Le storie tra parentesi. Teorie e prassi della digressione in Erodoto, Tucidide e Senofonte 8854816299, 9788854816299

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Le storie tra parentesi. Teorie e prassi della digressione in Erodoto, Tucidide e Senofonte
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Silvia Spada

Le storie tra parentesi Teoria e prassi della digressione in Erodoto, Tucidide e Senofonte

Le storie tra parentesi Teoria e prassi della in Erodoto, Tucidide e Se1wttmt1e..

È nota la prassi degli disco



greci di

,enciosiil per gusto o

di tanto in tanto il filo del in divagazioni. Essi tuttavia

lDlento di queste parentesi poteva minare la compatt il lettore: pertanto fecero sì ch�Hl presenza di fosse

in modo più o meno marcato secondo l'occorre

za. La precisa individuazione di qu�e sezioni si è però rivelata problematica per gli studiosi moderni, che speso valutano la coesione e la coerenza dei testi antichi sulla base di canoni compositivi a cui quelli del passato risulta­ no irriducibili, e che dunque tendono ad includere nel novero delle rugres.;. sioni tutto quanto non rientra in quei parametri. A partire da un'analisi M)J�JQ.fOIJtdita di tutti i passaggi in cui Erodoto, Tucidide e Senofonte dich�

""· .. ···

,.._,.,........

èspressamente di aver introdotto un

excursus,

questo studio cerca di di:'

1:;;��·�·-.,r.gueJre i criteri in base ai quali gli autori stessi identificavano come dl�,:_;;,:.��;snre alcune porzioni delle loro storie e le modalità con cui gli inserti ve­

�'..::1-i�� connessi al ftlone portante della narrazione. Solo attraverso il con­ con queste digressioni .. sicure" risulta possibile selezionare un cam­ pione attendibile di

excursus?

�che in assenza di marcature esplicite. Nel

contempo, determinare quale.;

�' di �ressione coltivasse ciascuno dei tre

storici consente, in controluc:et di pteelSare i requisiti fondamentali e i trat­ ti qualificanti dei loro racconti.

Sllvia Spada (Milano

1975) si è laureata in Storia greca all'Università degli Studi di Pavia

è

ndlo steso ateneo ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e dvlltà del Mecliterraneo antico. Docente di ruolo in un liceo classico milanese, si è occupata di storia spartana e plil di recente di storlografia di età ellenistico-romana, con studi sugli storici greci d'Occidente (Moschione e altri minori), su Polibio, Diodoro, Strabone, Plutarco.

ISBN 978-88-548-1629-9

!1:

o i5



euro

13,00

9

788854 816299

Alo 335

Silvia Spada

le storie tra parentesi Teoria e prassi della digressione in Erodoto, Tucidide e Senofonte

Copyright c MMVID ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo,

00173 Roma (06) 93781065

ISBN

133 A{B

978-88-548-1629-9

I diritti di traduzione, di memorizzazùme elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sorn> riservati per tutti i Paesi. Non sorn> assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto deU'Editore.

I edizione: febbraio

2008

In

ricordo del mio caro papà

Nel dare alle stampe questo volume, frutto della revisione di una parte della mia tesi di dottorato, voglio innanzitutto ringraziare il pro­ fessar Dino Ambaglio: il mio interesse per la storia greca è nato con le sue lezioni e a lui devo gran parte di ciò che so in materia di storiogra­ fia antica; l'idea di uno studio sulle digressioni è stata un suo dono, ac­ compagnato durante tutto il lavoro da preziose correzioni e da costanti incoraggiamenti; ancora gli sono riconoscente per le molte opportunità di ricerca che mi ha offerto nel corso di questi anni, per l'impegno pro­ fuso perché questo studio potesse essere pubblicato e per il rapporto di amicizia e confidenza che ha voluto instaurare

tra noi.

Questo libro è maturato nella serenità dell'Istituto di Storia Antica dell'Università di Pavia: a tutti i docenti, ai compagni di studio e al per­ sonale addetto alla biblioteca va il mio grazie per un supporto fatto di presenza sollecita e accogliente. Desidero inoltre esprimere un sentito ringraziamento al Dott. Rinal­ di e alla redazione della Casa Editrice Aracne per la competenza e la puntualità con cui sono state curate tutte le fasi della pubblicazione. Con gratitudine ricordo anche gli amici Sandra e Luigi Lazzarini, il cui aiuto nella traduzione di opere tedesche è stato davvero indispensabile. Da mio marito Nicola ho imparato la dedizione nei confronti della parola scritta: la sua capacità di coniugare profondità concettuale e lim­ pidezza stilistica, nella paziente ricerca della pregnanza espressiva, mi

è stata di grande esempio nonché di appoggio nella stesura di vari pas­ saggi del testo; non è un caso dunque che da un suo suggerimento sia nato anche il titolo di questo studio. L'ultimo affettuoso pensiero è per mia mamma, che da sempre è il mio riferimento e più di tutti gli altri mi

sa

confortare nei momenti di

difficoltà. Malgrado il contributo di tante persone, sono ben consapevole che al lettore non saranno risparmiati errori e imprecisioni: la responsabili­ tà di questi è, ovviamente, solo mia.

SOMlvfARIO

INTRODUZIONE

11

PARTE PRIMA La consapevolezza degli storici: le parole della digressione

1. 1

LA DIGRESSIONE NEGLI STORICI ANTICHI:

UN CONCETTO DA RIDEF1NIRE 1.2 7tpocr9Jl1CTI E 7tÀ:r1 tucididea

77

Valutata dunque la struttura fonnale dell'intera sezione e conside­ rata con particolare attenzione la centralità narrativa e concettuale del capitolo 97, in risposta al primo dei quesiti sopra proposti, è plausibile sostenere che l ' espressione ÈK':J}J.:ìt toi> AO')Qt> si riferisca a tutte le vi­ cende comprese tra le due guerre e narrate nei cap. 89- 1 1 7. Dopo aver così individuato i probabili confini di quella che Tucidi­ de chiama digressione, occorre ora aggiungere qualche osservazione sulle caratteristiche del suo contenuto e sul rapporto che esso intrattie­ ne con l ' argomento principale dell'opera. Se sullo sfondo si tengono le due parentesi erodotee di cui si è trat­ tato nel precedente capitolo, è scontato e quasi superfluo rilevare che la Pentecontetia non ha nulla a che fare con quelle divagazioni, dettate dali ' incapacità di tenere a freno l e libere associazioni della mente o da un' incontenibile curiosità nei confronti degli eventi straordinari, per le quali Erodoto non poteva far altro che chiedere genericamente scusa al lettore46• L'utilità della Pentecontetia è con ben altro orgoglio difesa da Tucidide che, accanto ad un valore prettam ente «storiografico» (il me­ rito di colmare una lacuna delle opere storiche precedenti) e ad una funzione «critica» (nei confronti dell'Atthis di Ellanico)47, le attribui­ sce un ruolo centrale nella definizione del contesto politico-militare e ideologico in cui maturarono gli scontri fra Atene e Sparta48• È infatti a questa h:J}J.:Ji che egli affida la dimostrazione della ÙA.TJ9Ecnat1l 1tpoqxxmç49, il motivo più autentico, ma meno dichiarato di quella guerra, la cui conoscenza è considerata, già in 1.23 .6, essenziale per zione che però, poco coerentemente, continua a definire «seconda parte della digressione» (57). 46 A proposito di scrittori i quali all'improvviso avvertono la necessità di intervenire con formule apologetiche perché deviati quasi inconsapevolmente dai binari di una narrazione in cui «one thing has led to anotheO> ( l), cfr. le interessanti osservazioni di RAcE 1 980. 47 Per questa duplice definizione cfr. SCHADEWALDT 1 97 P, 97; in particolare, sul fatto che Tucidide intendesse affermare la superiorità della sua cronologia stagionale sulle datazioni eponimiche di Ellanico insiste SMART 1 986; più in generale sulle caratteristiche deii 'Atthis di Ellanico, come si deducono dai frammenti superstiti, cfr. AMBAGLIO 1 980, 43-57. 48 È opportuna la precisazione di STADTER 1 993, 39 n. 1 7, a proposito dell 'espressione J..11 ? Una prima motivazione è direttamente riconducibile alla cosiddetta thukydideische Frage: infatti, sia che la Pentecontetia venga conside­ rata un frammento residuo di una storia greca preesistente, riutilizzato nel nuovo progetto sotto forma di excursus, sia che, al contrario, la si ritenga un'integrazione tardiva inserita nel cuore di un libro già perfe­ zionato, essa sembrerebbe comunque destinata a rimanere una digres­ sione soprattutto per ragioni di compattezza ed equilibrio narrativo. A ben guardare però, non è del tutto credibile che Tucidide, impegnato com'era in continui interventi di revisione e riadattamento delle sue Storie, accettasse per la Pentecontetia una collocazione "marginale", soltanto in virtù della sua genesi compositiva, e non invece per alcune sue precise caratteristiche di struttura e contenuto. Se infatti, fin dal proemio, Tucidide individua nella guerra quasi trentennale fra Atene e Sparta il tema principe della sua storia, non vi è alcun dubbio che l ' inserzione della Pentecontetia determini un'interruzione nel dipanarsi di un racconto che, attardatosi già per va­ ri capitoli sulle avvisaglie dello scontro, sarebbe ormai pronto a con­ centrarsi sulle prime fasi del conflitto vero e proprio. Questa sospensione implica inoltre un arretramento cronologico e costringe Tucidide a misurarsi con eventi non del tutto contemporanei, sui quali, tra l ' altro, le informazioni a disposizione sono, per ammis­ sione dello stesso autore, scarse e poco precise� come è noto, metten­ dosi personalmente alla prova in una archaio/ogia, già nei primi capi­ toli Tucidide aveva evidenziato i limiti di una ricostruzione storica che avesse per oggetto vicende del passato più e meno recente, ricono­ scendo al contrario piena attendibilità solo alle indagini fondate su una

50

Cfr. SCHADEWALDT 1 97 P , 98.

L ' ÈKPÀll tucididea

79

conoscenza diretta dei fatti 51 • Non stupisce, in tal senso, che Tucidide potesse ritenere anche questo flashback cinquantennale un' inserzione indebita rispetto all ' argomento contemporaneo delle sue Storie e ai principi di metodo da lui enunciati in apertura52. Nell ' ambito della discussione sulle cause del conflitto, che pure rappresenta essa stessa una sezione autonoma e marcata della narra­ zione, che si salda ma non coincide con il racconto della guerra pro­ messo nel proemio53, si è già detto che un'analisi delle ragioni più na­ scoste e vere dell' ostilità sorta fra Ateniesi e Spartani risulta agli occhi di Tucidide indispensabile; tuttavia non si può negare che, individuati nei fatti di Corcira e Potidea i primi allarmanti segni di uno scontro imminente e fi ssato questo come punto d'avvio del discorso, il lettore sarebbe stato perfettamente in grado di seguire e comprendere lo svol­ gersi degli eventi successivi, anche in assenza di una panoramica sulla Pentecontetia. Del resto, già in 1. 18.3, seppure in sintesi, Tucidide a­ veva spiegato che Atene e Sparta erano passate dali 'unità contro i Per­ siani alla costituzione di due alleanze contrapposte, trascorrendo il pe­ riodo compreso fra le due guerre in continue contese e nell' allestimento di nuovi mezzi d'offesa. Con maggior ampiezza poi, per bocca dei Corinzi, l ' autore non solo aveva condannato generica­ mente l 'inerzia e il timore dei Lacedemoni, di contro al l ' intraprendenza e alla spregiudicatezza ateniesi, ma aveva in poche righe anticipato l 'esatto contenuto della Pentecontetia, mostrando la gravità delle responsabilità pregresse e fotografando la natura delle forze in campo alla vigilia della guerra del Peloponneso: «E di questo siete colpevoli voi [gli Spartani], che dapprima, dopo la guerra coi Medi, li avete lasciati fortificare la città, e poi costruire le lunghe mu­ ra, continuamente fino ad ora privando della libertà non solo quelli che gli Ateniesi avevano assoggettato, ma ormai anche i vostri allea­ ti»S4. SI

Cfr. 1.20-22.

52 Su questo punto cfr., seppur in un diverso contesto argomentativo, DE SlE. CROIX 1 972, 50 s.

53 Ricordo che la formula d'apertura di 1.23.5 viene ripresa per l 'ultima volta in 1. 146; è infatti solo in ll . l che comincia il racconto vero e proprio della guerra tra Atene, Sparta e i ri­ spettivi alleati.

54 1.69. 1 .

80

Capitolo 1 . 3

S e poi, nel valutare la necessità di questa digressione, s i passa ad un esame più circostanziato dei suoi contenuti, si vedrà che, soprattut­ to nella prima parte, la Pentecontetia si diffonde talora su dettagli marginalP5 e su particolari di natura biografica che non solo esulano dali' argomento centrale dell' opera, ma risultano inessenziali anche ali 'illustrazione della àl.:qee