Introduzione all'Antico Testamento. Aspetti letterari dell'Antico Testamento [Vol. 1] 8839401881, 9788839401885

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Introduzione all'Antico Testamento. Aspetti letterari dell'Antico Testamento [Vol. 1]
 8839401881, 9788839401885

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OTTO EISSFELDT

INTRODUZIONE ALL'ANTICO TESTAMENTO VoLuME I

Aspetti letterari dell'Antico Testamento Edizione italiana a cura di ANTONIO ORNELLA

--.!'.--

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

Titolo originale dell'opera: Otto Eissfeldt

Einleitung in das Alte Testament 3· neubearbeitete Auflage

Tutti i diritti sono riservati Edizione italiana a cura di Antonio Ornella ©].C. B. Mohr (Paul Siebeck), Tiibingen 31964

© Paideia Editrice, Brescia 1970

AVVERTENZA DEL TRADUTTORE

La prima edizione tedesca di questa autorevole Einleitung

risale al I934· Successivamente l'Autore curò una seconda ( I955) ed una terza ( I964) edizione. Nel 1965 comparve la traduzione inglese a cura di Peter R. Ackroyd con altre ag­ giunte, fatte in collaborazione con l'Eissfeldt stesso, di mate­ riale bibliografico, che venne così ad essere aggiornato fino ai primi mesi del I964 e posto in un paragrafo finale (§I 26). Nella presente traduzione italiana gli aggiornamenti biblio­ grafici dell'edizione inglese sono stati inseriti nelle singole bi­ bliografie e nelle note, dopo la bibliografia del testo originale. A differenza delle edizioni tedesca ed inglese la presente uscirà suddivisa in quattro volumi. Nonostante la stretta uni­ tà dell'opera l'Autore ha acconsentito alle richieste rivolte in tal senso dall'Editore italiano, richieste che sono motivate so­ prattutto dalla praticità, ma che corrispondono grosso modo alle parti maggiori di cui risulta composto il libro stesso. L'ultimo volume comprenderà gli indici delle citazioni bibli­ che e degli autori. Antonio Ornella

INTRODUZIONE ALL'ANTICO TESTAMENTO VOLUME PRIMO

INTRODUZIONI

ALL'ANTICO TESTAMENTO*

Eichhorn, Einleitung ins AT (I78o/83, 4I82 3 /24 ); trad. ingl. parzia­ le Introduction to the Study of the Old Testament . .. di G.T. Gollop (I8 8 8 ). Bertholdt, Historischkritische Einleitung in siimmtliche kanonische und apokryphische Schriften des A und NT (I812/I9 ). Kuenen, Historisch-kritisch Onderzoek naar het ontstaan en de verza­ meling van de boeken des Ouden Verbonds (I8 6I/6.5, 2I88.5/93 ); traduzione tedesca di Weber e Miiller (I 8 86/9 4 ); trad. ingl. della parte I §§ I·29 The Pentateuch and Book of ]oshua critically exami­ ned di J.W. Colenso (I 86.5 ) ; An historico-critical inquiry into the ori­ gin and c_omposition of the Hexateuch ... di P.H. Wicksteed ( I8 8 6 ). Davidson, An Introduction to the OT (I862/63 ) . Noldeke, Die alttestamentliche Literatur (I 868 ); trad. frane. Histoire littéraire de l'AT di Hartwig, Derenbourg e J. Soury (I8]3 ). -, U ntersuchungen zur Kritik des AT (I 869 ). Wellhausen, Die Composition des Hexateuchs und der historischen Bucher des ATs (I876/77· I 8 78, 3 I 8 9 9 ) (cfr.§ 23 ,n. 3 8 ). -, Prolegomena zur Geschichte Israels (I87�. 6I90.5 ) (cfr.§23, n. 3 9 ); trad. ingl. Prolegomena to the History of Ancient Israel di J.S. Black e A. Menzies (I8 8j, I9.57 ). Robertson Smith, T be OT in the ]ewish Church ( I 8 8I, 2I892 ). Reuss, Die Geschichte der heiligen Schriften AT's (I8 8I, 2I89o ). Cornill, Einleitung in das AT (I89I, 719I3 ); trad. ingl. Introduction to the Canonica! Books of the Old Testament di G.H. Box (I907 ). Driver, Introduction to the Literature of the OT (I8 9I,9I9I3 (I96r)). Wildeboer, De letterkunde des Ouden Verbonds (I8 93, 3I903); trad. ted. Die Literatur des AT di Risch (1895, 2I905 ). Graf Baudissin, Einleitung in die Bucher des AT ( r 90 I). Gautier, Introduction à l'AT ( I9o6, 3193 9 ). Budde, Geschichte der althebriiischen Literatur. (Apocrifi e Pseudepi­ grafi di Bertholet (r906, 2r 909 ). Gunkel, Die israelitische Literatur: Kultur der Gegenwart, ed. di Hin­ neberg, Parte r sez. vn (1906 ), 5I-ro2; (2I925), 5 3·II2. * Quando, in seguito, ci si riferirà alle opere qui elencate, si porrà semplicemen­ te un asterisco accanto al nome dell'autore. L'asterisco posto accanto ad una cita­ zione biblica, invece, significa che il passo relativo contiene delle aggiunte poste­ riori e che ci si riferisce solo a parte del brano citato.

I4

Introduzioni all'Antico Testamento

Sellin, Einleitung in das AT (I9IO, 9I959 (ed. di Rost)); trad. ingl. In­ troduction to the Old Testament di W. Montgomery (I923). Steuernagel, Lehrbuch der Einleitung in das AT. Mit einem Anhang uber die Apokryphen und Pseudepigraphen (I9I2). Moore, Literature of the OT (I9I3, 2I948 (rivista da Brockington)). Gray, A Critica[ Introduction to the OT (I9I3 (I9I9)). Meinhold, Einfuhrung in das AT (I9I9, 3I932). Bewer, The Literature of the OT in its Historical Development (I922, 3I962 (completamente rivista dal Kraeling). Hempel, Die althebraische Literatur und ihr hellenistisch- judisches Nachleben (Handb. d. Literaturwiss., ed. da Walzel, I934). Moller Einleitung in das AT ( 1934). -, Grundriss fur alttestamentliche Einleitung (I 9 58). Oesterley e Robinson, lntroduction to the Books of the OT (I934, 31 9 58). Weiser, Einleitung in das AT ( 1939, 519 6 3 ) ; trad. ingl. Introduction to the OT, di D.M.Barton (I 96 1 ) . Pfeiffer, Introduction to the OT (I94I, 2I952 (I957)). -, The Books of the OT (1957). Engnell, Gamla Testamentet: en traditionshistorisk inledning, I(I945). Vriezen, Oud-israelietische Geschriften (I948). -, De Literatuur van Oud-Israel ( 1 961 ). Bentzen, Introduction to the OT (1948/ 49, 5I959). Young, An Introduction to the OT (I949 (1954)). Lods, Histoire de la littérature hébra'ique et juive depuis les origines jusqu'à la ruine de l'état juif (I35 après ].-C.) (1950). Rowley, The Growth of the OT (I950). Aalder�, Oud-Testamentische Kanoniek (1952). Kuhl, Die Entstehung des AT (1953, 21960 (ed. da Fohrer) ); trad. ingl. The OT. I ts Origim and Composition, di C.T.M. Herriott (I96o ). Anderson, A Critica! lntroduction to the OT (I959). Gottwald, A Light to the Nations. An lntroduction to the OT (19.59). Flanders, Crapps e Anthony, People of the Covenant: An lntroduction to the OT (I963). Scholz, Einleitung in die Heiligen Schriften des A und NT(I845/48). Kaulen, Einleitung in die Heilige Schrift des A und NT ( I876/8I; AT 5I9II/13, rivista da Hoberg). Cornely, Historica et critica introductio in utriusque Testamenti libros sacros ( I 885/8 7 , 2I894/9 7 (1925)). -, Introductionis in S. Scripturae libros compendium ( 1889, 1 2194 0 (C. et Merk )).

Fell, Lehrbuch der allgemeinen Einleitung in das AT (I9o6). Hudal, Kurze Einleitung in dìe Heiligen Bucher des AT (1920; 61948 (riv. da Sauer)).

Introduzioni all'Antico Testamento

Hopfl, Introductionis in sacros utriusque Testamenti libros compen­ dium (1921/22), I: Introductio generalis in S. Scripturam (6 1 958 (ree. Leloir)); II: Introductio specialis in VT er946 (cur. Miller et Metzin­ ger), 6I963 (cur. S. Bovo)). Nikel, Grundriss der Einleitung in das AT (1924). Goettsberger, Einleitung in das AT (1928). Coppens, Introduction à l'étude historique de l'AT, I ( 1938, 3I942), n ( I950), III (I944, 2 1 950). Robert et Tricot, Initiation Biblique (I939, 3I954); trad. ingl. Guide to the Bible: An Introduction to the Study of Holy Scripture, di Ar­ bez e McGuire, vol. I (I952, 2I96o) Robert et Feuillet, Introduction à la Bible. Tome I: Introduction gé­ nérale. Ancien Testament di Auvray et al. (I957, 2I959). -, Einleitung in die Heilige Schrift; trad. di Faschian, 1 (I 963 ). Mariani, Introductio in Libros Sacros Veteris Testamenti (I958). Bratsiotis, Etcrcx:ywy1) et e t en -

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Parte I: Lo stadio preletterario

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Égypte ( lnstitut français d'archéologie orientale. Bibliothèque d'étude Tome XXX I II, I962).

Dus, Die altisraelitische amphiktyonische Poesie : ZAW 75 ( I 963 ), 45-54. bibeloversettelse : NTT 63 Mowinckel, Bemerkinger til salmenen i den norske . ( I962), I 29-270. Wallert, Die Psalmen im Alten .iigypten ( Miinchener Agyptol. Studien I , 1962 ). Wolff , Der Aufruf zur Volksklage : ZAW 76 ( I 964 ), 48-56 ] . Bibl. § § 63, 67, 69, 93, Io8 e in Kraus, BK xv ( I 96o). I.

Canti .regali

Le composizioni cultuali 1 in onore del re ci offrono un ot­ timo pretesto per passare dalla poesia prevalentemente profa­ na a quella più specificamente cultuale, benché non si possa procedere in questo campo con divisioni nette come non si possono separare totalmente i vari generi di salmi dai canti che sono loro simili. Nelle composizioni, che stiamo conside­ rando , la materia trattata è costituita in realtà da avvenimen­ ti profani e politici, collocati, però, nel contesto del culto . Mentre, come abbiamo già constatato, nell'A. T. quasi niente ci sia stato conservato dei canti regali di carattere profano, il Salterio contiene invece tutta una serie di questi canti regali a carattere cultuale. È comprensibile anche perché sia acca­ duto che siano andati persi i primi, mentre sia stato conser­ vato un buon numero dei secondi ; in questi ultimi, infatti, è Dio ad occupare il primo posto e non ruomo . Essi trattano di ciò che il re chiede a Dio, dei motivi per cui gli è grato, dei voti che gli ha fatto , o delle promesse che ha da lui ricevuto ; mai parlano direttamente di quanto il re ha compiuto con le proprie forze. I canti perciò non venivano a trovarsi in con­ flitto con la concezione religiosa del Giudaismo posteriore che considerava tutte le conquiste umane, come pure ogni umana grandezza, pienamente dominate dalla sovranità di Dio . Questa accentuazione della sovranità divina si è svilup­ pata nel tardo Giudaismo in misura molto più ampia di quanr. Johnson, Tbe Role of the King in the ]erusalem Cultus (Tbe Labyrint, ed. Hooke, I935, pp. ?I-I I I ). - Von Rad, Erwiigungen zu den Konigspsalmen : ZAW 58 ( I940/ I ), 2 I 6·222. - Das ;udiiische Konigsritual: ThLZ 72 ( 1 947 ), coli. 2 r r · 2 I 6 ( Ges. Stud. z. AT, 1 95 8 , pp . I05-I I 3 ). - Bibl. § J, n. 59, § 15, nn. 28 e 29. [Crim, Tbe Royal Psalms ( I962 ) ] . =

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IJ.

Canti cultuali

2!9

to fosse nell'antico Israele e nelle prime manifestazioni della religione israelitica. Questi canti, infatti, sono particolarmen­ te preoccupati di mettere in risalto la superiorità del Re ce­ leste su ogni monarca terreno . In essi l'umano quasi scompa­ re di fronte al divino . Inoltre non viene descritta una :figura particolare di re : è del re in quanto tale, del sovrano tipo, che si parla. Ciò permise al Giudaismo post-esilico di leggere que­ ste composizioni a prescindere da ogni riferimento al sovra­ no regnante o ai re del passato, quando non sussisteva più una dinastia ebrea vera e propria; vi scorse invece delle allu­ sioni al futuro Messia, il re che sarebbe stato accetto a Dio . Abbiamo già notato, a proposito dei canti regali profani, che essi poterono, per cosi dire, essere salvati dall'oblio dal mes­ sianismo profetico e sopravvivere in esso . Anche qui - come nel caso del Ps. 45 ( dr. § 1 4 , 1 ) che riflette un canto regale profano - l'interpretazione messianica ha preservato dalla distruzione delle composizioni che senz'altro devono risalire ali' epoca dei regni di Israele o di Giuda e che in origine do­ vevano riguardare il monarca regnante. Lasciando da parte i casi meno importanti e discussi, pos­ siamo citare a questo proposito i Pss. 2 r 8 2 o . 2 r 2.72 . r o r Z bl• . r r o r 3 2 3. 144 ( 1 - r r ). Purtroppo la loro interpretazione è in­ certa in diversi punti a motivo specialmente delle numerose corruzioni testuali, il che si verifica sfortunatamente per i due salmi più significativi del gruppo : il 2 4 e il r r o 5• Nonostante .

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2. Driver, AfO 1 8 ,1 ( 1957), 1 29. 2bis. Kaiser, Erwagungen zu Psalm CI: ZAW 74 ( 1962 ), 1 95-205 . 3 · Asensio, Gregorianum 38 ( 1957), 3 1 o-3 16. - Eissfeldt, WdO II 5/6 ( 1959), 48o-483 . - Porter, JThSt 5 ( 1 9 54 ) , 161- 1 73 · 4· Closen, Bibl 21 ( 1 940 ), 2 88-3 09. - De Fraine, Bijdragen 16 ( 1955 ), 349-356. Hesse, Luther-Jahrbuch 25 ( 1 958), 23-4 1. - Kobert, Bibl 21 ( 1940), 426-428 . Press, ThZ 1 3 ( 1957), 32 1 -334. - Robert, RSR 39 ( 195 1 ), 88-98. - Rowley, JTh St 42 ( 1 941 ) , 143-154. - Schulz, ThGI 23 ( 193 1 ), 87-97. - Sonne, HUCA 19 ( 1945/46), 43-55· [ Schilling, '... wider Gott und seinen Gesalbten'. Davidssohn - Gottessohn - Heils­ bringer. Auslegung von Ps. II : Bibel und Leben 2 ( 1961 ), 261-277 ] . 5· Baneth, MGWJ 69 ( 1925 ), 23o-233. - Caquot, Semitica 6 ( 1956), 33-52. Coppens, ALBO, Ser. m, r, 1955 . - Suppl. Numen IV ( 1 9 58 ) , 333 -348. - Diirr, Psalm IIO im Lichte der neueren altorientalischen Forschung (Verz. d. Vod. Akad.

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Parte I: Lo stadio preletterario

ciò possiamo affermare con sufficiente sicurezza quanto segue. I Ps. 2 . 2 1 . 7 2 6 e r r o appartengono alla cerimonia di introniz­ zazione del re - che si svolgeva nel contesto del culto e che, anzi, dovette essere una delle prime cerimonie regali ad esse­ re introdotte nel culto - o alla commemorazione cultuale che ogni anno veniva celebrata nell'anniversario della incorona­ zione. Il Ps. r o r pure si adatta bene al contesto della festa di intronizzazione : esso riferisce un giuramento che il re dove­ va pronunciare in questa circostanza così solenne. Anche il Ps. 1 3 2 può essere incluso in questo gruppo, benché per mo­ tivi più generici . Qui , infatti, la costituzione della dinastia davidica occupa, accanto alla fondazione del tempio di Geru­ salemme, un posto centrale. Possiamo pensare che i re di Giuda, che - ad eccezione di Atalia ( 2 Reg. r r ) - furono tut­ ti, fino alla caduta del regno meridionale, di discendenza da­ vidica, guardassero con orgoglio e riconoscenza in occasione della loro intronizzazione alla lunga serie degli antenati ed in particolare al capostipite della dinastia, David. Fu, infatti, David a fondare simultaneamente la dinastia e il santuario, o, più precisamente, ad impegnarsi nella 'costruzione del tempio ed a ricevere in ricambio da Dio la promessa di una discen. ·;

Braunsberg W.-S . 1929-30). - Edelkoort, Vox Theol. 1 5 ( 1 944 ), 86-90. - Gaster, Journal Manchester Eg. Or . Soc 21 ( 1 93 3 7 ), 37-44. - Hardy, JBL 64 ( 1 945 ), 3 85390. - }efferson, JBL 73 ( 1 954), 1 52-1 56. - Kissane, Irish ThQ 21 ( 1 954), 1 03I 14. - Kroeze, Genesis Veertien, 1937, pp. 206-22 1 . - Del Medico, ZAW 69 ( 1957), r 60-1 70. - Morgenstern, JQR 32 ( 1 94 1 /42 ), 3 7 1-385. - HUCA 27 ( 1 956), 13 8- 143 · - Rowley, Bertholet-Festschr. , 1 950, pp. 461-472 . - De Savignac, OTS 9 ( 1 95 1 ), 107-1 3 5 · - VT 7 ( 1 95 7 ), 82-90. - Stoebe, Baumgartel-Festschr. , 1959, pp. 1 75- 191 . - Tournay, RB 52 ( 1 945 ), 220-237. - RB 67 ( r96o), 5-4 1 . - Vriezen, Vox Theol. 15 ( 1944), 8 1 -85. - Widengren, Psalm IIO och det sakrale kungado­ met i lsrael, 1 94 1 . [ Beek, D e exegetische moeli;kheden van Psalm CX : Vox Theol. 1 5 ( 1 944), 9496. - Krinetzki, Psalm CX (CIX) . Eine Untersuchung seines dichterischen Stils : ThGI 51 ( r 96 r ), I I 0- 1 2 1 . - Linton, The trial of Jesus and the lnterpretation of Psalm CX : NTSt 7 ( 196o/6 r ), 258-262 . - Nober, De torrente in via bibet : VD 26 ( 1 948), 35 1·353· - Schedi, Aus dem Bache am Wege : ZAW 73 ( 1961), 290297. - Vis, Is Ps. CX een Messiaanse Psalm? : Vox Theol. 15 ( 1944), 91-93 ] . 6 . Grelot, VT 7 ( 1 957), 3 1 9-32 1 . - Van Leeuwen, Ned Th T 1 2 ( 1 957), 1 6-3 1 . ­ Murphy, A Study of Psalm 72 ( 7 1 ), 1 948 . - Skehan, Bibl 40 ( 1 959), 302-308 . [ oriarty, Reges Tharsis et insularum : VD 26 ( 1 948), 1 72-q6. - Pautrel, Le style de cour et le Psaume LXXII : Mémorial Gelin ( r 96r ), 157-164 ] .

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I5.

Canti cultuali

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denza regale. Il Ps. 20 è una preghiera cantata dal popolo o, meglio, da un coro, in favore del re che parte per la battaglia, mentre il Ps. I 44 ( vv. I - I I ) riporta una supplica del re in persona riferentesi alla medesima circostanza e formulata se­ condo il genere delle lamentazioni individuali, che saranno trattate in seguito. Infine, il Ps. I 8 7 è un canto di ringrazia­ mento, suddiviso in due tempi posti in parallelismo (vv. 2-3 I e 3 2-5 I ), pronunciato dal re nel ritorno vittorioso dalla bat­ taglia. Cosl pensiamo che può essere ricostruito con sufficien­ te precisione l'ambiente d}origine (Sitz im Leben ) di questi salmi regali . Particolare attenzione merita una caratteristica abbastanza diffusa in questi Salmi, dovuti alla pratica cultuale. Nei Ps. 2 , 7-9 ; 20,7 ; 2 I ,5 ; I I O , I -4 ; I 3 2 , I I - I 2 vengono annunciati al re, o almeno si suppone che lo siano, degli oracoli divini che gli assicurano la benevolenza e l'assistenza divina. Per spie­ gare questi passi si deve ricorrere all'intervento di carismatici nel culto israelitico : sembra si tratti di profeti cultuali, che garantivano al re nella cerimonia di intronizzazione la sua adozione divina ( Ps. 2 , 7 ), o gli assicuravano l'aiuto divino in occasione di imprese belliche ed in risposta alle preghiere del popolo o del coro (Ps. 20,7), ed altre cose del genere. Ciò è confermato dalla letteratura babilonese ed assira, ed in parti­ colare dalla preghiera rivolta al dio Nabu dal re Assurbani­ pal 8. Questo testo consiste fondamentalmente in un dialogo tra il re e il dio. Il re suddivide la sua supplica in più doman­ de, a ciascuna delle quali il dio dà il suo responso, promet­ tendo di esaudirlo . La risposta viene introdotta in un caso dalla formula: Così disse Nabu ed in un altro : Rispose un 7· Asensio, Gregorianum 33 ( 1952), 219-260, 566-5 I I . - Cross Jr. e Freedmann, JBL 7 2 ( 1 95 3 ) , 15-34. - Melammed , Sepher Dinaburg ( ebr.) 1 949, pp . 19-30. 8 . AOT, pp. 266-267. - Falkenstein e von Soden, Sumerische und akkadische Hymmen und Gebete, 1953, pp. 292 s., 393 s . ; cfr. AOT, pp . 281-283. - ANET, pp . 449 s. - Similmente in egiziano, cfr. Erman-Ranke, Agypten, 1 92 3 , pp. 467468. [Falkenstein, Sumerische religiose Texte : ZA 49 ( 1950), 8o-150; 50 ( 1 952), 6x9 I ; 52 ( 1 957), 58-75, 2 tavv . ; 55 ( 1 962 ), 1 1 - 6 7 . - Kraus, De babylonischassyris­ che poezie: Forum de Letteren m, N. 4 Leiden ( 1 962 ), 198-2 16. - Lambert ( 1 96 1 ) ( § 2, n. 4), pp . 191-196 ] .

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Parte I : Lo stadio preletterario

soffio di Nabu, suo signore. Certamente i responsi divini ve� nivano dati per mezzo di carismatici, i quali erano in grado di interpretare il soffio di Nabu ; una conferma si trova in un altro caso, nel quale la promessa divina, si dice, proviene at­ traverso la bocca, cioè attraverso la bocca dei· profeti o delle profetesse. È uno dei punti che illustrano più chiaramente lo stretto parallelismo esistente tra la poesia cultuale israelitica e quella babilonese. Noteremo anche in seguito ( § I 5 ,6 ) co� me, nel campo della poesia cultuale, Israele dipenda stretta­ mente dai suoi vicini. Inoltre ci imbatteremo di nuovo negli oracoli divini pronunciati dai profeti cultuali quando parlere­ mo delle lamentazioni sia individuali ( § I 5 ,9 ) che pubbliche ( § I 5 , 7 ) . Sorge anzi il dubbio che tali responsi divini siano stati in un primo tempo riservati al re e, poi, estesi progres­ sivamente fino a costituire una replica alle preghiere di quals1as1 persona p1a. .

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2 . (Canti spirituali' ( Geistliche Lieder, (Spirituals songs' )

Possiamo notare come i canti cultuali dedicati al re si rife� riscano innanzitutto a situazioni ben determinate della vita del monarca e le inseriscano nell'atmosfera tipica della reli­ gione e del culto . In seguito il legame specifico, sia con le si­ tuazioni concrete che con la persona del re, si allenta; al loro posto subentra la figura del Messia 9• Si verifica così una rein­ terpretazione di questi canti dettata dalle mutate condizioni religiose. Simile evoluzione si verifica anche in altri generi cultuali . Staccati dal preciso contesto delle azioni liturgiche singole, tali canti si 'spiritualizzano' : il riferimento alle azio­ ni di culto, come il sacrificio e la danza, inteso originariamen9· Bentzen, Kan ordet 'Messiansk' anvendes om Salmernes Kongeforestillinger? : SEA 1 2 ( 1 947 ) , 3 6-50. - Messias-Moses redivivus-Menschensohn, 1948 ; in ingl.: King and Messiah, 1 9 5 5 . - Colunga, El mesianismo en los salmos regios ; Stud. Anselm. 27/28 ( 19 5 1 ) , 208-230. - ]erusalén, la ciudad del Gran Rey. Exposici6n mesifmica de algunos Salmos ; Est Bful 1 4 ( 1955 ), 255-279. - Coppens, De mes­ siaanse verwachting in bet Psalmboek ( Med. Vlaamse Ac. 17, 1955, Nr. 5 ) . - Mil­ ler Gibt es direkt messianische Psalmen? ( Miscell. Bibl. Ubach, 1 954, pp. 201209 ). - S egula, Messias Rex in Psalmis : VD 32 ( 1 954), 21-33, 77-83, 142- 154· Cfr. Bibl. § 14 e in § 5, n. 59 ; § 15, n. 2 8 ; § 71, n. 47·

§ IJ. Canti cultuali

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te in senso letterale, diviene una semplice metafora da inter� pretarsi in riferimento alla vita spirituale . È tutta la serie de� gli antichi canti cultuali che, nel Giudaismo esilico e postesi� lico, viene 'riletta' ed adoperata in questo modo . Questo spie� ga perché tali composizioni vennero incluse nel Salterio, il quale non deve essere considerato semplicemente - e forse non in primo luogo - come il libro dei canti del Tempio post­ esilico ( § 6 3 , 2 ), ma anche come testo di preghiera in uso presso le sinagoghe. Anzi alcuni Salmi non vennero mai adi� biti nel culto, ma fin dall'origine erano destinati all'uso 'spiri­ tuale' . È, però, difficile dire con certezza - del resto questo esula dalla nostra discussione attuale - se nei singoli casi i Salmi siano stati composti come espressione privata della per­ sonale devozione di qualche pio Israelita o se, invece, fossero destinati dagli autori ad un uso più esteso. Certamente non sono canti cultuali, perché non venivano cantati durante par­ ticolari azioni liturgiche . Essi furono composti per la preghie­ ra sinagogale, esclusivamente o in parte, preghiera che non aveva più il carattere cultuale dell'antica liturgia e che deve essere piuttosto considerata come una riunione di più perso­ ne per l'edificazione reciproca . Così questi canti mantengono la loro indole spirituale anche nella preghiera pubblica, per ché questa aveva un'intonazione marcatamente spirituale. Ma, nonostante la loro origine acultuale, tali composizioni ri­ prendono alcuni elementi, sia di forma che di contenuto, dagli antichi canti cultuali ; per questo la loro analisi contribuisce validamente alla comprensione della natura degli antichi can­ ti . Possiamo disporre dunque di antichi canti cultuali che han­ no una precisa origine in determinate azioni liturgiche e di po­ steriori canti spirituali, derivati da quelli. Ambedue si tro­ vano nel Salterio ed anche fuori . Essi ci danno un quadro molto vivo e preciso dell 'antica poesia cultuale d'Israele e delle sue forme più remote . 3 · Inni

Si tratta di una forma molto diffusa, che va dalle origini di

Parte I: Lo stadio preletterario

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Israele fino all'èra cristiana, pur rimanendo essenzialmente immutata. Evidente è qui la dipendenza di Israele dall'am­ biente circostante 10 • L'Inno è un canto che celebra la gloria e grandezza di Jahvé manifestantesi nella natura e nella storia, particolarmente in quella di Israele. In ebraico viene deno­ minato thilla. Il termine ha nei tempi più recenti un signifi­ cato molto generico e addirittura viene premesso, al plurale, come titolo di tutto il Salterio ; tuttavia in origine doveva in­ dicare solo gli inni od i canti di tipo innico, come suggerisce il suo significato stesso : lode, canto di lode. L'inno attribuito a Miriam in Ex. 1 5 ,2 1 , certamente molto antico, celebra un importante atto salvifico di Jahvé : la distruzione degli Egizia­ ni e la liberazione di Israele presso il Mar Rosso : Cantate a Jahvé, perché Egli ha grandemente esaltato se stesso cavallo e cavaliere ha gettato nel mare.

L'avvento della salvezza cristiana è salutato da inni simili a quelli dell'A.T. ; si tratta del Magnifica! di Maria ( Le. 1 ,46-7. 49-5 5 ) e del Benedictus di Zaccaria (Le. 1 ,68-79 ) 11• Tra que­ sti si trova, per esempio, il canto dei Serafini che richiama in modo evidente un inno che risuonava nel santuario terreno IO. AOT, pp. I2-I8, 241-2,56. - ANET, pp. 365-392. - DOTI, pp. 142·1,50. Albright, The Egyptian Correspondence of Abimilki, Prince of Tyre : JEA 23 ( 1937), 19o-203. - Bohl, Hymnisches und Rhythmisches in den Amarna-Briefen aus Kanaan: ThLBl 3.5 ( 1914), coli. 337-340 ( Op. Min., 1953, pp. 37.5-379, ,5I65 I 7). - Van Dijk, Sumerische Gotterlieder n (AAH 1960, I ), I96o. - Falkenstein, Sumerische religiose Texte : ZA 52 ( 1957), 58-75, 2 tavv. - Sumerische Gotterlie­ der I ( AAH I9J9, I ), 1959. - Falkenstein und von Soden ( § 1,5, n. 8). - Grzegor­ zewski, Elemente vorderorientalischen Hofstils auf kanaaniiischem Boden (Diss. theol. Konigsberg 1937). - Jirku, Kana'aniiische Psalmenfragmente in der voris­ raelitischen Zeit Paliistinas und Syriens: ]BL 52 ( I93 3 ) , I08-I20. - Laess0e, A Prayer to Ba, Shamash, and Marduk, /rom Hama: Iraq I8 ( I9,56), 6o-67, tav. XIV. Mowinckel, Offersang og sangoffer, I95 I , pp. 436-4,53. - O'Callaghan, Echoes of Canaanite Literature in the Psalms: VT 4 ( 19.54), I64-176. - Cfr. Bibl. § 6, n. 3 · [Ullendorfi ( § ,5b), pp. 238-242 ] . I I . Gunkel, Die Lieder in der Kindbeitsgeschichte }esu bei Lukas ( Harnack­ Festgabe, 192 I , PP· 43·6o ). - Lambertz, Spracbliches aus Septuaginta und NT: WZ Leipzig 2 ( 1952/53 ), 79-87. - Vielhauer, Das Benedictus des Zacharias : ZThK 49 ( 1 9,52), 25.5-272. - Winter, Magnifica! and Benedictus-Maccabaean Psalms? : BJRL 3 7 ( 1 954/5.5), 328-347. [Holzmeister, Tria Cantica N.T. : VD 26 ( 1948 ), 356-364 ] . =

-

§

IJ.

Canti cultuali

di Jahvé e che Isaia udl nella sua visione inaugurale (Is. 6 ,3 ) : Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti tutta la terra è piena della sua gloria 12•

Del Salterio citiamo i Ps . 9 8 . r oo . r 5 o, inni che sebbene com­ posti in epoca più recente, e forse recentissima, conservano evidente il richiamo al culto e possono considerarsi come ori­ ginariamente composti per l'uso liturgico. Nei Pss. 9 8 e 1 5 0 vengono menzionati i vari strumenti musicali con i quali si doveva celebrare Jahvé ; ciò significa che questi strumenti ac­ compagnavano o inframezzavano il canto dell'inno. Il Ps . r oo menziona le porte ed i cortili del tempio. D'altra parte, con i Pss. 1 03 13 e 1 04 14 ci troviamo di fronte a composizioni che hanno origine dalla pietà privata di qualche pio Israelita e che solo in un secondo tempo furono usati nel culto . Questo può esser dedotto dalla loro lunghezza che contrasta con la brevi­ tà degli altri inni e dalla sostituzione del plurale con le forme singolari dell'imperativo e del coortativo. Per la forma plu­ rale si vedano i Pss. 9 8 . r oo e 1 5 0 ed Ex. 1 5 , 2 1 : inneggiate, cantate e il coortativo : Cantiamo. Quest'ultimo appare anche nei canti innici cultuali e veniva probabilmente pronunciato dal capo coro oppure era rivolto dai cantori a tutta l'assem­ blea; esso non offre perciò un criterio sicuro di distinzione. In genere, è la particolare forza ed intensità di sentimento che si riscontra nei due salmi ( r o 3 e r 04 ) a farceli ritenere com€ espressione della pietà personale e perciò come canti 12 . Leiser, The Trisagion of Isaiah's Vision : NTS 6 ( 1959/60), 26 r-263 . - Wal­ ker, Tbe Origin of the 'Thrice Holy' ApC 4,8 : NTS 5 ( 1 958/9), 1 3 2 s. [Flusser, Sanktus und Gloria : Festschr. Michel ( 1 963 ), 1 29-152 ] . 1 3 . Parker, Canadian JTh r ( 1 955), 1 9 1-1 96. - Jepsen, KuD 7 ( 1961 ), 261-27 1 . 1 4 . AOT, pp. 1 5 - 1 8 . - ANET, pp. 369 - 3 71 . - DOTT, pp. 142-150. - Dell'Oca, Rev Bibl 22 ( 1 960), 89-92 . - Eissfeldt, FuF 33 ( 1 959), I I 3-117. - Grill, BZ 3 ( 1 959), 102. - Humbert, RHPhR 15 ( 1 935), 1-27 ( Opuscules, 1958, pp. 66-82. - Nagel, Bertholet-Festschr., 1 950, pp. 395-403 . - Van der Voort, RB 58 ( 195 1 ), 321-347· [Driver, The Resurrection of Marine and Terrestrial Creatures : JSSt 7 ( 1 962), 12-22. - Kruse, Archetypus Psalmi CIV: VD 29 ( 1 95 1 ), 3 1 -43 . - Lanczkowski, Bine iudische Ausstrahlung altiigyptischer Glaubensformen. Bemerkungen zur Religion der Kalfitscho : Saeculum 12 ( 1961 ), 131-139 ] . ==

Parte I : L o stadio preletterario

226

spirituali : Anima mia, loda il Signore. Come in questo caso le persone pie si sono servite dello stile innico proprio del culto per esprimere la loro devozione privata, così altrove nell' A.T. ci imbattiamo spesso in un uso puramente lettera­ rio della forma innica. Fra i profeti è il Deuteroisaia che, per presentare al popolo nel modo più impressionante ed incisivo la grandezza e la gloria di Dio, ricorre di preferenza a questa forma . Egli include nel suo libro delle intere composizioni inniche ( 4 2 , 1 0- 1 2 15 ; 44, 2 3 ; 5 2 ,9- r o ) e spesso si serve di va­ ri motivi innici. Talvolta fa pronunciare a Jahvé stesso le lo­ di della propria grandezza e gloria - che negli inni sono rife­ rite a Lui - come ad esempio in 4 4 , 2 4-2 8 : Io sono ]ahvé, che ha creato tutte le cose, che ha spiegato da solo i cieli che ha consolidato la terra. - Chi mi ha aiutato? (I o sono) colui che rende vani i presagi dei bugiardi e rende folli gli indovini . . .

Abbiamo riscontrato già questo modo particolare di dire po­ sto in bocca a Jahvé nelle teofanie ( cfr. § 9 , I in fine ), ma è giusto chiederci se nel Deuteroisaia - composto, si pensa, du­ rante l'esilio babilonese - si possa parlare di un influsso da parte degli inni babilonesi. In tal caso l'assumere le descri­ zioni, che gli dèi babilonesi facevano di se stessi e come tali erano considerate da quel popolo e porle in bocca al proprio DJo, significava rivendicare la grandezza unica di Jahvé da­ vanti al quale non c'era altro dio . Fra gli altri libri dell'A.T . , o della sua appendice, ci sono particolarmente Giobbe ( § 6 4 , 3 ) e Gesù ben Sira. Quest'ultimo ha una particolare predile­ zione per gli inni : 3 9 , 1 46-3 5 ; 4 2 , 1 5-43 , 3 3 sono composizio­ ni inniche di considerevole ampiezza, mentre 4 5 , 2 6 e 5 o , 2 2 , pur sempre inni, non superano in lunghezza Ex . I 5 ,2 r . Inol­ tre spesso ricorrono nel libro motivi innici, per esempio in I O , I 4 I 7 e 1 8 , 1 -7 . La struttura dell'inno è molto semplice. L'introduzione , cui abbiamo già accennato, può essere all'imperativo ( Ps. 9 8 , -

15.

Morgenstern, Isaiah 42,I0-13 (Pyatt Memoria! Vol. , 1 95 3 , p p. 27-38 ).

§

IJ.

Can ti cultuali

227

r ; 1 oo , r ; I 5 o , r -5 ) , allo iussivo ( Ps. 1 4 8 , 1 3 ), o al coortativo ( Ps. 9 5 , 1 - 2 ) 16, e contiene degli appelli ad innalzare la lode a Jahvé . Segue la parte più importante, o corpo, nella quale vengono elencati gli attributi o gli atti di Jahvé meritevoli di lode ; questa parte è legata quasi sempre con l'introduzione dalla congiunzione kz, poiché, per indicare che essa costitui­ sce la motivazione della lode ( Ex. r 5 ,2 r ; Ps. 9 8 , r . 9 ) . Questa motivazione può anche ricorrere ai participi (Ps. 1 03 , 3 -6 ), al­ le proposizioni relative ( Ps. 8 ,2b) 17, o addirittura a proposi­ zioni principali (Ex. 1 5 ,2 1 ; Ps. 1 04,5-6 ) . Talvolta viene in­ terrotta una ( Ps. 9 8 ,4-8 ) o più volte (Ps . 1 4 7 , 1 . 7 ) con la ri­ petizione dell'invito a lodare Jahvé. Il Salmo risulta, in tal caso, diviso in due o più parti, il cui legame o movimento vie­ ne ad essere particolarmente accentuato s e , alla fine, è ripetu­ to l 'invito a mo' di riepilogo di tutta la composizione (Ps. 1 0 3 , 2 2 ; 1 04,3 5 ) . Si dà il caso, tuttavia, che l'introduzione abbracci tutto il poema ed assurga pertanto alla dignità di inno essa sola . Nel Ps . 1 4 8 , su 1 4 versetti solo tre o quattro al massimo ( 5b-6 . r 3b- r 4 ) costituiscono il corpo dell'inno , mentre il resto è una semplice introduzione . Il Ps . 1 5 0 è co­ stituito solo da elementi introduttori. Tuttavia ambedue de­ vono considerarsi come inni nel vero senso del termine. lvi la descrizione di Jahvé appare solo di riflesso : sono il numero e l'importanza degli esseri che vengono invitati ad esaltare Jah­ vé nel Ps . 1 4 8 e la varietà degli strumenti chiamati ad ac­ compagnare la lode nel Ps . 1 5 0 che rivelano la maestà e la grandezza del Dio, al quale si riferisce l'inno . Abbiamo già notato che l'inno era in origine un canto cul­ tuale . Noi, però, non siamo attualmente in grado di determi­ nare con esattezza quale posto fosse loro assegnato nel culto, probabilmente perché non venivano cantati in un solo mo-

16. Schilling, Bibel und Leben 2 ( 1 96 r ), I05· I 2o. [ Kremer, Kommet, lasset uns ;auchzen dem Herrn! Anregungen zur Meditation iiber Psalm XCV (XCIV) : Bibel und Leben 3 ( 1 962), 1 3 1-137 ] . 1 7 . Altheim, Zarathustra und Alexander, 1 9 6 0 , pp. 2 0 s . , sottolinea che l'uso del­ le proposizioni relative e participiali è caratteristico del discorso religioso come può essere visto in molti casi comprese le Gatha di Zoroastro.

228

Parte I : Lo stadio preletterario

mento, ma in diverse occasioni . Amos 5 , 2 3 pone il canto ed il suono dell'arpa subito dopo i sacrifici ; ciò significa che l'atto sacrificale era accompagnato da canti che certamente com­ prendevano anche degli inni ( cfr. 2 Par. 2 3 , I 8 ; 2 9 ,2 7 ); il che è perfettamente logico ed intuibile anche a prescindere dalla esplicita testimonianza citata. C'erano inoltre altre occasioni adatte agli inni, anch'esse esplicitamente indicate . 2 Sam. 6 ,5 seguendo un testo corretto sulla base di I Pa r. I 3 ,8 dice che, quando l'arca veniva sollevata, David e tutta la casa d'I­ sraele danzavano davanti ad essa con tutte le loro forze, con canti e lire ed arpe Fra questi canti devono esser inclusi gli inni, e benché nessuna di tali composizioni ci sia rimasta, l'ul­ tima parte ( vv. 7- I o ) 18 del Ps. 2 4 sembra contenga l'inno che venne cantato nel momento in cui l'arca, portata processional­ mente fino a Gerusalemme, raggiunse la porta della città di David. Si noti che nel suo complesso il Salmo è di composi­ zione recente, con una introduzione innica ( vv. I-2 ) ed una liturgia della Tora ( § 9 , 7 ) come parte centrale (vv.3-6 ) . Altre circostanze cultuali, che richiedevano l'uso dell'in­ no, sono indicate da Ex. 3 2 , I 8 e Is. 30,29 . Se si vuole, si può aggiungere il passo di Neem . I 2 ,2 7-43 , chiedendo venia per l'accostamento di un testo così tardo con gli altri che si rife­ riscono ai primi tempi della storia d'Israele. In quest'ultimo passo ci viene descritta la festa dell'inaugurazione delle mura celebrata con canti 19 e suono di strumenti. Riincontriamo qui i cori che eseguivano il canto . Sull'importanza e la funzione dei cantori del tempio nel tempo post-esilico parlano con una certa ampiezza anche le Cronache ed i Salmi. Sfortunatamente le nostre fonti niente ci dicono sul periodo pre-esilico. Dobbiamo pertanto accon­ tentarci di arguire da considerazioni di ordine generale e dal­ l'analogia - p . es . - con i cantori, uomini e donne, del palaz-

-

. . .

18. Eissfeldt, WdO n ( 1 954/59), 480-483. - Podechard, Memoria! Lagrange , 1 940, pp. 143-146. - Rolf Rendtorfl, Festschr. Heinrich Rendtorff, 1958, pp. I 2 I ­ I 29. - Slotki, JBL 5 1 ( 1 932), 214-226. Smart, JBL 5 2 ( 1933), 1 75-r8o. - Tre­ ves, VT 10 ( 196o), 428-434. -

19.

Lohmann (v. § 43, n. 76 ),

p.

40 .

§

I 5·

Canti cultuali

229

zo reale ( § I 4 , 1 ) , che anche in tale periodo il canto cultuale sia stato eseguito da cori 20• Ma forse possiamo fornire qual­ che ulteriore precisazione. I Par. 2 5 , I - 3 , parlando dell'orga­ nizzazione dei cantori del tempio compiuta da David, designa l 'attività di tali persone, discendenti da Asaf, Heman e Jedu­ tun, col termine nibba' che altrove indica il discorso profetico ed in genere la proclamazione profetica 21 • Ciò conforta l'opi­ nione, peraltro fondata anche su altri argomenti, secondo la quale i cantori post-esilici - ad essi, infatti, si riferiscono per la maggior parte le disposizioni che I Par. 2 5 attribuisce a David ( § 7 2 ,4 ) - subentrarono al posto degli antichi profeti cultuali, ai quali abbiamo dedicato una certa attenzione nel­ le pagine precedenti ( § 1 5 , 1 ) . Questa prova che il canto cul­ tuale era curato nell'epoca preesilica dai profeti cultuali . Fra i canti loro affidati un posto di primaria importanza doveva­ no occupare, per la natura stessa delle cose, gli inni ; non man­ cano gli indizi che mostrano come gli inni - o almeno parte di essi - venissero eseguiti con la partecipazione di più cori e la ripetizione di ritornelli (Ps. 6 8 , 2 7 22 ; 1 3 5 , I 9-20 ) 23• 20. Vedi Albright, Archaeology and the Religion of Israel, 21 946 ( l 1 953 ), pp. I 26u8, 210. - Die Religion Israels im Lichte der archiiologischen Ausgrabungen, 19,:56, pp. 140-144, 234 S . 2 1 . Johnson, Tb e Cultic Prophet in Ancient Israel, 21962, pp. 69-72. 22. Aistleitner, BZ 1 9 ( 1 93 1 ), 29-4 1 . - Albright, HUCA 23, I ( I9J I ), 1-39. NTT 56 ( I9JJ ), r-12. - Eerdmans, ET 46 ( 1 934/3.5 ), r69-172. - Ericiso, Est Bibl n ( 19.52), 127-1.55. - Fensham, JNESt 1 9 ( 1 960 ), 292-293 . - Haupt, AJSL 23 ( r9o6/o7 ), 22o-240. - Iwry, JBL 71 ( 1 952), r6r-r65 . - Kaminka, REJ 55 ( 1 908 ), 146-148 . - Mowinckel, Der achtundsechzigste Psalm, 1953 . - Podechard, RB 54 ( 1947 ), J02-J20. - Tournay, RB 5 1 ( 1 942), 227-245 . - Weil, RES ( 1 935), 1 , pp. III-XVI. - RHR, I I 7 ( 1938), 75-89. [Grill, Der Berg Salmon Ps. LXVIII, 15: ThZ 17 ( r 96r ), 432-434. - Guillaume, A Note on Psalm LXVIII, 5: JThSt 13 ( 1962 ), 322 s. ] . 23. I n aggiunta ai Salmi discussi ed a quelli che saranno citati in seguito (canti d'ingresso ), devono essere inclusi fra gli inni anche i seguenti: 8 (de Boer, OTS 2 ( 1 943 ), 171-193. - Kruse, JSSt 5 ( 1 960), 343-347. - Louis, The Theology of Psalm VIII, 1 946. - Morgenstern, HUCA 19 ( 1 945/46), 491-523. - Mowinckel, Studia Or. loanni Pedersen, 1953, pp. 250-262 . - Stamm, ThZ 1 3 ( 1 9.57 ), 470478 ). 19 (Diirr, Sellin-Festschr., 1927, pp. 37-48. - Morgenstern, HUCA 19 ( 1945/ 46 ), 49 1-523 · - Tournay, Notscher-Festschr. , 1 950, pp. 271 -274. - Tur-Sinai, ArOr 17, II ( 1 949), 41 9-433 . - Weippert, ZAW 73 ( r 96r ), 97-99). 29 (Caquot, Syria 33 ( 19.56), 36-41 . - Cross, BASOR 1 1 7 ( 1 9.50), 1 9-2 1 . - Fiillerton, JBL 48 ( 1 929),

230 4.

Parte I: Lo stadio preletterario

Canti di intronizzazione ( Thronbesteigunslieder, Accession songs )

Un'attenzione particolare va riservata al gruppo di inni che si sogliono definire canti di intronizzazione. Questa denomi­ nazione è dovuta al fatto che queste composizioni intendono 274-290. - Gaster, JQR 37 ( 1 946/ 1947 ), 55-65 . - Ginsberg, Atti del XIX Congr. Or., 193 8, pp. 472-476 . - Gualandi, Bibl 39 ( 1 958 ), 478-485 . - Vogt, Bibl 41 ( 1 96o ), 1 7-24 ). 33 (Deissle r, Mél. Bibl. Robert, 1957, pp. 225-233). 36 ( Le Mat, Textual Criticism and Exegesis of Psalm XXXVI, 195 7 ). 46 (Eissfeldt, ThBI I ( 1 922), coli. 54-59. - Gaster, ET 71 ( 1 959/6o), 287. - Hans Schmid t , Luther­ Jahrbuch, 19 2 6, pp. 98-u9). 48 (Dahood, CBQ r6 ( 1 954), 15-1 9 . - Deissler, BETh xn ( 1959), 495-503 . - Krinetzki, BZ 4 ( r 96o), 70-97. - Morgenstern, HUCA r 6 ( 1 94 1 ); 1-95). 65 67 76 (Eissfeldt, ThLZ 82 ( 1 957), coli. 8ox -8o8. - Kroeze, Ge­ nesis Veertien, 1 9 3 7, pp . 203-205. - Talmon, IEJ ro ( 1 960), 1 74-18o). 84 (Grol­ lenberg, VT 9 ( 1 959), 3 I I s. - Tournay, RB 54 ( 1947 ), 52 1-533 ). 87 ( Kaminka, RE] 55 ( r 9o8 ), 1 46-148 ). 105 (Brinktrine, ZAW 64 ( 1 952) , 251-258 ). 1 1 1 (Holm­ Nielsen, StTh 14 ( r96o ), 3 5 - 37 ) . I I J I I 4 I I 7 136 145 (Holm-Nielsen, StTh 1 4 ( r 96o ), 35-37 . - Liebreich, HUCA 27 ( 1 956), 1 8 1 - 1 9 2 ) . 146 147 149 ( Gunkel, Orient. Stud. Pau! Haupt, 1926, pp. 47-57 ). [8,19 .29 (Deissler, Zur Datierung und Situierung der 'kosmischen' Hymnen Pss. VII, XI X, XXIX : Junker-Festschr. ( 196 1 ), 4 7 - 5 8 ) � 8 (Cazelles, Note sur le Psau­ me VIII : Hommage à Mgr. Weber ( 1 962 ), 79-9 1 . - Hempel, Mensch und Konig. Studie ::.u Psalm VIII und Hiob : FuF 35 ( r 96r ), I I 9-1 23 ). 19 ( Eisler , Jahves Hochzeit mit der Sonne. Ein Neumonds- und Huttenfestlied Davids aus dem sa­ lomonischen Buch der Lieder (Zu Psalm XIX, 2-7 und I Kon. VIII, I2 f. [53 LXX) : MVAG 22 ( 1 917), 2 1 -70. - Budde, Psalm XIX, 2-7, ']ahves Hochzeit mit der Sonne?': OLZ 22 ( 1 919), coli. 257-266. - Eisler, Nochmals ::.um neunzehnten Psalm : JSOR I I ( 1 927), 21-46. - Szekeres, Is Psalm XIX een natuurpsalm? : Ve­ ritatem in caritate ( 1 962 ), 47-64 ). 29 (Cazelies, Une relecture du psaume XXIX : Mémorial Gelin ( 1961 ), I I 9-128. - Pax, Studien zur Theologie von Psalm XXIX : BZ 6 ( 1 962), 93-1 00. - Ridderbos, Enkele aspecten van Psalm XXIX : GThT 6o ( 1 96o), 64-69. - Rivera, Anotationes al Salmo XXIX: Rev Bibl 23 ( r 96 1 ) , 9-14. ­ Werner Schmidt, Konigtum Gottes in Ugarit und Israel (BZAW 8o, 1961 ), pp. 46-49 ). 46 ( Junker, Der Strom, dessen Arme die Stadt Gottes erfreuen (Ps. XLVI, 5) : Bibl 43 ( 1 962), 1 97-201 . - Krinetzki, Der anthologische Stil des XLVI. Psalms und seine Bedeutung fur die Datierungsfrage : Miinchener ThZ 12 ( r 961 ), 52-7 1 . - ']ahwe ist uns Zuflucht und Wehr.' Bine stilistisch-theologische Ausle­ gung von Psalm XLVI (XLV) : Bibel und Lebèn 3 ( 1 962 ), 26-42. - Kruse, Flu· minis impetus laetificat Civitatem Dei: VD 27 ( 1 949 ), 23-27 . - Weiss, Wege der neuen Dichtungswissenschaft in ihrer Anwendung auf die Psalmen forschung ( .Me­ thodologische Bemerkungen, dargelegt am Beispiel von Ps. XLVI) : Bibl 42 ( 1961 ), 255-302 ). 65 ( \Viesmann, Zu Ps. LXV (LXIV) , v. IO-I4 : BZ 23 ( 1 935 /36), 242243 ) . 67 (Jefferson, The Date of Psalm LXVI I: VT 12 ( 1 962 ), 201 -20 5 ). 76 { Montagnini, llluminans tu mirabiliter a montibus aeternis : VD 40 ( 1 962), 2582 S 3 ) . 87 ( Schmuttermayr, Um Psalm LXXXVII (LXXXVI), 5: BZ 7 ( 1 963 ), 1 04-I IO) .

§ IJ. Canti cultuali

celebrare l'inizio del governo regale di Jahvé, o comunque il 25 27 fatto della sua regali tà 24 • Sono i Pss . , fra altri, 4 7 , 9 3 26, 9 6 , 9 7 , 9 8 , 9 9 · Negli ultimi cinquant'anni questi canti sono stati spesso posti in rapporto con un rito speciale, che, però, non viene indicato in modo uniforme dai vari studiosi. Volz, Mo­ winckel, Hans Schmidt e molti altri, pur differenziandosi con­ siderevolmente fra loro, parlano della festa di intronizzazione di Jahvé, che doveva coincidere con la festa autunnale del­ l'anno nuovo . Essi pensano che tale festa fosse celebrata an­ nualmente nel tempio di Gerusalemme, con certezza negli ul­ timi tempi della monarchia e probabilmente anche prima . Il Weiser si avvicina a questa teoria, ma propende a credere che il contenuto di tale festività fosse incentrato nella rinnova­ zione dell'alleanza che Jahvé aveva un tempo stretto col suo popolo ; egli la chiama perciò festa di rinnovazione dell'al­ leanza. L'attribuzione dei canti di intronizzazione al periodo pre-esilico è lecita o almeno possibile a patto che si dimostri ugualmente pre-esilica la festa che si suppone li abbia origi­ nati. Rimane sempre, però, aperta la possibilità, come affer­ ma il Kraus , che questi canti siano stati composti solo in epo­ ca postesilica. Secondo quest'ultimo autore, infatti, il rito al quale appertengono questi Salmi è sì quello della festa di in­ tronizzazione; ma questa ebbe origine in epoca postesi1ica quando, sotto l'influsso del messaggio del Deuteroisaia ed in 2 particolare del suo grido di gioia rivolto a Sion in 5 2 ,7- r o 7 bis : Il tuo Dio regna , l'antica festa di Sion commemorante l'ele­ zione di Sion e di David fu sostituita da un 'altra che celebra24. Ludwig Koehler, Jahwah miilàk : VT 3 ( 1 953), 188 s. - Ridderbos, ]ahwah Malak : VT 4 ( 1954) , 87 - 89. [ Kapelrud, Nochmals Jahwa miiliik : VT 1 3 ( 1963 ), 229-23 1 . - Lipinski, Yàhweh malàk : Bibl 44 ( 1 963 ), 405-460 ] . 25. Beaucamp, Bibl 38 ( 1 957), 457-460. - Burrows, ZAW 5 5 ( 1 937), 1 7 6. - Ca­ quot , RHR 39 ( 1 959), 3 1 1-337 · - Mu ilenburg, JBL 63 ( 1 944 ), 235-256. - Rat­ schow, ZAW 53 ( 1 93.5 ), qr-180. 26. Jefferson, JBL 71 ( 1952), 155-r6o. 27 . Tou rnay, RB 54 ( 1 947 ), 533-.54 2 . - Caquot, Syria 33 ( 1 9.56), 36-4 1 . 27 bi s . Fichtner, ]esLII, 7-Io, in der christlichen Verkiindigung : Rudolph-Festschr. ( 1 961 ), .5 1 -66.

23 2

Parte I: Lo stadio preletterario

va l'intronizzazione del re celeste J ahvé in luogo di un re terreno. Se riuscissimo a stabilire con esattezza a quale festa parti­ colare appartengono questi Salmi, avremmo fatto un grande progresso . Ma la comprensione di essi non dipende necessa­ riamente dal loro legame con un rito che, in mancanza di at­ testazioni esplicite, deve essere semplicemente ipotizzato . L'enfasi particolare, con la quale viene esaltato il governo re­ gale di Jahvé e che costituisce l'elemento distintivo di questi Salmi ( 47 , 3 . 7-9 ; 8 3 , 1 -2 ; 96 , 1 0 ; 9 7 , 1 ; 9 8 , 6 ; 9 9 , 1 ), deve es­ sere spiegata piuttosto come una ripresa in chiave metaforica del concetto di Jahvé re attestato altrove in epoca preceden­ te 28, pur concedendo che in questo processo abbia influito co­ me modello la cerimonia di intronizzazione del re terreno 29• Degno di nota è che questi canti sono spesso dominati da una visione escatologica ( 9 6 , 1 3 ; 9 8 , 9 ) ; il governo regale di Jahvé, del quale ora si può scorgere solo qualche piccolo barlume, si manifesterà un giorno visibilmente in tutto il suo splendore al mondo intero . Questa era la certezza che animava la co­ munità in preghiera . 5 . Il ( verdetto del giudice' ( Gerichtsrede, Sentence of judgement) Dobbiamo riferirei ora ad un altro genere di canti che, pur appartenendo nella forma al «verdetto del giudice » ( § 1 0 ) e non agli inni, va ricollegato con questi ultimi in quanto in­ tende esaltare la potenza e la gloria di Jahvé. Peculiare a que28. Alt, Gedanken uber das Konigtum iahwes (Kl. Schr.

r,

1953, pp. 345-35 7 ).

29. BOhl, Nieuw;iaarsfeest en Koningsdag in Babylon en in lsrael, 1927 ( = Op. Min., 1953, pp. 26 3 -2 8 1 , 502-504). - Bright, The Kingdom of God, 1953 ( 1 956). ­

Eissfeldt, ]ahwe als Konig : ZAW 46 ( 1 928), 8 r-ro5 . - Gross, LiiPt sich in den Psalmen ein 'Thronbesteigungsfest Gottes' nachweisen? : Trierer ThZ 65 ( 1956), 24-40. - Miche!, Studien zu den sogenannten Thronbesteigungspsalmen : VT 6 ( 1 95 6 ), 4o-68. - Pap, Das israelitische Neuiahrsfest (Diss . Theol Utrecht), 1933. - Snaith, The ]ewish New Year Festival, 1947. - Widengren (v. § 5, n . 59). Cfr. Bibl. § 5, n. 5 9 ; § 15, n. r . [ Eissfeldt, Z AW 4 6 ( 1928), 81 -105 = Kl. Sebr. I ( 1962 ), 1 72- 193 ] .

§

IJ.

Canti cultuali

233

sti Salmi è che gli attributi divini vengono posti in risalto mettendo in confronto Jahvé con gli altri dèi, in una specie di competizione dalla quale il Dio d'Israele esce vittorioso . Molti sono gli indizi nell'A.T. che ci inducono a ritenere che molti dovevano essere i canti di questo tipo . Is. 4 1 , 2 1 - 2 8 30 appartiene ad essi ; ivi Jahvé invita ironicamente gli altri dèi a fare delle predizioni di avvenimenti paragonabili a quella che Egli aveva fatto sul successo vittorioso di Ciro . Anche il Ps. 5 8 31 si apre col rimprovero agli dèi - nel v. 2 va letto con certezza J èli m, dèi, a posto di ele m, mutismo per aver favo­ rito l'ingiustizia e la violenza in luogo della giustizia . Il Ps. 8 2 32 , tuttavia, è interamente occupato dalla descrizione di Jahvé che in qualità di El, divinità suprema, accusa gli altri dèi nell'�ssemblea celeste di trascurare la giustizia; per que­ sto , egli dichiara, essi non sono per niente esseri divini, ma mortali come i semplici uomini. L'affermazione finale procla­ ma Jahvé signore di tutti i popoli . Il riconoscimento di El co­ me divinità suprema, sebbene debba intendersi chiaramente come una figura poetico-mitologica e non come derivante dal­ la prassi cultuale, è sicuro indizio della grande antichità del Salmo. Può esser addirittura ascritto a David stesso o al suo ambiente. Vi si può scorgere allora un aspetto del caratteristi­ co conflitto spirituale, che si accompagnava a quello militare, col quale ci si sforzava di giustificare sul piano ideologico l'in­ corporazione nella nazione israelitica dei popoli vinti : era Jahvé stesso che vinceva gli dèi degli altri popoli. Questo è utile anche per capire meglio certi aspetti dei canti di intro­ nizzazione ( § 1 5 ,4 ) e dei Pss. 9 1 e 1 2 1 ( § r 6 ), che probabil­ mente devono considerarsi come 'Salmi di conversione' . Alla J

-

30. McEleney, The Translation of Isaias 4I,27 : CBQ 19 ( 1 957 ), 441·443 · - Whi­ tley, A Note on Isa. XLI. 2] : JSSt 2 ( 1 957), 327 s. 3 1 . Dahood, CBQ 1 7 ( 1 955), 300 -30 3 . - Gr i ll , ThPQ 107 ( 1 959), 1 33-134. 32. Eissfeldt, JSSt I ( 1 956), 29 s. - Gordon, JBL 54 ( 1 935 ), 139-154. - Ludwig Koehler, Kirchenbote Schaffhausen , Miirz 1954, p. 2. - Morgenstern, HUCA 14 ( 1 939), 29-126. - O'Callaghan, çBQ 1 5 ( 1953), 3I I·3 14. - Podechard, Mémorial Chaine, 1 950, pp. 291-296. - Schmidt, BZAW 8o ( 1 961 ), 32-34. - Wright, The OT against its Environment, 1 950, pp. 30-41. [ Gonzales, Le Psaume LXXXII : VT 1 3 ( 1 963), 293-309 ] .

234

Parte I: Lo stadio preletterarìo

vittoria di J ahvé sugli altri dèi nel cielo , deve corrispondere sulla terra l'accettazione del culto di Jahvé. 6 . Suppliche nazionali * ( Volksklagelieder, National laments ) Fra i canti cultuali dell'A.T. occupano un posto rilevante, sia dentro che fuori · il Salterio, i canti di lamentazione o sup­ plica. Fra questi, alcuni riflettono le necessità di tutta la co­ munità, città o popolo ; ma talvolta, come ad esempio nel Ps. 77 33 , non è facile decidere se la supplica sia a carattere indi­ viduale o pubblico. Più numerosi sono i Salmi che trattano delle necessità individuali . Per primi verranno discussi i can­ ti collettivi o nazionali di supplica. A differenza delle suppliche individuali, quelle collettive rivelano chiaramente r ambiente nel quale sono sorte e man­ tengono evidente il loro legame con un contesto cultuale ben preciso. I libri storici e profetici ci parlano spesso dei giorni di digiuno e penitenza indetti di volta in volta in occasione di qualche particolare calamità. La preghiera di r Reg. 8 , 2 3 5 3 , pronunciata da Salomone nella dedicazione del tempio, nei vv. 3 3 -40 parla di questa prassi liturgica ed enumera tutta una serie di casi, nei quali sarebbero stati indetti tali giorni di penitenza e supplica . Tale usanza è presupposta in I Reg. 2 1 ,9- 1 2 - episodio della vigna di Naboth -, mentre Ier. 3 6 , r - r o , che serve di premessa alla narrazione della sorte del primo rotolo di Geremia, dimostra che era possibile conosce­ re con certezza quando in un prossimo futuro sarebbe stato in­ detto un giorno di digiuno ; le circostanze allora erano politi­ camente assai critiche e l'equilibrio politico internazionale sta­ va radicalmente mutandosi, il che avrebbe avuto delle conse­ guenze incalcolabili per la sorte di Giuda . Il libro di Gioele * Trattandosi di preghiere si è preferito il termine 'supplica' a quello più let­ terale di 'lamentazione'. (n.d.tr.) 33· Dell'Oca, RevBibl 22 ( 1 960), 89-92. - Goy, Hommage à W. Viscber, 1 960, pp. 56-62. - Grill, BZ 3 ( 1 959 ), 102. - Weiser, ThLZ 72 ( 1 947 ), coll. 1 3 3- 1 40 ( Ausg. Schr., 1 96 1 , pp. 280-290 ). [Jefferson, Psalm LXXVII : VT 13 ( r 963 ), 87-9 1 ] . =

§

15.

Canti cultuali

235

ci dà una descrizione molto vivace e p articolareggiata del mo­ do con il quale si svolgevano queste cerimonie nelle quali un posto di rilievo era riservato alla preghiera ed al canto . I pri­ mi due capitoli riferiscono sul disastro provocato dalla piaga delle locuste : in I , I 3 - I 4 i sacerdoti sono esortati ad elevare suppliche, a passare tutta la notte nelle vesti di penitenza e ad invitare tutti gli abitanti nel tempio per una cerimonia pe­ nitenziale ; in 2 , I 2- I 7 l'invito a partecipare al giorno di peni­ tenza è ripetuto con enfasi, mentre nel v . I 7 si cita una pre­ ghiera recitata dai sacerdoti con l'indicazione esatta del luo­ go della recitazione : fra il vestibolo e l'altare ( cfr . anche Iud. 4 , 9- I 5 ) . È in tali occasioni che venivano recitate le suppliche nazionali e c'è una strettissima analogia tra i canti di questo genere e la preghiera dei sacerdoti riferita da Gioele 2 , I 734 . 3 3 biS , Alcuni di questi canti si trovano nel Salterio : Pss. 4 4 74 , 3 79 5 , 8o 36, 8 3 , 89 37• Il posto centrale in questi Salmi è sempre 33 bis . Kobert, Ibn at-Taiyib's Erklarung von Psalm XLIV: Bibl 4 3 ( 1 962 ),

338-348 . 34· Eliash, JPOS 5 ( 1 925), 55-57· - Gaster, ET 68 ( 1 956/57), 382. - Liebschi.itz, AJSL 40 ( 1 92 3 /4), 284-287 ; 41 ( 1 924/5 ), 279. - Willesen, VT 2 ( 1952 ), 289-306 . [ Emerton, Notes on Three Passages in Psalms Book III : JThSt 14 ( 1 963), 3743 8 1 , v. pp . 3 74-3 77 : I Ps . 74,5 ; pp. 3 77- 380 : 2 Ps . 74, n ] . 35· Glombitza, NThT 14 ( r 96o ), 329-349 .

[ Glombitza, Betende Bewiiltigung der Gottesleugnung. Versuch einer existentia­ len Interpretation der drei Psalmen LXXIX, XCIV, CXXXVII NThT 14 ( 1 960), 329-349 ] . 36. Eissfeldt, Alt-Festschr. , 1953, pp. 65-78. - Heinemann, JQR 40 ( 1949/5o), 297-302 . - Roiffer, Tarbiz 29 ( 1959/6o), I I 3- 1 24, I-II. [Eissfeldt, Ps. LXXX und Ps. LXXXIX: WdO m, r ( 1963 ), 27-3 1 ] . 37· Ahlstrom, Psalm 89. Eine Liturgie aus dem Ritual des leidenden Konigs ( Diss. theol. Uppsala), 1959· - Baumstark, Or Chr 3 1 ( 1 934), r - 1 2 . - Eissfeldt, Muilenburg-Festschr. , 1962, pp. 1 96-207 . - Hofbauer, BEThL XII ( 1 959), 504510. - Johnson, Sacra! Kingship, 1955, pp. 22-27, 97-104.

[ Dequeker, Les qedosim du Ps. LXXXIX à la lumière des croyances sémitiques: EThL 39 ( 1 963), 469-84. - Eissfeldt, Ps. LXXX und Ps. LXXXIX: WdO m, r ( 1 963 ), 27-3 1 . - Mowan, Quatuor Montes Sacri in Ps. LXXXIX, 13? : VD 41 ( 1 963 ), r r-20. - Notscher, Zum emphatischen Lamed: VT 3 ( 1 953 ), 372-380, cfr. p. 3 79 : Ps. 89,1 9 · · · : «Denn fi.irwahr Jahwe ( LJHWH ) ist unser Schild und der Hei­ lige I sraels w•liqdos uns.er Konig». - Sarna, Ps. LXXXIX: A Study in Inner Bi­ blica/ Exegesis : Biblica} and Other Studies ed. Altmann ( 1 963 ), 29-46. - Ward, The Literary Form and Liturgica/ Background of Psalm LXXXIX: VT r r ( r g6r ), 32 1-339. - Van der Woude, Zwei alte cruces im Psalter: Ps. XXXII, 6 und Ps. LXXXIX, 20: OTS 13 ( 1 963 ), 1 30-136 ] .

Parte I: Lo stadio preletterario

occupato dal lamento accorato per l'ignominiosa umiliazione inferta ad Israele dai nemici ( 44 , I 0- 1 7.2 0 . 2 6 ), accompagna­ to da un'ardente invocazione di aiuto ( 44, 24-25 . 2 7 ) . A que­ sto, s'aggiungono il richiamo dei benefici che Jahvé aveva elargito in passato al popolo ( 44,2-4 ) , la professione di fidu­ cia, che anima ancora il popolo, nella volontà di Jahvé e nel­ la sua capacità di portare aiuto nonostante la situazione di­ sperata ( 44,5-9 ), la protesta della propria innocenza ( 44 , 1 81 9 . 2 1 -2 2 ) e la dichiarazione secondo la quale la persecuzione era motivata unicamente dalla fedeltà dimostrata dai suppli­ canti verso Jahvé ( 44 , 2 3 ). A questi elementi che ricorrono comunemente nelle suppliche, si aggiungono altri : nel Ps. 7 9 , I 3 il voto di ringraziamento per quando sarà esaudita la pre­ ghiera ; nel Ps. 6o alla lamentazione dei vv. 3 7 segue, come ri­ sposta, un oracolo divino (vv. 8 - r o ), esplicitamente introdot­ to come tale, nel quale si assicura che Jahvé, e perciò Israele, è il padrone di Canaan e delle terre vicine e che Egli prenderà possesso di questo regno. Questa promessa ci porta molto vi­ cini ai detti divini che si trovano in molti canti regali ( § I 5 , I ) ; come questi essa è dovuta senza alcun dubbio agli oracoli proferiti dai profeti cultuali, sebbene ammettiamo la possibi­ lità che questo sia un plagio dell'antica prassi e perciò un fat­ to puramente letterario, essendo essa completamente scom­ parsa all'epoca del canto. Per quanto riguarda i canti collettivi di supplica del Salte­ rio, molti indizi ci fanno pensare che, almeno in parte, essi abbiano un'origine postesilica . Sembra - siamo sempre nel regno dell'opinabile - che una o due almeno di queste suppli­ che collettive siano state composte addirittura nell'epoca maccabaica 38• Pur ammettendo ciò possiamo sempre dimo­ strare qui come in altri casi, che il genere è molto più antico, potendosi ricondurre molto avanti nel periodo preesilico . Pre­ scindendo dal Ps . Bo che quasi certamente appartiene alla se­ conda metà dell'ottavo secolo a.C. ( v . sopra n . 3 6 ), si possono portare diversi argomenti a favore di questa antichità. In3s. Cfr. Ackroyd, The Problem of Maccabaean Psalms (Disi Cambridge, 1 945 ) . Cfr. VT 3 ( 1 953 ) , I I 3-1 32 .

§

15.

Canti cultuali

237

nanzitutto i canti di lamentazione esistevano già presso i Ba­ bilonesi 39 e possiamo presumere che essi, attraverso la media­ zione dei Cananei, abbiano fatto sentire la propria influenza su Israele, in questo campo come in tanti altri, non molto tempo dopo l'occupazione israelitica della terra. In secondo luogo, negli scritti dei profeti - e già in Osea - appaiono con una certa frequenza dei brani che sono strettamente imparen­ tati con le suppliche nazionali sia nella forma che nel conte­ nuto ; ciò significa che ci troviamo di fronte a delle imitazioni, fatte dai profeti, di un genere già esistente. Possiamo citare in proposito Os. 6 , r -6 40; 1 4 ,3-9 ; Ier. 3 , 2 2b-4 , 2 ; 1 4 ,7- 1 0 ; 1 4 , 1 9- 1 5 ,4 ; Is. 6 3 ,7-64, 1 1 , ai quali va aggiunto per la sua relativa antichità il cap. 5 delle Lamentazioni composto certa­ mente non molto tempo dopo la catastrofe del 5 8 7 a.C. Nei passi di Osea e Geremia, a differenza del Salterio, si insiste sul dispiacere autentico dei peccati e sul sincero pentimento anziché sulla protesta della propria innocenza, che nei Salmi viene espressa esplicitamente oppure si può leggere fra le ri­ ghe. Questo non è, però, un motivo per escludere questi bra­ ni dal genere delle suppliche nazionali. Alla luce, infatti , del­ le credenze giudaiche sul rapporto che intercorre tra la disgra­ zia ed il peccato, è naturale pensare che qualora fosse capita­ ta una catastrofe sulla comunità le reazioni non fossero uni­ voche e variassero a seconda che ci si sentisse colpevoli o me­ no, che si ritenesse il male meritato o no ( nel quale ultimo caso esso riusciva completamente inspiegabile ) . Durante il tempo di penitenza indetto in occasione di una pubblica ca­ lamità, se si pensava che questa fosse immeritata, si elevava­ no le proteste della propria innocenza oltre alle espressioni di amarezza e di supplica . Nel caso contrario invece la comunità riconosceva umilmente che la disgrazia era un giusto castigo e pregava che le fossero perdonati i peccati e cosi cessassero i tempi del pianto . Anche fra le suppliche nazionali del Salte39· KB

VI, 2 ( 1 915), 66-71, 82-9 1 . Falkenstein e von Soden (v. § 1 5 , n. 8 ), pp. I8J-2 I 3 , 263-273 . 40. Alt, Hosea 5,8-6,6: NKz 30 ( 1 91 9), 537-568 (= Kl. Schr. n, pp. 1 63-187). ­ Hans Schmidt, Hosea 6,r -6 (Sellin-Festschr. , 1 927, pp . I I I-!26). -

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Parte I:

Lo stadio preletterario

rio si trova talvolta il riconoscimento della propria colpevo­ lezza, o almeno di quella degli antenati del popolo, e la sup­ plica per il perdono dei peccati ( 74, 8-9 ). Vedremo infine che anche nei canti di supplica individuale si nota questo dupli­ ce atteggiamento di fronte al male : l'ammissione di esser pu­ niti per le proprie colpe e l'angoscioso 'Perché ? ' dettato dalla convinzione della propria innocenza ( § 1 5 ,9 ) . I passi di Osea e Geremia, citati come imitazioni delle sup­ pliche collettive, riferiscono, dopo il lamento e la petizione del popolo , una dichiarazione divina che, o assicura il perdo­ no e l'aiuto incondizionato ( Os. I 4 ,5-9), o proclama che tale aiuto è legato ad una conversione che sia autentica e definitiva ( Ier. 4 , I -2 e pure Os. 6,5-6 ), o al contrario dichiara recisa­ mente che non sarà concesso il perdono (I er. I 4, I o; I 5 , I -4 ). Non c'è dubbio che queste dichiarazioni divine corrisponda­ no agli oracoli, attestati anche dal Ps. 6o,8- I o , con i quali Dio, attraverso il profeta cultuale, comunicava il suo respon­ so al lamento del popolo. Così abbiamo un'attestazione mol­ to antica non solo dell'esistenza della supplica nazionale, ma anche dell'oracolo divino che la seguiva. Il che ci permette di comprendere sotto nuova luce tutta una serie dei libri storici che parlano di digiuni, di petizioni rivolte a Jahvé e di rispo­ ste da Lui elargite, mentre tali brani a loro volta rendono evi­ dente il carattere cultuale delle suppliche nazionali contenen­ ti responsi divini . Per i passi ai quali intendiamo riferirei si veda ad esempio Ios. 7,6- I 5 ; Iud. 2 0 , 2 6-2 8 ; 2 Reg. 1 9 , 1 43 4 ; 2 Par. 20,3 - 1 7 . Quest'ultimo passo è particolarmente im­ portante : dopo una preghiera costruita in perfetto stile se­ condo il modello delle lamentazioni nazionali e pronunciata dal re Giosafat grandemente preoccupato per la minaccia di forze nemiche confederate, leggiamo : E su ]abazie! . . . !evita dei figli di Asaf si posò lo spirito di Jahvé nel mezzo dell'assemblea e disse: Porgete l' orecchio voi tutti di Giuda e abitanti di Gerusalemme e tu, o re Giosafat. Così vi dice Jahvé: «Non temete e non spaventatevi davanti a questa moltitudine immensa, per­ ché la guerra non è diretta contro voi, ma contro Dio . » (vv. 1 4- 1 5 ) . . .

Qui si afferma chiaramente che la risposta divina alla suppli-

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15.

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239

ca espressa dal popolo, o dal re a nome del popolo, era data per bocca di un carismatico . Nel presente caso si tratta di un Levita, il che conferma l'ipotesi avanzata in altro contesto se­ condo la quale i Leviti subentrarono , sotto diversi aspetti, al posto dei profeti cultuali preesilici e ne assunsero le funzio­ ni ( § 1 5 ,3 ) .

7 . Canti collettivi di fiducia ( Kollektives Vertrauenslied� Collective song of trust ) L'affermazione della fiducia, che costituisce uno dei moti­ vi delle suppliche nazionali, può anche diventare indipenden­ te ed assurgere di per sé sola alla dignità di canto . Abbiamo allora il canto colletivo di fiducia. Un esempio ci è fornito dal Ps. 1 2 5 . Esso comprende sì una petizione ( v . 4 ) , ma nel suo insieme può essere considerato come un canto collettivo di fiducia . Molto più comune è, come vedremo ( § 1 5 , 1 0 ) la for­ ma individuale di questo genere.

8 . L' (io' dei Salmi Prima di passare ai canti individuali di supplica, dobbiamo dire qualcosa su una questione lungamente dibattuta : l' 'io' dei Salmi, specialmente delle suppliche deve essere inteso in­ dividuamente o collettivamente, si riferisce, cioè, ad un indi­ viduo o al popolo e alla comunità 41 ? In un primo tempo l'in­ terpretazione collettiva ebbe grande successo, ma negli ulti­ mi cinquant'anni, ed in particolare per influsso degli studi di Gunkel, Balla e Begrich, l'alternativa dell'interpretazione esclusivamente individuale riscosse la simpatia di molti stu­ diosi. Ma forse questi ultimi esagerarono un po' e restrinsero in limiti troppo angusti i casi, che pure ammisero, in cui l' ' io' impersonava · tutta una comunità o l'intero popolo. Recente­ mente il Mowinckel, reagendo contro le esagerazioni dell'in­ terpretazione individualistica, che pure ha una gran parte di verità, precisò molto opportunamente 42 che c'è un nocciolo di 41.

Smend, Ober das Ich der Psalmen ; ZAW 8 ( 1 888 ), 49-147. 42. Offersang og sangoffer, 1 95 1 , pp. 50-9 1 , 227-248.

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2 40:

verità nell"io collettivo ' difeso da Smend per quanto riguarda i Salmi regali e le suppliche collettive. Certo, tanto per citare un esempio, nell ' 'io' del Ps . 1 2 9 , che è un canto di ringrazia­ mento, si deve vedere il popolo : Fui avversato fin dalla mia gioventù - lo dica Israele . Rimane, inoltre, sempre aperta la possibilità che alcuni Salmi da noi considerati come individua­ li, particolarmente le suppliche, siano invece da interpretare collettivamente. Tuttavia dobbiamo affermare che nella mag­ gioranza dei Salmi, sia dentro che fuori il salterio, l"io' cer­ tamente si riferisce alla persona più pia .

9 · Suppliche individuali ( I ndividuelle Klagelied, Individual laments ) Ciò che significa per una comunità la supplica nazionale, lo è per il singolo quella individuale 43 • Si tratta di un genere molto diffuso nel Salterio ; ad esso appartengono una quaran­ tina di Salmi 44• Ma questi canti si trovano anche fuori del Sal­ terio . Geremia ed il compilatore del libro di Giobbe nutriva­ no una particolare predilezione per questo genere. Esso si ri­ scontra anche nelle ultime opere della letteratura veterotesta­ mentaria ; così la «Preghiera di Manasse>> è, almeno per lo sti­ le, un esempio purissimo di supplica individuale. Che indu­ cono ad elevare la propria supplica sono soprattutto le malat4 3 · Wevers, A Study in the Form Criticism of Individua[ Complaint Psalms : VT 6 ( 1956), Bo-96 . 44· Ps . 3 (Tournay, RB 52 ( 1 9 4 5), 2 14-2 1 6 ) . 5 6 7 ( Leveen , JRAS 19 4 6, pp. 8 r-8 3 ) . u (Wernberg-M0ller, ZAW 6 9 ( 1 957), 69-71 ). 13 1 7 (Gualandi, Bibl 3 7 ( 1 956), 199-208 . Leveen, VT I I ( 1961 ), 48-54. - Pautrel, RSR 46 ( 1958), 78-84). 22 ( Asensio, Gregorianum 33 ( 1952), 2 1 9-260, 566-6 r r . - Beer, BZAW 41 ( 1 925 ), 1 2· 20. - Courte, Le psaume vingtdeuxième, 1932. - Feuillet, NRTh 70 ( 1948 ), 1 37· 149· - Westermann, BSt 8, 1 955). 25 (Holm-Nielsen, StTh 14 ( r 96o ), 45-48 ). 26 27,7-14 ( Birkeland, ZAW 5 1 ( 1 933 ), 2 r 6-22 r ). 28 31 35 (Driver, ThZ 9 ( 1 953), 468 s. - Magne, RB 54 ( 1 947 ), 42-5 3 ). 38 39 42 + 43 ( Kruse, JSSt 5 ( r 96o ), 3 33· 343 · - Lakatos, RBiLit 14 ( 1 952), 105-n 1 . - Rowley, Bibl 21 ( 1 940), 45-50 ). 51 (Press, ThZ II ( 1 955 ), 241-249· - Steuernagel, Sellin-Festschr. , 1927, pp. 1 5 1·156. Stoebe, BSt 20, 1958 ). 54 55 57 (Pautrel, RSR 4 4 ( 1 956), 566-572. - Slotki , Journal Manchester Eg. Or. Soc . r 8 ( 1 933), 6r-65 ) . 59 61 63 64 ( Dell'Oca, Rev Bibl 2 ( 1960), 89-92. - Strobel, RB 57 ( 1950), 1 6I-173). 69 70 71 (Tournay, Not-

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tie, gli insulti ironici da parte dei nemici. I due tipi di disgra­ zia possono in realtà coincidere se si pensa che la malattia, che aveva colpito il supplicante, era considerata, in base alla concezione dell'A.T., come una punizione divina e che pote­ va, in quanto tale, esser motivo di derisione ed incoraggiare scher-Festschr., 1950, pp. 274-280). 77 (Per le lamentazioni assiro-babilonesi). 85 (Dahood, Bibl 37 ( 1 956), 338-340. - Nober, VD 38 ( x 96o), 34-35). 86-88 (Hof­ bauer, BEThL XII ( 1 959), 504-5 10. - Joiion, RSR 27 ( 1937), 44o-456). 102 ,1-1 2. 24-29 109 (Creager, JNESt 6 ( 1 947), 121-123). uo 1 2 6 (Morgenstern, Homena;e a Millas-Vallicrosa n, 1956, pp. 109-II7. - Strugnell, JThSt 7 ( 1 956), 239-243 ). 130 (Comill , BZAW 34 ( 1 920), 38-42. - PorubCan, VT 9 ( 1 959), 322-323. - Volz, BZAW 41 ( 1 925), 287-296 ). 140 141 ( Pautrel, RSR 44 ( 1956), 2 1 9-228. - Tour­ nay, VT 9 ( 1 959), 58-64). 14:1 143· Per le lamentazioni assiro-babilonesi cfr. AOT, pp. 257-263. - ANET, pp. 383-385, 391 s. - DOTT, pp. I I I-I I?. Falken­ stein und von Soden, pp. I 83-2 I3, 263-273. - Castellino, Le lamentazioni indivi­ duali e gli inni in Babilonia e in Israele, I939· - Widengren, The Accadian and Hebrew Psalms of Lamentation as Religious Documents, 1936. [ 3 .6 (Botterweck, Klage und Zuversicht der Bedriingten, Auslegung der Psalmen III und VI : Bibel und Leben 3 ( I962 ), 1 84-I93). s ( Krinetzki, Psalm V. Bine Untersuchung seiner dichterischen Struktur und seines theologischen Gehaltes: ThQ 1 42 ( 1 962), 23-46). 6 (Coppens, Les psaumes VI et XLI dépendent-ils du li­ vre de ]érémiè?: HUCA 32 ( 1 961 ), 217-226) . 17 (Schedi, 'die Pfade des Rechts­ brechers' 'orJ::tot pari� (Ps. XVII, 4) : BZ 6 ( I 962), 10o-1o2). u ( Fro st, Psalm XXII: An Exposition : Canadian JTh 8 ( 1 962), Io2-1 15. - Magne, Le texte du Psaume XXII et sa restitution sur deux colonnes: Semi tica I I ( 1 961), 29-4 1 . Martin-Achard, Remarques sur le Psaume XXII : Verbum Caro 65 ( 1963 ), 78-87. - Nober, Notae philologicae: VD 39 ( 1961 ), 109-I I 3 . - a) Me-alu (pp. 109-I Io), b ) Y•hud (Aram.) Jerusalem ? (pp. I Io-I I I ), c) Ps. 22,30 'vernae Inferorum' ( ? ) ( pp I I I - 1 1 3 ) ) :z 6 ( Snij ders Psaume XXVI et nnnocence : OTS 1 3 ( 1963 ), I I 21 30. - Vogt, Psalm XXVI, ein Pilgergebet: Bibl 43 ( 1962), 328-337). :18 (Rabino­ witz, The Alleged Orphism of n Q Ps. XXVIII, J-12 : ZAW 76 ( 1 964), 193-200). 35 Winton Thomas, Psalm XXXV, IJ f. : JThSt 12 ( 196 I ), 50 s.). 4:1 + 43 (Am­ stutz, Unser Gottesdienst: SThU 3 1 ( I 96I ), 225-242. - Bauer, Ad Deum qui lae­ tificat iuventutem meam : VD 40 ( 1 962 ), 184-1 89 : su Ps. 434, ecc. ). 51 (Beau­ camp, l ustice divine et pardon : Mémorial Gelin ( I961 ), 129-144. Bonnard, Le vocabulaire du miserere : Mémorial Gelin ( 1961 ), 145-156. - Botterweck, Sei mir gniidig, ]ahwe, nach deiner Gute : Bibel und Leben 2 ( 1 961 ), 136-142. - Dalglish, Psalm Fifty-One in the Light of Ancient Near Eastern Patternism ( r 962 ) ) . 61 62 63 ( Asensio, Teologia biblica de un triplico: Salmos LXI, LXII y LXIII: Est Bibl 21 ( 1 962), I I I - 1 2 5 ). 69 (Vogt, 'lhr Tisch werde :r.ur Falle' (Ps. LXIX, 23) : Bibl 43 ( 1 962), 79-82). 109 (Guillaume, A Note on Psalm CIX, IO: JThSt 1 4 ( 1963 ), 92-93 . - Kaddary, I:ILL = 'bore', 'pierce'. Note on Ps. CIX, 2 2 : VT 13 ( I963), 486-489). u6 ( Cazelles, L'expression hébra'ique subn sebh ut viendrait-elle de l'accadien d'Assarhaddon? : GLECS 9 ( 1 960/63 ), 57-60 : Lamentazioni assiro­ babilonesi : Castellino, Urnammu, three Religious Texts: ZA 52 ( 1 957), 1-57, 2 tavv.; .53 ( 1959), 1o6-I32 ] . -

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Parte 1: Lo stadio preletterario

nei suoi propositi chi macchinava qualche guaio ai danni del­ l'afHitto . In genere, sembra che si tratti di autentica malattia, sebbene ne venga esagerata talvolta la gravità. Le affermazioni secondo le quali il supplicante si trova già immerso negli infe­ ri, o si trova sul punto di morte e simili 45, devono essere con­ siderate più come dirette a suscitare la compassione divina che come una descrizione esatta della situazione 46• Ugualmen­ te i nemici, contro la cui cattiveria si lamenta addolorato il supplicante, sono realmente i suoi avversari personali. Certo Gunkel e Mowinckel avevano ragione di respingere l'opinio­ ne prima assai diffusa - difesa per esempio dallo Smend -, secondo la quale gli «operatori di iniquità» ( pdale 'awen), spesso citati in questi Salmi come avversari del pio, debbono considerarsi come membri del partito degli empi che avversa­ va il partito dei pii. Sicché questi Salmi avrebbero la loro ori­ gine dalle presunte, più che esplicitamente provate, divisioni di partito che si verificarono nel Giudaismo postesilico. Gli Autori soprammenzionati vedono invece qui semplicemente la coesistenza e l'opposizione vicendevole tra persone pie e ir­ religiose, del tipo di quella che può esistere ovunque anche ora, come nell'antico Israele. Ma è ben difficile vedere in que­ sti «operatori di iniquità» dei maghi, esorcisti o stregoni, che attraverso la loro arte nera avrebbero causato la malattia del supplicante - come ha suggerito il Mowinckel ed altri, p. es. il Nicolsky 47, hanno ulteriormente precisato. Più giusto è rite­ nere che questi operatori d'iniquità siano semplicemente gli empi, i quali non solo infastidivano i pii con il loro comporta­ mento ostile, ma anche destavano in loro delle perplessità a causa della loro fortuna immeritat;:t. Con ciò vogliamo anche respingere l'ipotesi del Birkeland 48 il quale, parlando sempre 45.Barth, Die Errettung vom To4e in den individuellen Klage- und Dankliedern des Alten Testaments, 1947 . - Bentzen, Der Tod des Beters in den Psalmen (Eiss­ feldt-Festschr. , 1947, pp. 57-60). 46 . Cfr. A.R. Johnson, The Vitality of the Individuai in the Thonglit of Ancient Israel, 1949, spec. pp. 88 ss. 47· Nicolsky, Spuren magischer Formeln in den Psalmen : BZAW 46, 1927. 48. Birkeland, Die Feinde des Individuums in der israelitischen Psalmen-literatur, 1933. - The Evildoers in the Book of Psalms (ANVAO, 1955, n. 2). Myt och -

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Canti cultuali

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delle suppliche individuali, sostiene che esse si riferiscono originariamente al re, o tutte o in buona parte, e che solo in un secondo tempo subirono un processo di 'democraticizza­ zione' con l'applicazione ai singoli Israeliti e specialmente ai pii; in tal caso gli operatori iniqui, menzionati nei Salmi, sa­ rebbero in primo luogo le popolazioni nemiche. Escludiamo questa opinione pur sapendo che il Mowinckel ha dimostrato per essa una certa simpatia. Sicché l'elemento centrale dei canti di supplica è il lamento per la sofferenza fisica e gli assalti dei nemici . L'invocazione a Jahvé, posta all' inizio, è seguita dal lamento per questa du­ plice disgrazia (Pss. 3 ,2-3 ; 1 3 ,2-3 ); a questo s 'aggiunge la pre­ ghiera per la liberazione ( Pss. 3 , 8 ; 1 3 ,4-5 ), la dichiarazione della propria fiducia (Pss. 3 ,4-7 ; 1 3 ,6a), le proteste di inno­ cenza e le invettiye contro i nemici (Pss. I 7 ,3-5 . I 3 - 1 4 ) , oppu­ re la confessione della propria colpevolezza e la richiesta di perdono ( Pss. 3 8 ,5 . 1 9 ; 1 3 0,3-4 · 7 ) ed una gamma molto varia di constatazioni, p. es . sulla brevità della vita umana (Ps. 3 9 , 6-6 ), sul fatto che Jahvé non può trarre alcun vantaggio dal­ la morte di un santo venendo così a mancargli un adoratore (Ps. 6 ,6 ). Alla fine si trova di solito espressa la certezza che la preghiera verrà esaudita ( Ps. 2 8 ,6-7 ; Man. 1 4 ) , viene formu­ lata la promessa di ringraziamento (Pss. 1 3 ,6b ; 2 6 , 1 2 ; Man. 1 5 ) , o addirittura anticipato lo stesso canto di ringraziamento ( Ps. 2 2 ,2 3 -2 5 ). Nel Ps. 5 5 viene riportato alla fine un detto che assicura all'orante l'aiuto da parte del suo Dio ( v . 2 3 ) . Dei brani tolti dal libro di Geremia che appartengono a questo genere ( I I , I 8·23 ; 1 2 , 1 ·3 ·5·6 ; I 5 , 1 0- I I . I 5·2 I ; 20,7- 1 3 ), l 'ultimo si chiude, come molti Salmi di questa classe, con la dichiarazione della propria certezza di essere esaudito ( vv. 1 2r 3 ), mentre negli altri tre il lamento di Geremia è seguito dal responso di Jahvé ( r r ,2 1 - 2 3 ; 1 2 ,5-6; I 5 , 1 9-2 1 ) ed in r r ,2 1 e 1 5 , 1 9 il responso ha l'introduzione che gli è caratteristica . Si ripete qui esattamente quanto· abbiamo trovato nelle suphistoria i Psaltaren, 1955. men : OTS 8 ( 1 950), 47-65. individueele Psalmen, 1 939.

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Puukko, Der Feind in den altestamentlichen Psal­ Ridderbos, De 'werkers der ongerechtigheit' in de Bibl. § 63, n. 8 .

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Parte I: Lo stadio preletterario

pliche collettive. I profe ti , riprendendo questi due generi, hanno conservato l'oracolo divino con maggiore accuratezza dei Salmi . È molto probabile che anche nelle suppliche indi­ viduali la conferma dell'esaudimento divino riportata alla fi­ ne, derivi dall'oracolo divino che, nella liturgia, veniva pre­ ferito in risposta al lamento. Anche se non disponessimo di altre prove, basterebbe a s uffragare questa s upp osizione la narrazione della malattia di Ezechia ( ls. 3 8 ). Quando Ezechia si rese conto dell'approssimarsi della mort e (v. r ) , elevò la sua preghiera esattamente nello stile delle suppliche indivi­ duali ( vv . 2-3 ) ; nel testo attuale segue la risposta divina , nel­ la quale per bocca di I s aia si assicura che Jahvé ha esaudito la preghiera ( vv. 4-6 ). In seguito vedremo che ( § 1 5 , 1 2 ) dopo la guarigione Ezechia elevò anche un canto di ringraziament o come si usava fare a quel tempo . La presenza delle parole di­ vine in Geremia, che contrasta con la loro assenza quasi to­ tale nei Salmi e negli altri passi dell'A.T. connessi con il ge­ nere che stiamo esaminando, può essere spiegata bene col fatto che Geremia, a dispetto delle su e proteste contro il cul­ to - in realtà , contro la falsa concezione del culto ( 7 , I - r 5 ) ­ è ad esso molto attaccato , senz 'altro più che gli autori dei Sal­ mi in questione . È logico ritenere che fossero proprio i profe­ ti cul t uali - i quali in quanto profeti erano molto vicini a Ge­ remia - i mediatori delle dichiarazioni divine, benché per­ manga la possibilità, suffragata dalla sezione I 4 , r - r 5 ,4 , che Geremia stesso sia intervenuto in certe circostanze ( § 4 6 , 5 ). Se è corretto considerare le espressioni di assoluta certez­ za nell a liberazione dal male, che stanno alla fine dèlla mag­ gioranza delle s uppliche individuali, come derivate dai re­ spo ns i divini al tribola to, dobbiamo concludere che questi canti , come le suppliche collettive, appartenevano in origine al culto ed erano pronuncia ti d ai singoli tribolati, o dal perso­ nale specializzato in qualità di loro rappre sentanti . Contem­ po raneamente diventa chiaro che le suppliche individuali del Sal t erio e del resto dell'A.T. si staccarono molto di più dal contesto cultu ale , di qu elle che invece troviamo in Geremia , ove è esplicit amen te riportato il responso divino. Le prime ,

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cioè, dovettero subire il solito processo di 'spiritualizzazione' . Questo ci permette di risolvere l a questione, spesso dibattuta in questi ultimi tempi, se si debbano, cioè, considerare le sup­ pliche individuali del Salterio come testi cultuali legati a dei riti specifici, come quelli di protesta per la propria innocen­ za, di purifìcazione, di espiazione e cosl via, oppure debbano essere viste come espressioni spontanee della pietà personale. Il Mowinckel si è decisamente schierato per la prima ipotesi ed ha talmente condizionato lo studio ulteriore che molti al­ tri studiosi pongono in rapporto con le cerimonie rituali qua­ si tutti i Salmi ed in modo particolare le suppliche individua­ li. Il Gunkel dal canto suo, benché sia stato il primo a sotto­ lineare il nesso storico che intercorre tra i Salmi di supplica in­ viduale ed il culto non ha nascosto la sua perplessità di fron­ te all'ipotesi che tali Salmi fossero da considerarsi, o tutti o nella maggioranza, come degli autentici canti cultuali, men­ tre si dichiarava propenso a ritenerli dei 'canti spirituali' . È estremamente difficile in questa materia arrivare ad una solu­ zione precisa. Molto dipende dall'atteggiamento che si assu­ me di fronte alle espressioni che si riferiscono al culto : si tratta di linguaggio metaforico o no ? L'alternativa si pone anche per altri passi dell'A.T. Mentre nei tempi passati si propendeva per l'interpretazione metaforica, attualmente pre­ vale la tendenza realista, che vede in tutte queste espressioni un'allusione alla pratica cultuale. Questo cambiamento è dovuto alla grande quantità di dati fornitici dagli scavi in Palestina e nei suoi dintorni oltre che dagli studi comparati delle religioni e delle culture 'primiti­ ve' . In seguito a tutto questo materiale siamo oggi in grado­ di formarci un quadro molto più chiaro e preciso della vita cultuale dell'antico Israele di quello che potevano conoscere· gli studiosi di un tempo. Certe espressioni, come quella del fedele che entra nella. casa di Jahvé e può adorare davanti al suo tempio santo (Ps. 5 ,8 ) , dimostrano chiaramente che il tempio era al centro del­ la pietà di allora. Da ciò, però, non segue necessariamente· che i Salmi. in cui si trovano tali espressioni, siano connessi

Parte I: Lo stadio preletterario

con la prassi cultuale più di certe minacce che i profeti lan­ ciano contro Io stesso luogo di culto (Mich . 3 , I 2 ; Ier. 7 , I 4I 5 ) . Ambedue queste classi di testi ci informano sull ' atteg­ giamento religioso del tempo, non sull'uso specifico delle va­ rie composizioni. Né l'espressione usata nei Pss. 3 8 ,7 e 42 , I o , che allude alle manifestazioni di cordoglio del tribolato - il che implicava senza dubbio l'uso di vesti penitenziali - ci of­ fre degli indizi sicuri circa il carattere cultuale di questi Salmi o dei loro modelli precedenti. Qui semplicemente possiamo apprendere qualcosa sull'uso penitenziale in genere, senza che ci sia lecito entrare in ulteriori specificazioni e decidere se si tratta di espressioni da prendersi alla lettera oppure di metafore esprimenti un atteggiamento spirituale. Altre affer­ mazioni più importanti, come p. es. quella secondo la quale il fedele eleva la sua supplica al mattino (P s. 5 ,4 ; 8 8 , I 4 ) 49, so­ no ancora troppo vaghe; vedansi gli altri testi al di fuori del Salterio, ove chiaramente non si tratta di culto (ls. I 7 , I 4 ; Ps. 46,6), nei quali si afferma che il mattino è il tempo propizio all'aiuto divino mentre la sera e la notte sono tempi di disgra­ zia ( Is. I 7, I 4 ). Questo atteggiamento può trovare un'adeguata spiegazione psicologica. Più interessante è la preghiera del Ps. 5 1 ,9 : Purificami con l'issopo e sarò mondo. Certamente si tratta qui di espressione metaforica . Ma l'immagine può esser dettata da un rito di purificazione realmente praticato . In questo caso la preghiera citata nel Salmo in origine accom­ pagnava il rito di purificazione per garantirne l'efficacia . Una esplicita conferma di cerimonie di questo tipo ci è fornita da Is. 6,6-7 , ove non c'è, però, un'esplicita richiesta del rito, ma semplicemente il riconoscimento della propria impurità; im­ plicitamente viene fatta presente la necessità della purifìca­ zione ( 6,5 ). Queste osservazioni vengono confermate dalle suppliche individuali babilonesi, le quali non sono solo mol­ to simili a quelle dell'A.T., ma rivelano anche molti punti di 49· Hempel, Die Lichtsymbolik im AT: StG 13 ( 1 960), 35 1·368, 358-366 : 'Der rettende Morgen'. - Ziegler, Die Hilfe Gottes 'am Mo rgen (Notscher-Festschr., 1950, pp. 281-288). '

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Canti cultuali

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contatto strettissimi con i riti purificatori 50 • Hans Schmidt ha formulato l'opinione secondo la quale al­ cuni canti di supplica individuale sarebbero connessi con la procedura giudiziaria nella quale la sentenza era data dall'o­ racolo divino ; questi Salmi erano recitati dall'accusato, o in suo nome, durante il processo in parte - ed esattamente la lamentazione e la preghiera - prima della sentenza divina, in parte - e cioè il ringraziamento che spesso si trova alla fine dopo l'oracolo assolutorio . Per questo egli chiama questi Sal­ mi 'preghiere dell'accusato' . In realtà parte degli elementi, che si trovano nei Pss. 7 · 3 5 ·5 7 e 69 , sembrano richiamarsi a qualcosa che si avvicina ad una procedura giudiziaria cultua­ le 51 • Dobbiamo riconoscere che una tale opinione merita di esser presa in seria considerazione, anche se non possono es­ sere esibite delle prove definitive sull'esistenza di simili pre­ ghiere dell'accusato che sarebbero riportate da alcune sup­ pliche individuali del Salterio, ma che potrebbero essere an­ che imitazioni di questo genere sul tipo dei 'canti spirituali' . È probabile� dunque, che le suppliche individuali così nu­ merose nell' A .T. siano state in origine dei canti di culto, adi­ biti in riti particolari. È anche certo d'altro canto, che una larga percentuale delle suppliche rimasteci siano state com­ poste senza un diretto legame col culto e debbano, perciò, considerarsi come espressioni della pietà privata. Canti come i Pss . 3 9 .5 1 e 1 3 0 sono composti in modo così personale ed animati da un senso religioso così profondo che il ritenerli come testi liturgici è molto arrischiato ; anche i Salmi alfabe­ tici, come il Ps . 2 5 , non si adattano bene al culto. Come negli altri generi, pensiamo piuttosto che qui i canti cultuali si sia­ no evoluti lasciando il posto a forme poetiche più individua­ li svincolate dal culto . Questo processo deve essersi iniziato molto presto, probabilmente quando ancora le suppliche era­ no adibite nei vari riti. Sappiamo (v. inizio di questo § 1 5 ,9 ) che Geremia ricorse a questa forma per esprimere i suoi con,o. AOT, pp . 257-28 1 . - ANET, pp . 383-385. - Meissner, Bah. und Ass. , pp. 96-97, 238-24 1 . Bab.-Ass. Lit_ , 1 928, p. 66 . ' I . Cfr. I Reg. 8,31 s. (debbo ad Ackroyd questo riferimento ). -

II, 1925,

Parte I: Lo stadio preletterario

flitti interiori. Già a quel tempo era permesso di servirsi di questo genere per esprimere i propri sentimenti personali. È facile capire come la pietà giudaica ricorse ben presto ad un tale mezzo, particolarmente adatto ad esprimere il dolore. Il Giudaismo postesilico fu afflitto, sia collettivamente che individualmente, da tante disgrazie esterne e conflitti interio­ ri, da ricorrere spontaneamente alle suppliche, che gli per­ mettevano di effondere la propria amarezza davanti a Dio col canto e con la preghiera e di sentirsi cosi confortare da Lui. In tal modo Israele riprendeva di nuovo il coraggio e la fiducia.

I o . Canti individuali di fiducia

( Vertrauenslieder, Individual songs of trust)

Nelle suppliche individuali, come in quelle collettive ab­ biamo riscontrato spesso delle espressioni di fiducia di Jahvé frammiste ai lamenti ed alle invocazioni . Questo motivo del­ le suppliche individuali occupa talvolta da solo, tutto un Sal­ mo, che generalmente è breve. Abbiamo così i canti indivi­ duali di fiducia . Qui possono essere citati i Pss. 4 52 ; I I 53 ; 2 3 54 ; 2 7 , I -6 55 ; 62 56 ; 9 I 57 ; I 2 I 58 ; e I J I , benché, lo si vedrà 52. Diirr , Bibl 16 ( 1935), 33o-338. - Toumay, RB 52 ( 1 945), 216-219. 53· Morgenstem, ]BL 69 ( 1950), 221-23 1 . - Sonne, ]BL 68 ( 1949), 241-245 . Diirr, Heil. Land 79 ( 1 935), 57-65 . 54· Asensio, Bibl 40 ( 1959), 237-247. Haupt, AJSL 2 1 ( 1905/o6), 1 33-152. - Ludwig Kohler, ZAW 68 ( 1957), 227-234. Morgenstem, ]BL 65 ( 1946 ), 13-24. Pfeiffe r, VT 8 ( 1958), 219-220. - Schil­ denberger, Bibel und Kirche 1 5 ( 1960), 49-5 1 . - Vogt, Bibl 34 ( 1 953 ), 195·2 u . [Boehm.er, Der Reichtum von Psalm XXIII (Vulg. XXII) : BZ 23 ( 1935/36), 166-170. - Miiller, Der gute Hirte : Z.AS 86 ( 1961 ), u6-144. Winton Thomas, �almawet in the OT: JSSt 7 ( 1962 ), 191-200: su 23,4J . 55· Birkeland, ZW 51 ( 1933), 216-221. - Cfr. sopra § 15, n. 44·

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56. Honeyman, VT I I ( 1961), 348-350. [Asensio (v. S 15, n. 44) ] .

57· Caquot, Semitica 8 ( 1 958), 21-37. - Ei ssfeldt, WdO I I , 4 , 1957, pp. 343-348. ­ De Fraine, Bibl 40 ( 1959), 372-383 . - LOw, Goldziher Mem. Vol., I 1948, p. 328. Wensinck, Sem. Stud. uit de Nalatenschap, 1 94 1 , pp. 14-22. Sul Ps. 91 dr. an­ che S 16. 58. Eissfeldt, Lilie-Festschr., 1959, pp. 9-14. - Morgenstern, JBL 58 ( 1 93 9 ), 3 1 1�23. - Pollock, ]BL 59 ( 1 940), 4II s. - Sul Ps. 1 2 1 dr. anche § 16. -

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§

IJ.

Canti cultuali se bls

2 49

È

nel § 1 6, ciò sia solo in parte vero per i Ps. 9 1 e 1 2 1 . chiaro che questi sono dei 'canti spirituali', il che rinforza ul­ teriormente l'impressione che ci hanno dato un buon nume­ ro di suppliche individuali : che anche queste, cioè, debbano essere interpretate in chiave ' spirituale' . 1 1 . Canti colletivi di ringraziamento

( Kollektive Danklieder, Collective songs of thanksgiving )

Abbiamo ripetutamente notato che alla fine dei canti di supplica, individuali e collettivi, si trova non solo la dichia­ razione della certezza di esser esauditi, ma anche il ringra­ ziamento per l'aiuto che si considerava, tale era la fiducia, come gi à concesso, o, se si ammette l'esistenza delle «pre­ ghiere dell'accusato», che era già stato elargito . È logico aspettarsi che il ringraziamento si sviluppasse ben presto in forma indipendente . Questa aspettativa non è delusa dal Sal­ terio e dall'A.T., i quali, di fatto, ci hanno conservato alcuni di questi canti di ringraziamento 59 • La situazione tuttavia, è tale che i canti collettivi di ringraziamento che corrispondo­ no alle suppliche collettive, sono in numero molto inferiore ai canti individuali di ringraziamento . Il fatto può trovare la seguente spiegazione : la comunità poteva esprimere il suo ringraziamento, e senz'altro lo fece, con un'altra forma, con l 'inno. Anche l'inno, infatti, celebra Jahvé per i suoi inter­ venti nella storia. Sicché, quando il popolo, o buona parte di esso, voleva elevare il proprio ringraziamento per una libe­ razione che riguardava tutta la comunità, l'inno costituiva di per sé uno dei mezzi più adatti per l'occasione. Abbiamò, tuttavia, un gruppo di Salmi, nei quali il ringraziamento per l'aiuto concesso da Dio a tutto Israele è espres so in forma particolare : questi sono i canti collettivi di ringraziamento. Un esempio è costituito dal Ps. 1 3 6 . Esso inizia (vv. 1 -3 ) e 58bls. Pascual, Dos notas al Salterio : Est Ed 3 4 ( 1960), 645-655, tavv. XXXIX-XXX [ Hermon mons ] . 59· Maud, Die Eigenstandigleeit der Danlelieder des Psalters als Bekenntnislieder: ZAW 70 ( 1958 ), 185-199 .

Parte I: Lo stadio preletterario

termina ( v . 2 6 ) con l'invito ad elevare azioni di grazie. Nei vv. 4-25 vengono esaltati gli interventi di Jahvé, quelli parti­ colarmente a favore di Israele, in forma innica. Ogni verset­ to ha questo di particolare : la prima metà è costituita o dagli inviti a ringraziare Jahvé ( vv . r-3 . 2 6 ) o dall'enumerazione delle sue opere ( vv. 4-2 5 ), mentre la seconda metà è sempre uguale e suona : Perché eterna è la sua bontà. È questo un segno evidente dell'uso liturgico : il Salmo era cantato in mo­ do alternato dall'assolo e dal coro, oppure da due cori. 2 Par. 7 , 3 6 ce ne offre la conferma : il ritornello Perché eterna è la sua bontà veniva recitato nelle circostanze cultuali particola­ ri che richiedevano i canti di ringraziamento ( cfr. Ier . 3 3 , r r ; Ps. r r 8 , r -4 60; Ecclus 5 2 ( r )-( r 6 ). Anche se il Ps. 1 3 6 è del tar­ do post-esilio, ha senz'altro degli antichi precedenti. Lo stes­ so dicasi del Ps. 67, canto nazionale di ringraziamento, che, stando al v . 7 , doveva esser cantato nella festa del raccolto e che pure era eseguito a cori alternati. A differenza dei Pss. 67 e 1 3 6, i più brevi Pss . 1 2 4 e 1 2 9 sono da considerarsi come delle composizioni ' spirituali' di ringraziamento per la ric­ chezza del contenuto e la spontaneità del sentire . 1 2 . Canti individuali di ringraziamento ( Individuelle Danklieder, Individua! songs of thanksgiving) Molto più numerosi dei collettivi sono i canti individuali di ringraziamento . Anche questi, benché non appartenessero più all'uso cultuale, rivelano chiaramente un certo rapporto con i canti liturgici. Un chiaro indizio della loro originaria appartenenza al rito di ringraziamento 61 è fornito dal nome stesso : todah, sacrificio di ringraziamento (Ion. 2 , r o ; Pss. 5 0 , 1 4 . 2 3 ; 1 07 , 2 2 ) . Molte sono inoltre le espressioni che chia­ ramente si riferiscono al sacrificio. Il Ps. 66 è formato nella prima parte (vv. 2 - 1 2 ) da motivi innici e di supplica collet­ tiva; ma nella seconda parte ( vv. 1 3 -20) è un canto indiviBecker, ZAW 70 ( 1 958), 1 74 . - Meysing, VT xo ( 1960 ), 13o-137· - Hans Schmidt, ZAW 40 ( 1 923), 1-14. 6x. Cfr. Ps. IOI,I mizm6r l't6d4 (debbo a Ackroyd questa citazione ).

6o.

§

IJ.

Canti cultuali

2.5 1

duale di ringraziamento. Questa seconda parte inizia cosi : Vengo nella tua casa con olocausti, sciolgo a te i miei voti, che formularono le mie labbra, che la mia bocca pronunziò nell'angustia.

Poi, dopo aver parlato dei sacrifici, continua: Venite, ascoltate, voi tutti timorati di Dio; io proclamerò quanto egli fece per l'anima mia.

Il Ps. I I 6 62 parla ugualmente di sacrifici di ringraziamento e di voti che il fedele adempie di fronte a tutto il popolo, nei cortili del tempio di Jahvé ( vv. 1 7- 1 9 ) ; nel v. 1 3 il fedele promette : Alzerò il calice della salvezza ed invocherò il nome di Jahvé.

Che si tratti qui di un autentico gesto liturgico, o almeno di un'espressione metaforica derivata da quello, può esser di­ mostrato . Nella stele votiva di Je}:lawmilk, re di Biblos , del quinto secolo a . C . , c'è, sopra un'iscrizione che riferisce di un beneficio concesso al re dalla dea Ba'alat della città, una sce­ na che raffigura lo stesso re seduto in trono di fronte alla dea ; egli tiene in mano una coppa per la libagione e compie il ge­ sto di offrirla alla dea 63, mentre sotto, alle linee 7-8 , si può leggere 64 : Yepawmilk, re di Biblos, alla mia signora Ba'alat di Biblos, perché, quando io gridai alla mia signora Ba'alat di Biblos, ella mi ha ascoltato e dimostrato il suo favore.

Il culto fenicio, dunque, conosceva il gesto rituale di ringra­ ziamento attestato dal Salmo, e le citate parole dell'iscrizione 62 . Daiches, Gaster Anniversary Vol. , 1936, pp. 64-67. - Ina Lohr, Pro regno, pro sanctuario van der Leeuw, 1950, pp . 3 1 7-32 1 . 63. AOB fig. 516; dr. anche Gressmann, Der Festbecher (Sellin-Festschr., 1927 , pp. 55-62 ) e Ginsberg, Psalms and Inscriptions of Petition and Acknowledgment (L. Ginzberg ]ub. Vol. 1, 1945 , pp. 1 59- 1 71 ). 64. Cooke, NSI, pp. 18-26, N. 3 · - Lidzbarski, AST, pp . 1 2-15, N. 5· - AOT, p. 446. ANET, p. 502. -

Parte I: Lo stadio preletterario

inducono a credere che esistessero anche presso quel popolo dei canti di ringraziamento simili a quelli dell'A.T. Conoscia­ mo inoltre un discreto numero di composiziòni del genere provenienti dall'Egitto, di epoca molto antica 65 • I due Salmi, 66 e I I 6 , specialmente se visti alla luce dei luoghi paralleli fornitici dagli altri testi, ci danno un quadro molto preciso del contesto cultuale, che accompagnava i canti di ringrazia­ mento. Essi venivano recitati alla presenza del popolo ed in primo luogo degli amici del graziato, in occasione dei sacrifi­ ci e degli altri riti di ringraziamento. Questo si può vedere non solo nei passi paralleli, come il Ps. I I 8 , I 9-2 I e Ion. 2 , Io, ma anche nel Ps. 40,2- I 2 , nel quale il fedele dichiara di sapere che Dio non si compiace di sacrifici ( vv. 7-9 ) 66 e di vo­ ler perciò, offrirgli come ringraziamento che Gli sia veramen­ te gradito la propria obbedienza . I canti di ringraziamento venivano eseguiti dopo aver superato qualche angustia ed in particolare in seguito alla guarigione da una malattia. Vedasi ad es . Is. 3 8 ,9 , ove il canto di ringraziamento, pronunciato da Ezechia in 3 8 , I o-2o 67 , viene posto nel contesto della gua­ rigione dalla malattia. La struttura dei canti di ringraziamento è abbastanza uni­ forme, sia che si tratti di autentici canti cultuali sia di imita­ zioni (spirituali' - gli uni sono difficilmente distinguibili da­ gli altri -. Nell'introduzione, normalmente breve e talvolta addirittura assente, il fedele dichiara di voler elevare azioni di grazie a Dio (Ps. 3 0 , 2 ). Segue la sezione principale, nella quale si narra l'esperienza fatta dal fedele : la grave situazio­ ne di angoscia in cui si trovava (lon . 2 ,4-7a) 68, la supplica che rivolse a Jahvé (Io n. 2 , 3 . 8 ) e la liberazione che ne era conseguita ( Ion. 2 ,7b). Il canto si chiude con la dichiarazio­ ne di voler ora ricambiare Dio con il ringraziamento ( Ion . 2 , I o ), o con la confessione, confermata dall'esperienza recente 65. AOT , p. 32. - ANET, p. 38o s. 66. Sofia Cavalletti, RStO 32 h 9,7), 293-299· 67. Begrich, Der Psalms des Hiskia (Frlant 42, 1926). - De Boer, Notes on the Text aml Meaning of Isaiah 38,9-20: OTS 9 ( 1951 ), 17o-186. 68. Su lon. 2,3-10 cfr. A.R. Johnson, StOTPr ( 1 950), 82-102 .

§

IJ.

25 3

Canti cultuali

del graziato, della bontà di Jahvé ( Pss . 34,2 3 ; 1 3 8 ,8a), con la preghiera di essere assistiti anche in futuro (Pss. 40, 1 2 ; 1 3 8 , 8b), o con qualche altra formula ( Pss. 3 2 , 1 1 ; 66,2o) 68b15• Possiamo constatare, dal seguente fatto, quanto era fissa la forma del ringraziamento. Presso Qumran vennero alla luce nel 1 94 7 circa trentacinque «Canti di ringraziamento », ap­ partenenti ad una setta religiosa che viveva in quelle adiacen­ ze e che era sorta nel r oo circa a.C.69• Nonostante le caratte­ ristiche dovute alla particolare natura e vicende della comu­ nità questi canti hanno tutti gli elementi essenziali di quelli del Salterio appartenenti allo stesso genere . Un'attenzione particolare merita fra i canti di ringrazia­ mento il Ps. 1 0 7 . Qui i singoli fedeli sono suddivisi in grup­ pi, il che fa di questa composizione, ad un tempo , un canto di ringraziamento collettivo ed individuale. Il Salmo, o me­ glio la· sua parte principale (vv . 1 -3 2 ), inizia con un invito ge­ nerico costituito da una frase già riscontrata altrove : Rendete grazie a ]ahvé, perché è buono perché la sua bontà dura in eterno. Il seguito risulta diviso in quattro parti, in corrispondenza

alle quattro categorie di persone invitate a ringraziare Dio per la liberazione da qualche particolare disgrazia : ( a ) colo­ ro che erravano nel deserto (vv. 4-9 ), ( b ) i detenuti nelle pri­ gioni (vv. r o- 1 6 ), ( c ) i colpiti da grave malattia (vv. 1 7-2 2 ) e ( d ) coloro che si trovarono in grave pericolo durante la navigazione marina ( vv . 2 3 -3 2 ). Per ben quattro volte queste quattro categorie ripetono con gli stessi termini, a modo di 68 bis. Van der Woude, Zwei alte cruces im Psalter: Ps. XXXII, 6 und LXXXIX,

20 : OTS 1 3 ( 1 963 ). 1 3 1·IJ6. 69. Sukenik, 'wsr hmgilwt hgnwzwt, 1954 The Dead Sea Scrolls of the He­ brew University, 1955, tavv. 35-58. - J. Licht, mgjlt hhwdiwt mmgqlwt mdbr ihwdh , 1957. - Traduzioni: Bardtke, Die Handschriftenfunde am Toten Meer, 21953, pp. 1 50.166. - Millar Burrows, The Dead Sea Scrolls, 1956, pp . 4D0-415. Dupont-Sommer, Les écrits esséniens découverts près de la Mer Morte, 1959, pp. 21 3-266. - Die essenischen Schriften vom Toten Meer, 1 960, pp. 21 6-274. - Cfr. sotto § 108. [Carmignac and Guilbert, Les Textes de Qumran I , ( 1961 ), 1 27-180. - Maier, Die Texte vom Toten Meer ( 1 96 o ) , I, pp . 71-122; 11, pp. 63-no ] . =

Parte I: Lo stadio preletterario

25 4

ritornello, che essi gridarono a Jahvé nella loro angustia e fu­ rono da lui liberati (vv. 6- r 3 . r 9 . 2 8 ) 69bis; ugualmente in for­ ma di ritornello è ripetuto per quattro volte l'invito a rin­ graziare Dio (vv. 8 . r 5 .2 I . 3 r ) . Il Salmo chiude con un inno - considerato da molti, come p. es. dal Gunkel, un'aggiunta posteriore -, che celebra Jahvé, vero autore dei prodigi, nel quale risiede il potere sia di esaltare che di umiliare ( vv . 3 3 4 3 ) Possiamo immaginare che questo Salmo fosse cantato in una solenne festa di ringraziamento da alcuni cantori a nome dei graziati. Comunque il fatto che delle categorie di indivi­ dui vengano invitate a render grazie e che questo ringrazia­ mento non sia fatto in prima persona, fa supporre l'interven­ to di cori che rivolgevano l'invito ai singoli gruppi, i quali o in silenzio o con l'Amen esprimevano il loro assenso; alla fine l'assemblea intera si univa nel cantare l'inno di lode. .

69bis. Koch, Denn seine

Giite wiihret ewiglich : EvTh

21

( r 96 1 ), 53 1-544 .

§ 1 6 . POESIA SAPIENZIALE

Bibliografia Gunkel und Begrich ( § 14), pp. 38 1-397 · Mowinckel, Olfersang og sangolfer, 1 95 1 , pp . 368-382. Psalms and Wisdom : SVT III ( 1 955), 205-2 24. Munch, Die judischen 'Weisheitspsalmen' und ihr Platz im Leben: AcOr [L] IJ ( 1 936), I I 2·140. [Murphy, A Consideration of the Classification 'Wisdom Psalms' : SVT Ix ( 1963 ). 1 53·164 ] . Cfr. pure Bibl. §§ u , 64 , 65, 88.

Benché la maggioranza dei Salmi raccolti nel Salterio sia costituita da canti cultuali o spirituali, se ne possono trovare anche alcuni caratterizzati da una particolare intonazione di­ dattica. Parte di questi ultimi esaltano, nella forma dell'inno, il grande valore della sapienza, altri - ad imitazione dei detti sapienziali - contengono esortazioni alla bontà ed ammoni­ zioni contro il male, altri infine pongono dei problemi, e più precisamente il problema dibattutissimo del successo degli empi e della sfortuna dei pii. Oltre che nel Salterio, queste composizioni pratiche di varia ampiezza, si trovano frequen­ temente in Proverbi, Giobbe ed Ecclesiastico . Vedasi ad esempio : Prov. 8 , 1 -3 6 1 in cui la Sapienza si presenta come maestra; 9 , 1 - 1 8 ove madama Sapienza e madama Follia sotto la veste di due padrone di casa invitano gli uomini ad assi­ dersi alla mensa da loro imbandita; Iob. 2 8 , che parla della inattingibilità della Sapienza; Ecclus 1 , 1 -20 trattante sull'o­ rigine della Sapienza ; Iob. 1 8 ,5-2 1 ; 20,5-2 9 ; 2 7 , 1 1-23 ove si espone la :fine ingloriosa degli empi; Ecclus 1 4,20- 1 5 , 1 0 che enuncia le beatitudine della Sapienza; Prov. 3 1 , 1 0-3 1 che po­ trebbe portare il titolo di «Elogio della donna virtuosa» 2 • 1 . Cazelles, L 'enfantement de la Sagesse en Prov. 8: BEThL XII ( 1959), 5 I I·5 I 5 Scott, Wisdom in Creation: the ' 'iim"n ' of Proverbs 8,Jo : VT ro ( 1960), 2 1 3·223 . 2. Margaret :B. Crook, The Marriegeable Maiden of Proverbs JI,IO·JI: Theology

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Parte I: Lo stadio preletterario

Questi poemi sapienziali provengono dai circoli dei sapienti ( § I I ,3 ), i quali elaborarono in un primo tempo la forma del detto sapienziale, che poi estesero esprimendo nella forma più ampia del canto i propri sentimenti, riflessioni, ammoni­ zioni ed avvertimenti. Questi poemi sapienziali ci forniscono ampi indizi per ritenere che i loro compilatori fossero molto addentro nella forma del detto sapienziale. Talvolta, come nel Ps . 49 ,5 , questi canti vengono semplicemente denomina­ ti come masal, detto sapienziale. Molti iniziano con l'espres­ sione : Felice chi oppure beato chi ( 'asre ) 3 , che è propria dei circoli sapienziali - vedasi il Ps. I - . La loro dipendenza da uomini, e forse anche donne, che ricorrevano normalmente al detto sapienziale, è confermata dal fatto che molti di que­ sti canti sapienziali contengono dei versetti, come il Ps . 3 7 , I 6 , che hanno tutta l'aria di essere dei detti indipendenti. Al­ tre volte si ha l'impressione di trovarci di fronte più ad una raccolta di detti non bene connessi tra loro, che ad una com­ posizione unitaria e coerente. Non sorprende pertanto che talvolta i poemi sapienziali, come i Ps . 3 7 e I I 2 e Prov. 3 I , I 0-3 I , ricorrano all'acrostico alfabetico, particolarmente atto ad unire dei detti poco omogenei, specialmente perché un tale espediente serve a distrarre dalla considerazione sulla mancata unità dd contenuto . La linea di demarcazione tra i vari generi ai quali appar­ tengono i canti, sia nel Salterio che fuori, è sempre sfumata. Per questo rimane un largo margine df incertezza nell'asse­ gnazione delle varie composizioni poetiche ai canti sapien­ ziali. Ciononostante si può dire che ad essi appartengono i Pss. • , 3 7 s , 49 6 , 73 1 , 7 8 s , 9 1 9 , I l 2 10 , 1 2 8 e I 3 3 u . Lo stesr Digest 5 ( 1957), 72. [Houston Smith (§ 6,

n.

16), p. 7: su Prov. 3 1 ,1 8 ] .

3· Dodd, The Beatitudes (Mél. Bibl. Robert, 1 957, pp. 404·4 10). - George, La 'forme' des Béatitudes ;usqu'à Jésus (Mél. Bibl. Robert, 1 957, pp. 398-403 }. Bibl. § 16, n. 14a. [Keller, Les 'Béatitudes' de l'AT: Hommage à W. Vischer ( 1 96o}, 88-100 ] . 4 · Auvray, RB 53 ( 1946 } , 365-371. - Botterweck, ThQ 138 ( 1958), 129-15 1 . Engnell, Studia Or. Ioanni Pedersen, 1953, pp. 85-96. - Haupt, AJSL 19 ( 1903/

§ z6. Poesia sapienziale

2 ') 7

so dicasi dei Ps. I 05 e I 06 che tracciano un quadro retrospet­ tivo della storia d'Israele ( § 3 , 2 ), ed in questo sono simili al Ps. 7 8 . Si deve notare, tuttavia, che il Ps. I 05 ha un'intona­ zione innica e, perciò, è stato catalogato fra gli inni ( § I 5 ,3 n. 2 3 ) . A questo gruppo vanno ricollegati due altri Salmi : il 90 12 ed il I 3 9 13 • La parte principale del primo, vv. I - I 2 , con­ siste in una riflessione sulla brevità della vita, mentre la con­ clusione, vv. I 3- I 7 , implora da Dio pietà nello stile delle sup-

1904), 129-142. - Joiion, RSR 27 ( 1 937), 44o-4_5 6. [Arbez, A Study of Psalm I : CBQ 7 ( 1 94.5 ), 398-404 ] . 5 · Allegro, PEQ 86 ( 19.54), 69-7.5, tav. xvm. - Holm-Nielsen, StTh 14 ( 1960), 37-39· - Munch, ZAW 55 ( r 93 7 ), 36-46. 6. Lindblom, Horae Soederblomianae I, 1944, pp. 21-27. - Munch, ZAW 55 ( 193 7 ), 36-46. - Stenzel, ThZ r o ( 19.54) , 1.52-1.54· - Volz , ZAW 55 ( 1 93 7 ), 235264. [Van der Ploeg, Notes sur le Psaume XLIX: OTS 13 ( 1963 ), 13 7-1 72 ] . 7· Birkeland, ZAW 67 ( 195.5), 99-103 . - Blank , Pyatt Mem. Vol., 19.53 , pp. 1-13 . - Castellino, Stud. Or. Levi della Vida, I, 19.56, pp. 141-150. - Hansen, DTI 13 ( 19.50 ) , 77-87 . - Jellicoe, ET 67 ( 19 .5.5/6), 209-2 r o. - Kuhn, ZAW 55 ( 193 7 ), 307 s. - Munch, ZAW 55 ( 193 7 ), 36-46. - Ringgren, VT 3 ( 19.53 ), 26.5-2 72. Wiirthwein, Bertbolet-Festschr., 19.50, pp. 53 2-549. [Schilling, Leidensfrage und Gottesgemeinscbaft: Bibel und Leben 2 ( 1961 ), 2.5-39 ] . 8 . Eissfeldt, BAL 104, .5 , 1958. - Jirku, Die i:ilteste Geschicbte Israels im Rab­ men lehrhafter Darstellungen, 1917, pp. 24, 15.5. - Junker, Bibl 34 ( 1 953 ), 487.500. - Kroeze, Genesis Veertien, 1937, pp. 205-2o6. [Emerton, Notes on tbree Passages in Psalms Book III: JThSt I4 ( 1963 ), 374381, spec. p. 381 : III. Psalm LXXV I II, 41 and the Syriac Verb 'br 'to be angry'. ­ Liebreich, Tbe Liturgica/ Use of Psalm LXXVIII, ;B: Studies Neuman ( 1962), 36.5-374. - Rothstein, Psalm LXXVIII ein Zeuge fiir die ;ahwistische Gesta/t der Exodustradition und seine Abfassungszeit : ZWTh 43 ( 1900), 532-585. Schildenberger, Psalm LXXVIII (LXXVII) und die Pentateuchquellen: Junker­ Festschr. ( 1961 ), 231-256 ] . 9 · Bibl § 15,"n. 57· ro. Holm-Nielsen, StTh 14 ( 1960 ), 3 7-39· I I . Gunkel, BZAW 34 ( 1920), 69-74[ Pascual (§ 15, n . .58bis ) ] . 12. Herrmann, Festschr fiir Otto Scbmitz, 1953, pp. 57-70. [Baumgartel and Westermann, Lehre uns bedenken, da$ wir sterben mussen': MPTh JO ( 196 1 ), 425-439 ] . 13. Baumann, EvTh I I ( 195 1/2), 1 8 7-190. - Danell, Psalm IJ9, 1951 . - Wiirth­ wein, ThLZ 81 ( 19.56), coli. 341 s. VT 7 ( 1957), r65-182. [ Scriba, Via dolorosa. Zur theologischen Auslegung des CXXXIX. Psalms: Mitzenheim-Festschr. ( r 96r ), 5o-59 ] . -

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25 8

Parte I: Lo stadio preletterario

pliche nazionali e fu forse aggiunta in un secondo tempo. Il Ps. 1 3 9 invece ha un accentuato carattere innico, ma nel suo complesso può essere considerato come una pia riflessione sull'onniscienza ed onnipresenza di Dio, dettata probabil­ mente dalla reazione al sospetto che il salmista fosse legato agli empi. I Pss. 3 7 ,49 e 7 3 , pur con tutte le loro differenti peculiarità, hanno in comune la ricerca del motivo, per cui l'empio è fortunato mentre il pio viene colpito dalla disgra­ zia. Essi rispondono a questo angoscioso problema o ram­ mentando che la catastrofe potrebbe piombare inaspettata­ mente sull'empio - questa potrebbe essere qualificata una ri­ sposta negativa -, oppure, più positivamente, affermando che 'nonostante' tutto, l'amicizia di Dio rimane sempre, agli occhi di chi ha fede, il bene più sicuro perché fonte di bene­ dizioni inestimabili ed imperiture che superano ogni altro va­ lore. A questi brani va accostato il Ps . 9 I , elencato sopra fra i Salmi di fiducia ( § I 5 , I o ) , ed inoltre una sezione del di­ scorso di Elifaz che sembra costituire un poema indipendente ( !oh. 5 , I 7-2 6 ) . In ambedue questi brani si cerca di alleviare, senza risolverlo, l'angoscioso problema della retribuzione del giusto : Dio si ricorderà alla fine dei suoi fedeli, li libererà dal male, mentre darà il giusto castigo agli empi. Il Ps. 9 r può, inoltre, essere descritto come un « Salmo di conversione » : es­ so parla di come un uomo, un tempo devoto di 'Elyon-Saddai , si sia poi rivolto a Jahvé ed abbia ricevuto l'assicurazione da parte del sacerdote di essere stato accolto sotto la protezione del vero Dio. Anche il Ps. 1 2 1 , incluso fra i canti di fiducia, in § 1 5 , I o, ha un contenuto simile : il salmista dopo essersi rivolto invano agli altri culti ha trovato la sua piena soddisfa­ zione in Jahvé, al quale promette obbedienza; al neoconver­ tito il sacerdote di Jahvé rivolge un saluto amichevole . Se questa impostazione dei due Salmi è esatta, risulta evidente quanto sia difficile costringere entro un 'genere' particolare le varie composizioni e quanto sia incerta la linea che separa i canti 'cultuali' da quelli 'spirituali' . I Pss. 9 1 e 1 2 1 sono, in­ fatti, realmente canti del neofita e, come tali, sono legati al tempio, poiché proprio lì veniva sanzionata e confermata la

§ r6. Poesia sapienziale

2 .5 9

nuova fede . Ma qui l'esperienza di alcuni individui viene ri­ portata per confermare nella fede gli altri. Invece nel Ps. 7 8 , definito al v . 2 come un masal detto sapienziale, il salmista sottolinea quanto i suoi lettori od uditori possono apprende­ re per la propria condotta dalla storia di Israele. Questa sto­ ria attesta la continua ingratitudine ed infedeltà del popolo verso il suo Dio, pur sempre buono e misericordioso ; egli così mette in guardia contro un tale atteggiamento ed esorta a riporre la propria fiducia in Dio e ad osservare i suoi comandamenti. I Pss. I e I 2 8 sono introdotti dall'espressione Beato chi o Felice chi 14, che proviene dai circoli sapienziali; il Ps. 1 3 3 inizia con Oh! come è bello e piacevole, pure di uguale origine. Que­ sti tre Salmi descrivono con colori vivaci la grande fortuna di chi fa della legge di J ahvé la norma della propria vita e con­ dotta . Così nei Pss. I e I 2 8 sono elogiati il timore di Dio e il camminare nelle sue vie, mentre il Ps. 1 3 3 loda la vita in comune, animata da spirito fraterno, della comunità, che vie­ ne così benedetta da Jahvé. Viene qui elogiato un atteggia­ mento religioso ed etico, non l'ideale dell'uomo sapiente ; questo potrebbe dissuadere dall'includere questi Salmi nel gruppo dei poemi sapienziali. In realtà non si tratta di puri poemi sapienziali. Essi, però, possono essere ricollegati con questo gruppo in quanto ne hanno tutte le caratteristiche; la sostituzione del motivo della sapienza, ordinariamente cele-· brata da questi Salmi, con quello della fedeltà alla legge e del timore di Dio, può essere un indizio dell'evoluzione che subì la letteratura sapienziale d'Israele. Da un confronto tra il li­ bro dei Proverbi, in particolare le raccolte più antiche in es­ so riportate ( § 6 5 , 2 ) , con l'Ecclesiastico si può vedere come la fedeltà alla legge e il timore di Dio tendessero sempre più a sostituire l'idea della sapi�nza. Tenendo presente questo, possiamo avere dei motivi per considerare i Pss. 1 9 (vv. 8 - 1 5 } =

14. Hans Schmidt, Griize und Gliickwiinsche im Psalter: ThStKr 103 ( 1931 ),. 141-150. - Cfr. § r6, n. 3 ·

[ Braumann , Zum traditionsgeschicbtlichen Problem der Seligpreisungen Mt. V,. ;-r2 : NT 4 ( 1960), 253-260 ] .

Parte I: Lo stadio preletterario

( § 63 , 1 ) e I I 9 come dei poemi sapienziali, nonostante il loro carattere innico, e porli vicino a certi elogi della sapienza, co­ me Ecclus I 4 ,20- I j , I O e Prov. 8 ; qui, infatti, la sapienza ha ceduto il posto alla venerazione per la legge e al timore di Dio. Questo processo, caratteristico dell'evoluzione storico­ religiosa di Israele e del Giudaismo, per il quale la sapienza viene ad esser assorbita dalla pietà, spiega come certi Salmi, p. es. il 3 7 , i1 49 e il 73, fossero usati nel culto, almeno sina­ gogale, e come tali accolti nel Salterio, nonostante siano dei puri poemi sapienziali incentrati su qualche problema partico­ lare. Rimane sempre vero, tuttavia, che il posto più adatto per questo tipo di poesia non è il culto, ma la scuola del sapiente .

PARTE SECONDA

Preistoria letteraria dei libri dell'Antico Testamento

§ I 7 . CONSIDERAZIONI GENERALI Bibliografia Saydon, Literary Criticism of the OT. Old Problems and New Ways of Solution: BEThL X I I ( 1 959), 316-24.

Grande è l'importanza di quanto siamo andati sin qui esa­ minando . L'identificazione e lo studio delle unità minime ha reso possibile la classificazione delle singole narrazioni, dei detti, dei canti e delle altre forme ; ciò costituisce un presup­ posto indispensabile per la loro comprensione esatta. La di­ visione tradizionale del testo in pericopi di una certa am­ piezza, non è purtroppo su questo punto soddisfacente ed ineccepibile. Ciò vale sia per la divisione giudaica in parasot (v. § I I 6 ), in vigore già ai tempi dei rotoli di Qumran, sia per quella in capitoli della Volgata, che coincide in larga mi­ sura con quella giudaica e che risale al I 2 0o d.C. circa e che fu adottata gradualmente dal quattordicesimo secolo in poi anche per il testo ebraico sia manoscritto che stampato. I due sistemi sono applicati correttamente al piccolo libro del­ le Lamentazioni, che si presenta come chiaramente composto di cinque canti indipendenti, quattro alfabetici ed uno in­ fluenzato dalla forma alfabetica in quanto composto da ven­ tidue versetti, in corrispondenza al numero delle lettere del­ l'alfabeto . Diverso è il caso seguente : la fine dei racconti del paradiso e della caduta ( Gen. 3 ,24) è separata dall'inizio della 1

I. Bardtke, Die Parascheneinteilung der Jesaiarolle I von Qumràn (Dornseiff­ Festschr. , 1953, pp. 33-7;; ). Ginsburg, Introduction (v. Bibl. § u5, n), pp. 9108. Noth (v. Bibl. § 1 1 3 ), pp. 242 s. -

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Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

narrazione su Caino ( 4 , 1 ) solo con una parasa 'chiusa' (samek) , mentre l a conclusione della sezione precedente, e cioè dell'e­ spulsione dal paradiso ( 3 ,22-24), è separata dalla precedente sezione con una parasa 'aperta' ( pe ) ; in tal modo si viene a collegare strettamente del materiale che non è della stessa natura, mentre si separano dei brani che formano un tutto continuo . La divisione in capitoli della Volgata è in questo punto più corretta. Al contrario è preferibile la divisione in parasot a quella in capitoli in altri casi, come ad esempio nel­ l'ultimo canto del (Ebed ]ahvé, Is. 5 2 , 1 3-5 3 , 1 2 , e nella sezio­ ne di Is . 63 ,7-64 , 1 r che, come abbiamo già notato, forma un'unità e costituisce un canto nazionale di supplica ( § 1 5 ,6 ) . Altre volte, invece, ambedue l e divisioni sono ingannevoli; il che ci costringe a procedere ad una spartizione del testo dif­ forme da quella tradizionale ( Ier. 7 , 1 -8 ,3 ; 1 4 ,9- 1 5 >4 · Cfr. § 46,2 e. § 1 5 ,6 ) . È qui che l'identificazione dei generi può rendere un eccellente servizio, oltre che nei casi in cui preser­ va dall'errore di divisioni false - come per i canti di ringra­ ziamento, tanto per citare un caso, posti alla fine di molte suppliche individuali che non devono essere disgiunti dal re­ sto in quanto è perfettamente connaturale alla supplica l'an­ ticipazione dell'azione di grazia ( § 1 5 ,9 ) . L'identificazione delle forme del discorso rende, tuttavia, dei servizi maggiori. Essa salva i singoli passi dell'isolamento, rende possibile l'e­ same simultaneo e comparato di tutti gli esempi appartenenti ad una forma particolare, mettendo cosi in grado di compren­ dere meglio il tipo e di formulare un giusto apprezzamento sulla struttura e sul contenuto di ogni singolo brano. Questa identificazione delle unità minime non esaurisce il compito dello studioso . I libri dell'A .T. non sono semplice­ mente delle raccolte di piccole unità. Né dobbiamo immagi­ nare che i loro compilatori si siano trovati di fronte ad un certo quantitativo di queste piccole unità e che le abbiano cu­ cite, come meglio credevano, per la prima volta in una com­ posizione letteraria più ampia. La struttura dei nostri libri , la loro 'composizione' , non può esser compresa appieno se non riusciamo a percepire qualcosa, almeno, della natura ,

§

Il.

Considerazioni generali

estensione, data e intenzione dei libri o libretti che servirono da fonti. L'identificazione della natura delle forme singole permette di comprendere le singole sezioni dei libri - come p . es . del canto collettivo di supplica di Is. 63 ,7-.6 4,1 I - o al­ meno le loro caratteristiche tipiche. Ma il ricorso all'esame dei generi non è sufficiente a comprendere un libro nel suo complesso, né la formazione reale delle sue singole parti. È necessario a questo punto ricorrere alla critica letteraria per attingere le fonti che sottostanno al libro in questione. Que­ sto metodo di ricerca non ha lo stesso senso ed importanza per tutti i libri dell'A.T . Per i libri che consistono interamen­ te o principalmente nella giustapposizione di unità minime come le Lamentazioni, il Salterio e, in buona parte, i Prover­ bi di Salomone, nel quale le unità letterarie ampie sono in numero molto limitato - la comprensione è data principal­ mente dall'analisi dei singoli canti o detti. Certamente anche questi libri ricevono ulteriori precisazioni dall'indagine sulle loro fonti letterarie precedenti, ma ciò non è assolutamente indispensabile per comprendere ciò che in essi è veramente importante e cioè il singolo canto o detto . Tuttavia rimango­ no anche qui sospesi alcuni problemi, come la ripetizione per due volte dello stesso Salmo e detto, che possono essere ri­ solti solo indagando sulla preistoria letteraria dei libri in questione. L'esame della preistoria letteraria è, tuttavia, molto più importante per i libri profetici, legali e storici . È vero che i nostri libri profetici non si presentano con un chiaro ordine cronologico e logico, ma è egualmente indiscusso che essi fu­ rono in origine composti secondo certi criteri. Quando risul­ tasse che l'ordine primitivo è stato turbato, dovremmo parti­ re dall'esame della composizione attuale del testo, il quale in­ nanzitutto deve esser spiegato . Questa spiegazione, una volta trovata, ha spesso importanti conseguenze per la comprensio­ ne delle singole sezioni. Certo nel caso della visione inaugu­ rale di Isaia ( Is. 6 ) non ha grande importanza per l'intelli­ genza del testo il sapere che in origine essa stava all'inizio del libro e come sia stata in seguito retrocessa al posto attuale .

Parte Il: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

Ma il sapere che le cinque visioni di Amos ( 7, 1 -9 ; 8 , 1 -3 ; 9 , 1 4 ), attualmente spartite in tre sezioni, in origine erano unite e forse formavano l'inizio di un racconto autobiografico, comporta una valutazione più esatta dell'intenzione che pre­ siedette alla disposizione in progressione dei testi (v. § 5 r ,2 ) . Il libro di Geremia nel suo complesso, ed anche in molti dei suoi detti singoli e delle narrazioni, può essere compreso ap­ pieno solo se Io si considera come il risultato della fusione di tre classi di 'fonti' : una narrativa in terza persona risalente a Baruc, un'altra pure di carattere narrativo, ma in prima persona dovuta a Geremia, ed altre 'fonti' di vario genere . Anche nei libri della Legge si nota non di rado un certo di­ sordine, congiunto a certe vestigia indicanti quale doveva es­ sere la disposizione primitiva del materiale. Si veda la sezio­ ne sulle norme del culto di Dt. r 6 , 2 r - r 7 ,7 che interrompe la successione delle leggi concernenti il sistema giudiziario ( r 6 , I 8-2o e I 7 ,8- 1 3 ) e che probabilmente veniva dopo I 2 ,3 1 . L'ammissione di questo fatto non solo ci offre la possibilità di disporre in modo più razionale la sezione in questione, ma ci aiuta anche a comprendere qual è il punto principale di I 7 , 2 7 . I l quale non risiede, come appare a prima vista, nell'affer­ mazione della necessità di due testimoni, nell'obbligo di eli­ minare gli idolatri. Nei libri storici si trovano delle ampie se­ zioni, come 2 Sam . 1 3-20, che hanno una struttura ancora in­ tegra e lineare, priva di ripetizioni e contraddizioni. D'altra parte ci si imbatte in sezioni che, come il racconto del diluvio di Gen. 6-9 o quello dell'attraversata del Giordano e della conquista di Gerico in Ios. 3-6, sono pieni di difficoltà di ogni genere e che non possono essere compresi nella loro for­ ma attuale. L'unico modo per renderli intelligibili sta nel pre­ supporre che l'attuale testo risulti dalla cucitura di narrazioni disparate, le quali devono essere individuate e ricostruite se­ condo il loro ordine originario. In altri termini è necessario non solo conoscere la preistoria preletteraria e subletteraria dei libri dell'A.T . , ma anche la loro preistoria letteraria. Abbiamo già. osservato nell'introduzione all'opera presente ( § I ) che una diagnosi, che non voglia essere sommaria, del-

§ I7. Considerazioni generali

265

l 'esatta composizione dei libri e, perciò, della loro preistoria letteraria è possibile solo partendo dall'analisi dei libri quali si presentano attualmente. È necessario, però, premettere al­ cune osservazioni generali, che anticipino i risultati di tali analisi. Per questo non è possibile, né necessario, un esame particolareggiato delle caratteristiche dei singoli libri. Dob­ biamo !imitarci a sottolineare ciò che è importante nei quat­ tro grandi gruppi dei libri dell'A .T. : storici, legali, profetici e poetici, nei quali viene compresa anche la letteratura sa­ pienziale. Talvolta invece, quando se ne offrirà l'opportunità e per rendere più varia l'esposizione, ci soffermeremo ad il­ lustrare la natura di un intero gruppo di libri con l'esame di un brano particolarmente esemplare .

§ 1 8 . I LIBRI STORICI

Bibliografia Auerbach, Wiiste und gelobtes Land, I ( 1932), 22-33. Eising, Formgeschichtliche Untersuchung zur ]akobserzahlung der Genesis, 1940. Eissfeldt, Die kleinste literarische Einheit in den Erzahlungsbiichern des AT : ThBl 6 ( 1927), spec. pp. 333-337· Gressmann , Ursprung und Entwicklung der ]oseph-Sage: FRLANT 36 ( 1923 ), I, pp . I-55 ·

Guidi, L'historiograpbie chez les Sémites : RB 3 ( 1906), 5o6-5 19. Gunkel, ]akob : P] 176 ( 1919), 339-362 . Die Komposition der ]oseph-Geschicbten : ZDMG 76 ( 1922), 55-7 1 . Ffeiffer and Pollard, The Hebrew lliad, 1957. Rost, Die Vberlieferung von der Thronnachfolge Davids: BWANT 4 2, 1926. Seeligmann, Phasen uit de geschiedenis van het ]oodsch historische bewustziin �Kernmomenten 1947, pp . 4 9-73 ) . [Eissfeldt, ThBl 6 { 1927), coll. 333-337 = Kl. Schr. I ( 1 962 ) , 123-149· Niibel, Davids Aufstieg in der Fruhe israelitischer Geschichtsschreibung Diss. theol. Bonn, 19 5 9) ] . . Cfr. Bibl. §§ 5, 22- 30, 37-41 , 7o-73 . I.

Indizi delle fonti

Per quanto riguarda i libri storici, siamo in condizione di indicare e descrivere con relativa precisione le fonti che usò l'ultimo di essi, per quanto riguarda le scritture canoniche, e cioè il libro delle Cronache - che in origine comprendeva an­ che Esdra e Neemia -. Questo libro rimanda, fra gli altri, al Libro dei Re di Giuda e di Israele ( 2 Par. 2 5 , 2 6 . . . ) come al­ l'opera che contiene ulteriori informazioni sui re di cui tratta. Implicitamente, almeno, viene cosl indicata una delle fonti utilizzate dall'autore. Non ha importanza per ora sapere se con tale espressione ci si riferisca al canonico libro dei Re o ad un rifacimento di tale libro. Certamente l'opera alla quale si allude è connessa con il nostro libro dei Re. In questo caso viene esplicitamente indicata una delle fonti utilizzate dal Cronachista . Inoltre nel titolo che ancora si legge in Neem .

268

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T..

I , I : Parole di Neemia ben Hacalia, si trova indicata chia­ ramente la fonte che sta alla base del libro omonimo e che era costituita dall'autobiografia del profeta. Anche per Esdra si deve pensare ad uno scritto autobiografico, il quale, sebbene non venga introdotto esplicitamente come il. precedente, può essere individuato con relativa certezza nel libro di Esdra­ Neemia. Risalendo indietro nel tempo oltre all'opera cron a­ chistica, notiamo come anche i nostri libri dei Re nominino alcune loro fonti e precisamente : Il libro degli atti di Salo­ mone ( I Reg. I I ,4 I ), Il libro degli atti dei re d'Israele e quel­ lo dei re di Giuda ( I Reg. 1 4 , I 9 .2 9 ). Sfortunatamente queste opere non sono più in nostro possesso e non possiamo for­ marcene un'idea esatta. Prima, nei libri che vanno da Genesi a Samuele-Re, vengono citati due o tre 'libri' come fonti di alcuni passi, tutti in forma poetica. Innanzitutto, in Num. 2 I , I 4b- r 5 , viene riportata una serie di nomi geografici, rag­ gruppati sembra in forma ritmica, particolarmente adatta per un canto di vittoria o di burla ed introdotta al v. 1 4a così : Per questo è detto nel libro delle guerre di Jahvé (sefer milf./mot ]ahvé) 1 • Per due volte, ed esattamente in Ios. I o , I 3 a - preghiera di Giosuè perché si arrestino il sole su Gi­ beon e la luna sulla valle di Aijalon ( I O , I 2 - I 4 ) - ed in 2 Sam. I , r 8b - lamento di David sulla morte di Saul e Gionata ( I , I 9-2 7 ) -, viene menzionato come fonte Il libro del Giusto (sefer hayyél1iir) 2• Infine in I Reg. 8 ,5 3 a, a proposito della esortazione fatta da Salomone in occasione della dedicazione del tempio, la traduzione greca dei LXX, non però il testo ebraico, annota che essa era contenuta nel libro del Canto ( I Re B , I 2- I 3 ; LXX = 8,5 3 a F.v (3t.(3l!� "riir; $oiir;). Poiché il termine ebraico corrispondente a $o1) deve essere necessaria­ mente szr, le cui tre consonanti sono identiche a quelle dell'ex. Caspari, Was stand im Buche der Kriege ]ahwes? : ZWTh 54 ( 19 1 2 ), 1 1o-158.

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Gispen, Het boek van de oorlogen van ]ahwe: GThT 59 ( 1959), 129-137· Tur-Sinai, Was there an Ancient 'Book of the Wars of the Lord'? (in ebr. con somm. ingl. ) : BIES 24 ( 1959/6o), 146-148, III-IV. 2. Mercati, Una congettura sopra il libro del Giusto (Note di Letteratura Biblica e Cristiana Antica = Studi e Testi 5, 1 90 1 , pp . 1-7). - Thackeray, New Light on the Book of ]ashar: JThSt II ( 1910), 5 1 8-532.

.§ I8. I libri storici

braico jasar ( = giusto), è stata avanzata ripotesi che la tra­ duzione greca sia dovuta ad una errata scrittura del termine }asar con l 'inversione delle due prime consonanti, jod e sin. In tal caso la fonte qui indicata sarebbe il Libro del Giusto. Nonostante le probabilità che ha questa ipotesi, è meglio conservare il testo come sta, e leggere Jzr = $81) . Oltre, dun­ que, al Libro delle guerre di ]ahvé e al �ibro del Giusto, esi­ steva probabilmeente una terza raccolta denominata come Libro del Canto, o meglio Libro dei Canti, se interpretiamo il singolare come collettivo . L'esortazione di Salomone in oc­ casione della dedicazione del tempio ha un contenuto tipica­ mente religioso-cultuale, di natura nettamente diversa da quello del Libro del Giusto, che, stando alle due citazioni ri­ portate dalla Bibbia, doveva trattare piuttosto di avveni­ menti bellici. Siamo cosl autorizzati a pensare che il Libro dei canti cita­ to come fonte del discorso di Salomone per la dedicazione del tempio consistesse in una raccolta di composizioni riguardan­ ti il culto e la religione, mentre il Libro delle guerre di ]ahvé e il Libro del Giusto dovevano evidentemente contenere dei -carmi che celebravano vittorie e imprese gloriose, oppure tes­ sevano l'elogio dei combattenti caduti eroicamente nel cam­ po di battaglia. Che anche in questi fosse menzionato J ahvé è molto naturale, se si pensa al nesso intimo che esisteva nel­ Pantico Israele tra il sentimento religioso e quello nazionali­ stico, come del resto è provato dal titolo stesso premesso alla prima raccolta: Libro delle guerre di ]ahvé. Questo fatto non esclude tuttavia la possibilità che esistessero nell'antico Israe­ le, accanto alle raccolte di carattere religioso-nazionalistico, altre formate da canti specificamente cultuali, come potrebbe esser la fonte dalla quale è stato tolto il discorso di Salomone per la dedicazione del tempio . Un indizio un po' più preciso circa il contenuto e la destinazione del Libro del Giusto ed in­ direttamente del Libro delle guerre di ]ahvé, ci è dato dalle parole che precedono la citazione della fonte, dalla quale è stato tolto il lamento di David per la morte di Saul e Giona­ ta : perché fosse insegnato ai figli di Giuda 'l'arco'. Queste

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

2 70

parole, contro la cui autenticità si sono scagliati ingiustamen­ te i critici, possono esser interpretate solo in questo modo : il lamento ha il potere di suscitare nei giovani sentimenti di coraggio ed ardimento e deve pertanto essere usato per l'edu­ cazione della gioventù; per arco infatti s'intende l'idoneità in genere alla guerra 3• Il titolo stesso della raccolta, Libro del Giusto, deve esser interpretato in questo senso . A proposito del comando rivolto da Giosuè al sole e all a luna le opinioni divergono nel determinare l'estensione della citazione del Libro del Giusto 4• Certamente appartengono a tale libro i seguenti versetti : Sole, contieniti in Gabaon e tu, luna, sulla valle di Aialon. E si contenne il sole e la luna si trattenne, finché la nazione non si fu vendicata dei suoi nemici.

Ma alcuni pensano, e non senza fondamento, che la citazione si estenda oltre questi versetti ; anche le righe che seguono immediatamente, infatti, sono costruite in forma poetica. Al­ tro problema da esaminare è il sapere se questo brano, una volta delimitato con precisione, debba esser considerato come uno stralcio di un componimento epico più vasto . È stato suggerito , e non solamente a proposito di questo passo, che le narrazioni giunte sino a noi fossero di solito precedute da composizioni epiche e che queste ultime anche a prescindere da citazioni sporadiche, hanno influito profondamente nella composizione degli attuali libri storici sia nello stile che nei motivi che li animano . Sicché la narrativa storica biblica può essere considerata come l'erede dell'antica poesia epica 5 • A 3· Eissfeldt, Zwei verkannte militiirtechnische Termini im Alten Testament : VT 5 ( I955 ), 232-23 8. 4· Alfrink, Het 'stil staan' van zon en maan in ]os. IO,I 2-IJ : StC 24 ( 1 949 ), 238269. Van den Bussche, Het zogenaamd zonnewonder in ]os. IO,I2-I5 (Collatio­ nes Gandavenses II, x , 1951, pp. 48-53). De Fraine, De miraculo solari ]osue (]os. ro,r2-1 5 ) : VD 28 ( 1 950), 227-236 . .5· Gordon ( § 5a), 1954, pp. 1 6 3 1 66 - New Orizons in OT Literature, 196o, pp. 23-24. -

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z8.

I libri storici

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questo problema dedicheremo una più attenta considerazio­ ne in seguito. Possiamo, dunque, disporre di qualche dato sulle antiche raccolte di canti che furono utilizzate come fonti nella compi­ lazione delle narrazioni che vanno da Genesi a Re . Purtrop­ po non sappiamo niente sulle fonti di indole narrativa ( pre­ scindiamo per ora dalle sezioni legislative ) . È ragionevole presupporre che esistessero anche in questo settore delle ope­ re abbastanza elaborate, e non semplicemente un cumulo di rapporti singoli o narrazioni isolate, messe assieme, per la prima volta, secondo uno schema letterariamente unitario, da uno o più compilatori quando fu composta l'opera pre-deuto­ ronomista abbracciante i libri dal Genesi ai Re. In questo set­ tore dobbiamo basarci solo sull'analisi interna dei libri . I ri­ sultati raggiungibili per tale via sono solo raramente certi ; nella maggioranza essi hanno un carattere ipotetico. Può es­ sere, tuttavia, lecito il tentativo di tracciare un quadro della situazione che si fermi ai punti principali e si imponga con relativa certezza.

2 . Estensione deWopera storica più antica Il nostro primo compito è di indicare con la maggior pre­ cisione possibile quale era l'ambito della prima opera storica composta in Israele . Abbiamo molto sommariamente detto che essa si estende dall'inizio di Genesi fino alla fine dei li­ bri di Samuele o agli stessi libri dei Re. Ma dalla gran quanti­ tà del materiale raccolto in questi scritti dobbiamo togliere innanzitutto il Codice sacerdotale con la Legge di santità e cioè, oltre ad alcuni complementi abbastanza consistenti in Gen. I - Ex. 2 4 ; Num. 1 0-3 6 e Dt. 3 1 - Gios. 24, i due brani di mole considerevole di Ex. 25-30 ed Ex. 35 - Num. 9 · È ne­ cessario inoltre togliere il Deuteronomio e le par ti deutero­ nomistiche degli altri libri : oltre a Dt. 1 -3 0 , brani considere­ voli di I os. , alcune sezioni minori di Iud e Sam ., e delle peri­ copi abbastanza ampie dei Re. Rimane la porzione più antica di Gen. 1 - Ex. 24.3 1 -3 4 ; Nu·m. 1 0-36 e Dt. 3 1 - 2 Reg., non .

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specificando per ora ove deve esser posta la fìne dei libri dei Re. Eliminando tutto il libro del Levitico, non può più soste­ nersi la divisione fra i libri dell'Esodo e del Levitico, oltre che del Levitico e del Deuteronomio . Ridotto a quasi niente, anche il Deuteronomio non si sostiene come libro a sé stante. Ma bisogna procedere oltre e considerare come non più vali­ da la separazione fra Dt. 34 e Ios . , fra Ios. e Iud., Iud. e Sam. , e fra Sam. e Reg . Nel primo caso, l'abolizione della spartizio­ ne consegue alla scomparsa quasi totale del Dt. stesso. Fittizia è pure la separazione tra Ios . e I ud. in quanto la prima parte di Iud. ( I , I - 2 ,9 ) 6 ha un contenuto che si avvicina a quello di Ios. e non tratta, come il resto del libro, della difesa della terra, ma della sua conquista. Sam. a sua volta è connesso sot­ to molti aspetti con I ud. : da una parte le cosiddette appendi­ ci del libro dei Giudici ( vv. I 7-2 I ), riferendosi più volte al­ le calamità del tempo in cui mancava un re ( 1 7 ,6 ; 1 8 , 1 ; 1 9 , I ; 2 I , 2 .5 ) , preparano il terreno per l' instaurazione della mo­ narchia ; dall'altra Samuele viene presentato in molte narra­ zioni come l'ultimo dei giudici ( I Sam. 7 .8 . 1 2 ) . Infine, gene­ ralmente si riconosce che I Reg. 1 - 2 costituisce la continua­ zione diretta di 2 Sam. 1 3-20 ; la separazione pertanto tra 2 Sam. e I Reg. scinde un materiale che per sé forma un tutto unico . Per quanto concerne il Pentateuco è chiaro che la di­ visione in cinque libri ebbe luogo solo quando tutto il mate­ riale anche posteriore era stato inserito nell'opera quale ora si presenta ; tale divisione cercava di riprodurre delle sezioni di lunghezza pressocché uniforme, che corrispondessero alla normale capacità dei rotoli del tempo 7• Ma anche negli altri 6. Su 1 ,22-26 ( Bethel): Albright, The First Month of Excavation at Bethel : BASOR 53 ( 1 934), 23-25. The Kyle Memoria! Excavation at Bethel: BASOR 56 ( 1934 ), 2- 1 5 . Kelso, The Second Campaign at Bethel: BASOR 137 ( 1 955 ), 5-IO. Excavations at Bethel BA 19 ( 1 956), 36-43 . - The Third Campaign at Bethel: BASOR 1 5 1 ( 1 958), 3-8. [ Albright, A Trial Excavation in the Mount of Bethel: BASOR 29 ( 1 928), 9- 1 1 . Jamme and van Beek, The South-Arabian Clay Stamp from Bethel Again : BASOR 163 ( 1 96 1 ), 1 5-1 8 . Kelso, The Fourth Campaign at Bethel: BASOR 1 64 ( 1962), 5-19. 'Béthel' RB 69 ( 1962), 254 s. Weippert, Arcbiiologischer ]ahresbericht: ZDPV 79 ( 1963 ), 1 64-179, spec. pp. qo-q1 : bet'in ] . 7· Blau, Studien zum althebriiischen Buchwesen I, 1 902, pp. 48-49 . Driver, Se-

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2 73

casi dobbiamo premunirei contro l'idea che gli inizi attuali dei libri siano originari e che possano essere dei sicuri indizi per fondare su essi la preistoria letteraria della prima opera storica di Israele. Al contrario dobbiamo pensare che la divi­ sione attuale in libri, dalla quale è così difficile prescindere, rende ancor più complicata la ricerca in questo campo . Anziché basarci su queste divisioni, dobbiamo ricorrere - almeno per la parte antica di Gen.-Ios. e probabilmente an­ che di Iud.-Sam. fino a Reg. - all'immagine degli strati. Solo così possiamo formarci un'idea delle fonti letterarie usate dai compilatori, e più propriamente dai redattori , nel comporre con tale materiale antichissimo l'Esateuco, e cioè il gruppo Gen.-Ios., o l'Ottateuco ( Gen.-Sam. ), o addirittura l'Enna­ teuco ( da G en . fino a parte di Reg. ) 8• Sarà chiaro dalla parte analitica che, se si prescinde da certe amplificazioni dovute all'inserzioni di parti isolate e non bene fuse nel contesto, il materiale primitivo di Gen.-Ios. è costituito dalla combina­ zione di due, e più probabilmente tre, filoni narrativi paralle­ li, che abbracciano tutto il periodo che va dalla creazione del primo uomo - o almeno da Abramo - fino alla conquista di Canaan almeno. Gli elementi comprovanti l'esistenza alla ba­ se dell'Esateuco, di diversi strati narrativi paralleli sono : la presenza di due o più narrazioni parallele complete ( Gen . I 2 , 1 0-2 0 ; 2 0 9 ; 2 6 , 1 - 1 I ) e quella di narrazioni composte dall'u­ nione di particolari provenienti da più racconti paralleli ( Gen. 6-9 ; Ios. 3-6 ) . Si noterà che questi stessi elementi si presenmitic Writing, 11954, pp. 81-84. - Cfr. anche la descrizione dì Trever del rotolo completo dì Isaia (m. 7,35 lungo e cm. 30 largo) dì Qumran in Burrows, The Dead Sea Scrolls of St. Marle's Monastery, vol. I, 1950, pp. xm-xvm, e sotto § § 1 04, I I4, I I 5 . 8. Sul nome dì Esateuco,

ecc. ,

vedere § 2.z, 1 .

9· Rabìnowitz, The 'Great Sin' in Ancient Marriage Contracts : ]NESt 1 8 ( 1959), 73 = su 20,9. [Aharoni, The Land of Gerar (in ebr. con somm. in ingl.): Eretz-Israel 3 ( 1954), 108-n x , v, tav. 5, Fig. 5: Gerar = Tell Abu Hureirah. - Albright, Abram the Hebrew: BASOR 163 ( 1961 ), 36-54, dr. p. 48 : Gerar = Tell Abu Hureirah. Alt, Beitriige zur historischen Geographie und Topographie des Negeb : JPOS I I ( 193 1 ), 204-221 ; 12 ( 1932), 126-141 ; 15 ( 1935), 294-324 ; 17 ( 1937), 2 1 8-235 ; 1 8 ( 1938), 149-160 = Kl . Schr. m ( 1 959), 382-472: Gerar = Tell e§-�erra].

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tano nella stessa modalità anche negli altri libri, fino a quelli dei Re. Anche in questi ultimi l'ipotesi applicata all'Esateuco e cioè l'assunto secondo il quale essi risulterebbero dalla com­ binazione di diversi strati narrativi paralleli - si rivela come la più adatta a spiegare la condizione attuale del materiale. Siamo allora costretti a chiederci se gli strati paralleli che dobbiamo supporre in Iud. -Sam. ( Reg. ) non debbano consi­ derarsi la continuazione di quelli notati nell'Esateuco. Que­ sta possibilità acquista maggiore credibilità se si pensa che - come vedremo - gli strati narrativi dell'Esateuco, anche il più antico, non possono esser stati composti prima di David. Ammesso questo, non sembra si possa respingere l'ipotesi che il compilatore non si sia accontentato di presentare la storia interrompendola in un'epoca remota, ma abbia voluto conti­ nuarla fino ai propri tempi. 3 . Fonti letterarie

Abbiamo cercato di illustrare la preistoria letteraria del­ l'opera più antica che sta alla base dell'Esateuco e dell'Otta­ teuco. Essa consiste nell'unione di due o tre filoni narrativi completi, cioè di libri trattanti la storia e la preistoria di Israele a partire, più o meno, dalla creazione fino al tempo di David e Salomone, e anche oltre. Ci possiamo ora chiedere se è possibile andare oltre e sapere se i compilatori di questi filoni narrativi riportati dall'Esateuco e dall'Ottateuco - par­ ticolarmente i più antichi - a loro volta disponessero di fonti letterarie. In linea generale a questa domanda si può rispon­ dere affermativamente. Anche se si fanno risalire questi filoni narrativi ad un'epoca molto antica, e per il più antico di essi si fissa l'origine verso il 9 5 0 a .C., dobbiamo riconoscere che in diversi punti essi presuppongono del materiale scritto an­ teriore. Ma il compilatore del più antico filone, come quello o i diversi - che produssero l'ultimo, deve aver certamente attinto a larghe mani dalla tradizione orale, alla quale perciò avrebbe dato per la prima volta una veste letteraria. Al con­ trario per le narrazioni che hanno una stretta somiglianza con

§

z8. I

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2 7 'j

gli scritti storici - si pensi a quella di Gedeone ed Abimelech in Iud. 6-9 - si deve logicamente presupporre l'esistenza di ori­ ginali letterari . Narrazioni di questo tipo ben difficilmente po­ tevano essere trasmesse oralmente. Differenti sono i motivi che ci inducono a supporre per gli inizi dell'opera storica co­ stituiti da Gen . r , r -9 , 9 , l'esistenza di modelli letterari, che nel caso sono extra-israelitici . Conosciamo un elenco babilo­ nese di re anteriori e posteriori al diluvio 10, del quale quasi certamente dipendono le genealogie bibliche dei patriarchi prediluviani e dei patriarchi postdiluviani, oltre alla narrazio­ ne del diluvio . Questo materiale, come tanto altro , giunse ad Israele tramite i Cananei . Inoltre le narrazioni connesse con Abramo e Lot, Giacobbe e Labano, Giacobbe ed Esaù, Giu­ seppe ed i suoi fratelli , coi soggiorni di Israele in Egitto e Si­ nai, con Balaam e Giosuè, ed altri complessi narrativi, è pro­ babile che . esistessero già prima della formulazione del più antico, o del secondo filone narrativo, sotto forma di comples­ si letterari minori , o di 'cicli di saghe' come si è voluto defi­ nirli . Di queste unità narrative letterarie è anche possibile indicare, almeno in forma d'ipotesi, l'esténsiohe di contenu­ to ; ma non se ne può determinare il testo esatto. Pur suppo­ nendo l'esistenza di tali cicli, infatti, i compilatori dei due filoni narrativi più antichi se ne servirono esclusivamente, o almeno primariamente, come fonti di materiale , ritoccando­ ne a fondo lo stile ed adattandoli nel contesto generale della propria opera . A riprova di ciò basti considerare un semplice fatto : tutti i cicli che possono essere individuati nel libro del Genesi ( quello di Abramo-Lot, di Giacobbe-Esaù . . . ) sono collegati tra loro in quanto il protagonista di ciascuno viene presentato come il padre di colui che occupa il posto centrale nel ciclo seguente, o come il figlio di un personaggio nomina­ to nel ciclo precedente . Sicché tutti questi cicli sono inqua­ drati nella successione genealogica di Abramo- I sacco-Giacob­ be-dodici figli di Giacobbe, mentre in base all'esame della cri­ tica storica, si ammette generalmente che il legame genealoI O.

AOT, pp .

I47· I j0.

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ANET, pp. 26j s.

Parte Il: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

gico fra i patriarchi sia relativamente tardivo ed abbia avuto origine con la concezione di un Israele unitario, all 'epoca del suo insediamento nella terra di Canaan I cicli separati, nella misura in cui esistettero, debbono essere descritti a prescin­ dere da questi legami che li uniscono; ciò implica che noi sia­ mo in grado solo di indicarne l'ambito del contenuto, ma non la forma letteraria. .

4· Storia della successione di David Molti studiosi, fra i quali - come vedremo ( § 3 7,3 ) c'è il Noth , sostengono una posizione simile per i libri che se­ guono l'Esateuco : anch'essi sarebbero basati su complessi narrativi preesistenti Servirà ad illustrare tale modo di pro­ cedere un esempio, fra i più discussi ed in realtà molto signi­ ficativo; si tratta di quella che rettamente è stata denominata come la storia della successione di David ( 2 Sam. 1 3-20 + I Reg. 1 -2 ) 11 • È chiaro, ed ammesso da quasi tutti, che qui ci troviamo di fronte ad un'opera letteraria compatta, a pre­ scindere da qualche piccola amplificazione o da qualche insi­ gnificante inserzione desunta da una fonte parallela . Rimane, però incerto il punto in cui inizia e quello in cui termina que­ sta storia. Basti passare in rassegna i vari tentativi fatti di recente per :fissarne l'inizio. Rost ritiene fermamente che questa narrazione voglia esporre la storia della successione di David e che costituisca la risposta alla domanda che special­ mente in I Reg. I (vv. 5 · 1 3 .20.24 . 2 7 . 30 · 3 5 ·43 ·46 .48 ) occu­ pa il posto centrale : chi salirà sul trono di David? Sotto que­ sto aspetto devono essere riconnessi con lo stesso tema anche. I Sam. 4-6 e 2 Sam. 6 .7 .9- 1 2 . Egli, però, ritiene che già pri­ ma esistessero I Sam. 4-6 e 2 Sam . 6 ; 7 ; I o ,6b- I I , I ; 1 2 ,2 63 I ; il compilato re avrebbe apportato a tali testi solo delle pic­ cole aggiunte per renderli più �datti al suo scopo. Cosl, sem­ pre secondo questo autore, al racconto dell'arca di I Sam. 4-6 e 2 Sam. 6 11b1s il compilato re avrebbe aggiunto l episodio di -

.

,

'

II.

Sutcliffe, Simultaneity in Hebrew: a Note on

8o- 8 z . ubis.

I

Kings I,4 I : JSSt

3

( 19,8),

Gordon , David the Dancer: Kaufmann Jub. Vol. ( 1 96o), 46-49 : on 2 Sam. 6 .

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IB.

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2 77

Mical di 2 Sam. 6 , I 6 . 2oh-23 per spiegare come, a succedere a David, non potesse essere un figlio di Mical; in contrasto con questa esclusione egli avrebbe posto l'episodio di 2 Sam. 7 che prospetta come il rovescio della medaglia. Il testo rife­ risce, infatti, un'antica narrazione riportante la promessa fat­ ta da Jahvé per mezzo del profeta Natan riguardante la dura­ ta della sua dinastia. Un altro completamento, questa volta in riferimento alla guerra ammonita di 2 Sam . I o ,6b- I I , I e I 2 , 2 6 - 3 I 12 , è costituito da I O , I -6a e I I ,2- I 2 ,2j 12bl s riguardan­ te Bersabea, la futura madre di Salomone; il brano rappresen­ ta così gli inizi di quella storia che porterà Salomone alla suc­ cessione di David 13• Infine il Rost attribuisce 2 Sam. 9 al com­ pilatore della storia della successione in quanto la sezione 2 Sam . I 3-2o + I Reg. I - 2 13bis rimarrebbe sotto molti aspetti inspiegabile (Meribbaal, Ziba ), se non fosse preceduto dal cap. 9 · In questa analisi del complesso ( I Sam . 4 + ) 2 Sam. 9-20 + I Reg. I-2 il Rost è seguito da molti altri, fra i quali,. seppure con qualche modifica, ci sono il von Rad ( v . Biblio­ grafia § .5b) e il Noth ( § 3 7,3 ) . Ma, nonostante che l'autore· dedichi particolare attenzione all'analisi stilistica, questa pre-­ cisazione circa l'ambito di un'opera storica fissa e completa si basa in ultima analisi non su criteri letterari, ma su conside-· razioni di contenuto e più precisamente sul rapporto che le varie narrazioni dimostrano di avere col tema della successio­ ne di David. Tale procedimento non è atto a garantire sicu-­ rezza ai risultati. Inoltre, assieme a 2 Sam . 9 potrebbe - e do­ vrebbe - esser posto nella storia della successione anche I Sam. I - 3 , o le sue fonti, in quanto i cc. 4 - 6 non sono che· una continuazione dei cc. I -3 , senza considerare che la men12. Goslinga, Spreekt 2 Sam I2,J I inderdaad van wrede terechtstelling der Am-· monieten? : GThT 59 ( 1 959), 138-148. [O'Ceallaigh, And so David dit to all the cities of Ammon: VT 12 ( 1962),. .

179·189 ] . Donner, Der 'Freund des Konigs': ZAW 73 ( 1961 ), 269-277: su 2 Sam. 15�. 37 ; x 6,16 s. ; I Par . 27 ,33 ; I Reg . 4 ,5. 13. Stamm , Der Name des Konigs Salomo : ThZ 16 ( 196o), 285-297. IJbls. Garbini, Osservazioni linguistiche a I Sam. cap. I-III: Bi e Or 5 ( 1963 ),. 47·,52. ub is .

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Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

zione di Eli e dei suoi figli nel cap. 4 presuppone quanto è dif­ fusamente detto su di loro nei cc. 1 -3 . Altri hanno un'opinione chiaramente diversa sull'ambito esatto dell'opera, che ha sempre in 2 Sam. 9 ( o r o o 1 3 )-2o + I Reg. r-2 il suo nucleo essenziale. Il Budde 14 è favorevole all'opinione espressa già dal Duhm, secondo la quale Abiatar, il sacerdote di David esiliato in Anatot da Salomone, compilò 2 Sam . r o-20 + I Reg. r -2, oppure - come il Duhm stesso aveva suggerito - che tale opera riproducesse le tradizioni personali esistenti nella famiglia di Abiatar 15• Quest'opera di Abiatar inizierebbe già con I Sam . 4 ed in questo il Budde concorda col Rost. Egli, però, ascrive tutto il contenuto ori­ ginario di I Sam. 4-I Reg. 2 a quest'opera, mentre il Rost di­ stingue nettamente la storia della successione, che secondo lui non deriva da Abiatar, da un'altra opera narrativa pure a sé stante e completa che attribuisce ad Abiatar e che narra la fuga di David da Saul e la sua ascesa al potere ( I Sam. 2 3 , r - r 3 ; 2 7 , 1 -2 8 ,2 ; 2 9 , 1 -3 0 , 2 6 ; 2 Sam . r , r ; 2 ,4a; 3 ,20-3 0 . 3 1 3 7 ; 4 , r a.5- 1 2 16; 5 ,3 . 1 7-25 [ cap. 8 ? ] ) . L'Auerbach, d'altra parte, mosso, come il Rost, prevalentemente da considerazio­ ni storiche e non da criteri letterari e accettando dal Budde e dal Duhm l 'indicazione di Abiatar come compilatore di 2 Sam. 1 3 -20 + I Reg. r - 2 , va molto oltre i suddetti autori. Egli arriva a concludere che tutto il corpo di narrazioni sulla cui antichità non si può dubitare, che precedono 2 Sam. 1 3 - in altre parole, il materiale fondamentale da Gen . r fino a 2 Sam. 1 2 - deriva da chi ha compilato il resto, proprio da Abiatar, che viene identificato con lo Jahvista (J); questi si sarebbe basato a sua volta su materiale già esistente in for­ ma scritta. Tutto questo dimostra chiaramente l'impossibilità di de14. Die Bucher Samuel (KHC), 1902, pp. XVII. 15. Das Buch ]eremia (KHC}, 1901 , p. 3· Klostermann , Die Biicher Samuelis und der Konige, x887, p. XXXI I ritiene d'altra paxte che Ahimaaz il figlio del sa­ cerdote Zadoq sia stato il compilatore di 2 Sam. 1o-2o + x Reg. 1-2. x6. Su Beeroth 4,2-12, cfr. Elliger, Noch einmal Beeroth (Mél. Bibl. Robert, 1 957, pp. 82-94, 2 tavv.). -

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I8.

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terminare esattamente l 'inizio dell'opera contenuta, secondo un'opinione quasi unanime, in 2 Sam. 9 ( I O o I 3 )-2 0 + I Reg. r -2 . Uno dei motivi di tale incertezza risiede nel fatto che anche un autore della levatura di chi ha composto questa se­ zione centrale, deve porsi nella prospettiva degli autori delle narrazioni singole e complete in sé trattate nella prima parte di questo libro ( § 5 ,2 ) e pagare un tributo al loro talento. Anche il complesso di 2 Sam. I 3-20 + I Reg. 1 -2 è costitui­ to da una serie di singole narrazioni. Queste sono giustamen­ te poste l'una accanto l'altra con relativa autonomia e posso­ no , perciò, essere comprese abbastanza bene anche da sole. Ciò ha permesso di contestare ( v . § 40,2 ) a questa sezione il suo carattere unitario e coordinato e di considerarla come un seguito di narrazioni singole e slegate tra loro . Si può in real­ tà notare un po' dappertutto questa relativa indipendenza delle singole narrazioni. Citiamo ad es . la narrazione della fuga di David a Mahanaim e di come, in tale occasione, fu ri­ focillato dai suoi amici della Transgiordania ( 2 Sam. 1 7 ,272 9 ) 17• Questo fatto impedisce quasi di decidere se due narra­ zioni, poste attualmente l'una accanto all'altra, fossero ori­ ginariamente associate e formassero un'unità più ampia, o invece si siano trovate assieme solo per caso o perché crono­ logicamente dovevano essere poste in quel punto . La soluzio­ ne di questo problema è resa ancor più difficile, perché non si può sempre sapere se i legami tra i vari passi siano origina­ ri o semplicemente redazionali, come è il caso dell'anticipa­ zione di Gen. 1 5 , 1 3- I 6 18 a proposito della permanenza di Israele in Egitto. Né, pur supponendo che si tratti di anno­ tazioni originali, si può esser certi che si tratti di legami let­ terari fra brani narrativi o invece di riferimenti allo stesso soggetto composti da mani diverse, come si vede in Ios . 6 , 2 6 e I Reg r 6 ,34 a proposito dei terribili sacrifici che sarebbe costata la ricostruzione di Gerico . ..

17. Fish, A Copy of the Umma Tablet BM I06055 and Copies of Other Tablets relating to its Subiect-Matter (Manchester Cuneiform Studies 8, 1959 ), pp. 83-98 . 18. Tur-Sinai, Auf wieviel ]ahre berechnet die Bibel den Aufenthalt der Kinder Israel in .Agypten?: BiOr 18 ( 1 961 ), 16 s.

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' . Il più antico strato narrativo È bene dunque accontentarsi di risultati ben più modesti . Dobbiamo riconoscere che il compilatore del più antico stra­ to narrativo che va da Gen . a Reg. oppure - ammesso che tale strato non vada oltre Ios. i redattori dello strato fon­ damentale di Gen.-Ios. e Iud. -Reg., abbiamo avuto a disposi­ zione non solo una gran quantità di tradizioni orali e brani singoli fissati per iscritto, ma anche delle composizioni lette­ rarie di più ampia mole. Purtroppo non ci è possibile identi­ ficare quest'ultime con un minimo di certezza ed indicarne con qualche precisione il luogo d'origine, la data e il fine della composizione. Al contrario è generalmente riconosciuta l'esistenza e descritta con precisione la natura degli strati narrativi che sottostanno all'Ottateuco, o almeno all'Esateu­ co. Vogliamo qui fare qualche semplice osservazione sul più antico di questi strati, rimandando per gli altri alla trattazio­ ne che sarà fatta nell'analisi dei libri . La prospettiva in cui si pone questo strato è già quella dell' 'Israele unito' . Esso presuppone l'esistenza del regno unito o almeno, nel caso sia stato redatto dopo la divisione del regno, la persistenza dell'i­ deologia di tale regno. Non può dunque in nessun modo es­ ser stato composto prima di David. A conferma di questa datazione si può addurre una considerazione di ordine gene­ rale. La creazione di uno stato israelitico vasto e saldamente unito operata da David deve aver suscitato un'ondata di grande esaltazione nazionalistica, clima questo che dovette favorire l'interesse per la storia e la composizione di opere storiche. È , infatti, l'esperienza di avvenimenti come questi, che s'inscrive profondamente nella vita di un popolo, a susci­ tare il desiderio di immortalarli ed a fissare le vicende che tali avvenimenti hanno preceduto . Un'esperienza di questo tipo suscita anche le energie per una tale impresa. Ciò dovet­ te verificarsi specialmente in Israele. Un'esperienza di tipo risorgimentale quale si era verificata con David si ripeté in Israele solo con le vittoriose imprese dei Maccabei. Ora an­ che in quest'ultima circostanza rispuntò immediatamente l'i-

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spirazione alla composizione storica di intonazione elevata che fosse appropriata alla grandezza degli avvenimenti. Così è naturale pensare, come molti hanno fatto, che furono le imprese di David o la loro memoria a ispirare ad un indivi­ duo particolare la concezione di una storia di Israele consi­ derata nel contesto della storia dell'umanità. Vedremo come la parte analitica porterà alla stessa conclusione. Dopo il re­ gno di David possono chiaramente essere individuati altri tre strati narrativi; ma di questi solo due sono assolutamente certi. Questo fatto può esser spiegato nel modo seguente : il più antico strato terminava con David essendo stato compo­ sto in quel tempo ; gli altri, essendo posteriori, continuarono la narrazione per il periodo successivo . Tuttavia non possiamo essere troppo recisi ed esclusivi nell'assegnare lo strato più antico al tempo di David, Salo­ mone o non molto dopo, anche supponendo che 2 Sam. 1 3 2 o + I Reg . 1-2 appartengano al redattore di questo o di quello strato immediatamente successivo. Di solito si insiste sulla vivacità ed il realismo dell'esposizione per affermare che l'autore di una narrazione siffatta deve essere contemporaneo agli avvenimenti. Ma tale argomento perde di efficacia nella supposizione . che la narrazione si basi sul racconto di testi­ moni oculari. Non si può escludere la possibilità che uno scrittore particolarmente dotato abbia saputo ricostruire, p . es . nel secolo IX, in modo così perfetto gli avvenimenti sulla base di una documentazione attendibile. Possiamo citare il caso di un altro storico, non inferiore come capacità a quello di 2 Sam . 1 3-20 + I Reg. 1 - 2 , che descrisse verso il 9.50 a.C. o poco dopo - nessuno infatti va oltre questa data - con i dati che seppe raccogliere avvenimenti accaduti duecento an­ ni prima e che riguardano le vicende di Gedeone e Abimelech (più esattamente si tratta del nucleo più antico di Iud. 6-9 ) Dobbiamo dunque ammettere la possibilità che un autore del nono secolo abbia saputo fare qualcosa di simile in riferimen­ to al tempo di David . In 2 Sam . 1 3-20 + I Reg. 1 -2 ci tro­ viamo di fronte non ad un semplice racconto di un testimo­ nio oculare, ma ad una composizione presentata e costruita .

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

con talento, sì da farcela apparire quasi un romanzo storico di 'buona fattura' . La sezione contiene molti elementi che difficilmente possono essere derivati dall'osservazione perso­ nale dell'autore o dalla relazione di qualche altro testimonio oculare. Vi si notano abbellimenti dettati dall'immaginazio­ ne poetica, benché sempre aderenti al contesto storico ed im­ prontati a sobrietà. A questi appartiene, tanto per citare qualche esempio, la conversazione tra Ammon e Tamar nel­ la camera da letto ( I 3 , I I - I 6 ) e quella ugualmente riservata tra Joab e il messaggero annunciante che Assalonne era stato impigliato in un albero ( I 8 , I O- I 4 ) 18 b1s . Una certa licenza poe­ tica, che permise all'autore di costruire una narrazione di in­ dole artistica al posto di un rapporto oggettivo, è evidente nella ricostruzione del dialogo tra David e la donna di Tecoa ( I 4 ,4-2 0 ) e nella conversazione di Assalonne con Ahitofel e H usai ( I 7 , I - I 4 ) . Abbiamo così registrato in questi due pas­ si un altro tratto che li avvicina alle narrazioni poetiche ( v . § I 8 ,4 ) . Un dato abbastanza concreto è stato addotto per una data­ zione posteriore di questa sezione. In 2 Sam . 2 0 , I 4 la località nord israelitica di Abel viene indicata come Abel di Bet­ Maaca, e cioè appartenente all'aramaica Bet-Maaca 19• L'oc­ cupazione, qui presupposta, di questa zona da parte degli Aramei è descritta da I Reg . 1 5 , 2 0 19 bis ed ebbe luogo verso il 900 a.C. Una tale occupazione è insinuata anche nel pro­ verbio citato pochi versetti dopo (vv. r 8 - r 9 ) : Si chieda in Abel ed in Dan se sono venute meno le usanze consacrate dai fedeli d'lsraele 20• Questo proverbio era allora considerato già antico ( cfr. v. r 8 ) e, in quanto presuppone l'occupazione aramea del distretto, ha il seguente significato : nonostante l'occupazione straniera queste due città sono rimaste fedeli 18 bis . Driver, Plurima mortis imago : Studies and Essays Abraham A. Neuman ( 196 2 ), r 28-1 43 : su 2 Sam. 18,9-14; 2o, r-I3. 19. Mazar, Geshur and Ma'cah (ebr. con somm. ingl. ): Zion 23/4 ( 1 958/9), r r523, 1. - Geshur and Maacah : ]BL Bo ( 1 961 ), 1 6-28. 19 b is . Yadin, Hazor n ( 1 960), 37, n. r , su I Reg . 1 5 ,20. 20 Il TM va tradotto: e cosi tutto si componeva. Io, tra le (città) pacifiche (tra le fedeli di Israele); da correggersi con i LXX : ub'diin hrztammu 'aser Jama.

§

r8.

I libri storici

283

alle usanze israelitiche 21• Si tratta di una spiegazione che de­ ve essere presa in seria considerazione, senza però, escludere che il nome della città ed il proverbio possano essere inter­ pretati diversamente. Un argomento più solido potrebbe essere fornito se si riu­ scisse a dimostrare che sottostante a tutta r opera che va fino a I Re 2 ci sono gli stessi strati narrativi dell'Ottateuco ; si potrebbe così fissare un terminus ante quem non per la com­ posizione. Ma sfortunatamente ciò non è possibile. Il 'com­ pilatore' dei libri dei Re ha rielaborato le sue fonti molto più radicalmente di quanto non abbiano fatto i compilatori od i redattori dei libri precedenti. Inoltre il materiale che può es­ ser stato desunto dal seguito degli strati dell'Ottateuco è in larga parte confuso con i dati provenienti da altre fonti. Sic­ ché è un'impresa quasi disperata il tentativo di identificazio­ ne di tali sèguiti narrativi e risulta assolutamente impossibi­ le ricostruire uno o più strati continui. I libri dei Re si pre­ sentano con tutte le caratteristiche di una mescolanza di fon­ ti proprio in quelle sezioni che sono stilisticamente vicine ai libri precedenti e non in quelle di indole 'annalistica' o che portano rimpronta del compilatore. P. es. I Reg. I I , I 4-25 e 2 Reg. I I 22 sembrano risultare dalla fusione di due narrazio­ ni . Parte dei racconti su Elia ( I Reg. I ?, I - 1 9 , 1 8 ; 2 r ) ed Eliseo ( I Reg. I 9 , 1 9-2 1 ; 2 Reg. 8 ,7- 1 5 ; 9- r o ) presentano, in genere, due tentativi paralleli di associare con le grandi figu­ re di questi due profeti gli avvenimenti che agitavano così profondamente Israele (e Giuda ? ) verso la metà del rx secolo a .C . : le guerre aramaiche da una parte e dall'altra il movi­ mento religioso e rivoluzionario che portò all'ascesa di Jehu. Questi due tentativi potrebbero benissimo essere ascritti a due degli strati dell'Ottateuco . Aggiungiamo che accanto al­ le narrazioni su Elia, così chiaramente ispirate dall'odio vee­ mente contro Ahab, sono posti i racconti su Ahab di I Reg. 2 0 e 2 2 , che invece dimostrano una discreta simpatia per il re e ne mettono in piena luce il valore e la magnanimità. 21. 22.

Smend, ZAW 393 ( 1921 ), 204. Differentemente Rudolph (v. § 41, n. ,56).

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A.T.

Questi racconti possono essere considerati come la continua­ zione di un terzo strato, che certamente è il più antico . Ma per lo stesso motivo le due· narrazioni parallele di 2 Reg. r 8 , 1 7- 1 9 , 3 7 23 sull'attegiamento di Isaia ed Ezechia nell'anno 70 1 a.C., potrebbero essere ascritte a due strati dell'Ottateu­ co, mentre l'annotazione di r 8 , r 4- r 6 (v. § § 4 1 ,2 e 4 3 , 6 ) po­ trebbe considerarsi desunta da un terzo, il più antico, strato. Ma non è lecito proseguire oltre in supposizioni di questo ti­ po, perché il libro dei Re non permette, in nessun caso, di ricostruire uno strato che sia la continuazione di uno di quel­ li che si trovano nell'Ottateuco . Dobbiamo pertanto accon­ tentarci della possibilità che gli strati - perlomeno l'ultimo, o i due ultimi abbiano continuato oltre Salomone. Il che è anzi probabile, poiché è logico supporre che gli strati com­ posti in epoca più recente, e cioè nel nono ed ottavo secolo, continuassero la narrazione degli avvenimenti fino ai loro giorni. Niente, però, di certo può esser detto su questo punto . -

6 . Gli strati posteriori Prima dell'opera pre-deuteronomica incorporata nel com­ plesso di Gen. -Reg. , ci sono, dunque, diverse rappresentazioni della storia che va dalle origini del genere umano fino a Salo­ mone ed oltre. Abbiamo cercato di far luce sulla data ed il fine della composizione dello strato più antico . Rimane da chiarire brevemente l'origine degli strati posteriori. Siamo cosi indotti ad indagare sui rapporti del libro delle Cronache con il complesso Gen. -Reg. Si sentì la necessità delle Crona­ che, quando l'opera precedente non corrispondeva più alle nuove esigenze che si erano create in seguito al profondo ri­ volgimento verifìcatosi nel campo religioso, etico e cultuale. E questo era già accaduto per lo strato più antico dell'Esateu­ co o dell'Ottateuco. Dopo qualche tempo dalla sua composi­ zione si sentl l'esigenza di una nuova presentazione del ma23. Su Esarhaddon in r9,37 cfr. Parrot e Nougayrol, Asarhaddon et Naqi a sur un bronze de Louvre : Syria 33 ( 19.56), I47·I6o, tav. VI. Hildegard Lewy, Nito­ kris-Naqr'a: ]NESt I I ( 1 9.52), 264-286. '

-

§

18.

I libri storici

teriale, la quale a sua volta dovette essere rimpiazzata da una terza perché la precedente non era più sufficiente. Può darsi anche il caso che, anziché in successione cronologica, gli stra­ ti abbiano avuto origine ed esistenza contemporanee. Si è pen­ sato infatti che le rielaborazioni seconda e terza siano sorte all'incirca nello stesso tempo della prima, oppure che la ter­ za sia contemporanea alla seconda, ma che abbia avuto origi­ ne in un luogo ed in un ambiente diverso. Questa ultima ipo­ tesi, benché possibile, non è molto probabile. Ma per la que­ stione che ci occupa in questo momento questa differenza non conta gran che . Ciò che possiamo dire con relativa cer­ tezza è che questi strati, riflettenti le diverse fasi della prei­ storia letteraria dell'opera storica contenuta in Gen.-Reg., so­ no, nonostante tutto, omogenei e che a loro volta - e questo vale soprattutto per lo strato più antico - essi hanno utiliz­ zato qua e là delle composizioni letterarie piuttosto circo­ scritte, ma già esistenti. Il che, però, non ci permette di deli­ neare con certezza la forma letteraria di questi originali. 7.

Carattere composito dei diversi strati

Se è certo che i compilatori degli strati narrativi dell'Esa­ teuco o dell'Ottateuco non si sono serviti solo della tradizio­ ne orale, ma che hanno potuto disporre ed elaborare del ma­ teriale già fissato in forma letteraria ivi comprendendo anche composizioni di una certa ampiezza, bisogna ammettere subi­ to la possibilità che questi strati non siano così monolitici da non farci sentire la presenza di brani diversi che non si com­ binino perfettamente tra loro . Ma questo, a sua volta, non deve farci perdere di vista il fatto che ci troviamo di fronte a vere opere di letteratura storiche costruite secondo un pia­ no prestabilito e non a dei raggruppamenti fortuiti di ele­ menti per sé sèonnessi e posti assieme semplicemente in base al criterio della successione cronologica. Si vedrà in seguito che tutti gli strati mostrano chiaramente i segni dell'indole e delle idee proprie dei loro compilatori e del periodo in cui furono composti .

§ 1 9 . LE RACCOLTE ( CORPORA) DI LEGGI

Bibliografia Colella, La legge mosaica e le legislazioni dell'Antico Oriente (Rinaldi, Secoli sul Mondo, 2 1957, pp. 143 - 154, 578- 579). Jepsen, Untersuchungen zum Bundesbuch : BWANT 41, 1927. Leovy and Taylor, Law and Social Development in Israel : AThR 39 ( 1 957), 9-24. Morgenstern, The Book of the Covenant: HUCA 5 ( 1928), 1 - 15 1 ; 7 ( 1930), 19-

258 ; 8/9 ( 1931/32), 1-150, 741 -746. Napier, Community under Law : Interpretation 7 ( 1953), 404-417·

Noth, Die Gesetze im Pentateuch. Ihre Voraussetzungen und ihr Sinn, 1940 = Ges. Stud. zum AT, 1957, pp. 9-141. J.M.P. Smith, The Origin and History of Hebrew Law, 193 1 . Waterman, Pre-Israelite Laws in the Book of the Covenant: AJSL 3 8 ( 1 92 1 {22 ),

36-54· Wiirthwein, Der Sinn des Gesetzes im AT : ZThK 55 ( 1958), 255-270. Zimmerli, Das Gesetz im AT: ThLZ 85 (196o), spec. pp. 481-498. Zingg, Das Schuld- und Vollstreckungsrecht (Obligationen- und Exekutionsrecht): Judaica 16 ( 1 960), 156-171. [Audet, Origines comparées de la double tradition de la loi et de la sagesse dans le Proche-Orient ancien, xxv ICO vol. I ( 1962), 352-357. Daube, Errar and Accident in the Bible: RIDA 2 ( 1949 ), 189-213. Direct and Indirect Causation in Biblical law: VT n ( 196 1 ), 246-269. Morgenstem, The Book of the Covenant. Part IV - The Mi�wot: HUCA 33( 1 962), 59·10j . Neufeld, Ius redemptionis in Ancient Hebrew Law: RIDA 8 ( 1961 ), 29-40. Neufeld, Inalienability of Mobile and Immobile. Pledges in the Laws of thè Bi­ ble: RIDA 9 ( 1962 ), 33 ·44 · Preiser, Vergeltung und Siihne im altisraelitischen Strafrecht : Festschr. Eberhard Schmidt ( 1961), 7-3 8 . J .M.P Smith, The Origin and History of Hebrew Law (New impression 1960). Zimmerli, ThLZ 85 ( 1 960), coll. 481-498 = Ges. Aufs. ( 1963 ), 249-276. Das Gesetz und die Propheten. Znm Verstiindnis des Alten Testaments ( 1 963 ). Zingg, Das Schuld- und Vollstreckungsrecht... nach Moses: Judaica 16 ( 1960)� 72-90, 156-171, 207·21j. Das Strafrecht nach den Gesetzen Moses : Judaica 17 ( 1961 ), 1o6-u 9. Israels Privatrecht nach den Gesetzen Moses: Judaica 18 ( 1 962), 129-138 ] . Cfr. Bibl. § § 4d, 8 , 24, 30, 33 -35 · .

Si è già visto ( § 4d e § 8 ) che il Libro deli' alleanza (Ex. 20,22-2 3 ,3 3 ), il Codice deuteronomico ( Dt. 1 2-2 6 ) , il Codice di Santità ( Lev. 1 7- 2 6 ) e il Codice Sacerdotale - nella misura

288

Parte Il: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

in cui è un vero corpus legislativo e cioè spec. in Lev. r - 1 6 sono costituiti in ultima analisi da unità minime che per la maggior parte sono leggi singole e detti forensi, tutti rivolti a risolvere le necessità pratiche della vita. Ci chiediamo ora, come abbiamo fatto per i libri storici , se tra i singoli leggi e detti, o gruppi di detti forensi da una parte, e le ampie raccol­ te dall'altra, si debba supporre l'esistenza di formulazioni letterarie intermedie e cioè di raccolte minori ; o se invece dobbiamo pensare che i compilatori o redattori delle attuali raccolte abbiano preso le leggi ed i detti allo stato isolato, o al massimo uniti in piccole sequenze, legandoli assieme nel modo che è sembrato loro più opportuno . È necessario notare che neppure una delle raccolte di leggi si presenta costruita su uno schema preciso ed ordinato, com­ pletamente libera da ripetizioni e contraddizioni . Basta scor­ rerie un po' per incontrarvi delle asperità e difficoltà di ogni genere . Alcune provengono senz'altro dal fatto che i testi hanno subìto, anche dopo la stesura definitiva, delle correzio­ ni . Il che è spiegabile : bisognava aggiornare gli antichi pre­ cetti ed inserirne di nuovi che rispondessero alle nuove esi­ genze. Ciò è evidente in Lev. 2 3 : il materiale legislativo più antico sulle feste, che qui è stato desunto dal Codice di san­ tità, è riferito grosso modo dai vv 9-1 2 . I 5-I 8a. r 9b . 2 o . 3 9 · 40-3 ; in seguito questo materiale fu rielaborato e amplifi­ cato secondo le preoccupazioni del Codice sacerdotale. I vv I 8 a � e I 9 a ci indicano, infatti, anche il passo dal quale è stata tratta l'amplificazione: Num. 2 8 ,2 7- 3 0 . Ci sono parec­ chi casi come questi. Ma esistono anche altre irregolarità del testo attuale che non possono essere spiegate adeguatamente come correzioni e amplificazioni posteriori inserite in un complesso che originariamente era completo ed unitario . A questo punto si è indotti a pensare che il compilatore o re­ dattore della raccolta in questione non potesse disporre libe­ ramente nella scelta e nell'ordinamento del materiale, perché questo era già fisso sotto forma di raccolte minori. Cosl nel Codice di Santità si trovano giustapposte, una dopo l 'altra, due serie quasi identiche di leggi riguardanti il matrimonio -

.

.

S

I9.

Le raccolte di leggi

28 9

ed i rapporti sessuali (Lev. 1 8 ,6-30 e 2 0 , 1 0-2 6 ). Questo fatto può essere spiegato solo supponendo che qui siano state unite due raccolte minori rappresentate rispettivamente da 1 8 ,6-30 e da 2 0, 1 0- 2 6 . Sicché i redattori delle raccolte legislative di­ mostrarono un rispetto per il materiale letterario loro pre­ cedente uguale a quello riscontrato nei redattori degli strati narrativi dell'Esateuco o dell'Ottateuco ed a quello dei re­ dattori del Salterio e del libro dei Proverbi ( § 2 r ) . Dal pun­ to di vista letterario ed estetico questo atteggiamento rispet­ toso poneva i redattori in una situazione di svantaggio in quanto li condizionava nell'opera di rielaborazione del mate­ riale preesistente e nell'inserimento di questo in uno schema unitario più vasto . Ma ciò costituisce una fortuna dal punto di vista dello storico della letteratura, perché permette di rintracciare le varie fasi che precedettero l'attuale composi­ zione dei libri. È certo che il passaggio dalle leggi isolate alle raccolte at­ tuali non è stato immediato o che almeno ciò non si è verifi­ cato se non in qualche raro caso. Si deve ammettere l'esisten­ za di raccolte minori intermedie . Ma Ja individuazione di tali raccolte minori è impresa estremamente difficile, specialmen­ te là dove queste non sono riferite come stavano, ma sono state combinate assieme. Anche nei libri storici la separazio­ ne · delle narrazioni che sono state combinate in un'unica esposizione dei fatti è spesso molto difficile; in certi casi dob­ biamo accontentarci semplicemente di rivelare il carattere composito del brano rinunciando ad ogni ulteriore analisi delle singole fonti. Questa analisi è ancor più difficile per le leggi. Nelle narrazioni lo studio di un caso particolare dirà se l'analisi è corretta. Se si dimostrerà che è possibile separa­ re due o più narrazioni - le quali saranne certamente fram­ mentarie, ma ugualmente intelligibili nel complesso, con dei vuoti che possono essere riempiti con facilità - allora l'analisi si dimostrerà fondata. Le leggi invece non contengono uno sviluppo di avvenimenti che possa esser distribuito secon­ do un seguito cronologico e disposizione logica per soggetti, che ci si aspetterebbe in base al materiale, è determinata da

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A.T.

290

una valutazione molto più soggettiva di quella che può essere usata nella rielaborazione storica. Nelle narrazioni che difet­ tano di unità è possibile distinguere con relativa sicurezza le glosse isolate e le altre aggiunte di vario genere dalle inser­ zioni desunte da una narrazione parallela. Questa operazione è molto difficile nelle leggi che portano evidenti segni di am­ plificazione; è arduo in tal caso dire se l'aggiunta deriva da ritocchi isolati che non appartengono ad una fonte continua o se si tratta di un frammento di una legge parallela. In questo quadro preliminare sarà opportuno !imitarci ad indicare solo quelle raccolte minori sottostanti gli attuali co r­ pus legislativi le quali siano garantite dal loro isolamento . Così, nel corpus molto disparato del libro dell'alleanza ( Ex. 20,22-2 3 ,3 3 ) si nota immediatamente che la sezione 2 I , I 2 2 , I 6 sta a sé come unità isolata ed ha addirittura un titolo proprio : mi1patim giudizi. Nel Deuteronomio , mentre i ca­ pitoli precedenti contengono in prevalenza delle disposizioni cultuali, la gran parte dei cc. 2 1 -2 5 è riservata a precetti in forma casuistica ( § 34,2 ) concernenti l'àmbito normale della legge civile. Possiamo perciò supporre che questi capitoli for­ massero un'unità già prima di essere inseriti nel Deuterono­ mio. Abbiamo già visto che nel Codice di santità si notano già delle piccole raccolte, come è il caso del complesso di requisi­ ti per i Sacerdoti ed i sacrifici elencati nei cc. 20-2 1 . Infine, e lo vedremo con maggior precisione in seguito ( § 3 0 ) , il Codi­ ce sacerdotale non solo è stato ampliato in tempi successivi con l'inserzione di una serie completa di leggi isolate, ma ha anche incorporato in sé delle intere raccolte di tipo medio. Il colophon di Lev . 7 · 3 7 s . , che isola le leggi sacrificali esposte nei cc. 1 -7 1 come se si trattasse di un'unica raccolta, può esse­ re un'aggiunta posteriore, ma rimane la probabilità che le =

I. Elliger, Zur Analyse àes Sundopfergesetzes ( R udolph-Festschr. , 1 96 I , pp. 3950): Lev. 4,1-5,13. - Moraldi, Espiazione sacrificale e riti espiatori nell'ambiente biblico e nell'AT ( An Bibl 5, 1956, pp. 109-132). [Sirad, Sacrifices et rites sanglants dans l 'Ancien Testament: Sciences ecclésiasti­ ques 15 ( I 963 ), I 73-I97· - de Vaux, Les Sacrifices de l'Ancien Testament (Cah­ iers de RB I , 1964), pp. 28-48 : Holocaustes et sacrifices de communion; pp. 82-

xoo:

Sacrifices expiatoires ] .

§

I9.

Le raccolte di leggi

291

norme ivi raccolte sussistessero come raccolta indipendente. Lo stesso è vero per le leggi di purificazione che si trovano unite in Lev. r r - 1 5 . Possiamo essere dunque sicuri che siano esistite prima del­ le attuali raccolte di leggi alcune raccolte minori su soggetti singoli; siamo, perciò, autorizzati ad estendere questa even­ tualità anche là dove non è più possibile operare una chiara divisione del testo ed indicare le raccolte preesistenti.

§ 2 0 . I LIBRI PROFETICI ED APOCALITTICI

Bibliografia Buber, Sehertum, Anfang und Ausgang, I955· Budde, Bine folgenschwere Redaktion des Zwolfprophetenbuchs : ZAW 3 9 ( I92I ), 2 I8-229 Diirr ( § I4), pp. I-I ) . Gressmann, D er Messias : FRLANT 4 3 ( I929), 4I 7-445· Holscher, Problèmes de la littérature apocalyptique iuive : RHPhR 9 ( I929), IOI·I I4· Ladd, Why not Prophetic Apocalyptic; JBL 76 ( I957), I92·2oo. McCown, Hebrew and Egyptian Apocalyptic Literature: HThR I8 ( I92J), 357· 4II-

Mowinckel, Prophecy and Tradition: The Prophetic Books in the Light of the Study of the Growth and History of the Tradition, I946. Ploger, Tbeokratie und Eschatologie (WMANT 2), I96o. Robinson, Baruch's Roll: ZAW 42 ( I924), 209-22 1 . Die prophetischen Bucher im Lichte neuer Entdeckungen : ZAW 45 ( I92 7 ), 3-9. Rossler, Gesetz und Geschichte in der spiitiudischen Apokalyptik (WMANT 4), I 96o. [Haufe, Entriickung und eschatologische Funktion im Spiitiudentum : ZRGG I 3 ( I96I ), I05-133 ] . Cfr. Bibl. § § ro, 42-6 1, 7 1 , 76, 92, 95-Ior , r ro.

1 . Raccolte minori

Anche i libri profetici presuppongono l'esistenza di raccol­ te minori di detti, provenienti dai profeti stessi o attribuiti a loro, e di narrazioni sugli stessi . Come il rotolo dei dodici profeti minori considerato dal canone giudaico come un uni­ co libro, comprende i libretti di dodici profeti, cosl anche i libri più ampi di Isaia e Geremia - lasciamo da parte per ora quello di Ezechiele ( § 47,5 ) - si presentano chiaramente co­ me composti di raccolte minori. E ciò è vero anche per i libri più piccoli di Amos ed Osea. Naturalmente la separazione delle fonti originali è in questo caso molto più difficile che nel 'rotolo dei dodici', ove, ad eccezione di Zach . 9- 14, le raccol­ te dei singoli profeti sono indicate dai titoli. Ma la ricerca di

2 94

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

queste raccolte minori è importantissima, perché senza di essa rimane incomprensibile la struttura degli attuali libri profetici. I titoli delle singole raccolte minori si possono scorgere an­ che nei libri di Isaia e Geremia. In Ier . 2 3 ,9 si trova il titolo : lannebi'im == sui profeti e si riferisce a 2 3 ,9-3 2 ( o vv. 9-40 ), indicando che si tratta di un brano particolare costituito da una raccolta di detti contro i profeti . Ier. 3 0 , 1 -3 ci informa che Geremia ricevette il comando di Jahvé di scrivere in un libro ( sefer) certe promesse divine; nel versetto seguente ( v . 4 ) vie­ ne riportato il titolo del libro : Queste sono le parole . . L'in­ troduzione e il titolo convengono chiaramente ai cc. 3 0-3 I , che furono opportunamente chiamati : 'libro efraimita di sal­ vezza' ; il che significa che questi capitoli, o almeno il mate­ riale su cui sono stati costruiti, hanno avuto un'esistenza in­ indipendente . Un'altra sezione indipendente inizia con Ier . 46, r ( cfr. 2 5 , 1 3b ) come il titolo stesso dimostra : Parola di ]ahvé contro le nazioni rivolta a Geremia . Si tratta di una raccolta di minacce contro i popoli pagani e comprende i cc. 46-5 1 , o forse solo i cc. 46-49 . I cc. 5o-5 I , infatti, hanno in 5 o , r il loro proprio titolo paragonabile a quello che si trova in 46 , r . In questo caso ci troveremmo di fronte ad un libret­ to separato di minacce contro Babilonia. Possiamo infine rile­ vare che il rotolo, che, secondo il c . 3 6 , Geremia avrebbe de t­ tato a Baruc, non comprendeva certamente tutto il nostro li­ bro di Geremia, perché le indicazioni ivi espresse convengono solo a certe parti di Ier. D'altro canto è probabile che questo rotolo sia stato incorporato nel libro attuale. Dovremo in se­ guito occuparci più a lungo di questa raccolta e descriverne più esattamente la natura ed il contenuto ( § 46,3 ). Anche nel libro di Isaia i titoli ci aiutano nella scoperta delle raccolte primitive. Il titolo che ricorre, con qualche leg­ gerissima variante, in I , r e 2 , 1 si riferisce solo alle parole su Giuda e Gerusalemme e non a quelle sulle nazioni pagane . Esso si può applicare solo ai cc. I -2 , lasciando aperto il pro­ blema della destinazione originaria di questa composizione ( § 4 3 ,4 in medio e 4 ) ; dal c . 1 3 in poi vengono riportate .

§ 20. I libri pro/etici ed apocalittici

2 95

invece le minacce contro i popoli pagani. Caratteristico della sezione cc. 1 3-2 3 ( alla quale va congiunto 3 0 , 6-7 , attualmen­ te separato) è il titolo massa' o racolo , preposto a ciascun brano. Ciò può esser spiegato solo supponendo che i cc. 1 32 3 , o il materiale che servì loro di base, circolavano un tem­ po isolati come raccolta individuale di minacce contro le na­ zioni pagane simile a quella di Ier. 46-49 o 46-5 1 . Si sa che altre sezioni del libro di Isaia ( cc. 24-2 7 . 34-3 5 .40-5 5 .5 6-66 ) si distinguono per il loro contenuto come unità letterarie a sé stanti; sarà questo uno dei punti da trattare con maggior at­ tenzione a momento opportuno. =

2.

Tre generi diversi di scritti pro/etici

La comprensione della preistoria letteraria dei libri profe­ tici è molto favorita, dunque, dal fatto che in essi le raccolte di ampiezza media sono almeno in parte ancora identificabili con relativa certezza sulla base di indicazioni chiare come possono essere i criteri di contenuto e dei dati storici ester­ ni. Ci troviamo qui in una posizione avvantaggiata rispetto ai libri storici e alle raccolte legislative, ove, appunto per la mancanza di questi dati esterni - come sono i titoli - si pos­ sono formulare solo delle ipotesi e gli argomenti desunti dal contenuto o dalle circostanze storiche non permettono di rag­ giungere dei risultati certi. Ma nel rifare la preistoria lette­ raria dei libri profetici dobbiamo spingerei fino ad un punto in cui non siamo più soccorsi dai dati a disposizione. Da un confronto tra i vari libri profetici risulta che molti di essi - la maggioranza, se ci limitiamo a quelli più estesi - si presenta­ no composti di tre generi di elementi . Si tratta di : r ) raccolte di detti proclamati dal profeta, o come portavoce di Jahvé il quale parla in prima persona, oppure come affermazioni pro­ prie riferentisi a Jahvé in terza persona, 2 ) racconti autobio­ grafici nei quali il profeta stesso parla della sua attività, sia pure solo sporadicamente, e specialmente descrive la sua vo­ cazione, 3 ) serie di narrazioni sul profeta messe assieme da altri, senza dubbio dai suoi discepoli. L'estensione di questi

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A.T.

tre generi di materiale profetico è varia. Ma in generale tutti e tre sono presenti. La preistoria dei libri attuali e la loro struttura sarà più chiara se siamo in grado di tracciare un quadro preciso della natura e del significato di questi vari prodotti dell'attività profetica . Diamo innanzitutto alcuni esempi di questi tre generi di scritti profetici. Sui predecessori dei profeti scrittori - e cioè su Samuele, Natan, Ahijah di Siloh, Elia, Micaiah ben Imlah, Eliseo e gli altri - conosciamo solo narrazioni in terza persona sul tipo della saga e della leggenda. Frammista a queste si trova una intera serie di detti, parte in prosa e parte in poesia, spesso abbastanza ampi . Così la narrazione del ripudio di Saul da parte di Jahvé e di Samuele culmina nel detto di I Sam. I 5 , 22-2 3 , ove si parla in terza persona di Jahvé. Invece nel rim­ provero di David fatto da Natan ( 2 Sam. 1 2 ) oltre alla ben nota parabola dell'agnellina del povero viene riferita alla fine un' affermazione di Jahvé vv. 7 - 1 o ( I 2 ) introdotta dalla for­ mula, usuale presso i profeti scrittori : Così dice ]ahvé, il Dio d'Israele. Similmente la minaccia che Ahijah di Siloh riferisce alla moglie di Geroboamo ( I Reg. 1 4 ,7-1 I ) è costituita da un discorso di Jahvé; lo stesso si riscontra nella requisitoria e nella minaccia di Elia verso Ahab ( I Reg. 2 1 , 1 9 ) e nelle pa­ role con le quali il discepolo di Eliseo accompagna l'unzione di Jehu ( 2 Reg. 9 ,6-9 ) Non si può, però, esser sicuri che sia­ no esistite anche per questi profeti delle raccolte di detti le quali siano state utilizzate dai compilatori di narrazioni in terza persona. E, pur ammettendo che siano esistite - il che rimane sempre possibile - queste raccolte, rimane sempre da accertare se le parole poste in bocca ai profeti dal narratore siano state desunte realmente da tali raccolte. Questi detti profetici, infatti, sono di tal fatta che possono anche essere stati inventati dai compilatori delle biografie profetiche, data la loro parentela, oltre che con l'indole del profeta al quale vengono ascritti, con le forme profetiche discorsive, che era­ no comuni all'epoca della redazione. È probabile che siano stati inventati come si è verificato per i discorsi delle altre persone. Così niente di certo possiamo affermare sulle raccol.

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I libri pro/etici ed apocalittici

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te di detti profetici che precedono quelle sottostanti i libri dei profeti scrittori. La situazione è simile nel campo delle narra­ zioni autobiografiche dei profeti. Sui più antichi veggenti e profeti ci sono fornite delle narrazioni che contengono l'espo­ sizione di esperienze visionarie in forma autobiografica; ma si tratta di materiale leggendario. Balaam descrive in prima persona ciò che ha visto (Num. 2 3 ,7- I O . I 8-2 4 ; 24,3-9 . I 5 - I 9 ) ed altrettanto fa Micaiah ben Imlah ( I Reg. 2 2 , I 7 . I 9 ) . È cer­ to che i profeti, che precedettero i profeti-scrittori, hanno avuto delle esperienze di questo tipo e le hanno descritte in prima persona ; ma non si sa se abbiano composto delle nar­ razioni letterarie in prima persona sulla loro attività . Le nar­ razioni di visioni di Balaam e Micaiah possono essere delle imitazioni composte da scrittori posteriori sul modello delle esperienze profetiche dei loro contemporanei. In conclusione possiamo solo affermare di trovarci di fronte a delle narrazio­ ni biografiche sui predecessori dei profeti scrittori, alcune delle quali sono in forma leggendaria. Inoltre è dubbio se da queste si siano formate delle raccolte di detti e di narrazio­ ni autobiografiche. Se ora guardiamo ai libri dei primi profeti scrittori, Amos ed Osea, notiamo che le narrazioni biografiche sono in quan­ tità trascurabile. La quasi totalità dei loro libri è occupata dalle loro parole, evidentemente tratte da raccolte di detti, con l'aggiunta di brevi note autobiografiche. In Amos il bra­ no 7, I o- I 7 , certamente incompleto ed estratto da una com­ posizione più ampia, è biografico; nel libro di Osea l'inizio (c. I ) contiene una narrazione in terza persona sul profeta. In Amos tuttavia le visioni sono riferite nella forma del racconto autobiografico ( 7 , 1 -9 ; 8 , 1 -3 ; 9 , 1 -4), e lo stesso dicasi della sto­ ria del matrimonio di Os. 3 , che probabilmente costituisce un parallelo alla narrazione biografica del cap . I ( v. § 49,4). Di Is . 1 - 3 9 si può dire che per la maggior parte è costituito di detti e appelli, che sono desunti da diverse raccolte preesi­ stenti come si avrà modo di precisare ( § 4 3 ,3 ). Accanto a questo materiale si trovano delle narrazioni biografiche sul profeta e racconti in stile autobiografico. Abbiamo p . es ., da

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Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

una parte il c. 7 che non dovrebbe essere posto in prima per­ sona, come spesso si fa, per armonizzarlo con i cc. 6 e 8 , ma è meglio considerarlo come una versione parallela a quanto vie­ ne esposto nel c. 8 come si può osservare per il c. 2 0 in rap­ porto ai cc. 3 6-3 9 . D'altra parte abbiamo i cc. 6 e 8 , e pure 1 4 , 2 8-3 2 se leggiamo nel v . 2 8 col Bewer ( § 43 ,4, 1 ) wa' el/zeh allora vidi, al posto di 'a/..Jiiz haja Ahaz era. Si deve senz'altro ammettere ( § § 43 ,3 ; 4 9 ,5 ; 5 1 ,2 ) che, nono­ stante la scarsità del materiale biografico ed autobiografico in Amos Osea ed Isaia, ambedue le fòrme debbono essere state riprese da libretti preesistenti. Questo sarà chiaro con il libro di Geremia e l 'analisi lo dimostrerà ( § 4 6 ) ; in esso i tre tipi di composizioni profetiche, e cioè le raccolte di detti, la biografia e l'autobiografia, sono distribuiti equamente in proporzioni pressoché uguali, il che ci permette di formulare dei rilievi abbastanza particolareggiati sull'origine e la natura del mate­ riale biografico ed autobiografico. Nello stesso tempo sarà evi­ dente che, se non si riconoscono questi tre tipi di composizio­ ni profetiche, non si può comprendere la struttura del libro . Fra i restanti profeti contengono solo detti : Gioele, Abdia, Nahum, Sofonia, Zach 9 - 1 4 e Malachia. Il libro di Giona è un racconto biografico, ma di indole leggendaria e per questo si diversifica delle narrazioni biografiche considerate sopra. Possono trovarsi delle tracce autobiografiche in Michea e Abacuc, che per sé contengono solo dei detti. Si deve sempre tenere presente la possibilità che, in linea generale, i libri profetici attuali contenessero accanto ai detti in cui Dio parla direttamente, un numero di narrazioni in forma biografica ed autobiografica maggiore dell'attuale e che tali narrazioni sia­ no state soppresse o ridotte al minimo nel processo redazio­ nale il quale era interessato soprattutto alla parola di Dio . In Mich . 3 , 1 , p . es . , la frase : Ed io dissi è completamente isola­ ta e può esser considerata come un vestigio di autobiografia ; Hab. 1 ,2-2 ,4 è in forma autobiografica e può stare benissimo accanto agli altri brani del genere in quanto si riferisce all'e­ sperienza visionaria che, sebbene non di frequente, rappre­ senta il contenuto principale di racconti autobiografici. Il li=

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I libri pro/etici ed apocalittici

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bro di Ezechiele si presenta come un'unica narrazione auto­ biografica datata con precisione nelle sue singole frasi. Zach . 1 - 8 è praticamente tutto costruito su un'autobiografia, seb­ bene contenga specialmente nei cc. 7-8 una certa quantità di detti. Il piccolo libro contemporaneo a Zaccaria, Aggeo, se­ gue lo stile del racconto biografico, sebbene sotto molti aspet­ ti si avvicini ai libri di Ezechiele e di Zaccaria datando con precisione le singole sezioni; possiamo forse spiegare questo fenomeno ritenendo che il profeta stesso abbia voluto sotto­ lineare la precisione e l'oggettività del racconto , già espressa dalle indicazioni cronologiche, usando la terza persona al po­ sto della prima. 3 . Apocalittica

Se passiamo dalla letteratura profetica alla sua erede, l'a­ pocalittica, una cosa salta evidente agli occhi : l'assenza quasi completa dei detti, genere che fa la parte del leone nei libri profetici. Gli apocalittici non proclamano il pensiero divino comunicato in ultima analisi durante il possesso estatico ; es­ si non sono degli annunciatori, ma semplicemente autori. Per questo non potevano essere raccolti i loro detti . Rimangono invece gli altri due generi : il biografico, che assume qui un carattere interamente leggendario, e l'autobiografico . Que­ st'ultimo tende anzi ad occupare un posto sempre più premi­ nente, sicché, come già è avvenuto in Ezechiele ai cc. 40-4 8 , tende ad essere assorbito da questa forma tutto anche i brani della più tediosa erudizione. Nel libro di Daniele la prima metà ( r - 6 ) è biografica, mentre la seconda ( 7- 1 2 ) è autobio­ grafica nonostante che le introduzioni al c. 7 ( vv. 1 -2a) e ai cc. 1 0- 1 2 ( r o , r ) alludano a Daniele in terza persona . Intera­ mente in forma autobiografica sono altre apocalissi, come quella di 4 Esdra e quella di Enoch. Come abbiamo notato a proposito dei libri profetici la spartizione in brani biografici ed autobiografici del libro di Daniele è assai utile per indaga­ re sulla preistoria del libro. È possibile infatti che la raccolta di leggende dei cc. I -6 sussistesse in origine come indipen-

Parte Il: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

3 00

dente . Nelle altre apocalissi che mancano di questo dato, si possono scoprire altt.:i elementi che illuminano, almeno par­ zialmente, sulla loro preistoria che spesso è assai complicata. Nel libro di Enoch, p. es. , costituito in realtà da un comples­ so di più libri, sono conservati i titoli dei singoli libri od opu­ scoli . Questo fatto unito ad altri elementi permette di fissare quali erano in origine le unità indipendenti. Maggiori parti­ colari in proposito saranno forniti quando arriveremo all'a­ nalisi dei singoli libri. 4 · Influssi esterni A questo punto, per fissare dei princìpi che siano validi per l'esame della preistoria letteraria di tutti i libri profetici �d apocalittici, si pone un quesito di fondamentale importanza . Si tratta di sapere se nella formazione dei complessi che pre­ cedono i libri attuali abbiano contribuito in modo determi­ nante influssi esterni . Sappiamo già ( v . § I o, I ) che il feno­ meno dei visionari e dei nabi non è esclusivo ad Israele . Se prescindiamo dal contenuto religioso ed etico caratteristico di Israele, le visioni ed i detti dei veggenti e dei profeti del­ l'ambiente extra israelitico sembrano uguali a quelli biblici . Ma qui ci interessa sapere se si trovano in tale ambiente dei prodotti letterari di questo movimento di estatici paralleli a quelli biblici e che possano essere serviti loro di modello . Si è pensato che la letteratura egiziana contenesse effettivamen­ te questi paralleli. Già dal 2 .ooo a.C. circa vi si trovano le profezie di Nefer-rohu (Neferti) e le esortazioni di Ipu-wer ed altri 1 che annunciano il futuro e specialmente ogni genere di disastri cui sarebbero seguiti dei successi; si tratta di brani I. AOT, pp. 46-55 . - ANET, pp. 441·449· Albright, Recent Discoveries in Bi­ ble Lands, 1955, p. 1 3 ( = Die Bibel im Licht der Altertumsforschung, 21 959, p. 2 2 ). - Lanczkowski, .ii.gyptischer Prophetismus im Lichte des alttestamentlichen : ZAW 70 ( 1958), 3 1-38. - Morenz, HdO I 2 ( 1952), 199. - Otto, HdO I 2 ( 1 952), I I 2-I I 7 et passim. Posener, Littérature et politique dans l'Égypte de la XII' Dynastie, 1956. - Bibl. 2 sotto e § 10. [ Herrmann, Prophetie in Israel und .ii. gypten. Recht und Grenze eines Verg­ leichs: VST IX ( 1963 ), 47-65 . - Lanczkowski, Altéigyptischer Prophetismus (Agyp­ tol. Abh. 4, 1960) ] . -

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I libri pro/etici ed apocalittici

30I

che hanno una certa rassomiglianza con le piccole raccolte di detti sottostanti gli attuali libri profetici. Anch'essi, infatti, sono costruiti sullo stesso schema che pone prima le disgra­ zie e poi i successi. È probabile che l'influsso egiziano si sia fatto sentire non tanto nella proclamazione dei profeti quan­ to nelle raccolte dei loro detti fatte dai discepoli. Ma ciò non è certo, perché questa disposizione corrisponde bene ad un modo di sentire largamente diffuso : di fronte alla prospettiva di una fortuna avversa si sente la necessità di essere incorag­ giati e consolati dalla visione della buona sorte che, si auspi­ ca, ponga fine alle sofferenze. È particolarmente spiegabile che nel Giudaismo le minacce profetiche siano concluse con parole di salvezza, e ciò sia detto a prescindere dal problema della loro autenticità. Allora le minacce furono adempiute e gli uomini si sentivano schiacciati dal peso della dura sorte imposta ad Israele. Certamente il destino si era realizzato; le colpe dei padri erano state ben gravi. Ma man mano che il Giudaismo post-esilico progrediva in questo atteggiamento penitenziale, si faceva in esso sempre più viva la speranza che la sofferenza sarebbe ben presto terminata e che la salvezza degli ultimi tempi sarebbe giunta. In tali circostanze era mo­ tivo di conforto il sapere che i profeti dopo aver minacciato la catastrofe avevano anche proclamato la salvezza. In accor­ do a queste speranze furono disposte e rielaborate, in buona fede, le raccolte delle parole profetiche. Ma in un punto almeno dobbiamo riconoscere l'influsso esterno su Israele. Le profezie egiziane sono, almeno in par­ te, dei vaticinia ex eventu. Questo è particolarmente vero per la cosiddetta 'Cronaca demotica' 2 che con ogni probabilità ri­ sale alla metà del terzo secolo a.C. Essa sostiene di essere 2. Kienitz, Die politische Geschichte Agyptens vom 7.bis zum 4- ]ahrhundert vor der Zeitwende, 1 953, pp. 136-139. - Eduard Meyer, Die Israeliten und ihre Nach­ barstiimme, 1 906, pp. 45 1-455. Eine eschatologische Prophetie uber die Ges­ chichte Agyptens in persischer und griechischer Zeit ( SAB 1 9 1 5 , pp. 287-3 I I = Kl. Schr. n, 1924, pp. 67-9 1 ). - Morenz, HdO I 2, 1952, p. 2or . - Otto, HdO I 2, 1952, pp. 1 1 8 s. - Spiegelberg, Die sogenannte Demotische Chronik, 1914. Bibl. qui sopra n. r . [Daumas, Littérature prophétique e t exégétique égyptienne et commentaires es­ séniens: Mémorial Gelin ( 1961 ), 203-222 ] . -

30 2

Parte II: Preistoria letteraria dei libri dell'A. T.

stata compilata sotto il re Tacos ( 3 60-3 59 a.C. ) e di prean­ nunciare degli avvenimenti posteriori che sarebbero accaduti all'inizio del periodo greco, sebbene in realtà si tratti di av­ venimenti passati. A ciò viene aggiunta una reale profezia : la predizione del tramonto della dominazione straniera e della restaurazione del governo locale. Come si vede, la struttura è molto simile a quella di Dan . 7- 1 2 e di numerose sezioni del­ le apocalissi pseudepigrafìche (cfr. § 7 6 ), alle quali va aggiun­ to il 'Commento' ad Habakkuk di Qumran 3 ( cfr. § 1 0 9 ). È logico supporre qui una dipendenza del Giudaismo dall'am­ biente circonvicino ; questa dipendenza è resa ancor più certa dal fatto che le apocalissi rivelano chiari influssi esterni an­ che nel loro contenuto ( § 96 ). Si può discutere se tale influs­ so provenga esclusivamente dall'Egitto . Nel § 95 parleremo degli 'Oracoli sibillini' e di quelli di Hystaspes 4 che hanno una struttura simile e contengono elementi iranici; questi scritti dimostrano chiaramente che a quel tempo esisteva in altre parti del mondo questo tipo di vaticinia ex eventu che miravano a render più credibili le profezie autentiche con cui si concludevano. Insomma non dobbiamo credere di trovarci davanti ad un fenomeno tipicamente giudaico.

3· Rabin, Notes on the Habbakkuk Scroll and the Zadokite Documents : VT ( I 9 JJ ), 1 48-1 62, Spec. pp. I48·IJ2.

5

4· Altheim, Weltgeschichte Asiens im griechischen Zeitalter, I, 1947, p. roJ ; II, 1948, pp. 1 74·1 84. Alexander unà Asien, 1953, pp. 284 s . Cumont, La fin du monde selon les mages occidentaux : RHR 103 ( 19 3 1 ), 29-96. - Cumont e Bidez, Les mages hellénisés, 1938: 1, pp. 2 1 7-222; 11, pp. 361-376. - Czeglédy, Bahràm Cobin and the Persian Apocalyptic Literature : AcOr [ B ] VIII, I ( 1958), 21-43 . ­ Windisch, Die Orakel des Hystaspes (VAA, NR XXVII, 3 ), 1929. -

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§ 2 r . I LIBRI POETICI E DIDATTICI

Bibliografia [Audet (§§ I I-I6 .6J-,5 .67.69.88.89.93 ·I08. I I 2 ) ] .

Volgiamoci ora a considerare i libri poetici e didattici del­ l'A .T. È chiaro che essi, come gli altri libri, hanno dietro a sé una preistoria letteraria. Qui anzi si possono agevolmente ri­ conoscere anche gli stadi più antichi dell'evoluzione lettera­ ria. Rimando per l'analisi particolareggiata di questi libri al seguito della presente introduzione, ci limitiamo ora a trac­ ciare il quadro generale dell'evoluzione letteraria del Salte­ rio e dei Proverbi. 1 . Raccolte di poesie nel Salterio

La divisione del Salterio in cinque libri è una chiara imita­ zione dello stesso schema che si trova nel Pentateuco o al­ meno come tale fu intesa in seguito (Ps. 1-4 1 .42-72 ·73-8 9 . 90- I o6 . I O]-I .) 0 ) 1 • La divisione è in parte condizionata da raccolte precedenti che esistevano allo stato indipendente; vengono infatti riportate le dossologie conclusive di quelle (Ps. 4 1 , 1 4 ; 72 , 1 8-20 . . . ) per indicare la fine dei libri. È que­ sto un elemento valido per ricostruire la preistoria letteraria del Salterio. Ma vi sono altri elementi ancor più validi. Il gruppo di Ps. 1 20- 1 3 4 porta il titolo singolare, che non si ritrova in altre parti : slr hamma(alO! ( Ps . 1 2 1 lammacalOt), canto di pellegrinaggio ; questo gruppo doveva formare origi­ nariamente una raccolta indipendente. Similmente è quasi certo che i Salmi di Core ( 4 2 .44-49.84-8) .87-8 8 ) e quelli di I.

Arens, Hat der Psalter seinen 'Sitz im Leben' in der Synagogalen Lehrord­ nung des Pentateuch? : OBL IV ( 1962 ), IO?-I 3 I .

3 04

Porte II: Preistoria letteraria dei libri deWA.T.

Asaf ( 5 0 Jbis · 73-8 3 ), che anche nell'attuale disposizione stanno abbastanza uniti, costituivano delle raccolte speciali ed origi­ nariamente indipendenti . Inoltre il colophon del Ps. 7 2 : Fine delle preghiere di David, figlio di ]esse presuppone esplicita­ mente l'esistenza di una raccolta separata di Salmi davidici, che nei primi tempi doveva essere limitata ai Ps. 5 I -7 I ( 7 2 ) e non era così estesa fino a comprendere anche i Ps. 3-4 1 Il Salterio non fu formato con la raccolta di Salmi indipendenti, che il redattore prese allo stato singolo, ma dall'unione di più raccolte, che contenevano talvolta Salmi identici. Il che è di­ mostrato in modo inconfutabile dal fatto che certi Salmi ri­ corrono due volte nel Salterio : I 4 = 5 3 2 ; 40, I 4- I 8 = 70; 57 ,8- I 2 + 6o ,7- I 4 I 0 8 . Un fenomeno identico è stato no­ tato nei libri storici (v. § I 8 ,2 ) e legislativi ( § I 9 ) ed è anche riscontrabile nei libri profetici : ad esempio in Amos 8 ,4I 4 = detti singoli dei cc. 4-5 (v. § 5 I ,3 ) e in Ier. I O , I 2- I 6 = 5 I , I 5 - I 9 (v. § 4 6 , 9 ) . .

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2 . Raccolte di detti incorporate nel libro dei Proverbi Ancor più agevole è la separazione nel libro dei Proverbi delle singole raccolte minori di detti e poesie, antecedenti al­ l'opera redazionale. Queste raccolte infatti non furono me­ scolate assieme , né pertanto venne distrutta la loro struttura originaria, il che è solo in parte vero per il Salterio . Esse so­ no state qui giustapposte l'una all'altra nella loro integrità ed ognuna porta il suo titolo speciale : I - 9 ; I O , I -2 2 , I 6 ; 2 2 , I 7 324, 2 2 ; 24,2 3 - 3 4 ; 25-2 9 ; 3 0 . 1 -3 3 ; 3 I , r -3 r . Inoltre queste raccolte di lunghezza media od anche piccola sono costituite, come verrà dimostrato nella parte analitica, di raccolte ancor più piccole Questo fatto, che può essere percepito con mol4•

I b i s . Beaucamp, NRTh 91 ( 1 959 ), 897-9 1 5 . - Pautrel, Mél. Bibl. Robert, 1 958, pp. 234•240. 2. Budde, Psalm XIV und LIII : JBL 47 ( 1 928), r6o-r83. 3 · Su 22,17 vedi § n ,3 e § 65 , 1 . 4 · Uguale è l a situazione delle raccolte di proverbi nell'ambiente vicino a d Israe· le. Per i proverbi arabici e sumerici cfr. Blachère, Contribution à l'étude de la lit-

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20.

I libri pro/etici ed apocalittici

ta chiarezza nel Salterio e nei Proverbi, deve trovare uguale riscontro anche negli altri libri della stessa categoria. In conclusione, la maggioranza almeno dei libri dell'A.T., siano essi canonici che extra-canonici, presuppongono l'esi­ stenza di composizioni più piccole . Sarà ora compito della parte analitica dimostrare nei particolari questo fatto.

térature proverbiale des Arabes à l'époque archa"ique : Arabica r ( 1 95 5 ), .B-83. ­ Bloch, Zur altarabischen Spruchdichtung in «Westostliche Abhandlungen Rudolf Tschud», 1954, pp. 1 8 1-224. - Gordon, The Sumerian Proverb Collections : ]AOS 74 ( 1954), 82-85 . - Sumeriàn Proverbs: Glimses for Everyday Li/e in Ancient Mesopotamia, 1960. - Henning, Eine arabische Version mittelpersischer Weis­ heitschriften : ZAMG 106 ( 1956), 73-77 . - Sellheim, Die klissisch-arabischen Sprichwortersammlungen, insbesondere die des Abii 'Ubaid, 1 954. - Cfr. Bibl. S 1 1 , nn. 3 e 12. Cfr. pure Theognis § 68, n. 19. [Ferguson and Echols, Criticai Bibliography of Spoken Arabic Proverb Literatu­ re : ]ournal of American Folklore 65 ( 1952), 67-84. - Goitein, The Origin and Historical Significance of the Present-day Arabic Proverb : Islamic Culture 26 ( 1952), 169-179. - Kraemer, Arabische Homerverse : ZDMG 106 ( 1 956), 259-3 16, cfr. pp. 302-3 16. Riessler, Alt;iidisches Schrifttum ausserhalb der Bibel ( 1928), 1047-1057, 1328 s . - Sellheim, Review in Oriens 13/14 ( 1 96o/6 r ), 469-471 . Bine unbekannte Sprichwortersammlung des Abu l-Hasan al Baihaqi: Der Islam 39 ( 1 964), 226-232. - Ullmann, Die arabische Aberlieferung der sogenannten Me­ nandersentenzen (AKM 34, r , 1961 ) ] . -

-

I ND I C E

Avvertenza del traduttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 . Introduzione all'Antico Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 . Elenco delle abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Commentari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Periodici ed opere in collaborazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . § I . Natura dell'opera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I.

II

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I7

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I8

29

PARTE PRIMA

LO STADIO PRELETTERARIO : LE UNITÀ MINIME DELLE FORME ORALI E IL LORO AMBIENTE D 'ORIGINE §

2.

Osservazioni generali .

Cap. I . §

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. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Forme prosastiche

3 · Discorsi , prediche e preghiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . Discorsi , 4 7 - 2 . Predi che, 5 3 - 3 . Preghiere, 5 6

. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . .. .. . .. . . . . a) Contratti, 6o - b) Lettere, 6 5 - c ) Cataloghi, 7 2 - d) Leg­ gi, 75 - e ) Disposizioni circa il culto, Bo § 5 · Narrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a) Narrazioni poetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . Premes s e , 8 9 - 2 . Miti, 9 2 - Fiaba, favola, novella, 96 4 · Saga, 99 - 5 · Leggenda , I o 6 . b) Narrazion i storiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i . Memorie, 1 1 5 - 2 . Storia popolare, I I 9 - 3 · Autobio­ grafie, 1 2 3 - 4 · Racconti di visioni e sogni, 1 24 5 · Auto­ biografie profetiche, I 2 7 .

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4 · Documenti . .

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5 9-

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I I3



Cap. II. - Detti § 6. Struttura logica e metrica della ·poesia ebraica . . . . . . . . . . r . Parallelismus membrorum. Versi brevi, 1 3 3 - 2 . Il metro , 1 3 5 - 3 · Avvicendamento di sillabe atone e accentuate, 1 38 � 4 · Ritmo anapestico, 1 3 8 - 5 · La strofa, 1 4 2 . § 7· Detti d i genere vario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . Detti riguardanti la vita individuale, 145 - 2 . Detti riguar-

I3I

I 45·

Indice

3 IO

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danti la vita della comunità, I 4 9 · 8 . Detti legali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 · Detti cultuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . r . Detti divini, I j 8 2 . Detti sacerdotali, I 6 2 - 3 · Detti dei laici, I 6 4 . I O . Detti profetici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . r . Fonte ultima dei detti profetici : il possesso estatico, I 6 9 - 2 . Predizione e ammonizione, I 7 I - 3 · Poemi oracolari, I 73 - 4 · Altre forme letterarie usate dai profeti, 1 7 4 - .5 · Formule cultuali e liturgiche, I 7 ) . I I . Proverbi, indovinelli e detti sapienziali . . . . . . . . . . . . . . r . Proverbio popolare, 1 7 8 - 2 . Indovinello, I 84 - 3· Detti sapienziali in forma artistica, I 8 6 . .

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Cap. III.

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Canti

§ I 2 . Canti di lavoro e di raccolta, brindisi, epitalami, serenate d'amore e canti della sentinella . . . . . . . . . .. .. . . .. . . r . Canti del lavoratore, I 9 I - 2 . Epitalami e canti d'amore, I 9 3 - 3 · Il canto della sentinella, I 94 · § I 3 . Canti burleschi e lamentazioni funebri . . . . . . . . . . . . . . r . Considerazioni generali, I 97 - 2 . Canti burleschi, I 9 8 - 3 · Lamentazioni funebri, 202 . § I 4 . Canti regali e di vittoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . r . Canti regali, 209 - 2 . Canti di vittoria, 2 I r . § I 5 . Canti cultuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . r . Canti regali, 2 I 8 - 2 . Canti spirituali, 2 2 2 - 3 · Inni, 2 2 3 - 4 · Canti di intronizz azione, 2 3 0 - .5 · 'Il verdetto del giudice', 2 3 2 - 6 . Suppliche nazionali, 2 3 4 - 7 · Canti collettivi di fiducia, 2 3 9 8 . L' «io» dei Salmi, 2 3 9 - 9· Suppliche indi­ viduali, 240 - I O . Canti individuali di fiducia, 24 8 - I I . Canti collettivi di ringraziamento, 249 - I 2 . Canti individuali di ringraziamento, 2 .5 0 . § I 6 . Poesia sapienziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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2 5.5

PARTE SECONDA

PREI S TORIA LETTERARIA DEI LIBRI DELL 'ANTICO TES TAMENTO § q. Considerazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . § I 8 . I libri storici . . . . . . . . . . . . . .. .. . .. . .. . . 6 r . Indizi delle fonti, 2 7 - 2 . Estensione dell'opera storica .

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Indice

3II

più antica, 2 7 I - 3 · Fonti letterarie, 2 74 - 4 · Storia della successione di David , 2 76 - 5 · Il più antico strato narrativo, 280 - 6. Gli strati posteriori, 2 84 - 7· Carattere composito dei diversi strati, 2 8 5 . § I 9 . Le raccolte ( corpora ) di leggi . . . . . . . . . . . . . . § 20. I libri profetici ed apocalittici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . Raccolte minori, 2 93 - 2 . Tre generi diversi di scritti pro­ �etici, 295 - 3 · Apocalittica, 29 9 - 4- Influssi esterni, 300 . § 2 I . I libri poetici e didattici I . Raccolte di poesie nel Salterio, 3 03 - 2 . Raccolte di detti incorporate nel libro dei Proverbi, 304. .

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