Introduzione all'Antico Testamento. Analisi del libri dell'Antico Testamento - 1 [Vol. 2]
 883940189X, 9788839401892

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OTTO EISSFELDT

INTRODUZIONE ALL'ANTICO TESTAMENTO VoLuME n

Analisi dei libri dell'Antico Testamento -l Edizione italiana a cura di ANTONIO 0RNELLA

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PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

Titolo originale dell'opera: Otto Eissfeldt Einleitung in das Alte Testament 3 ., neubearbeitete Auflage Edizione italiana a cura di Antonio Ornella © J.C.B. Mohr (Pau! Siebeck), Ti.ibingen 31964 © Paideia Editrice, Brescia 1980

PARTE TERZA ANALISI DEI LIBRI DELL'ANTICO TESTAMENTO

A.

IL PENTATEUCO (hattora, la legge)

§ 22. NOME E CONTENUTO a) Commentari di serie: ATD: von Rad, Gen. (5195 8 ) (trad. it., Paideia, Brescia 1969-72, 21 978); Not h , Ex. (21959) (trad. it., Paideia, Brescia 1977); COuT: Gispen, Lev. ( 1950), Num. I,r-XX,IJ ( 1 959); Echter-B: Junker, Gen., Deut. (21955 ) ; Schneider, Ex., Lev., Num. ( 1952 ); HAT: Beer e Galling, Ex. ( 1 939); HK: Gunkel, Gen. ( 51963); Baentsch, Ex.-Num (1903); Steuernagel, Deut. (21 923); HS: Heinisch, Gen (1930), Ex. (1934), Lev. ( 1935), Num. ( 1936 ); Junker, Deut. ( 1933 ) ; HSAT: Holzinger, Gen.-Num. ( 1922); Marti, Deut. ( 1 922}; IB: Simpson, Bowie, Gen. ( 1 952); Ry­ laarsdam, Park, Ex. ( 1952); Micklem, Lev. ( 1 953); Marsh, Butzer, Num. ( 19 5 3 ) ; Wright, Shires, Parker, Deut. ( 1 953 ) ; ICC: Skinner, Gen. (21930 ( 1 95 1 )}; Gray, Num. (1903 ( 1955 )); Driver , Deut. C1902 ( 1 952)); B. de Jérusalem: de Vaux, Gen. (2" ed. riv. 1962; 31963); Couroyer, Ex. (11958) ; Cazelles, Lev. (219.58), Num. (219.58 ), Deut. (219.58 ) ; KAT: Procksch, Gen. C·31924); Konig, Deut. ( 1 9 1 7 ) ; KeH : Dilhnann, Gen. ( 6 189 2) , Num. (21886), Deut. (21 886); Dillmann-Ryssel, Ex.-Lev. ( 11 897); KHC: Holzinger, Gen. ( 1 898), Ex. ( 1900), Num. ( 1 903 ) ; Bertholet, Lev. (1901 ), Deut. ( 1 899 ); KV: Noordtzij , Lev. ( 1940), Num. (21 9.57) ; LD : Chaine, Gen. ( 1 948); SAT: Gunkel, Gen. e192 1 ) ; Gressmann, Ex.-Deut. C 19 2 2 ) ; Sonci­ no-H: Freedman, Gen. (21950) ; Rabbinowitz, Ex. (21950); Lehrman, Lev. (Z1950); Fisch, Num. (21950), Deut. (21950); SZ: Strack. Gen. e1905 ), Ex.-Num. ( 1 894); Ottli, Deut. ( 1 89 3 ) ; Torch-B: Richardson, Gen. I-XI ( 119.59 ); Cunliffe-Jones, Dettt. (219.56 ); TU: BOhl, Gen. I (21930), n ( 1925), Ex. ( 1928 ); de Wilde, Lev. ( 1937); Edelkoort, Num. ( 1 930); WC: Driver, Gen. (121926 ( 1954)); McNeile, Ex. (1908 ( 1 93 1 )) ; Elliott-Binns, Num. ( 1 927). Biblia Comentada: Colunga, Pentateuco (196o); BOuT: de Fraine, Gen. ( 1 963) ; Vink, Lev. ( 1962); Drubbel, Num. ( 1963 ); Camb.-B: Ryle, Gen. ( 1914); Driver, Exod. ( 1 9II ); Chapman, Streane, Lev. ( 1 914); Smith, Deut. ( 1 9 1 8 ) ; CIB: Steinmann, Gen. ( 1 963); Au zou , Exod. ( 1963); Steinmann, Deut. ( 1961); LBC: Fritsch, Gen. ( 196o); Napier, Exod. ( r962); PBS: McEleney, Introduction to the Pentateuch ( 196o) ;,Hunt, Gen. ( 1 96o); Murphy, Exod. ( 1 96o); Moriarty, Num. ( 1 96o); Glanzman, Deut. ( 196o); Pismo Swi�te Sta­ rego Testamenti: Lach, Gen. (1962); Sources Bibliques: Buis e Leclercq, Le Deu­ téronome (1963 ); Torch-B: Herbert, Gen. XII-L (1962 ). b) Commentari singoli: Delitzsch, Gm. (1887); Konig, Ge1t. (11 9 2 5 ) ; Bambe rger , Rascbi's Pentateucb­ Komme n tar vollstandig ins Deutsche iibertragen e1935); Goldman, The Book of Human Destiny. Prom Slavery to Freedom ( 19.58) su Ex. 1-20; Emerton , Com­ mentaries of Exodus: T heology 66 (1963) 453-6.

IO

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

r .Nome I nomi usati più comunemente tra gli Ebrei per designare il Pentateuco sono hatt6ra (la legge) , o t6rat moseh (la leg­ ge di Mosè) , o sefer hatt6ra (il libro della legge) , o sefer torat moseh (il libro della legge di Mosè), oppure qualche altra espressione simile . Tale denominazione sta ad indicare, anzitutto, le parti legali, il Deuteronomio in particolare, ma si applica pure a tutto l'insieme dei cinque libri . Non si può dire con certezza se questa applicazione più comprensiva del­ la parola compaia già nell'Antico Testamento, dal momento che i passi in cui ricorre possono essere interpretati tutti in riferimento alle sole parti legali (Esdr. r o,3 ; 2 Chron. 3 o, r 6 ; Nehem. 8 ,3 ; 2 Reg. 1 4, 6 ) . Il Nuovo Testamento, comunque, presuppone chiaramente quest'uso più esteso, quando ado­ pera per l'intero Antico Testamento l'espressione : o v6J..Loc; xa.i. ot 7tpocpf}"ta.!. (la legge e i profeti) (Mt. 5 , 1 7 ) . Accanto al­ la designazione 'la legge' si può trovare anche quella di 'il libro di Mosè', a proposito della quale non è escluso, di nuo­ vo, che designi - quando viene usata dall'Antico Testamen­ to (Esdr. 6 ,r8 ; Nehem. 1 3 , 1 ; 2 Chron. 2 5 ,4; 3 5 , 1 2) - solo le parti strettamente legali , mentre nel Nuovo Testamento indica chiaramente tutto intero il Pentateuco, come si può constatare in Mc. 1 2 ,2 6 che cita Ex. 3 ,2-6 sotto la rubrica 'libro di Mosè' . La designazione singolare de La legge, Il li­ bro non significa che non esistesse ancora la divisione in cin­ que libri. Questa spartizione è già precedente ai Settanta, da­ to che è da loro riportata. Certo, l'espressione ebraica hamis­ sa pumse hattora (i cinque quinti della legge) si trova per la prima volta in epoca talmudica ; ma è senza dubbio anteriore. L'espressione greca che dovrebbe essere una traduzione di un corrispondente ebraico : i) 7tEV"ttX't'Euxoc; (�i.�Àoç) «il (libro) formato da cinque libri» , è già testimoniata nel secondo se­ colo a.C.; subito dopo ne registriamo l'equivalente latino di Pentateuchus (liber) il quale è di genere maschile, come i cor­ rispondenti moderni di 'Pentateuco'. Sulla analogia di que­ sto termine e su quella di Ottateuco, il quale era in uso nel-

§ 22. Il Pentateuco: nome e contenuto

II

la chiesa antica per indicare gli otto libri che vanno da Ge� nesi a Giudici ( + Rut), venne coniato in tempi recenti il no� me Esateuco a designare i libri da Genesi a Giosuè, i quali costituiscono - come vedremo - un tutto unitario; in segui� to anche con Ottateuco (o Ennateuco) si volle designare il complesso che va da Genesi a Samuele (o, rispettivamente, Re) , escludendo Rut. Anche questo complesso si presenta sotto certi aspetti abbastanza unitario. Questi termini ricor� reranno nella trattazione che segue, ogni qualvolta se ne pre� senti l'occasione; del resto, essi sono già stati usati sopra (§ 1 8 ,3 ) . 2 . Contenuto

Le linee di divisione tra i singoli libri del Pentateuco sono generalmente significative . Alla fine di Gen. (cap . 50) si con� elude la storia che tratta dei Patriarchi, cioè dei progenitori del popolo; con Ex. incomincia la storia del popolo stesso (1,7). La divisione tra Ex. e Lev. ha pure una giustificazione nel fatto che la tenda delle riunioni è completata con Ex. 40 (v. 3 3 ), mentre da Lev. I in poi 1 si fissano le norme destinate al culto che vi si doveva celebrare, anche se vi si trovano in� serite prescrizioni di altra natura. Una siffatta divisione, pe� rò, viene a staccare un materiale che, sotto altri aspetti, è unitario . Infatti, Lev. 8 , dove si parla dell'adempimento del � le direttive date in Ex. 2 8-29 2 (la consacrazione �l sacerdo­ zio di Aronne e dei suoi figli)3, è legato con Ex. 25�31 non meno di Ex. 35�40, dove pure viene dato un resoconto del­ l'adempimento delle norme fissate in Ex. 2 5� 3 1 . Anche il r. Loss, La partecipazione dei laici al rito dell'olocausto secondo Lev. I,J·IJ: Sa­ lesianum 23 (r96r) 3.53-62. 2. Elliger, Ephod und Choschen. Ein Beitrag zur Entwicklungsgeschichte des ho· hepriesterlichen Ornats : VT 8 (r9,58) r9-35 = Baumgiirtel- Festschrift (r959) 923; Haran, The Ephod According to Biblica! Sources (in ebraico con sommario inglese): Tarbiz 24 (r954-.5) 380-9r, II-III. 3· Grintz, Aspects of the History of the High Priesthood (ebraico con sommario inglese): Zion 23-4 (r958-9) I24-40, I-II.

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

fatto che l'ambiente dove si svolge l'azione di Lev. e di Ex. I 9·40 sia lo stesso, e cioè il Sinai, lega insieme questi due testi. Con l'inizio di Num. si passa ad un nuovo argomento. Il censimento, le disposizioni per la marcia e per il culto riferi· ti in I -4 si possono e debbono considerare come preparativi per la partenza dal Sinai . Indubbiamente, nelle direttive date in 5, I · I o, I o si possono trovare molte cose che non hanno relazione alcuna con questa partenza o che difficilmente si possono riferire ad essa. Resta·il fatto che il periodo di tem­ po contemplato in I , I e I o, I I è di soli venti giorni (dal r l n l 2 al 2o l n / 2 ) , mentre la permanenza d'Israele al Sinai du­ rò più dei tre quarti d'un anno (Ex. I9: ? n i ir ; Num. r,I: I l n / 2 ), cosicché i venti giorni di Num. I , r - r o , r o si posso­ no considerare dedicati semplicemente ai preliminari della partenza . Benché non ci sia cambiamento di luogo, il Deute­ ronomio si stacca decisamente dalla fine di Num. per il fat­ to che con Deut. r,r ha inizio il grande discorso di Mosè che copre i capp. I·3 0 . Al contrario i capp . 3 I · 3 4 del Deuterono· mio sono chiaramente la continuazione diretta del cap . 2 7 (e 3 6 ) di Num. , nel senso che vi si attua la nomina di Giosuè a successore di Mosè, di cui si era parlato nel cap. 27 di Num. Inoltre questi capitoli comprendono le ultime parole e la morte di Mosè . Si può concludere affermando che, mentre da un lato la divisione non è priva di fondamento, dall'altro sembra evidente che essa sia stata fatta in un secondo momen­ to e che fu dettata dal desiderio di dividere in parti appros­ simativamente eguali un insieme ritenuto troppo volumino­ so (vedi § I 8 ,2). In ogni caso non dobbiamo ritenere questa divisione de­ terminante per la comprensione del Pentateuco. Una divi­ sione che volesse basarsi sul solo contenuto risulterebbe di­ versa e pressapoco così : Gen. r- I r preistoria 4; I 2 5 0 : i Pa­ triarchi (Abramo, !sacco, Giacobbe e i suoi figli) ; Ex. I -r 8 : oppressione degli Israeliti in Egitto, loro fuga e viaggio ver-



Cramer, Genesis I-XI; Urgeschichte? ( SGV

224·5,

1959).

§

22.

Il Pentateuco: nome e contenuto

I3

so il Sinai 5, da Ex. I 9 , I a Num. I o, I o : permanenza d'Israe­ le al Sinai 6, Num. I o , I I-36 + Deut. I-34 : viaggio d'Israe­ le dal Sinai alle piane di Moab di fronte a Gerico e morte di Mosè sul monte Nebo. Le parti da Ex. I 9 , I a Num. I O , r o e da Num. r o , I I a Deut. 34 sono povere di azione, a dif­ ferenza del blocco che va da Gen. I a Ex. I 8 . I vi la materia legale occupa una parte molto estesa : Ex. 2 o, I - I 7 : decalogo etico; 20,22-2 3 , I 9 (e 3 3 ) : libro dell'alleanza; Ex. 2 5-3 I + 3 5-40 + Lev. 8-9 : direttive riguardanti la tenda delle riu­ nioni assieme all'apparato cultuale relativo e al modo di adempiere a queste norme; Ex. 3 4 : decalogo cultuale; Lev. r -7: leggi per i sacrifici; I I- I 5 : leggi per la purifìcazione; I 6 7: il grande giorno dell'espiazione; I 7-2 6 : codice di san­ tità; 2 7: direttive riguardanti i voti, i primogeniti, l'inter­ detto (�erem) 8 e le decime; serie di gruppi legislativi minori in Num. , inclusi nel cap. I 8 9 i doveri e i privilegi dei sacer­ doti e dei leviti, e nei capp. 2 8-29 il calendario dei sacrifici 10; Deut. r-3 0 : la legge deuteronomica. È uno dei compiti della critica pentateucale di spiegare come avvennero queste interruzioni delle sezioni narrative con cospicui lunghi raggruppamenti di leggi. Da un punto di vista letterario ed estetico ciò stona ; anche il giovane Goe­ the trovò da ridire su questo fatto 11 • Ma affrontiamo subito questo problema. 5· Gispen, Die gelofte : GThT 61 (1961 ) 4 ·13 ·37-45 ·65-73 ·93 · 1 07. 6. Jiilicher, Die Quellen von Ex. I-VII,7 (Diss. phil. Halle 188o); Die Quellen von Ex. VII,B bis XXIV,rr : JpTh 8 ( 1 882 ) 79-127.272-3 1 5. 7· I...Ohr, Das Ritual von Lev. XVI ( SKG n,r, 1925) .

8 . Brekelmans, De l;erem in het OuT ( 1959 ) . 9· Speiser, Unrecognized Dedication: IEJ 13 ( 1 9 63) 69-73: su Num. 18,7 . 10. Rost, Zu den Festopfervorschriften von Numeri XXVIII und XXIX: ThLZ 83 ( 195 8 ), coll. 329-34 . I I. «> dans l'ancien Israel : RHR 158 ( 1 96o-6r) 1-19 ( sul Ps. Br, pp. 4-9 ); Loewenstamm, Tbe Bearing of Psalm LXXXI upon the Problem of Exodus (in ebraico con sommario inglese) : Eretz­ Israel 5 ( 1 958) 80-2 . 88*.

§ 24. Il problema del Deuteronomio

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( 1 950- 1 ) 1 29-35; Maag, Erwagungen zur deuteronomischen Kultzentralisation :

VT 6 ( 1956) 1o-1 8 ; Segal, The Book of Deuteronomy : JQR 48 ( 1957-8) 315-5 1 . [ Lohfìnk, Die Bundessurkunde des Konigs ]osias (Bine Frage an die Deuterono­

miumsforschung): Bibl 44 ( 1963) 261-88. 461-98; Nicholson, The Centralisation of the Cult in Deuteronomy : VT 13 ( 1 963 ) 38o-8 ; Minette de Tilesse , Sections 'tu' et sections 'vous' dans le Deutéronome: VT 12 ( 1 962) 29-87 ; Yeivin, Il tempo del Deuteronomio (ebraico), in Studies in the History of Israel and its Country ( 1960) 21 3·35 ] .

Poiché il Deuteronomio, per il suo carattere particolare, può essere facilmente staccato dal resto del Pentateuco, con­ viene tracciare a parte la storia della sua critica. È bene pure trattare separatamente e in primo luogo due questioni chiara­ mente connesse tra di loro, anche se per molteplici aspetti indipendenti l'una dall'altra : la datazione e l'analisi. I.

Datazione di D

Per quanto riguarda l'ambientazione cronologica del Deu­ teronomio è stato determinante il fatto di averlo messo in rapporto con il 'libro della legge' menzionato nel resoconto della riforma di Giosia che si trova in 2 Reg. 2 2-23 . Questo nesso era già stato colto nell'antichità. Alcuni Padri della chiesa 1 ed in epoca più recente altri, come ad esempio Hob­ bes ( § 2 3, I ) e Lessing 2 , avevano insinuato che il libro della legge trovato da Giosia fosse il Deuteronomio mosaico. Ma solo col de W ette questo legame si impose in tutta la sua im­ portanza per la comprensione del Deuteronomio stesso e, addirittura, per lo studio del Pentateuco nel suo complesso. Tale autore sostenne nella sua Dissertatio critica 3 del I 8 05 che «il Deuteronomio è un'opera di natura diversa dagli al­ tri libri più antichi del Pentateuco e deriva da un autore po­ steriore » e ne fissava la composizione ad una data che non doveva essere molto anteriore alla sua 'scoperta' del 6 2 I a.C. I . Nestle, Das Deuteronomium und II Kottige XXII: ZAW 2 2 ( 1902 ) 170- r . J I 2·I3. 2. Hempel, in : ZAW 5 1 ( 1 933 ) 299 n!r . 3 · Dissertatio critico-exegetica, qua Deuteronomium a prioribus Pentateuchi libris diversum, alius cuiusdam recentioris auctoris opus esse monstratur.

Parte III:

Analisi dei libri dell'A.T.

In tal modo il Deuteronomio fu inquadrato con una data di origine precisa e, con ciò, venne posto un punto di riferimen­ to fisso, dal quale si poteva procedere per determinare la cro­ nologia delle altre parti costitutive del Pentateuco. La tesi di de Wette fu per la critica pentateucale un 'punto d'Archi­ mede ', al quale ci si poteva appoggiare per liberarla dalle pa­ stoie della tradizione chiesastica e sinagogale, sostituendola con una datazione alternativa del Pentateuco e delle sue par­ ti costitutive. È pur vero che solo gradualmente fu possibile trarre le logiche conclusioni dalla tesi di de Wette. Egli stes­ so del resto rimase dell'opinione che la fonte, denominata poi P, fosse più antica di D . In questo senso va compresa l'affer­ mazione soprariportata della Dissertatio , secondo la quale il Deuteronomio «deriva da un autore posteriore». Soltanto più tardi - come s'è già detto al § 2 3 ,6 - Reuss , Graf, Kue­ nen e Wellhausen stabilirono che P presupponeva D e gli era perciò posteriore. La tesi di de Wette finì per essere quasi universalmente ac­ cettata, specialmente col nuovo supporto datole da Riehm in La legislazione di Mosè nella terra di Moab 4 • Né ebbe gran­ de importanza il fatto che si ritenesse che il libro fosse stato compilato proprio all'epoca di Giosia, poco prima della sua scoperta, o che lo si dovesse anticipare al tempo di Manasse o di Ezechia, mezzo secolo o un secolo prima. E neppure eb­ be gravi conseguenze (per la tesi di de Wette) la controversa assegnazione del luogo d'origine : secondo alcuni il Deute­ ronomio sarebbe un prodotto della Giudea, secondo altri de­ riverebbe dal regno del nord (Welch, v. sotto ) o dalla pro­ vincia assira di Samaria che a tale regno era succeduta; por­ tato poi a Gerusalemme in circostanze a noi sconosciute, vi sarebbe stato scoperto in coincidenza con la riforma di Gio­ sia 5• In tali opinioni rimaneva sempre indiscusso che il Deu­ teronomio - derivasse pure dal nord e fosse pure d'origine 4· Die Gesetzgebung Mosis im Lande Moab ( 1854 ). 5· Alt, Die Heimat des Deuteronomiums, in Kl Schr. n (1953) 205-75 ; Bright, A History of Israel ( 1 959) 299 ss . ; Galling, Das Konigsgesetz im Deuteronomium : .

ThLZ 76 ( 1 95 1 ) 1 3 3-8 .

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anteriore - divenne operante solo con la scoperta del 62 1 a.C. avvenuta a Gerusalemme. Non sono mai mancati in verità autori nettamente avversi alla tesi del de Wette. Alcuni, negando in parte la validità dei motivi addotti per staccare il libro dal resto del Pentateu� co come se fosse un'entità separata, hanno rivendicato ad es� so un'origine molto antica . Altri invece l'hanno assegnato con grande sicurezza all'epoca postesilica. Oestreicher 6, ad esempio, s'impegnò a dimostrare l'inconsistenza dell'argo­ mentazione - considerata decisiva da de Wette e successori ­ in favore dell'identificazione del Deuteronomio con la legge menzionata in 2 Reg. 2 2-2 3 . La prova di questa identità con� sisteva, secondo loro, nel fatto che 2 Reg. 22�2 3 descrive l'at� tuazione della centralizzazione del culto che è propugnata del Deuteronomio. Oestreicher sostenne che l'idea della cen� tralizzazione del culto non era contenuta né nella narrazione di 2 Reg. né nel Deuteronomio e che il libro della legge, il quale fu trovato dopo o durante la riforma di Giosia - e non prima -, dovesse considerarsi molto antico e cioè anteriore al Deuteronomio, in quanto conteneva fra l'altro norme ri­ ferite dal Codice di santità (Lev. 1 7-26) . Nella stessa linea è Loehr 7 , il quale negò il legame tra la riforma di Giosia e il libro della legge; questo libro, che a suo avviso era stato sco� perto soltanto più tardi, doveva essere attribuito a Mosè o, comunque, all 'era mosaica . Gli argomenti addotti da questo autore si basano principalmente sullo studio critico del con­ tenuto, in base al quale risultava che nel Deuteronomio si ri­ portano norme legislative sicuramente antiche e, talvolta, as­ solutamente arcaiche. Ma questo fatto, che per la verità non fu negato neppure dal più accanito sostenitore della tesi di de Wette, non giustifica le conclusioni tratte da Loehr. An­ che Welch 8, procedendo principalmente dall'analisi del con6. Das Deuteronomische Grundgesetz (BFChTh 27, 4, 1923). 7· Untersuchungen zum Hexateuc!lproblem, II : Das Deuteronomium (SGK r , 6, 1 925). 8 . The Code of Deuteronomy ( 1 924); Deuteronomy, the Framework to the Code ( 1932).

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

tenuto, purgato però dalle aggiunte posteriori, arriva ad as­ segnare il Deuteronomio al primo periodo della monarchia o, addirittura, all'epoca dei Giudici; e si sente autorizzato a collocarne l'origine nel regno del nord. Brinker 9 pensa che il Deuteronomio sia stato compilato da Samuele per il san­ tuario di Sichem . D.W.B. Robinson 10 lo attribuisce invece a Mosè e sostiene che con la costruzione del tempio vi venne depositato per esser letto al re ogni sette anni; tale uso decad­ de col passare degli anni e il libro giacque dimenticato fino a che non lo si ritrovò sotto Giosia. Per Holscher 11 in particolare - ma anche altri sono della sua stessa opinione - esistono delle prove in favore dell'ori­ gine esilica o post esilica del Deuteronomio. Due sono spe­ cialmente gli argomenti da lui addotti in favore di tale tesi . È innanzitutto impensabile - afferma - che una regolamen­ tazione così utopistica com 'è, almeno in parte, quella del Deuteronomio, sia stata formulata mentr'era in vigore il re­ gno di Giuda e i Giudei erano perfettamente informati sulle reali condizioni politiche e legislative in cui erano costretti a vivere. Speculazioni idealistiche simili possono essere sorte solo dopo, quando i Giudei non avevano più un governo ed avevano cessato di essere un popolo indipendente. Il secondo argomento parte dall'osservazione che molti passi nei libri di Geremia e di Ezechiele, certamente posteriori alla riforma di Giosia, presuppongono l'esistenza di mali che il Deutero­ nomio intendeva eliminare; questi mali, nell'opinione di Hol­ scher, dovevano esser totalmente scomparsi se la riforma di Giosia si fosse ispirata al Deuteronomio e da esso avesse as­ sunto il criterio d'ilnpostazione. La discussione sulla validità della tesi di de Wette è, dun­ que, ancora aperta e, con essa, rimane aperto uno dei punti fondamentali della critica pentateucale. Parve talvolta che questa tesi non potesse addirittura reggere di fronte ai rin­ novati attacchi infertile da vari punti. Eppure resistette ed 9· The Influence of Sanctuaries in Early Israel ( 1946). r o . ]osiah's Reform and the Book of the Law ( 1 951). n . Komposition und Ursprung des Deuteronomiums: ZAW 40 ( 1923) 161-2 5 5 .

§ 24. Il problema del Deuteronomio

4I

attualmente appare, nonostante tutto, più solida che mai, co­ m'è possibile constatare dalla sostanziale convergenza nelle valutazioni di Gressmann 12, Budde 13, Hans Schmidt 14 , Be­ wer, Dahl e Paton 1S, Baumgartner 16, Konig 17 , Causse 18 e Ir­ win 19, e come si può vedere nelle più recenti introduzioni all'Antico Testamento. 2. Analisi di D

Al presente gli autori convergono in larga misura nel ri­ conoscere che il libro della legge supposto dalla riforma di Giosia, o che fu in qualche modo utilizzato da essa, è conte­ nuto nel Deuteronomio attuale. Ma le opinioni divergono profondamente in due punti : nell'indicare quali parti del li­ bro attuale appartengono precisamente al Deuteronomio ori­ ginale, a 'il libro della legge', e nell'analisi del Deuteronomio stesso. Si è, infatti, concordi nel ritenere che la legge di Gio­ sia non coincida perfettamente col Deuteronomio attuale . Lo dimostra innanzitutto il fatto che lo scriba Safan, in base a .2 Reg. 2 2 ,8 e I O , avrebbe letto la legge nello stesso giorno due volte: prima personalmente e poi alla presenza del re . Il che induce a ritenere che si trattasse di un corpo di leggi relativamente ristretto, molto più piccolo di quello contenu­ to in Deut. 1-34. D'altra parte, la stessa designazione di se­ fer hattora (libro della legge : 2 Reg. 2 2 ,8 ) 20 esclude implici­ tamente tutto il materiale narrativo riportato all'inizio (capp . I - I I ) e alla fine (capp. 2 7-34) del nostro libro del Deutero­ nomio . Argomentazioni, queste, certo, non apodittiche, ma da prendersi in seria considerazione in quanto concordano con un altro rilievo constatabile anche ad una lettura rapida del testo : l'esistenza di numerosi doppioni e ripetizioni anu. ZAW 42 ( 1 924) 3 1 3-37 · 14. ThB1 6 ( 19 2 7 ) coll. 40 8 x6. ThR r ( 1 929) 7-25 . -

1 3 . ZAW 4 4 ( 1 926 ) 1 77·2 2 4 .

1 5 . J BL 4 7 ( 1 9 2 8 )

17·

3 0 5-ì9 ·

ZAW 48 ( 1 9 30 ) 43-66 .

1 9 . AJSL 56 ( 1 939) 337-491 8 . RHPhR 1 3 ( 193 3 ) I -29 .2 89-3 23 . 20. S. Granild, Nogle forudsaetninger /or Lovbogen i 2 Kong. 22,8 : DTT 1 9 ( 1 9,6) 199·2 10.

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Parte

III: Analisi dei libri dcll'.ll . T.

che nella sezione storica, e cioè all'inizio e alla fine. Su que­ sto ritorneremo con più precisione in seguito ( § 3 4 ,3 ) . Per questi motivi prevale la tendenza a sottrarre al Deuterono­ mio originale parti considerevoli del libro attuale, addirittura l'intera sezione iniziale e finale. Doppioni ed irregolarità di vario genere si possono, co­ munque, riscontrare non solo nelle parti narra tive dell'ini­ zio e della fine ( I - I I e 27-34), ma anche nella parte centrale ( I 2-2 6 ) che contiene il materiale legislativo. Così, bisogna riconoscere che fin dall'inizio, nel cap. I 2 , è eccessiva la du­ plice richiesta ( I 2 , 5-7 e I I - I 2 ) di offrire in un unico luogo scelto da Jahvé tutti i sacrifici ; ugualmente due volte viene riportato il permesso di uccidere per uso sacro gli animali nel­ le varie località di residenza ( I 2 , I 5- I 7 e 20-2 5 ). La sezione contenente le norme cultuali ( I 6 ,2 I - I 7 ,7) è chiaramente fuo­ ri posto nell'attuale contesto ed interrompe il nesso che lega I 6 ,20 a I 7,8 ( § I 7 ) . È difficile ammettere che tali dissonan­ ze appartenessero a quel nucleo legislativo programmatico che si pensa fosse il Deuteronomio originale. Ciò sia detto pur nella convinzione che non è lecito aspettarsi dai corpora legislativi degli antichi lo stesso ordine, o sistemazione logi­ ca, che i nostri schemi mentali ci suggerirebbero ora . Dobbia ­ mo pertanto ritenere che il Deuteronomio non ci è pervenuto nella sua forma originaria . Questa è senza dubbio l'opinione della maggioranza degli studiosi . Ma gli stessi studiosi diver­ gono tra loro quando cercano di descrivere qual era il Deu­ teronomio originario e come si sia giunti all'attuale assetto del libro. Le varie soluzioni in proposito possono essere spartite in due gruppi principali, a patto di tener presente che la linea di demarcazione che li separa è spesso sfumata e che, all'in­ terno di ciascun gruppo, le diversificazioni sono moltepli­ ci . Il primo gruppo comprende coloro che ritengono l'attua­ le Deuteronomio essere un libro formatosi per successivi am ­ pliamenti a partire dal libro della legge di Giosia, o da un probabile suo precursore ancor più antico. Si può parlare in proposito di ipotesi dei supplementi, mutuando la termino-

§ 24. Il problema del Deuteronomio

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logia già consacrata dalla critica alle parti narrative del Pen­ tateuco . L'altro gruppo ritiene, invece, che il libro attuale sia il risultato della combinazione di due o più edizioni del Deuteronomio originale e questa seconda soluzione si pone sulla linea della ipotesi documentaria. Hempel 2 1 può essere classificato nel primo gruppo. Egli ritenne che il libro della legge di Giosia non foss'altro che l 'antico regolamento in uso nel tempio di Gerusalemme, rielaborato ai tempi di Ezechia e Manasse in vista della centralizzazione cultuale, e comple­ tato con norme di carattere sociale ; tale regolamento, infine, venne provvisto di un'introduzione storica. Tuttavia ammet­ teva nello stesso tempo che gli autori dei ritocchi e delle ag­ giunte avessero pure incorporato in un secondo momento una fonte t6'eba ( abominazione) per protestare contro le abominazioni praticate e favorite da Manasse. Sotto questo profilo egli applicava simultaneamente all'analisi del libro di Giosia il metodo dell'ipotesi documentaria. E tale metodo estese all'analisi di tutto il Deuteronomio attuale, essendo questo - per lui, come per i rappresentanti del secondo gntp­ po, di cui fra poco, - una combinazione delle varie edizioni del primitivo libro giosiano. Horst s'è proposto di dimostrare che le parti giudiziarie del Deuteronomio, contenute nei capp. r 2- r 8 , presuppongo­ no un nucleo-base più antico, pre-deuteronomico. Questo nu­ cleo originario doveva essere una specie di decalogo su 'la legge sui privilegi di Jahvé' . Lo studioso cercò, poi, di dimo­ strare che il 'decalogo' fu sottoposto in tre riprese ad elabora­ zioni o aggiunte 22 , l 'ultima delle quali vi introduss e l'idea della centralizzazione del culto . Holscher 23, comunque, for­ te di uno studio sull'intero Deuteronomio, è arrivato alla conclusione che soltanto l'ipotesi dei supplementi è giusti­ ficata . E, dopo aver eliminato vari brani qualificandoli come supplementi di natura diversa, giunge ad assegnare al Deute=

2 1 . Die Schichten des Deuteronomiums ( 1914) . .u. Das Privilegrecht ]ahwes. Recf;!sgeschichtliche Untersuchungen zum Deute­ ranomir4m (FRLANT 45 , 1930) = uottes Recht ( 1961 ) 17-154. l'j.

ZAW 40 ( 1 923) 1 61-255

(cfr.

sopra p . 4 0 n .

I I ).

44

Parte III: Analisi

dei libt·i dell'A.T.

ronomio originario i seguenti passi : il nucleo (al singolare) che si trova nei capp. 6- I I da unirsi a I 2 , 1 3-3 1 ; 1 3 ,2- 1 8 ; 1 4 , 2 2-9 ; 1 5 , 1 -2 3 ; I 6 , I - I 5 ; 1 7 ,2-2 0 24 ; 1 8 , 1-8 25 ; 1 9 , I -20 26 ; 2 0 , I-20; 2 I , I -2 3 ; 2 2 , I -8 . I 3-2 9 ; 2 3 , I 0-26 ; 24,1-22 27; 2 5 , I ­ I 2 28 ; 2 6 , I - I 8 ; 2 8 . In molti casi soltanto alcune parti dei pas­ si citati appartengono al Deuteronomio originario e il grado di certezza con cui si considerano originali le singole sezioni non è ovunque lo stesso. I criteri di selezione del materiale base sono puramente letterari : negativamente la mancanza di contraddizioni interne, positivamente il linguaggio e ] o stile 29 • I rappresentanti del secondo gruppo sono tutti d'accordo nel ricercare la soluzione del problema nella supposizione che il nostro Deuteronomio sia il risultato della fusione di due o più edizioni del Deuteronomio originario; ma i loro punti di vista divergono nei particolari e spesso in misura no­ tevole . Così si discute se si debba ammettere la presenza o meno nel Deuteronomio originario di una introduzione di carattere storico e di una conclusione che includa la enuncia­ zione dei premi e delle pene ; inoltre, pur ammettendo l 'esi­ stenza in origine di una introduzione ed una conclusione, non si è d'accordo nell'indicare quali parti del farraginoso testo attuale (capp . I - I I e 2 7-34) vi appartenessero in concreto . Ma allora, perché non restringere piuttosto il Deuteronomio ad un puro corpus di leggi e ricercarlo di conseguenza solo nei capp. 1 2-26 ? Voler elencare le singole opinioni nelle lo24. Caquot, Remarques sur la 'loi royale' du Deutéronome (XVII,I4-20) : Semi­ tica 9 ( 1959) 2 1 -33 . 25. Driver, Two Problems in the OT. Examined in the Ligbt of Assyriology : Syria 33 ( 1 956) 70-8 . 77 s . : Deut. XVIII,B. 26. Van Vliet, No Single Testimony. A Study on the Adoption of the Law Deut. XIX: IJ par. into tbe N.T. ( 19.58).

27. Verdam, «On ne /era point mourir !es enfants pour les péres1> e n droit bi­ blique : RIDA 3 ( 1949 ) 393-4 1 6 : su 24,1 6.

2 8 . Gordon, A New Akkadian Parallel t o Deuterotzomy XXV,n-1 2 : JPOS 1 5 ( 1 93.5 ) 29-34; Roth, Does the Thorah punish lmpudence? Notes t o Deuteronomy XXV,II-I2, in Etudes Or. Hirschler ( 1 9 5 0 ) n6-2 1 . 29. ZAW 40 ( 1923) 1 9 1 .

§ 24. Il problema del Deuteronomio

45

ro svariatissime e diverse accentuazioni non gioverebbe affat­ to alla chiarezza dell'esposto. Ci limiteremo, perciò, ad una selezione di quegli autori che si proposero di spiegare la com­ posizione del Deuteronomio ricorrendo a ipotesi di tipo do­ cumentario. Steuernagel 30 ha trattato in diverse riprese la questione deuteronomica . Benché le varie opere sue che toccano l'argo­ mento differiscano tra di loro nei particolari, si propongono tutte di spiegare il Deuteronomio nella sua stesura attuale supponendo che esso sia il risultato della combinazione di di­ verse edizioni dell'opera originale . L'originale, a sua volta, deve essere considerato come una raccolta di materiale etero­ geneo: leggi miranti alla centralizzazione, detti riguardanti le abominazioni (té/eba) , leggi di giudici, leggi di anziani. Per riuscire a separare le singole edizioni, lo Steuernagel come Staerk 31, applicò almeno per un certo tempo il criterio del numero singolare o plurale con cui era interpellato Israele. Su tale base egli distinse le edizioni in : singolari e plurali . Wellhausen applicò al Deuteronomio l'ipotesi documentaria in maniera diversa e più semplice. Per lui il libro attuale è il risultato della combinazione di due edizioni del Deutero­ nomio originale, che va ricercato nei capp. 1 2-2 6 : ad una as­ segna i capitoli 1-4 ; 1 2 -26 * e 2 7 ; all'altra sono riservati i ca­ pitoli 5 - 1 r ; r 2-2 6* e 28-3 0 . In questo modo vengono sottrat­ te al Deuteronomio originale l'introduzione e la conclusione fino a precisare nei minimi particolari quale materiale doves­ se essere assegnato alle singole edizioni, mentre si limitò per la parte legale a tracciare un quadro generico. Negli studi più recenti si nota una certa cautela, che contrasta con l'ot­ timismo delle generazioni precedenti, circa la possibilità di giungere ad un'analisi letteraria precisa del Deuteronomio. Gli studiosi si limitano ad osservare, come fa il Noth 32, che 30. In aggiunta a HK ( 1 899, 21923) e Einleitung in das A. T. ( 1912), cfr. Der Rah­ men des Deuteronomiums ( 1 894), e Die Entstehung des deuteronomischen Gesetzes ( 1 895 , 21 901 ). , J I . Das Deuteronomium. Sein fnhalt und seine literarische Form ( 1 894) . J Z . Vberlieferungsgeschichtlichen Studien I ( 1 943 , 21957) r 6 .

Parte III: Analisi dei libri dell'A .T.

il Deuteronomio attuale è il risultato di una crescita gradua­ le di un complesso originario. Essi rifiutano di spingersi oltre con dichiarazioni più precise riguardanti la natura esatta di questo sviluppo, e le sue varie fasi e le cause che lo hanno prodotto .

3 . Punto morto nello studio di D e suo superamento

Von Rad volle uscire da questa impasse nello studio del Deuteronomio e si propose di applicare a questo libro, come era già stato fatto per il Pentateuco in genere ( § 2 3 , 1 0), l'ana� lisi storico formale . Nelle sue Deuteronomium�Studien ap� parse per la prima volta nel 194 7 33 egli accetta, come sicuro risultato della ricerca precedente, il legame tra il Deuterono­ mio e l'epoca di Giosia ; precisa che la natura specifica del li­ bro è data dall'interpretazione omiletica dell'antico materia­ le cultuale e legale e consiste, perciò, nella sua forma pare­ netica. La sorprendente associazione deuteronomica di pa­ renèsi, legge, esigenze dell'alleanza ed anatèmi trova la sua spiegazione ed origine nella antica prassi cultuale e, più pre� cisamente, nella celebrazione del rinnovamento dell'allean­ za che, secondo von Rad, aveva luogo a Sichem. Viene aper­ ta la strada così ad una valutazione globale del libro e ad un nuovo modo d'interpretare almeno alcune delle peculiarità del Deuteronomio, che prima erano accolte solo attraverso l'analisi critica dei singoli brani. Un tentativo di interpreta­ zione del Deuteronomio in questa direzione si trova nel sag­ gio di Kline, Dynastic Covenant 34; ma esso si contraddistin­ gue, purtroppo, per la completa ignoranza dei dati storici e critici. In tale saggio l'autore dichiara che il libro è da ascri­ versi nella sua forma attuale a Mosè, in quanto costituisce un classico esempio dei trattati di vassallaggio noti dai docu­ menti dei secoli XIV e XIII a.C. provenienti dalla Siria e dal­ l' Anatolia. 33 ·

(21948 ). Trad. ingl. Studies in Deuteronomy (19_53 ).

34· WThJ 23 (1960) I-15.

§ 25. La critica pentateucale

47

§ 25 . VALUTAZIONE DELLA STORIA DELLA CRITICA PENTATEUCALE Bibliografia: cfr. §§ r.

r8.

1 9 . u-24- 26-35.

Due premesse

Dopo questa panoramica sulla storia della critica pentateu­ cale, le cui vicende sono in larga misura parallele a quelle della critica evangelica 1 , oltre che omerica 2, dobbiamo ora esaminare quale atteggiamento assumere di fronte alle varie soluzioni proposte. Prima , però, è necessario fare due osser­ vazioni preliminari. Innanzitutto è importante prendere co­ scienza dei limiti cui è soggetta ogni conclusione basata sulla critica letteraria del Pentateuco. Il difetto di unanimità, co­ sl evidente in questo settore di studio, può spiegarsi in lar­ ga misura col mancato riconoscimento di tali limiti. La criti­ ca letteraria può essere correttamente applicata, infatti , solo alPanalisi del testo attuale. Dalla discussione precedente risulta chiaramente che il Pentateuco attuale presuppone un materiale più antico, tal­ volta addirittura arcaico, e che poggiandosi su di esso si pos­ sono individuare delle unità maggiori . Ciò vale sia per le par­ ti narrative che per quelle legislative . L'assegnazione del ma­ teriale del Pentateuco a epoche diverse e l'attribuzione di parti di esso a un'età anche molto remota, tutto ciò è dettato I. Loisy, Les Evangiles Synop tiqueS I ( 1907) 59-83 ; Smend, Wilh elm Martin Le­ btrecht de Wettes Arbeit am A. und N.T. ( 1 958) 149-56; Wellhausen, Einleitung ;, die drei ersten Evangelien ( 19 n ) 32-8 ; Wetnle, Die synoptische Frage ( 1899) e [Evans, Syn op tic Criticism since Streeter : ET 72 ( 196o-61 ) 295-9 ] . 2. Lesky, 'Homer': Anzeiger fiir die Altertumwissenschaft 4 (1951) coll. 65-8o; J9,•212j 5 (1952) coli. 1 ·24 j 6 ( 1953 ) COli. 129-5 0; 8 ( 1955 ) COli. 129- 156 ; 12 ( 19 5 9 ) coll. 12.9-46; 13 ( 196o) coll. 1-22 ; Schadewaldt, Von Homers Welt und Werk ( 1 959 )• ed.) 9-202 ; Neue Kriterien zur Odyssee-Analyse (SAH 1959, 2" ed. 1 959); Ver­ denius, L'association des idées comme principe de composition dans Homère, Hésiode, Théognis : REG 73 ( 1960) 345-61 e [Cassuto, The Documentary Hypo­ thesis ( 1962) 9-1 2; Homer and Pentateuchal Criticism; Gordon, Newest Frontier in Biblical Studies : Christianity1 Today 7 ( 1962-63 ) 575-80, v. pp . 577 s . ; Myres, Homer and bis Critics, ed. a cuta di Dorothea Gray ( 1958 ); Schadewaldt, Hellas und Hesperien ( 1960 ) 9-41 : Homer ] . ,

Parte III: Analisi dei libri dell 'A.T.

da esigenze di carattere storico e precisamente dall'evoluzione storica della religione e del suo contesto culturale e spiritua­ le ; solo raramente viene presa in considerazione la storia po­ litica . Talvolta è evidente che un dato racconto israelitico o una norma legislativa derivano da un originale non biblico; in tal caso si può dimostrare che il materiale è molto più an­ tico della forma letteraria in cui è trasmesso. A questo punto rimane ancora da precisare quale forma letteraria avesse n materiale nello stadio precedente. In tale compito si deve prescindere dal testo attuale; circostanza questa che autoriz­ za delle conclusioni generalmente valide solo per il contenu­ to, mentre per la forma rimangono aperte varie possibilità. Questo problema è già stato enunziato nei suoi punti essen­ ziali ( § I ) . La critica pentateucale deve, dunque, perseguire un com­ pito essenzialmente letterario e cioè delineare attraverso una accurata analisi del Pentateuco attuale, la genesi che ha de­ terminato la sua formazione . Oggi si è generalmente d'accor­ do nel riconoscere che non si tratta di un libro omogeneo , prodotto da un solo autore - Mosè, per esempio - secondo un piano accurato. A questo punto si tratta di spiegare que­ sta mancanza di uniformità. Le prospettive che ci offrono la storia della tradizione (Traditionsgeschichte) e quella delle forme (Formgeschichte) non possono essere qui prese in con­ siderazione in quanto sono dirette ad altri scopi ( § § 2 3 ,8 e I o) . Al di fuori di esse rimangono solo le tre ipotesi viste ( § 2 3 ) : dei 'frammenti', dei supplementi e dei documenti. Conserviamo queste denominazioni, perché ormai affermate nell'uso. Ma, e passiamo con ciò alla seconda osservazione preliminare, è molto importante chiarire con esattezza i me­ todi da esse sottesi con le peculiarità loro proprie. Non sem­ pre è stato tenuto presente questo; ma l'applicazione delle varie ipotesi può essere di utilità solo a patto di rispettare le metodologie che le contraddistinguono. Colpisce soprattutto il fatto che nessuna. di queste ipotesi sia stata applicata indi­ pendentemente dalle altre allo studio critico del Pentateuco. Di solito s'è proceduto in questo modo : all'inizio ci si richia-

5 25. La critica pentateucale

49

ma esplicitamente ad un'ipotesi precisa, particolarmente adat­ ta al genere di testi (narrazioni o leggi) scelti come punto di partenza e determinanti l'orientamento fondamentale della ricerca. Ma nello svolgimento si ricorre ad altre ipotesi per poter dare una spiegazione esauriente dei fenomeni. Questa constatazione dovrebbe mitigare la violenza con la quale s'è voluto talvolta difendere questa o quella ipotesi ed invi­ tare lo studioso a trattare il problema con maggiore ponde­ razione ed equilibrio. La discussione sul metodo, inoltre, si spiega in larga misura con la nostra incapacità di · tener pre­ senti , con eguale attenzione e simultaneamente, tutte le par­ ti del Pentateuco in modo da formulare una soluzione globale che sia egualmente valida in tutti i casi. 2.

L'ipotesi dei (frammenti', la documentaria e quella dei supplementi

L'ipotesi dei frammenti, portata alle sue estreme conse­ guenze, dovrebbe presentare il Pentateuco come un cumulo di brani disparati (narrazioni, leggi, detti, canti ) cuciti assie­ me da un autore (Mosè o Esdra non importa) senza che prima avessero avuto associazione alcuna. In verità nessuno s'è sen­ tito di proporre seriamente l'ipotesi in questi termini radi­ cali . Né una posizione del genere è sostenibile. È evidente che prima del Pentateuco attuale esistevano dei complessi letterari di una certa mole ; questo s'è verificato anche per i libri profeti ci, per i Salmi e per i Proverbi ( § 2 r ) . È pure insostenibile il volere denominare queste unità intermedie 'frammenti' (com'è stato fatto da alcuno, v. § 2 3 ,3 ) e so­ stenere che furono collegate fra loro solo al momento in cui fu composto l'attuale Pentateuco. Ad un esaine un po' accurato si constata immediatamente che questi complessi sono collegati tra loro in molti modi e che, perciò, non gia­ cevano in completo isolamento prima che intervenisse il com­ pilatore finale . Sicché l'uso esclusivo dell'ipotesi dei fram­ menti è impresa impossibile. Possiamo dire che questa teo­ ria rappresenta soltanto una reazione contro le esagerazioni

50

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

commesse nell'applicazione delle altre ipotesi. Essa può tro­ vare spazio solo nella stanchezza ingenerata dall'uso delle altre e più positive teorie e con il conseguente spostamento d'interesse su ricerche di natura non specificamente critico letterarie. L'inclinazione ad accettare una soluzione di tipo frammentario ( § 2 3 ,8 fine) , che come abbiamo visto s'è fat­ ta più consistente negli ultimi cinquant'anni sebbene non in misura univoca ed esplicita, va spiegata col fatto che l'atten­ zione degli studiosi è stata sempre più assorbita dai problemi riguardanti la storia del contenuto, delle forme e della tradi­ zione, piuttosto che col desiderio di rimpiazzare le teorie passate con una nuova o di dare nuova forma ad una antica . Cosi von Rad e Noth (v. § 2 3 , 1 0) riconoscono esplicitamente la validità della nuovissima ipotesi documentaria e cercano unicamente di estendere l'analisi storico formale al di là del­ le unità letterarie minime - il singolo racconto o detto lega­ le . . . - fino a comprendere il Pentateuco nel suo complesso :. il che permette loro di risalire alla preistoria del libro in quanto tale molto più indietro di quello che è possibile in base alla semplice analisi letteraria. Se, dunque, l'ipotesi dei frammenti non può dare una ri­ sposta coerente al problema critico del Pentateuco, restano solo le altre due : la documentaria e quella dei supplementi. Anche qui è importante essere precisi sulla natura dei meto­ di implicati. La stessa denominazione di 'ipotesi documenta­ ria' si presta a fraintendimenti e, comunque, non è la piìt adatta a esprimere ciò che generalmente s'intende con essa. I 'documenti' di cui si parla, non appartengono al tipo descrit­ to nella prima parte ( § 4 ) ; si tratta invece di composizioni letterarie abbastanza ampie, narrative o legali, o, addirittu­ ra, , un misto di ambedue. All'inizio, già con Astruc ( § 2 3 , 2 ) e Ilgen (ibid. ) , queste erano immaginate come composizioni dotate di un valore più o meno ufficiale ; per tale motivo fu­ rono chiamate ' documenti ' e tale designazione sopravvisse nella denominazione dell'ipotesi, sebbene le ragioni che la giustificavano fossero cessate già da tempo . Caratteristico di quest'ipotesi è il supporre l'esistenza di due o più 'documen-

§ 25. La critica pentateucale •• -

51

tr tra loro paralleli e di ritenere che l'attuale Pentateuco risulti dalla cucitura di tali scritti . Si potrebbe designare que­ st'ipotesi come 'teoria della compilazione', denominazione questa che servirebbe meglio a chiarire le differenze che la separano dall'ipotesi documentaria, sia nata in riferimento alla Genesi 3; si pensi sempre ad Astruc e a Ilgen ( § 2 3 , 2 ) . Proprio la parte narrativa del Pentateuco trova soprattutto in questa teoria la spiegazione delle sue particolarità, e Genesi è fra tutti i libri del Pentateuco solo narrazione, non legge . Solo a proposito di composizioni narrative si può parlare · veramente di unione di opere parallele. In esse, infatti, la con­ tinuità e lo sviluppo del racconto fornisce un criterio suffi­ cientemente sicuro per stabilire se i supposti filoni paralleli facciano realmente parte di opere narrative diverse. Se i sin· goli brani sono tra loro collegati ed omogenei, si può conclu­ dere che appartengono ad un'unica opera narrativa. Dove non si verifichi questo, non si può parlare di compilazione di filoni paralleli. Questo criterio non può essere applicato alla parte legislativa ( § I 9 ) . Sicché è più saggio, almeno al­ l'inizio, esaminare l'applicazione dell'ipotesi documentaria .l· Bacon, The Genesis of Genesis ( 1 892 ); Chaine, Le Livre de la Genèse { 1 94 8 ) ; Eissfeldt, Die Genesis der Genesis er96r ), dr. lnterpreter's Dictionary of the Bible II ( 1 962 ) 266-8o; Glueck, Rivers in the Desert: A History of the Negeb ( 19,9); The Negev: BA 22 ( 1 9.59) 82-97 = BA Reader ( 196 1 ) r-n ; Hoftijzer, Die Verheissungen an die drei Erzviiter ( 19,56 ) ; Humbert, Die neuere Genesis-For­ schung : ThR 6 ( 1 934 ) 147-60. 207-28; Keller, Grundsi:itzliches zur Auslegung der Abraham-Oberlieferung in der Genesis: ThZ 12 ( 19.56 ) 42.5-4.5 : Mowinckel, «Ra­ chelstiimme» und «Leasti:imme» : BZAW 77 ( 19.58) I 29·,o; Seale, The Glosses in lhe Book of Genesis and the ]E Theory : ET 67 ( 19.56-7) 333-.5 ; Vawter, A Path lhrough Genesis ( 19.57, 1964); Wiseman, New Discoveries in Babylonia about Genesis ( 1936); Wright , The Achievement of Nelson Glueck : BA 22 ( 19.57 ) 981 00 ; Is Glueck's Aime to Prove that the Bible is True? : ib., 1or-ro8 = BA Reader ( 1 961 ) I I-2 1 . Bibl. in Eissfeldt, Die Genesis der Genesis CZr96 1 ) 73-94 e [Glueck, Five Years of Archaeological Explaration in the Negev in Antiquity and Survival n 2·.3 ( 19.57) 273-86, ro tavv.; Archaeological Exploration of the Negev : BASOR 1'9 ( 196o) 3-14; Tbe Archaelogical History of the Negev: HUCA 32. ( 1961 ) n18; Where Politica/ Stability... Exploration of the Negev. Parte 1: ILN 238 ( r96 r )

88o-83 ; Prosperity and Recession in the Ancient Negev... Exploration of the Ne­ n: ILN 238 ( r 96 r ) 934-7 ; A Bibliography ( 1962 ) ; Kapdrud, Hvem var Abraham?: NTT 64 ( 1963 ) 1 63-j; Speiser, The wife-sister motif in the patriarchal narrative in Biblica/ and Other Studies, ed. Altmann ( 1 963) 15-28 ] .

itV. Parte

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

alle sole grandi unità narrative e poi con molte riserve tra­ sferirla alle sezioni legali . La separazione del Deuteronomio, considerato generalmt:nte come un 'unità particolare, non co­ stituisce un argomento in favore dell'ipotesi documentaria. Il Deuteronomio, infatti, si stacca nettamente dal contesto del Pentateuco ; non trova paralleli, se non molto limitati, al suo interno e ha con esso addentellati ancor più inconsistenti. Se d'altra parte concepissimo il Deuteronomio come un'ag­ giunta ad un complesso preesistente, cadremmo nell'ipotesi dei supplementi. Sicché l'ipotesi documentaria in senso stret­ to è applicabile solo all'analisi delle parti narrative del Pen­ tateuco. Per l'ipotesi dei supplementi la situazione è diversa. An­ ch'essa prese l'avvio dalle parti narrative . Il materiale che ora è assegnato a J si pensava un tempo fosse costituito da supplementi aggiunti all'opera fondamentale ( = la nostra fonte P, o più esattamente P + E) ( § 2 3 ,4). Ma questa teo­ ria è ugualmente applicabile alle parti legali. Essa presuppo­ ne che al di sotto del nostro Pentateuco, o almeno di alcune sue parti, ci sia un'opera in tutto o in parte omogenea, alla quale furono apportate poi delle aggiunte da una o più mani. Ma si tratta sempre di aggiunte di frammenti brevi e isolati, che cioè non avevano rapporto tra loro prima che fossero in­ corporati nel libro. Questo è il punto che contraddistingue l'ipotesi dei supplementi da quella documentaria. Quest'ul­ tima ritiene che le parti che non sono in consonanza col det­ tato narrativo e che pertanto vanno isolate al fine di identifi­ carne la forma originaria, costituiscono a loro volta una nar­ razione continua, o appartenevano un tempo ad essa. La teo­ ria dei supplementi invece considera le parti che vanno scar­ tate dal filone narrativo principale o dalle varie narrazioni principali come puri corollari del materiale di base, come del­ le ramificazioni di un tronco . S'è visto ( § 23 ,4) che coloro che hanno adottato l'etichetta di 'ipotesi dei supplementi' non hanno sempre esposto in termini univoci la loro posizione e, sotto tale etichetta, hanno fatto passare dei procedimenti che per sé appartengono alPipotesi documentaria. Per questo

S 25. La critica pentateucale

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non è superfluo insistere sulla differenza tra le due teorie. Un'opera di chiarificazione del genere è necessaria. S e non si ha un'idea esatta dei vari metodi da applicarsi alla critica pentateucale, non si è neppure in grado di usarli; senza que­ sta visione chiara è completamente impossibile precisare i limiti in cui possono muoversi le singole metodologie. 3 . Le parti narrative

Quale delle due ultime ipotesi è in grado di spiegare l'at­ tuale forma del Pentateuco ? Dobbiamo ammettere che per quanto concerne le sezioni narrative - e cioè grosso modo da Gen. I a Ex. 3 4 , Num. r o-36 e Deut. 3 1- 3 4 , l'ipotesi dei supplementi non ci è di grande aiuto. Il motivo è il seguente : le parti più o meno consistenti che, secondo l'opinione abba­ stanza concorde dei critici, interrompono il seguito di un :filo­ ne narrativo o di un singolo racconto, dimostrano di apparte­ nere nella maggioranza dei casi - si tratta proprio della mag­ gioranza ad un tutto continuo. E, sebbene nello stato at­ tuale appaiano spesso come delle aggiunte alla narrazione principale non è possibile che siano nate come pure appendi­ ci, ma dovevano costituire in origine un tutto omogeneo, e cioè una narrazione parallela a quella principale . L'esempio della narrazione del diluvio è illuminante. Da una parte, Gen. 6 ,5-9 , 1 9 va spartito necessariamente in due narrazioni (ora attribuite a J e P) ; tale operazione, relativamente facile a farsi, mette in luce due narrazioni indipendenti , le quali possono essere ricostruite completamente, benché non siano state naturalmente preservate in tutta la loro integrità. D'al­ tra parte, la sezione P di Gen. 6 ,5-9 , 1 9 - ci limitiamo per ora ad essa - dimostra sintomi abbastanza evidenti di essere la �ontinuazione del primo racconto dela creazione (Gen. r ,r2 ,4a) , come si può vedere dai richiami alle acque primordia­ li iv i descritte ( I ,6- I o e 7 , I I ) e al precetto alimentare ivi promulgato ( I ,29-30 e 9 , I -7 ). Da ciò si deduce che la narra­ zione del Pentateuco è il prodotto, almeno nelle sue sezioni più consistenti, di una combinazione di filoni paralleli. La-

-

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

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sciamo per ora in sospeso il problema del numero di tali filo­ ni (v. § 2 7 ) . Ma è anche assodato che la narrazione del Pen­ tateuco ha subito delle amplificazioni con l'aggiunta di bra­ ni singoli, più o meno ampli, aggiunta che può aver avuto luogo sia quando i filoni erano ancora indipendenti sia al momento della loro fusione sia dopo ( § 3 2 ) . Perciò l'ipotesi dei supplementi è più adatta a spiegare un certo gruppo di inconcinnità della narrazione pentateucale che l'altra teoria. Ciò non toglie che la maggior parte del materiale sia più na­ turalmente divisibile e ricomponibile in base al metodo del­ l'ipotesi documentaria. Non per caso la critica del Pentateuco, nonostante la contradditorietà delle sue vicende, torna pun­ tualmente a dar le sue preferenze all'ipotesi documentaria. 4· I

corpi legislativi

Si è già rilevato ( § § 1 9 e 2 5 ,2) che la situazione è più complessa nelle parti legislative . Nel corpus più ampio, e cioè nel Deuteronomio, si possono cogliere diversi elementi che autorizzano a ritenerlo come il prodotto della combinazione di due libri. In particolare ciò si può desumere dalla doppia introduzione ( 1 , 1 -4,40 ; 4,44- I 1 ,3 2 ) . Ma un esame del cor­ pus di leggi vero e proprio ( 1 2-2 6) prova che è difficile attri­ buire la gran quantità di dissonanze, ivi contenuta, alla com­ binazione di due corpi legislativi, anziché ricorrere all'ipote­ si alternativa, che cioè ad un corpus legislativo di base siano stati aggiunti dei supplementi staccati, più o meno ampi. Né il ricorso all'ipotesi documentaria per questo corpus di leggi può essere incoraggiato e giustificato dalla presenza di una duplice introduzione. Il maggior ostacolo contro questa concezione è dato dal contenuto dello stesso corpus, il quale si rifiuta ostinatamente di essere spartito in due raccolte le­ gislative fondamentali, mentre si trova in sintonia con l'ipo­ tesi di un'amplificazione di un corpus di base; e questa ipote­ si va estesa di riflesso anche alle amplificazioni, che appesan­ tiscono l'introduzione. Simile a quella del Deuteronomio è la situazione del 'Codice di Santità' (Lev. 1 7-2 6 ) . Anche a

§ 25. La critica pentateucale

.5 .5

questo proposito la presenza di doppioni va spiegata, secon� do alcuni, supponendo che vi siano combinate due raccolte di leggi; altri, invece, preferiscono parlare di amplificazioni successive di un testo base. Insistendo su questo punto po· tremmo trarre la conclusione che nella storia della critica pentateucale non si possa superare l'altalena tra le diverse ipotesi che contraddistingue l'analisi del Deuteronomio e dei codici legali in genere; rischieremmo cosl di perdere quella chiarezza d'impostazione che, invece, è rilevabile nell'analisi delle parti narrative, nonostante le alterne vicende che l'han� no contraddistinta. Su questo punto bisogna pronunciarsi per un non liquet.

CAPITOLO SECONDO

ANALISI DELLA NARRATIVA PENTATEUCALE

§ 26. GLI ARGOMENTI Krautlein, Die sprachlichen Verschiedenheiten in den Hexateuchquellen (Diss. phil., Rostock 1907); Martin, Stylistic Criteria and the Analysis of the Penta­ teuch ( 1955 ). Cfr. pure le bibliografie ai §§ 5 · r 8 . 1 9 . 22-25 . 27-3 2 . I.

Mutazioni nei nomi divini

L'inizio della critica del Pentateuco ebbe origine con l'os­ servazione che in Genesi Dio è chiamato ora Jahvé ora El o ­ him. Dall'alternanza dei nomi divini si concluse che esisteva­ no originariamente due 'documenti' distinti l'uno dall'altro . Questa argomentazione conserva tutt'ora il suo peso conside­ revole, nonostante i persistenti attacchi cui fu sottoposta 1 • Certo, non si può dire che lo strato Jahvé e quello Elohim abbiano conservato attualmente l 'esatta differenziazione del nome divino che avevano in origine ; il nome Elohim è stato talvolta introdotto abusivamente nel campo di Jahvé e Jahvé in quello di Elohim. Inoltre l'attestazione dei nomi divini non è sempre testualmente sicura, poiché si notano delle dif­ ferenze tra il testo masoretico (abbreviato con T.M.) e quel­ lo dei LXX : nei LXX si legge ò �Eéc;, che corrisponde normal­ mente a 'el6hzm, mentre nel T .M . si ha jhwh (per es . in Gen. 4 , I .4 . 1 6 ; I 2 , 1 7) . Nonostante questo la diversità dei nomi divini è stata conservata abbastanza fedelmente nei vari stra1. Lacocque, Les noms divins et la théorie des sources dans l'A.T. : Veritatem in caritate 3-4 ( 1 95 7-8 ) 69-84 ; Segai, El, Elohim and Yahweh in the Bible : ]QR 46 ( 1955-6) 89-u5; Tbe Unitary Character of the Pentateuch (ebr. con sommario in­ glese): Tarbiz 25 ( 1955-6) 1-ro; I-III; The Composition of the Pentateuch: A Fresh Examination : SHier 8 ( r961 ) 68-1 14, spec. pp. 72-86.

§ 26. Analisi della narrativa pentateucale: gli argomenti

57

ti . Questo può essere constatato, dando un'occhiata per es. alle due narrazioni del diluvio (J e P) o ai racconti su Agar di Gen . 1 6 ,4- 1 4 (J) e 2 1 ,8-2 1 2 (E) . Ciò che colpisce non è tan­ to lo scambio tra i nomi divini rilevabili in pochi casi e, ov­ viamente, determinato dalla fusione dei due strati, ma il con­ trario : che cioè si sia mantenuta in misura così netta questa peculiarità, nonostante la fusione. Ma la distinzione dei no­ mi divini può essere usata solo nell'analisi della Genesi e del­ l'inizio dell'Esodo . Le due fonti , E e P, evitano il nome di Jahvé fino alla rivelazione del nome divino a Mosè, vale a dire fino a Ex. 3 , 1 5 3 per E e Ex. 6 ,6 per P. A partire da que­ sto punto le due fonti adottano normalmente Jahvé . Inoltre, il ricorso a questo criterio permette di dividere il materiale solo in due parti, quella con Jahvé e quella con Elohim . Il progredire della critica ha dimostrato che su questa base sola non era possibile formulare un'analisi sufficientemente soli­ da. Nonostante ciò, il cambio dei nomi divini rimane sempre un punto fondamentale nella critica del Pentateuco . 2. Haag, Erwiigungen uber Beer-Seba : BEThL XII ( ! 959) 335-45 ; Yeivin, Beershe· ba, City of the Patriarchs (ebr. con sommario inglese) : Zion 20 ( 1 95 3 ) I I 7-27, 1-n ; Zimmerli, Geschichte und Tradition von Beerseba im A. T. ( 1932). [Doth11n, Exca­ fJations at Horvat Beter (Beersheba) : Atiqot J ( 1959) 1-32 , tavv . I·VI I ; Perrot, Les VI• et VII• campagnes de fouilles a Béershéba : CRAI ( 1 959) 1 3 3-40 , con una nota di Dhorme s ugl i Hurriti di Deut. 2,1 2 ] . 3 · Alla rd , Note sur la form u le «Ehyeh Aser Ehyeh» : RSR 45 ( 1957) 79-86; Bour­ ke, Yahweh, the Divine Name : The Bridge m ( 1958) 271 -87; Freedman, T be Name of the God of Moses: JBL 79 ( r96o) 15 1-6; Irwin, Exodus III,x4 : AJSL 56 ( 1 929) 297-8 ; Pakozdy, 'hih 'sr 'hih : Judaica II ( 1955 ) 193-208 ; Reise, Observa­ uations o n 'hjh 'sr 'hjh Ex. III,x4 (Diss. Amsterdam 1957 ) ; Schild, On Exodus III,x4 : VT 4 ( 1954} 296-302 ; Schulze, > Gen. XIII,ro : Bibl 43 ( 1962 ) 75-8; Yaron, Ka'eth J::tayyah and koh leJ::tay : VT 12 ( 1 962 ) 50Q- I .

§

27.

Analisi della narrativa pentateucale: risultati dell'analisi

con sicurezza. In certi casi permane sempre aperta la possibi­ lità che certe sezioni catalogate a parte perché contraddistin­ te da una chiara omogeneità non costituissero dei brani di una narrazione continua, ma siano delle amplificazioni spora­ diche dovute ai ritocchi di una mano o di una ' scuola' su un materiale preesistente. Tuttavia, un esame più accurato favorisce l'ipotesi docu­ mentaria e non quella dei supplementi o aggiunte. r . La sezione P Abbiamo notato più volte che P è facilmente riconoscibi­ le come un 'entità indipendente; per questo i critici sono ab­ bastanza concordi nell'isolarlo. A P sono ascritte le seguenti parti del Pentateuco : Gen. r , r -2 ,4a; 5 * ; 6 ,5-9 , 1 9 * 1 . 2 8- 2 9 ; I o * ; I I , 1 0-2 6 .2 7 . 3 1 s . ; 1 2 ,4b-5 ; 1 3 ,6 . r 1b. 1 2aba ; r 6 , 1 a . 3 . 1 5 - 1 6 ; 1 7 2 ; 1 9 ,2 9 ; 2 1 ,2b-5 ; 2 3 ; 2 5 ,7- 1 0 . 1 2 . 1 7 . 1 9-20 . 2 6b; 2 6 ,34 s . ; 2 7 ,46 ; 2 8 , r -9 ; 2 9 ,24.2 8b-2 9 ; 3 0 ,4a.9b ; 3 1 , r 8a Bb; 3 3 , r 8a B ; 3 5 ,6a.9- 1 3 . 1 5 . 2 2b B -2 9 ; 3 6 , r .2a.6-8 .40-43 ; 3 7 , 1 -2 ; 4 1 ,46a ; 46,6-2 7 ; 47,5- 1 I * .27 * .2 8 ; 48 ,3-7 ; 4 9 , 1 .,., . 28-33 * ; 5 0, 1 2 s. ; Ex. 1 , 1 -5 3 ; 7 * . 1 3 . 1 4 �': ; 2 , 2 3 a Bh-2 5 ; 6 ,2 3 0 ; 7 , 1 - 1 3 . 1 9-20a ll. .2 1bB-2 2 ; 8 , 1 -3 . 1 1b- 1 5 4 ; 9 ,8- 1 2 ; 1 1 ,91 2 ,2 0 . 2 8 ; 1 2 ,40- 1 3 ,2 ; r 6 , 1 ">'< .2-3 .6- 1 3 a . I 4 �': ; 1 9 , 1 ; 24,1 5b1 8a; 2 5 , 1 -3 t , 1 7 . I 8a; 34,29-3 5 5 ; 3 5-40; Lev. r , r 6 6 ; 2 7 ; Lambert, Il n'y aura plus iamais de déluge (Gen. IX, n) : NRTh 77 ( I955 ) 58I· 6oi. 693-724 ; Parrot, Déluge et Arche de Noé ( 1 952). 2 . MacLaurin, Shaddai: Abr-Nahrain 3 ( I961-62, I963 ) 99-nS; Weippert, Erwa­ guttgen zur Ethymologie des Gottesnamens El Saddaj : ZDMG I I x ( 1962) .p-62 : su Gen. I7,I. I.

3· Redford, Exodus I, n: VT I3 ( 1 963 ) 40x-x8. 4· Couroyer, Le doigt de Dieu (Exode VIII,r5): RB 63 ( 1956) 481-95 .

,. De Fraine, Moses' «cornuta facies» (Ex. XXXIV, 29-35): Bijdragen 20 ( 1 959) 28-3 8 ; Schulz, Die Decke des Moses : ZNW 49 ( 1958) I-3 1 . [Dumermuth, Moses strahlendes Gesicht: ThZ I? ( I96I ) 24o-8 ] .

6. Morgenstern, Tb e Fire upon tbe Altar ( 1 963 ) : s u Lev. 9 ,24; Gradwohl, Das «fremde Feuer» von Nadab und Abihu: ZAW 75 ( 1963 ) 288-96 : su Lev. x o , x s . ; I6,I ; Num. 3.4; 26,61 ; B 9ftman, Tasseled Garments i n the Ancient East Medi­ terranean : BA 24 ( 196 1 ) n9-2 8 : su Num. 1 5 ,37-41 ; Deut. 22,1 2 ; Perat, De be· wening van Nadab en Abihu : NedThT x6 ( 1 961-62 ) 47-8 .

68

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

Num. I , I - I 0 , 2 8 ; I 3 - I 4* ; I 5 ; I 6 * 7 ; I 7- I 9 ; 2 0 , I - I 3 * .2 2 -2 9 ; 2 2 , I ; 2 5 ,6-3 I ,5 4 ; 3 2 * ; 3 3-3 6 ; Deut. 3 2 ,48-52 ; 34, I * .7-9 .

2 . Le fonti ] ed E Messi da parte il materiale appartenente a P e a D, che per ora è accantonato ( § 25,2 fine), il resto di Gen. I-50, Ex. r 24. 3 2-34, Num. I o-3 6 e Deut. 3 I - 3 4 offre in molti punti una duplice serie di narrazioni parallele. Si tratta dei seguen ­ ti brani : G en. I 2 , I O- I 3 , I ; I 5- I 6 ; 2 0-24 (Abramo, Sara, al­ leanza di Dio con Abramo, Agar e Ismaele, !sacco, Rebecca ); Gen. 2 5 ,2 7 s . + cap. 27; 2 8 , I o-2 2 ; 3 2-3 3 (inganno di Gia­ cobbe ad Esaù, fuga di Giacobbe, sua esperienza a Betel e, tralasciando per ora i capp . 29-3 I di non facile spartizione e concernenti i rapporti tra Giacobbe e Labano, il suo incontro con Esaù al ritorno da Aram) ; Gen. 3 7 + 3 9-50 (Giuseppe ed i fratelli) ; Ex. 1 9-20; 24, I 2- I 8 ; 3 I , r 8 ; 34 (teofania si­ naitica, ascesa di Mosè sul monte per ricevere le tavole di pietra, che contengono il decalogo) 8, e Num. 2 2-24 (racconti di Balaam) 9 • Le narrazioni parallele, riscontrabili un po' dapGreta Hort, The Death of Qorah : ABR 7 ( 1959 ) 2-26 ; Nyberg, Korah's uppror (Num. XVI f.) . Ett bidrag till fragan om traditionshistorisk metod : SEA 12 ( 1947} 2 30 -5 2 . [ Lehmig, Versuch zu Num. XVI : ZAW 74 ( 1 962) 291-321 ] . 8 . Beyerlin, Herkunft und Geschichte der i:iltesten Sinaitraditianen ( 1961 ) ; Eiss­ feldt, Lade und Gesetzestafeln : ThZ 1 6 ( 1 960) 28 1-4 ; Die i:ilteste Erzi:ihlung vom Sinaibund : ZAW 73 ( 1961 ) 137-46 ; Haelvoet, La Théophanie du Sina'i. Analyse littéraire des récits d'Ex. XIX-XXIV: EThL 29 ( 1953 ) 374-97 = ALBO 11, 39 ( 1953 ); Rudolph , Der Aufbau von Ex XIX-XXXIV : BZAW 66 ( 1936) 41-8. [Moran, Moses und der Bundesschluss am Sinai : Stimmen der Zeit I75 ( 1 961-62 ) 12o-33 ] . Cfr. Bibl. § 8 . 9 · Albright, The Oracles of Balaam : JBL 6 3 ( 1 944 ) 207-33 ; Allegro, Tbe Meaninp, of the Phrase se!ilin ha'ayin in Num. XXIV,;-r5 : VT 3 ( 1 953) 78 s . - Burrows, Tbe Oracles of ]acob and Balaam ( 1938 ) ; Eissfeldt, Die Komposition der Bileam. . Erzahlung : ZAW 57 ( 1939 ) 2 1 2-41 ; Sinai-Erziihlung und Bileamspriiche : HUCA 32 ( 1 961 ) 179-90; Liver, The Figure of Balaam in Biblica! Tradition [ ebr. con somma rio ingle se ] : Eretz-Israel 3 ( 1954) 97-100, Iv ; LOhr, Num XXII,2-XXIV, 25 : AfO 4 ( 1927) 85-9 ; Macken sen , Tbe Present Literary Form of the B.-daam Story , in Macdonald Presentation Vol. ( 1 933) 275-92 ; Mauchline, The Balaam­ Balak Songs and Saga : Stud. Sem . et Ori ent . 2 ( 1 945 ) 73-94; Mowinckel, Der Ur­ sprung der Bifiim-Sage : ZAW 48 ( 1 930) 233-71 ; Pakozdy, Theologische Redak7·

§ 27. Analisi della narrativa pentateucale: risultati dell'analisi

69 . l

pertutto, possono essere raggruppate in due serie secondo il seguente quadro : a t . Gen. 1 2 , 1 0- 1 3 , 1 2 1 ,22-3 4 '�

Pericolo di Sara t . Gen. Patto fra Abramo e Abimelec Alleanza di Dio con 15* Abramo Agar e Ismaele 1 6 ,4- 1 4 Nascita di Isacco 2 1 , 1 -7* Richiesta di Rebecca 24* 2 . Gen. 2 5 ,2 7 s .* ; 2 7 '< Inganno di Giacobbe 2 . Gen . ad Esaù e sua fuga Teofania a Bete! 2 8 , 1 3- 1 6 . 1 9 Incontro di Giacobbe con Esaù 3 7 * ; 39-50"' Giuseppe e i fratelli 1 9* ; 20,1 8-2 1 * Teofania del Sinai 3 · Ex. 3 · Ex. Salita di Mosè sul 3 4 , 1 -4 monte 34>5-26* Decalogo 34,27 s . Tavole della legge ,21 9 ''< · Num. 2 Delegazione di Balak 4 · Num. 2 4 a Balaam 2 2 ,22-35 Balaam intraprende il viaggio Incontro di Balaam con Balak Balaam benedice J. sraele Seconda benedizione di Balaam 3 2-3 3 '''

b 2 0 ,1 - 1 8 2 1 ,22-34*

2 1 ,8-2 1 2 1 ,1-7* 24* 2 5 ,2 7 s .* ; 2 7 * 2 8 , I O- I 2 . I 7 2 0-22 3 2-3 3 *

S.

3 7 * ; 3 9-50''< 1 9 * ; 2 0 , I 8-2 I "' 2 4 , 1 2- 1 8 * 20,1 - 1 7 3 r ,I 8* 2 2 ,2- 1 9 >'• 2 2 ,20-2 r 2 2 ,36-40* 2 2 ,4 1 -2 3 , 1 0 2 3 , I I -24

tionsarbeit in der Bileam-Perikope: BZAW 77 ( 1 958) 1 61-76 ; Sutcliffe , A Note on Numbers XXII: Bibl i8 ( 1937) 439·42 ; Vermès, Deux traditiotts sur Balaam. Nombres XXII,2-2I et ses interprétations midrashiques : Cahiers Sioniens 9 ( 1955 ) 2.89-302; Yaure, Elymas-Nehelamite-Pethor: JBL 79 ( 1 960) 297-3 14, cfr. pp. 3 10314: Balaam di «Petbor». [Albright, Tbe Home of Balaam : ]AOS 34 ( 1 9 1 5 ) 38690 ; Gross, «Ein Zepter wird sich erhebett aus Israel» (Num. XXIV, q) . Die messianische Hoffnung im A. T. : Bibel und Kirche I7 ( 1 962) 34-7 ; Guillaume, A Note on Numbers XXIII,Io: VT 1 2 ( 1 962) 335-7 ; Roth, Star and Anchor: Coin Symbolism and the End of E>ays : Eretz-Israel 6 ( 1 960) 13*-15* : su Num. 24,1 7 . 2.4 ] .

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

Questi quattro gruppi paralleli sono costituiti ( § 2 6 ,4 ) in parte dalla successione di narrazioni parallele complete in se stesse (per es . Gen. I 2 , I O- I 3 , I #2o, r - r 8 ) e in parte dalla compilazione di un'unica narrazione con brani paralleli, i qua­ li vi figurano perciò frammentariamente (Gen. 2 7 * # 2 7 * ) . Il materiale inoltre dev'essere in parte riordinato perché in seguito all 'unione delle varie componenti la disposizione ori­ ginaria è stata qua e là turbata. Cosl, p. es. , il pericolo corso da Sara, che in r b si trova dopo l'alleanza con Abramo, de­ v 'essere riportato prima come in r a ; inoltre la narrazione del patto tra Abramo e Abimelek ( 2 I ,2 2-34 * ) era collocata probabilmente, sia in r a che in rh, tra il 'pericolo di Sara ' e 'l'alleanza di Dio con Abramo'. Questi brani, inoltre , non so­ no isolati tra loro : esaminandoli più da vicino, si nota che le due serie del gruppo I . sono continuate nei gruppi 2 , 3 e 4 · Sicché si possono delineare due serie più vaste : r a + 2a + 3 a + 4a e rh + 2h + 3h + 4h . A questo punto è lecito supporre l'esistenza di due filoni narrativi continui ; tale sup­ posizione diventa, poi, certezza quando si constata che fra questi quattro gruppi figurano delle narrazioni che a loro vol ­ ta riproducono le caratteristiche delle due serie, sia in brani distinti sia mescolate nello stesso brano (per es . Ex. 1 , 1 5 10 e specialmente 3-5 ) Per quanto riguarda Genesi, i due filo­ ni possono essere distinti in base ai nomi divini : la serie a) usa ]ahvé, mentre b) ha Elohim. Perciò a) porta la sigla J e b) la sigla E. Dopo Genesi questo segno di riconoscimento cessa ben presto ( § 2 6 , 1 ). Ma viene in nostro soccorso una serie di altri elementi (come p. es . allo spiccato sentimento nazionalistico e religioso di 4a subentra una sensibilità etica più fine in 4b ; cfr. 2 9 , 2 ) ; da questi dati è facile argui re che .

I O . Eissfeldt, Die Komposition von Ex I-XII : ThBl 1 8 ( 1 939) coli. 224-233 ; Mo­ winckel, Die vermeintliche «Passahlegende» Ex. I-XV in be:wg attf die Frage: Uterarkritik und Traditionskritik : StTh 5 ( 1 9 5 2 ) 66-8 8 ; Pedersen, Passahfest und Passahlegende : ZAW 52 ( 1934) 1 6 1-75 ; Israel m-IV ( 1 940) 726-37 e (Additions 1 959) 794·5· Cfr. bibl. al vol. I, p. zo8 n. 39 e Engnell, Pa!sa!;-Mauot und the Problem of «Patternism» : Or Suec I ( 1952) 39-50; Fohrer, Vberlieferung und Geschichte des Exodus. Bine Analyse von Exodus I-XV (BZAW 9 1 , 1964 ) ; Weiss, A Note on 'otai:J. in Ex. X,r r : ZAW 76 ( 1964) 1 8 8 .

S 27. Analisi della narrativa pentateucale: risultati dell'analisi

71

le narrazioni 3a e 4a sono sulla stessa linea di r a e 2a, mentre 3 h e 4h continuano rh e 2b, e che le due serie appartengono rispettivamente a J ed a E. 3 · La fonte L

Una volta separato il materiale appartenente a J e ad E (§ 2 9 ) , oltre a quello di P (e D), rimane senza attribuzione ancora del materiale. Tutta una serie di narrazioni e comples­ si narrativi resta da definire in modo adeguato . Questo vale innanzi tutto per la protostoria di Gen. I - I I 11• Qui non è presente il filone E, il quale inizia solo con la narrazione del­ l'alleanza di Dio con Abramo di Gen. I 5 1 2 • Tutto lascia cre­ dere che E non contenesse una protostoria; gli sforzi com­ piuti da Mowinckel e HOlscher per dimostrare la presenza di E in Gen. I - I I ( § 2 3 ,5 ) sono stati infruttuosi . La protostoria contiene - una volta rimossa la parte di P, facilmente indivi­ duabile qui come altrove - svariati doppioni e contraddizioni che non possono ricondursi ad un solo filone narrativo. Se tralasciamo la narrazione del giardino di Eden e della caduta per le difficoltà quasi insuperabili che s'incontrano nell'ana­ lizzarla, notiamo che in 4,25 Set sembra esser considerato come l'unico figlio della prima coppia umana e non come fra­ tello di Caino. Ma nella genealogia di 4 , 1 . I 7a . I 8-2 2 13 Caino I I . Vedi bibl. al vol. 1, p. 94 nn. 2 e 3 · Heinisch, Pro bleme der biblischen Urge· schichte ( 1947 ); Humbert, Études sur le récit du paradis et de la chute dans la Genèse ( 1 940); Rendtorff, Genesis VIII,2r, und die Urgesch ichte des ]ahwisten :

Kerygma und Dogma 7 ( 1 9 6 1 ) 69-78; von Soden, Zu einigen altbabylonischen 26 ( 1 957) 306-20, tavv. xr-xrv; Zimmerli, I. Mose I-XI. Die Ur­ geschicbte (21957). Cfr. Alfrink , La vulgarisation de la science biblique et les docu mcnts de l'église : BEThL xn ( 1959) 65-75 ; Bea , Il problema del Pentateuco e della Storia pri mordiale : La Civ . Catt. ( 1 948 ) n6-27 ; Vosté, Epis tula Pontifi­

Dichtungen : Or

ciae Commissionis de Re Biblica : de tempore documentorum Pentateuchi et de genere litterario undecim priorum capitum Geneseos : Bihl 29 ( 1 948) 1 65-8 . u . Seierstad, Paktstanken o g pakten i Genesis XV : TTKi 32 ( 1 961 )ro-2 r . Bibl. S 2 3 , n. 2 9 . I 3 . Gsbriel, Die Kainitengen�alogie Gn. IV,r7-24 : Bihl 4o ( 1959 ) 409-27 ; Hsu­ ret, Refléxions pessimistes et optimistes sur Gen IV,q-24 : BEThL XII ( 1 959) H8·6, .

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

è posto all'origine di tutto il genere umano . Le genealogie di Caino e di Set si escludono a vicenda e non possono, per­ tanto, essere attribuite allo stesso filone narrativo . Inoltre è ovvio che il Noè padre di Sem, Jafet e Canaan (9,2 I -2 7 ) non può andar d'accordo con il Noè di J , padre di Sem, Cam e Jafet (6,.5-9 , I 9 * ; I o * ), nonostante il tentativo di identifi­ care i due con l'aggiunta di 9 , I 8 : e Cam è il padre di Canaan . Infine non è possibile mettere in armonia la tavola delle na­ zioni, desunta da P in congiunzione con un secondo documen­ to (J) (cap. I o), con la storia della torre di Babele ( I I , I -9) 14 , secondo la quale l 'umanità fu divisa per intervento diretto di Dio in una moltitudine di popoli e lingue. Infatti, secondo il cap . r o l 'umanità, che in origine formava un'unica fami­ glia con Sem, Cam e Jafet, si divise gradualmente per il con­ tinuo accrescersi del numero delle generazioni successive, co­ si che si formarono spontaneamente i diversi popoli e le mol­ te lingue. Rimane ora da sapere se queste sezioni che non s 'accordano con alcun altro materiale - dopo aver sottratto P - siano da considerare come aggiunte isolate e secondarie oppure come parti di uno strato parallelo al materiale di base. La mancanza di coerenza nello strato J è rilevabile, oltre che nella protostoria, in altre parti. S 'è già visto ( § 2 6 ,4) che la maggior parte del materiale di Gen. I 2-I 3 - una volta tolto P e I 2 , 1 0- 1 3 , 1 appartenente a J - trova la sua continua­ zione nei capp . 1 8- 1 9 , mentre r 2 , 1 0- 1 3 , 1 è ripreso dai capp. 1 .5 - 1 6 * e poi, almeno sembra, da 2 1 , I -7* . Sicché ci troviamo qui di fronte a due serie di sezioni jahvistiche. Inoltre è chia­ rissimo che le parti jahvistiche di Gen. 34* 15 ; 3 5 ,.5 . 2 I -2 2ba ; 3 8 ; 49 ,2-2 7 * non concordano con il racconto J di Giuseppe, ma lo intralciano in modo evidente. Il che si verifica special­ mente col cap. 3 8 . Anche a questo proposito si potrebbe ri­ correre all'ipotesi dei supplementi e spiegare queste sezioni come amplificazioni della storia J di Giuseppe. Ma ad osteg14. Kramer, Man's Golden Age: A Parallel to Genesis XI, I : ]AOS 63 (1943 ) 191-4; Parrot, La Tour de Babel ( 1 953}. 15. Lehming, Zur Vberlieferungsgeschichte von Gen. XXIV : ZAW 70 ( 1 95 8 ) 22850; Speiser, «Coming1> und «Goingl> at the «City» Gate : BASOR 144 ( 1 956) 20-3 .

§ 27. Analisi della narrativa pentateucale: risultati dell'analisi

73

giare una tale spiegazione sta il fatto che non ci troviamo di fronte a passi slegati ed insoliti, ma a parti di un insieme, che è parallelo alla narrazione J (ed E) . Qui ci viene offerta una versione dei fatti che si pone sullo stesso piano dell'al­ tra e mira a spiegare, sebbene in maniera diversa, come i fra­ telli maggiori - Ruben, Simeone, Levi e Giuda - abbiano per­ so il loro diritto di primogenitura mentre il minore o quasi dei fratelli , Giuseppe, abbia preso il loro posto ( § 2 8 , 2 ) . Si­ mile è la situazione di Ex. 2 ,2 3 -6, r . Tralasciando il materia­ le P che assomma a soli due versetti e mezzo ( 2 , 2 3af3-5 ), il ·brano si presenta - specialmente nei capp . 3 e 5 - come una combinazione di due serie di narrazioni simili, che ad una considerazione attenta dimostrano di appartenere a J e ad E. Ma non tutto il materiale è ascrivibile a queste due fonti ; ri­ mangono delle parti che o non concordano assolutamente con esse o che possono essere collegate solo con grande difficoltà . Già da tempo si è osservato che il frammento del versetto 2 , 23acx. trova il suo prolungamento immediato in 4 , 1 9-2oa; 3 , 2 1 s . ; 4 , 1 -9 ; 4,2ob-2 3 ; 4,24-2 6 ; 4,3ob-3 r a. Questi brani , che nel processo di compilazione vennero smembrati , ri v el a · no, se disposti in giusta maniera, come un terzo filone paral­ lelo a J e ad E, frammentario sì, ma facilmente restaurabile. Esso narra come Mosè, dopo la morte del re egiziano ( 2 , 2 3 acx.) abbia ricevuto da Jahvé il comando di ri to rna re in E­ gitto con la moglie e il figlio 16 (4, 1 9-20a) . Durante il viaggio, e precisamente in prossimità di un santuario jahvistico , Mosè , ancora incirconciso e perciò esposto alla punizione di Dio, è affrontato da Jahvé, ma riesce a salvarsi grazie all'intervento accorto della moglie (4 ,24-2 6 ) 17; [ divenuto così strumento di Jahvé, gli è affidato il compito di liberare Israele dall'Egitr 6 . b'n6, ( in ebr. con sommarlo inglese) : Eretz-Israel 3 ( 1954) 93-6, IV ; Blau, Tbe «�atan damim)> (in ebr. con som ma rio ingl . ) : Tarbiz 26 ( 1 956-57) r-3, I ; Ben-Shabba t , Notes on ]. Blau's «�atan damim» ( in ebr. con 11ommario ingl) : Tarbiz 26 ( 1 � 6-57) 2 1 3 , vn; Kosmala, Tbe «Bloody Husband)> : VT u ( 1 962 ) 14-28 : su Ex. 4,24-6 ; Morgenstern, The «Bloody Husband)> (?)

(Exod. IV,24-26) Once again : HUCA 24 ( 1 963) 35-70. Cfr. vol . I , p. 1 09

n.

40.

74

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

to. L'incarico termina con ] 18 il comando di depredare gli Egiziani ( 3 ,2 1-22 ). Perché gli Israeliti possano riconoscere in Mosè l 'inviato di Jahvé, questi gli dà il potere di compiere tre prodigi davanti al popolo (4 , 1 -9 ) . [ Egli riceve inoltre il potere di compiere prodigi davanti al faraone e] gli vengono impartite le istruzioni per eseguirli. Allo stesso tempo è preavvisato che il faraone si ostinerà a non lasciar partire Israele nonostante i prodigi, sinché Mosè sarà costretto a minaccia do dell'uccisione dei primogeniti per mano di Jah­ vé (4,2ob-2 3 ) . [ Mosè ritorna in Egitto ] , compie i segni at­ testanti la sua missione divina e si conquista la fiducia del popolo (4,30b.3 1 a). La stessa constatazione può essere fatta anche altrove. In aggiunta al materiale P e alle serie parallele attribuite a J e ad E, rimangono altre sezioni che non possono comporsi né con P, né con J od E. È importante notare che questo fatto si riscontra anche nella narrazione degli avvenimenti del Si­ nai-Horeb . Questa sezione, e più precisamente il suo nucleo essenziale (Ex. 1 9 , 1 -20,2 1 ; 2 3 ,20-24, 1 8 ; 3 1 , 1 8-3 4,3 5 ) , ri­ chiederebbe un'analisi molto complicata ; per questo non ci inoltreremo molto nei problemi della sua composizione. Ma è certo che non possono comporsi con J o E (v. la tavola a p. 69), e tantomeno con P, i seguenti brani : 24 , 1 -2 .9- 1 1 (Mosè e i settanta anziani davanti a Jahvé) ; 24 , 1 3a . 1 4- 1 5 a (Mosè e Giosuè sul monte) ; 34 , 1 0- 1 3 * (alleanza di Jahvé con Israele) . Questi brani, così originali e vivaci, non sembrano affatto delle amplificazioni o aggiunte secondarie; hanno piut ­ tosto l'aria di essere dei frammenti di un'altra narrazione. Questa ipotesi è resa ancor più credibile dal fatto che sia pri­ ma che dopo i brani citati si riscontrano tracce di un quar­ to filone che scorre parallelo a J E e P. Sicché 24 , 1 -2 .9-1 r . 1 3a. r 4- 1 5 a hanno tutta l'aria di essere la sezione centrale di un quarto filone che riferiva, secondo una sua propria conce­ zione le vicende che portarono a concludere ralleanza tra ' r8. Gli elementi narrativi posti fra parentesi quadre sono caduti nel processo di compilazione e vengono qui reintegrati.

§ 27. Analisi della narrativa pentateucale: risultati dell'analisi

75

Jahvé e Israele. Quest'alleanza conteneva la promessa da par­ te di Jahvé di espellere i Cananei davanti ad Israele e l'im­ pegno da parte di Israele di evitare ogni legame con i Cananei. In conclusione, nella narrazion� del Pentateuco rimane una parte cospicua di materiale, che rifiuta nettamente di es­ sere associata con J, E o P e che d'altra parte non può esse­ re considerata un ampliamento di uno di questi filoni, né un 'aggiunta composta in occasione della compilazione. Essa è dotata di un'impronta tipica e originale. Il sospetto che ci troviamo di fronte ai residui di un quarto filone narrativo che percorre tutto il Pentateuco, è convalidato da un dato facilmente rilevabile : molti di questi brani si differenziano dagli altri tre filoni per la loro arcaicità e crudezza. E questo fatto dimostra che esiste tra essi un certo legame . Inoltre, s'è già visto che in certi punti i vari brani narrativi tendono a raggrupparsi spontaneamente in unità più vaste e compatte. Ora s'è notato che tra questi raggruppamenti si trovano spes­ so elementi non componibili con la struttura di J E o P, che invece possono essere assegnati con probabilità ad un quar­ to filone. Per questo possiamo con relativa tranquillità ascri­ vere al quarto filone tutto quel materiale che non può essere attribuito alle altre tre fonti narrative, sempre se detto ma­ teriale dimostri di appartenere ad un'unica fonte e non si tratti invece di aggiunte secondarie, come talvolta si dà il caso ( § 3 2 ) . Le sezioni della Genesi appartenenti alla quar­ ta fonte usano il nome divino di Jahvé. Sicché lo strato jah­ vistico, abbracciando anche queste sezioni di Genesi e le al­ tre dei libri seguenti, va diviso in due filoni allo stesso mo­ do con cui è stato spartito in E e P lo strato elohistico . Il fi­ lone di cui stiamo parlando è, come s 'è visto, particolarmen­ te arcaico e primitivo , e, benché sia animato da un forte spi­ rito religioso, ha subìto meno degli altri l'influsso clericale e cultuale . Per tale motivo preferiamo chiamarlo, in mancan­ za di meglio, ' fonte laica' e indicarlo con la sigla L ( § 2 3 ,9 ).

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

4 · Datazione

dei singoli filoni narrativi

In questo capitolo abbiamo toccato indirettamente il pro� blema della data di origine 19 dei singoli filoni narrativi . È ora di dire qualche cosa di più in proposito. Pur concedendo che molto materiale va ascritto ad epoche remote, sappiamo già ( § 1 8 ,5 ) che tutti e quattro i filoni nar� rativi presuppongono un Israele unito e già radicato stabil� mente nel territorio di Canaan. Essi perciò non possono es� sere anteriori al regno di David. S 'è notato pure che difficil� mente vi si possono trovare allusioni o riferimenti ad eventi o condizioni storiche precise . Stando così le cose, la datazio� ne delle fonti può essere legittimamente tentata, poggiando� si sopprattutto sulla valutazione delle concezioni religiose e su considerazioni di ordine storico�letterario . È ovvio che , seguendo questa strada, non saremo in grado di determina� re con precisione l'anno o il decennio e talvolta neppure il secolo dei singoli filoni . Inoltre dobbiamo tener presente che non ci si offrono testimonianze dirette sui processi di forma­ zione delle varie tappe della storia culturale e che il mate� riale si riferisce sempre a situazioni in declino . Stando così le cose, ogni indicazione - per quanto generica sia - è sogget� ta a diversi punti interrogativi. Ma, nonostante ciò, è pos­ sibile tracciare con una certa sicurezza una cronologia delle varie fonti che sia almeno relativa . La più antica è certamen� te L, come P è con eguale certezza la più recente. Fra questi estremi si trovano J ed E, a proposito delle quali fonti le opinioni possono divergere, e di fatto divergono, in un elen­ co di proposizioni che non ha affatto l'aria di essere conclu­ so. Tuttavia il giuoco delle probabilità è in favore della mag� gior antichità di J . S 'ottiene così la successione seguente : L, J, E, P. I9.

Rost, Zum gescbichtlicben Ort der Pentateuchquellen : ZThK 53 ( I956) I-Io.

CAPITOLO TERZO

I QUATTRO FILONI NARRATIVI

§ 2 8 . LA FONTE L DEL PENTATEUCO Bibliografia : cfr. §§ 5 · r 8 . 1 9 . 22-26. I.

Antichità

A L è attribuibile grosso modo il seguente materiale : Gen. 2 ,4b-3 ,24 * ; 4, 1 . 1 7a. I 8-2 4 ; 6 , 1 -4 ; 9 ,2 1 -2 7 ; 1 1 , 1 -9 ; I 2 , I 4a* .6-8 ; I 3 ,2 .5 .7-1 r a. r 2bB- r 8 ; r 8- r 9 ; 2 5 , r -6 . 1 rb.2 1 -26a. 29-3 4 ; 2 6 , r -2a.3a.6-2 3 . 2 5b-3 3 ; 2 9 , 1 -3 0 ,24 * . 2 5-4 3 * ; 3 r , 1 . 3 . 1 9-5 4 * 1 ; 3 2 ,24b-3 3 ; 3 3 , 1 8- 1 9 * ; 34; 3 5 ,5 .2 1 -2 2bct ; 3 6 , 2b-5 * .9-3 9 * ; 3 8 ; 49 , 1 * .2-7 ; Ex. r-2 * ; 3 ,2 1 s. ; 4 , 1 -9 . 1 9-26. 30b-3 ra; 7 , 1 5b. 1 7b* .2oaBb; 1 2 ,2 1-27.33-3 9 ; 1 3 ,3 - r 6 * .2o; 1 4* 2 ; 1 5 ,20-2 7 3 ; r 6 * ; 1 7 , r a .8- r 6 ; 1 9 ,2-2 5 * ; 24 , 1 ·2 .9 · I I . 1 3 a . r 4 1 5 a ; 3 2 , 1 7�1 8 . 25 -2 9 ; 3 3 ,3b-4 ; 34 , 1 0- 1 3 * ; Num. 1 0 ,29-3 6 * ; I I , I - 3 .4-3 5 * ; 1 2 * ; 1 3 - 1 4 * ; 2 0, I · I 3 * · I 4·2 I * ; 2 1 , 1 ·3 . 1 0-3 5 * 4 ; 2 5 , 1 -5 * ; 3 2 * . L dev'essere ritenuto il filo­ ne più antico. Lo dimostra innanzittutto, come già detto il -

,

fatto che contenga gli elementi più primitivi e incolti. Agli esempi riferiti ( § 2 6 , 3 e § 2 7 ,3 ) se ne possono aggiungere altri . Il filone L, considera, pare , gli uomini della protosto­ ria come nomadi, mentre J e P li presentano chiaramente come agricoltori. La genealogia di Caino in 4, 1 . 1 7a . r 8-2 2 5, t. Krieger, Der Schrecken Isaaks : Judaica 17 ( 1 961 ) 1 93-95 : su Gen. 3 1 ,42.5 3 ; Tarczyner, Z u Nr-ISTY - Gen. XXX,27 : OLZ 2 o ( 1 9 1 7 ) 10- 1 2 . :z .

Spciser, An Angelic «Curse»: Exodus XIV,2o : JAOS 8 o ( 1 96o) 198-200 .

Lehming, Massa und Meriba : ZAW 73 ( 19 6 1 ) 71-7. 4· Noth, Num. XXI als Glied der «Hexateuch» -Erzahlung : ZAW 58 ( 1 940-r) J 8 9 ; Rcndtortf, Zur Lage von ]aser : ZDPV 7 6 ( 1 960) 1 24-35 + tavv. 1 3 - 1 6 . .3 ·

, , Albright, Dedan , i n Alt-Festschr. ( 1 953) r - r 2 , dr. p . r r .

r6r­

Parte III: Analisi dei libri dell'A. T.

appartenente a L, conclude nei vv. 2 1 -22 coll'enumerazione dei capostipiti di tre gruppi nomadici : Jabal padre dei pos­ sessori di bestiame, Jubal padre dei suonatori, Tubalkain padre dei fabbri. Certo, L non conosce al di fuori del nomadi­ smo altre forme di vita umana. Con questo concorda il par­ ticolare che leggiamo all'inizio ( I r , 2 ) del racconto sulla tor­ re di Babele - appartenente a L -: quando vagavano nello oriente. Qui il genere umano forma ancora un'unità ( r r , r ) ed è nella situazione di un gruppo vagante di nomadi. È chia­ ro che in un popolo come quello d 'Israele, divenuto agricol­ tore dopo esser stato nomade, una storia che ponga agli ini­ zi lo stato nomadico è più arcaica di quella che presenti i p r i ­ mi uomini come agricoltori . Inoltre, il racconto della costru­ zione della torre si conferma nella sua assoluta arcaicità per la concezione antropomorfica molto spinta di Dio : Jahvé è preoccupato di salvaguardare il suo potere e per questo di­ strugge l'opera dell'orgoglio umano. Anche in altri brani, sempre di L, si ritrova questa concezione; ad es ., nella nar­ razione, frammentaria, sull'origine dei giganti in 6 , r -4 e alla fine della descrizione dell'Eden ( 3 ,2 2 ) , ove Jahvé decide di espellere l'uomo dal paradiso per evitare definitivamente il pericolo che si faccia completamente eguale a lui . Altri tratti di pesante antropomorfismo si ritrovano, nel racconto già ci­ tato del pericolo in cui - secondo Ex. 4 ,24-2 6 - incorse Mo­ sè a causa di Jahvé ( § 2 7 ,3 ) . Un ulteriore indizio sull'antichità e la natura di L è dato dal suo riscontro delle tensioni verificatesi al Sinai. J presen­ ta l 'Israele che parte dal Sinai animato dalle speranze più vive e da una gioia senz'ombra, con la prospettiva del dono di una terra grondante latte e miele, accompagnato dall'unica presenza possibile di Jahvé, quella nell'Arca . Al contrario L riporta i turbamenti che segnarono la fine del soggiorno di Israele nel S inai 6 e di conseguenza presenta la partenza dal 6. Greta Hort, Musil, Madian and the Mountain of the Law in ]ewish Studies Sicber ( 1955 ) 8 I ·93 · Cfr. bibl. alla nota seguente e : Recent Discoveries in the Si­ nai Peninsula. A Preliminary Note, in Antiquity and Survival n, 2-3 ( 1957) 28798 : I . Aharoni, Results of the Archaeological Investigations {pp. 287-96), II. Avi-

§ 28. La fonte L del Pentateuco

79

Sinai più come un congedo dalla presenza di J ahvé che come una marcia trionfale verso la terra promessa . Sotto questo profilo l'Arca è considerata solo come un surrogato molto inadeguato di Jahvé, la cui vera presenza è riservata al Sinai . E questo particolare è in armonia con la tesi di L circa il no­ madismo dei primi uomini . Senza alcun dubbio L esprime in tutto ciò il suo entusiasmo per l 'ideale nomadico. La terra coltivata coi suoi santuari, rappresentati qui dalla tenda sa­ cra e dall'Arca - anche L doveva contenere alcune notizie sulla tenda e sull 'Arca -, poteva considerarsi una ben pove­ ·ra sostituzione della vera casa d ' Israele e di Jahvé : il deserto con il monte di Dio. 2 . Forma letteraria

Anche nella forma L è la più primitiva delle quattro ope­ re narrative. Mentre J, E e P sono delle opere narrative ben costruite e compatte non solo nei singoli racconti, ma anche in unità più vaste, in L i singoli brani narrativi si succedono quasi senza collegamenti. L ' unico legame è dato spesso dalla pura successione cronologica degli eventi. Per illustrare que­ sto punto si può mettere a confronto la versione L con la J ed E sulle vicende intercorse tra Giacobbe ed Esaù , tra Gia­ cobbe e Labano, tra Giacobbe ed i suoi figli . In L i raccon­ ti su Giacobbe-Esaù e su Giacobbe-Labano sono separati . Esaù dopo aver venduto per un piatto di lenticchie il suo diritto di primogenitura e perso così ogni diritto sulla terra di Canaan, se ne va in Edom e in tal modo scompare dalla scena narrativa (25 ,29-3 4 ; 3 6 * ) . Ciò è dimostrato anche dal­ le parti spettanti a L della genealogia di Esaù del cap . 3 6 , che in origine dovevano essere legate direttamente a 2 5 , 2 9 3 4 . Quando Giacobbe ritorna in Canaan da Labano, non inYonah, St. Catherine, Sinai and its Libtary (pp. 297-8 ) ; Champdor, Le Mont Sùzai tt le monastèrc Sainte Cathérine ( 1963 ) ; Gerster, Si!zai ( 1 961 ); Gunneweg, Mose in Midian : ZThK 61 ( 1 963 ) 1-9 ; Konig, La localisation du Sinai et les traditions des scribes : RHPhR 43 ( 1 963 ) 2-3 1 ; 44 ( 1964) 20o-35 ; Seebass, Mose und Aaron. Sinai und Gottesberg (AETh 2, 1962).

8o

Parte III: A1:alisi dei libri dell'A.T.

contra affatto Esaù né cerca di addivenire con lui ad una com­ posizione dei dissidi ; tutto ciò è naturale, perché la partenza di Giacobbe da Canaan non è - come fanno capire J ed E una fuga da Esaù. Secondo L il patriarca aveva concluso con il fratello una transazione perfettamente legale e corretta . Giacobbe non s'incontra con Esaù al suo ritorno, ma con El ( 3 2 ,24-3 3 ) 7• J ed E, invece, spaccano in due la vicenda Gia­ cobbe-Esaù, inserendo in mezzo la storia di Giacobbe-Laba­ no, dando così a tutto il complesso una forte impronta unita­ ria. Giacobbe inganna Esaù ed è perciò costretto a fuggire da lui (cap. 2 7 ) e a rifugiarsi da Labano ( 2 8-30* ) . Quando ritorna ( 3 r * ) , Esaù gli si fa incontro con propositi di vendet­ ta, o almeno non del tutto rassicuranti. Giacobbe allora ar­ chitetta uno stratagemma per liberarsi da un compagno così scomodo e per indurre il fratello a ritirarsi definitivamente nella terra di Edom ( 3 2-3 3 * ) . Con questo punto ( 3 3 , 1 8) va collegato direttamente il materiale J ed E del cap. 3 6 . Un fatto analogo si nota nella vicenda di Giacobbe ed i suoi figli ( § 2 7 ,3 ). L ha tre narrazioni staccate: 34 e 3 5 ,5 (il crimine di Simeone e Levi) ; l'incesto di Ruben ( 3 5 ,2 1-2 2a bcx.) in L era sicuramente collocato prima del cap . 348 ; 3 8 (se­ parazione di Giuda dai fratelli) . Il tutto è riassunto nel di­ scorso di addio di Giacobbe in Gen. 49 ,3-7 , che va comple­ tato probabilmente con Deut. 3 3 ,7 : sono maledetti i tre :figli maggiori per aver commesso offesa contro il padre; al quarto figlio, che si è dissociato dai fratelli, si augura che ritorni fra il suo popolo e così il diritto di primogenitura, sottratto al primogenito, viene passato a Giuseppe (questa doveva esse­ re la disposizione di L: Gen. 49 ,3-7 + Deut. 3 3 ,7 ). J ed E, d'altra parte, riportano a questo punto la storia di Giuseppe, una narrazione veramente pregevole sotto il profilo artistico 7· Eissfeldt, Non dimittam te, nisi benedixeris mihi in Mél. Bibl. Robert ( 1 957) 77-8 1 ; Schildenberger, ]akobs niichtlicher Kampf mit dem Elohim am ]abok (Gen. XXXII,23-33), in Mise. Bibl. Ubach ( 1954) 69-96; Taubler, Tbe First Mention of Israel: PAAJR 1 2 ( 1942) 1 1 5-20 ; van Trigt, La signification de la lutte de ]acob près au Yabboq: Genèse XXXn23-33 : OTS 12 ( 1958) 2 80-309 . 8.

Cfr. Iliade IX448-57 : Fenice dorme con la compagna di suo padre Amintore.

S 28. La fonte L del Pentateuco

8r

che concorda con L nel risultato finale, diversificandosi so­ lo in questo : J ed E si preoccupano anche di spiegare come mai Israele emigrò in Egitto, mentre L s 'accontenta di appic­ cicare questo dato senz'essere in grado di fonderlo col racconto precedente . Un'ulteriore e netta divergenza fra L e le altre due fonti, J ed E, da cui risulta confermata l'anteriorità di L, va ricer­ cata in tutt'altra direzione. Gli aspetti della storia nazionale sono conservati nella loro purezza e peculiarità in L più che in J ed E. In questi due l'elemento novellistico è cosl preva­ lente da oscurare quasi totalmente il substrato storico fino a dare l'impressione che non vi si parli tanto di tribù e popoli quanto di singoli individui. Per quanto riguarda le vicende che causarono ai primi quattro figli di Giacobbe la perdita dei diritti di primogenitura, in L troviamo dei cenni più che del­ le narrazioni complete (Gen. 3 5 ,2 1 -22ab(X; 34; 3 5 ,5 ; 3 8 ) . Tali cenni pongono in evidenza il valore tribale della storia narrata, mentre il ricorso ai motivi novellistici è limitato allo stretto necessario, richiesto per sostenere l'intreccio della vi­ cenda . La storia di Giuseppe esposta da J ed E è, invece, tal­ mente impastata di materiale novellistico da non giustificare neppure il fatto storico per il quale è riportata . Non spiega , infatti, perché le tribù più antiche persero il loro predomi­ nio sulle altre e subentrò in tale loro ruolo la tribù di Giu sep­ pe . Il lettore ha l'impressione di trovarsi di fronte a delle vi­ cende che riguardano persone singole ; né queste sono esclu­ sive ad Israele, ma potrebbero avere come soggetto l'uomo in genere. Vi si parla, infatti, dell'indulgenza eccessiva di un padre, dell'arroganza del figlio minore che si sente troppo protetto, della gelosia dei fratelli maggiori che si traduce nel dispetto e nella rivalsa . Come abbiamo visto (vol. 1 , pp. r o 2 s. ) , proprio a questa impostazione si deve il fascino che que­ sti racconti hanno sempre esercitato nella storia della cultu­ ra . Qui , infatti, vengono presentati con vivezza impareggia­ bile gli aspetti universali e permanenti della vicenda umana . Caratteristiche simili a quelle della storia di Giuseppe si pos­ sono riscontrare nelle narrazioni trattanti l'allontanamento e

·

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

dei figli delle concubine di Abramo; si noti la differenza tra la concisione, con cui L espone il fatto a proposito dei fig li di Chetura in Gen. 2 5 , 1-6 9, e l'ampiezza delle due narrazio­ ni parallele concernenti Agar in J (Gen. r 6,4 - r 4 ) e in E ( 2 r , 8.- 2 1 ) . 3.·

Data

e

luogo d}origine

Quanto siamo andati dicendo sin qui dovrebbe rendere indubitabile la priorità cronologica di L rispetto agli alt ri tre filoni narrativi del Pentateuco. Ci si potrebbe chiedere se non si ttatti addirittura del primo tentativo del genere in senso assoluto . E, sebbene questo non possa esser dimostrato , dob­ biamo ammettere che non esistono prove per supporre l'esi­ stenza · anteriormente a L di altre opere narrative. Ad ogni modo mancano le tracce di tali opere. Tuttavia è es trema­ mente difficile fissare una data assoluta alla composizione di questo antichissimo, e probabilmente primo, abbozzo stori­ co. Il terminus a quo è, come s'è già accennato, il regno di Davide. E poiché qui si suppone ormai assodata la formazio­ ne di un regno unito ed unico, impresa che occupò Davide per molti anni, possiamo assegnare come punto di partenza per la composizione di L la fine del regno davidico. Il termi­ ne più recente non può essere posposto al crollo del regno settentrionale, e cioè all'anno 72 r a.C. In realtà esso va ri� condotto più indietro, prima dell'apparizione di Amos ed Osea; ad ogni modo i due profeti non hanno lasciato traccia nella nostra opera. Sicché l'origine di L va collocata con ogni probabilità nei due secoli che intercorrono tra la fine del regno di David, circa il 96 4 a.C . , e l'apparizione di Amos ed Osea, circa il 750 a.C. I racconti che spiegano il declino delle tribù. di Ruben, Simeone e Levi e l'isolamento di Giu­ da· quasi certamente si riferiscono all'epoca premonarchica 9· Philby, The LAnd of . Midian ( 1957) ; Ryckmans, Het Oude Arabie en de Bij­ bel: ]EOL 14 ( 1955-6) 7,3-84 + tavv. III-IV. Cfr. la precedente n. 6 e : de Langhe, Les études bibliques de Mgr. Ryckmans: EThL 30 ( 1963 ) 4 1 8-3 1 ; Pirenne, L'reu­ vre d'épigraphiste de Mgr. Ryckmans: EThL 39 ( 1963 ) 423-46 .

§ 28. La fonte L del Pentateuco

quando non debbano riportarsi addirittura ai tempi preca­ nanaici 10• La giustificazione del primato di Giuseppe - che dev'essere presupposta in L, anche se è stata omessa - non va necessariamente attribuita alla costituzione del regno set­ tentrionale; né, pertanto, si deve posporre la datazione dei racconti relativi alla divisione del regno, cioè al 9 2 6 a .C. Ma non si può neppure argomentare in base al silenzio di L circa questo avvenimento per concludere che esso è stato compo­ sto in epoca anteriore; la divisione del regno, infatti, non ha lasciato tracce neppure in fonti che certamente ebbero origi­ ne dopo verificatosi il fatto. Israele rimase sempre unito nel­ la coscienza di certi gruppi, nonostante la sua divisione poli­ tica in due regni. Questa è senz'altro la convinzione degli am­ bienti, nei quali ebbero origine le fonti narrative del Penta­ teuco. E ciò spiega perché tale divisione non esercitò un in­ flusso sensibile nella composizione dei vari filoni, siano essi del nord o del sud (v. qui sotto e § 2 9 , 1 e 3 ) . E questo non ci permette di fornire un'indicazione cronologica precisa al problema della datazione . Nella ricerca di elementi che ci autorizzino a determinare con la maggior precisione possibile la data di composizione di L, può essere utile esaminare l'interesse che L dimostra per l'ideale nomadico, congiunto con l'atteggiamento di sospet­ to (o addirittura di rigetto ) verso la terra di Canaan, l'agri­ coltura e soprattutto il suo culto . Il movimento che sfociò nella rivolta di Ieu ebbe come promotori non solo Elia ed Eliseo, ma anche i Recabiti, il cui segno distintivo era il ri­ fiuto della coltivazione dei campi (2 Reg. 1 0, 1 5- 1 6 ) . Tutto IO. Lindblom, The Politica! Background of the Siloh Oracle : SVT I ( 1 9 53 ) 78-87 : colloca i detti di Gen. 49,8- 1 2 .3-4 riguardanti Giuda e Ruben all'epoca in cui David divenne re di Giuda e Isbaal re di 'Israele'. Cfr. pure Coppens, La béné­ diction de ]acob. Son cadre historique à la lumière des parallèles ougaritiques : SVT IV ( 1 957) 97-u5 ; Edelkoort, De Siloprofetie : NThSt 23 (1940) 260-76 ; Eiss­ feldt, Sito cmd ]erusalem : SVT IV ( 1 957 ) 138-47 ; Armerding, The Last Words of ]1cob: Gen. XLIX : BS 1 1 2 ( 1 955 ) 32o-9 ; Blenkinsopp, The Oracle of ]udah and the Messianic Entry : JBL So ( 1961 ) .55-64 ; Dahood, mkrtyhm in Genesis XLIX,5 : CBQ 23 ( 1 961 ) 54-6 ; Good, The «Blessing» on ]udah, Ge n . XLIX,8-I2 : JBL 82 ( 196.3 ) 42 7-.3 2 ; Smyth, Gen . XLIX, 8-z 2 : CBQ 7 ( 1945 ) 2 90-30.5 . Cfr. bibl. § 34 , 0 . 10.

Parte III: Analisi dei libri dell'A.'f.

il movimento era dominato dall'entusiasmo per l'ideale della vita nomadica e costituiva, perciò, il terreno più adatto per il sorgere di una fonte con le caratteristiche di L. A conferma di questa ambientazione c'è una corrisponden­ za significativa : Elia, disperato, sente la necessità di recarsi in pellegrinaggio sul Horeb per attingere da Jahvé nuova for­ za (I Reg. 1 9 ); altrettanto L considera il Sinai e non la terra di Canaan come l'autentica dimora di Jahvé e, perciò, come la vera casa d'Israele ( § 2 8 , r ) . Purtroppo non ci è dato di saper a quando risalga l'origine di questo movimento. Esso ci è attestato nella metà del nono secolo a.C. e sorse proba­ bilmente un secolo prima in reazione a Salomone che cercò di favorire la cultura cananea . Foggiandoci su questi indizi possiamo fissare tra il 950 e l'850 a.C. l'epoca che meglio s 'adatta alla formazione di L. Circa il luogo di composizione abbiamo già osservato che non è possibile essere precisi . Per quanto riguarda il ceto di persone fra le quali includere il compilatore di L, tutto lascia credere che egli appartenesse al ceto dei sacerdoti o, meglio ancora, dei profeti. Sacerdoti e profeti erano , infatti , gli unici custodi delle tradizioni stori­ che . Più di una volta 11 si è proposto di considerare il compi­ latore dell'opera più antica del Pentateuco come uno dei suc­ cessori di Mosè . È abbastanza logico che si sia pensato anche a questo, ma l'ipotesi non può esser sostenuta da alcuna pro­ va né esser considerata come probabile . Su questo problema, come sulla questione della datazione del più antico fìlone del Pentateuco , sarà necessario ritornare quando si discuterà sul­ la possibilità che L si estenda oltre il Pentateuco e l'Esateu­ co, e giunga addirittura fino ai libri dei Re ( § 3 7 ,4-6 ) .

§ 2 9 . LE FONTI J ED E DEL PENTATEUCO Davies, The Yahwistic Tradition in the Eightb-Century Prophets : StOTPr ( 1 950) 37-5 1 ; Marie-Louise Henry, ]ahwist und Priesterschrift. Zwei Glaubenszeugnisse des AT ( Arbeiten zur Theologie 3 , r96o) ; Luther, Die Personlichkeit des ]ahwiII.

Auerbach, Wiiste und gelobtes Land I ( 1 932) 22-3 3 .98; Moses ( 1 953 ) 7-9 . Cfr. vol. I, p. 278, n. 1 5 .

§ .29. Le

fotzti I

cd E del Pentateuco

sten in Eduard Meyer, Die Israelitett und ihre Nacbbarstiimme ( 1 906) 105-73 ; Stoebe, Gut und Base in der ]ahwistichen Quelle des Pentateuch : ZAW 6 5 ( I953 ) IB B-204 ; Wolff, Heilsgeschichte-Weltgeschichte im AT : Der ev. Erzieher I4 ( 1 962 ) 1 29-36. - Cfr. anche l e bibliografie ai §§ 22-28; 30-34.

Nel trattare le peculiarità di L s 'è già notato che, ogni qualvolta esso si discosta da J ed E, le differenze di questi ultimi provano la loro posteriorità . In realtà J ed E rappre­ sentano uno stadio più evoluto sia di contenuto che di for­ ma. Dobbiamo ora precisare l'epoca di J ed E e descriverne più in . particolare le caratteristiche. r . La

fonte J

Incominciamo con l ' elencazione dei passi da attribuirsi ad J, avvertendo che qui, come in precedenza, non viene fat­ ta distinzione alcuna tra le parti originarie e le amplificazioni posteriori e poco significative. Gen. 2 ,4h-3 ,24 * ; 4,2- 1 6 1 . r 7 b .25-6 2 ; 5 , 2 8 un figlio. 2 9 ; 6 ,5-9 , 1 9 * 3 .2o ; r o* ; r r ,2 8-3o 4 ; 1 2 , I -4a * . I 0-20; I 3 , 1 ; I 5 * ; r 6 , rb-2 .4- 1 4 ; 2 I , 1 -7 'l'r .2 2-34 * ; 2 2 * ; 24 * ; 2 5 , 1 8 . 2 7-8* ; 2 6 ,2b.3ba.24-25a ; 27* 5 ; 2 8 , I 3- r 6 . I 9 ; 2 9 , I -3 0,24 * .25-43 * ; 3 I , 1 9-5 4 * ; 3 2 , I -24a* ; 3 3 * ; 3 6 , 2 h·5 · 9-3 9 * ; 3 7 ,3·3 6 * ; 3 9 ,50* 6; Ex. I -2 * ; 3 * ; 4, I 8 . 29 ·3 I b ; ' * ,· 6 , I * ,· 7- r i * 7 • 1 2 2 9 - 3 0 3 2 · 1 3 2 1 - 2 2 · I 4 * ,· r 6 * · I 7 rh' ' '

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1 . Abramski, The Qenites (in ebr . con somm a r io inglese ) : Eretz Israel 3 ( 1 9,4) : n 6-23 , VI-VII ; Castellino, Genesis IV,7 : VT IO ( I 96o) 442-5 ; M ang an , A Discus­ sion of Gen. IV,7 : CBQ 6 ( 1 944) 91-3 ; Sellers, Problems in the Story of Cain, in

Pyatt Memorial Vol. (1953) 53·4· 2. Ho rs t, Die Notiz vom Anfang des ]ahwekultes in Genesis IV,26 in Ubert.1s Christiana, Fr. Delekat zum 65. Geburtstag ( 1957) = Beitr. EvTh 26 pp . 68-74; Sandmel, Genesis IV,26b : HUCA 32 ( 1 96 1 ) 19-29. 3 · Su 8,2 1 , dr . Re nd to rff § 27, n. I I . 4 · Gordon , Abraham and the Merchants of Ura : JNESt 1 7 ( I958) 28-31 ; Saggs, Ur of the Chaldees. A Problem of Identification : Iraq 22 ( 1 960} 200-9 ; Gordon. Abraham of Ur in Studies Driver ( 1 963 ) 77-84. 5 · Eissfeldt, Das AT im Lichte der safatenischen Inschriften : ZDMG 104 ( 1 954} 88- u 8 . Cfr . vol. 1, p . 1 50 n . 8. 6. Driver, Two Problems in the OT Examined in the Light of Assyriology : Syria 3 3 ( 1 9.5 6 ) 7 1 - 8, v. pp. 70-3 : Gen. 47 ,12 ·1 7. 7· Couroyer, Un égyptianisme biblique: «Depuis la fondation de l'Égypte» (Exo-

86

Parte III: Analisi dei libri dell'A .T;

1 8 1� 8 • 1 9 2-2 5 * · 20 1 8 * . 2 0 1� 9 • 2 3 20-3 3 1� . 3 3 1-3a · 3 4 1 -2 8 �� ; Num . 1 0 ,29-3 6 * ; 1 1 ,4-3 5 * ; 1 3 - 1 4 �-: 10; r 6 �-: ; 20, 1 42 1 * ; 2 r , r o-3 5 * ; 2 2-24* ; 2 5 , 1 - 5 * ; 3 2 * ; Deut. 3 1 , I 4 * . r 6 -1• . 2 3 "�' ; 34, 1 * . 2-6 . Queste narrazioni di J sono impregnate dal­ l'entusiasmo per la vita agricola, oltre che dall'orgoglio na­ zionalistico per il culto e le istituzioni politiche. L'espressio­ ne più caratteristica di questo atteggiamento verso l'agricol­ tura e il culto, due entità che qui sono strettamente legate fìno a formare un'unità indissociabile, è il decalogo cultuale, il quale va attribuito certamente a J, ed è preoccupato di sot­ tolineare l'importanza delle tre festività di raccolto (Ex. 34, r 8-26) 1 1 • L'orgoglio per il regno e il re è riflesso in modo particolarmente netto e forte nella versione che J ci dà della storia di Balaam, oltre che in tanti altri detti, come Gen. r 2 , 3 ; 27,29* . La prima benedizione di Balaam (Num. 24,3-9} è un vero peana inneggiante alla gloria e alla fertilità di Ca­ naan e alla invincibilità trionfale di Israele. La seconda di tali benedizioni (Num. 24, 1 5- 1 9 ) è ugualmente un entusia­ stico canto di lode sul re di Israele. Benché si tratti sotto il pro:filo formale di composizioni profetiche ambedue descri­ vono in realtà situazioni contemporanee : la prima esalta la vittoria di Saul su Agag (z Sam. 1 5 ) , la seconda si riferisce al più grande e forte re di Israele, David. Con tale entusiasmo per la terra, il popolo, il re e il culto è in piena sintonia un rilievo che abbiamo già fatto ( § 2 8 , r ) : in J la partenza di Israele dal Sinai è una marcia gioiosa e tutta tesa verso la 7 * '·

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de iX,x8) : RB

67 ( 1960 ) 42-8 ; Greta Hort, The Plagues o/ Egypt: ZAW 69 ( I957) 84-I03 ; 70 ( 1958) 48-59; Eising, Die iigyptischen Plagen, in ]unker-Festschr. ( I 96I ) 7,5- 8 7. 8 . Brekelmans, Exodus XVIII and the Origins of Yahwism in Israel : OTS 10 ( I954) 2 I j·24 ; Knierim, Exodus XVIII und die Neuordnung der mosaischen Ge­ richtsbarkeit: ZAW 73 ( I96I } 146-71 . 9· Greenberg, nsh in Exodus 20,20 and the Purpose of the Sinaitic Theophany : JBL 79 ( I 96o ) 273-6.

Io. Mowinckel, Die Grundung von Hebron, in Donum natalicium N.S. Nyberg ( I954 ) 185-94

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Orientalia Suecana 4 ( I9") 67-76: su I3,22 .

II. Auerbach, Die Feste im alten Israel : VT 8 ( 1958 ) I-18. V. bibliogr�fiche in § 30, n. 7 e n. 14, § 4 I , n . 38 .

pure

indicazioni

§ 2 9 . Le fonti J ed E del Pentateuco

Terra dove scorre latte e miele (Ex. 3 3 , 1-3a) 12; è lo stesso Jahvé che accompagna il suo popolo, affinché esso possa sta� bilire subito . la propria dimora nella promessa. Un tale sen­ timento di vanto e gratitudine per il popolo, la terra, il cul­ to e il regno non poteva venir espresso in forma cosl entusia­ stica e assoluta dopo il disastro del 72 r . J va collocato cer­ tamente prima di tale crollo . Ma, quanto prima? Sappiamo da alcuni cenni polemici di Amos che la metà del secolo ot­ tavo a.C. fu un tempo · di smisurate speranze nazionalistiche e di assoluto entusiasmo per la terra, il regno e il culto. J po­ trebbe essere collocato in tale epoca. Ma l'ottimismo nazio­ nalistico d'Israele s 'era manifestato già prima, sl da rendere possibile la composizione di J anche nel nono o verso la fine del decimo secolo 13 • Non è necessario pensare che J · sia stato composto negli stessi ambienti, contro i quali fu diretta come s'è visto - la fonte L ( § 2 8 ,3 ) . I dati principali concer­ nenti il luogo d'origine di J saranno esposti al no 3 di questo paragrafo ove saranno riprese e sviluppate alcune osserva­ zioni già fatte ( § 2 8 ,3 ).

2 . La fonte E Ad E va attribuito complessivamente il seguente materia­ le, sempre avvertendo che non saranno indicate le aggiunte secondarie apportate al materiale originale : Gen. 1 5 * ; 2 0 ; 2 1 , 1 -7 * .8-2 1 . 2 2-34* ; 2 2 * ; 24* ; 2 J , 1 Ia. 2 7-2 8 * ; 26 ,3b � ­ , ; 2 7 * ; 2 8 , I O- I 2 . I 7· I 8 . 2 0-2 2 14 ; 29 , 1 - 3 0 , 2 4 * ; 3 1 ,2 .4-1 8 8(1. 1 9-54* ; 3 2 , 1 -24a* ; 3 3 * ; 3 J , I-4 15 .6b-8 . 1 4 . I 6-20 16; 3 6 , u . Waterhouse, A Land Flowing with Milk and Honey : Andrews University Seminary Studies I ( 1 963 ) 152-66. 1 3 . Schmokel, Zur Datierung der Pentateuchquelle ]: ZAW 62 . ( 1 950) 3 1 9-2 1 . 14. Donner, Z u Gen. XXVIII,2 2 : ZAW 74 ( 1962) 68-70. :r , . Soggin, Zwei umstrittene Stelle aus dem Oberlieferungskreis um Schechem : ZAW 73 ( 1 96 1) 78 -87: su Gen. 35,1-5 e Ios. 8,3o-5 . Cfr. § 23 , n . 2 . :r6. Habermann, The Homb of Rachel and the Term N P S (in ebr. con sommario inglese) : Tarbiz 25 ( 1955-6) 3 63-8, I-II ; Muilenburg, The Birth of Ben;amin : JBL 7' ( 1 956) 194-201 ; Naor, On the Way of Ephrat (in ebr.): BIES 22 ( 1 958) 49-54 ; Sosgin, Die Geburt Ben;amins, Genesis XXX,16-2 o ( 2I) : VT I I ( 1961 ) 43 2-40; Tsevat, Studies in the Book of Samuel II : HUCA 33 ( 1962) 107-18.

Parte III: Analisi dei libri dell 'AT.

88

2 b-.5 * .9 - 3 9 * ; 3 7 ,3 -3 6 * ; 39-.50* ; Ex. 1 -2 * ; 3 * 17 ; 4 , 1 0 - 1 7 . 2 7 2 8 30a · � * · 6 1 * · 7-I I ' 1 2 3 1 ' 1 3 1 7 - 1 9 · 1 4 * · 1 7 - I b-7 * · 1 8 * ; 1 9 , 2 - 2 5 * ; 2 o,r 8 * . r 9 . 20 * 18 ; 2 3 , 2 0 - 3 3 * ; 24 ,3 -8 . 1 2 . 1 3 b. r 8b; 3 r , r 8b; 3 2 , r - r 6 . r 9 -24 .30 - 3 .5 ; 3 3 ,.5 - r r ; Num. r r ,43 .5 * ; 1 2 * ; 1 3 - 1 4* ; 2 0, 1 1b. 1 4 -2 1 * ; 2 1 , 4·9 . 1 0-35 * ; 2 2-2 4* ; 3 2 * ; Deut. 3 I , r 4- r 8 * . 2 3 * ; 3 4 , r * . Nonostante alcuni tratti, che, come le tracce prejahvistiche del racconto E su Betel (v. § .5 ,.5 ) , si rivelano più arcaici dei corrispondenti di J, nel suo complesso E è posteriore ad J . A quanto è stato detto in § 2 6,3 , possono ora aggiungersi alcune annotazioni . E si avvicina ad J per l'esaltazione d'Israele e della sua natura particolare. Ma proprio in questa convergenza si notano chia­ re differenziazioni. In J le componenti religiose e politiche si fondono assieme in modo naturale : il possesso della terra da parte d'Israele e il suo successo politico sono considerati semplicemente come doni di Jahvé ; sotto questo aspetto Dio e il mondo sono strettamente congiunti, la benevolenza di Dio si esperimenta nella fortuna terrena . In E invece que­ sta saldatura viene fortemente compromessa. Certo, anche E riferisce la promessa patriarcale secondo la quale Canaan sarebbe passata ad Israele (Gen. I j , r 6 ; 2 6 ,3 ; 2 7, 2 8-9 * ) . Per questo registrerà nel seguito del racconto con ricono­ scenza la realizzazione di tale promessa (non dobbiamo in­ fatti dimenticare che il filone E continua nel libro di Gio­ sué, v. § 3 8 , 2 ) . Ma dal suo modo di presentare questi te­ mi traspare un atteggiamento analogo all'avere come se non si possedesse di I Cor. 7,29-3 r . Ciò che conta veramente non è tanto l'elemento nazionalistico e materiale, quanto il fatto che Dio ha costituito questo popolo per sé stesso e se l'è ri­ servato come suo possesso particolare. E l'idea che Israele sia separato dal resto delle nazioni e riservato al culto del solo vero Dio, viene espressa con luminosa chiarezza nelle parole stupende di Dio, con le quali E riassume il significato dell'alleanza poco prima che sia conclusa sul Horeb : «Se vor.

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I7- Morgenstem, The Elohist Narrative in Exodus III,I-IJ : AJSL 37 ( 1 920-2 I )

.242-62.

z 8 . Su questa ricostruzione si veda più avanti

§ 33,1 .

§ 29. Le

fonti ] ed E del Pentateuco

rete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tut­ ta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una na­ zione santa» (Ex. 1 9 ,5 s.) 19• La meta indicata è e sclusivamen­ te religiosa; non predominano aspirazioni nazionalistiche ammantate magari da motivazioni religiose. Anche la benedi­ zione di Balaam ha in E un suono diverso che in J : Ecco un popolo che dimora solo e tra le nazioni non si annovera . Non si scorge iniquità in Giacobbe , non si vede affanno in Israele . Il Signore suo Dio è con lui e in lui risuona l'acclamazione per il re (Num. 2 3 ,9 -2 1 ) .

Sicché E è preoccupato soprattutto di sottolineare l'eredi­ tà religiosa d'Israele, la quale in verità non può essere scam­ biata col patrimonio politico-nazionale, trovandosi con esso piuttosto in un rapporto di tensione. E ciò appare a chiare let­ tere nella versione che E dà sugli eventi del Horeb. In primo luogo il decalogo di E, quello etico a noi molto familiare (Ex. 20, 1 - 1 7 ) , non fa cenno alle festività agricole e dà l'impressio­ ne di trascurarle deliberatamente. Ancor più importante è il fatto che secondo E - a differenza di J, ma in armonia con L - le vicende del Horeb sono contrassegnate da una nota s tri­ dente. Mentre Mosè è sul monte alla presenza di Dio e sta per ricevere le tavole di pietra scritte dal Dito di Dio stesso a ricordo della già contratta alleanza divina col popolo ( ta­ vole che iniziano con l'esclusione degli altri dèi e la proibi­ zione delle immagini) , il popolo ha già trasgredito l'alleanza con la forgiatura del ·vitello d'oro . Non appena s'accorge del­ la trasgressione Mosè infrange proprio quelle tavole che era­ no state scritte da Dio stesso . È un'azione di estrema gravi­ tà : il danno è irreparabile ed apre la strada alle conseguenze 19. Bauer, Konige und Priester, ein heiliges Volk (Ex. XIX,6) : BZ 2 ( 195 8 ) 28386 ; Wildberger, ]ahwes Eigentumsvolk (AThANT 37, 1960) ; Faley, Tbe King­ àom of Priests ( 196o) ; Fohrer, «Priesterliches Konigtum», Ex. XIX,6: ThZ 19 ( % 963) 359-62 ; Moran, «A Kingdom of Priests» : Saint Mary's Theology Studies I = Memoria/ Gruenthaner ( 1962) 7-20.

Parte III: Analisi dei libri Jell'A.T.

90

più nefa s te . Invano Mosè ten ta di stornare l'ira. divin a dopo aver distrutto la raffigurazione del vitello e punito i colpevo­ li . La sua supplica è re spinta da Dio in modo assai sbrigati­ vo : «Ora va, conduci il popolo là dove ti ho detto. Ecco, il mio angelo ti precederà ; ma nel giorno della mia visita li pu­ nirò per il loro peccato» (Ex. 3 2 ,3 4 ) . Nell'espressione : là dove ti h o detto, pronunciata in tono poco benevolo, viene indicata la mè ta delle peregrinazioni di Israele, quella meta che in J figura come una terra dove scorre latte e miele (Ex. 3 3 ,3 ) . In sintonia con questa consi­ derazione piutto s to negativa, o almeno indifferente, per la terra d'Israele c'è un'altra frase che Dio pronunci a nel pas­ so già riportato, poco prima di concludere l'alleanza : «Voi

stessi avete visto come vi ho sollevato su ali d'aquile e vi ho fatti venire :fino a me» (Ex. 1 9 ,4 ). Qui non è Canaan, ma il Horeb la vera abitazione di Dio. La conclusione della minaccia divina di Ex. 3 2 ,3 4 : «nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato», è inte­ ressante anche perché chiarisce il punto di vista storico di E. Viene qui prospettata per il futuro d'Israele l omb ra si� nistra e cupa dell a punizione. E non si può dire che qui sia­ no contemplate disgraz ie di portata limitata come la fame, la siccità, le cavallette, i terremoti, gli insuccessi nelle guerre e altre simili calamità. Qui ci si riferisce al disastro totale, alla :fine del popolo stesso . Qualcosa di simile risuona nelle minacce di Amos : '

È caduta, non si alzerà più, è stesa al suolo ;

la vergine di Israele; nessuno la fa rialzare (5,2) .

È maturata la fine per Israele mio popolo ; non gli perdonerò più (8,2) .

Anche qui s ' intende la stessa calamità : la caduta di Israele . Si tra t ta solo di sapere s e la narrazione di Ex. 3 2 20, che ter2o. Lehming, Versuch zu Ex. XXXII : VT IO ( I96o) I6-5o; Lewy, The Story of the Golden Calf reanalysed: VT 9 ( I959) 3 I 8-22 ; Noth, Zur Anfertigung des gol­ denen Kalbes : VT 9 ( I 959) 4I9-22; Petuchowski, Nochmals «Zur Anfertigung des goldenen Kalbes» : VT IO ( I 96o) 74 ; Grandwohl, Die Verbrennung des ]ung­ stiers, Ex. XXXII,2o : ThZ I9 ( I963) 50.3 .

§ 29. Le fonti ] ed E del Pentateuco

91

mina con una minaccia così paurosa, sia stata scritta prima o dopo il crollo del 7 2 I . In altre parole, si tratta di una vera minaccia, com'è quella di Amos, con la quale è stata messa a confronto, oppure è un vaticinium ex eventu fatto allo sco­ po di render comprensibile il grave evento accaduto e di spie­ garlo col richiamo all'adorazione del vitello d'oro . È chiaro, tuttavia, che E giudica le vicende d'Israele - non importa se per anticipazione o per analisi retrospettiva - allo stesso mo­ do di Amos, Osea e di altri profeti. Anche in altri punti di E possiamo notare la influenza profetica. Abramo è presen-. tato come profeta dal solo E (Gen. 20,7); e la stessa fonte ci riporta l'ispirazione dei settanta anziani (Num. I I , I 4-3o* ) e fa dire in tale frangente a Mosè : Fbssero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spi­ rito! (v. 2 9 ) . Questo trattamento di favore per i profeti con­ corda bene con l 'assegnazione di E alla seconda metà del se­ colo ottavo . Tuttavia non dobbiamo escludere la possibilità di retrocedere la datazione fino alla metà del nono secolo. La minaccia di Ex. 3 2 ,3 4 rivela molti punti di contatto, ol­ tre che con Amos .5 ,2 e 8 ,2 , con l'annuncio di punizione ri­ cevuto da Elia nel Horeb e riportato in I Reg. I 9 , I 7 s . Il fat­ to che la polemica contro l 'immagine del vitello ricorra per la prima volta in Osea, non esclude la pos sibili t à che tale immagine fosse già condannata un secolo prima, almeno da certi ambienti . 3·

Luogo d'origine di ] ed E

Come per L e per J anche per E non è agevole definire il luogo d'origine . Esso si alterna tra il regno del nord e quel­ lo del sud ( § 2 8 ,3 e § 2 9 , 2 ) . Generalmente E viene ascritto al regno del nord e J a quello del sud; a questa assegnazione non è estranea la considerazione che J potrebbe essere preso come l'iniziale di ]uda ( = Giuda) , il regno del sud, ed E di Efraim, il regno del nord 21 • Ma tale attribuzione non si fonNapier, Song of the Vineyard. A Theological Introduction to the OT ( 1 962) a6 s . : «] pare abbia avuto origine nel sud (Juda) . , E nel nord (Efraim)». u.

..

92

Parte III: Analisi dei libri de/l'A.T.

da su una argomentazione irrefutabile. Se nella storia di Giu­ seppe vengono scelti a rappresentare i fratelli Giuda in J e rispettivamente Ruben in E, non siamo necessariamente in­ dotti a credere che J fosse un narratore giudaico mosso dal desiderio di esaltare l'eroe eponimo della propria tribù, men­ tre E, in quanto Efraimita, cercasse di sottrarre tale onore a Giuda per trasferirlo a Ruben, il maggiore dei fratelli . Ta­ le sostituzione può essere attribuita semplicemente alla tec­ nica del narratore. Ugualmente poco decisivo è il fatto che J parli di Ebron 22, il santuario giudaico che è ignorato da E, mentre quest'ultimo dedica maggiori attenzioni di J ai san­ tuari settentrionali : Betel e Sichem. Si può, infatti, osserva­ re che è dubbia la stessa attribuzione ad J della menzione di Ebron, in quanto i passi relativi potrebbero essere assegna­ ti anche a L o ad aggiunte secondarie (Gen . I 3 , 1 8 ; 1 8 , 1 ; 3 7 , 1 4 ) . Inoltre, la narrazione J su Betel è altrettanto diffusa di quella di E. Ma soprattutto va osservato che i narratori del Pentateuco non hanno considerato il loro materiale né l'han­ no scelto in base a criteri territoriali strettamente particola­ ristici; essi erano dominati costantemente dall'idea che Israe­ le era un'unità - tale almeno in teoria - favoriti in ciò dal fat­ to che si riferivano ad un periodo che precedette di molto la divisione del regno. Sicché essi utilizzarono quel materiale che sembrava loro più consono, senza preoccuparsi se esso proveniva dal proprio ambiente o dal regno vicino, il quale d'altronde era visto come un vero fratello. Trattando della origine dei materiali letterari è sempre di grande importan­ za cogliere e precisare il rapporto che li lega all'ambiente di c;�·igine definito nei suoi contorni precisi. Ma nel caso dei narratori del Pentateuco tale materiale aveva già da tempo perso questo legame per divenire patrimonio comune di tut­ to Israele . Una prova irrefutabile di questo fenomeno può essere desunta dalla narrazione E sul vitello d'oro. Questo racconto era in origine legato ai fasti del santuario di Bete!, Mader, Mambre. Die Ergebnisse der Ausgrabungen im heiligen Bezirk Ramet el-I;Ialil in Siidpaliistina I926-I932 ( 1 957 ) .

22.

J JO. La fonte P del Pentateuco

93

nel quale il vitello era oggetto di culto. Aronne stesso aveva costruito tale immagine ! Ma, trasferito nel sud, tale raccon­ to assunse un valore opposto . Esso servì a indicare in quella immagine cultuale l'origine dell'apostasia, causa a sua volta del crollo (o solo minacciato o già accaduto ) del regno setten­ trionale 23• Ma E rimuove dalla narrazione tutti i riferimenti particolaristici ed ascrive a tutto il popolo di Israele sia la colpa che la punizione conseguente .

§ 30 . LA FONTE P DEL PENTATEUCO Bruston, Le document élobiste et son antiquité : Rev. Théol. de Montauban 4 ( 1882-3 ) 1 3-32, 97-143 ; Budde, El/ii toledoth : ZAW 34 ( 1 9 1 4 ) 241-53 � 36 ( 1 9 1 6 ) 1-7 ; Grelot, La dernière étape de la rédaction sacerdotale : VT 6 { 1 956) 1 74-89 ; Hempel, Priesterkodex : PW 22 ( 1954 ) coll. 1943-67 ; H umb er t , Die literarische Zweiheit des Priester-Codex in der Genesis (Kr:tische Untersuchung der These von von Rad) : ZAW 58 ( 1940-1 ) 30-57; Jepsen, Zur Chronologie des Priesterko­ dex : ZAW 47 ( 1 929 ) 25 1-5 ; Kaufmann, Probleme der isr.-jiid. Rel.-Gesch. : ZAW 48 ( 1 930) 23-43 ; 5 1 (1933) 35-47 ; Koch, Die Eigenart der priesterschriftlichen Si­ naigesetzgebung: ZThK 55 ( 1 9 5 8 ) 36-5 1 ; Die Priesterscbrift vorz Exodus XXV bis Leviticus XVI ( FRLANT 7 1 , 1959 ) ; Kortleitner, Quo tempore codex sacerdo­ talis exstiterit ( 1935 ); Kuschke, Die Lagervorstellung der priesterschriftlichen Er­ r,iihlung : ZAW 63 ( 1 95 1 ) 74-105 ; LOhr, Untersuchungen zum Hexate uchproblem z : Der Priesterkodex in der Genesis : BZAW 38 ( 1 924 ) ; Lu th e r , Kahal und 'edah .ls Hilfsmittel der Quellenscheidung im Priesterkodex und in der Cronik : ZA W '6 ( 1938 ) 44-6 3 ; Noth ( § 24, n. 3 1 ) r 8o-2 1 7 ; Roth, Tbèmes majeurs de la Tra­ dition sacerdotale dans le Pentateuque : NRTh 90 ( 1 958) 696-721 ; Speiser, Leviti­ cus and the Critics, in Kaufmann ]ub. Vol. ( 1 960) 29-45 ; Waterman , Some Re­ percussions from Late Levitical Genealogica/ Accretions in P and the Chronicler : AJSL 58 ( 1 94 1 ) 49-56 ; Zimmerli , Sinaibund und Abrahambund. Ein Beitrag zum Verstiindnis der Priesterschrift: ThZ 16 ( 1960) 268-88 ; [Maran, Shilo and ]esusa­ lem (in ebr. con sommario inglese) : Tarbiz 3 1 ( 1 961-62) 3 1 7-25, v ; Shilo and ]e­ rusalem: Tbe Origin of the Priestly Tradition in the Pentateuch : JBL 8 1 ( 1962 ) 14-24 ; Schmidt, 'miikan' als Jerusalemer Kultsprache : ZAW 75 ( 1963 ) 91-2 ; Stein­ mann , Code Sacerdotale, I : Genèse-Exode (CIB, 1 962 ) ; Zimmerli, ThZ 1 6 ( 1 96o ) a68-88 = Ges. Au/s. ( 1 963) 205-16. Cfr. pure la bibliografia ai §§ 22-26 e 3 5 ] .

Resta ora da descrivere le caratteristiche di P , il quarto filone narrativo del Pentateuco. Già abbiamo indicato ( § 2 7 , I ) quali brani vadano ad esso assegnati ; inoltre è stato già rilevato che P in particolare ha ricevuto svariate aggiunte 23. Eissfeldt, Lade und Stierbild : ZAW 58 ( 1 940-r ) 1 90-2 1 5 a82-.305 .

=

Kl. Schr. 11 ( 1 963)

94

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

secondarie. Sull'estensione di queste si può notare una di­ vergenza di opinioni. Ma tutti i critici sono unanimi nel ne­ gare che facessero parte del . P originario le sezioni seguenti (fra altre) , tutte di _natura legale : Ex. 1 2 , 1 5-20 .43-49 ; 2 7 , 2 0 s . ; 3 0 , 1 -3 8 1 ; 3 1 , 1 - 1 .1 ; 3 5-40* ; Lev. 1 -7 2; 1 1 - 1 5 3 ; 1 72 7 ; Num. 4 ; 5 ,5-7,8 8 4; 1 5 ; 1 8 ,8-3 2 ; 1 9 ; 2 8-30. Ci occu­ peremo di nuovo di una o due di queste sezioni, particolar­ mente del Codice di Santità (Lev. 1 7-2 6). Prima, però, dob­ biamo esaminare il solo P originario 5 • P è un'opera narrativa 6 e in quanto tale costituisce un pa­ rallelo di L, J ed E. La continuità del dettato è qui, inoltre, molto più marcata che nelle altre fonti . P, infatti, offre una cronologia continua, a partire dall'anno della creazione del mondo. Questa cronologia opportunamente aggiornata fu impiegata come base di datazione da molti gruppi di cristia­ ni fino ai nostri giorni (l'anno mundi 7472 secondo l'èra di Costantinopoli corrisponde all ' anno Domini 1 9 64 ) e su di essa si regola il sistema cronometrico ancor imperante pres­ so gli Ebrei (A.M. 5 7 25 == A.D. 1 964) . Questa inquadratura cronologica degli avvenimenti 7 e delle persone coinvolte in I . De Langhe, Het gouden altaar in de IsraiHietische eredienst ( 1 9 5 2 ) ; L'autel d'or du tempie de ]érusalem : Bibl 4o ( 1 959 ) 476-94 ; Haran, The Censer In cense and

'Tamid' incense (ebraico con sommario inglese) : Tarbiz 26 ( 1 956-7 ) I I 5-25 , I-II ; Tbe Uses of Incense in the Ancient Israelite Ritual: VT ro ( 1 960) 1 1 3-29, spec. pp. 1 24-9·

2. Spiro, A Law on the Sharing of lnformation : PAAJR 28 ( 1 959 ) 95-ro r : su Lev. _5,1-6. 3 · Cochrane, Biblica! Leprosy : BT 1 2 ( 1 96 1 ) 202 s.; Gramberg , «Leprosy•> and the Bible : BT I I ( 1 960 ) ro-2 3 ; Nida, The Translation o/ «Leprosy» : BT 11 ( r96o ) So s . ; Swellengrebel, «Leprosy» and the Bible : BT r r ( r 96o) 69-So ; Wallington, «Leprosy» and the Bible : BT 12 ( r96r ) 75·9 · 4· Driver, Two Problems in the OT Examined in tbe Light of Assyriology : Syria 33 ( 19 5 6) 70-8 ; 7 3-7 : su Num. 5,I I·28. 5· Haran, The Tabernacle in the Priestly Source (ebr . ), in Tur-Sinai Jub. Vol. ( r96o ) 25-42; Segai, The Tent of Meeting : Tarbiz 27 ( 1 955-6 ) 2 3 1 - 3 , vm-rx (ebraico con sommario inglese). 6. Elliger, Sinn und Ursprung der priesterlichen Geschichtserziihlung : ZThK 49 ( 1952) 1 2 1 -4 3 ; BOnhoff, Die mutmassliche Grundgestalt der priesterlichen Ge­ schichtsquelle im Hexateuch : Die Studierstube 14 ( 1 9 1 6 ) 290-3 1 1 . 7 . Auerbach, Die habylonische Datierung im Pentateucb und das Alter des Prie-

§ 30. La fonte

P del Pentateuco

95

essi, dà la sensazione di trovarci di fronte ad una struttura costruita con precisione matematica, impressione subito raf­ forzata dalla constatazione che tutta l ' opera è suddivis a in parti nettamente distinte . Un indizio esterno di questa spar­ tizione si ha dai titoli preposti alle varie sezioni : elleh tale­ d6t, «queste sono le generazioni di N.N.» (ma in Gen. 5 , 1 : zeh sèfer tozedot, «questo è il libro delle gene r az ioni » ) So­ lo nel primo brano, il racconto della creazione di G en; I , I 2 ,4a 8 , ques t a formula è po st a come colophon e non come soprascritta ( 2 ,4a) , forse perché aggiunta in un secondo tem­ po. Figura, invece, come soprascritta nei luoghi seguenti : Gen. 5 , I (Adamo) ; 6 ,9 (Noè) ; I O , I (i figli di Noè : Sem, Cam e Jafet) ; I 1 , I O (Sem) ; 1 1 ,2 7 (Terac) ; 2 5 , I 2 ( Ismaele) ; 2 5 , 1 9 (!sacco) ; 3 6 , r .9 (Esaù) ; 3 7 , 2 (Giacobbe) ed in aggiunta a Num. 3 , I (Aronne e Mosè ) 9 • Queste soprascritte contrasse­ gnano generalmente quei punti in cui l'esposizione, prima attenta a movimenti più vasti, si restringe a delle co mpagi n i più piccole. Dopo la descrizione del cielo e della terra con tutti i loro eserciti ci interessa, a p artire da 5, I , solo di un gruppo di abitanti dell a terra precisamente dell'umanità . Con 6 ,9 e I o , I il campo d'interesse si restringe a Noè e ai suoi figli ed un 'ulteriore limitazione si ha, con I I , I o, a Sem e suoi discendenti. Fra questi sarà seguito, come si vede da I 1 , 2 7 , solo un ramo, quello di Terach che continue rà poi con Abramo, Nacor e Aram. Ma solo i figli di Abramo ritengono l attenzio ne del narratore : dapp rima Ismaele ( 2 .5 , I 2 ) e poi !sacco ( 2 5 , 1 9 ). Ma poi l'attenzione si concentra unicamente sui discendenti di !sacco. Sicché non si farà più menzione di •

.

,

'

sltr-Kodex : VT 2 ( 1952) 334-42 ; Der Wechsel des ]ahres-Anfangs in ]uda : VT 9 ( 1 9 ,9) I I 3·2 I ; Kaufmann, Der Kalender und das Alter des Priesterkodex : VT 4 ( r 9,4) 30 7- 13 . Cfr. § 29, n. I L 8 . Humbert, Trois Notes sur Genèse I : NTT 5 6 ( 1955 ) 85-96 = Opuscules d 'un Hlbralsant ( 1958 ) 193-203 ; Ridderbos, Genesis, I und 2: OTS 12 ( 1 958 ) 2 1 4 ; 6o; Bauer, Sir. XV,z4 et Gen. I,z : VD 41 ( 1 963) 243-4 ; Eichrodt, In tbc Bcginning : Essays Muilenburg ( 1 962 ) r-10 ; Humbert, Encore le priemier mot de la Bible : ZAW 76 ( 1964) 1 2 1 -3 r . 9 · Eissfeldt, Biblos geneseos, in Fascher-Festschr. ( 1958) 3 1-40 ; Tolcdot, in Klo" slermann-Festschr. = TU 77 ( 1961 ) r-8; Holwerda, Dictaten 1: Historia Revela­ llonis Veteris Testamenti 1 ( I 9J4).

Parte III: Analisi dei libri dell'A .T.

Ismaele, ma solo di Esaù ( 3 6 , I . 9 ) e di Giacobbe ( 3 7 ,2 ) ; a proposito dei quali, in seguito ad una ulteriore riduzione, ver­ ranno riportate le sole vicende di Giacobbe e dei suoi discen ­ denti. Fra questi sono messi in risalto specialmente Aronne e Mosè (Num. 3 , 1 ) in quanto proprio loro rappresentano l 'anima di Israele. S'arriva così al massimo della concentra­ zione ed a questo punto finisce la formula : queste sono le generazioni. Essa serve ad indicare con chiarezza quanto le altre fonti non considerano con sufficiente attenzione: le fasi distinte che segnarono il passaggio dalla storia del mondo a quella d'Israele e alla sua ultima tappa. Non c'è da meravigliarsi che un'opera narrativa stilistica­ mente così costruita, corredata da tanti numeri e altri dati concreti, sia stata per lungo tempo giudicata degna di fiducia assoluta e che si persistesse, anche dopo l'insorgere della cri­ tica pentateucale, nel ritenerla la fonte più antica ed ogget­ tiva sl da qualifìcarla come lo scritto-base del Pentateuco . Sappiamo ( § 2 3 ,6) che solo nel diciannovesimo secolo ven­ ne confutata questa falsa concezione circa l'antichità di P e sostituita con una sua valutazione più appropriata ad opera di studiosi come Reuss , Graf, Kuenen e Wellhausen . P si presenta come un 'opera narrativa; ma l'elemento nar­ rativo vi è distribuito in misura poco uniforme. Mentre di solito è ridotto al minimo, tanto da essere appena sufficien­ te per assicurare la continuità dell'esposto, si diffonde con grande abbondanza quando la narrazione ha qualche rappor­ to con norme legali. Questo si può riscontrare in Genesi a proposito dell'istituzione del sàbato ( I I - 2 4a ) 10 , dei precetti impartiti a Noè (6 , 5- 9 , 1 9 * ) 1 1 , dell'istituzione della circonci­ sione (v. cap. I 7 ), del racconto sulla sepoltura di Sara che fonda il diritto giudaico sulla grotta di Macpela (cap. 2 3 ) . Negli altri libri lo stesso fenomeno si constata nell'istituzio­ ne della festa di Pasqua e del pane azzimo (Ex. I 2 , I - r 4 ) 1 2 e , ,

,

1 0 . Rost, Der Schopfungsbericht der Priesterschrift : CuW IO ( I 934) I 72-8 . I r . Hulst, 'Kol basar· in der priesterlichen Fluterziihlung: OTS 12 ( 1 958) 28-68 . 1 2 . Gaster, Passover. Its History and Traditions ( I 958 ); Hertzberg, Zum samari­ tanischen Passah , in Rendtorlf-Festschr. ( 1 958) I 3o-6 ; Kraus , Zur Geschichte des

§ 30. La fonte P del Pentateuco

97

soprattutto, nel dono della legge sina1t1ca (Ex. 25-3 1 ; 3540 13 ; Lev. 8; ecc.) . Anche le altre fonti conoscono la deriva­ zione dai fatti storici di costumi ed usanze, particolarmente cultuali (p. es . Gen. 3 2 ,3 3 = L) ; ma in esse domina sempre la narrazione, mentre le leggi, che da essa derivano, figurano come sfondo. In P le posizioni sono rovesciate. C'è il pre­ dominio del contenuto legale; si ha addirittura l'impressione .che il tenue ordito narrativo serva unicamente a sostenere il materiale legislativo, o semplicemente a cucirlo assieme. Co­ me abbiamo visto ( § 2 6 , 3 ) , c'è uno scopo ben preciso in que­ sta distribuzione delle leggi su un lungo periodo di tempo : cosl s 'intende precisarne il significato e l'applicazione. Ma non sarebbe giusto considerare la narrativa di P com­ pletamente asservita a un tale scopo. P espone la storia an­ che per se stessa, poiché la connessione tra storia e legge è caratteristica della religione israelitica. Certo, l'interesse si rivolge in ultima analisi non al passato, ma al presente e al futuro. Le leggi, infatti, sono destinate al presente per re­ golarlo, anche se furono promulgate in data passata. Ma ri­ guardano il futuro ancor più che il presente. P è un prodot­ to dell'esilio, concepito per servire di fondamento giuridico Passah-Massot-Festes im AT: EvTh r8 ( I958) 47-67 ; Kutsch, Erwiigungen %Ur Ge­ IChichte der Passafeier und des Massotfestes : ZThK :u (19,8) r-3'; Lauterbach, The Date of the Slaughter of the Paschal Lamb : PAA]R 12 (1942 ) 49-5 1; Hertz­ berg, Festschr. Rendto rff ( I 9.58) 13o-6 = Beitriige (1962) 126-33; O'Rourke, The Passover in the OT: The Bible Today I (1962-63) 302-9 ; Segai, The Hebrew Pas­ IOver from the Earliest Times to A.D. 70 (London Orientai Series, vol. u, 1963), IU questo cfr. Winton Thomas, BSOASt 26 (1963) 652; de Vaux (§ I9, n. I ) 7-27. l ) . Haran, T be Ark and the Cherubim : IEJ 9 (I9.5 9 ) 30-8, 89-98; T be Nature of the « 'Ohel Mo'edh» in Pentateuchal Sources : JSSt 5 (I959) 50-65 ; The Taberna­ cle in the Priestly Source (ebr.), in Tur-Sinai ]ub. Vol. (I96o) 27-42; Rost, Die Wohnstiitte des Zeugnisses, in Baumgartel-Festschri/t (1959) I58-65 ; Segai, The Tent of Meeting (ebr. con sommario inglese ) : Tarbiz 25 ( 1955-6) 23I-3, vm-rx ; Cleveland, Ch eru bs and t he «Tree of Life» in Ancient South Arabia : BASOR 172 ( r963) 5.5-6o ; Dumermuth, ]osua in Ex. XXXIII,7-II : ThZ I9 (I963) I6I-8; Ha­ ran, Tbe Uses of Incense in the Ancient Israelite Ritual : VT IO ( I96o) u3-29 ; The Complex of Ritual Acts performed inside the Tabernacle : Scripta Hieros. VIII ( 1 96I) 272-302 ; Tbe Disappearance of the Ark: IEJ I3 (I963) 46-58; de Vaux, Arche d'alliance et Tente de réunion in Mémol'ial Gelin (r961 ) 55-70 : su Ex. 33, 7- u ; Les chérubins et l'arche d'alliance. Les sphinx gardiens et les tron e divins dan.r l'ancien Orient : MUB 37 ( I 96I-62) 93-I 24, �avv. I-V.

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

nella tanto ardentemente sospirata ricostruzione del popolo e della vita religiosa . Assomiglia in questo all'abbozzo di pro­ gramma legislativo che si trova alla fine del libro di Ezechie­ le, con la differenza che il nostro è riferito ad un lontano pas­ sato e presenta le singole sezioni come promulgate da Dio negli antichi tempi, specialmente al Sinai. Questa retropro­ iezione non era nuova. Il Sinai, che ebbe realmente un'im­ portanza determinante nelle origini della religione israelitica , fu considerato fin dalle prime generazioni come il punto da cui promanò quella legge, che esse ritenevano come espres­ sione della volontà divina . Ciò si può notare in J come in E , in D ed in H ( § 3 5 ; su L cfr. § 2 7 , 3 ) . Di conseguenza, è pos­ sibile ricostruire le varie fasi della storia religiosa di Israele e di Giuda, analizzando quello che nelle varie epoche è det­ to sul Sinai . P non fece altro che seguire un esempio già af­ fermato, prospettando un quadro del futuro in base alle pro­ prie sper � ze. E lo presentò come se fosse rivelato da Dio sul Sinai o anch-e-pritil a . Tale quadro era legato in realtà e in mil ­ le modi con la storia passata . Qui sopra abbiamo espresso la nostra opinione a proposi­ to della data di composizione di P, assegnandola all'esilio e cioè al secolo quinto o probabilmente già al secolo sesto. Ta­ le datazione, che riscuote il consenso generale, si poggia su due serie di prove : r . quelle derivate dalla storia della reli­ gione, 2 . quelle di ordine storico-letterario. Per le prime, no­ tiamo che le altre fonti e il 'libro dell'alleanza' (B, § 3 3 ) ri­ conoscono una molteplicità di luoghi di culto, mentre D ne esige l'abolizione e la centralizzazione del culto in un unico luogo; P, infine, presuppone quanto sostiene D. Ciò induce a collocare P alla fine dell'arco evolutivo. Con questa col­ locazione concordano altri rilievi che si possono fare sull'or­ dinamento cultuale di P, il quale si presenta in realtà molto sviluppato e, perciò, più recente. Per esempio, in J e in B (Ex. 3 4 , r 8a. 2 2 ; 2 3 , 1 5aa.. r 6 ) il legame tra le tre feste agri­ cole 1 4 e il mondo della natura è molto evidente . Lo stesso si 14. MacRae, The Meaning and Evolutidn of tbe Feast of Tabernacles : CBQ 2 2 ( 1960) 25 1-76. Cfr. § 2 9 , n. n .

§ Jr. I filoni L, ], E, P

99

nota in H (Lev. 2 3 ,9-I 2 . I 5-2 1 * .3 9-43 * ) e in D (Deut. I 6 , 3 a . 9 - I 1 . I 3- I 5 ) , e non ha qui molta importanza la discussione se tale legame sia o meno originario. Invece in P tale nesso è oscurato dalla preoccupazione di fissare nel calendario la pre­ cisa datazione (Lev. 2 3 ,6-8 . 3 3 -3 6 ) . Certo, considerazioni di questo tipo servono solo a stabi­ lire una datazione relativa di P, dimostrando che esso è più recente delle altre fonti . La possibilità di giungere ad una da­ tazione assoluta ci è offerta, invece, dalla storia letteraria . Sta di fatto che né i libri storici antichi - dai Giudici ai Re né i profeti, compreso Malachia (circa 470 a.C . ) hanno subi­ to influsso alcuno da parte di P, mentre tale influsso è deter­ minante nelle Cronache, composte non prima del 3 5 0 a.C. Questo fatto non può essere fortuito . Se ne deve dedurre che P sorse non molto prima delle Cronache, cioè nel quinto e , forse, già nel sesto secolo. Diversi studiosi legano P alla persona di Esdra, o facendo­ lo il compilatore di P o attribuendogli, in base a Nehem. 8-9 (e r o ) , l'imposizione di questo documento alla comunità re­ ligiosa giudaica . La prima di queste ipotesi è una semplice supposizione; l'altra, invece, gode di un certo di grado di pro­ babilità, come si vedrà quando esamineremo i libri di Esdra e Neemia ( § 7 3 ,7 ) . Comunque è lecito dedurre dal racconto di Neemia 8-9 (e r o) che P era, a quell'epoca, già unito con le altre fonti; per questo la sua origine va collocata prima di tale avvenimento, e cioè prima del 3 9 8 a.C. ( § § 3 9 ,4 e 7 3 ,5 ) .

§ 3 1 . MUTUO RAPPORTO DEI F I LONI L, J, E, P E LORO COMBINAZIONE Bibliografia : cfr. §§

I . Mutuo

22-30

e

32-3 5 .

rapporto tra i filoni

di sotto della narrazione del Pentateuco esistono dun­ que quattro filoni narrativi : L, J, E e P. La descrizione fatta­ ne ha mostrato che essi scorrono, se presi nel loro insieme, paralleli l'un l'altro. A questo punto ci si può chiedere se e Al

I OO

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

fino a che punto le fonti posteriori dipendano dalla più antica o se, invece, si debba presupporre una base (Grundlage) co­ mune per tutte le fonti, ovviamente persa, che può esser de­ signata con Noth 1 con la lettera G. S'è già rilevato che fu probabilmente L il primo ad architettare un quadro abbrac­ ciante la storia dalla creazione del mondo alla morte di Mosè e , più probabilmente, alla conquista di Canaan. Non ci sono tracce di una impresa più antica di questo genere. Ad ogni modo qualcuno deve aver iniziato per primo e, d'altra parte, non è possibile assegnare per un'opera del genere una data molto anteriore a quella suggerita per L ( § 1 8 ,5 ). Per essere in grado di pensare ad una siffatta composizione storica Israe ­ le doveva raggiungere prima un assetto politico sicuro. Ma una volta giunto all'esistenza un quadro storico di respiro così ampio da collegare la storia di Israele con quella della umanità e del mondo intero, esso non poteva non sollecitare ulteriori imprese . È logico pertanto pensare che L abbia in­ fluito su J e che l 'una o l'altra delle altre fonti posteriori ab­ biano seguito il modello delle precedenti. Il che non esclude affatto la possibilità che contemporaneamente ognuna di es­ se abbia attinto materiale nuovo sia da fonti scritte sia dalla tradizione orale. Questo genere di dipendenze potrebbe es­ sere anche in senso negativo, come spesso accade, sì da cau­ sare radicali correzioni e trasformazioni dell'originale . È im­ presa impossibile voler dimostrare nei particolari se si trat­ ta di dipendenza o di indipendenza; ma i pochi esempi che seguiranpo proveranno che i due rapporti coesistevano. Nel­ la narra �one L della lotta di Giacobbe con El (Gen. 3 2 ,243 3 ) si legge al v . 3 1 : Allora Giacobbe ch iamò quel luogo Pe­ nuel, «Perché - disse - ho visto Elohim a faccia a faccia, ep­ pure la mia vita è rimasta salva» . Nella narrazione parallela di J ( § 2 8 , 2 ) Giacobbe, incontrando Esaù, gli dice : Perché io ho potuto vedere la tua faccia, come si può vedere la faccia di Elohim e tu mi hai gradito ( 3 3 , 1 0) . Non si può dubitare che tra L e J passi un certo rapporto e che questo legame sia I.

Vberliefer:mgsgeschichte des Pentateuch ( 1948, 21960) 4o-4.

§ JI. l filoni L, ], E, P

IOI

di tipo letterario. E neppure si può dubitare sulla dipenden­ za di J. Esaù in J occupa il posto che ha El nel racconto L. Né può essere puramente fortuito il fatto che nel racconto della fuga di Giacobbe da Labano, chiaramente formato dal­ la combinazione di due o tre narrazioni parallele, ricorre per tre, o almeno due volte il verbo rubare ( = ganab) in acce ­ zioni diverse. In 3 r , r 9 . 3 o (di L), parlando di Rachele, viene rinfacciato a Giacobbe che ella : ha rubato (ganab) i terafim di Labano 2• Ma in 3 1 ,20.26 (di E) si dice che Giacobbe ha rubato (giinab) il cuore di Labano e cioè : l'h a ingannato ; e probabilm ente dev'essere ascritta ad una terza narrazione, la J, la domanda (v. 2 7 ) di Labano a Giacobbe : Perché . . . mi hai truffato (giinab)? Ad ogni modo l'accusa di un autentico furto registrata da L (e da ]) viene sostituita col rimprovero di un furto del cuore e cioè di inganno, di azione nascosta ; un simile annacquamento di un racconto antico dettato da preoccupazioni moraleggianti è stato già rilevato altrove in E ( § 26,3). Accanto a questa dipendenza delle fonti posteriori da quel­ le precedent i , si può rilevare una serie di indizi che dimostra­ no come gli autori più recenti avessero anche a di spo s iz io n e materiale nuovo da incorporare nelle loro opere. Ciò può ess ere rilevato per il rapporto di J ed E con L nella sto ri a di Giuseppe . Tutte e tre le fonti si propongono di spiegare H decli no delle tribù antiche e l ' affermazione della più giovane ed è probabile che J ed E abbiano preso questo motivo da L. Ma esse differiscono tra loro nel modo con cui lo sviluppano , evidentemente perché il materiale utilizzato da J ed E è di­ verso da quello di L . Anche in altri casi J ed E hanno utiliz­ zato un materiale nuovo : J nella narrazione del diluvio , J ed E nella vicenda di Balaam . Pure P riporta materiale nuovo. Si pen si all 'acquisto della grotta di Macpela da parte di Abra­ mo (Gen. 2 3 ). Questo materiale speciale fa parte in larga mi­ su ra senza dubbio, di tradizioni antiche; tuttavi a in alcuni ca­ si, come nello stupendo racconto del corteggiamento di Re2. Greenberg, Another Look at Rachel's Theft of Teraphim : JBL 81 ( 1962 ) 239-48.

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

becca (Gen. 24) , non si può parlare di semplice ripetizione ma di una composizione nuova ed originale dell'autore. 2.

Combinazione dei filoni

Come e quando vennero messt msieme i quattro filoni narrativi ? Rimasero essi separati fino al momento in cui fu­ rono combinati simultaneamente da un unico redattore? op­ pure la combinazione ebbe luogo per fasi successive? È be­ ne rimandare la risposta a questo secondo problema per quan­ do sarà terminata la discussione sulle parti legali del Penta­ teuco . Solo allora saremo in grado di tracciare un quadro ge­ nerale della formazione di tutto il Pentateuco ( § 3 6 ) .

§ 3 2 . AMPLIAMENTI DEI FILONI NARRATIVI Bender, Das Lied Exodus XV: ZAW 23 ( 1 903 ) 1-48 ; Cross e Freedman, The Song of Miriam : JNESt 14 ( 1955 ) 237-50; Garofalo, L'epinicio di Mosè : Bibl 1 8 ( 1937 ) 1-22; Mowinckel, Offersang og sangolfer ( 195 1 ) 1 3 1 , 169, 175 s . , 547, 553, 6o2 , trad. ingl . The Psalms in Israel's Worship ( 1962) I 1 26, 167, 1 77, n 247, 259 ; Rendtorff, Sejrhymnen i Exodus XV og dens forhold ti! tronbestigelssalmerna: DTT 22 ( 1 959) 65-8 1 , 156-7 1 ; Rozelaar, The Song of the Sea (Exodus XV,Ib-IB) : VT 2 ( 1952) 22 1-8 ; Hans Schmidt, Das Meerlied. Ex. XV,2-I9: ZAW 49 (193 1 ) 59-66 ; Watts, The Song of the Sea-Ex XV : VT 7 ( 1 957) 371-80. Albright, Shinar-Sangar and its Monarch Amraphel: AJSL ( 1 923-3) 125-33 ; T be Historical Background of Genesis XIV : JSOR x o ( 1 926) 231-69 ; Benzinger , Zur Quellenscheidung in Gen XIV : BZAW 4 1 ( 1925 ) 2 1-7 ; BOhl, Die Konige von Genesis X IV : ZAW 36 ( 1 916) 65-73 ; Tud'alia I, Zeitgenosse Abrahams, um I 65o vChr: ZAW 42 ( 1 924) 148-53 ; Cornelius, Genesis XIV: ZAW 72 ( 196o) 1-7 ; Del Medico, Melchisédech : ZAW 69 ( 1 957 ) x6o-7o ; Jaritz , Wer ist Amraphel in Ge­ nesis XIV? : ZAW 70 ( 1 958) 255-6 ; Jensen, Genesis XIV und ein Ausschnitt aus den Res gestae des AHur-biin-apli : ZA 42 ( 1934) 23 2-5 ; Kroeze, Genesis Veertien (Diss . theol . Amsterdam, 1937); Levi della Vida, El 'Elyon in Genesis XIV,I8-2o : JBL 6 3 ( 1944 ) 1-9 ; Mayer, Die Bedeutung Elams in der Geschichte des Alten Orients : Saeculum 7 ( 1 956) 198-220; Meinhold, I. Mose XIV ( I9I I ); Rowley, Melchizedek and Zadok (Gen. XIV and Ps CX), in Bertholet-Festschr. ( 1950 ) 461-72; Vincent, Abraham à Jérusalem : RB 58 ( 1 95 1 ) 36o-7 1 . Mowinckel, Psalm tudien v ( 1 924, 21967) 74-So, 97-129: su Deut. 27,14-29. [Copisarow, The ancie t Egyptian, Greek and Hebrew Concept of the Red Sea: VT 12 ( 1962) 1-1 3 ; .. ood, nada «IO hurl>> in Ex. XV,r6: Bibl. 43 ( 1962 ) 248 s . ; Lauha, Das Schilfmeermotiv im AT: SVT IX ( 1963) 32-46. Albright, Abram the Hebrew: A New Archaeological Interpretation : BASOR 163 ( 196 1 ) 36-54 ; Loren R. Fisher, Abraham and bis Priest-King : JBL 8 1 ( 1 962 ) 264·70 ; Mamp, Melchi­ sedech als Typus, in Pro Mundi Vita. Festscbr. z. Eucharist. Weltkongr. I96o

� ·

S 3 2 . Ampliamenti dei filoni narrativi

103

( 1960) 7-2o; Hauer, Wh o was Zadok: JBL 82 ( 1 963 ) 89-94 ; Hertzberg, Die Mel­ chisedek-Traditionen : JPOS 8 ( 1928) 1 69-79 = Beitrage ( 1 962) 36-44 ; Lack, Les origines des 'Elyon, le Très-Haut, dans la tradition cultuelle d ,Israel: CBQ 24 ( 1 962) 44-64 ; Lohfink, De Moysis epinicio (Ex. XV,r-r8) : VD 41 ( 1 963 ) 277-89 ; Milik, «Saint Thomas de Phordésa» et Gen. XIV, r 7 : Bibl 42 ( 1 96 1 ) 78-84] e cfr. pure le bibliografie ai §§ 5 · I4· 1 8 . 19. 2 2 . 3 1 . 33·5·

S 'è già più volte precisato ( § 2 5 ,2 ) che l'ipotesi documen­ taria è sl in grado di risolvere la maggior parte delle difficol­ tà circa la composizione dell'intricata narrativa pentateucale ma che da tale ipotesi non si può pretendere la soluzione di tutti i problemi letterari . Dobbiamo anche riconoscere l'esi­ stenza di numerose aggiunte o supplementi. Queste vanno distinte in due gruppi, anche se non è sempre possibile trac­ ciare una netta linea di demarcazione tra esse. Da una parte vanno messe le aggiunte apportate ai singoli :filoni narrativi quand'erano ancora separati ; dall'altra si devono collocare i complementi apportati dopo l'unione di due o più :filoni, o addirittura dopo il completamento del Pentateuco . . A questo punto andrebbero presi in esame numerosi sup­ plementi che furono già analizzati o che lo saranno in seguito . Fra questi meritano un'attenzione particolare la benedizione di Giacobbe ( § § 2 8 ,2 e 3 4 , 5 ) e quella di Mosè ( § 3 4 ,5 ) . A proposito della prima si tratta di ampliamenti del materiale di base fornito da L. La seconda, invece, costituisce una se­ zione a sé stante, semplicemente inserita in un contesto nar­ rativo ; vi si può constatare infatti che la parte legislativa ter­ mina in Deut. 3 0 e col cap. 3 r riprende la narrazione. Que­ sta parte narrativa è imperniata sulla descrizione degli ultimi a t ti di Mosè prima della morte . Perciò la benedizione figura come il 'testamento' del grande condottiero e va collocata sullo stesso livello delle altre 'ultime parole' che ritroviamo in altri libri storici al di fuori del Pentateuco. Esemplare è in proposito l'antica narrazione contenente il canto di ringra­ ziamento ( 2 Sam. 2 2 ) e lo ' specchio del re' ( 2 3 , 1 -7 ) ( § 40,3) , ambedue di David, sebbene si rimanga incerti se attribuire i passi di questo tipo alla narrazione principale che seguiva il compilatore oppure vadano considerati come un'aggiunta secondaria . Quest'ultimo è il caso, per esempio, del 'Cantico

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del mare' posto in bocca a Mosè (v. r a) in Ex. r 5 r b- r 8 ma che è uno sviluppo dell'arcaico 'inno di Maria' riferito in r 5 , 2 r . Esso non può essere assegnato all'epoca esilica o postesi­ lica; è certamente più antico. D'altra parte non può neppure esser stato inserito nella narrazione da uno degli autori delle fonti. Non rimane che pensare ad un'aggiunta secondaria . Eppure Cross e Freedman ritengono che il cantico di Ex. r 5 , rb- r 8 abbia avuto origine al più tardi nel decimo secolo a .C. e fosse attribuito a Maria; che J l'abbia assunto nella sua nar­ razione e che E si sia limitato a porre l'indicazione iniziale che serviva come titolo. Ad ogni modo il cantico di Mosè d i Deut. 3 2 , 1-43 , considerato generalmente un'aggiunta secon­ daria, sembra esser stato trovato da uno dei compilatori dei filoni del Pentateuco (probabilmente E) e da lui inserito nel­ la propria opera ( § 34,5 ) , quando non si tratti addirittura di una composizione dello stesso compilatore. Non sono solo · i brani poetici a poter esser inseriti come aggiunte secondarie nella narrazione. Non mancano i casi di manomissione dello stesso esposto narrativo sia sotto forma di ritocco di un racconto già esistente che di inserimento di un nuovo brano narrativo. Un esempio di ritocco si ha in Gen. 1 8 ,22b-3 3 1 • Abramo prega Jahvé affinché Sodoma sia risparmiata nella supposizione che esistano in quella città almeno dieci giusti. Questo brano è più probabilmente un ri­ tocco aggiunto ad L che parte della sua stesura originaria. Lo stesso si può dire probabilmente del racconto di Ex. 3 3 , 1 2 2 3 ; l'apparizione di Jahvé a Mosè, eh� richiama l'incontro di Elia con Jahvé di I Reg. 1 9 ,9- 1 8 . Un esempio del secondo tipo si trova nella tanto discussa e discutibile narrazione di Gen. r 4 . Ivi si narra come il re elamita Chedorlaomer con i suoi confederati fosse piombato sulla Siria-Palestina, avesse vinto i re di Sodoma e Gomorra ed avesse fatto prigioniero Lot, che a quel tempo risiedeva a Sodoma. La narrazione prosegue, poi,- e ivendo l'inseguimento da parte di Abra,

r. Weiss, Some Problems f the Biblica! 'Doctrine of Retribution' ( ebr . mario inglese) : Tarbiz ( r 96r-62) 236-63 , I-I I ; 32 ( 1962-63 ) 1-18, I-I I : 18,22-3 ; Num. 1 6 ,2 2 ; .2 Sam. 14,17, ecc. ·

,

con som­ su

Ge11.

§ 32. Ampliamenti dei filoni narrativi

!0.5

mo dell'esercito vittorioso, la sconfitta che inferse al nemico, la liberazione di Lot e l'offerta, al ritorno, di un decimo del bottino di guerra al sacerdote-re di Salem (Gerusalemme) . È abbastanza evidente che questa narrazione presuppone già ultimata l'unione L + J + E + B + D + H + P e che la sua inserzione avvenne posteriormente. Essa, infatti, dipen­ de non solo dalla narrazione L su Lot e Abramo ( G en. 1 2 ,68 + 1 3 ,2 ·5 ·7· I 1b. r 2b�- 1 8 ) e su Sodoma ( 1 8- 1 9 ) , ma anche da P col quale condivide diverse peculiarità linguistiche (p. es . rekus, «proprietà» ) . Ma, mentre questi dati ci inducono a trasferire al post-esilio l'origine del passo, il suo contenuto ci riporta ad epoche lontanissime. Vi si tratta infatti della in­ vasione della Siria-Palestina avvenuta nel terzo millennio ad opera di un esercito elamita-babilonese, o nel secondo millen­ nio a.C. da parte di eserciti elamito-mitanno-hittiti . L'anti­ chità è confermata anche dai nomi dei popoli vinti, fra i qua­ li figurano gli Hurriti ( 1 4,6 ) 2 , che - com'è testimoniato al­ trove ( G en. 3 6 ,20-30 ; Deut. 2 , 1 2 . 2 2 ) - prosperarono nel se­ condo millennio a.C. Questa duplice caratteristica del brano può essere spiegata supponendo che un giudeo post-esilico disponesse, oltre al Pentateuco, di notizie riguardanti u n a guerra del lontano passato e forse di una tradizione sul sacer­ dozio pre-israelita di Gerusalemme . Con questi elementi co­ strul una narrazione mirante a glorificare Abramo e il sacer­ dozio gerosolomitano. In tal caso sarà opportuno essere mol­ to cauti nell'usare questo brano come fonte d'informazione storica. Anche le leggi - a proposito delle quali l'ipotesi dei sup­ plementi è più giustificata che nelle narrazioni - hanno su­ blto vari ritocchi, come avremo modo di riscontrare ripetuta­ mente ( § § 3 3 -3 5 ) . Ci limitiamo a riferirei al dodecalogo di 2. Eybers, W ho were the Hivites? : Die Ou. Testamentiese Werkgemeenskap in Suid-Afrika ( 1959) 6- 1 4 ; Hrouda, Die Cburriter als Problem archaologischer For­ schung: Archaeologia Geographica 6 ( 1958) 14-19, tavv. 5-1 2 ; su questo Parrot in Syria 36 ( 1 959 ) 3 2 6 s . ; Speiser, Tbe Hurrian Participation in Cabiers d'Histoire Mondiale 1,2 ( 1953 ) 278-3 1 0 ; Liverani, Ijurri e Mitanni: Oriens Antiquus I ( r962) 2 B·7 ·

106

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

maledizioni di Deut. 27 , 1 4-26 ; si tratta di una serie di dodici maledizioni contro chi commette crimini cultuali, morali e in particolare sessuali. Nel contesto in cui figurano attualmen­ te queste maledizioni dovettero essere pronunciate dai leviti sul Garizim o l'Ebal subito dopo il passaggio del Giordano da parte di Israele . Questo dodecalogo va collegato sicura­ mente ai riti imprecatori; non si può considerare una pura costruzione letteraria. Tuttavia è abbastanza tardo e presup­ pone, probabilmente, P. In Israele rimase sempre viva la ten­ denza a raggruppare in serie di dieci o dodici i precetti o le proibizioni cultuali ed etiche. Ne è conferma il libro di Nee­ mia . In Neh. 1 0 ,3 1 -40 viene riportato un decalogo di obbli­ ghi cultuali imposto dal profeta alla comunità giudaica e da questa accettato ( § § 8 e 7 3 , 2 ) . E con ciò siamo passati già al campo delle leggi . Proprio queste dobbiamo ora analizzare più diffusamente.

CAPITOLO QUARTO

LE RACCOLTE DI LEGGI

§ 3 3 . IL LIBRO DELL'ALLEANZA Baentsch, Das Bundesbuch ( 1 892); Caspari, Heimat und soziale W"irkung des at. Bundesbuches : ZDMG 83 ( 1 929 ) 97-1 20; Cazelles, L'auteur du code de l'alliance : RB 52 ( 1 945 ) 173-9 1 ; Études sur le Code de l'Alliance ( 1 946 } ; Kipper, De o rigi ne mosaica «Libri Foederis» : VD 29 ( 1 95 1 ) 77-87, 1 59-71 ; Menes, Die vorexilischen Gesetze Israels : BZAW 50 ( 1 928 ) ; Noth, Das System der zwolf Stiimme Israels (BWANT 52, 1930) 97-108; Nowack, Das Bundesbuch (BZAW 34, 1920) 132-40 ; Pfeiffer, The Tran smiss ion of the Book of the Covenant : HThR 24 ( 1 9 3 1 ) 99-109; Thompson, The Book o f the Co venan t Ex. XXI-XXIII in the Light o f Modern Archaeological Research : ABR 2 ( 1 952) 97-107; Welch, Deuteronomy. Tbe Fra­ mework to the Code ( 193 2 ) . [ L'Hour, L'Alliance de Sichem : RB 69 ( 1 962) 5-36, 161-84, 350-68 ; van Selms, Die Bondsboek en de reg van Gosen : HTSh 16 ( 1 961 ) 329-43 ] . Cfr. pure la bibliografia ai §§ 4d. 8 . 9· 19. 22-3 2 . 34· 3 5 · I.

Nome e contenuto

La qualifica di 'libro dell'alleanza' deriva da Ex. 24,7 ove s 'afferma che Mosè prese il libro dell'alleanza (sefer habberit) e lo lesse ad alta voce al popolo. Dal contesto si desume che l'espressione 'libro dell'alleanza' può riferirsi solo al com­ plesso di 20,22-2 3 ,3 3 . I capitoli 20-24 sono scanditi dalla seguente successione : Dio pronuncia le dieci parole (20,21 7) al popolo ; questo, terrorizzato, chiede a Mosè di ricevere da solo le parole di Dio e di trasmettergliele con la propria voce, poiché non desidera ascoltare Dio direttamente né può sopportarlo (vv. r 8- r 9 ) ; Mosè, dopo aver assicurato il popo­ lo, s 'accosta a Dio (vv. 20-2 I ) e ne riceve le istruzioni conte­ nute in 20,22-2 3 ,3 3 ; dopo aver ricevuto un altro ordine ( 2 4 , 1 - 2 ) circa la sua ascesa al monte - prima era stato omesso -, Mosè riferisce al popolo tutte le parole di ]ahvé e tutte le norme ( = giudizi ) ('et kol-dibre jhwh we' et kol-hammispa­ ,,m : 24,3 ) , mette per iscritto tutte le parole di ]ahvé (kol-

ro8

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

dibré jhwh) dopo che il popolo ha dichiarato di impegnarsi ad eseguirle (v. 4 ) ; legge il libro dell'alleanza (sefer habbe­ rzt) al popolo, dopo l'offerta di un solenne sacrificio (vv. 5 7 ) , e dichiara in seguito alla rinnovata protesta d'impegno da parte del popolo accompagnata dal versamento del sangue rituale : Questo è il sangue dell'alleanza} che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole. L'espres­ sione tutte le parole di Jahvé e tutti i giudizi, trasmessi da Mosè al popolo secondo 24,3 e posti come base per stipulare l'alleanza, può riferirsi solo ai precetti contenuti in 20,2 2-2 3 , 3 3 , escludendo il decalogo di 20,2- 1 7 perché era già stato comunicato direttamente da Dio al popolo . Al complesso di 20,22-2 3 ,3 3 va applicata, perciò, la designazione di 'libro dell'alleanza'. Per indicare il brano relativo ricorreremo sia alla designazione indicata e già largamente adottata, sia alla sigla B (dal tedesco Bundesbuch : libro dell'alleanza) . L'at­ tuale testo dell'Esodo, tuttavia, comprende sotto la rubrica di libro dell'alleanza ( 2 4, 7) anche il decalogo di 2 o , 2- I 7, e non solo il complesso 20,22-2 3 , 3 3 · Questo è richiesto dalla ripetizione dell'espressione : tutte queste parole in 24,8 , che riprende tutte le parole di ]ahvé di 24,3 1 e 4 oltre a tutte le parole che ]ahvé ha detto di 24,3 assieme a tutto quello che ]ahvé ha detto di 24,7 . Ora, tutte queste parole si trova an­ che in 2 0 , 1 in riferimento al decalogo di 20,2- 1 7 , il quale non può di conseguenza venir escluso dagli altri riferimenti . Sicché il decalogo costituiva la base dell'alleanza conclusa in 24,3-8 . Ciò implica contemporaneamente che il popolo , se­ condo la versione originale, non aveva ascoltato direttamente il decalogo ; ma che questo era stato dato da Jahvé al solo Mosè e da questi trasmesso a Israele. Ma allora 2o,r 8-2 1 va posto prima e non dopo il decalogo di 20,2- 1 7 ; la sua collo­ cazione attuale è dovuta all'inserimento del complesso 2 0 , 2 2-2 3 ,2 3 nella narrazione del Sinai . Con lo spostamento di 2 o , r 8-2 1 dopo 2 o , r - 1 7 venne creato lo spazio per l'inseri­ mento del complesso sopraindicato, il quale fini per apparire I.

E tutti i giudizi è aggiunta secondaria.

§ 33 · It libro dell'alleanza

1 09

la base dell'alleanza conclusa in 24,3-8, col risultato di rele­ gare a puro preliminare il decalogo. Avremo modo di fare al­ tri rilievi (v. dopo al no 3 ) a comprova che il compksso 2 0 , 2 2 -2 3 ,3 3 è stato inserito in un secondo tempo. Ora è necessario esaminare più da vicino il contenuto e la struttura del libro dell'alleanza. All'interno della sezione 20, 2 2-2 3 ,3 3 , considerata finora come un'unità, si stacca, ad un semplice esame superficiale, il brano 2 r ,r-2 2 , I 6 2 per alcune caratteristiche proprie. Oltre che per il titolo : E questi sono i giudizi (mispatzm) che tu esporrai loro ( 2 r , r ) è contraddi­ stinto per la disposizione logica e per lo stile uniforme. Nel­ le singole leggi - come per es . nelle prescrizioni circa il com­ penso di ferimenti causati da risse in 2 I , I 8 e I 9 3 il caso generico è sempre introdotto da kz, «quando» , e viene poi specificato nelle circostanze precise con 'im, «se» ( § 4d) . Dif­ ferisce da questo schema stilistico solo 2 I , I 2 . I 5- 1 7 , ove le norme singole sono introdotte da participi ( § 8 ) ; probabil­ mente questi versetti non appartenevano in origine a questo contesto. I vv. I 3- 1 4 sono, a loro volta, un supplemento del -

4

v. 1 2 .

I mispatzm sono preceduti in 2 0 ,24-2 6 (i vv. 2 2 -2 3 sono redazionali, v. dopo al n. 4) da disposizioni di natura cultuale e trattano in particolare della costruzione degli altari 5 ; inol­ tre un altro blocco di prescrizioni cultuali si ritrova in segui­ to, in 2 3 , ( 1 3 ) I 4- I 9 . Queste ultime sono molto vicine al decalogo cultuale di 3 4 , 1 4-26 e debbono avere qu alche lega2. Diamond, An Eye for an Eye : Iraq 19 ( 1957) 151-5 : su 2 1 ,24 ; Hoftijzer, Ex. XXI,8 : VT 7 ( 1957) 388-9 1 ; Hardy, Blood Feuds and the Payment of Blood Money in the Middle East ( 1963 ) e Heinisch, Das Sklavenrecht in Israel und zm Alten Orient: StC I I ( 1934-35) 201-18, 276-90: su 2 1 ,2-6 . 3· Fensham, Exodus XXI,r8-I9, in tbe Light of Hittite Law par. ro: VT IO ( 1960) 333·5 · 4· Greenberg, The Biblica/ Conception of Asylum : JBL 78 ( 1 959) 1 25-3 2 ; cfr. bibl. § 34, n. 2; § 38, n. I I e n. 16. 5 · Dussaud, La pénétration des Arabes en Syrie avant l'Islam ( 1 955 ) 3 8 s . ; Ro­ bertson, The Altar of Earth (Ex. 20,24-26) : JJSt I ( 1948 ) I 2·2 I ; Stamm, Zum Al­ targesetz im Bundesbuch : ThZ 1 ( 1 945) 304 s. 6 . Radin, The Kid and its Mother's Milk : A]SL 40 ( 1 923-24) 209-2 1 8 : su 23,1 9 .

IlO

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me con esso . Tra la fine dei miSpàtzm e l'inizio di questo grup­ po di prescrizioni cultuali, cioè il brano 2 2 , 1 7-2 3 , 1 2 ( r 3 ) 7, v'è un seguito di disposizioni prevalentemente religiose e mo­ rali con qualche eccezione di carattere cultuale (2 2 , 1 9 .2 8-2 9 ; 2 3 , I 0- r 2 ( 1 3 ) . Infine, 2 3 ,20-3 3 forma la conclusione della legge - o, più correttamente, è posta come conclusione nel­ l'attuale disposizione -; in essa viene prospettato il premio o il castigo per chi osserva o disobbedisce alla legge . 2 . Componenti

Il cosiddetto libro dell 'alleanza è, dunque, composto da una mescolanza di varie componenti tale da giustificare la do­ manda se si tratti veramente di un 'unità qualificabile come 'libro della legge' e non piuttosto di una associazione casuale di elementi disparati e, perciò, di un ammasso puramente letterario. Da un semplice confronto con Le v. 2 6 ( § 3 5 , r ) e Deut. 27-30 risulta chiaramente che 2 3 ,20-3 3 non poteva essere in origine la conclusione di un libro legislativo, ma semplice­ mente parte di un discorso di congedo di Jahvé. La differen­ za sostanziale da Lev. 26 e Deut. 27-30 ( § 3 5 , 1 e 34,6) è da­ ta dall'assenza di ogni accenno all'osservanza e alla disobbe­ dienza della legge, specialmente alla legge che immediata­ mente precede. Qui, invece, si parla di obbedienza e disob­ bedienza all'angelo che accompagna Israele ; anzi della sola obbedienza a lui e della ricompensa conseguente. Che in un secondo tempo la si sia intesa come obbedienza alla legge po­ co prima enunciata, non significa che questo fosse il senso originale del brano . Queste parole sarebbero più appropriate come esortazione di Jahvé al popolo nel momento della par­ tenza dal Sinai. E senza dubbio dovevano trovarsi, come già suppose a suo tempo Emend, alla fine della narrazione sul Si­ nai e cioè dopo il cap. 3 3 o 34 (qui, infatti , ci interessiamo 7· Lewy, Dating of Covenant Code Sections on Humaneness and Righteousness (Ex. XXII,2o-6,· XXIII, r-9) : VT 7 ( 1 957) 322-6.

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III

alle fonti più antiche e non a P). A conforto di questa suppo­ sizione sta il fatto che 2 3 ,20-3 3 è formato chiaramente da due discorsi paralleli attribuibili rispettivamente a J e ad E. Ora, i nostri dubbi sull'unità di 20,22-2 3 ,3 3 sono decisamente rafforzati dalla constatazione di questo spostamento di 2 3 , 2 0-3 3 , il quale non può essere avvenuto che in epoca tarda ; infatti, solo dopo la unione di J ed E - qui presupposta - 2 3 , 2 0-3 3 poté essere rimosso dal suo contesto primitivo e tra­ sformato artificiosamente in una conclusione dei comanda­ menti contenuti in 2 0 , 2 2-2 3 , 1 9 . Risalendo indietro, da 2 3 ,20-3 3 rileviamo - com 'è stato detto - una stretta somiglianza tra 2 3 , ( 1 3 ) 1 4- 1 9 e 3 4 , 1 42 6 . Queste due sezioni concordano perfino nella terminolo­ gia. A spiegazione di ciò s'è pensato (per es . Meinhold) 8 di attribuire un 'decalogo' (cap. 34) a J e l 'altro (cap. 2 3 ) ad E ; questa assegnazione non contrasterebbe per sé con il frequen ­ te parallelismo che esiste tra J ed E. Soprattutto si spieghe­ rebbe perché il redattore che unl J ed E, fece del decalogo J (cap . 34) il sostituto di quello E (cfr. 3 4 , 1 ove le parole : c o ­ me le prime, ed io scriverò su queste tavole le parole che era­ no sulle tavole di prima, che ha spezzate sono un 'aggiunta redazionale di armonizzazione ); mentre è molto più difficile ammettere che il cap. 3 4 possa essere una ripresa del decalo­ go del cap . 20 - supposto che derivi da E , essendo esso di natura completamente diversa. Questo ragionamento è mol­ to serio e va preso in debita considerazione. Ma dobbiamo obiettare innanzittutto che il restante materiale E si contrad­ distingue per un'ostentata indifferenza per il culto legato alla vita agricola e che, pertanto, risulta molto strano che E collo­ chi le feste agricole proprio nel momento culminante della re­ ligione israelitica consistente nel dono della legge sul Horeb . Inoltre è stato già osservato che, nonostante le molte somi­ glianze che intercorrono tra E ed J, E non rifugge dall'appor­ tare vere e proprie correzioni agli atteggiamenti religiosi e morali presupposti da J ( § 2 6 ,3 ) . Sarebbe stato perciò più -

8.

Meinhold, Der Dekalog ( 1 927).

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logico che E avesse cercato di sostituire il decalogo cultuale J con un decalogo etico che trascurasse deliberatamente le feste agricole, proprio come si può osservare nel Deuterono­ mio, che si richiama spesso ad E e che non sembra in origine avesse preso in considerazione le festività agricole nella sua legislazione sulle feste ( 1 6 , I - I 7 ). Inoltre, 2o, 1 - I 7 e 24,3-8 sono legati dall'espressione : tutte queste parole che si legge in 2o, I ed è ripetuta più volte in 24,3-8 (v. qui sopra) ; sic­ ché 2 0, 1 - 1 7 non si presenta come un inserto stralciato da un'altra fonte o un 'aggiunta secondaria non appartenente a fonte alcuna, ma come parte costitutiva originaria della nar­ razione E, alla quale certamente appartiene anche 24,3-8 . Infine, è vietato ricorrere all'espediente di assegnare a P 2 0 , 1 - 1 7 (Meinhold), perché nella narrazione P , che ci è perve­ nuta nella sua completezza ( 1 9, I ; I 4 , I 5b- I 8a; 2 5 , 1 -3 I , 1 7 . r 8a) , non c'è posto per un decalogo del genere, nonostante che in 2 5 , r 6 e 3 I , I 8a lo si presupponga esplicitamente come già noto. In conclusione dobbiamo considerare come un da­ to pacifico la derivazione di 2 o , I- 1 7 da E e cercare in altre direzioni la spiegazione della somiglianza o identità tra 2 3 , I 3- I 9 e 3 4 , I 4-26. Tale spiegazione non sta tanto lontano. Ben presto ci si dovette accorgere che era difficile considerare il decalogo di 3 4 , I 4-26 come un sostituto di 20,2-1 7, col quale aveva in comune solo parte dell'inizio (cfr. 20,3 - 5 9 con 34, I 4 . I 7), mentre ne era lontanissimo per il resto. Basandosi sulla so· miglianza iniziale, il redattore che unì J ed E può benissimo aver presentato come equivalenti questi due decaloghi così diversi, come ha fatto per altro materiale ancor più dispara­ to; si pensi al dono della carne (L, J) e a quello dello spirito in Num. I I -. Ma alcuni lettori posteriori devono aver sen­ tito l'esigenza di eliminare la incongruenza del testo. Così uno s'è deciso a far in modo che i comandamenti di 3 4 , I 4- 2 6 risultassero rivelati da Dio a Mosè ( 2 3 , I 3- I 9 ) prima che fosdi

9 · Segert, Bis in das dritte und vierte Geschlecht - Ex. XX,J : CV I ( 1 958) 37-9 ; Renaud, ]e suis un dieu jaloux. Evolution simantique et signification théologique de qin•'ab (Lectio Divina 36, 1 963).

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se conclusa l'alleanza (descritta in 24,3w8 ); sicché 3 4 , 1 4w26 è veramente la ripetizione di comandamenti già promulgati ( 2 3 , 1 3w 1 9) e posti alla base della stipulazione dell'alleanza in 24,3w8. A prescindere da alcune discrepanze irrilevanti e facilmente spiegabili, 2 3 , 1 3 w 1 9 trova l'esatto corrispettivo in 3 4 , 1 4w26 ; in 2 3 , 1 3- 1 9 sono omessi solo i comandamenti già citati in 20,22-2 3 , 1 2 . Abbiamo così: 3 4 , 1 7 = 2 0 ,2 3 ; 34, 1 9-20 = 2 2 ,2 8-29 e 3 4 , 2 1 = 2 3 , 1 2 . Chi ha posto 2 3 , 1 3- 1 9 nel contesto attuale deve essersi trovato di fronte al com­ plesso 20,22-2 3 , 1 2 già fisso nella sua disposizione attuale ; ma può anche darsi che la stessa mano l'abbia collocato ove ora si trova. 3 · Interpolazioni del li b ro deltalleanza (B) Anche questo grande complesso si presenta come una in­ serzione. Esso interrompe la narrazione E, poiché 24,3-8 ri­ prende direttamente 2 o , r 8-2 r + r - 1 7 . Né trova posto sia in J, ove il cap. 34 si ricollega direttamente al materiale J di r 9 e 2 o, r 8 "'' . 2 o * , sia in L che non sembra conoscere affatto una legge promanata nel Sinai ( § 2 7, 3 ). Abbiamo già osservaw to che per adattare il resto a quest'inserzione si dovette pro­ cedere ad uno spostamento nella narrazione E e nell'introdu­ zione delle parole : e tutti i giu dizi in 24,3 (E) (v. sopra ) . Ma possono addursi altre prove per dimostrare che Ex. 2 0 , 2 2 w2 3 , r 2 fu inserito nella narrazione sul Sinai solo in un secondo tempo. È evidente che con la legge che sta all'inizio del libro dell'alleanza (20,24-26) vanno aggiunti due altri passi che ri ­ feriscono come tale legge venne ribadita ed eseguita. Si trat­ ta di Deut. 2 7 , 1-8 (specialmente vv. 4-7 ) e di Ios. 8 ,30-35 (spec. vv. 3 0-3 1 ) , che riferiscono come Mosè, poco prima di morire, avesse ingiunto al popolo di erigere dopo il passag­ gio del Giordano un altare a J ahvé di pietre non lavorate sul monte Garizim 10 e come Giosuè eseguì tale ordine erigendo IO. Cosl si ha da leggere il testo di Deut. 27,4 e Ios. 8,30, al posto di Ebal; esso proviene senza dubbio dalla polemica antisamaritana. Cfr. Flavio Giuseppe, Ant. XIII,3A ( § § 74-9).

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l'altare prescritto. È sorprendente che solo un tale comando sia ripetuto, fra la gran quantità di prescrizioni contenute nel libro dell'alleanza, in Deut. 2 7 ,4-7, mentre s i riconosce generalmente che Ios. 8,3 0-35 1 1 non è al suo posto nella col­ locazione attuale. Per convincersene basti osservare i seguen­ ti dati: gli Israeliti si sono spinti solo fino ad Ai ( 8 , I -2 9 ) , mentre il resto del centro di Canaan e tutto il nord non è an ­ cora conquistato; le battaglie decisive per il controllo di que­ ste regioni vengono esposte solo nei capitoli I o e r I . Prima di queste battaglie è impossibile l'erezione di un altare israe­ litico vicino a Sichem. Non ci sono altre spiegazioni attendi­ bili di questo fatto . S 'è pensato per esempio che 8 ,3 0-3 5 ri­ ferisca una tradizione diversa da r , r -8 ,2 9 . Secondo tale tra­ dizione Israele attraversò il Giordano non nei pressi di Ge­ rico ma più a nord, alla stessa altezza circa di Sichem ; sicché poteva esservi eretto un altare immediatamente dopo il pas­ saggio. Una tradizione del genere non ha lasciato tracce al­ trove nella Bibbia ed è stata escogitata solo per risolvere l'enigma di questo brano particolare. La soluzione va ricer­ cata, invece, attribuendo sia Deut. 2 7,4-7 che Ios. 8 , 3 0-3 I alla stessa mano che inserl il libro dell'alleanza nel suo con­ testo attuale. Non ci si ritenne paghi di inserire questo mate­ riale nel contesto di una sola narrazione ; bisognava collegar­ lo molto più strettamente con tutto il resto, facendo ripete­ re a Mosè il suo comandamento prima dell'ingresso nella ter­ ra e presentarne l'esecuzione da parte di Giosuè. Lo stimolo a localizzare l'altare - segno che il libro dell'alleanza veniva applica to - sul monte Garizim vicino a Sichem venne senza dubbio al redattore dalla tradizione di un'alleanza conclusa a Sichem, testimoniata anche da altri passi ( I os . 2 4 ; Deut. 27 , I I -2 6 ). , In un primo tempo Deut. 2 7 ,4-7 non doveva trov a rs i mol­ to staccato dalla fine del libro dell'alleanza o della narrazio­ ne dell'alleanza sinaitica. Il richiamo di Deut. 27, infatti, doI I . Soggin, Zwei umstrittene Stellen aus dem Oberlieferungskreis um Schechem : su Gen. 35,I·5 e Ios. 8,3o-5.

ZAW 73 ( I 96I) 78-87 :

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vette essere redatto prima dell'unione di D e P con le altre fonti del Pentateuco (cfr. § 3 6 ) , cioè prima che in esso venis­ sero inseriti i brani di Ex . 2 5 , 1-3 1 , 1 8a ; 3 5-40 , tutto il Levi­ tico, Num. 1 , 1 - 1 0 , 2 8 e buone porzioni del resto del libro , ol­ tre a Deut. 1 -2 6 . Rimane ancora da spiegare, perché si sia aspettato fino a dopo Ios. 8 ,2 9 per stabilire il secondo richia­ mo. Siamo tentati di attribuire la scelta di questo contesto ali'accenno al gran mucchio di pietre che per associazione di idee richiamò alla mente l'altare di pietre non lavorate, cui s'accenna in 8 ,30-3 1 . Associazioni meccaniche di questo ti­ po possono bene esser opera di un redattore. L'attribuzione di Deut. 2 7 ,4-7 e Ios. 8 ,3 0-3 1 all'interpolatore del libro del­ l'alleanza trova una conferma nel fatto che anche l 'interpo­ latore del Deuteronomio, libro che fu inserito in un secondo tempo nel contesto narrativo del Pentateuco, si servì degli stessi richiami (Deut. 2 7 ,4-7 e Ios. 8 ,3 0-3 1 ) per legare la sua opera 12• Avremo modo di precisare in seguito ( § 3 4, 1 ) che il Deuteronomio fu inteso realmente come un sostituto del li­ bro dell'alleanza. Per questo s'adattavano bene anche per D gli stessi legami che servivano a collocare B nel contesto del­ la narrazione. E ciò poté avvenire in quanto era ancora evi­ dente il vero scopo per cui vennero redatti Deut. 2 7 ,4-7 e Ios. 8 ,3 0-3 1 . È assodato, dunque, che l 'intero complesso del libro del­ l'alleanza ( 2 0 , 2 2-2 3 ,3 3 ) si presenta come un'interpolazione di seconda mano. È stato precisato che 2 3 ,20-3 3 non sareb­ be per sé al suo giusto posto, ma andrebbe collocato dopo 34,28 per la sua originaria appartenenza ad J ed E. Sappiamo anche che 2 3 , 1 3- 1 9 costituisce un'anticipazione di 3 4 , 1 4-26 e che, per questo, deve riconnettersi per il contenuto all'an­ tica fonte ]. Rimane ora da vedere se si può precisare l'ori­ gine e l'epoca anche di 20,22-2 3 , 1 2 . Ma, prima, è necessa­ rio stabilire se 20,22-2 3 , 1 2 costituisce realmente un'unità . S 'è già visto (v. sopra al n° r ) che ci troviamo di fronte ad una successione di materiali vari : disposizioni cultuali in 20,2212.

Eissfeldt, Das Lied Moses : BAL 104 ( 1958) 43·54·

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6, precetti legali in 2 I , I - 2 2 , I 6 13, istruzioni religiose e mo­ rali in 2 2 , I 7- 2 3 , I 2 . Ma sembra che esista un legame meno superficiale della semplice giustapposizione. Senza successo sono stati i tentativi di Watermann e Morgenstern - tanto per citare qualche nome - di cogliervi una disposizione per decaloghi e pentaloghi ( § I 9) almeno in 2 I ,2-2 2 , r 6( 1 9 ) . La mancanza di un preciso criterio dispositivo si nota, in specie, nelle disposizioni di 2 2 , 1 7-2 3 , 1 2 14 ; né tale ordine sembra potersi stabilire in misura soddisfacente, anche a causa della presenza di aggiunte secondarie . Ma la raccolta di ordinamen­ ti cultuali, precetti legali e disposizioni religiose e morali con netta prevalenza degli ordinamenti cultuali - non deve indurci a considerare il tutto come un'unione accidentale frutto di un lavoro redazionale di semplice giustapposizione. Ciò che risalta chiaramente è il fatto che sia il Deuterono­ mio che il Codice di Santità sono costruiti allo stesso modo e che in essi la gran varietà di disposizioni a carattere religio­ so, morale e legale è posta come conseguenza di una fonda­ mentale esigenza cultuale, posta all'inizio (Deut. I 2 ; Lev. 1 7 ) . Sicché 20,( 2 2 ) 24-2 3 , 1 2 può esser considerato, prescin­ dendo dalle aggiunte secondarie che certamente contiene, come un vero codice di leggi disposto secondo un suo piano o, meglio, come un programma di ordinamento legislativo. 2

4 · Datazione Ci chiediamo ora se si può dire qualcosa di preciso circa l'epoca d'origine e la finalità di questo programma. Ammet­ tiamo che 2 0 , 2 2-23 sia un'interpolazione, contraddistinta dall'uso del numero plurale a differenza del resto che ha il singolare ' tu', ad eccezione di 2 2 ,2 1 e 2 3 , 9b 2 5at1 Conce­ diamo pure che tale interpolazione vada attribuita alla stes.

.

1 3 . Falk, Exodus XXI,6: VT 9 ( 1 959) 86-8 ; Fensham, New Light on Exodus XXI,6 and XXII 7 from the Laws o/ Eshnunna : JBL 78 ( 1959) 1 60 s . ; van Selms, Tbe Goring Ox in Babylonian and Biblica! Law : ArOr 184 ( 1 950) 3 2 1-30; Fen­ sham, D in Exodus XXII,r2 : VT 1 2 ( 1962 ) 337-9 . Cfr. § 34 n. r . 14. Fensham, Widow, Orphan and the Poor in Ancient Near Eastem Lega! and Wisdom Literature : JNESt 21 ( 1 962 ) 1 29-39: su 22,21-24; 23 ,6, ecc. ,

,

§

33· Il

libro dell'alleanza

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sa mano che introdusse 2 0 , 24-2 3 , 1 2 ( 3 3 ) e si preoccupò di collegare con il libro della legge il decalogo di 2 0, 1 - 1 7 e l'im­ pressione che fece sul popolo (vv. 1 8-2 1 ) . Ammesso tutto· ciò, possiamo stabilire il vero inizio di tale libro in 20 ,24-2 6 . Tale inizio è contraddistinto da un atteggiamento polemico contro la mania di voler costruire altari complessi e contro la limitazione del culto ad un solo santuario ; esso contiene l'ordine di costruire l'altare di semplice terra e afferma espli­ citamente che Jahvé apparirà al fedele e lo benedirà in ogni luogo 15, ove legittimerà il culto per mezzo di una teofania oppure 16 dove sarà invocato. Inoltre limita la concessione di altari di pietra, prescrivendo che le pietre destinate a tale uso non siano tagliate e che non ci siano gradini per salire all'al­ tare . C'è motivo di supporre che nell'ambiente del compila-· tore di questo scritto prevalesse la tendenza a costruire al­ tari complessi e lussuosi ed a centralizzare il culto . Un'indi­ cazione così chiara sul contesto storico da cui emerse - e per­ ciò sulla data d'origine - non si trova fra la gran mole dei precetti del libro dell'alleanza. Non ci resta altro che stabilire quale fu l 'epoca nella sto­ ria della religione israelitica, in cui emerse una ondata spi ri­ tuale che richiamandosi alla semplicità degli antichi reagl contro una prassi cultuale sfarzosa mutuata da modelli stra­ nieri. Una di queste circostanze è data dal movimento pro­ pagatosi nel regno del nord, che sotto la guida di Elia, Eliseo ed i Recabiti sfociò, poi, nella rivolta di Iehu ( § 2 8 , 3 ) . Così Morgenstern, per esempio, assegnò l'origine delle parole (de­ barzm), indicanti soprattutto la disposizione sull'altare, al­ l'ambiente di Eliseo. E spesso fu avanzata l'ipotesi generale che tutto B ebbe origine nel regno settentrionale (per es. da Steuernagel) . Ma con eguale probabilità si può pensare al re­ gno meridionale . Reuss, che è di questo parere, collega que­ sto documento con la riforma di Giosafat (2 Chron . 1 7 ,7-9 ) ,. mentre Welch ritiene che sia stato composto a Cades - Car'.

b'kol-maq6m, «in ogni luogo», invece di b'kol-hammàqom , «in tutto il luogo» .

r 6 . S e invece d i 'azkir, «mi farò ricordare», leggiamo tazkir, «vi ricorderete» .

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spari e Cazelles invece nella regione ad est del Giordano da Mosè o almeno ai suoi tempi . Dal che si constata che non disponiamo di argomenti decisivi per stabilire sia la data che il luogo d'origine del libro dell'alleanza. Dobbiamo, perciò, accontentarci di due dati : innanzitutto che sia i precetti le­ gali che le disposizioni cultuali ed etiche permettono di ti­ condurne l'origine ai primi secoli dopo la conquista israeliti­ ca della terra ; secondariamente, che tale origine dev'essere posta certamente prima del Deuteronomio, perché questo presuppone B già esistente ( § 3 4 , I ) . Sappiamo che la compi­ lazione del Deuteronomio risale al secolo settimo e probabil­ mente alla fine del secolo ottavo ( § 34,8) . 5 . Il

libro dell'alleanza e il Sinai

Da ultimo ci rimane da dire qualcosa sul legame fra il li­ bro dell'alleanza preso nel suo insieme (20,24-2 3 , I 2 ) e il Sinai : è legato esso alla rivelazione data a Mosè sul Sinai e da lui trasmessa ad Israele, oppure si colloca come un'espres ­ sione assoluta della volontà divina in forma di discorso ri­ volto al popolo, non legato ad alcuna circostanza particolare? A prescindere dalla conclusione secondaria di 2 3 ,20-3 3 {v. sopra al n° 2 ) non c'è nelle prescrizioni alcun riferimento alla situazione pre-cananaica, come invece si nota spesso nelle altre leggi (Deut. I 2 , r . I o . 2 9 ; Lev. I 8 ,2 ; 1 9 ,2 3 ; 25 , 1 .2 ; 2 6 , 4 6 ) . Non possiamo prendere in considerazione, in quanto un 'aggiunta secondaria, 20,22 che richiama esplicitamente agli avvenimenti del Sinai . Lo stesso vale probabilmente per la seconda metà del titolo riferentesi ai mispatzm in 2 I , I , che riporta l 'ordine dato a Mosè: (E questi sono i mispatzm) che tu esporrai loro. È, perciò, possibile che B non avesse in ori­ gine alcun rapporto col Sinai. Ma si tratta di un'argomenta­ zione e silentio e come tale non può essere conclusiva. È pu­ re possibile che il libro dell'alleanza avesse, quand'era stac­ cato, una breve introduzione sul tipo della seguente : «Jahvé parlò sul Sinai (ad Israele)» oppure «Jahvé pronunciò que­ ste parole sul Sinai e disse».

§

34·

Il Deuteronomio

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§ 3 4 . I L DEUTERONOMIO Alt, Die Heimat des Deuteronomiums, in Kl. Schr. II ( 1 953} 250-7 5 ; Bentzen, Die josianische Reform und ihre Voraussetzungen ( 1926); Berry, The Date of Deuteronomy : JBL 59 ( 1940) 133-9 ; Breit (§ 3 ) ; Dobbie, Deuteronomy and the Prophetic Attitude to Sacrifice: S]Th 12 ( 1959) 68-82 ; Dumermuth, Zur deute­ ronomischen Kulttheologie und ihren Voraussetzungen : ZAW 70 ( 1958 ) 59-9 8 ; Eichrodt, Bahnt sich eine neue Liisung der deuteronomischen Frage an? : NKZ 3 2 (192 1 ) 41-51, 53-78; Galling, Das Gemeindegesetz in Deuteronomium 23, in Bertholet-Festschr. ( 1 950) 176-9 1 ; Hospers, De numerus wisseling in het boek Deuteronomium (Diss. Utrecht, 1974); Hulst, Het karakter van den cultus in Deuteronomium ( Diss . Groningen, 1938); Der Name «lsrael» im Deuterono­ mium : OTS 9 ( 195 1 ) 65-106 ; Kuyper, Tbe Book of Deuteronomy : I nt erpr . 6 ( 1952) 321-40; Manley, T1he Book of the Law. Studies in the Date of Deutero­ nomy ( 1957); Menes ( § 33); Phythian-Adams, Th e Origin and Bvolution of Deu­ teronomy : ChQR 123 ( 1936-7) 215-47; Puukko, Das Deuteronomium. Bine li­ terarkritische Untersuchung (BWAT 5, 1910); von Rad, Das Gottesvolk im Deu­ teronomium ( BWANT 47, 1929); Segal, The Book of Deuteronomy : JQR 48 (1957-8) 3 15-5 1 ; Weinfeld, The Source of the Idea of Reward in Deuteronomy (ebraico con somm. inglese): Tarbiz 30 (196o-1 ) 8-15, I-II; The Dependence of Deuteronomy upon the Wisdom Literature (ebr.), in Kaufmann Jub. Vol. ( 1 96o ); Wright ( § 3 , n. 6). [Bachli, Israel und die Volker. Bine Studie zum Deuteronomium (AThANT 4 1 , 1962); Blair, A n Appeal to Remembrance. The Memory Moti/ i n Deuteronomy : Interpr. 1 5 ( 1961 ) 41-7 ; Emerton, Priests and Levites in Deuteronomy : VT 1 2 ( 1962) 129-38; Granild, Jeremia und das Deuteronomium : StTh 1 6 ( 1 962 ) 1 5 34; Kline, Treaty of the Great Kings; The Covenant Structure of Deutcronomy ( 1963); L'Hour, Une législation criminelle dans le Deutéronome: Bibl 44 ( 1 963 ) 1-28; Lohfink, Die Bundesurkunde des Konigs Josias (Eine Frage an die Deute­ ronomiumsforschung) : Bibl 44 ( 1 963 ) 46 1-498 ; Maarsingh, Onderzoek naar de Ethiek van de Wetten in Deuteronomium (Diss. Utrecht, 1961 ); Myers, The Requisites for Response. On the Theology of Deuteronomy : Intepr. I' ( 1 961 ) 14-3 1 ; Ormann, Die Stilmittel im Deuteronomium, in Baeck-Festschr . (1938) 3953: von Rad, The Preaching of Deuteronomy and our Preaching : Interpr. x' ( 1961) 3-1 3 ; Weinfeld, The Origin of Humanism in Deuteronomy : JBL So ( 1 9 6 r ) 241-7 ; The Change in the Conception of Religion in Deuteronomy (ebraico con somm. inglese) : Tarbiz 3 1 ( r 961-62) I-III ] . Cfr. pure la bibliografia dei §§ 3 · 4d. 8. 9 · 19. 22-6. 29·30. 33· 3 5 · -

r.

Rapporto di D con B

Ritorniamo ora a D. La panoramica, che abbiamo offerto ( § 24), sugli studi critici di D ci ha fatto constatare .che ben presto esso fu considerato un corp us speciale. Di questo può accorgersi anche un lettore affrettato, dando un'occhiata alle costanti linguistiche del libro. Nessun altro libro ha uno sti­ le così caratteristico come quello di D . Con tutto il tuo cuore

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e tutta la tua anima ( 6,5 ; I I ,I 3 ; I 3 ,4, ecc.), il luogo che ]ahvé sceglierà per farvi abitare il suo nome ( r 2 , r r ; 1 4 ,2 3 ; r 6 , 2 ; ecc.), i comandi di Dio che io vi prescrivo o simili (4,2 ; I 2 , 2 8 ; 1 5 ,5 ; ecc . ) , queste ed altre espressioni analoghe sono ca­ ratteristiche di D. La nostra rassegna sulla storia della critica pentateucale ha pure indicato che D fu assunto nel 6 2 r a.C. come base per la riforma di Giosia, o che vi ebbe comunque un certo influsso, e che sorse non molto tempo prima . Sicché D è il libro di leggi più antico dopo B . Ma D non si limita a succedere in ordine cronologico a B; è determinato anche nel contenuto da quest'ultimo : sia perché attinse molto mate­ riale da B o da una fonte comune, sì da poter essere qualifi­ cato - esagerando un po' - come un ampliamento di B, sia perché nello stesso tempo si pone in contrasto con B nell'evi­ dente intenzione di rimpiazzarlo. Per quanto riguarda la derivazione si prenda, come esem­ pio, Deut. 1 5 , 1 2- I 8 trattante lo stesso caso di Ex. 2 1 ,2-6 1 : la liberazione di uno schiavo ebreo dopo sei anni di servitù . D s'esprime in larga misura con le stesse parole di B. D'altra parte D rielabora B - o la parte comune ad ambedue -, sot­ tolineando con forza i motivi caritativi ed umanitari. Deut. r 9, I- I 3 fissa delle regole precise circa la designazione delle prime tre città-rifugio per omicidi, facendole seguire da al­ tre tre, sebbene sia esplicitamente escluso dal diritto d'asilo l'assassino vero e proprio . Queste disposizioni assomigliano in diversi punti a quelle, molto più brevi, di B in Ex. 2 I , r 2I 4 2 e possono essere considerate - sebbene non necessaria­ mente - uno sviluppo di queste ed un loro adattamento ad una situazione diversa. Deut. 2 4 , 1 0- 1 3 , come Ex. 2 2 ,24-26 3 , prescrive al creditore di trattare con umanità i l debitore, spe­ cialmente se questi è povero; i due testi sono talmente viciLorenz, Ex. XXI,6; XXII,8 und angeblicbe Nu:t.i-Parallelen : Bibl 4r ( r96o ) r 6775 · Cf r . § 33, n . 1 3 . 2. Dinur, Tbe Religious Cbaracter of tbe Cities of Refuge and tbe Ceremony of Admission into Tbem (ebraico con somm. inglese): Eretz Israel 3 ( 1954) 1 35-46, VIII-IX. Cfr. bibliografi a ai §§ 33, n. 4; 3 8 , n . rr e n . r6 .

r.

3 · Bibliografia §§ 33 , n. 7 e r q, n. r8.

§ 34· Il Deuteronomio

I2 I

ni da richiedere o la dipendenza di D da B, o la loro deriva­ zione da una fonte comune. Ma molto più rilevante di ciò che li unisce è ciò che sepa­ ra D da B . In particolare è il loro atteggiamento verso la mol­ teplicità dei luoghi di culto : B li riconosce come legittimi , D li nega con forza. È probabile - come s'è visto - che l'ini­ zio di B, approvante la molteplicità degli altari, si ponga in contrasto contro una precisa tendenza in favore della centra­ lizzazione del culto ( § 3 3 ,4 ) . D 'altra parte non si può dubita­ re che il violento attacco alla molteplicità dei luoghi di culto, con cui si apre l'attuale corpo di leggi di Deut. 1 2-2 6 , e la ri­ spettiva richiesta di centralizzazione siano diretti anche con­ tro B, specialmente contro il brano iniziale. L'intenzione di sostituire B con D è chiaramente presupposta nell'introduzio­ ne a Deut. 1 2- 2 6 , e più esattamente nelle due introduzioni : 5 r , r -5 ; 9 , 8 - r o , r r 4 ; r ,6-4,40 e 4 ,44-9 ,7 ; r o , r 2- r r , 3 2 . Que­ ste introduzioni, con la loro caratteristica retrospettiva degli eventi esperimentati da Israele dal Horeb a Bet-Pecor ad est del Giordano ( 3 ,29 ; 4 ,46) 6, hanno lo scopo di sostituire B con D, presentando quest'ultimo come la legge, comunicahl al solo Mosè da Dio stesso sul Horeb e che solo alla fine Mo­ sè decide di trasmettere al popolo d'Israele. Come abbiamo visto ( § 3 3 , 1 ), anche la narrazione attuale di Ex. 2 0-24 - che va attribuita certamente all'interpolatore di B e che i compi­ latori delle due introduzioni a D conoscevano nella stesura 4· 9 ,8 -1 o , n , o ad ogni modo il materiale base di questa sezione che termina in 1 o , n ed iniz ia in 1,6, faceva parte in origine della prima introduzione e fu col­ locato nel suo contesto attuale solo quando le due introduzioni vennero combi­ nate assieme. Cfr. sotto.

5· Lohfink, Darstellungskunst und Theologie in Dtn. I,6-III,29 : Bibl 4 1 ( 1 960) 105-34; M0rstad , Deuteronomium IV,25-8 og 29-40 : NTT 6o ( 1 959) 34-45; Gre­ lot, La racine hwn en Deut. l,4r : VT 1 2 ( 1962 ) 198-201 ; Lohfink, Wie steltt sicb des Problem lndividuum - uemeinschaft in Deut. l,6-III,29 ? : Scholastik 3 5 ( 1960) 403 -7 ; Mandatum magnum i n Dtn V-Xl : VD 41 ( r 963} 73-7 ; Das Haupt­ gebot. Bine Untersuchung literarischer Einleitungsfragen ztt Dtn V-XI ( AnBibl 20, 1963 ) ; Moran, The End of the Unholy War and the Anti-Exodus : Bibl 44 ( 1963 ) 333-342 ; The Ancient Near Eastern Background of the Love of God in Deuteronomy : CBQ 25 ( r963) 77-87. 6. Henke, Zur Lage von Beth Peor: ZDPV 75 ( 1959) 1 55-63, tavv. 3-4.

122

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

attuale - ha un 'impostazione simile quando fa ritirare il po­ polo timoroso, in seguito all 'ascolto del decalogo, e delega Mosè solo ad accogliere il resto delle istruzioni divine, pre­ sentando queste (cioè B ) come dette da Mosè ad Israele. Questo scopo risalta in modo netto specialmente nella se­ conda introduzione (4,44-9 , 7 ; I O , I 2- I I ,3 2 ) . Essa si presen­ ta come un discorso di Mosè, o più precisamente come un seguito slegato di più esortazioni omiletiche poste in bocca a Mosè . Inizia con la ripetizione del decalogo (j , I - I 8 ) ; richia­ ma poi la richiesta rivolta dal popolo a Mosè, affinché solo lui ascolti Dio e riferisca poi i suoi comandi; ricorda come Dio abbia approvato il comportamento del popolo e abbia esortato Mosè a ricevere le istruzioni dalla sua bocca per co­ municarle ad Israele ( 5 , I 9 - 2 8 ) . Qui termina la retrospettiva storica e Mosè incomincia subito ad esortare il popolo al­ l'obbedienza del comando divino. Questo fatto, si spiega sup­ ponendo che l'autore dell'introduzione intendesse riferirsi non al libro costituito da Ex. 2 0, 2 2 - 2 3 ,3 3 , e cioè a B, ma al­ la legge che a questo punto doveva essere trasmessa ad Israe­ le, vale a dire D. Questa legge tuttavia non segue immedia­ tamente ; bisogna aspettare :fino a 1 2 , 1 . In 5 , 29-9,7 e IO, I 2I I ,3 2 Mosè esorta di nuovo il popolo all'obbedienza; queste esortazioni sono ripiene di allusioni a quanto Israele aveva esperimentato fin dal suo soggiorno in Egitto. Tali richiami storici servono evidentemente a rafforzare le esortazioni; ma il compilatore perseguiva anche un altro scopo: rendere . su­ perflua l'antica narrazion e del Pentateuco in cui era inserito B, o almeno correggerla affinché fosse intesa in un senso par­ ticolare. Nella prima introduzione non è, invece, cosi evidente il proposito di rimpiazzare B con D . E ciò si deve al fatto che l'inizio è stato mutilato. Essa incomincia, infatti, ( I ,6-7) con la narrazione della partenza dal Horeb, sempre sotto forma di discorso pronunciato da " Mosè (v. nota 4 sopra) . Questo fatto singolare induce immediatamente a supporre che il ve­ ro inizio fosse dato originariamente non dal racconto della partenza dal Horeb, ma dal richiamo agli avvenimenti che vi

§ 34· Il Deuteronomio

I2J

erano accaduti. Questa supposizione trova in realtà delle con­ ferme. La prima introduzione iniziava come la seconda, vale a dire con la comunicazione del decalogo ; quest'inizio non è andato perso, ma, come osservò il Dillmann, fu incorporato nella seconda introduzione. Il brano di 9 ,8- r o , r r è, di fat­ to, fuori posto attualmente; collocandolo prima di r ,6 , inve­ ce, sarebbe in armonia col contesto e servirebbe a colmare una lacuna. Il redattore che mise assieme le due introduzioni cercò di evitare la ripetizione della narrazione riguardante il Horeb, perché avrebbe turbato la disposizione unitaria che s'era proposto, e intersecò l'una con l'altra . In origine la prima introduzione riferiva, anch'essa, che il .popolo aveva ascoltato il decalogo sul Horeb e come avesse supplicato Mo­ sè di ascoltare da solo Dio e di riferirgli le altre istruzioni di­ vine. In conclusione, anche la prima introduzione si propo­ neva di presentare D come il libro delle parole divine, date prima al solo Mosè e da questi impartite al popolo. È, dunque, chiaro che sia il corpus di leggi inizianti con il cap. 1 2 sia i due discorsi introduttivi che lo precedono furo­ no composti con l'intenzione di sostituire B con D. Tuttavia i discorsi introduttivi non giungono fino al punto di colloca­ re D al posto di B, rimuovendolo dall'attuale contesto narra­ tivo di Ex. 2 0-24, ove s'era già stabilito all'epoca delle due introduzioni. Queste ultime, perciò, non presentano D come se fosse stato promulgato al Horeb . Esse si preoccupano di sottolineare che Mosè tenne per sé fino ad un certo punto la legge datagli da Dio sul Horeb e la impartì al popolo solo po­ co prima della sua morte. Il motivo di tale comportamento è dovuto al fatto che i brani di Ex. 2 0-24 e 3 2-34 erano or­ mai ben radicati nella tradizione popolare. Non rimaneva al­ tro da fare che condensare nel decalogo di Ex. 2 o, r - r 7 sia il libro dell'alleanza (Ex. 20,22-23 ,3 3 ) che il decalogo di Ex. 3 4 , 1 4-2 6 e far in modo che ad esso si riferisse esclusivamente sia la stipulazione dell'alleanza di Ex. 24,3-8 che il rifacimento delle tavole di Ex. 3 4 · A questo proposito si precisa in Deut . .5 , 1 9 che, dopo la proclamazione del decalogo, Jahvé aveva detto queste parole e non aggiunse altro. Non è improbabi-

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le che contro il libro dell'alleanza fosse diretta anche la pre­ cisazione di I Reg . 8 ,9 , tratta dalla descrizione del tempio, secondo la quale nell'arca dovevano esser racchiuse solo le tavole dell'alleanza. Sarebbe così esclusa l'interpretazione, avanzata da alcuni, che vedrebbe qui un accenno polemico contro il culto delle pietre contenute nell'arca . Un'impresa siffatta, mirante a neutralizzare o addirittura a ridurre al si­ lenzio una legge come quella del libro dell'alleanza, potrà sembrare a noi non solo straordinaria, ma anche impossibile . In realtà anche altre imprese del genere ebbero successo . L'evoluzione del Pentateuco è contrassegnata dal continuo ridimensionamento del materiale arcaico provocato dall'ag­ giunta di nuovo materiale. Anche in questi casi gli antichi precetti sono lasciati sussistere, ma vengono interpretati spontaneamente alla luce di nuovi, oppure, se ciò non era possibile o non era assolutamente richiesto, venivano sem­ plicemente trascurati nella prassi. Nella sua essenza questo processo di neutralizzazione continua anche ai nostri giorni . La ragione è evidente : solo a questa condizione una religio­ ne può evolversi e nello stesso tempo conservare le sue radi­ ci antiche. Solo così il cristianesimo, come il giudaismo, po­ trà mantenere il legame con l'Antico Testamento. D'altra parte non siamo costretti ad accettare l'opinione di Kuenen * , sebbene essa meriti attenta considerazione e sia stata condivisa da parecchi studiosi. Quest'autore ritiene che il libro dell'alleanza - che egli assegna a E - foss e collocato originariamente poco prima della morte di Mosè e che sia stato in seguito rimosso da questo posto da D . Quest'opinio­ ne solleva molte difficoltà. Alcune sono state accennate, al­ meno indirettamente e provengono dalla struttura e natura di E ( § 3 3 ,2 ) . Qui dobbiamo occuparci solo dell'altro punto sostenuto da Kuenen : la rimozione di B dal suo posto origi­ nario. Fosse vero questo, B avrebbe assunto nella nuova col­ locazione una posizione che certamente non era auspicata dai responsabili della sua rimozione; B avrebbe dovuto per così dire 'cadere dalle scale', ma si sarebbe trovato in realtà in un posto ancor più onorevole di prima : sul Horeb . Quan-

§ 34· Il Deuteronomio

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do furono composte le due introduzioni a D, non poteva cer­ tamente sussistere la situazione supposta da Kuenen ; altri­ menti D sarebbe stato collocato subito sul Horeb. Invece, dovette accontentarsi dei giorni che precedettero la morte di Mosè e il passaggio del Giordano, circostanza di tempo che serviva già ad inquadrare altre parole di Mosè, come il suo 'cantico' (Deut. 3 2 ) e la sua 'benedizione' (Deut. 3 3 ). E tale collocazione s'adattava abbastanza bene anche a D (v. avan­ ti al n° 4) . Dobbiamo, dunque, intendere D come il frutto di un mo­ vimento religioso-cultuale e sodo-umanitario, parallelo sot­ to molti aspetti a quello rappresentato da B, ma contempo­ raneamente opposto ad esso in alcuni punti importanti . Ani­ matori di questo movimento furono verosimilmente dei pro­ feti e dei sacerdoti, e fra questi senza dubbio i sacerdoti dei villaggi, verso i quali si raccomanda con insistenza un'atten­ zione particolare con l'espressione i !eviti alle porte d) Israele ( 1 2 , 1 2 . 1 8 ; 1 4 ,27, ecc.) . Poiché D è posteriore a B, dimostra di essere da quest'ultimo influenzato, talvolta positivamente, ma più spesso negativamente. La dipendenza è testimoniata dalla identica impostazione formale, in quanto ambedue pon­ gono l'esigenza fondamentale del culto prima degli altri ob­ blighi . Inoltre D tratta molti soggetti che compaiono in B. Il punto discriminante più netto è dato dalla negazione della molteplicità dei santuari e dalla preoccupazione di centraliz­ zare il culto. Le cosiddette 'leggi della centralizzazione' han­ no indotto a ritoccare in molti punti l'ordinamento cultuale precedente. Ma la differenza tra D e B non sta solo nel fatto che D è l'espressione di una personalità, o di un gruppo di persone, diversa da quella di B, né solo nella differenza di pe­ riodo storico al quale i due documenti vanno assegnati. D si contraddistingue anche perché si appoggia su un materiale più ricco che B. Come il compilatore di B aggiunse a quella che poteva essere la sua legge sull'altare un materiale svaria­ to proveniente da altre fonti, cosi D contiene, oltre alle leg­ gi di centralizzazione ad esso peculiari ( 1 2 ; 1 4 , 2 2-2 9 ; 1 5 , 1 9-2 3 ; r 6 , 1 - 1 7 e probabilmente : 1 7 ,8-1 3 ; 2 6 , 1 - 1 5 ) , molto

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Patte III: Analisi dei libri dell'A.T.

materiale di altra provenienza . Vediamo in particolare que­ sto punto. 2 . Gruppi di leggi in D

Un rapido sguardo a I 2-26 ci fa cogliere subito l'esis ten­ za di norme che - oltre alle leggi di centralizzazione - posso­ no essere disposte in gruppi, perché contraddistinte da so­ miglianza di forma e di contenuto. Questo balza evidente negli statuti raccolti in 2 I -2 5 . Essi coprono un campo che ap­ partiene aii'ambito del diritto civile; vi è inoltre assente qualsiasi intenzione riformistica, centralizzazione del culto compresa . La costruzione dal punto di vista formale è iden­ tica in tutti e ricalca lo stile casuistico ( § § 4/d e 3 3 , 1 ) : il ca­ so generale è introdotto con kz, e le ulterio­ ri specificazioni sono introdotte con 'im , «Se» . Inoltre non sono impostati secondo Io stile usuale di D, sotto forma di discorso rivolto ad Israele; presentano invece i casi nella lo­ ro oggettività, forma che però è stata alterata in alcune parti da interventi posteriori . A questo gruppo appartengono in particolare : 2 I , r -9 sull'espiazione per un omicidio commes­ so da uno sconosciuto 7; 2 1 , 1 5- I 7 sul riconoscimento del pri­ mogenito anche nel caso non sia figlio della moglie preferi­ ta 8; 2 r , r 8-2 1 sulla lapidazione di un figlio ribelle ; 2 2 , 1 3-2 1 sulla procedura da seguire quando una donna è accusata di non essere vergine all'atto del matrimonio; 2 2 ,22-2 9 sullo adulterio con una donna sposata o con una ragazza fidanzata o non ; 2 4 , 1 -4 circa le leggi sul divorzio 9; 2 5 ,5 - 1 0 sulle rego­ le concernenti il matrimonio di }evirato. Sebbene queste nor7. Gordon , An Akkadian Parallel to Deuteronomy XXI, I ff. : RA 33 ( 1 9_16 ) r-6 ; un parallelo ugaritico cfr. Cazelles in VT 8 ( 1 9.5 8 ) 1 0.5 ; Roifer, The Breaking of

tbe Heifer's Neck (ebraico con somm. inglese ) : Tarbiz 3 1 ( 1961-62 ) 1 1 9-43 , 1 . 8 . Mendelsohn, On the Preferential Status of tbe Eldest Son : BASOR 1 .56 ( 1 959) 38-40 ; We idne r , Eine Erbteilung in mittelassyrischer Zeit : AfO 20 ( 1 963 ) 1 2 1-4. 9 · Gurewicz, Divorce in Jewish Law : Res Judicatae 7 ( 1 956) 3.57-62 ; Wambacq, De libello repudii : VD 33 ( 1 955 ) 33 1-5 ; Welles et al., The Parchments and Pa­ pyri itz The Excavations at Dura-Europos. Final Report v, Part I ( 1 9.59) r66-9, No. 32, tavv. xxvi.xxvn,3 : divorzio, a.d. 254. Cfr. § 4, n . 1 5 .

§ 34· Il Deuteronomio

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me, uniformi nel contenuto e nella forma, si trovino infra­ mezzate con altre di tipo diverso, dobbiamo ritenere che come i mispatzm di Ex. 2 I , I -2 2 , I 6 ( § § 4/d e 3 3 , I ) - formas­ sero in origine un corpus indipendente, che il compilatore di D trovò a disposizione ed utilizzò. Un altro gruppo è contraddistinto dalla finale : perché sarebbe abominio (to•eba) per ]ahvé (tuo Dio) , oppure : egli è abominio (o chi fa questo , o ambedue sono abomini . . . ) . Appartengono a questo gruppo : r 6 ,2 I - I ? , r ; r 8 , 9 - r 2 ; 2 2 ,5 ( ove lo stile è oggettivo, ma eccezionalmente ci si rivolge di­ rettamente alle singole persone) ; 2 3 , I 9 ; 2 5 , I 3- I 6 e proba­ bilmente, sebbene manchi la formula conclusiva: 2 2 ,9- I 2 (cfr. pure 24,4). Anche in questo caso è pensabile che il com­ plesso fosse a disposizione, già formato, del compilatore di D ; questi lo inserì nella sua opera perché era in sintonia con le sue intenzioni di purificare il culto di Jahvé . Con minor sicurezza può essere identificato un terzo grup· po, in parte collegato al primo (cfr. p. es. I 5 , I - I 8 ) ; esso è formato da norme che giustamente furono denominate come umanitarie. Andrebbero qui inclusi : 2 2 , I-4 sulla cura degli animali e della proprietà del prossimo ; 2 3 , I 6- I 7 sulla pro­ tezione di uno schiavo fuggiasco ; 2 3 ,20-2 I proibizione del­ l 'usura verso un connazionale; la maggioranza delle singole disposizioni contenute in 24 , 6 2 5 ,4 . A causa del particolare tono umanitario - o almeno del loro reputato umanitarismo -, e non tanto per le indicazioni tecniche riferentesi alla guerra, furono qui incorporate le 'leggi di comportamento in guerra> to contenute nel cap. 20 e in 2 I , I O- I 4 . Questo vale anche per la terza 'legge di guerra' ( 2 3 , I O- I 5 ) che è chiara­ mente motivata dalla preoccupazione di mantenere puro l'ac­ campamento, e cioè Israele; per tale motivo fu presa in con­ siderazione e non perché conteneva norme di disciplina mili-

IO. Du Buit, Quelqttes contacts bibliques dans les archives royales de Mari : RB 66 ( I 959) 576-8 I , spec. pp. 576; Gurewicz, The Deuteronomic Provisions for Exemption from Military Service : ABR 6 ( 1 958) I I I- I 2 I ; Hermann, Das Aufge­ bot aller Kriifte. Zur Interpretation von I K II 96-IOJ = IV I84-I9I tmd Dtn XX,5-7 : ZAW 70 ( I 958 ) 2 I5-2o.

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Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

tare. Questo terzo gruppo è difficilmente delimitabile. Sic­ ché è meno facile che per gli altri sapere fino a che punto i vari elementi preesistessero alla compilazione di D o, invece, derivino da essa. È certo che D ha trovato già pronte alcune norme, soprattutto quelle riferite anche da B ( I J , I 2- I 8 = Ex. 2 I ,2-6 ; 2 4 , 1 0- I 3 = Ex. 2 2 ,24-2 6 ) ; ma altre possono es ­ sere ascritte al compilatore di D o al suo ambiente. È abba­ stanza pacifico, infatti, che all'origine di D si debba suppor­ re un movimento a forti tinte umanitarie e sociali, animato da un 'impulso quasi rivoluzionario. 3 . Il Deuteronomio originario

Il compilatore di D ha, dunque, incorporato nella sua ope­ ra legislativa un materiale più antico e di svariata natura (nor­ me legali, direttive di ordine morale e religioso) , anche quan­ do alcune di queste disposizioni non avevano rapporto alcu­ no - o questo era molto blando - con il suo scopo riformisti­ co. Perciò è sbagliato negare queste sezioni al Deuteronomio originale e limitarsi nella sua ricostruzione alle esigenze te­ stimoniate dalla descrizione di 2 Reg. 2 2 , 2 3 . Anche B contie­ ne una buona quantità di materiale che non ha rapporti col suo scopo principale. D'altra parte non si può neppure dire che la raccolta attuale contenuta in I 2-26 sia il Deuterono­ mio originario, poiché il documento primitivo ha subìto sva­ riate aggiunte e modifiche 11 • Citiamo a conferma due sezioni di media grandezza : I 4 , I · 2 I , in particolare i vv. 4-2 0 12 co­ sti tu i ti da un elenco di animali puri e impuri, e I 8 , I 5-2 2 contenente alcune norme sulla profezia 13 • Generalmente s 'è d'accordo nel ritenerle aggiunte secondarie : la prima perché differisce profondamente dal resto del libro nel vocabolario e nello stile ed usa la seconda persona plurale, forma d'indi­ rizzo che raramente si riscontra altrove ; la seconda per il por r . Simpson, A Study of Deuteronomy XII-XVIII : AThR 34 ( 1952) 247-5 1 . 1 2 . Cfr. S 4, n . 5 r . 1 3 . Teeple, The Mosaic Eschatological Prophet (JBL Monograph Series x , 1 957 ).

§ 34·

Il Deuteronomio

sto di preminenza che assegna a Mosè, caso questo unico nel­ le leggi, a differenza di quanto si può notare invece nelle se­ zioni redazionali. Ma quand'anche eliminassimo queste sezio­ ni ed altre ancora, non otterremmo un testo disposto secon­ do un piano ordinato ed intelligibile; né tale difetto è correg­ gibile. Solo raramente è dato di scoprire il motivo di questo disordine e di dimostrare che il compilatore del D abbia uni­ to i gruppi di materiale che aveva fra le mani secondo un cri­ terio particolare e che abbia inserito le istanze sue proprie in questo o quel punto preciso per un motivo ben chiaro . Dobbiamo perciò accontentarci di prender atto della dispo­ sizione così com'è, senza tentar di spiegarla. Steuernagel, è vero, ha dimostrato la probabilità che nel cap . 1 2 siano ripor­ tate tre richieste - e non una - di centralizzazione del culto, parallele fra loro ; quest'autore le indica con le sigle D2a, D�, D2c e le delimita in questo modo : D2a = r 2 ,8 - r 2acx.; D2b = 1 2 , 1 * .2 .4-7a ; �C = I 2 , I J . I 4a. 1 7- I 9 . 2 I -2 3 .2 6"'2 7 .29-3 1 . lvla, a prescindere dalla possibilità di una diversa spartizio­ ne del materiale e di una sua riduzione a solo due paralleli, non si può dimostrare che questa formazione da tre filoni sia presente in altre parti della raccolta. Lo stesso Steuernagel è in grado sì di indicarci ulteriore materiale appartenente a D2b in r 9 , r 6- r 9a e in 2 2 ,2 3-27, ma non trova altre tracce di D2a. Sicché, se l'analisi di Steuernagel è corretta, nel cap. r 2 sono presenti degli indizi di riformulazione, ma limitati ad un punto che è fondamentale per D; ad ogni modo vi si possono riconoscere facilmente delle aggiunte secondarie. Ma l'ipotesi che l'attuale Deuteronomio sia il risultato della com­ binazione di tre edizioni del Deuteronomio originale non dà alcun valido contributo alla spiegazione della disposizione attuale di 1 2-2 6 ; essa è pertanto inutile sotto questo profilo . Rimane ancora da esaminare se tale ipotesi si regga meglio, se applicata alla cornice del libro, vale a dire a I - I I e 2 7-3 0 (e 34) .

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4 · L'introduzione e la conclusione

Steuernagel s'è applicato, con ingenuità pari alla fatica, a scoprire nella introduzione ( I - I I ) tre filoni, due con la for­ ma d'indirizzo al plurale (J)la e D2},) e il terzo (D2c) al singo­ lare. Ma questi sono talmente inconsistenti in certe sezioni e il legame tra i singoli frammenti è talmente incerto, da mettere una seria ipoteca anche al criterio di analisi adottato. Nell'analisi della conclusione ( 2 7-30 ) a D2b non viene asse­ gnato alcunché; 4,5-6 .8 * è considerato come la conclusione di �a ; solo a D2c è assegnata una sezione conclusiva relati­ vamente ampia (26 , I 6 ; 2 8 * ; 3 0, I 5 . I 9b.2o) . Anche per que­ st'analisi è decisivo il criterio di distinzione in base all'uso del plurale e del singolare; ma la scarsezza del materiale con il plurale impedisce la divisione in due filoni. Sicché può es­ sere dimostrata l'esistenza di solo due filoni nella conclusio­ ne. L'ipotesi della unione di tre edizioni è qui superflua, co­ me per il corpo centrale . In breve, quest'ipotesi non si reg­ ge neppure in riferimento alla cornice dell'opera. È certo che sono stati combinati dei filoni paralleli; ma questi sono due e non tre. Nell'introduzione (capp. I - I I ) possono essere facilmente separati l 'uno dall'altro, perché il secondo è sem­ plicemente accostato al primo e solo qualche frammento del primo è incorporato nel secondo (cfr. sopra al n° 7 ). Per i capp. 2 7-34 l'analisi è complicata dalla presenza non solo della duplice conclusione, ma anche delle più antiche fonti del Pentateuco e di P, oltre che di altro materiale non appar­ tenente a fonte alcuna, come la benedizione di Mosé. Le due conclusioni, inoltre, che corrispondono alle due introduzio­ ni, possono essere separate solo con difficoltà . Esaminiamo ora questo problema per passare poi ad un'analisi più serra­ ta di 2 7-34. 5.

Il cantico e la benedizione di Mosè (Deut. 3 2 e 3 3 )

Il cantico di Mosè ( 3 2 , I -4 3 ) e la sua benedizione (cap . 3 3 ) possono essere facilmente staccati dal contesto. Il primo è

§ 34· Il Deut ero no mio

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un salmo. Dopo una retrospettiva della storia israelitica, pie­ na di apostasie e peccati causanti le divine punizioni e pene, esso annuncia la distruzione dei nemici e l'apoteosi d'Israele . Il cantico di Mosè (Deut. 3 2 , 1 -43 ) fu considerato autentico fino alla fine del secolo diciottesimo ; da allora furono propo­ ste svariate datazioni 14• Alcuni continuano ad assegnarlo an­ cora a Mosè e lo ritengono un'autentica profezia dell'aposta­ sia, che Israele avrebbe commesso dopo la sua entrata in Ca­ naan e della punizione che Jahvé gli avrebbe inflitto. La mag­ gioranza, invece, lo considera un vaticinium ex eventu com­ posto al tempo in cui Israele era oppresso da popoli stranie­ ri, i quali sono secondo le opinioni : o gli Aramei del nono secolo, o gli Assiri dell'ottavo, o i Babilonesi del settimo e del sesto secolo ; altri ancora, seguendo Selling, vi vedono dei cenni al contrasto tra Giudei e Samaritani e lo assegnano al quinto secolo a .C . Sembra già molto a questo punto di poter qualificare il cantico come un vaticinium ex eventu , attribui14. Albright, Some Remarks on the Song o/ Moses in Deuteronomy XXXII : VT 9 ( 1 959) 339-46 ; Artom, S ul testo di Deuteronomio XXXII,37-43 : RStOr 32 ( 1 957) 285-291 ; Baumann, Das Lied Mose's (Dt XXXII,I-43) auf seine gedankliche G eschlossenheit untersucht : VT 6 ( 1956) 414-24; Bellas, Tà. xwpCcx AEu-r. XXXII, 43, xcx� Zcxx. XIV,JI : Theologia Athen 13 ( 193.5) 1 37-45 ; Budde, Das Lied Mo­ ses ( 1 920) ; Cassuto, La cantica di Mosè (Deut. XXXII), in Atti XIX Congr. Int. Or. ( 1 938) 48o-4 ; Cornill, Zur Einleitung in das AT ( 1 9 1 2 ) 38-42 ; Dathe, Dispu­ tatio philologico-exegetica in Canticum Mosis Deut. XXXII ( 1 769 ) ; Eissfeldt, Das Lied Moses (BAL 1 04 , 1958 ; Frank, The Song of Moses (Dt. XXXII) (ebrai­ co con somm. inglese ): Tarbiz 24 ( 1 954-5 ) 1-3 , 1; Hauri, Das Moseslied Deutero­ nomium XXXII (Diss. theol. Ziirich, 1917); Henschke, Kon;ekturen zu Deute­ ro nomium XXXII [Hempel] : ZAW 52 ( 1 934) 279-82, 289; Kamphausen, Das Lied Moses ( 1 862) ; Klostermann (§ 23, n. 47) ( 1893) 223-.367; Sellin, Wann wurde das Moseslied Dtn XXXII gedichtet?: ZAW 43 ( 1925 ) 161-73 ; Skehan, The Structure of the Song of Moses in Deuteronomy (Deut. XXXII, I-43) : CBQ 13 ( 1 9.5 1 ) 1 53-63 ; A Fragmen t of the «Song of Moses» (Deut. XXXII) from Qum­ ran : BASOR 136 ( 1 954) 12-15; Tur-Sinai, Note on Deuteronomy XXXII,4,3 (ebraico con sommario inglese): Tarbiz 24 ( 1954-5 ) 232, v ; Welch, Deuteronomy. The Framework to the Code ( 1932) 141-5 1 ; Winter, Der Begriff der «Sohne Got­ t es » in Moseslied: ZAW 67 ( 1955 ) 40-8; Meyer, Die Be deut ung von Deuterono­ mium XXX,8 f. 43 (4 Q) fur die Auslegung des Moselied in Rudolph-Festschr. ( 1961 ) 197-209; Moran, Some Remarks on the Song of Moses : B ihl 43 ( 1962 ) 3 ! 727; Walker, Concerning hU' and 'ani hù : ZAW 74 ( 1 962) 205 s . : su Deut. 32,39; Is. 4 1 , 4; 43,10. 1 3 ; 46,4; 48,12 ; Winter, Nochmals zu Deutero nom ium XXXII, B : ZAW 7 5 ( 1963 ) : u 8-23 ; Wright, The Lawsuit o f God; A Form-Critical Study of Deuteron omy XXXII, in Essays Muilenb urg ( 1962 ) 26-67 .

1 32

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

to poi a Mosè. Ma non si è proprio costretti a fissarne la da­ tazione in epoca tarda, anche se tale opinione è largamente diffusa negli ultimi cento anni. L'epoca che meglio convie­ ne al cantico è la metà del secolo undicesimo a.C., tra la scon­ fitta degli Israeliti ad opera dei Filistei menzionata in I Sam. 4 15 e la brillante vittoria che Saul ottenne su loro secondo I Sam. 1 3- 1 4 . Questa datazione poggia su due osservazioni. Innanzitutto il cantico s'arresta nella sua retrospettiva sulla storia d'Israele alla conquista e alla apostasia conseguente il possesso della terra; in secondo luogo, i nemici sottopo­ sti alla minaccia del giudizio divino hanno certi tratti che s 'adattano bene ai Filistei . E poiché nell'introduzione al can­ tico (Deut. 3 1 , 1 4- 2 3 ) si notano molte reminiscenze di E { § 3 3 , n° 1 2 ) va presa in seria considerazione la probabilità che E abbia inserito questo cantico nella sua opera, quan­ d'era già formulato; che, inoltre, esso fosse già attribuito a Mosè. Poiché, inoltre, il cantico venne considerato, almeno in epoca posteriore, come un compendio della legge deutero­ nomica, è lecito anche ipotizzare che sia stato proprio esso ad esigerne il congiungimento ( § 3 3 , no 1 2 ) . Cosl si spieghe­ rebbe almeno in parte l'attuale collocazione della legge. Se­ condo questa ricostruzione andrebbe data la preminenza nei capp. 3 r-32 al termine canto (szra) , mentre nell'attuale con­ figurazione del testo accanto a questo termine è posto con eguale rilievo - e con meraviglia! - il termine legge (tora) ( to ra m 3 I ,9 . I I . I 2 . 24.2 6 e 3 2 ,4 6 ; szra m 3 I , 1 9 .2 1 .2 2 .30 16 e 3 2 ,44) . Le benedizioni di Mosè (cap . 3 3 ) sono nettamente divisi­ bili in due parti : l'inno salmodico dei vv 2-5 + 2 6-29 e la raccolta di detti sulle singole tribù dei vv 1 .6-2 5 . L'inno ini­ zia con un'epifania di Jahvé ( vv. 2-3 ) 17 simile a I ud. 5 A ; 1--Iab. 3 ,3 e Ps. 6 8 , e passa poi a ricordare l'inizio della sua A

A •

VA

A



.

.

Su I Sam. 4,4-8 cfr. Miiller, Die kultiscbe Da rstellung der Tbeopbanie : VT r6. V . sotto, n. 24. 14 ( 1964) r83-9 r . q . Blau, Zwei dunkle Stellen im Segen Moses (Deut. 33,2-3 .24-5 ) in Kohut Mem. Vol. ( 19 3 5 ) 9 1-ro8 ; Nyberg, Deuteronomion XXXIII,2-J : ZDMG 92 ( 1938) 32044 ; Seeligmann, A Psalm from Pre-Regal Times: VT 14 ( x964) 75-92. 15.

§

34·

Il Deuteronomio

I 33

regalità su Israele (vv. 4-5 ) per terminare con l'esaltazione della gloria di questo Dio e la sicurezza, nonché l'invincibili­ tà, del popolo da lui protetto ( vv . 2 6-2 9 ) 1 8 • Poiché inni del genere hanno la tendenza ad esprimersi con formule arcai­ che, non è facile determinarne l'epoca esatta; indecisione questa che si trova riflessa anche nella gran varietà di opinio­ ni sulla datazione di Ps. 6 8 e Hab. 3 . La somiglianza del no­ stro inno con Iud. 5 prova che, per sé, potrebbe essere anti­ co, molto antico in realtà. La raccolta dei detti sulle singole tribù in 3 3 ,6-2 5 19 è cer­ tamente pre-esilica e addirittura anteriore alla caduta del re­ gno settentrionale, visto che ad essa non si fa cenno alcuno. I detti presuppongono piuttosto che le tribù settentrionali risiedano ancora nelle loro terre. È difficile precisare di più,. poiché molti detti sono ambigui, come a proposito di Giuda e Beniamino, sebbene tale ambiguità vada addebitata parzial­ mente alla corruzione ed incertezza del testo. Mowinckel ritiene 20 che le benedizioni di Mosè siano una imitazione o nuova edizione della benedizione di Giacobbe, e che possano risalire all'ultimo terzo del secolo settimo . Ma bisogna distin­ guere tra la datazione dei singoli detti e l'epoca della loro unione . Uno o due detti risalgono sicuramente all'epoca pre1 8 . Freedman, Tbe Originai Name of ]acob : IEJ 13 ( 1963 ) 1 25-6 : su 23 ,28 . 19. Budde, Der Segen Moses ( 1922 ); Cross e Freedman, The Blessing of Moses : JBL 67 ( 1 948) 1 8 1 -2 1 0 ; Gaster , A Qumran Reading of Deuter01zomy XXXIII,ro: VT 8 ( 1 958) 217- 1 9 ; Kittel, Die Stammesspriiche Israels Genesis XLIX und Deu­ teronomium XXXIII traditionsgeschichtlich tmt ersucht (Diss. Kirchl. Hochsch . Berlin, 1959); Sellin, Zu dem ] udaspruch im ]aqobssegen Gen. 49,8-12 und ùn Mosesegen Deut. XXXIII,7 : ZAW 6o ( 1 944) 57-67 ; Tou rnay , Le Psaume et les Béttédictions de Mo'ise : RB 65 ( 1 958 } 1 8 1-2 1 3 ; Welch ( v . sopra n. 14) u6-25 . Cfr. W alther , Scherz und Ernst in der Volker- und Stammecharakteristik mittella­ teiniscber Verse : AKG 41 ( 1 959) 263-30 1 . [Baeck, �nh und �yny : MGWJ 46 ( 1 902) 299-301 ; Der im Dornbusch Wohnende, in Aus drei ]ah rta usen den (21958) 240-42 : su 33,16; Boehmer, Der Gottesberg Tabor: BZ 23 ( 1935-36) 333 - 41 : su 33,19; Eissfeldt, Der Gott Tabor : ARW 3 1 ( 1 934) 14-41 = Kl. Schr. II ( 1 9 6 3 } 29-54: su 3 3 , 1 9 ; Goebel, Ethnica . Pars Prima. De Graecarum civitatum proprie­ tatibus pro verbio notatis (Diss. phil. Breslau, 1 9 1 5 ) ; Moran, The Hebre w Lan­ guagc in its Northwest Semitic Beckground, in Essays Albright ( 1 9 6 1 ) 54-72, spec. pp. 6o s.: su 33,I I ] . 2o. ZAW 48 ( 1930) 270 n . 1 .

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monarchica; la collezione, invece, è posteriore . Partendo dal presupposto che le benedizioni di Giacobbe in G en. 49 ap­ partengono a J mentre quelle di Mosè vanno assegnate a E, alcuni autori hanno concluso che le seconde sono posteriori alle prime, giungendo così a formulare una datazione relati­ va. Ma tale presupposto non è certo. In G en. 49 alcuni detti ( § § 1 3 ,2 e 2 8 ,2 ) si riconnettono alla narrazione L. Si tratta in particolare dei detti su Ruben, Simeone e Levi (vv. 3-7) ol­ tre ad un detto su Giuda, che è stato rimpiazzato con l'attuale (vv. 8 - r 2 ) ma che può essere ricostruito in base a Deut. 3 3 , 7 , e ad un detto su Giuseppe, anch'esso sostituito dall'attua­ le (vv . 22-2 6 ) , che lo presentava con tutti i diritti di primo­ genitura al posto dei fratelli più vecchi . Gli altri detti non hanno un rapporto evidente con L; probabilmente furono inseriti dopo, quando il nesso con la narrazione venne dimen­ ticato e ci si preoccupò di fornire una serie completa di det­ ti su tutte le tribù. In quella occasione e per gli stessi motivi i detti su Giuda e Giuseppe furono sostituiti con gli attuali, di intonazione più generica. Le benedizioni di Mosè, invece, non dimostrano di avere legami siffatti con la narrazione con­ testuale. Anche se si suppone che Deut. 3 3 ,9 rifletta quanto è narrato in Ex. 3 2 ,25-2 9 , non è con ciò provata una dipen­ denza di ordine letterario tra i due passi . L'assegnazione ad J e ad E delle due raccolte di detti si poggia allora soltanto sulla constatazione dell'esistenza da una parte di due fonti del Pentateuco (considerando L ed J come un'unità) , e dal­ l'altra di due raccolte di detti sulle singole tribù. A questo punto è facile compiere l'ultimo passo ed ascrivere alle due fonti anche le due raccolte equiparandole così ad una conside­ revole mole di altri testi paralleli. Ma Deut. 3 3 è isolato e in Gen. 49 solo i detti su Ruben, Simeone e Levi ( + Giuseppe e Giuda ) sono collegati al contesto narrativo, mentre gli al­ tri lo turbano, quando non siano in netto contrasto come nel caso di Giuseppe (vv. 2 2-26) che contraddice quanto è rife­ rito da J ed E nel cap. 48 a proposito di Efraim e Manasse . Per questo le due raccolte non possono essere considerate pa­ rallele e derivanti da due fonti parallele. Dobbiamo, invece ,

§ 34· Il Deuteronomio

1 3 .5

ammettere che in ambedue i casi abbiamo a che fare con due composizioni isolate e non appartenenti a fonte alcuna; esse furono poi inserite nel quadro narrativo del Pentateuco in punti giudicati propizi. Nel primo caso l'occasione per tale inserimento era data dai detti su Ruben, Simeone e Levi ( + Giuda e Giuseppe) , tutti appartenenti ad una fonte particola­ re; l'aggiunta di un'altra raccolta di detti assume qui l'aspet­ to di un completamento ed una modifica della serie esistente. Nel secondo caso, l'imminenza della morte di Mosè s'offriva come il momento propizio sia per altre parole di congedo (i canti di Deut. 32 e 3 3 ,2-5 .26-2 9 ) , sia per la benedizione del­ le tribù . Gen . 49 e Deut. 3 3 si devono, perciò, considerare due serie isolate di detti ; e senza dubbio molte altre serie del genere dovevano esistere nell'antico Israele . Se poniamo a confronto le due raccolte di detti, è ugual­ mente difficile indicare quale sia la più antica. Ad eccezione del detto su Giuseppe che ricorre parzialmente in ambedue le raccolte, tutti gli altri sono talmente diversi che è arrischia­ to voler decretare nei casi singoli quale sia il più antico e qua­ le il più recente. La situazione più fortunata è sotto questo profilo quella del detto su Levi : secondo Gen . 49 ,5-7 questa tribù, considerata 'laica', è connessa con Simeone, mentre in Deut. 3 3 ,8-1 I è una tribù sacerdotale cui spetta il diritto di manipolare gli Urim e i Tummim 21 ; in base a questo si può dire che Gen. 49 presuppone una situazione più antica. Ma anche in questo non si può essere apodittici, poiché la diver­ sità nella presentazione del destino di Levi - Gen. 4 9 consi­ dera il disfacimento della tribù profana come un avvenimen­ to terribile sl, ma nel contempo da attribuirsi agli stessi levi­ ti, mentre Deut. 3 3 ne esalta la rinascita come tribù sacerdo­ tale, conseguente tale disastro - non necessariamente va at­ tribuita ad epoche diverse, ma potrebbe derivare da due di­ versi ambienti sociali . Sebbene non sia possibile datare con esattezza le due benedizioni, esistono sufficienti indicazioni 2r.

Fahd, Une pratique cléromantique à la Ka'ba préislamique : Semitica 8 ( 1958) Cfr. bibliografia a S 9, n. 1 .

5 5·7 9 ·

136

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

per assegnare Gen. 49 ad un'epoca più antica 22 di quella di Deut. 3 3 · Ambedue, però, sono antiche. 6 . La conclusione (capp. 27�34)

Deut. 3 3 in ogni caso non faceva parte in origine del Deu� teronomio . La sua situazione era analoga a quella del cantico di Mosè (Deut. 3 2 , 1-43 ), che E inserl nella sua opera narra­ tiva. Questo cantico, tuttavia, è strettamente connesso con 3 1 , 1 4-2 3 e 3 2 ,44, in cui si riporta l'ordine dato da Jahvé a Mosè e a Giosuè di mettere per iscritto il cantico e vi si de­ scrive l'esecuzione del comando ; per questo vengono asse­ gnati ad E anche questi versetti. Tolte queste parti di Deut. 2 7-34 23 rimane da analizzare ancora 27-3 0 ; 3 I , I - I 3 .24- 3 0 ; 3 2 ,45 -5 2 e cap. 34· Fra questi non hanno rapporto con la leg­ ge deuteronomica i seguenti brani : 3 I ,2-8 ; 3 2 ,48-5 2 e cap . 3 4 · Essi continuano la narrazione del Pentateuco, descriven­ do la designazione di Giosuè a successore di Mosè, l 'annun­ cio della morte imminente di Mosè e la morte stessa. Come s'è visto ( § § 2 7, I e 2 9,2), in questa narrazione si nota l 'in ter­ vento delle fonti più antiche del Pentateuco (3 4 , I -6 ) e di P ( 3 2 ,48-5 2 ; 3 4 , I * .7-9 ) . Inoltre vi si possono rilevare degli elementi deuteronomici o deuteronomistici ( 3 I ,2-8 ; 3 4 , I o­ r 2 ) ; il che favorisce l'ipotesi che il compilatore del Deutero­ nomio originale o, più probabilmente, uno dei suoi vari edi­ tori posteriori abbia esteso la narrazione oltre le istruzioni di Mosè sulla legge, includendo sicuramente anche la narrazio­ ne della morte di Mosè. Ma sospendiamo per ora questo di­ scorso, rimandandolo alla trattazione sul libro di Giosuè col quale è più strettamente legato ( § 3 8 ,4), e limitiamoci a con­ siderare quelle parti di Deut. 2 7-3 2 che si richiamano espli­ citamente alla legge e ne costituiscono una specie di conclu22. V aw t er , The Canaanite Background of Genesis XLIX: CBQ Cfr. bibliografia § 2 8 , n . r o .

17

( 1 955 ) r - 1 8 .

23 . Eissfeldt ( 1 9.58) (v. sopra n . 14) 43-.54 : su 27-34; Lohfink, Der Bundesscbluss im Land Moab. Rechtsgeschicbtliches zu Dt. XXVIII,69-XXX,47 : BZ 6 ( 1 962) 3 2- .54 ·

§ 34· Il Deuteronomio

I37

sione. Esse sono : 2 7 ; 2 8 ; 29-3 0 ; 3 1 ,9- 1 3 .24 - 3 0 24 ; 3 2 ,45- 4 7 . Abbiamo discusso al § 3 3 ,3 l'ordine impartito da Mosè agli Israeliti ( 2 7 , 1 -8 ) riguardante l'erezione di grandi pietre sul Garizim dopo l'attraversata del Giordano, con l'obbligo di iscrivervi la legge e di costruire un altare secondo le nor­ me di Ex. 20,24-26 . Il passo di 2 7 , 1 1 - 1 3 (i vv. 9- r o formano l'inizio del cap . 2 8 ) ci dice che Mosè aveva predisposto che dopo il passaggio del Giordano un gruppo di sei tribù avreb­ be benedetto Israele dal Garizim e le altre sei l'avrebbero ma­ ledetto dall'Ebal 25 ; i vv. 1 4-2 6 contengono un dodecalogo di maledizioni da pronunciarsi dai Leviti, presumibilmente sul­ l 'Ebal. Segue in 2 7 ,9- 1 0 e cap. 2 8 26 un lungo discorso di Mo­ sè che annuncia le benedizioni di Jahvé conseguenti l'osser­ vanza della legge e le maledizioni nel caso di inadempienza. Questo discorso ha in 2 8 ,69 la formula di chiusura, che serve anche come conclusione di tutta la legge . Ma in 2 9 , 1 Mosè raduna di nuovo il popolo e pronuncia un lungo discorso con ­ clusivo, che abbraccia i capp . 29-3 0 . La parte principale (.li questo ( 2 9 ,2-3 0, 1 0) riprende chiaramente il cap. 2 8 , in quan­ to sottolinea la gravità delle maledizioni comminate ( 2 9 , 1 8 20) e, nel contempo, preannuncia la misericordia divina ver­ so il popolo afflitto dalla maledizione (30, 1 - 1 0 ) ; 3 0 , 1 1 - 1 4 precisa, poi, che l'adempimento della legge sta oltre l'umana capacità, mentre i vv . 1 5 - 2 0 chiariscono in forma sintetica che Israele deve decidere subito tra la vita e la morte , la for­ tuna e la disgrazia, e supplica il popolo a scegliere la vita e il successo e, perciò, a sottomettersi alla legge. Mosè conse­ gna, poi, la legge a tutto Israele ( 3 1 , 1 ) , la pone in iscritto e la consegna ai Leviti e agli anziani con l'ordine di leggerla ogni sette anni, l'anno del condono, a tutto il popolo riunito 24. In 3 1 , 3 0 !ira, «canto» è sostituzione redazionale per tora, «legge». ' 2 5. Biilow, Der Berg des Fluches : ZDPV 73 ( 1 957) 1 00-7 ; Lewy, The Puzzle o! Dt. XXVII: Blessings anno unced, but curses noted: VT 1 2 ( 1 9 62 ) 207-1 1 . 26. M0rstad, Overveielser til Dtn. XXVIII : NTT 6o ( 1 959 ) 224-3 2. ; Wenn du der Stimm e des Herrn, deines Gottes, gehorchen wirst. Die primaren Einfuhrunge11 zu Dtn. XXVIII,J-6 u nd r6-I9 ( 196o ) ; Noth, Die mit des Gesetzes \Verken umgehen, die sind unter dem Flucb, in Bulmerincq-Gedenkscbr. ( 1938 ) 1 27-45 = Ges. St u d. z. AT er 960) 155•7 ! .

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

r38

nella festa dei tabernacoli ( 3 1 ,9- 1 3 ) . Terminata la scrittura , tuttavia, Mosè comanda ai Leviti di conservare il libro della legge nell'Arca dell'Alleanza, affida solennemente la legge a tutta l'assemblea del popolo raccomandando vivamente di custodirla ( 3 1 ,24-27 ). Infine, in 3 2 ,45-47 Mosè, terminato la consegna della legge, esorta di nuovo Israele a metterla in pratica in modo da assicurarsi cosl il successo . Una volta rimossi : le benedizioni di Mosè (cap. 3 3 ) , certa­ mente antiche ma introdotte in un secondo tempo nel conte­ sto attuale, e il cantico di 3 2 , 1 -4 3 assieme alla cornice narra­ tiva appartenente ad E (3 1 , 1 4-23 ; 3 2 ,44) e alla narrazione concernente la morte di Mosè 27 e l'investitura di Giosuè a suo successore ( 3 1 ,2-8 ; 3 2 ,48-5 2 ; 34), ciò che ci rimane di 2 7-34 (e cioè : 2 7 ; 2 8 ; 29-3 0 ; 3 I , I .9- 1 3 .24-3 0 ; 3 2 ,45-47) non s i può dire che abbia l'aria di una narrazione completa e cronologicamente ordinata; vi si nota semmai una quantità considerevole di ripetizioni e dissonanze. Queste possono es­ sere spiegate in parte come aggiunte secondarie. E tali sono, oltre a 2 7 , 1-8 (v. qui sopra) , i brani sui riti di benedizione e maledizione sul Garizim e sull'Ebal ( 2 7 ,r I - I 3 e 2 7 , 1 4-2 6) sebbene niente possa essere detto circa la loro datazione e la tradizione sottostante (v. qui sopra) . Anche il discorso di Mo­ sè in 29-30, connesso con il cap . 2 8 , è senza dubbio seconda­ rio, almeno fino a 3 0 , 1 0 . Ugualmente, le inconcinnità che si notano nel cap. 2 8 sono certamente frutto di aggiunte secon­ darie e non vanno addebitate all'esistenza di due serie paral­ lele di benedizioni e maledizioni, considerate come conclu­ sione di due corrispettive edizioni del Deuteronomio. Tutta­ via potrebbero essere ritenuti come paralleli di questo tipo 30 ,( 1 1 - r 4 ) I 5-2 0 da un lato e 3 2 ,45-47 dall'altro. Queste due dichiarazioni conclusive, infatti, non sono conciliabili tra lo­ ro né si presentano come aggiunte secondarie . E quest'ulti­ ma osservazione dimostra che nella conclusione ( 2 7-3 2 ), co­ me nella introduzione ( I - I I ) , esistono delle vestigia di una doppia edizione del Deuteronomio. 2 7 . Loewenstamm,

The Death

( 1957-58) 142-57, III-V.

o

f Moses (ebraico con somm. inglese) : Tarbiz

27

§ 34· Il Deuteronomio

7 . Prospetto

I39

generale

Se, a questo punto, trascurando le aggiunte secondarie co­ me il cap . 3 3 e le sezioni narrative che non hanno rapporto con la conclusione della legge, diamo uno sguardo a tutto il Deuteronomio, otteniamo il quadro seguente. C'è un corpo di leggi relativamente unitario in 1 2-26 ; in esso si notano senz'altro delle aggiunte secondarie, che nel cap. 1 2 hanno tutta l'aria di essere dei paralleli. Non è dato di sapere secon­ do quale criterio è stato disposto il materiale, e non trova conferma l'ipotesi che siano stati combinati dei corpi paral­ leli di leggi o delle edizioni parallele dello stesso corpo. A premessa del corpo centrale del libro possono essere distinte in r - r r due introduzioni ed a sua conclusione c'è in 27-3 2 un'amalgama di brani di natura e origine diversa, che non possono essere ricondotti a due conclusioni parallele, ma van­ no semmai considerati come dei frammenti di tali conclusio­ ni . Va anche notato che nel cap. 2 8 l'annuncio delle benedi­ zioni e maledizioni connesse con l'osservanza e l'inadempien­ za della legge ha subito senza dubbio delle aggiunte seconda­ rie ; ma non vi si notano tracce di discorsi paralleli . Sicché il cap. 28 è, sotto questo aspetto, molto vicino al corpo di leg­ gi . Gli elementi, apparsi in quest'analisi di r-3 2 trovano una spiegazione abbastanza soddisfacente nella seguente supposi­ zione : il Deuteronomio originale al quale va attribuita una conclusione contenente le maledizioni e le benedizioni, subì le modifiche di due edizioni che gli diedero una cornice sto­ rica con l'aggiunta di un discorso introduttorio di Mosè sulla storia d'Israele - o, almeno, con accenni a tale storia - e di un discorso conclusivo. Il libro attuale del Deuteronomio sa­ rebbe il risultato dell'unione di queste due edizioni. Questa configurazione del Deuteronomio originale corri­ sponde a quanto è richiesto da 2 Reg. 2 2-2 3 sul libro della legge che fu alla base della riforma di Giosia : un libro di leg­ gi , ammantato dall'autorità di Mosè (cfr. 2 2 , 1 3 : i nostri pa­ dri ), che conteneva oltre alla richiesta della centralizzazione del culto (2 3 .9 .2 1 -2 5 ) una quantità di altri ordinamenti di

J 40

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

varia natura miranti a purificare il culto jahvistico da elementi stranieri ( 2 3 , I o- I 4) con la minaccia di maledizioni per coloro che non avrebbero obbedito (cfr. 2 2 , I 6 . I 9 ) . 2 Reg. 22-23 non contiene allusioni ad una introduzione storica. La rivendica­ zione dell'origine mosaica non richiede a sua giustificazione una lunga introduzione, ma può poggiarsi su una semplice proposizione, sul tipo di quella riferita in I , I 28• Anche B e H non hanno un'introduzione storica, ma iniziano ex abrupto , come fa D nel cap. I 2 , con la norma cultuale che più sta loro a cuore ( § 3 3 ,4 e 3 5 , I ) . 8 . D e la situazione politica del suo tempo

Da tutto ciò possiamo ritenere fondata l'identificazione del Deuteronomio originale con il libro della legge scoperto nel 62 I che fu alla base della riforma di Giosia o che, comun­ que, ebbe in essa una parte importante . Non possiamo pre­ cisare se tale libro fosse stato composto proprio allora oppu­ re da cinque a dieci decenni prima . Ad ogni modo esso eser­ citò il suo influsso per la prima volta nell'anno 62 r , favori­ to in ciò dalla situazione politica 29 del tempo. La notizia, ormai diffusa, del tramonto dell'impero assiro ( § 5 5 , 2 ) ali­ mentò nei paesi soggetti vivaci fermenti indipendentistici . E questo accade anche a Giuda . 2 Reg. 2 3 , 1 5 c'informa che Gio­ sia aveva deciso di riconquistare l'antico regno del nord, o parte di esso , già dodici anni prima della riforma (vv. 29-3 0 ) . In questo progetto di ricostituzione dell'unità politica di Israele e dell'indipendenza nazionale s'adattavano alla per­ fezione le proposte di una legge rivolte a stabilire l'unità c la purità del culto ; per questo tale legge fu salutata con en­ tusiasmo . Ed è logico supporre che questo libro acquistasse popolarità e subisse perciò delle modifiche. Sicché le due edi28. Sui toponimi menzionati in 1 , 1h - alcuni almeno dei quali non s'adattano questo contesto - e, fra questi, su Tofel, cfr. Cazelles, Topbel (Deut. r , r ) : VT ( 1 959) 412-15.

a

9

29. Cross e Freedman, Josiab's Revolt against Assyria : JNESt 1 2 ( 1 953) 59-6 . Cfr_ bibliografia §§ 4 1 , n. 1 4 e nn. 6o-2 ; 46, n . 3 ; 72 , n. 1 7 ·

}

35·

Il Codice di Santità

zioni del libro e la loro unione, richieste - come s'è visto dall'attuale D, possono essere fatte risalire a poco dopo il 6 2 1 . I discorsi destinati a propagandare la riforma hanno fornito probabilmente lo schema per molto materiale che si trova nella cornice introduttoria , in particolare nei discorsi riportati in 4 , 1 -4 0 ; 6 , 1 -9 , 7 ; r o , r 2-r i ,3 2 . Ma D continuò ad essere legge normativa anche durante l'esilio e dopo ; sic­ ché è lecito anche supporre che tali edizioni abbiano avuto origine durante l'esilio. Ma su que s t' argomento ritorneremo in seguito ( § 4 1 ,4) . § 35 . IL CODICE DI SANTITÀ Baentsch, Das Heiligkeits-Gesetz ( 1 893 ) ; Elliott-Binns, Some Problems of the Holiness Code: ZAW 67 ( 1955) 26-4o; Fohrer, Die Hauptprobleme des J3uches Ezechiel: BZAW 72 ( 1952) 144-8 ; Klostermann, J3eitriige zur Entstehungsgeschich­ te des Pentateuchs: ZLThK 38 ( 1 877) 401-45 = Der Pentateuch I ( 1 893) 368-4 1 8 : Ezechiel und das Heiligkeitsgesetz; Kornfeld, Studien zum Heiligkeitsgesetz ( 1952); Kiichler, Das Heiligkeitsgesetz. Lev. XVII-XXVI (Diss. theol. Konigs­ berg, 1929); Morgenstern, The Decalogue of the Holiness Code : HUCA 26 ( 1 95 .5 ) r-27; Paton, The Origina! Form of the Holiness Code. Part x : The Original Form of Leviticus XVII-XIX (Diss. theol. Marburg, r897 ); Quast, Analyse des Sunden­ bewusstseins Israels nach dem Heiligkeitsgesetz (Diss. theol. Gottingen, 19.57 ); von Rad, Deuteronomium-Studien (21948) 1 6-24 : Formgeschichtlisches zum Hei­ ligkeitsgesetz; Graf Reventlow, Das Heiligkeitsgesetz formgeschichtlich unter­ sucht (WMANT 6, 196r ); Kilian, Literarkritische und formgeschichtliche Unter­ suchung des Heiligkeitsgesetzes (BBB 1 9 , 1963 ) . Cfr. pure le bibliografie ai §§ 4d . e. 8. 9· 19. 22-24. -

r.

Nome, estensione e composizione

Nell'ammasso di leggi comprese fra Ex. 3 5 e Num. 9 si stacca un complesso singolare, contraddistinto da caratteri stiche linguistiche sue proprie ; si tratta di Lev. 1 7-2 6 . Fra queste caratteristiche va menzionata la formula ricorrente : Dovete essere santi, perché io, ]ahvé sono santo , ripetuta an­ che con leggere v arianti ( 1 9 ,2 ; 20,7 . 8 . 2 6 ; 2 r ,6 . 8 . r 5 . 2 3 ; 2 2 , 9 . 1 6 . 3 2 ). A causa di tale formula Klostermann propose di chiamare tale complesso 'Codice di Santità', abbreviandolo con la sigla H (dal tedesco Heiligkeitsgesetz) . Questo nome ­

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

1 42

fu accettato dalla generalità degli studiosi e giustamente, per­ ché pone in risalto l'aspetto più caratteristico della raccolta : la singolare insistenza con la quale inculca al popolo l 'idea della santità sotto il profilo di purità cultuale ed etica (cfr. 20,25-2 6 ) . L a raccolta non è contrassegnata all'inizio da un titolo, ma l'ordine riportato in 1 7 , 1 -9 è per il suo contenuto adatto ad introdurre tutto il resto. Esso contiene la richiesta che l'immolazione di ogni bene, pecora o capra, venga fatta esclu­ sivamente sull'altare di Jahvé. Abbiamo visto ( § 3 4 , r ) che anche D inizia con una disposizione concernente il luogo del sacrificio : esso dev 'essere solo nell'unico luogo fissato da Jahvé; e in ciò D si contrapponeva all'inizio di B che ripor­ tava una richiesta nettamente opposta a tale centralizzazione ( § 3 3 ,4). Questa convergenza prova che I 7 , r -9 costituisce l'inizio di un libro particolare. La sua conclusione è, d 'altra parte, chiaramente indicata. In 2 6 , 3-45 1 Jahvé promette al popolo, se obbedirà ai comandi impartiti, il successo e la vi­ ta (vv. 3- 1 3 ) , mentre, se disobbedirà, gli preannuncia la di­ sgrazia e la morte ( vv. I 4-3 9 ) , sebbene la prospettiva dei castighi sia mitigata - come in Deut . 3 0, I - r o ( § 34,6 ) - dal­ l' assicurazione del perdono nel caso che si accetti la punizio­ ne col pentimento e il proposito di cambiar condotta (vv. 4045 ) . L'esortazione conclusiva è contrassegnata nel v . 46 dal­ l'annotazione editoriale : Questi sono gli statuti, le prescri­ zioni e le leggi che il Signore stabilì fra sé e gli Israeliti, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè. In tal modo è evidente che Lev. I 7-2 6 si presenta come un'unità a sé stante . Non ci rimane che chiederci se alcune leggi che si richiamano per molti aspetti a Lev. 1 7-26 e che si trovano attualmente fuo­ ri di questa sezione non appartenessero in origine ad essa e non debbano essere ricollocate nel loro posto primitivo. Un tentativo del genere è stato fatto per il piccolo passo di r r ,43-45 , il cui posto originario poteva essere dopo 20, 2 5 . L'ipotesi ha certo le sue probabilità. Ma in questo campo I . Cfr. Noth (§ 34,

n.

6).

§

35·

Il Codice di Santità

1 43

non possiamo raggiungere la certezza, per il semplice fatto che tutte le leggi, che appartengono più generalmente a P, hanno una stretta somiglianza tra loro, sì che l'esistenza di un'accentuata parentela non legittima ipso facto la tesi di un'appartenenza alla stessa raccolta primitiva. La certezza che Lev. I 7-2 6 costituisse un tempo un corpo indipendente non ci deve impedire di ammettere che - come è il caso di B e D - esso è privo di uno schema chiaro, logi­ camente disposto. La richiesta di 1 7 , I -9 sul luogo del sacri­ ficio è seguita dalla proibizione di cibarsi del sangue e da quella connessa di mangiare la carne delle carogne ( vv. I o- I 4 e I .5- I 6 ) . Anche nel cap. I 8 2 la disposizione è chiara : a una esortazione generale a custodire i precetti di J ahvé ( vv. I -.5 ) , segue nei vv. 6- I 8 la proibizione di rapporti sessuali fra pa­ renti e nei vv. 1 9-2 3 alcune altre proibizioni in materia ses­ suale, incluso l'ordine nel v . 2 I di non sacrificare i figli a Moloch 3, che non è del tutto fuori contesto, benché non ri­ guardi più il campo sessuale. Il capitolo si chiude (vv. 2 4 30) con un'esortazione generale che corrisponde all'inizio (vv. I -j ) . Il cap. I 9 4 contiene una serie - circa una trentina ­ di prescrizioni staccate e di proibizioni di natura religiosa e morale, che in parte sono identiche nella sostanza al decalo­ go etico (Ex. 20,2- 1 7) per i vv. 3-4 . I I- I 2 e 3 0 ; altri trova­ no i corrispettivi paralleli nel decalogo cultuale di Ex. 3 4 (v. 4 cfr. Ex. 34 , I 7 ) , in B (vv. 3 3-34 cfr. Ex. 2 2 ,20; 2 3 ,9) e in D (v. 9 cfr. Deut. 24 , I 9 ). Un'origine così eterogenea offre la possibilità di disporre il materiale a piacere, secondo una gran varietà di piani, i quali perciò stessi sono tutti ugual­ mente poco credibili. Cionondimeno va notata la presenza, nei vv. 20-2 2 , di una prescrizione di tipo casistica in terza persona, accanto alle altre sul tipo (non) dovrai e (non) do­ vrete. Va pure rilevato che l'osservanza del riposo festivo è 2 . Cfr. § 9, n. 2 .





Cfr. §

9, n.

r.

Mass, Die Selbstliebe nach Leviticus XIX,r8, in Baumgiirtel-Festschr. ( 1 959) 109- 1 3 ; Montefiore, Thou shalt love thy Neighbour : NT 5 ( 1962 ) 157-70.

1 44

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

comandata due volte, nei vv. 3 e 3 0 . Il cap. 20 è parallelo al cap. 1 8 , in quanto assieme ad altre proibizioni riporta quel­ le riguardanti il sesso e fa seguire a queste nei vv. 2 2-26 una esortazione generale ad obbedire a Jahvé, come 1 8 ,2 4-3 0 . Rispetto al cap. I 8 c'è una differenza : nel cap. 20 sono elen­ cate le pene per ogni singolo crimine, mentre il cap . I 8 tace su questo punto . Tuttavia il cap . 20 è un autentico parallelo del cap . 1 8 e fin dall'origine non fu inteso come un suo sup­ plemento . Inoltre nel cap . 20 c'è una proibizione in comune col cap. 1 9 (v. 6 = 1 9 3 1 ) . L'ordine logico è turbato dal fatto che sui negromanti e sugli indovini si parla oltre che nel v. 6 anche nel v. 2 7 , il quale viene dopo l'esortazione finale ed ha, perciò, tutta l'aria di un'aggiunta tardiva . Un altro rilie­ vo va fatto sull'esortazione finale stessa: essa è interrotta al v. 2 5 da una prescrizione concreta. I capp. 2 I-22 formano un'unità ben costruita e pratica­ mente immune da disordini. Vi si parla dei sacerdoti e delle offerte sacre : in 2 I , I -9 sulle regole che i sacerdoti debbono osservare per essere mondi; nei vv I O- I 5 sulle stesse regole per i sommi sacerdoti; nei vv. I 6-24 vengono elencati i di­ fetti fisici che escludono un uomo dall'ufficio sacerdotale; nei vv . 1 7-30 si tratta dell'integrità delle vittime sacrificati e di altre regole sul sacrificio degli animali; i vv 3 I-3 3 conclu­ dono con un 'esortazione generale. Anche il cap. 23 costitui­ sce un'unità ben disposta e conchiusa in se stessa. Esso, in­ fatti, è tutto consacrato alle feste religiose; le enumera se­ condo l'ordine di successione nel calendario annuale, pre­ mettendo al tutto la trattazione sul sabbato. Ma abbiamo già rilevato ( § I 9 ) che, ad un esame più accurato, il calendario festivo ha subito diversi rifacimenti. Il cap. 24 contiene nei vv I -9 le prescrizioni sulle lampade da tener accese ogni not­ te nel 'luogo sacro' all'interno della tenda del convegno, e altre norme sui pani di proposizione; i vv . I 0-2 3 espongono le punizioni per la bestemmia, l'assassinio e il ferimento di persone e di animali. Anche questo capitolo contiene delle aggiunte tardive accanto a materiale antico; quest'ultimo è riportato in maggior parte nei vv. 1 5-2 2 . In una situazione ,

.

.

.

§ JJ. I! Codice di Santità

145

analoga è il cap. 2.5 5, che comprende le norme per gli anni sabbatici da celebrarsi ogni sette anni e degli anni giubilari ricorrenti ogni cinquantesimo. Sotto questo aspetto il mate­ riale è omogeneo . Ma le norme sull'anno sabbatico vanno considerate come il nucleo primitivo (vv. I · 7 . I 4 . I 7-2 .5 . 3 .5· 40a.42-43 ·47-49 · .5 3 ·.5 .5 ) ; esse vennero poi ampliate dalle di­ sposizioni sull'anno giubilare (il resto del capitolo) . Le dissonanze del tipo notato nei capitoli 2 3-2 5 , e che ap­ paiono anche altrove in H, possono nel loro insieme esser spiegate con relativa facilità. Si tratta di aggiunte e modifi­ che dettate dalla preoccupazione di conciliare l'antico nucleo di H con le leggi non sempre consentanee di P. Più d'una volta siamo in grado di indicare il passo di P in base al quale è stato corretto o ampliato H. Cosl nell'elaborazione dell'an­ tica legislazione festiva del cap. 23 deve aver avuto una par­ te determinante la sezione di Num. 28-29, o comunque un calendario festivo ad essa corrispondente; anche l'aggiunta di 2 4 , 1 -4 è addebitabile a Ex. 27 ,20-2 I . In realtà dobbiamo concedere che venne compiuto uno sforzo per unificare in qualche modo tutto il cumulo di leggi sinaitiche legate più o meno strettamente a P e riportate in Ex. 2 .5 3 1 + 3 ' Num . 9 · Quando H fu incorporato in questa legislazione, e dopo il suo inserimento, dovette subire delle modifiche, det­ tate dalla necessità di adattamento al contesto . Non siamo in grado di dire se tali modifiche furono apportate dalla stes­ sa mano che inserl H nel suo posto attuale, o non sia addirit­ tura da supporre l'intervento di più mani nel processo di as­ similazione. Ma questo non è di grande importanza. Una volta rimosse da H le aggiunte rilevate, non ottenia­ mo ancora una composizione unitaria. Come abbiamo visto qui sopra 2 0 , 1 0-26 è in buona parte parallelo a 1 8 ,6-3 0 . E, -

-

5 · Jirku, Das israelitische ]obeljabr, in Seeberg-Festschr. ( 1 929) 169-79 ; Lewy, The Biblica! lnstitution of d"ròr in the Ught of Akkadian Documents : Eretz-Israel 5 ( 1 958) 2 1 '�-3 1 * : su Lev. 25 e Ier. 34; North, Sociology o/ the Biblical ]ubilee ( 1 954); Rabinowitz, A Biblica! Parallel to a Lega! Formula from Ugarit : VT 8 ( 1 958 ) 95 : su 25,30; Hans Schmidt, Das Bodenrecht im Verfassungsentwurf des Esra (Hallische Universitatsreden 56, 1932); Vitta, Il diritto di proprietà presso gli .mtichi Ebrei: AANL 10 ( 1955 ) 538-49 : su Ex. 23,10-I I e Lev. 25 .

1 46

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

pur concedendo che il seguito riportato in 2 1 -25 riguardan­ te i sacerdoti, i sacrifici, le feste e gli anni sabbatici (e giubi­ lari ), abbia una sua logica, non si sa perché le prescrizioni di 24, I 0- 2 3 occupino il posto attuale . La loro collocazione lo­ gica doveva essere prima del cap. 2 I . Inoltre s'è già accenna­ to alla ripetizione di tutta una serie di precetti : I 7 , I 2 = I 9 , 26a; I 9 ,3b = 2 6 ,2a; I 9 ,2 7-2 8 = 2 1 ,5 ; 1 9 ,30 = 2 6 , 2 ; I 9 , 3 1 = 20,6; I 9 ,34 = 24,2 2 , ecc. Questi dati trovano la loro unica spiegazione nella supposizione che in H siano state uni­ te molte piccole raccolte di leggi, contenenti disposiz ioni che erano in parte identiche o simili, e che chiunque abbia fatto questo lavoro si sia preoccupato di alterare il meno possibi­ le tali raccolte, preferendo lasciar sussistere infatti anche i doppioni . Tale opinione, che fa di H il ricettacolo di più rac­ colte minori di leggi, è da considerarsi certamente attendibi­ le e trova il consenso di un discreto numero di studiosi. Per­ mane, tuttavia, l'incertezza nel determinare il numero ed i limiti esatti delle raccolte qui riunite. Baentsch distingue tre strati H1 = I S-20.23-25 ; H2 = 2 I -22 e H3 = 1 7 . Di que­ ste le prime due, almeno, sono composizioni formate a lo ro volta da altre piccole raccolte di leggi. Lo stesso autore ritie­ ne che le tre raccolte siano state messe assieme da colui che compilò il cap. 26 nella forma attuale. Bertholet, dal canto suo, conta fino a dodici sezioni originariamente indipendenti riunite assieme per la prima volta dal compilatore o redatto­ re del nostro H. È difficile prevedere se la questione sia risol­ vibile. Le opere recenti su H toccano raramente questo pro­ blema ; esse o parlano di sfuggita - come fa Kornfeld - delb duplice ripetizione di certe proibizioni, citando l'esempio dell'incesto in I 8 e 20, oppure, come Elliot-Binns, s 'accon­ tentano d'affermare genericamente che H è una compilazio­ ne di parecchie unità e raccolte indipendenti, provenient i da epoche diverse e, comunque, precedenti a D. È ragionevole pensare che le raccomandazioni generali di osservare le leggi fossero collocate in origine alla fine di ogni raccolta . Su que­ sta base possiamo distinguere le seguenti raccolte : I 7 1 8 se­ gnata dalla finale di r 8 , 24- 3 0 ; 1 9 con la finale in I 9 ,3 7 ; 20 -

S 35· Il Codice di Santità

I 47

e la conclusione in 20,2 2-24 . 2 6 ; 2 1-2 2 conclusa in 2 2 ,3 13 3 . Il cap . 2 3 non è concluso da una esortazione generale. Ma poiché con il cap . 2 4 è in larga misura un'aggiunta (p. 1 44 ) e può essere pertanto messo tra parentesi, proponiamo di legare il cap . 2 5 col cap . 2 3 e considerare 2 3 + 2 5 una piccola raccolta di leggi, in origine indipendente, riguardanti le feste annuali e l'anno sabbatico. Tuttavia anche queste rac­ colte minori non sono omogenee in se stesse, poiché conten­ gono al loro interno dei doppioni (ad es . 1 9 ,3b = 1 9 , 3 0a ) . 2 . Data di composizione

Nell'indagine sulla data di composizione delle raccolte mi­ nori unite in H e su quella dello stesso H, non possiamo ar­ rivare ad un risultato preciso, se guardiamo ai singoli pre­ cetti, parte dei quali si richiamano al decalogo, parte al libro dell'alleanza e parte al Deuteronomio. Tutti questi precetti , o almeno la maggior parte di essi, sono antichi o antichissi­ mi. Essi inoltre venivano ripetuti di generazione in genera­ zione con leggere o anche profonde modifiche nella dicitura e senza grande riguardo per il nesso logico. Uguale è il caso delle leggi sulle festività del cap. 2 3 e di altre leggi. Ma c'è un indizio che si riferisce ad una situazione abbastanza pre­ cisa. In r 8 ,2 r e 20, 1-5 vengono proibiti i sacrifici dei figli a Moloch 6 e comminate le pene relative. In nessuno dei due casi abbiamo motivo di sottrarre alla raccolta originale i pas­ si relativi. Quest 'uso di sacrificare dei bambini è attestato nella seconda metà dell'ottavo secolo (Achaz in 2 Reg. 1 6 , 3 ) e negli anni cinquanta del settimo secolo (Manasse in 2 Re g. 2 1 ,6 ) . Veramente anche Giosia lo proibl nel 6 2 1 a.C. e la polemica contro questa prassi continua anche dopo (ler. 3 2 , 3 5 ; dr. 7, 3 1 ; 1 9 , 5 ; Ez. r 6 ,2 r ; 2 3 ,3 7 ) . Questo significa che di tanto in tanto tale costume rinasceva. Di conseguenza, le raccolte che contenevano r 8 ,2 1 e 20,1-5 possono esser nate difficilmente prima della seconda metà dell'ottavo secolo, mentre rimane possibile un'epoca posteriore. 6. Cfr. S 9,

n.

I e sopra al

n. I .

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

148

Per datare con maggior esattezza H si portano spesso in campo le sezioni 1 7 , r -9 e 26,3-45 ; ma gli indizi offerti non sono sicuri, perché non si può dire con certezza, sia per l 'uno che per l 'altro passo, se i riferimenti ivi contenuti alle condi­ zioni post-deuteronomiche ed esiliche appartengano all'ori­ ginale H o siano aggiunte secondarie. Per quanto riguarda 1 7 , I - 9 , l'attuale dicitura del passo presuppone solo in un punto la centralizzazione del culto. Se, infatti, il v. 4 richie­ de che ogni uccisione - classificata come sacrificio - venga compiuta davanti alla tenda della rivelazione, la dimora di ]ahvé, ciò significa il riconoscimento di un unico santuario legittimo ; ma qui non si tratta come in D del luogo che Jah­ vé avrebbe scelto in futuro nella terra promessa, bensì della tenda di convegno nel deserto. Abbiamo qui semplicemente una retroproiezione : il luogo di culto proclamato da D vie­ ne ricondotto indietro all ' epoca del deserto; sicché qui si presuppone già D e la riforma di Giosia . Ma con ciò è di­ mostrato forse che H è posteriore al 62 r a.C . ? Se conside­ riamo, con Elliott-Binns, aggiunta secondaria la tenda della rivelazione e la dimora di Jahvé, le prescrizioni sull'uccisio­ ne date qui non debbono necessariamente essere riferite ad un solo santuario. Possono essere intese ugualmente bene come indicazioni a non offrire in ogni posto abitato i sacrifi­ ci, ma a limitarsi ai grandi santuari, mèta di pellegrinaggi , esistenti nei vari distretti. E così non si sarebbe costretti a datare la sezione dopo D. Ciò è confermato dalla concezione, che sembra esser presupposta dal passo, secondo la quale ogni uccisione è considerata un sacrificio; concezione questa che ha l'aria di essere molto arcaica, anteriore comunque al riconoscimento di un'uccisione profana che si trova in D. Analoga a quella di 1 7 , r - 9 è la situazione di 2 6 ,3-45 . È ab­ bastanza evidente che le minacce, contenute nei vv. 1 4-45 contro i trasgressori della legge, possono aver ricevuto !a formulazione attuale solo durante o dopo l'esilio. Questo va­ le in particolare per i vv . 40 4 5 che annunciano il perdono ài Jahvé suscitato dalla penitenza del popolo durante l'esi­ lio. Ma con ciò non è necessario assegnare 2 6 , 3-45 ad una -

§

35·

Il Codice di Santità

data così tarda, poiché le proposizioni in questione possono essere delle aggiunte secondarie e, una volta rimosse, il ma­ teriale restante può attribuirsi ad epoca più antica. In tale situazione è comprensibile che gli studiosi oggi co­ noscano una grande incertezza, quando si pongono il proble­ ma della datazione di H. Mentre alcuni, e sono forse la mag­ gioranza, fanno derivare - come per. es. Fohrer - H dal tem­ po dell'esilio e lo considerano posteriore a D, altri - come per es. Elliott-Binns - lo collocano prima di D e fissano la sua probabile origine nei giorni di Manasse, attribuendolo all'opera di sacerdoti e profeti del tempio gerosolimitano fa­ vorevoli alla riforma. Questa data piuttosto antica trova un supporto nel fatto che H contiene senza alcun dubbio mate­ riale antico e in parte antichissimo . E a questo proposito dob­ biamo registrare la possibilità di un ' altra teoria avanzata da alcuni studiosi, secondo la quale parte almeno di questo ma­ teriale provenga non dal santuario di Gerusalemme ma da altri, p. es . da Sichem e da Betel. Lo H attuale fu composto senza dubbio durante l ' esilio, più probabilmente tra gli esi­ liati che nella madre-patria, la Giudea e Gerusalemme . E questo si può sostenere anche escludendo le aggiunte deter­ minate da P in Lev. 1 7-2 6 . Questa datazione di H è favorita innanzitutto dal suo rapporto con il profeta esilico Ezechie­ le, oltre che con P che va assegnato allo stesso periodo. Tali e tanti sono i parallelismi tra Ezechiele e H che si pensò ad­ dirittura di individuare nel profeta il compilatore di H 7 , mentre altri hanno sostenuto che ambedue dipendono dalla stessa fonte (Cazelles, Fohrer, Elliott-Binns). Personalmen­ te siamo inclini ad accettare quest'ultima dipendenza . La prima può essere accettata solo se si prova che I-I ed Ezechie­ le nacquero nello stesso periodo e nel medesimo ambiente religioso, e che si proponevano lo stesso scopo, cioè la rico­ struzione di una nuova comunità nazionale gradita a Dio do­ po la sospirata fine dell'esilio, una comunità che potesse inau­ gurare nella madre patria una nuova vita benedetta da Dio . 7·

Cfr. Hermann, Ezechiel ( 1 924) p.

XIX.

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

Questo è anche lo scopo di P, che ebbe pure origine duran� te l'esilio, sebbene dopo H. Ambedue questi documenti, seb­ bene orientati al sospirato ritorno in patria, vengono presen­ tati come se fossero stati composti anteriormente al primo ingresso in Canaan e come dati da Dio al suo popolo nel Sinai. Per quanto ci è dato di capire, H godeva in origine di una esistenza indipendente, senza introduzione e conclusione sto­ riche. Nonostante ciò si presentava con la chiara pretesa di esser rivelato da Dio a Mosè sul Sinai . Ciò si può vedere, ol­ tre che dall'annotazione finale che lo dichiara in modo ine­ quivocabile ( 2 6,46 ) , dalla formula introduttoria : ]ahvé par­ lò a Mosè ( r 7 , r ) e dai precetti stessi che si pongono in vista del futuro ingresso di Israele in Canaan ( r 8 ,3 .2 4 .27; 1 9 ,2 3 ; 20,24 ). Proprio allo stesso modo con cui D ( § 34, 1 e 7 ) , iso� lato in origine ma probabilmente già provvisto di introdu­ zione e conclusione storiche, venne poi inserito nell'antico tessuto narrativo del Pentateuco, cosl H perse ben presto la sua indipendenza e fu conglobato in un contesto narrativo . Non siamo in grado di dire se venne inserito in P quando questo era ancora indipendente, oppure venne inserito diret­ tamente nel Pentateuco che conteneva già P. Ad ogni modo Neh. 8 , 1 4- 1 8 presuppone - si veda quanto diremo al § 7 3 ,7 - che H, e più esattamente Lev. 2 3 ,3 3-43 , fosse incluso nel libro della legge di Mosè già al suo tempo e cioè all'epoca di Esdra ; e va notato che per il libro della legge di Mosè s 'in­ tende l'attuale Pentateuco e non il solo P allo stato di isola­ mento. I fatti descri tti da Neh. 8 , 1 4- 1 8 ebbero luogo proba­ bilmente ( § 7 3 ,5 ) all'inizio del quarto secolo a.C. Sicché, supposto che H abbia avuto origine verso la metà del sesto secolo, rimane un secolo e mezzo a disposizione per conce­ dere che sia prima collegato con P e, poi, inserito nel Penta­ teuco. È questo un periodo di tempo più che sufficiente.

§ 3 6 . LA FORMAZIONE DEL PENTATEUCO L'analisi ha dimostrato che nel nostro Pentateuco è stato messo insieme un numero discreto di opere letterarie o, di�

§ ;6. La formazione del Pentateuco

ciamolo più semplicemente, di libri. Messi secondo l'ordine cronologico che abbiamo stabilito, abbiamo : L, J, E, B 1 , D , H, P. Rimane ora da esaminare il modo col quale queste varie parti furono messe insieme. Detto in altri termini, l'unione avvenne in un'unica redazione o per gracli successivi? Esclu­ diamo subito la prima possibilità. Accenniamo qui solo ad al­ cuni dei motivi che ci autorizzano a questa esclusione . Sap­ piamo già che l'interpolatore cli B clisponeva della composi­ zione J + E ( § 3 3 , 2 ) ; anche i compilatori delle introduzioni a D conoscevano una successione narrativa degli avvenimenti sinaitici, che era anteriore all'intervento di H e P e che era il risultato della combinazione L + J + E + B ( § 3 4 , 1 ) . Senza dubbio alcuno la formazione del Pentateuco va distribuita in vari studi successivi, nei quali i vari 'libri' riportati nel Penta­ teuco vennero messi insieme. Per usare una terminologia af­ fermata, chiameremo tali stacli 'redazioni' . Nella critica penta­ teucale si è imposta una terminologia uniforme, per cui ven­ gono chiamati redattori coloro che operarono questa fusione ; essi vanno clistinti dai compilatori o autori dei singoli 'docu­ menti' (Urkunden) o 'libri' o 'fonti'. È pure diffus a la prassi di distinguere i vari redattori, ponendo dopo la lettera R la si­ gla della fonte come esponente. Cosl la mano che interpolò B è indicata con RB, il responsabile dell'inserzione di D con Rn , e cosi via. Né la terminologia né il sistema delle sigle sono immuni da ambiguità. Si veda il caso, per esempio, del com­ pilatore di H : egli si trovava di fronte ad alcune raccolte già fissate per iscritto e le mise insieme; sotto tale aspetto non può essere distinto nettamente da un redattore. Per quanto riguarda le sigle, si prenda per esempio Rn : essa potrebbe in­ dicare ugualmente il responsabile dell'unione delle due intro­ duzioni ( § 34,8), e in tale senso viene intesa talvolta la si­ gla. Nonostante ciò è meglio conservare questa classificazione. Per quanto riguarda le sigle, ciò che è stato detto è sufficiente a chiarire in quale senso le usiamo . Per la terminologia dob.�

r . B stesso può, e probabilmente è, più antico di del Pentateuco è più recente di essi ( § 33,4).

L, J

ed

l \

E ; ma in quanto parte

152

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

biamo distinguere tra l'autore, che è chi rielabora sistemati­ camente il materiale, e il redattore, che invece lavora in mo­ do meccanico. La distinzione tra i due tipi d'intervento è abbastanza percettibile, almeno nelle fonti narrative. Per que­ sto riteniamo opportuno conservare la terminologia usuale e le sigle corrispondenti. Abbiamo, dunque, con certezza diverse redazioni in suc­ cessione cronologica . Alcune, come Rn e Rn, possono essere dimostrate con prove irrefutabili ( § 3 3 ,3-4) . In altri casi la situazione è meno chiara. A me sembra, che, nonostante l'ar­ gomentazione in contrario di Smend, non sia provato che J fosse già congiunto con L all'epoca della composizione di E . Meriterebbe, invece, più attenzione l'ipotesi opposta, secon­ do la quale J ed E potevano essere già congiunti, quando fu inserito L . H è in una situazione simile, come abbiamo già visto ( § 3 5 ,2 ) : non si può sapere con certezza se H sia stato inserito in P quando questo era isolato, oppure se fu in­ serito direttamente nel Pentateuco allargato dall'apporto di P. Inoltre, non si può sempre determinare con precisione la data delle singole redazioni; spesso dobbiamo accontentarci di affermare che ebbero luogo non molto tempo dopo la com­ posizione della nuova fonte. Ma questi problemi, che non tro­ vano soluzioni soddisfacenti , non sono di grande importanza . Possiamo accontentarci di delineare la formazione del Penta­ teuco come una successione di aggiunte date dall'inserimento , di volta in volta, di fonti nuove in un corpo più antico ; que­ sto quadro, che s'adatta bene alla maggioranza delle redazio­ ni, può essere riassunto nello schema seguente, ove è da no­ tarsi che il segno + indica una redazione : L + J + E + B + D + H + P. Sicché vengono postulati gli interventi di RJ , RE, Rn, Rn, RH e RP. Abbiamo già detto in termini essenziali (p . 1 24) che i redattori e i loro contemporanei consideravano sempre la fonte, da loro aggiunta al materiale più antico, co­ me decisiva. Essi interpretavano l'antico in base al nuovo e , quando il materiale antico contrastava con le nuove istanze, sapevano trovare il modo per circoscriverlo e neutralizzarlo . Prima di concludere dob�iamo fare ancora una precisazio-

§ 36. La formazione del Pentateuco

153

ne. Le fasi della formazione del Pentateuco, delineate dalla critica letteraria ed espresse nella siglia LJEBDTP e in RJ RE RB Rn RH RP, sono ipotetiche nello stesso grado con cui è ipo­ tetica - lo sottolineamo di nuovo - la critica pentateucale , sebbene tale ipotesi si basi su motivazioni autentiche . È ne­ cessario tener presente tale carattere ipotetico. Sono sempre utili tentativi che cercano di percorrere strade diverse. Tale impresa si è proposto di compiere, p . es . , Dornseiff nella serie di saggi Antikes zum Alten Testament 2 , il quale, libero dalle pastoie dell 'ipotesi imperante, ha cercato una soluzione al problema del Pentateuco con un metodo proprio, fondato sul­ l'analisi della letteratura greco-romana. In realtà, pochi lavori del genere sono sta ti capaci di minare la sicurezza del metodo critico imperante nell'analisi del Pentateuco . E, tuttavia, tali tentativi sono salutari, anche a prescindere dall'effetto pro­ dotto nella generalità dei critici. Il loro valore consiste, oltre che negli apporti validi in singoli punti, nell'ammonire con­ tro una fiducia troppo assoluta nella validità dei risultati del­ la stessa critica letteraria pentateucale . Ciò che importa non è in definitiva questa o quella analisi di un passo, ma la visio­ ne d'insieme . La critica 'moderna' del Pentateuco - vecchia ormai di oltre duecent'anni - ha sostituito l'immagine prima imperante di un Pentateuco piatto ed uniforme con una vi­ sione tridimensionale. Essa ci permette di considerare il Pen­ tateuco come un complesso che si è formato lentamente, nel corso di uno sviluppo durato svariati secoli, anzi un intero millennio . Questo è il suo vero merito . E questa concezione è destinata a resistere, nonostante tutte le varianti che assu­ merà in futuro, in continuazione peraltro con la varietà di opinioni con cui è stata presentata nei secoli precedenti. 2. I . Genesis: ZAW 52 ( 1934) 57-75 = Kl. Scbr. I ( 21 9 5 9 ) 203-46 ; 2 . Exodos : ZAW 53 ( 1 935) 1 5 3-7 1 = Kl. Scbr. , 246-73 ; 3 . Levitikon, Arithmoi : ZAW 55 ( 1 937) 12736 = Kl. Schr. , 273-86; 4 · Die Abfassungszeit (Zeit und Verfasser) des Penta­ teuchs und die Deuteronomiums(Deuteronomion)frage : ZAW 56 ( 1938) 64-85 = Kl. Schr. , 286-329 ; Verworfene Ecksteine, in Curtius Festschr. ( 1 957) 61-5 ; Die Verfasser des Pentateuchs : Das Altertum 5 ( 1959) 205-1 3 . Su questo v. Hempel in: ZAW 72 ( 1 96o) 269 s.

B . I PROFETI (nebt'im) CAPITOLO PRIMO

GLI ANTICHI LIBRI STORICI (r/bi'im ri'sonzm, profeti anteriori)

§ 3 7 · I LIBRI DI GIOSUÈ , GIUDICI , SAMUELE E RE COME PARTI DI UN COMPLESSO MAGGIORE Benzinger, ]ahvist und Elohist in den Konigsbuchern : BWANT 27 ( 192 1 ) ; Bud­ de, Die Biicher Richter und Samuel. Ihre Quellen und ihr Au/bau ( r 89o) ; Cornill,

Ein elohisticher Bericht iiber die Entstehung des israelitischen Konigtums in I Samuelis I-XV aufgezeigt : ZKWL 6 ( 1 885) I I 3·4I ; Zur Quellenkritik der Bii­ cher Samuelis : Konigsberger Studien I ( r 887) 25-89 ; Noch einmal Sauls Konigs­ wahl und Verwer/ung : ZAW ro ( r 89o) 96-109; Eissfeldt, Die Quellen des Rich­ terbuches ( 1925 ) ; Die Komposition der Samuelisbucher ( 1931 ) ; Haney, The Wrath of God in the Former Prophets ( 196o) ; Holscher, Das Buch der Konige, seine Quellen und seine Redaktion : FRLANT 36 ( 1923 ) 1, 158-213; Kittel, Die pentateuchischen Urkunden in den Biichern Richter und Samuel : ThStKr 65 (1892) 44-71 ; MacLaurin, The Hebrew Theocracy in the tenth to the sixth centuries B.C. An Analysis of the Books of ]udges, Samuel and Kings ( 1959); Simpson, Composition of the Book of ]udges ( 1957 ); Smend, ]E in den geschichtlichen Biichern des AT: ZAW 39 ( 1921 ) x8r-217; Wiener, The Composition of /udges Il,II to I Kings II,46 ( 1929); Wiese, Zur Literarkritik des Buches der Richter: BWANT 40 ( 1926); WolfE, Das Kerygma des deuteronomistischen Geschichts­ werkes : ZAW 73 ( 196 1 ) 35-50. [Harrington, A Biblica/ View of History : lrish ThQ 28 ( 1962) 207-22; Jenni, Zwei ]aht':t.ehnte Forschung an den Biichern ]osua bis Konige : ThR 27 ( 1961) r-32, 97-146; Soggin, Der ;udiiische 'am-ha'ar� und das Konigtttm in ]uda. Ein Beitrag zum Studium der deuteronomischen Geschi­ chtsschreibung: VT 13 ( 1963 ) 187-95 ] . - Cfr. anche la bibliografia ai §§ 5 · r 8 . 22·36. 38-4 1 . I.

Sguardo generale a Giosuè - 2 Re

I libri da Giosuè a 2 Re continuano la narrazione, che in Deut. 3 4 s 'arresta alla morte di Mo s è , fino al 5 6 r a.C. con l'accenno alla grazia concessa di Evil-Merodac a Joiakin re di Giuda. Ponendo attorno al r 200 a.C. la morte di Mosè questi libri ricoprono un periodo di circa sei secoli e mezzo. Quest 'arco di tempo è diviso in quattro parti dalla spartizio­ ne in corrispettivi quattro l ip ri della narrazione : Giosuè, Giu -

§

37·

I libri di Giosuè, Giudici, Samuele e Re

I ) .5

dici, Samuele e Re . L'ulteriore suddivisione in due libri di Samuele e Re ha avuto luogo, come fra poco si dimostrerà 1 , in un secondo tempo . L'ambito di queste quattro parti è con­ trassegnato dai seguenti avvenimenti : dalla morte di Mosè alla morte di Giosuè ed Eleazaro (Ios. 24,29-3 3 ) , da questa alla nascita di Samuele ( I Sam. 1 ) , da quest'ultimo alla fine di David e agli inizi di Salomone ( I Reg. r-2 ) e, infine, da Sa­ lomone alla grazia concessa a Joiakin ( 2 Reg. 2 5 ,2 7-30) . Ad un esame più accurato tuttavia, si osserva che tale spartizione non è perfetta. La morte di Giosuè e la sua genealogia ricor­ rono due volte, in Ios. 24,29-33 e in Iud. 2 ,8-ro, e fra queste troviamo pure le annotazioni seguenti : E avvenne dopo la morte di Giosuè in Iud. r , r e Giosuè congedò in Iud. 2 ,6 . La seconda metà del libro di Giosuè dà l'impressione che la con­ quista di Canaan da parte d'Israele e il conseguente insedia­ mento delle singole tribù siano dei fatti definitivamente com­ piuti ; ma Iud. I , r -2 ,5 2 ci presenta una situazione diversa, prospettandoci un quadro ben lontano da quel traguardo . I due racconti che parlano rispettivamente della migrazione della tribù di Dan (Iud. 1 7· 1 8 ) e dell'oltraggio avvenuto a x . Cfr. pure S x8,2. 2 . Gurewicz, The Bearing of ]udges I-II,5 on the Authorship of the Book of ]udges : ABR 7 ( 1959) 37-40. Su 1 ,36: hassela' , cfr. Hammond, Petra : BA 23 ( 1 960) 29-32, e su Petra in genere Cleveland, The Excavation of the Conway High Place (Petra): AASOR 34-35 ( x96o) 57-58, tavv. x*-x8*; Hammond, Exca­ vations in Petra in I959 = BASOR 159 ( 1 960) 26-3 1 ; cfr. [Haag, Von ]ahwé ge­ fiirt. Auslegung von Ri, x-20: Bibel und Leben 4 (1963 ) Io3-I5 ; sempre su Pe­ tra, Hammond, Petra. The Excavation of the Main Theatre: The American Scho­ lar 3.2 ( 1 962-63 ) 93-n6; Diana Kirkbride, A short Account of the Excavations at Petra in I95J·I9J6 : Ann . Dep. Ant. Jordan 4-5 ( x96o) 1 17-22; Seyl Aclat, a Pre-Pottery-Neolithic Village near Petra-which fills in the Background to the Earliest ]ericho and Hacilar: ILN .242 ( 1 963) 82-4; Millard, A Seals /rom Petra : PEQ 93 ( x96x ) 136, Pl. XVIII B ; Parr, Nabataean Sculpture from Khirbet Break : Ann . Dep. Ant. Jordan 4-5 ( 1960) 134-6 ; Le «Conway High Place» à Pétra. Une nouvelle interprétation : RB 69 ( x 9 6 2 ) 69-79, tavv. I-IV; Petra, the Famous De­ sert City of the Nabataeans, Archaeologically Examined: The Discovery of the Earliest Buildings-Part I: ILN 241 ( 1962) 746-9 ; Beatiful Nabataean Pottery and Figurines: Discoveries from the First Systematic Excavations at Petra-Part II :' ILN 241 ( 1962 ) 789-891 ; Wright, Structure of the Qasr Bint Far'un : PEQ 93 ( 1961) 8-37, tavv. 1-11, x folding pian; Petra-The Arched Gate, I959-6o : PEQ 93

( 1961 )

1 24- 35 ,

tavv. xv n , xv m A.

156

Parte III: Analisi dei libri dell'A.T.

Gabaa di Beniamino (Iud. I 9 ,2 I ) benché vengano design a ti comunemente come 'appendici al libro dei Giudici', non han­ no rapporto alcuno con la narrazione del libro. E poiché trat­ tano della situazione di due tribù israelitiche non ancora for­ mate o sistemate in modo definitivo, il loro posto più adatto sarebbe prima, e non dopo, le narrazioni di I ud. 3 , 7- I 6 , 3 I . Si conviene generalmente nell'ammettere che l'attuale separazio­ ne tra Samuele e Re interrompe lo stretto legame che c'è tra 2 Sam. 2 0 e I Reg. I -2 . La separazione tra questi due brani intimamente connessi viene ancor più marcata dall'intrusione in 2 Sam. 2 1 -2 4 di un amalgama di racconti, elenchi e cantici. 2 . Giosuè - 2 Re:

prolungamento delle fonti pentateucali o opera storica deuteronomistica?

I libri, dunque, di Giosuè, Giudici, Samuele e Re non sono opere a sé stanti, contrassegnate da un chiaro inizio ed una esplicita conclusione . Né possiamo dire che tali libri abbiano una struttura chiara ed ordinata. Di conseguenza per arrivare a capire la struttura e la storia della loro formazione è neces­ sario non considerare, in un primo tempo, l'attuale suddivi­ sione in libri e prendere in esame, invece, il contesto più am­ pio nel quale questi libri sono stati inclusi. Se si segue que­ st'esigenza fondamentale - che talvolta è, purtroppo, disatte� sa - le opinioni sulla composizione di questi libri tendono a raggrupparsi in due tesi generali, diametralmente contrappo­ ste. La prima ritiene che la base del complesso costituito da Giosuè, Giudici, Samuele e Re sia data dalla continuazione delle fonti riscontrate nel Pentateuco. La seconda nega che ci siano legami tra Giosuè-Re e il Pentateuco - o meglio , tra Deuteronomio-Re e il Tetrateuco - e considera Deut. -Reg. co­ me un'opera storica compilata in Giudea verso il 5 50 a.C. da un autore deuteronomistico, che utilizzò svariati frammenti di materiale sparso, completandolo con sostanziali aggiunte di propria mano . Holscher, che è forse il più acuto sostenitore della prima tesi, afferma a p. 7 dell sua Geschichtsschrei­ bung in Israel del 1 9 5 2 : Robertson, The Period of the ]udges: BJRL 3 0 ( 1 946 ) 91-u4; Rudolph, Textkri­ tische Anmerkungen zum Richterbuch in Eissfeldt-Festschr. ( 1 947 ) 199-2 1 2 ; Schreiner, Septuaginta-Massora des Buches der Richter (An Bibl 7 , 1957 ); Taubler, Biblische Studien, 1 : Die Epoche der Richter, ed. H.-J . Zobel ( 1 958 ) ; van Zyl, The Relationship o/ the Israelite Tribes to the Indigenous Population of Canaa11 according to the Book of ]udges : OuTWP ( 1959) 5 1 -60 ; The Message Formula in the Book of ]udges: OuTWP ( 1959) 6 1-4 ; Vollborn, Die Chronologie des Richterbuches, in Baumgiirtel-Festschr. ( 1 959) 192-6. [ Alonso-Schokel, Erzahl­ kunst im Buche der Richter : B ib l 4 2 ( 1 961 ) 143-72 ; Beyerlin, Gattung und Her­ kunft des Rahmens im Richterbuch, in Weiser-Festschr. ( r 964 ) r-29 ; Dus, Die