di un utensile (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.78. Ritaglio di giornale, Cronaca prealpina del 23 Agosto 1931 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.79. Prosecuzione dell’articolo della Cronaca prealpina (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.80. Appunto con elenco di persone che si erano interessate alla cavità (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.81. Appunti vari con ipotesi sul materiale estratto (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.82. Note in merito a cave, in Francia, simili all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.83. Note in merito a verifiche da effettuare (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.84. Biglietto da visita del canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.85. Foto, all’esterno, con esploratori prima di un’escursione (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.86. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.87. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.88. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.89. Articolo apparso su La provincia di Varese N. 3 del 1935 pag. 17 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.90. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 18 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.91. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 19 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.92. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 20 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.93. Nota in merito ai pozzi dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.94. Rilievo eseguito dal canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.95. Rilievo eseguito ‘a pastello’ da Giulio Cesare Bizzozero, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.96. Appunti sul retro del disegno precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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PREFAZIONE Nel 1982 mi sono recato in Valganna una prima volta per visitare il complesso ipogeo denominato Antro delle Gallerie o, più curiosamente, Sfinge della Valganna. Sono andato assieme ad Andrea Ferrara, caro amico prematuramente scomparso, ma non ne abbiamo trovato l’ingresso, vagando inutilmente nel bosco. In compenso ci siamo recati all’abbazia di San Gemolo a Ganna facendo la conoscenza del suo priore: don Mario Frecchiami, conoscitore dell’Antro. Diversi anni prima il religioso si era interessato all’Antro delle Gallerie e coadiuvato da altre persone aveva individuato l’accesso inferiore. Ed è stato proprio questo il punto su cui si sono sviluppate le congetture e si sono promosse, anno dopo anno, le campagne di studio: capire il motivo del dedalo di cunicoli e gallerie scavate nel fianco del monte, ma anche vedere che cosa vi fosse tra l’accesso superiore e l’inferiore. Il primo era stato scoperto “ufficialmente”, come ha scritto don Frecchiami, nel 1873 dal sacerdote Raffaele Inganni della parrocchia di San Celso a Milano. Il secondo era stato rintracciato a seguito di uno sterro il giorno11 febbraio 1961, proprio da don Mario Frecchiami, ma senza pervenire alla sua completa disostruzione. Crolli e smottamenti avevano successivamente obliterato lo sbocco inferiore determinando la cessazione delle operazioni di recupero. Tra i due ingressi vi erano, e vi sono tutt’ora, cunicoli e gallerie sommersi i quali hanno attirato indiscutibilmente la mia curiosità e la fantasia ben più del dedalo “a portata di mano” costituito dalle opere non sommerse e solo in parte ostruite da sedimenti e cedimenti strutturali. Ho conosciuto Amedeo Gambini nel 1984, il quale da poco s’era iscritto al Gruppo Grotte Milano, Sezione Escursionisti Milanesi del Club Alpino Italiano. Speleologo, subacqueo e speleosubacqueo provetto, mi ha subito trasmesso solidità e competenza, al punto che quello stesso anno l’ho coinvolto nelle operazioni all’Antro. Effettuava così la sua prima esplorazione della parte sommersa immergendosi nel Pozzo Quadro e stendendone il rilievo planimetrico. Si poteva pertanto affermare che la perforazione ad asse verticale era effettivamente connessa a un sottostante sistema di cunicoli e gallerie, ma la cui percorrenza era pericolosa. Se l’Antro delle Gallerie suscitava un fascino particolare, per poterlo studiare determinandone lo scopo dello scavo occorreva innanzitutto esplorare completamente le parti non sommerse, rilevarle planimetricamente e metterle in relazione alla superficie esterna. Solo così si sarebbe compresa l’articolazione e si sarebbero potuti individuare eventuali altri accessi. Come effettivamente è avvenuto in tempi recenti. Alla metà degli anni Ottanta si era andati a verificare il racconto secondo cui il complesso pareva collegato alla vicina Grotta dell’Alabastro. La cavità naturale era stata indubbiamente interessata dall’attività d’estrazione delle concrezioni alabastrine, ma oltre a presentare sulle pareti talune tracce di scavo analoghe a quelle riscontrate nelle gallerie principali dell’Antro, non offriva ulteriori prospettive. Veniva tuttavia considerato che, se prosecuzione vi fosse effettivamente stata, essa doveva trovarsi seppellita al di sotto di svariati metri cubi di detriti che intasavano il fondo della sala principale. Nel frattempo si era riordinato l’Archivio Chiesa custodito presso il Gruppo Grotte Milano, la cui massima parte riguardava proprio l’Antro, e le operazioni si concentrarono nuovamente solo su di esso. Dagli anni Ottanta ad oggi Amedeo Gambini ha fatto anche di più: ha cercato di fornire una motivazione scientificamente plausibile all’esistenza del complesso, traendolo dall’appellativo di “sfinge” datogli nel XIX secolo. Ha diretto le operazioni esplorative, ha condotto nuove indagini speleosubacquee, completato il rilievo del complesso, esaminato le tracce di scavo lasciate dagli attrezzi e disostruito un ulteriore accesso. Non solo: Amedeo Gambini ha cercato confronti con altre coltivazioni sotterranee sia italiane sia straniere, ha studiato testi d’ingegneria mineraria d’epoca e la strumentaria utilizzata nelle miniere preindustriali. Per primo ha esaminato e studiato la documentazione relativa all’Antro, che vari ricercatori avevano prodotto nel tempo, componendo il chiaro quadro della storia esplorativa. Tante sono state le persone che a vario titolo hanno partecipato alle operazioni, ma solo Amedeo ha saputo con ferma costanza conseguire il completo risultato. A mio avviso la Speleologia costituisce oggi una delle ultime frontiere terrestri dell’esplorare. La ricerca e lo studio delle Cavità Artificiali condotti mediante l’utilizzo dell’attrezzatura e della metodologia speleologica e speleosubacquea posso dare risultati notevoli nell’ambito della conoscenza delle opere del passato. L’Esploratore che alberga in molti di noi può “uscire allo scoperto” con una buona preparazione unita alla determinazione nel voler conseguire il risultato. Questo libro ne è la testimonianza. Milano, 26 novembre 2018 Gianluca Padovan (Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano – Federazione Nazionale Cavità Artificiali)

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Autore / Author: Amedeo Gambini. Collaborazione ai testi / With contributions by: Alex Briatico, Cristian Mazzucchelli, Elena Tamolli. Grafica ed impaginazione / Design and layout: Amedeo Gambini. Fotografie / Photos: Alex Briatico, Amedeo Gambini, Gianluca Padovan. Dove non esplicitamente indicato, l’autore delle foto è Amedeo Gambini. Modellizzazione 3D del rilievo topografico / 3D modelling of topographical survey: Alex Briatico, Amedeo Gambini. Restituzione grafica della planimetria / Graphic design of the planimetry: Alex Briatico, Amedeo Gambini. Attività di ricerca sul campo e rilievo topografico / Field research activities and topographical survey: Simone Bertesago, Alex Briatico, Amedeo Gambini, Cristian Mazzucchelli, Daniele Pelizzaro, Elena Tamolli. Esecuzione della parte iniziale del rilievo / First part of topographical survey performed by: Gruppo Proteus Speleosub: Marco Canottini, Alessandra Cavallotti, Luciano Codibue, Amedeo Gambini, Francesco Gambini, Dario Redolfi, Giuseppe Remonti, Giancarlo Ripa, Vito Ripa. Associazione S.C.A.M.: Roberto Basilico, Anna Berolo, Sara Bianchi, Claudia Ninni, Gianluca Padovan, Alessandro Verdiani. Gruppo Grotte CAI Saronno: Mirco Cappelli, Gianluca Luongo, Aldo Scoglio. Gruppo Speleologico CAI Varese: Aldo Colombo, Ivo Scacciotti.

«Progetto Antro 2.0» è un’attività di ricerca sviluppata da: Gruppo Proteus Speleosub e UNEX Project.

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RINGRAZIAMENTI Si ringraziano: • il Gruppo Grotte Milano SEM-CAI, ed il suo presidente dell’epoca Annibale Bertolini, per averci concesso nel 2005 di esaminare e riprodurre parte del loro archivio storico; • Ivo Scacciotti del Gruppo Speleologico CAI Varese per la continua disponibilità, dimostrata nel corso degli anni, a condividere informazioni, idee ed ipotesi e per averci recentemente offerto di unirsi al nostro progetto; • tutti gli speleologi, appartenenti a vari gruppi, che hanno con noi collaborato nel corso del tempo.

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INTRODUZIONE L’Antro delle gallerie, sin dalla sua scoperta, è stato sempre oggetto di interesse e curiosità per la sua morfologia particolare e complessa e per l’assenza di memoria e documentazione storica della sua esistenza e del suo scopo. Tali aspetti hanno accresciuto l’alone di mistero attorno a tale complesso ipogeo ed acceso l’interesse di generazioni di archeologi, geologi, storici e speleologi che si sono avvicendati nella sua esplorazione. Tale interesse non ha però prodotto, parallelamente, ricerche complete o di livello adeguato all’interesse destato, limitandosi a resoconti di esplorazioni e, spesso, a riproporre quanto fatto in precedenza da altri. Unica eccezione a tale panorama è l’opera di Mario Frecchiami, priore della Badia di Ganna, che ha prodotto il primo rilievo sufficientemente completo della cavità. La sua attività di ricerca è stata però condizionata dall’essere stata avviata al solo scopo di corroborare una propria teoria relativa ai materiali lapidei d’arenaria con cui la Badia era stata in parte costruita. Nel panorama di generale mancanza di ricerche organiche e complete si ritaglia un degno spazio l’azione esplorativa, costante e protratta per alcuni decenni, dello speleologo varesino Ivo Scacciotti il quale ha completato la conoscenza del sito rendendo possibile l’accesso a varie diramazioni, rappresentando un punto di riferimento per la conoscenza di tale complesso. Con tali premesse nei primi anni 2000 l’autore ha iniziato una campagna di ricerca che ha coinvolto speleologi lombardi di varie provenienze consentendo la realizzazione di un primo, seppur parziale, rilievo tridimensionale di tale ipogeo e di documentare adeguatamente le parti studiate. Successivamente a tale prima campagna di ricerche la costituzione di un nuovo team di ricercatori ha dato avvio a una seconda campagna di esplorazione e studio di durata triennale che ha consentito di completare e migliorare il rilievo topografico tridimensionale e documentare quanto noto ed accessibile dell’Antro delle gallerie, con particolare attenzione agli aspetti salienti ed alle strutture caratteristiche di tale sito minerario. Il presente volume conclude la campagna di ricerche su tale ipogeo, anche se il team di ricercatori che l’hanno sviluppata proseguirà la sua attività estendendo il campo d’indagine all’area geografica in cui il complesso minerario è collocato, approfondendo alcuni aspetti che si ritengono essere connessi con esso.

SINTESI

ABSTRACT

L’Antro delle gallerie è un complesso minerario, presumibilmente di epoca rinascimentale, che si sviluppa all’interno dell’Alpe Cuseglio in Valganna, nella provincia di Varese. Il sito si caratterizza per la complessità della sua struttura ipogea, unitamente all’accuratezza dello scavo. Nonostante sin dalla sua scoperta, a fine del XIX secolo, sia stato oggetto di notevole interesse da parte di vari ricercatori, sinora non è stato portato a termine uno studio accurato ed un rilievo planimetrico completo. Nella presente pubblicazione vengono illustrati i risultati della campagna di ricerca condotta da un team formato da componenti di due gruppi speleologici, il Gruppo Proteus Speleosub ed UNEX Project, attivi nel campo dell’archeologia sotterranea e della speleologia in cavità artificiali. Tale campagna di ricerca, durata tre anni, rappresenta il completamento di precedenti attività di studio ed esplorazione avviata anni prima ad opera del Gruppo Proteus Speleosub. L’obiettivo dello studio è stato quello di documentare la struttura del sito rilevandone topograficamente ogni sua parte per produrre una planimetria, completa e dettagliata, ed un modello tridimensionale. Nel volume vengono identificate le diverse aree funzionali del complesso e sono descritte le tecniche di avanzamento ed organizzazione della coltivazione mineraria. Ciascuna parte è illustrata nei diversi aspetti e nelle sue strutture più caratterizzanti. L’organizzazione spaziale e la tecnica di scavo adottate evidenziano una netta similitudine con analoghi complessi minerari coltivati in epoca rinascimentale nelle aree minerarie Europee maggiormente sviluppate e attive in tal periodo storico. La condizione attuale del complesso

The ‘Antro delle Gallerie’ is an underground mining structure, likely dating to the Renaissance, hidden inside the ‘Alpe Cuseglio’ in Valganna, in the province of Varese. The site is characterised by the complexity of its hypogean structure and the care taken in the original excavation techniques. Even though it has been the object of great interest on the part of several researchers since its discovery at the end of the nineteenth century, until now no accurate study and complete planimetry has been carried out. This publication presents the results of a research campaign carried out by a joint team drawn from two speleological groups, the Gruppo Proteus Speleosub and the UNEX Project, which are both involved in hypogean archaeology and speleology in artificial cavities. Their research operations lasted three years, and represented the completion of previous study and exploration activities started some years before by the Gruppo Proteus Speleosub. The target of the study was to document the site structure by topographically surveying each of its parts, in order to create a complete and detailed planimetry and a 3D model. The present volume identifies the various functional areas of the complex and includes a description of the progress and organisational techniques of the exploitation of the site as a mine. Each part is described in terms of its different aspects and it most characteristic structures. The structure of the site and the excavation techniques used evidence a very close similarity with other mining complexes dug in the Renaissance period in the more developed and active European mining areas of that historical period. The present condition of the hypogean complex has been altered

XXIV

ipogeo risulta alterata dal naturale degrado sopravvenuto durante il periodo d’abbandono ed oblio, rendendo difficile la lettura e l’interpretazione della struttura globale del sito. Ciò nonostante, l’accurata analisi e documentazione di tale complesso ha permesso d’identificare sia strutture sia modalità di scavo ricorrenti nel sito e, comparandole con similari complessi minerari ampiamente studiati e documentati, ha consentito di chiarire meglio quale potesse essere la morfologia originaria dello stesso e quali fossero, presumibilmente, le funzioni delle varie parti dell’Antro delle gallerie ipotizzandone le modalità di avanzamento nello scavo e nella coltivazione mineraria. Se da un lato il periodo di operatività di tale sito risulta adeguatamente dimostrato dallo studio realizzato, dall’altro rimane ancora da identificare con assoluta certezza il materiale oggetto dell’attività estrattiva, anche se la ricerca suggerisce una ipotesi plausibile. Si ritiene che l’Antro delle gallerie possa essere stato un complesso minerario coltivato, almeno per la parte attualmente visibile e percorribile, in epoca rinascimentale e destinato all’estrazione di materia prima per l’industria vetraria di alta qualità, specialmente per i laboratori vetrai veneziani di Murano, quale alternativa alla più diffusa pesca dei ‘cogoli’ dal fiume Ticino, che era rigidamente regolamentata da concessioni ducali e vincolanti accordi commerciali. Gli eventi storici collegati alle contese per il dominio di Milano e relativo territorio, che hanno interessato la Valganna a partire dall’inizio del XVI secolo e ne hanno pesantemente coinvolto le attività produttive, hanno probabilmente determinato l’abbandono e, successivamente l’oblio, di tale struttura mineraria, mentre in altri complessi minerari della zona, come la miniera della Valvassera, ove si estraevano minerali preziosi, l’attività è proseguita sino ai giorni nostri. Nella descrizione del complesso si è reso necessario adeguare la toponomastica utilizzata, adottando prioritariamente le denominazioni individuate nelle fonti storiche che fanno riferimento alle prime esplorazioni. In assenza di indicazioni di tal tipo si sono utilizzate le denominazione di uso corrente tra i gruppi speleologici che hanno condotto le esplorazioni nella cavità ed, dove mancanti, adottando le denominazione utilizzata nel corso delle attività esplorative e di ricerca del team che ha lavorato al presente studio. In appendice, è presentato un capitolo in cui vengono elencati i toponimi adottati nel testo. Si è ritenuto utile ripercorrere, anche se brevemente, la storia esplorativa dell’ipogeo, soffermandosi maggiormente sulle attività più recenti. L’intento di documentare ogni aspetto legato all’Antro delle gallerie si è tradotto anche nella raccolta di tutte le informazioni attendibili sui reperti rinvenuti in esso, attingendo a numerose e diversificate fonti. Sulla base della documentazione fotografica reperita, si è inoltre avviata una prima analisi morfologica degli utensili di scavo che rappresentano la parte più numerosa dei ritrovamenti documentati. Tale prima indagine potrà essere ulteriormente approfondita qualora fosse possibile, in futuro, poter disporre fisicamente dei reperti. In uno specifico capitolo è stata descritta la metodologia di rilievo topografico ipogeo adottata per ottenere la planimetria

by the degradation that has occurred during its period of abandonment and oblivion, causing difficulties in the reading and interpretation of the overall structure of the site; nevertheless, accurate analysis and documentation of this complex allowed researchers to identify in it structures and recurring excavation methods and, by drawing comparisons with similar mining complexes that have been extensively studied and documented, it was possible to clarify the original morphology and determine what the functions of each part of the ‘Antro delle gallerie’ may have been, making hypotheses about the digging process and the methods applied in its use as a mine. Although, on the one hand, the working life of this site has been adequately defined by the present study, on the other hand researchers have yet to identify with certainty the material that was the target of the mining activity, even if some plausible hypotheses have been formulated. We believe that the ‘Antro delle gallerie’ was a mining complex excavated, at least in the part currently visible and accessible, in Renaissance period, meant to extract raw material for the high-quality glass industry, especially for the Venetian factories producing Murano glass, as an alternative supply to the more frequent ‘cogoli’ drawn from the river Ticino, which was rigidly linked to Ducal grants, ‘concessioni Ducali’, and to compulsory commercial agreements. The historical events relating to the struggle over the domain of the ‘Ducato di Milano’ and related territories that, from beginning of sixteenth century, deeply involved Valganna, had a heavy impact on the productive activities of the Valganna valley and likely caused the dismantling, and, as time passed, the loss to oblivion of this mining structure, while in other mining sites of the neighbouring regions, such as the Valvassera mine, activity continued until recent times, since, in this mine, the extractive activity was related to precious metals. In the site description the toponymy adopted has had to be updated, using preferentially the names found in the documents relating to historical explorations. When this information has been lacking, toponomy has been defined using currently and frequently used names within the speleological teams that have performed explorations on the site and, when this information too has been lacking, we have used the names given by the team involved in the present project, during the explorations and research. In the appendix, in a dedicated paragraph, the names used in the book are listed. It has been determined that it will be useful to list, even if briefly, the exploration history of the hypogeum, in more detail as this relates to more recent activities. The aim is to document every aspect of the ‘Antro delle gallerie’, which has pushed us to collect all reliable information about the objects found in it, gathering information from several different sources. Based on the photographic documentation, it was possible to begin a first morphological analysis of the excavation tools that form the majority of the documented finds. This first investigation may later be enriched with more detail, if it is possible, in future, to recover the actual physical finds. In a dedicated chapter we describe the methodology adopted

XXV

completa del complesso ed alla sua modellizzazione e rappresentazione 3D. Le tecniche impiegate sono quelle che correntemente vengono utilizzate in ambito speleologico. A chiusura del volume, in appendice, si è pubblicata la sezione dell’archivio storico del Gruppo Grotte Milano SEM-CAI, relativa alle esplorazioni a partire dal periodo immediatamente successivo alla scoperta del complesso sino alla metà del XX secolo.

for the hypogean topographical survey that was employed to develop the complete planimetry and 3D model of the hypogean complex. The techniques used are those currently adopted in the speleological field. At the end of the volume, in the appendix, we have gathered documents from the historical archive of the Gruppo Grotte Milano SEM-CAI relating to the explorations performed from the time immediately following the discovery of the mining site until middle of the twentieth century.

La ‘sala della carriola’: vista in direzione ovest, sul lato destro la ‘galleria principale’ (foto AG).

XXVI

ABBREVIAZIONI AB AG Associazione S.C.A.M. A.S.V. CAI GG CAI Gallarate GG CAI Saronno GGM SEM-CAI GP GPS GPS/UNEX GS CAI Varese IS Proteus TCI UNEX Project

Alex Briatico Amedeo Gambini Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano Archivio di Stato Veneziano Club Alpino Italiano Gruppo Grotte CAI Gallarate Gruppo Grotte CAI Saronno Gruppo Grotte Milano SEM-CAI Gianluca Padovan Gruppo Proteus Speleosub Team di ricerca composto da ‘Gruppo Proteus Speleosub’ ed ‘Unex Project’ Gruppo Speleologico CAI Varese Ivo Scacciotti Gruppo Proteus Speleosub Touring Club Italiano Underground Exploring Project

CONVENZIONI

[[[ ]]0

VLJODFRQODTXDOHVL LGHQWLILFDLOFDSRVDOGR TXRWDLQPHWULULVSHWWR DOO LQJUHVVRSULQFLSDOH

SRVL]LRQHGHOFDSRVDOGR VXOODSLDQWD

Convenzione utilizzata per indicare i capisaldi nelle piante del rilievo topografico (disegno AG).

XXVII

CAPITOLO I ANDAMENTO GENERALE E SVILUPPO DEL COMPLESSO

Fig. I.1. Ubicazione dell’Antro delle gallerie (disegno AG). I.1 - Inquadramento geografico L’Antro delle gallerie si apre in Lombardia, nella provincia di Varese, in Valganna (fig. I.1). La Valganna si stende in direzione nord sud dal lago di Ghirla sino alla località Grotte di Valganna. Il fondovalle, costituito dalla vasta piana delle Comunelle, è solcato dal torrente Margorabbia, immissario ed emissario dei due laghetti di Ganna e Ghirla, prima di sfociare nel lago Maggiore all’altezza di Luino. La fitta vegetazione boschiva di ontani, salici, frassini, betulle, conferisce a tutta la valle e al lago di Ganna in particolare una intensa colorazione verde. Dopo Ghirla la valle si apre e si fonde nella conca di colline che dà vita alla Val Marchirolo. Alla sinistra idrografica si elevano il

monte Chiusarella (m 912) e il monte Martica (m 1032), mentre alla destra la valle è bordata dal rilievo del monte Monarco (m 858), dal Minisfreddo (m 1042), dal Poncione di Ganna (m 993) e dal Piambello (m 1129). La valle fu frequentata dall’uomo sin dal Mesolitico (5000 a.C.) come testimoniano gli strumenti di selce rinvenuti nella torbiera di Ganna. In epoca romana e medievale passava per la valle una importante via di comunicazione che collegava la valle dell’Olona con Ponte Tresa e la Svizzera. Nel sec. XII i cistercensi fondarono l’abbazia di Ganna e avviarono lo sviluppo agricolo della valle bonificando la zona paludosa intorno al lago di Ganna.

1

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

1

2

3

4

5

6

7

8

9

A

10

11

12

13

14

Cap. 412

B

16

17

18

19

sala delle "3 gallerie"

N

Galleria terminale

Diverticolo ad "Y"

Sala del "masso"

15

"Agartha" Ingresso superiore

Cap. 401

sala dei "funghi"

Pozzo della "vasc hetta"

Diverticolo ad "Y"

"Agartha" Ingresso superiore

Labirinto alto

Sala del "masso"

405

C

5

10 m

Labirinto

camera del "buco"

8. 0M.

sala delle "3 gallerie"

D

0 Galleria del "trivio"

Pozzo della "vaschetta"

L419

7.4M.

Cap. 405

Risalita della "doccia" sala dei "funghi"

Fondo del pozzo quadro ?

Zona "dell'inferno"

A "Cunicolo del laghetto"

Sala "fondo del quadro"

B

sala delle "3 gallerie"

Gradini

Cap. 402

L402

?

Sala della "frana"

"Laghetto"

E

sala dei "funghi"

camera del "buco"

Cap. 401

?

Sala della "nerina" Ramo degli "gnomi"

pozzo quadro

"Laghetto"

F Galleria del "trivio" Risalita della "doccia"

Zona del "trabucco"

Zona dei "magazzini"

"l'Inferno"

G

Sala della "frana"

"Sala del grande muro a secco"

"Sala del piccolo muro a secco"

Sala della "nerina" Ramo degli "gnomi"

Galleria laterale al muro a secco

Galleria del "salto in basso"

H

frana

"sorgente"

"quadrivio" "Sala del grande muro a secco"

"cunicolo del ghiro" Galleria inferiore del "salto in basso"

I

"sasso con foro"

Ingresso principale

Discenderia del "pozzo del moro"

Discenderia del "pozzo del moro" "cunicolo del cuore"

J Ingresso inferiore

K

Galleria allagata

L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E) Sala "Urban"

N

Progetto Antro 2.0 - 2015 G.P.S. - Un.Ex.

Fig. I.2. Rilievo in pianta del complesso (rilievo GPS/UNEX; elaborazione grafica AG). I.2 - Descrizione generale L’Antro delle gallerie si presenta come un intricato dedalo di gallerie, più o meno inclinate, poste su più livelli altimetrici (fig. I.2, I.3) e scavate, apparentemente, senza una impostazione predefinita. In realtà la struttura della cavità segue una ben precisa logica, ancora facilmente individuabile nonostante gli inevitabili crolli, le frane e i deterioramenti. Il complesso si articola e si sviluppa spazialmente in modo da diversificarsi a seconda dello scopo assegnato a ciascuna sua parte (fig. I.4, I.5). Sostanzialmente si identificano alcune parti destinate al trasporto di materiali e al collegamento tra zone diverse, siano esse completamente poste all’interno del complesso o poste in collegamento con l’esterno (gallerie di carreggio), e si riconoscono delle zone esclusivamente dedicate alla coltivazione mineraria che si sviluppano seguendo la vena minerale. Tali diverse parti, sviluppate su vari livelli altimetrici, risultano collegate tra loro da pozzi per il trasporto di materiali, mezzi di lavoro e persone.

I.3 - Gallerie di carreggio Sono le gallerie più specificatamente dedicate al collegamento tra le diverse zone di coltivazione e al trasporto del materiale scavato fino all’esterno. Si caratterizzano per la tipica sezione ‘ogivale tronca’ mediamente costante lungo l’intero sviluppo, con andamento lineare senza curve strette e avente una leggera pendenza. La regolarità della sezione delle gallerie di carreggio è tipica della modalità manuale di scavo effettuata con martello e scalpello immanicato. La funzionalità di trasporto, assegnata a tali gallerie, risulta evidente anche da particolarità di scavo finalizzate all’approntamento di sistemi di trasporto e in particolare al posizionamento di strutture lignee di attrezzmento destinate ad agevolare e guidare il movimento dei carrelli contenenti il materiale scavato da portare all’esterno. Nel complesso si conoscono due strutture percorribili dedicate al trasporto dei materiali e quindi riconosciute come ‘gallerie di carreggio’ ed una struttura, attualmente non più percorribile, di cui però si ha documentazione storica. Le prime due gallerie sono la ‘galleria principale’ e la ‘galleria allagata’ (vedere descrizione dettagliata nei capitoli specifici). La terza

2

Cap. I - Andamento generale e sviluppo del complesso

N

0

5

10 m

Cap. 412

580

570

560

550

540

530

520

20.4M.

Ingresso Agartha

547.5

Cap. 401

Ingresso principale

590

0.0M.

527.5

0 Ingresso inferiore -30.0M.

497.5

Urban1 -10.6M.

590

580

570

560

550

540

530

520

Fig. I.3. Posizione dell’Antro delle gallerie rispetto alla superficie (rilievo GPS/UNEX; elaborazione AG).

3

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. I.4. Rappresentazione del complesso e dei suoi ingressi con vista da est verso ovest (elaborazione grafica AG). La scala colori a sinistra indica le differenze altimetriche, in metri, rispetto l’‘ingresso principale’.

1

2

3

4

A

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

16.9M.

412

DA15 14.8M. DA14 14.6M.

DA12 14.5M.

DA13 14.6M.

N

DA5 13.0M. DA4 13.0M.

DA6 13.3M.

DA7 13. 5M.

L113 14.8M.

DA3 12. 7M.

DA8 14.6M.

411

DA11 12. 8M. DA10 13.9M.

13.8M.

DA1 12. 8M.

DA2 12. 7M.

DA9 14. 2M.

B

410

A-3 19. 1M.

L305

12.2M.

ingresso superiore 20.4M.

A-20 18.6M.

L3040

409 15.2M.

L304

A-2 18.3M.

A-1 17.8M.

L132 18. 3M.

A -4 19.2M.

L131 16. 5M.

L131-2 17.0M.

L317

L113 14.8M.

A-5 20.4M.

L133 18.6M.

L323 L303

L316

L101

L322

A-40 19.0M.

L130 14.1M.

L302

L134 18.7M.

L100 13.6M.

L321 L3210 L315 L3100

L306

C

L320

L301

DA2 12.7M.

L135

L314

0

5

18.3M. L318 407

L136

L312

17.6M.

408 12.7M.

L313 L319 L30600

L30602 L310

L300 L307

L114 15.9M.

L311

L110 13. 8M.

L138

14. 4M.

L113 14.8M. 406

15.8M. L137

L111 13.3M.

L309

L416

L418 L308 7.4M. L421

8. 0M. L417

405 405

L419 L413 11. 1M.

L410 L4170

L4110

16

8

L112

13.7M.

DA11

DA2

L117 12. 4M.

L115 12.5M.

L420

7

L411

19 20 18

21 L414

17

0- L116

404 L412 12. 2M.

L121

14 15

L116 12.8M.

6

13

D

2

10.2M.

11

L120

Gallerie di carreggio

5

L118

1

9

12

L415

3

L119

sfs4 11.2M. sf002b

10

4

L450

sf013

sf009b

403

?

sfs3

A

sfs2

sf013b sf003c

B

sf007

sf012

L453 L451

sfs1

sf010

sf011

L402

?

sf003

sf001

sf009

13.0M.

14.1M.

sf003b

sf002

sfs58.9M. sfs0 sf000 sfs21

sfs7

sf008

sf006

402

sfs6 Funghi3

sfs9 sfs8

11.8M.

L452

11.4M.

10.0M.

sfs10 5/A

?

E

401

Funghi1

sfs11

Trivio5

sfs22 401

B'

sf004b 11.4M.

B

sf004 11.2M.

4'

sfs23 11.3M.

sfs24

ts-a 4.1M.

400

10.1M. 1.4M.

c t1 3. 1M.

ts3-2 t s3-0 2.6M. 2.6M.

DF1 -1.5M.

ts3-4

ts3-0.1 2.5M. t s3-1 2. 7M.

t s3-3 2.8M.

SQ 7.6M.

ts -b

FQ -0.6M.

ts 3-2.2 2. 5M.

GL7 X-0.3M.

200 sfq08.2M. sfq1 8.2M. GL6 0.8M. FQ1 200x-1.0M. 200 1.2M.

D

sfs25 8.4M. 201 2050 2050

7.8M. 7.3M. sfs26 7.2M. 201

GL5 1.4M.

sfq2

ts-c

ts-d 4.2M.

E

202 8.2M.

sfq7

SL 8.1M.

3/2

GL1 4.8M.

sfq6

c

d

Q

sfs29

ts-f ts-8

b

2048

5.6M.

ts-e

GL2 4.4M.

ts-i

FQ3

-1.9M.

2046x ts-4 5.1M.

7.2M. C 308

KK

3/1

ts-l Trivio3 ts-3

C 307

VSB15 2.6M.

5.1M.

ts-5 ts-g ts-5 4.7M.

6.7M.

7.2M.

Trivio302

a

GL3 3.2M.

msa-7 sfs28

TrivioA

sfq5

sfq4 GL4 2.1M.

5.6M.

K

H

202

sfq3

2049

sfs27 ts3-1.2 2.6M.

Trivio4

F

msa-8

DF2 -2.1 M.

F

Aree di coltivazione

sf005 13.1M.

11.1M.

Funghi2

c t5 4. 1M.

ct4 3.9M.

2046

ts-2

ts-6

2047 2043 ts-001 7.9M.

203 203

sfs30

404103

S

D C

204 7.0M. msa-6

sfs33 sfs31 sfs32 5.2M. 3.4M. 4.4 M.

309A C309a

7.1M. VSB14

msa-4

6. 7M.

303

ms l-9 9.1M. msl -12 9. 1M.

Trivio2

ms l-10 8. 8M. msl-11 8.9M.

25 msa-2

205

4041/1

A ms l-7 11.8M.

204 msa-60

204/1 carreggio

10 cm 3 a terra

K

B C 309b

2/1

4.1M.

msa-5

ts-m 6.4M. ts-001 7.6M. Trabucco

5.8M.

C309 7.4M. B

C309(B)

24

23

302 8.6M.

N 8.8M.

8. 6M.

22

C308(A) Gamma Omega

msa-3

msa-10

msa-1

VSB13

21

Alfa

msl-6 10.4M.

2041

VSB 12 msl-8 8.7M.

19

304 7.5M.

VS B11

msa-9 8.6M.

Alf a

U 8.8M.

305 8. 3M.

3080

302

20

404101

4041/1

P 7.9M.

301

G012 Nerina03

6.2M.

VSB 6 0.1M.

C310

4.5M.

V SB10 -0. 7M.

G

ms l-2 8.2M.

VSB 3 1.6M.

18

G010

VSB 1 2.5M.

msa-10 8.6M.

17 7.2M. 351

ms l-0 7. 0M. VSB 7 -0.5M.

ms0060d

13 14

1308

G008

1309

N erina05 1305

G016 1306 352

12

1401

VS B18 -3.0M.

ms001

Nerina01

G015

1402

6.2M. VSB22 -5.4M.

11

Ner1

353

sor4 -8.4M.

D

8.5M. Nerina07

VSB20 -6.0M.

GRSC3 0.7M.

cc001 s os 6 -1. 0M.

A'

GRSC2 4.4M.

C

A''

Ner2

cc002

ms0060b

1307 N erina06

N erina04

14

VSB16 -2. 3M. VSB 17 -3.5M.

6.8M.

H

N erina02

15

-0.1M.

msl -5 10. 4M.

ms002

VSB21 -6.0M.

1301

16 VSB8

B'

VSB16 -2.3M.

ms003 6.6M. ms004

ms0060 ms005 ms006b ms0060c ms007

G009 G014

VSmsl-1B B9 -1.8M.

msl-1 8.1M. msl -10 7.9M.

ms008 6.2M.

ms009 4.3M.

1300

350

VSB 0 4. 2M.

VSB4 -0. 5M.

VSB5 -0.2M.

G011

C 300 s os 0 5. 1M.

VSB2 1. 4M.

ms l-3 9.1M.

msl -4 10. 0M.

E

380 3.3M.

10

7.8M.

sor3 -8.0M.

C607

ingresso principale

GRSC1 3.9M. B001y 3. 9M.

VSB19 -5.1M.

C606

Ner3 6.4M.

1403 s or2 -7. 8M.

cc003 4.5M.

9

C605

F

354

G007

8

G004

s or1 -8.4M.

C604

sor0 -8.8M.

B003

B004 -6. 1M.

355

-1. 8M.

C603

7-8

1404

C602

Ner5

B002 -0.5M.

7

4.8M.

G003

C601

C

359

B'' 361

6

B''

B001

4 A'''

356

367c

3

1

0

0.0 M.

0.0 M.

6-7

-9.4M.

1406

--11.1M. 11.1M. 357

3

5

362

G1

5

1405

0.0M.

I

2

G005 G006

360

F1'

1407 (B)

B0010

F1''

G000 2.9M.

5xx G002 4. 8M.

-1. 8M.

F1

1408 (C)

367b

G001

-11.1M.

358

-9.3M. 363

364 (H )

MG0 365 (G)

Tanica -6.0M. 358A

J

3.5M.

366 (E) 367a

-9.3M.

1409

GE5 -5.5M.

MG2 3.2M.

367 (D) -11.1M.

MG7 0.3M.

GE2 -5.1M.

MG6 1.0M.

MG5 1. 3M.

MG3 2. 9M.

GE1 -4.3M.

GE3 -5.5M.

MG4 3.8M.

frana

AB -3.5M.

368-11.1M. (C) -11.1M.

1410 - 4.0M.

K

AA AA -4.6M.

369 (B)

A ingresso inferiore -30.0 M.

6.3M.

369

-11.1M. -11.1M.

1411 1412 -11.1M.

1411 -4.9M. 1412 -8.9M.

370 (A)

u-01E -4. 0M.

1413-y -8. 9M. 1413-x -8.9M.

1413

1414 1415

370 -11.1M.

-11.1M.

1413-z -11.5M.

u-08 -6. 2M.

u-01D -4. 1M. u-08B -6.4M.

u-10 -6.1M. -6. 1M.

u-11 -5. 2M.

u-05 -7.0M.

u-09 -6. 1M.

u-01C2 -4.0M. u-01C -5. 0M. u-07 -7. 5M.

L

s bmarc o8 -7.7M.

sbmarco5 -7.8M. u-01B -5.9M.

u-01B2 -5.9M.

sbmarco6 -7. 1M.

sbmarco2 -7. 9M.

Urban10 Marc o0 -7. 2M. s bmarc o1 s bmarco0 -8. 9M. u-04 -7. 5M.

sbmarco4 -8.0M. sbmarco3 -8.7M.

u-01 -6. 0M.

s bmarc o7 -7. 2M.

u-00

Marco1 -9. 6M.

u-00 u-00B -6.4M. -6.9M. Marc o2 -11.8M.

u-06 -8. 2M.

Marco3 -12.1M.

Urban9 -9.8M. Urban8 -10.3M.

u-03 -8.4M. Urban7 -10.6M. u-02 -8.2M.

Marc o4 -12.4M. Urban6 -11.2M.

Urban5 -11. 5M.

M

Urban4 -11.3M.

Urban3 -8.6M.

Urban2 -8.6M.

LO VA 2001 Antro delle gallerie Urban0 -10. 9M.

(45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Urban1 -10. 6M.

Progetto Antro 2.0 - 2015 G.P.S. - Un.Ex.

Fig. I.5. Identificazione delle diverse parti funzionali sulla pianta del complesso (elaborazione grafica AG).

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10 m

Cap. I - Andamento generale e sviluppo del complesso galleria, attualmente non percorribile essendo stata interessata da importanti eventi franosi nel corso della sua esplorazione, è stata documentata dallo scopritore don Mario Frecchiami1 e si collegava all’esterno in un punto altimetricamente più basso di circa 30 m rispetto l’‘ingresso principale’, costituendo quindi l’ingresso attualmente documentato posto alla quota minore. La presenza di binari in legno costituenti gli elementi fissi del sistema di trasporto è documentata, in tutte le tre gallerie di carreggio, da ritrovamenti avvenuti durante le esplorazioni del secolo scorso. Le gallerie di carreggio, non essendo interessate da scavi e coltivazioni minerarie, hanno sezione di forma e dimensioni costanti

Il ‘pozzo del moro’ (foto I.2) permetteva il collegamento tra la ‘galleria allagata’ e le strutture che a questa facevano riferimento (parzialmente individuate, ma non esplorabili in quanto allagate e interessate da frane) e la galleria del ‘pozzo del moro’ che, conducendo al ‘quadrivio’ e quindi la ‘galleria principale’, consentiva di raggiungere l’ingresso principale e le strutture per la lavorazione del minerale estratto poste all’esterno. Il terzo pozzo, ‘pozzo della vaschetta’, si apriva verso la superficie o nelle sue immediate prossimità e doveva essere utilizzato sia per l’aerazione che per l’evacuazione dei materiali di scavo provenienti dalle gallerie limitrofe. I.5 - Zone di coltivazione mineraria Le zone oggetto di coltivazione mineraria sono quelle di lettura ed interpretazione più difficile e meno immediata essendo il risultato di lavori progressivi di scavo, sbancamenti ed alterazioni dovute a crolli che si sono succeduti nel tempo a partire dall’abbandono della struttura. Queste zone si articolano in una serie di scavi generalmente orientati da nord – est a sud – ovest con inclinazione media di circa 30° diretta verso sud – ovest, e si dirigono normalmente rispetto alla galleria di carreggio principale. Le zone individuate come oggetto di coltivazione mineraria sono la zona del ‘labirinto’, ed in particolare la cosiddetta ‘galleria terminale’, la zona dell’ ‘inferno’, il ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’

I.4 - Pozzi di collegamento Per consentire un agevole spostamento di materiali e persone tra zone poste a livelli molto diversi erano stati scavati dei pozzi verticali a sezione rettangolare di vari metri di altezza. In particolare abbiamo l’esempio del ‘pozzo quadro’, del ‘pozzo del moro’ e del ‘pozzo della vaschetta’. I primi due pozzi dovevano collegare livelli di scavo posti a quote diverse. Il ‘pozzo quadro’ (foto I.1) consentiva il collegamento tra la ‘galleria principale’ e i livelli inferiori non più accessibili.

1 Mario Frecchiami, Benigno Comolli O.S.B., La Badia di Ganna e l’Antro delle gallerie, 1962, pp. 40-44.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto I.1. ‘Pozzo quadro’ (foto AG).

Foto I.2. ‘Pozzo del moro’ (foto AG).

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CAPITOLO II TECNICA DI SCAVO E SCOPO DEL COMPLESSO

Foto II.1. Fronte di scavo realizzato con la tecnica a ‘gradini’, ‘galleria terminale’ (foto AG). II.1 - Tecnica di scavo Nell’Antro delle gallerie è possibile individuare la tecnica e le modalità di scavo osservandone i segni prodotti nella roccia. La modalità di scavo adottata è di tipo manuale, infatti non risultano punti del complesso in cui vi siano evidenze di escavazioni realizzate mediante l’impiego di esplosivi e non sono state individuate zone in cui si ravvisino inequivocabili segni di progressione eseguita con l’utilizzo del fuoco. La tecnica di avanzamento utilizzata risulta ben testimoniata dai numerosi ‘fronti di scavo’ cioè dalla parte frontale della galleria nel verso di avanzamento. La morfologia dei ‘fronti di scavo’ individuati e documentati riconduce alla tecnica di scavo a ‘gradini’, tipico di cunicoli scavati manualmente con attrezzi (scalpelli immanicati e martelline) diffusi ampiamente in Europa nei secoli XV e XVI, in rocce di non eccessiva durezza e divenuti nel tempo elementi iconografici del mestiere del minatore1.

Questa metodologia di avanzamento è documentato in varie miniere francesi2. Tale tecnica prevedeva l’avanzamento del cunicolo mediante lo scavo progressivo di profonde sezioni di limitata larghezza, i ‘gradini’ (foto II.1), e successivo distacco di ampie porzioni di roccia, operazione eventualmente agevolata dall’uso di cunei. Lo scavo di tali gradini doveva inoltre consentire di misurare l’entità dell’avanzamento. L’attacco alla parete rocciosa avveniva a partire da uno Normale Supérieure de Cachan, 1995. 2 Pierre Francis, Etude del l’évolution des techniques d’attaque de la roche dans le mines vosgiennes du XVI eau XVIIIe siècle, Méthodologie et résultats. Pierre Fluck, Sainte-Marie-Aux-mines, Les mines du reve, Les Editions du patrimoine minier, 2000. Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, in Archeologia delle attività estrattive e metallurgiche, V Ciclo di Lezioni sulla Ricerca applicata in Archeologia, a cura di Riccardo Francovich, 1991, p. 415.

1 Paul Benoit, La pointerolle, outil et symbole du métier de mineur, in Archives sensibles, image ed objects du monde industriel et ouvrier, Les Edition de l’Ecole

7

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto II.2. Incisione a forma di ‘*’ (foto AG). Nell’immagine sono indicati i segni delle scalpellature.

Foto II.3. Impronta della punta di uno scalpello (foto AG).

Foto II.4. Incavo destinato ad alloggiare il cuneo per distaccare porzioni di roccia (foto AG). La foto rappresenta la situazione precedente il distacco.

Foto II.5. Residuo dell’incavo per cuneo dopo il distacco della porzione di roccia (foto AG).

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso scavo concentrato in un punto, inizialmente secondo quattro direzioni mutuamente ortogonali (‘bouchon’), in modo da realizzare un incavo a forma piramidale da cui proseguire nell’azione di abbattimento della roccia. In vari punti della cavità, specialmente su specchi di faglia, si individuano dei piccoli segni a forma di ‘*’ che potrebbero essere dei marcatori per identificare i punti ove iniziare lo scavo di una nuova galleria (foto II.2). Durante l’avanzamento dell’escavazione gli utensili determinano delle evidenti tracce sulla roccia costituite da brevi solchi e, a volte, dall’impronta della punta (foto II.3). In prossimità di talune gallerie e di vari fronti di scavo si individuano degli incavi realizzati per distaccare, con un solo intervento di cunei in ferro, ampie porzioni di roccia. Tali incavi sono presenti nelle diverse fasi: sia prima dell’azione di distacco, con l’incavo ancora integro (foto II.4), sia successivamente quando, operato il distacco di parte della roccia tramite l’azione del cuneo, rimane sulla parete la testimonianza di tale operazione (foto II.5). L’operazione di scavo si completa con la finitura delle pareti e del soffitto delle gallerie, operazione che lascia delle tracce costituite da lunghi solchi paralleli di ridotta profondità che caratterizzano e rendono peculiare l’aspetto delle gallerie stesse. Sul soffitto si ha la presenza di lunghi segni rettilinei testimoni, anche in tal caso, dell’azione dello scalpello (foto II.6). Sulle pareti, invece, le tracce lasciate dall’azione degli scalpelli si presentano sovente con una forma curvilinea (foto II.7). L’andamento curvilineo delle tracce degli utensili sulle pareti consente di determinare, con un buon grado di attendibilità, il verso di scavo. In alcuni casi può presentarsi la situazione in cui il verso dello scavo risulti discorde rispetto a quello della finitura e tale condizione potrebbe essere spiegata dall’aver eseguito la finitura in tempi successivi. Le tracce di finitura consentono, inoltre, di ipotizzare la successione di scavo in presenza di biforcazioni della galleria, specialmente quando una galleria veniva abbandonata per motivi legati alla sua instabilità strutturale e ne era avviata una seconda a breve distanza, ma con direzione diversa. Tale sequenza di scavo risulta testimoniata dai segni di finitura sul soffitto che indicano chiaramente quale fosse la galleria scavata inizialmente. Risultano, invece, poco frequenti le tracce delle punte degli utensili. È stato comunque possibile identificare alcuni degli attrezzi utilizzati, principalmente sui fronti di scavo ove l’impronta della punta permane con più facilità. Ritrovamenti, effettuati nel corso degli anni sin dalle prime esplorazioni e variamente documentati, attestano l’uso di scalpelli immanicati con punta di forma piramidale. La descrizione dei vari utensili di scavo rinvenuti, nel corso degli anni, da alcuni vari esploratori e di cui si ha notizia, è presentata nei successivi capitoli. La modalità di avanzamento determinava, nel caso delle gallerie di carreggio, la costanza di forma e dimensione della sezione che pertanto, ben marcata e riconoscibile, consente di trovare ampie analogie in altri complessi minerari. Infatti, la caratteristica forma ‘ogivale tronca’, risulta ampiamente presente in miniere francesi e di area

germanica in epoca rinascimentale e nei documenti d’epoca3 tanto da costituire uno degli elementi distintivi degli scavi minerari di tale periodo. Nel caso di zone di esplorazione o coltivazione mineraria l’avanzamento risulta condizionato dalla giacitura degli strati mineralizzati, di conseguenza la sezione delle gallerie risultanti non è altrettanto regolare e costante. Lo scavo di una galleria avveniva affrontando la roccia, con le modalità descritte, da parte di un primo minatore che lavorava in posizione accovacciata realizzando così un tratto di galleria inizialmente di ridotta altezza. A breve distanza un secondo minatore procedeva ad abbassare il piano di calpestio della galleria ampliandone, così, l’altezza. Inoltre procedeva a regolarne la pendenza e rifinirne le pareti e la volta oltre che, ovviamente, occuparsi della prima evacuazione del materiale scavato dalla zona di avanzamento. Si determinava così, nelle gallerie in corso di scavo, una caratteristica conformazione con una sorta di gradino (‘sitzort’)4. Esempi di tali strutture sono individuabili nell’Antro delle gallerie in vari punti, come ad esempio nel primo cunicolo a destra che si apre di fronte ai ‘magazzini’, e nella ‘galleria terminale’. La tecnica di scavo, testimoniata dai numerosi e caratteristici ‘fronti di scavo’, dalla forma della sezione delle gallerie, dalle scalpellature presenti su pareti e soffitto, nonché dalla presenza di binari lignei sul pavimento, rimandano ad analoghi complessi minerari rinascimentali di area francese e germanica (foto II.8, II.9, II.10, II.11, II.12, II.13, II.14, II.15, II.16, II.17, II.18, II.19) ed al complesso documentale ed iconografico di tale periodo, relativamente alle tecniche di scavo minerario5 e permettono di ipotizzare per il complesso dell’Antro delle gallerie una realizzazione di epoca rinascimentale, almeno per la parte attualmente visibile e percorribile. II.2 - Organizzazione delle zone di coltivazione L’avanzamento all’interno degli strati di roccia contenenti il minerale da estrarre avveniva procedendo allo scavo di due gallerie (schema ‘A’ e ‘B’ in fig. II.1) sovrapposte, 3 Bruno Ancel, Archeologie souterraine et speleologie miniere, Galerie ogivale tronquée de la mine Eisenthür sur le filon St Louis au Neuenberg (vers 1555). Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, op. cit., p. 364. Bernard Bohly, Michel Eheret, Bourbach-le-Bas et les mines de fer des Vosges du sud, Edition Patrimoine minier, 1997, pp. 44. 4 Paul Benoit, Les techniques miniéres en France et dans l’empire aux XVe et XVIe siècles, in Journal des savants, 1988, pp. 75-118, p. 83. Michel Py, Saint-Barthelemy: un petite complexe minier exceptionnellement coinserve, in Pierres et terre N.34, Les Editions du Patrimoine minier, 2000, p. 23. 5 Heinrich Groff, La mine mode d’emploi, La rouge mine de Saincte Nicolas de la Croix, dessineé par Heinrich Groff, Ed. Decouvértes Gallimard albums, 1992. Schwazer Bergbuch, 1556. Georgius Agricola, De re metallica, Froben, Basel 1556.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto II.6. Tracce curvilinee lasciate dall’azione dello scalpello sulle pareti (foto AG).

Foto II.7. Tracce rettilinee parallele lasciate dall’azione dello scalpello sulla volta (foto AG).

Foto II.8. Antro delle gallerie, ‘diramazione dei fronti di scavo’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

Foto II.9. Antro delle gallerie, ‘salto in basso’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Foto II.10. Antro delle gallerie, ‘ramo degli gnomi’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

Foto II.11. Antro delle gallerie, ‘labirinto’: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

Foto II.12. Miniera del ‘Bottino’, rami di epoca Medicea: fronte di scavo con la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

Foto II.13. Miniera St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines: fronte di scavo la tecnica a ‘gradini’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) parallele e leggermente sfalsate tra loro in funzione dell’inclinazione della vena minerale in modo da corrispondere alla sua sezione verticale6. Al progredire dello scavo, nelle parti di galleria già realizzate, la sezione della stessa veniva ampliata in altezza fino a raggiungere la dimensione definitiva (schema ‘C’ in fig. II.2). Le due gallerie sovrapposte risultavano, quindi, separate da un setto di roccia (schema ‘D’ in fig. II.2) che successivamente veniva sbancato (schema ‘E’ ed ‘F’ in fig. II.3). Si veniva a costituire, pertanto, un cantiere di larghezza identica o appena superiore alla larghezza delle gallerie di partenza e un’altezza determinata dall’unione delle due gallerie citate. In tal modo si otteneva un ambiente, notevolmente esteso in direzione verticale, interamente sviluppato all’interno della vena minerale, col risultato di massimizzare il volume del materiale estratto conservando, al contempo, una buona stabilità strutturale del complesso a ragione della ridotta larghezza dello scavo. Simili strutture sono documentate in miniere rinascimentali7. Al procedere dello scavo ed in particolare al procedere dell’unione tra le gallerie sovrapposte, venivano attrezzate delle strutture di servizio ottenute incastrando dei travi di legno in incavi di forma quadrata scavati nelle due pareti in punti contrapposti ed aventi lo scopo sia di consolidamento strutturale del cantiere (particolarmente importante nel caso di scavo che procedesse nella stessa direzione di faglie o addirittura lungo di esse), sia di sostegno di piattaforme di appoggio per i minatori destinati allo scavo nelle parti più alte del cantiere8. A testimonianza dell’intero processo di scavo ed avanzamento descritto abbiamo: i fronti di scavo iniziali in posizione sovrapposta e lievemente sfalsata (foto II.18), abbiamo residui di setti di separazione tra le gallerie sovrapposte (foto 2II.19), gli incavi scavati nelle due pareti per alloggiare le strutture lignee di attrezzamento del cantiere (foto II.20), il risultato dell’unione delle due gallerie sovrapposte in parallelo (foto II.21). In tale ultimo caso si nota chiaramente il punto ove le due gallerie venivano congiunte abbattendo il setto divisorio e sovente in tal punto si notano residui del deposito detritico del pavimento della galleria superiore, cementato da fango e concrezioni calcaree (foto II.22). L’esistenza, rilevata in più punti del complesso, di residui detritici cementati da concrezioni e fango in

corrispondenza del punto di collegamento tra due gallerie sovrapposte parallele, suggerirebbe l’alternanza tra periodi di inutilizzo del complesso e periodi di ripresa dell’attività estrattiva: nei periodi di inutilizzo i detriti frutto dello scavo, giacenti sul pavimento delle gallerie, venivano col tempo cementati dal fango e da concrezioni calcaree, mentre, nei periodi di ripresa dell’attività estrattiva, i lavori di scavo proseguivano collegando tra loro le gallerie sovrapposte, ma lasciando alcuni detriti cementati nel punto di collegamento tra le due gallerie, a testimonianza del periodo di inattività (schema ‘F’ fig. II.3). L’organizzazione di base della coltivazione, basato sulla realizzazione di gallerie sovrapposte parallelamente e successivamente collegate, poteva essere replicato a quote superiori o inferiori. Per far ciò si collegava il nuovo cantiere al precedente tramite piccoli pozzetti verticali a sezione quadrata. Il nuovo cantiere poteva essere realizzato anche mediante lo scavo di analoghe strutture poste alla stessa quota ma parallele o leggermente angolate rispetto a quelle iniziali, collegandole ad esse tramite cunicoli orizzontali a sezione approssimativamente quadrata. In tal caso le dimensioni ridotte della sezione di tali cunicoli farebbero ipotizzare un transito solo occasionale e quindi una progressione sostanzialmente indipendente nella coltivazione dei due cantieri. La presenza di scanalature verticali (quasi a fungere da guida per delle paratoie) rilevate nelle pareti verticali all’estremità di molti di tali cunicoli, farebbe pensare o a delle opere di canalizzazione e regimentazione delle acque di percolazione raccolte all’interno dello scavo o addirittura a delle delimitazioni delle varie zone di coltivazione nel caso i proventi dello stesso fossero appannaggio di soggetti diversi e distinti. Partendo dalla struttura a gallerie sovrapposte e parallele il cantiere estrattivo spesso si sviluppava secondo la modalità a ‘gradoni’9. Tale organizzazione dello scavo viene adottata nelle zone di presumibile coltivazione della vena minerale, consentendo così di massimizzare l’asportazione di materiale senza realizzare vuoti di ampia estensione trasversale che sarebbero risultati altamente instabili, ma privilegiando, ove consentito dalla potenza della vena minerale, lo sviluppo in verticale e delegando alle varie gallerie divergenti laterali il compito di proseguire la coltivazione della vena in direzione trasversale. Le zone di vera e propria coltivazione mineraria sono individuabili in più parti ed in particolare: • nella galleria del ‘salto in basso’; • nella ‘galleria dell’ornato’; • nella ‘galleria terminale’ del labirinto. In altre parti del complesso, invece, l’avanzamento avviene con modalità lievemente diverse: si è realizzata una galleria con alcuni pozzetti verticali a sezione quadrata, scavati sulla volta ad intervalli regolari. Da tali pozzetti lo scavo prosegue in modo da aprire una seconda galleria, parallela e sovrapposta alla prima, normalmente avente sezione di dimensioni inferiori. Le due gallerie risultano così

6 Paul Benoit, Chapitre 2. Seconde moitié du XVe siècle: une mine moderne, in: La mine de Pampailly, XVe XVIIIe siècles, Brussieu, Rhône, fig. 25. Lyon, Alpara. 7 Pierre Fluck, Sainte-Marie-Aux-mines, Les mines du reve, Les Editions du Patrimoine minier, 2000. Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, op. cit. 8 Frederic Latasse, Stereogramme du puits boisé, in: Pierres et terre N.34, Les Editions du Patrimoine minier, 2000. Bernard Bohly, Michel Eheret, Bourbach-le-Bas et les mines de fer des Vosges du sud, pag. 63. Edition Patrimoine minier, 1997.

9 Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, op. cit., p. 363.

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Foto II.14. Antro delle gallerie, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG).

Foto II.15. Antro delle gallerie, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG).

Foto II.16. St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG).

Foto II.17. St. Louis Eisenthür a Sainte Marie aux mines, galleria a sezione ‘ogivale tronca’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) collegate ad intervalli regolari: la prima viene impiegata per il transito e la seconda risulta adibita a deposito di detriti sterili prodotti dallo scavo rendendola così non più percorribile. Col passare del tempo i detriti di scavo depositati nella gallerie superiore venivano cementati dal fango e dalle concrezioni. In alcuni punti tale riempimento di detriti è trattenuto da travetti di legno. Esempi di tale modalità di avanzamento dello scavo sono individuabili in vari punti: • nella ‘galleria verso il moro’; • nella galleria oltre il ‘pozzo del moro’; • nella ‘galleria del trivio’. Per quanto riguarda l’inizio dello scavo di un pozzetto verticale si hanno degli esempi nella galleria verso la ‘sala del grande muro a secco’ (foto II.23) e nel ‘pozzetto cieco’ che si dirige in verticale verso l’alto a partire dal ‘cunicolo allagato del trabucco’; per la successiva prosecuzione dello scavo di ulteriori gallerie orizzontali in due direzioni un esempio è sempre nella ‘sala del grande muro a secco’ (foto II.24).

le traversine di congiunzione e di sostegno presenti nelle gallerie di carreggio. In particolare è ben documentato il ritrovamento di una traversina in legno rinvenuta nella zona del ‘laghetto’ (fig. II.10). Al momento della scoperta tale traversina risultava larga 500 mm. Dalle foto dell’epoca e dal disegno eseguito al momento del rinvenimento da parte dello scopritore, si possono osservare i fori per il fissaggio dei binari, realizzati con ‘spine’ coniche in legno, ed una gola scavata al centro della traversina in modo da non ostacolare il passaggio del perno di guida del carrello. Tale traversina era, presumibilmente, dedicata alla congiunzione di due sezioni di binari. Altri tratti del sistema di trasporto sono stati rinvenuti nella ‘galleria allagata’11, in particolare: • una «travatura» con sezione di 8,5 cm X 4 cm dotata di un foro con una ‘spina’ di fissaggio di 13 mm di diametro medio; • un intero tratto di ‘binario’ formato da due assi dello stesso tipo del precedente, posti parallelamente in modo da lasciare tra loro uno spazio libero di 10 cm. Ulteriori reperti, riferibili al sistema di trasporto interno, sono stati rinvenuti nell’ingresso ‘inferiore’12 quando, durante le operazioni esplorative di scavo, vennero individuate due assi paralleli, ciascuno largo 9 cm e spesso 5 cm, posti ad una distanza di 3 cm circa, mantenuti in posizione da una traversina fissata agli assi con ‘spine’ a sezione circolare in legno.

II.3 - Sistema di trasporto dei materiali Il trasporto dei materiali scavati dalle zone di estrazione all’esterno avveniva utilizzando modalità diverse in funzione della posizione all’interno del complesso: dai vari punti di scavo nelle zone di coltivazione il materiale era trasportato a mano (fig. II.4), tramite secchi e contenitori di vario genere (fig. II.5, II.6), sino a punti di collegamento con strutture specializzate per il trasporto, quali pozzi interni e gallerie. Nei pozzi il materiale, sollevato tramite argani, giungeva alle gallerie di carreggio principali. In tali gallerie, specificatamente realizzate ed attrezzate per il trasporto, il materiale di scavo era caricato su carrelli e portato all’esterno. I carrelli, nelle vie di carreggio, si muovevano lungo sistemi di binari fissi (fig. II.7) costituiti da coppie di assi parallele in legno, aventi funzione di rotaie, uniti alle estremità a delle traversine in legno tramite delle ‘spine’ coniche in legno. Tali traversine di congiunzione erano inserite all’interno di alloggiamenti rettangolari scavati nel pavimento, risultando così solidamente bloccate. Oltre che alle estremità i binari risultavano sorretti e fissati trasversalmente per mezzo di piccole traversine di sostegno che venivano incastrate in appositi incavi alla base delle pareti delle gallerie. Il carrello era dotato di un perno centrale che, inserito nello spazio esistente tra le due rotaie, ne guidava la direzione durante il movimento (fig. II.8). Queste modalità di trasporto sono estesamente documentate in miniere di epoca rinascimentale10. Nell’Antro delle gallerie l’esistenza di questo tipo di sistema di trasporto è attestato principalmente da alcuni ritrovamenti di strutture lignee (tratti di rotaie e traversine), da componenti in ferro riferibili a carrelli e dai vari incavi di alloggiamento per

II.4 - Strutture tipiche Lo sviluppo ed organizzazione dello scavo, descritto precedentemente, trovano riscontro in una serie di strutture tipiche, presenti frequentemente nel sito, la cui funzione è legata o ad attività estrattive della specifica zona o sono collegate all’attrezzamento dello scavo oppure costituiscono testimonianza dell’attività di scavo. II.4a - Gallerie di carreggio e traverso banco Gallerie di sezione ‘ogivale tronca’, con ben evidenti i segni di scavo, presentano un andamento regolare e ben rifinito. Il pavimento era dotato di binari lignei per agevolare la percorrenza di carrelli per il trasporto di materiale del tipo descritto nel precedente paragrafo. Consentono di raggiungere diverse zone di coltivazione assumendo la funzione di galleria di ‘traverso-banco’. Nell’Antro delle gallerie sono riscontrabili vari esempi di gallerie con tale funzione. II.4b - Zone di coltivazione L’organizzazione della coltivazione, descritta nel precedente paragrafo, faceva sì che le zone di estrazione risultassero formate da gallerie parallele e sovrapposte scavate all’interno della vena da coltivare seguendone 11 Augusto Binda, Rinvenimento di manufatti lignei all’Antro delle Gallerie 2001 Lo (Varese), in Rassegna Speleologica Italiana, anno II, n° 1-2, 1950, pp. 76-77. 12 Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la Badia di Ganna, in Rivista Storica Varesina, fasc. VII, Varese 1962, p. 149.

10 Agricola Georgius, De re metallica’, op. cit. Heinrich Groff, La mine mode d’emploi, La rouge mine de Saincte Nicolas de la Croix, dessineé par Heinrich Groff, op. cit. Schwazer Bergbuch, op. cit.

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Fig. II.1. Schema di scavo: A. inizio scavo della roccia; B. scavo parallelo di due cunicoli sovrapposti (disegno AG).

Fig. II.2. Schema di scavo: C. inizio ampliamento verticale dei cunicoli; D. ampliamento ultimato (disegno AG).

Fig. II.3. Schema di scavo: E. inizio dello sbancamento del setto che divide le gallerie; F. risultato (disegno AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) l’inclinazione e successivamente unite mediante sbancamento del diaframma che le separava (fig. II.1, II.2, II.3). In alcuni casi, per ampliare il volume di materiale estratto, tale struttura era replicata lateralmente e collegandola alla prima tramite piccoli cunicoli ad andamento sub-orizzontale. La successione con cui veniva realizzato lo scavo è ricavabile dall’esame di strutture, nei diversi stati di avanzamento, presenti in più parti dell’Antro delle gallerie.

II.4f - Pozzi Sono strutture di dimensioni ben maggiori dei pozzetti precedentemente citati, e pertanto probabilmente destinati a supportare un flusso di materiali e persone ben superiore in quanto collegano in modo continuativo due livelli della miniera ed in particolare due gallerie di traverso banco. Sulle pareti e sul bordo superiore presentano incavi destinati ad accogliere, mantenendole in posizione, delle strutture lignee di attrezzamento utilizzate per il sollevamento dei carichi e per agevolare il movimento di uomini in spostamento tra i diversi livelli del complesso. Alla loro sommità si aprono dei vani adibiti a zone di servizio utilizzati per la manovra di argani per il recupero del materiale scavato e degli alloggiamenti per il fissaggio di tali strumenti di sollevamento (nella letteratura relativa all’archeologia mineraria definiti ‘hornstat’). Nel caso dell’Antro delle gallerie non si identificano, alla sommità dei pozzi, vani sicuramente ed inequivocabilmente dedicati a tale scopo. Occorre però osservare che le ridotte profondità di tali pozzi, specie a paragone di analoghe strutture minerarie di area franco-germanica, probabilmente rendevano non necessario realizzare strutture di sollevamento complesse, pertanto le ‘salette’ presenti alla sommità dei pozzi attualmente noti risultavano ampiamente sufficiente a supportare le attività di sollevamento dei materiali scavati ed il loro trasferimento alle gallerie collegate. In complessi minerari rinascimentali sono attestati pozzi, ben più profondi di quelli presenti nel complesso allo studio, con attrezzamenti lignei13 simili a quelli individuati nei pozzi dell’Antro delle gallerie.

II.4c - Cunicoli orizzontali di collegamento Sono cunicoli di ridotte dimensioni e normalmente a sezione rettangolare di lunghezza generalmente ridotta, che collegano due gallerie affiancate a breve distanza. II.4d - Pozzetti verticali di collegamento Hanno funzione analoga ai cunicoli orizzontali di collegamento, ma sono posti in verticale per collegare due gallerie parallele sovrapposte a livelli lievemente diversi. Presentano pianta rettangolare o approssimativamente quadrata. Si rilevano evidenze di tali strutture in più parti della cavità: in alcuni casi sono ben individuabili in altri meno essendo stati coinvolti nel tempo da fenomeni di erosione, concrezionamento o cedimento di alcune porzioni di roccia. Sulle pareti si riscontrano incavi di forma rettangolare scavati per alloggiare strutture lignee di sostegno e servizio. Sono collegati al resto della rete di gallerie da cunicoli a sezione rettangolare, normalmente posti negli angoli inferiori del pozzetto e all’estremità dello stesso. Esempi di tali strutture si riconoscono nei seguenti punti: • ‘galleria del moro’; • zona dei ‘magazzini’, galleria di sinistra per collegamento alla ‘galleria degli gnomi’; • ‘galleria principale’, collegamento con il laghetto; • zona del ‘labirinto’, ‘pozzetto delle pedarole’; • zona del ‘labirinto’, ‘pozzetto della ghigliottina’; • zona del ‘labirinto’, ‘pozzetto del labirinto’; • ‘sala del grande muro a secco’ con un inizio di scavo sul soffitto da cui parte un accenno di scavo di ulteriori gallerie.

II.4g - Muretti a secco e ‘ripiene’ Sono strutture poste ai lati di gallerie formate da muretti a secco composti da residui di materiale di scavo, tendenzialmente sterile, poste in zona di scavo in posizione tale da non ostacolare la prosecuzione del lavoro ed in modo da evitarne il trasporto verso l’esterno. Occorre distinguere le ripiene sicuramente realizzate nel corso dell’attività estrattiva all’interno della cavità dagli accumuli di materiali ricavati dalle disostruzioni realizzate negli ultimi decenni nel corso delle numerose esplorazioni che vi si sono succedute.

II.4e - Cunicoli verticali di collegamento Sono piccoli e brevi cunicoli, normalmente a sezione approssimativamente rettangolare, posti in successione a distanza di alcuni metri l’uno dall’altro, che collegano una galleria principale con una stretta galleria secondaria, posta parallelamente a livello superiore, apparentemente dedicata al deposito di materiale sterile residuo dello scavo. Si differenziano dai ‘pozzetti verticali’ per le dimensioni estremamente ridotte, per la sezione rettangolare solo abbozzata, per l’assenza di segni che facciano pensare a strutture lignee di attrezzamento. Tali differenze ne fanno quindi ipotizzare una diversa funzionalità. Come detto esempi di tali strutture si riscontrano principalmente: • nella galleria verso il ‘pozzo del moro’; • nella galleria del ‘trivio’; • in alcuni tratti della ‘galleria principale’.

II.4h - Scanalature verticali Sono dei lunghi incavi verticali presenti, con una certa frequenza, nei cunicoli di collegamento orizzontale tra due gallerie e normalmente nella parte iniziale. La presenza di tali scanalature farebbero pensare a delle sorte di guide per alloggiare una paratoia mobile verticale di cui non è chiaro lo scopo (foto II.26). Le scanalature, nella generalità dei casi, sono state scavate dal pavimento sino a coprire solo parte dell’altezza del cunicolo e, in altri casi, si prolungano fino al soffitto del cunicolo ove lo scavo assume la forma di un appoggio per eventuali chiusure.

13 Pierre Fluck Pierre, Sainte-Marie-Aux-mines, Les mines du reve, op. cit., p. 93.

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Foto II.18. Fronti di scavo iniziali in posizione sovrapposta e lievemente sfalsata (foto AG).

Foto II.19. Residui di setti di separazione tra le gallerie sovrapposte (foto AG).

Foto II.20. Incavi scavati nelle due pareti per alloggiare le strutture lignee di attrezzaggio del cantiere (foto AG).

Foto II.21. Risultato dell’unione delle due gallerie sovrapposte in parallelo (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto II.22. Residui dei detriti di scavo della galleria superiore, cementato da concrezioni calcaree (foto AG).

Foto II.23. Inizio dello scavo di un pozzetto verticale sul soffitto, ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG).

Foto II.24. Prosecuzione dello scavo in due direzioni, ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG).

Foto II.25. Cunicolo di collegamento tra due gallerie affiancate a breve distanza (foto AG).

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Fig. II.4. Trasporto manuale del materiale scavato tramite secchi (Groff Heinrich, La mine mode d’emploi, op. cit.).

Fig. II.5. Contenitori per il trasporto del materiale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., capitolo VI).

Fig. II.6. Contenitori per il trasporto del materiale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., capitolo VI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. II.7. Carico dei carrelli di trasporto (Groff Heinrich, La mine mode d’emploi, op., cit.).

Fig. II.8. Carrello per il trasporto dei materiali scavati (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit. capitolo VI).

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Fig. II.9. Carrello per il trasporto dei materiali scavati (Schwarzerberbuch).

Fig. II.10. Traversina di sostegno e congiunzione per binari lignei rinvenuta nella zona del ‘laghetto’ (disegno AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) potrebbe far pensare ad un appoggio per puntelli di sostegno di parte del soffitto della sala.

II.4i - Scanalature orizzontali Il complesso minerario presenta in più settori delle strutture scavate che sembrerebbero destinate alla regimazione delle acque d’infiltrazione. Si tratta di specie di cornici che chiudono a volte piccole depressioni del pavimento, altre volte vere e proprie vaschette con al centro un piccolo canale scavato. Tali strutture sembrerebbero aver la funzione di ‘troppo pieno’, destinato a concentrare il flusso dell’acqua raccolta a monte in un unico punto per poi canalizzarlo in punti adatti a non interferire con le operazioni di scavo. Non si ha evidenza della presenza di eventuali strutture aggiuntive di canalizzazione quali canalette in legno o tubazioni in terracotta. Tali strutture sono spesso difficilmente individuabili a causa di detriti e depositi di fango; alcuni esempi sono: • la ‘vaschetta’ della zona dei ‘magazzini’; • il gradino del ‘salto in basso’, poco sotto l’‘altare’; • il punto terminale del cunicolo che proviene dalla galleria inferiore del ‘salto in basso’ e si collega alla ‘galleria dell’ornato’; • la parte di cunicolo che separa il ‘sasso con foro’ dai gradini di collegamento alla ‘galleria allagata’; • il ‘ramo degli gnomi’ in corrispondenza del primo pozzo interrato.

II.4m - Incavi nelle pareti di forma quadrangolare Nelle pareti delle gallerie e delle zone di coltivazione si notano frequentemente alcuni scavi che, a seconda del loro posizionamento, assolvevano a due funzioni: • fissaggio di puntelli in legno per il sostegno e consolidamento di pareti a rischio crollo (specie a causa di faglie); • alloggiamento di travetti di sostegno per strutture di attrezzamento dei cantieri di scavo e dei pozzi. Nel primo caso spesso agli incavi di forma quadrangolare corrisponde nella parete opposta un incavo a ‘scivolo’ destinato ad inserire, forzandolo a contrasto, un travetto di legno quale rinforzo di parti della parete dello scavo indebolita per la presenza di discontinuità nella struttura della roccia (foto II.27, II.28). Esempi si rilevano un po’ ovunque nel complesso, specie in zone ove la presenza di faglie parallele alla direzione di scavo rendeva le pareti più soggette a crolli parziali. Nel secondo caso si hanno incavi simili a quelli destinati ad alloggiare dei puntelli, ma a cui corrispondono sulla parete opposta incavi della stessa morfologia e dimensione. La disposizione di tali incavi è tale da farne ipotizzare l’utilizzo quale punti di fissaggio di semplici strutture lignee destinate a supportare delle piattaforme di appoggio per i minatori impegnati nelle attività di scavo o per sostenere strutture utilizzate per la risalita di persone e di materiali. Esempi si evidenziano sia in corrispondenza delle principali zone di coltivazione ove verosimilmente erano state realizzate delle strutture lignee con piattaforme poste a vari livelli tali da consentire di scavare la vena minerale nella sua intera potenza, sia sulle pareti di alcuni pozzi (‘pozzo del moro’, ‘pozzetto delle pedarole’, ‘pozzo della vaschetta’, etc.) per attrezzarli con scale e piccole piattaforme. Strutture similari, anche se ben più complesse sono documentate in miniere rinascimentali dell’area alsaziana15.

II.4j - Incavi sul pavimento ed alla base delle pareti adiacenti Si tratta di incavi, scavati sul pavimento e alla base delle pareti delle gallerie di carreggio, destinati ad alloggiare, rispettivamente, le traversine di giunzione e di sostegno dei binari lignei citate in precedenza. Elementi simili, con strutture lignee ancora in situ, sono presenti in miniere rinascimentali alsaziane14. II.4k - Gradini All’interno della cavità si nota in più punti la presenza di gradini o di strutture similari aventi lo scopo di agevolare il transito. Nel cunicolo del ‘laghetto’ la presenza di diversi gradini è molto evidente e netta. In altri punti del complesso si rilevano strutture in qualche modo riconducibili a gradini, in particolare: • nella ‘galleria del moro’ al caposaldo 1410; • nel collegamento tra ‘galleria laterale del muro a secco’ e galleria superiore alla principale; • nel tratto di collegamento tra la ‘galleria dell’ornato’ e la ‘galleria allagata’; • nella saletta antistante il ‘pozzo del moro’; • nel ‘cunicolo by-pass del moro’.

II.4n - Scanalatura a canaletta In un punto della cavità, nel ‘cunicolo by-pass del moro’, si osserva sul pavimento una incisione laterale, una sorta di ‘canaletta’, che percorre il cunicolo per tutta la lunghezza. Non è chiaro lo scopo di tale struttura che non sembrerebbe destinata a scopi di regimentazione idraulica anche in considerazione del fatto che presenta un andamento altimetrico assolutamente irregolare e non costante. II.4o - Soffitto a gradoni In alcune gallerie, nelle zone di coltivazione, il soffitto si presenta scavato a ‘gradoni’. Tale conformazione potrebbe essere il risultato di una della modalità di abbattimento

II.4l - Incavi a lato gradini nella sala sotto il ‘pozzo quadro’ Al termine del cunicolo del ‘laghetto’, sullo spigolo formato dalle pareti del cunicolo e la parete della sala al fondo del ‘pozzo quadro’, si osservano degli incavi disposti a distanza regolare e con una forma sostanzialmente diversa da qualsiasi altro incavo presente nella cavità. Un’ipotesi

15 Bruno Goergler, Sainte-Marie-aux-mines: travaux de recherches au Brunnengraben et au Haut de Ribeauville, in Pierres et terre N.34, Les Editions du Patrimoine minier, 2000, p. 84.

14 Bernard Bohly, Michel Eheret, Bourbach-le-Bas et les mines de fer des Vosges du sud, op. cit., p. 47, p. 60.

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso del materiale nella zona di coltivazione correntemente utilizzata in varie miniere e ben documentata in strutture di epoca rinascimentale; un esempio di questa modalità di scavo si osserva nella ‘galleria dell’ornato’.

Chiusarella e la Martica, dove esisteva «unam venam ex qua extraitur aurum, argentum et plumbum»18. C’era anche una tradizione locale, riportata da Amoretti19: «Lungo questa (Valganna) i colli occidentali sono traforati da antiche lunghissime gallerie. V’è tradizione che sen cavasse oro; ma chi le ha visitate vi ha trovato piuttosto indizi di piombo…ivi pure trovasi dell’arena quarzosa finissima indurata in sasso (grés dei Francesi)». Probabilmente la tradizione era nata perché le gallerie del complesso ipogeo avevano da tempo suscitato interrogativi e perplessità. L’ipotesi che l’oggetto dell’estrazione possa essere metalli ferrosi viene accennata da Uggeri quando osserva che la cavità sia stata scavata entro strati di siderite20.

II.4p - Gallerie ribassate In alcuni casi di notano delle gallerie che, specialmente nelle porzioni terminali, da un certo punto presentano un netto ribassamento dell’altezza per proseguire successivamente ad altezza costante fino al fronte di scavo (foto II.29). Il passaggio tra le due sezioni di gallerie è nettamente marcato da una specie di ‘gradino’ posto nella porzione superiore della galleria. II.5 - Scopo del complesso Nel corso degli anni sono state avanzate varie ipotesi sullo scopo di tale complesso: • sistema difensivo (differenti ipotesi: romano, celta, altro); • necropoli; • cava sotterranea di materiale lapideo per edilizia; • miniera - di ferro; - di arenaria; - di materiali preziosi; - generica. Alcune ipotesi (sistema difensivo, necropoli) furono avanzate senza molta convinzione da parte degli stessi autori, che ne avevano contemporaneamente individuato gli aspetti critici. Altre ipotesi, invece, furono sostenute con molta convinzione, come per esempio nel caso dell’ipotesi di utilizzo come cava di materiale per l’edilizia, sostenuta da parte di padre Frecchiami, o furono formulate basandosi su elementi più concreti, come nel caso dell’ipotesi avanzata da Renato Banti16 che, sulla base di analisi chimiche condotte su campioni prelevati nella cavità, ha suggerito che lo scopo dell’attività estrattiva fosse l’arenaria quarzifera che avrebbe alimentato una serie di attività industriali della zona, dalle vetrerie all’industria ceramica. L’ipotesi che l’Antro delle gallerie possa essere stata una miniera di metalli anche preziosi venne esaminata nel 1947 durante i sopralluoghi, menzionati da Sommaruga17, condotti da tecnici minerari e geologi, ma si basa anche su dati storici. Infatti l’ipotesi di una vena aurifera nella zona risale a qualche secolo precedente ed è documentata in una controversia del 1555 tra la comunità di Induno e un certo Orrigoni, arbitri il nobile Francesco Mozzoni di Bisuschio ed il Marchese Medici, a riguardo di un affitto novennale, per l’estrazione di minerali, dei monti compresi tra il

II.6 - Ipotesi elaborata a seguito dello studio Lo studio condotto nel corso degli ultimi anni ha evidenziato come le zone di coltivazione del complesso si sviluppino all’interno di strati formati da ricchi agglomerati di quarzo in una matrice di arenaria quarzifera. D’altro canto non si ha evidenza della presenza di altri minerali in quantità tali da poterli tenere in considerazione quale scopo dell’attività estrattiva. In alcune zone si individuano delle ‘lenti’ di limonite, in alcune gallerie (ad esempio la ‘galleria del moro’) sono state identificate delle concrezioni di goethite e in altre parti, all’interno dei depositi di materiale di risulta dello scavo, sono rinvenuto dei campioni di materiale con contenuto tipo ferroso ma nulla di più. Pertanto risulta ragionevole individuare nell’arenaria quarzifera e negli agglomerati di quarzo la ragione dell’attività estrattiva. L’utilizzo di tale materiale in epoca rinascimentale era principalmente legato alla produzione vetraria in area lombarda e nella repubblica di Venezia per la realizzazione di manufatti di pregio per il vetro incolore che se ne otteneva. Come materia prima, in particolare quale vetrificante, venivano utilizzati dei ciottoli di arenaria quarzifera, chiamati ‘cogoli’ nei documenti veneziani, derivanti da metamorfismo di arenarie e composti quasi unicamente da quarzo.

18 Arch. Cicogna di Bisuschio e Arch. Stato di Milano Commercio, P. Antica n. 210. Il documento è segnalato da L. Giampaolo (Giampaolo, 1971). 19 Carlo Amoretti, Viaggio ai tre laghi – Maggiore, di Lugano e di Como e ne’ li monti che li circondano, 1817, capo XIV. 20 Alessandro Uggeri, Inquadramento geologico, in Amedeo Gambini, Antro delle Gallerie, lo stato delle conoscenze, in Atti I Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo: Bolsena 8-11 Dicembre 2005. Archeologia del Sottosuolo: Metodologie a Confronto, Vol. 2, Hypogean Archaeology N. 2, BAR International Series 1611, Oxford 2007, pp. 468-469.

16 Renato Banti, Fabio Tonali, Antro delle gallerie: nuove ricerche (2001 odissea nello spazio), Atti del XVI congresso nazionale di speleologia, Udine 1990, Le Grotte d’Italia, Istituto Italiano di Speleologia, S.S.I., serie 4°, vol. XV 1990/91, Udine 1993, pp. 161-172. 17 Claudio Sommaruga, Le ultime ricerche del Gruppo Grotte Milano e le attuali conoscenze speleoarcheologiche nella Provincia di Varese, in Estratto dalla Rassegna storica del seprio, Anno 1948 Fasc.VIII, p. 13.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto II.26. Incavi scavati verticalmente sulle pareti quali guide per paratoie mobili (foto AG).

Foto II.27. Incavo di forma quadrangolare per alloggio di un travetto di legno quale rinforzo (foto AG).

Foto II.28. Incavo destinato a forzare, incastrandolo a ‘scivolo’, il travetto di rinforzo (foto AG).

Foto II.29. Galleria con evidente e repentino abbassamento della volta nella parte terminale (foto AG).

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Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso Essi venivano prelevati, ‘pescandoli’, dall’alveo del fiume Ticino o dell’Adda21. Tale materia prima, oggetto di accordi commerciali di esclusiva, era sottoposta a una prima impegnativa frantumazione in mulini appositi e poi veniva avviata alle successive fasi di lavorazione. Il processo di trasformazione relativo a tale materiale risulta ben documentato (Agricola, De Re Metallica; Biringuccio, De la pirotechnia). L’operazione di frantumazione preliminare dei ‘cogoli’, che veniva effettuata con impianti denominati ‘pestrini’ nella repubblica di Venezia, risultava discretamente onerosa tanto da determinare una continua ricerca, da parte di mastri vetrai ed imprenditori, di impianti sempre più efficienti ed economici22. Già nel tardo XV secolo compaiono diverse macchine destinate a triturare i ‘cogoli’ che alimentano le vetrerie muranesi23. Il costo dell’operazione di macinatura unitamente alle spese d’investimento per impianti più efficienti risultava spesso non sostenibile dai mastri vetrai muranesi. Tale situazione aveva comportato, da un lato, sia il rivolgersi ad imprenditori esterni che si occupassero della macinatura dei ‘cogoli’, sia alla realizzazione di macchinari ancora più efficienti e meno costosi nella gestione, e dall’altro lato, la ricerca di alternative all’intera operazione di macinatura. Si ha infatti documentazione di estrazioni mirate da filoni quarziferi in alternativa alla raccolta di ciottoli di quarziti24 e più genericamente si ha documentazione della sostituzione dei ‘cogoli’ di fiume con ‘sabbie’ sin dal 1586 quando un vetraio muranese, tale Sebastiano Miotti, fu autorizzato ad importare da ‘ponente’ una ‘sabbia’ che a suo giudizio avrebbe consentito notevole riduzione dei costi necessari alla frantumazione dei ciottoli di fiume25. Considerando che: • l’industria vetraria muranese necessitava di materia prima particolarmente pregiata per la produzione di manufatti di alta qualità;



tale materia prima era stata individuata nei ‘cogoli’ del fiume Ticino; • la ricerca di maggior economicità nella preparazione di tale materia prima aveva portato alla ricerca di varie alternative tecniche e organizzative; risulta plausibile che in area lombarda, ove avveniva l’approvvigionamento della materia prima e dove risultano documentati impianti di macinatura dei ‘cogoli’ destinati ad alimentare l’industria vetraria muranese, possa essersi sviluppata anche la ricerca della terza alternativa, vale a dire l’utilizzo di detriti di scavo e sabbie provenienti da filoni di arenaria quarzifera. Quindi riteniamo che si possa ragionevolmente avanzare l’ipotesi sull’utilizzo dell’Antro delle gallerie quale luogo di estrazione di arenarie quarzifere ed agglomerati di quarzo puro per l’industria vetraria: il materiale scavato avrebbe avuto una struttura già pronta ad essere direttamente utilizzata nelle successive operazioni di produzione del vetro senza procedere ad ulteriore onerosa frantumazione. Infatti il risultato dello scavo si presenta come un insieme di consistenza quasi sabbiosa con detriti di arenaria quarzifera di piccola pezzatura ed agglomerati sferoidali di quarzo aventi dimensioni non superiori ai 2 o 3 cm di diametro medio. Una parte di quanto estratto potrebbe essere anche stato utilizzato come vetrificante per ceramiche da mensa, attività presente nell’area. Riteniamo che occasionalmente, come ‘sottoprodotto’ dello scavo, del materiale di pezzatura adeguata possa essere stato impiegato in edilizia nella zona. Tale ipotesi risulta quindi concorde con le ipotesi analoghe che erano state avanzate in precedenza da vari ricercatori che si erano interessati a tale complesso nel corso delle prime esplorazioni e, più recentemente ed in modo più sistematico, da Renato Banti26. L’Antro delle gallerie, quindi, sarebbe stato un complesso minerario scavato in epoca rinascimentale, almeno per la parte attualmente visibile e percorribile, destinato all’estrazione di materia prima per l’industria vetraria alternativa alla più diffusa ‘pesca dei cogoli’ vincolata rigidamente a concessioni ducali e vincolanti accordi commerciali. Gli eventi storici collegati alle contese per il dominio di Milano e relativo territorio, che hanno interessato la Valganna a partire dall’inizio del 1500 e ne hanno pesantemente coinvolto le attività produttive, hanno probabilmente determinato l’abbandono e, successivamente l’oblio, di tale struttura mineraria, mentre in altri complessi minerari della zona, come la miniera della Valvassera, estraendosi minerali preziosi l’attività sarebbe proseguita sino ai giorni nostri.

21 Stefano Nepoti, Dati sulla produzione medioevale del vetro nell’area padana centrale. p. 117, in: Atti del Convegno Internazionale, ‘L’attività vetraria medievale in Valdelsa e il problema della produzione preindustriale del vetro: esperienze a confronto’, All’insegna del Giglio, 1990. 22 Francesca Trivellato, Fondamenta dei vetrai – Lavoro, tecnologia e mercato a Venezia tra il sei ed settecento, Donzelli editore. Roma 2000. 23 nel 1586 venne accordato un ‘privilegio trentennale’ ad ‘Iseppo de Santo da Feltre’ per un apparato che consentiva maggior facilità operativa e risparmio di gestione (A.S.V. Senato terra, reg. 43, cc. 141v-142; filza 34). Analogamente ad ‘Antonio indorador a San Lio’ venne riconosciuta la paternità dell’invenzione di un impianto macinatore che comportava una minor costo di gestione ottenendone l’esclusiva decennale. (A.S.V. , Provveditori di comun. B. 18, vol. 1598-99, c. 45v). 24 Aurora Cagnana, Archeologia dei materiali da costruzione, Ed. Società archeologica. 2001, Cap. V., p. 178. 25 A.S.V. Senato terra, reg. 56, c. 179; filza 97.

26 Renato Banti, Fabio Tonali, Antro delle Gallerie: nuove ricerche (2001 Odissea nello Spazio), op. cit.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. II.11. Avanzamento dello scavo di una galleria su due livelli, ‘sitzort’ (disegno AG). Lo scavo era realizzato da due minatori: il primo avanzava scavando un basso cunicolo ed il secondo lo completava.

Fig. II.12. Collegamento tra due gallerie parallele tramite piccoli gradini (disegno AG). Il collegamento iniziava da un’apertura laterale in basso sulla parete seguita da alcuni gradini e da un breve diverticolo.

Fig. II.13. Ricostruzione del sistema di binari in legno del sistema di trasporto dei materiali scavati (disegno AG). Sistema composto da: (A) rotaie costituite da assi paralleli sui quali poggiavano le ruote dei carrelli, (B) alcune traversine utilizzate per congiungere i diversi tratti di binari, (C) altre traversine necessarie per il sostegno e il fissaggio laterale dei binari. Le dimensioni utilizzate nella ricostruzione sono state desunte da quelle dei reperti rinvenuti in loco.

26

16 5.62M.

15 5.23M.

in tale sezione della galleria gli alloggiamenti per le traversine non sono chiaramente identificabili a causa degli interventi operati, dopo la scoperta, per rimuovere la presunta scritta etrusca

17 5.76M.

planimetria della porzione di 'galleria principale' con la ricostruzione dei binari

12 4.64M.

11 3.96M.

17 5.76M.

10 3.05M.

9 2.48M.

16 5.62M.

8 2.6M.

15 5.23M.

7 1.21M.

planimetria della porzione di 'galleria principale' con le posizioni degli incavi sul pavimento

6 1.04M.

12 4.64M.

11 3.96M.

10 3.05M.

27

9 2.48M.

presumibile profilo della parete prima dell'asportazione della scritta

5m

8 2.6M.

7 1.21M.

6 1.04M.

gli incavi per le traversine di sostegno, alla base delle pareti, sono distanziate mediamente di 40 cm

parete dalla quale q stata asportata la presunta scritta etrusca

0

N

Cap. II - Tecnica di scavo e scopo del complesso

Fig. II.14. Ricostruzione del sistema di binari in legno posizionati nella ‘galleria principale’ (disegno AG). La ricostruzione è stata realizzata a seguito dell’osservazione e del posizionamento sulla planimetria degli incavi del pavimento destinati alle traversine di giunzione, ed agli incavi presenti alla base delle pareti destinati ad alloggiare le traversine di sostegno.

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. II.15. Schema del sistema di congiunzione dei binari del sistema di trasporto (disegno AG). Binari (A); Traversina di congiunzione dei binari (B); traversina di sostegno dei binari (C); spine in legno per il fissaggio dei binari sulla traversina di congiunzione (D).

Fig. II.16. Inserimento tra due pareti di un ‘puntello’ (disegno AG). Si utilizza un travetto in legno inserendolo nell’incavo a sezione quadrata scavato in una parete e forzandone l’altra estremità all’interno di una scanalatura predisposta nella parete opposta, sino a raggiungere la posizione finale in cui il travetto esercita una pressione sulle parete tale da aumentarne la stabilità.

Fig. II.17. Possibile utilizzo delle scanalature verticali presenti in alcune gallerie (disegno AG). Le scanalature verticali realizzate in corrispondenza del piano pavimentale potevano servire all’inserimento di tavole di legno in funzione di paratoie. In tal modo si realizzava una chiusura mobile destinata, probabilmente a regolare il flusso interno dell’acqua di percolazione.

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CAPITOLO III LA ‘GALLERIA PRINCIPALE’

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A

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Cap. 412

N

B 0

5

10 m

C D E

TAV. III TAV. II

Cap. 401

F

TAV. I G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. III.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). III.1 - La ‘galleria principale’ III.1a - Descrizione Dall’ingresso dell’Antro delle gallerie si accede immediatamente alla ‘galleria principale’, questa collega direttamente o indirettamente tutte le zone percorribili del complesso ipogeo con l’ambiente esterno. Tale ingresso è stato il primo scoperto ed è uno dei due attualmente accessibili mentre l’altro, posto ad una quota superiore, è stato nuovamente reso praticabile nel corso del progetto «Progetto Antro 2.0». Si ha inoltre documentazione di un terzo ingresso posto ad una quota inferiore ma attualmente è inaccessibile e non risulta individuabile dall’esterno. Dell’esistenza di altri possibili ingressi e collegamenti con l’esterno si hanno solo ipotesi basate su indizi rilevabili all’esterno.

III.1). L’affioramento roccioso in cui si apre l’ingresso presenta una stratificazione di arenaria con inclusioni di piccoli cristalli di quarzo approssimativamente sferici (foto III.2). A lato dell’ingresso, a circa 2 m sulla destra, si nota un gradino roccioso con tracce di scalpellature (foto III.3). Appena superato l’ingresso (Tav. I) la parete risulta modellata in modo da realizzare una battuta per una porta di chiusura (foto III.4) e, sulla parete opposta, la presenza di fori ciechi farebbero pensare agli alloggi per dei chiavistelli. Nei primi metri dall’ingresso si incontrano una nicchia a destra e di fronte ad essa un piccolo vano. A circa 12 m dall’ingresso, sul lato destro della galleria, vi sono due nicchie con degli incavi orizzontali scavati nella roccia che formano degli alloggiamenti per un piano d’appoggio; sul lato sinistro, invece, la galleria presenta un allargamento tale da creare un vano, la ‘sala della carriola’, che presenta su una parte del soffitto e su una parete degli incavi e delle scalpellature presumibilmente destinati a essere dei punti di appoggio per delle strutture di legno mobili, attualmente mancanti. Superata la ‘sala della carriola’ la galleria riprende la sua

L’ingresso prefigura la sezione ‘ogivale tronca’ che si conserva lungo l’intero percorso della ‘galleria principale’, si apre alla fine di una breve trincea scavata nella terra e si presenta con una specie di ‘architrave naturale’ sulla sommità. Su tale architrave si nota la sigla ‘MP’ incisa da uno dei primi esploratori storici: Piero Massari (foto

29

Tav. I. La ‘galleria principale’: dall’ingresso al ‘quadrivio’ (rilievo GPS/UNEX).

30

Sez.13

Sez.8

22 6.57M.

Sez.12

Sez. 18

Sez. 19

Sez. 20

Sez. 21

Sez. 22

Sez. 17

Sez.11

Sez.10

Sez.9

quadrivio

Sez. 14

Sez. 15

Sez. 16

sala della frana

Sez. 11

Sez.7

Sez. 12

Sez. 13

11 3.96M.

Sez. 10 Sez. 8 magazzini

607 3.7M.

ramo degli gnomi

vaschetta

Sez. 7

Sez. 9

galleria principale

Sez. 6

Sez.6

Sez. 5

sala della carriola

Sez.5

Sez. 4

Sez.4

Sez. 3

Sez.3

Sez. 2

galleria principale

Sez.2

0

Sez. 1

ingresso principale

Sez.1

N

5m

0 0.0M.

TAV. I

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

31

Sez.24

Sez.18

Sez.25

Sez.19

Sez.20

200 8.22M.

Sez.26

cunicolo allagato del trabucco

pozzo quadro

Sez. 35

Sez.23

Sez. 34

Sez.17

Sez. 33

Sez.22

400 8.8M.

Tav. II. La ‘galleria principale’: dal ‘quadrivio’ al ‘pozzo quadro’ (rilievo GPS/UNEX). Sez.15

Sez.21

Sez. 30

camera del trabucco

Sez. 31

Sez. 32

Sez.14

Sez. 28

Sez. 29

trivio

204 7.00M.

laghetto

Sez. 27

sorgente

sala del grande muro a secco

Sez. 26

galleria del trivio

Sez. 24

galleria del salto in basso

galleria principale

Sez. 25

22 6.57M.

Sez. 23

Sez. 19

Sez. 22

Sez. 20

Sez. 17

Sez. 21

Sez. 18

Sez. 14

quadrivio

Sez. 15

Sez. 16

sala della frana

Sez. 13

0

galleria principale

N

TAV. II

5m

Cap. III - La ‘galleria principale’

32

Sez.35

pozzetto cieco

Sez.34

Sez.33

?

Sez.32

A

DF2 -2.1M.

?

Sez.31

B

Sez.30

?

FQ3 -1.9M.

FQ1 -0.1M.

gradini

Sez.29

cunicolo allagato del trabucco

Sez.28

verso la 'sala dei funghi'

sala fondo del quadro

200 8.22M.

fondo del pozzo quadro

SL 8.1M.

pozzo quadro

Sez.27

cunicolo del laghetto

Sez. 35

laghetto

200 8.22M.

Sez. 34 Sez. 33

sala dei funghi

202 8.2M.

400 8.8M.

Sez. 30

camera del trabucco

Sez. 31

Sez. 32

401 8.2M.

SL 8.1M.

Sez. 28

Sez. 29

trivio

laghetto

Sez. 27

0

Sez. 26

N

galleria principale

galleria del trivio

camera del buco

5m

TAV. III

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Tav. III. La ‘galleria principale’: il ‘pozzo quadro’ e la sala sul fondo del pozzo (rilievo GPS/UNEX).

Cap. III - La ‘galleria principale’ caratteristica forma ogivale tronca e dopo un metro presenta sulla volta una netta discontinuità determinata da un ‘dente di scavo’ profondo 5 cm. Dopo circa 25 m dalla galleria di carreggio si dipartono due gallerie che si aprono una di fronte all’altra (Tav. I). Tale settore è stato denominato dai primi esploratori zona dei ‘magazzini’. Nei successivi 20 m la galleria assume un andamento ad ‘esse’ e presenta sul pavimento due discontinuità (probabili denti di scavo) e cinque avvallamenti di forma rettangolare (foto III.5), che coprono quasi l’intera larghezza del pavimento, con una profondità di circa 1,5 cm. Probabilmente costituivano gli alloggi per le traversine lignee su cui si fissavano le rotaie, anch’esse di legno, costituenti il sistema di trasporto dei vagoncini da miniera. Sulla parte bassa di ciascuna parete a livello del pavimento si aprono, mediamente ogni 45 cm, degli incavi destinati ad alloggiare ulteriori traversine lignee che, fissandosi alle pareti, garantivano al sistema di binari la necessaria stabilità laterale durante il percorso verso l’esterno del vagoncino ripieno di materiale scavato. Infatti tali traversine sostenevano la pressione che il perno di guida del vagoncino esercitava nei tratti curvilinei del tracciato, a causa della forza centrifuga, sui binari stessi. In foto III.6 tali incavi, illuminati da luce radente, risultano ben evidenti come pure risulta evidente la loro regolare distribuzione. Nel corso delle prime esplorazioni dei resti di tali strutture lignee sono stati rinvenuti sepolti nello spesso strato di fango argilloso che copriva il pavimento. Di queste strutture si ha documentazione grazie ai rinvenimenti effettuati nel corso delle indagini conoscitive promosse da don Mario Frecchiami. In letteratura si conserva una discreta documentazione in merito ai sistemi di trasporto del materiale attraverso le gallerie di carreggio1 e la presenza di tali strutture lignee è attestata anche in miniere rinascimentali francesi2. La galleria principale, sempre in questo tratto sulla parete destra, all’altezza della seconda curva, presentava quella che secondo il canonico Raffaele Inganni poteva essere una scritta e nella quale Elia Lattes aveva ritenuto di ravvisare un’origine etrusca. La descrizione della individuazione e traduzione di questa presunta scritta etrusca è descritta con maggiori dettagli nel capitolo XII relativo alla ‘storia esplorativa’. A circa 46 m dall’ingresso, la galleria intercetta una piccola sala (il ‘quadrivio’) che rappresenta l’intersezione con due altre gallerie: una a destra e una a sinistra, le quali vanno a costituire un tracciato di rilevante sviluppo (Tav. II). L’intera sala presenta evidenti segni di cedimenti della struttura originaria e testimonianze delle conseguenti opere di consolidamento e sostegno approntate. A destra

del ‘quadrivio’ si sviluppa la zona dell’‘inferno’ che inizia con la ‘sala della frana’ e a sinistra si stacca il ramo che si dirige verso il ‘pozzo del moro’. Le descrizioni dettagliate dei due rami che si dipartono dal ‘quadrivio’ sono presentate nei relativi capitoli specifici. Oltrepassato il ‘quadrivio’ la galleria riprende il suo andamento ondeggiante con la caratteristica sezione ogivale tronca, pur presentando di tanto in tanto nicchie e assaggi di scavo. In particolare, a circa 3 m dal ‘quadrivio’, si ha una nicchia sulla destra, ed un condotto ascendente sulla sinistra che si collega alla ‘galleria laterale della sala del muro a secco’. Dopo altri circa 3 m si apre un diverticolo cieco sulla destra. Sul pavimento si osservano gli incavi destinati ad alloggiare le traversine in legno del sistema di trasporto. Dopo 25 m circa dal ‘quadrivio’ la sezione si allarga in un’area, il ‘trivio’, ove si incrociano vari cunicoli: uno a destra in salita, la ‘galleria del trivio’, e a sinistra quello che conduce alla ‘camera del trabucco’ (foto III.7 e foto III.8). Le descrizioni dettagliate della ‘galleria del trivio’ e della zona della ‘camera del trabucco’ sono presentate nel capitolo IV. La ‘galleria principale’ immediatamente oltre il ‘trivio’ s’innalza e si unisce a una galleria parallela posta a quota superiore. Il crollo del setto divisorio che costituiva il soffitto della ‘galleria principale’ e il pavimento di quella parallela ha provocato la parziale occlusione della prima. Infatti, immediatamente dopo il ‘trivio’, era ancora presente fino agli anni Settanta un deposito di materiale detritico, ricoperto da una spessa coltre calcarea e da uno strato di fango. Esso agendo a mo’ di piccola diga causava l’accumulo dell’acqua di stillicidio che proveniva da una pozza (il ‘laghetto’) situata 4 m poco più avanti. Tale occlusione venne rimossa da alcuni speleologi proprio negli anni Settanta e tra questi vi era Ivo Scacciotti. Sotto allo strato di fango venne trovata una superficie solida che però si dimostrò non essere il pavimento della galleria ma una colata calcarea che venne rimossa rivelando, immersa in altro fango, una traversina fissata con perni a due binari di legno. Di tale ritrovamento si ha solo una foto d’epoca di scarsa definizione (foto III.9) e una immagine della traversina di legno come si presentava appena rinvenuta. Visto il rapido deteriorarsi della traversina, gli scopritori ne fecero anche un disegno quanto più dettagliato possibile. Della occlusione originaria permangono sulle pareti alcune tracce di pochi centimetri, poste a circa mezzo metro dal piano di calpestio (foto III.10). La colata calcarea che ricopriva il tutto prosegue ancora abbastanza evidente fino al ‘laghetto’. Questo si apre sul lato destro della ‘galleria principale’ (Tav. III) a una distanza di poco inferiore a 7 m dal ‘trivio’, è un piccolo pozzo al cui interno il livello dell’acqua varia a seconda della piovosità, arrivando anche a tracimare. La sua sezione tende alla circolarità a livello del pavimento, ma al di sotto rivela una forma quadrata ben visibile quando in periodi di secca il pozzo risulta accessibile. Il ‘laghetto’ ha parte delle pareti concrezionate e coperte da uno strato calcareo che ne ricopre uno argilloso. Il pozzo del ‘laghetto’, profondo circa 1,60 m, si collega a un cunicolo, avente sezione ogivale tronca e un’altezza poco superiore al metro, che si presenta quasi

1 Giorgius Agricola, De re metallica, op. cit. Herich Gross, La mine mode d’emploi, op. cit. 2 Fluck Pierre, Sainte-Marie-Aux-mines, Les mines du reve, op.cit., p. 94. Ancel Bruno, Mine “vieux Rimpy”, Haut-Altenbverg, Erbstollen du Neuenberg, Pierres et terre N.34, Les Editions du Patrimoine minier 2000, foto 1 in planche V: Les techniques minières. Bernard Bohly, Michel Eheret, Bourbach-le-Bas et les mines de fer des Vosges du sud, op.cit., p. 47, p. 60.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.1. ‘Ingresso principale’, incisione ‘MP’ realizzata da Piero Massari, uno dei primi esploratori (foto AG).

Foto III.2. Lato destro dell’‘ingresso principale’. Si può scorgere l’affioramento di una vena di quarzo (foto AG).

Foto III.3. Zona esterna a destra dell’‘ingresso principale’, gradino roccioso con tracce di scalpellature (foto AG).

Foto III.4. Parte iniziale della ‘galleria principale’, a sinistra la battuta per porta di chiusura (foto AG).

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Cap. III - La ‘galleria principale’ sempre allagato. Il cunicolo piega leggermente a destra con ampia curva e andamento in lieve discesa e termina andandosi a collegare al ‘pozzo quadro’, a circa 4 m dal suo bordo superiore. Le pareti del cunicolo presentano scalpellature dirette dal ‘pozzo quadro’ verso il ‘laghetto’. Poco oltre il ‘laghetto’ la ‘galleria principale’ intercetta altre gallerie poste a quote superiori, mentre sulla destra, poco sopra un gradino di mezzo metro circa, si dipartono due cunicoli. Il primo è ostruito da detriti risultando impercorribile, mentre il secondo conduce alla ‘sala dei funghi’ e alla zona del ‘labirinto’. Sul tratto di parete piana che separa i due accessi è stata tracciata a carboncino la seguente scritta: ‘Edoardo De Grandi Luigi Peja 18 Luglio 1890’ Essa testimonia il passaggio di alcuni dei primi visitatori del complesso ipogeo (foto III.11). In alto, sulla parete sinistra, è presente una seconda scritta, stavolta tracciata a matita, coeva alla precedente e di difficile lettura. In prossimità del primo cunicolo si nota un muretto a secco costruito sul finire degli anni Ottanta con materiale derivato dalle disostruzioni che hanno reso più agevole il transito verso la zona del ‘pozzo quadro’. Da questo punto la galleria piega decisamente a sinistra conducendo, dopo 5 m, ad una sala che precede il ‘pozzo quadro’. Quest’ultimo tratto di galleria mostra chiaramente d’essere il risultato dell’abbattimento del setto di separazione tra due gallerie sovrapposte e seguenti la medesima direzione. La volta dell’ambiente precedente il ‘pozzo quadro’ ha ceduto in passato andando a determinare un ampio e alto cono detritico. A testimonianza di ciò rimangono tracciate numerose scritte sulla volta, la quale è attualmente a circa 4 m dal piano pavimentale. L’impegnativo lavoro di sbancamento della massa detritica si deve all’infaticabile e appassionato Ivo Scacciotti del GS CAI di Varese il quale ha inoltre reso completamente e facilmente agibile la galleria che porta a tale camera. Questa comunica tramite un basso cunicolo sulla sinistra con il ramo a cui appartiene la ‘camera del trabucco’ e, risalendo il cono detritico sulla destra, tramite una strettoia, consente l’accesso alla zona del ‘labirinto’. Adiacente alla zona descritta si nota il ‘pozzo quadro’ analizzato in dettaglio nello specifico paragrafo.

a similari strutture minerarie di cui rimangono specifiche attestazioni nelle zone europee di maggior diffusione dello sfruttamento minerario (Alsazia, Tirolo, etc.). I segni ed incavi presenti nella galleria, che dimostrano l’utilizzo di binari in legno con traversine di sostegno per il transito verso l’esterno dei carrelli con il materiale di scavo, risultano ben documentati nell’iconografia specifica del periodo rinascimentale, riferiti alle miniere delle zone europee citate, ed in particolare nel De Re Metallica, nello Schwarz Berg Buch e nelle tavole di Heinrich Groff. III.1d - Ritrovamenti Si è appreso che nel corso degli anni sono stati rinvenuti numerosi oggetti lungo la ‘galleria principale’: • traversine di legno, porzioni di tubature fittili, frammenti di vasellame e di marmo rinvenuti nella zona dell’‘ingresso principale’ sotto la massa di detriti che inizialmente ne riduceva l’apertura3; • mattone pieno rinvenuto sotto detriti nella zona immediatamente antistante l’‘ingresso principale’; • scalpelli di foggia moderna rinvenuti in corrispondenza della parete dove i primi esploratori avevano individuato, e asportato, una presunta epigrafe etrusca; • chiodi di ferro concrezionati rinvenuti poco oltre il ‘quadrivio’ in corrispondenza dell’assaggio di scavo sulla destra; • spezzoni di binari e traversina di legno rinvenuti nella zona del ‘laghetto’ sotto il fango e la colata calcarea che copriva tale zona. III.2 - La zona dei ‘magazzini’ III.2a - Descrizione La zona dei ‘magazzini’ è situata a circa 25 m dall’‘ingresso principale’ ed è rappresentata da due cunicoli (foto III.12): uno a sinistra e uno a destra, situati a una quota superiore di circa 1,5 m dal piano della galleria di carreggio (Tav. I). Il cunicolo di sinistra si presenta come una piccola camera sopraelevata rispetto alla ‘galleria principale’, con una larghezza di circa 120 cm, una lunghezza di circa 2 m e con un’apertura sulla parete di fondo (foto III.13) che consente l’accesso ad un sistema di cunicoli, chiamato ‘ramo degli gnomi’, che si sviluppa ad una quota nettamente superiore, scavalcando la ‘galleria principale’. La camera, a 80 cm circa dall’intersezione con la ‘galleria principale’, presenta una ‘battuta’ nettamente modellata per alloggiare una porta e una serie di incassi sulle pareti e sul pavimento per la sua chiusura (foto III.15). Sul lato sinistro del pavimento risulta scavato un piccolo canaletto che consente lo scolo delle acque di percolazione dall’interno della struttura verso la ‘galleria principale’ (foto III.16). Anche il cunicolo di destra reca le chiare tracce dell’alloggiamento di una porta. Alla distanza di circa un metro si presenta l’alloggiamento di una seconda porta (foto III.17). Superata tale seconda struttura la galleria prosegue con una sezione pressoché costante per circa 8 m fino a terminare su un fronte di

III.1b - Elementi e particolarità dello scavo La ‘galleria principale’ presenta alcuni elementi degni di nota, in particolare i seguenti: • i locali di ‘servizio’ nella parte iniziale della cavità; • gli alloggiamenti scavati sul pavimento destinati alle traversine di congiunzione e di sostegno laterale delle rotaie del sistema di trasporto; • lo scavo regolare; • i vari ‘assaggi’ di scavo. III.1c - Interpretazione funzionale La forma della sezione e le modalità di scavo, testimoniata dai segni evidenti sulle superfici della galleria, rimandano

3 Edoardo Dietz, L’Antro delle Gallerie in Valganna. Nuove esplorazioni ed ipotesi, in Archivio Società Storica Varesina, I, 25, Varese 1931-1932, p. 22.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.5. Alloggiamento di traversino lignea per la giunzione dei binari del sistema di trasporto (foto AG).

Foto III.6. Alloggiamenti di traversine lignee per il sostegno dei binari del sistema di trasporto (foto AG).

Foto III.7. Il ‘trivio’, al centro è situata la prosecuzione della ‘galleria principale’ (foto AG). Sulla sinistra si nota l’inizio del cunicolo di accesso alla ‘camera del trabucco’. Tale cunicolo al momento dello scatto della foto risultava occluso da materiale franato dagli ambienti sovrastanti nei giorni precedenti.

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Cap. III - La ‘galleria principale’

Foto III.8. Zona del ‘laghetto’, traversina e tratti di binari lignei, foto scattata all’atto del ritrovamento (archivio IS).

Foto III.9. Residuo della colata calcarea che ricopriva i depositi del pavimento a valle del ‘laghetto’ (foto AG).

Foto III.10. ‘Scritta De Grandi’ realizzata nel 1890 da due esploratori dell’epoca (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.11. ‘Galleria principale’, la zona dei ‘magazzini’ (foto AG). L’apertura sulla sinistra è la ‘vaschetta’ mentre, in alto, si intravedono gli accessi al cunicolo di sinistra e a quello di destra.

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Cap. III - La ‘galleria principale’ scavo (foto III.18). Lungo la parete destra è possibile osservare l’incavo residuo dell’azione di un cuneo (foto III.19). La presenza di alloggiamenti per porte di chiusura e la dimensione della parte di sinistra ha fatto ipotizzare ai primi esploratori un utilizzo per l’immagazzinamento di materiali e quindi ne ha determinato il nome di zona dei ‘magazzini’ nei primi rilievi e descrizioni. Quasi all’intersezione con i due citati rami, all’altezza del pavimento della galleria, si apre sulla sinistra un cunicolo che, nella prima parte, presenta una sorta di ‘vaschetta’ che raccoglie acqua di stillicidio fino a formare una pozza profonda non più di 40 cm; il bordo è segnato da una scanalatura che potrebbe essere stata destinata al parziale deflusso dell’acqua verso la galleria principale (foto III.20 e foto III.21). Questo cunicolo termina dopo un paio di metri essendo chiuso da una frana ed immediatamente prima di questa si collega al ‘ramo degli gnomi’ tramite una risalita sulla destra. La descrizione dettagliata della zona relativa al ‘ramo degli gnomi’ viene sviluppata nel relativo capitolo specifico.

III.2d - Ritrovamenti Si ha notizia di ritrovamenti dei seguenti oggetti rinvenuti nel corso degli anni nella zona dei ‘magazzini’: • una fiaschetta in ceramica decorata rinvenuta in corrispondenza della ‘vaschetta’; • resti d’ossa animale (presumibilmente bovino) con segni di macellazione (‘cut marks’) rinvenuti nella ‘vaschetta’. III.3 - Il ‘pozzo quadro’ e la sala sottostante III.3a - Descrizione Il ‘pozzo quadro’ ha pianta rettangolare e pareti che colpiscono l’osservatore per la loro regolarità (foto III.22). Il pozzo si apre all’interno di un vano scavato e rifinito con una certa cura, andando ad occuparne quasi interamente il pavimento (foto III.23). Il pozzo ha una profondità di poco superiore ai 7 m ed è pieno d’acqua il cui livello presenta ampie escursioni stagionali che raggiungono alcuni metri. Le pareti, quasi perfettamente piane e regolari, scendono verticali per circa 4 m per poi allargarsi in una sala da cui si dipartono vari cunicoli. La direzione di scavo del ‘pozzo quadro’ è dalla superficie verso il basso. Il fondo, ingombro di detriti di varia dimensioni, si presenta coperto da uno spesso strato di fango argilloso molto fine (foto III.24). Il ‘pozzo quadro’ è stato esplorato, in più occasioni, sia in immersione sia in condizioni di secca (la descrizione dettagliata è presentata nel capitolo XII relativo alla ‘storia esplorativa’). Dalla sala posta in corrispondenza dell’attuale fondo si staccano diversi cunicoli: alcuni dei quali risultano percorribili e sono stati esplorati mentre altri, pur essendo percorribili, non sono stati completamente esplorati in quanto, nonostante l’abbassamento del livello dell’acqua, risultavano ancora parzialmente allagati. I cunicoli percorribili sono due: uno dei quali si dirige verso la ‘sala dei funghi’ ed il secondo verso il ‘laghetto’. Il primo cunicolo ha un accesso vagamente triangolare, un andamento ascendente, il fondo coperto da uno spesso strato di fango ed è interessato dal crollo di vari blocchi di roccia di notevoli dimensioni (foto III.25). Le sue pareti presentano segni di scalpellature che indicano una direzione di scavo dalla ‘sala dei funghi’ al ‘pozzo quadro’. Il cunicolo termina dopo un paio di metri chiuso da una frana. Il secondo cunicolo conduce al ‘laghetto’ e presenta segni di scavo diretti in tal verso. Il distacco di blocchi di roccia che ha coinvolto il primo cunicolo è presumibilmente avvenuto tra il 2004 e il periodo attuale, infatti non se n’era riscontrata la presenza né durante un’immersione subacquea esplorativa del 1984, né al momento del primo svuotamento del pozzo degli anni Novanta e né nel 2004 durante alcune riprese videosubacquee. La profondità del ‘pozzo quadro’ misurata nel corso dell’immersione subacquea esplorativa del 1984 era di 12 m e terminava su cono detritico4. Tale situazione è mutata: a causa del materiale che qualcheduno ha scaricato nel pozzo il fondo dello stesso oggi è situato a circa 7 m

III.2b - Elementi e particolarità dello scavo La zona dei ‘magazzini’ presenta alcuni aspetti rilevanti, in particolare: • le battute per porte e alloggiamenti di stipiti nei due cunicoli che intersecando la ‘galleria principale’ costituiscono la zona dei ‘magazzini’; • la canaletta di deflusso dell’acqua di percolazione nell’ambiente di sinistra; • il segno di distacco di cuneo sulla parete destra del cunicolo di destra; • il fronte di scavo nel cunicolo di destra in corrispondenza del caposaldo 607, realizzato secondo la tecnica di attacco a ‘gradini’; • la vaschetta con incavo sul bordo. III.2c - Interpretazione funzionale La zona dei ‘magazzini’ rappresenta, probabilmente, un’esempio di riutilizzo di alcune strutture dell’Antro delle gallerie a servizio di attività verosimilmente non legate all’attività estrattiva. È presumibile che questa zona, in quanto prossima all’uscita e quindi più facilmente raggiungibile, in epoca successiva al periodo di operatività del sito minerario sia stata adibita al deposito per materiali e merci di vario genere. Per il riutilizzo di tale ambiente sarebbero stati effettuati dei modesti interventi di adattamento per predisporre delle porte di chiusura e per il deflusso ed evacuazione dell’acqua di stillicidio dalle zone impiegate per lo stoccaggio di materiali verso la ‘galleria principale’. In particolare osserviamo la presenza di canalini di deflusso dell’acqua nel cunicolo di sinistra il quale è interessato da stillicidio, mentre nel cunicolo di destra non è stato necessario realizzare un tal sistema di deflusso in quanto esso non è penalizzato da percolazione d’acqua. La ‘vaschetta’, soggetta a variazioni di livello tali da alternare periodi di assoluta ‘secca’ a periodi di completo riempimento, presenta sul bordo un canalino che sembra prefigurare un sistema di deflusso a ‘troppo pieno’.

4 Amedeo Gambini, Resoconto immersione esplorativa nel pozzo quadro dell’Antro delle gallerie, Archivio GGM SEM-CAI, 1984.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.12. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di sinistra, camera con accesso al ‘ramo degli gnomi’ (foto AG).

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Cap. III - La ‘galleria principale’

Foto III.13. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra (foto AG). In primo piano le ‘battute’ per le chiusure, presumibilmente effettuate utilizzando porte lignee; sul fondo si scorgono le scalpellature che marcano il fronte di scavo.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.14. Zona dei ‘magazzini’, saletta di sinistra con la battuta per la chiusura (foto AG).

Foto III.15. Zona dei ‘magazzini’, canaletta di scolo per il deflusso dell’acqua di percolazione (foto AG).

Foto III.16. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra con la battuta per a chiusura (foto AG).

Foto III.17. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra, fronte di scavo (foto AG).

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Cap. III - La ‘galleria principale’ di profondità, ovvero allo sbocco dei succitati cunicoli di servizio. Il cunicolo di collegamento con il ‘laghetto’ ha la sezione ogivale tronca ed inizia con quattro gradini ricavati nella matrice rocciosa (foto III.26 e foto III.27). Sullo spigolo destro dell’inizio del cunicolo si notano tre incavi allineati verticalmente e che probabilmente erano utilizzati per fissare delle strutture lignee di attrezzamento del pozzo. Il cunicolo inizia con i gradini che lo collegano al ‘pozzo quadro’ e, subito dopo questi, sulla parete destra si nota quanto rimane dell’incavo per alloggiare un cuneo su cui agire per distaccare ampie porzioni di roccia. Il cunicolo prosegue con andamento in lieve salita in direzione del ‘laghetto’ e si mantiene tale fino al fondo di questa struttura che in realtà è un pozzetto verticale di pianta rettangolare. Immediatamente prima di collegarsi alla base del ‘laghetto’ si notano delle scanalature verticali quasi completamente ricoperte da fango e detriti di piccola pezzatura. Tali scanalature probabilmente erano destinate ad accogliere delle paratie in legno.



avente pianta rettangolare attualmente non facilmente riconoscibile per lo stato di concrezionamento ed erosione delle pareti; i segni di scanalature verticali interpretabili come guide per ‘paratie’ mobili presenti nel ‘cunicolo del laghetto’ in prossimità del punto in cui questo si collega alla base del ‘laghetto’.

III.3c - Interpretazione funzionale L’ubicazione, le dimensioni e l’articolazione del ‘pozzo quadro’ indicano che avesse una funzione importante all’interno del complesso ipogeo. Con ogni probabilità serviva a collegare i livelli inferiori, oggi inaccessibili, con il livello della galleria di carreggio attuale. III.3d - Ritrovamenti • Nel 1960 lo speleosub Tito Samorè del GGM SEM-CAI, nel corso di un’immersione esplorativa individuava sul fondo del ‘pozzo quadro’ alcune assi di legno apparentemente di sezione quadrata con dimensioni, stimate al tatto, pari a circa 35 x 35 cm. Nel 1986, durante una successiva serie di immersioni esplorative condotte dallo speleosub Amedeo Gambini del GGM SEM-CAI, erano state individuate alcune assi di legno poste sul fondo a circa 10 m di profondità. I dettagli di queste immersioni esplorative sono descritti nel capitolo XII. • Si è avuta notizia che alcuni anni fa, dal fondo del ‘pozzo quadro’, è stata recuperata una sorta di fascia metallica circolare, presumibilmente riconducibile al rinforzo di una ruota per carrello da miniera (‘chien de mine’).

III.3b - Elementi e particolarità dello scavo Alcuni elementi degni di nota sono i seguenti: • i quattro incavi allineati presenti sullo spigolo destro dell’accesso al cunicolo del ‘laghetto’ (foto III.28); • la serie di gradini posti all’inizio del cunicolo tra il fondo del ‘pozzo quadro’ e il ‘laghetto’; • l’incavo residuo dell’azione di un cuneo che si nota sulla parete destra del cunicolo del ‘laghetto’, poco dopo i gradini; • il pozzetto verticale che costituisce il ‘laghetto’,

43

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.18. Zona dei ‘magazzini’, cunicolo di destra, residuo dell’incavo per un cuneo metallico (foto AG).

Foto III.19. Zona dei ‘magazzini’, la ‘vaschetta’ (foto AG).

Foto III.20. Zona dei ‘magazzini’, dettaglio del canalino di scarico sul bordo della ‘vaschetta’ (foto AG).

Foto III.21. Il ‘pozzo quadro’ in secca completa e vista del fondo (foto AG).

44

Cap. III - La ‘galleria principale’

Foto III.22. Saletta del ‘pozzo quadro’, dettaglio delle scalpellature sulle pareti (foto AG).

Foto III.23. Foto subacquea del fondo del ‘pozzo quadro’ (foto AG).

Foto III.24. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, cunicolo in risalita verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG).

Foto III.25. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, gradini di accesso al cunicolo (foto AG).

45

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto III.26. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, dettaglio dei gradini (foto AG).

Foto III.27. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, incavi allineati sullo spigolo del cunicolo (foto AG).

Foto III.28. Fondo del ‘pozzo quadro’ in secca, cunicolo sulla parete ovest (foto AG).

Foto III.29. Cunicolo del ‘laghetto’ in secca, direzione di scavo diretto verso il ‘laghetto’ (foto AG).

46

CAPITOLO IV LA ZONA DEL ‘TRABUCCO’ E LA ‘GALLERIA DEL TRIVIO’

1

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A

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Cap. 412

N

B

TAV. V

0

5

10 m

C D E

TAV. IV Cap. 401

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. IV.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). IV.1 - La ‘camera del trabucco’ e le gallerie collegate IV.1a - Descrizione L’accesso alla ‘camera del trabucco’ avviene dalla galleria principale in corrispondenza del ‘trivio’. Sia la zona del ‘trabucco’ sia la ‘galleria del trivio’ sono sovrastate da sale e gallerie parzialmente riempite di detriti derivati da scavo e da crolli, con passaggi in verticale che mettono in comunicazione i due sistemi di gallerie. Dal ‘trivio’ si aprono sulla sinistra due cunicoli: il primo di questi, più vicino l’ingresso, a sezione quasi quadrata di circa 60 x 60 cm (foto IV.1) procede per circa 5 m intercettando, quasi normalmente, un ulteriore cunicolo, con andamento quasi parallelo alla ‘galleria principale’. Prosegue per vari metri fino a giungere alla ‘camera del trabucco’ e successivamente congiungersi alla ‘galleria principale’ nella sala che precede il ‘pozzo quadro’ (Tav. IV). Il secondo cunicolo (foto IV.2), più lontano dall’ingresso, arriva dopo un breve percorso alla ‘camera del trabucco’, la supera per proseguire ancora di 6 m circa e chiudere su fronte di scavo. In questo secondo cunicolo, appena dopo l’inizio, si notano ai lati, scavate nelle pareti, due scanalature verticali, sorta di ‘guide’ che dal pavimento

si sviluppano verticalmente per circa 30 cm (foto IV.3); come si è accennato al capitolo II potrebbe trattarsi di un sistema dove fare scorrere una paratoia lignea di chiusura. Immediatamente dopo, verso l’alto, si nota un’apertura che conduce alle gallerie superiori (descritte dettagliatamente nel capitolo VIII). Sul piano pavimentale della ‘camera del trabucco’ vi è l’accesso al ‘cunicolo allagato del trabucco’ (foto IV.4); questo ha una sezione vagamente rettangolare, si sviluppa in lieve pendenza verso il basso per circa 30 m e con andamento abbastanza rettilineo (foto IV.5). L’intero cunicolo, ad esclusione di una porzione iniziale di pochi metri, risulta costantemente allagato e risente notevolmente di variazioni stagionali del livello d’acqua. In tale cunicolo, dopo circa 10 m, si apre sulla sinistra un corto diverticolo. Da tale punto il cunicolo prosegue ancora per altri 7 m circa, sempre lievemente discendente e senza cambiare direzione, fino a una lieve curva dalla quale si stacca un secondo breve diverticolo, sulla destra, chiuso su fronte di scavo (foto IV.6). Dopo aver superato il diverticolo e percorsi circa 8 m si apre, ancora sulla destra, un ulteriore diverticolo che presenta frontalmente un fronte

47

48

ts3-0.1 6.76M.

ts3-1.2 2.6M.

pozzetto cieco ct4 3.9M.

ct5 4.1M.

ts3-3 2.8M.

ct1 3.1M.

ts-a 6.76M.

cunicolo allagato del trabucco

? A

DF2 -2.1M.

B

fondo del pozzo quadro

?

ts-06 5.3M.

?

2046x 6.9M.

FQ3 -1.9M.

pozzo quadro

ts-l 8.2M.

sala fondo del quadro

gradini

verso la sala dei funghi

accesso del cunicolo allagato del trabucco

ts-01 7.6M.

401 8.2M.

camera del trabucco

cunicolo del laghetto

sala dei funghi

402 8.4M.

202 8.2M.

400 8.8M.

sala delle 3 gallerie

trivio

204 7.00M.

0

galleria principale

N

galleria del trivio

camera del buco

5m

TAV. IV

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Tav. IV. La ‘camera del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’ (rilievo GPS/UNEX).

Cap. IV - La zona del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’ IV.2 - La ‘galleria del trivio’ IV.2a - Descrizione Sulla destra del ‘trivio’, si stacca una galleria in lieve salita (foto IV.8) che dopo pochi metri è ostruita da una frana attraverso la quale percola quasi costantemente acqua d’infiltrazione, la quale raggiunge il pavimento della ‘galleria principale’ e da qui scorre per tornare a giorno attraverso l’‘ingresso principale’. Immediatamente dopo l’inizio della galleria si nota, sulla sinistra, un breve diverticolo che chiude su fronte di scavo (foto IV.9); la galleria prosegue per altri 3 m lasciando a destra una prima nicchia (foto IV.10), dopo altri 4 m circa se ne incontra una analoga e 3 m più avanti un breve diverticolo s’inoltra sulla sinistra nel banco roccioso e retroverte chiudendo su due distinti fronti di scavo. Nel soffitto della ‘galleria del trivio’ si notano delle aperture che consentono di individuare una galleria superiore parallela, parzialmente riempita con detriti derivati da uno scavo ben cementati tra loro da deposizioni calcaree miste ad argilla (foto IV.11, IV.12). Il tracciato della ‘galleria del trivio’ si sviluppa lungo specchi di faglia e pareti interessate in più punti da concrezionamento, con il soffitto che presenta un andamento regolare (foto IV.13) sino a quando le dimensioni dell’opera si riducono e la sezione diviene irregolare (foto IV.14). La parte terminale è caratterizzata da masse di detriti di piccola pezzatura cementati dal fango e fluitati dal soffitto (foto IV.15). Poco prima del termine accessibile della galleria, sul soffitto e lievemente sul lato sinistro, si apre un passaggio attraverso il detrito agglomerato che conduce verso la zona del ‘labirinto’, in particolare nella ‘camera del buco’ (foto IV.16). Tale passaggio è stato reso agibile dagli speleologi impegnati nel «Progetto Antro 2.0» allorché, esaminando il rilievo tridimensionale del complesso, è stata evidente la vicinanza delle due zone (circa 40 cm in altezza) e la possibilità di disostruirne velocemente il passaggio per ripristinare il collegamento originario.

di scavo e leggermente sulla sinistra un’apertura che mette in comunicazione con un pozzetto a pianta rettangolare: il ‘pozzetto cieco’. Esso presenta una sorta di piattaforma (simile al ‘pozzetto delle pedarole’ nel ‘labirinto’) e si sviluppa verso l’alto chiudendosi in uno scavo cieco (foto IV.7). Il cunicolo chiude definitivamente, dopo un paio di metri, su due fronti di scavo. L’esplorazione del ‘cunicolo allagato del trabucco’ fino alla sua parte terminale è stata avviata in un periodo di particolare siccità ed è stata completata a seguito dello svuotamento dall’acqua tramite elettropompe. Durante l’esplorazione è stato comunque rilevato un marcato rientro d’acqua da naturali fessure presenti nelle pareti, ben visibile, che ha fatto risalire il livello dell’acqua nel cunicolo di circa 10 cm nell’arco di circa 20 minuti. Tali afflussi d’acqua fanno ipotizzare la presenza di cavità vicine, allagate o sommerse, tanto da fornire un battente sensibile. La presenza di tali cavità è solo ipotetica e basata su indizi e non può ricondursi in modo diretto alla parte nota del complesso del ‘pozzo quadro’, che invece risulta aprirsi in posizione più arretrata e posto a una quota inferiore. IV.1b - Elementi e particolarità dello scavo Nella zona del ‘trabucco’ vi sono i seguenti elementi degni di nota: • le scanalature verticali su entrambi i lati del cunicolo di accesso alla ‘camera del trabucco’; queste farebbero pensare a guide per l’alloggiamento di una paratoia verticale verosimilmente lignea; • il ‘cunicolo allagato del trabucco’ con sezione costante ed è caratterizzato dall’andamento sostanzialmente rettilineo e in lieve pendenza; • i due diverticoli del ‘cunicolo allagato del trabucco’ che chiudono su fronti di scavo; • il ‘pozzetto cieco’ che si apre nel ‘cunicolo allagato del trabucco’, con una piattaforma intermedia simile a quella del ‘pozzo del moro’ e del ‘pozzetto delle pedarole’, scavato verso l’alto come a ricercare collegamenti con altri ambienti; • la porzione terminale del ‘cunicolo allagato del trabucco’ che chiude su due fronti di scavo appaiati.

IV.2b - Elementi e particolarità dello scavo • Presenza di due diverticoli chiusi su fronte di scavo; • nicchia sul lato destro. IV.2c - Interpretazione funzionale È una galleria di incerta interpretazione e parrebbe non essere pertinente ad un cantiere d’estrazione. Sembra piuttosto essere una galleria di collegamento utilizzata per il rapido spostamento dalla zona del ‘labirinto’ alla ‘galleria principale’, scavalcando così le zone del ‘pozzo quadro’ e della ‘camera dei funghi’. L’assenza di tracce di carreggio aumenta la possibilità di un suo utilizzo limitato ai soli lavoratori del complesso e, con buona probabilità, aveva anche la scopo di far defluire l’acqua dalle gallerie che costituivano quella che ora è la ‘camera del buco’, vista la vicinanza di tali ambienti con la superficie. Alcuni elementi sembrerebbero confermarne lo scopo di galleria di collegamento, scavata per raggiungere la zona del ‘labirinto’, collegandola alla ‘galleria principale’: • l’andamento abbastanza regolare evidente per

IV.1c - Interpretazione funzionale Nel ‘cunicolo allagato del trabucco’, sottostante la ‘camera del trabucco’, la presenza di vari diverticoli ciechi e lo scavo di un pozzetto verticale con piattaforma a gradino farebbero pensare a un tentativo di collegamento con una serie di gallerie poste a livello superiore, non raggiungibili altrimenti, di cui si sarebbe approssimativamente conosciuta la collocazione (ipotesi formulata a suo tempo da Ivo Scacciotti). IV.1d - Ritrovamenti Lungo il cunicolo che conduce alla ‘camera del trabucco’ diversi anni fa sono stati rinvenuti due scalpelli immanicati in ferro, la cui descrizione, unitamente alle modalità del ritrovamento, è presentata nel capitolo XIV.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. V N

0

5m

camera del labirinto

sala delle 3 gallerie

L402 8.9M. 402 8.4M.

camera del buco

sala dei funghi 401 8.2M.

sf005 12.6M. trivio5 12.1M.

trivio4 10.7M.

Laghetto

pozzo quadro

trivio3 8.1M.

204 7.00M. ts-01 7.6M.

galleria del trivio

camera del trabucco

trivio

trivio2 7.5M.

galleria principale

Tav. V. La ‘galleria del trivio’ e il collegamento con il ‘labirinto’ tramite la ‘camera del buco’ (rilievo GPS/UNEX).

50

Cap. IV - La zona del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’ la maggior parte del suo sviluppo e che cambia conformazione nella parte terminale, tra l’altro fortemente alterata dalla presenza di ammassi franati di detriti cementati da fango; • il fatto di svilupparsi al di sotto di ambienti (gallerie) ostruiti da detriti, in probabile connessione con la ‘sala del piccolo muro a secco’ e con le zone del ‘labirinto’; • l’accesso alla ‘camera del buco’ realizzato tramite un passaggio disagevole che non sembrerebbe previsto per uno specifico uso funzionale all’attività estrattiva (probabilmente una semplice ‘scorciatoia’). Trattandosi dell’unico passaggio di una certa ampiezza diretto verso le zone del ‘labirinto’ se ne potrebbe dedurre

una funzione di accesso principale a tali zone. La presenza di acque d’infiltrazione non più regimentate ne avrebbe determinato col tempo l’impraticabilità. IV.2d - Ritrovamenti Non risulta documentazione o notizia di ritrovamenti di reperti all’interno della ‘galleria del trivio’. Considerando però che nella sovrastante ‘camera del buco’ sono documentati i ritrovamenti d’utensili inglobati nella massa detritica ricoprente il pavimento, è ragionevole ipotizzare che nella porzione terminale della galleria, specie nella parte in comunicazione con la ‘camera del buco’, possano analogamente esservi utensili celati dal sedimento.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto IV.1. Zona della ‘camera del trabucco’, accesso del primo cunicolo a sinistra (foto AG).

Foto IV.2. Cunicolo d’accesso alla ‘camera del trabucco’ (foto AG).

Foto IV.3. Dettaglio degli incavi a forma di guida per paratoie (foto AG).

Foto IV.4. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, accesso dalla ‘camera del trabucco’ (foto AG).

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Cap. IV - La zona del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’

Foto IV.5. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, vista del cunicolo (foto AG).

Foto IV.6. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, fronte di scavo nel diverticolo a destra (foto AG).

Foto IV.7. ‘Cunicolo allagato del trabucco’, il ‘pozzetto cieco’ (foto AG).

Foto IV.8. ‘Galleria principale’, inizio della ‘galleria del trivio’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto IV.9. ‘Galleria del trivio’, diverticolo a sinistra (foto AG).

Foto IV.10. ‘Galleria del trivio’, nicchia sulla destra con fronte di scavo (foto AG).

Foto IV.11. ‘Galleria del trivio’, vista della galleria superiore occlusa da detriti (foto AG).

Foto IV.12. ‘Galleria del trivio’, collegamento con la galleria superiore occlusa da detriti (foto AG).

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Cap. IV - La zona del ‘trabucco’ e la ‘galleria del trivio’

Foto IV.13. ‘Galleria del trivio’, dettaglio del soffitto (foto AG).

Foto IV.14. ‘Galleria del trivio’, restringimento finale (foto AG).

Foto IV.15. ‘Galleria del trivio’, porzione terminale della galleria con detriti provenienti dal soffitto (foto AG).

Foto IV.16. ‘Galleria del trivio’, collegamento con la ‘camera del buco’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto IV.17. ‘Camera del buco’, collegamento con la ‘galleria del trivio’ (foto AG).

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CAPITOLO V LA ‘SALA DELLA FRANA’ E GALLERIE COLLEGATE

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A

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Cap. 412

N

B 0

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C D E

Cap. 401

TAV. VI

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. V.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). V.1 - Andamento generale La ‘sala della frana’ e le gallerie ad essa collegate intersecano la ‘galleria principale’ in corrispondenza del punto identificato come ‘quadrivio’ e sono orientate approssimativamente da nord-ovest a sud-est seguendo la direzione delle faglie e l’inclinazione degli strati rocciosi. L’intera zona si sviluppa in una serie di gallerie lievemente divergenti tra loro, ciascuna risultante da più gallerie parallele sovrapposte, in alcune parti con il setto di divisione sbancato e in altre con le gallerie collegate da piccoli pozzi. Alla ‘sala della frana’ si accede all’altezza del caposaldo 15 posto al centro della ‘galleria principale’ in corrispondenza del ‘quadrivio’. All’altezza del citato caposaldo il pavimento della ‘galleria principale’ era parzialmente franato nella sottostante ‘galleria sospesa’ ed è stato ricostruito, da parte di alcuni esploratori della cavità, in cemento armato con un cordolo laterale che impedisce all’acqua, che in certi periodi percorre la galleria principale, di riversarsi nei sottostanti cunicoli. Sul lato di tale cordolo, verso la ‘sala della frana’, è incisa la data di realizzazione: ‘1990’. Dalla ‘galleria principale’, tramite il passaggio del ‘1990’ si entra nella ‘sala della frana’,

l’accesso presenta un notevole sviluppo verticale e risulta in collegamento con ambienti del ‘ramo degli gnomi’ e con la ‘sala della nerina’ posti superiormente. La ‘sala della frana’ risulta collegata ad altre zone e in particolare direttamente a: • ‘inferno’; • ‘galleria sospesa’; • ‘salto in basso’. ed indirettamente a: • ‘galleria dell’ornato’; • ‘sala della nerina’. V.2 - La ‘sala della frana’ V.2a - Descrizione La ‘sala della frana’, ben visibile sin dal ‘quadrivio’ della ‘galleria principale’, si caratterizza per un soffitto composto da grossi massi franati dalle strutture superiori (‘sala della nerina’) e incastrati tra loro. Il pavimento è coperto da blocchi di crollo di varie dimensioni e da arenaria degradata, ridotta in polvere, anche probabilmente dall’azione di scavo. Tale sala risulta posizionata all’intersezione di più

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. VI N K 6.7M.

H 7.2M.

VSB15 2.6M.

0

galleria laterale all'inferno

5m Sez. 48

303 10.8M.

cunicolo della doccia

Sez. 45 Sez. 49

309 7.4M.

302 7.6M.

Sez. 41

Sez. 46

VSB13 -1.2M.

Sez. 44 308* 12.9M.

Sez. 47 Inferno

Sez. 40

VSB6 0.1M.

VSB3 1.6M.

sala della frana

gallerie e cunicoli laterali al salto in basso

300 5.1M.

Sez. 36 Sez. 38

VSB5 -0.2M.

Sez. 41 galleria sospesa VSB7 -0.5M.

1308 6.3M.

quadrivio Sez. 39 VSB22 -5.4M.

VSB20 6.0M.

Sez. 43

Sez. 37

sala della nerina

cunicolo ad "esse"

ramo degli gnomi

galleria del salto in basso

sos6 -1.0M.

380 -3.3M.

Sez.49

Sez.43

Sez.42

Sez.41

Sez.48

Sez.40

Sez.47

Sez.39

Sez.46

Sez.38

Tav. VI. La ‘sala della frana’ e la zona dell’‘inferno’ (rilievo GPS/UNEX).

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Sez.45

Sez.37

Sez.44

Sez.36

Cap. V - La ‘sala della frana’ e gallerie collegate gallerie che, per crolli e sbancamenti successivi, si sono allargate a formare un ambiente più ampio e la sala stessa. Dalla ‘sala della frana’ (vedere Tav. VI) si dipartono varie gallerie (foto V.1 e V.2).

della galleria del ‘salto in basso’. Sia la galleria del ‘salto in basso’ sia quella dell’‘inferno’ sembrano essere il risultato, intenzionale, dell’unione di cunicoli paralleli sovrapposti a cui siano stati sbancati i setti di separazione, tanto da ottenere una sorta di “forra”, stretta, ma assai alta in quanto la volta è quella del cunicolo superiore mentre il fondo è quello del cunicolo inferiore. A fianco di tali gallerie ve ne sono altrettante laterali, lievemente divergenti dalle prime e con esse comunicanti tramite piccoli cunicoli di collegamento a sezione approssimativamente rettangolare. Tali cunicoli di collegamento risultano presenti anche in altre parti del complesso.

In direzione nord-est (foto V.1) si hanno: 1. una galleria sul lato destro e lievemente in salita che conduce verso la zona dell’‘inferno’ (foto V.3) propriamente detta ove vi sono vari fronti di scavo e un cunicolo (‘cunicolo della doccia’) che sale in verticale, attraverso una frana, fino a quasi raggiungere la superficie; il possibile punto d’ingresso dall’esterno è stato probabilmente individuato e si tratta di un breve cunicolo discendente non percorribile a causa dell’interro; 2. un fronte di scavo sul lato sinistro (foto V.4); 3. un cunicolo, parzialmente ostruito da detriti, situato in basso a destra rispetto al summenzionato fronte di scavo, all’incirca allineato alla ‘galleria sospesa’, con direzione lievemente divergente rispetto alla galleria dell’‘inferno’ (foto V.5); 4. un corto diverticolo che chiude su fronte di scavo in parziale comunicazione con una galleria laterale alla galleria dell’‘inferno’ (foto V.6, V.7).

V.2d - Ritrovamenti All’interno della ‘sala della frana’ non risultano essere stati rinvenuti reperti. La notevole quantità di materiale derivante da sbancamento, presente sul pavimento, potrebbe celare oggetti e utensili risalenti all’epoca di piena attività della coltivazione. V.3 - Galleria dell’‘inferno’ V.3a - Descrizione Dalla ‘sala della frana’, in linea con l’accesso alla ‘galleria principale’, si ha la galleria che, salendo lievemente, conduce alla zona dell’‘inferno’. La galleria presenta sezioni irregolari a causa del distacco di ampie porzioni di parete che hanno modificato l’originale e verosimilmente uniforme sezione ogivale tronca. Lungo i tratti di parete rimasti integri si notano incavi a sezione quadrata per alloggiamento di travetti di sostegno. La galleria, appena superata la ‘sala della frana’ si apre verso l’alto a causa dello sfondamento di più tratti di gallerie situate a differenti quote, in collegamento con i rami superiori della ‘galleria degli gnomi’ e la ‘sala della nerina’. La galleria diretta alla zona dell’‘inferno’ presenta il lato sinistro con la forma e le finiture caratterizzanti l’Antro delle gallerie, mentre l’opposto lato è meno regolare. Tale parete è probabilmente il risultato di un cedimento strutturale della roccia a seguito di discontinuità geologiche costituite da una faglia con direzione 35° circa e mediamente parallela all’asse della galleria. Lungo tutto questo scavo sono evidenti gli incassi quadrati destinati ad alloggiare le travi di puntello a cui, nell’opposta parete, trovavano corrispondenza gli appoggi di contrasto (foto V.8). Tale riscontro, evidentemente non presente nelle parti di galleria interessate dai cedimenti, risulta invece palese sul finire della galleria, a circa 10 m dalla ‘sala della frana’, dove la parete non risulta interessata da alcun cedimento. Da tale galleria si dipartono alcuni brevi e angusti diverticoli e si osservano degli assaggi di scavo (Tav. VI), mentre lungo l’opposta parete vi è una nicchia a livello del pavimento (foto V.9).

In direzione sud-ovest (foto V.2) si hanno: 1. sul lato destro della parete uno stretto e breve cunicolo che conduce a gallerie laterali al ‘salto in basso’; 2. a destra della sala l’accesso alla galleria del ‘salto in basso’ che si sviluppa in forte discesa; 3. in posizione centrale la ‘galleria sospesa’ che scende verso sud-ovest passando sotto il ‘1990’ e sotto la ‘galleria principale’ per aprirsi nel vuoto del ‘salto in basso’; 4. sul lato sinistro a livello del pavimento si ha l’accesso a uno stretto diverticolo di pochi metri di lunghezza, di ridotta altezza con andamento a ‘esse’ chiuso su un fronte di scavo (caposaldo 1308) e che presenta un bell’esempio di scavo secondo la tecnica dei ‘gradini’. V.2b - Elementi e particolarità dello scavo In quest’area sono interessanti e degni di nota i seguenti elementi: • il fronte di scavo al termine del diverticolo comunicante, tramite un foro, con la galleria laterale all’‘inferno’ (foto V.6 e V.7); • il fronte di scavo a sinistra del diverticolo summenzionato (foto V.4); • il fronte di scavo al termine del cunicolo a ‘esse’. V.2c - Interpretazione funzionale La ‘sala della frana’ sembrerebbe essersi formata sia per sbancamento intenzionale delle gallerie che qui s’intersecavano sia per crolli dovuti a cedimenti strutturali. In particolare la galleria relativa al caposaldo 309 sembra essere approssimativamente allineata con la ‘galleria sospesa’ e con la ‘galleria dell’ornato’, mentre la galleria dell’‘inferno’ sembra essere orientata nella stessa direzione

All’incirca a metà galleria, sulla sinistra si apre un cunicolo di collegamento a sezione vagamente rettangolare, largo mediamente 50 cm (foto V.10); esso conduce a una seconda galleria quasi complanare alla prima e lievemente

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto V.1. ‘Sala della frana’ e gallerie in direzione nord-est (foto AG).

Foto V.2. ‘Sala della frana’ e gallerie in direzione sud-ovest (foto AG).

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Cap. V - La ‘sala della frana’ e gallerie collegate divergente da questa. Il cunicolo di collegamento presenta poco dopo l’inizio dalla galleria dell’‘inferno’ due incavi rettilinei verticali, riconducibili alle già menzionate paratoie (foto V.11, V.12). Tale galleria continua in direzione nord-est biforcandosi, immediatamente dopo l’uscita del cunicolo di collegamento, in due diverticoli terminanti su fronti di scavo. Il diverticolo di sinistra chiude su due fronti di scavo lievemente sfalsati tra loro in altezza e costituenti l’accenno di scavo di due gallerie sovrapposte (foto V.14). Esso risulta interessato da distacchi di ampie porzioni della parete e sembra essere stato il primo realizzato, in quanto presenta segni di finitura sulla volta in linea con il resto della galleria; potrebbe essere stato successivamente abbandonato a vantaggio del secondo diverticolo, scavato appena più a destra e in un secondo momento, quindi più lontano dalle discontinuità della roccia che hanno determinato la debolezza del primo scavo.



In direzione sud-ovest, la galleria converge invece verso la ‘sala della frana’ alla quale si congiunge tramite uno stretto passaggio col fondo parzialmente colmato da detriti e una finestra posta poco sopra di esso (foto V.15), aperta in corrispondenza del fronte di scavo al termine del diverticolo presente nella ‘sala della frana’ (foto V.6).

V.3c - Interpretazione funzionale La galleria dell’‘inferno’ è parte del complesso di gallerie che intersecandosi hanno dato origine alla ‘sala della frana’. Il piano di calpestio attuale è costituito da materiale di riempimento e il livello di base della galleria risulta sicuramente più basso di almeno uno o due metri. In vari punti quest’area è parzialmente connessa alla zona denominata ‘sala della nerina’ e probabilmente si tratta di un settore non pienamente coltivato. La direzione delle gallerie sembra esse approssimativamente in linea con quelle in uscita dalla ‘sala della frana’ verso sudest e in particolare con la ‘galleria sospesa’. Il ‘cunicolo della doccia’, in risalita verso la superficie, invece non sembra poter rappresentare uno degli ingressi principali al complesso quanto, probabilmente, un camino di aerazione. Lo sviluppo sostanzialmente ridotto della galleria farebbe ipotizzare trattarsi di una zona di coltivazione progressivamente abbandonata a vantaggio di altre oggetto di sviluppo maggiore.



• • •

Ritornando alla galleria dell’‘inferno’ e proseguendo lungo di essa, in corrispondenza del caposaldo 302 si apre sulla destra un piccolo diverticolo in direzione retrograda, chiuso su fronte di scavo, e un secondo diverticolo a ‘elle’ in direzione della galleria e parallela ad essa, che chiude anch’esso su fronte di scavo. Appena dopo il caposaldo 302 il soffitto della galleria si abbassa bruscamente realizzando una sorta di gradino e tornando a delineare più nettamente la tipica sezione ogivale tronca che caratterizza il complesso. Prosegue quindi in un cunicolo che chiude dopo poco con due fronti di scavo sovrapposti e lievemente sfalsati e separati tra loro con quanto rimane di un setto divisorio (foto V.16, V.17 e V.18). In basso a destra, a livello del pavimento, si apre il passaggio verso il ‘cunicolo della doccia’ (foto V.19) che sviluppandosi in frana risale verso l’alto giungendo molto vicino alla superficie, probabilmente in corrispondenza, all’esterno, di un accenno di scavo in roccia attualmente chiuso da depositi di terra (foto V.20).

la discontinuità dello scavo, posizionato sul soffitto a metà lunghezza dello stesso cunicolo, che forma un ‘dente’ che parrebbe essere una sorta di appoggio per un’eventuale chiusura (foto V.10); un doppio fronte di scavo situato nel ramo diretto verso nord-ovest della galleria laterale; questi sono sovrapposti e in modo da risultare lievemente sfalsati tra loro; il foro di congiunzione che dal ramo diretto a sud-est della stessa galleria si connette col fronte di scavo presente nella ‘sala della frana’; la nicchia scavata sulla parete a livello appena sopraelevato rispetto alla quota del pavimento nella parte iniziale della galleria dell’‘inferno’; i fronti di scavo, posti al termine della galleria, scavati in modo sfalsato tra loro e separati dal residuo del setto divisorio.

V.3d - Ritrovamenti In tale zona si ha notizia del ritrovamento di uno ‘scalpello immanicato’, individuato sotto lo strato di detriti che ricoprivano parzialmente il pavimento al termine della galleria. V.4 - La ‘galleria sospesa’ V.4a - Descrizione La ‘galleria sospesa’ si stacca dal lato sinistro della ‘sala della frana’ in direzione sud-ovest, passando sotto al ‘1990’ (foto V.2). È un corto cunicolo che può risultare pericoloso in quanto termina bruscamente nel vuoto in posizione sopraelevata rispetto alle sottostanti gallerie. Supera la ‘galleria principale’ passando sotto di essa con andamento discendente e lunghezza limitata a pochi metri. Termina affacciandosi sulla galleria del ‘salto in basso’ e avendo immediatamente di fronte, a distanza di un paio di metri, il caposaldo 380 posizionato al termine della ‘galleria dell’ornato’. Ha una direzione di circa 225° gradi e mediamente è impostata secondo la direzione

V.3b - Elementi e particolarità dello scavo Nell’intera zona si osservano i seguenti elementi interessanti: • uno stretto incavo che si apre nella parte iniziale della galleria, sulla parete destra, sviluppandosi dal pavimento verso l’alto per poco meno di 2 m (foto V.21); • numerosi incavi quadrangolari di appoggio per puntelli o per sostegno di strutture di attrezzamento presenti lungo tutta la parete sinistra (foto V.8); • gli incavi verticali di guida per paratoie che si notano immediatamente all’inizio del cunicolo di collegamento con la galleria laterale all’‘inferno’;

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto V.3. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, galleria dell’‘inferno’ (foto AG).

Foto V.4. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, fronte di scavo (foto AG).

Foto V.5. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, cunicolo inferiore parzialmente ostruito (foto AG).

Foto V.6. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, fronte di scavo con foro di comunicazione (foto AG).

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Cap. V - La ‘sala della frana’ e gallerie collegate

Foto V.7. ‘Sala della frana’, direzione nord-est, dettaglio fronte di scavo precedente (foto AG).

Foto V.8. Galleria dell’‘inferno’, parete sinistra, incavo per incastro di un puntello (foto AG).

Foto V.9. Galleria dell’‘inferno’, parete sinistra, nicchia (foto AG).

Foto V.10. Galleria dell’‘inferno’, collegamento a galleria laterale: ‘dente’ sulla volta del cunicolo (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto V.11. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo di collegamento, dettaglio dell’incavo verticale sinistro (foto AG).

Foto V.12. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo di collegamento, dettaglio dell’incavo verticale destro (foto AG).

Foto V.13. Cunicolo di collegamento, foto in direzione della galleria dell’‘inferno’ (foto AG).

Foto V.14. Galleria laterale all’‘inferno’, parte terminale sul lato nord-est (foto AG).

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Cap. V - La ‘sala della frana’ e gallerie collegate

Foto V.15. Galleria laterale all’‘inferno’, lato sud-ovest, fronte di scavo (foto AG).

Foto V.16. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronti di scavo sovrapposti con setto residuo (foto AG).

Foto V.17. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronte di scavo a sinistra in alto (foto AG).

Foto V.18. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, fronte di scavo a destra in alto (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto V.19. Galleria dell’‘inferno’, parte terminale, accesso al ‘cunicolo della doccia’ (foto AG).

Foto V.20. Probabile collegamento esterno con la risalita del ‘cunicolo della doccia’ (foto AG).

Foto V.21. Galleria dell’‘inferno’, cunicolo a destra, nicchia in corrispondenza del caposaldo 304 (foto AG).

Foto V.22. Galleria laterale al ‘salto in basso’, diverticolo rettilineo allineato al cunicolo di accesso (foto AG).

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Cap. V - La ‘sala della frana’ e gallerie collegate di collegamento a una galleria laterale al ‘salto in basso’. il cunicolo ha sezione quadrangolare irregolare (60 x 60 cm circa), è lungo 1,3 m e termina a mezza altezza sul fianco della galleria laterale al ‘salto in basso’. In ideale prosecuzione sulla parete opposta della galleria, si apre un diverticolo rettilineo che chiude su fronte di scavo (foto V.22). La galleria laterale si sviluppa parallelamente al ‘salto in basso’ con un andamento altimetrico lievemente in discesa. Essa in direzione sud-ovest prosegue fino ad intercettare, qualche metro in avanti, un secondo cunicolo di collegamento con la galleria del ‘salto in basso’. Anche questo secondo cunicolo presenta una sezione quadrangolare irregolare. La galleria laterale al ‘salto in basso’ conserva la sua direzione e dopo un paio di metri si unisce alla galleria del ‘salto in basso’. La galleria laterale al ‘salto in basso’ intercetta quest’ultimo in una posizione elevata che consente la vista d’insieme della galleria inferiore del ‘salto in basso’ e delle varie gallerie che in tal punto si intersecano (foto V.24). In direzione nord-est la galleria laterale al ‘salto in basso’ prosegue per alcuni metri sino ad un fronte di scavo che presenta, sulla destra in posizione inferiore, una piccola apertura rettangolare, quasi completamente ostruita da detriti e di cui si può intravedere il bordo superiore (foto V.23). Tale apertura è l’accesso ad un cunicolo non percorribile a causa dei detriti che lo riempiono quasi completamente.

della faglia di cui si notano vari specchi. Presenta la sezione ogivale tronca, oggi irregolare a causa di distacchi di ampie porzioni di roccia. Sulle pareti si notano vari incavi a sezione quadrata, verosimilmente destinati all’alloggio di travetti lignei utilizzati per puntellare le pareti che potevano rischiare di collassare a causa della presenza di discontinuità dovute a specchi di faglia. In corrispondenza del punto in cui la ‘galleria sospesa’ passa al di sotto della ‘galleria principale’ nel tempo si sono verificati dei cedimenti che hanno causato il parziale crollo del piano pavimentale della ‘galleria principale’ e il distacco di ampie porzioni di roccia dalle pareti; il pavimento è stato ricostruito in cemento ad inizio degli anni Novanta dagli esploratori dell’epoca mentre i detriti derivanti dai suddetti crolli ricoprono ancora il pavimento della ‘galleria sospesa’. La debolezza strutturale di tale zona, testimoniata anche da alcuni crolli verificatesi negli ultimi anni, si manifesta anche in una grossa frattura che attraversa le due gallerie; essa è stata monitorata tramite dei fessurimetri nel corso del «Progetto Antro 2.0». L’osservazione periodica delle variazioni rilevate dai fessurimetri ha consentito di capire che le oscillazioni d’ampiezza della frattura è direttamente connessa alle variazioni di livello dell’acqua all’interno di alcuni settori dell’Antro delle gallerie: ‘pozzo quadro’, zona del ‘trabucco’ e ‘pozzo del moro’. V.4b - Elementi e particolarità dello scavo Nella parte iniziale si osserva il segno di distacco della roccia operato per mezzo di un cuneo.

V.5b - Elementi e particolarità dello scavo • Nella parte terminale della galleria laterale in direzione nord-est il fronte di scavo con un’apertura di forma rettangolare che si apre sullo spigolo inferiore destro (foto V.23); • la volta della galleria laterale scavata a gradini (foto V.25); • il fronte di scavo posto in corrispondenza del caposaldo VSB6 che lascia in luce vene di mineralizzazione (foto V.26).

V.4c - Interpretazione funzionale La galleria sospesa ha un andamento sostanzialmente allineato con la galleria dell’‘inferno’. Il fatto di terminare nel vuoto, così come la ‘galleria dell’ornato’ e la parte finale del ‘cunicolo del ghiro’, potrebbe essere la conseguenza di un ampliamento della galleria del ‘salto in basso’ e del relativo cantiere di coltivazione, operato successivamente allo scavo delle citate gallerie.

V.5c - Interpretazione funzionale Questi cunicoli di modesto sviluppo potrebbero costituire ricerche non andate a buon fine; il cunicolo in direzione nord-ovest farebbe ipotizzare una prosecuzione verso altri ambienti.

V.4d - Ritrovamenti La documentazione disponibile sulla cavità non presenta cenni a ritrovamenti effettuati in tale piccolo cunicolo. V.5 - Galleria e cunicoli laterali al ‘salto in basso’ V.5a - Descrizione Dalla ‘sala della frana’, prima dell’inizio della galleria del ‘salto in basso’, sulla destra si apre un corto cunicolo

V.5d - Ritrovamenti Non si ha documentazione o informazioni relative a ritrovamenti all’interno dei cunicoli di tale area.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto V.23. Galleria laterale al ‘salto in basso’ in direzione nord-est, accesso al cunicolo e fronte di scavo (foto AG).

Foto V.24. Galleria laterale al ‘salto in basso’ in direzione sud-ovest, congiunzione con il ‘salto in basso’ (foto AG).

Foto V.25. Galleria laterale al ‘salto in basso’, dettaglio dello scavo a ‘gradini’ della volta (foto AG).

Foto V.26. Galleria laterale al ‘salto in basso’, fronte di scavo con evidenza della vena minerale (foto AG).

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CAPITOLO VI GALLERIA DEL ‘SALTO IN BASSO’ E LA ‘GALLERIA DELL’ORNATO’

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A

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Cap. 412

N

B 0

5

10 m

C D E

Cap. 401

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K L

TAV. VII

M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. VI.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilevo GPS/UNEX). VI.1 - Andamento generale La galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ sono scavi che mettono in comunicazione la ‘sala della frana’ con l’opera di carreggio inferiore denominata ‘galleria allagata’. Dalla ‘sala della frana’, in direzione sud-ovest, partono due gallerie: a sinistra la ‘galleria sospesa’, che passa sotto l’archetto del ‘1990’, ed a destra la galleria del ‘salto in basso’.

pavimento, in ripida discesa, segue un andamento a gradini e risulta ingombro di grossi massi. Dopo un paio di metri la galleria si suddivide verticalmente in due parti sovrapposte il cui setto di separazione risulta ancora parzialmente presente con segnali di debolezza strutturale che sconsigliano la percorrenza. Prima di giungere alla divisione della galleria si apre a destra un cunicolo di sezione quadrangolare che conduce ad una galleria parallela, appartenente al complesso di gallerie e cunicoli laterali al ‘salto in basso’ (vedere capitolo V). Questa galleria percorsa per alcuni metri in direzione sudovest si collega nuovamente al ‘salto in basso’ aprendosi in un ambiente che si estende per un paio di metri verso il basso (il ‘salto in basso’) e, contemporaneamente, si innalza verso l’alto. Nel punto di collegamento la galleria appena percorsa termina nettamente affacciandosi in posizione dominante sulla galleria inferiore del ‘salto in basso’ e permettendo così l’osservazione del complesso di gallerie sovrapposte della coltivazione mineraria che ivi si incrociano, tra cui la ‘galleria dell’ornato’ della quale è possibile individuare il punto terminale che si apre nel vuoto in una posizione posta a una quota superiore (foto

VI.2 - La galleria del ‘salto in basso’ VI.2a - Descrizione La galleria del ‘salto in basso’ si stacca dalla ‘sala della frana’, e si sviluppa in forte pendenza nella prima parte per poi assumere uno sviluppo sub-orizzontale nella parte terminale. Le pareti presentano delle zone di discontinuità geologiche, in particolare sulla sinistra, in corrispondenza delle quali sono avvenuti i distacchi di porzioni di roccia, infatti la sua sezione originariamente di forma ogivale tronca è stata ampliata e resa irregolare da tali cedimenti (foto VI.1). Sulla destra, invece, si osservano i segni di incassi per l’alloggiamento dei puntelli di sostegno posti a consolidamento delle parti soggette al rischio di crollo. Il

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. VII

sala della frana

350 4.2M.

sos0 5.1M.

N quadrivio

sala del grande muro a secco

1401 6.5M. VSB22 -5.4M.

sor4 -8.4M.

0

sala della nerina

353 -4.3M. galleria sospesa

galleria del salto in basso

5m sorgente

sos6 -1.0M. 380 3.3M.

354 -7.7M.

GRSC2 4.4M.

cunicolo del ghiro

galleria dell'ornato

B003 -1.4M.

la balza

B004 -5.7M.

355 -7.8M.

galleria inferiore del salto in basso

360 -7.9M.

361 -8.1M.

356 -9.4M. 367d -10.7M.

357 -9.5M.

sasso con foro B0010 -1.4M.

362 -7.6M.

358 -9.3M.

galleria del moro

363 -8.7M. Tanica -6.8M.

GE5 -6.3M.

364 -9.5M.

sala della tanica

365 -10.8M. 366 -10.8M. 358A -9.3M.

cunicolo bagnato

galleria allagata AA -5.4M.

pozzo del moro

Sez. 58

Tav. VII. La galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ (rilevo GPS/UNEX).

70

Sez. 59

300 5.1M.

Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ VI.2). Nella discesa verso la galleria inferiore si passa lateralmente a una pietra triangolare, giacente al centro del ‘salto in basso’, che alcuni decenni orsono era disposta orizzontalmente ed era stata denominata l’‘altare’ da uno degli esploratori dell’epoca, Augusto Binda del Gruppo Speleologico CAI Varese (foto VI.3). Tale pietra poggia su una base costruita risparmiando la roccia dallo scavo e collega, con una struttura ad arco, entrambe le pareti e si presuppone sia ciò che rimane di un sistema di sostegno di un sovrastante attrezzamento ligneo probabilmente utilizzato per la movimentazione di uomini e materiali. Sulla stessa struttura, sul bordo destro guardando il fondo del ‘salto in basso’, si trova una profonda tacca triangolare che poteva servire per alloggiare delle tubazioni per una probabile regimentazione delle acque nella zona. Percorsa la discesa del ‘salto in basso’ la galleria prosegue pressoché in orizzontale nella galleria inferiore del ‘salto in basso’ la quale inizia direttamente sotto la verticale del punto di uscita del ‘cunicolo del ghiro’, il cosiddetto ‘pozzo radon’ (foto VI.4). L’ambiente che si apre alla base del ‘salto in basso’ è composto dallo sbancamento dei setti di separazione di più gallerie sovrapposte scavate in parallelo (foto VI.5). Il risultato è un unico ambiente a sviluppo verticale sulle cui pareti è ancora possibile individuare l’originaria separazione tra le gallerie (foto VI.6) nonché i residui di detriti cementati a varie altezze, i quali precedentemente coprivano i piani pavimentali. In vari punti si nota un lavoro di pareggiamento delle pareti in corrispondenza delle ‘congiunzioni’ tra le gallerie, dimostrandone l’intenzionalità, mentre in altri punti l’unione non è completa ed esiste ancora traccia del setto di separazione (foto VI.7). La galleria inferiore prosegue mantenendo l’altezza derivante dall’unione delle varie gallerie sovrapposte e, solo in alcuni tratti, si abbassa in corrispondenza di cunicoli superiori (foto VI.8). Con ogni probabilità queste gallerie rappresentano una delle zone di coltivazione mineraria del complesso ove, seguendo la vena, si abbatteva la roccia per derivarne il minerale. In corrispondenza di uno di tali abbassamenti (caposaldo 355) si intercettano ai lati della galleria due cunicoli (foto VI.9). Sulla sinistra si ha l’accesso ad un cunicolo di collegamento, avente sezione approssimativamente quadrata di poco più di mezzo metro di larghezza, che conduce alla ‘galleria dell’ornato’. Sulla destra, immediatamente di fronte al precedente collegamento, si apre un cunicolo, che nei rilievi planimetrici dei primi esploratori (rilievo Talamoni) veniva indicato come ‘sorgente’. Lo scavo, di ridotta sezione e con andamento lievemente in salita, si presenta col pavimento ricoperto di abbondante fango rossastro percorso continuamente da un rivolo d’acqua di percolazione. In corrispondenza del punto d’ingresso al cunicolo sono presenti due scanalature verticali, una sinistra ed una a destra un po’ più larga, che potrebbero indicare la presenza di una paratoia destinata alla regimazione delle acque di percolamento (foto VI.10). Questo cunicolo si sviluppa in leggera salita per circa 10

m e al termine presenta un fronte di scavo in posizione frontale, ma lievemente decentrato a sinistra (foto VI.11), e sulla destra un breve diverticolo lievemente inclinato in basso. Questo breve diverticolo presenta un repentino abbassamento del soffitto e poco dopo chiude su un fronte di scavo (foto VI.12); lungo una parete presenta concrezioni color ruggine, indici della presenza di minerali ferrosi. Da tale punto proviene gran parte dell’acqua di stillicidio che, percolando dalla roccia, riempie il fondo del cunicolo di acqua rugginosa che, a sua volta tracimando, scorre di continuo fino all’intersezione con la galleria inferiore del ‘salto in basso’ conferendo il colore rossiccio al fango che ricopre il pavimento (foto VI.13). La galleria inferiore del ‘salto in basso’, superati gli inizi dei cunicoli della ‘sorgente’ e di collegamento alla ‘galleria dell’ornato’, presenta superiormente l’accesso a un basso cunicolo con il pavimento coperto da un ampio strato di detriti inglobati nell’argilla, con il soffitto che presenta evidenti tracce d’attrezzi e che chiude dopo poco su fronte di scavo. La galleria prosegue ancora per qualche metro lasciando sulla sinistra un assaggio di scavo (foto VI.14) per giungere dopo poco più di un metro a un punto in cui il pavimento si abbassa a formare una piccola pozza (‘pozza della corda’) che raccoglie le acque provenienti dalla ‘sorgente’. La ‘pozza della corda’ è delimitata frontalmente da due cunicoli sovrapposti: l’inferiore, è a livello della pozza stessa e chiude in frana, il superiore continua sino a un allargamento (‘sala della tanica’) collegato alla ‘galleria del moro’ tramite un cunicolo generalmente allagato (‘cunicolo bagnato’). La ‘pozza della corda’ (foto VI.15) ha il fondo coperto da detriti e sabbia derivante dallo sfaldamento dell’arenaria e rimane a un paio di metri al di sopra della frana che chiude la sottostante ‘galleria allagata’. VI.2b - Elementi e particolarità dello scavo Nella zona del ‘salto in basso’ vi sono diversi elementi di rilievo, in particolare i seguenti: • gli incavi di cuneo all’interno della vena di cristalli di quarzo in prossimità dell’‘altare’; • gli incavi verticali simili a guide per paratoie all’inizio del cunicolo della ‘sorgente’ interpretabili come elementi di un sistema di regolazione del deflusso delle acque di percolazione; • il fronte di scavo al termine nel cunicolo della ‘sorgente’; • il fronte di scavo e il ‘ribasso’ della galleria nel punto di raccolta delle acque del cunicolo della ‘sorgente’; • i cunicoli sovrapposti situati superiormente alla galleria inferiore del ‘salto in basso’; • l’assaggio di scavo in prossimità della ‘pozza della corda’; • i cunicoli sovrapposti paralleli dopo la ‘pozza della corda’. VI.2c - Interpretazione funzionale Il complesso della galleria del ‘salto in basso’, insieme alla vicina ‘galleria dell’ornato’, fa parte di un’ampia

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.1. Galleria del ‘salto in basso’, a destra il cunicolo di accesso alle gallerie laterali (foto AG).

Foto VI.2. Galleria del ‘salto in basso’, vista sulla galleria inferiore (foto AG).

Foto VI.3. Galleria del ‘salto in basso’, l’‘altare’ ripreso in direzione dell’uscita (foto AG).

Foto VI.4. Galleria inferiore, corda collegata all’uscita del ‘cunicolo del ghiro’: il ‘pozzo radon’ (foto AG).

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Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ zona di coltivazione, probabilmente la più estesa e articolata dell’intera cavità nota. L’andamento della prima galleria, con un breve tratto discendente seguito da una repentina diminuzione di quota (il ‘salto in basso’) e un successivo tratto pressoché orizzontale, trova una quasi identica corrispondenza nell’andamento della ‘galleria dell’ornato’. I vari livelli di gallerie sovrapposte, alcune delle quali unite tra loro per sbancamento dei setti divisori ed altre costituite da cunicoli nella fase iniziale di scavo, delineano una struttura complessivamente dedicata alla coltivazione mineraria, assimilabile a uno o più cantieri d’estrazione. Questo settore è indirettamente collegata alla superiore ‘galleria principale’ e con ogni probabilità anche alla galleria di carreggio inferiore, ovvero la ‘galleria allagata’. Questa galleria infatti probabilmente collegava sia il ‘pozzo del moro’ e sia un pozzo di cui si ipotizza la presenza al di sotto della ‘pozza della corda’ e che attualmente risulta riempito da detriti e quindi non è più

accessibile. Gli elementi che fanno ipotizzare la presenza di questo pozzo sono: • la posizione in pianta coincidente con la frana che chiude la ‘galleria allagata’; • la distanza verticale limitata a qualche metro; • le variazioni del livello dell’acqua nella ‘pozza della corda’ concordi con le variazioni di livello nella ‘galleria allagata’ e nel ‘pozzo del moro’; • il fatto che il flusso continuo dell’acqua che sgorga dalla ‘sorgente’ trovi sfogo nella ‘pozza della corda’; • la presenza dello stesso materiale detritico sia nella ‘pozza della corda’ e sia nella frana terminale della ‘galleria allagata’. VI.2d - Ritrovamenti In tale zona si ha notizia del ritrovamento di uno scalpello immanicato al di sotto del ‘salto in basso’, probabilmente inferiormente all’‘altare’.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.5. L’inizio della galleria inferiore del ‘salto in basso’ (foto AG).

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Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’

Foto VI.6. La galleria inferiore del ‘salto in basso’, vista delle gallerie parallele sovrapposte (foto AG).

Foto VI.7. Galleria inferiore, dettaglio del setto di separazione tra le gallerie sovrapposte (foto AG).

Foto VI.8. Galleria del ‘salto in basso’, cunicolo sovrapposto alla galleria inferiore (foto AG).

Foto VI.9. A sinistra collegamento con la ‘galleria dell’ornato’ e a destra con la ‘sorgente’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.10. Accesso al cunicolo della ‘sorgente’ lato sinistro, scanalatura verticale (foto AG).

Foto VI.11. Cunicolo della ‘sorgente’, parte terminale, fronte di scavo a sinistra della ‘sorgente (foto AG).

Foto VI.12. Cunicolo della ‘sorgente’, dettaglio della ‘sorgente’ (foto AG).

Foto VI.13. Cunicolo della ‘sorgente’, il cunicolo in direzione dell’ingresso, dettaglio segni di scavo (foto AG).

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Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’

Foto VI.14. Fronte di scavo sul lato sinistro prima della ‘pozza della corda’ (foto AG).

Foto VI.15. ‘Pozza della corda’, cunicoli sovrapposti paralleli (foto AG).

Foto VI.16. Ingresso del cunicolo di collegamento con la ‘galleria dell’ornato’ (foto AG).

Foto VI.17. ‘Galleria dell’ornato’, punto di uscita del cunicolo di collegamento (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.18. ‘Galleria dell’ornato’, parete ovest, residui di detriti di scavo concrezionati (foto AG).

Foto VI.19. ‘Galleria dell’ornato’, vista complessiva della struttura denominata ‘sasso con foro’ (foto AG).

Foto VI.20. ‘Galleria dell’ornato’, ‘sasso con foro’, dettaglio della parte inferiore (foto AG).

Foto VI.21. ‘Galleria dell’ornato’, diverticolo a sinistra del ‘sasso con foro’, dettaglio fronte di scavo (foto AG).

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Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ VI.3 - La ‘galleria dell’ornato’ Si può accedere alla ‘galleria dell’ornato’ da più punti: • dalla galleria inferiore del ‘salto in basso’, tramite il cunicolo di collegamento che rappresenta l’accesso più agevole (foto VI.16); • dalla ‘galleria allagata’, percorribile solo in regime di ‘secca’ e comunque anche in tal caso con il livello d’acqua all’altezza del petto; • dalla ‘galleria del moro’, attraverso la ‘balza’ del ‘cunicolo del ghiro’ e quindi tramite una discesa nel vuoto in verticale di alcuni metri, fattibile adottando tecniche ed attrezzature speleologiche.

VI.3a - Descrizione La ‘galleria dell’ornato’ rappresenta una delle zone di coltivazione mineraria del complesso ed è anch’essa composta da più gallerie parallele sovrapposte e successivamente collegate tramite sbancamento dei setti di separazione. Risulta quasi complanare con la galleria del ‘salto in basso’ e rispetto questa divergente di circa 25°. Tale zona di coltivazione ha un’inclinazione che segue orientativamente una vena di arenaria quarzifera che ingloba cristalli, più o meno grandi, di quarzo. Il pavimento, ingombro di detriti d’estrazione ha un andamento a gradoni che, dal caposaldo 360, sale dirigendosi verso il caposaldo 380; in alcuni punti sono ben visibili, sui lati della parete, i residui concrezionati dei detriti giacenti sul pavimento della galleria superiore prima dello sbancamento (foto VI.18). Salendo e avvicinandosi al caposaldo 380 si incrociano sulla sinistra: • due piccoli cunicoli collegati alla galleria del ‘salto in basso’, ma non completamente percorribili (foto VI.26); • un diverticolo cieco a sinistra; • un fronte di scavo sulla parete destra poco prima del caposaldo 380.

Accesso dalla galleria del ‘salto in basso’ L’ingresso del cunicolo di collegamento con la galleria del ‘salto in basso’ è immediatamente opposto al cunicolo della ‘sorgente’ (caposaldo 355, foto VI.9). Il cunicolo, lungo poco più di 3 m ha dimensioni ridotte, sezione di forma tendente al quadrangolare, andamento lievemente curvo. S’immette nella ‘galleria dell’ornato’ presentando, nel piano pavimentale in corrispondenza del punto di giunzione, una cornice con fessura triangolare al centro che farebbe ipotizzare uno scopo di regimentazione idraulica (foto VI.17). Strutture analoghe si ritrovano nel ‘salto in basso’ e nella ‘vaschetta’ nella zona dei ‘magazzini’. Dal punto di giunzione con la ‘galleria dell’ornato’, verso destra in direzione sud sud-ovest, ci si dirige verso la struttura denominata ‘sasso con foro’, superata la quale si scende, tramite una serie di gradini, fino a collegarsi alla ‘galleria allagata’ proveniente dal ‘pozzo del moro’. Proseguendo invece verso sinistra, in direzione nord nord-est, la galleria sale con alcuni gradoni verso il caposaldo 380 che si apre nel vuoto sulla parte alta della galleria del ‘salto in basso’, di fronte al termine della ‘galleria sospesa’. Il soffitto è posizionato a circa 4 m ed è caratterizzato da una struttura a gradini inversi con evidenti segni delle scalpellature.

Il caposaldo 380 è posto al termine della galleria, immediatamente prima dello spazio vuoto che separa la ‘galleria dell’ornato’ dalla ‘galleria sospesa’. Le due gallerie non sono allineate, infatti hanno un’angolazione reciproca di circa 120° ed una differenza di quota, nei punti terminali, di circa 2 m. Esse sono state scavate con un verso convergente: la ‘galleria sospesa’ dalla ‘sala della frana’ in avanti e la ‘galleria dell’ornato’ dal collegamento con la galleria inferiore del ‘salto in basso’ verso lo stesso punto; tale fatto farebbe ipotizzare uno scavo iniziato da due punti e destinato a congiungersi. A destra dell’uscita del cunicolo di accesso alla galleria, si individua una struttura particolare, denominata dai primi esploratori ‘sasso con foro’, che in tal punto ostacola il passaggio alla successiva galleria riducendone la sezione. Il ‘sasso con foro’ in realtà è una sorta di parapetto, con un fronte di scavo realizzato con la tecnica a ‘gradini’; questa struttura in basso risulta forata da una piccola finestra (foto VI.19 e foto VI.20). Nella parte bassa della galleria, sulla sinistra del ‘sasso con foro’, principia un accenno di galleria che evidenzia notevoli debolezze strutturali nella parete di sinistra a seguito della presenza di una faglia che rappresenta una notevole discontinuità della roccia. Tutto ciò farebbe pensare ad un inizio di galleria immediatamente abbandonata per la cedevolezza di una parete per portarsi più a destra in una zona di roccia più solida e realizzare così in maggiore sicurezza lo scavo definitivo. Immediatamente a lato di tale struttura si apre un breve cunicolo che termina su un fronte di scavo che evidenzia nettamente la tecnica di avanzamento a gradini (foto VI.21). Superato il ‘sasso con foro’ la galleria si restringe in ampiezza e si riduce notevolmente in altezza, mentre il fondo si presenta a gradini con alcune corrispondenze sulla volta tali da far pensare ad alloggiamenti per una qualche chiusura.

Accesso dalla ‘galleria allagata’ Disceso il ‘pozzo del moro’ ed imboccata la ‘galleria allagata’, si prosegue sino ad incrociare sul lato destro un cunicolo in salita che presenta delle specie di gradini; tale cunicolo conduce, dopo circa 7 m, al ‘sasso con foro’ e quindi alla ‘galleria dell’ornato’. Tale accesso è ovviamente possibile solo quando il livello dell’acqua nel ‘pozzo del moro’ e nella ‘galleria allagata’ è basso. Accesso dalla ‘galleria del moro’’ Percorrendo la ‘galleria del moro’, in corrispondenza del caposaldo 1405, sulla destra in basso si apre un passaggio che mette in comunicazione con un cunicolo approssimativamente parallelo alla ‘galleria del moro’, il ‘cunicolo del ghiro’, e tramite la ‘balza’ che si apre sul suo pavimento è possibile scendere in verticale nella ‘galleria dell’ornato’ trovandosi appena un paio di metri sulla sinistra dell’uscita del cunicolo di collegamento con la galleria del ‘salto in basso’.

79

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.22. ‘Galleria dell’ornato’, unione tra le due gallerie sovrapposte (foto AG).

Foto VI.23. ‘Galleria dell’ornato’, residui concrezionati del pavimento della galleria superiore (foto AG).

Foto VI.24. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra, incavo per attrezzamenti lignei (foto AG).

Foto VI.25. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra, incavo per attrezzamenti lignei (foto AG).

80

Cap. VI - Galleria del ‘salto in basso’ e la ‘galleria dell’ornato’ Nette evidenze della tecnica di scavo per gallerie sovrapposte si hanno: • nella parte terminale della galleria stessa, verso la zona dell’‘inferno’, ove si nota l’attacco di scavo di due cunicoli (foto VI.26); • nella sezione della galleria ove risulta possibile leggere l’unione delle gallerie sovrapposte successivamente raccordate tra loro (foto VI.22); • nel residuo dei detriti esistenti alla base della galleria superiore cementati tra loro ed aderenti alla parete nel punto di giunzione delle gallerie parallele (foto VI.23). Le pareti della galleria presentano segni di incavi di alloggiamento per strutture lignee destinate molto probabilmente all’attrezzamento della zona di coltivazione (foto VI.24 e foto VI.25).

VI.3b - Elementi e particolarità dello scavo La ‘galleria dell’ornato’ presenta diverse elementi degni d’interesse e, in particolare, i seguenti: • la struttura indicata come ‘sasso con foro’ il cui scopo non è chiaro; sembrerebbe potersi escludere che possa essere il setto divisorio di due gallerie destinate ad incontrarsi in quanto il verso di scavo prima di tale struttura e dopo di essa si mantiene lo stesso e ne è stato ipotizzato un utilizzo legato alla regimentazione delle acque; • il bordo posto al termine del cunicolo di collegamento tra galleria inferiore del ‘salto in basso’ e ‘galleria dell’ornato’ con relativo incavo avente apparentemente funzione di regimentazione delle acque; • il soffitto della galleria oggetto di coltivazione a ‘gradoni inversi’; • i fronti di scavo al termine di diverticoli, ove si evidenzia chiaramente l’impiego della tecnica di avanzamento a ‘gradini’.

VI.3d - Ritrovamenti In tale zona si ha notizia di ritrovamenti di materiale ceramico e utensili di scavo nei seguenti punti: • a sinistra del caposaldo 360 (uscita del cunicolo di collegamento tra galleria del ‘salto in basso’ e galleria ‘dell’ornato’) sono stati rinvenuti, in tempi diversi, alcuni frammenti di una ciotola tronco conica in ceramica invetriata e un fondo di ciotola con un graffito sul fondo rappresentante la lettera ‘W’; • nella galleria, in un punto non documentato, sono stati rinvenuti due scalpelli immanicati2.

VI.3c - Interpretazione funzionale La galleria ‘dell’ornato’, analogamente alla galleria del ‘salto in basso’, rappresenta una zona di coltivazione mineraria che si è sviluppata sia adottando la tecnica di scavo a gradoni1 sia la tecnica di avanzamento per gallerie sovrapposte parallele successivamente collegate per abbattimento del setto divisorio. La galleria presenta chiara evidenza della tecnica a gradoni: • nel pavimento formato da una serie di gradoni parzialmente coperti da detriti di scavo; • nel soffitto ove i gradoni sono più evidenti.

1 Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, in Archeologia delle attività estrattive e metallurgiche, op. cit., p. 363.

2 Edoardo Dietz, L’Antro delle Gallerie in Valganna. Nuove esplorazioni ed ipotesi, op. cit., figure a pp. 24-25.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VI.26. ‘Galleria dell’ornato’, parete sinistra con accesso ai diverticoli diretti verso il ‘salto in basso’ (foto AG).

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CAPITOLO VII LA ‘GALLERIA DEL MORO’ E LA ‘GALLERIA ALLAGATA’

1

2

3

4

5

6

7

8

9

A

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

Cap. 412

N

B 0

5

10 m

C D E

Cap. 401

F G

TAV. VIII

H

TAV. X

0

I Ingresso principale 0.0M.

J

TAV. IX

K L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. VII.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). VII.1 - Andamento generale La ‘galleria del moro’ si sviluppa in discesa a partire dal ‘quadrivio’ sino al ‘pozzo del moro’. È articolata in una galleria percorribile, con una seconda piccola galleria che la segue parallelamente in posizione sovrapposta. Questa seconda galleria non è percorribile essendo riempita da detriti, residui di operazioni di scavo, cementati da fango e concrezioni calcaree e in alcuni casi intenzionalmente trattenuti da travetti di legno. Se ne intuisce l’andamento grazie a una serie di piccoli pozzetti di collegamento che permettono di scorgerne alcuni tratti. La galleria inferiore, percorribile, termina in una saletta nella quale si apre il ‘pozzo del moro’ e dalla quale si stacca un cunicolo che conduce a una ulteriore sala (‘sala oltre il moro’) e da qui alla cosiddetta ‘sala Urban’.

gallerie sovrapposte successivamente collegate tra loro con il chiaro scopo di ottenere una zona di coltivazione di ampio volume anche se di limitata larghezza e quindi strutturalmente più solida e durevole. Nella ‘galleria del moro’, invece, l’iniziale scavo di due gallerie esplorative sovrapposte in parallelo non deve aver individuato zone utili alla coltivazione mineraria determinando il cambio di destinazione delle stesse. Di conseguenza sarebbero state ampliate le dimensioni della galleria inferiore per farne una struttura di accesso a livelli più bassi mentre il cunicolo superiore, rimasto alle dimensioni ‘esplorative’, sarebbe stato utilizzato come deposito del materiale scavato. Tale galleria mantiene un collegamento, anche se non previsto a supporto di un utilizzo operativo, con la zona di coltivazione della ‘galleria dell’ornato’ e della porzione terminale della galleria del ‘salto in basso’ (‘sala della tanica’) rispettivamente tramite il ‘cunicolo del ghiro’ e il ‘cunicolo bagnato’. Dalla ‘galleria principale’, in corrispondenza del lato sinistro del ‘quadrivio’, si sale per circa 2,5 m (foto VII.1) arrivando in un punto da cui si dipartono vari brevi cunicoli ciechi e due gallerie sul lato destro: la galleria diretta alla ‘sala del grande muro

VII.2 - La ‘galleria del moro’ VII.2a - Descrizione La ‘galleria del moro’ si presenta nettamente diversa da altre gallerie della cavità, come ad esempio il ‘salto in basso’, la ‘galleria dell’ornato’, la ‘galleria terminale’; settori ove risultano essere state scavate in parallelo più

83

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

300 5.1M.

TAV. VIII

sala della frana

N quadrivio

1401 6.5M.

1402 6.6M. 353 -4.3M.

sor4 -8.4M.

0

sala della nerina

galleria del salto in basso

5m

Sez. 50

sos6 -1.0M. GRSC2 4.4M.

380 3.3M.

sorgente

Sez. 50

1403 3.7M.

Sez. 51

cunicolo del ghiro la balza 1404 2.0M.

B003 -1.4M. B004 -5.7M.

355 -7.8M.

galleria inferiore del salto in basso

Sez. 52 356 -9.4M.

1405 1.6M. sasso con foro

Sez. 53 1406 0.8M.

362 -7.6M.

Sez. 54 1407 1.0M.

B0010 -1.4M. 358 -9.3M.

1408 0.6M.

Tanica -6.8M.

Sez. 55

1409 -1.2M.

GE5 -6.3M.

galleria del moro

Sez. 56

358A -9.3M.

367 -10.9M.

GE2 -5.8M. GE1 -5.1M.

cunicolo bagnato

AB -4.3M.

1410 -4.7M.

Sez. 57

galleria allagata AA -5.4M.

370 -10.9M.

pozzo del moro

Sez.57

Sez.56

Sez.55

Sez.54

Sez.53

Sez.52

Sez.51

u-08b -7.0M.

u-09 -6.1M.

galleria nera

Tav. VIII. La ‘galleria del moro’ ed il ‘pozzo del moro’ (rilievo GPS/UNEX).

84

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’ a secco’ e la ‘galleria laterale della sala del muro a secco’ (Tav. XI). Da tale punto (caposaldo 1402) si accede alla ‘galleria del moro’, una galleria di forma non sempre regolare, con andamento discendente e una pendenza media di circa 20°, che dopo circa 40 m conduce al ‘pozzo del moro’ (Tav. VIII, Tav. IX). La parete che all’inizio della galleria divide il lato destro, con le due gallerie ed il cunicolo, da quello sinistro con i brevi cunicoli ciechi, è costituita da uno specchio di faglia e su di essa si notano: • un incastro per palo (foto VII.2) che trova la sua corrispondenza sulla parete opposta in un piccolo muro a secco; • un segno a forma di asterisco presente in altri punti della cavità come un segno ‘*’ scavato sulla destra dell’incastro per palo di consolidamento (foto VII.3). La galleria diretta verso il ‘pozzo del moro’, nel primo tratto compreso tra il caposaldo 1402 ed il caposaldo 1403, non ha una sezione di forma altrettanto netta e definita quanto quella della ‘galleria principale’. In questo tratto, sulla parete destra a scendere, si evidenziano i segni residui dell’azione di distacco della roccia operata tramite cunei posti in successione (foto VII.4); analoghi segni si riscontrano sulla parete di sinistra (foto VII.5, VII.6). La galleria presenta sulla sinistra un fronte di scavo (foto VII.7) e prosegue con una sezione quasi costante per poco più di sei metri. La parete sinistra scendendo si presenta inclinata e con tracce di percolazione d’acqua e conseguenti concrezioni calcaree che, in vari punti, si arricchiscono di formazioni ramificate di tipo eccentrico (foto VII.8). Poco oltre la galleria si allarga sulla sinistra e la volta si innalza evidenziando, in direzione dell’uscita, la presenza di una porzione di galleria sovrapposta superiormente (foto VII.9) avente una sezione approssimativamente quadrata e dimensioni ridotte, con il pavimento coperto di materiale detritico e con il fondo chiuso su fronte di scavo. La galleria prosegue e, dopo alcuni metri, si stringe e presenta l’inizio di due cunicoli paralleli, lievemente sfalsati rispetto alla galleria percorribile (foto VII.10), che risultano chiusi da materiale incoerente franato. Oltre il restringimento la galleria prosegue e in corrispondenza del caposaldo 1405 (vedere Sez. 52) si apre in basso sulla destra un passaggio, a sezione approssimativamente quadrata (foto VII.11), di collegamento con un basso cunicolo parallelo: il ‘cunicolo del ghiro’ che a sinistra, in direzione del ‘pozzo del moro’, chiude in frana mentre a destra presenta sul pavimento un’apertura che si apre nel vuoto (‘balza’) collegandosi al soffitto della sottostante ‘galleria dell’ornato’ il cui pavimento risulta più in basso di 3 m circa. Il ‘cunicolo del ghiro’ prosegue frontalmente, mantenendo la stessa direzione e stringendosi a causa dell’abbondante presenza di materiale detritico sul pavimento, per poi terminare nel vuoto (‘pozzo radon’) sul soffitto della galleria del ‘salto in basso’. Lasciato il caposaldo 1405 e i cunicoli che si dipartono, si arriva al caposaldo 1407 ove ci si trova alla presenza di un pozzetto di collegamento verso la galleria posta a un livello superiore. Tale pozzetto, di cui si riconosce ancora una vaga pianta rettangolare con residui segni di scavo, ha una struttura analoga ad altri simili

presenti nella cavità, quali il ‘pozzetto delle pedarole’ ed il ‘pozzetto del labirinto’ nella zona del ‘labirinto’. Vi si accede tramite un passaggio che, visto dall’interno, presenta una forma rettangolare (foto VII.12). La galleria prosegue in direzione del ‘pozzo del moro’ attraverso un passaggio basso che rappresenta l’uscita del pozzetto (foto VII.13) mentre, nella parte superiore dello stesso, si ha l’accesso a un cunicolo sovrapposto parzialmente collassato (foto VII.14). Sulla volta si ha un’apertura di collegamento con quanto rimane della galleria sovrapposta, che risulta completamente occlusa da materiale detritico (foto VII.15) e che ha la sua prosecuzione oltre il pozzetto in un cunicolo, posto in alto sulla destra, completamente occluso dagli strati di roccia sovrastanti collassati a seguito del distacco di uno strato argilloso (foto VII.16). Oltre tale punto la galleria scende con inclinazione più accentuata e con il pavimento che presenta un andamento a gradini, ricavati a risparmio nella matrice rocciosa. Verso il caposaldo 1409 il soffitto della galleria percorribile si innalza grazie a un’apertura scavata verticalmente che la collega al cunicolo sovrastante consentendo di osservare vari detriti ivi accatastati. Proseguendo verso il ‘pozzo del moro’ la galleria mantiene costante la sua altezza, per poi innalzarsi nuovamente in corrispondenza di un ulteriore collegamento al cunicolo superiore. L’innalzamento della volta consente di osservare il cunicolo superiore: in direzione del ‘pozzo del moro’, questo si presenta distinto dalla galleria percorribile e, almeno nel primo tratto, libero da detriti (foto VII.17) mentre, in direzione opposta, si presenta ingombro di residui dello scavo e con un travetto in legno a trattenere tale massa incoerente (foto VII.18). La presenza del travetto ligneo, posto a contenimento di alcuni massi depositati nel cunicolo superiore, farebbe ipotizzare un riutilizzo del cunicolo superiore quale deposito per il materiale sterile frutto dello scavo della ‘galleria del moro’ posta inferiormente, anche se non si può escludere con certezza che esso sia stato posizionato in epoca recente dai primi esploratori del complesso. L’impiego di travetti di legno a contenimento di materiale residuo di scavo, posto in gallerie superiori a quella di transito, risulta documentato in miniere di epoca rinascimentale francesi in coltivazioni del tipo a ‘trincea riempita’1 (‘tranchée remblayée’). Nel caso dell’Antro delle gallerie tale utilizzo potrebbe non essere stato lo scopo primario dello scavo del cunicolo superiore, ma potrebbe essere il risultato di una valutazione successiva quando, vista la natura geologica delle rocce in cui lo scavo veniva a svilupparsi, si sarebbe optato per l’abbandono del cunicolo superiore quale possibile zona di coltivazione destinandolo, quindi, a zona di raccolta del materiale di scavo mantenendo, invece, la galleria inferiore quale struttura principale di transito. Superato tale punto la galleria prosegue con una sezione che, almeno inizialmente, risulta abbastanza ben delineata nella classica forma ogivale tronca. Un paio di metri più avanti si apre a pavimento l’accesso al ‘cunicolo bagnato’ che va a connettersi alla galleria del ‘salto in basso’ ed 1 Marie Cristine Bailly-Maitre, Les mines médiévales et modernes. Aspects techniques, op. cit., fig. 5 a p. 361.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.1. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’ (foto AG).

Foto VII.2. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’, dettaglio incastro per palo (foto AG).

Foto VII.3. ‘Galleria del moro’, accesso dal ‘quadrivio’, dettaglio del segno ‘*’ (foto AG).

Foto VII.4. Parte iniziale della galleria, lato ovest, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG).

86

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Foto VII.5. Parte iniziale della galleria, lato est, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG).

Foto VII.6. Parte iniziale della galleria, lato est, dettaglio degli incavi per cunei (foto AG).

Foto VII.7. Parte iniziale della galleria, fronte di scavo su parete est (foto AG).

Foto VII.8. Parte iniziale della galleria, dettaglio concrezioni calcaree sulla parete est (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.9. Parte iniziale della galleria, cunicolo superiore sovrapposto, foto in direzione del ‘quadrivio’ (foto AG).

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Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Foto VII.10. Parte iniziale della galleria, foto in direzione del ‘pozzo del moro’ (foto AG). Sulla sinistra l’inizio dello scavo di due cunicoli paralleli sfalsati tra loro e a destra la prosecuzione della galleria.

89

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.11. Accesso al ‘cunicolo del ghiro’ (foto AG).

Foto VII.12. Ingresso del pozzetto dopo il caposaldo 1406, visto dall’interno verso il ‘quadrivio’ (foto AG).

Foto VII.13. Cunicolo d’uscita del pozzatto in basso a destra, il caposaldo 1408, (foto AG).

Foto VII.14. Cunicolo superiore sovrapposto all’accesso del pozzetto, vista verso il ‘quadrivio’ (foto AG).

90

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Foto VII.15. Caposaldo 1407, apertura di collegamento al cunicolo sovrapposto (foto AG).

Foto VII.16. Pozzetto dopo il caposaldo 1406, cunicolo sovrapposto, dettaglio degli strato argilloso (foto AG).

Foto VII.17. Cunicolo sovrapposto, foto verso il ‘pozzo del moro’ (foto AG).

Foto VII.18. Cunicolo sovrapposto, massi trattenuti da travetto di legno, foto verso il ‘quadrivio’ (foto AG).

91

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.19. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni sulla parete est (foto AG).

Foto VII.20. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni sulla parete est (foto AG).

Foto VII.21. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, concrezioni a ‘panneggio’ sulla parete est (foto AG).

Foto VII.22. Imbocco del ‘pozzo del moro’ e, superiormente, l’accesso al ‘cunicolo by-pass del moro’ (foto AG).

92

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’ in particolare nel punto denominato ‘sala della tanica’ per via d’una tanica in materiale plastico opportunamente tagliata per essere utilizzata come contenitore per evacuare i detriti da parte di speleologi del Gruppo Speleologico CAI Varese. Il ‘cunicolo bagnato’ è percorribile ed ha una lunghezza di circa 18 m, mantenendo un’altezza costante di 60 cm; sulla volta presenta un fitto concrezionamento in corrispondenza di microfratture ed il suo pavimento è coperto da un perenne strato d’acqua di stillicidio. Il cunicolo con tutta probabilità non era stato scavato al fine di ricercare del minerale ma per un possibile breve collegamento tra la galleria verso il ‘pozzo del moro’ e la fine del ‘salto in basso’, cioè tra le due zone di coltivazione mineraria, senza impegnare la galleria inferiore di carreggio (‘galleria allagata’). Considerate le sue modeste dimensioni, probabilmente, per tale cunicolo doveva essere stato previsto un ampliamento mai ultimato. Proseguendo la discesa lungo la ‘galleria del moro’ e superato l’ingresso del ‘cunicolo bagnato’, ci si trova nella piccola sala antistante il ‘pozzo del moro’ formata da un ampliamento della sezione della galleria. Le sue pareti sono interessate da percolazione d’acqua e ricoperte da conseguenti depositi calcarei con varie sfumature cromatiche. In alcune porzioni di parete, specie in prossimità del pavimento, si osservano piccole concrezioni eccentriche (foto VII.19, VII.20) e concrezioni a ‘panneggio’ (foto VII.21). Sul pavimento in prossimità della parete, invece, si possono osservare dei piccoli frammenti di roccia concrezionati con uno strato continuo ed avvolgente di calcare che presentano analogie con le pisoliti, le cosiddette ‘perle di grotta’. Sul fondo della saletta si apre il ‘pozzo del moro’, mentre un cunicolo sovrastante, con accesso lievemente decentrato sulla destra rispetto all’imbocco del pozzo (foto VII.22), consente di oltrepassarlo. Questo cunicolo (‘cunicolo by-pass del moro’) conduce alla zona che nel rilievo di Talamoni viene indicata come «ultima sala nella diramazione di sinistra». Nella saletta antistante il ‘pozzo del moro’ si nota, alla base della parete destra, l’inizio di scavo di un gradino (foto VII.23) e, in direzione dell’uscita, l’accesso al cunicolo sovrapposto che ha accompagnato il tragitto dal ‘quadrivio’ al ‘pozzo del moro’ (foto VII.24). Tale cunicolo sovrapposto ha il pavimento ingombro di materiale detritico e la sezione vagamente quadrata di ridotte dimensioni; la sua direzione risulta approssimativamente in continuità con il ‘cunicolo bypass del moro’ che oltrepassa il pozzo. Per tutto il percorso i segni di scavo della ‘galleria del moro’ presentano orientamento dal ‘quadrivio’ al ‘pozzo del moro’ e sono ad intervalli del tutto regolari.

• • • •



presenza di un cunicolo superiore e parallelo, in connessione con la galleria percorribile tramite piccoli accessi, riutilizzato per la ripiena; presenza di un ‘pozzetto’ a pianta quadrangolare connesso al cunicolo superiore; piccolo gradino situato tra la galleria e l’accesso al ‘cunicolo del ghiro’; piano pavimentale della galleria, nel tratto che scendendo precede la saletta del ‘pozzo del moro’, è coperto da uno strato d’argilla sotto il quale la roccia parrebbe tagliata a gradini; nella saletta del ‘pozzo del moro’ a livello del pavimento sul lato ovest si osserva l’inizio dello scavo di un ‘gradino’ che parrebbe essere la fase iniziale della realizzazione di un diverticolo simile a quelli che consentono l’accesso al ‘cunicolo del ghiro’ ed al ‘cunicolo bagnato’.

VII.2c - Interpretazione funzionale La ‘galleria del moro’ è verosimilmente un’opera destinata a mettere in comunicazione, tramite il pozzo omonimo, due gallerie di carreggio: la ‘galleria principale’ e la ‘galleria allagata’; si tenderebbe ad escludere che si tratti di una galleria di coltivazione a seguire il filone. VII.2d - Ritrovamenti Non si hanno nè documentazione nè semplici informazioni che attestino il ritrovamento d’oggetti all’interno della galleria. VII.3 - Pozzo del moro VII.3a - Descrizione Il ‘pozzo del moro’ si apre in una rientranza della saletta antistante (‘hornstatt’) e, nella parte sommitale, presenta incassi, che attualmente risultano abbondantemente ricoperti di concrezionamento calcareo, destinati a mantenere in posizione strutture lignee (foto VII.25, VII.26, VII.27). La struttura del pozzo è analoga a quella delle altre perforazioni ad asse verticale presenti nell’Antro delle gallerie. Nel pozzo il livello dell’acqua è soggetto a oscillazioni stagionali che raggiungono i 5 m circa. Nei periodi di ‘secca’ è stata registrata un’altezza del livello di 0,5 m, mentre nel periodo di ‘piena’, a seguito maggior afflusso meteorico stagionale, il pozzo risultava completamente pieno d’acqua. Esso ha sezione rettangolare abbastanza costante, è profondo 5 m circa e alla metà si restringe nettamente con un gradino formando una piattaforma. Dal sopracitato gradino è ravvisabile un cono detritico sulla sinistra, che nello stato dei fatti non rappresenta una frana bensì una nicchia dove è stato depositato materiale di scarto dello scavo. Lungo le pareti del pozzo si osservano altri incassi di forma quadrata, tipo ‘pedarole’, verosimilmente destinati ad accogliere strutture lignee di attrezzamento e servizio del pozzo. Su di un lato del pozzo, in prossimità della porzione inferiore, si osserva una nicchia con fronte di scavo. Alla base del ‘pozzo del moro’ si apre l’opera di percorrenza denominata ‘galleria allagata’. Tale galleria presenta una ridotta altezza ed il suo

VII.2b - Elementi e particolarità dello scavo Nella parte iniziale della galleria si osservano i seguenti elementi degni di nota: • i segni residui dell’azione dei cunei posti in sequenza; • i fronti di scavo in direzione lievemente divergente rispetto l’asse principale. Lungo l’intero sviluppo della galleria si osservano i seguenti elementi:

93

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. IX N

galleria inferiore del salto in basso Tanica -6.8M.

galleria del moro

GE5 -6.3M.

1409 -1.2M.

358A -9.3M.

367 -10.9M.

GE2 -5.8M. GE1 -5.1M.

cunicolo bagnato

0 AB -4.3M.

1410 -4.7M.

AA -5.4M.

AA -5.4M.

pozzo del moro

u-08b -7.0M.

370 -10.9M.

pozzo del moro

u-09 -6.1M.

u-08b -7.0M. diramazione dei fronti di scavo

galleria nera

u-09 -6.1M.

diramazione dei fronti di scavo

GPR4 -13.1M.

Urban6 -11.9M.

cunicolo GoPro

Urban4 -12.1M. Urban3 -9.4M. Urban2 -9.4M.

sala Urban

Urban0 -11.6M.

Urban1 -11.3M.

Tav. IX. Il ‘pozzo del moro’ e la ‘sala Urban’ (rilievo GPS/UNEX).

94

5m

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’ accesso risulta visibile e percorribile unicamente quando il livello delle acque è ai valori minimi.

differenze dovute a crolli parziali del soffitto che, in alcuni punti, determinano la creazione di ambienti più ampi sino a formare delle piccole sale.

VII.3b - Elementi e particolarità dello scavo Nel ‘pozzo del moro’ si osservano i seguenti elementi nteressanti: • incavi realizzati sui bordi della parte superiore del pozzo e destinati ad accogliere strutture di coronamento verosimilmente utilizzate per la movimentazione del personale e dei materiali; • alloggiamenti di pali e strutture lignee realizzati sulle pareti del pozzo; • la piattaforma che si allarga alla base del pozzo e simile a quella presente nel ‘pozzetto delle pedarole’; • la nicchia che si nota sul fondo del pozzo.

Il ‘cunicolo by-pass del moro’ Il ‘pozzo del moro’ può essere agevolmente superato tramite l’angusto ‘cunicolo by-pass del moro’ che si apre immediatamente sopra il pozzo e, dopo circa una decina di metri, lo supera. Tale cunicolo è l’ideale prosecuzione della galleria parallela sovrapposta che accompagna la ‘galleria del moro’ dal ‘quadrivio’ sino al ‘pozzo del moro’. Difatti, nella saletta in cui si apre il pozzo, risulta ben visibile tale galleria superiore. L’accesso al ‘cunicolo by-pass del moro’ è collocato appena sopra il bordo superiore del pozzo. Il cunicolo ha un andamento pressoché rettilineo, in lieve salita nei primi due metri e successivamente in lieve discesa, con sezione ridotta di circa 60 x 60 cm. Nella porzione iniziale, sul lato sinistro, si nota il residuo concrezionato dei detriti giacenti su un piano di calpestio superiore a quello attuale. Come già detto precedentemente, tale situazione, rilevabile in altre parti della cavità, potrebbe essere la testimonianza di periodi di inattività (depositi di detriti a coprire il pavimento consolidati da concrezioni calcaree) seguiti a ripresa dell’attività operativa (asportazione dei detriti dal pavimento). Sempre nella porzione iniziale del cunicolo si osserva sul lato destro una scanalatura che corre lungo il pavimento in prossimità della parete (foto VII.29). Tale scanalatura, unica rinvenuta ad oggi all’interno del complesso, ha una conformazione tale da rendere difficoltoso ipotizzarne la funzione: l’andamento irregolare in pianta e altimetria ne rende improbabile la funzione di scolo d’acqua. Al termine della scanalatura, sul lato sinistro del cunicolo, si apre una piccola nicchia (foto VII.30) ed a metà percorso sulla destra si apre un breve diverticolo che si stacca dal cunicolo a partire da un piccolo gradino che impegna circa un terzo del pavimento del cunicolo (foto VII.31). La conformazione e la posizione del gradino iniziale del diverticolo sono simili a quelle rilevate nell’inizio di scavo osservato nella saletta antistante il ‘pozzo del moro’ (foto VII.23), pertanto si può presumere che tali elementi rappresentino stadi di lavorazione successivi della medesima tipologia di struttura. La parte terminale del cunicolo si apre nella ‘sala oltre il moro’ in posizione lievemente elevata rispetto all’attuale piano di calpestio.

VII.3c - Interpretazione funzionale Il ‘pozzo del moro’ presenta ben evidenti le caratteristiche di un pozzo di collegamento tra livelli diversi. La sua ampia struttura, la connessione con una galleria di carreggio (la ‘galleria allagata’), sono elementi che fanno ipotizzare un complesso approntato per supportare un importante passaggio di materiali e persone e che, quindi, attribuiscono importanza alla ‘galleria allagata’ quale asse viario verso zone di scavo attualmente non accessibili. La direzione di scavo di entrambi i rami della ‘galleria allagata’ è orientata in uscita dal ‘pozzo del moro’ e verso le attuali parti terminali, quindi caratterizza tale pozzo come il punto di partenza dello scavo in direzione sudovest verso l’interno del massiccio dell’Alpe Cuseglio e, più in generale, in direzione della Valfredda. La base del ‘pozzo del moro’ è situata ad una quota di circa -11 m rispetto l’ingresso principale e quindi risulta mediamente intermedia tra l’‘ingresso principale’ e l’ingresso inferiore posto a -30 m dal primo2. Nonostante ciò, considerando la direzione di scavo della ’galleria allagata’, se ne deduce che il pozzo non sembrerebbe essere connesso con vie di comunicazione dirette all’esterno in direzione est verso la Valganna; quindi appare improbabile che esista un collegamento tra il ‘pozzo del moro’ ed un eventuale ingresso intermedio tra quello principale e l’ingresso inferiore. VII.3d - Ritrovamenti Si ha informazione del ritrovamento di frammenti di una ciotola decorata tra i detriti della saletta antistante il ‘pozzo del moro’. Non si ha, invece, documentazione o notizie di ritrovamenti all’interno del ‘pozzo del moro’.

La ‘sala oltre il moro’ La ‘sala oltre il moro’, identificata nel rilievo Talamoni come «ultima sala della diramazione di sinistra», si colloca oltre il ‘pozzo del moro’ al quale è direttamente collegata da un cunicolo, approssimativamente allineato con la ’galleria del moro’, posto sul lato del pozzo opposto a quello di arrivo della galleria tanto da poterne rappresentare l’ideale prosecuzione. L’accesso alla sala però avviene, più agevolmente, tramite il ‘cunicolo del bypass del moro’. La sala, che si sviluppa longitudinalmente proseguendo l’andamento della ‘galleria del moro’, si caratterizza per la presenza sul pavimento di depositi

VII.4 - Ambienti oltre il ‘pozzo del moro’ e la ‘galleria allagata’ VII.4a - Descrizione La cavità oltre il ‘pozzo del moro’ prosegue mantenendo una struttura sostanzialmente simile a quella della precedente ‘galleria del moro’, anche se con evidenti 2 Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la Badia di Ganna, in Rivista Storica Varesina, fasc. VII, Varese 1962, p. 148, fig. 4.

95

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.23. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, inizio scavo di gradino alla base della parete ovest (foto AG).

Foto VII.24. Saletta antistante il ‘pozzo del moro’, cunicolo sovrapposto alla galleria, foto verso l’uscita (foto AG).

Foto VII.25. ‘Pozzo del moro’, vista dal lato della galleria di accesso (foto AG).

Foto VII.26. ‘Pozzo del moro’, cunicolo sul lato antistante la galleria di accesso (foto AG).

96

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Foto VII.27. ‘Pozzo del moro’, parete ovest, segni di scavo ed incavi per attrezzamenti lignei (foto AG).

Foto VII.28. ‘Cunicolo by-pass del moro’, tratto iniziale e detriti concrezionati sulla parete est (foto AG).

Foto VII.29. ‘Cunicolo by-pass del moro’, dettaglio scanalatura a lato del cunicolo (foto AG).

Foto VII.30. ‘Cunicolo by-pass del moro’, nicchia sul lato est del cunicolo (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.31. ‘Cunicolo by-pass del moro’, gradini all’inizio del diverticolo sul lato ovest del cunicolo (foto AG).

Foto VII.32. ‘Sala oltre il moro’, dettaglio dell’incavo per cuneo (foto AG).

Foto VII.33. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, vista del cunicolo dall’accesso (foto AG).

Foto VII.34. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG).

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Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’ derivanti dal parziale distacco di porzioni del soffitto e termina in un cunicolo, quasi costantemente allagato, che risulta sovrastato da depositi d’argilla in parte coperti da bianche stratificazioni di depositi calcarei; il cunicolo rappresenta il collegamento attualmente percorribile verso la ‘sala Urban’. Tale ambiente appare essersi formato per l’unione di due gallerie: una, superiore, in prosecuzione del ‘cunicolo by-pass del moro’ e l’altra, inferiore, è l’ideale prosecuzione della galleria d’accesso al ‘pozzo del moro’. Dalla sala si staccano varie diramazioni: la principale, sulla sinistra, è la ‘diramazione dei fronti di scavo’ ed inizia in posizione rialzata rispetto al piano pavimentale, con una corta galleria di sezione ogivale tronca. La denominazione è dovuta alla presenza di vari fronti di scavo, sia sui lati, sia nella parte terminale (foto VII.33, VII.34, VII.35, VII.36, VII.37, VII.38, VII.39). Considerando che lo scavo di tali fronti non è stato effettuato secondo una direzione prevalente si potrebbe ipotizzarne un’origine quali ‘assaggi’, fatti in più direzioni, alla ricerca di una prosecuzione o di particolari strutture geologiche. La presenza di limo finissimo depositato sulle pareti indica che lo scavo è soggetto ad allagamenti temporanei. Tra tale diramazione e il punto d’uscita del ‘cunicolo by-pass del moro’ si apre, in posizione bassa e con andamento discendente, il cunicolo che dirigendosi in direzione dell’ingresso principale, conduce al ‘pozzo del moro’. Lungo il breve percorso, in direzione del pozzo, dal cunicolo si staccano alcuni brevi diverticoli: uno in salita sul lato destro chiude in frana e un paio, divergenti tra loro come una ‘V’, sul lato sinistro invece risultano allagati. L’ultima diramazione importante è quella che, entrando nella sala, si colloca sul lato destro in posizione discendente ed è stata denominata ‘cunicolo GoPro’ dal modello di video camera subacquea utilizzata inizialmente per esplorarne l’andamento (foto VII.40). In realtà tale diramazione è la prosecuzione di una galleria quasi sempre allagata che proviene dal fondo del ‘pozzo del moro’ (la ‘galleria nera’) e che dirigendosi inizialmente in direzione sud-est successivamente descrive una curva e passa sotto alla sala stessa per poi proseguire in direzione nord-ovest. Tale diramazione, a partire dal punto di accesso, si abbassa lievemente per poi, oltrepassato a sinistra una strettoia determinata da una grossa protuberanza argillosa, aprirsi in un ambiente più ampio originatosi da crollo di strati della volta. Questa saletta è in linea con la direzione del cunicolo e, nella sua parte terminale, si nota sotto il pelo dell’acqua la volta di un cunicolo che sembra proseguire verso il basso. Sul lato destro una grossa franata di detriti e fango sembra precludere qualsiasi prosecuzione. Le pareti della galleria e del cunicolo descritti sono ricoperte di uno strato nerastro, paragonabile alla fuliggine, facilmente asportabile e presente anche sulle superfici sommerse. L’uniformità dello strato coprente e l’assenza di superfici arrotondate nei fronti di avanzamento fanno escludere possa essere il prodotto dell’utilizzo del fuoco per l’abbattimento della roccia. Tale galleria nel rilievo Talamoni era indicata come «galleria con pareti coperte di argilla nera».

La ‘sala Urban’ La ‘sala Urban’ si sviluppa come ideale prosecuzione delle gallerie provenienti dal ‘quadrivio’: la ‘galleria del moro’, il ‘cunicolo by-pass del moro’ e la ‘sala oltre il moro’. Si tratta di un ambiente caratterizzato da ampi distacchi di strati rocciosi dal soffitto che si sono depositati sul pavimento, ostruendo un probabile cunicolo inferiore, e alterando in tal modo la fisionomia della zona. L’accesso alla ‘sala Urban’ avviene dalla ‘sala oltre il moro’. Infatti, nella parte terminale della sala, si sviluppa un cunicolo molto angusto e quasi costantemente allagato; questo dopo pochi metri risulta interrotto da una frana che però presenta in verticale un passaggio a camino che consente di superarla accedendo alla ‘sala Urban’. Dal punto di accesso alla sala il piano pavimentale risulta costituito da un ampio cono detritico (foto VII.41, VII.42) di conseguenza la sala ha un andamento altimetrico discendente. Essa è caratterizzata da distacchi di strati rocciosi dal soffitto e dalla presenza di ampie concrezioni calcaree ‘a cortina’ di colore bianco, probabilmente le più estese dell’intero complesso, e da altre di tipo stalattitico di colore più scuro (foto VII.43, VII.44, VII.45) verosimilmente a causa della presenza di sali minerali simili a quella riscontrabile nella ‘sala della nerina’; in più punti delle pareti si osservano colature di mineralizzazioni di colore scuro. Sul fondo della sala, dal lato opposto rispetto al punto d’accesso, l’ambiente si riduce a un accenno di cunicolo. La zona presenta le caratteristiche già individuate nella ‘galleria del moro’: andamento discendente, orientativamente avente la stessa inclinazione degli strati di roccia, dimensioni e forma mediamente simili ad altre gallerie, presenza di una seconda galleria parallela e sovrapposta a un livello superiore e avente dimensioni ridotte con collegamenti verticali tra le due strutture, intervallati a distanza più o meno regolare; vi è inoltre la presenza di materiale detritico derivante da scavo in ampie porzioni della galleria superiore. Tali caratteristiche non sono d’immediate lettura a causa delle frane succedutesi nel corso del tempo. VII.4b - Elementi e particolarità dello scavo Nel ‘cunicolo by-pass’ del pozzo del moro si osservano i seguenti elementi: • la scanalatura laterale, sinora un elemento unico nel suo genere nell’intera cavità; • il diverticolo che si apre a metà circa del cunicolo collegato al cunicolo tramite un piccolo ‘gradino’ (foto VII.31) analogo a quelli individuati in altre parti della ‘galleria del moro’. Nella ‘diramazione dei fronti di scavo’ si osservano i seguenti elementi: • nel punto d’accesso, sulla parete destra, un bell’esempio di incavo, ancora integro, per l’alloggiamento di un cuneo (foto VII.32); • i diversi fronti di scavo realizzati secondo la tecnica di scavo ‘a gradini’.

99

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.35. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di di uno dei fronti di scavo (foto AG).

Foto VII.36. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG).

Foto VII.37. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG).

Foto VII.38. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG).

100

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Foto VII.39. ‘Diramazione dei fronti di scavo’, dettaglio di uno dei fronti di scavo (foto AG).

Foto VII.40. Accesso al ‘cunicolo GoPro’ (foto AG).

Foto VII.41. ‘Sala Urban’, l’accesso alla sala visto dall’interno in direzione nord (foto AB).

Foto VII.42. ‘Sala Urban’, vista del lato ovest della sala (foto AB).

101

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VII.43. ‘Sala Urban’, concrezione a cortina (foto AB).

Foto VII.44. ‘Sala Urban’, dettaglio d una concrezione a cortina (foto AB).

Foto VII.45. ‘Sala Urban’, concrezioni (foto AB).

Foto VII.46. ‘Galleria allagata’, frana terminale della galleria (foto AG).

102

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

Fig. VII.2. Ricostruzione schematica del sistema di cunicoli e gallerie collegato al ‘pozzo del moro’ (disegno AG).

103

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) tipo e granulometria di quella della ‘sala della frana’, dell’‘inferno’ e del ‘salto in basso’. La sabbia, unitamente a fango rossastro come quello proveniente dal cunicolo della ‘sorgente’, riempie l’intera sezione della galleria impedendo la prosecuzione. Nella parte terminale della galleria si notano sulle pareti delle scanalature, sorta di incavi per ipotetici sistemi di chiusura; tali strutture non sono state esaminate compiutamente in quanto, a causa del materiale che ostruisce la galleria, l’esplorazione è risultata estremamente difficoltosa tanto che le scanalature non sono state individuate immediatamente ma lo sono state solo successivamente analizzando le foto realizzate (foto VII.46).

VII.4c - Interpretazione funzionale Gli ambienti che si aprono oltre il ‘pozzo del moro’ sono interpretabili come aree di ricerca non presentando evidenti segni di coltivazione mineraria. VII.4d - Ritrovamenti Non si ha notizia o documentazione di ritrovamenti in tale zona del complesso. VII.5 - La ‘galleria allagata’ VII.5a - Descrizione È possibile accedere alla ‘galleria allagata’ dal fondo del ‘pozzo del moro’ o dal cunicolo proveniente dal ‘masso con foro’, il quale rappresenta la parte terminale della ‘galleria dell’ornato’. La ‘galleria allagata’ si colloca alla quota più bassa della parte attualmente percorribile della cavità. Questa galleria, normalmente è sommersa e solo in condizioni di particolare siccità l’acqua ha un livello tale da lasciare uno spazio libero sotto la volta e consentirne la percorribilità. Presenta la consueta sezione ogivale tronca con una dimensione limitata su tutto il percorso, tale da non superare i 70 cm di larghezza e 1,5 m d’altezza. Il ‘pozzo del moro’ la divide in due parti: una, in direzione nord-ovest, descrive un’ampia curva con una piccola deviazione in corrispondenza del collegamento alla ‘galleria dell’ornato’ per poi proseguire per alcuni metri fino ad una frana che blocca ogni ulteriore progressione. L’altra, in direzione sud-est, descrive una curva stretta per poi terminare in un cunicolo quasi costantemente allagato (Tav. X). La porzione diretta inizialmente verso sud-est, la ‘galleria nera’, descrive una curva portandosi quindi in direzione sud-ovest e passando al di sotto del pavimento della ‘sala oltre il moro’. Nel punto in cui la galleria supera la sala la sua sezione risulta quasi completamente ostruita da un cono detritico derivante dal parziale collasso del piano pavimentale; questo ostruzione impedisce la percorribilità ma non di individuare visivamente la prosecuzione verso il ‘cunicolo GoPro’. Difatti la ‘galleria nera’ prosegue nel citato cunicolo. La progressione nel ‘cunicolo GoPro’ è però possibile solo accedendo dalla ‘sala oltre il moro’. La porzione di galleria diretta a nord-ovest, la ‘galleria allagata’ vera e propria, dopo il pozzo descrive un’ampia curva e, sulle pareti a livello del pavimento, presenta delle rientranze, nicchie o inizi di cunicoli attualmente non esplorati nonché una sorta di pozzo che si apre a pavimento, largo quanto il fondo del cunicolo, lungo 2 m circa e profondo altrettanto. Proseguendo a circa 14 m dall’accesso del ‘pozzo del moro’, la galleria devia decisamente a sinistra mentre, direttamente in linea con la direzione precedente, si apre un cunicolo che sale con una serie di gradini ricavati a risparmio nella matrice e conduce al ‘sasso con foro’. Superata la deviazione verso il ‘sasso con foro’ la galleria prosegue ancora per alcuni metri incontrando, a circa 2 m prima dell’occlusione terminale e sul lato destro, una nicchia che probabilmente rappresenta un accenno di scavo. Negli ultimi metri la galleria ha il fondo ricoperto da detriti e da abbondanti depositi di sabbia quarzifera apparentemente dello stesso

VII.5b - Elementi e particolarità dello scavo Nella ‘galleria allagata’ sono meritevoli di nota i seguenti elementi: • l’intera ‘galleria allagata’ con la caratteristica sezione ‘ogivale tronca’ ben delineata e costante; • la parte terminale della galleria attualmente percorribile con il probabile accenno di scanalature sulle pareti, quale appoggio di ipotetici sistemi di chiusura. VII.5c - Interpretazione funzionale La ‘galleria allagata’ nel tratto che dal ‘pozzo del moro’ si dirige verso il ‘sasso con foro’ e poi verso l’attuale parte terminale franata ha una uniformità di forma ed andamento che si interrompe solo in corrispondenza del cunicolo del ‘sasso con foro’ con la netta variazione della direzione. Questa è interpretabile come una correzione della direzione di scavo probabilmente realizzata a seguito di una verifica della posizione resa possibile dall’intercettazione del cunicolo del ‘sasso con foro’. L’intera ‘galleria allagata’ ha una direzione di scavo diretta dal ‘pozzo del moro’ verso l’ostruzione terminale. Per poter esaminare più agevolmente la ‘galleria allagata’ è stato realizzato il pompaggio dell’acqua tramite elettropompe in modo da abbassare il livello d’acqua all’interno della galleria. L’acqua pompata dal ‘pozzo del moro’ è stata scaricata altrove: in un primo tempo è stata scaricata all’interno del ‘cunicolo bagnato’ e successivamente, tramite un sistema di pompe in serie, nella ‘galleria principale’. Durante le operazioni di pompaggio l’acqua scaricata nel ‘cunicolo bagnato’ scorrendo nella ‘sala della tanica’ si riversava nella ‘pozza della corda’ ed infine usciva copiosamente, rumoreggiando, dalla frana terminale della ‘galleria allagata’. Quando, invece, l’acqua è stata scaricata nella ‘galleria principale’ si è osservato che nel punto terminale della galleria si produceva comunque un continuo fluire d’acqua che filtrava in uscita dall’occlusione costituita da depositi di detriti franati. Tale flusso potrebbe essere spiegato ipotizzando un’estesa prosecuzione della galleria a monte dell’ostruzione stessa. L’abbassamento del livello dell’acqua, operato a valle dell’ostruzione, avrebbe determinato un dislivello rispetto all’acqua presente nella porzione di galleria a monte causando il flusso d’acqua osservato. Esaminando

104

Cap. VII - La ‘galleria del moro’ e la ‘galleria allagata’

TAV. X N

frana 356 -9.4M.

0

367d -10.7M.

357 -9.5M.

367b -10.7M. Sez. 62

Tanica -6.8M.

364 -9.5M. Sez. 59

GE5 -6.3M. 366 -10.8M.

Sez. 58

367a -10.8M. 358A -9.3M.

galleria del moro

365 -10.8M.

Sez. 60 Sez. 61

367 -10.9M. Sez. 63

GE2 -5.8M.

AB -4.3M.

368 -10.8M. Sez. 64 1410 -4.7M.

galleria allagata

AA -5.4M.

369 -10.9M.

369a -10.9M.

Sez. 65 370 -10.9M. pozzo del moro

u08b -7.1M.

Sez.62

Sez. 63

Sez. 64 u-09 -6.9M.

Sez.58

Sez.59

Sez.60

galleria nera

Sez.61

GPR4 -13.1M. cunicolo GoPro

Tav. X. La ‘galleria allagata’ (rilievo GPS/UNEX).

105

5m

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) Quindi il riempimento di questo ipotetico pozzo potrebbe aver ostruito la sottostante ‘galleria allagata’ separando il tratto attualmente percorribile da una sua porzione a monte della frana terminale ed attualmente inaccessibile.

il rilievo si nota che il punto terminale della ‘galleria allagata’, in corrispondenza dell’ostruzione, risulta essere sottostante alla galleria inferiore del ‘salto in basso’, in particolare in corrispondenza della ‘pozza della corda’, con una differenza di quota di poco meno di 3 m. Il tipo di deposito che in condizioni di siccità si nota nella ‘pozza della corda’, il percorso dell’acqua di percolazione proveniente dal cunicolo della ‘sorgente’ che si perde in tale punto, il fatto che acqua pompata e scaricata nella ‘pozza della corda’ esca rumoreggiando dalla frana terminale della ‘galleria allagata’, sono indizi tali da far ipotizzare in tale punto la presenza di un collegamento tra la galleria inferiore del ‘salto in basso’ e la parte terminale della ‘galleria allagata’. Questo collegamento, verosimilmente un pozzo, attualmente è pieno di detriti e sabbia; il riempimento potrebbe essere stato la conseguenza dell’abbandono dell’attività estrattiva e sarebbe causato all’azione di trasporto operato dall’acqua nel corso delle sue variazioni stagionali del livello.

VII.5d - Ritrovamenti In passato è stato documentato il ritrovamento di tratti di binari sul fondo della ‘galleria allagata’. Trattasi di porzioni di rotaie e traversine lignee analoghi a quelli rinvenuti in altre parti del complesso. Questo indicherebbe che l’opera era una galleria di carreggio3.

Augusto Binda, Rinvenimento di manufatti lignei all’Antro delle Gallerie 2001 Lo (Varese), op. cit., pp. 7677. 3

106

CAPITOLO VIII ‘SALA DEL GRANDE MURO A SECCO’ E ‘SALA DEL PICCOLO MURO A SECCO’

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A

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Cap. 412

N

B 0

5

10 m

C D E

Cap. 401

TAV. XI F G H 0

I Ingresso principale 367

0.0M.

J K

AA

L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. VIII.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). VIII.1 - Andamento generale La ‘sala del grande muro a secco’, la sala del ‘piccolo muro a secco’ e gli ambienti sovrastanti la ‘gallerie principale’ appartengono a un’area dell’Antro delle gallerie composta da varie parti comunicanti tra loro, ma non percorribili in modo continuo in quanto sono frazionate da cumuli di detriti. In tal modo se ne può solo valutare la contiguità planimetrica. L’intera zona si pone a un livello altimetrico superiore, anche se di poco, alla ‘galleria principale’. In particolare possiamo distinguerla in: • ‘sala del grande muro a secco’, rappresentata da una galleria che conduce a una sala chiamata in alcuni rilievi storici semplicemente la ‘sala del muro a secco’ con il caratteristico muro a secco di contenimento dello scarto sterile e alcuni cunicoli collegati alla stessa; • la ‘galleria laterale della sala del muro a secco’; • la ‘sala del piccolo muro a secco’, che rappresenta una delle citate salette, è caratterizzata dalla presenza di due muri a secco, di cui uno con un bello spigolo, da cui la denominazione in vari rilievi storici come ‘piccola sala del muro a secco’;

• gli ambienti sovrastanti la ‘gallerie principale’. Gli ultimi due, situati superiormente la ‘galleria principale’ sono tra loro allineati, ma oggi non sono più tutti in comunicazione tra loro. L’intero gruppo di cunicoli sembra parte di un complesso unitario, compromesso da crolli e distacchi di ampi strati di roccia dal soffitto. Esso è posto ad una quota di poco superiore alla ‘galleria principale’ e ne segue il tracciato dal ‘quadrivio’ fino a terminare, in posizione elevata, poco prima del cunicolo di accesso alla ‘sala dei funghi’ e del caposaldo 202. In corrispondenza del suo termine il cunicolo si unisce alla ‘galleria principale’ per costituire, verso la sala del ‘pozzo quadro’, un’unica galleria di elevato sviluppo verticale. VIII.2 - La ‘sala del grande muro a secco’ VIII.2a - Descrizione Si accede alla ‘sala del grande muro a secco’ provenendo dalla ‘galleria principale’. Partendo dal ’quadrivio’ e imboccata a sinistra la ‘galleria del moro’, sulla destra si incontrano dopo un paio di metri due diramazioni e la seconda conduce alla cosiddetta ‘sala del grande muro a secco’ (foto VIII.1).

107

108

ms006*b 11.2M.

ms006*d 10.3M.

ms006* 8.6M.

ms009 4.7M.

400 8.8M.

ms006*c 8.9M.

202 8.2M. msa-8 8.5M.

msa-1 8.0M.

msa-2 9.4M.

trivio2 7.5M.

trivio3 8.1M.

25 6.7M.

sor4 -8.4M.

sor2 -7.8M.

sor3 -8.0M.

ms003 7.0M.

msa-10 9.0M.

24 6.7M.

msl-12 9.1M.

msl-8 8.7M.

22 6.6M.

galleria del salto in basso

ms002 7.0M.

galleria laterale alla sala del muro a secco

msl-6 10.4M.

msl-9 9.1M.

23 6.6M.

galleria del trivio

trivio4 10.7M.

msl-7 11.8M.

sorgente

sala del grande muro a secco

ms006 7.6M.

trivio

cc003 4.9M.

sala del piccolo muro a secco

204 7.0M.

cunicolo del cuore

ms-5 10.0M.

ms-7 9.0M.

sf004 10.3M.

ms-5 10.0M.

21 6.41M.

1402 6.6M.

msl-0 7.0M.

galleria del moro

sala della nerina

quadrivio

sala della frana

0

l'inferno

ramo degli gnomi

N

TAV. XI

5m

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Tav. XI. La ‘sala del grande muro a secco’ e la ‘sala del piccolo muro a secco’ (rilievo GPS/UNEX).

Cap. VIII - ‘Sala del grande muro a secco’ e ‘sala del piccolo muro a secco’ Tale galleria, a sezione ogivale tronca irregolare, si sviluppa per circa 4 m; lungo il percorso si notano sulla parete sinistra degli incavi per posizionare dei pali di consolidamento che non hanno corrispondenti appoggi sulla parete opposta in quanto tale lato è stato interessato da cedimenti ben visibili che hanno alterato la forma e le dimensioni della sezione originaria (foto VIII.2). A metà circa della galleria, sul soffitto, si nota l’inizio di scavo di un pozzetto verticale di collegamento che ha intercettato uno strato di argilla (caposaldo ms002, foto VIII.3). Al termine della galleria si apre una piccola saletta che precede di qualche metro la ‘sala del grande muro a secco’ (foto VIII.4); i due ambienti sono collegati da un piccolo tratto di galleria avente sezione di forma ogivale tronca. La ‘sala del grande muro a secco’ è caratterizzata da un ampio muro a secco che ricopre, seguendo un andamento curvilineo, la parte destra della sala fin quasi al soffitto. In un punto del muro rimane evidente la pressione del materiale retrostante che disegna una sorta di spanciatura del paramento. Oltre il materiale di ripiena parrebbe esservi una prosecuzione non praticabile (foto VIII.5). Si segnala che una parte di circa 2 m del muro a secco con retrostante ripiena è stata innalzata in questi ultimi decenni a seguito di varie operazioni di disostruzione dei due cunicoli terminali. La parte innalzata all’epoca della coltivazione è chiaramente riconoscibile e a supporto vi sono anche talune foto scattate all’inizio del XX secolo (appendice 3, Foto All.3.15). Al centro della ‘sala del grande muro a secco’, sul soffitto, si apre un pozzetto di collegamento verticale a pianta quadrata (caposaldo ms006), dalla cui sommità si staccano due brevi diverticoli ad andamento sub-orizzontale. Probabilmente si tratta dell’inizio dello scavo di cunicoli sovrapposti e paralleli (foto VIII.7 e VIII.8). Sul fondo della sala, in basso sulla destra, uno stretto passaggio in lieve discesa (caposaldo ms008, foto VIII.9) conduce ad una saletta lunga circa 5 m; essa attualmente presenta dimensioni ridotte a seguito del crollo parziale del soffitto. Questo ambiente sul lato sinistro prosegue in un cunicolo ed è costeggiato, sullo stesso lato, da un piccolo muro a secco realizzato con metodologia costruttiva del tutto similare, e probabilmente coeva, a quella della sala precedente. Questa saletta probabilmente aveva uno scopo esplorativo in direzione dell’interno della montagna. Nel fondo della ‘sala del grande muro a secco’, sulla sinistra in basso, si apre invece un ulteriore cunicolo, probabilmente di ricerca, a sezione quadrata di circa 1 m di lato. Vi si accede da un piccolo pozzetto ad asse verticale (caposaldo CC001, foto VIII.10) ornato da concrezioni lamellari (foto VIII.11) analogamente ad altri punti della sala. Il piccolo cunicolo, denominato ‘cunicolo del cuore’ dal Team Proteus/UNEX Project, dopo circa 6 m risulta ostruito da uno spesso strato argilloso, il cui spessore è stato saggiato con una sonda manuale lunga 1,5 m. Non si è data spiegazione plausibile alla presenza di un tale accumulo argilloso.

VIII.2b - Elementi e particolarità dello scavo Alcuni elementi sono degni di nota, in particolare i seguenti: • l’inizio di scavo di pozzetto verticale nella volta della galleria di accesso alla ‘sala del grande muro a secco’ (caposaldo ms002); • l’ampio e notevole muro a secco nell’omonima sala; • lo scavo di un pozzetto verticale di collegamento nella volta della ‘sala del grande muro a secco’ e alla sommità l’avvio dello scavo di cunicolo sovrapposte (caposaldo ms006*); • l’ impronta lasciata dalla punta conficcata nella roccia di uno scalpello immanicato nella parte terminale della sala. VIII.2c - Interpretazione funzionale La costruzione dell’ampio muro a secco che caratterizza la zona non si spiega con la necessità di consolidare il soffitto quanto con volontà di realizzare un deposito per il materiale di scarto dello scavo. La presenza di strutture di ‘ripiena’ in prossimità dell’esterno è attestata in varie miniere. Nel caso dell’Antro delle gallerie la vicinanza di una simile struttura alla ‘galleria principale’ avrebbe potuto consentire una facile evacuazione e trasporto all’esterno del materiale scavato. Tale peculiare situazione e la contemporanea presenza di una serie di cunicoli e stanze immediatamente sovrapposte alla galleria principale era stata spiegata da Ivo Scacciotti il quale aveva ipotizzato che l’attuale ‘galleria principale’ fosse stata scavata successivamente alle gallerie superiori. L’accesso o gli accessi al complesso erano quindi altri, probabilmente situati nella vicina Valfredda, ma abbandonati, presumibilmente a seguito di crolli. Le maestranze, sempre in via ipotetica, non avrebbero ripristinato l’originaria viabilità optando per lo scavo di un ingresso nuovo, ovvero quello odierno e da cui, lo si ripete, inizia la ‘galleria principale’. Per orientare lo scavo ci si sarebbe basati sulla posizione degli accessi rimasti (‘ingresso Agartha’), sui pozzi di aerazione della zona (‘cunicolo della doccia’ nella galleria dell’‘Inferno’) e usando le vecchie parti scavate (‘sala piccolo muro a secco’, ‘galleria laterale della sala del muro a secco’, etc.) per verificare e correggere la direzione di scavo tramite una serie di piccoli accessi tra i due livelli di gallerie). Questa ipotesi parrebbe inoltre spiegare l’andamento ‘serpeggiante’ della galleria piuttosto che rettilineo, infatti tale sviluppo avrebbe consentito di individuare quelle zone già scavate di cui era ancora viva la memoria. Quindi le gallerie di cui si sta trattando sarebbero state quelle più lontane dagli ipotetici ingressi principali e tale condizione renderebbe logico aver depositato in strutture di ‘ripiena’ il materiale sterile scavato invece che trasportarlo all’esterno dopo un percorso lungo e faticoso. VIII.2d - Ritrovamenti Nel corso delle varie esplorazioni passate sono stati effettuati dei ritrovamenti di cui si è avuta notizia. In particolare si segnala un oggetto metallico assai compromesso dalla

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VIII.1. ‘Sala del grande muro a secco’, imbocco della galleria di accesso (foto AG).

Foto VIII.2. ‘Sala del grande muro a secco’, galleria di accesso ripresa in direzione dell’ uscita (foto AG).

Foto VIII.3. Accenno di scavo di pozzetto verticale sul soffitto della galleria di accesso (foto AG).

Foto VIII.4. Accesso alla ‘sala del grande muro a secco’ (foto AG).

110

Cap. VIII - ‘Sala del grande muro a secco’ e ‘sala del piccolo muro a secco’

Foto VIII.5. ‘Sala del grande muro a secco’ (foto AG).

Foto VIII.6. ‘Sala del grande muro a secco’, galleria di accesso, foto in direzione del ‘quadrivio’ (foto AG).

Foto VIII.7. Soffitto della sala, pozzetto verticale con relativi due diverticoli orizzontali (foto AG).

Foto VIII.8. Pozzetto verticale, parte sommitale e vista dei due diverticoli orizzontali (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VIII.9. Pozzetto verticale, fronte di scavo di uno dei due diverticoli (foto AG).

Foto VIII.10. Cunicolo che si apre sul fondo della sala al caposaldo ms008 (foto AG).

Foto VIII.11. ‘Cunicolo del cuore’ che si apre sul fondo della sala al caposaldo CC001 (foto AG).

Foto VIII.12. Accesso al ‘cunicolo del cuore’, dettaglio delle concrezioni lamellari (foto AG).

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Cap. VIII - ‘Sala del grande muro a secco’ e ‘sala del piccolo muro a secco’ ruggine, al punto da non essere riconoscibile, rinvenuto presso il ‘quadrivio’.



VIII.3 - La ‘sala del piccolo muro a secco’’ VIII.3a - Descrizione Il complesso composto dalla ‘sala del piccolo muro a secco’ e dagli ambienti presenti al di sopra della ‘galleria principale’ non risulta interamente percorribile perchè frazionato da cedimenti strutturali e accumuli di detriti. Il primo accesso a tale zona è possibile, dalla ‘galleria principale’, tramite un pozzetto di collegamento che si apre poco prima del caposaldo 25. Nel tratto che precede tale caposaldo proveniendo dal ‘quadrivio’ la volta della ‘galleria principale’ s’innalza. Tale variazione della sezione della galleria è causata dalla sua unione con una galleria parallela sovrapposta: le sezioni delle due gallerie sono ben evidenti nel punto ove si apre l’accesso alla ‘sala del piccolo muro a secco’ (caposaldo msa-1) e dove permane uno stretto gradino allungato residuo del pavimento della galleria superiore (foto VIII.12). Salendo dalla ‘galleria principale’ tramite il pozzetto di collegamento (foto VIII.13) ci si trova nella ‘sala del piccolo muro a secco’ e si ha frontalmente lo spigolo caratterizzante il muro a secco (foto VIII.14), con a destra un secondo muro di contenimento della ripiena (foto VIII.15). La sala continua in una breve galleria caratterizzata da pianta e sezioni irregolari, determinati da piccoli crolli e conseguenti accumuli di detriti (foto VIII.16), fino ad un pozzetto di collegamento di pianta irregolare che la mette in comunicazione con la galleria di accesso alla ‘camera del trabucco’ (foto VIII.16). Prima di tale collegamento, sia a destra sia a sinistra, si osservano delle prosecuzioni che risultano impraticabili per l’accumulo di detriti che giungono fino al cervello di volta dell’opera. La possibile prosecuzione sul lato destro (caposaldo ms-5 con quota rispetto l’ingresso principale di +9,6 m) potrebbe risultare in collegamento non praticabile con la zona delle gallerie sopra la ‘sala dei funghi’ (caposaldo sf004 avente quota rispetto ingresso di +11,2 m) tramite la galleria sovrapposta alla ‘galleria del trivio’. Questa galleria è attualmente riempita da detriti di scavo e la sua presenza è individuabile tramite alcuni piccoli passaggi di collegamento presenti sulla volta della dalla ‘galleria del trivio’. Dal bordo del pozzetto di collegamento con la ‘camera del trabucco’ è possibile intravedere il cunicolo che si dirige verso l’accesso alla ‘sala dei funghi’. Nella parte terminale il cunicolo e la sottostante ‘galleria principale’ formano un unico ambiente a seguito dello sbancamento della roccia che originariamente separava le due opere.

VIII.3c - Interpretazione funzionale Anche in tal caso le ipotesi che possono essere avanzate relativamente allo scopo del muro a secco riguardano innanzitutto la necessità di stoccaggio dello sterile. Meno probabile o non principale la motivazione del consolidamento della volta. L’esame del soffitto della sala non farebbe pensare ad una debolezza strutturale maggiore rispetto a quella di altre parti ove, invece, non sono state realizzati dei muri a secco, mentre la realizzazione di una ‘ripiena’ contrasta con l’attuale vicinanza di tale struttura alla ‘galleria principale’, facile e veloce accesso verso l’esterno. Diversa situazione potrebbe essersi verificata qualora la sequenza temporale di scavo fosse stata diversa da quanto attualmente ipotizzabile e in accordo alla ipotesi elaborata da Scacciotti, lo scavo della ‘galleria principale’ fosse stato successivo allo scavo dei cunicoli in oggetto. Tale complesso risultava probabilmente collegato alla ‘sala del grande muro a secco’ ed alla ‘camera del buco’ da cunicoli e gallerie non più accessibili.

la sezione delle due gallerie parallele sovrapposte ben evidente tra caposaldo 24 e caposaldo 25.

VIII.3d - Ritrovamenti Nella ‘sala del piccolo muro a secco’ sono stati effettuati dei ritrovamenti di cui si è avuta notizia, tra questi in particolare un manufatto in ferro, interpretato dallo scopritore come un coltello, incastrato tra i sassi della ‘sala del piccolo muro a secco’. VIII.4 - ‘Galleria laterale della sala del muro a secco’ VIII.4a - Descrizione La ‘galleria laterale della sala del muro a secco’ probabilmente risulta essere parte del complesso di gallerie sovrastanti la ‘galleria principale’ pur presentandosi staccata dagli ambienti della ‘sala del piccolo muro a secco’ e con andamento parallelo a questi. Inizia dalla saletta del ‘quadrivio’, e in particolare dal caposaldo msl-0 collegata al caposaldo 1402 al centro della saletta. Si presenta inizialmente come un cunicolo notevolmente fangoso, basso e stretto con andamento rettilineo, che prosegue per circa 6 m per poi terminare su fronte di scavo (foto VIII.18). Dopo 2,5 m dall’imbocco del cunicolo si apre sulla destra un passaggio, ingombro di massi, che scende verso la ‘galleria principale’ collegandosi a questa nella parte superiore della parete sinistra (foto VIII.19). Proseguendo nel cunicolo per quasi 3 m si apre sulla sinistra un pozzetto di collegamento che sale, con dei gradini abbozzati (foto VIII.20), sino intercettare un’altra galleria che, sviluppandosi ad una quota superiore alla ‘galleria principale’, la intercetterà nuovamente in corrispondenza del caposaldo 23. Dal pozzetto, dirigendosi a sinistra, si percorre un breve cunicolo rettilineo (da caposaldo msl6 a caposaldo msl-7) che chiude dopo 4 m circa su un fronte di scavo, mentre a destra la galleria prosegue per altri 5 m fino ad un punto in cui sale, presentando una

VIII.3b - Elementi e particolarità dello scavo Gli elementi che maggiormente caratterizzano tale zona sono i seguenti: • il piccolo muro a secco, in particolare lo spigolo realizzato sul lato sinistro dell’omonima sala e il tratto di muro immediatamente di fronte a questo, sul lato destro della stessa sala;

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) specie di gradino, e avendo a destra un’apertura; questa è una specie di pozzetto che si collega, con un abbozzo di gradino iniziale, alla ‘galleria principale’ in corrispondenza del caposaldo 23 (foto VIII.21 e VIII.22). Oltre il pozzetto si apre una seconda galleria parallela (da caposaldo msl-8 a caposaldo msl-9), che termina su fronte di scavo dopo poco più di 5 m e che a circa 4 m presenta un inizio di scavo, profondo 1,5 m, chiuso anch’esso su fronte di scavo (foto VIII.23 e VIII.24).

VIII.4c - Interpretazione funzionale I due cunicoli rettilinei e paralleli, delimitati rispettivamente dai caposaldi ‘msl-6 – msl-7’ e ‘msl-8 – msl-9’, ed aventi tra loro mediamente circa 2 m di dislivello, esemplificano le modalità di avanzamento dello scavo adottate nell’Antro delle gallerie: scavo di due cunicoli paralleli, sovrapposti e lateralmente lievemente sfalsati tra loro, distanti in quota circa 2 m e di ridotta altezza che successivamente vengono collegati in un’unico ambiente.

VIII.4b - Elementi e particolarità dello scavo Nella ‘galleria laterale della sala del muro a secco’ si notano i seguenti elementi degni di nota: • il gradino per collegamento di due cunicoli paralleli; tale struttura trova delle analogie nel diverticolo che si apre nel ‘cunicolo by-pass del moro’; • i fronti di scavo presenti in più punti.

VIII.4d - Ritrovamenti Nella ‘galleria laterale della sala del muro a secco’ non sono documentati ritrovamenti di oggetti o utensili riferibili a epoche precedenti la riscoperta della cavità.

114

Cap. VIII - ‘Sala del grande muro a secco’ e ‘sala del piccolo muro a secco’

Foto VIII.13. Accesso alla ‘sala del piccolo muro a secco’ dalla ‘galleria principale’ (foto AG).

Foto VIII.14. Dettaglio dell’accesso alla ‘sala del piccolo muro a secco’ dalla ‘galleria principale’ (foto AG).

Foto VIII.15. ‘Sala del piccolo muro a secco’, dettaglio dello spigolo del muro a sinistra dell’accesso (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VIII.16. ‘Sala del piccolo muro a secco’, dettaglio del muro a secco a destra dell’accesso (foto AG).

Foto VIII.17. Prosecuzione in direzione della ‘camera del trabucco’ e relativo collegamento (foto AG).

Foto VIII.18. Frana che chiude il collegamento, verso il basso, con la ‘camera del trabucco’ (foto AG).

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Cap. VIII - ‘Sala del grande muro a secco’ e ‘sala del piccolo muro a secco’

Foto VIII.19. ‘Galleria laterale alla sala del muro a secco’, accesso alla galleria dal ‘quadrivio’ (foto AG).

Foto VIII.20. Cunicolo di collegamento con la ‘galleria principale’, vista dalla galleria stessa (foto AG).

Foto VIII.21. Pozzetto e gradini di collegamento con galleria parallela, dettaglio dei gradini (foto AG).

Foto VIII.22. Caposaldo msl-8 e collegamento, con gradino, alla sottostante ‘galleria principale’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto VIII.23. ‘Galleria laterale alla sala del muro a secco’, vista della sottostante ‘galleria principale’ (foto AG).

Foto VIII.24. Fronte di scavo del cunicolo terminale di destra al caposaldo msl-9 (foto AG).

Foto VIII.25. Fronte di scavo della nicchia del cunicolo terminale di destra al caposaldo msl-12 (foto AG).

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CAPITOLO IX IL ‘RAMO DEGLI GNOMI’ E LA ‘SALA DELLA NERINA’

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A

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Cap. 412

N

B 0

5

10 m

C D E

Cap. 401

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K

TAV. XII AA

L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. IX.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). IX.2 - Il ‘ramo degli gnomi’ IX.2a - Descrizione Il ‘ramo degli gnomi’ si raggiunge risalendo l’ambiente di sinistra della zona dei ‘magazzini’ tramite la ‘finestra’ che si apre in alto a destra di tale ambiente (foto IX.1), portandosi così in un tratto di galleria che prosegue in linea con l’ambiente di partenza e chiude dopo alcuni metri in frana (foto IX.2). A circa metà percorso, sulla sinistra, si apre in discesa un passaggio che retroverte e conduce alla ‘vaschetta’, mentre prima del termine del percorso, sulla destra (foto IX.3 e IX.4), si apre inferiormente un basso cunicolo a sezione quadrangolare (foto IX.5), che dirigendo verso ovest chiude su un fronte di scavo dopo alcuni metri. Nella parte iniziale di tale cunicolo si notano gli incavi residui dell’azione di cunei (foto IX.6, IX.7). Percorrendo in senso opposto la galleria si torna in direzione della finestra d’ingresso e la si supera lateralmente proseguendo in direzione nord. Si accede così al ‘ramo degli gnomi’ (foto IX.9) percorrendo inizialmente la ‘galleria cieca’ che presenta, dopo qualche metro sulla sinistra, un pozzetto verticale che conduce alla galleria vera e propria del ‘ramo degli

IX.1 - Andamento generale Il complesso che comprende il ‘ramo degli gnomi’ e la ‘sala della nerina’ si sviluppa superiormente rispetto alla ‘galleria principale’ e sovrasta la zona del ‘salto in basso’, ‘inferno’ e ‘galleria del moro’. Vi si accede attraverso i ‘magazzini’ oppure, prima del crollo d’una porzione di parete in corrispondenza del ‘1990’, attraverso una risalita in arrampicata. Dai ‘magazzini’ la galleria iniziale del ‘ramo degli gnomi’ scavalca la ‘galleria principale’ in direzione dell’‘inferno’ e sbuca sui balconi che sovrastano la ‘sala della frana’ e le gallerie che dirigono verso il ‘cunicolo della doccia’. Costeggiando sulla sinistra i balconi, un’apertura sulla parete porta a un secondo balcone più piccolo, che si affaccia sul ‘quadrivio’. Costeggiando ancora il balconcino reso scivoloso dai detriti sabbiosi, si entra in quella che viene denominata la ‘sala della nerina’ per via di una stalattite di colore nerastro. Frontalmente all’ingresso della sala si può percorrere una galleria che termina in un ambiente ricavato dall’ampliamento verticale degli spazi, lasciando a pavimento due pozzi interrati.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. XII N risalita della doccia

308* 12.9M. 308 7.4M.

sala della frana

10.1M.

0

G012 10.3M.

G013 10.5M.

nerina03

zona dell'inferno

G011 13.8M. G009 12.6M.

G008 11.6M.

1401 6.5M. G015 10.3M.

sala della nerina

Ner1 9.5M.

ramo degli gnomi Ner2 8.7M.

G007 11.2M.

fronte di scavo G004 8.8M.

Ner4 7.5M.

gradini

galleria cieca primo pozzo interrato

Ner5 5.8M.

nicchia 6 1.0M. 5 1.0M.

secondo pozzo interrato ed allagato

vaschetta

G000 2.8M.

frana G002 6.3M. G001* 5.7M. G001 3.7M.

MG0 3.4M.

MG2 3.1M.

MG6 0.9M.

MG5 1.2M.

MG7 0.2M.

MG3 2.7M.

cunicolo ovest frana

MG4 3.6M.

Tav. XII. Il ‘ramo degli gnomi’, la ‘sala della nerina’ e gallerie collegate (rilievo GPS/UNEX).

120

5m

Cap. IX - Il ‘ramo degli gnomi’ e la ‘sala della nerina’ gnomi’, mentre procedendo nella parte finale della ‘galleria cieca’ s’incontra sulla destra una nicchia (foto IX.10) e, infine, il termine della galleria su fronte di scavo (foto IX.11). Percorrendo il ‘ramo degli gnomi’ se ne comprende il motivo della denominazione: la galleria mantiene per quasi tutta la sua percorrenza, ovvero circa 20 m, una sezione quadrangolare di 70 cm di lato; essa si allarga negli ultimi metri prima di arrivare ai balconi sopra la ‘sala della frana’ fino a raggiungere il metro di larghezza, ciò a causa del distacco di porzioni di roccia dalla parete sinistra. La direzione seguita dalla galleria non è omogenea, infatti, inizialmente si dirige verso nord, dopo circa quattro metri, piega sulla sinistra di 30° mantenendo tale direzione per quasi la totalità della galleria, fino a portarsi ancora verso la sinistra in corrispondenza dell’allargamento finale. In corrispondenza della prima deviazione verso sinistra un piccolo dislivello favorisce un modesto accumulo di acqua proveniente probabilmente dalle infiltrazioni che caratterizzano tutta la zona del ‘quadrivio’.

gallerie, i cui imbocchi sono situati a sinistra e a destra della sala. Un ulteriore imbocco è osservabile, dallo stesso lato dell’ingresso alla sala, sulla destra dello stesso, mentre frontalmente vi è una galleria ben visibile che conduce alle gallerie oltre la ‘sala delle nerina’. Tutte le gallerie risultano sotto l’attuale piano di calpestio. Grazie al rilievo tridimensionale si è potuto considerare un possibile collegamento tra la sala e il diverticolo, ricolmo di detriti, che s’incontra subito a sinistra del ramo di sinistra del ‘quadrivio’. Si può infatti osservare che questa galleria è ricolma di materiale proveniente dall’alto. L’altra estremità della galleria, quello che dirige verso la ‘sala della nerina’, non è stato individuato e probabilmente giace al di sotto dello strato di sedimento che ricopre il piano.

IX.2b - Elementi e particolarità dello scavo Nella zona si individuano diversi elementi degni di nota in particolare i seguenti: • nel cunicolo ovest i segni dell’azione dei cunei sulle pareti; in particolare sulla parete destra si notano incavi in successione.

IX.3c - Interpretazione funzionale La struttura della sala ricorda in una scala ridotta quella delle due maggiori aree di coltivazione della cavità. I pozzi, simili a quelli osservativi, farebbero ipotizzare un probabile utilizzo per il passaggio sia di materiali sia di manodopera verso zone del sito attualmente non più accessibili.

IX.3b - Elementi e particolarità dello scavo La sala si presenta fortemente irregolare a causa di crolli parziali del soffitto rendendo difficile individuare elementi particolari dello scavo.

Nella ‘galleria cieca’: • l’accesso al ‘pozzetto’ per collegamento verticale con la ‘galleria degli gnomi’; • la nicchia sulla destra con esempio di avanzamento dello scavo secondo la ‘tecnica a gradini’; • il fronte di scavo terminale.

IX.3d - Ritrovamenti Risulterebbe che nei detriti che costituiscono il fondo della ‘sala della nerina’ sia stata rinvenuta una piastra metallica con due fori e in uno di questi una probabile testa di chiodo.

IX.2c - Interpretazione funzionale La ‘galleria degli gnomi’ si caratterizza per le ridotte dimensioni, la direzione relativamente costante e il percorso disagevole. Pertanto non sembra poter essere dedicata a una percorrenza frequente e al trasporto costante di materiale quanto, verosimilmente, una struttura di servizio. La sua funzione potrebbe essere stata quella di collegare la parte iniziale della ramo, che punta in direzione sud, con gli ambienti sovrastanti la zona dell’ ‘inferno’ senza intralciare il flusso di materiali e persone che probabilmente avveniva in modo regolare lungo la ‘galleria principale’.

IX.4 - Le gallerie oltre la ‘sala della nerina’ IX.4a - Descrizione Le gallerie oltre la ‘sala della nerina’ si sviluppano in direzione sud-est e dipartono dalla sala dal lato sud della stessa. Dopo un iniziale slargo che indica la possibilità che l’ambiente originario non fosse solo un crocevia, ma un allargamento vero e proprio, la galleria parte lasciandosi una piccola diramazione che termina subito sulla sinistra. Dopo pochi metri la galleria si affaccia su una sala sviluppata in altezza; il pavimento di questa si raggiunge grazie a dei gradini incisi nella pietra che conducono al primo dei pozzi interrati. Esso risulta facilmente superabile grazie ad un camminamento presente sul suo bordo e che termina qualche metro più oltre. Nel punto terminale la volta dell’ambiente si abbassa ed inizia una breve galleria collegata al secondo pozzo che risulta parzialmente interrato e allagato.

IX.2d - Ritrovamenti Non si ha notizia o documentazione di ritrovamenti lungo la ‘galleria cieca’ e nel ‘ramo degli gnomi’. IX.3 - La ‘sala della nerina’ IX.3a - Descrizione La ‘sala della nerina’, che come accennato in precedenza deve il suo nome alla presenza di una stalattite nerastra (foto IX.11, IX.12), risulta generata dal crollo del soffitto in corrispondenza di un’intersezione di almeno due

IX.4b - Elementi e particolarità dello scavo Nella zona della ‘sala della nerina’ e gallerie collegate di sicuro interesse è la zona relativa ai due pozzi interrati, in particolare i seguenti elementi: • la struttura del primo e secondo pozzo, dei quali si

121

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) osserva la pianta rettangolare e si intuisce l’andamento verticale; i gradini che conducono dalla sala al primo pozzo; il camminamento presente sul bordo del primo pozzo.

ma probabilmente è ipotizzabile un collegamento, non percorribile, verso la zona del ‘quadrivio’ ed in particolare una connessione col cunicolo visibile subito all’interno del ramo di sinistra del ‘quadrivio’.

IX.4c - Interpretazione funzionale La sequenza dei due pozzi attualmente inaccessibili, in quanto interrato l’uno ed allagato l’altro, indica possibili prosecuzioni verso livelli inferiori del complesso. Osservando il rilievo questa zona risulta sovrastante un’area libera in cui non sono state rilevate altre gallerie,

IX.4d - Ritrovamenti Non si ha notizia o documentazione di ritrovamenti nelle gallerie oltre la ‘sala della nerina’.

• •

122

Cap. IX - Il ‘ramo degli gnomi’ e la ‘sala della nerina’

Foto IX.1. Zona dei ‘magazzini’, in alto a sinistra accesso al ‘ramo degli gnomi’ (foto AG).

Foto IX.2. ‘Ramo degli gnomi’, cunicolo oltre i ‘magazzini’, concrezioni sulla frana terminale (foto AG).

Foto IX.3. ‘Ramo degli gnomi’, accesso del cunicolo ovest (foto AG).

Foto IX.4. ‘Ramo degli gnomi’, inizio del cunicolo ovest (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto IX.5. ‘Ramo degli gnomi’, cunicolo ovest (foto AG).

Foto IX.6. Cunicolo ovest, impronte di cunei in successione (foto AG).

Foto IX.7. Cunicolo ovest, dettaglio d’incavo per cuneo (foto AG).

Foto IX.8. ‘Ramo degli gnomi’, galleria cieca, nicchia laterale (foto AG).

124

Cap. IX - Il ‘ramo degli gnomi’ e la ‘sala della nerina’

Foto IX.9. ‘Ramo degli gnomi’, la ‘galleria cieca’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto IX.10. ‘Galleria cieca’, fronte di scavo terminale con caposaldo G004 (foto AG).

Foto IX.11. ‘Sala della nerina’, soffitto della sala (foto AB).

Foto IX.12. ‘Sala della nerina’, concrezione scura che ha dato il nome alla sala (foto AB).

Foto IX.13. Galleria oltre la ‘sala della nerina’, pozzo interrato (foto AB).

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CAPITOLO X IL ‘LABIRINTO’ 1 A B

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TAV. XIV TAV. XIII TAV. XV

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Cap. 412

N

"Agartha" Ingresso superiore

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5

10 m

C D E

Cap. 401

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K

AA

L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. X.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). X.1 - Andamento generale Il ‘labirinto’ deriva il suo nome dall’articolazione complessa dovuta al numero di cunicoli e di gallerie che si sviluppano in un’area relativamente ristretta. Tale zona si caratterizza per la presenza di gallerie di coltivazione, inclinate a seguire la stratigrafia, sovrapposte fino a quattro livelli, e per i relativi pozzetti di collegamento. Lo scavo ha visto una successione dal basso verso l’alto lievemente traslata verso nord-ovest in direzione della sommità dell’Alpe Cuseglio. Le gallerie sono per la maggior parte in comunicazione tra loro essendo stato sbancato il setto di separazione sino a formare un ambiente notevolmente sviluppato in verticale (‘grand depilage’) sulla cui pareti si individua la linea di unione tra le varie gallerie. La presenza d’incassi rettangolari fanno ipotizzare l’uso di strutture lignee di attrezzamento, quali piattaforme, scale e sostegni, atte a consentire la prosecuzione del lavoro di scavo ed estrazione del minerale. Nel ‘labirinto’ risultano ben individuabili due serie di gallerie di coltivazione, entrambe passanti per la ‘camera del labirinto’: una si dirige verso il basso, si apre nella ‘camera del masso’ e continua nella ‘galleria terminale’; l’altra conduce alla

‘galleria del ribasso’. Lungo il percorso le serie di gallerie incrociano la sommità di alcuni pozzetti di collegamento verticale, il ‘pozzetto delle pedarole’ e il ‘pozzetto della ghigliottina’. Queste strutture nella parte inferiore sono invece collegate all’estremità di una saletta. Nella zona della ‘camera del masso’ sono individuabili quattro pozzetti: tre sono funzionali al collegamento tra gallerie di coltivazione poste a livelli diversi e uno (‘pozzo della vaschetta’) costituisce il collegamento verso l’esterno tramite l’‘ingresso Agartha’. I tre pozzetti sono disposti a breve distanza tra loro posizionandosi tra la ‘camera del labirinto’ e la ‘camera del masso’. Oltre ai due pozzetti di cui si è precedentemente detto, il terzo pozzetto (‘pozzetto del labirinto’) si stacca dalla galleria che dalla ‘sala del labirinto’ conduce alla ‘camera del masso’ appena prima di accedere a tale ultima sala (in corrispondenza del caposaldo 408) e s’innalza per circa 2 m fino a congiungersi con il livello superiore composto da alcuni cunicoli che, da un lato, conducono all’esterno tramite l’‘ingresso Agartha’ e dall’altro tramite un percorso vagamente semicircolare conducono ad affacciarsi sulla ‘camera del labirinto’. Tale pozzetto risulta abbastanza vicino al ‘pozzetto della

127

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. XIII N

0

412 16.9M.

labirinto basso

galleria terminale

5m 411 13.8M. 410 12.7M.

L305 12.2M. diverticolo aY

camera del masso galleria del ribasso

409 15.4M. "Agartha" Ingresso superiore

L317 7.9M. pozzo della vaschetta

L315 8.0M.

L314 7.9M.

pozzetto della ghigliottina

L312 7.4M.

408 12.7M.

sala X

L313 8.0M. L311 7.4M.

L111 13.0M.

L418 8.0M.

pozzetto delle pedarole

405 12.6M.

L419 7.9M. L308 7.4M.

camera del labirinto

sala delle 3 gallerie

L402 8.9M.

Funghi3 9.0M.

402 8.4M. camera del buco

sala dei funghi 401 8.2M. trivio5 12.1M.

Funghi2 7.5M. sala dei funghi alta

400 8.8M.

laghetto

pozzo quadro SL 8.1M.

Tav. XIII. Il ‘labirinto’ basso (rilievo GPS/UNEX).

128

L110 12.8M.

pozzetto del labirinto

A5 20.4M.

Cap. X - Il ‘labirinto’ ghigliottina’ tanto da potersi ipotizzare una continuità funzionale e strutturale tra i due elementi che, però, non è verificabile a causa di ampi depositi di detriti che ne riempiono gran parte del volume. La presenza di strutture dedicate al collegamento tra livelli diversi di gallerie di coltivazione e tra tali gallerie e l’esterno, fa ritenere tale parte una zona oggetto di intensa attività estrattiva, ma relativamente eccentrica rispetto al resto del complesso. Assumendo per verosimile la sequenza di scavo ipotizzata da Ivo Scacciotti, ne consegue che tale parte potrebbe essere stata una zona secondaria rispetto ad altre non più accessibili e ben più importanti ai fini estrattivi. Secondo la suddetta ipotesi si sarebbe determinata l’impossibilità di accesso e utilizzo alle parti principali della miniera e questa zona sarebbe divenuta quella di maggior rilievo produttivo. Per semplicità descrittiva e per rendere agevole la lettura del rilievo su carta, divideremo la zona in tre parti: • ‘labirinto’ alto; • ‘labirinto’ medio; • ‘labirinto’ basso.

‘labirinto alto’. Dalla stessa sala, in direzione nord-est, è possibile discendere un cono detritico sino al caposaldo 402 e quindi alla ‘sala delle tre gallerie’. Accesso dalla ‘galleria del trivio’ Al termine della ‘galleria del trivio’, nell’insieme di detriti cementati dal fango che costituiscono il soffitto della galleria, nel 2016 durante lo svolgimento delle attività del «Progetto Antro 2.0», è stato disostruito il passaggio, che va dal pavimento della ‘camera del buco’, nel ‘labirinto alto’, all’estremità della ‘galleria del trivio’, ripristinandone il transito. Accesso dall’ ‘ingresso Agartha’ Dall’ingresso superiore si accede direttamente alla ‘camera del masso’ e da questa, dirigendosi verso l’ingresso principale, si raggiunge la ‘camera del labirinto’. X.2 - Labirinto basso X.2a - Descrizione Dalla ‘galleria principale’ alla ‘sala delle tre gallerie’ Accedendo dal cunicolo proveniente dalla ‘galleria principale’ (foto X.1) si arriva alla ‘sala dei funghi’ dalla quale, sulla sinistra, si stacca un altro stretto cunicolo rettilineo che chiude dopo alcuni metri. Proseguendo oltre la ‘sala dei funghi’ si transita attraverso un passaggio relativamente stretto, che a giudicare dalla sezione di forma ogivale tronca doveva esser parte di una galleria. All’uscita di tale passaggio (foto X.3), marcato dal caposaldo 402, si nota un grosso masso appoggiato alla parete di sinistra che doveva essere stato puntellato per impedirne il movimento sono infatti ben visibili i segni di appoggio ed incastro di puntelli in legno (foto X.4). Il passaggio appena superato è sovrastato da una sala di crollo (foto X.50) che si allarga a partire dal caposaldo SF00. Questa doveva essere una zona di intersezione di più gallerie che, a seguito di successivi distacchi di strati di roccia dal soffitto, ha assunto l’attuale conformazione. Da tale sala di crollo, in direzione sud-ovest, uno stretto passaggio tra massi distaccati dal soffitto conduce nella parte alta del cono detritico della saletta che precede il ‘pozzo quadro’.

X.1a - Accesso L’accesso al ‘labirinto’ è attualmente possibile attraverso quattro punti: 1. il cunicolo che dalla ‘galleria principale’ conduce alla ‘sala dei funghi’ (foto X.1); 2. il passaggio che si apre nella sala prima del ‘pozzo quadro’ (foto X.2); 3. la ‘galleria del trivio’ passando attraverso la ‘camera del buco’; 4. l’ingresso superiore denominato ‘ingresso Agartha’. Tutti gli accessi citati sono abbastanza angusti e non sembrano poter essere stati gli accessi principali. Accesso dal cunicolo diretto dalla ‘galleria principale’ verso la ‘sala dei funghi’ Si tratta di uno stretto cunicolo il cui ingresso, dal lato della ‘galleria principale’, è posto a un livello superiore rispetto al piano di calpestio della galleria aprendosi su una specie di gradino di 50 cm di altezza. A destra dell’accesso, sulla parete, è visibile la scritta lasciata da alcuni degli esploratori e già menzionata nel capitolo III nel corso della descrizione della ‘galleria principale’. Il cunicolo d’accesso, di sezione ridotta, si collega alla ‘sala dei funghi’, la quale presenta evidenti segni di crolli e distacchi di strati di roccia dalla volta. Dalla sala si stacca un cunicolo a sezione ogivale tronca, marcato all’uscita dal caposaldo 402, che si connette alla ‘sala delle tre gallerie’, più ampia della precedente; da quest’ultima può accedere sia al ‘labirinto basso’ sia al ‘labirinto medio’.

Dalla ‘sala delle tre gallerie’ al ‘pozzetto delle pedarole’ Oltre il passaggio del caposaldo 402 la galleria si allarga e la volta si innalza creando una saletta allungata in direzione nord nord-est (‘sala delle tre gallerie’) che sul fondo ha gli accessi a tre gallerie: • una sul lato destro, all’incirca in linea con l’asse della galleria, conduce alla ‘camera del labirinto’ (caposaldo 405) dopo un percorso in salita; • una seconda, sul lato sinistro e allo stesso livello della prima, conduce ad un pozzetto a pianta rettangolare (‘pozzetto delle pedarole’) aperto verso l’alto in collegamento con gallerie poste a livelli superiori; • l’ultima galleria, sempre sul lato sinistro, posta circa 1,5 m superiormente alla seconda galleria, conduce alla ‘camera del labirinto’ terminando in una posizione

Accesso dalla sala prima del ‘pozzo quadro’ Nella sala che precede il ‘pozzo quadro’, risalendo lungo il cono detritico sul lato destro, si arriva alla parete della sala. In tal punto, poco sotto il soffitto, si apre uno stretto passaggio tra i massi di crollo e si entra nella sala sovrastante la ‘sala dei funghi’. In tale ultima sala, sul lato destro della stessa, si apre un cunicolo che porta al

129

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.1. ‘Labirinto’, accesso dalla ‘galleria principale’ verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG).

Foto X.2. ‘Labirinto’, accesso dalla sala precedente il ‘pozzo quadro’ (foto AG).

Foto X.3. Passaggio tra la ‘sala dei funghi’ e la ‘sala delle tre gallerie’, verso la ‘sala dei funghi’ (foto AG).

Foto X.4. Dettaglio dei segni di appoggio per i puntelli al caposaldo 402 (foto AG).

130

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.5. Ambiente di crollo sovrastante la ‘sala dei funghi’ e sul fondo l’accesso dal ‘pozzo quadro’ (foto AG).

Foto X.6. ‘Sala delle tre gallerie’, parte terminale della sala e accesso alle gallerie (foto AG).

131

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) sopraelevata rispetto al pavimento della stessa. Delle due gallerie di sinistra (foto X.6), quella bassa prosegue, per un tratto, in direzione rettilinea (foto X.7) fino a un dislivello del pavimento dove piega sulla destra con un angolo netto, lasciandosi sulla sinistra un fronte di scavo ampio e ben delineato (foto X.8). Proseguendo ancora per un paio di metri si arriva al ‘pozzetto delle pedarole’, un pozzetto a pianta rettangolare, in alto collegato a una galleria in comunicazione con la ‘camera del labirinto’ e, in basso a destra, collegato ad una saletta (‘sala X’) tramite uno stretto passaggio rettangolare (foto X.9). Il ‘pozzetto delle pedarole’ è analogo agli altri presenti nel complesso dell’Antro delle gallerie ed è caratterizzato da: • pianta di forma rettangolare; • due accessi sul fondo, in entrata ed uscita, di dimensioni ridotte; • presenza di una sorta di grosso gradino o piattaforma che ad un’altezza di un metro circa ne determina l’allargamento della pianta; • pareti verticali o spiombanti, lievemente inclinate a seguire piani di faglia; • presenza lungo le pareti di incavi rettangolari o quadrati a mo’ di ‘pedarole’ ma molto più probabilmente destinate ad accogliere strutture lignee di attrezzamento del pozzetto; • collegamento ad una galleria nella parte superiore. Tale conformazione era necessaria per garantire la funzione di collegamento tra livelli diversi alla quale la struttura era dedicata, consentendo così l’agevole transito di persone e materiali.

il suo nome alla presenza di un masso triangolare sospeso sul punto di uscita. Si presenta come una struttura a pianta vagamente quadrata e pareti verticali con evidenti segni di lavorazione (foto X.16) ed è parzialmente riempito da materiale detritico. A partire da tale struttura si sviluppava una galleria, posta al di sotto della ‘camera del masso’ e della ‘galleria terminale’, attualmente non più percorribile in quanto completamente colma di detriti. X.2b - Elementi e particolarità dello scavo Gli ambienti descritti presentano numerosi elementi d’interesse utili a delinearne le funzioni, in particolare i seguenti: • il fronte di scavo della galleria di accesso al ‘pozzetto delle pedarole’ (foto X.8); • il ‘pozzetto delle pedarole’ (foto X.9); • il fronte di scavo nei diverticoli della ‘sala X’ (foto X.10); • i segni di cuneo, dopo e prima del distacco della roccia nella ‘sala X’ (foto X.12, X.13); • la nicchia per appoggio nella ‘sala X’ (foto X. 14); • il ‘pozzetto della ghigliottina’ (foto X.15, X.16); • lo scavo di coltivazione per ‘gallerie sovrapposte parallele’ e residui del diaframma di separazione tra le gallerie. X.2c - Interpretazione funzionale L’intera zona sicuramente doveva costituire un’importante area di coltivazione che dal ‘pozzo quadro’ e dalla ‘galleria principale’ si sviluppava in direzione nord nordest. La presenza di aree interessate da eventi franosi ha alterato profondamente la struttura originaria rendendone difficoltose la lettura e l’interpretazione, ma è ragionevole ipotizzare la presenza di due serie di gallerie parallele. La prima, che iniziava nella parte alta della saletta antistante il ‘pozzo quadro’, percorreva l’area attualmente divenuta, a seguito di crolli, la saletta sovrastante la ‘sala dei funghi’, attraversava la parte alta dell’attuale ‘sala delle tre gallerie’ per poi collegarsi alla galleria superiore sinistra e infine alla ‘galleria del ribasso’. La seconda serie di gallerie, iniziava nella parte bassa della saletta precedente il ‘pozzo quadro’, proseguiva nell’attuale ‘sala dei funghi’, attraversava la ‘sala delle tre gallerie’ al di sotto dell’attuale piano di calpestio. Quest’ultima sala avrebbe consentito il collegamento da un lato alla galleria inferiore sinistra e quindi al ‘pozzetto delle pedarole’, dall’altro alla galleria di destra e successivamente alla ‘camera del labirinto’ e quindi alla ‘camera del masso’ e alla ‘galleria terminale’. Non è possibile confermare tale lettura in quanto questa ipotetica serie di gallerie si sarebbe sviluppata in zone rese inaccessibili in particolare dall’ampio cono detritico nella saletta che precede il ‘pozzo quadro’ e dallo spesso strato di materiale franato che ricopre il pavimento della ‘sala delle tre gallerie’. Alle due serie di gallerie citate se ne sarebbe aggiunta una terza. Questa si distaccava presumibilmente da un punto intermedio del ‘pozzo quadro’, vicino all’uscita del cunicolo del ‘laghetto’, per dirigersi poi verso la ‘sala dei funghi’, passare inferiormente alla ‘sala delle

Dal ‘pozzetto delle pedarole’ alla ‘sala X’ Il ‘pozzetto delle pedarole’ presenta in basso e in posizione opposta rispetto l’ingresso un’apertura rettangolare larga circa 70 cm che conduce ad un’ambiente più ampio, la ‘sala X’. In questa sala, frontalmente rispetto l’ingresso, si notano due brevi diverticoli chiusi su fronte di scavo: uno procede in direzione allineata all’ingresso della sala (foto X.10), mentre il secondo si apre sulla destra con direzione lievemente divergente. Sul pavimento della ‘sala X’ si apre il ‘cunicolo della gemma’ (foto X.11) quasi sempre riempito d’acqua di percolazione. Esso ha andamento rettilineo e chiude in frana. Sulle pareti della sala sono presenti sia segni residui dell’azione di cunei (foto X.12) sia incavi preparatori all’intervento del cuneo (foto X.13) sia nicchie realizzate per appoggio (foto X.14). La sala è collegata alla parte inferiore del ‘pozzetto della ghigliottina’ tramite uno stretto cunicolo che si apre sul lato destro. Il ‘pozzetto della ghigliottina’ superiormente è invece collegato alla ‘camera del masso’ tramite un tratto di galleria, parzialmente riempito di detriti, posizionato parallelamente alla ‘camera del masso’ e inferiormente a essa. Il cunicolo di uscita verso il ‘pozzetto della ghigliottina’ si colloca immediatamente al di sotto della galleria di accesso alla ‘camera del masso’, in corrispondenza del caposaldo 408. All’uscita del ‘pozzetto della ghigliottina’ si può osservare agevolmente la parte rimanente del setto divisorio (foto X.15). Il ‘pozzetto della ghigliottina’, deve

132

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.7. ‘Sala delle tre gallerie’, lato nord: galleria inferiore a sinistra, (foto AG).

Foto X.8. Galleria precedente: dettaglio del fronte di scavo sul lato sinistro (foto AG).

Foto X.9. ‘Pozzetto delle pedarole’, dettaglio dell’apertura di uscita verso la ‘sala X’ (foto AG).

Foto X.10. ‘Sala X’, diverticolo allineato con il ‘pozzetto delle pedarole’ (foto AG).

133

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.11. ‘Sala X’, accesso al ‘cunicolo della gemma’ (foto AG).

Foto X.12. ‘Sala X’, parete sinistra, traccia di distacco della roccia mediante cuneo (foto AG).

Foto X.13. ‘Sala X’, parete destra, incavo per cuneo (foto AG).

Foto X.14. ‘Sala X’, parete destra, nicchia per appoggio (foto AG).

134

Cap. X - Il ‘labirinto’

TAV. XIV N

412 16.9M.

labirinto medio

0

Galleria terminale

5m 411 13.8M. 410 12.7M.

st9 17.8M.

st4 22.2M. st10 16.8M.

fronte di scavo terminale

strettoia dello sterno

st17 15.6M.

abbassamento della volta

st12 18.3M.

st0 17.9M.

L305 12.2M.

diverticolo aY L304 12.0M.

409 15.4M. "Agartha" Ingresso superiore

st7 17.2M.

st14 16.6M.

ramo dello sterno

camera del masso

galleria del ribasso

L306 12.1M. 407 12.5M.

L301 13.4M. st19 14.6M.

408 12.7M.

405 12.6M.

L110 12.8M.

L300 13.7M.

406 10.9M.

408 12.7M. 405 12.6M.

L308 7.4M.

404 11.5M.

L415 10.8M.

403 9.7M.

sala delle 3 gallerie

L402 8.9M.

402 8.4M. camera del buco

sala dei funghi 401 8.2M. trivio5 12.1M.

sala dei funghi alta

400 8.8M.

pozzo quadro

laghetto

Tav. XIV. Il ‘labirinto’ medio (rilievo GPS/UNEX).

135

L111 13.0M.

pozzetto del labirinto

pozzo della vaschetta

A5 20.4M.

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) tre gallerie’ e collegarsi alle porzioni e gallerie più basse del ‘labirinto’. Alla luce di quanto ipotizzato, il ‘pozzo quadro’ avrebbe quindi costituito l’elemento di raccordo fondamentale tra: • i livelli inferiori del complesso, attualmente inaccessibili, sviluppati in direzione della Valfredda; • la zona di coltivazione mineraria del ‘labirinto’ che, seguendo gli strati di roccia, si portavano in prossimità della superficie; • la ‘galleria principale’ e l’esterno.

secondo pozzetto, in corrispondenza della ‘sala delle tre gallerie’, di cui non esiste testimonianza essendo stata tale zona interessata da cedimenti strutturali della volta. Nel percorso dalla sommità del ‘pozzetto delle pedarole’ alla ‘sala delle tre gallerie’ si notano: • tracce dell’unione tra la galleria stessa e una ulteriore galleria sovrapposta parallelamente in posizione lievemente decentrata (foto X.20); • il collegamento ad ulteriori gallerie inferiori con presenza di un residuo del relativo setto divisorio (foto X.21).

X.2d - Ritrovamenti Non si ha notizia o documentazione di ritrovamenti in tale parte della cavità.

Dalla ‘camera del labirinto’ alla ‘camera del masso’ Nella ‘camera del labirinto’, a destra della parete ove è posizionato il caposaldo 405, si apre un cunicolo che dal livello del pavimento perde circa un metro di quota, prosegue dritto per un paio di metri per poi curvare a sinistra (caposaldo 408) e continuare in una galleria dalla quale, sulla destra, si stacca uno corto passaggio che conduce a un pozzetto verticale a pianta quadrata (‘pozzetto del labirinto’), mentre in linea retta la galleria dopo poco si collega ad un ambiente più ampio: la ‘camera del masso’. Nel punto d’ingresso risulta in comunicazione con una sottostante opera di percorrenza. In particolare, quasi all’ingresso della sala, è ancora presente un piccolo setto rappresentante il residuo del diaframma che separava le due gallerie (foto X.22). Nello stesso lato sudovest della ‘camera del masso’, superiormente al punto d’accesso, si apre la ‘strettoia dello sterno’. Superata la strettoia si accede al ‘ramo dello sterno’ costituito da una serie cunicoli che dirigono verso l’alto; questi giungono in prossimità della superficie senza raggiungerla essendone separati da una frana. La ‘camera del masso’ è la risultante dell’unione di più gallerie e la parte sommitale è alta alcuni metri. Prende il nome da un grosso masso incastrato tra le pareti in un punto in cui la camera si restringe sino a proseguire nella ‘galleria terminale’ (foto X.23). La parete sinistra della camera, prima del masso, presenta numerosi incavi di forma quadrata destinati ad accogliere strutture lignee di supporto per le operazioni di scavo nelle parti alte. Nella parete di destra, a circa 2 m sopra il masso, si nota l’impronta netta della punta di uno scalpello (foto X.24). In direzione nord-est la galleria si sviluppa conservando la conformazione a ‘gallerie parallele sovrapposte’; lungo il percorso si individuano le sezioni delle gallerie originarie e il punto in cui sono state collegate.

X.3 - Labirinto medio X.3a - Descrizione Dalla ‘sala delle tre gallerie’ verso la ‘camera del labirinto’ Partendo dalla ‘sala delle tre gallerie’ e proseguendo nella galleria di destra, si arriva alla ‘camera del labirinto’. Questa è formata dall’incrocio di più gallerie; il pavimento è composto da materiale di crollo. Dalla ‘camera del labirinto’ si staccano diversi cunicoli posti a differenti livelli. In particolare gli ingressi di cunicoli che fanno parte del ‘labirinto alto’ si affacciano da una posizione sopraelevata. Dalla ‘camera del labirinto’ alla ‘galleria del ribasso’ Dalla ‘camera del labirinto’ risalendo sulla sinistra e percorrendo un piccolo cunicolo si arriva a intercettare la ‘galleria del ribasso’ poco dopo il caposaldo L301. Il punto di collegamento è posto a un livello superiore di circa 1 m rispetto al piano pavimentale della galleria ed è inclinato rispetto quest’ultima. La ‘galleria del ribasso’ si dirige da un lato in direzione nord nord-est verso la sua parte terminale marcata dal caposaldo L305 (foto X.17) ed in direzione opposta verso la ‘sala delle tre gallerie’. Questa galleria ha un’altezza di alcuni metri e percorrendola in direzione nord nord-est dopo circa 7 m termina su fronte di scavo (foto X.18); circa 2 m prima, al caposaldo L304, presenta un abbassamento a gradino della volta che ne riduce l’altezza totale fino a eguagliare quella del fronte di scavo. Tale repentina variazione di altezza ne determina la denominazione di ‘galleria del ribasso’. Immediatamente a lato di tale abbassamento, sulla parete di destra, si osserva una strana protuberanza che potrebbe essere un chiodo di ferro infisso nella roccia (foto X.19). La ‘galleria del ribasso’ in direzione sud sud-ovest intercetta lateralmente la parte superiore del ‘pozzetto delle pedarole’ e dopo circa 13 m s’inserisce, da una posizione elevata, nella ‘sala delle tre gallerie’ (galleria superiore a sinistra nella foto X.6). Quindi le due gallerie in uscita a sinistra della ‘sala delle tre gallerie’ (la ‘galleria del ribasso’ e la galleria di accesso al ‘pozzetto delle pedarole’) si sviluppano con andamento parallelo, in posizione sovrapposta e a breve distanza l’una dall’altra. Ambedue sono connesse al ‘pozzetto delle pedarole’, probabilmente erano collegate anche da un

Dalla ‘camera del masso’ alla ‘galleria terminale’ Oltrepassato il masso della sala, sulla parete a sinistra, è stato posizionato il caposaldo 409 e poco oltre, sempre sulla sinistra, si nota un ‘assaggio’ con fronte di scavo (foto X.25) ed immediatamente prima, ben evidenti, i segni dell’azione di un cuneo (foto X.26). Circa 5 m dopo il masso, sulla destra (caposaldo 410), si apre un diverticolo che si biforca assumendo una configurazione a ‘Y’ (‘diverticolo a Y’). Esso presenta a ciascuna estremità dei fronti di scavo con chiara evidenza dell’adozione della tecnica di avanzamento a ‘gradini’ (foto X.27 e

136

Cap. X - Il ‘labirinto’ foto X.28). Sulla parete sinistra del diverticolo, sono invece presenti delle ‘vermicolazioni’ argillose derivanti dalla percolazione d’acqua (foto X.29 e X.30). Da questo punto la coltivazione prosegue in leggera salita seguendo uno strato di roccia composto da una matrice in arenaria e inclusioni di cristalli. Anche in tale porzione lo scavo è realizzato avanzando in due gallerie sovrapposte lievemente sfalsate lateralmente una rispetto all’altra e, successivamente, unendole mediante sbancamento del piano pavimentale (foto X.31). La situazione risulta evidente osservando il profilo delle due gallerie nonchè le pareti che recano traccia dei detriti che si erano cementati sul pavimento della galleria superiore (foto X.32). La galleria prosegue in quello che rappresenta il tratto finale della coltivazione in tale zona (‘galleria terminale’), conservando la conformazione precedente e seguendo l’inclinazione di uno strato, ben visibile specie sulla parete destra, formata da una matrice in arenaria di colore grigio cinerino con numerose inclusioni di cristalli, di colore grigio rosato e di forma globulare con un diametro medio di circa 5-6 mm (foto X.33). Infine la ‘galleria terminale’ si conclude su due fronti di scavo sovrapposti e lievemente sfalsati, allineati con i profili delle due precedenti gallerie sovrapposte (foto X.34). Prima di ciascun fronte di scavo il breve tratto di galleria esistente si presenta di altezza ridotta e con alcuni gradini sul pavimento (foto X.35) a costituire la porzione iniziale di avanzamento dello scavo (‘sitzort’).

X.3c - Interpretazione funzionale Tale parte del ‘labirinto’ evidenzia chiaramente la funzione di coltivazione mineraria riscontrabile nell’unione di gallerie parallele sovrapposte, nei pozzetti di collegamento tra i vari livelli di gallerie, nei segni sulle pareti a testimonianza di strutture ligneo di attrezzamento dei cantieri estrattivi. Esempi paragonabili alle strutture che si osservano nella ‘camera del masso’ e nella ‘galleria terminale’ sono rilevabili in miniere rinascimentali dell’area alsaziana1. La sequenza con cui la coltivazione progrediva risulta evidente osservando le diverse parti della ‘galleria terminale’: • in corrispondenza della ‘camera del masso’, si evidenzia la fase finale della coltivazione mineraria quando l’aggiunta di strutture e piattaforme lignee, consentiva la piena e sicura accessibilità dell’intera galleria allo scavo ed asportazione del minerale; • la porzione di galleria successiva alla ‘camera del masso’ evidenzia la fase intermedia della coltivazione con l’unione delle due gallerie in un’unica struttura; • infine la parte finale della ‘galleria terminale’ evidenzia molto bene la fase iniziale di coltivazione mineraria mediante la modalità di scavo a ‘gallerie sovrapposte parallele’ ed in particolare mediante l’avanzamento in due cunicoli di ridotta altezza (’sitzort’). X.3d - Ritrovamenti Questa parte del ‘labirinto’ essendo una zona di prevalente coltivazione ha restituito svariati utensili di scavo. In particolare in anni passati sarebbero stati rinvenuti i seguenti oggetti: • si ha notizia del rinvenimento di una mazza in ferro del peso di circa 6,5 kg nella ‘camera del masso’, in corrispondenza del gradino risultante dall’unione delle due gallerie parallele sovrapposte; • sarebbe stato rinvenuto un cuneo in ferro nella stessa posizione della mazza e alcuni metri più avanti; • altri due cunei sono stati rinvenuti in un punto non precisato della ‘camera del masso’; • un chiodo sulla parete destra della galleria in prossimità del caposaldo L304 (in situ); • alcuni campioni di materiale con caratteristiche ferromagnetiche rinvenuti nel tratto di galleria compreso tra il caposaldo 407 e l’accesso alla ‘camera del masso’, all’interno del diverticolo cieco che si apre a sinistra.

Dalla ‘camera del masso’ all’‘ingresso Agartha’ A metà galleria, in corrispondenza del caposaldo 409 e del masso che dà il nome alla sala, immediatamente al disotto di esso (foto X.36), si apre uno dei cunicoli di collegamento orizzontale, esistenti anche in altre parti del complesso, che conduce al ‘pozzo della vaschetta’ collegato al ‘labirinto alto’ a sua volta collegato all’esterno in corrispondenza dell’‘ingresso Agartha’. X.3b - Elementi e particolarità dello scavo Questa zona del ‘labirinto’ presenta molti elementi caratteristici delle zone di coltivazione e di avanzamento. In particolare si notano i seguenti: • il ‘pozzetto del labirinto’; • il fronte di scavo al termine della ‘galleria del ribasso’ (caposaldo L305); • gli incavi, di forma rettangolare, presenti in tutta la ‘camera del masso’ e destinati ad alloggiare delle strutture lignee di servizio per consentire lo scavo nelle parti più alte; • il fronte di scavo, presente nella parete est poco oltre il caposaldo 409, che rappresenta in modo ben evidente la tecnica di avanzamento a ‘gradini’ nello scavo; • l’incavo residuo dell’azione d’un cuneo visibile poco prima del citato fronte di scavo (foto X.26); • i due esempi di fronti di scavo con evidente utilizzo della tecnica di avanzamento a ‘gradini’ visibili al termine del ‘diverticolo a Y’.

X.4 - Labirinto alto Tale zona, arbitrariamente distinta all’interno del ‘labirinto’, si pone a un livello altimetrico mediamente superiore rispetto alle altre zone e si connette all’esterno tramite l’‘ingresso Agartha’ descritto in seguito.

1 Pierre Fluck, Sainte-Marie aux-mines, les mines du reve, op. cit., Engelsbourg, filon Sait-Jean, grand depilage, p. 52, Planche 17, p. 129.

137

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.15. ‘Pozzetto della ghigliottina’, uscita dalla ‘sala X’ , sotto il caposaldo 408 (foto AG).

Foto X.16. ‘Pozzetto della ghigliottina’, uscita dalla ‘sala X’ verso la ‘sala del masso’, vista dall’alto (foto AG).

Foto X.17. ‘Galleria del ribasso’, porzione terminale (foto AG).

Foto X.18. ‘Galleria del ribasso’, dettaglio del fronte di scavo (foto AG).

138

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.19. ‘Galleria del ribasso’, dettaglio della concrezione ferrosa (foto AG).

Foto X.20. ‘Sala delle tre gallerie’, lato nord: gallerie superiore ed inferiore sinistra (foto AG).

Foto X.21. ‘Sala delle tre gallerie’, residuo del setto di separazione tra le due gallerie di sinistra (foto AG).

Foto X.22. ‘Sala del masso’, residuo del setto divisorio tra gallerie sovrapposte, vista verso l’ingresso (foto AG).

139

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.23. ‘Camera del masso’ con il blocco di roccia che dà il nome alla sala (foto AG).

Foto X.24. ‘Camera del masso’, dettaglio dell’impronta della punta di scalpello (foto AG).

Foto X.25. Fronte di scavo, dettaglio della tecnica di avanzamento a ‘gradini’ (foto AG).

Foto X.26. ‘Galleria terminale’, parete sinistra, traccia di distacco della roccia mediante cuneo (foto AG).

140

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.27. ‘Diverticolo ad Y’, fronte di scavo di sinistra, tecnica di scavo a ‘gradini’ (foto AG).

Foto X.28. ‘Diverticolo ad Y’, fronte di scavo di destra, tecnica di scavo a ‘gradini’ (foto AG).

Foto X.29. ‘Diverticolo ad Y’, vermicolazioni argillose (foto AG).

Foto X.30. ‘Diverticolo a Y’, dettaglio delle vermicolazioni argillose (foto AG).

141

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.31. Dettaglio del punto di unione tra le due gallerie sovrapposte parallele (foto AG).

Foto X.32. Dettaglio dei detriti concrezionati in corrispondenza del punto di unione tra le gallerie (foto AG).

Foto X.33. ‘Galleria terminale’, strato di arenaria con inclusioni di cristalli di quarzo (foto AG).

142

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.34. ‘Galleria terminale’, fronti di avanzamento delle due gallerie sovrapposte parallele (foto AG).

Foto X.35. ‘Galleria terminale’, gradini della porzione iniziale della galleria (‘sitzort’) (foto AG).

Foto X.36. ‘Camera del masso’, a sinistra il cunicolo d’accesso al ‘pozzo della vaschetta’ (foto AG).

143

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

TAV. XV N

labirinto alto

DA15 14.8M.

412 16.9M.

galleria terminale

DA14 11.9M.

DA12 14.5M.

0

5m L113 14.8M.

DA8 11.6M. DA2 12.7M. DA15 14.8M.

DA1 12.8M.

DA10 13.9M.

DA9 14.2M.

L305 12.2M. diverticolo aY

DA5 13.0M. 409 15.2M.

DA7 13.5M.

DA6 13.3M.

L113 14.8M. DA2 12.7M.

camera del masso

galleria del ribasso

A5 20.4M.

DA1 12.8M.

DA10 13.9M.

pozzo della vaschetta

DA9 14.2M.

DA1 12.8M.

cunicolo degli occhiali L114 15.9M.

L111 13.0M. 405 12.6M.

BDL8 8.9M.

AL16 11.7M.

BDL6 8.9M.

BDL1 9.4M.

AL2 13.4M.

sf4 10.3M.

sf002b 10.3M.

L120 11.7M.

AL5 11.2M.

AL4 10.7M.

fine del tubo sf012 13.6M.

sala delle 3 gallerie

sfoo3c 11.4M.

sf002 9.4M.

sf001 9.1M.

sala dei funghi

sf009b 14.7M.

sf013 12.2M.

sf013b 12.0M.

sf006 13.2M.

sf0003 10.5M. camera del buco

BDL1 9.4M. trivio5 12.1M.

401 8.2M. sfs11 6.5M.

AL7 12.9M.

L116 12.8M.

trivio5 12.1M.

BDL4 7.1M.

L137 15.8M.

AL8 14.2M.

L115 13.5M.

AL15 13.1M.

BDL7 8.9M.

BDL5 7.6M.

DA2 12.7M.

AL17 12.1M.

AL21 11.9M.

BDL2 7.6M.

L138 14.4M.

L113 14.8M.

DA1 12.8M.

L117 12.4M.

L308 7.4M.

BDL3 7.6M.

buca delle lettere

L136 17.6M.

L110 12.8M.

BDL9 9.0M.

sf002 9.4M.

L135 18.3M.

pozzetto del labirinto

DA2 12.7M.

"Agartha" Ingresso superiore

sfs22 11.1M.

sf005 12.6M.

sf004b 10.4M.

sala dei funghi alta

sf004 10.3M.

sfs23 11.3M.

sfs24 10.1M. 400 8.8M.

pozzo quadro

Tav. XV. Il ‘labirinto’ alto (rilievo GPS/UNEX).

144

sf008 12.1M.

sf011 14.2M.

Cap. X - Il ‘labirinto’ invece a destra dopo il caposaldo sf013 e prima del caposaldo L120 si percorre quello che viene identificato come ‘anello del labirinto’: una sorta di anello che riporta, in corrispondenza del caposaldo L117, alla ‘camera del labirinto’ in posizione sopraelevata rispetto al suo piano pavimentale. Prima di arrivare ad affacciarsi sulla ‘camera del labirinto’ il cunicolo ad anello incontra sulla destra, al caposaldo L115, un cunicolo che subito dopo si allarga in una saletta. Sul lato nord questa è collegata alla galleria che dirige verso la ‘camera del masso’ tramite il ‘pozzetto del labirinto’ (foto X.43). Questa struttura presenta una pianta rettangolare ben definita, le pareti verticali con evidenti tracce di scavo; il suo piano di base è ricoperta di detriti che verosimilmente nascondono un largo gradino. Alla base del pozzetto si apre il cunicolo di collegamento con la galleria diretta alla ‘camera del masso’. Sul lato ovest della saletta, lateralmente all’accesso al ‘pozzetto del labirinto’, si stacca in posizione sopraelevata il ‘cunicolo degli occhiali’: un diverticolo in salita che dopo 4 m circa chiude su fronte di scavo al caposaldo L114. Il cunicolo, alla destra del fronte di scavo, comunica con gli ambienti sottostanti tramite due stretti fori (foto X.44). Dalla saletta precedentemente citata proseguendo in direzione nord-est si accede al basso cunicolo che conduce all’‘ingresso Agartha’ e, tramite il ‘pozzo della vaschetta’, alla ‘camera del masso’. Questo cunicolo non è percorribile in quanto quasi completamente ostruito da detriti pur essendo possibile stabilire un collegamento visivo. Presumibilmente gran parte della sua parte inferiore si nasconde al di sotto dell’ampio strato detritico che ricopre il pavimento.

X.4a - Descrizione L’accesso al ‘labirinto’ alto è possibile attualmente attraverso due punti: • tramite la ‘sala delle tre gallerie’ e in particolare risalendo la frana sovrastante il caposaldo 402 e accedendo al cunicolo posto sul lato della frana stessa; • tramite il collegamento tra la ‘galleria del trivio’ e la ‘camera del buco’. Accedendo dalla frana sovrastante il caposaldo 402 si entra in un cunicolo di ridotte dimensioni a sezione rettangolare (caposaldo sf001) che dopo 3 m da luogo a tre rami: • sulla sinistra, un diverticolo rettilineo chiude su fronte di scavo dopo circa 5 m (foto X.38); • frontalmente un semplice accenno di cunicolo chiude anch’esso su fronte di scavo; • sulla destra vi è invece la prosecuzione verso la ‘camera del buco’. Poco prima del termine del cunicolo iniziale e del punto in cui questo si tripartisce, si notano delle scanalature verticali che si prolungano lungo l’intera altezza dello stesso e proseguono sul soffitto fino a ottenere un profilo simile alla battuta per una eventuale chiusura di una porta (foto X.39). All’inizio della prosecuzione del cunicolo verso la ‘camera del buco’ si incontra sulla destra un incavo per cuneo ancora integro (foto X.40); poco dopo sul pavimento a destra si apre un passaggio che conduce ai cunicoli del ramo della cosiddetta ‘buca delle lettere’ (foto X.41). Questo è un ramo di ridotta estensione che si sviluppa inferiormente al piano pavimentale del cunicolo diretto alla ‘camera del buco’ terminando al disotto di questa. Da esso si staccano tre brevi diverticoli chiusi su fronte di scavo ed un quarto cunicolo che procede in direzione sud ed è chiuso da una frana in corrispondenza del caposaldo BDL7. Questo cunicolo ha la medesima direzione del tratto terminale della ‘galleria del trivio’ ed una quota di un paio di metri inferiore. Proseguendo lungo il cunicolo che dirige alla ‘camera del buco’, dopo poco meno di due metri, si apre in basso sulla destra un passaggio attraverso lo strato di detriti che copre il piano pavimentale sino a congiungersi, a una quota inferiore, con la ‘galleria del trivio’ (foto X.42). Oltrepassando invece questo passaggio si incontra dopo circa 1,5 m una brusca piega a sinistra con fondo in risalita e la sezione che si allarga sino a collegarsi alla ‘camera del buco’. Questa sala ha il piano pavimentale ricoperto di materiale derivato da cedimenti strutturali della volta; all’estremo ovest la sala si restringe e si collega ad una seconda saletta che proseguendo lungo la stessa direzione si riduce ad un cunicolo chiuso da frana (caposaldo sf011) e che sul lato sinistro presenta un secondo cunicolo ugualmente chiuso in frana (caposaldo sf009b). Sullo spigolo nord della ‘camera del buco’ (caposaldo sf013) si ha l’accesso di un cunicolo parzialmente ostruito da detriti che prosegue allargandosi lievemente (caposaldo L120) e giungere alla ‘camera del labirinto’ in posizione elevata rispetto al piano pavimentale della stessa. Deviando

X.4b - Elementi e particolarità dello scavo La zona del ‘labirinto’ alto presenta vari elementi interessanti, in particolare i seguenti: • il ‘pozzetto del labirinto’, identificato dai caposaldi L110 e L111, (foto X.43); • il profilo a ‘battuta’ nel cunicolo d’accesso al ‘labirinto’ alto dalla ‘sala delle tre gallerie’ (foto X.39); • l’incavo per alloggiamento di un cuneo all’inizio del citato cunicolo d’accesso (foto X.39); • il fronte di scavo del ‘cunicolo degli occhiali’ (foto X.44). X.4c - Interpretazione funzionale La conformazione di questa parte della cavità è tale da non consentire una immediata lettura e una sua interpretazione funzionale. La zona parrebbe essere più che altro destinata al collegamento e non all’estrazione. Le frane hanno comunque alterato l’originaria fisionomia interna, tanto da renderne problematica la lettura. X.4d - Ritrovamenti Si ha documentazione del ritrovamento di quattro scalpelli immanicati avvenuto nella ‘camera del buco’ appena sotto lo strato di detriti che ricopre il pavimento.

145

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto X.37. ‘Pozzo della vaschetta’, parte sommitale con la vasca in cemento (foto AG).

Foto X.38. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, fronte di scavo a sinistra (foto AG).

Foto X.39. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, dettaglio battuta di chiusura (foto AG).

Foto X.40. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, incavo per cuneo (foto AG).

146

Cap. X - Il ‘labirinto’

Foto X.41. ‘Labirinto’ alto, cunicolo di accesso alla ‘camera del buco’, accesso alla ‘buca da lettera’ (foto AG).

Foto X.42. ‘Labirinto’ alto, la ‘camera del buco’ e, sullo sfondo, il collegamento alla ‘galleria del trivio’(foto AG).

Foto X.43. ‘Labirinto’ alto, ‘pozzetto del labirinto’, sulle pareti si notano i segni delle scalpellature (foto AG).

Foto X.44. ‘Labirinto’ alto, ‘cunicolo degli occhiali’, dettaglio della parte terminale (foto AG).

147

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. X.2. Ricostruzione schematica del ‘pozzetto delle pedarole’ (disegno AG).

148

CAPITOLO XI ‘INGRESSO AGARTHA’

1

2

3

4

5

6

7

8

9

A

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

Cap. 412

N

B

TAV. XVI

ingresso Agartha 0

20.4M.

5

10 m

C D E

Cap. 401

F G H 0

I Ingresso principale 0.0M.

J K

AA

L M LO VA 2001 Antro delle gallerie (45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

N

Progetto Antro 2.0 - 2015

Urban1

G.P.S. - Un.Ex.

Fig. XI.1. Posizione delle parti descritte nel capitolo rispetto al rilievo complessivo (rilievo GPS/UNEX). XI.1 - Andamento generale L’‘ingresso Agartha’ rappresenta il secondo accesso alla cavità attualmente ancora percorribile e, all’inizio del 2016 è stato liberato dal materiale che lo occludeva dal team impegnato nel «Progetto Antro 2.0». Rimane a circa 75 m dall’‘ingresso principale’ in direzione 32° ovest ed è altimetricamente superiore di 20,4 m.

dopo circa 5 m su fronte di scavo (foto XI.9). Questo diverticolo poco dopo il suo inizio si collega a sinistra con un ambiente di crollo poco più vasto, a sua volta collegato all’ambiente sovrastante il ‘pozzo della vaschetta’. Il pavimento di tale diverticolo risulta abbastanza vicino al soffitto della sottostante ‘galleria terminale’ tanto da risuonare in modo caratteristico se percosso. Risulta inoltre prossimo alla superficie, tanto da consentire la comunicazione tra interno ed esterno tramite apparecchi ricetrasmittenti portatili, tipo ‘walkie-talkie’, posti reciprocamente entro una distanza, in pianta, di 3 m.

XI.2 - Descrizione Entrando nella cavità dall’‘ingresso Agartha’ (foto XI.1) in direzione sud-ovest si accede direttamente alla serie di cunicoli del ‘labirinto’ alto (caposaldo L134, foto XI.2) mentre in direzione ovest si prosegue in discesa, lungo un basso cunicolo che si sviluppa per circa 2,5 m ed avente sezione rettangolare, verso il ‘pozzo della vaschetta’. Poco prima di aprirsi sul pozzo tale cunicolo presenta sulle pareti laterali due scanalature verticali simili a quelle già notate in altre parti della cavità e aventi apparente funzione di guida per paratoie (foto XI.3 e XI.4). Proseguendo, a sinistra ci si collega al ‘pozzo della vaschetta’ mentre a destra si devia in un diverticolo ad andamento rettilineo (‘cunicolo walkie-talkie’) che chiude

Il ‘pozzo della vaschetta’ (foto XI.7, XI.8, XI.9) è così denominato per via dell’impianto di raccolta e deviazione delle acque d’infiltrazione, costruito da speleologi nel corso degli anni Novanta. Questa perforazione ad asse verticale si sviluppa all’interno di un ambiente di forma irregolare, delimitato da tre pareti ad andamento verticale. È caratterizzato da blocchi di roccia instabili e al di sopra del pozzetto vi è una porzione di roccia che si è distaccata appoggiandosi alla parete opposta (foto XI.7). L’ambiente conserva comunque una nicchia scalpellata e incavi

149

401 8.2M.

sala dei funghi

sala delle 3 gallerie

camera del labirinto

405 12.6M. L117 12.4M.

150 camera del buco

L113 12.6M.

L112 13.7M.

L138 14.4.

L137 15.8M.

L131-2 17.0M.

L113 14.8M.

pozzetto del labirinto

camera del masso

409 15.2M.

A-20 18.6M.

L135 18.3M.

Pozzo della vaschetta

L136 17.6M.

L134 18.7M.

"Agartha" ingresso superiore A-5 20.4M.

Diverticolo ad "Y"

A-4 19.2M.

410 12.7M.

cunicolo del walkie-talkie

A-1 17.8M.

A-3 19.6M.

0

N

5m

TAV. XVI

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Tav. XVI. L’‘Ingresso Agartha’ (rilievo GPS/UNEX).

Cap. XI - ‘Ingresso Agartha’ riempimento che ne determinano la configurazione attuale. Esso doveva servire al passaggio di maestranze e verosimilmente anche all’uscita del materiale cavato. Presumibilmente sulla parte sommitale del pozzo doveva essere presente una sala di manovra e di servizio con dimensioni superiori all’ambiente attuale e probabilmente anche in collegamento diretto con la superficie.

verosimilmente destinati ad alloggiare elementi lignei per l’attrezzamento del pozzo. Alla sua base, in direzione nord-ovest, si apre il passaggio a sezione rettangolare che conduce all’adiacente ‘camera del masso’. L’accesso a questa sala avviene immediatamente al di sotto del blocco di roccia incastrato tra le pareti (foto X.36 nel capitolo X). XI.3 - Elementi e particolarità dello scavo Nella zona dell’‘ingresso Agartha’ e del ‘pozzo della vaschetta’ sono presenti alcuni elementi caratteristici che, in parte, sono stati già individuati altrove nella cavità, in particolare i seguenti: • il ‘pozzo della vaschetta’; • il fronte di scavo sul quale termina il ‘cunicolo del walkie-talkie’; • il cunicolo che dall’esterno conduce al ‘pozzo della vaschetta’; • le scanalature verticali poste sulle pareti del cunicolo precedente nel tratto che immediatamente precede l’accesso al pozzo verosimilmente utilizzate quali guide di paratoie mobili.

XI.5 - Ritrovamenti Non si ha documentazione o notizia di ritrovamenti in tale zona. Tra i detriti che ricoprivano il pavimento del cunicolo che dal ‘pozzo della vaschetta’ conduce all’esterno (foto XI.5) è stato rinvenuto un cubetto di porfido analogo ai quelli utilizzati per pavimentare la strada sovrastante l’‘ingresso Agartha’ e che conduce alle abitazioni dell’Alpe Cuseglio. Si presume che prima del rifacimento della pavimentazione stradale l’ingresso fosse ancora completamente o parzialmente agibile e che, nel corso dei lavori, parte del materiale utilizzato per la pavimentazione avesse accidentalmente contribuito ad ostruire l’ingresso.

XI.4 - Interpretazione funzionale Il ‘pozzo della vaschetta’ aveva in origine molto probabilmente una diversa conformazione e sicuramente non risultava interessato dai fenomeni di crollo e parziale

151

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XI.1. L’‘ingresso Agartha’ visto dall’esterno (foto AG).

Foto XI.2. Cunicolo di collegamento al ‘labirinto’ alto in corrispondenza del caposaldo L134 (foto AG).

Foto XI.3. ‘Ingresso Agartha’, scanalatura verticale presente sulla parete destra del cunicolo d’accesso (foto AG).

Foto XI.4. ‘Ingresso Agartha’, scanalatura verticale presente sulla parete sinistra del cunicolo d’accesso (foto AG).

152

Cap. XI - ‘Ingresso Agartha’

Foto XI.5. Tratto di cunicolo in prossimità dell’ingresso: in alto e al centro si scorge la luce esterna (foto AG).

Foto XI.6. ‘Pozzo della vaschetta’, saletta superiore (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XI.7. ‘Pozzo della vaschetta’, saletta sovrastante il pozzo vista in direzione sud (foto AG). In primo piano la porzione di roccia franata contro la parete e sovrastante il pozzo. In secondo piano la saletta formata da uno spazio vuoto all’interno di una zona con massi di crollo.

Foto XI.8. ‘Pozzo della vaschetta’, parte superiore e imbocco del cunicolo verso l’esterno (foto AG).

Foto XI.9. ‘Ingresso Agartha’, ‘cunicolo walkie-talkie’ ripreso in direzione del fronte di scavo (foto AG).

154

CAPITOLO XII STORIA ESPLORATIVA

Foto XII.1. Le prime esplorazioni, 8 Gennaio 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). XII.1 - La scoperta L’Antro delle gallerie viene casualmente scoperto nell’autunno del 1873, pare durante una battuta di caccia, dal canonico Raffaele Inganni, un appassionato ricercatore di storia e di archeologia all’epoca residente a Casbeno (Varese). Inganni non lascia documentazione con i particolari della scoperta, ma si limita a informarne amici e conoscenti iniziando con alcuni di loro l’esplorazione. Di certo nel 1904 rivendica la paternità della scoperta comunicandolo ad Antonio Magni, allora presidente della Società Archeologica Comense e della quale era socio. Le prime esplorazioni sono documentate da un rilievo speditivo (appendice 1. allegato 2.2.) e dalle trascrizioni d’informazioni orali raccolte e trascritte da Piero Massari a seguito dei contatti avuti con Antonio Magni1.

XII.2 - Periodo tra il 1873 ed il 1900 La prima documentazione riguardante l’Antro delle gallerie è redatta nel 1874 a cura dell’avvocato Giulio Cesare Bizzozero2. Nello stesso anno Amadio Ronchini presenta la seconda relazione alla Consulta del Museo Patrio d’Archeologia3, in cui si accenna a una strana epigrafe incisa sulla parete della ‘galleria principale’ e notata da Angelo Bertini di Milano nel Settembre. Lo scopritore, con l’aiuto di Emilio Bisi e Ludovico Pogliaghi, ricopia accuratamente la scritta. Il 17 dicembre 1874 il prof. Bertini, padre di Angelo, e il prof. Antonio Caimi eseguono il calco della presunta epigrafe su incarico della Consulta Archeologica, coinvolgendo il prof. Elia Lattes, membro effettivo del Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e noto etruscologo, il quale 2 Giulio Cesare Bizzozero, Antro delle Gallerie. Relazione dell´Avv. G.C. Bizzozero alla Presidenza del Museo Patrio in Varese, Ed. Ubicini, Varese 1874, pp. 7-10. 3 Amadio Ronchini, Relazione della Consulta del Museo Patrio d’Archeologia, in Archivio Storico Lombardo, II, B. C. A. 3, 21, 53, Milano 1875.

1 Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie e la Badia di Ganna, in Mario Frecchiami, Benigno Comolli, La Badia di Ganna e l’Antro delle Gallerie, Ganna 1962, p. 38.

155

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) durante la riunione del 7 Gennaio la sommariamente e ne effettua la traduzione.

XII.3 - Periodo tra il 1900 ed il 1950 Nel 1901 si fanno alcuni accenni all’Antro delle gallerie nel Bullettino di Paletnologia di Roma. Nel 1902 in un articolo apparso sulla RIVISTA ARCHEOLOGICA della Provincia di Como Antonio Giussani riferisce le esatte misure della lapide asportata (m 0,40 x m 0,15) aggiungendo che questa risulta rotta in più parti. Nel 1903 si parla nuovamente dell’Antro delle gallerie in un articolo che riporta l’avventura vissuta da un occasionale visitatore che persosi all’interno della cavità viene fortunosamente ritrovato dopo tre giorni trascorsi nel buio (Appendice All. 3.32., All. 3.33. e All.3.34.). Nello stesso anno Taramelli pubblica uno studio geologico della zona ed attribuendo l’Antro delle gallerie al Trias inferiore6. Nel 1904 Antonio Magni parla dell’Inganni come dello scopritore della cavità. Nello stesso anno Barigozzi, Arturo Andreoletti ed Ernesto Andreoletti effettuarono una visita archeologica dandone conto in un articolo pubblicato sulla Prealpina illustrata e menzionando in tale occasione la presenza nella cavità di una cassetta di ferro per raccogliere i biglietti da visita dei vari frequentatori dell’Antro delle gallerie. Nel 1908 l’archeologo di origine francese Gabriel De Mortillet pubblica un articolo che riprende notizie già note. Segue un periodo di relativo disinteresse fino al 1925, quando viene effettuata una ricognizione archeologica guidata da Piero Massari dalla quale non emergono novità. Nel 1931 l’Antro delle gallerie viene nuovamente citato in un articolo di carattere giornalistico da Antonio Calegari nel quale si descrivono ironicamente i tentativi di decifrazione ed interpretazione della scritta ritrovata all’interno (Appendice All.3.78. e All.3.79.). Nell’anno successivo, il 1932, invece destò un notevole interesse lo studio condotto da Edoardo Dietz con la collaborazione di Mantegazza, Massari, De Grandi di Varese e con l’apporto del prof. Ghislanzoni di Milano e pubblicato nell’Archivio della Società Varesina7. In tale occasione si riporta l’apertura della cavità, ridotta a 0,6 m, all’altezza originaria di 2,2 m effettuando uno sterro, si cita un cunicolo dove scorre acqua perenne nel quale entrarono due pompieri varesini, Edera ed Antonelli. Nello stesso studio si cita la scoperta di due martelline e di alcune ossa d’orso e, nello scavo all’ingresso, di resti di binari in legno con traversine, di alcuni vasi valutati come etruschi e di pezzi di marmo interpretati come base di una colonna. Sempre nel 1932 il Regio Ufficio Geologico d’Italia pubblica la Carta Geognostico-Geologica relativa al territorio Varesino e definisce più precisamente lo strato di arenaria del monte Cuseglio valutando in 100 m la potenza di affioramento dell’arenaria del Trias inferiore e posizionandola stratigraficamente tra i porfidi rossi del

descrive

«F. a.….’Or (da sinistra) limira (da destra)» Ossia: «V(elius) A…trius Limiria (matre natus)» tradotto in: «Velio Atrio nato da Limira» La notizia della decifrazione desta alcune perplessità e aumenta l’interesse per la cavità, determinando l’incremento delle visite da parte di appassionati e curiosi. La decifrazione viene successivamente contestata da più parti e ritrattata dallo stesso Lattes. Nel 1876, a fine agosto, la cavità è visitata dal prof. Pompeo Castelfranco in compagnia di Bizzozero e nel 1877 dal paletnologo Innocenzo Regazzoni che ne dà una descrizione più accurata di quella fornita precedentemente da Bizzozero; riporta inoltre il testo dell’epigrafe specificando che è stata asportata e consegnata al Museo Varesino4. Nel 1888 viene effettuato un riassunto delle notizie precedenti a cura dello studioso Giovanni Amennone Oberziner e l’argomento è ripreso nel 1896 da Ponti ripetendo quanto esposto da Ragazzoni. L’interesse si allarga coinvolgendo anche la stampa non specializzata la quale ne coglie, accentuandolo, l’aspetto ‘misterioso’ e ne fornisce descrizioni che privilegiano toni sensazionalistici o ne evidenziano difficoltà e rischi connessi alla sua visita, coniando l’appellativo di ‘Sfinge della Valganna’. L’Antro delle gallerie cattura l’attenzione anche di semplici curiosi con il gusto dell’avventura, ma per la maggior parte di loro l’esplorazione finisce una volta giunti al cosiddetto ‘pozzo quadro’, mantenendo rigorosamente la strada maestra per evitare di perdere l’orientamento all’interno del dedalo di gallerie. Di una di queste visite rimane traccia in una scritta a carboncino lasciata da visitatori una decina d’anni dopo la scoperta: «Edoardo De Grandi Luigi Peja 18 Luglio 1890» Nel 1899 Luigi Vittorio Bertarelli, speleologo e cofondatore del Touring Club Italiano, dopo una visita all’Antro delle gallerie, scrive un articolo a sfondo giornalistico sulla rivista Le vie d’Italia, accennando ad alcune ossa rinvenute dall’ing. Tosi e ritenute fossili dal prof. Mariani. Nel 1890 Pier Franco Volonté affronta nuovamente la questione della ipotizzata scritta etrusca, ne pubblica un disegno e fa cenno allo stato di abbandono in cui questa si trova «infranta, in un ripostiglio della sala di plastica, nelle scuole maschili urbane, site in piazza Cacciatori delle Alpi»5.

pagane e cristiane, Varese 1900, p. 26 e p. 183. 6 Torquato Taramelli, I tre laghi, Milano 1903, p. 73 e seg. 7 Edoardo Dietz, L’Antro delle Gallerie in Valganna. Nuove esplorazioni ed ipotesi, in Archivio Società Storica Varesina, I, 25, Varese 1931-32, pp. 15 e seg.

4 Innocenzo Regazzoni, L’Antro delle Gallerie, Ricerche del professor Innocenzo Regazzioni, Ostinelli, Como 1878, pp. 22-27. 5 Pierfranco Volonté, Varese antica e le sue epigrafi

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Cap. XII - Storia esplorativa Permiano, nella zona Miniera, e i calcari marnosi e le dolomie del Ladiniso-Anisico, nella zona verso le Grotte8. Il Gruppo Grotte di Milano nel corso di uno studio sulla fauna cavernicola delle grotte lombarde accerta la presenza di un miriapode (Polybothrus fasciatus ss. Fasciata) all’interno della cavità9. Nel 1934 viene pubblicato un ulteriore articolo su La Prealpina10 e nello stesso anno l’Antro delle gallerie viene citato nel Manuel d’archéologie romaine di Grenier11. Nel 1936 si ha un breve cenno sulle ricerche effettuate nella cavità da parte del Gruppo Grotte di Milano12. Nel 1944 Piero Massari riassume le ricerche effettuate sino a quel momento nell’Antro delle gallerie e fa menzione di una informazione ricevuta dal dr. Magni, secondo il quale esisterebbe un secondo ingresso nella Grotta dell’Alabastro, cavità naturale posta poche centinaia di metri dall’Antro delle gallerie ed uno sbocco del complesso, posto sulla Strada Provinciale dell’epoca, a sua volta murato per la costruzione della tramvia VareseLuino13. In tale lavoro Massari però precisa di non aver potuto verificare tali informazioni in particolar modo per la Grotta dell’Alabastro in quanto la stessa risulta avere il fondo ostruito. La tramvia attualmente non esiste più essendo stata dismessa dal 1955 e l’ipotetico ‘sbocco’ dell’Antro delle gallerie lato tramvia risulta di difficile localizzazione, in quanto le fotografie che ne ritrarrebbero la posizione di sbancamento non permettono di individuare chiaramente il punto ove sono state scattate. Nel 1945 si ha una breve citazione della cavità da parte di Roberto Pracchi14. Dal 1946 l’Antro delle gallerie diviene oggetto dell’attenzione di Claudio Sommaruga che inizialmente fa brevi segnalazioni sulla cavità nel Bollettino del CAI di Varese15, e successivamente sulla rivista Rassegna storica del Seprio16, mentre su Scienza e Lavoro analizza

più in dettaglio il complesso ipogeo avanzando l’ipotesi di un utilizzo minerario dello stesso ed in particolare per l’estrazione del ferro dalle sottili vene di siderite e limonite17. In un ulteriore articolo del 1948 Sommaruga accenna a sopralluoghi da lui effettuati nell’agosto del 1947 con gli archeologi Bertolone, Brunella, Cozzi, Massari, membri della Società Storica Varesina, e nel dicembre dello stesso anno con tecnici e geologi tra cui il prof. Ardito Desio, Ordinario di Geologia, Geografia fisica e Paleontologia nell’Università di Milano e Geologia applicata al Politecnico di Milano, accenna inoltre ad altre visite di universitari varesini ed analisi chimiche effettuate per accertare l’eventuale presenza di metalli preziosi. Nello stesso lavoro si riportano alcune osservazioni fatte in occasione di un disboscamento della zona antistante l’ingresso che avrebbe evidenziato, in posizione eccentrica rispetto l’ingresso, un «anfiteatro di cava con relativo piazzaletto e abbondanti discariche»18 e l’antica via di comunicazione che univa l’Antro delle gallerie alla mulattiera che all’epoca conduceva all’Alpe Cuseglio. In tale occasione era stata inoltre praticata una trincea di 5 m per 1 m di profondità nel piazzaletto alla sommità della discarica rinvenendo ceramiche verniciate valutate come medioevali, coppi grossolani atipici, abbondanti scorie di arenaria fusa e le tracce di un «muro a calce»19. Nel 1949 sempre Sommaruga fa una descrizione a carattere geologico della cavità concentrandosi sulle concrezioni calcitiche, segnalando veli aragonitici e numerosi sottili cristalli di gesso e collega l’Antro delle gallerie ad alcune cavità ipogee scoperte in Francia in arenarie Permotriassiche20. XII.4 - Periodo tra il 1950 ed il 1980 Nel 1950 continua l’interesse per la cavità da parte del Gruppo Grotte di Milano e del Gruppo Speleologico di Varese. In particolare Augusto Binda segnala il ritrovamento, nella «zona del lago» e in particolare nella ‘galleria allagata’, di alcuni reperti lignei rivelatisi essere tratti di binario e relative traversine per la probabile movimentazione di carrelli all’interno della cavità21. Nel 1953 Attilio Ligasacchi e Giuliano Rondina forniscono una descrizione accurata della cavità precisando alcuni

8 Giuseppe Nangeroni, Carta Geognostico-Geologico della Provincia di varese, Varese 1932, p. 23; tav. allegata. 9 Paola Manfredi, I miriapodi cavernicoli italiani, in Le grotte d’Italia, serie I, fasc. genn.-marzo, Trieste 1932, p. 13 e seg. 10 Giulio Moroni, Il mistero dell’Antro delle Caverne in Valganna, in Cronaca Prealpina, Varese 1934, 30 ottobre, p. 5. 11 Albert Grenier, Manuel d’archéologie romaine di Grenier, t. VI, Paris 1934, p.739 e seg. 12 Leonida Boldori, Ricerche in caverne italiane, in Rivista Natura società Italiana Scienze Naturali, serie IV, Milano 1936, pp. 106-114. 13 Piero Massari, L’Antro delle Gallerie, in Munera, Raccolta di scritti in onore di A. Giussani, Società Archeologica Comense, Ed. Cavalleri, Como 1944, p. 226. 14 Roberto Pracchi, Contributo alla conoscenza del fenomeno carsico in Lombardia, in Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Vol. III, Milano 1943, p. 83. 15 Claudio Sommaruga, Le principali grotte della provincia, in Alpinismo nostro, numero unico del CAI di Varese, Varese 1946, pp. 56-57. 16 Claudio Sommaruga, Le ultime ricerche del Gruppo Grotte di Milano e le attuali conoscenze speleo-

archeologiche nella provincia di Varese, in Rassegna Storica del Seprio, fasc. VIII, 1948, pp. 8-18. 17 Claudio Sommaruga, Nelle grotte italiane: in Lombardia occidentale, in Scienza e Lavoro, n. 3, Milano 1947, p. 48. 18 Claudio Sommaruga, Le ultime ricerche del Gruppo Grotte di Milano e le attuali conoscenze speleoarcheologiche nella provincia di Varese, in Rassegna Storica del Seprio, fasc. VIII, 1948, p. 14. 19 Claudio Sommaruga, op. cit., 1948, p. 15. 20 Claudio Sommaruga, Cavità sotterranee naturali in aree permo-triassiche, in Rassegna Speleologica Italiana, S.S.I., fasc. 2-3 (numero doppio), n° 1, 1949, pp. 26-27. 21 Augusto Binda, Rinvenimento di manufatti lignei all’Antro delle Gallerie 2001 Lo (Varese), in Rassegna Speleologica Italiana, anno II, n° 1-2, 1950, pp. 76-77.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) dati speleometrici22. Nel 1956 Claudio Sommaruga in una memoria presentata al VII Congresso Nazionale di Speleologia, cita l’Antro delle gallerie e ne ricorda le tipiche scalpellature confrontandole con similari rilevabili in cavità presenti in area agrigentina, a Narce, nell’Antro della Sibilla Cumana, nell’emissario di Nemi e nelle cave di Brenno, Viggiù e Saltrio (Varese)23. Nella seconda metà del XX secolo vengono avviati i lavori di restauro della vicina Abbazia di San Gemolo a Ganna, complesso monastico fondato nel 1095 su concessione di Arnolfo II, arcivescovo di Milano. Al proposito ha scritto don Mario Frecchiami, priore della badia: «I lavori di sistemazione architettonica delle due facciate esterne dell’attuale Salone-Cine-Teatro, iniziati il 12 luglio 1960, con l’intento di conservare a vista tutto il pietrame locale impiegato nella ricostruzione, volgevano al termine verso la fine dello stesso anno»24. Don Frecchiami e altre persone che seguono i lavori si domandano da dove possano essere stati cavati i conci d’arenaria che caratterizzano il complesso e soprattutto l’antico campanile. Alcune ricognizioni portano a ipotizzare che l’area di cava sia in Valganna e precisamente presso l’Antro delle Gallerie. Dopo l’esame di alcuni campioni di roccia ecco a quanto si perviene: «La Professoressa De Angelis, che non conosce il problema dell’Antro, così conclude: “Può trattarsi, e probabilmente è così, di frammenti di stessa formazione arenaria, presi in punti diversi”»25. Le indagini proseguono attorno all’Antro anche nell’intento di trovare un ingresso che conduca auspicabilmente all’esatto punto dell’estrazione dell’arenaria utilizzata alla Badia e nel 1961: «Un sopraluogo accurato del 18 gennaio scorso permetteva di rintracciare su quel ripiano una moneta antica, un mezzo soldo di Maria Teresa (1740-1760). Questa piccola scoperta ci decise ad iniziare un saggio di scavo, nella speranza di rintracciare la vera entrata dell’Antro. Il giorno 11 febbraio, dopo qualche colpo di piccone e di pala, venivano scorti due pezzi di legno squadrati ad arte. Nel secondo scavo, avvenuto il 18 dello stesso mese, venivano alla luce due muretti, laterali ad una specie di trincea larga circa 80 centimetri, formati da blocchi sovrapposti a secco. Sul fondo della trincea scavata ecco comparire pure una specie di scivolo (fig. VI), in legno di castano, formato da due assi parallele della larghezza ciascuna di cm. 9, dello spessore di cm. 5 e inoltrantesi nel terreno affiancato alla distanza tra loro di cm. 3 circa. Le due assi erano tra loro mantenute alla stessa distanza da un traversino di base,

fissato ad asse con due pioli di legno (vedi fig. VII). Il terzo scavo (25 febb.) rilevava alcuni pali, laterali allo scivolo, resti di una probabile impalcatura di galleria»26. L’accesso al cunicolo non risulta possibile in quanto alla scoperta immediatamente segue il franare del terriccio e dell’arenaria, in quel punto particolarmente fratturata, posti superiormente al varco scavato. L’instabilità generale del terreno circostante sconsigliano il successivo proseguimento delle attività di scavo. Viene inoltre individuata la strada che da tale ingresso, snodandosi quasi parallelamente all’attuale Strada Statale, raggiunge l’antica strada romano-medioevale che scendendo da Frascarolo di Induno porta a Ganna. Nel corso degli scavi vengono alla luce vari reperti: frammenti in ceramica traslucida di tipo medioevale, cocci di tegole, chiodi in ferro battuto. Tali oggetti appaiono simili ad altri rinvenuti durante ricerche archeologiche effettuate nella Badia di Ganna27. Le ricerche condotte portano Frecchiami a formulare l’ipotesi che l’Antro delle gallerie fosse stato scavato per procurarsi materiale lapideo destinato alla costruzione dell’Abbazia di Ganna e di alcune case del paese a partire dal sec. XI fino al sec. XVI con un periodo di maggiore sfruttamento nel sec. XII. Il priore della badia di Ganna, quale ulteriore conferma della sua tesi, riporta una tradizione locale relativa all’esistenza di gallerie fatte costruire dai monaci. Nel corso delle attività di ricerca promosse da Frecchiami dal 1963 al 1964, viene nuovamente effettuato un rilievo planimetrico del complesso realizzato a cura di alcuni giovani di Ganna (Roberto Arganini, Piera Arganini, Sandro Ghilardi e Luigi Sabaini) che viene pubblicato sul primo numero della rivista La Badia di S. Gemolo e la Valganna28. Anche per quanto riguarda la scritta ritenuta etrusca, l’abate Frecchiami azzarda una diversa interpretazione propendendo per una interpretazione dei 26 Ibidem, pp.40-42. 27 Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la Badia di Ganna, in Rivista Storica Varesina, fasc. VII, Varese 1962, pp. 129-156 e Tavv. XI-XIV. Mario Frecchiami, La sfinge della Valganna, in Rassegna storica dei comuni, Vol. III, fasc. 5-6, Roma 1971, pp. 227253. Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie in Valganna nel centenario della sua scoperta (1873-1973), Archivio Storico della Badia di San Gemolo, Tipografia dell’Addolorata, fascicolo IV, Ganna (VA) 1973, pp. 1336. Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie in Valganna, in Estratto dall’Archivio Storico della Badia di San Gemolo, fascicolo IV, Ganna (VA) 1974. Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie nelle ricerche varesine dal 1873 al 1876, in Archivio storico della Badia di San Gemolo, Tipografia dell’ Addolorata, fasc. V, Ganna (VA) 1974, pp. 35-39. Frecchiami Mario. L’Antro delle Gallerie in Valganna, in Archivio Storico della Badia di San Gemolo, op. cit., pp. 1-27. 28 Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la badia di Ganna, op. cit., pp. 5-13, pag. 172.

22 Attilio Ligasacchi, Giuliano Rondina, Antro delle Gallerie. 2001 Lo, in Il fenomeno carsico nel territorio varesino, C.N.R., Centro di Studi per la Geografia Fisica presso l’Istituto di Geografia dell’Università di Bologna, Tip. Mareggiani, Bologna 1955, pp. 27. 23 Claudio Sommaruga, Appunti spelo-archeologici: gli ipogei agrigentini, in Atti VII Congresso Nazionale di Speleologia, memoria III Rassegna speleologica italiana, Como 1956, pp. 239-244. 24 Mario Fecchiami, L’Antro delle Gallerie e la Badia di Ganna, op. cit. 25 Ibidem, p. 40.

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Cap. XII - Storia esplorativa XII.5 - Periodo tra il 1980 ed il 2015 Negli anni Ottanta inizia l’attività di ricerca ed esplorazione di Ivo Scacciotti del Gruppo Speleologico C.A.I. Varese. Nella prima metà degli anni Ottanta Gianluca Padovan, all’epoca socio del GGM SEM-CAI, avvia la ricerca ed esplorazione nell’Antro delle gallerie che proseguirà negli anni successivi con l’Associazione S.C.A.M., Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano, di cui è stato il fondatore. Nell’ambito delle sue ricerche Padovan ha modo di incontrare don Mario Frecchiami. Gianluca Padovan ed Ivo Scacciotti hanno incontri occasionali nell’Antro delle gallerie: ciò non porta a collaborazioni di sorta ma ognuno prosegue autonomamente le proprie attività. Padovan dopo aver esplorato la quasi totalità dei rami del complesso si convince come la chiave di risoluzione sullo scopo del sito andasse ricercata nei suoi rami allagati. A seguito di tale convincimento coinvolge Amedeo Gambini, anch’esso socio del GGM SEM-CAI, affinchè effettuasse un’immersione nel ‘pozzo quadro’; questa viene effettuata nel 1984 e ne viene informato Ivo Scacciotti (foto XII.2, XII.3, XII.4, XII.5). Il giorno dell’esplorazione subacquea sono presenti Ivo Scacciotti e Augusto Binda del Gruppo Speleologico CAI Varese. La profondità del ‘pozzo quadro’ viene misurata durante le fasi preparatorie all’immersione utilizzando uno scandaglio dotato di profondimentro con indicatore di massima profondità: la profondità risulta di 12 m e si percepisce la presenza di un cono detritico sul fondo. Durante l’immersione la profondità viene confermata così come la presenza di un cono detritico che termina in una strettoia. Analogamente all’immersione effettuata da Tito Samorè nel 1960 anche in questa immersione viene usato un autorespiratore a circuito chiuso ad ossigeno puro (ARO) per limitare l’intorbidimento dell’acqua. Durante l’immersione lo speleosub utilizza anche un piccolo autorespiratore ad aria. Tale scelta è motivata dall’intenzione di proseguire l’esplorazione in ambienti posti ad una profondità maggiore di quella massima consentita dall’autorespiratore ad ossigeno passando dalla respirazione in ossigeno puro a quella ad aria. Infatti l’ossigeno puro diviene tossico a profondità superiori a 8-10 m circa. Nonostante le precauzioni durante l’immersione la visibilità, già molto ridotta all’inizio, si riduce velocemente durante la discesa verso il fondo del pozzo. Nei brevi istanti di visibilità si osserva: • l’accesso al passaggio in direzione della ‘sala dei funghi’ (durante l’immersione ritenuta erroneamente l’imbocco del cunicolo che conduce al ‘laghetto’) che inizia sulla parete nord del pozzo a circa 5 m di profondità; • una specie di sala che si allarga a tale quota; • un cunicolo a sezione quadrangolare, di circa 80 x 80 cm, che si apre nella parete ovest, prosegue per un paio di metri e poi si allarga in un ambiente lievemente più ampio.

segni trascritti all’epoca quali lettere latine di periodo medioevale (secc. XI-XII)29. Pur manifestando la dovuta cautela, data dall’impossibilità di analizzare il reperto a causa della sua perdita, viene formulata la seguente ipotesi interpretativa: «F(actum) A(nno) M(millesimo) C(entesimo)» corrispondente a suo parere all’anno di realizzazione. Nel 1960 Tito Samorè socio del GGM SEM-CAI di Milano effettua la prima esplorazione subacquea dell’Antro delle gallerie immergendosi nel ‘pozzo quadro’30. L’immersione viene effettuata utilizzando un autorespiratore ad ossigeno a circuito chiuso (ARO) che permette di riutilizzare la miscela respiratoria senza scaricarla nell’ambiente sotto forma di bolle. Tale apparecchio, che presenta un limite operativo di circa 10 m, viene scelto per evitare l’intorbidimento dell’acqua. Questa precauzione è adottata per evitare che scaricando bolle durante la respirazione si potesse causare il distacco di limo dalle pareti del pozzo. Nonostante ciò la visibilità scende quasi a zero: «non si leggeva il profondimetro posto a pochi centimetri dalla maschera». Queste condizioni determinano la fine dell’esplorazione; nel tempo trascorso sul fondo del pozzo Samorè individua al tatto delle assi in legno di apparente sezione quadrata stimata di 35 x 35 cm. Nel 1971 Giulio Badini del GGM SEM-CAI di Milano e dell’Unione Speleologica Bolognese, pubblica un articolo sulla Rassegna Speleologica di Como nel quale avanza delle perplessità sulle interpretazioni date da Frecchiami circa l’origine del complesso ipogeo e ripropone la tesi della cavità adibita ad attività estrattive di ferro giustificandole con la presenza di siderite e limonite31. Nello stesso articolo ricorda la nota di Massari circa il probabile collegamento con la grotta dell’Alabastro in Valfredda corroborandola con ulteriori recenti osservazioni effettuate nella grotta dell’Alabastro. Nello stesso anno Frecchiami ritiene definitivamente risolta la questione relativamente allo scopo e datazione del complesso, fissandone l’apertura ai primi decenni del sec. XII, ad opera di monaci, per la costruzione dei primi locali della Badia, del chiostro in stile romanico e soprattutto del secondo campanile32. Nel 1973 in occasione del centenario della scoperta dell’Antro delle gallerie, Frecchiami sintetizza in una monografia la storia delle esplorazioni, le sue considerazioni sull’origine, scopo e datazione della cavità corredandola di rilievi planimetrici33. 29 Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie nelle ricerche varesine dal 1873 al 1876, op. cit. 30 Paolo Amedeo, L’Antro delle Gallerie, in Il Grottesco, Bollettino del Gruppo Grotte Milano S.E.M., n° 3/14, Milano 1967/68, pp. 13-16. 31 Giulio Badini, Nuove scoperte e nuove ipotesi sull’Antro delle Gallerie 2001 Lo, in Rassegna Speleologica Italiana, Società Speleologica Italiana, anno XXIII, fasc. 2, 1971, pp. 18-23. 32 Mario Frecchiami, La sfinge della Valganna, op. cit. 33 Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la badia di Ganna, op. cit., p. 172.

All’arrivo sul fondo del pozzo la visibilità è azzerata ma è possibile confermare la presenza di un ripido cono detritico

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XII.2. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, preparazione (foto GP).

Foto XII.3. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, entrata in acqua (foto GP).

Foto XII.4. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, inizio immersione (foto GP).

Foto XII.5. ‘Pozzo quadro’, esplorazione subacquea del Novembre 1984, fine immersione (foto GP).

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Cap. XII - Storia esplorativa che progressivamente occupa la quasi totalità della sezione sino apparentemente proseguire in alcuni anfratti o cunicoli individuati col solo ausilio del tatto. A seguito di tale prima immersione, stante la ridottissima visibilità, viene realizzato solo un rilievo approssimativo sulla base di alcune rapide misure. Alla prima immersione del 1984 ne segue una seconda nel 1986 in occasione di un periodo di siccità durante il quale si registra un abbassamento del livello d’acqua nel pozzo di circa 3 m. In questa occasione viene deciso di utilizzare solo un apparecchio di respirazione ad aria. Alla base del pozzo, prima che la torbidità dell’acqua renda impossibile la visione, si osserva la presenza di alcune assi di legno all’interno di quello che appare essere un cunicolo parzialmente ostruito da detriti. Nei decenni seguenti altre immersioni sono state effettuate da un gruppo subacqueo di Varese con il supporto di Ivo Scacciotti e da altri speleosub che ne pubblicano i relativi video. Una prima visione d’insieme del ‘pozzo quadro’ si è avuta solo quando l’infaticabile Ivo Scacciotti prosciuga parzialmente il pozzo per mezzo di una pompa sommersa alimentata da un generatore esterno alla cavità. In tale occasione si constata la mancanza di prosecuzioni interessanti, smentita tuttavia dalle esplorazioni successive (2016-2017) da parte dei gruppi UNEX Project e Gruppo Proteus Speleosub i cui dettagli sono ravvisabili nel paragrafo dedicato al ‘pozzo quadro’. Agli inizi degli anni Novanta Renato Banti del gruppo speleologico i ‘Protei’, di Milano, rivolge il suo interesse verso l’Antro delle gallerie, contestando le conclusioni a cui era giunto Frecchiami ed ipotizza, per il complesso, uno scopo legato alla estrazione della sabbia silicea ottenuta dalle arenarie quarzose per alimentare le industrie vetrarie e ceramiche della zona oltre che come abrasivo (la ‘spolverina’). Negli anni successivi l’interesse per la cavità non viene mai meno, in quanto proseguono le attività di esploratori, appartenenti a varie organizzazioni, che attirati dal fascino generato dell’Antro delle gallerie, visitano il complesso ma senza portare risultati rilevanti o possibili spunti di ricerca. Da segnalare come degno di nota sicuramente è l’importante lavoro svolto da Gianluca Padovan dell’Associazione S.C.A.M. e da Amedeo Gambini del Gruppo Proteus Speleosub e dai loro team, nel tentativo di razionalizzazione dello stato delle conoscenze, tradotto nell’avvio di un importante progetto di rilievo tridimensionale del complesso ipogeo. A tale attività hanno collaborato vari speleologi appartenenti a diversi gruppi speleologici lombardi, come Aldo Scoglio del Gruppo Grotte CAI Saronno e soprattutto Ivo Scacciotti e Aldo Colombo del Gruppo Speleologico CAI Varese. Occorre anche ricordare il contributo di Alessandro Uggeri, dello stesso gruppo varesino, concretizzato nell’inquadramento geologico del complesso. Le evidenze di tale attività sono state presentate all’interno del I° Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo, tenutosi nel 2005 a Bolsena, nella cui occasione sono stati illustrati i risultati ottenuti fino a quel momento. Tale memoria, inserita negli atti del Congresso, è pubblicata dai British Archeological Reports

di Oxford34. Negli anni successivi prosegue ininterrotta e tenacemente condotta l’attività di ricerca ed esplorazione da parte di Ivo Scacciotti, il quale, dopo aver completato il proprio rilevo personale del complesso ipogeo, inizia a dedicarsi prevalentemente alla ricerca di possibili ulteriori ingressi al complesso ipogeo effettuando ricerche esterne nella zona compresa traa l’Alpe Cuseglio e la Valfredda. XII.6 - Periodo tra il 2015 ed oggi: la necessità di un nuovo ‘punto zero’ Negli ultimi anni tuttavia l’interesse squisitamente speleoarcheologico della cavità varesotta progressivamente diminuisce a causa della battuta d’arresto delle esplorazioni, lasciando pertanto spazio a numerosi visitatori occasionali attratti dall’Antro delle gallerie unicamente per il suo alone di mistero e fornendo terreno fertile per elaborare svariate teorie fantasiose prive di fondamenti scientifici e storici. È proprio nel corso di questo periodo di silenzio esplorativo che matura all’interno di due gruppi distinti, che prima di allora non avevano mai collaborato tra loro, UNEX Project e Gruppo Proteus Speleosub, la volontà di riprendere congiuntamente i lavori, provando ad avviare con le loro differenti competenze un nuovo modo di fare ricerca dando vita al «Progetto Antro 2.0». Le attività di ricerca, svolte in tale ambito e durate tre anni, hanno permesso di completare il rilievo tridimensionale del complesso, sviluppare una pianta dettagliata, documentarne fotograficamente e con video le parti più caratteristiche ed importanti ai fini della comprensione della cavità, raccogliere le notizie e documentazioni disponibili su tale sito. L’attività esplorativa nell’ambito del «Progetto Antro 2.0» consente al Team Proteus/UNEX Project di conseguire, in particolare, i seguenti risultati: • Febbraio 2016, è ripristinato il collegamento interno tra la ‘galleria del trivio’ e la ‘camera del buco’ nella zona del del ‘labirinto; • Aprile 2016, è ripristinato l’accesso all’ingresso superiore (‘ingresso Agartha’); • Settembre 2016, viene vuotato una seconda volta il ‘pozzo quadro’ e, durante tale intervento, oltre al rilievo dettagliato ed all’esplorazione dei vari cunicoli che si aprono a livello della sala sottostante il pozzo, si effettuano delle ricerche nei detriti che ricoprono il fondo attuale, tramite metal detector, senza ottenere risultati; • Novembre 2017, viene vuotato il ‘pozzo del moro’ e la ‘galleria allagata’ verificando le occlusioni terminali di quest’ultima.

34 Amedeo Gambini, Antro delle gallerie: lo stato delle conoscenze, in: Atti I Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo: Bolsena 8-11 Dicembre 2005. Archeologia del Sottosuolo: Metodologie a Confronto, Vol. 2, Hypogean Archaeology N. 2, BAR International Series 1611, Oxford 2007, pp. 467-562.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XII.1. Copertina della monografia relativa all’Antro delle gallerie ed alla badia di S. Gemolo (archivio AG) Mario Frecchiami, L’ Antro delle Gallerie e la badia di Ganna, op. cit.

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CAPITOLO XIII TOPONOMASTICA DELLA CAVITÀ

Fig. XIII.1. Rilievo Talamoni, denominazioni di specifici punti del complesso (Archivio Storico GGM SEM-CAI). XIII.1 - Criteri adottati La toponomastica utilizzata nella descrizione del complesso deriva, ove esistente, da fonti storiche che fanno riferimento alle prime esplorazioni; in assenza di indicazioni di tal tipo si è adottata la denominazione di normale uso corrente tra i gruppi speleologici che hanno condotto esplorazioni nella cavità ed in altri casi, in

mancanza anche di tali indicazioni, si è deciso di adottare nel testo descrittivo la denominazione normalmente utilizzata nel corso delle attività pluriennali di ricerca del Team Proteus/UNEX Project che ha lavorato al «Progetto Antro 2.0». In tale capitolo, si descrivono in dettaglio le scelte fatte a proposito dei toponimi adottati nel testo.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) XIII.2 - Elenco denominazioni 1 - ‘ingresso principale’; 2 - ‘galleria principale’; 3 - ‘sala della carriola’; 4 - ‘vaschetta dei magazzini’; 5 - ‘magazzini’; 6 - ‘quadrivio’; 7 - ‘1990’; 8 - ‘trivio’; 9 - ‘galleria del trivio’; 10 - ‘camera del trabucco’; 11 - ‘cunicolo allagato del trabucco’; 12 - ‘pozzetto cieco’; 13 - ‘laghetto’; 14 - ‘pozzo quadro’; 15 - ‘sala della frana’; 16 - ‘galleria sospesa’; 17 - ‘inferno’; 18 - ‘cunicolo della doccia’; 19 - ‘salto in basso’; 20 - ‘altare’; 21 - ‘pozzo dell’inferno’; 22 - ‘pozzo radon’; 23 - ‘sorgente’; 24 - ‘pozza della corda’; 25 - ‘sala della tanica’; 26 - ‘galleria dell’ornato’; 27 - ‘sasso con foro’; 28 - ‘via del lago’; 29 - ‘sala del grande muro a secco’; 30 - ‘cunicolo del cuore’; 31 - ‘galleria laterale della sala del muro a secco’; 32 - ‘sala del piccolo muro a secco’; 33 - ‘balza’;

34 - ‘cunicolo del ghiro’; 35 - ‘cunicolo bagnato’; 36 - ‘pozzo del moro’; 37 - ‘galleria del moro’; 38 - ‘galleria allagata’; 39 - ‘cunicolo by-pass del moro’; 40 - ‘galleria nera’; 41 - ‘cunicolo GoPro’; 42 - ‘sala oltre il moro’; 43 - ‘diramazione dei fronti di scavo’; 44 - ‘sala Urban’; 45 - ‘sala dei funghi’; 46 - ‘sala delle tre gallerie’; 47 - ‘buca delle lettere’; 48 - ‘pozzetto del labirinto’; 49 - ‘camera del labirinto’; 50 - ‘camera del masso’; 51 - ‘strettoia dello sterno’; 52 - ‘ramo dello sterno’; 53 - ‘diverticolo a Y’; 54 - ‘galleria terminale’; 55 - ‘pozzetto delle pedarole’; 56 - ‘sala X’; 57 - ‘cunicolo della gemma’; 58 - ‘pozzetto della ghigliottina’; 59 - ‘pozzo della vaschetta’; 60 - ‘cunicolo walkye-talkie’; 61 - ‘ingresso Agartha’; 62 - ‘ramo degli gnomi’; 63 - ‘sala della nerina’; 64 - ‘camera del buco’; 65 - ‘galleria del ribasso’; 66 - ‘diverticolo degli occhiali’.

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Cap. XIII - Toponomastica della cavità 1 - ‘ingresso principale’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione: denominazione di uso comunemente accettato, legato al fatto che si aveva documentazione di un secondo ingresso basso (attualmente non più accessibile). Autore: origine storica. Riferimenti: nessuno.

6 - ‘quadrivio’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione legata al fatto che in corrispondenza di tale punto si ha l’inizio di due rami che, con le porzioni di galleria in entrata ed in uscita generano quattro rami. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

2 - ‘galleria principale’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione di uso comunemente accettato. Autore: origine storica. Riferimenti: nessuno.

7 - ‘1990’ Ubicazione: ‘inferno’. Motivazione della denominazione: denominazione di uso comune derivante dalla scritta, visibile dalla ‘sala della frana’, presente appena sotto il passaggio di accesso dalla ‘galleria principale’. Si riferisce all’anno in cui tale passaggio è stato realizzato. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

3 - ‘sala della carriola’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione di uso comunemente accettato, legato alla presenza in tale luogo di una carriola adattata all’utilizzo all’interno delle strette gallerie ed impiegata negli anni da speleologi che hanno pulito da fango e detriti intere porzioni della ‘galleria principale’ che ne rendevano difficile la percorrenza. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

8 - ‘trivio’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: Denominazione legata alla presenza di tre rami che si staccano da tale punto (‘galleria del trivio’, cunicolo di accesso alla ‘camera del trabucco’, cunicolo precedente il ‘trabucco’). In realtà, considerando anche la porzione di ‘galleria principale’ in ingresso ed in uscita da tale punto, si avrebbero cinque rami. Autore: Uso corrente consolidato Riferimenti:

4 - ‘vaschetta dei magazzini’ Ubicazione: ‘galleria principale’, zona dei ‘magazzini’. Motivazione della denominazione: denominazione dovuta alla morfologia di tale parte che, raccogliendo l’acqua di percolazione, assume in gran parte dei periodi dell’anno, l’aspetto di una ‘vaschetta’. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

9 - ‘galleria del trivio’ Ubicazione: ‘galleria principale’, ‘trivio’. Motivazione della denominazione: denominazione legata al punto da cui si distacca la galleria. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

5 - ‘magazzini’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione probabilmente assegnata dai primi esploratori in ragione della morfologia di tale parte della ‘galleria principale’ che richiamava ad un possibile uso quale magazzini. Autore: origine storica divenuta di uso corrente. Riferimenti: nessuno.

10 - ‘camera del trabucco’ Ubicazione: ‘galleria principale, ‘trivio’. Motivazione della denominazione: denominazione di cui non è chiara la motivazione. Autore: origine storica riportata da Mario Frecchiami. Riferimenti: Mario Frecchiami, La sfinge della Valganna, in Rassegna storica dei comuni, Anno III, n. 5-6 Settembre-Dicembre 1971.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) 11 - ‘cunicolo allagato del trabucco’ Ubicazione: cunicolo che si apre nel piano pavimentale della ‘camera del trabucco’. Motivazione della denominazione: denominazione legata alla condizione di costante riempimento d’acqua di percolazione del cunicolo. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

15 - ‘sala della frana’ Ubicazione: ‘inferno’. Motivazione della denominazione: così comunemente chiamata per la presenza di cartelli di pericolo ‘frana’, tale denominazione nel tempo ha sostituito, nell’uso corrente, quella presente nel rilievo Frecchiami ed indicata come ‘camera del salto in basso’. Rappresenta l’unico caso di sostituzione di una denominazione di uso corrente rispetto a quella derivante da fonti storiche. Autore: uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

12 - ‘pozzetto cieco’ Ubicazione: ‘cunicolo allagato del trabucco’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante il rilievo del ‘cunicolo allagato del trabucco’ ad un pozzetto scavato dal basso verso l’alto e che, nel corso di tale esplorazione, aveva fatto sperare in una prosecuzione verso rami inesplorati e che purtroppo si era rivelato cieco, nel senso che non risulta collegato con altre gallerie o ambienti. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

16 - ‘galleria sospesa’ Ubicazione: ‘sala della frana’. Galleria che inizia immediatamente sotto il ‘1990’ dirigendosi nella stessa direzione del ‘salto in basso’ e terminando nel vuoto della sottostante galleria. Motivazione della denominazione: denominata in tal modo in quanto termina bruscamente nel vuoto e risulta sospesa sulla sottostante galleria inferiore del ‘salto in basso’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

13 - ‘laghetto’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante le esplorazioni degli anni Sessanta e Settanta. All’epoca era ancora presente una spessa concrezione calcarea che ricopriva il pavimento della galleria alcuni metri dopo il ‘trivio’. Tale concrezione calcarea ostacolava il deflusso verso l’uscita dell’acqua di percolazione creando, in tale punto, una grossa pozza simile ad un piccolo lago. Rimossa tale ostruzione la pozza che occupava l’intera larghezza della galleria si è vuotata ed è rimasto solo il pozzetto attuale, collegato al ‘pozzo quadro’, che ha mantenuto la denominazione precedente. Autore: Ivo Scacciotti. Riferimenti: nessuno.

17- ‘inferno’ Ubicazione: ‘inferno’. Motivazione della denominazione: ignota, probabilmente individuabile nelle suggestioni descritte nell’articolo di Giuseppe Talamoni apparso su La provincia di Varese, N. VIII del 1935. Originariamente indicato, nel rilievo Talamoni, come ‘zona dell’inferno’. Autore: Giuseppe Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI. 18 - ‘cunicolo della doccia’ Ubicazione: ‘inferno’. Motivazione della denominazione: la denominazione nasce durante le operazioni di rilievo di tale parte, effettuato durante un periodo piovoso, in cui la risalita rilevata risultava soggetta ad un copioso fluire d’acqua ‘a doccia’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

14 - ‘pozzo quadro’ Ubicazione: ‘galleria principale’. Motivazione della denominazione: denominazione motivata dalla forma del pozzo. Originariamente, nel rilievo Talamoni, era indicato come ‘pozzo quadrato’ e successivamente viene correntemente indicato come ‘pozzo quadro’, denominazione col quale attualmente è indicato. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI. Indicato da Mario Frecchiami come «rilievo prof. P. L. Talamoni - 1951».

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Cap. XIII - Toponomastica della cavità 19 - ‘salto in basso’ Ubicazione: ‘salto in basso’. Motivazione della denominazione: denominazione probabilmente assegnata dall’autore in ragione della morfologia di tale parte. Autore: Piero Massari. Riferimenti: Piero Massari, Munera, Raccolta di scritti in onore di A. Giussani, op. cit., Tavola I, figura 2.

23 - ‘sorgente’ Ubicazione: galleria inferiore del ‘salto in basso’. Motivazione della denominazione: denominazione legata alla presenza costante, lungo tutto l’anno, di un rivolo d’acqua che si origina dalla parte terminale di tale cunicolo e che, scorrendo lungo il pavimento del cunicolo stesso, si riversa nella galleria. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

20 - ‘altare’ Ubicazione: ‘salto in basso’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata dall’autore in ragione della morfologia di tale elemento. Autore: Augusto Binda. Riferimenti: informazione fornita da Ivo Scacciotti riferita ad esplorazioni fatte insieme all’autore.

24 - ‘pozza della corda’ Ubicazione: galleria inferiore del ‘salto in basso’, alcuni metri dopo l’accesso al cunicolo della ‘sorgente’. Motivazione della denominazione: presenza di una corda posta da alcuni esploratori per agevolare il passaggio alla ‘sala della tanica’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

21 - ‘pozzo dell’inferno’ Ubicazione: ‘salto in basso’, pozzo di 1 mt con detriti. Motivazione della denominazione: denominazione derivante dalla zona, l’‘inferno’, in cui tale pozzo veniva collocato. Denominazione non più utilizzata anche a causa della difficoltà di individuazione di tale struttura. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

25 - ‘sala della tanica’ Ubicazione: galleria inferiore del ‘salto in basso’, parte terminale. Motivazione della denominazione: sala così denominata per la presenza di una tanica usata durante operazioni di disostruzione dai detriti da parte di alcuni esploratori di gruppi speleologici operanti nella cavità. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno. 26 - ‘galleria dell’ornato’ Ubicazione: ‘galleria dell’ornato’. Motivazione della denominazione: denominazione probabilmente assegnata dai primi esploratori in ragione della presenza di numerosi segni lasciati dagli utensili di scavo e tali da apparire come un ornamento. Autore: Edoardo Dietz. Riferimenti: Edoardo Dietz, L’Antro delle gallerie in Valganna, nuove esplorazioni e nuove ipotesi, in Archivio della Societá Storica Varesina, Vol. I -1931-1932 - p.18.

22 - ‘pozzo radon’ Ubicazione: parte terminale del ‘cunicolo del ghiro’ nel punto in cui questo si apre sulla parte alta della galleria del ‘salto in basso’. Da tal punto, grazie ad un ancoraggio artificiale posizionato durante le attività di rilievo realizzate nell’ambito del «Progetto Antro 2.0», è possibile calarsi con tecniche speleologiche di sola corda sul sottostante ‘salto in basso’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata in quanto rappresentava uno dei punti in cui era stato posizionato uno dei captori di gas radon durante delle analisi effettuate dal GG CAI Saronno. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) 27 - ‘sasso con foro’ Ubicazione: ‘galleria dell’ornato’, parte terminale prima del collegamento alla ‘galleria allagata’. Motivazione della denominazione: denominazione legata alla particolare morfologia di tale struttura. Originariamente indicato, nel rilevo Talamoni, come ‘masso squadrato con foro’. Nel rilievo Frecchiami indicato come ‘masso con foro’. In seguito comunemente indicata come ‘sasso con foro’. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

31 - ‘galleria laterale della sala del muro a secco’ Ubicazione: galleria che si apre immediatamente prima dell’inizio della ‘galleria del moro’ appena dopo l’accesso dal ‘quadrivio. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della posizione di tale galleria rispetto alla ‘sala del grande muro a secco’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno. 32 - ‘sala del piccolo muro a secco’ Ubicazione: sala che si apre sul soffitto della ‘galleria principale’ prima del ‘trivio’. Motivazione della denominazione: denominazione attribuita a causa della presenza, nella sala, di un muro a secco di dimensioni ridotte rispetto a quello della ‘sala del grande muro a secco’. Originariamente, nel rilievo Talamoni, era indicata come ‘piccola sala del muro a secco’. In seguito comunemente indicata come ‘sala del piccolo muro a secco’. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

28 - ‘via del lago’ Ubicazione: ‘galleria dell’ornato’, tratto di galleria compreso tra lo sbocco del cunicolo di accesso ed il ‘sasso con foro’. Motivazione della denominazione: probabilmente così denominata in quanto visitata in periodo di piena. In alcune relazioni Augusto Binda utilizza la denominazione ‘zona del lago’. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

33 - ‘balza’ Ubicazione: ‘galleria del moro’, ‘cunicolo del ghiro’. Motivazione della denominazione: denominazione motivata dalla morfologia del varco che si apre sul pavimento del ‘cunicolo del ghiro’ a sbalzo sulla sottostante ‘galleria dell’ornato’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

29 - ‘sala del grande muro a secco’ Ubicazione: al termine di una breve diramazione che si apre all’inizio della ‘galleria del moro’ appena dopo l’accesso dal ‘quadrivio’. Motivazione della denominazione: denominazione attribuita alla sala per la presenza del grande muro a secco di ripiena. Originariamente, nel rilievo Talamoni, indicata semplicemente come ‘sala del muro a secco’. Autore: Talamoni. Riferimenti: Rilievo Talamoni, Archivio Storico GGM SEM-CAI.

34 - ‘cunicolo del ghiro’ Ubicazione: ‘galleria del moro’, breve cunicolo che si apre in basso a destra della galleria in corrispondenza del Caposaldo 1405. Motivazione della denominazione: denominazione assunta dal cunicolo durante i lavori di rilievo del team del «Progetto Antro 2.0», a seguito della presenza, all’interno del cunicolo, di un ghiro in letargo. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

30 - ‘cunicolo del cuore’ Ubicazione: in fondo alla ‘sala del grande muro a secco’. Motivazione della denominazione: tale cunicolo, occluso dopo alcuni metri da un imponente ammasso di argilla, è stato così denominato in quanto stando a contatto con la parete occlusa sul fondo in assoluto silenzio è possibile percepire il suono del battito del proprio cuore estendersi per il cunicolo. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

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Cap. XIII - Toponomastica della cavità 35 - ‘cunicolo bagnato’ Ubicazione: galleria inferiore del ‘salto in basso’, parte terminale della ‘sala della tanica’, cunicolo che collega la ‘sala della tanica’ alla ‘galleria del moro’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della presenza costante sul fondo del cunicolo di uno strato d’acqua. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

39 - ‘cunicolo by-pass del moro’ Ubicazione: cunicolo che supera il ‘pozzo del moro’ passando superiormente e lievemente alla sua destra. Motivazione della denominazione: denominazione derivante dalla funzione del cunicolo rispetto al ‘pozzo del moro’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno. 40 - ‘galleria nera’ Ubicazione: galleria che dalla base del ‘pozzo del moro’, descrive una curva passando sotto alla sala oltre il ‘pozzo del moro’ e dirigersi in direzione ovest-sud ovest. Tale ultimo tratto è stato denominato ‘cunicolo GoPro’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata dal team esplorativo sulla base delle indicazioni presenti in alcuni rilievi storici della cavità (rilievo Talamoni) ove tale galleria veniva indicata come «galleria con pareti coperte di argilla nera» in ragione dei depositi neri, simili a fuliggine, presenti in modo uniforme su tutte le superfici della galleria. Autore: Team Proteus/UNEX Project basandosi su denominazione Talamoni. Riferimenti: nessuno.

36 - ‘pozzo del moro’ Ubicazione: parte terminale della ‘galleria del moro’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata dai primi esploratori ma di cui non è stata documentata la motivazione. Autore: Piero Massari. Riferimenti: Pietro Massari, Munera, Raccolta di scritti in onore di A. Giussani, op. cit., Tavola I, figura 2. 37 - ‘galleria del moro’ Ubicazione: galleria che iniziando dal ‘quadrivio’, termina nel ‘pozzo del moro’. Motivazione della denominazione: denominazione comunemente utilizzata nel corso delle attività del «Progetto Antro 2.0» per indicare la galleria che conduce al ‘pozzo del moro’ e divenuta di uso corrente. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

41 - ‘cunicolo GoPro’ Ubicazione: cunicolo che si apre nella ‘sala oltre il moro’ dirigendosi verso il basso e che risulta quasi sempre allagato. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata dal team esplorativo durante alcune ispezioni effettuate con videocamera subacquea GoPro remotata e guidata a distanza. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

38 - ‘galleria allagata’ Ubicazione: galleria di collegamento tra la base del ‘pozzo del moro’ e la ‘galleria dell’ornato’. Motivazione della denominazione: denominazione derivante dalla condizione di costante e quasi completo allagamento di tale galleria, che risulta percorribile, solo occasionalmente, quando il livello dell’acqua si abbassa tanto da lasciare uno spazio aereo tra volta della galleria e la superficie dell’acqua. Autore: origine storica. Riferimenti: nessuno.

42 - ‘sala oltre il moro’ Ubicazione: sala che si apre al termine del ‘cunicolo by-pass del moro’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante le attività esplorative del Team Proteus/UNEX Project e derivante dalla posizione rispetto al ‘pozzo del moro’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) 43 - ‘diramazione dei fronti di scavo’ Ubicazione: diramazione della ‘sala oltre il moro’, che si apre nella parte iniziale della sala sulla sinistra. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante le attività esplorative del Team Proteus/UNEX Project e derivante dalla presenza di più fronti di scavo in una zona ristretta. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

48 - ‘pozzetto del labirinto’ Ubicazione: ‘labirinto’, in corrispondenza dei caposaldi L110 e L111. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata trattandosi di un pozzetto prossimo alla ‘camera del labirinto’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno. 49 - ‘camera del labirinto’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: così chiamata per la complessitá di cunicoli e gallerie che afferiscono alla sala e le conferiscono l’aspetto di un labirinto. Autore: Mario Frecchiami. Riferimenti: Mario Frecchiami, L’Antro delle gallerie e la badia di Ganna, in Rivista della Societá Storica Varesina, Fasc. VII, 1962.

44 - ‘sala Urban’ Ubicazione: sala che si apre al termine della ‘sala oltre il moro’ ed alla quale si accede tramite uno stretto cunicolo quasi perennemente allagato. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante le attività esplorative di Ivo Scacciotti del GS CAI Varese e derivante dal nome, Marco Urban, di un componente del team d’esplorazione. Autore: Uso corrente consolidato. Riferimenti: nessuno.

50 - ‘camera del masso’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione legata alla presenza di un grosso masso incastrato tra le pareti a metà galleria. Autore: Mario Frecchiami. Riferimenti: Mario Frecchiami, L’Antro delle gallerie e la badia di Ganna, in Rivista della Societá Storica Varesina, Fasc. VII, 1962.

45 - ‘sala dei funghi’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione derivante dalla presenza di alcuni funghi rilevati occasionalmente dai primi esploratori. Autore: origine storica. Riferimenti: nessuno. 46 - ‘sala delle tre gallerie’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione dovuta alla presenza di tre gallerie in uscita dalla sala e che conducono a parti differenti del ‘labirinto’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

51 - ‘strettoia dello sterno’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione che deriva dalla strettoia di accesso che risulta tale da comprimere lo sterno di chi la supera. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

47 - ‘buca delle lettere’ Ubicazione: ‘labirinto’ alto, accesso verso il basso ad una serie di cunicoli. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della morfologia del suo accesso. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

52 - ‘ramo dello sterno’ Ubicazione: ‘labirinto’, insieme di cunicoli esistenti oltre la ‘strettoia dello sterno’ Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della loro posizione in quanto accessibili superando l’omonima strettoia. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

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Cap. XIII - Toponomastica della cavità 53 - ‘diverticolo a Y’ Ubicazione: ‘labirinto’, parte iniziale della ‘galleria terminale’ appena oltre il masso che caratterizza l’omonima camera. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata al diverticolo a causa della sua biforcazione su due fronti di scavo tale da assumere una forma a ‘Y’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

57 - ‘cunicolo della gemma’ Ubicazione: ‘labirinto’, cunicolo che si apre sul piamo pavimentale dalla ‘sala X’ dirigendosi in basso e che risulta quasi sempre allagato. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a seguito del ritrovamento durante un periodo di siccità e conseguente abbassamento del livello d’acqua nel cunicolo, di un grosso cristallo di quarzo incastonato in una parete. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

54 - ‘galleria terminale’ Ubicazione: ‘labirinto’, galleria posta oltre la ‘camera del masso’ che giunge fino al punto più remoto del ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata in quanto si tratta della galleria terminale, in direzione nord, del complesso. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

58 - ‘pozzetto della ghigliottina’ Ubicazione: ‘labirinto’, pozzetto che si apre in basso appena si entra nella ‘camera del masso’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della presenza di un masso sospeso sopra il pozzetto, ben visibile provenendo dalla ‘sala X’, in posizione tale da ricordare pericolosamente la lama di una ghigliottina. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

55 - ‘pozzetto delle pedarole’ Ubicazione: ‘labirinto’, pozzetto che su una parete ha posizionati i due caposaldi L308 e L318. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata a causa della presenza di ‘pedarole’ sulle pareti del pozzetto anche se, in realtá, queste sono presenti anche in altri pozzetti. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

59 - ‘pozzo della vaschetta’ Ubicazione: ‘labirinto’, pozzo a cui si accede da un passaggio sottostante il masso dell’omonima camera e che sale sino a collegarsi ai cunicoli che conducono all’‘ingresso Agartha’. Motivazione della denominazione: denominazione comunemente utilizzata per designare tale pozzetto, dovuta alla presenza di una vaschetta in cemento posizionata da alcuni esploratori in passato e destinata a raccogliere le acque infiltratesi dall’esterno ed a convogliarle, tramite un sistema di tubazioni, in punti tali da non allagare la gallerie basse del ‘labirinto’. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

56 - ‘sala X’ Ubicazione: ‘labirinto’, sala posta tra il ‘pozzetto ghigliottina’ ed il ‘pozzetto delle pedarole’ Motivazione della denominazione: denominazione provvisoria, divenuta poi di uso comune durante le attività del «Progetto Antro 2.0». Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

171

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) 60 - ‘cunicolo walkye-talkie’ Ubicazione: ‘labirinto’, cunicolo cieco in linea retta col pozzo della vaschetta. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante i lavori di rilievo quando era stato effettuato il posizionamento esterno dei rami prossimi alla superficie utilizzando apparecchi ricetrasmittenti portatili, tipo ‘walkie-talkie’ per la comunicazione tra il team interno alla cavità e quello all’esterno. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

64 - ‘camera del buco’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione storica assegnata a tale sala da Mario Frecchiami durante le sue attività esplorative. Non risulta documentazione della motivazione di tale denominazione. Autore: Mario Frecchiami. Riferimenti: Mario Frecchiami, La sfinge della Valganna, in Raccolta della Rassegna storica dei comuni, Vol. 3 anno 1971, p. 172. 65 - ‘galleria del ribasso’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione attribuita alla galleria a causa del netto abbassamento dell’altezza che tale galleria presenta alcuni metri prima del fronte di scavo terminale orientativamente in corrispondenza del caposaldo L304. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

61 – ‘ingresso Agartha’ Ubicazione: ‘labirinto’, secondo ingresso attualmente praticabile della cavità che probabilmente era stato parzialmente occluso da detriti generati durante i lavori di pavimentazione della strada che conduce all’Alpe Cuseglio. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata durante i lavori di riapertura e rilievo di tale ingresso e inconsapevolmente suggerita da uno dei visitatori occasionali della cavità. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

66 - ‘diverticolo degli occhiali’ Ubicazione: ‘labirinto’. Motivazione della denominazione: denominazione attribuita al diverticolo a causa della presenza di due aperture sul fronte di scavo che ricordano degli occhiali. Queste aperture mettono in parziale comunicazione il diverticolo con la sala sottostante. Autore: Team Proteus/UNEX Project. Riferimenti: nessuno.

62 - ‘ramo degli gnomi’ Ubicazione: diramazione che si apre a partire dalla zona dei ‘magazzini’, oltrepassa la ‘galleria principale’ e si porta nelle zone superiori alla ‘galleria dell’’inferno’. Motivazione della denominazione: denominazione assegnata da esploratori dell’Associazione S.C.A.M. di Milano e divenuta d’uso corrente, dovuta alla ridotta altezza del cunicolo che di tale ramo costituisce la parte iniziale d’accesso. Autore: Associazione S.C.A.M., Gianluca Padovan. Riferimenti: nessuno. 63 - ‘sala della nerina’ Ubicazione: sala che si apre al termine della galleria del ‘ramo degli gnomi’. Motivazione della denominazione: denominazione di uso corrente derivante dalla presenza, sul soffitto della sala, di una concrezione stalattitica di colore scuro a causa di presenza di mineralizzazioni. Autore: Ivo Scacciotti. Riferimenti: nessuno.

172

CAPITOLO XIV RITROVAMENTI

Foto XIV.1. Raccolta Ivo Scacciotti (foto AG). XIV.1 - Premessa Nel corso degli anni e delle varie esplorazioni succedutesi nell’Antro delle gallerie si è avuto il ritrovamento di svariati oggetti riferibili alle attività minerarie dell’epoca in cui tale complesso era operativo. Di alcuni ritrovamenti si ha documentazione storica, in resoconti e relazioni compilate dagli esploratori e reperiti in archivi storici, mentre dell’esistenza di altri reperti individuati nel sito si hanno informazioni avendone potuto solo visionare e riprodurre alcune foto. In particolare si è potuto fotografare alcuni oggetti rinvenuti da Ivo Scacciotti nel corso degli anni e riprodurre foto d’epoca del suo archivio. In questo capitolo si è elencato l’insieme di tutti i reperti che rispondono a tali criteri e sono stati trascurati reperti per i quali non si hanno notizie sufficientemente affidabili.

• • • • •

utensili vari; componenti del sistema di trasporto; oggetti metallici di funzionalità incerta; ceramica; residui ossei animali.

XIV.2a - Utensili da scavo Gli utensili di scavo rinvenuti e documentati o di cui si è avuta notizia, appartengono a varie tipologie di base: • scalpelli immanicati (‘pointerolles’); • cunei; • picconcini a due punte; • zappe; • mazze. Scalpelli immanicati Tale tipo di utensile è un elemento prismatico, a sezione approssimativamente quadrata con una punta piramidale a un’estremità per agire sulla roccia e con l’altra estremitá, piana, ove assestare il colpo con la mazza (fig. XIV.3). Nel corpo dell’utensile, in posizione intermedia, era praticato un foro passante, di forma approssimativamente rettangolare (‘occhio’), in cui inserire il manico in legno che veniva utilizzato dal minatore per sorreggere l’utensile

XIV.2 - Tipologie di oggetti rinvenuti Nelle tabelle di fig. XIV.1 e fig. XIV.2 sono elencati i vari ritrovamenti di cui si ha documentazione o notizia. Sulla base delle descrizioni fatte, delle documentazioni storiche disponibili e dall’esame di immagini fotografiche di cui si è potuto disporre, si ritiene che i reperti documentati possano appartenere a diverse categorie: • utensili da scavo;

173

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) E͘

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Fig. XIV.1. Tabella con elenco dei ritrovamenti di cui si ha documentazione o notizia (archivio AG).

174

Cap. XIV - Ritrovamenti E͘

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Fig. XIV.2. Tabella con elenco dei ritrovamenti, prosecuzione (archivio AG).

175

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

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Fig. XIV.3. Schema geometrico dello scalpello immanicato (disegno AG).

Fig. XIV.4. Scavo con scalpello immanicato e mazza (Schwazer bergbuch, op. cit.).

176

Cap. XIV - Ritrovamenti XIV.3 - Analisi degli strumenti di scavo Nonostante sia stato possibile esaminare gli utensili di scavo rinvenuti nel corso degli anni solamente tramite delle foto o dei disegni, si è voluto tentare un’analisi morfologica che potesse contribuire a definirne la datazione. Nell’analisi ci si è concentrati sugli strumenti di scavo appartenenti alla categoria ‘scalpelli immanicati’.

durante il lavoro. L’utilizzo di questo tipo di utensile, perfezionato in epoca rinascimentale, è divenuto nel tempo emblema stesso dell’attività mineraria. Cunei Si tratta di elementi metallici con le due facce laterali lievemente inclinate tra loro per poter esercitare, percuotendone la faccia superiore, una notevole pressione laterale all’interno di incavi realizzati nella roccia, consentendo così il distacco di un’ampia porzione. Nell’Antro delle gallerie è frequente osservare sulle pareti degli incavi appositamente scavati per alloggiare dei cunei sui quali agire per far progredire lo scavo. Ancora più frequenti sono i segni sulla roccia conseguenti all’azione del cuneo.

XIV.3a - Metodologia adottata Facendo riferimento alle dimensioni tipiche di tali utensili, è possibile identificare alcuni parametri caratteristici che ne definiscono la forma (fig. XIV.3). In particolare, oltre alle dimensioni principali (L, W, B, b, a, ) si possono calcolare i parametri ‘S’ (‘rapporto di snellezza’) ed ‘R’ (‘simmetria posizione manico’) definiti rispettivamente come il rapporto tra: • la lunghezza totale dell’utensile (‘L’) e la sua larghezza (‘W’); • il rapporto tra la distanza dell’‘occhio’ dalla punta dello scalpello (‘L’) e la lunghezza totale dello strumento (‘L’). Nei reperti rinvenuti nell’Antro delle gallerie sono state misurate le dimensioni principali e sono state calcolati i parametri caratteristici. I valori ottenuti sono stati confrontati con: • un ‘campione’, rappresentato da un insieme di strumenti analoghi, di epoca rinascimentale, rinvenuti in siti minerari francesi ed oggetto di studio morfologico e metallografico; • valori dimensionali degli strumenti di scavo descritti dettagliatamente nel De Re Metallica. Si ritiene che le conclusioni derivanti dal confronto descritto non risultino inficiate dall’imprecisione di base derivante dalle modalità di misura adottata per i reperti della cavità allo studio e dalla incertezza nell’equivalenza tra le unità di misura adottate in testi tecnici di epoca rinascimentale e le unità di misura attuali.

Picconcini a due punte Si tratta di un utensile delle dimensioni paragonabili a quelle dello scalpello immanicato ma dotato, apparentemente, di due punte, pertanto sarebbe destinato a non essere utilizzato percuotendolo con mazza. Zappa allungata Si tratta di uno strumento di scavo costituito da una lama allungata di forma lanceolata terminate a punta, di forma simile all’utensile indicato in fig.XIV.10 rif. ‘A’. Mazza Si tratta della ‘testa’ di una mazza, di forma approssimativamente cilindrica, con residui del manico in ferro e del peso di circa 6,5 kg. XIV.2b - Utensili vari Appartiene a tale tipologia una lamina metallica con punta, che presumibilmente era un coltello. XIV.2c - Componenti del sistema di trasporto In tale tipologia riteniamo si possano far rientrare una serie di componenti metallici e lignei che, dalle descrizioni fatte dagli scopritori o dall’esame delle relative foto, facevano presumibilmente parte del sistema di trasporto materiali quali binari con relative traversine e carrelli.

XIV.3b - Strumenti utilizzati in epoca rinascimentale Gli strumenti utilizzati comunemente nello scavo di miniere di epoca rinascimentale sono ampiamente documentati dai testi dell’epoca, ad esempio nel De Re Metallica, nello Schwazer bergbuch e nelle tavole di Herich Groff oltre che in rappresentazioni ove si intendeva rappresentare l’attività mineraria come nelle vetrate della cattedrale di Nostra Signora a Friburgo (Münster unserer lieben Frau) (fig. XIV.4, XIV.5, XIV.6, XIV.7). In particolare il De Re Metallica, un vero e proprio manuale sulle tecniche minerarie, riporta delle illustrazioni descrittive degli strumenti di scavo e nel testo indica le dimensioni medie di ciascuna tipologia di utensile specificandone le applicazioni operative. Le misure utilizzate all’epoca erano ancora riferibili alle misure romane.

XIV.2d - Oggetti metallici di funzionalità incerta Un certo numero di oggetti rinvenuti, spesso di piccola dimensione, sono invece di incerta attribuzione funzionale. XIV.2e - Ceramiche Alcuni ritrovamenti sono costituiti da oggetti in ceramica decorata di uso quotidiano, spesso rinvenuti in frammenti e ricostruiti ad opera degli scopritori, quali ciotole ed una fiaschetta. XIV.2f - Residui ossei animali E’ stato rinvenuto, insieme ad oggetti ceramici, materiale osseo bovino con presumibili segni di macellazione.

Nel testo citato vengono identificati i seguenti scalpelli immanicati definendoli come ferramentum e raggruppandoli in quattro categorie (fig. XIV.8):

177

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XIV.5. Scavo con scalpello immanicato e mazza (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

Fig. XIV.6. Cantiere di scavo di epoca rinascimentale (Heinrich Groff, La mine mode d’emploi, op. cit.). Nell’immagine si nota l’impiego di scalpelli immanicati e mazza e l’uso di cunei e mazze.

178

Cap. XIV - Ritrovamenti • • • •

ferramentum primum (rif. ‘A’ in figura), di uso più generale; ferramentum secundum (rif. ‘B’ in figura), per lo scavo di vene minerali dure; ferramentum tertium (rif. ‘C’ in figura), per lo scavo nel fondo di pozzi con parziale presenza d’acqua; ferramentum quartum (rif. ‘D’ in figura), per lo scavo di vene minerali particolarmente dure.

Metallica, le misure indicate nel testo fanno riferimento alle unità di misura adottate in epoca Romana (pes, palmus, digitus) di cui si conosce l’equivalenza rispetto al Sistema Metrico Decimale, anche se ha subito lievi variazioni nel tempo1. Nel caso delle dimensioni lineari indicate nel De Re Metallica si può calcolare l’equivalente valore in millimetri pur nell’incertezza dell’esatta equivalenza con il sistema di misura adottato realmente all’epoca, mentre, nel caso, dei parametri caratteristici individuati, essendo questi calcolati come dei rapporti prescindono dal valore esatto delle unità di misura adottate in epoca rinascimentale (fig. XIV.12).

Comunemente indicati nelle aree minerarie germaniche del periodo rispettivamente come: • Bergeisen; • Rutzeisen; • Sumpffeisen; • Fimmel.

XIV.3c - Scalpelli rinvenuti in miniere francesi Gli scalpelli utilizzati quale campione con cui confrontare i reperti dell’Antro delle gallerie sono utensili rinvenuti in siti minerari francesi. Le informazioni relative a tali oggetti sono state ottenute da un accurato studio realizzato su di essi2. I dati presentati nel citato studio sono stati utilizzati per redigere la tabella di sintesi successivamente impiegata per il confronto (fig. XIV.13). L’esame dei parametri geometrici di tali scalpelli evidenzia, per tali utensili, un valore di 110 mm quale lunghezza più frequente, seguita dal valore di 170 mm. Per quanto riguarda il parametro ‘R’ si ha una concentrazione attorno al valore di 0,60. Dello studio citato si sono potuti utilizzare solo i dati relativi alle dimensioni degli utensili studiati, mentre non si è potuto effettuare una comparazione con le risultanze dell’analisi metallografica eseguita, non disponendo fisicamente dei reperti rinvenuti nell’Antro delle gallerie.

Oltre a tali utensili, nella stessa immagine (fig. XIV.8), vengono identificati anche degli elementi di ausilio all’azione di scavo come i cunei che, a seconda delle proporzioni, vengono classificati e denominati in modi diversi: • cuneus (rif. ‘E’ in figura); • lamina (rif. ‘F’ in figura); • bractea (rif. ‘G’ in figura). Comunemente indicati nelle aree indicate rispettivamente come: • Keil; • Plôtz; • Feder. Vengono identificati anche diversi tipi di mazze con cui percuotere lo scalpello o il cuneo raggruppandoli, in funzione della loro dimensione e di come venivano afferrate dal minatore durante l’utilizzo (fig.XIV.9), in due categorie: • mazze piccole, da impugnare con una sola mano; • mazze grandi, da impugnare con due mani.

XIV.3d - Scalpelli rinvenuti nell’Antro delle gallerie Gli utensili rinvenuti nel complesso allo studio, sono stati misurati a partire dalle foto disponibili opportunamente riportate in scala grazie ai riferimenti metrici presenti nelle foto stesse (figura XIV.14), ricavandone così dimensioni principali e calcolandone i parametri citati. Sono stati esclusi i due scalpelli di foggia moderna rinvenuti ai piedi del punto ove era stata asportata la presunta scritta etrusca e, verosimilmente, persi durante tale operazione. Nella tabella di fig. XIV.15 sono riportate le misure effettuate e sono calcolate, ove possibile, i parametri caratteristici di forma: • lunghezze dei vari utensili ritrovati; • larghezza ‘W’ dell’utensile (dal lato dell’‘occhio’); • lati della sezione; • parametro ‘S’ fattore di snellezza (S=L/W); • parametro ‘R’ posizione ‘occhio’ (R=L/L’); • angolo della punta.

A loro volta le mazze piccole erano divise in tre sottocategorie: • mazze più piccole (rif. ‘A’ in figura), da usarsi con il ferramentum secundum; • mazze intermedie (rif. ‘B’ in figura), da usarsi con il ferramentum primum; • mazze più grandi (rif. ‘C’ in figura), da utilizzarsi con il ferramentum tertium. Le mazze grandi, invece, erano divise in due sottocategorie: • mazze più piccole (rif. ‘D’ in figura), da utilizzarsi con il ferramentum quartum; • mazze più grandi (rif. ‘E’ in figura), da utilizzarsi con cunei.

I valori per la lunghezza ‘L’ degli scalpelli dell’Antro delle gallerie si distribuiscono come indicato in fig. XIV.17. Si 1 Otto Friedrich, Metrologicum scriptorum reliquiae, ed. B.G. Teubneri, Lipsia 1867. 2 Paul Benoit, Philippe Fluzin, La pointerolle, outil des mineurs du XVIe siècle, syntèse des études métallographiques, in Paleometallurgie du fer & cultures, Editions Vulcain, 1987, Tavola 1, p.515.

Nel De Re Metallica si descrive analogamente anche altri strumenti utilizzati nelle operazioni di scavo come picconcini (fig. XIV.10) ed aste (fig.XIV.11). Nel caso degli scalpelli immanicati descritti nel De Re

179

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) Il confronto per il valore della lunghezza ‘L’, evidenzia come per i reperti della cavità allo studio tale grandezza sia intermedia tra quella del campione di confronto e quella indicata nel De Re Metallica (tabella di fig. XIV.17, XIV.19). Anche nel caso del parametro ‘R’, si ha una differenza con il campione di confronto: infatti risulta che i reperti del complesso abbiano valori di tale parametro mediamente superiori a quelli del campione di confronto (fig. XIV.18, XIV.20). Ciò significa che, nel campione di confronto, l’‘occhio’ dell’utensile risulta posizionato più centralmente rispetto alle estremità. Per contro si ha una coincidenza del valore di ‘R’ dei reperti studiati con il corrispondente valore di tale parametro calcolato per il ferramentum secundum. Tale confronto ci porta a concludere che i reperti dell’Antro delle gallerie, in particolare gli scalpelli sono, per forma e proporzioni, mediamente intermedi tra quelli individuati e studiati in siti minerari francesi e quelli descritti nel De Re Metallica, con una maggior somiglianza a quest’ultimi ed in particolare con il ferramentum secundum.

nota una maggior frequenza per valori pari a 130 cm e 210 cm. Per quanto riguarda la forma, in particolare per il parametro ‘R’ che fornisce la posizione dell’‘occhio’ rispetto all’intero utensile, si ha una distribuzione che si concentra nettamente attorno ad un valore pari a 0,75 (fig. XIV.18). Inoltre la presenza, in più punti dell’Antro delle gallerie, di impronte lasciate dalla punta piramidale degli scalpelli utilizzati nello scavo, ha consentito di realizzarne dei calchi in resina siliconica (foto XIV.2, XIV.3) sui quali si è potuto misurare l’angolo di vertice della punta dell’utensile che ha prodotto tale impronta. Tali misure sono state confrontate con quelle rilevate indirettamente sulle foto degli utensili rinvenuti nella cavità per verificarne la congruenza (fig. XIV.16). Analizzando tali misure si nota che questi si concentrano attorno a tre valori: 20°, 26°, 40°. Tali valori si ritrovano nelle misure effettuate sui calchi in resina siliconica. XIV.3e - Confronto e conclusioni I dati relativi ai reperti dell’Antro delle gallerie sono stati confrontati con quelli del campione di riferimento e con quelli degli utensili descritti nel De Re Metallica.

180

Cap. XIV - Ritrovamenti

Fig. XIV.7. Scavo con scalpello immanicato rappresentato nelle vetrate della cattedrale a Friburgo (archivio AG).

Fig. XIV.8. Illustrazione dei diversi scalpelli immanicati utilizzati in epoca rinascimentale per scavi minerari (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

181

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XIV.9. Illustrazione dei diversi tipi di mazze utilizzate in epoca rinascimentale. (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

Fig. XIV.10. Illustrazione dei diversi tipi di picconi o zappe utilizzate in epoca rinascimentale. (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

182

Cap. XIV - Ritrovamenti

Fig. XIV.11. Illustrazione dei diversi tipi di barre utilizzate nello scavo in epoca rinascimentale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

L

W

B

L''

L'

R= L'/L

S = W/L

(Bergeisen) (*)

3/4 piede 3/4 piede

1,5 dito 3/32 piede

1 dito 1/16 piede

1 palmo 1/4 piede

1/2 piede

2/3 0,67

1/8 0,125

(Rutzeisen) (*)

1,5 piedi 3/2 piede

1,5 dito 3/32 piede

1 dito 1/16 piede

7 dita 7/16 piede

17/16 piede

17/24 0,71

1/16 0,0625

Ferramentum tertium

(Sumpffeisen) (*)

1,5 piedi 3/2 piede

più di 1,5 dito più di 3/32 piede

più di 1 dito più di 1/16 piede

Ferramentum quartum

(Fimmel) (*)

circa 3 palmi

Ferramentum primum

Ferramentum

2 dita 3 dita estrem. sup. 1 palmo in mezzo appuntito estremità

(*) - Nome con cui, in epoca rinascimentale ed in area germanica, comunemente veniva indicato l'utensile

Dito Digitus Palmo Palmus Piede Pes Piede

Piede Pes 1/16

Palmo Palmus 1/4

Dito Digitus 1

1/4

1

4

1

4

16

@29,56 cm

Fonte:

Otto Friedrich, Metrologicum scriptorum reliquiae , ed. B.G. Teubneri, Lipsia, 1867.

Fig. XIV.12. Dimensioni degli strumenti di scavo di epoca rinascimentale (Georgius Agricola, De Re Metallica, op. cit., Cap. V).

183

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)



>ŽĐĂůŝƚĄƉƌŽǀĞŶŝĞŶnjĂ

sͲϴϯͲϭ sͲϴϰͲϮ sͲϴϱͲϭ sͲϴϱͲϯ sͲϴϲͲϳϴ ^ͲϴϭͲϳ ^ͲϴϲͲͲϭͲϯ ^ͲϴϲͲͲϯͲϭ ^ͲϴϳͲ'ͲϯͲϭϳ ^ͲϴϳͲ'ͲϯͲϭϵ ^ͲϴϲͲ'ͲϳͲϮ ^ͲϴϲͲ'ͲϳͲϯ ^ͲϴϲͲ,ͲϲͲϮ ^ͲϴϳͲ,ͲϴͲϰϳ ^ͲϴϳͲ/ͲϴͲϭϴ ^ͲϴϲͲDͲϴϲͲϯ W>DͲϴϲͲϰ

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Ϭ͕ϱϵ Ϭ͕ϲ Ϭ͕ϱϲ Ϭ͕ϱϰ ĨƌĂŵŵĞŶƚŽ

ϭϭϱ ϴϲ ϭϲϴ

Ϭ͕ϱϭ Ϭ͕ϲϯ Ϭ͕ϰϵ ĨƌĂŵŵĞŶƚŽ

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Fig. XIV.13. Tabella con i dati degli utensili usati quale confronto. (Archivio AG, dati da studio Benoit, Fluzin, 1995, op. cit.).

184

EŽƚĂ

ZŝƚnjĞŝƐĞŶΖ

Cap. XIV - Ritrovamenti





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Fig. XIV.14. Misura indiretta degli scalpelli immanicati rinvenuti nella cavità (disegno AG).



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Fig. XIV.15. Dimensioni misurate sugli scalpelli rinvenuti e calcolo relativi parametri (archivio AG).

185

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.2. Calchi siliconici d’impronte di scalpelli eseguiti nell’Antro delle gallerie (foto AG).

ŶŐŽůŽĚĞůůĂƉƵŶƚĂĚĞŝƌĞƉĞƌƚŝ ĚĞůůΖŶƚƌŽĚĞůůĞŐĂůůĞƌŝĞ

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Foto XIV.3. Calchi siliconici d’impronte di scalpelli eseguiti nell’Antro delle gallerie (foto AG).

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ŶŐŽůŽĚĞůůĂƉƵŶƚĂĚĞŝ ƌĞƉĞƌƚŝ

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ŶŐŽůŽĚĞůůĂƉƵŶƚĂĚĞůůĞ ŝŵƉƌŽŶƚĞƌŝůĞǀĂƚĞ

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ϰϬ

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Fig. XIV.16. Misure della punta degli scalpelli effettuate sui calchi siliconici delle relative impronte (archivio AG).

186

Cap. XIV - Ritrovamenti

>ƵŶŐŚĞnjnjĂΖ>ΖĚĞŝƌĞƉĞƌƚŝĚĞůůΖŶƚƌŽĚĞůůĞŐĂůůĞƌŝĞ ĚŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂ ϯ͕ϱ ŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂĚĞůůĂ ůƵŶŐŚĞnjnjĂΖ>ΖĚĞŝƌĞƉĞƌƚŝ ĚĞůůΖŶƚƌŽĚĞůůĞŐĂůůĞƌŝĞ

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>ƵŶŐŚĞnjnjĂΗ>Η΀ŵŵ΁ Fig. XIV.17. Distribuzione dei valori di lunghezza ‘L’ misurati sui ritrovamenti (archivio AG).

WĂƌĂŵĞƚƌŽΖZΖĚĞŝƌĞƉĞƌƚŝĚĞůůΖŶƚƌŽĚĞůůĞŐĂůůĞƌŝĞ ĚŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂ ϯ͕ϱ ϯ

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ϭ Ϭ͕ϱ Ϭ

sĂůŽƌŝƉĂƌĂŵĞƚƌŽΗZΗ Fig. XIV.18. Distribuzione dei valori del parametro ‘R’ calcolato sui reperti dell’Antro delle gallerie (archivio AG).

187

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

>ƵŶŐŚĞnjnjĂΖ>ΖĚĞůĐĂŵƉŝŽŶĞĚŝĐŽŶĨƌŽŶƚŽ ĚŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂ ϭϮ ŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂ ĚĞůůĂůƵŶŐŚĞnjnjĂΖ>ΖĚĞů ĐĂŵƉŝŽŶĞĚŝĐŽŶĨƌŽŶƚŽ

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ϮϳϬ

ϮϵϬ

>ƵŶŐŚĞnjnjĂΗ>Η΀ŵŵ΁ Fig. XIV.19. Distribuzione dei valori di lunghezza ‘L’ misurati sul campione di confronto (archivio AG).

WĂƌĂŵĞƚƌŽΖZΖĚĞůĐĂŵƉŝŽŶĞĚŝĐŽŶĨƌŽŶƚŽ ĚŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂ ϭϲ

ŝƐƚƌŝďƵnjŝŽŶĞĚŝĨƌĞƋƵĞŶnjĂĚĞŝ ǀĂůŽƌŝĚĞůƉĂƌĂŵĞƚƌŽΖZΖĚĞů ĐĂŵƉŝŽŶĞĚŝĐŽŶĨƌŽŶƚŽ

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Fig. XIV.20. Distribuzione dei valori del parametro ‘R’ calcolato sul campione di confronto (archivio AG).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.4. Scalpello immanicato (frammento) cod. ADG0001 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

Foto XIV.5. Scalpello immanicato cod. ADG0002 (riproduzione AG da Dietz, 1932, op.cit.).

Foto XIV.6. Scalpello immanicato cod. ADG0003 (riproduzione AG da Dietz, 1932, op. cit.).

Foto XIV.7. Scalpello immanicato cod. ADG0004 (riproduzione AG da foto originale).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.8. Scalpelli immanicati, cod. ADG0005 a sinistra e cod. ADG0006 a destra (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.9. Scalpelli immanicati, cod. ADG0007 a sinistra e cod. ADG0008 a destra (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.10. Scalpello immanicato cod. ADG0009 (foto AG da foto raccolta IS).

Foto XIV.11. Scalpello immanicato cod. ADG0010 (foto AG da foto raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.12. Scalpello, cod. ADG0011 a sinistra cod. ADG00012 a destra (foto AG da foto raccolta IS).

Foto XIV.13. Scalpello immanicato cod. ADG0014 (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.14. Scalpello immanicato cod. ADG0015 (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.15. Scalpello immanicato cod. ADG0016 (riproduzione AG da foto originale).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.16. Scalpello immanicato cod. ADG0017 (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.17. Scalpello immanicato cod. ADG0018 dopo ritrovamento (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.18. Scalpello immanicato cod. ADG0018 dopo pulizia (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.19. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista lato superiore (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.20. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista laterale destra (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.21. Scalpello immanicato cod. ADG0019 vista laterale sinistra (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.22. Scalpello immanicato cod. ADG0020 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.23. Picconcino immanicato cod. ADG0030 (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.24. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista lato superiore (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.25. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista laterale (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.26. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 vista inferiore (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.27. Zappa allungata a punta cod. ADG0035 dettaglio ‘occhio’ (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.28. Cuneo cod. ADG0050 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.29. Cuneo cod. ADG0050, vista laterale (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.30. Cuneo cod. ADG0051 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.31. Cuneo cod. ADG0051, vista laterale (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.32. Cuneo cod. ADG0052 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.33. Cuneo cod. ADG0052, vista laterale (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.34. Cuneo cod. ADG0053 (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.35. Mazza con manico in ferro e peso di 6,5 kg, cod. ADG0070, vista laterale (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.36. Mazza cod. ADG0070 dettaglio residui di manico (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.37. Lama spezzata in più parti cod. ADG0080 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.38. Anello (probabilmente un cardine) cod. ADG0090 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.39. Piastra piana in ferro con due fori cod. ADG0100 (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.40. Chiodo concrezionato con calco in negativo del foro cod. ADG0110 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.41. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0111 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.42. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0112 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.43. Chiodo in ferro concrezionato cod. ADG0113 (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.44. Fascia in ferro cod. ADG0130 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.45. Fascia circolare in ferro grande cod. ADG0131 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.46. Fiaschetta ceramica decorata con motivi geometrici cod. ADG0200 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.47. Fiaschetta ceramica cod. ADG0200 dettaglio dell’imboccatura (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.48. Fondo di ciotola decorato con disegno cod. ADG0201 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.49. Fondo di ciotola decorato cod. ADG0201, dettaglio della decorazione (foto AG da raccolta IS).

200

Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.50. Frammenti di ciotola tronco-conica cod. ADG0202 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.51. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista laterale (riproduzione AG da foto originale).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.52. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista parte interna (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.53. Fondo di ciotola cod. ADG0203, vista lato inferiore (riproduzione AG da foto originale).

Foto XIV.54. Fondo di ciotola cod. ADG0203, simbolo “W” graffito (riproduzione AG da foto originale).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.55. Frammenti di piatto cod. ADG0204 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.56. Binari in legno cod. ADG0300, disegno dello scopritore (riproduzione AG da Binda, 1950, op. cit.).

Foto XIV.57. Binari in legno cod. ADG0301, foto dello scopritore (riproduzione AG da Frecchiami, 1962, op. cit.).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.58. Binario in legno cod. ADG0302, dettaglio estremità (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.59. Traversina in legno cod. ADG0330, ritrovamento (riproduzione AG di foto da archivio IS). La foto documenta lo stato della traversina in un momento immediatamente successivo al ritrovamento.

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.60. Traversina in legno cod. ADG0330, disegno dello scopritore (riproduzione foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.61. Traversina in legno cod. ADG0330, condizione nel 2005 (foto AG da raccolta IS). La foto documenta lo stato di conservazione della traversina nell’anno indicato: si nota la variazione dimensionale e di forma del reperto.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.62. Traversina in legno cod. ADG0330, dettaglio foro per spina di fissaggio (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.63. Traversina in legno cod. ADG0330, dettaglio foro per spina di fissaggio (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.64. Frammento di traversina in legno con foro per spina cod. ADG0331 (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.65. Frammento di traversina in legno cod. ADG0331, dettaglio foro (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.66. Frammento di traversina in legno con spina di fissaggio cod. ADG0332 (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XIV.67. Frammento di traversina in legno con fori per spina cod. ADG0333 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.68. Frammento di traversina in legno con fori per spina cod. ADG0334 (foto AG da raccolta IS).

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Cap. XIV - Ritrovamenti

Foto XIV.69. Ossa animali con segni di macellazione (‘cut marks’), cod. ADG0290 (foto AG da raccolta IS).

Foto XIV.70. Ossa animali cod. ADG0290, dettaglio ‘cut marks’ (foto AG da raccolta IS).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XIV.21. Scoperta dell’ingresso inferiore, 1962 (riproduzione AG da Frecchiami, 1962, op. cit.). 1. Assi squadrati in legno; 2. binari in legno di castagno uniti, tramite perni in legno, ad una traversina; 3. muretto a secco ai lati dell’ingresso. Disegno eseguito dal prof. G. Ferrari durante lo scavo esplorativo.

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CAPITOLO XV RILIEVO TOPOGRAFICO, METODOLOGIA ADOTTATA

Fig. XV.1. Rappresentazione 3D dell’Antro delle gallerie, vista dall’alto (rilievo GPS/UNEX). XV.1 - Metodologia di rilievo e strumenti utilizzati XV.1a - Rilievo pianta ed altimetrie Il rilievo topografico della cavità, necessario per disegnare pianta e altimetrie, è stato effettuato utilizzando il metodo delle poligonali aperte consueto in speleologia per rilevare le gallerie. Tale metodo rappresenta l’ipogeo riducendolo ad una poligonale ideale tracciata lungo l’asse longitudinale della galleria. La poligonale risulta formata da vari segmenti delimitati da punti, i ‘caposaldi’, che trovano un preciso riferimento fisico nel tratto di galleria che si sta rilevando. In corrispondenza di ciascuno di essi si disegna la sezione trasversale rilevandola accuratamente ove possibile ed interessante o, almeno, misurando le distanze del ‘caposaldo’ dalle pareti a destra, sinistra, in alto ed in basso. In tal modo l’insieme di gallerie che formano il complesso ipogeo viene schematizzato come un insieme di prismi. Quanto maggiore è il numero di ‘caposaldi’ identificati e rilevati tanto meglio tale insieme di prismi approssima la situazione reale. Il segmento di poligonale compreso tra due ‘caposaldi’ viene rilevato misurandone: • la lunghezza, per conoscere la distanza nello spazio tra un ‘caposaldo’ e il successivo; • l’angolo, nel piano orizzontale, tra la direzione nord

e la proiezione su tale piano del segmento, si misura cioè ‘l’azimut’ della tratta in corso di rilevazione; • l’inclinazione, della tratta rilevata, rispetto al piano orizzontale, misurata sul piano verticale passante per la stessa. La precisione di misura è determinante per il buon risultato del lavoro e per la precisione generale del rilievo effettuato, in quanto errori di misura commessi in un singolo punto della poligonale condizionano negativamente le successive rilevazioni. Per il rilievo di locali di maggiori dimensioni, che si discostano dalla configurazione di ‘galleria’ ed assumono invece quella di ‘sala’, si è adottato il metodo delle triangolazioni e, più sovente, quello del fascio di misure a partire da uno o più ‘caposaldi’. Il metodo della ‘triangolazione’ identifica dei punti ‘notevoli’ nella sala da rilevare e ne determina la posizione tramite una serie di triangoli ideali, definiti da punti fissi ben identificabili, di cui vengono misurati i lati. La trasposizione delle misure realizzate consente il disegno dei triangoli ideali e dei relativi punti notevoli. Il vantaggio di tale metodica è quello di potersi realizzare solo con misure di distanza, normalmente più precise e semplici da effettuarsi. Il metodo del ‘fascio radiale di misure’ viene realizzato posizionando, al centro della sala da rilevare o in punti

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XV.2. Rappresentazione 3D, vista da sud verso nord (rilievo GPS/UNEX).

Fig. XV.3. Rappresentazione 3D, vista da est verso ovest (rilievo GPS/UNEX).

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Cap. XV - Rilievo topografico, metodologia adottata opportuni, un ‘caposaldo’ a sua volta riferito ad altri della poligonale. In corrispondenza di tale punto viene posto un treppiede fotografico con un attrezzo che consente di far ruotare, su un piano orizzontale e secondo spostamenti angolari noti, lo strumento per la misura delle distanze. In tal modo si realizza una serie di misure radiali dal ‘caposaldo’ identificato alle pareti della sala. Utilizzando le distanze misurate è quindi possibile ricostruire e disegnare la pianta della sala realizzandone la proiezione sul piano orizzontale. I metodi descritti, triangolazioni e ‘fascio radiale di misure’, sono stati applicati utilizzando attrezzature di rilievo realizzate appositamente in modo da rendere minimi gli errori di misura.

misura precisi, si è cercato di minimizzare i citati fattori adottando accorgimenti opportuni per individuare i ‘caposaldi’ con precisione e ripetibilità nel tempo. In particolare le loro posizioni in pianta sono state identificate contrassegnandole sul soffitto delle gallerie o sul pavimento con marcatori circolari in plastica bianca fissati alla roccia e sui quali viene riportata la sigla del ‘caposaldo’. La posizione verticale, invece, è stata ogni volta misurata a partire dalla posizione in pianta, ed è stata considerata nella successiva restituzione delle misure effettuate. In tal modo, nel caso fosse necessario, si è in grado di ripetere le misure partendo dall’esatta posizione in cui era stata realizzata inizialmente. Individuati i ‘capisaldi’ del segmento da misurare, si posiziona in uno di essi lo strumento di misura e nell’altro un ‘bersaglio’. Ove possibile sia lo strumento di misura sia il ‘bersaglio’ sono posizionati in modo stabile fissandoli ciascuno su cavalletto treppiede fotografico o su sostegni tipo ‘monopiede’ fotografico. In tal modo il segmento di poligonale viene misurato a partire da punti fissi ben determinati. Per il rilievo sono state adottati dei misuratori di distanza Leitz (modello Disto X310), opportunamente modificati con uno specifico kit sviluppato da speleologi svizzeri. Questo kit di modifica conserva la scheda relativa alla misurazione laser dello strumento originario e la integra con una scheda aggiuntiva avente più funzioni: misurazione dell’inclinazione sul piano verticale, misurazione dell’azimut e trasmissione dati in modalità ‘wireless’ secondo il protocollo ‘bluetooth’. Le unità modificate sono state alimentate con accumulatori ai polimeri di Litio (LI-PO) amagnetici ed in esse è stato inserito un software che sostituisce le funzioni di calcolo originarie, non utili ai fini del rilievo ipogeo, con funzioni di gestione della trasmissione dati e soprattutto di calibrazione preliminare dello strumento. Infatti, per garantire una misura affidabile, occorre eseguire una procedura di calibrazione prima dell’utilizzo. Tale procedura richiede che, in ambiente privo di interferenze magnetiche, vengano eseguite 64 misure in direzioni prestabilite dello spazio ed in tutte le posizioni dello strumento. I dati acquisiti durante tale procedura di calibrazione vengono elaborati secondo un algoritmo specifico previsto dal software di rilievo ipogeo Topodroid e vengono valutati per stabilire la correttezza della procedura realizzata. In caso positivo i dati relativi alla calibrazione opportunamente memorizzati nello strumento di misura serviranno a correggere, successivamente e in modo automatico, le misure realizzate. Prima di ciascuna sessione di rilievo lo strumento di misura viene calibrato nuovamente. Nel corso delle sessioni di rilievo è possibile visualizzare immediatamente sul personal computer ‘tablet’ le misure realizzate e la loro rappresentazione grafica tridimensionale in modo da poter immediatamente valutare il lavoro completato ed indirizzarne al meglio la prosecuzione. Date le particolari condizioni ambientali di utilizzo sono stati scelti dei personal computer ‘tablet’ con adeguato grado di impermeabilità e resistenza ad urti e cadute.

XV.1b - Rilievo sezioni trasversali Particolare cura è stata posta nel rilievo delle sezioni trasversali, cercando di associare ai ‘caposaldi’ significativi una sezione trasversale. Il metodo di rilievo adottato per le sezioni trasversali è descritto in appendice. Nel disegno della sezione sono riportate le scale delle lunghezze con l’origine delle altezze posizionata a partire dal punto più basso dell’asse verticale e con l’origine delle larghezze posizionata sull’asse verticale. XV.2 - Strumenti utilizzati La tecnica di rilievo in ambito ipogeo ha visto notevoli cambiamenti negli ultimi decenni potendosi avvantaggiare in modo decisivo della disponibilità di strumenti digitali e di specifici programmi informatici. Si è infatti passato dall’esecuzione di misure di lunghezza realizzate con metro flessibile da cantiere, di misure dell’azimut con bussola magnetica a traguardo ottico e di clinometri per l’inclinazione all’utilizzo di distanziometri laser dotati di clinometro e bussola elettronica integrata e con possibilità di trasferimento dei dati in modalità ‘wireless’, tramite protocollo ‘bluetooth’, ad un personal computer tipo ‘tablet’ per essere acquisiti da appositi programmi di costruzione tridimensionale del rilievo. Data la morfologia del complesso (costituito da vari cunicoli posti su piani diversi) è stato importante definire la posizione reciproca di ciascun cunicolo. Quest’esigenza esalta l’importanza della precisione nei rilievi specialmente per quanto concerne la definizione delle quote. La precisione globale del rilievo dipende dalla precisione delle singole misure che a sua volta è condizionata ovviamente dalla precisione degli strumenti ma anche da una serie di fattori che rappresentano le condizioni al contorno dell’esecuzione della misura e che contribuiscono ad abbassarne il livello di precisione globale. Tali fattori sono: • ‘puntamento’ impreciso tra un ‘caposaldo’ ed il successivo; • lievi spostamenti, in altezza e nella posizione, dei ‘caposaldi’ effettuando misure successive; • difficoltà a ritrovare nel tempo esattamente la posizione di un dato ‘caposaldo’ quando si voglia rilevare un nuovo ramo o ripetere la misura. Pertanto, per garantire l’esecuzione di misure adeguatamente precise, oltre ad utilizzare strumenti di

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XV.4. Rappresentazione 3D, vista da nord verso sud (rilievo GPS/UNEX).

Fig. XV.5. Rappresentazione 3D, vista da ovest verso est (rilievo GPS/UNEX).

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Cap. XV - Rilievo topografico, metodologia adottata XV.3 - Dati statistici del rilievo topografico I seguenti dati statistici, desumibili dal rilievo, consentono di caratterizzare la cavità. Numero di sessioni di rilievo: Numero di capisaldi posizionati e rilevati: Lunghezza totale dei rami rilevati: Profondità totale della cavità: Volume approssimativo cavità: Superficie dei muri rilevati: Superficie dei pavimenti rilevati:

Estensione del complesso rilevato rispetto l’ingresso principale.

49 622 1.722,5 m 35,3 m 3.361,1 m 7.499,0 m 1.344,6 m

Caposaldo altimetricamente più alto: Caposaldo altimetricamente più basso: Caposaldo più a nord: Caposaldo più a sud: Caposaldo più a ovest:

22,2 m -13,1 m 77,0 m -49,0 m -95,1 m

Caposaldo più a est (ingresso): Caposaldo più lontano:

0,0 m 190,2 m

Foto XV.1. Rilievo della sala precedente il ‘pozzo quadro’ (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Foto XV.2. Attrezzature usate in passato per rilevare cavità ipogee, strumenti completamente manuali (foto AG).

Foto XV.3. Attrezzatura da rilievo parzialmente digitale (foto AG).

Foto XV.4. Attrezzatura da rilievo, parzialmente digitale, usata per rilievo di sale (foto AG).

Foto XV.5. Utilizzo sul campo dell’ attrezzatura di rilievo parzialmente digitale (archivio AG).

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Antro delle gallerie - indagini di archeologia mineraria in Valganna

Foto

XV.6. Attrezzatura utilizzata, completamente digitali (foto AG).

strumenti

Foto XV.7. Trasferimento dati misurati, dallo strumento di rilievo al tablet PC (foto AG).

Foto XV.8. Dati del rilievo trasferiti sul tablet PC (foto AG).

Foto XV.9. Rilievo tridimensionale visualizzato sul tablet PC (foto AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XV.6. Rilievo di un tratto di galleria (disegno AG). Il tratto di galleria viene rappresentato da un segmento A-B che ha per estremi i relativi ‘caposaldi’.

Fig. XV.7. Esecuzione della misura tra i due ‘caposaldi’ (disegno AG). In corrispondenza dei ‘capisaldi’ vengono posizionati, rispettivamente, lo strumento di misura ed il ‘bersaglio’. La misura così realizzata consente di valorizzare: distanza, azimuth ed inclinazione sulla verticale.

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Cap. XV - Rilievo topografico, metodologia adottata

Fig. XV.8. Rappresentazione 3D, limitatamente alla poligonale rilevate (rilievo GPS/UNEX).

Fig. XV.9. Poligonale della cavità rispetto alla superficie del terreno (rilievo AG).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Fig. XV.10. Importazione in programma di modellazione solida 3D (Archivio AG).

Fig. XV.11. Utilizzo del modello 3D della cavità per presentazioni multimediali (Archivio AG).

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CAPITOLO XVI TEAM DI RICERCA

Foto XVI.1. Il ‘Team Proteus/UNEX Project’ impegnato nelle ricerche del «Progetto Antro 2.0» (foto AG). XV.1 - Team Proteus/UNEX Project Il lavoro di ricerca svolto nell’Antro delle gallerie e documentato nella presente pubblicazione è stato realizzato dal ‘Team Proteus/UNEX Project’. Questo team è composto da speleologi appartenenti a due gruppi speleologici distinti. In questo capitolo si riporta una breve descrizione dei gruppi che compongono il team e delle persone che all’interno di ognuno di questi ha collaborato a tutte le attività che hanno permesso di arrivare alla conclusione dello studio.

attraverso l’esplorazione, lo studio, il reperimento, la produzione di documentazione e il rilievo sul campo. UNEX riguarda tutto ciò che merita di essere esplorato, studiato, documentato, purché sia situato al di sotto dei luoghi dove la maggior parte delle persone ama camminare, cioè dentro la terra, come in un noto romanzo di Jules Verne del 1864, nel quale si cerca di ricostruire la storia essendone completamente immersi. Tra i maggiori ambiti di interesse del progetto UNEX spiccano dunque le cavità naturali, la loro speleo-genesi, la loro esplorazione e rilievo, lo studio di eventuali reperti fossili e mineralogici che vi si possono trovare esplorandone ogni più piccolo anfratto, ma anche e soprattutto cavità naturali adattate a scopi antropici come le miniere dismesse, nelle quali è ancora possibile rilevare la presenza dell’uomo in un passato più o meno lontano: carrelli, traversine, binari e attrezzi da scavo. Entrare in una miniera abbandonata è come tornare indietro nel tempo, un tempo lontano ma così vivido e presente con le tracce che perdurano negli ambienti esplorati, nei quali è possibile immaginare (senza nemmeno troppo sforzo) le dure e precarie condizioni a cui

XV.1a - UNEX Project UNEX Project, acronimo di ‘UNderground EXploration Project’ è il modo attraverso cui cinque appassionati speleologi (Cristian Mazzucchelli, Daniele Pellizzaro, Elena Tamolli, Alex Briatico, Simone Bertesago) nel Marzo 2013 hanno dato anima ad un’organizzazione che esce dal seminato canonico della speleologia tradizionale e si dedica anche alle cavità ipogee artificiali. Con questo acronimo si conferisce un nome ad un ideale, teso alla massima valorizzazione del patrimonio ipogeo

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) erano sottoposti i minatori durante le lunghe ore di lavoro. E ancora, bunker sotterranei e rifugi anti-aerei risalenti alle due grandi guerre, cisterne interrate e vecchi pozzi prosciugati. L’esplorazione è dunque un modo per spostare ogni volta i nostri limiti un po’ più in là, ponendoci sempre nuovi e più ambiziosi obiettivi per il futuro.

Principali attività • Chiusa Pesio (CN): sorgente ‘Pis del Pesio’ rilievo topografico, esplorazione subacquea, realizzazione di un documentario video. • Valganna: Antro delle gallerie – (LO VA 2001) rilievo topografico tridimensionale parziale e studio della cavità1, realizzazione di un documentario video (in collaborazione con speleologi del GG CAI Saronno, GG SEM-CAI, GS CAI VARESE, Associazione S.C.A.M.). Completamento del rilievo topografico tridimensionale e documentazione fotografica nell’ambito del «Progetto Antro 2.0» (in collaborazione con UNEX Project). • Bergamo: Cisterna di P.zza Mercato delle Scarpe, rilievo, esplorazione subacquea, documentazione fotografica e video (in collaborazione con speleologi dell’Associazione S.C.A.M.). • Follonica (GR): Area ex-Ilva, esplorazione e rilievo della rete di canali sotterranei collegati alla magona di epoca Medicea (in collaborazione con speleologi dell’Associazione S.C.A.M.).

XV.1b - Gruppo Proteus Speleosub Il Gruppo Proteus Speleosub si è costituito in modo informale nel 1999 quando otto persone (Luciano Codibue, Amedeo Gambini, Marco Canottini, Dario Redolfi De Zan, Massimiliano Pellegrini, Giuseppe Remonti, Claudio Turco), istruttori di immersione subacquea, conosciutesi in seno al Nucleo Sommozzatori di Protezione Civile ‘S. Rossi’ di Milano, che hanno condiviso per anni esperienze di Protezione Civile ed esperienze di didattica subacquea, hanno deciso di praticare assieme anche l’attività speleologica e speleosub, svolta fino a quel momento da ciascuno in modo indipendente e in altri gruppi speleologici. Il rodaggio del gruppo così costituito è avvenuto durante un campo speleologico e speleosub realizzato nel 2000 nella grotta del Pis del Pesio (Cuneo), ed ha consentito, due anni dopo, di dar vita in modo formale al Gruppo Proteus Speleosub. L’attività speleologica in questo gruppo è vissuta con l’intento di studiare ed approfondire la conoscenza dell’ambiente ipogeo, specialmente di origine artificiale, documentando le cavità studiate. La modalità adottata dal Gruppo Proteus Speleosub, sin dalla sua costituzione, nella conduzione delle proprie attività di studio e ricerca è quello di privilegiare l’approccio multidisciplinare relazionandosi con altri gruppi e realtà speleologiche e collaborando con loro per sviluppare congiuntamente attività di ricerca.

Nell’attività relativa al «Progetto Antro 2.0» il Gruppo Proteus Speleosub ha partecipato con Amedeo Gambini.

1 Amedeo Gambini, Antro delle Gallerie, lo stato delle conoscenze, in Roberto Basilico et alii, Atti I Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo: Bolsena 8-11 Dicembre 2005. Archeologia del Sottosuolo: Metodologie a Confronto, Vol. 2, Hypogean Archaeology N. 2, BAR International Series 1611, Oxford 2007, pp. 467-562.

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APPENDICE 1 - SEZIONI

Foto 1.1. Strumenti utilizzati per il rilievo delle sezioni trasversali (foto AG). 1.1 - Metodologia adottata Nel corso delle attività di rilievo topografico del complesso studiato si è ritenuto importante effettuare la rilevazione delle sezioni trasversali, di gallerie e sale, in corrispondenza di punti significativi. La rilevazione di tali sezioni trasversali è stato realizzato definendo una linea verticale di base come origine delle successive misure orizzontali. Nel punto in cui si effettua la rilevazione della sezione viene marcata tale linea di riferimento fissando, in posizione verticale, un’asta telescopica millimetrata che si estende dal pavimento al soffitto (foto All. 1.1). Successivamente si effettuano delle misure di distanza orizzontali, dalla linea di riferimento alla parete, facendo particolare attenzione a che le misure realizzate risultino tutte giacenti sull’ideale piano di sezione. Le misure di distanza si realizzano tramite distanziometro laser o, in casi particolari ove ciò non fosse possibile, tramite metro a nastro (flessometro). Effettuata una misura lo strumento di misura viene spostato lungo l’asta di riferimento portandolo ad una distanza che definisce la scansione con cui si effettuano le misure del rilievo. Minore è la distanza tra le misure di ciascuna

scansione e maggiore è la precisione della sezione rilevata. Nelle sezioni rilevate nell’Antro delle gallerie la scansione di tali misure orizzontali è stata definita in modo da risultare adeguatamente fitta (mediamente 10 cm) per documentare le variazioni di sezione, aumentandone o diminuendone il valore in presenza di parti della parete più o meno complesse. Tale procedimento è stato ripetuto, da un lato e dall’altro della linea di riferimento, fino a coprire l’intera luce della sezione di galleria da rilevare. Il risultato delle misure, riportato graficamente, è costituito da un’insieme di linee la cui estremità sono i vertici di una poligonale che rappresenta, approssimato a seconda della scansione di misura adottata, il profilo trasversale della sezione rilevata. Nel disegno della sezione sono riportate le scale delle lunghezze con l’origine delle altezze posizionata a partire dal punto più basso dell’asse verticale e con l’origine delle larghezze posizionata sull’asse verticale. Tale metodologia generale è stata lievemente modificata, in casi particolari, per adattarsi a condizioni ambientali specifiche.

223

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese) Le sezioni successivamente riportate sono frutto di un lavoro condotto nei primi anni del XXI secolo e già pubblicato in: •

Amedeo Gambini, Antro delle Gallerie, lo stato delle conoscenze, in Roberto Basilico et alii, Atti I Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo: Bolsena 8-11 Dicembre 2005. Archeologia del Sottosuolo: Metodologie a Confronto, Vol. 2, Hypogean Archaeology N. 2, BAR International Series 1611, Oxford 2007, pp. 467-562.

All’epoca i partecipanti al lavoro di rilievo sono stati: • Gruppo Proteus Speleosub: Marco Canottini, Alessandra Cavallotti, Luciano Codibue, Amedeo Gambini, Francesco Gambini, Dario Redolfi, Giuseppe Remonti, Giancarlo Ripa, Vito Ripa; • Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano: Roberto Basilico, Anna Berolo, Sara Bianchi, Claudia Ninni, Gianluca Padovan, Alessandro Verdiani; • Gruppo Grotte C.A.I. Saronno: Gianluca Luongo; • Gruppo Speleologico CAI Varese: Aldo Colombo, Ivo Scacciotti.

All. 1.1. Disegno schematico che illustra la metodologia di rilievo delle sezioni trasversali (disegno AG).

224

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.2. Sezione 1, rilevata 1,8 m dopo caposaldo 0, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.3. Sezione 2, rilevata 5,1 m dopo caposaldo 0, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.4. Sezione 3, caposaldo 1, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.5. Sezione 4, caposaldo 2, verso l’interno della cavità (archivio AG).

225

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.6. Sezione 5, caposaldo 3 (archivio AG).

All. 1.7. Sezione 6, caposaldo 4, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.8. Sezione 7, caposaldo 5, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.9. Sezione 8, caposaldo 6, verso l’interno della cavità (archivio AG).

226

Appendice 1 - Sezioni

400

350

300

250

200

150

100

50

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

550

600

650

700

750

800

All. 1.10. Sezione 9, caposaldo 6 e gallerie dei ‘magazzini’, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.11. Sezione 10, caposaldo 7, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.12. Sezione 11, caposaldo 8, verso l’interno della cavità (archivio AG).

227

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.13. Sezione 12, caposaldo 9, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.14. Sezione 13, caposaldo 10, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.15. Sezione 14, a 40 cm da caposaldo 13, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.16. Sezione 15, caposaldo 14, verso l’interno della cavità (archivio AG).

228

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.17. Sezione 16, vista generale sezione al caposaldo 14, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.18. Sezione 17, caposaldo 16, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.19. Sezione 18, caposaldo 17, verso l’interno della cavità (archivio AG).

229

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.20. Sezione 19, caposaldo 18, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.21. Sezione 20, caposaldo 19, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.22. Sezione 21, caposaldo 20, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.23. Sezione 22, caposaldo 21, verso l’interno della cavità (archivio AG).

230

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.24. Sezione 23, caposaldo 22, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.25. Sezione 24, caposaldo 23, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.26. Sezione 25, caposaldo 24, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.27. Sezione 26, caposaldo 25, verso l’interno della cavità (archivio AG).

231

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.28. Sezione 27, caposaldo 205, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.29. Sezione 28, caposaldo 204, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.30. Sezione 29, 77 cm da caposaldo 203 in direzione del 202, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.31. Sezione 30, caposaldo 202/p, verso l’interno della cavità (archivio AG).

232

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.32. Sezione 31, 148 cm da caposaldo 202 verso caposaldo 200, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.33. Sezione 32, caposaldo 201b, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.34. Sezione 33, caposaldo 201, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.35. Sezione 34, 20 cm dopo caposaldo 201, verso l’interno della cavità (archivio AG).

233

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.36. Sezione 35, caposaldo 200, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.37. Sezione 36, caposaldo 1300n E (archivio AG). All. 1.38. Sezione 37, caposaldo 1305B, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.39. Sezione 38, caposaldo 1301A (archivio AG). All. 1.40. Sezione 39, caposaldo 1306, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.41. Sezione 40, caposaldo 301, verso l’interno della cavità (archivio AG).

234

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.42. Sezione 41, caposaldo K, da caposaldo 308 a caposaldo K (archivio AG).

All. 1.43. Sezione 42, caposaldo 1307 (C), verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.44. Sezione 43, caposaldo 1308 (D), verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.45. Sezione 44, caposaldo 302, verso l’interno della cavità (archivio AG).

235

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.46. Sezione 45, caposaldo 302/A a 60 cm oltre caposaldo 302, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.47. Sezione 46, caposaldo 306 (archivio AG). All. 1.48. Sezione 47, caposaldo 305 (fondo), verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.49. Sezione 48, caposaldo R-R, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.50. Sezione 49, 70 cm prima del caposaldo 303, verso l’interno della cavità (archivio AG).

236

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.51. Sezione 50, caposaldo 1401, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.52. Sezione 51, caposaldo 1403, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.53. Sezione 52, caposaldo 1404, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.54. Sezione 53, caposaldo 1405, verso l’interno della cavità (archivio AG).

237

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.55. Sezione 54, caposaldo 1406, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.56. Sezione 55, caposaldo 1408, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.57. Sezione 56, caposaldo 1409, verso l’interno della cavità (archivio AG).

All. 1.58. Sezione 57, caposaldo 1410, verso l’interno della cavità (archivio AG).

238

Appendice 1 - Sezioni

All. 1.59. Sezione 58, caposaldo 364 (H), da ‘galleria allagata’ verso ‘sasso con foro’ (archivio AG).

All. 1.60. Sezione 59, caposaldo 365 (G), da ‘galleria allagata’ verso ‘sasso con foro’ (archivio AG).

All. 1.61. Sezione 60, caposaldo 366 (E), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG).

All. 1.62. Sezione 61, caposaldo 367A (E’), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG).

239

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 1.63. Sezione 62, caposaldo 367B (F’), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG).

All. 1.64. Sezione 63, caposaldo 367 (D), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG).

All. 1.65. Sezione 64, caposaldo 368 (C), verso ‘pozzo del moro’ (archivio AG).

All. 1.66. Sezione 65, caposaldo 369 (B), verso ‘pozzo del moro (archivio AG).

240

2 - RILIEVI STORICI

All. 2.1. Ingresso dell’Antro delle gallerie, disegno di Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). memoria” senza l’ausilio di strumenti di misura, a rilievi realizzati con l’ausilio di semplici attrezzature, sino ai più recenti strumenti di misura utilizzati nel campo del rilievo ipogeo, ottenendo parallelamente elaborati grafici sempre più dettagliati, aderenti alla realtà e quindi utili ai fini di studio.

2.1 - Descrizione Nel corso delle indagini condotte a vario titolo all’interno del complesso ipogeo vari studiosi hanno lasciato rilievi speditivi e appunti. In tale capitolo d’appendice sono stati raccolti tutti i rilievi, storicamente documentati, o dei quali si è a conoscenza, allo scopo di fornire sul tema un panorama esaustivo. Si passa dai primi rilievi, effettuati “a

241

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 2.2. Rilievo del canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

242

Appendice 2 - Rilievi storici

All. 2.3. Rilievo realizzato da Giulio Cesare Bizzozero (Regazzoni, 1878, op. cit. Tav.III).

243

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 2.4. Rilievo eseguito da Giulio Cesare Bizzozero, disegno originale (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

244

Appendice 2 - Rilievi storici

All. 2.5. Rilievo del dott. Piero Massari (Munera, 1944, op. cit.).

245

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 2.6. Rilievo del prof. Talamoni, rilievo con annotazioni (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

246

Appendice 2 - Rilievi storici

All. 2.7. Rilievo Talamoni, rielaborazione grafica di don Mario Frecchiami (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

247

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 2.8. Rilievo di don Mario Frecchiami, 1974 (Archivio AG). Mario Frecchiami, La sfinge della Valganna, op. cit., pagina 172.

248

Appendice 2 - Rilievi storici

All. 2.9. Sezioni longitudinali rilevate da don Mario Frecchiami, 1974 (Archivio AG). Mario Frecchiami, L’Antro delle Gallerie in Valganna nel centenario della sua scoperta (1873-1973), Archivio Storico della Badia di San Gemolo, 1973, op. cit.

249

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

Nm 412 16.9

411 13.8

410 12.7

409 15.9

Zona del "Labirinto" 407 12.5 408 12.7

406 10.9

405 12.6

0

404 11.5

10 m

5

403 8.7

Quota rispetto all'ingresso

402 8.4

XX.X positiva negativa XX.X

401 8.2

S201

S201/a

S201/b

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.24 spalle all'entrata

C400 8.8

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.23 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.22 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.21 spalle all'entrata

Zona "dell'Inferno"

F

D

C200 8.2

C201 8.4

H 7.2

S202/p

E

C202 8.2 ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.20 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.19 spalle all'entrata

K 6.7

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.R-R Sezione Gemella spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.18 spalle all'entrata

C307 7.2

C307 C308

Pozzo "Quadro"

KK

S.R-R C309b S303 C203 7.2

C204 7.0

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.16 spalle all'entrata

C306

C303

C309a

CAP.

S302/A

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.303 spostata indietro di 70 cm spalle all'entrata

S302

C204 7.0

C205 6.8

C309 7.4

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.17 spalle all'entrata

C25 6.7

C24 6.7

C302 8.6

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.302 / A a 60 cm CAP. 302 spalle all'entrata ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.305 spalle all'entrata

S.K-K

C23 6.6

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.306 spalle all'entrata

N

C22 6.6

v ANTRO DELLE GALLERIE SEZ. 304 non è da fare

C205 6.8

C25 6.7

g

C21 6.4

S23

S24

m ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.306 spalle all'entrata

S22

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.14 Vista Generale Sez. Speditiva (da ricontrollare interamente con le misure la parte destra) Spalle all'entrata

S21

C308 C304 7.4 7.5

C19 6.2

S20

C301 6.1

C310 4.5

S19

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ. FONDO 305 spalle all'entrata

C305

C308 7.4

C20 6.3

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.302 spalle all'entrata

p

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.301 spalle all'entrata

"Quadrivio"

?

?

C18 6.0

S18

C17 5.8

C300 5.1 S1300 S1301

C350 4.7 C16 5.6

S17 B'

C15 5.2 C14 5.2

C351 1.4 C352 1.4

?

C1300 5.1 C1301 5.1

S1307 S1305

C11 4.0 C1305 4.9

S1308

S1306

C12 4.6

C1309 6.3

C1307 5.4

C1308 6.3

C1306 4.9

D

C1402 6.6

C353 4.3

C13C13 5.25.2

C1401 S13 6.5

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.10 CAP.8 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.13 a 40 cm dal Cap.13 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.9 CAP.7 spalle all'entrata

A' A'' E

C

C380 3.3

C10 3.0

S12

C607

Ingresso

C606

Galleria del "Salto in basso"

C1403 3.7

C354 7.7

?

C9 2.5

S1403 F

S11

C605

C8 2.1 C604

S10 C355 7.8

7-8

S1404 C1404 2.0

C602

C

C360

8.0

7.9

C603

C7 1.2

C359 B''

C1405 1.6

C361 S1405 8.1

C356 9.4

C601

C6 1.0

C6 C5 C5 1.0

S9

A'''

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.12 CAP.10 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.11 CAP.9 spalle all'entrata

6-7

7.6

C1407 1.0

F1''

C367b

S367b

S1 S3

S6 S5

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.6 CAP.4 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.5 spalle all'entrata

C363

S364

S4

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.7 CAP.5 spalle all'entrata

C1408 0.8

11.1

C358 9.3

C0 0.0

C1 0.1

3

C362

F1'

C2 0.2

S2

Sez. 7

C1406 0.8

11.1

C3 0.4

S7

C367c C357 9.5

C4 0.6

S8

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.2 spalle all'entrata

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.4 spalle all'entrata

8.7

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.1 spalle all'entrata

Soffitto: presenta tracce di scavo longitudinali regolari distanti tra loro 4,3 cm

C364

S365

9.5 ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.3 spalle all'entrata

C365

Zona dei "Magazzini"

10.9

S366

C358a 9.3

C366

S367a

10.9

C1409

C367a

0.4

11.2

?

S367 C367

ANTRO DELLE GALLERIE SEZ.8 Cap.6 Spalle all'entrata

11.1

Galleria allagata

S368

C368 11.2

C1410 4.0

C369

4.9

LO VA 2001 Antro delle gallerie

11.4

S369 C1411 C1412 8.9

C370 11.5 C1414

C1415

8.9

11.5

(45° 51' 55" N - 8° 49' 48" E)

G.P.S. - Gruppo Proteus Speleosub Dicembre 2005

Pozzo "del Moro"

All. 2.10. Rilievo realizzato dal Gruppo Proteus Speleosub (archivio AG). Amedeo Gambini, Antro delle Gallerie, lo stato delle conoscenze, 2007, op. cit., p.524.

250

Appendice 2 - Rilievi storici

All. 2.11. Rilievo elaborato da Ivo Scacciotti (foto AG). Il rilievo è il risultato delle attività esplorative condotte da Ivo Scacciotti, in collaborazione con altri, nel periodo tra il 1980 ed il 2017.

251

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

N

A DA15 14.8M. DA14 14.6M.

B

D A13 14. 6M.

DA12 14. 5M.

0

D A8 14.6M.

10 m

5

D A11 12.8M. D A10 13.9M.

D A2 12.7M.

D A9 14.2M. 13.6M.

C

D A5 13.0M. DA4 13. 0M. D A6 13.3M.

D A7 13.5M.

L113 14.8M.

DA3 12. 7M.

D A11 12. 8M.

D A1 12.8M.

DA2 12.7M.

BDL9 9.0M.

cunicolo degli occhiali

BDL3 7.6M. BDL8 8.9M.

sf002 9.4M.

D

18.6M.

pozzetto del labirinto

L114 15.9M.

BDL6 8.9M.

L110 12.8M.

BDL2 7.6M.

20.4M.

buca da lettere

BDL1 9.4M.

L111 13.0M.

BDL7 8.9M.

18. 7M.

BDL5 7.6M.

405 12.6M.

DA1 12.8M.

L117 12.4M.

AL16 11.7M.

DA2 12.7M.

AL17 12.1M.

L138 14.4M.

L113 14.8M. AL8 14.2M.

BDL4 7.1M.

18.3M.

17.6M.

L115 13.5M.

AL7 12.9M.

D A5 13. 0M. DA6

15. 9M. D A4 13.0M.

st9 17.8M.

15. 8M. 13.3M.

DA3

14.2M.

12.7M. 13.9M.

E

st4 22.2M.

14.4M.

DA7 13. 5M.

13.3M.

405 12.6M.

13. 7M. DA2 12. 0M.

st10 16.8M.

st17 15.6M.

L116 12.8M.

AL15 13.1M.

AL2 13.4M.

strettoia dello sterno sf4 10.3M.

st7 17.2M.

sf002b 10.3M.

L120 11.7M.

AL4 10.7M. sf013 12.2M.

sf009b 14.7M.

sf013b 12.0M.

st14 16.6M.

cunicoli oltre lo sterno

AL5 11.2M.

st12 18.3M.

st0 17.9M.

12. 5M.

sf012 13.6M. sfoo3c 11.4M.

sf002 9.4M. sf001 st19 14.6M.

sf001 9.1M.

sf006 13.2M.

sf0003 10.5M.

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sfs11 6.5M.

sfs22 11.1M.

sf005 12.6M.

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sala dei funghi alta

F

sf011 14.2M.

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G 405 12.6M.

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A

N -30.0 M.

O P Q LO VA 2001 Antro delle gallerie

R

Urban1

(45ƒ 51' 55" N - 3ƒ 37' 20" E)

Progetto Antro 2.0 - 2015 G.P.S. - Un.Ex.

All. 2.12. Rilievo realizzato dal Team GPS/UNEX nell’ambito del «Progetto Antro 2.0» (archivio GPS/UNEX).

252

3 - ARCHIVIO STORICO GGM SEM-CAI

All. 3.1. Evoluzione dello stemma del GGM SEM-CAI (Archivio Storico GGM SEM-CAI). 3.2 - Archivio storico A fronte di una prolungata e altamente qualificata attività, il GGM SEM-CAI dispone di un ricco archivio storico che documenta l’attività negli anni di tale sodalizio. L’autore, già socio di tale organizzazione, ha potuto avere accesso per scopi di studio a tale materiale documentale e nel 2005 ha avuto autorizzazione, dal Presidente del gruppo dell’epoca rag. Annibale Bertolini, alla riproduzione del materiale relativo alle esplorazioni nell’Antro delle gallerie. Allo scopo di riunificazione di tutto il materiale storico documentale disponibile ed a completamento della presente ricerca, nel seguito vengono presentati i documenti dell’archivio storico del GGM SEM-CAI raccolti nell’‘archivio Chiesa’ e riguardanti le prime esplorazioni condotte nell’Antro delle gallerie e che hanno spesso visto il coinvolgimento diretto ed attivo dei soci di tale gruppo speleologico .

3.1 - Il Gruppo Grotte Milano SEM-CAI La SEM (Società Escursionisti Milanesi) si è costituita nel 1891 con scopi ricreativi e culturali, diventando ben presto un polo di aggregazione per tutti quei cittadini milanesi che intendevano (e ancor oggi intendono) praticare la montagna a 360°, dallo sci alle passeggiate, dall’alpinismo alla speleologia, in tutte le stagioni. Dal 1931 la SEM è entrata a far parte del Club Alpino Italiano, affiancandosi ai “cugini” della sezione di Milano ma mantenendo la propria autonomia sezionale. Il nome e le attività dell’associazione, grazie anche agli oltre cento anni di vita, sono oggi ben conosciuti in ambito alpinistico e socioculturale, sia a livello locale sia nazionale. Nell’ottobre del 1897 un gruppetto di escursionisti sotto la direzione del professor Mariani fondò la sezione speleologica del CAI di Milano. Allora iniziò una fervente attività, interrotta solo dalle due guerre mondiali, che tutt’ora prosegue: ricerche ed esplorazioni tenaci, rigore scientifico, passione e sicuramente amore per l’avventura hanno portato a importanti scoperte riconosciute a livello internazionale.

253

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.2. Disegno del fianco dell’Alpe Cuseglio, di Claudio Sommaruga (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nel disegno schematico l’autore riporta delle note sulle sequenze geologiche.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.3. Disegno in pianta della zona attorno all’ingresso principale (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Indicazione sul possibile ingresso secondario.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.4. Foto di esploratore davanti l’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.5. Disegno della zona dei ‘magazzini’ di Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.6. Didascalia del disegno precedente (archivo storico GGM SEM-CAI). La cavità viene indicata come «catacombe della Valganna», 08/08/1897.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.7. Biglietto del Regazzoni, 1875 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Note illustrative relativo al disegno della presunta iscrizione etrusca.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.8. Presunta iscrizione etrusca (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Disegno del Regazzoni e relazione del prof. Castelfranco.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.9. Osservazioni del dott. Magni sulla presunta iscrizione etrusca, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’autore solleva dubbi sull’attribuzione dell’iscrizione e riferisce che anche il prof. Lattes avrebbe avuto un ripensamento sulla sua iniziale interpretazione.

260

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.10. Appunti relativi all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Riferimenti bibliografici e di persone aventi attinenza con la cavità.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.11. Visitatori dell’Antro delle gallerie, zona dei ‘magazzini’, 8/01/1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.12. Annotazioni sul retro della foto precedente che ritrae il cav. Bellani (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nelle note si indica il punto ove è stata scattata le foto e si menzionano le tracce di scalpellature visibili sulle pareti.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.13. Visitatori nella ‘galleria del moro’, 8/01/1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La foto ritrae gli stessi visitatori della foto precedente, nel corso della medesima escursione. Lo scatto si riferisce alla prima parte della ‘galleria del moro’ indicata come «antro del vecchio » nelle annotazioni riportate nel retro della foto. All. 3.14. Annotazioni sul retro della foto precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.15. Visitatori nella ‘sala del grande muro a secco’, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La foto si riferisce, presumibilmente, alla stessa escursione del 8/01/1899 come le foto precedenti. Tale foto, come le precedenti, appare ripresa dal basso in quanto, probabilmente, realizzate ponendo l’apparecchio fotografico sul pavimento ed attivando un autoscatto.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.16. Rilievo prof. Talamoni, presidente del CAI Varese (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Sul rilievo vi sono degli appunti manoscritti: i nomi di alcuni soci del GGM SEM-CAI ed annotazioni varie. Si riporta inoltre, erronemente, il nome ‘Talamone’ come estensore del rilievo anziché ‘Talamoni’.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.17. Bozza d’articolo sull’Antro delle gallerie di Bertarelli, 1988, pag. 1 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La bozza è relativa ad un articolo sull’Antro delle gallerie che verrà pubblicato sul numero di Febbraio 1899 della Rivista del T.C.I., edito dal Touring Club Italiano. L’autore Luigi Bertarelli, socio del GGM SEM-CAI, si era interessato alla cavità.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.18. Pagina 2 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.19. Pagina 3 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.20. Pagina 4 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.21. Pagina 5 della bozza dell’articolo precedente, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.22. Antro delle gallerie, galleria inferiore del ‘salto in basso’, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La foto ritrae uno dei cunicoli che, nel tratto finale della galleria, risultano sovrapposti alla galleria stessa. In particolare tale cunicolo si apre sopra alla galleria appena dopo l’accesso al cunicolo della ‘sorgente’ e all’accesso alla ‘galleria dell’ornato’.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.23. Visitatori dell’Antro delle gallerie, 1899 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.24. Lettera inviata il 15/08/1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La lettera riporta osservazioni relative alla presunta iscrizione etrusca. La lettera si compone di un foglio piegato a metà verticalmente e scritto su tutte le facciate. L’immagine riguarda la prima ed ultima pagina di tale foglio a cui si aggiunge un ulteriore metà pagina scritta su entrambe le facciate.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.25. Prosecuzione della lettera precedente, 15/08/1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine riguarda la seconda e terza pagina della lettera.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.26. Foglio aggiuntivo a completamento della lettera precedente, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce alla prima pagina del foglio aggiuntivo.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.27. Foglio aggiuntivo, retro (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce alla seconda pagina del foglio aggiuntivo.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.28. Nota di Antonio Giussani al prof. Magni del 20/07/1902, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’autore riporta la notizia, comunicata da Volontè, che «ultimamente il Lattes ha rettificato il suo primo giudizio in merito all’iscrizione etrusca (?) di Valganna ritenendola falsa».

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.29. Biglietto postale inviato nel 1902 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Il biglietto accompagnava una nota spedita dall’ing. Giussani al prof. Magni.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.30. Nota spedita dal dr. Galli il 14/12/1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Il dr. Galli riferisce che «Il sacerdote don Raffaele Inganni, canonico a S. Celso, ha esplorato già da più di un mese anche ultimamente, le grotte della Valganna, e ne ha fatto un rilievo. Ha portato con se una iscrizione etrusca».

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.31. Biglietto relativo ad un articolo sull’Antro delle gallerie del 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.32. Articoli di quotidiani sull’Antro delle gallerie pubblicati nel 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Le immagini sono riproduzioni di due articoli apparsi a giugno del 1903, su due differenti quotidiani, relativi allo stesso avvenimento. In particolare si riporta la notizia della disavventura di un turista francese smarrito all’interno della cavità e per caso individuato e salvato da altri visitatori occasionali.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.33. Articolo della Cronaca prealpina, 17 Giugno 1903 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’articolo riporta la stessa notizia degli articoli precedenti.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.34. Articolo della Cronaca prealpina, prosecuzione (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.35. Lettera dell’ing. Tosi al prof. Magni del 13/01/1904, prima pagina (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella lettera lo scrivente risponde ad alcune domande che gli erano state sottoposte, evidentemente in precedenza, in particolare si parla della diminuzione del livello delle acque ma non è chiaro se riferito all’Antro delle gallerie oppure a una fontana scoperta all’epoca vicino a una torre nel territorio d’Induno.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.36. Lettera dell’ing. Tosi al prof. Magni, seconda e terza pagina (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.37. Appunti per fotografie eseguite all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella nota si cita il sig. Bellani come autore di fotografie all’Antro delle gallerie da consegnare a don Raffaele Inganni.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.38. Lettera al prof. Magni, 1904 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La missiva accompagnava due foto dell’Antro delle gallerie destinate al prof. Magni.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.39. Corrispondenza tra la lega lombarda e il prof. Magni del 3/01/1907 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.40. Appunti relativi ad articolo del quotidiano La Prealpina, 1904 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Le note fanno riferimento ad un articolo apparso su questo quotidiano ove si racconta della nascita di una fabbrica per la produzione di ceramiche a Cunardo ad opera di un certo sig. Davide Andreani. Si riferisce il parere del sig. Andreani in merito allo scopo originario del complesso della Valganna come fonte di materia prima per produzione ceramica.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.41. Busta di lettera indirizzata al dott. Magni, fronte e retro (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La lettera risulta spedita dalla Ecole de science di Algeri. Da un appunto sul retro della busta si evince che si trattava di documentazione relativa all’Antro delle gallerie.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.42. Lettera del 1/01/1908 con programmi d’attività esplorative, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.43. Prosecuzione della lettera precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.44. Cartolina postale della Prealpina illustrata del maggio 1908, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Risposta del quotidiano alla richiesta del dott. Magni di avere la copia del 17 Giugno 1903 che riportava della disavventura di un visitatore francese durante un’escursione all’Antro delle gallerie.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.45. Intestazione della cartolina postale precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

294

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.46. Lettera del dott. Magni all’ing. Riva spedita il 30/05/1908, (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella lettera si riferisce della richiesta del sovrintendente alle antichità della Lombardia, prof. Patroni, in merito a possibili scavi di necropoli in provincia di Varese e del conseguente suggerimento di rivolgere le attenzioni all’Antro delle gallerie.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.47. Prosecuzione della lettera precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Il dott. Magni chiede all’ing. Riva, quale ‘Ispettore agli scavi di antichità del circondario di Varese’, di intervenire presso il prof. Patroni per fare «nota l’opportunità di non più oltre rimandare l’investigazione scientifica attorno a tale galleria artificiale sotterranea sita nel territorio di Induno».

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.48. Lettera di risposta dell’ing. Riva al dott. Magni del 2/06/1908 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). In risposta alla lettera del dott. Magni, l’ing. Riva informa di non aver spedito la segnalazione al prof. Patroni in quanto trattenuto da alcuni dubbi che espone. Segnala inoltre che la cavità era nota ben prima della ‘scoperta’ da parte di don Raffaele Inganni e ricorda che da giovane, prima del 1850, aveva visitato tale complesso insieme ad amici.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.49. Prosecuzione della lettera dell’ing. Riva al dott. Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’ing. Riva segnala esprime dubbi sul possibilità che il complesso sotterraneo fosse una necropoli, citando in particolare la distanza da centri abitati e l’opinione corrente presso chi aveva esaminato il sito, che questo avesse scopo estrattivo per ottenere materia prima per fabbriche di ceramiche esistenti sin dall’antichità a Cunardo e Ghirla o per ottenere galena.

298

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.50. Lettera dell’ing. Andreani al dott. Magni inviata il 10/06/1908 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella lettera si concorda con l’opinione dell’ing. Riva sullo scopo dell’Antro delle gallerie quale fonte di arenaria come materia prima per l’industria ceramica e per la produzione di vernici per ceramica. Aggiunge di essere certo che la materia prima per le ceramiche di Cunardo provenisse da Induno, pur non essendo in grado di precisare la località di estrazione.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.51. Prosecuzione della lettera dell’ing. Andreani al dott. Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’ing. Andreani riferisce inoltre che 18 anni prima si riforniva regolarmente di tale materia prima proveniente dalla zona di Induno ma di non essere in grado di precisarne più esattamente la provenienza.

300

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.52. Appunto di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nell’appunto, Luigi Bertarelli cita un suo articolo, apparso sulla Rivista del TCI, avente come oggetto un cunicolo visitato a Narce nel Lazio. Osserva come la forma di tale cunicolo fosse molto simile a quella dell’Antro delle gallerie da lui descritto in un precedente articolo della stessa rivista.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.53. Prosecuzione dell’appunto di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’autore conclude che «occorrerebbe un po’ di lavoro per sgombrare la strada ad ulteriori esploratori, cosa che io non potei fare».

302

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.54. Annotazioni sull’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella nota si sintetizzano le caratteristiche della cavità e si forniscono indicazioni di alcuni articoli apparsi sui quotidiani locali.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.55. Prosecuzione delle note precedenti (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

304

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.56. Appunto con riferimento all’articolo di Luigi Bertarelli (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’articolo di cui si vuole ricercare una copia è quello relativo al cunicolo di Narce che, nella forma, presenterebbe analogie con l’Antro delle gallerie.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.57. Appunto con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nell’appunto si fa riferimento al testo del Regazzoni L’uomo preistorico nella provincia di Como ed alla citazione, in esso, dell’Antro delle gallerie.

306

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.58. Appunto relativo ad indicazioni dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’annotazione, presumibilmente fatta dal curatore dell’archivio del GGM SEM-CAI dell’epoca, precisa che le ‘grotte di valganna’ citate dal Sant’Ambrogio sono in realtà l’Antro delle gallerie ed altre cavità vicine e fornisce indicazioni per individuare la relativa documentazione.

307

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.59. Nota che riferisce di un’osservazione del canonico Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). «Nell’Antro delle gallerie nei fondi, specialmente in quelli in alto vi devono essere ‘sarcofagi’ scavati e chiusi con lastre sulle quali sarebbe stata messa della malta fatta di sabbia e arena e argilla del sito stesso, che solidificandosi avrebbe chiuso ermeticamente i ‘sarcofagi’?. Battendo con un martello si sente rimbombare».

308

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.60. Riferimenti bibliografici ai Bollettini di paleontologia (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.61. Nota con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’appunto cita il testo I romani ed i loro precursori nell’agro varesino per eventuali collegamenti con l’Antro delle gallerie.

310

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.62. Nota con riferimento bibliografico (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Cenno al testo di De Mortillet Sur les soutterains et grottes artificiel de France.

311

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.63. Lettera del rag. Andreoletti al dott. Antonio Magni, Febbraio 1909 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nella missiva si accenna ad un rilievo realizzato da Luigi Bertarelli, da cui Andreoletti avrebbe ricavato una copia modificandone la grafica. Tale copia sarebbe stata consegnata in prestito al dott. Magni in vista future esplorazioni.

312

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.64. Lettera del rag. Andreoletti al dott. Magni, Giugno 1909 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’autore riferisce dell’intenzione di Luigi Bertarelli di effettuare approfondite esplorazioni dell’Antro delle gallerie e fa cenno ad un possibile collegamento tra tale complesso e la grotta che si apre dietro l’albergo del Paradiso presso il monte 3 Crocette. Infine osserva che tale collegamento appare improbabile in quanto una opera umana e l’altra della natura.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.65. Foto dell’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce al periodo in cui il pavimento dell’ingresso risultava quasi completamente coperto di detriti che ne riducevano l’altezza a circa 60 cm.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.66. Foto all’interno dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.67. Esploratori all’esterno della cavità (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La ripresa è stata effettuata vicino al casello della «tranvia Varese-Luino» conosciuta come la ‘ferrovia della Valganna’: una linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava Varese a Luino, in esercizio tra il 1903 e il 1955.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.68. Foto all’interno dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine è stata scattata nella ‘sala delle tre gallerie’ all’uscita della ‘sala dei funghi’ in direzione di quest’ultima. I due esploratori hanno alle spalle l’attuale caposaldo 402.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.69. Foto dell’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce al periodo in cui il pavimento non era stato ancora ripulito dai detriti che riducevano l’altezza del vano d’entrata. Sulla roccia sovrastante l’ingresso si nota l’incisione con la iniziali di Piero Massari presente ancora oggi.

318

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.70. Foto di esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.71. Foto scattata all’interno in un punto non identificato (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.72. Busta di lettera spedita dalla Francia al dott. Antonio Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.73. Retro della busta precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI). La nota manoscritta specifica il contenuto della busta: «lavori in Francia su rifugi sotterranei e cave di marne».

320

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.74. Busta di lettera spedita dalla Francia al dott. Antonio Magni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). All. 3.75. Retro della busta precedente con nota manoscritta (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’appunto riguarda tipologie di rocce e l’opportunità di fare delle verifiche sull’esistenza, nelle prossimità di Narce o Civita Castellana, di fabbriche di ceramica.

321

Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.76. Appunto sul retro della busta della precedente lettera (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nel corso di tali uscite si era visionato un «presumibile altro accesso ostruito da frana. Vi si notarono radici, foglie, lumache, segni nella roccia scalfitture dall’alto al basso».

322

Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.77. Appunto del dott. Antonio Magni sul ritrovamento di un utensile (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Il ritrovamento, fatto da don Raffaele Inganni, riguardava un frammento di utensile di scavo (scalpello immanicato corto privo della punta). Nella sua nota il dott. Magni ne riportava un disegno e precisa di essere al momento in possesso di tale oggetto.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.78. Ritaglio di giornale, Cronaca prealpina del 23 Agosto 1931 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’articolo, a firma di Antonio Calegari, è relativo all’Antro delle gallerie e ne fornisce una descrizione generale. Viene indicato che «i pozzi presentano spesso un traliccio di travi» e si fa menzione di un ipotizzato collegamento tra tale complesso e la cavità che si apre presso la fontana degli ammalati.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.79. Prosecuzione dell’articolo della Cronaca prealpina (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.80. Appunto con elenco di persone che si erano interessate alla cavità (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nell’appunto si indica il sig. Giuseppe Comolli, di Ganna, come proprietario dell’Antro delle gallerie e si elencano: il canonico Raffaele Inganni «sedicente» scopritore della cavità, l’avv. Della Chiesa di Varese, l’ing. Francesco Tosi di Milano, il dott. Miglio di Varese, l’avv. Barinetti di Milano, l’ing. Bertarelli di Milano, il cav. Ugo Bellani di Milano.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.81. Appunti vari con ipotesi sul materiale estratto (Archivio Storico GGM SEM-CAI). In uno di questi è riportata una nota relativa all’ipotesi che dall’Antro delle gallerie potesse essere estratta arenaria.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.82. Note in merito a cave, in Francia, simili all’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nell’appunto si manifesta l’intenzione di indagare sulla provenienza dell’arenaria usata nelle fabbriche di ceramica e terraglie di Cunardo e si pensa di: «interrogare contadini vecchi di dove proveniva l’arenaria (pare da di certo nei pressi di Induno) per le terraglie di Cunardo».

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.83. Note in merito a verifiche da effettuare (Archivio Storico GGM SEM-CAI). In particolare vengono indicate verifiche su: utilizzo da parte degli etruschi, di mole, frantoio e stipiti in arenaria, possibilità di dedurre epoca di manufatti in legno dallo stato degli stessi. Si indica una possibile visita da effettuare in «grotta che dicono (i contadini) naturale, presso Cuseglio».

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.84. Biglietto da visita del canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Sul biglietto è riportato un appunto su «tavola etrusca» presente nel Museo archeologico municipale.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.85. Foto, all’esterno, con esploratori prima di un’escursione (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.86. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce al periodo in cui il pavimento non era stato ancora ripulito dai detriti che riducono l’altezza del vano d’entrata.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.87. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine si riferisce al periodo in cui il pavimento era stato appena ripulito dai detriti che riducevano l’altezza del vano d’entrata.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.88. Foto con esploratori davanti all’ingresso dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). L’immagine, presumibilmente, è immediatamente successiva alla precedente.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.89. Articolo apparso su La provincia di Varese N. 3 del 1935 pag. 17 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nel testo, a firma di Giuseppe Talamoni, si descrive una visita esplorativa alla cavità, si citano le particolarità dello scavo e i luoghi visitati. Il disegno fornisce la rappresentazione della sezione.

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.90. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 18 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). I due disegni rappresentano l’ingresso dell’Antro delle gallerie nelle sue condizioni originarie, con depositi che ricoprivano il pavimento, e la condizione successiva alle operazioni di sterro che avevano liberato l’intera altezza dell’ingresso giungendo sino al piano di calpestio originario. Tale condizione è rimasta sostanzialmente inalterata sino ad oggi.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.91. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 19 (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.92. Prosecuzione dell’articolo de La provincia di Varese, pag. 20 (Archivio Storico GGM SEM-CAI). Nell’articolo si menziona il ritrovamento di uno scalpello. Le foto rappresentano la ‘zona dei magazzini’, foto in alto, e la ‘sala della frana’, foto in basso.

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.93. Nota in merito ai pozzi dell’Antro delle gallerie (Archivio Storico GGM SEM-CAI). «nell’Antro delle gallerie vi sono tre o forse più pozzi con otto metri d’acqua in taluni! Come dragare quei pozzi per trarre dal fondo il segreto della caverna? Come vuotarne uno in tempi di siccità? ».

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.94. Rilievo eseguito dal canonico Raffaele Inganni (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Appendice 3 - Archivio storico GGM SEM-CAI

All. 3.95. Rilievo eseguito ‘a pastello’ da Giulio Cesare Bizzozero, fronte (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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Antro delle gallerie, indagini di archeologia mineraria in Valganna (Varese)

All. 3.96. Appunti sul retro del disegno precedente (Archivio Storico GGM SEM-CAI).

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