I salmi [7 ed.] 8831520601, 9788831520607

I Salmi sono un "libro di canti di lode", come lo chiama la tradizione giudaica. In realtà, esso contiene una

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I salmi [7 ed.]
 8831520601, 9788831520607

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I SALMI nuova versione, introduzione e commento di T/ZIANO LORENZIN

Per quanto riguarda il Primo Testamento, la Collana segue 1 ' ordine del canone ebraico.

I deuterocanonici sono posti alla fme. L'espre ssione «Primo Testamento >> sottol inea la continuità, pur nella diversità,

tra i due Testamenti ( cfr. Eb 8,7.13): essa accoglie l'esito del dialogo ebraico­ cristiano, che ha portato a leggere con sen sibilità diversa il rapporto tnt antica e nu ova alleanza e quello tra i due testamenti.

Quarta edizione, 2009

Nullaosta fr. Luci ano Fanin Ministro provinciale 25 lu gli o 2000

PAOLINE Editoriale Libri @ FIGLIE DI SAN PAOLO, 2001 Via Francesco A lbani , 21 - 20149 Milano

www.paoline.it edlibri.mi @paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Corso Regina Margherita, 2- 10 153 Torino

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.l>, plurale irregolare di fhilld (« lode »), si trova già in un frammento del secolo I a.C. nella 4• grotta di Qumran. 11 termine fhillim sembra sostituire quello più antico, fpillot ( « suppli­ che » ), che si trova in Sal 72,20. Il nuovo accento teologico è posto sulla lode al Signore: il Salterio come totalità è una lode a più voci al Signore, la quale deve crescere tra lamenti e invocazioni. Girolamo dice espressamente che il titolo ebraico del Salterio è sephar tallim1•

2. Il testo dei salmi e versioni antiche

Il testo ebraico masoretico (TM) nella sua forma attuale è datato intorno al secolo X d.C. (il codice di Aleppo verso il 930 d.C., il codice di Leningrado ver­ so il 1 008 d.C.). Essendo il Salterio il Jibro più usato nell ' antichità, non è sor­ prendente trovarvi una buona quantità di « corruzioni » del testo. I motivi posso­ no essere stati la frequente trascrizione del salmo, la lingua poetica spesso arcai­ ca, le leggi della metrica ebraica, i ritocchi attualizzanti. Soprattutto per opera di M. Dahoo>, nella dinamica della preghiera e nel linguaggio essi si ispirano a generi letterari ambientati nel culto. L'esegesi pertanto non può abbandonare il loro studio. Non si può, comunque, dimenticare la forma specifica di ogni salmo e la sua biografia individuale, che devono essere messe in evidenza. I salmi non sono, prima di tutto, letteratura ma grida del cuore di uomini e donne di fronte a tutte le sfide personali e collettive della vita72• Inoltre, si è notato che il linguaggio dei salmi è aperto e metaforico. Questo fatto potrebbe essere una importante chiave ermeneutica per l ' interpretazione del Salterio. Se gli sforzi di collegare i salmi con contesti storici hanno avuto scarsi ri­ sultati , potrebbe essere più fruttuoso muoversi fuori dal Salterio e ricercare qual­ che descrizione concreta, o possibile riferimento a individui o a gruppi richiamati nei salmi, analizzando quelle occasioni o momenti in cui tali parole furono o po­ trebbero essere state appropriate. Nei libri narrativi e profetici si potrebbero trova­ re piste per l ' interpretazione o, forse meglio, illustrazioni deli' applicabilità delle forme e del linguaggio dei salmfl. .

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9. Riletture nel Salterio

Rilettura significa la ripresa di un testo o di un motivo linguistico con una di­ versa interpretazione. Alcuni salmi si presentano in una forma composita, o sono il risultato di altri salmi, o parti di salmi reinterpretate in un secondo tempo74• Il m Einleitung

in die P.talmen. Die Gattungen der religiOsen Lyrik Jsraels, GOttingen 1 933, 1 9854, p. 30. Cfr. K. Seybold, Einfiihrung, p. l 03; J. Vermeylen, Où en est l 'exégèse du psautier?, in Lumière et Vie 202, XL ( 1 99 1 ) 8 1 -82. Lo sforzo dello studio deiJa storia dei generi letterari non è stato vano: ha reso attenti a molti fenomeni letterari; ha permesso all 'esegeta di superare una lettura individualistica dei testi, per attirare l'attenzione sul loro radicamento comunitario. Ci si rende conto, però, che il metodo non è sta­ to applicato con il discernimento necessario; la volontà di classificare i testi ha condotto a farli entrare di for­ za nelle categorie alle quali essi non conispondono interamente. La detenninazione del genere letterario non è sufficiente per comprendere il senso « profondo » del testo. La preghiera non si lascia chiudere in catego­ rie generali, ma sgorga dal cuore deli ' essere umano in una situazione concreta 71 P.D. Miller, lnterpretinK the Psalms, p. 5 1 . 71 Cfr. E . Zenger, Einleitung, p. 320. 73 P.D. Miller lnterpreting the Psalms, p. 53. Più avanti (p. 57) l 'autore chiama queste illustrazioni « ambiente o contesto narrativo >> dei salmi e porta come esempio le « confessioni di Geremia >> come con­ testo che potrebbe illuminare la situazione deli' orante di fronte a Dio e ai nemici nelle lamentazioni o sup­ pliche. Uno sforzo in questa direzione è stato fatto già dagli autori delle soprascritte dei salmi: cfr. J.-L. Vesco, L'approc:he canonique du Psautier, in RevThom 1 02 ( 1 992) 497-498. 74 Secondo Cr. Levin (Da.f Gebetbuch der Gerechten. Literargeschichtliche Beobachtungen am Psalter, in ZTK 90 [ 1 993] 379), « eccetto gli acrostici, ci sono pochi salmi che sono stati composti di getto >>. 70

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Introduzione

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risultato è spesso differente dalla forma e dal la loro funzione primitiva. Molti sal­ mi sembrano il frutto dell 'attività degli scribi dell'esilio e del postesilio75 e si av­ verte in essi l ' influsso della sapienza e della tora, e della ricerca della vera pietà, più di quella del culto. Un altro processo di rilettura, entrato nella formazione del Salterio, è la tra... sformazione di salmi individual i in salmi della comunità. Un caso particolare di questa reinterpretazione collettiva dei salmi, in epoca postesi lica, sarebbe la tra­ sposizione al popolo d' Israele della « regalità », privilegio del re, in attesa della venuta « finale » del messia salvatore76• Secondo A. Bonoran, le originarie « situa­ zioni vitali » hanno perduto, nel corso dei tempi , il loro spessore storico concreto e i salmi sono stati sempre più universalizzati. Nel Talmud è messa in bocca ai rabbini, che vivevano verso il 90 d.C., una discussione se Davide avesse compo­ sto i salmi per sé o per la comunità. Questa venne conclusa con l 'affermazione che Davide scrisse i salmi sia in relazione a se stesso sia in vista di tutta la comu­ nità78. Secondo J.L. Mays, questo modo di interpretare i salmi non è affatto un ar­ tificio ermeneutico. È piuttosto un richiamo a ciò che accadde quando i salmi fu­ rono usati come Scrittura e liturgia, cioè quando nella sinagoga i salmi di Davide furono letti come liturgia della comunità e come meditazione dei pii. L' attuale forma canonica dei salmi sembra il risultato di molteplici attualizzazioni. Questo approccio non ebbe origine nelle sinagoghe e nelle Chiese dei primi secoli d.C., ma è ciò che accadde nella stessa composizione del libro dei salmi: « Il processo mediante il quale si formò il libro e la forma canonica che ne risulta, dimostra che i salmi, come ora noi li abbiamo, sono la voce di un' identità composita, più che la voce di qualche individuo storico specifico. I salmi, in cui parla un individuo, hanno un "significato originario" solo in un senso complesso e polivalente. Nella loro stessa composizione, sono stati inseriti tratti tipici ed espressioni poetiche che, assieme, creano una persona intenzionalmente aperta ali 'uso di differenti e successive persone. Le preghiere, o tipi di preghiera, originariamente destinate al­ l 'uso di individui , con il tempo arri varono a essere il veicolo per la comunità. La comunità arrivò a capire se stessa e a pregare in una comune solidarietà come un " Una traccia di queste rielaborazioni nel Salterio è anche la presenza di casi in cui sembra siano adoperate le regole dell al tiqré e della gezerah .fhawah. Cfr. ad esempio Sal 62. 1 O. che si richiama ai Sal 39.6 e 1 16,1 1, oppure Sal 54,5 che riporta con qualche modifica il Sal 86, 14. La sostituzione di zedim, « ar­ roganti », in Sal 86, 1 4 con zarim. « stranieri », in Sal 54,5 non è casuale. Il redattore ha trovato questa pa­ rola in un testo parallelo, ls 25,5, dove è in coppia con 'ar�im, « violenti », vocabolo presente anche in Sal 86, 1 4b. Il termine zarim, in tutta la Bibbia, appare ancora un'altra volta (ma in questo caso con suffisso) in coppia con 'ori.yim in Is 29,5 (cfr. zaraylt l ar�im). Sappiamo che la regola ermeneutica dell'a/ tiqré era conosciuta dalla LXX e dal Cronista e quella della gezerah shawah dal Cronista (cfr. T. Lorenzin, L'uso della regola e1'11feneutica Gezerah Shawah nel Cronista, in RivB 44 [ 1996] 65-70; L'uso di un procedi­ �nto esegetico analogo all 'al tiqré in l e 2Cronache, in RivB 40 [ 1 992] 67-76); J. Schaper, Der Septuaginta-P.falter, p. 1 80 76 Cfr. J.-M. Auwers, Le psaume l 32 panni le.f graduels, in RB 103 ( 19%) 546-560: il Sal 1 32 è me­ DO una preghiera per il Messia davidico che per lo stesso Israele, il quale si appropria delle opere pie di Da­ vide e rivendica a proprio vantaggio i benefici dell'alleanza che il Signore aveva concluso con il suo eletto. 77 l Salmi, in F. Festorazzi - A. Bonora - A. Sisti (edd.), /1 Messaggio della Salvezza, p. 2 1 5 ; per K. Seybold (Einftihrung, p. 92) la rilettura è un fenomeno sicuro nei salmi. 78 b.Pesachim 1 14a; cfr. b.Berachot 3a. '

'

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Sezione introduttiva

"io" allo stesso modo di un "noi". Le preghiere individuali furono usate come li­ turgia comunitaria [ ... ] »79• V interpretazione collettiva dei salmi in uso nella sinagoga - e in seguito nel­ la Chiesa - continua dunque l ' interp�etazione e l ' esperienza che diedero origine al Salterio.

lO. Dimensione retorica e poetica dei salmi

I salmi sono poemi religiosi , ossi a espressione poetica di esperienze religio­ se80. Sono testi ritmici ed espressivi . Hanno le qualità di ogni poesia: un contenu­ to particolare, una fonna particolare, un particolare effetto. Il contenuto coinvol­ ge emozioni, immaginazione e significato; è segnato dalla bellezza ed è trasmes­ so in una forma: verso, ritmo, strofa, procedimenti sonori, immagini, simboli e altri procedimenti stilistici. Non è possibile interessarsi del significato del salmo trascurando la sua dimensione estetica, perché significato e bellezza sono stretta­ mente interdi pendenti . t ) Parallelismo Una del le più i mportanti caratteristiche della poesia biblica è la presenza di un bilanciamento fra elementi che la compongono. Il bilanciamento nel signifi­ cato è i l fenomeno che è comunemente chiamato « parallelismo »: è la ripetizio­ ne, o lo sviluppo di una intuizione poetica, in più parti disposte in parallelo, cioè l ' argomento del primo emistichio di un verso è anche l ' argomento del secondo emistichio, nonostante sia spesso espresso in parole diverse81• 11 verbo di un emi­ stichio a volte è simile, opposto, oppure diverso dal verbo dell ' altro emistichio: il pensiero può essere ripetuto, contrastato o prolungato. Si distingue quindi un parallelismo sinonimico, se ambedue gli emistichi so­ no espressi da verbi simili (cfr. Sal 5 1 ,9: « Aspergimi con issopo e sarò puro, / la­ vami e sarò più bianco della neve »); parallelismo antitetico, se nel secondo emi­ stichio si oppone il contrario (cfr. Sal 1 ,6: « Perché il Signore conosce la via dei giusti, l ma la via degli empi si perde »); parallelismo sintetico o progressivo, se l ' idea espressa nel pri mo emi stichio è sviluppata nel secondo emistichio (cfr. Sal 3,5: « Se a piena voce il Signore io invoco, l mi risponde dal suo monte santo »). In generale, però, il parallelismo non è sempre così chiaro, perché il poeta è amante della variazione. Si riconosce anche un parallelismo interno ed esterno: il parallelismo inter­ no fra emistichi di uno stesso verso (cfr. i casi precedenti), e parallelismo esterno

79 J.L. Mays, The Lord Reign.f, p. 49. 10 Cfr. W.G.E. Watson, Classica/ Hebrew Pnetry, Sheffield 1 986; L. Alonso Sch(Skel, Manuale di Poetica Ebraica, Brescia 1 989; P.D. Miller, lnterpreting the Psalms, pp. 29-47; J. Trublet, La poétique des psaumes. in Lumière et Vie 202, XL ( 1 99 1 ) 55-73. 111 l rotoli di Qumran testimoniano il valore che la comunità dava ai salmi come testi poetici, trascri­ vendoli in stichi con i parallelismi (cfr. 4QPs").

Introduzione

3S

fra versi successivi, cioè « al di fuori » del verso. Anche il parallelismo esterno può essere sinonimico (cfr. Sal 1 9,9: « I precetti del Signore sono retti, l rallegra­ no il cuore; Il il comando del Signore è limpido, l dà luce agli occhi »); antitetico (cfr. Sal 1 6, 1 0- 1 1 : « Perché non mi abbandonerai negli inferi, l né lascerai che i l tuo fedele veda l a fossa. Il M i farai conoscere i l sentiero della vita, l m i sazierai di gioia alla tua presenza »); sintetico (cfr. Sal 67,2-3: « Dio abbia pietà di noi e ci be­ nedica, l faccia splendere il suo volto su di noi ; Il perché si conosca sulla terra la tua via, l fra tutte le genti la tua salvezza »). Le due parti messe in parallelismo possono rapportarsi tra loro in vari modi, i quali però suppongono che la seconda parte (B) sia connessa con la prima (A) e abbia qualcosa in comune con essa. Alcune volte la seconda parte conferma la pri­ ma, la specifica, la completa, la sviluppa. Le relazioni possono essere di questo ti­ po: « poiché A, così B », « A è avvenuto, anche B è avvenuto », « se A, allora an­ che B », e così via. La struttura del parallelismo dona ai salmi un movimento retorico fonda­ mentale, che assomiglia al ritmo calmo del respiro umano. I salmi vogliono esse­ re un « respiro parlante » di fronte a Dio e in comunione con altri112•

2) Altri procedimenti stilistici Il fenomeno più frequente dello stile letterario, sia in prosa sia in poesia, è la ripetizione. Esso tende ad attrarre l 'attenzione. Una delle forme di ripetizione nei salmi è l 'inclusione: un lessema, un emistichio, un verso ali ' inizio di un testo è ri­ petuto alla fine dell'unità. Questo è frequente negli inni e nei salmi di rendimento di grazie. Il compito di ringraziare e di benedire il Signore non è mai finito, perché è la parola iniziale e finale. La ripetizione di parole o frasi ha anche una funzione strutturante, offrendo al lettore indizi su come mettere assieme le cose, delimitare sezioni o unità di pensiero nel movimento del salmo. Una ripetizione particolare è il ritornello: un verso intercalato che si ripete a intervalli regolari. Può servire d� « inclusione », se apre e chiude il salmo (Sal 8,2. 10; 1 1 8, 1 .29); può separare due strofe differenti (cfr. Sal 42,6. 1 2 e 43,5). L' ordine degli elementi può essere strutturato in forma di chiasmo: figura re­ torica per cui due espressioni si riferiscono a due altre seguenti, ma in ordine in­ verso, secondo lo schema abb 'a ' (cfr. Sal 1 9,2: « I cieli (a) narrano (b) la gloria di Dio (c) l e l 'opera delle sue mani (c' ) annuncia (b') il firmamento (a' ) »). L' espres­ sione polare è un modo di esprimere la totalità mediante la menzione dei due poli estremi (« cielo e terra »), mentre nel merismo la totalità è espressa menzionando i poli estremi della stessa categoria (cfr. Sal 8,8: « i greggi e gli armenti » ). Anche se nel Salterio è insolita la rima, sono frequenti i procedimenti sono­ ri. L' allitterazione è la consonanza fonica ali ' inizio di parole o di sillabe (cfr. Sal 1 22,6: sa'a lu s�lom yrusaliim, « Invocate pace su Gerusalemme »). L' assonanza è una corrispondenza di suoni fra vocali accentate (cfr. Sal 1 ,3b: piryo... be •itto... lo ' yibbol, « Il suo frutto... a suo tempo... non appassisce »). I.: onomatopea si ha 12

Cfr. E. Zenger, Die Nachl, p. 37.

3"6

Sezione introduttiva

quando una parola imita il suono di ciò che descrive (cfr. Sal 1 40,4a, dove il sal.; mista imita il sibilo del serpente: sananu lesonam lémo na�JDS, « Affilano la loro lingua come il serpente »). 3) Ritmo

È la successione di impressioni uditi ve che variano regolarmente nella loro intensità obiettiva. Si verifica quando in una serie è presente un ritorno periodico di un elemento che emerge sugli altri. Oggi si ritiene che il ritmo della poesia ebraica si basi su un detenninato numero di accenti di un' unità ritmica chiusa dal segno della pausa grande o piccola. Di solito si indica con cifre il numero degli accenti, con il segno + la piccola pausa. Allora potremmo avere un verso di due emistichi con tre accenti ciascuno (3 + 3); oppure un verso di tre emistichi con due accenti ciascuno (2 + 2 +2). Degno di nota è il verso chiamato qina (lamen­ to), usato soprattutto nelle lamentazioni e costituito dallo schema 3+2. Lo sche­ ma più usato è 3 + 3. 4) Immagini Le immagini non servono per vestire idee, ma sono connesse con la perce­ zione della realtàKJ. Nell ' immagine poetica avviene una fusione senza confusione di due enti o piani differenti : in essa si attuano in qualche modo la sintesi e l ' in­ terscambio delle qualità. Il repertorio immaginativo dei poeti ebrei è diverso dal nostro, perché legato a esperienze tipiche del mondo mediorientale. Si distingue la similitudine, figura retorica che si fonda sulla relazione di somiglianza tra due cose o tra due piani. Una o più particelle funzionano da cerniera. Una similitudi­ ne completa è composta di quattro parti: oggetto della comparazione, elemento usato in senso metaforico, il segno della comparazione, la base della comparazio­ ne, cioè il tratto semantico che è condiviso dal i ' oggetto e dal i ' elemento84 (cfr. Sal 1 ,3: « Egli [oggetto] sarà come [segno] un albero [elemento] trapiantato lungo ri­ vi d'acqua [base] »). La metafora consiste in una sola parola o frase, e non con­ giunge i due piani, ma sostituisce l ' uno con l ' altro. È una similitudine dove è omessa la connessione (il segno). Alla base vi è la somiglianza. La metafora può essere completa o abbreviata, quando la base è sottintesa (cfr. Sal 1 1 9, 1 05 a: « Lampada al mio passo [elemento] è la tua parola [oggetto] »: la base [luce] è sot­ tintesa). La poesia ebraica è povera della metafora nuova e sorprendente; preferi­ sce dilatarla i mpiegandola come similitudine. L'allegoria è una tìgura retorica che sotto un oggetto ne adombra un altro, realizzando una corrispondenza di membro con membro. Un esempio si potrebbe trovare in Sal l 29, 1 , dove si ideo., L. Alonso SchOkel, Manuale di Poetica Ebraica, pp. 1 20- 1 74. In questo capitolo intitolato Le im­ magini l 'autore mette innanzi tutto in guardia da alcuni pericoli: l) nella Bibbia si libererebbe l 'immagi­ nazione orientale. 2) le immagini servono per vestire le idee; 3) alcune immagini sono morte a forza di es­ sere usate; 4) spiritualizzazione del concreto; 5) mancanza di fantasia nella loro intepretazione. In un se­ condo momento egli distingue similitudine, metafora, allegoria. simbolo e parabola. 114 Cfr. V. Bertalot, Tradurre la Bibbia. Problemi di traduzione della Bibbia Ebraica, Roma 1980, pp. 78-86.

Introduzione

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tifica la storia dell 'individuo con quella di tutta la comunità in pellegrinaggio a Sion, invitata a confessare l 'azione del Signore. La vita de li' orante diventa un'al­ legoria della storia d'Israele: « Mi hanno molto avversato fin dalla mia giovinez­ za - lo dica ora Israele l mi hanno molto avversato fin dalla mia giovinezza, ma su di me non hanno prevalso. l Sul mio dorso hanno arato gli aratori, prolungan­ do i loro solchi ». Infine il simbolo è un segno nel quale il rapporto tra significan­ te e significato è quasi naturale. La poesia biblica è un tesoro di si mboli religiosi, semplici o meravigliosi. Si distingue il simbolo archetipico, che ha le sue radici nella condizione umana, spirituale e tìsica de li ' uomo (luce, oscurità, acqua, fuo­ co, casa, strada, montagna, la posizione del corpo in piedi, seduto o in cammino), il simbolo culturale, quello proprio di una o più culture (relazione del pastore con le pecore; il « goelato » [riscatto] tipico d' Israele), il simbolo storico, quello che prende origine da un fatto storico, il quale giunge ad avere un valore simbolico per il popolo (liberazione dali 'Egitto, Mar Rosso)8� -



., Cfr. M. Oirard. us symboks dan.f la Bible, Paris 1 99 1 .

Parte seconda

TRADUZIONE E COMMENTO

IL

PORTALE DEL SALTERIO Salmi 1 -2

u Ugge ria lllla vitti

1 1Felice l ' uomo che non va nel consiglio degli empi, non sosta nella via dei peccatori e non siede in compagnia dei beffardi; 2ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita• giorno e notte. 3Sarà come albero trapiantato lungo rivi d'acqua, che dà frutto a suo tempo e le cui fronde non appassiscono! Tutto quanto egli fa, riesce bene. 4Non così gli empi: ma sono come pula che il vento disperde. 5Perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nella comunità dei giusti. 6Perché il Signore conosce la via dei giusti mentre la via degli empi si perde. Il Messia e le nazioni

'Perché si ribellano le nazioni e i popoli sussurrano cose vane? 2Si accampano2 i re della terra e i principi cospirano insieme contro il Signore e il suo consacrato: 2

1 Cfr. Sal 2, l. n verbo hdga significa «recitare sussurrando, meiDOI'ÌZZale e meditare un testo ». 2 Il verbo yii�ab in Hirpael esprime l' idea deUo schierarsi, dell 'assumere una posizione in combattimen­ to, del presentarsi al combattimento ( I Sam 17, 16� Ger 46,4; Zc 6,5). Cfr. S. Bazylinski, l Salmi 20-2 1, p. 3 1 8.

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Traduzione e commento

3« Spezziamo le loro catene, scuotiamo via il loro giogo! » 4Assiso nel cielo se ne ride, il mio Signore3 si fa beffe di loro. 5Poi parla loro con ira e con il suo sdegno li spaventa: 6« lo stesso ho stabilito il mio re su Sion, mio santo monte ». 'Voglio informarvi del decreto: Il Signore mi ha detto: « Th sei mio figlio, oggi io ti ho generato. 8Chiedi a me e ti darò in eredità le nazioni, in tuo possesso le estremità della terra. 9Potrai spezzarle con scettro di ferro, frantumarle come un vaso d' argilla ». 10Siate saggi, dunque, o sovrani, lasciatevi ammonire, o governanti della terra. 1 1Servite il Signore con timore e con tremore esultate. 12Imparate la disciplina4, che non si adiri e vi perdiate per via! In un istante si accende il suo sdegno. Felice chiunque si rifugia in lui ! Numerosi indizi fanno pensare che nella redazione finale il Sal l costituisca assieme al Sal 2, molto più antico e diverso per stile, il portale d'ingresso di tutto il Salterio. Da un manoscritto trovato a QumranS, in cui i due salmi sono applicati in modo parallelo alla comunità degli « eletti di Israele », sembra fossero conside­ rati una unità. Nel testo occidentale di At 1 3,33, citando Sal 2, 7, si dice: « Come è scritto nel primo salmo ». Anche il Talmud testimonia l ' usanza di leggere i salmi

' Per distinguere ddonay da yhwh, il primo è stato tradotto sempre « mio Signore » e il secondo sem­ pre « Signore 4 11 TM ha naS.f�qu- bar: un'espressione oscura, che è stata variamente tradotta. Secondo K. Seybold (Die Psulmen, p. 30), « Rendete omaggio l baciate il figlio potrebbe essere una rilettura derivata dal v. 5 di un testo che probabilmente era: « Baciate i suoi piedi (b'rugliiyw da bur wgilu). Il contesto mi fa prefe­ rire la proposta tradizionale della LXX (druxusthe paideias) e della Volgata (upprehendite disciplinam). Questa resa è ritenuta più probabile da P. Sacchi B. Chiesa (La Biblia Hebraica Stuttgurtensia e recenti studi di critica del testo deli 'AT ebraico, in Henoch 2 [ 1 980] 20 1-21 1 ). ' Cfr. 4Q525. •

».

»

-

Il portale del Salterio, Sal l -2

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1 -2 come una unità6 • L'analisi dei due salmi confenna questa tradizione. Essi si di­ staccano dalla seguente collezione dei « salmi di Davide » (Sal 3-41 ), perché sono senza soprascritta e non sono strutturati come preghiere: non ci si rivolge a Dio in seconda persona. Sono incorniciati da due beatitudini (Sal l , l ; 2, 1 2): la benedi­ zione finale in Sal 2, 1 2d sembra essere un' aggiunta posteriore, che manifesta 1 ' in­ tenzione di unire i due salmi. Questi sono collegati inoltre da alcuni richiami ver­ bali: haga, « sussurrare/meditare » (Sal l ,2; 2, 1 ) ; la strada (derek) che si perde, 'iibad (Sal 1,6; 2, 1 2): il destino dei nemici del Signore e del consacrato sono de­ scritti nel Sal 2 con gli stessi termini usati nel Sal 1 . Si può dire che il Sal 2 riferi­ sce in termini collettivi (nazioni, popoli, re, governanti) quello che nel Sal l è espresso in fonna individuale'. I due salmi, se letti insieme, hanno interessanti col­ legamenti anchè con altri testi della Bibbia: i Sal l , l -2 e 2, 1 0- 1 2 si ispirano a Dt 6,4-9; Sal 1 ,2-3, inizio degli « Scritti », la terza parte del canone, rimanda a Gs l ,78, inizio dei « Profeti », la seconda parte del canone; anche il richiamo del Sa1 1 a MI 3,22, a conclusione dei « Profeti », diventa più forte se i salmi l e 2 sono letti come una unità8• Salmo l. È catalogato fra i salmi sapienziali per il tono didattico e per vari motivi letterari . È nato nei circoli dei sapienti come lode alla rivelazione divina fissata nella tora (sacra Scrittura). Inizia con una « beatitudine )) (macarismo), un genere letterario che sembra trovare il suo ambiente vitale nella vita politica e nella scuola della sapienza. Con essa si invitavano i cittadini a seguire fedelmen­ te i1 proprio re e il discepolo ad accogliere e a praticare l ' insegnamento della sa­ pienza. Qui il maestro di sapienza invita ad accogliere la ri velazione divina come un insegnamento che dona vita. Chi sceglie il cammino proposto in questo salmo è benedetto, perché è quello accompagnato, benedetto e amato (cfr. nel v. 6 il ver­ bo « conoscere ))) dal Signore stesso. Il salmo è opera di un poeta che mette as­ sieme vocabolario, stile e teologia, tratti da varie parti dell 'emergente canone della Scrittura ebraica, per ri spondere alla domanda: come si deve vivere nel pre­ sente per avere un futuro felice. Il salmo è composto da due strofe antitetiche che contrappongono il giusto, come albero (/( 4e�) ben piantato (vv. 1 -3), ali 'empio, come pula (kamm.O�) al ven­ to (cfr. l 'assonanza) (vv. 4-5). Il motivo teologico della riuscita della vita del giusto e del fallimento di quella dell' empio è dato nella conclusione al v. 6. Movimento e vocabolario del salmo evidenziano che non ci può essere alcuna confusione tra la via del giusto e quella dell 'empio: sono due stili di vita opposti. Il netto contrasto è dato dalle due particelle avversati ve ali ' inizio del v. 2 e nel mezzo del v. 4: « ma »

6

Cfr. Berakot 9b-1 Oa.

Cfr. J.C. McCann Jr.. A TMological lntroduction. pp. 4 1 -43. Cfr. E. Zenger. Der Psalter ab Wegwei.ter und WegbeRleiter. P.f 1-2 ab Proiimium des Psalmenbuchs, pp. 29-47: J.L. Mays. The Piace of the Torah-P.talm.f in the Psalter. in JBL l 06 ( 1 987) 3- t 2; A. Deissler, Die Stellung von P.talm 2 im Psalter. pp. 73-83: M. Millard, Die Komposition de.t Psa/ters. pp. 9- 10; anche se­ condo P.D. Miller (The Beginning l�(the Psalter. in J.C. McCann [ed.]. The Shape. pp. 83-92) le connessio­ ni tra i due salmi sono innegabili : esse indicano, almeno a livello di edizione, che i salmi l e 2 dovevano es­ sere letti insieme come entrée nel Salterio. 7

11

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Traduzione e commento

(ki 'im). La congiunzione conclusiva « perciò » ('al ken) nel v. 5 non lascia dubbi: coloro che accettano l ' istruzione divina saranno « felici », « non così », invece, gli empi. Questo risultato è messo in evidenza anche dalla prima parola del salmo, « felice », e dali 'ultima, « si perde ». 11 contrasto è illustrato pure alla fine, nei vv. 56, neiJa ripetizione delle parole « via», « giusti » ed « empi ». In particolare si noti il chiasmo: empi-giusti-giusti-empi. I giusti sono al centro de1 1 'attenzione divina. Bisogna scegliere tra il centro o la periferia deli ' esistenza, tra la vita o la morte9• Il movimento profondo del salmo è espresso inoltre dai simboli del vento, dell 'acqua e della terra. Terra e acqua sono segno della stabilità e della fecondità del giusto; il vento, invece, richiama l ' inconsistenza e la sterilità de11 'empio. Simboli della tem­ poralità ciclica sono le notti, i giorni e le stagioni; di quella lineare sono, invece, il frutto dell ' albero a suo tempo (il giudizio), la dispersione della pula e la via che si perde. Una ulteriore struttura profonda antropologica è quella data dalle tre posi­ zioni fondamentali dell 'uomo: in cammino, in piedi, seduto. Al giusto che non va, non sosta e non siede con gli uomini senza Dio (v. l ), corrisponde l 'empio, il qua­ le invece è ghermito dal vento (v. 4), non regge (v. 5), si perde nel vuoto (v. 6) 10• Infine, una struttura più di superficie: il salmo inizia con la prima lettera de l i ' alfa­ beto ebraico, Alef ( 'aire) e termina con l ' ultima, Taw (to'bed). Vuole dare una istruzione completa dalla A alla Z sul cammino della vita. [1,1-3] Il cammino dei giusti: Israele ha sperimentato se stesso come un po­ polo in cammino verso una meta, la terra promessa. Le indicazioni stradali che egli incontra non sempre sono esatte. Ma il giusto non si lascia influenzare dalle idee degli empi e dal comportamento dei peccatori e dei beffardi, che sorridono quando si tratta della Parola di Dio. Con questo uomo il salmista si rallegra, per­ ché si è deciso per il cammino che lo porterà alla felicità (v. t ). È l ' ideale di vita presentato dal Deuteronomio (Dt 6, 7): andare, stare e fermarsi « con le parole del Signore ». Il termine tora, ripetuto due volte nel v. 2, potrebbe indicare due suoi differenti aspetti: 1 ' istruzione donata da Dio lungo tutta la storia della salvezza e la Parola di Dio scritta, soprattutto i codici legislativi del Pentateuco, ma anche il Salterio stesso. È una parola che il giusto medita con piacere11, ripetendosela in· cessantemente in ogni momento della giornata e in ogni tempo gioioso o triste dell a sua vita. La tora non rimane un materiale esterno da imparare, ma diventa una realtà vitale (v. 2). L'albero ben piantato è il si mbolo della stabilità, ma anche di una crescita verso una meta. È immagine di vita, perché è stato trapiantato in un luogo irrigato dali ' acqua corrente. Dà frutto a suo tempo e non sperimenta mai l ' autunno: tutte le opere del credente hanno un senso, perché egli si muove gui­ dato dalla tora (v. 3). Si realizza in lui la profezia di Ezechiele (Ez 47, 1 2): le ac­ que che escono dal santuario sono ora quelle che sgorgano dalla tora 12• ' Cfr. J.C. McCann Jr., A Theological lntroduction, pp. 32-33; J.L. Mays, Psalms, pp. 44-5 1 . L . Monloubou, L'imaginaire des Psalmistes. P.faumes e t symboles, pp. 1 1 3- 1 14. 11 Esiste in Israele una festa della (( gioia della tori» (sim!Jat tora). Cfr. J. Ebach, Freude an der Tora,

1 ° Cfr.

in BK 55 (2000) 2-5.

12 Cfr. J.ED. Creach, Uke a Tree Planted by the Tempie Stream: The Portrait of the Righteous in Psalm 1 :3, in CBQ 61 ( 1 999) 34-46. Secondo l 'autore il Sal l dovrebbe essere letto assieme ad altri sal­ mi (Sal 52, 1 0; 92, 1 3 - 1 5), in cui il giusto è ritratto mediante l ' immagine di un albero piantato nel luogo

Il portale del Salterio,

Sal 1 -2

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[vv. 4-S] n cammino degli empi: l 'i mmagine della pula dispersa dal vento nel giorno della mietitura presenta, invece, la sterilità della vita di coloro che non hanno trovato ne l i ' ascolto della Parola di Dio e nella fede un appoggio stabile (cfr. Is 7,9). Messe al vaglio, anche le loro opere apparentemente ben riuscite si riveleranno inconsistenti (v. 4). Il senso del v. 5 è controverso: si tratta di un giu­ dizio alle porte della città o in tribunale, dove gli amorali non potranno reggere13, oppure di un giudizio escatologico? Il contesto storico in cui il salmo è stato pre­ messo al Salterio (secolo III o II a.C.) fa pensare a un giudizio finale su chi ap­ parterrà alla comunità escatologica14• Nel giudizio definitivo di Dio si rivelerà la separazione netta degli empi , i quali non potranno stare in piedi assieme alla co­ munità dei giusti (cfr. Sal 2, 1 2). L'ora della conversione sarà ormai passata (v. 5). [v. 6] Conclusione: i due emistichi del verso sono asimmetrici (nel primo il soggetto è Dio, nel secondo è la via). La riuscita finale dei giusti (�addfq'im) è do­ vuta esclusivamente alla comunione con il Signore (cfr. yiida ', « conoscere aman­ do >>) che ha dato loro la forza e la luce per potere e volere camminare. Il falli­ mento e la perdizione, invece, sono immanenti alla stessa condotta perversa de­ gli empi (rsa ''im). La loro è solo in apparenza una via, perché si perde nel vuoto. A ogni essere umano è proposta la scelta fondamentale: la vita o la morte (Dt 30, 1 5- 1 6), la benedizione o la maledizione.

Salmo 2. La sequenza de1le scene di questo salmo corrisponde al rituale di intronizzazione di un re (presentazione del nuovo re, responsabile di un nuovo ordine mondiale, la proclamazione del re; lettura del protocollo da parte del nuo­ vo sovrano). Secondo alcuni si tratterebbe di un salmo molto antico (del secolo X, secondo Dahood1s); si riferirebbe a dei re storici determinati ; è scritto in un lin­ guaggio iperbolico e riletto più tardi in chiave messianica. Secondo altri, invece, si tratterebbe di un salmo postesilico, composto in un'epoca in cui gli ebrei non hanno più né monarchi né autonomia politica. Si riferirebbe al Messia atteso; è scritto con il linguaggio simbolico della speranza, a imitazione di una liturgia di intronizzazione. Sembra però che il problema circa la datazione preesilica o postesilica del salmo sia una falsa alternativa, perché il salmo è composto di ele­ menti pre- e postesilici, messi insieme dopo l ' esilio16• L' ambiente del salmo non sembra quindi essere né i l palazzo reale, né il cul­ to preesilico, ma la comunità postesilica umiliata, che ha nazionalizzato le attese e le prerogative del regno di Davide ormai cessato, applicandole a sé17• In esso il Signore è presentato come il Sovrano di tutto il mondo, che può de­ porre e stabilire i re. Egli ha eletto Davide e ha assicurato una dinastia stabile dosanto. Sal 1 ,3 sembra indicare uno spostamento della salvezza daJ tempio al la tord. Ora è la mediÌazione della torti che rende stabile il giusto, come l'albero trapiantato lungo il torrente del tempio. 13 Cfr. K. Seybold, Di� Psalmen, p. 29. 14 E. Zenger, Die Nachl, p. 46. 1' Cfr. M. Dahood, Psalms, l, p. 7. . . . 16 Questo appare anche dall'analisi colometrica del salmo: cfr. O. Loretz, Eine J:olometrische Alllllyse von Psalm 2, pp. 9-26. Secondo questo autore solo i vv. 6-8 troverebbero il loro Sitz im Leben nel preesilio (pp. 24-26). 17 Cfr. O. Loretz, Eine kolo�Mtrische Analys�, pp. 24--26.

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Traduzione e commento

po di lui in Gerusalemme, alla quale assoggètta i re stranieri. Ribellandosi contro il re di Gerusalemme, è come se si ribellassero a Dio, che interverrà decisamente (cfr. Is 7,6 e 1 4,24-27). Nella redazione finale del Salterio, il Sal 2 deve essere let­ to assieme al Sal 72, ultimo salmo della seconda collezione, il quale esalta le virtù del re ideale. Il compito del sovrano di Sion nel salmo è duplice: nei vv. 1 -9 egli deve sot· tomettere i re della terra con la forza della sovranità mondiale del Signore (cfr. la rivolta dei popoli ne11a terra [vv. 1 -3]; la reazione del Signore in cielo [vv. 4-6]; la reazione del consacrato in Sion [vv. 7-9]); nei vv. 10- 1 2 il sovrano, invece, si presenta come una specie di maestro della tora per i popoli , a cui è offerta un'ul­ tima possibilità di salvarsi, sottomettendosi alla volontà del Signore. Si può notare una grande tensione drammatica espressa negli interventi di vari personaggi (la voce di un anonimo, le mormorazioni e le grida dei ribelli, le risa e poi le minacce di Dio, le parole del sovrano che cita la promessa divina, ri­ presa della voce anonima). Esso vuoi dare una risposta alla domanda urgente: Chi regna veramente sul mondo? [2,1-3] La rivolta dei popoli: la prima scena richiama la concezione egiziana e mesopotamica dell ' ordine mondiale minacciato dal caos: il Dio creatore e il re, come suo rappresentante, operano insieme rendendo possibile una convivenza so­ ciale ordinata1H. La minaccia ora è rappresentata dai popoli e dai re vassalli di Israele contro il Signore e il re di Gerusalemme, il suo consacrato. La congiura è descritta con quattro verbi: ribellarsi, sussurrare, accamparsi, cospirare. Ma è un piano che andrà a vuoto (v. 1 ). Il consacrato (masia�, v. 2) è il re di Gerusalemme, unto con olio nella ceri monia di elezione regale: cfr. Sal 45,8 (v. 2). Il programma degli insorti è quello di scuotere il giogo del trattato di vassallaggio (v. 3). [ vv. 4-6] La reazione del Signore dal cielo: in un primo tempo il sorriso di scherno (cfr. Sal 37, 1 3 ; 59,9), poi la collera che. condanna (cfr. Is 1 7 , 1 3). La ri­ bellione avrà un esito imprevisto: è l ' ironia de lla storia, che sta ben salda nelle mani del Signore, sovrano del cielo e della terra. Egli stesso ha intronizzato il re sul monte Sion. L'uso della prima persona sottolinea enfaticamente che il fatto storico ha una validità permanente ( v. 6): da Sion, monte di Dio, vengono la vita e la pace (Sal 46; 48); al re di Sion il Signore offre l ' investitura e la sua protezio­ ne (cfr. Sal 1 8 ; 89). [vv. 7-9] La reazione del re di Sion: in una terza scena il sovrano ripete il pro­ tocollo della sua incoronazione, applicando a se stesso il decreto di Dio per Sa­ lomone: « Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio » (2Sam 7,14). E l 'espressione: « Oggi io ti ho generato » significa che l ' adozione a figlio (cfr. Sal 89,27-28) è re­ sa attuale e operativa nell ' « oggi » della liturgia (cfr. Sal 95,8). Non è un fatto bio­ logico, ma una dichiarazione giuridica (v. 7). Nella seconda parte del decreto era stabilito che il re poteva chiedere un dono al Signore per il buon governo (cfr. l Re 3,5; Is 7, I l ). Il contenuto della richiesta è di estendere i contini della propria so­ vranità a tutta la terra (cfr. Sal 72,8; 89,26). Questa è la conseguenza giuridica e logica della sua adozione divina. Se interpretiamo letteralmente il testo, questa •• E. Zenger, Die Nacht, pp. 47-52.

Il portale del Salterio, Sal l-2

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sovranità non è concessa a un re storico di Israele nel momento della sua intro­ nizzazione, ma l 'espressione è vera solo per il re futuro, il Messia (cfr. Mie 5,3; Zc 9, 1 0). Nella terza parte del l 'oracolo sono usate immagini tipiche della propa­ ganda imperiale egiziana e mesopotamica. Il vaso di argilla spezzato ricorda i l ri­ to di esecrazione orientale. Si scriveva sui cocci di argilla il nome dei nemici per poi frantumarli, ottenendo magicamente l 'annullamento dei rivali 19• La verga di ferro potrebbe essere la mazza da guerra (cfr. Ger 5 1 ,20-24 ). Le due i m magi n i vo­ gliono mettere in risalto l ' autorità del re di Sion; non sono tuttavia una Iegittima­ zione del l , uso della forza (v. 9). [vv. 10-12] Ultimatum del salmista ai popoli del mondo: in questi versi, alla ribellione, mormorazione, insurrezione e cospirazione dei re della terra il salmi­ sta non oppone più le armi del re di Sion ma solo la parola: « Siate saggi », « la­ sciatevi ammonire >>, « servite con timore », « imparate la disciplina ». Il verbo haikl.lu, « siate saggi », si incontra generalmente in un contesto di sapienza (cfr. Pro 1 4,35; 1 7 ,2) e significa saper cogliere e accettare l 'ordine interno alla crea­ zione immesso da Dio e che determina la vita. Assoggettandosi alla legge del Signore, i re potranno regnare con successo per il bene dei propri popoli (cfr. Gs 1 ,7-8; 1 Re 2,3). Essi devono lasciarsi istruire dali ' insegnamento della tora (v. 1 0). Quindi viene fatto un appello eccezionale a re stranieri , simile a quello di Dt 6, 1 3. 1 5: è un invito ad adorare JHWH. Il culto a Dio armonizza esultanza e timore (v. 1 1 ) È un atto di intelligenza (v. 1 2a) per i sovrani del mondo tener conto del­ la reazione divina (cfr. vv. 4-6), che non si farà molto attendere: allora sarà trop­ po tardi e qualcuno potrebbe « perire per via » (v. 1 2b). La beatitudine finale è un' aggiunta che sembra slegata dal corpo del salmo ed è diretta ali ' orante o al l et­ tore del salmo. Gli si augura un atteggiamento di fiducia, in situazioni critiche, si­ mile a quello del futuro Davide (v. 1 2b). .

La posizione attuale dei salmi 1 e 2 aH ' inizio del Salterio è intenzionale. Thtto il libro quindi è posto sotto la luce della spiritualità de11a tora e della spe­ ranza nel Messia. Con questa prefazione il Salterio attuale acquista anche un ca­ rattere di documentazione della rivelazione divina, diventando nelle mani del fe­ dele, in modo analogo alla tora, un manuale di i struzione e di meditazione conti­ nua sul piano divino della sal vezza: lo ze lo nello studio del la tora è una condizione per il retto uso dei salmFn. I.: immagine ottimistica dei giusti , a cui tut­ to riesce hene, diventa un messaggio di speranza e una chiave interpretativa del senso profondo, davanti a Dio, delle molte sofferenze che, in realtà, essi subisco­ no secondo tanti altri salmi. Le concatenazioni tra i due salmi fanno sì che il giu­ sto e l ' empio, il re eletto d'Israele e le nazioni , insorte improvvisamente contro di lui, non siano entità disparate, ma in relazione fra loro. Scompare così il con­ fine tra il giusto e il consacrato di Dio, tra la stoltezza dell ' individuo senza Dio e 19 Cfr. K. Seybold. Die P!;almen, pp. 32-33. 10 Cfr. J.C. McCann Jr The P.talms as lnstruction. in lnt 46 (1992) 1 17-1 28; Ch. Levin ha ricercato le onne lasciate da questa spiritualità del gruppo dei « giusti » in tutto il Salterio: cfr. Das Gebetbuch der Gerechten, pp. 335-38 1 . .•

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Traduzione e commento

quella delle nazioni che si ribellano al suo consacrato21• La « via della vita >> inse­ gnata all ' indi viduo nel Sal l di venta anche la strada da percorrere per le nazioni di un mondo lontano da Dio. La loro empietà consiste nel dire « no >> a un « de­ creto » (IJiJq) divino, che legava l ' insediamento del re in Sion alla figliolanza con Dio e gli concedeva perciò anche l ' investitura come signore delle nazioni del mondo. I re della terra che assumeranno la tora del Signore a fondamento del lo­ ro governo « non periranno per via ))22• Alla domanda: Chi regna sul mondo? Le nazioni e i popoli pagani o il Si gnore? il Sal 2 dà una risposta chiara: è solo il Si­ gnore che regna nella storia, mediante il suo consacrato2.�. Il Messia escatologico ha il suo modello in Davide (cfr. 2Sam 7), perciò an­ che gli altri salmi di Davide che seguono devono essere letti e pregati nell' oriz­ zonte di fede aperto dal Sal 2. Ogni nazione, organizzazione o gruppo, che usino il potere umano indipendentemente dalla sovranità di Dio, sono teologicamente in ribellione e sperimenteranno il suo giudizio24• Il lettore del Salterio, pur vivendo in mezzo ai pericoli e sentendo la pressione di questi poteri contrari a Dio, non si deve scoraggiare: « Felice chiunque si rifugia in lui )) (v. 1 2c)2S. Questo sarà il te­ ma fondamentale delle suppliche che predominano nella prima parte del Salterio (Sal 3-89): non è chiesto a Dio un potere sovrumano, ma al pio israelita, nel rico­ noscere la propria fragilità, basta sapere che il Signore è un rifugio (IJiisa) sicuro. Egli infatti non è il Dio « lontano ». Il suo intervento mediante il re di Sion segna l ' inizio della fine delle difficoltà attuali in Israele, come del disordine nel mondo. Il sal mista sembra rivolgersi non tanto a tutto il popolo, ma piuttosto a un gruppo o a gruppi particolari, alla sua « comunità )), che egli invita a non reagire con la propria forza, ma a confidare nel Signore26• La tradizione cristiana ha letto il Sal 2 in senso messianico, sottolineando due caratteristiche del salmo: la designazione del re come figlio di Dio e l 'opposizione delle nazioni e dei loro sovrani al regno di Dio (At 4,25-26; 1 3,33; Eb l ,5; 5,5; Ap 2,26-27; 1 2,5; 1 9, 1 5 ; cfr. 1Cor 1 5,24-28). Considerati come una unità, i salmi l e 2 trovano il loro compimento in Gesù Cristo, figlio di Davide, che vince l 'empietà degli uomini e delle nazioni ribelli morendo per loro sulla croce, l ' albero della vi­ ta, realizzando il cuore della Legge: l ' amore al nemico. La comunità cristiana lo seguirà guardando alle sue onne indicate nel « discorso della montagna >> (Mt 5-7).

21

Cfr. N. Lohfink, P�almm�bet und Psalt�"�dtlktion, in ALw 34 ( 1992) 1-22. E. Zenger, « Wozu tosen die Volker. .. ? », pp. 495-5 1 1 ; A. Deissler, Die Stellung von Psalm 2 im Psalter, pp. 73-83. 23 Cfr. J . C . McCann Jr., A Theological lntroduction, pp. 42-43. 24 Cfr. G.T. Sheppard, Theology and the Book of Psalm.f, in lnt 46 (1 992) 143- 1 SS. 2.1 Secondo J .8. Brennan (Psalm 1-8: Some Hidden Harmonies. in BTB l O [ 1 980] 29), la sequenza dei salmi. cosl come ora noi l 'abbiamo, riflette un tentativo di adattare e applicare materiale molto più antico a 22 Cfr.

condizioni posteriori : l ' io di Davide all 'io del lettore. È una lettura del Salterio che apre la via a una inter­ pretazione escatologica e messianica di molti testi, che originariamente avevano un limitato ambiente sto­ rico e nazionale. Tutto il Salterio è visto come un dramma tra due vie, quella del Signore, del suo Re Unto e della comunità dei giusti, e quella degli empi e peccatori. 26 Cfr. F. Dietrich, Psalm 2, pp. 27-72.

IL SIGNORE UNICO BALUARDO DEI SOFFERENTI E DEI POVERI

Salmi 3 - 1 4

l. Cinque preghiere del giusto nell 'avversità

Preghiera al mattino di un perseguilllto 3

1

Un salmo di Davide nella sua fuga davanti ad Assalonne, suo figlio.

:. t ':

2Signore, quanti sono i miei avversari ! Molti insorgono contro di me ! 3Molti dicono della mia vita: « Non c'è salvezza per lui in Dio ». •Ma tu, Signore, sei uno scudo per me; mio onore, che innalzi il mio capo. 5A piena voce ho invocato il Signore e mi ha risposto dal suo monte santo. 6Mi coricai e mi addormentai: mi risvegliai, perché il Signore mi sostiene. 'Non temo la moltitudine di gente appostata attorno a me. RSorgi, Signore, sal vami, Dio mio! Sì, tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici, hai spezzato i denti degli empi. 'Del Signore è la salvezza, sul tuo popolo la tua benedizione. Preghiera alls sera di un povero

4 1Al maestro di coro. Con strumenti a corda. Salmo di Davide.

2Quando ti invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!

50

Traduzione e commento

NeIl ' angustia mi hai dato spazio, pietà di me, ascolta la mia preghiera. 3Uomini, fino a quando sarà infangato il mio onore? Amerete la vanità, cercherete la menzogna? 4Sappiatelo: il Signore ha riservato' per sé il fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco. 'Tremate e più non peccate, sul vostro letto riflettete nel vostro cuore, e tacete! 60ffrite sacrifici legittimF e confidate nel Signore. 'Molti dicono: « Chi ci farà vedere il bene? Si è dileguata3 da noi la luce del tuo volto, Signore! » 'Mi hai messo nel cuore una gioia maggiore di quando abbonda il loro grano e il loro mosto. 9Jn pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, al sicuro mi fai abitare. Preghiera al mattino di un accusato ingiustamente S

'Al maestro di coro. Per strumenti a fiato. Salmo di Davide.

2Alle mie parole porgi orecchio, Signore,

intendi il mio sussurro, 3sii attento alla voce del mio grido, o mio Re e mio Dio, poiché a te rivolgo la mia preghiera. 4Al mattino ascolta la mia voce, o Signore, al mattino faccio i preparativi4 per te e sto in attesa. 5Perché tu non sei un Dio che si compiace dell'empietà, non è tuo ospite il malvagio, 1

Altta traduzione possibile: « Ha fatto grandi cose per».

2 Letteralmente: « sacrifici di giustizia ». � Cfr. M. Dahood, P.'ìalm.'i, l, p. 26. Altra traduzione possibile: « Alza su di noi la luce del tuo volto,

Signore ». Alcuni (cfr. Kraus) propongono come complemento « un sacrificio » (cfr. Lv 6,5). �

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro l, Sal 3-14

51

6gli insensati non resistono dinanzi a tuoi occhi. Detesti tutti i malfattori, 7disperdi quelli che dicono menzogne. Sanguinari e fraudolenti il Signore li aborrisce. 8Ma io per la tua grande bontà entrerò nella tua casa; mi prostrerò con timore verso il tuo santo tempio. 90 Signore, guidami con la tua giustizia in risposta a chi m' insidia5; spiana davanti a me la tua via. 1«Non c'è sincerità nella loro bocca, il loro interno è un abisso, la loro gola un sepolcro aperto, con la loro lingua blandiscono. 11Castigali6, o Dio, soccombano ai loro intrighi; per tanti loro crimini, cacciali via, perché a te si sono ribellati. , cioè se non ho osservato la legge del taglione.

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro l, Sal 3- 14

53

'Sorgi, Signore, nella tua ira, alzati contro il furore dei miei avversari, svegliati per me: hai indetto9 un giudizio. 'L'assemblea dei popoli ti circondi; e tu ritorna in alto su di essa. 'Il Signore pronuncia la sentenza sui popoli: giudicami, Signore, secondo la mia giustizia e secondo l ' integrità che è in me. 10f'inisca il male degli empi. Conferma il giusto, tu che scruti i cuori e i reni, o Dio giusto. 11D mio scudo sta in Dio10, che salva i retti di cuore. 120io è giusto giudice, Dio si sdegna' ' ogni giorno. 13Se l 'uomo non si converte1 2 , egli affila la spada, tende il suo arco e lo punta; 14contro di lui prepara armi mortali, arroventa le sue frecce. 1'Ecco, l'empio ha concepito iniquità, gravido di malizia genera frode. 16Ha scavato una fossa, l 'ha resa profonda; è caduto nella buca da lui fatta. "Gli ricade in capo la sua malizia e la sua violenza gli ripiomba sulla testa. 18Voglio rendere grazie al Signore per la sua giustizia e cantare inni al nome del Signore, l'Altissimo.

9 Alcuni traducono questo verbo come un perfetto precativo: « indlci » (cfr. P. C. Craigie, Psalms l -50, p. 98). 10Aicuni considerano 'al un epiteto divino, « Altissimo », e traducono: « Il mio scudo è Dio Altissimo )), 11 Altra traduzione possibile: « che condanna ». 12 Letteralmente: « se non si converte ». La LXX ha il plurale. La prima frase del v. 13 è una cna interpretum. Appartiene alla fine del v. 12 come condizione per le minacce di Dio? Il TM l ' ha intesa co­ me introduzione della frase seguente. Chi è il soggetto: Dio o il peccatore? Secondo la sintassi si do­ \'rebbe preferire Dio, perché è il soggetto seguente. al quale il verbo si può ri ferire (cfr. F.-L. Hossfeld ­ E. Zenger, Die P.falmen, p. 74); la maggior parte dei traduttori però pensa al peccatore, secondo le tra­ duzioni antiche.

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Traduzione e commento

2. Inno alla dignità dell 'uomo

8 1Al maestro del coro. Su « l torchi ». Salmo di Davide. 20 Signore, signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra, che rispecchia 13 la tua maestà celeste ! 3Con la bocca dei bimbi e dei lattanti hai fondato un baluardo in risposta ai tuoi avversari, per tenere lontano il nemico e il vendicatore. 4Quando vedo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, 5cos 'è mai l 'uomo, perché lo ricordi, e il figlio dell'uomo, perché te ne curi? 6Eppure l ' hai fatto poco meno di Dio14, di gloria e di splendore lo hai coronato. 7Gli hai dato il dominio sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: 'pecore e buoi tutti quanti e anche le bestie della campagna; 9gli uccelli del cielo e i pesci del mare, quanto solca le rotte marine. 100 Signore, signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra ! •� La difficoltà di questo verso sta nelle due parole iniziali del TM 'll.fer fna: una particella relativa + un verbo ali ' imperativo maschile rafforzato da a (« dona dunque>>): una frase sintatticamente impossibile.

Non è chiaro neanche a chi si debba riferire il relativo 'li.fer (Signore? Tho nome? Terra?). Finora non si è trovato alcun testo del Sal 8 a Qumran. Per ottenere un testo comprensibile. qualcosa bisogna cambiare. Le ipotesi di soluzione seguono due piste. Un gruppo di commentatori cambia la particella relativa 'a.fer e r imperativo fna. ottenendo ad esempio questa traduzione: « ... sulla terra. Io voglio cantare la tua maestà celeste con la bocca di bimbi e di lattanti )). L'altro gruppo legge. diversamente, solo l' imperativo fna. Nella traduzione proposta si è scelto di leggere nel TM fna una variazione da niifnd. « ha dato. ha mostra­ to )) (cfr. E. Kautzsch - A.E. Cowley. Gesenius · Hebrew Grammar. Oxford l9HY, § 66h). Sembra che uno scriba abbia tralasciato la nun iniziale, usando forse la regola ermeneutica dell ' al tiqré, conosciuta almeno dal tempo della redazione del libro delle Cronache (cfr. T. Lorenzin. L'uso di un procedimento esegetico analogo al/ 'al tiqré in l e 2Cronache. in RivB 40 [ 1 992] 67 -76; J. Schaper, Der Septuaginta-Psalter. in E. Zenger. Der P.c;a/ter. p. 1 80). Il motivo del passaggio dal perfetto dell 'inno all'imperativo dell ' invocazio­ ne forse deriva dalla situazione di Gerusalemme e del suo tempio. distrutto nel 70 d.C. Per un motivo si­ mile sembra sia caduto nel TM anche il versetto nun in Sal 1 45, 1 3b. attestato invece dalle versioni antiche (LXX. Volgata. Siriaca e a Qumran [ I l QPs•]). Secondo il Talmud (bBer 4b) il v. 1 3b è stato tralasciato, per­ ché con questa lettera inizia la profezia di Am 5,2 sulla distruzione d' Israele: « È caduta (naprld) e non si rialzerà la vergine d' Israele ». In una Palestina distrutta dai Romani, la profezia, agli occhi di una comunità caduta nella miseria e perseguitata, sembrava particolannente terribile per la sua seconda frase: « E non si rialzerà ». Cfr. Ch. Pearl. The Theology ofP.c;alm 145. in JBQ 20 ( 1 99 1 - 1 992) 3-9; 73-78. 14 Il TM ha 'eliJhim. San Girolamo traduce « Deo )), la LXX traduce « angeli ».

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro I, Sal 3-14

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3. Un documento della spiritualità dei poveri

9 1Al maestro del coro su « Morte per il figlio ». . Salmo di Davide15•

2Voglio rendere grazie al Signore, con tutto il cuore, raccontare tutte le tue meraviglie. 3Voglio gioire ed esultare in te, inneggiare al tuo nome, o Altissimo, 4mentre i miei nemici retrocedono, di fronte a te inciampano e periscono, 5perché hai sostenuto la mia causa nel giudizio: ti sei assiso sul trono come giudice giusto. 6Hai redarguito i popoli, estirpato l 'empio, ne hai cancellato il nome in eterno e per sempre. 71 nemici sono battuti: una rovina eterna; ne hai distrutto le città: ogni ricordo di loro è svanito16• 8Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio: 9egli giudicherà il mondo con giustizia, pronuncerà un'equa sentenza per le nazioni. 1011 Signore sia un rifugio per l 'oppresso, un rifugio nei tempi di angustia. 11Confidino in te quanti riconoscono il tuo nome, perché non abbandoni chi ti cerca, Signore. 12lnneggiate al Signore, che abita in Sion, annunciate fra i popoli le sue opere. 13Egli, infatti, vindice del sangue, si ricorda di loro, non dimentica il grido degli afflitti. 14Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia afflizione a causa di chi mi odia, tu che mi sollevi dalle porte del regno della morte, •sperché possa raccontare tutte le tue lodi alle porte della figlia di Sion, esultare per la tua salvezza. 15 Questo salmo con il Sal IO è « alfabetico » come il 25, il 34, il 37, il I l i, il l l 2 il 1 19 e il 145. Ogni strofa o verso incomincia con una consonante. in ordine alfabetico, ma la struttura non sempre è se­ guita interamente. 16 Hemmiì è un rafforzamento del suffisso precedente. Altri propongono di leggere hinneh, « ecco », all ' inizio del v. 8. ,

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Traduzione e commento

16Sono sprofondati i popoli pagani 17 nella fossa che essi stessi scavarono, nella rete che avevano nascosta fu preso il loro piede. 17Si sappia che il Signore ha tenuto il giudizio: l'empio incappò nell 'opera delle proprie mani. Higgajon18• 18Ritornino gli empi negli inferi, tutti i pagani che dimenticano Dio. 19Perché non in perpetuo sarà dimenticato il povero, né la speranza degli afflitti svanirà per sempre. 20Sorgi, Signore, non prevalga l ' uomo; in tua presenza siano giudicati i popoli pagani. 21Poni, Signore, il terrore su di loro, sappiano i pagani che sono uomini. 10 'Perché, Signore, stai lontano?

Ti nascondi nei tempi di angustia? 2Con arroganza l 'empio perseguita il povero. Si ano presi nei raggiri che hanno tramato. 3Sì, l 'empio si è vantato delle sue brame; e l ' avaro ha benedetto19, no, ha disprezzato il Signore. 4L' empio dali ' alto della sua insolenza dice: « Non chiede conto! »20 ; « Dio non esiste ! » è tutto il suo pensiero. 5Prosperano le sue vie2 1 in ogni tempo; in alto, lontano da lui, sono i tuoi giudizi, di tutti i suoi nemici si fa beffe. 6Dice in cuor suo: « Mai vacillerò; di età in età, non sarò mai nella sventura »22� 'La sua bocca è piena di maledizione, di inganni e di sopruso; sotto la sua lingua: malizia e menzogna. 8Sta in agguato vicino ai villaggi,

17 11 termine goy può avere un senso neutrale: popolo (Dt 4,34), nazione (Es 9,24; Sal 83,5); oppure può significare « pagani », molte volte quando è contrapposto a 'am, « popolo » (cfr. L. Alonso Schokel, Diccionario Biblico Hebreo-Espaiiol, Madrid 1 994, p. 154). 18 Notazione musicale di significato oscuro. 19 U verbo « ha benedetto » sembra un'aggiunta secondaria, per attenuare l 'espressione blasfema. 10 Per altri il soggetto è l 'empio che « non cerca più ». 21 Con il q• re. 22 Letteralmente: « come uno che non è nella sventura».

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro l, Sal 3-14

nascosto uccide l ' innocente, i suoi occhi spiano l ' infelice. 9lnsidia di nascosto come leone nel covo, sta in agguato per sequestrare il povero; sequestra il povero attirandolo nella sua rete. 10Si china, si abbassa, e fra i suoi artigli cadono gli infelici. 11Dice in cuor suo: « Dio ha dimenticato; ha nascosto il suo volto, non ha mai visto nulla ». di

12Sorgi, Signore, alza la tua mano, o Dio; non dimenticare i poveri. 13Perché l 'empio può bestemmiare Dio, dire nel suo cuore: « Non chiedi conto »? 14'fu, tu hai visto l' affanno e il dolore, li guardi per ripagarli con le tue mani23• In te si abbandona l ' infelice, dell 'orfano tu sei l 'aiuto. "Spezza il braccio deli ' empio e del malvagio; castiga la sua empietà e più non la si trovi. 1611 Signore è re per sempre, in eterno;

sono scomparsi i popoli pagani dalla sua terra. 17Signore, hai esaudito il desiderio dei poveri, rinfranchi il loro cuore, porgi il tuo orecchio, 1'perché sia fatta giustizia ali ' orfano e ali ' oppresso, e non semini più terrore l 'uomo fatto di terra. 4. Quattro preghiere dei poveri

In tempo di oppressione, 110, fugG lllll /ede

1 1 1Al maestro del coro. Di Davide.

Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: « Fuggi24 al monte come un passero ! »

23 Altra traduzione: « li guardi per prenderli nelle tue mani ». ,. D /(tib ha il plurale « fuggite ».

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Traduzione e commento

2Ecco gli empi già tendono l 'arco, aggiustano la freccia sulla corda, per scoccarla nell 'ombra contro i retti di cuore. 3Quando le fondamenta sono scosse, il giusto che cosa può fare?25 411 Signore è nel suo tempio santo, il Signore, in cielo è il suo trono. I suoi occhi osservano, le sue pupille scrutano gli uomini. sn Signore scruta il giusto e l 'empio, egli detesta chi ama il sopruso. 6Faccia piovere26 sciagure27 sugli empi: fuoco e zolfo e vento infuocato siano la porzione del loro calice. 'Perché il Signore è giusto e ama le azioni giuste; i retti contempleranno il suo volto. Il grido di un povero

12 1Al maestro del coro. Sull 'onava. Salmo di Davide.

2Aiutami, Signore ! L'uomo fedele è sparito, sono scomparse le persone leali fra gli uomini. 3Dicono menzogne l 'uno ali ' altro, parlano con labbra adulatrici e doppiezza di cuore. 4Recida il Signore ogni labbro adulatore, la lingua che parla di imprese grandiose, �quanti dicono: « Per la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi; chi sarà il nostro padrone? » 6« Per lo strazio dei deboli, per il gemito dei poveri, 2S Altra traduzione possibile: « Il giusto che cosa ha fatto? ». Cioè: Che cosa è giovato al giusto op­ porsi all'empio? zc. Il verbo è in forma iussiva. Altra traduzione: « farà piovere ». 27 Le tteralmente : « lacci », che alcuni hanno interpretato come i fulmini lanciati dal cielo.

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro l, Sal 3- 1 4

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ora sorgerò, dice il Signore; e metterò in salvo chi è maltrattato »28• 7Le parole del Signore sono parole pure, argento raffinato in un crogiolo nella terra29, purificato sette volte. Srfu, o Signore, le manterrai, ci proteggerai sempre da questa gente.· 9Si aggirano intorno gli empi, mentre prevale la feccia degli uomini30• Fino a quando il Signore attenderà? 13

'Al maestro del coro. Salmo di Davide.

2Fino a quando, Signore, mi dimenticherai per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? 3Fino a quando patirò ansie nel mio animo, affanno in cuor mio tutto il giorno? Fino a quando prevarrà su di me il mio nemico? 4Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio. rischiara i miei occhi, che non mi addonnenti nella morte; 5che non dica il mio nemico: « L'ho vinto », e i miei avversari non esultino quando vacillo. 6Ma io confido nella tua bontà; esulterà il mio cuore per la tua salvezza; canterò al Signore per il bene che mi ha fatto. Che cosa è l'uomo senza Dio?

14 1Al maestro del coro. Di Davide.

Lo stolto dice in cuor suo: « Dio non c'è ». Sono corrotti, compiono azioni abominevoli; non c'è chi agisca bene. 2JI Signore guarda dal cielo verso i figli dell 'uomo, •

29 VI

Altre traduzioni possibili: « colui che lo desidera •· Oppure : « i l suo testimone,., Altre traduzioni: « lucente come oro ». oppure: « separato dalla terra ». Il testo ebraico della fine del salmo è oscuro.

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� �"' . .

traduzione e commento

.

per vedere se c'è un saggio, uno che cerchi Dio. 3Jlanno tutti deviato, sono tutti ugualmente perversi; non c'è chi faccia il bene, neppure uno . "Non se n'accorgono tutti i malfattori? Quelli che divorano il mio popolo come mangiassero pane, e non invocano il Signore. 5Ecco là, tremano di paura, poiché Dio sta in compagnia dei giusti ! 6Nel complotto contro il povero fallirete31, perché il Signore è il suo rifugio. 'Venga32 da Sion la salvezza di Israele! Quando il Signore muterà le sorti del suo popolo33, esulterà Giacobbe, gioi_rà Israele. Dopo i due salmi che fanno da proemio, inizia il primo salterio di Davide (Sal 3-4 1 ) . Ogni salmo, infatti , è attribuito a Davide, esplicitamente da11e soprascritte « di/per Davide », oppure implici tamente mediante la combinazione con il salmo precedente (Sal lO e 33)34• I redattori si sforzano di collocare le loro composizioni nella vita di Davide, organizzatore e ispiratore del culto di Israele (cfr. I Cr 1 5- 1 6). In questo modo i fedeli, che pregavano « i salmi di Davide », entravano spiritual­ mente nel clima della « comunità davidica ». Approfondendo il metodo delle concatenazioni proposto da Ch. Barth3s, sono state individuate in questo primo libro quattro collezioni parziali, o « unità di com­ posizione »: Salmi 3- 1 4; 1 5-24; 25-34 e 35-4 1 36• La prima unità è delimitata da una inclusione redazionale tra Sal 3,9 e Sal 1 4,7: ambedue i versi sono considerati co­ me aggiunte redazionali, che invocano la benedizione dal Dio di Sion sul suo po­ polo. La confessione finale in Sal 3,9a: « Del Signore è la salvezza >> è la risposta al grido dei « molti »: « Non c'è salvezza per lui in Dio », in Sal 3,3b. La domanda '1

Altta traduzione: « Davanti al piano del povero voi fallirete».

n Letteralmente: « Chi darà ». 33

Altra traduzione: « Quando il Signore farà ritornare i prigionieri del suo popolo ». tre libri ci sono solo quattro salmi senza soprascritta (Sal i O; 33; 43; 7 1 ), per ognuno dei quali esiste una forte tradizione manoscritta di combinazioni con il salmo immediatamente precedente: cfr. G.H. Wilson, Evidence of Editoria/ Divi.fion in the Hebrew Psalter, in VT 34 (1 984) 338. �� Ch. Barth, Concatenatio im ersten Buch des Psalter.f, pp. 30-40. 36 F.-L. Hossfeld - E. Zenger, Selig. weraufdie Annen achtet » (Ps 41,2), pp. 21 -50; G. Barbiero, Das 34 Nei primi

«

er.fte Psa/ml!nbuch al.f Einheit.

·

Il Signore unico baluardo dei so/ferenti e dei poveri,

Libro l, Sal 3- 14

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di benedizione sul popolo in Sal 3,9b non si adatta immediatamente al contesto e

si trova in tensione con il v. 7, dove il termine « popolo » indica un popolo in guer­ ra contro l 'arante. Questa prospettiva del Dio del popolo è ripresa in Sa1 14,7, do. ve si trova ancora una preghiera finale redazionale che implora dal Dio di Sion la salvezza di Israele, cambiando le sorti del popolo di Dio37• G. Barbiero ha rilevato nella macrostruttura della collezione dei Sal 3- 1 4 (Sal 3-7, lamento [A] ; Sal 8 lode [B]; Sal 9, ringraziamento [B']; Salmi 1 0- 1 4 1amen­ to [A' ]) un itinerario archetipo del primo libro del Salterio: le due collezioni late­ rali (Sal 3- 14 e 35-4 1 ) improntate dal lamento; nelle unità centrali (Sal l 5-24; 2534) c'è ancora il lamento, ma l 'accento principale è la lode (Sal 1 9; 24; 33)31• All ' interno della collezione (Sal 3- 14) mi sembra però preferibile isolare due unità legate fra loro da richiami verbali : le suppliche di un fedele in avversità ti· piche (Sal 3-7) e i salmi che si interessano dei « poveri » (Sal 9- 1 4 ). Il Sal 8 è po­ sto intenzionalmente al centro della composizione. Anch'esso è legato ai salmi che lo precedono (Sal 3-7) e a quelli che lo seguono (Sal 9- 14) dal motivo dei « nemici ». La prima unità parziale (Sal 3·7) è collegata strettamente con la se­ conda mediante richiami verbali non casuali: « Voglio rendere grazie+cantare in­ ni al nome del Signore, l 'Altissimo » in Sal 7, 1 8 e 9,2.3. In Sal 3,5; 4,2 1 ' orante si presenta come colui « che invoca (qara') il Signore », i suoi nemici invece sono qualificati in Sal 1 4,4 come « coloro che non invocano il Signore ». n grido « Sor­ gi, Signore » che risuona in Sal 3,8 - e si ripete in Sal 7,7; 9,20; 1 0, 1 2 - trova una risposta dal Signore stesso in Sal 1 2,6: « Per lo strazio dei deboli, per il gemito dei poveri, ora sorgerò, dice il Signore »39• In Sal 7,9 il Signore « pronuncia la senten­ za » (A) sui popoli ed è invitato dali' orante a « giudicarlo » (B) secondo la sua giu­ stizia. In Sal 9,9 l 'orante è sicuro che il Signore « giudicherà (B') il mondo con giustizia » e « pronuncerà un'equa sentenza (A') per le nazioni ». Anche ali ' interno delle due unità minori (Sal 3-7 e 9- 1 4) i salmi sono colle­ gati mediante vari richiami verbali. I primi cinque salmi (Sal 3-7) sono tutti sup­ pliche rivolte a Dio in mezzo a situazioni tipiche di bisogno: ingiustizia (Sal 4), falsa accusa (Sal 5), grave malattia (Sal 6), persecuzione da parte di molti nemici (Sal 3 e 7). Questi ultimi due sono inoltre uniti dali' espressione in comune: « Sorgi, Signore » (Sal 3,8; 7, 7), e da una soprascritta in cui si richiama una situa­ zione specifica di Davide perseguitato40• In particolare è interessante la ripetizio­ ne dei termini « giorno e notte » nei Sal 3-6: in ogni situazione difficile il « giu37 Secondo F.-L. Hossfeld - E. Zenger (« Selig, wer die Armen achtet » [Ps 41,2], pp. 35-36), Sal l 4,7 � certamente redazionale per i seguenti motivi: a) la prospettiva tipica di Sion del v. 1 non è nominata espli­ citamente nei vv. 1 -6; b) mentre i vv. 1 -6 presentano un conflitto tra due gruppi (i malfattori e la genera­ zione dei giusti [v. 5], o i « poveri » [v. 6], indicati come « mio popolo>>), in Sal 14,7a si tratta della restau­ razione del popolo del Signore « Giacobbe », « Israele »; c) una parentesi più interna fra i Sal 1 1 - 1 4 si può \·edere nell 'espressione « Nel Signore io trovo rifugio >> in Sal 1 1 . 1 e « Perché il Signore è il suo rifugio >> in Sal 14.6 (in questo caso il v. 6 sembra pure redazionale). Circa il motivo « il Signore come rifugio >> e la for­ mazione del Salterio si veda la tesi di J.F.D. Creach, Yahweh as Refuge. pp. 1 06 - 1 20 38Das erste Psalmenbuc.:h. pp. 7 1 9-730: l 'autore fa un'analisi sincronica del primo libro del Salterio. 39 E. Zenger, Was wird anders bei kllnoni.fcher Psalmenauslegung?, pp. 397-41 3 . Cfr. F.-L. Hossfeld - E . Zenger, Se/ig, wer aufdie Armen achtet (Ps 41,2), pp. 34-49; Ch. Barth, Cont:atenatio. pp. 33-34; J. Schreiner. Zur Stellung von Psalm 22 im Psalter, pp. 258-260. .

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Traduzione e commento

sto » (Sal l ,6) deve rivolgersi nella preghiera e nella fiducia al Signore41• Altri col­ legamenti saranno notati nel l 'esame dei singoli salmi.

l. Cinque preghiere del giusto nell 'avversità

Salmo 3. Dopo l ' introduzione, questo è il primo salmo di una lunga serie di preghiere che costituiscono i due terzi del Salterio. È un esempio di supplica in­ di viduale, sostenuta da forti motivi di fiducia, innalzata a Dio da un uomo nella sofferenza in un contesto liturgico particolare. Il linguaggio del salmo non fa pensare a una crisi militare e nemmeno a una notte trascorsa all ' interno del tem­ pio, in quanto il Signore ascolta la sua preghiera dal tempio e non nel tempio (v. 5). I nemici possono essere intesi come membri di gruppi ostili aJI 'orante. La mi­ riade di nemici è una metafora per esaltare l ' aiuto del Signore. La cerimonia quindi deve aver avuto una forma privata, anche se condotta e controllata da un liturgista riconosciuto. L' orante sembra avere una funzione di guida tra i fedeli . Una volta incorporato nella collezione dei salmi di Davide (Sal 3-4 1 ), il salmo fu interpretato alla luce del conflitto di Davide con il proprio figlio Assalonne (2Sam 1 5 - 1 8), come è indicato dalla soprascritta. In questo periodo, allora, la preghiera liturgica venne cambiata in una lettura liturgica di Scrittura utile per la meditazione e per la devozione42• A motivo dei suoi elementi di fiducia (cfr. la preghiera del mattino nei vv. 6-7) sta al vertice di una serie di salmi di fiducia, che trovano in Davide il proprio ideale43• U Sal 3 è collegato con il proemio del Salterio daJI 'espressione « santo mon­ te » in Sal 2,6 e 3,5 e dal motivo dei nemici colpiti dalla clava (cfr. le rappresenta­ zioni egiziane del Faraone) in Sal 2,9 e 3,844; da quello della fiducia in Sal 2, 1 2: « Felice chiunque si rifugia in lui » e in Sal 3,4: « Ma tu, Signore, sei uno scudo per me »4s. Questa concatenazione con i primi due salmi aggiunge un senso più profon­ do al Sal 3: l 'orante oppresso ora dal nemico spera nella salvezza definitiva di Dio nel tempo escatologico (Sal 1 ), quando egli invierà il suo Messia (Sal 2)46• La supplica si apre con una invocazione intrecciata con elementi di lamento per i molti nemici (vv. 2-3 ), continua con un' affermazione di confidenza in Dio, espressa con una varietà di formule (vv. 4-7) e si conclude con una richiesta fina­ le di liberazione dal pericolo dei nemici e con una benedizione invocata sulla co­ munità (vv. 8-9). 41 Esaminando il Sal 22 nel contesto del primo libro del Salterio (Sal 3-41 ). J. Schreiner afferma che concatenazione e collegamenti fra salmi non devono essere avvenuti senza uno scopo. il quale è da ricer­ carsi mediante l 'esegesi dei singoli salmi: cfr. Zur Stellung von Psalm 22 im Psalter, p. 266. "l Cfr. E. Gerstenberger, Psalms. pp. 52-53. "3 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, pp. 34-36. Il motivo della clava qui sembra implicito. . "� Cfr. Cb. Barth, CtJncatenatio. p. 33; F.-L. Hossfeld - E. Zenger, Die Psalmen, p. 56. 46 Cfr. N. Lohfink. Psulmengebet und Psalterredaktion, in ALw 34 ( 1 992) 1 2- 1 3. Secondo l 'auto­ re. questo passaggio da un testo al l'altro è il movimento tipico della meditazione: cfr. Der Psalter und die christliche Meditation, in BK 41 ( 1 992) 195-200. .w

Il Signore unico baluardo dei sof/erenti e dei poveri, Libro l, Sal 3- t 4

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Secondo lo schema classico delle suppliche, compaiono sulla scena tre per­ sonaggi: l 'orante, il Signore e i nemici. L'orante è paralizzato all 'interno di un trip1ice cerchio di nemici, ma attorno a lui si frappone un altro cerchio, il Signore che lo avvolge come uno scudo, per questo può continuare la vita tranquillamen­ te: sonno di notte e risveglio al mattino. [3,1 ] Soprascritta: il salmo, attribuito a Davide, è letto sullo sfondo di un episodio della sua vita narrato in 2Sam 1 5- 1 8: la ribellione del figlio Assalonne, sul quale egli ottiene una vittoria amara. Questa aggiunta postesilica manifesta una tendenza alla davidizzazione del Salterio. Ci sono incongruenze tra la storia e il salmo. I sapienti interpretano la Scrittura con la Scrittura e, invece di darci informazioni storiche sulle ci rcostanze in cui fu pregato il salmo, invi tano a tro­ vare nella vita di Davide perseguitato un contesto che aiuti a interpretare il salmo: il messia che in Sal 2,9 frantuma gli avversari come vasi di argilla è Davide per­ seguitato. Nella storia di lui, inoltre, essi leggevano anche la passione e l ' umilia­ zione attuale della comuni tà. [ vv. 2-31 /nvocazione e lamento: la brevissima invocazione: « Signore ! » è un appello che sembra sottolineare la drammaticità della situazione. I nemici attac­ cano la fiducia deli' orante nel suo Dio e lo vogliono portare ali ' isolamento e alla disperazione come avevano tentato di fare con Geremia (Ger 20, l 0), insinuando­ gli che la sua situazione è senza speranza: Dio in questo caso non serve. I nemici esprimono il credo di una società lontana da Dio: « Aiutati , che Dio ti aiuta ». Per il salmista invece questo proverbio non è vero. 11 suo credo è opposto: « Aiuto, Signore », cioè, il Signore aiuta chi non può aiutare se stesso47• [vv. 4-7] Affermazione di confidenza: la scena ora cambia per la presenza del Signore accanto all 'orante attorniato dai nemici. Questi inizia con un'espres­ sione ionica, che è un appello e una descrizione: « Ma Tu , Signore, sei uno scu­ do per me ! ». L'espressione è un ricordo della promessa fatta ad Abramo: « Non temere, io sono il tuo scudo » (Go 1 5, l ; cfr. Zc 1 2,8). Il secondo titolo « mio ono­ re, krbodl» sottolinea la vittoria sicura di Dio, che pennette ali ' orante di vivere sicuro nonostante gli attacchi e le tribolazioni (v. 4). Egli descrive quindi l ' aiuto del Signore che dal suo tempio ha ascoltato la sua preghiera (v. 5). La risposta di­ vina si è concretizzata nella vita di ogni giorno: sonno tranquillo, risveglio al mattino. La notte per lui non è più un simbolo di morte (persecuzione, malattia, sofferenza, dubbio, ansia) e di solitudine. Il suo Dio gli è vicino e lo difende an­ che nel sonno: l 'assalto dei nemici in realtà è un assalto a Dio, per questo certa­ mente fallirà (vv. 6-7). [vv. 8-9] Preghiera e benedizione: l ' invocazione a Dio: « Sorgi )) è frequen ... te nei salmi. Egli è solo apparentemente « sordo )) e « addormentato », certamen­ te ora interverrà a sbaragliare tutti i nemici, come quando si muoveva con l ' arca santa (cfr. Nm 1 0,35). Le im magini della mascella e dei denti spezzati vogliono indicare che i nemici si dovranno rimangiare tutte le parole con cui avevano at­ taccato la fiducia dell ' orante in Dio: le bestie non possono più nuocere (v. 8). La ..7 Cfr. J.C. McCann Jr., A Theological lntroduction, pp. 88-90.

Traduzione � co�Pi�Mnto

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frase finale contraddice l ' affermazione dei suoi nemici fatta al v. 3. L' orante è si­ curo che in Dio c'è la salvezza e che anche la comunità potrà sperimentarla at­ traverso sua benedizione (v. 9).

Salmo 4. È una supplica individuale, in cui domina il motivo di fiducia (cfr. vv. 6.9). Il suo scopo è queJio di riabi litare e reinserire nel piccolo gruppo, rista­ bilendolo n eli ' onore, il povero che si sente denigrato da gente influente. L' orante si rivolge a Dio con una supplica, confidando che ascolti e aiuti (v. 2). Si appella a coloro che causano la sua umiliazione con una serie di domande e di imperati­ vi (vv. 3-6) e dichi ara la sua fiducia in Dio (vv. 7-9). Dopo l ' invocazione e la richiesta iniziale, le due strofe seguenti hanno nell'ultima riga il motivo della si­ curezza, che è il tema teologico del salmo, usato dalla tradizione cristiana come ultimo salmo del giorno, a compieta, per impetrare il riposo nella notte, ma so­ prattutto il « riposo eterno » da Dio, l ' unico in grado di donare la gioi a48• Il salmo è collegato con il Sal 3 mediante richiami significativi: invocare/ri­ spondere (Sal 3,5 e 4,2) e coricarsi/dormire (Sal 3,6 e 4,9); « mio onore » (Sal 3,4; 4,3): il collegamento potrebbe indicare che il Signore, onore deli ' orante in Sal 3,4, è disonorato dal comportamento degli avversari del salmista in Sal 4,3?49 Due simboli danno unità al salmo: lo spazio e il sonno. Il salmista si trova stretto tra due gruppi: la gente influente che lo disonora, i molti suoi amici che da questo fatto sono disorientati, ma il Signore lo porta al largo, e in mezzo agli at­ tacchi può prendere sonno in pace. [4,1] Soprascritta: contiene una notazione circa l 'esecuzione del salmo con coro e orchestra di strumenti a corda (cfr. 2Cr 29,25-28) e circa l ' appartenenza al salterio di Davide. Il tenni ne la��ea!J, « al maestro del coro » (cfr. Esd 3,8-9; 1 Cr 1 5 ,2 1 ; 23,4), ricorre 55 volte nelle soprascritte del Salterio. [v. 2] Invocazione: l ' orante ha già fatto esperienza dell ' aiuto del Signore, che nella ristrettezza gli ha donato uno spazio di libertà, perciò ora lo supplica di aiutarlo ancora. Egli, infatti, rimane sempre fedele alla sua alleanza. [vv. 3-6] Appello alla gente influente: il povero si rivolge direttamente a quelle persone influenti, che stanno distruggendo il suo onore, consistente nella dignità e nel rispetto che appartengono alla posizione di una persona in relazione alla famiglia, agli amici e alla comunità. In Israele la perdita del l ' onore aveva conseguenze tragiche per il sentimento di identità personale e per la posizione so­ ciale. Far vergognare e umiliare una persona era, e rimane, una violenza peggio­ re di un attacco fisico (cfr. il lamento di Giobbe sulla perdita dell 'onore [Gb 29] e il quarto comandamento [Dt 5 , 1 6]). È però un' azione destinata all ' insuccesso, al vuoto, come senza contenuto è il loro oltraggio (v. 3). Seguono sette imperativi, che indicano il cammino spirituale proposto dali ' orante agli avversari: si rendano 41

Cfr. E. Zenger. Die Naeht. pp. 4.56-463. 49 Secondo alcuni, infatti, i due tennini « onore >> (kiibod) e « vanità>> (riq) potrebbero riferirsi rispet·

tivarnente alla gloria di Dio. che si manifesta nelle sue opere di salvezza. e alla caduta nell' idolatria. Gli avversari oscurano la « gloria» dell' orante (cioè il Signore) quando amano l ' idolatria e cercano la falsità. Cfr. E. Zenger. Die Nacht. pp. 459-560.

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conto che il Signore sa discernere chi gli è fedele (v. 4); tremino di paura perché si stanno opponendo al Signore; riflettano sulle sue vie stando quieti nella notte50; offrano sacrifici in riparazione per il male commesso e giungano anche loro a confidare nel Signore ( vv. 5-6). [vv. 7-9] Confessione difulucia: la maggioranza degli amici sono disorienta­ ti di fronte agli attacchi ali 'uomo fedele, la loro guida. Certo, se si dilegua la luce del volto benevolo del Signore, non ci può essere la felicità promessa dalla bene­ dizione aronitica di N m 6,24-26 (v. 7). A loro l ' orante dà la propria testimonianza di gioia interiore e di pace nella notte. Il motivo della gioia non è esteriore, I' ab­ bondanza di beni e nemmeno il superamento della tribolazione (v. 8), ma l ' espe­ rienza dell ' intimità con il suo Signore : lui solo gli dà sicurezza (v. 9)51• L'orante cristiano sperimenterà con san Paolo che « la pace di Dio, che sorpassa ogni intel­ ligenza », custodisce il suo cuore e i suoi pensieri in Cristo Gesù (Fil 4,7). Salmo 5. È la supplica di un uomo accusato ingiustamente o calunniato in modo tale da vedere compromessi il proprio diritto e la propria posizione ali ' in­ temo della comunità. Alcuni pensano che l' orante si presenti nel tempio al mat­ tino, attendendo giustizia presso il tribunale di Dio. Nel Primo Testamento, però, non sono evidenti le testimonianze di istituzioni giuridiche collegate con il tem­ pio52. Risonanze liturgiche sono unite a elementi sapienziali evidenti nello stile e nel movimento del pensiero. II Sal 5 ha punti di contatto con i salmi vicini: concatenazioni verbali tra Sal 5,6 e 6,9 (« tutti i malfattori >> ), tra Sal 5,8 e 6,5 (« la tua bontà >>); l 'espressione « Si gnore... per te » in Sal 5,4 è ripresa da Sal 4,9: « Th solo, Signore >>. Ricorrono inol­ tre alcuni motivi simili: richiesta di attenzione (Sa1 4,2; 5,4; 6,7); fiducia di essere ascoltato (Sal 4,4; 5,4; 6,9); descrizioni dei nemici (Sal 5,7; 6,5-7. 1 0- 1 1 ; 7,5.7); ri· fiuto delia menzogna (Sal 4,3; 5,7); tema della giustizia (Sal 4,2.6; 5,9. 1 3)53. La supplica inizia con una triplice invocazione al Signore (vv. 2-3); seguono la preghiera del mattino e l ' attesa di una risposta del Signore (v. 4) e il richiamo al­ la liturgia d' ingresso nel tempio (vv. 5-8); la petizione centrale (vv. 9- 1 0), una im­ precazione contro i nemici (v. I l ); il salmo conclude con una richiesta di protezio­ ne e con una esortazione confidente a gioire della cura affettuosa di Dio (vv. 1 2- 1 3). I personaggi del salmo sono il Signore giudice impaniale, che non viene a patti in nessun caso con il male; al centro l ' orante, il quale non difende la propria innocenza, ma si affida alla bontà e alla giustiz ia di Dio; i nemici, descritti in mo­ do generico con una accumulazione di aggettivi e di azioni (bugiardi, sanguinaTi, ingannatori), che mettono i n pericolo la vita sociale. Per loro non c'è posto al co­

"' La frase 'al mi.fkabktm. « sui vostri giacigli )), come in Sal t 49,5 si riferisce a quello che è com­ piuto in privato. ed essendo parallela a « cuori » (cfr Os 7. l4a) sembra significhi che Israele debba cam­ biare il cuore internamente. e non semplicemente compiere atti rituali di penitenza pubblica: cfr. M.L. Ban'é, Hearts, Bed.'t, and Repentance in Psalm 4.5 and Hosea 7.14, in Bib 16 ( 1 995) 53-62. �' Secondo B. Duhm (Die Psalmen. p. l 6), il v. 8 appartiene alle testimonianze che la religione del Primo Testamento si eleva sopra gli interessi materiali e conosce una gioia intima in Dio. 52 Cfr. S. Gerstenberger, Psalms. p. 60. 53 Cfr. Ch. Barth, Concatenatio. p. 33; J. Schreiner Zur Stellung von Psalm 22 im Psalter. p. 259. .

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Traduzione e commento

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spetto di Dio. È presente il simbolismo antropomorfico (orecchio, bocca, cuore, gola, lingua). [5,1] Soprascrina: una annotazione simile a Sal 4, 1 . L'espressione 'el hann���ilot non fu più capita dalle antiche traduzioni e rimane ancora non chiarita. Potrebbe in­ dicare un accompagnamento con flauti. [vv. 2-3] Invocazione: l 'orante inizia con un appello a Dio, perché l ' ascolti. Per questo le sue espressioni si fanno sempre più insistenti : le mie parole, il mio sussurro, il mio grido, la mia preghiera. Il Signore è il Re che può salvare. È un fa­ vore enonne poter chiamare « mio » il Signore dell 'universo. [v. 4] Preghiera del mattino: il mattino è il tempo deHa preghiera prima che l ' uomo si dedichi al lavoro. È anche il tempo per amministrare la giustizia (2Sam 1 5,2; Ger 2 1 , 1 2) e per riceverla da Dio. Per questo il salmi sta si prepara e attende con fiducia. La Mishnà ricorda che gli antichi J:lasfdim usavano meditare per un'o­ ra intera in preparazione alla loro preghiera54• [vv. S-8] Richiamo alla liturgia d'entrata: è inserito un breve inno a Dio, in cui si possono distinguere sei frasi (tre con negazione e tre senza), che elencano le con­ dizioni per avvicinarsi a lui nel tempio (vv. 5-7). L' orante può entrare nel tempio con .fiducia anche se con timore, ossia con rispetto (cfr. MI 1 ,6) e amore (cfr. Dt 1 O, 1 2), e l� sperimentare la l)esed di Dio: un termine che ricorre spesso nel Salterio e che significa bontà, tenerezza, passione, fedeltà all 'alleanza e grazia, soprattutto amore gratuito - la definizione stessa di Dio (cfr. Es 34,6). Far appello alla �esed del Signore significa invitarlo ad agire per nessun altro motivo che la sua bontà (v. 8). [vv. 9-10] La petizione centrale: il Signore gli faccia giustizia di fronte agli attacchi di coloro che lo stanno insidiando. Questa giustizia, tdaqa, non è solo forense, ma anche salvi fica: Dio dirige la vita dell' orante e solo lui, in questo mo­ mento preciso, gli può aprire nuovamente una strada percorribile. Le armi degli avversari sono quelle della parola. La loro bocca è una voragine spalancata, sen­ za punti d'appoggio: chi vi entra, precipita come in un sepolcro aperto. A volte basta una parola per uccidere un uomo ! (v. 1 0). [v. 11] Imprecazione contro i nemici: 1 'orante non chiede la condanna delle persone, ma la sconfitta dei loro piani perversi : offendendo il salmi sta offendono anche Dio. [vv. 12-13] Una richiesta di protezione: egli si appella a Dio che benedice i giusti e garantisce loro il suo favore. La gioia, alla fine del servizio liturgico, te­ stimonia la sicurezza che il Signore ha deciso di proteggere l' orante: una prote­ zione e una « benevolenza » ( r�on) che si estendono anche alla comunità di colo­ ro che trovano rifugio solo in lui (IJ,ose b11kd) (v. 1 2). Il giusto (�addiq) sperimen­ terà anche sulle strade della vita, non solo nel tempio, che Dio lo difende con il suo scudo nelle sue lotte quotidiane (v. 1 3 ).

Salmo 6. È una supplica individuale,. in cui il salmi sta si presenta a Dio come un malato grave angosciato dalla pauni della morte, ma anche come un peccatore �

Berakot 30b.

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che tenta di scongiurare l ' ira divina e come un oppresso da molte ostilità di una società ingiusta, ma forse anche da nemici che risiedono nel suo stesso animo. Il linguaggio stereotipato del salmo potrebbe far pensare a una preghiera usata da malati gravi che chiedono la guarigione in una liturgia nella propria casa o nel tempio. In seguito probabilmente il salmo fu impiegato anche come preghiera per la restaurazione della comunità. Se in Sal 5,4 l ' orante si presentava a Dio al « mattino », in Sal 6,7 parla del modo in cui egli trascorre la « notte ». Come in Sal 5,6, sono i « malfattori » (po' ale ·awen) quelli che l ' opprimono (Sal 6,9). L'unica sua speranza come in Sal 5,8 è la �esed, la « bontà » del Signore (Sal 6,5), sperimentabile non solo nel tempio, in cui ci si può muovere liberamente (entrare e prostrarsi), ma anche nella solitudine di una stanza, inchiodato a un letto durante una notte interminabile. La struttura è quella classica delle suppliche individuali: una lamentazione con invocazione del nome di Dio ed esposizione del proprio caso (vv. 2-4); pre­ ghiera al Signore per la fine della situazione di bisogno (vv. 5-8); confessione di tìducia nel Signore (vv. 9- 1 l ). Le prime due strofe si rivolgono al Signore, l 'ulti­ ma si rivolge ai nemici direttamente, nei vv. 9- 1 0, e parla del Signore in terza per· sona nel v. I l . Il punto centrale del salmo si trova nella seconda strofa: la malattia è indicata come distruzione del senso della vita (v. 6), della voglia di vivere (v. 7), della forza vitale (v. 8) e come esperienza di oppressione dei nemici (v. 8)55• Il sal­ mo mantiene una tensione elevata mediante la continua ripetizione di appelli, in· vocazioni, auguri, richieste. Esso mostra una stretta somiglianza con la supplica sapienziale di un malato grave del Sal 38 e con il libro di Giobbe. Per moti vi tematici la tradizione liturgica dal tempo di Cassi odoro (secolo VI) ha considerato questo salmo fra i sette salmi penitenziali (cfr. 6; 32; 38; 5 1 ; 1 02; 1 30; 1 43). [6,1] Soprascritta: l ' indicazione « sull ' ottava » è un termine musicale non conosciuto con precisione (cfr. Sal 1 2, l ; l Cr 1 5,2 1 ). [vv. 2-4] Invocazione e lamento iniziale: l ' orante non si rivolge a Dio giudi­ ce, ma a Dio educatore e maestro, che lo può castigare con moderazione56• È co­ sciente che esiste un rapporto tra il suo dolore e la colpa. Con la malattia, il Signo­ re stesso lo riprende e corregge come un discepolo (Pro 3 , 1 1 ; 5 , 1 2; Ger 1 0,24). Non afferma, come in altri casi, la propria innocenza. Non gli rimane che rifu­ giarsi nella grazia divina. Sente la vita venirgli meno, le ossa disarticolate, il re­ spiro affannoso. La descrizione parte dali' esterno per raggiungere il centro: l ' a­ nima. Se il Signore indugia ancora, il suo male diventerà mortale. Soprattutto egli non riesce più a vivere vedendo dietro a ogni fatto un Dio adirato. [vv. 5-8] Preghiera: invoca il ritorno del Dio buono dell 'esodo (cfr. Sal 8 1 ,78 ). Dali' ira egli passi alla pietà, dalla correzione alla liberazione dalle funi che lo " E. Zenger, Die Nacht, pp. 370-383. 56 Il v. 2 deve essere leno nell 'orizzonte della concezione del Signore come

maestro.

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Si noti che nel­ t•antichità l 'educatore si serviva anche delle battiture come pressione pedagogica. Il primo verbo, « casti­ gare>>, è un tennine giuridico, il secondo, « correggere », è un tenni ne pedagogico. L' orante chiede a Dio di non superare una certa misura: cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 43.

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Traduzione e commento

trascin ano nella fossa della morte (v. 6). La prova sta portandolo all 'annientamen­ to. Là, nel regno dei morti, infatti, non è possibile lodare il Dio dei viventi (cfr. Is 38, 1 8; Sal 30, 1 0; 88, 1 1 - 1 2; 1 1 5 , 1 7). La notte acuisce il dolore e l 'angoscia interio­ re, costringendo l ' infermo al pianto (cfr. ls 38,2-3). Le metafore sembrano esage­ rate, ma servono a esprimere una situazione che sembra senza sbocco (v. 7). Occhi chiari e limpidi sono segno di forza e di freschezza di vita (cfr. Dt 34,7; l Sam 1 4,27 .29). I suoi occhi offuscati , scavati e consumati dal dolore (cfr. Sal 3 1 , l 0), so­ no i l segnale della morte vicina, stretto dalla massa dei suoi avversari (v. 8). [vv. 9-11] Confessione di fiducia: il sofferente ha preso coscienza che il Signore sta dalla sua parte; perciò cresce in lui la fiducia che le sue ansie per la rete stesa dai nemici attorno a lui abbiano una fi ne (vv. 9- 1 0). Essi, che sperava­ no morisse, devono ricredersi e )asciarlo in pace. Forse nel versetto è detto anche che torneranno a vivere in pace con lui, riconoscendo la verità del Signore (cfr. Sal 83, 1 9; 86, 1 7)57 (v. I l ). Quando il Sal 6 diventò una preghiera penitenziale, esso ricevette anche nuo­ ve sottolineature e un nuovo significato. L' orante non confessa più una malattia del corpo, ma quella dello spirito, il peccato. Il cambio della funzione del salmo deve essere iniziato quando venne usato come testo di preghiera della comunità e fu incluso nel Salterio come Scrittura. Già i profeti avevano presentato la situa­ zione di peccato del popolo �ome una malattia (cfr. ls l ,5-6) e soprattutto Gn 3 metteva in relazione la mortalità e i suoi sintomi con la rottura dei rapporti del­ l ' uomo con Dio5K. In questo senso, però, non si può pensare il salmo come recita­ to da Gesù, ma solo in quanto egli ha preso su di sé tutte le nostre infermità e i no­ stri peccati (cfr. Is 53,4. 1 2; 2Cor 5,2 1 ).

Salmo 7. D salmo è una supplica individuale di un uomo che non ha co­ scienza di aver peccato. Si può considerare quindi una « protesta di innocenza » davanti a Dio. Non sembra abbia avuto origine e sia stato usato nel contesto di una ordalia nel tempio: non sarebbe stato permesso ali ' accusato di comunicare così li­ beramente con il suo Dio prima del giudizio definitivo. Potrebbe invece derivare da un servizio liturgico di lamentazione e di invocazione con un formulario lega­ le. Doveva essere pregato solo da gente la cui innocenza poteva essere provata. L' invocazione della maledizione su di sé nella formula del giuramento era troppo pericolosa59• Il salmo poteva essere recitato nel tempio, ma anche in circoli al di fuori del tempio nel contesto di liturgie familiari. Alcune caratteristiche d' inse­ gnamento sapienziale (cfr. vv. 1 5- 1 7) esigono che fosse pregato alla presenza di una comunità o di un' assemblea. È legato con il Sal 6 mediante la rara preghiera al Signore « ritorna, suba » (Sal 6,5; 7,8), la richiesta « salvanti, host'eni » (Sal 6,5 e 7,2) e il richiamo al « reo57 Secondo Zenger (Die Nacht, pp. 378-379), il verbo finale « si voltino » (ytJiiibQ) è usato in forma assoluta: non è detto né a chi né perché i nemici devono voltarsi. Inoltre la loro umiliazione per due volte è considerata come una manifestazione della verità del Signore, per cui non è escluso che il loro (( voltar­ si » significhi anche il ritorno alla verità del Signore sa J.L. Mays, Psalms, pp. 62-63. s\1 E.S. Gerstenberger, Psalms, pp. 65-66. .

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di mento di grazie » (Sal 6,6; 7, 1 8); soprattutto mediante la notazione di tempo « tutta la notte » (Sal 6, 7) e « ogni giorno » (Sal 7, 1 2). Il Sal 7 conclude la serie di preghiere per necessità paradigmatiche de li 'unità parziale dei Sal J 7. Se interpretiamo con le antiche versioni i vv. 1 3- 1 4, come Dio che punisce gli avversari , la struttura del salmo potrebbe essere questa: invocazione iniziale del­ l 'orante (vv. 2-3) con tutti i suoi elementi vitali (appello, affermazione di confi­ denza, petizione, lamento); segue una maledizione condizionata contro se stesso (vv. 4-6), quindi l ' assise divina (vv. 7- 1 4), una riflessione sapienziale sul male (vv. 1 5- 1 7) e una promessa di lode (v. 1 8). Molte metafore e immagini sono tratte dal i ' ambiente forense e da quello mi­ litare. Originale è l ' immagine del parto (v. 1 5) per descrivere il ritratto psicolo­ gico degli empi. La parola chiave su cui il salmo è costruito è IJiisiti (v. 2), « in te mi rifugio ». [7,1] Soprascritta: si possono notare la singolare indicazione del genere lette­ rario del salmo come « lamento » e l 'aggiunta di una frase relativa, in cui si richia­ ma una situazione della vita di Davide analoga a quella descritta in 2Sam 1 6 (2 1 ). Non si sa chi fosse Cus. Forse fu un servo di Saul che calunniò Davide presso il re. [vv. 2-3] Appello iniziale: l ' orante inizia il proprio appello invocando l ' aiuto del Signore del l 'alleanza. Fare del Si gnore il proprio rifugio è una metafora fre­ quente nel Salterio, per indicare l ' atto di abbandono della propria vita alle cure di Dio in una situazione pericolosa o incerta. Il leone che azzanna alla gola e sbrana è l ' immagine della cattiveria dei nemici, de11a loro bestiale ferocia e quindi della serietà del pericolo. [vv. 4-6] Giuramento di innocenza: con un'automaledizione, fonnulata ipo­ teticamente, l' orante dichiara falsa l 'accusa di aver rotto un rapporto con uno con il quale viveva in pace e che ora è il suo antagonista. Ha coscienza di non avere le mani sporche di questo delitto, lui che è stato generoso perfino con chi lo per­ seguitava ingiustamente (cfr. I Sam 24, I l ; 26,9 ; Gb 3 1 ,29-30). La conseguenza dell ' automaledizione è descritta con J ' immagine movimentata dell' inseguimen­ to del nemico, che lo raggiunge, lo butta a terra e, vittorioso, gli mette un piede sopra la schiena. [vv. 7-14] Assise divina: si inizia con un triplice pressante invito al Giudice supremo a svegliarsi come un prode pronto alla battaglia, a mettersi su un luogo elevato e a presiedere il giudizio davanti all' assemblea dei popoli. La sua indi­ gnazione deve sconfiggere il furore degli avversari. Il Dio de li' alleanza si impe­ gna davanti a tutto il mondo a far giustizia al singolo suo fedele (cfr. Is 33, 10; 34, 1 ; Ger 25,30). Il Signore guardi la rettitudine e l ' integrità, che, come una spe­ cie di aureola, stanno sopra l ' orante (v. 9). Non si tratta di una litania di autogiu­ stificazione davanti a Dio, ma è espressione di una buona coscienza di fronte al­ l ' ostilità e ali ' oppressione degli avversari e una professione di fedeltà al Signore. Egli è cosciente che non ci può essere una vera giustificazione indipendentemen­ te da Dio (cfr. Sal 1 30,3; 1 43,2). Secondo la convinzione dei sapienti, Dio vede oltre l ' apparenza, penetrando fino nel profondo della coscienza (cfr. Ger 1 1 ,20; Pro 1 7,3; Sal 1 7,3; 26,2). Come Giudice può appurare i fatti e far cessare la mal­ vagità, donando sicurezza all ' innocente (v. 1 0). Il Signore è sperimentato dall 'o..

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Traduzione e cominento

rante come scudo e salvatore nel presente, perché la potenza del giudizio divino è già in atto nel mondo, indignandosi contro chi sta distruggendo l 'ordine mondia­ le (vv. 1 1 - 1 2). La scena si chiude (vv. 1 3- 1 4) con la rappresentazione di Dio, che sta preparando i suoi micidiali strumenti di guerra contro i malvagi (cfr. Gb 1 6, 1 21 4 ) . Questo ultimatum sembra significare che non sia ancora scoccata l 'ultima ora: anche per il malvagio c'è ancora tempo per la conversione (cfr. Dt 20, 1 0- 1 3). [vv. 15-17] Riflessione sapienziale: con toni sapienziali è descritta la situa­ zione del malvagio, che secondo la legge del contrappasso raccoglie quanto ha seminato: non è tanto Dio che punisce, è lo stesso peccato a distruggere la vita del peccatore (cfr. Sal 37, 1 4- 1 5). Il processo del crimine è presentato con la metafo­ ra deiJa gestazione (v. 1 5). [v. l8] Promessa di lode: l 'orante ha forse ricevuto un'assicurazione dal l ' al­ to? Si sta facendo coraggio? In ogni caso nella preghiera ha potuto intravedere una via d' uscita e vuole già lodare il nome del Signore, cioè la sua fama di giudi­ ce capace di realizzare la giustizia. Il titolo finale di « Alti ssimo » richiama la rap­ presentazione del Dio degli dèi sulla montagna celeste, il quale ha in Gerusalem­ me la sua residenza. A questa suprema istanza egli si sottomette. Questa promessa di lode è collegata con la rappresentazione di Dio· presente nei Sal 3-7. Essa ha connotazioni cultuali, ma anche sovrapposizioni o interruzio­ ni sapienziali e sottolineature etiche, che a volte rendono esplicita la loro distan­ za dal culto del tempio. Quando si loda Dio « per la sua giustizia », lo si conside­ ra come fondatore e garante di tutto l ' ordine sociale e di ogni comportamento eti­ co. E quando egli riceve il titolo di « Altissimo >>, si sottolinea che il Signore da Sion, montagna che si erge sopra i1 mondo e il cosmo intero, è la difesa da tutte le potenze nemiche del caos. Questo annuncio, che il Dio di Sion dalla sua santa montagna ascolta e salva, si trova anche in Sal 3,5: il salmo con cui inizia la re­ dazione dell'unità di composizione dei Sal 3-7(1.). Questi primi cinque salmi espri­ mono situazioni tipiche di difficoltà in cui un pio israelita si può trovare. Il Sal 3 apre la composizione invocando in modo generico il soccorso nelle difficoltà con i suoi nemici. Il Sal 4 è una supplica in un tempo di contestazione. Il Sal 5 è un grido d'aiuto in un tempo di ingiustizie (false accuse, rifiuto sociale). n Sal 6 è una preghiera durante una malattia grave e i l Sal 7 è nuovamente una supplica in un momento di difficoltà con i nemici. Questi cinque salmi sono uniti anche da uno schema temporale, che li rende la preghiera per tutti i tempi. Il Sal 3 è una preghiera del mattino (v. 6), il Sa1 4 una preghiera della sera (v. 9), il Sal 5 una pre­ .ghiera del mattino (v. 4), il Sal 6 una preghiera della notte (v. 7), i l Sal 7 una pre­ ghiera del giorno (v. 1 2). La notte richiama la morte, la sofferenza, la paura del ne­ mico, l ' insonnia di una malattia. In ogni situazione, soprattutto in quel le difficili, il « giusto » (Sal 1 ,6) deve trascorrere « giorno e notte » in preghiera. Il mattino è atteso come vittoria sulle tenebre, come salvezza del Signore. Per questo in tutti questi salmi c'è una tensione verso la luce del mattino. Sempre nel l 'orante c'è la speranza certa che i l « sole » del mattino metterà fine alla notte e alla cattiveria: il ., F.-L. Hossfeld - E. Zenger, « Selig, wer auf die Armen achtet » (Ps 41,2), p. 39.

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Signore farà risplendere n ·suo potere regale. Questo s i può vedere i n Sa1 7,12: una professione di fede nel « Sole di giustizia » (cfr. MI 3,20), che ogni giorno ri­ splende sul mondo: « Dio è giusto giudice, Dio si sdegna ogni giorno »61• 2. Inno alla dignità dell 'uomo

Salmo 8. È il primo inno di lode del Salterio, che interrompe una serie di pre­ ghiere di invocazione di salvezza, per concentrarsi su Dio sovrano cosmico. Questa lode al Creatore è un baluardo contro le forze del male, che insidiano l ' in­ dividuo al i ' interno della comunità organizzata dagli seri bi dopo l 'esilio di Babilonia. Il salmo è sorto ne li ' ambiente della sapienza, che si rifà alle antiche tra· dizioni sulla creazione raccolte nella Scrittura, e ha lo scopo di confortare le pic­ cole comunità del postesilio circondate da un mondo più o meno ostile62• Vi è un collegamento con il gruppo dei Sal 3-7 mediante alcuni richiami ver­ bali: « avversari » (Sal 6,8; 7,5.7; 8,3); « nome >> (in Sal 7, 1 8 l 'orante promette: « Canterò al nome del Signore, l 'Altissimo », in Sal 8,2. 1 O invoca: « O Signore, signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra ! »63); « onore/gloria » (kiibod) (se i l nemico del l ' orante getta nella polvere l ' « onore » del sal mista [Sal 7,6], Dio invece lo incorona di « gloria e di splendore » [Sal 8,6; cfr. 3,4; 4,3]). La posizione centrale del Sal 8 tra le raccolte di preghiere di invocazione e di lamen­ tazione (Sal 3-7 e 1 1 - 1 4) sottolinea il fatto che la dignità de l i ' uomo, in particola­ re quella del povero, deriva dalla regalità di Dio sul mondo64• Il salmo inizia con una invocazione, con una esclamazione di meraviglia, pro­ pria dell ' inno, e con una lode della comunità dei piccoli (vv. 2-3); segue un inno notturno di un individuo (vv. 4-9); conclude il canto di lode della comunità (v. 1 0). D personaggio centrale del salmo è Dio, soggetto della maggioranza dei ver· bi, l ' uomo è la sua maggiore controparte. Gli uomini sono divisi in due g ru ppi contrapposti: bimbi e adulti, amici e nemici, clementi e vendicativi. Domina il simbolismo cosmico (i cieli, la terra, lo spazio dell' uomo e il mare) e il simboli· smo somatico (dita e mani di Dio [vv. 4.7], bocca e piedi dell 'uomo [vv. 3.7]). L' inclusione (il ritornello iniziale Lv. 2] ripreso alla fine nel v. 1 0), la triplice ripe­ tizione della particella ma (quanto ! [vv. 2. 1 0], che cosa è? [v. 5] al centro) espri­ mono un' intuizione sintetica e ammirata del creato: al principio e alla fine Dio, al centro l 'uomo, piccolo ma oggetto delle cure dell' Infinito. [8,1] Soprascritta: contiene una nota tecnica musicale per il direttore del co-­ ro: sul tono del canto « I torchi » e il nome del salmi sta. [vv. 2-3] Lode della comunità: di solito gli inni iniziano con l ' invito alla lo­ de; il Sal 8 invece inizia con una invocazione, seguita da un'esclamazione e da una lode diretta a Dio dalla comunità. In questi due versi ricorrono i motivi inni61 lbid., pp. 34-39; cfr. J. Schreiner, Zur Stellung von Psalm 22 im Psalter, pp. 266-267. 62 Cfr. E. S. Gerstenberger, Psalms, pp. 70-72.

63 ln Sal 9,1 1 si parla di « quanti riconoscono il tuo nome ». 64 Cfr. F.-L. Hossfeld - E. Zenger, « Selig, wer auf die Armen achtet» (Ps 41.2), pp. 39-42.

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Traduzione e commento

ci comuni in Israele: la « maestà » di Dio, la sua « mirabile >> potenza, e il « fonda­ re ». I primi due motivi sono associati con il re (cfr. Ger 22, 1 8) o con inni regali (Sal 2 1 ,6; 45,4 ); con il regno di Dio (cfr. Sal 93, l ; 96,6). D termine « fondare >> non si riferisce ai cieli (v. 2bP) e nemmeno alla terra (v. 2a), ma si tratta della fonda­ zione del centro della potenza del Signore sulla terra, il suo tempio, che in effetti era la manifestazione del potere di Dio (cfr. Sal 96,6; 99, 1 -2). n « nome )) del Si­ gnore richiama la rivelazione data al popolo di Israele (Ez 36,23) e la storia della salvezza. Questa terra, nel cui centro presso il tempio riposa i l nome del Signore, riflette la gloria che risplende nel tempio celeste sopra i cieli. Il Signore, che nel­ la creazione domina senza fatica le forze del caos, manifesta ora l.a sua regalità dominando i nemici della comunità dei suoi fedeli: i piccoli che, nel loro canto di lode, riconoscono solo lui come Signore. La coppia di termini « bimbi e lattanti » ricorre in Lam 2, 1 1 - 1 2; 4,4: sono i figli esiliati della città di Sion, madre soffe­ rente e distrutta; sono essi il tempio vivente. I piccoli sono anche il gruppo dei fe­ deli del Signore, che, protetti unicamente dal suo nome, si considerano una for­ tezza circondata da un mondo ostile (cfr. Sal 56, l O; 1 1 8, l 0. 14; Pro 1 8, l 0)65• [ vv. 4-9] Inno notturno di un individuo: di fronte allo splendore del cielo stel­ lato del Sud, dalla bocca del salmista esce un canto pieno di stupore. Sei verbi han­ no Dio per soggetto e l 'uomo per oggetto. Dio si ricorda dell 'uomo quando lo crea « poco meno di Dio )), cioè a sua immagine, e ora lo visita prendendosi cura di lui. Lo innalza su un trono regale, lo incorona di gloria e di splendore66 - attributi di­ vini che lo rendono simile a Dio (cfr. Go 1 ,26a) - gli offre lo scettro del comando sulle altre creature terresti (cfr. Gn l ,26b), gli mette uno sgabello sotto i suoi pie­ di: animali domestici e selvaggi e forse si allude anche ai grandi mostri sacri, al Leviatan cananeo (cfr. Gb 7, 1 2) e all ' ippopotamo (cfr. behem0t in Gb 40, 1 5). Nes­ suno di essi può essere considerato Dio. Se la notte stel1ata invita l ' orante alla con­ templazione della gloria di Dio, da cui deriva la gloria dell 'uomo, gli esseri in mo­ vimento che stanno sotto i suoi piedi lo incitano ali ' azione nel mondo, sempre però in dipendenza dal Creatore. [v. lO] Lode della comunità: al termine ritorna ancora il ritornello iniziale (v. 2). L' uomo non può dimenticare che la propria dignità regale è indistruttibile, per­ ché il Signore stesso l ' assicura e la fonda nell 'ordine del mondo, come una mani­ festazione della sua azione potente su tutta la terra. Questo Dio, che si rivela nel­ la creazione, accettano e glorificano i sofferenti e i poveri (cfr. Sal 3-7 e 1 1 - 1 4) come loro Signore, diversamente dagli empi, che dicono: « Chi sarà nostro padro­ ne? » (Sal 1 2,5). Dal contesto letterario immediato del Sal 8 può sorgere una domanda: Come può il salmi sta parlare di « gloria » e di « splendore >> dell' umanità, quando i salmi precedenti descrivono un uomo « nell 'angustia )) (Sal 4,2), il cui onore è gettato nel fango (Sal 4,3 ), un uomo che si sente debole, affranto, spossato dal gemere, accecato dal dolore (Sal 6,3-8), perseguitato (Sal 7 ,2)? Anche l 'autore del libro di " Cfr. W. Beyerlin, Psalm 8. Chance der Oberlieferungskritik, in ZfK 73 ( 1976) 1 -22. (16 Cfr. F. RaUJ-ell, The « Dom » ofMan in Psalm V/1/,6, in Laurentianum 35 (1 994) 73-90.

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, '.......�..·.

Libro l, Sal 3- 14

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Giobbe, rileggendo questo salmo, si pone questa domanda: « Che è quest'uomo che tu ne fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione? » (Gb 7, 1 7). Al termine della sua ricerca, Giobbe scoprirà che la sofferenza non è incompatibile con la gloria e lo splendore de li 'uomo (Gb 42,5). Ma la risposta definitiva si trova in Mc 1 0,35-45, Mt 1 6 , 1 3-28, Fil 2,5· 1 1 e Col 1 , 1 5-20. In questi testi l ' immagine per­ fetta di Dio è uno che si mette a servizio nella sofferenza. Anche nella citazione del Sal 8,5-7 in Eb 2,6-8 potremmo vedere che la sofferenza di Gesù non è in­ compatibile con la sua gloria e la sua maestà67• 3. Un documento della spiritualità dei poveri

Salmi 9-10. Molti autori considerano i Sal 9- 1 O come un unico poema. I mo­ tivi sono innanzi tutto il fatto che la LXX li considera come un unico salmo68• Inoltre, assieme costituiscono un salmo acrostico: ogni linea poetica inizia con una lettera successi va dell 'alfabeto ebraico. Vi sono anche motivi e frasi comuni e un piano di composizione unitario: il salmista combina esempi di canti di rin­ graziamento e di supplica individuale, personificando la comunità nel l ' umile e nel povero ( 'iini). Il ruolo dell'empio, invece, è assegnato alle nazioni. Il salmo riflette la situazione della comunità dei fedeli del tardo postesilio, la cui vita era continuamente sconvolta da nazioni, che si succedevano nell' esercitare il domi­ nio sulla Palestina. Fu un tempo in cui gente arrogante e senza Dio dava la caccia ai poveri. Anche il sistema acrostico è al servizio di questo piano unitario69• Dal punto di vista redazionale si notano alcuni collegamenti dei Sal 9- 1 O con i salmi vicini. Con il Sa1 8 ha la stessa terminologia circa i nemici (Sal 8,3; 9,4.7; 1 0,5) e parla anche dell'uomo debole (Sal 8,5; 9,20-2 1 ; 10, 1 6). È un compimen­ to della promessa di ringraziamento annunciata in Sal 7, 1 8: « Io renderò grazie al Signore per la sua giustizia » (Sal 7, 1 8a); cfr. « Voglio lodare il Signore, con tutto il cuore » (Sal 9,2a) l « Voglio gioire ed esultare in te » (Sal 9,3a)711• Con il gruppo seguente dei salmi dei poveri (Sal 1 1 - 1 4) ha in comune il tema del « trono del Si­ gnore » (Sal 9,5.8; 1 1 ,4); la tenninologia circa i poveri (Sal l 2,6; 1 4,6); il richia­ mo alla lingua falsa (Sal l 0,7; 1 2,4-5); il tema del l ' attesa dell 'aiuto divino da Sion (Sal 9, 1 2 1 5 ; 1 4,7). Il salmo è composto di due parti: un rendimento di grazie (Sal 9,2-2 1 ) e una supplica (Sal l O, l - 1 8). La prima parte inizia con una promessa di lode (Sal 9,23), passando poi a un ringraziamento al Signore salvatore nel presente e nel fu­ turo, riparo su cui poter confidare (Sal 9,4- 1 3), e a un appello al Signore giudi­ ce (Sal 9, 1 4-2 1 ); seguono, nella seconda parte, un lamento-riflessione sull 'arro­ ganza del l 'empio (Sal l O, 1 - 1 1 ) e una richiesta di una sua punizione e di fare .

67 Cfr. J.C. McCann Jr A TMological lntroduction, pp. 60-70. 61 Secondo G.H. Wilson (Evidence ofEditoria/ Divisions in tM Hebrew Psalter, in VT34 [ 1984) 338), esiste anche una solida tradizione manoscritta in favore della combinazione del Sal l O con il precedente. 69 Cfr. E. S. Gerstenberger, Psalms, pp. 72-76. 10 Cfr. « Siano lieti invece quanti si rifugiano in te, esultino senza fine » (Sal 5, 12). .•

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invece giustizia ai poveri (Sal 1 O, 1 2- 1 5); una lode al Sign ore conclude il salmo (Sal 1 0, 1 6- 1 8). [9,1] Soprascritta: unica per i due salmi. È un ulteriore indizio dell 'unità del poema. Essa è del tipo incontrato nel Sal 4 (indirizzo, indicazione musicale, au­ tore). Il termine 'almut rimane oscuro. Potrebbe significare anche « per voci fem­ minili » (cfr. Sal 46, l ). [vv. 2-3] Promessa di lode introduttiva: è una formula offertoriale, con la quale il salmi sta si rivolge a Dio promettendo non più sacrifici di animali come in antichità, ma canti, preghiere e celebrazioni per tutti i meravigliosi fatti salvi­ fici da lui compiuti. [vv. 4-13] Ringraziamento al Signore giudice: il primo fatto salvitico ricor­ dato è la liberazione personale dai nemici attraverso un'azione di Dio come giudi­ ce. D tema conduttore è quello forense (vv. 4-5). L'orizzonte si allarga nello spazio e nel tempo: i nemici non sono più solo quelli personali, ma le nazioni empie, e il racconto del loro giudizio richiama le antiche nazioni, Assiria, Egitto, Babilonia, contro cui avevano parlato i profeti (vv. 6-7). Quindi l 'orante dà uno sguardo al presente e al futuro. In contrasto con le nazioni che spariscono dalla storia, egli af­ ferma la permanenza della regalità del Signore, che domina su tutto e di tutti è giu­ dice (cfr. Sal 96, IO; Sal 98,9). Come avviene spesso nei salmi esilici e postesilici, il povero è descritto come un oppresso, che nel futuro regno del Signore potrà con­ fidare in lui (v v. 8- l 0). L' orante si mette al i ' interno del gruppo dei poveri e li in­ vita a confessare la loro fiducia nel Signore. I poveri sono indicati come coloro che conoscono il nome del Signore (v. I l ). A lui si innalza quindi un inno di lode, per­ ché oltre a essere il Dio dell'universo ha il suo trono in Sion, centro di diffusione della conoscenza del Signore e dove egli ha legato strettamente a sé il suo popolo e ascolta il grido degli umili, chiedendo conto del loro sangue versato ingiusta­ mente (vv. 1 2- 1 3 ; cfr. Go 4, 1 0- 1 1 ; 9,5-6; Ez 33,6; Gb 1 6, 1 8). [vv. 14-21] Appello al Signore giudice: nella preghiera che segue si può con­ statare che incombe sul salmista e sulla comunità un pericolo estremo. Solo Dio lo può scongiurare. Le « porte della morte » sono contrapposte alle « porte della fi­ glia di Sion », ingresso alla vita, dove si può cantare la lode per la giusta sentenza (vv. 1 4- 1 5). Come per il singolo (cfr. Sal 7, 1 4- 1 7), anche per i popoli si attua il principio della « ne mesi immanente »: la malvagità degli empi si ritorce contro di loro (vv. 1 6- 1 7). Alla fine dell 'empio e de11e nazioni, con i loro metodi oppressi­ vi, si contrappone il futuro ricco di speranza dei poveri e degli oppressi, come nel­ l ' insegnamento delle due vie (cfr. Sal 1 ,6). Anche se a volte sembra che Dio in­ dugi a soccorrere l 'umile, questo non avviene per sempre (vv. 1 8- 1 9). Quindi la fervente invocazione, aftinché le nazioni siano giudicate, è una preparazione alla preghiera seguente. Il terrore numinoso fa riconoscere la nullità de l i ' uomo da­ vanti a Dio (vv. 20-2 1 ). [10,1 -11] Lamento-riflessione sull 'arroganza dell 'empio: ritorna ora nella seconda parte del salmo il linguaggio della preghiera individuale, che oscilla tra lamento e richiesta di aiuto, sottolineando fortemente la descrizione dell' oppres­ sore senza Dio. La lontananza di Dio crea un spazio vuoto occupato dali ' agire del nemico (v. l ). Inizia poi una lunga descrizione dell 'empio, cominciando dalla sua

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superbia (cfr. Is 1 6; Ger 48; Sir 1 0, 1 6- 1 8) e dalla violenza contro l ' indifeso (v. 2).

È il ritratto di una condotta, in cui non si considera Dio come responsabi le degli

esseri umani e in grado di intervenire efficacemente a fare giustizia ( vv. 3-4.101 1 ). Egli invece prospera nella sua arrogante malvagità (v. 5; cfr. Gb 2 1 ,7- 1 6). Si arroga la prerogativa della stabi lità di Dio (v. 6). La sua lingua è micidiale (v. 7). Assume l ' atteggiamento di una belva in agguato di una preda. La sua azione dis­ simulata è sempre tesa a fare del male all ' innocente (vv. 8-9). [vv. 12-15] Appello per la punizione degli empi e per la giustizia dei poveri: nel suo appello l ' orante ribatte a11e pretese del i ' empio. Dio invece vede, non di­ mentica, chiede conto. Non può dimenticare i poveri e così vanificare la profes­ sione fatta in Sal 9, 13. Egli non può rimanere i mpassibile alle loro disgrazie e al­ le ingiustizie dell'empio (cfr. Ab 1 ,3. 1 3), ma tiene in mano it libro e ripaga cia­ scuno secondo il suo merito (v. 1 4). Il potere dell 'empio deve essere spezzato (v. 1 5 ; cfr. Sal 37, 1 7; Gb 38, 1 5; Ez 30,21 .24). [vv. 16-18] Innofinale: dopo il lamento e l ' invocazione, l'orante ritorna alla lode e confessa il Signore come Re eterno, mentre gli empi , i popoli oppressori, sono scomparsi dalla terra di Israele (cfr. Sal 9,3.5-9). Finalmente cesserà il terro­ re seminato dagli uomini q�ortali: l ' empio all ' interno della comunità e i popoli stranieri (cfr. Sal 9,20-2 1 ). Dio metterà fine all ' alleanza tra i « pagani » e i « giu­ dei collaboratori », che si rivela micidiale per i poveri e i fedeli del Signore (v. 1 8). Il salmo quindi è un ringraziamento per la storia della salvezza, in cui Dio ha manifestato il suo giudizio sulle nazioni. L' orante ricorda quello che il Signore ha fatto contro di loro: distruzione delle città, spopolamento, cancellazione del loro nome dalla memoria (Sal 9,6-7). Ora si lamenta per la situazione presente, in cui le nazioni agi scono impunemente mettendo in questione la regalità divina. Egli si sente attorniato non solo da nemici personali, o da gruppi avversari appartenenti al popolo stesso (cfr. Sal 3-7), ma anche da popoli pagani oppressori, e chiede un intervento del Signore per liberare la comunità dei fedeli dalle forze di occupa­ zione. Per questo si pensa al periodo ellenistico come tempo della composizione di questa preghiera, nella quale le nazioni hanno il ruolo dato ali ' empio nelle sup­ pliche individuali: perseguono il loro interesse nazionale con l ' arroganza di chi si crede invulnerabile; opprimono le nazioni povere; non credono di dover rende­ re conto a un Dio; tuttavia non sono che « mortali »71•

4. Quanro preghiere dei poveri L' immagine del « monte » (Sal 1 1 , 1 ; Sal 1 5 , 1 ) delimita questa raccolta par­ ziale dei Sal 1 1 - 1 4. Un motivo ricorrente unisce i quattro salmi: il Signore re del mondo e garante della giustizia in favore dei poveri (Sal l 1 ,4-6; 1 2,8-9; 1 3,4; 14,2). La composizione è imparentata con il gruppo dei Sal 6 1 -64.

71 Cfr. F.-L. Hossfeld - E. Zenger. « Selig. wer aufdie Armen achtet» (P.v 4/,2), pp. 39-49.

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Traduzione e commento

Salmo 11. I critici lo considerano un « salmo di requisitoria » entro la catego­ ria dei salmi di supplica individuale72• Secondo molti commentatori, il salmo pre­ senta 1 ' immagine di un fedele inseguito dai nemici che ha trovato asilo nel tempio e là chiede consiglio a un gruppo di amici. Anche in altri salmi si richiama questo confronto all ' interno di una cerimonia cultuale (Sal 4; 52; 62; cfr. Ger 1 1 , 1 8-23; 1 8, 1 8-23 ; 20,7- 1 3)7:�. Di solito è considerato un salmo di fiducia per il tono lirico pieno di abbandono nel Si gnore, il cui nome ricorre cinque volte: all ' inizio (v. 1 ), tre volte nel corpo del salmo (vv. 4-5) e alla fine (v. 7). È collegato con il precedente (Sal 9- t O) mediante i seguenti richiami verba­ li: in Sal l t ,2.5.6 gli « empi » (rsa 'im) hanno un ruolo importante come in Sal 1 0,2. 1 5 ; inoltre, sia in Sal 9,5.8 sia in Sal 1 1 ,4 il Signore ha nei cieli un « trono » dal quale può giudicare e rendere giustizia. Il salmo ha anche una stretta parente­ la con il Sal 7: iniziano con la medesima espressione di fiducia (IJ.iisiti) nel Si­ gnore (Sal 7,2 e 1 1 , 1 ); usano la stessa designazione del gruppo « retti di cuore » (yisre leb)'4 (Sal 7, I l e l t ,2). « Nel Signore mi sono rifugiato » (v. l a) è il tema del tutto. Se il Dio dell 'o­ rante è protezione e aiuto, le proposte di scappare sono inaccettabili (v. 1 ,b-d). La difficile situazione in cui si trova l 'orante è espressa nei vv. 2-3. Seguono una con­ fessione ionica al Signore come Dio della giustizia (vv. 4-5), una petizione (v. 6) e un'affermazione finale di fiducia (v. 7). Le immagini chiave sono il « rifugio » e lo « sguardo »: il tempio, i monti, il Signore sono un rifugio per il giusto; l 'ombra garantisce l ' immunità agli empi; lo sguardo dei malvagi in agguato nel l ' oscurità è contrapposto allo sguardo di Dio che raggiunge la terra e allo sguardo del cuore degli uomini retti che raggiunge il volto di Dio. Il ritmo aumenta fino a raggiungere il suo vertice in v. 4 e in v. 7: se­ gno di una mancanza di respiro nel modo in cui le parole sono state pronunciate. [ll,la] Soprascritta: ha solo due indicazioni come Sal 14, 1 ; 1 5, 1 . Cfr. Sal 3, 1 ; 4, 1 . [v. lb] Confessione di fiducia: l'orante cita le parole di u n gruppo di amici (ma potrebbe essere il piano intelligente dei nemici). Sembra gli sia posta una op­ zione che non può accettare: la fuga o la fede, darsi alla macchia in montagna, nel regno di Baal, o rifugiarsi presso il Signore nel santo monte del tempio. [vv. 2-3] Descrizione della situazione: è in atto una caccia ali ' uomo. I fedeli che orientano la loro vita secondo gli insegnamenti di Dio sono attaccati brutal­ mente per odio, invidia o il piacere della violenza. Il pericolo è imminente: l ' arco è già teso e la freccia può scoccare da un momento all ' altro (v. 3). In questa si­ tuazione caotica, quando le fondamenta del tempio si sgretolano, quando vacilla­ no le basi comuni del vivere e dell 'ordine sociale (cfr. Ez 30,4), e prevalgono la 11

"

E.S. Oerstenberger, Psalms, p. 78 .

., Cfr. K. Seybold, Die P.falmen, pp. 60-63; E.S. Oerstenberger, Psalm.f, p. 79. Per E. Zenger (Die Narht. pp. 1 84- 1 87), invece, il salmo è sorto come un fonnulario e un « testo per uso», il cui ambiente non sarehhe il tempio, ma la dura vita sociale quotidiana. " Questo era uno dei modi di designare il gruppo dei fedeli del Signore, che sembra abbia lasciato tracce nella redazione del Salterio. Cfr. Ch. Levin, Das Gebet der Gerechten, p. 374.

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violenza e l ' ingiustizia, il giusto, che cerca di rimanere fedele alle vie della pace, rimane senza speranza secondo la mentalità del mondo (v. 4) . [vv. 4-S] Confessione innica di fiducia: serve a dare un motivo al Signore per usare il suo potere in favore dell' orante; esprime gratitudine a lui; anticipa i l suo intervento salvifico e intimidisce gli avversari. I l sal mista professa l a sua fe­ de nella presenza di Dio in Sion. Ma è anche i l Dio del cielo, che regna in trono su tutto il mondo. Da questa posizione può vigilare e osservare tutta l 'umanità (v. 4). Egli esamina l ' innocente e il colpevole, discriminando tra bene e male: vi è una incompatibilità totale tra Dio e la violenza (v. 5). [v. 6] Petizione : è una imprecazione contro il partito avversario, formato da empi, senza Dio e amanti del sopruso: abbiano la stessa punizione toccata i n sor­ te a Sodoma e a Gomorra (Gn 19,24) e a Gog e alle sue schiere (Ez 38,22). Il fuo­ co e i l vento infuocato del deserto sono simboli di una pena definitiva e non solo di un castigo temporaneo (cfr. Os 1 3, 1 5 ; Is 2 1 , 1 ). [v. 7) Affermazione finale difiducia: è una sintesi finale del salmo, che serve anche come benedizione implicita. Che cosa possono fare i giusti quando i mal­ vagi sono al potere e minano le basi della vita? Possono essere ammessi alla con­ templazione del volto del Signore come giusto giudice (cfr. Gn 32,30; Es 33,20; Sal 17, 1 5) e fare di lui il fondamento della loro vita.

Salmo 12. È una supplica in cui l ' orante riceve un oracolo da un profeta del Signore. Originariamente era una preghiera individuale, usata da un piccolo grup­ po familiare contro le lingue maligne che stavano avvelenando la vita. È eviden­ te l ' affinità del salmo con il linguaggio e la teologia dei profeti (cfr. Am 4,4-5). Questi, infatti, non erano solo mediatori della Parola di Dio, ma anche intercesso­ n e avvocati dei poveri davanti al Signore. In seguito, quando il salmo è stato ac­ colto nel Salterio, è diventato una preghiera della comunità per i poveri e gli op­ pressi per essere liberati da un gruppo potente di oppressori che usano parole ma­ liziose, o addirittura magiche, contro di loro. L' inclusione « uomini » (vv. 2 e 9) allarga l ' orizzonte del salmo, stabilendo un contesto universale e quindi anche at­ tuale. Nei vv. 5-6 si nota un influsso sapienziale75• Un richiamo verbale nel primo e nell' ultimo verso lega il Sal 1 2 al salmo precedente. L' orante può chiedere aiu­ to a Dio davanti alla scomparsa di ogni sincerità fra gli « uomini » e al prevalere dei peggiori fra di loro (Sal 1 2,2.9), perché i suoi occhi dal cielo osservano tutti gli « uomini » (Sal I l ,4; cfr. 14,2). È una composizione di quattro strofe: lamento iniziale (vv. 2-3); preghiera (vv. 4-5); risposta di Dio (v. 6); affermazione di confidenza (vv. 7-9). Le immagi­ ni usate (labbra, lingua, cuore) richiamano il tema del salmo: il linguaggio della società, espressione di un cuore doppio, in contrasto con la parola vera di Dio. [12,1] Soprascritta: cfr. Sal 6, l . » Cfr. B.S. Gerstenberger, Psalms, pp. 80-83; K . Seybol� Die Psalmen, pp. 62-63. Zenger (Die Nacht, pp. 1 76- 1 80), diversamente da Gerstenberger, non vede nel salmo un ambiente liturgico, ma profe­ tico: sarebbe una intercessione profetica.

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[vv. 2-3] Lamento iniziale: il salmo inizia con un grido di aiuto al Signore in un tempo in cui nella società, basata su una cultura orale, è saltata la verità della parola (cfr. Ger 9,2-4.7). Non ci si può più fidare di alcuna parola data. Anche il di­ ritto e i tribunali rischiano di non aver più valore, sconvolgendo le relazioni uma­ ne. Il mondo sembra popolato solo da bugiardi: una iperbole che manifesta lo sco­ raggiamento del salmista (v. 2). La lingua esprime il carattere. D cuore doppio in­ dica la doppia intenzione dell ' ipocrita e adulatore (v. 3; cfr. Pro 26,23.28; 29,5). [vv. 4-5] Preghiera: segue una violenta imprecazione, collegata con la pre­ cedente richiesta di aiuto, difficilmente collegabile con una liturgia. Tagliare le labbra e la lingua significa ridurre al si lenzio e annichilire definitivamente i re­ sponsabili dell ' imminente catastrofe (v. 4 ) . Gli arroganti mettono la loro fiducia nel saper parlare, come strumento del loro potere. Mettono in dubbio il potere stesso di Dio (cfr. Sir 5,3). Parlano delle proprie imprese come si parla delle im­ prese grandiose di Dio. Cambiano la professione di fede tradizionale « Dio è con noi » in « Le nostre labbra sono con noi » (v. 5 ). [v. 6] Risposta di Dio: l ' orante contro le angherie dei prepotenti si aggrappa solo alla parola del Signore, che è solidale con i piccoli e gli oppressi. Questo ora­ colo o è stato inserito da uno scriba, o la supplica rappresenta lo stadio tardivo di sviluppo del salmo, quando gli oracoli facevano già parte integrante della pre­ ghiera comunitaria (cfr. Sal 91 e 1 2 1 )'6• Quando sparisce la lealtà e imperversa l 'empietà, i deboli e i poveri soffrono, perché sono lasciati senza sostegno e avvo­ cato. Gli 'anlyim sono i « deboli », in particolare i deboli socialmente, come i pic­ coli agricoltori, .l ' orfano e la vedova. Gli ' ebyonlm sono invece i « poveri », gente senza possesso di fondi, come il salariato giornaliero, il mendicante, la cui esi­ stenza dipende solo dai potenti e dai ricchi. Le parole del Signore vengono a so­ stenere la speranza che egli si muoverà in loro difesa. L'alzarsi di Dio significa un suo intervento come giudice e come capo di un esercito (cfr. Is 33,1 0). E interverrà « ora », subito, non al termine della giornata. Israele aveva imparato in Egitto che il Signore ascolta il povero e il bisognoso (cfr. Es 22,2 1 -24), e i profeti continua­ vano a proclamarlo (cfr. Is 3, 1 3- 1 5). [vv. 7-9] Affermazione di confidenza: differenti motivazioni conducono a espressioni formalmente diverse. Un' affermazione generale e proverbiale com­ menta I' oracolo di Dio: con una immagine metallurgica ricorrente (Sal 1 8, 3 1 ; 1 19, 1 40; Pro 30,5) lo si mette i n contrasto con i l linguaggio degli empi : l a Parola del Signore è pura, cioè, non contiene ganga di falsità; si aftina nel suo compi­ mento (v. 7). Segue un indirizzo ionico al Signore, che conferma l 'espressione di fiducia: il Signore manifesterà la verità delle sue parole, liberando il povero e la comunità dei suoi poveri da questo tipo di gente (v. 8). Il verso finale, in forma di lamento, termina con uno sfondo oscuro: la confidenza nel Signore è continua­ mente minacciata dal fatto di vivere in un ambiente intluenzato da uomini senza Dio. Comunque la Parola del Signore continuerà a rendere possibile la fiducia, anche se l 'arroganza e il degrado fra gli esseri umani stanno aumentandon (v. 9). 76 Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalms, p. 8 1 . 77 Cfr. M . Conti, Arroganza umana efedeltà divina secondo il Salmo 12, in Anton 69 ( 1 994) 1 56-1 78.

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Gesù nel vangelo parlerà della difficoltà di vivere in mezzo a una generazione perversa e adultera (Mc 8,38; 9, 1 9).

Salmo 13. È una supplica individuale. Pur nella sua concisione, tale suppli­ ca può essere considerata come il paradigma delle principali caratteristiche dei salmi di questo genere. Questi , in origine, sembrano essere nati in servizi liturgi­ ci per persone sofferenti . Il Sal 1 3 può essere stato recitato in casi di malattia pro­ · lungata. Come suggeriscono le domande insistenti dei vv. 2 4, erano falliti prece­ denti tentativi di assicurarsi la salute. Esso quindi è uno sforzo rinnovato di gua­ dagnarsi il favore del Signore e manifesta che nella società israelitica le persone malate, o nella di sgrazia, non erano lasciate al loro destino come in altre società antiche, ma si tentava di reinserirle nella cellula fondamentale della società che era la famiglia. Vi troviamo il triangolo classico dei personaggi tipici di questi salmi: Dio-io-nemici. Il movimento va dal pericolo incombente su li 'orante ali 'e­ spressione di fiducia e alla promessa di lode. Il Sal 1 3 è collegato con il Sal 1 2 mediante la parola chiave « prevalere », riùn (Sal 1 2,9b; l 3,3), per indicare il comportamento delittuoso degli empi. Se i due salmi sono letti insieme, il profilo generico dei nemici nel Sal 1 3 è concretiz­ zato socialmente dal Sal 1 2, e la quadruplice domanda: « Fino a quando? », in Sal 1 3 ,2-3, evoca l ' « adesso » de l i ' intervento divino in Sal 1 2,678• Nonostante la sua brevità, il salmo contiene gli elementi classici della sup­ plica indivi duale: il lamento con l ' invocazione del nome di Dio e la descrizione del bisogno (vv. 2-3); la petizione al Signore perché finisca lo stato di necessità, con la presentazione di motivi che devono muovere Dio a intervenire (vv. 4-5); la lode (v. 6); l ' affermazione di confidenza (v. 6ab) e il voto (v. 6cd). L'accumulazione delle domande iniziali indica un impellente senso della fret­ ta: i tempi dell' uomo fragile e mortale non coincidono con i tempi di Dio eterno. La simbologia dominante è quella della vista. Lo sguardo di Dio è fonte di vita. Collegata con questa esperienza è l ' immagine della luce (giorno/veglia/vita/not­ te/sonno/morte)79• [13,1 ] Soprascrina: è una nota tecnica musicale e un riferimento ali ' origine davi dica. [ vv. 2-3] Invocazione e ltuMnto: il salmo incomincia con la quadruplice ri­ petizione di un ritornello in fonna di domanda retorica, ti (?ica di molte lamenta­ zioni bibliche e del la salmografia dell 'Oriente Antico*•. E una interpellanza di crescente intensità, perché si metta fine a una situazione ormai insostenibile. Vi è invocato il nome stesso del Signore, JHWH, rivelato al popolo. La preghiera si può elevare a Dio, perché egli stesso ha preso l ' iniziati va di chiamare alla fede. La difficoltà de l i ' orante è triplice: con Dio, con se stesso e con gli altri . Dio non sembra fare attenzione alla sua pena. Ansietà gli torturano l 'animo con doman-

711

79

Cfr. Ch. Barth. Concatenatio, p. 34; J. Schreiner. Zur Stellung von P:ralm 22 im Psalter, p. 260. Cfr. H. lrsigler. Psalm - Rede ab Handlungs-, Wirk- und Au.uageproze.P. Sprechaktanalyse und

Psalmeninterpretation am Beispiel von Psalm l3, in K. Seybold - E. Zenger (edd.), Neue Wege, pp. 63- l 04. RO Cfr. ANET. pp. 384-385.

80

TraduzioM e conurts1t0

de penose. Un nemico domina la situazione: è una difficoltà teologica, persona­ le e sociale. [vv. 4-5] Petizione: l' orante si rivolge direttamente al Signore chiamandolo « mio Dio », perché appartiene a un popolo a cui è stato dato il diritto per elezio­ ne e alleanza di dire « nostro Dio ». Egli cerca una risposta che gli faccia capire che il Signore non l ' ha dimenticato ma lo conosce e sa della sua pena. Il suo pro­ blema non è una malattia agli occhi e nemmeno solo una metaforica cecità del cuore. Si tratta invece della luce della sopravvivenza (cfr. Esd 9,8) e del sonno eterno e definitivo (v. 4; cfr. Ger 5 1 ,39). Se il nemico potesse lanciare il suo grido di vittoria (cfr. Ger 1 , 19; 1 5,20), anche il Signore patirebbe una « sconfitta » agli occhi della gente. Ma a lui interessa la vita di coloro che gli appartengono (v. 5). [v. 6] Lode: il salmo, dopo il lamento e la petizione, si conclude con il terzo gradino della ziggurat, la lode, nella quale si calmano le acque agitate. Molti commentatori immagi nano un oracolo favorevole ali ' orante ricevuto da un pro­ feta cultuale o da un sacerdote nelle liturgie familiari, e che non sarebbe stato re­ gistrato come in Sal 1 2,6. La preghiera quindi sarebbe in realtà un inno di ringra­ ziamento recitato dopo l ' esperienza di salvezza, in cui si ricordava anche il la­ mento del passato. Thttavia nelle suppliche individuali gli elementi di lode, prima che si materializzi la salvezza, servono come sostegno alla petizione. Vi è una coerenza che tiene insieme i tre momenti, apparentemente separati, della pre­ ghiera. Anche in mezzo alle tribolazioni l ' orante può fare l 'esperienza della bontà di Dio e, in questo ambiente, passare dali' afflizione quasi disperata alla fi­ ducia trovando una quiete piena di gioiosa speranza (v. 6ab ). La preghiera termi­ na con la promessa di un canto di ringraziamento (v. 6c). Il salmo può diventare anche la preghiera del cristiano, che si sperimenta contemporaneamente ansioso, pauroso, incapace di trovare Dio là dove lui lo vorrebbe e, allo stesso tempo, sa di essere un eletto, entrato a far parte di una storia di salvezza in Cristo, e può pregustare fin d' ora la vita futura. ·

Salmo 14. È tramandato nel Salterio anche come Sal 53 con alcune piccole differenze intenzionali, che fanno pensare che il secondo rappresenti una ulteriore elaborazione del salmo. Appartiene al genere letterario delle suppliche, con un to­ no che passa dal sapienziale al profeti co. Sapienziale è la convinzione che lo stol­ to, il quale non scommette neppure un soldo per Dio e, per questo, senza discerni­ mento fa ciò che vuole e ciò che gli offre ricchezza, stima e felicità, alla fine tut­ tavia fallisce e ha una cattiva tine. Tipicamente profeti co, invece, è l ' impegno del Signore per i poveri come « suo popolo »81• Nella sua redazione finale il salmo si presenta come una istruzione della comunità riguardante la sorte degli empi senza Dio, i quali potrebbero essere identificati con i ricchi giudei delle classi elevate, che hanno approfittato della protezione dell 'amministrazione straniera (cfr. Ne 5). È collegato con il salmo precedente da richiami verbali : in Sal 1 3,6 l' orante aspetta la « salvezza » (ysu 'a) per sé, in Sal 1 4,7 per Israele; secondo Sal 1 3,6 11

Cfr.

E. Zenger, Die Nacht, pp. 1 80- 1 82.

Il Signore unico baluardo dei sofferenti e dei poveri, Libro � Sal 3- 14

81

« esulta » i l suo cuore; secondo Sal 1 4,7 Giacobbe82• In particolare Sal 14,2 ri­ chiama Sal I l ,4, dove il Signore guarda dal cielo esaminando gli uomini. Sal 14,7, che fa diventare il salmo una preghiera della comunità dei giusti, costituisce assieme al Sal 3,9b una cornice alla composizione dei Sal 3- 1 4. La supplica inizia con una descrizione sapienziale degli stolti (vv. l b-3); con­ tinua con una esortazione in linguaggio profetico (vv. 4-6); termina con una inter­ cessione per il popolo (v. 7). Sono contrapposti due tipi di uomo: il nabiil, lo stol­ to, e il ma.Skil, il saggio. Nella prima parte dominano le espressioni « c'è », « non c'è », nella seconda parte l ' intensità dei sentimenti è espressa dal la domanda re­ torica (v. 4), dall ' interiezione (v. 5), dal l ' ottativo (v. 7). [14,la] Soprascritta: interessanti le diversità con la soprascritta di Sal 53, 1 , che h a maskil, « poema didattico », più adatta al contenuto del salmo. [vv. l b-3] Descrizione sapienziale degli stolti: in una specie di omelia, che serve a educare l 'assemblea riunita, è descritto il comportamento irriverente, as­ surdo e incosciente dello stolto (cfr. l Sam 25; 2Sam 1 3, 1 3). Egli pensa che Dio non ci sia qui e ora nella storia umana, perché troppo lontano e indifferente ai pro­ blemi deli' uomo. Nega i l Dio de li' esodo e de li ' alleanza. La storia, allora, è tutta in mano del l ' uomo. Lo stolto (nabal) non è uno stupido ma una persona anche ac­ corta e potente, che si fa un giudizio sbagliato sulla realtà. Fede ed etica sono strettamente unite. Dal rifiuto di Dio deriva il rifiuto della comunità (v. 1 ). Il Signore dal cielo esamina la condotta del prudente (maskil), di chi fra gli esseri umani invochi il Signore, Dio di Israele, nelle sue necessità e lo cerchi nelle sue decisioni vitali (v. 2). Alla sentenza « Dio non c'è » fa eco due volte la sentenza « Non c'è chi faccia il bene ». La seconda interpreta la prima (v. 3). I vv. 2-3 sono citati in Rm 3, l 0- 1 3 a conferma che tutti sono sotto il dominio del peccato. [vv. 4-6] Esortazione: chi tiene l 'omelia (un profeta?) inizia con una do­ manda retorica ri volta non a tutta l 'umanità ma ai malfattori senza Dio. Attualizza e concretizza il proprio argomento parlando della società dove egli vi­ ve, descrivendone la condotta mediante un'analisi di tipo profetico (cfr. Mie 3,23; Ab 3 , 1 4): i poveri sono oppressi e spogliati dei loro beni (v. 4). Nonostante i problemi di tradizione testuale dei vv. 5-6, è chiaro che qui troviamo un incorag­ giamento per i poveri che si rifugiano nel Signore, forse nel tempio. I malfattQri nella loro azione malvagia si dovranno incontrare con la presenza misteriosa di Dio e con il suo potere: sperimenteranno la paura del divino. Qualcosa farà ap­ parire che Dio è « là » (siim) nella comunità dei giusti (v. 5). La vera realtà degli empi si manifesterà proprio davanti al piano di Dio sui poveri del suo popolo, che mettono tutta la loro forza e fiducia in lui (v. 6). [v. 7] Intercessione: è un' antifona probabilmente aggiunta dopo la restaura­ zione postesilica, in cui si aspetta la salvezza da Dio che opera da Sion. Egli cam­ bierà nuovamente la sorte del suo popolo, facendone una comunità di fratelli, li­ bera da nemici interni ed esterni. Il tempo di desolazione presente si muterà in un tempo di gioia nel Signore. 12Cfr. Ch. Barth, Concatenatio, p. 34; J. Schreiner, Zur Stellung von Psalm 22 im Psalter, p. 260.

82

Traduzione e commento

L' unità di composizione dei Sal 3- 14 ha il suo centro nel Sal 8: la chiave per capire la teologia del redattore finale. Il Sal 8 mette in evidenza che il Signore non lascia in asso « i bimbi e i lattanti »: il singolo sofferente e perseguitato (cfr. Sal 37) e i poveri (Sal 9- 1 4 ). Nei Sal 3-7, infatti, c'è la coscienza certa che il Signore ascolta il lamento e la preghiera di chi è nel bisogno e non tarderà a dargli soc­ corso. L' orante di questi salmi risponde a una domanda: Che cosa è l ' uomo che si riconosce creatura di Dio?8�. Anche stigurato dalla malattia, disonorato da una fal­ sa accusa, costretto a fuggire davanti al perseèut�re, egli può rivolgersi a Dio co­ me « Signore, signore nostro ( 'lidanenu) » (Sal 8,2. 1 0), e sperimentare la propria dignità regale (cfr. « Di gloria e di splendore lo hai coronato » in Sal 8,6). Che co­ sa è, invece, un uomo quando si distacca da Dio? A questa domanda rispondono nei Sal 9/1 0- 1 4 tre tipi (gruppi) di persone: l ' empio (rasa'), lo stolto (niibiil) e i fi­ gli del l 'uomo (bene 'iidam). Costoro si caratterizzano per quello che dicono: « Chi sarà nostro padrone? (mi 'adon lanu) » (Sal 1 2,5) e « Dio non c'è » (Sal 1 0,4; 14, l ). In tale situazione l ' unica cosa che il fedele può fare è gridare quattro volte: « Fino a quando? » (Sal 1 3 ,2-3). Un motivo ricorrente nei Sal l l-1 4 mostra che la risposta divina non si fa attendere: Dio, come Signore del mondo e Giudice, dal cielo guarda verso gli umani per restaurare l 'ordine mondiale in favore dei pove­ ri (Sal I l ,4-6; 1 2,6; 1 3,4; 14,2). Se leggiamo l 'unità di composizione assieme al portale del Salterio (Sal 1 2), possiamo notare un movimento in tre fasi: orientamento iniziale (i giusti [Sal 1 ,2] e il messia [Sal 2,8-9] avranno successo), disorientamento (le sofferenze in­ vece del perseguitato fSal 3; 7], del povero [Sal 4], dell ' accusato ingiustamente [Sal 5]), e nuovo orientamento (i nemici retrocedono davanti alla forza della pre­ ghiera dei piccoli [Sal 8,3; 9,4 . 7])114• Il motivo del tempo che uni sce i Sal 3-7 è presente, in forma meno marcata, anche nei Sal 1 1 - 1 4: la notte oscura è il tempo del male e del pericolo mortale (Sal 1 1 ,2), a cui Dio pone una fine. Anche l 'espressione in Sal l 2,6: « Ora sorgerò » ri­ chiama il Dio « Sole della giustizia », che salva « ora », cioè « di giorno ». La suc­ cessione dei quattro salmi esprime la convinzione che il Si gnore è il rifugio per i poveri: il Sal I l lo presenta come giudice degli oppressori, mentre gli uomini ret­ ti vedranno il suo volto (Sal 1 1 ,7); questo è confermato dalle parole di Dio in Sal 1 2,6: « Per lo strazio dei deboli, per il gemito dei poveri, ora sorgerò, dice il Signore; e metterò in salvo chi è maltrattato »; la quadruplice ripetizione del gri­ do « Fino a quando? » in Sal 1 3 sembra evocare proprio l ' « ora » annunciato i n Sal 1 2,6; al ripetuto lamento del Sal 1 3 si risponde in Sal 1 4,5: « Ecco, là tremano di paura, poiché Dio sta in compagnia dei giusti ! »85

. J. Schreiner, ibid., pp. 266-267: cita un contributo non pubblicato di H.W. Jungling sulla « se­ quenza dei salmi 7- 1 4 ». 114 G. Barbiero, Da.fi ente Psatmenbuch, pp. 63-65. 15 Cfr. F.-L. Hossfeld - E. Zenger. SeliR. wer aufdie Armen achtet » (Ps 41,2), pp. 39-42. 13 Cfr.

«

'

ISTRUZIONE ALLA COMUNITA . DI QUANTI CERCANO IL SIGNORE

Salml 1 5-24

l. Gioia nella tora alla presenZIJ del Signore

Chi può stare alla presenza di Dio?

15 •salmo di Davide.

Signore, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? 2Chi cammina integro, pratica la giustizia e parla con sincerità di cuore. 3Egli non calunnia con la sua lingua, non fa torto al suo prossimo, non lancia insulti al suo vicino. 4Ai suoi occhi è spregevole il riprovato, onora invece chi teme il Signore; mantiene la parola, anche se ha giurato a suo danno•. 5Non presta il suo denaro a usura e non accetta regali contro l ' innocente. Chi agisce così non vacillerà mai. Salmo difulucill: U sentiero della vita

16 1Poema di Davide.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2Ho detto2 al Signore: 1

Letteralmente: «Ha giurato a danno». II TM ha 'timarr, « tu hai detto )): la fonna del verbo è al femminile, per cui alcuni pensano che si tratti di un salmo pregato da una donna come il Sal 1 3 1 . Cfr. J. Trebolle Barre� Salmos de mujeres, in E.'itBib 51 ( l 999) 665-682. Forse i masoreti pensano a Israele come una donna, come la serva del Signore. Il Turgum aggiunge: « Tu, anima mia, hai detto )), Di solito però gli studiosi leggono una prima persona con Jt·riptio defectiva sul modello aramaico; cfr. K. Seybold, Die Psulmen, p. 70. 2

84

Traduzione e commento « Sei ti1 il mio Signore, la mia felicità non è fuori da te »3; 3e riguardo ai santi che sono nel paese, ai potenti per i quali era ogni mia premura4: 4 « Moltiplichino le loro pene quanti corrono dietro a un dio straniero5; io non verserò le loro libagioni di sangue, né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi »6• 'Signore, porzione del mio lotto e della mia coppa, tu tieni saldo il mio destino. 6Per me le sorti sono cadute in terreni deliziosi; sì, la mia eredità mi piace!

7Voglio benedire il Signore che mi consiglia, perfino di notte i miei reni' mi ammoniscono. 8Ho posto sempre dinanzi a me il Signore: con lui alla mia destra non vacillo. 9J>er questo ha gioito il mio cuore, ha esultato il mio animo8, sì, il mio corpo può abitare sicuro; '�perché non mi abbandonerai negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa9• 11Mi farai conoscere il sentiero della vita: mi sazierai di gioia alla tua presenza, di delizie senza fine alla tua destra. Preghiera per la Uberadone

17 1Preghiera di Davide.

Ascolta, Signore, la giusta causa, sii attento al mio grido; ' Oppure: « D mio bene sei tu, nessuno è sopra di te ». 4 Il testo ebraico dei vv. 2-3 è molto oscuro e la traduzione è solo probabile. Altra traduzione possi­ bile: « Ho detto al Signore: "Th sei il mio Signore, la mia felicità non è al di fuori di te"» (v. 2). Ai santi che sono nel paese, « essi sono i miei potenti, tutto il mio favore è per essi » (v. 3). 5 Leggendo miheru, « si affrettano » e quindi « corrono dietro », invece del TM miihiiru, « acquistano » e quindi « seguono ». Altra traduzione: [quelli che] seguono un altro [dio]. 6 Letteralmente: « Mai porterò il loro nome sulle mie labbra ». 1 I « reni » rappresentano il centro della vita, la parte più intima dell 'animo, che Dio solo vede. Sono quasi figura della « coscienza » che ammonisce gli uomini su quello che devono fare. • Il TM ha /toodi: « la mia gloria ». Il contesto fa pensare che originariamente si leggesse ltbedi, « il mio fegato » (= il mio intimo, il mio animo). 9 Il termine ebraico IaiJ.at significa sia « corruzione », sia « fossa �. La LXX traduce « corruzione », tennine ripreso da At 2,27.3 1 .

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l, Sal 1 5-24

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porgi l 'orecchio alla mia preghiera su labbra senza inganno10• 20al tuo volto venga per me il verdetto; i tuoi occhi osservino la rettitudine. 3Hai esaminato il mio cuore, l ' hai scrutato di notte, mi hai provato al fuoco, ma non trovi nulla: se qualcosa ho premeditato'', non esce fuori dalla mia bocca. 4Quanto alle opere umane, secondo la parola delle tue labbra, mi sono guardato dai sentieri del violento. 5Ho tenuto saldi i miei passi sulle tue tracce, non hanno vacillato i miei piedi. 6lo ti ho invocato, perché tu mi rispondevi, o Dio:

tendi a me l 'orecchio, ascolta la mia parola. 'Opera le meraviglie della tua bontà, o salvatore di chi cerca rifugio, davanti agli insorti, presso la tua destra. 'Proteggimi come la pupilla degli occhi, ali ' ombra delle tue ali nascondimi, 9dai malvagi che mi usano violenza, dai nemici mortali che mi accerchiano. 10Hanno chiuso le loro viscere12, le loro bocche parlano con arroganza. 11Avanzano contro di me13, già mi accerchiano, puntano i loro occhi per stendermi a terra, 12come un leone che brama la preda o un leoncello che si apposta in agguato. 13Sorgi, Signore, vagli incontro e abbattilo, con la tua spada liberami dall 'empio, 14con la tua mano, Signore, dai mortali, dai mortali del mondo, 10

Altta traduzione: « Sulle mie labbra non c'è inganno >>. Altri leggono un sostantivo: « malizia >>. da zimmiiti. invece del TM z.amm6ti. '2 Letteralmente: « Essi hanno chiuso il loro grasso ». Il senso preciso di questa espressione idioma­ tica è incerto. l:\ Leggendo 'il�n1ni invece del TM 'a.fiurenu, « i nostri passi ». 11

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Traduzione e commento

la cui parte è in questa vita14• Ma ai tuoi protetti 15 tu riempi il ventre: si sazieranno i loro figli e lasceranno gli avanzi per i loro bambini16• •�E io voglio nella giustizia contemplare il tuo volto, saziarmi, al risveglio, della tua presenza. 2. La legge di Dio e la sua sovranità mediante il re Ringraziamento di Davide, re giusto e perseguitato 18

1Al maestro del coro. Del servo del Signore, di Davide, il quale rivolse al Signore le parole di questo canto, nel giorno in cui il Signore lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. 2E disse:

Ti amo, Signore, mia forza. 3Signore, mia rupe, mia fortezza e mio liberatore; Dio mio, mia Roccia in cui mi riparo, mio scudo e mia potente salvezza, mio rifugio. 4lnvoco il Signore, degno di lode, e dai miei nemici sarò salvato. �Mi attorniarono corde di morte e mi spaventarono i torrenti di Belial. 6Mi avvolsero corde infernali, mi vennero incontro le reti della morte. 7Nella mia angoscia io invoco il Signore, grido aiuto al mio Dio; dal suo tempio ascolta la mia voce, il mio grido giunge ai suoi orecchi. 8Si scosse e vacillò la terra, le basi dei monti tremavano, furono scosse, perché egli era sdegnato. 9f,salò fumo dalle sue narici, e dalla sua bocca un fuoco divorante, sprizzarono da lui carboni ardenti. 1•

Altra traduzione possibile: « Dai mortali - troppo durevole è la loro parte nella vita )). �� Seguendo il qre del TM �funkii (participio passivo Qa/, singolare collettivo interpretato come plurale) .

16

-

Altri riferiscono la seconda parte del verso ancora ai nemici. Il testo ebraico dei vv. l 3b l 4 è oscuro.

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Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro I, Sal 1 5-24

10Jnclinò il cielo e discese, caligine sotto i suoi piedi. 11Cavalcò un cherubino e volò, si librò sulle ali del vento. 12Si avvolgeva di tenebra come di un velo, di acque oscure e di dense nubi come di una tenda. 13Al fulgore della sua presenza, le nubi si sciolsero in grandine e carboni ardenti. 14E il Signore tuonò dal cielo, l 'Altissimo faceva risuonare la sua voce grandine e carboni ardenti. 1 5Scagliò le sue saette e li disperse, fulmini in quantità e li sbaragliò. 16 Allora apparve il fondo del mare e si scoprirono le fondamenta del mondo · ··· · per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo vento furioso. 17Dall ' alto stese la mano e mi afferrò, mi estrasse dalle grandi acque, 18mi liberò dal mio potente nemico, dai miei avversari, perché erano più forti di me. "Vennero contro di me nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; 20egli mi portò al largo, m'ha tratto in salvo perché mi ha voluto bene. · · ,

21TI Signore mi ricompensa secondo la mia giustizia,

mi retribuisce secondo la purezza delle mie mani; �rché sono stato attento alle vie del Signore e non ho abbandonato come un empio il mio Dio; 23perché tengo presente tutti i suoi giudizi e i suoi comandi non respingo da me. 24Sono stato integro con lui e attento a non peccare. 25E il Signore mi ha retribuito secondo la mia giustizia, secondo la purezza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 26Con il fedele tu sei fedele con l 'uomo integro tu sei integro; 27con il sincero tu sei sincero e con il furbo sei astuto.

88

Traduzione e commento

28Sì, tu salvi il popolo umile e abbassi gli occhi alteri. 29Sì, tu fai splendere la mia lampada, o Signore: · il mio Dio rischiara le mie tenebre. 30Sì, con te mi lancio nella. mischia e con il mio Dio scavalco le mura. 31Dio! Integra è la sua via; la parola del Signore è pura; egli è scudo per chi in lui si rifugia.

·

32Sì, chi è Dio se non il Signore? E chi è Roccia ali ' infuori del nostro Dio? 3311 Dio che mi ha cinto di forza e ha reso integra la mia via, :wche ha eguagliato i miei piedi a quelli di cerve, e sulle alture mi ha tenuto saldo, 35che ha addestrato le mie mani alla guerra, e ha fatto tendere alle mie braccia l 'arco di bronzo. 36Mi hai dato lo scudo della tua salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, la tua sollecitudine11 mi ha reso grande. 37Facevi larga la strada ai miei passi, e le mie caviglie non hanno ceduto. 38lnseguivo i miei nemici e li raggiungevo, e non tornavo senza averli annientati. 3�i colpivo e non poterono rialzarsi, sono caduti sotto i miei piedi. 40'JU mi hai cinto di vigore per la guerra, hai piegato sotto di me i miei oppositori. 41Dei miei nemici mi hai presentato le spalle, quelli che mi odiavano, li ho annientati. 42Gridavano, ma non c'era un salvatore, al Signore, ma non gli ha risposto. 43Li ho stritolati come polvere al vento, li ho spazzati via come fango delle strade. 44Mi hai liberato dalle contese del popolo, mi hai messo a capo delle nazioni: un popolo che non conoscevo mi serviva. 11 Le versioni antiche LXX e Volgata hanno invece « istruzione. disciplina ». Altra traduzione possi­ bile: « la tua risposta ( 'iina rispondere) mi ha reso grande ». =

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l, Sal 1 5-24

89

'"Solo al sentir parlare di me, obbedivano, stranieri mi corteggiavano, 46stranieri venivano meno e lasciavano tremanti le loro fortezze. 41Jl Signore vive! Sia benedetta la mia Roccia, sia esaltato Dio, mio salvatore. 48ll Dio, che mi ha concesso vendetta, mi ha sottomesso i popoli. 49'fu che mi hai liberato dai miei nemici, e mi hai innalzato sui miei oppositori, mi hai salvato dali ' uomo violento. 50per questo ti loderò fra le nazioni, o Signore, e canterò inni al tuo nome. 51Egli ha dato una grande vittoria al suo re e ha mostrato un amore leale al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre. Inno a Dio per la creazione e la legge

19 1Al maestro del

coro.

Salmo di Davide.

21 cieli narrano la gloria di Dio e l 'opera delle sue mani annuncia il firmamento. 3Un giorno ali 'altro ne passa parola e una notte ali ' altra ne dà notizia. 4Senza parola, senza discorsi, senza che si oda la loro voce, 5eppure il loro suono si diffonde su tutta la terra e il loro linguaggio fino ai confini del mondo. Là egli ha posto una tenda per il sole. · 'E lui, come sposo, esce dal suo talamo, si rallegra, come un prode, di percorrere il suo corso. 'Spunta da un estremo del cielo e la sua orbita raggiunge l ' altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. 'La legge del Signore è integra, ridona vita; l' insegnamento del Signore è sincero, rende saggio il semplice.

..

90

Traduzione e commento

9J precetti del Signore sono retti,

rallegrano il cuore; il comando del Signore è limpido, dà luce agli occhi. 1'11. timore del Signore è puro, dura per sempre, i giudizi del Signore sono veri, sono tutti giusti, 1 1desiderabili più dell 'oro, di molto oro fino; e dolci più del miele, di un favo stillante. 12Anche il tuo servo ne è avvertito18; per chi li osserva grande è il profitto. 13Le inavvertenze chi le discerne? Purificanti dalle mancanze occulte. 14Anche dagli arroganti19 proteggi il tuo servo: non abbiano potere su di me. A_llora resterò integro e innocente da grave colpa. 15'fi siano gradite le parole della mia bocca e davanti a te è il murmure del mio cuore, Signore, mia Roccia e mio redentore. Benedizioni per U re 20

1Al maestro del coro. Salmo di Davide.

2Ti risponda il Signore nel giorno dell 'angoscia,

ti sollevi al sicuro il nome del Dio di Giacobbe. 3'fi mandi soccorso dal santuario, e da Sion ti sostenga. 4Si ricordi di tutte le tue offerte e gradisca20 il tuo olocausto. 111

Altra traduzione possibile: « Ne è illuminato ». Altre traduzioni: « peccati volontari », « superbia>>. 20 Letteralmente: « dichiari pingue >>: cfr. in ls 34,6-7 la metafora delle vittime sacrificali il cui gmsso, colando, rende grassa, yduiiiin, la polvere. Invece T. Federici (« Ed i tuoi olocausti incenerisca », pp. 5795) propone di tradurre « incenerire >> (cfr. p. 87), seJVendosi della tradizione ebraica (Targum e Kimchi). 19

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Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l, Sal l S-24

sTi conceda ciò che i l tuo cuore desidera21, e adempia ogni tuo progetto. 6\Togliamo esultare per la tua vittoria e nel nome del nostro Dio schierarci in battaglia22• . Compia il Signore ogni tua richiesta. 70ra riconosco che il Signore ha dato la vittoria al suo consacrato, gli rispondeva dai suoi cieli santi con la forza vittoriosa della su a destra. 'Chi ai carri e chi ai cavalli, noi al nome del Signore nostro Dio facciamo appello23• �ssi si curvarono e caddero, ma noi ci siamo levati e restiamo in piedi. 10Signore, da' al re la vittoria. Ci risponda nel giorno in cui invochiamo24• Ringraziamento per la salvezza del re 21

1Al maestro del coro. Salmo di Davide.

2Signore, il re gioisce per la tua potenza, e per la tua vittoria come esulta grandemente! 3Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore e non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 4Sì, gli vieni incontro con benedizioni e felicità, gli poni sul capo una corona d'oro fino. 'Vita ti ha chiesto, gliel 'hai concessa, lunghi giorni, in eterno e per sempre. 21 Letteralìnente: « Conceda a te secondo il tuo cuore ,._ 22 Il verbo nidRlJI è spesso considerato come denominativo da degel, « vessillo, bandiera », e si traduce « spiegheremo i vessilli >) (Ravasi; Alonso SchOkel - Camiti). Questo gesto però è riferito alla celebrazione della vittoria e non alla preparazione del combatti mento (cfr. L. Alonso Schokel - C. Camiti. / Salmi, l, p. 416). Le versioni della LXX e la Siriaca non intendono deRei come « vessillo ». La scoperta di papiri aramaici a Elefantina ha dimostrato che degel indica un reparto militare nella guarnigione locale (cfr. G. Garbini. Note di lessicogr�(ia ebraica [StBi 1 1 8], Brescia 1 998. p. 169). Il significato di « unità militare » è attribuito a de­ gel anche nei documenti di Qumran ( l QM 4.1 0). Per una discussione approfondita su questa traduzione cfr. S. Bazyliriski. l salmi 20-21. pp. I l 0- 1 1 3. un lavoro presentato per il dottorato al Biblicum di Roma. 2� Il verbo esprime non solo invocazione dei soccorsi militari umani (v. 8a) e divini (v. 8b). ma anche la fiducia in tali rinforzi e il vantarsi disprezzando il nemico (cfr. I Sam 17,45): cfr. S. Bazyliriski, ibid pp. 1 1 5- 1 1 7 . Alcuni cambiano il TM in nagbir, « siamo forti » (cfr. la LXX e Siriaca). 24 Altra traduzione: « Signore. dona la vittoria! Il re ci risponderà nel giorno in cui Io invochiamo ». .•

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Traduzione e commento

·fGrande è la sua gloria per la tua vittoria, gli hai conferito maestà e splendore. 'Sl, gli accordi benedizioni per sempre, lo fai esultare di gioia con la tua presenza. 8Sl, il re confida nel Signore,

e per la fedeltà dell 'Altissimo non vacilla. �a tua mano raggiunga tutti i tuoi nemici, la tua destra raggiunga quelli che ti odiano. 10Come forno rovente li trasformerai25, al tempo della tua apparizione, Signore! Nella sua ira li consumi, li divori il fuoco. 11Cancellerai il loro frutto dalla terra, la loro stirpe dai figli dell 'uomo. 12Benché abbiano ordito contro di te una sventura, abbiano tramato un' insidia, non riusciranno ! 13Sì, farai loro voltare le spalle, il tuo arco26 punterai contro i loro volti. 1�Alzati, Signore, nella tua potenza, cantiamo e inneggiamo alla tua forza! 3. Il cammino d'Israele e dei popoli al monte del Signore

La preghiera del Servo del Signore

22 1 Per il maestro del coro. Sopra « La cerva dell 'aurora ». Salmo di Davide.

2Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, sei lontano dalla mia salvezza, dalle parole del mio gemito ?27 3Dio mio, grido di giorno e non rispondi, di notte e non c'è requie per me. 4Eppure tu sei il Santo, ti siedi in trono fra le lodi di Israele. 25

Altra traduzione: « Metti li come in un forno rovente ,.. « le corde dell 'arco ». 27 Altra traduzione: « Lontano dalla mia salvezza sono le parole del mio lamento ».

26 Letteralmente:

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l, Sal 15-24

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5ln te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li hai liberati. 6A te gridarono e furono sal vi, in te confidarono e non rimasero delusi. 'Ma io sono un verme e non un uomo, obbrobrio della gente e disprezzato dal popolo. 8Al vedermi tutti mi scherniscono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9« Si è rivolto al Signore28, lui lo liberi, lo salvi, se tanto lo ama ». 10Sì, sei tu che mi hai tratto dal grembo; mi hai affidato al seno di mia madre; H fuori dali ' utero, a te fui gettato, sin dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 12Non stare lontano da me, perché l 'angustia è vicina e nessuno mi soccorre. 13Mi ha circondato una torma di tori, i potenti tori di Basan mi hanno accerchiato. �·Hanno aperto contro di me le loro fauci: un leone che sbrana e ruggisce. 15Come acqua sono stato versato, sono slogate tutte le mie ossa; il mio cuore è divenuto come cera e si è fuso nelle mie viscere. 16Come coccio è inaridito il mio vigore, la mia lingua si è incollata al palato e tu mi deponi su polvere di morte. 17Sì, mi hanno circondato i cani, mi ha attorniato una banda di malvagi, mi hanno forato29 mani e piedi. 18Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi osservano, mi guardano dali ' alto. 19Si dividono le mie vesti fra loro, sulla mia tunica gettano la sorte. . Altre traduzione possibili: « Si rivolga al Signore » � oppure « rivolgiti al Signore ». 19 Il TM legge: « Come un leone (k4 IJri) sono le mie mani e i miei piedi »: una frase con poco senso. La maggioranza dei traduttori segue due manoscritti medievali e le versioni antiche che hanno letto il verbo « scavare, perforare o legare >> (kii 'liru). Una recente scoperta in un manoscritto del Mar Morto proveniente da Nahal J:Iever (5/61:fevSePs) conferma questa lettura tradizionale. Cfr. P.. W. Aint, The Book of Psalms in the Light of the Dead Sea S>). o in ogni direzione - « disperdere >> (cfr. Ger 50.6, « i loro pasto­ ri [ ... ] le avevano fatte smarrire » fino a che « dimenticarono il loro ovile ». Questa forma può trovarsi an­ che avendo come oggetto un individuo invece di un gruppo (cfr. Ez 38.4 e 39,2). Secondo T. M. Willis (A Fre.fjh Look at P.fjalm XXIII Ja. in VT 37 [ 1987] l ()4. 1 06) y.fiJbéb non significa « ristora l 'anima mia » e quindi mi ridona vita )). Il sal mista non starebbe riportando il risultato della nutrizione che il Signore provvede al suo popolo (cfr. v. 2). Invece, in vv. 2-3a egli descrive tre azioni distinte, che un pastore fa comunemente per il suo gregge (e che analogamente fa il Signore per il suo popolo): procura al gregge cibo ( in verdi pascoli mi fa adagiare »), acqua ( « ad acque tranquille mi conduce »), riparo ( mi racco­ glie nell'ovile » ). ·'� Il temine ebraico �almiiwet significa letteralmente: « ombra di morte ». )Il La LXX e la Volgata hanno: « inebriante ». oiché lui l 'ha fondata sui mari, e resa stabile sugli abissi. 3Chi può salire al monte del Signore, e chi può sostare nel suo luogo santo? 4Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non ricorre agli idoli38 e non giura con inganno. 5Egli otterrà benedizione dal Signore e giustizia da Dio, suo salvatore. 6Questa è la generazione che lo cerca, che viene a visitarti, o Giacobbe39• 7Alzate, o porte, i vostri frontoni, alzatevi, portali antichi, ed entri il re della gloria. 8Chi è questo re della gloria? ll Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. 9Alzate, o porte, i vostri frontoni, alzatevi, portali antichi, ed entri il re della gloria. 1°Chi è questo re della gloria? ll Signore degli eserciti, è lui il re della gloria. 37 D TM ha wlabti, « e ritornerò ». La LXX ha letto wsibti, « e il mio abitare», come in Sal 27 ,4: wsibti lfblt yhwh /col ymé IJayyay, « abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita». Cfr. K. Seybold, Die Psal�n.. pp. 100- 1 02. 38 Il termine .fiiw ' richiama il comandamento del nome di Dio in Es 20,7. Si tratta primariamente del falso giuramento e secondariamente di usanze religiose devianti. come il rivolgersi agli idoli: cfr. K.

Seybold. Die Psal�n. p. l 05. È probabile, tuttavia, che per l'editore finale il verso riprendesse - in forma negativa - la professione di fede in Sal 25, l ( 'elèkd yhwh napsi 'essa '). Altta traduzione: « Chi non s'im­ pegna a vuoto ». ,. Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 1 03. L'antica versione dei LXX legge: «0 Dio di Giacobbe ».

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l, Sal lS-24

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Molti autori hanno notato che i Sal 1 5-24 costituiscono una unità di compo­ sizione concentrica40 attorno a un salmo sapienziale sulla parola del Signore nella creazione e nella tora (Sal 1 9), con ai suoi estremi due liturgie d'entrata (Sal 15; 24), sopra le quali, come in una ziggurat, stanno due salmi di fiducia del singolo (Sal 1 6; 23), due suppliche individuali (Sal 1 7; 22), tre salmi regali di ringrazia­ mento (l ' uno da un lato, Sal 1 8, e due gemelli dali 'altro, Sal 20 e 2 1 ). Il Sal 1 9, al­ la sommità, è attorniato da tre salmi regali : parola del Signore e sua sovranità at­ traverso il re sono legati insieme. Verso questo centro convergono la prima (Sal 1 5- 1 7) e la terza parte (Sal 22-24) delrunità di composizione. 1. Gioia nella t6ri alla presenza tkl Signore La struttura delle soprascritte dei Sal 1 5- t 7 fa pensare che per il redattore questi salmi dovevano costituire un sottogruppo41 • Questo è confermato dai coHe­ gamenti tematici e verbali tra i salmi 1 5 e 1 7: il tema della giustizia (Sal 1 5,2; 1 7 , 1 . 1 5), l 'affermazione dell 'innocenza con il richiamo al cammino deli ' orante (Sal 1 5,2; 1 7,5) e ali 'attenzione nel parlare (Sal 15,2-3; 1 7,3); la comune prospet­ tiva del tempio (Sal 15, l ; 1 7 ,8. 1 5). Inoltre i Sal 1 6- 1 7 hanno in comune alcuni ri­ chiami verbali: la protezione divina (Sal 1 6, 1 ; t 7,8), il sentiero (Sal 1 6, 1 1 ; 1 7 4) tenere saldo (Sal 1 6,5; 1 7,5), non vacillare (Sal t 6,8; t 7,5), porzione (Sal 16,5; 1 7, 14), saziarsi (Sal 16, 1 1 ; t 7, 1 5). ,

,

Salmo 15. La forma di domanda e risposta per verificare le condizioni per en­ trare nel santuario ha fatto pensare a una liturgia d'ingresso, che si usava proba­ bilmente in Israele a imitazione dei culti pagani prima dell'apertura delle cerimo­ nie liturgiche (cfr. 2Cr 23, t 9; Dt 23,2-9; Sal t 1 8, 1 9-2 1 ). Sembra però che il salmo abbia avuto riletture (cfr. v. 4cd) che suggeriscono una situazione diversa della co­ munità: il testo attuale rifletterebbe una liturgia non sacrifica le ma « etica » delle comunità giudaiche del postesilio. Si preferisce allora considerare questo salmo come una imitazione, influenzata dall 'ambiente sapienziale, di una liturgia d' in­ gresso, che può servire come istruzione circa l ' uomo giusto, membro della comu­ nità di coloro che temono il Signore, la quale ha accesso al tempio di Gerusalemme e, perciò, può gustare una vita stabile in comunione con Dio e con i fratelli42 • 40 Cfr. P. Auffret. La Sages.> (24,6), e cioè i popoli non israeliti79•

Salmo 22. Generalmente il Sal 22 è classificato come una supplica indivi· duale. Ma nel la sua redazione finale si possono riconoscere elementi di altri gene­ ri letterari : confidenza, lode, ringraziamento, inno augurale aperto al futuro. Sembra che il salmo non sia stato composto di getto, ma abbia avuto redazioni di­ verse. In particolare si segnalano un ampliamento e una rilettura postesilica di ca­ rattere escatologico-universale nei vv. 28-328". Il Sal 22 occupa un posto centrale nel Nuovo Testamento, dove è letto come una profezia seguita dal suo compimen­ to (Mc 15,34; Mt 27,46). Avvenimenti della storia della passione sono collegati a 77 Cfr. J.-M. Auwers. LIJ rédaction, in ErL 11 (1 996) 34-35; F.-L. Hossfeld - E. Zenger. « Wer darf hinauftiehen pp. 169- 1 77; H.P. Mathys. La teologia de la Ley en el Salterio, in Revista TeolOgica Limense 26 ( 1992) 9- 16. 78 Cfr. P.D. MiiJer. Kingship, Torah Obediençe, and Prayer. pp. 127- 142. � Cfr. N. Lohfink, Psalmengebet und Psalterredaktion, in ALw 34 ( 1992) l 5-20; F-L. Hossfeld - E. Zenger, Wer darf hinaufziehen pp. 1 80- 1 8 1 . 110 Cfr. F.-L. Hossfeld - E . Zenger. Die P.falmen. pp. 144-146. »,

«

»,

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citazioni del Sal 22 (cfr. v. 8 in Mc 1 5,29; v. 9 in Mt 27,43; v. 19 in Mc 15,24). Fa­ cendo sue le parole del salmo, Gesù non solo raggiunge i l loro significato profon­ do, ma ha donato al salmo un senso incomparabile, decisivo e ultimo. Il suo grido sulla croce eleva il grido della sofferenza individuale a universale, cioè anche la sofferenza di Israele diviene paradigmatica della sofferenza umana. Gesù moren­ do riveste la sua sofferenza nelle parole del salmo, che egli abita così dali ' inter­ no81. Testi posteriori citano dalla seconda parte del salmo (cfr. v. 23 in Eb 2,12; v. 29 in Ap 1 1 , 1 5). Il salmo 22 si trova tra un canto di vittoria (Sal 2 1 ) e una preghiera di fiducia (Sal 23 ). Nel Sal 21 si parla del re vincitore, nel Sal 22 del povero sotierente e sal­ vato. I due salmi si incontrano nel tema de l i ' aiuto del Signore (Sal 21 ,2.6; 22,2.22) e in altri temi: il volto del Signore (Sal 2 1 ,7 . 1 0 ; 22,25.28.30); il richiamo alla vita (Sal 2 1 ,5; 22,27) duratura (Sal 2 1 ,5.7; 22,27); la fiducia nel Signore (2 1 ,8; 22,5.6). Letto assieme al Sal 2 1 , anche il Sal 22 riceve una prospettiva nuova: l' orante, che in Sal 22,7 si sente un « verme », con l 'aiuto del Signore è rivestito di « maestà e splendore » regale (Sal 2 1 ,6; cfr. 8,6). Inoltre il Sal 23 appare come un commento al cammino del povero del Sal 22: ambedue gli oranti stanno davanti alla « morte » (Sal 22, 1 6; 23,4) e sperano di salvare la « vita », nepes (Sal 22,2 1 ; 23,3). La lode del « nome » del Signore promessa in Sal 22,23 è realizzata in Sal 23,3. La mensa ospitale preparata per i poveri in Sal 22,27 è prolungata in Sal 23,5112• Il salmo è composto da una supplica in cui si chiede aiuto ( vv. 1 -22) e, dopo la risposta del Signore (v. 22b), da un canto di rendimento di grazie (vv. 23-27) e da un inno (vv. 28-32). La supplica si sviluppa in due cicli (vv. 1 - 1 2 e 1 3-20) che si concludono ambedue con l ' espressione « Non stare lontano » (vv. 1 2.20). Al ter­ mine della prima parte, l 'espressione « Th mi hai risposto » sembra una sottoscrit­ ta, che indica il salmo come una preghiera esaudita�3• Nella seconda parte (vv. 2327) I' orante assieme ali ' assemblea celebra la propria liberazione. La terza parte (vv. 28-32) allarga il cerchio della lode dal l 'assemblea all 'umanità intera, alle na­ zioni, a ogni mortale che scende nella polvere, e anche alle generazioni future. Le immagini più caratteristiche del salmo sono lo stare « lontano » e « vici­ no ». Dio sta lontano, mentre il nemico è vicino. La ferocia degli uomini è sottoli­ neata dalle immagini delle belve: tori, tori di Basan, cani, bufali, leoni. Lo stato ti­ sico e spirituale è espresso mediante le immagini del liquido e dell ' arido: la consi­ stenza del l ' io si dissolve e, invece del refrigerio de li' acqua, l 'uomo trova l 'arsura. [22,1] Soprascrina: ha tre elementi, di cui il primo e l ' ultimo sono molto co­ muni nel Salterio (cfr. Sal 13 e 1 9). La parte centrale potrebbe alludere a un sacrifi­ cio prima del l 'aurora, a un tipo di intonazione musicale, o al tempo proprio del rito. [vv. 2-3] Invocazione e lamento iniziale: il salmo inizia con un triplice urgen­ te appello a Dio ( ell e 'elOhay), « Dio mio )), perché faccia attenzione. La fonnula '

•• Cfr. J. Oreish, Penser la Bible: L'herméneutique philosophique à l 'école de l 'exégèse biblique, io l 07 (2000) 93-96: presentazione e analisi de li' opera Penser la Bible di P. Ricoeur e di A. LaCoque. •z Cfr. J. Schreiner, Zur Slellung von Psalm 22 im Psal1er. Folgen fiir die Auslegung, in J. Schreiner (ed.), Beitriige, pp. 24 1 -277. 13 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 97.

RB

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Traduzione e commento

era usata dai piccoli gruppi familiari per indicare i l Dio personale84• Ma per l 'o­ rante il Dio personale è diventato ora il Dio lontano. I suoi tentativi incessanti per ristabiJire il contatto sono andati a vuoto. [vv. 4-6] Affermazione di confidenza: che cosa significhi per l'orante dire « Dio mio » è espresso in questi versetti. La sua fiducia si basa sulla più larga tra­ dizione della storia della salvezza nazionale. Avere Dio come « mio Dio » signi­ fica appartenere alla comunità per la quale Dio è il Santo (cfr. Is 6,3), che tro­ neggia come re nel tempio celeste e in quello terrestre sulle ali dei cherubini so­ pra l 'arca dell 'alleanza, per ascoltare i canti di lode della comunità di Israele. La fiducia dei padri (cfr. il triplice uso del verbo « confidare ») non è rimasta delusa (cfr. ls 30, 1 5 ; Sal 3 1 ,2). [vv. 7-9] Lamento dell 'orante: l 'orante si lamenta per la perdita della sua di­ gnità umana. È diventato il contrario del l 'uomo regale, vestito di « maestà e splen­ dore », presentato in Sal 8,6 e 21 ,6. La sofferenza non provoca la compassione del l 'ambiente circostante. Al contrario, è acutizzata dal disprezzo, dalle risa e dal­ l ' ironia. I nemici mettono in discussione la sua relazione personale con Dio (v. 9). [vv. l0-11] Affermazione di confulenza: è una seconda esplicazione del sen­ so del l ' invocazione « Dio mio » (cfr. vv. 2-3). È basata su li 'esperienza personale. Questa relazione individuale è descritta mediante la metafora, in cui Dio è pre­ sentato nel ruolo di un padre umano, mentre riconosce suo figlio postogli fra le ginocchia alla sua nascita: lo prende in braccio e lo adagia sul petto della madre per essere allattato, assicurandogli così l ' ambiente sicuro in cui la sua vita si può svi luppare. È una testimonianza che tutta la sua vita è stata vissuta in dipendenza dal Signore. [v. 12] Preghiera centrale: ritroviamo l 'opposizione « vicino/lontano ». Quan­ do il pericolo è vicino nessuno se non Dio può veramente portare aiuto. Vi è un chiaro richiamo ai vv. 2-3 (cfr. Sal 1 8,42) [vv. 13-19] Lamento dell 'orante: inizia i l secondo blocco della prima parte del salmo (vv. 1 3-22), che sviluppa il tema « il pericolo è vicino » a conclusione del primo ciclo (v. 1 2) ed elabora il lamento dei vv. 8-9, dipingendo l ' ostilità dei ne­ mici e le loro cattive conseguenze per l ' orante. !: immaginario animale ha origini mitiche e demoniache. Qui serve per dare un profilo agli anonimi malfattori che occupano lo spazio vicino ali ' orante lasciato vuoto dalla lontananza di Dio. Essi lo circondano come un triplice cerchio di animali: cani , leoni e tori. Attraverso due pannelli, che hanno in comune l 'avvicinarsi della morte, il salmista descrive la propria situazione. I suoi sintomi mortali sono presenti nel suo corpo. Si sente le ossa rotte, bruciato da una febbre mortale (vv. 1 5- 1 6a). Di fronte a lui i suoi nemi­ ci osservano i suoi maltrattamenti e torture attendendo la sua fine (vv. 17 - 1 9). Ma dietro a tutta questa sofferenza, che lo sta portando alla morte, egli sente l 'azione del Signore lontano: è stato il Signore a deporlo sulla polvere di morte (v. 1 6b; cfr. Ger 23,23: « Sono forse Dio solo da vicino - dice il Signore - e non anche Dio da lontano? »). 14 Cfr. E.S. Gerstenbergert Psalms, p. 109.

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[vv. 20-221 Preghiera conclusiva: I ' orante chiede a Dio che ponga fine alla sua assenza e venga a rompere il triplice cerchio della morte rappresentato dal ca­ ne, dal leone e dai bufali . Gli basta la nuda sopravvivenza. La preghiera si inter­ rompe in v. 22b con l 'espressione « Tu mi hai risposto ». Egli arriva a questa co­ scienza o attraverso un intervento esterno (un oracolo profetico o la parola dell ' of­ ficiante) o forse, più probabilmente, ritrovando nella preghiera la propria fiducia. È finito il tempo in cui Dio non risponde (cfr. v. 2). [vv. 23-27] Canto di rendimento di grazie: in questa seconda parte del salmo si passa da un genere letterario a un altro, dalla preghiera di invocazione di aiuto al rin­ graziamento per il soccorso ricevuto. Il linguaggio richiama un ambiente in cui una persona, dopo aver visto esaudita la propria invocazione di aiuto, va al santuario con quanti gioiscono per il suo ristabilimento, fa quanto è necessario per mantenere i l voto fatto nella sua preghiera d i invocazione, provvede per u n pranzo sacrificate per il gruppo dei familiari e amici che l 'accompagnano e intona un canto di lode e di ringraziamento per la propria salvezza. Quelli che l 'accompagnano sono « fratelli » in senso religioso (v. 23). Questa comunità di fratelli è designata con altri nomi: adoratori del Signore (vv. 24.26), coloro che cercano il Signore (v. 27), i poveri (v. 27), stirpe di Giacobbe/Israele (v. 24). È un gruppo sociale particolare, che - senza distaccarsi dal popolo - tenta di ridefinire che cosa significhi essere Israele nel pro­ prio tempo. L'esperienza della liberazione ha nutrito la fede del gruppo: l 'afflizione è un segnale con il quale Dio manifesta la sua predilezione per gli umili. [vv. 28-32] Inno di lode escatologica: in questa terza parte, la sorte del l ' o­ rante afflitto è collegata con il futuro regno del Signore. La prospettiva è al larga­ ta in senso universalistico. I.: esperienza del salmista diventa un segno per tutta l 'umanità. Il senso della sua salvezza è proclamato da tutto il mondo e dalle sue molte famiglie di popoli (v. 28) di tutte le condizioni deli ' umana esistenza, dai vi­ venti che sperimentano che la propria vita è destinata alla polvere (v. 30a) ai mor­ ti (in attesa - secondo il glossatore - della risurrezione? [cfr. 30b]85), alle future generazioni ancora non nate (vv. 3 1 -32). Tutti, in ogni luogo, di ogni condizione, di ogni tempo, si uniranno n eli ' adorazione con coloro che riconoscono la sovra­ nità universale del Signore. È una speranza che non si realizza immediatamente, ma alla fine dei tempi. Il salmo 22 si trova precisamente nel mezzo del primo libro del Salterio (Sal 3-4 1 ). Questo fatto non sembra essere un caso. Nel salmo sono presenti tre gene­ ri letterari : la supplica individuale (vv. 1 -22) e, dopo la risposta del Signore (« Th mi hai risposto », v. 22b), un canto di rendimento di grazie (vv. 23-27) e un inno (vv. 28-32). Così al centro del primo libro del Salterio sta un inno che dimostra come un lamento è stato ascoltato. In questo modo devono essere interpretate an­ che le altre preghiere di lamentazione, che sono più di metà del primo libro del Salterio. Dalla lamentazione e dalla preghiera l ' orante israelita deve passare al ringraziamento e alla lode, riconoscendo che dalla disgrazia Dio può trarre la sal­ vezza, quando egli si abbandona in preghiera al Signore86• 15

Cfr. K. Seybold. Die Psalmen. pp. 99- 100. 16 Cfr. J. Schreiner, Zur StellunR, pp. 270-277.

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Traduzione e commento

Salmo 23. È un salmo di fiducia, perché predominano motivi di confidenza e di abbandono in Dio. Si apre con un'affermazione metaforica: « Il Signore è i1 mio pastore ». Questo è un segno che tutto il salmo è composto in un linguaggio metaforico. Perciò non si è trovato un accordo tra gli esegeti su li ' ambiente in cui collocarlo87• Il tono personale sembra escludere un suo uso istituzionale (regale8R o nazionale). Nel salmo tuttavia si p9ssono ascoltare anche risonanze e allusioni ad altre preghiere e canti di ringraziamento, che accompagnavano festività del po­ polo, e a storie della salvezza presenti nella Bibbi�: « Nulla mi manca » (Dt 2,7; Sal 34, 1 1 ); « Mi raccoglie [nel l ' ovi le] » (Ger 50, 1 9; Ez 38,8; 39,27); « Mi guida per giusti sentieri » (Es 15, 1 3); « Th sei con me » (Gn 1 5, l ; Dt 20, l ; Is 4 1 , l O); « Prepari una mensa » (Sal 78,20). La confessione di fede del salmo è basata su questa storia della salvezza ed esprime la partecipazione dell ' individuo alla con­ tinua attività salvifica di Dio. Potrebbe essere nato nel l 'ambiente postesilico del­ la spiritualità dei « poveri di JHWH ». Si comprenderebbe così anche la felicità non dopo la sofferenza, ma in mezzo a essa. Ali 'interno del la co11ezione dei Sal 1 5-24, il salmo è co1legato in modo spe­ ciale con il Sal 1 6 (Sal 23,3 e 1 6, 1 O; Sal 23,4 e 1 6,8; Sal 23,6 e 1 6,2. 1 1 ). Continua alcuni motivi del Sal 22: la lode del nome promessa (Sa1 22,23; 23,3); la cena do­ ve i poveri si saziano (Sal 22,27; 23,5). Attraverso il richiamo ai salmi 22 e 24 è precisato chi sia l ' orante del Sal 23 secondo la rilettura del redattore finale: la co­ munità dei poveri e dei giusti, rappresentanti del vero Israele. Ma questa prospet­ tiva è allargata ancora associando il Sal 23 con Sal 22,28-32 e con Sal 24,6: il pel­ legrinaggio dei popoli della terra « alla casa del Signore » per ricevere la sua be­ nedizione e sal vezza (Sal 22,32; 23,3; 24,5). Nel salmo si sovrappongono strutture diverse: dal cambiamento del soggetto esso si può dividere in quattro parti: confessione/testimonianza sul Signore (vv. l b-3); preghiera di fiducia (v. 4); preghiera di fiducia (v. 5); confessione/testimo­ nianza sul Signore (v. 6). Sono presenti due scene: il Signore pastore (vv. 1 b-4) e il Signore ospite (vv. 5-6). Le immagini centrali sono quelle del pastore e del i ' ospite. n cammino con il pastore richiama il nuovo esodo e la terra promessa (erba e acqua) quasi antici­ pata nel deserto (cfr. Is 35,2-9). I simboli della terra, e quindi della stabilità, sono richiamati dal vino, pane e olio. Il salmi sta si percepisce come agnello, ospite, fa­ miliare di Dio: ha un'intimità con lui. [23,1a] Soprascritta: cfr. Sal 3 e 1 5. [vv. lb-4] Il Signore come pastore: il salmo inizia con un' affennazione positi­ va e una negati va. La metafora del pastore non richiama solo il comportamento del pastore delle pecore, ma si allarga ali ' azione di Dio guida e pastore del suo popolo 17 Cfr. J.V. Sandberger, HermeneutiscM A.'ìpekte der Psalmeninterpretation dargestellt an Psalm 23, in K. Seybold - E. Zenger, Neue Wege, pp. 3 1 7-344; E. Zenger. Die Nacht, pp. 225-232. 811 A livello sociale la figura del pastore era il re e in questo senso il Sal 23 costituisce, secondo R. Tappy (Psalm 23: Symbolism and Structure, in CBQ 51 [ 1 995] 255-280; 279), un fine salmo regale, adat­ to per la recita nella festa dell ' i ncoronazione. Il principe riconosce pubblicamente i doveri del re (vv. 2-3); in questo egli emula il trattamento che egli stesso riceve dal Signore (v. 4b); il patto di regalità è confer­ mato in un banchetto (v. 5); il re diventa il figlio adottivo del Signore (v. 6; cfr. 2 Sam 7,14; Sal 2,7).

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore, Libro l,

Sal 1 5-24

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nella storia della salvezza (cfr. Gn 48, 1 5; 49 ,24; Sal 80,2-3; Ez 34, 1 1 ) e alla mis­ sione degli altri pastori di Israele, Davide (Sal 78, 7 1 -72) e i re di Israele (Ger 23, l 4 ; 49,20; Mie 5 ,4) . Nel corpo de l salmo l ' orante sviluppa il senso della frase nega­ tiva: « Nulla mi manca » (v. l e), richiamando « quello che i1 Signore fa per me )). Il compito del pastore è quello di procurare alle sue pecore il nutrimento (« verdi pascoli » ), di condurle a bere (« acque tranquille »), di radunar) e nel i ' ovi­ le ( « mi raccoglie »), di guidarle sui sentieri giusti, di difenderle dai predatori. L'immagine di Dio pastore di Israele è comune, però il suo uso in una confessio­ ne in prima persona singolare non ha paralleli. Nei vv. l b-3 attraverso il simboli­ smo del pastore in cammino è indicata la strada che Dio traccia ali ' uomo verso la pace e il riposo. I verdi pascoli di erba fresca, le acque tranquille del riposo e il giu­ sto sentiero richiamano la storia primitiva di Israele, l ' esodo, il cammino per il de­ serto, il dono della terra e il nuovo esodo da Babilonia promesso dai profeti. Le « acque tranquille )) (letteralmente: « Le acque dei riposi », menui].Ot, v. 2) sono quei luoghi e situazioni dove l' orante ha sperimentato il dono salvi ti co del riposo (cfr. Sal 95, I l ). I « giusti sentieri » (v. 3) sono quelli che conducono alla pienezza del· la salvezza. È sempre il Signore che agisce « fedele al suo nome » (v. 3c ), egli ri­ conduce il suo popolo nella terra e gli perdona le colpe gratuitamente (cfr. Ez 36,22). Nel v. 4 è presente il simbolismo dell ' uomo in piedi, che si distingue dagli altri, si oppone ai nemici e alle tenebre. Il centro del salmo è costituito dalla con­ fessione: « Th sei con me » (v. 4). L'arante crede in quello che significa il nome di Dio e non teme - diversamente dali' antico popolo - le vie spaventose del deserto. Una fiducia che probabilmente lo rassicura, anche contro le ansie della morte (�al mawet), l 'ultimo oppressore della vita. [vv. S-6] Il Signore come ospite: l ' unità deiJa metafora dell 'ospite con quel­ la del pastore diventa comprensibile, richiamandosi alle tradizioni dell'esodo, quando il Signore guidò il suo popolo attraverso il deserto nella terra promessa� dove trovò la sua stabilità soprattutto attorno al suo tempio. Il simbolismo usato è quello dell ' uomo seduto (simbolo dell ' intimità, dell 'assimilazione, della medita· zione, della vita in comune), una tavola imbandita, l ' olio profumato che il padro­ ne di casa versava sul capo dell 'ospite, il calice colmo di vino (simbolo della fe.. sta), la casa del Signore dove si trova rifugio. L'unico limite alla sua pietà sono i nemici, che continuano a rimanere tali, ma onnai non possono più nuocere. È lo stesso Signore, infatti, che prepara e serve l a cena ali 'orante (v. 5). Forse qui c'è anche un richiamo al privilegio dei leviti. Il v. 6 è una forte espressione di speran­ za contro la minaccia delle persecuzioni (cfr. v. 5). L'arante sperimenta che il Signore lo protegge e gli indica la strada della vita, mettendogli a fianco due gui­ de (v. 6a): la felicità (la coscienza di essere riconosciuto e amato dal Signore) e la grazia (l'esperienza che il Signore provvede a tutto). E per parte sua durante tut­ ta la sua esistenza (e anche oltre !) egli continuerà ad accogliere l ' invito a trovare rifugio, riposo e ristoro nella casa del Signore (v. 6b). ..

Salmo 24. È considerato una « liturgia d' ingresso » nel tempio come il Sal 1 5. Si cerca di ricostruime il rituale tenendo presente 2Sam 6, 1 3 1 5 ; Es 40,2 1 ; Ez 43,4. Non è chiara però la circostanza concreta in cui poteva svolgersi questa li-

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Traduzione e commento

turgia: commemorazione del trasporto dell 'arca (2Sam 6); il suo insediamento nel tempio ali ' epoca di Salomone ( 1 Re 8); canto di vittoria; festa del rinnovamento del l ' alleanza; festa del l ' intronizzazione di JHWH. Il salmo è diviso in tre parti, ognuna delle quali ha caratteristiche e genere letterario diversi. Il tema centrale di tutto il salmo è la regalità del Signore. La prima parte (vv. 1 -2) è una confessione della sovranità del Dio di Israele sul mondo. La seconda (vv. 3-6) identifica la co­ munità che fa la confessione nella forma di una istruzione della tora all 'entrata di un santuario: è i l gruppo di coloro che cercano la presenza di Dio. Nella terza ( vv. 7- 1 O) si identifica i l re della gloria nella forma di una liturgia di ingresso. Le tre parti del salmo riguardano gli elementi centrali della fede, della vita e del l ' adora­ zione. L'istruzione per l 'entrata nel santuario (vv. 3-6) costituisce una grande in­ clusione con il Sal 1 5 . I due salmi si trovano alle estremità della raccolta parzia­ le dei Sal 1 5-24. Il Sal 24 è colJegato anche con i salmi vicini . Con il Sal 23 ha in comune il tema della giustizia come dono della grazia del Signore (Sal 23,3; 24,5), il richiamo al tempio (Sal 23,6; 24,3.7.9). La confessione di JHWH unico Dio lo unisce al Sal 25119• Un simbolo centrale è il tempio come spazio sacro, sul quale converge il mo­ vimento trionfale di Dio (vv. 7-8) e quello dell 'uomo alla ricerca di un incontro con il suo Signore ( vv. 3-6). [24,la] Soprascritta: costruita con due elementi « salmo di Davide >>, che ap­ paiono in questo ordine in Sal l O l e I l O, può indicare la conclusione della raccol­ ta parziale dei « salmi di Davide » 1 9-24, oppure serve come passaggio al gruppo dei salmi « di Davide » 25-28. [vv. lb-2] Confessione innica: il salmo inizia con una dichiarazione riguar­ dante JHWH, il Signore del cosmo. A lui sono attribuiti la proprietà, il dominio e i diritti su tutto quello che esiste nel mondo e su tutti quelli che vivono in esso. Alla base di questi diritti sta i l fatto che tutto è opera sua. È Dio che ha dato un ordine stabile al mondo traendolo dal caos, dal non ordine simboleggiato dal mare e da­ gli abissi marini (cfr. Gn l ,2). Le acque caotiche costituiscono una costante mi­ naccia per il mondo, perché l ' uomo con il suo peccato può disgregare l 'universo (cfr. Gn 6-7). Nel nuovo cielo e nella nuova terra non ci sarà più mare (Ap 2 1 , 1 ). La confessione ha anche una funzione polemica. Essa esclude intenzionalmente qualsiasi altro padrone del mondo, qualsiasi altro dio, come Marduk, al quale in Babilonia era attribuita la creazione. [vv. 3-6] Istruzioni per l 'entrata nel santuario: il Signore esercita la sua so-­ vranità anche nella sfera del comportamento umano. I: istruzione è costituita da una domanda (v. 3): Qual è il segno distintivo della montagna del Signore, del luogo più lontano dalle forze mortifere del mare? Una risposta (v. 4): animo, cuore, bocca e mani, pensiero, desiderio e azione in sintonia con la volontà del Signore, l ' unico centro della sua vita, che esclude qualsiasi fiducia nelle nullità (saw ') degli idoli. Una promessa (v. 5): la « benedizione » dell'alleanza, dono divino che provvede e " Cfr. Sal 24,4b lo' -niisa ' laJiiw ' napii, in forma negativa e Sal 25,1 'elèkii yhwh Mpli 'essa', in for­ ma positiva.

Istruzione alla comunità di quanti cercano il Signore,

Libro l, Sal 1 5-24

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sostiene l a vita, e la « giustizia », dono del rinnovo delle relazioni còiffl Di o viven­ te. Una confenna (v. 6a): quanti praticano questa morale, i giusti, sono i veri « cer­ catori di JHWH », i quali in altri salmi si identificano con il gruppo dei poveri90 (cfr. Sal 9, 1 1 ; 14,2; 22,27; 1 1 2,2). Essi hanno una relazione particolare con il Signore. Il gruppo è identico ali ' attuale Giacobbe/Israele, ma comprende anche quelli di fuo­ ri, i proseliti, che cercano il volto di Giacobbe, ossia l ' inserimento nella comunità di Israele (cfr. ls 44,5) per potersi accostare a JHWH e avere la salvezza (v. 6b). [vv. 7-10] Liturgia d'ingresso: una strofa ben strutturata ritmicamente, con ri­ petizioni litaniche, considerata un pezzo preesilico'n . È un dialogo liturgico tra co­ loro che vogliono far entrare il Signore nelle porte di un luogo antico e i custodi di queste porte. Si svolge a due ondate contenenti un'esortazione, una domanda e una risposta. La ripetizione sottolinea ed elabora l ' identità di chi entra. Egli è il « Re della gloria » e il « Signore degli eserciti », due titoli che Dio si è acquisito nella storia, in modo particolare nelle battaglie condotte in favore del suo popolo. Il ti­ tolo « Re della gloria » non appare in nessun altro luogo nel Primo Testamento. Il senso è chiaro dall 'equivalente « Dio della glori a » in Sal 29,3 (cfr. ls 6,3). È il Dio dominatore delle forze dell'oceano. È il prode in guerra (Es 1 5,3), perché difende il suo popolo in battaglia. Il titolo « Signore degli eserciti » (cfr. l Sam l ,3; 1 7 ,45) è il nome del Dio di Israele (cfr. ls 6,5). Gli eserciti (tba' ot) del Signore sono gli astri del cielo che combattono a favore del popolo. È il titolo del Signore come re­ sidente in Sion (Sal 84,2.4 ), i l cui potere rende la città invulnerabile contro i suoi nemici (Sal 46,8. 12; 48,5-9). È associato strettamente ali ' arca, simbolo della pre­ senza del Signore. " I Salmi 22-24 sono inseriti nell 'unità di composizione dei Sal t 5-24, che nel­ la sua redazione attuale si presenta come una istruzione per l ' intera comunità nel periodo storico in cui la regalità è cessata. Un segnale di questo cambiamento si trova nel Sal 24,6, dove l 'amante della tora non è più l ' individuo ma l ' intera co­ munità di « coloro che cercano il Signore », un'espressione che ha dei paralleli nel Sal 22,22-32: « Adoratori del Signore » (vv. 24.26), la « grande assemblea » (v. 26), « poveri » (v. 27), « quanti lo cercano » (v. 27). Secondo la lectio difficilior, rappre­ sentata dal TM del Sal 24,6b, questa comunità è quella di Giacobbe, il vero Israele, aperto ad accogliere anche i proseliti dei popoli pagani che si accostano a JHWH, l 'unico « Re della gloria », nel santuario. Si può dire allora che nella raccolta dei Sal t 5-24 il redattore ha modemizza­ to l ' immagine ricorrente del « giusto » e l ' ha aperta anche ai proseliti dei popoli (Sal 1 5 ; 24). L'esperienza e la storia di salvezza del re David (Sal 1 8) e del servo sofferente (Sal 22) sono elevate a paradigma della comunità dei poveri di Israele. La centralità del re nei salmi 20 e 2 1 non significa che non si senta la voce più va­ sta della comunità. Questo processo di collettivizzazione si può constatare nel « noi » presente in Sal 20,8- 1 O e in Sal 2 1 , 1 4. 90 Cfr. N. Lohfink, Von der « Anawim-Partei » zur « Kircu der Armen », in Bib 61 (1986) l 53- 175. Forse potrebbe richiamarsi alla tradizione legata all'arca santa in Silo-Gerusalemme: cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 105. 91

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Traduzione e commento

D Signore è presente in mezzo a11a comunità e per questo essa, nonostante tutte le difficoltà, può durare addirittura oltre la morte (Sal 1 6; 23). La sua vita è legata alla perfezione de li' ordine cosmico e alla presenza corroborante della tora (Sal 1 9), perciò può rispondere alla domanda: « Chi può salire al monte del Signore? » (Sal 24,3) Il cammino verso l ' incontro con Dio inizia con una preghiera di fiducia e di confidenza nel Sal 1 6. Questo atteggiamento spinge l ' orante (il re, la comunità) a continuare, passando a una preghiera insistente e coraggiosa, per avere l ' aiuto del Signore nel Sal 17, che è uno dei pochi salmi chiamati « preghiera » nella sopra­ scritta. Egli tennina il salmo con l 'espressione « voglio nella giustizia contempla­ re » (v. 1 5), mentre nel Sal l 8 ringrazia Dio di averlo liberato da tutti i suoi nemi­ ci per la sua « giustizia » (v. 21 ). Ma la risposta ali ' esperienza di aiuto del Signore non si conclude con il ringraziamento, essa continua ancora con la fiducia nel Sal 23, proprio come la preghiera era iniziata nel Sal 1 692• Gesù Cristo sul monte Calvario, fuori dalla porta della città di Gerusalem­ me, sacrificato su un « altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quel­ li che sono al servizio del Tabernacolo » (Eb 1 3, 1 0), sarà il nuovo tempio senza più sbarramenti, al quale avranno accesso tutti quelli che cercano Dio (Sal 24,6a), ebrei e pagani . ·

.

92 Cfr. P.D. Miller, Kingship, pp. 1 27- 1 42; N. Lohfmk, Psulmengebet und Psulterredaktion, i n ALw 34 (1 992) 1 5-20; F.-L. Hossfe1d - E. Zenger, Wer duifhinaufziehen », pp. 166- 1 82. «

LA VERA

IDENTITÀ DI JHWH E DI ISRAELE Salmi 25-34

l. Desiderio d'incontrare il Re del mondo e il Salvatore d'Israele

Istruzione sui sentieri del Signore

25 'Di Davide'.

A te, Signore, io ricorro2• 2Dio mio, in te confido. � ·· Che io non resti deluso, non trionfino su di me i miei nemici! 3Certo, quanti sperano in te non saranno delusi; sarà deluso chi tradisce senza motivo. o

4Famrni conoscere, Signore, le tue vie, insegnanti i tuoi sentieri. sFammi camminare nella tua fedeltà e istruiscimi, perché tu sei il Dio mio salvatore3; in te spero tutto il giorno. (\Ricordati della tua misericordia e del tuo amore, o Signore, perché durano da sempre. . 'I peccati della mia giovinezza e le mie colpe non ricordare; ricordati di me con amore per la tua bontà, o Signore. 8Buono e retto è il Signore, per questo insegna ai peccatori il cammino. 9fa camminare i poveri secondo il diritto, insegna ai poveri la sua via. 1 Salmo alfabetico. Cfr. nota al Sal 9. 1 . 2 Cfr. M.L. Barré. Me.mpotamian Ught on the ldiom niisii ' nepe§, i n CBQ 52 ( 1 990) 46-54. 3 Letteralmente: « della mia salvezza )).

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Traduzione e commento

t&futti i sentieri del S ignore sono amore e fedeltà

per chi osserva la sua alleanza e i suoi precetti. 11Per il tuo nome, Signore, perdona la mia colpa, anche se grande. 12Chi è l 'uomo che teme il Signore? Gli insegnerà la via da scegliere. 13Egli dimorerà nel benessere e la sua stirpe erediterà la terra. 14La familiarità del Signore è con i suoi fedeli, a loro fa conoscere la sua alleanza. •�no gli occhi sempre fissi nel Signore, perché egli fa uscire dalla rete i miei piedi. 16Volgiti a me e abbi pietà, perché sono solo e povero. 17Le angosce del mio cuore si sono dilatate\ fammi uscire dai miei affanni. 18Guarda la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati. 'gGuarda quanti sono i miei nemici, e mi odiano di un odio violento. 2°Custodisci la mia vita e liberami, che io non sia deluso, perché in te mi sono rifugiato. 211ntegrità e rettitudine mi custodiranno, perché io spero in te. 220 Dio, riscatta Israele da tutte le sue angosce! Prqtmdivi per l'•mmission� nel tempio

26 'Di Davide.

Giudicami, Signore, perché ho camminato nell ' integrità; nel Signore ho confidato, senza vacillare. 2Scrutami, Signore, mettimi alla prova, saggia i miei reni e il mio cuore, 4 Le versioni antiche hanno: « Le angosce del mio cuore si sono moltiplicate ,.. Alcuni modificando il TM leggono un imperativo: « Libera il mio cuore dalle angosce ,..

La vera identità di JHWH e di Israele, Libro l, Sal 25-34

3poiché il tuo amore è davanti ai miei occhi e ho camminato nella tua fedeltà. 4Non mi sono seduto con gente falsa e non frequento gli ipocriti. 'Odio la banda dei malfattori e non siedo in compagnia degli empi. 6Lavo nell ' innocenza le mie mani e voglio girare attorno al tuo altare, Signore, 7per far risuonare un canto di lode, per narrare tutte le tue meraviglie. 80 Signore, io amo la casa dove dimori', il luogo dove abita la tua gloria. �on associare la mia anima alla sorte dei peccatori, né la mia vita con i sanguinari, 10nelle cui mani c'è inganno e la loro destra è piena di regali. 111o invece cammino nell ' integrità, riscattami e abbi pietà di me. 1211 mio piede sta su un terreno piano. Nelle assemblee benedirò il Signore� Desiderio della vicinanza con Dio nel tempio

27 1Dì Davide.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore? D Signore è baluardo della mia vita, di chi avrò paura? 2Quando mi assalirono i malfattori per divorare la mia carne, sono essi, i miei oppressori e nemici, che inciamparono e caddero. 3Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme. Se contro di me si leva la battaglia, anche allora io confido. ·

' Letteralmente: « la dimora della tua casa».

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Traduzione e commento

4Una cosa ho chiesto al Signore, questa io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. 5Egli mi darà riparo nella sua capanna nel giorno della sventura, mi nasconderà nel segreto della sua tenda; mi solleverà sulla roccia. 6E ora rialzo la testa sui miei nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici fra acclamazioni, canterò e inneggerò al Signore. 7Ascolta, Signore, la mia voce mentre io invoco, abbi pietà di me e rispondimi. 8Di te ha detto il mio cuore: Cerca il suo volto6• D tuo volto, Signore, io cerco. �on nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Tu sei il mio aiuto, . non mi scacciare, non m'abbandonare, Dio della mia salvezza. 10Poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, il Signore mi raccoglierà. ' 'Insegnami, Signore, la tua via e guidami su un sentiero piano, in risposta a chi m' insidia7• 12Non consegnarmi alla brama dei miei avversari: si sono levati contro di me falsi testimoni e gente che respira violenza. 6 Il testo è difficile e discusso. U TM ha: « A te disse il mio cuore: Cercate il mio volto>>. Alcuni tra­ ducono: «'.Vieni", ha detto il mio cuore, ..cercate il suo volto"». Altri con la LXX e Vetus Latina traducono: « Il mio cuore ti ha detto: lo cerco il tuo volto ». Altri ancora: « lo penso alla tua parola: Cercate il mio vol­ to >> (TOB). La nostra traduzione segue Dhonne, Toumay, Deissler, Ravasi. Il plurale « cercate » può essere in realtà un singolare baqqes, « cerca », con un waw enfatico da allegare al « volto >> successivo. Il suffisso yod di piiniy i può essere considerato di terza persona singolare (cfr. M. Dahood, Psalms. l, p. 168). 7 Cfr. Sal 5,9. Altra traduzione possibile: « Chi mi spia », o « miei avversari ».

La vera

identità di JHWH e di Israele, Libro I. Sal 25-34

l 27

•�Io invece sono certo di contemplare la bellezza del Signore nella terra dei viventi8• 14Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore, spera nel Signore! Preghiertl per IB reintegraziDn� nells comunità 28 1Di Davide.

Te, Signore, io invoco, mia Roccia, non fare il sordo con me; se tu con me stai in silenzio, sono come chi scende nella fossa. 2Ascolta la voce della mia supplica, quando a te io grido, quando tendo le mie mani verso la cella del tuo santuario. ·3Non trascinarmi via con gli empi e i malfattori, che parlano di pace con il loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. 4Ripagali secondo le loro azioni, secondo la malizia dei loro atti; �· ripagali secondo le opere delle loro mani, ricambia loro quanto si meritano. 5Poiché non sono attenti alle azioni del Signore e alle opere delle sue mani: egli li abbatterà senza più ricostruirli. :

6Benedetto sia il Signore, che ha ascoltato la voce della mia supplica. 711 Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Sono stato aiutato: il mio cuore esulta e gli renderò grazie 9 con il mio canto.

• Albi

...

considerano lule come condizionale negativo: « Oh. se non avessi avuto fiducia di contemplare

9 La LXX e la Volgata hanno invece: «E la mia carne rifiorisce e con il mio cuore rendo grazie ».

»

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Traduzione e commento

'Il Signore è forza per il suo popolo1 0

e un baluardo di salvezza per il suo consacrato. 9Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, sii loro pastore e sostienili per sempre. 2. La gloria di JHWH, Signore del mondo, e il tramonto degli dèi

29 1 Salmo di David.

Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e forza. 2Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nello splendore della santità 1 1 • 3La voce del Signore sopra le acque ! ll Dio della gloria ha tuonato: il Signore è sulle grandi acque. 4La voce del Signore è potente, la voce del Signore è maestosa. 'La voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano; 6t"a balzare il Libano come un vitello, e il Sirion come un giovane bufalo. 'La voce del Signore sprizza fiamme di fuoco. 'La voce del Signore fa tremare il deserto, il Signore fa tremare il deserto di Kades. 9[,a voce del Signore fa danzare le querce'2 e dirada le foreste. Nel suo tempio un grido unanime: « Gloria! » 1011 Signore si asside sul diluvio, il Signore è assiso come re in eterno. 1111 Signore dia forza al suo popolo, il Signore benedica il suo popolo con la pace. 10 Secondo la LXX e la Volgata. n TM ha invece « per essi », cioè la comunità che prega dietro al consacrato. 11 La LXX legge: « nel suo atrio santo». Altra traduzione possibile: « in santi ornamenti ». Cfr. Sal l l0,3. 12 D TM ayyii/Ot rivocalizzato in 'elOt è un Einzelplural di 'eId, « albero frondoso »; e cosl y'arot è un Einzelplural di ya 'ar. « alberi da foresta »: cfr. A. Wagner. Zum Textproblem von Ps 29, 9, in li\W l O (t 997) 1 77-197. Altra traduzione possibile: « Provoca le doglie alle cerve e affretta il parto alle capre ». '

La vera identità di JHWH e di Israele, Libro l,

Sal 25-34

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3. La missione dei poveri di JHWH nel mondo

Hai mutato U mio lutto in dan%11 30

•salmo. Canto per la dedicazione del tempio. Di Davide.

2Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 3Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito. 4Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi, mi hai ridato vita perché non scendessi 13 neila fossa. 5Jnneggiate al Signore, o suoi fedeli, e rendete grazie a ricordo della sua santità, �rché la sua collera dura un istante, la benevolenza per tutta la vita; alla sera alberga il pianto, al mattino la gioia. 7Ma io nella mia sicurezza ho detto: « Non vacillerò mai ! » 8Signore, nella tua benevolenza mi avevi stabilito su un monte solido14, ma quando hai nascosto il tuo volto, sono rimasto sgomento. 'Verso di te, Signore, io gridavo, al mio Signore chiedevo pietà: 10« Quale guadagno dal mio silenzio15, dalla mia discesa nella fossa? Ti renderà grazie la polvere o proclamerà la tua fedeltà? 1 1Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, sii tu il mio aiuto ». 12Hai mutato il mio lutto in danza, mi hai slacciato la veste di sacco e mi hai cinto di gioia, 13 Con il c(re. Il f>.

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sa1 25-34

12Sono divenuto lo scherno di tutti i miei oppressori,

e più ancora19, dei miei vicini, lo spavento dei miei conoscenti: per strada, chi mi vede mi scansa. 13Come un morto mi dimenticano i cuori, sono come un vaso infranto. 14Ho sentito il motteggio di molti: « Terrore ali ' intorno », mentre congiurano contro di me, e tramano per togliermi la vita.

15Ma io confido in te, Signore, io dico: « Tu sei il mio Dio ». 16ll mio tempo è nella tua mano; liberami dalla mano dei nemici e da quanti mi perseguitano. 17Fa' brillare il tuo volto sul tuo servo; salvami per il tuo amore. 18Signore, che io non resti confuso per averti invocato; siano confusi gli empi, ridotti al silenzio negli inferi. 19Diventino mute le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con superbia e disprezzo. 20Quanto è grande la tua bontà! La riservi per coloro che ti temono; la dispensi, davanti ai figli dell 'uomo, a coloro che si rifugiano in te. 21Tu li nascondi al riparo del tuo volto contro gli intrighi degli uomini, nella tua capanna li proteggi dai litigi di malelingue. 93enedetto il Signore, che ha fatto per me meraviglie d'amore in una città fortificata! 23lo dicevo nel mio sgomento: « Sono strappato alla tua vista ». 1 9 U TM non è chiaro. Altri correggono variamente i l testo.

131

132

Traduzione e commento

invece hai ascoltato la voce delle mie ·suppliche quando a te gridavo aiuto. 24Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli, il Signore protegge chi crede in lui, ma ripaga in abbondanza chi opera con superbia. 2SSiate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Th

Ringraziamento per il perdono 32

1Di Davide. Maskil.

Felice l 'uomo a cui è tolta la colpa, coperto il peccato! 2Felice l ' uomo a cui il Signore non imputa il delitto e nel cui spirito non c'è inganno! 3Finché rimasi in silenzio, si logoravano le mie ossa fra i miei gemitF0, tutto il giorno. 4Giorno e notte pesava su di me la tua mano, inaridiva il mio vigore in una arsura estiva. 5rfi ho manifestato il mio peccato, e non ho coperto il mio delitto; ho detto: « Confesserò al Signore le mie colpe )), e tu hai tolto il peso del mio peccato. 6Per questo ti preghi ogni fedele nel tempo in cui ti fai trovare21• Quando irromperanno le grandi acque non giungeranno fino a lui. 7Tu mi sei riparo, mi preservi dali' angoscia; mi circondi con lieti canti di salvezza. 8Ti istruirò e ti insegnerò la via da percorrere, ti darò consiglio; terrò i miei occhi su di te. �on siate come il cavallo e il mulo, privi di intelligenza. 20 Letteralmente: 11

« ruggito ». Letteralmente: « nel tempo del trovare )). Le traduzioni antiche hanno: « nel tempo opportuno )). Molti moderni correggono il testo e leggono: « nell'ora dell'angoscia )).

La vera

identità di JHWH e di Israele, Libro l, Sal 25-34

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il loro impeto22 si piega con morso e briglia, se no, a te non si avvicinano. '�olti sono i dolori dell 'empio, ma l 'amore circonda chi confida nel Signore. 11Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti, giubilate, voi tutti retti di cuore. Lode dei giusti al Signore e Giudice del mondo

33 1Giubilate, giusti nel Signore,

ai retti si addice la lode. 2Rendete grazie al Signore con la cetra, inneggiate a lui con l ' arpa a dieci corde. 3Cantategli un canto nuovo, con arte suonate la lira acclamando, 4poiché retta è la parola del Signore e ogni sua opera è fidata. 5Egli ama la giustizia e il diritto, della bontà del Signore è piena la terra. 6Dalla parola del Signore fu fatto il cielo, e dal soffio della sua bocca tutta la schiera delle stelle. 'Raccoglie, come un argine23, le acque del mare, pone in serbatoi gli oceani. 'Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui tutti gli abitanti del mondo, 9perché egli parlò e questo avvenne, comandò e questo esistette. 1011 Signore ha sventato il consiglio delle nazioni, ha annullato i progetti dei popoli. 1111 consiglio del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni. 12Felice la nazione il cui Dio è il S ignare, il popolo che si è scelto come eredità. 13Il Signore guarda dal cielo, vede tutti gli uomini. zz

Alcuni interpretano « ornamento »; altri « mandibola ». antiche traducono: « come in un otre ».

23 Le versioni

134

Traduzione e commento

14Dal luogo della sua abitazione osserva tutti gli abitanti della terra: 1�egli, che ha plasmato il cuore di ognuno e conosce tutte le loro azioni. 1611 re non si salva per il suo grande valore, né il guerriero è preservato dalla sua grande forza; 17un' illusione è il cavallo per la salvezza e tutto il suo valore non lo rende incolume. 1�co, l ' occhio del Signore è su quanti lo temono, su quanti sperano nel suo amore, 19per liberare la loro vita dalla morte e farli vivere in tempo di fame. 20V anima nostra attende il Signore, è lui il nostro aiuto e il nostro scudo. 21Sì, in lui si rallegra il nostro cuore, noi confidiamo nel suo santo nome. 22Sia il tuo amore, o Signore, su di noi, come da te noi speriamo. Gioia dei poveri per l 'istruzione divina 34

1Di Davide, quando si finse pazzo davanti ad Abimelek e, da lui cacciato, se ne andò.

2Voglio benedire il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. 3lo mi glorio nel Signore, i poveri ascoltino e si rallegrino. 4Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. 5Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da tutti i miei terrori mi ha liberato. 6Hanno guardato a lui e furono raggianti, i loro volti non dovranno arrossire24 • 'Questo povero ha gridato e il Signore ha risposto e lo ha salvato da tutte le sue angosce. 24 Altri, correggendo il TM, traducono: « Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non arros­ siranno ».

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro I, Sal 25-34

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'L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li protegge. 9Gustate e vedete come è buono il Signore: felice la persona che in lui si rifugia. 10'femete il Signore, voi suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono. ''I giovani leoni25 possono soffrire penuria e fame, ma chi cerca il Signore non manca di alcun bene. 12Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore del Signore. 13Chi è l 'uomo che desidera la vita e ama giorni in cui vedere la felicità? 14Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra dal parlare bugiardo. · ; · Sta' lontano dal male e fa' il bene, cerca la pace e perseguita. 16Gli occhi del Signore sui giusti e le sue orecchie al loro grido. 1711 volto del Signore è contro i malfattori, per cancellarne dalla terra il ricordo. 181 giusti gridano e il Signore li ascolta e li libera da tutte le loro angustie. 1CV"icino è il Signore a chi ha il cuore spezzato, e sal va gli spiriti affranti. 20Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore. 2 1Egli ha cura di tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato. 2211 male conduce l'empio alla morte e chi odia il giusto sarà punito. 230 Signore riscatta la vita dei suoi servi: di quelli che si rifugiano in lui nessuno sarà punito . · Dopo l 'unità di composizione (Sal 1 5-24) strutturata in forma concentrica, con al suo vertice un inno (Sal 1 9), nel primo Salterio davidico si trova un' altra 25 Molti

correggono secondo la LXX: « i ricchi ».

1 36 ·

Traduzione e commento

composizione con ai suoi estremi due salmi alfabetici (Sal 25; 34)26 e al suo cen­ tro ancora un inno (Sal 29), preceduto da tre suppliche (Sal 26; 27; 28) e seguito da tre salmi di rendimento di grazie (Sal 30; 3 1 ; 32), con l ' aggiunta di una fhilla (Sal 33), un canto di lode e di ringraziamento27• Il Sal 25, una supplica, e il Sal 34, un rendimento di grazie, formano due parentesi ali ' intera composizione median­ te i loro versi finali (Sal 25,22 e 34,23), considerati redazionalF1\ i quali iniziano con la stessa parola chiave: « riscattare, piida » (Sal 25,22; 34,23). In questa unità i Sal 25-28 sono preghiere che esprimono la nostalgia di un incontro con il Dio celebrato nel Sal 29, come re del mondo e al tempo stesso salvatore d'Israele (Sal 25,22; 29, I l ; 34,23)29• Il redattore ha collegato questi quattro salmi mediante una soprascritta formata dalla sola indicazione deli ' autore: « Di Davide ». Il Sal 29 è collocato nel punto centrale dell' unità di composizione dei Sal 2534. Come i salmi 8 e 1 9, il Sal 29 è un inno circondato da salmi di altri generi let­ terari (suppliche e salmi di rendimento di grazie). È stato ordinato dalla redazione postesilica neli ' orizzonte dei salmi vicini . È collegato con salmi della collezione precedente (Sal 1 5-24): ha affinità con il Sal 1 8 nella descrizione teofanica (cfr. Sal 29,3 ; 1 8, 1 4), con il Sal 24 mediante la combinazione del tema della signoria di JHWH sopra le acque caotiche (cfr. Sa1 29,3. 1 0; 24,2) e con il motivo della glo­ ria del Dio re (cfr. Sa1 29, 1 -2.9b. I O; 24,7- 1 0). La posizione centrale del Sal 29 è confermata dal fatto che i Sal 28; 29 e 30 formano una triade, in cui i salmi 28 e 30 costituiscono una cornice interna all'unità di composizione: nel Sal 28 l ' oran­ te si sente come « chi scende nella fossa » della morte (v. l ); in Sal 30,4 egli lo può già ringraziare per avergli dato vita quando scendeva « nella fossa ». È una strut­ tura concentrica che si allarga anche ai salmi 27 e 3 1 : ambedue terminano con un incoraggiamento al gruppo di coloro che sperano nel Signore (Sal 27, 14; 3 1 ,25); in tutti e due l' orante fa una esperienza di Dio, nel l ' ambito del tempio, descritta con la rara metafora del nascondersi al riparo della capanna del Signore (Sal 27,5; 3 1 ,20-21 ). Alcune corrispondenze di parole chiave collegano anche i salmi 26 e 32 formando il cerchio più esterno: il moti vo della via per il cammino della vita (Sal 26, 1 .3. 1 1 ; 32,8) e il discorso sul peccato e i peccatori (Sal 26,9; 32, 1 .5). I due salmi sono in una relazione di contrasto: il Sal 26 è una preghiera per un giusto in­ nocente, che evita ogni contatto con i peccatori e che trova nel tempio il luogo del­ la salvezza e della conferma della sua condotta, mentre nel Sal 32 è un peccatore che ringrazia il Signore per aver sperimentato nel tempio la grazia del perdono. La fiducia, che sta come un programma ali ' inizio del Sal 26 (v. l ), riceve alla fine del 26 Ambedue i salmi sono composti di ventidue versetti che iniziano con le consonanti successive del­ l'alfabeto ebraico. In entrambi manca la consonante waw. I due salmi concordano nell ' immagine di Dio e nel programma etico (cfr. E. Zenger. Der Psalter als Buch, p. 2 1 ) . Il Sal 33 assieme al Sal l O è senza soprascritta. ma v i è una forte tradizione manoscritta che li leg­ ge uniti al salmo precedente: cfr. G.H. Wilson, Evidence of Editoria/ Divisions in the Hebrew Psalter, in Vf 34 (1 984) 338. 28 Al termine dei due salmi alfabetici, dopo l'ultima lettera taw, il verso conclusivo inizia con la let­ tera pe. 19 F.-L. Hossfeld - E. Zenger. Von seinem Thronsitz schaut er nieder aufalle Bewohner der Erde (Ps 33,14), pp. 375-388; E. Zenger, Was wird anders bei kanonischer Psalmenauslegung'!, p. 406; N. Lohfink, uxeme und I..exemgruppe in Ps 25, pp. 27 1 -295. 17

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La vera

identità di JHWH e di Israele, Libro l, Sa1 2S-34

1 37

Sal 32 una nuova dimensione: chi confessa davanti a lui le proprie colpe, speri­ menta l ' amore del Signore (v. 10)30• l. Desiderio d'incontrare il Re del mondo e il Salvatore d'Israele Salmo 25. È un salmo acrostico, in cui i versetti iniziano l'uno dopo 1 ' altro con una lettera secondo la sequenza dell ' alfabeto ebraico. Si presenta come una supplica di un indi viduo, ma nell 'io deli' orante risuona la voce della comunità. La petizione affinché il Signore sia il suo maestro si serve di ogni verbo del vo­ cabolario dell ' istruzione. Il salmi sta, usando gli schemi tradizionali delle suppli­ che, vuole esprimere in modo articolato la fiducia e le ansietà degli israeliti del postesilio. Sembra un frutto delle scuole della sapienza. Come il solito, nei salmi di questo tipo, i personaggi sono tre: l ' orante, Dio e il nemico. Qui il nemico non è solo esterno, ma anche interno ali ' orante: è i l peccato che mette un diaframma tra il fedele e Dio. Il Sal 25 è collegato con il Sal 24 mediante il tema del giu sto/tim orato di Dio (Sal 24,3; 25 , 1 2), che eleva la sua anima (Sa1 24,4; 25, 1 ) e invoca Dio suo salva­ tore (Sal 24,5; 25,5). Con il Sal 26 è collegato soprattutto mediante il tema della giustizia (ristabilimento del diritto [Sal 25,9; 26, 1 ]), della perfezione e della in­ nocenza deli' orante (Sal 25,2 1 ; 26, 1 . 1 1 ) e della speranza nel Signore, il Dio del­ la compassione e della fedeltà (Sal 25,6. 1 O; 26,3), che ha pietà e redime (Sal 25, 1 6.22; 26� 1 1 ), sul quale l 'orante pone la sua fiducia (25,2; 26, 1 ) e dal quale si aspetta una stabilità sicura per i suoi piedi (Sal 25, 1 5 ; 26, 1 2). In questo modo l ' immagine del giusto è completata con quella del povero. Il salmo è convenzionale e stereotipato. Rappresenta la spiritualità medi a di gente che non vuole farsi notare: è un modo di pregare nella vita ordinaria. Inizia con un' affermazione di confidenza (vv. l b-3), prosegue con una petizione (vv. 47), una lode ionica (vv. 8- 1 0), ancora una petizione centrale (v. 1 1 ), quindi una esortazione (vv. 1 2- 1 4), un' affennazione di confidenza (v. 1 5) e, intine, ancora una petizione (vv. 1 6-22 ). Ricorrono i temi della teologia tradizionale: la sapienza, l ' al­ leanza, il perdono del peccato. [25,la] Sop rascritta: essa consiste solo neli ' indicazione del l 'autore: « Di Davide ». [vv. lb-3] Affermazione di confidenza: i l versetto iniziale (v. l b) dà i l tono a tutto il salmo. È una profonda descrizione della preghiera. Elevare l ' anima a Dio è una metafora che esplicita il senso del gesto de li ' orante israelita, che prega in piedi con le mani alzate. Con esso si manifesta che la vita dell 'orante dipende so­ lo dali ' aiuto di Dio. Il trionfo dei nemici sarebbe una umiliazione per l ' orante. II v. 3 è una sentenza sapienziale antitetica, che evidenzia l ' atteggiamento fonda­ mentale della spiritualità dei poveri di JHWH : la speranza in contrasto con la man­ canza di fiducia di quanti hanno rotto la fedeltà al patto con il Signore.

30 Cfr. G. Barbiero (Das erste Psalmenbuch, pp. 495-497), che nota 13 richiami verbali e 3 collega­ menti di motivi tra i due salmi.

138

Traduzione e commento

[vv. 4-7] Petizione: risente l ' influsso del clima sapienziale. Per vivere nella fedeltà e avere la protezione del Signore, l ' orante gli chiede di essere istruito e gui­ dato nelle sue vie, cioè nella sua regola di vita e nelle leggi (vv. 4-5). Accogliere la verità significa anche essere salvati mediante il perdono dei peccati. L' orante si ba­ sa sull 'esperienza secolare di Israele (cfr. Es 34,6 ). n Signore deve ricordare la compassione e la misericordia nei confronti del popolo (vv. 6-7). [vv. 8-10] Lode innica: l ' insegnamento ai peccatori era una delle funzioni dell' assemblea liturgica (v. 8). L' orante appartiene al gruppo dei « poveri », che ha un signiticato più religioso che sociale. Essi sono guidati e istruiti dal Signore (v. 9). « Chi osserva il suo patto e i suoi precetti » (v. IO) sono i membri delle prime comunità giudaiche. Chi è attento alla continua offerta di alleanza da parte del Si­ gnore vi scoprirà la presenza del suo amore e della sua fedeltà. [v. 1 1 ] Petizione centrale: quasi interrompendo il suo insegnamento su Dio, l ' orante ne tira le conseguenze per la sua vita e passa a chiedere il perdono per i suoi peccati (cfr. Es 34). [vv. 12-14] Esortazione: in uno stile proverbiale come nei vv. 8- 1 O, questi versetti vogliono dare una istruzione. Colui che è disposto a percorrere la via in­ dicata dal Signore, mentre è in vita conoscerà la felicità e l ' intimità con lui, e i suoi figli non dovranno temere l'esilio. [v. 15] Affermazione di confidenza: l' orante ritorna alla prima persona sin­ golare, dando la propria esperienza personale e confermando il precedente appel­ lo. L' istruzione è pensata come uno dei momenti dell 'opera salvi fica del Signore. [vv. 16 22] Petizione: in questa preghiera sono raccolte le motivazioni che possono muovere il Signore a intervenire. La richiesta del perdono dei peccati al centro del la strofa (v. 1 8) può indicare che tutte le attuali sofferenze dell'arante hanno origine dalla sua condizione di peccatore. La presenza dei nemici è tradi­ zionale (cfr. v. 2). « Integrità e rettitudine » possono essere le virtù divine che, co­ me due ancelle, lo accompagneranno nel cammino della sapienza (v. 2 1 ) Nella ri­ chiesta finale per Israele la preghiera individuale del povero del Signore diventa una preghiera della comunità (v. 22). -

.

Salmo 26. È una supplica individuale, anche se alcuni preferiscono parlare di « preghiera di un innocente » o « preghiera di un accusato ingiustamente » come i salmi 7 e 1 731• Il salmo per le sue petizioni urgenti, le sue ferventi confessioni di fiducia, la sua insistenza sull ' ingiustizia, presuppone una imminente disgrazia. I servizi liturgici per individui sofferenti sembra fossero organizzati dai familiari deli' orante e condotti da un addetto al culto ufficiale. Secondo la natura del caso, l 'esperto prescrive va al sofferente la preghiera da recitare. Se il supplicante era colpevole di qualche trasgressione, la preghiera includeva la confessione del pec­ cato (cfr. Sal 38 1 9). Se la colpevolezza era confermata, il supplicante poteva al­ zare una forte protesta di innocenza. Lo scopo di queste preghiere era la piena reintegrazione nella società32• ,

31 Cfr. W. H. Bellinger, Psalm XXVI: A Test of Method, in Vf 43 ( 1 993) 452-46 1 . Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalms, pp. 1 23- 1 24.

Jl

La vera identitd di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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Alcuni motivi connessi con il culto del tempio legano questo salmo con il Sal 24: visita al tempio; incontro con il Dio della gloria (Sal 26,8; 24,7- 1 0); l ' imma­ gine paradigmatica della giustizia (Sal 26,4-6; 24,4); l 'orante henedice il Signore, dal quale spera di ottenere la benedizione (Sal 26, 1 2; 24,5). Con il Sal 25 invece è unito mediante alcune espressioni: « Ho confidato nel Signore » (Sal 26, l ; 25,2), « amore e fedeltà » (Sal 26,3; 25 , 1 0); « ri scattami » (Sal 26, 1 1 ; 25,22)��. Le componenti fondamentali del salmo sono l ' invocazione e la supplica ini­ ziale (vv. l b-2); la protesta di innocenza (vv. 3-7); l ' invocazione e peti zione (vv. 8- 1 1 ); la promessa di lode (v. 1 2). Il salmi sta usa i verbi di movimento come me­ tafora della vita: camminare, sedersi, stare fermo. L' intero essere dell ' uomo è espresso attraverso i simboli del piede e della mano, della mente e del cuore. [26,1a] Soprascritta: cfr. Sal 25. [v. 1b-2] Invocazione e supplica: il salmo inizia con quattro imperativi. Le espressioni, prese dali 'area giudiziale o metallurgica, sono usate metaforicamen­ te. L'orante ha la coscienza della propria « integrità » (tom), che non è un' auto­ giustificazione, ma devozione al Signore coinvolgente tutta la sua vita. Tutto il re­ sto, nella descrizione di se stesso, non è che un aspetto di questa relazione devota con Dio. L' orante si rivolge a lui come giudice supremo delle nazioni e degli in­ dividui, perché egli è l ' arbitro che conosce non solo i fatti ma anche quello che c'è dentro il cuore e la mente, le intenzioni profonde dell ' agire dell 'uomo (v. 2). [vv. 3-7] Protesta di innocenza: l' orante deve dimostrare la propria integrità, che sembra contraddetta dallo stato di miseria in cui si dibatte. In questa asserzione egli insiste di aver vissuto alla luce deli' amore fedele di Dio e nell ' ambito sano del­ la comunità (v. 3). Un segno sicuro di questa integrità è la dissociazione dalle in­ fluenze del male. Testi legali (Es 23,2), insegnamenti sapienziali (cfr. Pro l , l 0- 1 9) e discorsi teologici (Dt 1 3 ,7- 1 2) mettono in guardia dal fraternizzare con gli empi. La sua devozione gli ha impedito di pensare e agire secondo la mentalità falsa, ipo­ crita e prevaricatrice di alcuni ambienti della società ( vv. 4-5). La protesta di inno­ cenza ha un carattere liturgico. I quattro atti menzionati nei vv. 6-7 fanno parte di una preghiera liturgica: lavare le mani (Dt 2 1 ,6), girare attorno all ' altare ( 1 Re 1 8,26), intonare un canto di ringraziamento anticipato (Sal 1 1 8, 1 -4) e narrare i gran­ di atti salvifici del Signore (Sal 22,23-27). L'orante tiene le sue mani libere da atti contrari alla volontà di Dio (v. 6), così che quando egli loda il Signore recitando le sue meraviglie, i fatti della propria vita siano coerenti con la propria lode (v. 7). [vv. 8-11] Invocazione e petizione: il salmo continua con una petizione, che inizia con una invocazione al Signore e una affermazione di fiducia e di obbe­ dienza (v. 8). L'amore nella vita del salmi sta è per il tempio: il luogo dove Dio la­ scia conoscere la sua gloria. Il verbo « amare » è in opposizione ali ' « odiare » del v. 5. Quindi l ' orante continua con una implorazione formulata negativamente. Nel giudizio divino egli non abbia la stessa sorte dei peccatori (v. 9), descritti come op­ pressori corrotti dal denaro (v. 1 0). Rafforza quindi la sua domanda della grazia di essere preservato dalla violenza dei cattivi, promettendo di continuare tutta la sua vita nell ' integrità (v. I l ). , Cfr. Ch. Barth. Concatenano. p. 34.

140

Traduzione e commento

[v. 12] Promessa di lode: ne11 'ultimo versetto della preghiera l ' orante affer­ ma la confidenza in una imminente salvezza del Signore (v. 1 2a). In mezzo al caos della società, egli con l ' aiuto del Signore potrà rimanere saldo nell a fedeltà alla giustizia (cfr. Sal 27, 1 1 ; 143, 1 0) e fa il voto di offrire ringraziamenti nelle assem­ blee cultuali (v. 1 2b). Egli si augura che la propria vita diventi una testimonianza per i suoi compagni nel cammino di fede. Salmo 27. L' apparente discrepanza tra i vv. 1 -6, dove domina il motivo di fiducia, e i vv. 7- 14, in cui si passa alla Iamentazione, ha fatto pensare a due sal­ mi, perché non sarebbe possibile un cambio così improvviso di sentimenti nella medesima persona. Thttavia numerosi motivi legano le due parti: salvezza (vv. 1 .9); avversari (vv. 2. 1 2); cuore (vv. 3.8. 1 4); levarsi (vv. 3. 1 2); cercare (vv. 4.8); vita (vv. 4. 1 �)34• È classificato fra i salmi di fiducia. Essa, infatti, è fortemente sottolineata nel­ la prima parte del salmo e può vincere la paura descritta nella seconda parte, dove dominano motivi di lamentazione. Potrebbe essere servito per venire incontro al­ le necessità di una persona afflitta, desiderosa di essere reintegrata nella comunità. Nella sua forma attuale è legato saldamente al contesto dei salmi vicini. Con il Sal 26 ha in comune un analogo atteggiamento del i ' orante: fiducia nel Signore (Sal 26, 1 ; 27,3 ), lo stare su un terreno sicuro/piano (Sal 26, 1 2; 27, 1 1 ), preoccupa­ zione per la propria vita (Sal 26,9; 27,4. 1 3), il parlare dei nemici come malfattori (Sal 26,5; 27 ,2). Vi è una somiglianza anche nella rappresentazione del Signore: la sua pietà (Sa1 26, 1 1 ; 27,7), la distinzione dell' orante dai suoi avversari (Sal 26,9; 27, 1 2), in particolare la sua relazione con il tempio (Sal 26,8; 27 ,4-6). Anche con il Sal 28 ha stretti collegamenti: l ' orante confida nel Signore (Sal 27,3; 28,7); si impegna nella lode (Sal 27,6; 28,7b); il Signore deve ascoltare (Sal 27,7; 28,2.6); è un baluardo (Sal 27, 1 ; 28,8); una roccia (Sal 27,5 ; 28, 1 ) I nemici sono malfat­ tori (Sal 27,2; cfr. 28,3). Ancora è richiamato il tempio (Sal 27,4-6; 28,2)35• La liturgia, a cui si richiama il linguaggio del salmo, sembra composta da una confessione di fiducia (vv. l b-3) e dal desiderio di vicinanza con Dio nel tempio (vv. 4-5); da una rassicurazione e da una promessa (v. 6); da una supplica di un giusto minacciato di morte (vv. 7- 1 3) e da una esortazione finale (v. 1 4). Il salmo usa largamente il lessico della fiducia: aver fiducia (v. 3b), sollevare il capo (v. 6a), essere certo (v. 1 3), sperare (v. 1 4), non aver paura (v. 1 ), non temere (v. 3); la presenza nel tempio di Dio, il quale è luce, salvezza, baluardo, aiuto, che proteg­ ge, nasconde, rialza, raccoglie l ' orante, gli fa vincere non tanto la battaglia contro i nemici esterni, quanto quell a contro il grande nemico che si annida nel suo cuo­ re: la paura. [27,la] Soprascritta: è la stessa dei salmi 25 e 26. fvv. tb-3] Confessione di fiducia: il salmo inizia con due serie di immagini militari : la guerra di attacco e il rifugio. A file serrate avanzano i nemici per sop­ primere l 'orante (v. 3), ma egli non teme, perché il suo rifugio è il Si gnore. Nelle .

34 33

Cfr. J.L. Mays, Psalm.�. p. 130. Cfr. Ch. Barth. Concatenatio, pp. 34-35.

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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tenebre i n ctii egli vive, il Signore è luce, sa1vezza e baluardo (v. t ). S a i n antici­ po che gli avversari, pericolosi come bestie feroci, falliranno nel loro attacco (v. 2). In questi tre versetti è espresso un impulso fondamentale della religione bi­ blica: la fiducia in Dio. [vv. 4-5] Desiderio di vicinanza con Dio nel tempio: l ' orante continua con petizioni indirette, esprimendo desideri che fanno conoscere alla comunità l 'inti­ mità delle sue relazioni con Dio. Egli è così sicuro della salvezza che non chiede la distruzione dei suoi nemici: gli basta stare nel tempio e vivere alla presenza del Signore (cfr. I Sam l , 28 ) e poter contemplare le stupende liturgie solenni, nelle quali si sentiva fortemente l 'attrazione divina (v. 4). La presenza del Signore ren­ deva il tempio il più sicuro luogo di asilo. Le immagini della capanna e della ten­ da richiamano il cammino nel deserto protetto da Dio. La roccia su cui è costrui­ to il tempio· di Gerusalemme è l ' immagine del l ' assoluta protezione che vi si può sperimentare (v. 5). [v. 6] Rassicurazione e promessa: la prima parte del salmo, recitata davanti all ' assemblea e forse anche davanti agli avversari, termina con un' assicurazione anticipata del Signore e con una promessa di ringraziamento con sacrifici, canti di vittoria (fru 'a) e suono di strumenti (cfr. Nm 1 0, 1 0). [vv. 7-13] Supplica di un giusto minacciato di morte: il resto del salmo è una lamentazione e una petizione come troviamo spesso nel Salterio. Costituisce un secondo momento de li ' esperienza spirituale del salmi sta, che si rivela una persona molto meno sicura. Dio è sì luce, ma noi non lo vediamo. L' orante si mette in stato di esodo e rivive personalmente i grandi fatti della storia della sal­ vezza. Egli si rivolge ora direttamente a Dio con una invocazione con cui cerca di richiamare la sua attenzione (v. 7) e manifesta la sua volontà di obbedire al co­ mando di cercare il Signore nel suo tempio (v. 8). Quindi sviluppa una petizione (vv. 9- 1 2) in due tappe. Nella prima, presenta con discrezione tre richieste in for­ ma negativa, sottolineando nella seconda parte del versetto che Dio è stato per lui veramente luce e salvezza (v. 9). Le richieste sono concluse da una riflessio­ ne personale nella tonalità della prima parte del salmo (v. I O): egli sa di essere accolto dal Signore (cfr. Is 49, 1 5). Nella seconda tappa presenta due richieste po­ sitive, che riguardano il rapporto di amicizia con il Signore (v. 1 1 a), e una nega­ tiva, in cui egli esprime la difficoltà in cui si trova: è oggetto di insidie (v. 1 2b). Alla fine l ' orante riafferma la sua salda fiducia nel Signore: si appoggia solo in lui ed è sicuro di essere esaudito qui sulla terra (v. 1 3). Egli, che ha trovato rifu­ gio nello spazio del tempio (v. 4), ora è rimandato nello spazio del l ' uomo nella terra dei viventi. L' apparizione mattutina del sole è per lui segno della potenza di Dio e della sua decisione di mettere fine alla pressione dei suoi avversari. Il ver­ setto si collega con i vv. 1 -6. [v. 14] Esortazione finale: il salmo conclude con un incoraggiamento fatto a chiunque lo usa e alla comunità personificata (cfr. Dt 3 1 ,6).

Salmo 28. È una supplica individuale, anche se alcune caratteristiche non sono tipiche di questo genere, in particolare l ' intercessione per il popolo e per il re nei vv. 8-9. La preghiera trova un contesto più largo nel culto del l 'assemblea o

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Traduzione e commento

in quello sinagogale e vuole aiutare una persona che rischia l 'ostracismo a ritro­ vare una integrazione nel gruppo sociale. La relazione con il tempio collega il Sal 28 con il precedente (Sal 27,4-6; 28,2). Esso ha anche alcuni motivi in comune con il salmo seguente: la potenza e forza del Signore (Sal 28,7-8; 29, 1 . 1 1 ) ; il tempio (Sal 28,2; 29,9). Soprattutto la finale (Sal 28,8-9) ha richiami verbali e tematici con Sal 29, 1 1 : i l Signore è for­ za del suo popolo e Io benedice. Una quadruplice divisione, che riflette un originario procedimento liturgico, suggerisce la struttura del salmo: una invocazione iniziale dell ' arante (vv. 1 b-2), sua petizione e imprecazione (vv. 3-5), un inno di ringraziamento (vv. 6-7) e una inter­ cessione per il re e il popolo (v v. 8-9). Il salmo è composto su un duplice movimen­ to: dali' alto scende il silenzio di Dio, che conduce a pregustare la discesa nella mor­ te; dal basso ·il grido dell'orante con le braccia alzate rompe il silenzio del cielo. [28,1a] Soprascritta: questa brevissima soprascritta appare per l ' ultima vol­ ta in una serie di quattro salmi (Sal 25-28). [vv. lb-2] Invocazione iniziale: l ' orante inizia rivolgendosi direttamente al Signore con un attributo innico, « mia roccia », perché rompa il suo silenzio. La mancanza della sua parola, infatti, sta mettendolo in pericolo di morte (v. l b). Continua poi descrivendo il suo grido di aiuto con le mani alzate: la posizione del­ la preghiera tipica nell 'Antico Vicino Oriente. Egli si rivolge verso il tlbir, la cel­ la del tempio (cfr. I Re 6, 19), il Santo dei santi, dove era riposta l ' arca (v. 2). [vv. 3-5] Petizione e imprecazione: l 'orante collega la richiesta di non esse­ re trattato come uno degli empi con l ' appello affinché il Si gnore riservi invece a loro quanto si meritano. Non sembra che si possano individuare nemici partico­ lari. Sono squaliticati moralmente, perché parlano di pace con il loro prossimo, mentre stanno pensando a di struggerlo (v. 3). Il Signore deve ristabilire l 'ordine nel mondo da lui creato, nel quale gli empi invocano la propria distruzione (v. 4). Le loro opere e azioni sono in opposizione con le opere e le azioni del Signore. Egli, infatti, non rimane indifferente alla storia del l 'uomo. Gli empi invece non tengono conto della sua azione (v. 5). [vv. 6-7] Inno di ringraziamento: l ' orante passa ora alla benedizione con un inno di lode personale, che anticipa la liberazione richiesta e promette una ceri­ monia di ringraziamento. Si presume che sia stata udita la risposta divina. I titoli dati a Dio sono attinti dal linguaggio militare. Si conclude con un voto (v. ?cd). [vv. 8-91 /ntercessione per il re e per il popolo: appaiono improvvisamente la comunità più larga e il suo rappresentante, il re, che è designato con il titolo in uso a Gerusalemme: il « consacrato ». Nel tempo in cui era cessata l ' istituzione della monarchia, si può osservare un ravvivarsi della speranza di una sua restaurazione (v. 8). L' orante conclude con una intercessione al Signore, a cui chiede di conti­ nuare ad avere cura del suo popolo come un pastore pasce il suo gregge (cfr. Sal 23; Is 40,9- 1 1 ). Il salmo considera l ' individuo, il re consacrato e il popolo una unità inseparabile. Il sottogruppo di salmi « di Davide » (Sal 25-28) è influenzato dalla teologia del tempio presente nel Sal 29, il centro del l ' unità di composizione dei Sal 25-34.

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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Il Sal 25 è collegato con il gruppo di salmi precedente mediante l ' iniziale pro­ fessione di fede nel Signore unico Dio (« A te, Signore, io ricorro », v. l ), in pa­ rallelo con quella in forma negativa nella liturgia d ' ingresso al tempio del Sal 24 (« Chi non ricorre agli idoli », v. 4b). I comuni richiami verbali dei quattro salmi esprimono tutti un profondo desi­ derio di un incontro con Dio. Innanzi tutto essi sono tenuti insieme dal verbo « confidare » (bii[aiJ.), presente in ogni salmo�. Lungo i sentieri della vita si posso­ no incontrare vari nemici, soprattutto il nemico interno, il peccato: l ' impedimento più radicale nei rapporti con Dio. L'orante del Sal 25 confessa di voler confidare solo in lui e nella sua istruzione (v. 2): solo con questa fiducia (26, l ) egli sa di po­ ter superare ogni ostacolo nel suo cammino verso il Signore, fosse anche davanti a un esercito �ntero (Sal 27,3) o al silenzio della morte (Sal 28,7). Tutti i sentieri che conducono al Signore sono « amore e fedel� IJesed w'hnet » (Sal 25, l 0), per questo sono diretti verso il suo tempio (Sal 26,3), dove la comunità d'Israele (Sal 25,22) e, all' interno di essa, l ' orante (Sal 26, I l ) possono trovare il « ri­ scatto » dalle proprie schiavitù. I tre primi salmi dell'unità di composizione (Sal 25-34) sono collegati dalla medesima invocazione: « pietà di me » (�.iinnen'i). La grazia de f Signore sostiene il povero (Sal 25 , 1 6) e la sua comunità nella ricerca del volto del Signore nel tempio (Sal 27,7), liberandolo dal la compagnia di quanti lo vogliono far deviare nel pec­ cato (Sal 26, I l ), ma l ' aiuta anche a continuare la sua ricerca nel la vita quotidiana fuori dal culto, accettando l ' istruzione del Signore contenuta nella tora e - nel­ l ' attuale contesto - anche ne li ' insegnamento offerto in questa collezione del Salterio. In conclusione, se l ' orante dovesse rispondere alla domanda: Chi è Dio per me?, direbbe: Il Signore è colui che attraverso mille difficoltà apre un sentie­ ro « piano » (misor, Sal 27, I l b) verso la « spianata, m'isor» (Sal 26, 1 2) del tempio, dove si può nelle assemblee benedire il Signore. Si noti, inoltre, come in Sal 26,45 1 ' orante distingua il suo comportamento da quello degli empi, rrsa 'tm, alla ma­ niera di Sal l ,2. Sappiamo che il Sal l introduce il Salterio e caratterizza il libro dei salmi come parte del l ' i struzione di Dio (cfr. Sal 1 ,2) nel dialogo con il giusto, allora la connessione tra i due salmi indica che il Sal 26 è pure da comprendersi come parte della tora di Dio".

2. La gloria di JHWH, Signore del mondo, e il tramonto degli dèi

Salmo 29. Gli studiosi sono concordi nel rintracciare la matrice letteraria del Sal 29 in un inno alla tempesta degli antichi cananeP". Ma anche se conserva lo stile e le espressioni che i cananei adoperavano per glorificare il dio della natura, il salmo è chiaramente «jahwistico » come nessun altro: i1 nome di Dio JHWH ri36 Cfr.

J.ED. Creach, Yahweh as RefuRe. pp. 3 1 -33. Cfr. W.H. Bellinger. Psa/m XXVI, in VT 43 ( 1 993) 456. �� Cfr. K. Seybold. Die Geschichte des 29. P.falms und ihre IMOioRi.fcM BedeutunR. in 1Z 36 (1980) 208-219; A. Malamat. The Amori te Background of Psalm 29. in ZAW l 00 ( 1 988) 1 56- 1 60. 37

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Traduzione e commento

corre 1 8 volte in undici versetti ! Non si tratta comunque di una storicizzazione di un mito in polemica contro dèi stranieri (Baa1)39, ma è soprattutto un inno a JHWH, anche se non è facile localizzarlo nella vita cultuale di Israele. Alcuni pensano a un suo uso in una celebrazione de1la regalità del Signore. Altri preferiscono clas­ sificarlo come un salmo teofanico, connesso in generale con il culto del tempio. Nella sua forma attuale poteva servire alle comunità postesiliche, coscienti della propria debolezza di fronte agli imperi dei nemici che le circondavano, come un conforto nella fede in Dio creatore e sovrano sopra ogni potere mondano40• Un Dio capace di scuotere l ' universo ha il diritto di essere creduto. Dal precedente Sal 28 riprende il discorso della potenza/forza del Signore (Sal 28,7-8; 29, l ) e la citazione del tempio (Sal 28,2; 29,9). L' invito aH a lode al Signore lo collega con il Sal 30 (cfr. Sal 29, l ; 30,5t'. Il salmo è incorniciato dal­ la ripetizi one del nome di JHWH all ' inizio (vv. l -2) e alla fine (v. 1 1 ). I vv. 3-9 so­ no costruiti simmetricamente attorno al v. 6: « La voce del Signore » (vv. 3-4; 79). Tutti i versi sono di due stichi, con l 'eccezione dei vv. 3 e 9, che comprendo­ no tre stichi. L' inno contiene le tre parti fondamentali del suo genere: l ' invito ali ' adora­ zione (vv. 1 b-2); la descrizione del potere del Signore (vv. 3-9); la lode al Signore (vv. 1 0- 1 1 ) . I simboli sono tratti dal i ' esperienza del numinosum, di fronte ali ' ab­ battersi di un ciclone sulla terra di Israele partendo dal Nord, il Libano, fino al con­ fine meridionale, i l deserto di Kades. Questa zona, un tempo sotto gli dèi cananei, è ora domin_io di JHWH, presente nella montagna, nella pianura, nel deserto e nella foresta. n poema inizia nel santuario dei cieli e si conclude in quello della terra, dove l 'uragano termina nella pace. Ricorre la figura retorica della onomatopea e della ripetizione: oltre al termine JHWH ( 1 8 volte), sono ripetuti i tennini « voce » (7 volte), « forza » (2 volte) e 4 volte « gloria ». [29,1a] Soprascritta: è dato il riferimento al tipo di salmo e all 'autore, che è Davide. La soprascritta nella LXX contiene indizi di un uso del salmo in connes­ sione con la festa delle capanne (neli 'ultimo giorno; cfr. Lv 23,36)42• [vv. lb-2] Invito all 'adorazione: nel Primo Testamento gli inni solitamente iniziano con una esortazione a venerare il Signore, cantando, lodandolo e ringra­ ziandolo, benedicendo e prostrandosi davanti a lui, battendo le mani in un clima comunitario festivo, in cui si suonano molti strumenti. L' inizio del Sal 29, invece, sembra ambientarsi nel tempio celeste. Il solenne invito, sottolineato da quattro imperativi a cantare la gloria del Signore, è rivolto in primo luogo ai « figli di Dio », nei quali si possono identificare gli dèi del l 'antico panteon cananeo degra­ dati al rango di spiriti subaltemi (cfr. 1 Re 22, 19; Is 6,2; Sal 8 2 , l ). Devono procla39 J.F. Diehl - A.A. Diesel - A. Wagner, Von der Grammatik tfll'l Kerygma. Ne� grammatische Erkenntnisse und ihre Bedeutung filr das Verstiindnis der Form und de.r; Gehalts von Psalm XXIX, in V1 49 ( 1 999) 462-486. 40 Cfr. A. Deissler, l salmi, p. 1 1 0. 41 Cfr. Ch. Barth, Concatenano, pp. 34-3S; F.-L. Hossfeld - B. Zenger, « Von seiMm Thron.fitz schaut er nieder », pp. 278-283. 41 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 1 22.

La vera

identità di JHWH e di Israele, Libro l, Sal 2S-34

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mare gli attributi di Dio, la sua potenza e gloria, la quale non è tanto lo splendore esteriore, ma la forza interiore che dà consistenza a una persona. Davanti alla ma­ nifestazione della santità di JHWH, descritta nei versi seguenti nella formazione di un uragano, essi che fanno ormai parte del corteo regale, devono fare un atto di­ mostrativo di sottomissione al loro Signore. [vv. 3-9] Descrizione del potere del Signore: in questa parte centrale dell ' in­ no è ricreata mediante la parola una tempesta sperimentata come teofania, che su­ scita fascino e timore. Il Signore non è descritto. Si ode solo la sua voce nelle for­ ze naturali che sconvolgono il mondo. Prevale l 'elemento sonoro. Il salmi sta se­ leziona un fattore della tempesta, la voce (qol) del Signore, il tuono, e lo ripete 7 volte. L'uragano si forma sul l ' oceano celeste sopra la volta del firmamento (v. 3) e si sposta da nord a sud su tutta la terra di Israele. D tuono è un'energia vitale ca­ pace di sch iantare i cedri del Libano, che con la loro maestà sembrano sfidare i ca­ taclismi (v. 5). Fa balzare, come un giovane bufalo, il Sirion, nome cananeo dell 'Ermon, il monte a nord-est del lago di Galilea. È una immagine che esprime l 'esperienza di Dio immenso e grandioso con termini familiari (v. 6). I fulmini so­ no come scintille sprigionate sfregando una pietra focaia. Sono effetto della sua voce (v. 7). Anche il silenzio maestoso del deserto di Kades, dove si trova il Sinai , è sconvolto a l suono della voce del Signore (v. 8). L' ultima scena impressionante, che rimane davanti agli occhi, è un tornado che contorce nel suo vortice gli alti al­ beri e lascia spoglie le foreste (v. 9a). La settenaria proclamazione della voce del Signore evoca la manifestazione del Signore della gloria. Questo è espresso chia­ ramente richiamando come tutti nel tempio, sia nel palazzo celeste sia nel santua­ rio terrestre, siano uniti in una situazione dossologica, in cui il grido « gloria » è la risposta all'unico vero Dio (v. 9b). [vv. 1 0-11] Lode al Signore: la quiete dopo la tempesta. Il Signore sta tran­ quillamente seduto sul diluvio, sulle acque de li' oceano celeste. Ha il suo trono in alto, al di sopra degli elementi sconvolti. Da lì regna per sempre. Non si deve ne­ gare una certa polemica contro Baal : JHWH e non Baal, o qualsiasi altro dio, è i� vero garante del l ' ordine nel mondo (v. 1 0). A questo punto entra in scena il po­ polo, sul quale è implorata la forza di Dio, quella manifestata nella teofania. Essa non è più motivo di terrore, non è violenza, ma amore e fonte di pace. La gloria di Dio è ora riconosciuta nella liturgia del tempio (v. I l ). L'orante del Sal 29 aspetta la salvezza dal Signore presente nel tempio di Gerusalemme (cfr. Sal 26-28), sperimenta la liberazione dalle sue varie difficoltà e ringrazia per l ' aiuto che gli viene da quel luogo santo (Sal 30-33). Il motivo del tempio presente in 29,9 dà il tono anche ai salmi che precedono (Sal 26-28). In 26,8 l ' orante dichiara di amare la casa dove di mora il Signore, il luogo dove ri­ siede la sua gloria. Questo chiede in Sal 27,4: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della vita per contemplare l 'amabilità del Signore, ammirare il suo santua­ rio e trovare là un sicuro « riparo » nel giorno della sventura (Sal 27 ,5). Egli pre­ ga tendendo le mani verso il tfblr, il Santo dei santi, da dove il Signore ascolta il suo grido (Sal 28,2). Nella grande teofania del Sal 29 il Signore manifesta tutta la sua gloria nel tempio, donando la sua « forza al suo popolo » (Sal 28 , 8; 29, 1 1 ) e concedendogli la « benedizione » da lui invocata (Sa1 29, l l b ; 28,9).

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Traduzione e commento

La composizione concentrica dei sette Salmi 26-32 mette in risalto la posizio­ ne centrale del Sal 29, che appare un documento del tramonto degli dèi di Canaan e di quelli de11e nazioni che dominano Israele nel postesilio. Il salmo è una profes­ sione della vera identità di JHWH, Signore del suo popolo, ma anche di tutto il mon­ do, e di conseguenza è anche una chiara presa di coscienza del la vera identità di Israele e de1la sua missione nel mondo43• 3. La missione dei poveri di JHWH nel mondo

Dopo il Sal 29, lo spartiacque dell'unità di composizi one dei Sa1 25-34, questo gruppo di canti di ringraziamento (Sal 30-34) è da leggersi come una risposta alle preghiere dei Sal 25-28, piene di nostalgia per un incontro nel tempio con il Signore Re degli dèi e del mondo e allo stesso tempo Salvatore di Israele. I Sal 30-34, in­ fatti, vogliono essere una testimonianza concreta di come la bontà del Signore, ce­ lebrato nel tempio (Sal 29), si manifesta nella vita concreta di ogni giomo44•

Salmo 30. È un salmo di rendimento di grazie individuale. Una persona in pericolo di morte ha organizzato una liturgia di ringraziamento e il successivo pa­ sto festivo per gli invitati . Un gruppo di familiari e di amici partecipa alla cele­ brazione. Il desiderio di festeggiare e di gioire certamente sopravvi sse in Israele anche dopo che i sacrifici cruenti furono sostituiti da preghiere e canti (cfr. Sal 40,7-8; 5 1 , 1 6- 1 9). Inizialmente sembra presiedesse la cerimonia qualche uomo di Dio itinerante (1 Sam 9). In seguito fu organizzata e guidata da membri della cerchia sacerdotale (Lv 7, 1 1 -2 1 ). Nelle comunità lontane dal tempio probabil­ mente la ceri monia fu incorporata negli uffici liturgici sinagogali (cfr. Sal 9/1 0). La festa sottolineava il passaggio della crisi, l ' inizio di una nuova vita e la riabi­ litazione della persona afflitta nel l ' i ntimità del gruppo45• Molte parole di riferimento e vari motivi collegano i vv. 7- 1 3 del Sal 30 con passi secondari dei salmi vicini 27, 28 e 3 1 : la figura stilistica della citazione di se stesso con il richiamo alla situazione (Sa1 30,7; 3 1 ,23); il motivo della forza e poten­ za soccorritrice di JHWH (Sal 28,7; 30,8; 3 1 ,3) e della roccia sicura (Sal 30,8; 3 1 ,3-4); JHWH come Dio della fedeltà, pietoso e soccorritore (Sal 27,7; 28,7; 30,9- 1 0; 3 1 ,22), pronto ali 'ascolto di chi grida a lui (Sal 30,9. 1 1 ; 31 ,23). Conservando nella nostra traduzione il TM del v. 13, vi è un richiamo chiaro a Sal 29,9 nel termine « gloria » e inoltre i due salmi hanno in comune una radice rara �wl l �yl, « danzare » (nel primo libro del Salterio solo in Sal 30, 1 2 e in Sal 29,8.9): vi è una tensione tra l 'orizzonte cosmico (teofania in Sal 29) e storico salvifico (rendimento di grazie in Sal 30)46• 4' Cfr. N. Lohtink, Psafmengebet und Psalte"edaktion, in ALw 34 ( 1 992) 1 -22. 44 Cfr. E. Zenger, Was wird anders bei kanonischer Psalmenauslegung?, p. 406. "'�

Cfr. E.S. Gerstenberger. Psalms, pp. 1 35- 1 36. 4(> Cfr. G. Barbiero. Da.f erste Psalmenbuc:h, pp. 386-404. La gloria è data al Signore dai « figli di Dio ,. in Sal 29, l , mentre nel Sal 30 essa è innalzata dall' orante stesso (Sal 30,2-4. 1 2- 1 3) o dal gruppo dei fedeli (Sal 30.5). Secondo l 'autore, la coppia dei Sal 29-30 è collegata anche con i Sal 8-9 e 18-2 1 , al centro del­ le due precedenti raccolte parziali. sia mediante numerose corrispondenze verbali sia soprattutto nella strut­ tura generale: partecipazione della comunità d' Israele alla gloria di Dio che risplende nel cosmo.

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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Come rendimento di grazie individuale, contiene una serie di caratteristiche comuni alla maggioranza dei salmi di questo tipo: un ringraziamento al Signore (vv. 2-4); un invito all 'adorazione (vv. 5-6); un ricordo del pericolo e della sal­ vezza (vv. 7- 1 3a); una dichiarazione finale di lode (v. 1 3b). Il salmista parla in simboli. Vi è un' accumulazione di termini antitetici. Discesa negli inferi , tomba, collera, pianto, sera, veste di sacco, lamento esprimono il momento del la prova. La salvezza invece è una risalita dagli inferi, ali ' alba, con grida di gioia e danze. Il movimento non è ricorrente o ciclico, ma ascendente. Le metafore sono da una parte molto concrete e plastiche, e dali' altra sono così aperte e indeterminate che si possono adattare a molte situazioni47• Dove la vita di un uomo è distrutta è in azione la forza della morte, tuttavia questa non canta vittoria; i l vivo invece can­ terà per sempre. [30,1] Soprascritta: originariamente il salmo era una preghiera individuale. La soprascritta testimonia una fase posteriore di trasmissione, in cui esso è rilet­ to comunitariamente. Doveva servire per commemorare la dedicazione del se­ condo tempio svoltasi nel 1 64 a.C. (cfr. I Mac 4,50-56; 2Mac 1 , 1 8). [vv. 2-4] Grazie al Signore: i l salmo inizia con una espressione giubilante di ringraziamento al Signore. La fonnula iniziale: « Ti esalterò » (v. 2a) deriva dalle preghiere offertoriali che accompagnavano i sacriti ci di animali (cfr. Sal 1 16, 1 7). Ora, invece di sacrifici si offrono canti sacri. Il motivo del giubilo è l ' esperienza di essere « tirato su » all' ultimo momento, come un secchia (tflt) dal pozzo, men­ tre stava discendendo nella gola della morte: il nemico che ha perso così una oc­ casione per gioire (v. 2b). Segue il racconto della salvezza ottenuta (v v. 3-4). L'orante è stato liberato da una malattia mortale. Vi è una connessione verbale con la preghiera di Ezechia (ls 38). [ vv. S-6] Invito ali 'adorazione: l' orante si rivolge ora alla comunità (i « suoi fedeli »), invitandola a partecipare alla celebrazione e alla lode (v. 5). Il motivo del l ' invito è espresso nel v. 6 in due detti proverbiali. Tutta la comunità ha speri­ mentato che la prova ha lo scopo di purificare, non di far morire. Quindi dura un istante, mentre la benevolenza del Signore dura per tutta una vita (cfr. Is 54,7-8). La tristezza rimane per il tempo di una notte come un ospite sgradito. Sembra che i vv. 5-6 siano un' aggiunta attualizzante del gruppo degli l}astde yhwh, che cele­ bra con le parole dei Sal 97, 1 2 e 98,5, la fine del la devastazione del tempio al tempo dei Maccabei"'g. [vv. 7-13a] Ricordo del pericolo e della salvezza: l ' orante inizia con il rac­ conto della sofferenza avuta (vv. 7- 1 1 ). È un elemento indispensabile di tutti i canti di ringraziamento. Egli n sale agli . inizi della prova. Si credeva incrollabile, illuso di non venire mai toccato dalle sofferenze (v. 7). Tale condotta lo conduce alla tribolazione. Ali ' improvviso, quando si credeva al sicuro sulla collina del tempio di Gerusalemme, inizia la crisi. Dio appare silenzioso e lontano. E l ' oran­ te passa dalla certezza un po' presuntuosa alla paura interiore (v. 8). La parte prin47 Cfr. E. Zenger, Die Nacht� p. 90. 41 Cfr.

C. Levin, Das Gebetbuch der Gerechten. Literargeschichtliche Beobachtungen am Psalter, in

ZTK 90 ( 1 993) 378-379.

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Traduzione e commento

cipale (vv. 9- 1 1 ) riporta la sua preghiera di lamento e la petizione fatta nel mo­ mento della crisi. È stato un grido (v. 9) verso colui che può colpire e guarire (cfr. Dt 32,39) e una perorazione per commuovere e impietosire il Signore. Essa espri­ me da una parte il desiderio dell' orante di lodare Dio, perché la lode è la via in cui la fedeltà del Signore diventa parola e, dall 'altra, manifesta anche la sua paura dell 'annientamento, segno di una coscienza ancora non sufficientemente illumi­ nata sulla vita oltre la morte (vv. 1 0- 1 1 ) . La narrazione seguente de li ' aiuto del Si­ gnore (vv. 1 2- 1 3a) appartiene ancora a questa rivisitazione degli avvenimenti del passato. Dal lutto rituale, in cui si indossava una specie di sacco di tela grezza (cfr. Lam 2, l 0), l ' orante era passato alla festa, alla danza e alla lode: una trasforma­ zione radicale operata dal Signore. [v. 13b] Promessa di ringraziamento: l 'ultima frase è un elemento nuovo. I.: orante inizia con una invocazione del nome del Signore e conclude rinforzando la promessa già fatta ali ' inizio del salmo (v. 2a) di passare la vita rendendo grazie a Dio.

Salmo 31. In origine la preghiera è stata pregata da un individuo sofferente, che si rivolge al Signore per avere aiuto nella malattia e nell'ostracismo da parte del l ' ambiente in cui vive. Vi troviamo la triplice motivazione dell'orante che sof­ fre, agisce e spera; dei nemici malvagi e persecutori; di Dio giusto, fedele, leale, buono. L' orante si rivolge a Dio non da solo, ma come membro di un gruppo del­ la comunità, gli �asulim, che sono i fedeli agli impegni ali ' alleanza, coloro che amano Dio e osservano lealmente le sue leggi, i suoi devoti ortodossi che si im­ pegnano in una dedizione totale alla sua causa. Questi sostengono con la preghie­ ra l 'orante, il quale si oppone, assieme a loro, al gruppo degli avversari, i superbi persecutori. Il linguaggio è giudiziale. Si esige la condanna dei colpevoli e l ' as­ soluzione degli innocenti. La redazione fi nale indica il tempio come il luogo do­ ve l ' orante può trovare una roccia sicura e una fortezza ( vv. 3.2 1 ) e in Gerusalem­ me una « città fortificata » (v. 22). Il salmo ha una certa parentela con il Sal 4, che esprime la confidenza nella tribolazione. Mentre però il Sal 3 1 invoca il castigo· sui persecutori, il Sal 4 cerca la conversione dei rivali49• Il Sal 3 1 è legato al salmo precedente mediante il motivo della malattia, che provoca reazioni caratteristiche nell' orante, in modo particolare: il grido al Signo­ re (Sal 30,3; 3 1 ,23); il Signore deve ascoltare (Sal 30, I l ; 3 1 ,3.23). Inoltre, si noti il tema del « nascondere il volto » (Sal 30,8; 3 1 ,21 ); la classificazione dell' orante nel gruppo dei devoti ortodossi, !J,asidlm (Sal 30,5; 3 1 ,24 ); il richiamo al soccorso ricevuto dal Signore (Sal 30,8; 3 1 ,9); le allusioni al tempio (Sal 30,8; 3 1 ,3-4.21 ) . Nei due salmi è usata la stessa tecnica del l 'autocitazione (Sal 30,7; 3 1 ,23). Con il salmo seguente, Sal 32, ci sono pure dei collegamenti: l ' orante si sente inserito nel gruppo dei devoti (Sal 3 1 ,24; 32,6), che confidano nel Signore (Sal 3 1 ,7. 1 5; 32, l 0), sono giusti (Sal 3 1 , 1 9; 32, I l ) e sperimentano la bontà del Signore (Sal • Cfr. L. Alonso Schokel, En la mano de Dios (salmo 31 ), in EstBib 56 ( 1998) 405412. In questo suo - forse ultimo - contributo l'autore si augura che il proprio lavoro esegetico sul Salterio rimanga nelle ma­ ni di Dio come un sacrificio a lui gradito.

La vera ide!ltità di JHWH e di Israele, Libro I, Sal 25-34

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3 1 ,8 . 1 7.22; 32, 1 0). La sorte diversa per gli empi e per i fedeli in Sal 32,1 0 suona come una variante del duplice modo di agire del Signore in Sal 3 1 ,2450• La parte principale del salmo (vv. 2- 1 9) è una preghiera con i suoi elementi tradizionali: appello iniziale (vv. 2-3); affermazione di confidenza (vv. 4-7); rin­ graziamento (vv. 8-9); lamento (vv. 1 0- 1 4); petizione (vv. 15- 1 9). Segue la secon­ da parte: una lode, un ringraziamento con una esortazione (vv. 20-25). Il linguag­ gio usato dal salmo è largamente stereotipato: ha molto materiale in comune con altri salmi e soprattutto con Geremia e le LamentazionP1• L' impostazione giudi­ ziale della supplica richiama immagini militari o di caccia. L' orante si sente brac­ cato come un animale, aggredito, inerme, senza rifugio. [31,1] Soprascrina: riunisce due degli elementi più frequenti in queste clas­ sificazioni liturgiche dei salmi (cfr. Sal 29-3 1 ). [vv. 2-3] Appello iniziale: il primo verso presenta il tema sviluppato nel resto del salmo. Inizia con una forte affennazione di confidenza: non uno spazio, ma il Signore stesso lo accoglie e protegge (v. 2a). Segue un grido di aiuto: la sua sete di giustizia non venga da Dio tradita (v. 2bc); quindi una domanda di ascolto (v. 3a) e un grido di aiuto, dove compare il tema principale della preghiera del l ' orante: « salvare », che significa « strappare dal pericolo, dalle insidie » (v. 3b ); infine una richiesta di trovare in Dio un luogo sicuro come la cavità di una roccia e la roccia nel tempio (v. 3cd). [vv. 4-7] Affermazione di confidenza: si apre una nuova sezione, in cui è sot­ tolineata la confidenza in Dio sperimentato come un « tu ». Egli salva l 'orante non per i suoi meriti, ma per l ' onore del suo nome ( v. 4). I nemici non sono nominati. Hanno teso una rete invisibile, in cui l ' orante si è impigliato, ma Dio lo libererà (v. 5). Egli infatti si affida totalmente al Signore come a un amico. Consegna in custodia nel cavo della sua mano il bene più prezioso, il suo spirito: ciò che ren­ de l ' uomo un essere vivente (cfr. Gn 2,7). « Affido il mio spirito » è una fonnula unica nel Primo Testamento, ma è ripresa in Le 23,46. E Dio, costante nella sua fedeltà, lo ha liberato dalla schiavitù in cui gli avversari lo volevano rinchiudere (v. 6). Nel v. 7 1 'orante conclude con una professione di fede, che ricorda il primo comandamento del decalogo (Dt 5, 7), e questo spiega perché egli si rimette al giu­ dizio divino. [vv. 8-9] Ringraziamento: un ringraziamento anticipato sembra concludere il primo momento della preghiera. Il richiamo alla gioia è tipico nel contesto de­ gli inni. L'orante esulta per l 'esperienza del l 'amore del Signore (v. 8a), che è rac­ contata brevemente ali ' assemblea: il Signore Io ha guardato, ha vegliato su di lui, gli ha mostrato una via d'uscita dal pericolo (vv. 8bc-9). [vv. 10-14] Lamento: il secondo momento della preghiera è una lamentazio­ ne. Inizia con una breve invocazione al Signore, abituale nei salmi: « pietà di me » (v. I Oa), che pennette di capire i versetti seguenti non come un ripiegamen­ to su se stesso, ma come una descrizione della situazione di sofferenza derivante da due fronti: malattia e abbandono (vv. 10- 1 1 ), ostilità del nemico (vv. 1 2- 1 4). "' Cfr. E. Bons. Psalm 31, pp. 259-274. �· Cfr. P.C. Craigie, Psalms, p. 259.

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Traduzione e commento

Al v. 1 1 si esprime l 'idea della sofferenza fisica legata a una colpa personale del­ l ' orante. L'espressione « terrore ali ' i ntomo » nel v. 1 4, con cui l ' orante è preso in giro, ricorda Ger 20, 1 O. [vv. 15-19] Petizione: incomincia con un'affermazione preliminare di confi­ denza, basata sulla fede: « Th sei il mio Dio » (v. 1 5). I momenti precisi del soc­ corso li conosce solo il Signore. Il ritmo del tempo non è nelle mani dell ' uomo ma in quelle di Dio. È lui che ha modellato la struttura del tempo e della storia d' Israele (v. 1 6r2• Questa fiducia giustifica l ' intervento di Dio in favore del suo fe­ dele, che lo supplica di ristahi lire l ' ordine e la giustizia sconvolti dai suoi avver­ sari (vv. 1 6b- 1 8a): i colpevoli siano puniti (vv. 1 8bc- 1 9). [vv. 20-25] Lode, ringraziamento ed esortazione: l ' inno inizia con delle esclamazioni, i n cui l ' orante ricorda quello che l 'esperienza del suo popolo gli ha insegnato. Nella prova il Signore protegge i suoi fedeli , che lo rispettano cercan­ do nel l ' intimità con lui il loro rifugio (vv. 20-2 1 ). Segue una benedizione in cui egli stesso riconosce che il Signore ha rinnovato in suo favore i benefici speri­ mentati dalla comunità (vv. 22-23). Termina con una esortazione a tutti (cfr. Dt 3 1 ,6) a confidare nel Signore (vv. 24-25).

Salmo 32. È un salmo di rendimento di grazie individuale con motivi sa­ pieriziali . Le sue radici affondano in una tradizione di riti penitenziali. Lo sfondo sociale non è più il piccolo gruppo familiare, ma la congregazione dei fedeli (v. 6), come si usav_a nel giudaismo primitivo. Le liturgie erano segnate da forti elemen­ ti sapienziali e catechetici . 11 Sal 32 poteva essere un piccolo sermone sulla peni­ tenza ricavato non dalle Scritture, ma dali ' esperienza stessa della comunità: chi soffre deve fare una onesta confessione del proprio peccato e quindi si ristabilisce la comunione. L' orante, forse un maestro di sapienza, che dopo un grave peccato aveva avuto la gioia di essere perdonato, realizza il proposito espresso nel Sal 5 1 , 1 5: « Insegnerò ai ribelli le tue vie ». Il testo era usato probabilmente negli in­ contri comunitari, come lettura o preghiera. Non si fa accenno nel salmo al sacri­ ficio: il suo ambiente originario potrebbero essere state le pratiche liturgiche del­ la sinagoga. La liturgia cristiana ha collocato fin dal secolo VI. il Sal 32 nella li­ sta dei sette « salmi penitenziali » (cfr. Sal 6; 38; 5 1 ; 1 02; 1 30; 143). La redazione ha sottolineato la parentela con il salmo precedente soprattutto nella relazione tra malattia e peccato (Sal 3 1 , I l ; 32, 1 -5) e nel sentimento di ap­ partenenza dell ' orante a un determinato gruppo del1a comunità, gli �asidim (Sal 31 ,24; 32,6), che si oppone al gruppo avversario degli empi (Sal 3 1 , 1 8; 32, 1 0). Usano ambedue la tecnica dell ' autocitazione (Sal 3 1 ,23; 32,5; cfr. 30,7). Dopo una introduzione sapienziale (vv. lb-2), inizia un racconto della soffe­ renza e della salvezza (vv. 3-5); seguono una esortazione e una confessione (vv. 6-7), una istruzione (vv. 8 1 O) conclusa con un invito alla lode (v. 1 1 ). Vi è un uso -

52 l ritmi della vita (circoncisione e svezzamento). i ritmi dell'anno Oe feste), il ritmo def sabati, il tempo della grazia (l 'anno del giubileo). Cfr. K. Grii nwaldt. Meine Zeit steht in deiMn Hiinden (Psalm 31, 16). Ober die Rhythmisierung der Zeit im Alten Te.rtament, in BK 54 (1 999) 170- 177. «

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La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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sobrio delle immagini: arsura estiva (v. 4), inondazione (v. 6); l ' animale recalci­ trante (v. 9). [32,la] Soprascrina: l ' indicazione dell ' autore « di Davide » collega il Sal 32 con i Sal 34-35. L'enigmatico maskil si riferisce alla tradizione sapienziale: un salmo di speciale valore artistico e allo stesso tempo dottrinale. [vv. lb-2] Felicitazioni: l 'orante inizia con formule di beatitudine proprie della letteratura sapienziale. Sono formule nate nei rituali familiari di augurio. La felicità consiste nel sentirsi perdonati da Dio. Il peccato è espresso in ebraico con quattro termini. La « colpa » (pesa ') è un ribellarsi a Dio ritiutandosi di dipendere da lui. Il « peccato » (IJa!a 'a) è una deviazione, un calcolo sbagliato, che non ser­ ve i veri interessi del l ' uomo. Il « delitto » ( awon), è il peso che la coscienza spe­ rimenta del peccato commesso e non ancora espiato con una pena. « Inganno », rmiytl, è la simulazione del peccatore impenitente, che per avere una parvenza di pace è obbligato a giustificarsi davanti agli altri e a ingannare la propria coscien­ za riadattando l ' idea che ha di Dio. I verbi del perdono sono tre: nasa ' , « togliere, rimuovere »: il peccato sparisce quando è rimosso; kasiih, « coprire », come si co­ pre il sangue dell ' omicidio sotto terra annullandolo; hasab, « imputare »: il pecca­ to non è più accreditato alla lista delle opere dell'u�mo. È rimesso pienamente. [vv. 3-5] Racconto della sofferenza e della salvezza: l ' orante rileva il contra­ sto tra il « rimasi in silenzio » (v. 3) e « ho detto » (v. 5). Il silenzio è quello di Ada­ mo che ha rotto i rapporti con Dio. Dalla sua bocca può uscire solo qualche suono inarticolato come il gemito (v. 3c). Nel silenzio ogni afflizione o problema prende la forma di un giudizio divino. Il silenzio è il rifiuto della grazia e di conseguenza l ' inaridimento della linfa vitale (v. 4 ). Confessando il suo peccato al Signore, è sta­ to sollevato dalla sua colpa come da un peso che lo stava stroncando. Sono ristabi­ lite le relazioni con Dio e con la comunità (v. 5). [vv. 6-7] Esortazione e confessione: l ' orante invita alla preghiera ogni mem­ bro della comunità nei momenti liturgici in cui Dio si lascia incontrare. I perico­ li mortali, le grandi acque, non lo sommergeranno (v. 6) . Anch'essi potranno fa­ re la sua stessa esperienza della grazia del perdono. La gioia di sentirsi in pace con il Signore è la migliore protezione contro le ricadute (v. 7). [vv. 8-10] Istruzione: alcuni pensano che nel v. 8 parli il Signore per mezzo di un profeta cultuale (Kraus). Il contesto sapienziale, il vocabolario, le immagini, fanno pensare invece al salmista stesso che dona il suo insegnamento ali ' assem­ blea. L'uomo saggio e intelligente non aspetta di essere costretto da penose neces­ sità ad abbandonarsi alla volontà di Dio. L' unica via d'uscita dal peccato è un cam­ mino di conversione (cfr. Sal l ). [v. 1 1 ] Invito alla lode: il ringraziamento per la salvezza è concluso con un triplice invito alla lode rivolto all ' assemblea, introdotto dall'affermazione chiara­ mente proverbiale del v. l O. I « giusti » e i « retti di cuore » sono coloro i quali fan­ no seguire le azioni alle intenzioni. '

Salmo 33. È un inno di ventidue versetti come il numero delle lettere de li' alfa­ beto ebraico: un indizio che l ' orante vuole rendere a Dio una lode appropriata dalla A alla Z, come invitava la finale del salmo precedente. Con uno stile sapienziale egli

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Traduzione e commento

scruta le vie di Dio per trovarvi una regola di vita. Il salmo si autodefinisce fhilla, « canto di lode e di ringraziamento », come il seguente Sal 34,2 e i Sal 22,26; 1 00,4; 1 45, 1 ; 1 47, 1 . Esso vuole essere un concerto per coro e orchestra (vv. 1 -3), una « ovazione », fru'a (v. 3), al Signore, che governa tutte le cose con amore, ordine e misura. È ispirato teologicamente in modo particolare da Gn l e da Is 40-5553• È un « canto nuovo » (v. 3) composto per rispondere alle meraviglie sempre nuove di Dio. Il suo ambiente nativo si può trovare fra i circoli sapienziali del postesilio, che ave­ vano continuamente sotto gli occhi la rivelazione di Dio testimoniata dalle Scritture. La comunità presentata dal salmo è quella dei « giusti » (v. 1 ), degli « eletti » (v. 1 2), di « coloro che temono Dio » e « sperano nella sua bontà » (v. 1 8), e che, da lui sal­ vati dalla morte e dalla fame (v. 1 9), gioiscono per la sua solidarietà (vv. 20-22). È la comunità del giudaismo primitivo riunita nel tempio e nella sinagoga. Il Sal 33 assieme al Sal l O si distingue dagli altri salmi del salterio davidico (Sal 3-4 1 ) per il fatto di non avere la soprascritta. Si è pensato perciò che la reda­ zione postesilica intendesse collegarlo con i l salmo precedente54• Questo appare nel collegamento della finale del Sal 32 con l ' inizio del Sal 33. I due salmi sono uniti anche da altri motivi: il « consiglio » del Signore (Sal 32,8; 33, l 0- 1 1 ); il te­ ma del suo amore (Sal 33,5.22; 32, t 0). Il Sal 33 riceve così un nuovo contesto: è i l « canto nuovo » che sgorga dal i ' esperienza del perdono dei peccati (cfr. Ger 3 1 ,3 1 -34). In questo orizzonte è un inno dei « giusti », grati per la nuova rivela­ zione della bontà del Signore nel rinnovamento de li ' alleanza. E questo corrispon­ de al tema del Sal 25 , che apriva la composizione dei Sal 25-34. La struttura dell' inno potrebbe essere la seguente: invito alla lode (vv. 1 -4); lode al Signore (vv. 5-7); esortazione e confessione (vv. 8- 1 1 ); istruzione e lode ( vv. 1 2- 1 5); istruzione (vv. 1 6- 1 9); affermazione di confidenza e petizione (vv. 20-22). Tre termini segnano il movimento del salmo: parola (v. 6), pensiero (v. 1 1 ) e sguar­ do di Dio (v. 1 8). Le cose vengono ali ' esistenza per la sua parola, ma prima esiste­ vano nel pensiero di Dio e il suo sguardo amoroso le raggiunge in continuità. Dal suo trono in cielo il suo occhio si concentra progressivamente sui singoli fedeli e sul re (v. 1 6), allora il cuore di Dio (v. 1 1 ) e quello dell' uomo (v. 2 1 ) si incontrano. [33,1-4] Invito alla lode: è un inizio tipico degli inni con tre imperativi seguiti dalla motivazione. I vv. 1 -3 formano una inclusione con i vv. 20-22. Ali ' inizio chi presiedeva la celebrazione invitava alla lode la comunità (« voi » ), alla fine invece il popolo (« noi ») faceva una specie di professione di fede e una preghiera. Il can­ to nuovo deve essere accompagnato dagli strumenti dei levi ti, la cetra e la lira (cfr. 1 Cr 1 5 , 1 6) e dall 'ovazione di tutta l 'assemblea. Il motivo della lode sono le paro­ le e le opere del Signore (v. 4). [v v. 5-7] Lode al Signore: l ' assemblea risponde ali ' invito del presidente con una forte lode al Signore, che tutto crea e sostiene con amore (v. 5). La sua è una parola efficace per la presenza dello spirito (v. 6). Egli controlla tranquillamente l ' oceano ribelle, simbolo della morte (v. 7). " Cfr. E. Zenger, Die Nacht, pp. 1 97-201 . Cfr. G.H. Wilson, Evidence of Editoria/ Divisions, in VT 34 ( 1984) 338.

'4

tradizione manoscritta in favore della combinazione del Sal 33 con il precedente.

Esiste anche una solida

La vera identità di JHWH e di Israele,

Libro l, Sal 25-34

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[vv. 8-11] Esortazione e confessione: dal v. 8 fino al v. 1 9 si estende il corpo dell' inno diviso in tre segmenti, vv. 8- 1 1 , 1 2- 1 5 e 1 6- 1 9, di quattro linee ciascu­ no. Vi troviamo non una lode disinteressata in senso platonico, ma un appassio­ nato grido di gioia al Signore potente e glorioso. Un cantore o un lettore inizia con una esortazione al rispetto davanti alla parola creatrice (v. 8). Si passa alla lode ri­ chiamando le parole chiave di Gn l . Dio non parla a vuoto e non agisce per nulla (v. 9). È un Dio che opera anche nella storia dei popoli: nessuno può ostacolare i suoi piani (v. 1 0). E l 'uomo è invitato a progettare in modo intelligente la sua vi­ ta tenendo conto del piano divino persistente nella storia (v. I l ). [vv. ll-15] Istruzione e lode: anche il secondo segmento inizia con una istru­ zione. La felicità fondamentale per Israele sta nel fatto di vivere in una relazione di alleanza con Dio e di essere il popolo che egli si è scelto (v. 1 2). Segue la con­ fessione di lode: il Signore non siede sul suo trono in cielo disinteressandosi delle sue creature, ma le osserva e nulla sfugge al suo sguardo di bontà ( vv. 1 3- 1 5). [vv. 16-19] Istruzione: il terzo segmento contiene assieme esortazione e istru­ zione. La presente debolezza della comunità e la superiorità dei nemici non sono l ' ultima parola. La vera salvezza non è il risultato di una superiore potenza milita­ re (v. 1 6), che per le nazioni pagane ha il suo simbolo nel cavallo (v. 1 7). Gli ami­ ci del Signore fanno invece affidamento sul suo amore infinito (vv. 1 8- 1 9). [vv. 20-22] Professione difede e petizione: invece della finale più comune ne­ gli inni con la ripetizione de li ' invito alla lode, il salmo tennina con una afferma­ zione di confidenza come in Sal 34,23. È la risposta di tutta l ' assemblea. Solo nel Signore vi è salvezza. Siamo nella gioia perché confidiamo in lui ( vv. 20-2 1 ). Il v. 22 chiede la benedizione del Signore. Bontà incondizionata del Signore e comple­ to affidamento del popolo a lui esprimono le relazioni della nuova alleanza. Salmo 34. È un salmo di rendimento di grazie individuale. Si presenta come una berdka, una benedizione ionica (v. 2), e una fhilliì, una lode gioiosa (vv. 2-3). L' orante dà innanzi tutto testimonianza delle ansie e speranze, della sofferenza e della salvezza ricevuta dal Signore. Quindi in fonna sapienziale enuncia alcuni principi per essere felici nella vita. L'ambiente originario probabilmente era il ser­ vizio liturgico delle sinagoghe primitive, dove le esperienze erano rivissute nella meditazione, adorazione e istruzione. Il salmo 34 ha una parentela molto stretta con il salmo 25. Ambedue acrostici: ogni riga inizia con una lettera de li ' alfabeto ebraico, in successione. In ambedue manca la lettera waw ed è aggiunta una linea finale dopo la taw. Con questo accor­ gimento la lettera lamed viene a trovarsi an ' inizio della riga centrale del salmo, mentre la prima e l 'ultima riga iniziano con la lettera alefe pe, formando così la pa­ rola 'alap, che significa « insegnare ». E anche la lettera lamed, con cui inizia la ri­ ga centrale, contiene una radice lmd, che significa « imparare, insegnare »55• Quat" Cfr. A.R. Ceresko. TM ABCs of Wisdom in Psalm XXXIV. in VT 35 (1 985) 99- 104. Secondo questo autore l'alfabeto, come principio di organizzazione nei poemi delle scuole sapienziali israelitiche. potrebbe testimoniare l'intuizione che non solo il linguaggio, ma anche lo scrivere ha un ruolo importante nello sfor­ zo di cercare elementi di ordine e di senso dai frammenti e dalla confusione della quotidiana esperienza.

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Traduzione

e commento

tro

linee dei due salmi iniziano con la medesima parola (Sal 25, 1 2 = Sal 34, 1 3; Sal 25, 1 5 = Sal 34, 1 6; Sal 25, 1 6 = Sal 34, 17; Sal 25,22 = Sal 34,23). Alcuni temi si ri­ chiamano: la coscienza di appartenere al gruppo dei poveri/umili (Sal 25,9. 1 6. 1 8; 34,3.7), di coloro che temono il Signore (Sal 25 , 1 2. 1 4; 34,8, 1 0. 1 2), che confidano nel Signore (Sal 25,20; 34,9); la citazione del nome di JHWH (Sal 25, 1 1 ; 34,4); la ne­ cessità del l ' istruzione (Sal 25,4. 1 2. 1 4; 34, 1 2); la constatazione de li ' odio tra l 'o­ rante/giusto e l 'empio (Sal 25, 19; 34,22). Sono particolari non casuali. La redazio­ ne finale ha posto questi due salmi alfabetici come cornice alla composizione par­ ziale dei Sal 25-34, creando una tensione tra una invocazione iniziale di aiuto (Sal 25) e un canto finale di ringraziamento (Sal 34), ambedue con tonalità sapienziale56• Possiamo trovare nel salmo alcuni elementi tipici del rendimento di grazie: un invito al ringraziamento e alla lode (v v. 2-4 ); un racconto della salvezza e un' ammonizione ( vv. 5- 1 1 ); una istruzione (vv. 1 2-22) con una nota conclusi va (v. 23). Il nome del Signore, che ritorna quasi in ogni versetto, serve a uniticare il poema dal movimento faticoso. [34,1 ] Soprascritta: probabilmente in una prima fase consisteva neJia sem­ plice attribuzione « di Davide » (cfr. Sal 25-28). In seguito g1i scribi cercarono il momento preciso della composizione del salmo nella vita di Davide in l Sam 2 1 , 1 1 - 14. Invece di Achis, re di Gat, troviamo Abimelech. [vv. 2-4] Invito al ringraziamento e alla lode: l 'orante inizia con un augurio e un incoraggiamento rivolto a se stesso a benedire il Signore sempre, anche nella disgrazia (v. 2). Progressivamente ingloba nella lode anche l ' assemblea, invitando tutti i presenti a unirsi a lui nel canto. Ascoltando la sua esperienza, gli « umili », la cui ricchezza è in Dio e la cui vita è sobria, modesta, piena di bontà, possono ave­ re la sua stessa gioia (vv. 3-4). Con il termine « poveri/umili », 'anawim, nei salmi del postesilio si designa un gruppo trasformato spiritualmente e teso a diffondere nel popolo l ' atteggiamento di umiltà, che lo può conservare nell 'obbedienza fede­ le al Signore in attesa del suo giudizio escatologico (Sof 2,3f7• [vv. 5-11] Racconto della salvezza e ammonizione: l ' orante inizia con la pro­ pria testimonianza, passando poi a invitare i presenti a lasciarsi coinvolgere dalla sua esperienza (vv. 5-8). « Cercare il Signore », in origine significava andare a consultarlo nel santuario per un problema e attendere la risposta di un sacerdote o profeta; qui invece ha il senso di « implorare » (cfr. v. 1 1 ; 2Cr 1 6, 1 2; Sal 77,3 ). La risposta del Signore è la liberazione dal peso delle inquietudini interiori, spesso più dure da sopportare di disgrazie esterne (vv. 5. 7). L' orante continua con esor­ tazioni, che sembrano tratte dalla prassi parenetica liturgica. Il v. 6 richiama gli in­ contri di Mosè con Dio, dai quali tornava raggiante (cfr. Es 33,8; 34,29-33). Se il Signore mostra la sua benevolenza, il volto del fedele si illumina di felicità. Come nel l 'esodo, l 'angelo del Signore ha l 'ordine di salvare la comunità di chi si aftida a lui (v. 8), cioè la comunità dei « santi », scelti dal Signore per essere suo popolo (v. l 0). Essi potranno conoscere, e quindi vedere concretamente, gli effetti della � Cfr. E-L. Hossfeld - E . Zenger. « Von seinem Thrcmsitz schaut e r nieder» , pp . 384-388. 57 Cfr. C. Levin, Das Gebetbuch der Gerechten, in ZTK 90 ( 1 993) 375; N. Lohfink, Von der « Anawim-Partei » zur Kirche der Arme n », in Bib 61 ( 1 986) 1 53- 1 75. «

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vera identità di JHWH e di Israele, Libro l, Sal 25-34

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sua bontà (v. 9). E 1 'esperienza insegna come anche i « giovani leoni », la gioventù rampante e fortunata, possono sperimentare la miseria, ma chi ripone nel Signore la propria sicurezza ha quanto gli basta (v. 1 1 ). [vv. 1 2-22] Istruzione: in questa sezione è più marcato l 'influsso sapienziale del salmo. Anche la vita etica deve essere vissuta come un culto al Signore santo e misericordioso. I.: orante parla ai « figli », ai suoi discepoli come un maestro di sa­ pienza. A loro insegna alcuni principi per soddisfare i desideri di vita e di felicità. La risposta sta nella pratica del timore del Signore, evitando il male in parole e ope­ re e facendo il bene, perseguendo la pace e il benessere degli altri (vv. 1 2- 1 5). Seguono quindi parole di conforto per il giusto e di minaccia per l 'empio (vv. 1 622). È vero: il giusto gode del favore del Signore e l 'empio va verso la rovina. Il giusto ha il cuore ferito e lo spirito affranto dalle vessazioni delle persecuzioni, non ha le forze per aiutarsi, ma il Signore gli è vicino. L'empio, invece, nel suo rifiuto di Dio e degli altri non può che distruggere la sua dignità umana e quindi se stesso. [v. 23] Nota conclusiva: il salmo è concluso da uno scriba con una nota di ot­ timismo. La missione dei « poveri del Signore )) è di annunciare, a un mondo osti­ le, la salvezza dei giusti che camminano nella volontà di Dio. Il Sal 34 assieme al Sal 25 incornicia l ' unità di composizione Sal 25-34. In questi due salmi un gruppo particolare della comunità si distingue nell ' afferma­ zione della vera identità del Signore e di Israele cantata nel Sal 29: sono i « pove­ ri », gli « u mili », coloro che « temono il Signore », i « santi », i « fedeli ». Il Sal 25 apre la composizione con una preghiera dei poveri per la salvezza, per il perdono e per l ' indicazione della retta via; il Sal 34 conclude con il ringraziamento, la lo­ de e l ' istruzione del povero511• I due salmi sono alfabetici e provengono dall ' am­ biente sapienziale, il quale diventa pertanto anche il contesto in cui pregare tutta la collezione parziale: l 'esperienza insegna che il giusto ora deve soffrire molto (Sal 34,20), ma l 'occhio del Signore si posa sempre con benevolenza su di lui (Sal 32,8; Sal 34, 1 6). È una esperienza individuale, ma attraverso lo zelo del gruppo dei « poveri )) e dei « fedeli », essa si allarga a tutta la comunità di Israele, popolo guidato da un unico pastore, JHWH, e da lui benedetto (Sal 28,9); un popolo « ser­ vo del Signore », liberato e inviato in mezzo aHe nazioni nemiche (Sal 34,23). Non solo la tora , ma anche la collezione dei Sal 25-34 in questo contesto è Scrittura da meditarsi e da recitarsi, perché da essa si può ricavare una istruzione sui sentieri del Signore (Sal 25, 1 0; 34, 1 2) e sulla sua alleanza (Sal 25, 1 0. 1 4). I.: ambiente di questi salmi non sono più i confini del culto, ma il cuore e l'espe­ rienza del fedele Jettore59, che li « medita », imparandoli a memoria611• Il Sal 33 ha una posizione particolare nella collezione, messa in evidenza dal fatto che è privo di soprascritta e, pur essendo strettamente legato - come abbia­ mo visto ne) commento - ai salmi vicini e in particolare al Sal 32, contiene altri f(

»

" Cfr. F.-L. Hossfeld - E. Zenger. Selig, wer aufdie Armen achtet (P.v 41,2). Beobachtungen zur Gottesvolk-Theo/ogie de.v ersten Davidp.ça/ters. in JBTh 1 ( 1 992) 23. ,9 Cfr. G .H. Wilson. The Shape of the Book of P.valms. in lnterp 46 ( 1 992) 1 38. (IO Cfr. N. Lohfink. Der Psalter und die christliche Meditation. in BK 41 ( 1 992) 1 95-200.

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Traduzione e commento

termini che superano il contesto della collezione: il motivo dell 'amore del Signore per la giustizia (Sal 33,5; cfr. Sal l l ,7); lo sguardo del Signore dal cielo ai figli deli 'uomo (Sal 33, 1 3 ; cfr. Sal l 4,2); il guardare in giù di JHWH dal suo tro­ no (Sal 33, 1 4; cfr. Sal 1 1 ,4); alcuni motivi delle preghiere del re: il rifiuto delle ar­ mi da guerra (Sal 33, 1 6- 1 7; cfr. Sal 20,8) e la gioia per la salvezza dai nemici (Sal 33,2 1 ; cfr. Sal 2 1 ,2); alcuni chiari paralleli con gli inni della regalità del Signore: il « canto nuovo » con orchestra (Sal 33,2-3; cfr. Sal 92,4; 96, l ) ; la concezione tri­ partita del creato (Sal 33,6-8; 95,3-5). Si pensa, perciò, che il Sal 33 sia stato in­ serito dalla redazione postesi lica direttamente dopo il Sal 32 come un nuovo com­ mento al tema centrale della collezione espresso nel Sal 29. I.: ascesa di JHWH a re universale e giudice del mondo dona ai « poveri », agli « umili » degli ultimi tem­ pi quella dignità che era loro negata dai falsi dèi (cfr. Sal 33, 1 3- 1 4. 1 9). Lo scopo che i redattori hanno dato a questa collezione sarà raggiunto quan­ do le piccole comunità cristiane disperse in mezzo a un mondo pagano, meditan­ do questi salmi, scopriranno in essi una profezia del l ' ascesa in trono di Cristo al­ la destra di Dio Padre, dal quale possono sperare perdono e salvezza.

I SETTE SALMI DEL POVERO E SOFFERENTE Salmi 35-4 1

Perseguitato, ma salvato dal Signore 35

'Di Davide.

Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte. 2Afferra lo scudo e il clipeo e sorgi in mio aiuto. 3Estrai la lancia e il giavellotto1 contro quelli che mi inseguono; dimmi: « Sono io la tua salvezza ». 4Siano svergognati e delusi quelli che attentano alla mia vita, retrocedano e arrossiscano quanti tramano il mio male. 5Siano come pula al vento, mentre l ' angelo del Signore li disperde; 6sia la loro via buia e sci vol osa, mentre l 'angelo del Signore li insegue. 7Senza motivo hanno nascosto la loro trappola, una fossa2 ; senza motivo l 'hanno scavata per me. 8Lo sorprenda una rovina inattesa, lo catturi la trappola che ha nascosto, cada lui in rovina. �a l ' anima mia esulti nel Signore, si allieti per la sua salvezza. 'O'futte le mie ossa dicano: Chi è come te, o Signore, 1

1

Il tenni ne ebraico può significare anche un imperativo: « sbarra la strada ». Spesso nelle traduzioni i due tennini « fossa » e « trappola » sono distribuiti nelle due parti del verso.

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Traduzione e commento

che liberi il debole dal più forte di lui, il debole e il povero da chi lo rapina? 11Si levano testimoni violenti, mi inquisiscono su quello che ignoro. 12Mi ripagano male per bene; è una desolazione per me P 13Quand'erano malati io vestivo di sacco, mi maceravo con il digiuno. e la mia preghiera ritornava nel mio seno4• 14Come per un amico o per un fratello me ne andavo mesto, curvo come in lutto per la madre. 15Ma essi alla mia caduta gioivano, si radunavano, contro di me si radunavano, colpendomi a sorpresa, mi dilaniavano senza posa. 16Fra gli empi, derisori corrottP digrignavano i denti contro di me. 17Mio Signore, fino a quando starai a guardare? Strappa la mia vita dalla loro rovina, dai leoni l 'unico mio bene ! ·�i renderò grazie nella grande assemblea, dinanzi a un popolo numeroso ti loderò. 19Non si rallegrino di me i miei nemici traditori, non strizzino l'occhio alle mie spalle quanti mi odiano senza ragione. 2operché non parlano di pace e contro i mansueti della terra tramano inganni. 21Hanno spalancato contro di me la loro bocca, hanno detto: « Ah, ah! I nostri occhi hanno visto! » 22Hai visto, Signore, non tacere, mio Signore, non stare lontano da me. 23Dèstati e svègliati per il mio giudizio, per la mia causa, mio Dio e mio Signore. 1 Letteralmente: « una privazione di figli per me ». " Altre traduzioni sciolgono la metafora: « Effondevo le mie preghiere dentro di me »; « Pregavo profondamente inclinato »; « e la mia supplica era esaudita ». Oppure: « Ora ritorni nel mio seno la mia pre­ ghiera », cioè, ora la preghiera dell' orante deve ritornare a lui (cfr. Mt l 0, 13) come segno che non deve ave­ re alcun effetto benefico per gli avversari. � Il testo ebraico è molto oscuro e sembra riferirsi a beffeggiatori pagati con una torta (cfr. I Re 17,12), perché de�dessero le persone indicate dai donatori. La LXX ha: « Mi mettono alla prova, scherno su scherno ».

l sene salmi del povero e sofferente,

Libro l, Sal 35-41

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24Giudicami secondo la tua giustizia, Signore, mio Dio; non si rallegrino a causa mia. �on dicano in cuor loro: « Ah, ecco il nostro desiderio! » Non dicano: « L'abbiamo divorato ! » 26Siano delusi e arrossiscano tutti assieme quanti si rallegrano del mio male. Si vestano di vergogna e disonore i superbi che si levano contro di me. 27Esultino e si rallegrino quanti vogliono la mia giusta causa e dicano sempre: « Grande è il Signore, che vuole la pace del suo servo », 28e la mia li ngua esporrà6 la tua giustizia, la tua lode tutto il giorno. Provocato interiormente dai peccati, rimane nella grazia di Dio

36 1Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore.

2Parola del peccato per l'empio, nel profondo del suo cuore7: . Non c'è paura di Dio, neppure al suo cospetto. 3Sì, egli si adula troppo davanti ai propri occhi per poter trovare la propria colpa e detestarla'. 4J discorsi della sua bocca sono cattiveria e perfidia, ha cessato di essere saggio, di compiere il bene. 'Sul suo giaciglio escogita un misfatto, si pone su una via non buona, non rigetta il male. 6Signore, la tua bontà è nel cielo, e la tua fedeltà fino alle nubi; 7la tua giustizia come i monti di Dio9, • n verbo luigd significa « sussurrare meditando ,._ 7 Il TM è: « Oracolo del peccato all 'empio, ali ' interno del mio cuore ». Servendoci della LXX la tra­ ..

duzione potrebbe essere anche: « L'empio dice: '"Mi sono deciso al male ». R Il testo ebraico è poco chiaro. Sono possibili altre due traduzioni: « Egli s'illude che la sua colpa non sarà scoperta e detestata »; oppure: « Il peccato lo blandisce ai suoi occhi, per trovare in lui la colpa e odiar­ lo », cioè, il tentatore prima attira blandamente nel peccato, ma dopo il peccato egli atterrisce il peccatore portandolo alla disperazione. 9 Metafora per indicare i « monti più alti ».

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Traduzione e commento

i tuoi giudizi come l ' abisso immenso.

Uomini e bestie tu salvi, Signore! 'Quanto è preziosa la tua bontà, o Dio! Gli uomini si rifugiano ali ' ombra delle tue ali, 'si saziano dell 'abbondanza della tua casa e al torrente delle tue delizie li disseti; 10poiché presso di te è la fonte della vita e alla tua luce noi vediamo la luce. 11Estendi la tua bontà per chi ti riconosce e la tua giustizia per i retti di cuore. 12Non mi raggiunga il piede del superbo e la mano degli empi non mi scacci. 13Ecco, sono crollati i malfattori, . abbattuti, non possono più rialzarsi. Si confronta con gli empi,

mt1

U Signore lo nuzntiene sulla retta via

37 'Di Davide.

·Non irritarti per i malvagi, . non invidiare chi commette iniquità; ÌJerché come fieno presto appassiranno e come l'erba verde seccheranno. 3Confida nel Signore e fa' il bene, abita la terra e coltiva la fedeltà. 4Sia il Signore la tua delizia ed egli esaudirà i desideri del tuo cuore. 5Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà; 6farà spuntare come luce la tua giustizia, e il tuo diritto come meriggio. 'Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui, non irritarti per chi prospera nella sua via, per l 'uomo che trama insidie. 8Desisti dali ' ira e deponi lo sdegno, non irritarti, faresti solo del male; 9perché i malvagi saranno stroncati, e quelli che attendono il Signore, essi possederanno la terra.

l sene salmi del povero e sofferente,

Libro l, Sal 35-41

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10Ancora un poco: l 'empio non c'è più, osserva il suo posto: non c'è più. 11Ma i poveri possederanno la terra, e godranno di una grande pace. 12J: empio tende insidie al giusto, digrigna contro di lui i suoi denti. 1311 mio Signore ride di lui, vedendo giungere il suo giorno. 14Gli empi hanno sguainato la spada, hanno teso il loro arco, per abbattere il debole e il povero, e sgozzare chi cammina rettamente10• 15La loro spada li raggiungerà al cuore, i loro archi saranno spezzati. 16È migliore il poco del giusto che l 'opulenza di molti 11 empi; 17poiché le braccia degli empi saranno spezzate, ma il Signore sostiene i giusti. 18ll Signore conosce i giorni degli uomini integri, la loro eredità sarà eterna. ·�on saranno delusi in tempo di sventura, e nei giorni della fame saranno saziati. -�ì, gli empi periranno, e i nemici del Signore svaniranno come lo splendore dei pascoli, in fumo svaniranno12• 2 1L' empio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto è pietoso e regala. 22Sì, quelli benedetti dal Signore13 possederanno la terra, ma quelli da lui maledetti saranno stroncati. 2311 Signore fa sicuri i passi dell 'uomo e gradisce il suo cammino; 24anche se inciampa, non cadrà, perché il Signore sostiene la sua mano. 1

0 Lettera

lmente: « i retti di cammino ». Girolamo legge un singolare: « la grande opulenza degli empi ». 1 2 È possibile anche un'altra traduzione: «E i nemici del Signore, come i migliori degli agnelli (cioè il loro grasso) spariscono (al momento dei sacrifici), nel fumo svaniscono ». 0 n testo ebraico ha solo il pronome « da lui », che potrebbe riferirsi anche al giusto. 11

"

'

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Traduzione e commento

25Sono stato giovane e sono invecchiato, mai ho visto un giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane. 260gni giorno il giusto ha pietà e dà in prestito e la sua discendenza è benedetta. 27Evita il male e fa' il bene, e abbi una dimora per sempre; 28perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi devoti, per sempre sono protetti 14; mentre la discendenza degli empi è stroncata. 291 giusti possederanno la terra e vi faranno perpetua dimora. 30La bocca del giusto sussurra parole di sapienza e la sua lingua pronuncia il diritto. 31La legge del suo Dio è nel suo cuore, i suoi passi non vacillano. 32L' empio spia il giusto e cerca di farlo morire: 33il Signore non l 'abbandona alla sua mano e non lo lascia condannare se è giudicato. 34Attendi il Signore e mantieni la sua via: egli ti innalzerà per possedere una terra, tu vedrai la distruzione degli empi. 35lo ho veduto un empio prepotente, che si espandeva come albero verdeggiante15• 36Ma egli passa1 6 : ecco non c'è più; lo cerco, ma non lo si trova. 370sserva l 'onesto e vedi l 'uomo retto17: l 'uomo di pace ha un avvenire. �a i ribelli saranno tutti distrutti, il futuro degli empi sarà stroncato. 3�a salvezza dei giusti viene dal Signore, loro fortezza durante il pericolo. •• La LXX traduce: « Gli iniqui sono per sempre stenninati )), " Letteral mente: « Portante dei rami come (un albero) autoctono verdeggiante ». La LXX ha: « Che si espandeva come u n cedro del Libano>>. 16 Molti correggono il testo secondo le antiche ttaduzioni greca, siriaca e Volgata: « sono passato ». 17 A lcu ni traducono come nelle versioni antiche: « Osserva l'onestà ed esercita la rettitudine ».

I sette salmi del povero e sofferente, Libro I� Sal 35-41

40JI Signore li aiuta e li libera,

li libera dagli empi e li salva, perché si rifugiano in lui. Sfulato dalla malattia, i nemici attaccano la SUil bontà 38

•salmo di Davide. Per far ricordare.

2Signore, non correggermi con sdegno, e non castigarmi con collera. 3Sì, le tue frecce in me si sono conficcate, e incombe su di me la tua mano. 4N on vi è niente di intatto nella mia carne a causa del tuo furore, non vi è pace nelle mie ossa a causa del mio peccato. 5Sl, le mie colpe hanno superato il mio capo, come un carico pesante, troppo pesante per me. 6Fetide e purulente sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. 'Sono curvo e tutto accasciato, mesto mi aggiro tutto il giorno. 'Sl, i miei fianchi sono pieni d' infiammazi"one e non c'è più niente d' intatto nella mia carne. 'Sono tutto sfinito e disfatto, ruggisco per i fremiti del mio cuore . ''Mio Signore, dinanzi a te è ogni mio sospiro e nessun mio gemito ti è nascosto. 1 111 mio cuore palpita, la mia forza mi ha abbandonato e anche la luce dei miei occhi è venuta meno. 121 miei amici e compagni si fermano davanti alla mia piaga, i miei parenti si fermano a distanza. 13Mi tende una rete chi attenta alla mia vita, chi cerca la mia disgrazia parla di rovina, e tutto il giorno trama inganni. 14Ma io, come un sordo, non ascolto e, come un muto, non apro bocca. 15Sono come uno che non ascolta, la cui bocca non ha da obiettare.

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Traduzione e commento

16Sì, in te, Signore, io spero, tu mi risponderai, mio Signore, mio Dio. 17Sì, io dicevo: « Non si rallegrino per me, e al vacillare del mio piede non s'ingrandiscano contro di me » . eccomi sul punto di cadere, e la mia pena mi è sempre dinanzi. 19Sì, io confesso la mia colpa e sono in ansia per il mio peccato. 20Ma i miei nemici, pieni di vita18, sono forti e sono tanti quelli che mi odiano senza ragione. 21Quelli che mi rendono male per bene mi accusano quando perseguo il bene19• 18Sì,

2�on abbandonarmi, Signore, mio Dio, non stare lontano da me. 23Affrettati in mio soccorso, mio Signore, mia salvezza! Accetta la malattia come indizio della provvisorietà dell'uomo

39 1Al maestro del coro. Per lditun. Salmo di Davide.

2Ho detto: « Baderò alla mia condotta20 per non peccare con la mia lingua; manterrò un freno alla mia bocca finché l 'empio è dinanzi a me » . 3Sono rimasto muto, in silenzio, stavo quieto per non bestemmiare21 , e si è esasperato il mio dolore. 4Ardeva il mio cuore dentro di me, al mio sospiro22 è divampato un fuoco. Ho lasciato parlare la mia lingua: •• Altra traduzione:

gione ».

19 Altra traduzione:

« i miei nemici mortali »; oppure, correggendo il testo ebraico: « nemici senza ra-

« che mi accusano invece di cercare il (mio) benessere ». « alle mie vie ». Il termine ebraiCO {l)b in queStO COnteStO è l ' infinitO daJ)a radice {bb, « parlare ». fl sa)mista si è aste­ nUtO dal parlare male di Dio, cioè dal « bestemmiare ». Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 163. Altre traduzio­ ni possibili: « più del necessario»; « incurante della felicità »; « (ho taciuto) anche del bene ». 2z Altra traduzione possibile: « al ripensarci ». 30 Letteralmente: Zl

l sene salmi del povero

e sofferente, Libro l, Sal 35-41

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�Fammi conoscere, Signore, la mia fine e qual è la misura dei miei giorni, che io sappia, quanto effimero io sono. 6Ecco, hai reso di poche spanne23 i miei giorni, e la mia durata è un nulla davanti a te. Solo un soffio è ogni uomo che esiste. 7Soltanto come un'ombra24 l ' uomo se ne va, solo per niente egli si agita, ammassa, ignorando chi sarà a raccogliere. ora che cosa attendo, mio Signore? La mia speranza è in te. �iberami da tutte le mie colpe, non espormi alla derisione dello stolto. 10Sono rimasto muto, non apro bocca, perché sei tu che hai operato. 11 Allontana da me la tua piaga, mi consumo per la veemenza della tua mano. 12Castigando le trasgressioni tu correggi l 'uomo e corrodi come tarlo i suoi tesori. L'uomo non è che un soffio. 8E

13Ascolta la mia preghiera, Signore, e porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime. Perché io sono ospite presso di te, un forestiero come tutti i miei padri. 14Distogli il tuo sguardo da me e io possa sorridere, prima che me ne vada e più non sia. La vita del povero tra ringraziamento, supplica e istruzione del Signore 40

'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

2Ho atteso, ho atteso il Signore, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. n

Letteralmente « palmi » (quattro dita). la misura più piccola in uso presso gli ebrei. « immagine ». « fantasma».

24 Letteralmente:

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Traduzione e commento

3Mi ha tratto dalla fossa mortale, dal fango melmoso e ha posto i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. 4Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avrapno timore, e confideranno nel Signore. �Felice l 'uomo che ha posto nel Signore la sua fiducia, e non si è volto verso presunte potenze, né verso i fautori di menzogna25• 6Quante meraviglie hai fatto tu, Signore, Dio mio, quanti disegni in nostro favore ! Nessuno è pari a te. . Se li voglio annunziare e proclamare, sono troppi per essere narrati. .7Non ti piacciono sacrifici e offerte, gli orecchi mi hai aperto26; non hai chiesto olocausti e vittime espiatorie. 'Allora ho detto: Ecco, io vengo con un rotolo di libro, scritto su di me. �io Dio, a me piace fare la tua volontà e la tua legge è nel mio intimo. 10Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea. Ecco, non ho chiuso le mie labbra, Signore, tu lo sai. 1 1La tua giustizia non ho nascosto in fondo al cuore. Ho proclamato la tua fedeltà e la tua salvezza. Non ho celato la tua bontà e la tua verità alla grande assemblea.

-� ,

2., Il termine t'hiibim richiama il mostro primordiale Rahab, simbolo della superbia e dell'arroganza (cfr. Gb 9, 1 3) e dell'Egitto (cfr. ls 30,7; Sal 87,4). l « fautori di menzogna », Sd!e kdziib, potrebbero essere quelli che deviano dietro gli idoli. Molti, invece, spiegano i due tennini antropologicamente: « superbi >> e « bugiardi infedeli ». 26 Letteralmente: « Mi hai forato ». La versione greca ha: « Tu mi hai fonnato un corpo ».

l sette salmi del povero e

sofferente, Libro l,

'l'fu, Signore , non trattenere

t

Sal 35-4 1

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.,

la tua misericordia-davanti a me, la tua bontà e la tua verità

mi proteggano sempre.

13Mi hanno circondato sventure senza numero; mi hanno sopraffatto le mie colpe e non posso più alzare lo sguardo27; sono più dei capelli del mio capo e il mio cuore viene meno. 14Degnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. 1'Siano tutti svergognati e delusi quanti cercano di togliermi la vita; retrocedano disonorati quanti si compiacciono della mia sventura. 16Restino allibiti per la vergogna, quanti mi dicono: Ah ! Ah ! 17Gioiscano e si rallegrino in te tutti quelli che ti cercano; dicano sempre: « Grande è il Signore » quelli che amano la tua sal vezza. ·

11lo sono povero e indigente, il mio Signore penserà a me211• Th sei mio aiuto e mio salvatore, Dio mio, non tardare. lA vita della comuniiS Mi poveri trii istruzione, supplica e ringrazitunento

41 1Al maestro del coro. Salmo di Davide.

2Felice l 'uomo che è attento al debole29: nel giorno della sventura il Signore lo libera. lJI Signore lo protegge e lo mantiene in vita, perché sia felice sulla terra. 27 J.S. Kselman (A Note on LR 'WT in Ps 40, 13, in Bib 63 [ 1982] 552-554) invece del TM lir'6t pro­ pone di leggere lid'ot: (( scappare )). lll Altra traduzione: « ha cura di me ». Cfr. v. 6b: « disegni » dalla stessa radice �b. 29 La LXX e la Volgata aggiungono (( misero ».

1 68

Traduzione e commento

non lo dai in pasto ai suoi nemici. 411 Signore lo assiste sul letto di dolore. Nella sua infermità gli rivolti tutto il suo giaciglio30• Th

'Io ho detto: Signore, pietà di me; guariscimi, perché contro di te ho peccato. 61 miei nemici dicono male di me: Quando morirà e sparirà il suo nome? . 7E se viene qualcuno a visitarmi parla con inganno, il suo cuore cova cattiveria, esce fuori e sparla. 8Contro di me bisbigliano fra loro tutti quelli che mi odiano, contro di me fanno una diagnosi sinistra: 9(Jn morbo infernale31 si è diffuso in lui, e da dove si è steso non potrà più alzarsi. 10 Anche il mio amico32, di cui mi fidavo, e che mangiava il mio pane, ha levato il calcagno contro di me33• � 1Ma tu, Signore, abbi di me pietà,

rimettimi in piedi e io li ripaghi. 12Da questo io saprò che tu mi vuoi bene: se non trionfa su di me il mio nemico. 13Quanto a me, nella mia integrità mi sostieni, e mi fai stare al tuo cospetto per sempre.

�'

14Benedetto il Signore, Dio di Israele, da sempre e per sempre. Amen. Amen. La soprascritta di questi sette salmi indica che per i redattori essi apparten­ gono alla collezione davidica. Con il Sal 42 inizia, ancora secondo le soprascritte, la collezione dei salmi dei figli di Core (Sal 42-49). Inoltre, la dossologia finale del primo libro (Sal 4 1 , 1 4) del Salterio segnala anche il tennine del l ' unità di com30 Altra traduzione:

« Gli dai sollievo nella sua malattia ». Letteralmente: « una cosa di Belial ». B"liya 'al probabilmente significa « senza ritorno », cioè il luo­ go da dove non si può più ritornare su: « gli inferi ». n Letteralmente : « l ' uomo della mia pace ». 33 « Levare il calcagno » deve indicare un insulto, che consisteva forse nel mostrare a qualcuno la pianta del piede. 11

l sene salmi del povero e

sofferente, Libro l, Sal 35-41

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posizione (Sa1 35--41 ) L'unità precedente (Sal 25-34) è ordinata attorno a1 centra­ le Sal 29, così che dopo il Sal 34 è posta una cesura. Il Sal 35 invece è strettamente collegato con i seguenti, in particolare con i salmi 38 e 4 1 . Tutti e tre sono suppli­ che: di un individuo che è perseguitato e che si trova in una situazione di neces­ sità (Sal 35), e di un malato (Sal 38 e 4 1 ). Concordano anche nella struttura fon­ damentale: suppliche iniziali e finali, rispettivamente collegate con l ' invocazione del nome del Signore, fanno da cornice alla descrizione centrale del bisogno (Sal 35, 1 . 1 7 ; 38,2.22-23; 4 1 ,5. 1 1 ). Analogie si trovano poi nella presentazione del­ l 'attività del nemico: i nemici trionfano sull 'arante (Sal 35, 1 5 ; 38, 1 7) e si vanta­ no contro di lui (Sa1 38, 17; 4 1 , 1 0); tramano piani segreti (Sal 38, 1 3 ; 4 1 ,8). È pre­ sente anche il tema del ripagare (cfr. Sal 35, 1 2, dove i nemici ricompensano con il male il bene del l ' orante, mentre in Sal 4 1 , 1 1 è il salmi sta a pregare di poter ri­ pagare i suoi nemici). I riti del lutto sono citati in modo analogo (Sal 35, 14; 38,7). Anche il Sal 36 è collegato con i seguenti salmi 38 e 4 1 attraverso vari moti­ vi: le trame segrete (Sal 36,5; 38, 1 3; 4 1 ,8), l ' odio dei nemici, che invece di dete­ stare le proprie colpe (Sal 36,3) detestano l ' orante (Sal 38,20; 4 1 ,8), l ' opposizio­ ne tra il bene e il male (Sal 36,5 ; 38,2 1 ; 4 1 ,6.8), e soprattutto la coscienza del pro­ prio peccato e della sua pericolosità (Sal 36,2-5 ; 38,4-6. 1 9; 41 ,5). Il Sal 37 è collegato con il Sal 36 mediante il tema del contrasto tra due grup­ pi: quello dei conoscitori del Signore e dei retti di cuore contro gli empi e i mal­ fattori in Sal 36, 1 1 - 1 3, e quello dei poveri (Sal 37, 1 1 ), dei fedeli (Sal 37,28), del­ l 'uomo retto e di pace (Sal 37,37) in opposizione ai malvagi e a chi commette ini­ quità (Sal 37, 1 ). Il temine « malfattori » nel l 'ultimo verso del Sal 36 si ritrova in forma leggermente variata nel primo verso del Sal 37. Anche con il salmo succes­ sivo, il Sal 38, i collegamenti sono stretti. Riguardano il nome di Dio 'lidonay in Sal 37, 1 3 e in Sal 38, 1 0. 1 6.23; i motivi di fiducia (speranza nel Signore [Sal 37,7; 38, 1 6], il Signore non abbandona l 'arante [Sal 37,28.33; 38,22]) e il motivo del­ l ' aiuto del Signore (Sal 37 ,39-40; 38,23 ). Il Sal 39 è una preghiera sapienziale di un malato. È collegato con il Sal 38 mediante l ' inserimento di Sa1 38,14, una rilettura redazionale di Sal 39, 10- 1 1 34• I due salmi concordano anche nella descrizione della malattia: il silenzio nella sof­ ferenza (Sal 38, 1 5 ; 39,3); agitazione interiore del cuore (Sal 38,9. 1 1 ; 39,4); la ma­ lattia come un colpo ricevuto dal Signore (Sal 38, 12; 39, 1 1); come un suo castigo pedagogico (Sal 38,2-6; 39, 1 2). È collegato anche con il seguente Sal 40, così che l 'esperienza de l i ' aiuto in Sal 40,2 conclude il tempo del i ' attesa e della speranza nel Signore iniziato in Sal 39,8. 1 33s. Sono stati rilevati numerosi legami linguistici tra i l Sal 40 e il Sal 35 (cfr. i principali: essere svergognati [Sal 40, 1 5a; 35,4] ; l 'espressione di scherno: ah! ah! [Sal 40, 1 6b; 35,2 1 .25]; « dicano sempre » [Sal 40, 1 7b; 35,27])36• .

,. D mlaaOre sembra usare una regola ermeneutica analoga alla gn.eirlh siJawr.IA conosèiuc8 già dal . Lorenzin, L'uso della regola ermeneutica gezerah shawah nel Cronista, in RivB 44 ( 1 996)

Cronista: c fr T. 65-70.

15 Cft. P.-L. Hossfeld -

E. Zenger, « &lig, wer aufdk Armen tJChtet » (Ps 41,2), in JITrh 7 (1992) 29-34. 36 Cfr. G. Braulik, Psalm 40 und der Gottesknec:ht (Forschungen zur Bibel l 8), Wiirzburg 1 975, pp. 207-2 13.

1 70

Traduzione e commento

Salmo 35. È una supplica di un innocente perseguitato, trascinato in un pro­ cesso affidato a magistrati corrotti, basato su accuse false di ex amici. L'orante si appella a Dio, giudice supremo delle vicende umane, perché intervenga a ristabi­ lire la giustizia. Si notano alcuni segni di una redazione postesilica che collegano il Sal 35 con il precedente. Innanzi tutto il motivo del l ' angelo del Signore (Sal 34,8; 35,5-6), che ricorre nel Salterio solo in questi due salmi, e poi altri motivi che richiamano la teologia postesilica dei « poveri »: il Signore salva i poveri (Sal 34,5 . 1 8.20; 35, l O); il povero ha sempre in bocca la lode al Signore (Sal 34,2; 35,28) e ne esal­ ta la grandezza (Sal 34,4; 35,27); il gruppo dei poveri si rallegra (Sal 34,3; 35,27); il discorso delle ossa salvate (Sal 34,2 1 ; 35, 1 0)37• Il procedimento del salmo è a ondate che si ricoprono parzialmente: invoca­ zione e petizione (vv. 1 b-3); imprecazione contro i nemici (vv. 4-8); inno di rin­ graziamento (vv. 9- 1 O); lamento (vv. 1 1 - 1 6 ); lamento, petizione, voto, impreca­ zione (vv. 1 7-2 1 ); petizione e imprecazione (vv. 22-26); benedizione e voto (vv. 27-28). Si sovrappongono tre immagini: la caccia all 'uomo come un animale pe­ ricoloso inseguito, accerchiato, catturato; la guerra, in cui il guerriero è Dio che impugna le armi ed esce incontro al nemico, lo mette in fuga lanciando il grido di vittoria; il processo giudiziale, in cui appaiono falsi testimoni e il giudice si alza a emanare il suo verdetto. [3S,la] Soprascritta: consiste solo nella citazione del l ' autore come nei Sal 25-28; 37. [vv. lb-3] Invocazione e petizione: l ' orante si appella al Signore perché si metta dalla sua parte nella contesa con i propri nemici. Con sei verbi ali ' impera­ tivo egli invita Dio a impegnarsi in una azione giudiziale e militare, e a dargli un oracolo di salvezza, di cui cita anche le parole (v. 3). [vv. 4-8] Imprecazione contro i nemici: è il rovescio della petizione. Nei ri­ tuali serviva per combattere macchinazioni di persone conosciute e sconosciute (v. 4 ) Ci sono sette petizioni contro i nemici. L' angelo del Signore interviene a fianco del l ' orante, confermandolo nella sua posizione ufficiale, forse quella di re, e sbarrando la strada ai nemici ( vv. 5-6). Nel v. 7 è inserito un lamento per stabi­ lire la responsabilità degli avversari, i quali attaccano un innocente senza motivo. Hanno scavato una fossa e l 'hanno ricoperta di frasche, ma contro l ' i nseguitore è invocata la pena del taglione (v. 8). [vv. 9-10] Inno di ringraziamento: in questo interludio ionico in una liturgi a di petizione, il gruppo dei fedeli esprime la propria gioia assieme ali ' orante che sta parlando. Si alza un grido di giubilo che esalta il potere e la bontà del suo Dio (v v. 9- 1 Oab) La difesa del debole e del povero nel v. l Ocd richiama la predica­ zione del profeta Geremia (Ger 20, 1 3; 2 1 , 1 2; 22, 16; 3 1 , 1 1 ). [vv. 1 1-16] Lamento: il salmo poteva essere già terminato secondo lo sche­ ma normale delle suppliche, invece continua ritornando al lamento dove si fa il ri­ tratto dei malfattori . La prima attività ostile, comune in un ambiente di familiari e .

.

31 Cfr.

Cb. Barth, Concatenano, p. 35.

l sene salmi del povero e sofferente,

Libro l, Sal 35-41

171

vicini, è l a falsa accusa a causa di sospetti. L'inchiesta è condotta dal giudice, co­ stringendo l ' orante a un faccia a faccia con i rivali (v. I 1 ). Un' aggravante è l ' in­ gratitudine, che lascia il sal mista nella solitudine, come privato di figli : si è rotta la solidarietà (v. 1 2). Ai sospetti, alle accuse e ali ' ingratitudine si aggiunge lo sgambetto per farlo inciampare (v. 1 5), la gioia maligna, il colpo a sorpresa (v. 1 5), gli schemi (v. 1 6). Al centro del ritratto dei malfattori sta l 'orante emargina­ to, che descrive la propria condotta virtuosa durante la malattia degli avversari. Con essi egli era stato sempre solidale. Si era assunto con loro, e al loro posto, le azioni rituali richieste: la veste di sacco, il digiuno, la prostrazione (cfr. in v. 1 3b la preghiera che ritornava nel suo seno), il rituale del lutto come per la morte di un parente, un fratello, una madre o per un amico, andatura penitenziale in atteggia­ mento umile (vv. 1 3- 1 4). [vv. 17-21] Petizione, voto e imprecazione, lamento: diversi elementi com­ pongono questa sezione del salmo. L'invocazione « mio Signore », 'adlmiiy, segna­ la un nuovo inizio. È sottolineata la petizione urgente al Signore, al quale tocca sal­ vare la vita deli' orante, che è l'unica (v. 1 7), e l ' imprecazione contro i nemici che spargono bugie e nutrono odio senza ragione (v. 1 9). Il voto, la promessa di lode, faceva parte di una liturgia viva (v. 1 8). L'urgenza della petizione è sottolineata dal­ l ' aggiunta di un lamento (vv. 20-2 1 ) I nemici fomentano un regime di discordie e di inganni in mezzo a cittadini tranquilli, rig 'e 'ere�, desiderosi di vivere in pace con tutti (v. 20), e, quando qualcuno cade, celebrano il fatto con risate (v. 2 1 ). [ vv. 22-26] Petizione e imprecazione: una quadruplice invocazione del no­ me del Signore nei vv. 22-24 fa pensare a una nuova sezione, che esprime la rea­ zione appassionata de li ' orante di fronte ali ' atteggiamento sprezzante dei suoi ne­ mici. L' appello positivo a Dio come giudice (vv. 22-24a) è intensificato da forti invocazioni e da verbi in iussivo e imperativo. Se i nemici guardavano divertiti Io spettacolo della caduta dell' orante, più in alto di loro il Signore osservava e non poteva stare in silenzio (v. 22), né rimanere seduto disinteressato (v. 23), ma avrebbe fatto giustizia, forse in un processo di appello nel tempio (vv. 23-24a). Segue l 'ultima imprecazione contro i nemici, espressa con tre verbi negativi e tre positivi (vv. 24b-26). Il loro progetto - la soppressione del salmista come Core divorato dalla terra con i suoi compagni (N m 1 6,32) - non deve essere portato a termine; al contrario, si concluda con la loro disfatta totale. [vv. 27-28] Benedizione e voto: la finale del salmo ha un carattere innico. La comunità, descritta come >. L' autodesignazione come « servo >> è comune nel linguaggio della preghie­ ra. Davide per i redattori finali diventa il modello dell'orante (cfr. 1 Cr 1 6,7-37). [vv. 2-5] Descrizione dei malvagi: in questa meditazione derivata dalle istru­ zioni sapienziali il salmi sta indica da dove venga il pericolo, dal quale la sua pre­ ghiera cerca la liberazione. Non deriva da una persona cattiva o da un gruppo di persone, ma risiede nella realtà profonda deli ' empio, nella scelta fondamentale della sua vita: nel segreto del suo cuore egli non è in ascolto di Dio ma dell'ora­ colo della ribellione, che si stabilisce in lui come linea direttiva della sua vita (v. 2a). Dal cuore si passa agli occhi, alla bocca e ai fatti . L'attenzione di lui non è ri­ volta alla paura del giudizio di Dio ma alla propria autonomia, facendosi illusio­ ni sulla propria situazione di fronte a Dio (vv. 2b-3). Da questa coscienza orienta­ ta su se stessa derivano i tradimenti, le accuse, le denunce e i misfatti. Davanti al salmi sta sta una società corrotta, in cui i malfattori hanno perso la capacità di ra­ gionare e di agire umanamente ( vv. 4-5). [vv. 6-10] Inno personale: si passa dalla terza alla seconda persona in questo inno indirizzato dali ' orante a Dio. Ma anche la comuuità è presente con la propria confortante esperienza di Dio (cfr. v. l Ob ). In contrasto con la descrizione del ca­ rattere degli empi, è presentato l ' atteggiamento di Dio verso l ' orante. L' inno ini­ zia con due paia di attributi divini di dimensione cosmica. Cielo e nubi sono il li­ mite del mondo; i monti di Dio e il grande abisso sono i termini del l ' immensità. La vita degli uomini e anche delle bestie dipende dal Signore (vv. 6-7). I tre ver­ setti che seguono hanno come centro la !J.esed di Dio, la sua bontà e il suo amore fedele. al quale i salmisti si appellano. Dio provvede un rifugio (v. 8b), cibo (v. 9a) ., e bevanda (v. 9b) . Le metafore richiamano l ' intimità con il Signore, infinitamen­ te grande, sperimentate nella liturgia del tempio, da cui sgorga il torrente delle de­ lizie ( 'adanim): termine che richiama la vita del l ' Eden. Qualsiasi tipo di vita è una

l sette

salmi del povero e sofferente, Libro l, Sal 35-41

1 73

vita ricevuta in dono da Dio (v. 1 0a). Questa realtà, invisibile agli empi, è invece visibile agli occhi di tutta la comunità in cammino nella retta via di Dio (v. 1 0b). [vv. ll-13] Supplica: il salmo conclude con una supplica, che è anche un au­ gurio per il gruppo di « coloro che conoscono Dio », che « hanno il cuore retto » nel confessare la propria dipendenza da lui (v. I l ): la loro vita non sia determina­ ta dal potere degli empi, ma dalla !J.esed di Dio. Un augurio che il salmi sta fa an.. che a se stesso: nessun nemico lo scacci dal luogo santo (v. 1 2). Dove continua l ' a­ more fedele di Dio, il gruppo avversario degli empi, dei superbi e dei malfattori si rivela impotente e di nessuna i mportanza. La loro sconfitta è definitiva (v. 1 3). Salmo 37. Più che una preghiera questo salmo alfabetico è una meditazione comunitaria guidata dal i ' orante alla presenza di Dio nel contesto delle comunità del giudaismo primitivo. L' ambiente sociale è quello della comunità dei « giusti », dei « fedeli )) e dei « poveri )) in « attesa del Signore »: è una specie di manifesto in favore di questa categoria, bloccata nelle sue aspirazioni dalle potenze che si so­ no impossessate del paese39• È un salmo sapienziale per tema, tono e stile, che of­ fre la chiave decisiva per la vita: la prosperità e il potere degli empi o la provvi­ denza di Dio�. In realtà solo il giusto sarà liberato da Dio e possederà la terra. Il salmo intende innanzi tutto ammonire il fedele a mantenersi sul retto cammino, nonostante tutte le provocazioni degli empi, e in secondo luogo vuole tenere viva e sostenere la speranza di un cambiamento radicale in favore de li ' orante. Gli ultimi due versetti (vv. 39-40) costituiscono un ponte con il salmo prece­ dente (cfr. Sal 36,7-8) e con il seguente (cfr. Sal 38,23): solo i l Signore può dona­ re la salvezza. Pur avendo una struttura açrostica, il salmo è articolato in una serie di moti­ vi: ammonizione (vv. l b-7); ammonizione e promessa (vv. 8- 1 1 ); descrizione del nemico, imprecazione (vv. 1 2- 1 5); descrizione del giusto e dell 'empio (vv. 1 6-26); ammonizione e promessa (vv. 27-33); ammonizione e promessa (vv. 34-40). Il te­ ma centrale del « possedere la terra )) richiama immagini vegetali: fieno, erba ver­ de, splendore dei pascoli, seme/discendenza, albero verdeggiante. Il poema inizia con il modo imperativo (vv. 1-9) e poi predomina l ' indicativo. È composto di esortazioni negative e positive, di sentenze proverbiali in stile differente, tipi di materiali raccolti nel libro dei Proverbi. Il tema fondamentale è il contrasto tra il giusto e l 'empio. [37,la] Soprascritta: molto corta come nei Sal 25-28 e 35. [vv. lb-7] Ammonizione: si inizia con degli imperativi che invitano i membri della comunità a confidare solo nel Signore, anche davanti ad avversari e oppres.. sori. Tre volte il fedele è invitato a non irritarsi per il sopravvento deli ' ingiustizia ( vv. l . 7 .8). La sua coscienza è colpita dal successo di quanti non seguono la via del Signore. È un atteggiamento pericoloso, che potrebbe portare allo scandalo

Seybold, Die Psalnum, p. 1 55. Secondo N. Lohfmk (Die Besiinftigung des Messias. Gedanken z.u Psalm 37, pp. 75-87) il Sal 37 sarebbe di carattere apocalittico e le fonne verbali avrebbero un valore di futuro più che di presente atem­ porale. &primerebbe l'attesa del Messia liberatore dei poveri dall'oppressione. " Cfr. K.

40

174

Traduzione e commento

per il modo di agire di Dio nella creazione ·e quindi aH a rivolta contro di lui. Gli empi sono descritti con immagini vegetali, come fieno ed erba verde, la cui vita dura una sola stagione (v. 2). Lo scandalo nello spirito del fedele è generato dal fatto del successo della via del i ' empio. Potere e prosperità sono generati meglio dali ' autonomia che dalla disciplina. Ma il sapiente che scruta la realtà con gli oc­ chi di Dio vede che la debolezza degli empi sta proprio nella loro autonomia dal­ la fonte della vita, che è Dio. Seguendo i propri schemi essi si allontanano sempre più dalla vita che continua (v. 7b). [vv. 8-l lj Ammonizione e promessa: il sentimento di indignazione per l 'eli­ minazione di ogni regola etica potrebbe condurre i giusti a rispondere al male con il male. Passerebbero così al partito degli avversari (v. 8). È un atteggiamento pe­ ricoloso perché sarebbero strappati dalla terra come gli empi (v. 9). Il sapiente in­ vita a non essere distratti, ma a guardare bene al « posto » occupato dali ' empio nell ' assemblea e nella società. Un giorno passando vedremo che non c'è più (v. 1 0). Invece gli umili, i poveri, gli emarginati possederanno la pienezza dei frutti della terra promessa: la pace e la prosperità (v. 1 1 ). [vv. 12-15] Descrizione del nemico, imprecazione: lo stile di questa descri­ zione dell'empio è didattico, ma un richiamo a un contesto liturgico appare nel­ l ' imprecazione finale (v. 1 5). Giusti ed empi camminano per la stessa strada. I giusti , però, non devono temere le loro continue insidie, perché dal i ' alto Dio ve­ glia tranquillo, in attesa del l ' ora della resa dei conti. [vv. 16-26] Descrizione del giusto e dell 'empio: ancora una volta è messa a confronto la vita del l 'empio con quella del giusto. L'accumulo delle ricchezze (v. 1 6), i l chiedere prestiti e non restituire (v. 2 1 ), l ' arroganza del potere (v. 1 7) sono elementi distruttori della vita sociale, per questo l ' empio è anche nemico di Dio, il vero padrone della terra (v. 20). Da essa egli sarà escluso (v. 22). Il sapiente in­ vece consola il membro sofferente della comunità, giusto ma anche misericordio­ so (v. 2 1 ), generoso anche se povero (vv. 1 6.26). A lui è assicurato da Dio il ter­ reno assegnato alla famiglia e trasmesso per eredità (vv. 18.22). Anzi, il Signore stesso si incarica di provvedere a lui in tempo di carestia (v. 1 9). Nei vv. 25-26 è espressa la visione tradizionale della « retribuzione »: l ' empio sarà punito e il giu­ sto non sarà mai abbandonato definitivamente dal Signore. [vv. 27-33] Ammonizione e promessa: il sapiente inizia con imperativi e am­ monizioni etiche per passare rapidamente ali ' istruzione e alla promessa. Il consi­ glio dato ai perplessi è basato sulla fede in Dio fondamento della legge e dei pro­ feti : « Il Signore ama i l diritto » (v. 28). Modi di vi vere che contraddicono la giu­ stizia e il diritto, sono fondati sul limite dell 'essere umano che vive per se stesso. La vita dei fedeli invece è appoggiata su Dio che ha fondato l ' universo intero (vv. 28.33). Questa fi ducia è alimentata dalla continua meditazione della Parola di Dio. Il termine haga (v. 30) significa meditare sussurrando la Parola e conservan­ dola nel cuore (cfr. Sal l ,2 ). [vv. 34-40] Ammonizione e promessa: si passa ancora a un altro imperativo. Di fronte ai problemi che pone il tempo presente, il giusto è invitato dal sapiente ad « attendere il Signore nel silenzio della pazienza ». Si realizzerà la promessa fat­ ta ad Abramo (Gn 1 5 ,7) ricevendo in eredità la terra (v. 34). Nel tempo delle diffi ..

l sette salmi del povero e

sofferente, Libro l, Sal 35-41

17 5

coltà egli vive di speranza in Dio (v. 34). È lo stesso consiglio dato dal Deuteroisaia agli esiliati in Babilonia (ls 40,3 1 ). L' istruzione del sapiente è detenninata anche dalla propria esperienza: personaggi che per la loro forza e potere apparivano inat­ taccabili e immortali come alberi verdeggianti, sono spariti da un momento all 'al­ tro (vv. 35-36). Ultimo contrasto: gli empi non hanno futuro, riservato invece agli « uomini di pace » (vv. 37-38). Il salmo termina con l 'immagine della città fortifi­ cata, dove si può trovare rifugio sicuro in tempo di guerra (cfr. Sal 36,7-8; 38,23). Questo è il Signore per « coloro che cercano rifugio » in lui (vv. 39-40)41• Salmo 38. È una supplica individuale. Secondo alcuni è la preghiera di un malato, forse colpito dalla lebbra. È il terzo dei sette « salmi penitenziali )). Gli stu­ diosi hanno tentato di ricostruire il suo sfondo rituale, a cui esso si richiama. Sulla base di alcuni riferimenti del Primo Testamento, come il Sal 1 07 e Gb 33 e altre corrispondenze con usanze dell 'Antico Vicino Oriente, sono stati riconosciuti cin­ que momenti nella liturgia di petizione della guarigione: vestire a lutto, torpore ri­ tuale, silenzio, pianto e preghiera. Questa pratica penitenziale era condotta sotto la guida di esperti nel rito, gli « uomini di Dio ». Le cerimonie di guarigione poteva­ no aver luogo vicino alla casa o al villaggio del paziente. Non si insiste infatti sul santuario come luogo appropriato per l ' invocazione al Signore42• Il salmo non è una illustrazione di un fenomeno clinico, ma vuole aiutare altri malati a esprime­ re la propria sofferenza e a superar) a nella fede. Dal punto di vista redazionale ci sono pochi richiami a1 Sal 37•�. Collegamen­ ti più stretti si trovano con il Sal 39: ambedue i salmi variano similmente il nome di Dio; in amhedue si trova l ' artificio stilistico del l 'autocitazione (Sal 38, 1 7; 39,2; cfr. 40,8; 41 ,5); interpretano allo stesso modo la malattia come piaga (Sal 38, 1 2; 39, I l ); la pressione della mano del Signore (Sal 38,3; 39, I l ); la correzione del Si� gnore (Sal 38,2; 39, 1 2) per il peccato�. Il redattore invita quindi a rileggere la ma­ lattia e il peccato dell 'orante alla luce della riflessione generale del Sal 39 sulla tragica caducità dell 'uomo (cfr. v. 6). La preghiera evoca l 'esperienza della malattia e del conseguente senso di iso­ lamento da Dio e dagli uomini. I suoi elementi specifici sono l ' appello iniziale (v. 2); il lamento e la confessione di peccato (vv. 3-9); la confidenza e il lamento (vv. 1 0-1 5); l ' affermazione di confidenza (vv. 1 6- 1 7); il lamento e la confessione (vv. I 8-2 1 ); la petizione (vv. 22-23).

41 Il primo Salterio davidico contiene otto descrizioni dei giusti come « COloro che si rifugiano nel Signore>) (Sal 5,12; 17.7: 1 8.3 1 ; 3 1 ,20; 34.9.23: 36.8; 37,40). 11 termine �ii.wi e le parole associate costitui­ scono una guida per la lettura di tutto il primo libro del Salterio: cfr. J.D. Creach. Yahweh as Re.fuge. p. 103. 42 Cfr. E.S. Gerstenberger. Psalms. p. 164. "� Cfr. lo scambio del nome di Dio yhwh l 'ddoniiy in Sal 37. 1 3 e in Sal 38. 1 0. 1 6.23: alcuni paralleli nella descrizione delle relazioni del giusto con il Signore (sperare nel Signore in Sal 37.7 e 38. 1 6: il Signore non abbandona il giusto in Sal 37.28.33 e in Sal 38.22: l'aiuto dal Signore in Sal 37,39-40 e in Sal 38,23). "" In particolare. sembra ci sia stato nel versetto reduplicato in Sal 38.1 4 una rilettura redazionale di Sal 39, 10-l l , usando una tecnica ermeneutica analoga alla gezerah .-.hawah. l termini « bocca )) (pi) presente in Sal 38, 1 5 e in Sal 39, 1 0 e « piaga » (nega') in Sal 38, 1 2 e in Sal 39. 1 1 (cfr. Is 53.8) sono le parole ponte per l'aggiunta del v. 1 4: « Ma io. come sordo. non ascolto e, come un muto. non apro bocca », richiamando il contesto prossimo di Sal 39. 10. di ls 53.7 ed � 4. 1 1 , dove il termine « bocca >> è unito a « muto » e « sordo >>.

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Traduzione e commento

Il salmo ha venti due linee, i l numero delle lettere del i ' alfabeto ebraico. È una preghiera composta con cura e con un ricco vocabolario. Sembra aver avuto un influsso nella redazione del libro di Giobbe45• [38,1] Soprascrina: l 'espressione « salmo di Davide » inserisce il salmo nella struttura dei Sal 38-4 1 . I redattori invitano a pregare con il cuore umile del re Davide, che riconosce il proprio peccato e ne accetta le conseguenze. L' espressio­ ne enigmatica « per ricordare », come in Sal 70, l , potrebbe essere una rubrica in re­ lazione ai sacrifici di « evocazione » (cfr. Lv 2,2; 24,7): si evocava la colpa per con­ fessarla ed estinguerla. [v. 2] Appello iniziale: l 'orante non chiede aiuto, ma clemenza. I verbi in forma negativa esprimono il tentativo di evitare una punizione maggiore. Egli giustifica lo sdegno del Signore ammettendo implicitamente la propria colpa. [vv. 3-9] Lamento e confessione di peccato: la malattia è interpretata come una correzione del Signore a causa della stoltezza del peccato commesso dali' o­ rante. Nei libri sapienziali « stoltezza » (v. 6) equivale a « immoralità » (cfr. Sal 36,4; 69,6; Pro 24,9). Non si accenna ad alcun peccato particolare, per lasciare la preghiera aperta a chiunque la usi. Le frecce che trafiggono l ' orante e la mano che grava su di lui sono di Dio. Egli descrive lo stato di disintegrazione fisica e psi­ chica in cui si trova, per impressionare il Signore e muoverlo a pietà. Carne, ossa, testa, fianchi, cuore, sono doloranti. Non si tratta però di una descrizione clinica delle condizioni del malato, ma potrebbe essere un richiamo a una formula litur­ gica usata in casi particolari di malattia in un contesto di accuse. Si accenna anche a un rito di lamentazione durante la giornata (v. 7b). Queste espressioni, che lega­ no malattia e peccato, devono essere interpretate come un appello al progetto ori­ ginale di Dio, che ha voluto l 'uomo sano e integro. La malattia non è correlata a un peccato specifico, ma è la condizione che porta alla luce, in modo speciale l ' incapacità e l ' impotenza dell ' uomo a orientare la propria esistenza verso Dio e il proprio bisogno di grazia. [vv. l0-15] Confidenza e lamento: una nuova invocazione segnala un nuovo inizio (v. I O) e una ulteriore descrizione della malattia: pulsazione frenetica del cuore, svenimento e annebbiamento degli occhi (v. 1 1 ). Quindi l' orante passa a descrivere la freddezza e il timore degli amici e dei vicini e la violenza e l ' ostra­ cismo dei rivali (vv. 1 2- 1 4). In questa si tuazione l ' infermo preferisce non difen­ dersi e tacere (v. 1 5), come il Servo del Signore (cfr. Is 53,7). [vv. 16-17] Affermazione di confidenza: ancora un nuovo inizio, segnalato da una nuova invocazione (v. 16). I due versetti vogliono introdurre il lamento fina­ le (vv. 1 8-2 1 ). Queste rinnovate in vocazioni sottolineano la confidenza nel Signore, che non è tanto psicologica, ma basata soprattutto sulle passate espe­ rienze di salvezza della comunità che sta pregando con lui (cfr. Sa1 22,5-6). È una specie di interludio che esprime la confidenza nell ' aiuto del Signore e nel suo po­ tere di far giustizia (v. 1 7). [vv. 18-21] Lamento e confessione: l ' orante, che sente arrivare una sventura nella sua vita (v. 1 8), dichiara di aver confessato il proprio peccato, causa di tor., Cfr. L. Alonso Schokel C. Camiti, l Salmi, l, p. 652; E. S. Gerstenberger, Psalms, p. 1 64. -

l sene

salmi del povero e sofferente, Libro l, Sal 35-4 1

1 77

menti interiori. È stata una confessione accompagnata dal dolore (v. 1 9). Non è quindi giustificato l ' accanirsi dei suoi avversari contro di lui (vv. 20-2 1 ). [vv. 22-23] Petizione: la conclusione è una supplica urgente dell' orante che inizia con due negazioni: Dio non l ' abbandoni, non se ne stia lontano (v. 22) co­ me i familiari (cfr. v. 1 2), e una richiesta positiva di aiuto (v. 23a) al Signore, « mia salvezza » (v. 23b), un epiteto solenne, onorifico e intimo.

Salmo 39. Appartiene al genere delle suppliche individuali; ma potrebbe es­ sere meglio classificato come una « preghiera meditati va ». Colpisce l ' aspetto personale e intimo e la natura autobiografica di alcune parti. Lo sfondo in cui na­ sce questa preghiera non è solo una grave malattia e l 'età avanzata, ma sembra es­ sere la coscienza della vicinanza e de l i ' inevitabili là della morte. Sono presenti idee della sapienza e del giudaismo primitivo. In particolare la situazione del sal­ mista può essere illustrata dai racconti di Giobbe46• Si potrebbe pensare che il sal­ mo servisse come preghiera e meditazione della comunità postesilica, in cui i pii giudei, sotto il duro dominio di stranieri , soffrivano rassegnati per la futilità della loro esistenza. Non è un salmo pieno di speranza, invita solo all' umiltà di fronte al mistero tragico della vita e ad attendere in silenzio una nuova luce dal Signore (cfr. Qo 5, l ; Lam 3,28-29). I collegamenti con il Sal 38 sono concentrati nell ' introduzione (Sal 39,2-4) e nella preghiera centrale (Sal 39 ,8- 1 2). Con il salmo seguente concorda negli elementi tipici della supplica: attesa fiduciosa del Signore (Sal 39,8; 40,2); ascol­ to come invocazione in Sal 39, 1 3 e come fatto in Sal 40,2; coscienza del proprio peccato (Sal 39, 1 2; 40, 1 3); l ' attacco all ' orante da parte dei nemici (Sal 39,2.9; 40, 1 5- 1 6); la richiesta di liberazione (Sal 39,9; 40, 1 4)47• La meditazione sapien­ ziale critica sulla brevità della vita, che non sfocia in una speranza luminosa ma nella rassegnazione, si allarga anche ai salmi vicini. Il salmo è introdotto da una meditazione, in cui si descrive lo stato mentale deli ' orante (vv. 2-4), prosegue con un lamento sulla transitorietà della natura lima­ na (vv. 5-7), e si conclude con una petizione (vv. 8- 1 2) e una richiesta di attenzio­ ne e di grazia (vv. 1 3- 1 4). L' immagine caratteristica, usata tre volte (vv. 6.7. 1 2), per descrivere la radicale fragilità della vita di ogni uomo è hebel, « soffio », che indica l ' alito di vento impalpabile, l 'ombra inafferrabile, la nube che si dissolve ali ' apparire del sole"". [39,1] Soprascritta: il tennine « Iditun » sembra indicare un cantore levitico conosciuto da l Cr 9, 1 6; 1 6,38.4 1 -42. Secondo altri invece significherebbe una me­ lodia o un accompagnamento musicale. Per il resto, con la notazione « salmo di Davide » il Sal 39 è inserito nel gruppo dei Sal 38-4 1 . [vv. 2-4] Meditazione: invece di una invocazione, di una richiesta di essere ascoltato o di una espressione di confidenza, il salmi sta inizia con questa strana meditazione. Egli osserva con lucidità i movimenti della sua coscienza incomin• Cfr.

K. Seybold, Die Psalmen, p. 162. Ch. Barth, Concatenatio, p. 35. • Cfr. G. Ravasi, Il libro dei Salmi, l, p. 71 1 . � Cfr.

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Traduzione e commento

ciando dali ' esterno: lingua, bocca, cuore, intimo. Tenere il silenzio e poi aprire la bocca è tipico nell 'ambiente delle pratiche religiose. Davanti all ' empio l 'orante vorrebbe parlare, ma decide di fare silenzio per non rischiare il peccato di aposta­ sia con questioni sulla giustizia del Signore come in Gb 2,9- 1 O. Egli si sforza in­ vece di sopportare pazientemente l ' afflizione come un castigo di Dio. Ma questa consegna del silenzio è di venuta troppo difficile per lui, per i problemi che gli bruciano nel cuore. [vv. 5-7] Lamento: inizia con una invocazione. La richiesta di conoscere quanto egli ha da vivere non è una domanda di infonnazione, ma una forma reto­ rica di lamento sul tempo che è passato. È un tentativo di muovere a pietà Dio e di rendere più sopportabile la propria sofferenza (v v. 5-6b). Se la lunghezza della sua vita è solo di poche spanne, l 'esistenza di tutta l 'umanità di fronte a Dio è pure qualcosa di inconsistente, « solo un soffio », un hebel (v. 6c). Ma anche l 'angustia del salmi sta davanti alla salute, al successo e al i ' abbondanza della ricchezza del­ l 'empio, è provocata da qualcosa che non ha consistenza (v. 7). [vv. 8-12] Petizione: nuova sezione introdotta da una domanda retorica. Con una invocazione al Signore iniziano anche la strofa precedente (v. 5) e quella se­ guente (v. 1 3). Il verbo « attendere » (v. 8), dopo l 'esilio, implicava la speranza di una restaurazione nazionale e personale. Il tono generale è quello di una petizio­ ne, in cui si alternano la confessione, la descrizione e il lamento. Se la vita è così effimera e se Dio solo può donarle un senso e uno scopo (v. 8b), allora la prima fonte della sofferenza dell' orante non deriva dal l 'esterno, dalle vessazioni dei suoi nemici, ma sta al suo interno, nei suoi peccati che lo allontanano dal Signore. E ora rimane ancora una volta in silenzio: davanti a Dio, perché sta subendo solo le conseguenze del proprio peccato (v. 1 0); e davanti a11 'empio (v. 9b), il quale può rinfacciargli di affermare di essere un uomo di fede, ma di non dimostrarlo con la vita. Allora egli prega la divina misericordia (vv. 1 1 - 1 2). Un principio ge­ nerale spiega il senso delle sue sofferenze: Dio distrugge quello che l ' uomo stima di più - i suoi progetti , le sue ambizioni -, per costringerlo a ritornare al punto in cui ha abbandonato la buona strada del la vita (v. 1 2ab). In questa nuova prospet­ tiva divina, l ' orante - forse un anziano - si rende conto che la vita è estremamen­ te breve e che la cosa più importante è la relazione con Dio (v. 1 2c). [vv. 13-14] Richiesta di attenzione e di grazia: conseguenza di questa nu� va vi sione è il modo nuovo di guardare al la terra. Nonostante egli faccia parte di essa, vi sta solo soggiornando da « forestiero » e « ospite », come tutti i fede­ H che l ' hanno preceduto. Le radici più profonde della sua vita stanno in Dio (v. 1 3). Egli motiva la richiesta urgente con il suo stato particolare, simile a quello goduto dagli antichi padri presso il Signore, forestieri e ospiti. Il salmo termina non con la solita immagine dello sguardo benevolo di Dio che ridona il suo fa­ vore, ma richiama invece l ' occhio accusatore del Signore che si volge da un' al­ tra parte (cfr. Gb 1 4,6). Con questa invocazione l 'orante trova un modo per ave­ re un po' di pace e per ritornare al sorriso, nel l ' ultimo breve spazio della sua vi­ ta. Non chiede molto al Signore (v. 1 4). Nel Nuovo Testamento invece Paolo può addirittura guardare alla morte con desiderio i ntenso, perché è la via al la vi­ ta (cfr. Fi l 1 ,2 1 ) ·

.

l sette salmi del povero e sofferente,

Libro I, Sal 35-4 1

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Salmo 40. L'unità di questo salmo, una supplica individuale, continua a es­ sere dibattuta a causa di alcune sue caratteristiche. I vv. 1 4- 1 8 riappaiono come Sal 70. Il ringraziamento (vv. 2- 1 2) precede l ' invocazione di aiuto (vv. 1 3- 1 8). Si rifiuta i l solito sacrificio per il ringraziamento. È adoperato un rotolo scritto nel rituale che accompagna il salmo. Si osserva però che le due parti usano lo stesso linguaggio e lo stesso stile ripetitivo. L' antici po del ringraziamento si trova anche in altri salmi di supplica (cfr. Salmi 9- 10; 27; 44). La parte del ringraziamento ri­ marrebbe incompleta senza la seconda. Di versamente da altri rituali di ringrazia­ mento, in cui assieme a canti si offrivano sacrifici , in questo si loda il Signore, perché egli desidera « un orecchio aperto »: la capacità di ascoltarlo e quindi di ri­ spòndergli e di obbedirgli (cfr. ls 50,4-5). Che cosa si offre al posto dei sacrifici? I v v. 8-9 presentano l ' orante mentre entra neli ' assemblea con un rotolo, il cui contenuto potrebbe essere la preghiera di ringraziamento dei vv. 2-64'). Oltre al documento, il salmista presenta se stesso, nel cui intimo è scritta la tora del Signore (v. 9), la sua istruzione, a cui ha conformato tutta la vita (cfr. Ger 3 1 ,3 1 34; Ez 36, 1 6-28). Comunque, nella forma attuale, i l salmo poteva forse andar be­ ne per le comunità sparse nel paese, che avevano i loro servizi liturgici senza sa­ critici. In questo contesto i vv. 1 4- 1 8 (cfr. Sal 70) potrebbero essere la preghiera non di un si ngolo, ma l ' invocazione colletti va dei « poveri del Signore » in atte­ sa del suo futuro intervento salvifico50• . Con il salmo precedente i1 Sal 40 è collegato mediante la parola chiave « at­ tendere », qiwwa (Sal 40,2; 39,8). In questo contesto la prima parte del salmo (cfr. Sal 40,2) sembra la risposta al problema della durata passeggera della · vita posto nel Sal 39. Il silenzio davanti all ' opera di Dio in Sal 39, 1 0 (cfr. Sal 38, 1 4) è �otto dal « canto nuovo » in Sal 40,4 (cfr. anche la parola chiave « bocca » in Sal 38, 1 4; 39, 10; 40,4). Con il seguente Sal 4 1 è unito mediante il tema della beatitudine (Sal 40,5; 41 ,2). Nei due salmi la sofferenza da cui l ' orante è liberato è detta rii'lì (Sal 40, 1 5 ; 4 1 ,2.8}". Il salmo inizia con un rendimento di grazie, che si articola in un racconto del pericolo e della salvezza (vv. 2-4), in felicitazioni (v. 5), in un inno personale al Signore (v. 6) e in una confessione (vv. 7- 1 2). Segue una supplica con i suoi ele­ menti classici: lamento (v. 1 3), petizione (vv. 1 4- 1 6), lode al Signore (v. 1 7) e af­ fermazione di confidenza (v. 1 8). I simboli più marcati sono quelli de li ' annuncio: raccontare, proclamare (v. 6), dire, scrivere (v. 8), dare il lieto annunzio, bisser (v. IO); e quelli del l 'ascolto: Dio ascolta (v. 2) e fa ascoltare: apertura dell'orecchio del l ' orante (v. 7b); la legge nelle viscere (v. 9b). [40,1] Soprascritta: molto comune (cfr. Sal 1 3; 1 9; Sal 20-2 1 , nei quali però la sequenza dei termini è differente), aggiunta lungo il processo di collezione e di edizione. Davide richiama al pio ebreo il Servo del Signore, a cui è stato aperto l ' orecchio perché non resista al male (cfr. Is 50,4-5).

49 Cfr. J.L. Mays, Psalms, p. 168. 50 Cfr. F.-L. Hossfeld E. Zenger. Die Psalmen, p. 252. �� Cfr. Cb. Barth, Con,·atefUltio, p. 35. -

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Traduzione e commento

· [vv. 2-4] Racconto del pericolo e della salvezza: fa parte della cerimonia di ringraziamento. L' orante richiama la liberazione di Dio nel passato, per poter chiedere un secondo intervento salvifico. Ricorda i l suo atteggiamento fiducioso durante il pericolo (v. 2). Cinque verbi espri mono invece l ' intervento di Dio: si è chinato, ha ascoltato, mi ha tratto, ha posto, ha reso sicuri. La fossa di fango mel­ moso richiama la cisterna oscura dove calarono Geremia (Ger 38,6), simbolo del­ la morte che lo stringe a tenaglia da ogni lato e l 'attira nel precipizio52• La soprav­ vivenza era segno di innocenza (v. 3). Il nuovo canto di ringraziamento, messo in bocca da Dio ali ' orante, diventa una testimonianza e un sostegno per la fede dei suoi fratelli (v. 4 ). [v. 5] Felicitazioni: la prima parte della celebrazione termina con questa bea­ titudine, che deriva probabilmente dalla tradizione sapienziale. L'orante ha di­ mostrato di essere un vero credente: un nuovo inizio non può consistere nella ri­ cerca di « nuovi » dèi o presunte potenze sovrumane. [v. 6] Inno personale: il salmista inizia a rivolgersi direttamente a Dio pas­ sando dalla terza alla seconda persona. n suo inno non si riferisce esclusivamen­ te alla sua salvezza personale, ma alla somma totale delle azioni meravigliose di Dio. Si passa dali ' « io » individuale al « noi » collettivo. [vv. 7-12] Confessione: nella liturgia di ringraziamento a questo punto ci do­ veva essere il sacrificio (v. 7). Invece l 'orante presenta a Dio un rotolo (v. 8) con scritto un nuovo canto di ringraziamento (cfr. vv. 2-6). Soprattutto offre tutto se stesso, come persona che non solo desidera fare quello che piace a Dio (vv. 8a.9ab), ma lo può anche compiere, perché la tora non è più esterna a lui ma, come è pro­ messo in Ger 3 1 ,33, è inscritta nelle sue viscere (v. 9c). Questo nuovo culto spiri­ tuale si esprime infine anche nella missione che l ' orante affenna di aver eseguito nei vv. l O- I l : ha dato il lieto annunzio (cfr. bisser, v. l Oa) della �edeq, della « giu­ stizia » di Dio, che si manifesta nei suoi meravigliosi atti salvitici. Questo era il compito assegnato al Servo di JHWH: « Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia, be�edeq » (ls 42,6). U servo non vive secondo la propria volontà, per questo può proclamare solo quella di Dio: il suo ruolo verso i popoli non è quello della repres­ sione violenta (cfr. Sal 2; 1 8; 20-2 1 ), ma quello dell' annuncio come in Sal 22:n. I tre verbi negativi: « non ho chiuso », « non ho nascosto », « non ho celato » fanno pensare a una missione contrastata. La liturgia termina con una affermazione di confidenza (v. 1 2) fondata sulle passate esperienze di salvezza (cfr. vv. 2-4). [v. 13] Lamento: questo verso, che fa cerniera con la seconda parte del sal­ mo, indica due fonti della crisi immediata: lo circondano sventure minacciose e colpe senza numero54, le quali gli annebbiano la vista e provocano un senso di svenimento. [vv. 14-16] Petizione: con un linguaggio convenzionale nelle comunità del giudaismo primitivo, soprattutto dopo l 'esilio di Babilonia, si chiarisce chi stia 52 Cfr.

E. Zenger. Die Nacht, pp. 1 00- 1 0 1 . Cfr. G . Barbiero, Das erste Psalmenbuch, pp. 727-730. 54 Ai prodigi del Signore, troppi per essere narrati (missapper, cfr. v. 6), il salmi sta ha risposto con colpe senza numero ( 'en mispii r, cfr. v. 1 3). 53

l sene salmi del povero e

sofferente, Libro l, Sal 35-41

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dietro alle sventure e alle colpe. Certi persecutori vogliono l a morte del salmista. Ricevano il contraccambio per la beffarda gioia davanti al Ja sua disgrazia. [v. 17] Lode al Signore: è una benedizione indiretta deli ' assemblea: possa es­ sere in grado di cantare sempre: « Grande è il Signore >> (cfr. Sal 35,27), in risposta alle grida di soddisfazione: « Ah! Ah ! >> dei suoi avversari. [v. 18] Affermazione di confidenza: il salmi sta è cosciente della sua povertà e de11 ' incapacità di salvarsi con le proprie forze. Come un tempo aveva atteso il Signore (v. 2), anche ora fiduciosamente attende si realizzi la sua promessa (cfr. Is 46, 1 3). È un'attesa però anche di tutti coloro che cercano il Signore e amano la sua salvezza (cfr. v. 17). Salmo 41. Può essere classificato come una supplica di un individuo con la presenza di elementi di lode e di ringraziamento. L'orante è un sapiente che sco­ pre chi sia Dio osservando come egli si prende cura dei poveri e dei deboli. I ri­ ferimenti ai commenti ostili dei nemici, agli amici che si mutano in nemici (v. 1 O) e alle simulate visite di cortesia (v. 7) possono far pensare al contesto di un servi­ zio liturgico familiare o di clan in favore di malati, che si poteva tenere in casa del paziente o nelle vicinanze del villaggio. Le felicitazioni iniziali (vv. 2-4) po­ ste davanti al lamento potrebbero essere un segno di una rielaborazione sapien­ ziale posteriore, che dipinge l 'esistenza dei poveri di JHWH. I due salmi 40 e 41 sono collegati da espressioni che segnano la struttura (il macarismo alla fine del ringraziamento in Sal 40,5 e ali ' inizio del Sal 41 ,2) e da alcuni temi (la coscienza del proprio peccato in Sal 40, 1 3 e 4 1 ,5; l ' identificazione dell 'orante con il povero in Sa1 40. 1 8 e 4 1 ,2)ss. Il verso conclusivo del salmo, v. 14, è stato aggiunto come conclusione all ' i ntero primo libro del Salterio56• Esso fa diventare la preghiera di un singolo una preghiera della comunità. E così i l primo libro del Salterio di Davide è concluso dal i ' orante e dalla comunità mediante una riconferma della lode. Il salmo è caratterizzato da una varietà di forme di linguaggio, che includo­ no felicitazioni (vv. 2-4), invocazione e confessione (v. 5), lamento (vv. 6- 1 0), pe­ tizione (v. 1 1 ), affermazione di confidenza (vv. 1 2- 1 3), lode e risposta della co­ munità (v. 1 4). La simbologia dei luoghi esprime il movimento profondo di que­ sta supplica: la terra (v. 3) come vita sana ali 'aperto, simbolo di felicità; il letto del malato (v. 4) come vita, nel chiuso della casa, priva di azione, simbolo di sventu­ ra. D sentimento del chiuso è aumentato dalla presenza attorno al malato di nemi­ ci e di amici di ventati nemici . Solo un intervento di Dio dall ' alto può rimettere in piedi l 'orante (v. 1 1 ) e farlo camminare libero e felice sulla terra (cfr. Lv 26, 1 3). [41,1] Soprascritta: si ritrova 1 1 volte nel Salterio (cfr. Sal 13 e 3 1 ). [vv. 2-4] Felicitazioni: come il Sal t anche l ' ultimo salmo del primo libro del Salterio inizia con una beatitudine. Le felicitazioni ora sono non per l ' uomo ri­ spettoso della tora, ma per chi, amante della sapienza, fa attenzione alla vita dei

55 Cfr. Cr.

Barth, Concatenatio, p. 35. 56 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen. p. 1 72.

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Traduzione e commento

« deboli » e dei poveri (v. 2a)�7, per imparare come il Signore si comporta con loro nel momento della sofferenza (cfr. il senso di siikal in Pro 1 6,20; Sa1 64, 10; 1 0 1 ,2; l 06,7; Ne 8, 1 3)58• Ciò che si può apprendere dal povero è sintetizzato nei vv. 2b4, una breve omelia nel servizio liturgico in favore del malato: il Signore lo salva (il « debole », dal). Il Signore stesso si fa suo medico e lo assiste, rifacendogli il letto, gli ridà la salute. Inserendo queste felicitazioni prima del lamento, il salmi­ sta vuole rendere tutta l ' assemblea sensibile al grido dei suoi membri afflitti ed esortarla ad avere cura di essi. [v. 5] Invocazione e confessione: dopo il preludio, inizia il corpo del salmo (vv. 5- 1 3), definito da una inclusione « io », « e io ». In risposta alle felicitazioni, l' orante con l 'espressione « ho detto » introduce con urgenza la sua attuale pre­ ghiera. Chiedere pietà equivaleva a chiedere perdono, perché si sentiva un forte le­ game tra peccato e malattia. [vv. 6-10] Lamento: non è una citazione retrospettiva di un lamento del pas­ sato, l ' intera sezione è recitata al presente. In questi cinque versi è messa in evi­ denza la dimensione sociale della malattia. L' orante sa di essere peccatore e quin­ di accetta da Dio il castigo della sua malattia. Non giustifica però l 'accanimento dei suoi nemici. Tre gruppi di uomini si comportano da nemici nella situazione cri­ tica in cui si trova il malato: i vecchi nemici (v. 6), che sperano di avvantaggiarsi dalla sua caduta e dal suo nome, cioè dalla sua famiglia; i visitatori e i curiosi (vv. 7-9), che in mancanza di conoscenze in medicina concludono che la malattia è « qualcosa di infernale », di demoniaco (letteralmente: « di Beli al »): le loro parole (sembra che usino anche formule di stregoneria, cfr. v. 8: « bisbigliano », da laJ:wS che significa « incantesimo », « scongiuro ») esprimono la perversità del cuore (v. 9); infine l 'amico (v. 1 0), la cui freddezza fa più male dell 'odio dei nemici (v. 1 0)S9. Nei nemici, condotta e pensiero coincidono. Negli amici, che vivono in pace con l ' orante salutandolo regolarmente, il contrasto è tra l ' intimità a essi riservata e il loro tradimento all ' interno della comunità. Con la denuncia di questa situazione l' orante intende spingere Dio a intervenire. [v. 11] Petizione: l 'orante supplica Dio di togliere l 'occasione di una perse­ cuzione così immeritata ridonandogli la salute. Di versamente da altri salmi, in cui il salmi sta invita Dio a far giustizia (cfr. Sal 94; 1 09), qui è lui stesso a inca­ ricarsi di ripagare i suoi nemici . Forse il salmista pensa di denunciare coloro che avevano usato formule magiche « in abominio al Si gnore » (Dt 1 8,9- 1 2). [vv. 12-13] Affermazione di confidenza: i due versetti contengono espressi� ni di confidenza, che rafforzano la petizione e preparano l ' i mminente mutamen­ to in meglio. L' orante attende con fiducia un segno che manifesti anche esterna­ mente l 'amore di Dio (v. 1 2). Allora egli, ristabi lito nella sua integrità fisica, po­ trà stare in piedi dinanzi al Signore nella liturgi a del tempio (v. 1 3).

51 Di solito invece si traduce: « Beato l 'uomo che ha cura del debole, nel giorno della sventura il Si­ gnore lo libera», cioè, il Signore ricompensa ] ' uomo che ha avuto cura del debole. Cfr. P.C. Craigie. Psalm.' J-50, pp. 3 1 8-322. ��� Cfr. f>L. Hossfeld - E. Zenger, « Selig, wer auf die Armen achtet » (Ps 41,2), p. 27. Y� Cfr. K. Seybold, Einfiihrung. pp. 1 3 1 - 1 32.

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[v. 14] Lode e risposta della comunità: questa fonnula conclusiva del salmo e del primo libro del Salterio, baruk (« benedetto/lodato sia il Signore »), seguita dali ' « Amen, Amen » dell ' assemblea, deriva probabi lmente dalle pratiche liturgi­ che sinagogali. Era una risposta alla lettura della Scrittura o alla preghiera60• Al centro della preghiera non c'è più la relazione JHWH-povero/orante, ma la relazio­ ne JHWH-popolo di Dio. JHWH ora si chiama « Dio di Israele ». E questo Israele lo acclama con il grido liturgico « Amen, Amen ». Con esso tutta la comunità rico­ nosce nella lode l 'azione del Signore. Questi sette salmi 35-4 1 chiariscono l 'esperienza globale del povero soffe­ rente. È perseguitato dal nemico, ma salvato dal Signore, che gli procura giustizia e salvezza (Sal 35). Anche se provocato interiormente dai peccati, egli rimane nel­ la grazia di Dio e diviso dagli empi (Sal 36). Come uomo giusto e retto deve con­ frontarsi con gli empi, ma la sua relazione con il Signore l ' aiuta a superare la pro­ va e a farlo continuare per la retta strada (Sal 37). È sfidato dalle malattie come pe­ na per i suoi peccati e i nemici attaccano la sua bontà (Sal 38). Il silenzio di fronte alla sofferenza non può continuare e la malattia deve essere riconosciuta e accet­ tata come richiamo alla fine dell 'esistenza del l ' uomo e al suo stato di provviso­ rietà (Sal 39). Così il povero, che cerca rifugio nel Signore, vive tra i1 ringrazia­ mento e il lamento, tra salvezza e tentazione, tra peccato e legge del Signore nel suo intimo, ma alla fine il Signore lo proteggerà e lo manterrà in vita (Sal 40; 4 1 )61• Se teniamo conto della presenza, in questa collezione, di una tecnica esegeti­ ca abbastanza recente, la gezerah shawah (cfr. Sal 38, 1 4 ), potremmo pensare che la redazione finale di questa unità di composizione sia avvenuta nel tardo giudai­ smo, quando si faceva più serrato il confronto tra coloro che volevano vivere an­ che interiormente la tora del Signore e chi era invece attratto dalla nuova cultura illuministica dei greci. Il re Davide, umile e sofferente, era diventato il modello di coloro che continuavano ad attendere l ' intervento salvi fico del Signore. Egli rico­ piava in sé anche le caratteristiche del Servo di JHWH (Sal 35,27; 36, l t2, a cui è sta­ to aperto l 'orecchio perché non opponga resistenza agli insulti (cfr. Sal 40,7 e Is 50,5-6t3• La Lettera agli Ebrei vede realizzata questa figura in Cristo (Eb l 0,5-7).

60

Cfr. E. S. Gerstenberger. Psalms, p. 174. . « Selig, wer aufdie Armen achtet» (Ps 41,2). pp. 3 1 -34. 62 Nella quarta unità non appare più il termine melek., per Dio o per il re Davide: segno della perdita del regno e del tempio? Cfr. G. Barbiero. Das er.'Jte Psalmenbuch, pp. 727-730. 63 Secondo G. Barbiero (Das erste Psalmenbuch, p. 728), la finale con « lamento » del primo Salterio davidico vuole forse significare che la liberazione. sebbene già avvenuta nella fede (cfr. Sal 40, 1 - 1 1 ), non è ancora completata. 6 1 Cfr. F.-L. Hossfeld - E. Zenger,

UNA COMUNITÀ IN DIASPORA SPERA NEL SIGNORE

Salmi 42-49

Canto di nostalgia d'un incontro con il Dio di Sion

42 1Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core.

2Come la cerva sospira sopra i ruscelli d'acqua così l ' anima mia sospira verso di te, o Dio. 3L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivo: quando verrò e vedrò il volto di Dio? 4Le mie lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono tutto il giorno: « Dov'è il tuo Dio? » 5Questo io ricordo, e la mia anima si commuove, come avanzavo tra la folla1, proseguivo2 fino alla casa di Dio tra grida di gioia e di lode, in una moltitudine in festa. 6Perché ti abbatti, anima mia, . e gemi su di me ? Spera in Dio e tornerò a lodarlo: « Salvezza del mio volto 1e mio Dio »3•

me si abbatte l ' anima mia, per questo di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dali 'Ermon, dal monte Mizar4•

In

• D testo ebraico può essere letto anche: « sotto la tenda » o « sotto lo spazio coperto », che conisponderebbe al portico coperto del tempio. 2 Altri invece del TM 'eddaddem leggono 'ddaddem, « li conducevo ». 3 Leggendo piinay we' lcJhiiy al posto del TM piiniiyw 'elòhay, « il suo volto, mio Dio ». 4 Mizar potrebbe anche essere l 'epiteto di un monte: « dal monte piccolo ».

UtuJ comunità in diasportL

•• ,

Libro D, Salmi dei tigli di Core, Sal 42-49

1 85

8Un abisso grida ali 'altro abisso con il fragore delle tue cascate; tutte le tue onde e i tuoi flutti su di me sono passati. 9f>i giorno il Signore concede la sua grazia e anche durante la notte; il mio canto a lui è una supplica al Dio della mia vita5• 10Jo dico a Dio, mia Rupe: « Perché mi hai dimenticato? Perché mesto me ne vado oppresso dal nemico? » 11Le

mie ossa sono infrante quando i miei avversari m' insultano, dicendomi tutto il giorno: « Dov'è il tuo Dio? »

12Perché ti abbatti, anima mia, e gemi su di me ? Spera in Dio e tornerò a lodar/o: « Salvezza del mio volto e mio Dio ».

43 'Fammi giustizia, o Dio, :.�·,=.

difendi la mia causa contro gente infedele. Dali ' uomo perfido e perverso, liberanti. 2Sl, tu sei il Dio della mia fortezza6: Perché mi hai respinto? Perché mesto me ne vado oppresso dal nemico ?

3Manda la tua luce e la tua verità. Siano esse a guidarmi; mi conducano al tuo santo monte, alle tue dimore. 4E

verrò ali ' altare di Dio, al Dio della mia gioiosa esultanza7•

' Altra traduzione: « E di notte starò con il suo canto: una supplica al Dio della mia vita ». 6 Altra traduzione possibile: « Tu, Dio, sei la mia fonezza ». 7 La traduzione grec�latina legge: « Al Dio che rallegra la mia giovinezza ». Alcuni interpretano gil � me « giro di danza », « giro di tempo » (cfr. Dn l, l 0) e traducono: « A Dio, gioia della mia vita ».

1 86

Traduzione e commento

Ti loderò con la cetra, o Dio, mio Dio. 5Perché ti abbatti, anima mia, e gemi su di me ? Spera in Dio e tornerò a lodarlo: « Salvezza del mio volto e mio Dio ». lAmento del popolo respinto dal Signore 44

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Maskil.

20 Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri padri ci hanno raccontato: l'opera che hai compiuta ai loro giorni, nei tempi antichi, 3tu di tua mano: hai spodestato nazioni e hai piantato loro; hai distrutto popoli e loro hai fatto prosperare8• 4Certo non con le loro spade occuparono la terra, né il loro braccio li fece trionfare; ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto, perché tu li amavi. 5Sei tu, mio Re e Dio, che decidi le vittorie per Giacobbe9• 6Grazie a te respingevamo i nostri avversari'0, nel tuo nome calpestavamo i nostri aggressori. 7Infatti non confidavo nel mio arco, e non la mia spada mi dava la vittoria. 8Ma tu ci hai fatto vincere i nostri avversari e hai sgominato quanti ci odiavano. 9ln Dio ci gloriamo tutto il giorno, celebreremo il tuo nome in eterno. 10Ma ora ci hai respinti e svergognati e più non esci con le nostre schiere. •

La Volgata riferisce il pronome « loro >> alle nazioni: « Hai afflitto le nazioni e le hai scacciate ,.,

9 Secondo la LXX e la Volgata. Il TM invece ha un imperativo: «O Dio, tu che sei il mio Re, coman­

da, e Giacobbe vincerà )). 10 Letteralmente: « Incarnavamo (come un ariete) i nostri avversari ».

Una comunità in diaspora.

..

, Libro n,

Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

1 87

11Ci hai fatto retrocedere di fronte ali ' avversario, e quelli che ci odiano ci hanno depredati. 12Ci dai via come pecore da macello e ci hai dispersi fra le nazioni. 1311 tuo popolo svendi per una miseria, e non hai rincarato il loro prezzo11 • 14Ci esponi ali ' oltraggio dei nostri vicini, alle burle e ali ' insulto dei nostri confinanti. 15Ci hai resi la favola del le nazioni, scuotono il capo su di noi i popoli. 1611 mio disonore mi è davanti tutto il giorno, e la vergogna ha ricoperto il mio volto, 17per il grido di chi insulta e oltraggia, per lo sguardo del nemico e del vendicatore. 1'7utto questo ci è avvenuto, ma non ti avevamo dimenticato, né avevamo tradito la tua alleanza. 1�on si era volto indietro il nostro cuore, né si erano sviati i nostri passi dal tuo sentiero . . �ppure ci hai sbattuto in un luogo da sciacalli 12 e ci hai coperti di tenebre. 21Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le nostre mani a un dio straniero, 22Dio forse non lo avrebbe scoperto? È lui che conosce i segreti dei cuori. 23Sì, per causa tua tutto il giorno soffriamo il martirio, siamo stimati come pecore da macello. 24Svègliati, perché dormi, Signore mio? Dèstati, non ci respingere per sempre. 25Perché nascondi il tuo volto e dimentichi la nostra miseria e oppressione? 26La nostra anima13 si abbatte nella polvere, il nostro ventre è inco11ato al suolo. 27Sorgi in nostro aiuto, riscattaci per la tua bontà. 1 1 Altta traduzione: « Non ti sei arricchito sul loro prezzo ».

12 In un luogo orrido e deserto. dove non ci si può aspettare aiuto o salvezza, ma solo rovina. 13 È possibile tradurre anche « la nostra gola �. oppure « noi ».

1 88

Traduzione e commento

Dio è ancora affascinato dalltz beUez:za della figlia di Sion 45 1Al

maestro del coro. Su « l gigli ». Dei figli di Core. Maskil. Canto d 'amore.

2Parole stupende mi sgorgano dal cuore, a un re io recito il mio poema; penna di scriba veloce è la mia lingua. 3rfu sei il più bello dei figli dell 'uomo, nelle tue labbra è effusa la grazia; cosl ti ha benedetto Dio per sempre. 4Cingi, o prode, al tuo fianco la spada, tua fierezza e tua maestà! � nella tua maestà avanza14, cavalca per la verità, la clemenza, la giustizia15• La tua destra t' insegni prodezze. 6Acute sono le tue frecce nel cuore dei nemici del re; sotto di te cadano i popoli 16• 711 tuo trono, o Dio, è per sempre e in etemo17; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale. 8Hai amato la giustizia e odiato l'empietà, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto, invece dei tuoi compagni, con profumo di esultanza. � tue vesti sono tutte mirra, aloe e cassia; dai palazzi d' avorio ti rallegrano le cetre18• 10figlie di re fra le tue favorite19, alla tua destra sta la regina20 con oro di Ofir. 1 1 Ascolta, figlia, guarda, porgi il tuo orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; M

Letteralmente: · � Abbi fortuna ».

15 Il testo ebraico è oscuro. La Neovolgata ha: Et ornatu tuo procede. currum ascende propter veri­

tatem et man.Jtuetudinem et iustitiam (E nel tuo splendore avanza, sali sul carro da guerra per la verità e la mansuetudine e la giustizia). Altra traduzione possibile: « E il tuo prestigio è avanzare, cavalcare per la ve­ rità e una giustizia clemente >>. 16 Altra traduzione possibile: « Le tue frecce sono acute, ti si arrendono gli eserciti, si scoraggiano i nemici del re » (Alonso Schokel - Camiti). 17 Altre traduzioni proposte: « Il tuo è un trono di Dio per sempre. in eterno » (Vaccari. Buber). Voca­ lizzando bk come verbo denominativo si ha: « Il Dio sempitemo ti ha intronizzato » (Dahood). •• Tennine oscuro. Altra traduzione: « melodie». 19 Altra traduzione possibile: « fra i tuoi tesori »; oppure: « con i tuoi gioielli ». La Volgata traduce: in honore tuo. Correggendo il TM in liqriifkii si ha: « Figlie di re ti vengono incontro ». 20 Segai è la regina madre: cfr. L. Alonso Schokel - C. Camiti, / Salmi, l, pp. 735-739.

Una comunità in diaspora , Libro n, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49 ...

1 89

12s' invaghisca21 il re della tua bellezza e tu inchinati a lui, poiché egli è il tuo signore. 13E con doni la città di Tiro22 e i più ricchi del popolo cercheranno il tuo volto. 1�tta splendore entra23 la figlia di re, il suo vestito è di broccati d'oro. 15ln abiti variopinti è condotta al re. Vergini dietro a lei, sue compagne, a te24 sono introdotte. 16Sono condotte con gioia ed esultanza, entrano nel palazzo del re. 17Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli e li farai principi di tutta la terra. 18Voglio ricordare il tuo nome di generazione in generazione così i popoli ti celebreranno per sempre in eterno. In Sion Dio proclmnll la propria regalità su tutta la ten-a e su tutte le nozioni

· 46

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Su « Le fanciulle ». Canto.

2Dio è per noi rifugio e protezione, aiuto nei pericoli, a tutta prova. 3Perciò non temiamo anche se ondeggia la terra, anche se vacillano i monti nel cuore del mare25• 4lnfurino e spumeggino le sue acque, al suo impeto sussultino i monti. 5Un fiume ! I suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell 'Altissimo. 6Dio è in mezzo a essa: non vacillerà, l 'aiuterà Dio al volger del mattino. 7lnfuriarono nazioni, vacillarono regni; 11 zz

D TM ha lo iussivo, mentre la ucx· ba c poieW n re s'� invaghito ».

Letteralmente: « la figlia di Tiro». 21 Altra traduzione possibile: « all' interno (del palazzo) ». 24 L'espressione « a te >> riprende il vocativo del re dei vv. 3-9. Alcuni correggono ltik (a te) in IO (a lui). 25 Secondo la mentalità antica le montagne sono radicate nel mare sotterraneo e sostengono la terra come delle colonne.

190

Traduzione e commento

egli emise la sua voce, la terra si sciolse.

l"

8/l Signore degli eserciti è con noi, nostra rocca è il Dio di Giacobbe!

9Venite, mirate le opere del Signore, che ha fatto cose terribili sulla terra: 10fa cessare le guerre fino ai confini della terra, rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri26 nel fuoco. 11Arrendetevi e riconoscete che io sono Dio, eccelso fra le nazioni, eccelso sulla terra. 12// Signore degli eserciti è con noi, nostra rocca è il Dio di Giacobbe. 'lUtti i popoli devono riconoscere la regalità del Signore 47

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

2Popoli tutti, battete le mani, acclamate a Dio con grida di giubilo, 3perché il Signore, l 'Altissimo, è terribile, il Gran Re su tutta la terra. 4Sottomette a noi i popoli e le nazioni sotto i nostri piedi. 5Sceglie per noi la nostra eredità, vanto di Giacobbe, che egli ama. 6È asceso Dio fra le acclamazioni, il Signore al suono del corno.

. H

'Cantate a Dio, cantate, cantate al nostro re, cantate27• 8perché re di tutta la terra è Dio, cantate con maestria28• 9J)io regna sulle nazioni, Dio si è assiso sul suo trono santo. 26 lnvece del TM 'ilgalOt, « carri », la versione greca e la Neovolgata leggono 'iJgilot, « scudi ». 27 Zammeru, « cantate>>, è il verbo tecnico dei salmi, miz.mor. Significa suonare uno strumento a cor­ da, cantando lodi a Dio. 211 Maskil è un termine musicale dei titoli dei salmi. Alcuni lo intendono come sostantivo: « canto ar­ tistiCO>>.

Una comunità in diaspom.

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., Libro D, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

191

101 nobili fra i popoli si sono radunati come popolo29 del Dio di Abramo, perché di Dio sono gli scudi� della terra: egli è sublime. Un giorno le nazioni nemiche si uniranno a Israele nell'omaggio al Signore 48

1 Canto. Salmo dei figli di Core.

2Grande è il Signore e degno di massima lode nella città del nostro Dio, il monte del suo santuario31• 3Splendido nella sua altezza, gioia di tutta la terra è il monte Sion, vetta del Safon�2, capitale del Gran Re. 4Dio nei suoi palazzi è conosciuto come rocca. 'Ecco, i re erano coalizzati,

irruppero insieme. 6Appena essi videro, rimasero attoniti, smarriti, fuggirono a precipizio. 'Là un tremore li ha colti, spasmi come di partoriente. ''Con il vento�3 d'Oriente tu spezzi le navi di Tarsis. 9Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio: Dio l 'ha fondata per sempre. •«Meditiamo, o Dio, il tuo amore dentro al tuo tempio. /

29 La LXX e la Neovolgata leggono 'im 'am: « con il popolo ». � Forse significa « forti )), (( potenti >>. 31 Altra traduzione possibile: « suo santo monte ». Secondo la Neovolgata questo emistichio (v. 2d) è l'inizio del v. 3. H Altra traduzione possibile: «estremo Nord ». �.• Alcuni correggono il TM in ltrrla�. « COme vento ».

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Traduzione e commento

. ..'t ,. .

••come il tuo nome, o Dio, così è la tua lode ai confini della terra. Di giustizia è piena la tua destra. 12Si rallegri il monte di Sion, esultino le città di Giuda34, a motivo dei tuoi giudizi. 13Camminate intorno a Sion, giratele intorno, contate le sue torri. 14Ammirate i suoi baluardi, passate in rassegna i suoi palazzi, per raccontare alla prossima generazione: 15questo è Dio, il nostro Dio, in eterno e sempre; egli ci sarà guida sopra la morte35• Un sapiente confertiUl la speranza dell'incontro con Dio 49 'Al maestro del coro. Dei figli di Core.

Salmo.

2Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l 'orecchio, voi tutti abitanti del mondo; 3plebei e nobili36, ricchi e poveri insieme. 4La mia bocca parla di cose sapienti e la riflessione del mio cuore, di discernimento. 'Porgerò l 'orecchio a un proverbio, esporrò il mio enigma sulla cetra. 6« Perché temere nei giorni di sventura, quando mi circonda la colpa delle mie orme?37 » 'Questi sono quelli che confidano nella loro potenza e si vantano della loro grande ricchezza. 34

Letteralmente: « le figlie di Giuda�.

35 La LXX e la Neovolgata leggono invece '8lilmnt, « eternamente », invece del TM 'al-mQt, che �

trebbe essere anche una indicazione musicale « SU mtlt», cioè da cantarsi sulla melodia « Mut » e farebbe parte della soprascritta del Sal 49. � Le espressioni ebraiche ITnl àdilm e lfnl 'ilesprimono certamente due tipi diversi di uomini: « gen­ te, uomini, appartenenti al genere umano », e « figli di nobili ». Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 200. " Cioè: « la colpa della mia vita passata ». La Volgata ha: iniquitas calcanei mei circundabit me. Voca­ lizzando diversamente il TM 'aqebay (orme, talloni) si può tradurre anche: « Quando mi circonda la malizia dei furbi � ( 'Ot(bay). •

Una comunit� in diasportl. .. , Libro n, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

1 93

8Ah38, nessuno può riscattare se stesso, né pagare a Dio il proprio prezzo ! � troppo caro il riscatto per la loro39 vita e non potrà mai bastare ''per vivere ancora in eterno e non vedere la fossa. ••ora, si vede che40 i sapienti muoiono, periscono come lo stolto e I' imbecille e lasciano ad altri la loro ricchezza. 1211 loro sepolcro41 è loro casa per sempre, loro abitazione di generazione in generazione, eppure si gridavano i loro nomi sulla terra42• 13Si, l 'uomo in auge non dura, è

simile al bestiame che viene abbattuto.

14Questa è la via di coloro che confidano in se stessi, e dietro a essi va chi si compiace delle loro parole43• 15Come pecore sono avviati agli inferi, Morte li pascolerà; e su di loro domineranno i giusti al mattino44, la loro figura svanirà negli inferi, lontano dalla propria dimora45• 16Ma Dio riscatta la mia vita, mi strappa dalla mano degli inferi. ''7Non temere se uno arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa; 18perché alla sua morte non prende con sé nulla, né scende dietro a lui la sua gloria. ·�ella sua vita si congratulava con se stesso: « Ti lodano perché te la passi bene » . � R Altra traduzione possibile: « Un uomo non può riscattare un altro ,._ Oppure: « L' uomo non può riscattare nemmeno suo fratello ». 39 La LXX ha il singolare: « la sua vita ». 40 È possibile tradurre anche: No. egli vedrà ». Secondo la LXX e la Volgata. 11 TM ha: « il loro intimo ». 42 Altra traduzione possibile: « Eppure hanno dato il loro nome a paesi ». 43 Il testo ebraico è oscuro. Altra traduzione possibile ritoccando il TM: (( L'avvenire di chi si com­ piace delle sue parole )). 44 l termini ebraici sono ambigui. Secondo il testo consonantico è possibile tradurre anche: « E scen­ dono dritti alla tomba ». 4� Dal verso seguente si può concludere quale domicilio avrebbero potuto avere: presso Dio. Altri in­ vece traducono: « Gli inferi saranno loro dimora ». «

41

194

Traduzione e commento

20Raggiungerà la generazione dei suoi padri, che mai più vedono la luce.

2 1 L'uomo in auge non comprende, è simile al bestiame che viene abbattuto.

Con i1 Sal 42 inizia una collezione di salmi chiamata « elohi sta », che si esten­ de fino al Sal 83. La sua caratteristica è la sistematica sostituzione del nome divi­ no JHWH con 'elohim, « Dio ». Inizia anche il secondo libro del Salterio che va dal Sal 42 al Sal 72 e si apre la prima serie dei « salmi di Core >> 42-49, che continuerà in una seconda raccolta (Sal 84-85 e 87-88): vi domina l ' immagine di Dio, che abita nel suo monte santo in Sion (Sal 43,3 ), da dove concede la vita e la salvezza. Molti motivi uniscono il Sal 42/43 con i Sal 44-49 e 84-88: Dio vivente (Sal 42,3; 84,3); il volto di Dio (Sal 42,3; 44,25; 88, 1 5); l 'anima come sede della nostalgia (Sal 42,2.3.5.7. 1 2; 43,5; 49,9. 1 6; 84,3; 88,4); le acque caotiche (Sal 42,8; 46,4; 88, 1 8); la bontà salvi fica, la �esed di Dio (Sa1 42,9; 44,27; 48, I O; 85,8. 1 1 ; 88, 1 2); il nemico oppressore (Sal 42,1 0; 43,2; 44,1 7.25); l ' insulto dei nemici (Sal 42, 1 1 ; 44, 1 4- 1 7); l ' intervento salvi fico di Dio come un « fare giustizia», siifa{ (Sal 43, l ; 48, 1 2); lamento per il rifiuto da parte di Dio (Sal 43,2; 44, l O; 88, 1 5); Dio come ri­ fugio (Sal 43,2; 46,2.8; 48,4; 84,6); il « santo monte » (Sal 43,3; 48,2; 87, l ); di­ mora e altare di Dio (Sal 43,3.4; 46,5; 84,2.4); Dio come salvatore/salvezza (Sal 42,6. 1 2; 43,5; 85,5.8. 1 O; 88,2); giorno e notte (Sal 42,4.9; 88,2)46• I salmi 42-49 sono uniti innanzi tutto da una indicazione comune nella so­ prascritta: « Dei figli di Core ». Il Sal 43 è senza soprascritta, ma la sua struttura poetica fa pensare a una unità di composizione con il Sal 4247• Si è osservato che la sequenza di questi salmi non è casuale, ma è frutto di un piano intel ligente, se­ condo il quale i singoli salmi sono giustapposti in modo da formare una compo­ sizione programmata teologicamente4". Essa si presenta come un dramma poeti­ co, che inizia con una lamentazione, passa alla gioia de l i ' inno, per terminare nuovamente con una lamentazione49• Nel commento noteremo che i salmi sono uniti da numerose concatenazioni.

Salmi 42-43. Questi due salmi nella tradizione testuale ebraica e nelle anti­ che versioni greca e latina sono distinti. Ma general mente gli esegeti pensano che in origine fossero un unico salmo per questi motivi: la situazione dell ' orante è la stessa; sono riprese formule identiche (Sal 42,4. 1 1 ; 42, 1 0.4 e 43,2); un unico ri­ tornello li tiene legati (Sal 42,6. 1 2; 43,5). L' insieme è scritto nel ritmo spezzato della lamentazione: ogni verso comprende tre accenti più due; i migliori mano­ scritti ebraici del Sal 43 non hanno alcuna soprascritta. 46 Cfr.

F.-L. Hossfeld - E. Zenger, Die Psalmen, p. 266. 47 Cfr. L. Alonso Schokel - C. Camiti. l Salmi, l, pp. 700-7 14. M. Millard (Komposition des Psalters. p. I l) affenna tuttavia che la maggioranza dei manoscritti ebraici presentano i due salmi divisi. 41 Cfr. E. Zenger, Zur redaktionsge.'ichichtlichen BedeutunR der Korachpsalmen. in K. Seybold E. Zenger (edd.), Neue Wege, pp. 1 75-198. "'" Cfr. M. Millard. Kompo.'iition. pp. 74-75. -

Una

comunità in diaspora . . , Libro D, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

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II genere letterario è quello della « supplica individuale », in cui si alternano lamento e certezza di essere esaudito. Alcuni lo considerano anche come « salmo di pellegrinaggio » (cfr. Sal 84) per la presenza di una forte nostalgia dell ' i ncon­ tro con Dio in Sion. In origine, concepito come salmo individuale; in seguito, nel­ la sua redazione finale, fu usato dalla comunità giudaica per sostenere ogni suo membro di fronte alle umiliazioni derivanti dalla società politeista dominante50• La struttura del salmo si divide in tre sezioni, ognuna delle quali è conclusa da un ritornello: lamento (vv. 2-5), primo ritornello (v. 6), lamento (vv. 7- 1 1 ), se­ condo ritornello (v. 1 2), preghiera (Sal 43, 1 -3), voto (v. 4), terzo ritornello (v. 5). La triplice ripetizione del ritornello distingue il salmo in tre strofe quasi della stessa estensione, che evocano il passato con un ricordo nostalgico di Dio, il pre­ sente con un lamento per il suo abbandono e le beffe dei nemici e il futuro con la certezza della speranza. Le parti sono collegate da due altre ripetizioni: la do­ manda degli avversari (Sal 42,4. 1 1 ) e la riflessione del l ' orante (Sal 42, l O e 43,2). Il nome di Dio è pronunciato 22 volte come le lettere deli ' alfabeto ebraico: tutta la vita dell 'orante dall 'inizio alla fine dipende da Dio, percepito come presente, assente e infine ancora presente con la sua verità e con la sua luce. L' immagine della cerva assetata esprime la nostalgia del l ' orante verso il proprio passato (la felicità delle visite alla casa di Dio) e verso il luogo dove, in futuro, potrà riunir­ si ancora con la comunità nella quale si trovano le radici della sua fede. È un de­ siderio di ritornare alle sorgenti del proprio essere. L'acqua, simbolo della morte e del caos, ma anche della vita, esprime il cammino spirituale de li ' orante che ri­ trova, dopo una sua tremenda assenza, l 'intimità con Dio. Una voce interiore, la verità e la luce, lo riportano nel campo di attrazione di Dio. Sono presenti allitte­ razioni (cfr. ad esempio quella della � e della r in Sal 42, I l : brre�a� b a�motay letteralmente « per la frattura delle mie ossa », una metafora sonora che richiama il sussurro continuo degli avversari). [42,1] Soprascritta: per il termine maikil si veda Sal 32, 1 (cfr. Sal 52-55). La sua presenza tino al Sal 45 potrebbe indicare un precedente raggruppamento edi­ toriale. Non è chiaro se l 'espressione « dei figli di Core » si riferisca agli autori o alla famiglia di cantori, i quali hanno nel loro repertorio questo testo. Si tratta di un gruppo che nel postesilio ha avuto compiti diversi nel tempio di Gerusalemme: custodi delle porte ( l Cr 9, 1 9; 26, 1 . 1 9), cantori e suonatori di strumenti (2Cr 20, 19.28), servitori nella liturgia. Non si conosce la loro relazione con il gruppo di Asaf, al quale sono attribuiti i Sal 50; 73-83. [vv. 2-5] Lamento: questo è l ' unico salmo che inizia con un paragone. L' im­ magine della cerva che bramisce davanti a un torrente trovato senza acqua esprime il desiderio frustrato di vita, di una vita con Dio (v. 2). È speciticamente la nostal­ gia del culto di Dio nel tempio che brucia la gola del salmi sta, perché là si trova la fonte d'acqua viva (cfr. Ger 2, 1 3), non presso gli idoli (v. 3). Ma anche il vincolo della nostalgia minaccia di essere infranto e il dolore accresciuto, dalla domanda dei nemici pagani : « Dov'è ora il tuo Dio? » (v. 4). Negli altri testi del Primo Testa­ mento questa formula è indirizzata dalle nazioni alla comunità di Israele (cfr. Sal e '

50

Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalms, pp. l 78- 1 82.

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Traduzione e commento

· 79, lO; 1 1 5,2; Gl 2,17; Mi 7,10). Solo il ricordo aiuta ora l 'orante a sfuggire alla stretta del dubbio presente. E per un attimo può dare sfogo ai suoi sentimenti ritro­ vandosi con la fantasia tra la folla festante, mentre l 'attraversava e la precedeva ti­ no al tempio di Dio (v. 5). [v. 6] Primo ritornello: il movimento della prima strofa termina con un ritor­ nello, che è uno slancio di speranza. L' orante dialoga con la propria anima e la in­ coraggia a superare la tentazione della tristezza e de l i ' abbattimento, i quali non fanno altro che acuire la sofferenza. Solo nello sperare in Dio vi è la luce. Se per ora è attorniato da tenebre, egli sa dalla sua fede che verrà l ' ora in cui Dio gli sarà vicino e allora lo potrà contemplare come presente e benedire come sua salvezza. [vv. 7-1 1] Lamento: è ripreso il lamento. Al rimpianto del passato segue ora la descrizione della sofferenza presente. La separazione dal Signore e dal suo tempio è espressa impiegando immagini delle montagne del Nord di Israele, in cui l ' orante si trova spiritualmente e forse anche storicamente, e con due imma­ gini acquatiche: da una parte, il Giordano che scorre tranquillo e unisce l 'Ermon alla patria lontana esprime la speranza che alla fine del tunnel, entro cui egli sta muovendosi, uscirà davanti al tempio di Dio; d'altra parte, il corso delle acque del fiume è spezzato proprio alle sue sorgenti da fragorose cascate e da vortici, di fronte ai quali egli è colto da spaventose vertigini che lo stanno quasi trascinan­ do tra i flutti . La paura e l 'angoscia di trovarsi senza Dio lo vogliono trascinare nel caos, nella disgregazione del suo essere (vv. 7-8). Al lamento segue una forte affermazione di confidenza: nonostante si senta abbandonato, i l salmista si affer­ ra alla mano di Dio, che lo sta punendo. È forse anche una confidente riflessione sulla continua presenza del Signore nella comunità (v. 9). Ritorna quindi il la­ mento: l 'oppressione dei nemici è percepita con un segno che Dio ha dimentica­ to e respinto il salmi sta, anche se continua a rimanere la « Rupe », l ' unica sua sal­ vezza (v. l O); la loro sarcastica interpretazione del suo tormento interiore gli spezza il cuore (v. I l ). [v. 12] Secondo ritornello: il ritornello ora è ripetuto con un tono e una in­ tensità diversi : è un ultimo sforzo dell ' anima, analogo a quello di Giacobbe nel­ la sua lotta con Dio: non ti lascio, dunque benedicimi (cfr. Go 32,27). [43,1-3] Pregh iera: il dialogo interiore tra l 'orante e la sua anima si muta in un dialogo esteriore con i l suo Dio, passando dal lamento alla preghiera. Non si tratta solo del timore che Dio lo dimentichi. Ora sembra respingerlo, per questo la preghiera del i ' ormte si fa più sicura nel tono e gli chiede di agire prendendo in mano la sua giusta causa e di fargli giustizia liberandolo dalle persone cattive (v. 1 ). La preghiera è intercalata da un' affermazione di confidenza (v. 2a) e da un la­ mento (v. 2b-d) quasi identico a Sal 42, l O. La determinazione del salmi sta si no­ ta ancor meglio nel v. 3. Egli chiede a Dio di condurlo ancora sulla montagna, dentro il santuario e davanti ali' altare, sotto la tutela di due ancelle, la « luce » e la « verità » : immagine derivata dai due spiriti protettori del proprio cliente nella let­ teratura dell 'Oriente antico. Invece, però, della più usuale coppia di termini �esed we 'emet, « bontà e verità », abbiamo l 'espressione originale: « la tua luce ( 'orka) e la tua verità ». La luce, che illumina e guida sul giusto sentiero verso il monte santo di Dio, sembra richiamare l ' esperienza spirituale della comunità giudaica

Una comunità in diaspora. .. ,

Libro O, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

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del postesilio legata a Gerusalemme e alla tora51 • La luce è quella che emana dal volto di Dio (cfr. Sal 89, 1 6) ed è proprio il suo volto che l 'orante desidera. Solo questa presenza appagherà la sua sete. Ma il pellegrinaggio verso Dio non è un puro progetto umano, il Signore deve sostenere l 'uomo fin dagli inizi. [v. 4) Voto: la preghiera si conclude con una promessa indirizzata alla comu­ nità nel primo emistichio e a Dio nel secondo. Nelle liturgie presso il luogo sacro al Signore, ri empito dalla comunità dei fedeli, 1 'orante potrà ancora una volta ave­ re la garanzia della presenza di Dio e illuminarsi di gioia bevendo finalmente alla fonte della felicità [v. S] Terzo ritornello: H ritornello ora è in bocca a un'anima svuotata delle sue angosce e riempita della serenità di Dio. Ma essendo un ritornello liturgico, in esso parla anche l ' io del l ' intera comunità la quale, dopo aver compiuto un cam­ mino di fede nelle liturgie, può ora con forza confessare il suo Signore davanti a una società ostile. .

Salmo 44. Il salmo 44 è una supplica collettiva dopo un disastro militare di proporzioni nazionali. Il lamento suppone una battaglia già perduta, prigionieri fatti schiavi, un esercito decimato. Non è possibile però identificare la situazione storica che ha motivato il salmo. Esso faceva forse parte di una liturgia di una co­ munità che soffriva dentro una potente società politeistica52• Una caratteristica importante lo distingue dagli altri salmi dello stesso tipo: la ferma professione di innocenza rispetto al patto (vv. 1 8-23). A differenza di Giobbe però nel salmo non si sporge querela contro Dio, ma si esprime solo un lamento pieno di fiducia. È collegato con i salmi vicini mediante parole chiave: l opera di Dio (Sal 44,2; 46,9); la tua destra (Sal 44,4; 48, 1 1 ); la luce del tuo volto (Sal 44,4; 43,3 ); mio re (Sal 44,5; 47,3.7.8); che decidi le vittorie, la salvezza, ysu 'ot (Sal 44,5; 42,6. 1 2; 43,5); Giacobbe (Sal 44,5; 46,8; 47,5); il tuo nome (Sal 44,9; 48, I l ); ar­ co (44,7; 46, I O); gloriarsi, h.illel (44,9; 48,2. 1 1 ); celebrare, lodare, ringraziare, hoda (Sal 44,9; 42,6. 1 2; 43,5 ; 49, l 9); respingere (Sal 44,24; 43,2); dimenti care (Sal 44,25 ; 42, l 0); oppressione, la� (Sa1 44,25; 42, l O; 43 , 2); l ' anima abbattuta nella polvere (Sal 44,26; 42,6. 1 2; 43,5); l ' aiuto del Si g nore (Sal 44,27; 46,2.6); ri­ scattare (Sal 44,27; 49,8. 1 6); la tua bontà, �esed (Sal 44,21; 42,9; 48, 10). I redat­ tori della raccolta dei « salmi di Core » hanno pensato i Sal 45-48 come una ri­ sposta al grido di aiuto alzato dalla comunità nel Sal 44. Inoltre anche nella se­ conda collezione parziale dei « salmi di Core », in Sal 85,9 1 1 possiamo vedere un esaudimento dell ' invocazione del popolo in Sa1 44,24-27. D salmo è strutturato in quattro momenti: memoriale ionico (vv. 2-9), lamen­ to (vv. 1 0- 1 7), protesta di innocenza (vv. 1 8-23), appello per l ' aiuto divino (vv. 2427). In questa preghiera comunitaria, in alcuni punti, si sente la voce del singolo orante (vv. 5. 7 . 1 6), che potrebbe essere quella di chi formula la preghiera per la comunità o, più probabilmente, l 'usuale rappresentazione della comunità. Il salmo '

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�� Cfr. ibid p. 1 8 1 . 52 Cfr. K. Seybold. Die Psalmen. pp . 1 78-183. .•

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Traduzione e commento

si muove tra memoria del passato glorioso, dimenticanza nel presente in cui Dio sembra assente, e sicura speranza per un nuovo futuro. [44,1 1 Soprascritta: cfr. Sal 32, l ; 42, l . [vv. 2-9] Memoriale innico: inizia con una invocazione a Dio, richiamando­ si a11a tradizione degli anziani, una formula che garantisce l 'esattezza della tra­ smissione della fede ricevuta. È interessante i l fatto che il salmista si esprime co­ me se avesse ricevuto le informazioni sulla storia antica non dal Pentateuco ma direttamente dai genitori come stabili scono il Dt 6,20 ed Es 1 3,8 (v. 2ab). In una breve narrazione ionica è pronunciata la professione di fede della comunità nel piano salvifico del Signore messo in opera dai tempi primordiali, in particolare si esprime la fede nel primo articolo di questo credo storico: la terra, dono persona­ le dato di sua mano e frutto della benedizione del suo volto. Si presenta anche una valutazione di questo fatto: soltanto la libera e sovrana decisione di Dio di favori­ re gli israeliti è i l motivo per cui egli ha spodestato nazioni e piantato loro nella terra d'Israele, perché vi si propagassero come una vigna (vv. 2c-4). Con una for­ mula di sottomissione l ' orante - in armonia con la fede della comunità che parte­ cipa alla preghiera - riconosce formalmente in Dio il proprio sovrano, nonostan­ te la situazione disastrosa presente (v. 5). Segue, a sostegno, un' affermazione di confidenza basata sui ricordi delle azioni militari vittoriose del passato: un popo­ 'o così debole aveva incomato e calpestato i nemici con la forza di bufali potenti donatagli da Dio (vv. 6-8). La prima parte termina con una promessa, in cui si an­ nuncia l ' qbbligo continuo di cantare le lodi solo al Signore e la prontezza della comunità al ringraziamento (v. 9). [vv. 10-17] lAmento per la sofferenza presente: com'è nonnale nella lettera· tura sapienziale (cfr. Gb 29-30), nella descrizione del passaggio da un felice passa­ to alla sofferenza del presente è usato un linguaggio preso dal dibattimento pro­ cessuale. Con esso audacemente si attribuisce la responsabilità del l ' attuale disastro al Signore. In sei versetti (vv. 1 0- 1 5) il soggetto è il > ha un « Dio della città » e un Dio difensore. (1.• Di solito la critica biblica inserisce questo salmo tra gli « inni a JHWH Re » (cfr. Sal 93; 96; 98; 99) nel contesto liturgico di una festa per il nuovo anno (Mowinckel). oppure per il rinnovo annuale dell 'al­ leanza (Weiser). Secondo P.C. Craigie (Psalms 1-50. pp. 347-348). nessuna di queste due feste può essere chiaramente situata nel culto ebraico. Secondo K. Seybold (Die Psalmen, p. 193), l 'assenza di un re israelitico e la prospettiva universa­ le farebbero pensare a una data relativamente tardiva del salmo. -

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ma del suono dello shofar nel servizio divino di Rosh Hashanah, che celebra la sovranità del Signore: una usanza ricordata già nel Talmud (Sof 1 9b)67• [47,1] Soprascritta: le variazioni nella soprascritta nella collezione dei « sal­ mi di Core » sono relativamente poche (cfr. Sal 42, l ). [vv. 2-3] Invito ali 'adorazione: la convocazione è diretta a tutti. Nazioni pa­ gane e popolo eletto sono invitati a lodare il Signore (v. 2). Segue il motivo o, me­ glio, i1 tema dell ' inno: una confessione di fede nell 'unico Dio, che non solo Israe­ le ma tutti gli uomini della terra devono venerare come il loro sovrano, il « Gran Re » (v. 3). [vv. 4-6] Asserzioni inniche: l 'orizzonte universale si concentra sul popolo di Israele, sulla comunità in preghiera che si intravede nel « noi ». I vv. 4-5 mettono a fuoco la tradizione dell'elezione. Sono la memoria e 1 ' interpretazione del modo in cui Israele ha conquistato la sua terra. La terra è stata scelta da Dio stesso come eredità e da lui data a Giacobbe/Israele aiutandolo a spodestare i re dalle loro ter­ re: questo territorio è ora 1 'orgoglio di un popolo preferito dal Signore. L' « ascen­ sione » di JHWH nel v. 6 è una spiegazione del titolo « Altissimo » e richiama la sa­ lita di Dio al suo palazzo celeste: una concezione analoga alla salita al trono di Baal. In concreto, è il ritorno del Signore sul suo trono dopo aver sottomesso i po­ poli a Israele (cfr. v. 4). Il contesto narrativo potrebbe essere l a salita del Signore daU ' Egitto, a capo del suo popolo, in processione attraverso nazioni pietrificate dal terrore come sfingi (cfr. Es 1 5 , 1 - 1 8). Le acclamazioni e il suono del como ri­ chiamano una liturgia68• [vv. 7-9] Invito all 'adorazione: si ripetono temi della prima parte del salmo e altre parole: « cantate », « re », « Dio ». Se nel v. 2 si invitavano le nazioni, ora si invita direttamente la comunità a glori ficare « il nostro Re » , che ha compiuto le meraviglie descritte nei vv. 3-6. L' officiante ripetendo cinque volte zammera, « cantate » (o « suonate »), incita la folla alla festa. Dio è il re di Israele, ma da questo spazio particolare domina anche su tutta la terra e su tutti i popoli (v. 8). Questo annuncio gioioso è fondato sul fatto che dai tempi primiti vi ha il domi­ nio sulle nazioni (v. 9a) e si è posto sul trono regale e continua a sedervi (v. 9b). È un annuncio di fatti concreti, nella storia e non nel mito, come nella teologia cananea. [v. lO] Descrizione del pellegrinaggio dei popoli: proprio guardando al pas­ sato il salmista trova gli elementi per la sua vi sione del futuro (v. 1 0). L'Al­ tissimo, 'elyon, era il nome di Dio venerato da Melchisedek a Gerusalemme (cfr. Gn 1 4, 1 9). L' incontro di quel re pagano con Abramo segnò 1 'inizio della riunifi­ cazione delle nazioni ne11 'unico popolo di Abramo, padre della fede: « In te si di­ ranno benedette tutte le famiglie de]]a terra » (Gn 1 2,3). Il pellegrinaggio mon­ diale verso Sion (v. I Oab) provoca un altro momento ionico: la celebrazione del ruolo supremo del Signore sui potentati della terra (v. 1 Ocd). Sion diventerà una 67 Cfr. S.I. Cohen, Psalm 47. Numerica/ and Geometrica/ Devices Used to Emphasize the Author's Mes.fage. in JBQ 23 ( 1 995) 258-264. 611 Si è spesso pensato a una processione con l'arca, ma l'ipotesi non sembra veramente fondata (cfr. F.-L. Hossfeld E. Zenger, Die Psalmen, p. 292). -

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Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

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« scuola di pace » per tutti i popoli (cfr. Is 2,2-S), che pertanto diventeranno « po­ polo di Dio »(l).

Salmo 48. È un inno comunitario, in cui prevalgono i motivi della lode e del­ la confidenza. Si cantano l importanza e il significato di Sion nelle relazioni del Signore con il suo popolo e con il mondo. Il Signore è il re del mondo e delle na­ zioni; Sion - la città e la collina su cui essa è costruita è la capitale del Gran Re e i l sito del suo tempio-palazzo. Queste metafore poetiche sono usate per descri­ vere il mondo con gli occhi di Dio. Gerusalemme - apparentemente un luogo or­ dinario alla luce della fede è una realtà nuova: è il simbolo potente del regno di Dio in ogni luogo e per sempre70• Come per il Sal 46, il « Canto del mare » (Es 15, 1 - 1 8) potrebbe essere il contesto narrativo tenuto presente dal poeta. Questo spiegherebbe anche la strana metafora di Gerusalemme al centro di una battaglia navale (v. 8). Lo scopo del salmo potrebbe essere quello di sostenere la comunità nella speranza71 : verrà un giorno in cui le nazioni, ormai domate, si uniranno al popolo di Israele per rendere omaggio al Signore che abita in Sion n salmo è collegato con il precedente Sal 47 con parole chiave e motivi: il Gran Re (Sal 47,3) l grande è il Signore (Sal 48,2); tutta la terra (Sal 47,3; 48,3); tutta la terra (Sal 47 ,8) l confini della terra (Sal 48, I l ); trono santo (Sal 47,9) l mon­ te santo (Sal 48,2). La struttura del salmo è la seguente: si inizia con una lode comunitaria (vv. 2-4 ); si prosegue con il racconto della campagna dei re nemici contro Sion (v v. 58), concluso con un' affermazione di confidenza (v. 9); quindi la comunità rivolge direttamente la sua lode a Dio (vv. 1 0- 1 2); intine si conclude con un invito e una confessione comunitaria di fede (vv. 1 3- 1 5). Nella prima parte del salmo (vv. 1 -9) le immagini sono tutte di stabilità: nel combattimento difensivo Dio è inattacca­ bile. Nella seconda parte (vv. 1 0- 1 5 ) prevalgono le i mmagini di dinamismo: il Dio di Sion è il Dio dell 'esodo, che fa giustizia e mette in movimento un popolo. [48,1] Soprascritta: il « canto » sembra essere un inno corale; il « salmo » è in­ vece un inno recitato o cantato al suono della cetra. « Dei figli di Core »: cfr. Sal 42, 1 . [vv. 2-4] Lode comunitaria: i n questa strofa, forse un grido ionico rivolto al Signore (v. 2) è stato adattato a un inno a Sion (v. 3). Viene affermata la grandez­ za del Signore con un implicito invito alla lode, che deve avere luogo in uno spa­ zio concreto, « nella città del nostro Dio », Gerusalemme, e in particolare « sul suo santo monte », Sion (v. 2). Sion è cantata come il centro di tutta la terra, nel cuore del Nord (v. 3c ). È la sommità di Safon, la montagna cananea, da dove Baal ralle­ grava il mondo, donando la pioggia e la ferti lità. Sion non è localizzata in Giudea ma sulla vetta di questa montagna, vertice del cielo, dalla quale JHWH ha spode­ stato le divinità cananee. Egli è al di sopra di tutto. Sion non è la città di Davide, ma la città del Gran Re di tutta la terra, il quale agisce nella storia di tutti i re del '

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69 Cfr.

E. Zenger, Die Nacht, p. 1 1 3. strana espressione nel v. 3 « vetta del Safon », o (( estremo Nord », potrebbe essere un indizio di una origine nordica del salmo. La (( città di Dio >> potrebbe essere stata Dan. Tuttavia il luogo di orgine del salmo canonico è Gerusalemme. Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, pp. 1 95- 1 96. Cfr. J .C. McCann Jr., A Theological lntroduction, pp. 146- 1 52. 70 La

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mondo (v. 3d). Un' affermazione di confidenza conclude la strofa. Dio è solidale con i cittadini di Gerusalemme e con i luoghi dove essi vivono, come era stato so­ lidale con il popolo itinerante nell 'esodo (v. 4a). La sua presenza come difensore si è rivelata nei fatti (v. 4b). [vv. S-8] La campagna dei re contro Sion: è un brano di un canto di vittoria, in cui si dipinge l ' azione divina contro i nemici: da una parte il « Gran Re » solo, dal l 'altra « i re coalizzati ». Ma la lega dei re è un fallimento di fronte all ' inaudita efficacia dell 'epifania di JHWH. La descrizione de li' attacco a Sion richiama il « canto del Mare » di Es 1 5 seguìto alla sconfitta degli egiziani. La stessa reazione di allora: sorpresa, tremore, dolore, panico (cfr. Es 1 5 , 1 4- 1 6 ). Causa della sconfit­ ta: il vento orientale (Es 1 4,2 1 ; cfr. 1 5 , 1 0). Anche le opere umane più grandiose, come le navi di Tarsis - i potenti vascelli che riuscivano a superare la forza del ma­ re aperto (forse per raggiungere Tarsis in Spagna) - sono squarciati dalla sola pre­ senza di Dio in Sion. Il salmi sta ha trovato in ls 2, 1 6 il collegamento delle navi di Tarsis con Gerusalemme. [v. 9] Affermazione di confidenza: si ritorna al « noi » della comunità. Essa te­ stimonia che quanto ha visto è una conferma di quanto ha udito. La giustapposi­ zione di ascoltare e vedere allo scopo di verificare la verità si trova in Gb 28,2224; il richiamo alla tradizione e al sentito dire è uno degli scopi del culto, in cui si attualizzano i fondamenti della fede. La visione attuale di Gerusalemme ha un profondo effetto sull'esperienza dello spazio e del tempo dell 'assemblea: essa è riportata nel passato al tempo de li' esodo, ma anche nel futuro al tempo del conso­ lidamento definitivo, « per sempre », di Sion e ora può riconoscere i l Signore del­ l 'universo presente in un luogo concreto. [vv. l0-12) Lode comunitaria: continua ancora il richiamo alla tradizione del­ l ' amore solidale, �esed, di Dio, ma all 'interno di un'azione cultuale nel tempio (v. 1 0), per passare alla lode sulla base degli innumerevoli atti salvifici o « sentenze », mispiitim (v. 1 2c), in cui Dio ha provato la sua �edeq, « giustizia » (v. I l ). Per que­ sto Gerusalemme e le città della Giudea sono invitate a rallegrarsi (v. 1 2ab). [vv. 13-15] Invito e confessione: la comunità si rivolge a un gruppo non de­ finito con cinque imperativi , con cui invita a ispezionare la città (il monte, le tor­ ri, la fortezza, i palazzi) per rendersi conto della presenza di Dio (vv. 1 3- 1 4ab) e poter trasmettere nella catechesi l 'esperienza di fede alla generazione seguente, raccontando come JHWH è colui che guida attraverso la morte, come un tempo ha guidato il popolo attraverso il mare (v. 1 5c): un anticipo della confessione in Sal 49, 1 6. Non è improbabile che chi ascolta questo invito siano i re nem ici spode­ stati72. Allora la buona notizia sarebbe anche per tutti i popoli che si uniranno nel­ la confessione dell ' unico Dio. 72 Non sembra infatti si tratti di una cerimonia liturgica. Secondo F.-L. Hossfeld E. Zenger (Die Psalmen, pp. 298-299) i motivi sarebbero i seguenti: l ) gli imperativi non si adattano a una cerimonia litur­ gica (cfr. « contate le sue toni »); 2) la terminologia cultuale per le processioni è diversa; 3) la comunanza semantica con Gs 6 non fonda alcuna interpretazione liturgica, perché vi era la prassi bellica, soprattutto as· sira, di portare stendardi con simboli divini in guerra; 4) lo scopo di annunciare alla generazione futura non sembra richiamarsi a una azione cultuale diretta ali ' attualizzazione; 5) la rassegna della città corrisponde meglio alla tipica propaganda strategica dell'Antico Oriente. •

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in diaspora ... , Libro ll, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

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Salmo 49. Il Sa1 49 è considerato una meditazione sapienziale. È probabil­ mente una istruzione sinagogale, in cui un cantore - un leader di un gruppo reli­ gioso - presenta, accompagnandosi con l ' arpa, il suo miiJal (paragone, parabola, ritomel1o popolare) e la sua �ida (indovinello, enigma, discorso oscuro). Usa contenuti e forme tradizionali, ma anche nuovi della sapienza teologica, per so­ stenere la pazienza e la speranza in una situazione di dipendenza economica e po­ litica miserevole73• In alcuni punti il testo ebraico rimane oscuro, forse perché usa forme dialettali. n salmo non sembra avere particolari legami con queiJi vicini, i salmi 48 e 50. L' unico riferimento potrebbe essere I ' espressione « sulla morte » con cui ter­ mina i l Sal 48, 1 5 . Vi sono però richiami indiretti al primo salmo della collezione di Core, Sal 42/43: cfr. il tenni ne maskil in Sal 42, l , che potrebbe significare « canto sapienziale », e in Sal 49,4-5 ; il ritornello (Sa1 42,6. 12; 43,5 e 49, 1 5 .2 1 ); « Dio vivente » (Sal 42,3.9); cfr. il riscatto dell ' anima dallo Sheol (Sal 49, 1 6). Il salmo inizia con una introduzione (vv. 2-5) e prosegue con una meditazio­ ne (vv. 6- 1 2), i1 ritornello (v. 1 3), un lamento e un conforto (vv. 1 4- 1 6), una esor­ tazione (vv. 1 7-20); e si conclude ripetendo il ritornello, che esprime l 'essenza della sapienza circa il problema trattato (v. 2 1 ). Lo stile sentenziate rispecchia l ' in­ tenzione didattica del poema, che affronta un argomento di interesse generale, la morte per tutti. La sapienza, la ricchezza, gli onori non possono rompere il cerchio della morte, che si apre in un solo punto, dalla parte di Dio: una prospetti va che differenzia il salmi sta dal Qoetee4• [49,1] Soprascritta: collega il salmo con la collezione di Core. Cfr. Sal 47, t . [vv. 2-5] Presentazione del canto: questo invito introduttivo all ' ascolto non sembra avere le qualità deli ' insegnamento sapienziale di corte o delle scuole del tempio. È più vicino a una predicazione profetica, che, all ' interno del culto (cfr. Sal 78, 1 -4; Os 5, l ; 8,4; Ger 5,2 1 ), vuole comunicare a Israele e al mondo intero, a uomini di ogni condizione, plebei e nobili, ricchi e poveri, la Parola di Dio su un problema di interesse comune: la morte. [vv. 6-12] Meditazione: il v. 6 non è una domanda retorica del salmista, ma una citazione del pensiero del ricco, di cui si parla nel v. 7. 11 ricco si muove con arroganza nella vita, non temendo le conseguenze delle sue colpe: cfr. Sir 5,4: « Ho peccato e che cosa mi è successo? ». Quindi è descritto chi parla nel v. 6: un uomo che non confida in Dio, ma fonda la propria vita in se stesso e nelle proprie ricchezze. Invece di gloriarsi nel Signore si gloria nel dio denaro (v. 7). Ma non esiste alcun privilegio per il ricco davanti alla morte: nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il prezzo del riscatto (v. 8). Neppure la somma più alta può ba­ stare a rompere le barriere del la morte (vv. 9- 1 0). Questa non si arresta davanti al sapiente e allo stupido (cfr. Qo 2, 1 4- 1 5). Tutti possiamo constatare che essi sono uniti nella morte e devono lasciare tutto (v. l i ) La loro casa eterna sarà la tomba (cfr. Qo 1 2,5) secondo la concezione dell 'Antico Oriente (v. 1 2a), anche se pri ma della morte erano famosi nel mondo e il loro nome era sulla bocca di tutti (v. 1 2b). .

n Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalm.ç, p. 206. 74 Cfr. E. Zenger. Die Nacht. pp. 437-443.

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Traduzione e commento

Il Sal 49 non ha fiducia sulla continuazione del ricordo del sapiente dopo la sua morte come in Sir 39,9. [v. 13] Ritornello: anche se l 'uomo è al vertice della creazione, coronato di gloria e di onore con ai suoi piedi tutto il mondo animale (cfr. Sal 8,6-9), rimane sempre un essere passeggero e il suo splendore è di breve durata. Egli, i l re degli animali, deve morire come loro (cfr. Qo 3, 1 8-22). [vv. 14-16] Lamento e conforto: sono riassunti gli argomenti contro sapienti e ricchi con parole più forti. I sapienti come gli stolti davanti alla morte confidano solo nelle proprie forze, ma anch'essi, con i loro seguaci , sono dei ciechi. Il v. 1 5 è oscuro ed è stato variamente tradotto. S i descrive i l destino del sapiente e del ric­ co dopo la morte. Non hanno voluto seguire Dio come pastore; ora sarà la morte il loro pastore. Nella vita hanno disprezzato la giustizia, ora, al mattino del tempo futuro dopo la notte della morte, i giusti saranno esecutori della divina giustizia. Sulla terra avevano lussuose abitazioni, ora sono esclusi per sempre daJia dimora che avrebbero potuto avere presso Dio. Diversamente dai sapienti e dai ricchi, per i1 sal mista l ' ultima parola non è la morte ma Dio, il quale ha il potere sulla vita e sulla morte. Dio accoglierà con sé il povero dandogli la stessa sorte di Enoc e di Elia: la comunione con lui (cfr. Sal 1 6, l O; 73,24 ). [vv. 17-20] Esortazione: in questa strofa il salmista esorta l ' assemblea - in particolare il gruppo dei poveri - a emulare la sapienza proposta da lui nella pri­ ma parte del salmo, traendola dalle proprie tradizioni teologiche. Le ricchezze non aiutano nella morte (vv. 1 7- 1 8). Il ricco non è da invidiare anche se sembra mettersi nella stessa posizione di Dio (v. 1 9). Non brillerà per lui la luce della spe­ ranza al di là della morte (v. 20). [v. 21] Ritornello: è ripreso il ritornello del v. 1 3 con alcune importanti sfu­ mature. Nel v. 1 3 è sottolineata la fragilità e precarietà della vita umana. Qui in­ vece si evidenzia la mancanza di discernimento. La persona che mette la propria fiducia nel lusso e non nella direzione indicata dal salmo rimane, come un ani­ male, limitata nella sua comprensione del mondo e del senso della vita (cfr. Qo 3, 1 1 ; 8, 1 6- 1 7).

Abbiamo segnalato i vari aspetti de11a concatenazione fra salmi vicini in que­ sta raccolta (Sal 42-49). La giustapposizione risponde a un programma teologico della composizione. Esso inizia con il Sal 42/43, canto di nostalgia di un incontro con i l Dio di Sion, di cui non si comprende il silenzio e il non intervento in favo­ re del salmista. Il lamento si acuisce nel Sal 44 diventando una domanda ango­ sciata di tutto il popolo, che si sente respinto dal Signore. I salmi 45-48 sono una risposta a questi lamenti . Dio continua a rimanere affascinato dalla bellezza di Sion e la vuole rendere ancora madre di figli (Sal 45). Egli stesso interviene diret­ tamente e proclama la propria regalità su tutta la terra e su tutte le nazioni (Sal 46, I l ) e in Sal 47,6 ritorna sul suo trono celeste, mentre i popoli devono ricono­ scerlo come la Potenza Suprema (Sal 47, 1 0). Il Sal 48 invita, quindi, il popolo a saper leggere la storia attuale con gli occhi della fede: verrà un giorno in cui le na­ zioni nemiche, ormai domate, si uniranno a Israele per rendere omaggio al Signo­ re, che ha la sua residenza in Sion. Il Sal 49 conferma la speranza dell'anima ab-

Una comunittl in diaspora. .. ,

Libro n, Salmi dei figli di Core, Sal 42-49

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battuta del salmista espressa nel ritornello 42,6. 1 2; 43,5: « Ma Dio riscatta la mia vita (nefes) » (Sal 49, 1 6a)'s. Il salmo regale (Sal 45), i canti di Sion (Sal 46; 48) e il salmo di intronizza­ zione (Sal 47) che seguono i Sal 42-44 devono essere ascoltati alla luce dell 'e­ sperienza de li ' esilio e della diaspora. In questo nuovo contesto le antiche parole potevano avere ancora un senso, produrre speranza e confidenza. La speranza tra­ dizionale incorporata nei salmi regali, nei canti di Sion e di intronizzazione, è mo­ dificata e riorientata dal nuovo contesto letterario dell 'unità di composizione dei « salmi di Core ». Per poter sopravvivere alla crisi dell'esilio e della dispersione, Israele doveva professare che Dio continua a essere suo « rifugio e protezione » (Sal 46,2), la sua « rocca sicura » (Sal 46,8. 1 2; 48,4) e « il Gran Re su tutta la ter­ ra » (Sal 47,3). In questi ultimi tre salmi (Sal 46-48) è sviluppata una visione del­ la pace che Israele con la sua prassi vuole trasmettere agli altri popoli del mondo. Nel Sal 46 Israele confessa la propria convinzione che il Signore è la fonte della vita, mettendo fine alle guerre fino ai confini della terra (Sal 46,9- 1 0). Il salmo raggiunge il suo culmine nel discorso del Signore dove invita tutti i popoli : « Ar­ rendetevi e riconoscete che io sono Dio; eccelso fra le nazioni, eccelso sulla ter­ ra » (v. 1 1 ). D Sal 47 presenta la visione che i rappresentanti dei popoli ascoltano l ' invito e vengono a venerare il Signore « come popolo del Dio di Abramo » (v. l 0). Il Sal 48 celebra il Signore sovrano di Sion, scelto dai re e dai popoli come pastore (Sal 48, 1 5f6• Per un popolo in diaspora, la collezione dei « salmi di Core », in cui i Sal 4244 introducono i Sal 45-49, sostiene la comunità nella sua volontà di opporsi al disorientamento dell ' esilio e conferma la possibilità di un nuovo avvenire77•

1!1 Cfr. E. Zenger, Zur �daktionsgeschichtlichen Bedeutung, pp. l 82-186; M. MiDard, Die Kompoaition des Psalters, pp. 74-75. 76 Cfr. E. Zenger, Die Nacht, p. 3 14. 11 Cfr. J.C. McCann Jr., Book 1-111 and the Editorial Purpose ofthe Hebrew Psalter, in J.C. McCann Jr. (ed.), The Shape, pp. 93-105.

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UNA LITURGIA PENITENZIALE Salmi 50-5 1

Il discorso di Dio SO

'Salmo. Di Asaf.

Il Dio degli dèi, il Signore, ha parlato, ha convocato la terra dal sorgere del sole al suo tramonto. 2Da Sion, perfezione di bellezza, è apparso Dio raggiante. 3Venga, il nostro Dio, e non taccia! Davanti a lui un fuoco vorace, attorno a lui infuria la tempesta. 4Egli convoca i cieli dali ' alto e la terra per giudicare il suo popolo: 5« Radunatemi i miei fedeli, che hanno sancito il mio patto con il sacrificio ». 6E i cieli proclamano la sua giustizia, perché Dio stesso è il giudice. ·

7« Ascolta, popolo mio, perché parlerò, Israele, testimonierò contro di te, Dio, il Dio tuo, sono io. 'Non ti accuso per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti sono sempre davanti a me. �on prenderò dalla tua casa un vitello, né capri dai tuoi ovili. 10poiché mie sono tutte le fiere della selva, bestie a migliaia sui monti. • •conosco tutti gli uccelli dei monti 1, è con me il brulichio dei campi. 1 Leggono « cielo »,

«

aria )) le versioni antiche: LXX, Volgata, Peshitta.

Una liturgia penitenziale, Libro Il, Sal 50-5 1

12Se avessi fame, non lo direi a te, perché mio è l 'universo e quanto lo riempie. 13Mangio forse carne di tori, o bevo sangue di capri? 140ffri a Dio sacrifici di grazie e sciogli ali ' Altissimo i tuoi voti, "e poi invocami nel giorno del l 'angoscia: io ti darò scampo e tu mi darai gloria ». 16Ma all 'empio Dio aveva detto: « Perché reciti i miei precetti e hai sempre in bocca il mio patto? 17Ma tu hai odiato la correzione e gettato le mie parole dietro a te. 18Quando vedevi un ladro, ti compiacevi con lui2, e hai fatto lega con gli adulteri. 19Hai sfrenato la bocca al male e la tua lingua ordisce inganni. »fi siedi, parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre. 21Questo hai fatto e io ho taciuto. Pensavi che io fossi come te? Ti accuserò e te lo rinfaccerò » . 220ra capite questo, voi che dimenticate Dio, che io non vi sbrani e nessuno vi liberi. 23Chi mi offre un sacrificio di grazie, questi mi onora, a chi sta attento alla mia via3 farò godere la salvezza del Signore. Risposta della comunità 51

'Al maestro di coro. Salmo di Davide, 2quando, dopo essere andato con Betsabea, andò da lui il profeta Natan.

3Pietà di me, o Dio, per il tuo amore, per la tua grande misericordia cancella il mio delitto. 2 La LXX

e la Volgata leggono: « correvi con lui ».

3 Altri traducono: « Chi corregge la sua condotta »; oppure « chi è di condotta integra».

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Traduz;one e commento

4Lavami del tutto dalla mia colpa, e purificami dal mio peccato4; 5perché io riconosco i miei delitti e il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6Contro te, e te solo, ho peccato, quanto è male ai tuoi occhi ho commesso; così appari giusto nella tua sentenza, irreprensibile nel tuo giudizio. 'Ecco, colpevole sono nato e peccatore mi ha concepito mia madre. 8Ecco, tu gradisci la sincerità nel profondo, e nell ' intimo5 mi fai conoscere la sapienza. 9Aspergimi con issopo e sarò puro, lavami e sarò più bianco della neve. 10f'ammi udire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. 11Nascondi il tuo volto dinanzi ai miei peccati e cancella ogni mia colpa. 12Crea in me, o Dio, un cuore puro, e rinnovami dentro con spirito saldo. 13Non scacciarmi dal tuo cospetto e non toglienni il tuo santo spirito. 14Fa' ritornare in me la gioia della tua salvezza dammi sostegno con uno spirito generoso. 15lnsegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 4 D salmista usa tre tennini per indicare il peccato : « delitto » ('dw6n), una deviazione dalla giusta stra­ da, lo stato di distorsione, che vizia tutta la condotta; « colpa » (pela '), una disobbedienza volontaria, una ri­ bell ione , una rottura; « peccato » (IJaUii ' t), che indica sbagliare il bersaglio ». Tuttavia neli' uso concreto di questi tre termini non sembra esserci una grande differenza di senso. ' La nostta traduzione delle due espressioni bauuiJOt e b�siitùm con « nel profondo » e « nell' intimo » è molto incerta. Secondo G. Borgonovo (Per una discussione di Sal 51,8, in La Scuola Cattolica 1 16 [ 1988] 568-608), i due termini tuhot e sarum non si riferirebbero alla dimensione interiore dell' uomo o a qualche suo organo sensitivo (reni, cuore, mente ... ), ma �u�6t sarebbe la trascrizione ebraica dell'egizio d�wt, il Dio Thot h, l'onnisciente, che fu in epoca greca identificato con Hermes Trismegistos, mentre siitiim sarebbe invece la sapienza occulta, con una probabile all us i one al mondo magico-mantico cananai­ co; di conseguenza Thoth in Sal 5 1 ,8 viene interpretato come eponimo di « magia » e la traduzione del ver­ setto sarebbe: « Ecco, preferisci verità a magia e più dell'occultismo, insegnami la sapienza! ». Questa � trebbe essere una via ragionevole per capire il senso di {ulfOt e di sdtiim, ma il risultato non sembra adattar­ si bene al contesto del Sal 5 1 e l 'autore è costretto a leggere un beth comparativo in ba!{u�lJt e b�siitum. Cfr. M.E. Tate. Psalms 51-100, p. 6 e R. Maynet (Analyse rhétorique du Psaume 51. Hommage critique à Mar(· Girard, in RivB 45 [ 1 997] 187-226); quest'ultimo traduce i due termini « reni » e « intimo » (cfr. p. 1 93). «

Una liturgia penitenziale, Libro D, Sal 50-51

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16Liberami dal sangue6, o Dio,

Dio della mia salvezza, e la mia lingua acclamerà la tua giustizia. 1 7Mio Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode. 18Poiché non gradisci un sacrificio e se ti offro un olocausto, non lo vuoi. 19Sacrifici per Dio sono uno spirito contrito. Un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 2°Con il tuo favore benefica Sion, riedifica le mura di Gerusalemme. 21 Allora gradirai i sacrifici legittimi, l ' olocausto e l ' intera ablazione; allora sul tuo altare si offriranno giovenchi. I due salmi fanno parte della collezione elohista (Sal 42-83)': il primo è . di Asaf, il secondo di Davide. Originariamente indipendenti , sembra siano stati uni­ ti per la loro parentela tematica e per il loro uso combinato nel la liturgia. Numerosi richiami verbali tra i due salmi fanno pensare che uno dei due, o am­ bedue, siano stati rielaborati a questo scopo: giustizia, �edeq (Sal 50,6; 5 1 ,6. 1 6); « sempre davanti a me » (Sal 50,8; 5 1 ,5); « ascoltare » (Sal 50,7; 5 1 , 1 O); « parla­ re » (Sal 50,7 .20; 5 1 ,6 ); « giudicare » (Sal 50,6; 5 1 ,6); « mandare via », siilak (Sal 50, 1 7 ; 5 1 , 1 3); « liberare » (Sal 50,22; 5 1 , 1 6); « sacrifici », « olocausti » (Sal 50,8; 5 1 , 1 8); la « salvezza » di Dio (Sal 50,23 ; 5 1 , 14. 1 6)8• Quello che il Signore ordina nel Sal 50, viene eseguito dali 'orante nella rielaborazione redazionale del Sal 5 1 9; in Sal 50 vi è l ' accusa da parte di Dio, in Sal 5 1 seguono la confessione e suppli­ ca da parte dell 'uomo111•

Salmo 50. Questo salmo è un sennone liturgico, composto sul modello di un discorso in un procedimento giudiziale particolare chiamato in Israele rfb: una li6 Letteralmente: « Liberami dai sangui ». Altre traduzioni: « Dispensami dal sangue dei sacrifici ,.; Fa' che il mio sangue non sia versato »; « Purificami da1 sangue che ho versato ». Davide è insultato da Simei come « uomo di sangue » in 2Sam 16,7 .9. Questa collezione è caratterizzata dalla sostituzione sistematica del tetragramma sacro JHWH con il più generico 'elohim, « Dio >>. • Cfr. L. Alonso Schtikel - C. Camiti, l Salmi, I, pp. 801 -835. Essi considerano i due salmi 50 e 51 co­ me le due parti dell 'atto religioso, chiamato « disputa giudiziaria (nh) tra Dio e il suo popolo )>, celebrato in una liturgia penitenziale. Per M. Millard (Die Komposition des Psalters, p. 1 16) i due salmi sono gemelli. 9 Cfr. J. Vermeylen, Une prière pour le renouveau de Jérusalem. u Psaume 51, in ErL 68 ( 1 992) 277-279. 1° Cfr. B. Mario, Lo Spirito creatore nel salmo • Miserere » (Sal 51), in PSV 4 ( 1 98 1 ) 6-26. •

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Traduzione e commento

te giuridica, una querela con testimoni. Essa si svolgeva in tre atti : accusa della parte lesa, risposta dell ' accusato, riconciliazione delle parti in causa. I discorsi profetici terminavano con l ' annuncio della punizione divina, questo invece ter­ mina con l 'ammonimento e l ' istruzione (vv. 22-23). Se il di scorso è ascoltato, Dio salverà invece di punire. Poteva far parte del rituale del santuario, quando era necessario rompere il silenzio di Dio davanti alla falsificazione del culto e al ri­ getto della retta via. Sembra che il salmo intenda riorientare la comunità giudai­ ca dopo la distruzione delle istituzioni durante l 'esilio, sulla base delle antiche tradizioni. Il Sal 50 è il primo salmo di Asaf e l 'unico a essere separato dalla con­ centrazione principale del gruppo nei S al 73-831 1 · una raccolta che risente del­ ' l ' influsso della tradizione teologica a cui appartengono Osea, Geremia e il Deu­ teronomio12. Con la sua teofania esso serve anche come introduzione al secondo salterio davi dico (Sal 5 1 -72). Il Sal 50 non ha collegamenti con il Sal 49; ne ha molti invece, come abbia­ mo visto, con il Sal 5 1 . Dopo una introduzione, in cui il Signore convoca il po­ polo de li ' alleanza alla sua presenza, con i l linguaggio descrittivo della teofania (vv. 1 -6), seguono due sezioni principali: la prima parte del discorso del Signore (vv. 7- 1 5) e la seconda parte del discorso (vv. 1 6-23). I si mboli nel salmo sono ab­ bastanza sobri. I termini giuridici usati sono quelli tipici del genere letterario. [SO,l a] Soprascritta: Asaf era un capo cantore di Davide ( 1 Cr 1 6,5), i cui di­ scendenti erano incorporati fra il personale del secondo tempio (Esd 2,4 1 ; 3, 1 0: 2Cr 35, 1 5). [vv. l b-6] Introduzione: il salmo inizia con una manifestazione del Signore, che raduna la corte e convoca il popolo del l 'alleanza a una lite giuridica. Egli è già apparso e ha parlato e, ora, mentre il salmo viene proclamato, organizza il proce­ dimento giudiziario (vv. 1 -2). Dio è invitato a rompere il suo silenzio e a mostrarsi in Sion, sua splendida residenza, come si era mostrato sul Sinai , attorniato dal fuo­ co divorante e dalla tempesta (v. 3). Nell 'Antico Vicino Oriente si invocava una li­ sta di dèi . Qui sono convocati il cielo e la terra per i l procedi mento contro il popo­ lo (v. 4). Dio cita « i suoi fedeli », che celebreranno fra poco la liturgia in cui si im­ pegneranno a seguire la legge di Mosè (cfr. Ne ·1 0, 1 .29-30). Prima della cerimonia però devono sottostare al rituale del divino scrutinio preparatorio (v. 5). I testimo­ ni cosmici, il cielo e la terra, annunciano in anticipo l ' innocenza del Signore (v. 6 ). [vv. 7-15] Prima parte del discorso del Signore: incomincia con un invito al· l 'ascolto e con una autopresentazione. Le ripetizioni sembrano indicare, nella for­ ma, un influsso dello stile della sapienza (cfr. Gb 32, 1 7-22) e, nel contenuto, un ri­ chiamo ai discorsi di rivelazione (cfr. Es 20,2; Is 5 1 , 1 5- 1 6) riguardanti, in questo caso, il senso e lo scopo dei sacrifici. È importante che il popolo abbia le idee chia­ re prima che il sacrificio attuale sia offerto. Innanzi tutto una confutazione: chi ha bisogno di sacrifici non è Dio, ma il popolo stesso (vv. 8-9). Poi una asserzione: chi pensa di trasferire qualcosa in proprio possesso nelle mani di Dio, nega che 11

l salmi di Asaf � e 73-83 incorniciano i « salmi di Davide » S 1 -72. Cfr. H.P. Nasuti, Tradition History and the P.wlm.'t o.f A.Jtaph. pp. 59-63. Nel Sal 50 si possono no­ tare influssi deuteronomistici nel v. 7 (cfr. Dt 6,4) e nei vv. 1 6-20 (cfr. Dt 5.6-2 1). 12

Una liturgia penitenziale, Libro D, Sal

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egli crei e possieda tutte le cose (vv. t O-l t ). Un caso ipotetico (v. 1 2) e una do­ manda retorica (v. 1 3) riflettono le discussioni nella comunità postesilica: se Dio fosse affamato del cibo dell ' uomo, si negherebbe la sua sovranità. Segue una istru­ zione positiva sulla tora con tre imperativi diretti a un individuo e due promesse (vv. 1 4- 1 5). Il contesto critica una mentalità sacrificate, non il sacrificio in se stes­ so. È proposto i l sacriticio di rendimento di grazie come atto di culto gradito a Dio, perché presenta il giusto senso del sacrificio e allo stesso tempo corrisponde alla realtà di Dio onnipotente e creatore di tutte le cose. In questi versetti sembra ci sia anche un indizio di una crescente tendenza nel postesilio ad accompagnare il cul­ to pubblico con quello privato, dominato dal clima di ringraziamento n. [vv. 16-23] Seconda parte del discorso del Signore: il discorso divino ora ha un orientamento più sapienziale che profetico. Invece di condannare, vuole edu· care e persuadere, affinché si orienti la vita secondo la tora. È un severo richiamo alla comunità, considerata come un individuo, a guardarsi dal pericolo dell ' ipo­ crisia. Durante la giornata, in una cerimonia la comunità avrebbe recitato gli sta­ tuti e dichiarato di mantenere il patto (v. 1 6). Era allora importante che parole e vi­ ta corrispondessero (v. 1 7). L' accusa è di aver trasgredito i comandamenti divini di non rubare, di non commettere adulterio, di non dare falsa testimonianza (v v. 1 8-20): una lista indicativa, non esaustiva. Queste trasgressioni però avevano rot­ to i l patto in punti vitali per l ' esistenza della comunità. Il silenzio di Dio non è sta· to compreso come un segno della sua pazienza. Egli è stato concepito a immagi­ ne del l ' uomo (v. 21 ab). Alla comunità si rinfaccia il male, perché esso sia eli mi· nato prima di rinnovare l ' alleanza (v. 2 1 c) La conclusione del procedimento giudiziale non è la punizione degli accusati per aver dimenticato Dio, non avendo messo in pratica le sue parole, ma un severo ammonimento (v. 23) e un insegna.:. mento finale, che riassume le due parti del discorso divino: il vero senso del sa­ crificio è il « ringraziamento », e la recitazione della legge non può essere disgiun­ ta dalla sua attuazione nella vita (v. 23a). In cambio di ciò, Dio promette il godi­ mento della salvezza (v. 23b). .

Salmo 51. Questo è uno dei sette salmi considerati dalla tradizione cristiana come penitenziali (Sal 6; 32; 38; 5 1 ; l 02; 1 30; 143). È una supplica individuale con qualche variazione: al posto del lamento e dell 'esposizione della propria si­ tuazione si ha la confessione dei peccati. Poiché il contenuto della preghiera è l ' invocazione del perdono e di una nuova creazione, il salmo è, più precisamen­ te, una confessione individuale di peccato e una preghiera per il perdono. Esso probabilmente era recitato da un individuo in una liturgia per essere riammesso nella comunità dopo aver peccato contro l ' alleanza. Il contesto, o ambiente nar­ rativo a illustrazione del salmo, che probabilmente era in mente al salmista, è la vicenda di Davide con Betsabea (cfr. Sal 5 1 ,4 e 2Sam 1 2, 1 3 ). L'elemento deter­ mi nante in questa storia non è il carattere di Davide, ma quello di Dio: il suo amore fedele (�esed)14• In particolare, nel racconto si nota l 'assenza dei nemici

13 Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalms, p. 209. 14 Cfr. J.C. McCann Jr.• A Theological lntroduction, pp. 101-108.

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Traduzione e commento

come nel Sal 501S. Con il Sal 5 1 inizia la seconda collezione dei salmi di Davide (Sal 5 1 -72). Dopo la soptascritta (vv. 1 -2), il salmo si apre con una invocazione e una pre­ ghiera ( vv. 3-4), prosegue con una confessione del peccato (v v. 5-8); una petizi one per il perdono e per ii rinnovamento (vv. 9- 1 4) e termina con un voto (vv. 1 5- 1 9) e un' aggiunta liturgica (vv. 20-2 1 ). Una struttura più profonda del salmo è segnata da tre percorsi. I due primi si ripetono come le onde del mare: perdono-confessio­ ne-gioia (vv. 4- 1 0; 1 1 - 1 5): il perdono offerto fa nascere la confessione di peccato in un clima di gioia. n terzo percorso: liberazione-testimonianza-contrizione (vv. 16-1 9): il peccatore perdonato è il più riconoscente al Signore ne li ' assemblea. Il tono della supplica è dato dali ' appello ali ' amore e alla misericordia di Dio, che è prolungato dalla serie di imperativi o di forme equivalenti rivolti a lui. [51,1-2] Soprascritta: è doppia come nel salmo seguente e in Sal 3; 7; 1 8; 54; 56; 57; 59; 60; 63; 142. La parte più antica è forse quella musicale-liturgica. Il sal­ mo è situato nella vita di Davide, dopo aver peccato con Betsabea (cfr. 2Sam 1 11 2). I redattori rendono esplicito quanto sembra apparire da tutto il salmo: l ' auto­ re ha in mente la figura di Davide e di coloro che l ' hanno seguito. [vv. 3-4] Introduzione: invocazione e preghiera iniziale. Dio non viene in­ vocato con il suo nome JHWH, probabilmente, dalla posteriore redazione elohista del Salterio. Il primo grido è rivolto a lui, l ' unico in grado di salvare il salmi sta, che si appella al carattere di Dio con le parole di autorivelazione di Es 34,6: « mi­ sericordioso » (ra�um), « pietoso » (�annun) e « bontà » (�esed). D peccato è cosl radicato nel cuore dell ' uomo da non permettergli di avere un rapporto giusto con Dio (cfr. Is 1 , 1 6- 1 7a; Ger 2,22). Allora il Signore stesso deve intervenire con una triplice azione:· cancellando, lavando a fondo, purificando il delitto ( 'awon), la colpa (pesa ') e il peccato (IJa[[d't) come aveva promesso il profeta Ezechiele (Ez 36,25). Il nuovo intervento rigeneratore inizierà nel seno materno (ral]limim) di Dio (v. 3b). [vv. S-8] Confessione del peccato: contrariamente ad alcuni racconti di pen­ timento (cfr. 2Sam 1 2, 1 3) la confessione non precede l ' invocazione, sottolinean­ do così l ' iniziativa di Dio. Si incomincia con un « perché » (kl), con il quale si esprime il motivo per cui il salmi sta ha bisogno di grazia e di misericordia rico­ noscendo la propria colpa (v. Sa): il suo peccato è una forza sempre presente che continua a influenzare la sua vita (v. 5b). Il movimento si intensifica nel v. 6, in cui l ' orante non parla più come a se stesso, ma confessa la propria colpa diretta­ mente a Dio. In Israele anche i peccati contro le altre persone erano creduti pec.. cati contro Dio, in quanto sconvolgono il suo ordine (cfr. 2Sam 1 2,9- 1 3). È una confessione che discolpa Dio (v. 6b). Nei vv. 7-8 essa si estende a tutta la vita pas­ sata dell'arante, segnata fin dalle sue origini dal peccato (cfr. Gn 8,2 1 ; Gb 1 4,4). L' orante non confessa il peccato della madre, ma la radicalità della propria situa15 Cfr. P.D. Miller, lnterpreting the Psalms, pp. 53-54. Secondo E. Wurthwein (Bemerkungen ZM Psalm 51, in K. Seybold - E. Zenger, Neue Wege, pp. 381 -388) il Sal 51 è una supplica di un malato che chiede a Dio di togliere la causa della sua malattia, il peccato; inoltre gli evidenti richiami al peccato di Da­ vide sarebbero delle glosse posteriori.

Una

liturgia penitenziale, Libro D, Sal 50-5 1

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zione d i peccatore: non c ' è alcun momento dell a sua vita i n cui egli non abbia avuto bisogno della grazia di Dio (v. 7b)16• Già questa confessione è sapienza e un segno che Dio lavora nel segreto di un cuore sincero: chi riconosce il proprio pec­ cato (v. 5) può giungere a conoscere la sapienza divina. È una conoscenza reali­ stica di sé, una sapienza non raggiungibile dalle sole forze umane (v. 8)17• [vv. 9-14] Petizione per il perdono e per il rinnovamento: si riprende la pre­ ghiera dei vv. 3-4 con vocabolario e immagini quasi uguali. Dalla confessione del proprio peccato in vv. 5-6 si passa ora alla richiesta di perdono nei vv. 9- 1 1 . Il ri­ conoscimento della radicalità della propria situazione di peccatore porta alla ri­ chiesta di un rinnovamento totale nei vv. 1 2- 1 4. Il contesto liturgico è richiamato dal rito di aspersione, servendosi della pianta cultuale, l ' issopo (cfr. Es 1 2,22; Lv 14,4-6). Invece di chiedere vita, salute e forza, si chiedono i doni spirituali, pro­ messi in Ger 3 1 ,33-34, in Ez 36,26-27 e in Gl 3 , 1 -2: un cuore puro e uno spirito fenno, santo e generoso. Se Dio allontana il peccato (v. I l ), è possibile stare vici­ ni a lui, alla sua presenza (v. 1 3a), l ' unica fonte della felicità dell' uomo (vv. 1 0. 1 4). [vv. 15-19] Voto: segue un momento tipico dei salmi di supplica: il voto. Invece di raccontare le opere del Signore ai fedeli riuniti per il ringraziamento, l 'orante promette di rivolgersi a coloro che devono ancora convertirsi: i ribelli e peccatori. Il riconciliato porta un messaggio di riconciliazione (v. 1 5). Il voto vie­ ne interrotto da una richiesta in v. 1 6a, che potrebbe significare: « Liberami dalla condanna a morte meritata », oppure più probabilmente: « preservami da una col­ pa mortale », cioè dal commettere contro la legge azioni che potrebbero essere pu­ nite con la morte, perché non ci sono sacrifici adeguati per espiarle (cfr. v. 1 8)18• Per essere un testimone credibile tra i ribelli e i peccatori , egli stesso deve essere preservato dallo spargere il sangue dei fratelli. Nei vv. 1 6b- 1 7 l 'esperienza del perdono continua a far sentire i propri effetti: il rinnovamento del cuore e dello spirito ora si estende alla lingua, alle labbra e alla bocca. Normalmente l'azione di grazie era accompagnata da un sacrificio. Il salmista nei vv. 1 8- 1 9 prende sul serio l ' invito dei profeti (cfr. Os 6,6; Is 1 , 1 1 - 1 7 ; 1 Sam 15,22) a preferire atteggia­ menti interni di lealtà e di misericordia e di obbedienza ai sacrifici esterni. L' occa­ sione poteva essere l ' attuale distruzione del tempio e l ' impossibilità di fare sacri­ fici (cfr. vv. 20-2 1 ). Ma nel nostro salmo potrebbe trattarsi anche del caso di un peccato che non può essere espiato con sacrifici, come l ' adulterio e l ' omicidio. Forse l ' autore ha in mente lo stato non sacrificate di Davide, a] qua]e è concesso il perdono non con sacrifici, ma so]o sulla base della confessione con cuore con­ trito (cfr. 2Sam 1 2, 1 3). [vv. 20-21] Aggiunta liturgica: forse questi due versetti sono opera di un re­ dattore che ha inserito questo salmo ne11a liturgia penitenziale della comunità 16

Cfr. G. Ravasi, « Il nato di donna... Essere nauseante e inquinato ». La radicalitd �ccatrice tkl­ l 'uomo negli scritti sapienziali ebraici, in La Scuola Cattolica 1 17 (1 989) 603-620: non si tratta di una semplice attenuante avanzata dal peccatore per ottenere comprensione, ma è qualcosa di più alto e di più teologico. Abbiamo in questo testo la base teologica per la riflessione paolina della Lettera ai Romani (cfr. pp. 6 1 0-6 1 1 ). 17 Cfr. L. Manicardi, « Non privanni dello spirito della tua santità » (Sa/51), in PSV 38 ( 1998) 83- 102. •• Cfr. D. Garrone, Il Miserere. Salmo 51, p. 74.

218

Traduzione e commento

postesilica. Essi esprimono la speranza di un futuro in un nuovo tempio in cui i sacrifici, offerti completamente al Signore, saranno accompagnati dal dono sin­ cero di tutta la propria persona. Essi saranno la risposta giusta e appropriata agli interventi di Dio. Nel corpo del salmo l 'attesa profetica del futuro è trasferita al­ l ' individuo: non basta più migliorare gli atteggiamenti dell 'uomo, perché la sua situazione è radicalmente compromessa; è necessaria una nuova creazione19• Negli ultimi due versetti questo nuovo futuro si allarga alla comunità intera. Gli abitanti ideali della Gerusalemme sono coloro che hanno ascoltato l ' invito alla conversione fatto da Dio (Sal 50) e sono diventati nuove creature mediante il per­ dono dei peccati 20• D Sal 5 1 è posto intenzionalmente dopo il Sal 50 e costituisce la risposta del­ la comunità di Sion al discorso del Signore del Sal 50. Negli errori di Davide (cfr. Sal 5 1 , 1 -2) essa confessa le proprie colpe, chiede perdono al Dio di Sion, sole raggiante di giustizia (Sal 50, 1 -2), salvatore e creatore, che non disprezza i cuori contriti e umiliati (Sal 5 1 , 1 9) e si compiace di chi lo onora con sacrifici di rendi­ mento di grazie (Sal 50,23): un atteggiamento interiore che dovrà animare anche la ripresa dei sacri ti ci cruenti nel tempio ricostruito21• A sua volta il Sal 50 di Asaf pone il salterio di Davide (Sal 5 1 -72) ne li ' orizzonte della composizione di Asaf (Sal 73-83), la quale a causa della distruzione del tempio di Gerusalemme si con­ fronta esplicitamente con la crisi della teologia del tempio. I salmi di Davide, in­ fatti, vengono a trovarsi tra due inviti fatti a Dio a rompere il silenzio con una ve­ nuta preceduta dal fuoco e accompagnata dal l ' uragano (Sal 50,3; 83,2. 1 5- 1 6). In questo contesto la critica al sacrificio presente nei due salmi 50 e 51 acquista una nuova luce. E anche il tema della ricostruzione di Gerusalemme per opera del Signore viene rafforzato tenendo presente questo contesto più largo22•

•• Cfr. M.E. Tate, Psalms 51- 100, pp. 26-27; W.H. Schmidt. lndividuelle Eschatologie im Gebet. Psalm 51, in K. Seybold - E. Zenger (edd.). Neue Wege, pp. 345-360. Chi intende storicamente il tema della ricostruzione delle mura di Gerusalemme pone il salmo pri­ ma del 450 a.C., quando furono ricostruite le mura sono Neemia. Chi invece qui vede una preghiera per la costruzione escatologica della città di Dio pone il salmo in un tempo posteri ore : cfr. E. Zenger, Di� Nac:ht, p. 405. 21 Cfr. E. Zenger, Die Nacht, p. 414. 22 Cfr. E. Zenger, Der Psalter als Buch, in E. Zenger (ed.), Der Psalter, pp. 1 3-14. 20

'

NELLA CITTA DEL CAOS IL SIGNORE È LUOGO DI RIFUGIO Salmi 52-55

ln vettiva contro i responsabili della miseria degli oppressi

52 1Al maestro del coro. Maskil. Di Davide. 2Quando Doeg l 'edomita venne ad annunziare a Saul: « Davide è entrato nella casa di Achimelek ».

3Perché ti vanti del male, o prepotente? La bontà di Dio dura tutto il giorno! 1 4La tua lingua complotta sciagure come un rasoio affilato, o artefice di inganni. 5Hai preferito il male al bene, la menzogna al dire la verità. 6Hai amato ogni parola distruttiva, o lingua perfida. 'Dio stesso ti distruggerà per sempre, ti strapperà, ti spianterà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei vi venti. 8Allora i giusti vedranno e temeranno; rideranno di lui: 9« Ecco il prode che non ha posto in Dio il suo rifugio, ma ha confidato nella propria grande ricchezza, forte delle sue rapine ». "lo invece, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, mi affido alla bontà di Dio per sempre e in eterno. 11Ti renderò grazie sempre, perché tu hai agito; ' n TM pennette due interpretazion i: « Pere� ti vanti del male, o prepotente. quando la bontà del Si­ gnore è su di me per sempre?». Oppure: « Perché ti vanti del male. o prepotente, dicendo che la bontà del Signore è su di te per sempre?». Altri correggono in vario modo il testo.

220

Traduzione e commento · ·

proclamerò2 quanto è b uono il tuo nome

di fronte ai tuoi fedeli. Fallimento deU 'atlllcco dei nemici: gente senza Dio 53

'Al maestro del coro. Su « Macalat ». Maskil. Di Davide. 2Lo stolto dice in cuor suo: « Dio non c'è ».

Sono corrotti, compiono misfatti abominevoli; non c'è chi agisca bene. 3Dio guarda giù dal cielo verso i figli deli ' uomo, per vedere se c'è un saggio, uno che cerchi Dio. 4Hanno tutti fuorviato, sono tutti ugualmente perversi; non c'è ciii faccia il bene, neppure uno. �Non se ne accorgono i malfattori? Quelli che divorano il mio popolo come mangiassero pane, e non invocano Dio. 6Ecco là, tremano di paura e non c'è nulla da temere, perché Dio disperde le ossa di chi ti assedia3: li hai svergognati4, perché Dio li ha respinti . 'Venga da Sion la salvezza5 di Israele ! Quando Dio muterà le sorti del suo popolo6, esulterà Giacobbe, gioirà Israele. Una comunità in lotta per la propria identità 54 1Al

maestro del coro. Su strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2Quando gli Zifei andarono a dire a Saul: « Ecco, Davide è nascosto fra noi ».

z Altra traduzione possibile: « io spero ». , Altri traducono: « dei senza Dio ». " Altta traduzione possibile: « furono svergognati ». ' Nel TM al plurale. 6 Altra traduzione: « Quando Dio farà ritornare i prigionieri del suo popolo ».

Nella cinà del caos. . . , Libro II, Quattro salmi Maskil, Sal 52-55

22 1

30 Dio, per il tuo nome salvami e per la tua potenza rendimi giustizia. 40 Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l 'orecchio alle parole della mia bocca.

:

$perché stranieri sono insorti contro di me e violenti hanno attentato alla mia vita; davanti a sé non hanno posto Dio.

· · ·.·��

6Ecco, Dio è il mio aiuto, il mio Signore sostiene la mia vita7• 7Ricada il male sui miei avversari. Per la tua fedeltà riducili al silenzio. 8Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, o Signore, perché è buono: 9mi ha liberato da ogni pericolo e il mio occhio ha guardato dali' alto• i miei nemici. Dio non rimane indifferente alle sofferenze dei suoifedeli SS

1Al maestro del coro. Su strumenti a corda. Maskil. Di Davide.

2Porgi orecchio, o Dio, alla mia preghiera, non ti nascondere dinanzi alla mia supplica. 'Fa' attenzione a me e rispondimi. Mi agito nel mio lamento e sono turbato 4per le minacce del nemico, per l 'oppressione dell' empio; perché mi rovesciano addosso iniquità e mi attaccano con furia. sn cuore mi spasima dentro e terrori mortali piombano su di me. 6rfimore e tremore mi invadono, e mi copre lo sgomento. 'E dico: Oh, avessi ali di colomba! Vorrei volare e posarmi ! 1 Hinneh può avere qui anche il senso di « fa' attenzione » e lf davanti a soTTfki potrebbe essere con­ siderato come enfatico: « Guarda, o Dio, nùo aiuto; tu, o Signore, il sostegno della nùa vita», cfr. M.E. T� Psalms 51- 100, pp. 44-45. Cfr. Sal l l 2,8; 1 1 8,7. 11

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Traduzione e commento

BEcco, fuggirei lontano, troverei dimora nel deserto! �i affretterei verso un riparo, lontano dal vento impetuoso, dali 'uragano. 10Sconvolgili9, mio Signore ! Dividi le loro lingue, perché nella città ho visto Violenza e Discordia: ••fanno la ronda giorno e notte sopra le sue mura; e al suo interno Crimine e Vessazione; 12Sciagura nel suo interno, non si allontanano dalla sua piazza Sopruso e Inganno. 1 3Perché non è stato un nemico a insultarmi: questo l 'avrei sopportato; né si è levato contro di me chi mi odiava, allora mi sarei nascosto ! 14Ma sei tu, un uomo come me10, mio amico e confidente: 15ci scambiavamo dolci confidenze, camminavamo in compagnia 1 1 verso la casa di Dio. ·

usLi sorprenda la morte, scendano vi vi agli inferi, perché Malvagità è di casa fra loro. 17Quanto a me, io invoco Dio, e il Signore mi salverà. IBLa sera, la mattina, a mezzogiorno, mi lamento e gemo. Ed egli ha ascoltato la mia voce. 1�i ha messo in sal vo nella pace dalla battaglia, perché erano in molti attorno a me12• 20Dio ascolti e li umilii, lui che dalle origini siede in trono!

9 Altra traduzione possibile: « (dall' uragano), che divora ».

10 Altri traducono: « del mio rango »: cfr. E. Jenni, Pleonastische AusdriickefUr Vergleichbarkeit (Ps 55,14; 58,5), in K. Seybold - E. Zenger (edd.), Neue Wege, pp. 20 1 -206. 11 Altra traduzione possibile: « tra la folla festante >>. 12 Alcuni traducono 'immiidf « contro di me »: cfr. J.S. Kselman - M.L. B31Té, Psalm 55: Problenu and Proposals, in CBQ 60 ( 1998) 442. Questo senso ostile, tuttavia. è estremamente raro nella Bibbia (cfr. Gb 10,17).

Nella città del caos . , Libro n, Quattro salmi Maskil, Sal 52-55 ..

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Per essi 13 non ci sono correzioni né temono Dio. 21Quest'uomo ha steso la mano contro i suoi amici, ha profanato il patto. 22Più soave del burro ha la bocca, ma la battaglia nel cuore; più blande dell' olio le sue parole, ma sono pugnali. 23Getta sul Signore il tuo peso'4 ed egli ti sosterrà; mai permetterà che il giusto vacilli. 24Ma tu, o Dio, li farai scendere nella fossa profonda 1\ questi uomini sanguinari e traditori; essi non vivranno la metà dei loro giorni. Io invece confido in te. Certamente il redattore che ha inserito il termine maskll nelle soprascritte di questi quattro salmi intendeva riunirli, perché servissero per un medesimo scopo. I numerosi coll�gamenti fra salmi vicini, che saranno notati nel corso de li ' espo­ sizione, confermano questa impressione. I Sal 52 e 54, secondo le soprascritte, sono ambientati nel tempo delle persecuzioni contro Davide; il Sal 53 riflette pro­ prio questa situazione attraverso l ' inserzione degli assedianti (53,6). Il Sal 52 è collegato con gli altri salmi fino al Sal 55 mediante l 'elemento della soprascritta lamna��ea� « al maestro del coro » 16• Salmo 52. Il Sal 52 sembra una supplica individuale trasformata in un « di­ scorso polemico », il cui linguaggio richiama quello dei discorsi profeti ci di giu­ dizio per un individuo: accusa e annuncio di giudizio. Sembra una invettiva con­ tro i responsabili della miseria degli oppressi. Il salmo ha una tendenza didattico­ parenetica: vuole difendere la comunità dalla cri si attaccando il tipo del l ' uomo senza Dio17• Il contesto letterario illustrativo potrebbe essere quello richiamato nel la soprascritta: la fuga di Davide da Saul e il massacro dei sacerdoti di Nob ( ISam 2 1 , 1 -8; 22,6- 1 9). •� Liim/J in alcuni contesti potrebbe significare « per l ui ». Allora il soggetto sarebbe Dio: « Lui che non cambia)). Cfr. M.E. Tate. Psalm.f 51-100. p. 54. 1" Altra traduzione: « il tuo affanno ». 1� La LXX traduce: « fossa della corruzione )). Cfr. M. Millard. Die Kompo.fition de:r P.falters. pp. 1 1 6-1 17; K. Seybold, Die P.r;almen, p. 222. Cfr E.S. Gerstenberger. P:ralms. pp. 2 1 7-2 1 8. 't; 11

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'lraduzioM e commento

Ci sono solo alcuni collegamenti significativi con il Sal 5 1 . È ripreso il tema della « bontà » (IJ,esed) di Dio (Sal 5 1 ,3; 52,3. 1 0); il contrasto tra il riconoscere il « male » (Sal 5 1 ,6) e il vantarsi del « male » (Sal 52,3); quando il Signore avrà fat­ to del « bene » a Sion (Sal 5 1 ,20), il salmi sta potrà proclamare che il suo nome è « buono » davanti ali ' assemblea dei fedeli (Sal 52, I l b). Per la sua tendenza sa­ pienziale-parenetica può essere avvicinato ai salmi 49 e 73, che hanno in comune alcune domande: Qual è la forza che sostiene la vita? È il potere de1la menzogna e dei ricchi, o l ' amore fedele di Dio? Com'è possibile che la vita continui? Il salmo è costituito da una denuncia contro l ' empio (vv. 3-7), da un annun­ cio di gioia (vv. 8-9) e da un' affermazione di confidenza (vv. 1 0) e, infine, da un voto (v. 1 1 ). Due sono i personaggi centrali : l ' empio, descritto con suoi amori , pensieri , parole e azioni, con i suoi punti d' appoggio; il giusto, che coincide con l ' orante abbandonato alla bontà di Dio come un olivo verdeggiante piantato in un terreno fecondo, il tempio. [52,1-2] Soprascritta: è composta da indicazioni musicali (v. 1 ). Il termine ma.ikll probabilmente indica un canto composto con arte . Esso appare 1 3 volte nelle soprascritte. In particolare compare ancora nei Sal 53; 54; 55, collegando re­ dazionalmente questi quattro salmi di Davide fra loro. La nota storica si riferisce al capo dei servi di Saul (cfr. l Sam 2 1 ,8). Il testo però si può capire meglio se ri­ ferito direttamente a Saul. [vv. 3-7] Denuncia contro l 'empio: il corpo del salmo (vv. 3- 1 1 ) non rientra né nello schema della supplica né in quello del rendimento di grazie. Il testo fa pensare a una invettiva fatta da persona a persona durante un processo (cfr. 2Cr 1 9,8- 1 1 ). Questa invettiva personale nel nostro salmo è trasformata in un attacco contro l ' uomo empio e oppressore in genere. Nei vv. 3-6 è formulata l 'accusa: con una domanda retorica l ' autogloriticazione de li ' empio è confrontata con la continua bontà di Dio. È il Signore che governa il mondo: il progetto di chi vuo­ le distruggere i suoi fedeli fallirà (v. 3). Segue nei vv. 4-6 la denuncia delle sue malefatte in un di scorso diretto: l ' azione distruttiva della sua lingua contro la co­ munità (v. 4); il perverti mento dei valori: il male e la menzogna sono preferiti al bene e alla franchezza (vv. 5-6). Il v. 7 rappresenta il verdetto in seconda persona nello stile del sermone liturgico (cfr. Sal 50, 1 6- 1 8): l ' uomo installato ne11a sua tenda, con un posto sicuro nella società, protetto dalle sue ricchezze, è strappato dal suo ambiente e buttato fuori a seccare come un albero sradicato. [vv. 8-9] Annuncio di gioia: i fedeli spettatori del giudizio divino riguardante il « prode » (geber) e « prepotente » (gibbor, cfr. v. 3) passano da Ho spavento ini­ ziale al riso. Non è la gioia per il male degli altri, ma la felicità per la sorte diver­ sa a loro toccata. [v. 10] Affermazione di confidenza: solo ora appare un individuo che parla davanti ali ' assemblea. Egli è uno di quelli che confidano nel Signore, ma può m o­ strame anche i frutti: una esistenza radicata nella relazione con Dio, la quale de­ riva tutte le sue risor�e dal culto e dali ' istruzione offerti nel tempio.

Salmo 53. È una versione differente del Sal 1 4. Il termine « Dio » è usato al posto di JHWH, come nei Sal 42-83. Ambedue i salmi appartengono al genere Jet-

Nella città del caos... , Libro n, Quattro salmi Maskil, Sal 52-55

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terario delle suppliche con un tono che va dal sapienziale al profetico. Come nel Sal 52, vi è presentato il destino degli uomini senza Dio. Costoro però nel Sal 1 4 sono israeliti, nel Sal 53 sembrano essere invece degli stranieri ad aver fallito nel loro attacco a Sion, respinti da Dio stesso. O forse è intravista più in generale la vittoria finale di Dio sui nemici del suo popolo. La contiguità tra i salmi 53 e 52 non è casuale. Sembrano discorsi pronun­ ciati nella medesima liturgia: il lamento del l ' orante riguardo alla sua condizione personale e sociale, la citazione o riferimento al discorso di Dio. Nel Sal 53 l ' in­ tervento di Dio è espresso come un evento già accaduto (v. 6). Un collegamento è rappresentato anche dal termine maskil nelle due soprascritte e in Sal 53,3 e da al­ cuni motivi : in ambedue i salmi la salvezza si trova in Sion (Sal 53,7; 52, 1 0) e i prepotenti senza Dio sono dispersi (Sal 53,6; 52,7). Il salmo può essere diviso in tre parti : descrizione sapienziale degli stolti (vv. 2-4), esortazione (vv. 5-6), intercessione (v. 7). [53,1] Soprascritta: ai soliti termini tecnici musicali è aggiunto mal]li.lat, che potrebbe indicare un'aria di una melodia o una tonalità (cfr. Sal 88). Il termine maikll può indicare qui « poema didattico ». Soprascritte simili appaiono nei sal­ mi 54 e 55 [vv. 2-4] Descrizione sapienziale degli stolti: come nel Sal 1 4 , 1 -3, lo stolto è descritto come uno che g iudica la realtà ignorando la presenza di Dio e sceglien­ do un tipo di condotta corrosiva della famiglia, della società e della nazione. Nel Sal 14 sembra descritta la condotta perversa degli israeliti, in questo quella dei ne­ mici d'Israele e del Signore (v. 2). Questa affermazione sapienziale è confermata dalla verifica divina. L' orante si sente così il legittimo rappresentante del Signore (vv. 3-4). [vv. S-6] Esortazione: i malfattori decisi a distruggere il popolo del Signore sono stranieri senza riguardo per Dio, non tenendo conto del suo potere (v. 5). Nel v. 6 è fatto un ritratto dello spavento e della confusione distruttiva, che colgono ali ' improvviso coloro che attaccano il popolo del Signore. È possibile che il sal­ mista pensi a un evento storico, diventato tipico, come ad esempio il fallimento dell' attacco di Sennacherib contro Gerusalemme (2Re 1 9,35-36). Il panico pro­ vocato dal Signore provoca l ' autodistru zione delle truppe nemiche. L' azione de­ cisi va, come sempre, è quella del Signore e non di pende dal potere e dalle forze degli israeli ti. [v. 7] Intercessione: questo verso si adatta bene al contesto del Sal 53: la sal­ vezza è da Sion, il l u ogo della presenza del Signore. Nel Sal 14 sembra invece un' antifona liturgica aggiunta dopo l ' esilio.

Salmo 54. Questo salmo si presenta come una supplica individuale, fatta en­ tro un piccolo gruppo e impiegata per riabilitare membri sofferenti del gruppo stesso. Tuttavia, alcune riletture (cfr. v. 5) fanno pensare anche a un uso comuni­ tario del salmo. È collegato con il Sal 52 mediante alcuni motivi: celebrare « il tuo nome, per­ ché è buono » (Sal 52, I l ; 54,8); vedere ( rii' a) la sconfitta dei nemici (Sal 52,8; 54,9); non aver riguardo (sim) della presenza di Dio (Sal 52,9; 54,5). Con il Sal 53

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Traduzione e commento

è collegato mediante il motivo della salvezza (Sal 53,7; 54,3: rispettivamente l 'ulti­ mo e il primo versetto dei due salmi) e de11a dispersione dei nemici (Sal 53,6; 54,7). La supplica contiene una invocazione d' aiuto al giudice divino (vv. 3-4), un lamento contro gli stranieri, che non hanno riguardo per Dio (v. 5), un' affermazio­ ne di confidenza (6), una imprecazione contro gli avversari (v. 7), un voto (vv. 8-9). Le formule usate nel salmo sono abbastanza comuni. [54,1-2] Soprascritta: è paraHela a quella del Sal 52. È aggiunto il termine musicale « strumenti a corda ». Si _suppone la situazione storica descritta in t Sam 23, 1 5- 1 9. In Davide perseguitato si ·identi fica l ' orante e la comunità che prega con lui . [vv. 3-4] Invocazione d'aiuto: inizia cori una · inv�azione tipica delle sup­ pliche, espressa con quattro imperativi. I primi due chiedono l ' aiuto e il ristabi li­ mento della giustizia a Dio, presente con il suo potere nel tempio (v. 3). I secon­ di due gli chiedono udienza e attenzione (v. 4). [v. S] lAmento: questo versetto si ritrova quasi identico in Sal 86, 14. Là si par­ la di « arroganti », zedim., qui invece di « stranieri », ziirlm. Il cambiamento sembra intenzionale, se teniamo presente il collegamento con i salmi 52 e 5318• È un segno di una ri1ettura collettiva del salmo fatta dalla comunità di Israele del postesilio, in lotta per la propria identità contro il tentativo di assimilazione da parte dei popoli stranieri , che non hanno alcun riguardo per il piano di Dio sul suo popolo19• [v. 6] Affermazione di confidenza: i nemici sono convinti di lottare contro un uomo e - nella rilettura del salmo - contro una comunità senza alleati validi. Non è così: devono fare i conti con lo stesso JHWH, che prende le sue difese. Egli è pro­ tettore, guida e pastore dei suoi fedeli (cfr. Sal 23). [v. 7] Imprecazione: Dio è soggetto dell a frase. Si invoca la pena del con­ trappasso contro quanti vogliono ridurre al si lenzio la comunità portatrice della parola di Dio. [vv. 8-9] Voto: anche il voto fa parte della liturgia delle suppliche. Innanzi tutto è promesso il ringraziamento: un sacrificio spontaneo offerto da una comu­ nità libera (v. 8). Quindi si esprime il motivo del ringraziamento: la vista della sconfitta dei nemici (v. 9).

Salmo 55. È una supplica di un individuo, che si trova al centro di una osti­ lità sociale divenuta ormai insopportabile e che, in più, si sente tradito dai suoi vecchi amici . La pressione esterna gli fa sperimentare ali ' interno i terrori della morte. Il salmo, che si presenta come una fpilla e una fiJ.inna (v. 2), sembra ve­ nisse recitato in una liturgia comunitaria guidata da un rappresentante ufficiale del culto allo scopo di restaurare il benessere e la sicurezza di un individuo afflit­ to20. Il contesto letterario illustrativo potrebbe essere Ger 9, 1 -2; 20, 1 -6. 111 È probabile che il testo avesse in origine zldtm: cfr. K. Seybold, Die Psalmm, p. 219. Vrene ... dificata solo la consonante dakt in re.f secondo la regola enneneutica al tiqré. Cfr. T. Lorenzin, L'uso di ,. procedimento e.fegetico analogo ali 'al tiqré, in RivB 40 ( 1992) 67-76. 14 Cfr. J. Becker. Jsrael deutet seine Psalmen. pp. 64-65. 10 Cfr. E.G. Gerstenberger. Psalms. p. 226.

Nella città del caos

.•• ,

Libro n, Quattro salmi Maskil, Sal

52-55

227

Oltre che dalla soprascritta, il Sal S 5 è collegato con il salmo precedente dal motivo della forte ostilità dell 'ambiente, in particolare degli empi che non hanno riguardo per Dio (Sal 54,5 ; 55,4.20); i due salmi terminano esprimendo la fiducia nella liberazione del Signore (Sal 54,9; 55,24 ). Sono ripetute alcune parole chiave: « Ascolta, o Dio, la mia preghiera » (Sal 54,4; 55,2) e 'iidOnay (Sal 54,6; 55, 1 0). Questa supplica individuale nel contesto dei salmi vicini potrebbe essere stata ri­ letta come una preghiera della comunità giudaica pressata da nemici esterni e in­ temi a essa. Gli elementi del salmo sono stereotipi: invocazione iniziale (vv. 2-3a), la­ mento (vv. 3b-9), preghiera e lamento (vv. 1 0- 1 2), contestazione (vv. 1 3- 1 5), pre­ ghiera per il giudizio (v. 1 6), affermazione di confidenza (vv. 1 7-20b), lamento (vv. 20c-22), esortazione (v. 23), imprecazione e affermazione di confidenza (v. 24). Tuttavia il vocabolario, la sintassi e lo stile non sono convenzionali. La sup­ plica è ricca di immagini che trasformano la realtà esterna in esperienza interiore: colomba, uragano, burro, olio, personiticazioni. L' orante sperimenta nella sua pre­ ghiera che proprio la situazione di soffocamento, nel chiuso di una città ostile e in preda al caos, può trasfigurarsi in un deserto solitario pieno di pace, per la presen­ za di Dio che porta i suoi pesi e le sue angosce. [SS,l] Soprascrina: è esattamente identica a quella del Sal 54. Questo fatto non sembra casuale. Secondo il redattore i due salmi dovevano essere letti assieme. [vv. 2 3a ] Invocazione iniziale: inizia con quattro imperativi, che esprimono il tentativo di entrare in contatto con Dio nella liturgia. Il Signore non .si nascon­ da davanti alla situazione dell ' orante. [vv. 3b-9] LAmento: l ' orante descrive con un linguaggio vivido la tensione intollerabile provocata nel suo animo dalla pressione esterna dei nemici ( vv. 3b-4). La sua fantasia li trasforma in tigure demoniache che lo terrorizzano spingendolo sul baratro della morte (vv. 5-6). La prima reazione è quella della fuga dal caos della città per trovare rifugio come una colomba in un deserto di pace (vv. 7-9). [vv. 10-12] Preghiera e lamento: si inizia con una imprecazione contro i ne­ mici (v. l Oab ), chiedendo appassionatamente a Dio la loro eliminazione, come un tempo aveva confuso le lingue del popolo empio che voleva costruire la torre di Babele (Gn 1 1 ,5-9). La città - probabi lmente Gerusalemme - è sotto il dominio di sette forze, personificazioni del massimo degrado (cfr. Is 1 ,2 1 -23; Mie 7, 1 -6; Ab l ,2-6): Violenza, Discordia, Crimine, Vessazione, Sciagura, Sopruso, Inganno (VV. l Ob- 1 2). [vv. 13-lS] Contestazione: una seconda reazione, oltre alla fuga di fronte al­ la realtà degradata della città in cui l ' orante vive, è la proiezione delle sue ansie e della sua fragilità sugli amici, ai quali un tempo poteva confidare anche i suoi più intimi problemi durante i pellegrinaggi al tempio. Ora nella sua fantasia si so­ no trasformati in nemici. [v. 16] Preghiera per il giudizio: una imprecazione contro i nemici tennina il secondo lamento: il gi udizio sia improvviso e la morte istantanea, come è capi­ lato a Core e alla sua famiglia, scesi vivi agli inferi (N m 1 6,3 1 -35). [vv. 17-20b] Affermazione di confidenza: l 'arante incomincia a intravedere la soluzione delle proprie angosce ritrovando il consueto clima di preghiera quo-

228

Traduzione e commento

tidiana (vv. 1 7- 1 8) attorniato dalla comùnità {v. 19c), alla presenza del Signore che dal suo trono eterno può calmare tutti gli assalti dei nemici. La sezione di fi­ ducia è conclusa con una frase di imprecazione (v. 20ab). [vv. 20c-22] Lamento: arriva ora una terza ondata di lamenti . I nemici si so­ no induriti e non accettano di cambiare vita, perché non temono Dio (v. 20cd). E di conseguenza non considerano sacro alcun patto umano (v. 2 1 ). La loro falsità è descritta con due paragoni: bocca soave più del burro; parole blande più del l ' o­ lio. Dietro l a maschera del l ' amico s i nasconde un assassino (v. 22). [v. 23] Esortazione: ora finalmente l ' orante trova la soluzione ai suoi pro­ blemi intravista nella preghiera: una voce interiore (o quella di un sacerdote o di un profeta di culto) lo invita ad abbandonare il suo peso nelle mani di Dio. È un invito che si allarga evidentemente anche alla comunità che lo attornia. [v. 24] Imprecazione e affermazione di confidenza: la parola di Dio tranquilliz­ za l ' arante. Quelli che disprezzavano i fedeli, spargendo il loro sangue, sperimente­ ranno una morte prematura. Egli, invece, confidando in Dio, si aspetta la vita.

È possibile intuire il senso della rilettura redazionale finale di questi quattro salmi partendo dal v. 5 del Sal 54, che riporta con qualche modifica il Sal 86, 14. La sostituzione di zedim, « arroganti }}, in Sal 86, 14 con zarim, « stranieri », in Sal 54,5 non è casuale. Il redattore ha trovato questa parola in un testo parallelo, ls 25,5 dove essa è in coppia con 'iirf�lm, « violenti }>, vocabolo presente anche in Sal 86, 1 4b. Il termine ziirim, in tutta la Bibbia, appare ancora un'altra volta (ma in questo caso con suffisso) in coppia con 'iiritim in Is 29,5 (cfr. ziiriiylé l 'iiri�im). Sappiamo che la regola ermeneutica dell 'al tiqré era conosciuta dai LXX e dal Cronista e quella della gezerah shawah dal Cronista21 • Il redattore alla luce di que­ sti due testi di Isaia vede negli arrogantF2, che opprimono il salmi sta, le potenze straniere (cfr. Sal 53,6-7) che minacciano Gerusalemme (cfr. ls 29,5): in realtà so­ no i tigli stessi del suo popolo che si sono corrotti (cfr. Sal 52,3-6.9; 53,2-5; 55,20cd) e hanno lo stesso spirito degli stranieri samaritani insediatisi nella terra santa nel postesilio23 • Non solo, ma tenendo presente il senso escatologico di Is 25, 1 -5, i sette popoli stranieri un tempo cacciati dalla terra d'Israele sono trasfigu­ rati in sette potenze diaboliche: Violenza, Discordia, Crimine, Vessazione, Scia­ gura, Sopruso, Inganno, che riprendono il possesso della città santa, trasforman­ dola in città del caos (cfr. Is 25,2), una nuova Babele (Sal 55, 1 0- 1 2). Il Signore non rimane seduto in cielo (cfr. Sal 55, 20b) indifferente alle sofferenze dei suoi fedeli, ma interviene facendo perire « la sapienza dei suoi sapienti }> (ls 29, 1 4; Sal 55, l Ob; 53,2.6) e riducendo al si lenzio la violenza degli empi senza Dio (Sal 54,5.7; Is 25,5: « L' inno dei tiranni si spegne }}). Egli infatti è l ' unico sostegno del povero e dell'umile (Sal 55,6.24; Is 25,4). Egli è l 'unico luogo dove essi trovano 21 Cfr. R. Le Déaut, La septante, un targum?, pp. 1 47-195; T. Lorenzin, L'uso di un procedimento �u­ getic:o analogo all'al tiqré, in RivB 40 ( 1 992) 67-76; L'uso della regola ermeneutica Gezerah Shawah, in RivB 44 ( 1 996) 65-70. Cfr J. Schaper, D�r Sptullginta-Psalter, p. 1 80. :a La LXX invece di « stranieri » legge « arroganti �. rdim. 23 Cfr. J. Vermeylen, Du Prophète Jsai"e, pp. 363-365.

Nella città del caos.. , Libro Il, Quattro salmi Maskil, Sal 52-55 .

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riparo dalla tempesta (Sal 55,9; Is 25,4). La vita di coloro che non tengono conto dei piani di Dio, i giudei infedeli alla legge2\ che non hanno Dio per rifugio25, sarà troncata prematuramente in una fossa profonda (Sal 55,24; Is 25,4; cfr. Is 24,22). Il Signore invece ha preparato per il popolo degli umili, che confidano in lui, un luogo fecondissimo di vita nella sua casa (Sal 52, 1 0; 53,7; 54,6; 55, 1 9; Is 25,4). Confortata da questa speranza, la comunità esprime la propria gratitudine al Si.. gnore e loda i1 suo nome (Sal 52, I l ; 54,8; Is 25, l ). È chiaro che questi salmi troveranno tutta la loro pienezza in bocca alle pie· cole comunità cristiane, che con l ' effusione dello Spirito del Risorto hanno spe· rimentato la vittoria su ogni spirito del male, ricevendo una vita più forte della paura della morte.

2A Cfr. ibid., p. 365. 25 Cfr. J.F.D. Creach, Yahw�h af R�fug�. pp. 83-85. Secondo questo autore i Sal 52-55 sono collega­ li non solo mediante la soprascritta maskil, ma anche per somiglianze tematiche, fra le quali egli sottolinea il tema del « rifugio » nel Signore.

'

UNA COMUNITA FEDELE ALLA PROPRIA IDENTITÀ Salmi 56-60

Nel giorno della paura io conjùlo in te

56 1Al maestro del coro. . Su « La colomba silenziosa delle regioni lontane ». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat.

2Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi insidia. Tutto il giorno egli combatte, mi opprime. 3Mi insidiano i miei avversari tutto il giorno: sì, molti combattono contro di me, o Altissimo1• 4Quando ho paura, io confido in te, 5in Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non temo: che cosa potrà farmi un mortale ?

> (allusione alla bilancia, irrunagine della giustizia), oppure: « dispensate ». • Il testo ebraico è oscuro. Emendando il TM altri traducono: « Marciscano come erba calpestata ,. .

Una comunitàfedele ... ,

Libro Il, Cinque salmi Miktam,

Sal 56-60

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9Siano come lumaca che se ne va in bava, come aborto di donna non vedano più il sole. 10Prima che le pentole9 sentano il calore delle spine, crudi o cotti, il turbine li 10 porti via 1 1 • 11D giusto godrà vedendo la vendetta,

laverà i suoi piedi nel sangue dell'empio. 'lE gli uomini diranno: « Sì, c'è frutlo per il giusto, sì, c'è un Dio che giudica sulla terra! » Dio rivelerà U proprio potere su Israele e su tutte le Mdoni

59 1Al maestro del coro. Su « Non distruggere ». Di Davide. Miktam. Quando Saul mandò a sorvegliare la casa per farlo morire.

2Liberami dai miei nemici, mio Dio, mettimi al riparo dai miei aggressori. 'Liberami dai malfattori, dai sanguinari sal vami, 4perché, ecco, tendono agguati alla mia vita, si radunano contro di me i potenti. Senza che in me vi sia delitto o peccato, Signore, 5senza mia colpa accorrono e si appostano. Destati, vienimi incontro e guarda. 60ra tu, Signore Dio degli eserciti, Dio di Israele, svegliati, per punire tutte le nazioni, non avere pietà di questi scellerati traditori. 'Tornano di sera, ringhiano come cani, fanno il giro della città.

�Ecco, schiumano dalla loro bocca; hanno spade sulle loro labbra. Infatti: « Chi ascolta? » 9

Letteralmente: « le vostre pentole ». 10 Letteralmente: « lo ». 11 Di questo testo ebraico oscuro sono state proposte varie interpretazioni. La Neovolgata ha: Priusquam sentillnt ollae vestrae rhamum, sic viventes, sic in ira absorbeat eos. Il salmista sembra aver in mente l' immagine del fuoco preparato con ranù spinosi da nomadi o vi andanti per cuocere la carne. Nel ca­ so di un attacco improvviso di nemici o ladroni, devono abbandonare tutto il cibo, crudo o cono, e fuggire. Così Dio cacci quanto prima i nemici dalla terra: cfr. F. Zorell, Psalterium, p. 140.

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Traduzione e commento

�a tu, o Signore, riderai di loro, ti farai beffe di tutte le nazioni. 10Miaforza 12, per te io veglio, o Dio, sei tu il mio riparo, 1 1 il mio Dio fedele.

Dio mi preceda e mi faccia vedere il trionfo sui miei avversari. 1 2Non ucciderli: il mio popolo non dimentichi; falli vagare con il tuo esercito e precipitare, o mio Signore, nostro scudo. 13Per il peccato della loro bocca, per la parola delle loro labbra, rimangano intrappolati nella propria arroganza, per le imprecazioni e le bugie proferite. 14Annientali con furore, annientali e più non siano, sappiano che Dio governa in Giacobbe sino ai confini della terra. 15Tomano di sera, ringhiano come cani, fanno il giro della città.

16Essi vagano in cerca di cibo; se non hanno da saziarsi, si lamentano13• 17Ma io canterò la tua forza, acclamerò al mattino la tua fedeltà, poiché sei stato un riparo per me un rifugio nel giorno dell 'angustia. 18Mia forza, a te io voglio inneggiare, o Dio, sei tu il mio riparo, il mio Dio fedele. Speranza in una restaurazione del regno davidico 60

1Al maestro del coro. Su « Il giglio della testimonianza·». Miktam. Di Davide. Per l 'insegnamento. 2Quando lottava contro gli Aramei della Mesopotamia e gli Aramei di Soba.

12 D TM ha: « sua forza ». · 13 s i usa il verbo lun, « lamentarsi», « mormorare )), che indicava la ribellione del popolo contro Dio nel deserto, cfr. Es 1 6,2.7 .8; Nm 14,27 .29. La stessa radice verbale potrebbe indicare anche: « passare la notte ».

. .. , Libro D, Cinque salmi Milctam, Sal 56-60

Una comunità fedele

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Al ritorno Gioab batté gli ldumei, dodicimila uomini, nella valle del Sale.

30 Dio, ci hai respinti e messi in rotta, eri adirato, ma ora ritorna a noi. '11ai fatto tremare la terra, l ' hai spaccata, risana le sue crepe, perché vacilla. 5Hai fatto vedere al tuo popolo tempi duri, ci hai fatto bere vino da vertigine. 6rfu hai dato14 ai tuoi fedeli un segnale, perché fuggissero dinanzi ali ' arco. 'Perché siano liberati i tuoi prediletti, salva con la tua destra e rispondici. 8Dio ha parlato nel suo santuario15: « Io trionfo, spartisco Sichem, misuro la valle di Succot. 9 Mio è Galaad, mio è Manasse, Efraim è l 'elmo del mio capo, Giuda il mio scettro. 10Moab è un catino per lavarmi, su Edom getterò il mio sandalo. O Filistea, grida allarme a causa mia! 1 1Chi mi condurrà alla città fortificata? Chi mi guiderà fino a Edom? » ·�co tu, o Dio, ci hai respinti e più non esci con le nostre schiere. ·�Donaci sollievo dali' angustia16, .. perché vana è la salvezza dell 'uomo. 14Con Dio faremo prodezze, egli schiaccerà i nostri nemici 17• Una caratteristica comune di questa raccolta parziale è il tennine musicale miktam, che ricorre nella soprascritta. In tutti questi salmi ricorrono altre due espressioni : lam��ea� ( « maestro del coro >>) e rdawid (« di Davide »). Inoltre ... Può essere anche un perfetto precativo: « dona ». In questo caso la petizione inizierebbe al v. 6. " Altra traduzione possibile: « Ha promesso per la sua santità ». '" Altra traduzione: « nemico)), 17 Altra traduzione: « Con Dio faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici )),

236

Traduzione e commento

le tre soprascritte centrali si corrispondono nella frase aggiuntiva 'al tasiJ,et (su « Non distruggere »), mentre le soprascritte midrashiche ambientate nella vita di Davide si presentano in coppia nei Sal 56-57 e in Sal 59-60 lasciando al centro il Sal 58, distinto dagli altri da una impronta sapienziale e profetica18• L' ambiente che avrebbe favorito la redazione di questo gruppo di salmi potrebbe essere indi­ cato dal loro tema: il lamento per una oppressione militare, che mette in discus­ sione l 'esistenza stessa di lsraele19•

Salmo 56. Il testo ebraico del salmo presenta alcune difficoltà di interpreta­ zione. Si tratta di una supplica individuale, in cui i l salmi sta si trova fra due poli: l a fiducia nella promessa di Dio e il lamento. L'antica versione greca, la LXX, ha cosl tradotto la misteriosa soprascritta ebraica del salmo: « Per il popolo rimosso lontano dal santuario ». E così fa anche il Targum. La richiesta nel v. 5 di abbatte­ re i popoli potrebbe indicare che il salmo fu composto per un uso comunitario in prima persona, o fu riletto in questa prospettiva. . È legato con il precedente dalle parole chiave: « uomo fragile », 'enol (Sal 56,2; 55, 14) e « morte » (Sal 55,5 ; 56, 14). Inizia come il salmo seguente: « Pietà di me, o Dio » (Sal 56,2; 57,2; cfr. Sal 5 1 ,3). Il salmo si apre con una petizione fondamentale dell ' orante rivolta a Dio e con un lamento (vv. 2-3), prosegue con un' affermazione di confidenza (vv. 4-5), con la descrizione del complotto dei nemici (vv. 6-7), con la richiesta che Dio ren­ da inefficaci le loro intenzioni ( vv. 8-9), e si conclude ancora con un' affermazio­ ne di confidenza (v. 1 0) e con un voto (vv. 1 1 - 1 4). Una caratteristica del salmo è il ritornello in cui sono concentrati i motivi su cui l 'orante si muove: la fiducia, la parola di Dio, la lode. Egli non teme i nemici anche se molti, perché rimane ap­ poggi ato alla promessa di Dio, cui manifesta l a gratitudine con un canto di rin­ graziamento. Sono presenti due antitesi : i verbi « confidare »l« temere » e i nomi « Dio »l« uomo fragile ». Decidendosi per la fiducia, l 'orante si decide per la base esistenziale della sua vita. [56,1] Soprascrina: il termine musicale miktam potrebbe significare una « preghiera scritta ». Ricorre nel Sal 1 6 e nei Sal 56-60. Sono uniti da un motivo comune: la sofferenza e la crisi del i ' orante, il quale passa alla confidenza e all ' as­ sicurazione che i nemici saranno ripagati come si meritano. La nota storica si rife­ risce a un incidente nella carriera di Davide capitato a Gat ( l Sam 2 1 , 1 1 - 1 5). [vv. 2-3] Invocazione e lamento: l ' invocazione « pietà di me » è tipica dei salmi. La sua posizione ali ' inizio accentua la fiducia in Dio de li ' orante, che si sente già addosso il fiato dei suoi molti avversari. [vv. 4-5] Affermazione di confidenza: egli riesce a superare i1 primo momen­ to di panico, mediante la confidenza nel Signore, che gli fa intravede� attraverso la Parola la vera consistenza dei suoi nemici: non sono che carne fragile, creature impotenti soggette a Dio; sono uomini, non Dio. La Parola (v. 5) è l ' oracolo di salvezza atteso dali ' orante. 11 Cfr. G.H. Wilson. Evidence o/Editoria/ Divisions in the Hebrew Psalter, in VT 34 ( 1 984) 342-343. 19 Cfr. M. Millard, Die Komposition de.'ì Psalters, pp. 1 17-1 1 8 .

Una

comunitàfedele.. . , Libro Il, Cinque salmi Miktam, Sal 56-60

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[vv. 6-7] Lamento: egli denuncia ancora una volta l 'attività dei suoi nemici che mettono inciampi sul suo cammino di fede. Incominciano screditandolo pres­ so la gente e organizzando nell 'ombra un trabocchetto per farlo cadere. È un at­ tacco al suo onore e alla sua vita. Si potrebbe pensare addirittura che siano usate anche pratiche magiche. [vv. 8-9] Imprecazione e petizione: l ' orante crede in un Dio giusto, giudice dei popoli, che in questa preghiera sembrano essere la gente cattiva, i nemici sia stranieri sia interni alla comunità (cfr. Sal 57, l 0). Il Signore stesso invece racco­ glie e tiene registrata ogni sofferenza del salmista (v. 9). [v. 10] Affermazione di confulenza: nella preghiera confidente l 'orante trova i l modo di dominare la paura e può già annunciare il compimento delle promes­ se del Signore: la sconfitta dei suoi nemici. [vv. 11-14] Voto: egli ripete nel ritornello il tema centrale del salmo (vv. 1 1 1 2) e si prepara al voto recitando la promessa di offrire sacrifici di ringraziamen­ to (v. 1 3). Il v. 1 4 è una risposta al lamento dei vv. 2-3 e del salmo precedente (Sal 55,5). Il salmista esprime la propria gratitudine al Signore che lo ha preservato dal baratro della morte. Il suo cammino di fede, agli inizi incerto e bagnato dalle la­ crime della solitudine (cfr. v. 9), si è fatto ora sicuro e pieno di vita, perché i suoi passi possono poggiare sul terreno solido della presenza di Dio. Le due espressio­ ni « davanti al volto di Dio » e « luce della vita » appaiono in coppia solo in questo testo (cfr. Sal 36, l O; 43,3). Salmo 57. D Sal 57 è una supplica individuale, come il Sal 56, con forti ele­ menti di fiducia che Io fanno muovere dal lamento verso il ringraziamento. Come il salmo precedente però la meta del ringraziamento non è raggiunta, ma rimane ancora un voto. L'orizzonte universale della seconda parte (vv. 8- 1 2) fa pensare a una rilettura comunitaria del salmo. Lo sfondo del salmo sembra essere il tempio di Gerusalemme: l ' appellativo « Altissimo », le ali di JHWH, che potrebbero esse­ re le ali dei cherubini dell'arca dell ' alleanza, la figura di Dio, re e giudice al cen­ tro del paese (vv. 6. 1 2). La preghiera mattutina di Sal 57,8- 1 2 si legge anche in Sal l 08,2-6. Vi sono stretti collegamenti con il Sal 56 non solo nella forma (ambedue han• no la stessa lunghezza: sedici linee rispetto alle quindici del Sal 56; lo stesso ge­ nere letterario) e nel pensiero, ma anche nel linguaggio. Nella soprascritta appare il termine mikam; iniziano nello stesso modo: « Pietà di me, o Dio »; i nemici in­ sidiano (sii'ap, cfr. Sal 56,3; 57,4) la vita del salmista; in ambedue i salmi ricorre il termine « popoli » (Sal 56,8; 57, 10); la radice rum che appare nel l 'appellativo « Altissimo » in Sal 56,3 e nel verbo riferito a Dio nel ritornello di Sal 57 ,6. 1 2. Il salmo inizia con la tradizionale richiesta di grazia a Dio e con un' afferma­ zione di confidenza in lui (v. 2); passa subito ad assicurarsi la sua risposta (vv. 3-4); la petizione diventa urgente perché la situazione, in cui l' orante si trova, è molto pericolosa: i nemici gli sono addosso (vv. 5-7); si prosegue quindi con un inno di ringraziamento (vv. 8-9) e con il voto (vv. 1 0-1 1 ). n v. 12 ripete il ritornello del v. 6 a conclusione del salmo. Nel ritornello (vv. 6. 1 2) è richiamato il tema del salmo: in­ vocazione a Dio, luce del mattino, simbolo del tempo favorevole alla liberazione e

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Traduzione e commento

alla vita. Dio è presente nel tempio celeste e in quello terrestre. Anche l ' orante si trova in due posti: è al sicuro sotto la protezione delle ali del Signore, ma si lamen­ ta di essere anche fra uomini, feroci come leoni. I due poli tuttavia sembrano unifi­ cati, perché l' orante vede un Dio presente anche qui sulla terra in mezzo ai leoni. Questa nuova esperienza lo fa alzare in piedi per cantare il suo ringraziamento. [57,1] Soprascritta: l 'espressione « non distruggere » si trova anche nei tito­ li dei Sal 58; 59; 75. Essa può riferirsi a qualche melodia sconosciuta. Potrebbe spiegarsi in riferimento ali ' episodio di l Sam 26. Davide trovò Saul mentre dor­ miva nell ' accampamento e gridò ad Abisai: « Non uccider lo ». L' allusione stori­ ca a l Sam 22, l o 24,4 è opera della tradizione sinagogale che ha fatto di Davide l 'organizzatore e il modello del culto israelitico20• [v. 2] Richiesta di grazia e affermazione di confidenza: la ripetizione della supplica aH ' inizio del salmo è rara nel Salterio ed esprime l 'urgenza per una bene­ vola risposta divina. L' orante si softerma sui moti vi di fiducia in Dio usando la me­ tafora delle ali, che possono richiamare quelle dei cherubini sopra l ' arca de li' al­ leanza, o forse più in generale la protezione divina attraverso creature celesti obbe­ dienti al Signore. In tempo di calamità (cfr. Sal 52,4; 55, 1 2), quando è sperimentata maggiormente la distanza tra la verità del governo di Dio sul mondo e la sua attua­ le presenza nella storia, il salmista risponde non con la mormorazione ma con la preghiera fiduciosa. [vv. 3-4] Petizione: l 'orante menziona Dio, l 'Altissimo, in terza persona, quasi informando l ' assemblea della sua intenzione. Egli lo crede seduto in trono nei cieli . Da n può mandare, come i re terreni, due agenti in suo soccorso, la bontà e la fedeltà, che non lasceranno la loro missione incompiuta. [v v. S-7] Lamento e petizione (ritornello): il lamento espresso nei vv. 5 e 7 è interrotto da un ritornello al v. 6, che esalta la dimensione cosmica deJI ' interven­ to divino in favore dell' orante: come la luce mattutina fa dileguare le tenebre, quando Dio mani testa la sua gloria ogni minaccia umana, anche la più brutale, è smascherata e definiti vamente sconfitta. L'orante si aspetta una teofania come quella sperimentata da Isaia (cfr. Is 6). [vv. 8-9] Inno di ringraziamento: l ' inno anticipato è tipico nel rito delle sup­ pliche. L' orante ora è tutto pieno della presenza di Dio. La sua gloria è la capacità di accogliere questa presenza e di rispondere con la lode. Questa è la sua dignità personale (vv. 8c-9a). Egli afferma di essere ora del tutto sicuro del suo Dio (v. 8ab) e, con un linguaggio eccitato, ripetitivo ed esortativo, si dichiara pronto alla lode accompagnata dal la musica. Ormai l 'oscurità della notte è alle spalle e si può aprire alla novità del futuro di Dio, la cui luce è anticipata nell' aurora, per la qua­ le ha vegliato. Cuore, coscienza, strumenti musicali personificati sono risvegliati per il nuovo canto mattutino (v. 9). [vv. 10-11] Voto: anche il voto è tipico delle suppliche. Prima che il sole di­ vino si innalzi nella sua corsa sopra i1 cielo, i1 sal mista vuole lodare le sue due an­ celle, la bontà e la fedeltà. Anch'esse si estendono come l ' uni verso. La sua lode 20 Cfr.

R.J. Toumay, Psaumes 57, 60 et 108: analyse et interprltation, in RB 96 (1 989) 5·26. _

Una comunitàfedele... , Libro D, Cinque salmi Miktam, Sal 56-60

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è pronunciata davanti a una comunità festante formata da popoli provenienti da diverse parti della terra. [v. 12] Petizione (ritornello): è ripetuto j) ritorneJi o del v. 6. In questo se­ condo caso potrebbe essere in bocca di coloro che stanno ascoltando il salmi sta e sono invitati da lui a unirsi nella lode alla splendida manifestazione de li ' amore di Dio da un capo all ' altro dell 'universo.

Salmo 58. In questo salmo è evidente 1 'intenzione di educare e confortare, denunciando l ' i ngiustizia. Risente della tradi zione sapienziale e profeti ca. Potrebbe quindi essere una istruzione delle comunità giudaiche del postesilio (cfr. Sal 49; 52). Gli empi sono la proiezione negativa dei giusti , che si sentivano sem­ pre più come una « piccola chiesa » osteggiata da nemici interni ed esterni al po­ polo di Israele21• Anche se il Sal 58 è differente per genere letterario dal precedente e dal se­ guente, esistono alcuni collegamenti con il Sal 57: le metafore dei nemici come leoni (Sal 58, 7; 57 ,5); la coppia di parole « denti >> e « frecce » (Sal 58,7 .8; 57 ,5); i « piedi » del giusto, prima in pericolo (Sal 57,7), poi vittoriosi (Sal 58, I l ). Il sal­ mo sembra una risposta divina al grido dell 'orante nel Sal 57: il Signore non tar­ da a fare giustizia spezzando i denti ai leoni e spuntando le frecce dei nemici. Esso può essere diviso nelle seguenti sezioni: una invettiva contro i potenti (vv. 2-6), una imprecazione contro gli empi, affinché siano resi inoffensivi (vv. 71 0), una promessa per il giusto ( vv. I I - 1 2). La composizione è tenuta insieme da una inclusione: giustizia/giudicare (vv. 2ab. l 2ab) e terra/empio (vv. 3a.4a e 1 1 a. 1 2b). Gli empi appaiono come un gruppo che commette il male nel cuore, pri­ ma ancora di passare alle mani . La metafora del serpente velenoso richiama la per­ fidia del serpente del paradiso terrestre che manipola le parole di Dio (Gn 3): è lui che ispira la malvagità degli empi, ma al giudizio divino sarà costretto a strisciare per terra (cfr. l 'uso dello stesso verbo hdlak in Gn 3 , 1 4 e Sal 58,9a) e a sciogliersi in bava come una lumaca. [58,1] Soprascrina: si trova anche nei salmi 57 e 59. Per il redattore questi tre salmi erano collegati . [vv. 2-6] Invettiva contro i potenti: forse in origine quest' invettiva era diret­ ta contro esseri celesti, gli 'elim, che un redattore avrebbe trasformato neli ' attua­ le 'elem, « silenzio »22• Essa incomincia con un'accusa ai responsabili del diritto e della giustizia, che guidano un'ammini strazione falsa e violenta. Nei tribunali si sente solo la loro voce. La giustizia invece deve assistere in silenzio. I loro crimi­ ni sono intenzionali. Il cuore progetta, le mani operano (vv. 2-3). Questo attacco in forma diretta, che richiama la tradizione profetica, è subito giustificato dalla descrizione degli empi in un discorso indirizzato all 'assemblea in preghiera (vv. 4-6). Essi sono gli avversari che stanno distruggendo la comunità fedele al Signo­ re. Sono gli apostati, che non vivono secondo le sue nonne. Sono nati in un am21

Cfr. Ch. Levin, Das Gebetbuch der Gerechten, p. 372. 22 Cfr. K. Seybold. Psalm IY/11. Ein LOsung.r;versuch. in VT 30 ( 1 980) 63.

240

Traduzione e commento

. - tt :

biente di falsità che ha condizionato tutta la loro vita. Il loro credo, ereditato dal­ l ' infanzia, è la bugia (v. 4). Paragonandoli ai serpenti velenosi, il salmista intuisce però che dietro le loro azioni criminali c'è la figura del serpente di Gn 3, la forza del ma1igno. Gli empi che vivono sotto l ' incantesimo di questo serpente, vanno diritti per la loro strada, sordi e ciechi a qualsiasi altro influsso (vv. 5-6). [vv. 7-10] Imprecazione: si procede allo smantellamento dell' opposizione oppressiva dei senza Dio. Nella prima parte del discorso vi è una invocazione di­ retta al Signore. Spezzando i denti in bocca agli empi, eg1i distruggerà ogni loro capacità di nuocere (v. 7). Nella seconda parte (vv. 8- 1 0) Dio non è nominato e sono usate formule di augurio, che sembrano scongiuri o esorcismi. L' orante in­ voca la scomparsa degli avversari con una serie di metafore pittoresche: l ' acqua che scola, frecce spuntate o spezzate, lumaca che strisciando si scioglie, aborto, il turbine improvviso che stronca prima del tempo la vita. n salmista non maledi­ ce direttamente i nemici, ma invoca Dio perché metta in moto le conseguenze delle loro azioni. [vv. 1 1-12] Promessa per il giusto: questi versetti rivelano lo scopo del sal­ mo: assicurare la comunità circa il futuro. Ogni suo membro perseguitato speri­ menterà la caduta degli empi e la liberazione dal loro potere malefico. Lavare i piedi nel sangue dei nemici, più che a un rito vendicativo, appartiene al linguag­ gio della passione23• Dio non potrà tollerare ali ' infinito l 'azione devastante di co­ loro che, incantati dal serpente, il mal igno, si credono e agiscono come dèi. Egli, il Sovrano del mondo, inesorabilmente dovrà agire come giudice sulla terra. Da lui i giusti si aspettano i frutti: la vittoria, la vendetta, che non è una rivincita ven­ dicativa ma un'azione restauratrice dell ' ordine quando le istituzioni responsabili della giustizia hanno fallito.

Salmo 59. Questo salmo è una supplica individuale composta in prima per­ sona singolare. Alcuni elementi ricorrenti però fanno pensare che l ' orante sia o rappresenti la comunità in preghiera: il Signore è invocato come « Dio degli eser­ citi » e « Dio di Israele » (v. 6); richieste di azioni contro « tutte le nazioni » (v. 6); l ' intervento di Dio si estende nel tempo, perché il popolo non dimentichi (v. 1 2), e sarà una rivelazione in tutta la terra che Dio ha potere in e su Israele (v. t4). Sembra quindi una preghiera della comunità postesilica, la quale si sforza di mantenere la fedeltà al Signore in contrasto con un ambiente culturale e religio­ so ostile alla fede24• Il Sal 59 è collegato con il Sal 58 da alcuni motivi : la gioia per l ' annienta­ mento dei nemici (Sal 59, I l ; 58,1 t ); i due salmi affermano che gli uomini rico­ nosceranno il governo mondiale di Dio (Sal 59, 1 4; 58, 1 2). Con il Sal 55 è colle­ gato dal motivo della città percorsa da gente nemica della comunità (Sal 59,7. 1 5 ; 5 5 , l t - t 2); con il Sal 5 4 dal motivo del « vedere )) dali' alto l a sconfitta dei nemici (Sal 59, I l ; 54,9). 11 L. Alonso Schtikel C. Camiti, l salmi, l, p. 90 1 . ,.. Cfr. J.L. Mays, Psalms, pp. 212-213. -

Una comunità fedele. . . ,

Libro D, Cinque salmi Miktam. Sal 56-60

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D salmo h a una natura complessa. Una sua divisione possibile potrebbe esse­ re la seguente: invocazione iniziale (vv. 2-3), lamento con dichiarazione di inno­ cenza (vv. 4-5a), petizione con invocazione (vv. 5b-6), ritornello (lamento) (vv. 78), affennazione di confidenza (ritornello) (vv. 9- 1 0), petizione e imprecazione ( vv. l l bc- 1 4), ritornello (lamento) ( vv. 1 5- 1 6), inno di ringraziamento (ritornello) ( vv. 1 7- 1 8). Nel doppio ritornello troviamo tre metafore che fanno da guida al sal­ mo: i cani, la città con la sua fortezza, la sera. I cani affamati e schiumanti bava, che si aggirano per le vie e piazze della città ali ' imbru nire, sono uomini avidi, spietati, dal linguaggio turpe e insolente. Nella città, oltre allo spazio dove si vive normalmente, c'è un luogo sicuro, la cittadella fortificata, dove ci si può rifugiare, quando sono entrati di nascosto i malfattori. La sera è l ' ora dei cani randagi, ma è anche l ' inizio di una notte trascorsa al riparo presso la cittadella del Signore, in at­ tesa del mattino quando l ' orante potrà vedere i suoi nemici sconfitti2."�. [59,1] Soprascrina: la prim a parte è costruita come quella dei salmi 57 e 58. Lo scriba ha trovato un ambiente letterario illustrativo del salmo nella storia di Davide (cfr. 1 Sam 19 e 24) 26• [vv. 2-3] Invocazione iniziale: il salmo inizia con quattro verbi ali ' imperati­ vo, o equivalente, seguiti dal pronome personale. L'orante comincia la sua pre­ ghiera chiedendo un riparo presso Dio (v. 2); nel ritornello al centro (v. l 0) e a11a fine (v. 1 8), il Signore è sperimentato e cantato come l 'unico riparo di una comu­ nità la quale non può trovare rifugio in mezzo a11a storia. [vv. 4-Sa] lAmento con dichiarazione di innocenza: il motivo de1la supplica è la minaccia pericolosa dei nemici potenti e perfidi che l 'attaccano senza motivo. [vv. Sb-6] Petizione con invocazione: ali ' invocazione di aiuto si aggiunge una imprecazione contro i nemici della comunità, la cui unica difesa è il Signore degli eserciti. [vv. 7-8] Ritornello (lamento): è descritto il pericolo a cui l ' orante è esposto ogni giorno. I cani randagi erano considerati una piaga anche nell ' antico Egitto27• Sono cani demoniaci con una insaziabile sete di sangue. La comunità potrebbe cadere vittima delle parole pungenti e delle calunnie velenose dei suoi avversari, che nella loro arroganza credono che Dio non senta. [vv. 9-l la] Affermazione di confidenza (ritornello): come nel Sal 2,4 Dio ri­ de e si fa beffe dei potenti avversari , che tentano di mettere in discussione il suo potere e la sua sovranità. Egli è il luogo di riparo e la forza de11 'arante, che veglia presso di lui la notte (vv. 9- 1 O) e confida di incontrarsi con la sua potenza e lealtà agli impegni del l ' alleanza (v. t l a).

25 Cfr.

L. Alonso Sch&el - C. Camiti. l salmi. l. pp. 907-9ò9. 26 Le notizie storiche nelle soprascritte dei salmi (cfr. Sal 3; 7; 18; 34; 5 1 ; 52; 54; 56; 57; 59; 60; 63; 142) riflettono la percezione di una connessione tra i salmi in questione e le narrazioni storiche. Viste in questo modo le soprascritte offrono un ponte esegetico tra due unità testuali, un salmo e una narrazione, e questo mette in evidenza l ' uso di una tecnica esegetica aggadica ebraica del tipo Semukin, in quanto due contesti disparati sono messi sinotticamente in associazione. Cfr. M. Fishbane, Biblical lnterpretation in Ancient Jsrael. pp. 403-407. 27 Cfr. E. S. Gerstenberger, Psalms, p. 237.

242

Traduzione e commento

[vv. 1 1bc-14] Petizione e imprecazione: in questa sezione, una commistione di petizione, imprecazione, risposta liturgica e istruzione missionaria, rimangono segni di una ri lettura posteriore: la condanna dei nemici è posticipata in v. 1 2, im­ mediata in v. 1 4; nel v. 1 1 prega il sal mista, nel v. 1 2 la comunità (cfr. « nostro scu· do »); i nemici nel v. I l sono quelli dell' orante, nel v. 1 4 quelli del popolo. Si ini­ zia con una tipica richiesta di aiuto (v. I l be). La preghiera per la punizione dei ne­ mici inizia con la richiesta di non ucciderli subito, perché il popolo non cada nel pericolo di « dimenticare »: un tema teologico sviluppato in Ode 2,22. Dopo aver­ li messi in fuga, li faccia cadere nello Sheol (v. 1 2). La loro punizione è la conse­ guenza del peccato di arroganza nel parlare (v. 1 3). La condanna definitiva sarà una rivelazione nella storia, che c'è un solo Dio a comandare su Israele e su tutta la terra (v. 1 4). Il Secondo Isaia è il profeta che mette maggiormente in evidenza la conoscenza uni versale del Signore (cfr. Is 4 1 ,21 -29). [vv. 15-16] Ritornello (lamento): si ripete la descrizione dei nemici fatta nei vv. 7-8, con un' amplificazione de11a metafora dei cani nel v. 1 6. La loro brama in­ saziabile - radice ultima d'ogni ribellione contro Dio (cfr. Gn 3) - li conduce al­ la mormorazione. [vv. 17-18] Inno di ringraziamento (ritornello): il salmo termina con un anti .. cipato canto di ringraziamento. L' orante, che al riparo presso il Signore ha veglia­ to tutta la notte (cfr. v. I O), al mattino, tempo dell ' aiuto e della liberazione celeste. potrà liberamente benedirlo per la protezione sperimentata durante il pericolo. Salmo 60. Il salmo è una supplica comunitaria. I vv. 8- 1 4 sono ripetuti nel Sal l 08,8- I 4, segno che materiali tradizionali furono impiegati per la composizione dei due salmi. L'oracolo divino potrebbe provenire dalla tradizione dei detti pro­ feti ci appartenenti al santuario2H. La comunità orante sembra quella del postesilio, che nel la sofferenza sotto il dominio straniero ritrova la speranza di una restaura­ zione del regno davidico nelle antiche promesse divine. Forse il salmo si richiama all'esilio del 587 a.C., un tempo in cui era viva l ' animosità contro gli edomitil'J. Al Sal 59 esso è unito dal motivo della « salvezza » dai nemici (Sal 60, 7b: 59,3), che Dio distruggerà (Sal 60, 1 4b; 59, 1 4a) nel momento dell' angustia (Sal 60, 1 3; 59, 1 7) e dal motivo della confidenza in Dio (Sal 60, 1 3a; 59, 1 8). In Sal 59, 1 1 b l 'orante confidava che Dio gli avrebbe fatto « vedere » la sconfitta degli av­ versari, in Sal 60,6 Dio fa invece « vedere » al popolo un duro periodo. Se in Sal 59, 1 4 i confini della « terra » riconoscono il dominio di Dio nel suo giudizio contro i popoli nemici, in Sal 60,4 1a « terra » trema per il giudizio di Dio contro il suo po­ polo. Nei due salmi Dio è associato con gli « eserciti » (Sal 60, 1 2; 59 ,6). Alle « pa.. role » peccaminose dei nemici in Sal 59, 1 3 Dio risponde « parlando » dal suo san· tuario (Sal 60,8). Questo tennine chiave della rivelazione divina collega Sal 60,8 con Sal 62, 1 2: « Una parola ha detto Dio ». Un indizio di un legame con il Sal 6 1 è dato dalla presenza del gruppo dei fedeli che temono il Signore (Sal 60,6; 61 ,6). 211 Cfr. H.P. Nasuti, Tradition History, p. 129; H.J. Kraus, Psalms 60-150, p. 3. 19 Cfr. M.E. Tate. P.talms 51- 100. pp. 103- 104.

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Libro n, Cinque salmi Miktam, Sal 56-60

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Il salmo inizia con un lamento, in cui la condizione del popolo è percepita co­ me il risultato dello sdegno divino (vv. 3-7); prosegue con la risposta a questo la­ mento (vv. 8-1 1 ). Il richiamo alla triste situazione attuale della comunità (v. 1 2) porta a una petizione (v. 1 3 ). La preghiera è conclusa con un' affermazione di con­ fidenza (v. 14). Vi è un intreccio di immagini che si riferi scono a un terremoto (il vacillare della terra con le sue spaccature, le crepe nelle abitazioni) e di altre im­ magini che richiamano le devastazioni di una guerra: le brecce, la rotta militare, il vessillo, l ' arco. [60,1-2] Soprascrina: è l ' ultimo della serie dei salmi denominati miktiim (Sal 56-60). L' informazione musicale « il giglio della testimonianza » sembra in­ dicare il tono. Uno scriba sapiente ha cercato un ambiente narrativo del canto nel­ la storia di Davide, trovando connessioni tra le nazioni nominate nel salmo e quelle nominate nel racconto del l ' espansione del regno di Davide in 2Sam 8. lvv. 3-7] Lamento: è la comunità a lamentarsi (cfr. « noi » ). Si presenta come « tuo popolo » (v. 5), « i tuoi fedeli » (v. 6), « i tuoi prediletti » (v. 7): espressioni caratteri stiche delle comunità giudaiche primitiveJO. Non è descritta l ' attività dei nemici e nemmeno ci sono imprecazioni contro di loro. Si inizia con una invoca­ zione a Dio (v. 3a), seguita da affermazioni dei suoi interventi contro il suo popo­ lo. Formalmente sembra un' accusa alla divinità protettrice, in realtà il contesto fa pensare a un lamento rispettoso di una comunità adulta nella fede, che riconosce il dito di Dio dietro gli attacchi del nemico ( vv. 3b-6 ). Essa ha sperimentato tem­ pi duri, simili a una invasione nemica, che hanno sconquassato come un terremo­ to tutta la sua vita. Il v. 6 usa l ' immagine del vessillo, che si innalzava sulle mura di una città per avvisare i contadini di un pericolo imminente, affinché si mettes­ sero in salvo di corsa dentro la città. La frase è ambigua, ma prevale il senso ne­ gativo: Dio non ha protetto i suoi fedeli che fuggivano in città dali 'attacco dei ne­ mici. La strofa termina con una preghiera perché il Signore risponda, mostrando ancora una volta la sua potenza (v. 7). [vv. 8-1 1 ] Sermone: la formula introduttiva « Dio ha parlato », più che un oracolo profetico o sacerdotale, sembra indicare un richiamo omiletico alle pro­ messe fatte da Dio nel passato come base per la preghiera e la speranza attuale del la comunità. Il salmi sta usa li ste e tradizioni antiche per stabi lire l ' autorità del Signore e incoraggiare i fedeli giudei nella loro attuale sofferenza. Sono ri­ cordati nove nomi, sei israelitici e tre stranieri. Sichem a ovest del Giordano e Succot a est (v. 8), due città che Giacobbe attraversò nel suo viaggio di ritorno in terra santa (Gn 33, 1 7- 1 8). Galaad, Manasse, Efraim e Giuda (v. 9) rispecchia­ no buona parte d' Israele al tempo di Davide. I tre territori stranieri, Moab, Edom e la Filistea, rappresentano i pericolosi popoli confinanti . L'arrogante Moab ser­ virà per l ' umile servizio di lavare i piedi del re divino, Edom come luogo dove deporre i suoi sandali durante le abluzioni (cfr. Es 3,5; Gs 5 , 1 5). Il gesto di get­ tare il sandalo significa anche la presa di possesso (Dt 25,9- 1 0). Il v. I l potreb­ be essere un appello del Signore stesso attraverso i l suo speaker a una parteci• crr. E.S. Gerstenberger,

Psalms, p. 241 .

244

Traduzione e commento

pazione attiva d'Israele nel compito di ristabilire il regno accompagnando l ' ar­ ca santa31• [v. 12] Lamento: la comunità, in una specie di risonanza alle parole di Dio ri­ chiamate nel l ' omelia, riconosce che il tempo presente è nettamente in contrasto con il passato, perché il Signore degli eserciti non partecipa più alle battaglie del suo popolo come in antichità quando troneggiava sul l ' arca santa. [v. 13] Petizione: il richiamo alla Parola di Dio (vv. 8- 1 1 ) e l ' umile consta­ tazione della situazione presente (v. 1 2), in cui ogni sforzo umano si rivela inuti­ le, porta la comunità orante alla preghiera fiduciosa nell ' aiuto divino. [v. 14] Affermazione di confidenza: la conclusione richiama l ' antica teologia della « guerra santa », confermata dalle narrazioni del passato d'Israele, secondo la quale le vittorie militari erano possibili solo se il Signore precedeva il suo popolo. Vi è anche una risposta alla domanda di Dio nel v. I l : i suoi fedeli si dichiarano disponibili ad accompagnare i l loro Signore partecipando all 'opera di instaurazio­ ne del suo regno. Un motivo è comune in questa raccolta di salmi miktam (56-60): la soffe­ renza di una comunità sotto la pressione di nemici interni ed esterni. Il disastro de11 'esilio è descritto in termini cosmici con tratti improntati alle teofanie: « Hai fatto tremare la terra » ricorda Ag 2,6-7 .2 1 . La raccolta parziale precedente (Sal 52-55) serve come introduzione alla composizione. Il nemico che sta spaventan­ do il salmista e la comunità dei fedeli è solo un « uomo fragile », 'enoS, non un su­ peruomo invincibile (Sal 55,14; 56,2). I primi due salmi (Sal 56 e 57) sono collegati neHa forma (lo stesso genere letterario: supplica individuale, e stessa lunghezza) ma anche nel pensiero. I ne­ mici che insidiano la vita del salmi sta e della comunità, mettendone in discussio­ ne l ' identità, sono i « popoli » (Sal 56,8; 57, l 0), che possono essere sia gli stra­ nieri, sia g1i avversari interni alla comunità, i quali dimenticano l a Legge alteran­ done tutte le pratiche (cfr. l Mac 1 ,49)32• Sono feroci come leoni (Sal 57,5), ma le sofferenze del l ' orante e della comunità sono registrate dal Signore, il quale si tro­ va nel tempio celeste e in quello terrestre (cfr. Sal 57,6. 1 2). Non solo, ma è pre­ sente anche fra i leoni che attorniano l ' orante. La seconda coppia di salmi è composta da due suppliche deHa comunità postesilica, che si sforza di mantenere la fedeltà al suo Signore in un ambiente culturale e religioso ostile aHa fede. Contro tutte le nazioni si muove il Dio di Israele, il Dio degli eserciti (Sal 59,6). Egli rivelerà il suo potere non solo al suo popolo, ma a tutta la terra (Sal 59, 1 4). La comunità orante che soffre sotto il do­ minio straniero ritrova la speranza di una restaurazione del regno davidico nelle antiche promesse divine (Sal 60,8- 1 1 ). ,. Cfr. E.S. Gerstenberger, ibid. ; J.L. Mays, Psalms, p. 2 1 4. Di solito il testo, considerato da alcuni oracolo divino, viene fatto finire al v. l O e il v. I l è messo in bocca a un leader di Israele, che chiede a Dio di collaborare con lui alla conquista di Edom. Cfr. M.E. Tate, Psulms 51·100, p. 1 07; R.J. Touma). Psaumes, pp. 5-26. 32 Cfr. R.J. Toumay, P.ttuumes. p. 6.

Una comunitàfedele , Libro n, Cinque salmi Miktam, Sal 56-60 ...

245

Al centro della composizione si trova il Sal 58, differente per genere lettera­ rio dalla precedente coppia di salmi e da quella seguente. È una i struzione delle comunità giudaiche del postesi lio (cfr. Sal 49,52), che riflette sulla natura dei ne­ mici. Essi sono empi che commettono il male nel cuore prima ancora di passare alle mani. Ma dietro a loro il salmista intravede il serpente del paradiso terrestre che manipola le parole di Dio (cfr. Gn 3). D giudizio divino però raggiungerà an­ che lui e sarà costretto a dileguarsi in bava come una lumaca (Sal 58,9a). La futura comunità cristiana, il resto di coloro che osservano i comandamen­ ti e sono in possesso della testimonianza di Gesù (cfr. Ap 1 2, 1 7), sperimenterà an­ cora l ' attacco feroce del serpente antico, ma le verranno date « le due ali della grande aquila per volare nel deserto verso il rifugio » (Ap 1 2, 1 4; cfr. Sal 57 ,2).

'

LA SPIRITUALITA ' DELLA COMUNITA DEI GIUSTI Salmi 6 1 -64

LDntsno dal tempio il salmists prega un Dio vicino

61 'Al maestro del coro. Su strumenti a corda. Di Davide.

2 Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia supplica. 3Dai confini della terra io t'invoco, con cuore affranto, guidami tu sulla roccia per me troppo alta. 4Poiché sei stato per me un rifugio, una fortezza di fronte al nemico, 5vorrei dimorare nella tua tenda per sempre, rifugiarmi al riparo delle tue ali. 6 Poiché, o Dio, hai esaudito i miei voti, mi hai dato l 'eredità di chi teme il tuo nome, 7aggiungi giorni ai giorni del re, i suoi anni siano pari a generazioni e generazioni. 8Sieda in trono per sempre al cospetto del Signore, ordina a Bontà e Fedeltà di proteggerlo. 9Così inneggerò al tuo nome per sempre, adempiendo i miei voti giorno per giorno. Durante l 'attacco dei nemici Dio è un riparo fidato

62 'Al maestro del coro. Secondo « ldutun ». Salmo di Davide. 2Sì, in Dio si acquieta l ' anima mia,

da lui solo è la mia salvezza.

La

spiritualità della comunità dei giusti, Libro ll, Sal 6 1 -64

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3Sì, è lui la mia roccia e la mia salvezza, il mio riparo: non vacillerò a lungo•. 4Fino a quando inveirete2 contro un uomo, volete atterrarlo tutti come parete inclinata, come muro cadente? 5Sì, dalla sua altezza3 congiurano di precipitarlo, hanno cara la menzogna; con la loro bocca benedicono, nell ' intimo maledicono. 6Sì, in Dio acquiètati, anima mia, perché da lui solo è la mia speranza. 7Sì, è lui la mia roccia e la mia sal vezza, il mio riparo: non vacillerò. 'In Dio è la mia sal vezza e la mia gloria; la mia roccia salda, il mio rifugio sta in Dio. 'Confida in lui in ogni tempo, o popolo; davanti a lui sfogate il vostro cuore: Dio è nostro rifugio. 10Sì ,

un soffio sono gli uomini, una menzogna anche i figli dei nobili4• Sulla bilancia salgono in alto, insieme sono meno di un soffio. 1 1Non confidate nell 'oppressione, non illudetevi nella rapina; se aumenta la ricchezza, non ci mettete il cuore. 12Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite: presso Dio è la forza 11 e presso di te, mio Signore, è l 'amore; tu ricompensi ognuno secondo le sue opere. 1 Spesso rabba nelle ttaduzioni � omesso (cfr. v. 7). ma potrebbe essere una rilettura in un tempo di �risi, di cui si sta intravedendo la fine. 2 Altra traduzione possibile: « vi scaglierete », dalla radice hUt. 3 Altra traduzione: « alta posizione », « dignità ». 4 Le due espressioni « uomini » e « figli dei nobili » si possono tradurre anche con il tenni ne più ge­ nerico: « figli dell ' uomo ».

Traduzione e commento

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Incontro con Dio nel suo tempio 63

•salmo di Davide, quando stava nel deserto di Giuda.

20 Dio, tu sei il mio Dio, ali ' alba ti cerco, l ' anima mia ha sete di te, a te anela la mia carne in una terra riarsa, esausta, senz' acqua. 3Sì, nel santuario ti ho contemplato, per vedere la tua forza e la tua gloria. 4Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra ti loderanno. ssì, ti benedirò con la mia vita5, nel tuo nome alzerò le mie mani. 6Come di grasso e d' adipe si sazierà l ' anima mia e con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. 7Quando sul mio letto ti ricordo, nelle veglie notturne medito su di te6, 8che sei stato il mio aiuto, grido di gioia ali ' ombra delle tue ali: 91 ' anima mia si aggrappa a te; la tua destra mi sostiene. 10Ma essi, alla rovina: quelli che attentano alla mia vita7; sprofondino nel baratro della terra. 1 1 Siano consegnati in balìa della spada, siano preda degli sciacalli. 12Ma il re sia lieto in Dio, si glorii chi giura per lui, perché la bocca dei menzogneri sarà chiusa. Solo nel Signore U rifugio è sicuro 64

1Al maestro del coro. Salmo di Davide.

2Ascolta, o Dio, la mia voce quando mi lamento; dalla minacciat( del nemico preserva la mia vita. 5 Altra ttaduzione di b�IJayyily: « per tutta la mia vita ». 6 Letteralmente: « Vado bisbigliando di te durante le veglie della notte ».

7

Altra traduzione: « Quelli che cercano l'anima mia per la rovina».

• u termine paiJad di solito viene tradotto « terrore ». Qui però sembra avere il senso di un'azione mi­

nacciosa.

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spiritualità della comunità dei giusti, Libro n, Sal 61-64

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3Nascondimi dalla banda dei malvagi, dalla cricca dei malfattori, 4che affilano la loro lingua come spada, puntano la loro freccia, una parola tagliente, 5per colpire di nascosto l ' innocente: ali ' improvviso lo colpiscono e non hanno timore. 6S ' incoraggiano in un progetto perverso, concertano di nascondere trappole, dicono: « Chi potrà vederle? » 'Tramano crimini: « Abbiamo concertato una trama ben ordita: l ' intimo dell 'uomo e il suo cuore sono un abisso »9• 8Ma Dio li colpirà con una saetta improvvisa10 e subito ecco le ferite. 'Li farà inciampare la loro stessa lingua11, al vederli, chiunque scuoterà il capo. 10 Allora gli uomini tutti temeranno e proclameranno l 'opera di Dio, e comprenderanno il suo agire. • •n giusto sia lieto nel Signore e si rifugi in lui, e tutti i retti di cuore si glorieranno. Prima del passaggio alla lode del Sal 65, troviamo una raccolta parziale di salmi, in cui prevale il tono della fiducia che prepara lo stacco. Si noti in partico­ lare come il termine l_liisa , « trovare rifugio », in Sal 64, 1 1 fa una inclusione con maiJ.seh, « rifugio », in Sal 6 1 ,4. Il Sal 6 1 è una supplica individuale, i salmi 62 e 63 sono salmi di fiducia, e il Sal 64 è una supplica individuale, formando così una struttura a b b' a ' 1 2 • Il punto culminante del cammino di fede, ispiratore di queste preghiere, è nel Sal 63. In esso trova risposta il grido urgente con cui inizia il Sal 6 1 : « Ascolta, o Dio, il mio grido ». Tra i salmi 6 1 ; 62 e 63 vi è anche una connessione interna di ,

È possibile una se­ conda traduzione: (( All intimo dell uomo convengono disegni segreti �, cioè, a un uomo intelligente con­ vengono piani segreti. Nei vv. 8-1 O il testo ebraico attraverso la forma narrativa esprime i desideri del salmista come già realizzati. Gli imperfetti in questo contesto sono equivalenti al perfetto profetico o al perfetto precativo (cfr. M.E. Tate, Psalms 51-100, p. 1 3 1 ). 11 Letteralmente: (( Li hanno fatti inciampare contro se stessi, la loro lingua », con il suffisso antici­ pato . Il v. 9a è una crux interpretum. Cfr. M.L. Barré , A Proposal on the Crux of Psalm LXIV 9A, in vr 46 ( 1996) 1 1 5- 1 19, dove propone una leggera correzione del testo, traducendolo: « E Jahweh/Jahu li faccia in­ ciampare (e cadere) sulla loro (spada) lingua ». 12 G.H. Wilson, The Editing ofthe Hebrew Psalter, p. 1 63. 9 D v. 7 contiene alcune parole dell empio che si esprimono con un proverbio.

,

w

,

250

Traduzione e commento

motivi: la ricerca di Dio come un luogo sicuro dove l ' anima finalmente possa ri­ posare (Sal 61 ,3-4; 62,2-3; 63,3); un cammino in salita, perché attaccato da nemi­ ci (Sal 61 ,4-5; 63, 1 0). Nel Sal 61 l ' orante si trova « ai confini della terra » (v. 3) e desidera abitare « nella tenda » del Signore (v. 5), nel Sal 63 invece il salmi sta si trova nel tempio come a casa sua (v. 8). Un elemento comune ai Sal 6 1 e 63 è l 'e­ vocazione del « re », melek (Sal 6 1 ,7; 63, 1 2), cui corrisponde forse il richiamo im­ plicito in Sal 62,5 alla sua alta « posizione », miss0 eto.

Salmo 61. È una supplica, una fpilla (cfr. v. 2), di un orante che esprime la propria fiducia in Dio sulla base di esperienze precedenti. Egli sembra apparte­ nere al gruppo di coloro che « temono il nome del Signore » (v. 6): i devoti che nella diaspora del postesilio fra le osti lità dei popoli pagani hanno trovato l ' uni­ ca difesa e rifugio nella fede in Dio e attendono con ferma speranza la restaura­ zione del regno messianico (cfr. vv. 7-9). È collegato al Sal 60 da alcune parole chiave: due coppie di termini, niitan e ydre ' ( « dare a coloro che temono il Signore » un segnale in Sal 60,6, l 'eredità in Sal 6 1 , 6), e �ur, « roccia », in collegamento con nal}a, « guidare » (Sal 60, I l ; 6 1 ,3). In Sal 60,4 Dio fa tremare la « terra », in Sal 6 1 ,3 dai confini della « terra » il sal­ mista sconvolto si rivolge a Dio. In ambedue i salmi è presente il motivo della ra­ dicale debolezza dell'essere umano (Sal 60, 1 3b; 6 1 ,3b) e della salvezza prove­ niente solo da Dio (Sal 60, 1 4; 6 1 ,4). L' orante del salmo inizia con una richiesta di ascolto rivolta a Dio (vv. 2-3), prosegue con un' affermazione di fiducia e con una preghiera (vv. 4-5), con una se­ conda affermazione di fiducia e una intercessione per il re (vv. 6-8). La certezza de li' esaudimento è espressa nella promessa finale di lode (v. 9). Dali ' iniziale ri­ chiesta di ascolto (v. 2a), nella seconda parte del salmo si passa al sicuro presenti­ mento di essere ascoltato, ripensando alle esperienze passate (v. 6a). L'orante si trova lontano, ma prega un Dio vicino. Il suo cammino spirituale parte dalla dia­ spora per giungere al centro, al tempio del Signore, vicino al quale il re è introniz­ zato per secoli, mentre i sacerdoti vi esercitano il culto « giorno per giorno )). [61,1] Soprascritta: vi troviamo l ' indicazione di uno strumento musicale a corda, neginat 13 • [vv. 2-3] Invocazione e lamento: con due imperativi l 'orante si rivolge diret­ tamente a Dio. Si trova in una zona non frequentata dal popolo, ai contini del pae­ se o nella diaspora fuori da Israele (v. 3a). La lontananza fisica è per lui uno spec­ chio della sua situazione interiore: è giunto alla fine del1e sue risorse. La buona vo­ lontà e il coraggio si sono esauriti (v. 3b). La roccia, �ur, indica un luogo di rifugio sicuro, il tempio del Signore, dove Dio lo protegge dai nemici. Con le sue sole for­ ze il salmista non può raggiungere questa sicurezza (v. 3c). [vv. 4-5] Affennazione difiducia e preghiera: l ' esperienza passata della pro­ tezione divina è richiamata con le metafore del la fiducia: rifugio, fortezza, tenda, riparo. Cercare rifugio nel Signore, nella fase ti naie della composizione del Sal'' Nginat potrebbe essere un singolare assoluto.

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spiritualità della comunità dei giusti, Libro n, Sal 6 1 -64

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terio, è in col1egamento con la meditazione della tora, più che con la visita al tempio (cfr. Sal 1 ,2 e 2, t 2d)14• [vv. 6-8] Affermazione di fiducia e preghiera per il re: come nella strofa pre· cedente, I ' esperienza passata diventa la base per una nuova richiesta. Il salmista appartiene al gruppo di coloro che temono il Signore. La loro eredità è la terra promessa. Ma per questi pii israeliti che vedono il loro paese dominato da poten­ ze straniere, in modo particolare per i fedeli della diaspora, l'eredità è soprattutto l ' intimità concessa loro da Dio stesso nello studio della tora (v. 6). In essa trova­ no la conferma delle loro speranze. Essi aspirano al tempio messianico (cfr. MI 3, 1 ) e quindi sono in attesa che vi entri il nuovo Davide (cfr. Os 3,5) a instaurarvi un regno eterno (v. 7)15, in cui appariranno la fedeltà e la grazia misericordiosa del Signore (v. 8). [v. 9] Promessa finale di lode: questo verso ricapitola tutto il salmo. In ri­ sposta agli interventi divini, l 'orante vuole fare di tutta la sua vita un continuo at· to di riconoscenza e di lode, e quindi una ininterrotta confessione al Dio vicino. Salmo 62. È un salmo di fiducia pronunciato da un uomo stimato daiJa co­ munità, che in un momento difficile trova rifugio presso il tempio. Da lì può con­ trapporsi con calma alle false accuse dei suoi nemici e istruire con saggezza la co­ munità (cfr. vv. 9- 1 1 ), basandosi sulla Parola di Dio (cfr. 1 2- 1 3) e sulla propria esperienza. Alcuni richiami verbali uniscono il Sal 62 con i salmi precedenti : « Dio ha parlato », dibber (Sal 60,8; 62, 1 2); egli è la « roccia » deli' orante (Sal 60, 1 1 ; 61 ,3; 62,3. 7), il suo « rifugio » sicuro (Sal 61 ,4.5; 62,8.9), la sua « fortezza » (Sal 61 ,4; 62, 1 2), l 'alto « riparo », misgab (Sal 59, l 0. 17; 62,7); in lui è la « bontà », �esed (Sal 6 1 ,8; 62, 1 3); egli ricompensa (cfr. sallem, Sal 62, 1 3, ultimo verso del salmo) colo­ ro che hanno adempiuto i voti (cfr. sallém, Sal 61 ,9, ultimo verso del salmo); l ' aio· to degli « uomini » si rivela inconsistente (Sal 60, 1 3; 62, 1 0). In Sal 6 1 ,5 l 'orante desidera rifugiarsi nella tenda di Dio sotto le sue ali, in Sal 62,2.3.7.8 egli può fi­ nalmente trovare pace in lui. Di fronte agli assalti dei nemici l' orante risponde innanzi tutto con un' affer­ mazione di fiducia (ritornello) (vv. 2·3), passando alla protesta contro i nemici (vv. 4·5), ripetendo ancora l 'affennazione di fiducia (ritornello) (vv. 6-7), indiriz­ zandosi ali ' assemblea ( vv. 8·9). Propone quindi una propria riflessione sapienzia­ le (v. 1 O) ed esorta (v. 1 1 ) richiamandosi alla Parola di Dio (vv. 1 2- 1 3 ). Nel salmo interagiscono l' orante, la comunità attorno a lui, Dio, gli avversari. Il mondo in· tero è contro l ' orante, ma egli può riposare in pace perché ha trovato rifugio in

•� Cfr.

J.F. Creach. Yahweh as Refuge. p. 79. " Il passaggio improvviso dalla prima alla terza persona e )•associazione della preghiera al Signore con la preghiera per il re hanno fatto pensare a una aggiunta posteriore. Questo fenomeno però si può os­ servare anche in altri salmi (28,8; 63, 1 2 � 84. 1 0) e in alcune preghiere della Mesopotamia. Cfr. H.J. Kraus, Psalm.'f 60-l50, pp. 9- 1 O. Pur ammettendo che il salmo sia stato composto per un sovrano regnante. il suo linguaggio indubbiamente iperbolico ha potuto esprimere le speranze messianiche del postesilio, quando ormai il re non c'era più. Cfr. M.E. Tate, P.'falm.'f 5/-100, p. 1 15.

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Traduzione e commento

Dio. Gli avversari, messi tutti insieme, sono solo una parvenza ingannatrice. Dio è sperimentato come uno spazio circolare privilegiato, riservato, un luogo ripara­ to sopra una montagna, il simbolo materno per eccellenza della pace e del la sicu­ rezza16. La dichiarazione di fiducia in Dio è sostenuta anche dalla forma poetica del salmo: sei versetti iniziano con la parola ebraica 'ak, « sì », « davvero », ma an­ che « solo »; l 'attacco invece dei nemici è espresso con una metafora sonora del rumore del martello su un muro (fhoftu l fr��t!J.u, v. 4). La comunità è incorag­ giata a seguire la via de li' orante. [62,1] Soprascritta: Idutun (cfr. Sa1 39, 1 ; 77, l ) è uno dei capi musicisti di Da­ vide assieme ad Asaf ed Eman (cfr. 1 Cr 9,1 6; 1 6,38). Il nome potrebbe anche in­ dicare il tono in cui il salmo era cantato. [vv. 2-3] Affermazione difiducia (ritornello): non è una scelta, ma una con­ statazione. L'orante sperimenta la quiete dell'anima, un silenzio interiore della mente e del cuore, in cui in un atto di fede ha buttato tutte le sue ansie e paure in Dio. ll testo fa pensare al cammino agitato che ha preceduto questo momento. Nessun altro tentativo era riuscito a spezzare il cerchio della paura. Ora è sicuro: la presenza di Dio non permetterà che egli vacilli troppo e crolli. [vv. 4-S] Protesta contro i nemici: si rivolge quindi ai suoi nemici. Li descrive come falsi amici, che lo attaccano brutalmente spargendo falsità su di lui. La loro intenzione è quella di abbatterlo definiti vamente come un muro pericolante (v. 4). Anche se ipocritamente parlano bene di lui, in segreto usano minacciose formule magiche e congiurano di toglierlo dalla sua alta posizione nella comunità (v. 5). [vv. 6-7] Affermazione di fulucia (ritornello): è ripetuto il ritornello dei vv. 2-3 con delle vari azioni: da11a dichiarazione si passa all 'esortazione diretta alla propria anima; il dono della salvezza presente deve essere mantenuto nella prati­ ca della speranza; dal i ' assicurazione di essere salvo dalla rovina si passa alla si­ curezza totale. [vv. 8-9] Appello: l ' orante coinvolge nella sua esperienza l ' assemblea dei fedeli 17, confessando con inni e preghiere la sua fede in Dio e invitandola a espri­ mere liberamente le sue sofferenze e disgrazie davanti a Dio (cfr. 1 Sam l , 1 5). [v. 10] Riflessione sapienziale: dopo aver annunciato davanti alla comunità i1 kerygma, l' orante continua con una riflessione sapienziale, richiamandosi a Sal 39,6 e 1 1 6, 1 t 18• Dal punto di vista di Dio, tutti gli uomini messi insieme, se pesa­ ti, sono troppo leggeri : non possono autoingannarsi . Le accuse degli avversari al­ lora non hanno alcun peso. 16

Cfr. L. Monloubou, L'imagiiUJire des Psaumes, pp. 70-7 1 . 17 Alcuni pensano che il termine 'iim, « popolo)), s i riferisca a l gruppo dei nemici invitati a conver­

tirsi (cfr. K. Seybold, Die P.falmen, p. 245), ma nel v. 9 l'orante parla di un'esperienza comunitaria: « Dio è nostro rifugio )). •• Sembra che la citazione sia intenzionale. Le variazioni possono derivare dali 'uso di due regole er­ meneutiche tradizionali: mediante la gezerah shawah il redattore può richiamarsi anche al Sal 1 1 6,1 1 : « Ogni uomo è menzogna)) (kol hil ' adiim kòzeb) , dove l a frase inizia con le stesse parole. lnoltte median­ te la regola dell 'al tiqré può sostituire niHdb (« che esiste ») con kiizab (« menzogna »). Cfr. T. Lorenzin. I.:uso della regola ermeneutica Gezerah Shawah, in RivB 44 ( 1 996) 65-70; L'uso di un procedimento ese­ getico analogo all 'al tiqré, in RivB 40 ( 1 992) 67-76.

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comunità dei giusti, Libro n, Sal 61-64

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[v. 11] Esortazione: ora l ' arante si rivolge di nuovo direttamente ai suoi ne­ mici. È importante riporre bene la propria tiducia. Chi va cercando un accresci­ mento di potenza nella violenza e nella rapina, si inganna. Nel i ' ipotesi migliore si procura abbondanza e ricchezza. Ma anche la ricchezza non preserva da nulla. [vv. 12-13] Richiamo alla Parola di Dio: l ' orante introduce con lo stile del pro­ verbio numerico (cfr. Pro 6, 16) una rivelazione personale, che richiama il contesto sacrale di una decisione arbitrale divina. Essa consiste nel riconoscere che a Dio ap­ partiene il potere di ricompensare gli uomini, secondo le loro opere e l 'amore leale alla sua alleanza. Queste qualità divine sono importanti perché convalidano la fidu­ cia. L'uso della seconda persona nel v. 1 3 fa pensare che il salmo sia stato composto per essere recitato alla presenza del Signore come dichiarazione di affidamento a lui. Salmo 63. Potremmo ascrivere questo salmo alle suppliche individuali in cui le espressioni di ringraziamento, di fiducia e di confidenza rappresentano il tema principale. L' ambiente primitivo sembra essere stato quello di un persegui­ tato che trova asilo nel tempio e attende l ' aiuto del Signore per il mattino. Nel contesto attuale del Salterio, il salmo è slegato dal suo ambiente cultuale origina­ rio e rappresenta una preghiera di un uomo che ha superato il mondo pericoloso, dove ha sperimentato l 'assenza di Dio, trovando la vita solo in lui. Vi sono alcuni collegamenti con il contesto immediato mediante parole chiave: l)esed, « bontà » (Sal 6 1 ,8; 62, 1 3 ; 63,4); « benedire » (Sal 62,5; 63,5); « le tue ali » (Sal 6 1 ,5; 63,8), rinnin, « gridare » (Sal 6 1 ,2; 63,8); confini della « terra » (Sal 6 1 ,3) e « terra » riarsa (Sal 63,2) e baratro della « terra » (Sal 63, l O); siimal}, « gioire » (Sal 63, 12: il re gioisce; Sal 64, I l : il giusto gioisce). Il salmo potrebbe essere diviso in tre parti: affermazione di fiducia (vv. 2-4), promessa di lode (vv. 5-9), petizioni (vv. 10- 1 2). Il cammino spirituale dell' orante ha inizio all ' alba (v. 2) e tennina nelle ore notturne (v. 7), in cui l ' anima si stringe al suo Signore. Le tappe della comunione con lui sono la visione nel santuario (v. 2), la partecipazione al convito festivo (v. 6), e infine l 'unione mistica nel silenzio del­ la notte ali ' ombra delle ali del Signore. Dio è sperimentato come potenza, gloria e amore (vv. 3-4), la fonte della capacità di agire. A questo dialogo con Dio partecipa l 'uomo intero: anima (vv. 2.9), carne (v. 2), labbra (v. 4), mani (v. 5), bocca (v. 6). [63,1] Soprascritta: il salmo è ambientato nella vita di Davide quando stava nel deserto. Uno scriba ha collegato la terra riarsa del v. 2 con il deserto di Giuda, dove Davide trovò rifugio fu �gendo da Saul (cfr. 1 S am 23, 1 4), oppure dal tiglio Assalonne (2Sam 1 5,23.28). E l ' unico nel contesto dei salmi di Davide 5 1 -70 che non contiene l 'indicazione lamna��ea�, « al maestro del coro ». [vv. 2-4] Affermazione di fiducia: in questa parte dominano le espressioni af­ fermative come nel salmo precedente (cfr. Sal 62,2.3.5.6.7. 1 0). L'atto di fede in Dio originariamente era nel Signore, JHWH, Dio d' Israele, come in molti casi nei Sal 42-83. Nelle espressioni di tiducia de li ' orante implicitamente vi è anche una richiesta di aiuto. Tutto il suo desiderio è rivolto al Signore. Già all 'alba19 inco19 L'espressione « cercare ali ' alba » in ebraico è resa con un unico verbo denominativo da IaiJ,ar, « al­ ba ». Significa « cercare con molta attenzione ».

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Traduzione e commento

mincia a cercarlo con molta attesa. Ha nostalgia di Dio come un viandante esau­ sto, in un deserto assolato, ricerca l ' acqua (v. 2). Ha trovato asilo nel tempio e lì attende tranquillo la decisione definitiva sul suo caso, pensando alle esperienze passate della potenza e della gloria e del l ' amore del Signore. Ha visto la potenza del Signore nella sua capacità di agire, la sua gloria nelle opere meravigliose rea­ lizzate, e il suo amore da cui sono partiti i suoi interventi salvitici (v. 3). Nel san­ tuario ha contemplato il Signore con lo sguardo di fede e d' amore come Isaia al momento della sua vocazione (ls 6, 1 -4 ). Il v. 4 contiene una stupenda professione di fede: « Il tuo amore vale più della vita ». L' orante, quasi, dimentica la sua esi­ stenza con i suoi desideri, per fermarsi a contemplare solo Dio come il massimo bene. Questa visione lo spinge alla lode (v. 4b). [vv. S-9] Promessa di lode: egli promette di dedicare tutta la propria vita al­ la lode al Signore, come un'eco incessante del l ' amore divino che ricolma la sua anima (v. 5). La comunione con Dio lo sazia come il più sublime alimento prepa­ rato nei banchetti del tempio (v. 6). L' intimità con lui non si limita al luogo sacro, ma continua nella vita quotidiana nella propria casa, soprattutto nel silenzio del­ le notti (vv. 7-9). [vv. 10-12] Petizioni: il salmi sta si augura siano eliminati i pericoli per la sua vita ( vv. l 0- 1 1 ) provenienti dai suoi avversari, testimoni di falsità contro di lui (v. 1 2b). Le metafore usate non esprimono fantasie di vendetta, ma sono una rappre­ sentazione del giudizio divino, dal quale l 'orante spera l ' aiuto definitivo. L' augu­ rio finale è dedicato al re, il custode del diritto, per il quale vi era l 'obbligo di pre­ gare (cfr. Esd 6, 1 0; 7,23), e a quanti giurano nel nome di Dio211 (cfr. Dt 6, 1 3 ; Ger 1 2 , 1 6) confessando la vera fede: la comunità dei fedeli.

Salmo 64. È una supplica individuale, che contiene un lamento (siaiJ) a Dio, una descrizione dei nemici e un' affermazione di confidenza: elementi caratteri­ stici dei salmi di questo tipo. Sembra prevalere il tono di fiducia in Dio. La situa­ zione de l i ' orante è simile a quella dei Sal 6 e 63: un uomo perseguitato che trova protezione e asilo in Dio. Egli è descritto come un membro della comunità « in­ nocente » (v. 5 ), « giusto » e « retto » (v. 1 1 ). Con il salmo precedente è unito mediante alcuni richiami verbali. Gli ultimi versi dei due salmi terminano con lo stesso augurio, rivolto rispettivamente al re e al giusto: « il re sia lieto (yismaiJ) in Dio » (Sal 63, 1 2) e « il giusto sia lieto nel Si­ gnore » (Sal 64, I l ). Altri tennini si ripetono: « la mia vita » (Sal 63,5; 64,2); « spa­ da » (Sal 63, I l ; 64,4), « vedere » (Sal 63,3; 64,6). Soprattutto il Sal 64 è collegato con i salmi precedenti mediante il tema della fiducia e del rifugio nel Signore e nel suo tempio (Sal 64,1 1 ; 63,3.8; 62,3.7.8.9; 6 1 ,3.4.5). Il salmo può essere diviso in due parti: invocazione e preghiera di lamento (vv. 2-7); speranze e . auguri (vv. 8- 1 1 ). Lo stile di questa supplica è espressivo, con immagini di battaglia e di caccia. In particolare sono efficaci alcune metafo­ re sonore: l ' affilare della spada mediante la ripetizione di sibilanti ( 'aser siinrnu 20

È possibile che costoro giurino nel nome del re o, meglio, nel nome del re e del Signore (cfr. I Sam

17,55; 25,26).

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Libro n, Sal 61-64

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- l�sonam, v. 4a); lo scoccare delle frecce (lirot bammistiirlm tiim, v. Sa); i colpi improvvisi dal buio mediante l 'assonanza di suoni cupi (voriihu l yirii'u, v. 5b); il bisbiglio delle trame segrete (va�ptsu l �epes mtlfiippa.S, v. 7a). [64,1] Soprascritta: contiene una nota liturgica e il richiamo a Davide. [vv. 2-1] /nvocazione e preghiera di lamento: l ' orante inizia con una invo­ cazione a Dio affinché ascolti il suo lamento (siah), · una preghiera a bassa voce, perché paralizzato dal terrore (paiJ,ad) dei nemici che lo assediano. È un proble­ ma di vita o di morte (v. 2). Il pericolo è aggravato dal fatto di essere nascosto (cfr. v. 5), per questo egli chiede di poter nascondersi in Dio (v. 3). Nei vv. 4-7 so­ no descritti i piani dei nemici . Le loro armi sono la lingua e le parole usate come spada affilata e frecce velenose (v. 4). Come franchi tiratori, le scoccano dai loro nascondigli ali ' insaputa, senza alcuna remora morale (v. 5). Con un' amplifica­ zione si descrivono i nemici mentre si incoraggiano l ' un l 'a1tro nella caccia al salmista, convinti che le loro trappole micidiali siano invisibi li perfino a Dio (v. 6). Essi vanno fieri delle loro trame congegnate alla perfezione. Hanno in bocca un proverbio, applicabile a loro stessi ma anche ali ' orante, sulla profondità del cuore del l ' uomo. Chi può scrutare fino in fondo le sue intenzioni? I malvagi so­ no convinti che le loro trame, espresse nei vv. 4-5, rimangano nascoste nella profondità dei loro cuori. [vv. 8-1 1] Speranze e auguri: nella seconda parte della preghiera l ' orante si augura una anticipata retribuzione divina. Innanzi tutto, secondo il principio del taglione, egli auspica che Dio reagisca contro i suoi nemici con il loro stesso me­ todo: contro le loro frecce scoccate di nascosto senza preavviso, lanci dal cielo le sue saette improvvise e se ne accorgano solo quando appaiono le ferite (v. 8). In secondo luogo, le loro armi - le false accuse fatte circolare dalle loro perfide lin­ gue - si ritorcano contro di loro (v. 9a). E i testimoni della loro caduta avranno una nuova e più profonda comprensione del l ' opera di Dio nella storia. Scuote­ ranno il capo colti da timore ri verenziale e riconosceranno pubblicamente chi go­ verni in realtà il mondo (vv. 9b- 1 0). Questo è un appello indiretto ali ' intervento divino. Gli auguri finali riguardano l' orante e la sua comunità di « retti di cuore », devoti alla legge (cfr. 7, I l ; I l ,2; 32, 1 1 ). Essi possano festeggiare per aver visto la potenza e la giustizia del loro Dio (v. 1 1 ). Nel Sal 6 1 Dio è sperimentato come rupe, rifugio, fortezza (vv. 3-4); nel Sal 62 il complesso delle metafore è ampliato: rupe, mia salvezza, gloria, rifugio (vv. 3.8); nel Sal 64, 1 1 la gioia del giusto sta nel trovare in lui il proprio rifugio (�lisa). In Sal 6 1 ,5 1 'orante esprime l ' affetto di un ' anima che desidera vivere vi­ cino a Dio, nascosta (bcseter) sotto le sue ali, e per lui solo. La stessa idea di un nascondiglio in Dio è ripetuta come inclusione alla fine della raccolta in Sal 64,3 (tastirénl). Nel Sal 63,8 questo desiderio è realizzato in un giubilo incontenibile. L' incontro con lui avviene nella tenda del Signore in Sal 61 ,5 e nel tempio santo in Sal 63,3. Nel Sal 62 manca l 'evocazione diretta del santuario, ma è insinuata nella rupe di sicuro riparo (vv. 3.7). La comunione con Dio ha il suo punto di par­ tenza nel culto, ma continua nei momenti di solitudine della vita quotidiana del­ l " orante, di notte nel suo letto (Sal 63,7a). Il ricordo di Dio lo segue giorno e not-

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Traduzione e commento

te, e affiora nelle sue labbra il mormorio dolce della preghiera-meditazione (Sal 63, 7b) . Il cammino di fede de li ' orante è ostacolato dalla presenza minacciosa dei nemici che sono la proiezione negativa della sua identità. Ma ogni loro attacco aperto o dissimulato nella calunnia, nel l ' adulazione e nell ' inganno (Sal 6 1 ,4; 62,4-5; 63, 1 Oa; 64,2-7), rimane frustrato, perché anch'essi sono uomini fragili e nella bilancia di Dio non hanno alcun peso (Sal 62, l 0). Un elemento comune al primo e al terzo salmo della raccolta (Sal 6 1 -64) è la presenza del re, melek (Sal 6 1 ,7; 63, 1 2). Implicitamente sembra essere presen­ te anche nel Sal 62,5 nel termine « altezza », mis� 'eto21• Nel Sal 64 1' augurio fi­ nale per il re del Sal 63, 1 2: « Il re sia lieto in Dio » è trasfonnato in un augurio fi­ nale al giusto, �adddlq: « Il giusto sia lieto nel Signore >> (Sal 64, 1 1 ). Sembra che i « giusti » siano un gruppo di giudei del postesilio che ha lasciato varie tracce nel Salterio. Secondo Sal l ,2, il fondamento della loro vita è la tora e si distinguono nel giudaismo per la loro zelante osservanza del la legge e per la seria ricerca per­ sonale della comunione con Dio, separandosi da una religiosità considerata so­ prattutto come un bene tradizionale22• In questi quattro salmi i « giusti » si pre­ sentano come chi è in attesa del re futuro, che sederà per sempre alla presenza del Signore (Sal 61 ,8). Alimentano questa speranza con la meditazione continua e gioiosa della sua tora, giorno e notte. Anche i l silenzioso mormorare (hdga) dei salmi li sostiene nella loro fede (63,7). Potremmo dire che in questa breve colle­ zione troviamo il cuore dell a spiritualità di quel movimento giudaico. La loro sete di Dio tuttavia potrà essere veramente saziata quando arriverà il Messia atteso: « L'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zam­ pilla per la vita eterna » (Gv 4, 14). Per ora la recita e meditazione dei salmi servo­ no a tenere desta l 'attesa.

21 F. Asensio, Teologia biblica de un trlptico: Salmos 61, 62 y 63, in &tBib 21 (1962) l l l - 1 2S. 22 Cfr.

Ch. Levin, Da."ì Gebetbuch der Gerec:hten, in ZTK 90 ( 1 993) 372-273.

"

IL CANTO DELLA COMUNITA DOPO LUNGO SILENZIO Salmi 65-68

Canto al Signore delltz storia e del mondo che ascolta la preghiera 65 1Al maestro

del coro. Salmo di Davide. Canto.

2Per te il silenzio1 è un canto di lode, o Dio in Sion, e per te si adempiono i voti. 3'fu che ascolti la preghiera, a te viene ogni mortale2• � colpe sono state più forti di me3, ma tu perdoni i nostri delitti. sBeato chi hai scelto e avvicini: abiterà nei tuoi atri. Saziamoci dei beni della tua casa, delle cose sacre del tuo tempio! 6Con opere formidabili, tu ci rispondi in modo giusto, o Dio nostro Salvatore, tu, fiducia di tutti i confini della terra e dei mari4 lontani; 7tu, che rendi stabili i monti con la tua forza, cinto di potenza; 'tu, che fai tacere lo strepito del mare, il fragore delle sue onde e il tumulto dei popoli. 9Si stupirono gli abitanti del mondo davanti ai tuoi segni; le porte dell 'aurora e del tramonto riempi di giubilo. 1 Di solito le traluzioni preferiscoao il testo della LXX: « A te conviene », che traduce il tenDine ebrai­ co con vocali diverse domiyiì. participio femminile. Il TM diimiyd significa « silenzio, quiete », nel senso di « attesa in silenzio>>. La tradizione ebraica afferma l' impossibilità di celebrare adeguatamente la gloria di­ vina. Cfr. D. Kimchi. Commento ai .c;almi, Il. p. l 93. 2 Letteralmente: « carne ». 3 La LXX ha il plurale: « noi ». 4 Alcuni invece di « mari » traducono « isole», correggendo in TM w'ydm in w'tyim..

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Traduzione e commento

10Hai visitato la terra e l 'hai irrigata, l' arricchisci a dismisura. Il canale di Dio è gonfio d' acqua. Prepari il loro frumento. Sì, così tu lo prepari: 11irrigando i suoi solchi, spianando5 le sue zolle, l ' ammorbidisci con piogge, il suo germoglio benedici. 1 2Hai coronato l ' anno con i tuoi beni e le orme del tuo carro stillano abbondanza6• 13Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di gioia. 1"1 prati si vestono di greggi e le valli si coprono di messi: acclamano e cantano. Ricono&cimento e confe&&ione dell'opera di Dio 66

'Per il maestro del coro. Canto. Salmo.

Acclamate a Dio, voi tutti della terra, 2inneggiate alla gloria del suo nome, dategli gloria con la lode7• 30ite a Dio: Formidabili sono le tue opere! Per la grandezza della tua forza i tuoi nemici ti rendono omaggio8• %tta la terra ti adori e inneggi a te, inneggi al tuo nome. 'Venite e vedete le opere di Dio: formidabile è il suo agire verso gli uomini. 6Cambiò il mare in terra asciutta, passarono a piedi nel fiume, perciò9 rallegriamoci in lui. ' l due infiniti assoluti naiJ,lt e rawweh sono adoperati con il senso di gerundio. Cfr. B. Duhm. D;, Psalmen, p. 1 70. 6 Letteralmente : « grasso ». 7 Letteralmente: Rendete gloria la sua lode ». " Il verbo kii]R.f significa « adulare », ma dal contesto si tratta di un omaggio contro voglia. 9 Il TM ha .fiim, che nonnalmente significa « là », qui ha il senso di ·az, (( perciò »: cfr. M.E. Ta Psalm.'ì 51- 100. p. 146. «

Il canto della comunità

...

, Libro II, Quattro salmi iir, Salmi 65-68

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'Governa per sempre con la sua potenza, i suoi occhi osservano le nazioni; . i ribelli non si sollevino contro di lui.



8Benedite, o popoli, il nostro Dio, fate udire la risonanza della sua lode! � lui che ci ha rimesso in vita, e non ha lasciato vacillare il nostro piede. 1'Sl, ci hai provati, o Dio, raffinati come si raffina l 'argento. ••ci hai condotti in carcere, hai messo un peso10 ai nostri fianchi. 12Hai fatto cavalcare uomini sopra la nostra testa, siamo passati per il fuoco e per l 'acqua. Ma tu ci hai fatto uscire verso l ' abbondanza 1 1• 13Verrò nella tua casa con olocausti, voglio adempire per te i miei voti, 14quelli che le mie labbra hanno proferito, e la mia bocca ha pronunciato nella mia angoscia. 15'fi offrirò olocausti di grassi animali con profumo d'arieti. Immolerò tori e capri. 16Venite, ascoltate, perché voglio raccontare, voi tutti che temete Dio, quanto egli ha fatto per me. 17A lui ho gridato con la mia bocca, ma la lode12 era già sulla mia lingua! 18Se (io) avessi visto colpa nel mio cuore, il mio Signore non mi avrebbe ascoltato. "Ma Dio mi ha ascoltato, è stato attento alla voce della mia supplica. WSenedetto Dio, che non ha allontanato la mia preghiera né il suo amore da me.

10

Il termine mQ 'aqd è oscuro. Sembra contenere l ' idea di peso opprimente. Altra lettura possibile: « riposo ». 12 Il termine romiim viene spesso corretto secondo la LXX e tradotto: «L'ho esaltato ». 11

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Traduzione e commento

Benedizione per le liturgie della comunità

67 tAl maestro del coro. Su strumenti a corda. Salmo. Canto.

2Dio abbia pietà di noi e ci benedica, mostri su di noi il suo volto raggiante; 3perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le nazioni la tua salvezza. 4Ti rendano grazie i popoli, o Dio,

ti rendano grazie i popoli tutti.

5Si

rallegrino e cantino di gioia le nazioni, perché tu giudichi i popoli con equità, guidi le nazioni sulla terra.

6Ti rendano grazie i popoli, o Dio, ti rendano grazie i popoli tutti.

'La terra ha dato il suo raccolto. Ci benedica Dio, il nostro Dio. 8Ci benedica Dio: lo temano tutti i confini della terra. Canto al Dio del Sinai e di Sion

68 tAl maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto.

2Si alza Dio, si disperdono i suoi nemici; fuggono i suoi rivali davanti a lui. 3Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi, come fonde la cera davanti al fuoco, periscono gli empi dinanzi a Dio. 41 giusti si rallegrano, esultano dinanzi a Dio, festeggiano con gioia. 5Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, spianate la strada al Cavaliere delle nubi 13: Signoret4 è il suo nome, ed esultate dinanzi a luPs. 6Padre degli odani e giudice delle vedove è Dio nella sua santa dimora. 13 Altra traduzione: « Esaltate il Cavaliere delle nubi ». È un antico titolo di Dio, che si trova anche nei testi ugaritici. 14 Letteralmente: « Jah ». 15 È possibile tradurre anche : « Nel nome del Signore esultate dinanzi a lui ».

Il canto della comunità. .. , Libro n, Quattro salmi iir, Salmi 65-68

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'Dio dà un tetto a chi è solo, fa uscire i prigionieri nella prosperità1 6, �·- ·· solo i ribelli rimangono in terra arida. 8Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, quando avanzavi nella steppa, 9tremò la terra e stillarono i cieli davanti a Dio - quello del Sinai davanti a Dio, il Dio d' Israele. 10J>ioggia generosa hai riversato, o Dio, tu hai preparato la tua eredità esausta. 11 In essa il tuo gregge17 abitò: hai provveduto nella tua bontà al povero, o Dio. •2JI mio Signore dà un annuncio18,

le messaggere di gioia sono un grande esercito. 13 Fuggono, fuggono i re degli eserciti ! La bella19 della casa spartisce il bottino 14e voi restate a bivaccare negli ovili? Le ali della colomba sono coperte d' argento e le sue piume d'oro giallo. 15Quando là l 'Onnipotente sbaragliava i re, nevicava sul Salmon20• 16Montagna divina è la montagna di Basan. Montagna scoscesa è la montagna di Basan. 11Perché invidiate, montagne scoscese, la montagna che Dio ha desiderato per sua dimora? Sì, il Signore vi abiterà per sempre. 181 carri di Dio sono miriadi e miriadi, migliaia gli arcieri, il mio Signore è fra essi, il Sinai è nel santuario21• 16 Il termine biik/Jlarot è di significato incerto. Alcuni traducono : « con musica,._ 1 7 Di solito IJiiyd significa « creatura vivente ». La LXX ha: « la tua creatura». Alcuni traducono: « la

tua comunità ». Il tennine può signifiaue: comando, messaggio, decisione, notizia. " Cfr. Ger 6,2. N'wat è una parola oscura che viene tradotta anche: « Colei che dimora in casa », e • nell ' atrio della casa». 20 Una montagna non identificata. Potrebbe essere tradotto: « Monte ombroso ». 21 Correggendo il testo alcuni traducono: « Il Signore viene dal Sinai nel santuario ». 1 11

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Traduzione e commento

19Sei salito in alto, hai fatto prigionieri, hai ricevuto doni fra gli uomini, - anche ribelli ! per avere una dimora, Signore Dio22• 2"Benedetto sia il Signore ! Di giorno in giorno ci sostiene: Dio è la nostra salvezza. 21Dio è per noi un Dio Salvatore, e presso il Signore, il �o Signore, sono le uscite dalla morte . . 22Sì, Dio schiaccia la testa dei suoi nemici, il cuoio capelluto di chi cammina nelle sue colpe. 23Ha detto il mio Signore: « Da Basan23 io faccio ritornare, faccio ritornare dalle profondità del mare, 24affinché tu schiaccF4 il tuo piede nel sangue, e la lingua dei tuoi cani abbia la sua parte di nemici ». ·

25Appare il tuo corteo, o Dio, il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. 26ln testa marciano i cantori, dietro i suonatori, fra le ragazze2� che suonano cembali. 27 « Nelle assemblee benedite Dio, il mio Signore, voi della sorgente26 d'Israele ». 28Là c'è Beniamino, il più piccolo, che li guida27, i principi di Giuda in folla rumorosa, i principi di Zabulon, i principi di Neftali. 29Jl tuo Dio ha disposto la tua potenza28 :

mòstrati potente, o Dio, come tu hai fatto con noi, 30dal tuo tempio su Gerusalemme. I re ti portino tributi. 31Minaccia la Belva del canneto, il branco di Tori fra i vitelli dei popoli: 22 Cfr. v. 7c. Altra traduzione possibile: « E perché il Signore abiti perfino fra i ribelli ». Il v. 19 è Cl· tato in Ef 4.8 secondo la versione siriaca e aramaica: « Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionien. ha distribuito doni agli uomini » (questa sarebbe allora un•anusione alla legge donata da Dio a Israele). 23 Bti.fan può significare anche « il serpente primitivo », simbolo del mondo sotterraneo (cfr. Dt 33.22 ' 24 Alcuni correggono il testo in tir�a�. « ti lavi ». 25 La processione passa attraverso due file di ragazze che suonano cembali. 26 Correggendo il testo in mimmiqrd 'e alcuni traducono « dall 'adunanza ». 27 Il temùne è oscuro. La LXX traduce: « in estasi ». 21 La LXX traduce all ' imperativo.

Il canto della comunità. . . , Libro n, Quattro salmi lir, Salmi 65-68

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si

sottomettano con piastre d'argento; disperdi i popoli che amano la guerra. :UVengano i grandi dali 'Egitto, l 'Etiopia stenda la sua mano verso Dio.

33Regni della terra, cantate a Dio, inne ggi ate al mio S ignore, 34a lui che cavalca sul cielo dei cieli antichi ! Ecco, fa risuonare la sua voce, una voce potente! 3sRiconoscete la potenza di Dio; su Israele è la sua maestà, sulle nubi la sua potenza. 36Formidabile sei, Dio, dal tuo santuario! Egli è il Dio d' Israele, che dona forza e vigore al popolo. Benedetto sia Dio ! Il redattore delle soprascritte ha considerato questi quattro salmi (65-68) co­ me una unità all 'interno della collezione più estesa dei Sal 6 1 -68. L'elemento uni­ ficante nelle soprascritte è il termine sir, « canto », che viene dopo la lu n ga raccol­ ta di salmi di supplica (Sal 5 1 -64) ed è seguito da un piccola raccolta di quattro sal-:­ mi ancora di supplica, che conclude il secondo Salterio davidico (Sal 5 1 -72). Il termine « canto >> riflette una unità tematica di questa raccolta parziale composta da inni. L' ultimo verso della collezione (Sal 68,36) si conclude con una benedizione al Signore, che richiama la concentrazione del verbo « benedire » nei Sal 66; 67 e 68. GJi inviti a lodare Dio (Sal 65,2; 66,2.8), a inneggiare (Sal 66,2.4; 68,5.33), ad adorarlo e a sottomettersi a lui (Sal 66,4; 68,3 1 ) assicurano la concatenazione di questi testi che esortano tutti a rivolgersi a Dio, i l quale benedice (Sal 65, I l ; 67,2.7-8) ed è benedetto (Sal 66,20; 68,20.36). I vv. 1 0- 1 4 del Sal 65 annunciano il tema della lode dopo un bel raccolto ricordato in Sal 67,7. Ancora il Sal 65 anti­ cipa i temi del Sal 66: l 'adempimento dei voti (Sal 65,2; 66, 1 3); la descrizione del­ le « formidabili » opere divine (Sal 65,6.9; 66,3) e soprattutto il dominio sul mare (Sal 65 ,8; 66,6). La menzione dell'esaudimento della preghiera crea una inclusio­ ne tra Sal 65,3a e Sal 66, 1 9. I Sal 66 e 68, poi, hanno più di un motivo in comune: l'abbattimento dei ribelli (Sal 66,7; 68,2-3 .7); l 'uscita del popolo verso la prospe­ rità (Sal 66, 1 2; 68,7) e l 'esaltazione della forza divina (Sal 66,7; 68,29.34-35)29•

Salmo 65. In questo salmo prevale il linguaggio della lode e del ringrazia­ mento. Il testo ebraico lo considera una fhilla, un inno (v. 2). Vi sono però anche elementi di supplica che lo avvicinano a una lamentazione (cfr. vv. 4.5.6 ). Il con29 Cfr. J.·M. Auwers, us psau�s 70.1'2. &sai de lecture canonique, in RB 101 ( 1 994) 243.

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Traduzione e commento

testo coesivo di questi vari motivi potrebbe essere una festa di scioglimento di vo­ ti. Ma proprio la diversità di motivi presenti nel salmo ha fatto pensare ad alcuni a una composizione di parti precedentemente separate. Questo non sarebbe strano nel Salterio. Sembra però che la variazione di stile sia dovuta alla maestria del sal­ mista che sa adattarsi al cambiamento del tema: un trittico formato da Sion e il suo tempio (vv. 2-5), la creazione (vv. 6-9), le stagioni agricole (vv. 1 0- 1 4). Il loro co­ mune denominatore è l ' idea della creazione dove Dio, l ' uomo e la terra sono in armonia. Le tre parti sono collegate dalla triplice ripetizione del termine « Dio » all ' inizio delle strofe (vv. 2.6. 1 0). La seconda di esse è unita alla prima dalla cor­ rispondenza dell ' ascoltare e rispondere di Dio (samea ' rtpilla l ta 'anenu, vv. 3.6). n verbo hekln invece collega la seconda con la terza parte: Dio che rende saldi i monti è lo stesso che prepara la terra per l 'uomo ( vv. 7 . l 0). Sono presenti delle al­ litterazioni in Sa (tibl}ar l fqareb), in 5b (bctub bete/ca), in 6 (ta 'anenu lyis'enu). Non vi sono molti collegamenti significativi con i salmi precedenti. Alcuni però meritano attenzione. La stessa radice hll, « lode », si trova ali ' inizio del Sal 65,2 e alla fine del precedente (Sal 64, 1 1 ); lo strano termine dUinrya, « silenzio » (Sal 65,2), richiama Sal 62,2; « preghiera », tepilla, ricorre in Sal 65,3 e in Sal 61 ,2; « carne », basar, in Sal 65,3; 63,2; « grasso », daSen, in Sal 65, 12; 63,6; « saziarsi )), siiba ', in Sal 65,5; 63,6; « VOtO », neder, in Sal 65,2 e in Sal 61 ,9; « confidare » in Sal 65,6; 62,9; i « confini » della terra in Sal 65,6; 61 ,3. Sono richiamati anche i mo­ tivi di « sciogliere i voti » (Sal 65, 1 2; 63,6) e del « tempio » (Sal 65,5b; 63,3). [65,1 ] Soprascrina: è composta di tre parti. Vi è aggiunto il termine slr, « canto », come nei tre seguenti (Sal 66; 67; 68), che fanno parte, secondo il re­ dattore, della stessa raccolta. La LXX e la Volgata aggiungono: « Di Geremia e di Ezechiele, al popolo dell 'esilio, quando incominciarono a uscire ». [vv. 2-5] Lode a Dio salvatore nel tempio: i vv. 2-3 formano l ' introduzione indicata anche dalla duplice ripetizione di « per te » (v. 2), completata da « a te » in v. 3 . L' orante è attratto dal tempio in Sion, dove nel silenzio esprime la sua at­ tesa di Dio, al quale scioglie i suoi voti. È il momento del sacrificio votivo. Dio è definito « colui che ascolta la preghiera », per questo il salmi sta non teme di av­ vicinarsi anche se ha sperimentato la fragilità del peccato (v. 3 ). Egli sa che può essere liberato dal carico di colpe troppo pesante per lui ed essere perdonato (v. 4). La strofa termina con una beatitudine non solo per il personale sacerdotale « scelto » e « portato vicino » (cfr. Nm 1 6,5), ma anche per la comunità sacerd� tale israelitica, che nel tempio vicino a Dio può trovare il suo vero ristoro spiri­ tuale saziandosi del suo amore e della sua misericordia. La beatitudine fa pensa­ re la sosta negli atri del tempio del Signore come un suo dono gratuito. I beni da gustare possono essere esperienze cultuali, pasti di comunione, feste (v. 5). [ vv. 6-9] Lode a Dio creatore e salvatore nel cosmo e nella storia: l' orante sa che il peccato sta distruggendo i l mondo, perché sconvolge l ' ordine impresso­ gli da Dio. La conversione e il perdono del Signore non solo salvano l ' uomo (v. 6), ma ridonano al cosmo la sua integrità, poiché tutto ritorna a funzionare con l ' ordine da lui previsto. Fin dalle sue origini Israele ha sperimentato il suo Dio come salvatore e creatore di tutto, per questo il salmo continua celebrando la sua forza nell 'edificare, come un muratore, le montagne, nel dominare le potenze ri-

Il canto della comunità. .. , Libro n, Quattro salmi lir, Salmi 65-68

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belli dei mari e nel mettere in riga i popoli turbolenti, che si sollevano contro di lui (vv. 7-8). Queste meraviglie colpiscono le nazioni, che si devono arrendere al­ l' evidenza dei segni del potere di quel Dio, che è lo stesso adorato dalla comunità israelitica in preghiera (v. 9). [vv. 10-14] Lode al Dio giardiniere: con un linguaggio ricco di immagini poetiche l' orante loda Dio presentato come un agricoltore cosmico, che ha cura (piiqad) della terra. L' amore rivelato alla comunità con il perdono dei peccati e con il ristabilimento delJ ' ordine cosmico mediante azioni strepitose, si manifesta in questa terza parte del salmo nella tenerezza con cui si preoccupa anche dei par­ ticolari dell ' ambiente dove vive la sua creatura. In questo paesaggio, ridi ventato un giardino del Signore, il clima fondamentale è la gioia (vv. 9. 1 3) . . Questa lode finale nasce da un atto di fede della comunità in preghiera: il Dio che ci ha salva­ to ha anche cura della nostra vita concreta di ogni giorno.

Salmo 66. Questo salmo viene spesso considerato come una composizione di due brani appartenenti a due generi letterari distinti: l ' inno (vv. 1 - 1 2) e il ringra­ ziamento (vv. 1 3-20)30• Sembra però che tutto il salmo sia un compendio di una li­ turgia per lo scioglimento di voti. Allora l ' inno comunitario della prima parte rap­ presenterebbe il contesto dove si inserisce il canto di ringraziamento di un indivi­ duo della seconda parte. Come nel Sal 1 1 8, la combinazione tra lode comunitaria e individuale sembra riflettere la liturgia di ringraziamento tipica del periodo postesilico. L' i nno è un canto processionale deli' assemblea prima della presenta­ zione delle offerte da parte di persone rappresentative della comunità31• Il Sal 66 è unito strettamente al Sal 65 dallo stesso contesto liturgico, ma an­ che da alcuni richiami verbali : l ' ultima linea del Sal 65 termina con « acclamare » e « cantare », la prima linea del Sal 66 inizia con « canto » e « acclamare » for­ mando una struttura chiastica a b b ' a '. Ogni mortale viene presso Dio in Sal 65,3; il salmista intende venire nella casa di Dio in Sal 66, 1 3 . A Dio si sciolgono i voti in Sal 65,2 e Sal 66,1 3. Caratteristica divina è la « potenza » (gebura) secondo Sal 65,7 e 66,7. Egli risponde all ' uomo con « opere formidabili » (nfJrii' ot l norii') in Sal 65,6 e in Sa1 66,3 .5. Il Dio che ascolta la preghiera (slnnia ' tepilla) in Sal 65,3, ha effettivamente ascoltato la preghiera (siima ' l tepilliiti) in Sal 66, 1 9. Davanti a lui si prostra tutta la terra (Sal 66,4); a lui in Sion viene ogni mortale (Sal 65,3). Ad una benedizione discendente da Dio (fbiirek) in Sal 65, I l corrisponde una be­ nedizione ascendente dei popoli (biirku) in Sal 66,8 e del l ' orante (biirUk) in Sal 66,20. La lode (fhilla) è in silenzio in attesa di Dio in Sal 65,2; i popoli sono in­ vitati a far udire la risonanza della sua lode in Sal 66,8. Il salmo contiene un invito liturgico (vv. l b-4), un invito alla lode delle ope­ re meravigliose di Dio ( vv. 5-7), un invito alla benedizione al Dio della vita ( vv. 8- 1 2), uno scioglimento dei voti (vv. 1 3- 1 5), e una testimonianza personale dell'o­ pera salvitica di Dio (vv. 1 6-20). Le parti sono marcate dalla pausa (sela) (cfr. vv. -t. 7 . 1 5), eccetto in v. 1 2. Il v. 5 contiene i due termini su cui si muovono i vari mo30 Cfr. :u

C. Westennann, Salmi, pp. 203-206; 173- 174. Cfr. J.L. Mays, Psalms, p. 22 1 ; M.E. Tate, Psalms 51-100, pp. 147- 148.

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Traduzione e commento

menti della festa: le opere di Dio e i l suo agire verso i singoli uomini (btne 'adiim). I simboli usati sono quelli de l i ' area spaziale del tempio e quelli del tempo liturgi­ co. I.: assemblea e il singolo israelita vanno al centro della loro vita, la casa di Dio. Al culto si partecipa con tutto il corpo: bocca, labbra, lingua, parole (vv. 1 4. 1 7). Nel tempio Dio è cantato come il Sovrano eterno del mondo. L'autore usa delle formule sonore. Si noti in particolare l ' allitterazione evocante il fuoco della for­ nace con la ripetizione di sibilanti: traptiinu ki�rap kiisep, « ci hai raffinati, come si raffina l ' argento » (v. l Oh). [66,1a] Soprascritta: cfr. Sal 65, 1 ; 67, 1 ; 68, 1 . [vv. lb-4] Invito liturgico: la prima strofa inizia con un imperativo che invita alla lode. Lo stesso invito è ripetuto ali ' inizio del Sal l 00. 1l1tto il mondo si deve inchinare davanti alla maestà di Dio e alla realtà delle sue opere. Egli è il Signore della storia. Anche i nemici, sia pur contro voglia, devono rendergli omaggio. La dimensione universale della lode viene reiterata nel v. 4. La lode si esprime con la parola cantata e con la musica. [ vv. 5-7] Invito alla lode delle opere meravigliose di Dio: i popoli sono chia­ mati a testimoniare le opere di Dio. L'uscita dal Mar Rosso e i l ritorno dall 'esilio sono avvenuti davanti agli occhi delle nazioni. Dio solo possiede uno sguardo che comprende tutto il mondo. Nessuno può avere la pretesa di dominare l 'uma­ nità: lui è il solo Signore (v. 7). [vv. 8-12] Invito alla benedizione al Dio della vita: prende la parola l ' assem­ blea, che ha sperimentato la potenza di Dio. I popoli devono benedire e innalzare un inno (v. 8) su quello che Israele ha sperimentato: è stato salvato dalla morte e riportato in vita (v. 9). Prima di essere descritte, le sofferenze vengono interpreta­ te dal punto di vista di Dio: sono state una sua prova, per assicurarsi che il popo­ lo gli fosse fedele (v. 1 0). Dio stesso ha condotto gli israeliti in carcere e ridotti prigionieri (v. I l ), soggetti a esseri umani ( 'enos) come loro. La comunità però giudica questi fatti con gli occhi della fede. L' allitterazione della b al v. l 2b fa pen­ sare a torture indicibi li, davanti alle quali si può solo balbettare: ba'nu ba ' es ubammayim, « Siamo passati attraverso il fuoco e l ' acqua ». Ma l 'umiliazione ha prodotto un effetto inaspettato: un nuovo esodo, un passaggio verso il riposo del­ la terra promessa, la risurrezione, come dice la soprascritta di questo salmo nella versione greca dei LXX (v. 1 2c ). [vv. 13-15] Scioglimento dei voti: un responsabile del culto, rappresentante della comunità, entra nel l ' area del l 'altare nel tempio e presenta le offerte straor­ dinariamente ricche de li ' assemblea in riconoscenza del i ' opera salvi fica di Dio. Le offerte di sacri ti ci sono collegate con le precedenti offerte di lode ( vv. 1 - 1 2) e con la seguente testimonianza (vv. 1 6-20). Non si tratta di pagare qualcosa a Dio, ma di atti rituali di riconoscimento e di confessione della sua opera, mantenendo le promesse fatte a lui nella preghiera in tempo di angoscia (v. 1 4). [vv. 16-20] Testimonianza personale dell 'opera salvifica di Dio: con un dop­ pio imperativo plurale prende la parola, probabilmente, ancora il responsabile del culto rappresentante della comunità (cfr. vv. 1 3- 1 5). I fedeli vengono invitati ad ascoltare. Egli vuole raccontare quello che i l Signore ha fatto per lui (v. 1 6). I fat­ ti sono il dono della vita descritto nell ' inno. È un racconto con ritmo e rima: ogni

Il canto della comunità. , Libro n, Quattro salmi lir, Salmi 65-68 .•

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riga comincia con 'alef (v. 20 con beth) e ogni emistichio termina in y. Il leader parla in prima persona per identificare se stesso tra quanti hanno ricevuto .il dono da Dio. In questo modo aiuta ogni membro de l i ' assemblea a fare come lu i . Ricorda l a sua esperienza: quando gridava aiuto a Dio, continuava a confidare nella liberazione ed era pronto alla lode, rimastagli sempre sulla punta della lin­ gua, finché l 'esperienza della liberazione non la rese conveniente (v. 1 7)32• Il rac­ conto è allargato dali ' affermazione che la risposta del Signore ha confermato la sua retta intenzione ( vv. 1 8- 1 9). Più che un' autogiustificazione sembra essere una testimonianza su li ' agire del Signore, che ascolta coloro che lo temono (cfr. Sal 34,20). L' orante termina con una dossologia, confessando che Dio non ha ritirato da lui la sua bontà (�esed) e ha ascoltato la sua preghiera (v. 20).

Salmo 67. Questo salmo è un pezzo innico, che contiene una preghiera per la benedizione, da usarsi nelle liturgie della comunità: una rielaborazione della benedizione data da Aronne e dai sacerdoti all ' assemblea d' Israele (cfr. N m 6,2426). Essa è pronunciata in nome della comunità. Il contenuto della benedizione in Nm 6 era la pace e la prosperità. Nel salmo è la fertilità della terra, il governo equo, la salvezza. Essa si estende oltre i confini d'Israele a tutto i l mondo. Il sal­ mo sembra abbia una parentela anche con le benedizioni contenute in i scrizioni su amuleti del secolo VI, trovati nel 1 979 a Ketef Hinnom presso Gerusalemme:n. Alcuni richiami verbali e motivi collegano questo salmo con il precedente. Il Sal 66 termina benedicendo Dio (bamk 'elOhim, v. 20) e il Sal 67 inizia e termina invocando la benedizione di Dio (y'biirkenu, vv. 2.8). In Sal 66,6 la comunità si rallegra (siimea�) per le opere stupende del Dio del i ' esodo, al centro del Sal 67 sono le nazioni che si devono rallegrare (v. 5), perché Dio giudica e governa sul mondo intero. In ambedue i salmi l 'esperienza di fede di Israele diventa un keryg­ ma per tutte le nazioni (Sal 67 ,2-3; 66,6-7). Tutti i popoli devono benedire e loda­ re il Dio di Israele (Sal 67,6; 66,8). Anche con il Sal 65 vi sono dei legami : in Sal 65, I l Dio benedice la terra, e in Sal 67,7 la terra dona il suo raccolto, quindi gli estremi contini della terra lo dovranno temere (Sal 67 ,8; 65,9). Il salmo è diviso in tre parti : un augurio di benedizione (vv. 2-3), un augurio di lode (vv. 4-6), un augurio di benedizione (vv. 7-8). Le tre strofe hanno una struttura concentrica. La prima e la terza sono unite dal tema della benedizione di Dio, i cui effetti si avvertono sulla « terra » ( 'ere�), abitazione degli uomini/popo­ li (vv. 3.5.8), ma anche terreno fertile del raccolto (v. 7). Cinque dei sette stichi si aprono con una y (vv. 2.4.5.6.8) e con la medesima y iniziano altrettanti emi stichi (vv. 2b.4b.6b.7b [8b]): dieci in tutto come il valore della y, il numero della tota­ lità, evidenziata anche dalle quattro volte in cui è ripetuto il termine kol, « tutto » (vv. 3b.4b.6b.8b). Lo sti le mette in risalto lo spirito notevolmente uni versalistico del salmo, unito a una profonda tranquillità della fede. Il raccolto che si attende 32 11 testo non è chiaro. Alcuni pensano, invece, che l ' orante in un primo tempo fosse rimasto scettico sulla risposta di Dio e avesse intenzionalmente represso la lode. Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 258. -'� Cfr. A. Yardeni, Remar/es on the Prie.�tly Blessing on Two Ancient Amulets from Jerusalem, in Vf 41 ( 1 99 1 ) 1 76- 1 85.

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Traduzione e commento

non è solo quello della terra, ma anche quello dei popoli al giudizio di Dio alla fi­ ne dei tempi"". [67,1] Soprascrina: formata di quattro parti. Manca l 'espressione « di Da­ vide » come in Sal 66, l . Continua invece l ' indicazione « canto », sir, come in Sal 65 , 1 e 66, 1 . [vv. 2-3] Augurio di benedizione: i l salmo inizia mettendo a fuoco l a benedi­ zione del l 'assemblea. n v. 2 riprende in modo creativo le prime due frasi della be­ nedizione sacerdotale: « Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia bril­ lare il suo volto su di te » (N m 6,24-25) È rimarcata rispetto al testo dei Numeri la presenza personale di Dio nella sua comunità (cfr. « con noi », 'inanu, v. 2b). La benedizione divina parte da un sentimento di pietà di Dio. Essa ci tocca come i rag­ gi del sole. Diversamente dai culti pagani, in Israele la potenza divina non può es­ sere sfruttata dall'uomo, creato invece per conoscere Dio e le vie da lui percorse per salvarci (cfr. Is 55,8). Vi è un richiamo alla tradizione della promessa ad Abramo di una benedizione con la quale tutte le famiglie della terra saranno bene­ dette (Gn 1 2, 1 -4) e alla tradizione profetica di Is 40 - 55, in cui si proclama che la salvezza di Israele diventerà per le nazioni una rivelazione che il Signore regna e conduce i confini della terra a lodare il Signore (cfr. Is 40, 1 -5; 45,20-25 ; 49,22-26). [vv. 4-6] Augurio di Lode: un coro con un doppio ritornello richiama i popo­ li, che hanno visto le vie di Dio e la sua potenza, al dovere di riconoscerlo e di lo­ darlo (vv. 4.6), perché egli esercita il compito di giudice, il quale valuta i fatti con equità, ma allo stesso tempo protegge e guida il mondo intero (v. 5). [vv. 7-8] Augurio di benedizione: un motivo nuovo per benedire Dio è il frutto del la terra, che ritorna ogni anno, ma oltre a ciò il frutto è quanto produce l ' uomo sotto l ' influsso della grazia. Uno di questi, nati dalla rugiada del cielo, è la giustizia (ls 45,8). Questa benedizione attirerà l 'attenzione dei popoli che ve­ dranno nella storia di Israele la rivelazione del regno del Signore (v. 8). .

Salmo 68. Questo salmo è stato spesso considerato enigmatico. Vi è una densità poco usuale di linguaggio allusivo, di cambiamento di stile e di vocaboli rari: più di 1 5 parole ed espressioni di questo salmo non appaiono altrove ne1la letteratura biblica. È un inno di vittoria, che sente l 'influsso del cantico di Mosè (Es 1 5), di Debora (Gdc 5), di N m l 0,35-36 e della parte finale di Ab 3. Non è fa­ cile però collegarlo con la vita cultuale del tempio. Altri pensano a un salmo teo­ fanico come i Sal 29 e 76 e Ab 3. NeHa sua forma attuale con il richiamo alle grandi opere salvifiche passate e presenti del Dio guerriero, il salmo intende ri­ dare vigor� all a piccola comunità giudaica del postesilio in situazione precaria sotto il dominio di popoli stranieri . Non sembrano esserci molti collegamenti verbali con i salmi precedenti: il Sal 68 termina con il verbo « benedire » come Sal 67,8 e 66,20; Dio e la sua ope­ ra sono « formidabili », nora ' (Sal 68,36; 66,3.5), davanti a lui ci si « rallegra ». 34 Cfr. H.M. Wahl, Psalm 61: ErwlJgrmgen Di Aujbau. Gattung UJUl Datierruag, in Bib 73 (1992) 2• 247; B. Weber. P.ttalm LXVII: Anmerkungen zum Text selbst und zur Studie von W. Beyerlin. in VT 43 (1993) 559-566.

Il canto della comunità. . , .

Libro ll, Quattro salmi lir, Salmi 65-68

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yisme�Q (Sal 68,4;67,5), si canta il suo nome (zammeru semo, Sal 68,5; 66,2.4), è lui che « fa uscire » (ho� i') verso il riposo e la prosperità (Sal 68,7; 66, 1 2). Il salmo può essere diviso secondo gli argomenti in nove sezioni: introdu­ zione (vv. 2-4), identità di Dio (vv. 5-7), la teofania primitiva (vv. 8- 1 1 ), la vitto­ ria (vv. 1 2- 1 5), la processione per la vittoria (vv. 1 6- 1 9), il Dio salvatore (vv. 20... 24), la processione di Dio (vv. 25-28), il potere di Dio (vv. 29-32), il regno di Dio (vv. 33·36). La forma attuale del salmo potrebbe essere frutto di un processo di compilazione ed espansione. Secondo K. Seybold, sembra che il torso del salmo sia costituito da una primitiva composizione acrostica di sette strofe in distici, composti di quattro emistichi, che iniziavano tutti con la stessa consonante35• [68,1] Soprascritta: di quattro elementi, cfr. Sa1 65; 66 e 67. [vv. 2-4] Introduzione: il v. 2 presenta il tema che fa da cornice al salmo: gli interventi di Dio per mettere ordine nelle relazioni del mondo. Assomiglia al se... gnale dato alla partenza dell 'arca (Nm 10,35; cfr. 1 0,29). È una invocazione a Dio perché manifesti il suo potere nel mandare in fumo gli attacchi dei nemici, permettendo ai giusti di rallegrarsi. [vv. S-7] Identità di Dio: incomincia il corpo del salmo (vv. 5-36) con un in­ vito alla lode a Dio, il Signore, che cavalca le nubi nel cielo, ali ' inizio e alla fine (vv. 5 e 33-34 ). Nella prima parte del corpo (vv. 5- 1 9), formata da quattro strofe, lo scenario è narrativo: si racconta di Dio salvatore che conduce il suo popolo at­ traverso il deserto, sconfigge re ed eserciti e procede vittorioso fino al monte del­ la sua residenza regale. In questa prima strofa, i giusti sono invitati a impegnarsi nel canto e nella musica professando l ' identità del loro Dio: il suo nome è Jah, il Signore del l ' esodo, ma è anche il « Cavaliere delle nubi », che ha spodestato gli al­ tri dèi di Canaan. Egli viene dalla sua santa abitazione per dare aiuto a chi è senza speranza: è Padre degli orfani e Giudice delle vedove. [vv. 8-1 1] Teofania primitiva: con parole che richiamano Gdc 5,4·5 si ricor­ da come Dio si è fatto conoscere al suo popolo nel l 'esodo e nel cammino nel de­ serto. D v. 9 precisa che si tratta della teofania del Sinai (Es 1 9, 1 8) e della rivela­ zione del « Dio d'Israele ». [vv. 12-15] La vinoria : si ritorna alla terza persona. In un linguaggio allusi­ vo si descrive una scena del passato come fosse presente: un annuncio divino del­ la disfatta del nemico, donne che in gran numero diffondono la buona notizia, la fuga in massa dei re nemici e dei loro eserciti, la gioia delle donne al sicuro delle proprie case nel celebrare la vittoria con la spartizione del bottino (v. 1 3). Il poe­ ta interviene direttamente invitando coloro che non hanno preso parte alla batta­ glia (cfr. Gdc 5, 1 6) a partecipare almeno al saccheggio. Un oggetto diventa rap­ presentativo del bottino: la colomba d' argento e quella di platino, simbolo delle divinità che dovevano proteggere i nemici, sono ora in mano a Israele semplice­ mente come degli oggetti preziosi (v. 1 4). La vittoria è accompagnata da una ne­ vicata teofanica sulle forze del male, simboleggiate dal i ' oscurità del monte pres­ so il quale si svolge la battaglia (v. 1 5). " Cfr. K. Seybold, Die Pmlmna, pp. 262-263.

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Traduzione e commento

[vv. 16-19] La processione per la vinoria: l 'orizzonte della strofa sembra es­ sere i l presente: lo stabilirsi di Dio nel tempio eretto sulla modesta collina di Sion. Nei vv. 6b.8 egli marciava nel deserto nella sua « santa dimora », in una tenda mo­ bile, ora egli abita in permanenza a Gerusalemme. Il luogo dove Dio si manifesta, d'ora in poi non è più come alle origini il Sinai , l'alta cima del deserto, ma l 'u­ mile collina della città santa (v. 1 8). Ecco perché i picchi alteri del nord non de­ vono osservare gelosi il colle di Sion: esso è l 'oggetto del desiderio di Dio ·'tl. La prima parte del salmo termina con la descrizione dell ' arrivo vittorioso del Signo­ re nel suo tempio in testa a una processione festante, accompagnato da migliaia di carri divini, di prigionieri e di bottino vinto in battaglia (v. 1 9). [vv. 20-24] Il Dio salvatore: la seconda parte (vv. 20-36), composta ancora di quattro strofe, inizia con una benedizione, che esprime la reazione di gioia e di rin­ graziamento della comunità al suo Dio. Egli si manifesta ora vittorioso portando i loro pesi giorno per giorno - al contrario degli dèi di Babilonia, i quali si faceva­ no portare dagli uomini (cfr. ls 46, 1 -7) e liberando li dalla morte. Dio può scon­ figgere i suoi nemici anche se scappano nel punto più alto delle vette di Basan o nel più profondo del mare. Di là egli li farà tornare, perché anche il suo popolo partecipi alla sua vittoria. [vv. 25-28] La processione di Dio: si descrive brevemente una processione fe­ stosa in cui Dio entra nell' area del tempio come un re. Cantori e suonatori cammi­ nano fra ragazze con cembali. Sono citate quattro tribù d' Israele, condotte dai loro capi. Sotto l ' influsso di Gdc 5 appaiono Beniamino, una piccola tribù, e Giuda, una moltitudine, completati da Zabulon e Neftali. Sembra che il salmi sta oda le pa­ role del canto e le citi nel v. 27. [vv. 29-32] Il potere di Dio: i1 salmista inizia la strofa rivolto alla comunità dei fedeli, ricordando che è stato il Signore a disporre la loro potenza dimostrata con­ tro i nemici . Quest'affermazione sta alla base della preghiera seguente della co­ munità, affinché Dio manifesti la sua potenza rivelata in azioni compiute in loro fa.. vore, e porti re e nazioni a riconoscere la sua divina presenza regale nel tempio di Gerusalemme. Le metafore di animali indicano popoli nemici, soprattutto l 'Egitto, ma sono anche simbolo delle forze del caos che si oppongono al regno di Dio. [vv. 33-36] Il regno di Dio: l ' ultima strofa del salmo termina con un invito ai regni della terra a unirsi ai giusti (v. 4) e alla comunità di Israele (v. 27) nel canta­ re e suonare per i l Signore. Essi devono riconoscere la regalità di Dio, descritto come colui che è presente con la sua maestà in Israele, ma avente potere anche sui cieli, da dove fa sentire il suo tuono potente. La vicinanza di Dio non è solo un pri­ vilegio di Israele. Il salmo termina con una prospettiva universale37• La formula di lode conclusiva: « Benedetto sia Dio », serve anche come conclusione della colle­ zione parziale dei Sal 65-68. -

L'espressione iniziale del Sal 65 (« Per te il silenzio è un canto di lode ») apre anche la collezione dei Sal 65-6838• Forse i l termine ebraico dumiya, « si lenzio », 36 M. Girard, Les Psa&Utlts redécouv�rts; Il, pp. 21 5-216. n Cfr. C. Camiti, // salmo 68, pp. 1 0 1 - 105. 111 Cfr. M.E. Tate, Psalms 51-100, pp. 184-185.

Il canto della comunità.. , Libro Il, Quattro salmi lir, Salmi 65-68 .

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si potrebbe riferire anche al lettore, o uditore, che ha ascoltato in silenzio un così gran numero di salmi di lamento (Sal 5 1-64), in attesa di iniziare la sua lode per aver sperimentato l 'esaudimento da parte del Signore. In Sal 65,3 infatti i l Signore è chiamato « Colui che ascolta l a mia preghiera ». I l contesto della festa dci salmi 65 e 66 è la liturgia dello scioglimento dei voti . Il Sal 66 è diviso in due parti di genere letterario diverso, ma che sono considerate come una unità, che compendia la liturgia. La prima parte del Sal 66, come inno, è parallela al Sal 65, mentre la seconda parte, come canto di rendimento di grazie conclusivo, è paral­ lela al canto di benedizione e di ringraziamento del Sal 67. Il Sal 68 riprende mo­ tivi innici del Sal 65: Dio è lodato come il Signore del cosmo e del la storia (Sal 65 ,6- 1 4; 68,5; cfr. Sal 66,5-7; 67,4-7): del la storia del suo popolo, ma anche di quella dei popoli del mondo. Tutte le nazioni devono riconoscere lo stesso Dio che la comunità d'Israele loda nel suo tempio in Sion (Sal 65,9; 66,7; 67,8; 68,3336). La comunità loda Dio come suo Re (Sal 68,25) e suo Signore, 'adon.ay (Sal 66, l 8; 68, l 2. 1 8.20.2 1 .23.33 ). Compito della sua regalità è quello di sostenere chi ha ragione contro quel1i che hanno torto: il Signore è Padre degli orfani e Giudice delle vedove (Sal 68,6 ). Egli dona la salvezza (Sal 67 ,3; 68,20) ai deboli portan­ do i loro pesi (Sal 68,20). È il « Divino Guerriero » che si alza con l ' arca vanifi­ cando l ' attacco dei nemici (Sal 65,8; 66,7; 68,2) e costringendo all ' adorazione tutti i popoli (Sal 66,4; 67,8; 68,33). La meditazione di questi salmi, o il loro ascolto nelle liturgie comunitarie, doveva rinforzare la speranza delle comunità giudaiche del postesilio, soprattutto quelle della diaspora, che vivevano sotto il potere politico e ideologico di popoli più forti di loro:\9• La Lettera agli Efesini ve­ drà realizzata questa speranza nella signoria di Cristo (Ef 4,9- 1 0).

39 Cfr. M.

Millard, Die Kompo.fition des P.falter.f, pp. 1 2 1 - 1 23; J.L. Mays, The Lard Reigns, pp. 20-21 .

ATTESA DEL RE MESSIA IN UN TEMPO DI OPPRESSIONE Salmi 69-72 ?

Sofferenze di chi rischia tutto per amore del nome del Signore

69 1Al maestro del coro. Su « I gigli ». Di Davide.

2Salvami, o Dio: l ' acqua mi è giunta alla gola. 3Sono affondato in una voragine fangosa e non c'è un sostegno. Sono caduto in acque profonde e la corrente mi travolge. 4Sono stanco di gridare, la mia gola è riarsa, si consumano i miei occhi nell ' attesa• del mio Dio. 5Più numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza motivo; aumentano i miei distruttori, i nemici menzogneri. Quello che non ho rubato, devo quindi restituire! 6Dio, tu conosci la mia stoltezza e le mie colpe non ti sono nascoste. 'Chi spera in te non si vergogni a causa mia, o mio Signore, Signore degli eserciti. Non siano disonorati a causa mia quelli che ti cercano, o Dio d'Israele ! 8Sì, a causa tua io sopporto l ' insulto, il disonore mi copre la faccia. 9Sono divenuto un estraneo ai miei fratelli, uno sconosciuto per i figli di mia madre, 1

Alcuni leggono miyaiJel. « dali' attendere ,._

Anesa del re Messia in un tempo di oppressione, Libro D, Sal 69-72

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10perché lo zelo per la tua casa mi divora e gli insulti di chi t' insulta ricadono su di me. 1 1 Io piangevo su di me2 nel digiuno, e divenne un motivo di beffe contro di me. 12lndossavo un sacco per vestito e di venni una favola per essi. 13Mi motteggiano quelli che siedono alla porta e le cantilene dei bevitori di birra. 14Ma io - la mia preghiera è rivolta a te: Signore, è tempo di benevolenza3• O Dio, per il tuo grande amore rispondimi con la fedeltà della tua salvezza. 15Liberami dal fango, perché non affondi: io sia liberato da quanti mi odiano e dalle acque profonde. 16Non mi travolga la corrente delle acque, non m' inghiottisca il gorgo e il pozzo non chiuda su di me la sua bocca. 17Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; per la tua grande misericordia volgiti a me. 1 8E non nascondere il tuo volto al tuo servo; sono alle strette, presto rispondimi. 19Avvicinati a me, riscattami, liberami in risposta ai miei nemici. 20Signore, tu conosci il mio smacco, la mia vergogna e il mio disonore; tutti i miei nemici sono davanti a te. 21Lo smacco mi ha spezzato il cuore e mi sento venir meno; attendevo compassione, ma niente, consolatori, ma non ne ho trovati. 22Anzi, mi hanno messo per cibo veleno, e contro la sete mi fanno bere aceto. 23La loro mensa divenga di fronte a essi un tranello, e per i convitati4 una trappola. z

Altra traduzione: « Mi affliggevo con digiuni ,., Altre traduzioni possibili: « nel tempo propizio » o «per il tempo propi Zio » . 4 La Neovolgata traduce invece: et in retributiones et in scandalum. E quella mensa, in retribuzione per i loro delitti, divenga una trappola. 3

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Traduzione e commento

24Si offuschino i loro occhi da non vederci più e fa' che i loro fianchi vacillino di continuo. 2�Riversa su di loro il tuo sdegno e l 'ardore della tua ira li insegua. 26TI loro accampamento divenga un deserto; nelle loro tende nessuno più dimori, 27perché perseguitano uno che tu hai percosso e descrivono) il dolore di chi tu hai ferito. 28Addebita loro colpa · su colpa, e non raggiungano il tuo. indulto. 29Siano cancellati dal libro della vita e fra i giusti non siano iscritti. 30Ma io sono povero e afflitto, la tua salvezza, o Dio, mi protegga6• 3'Loderò il nome di Dio con un canto e lo magnificherò con un ringraziamento; J2e a Dio sarà gradito più di un toro, più di un giovenco che mette coma e unghie. 3�Hanno visto gli umili e si rallegrano. Voi che cercate Dio, si ravvivi il vostro cuore, 34perché il Signore ascolta gli indigenti e non disprezza i suoi prigionieri. 3'Lo lodino i cieli e la terra, i mari e quanto vi brulica, 36perché Dio salverà Sion . e ricostruirà le città di Giuda, e vi abiteranno e la possederanno. 37La discendenza dei suoi servi la erediterà, e quanti amano il suo nome vi dimoreranno. lA preghiera deUa comunità dei poveri del Signore

70 'Al maestro del coro. Di Davide. Per far ricordare.

20 Dio, vieni a liberarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto. 5 Correggendo il testo in yispdy{J secondo la LXX� alcuni traducono: « Accrescono il dolore ».

6 Altra traduzione possibile: (( Mi sollevi ».

Anesa del re Messia in un tempo di oppressione,

Libro

ll, Sal 69-72

3Siano svergognati e delusi quanti cercano la mia vita; retrocedano disonorati quanti si compiacciono della mia sventura. 4Se ne tornino indietro per la vergogna quanti dicono: Ah ! Ah! 5Gioiscano e si rallegrino in te tutti quelli che ti cercano; dicano sempre:

«

Dio

è grande ! »

quelli che amano la tua salvezza. 6Ma io sono povero e indigente, o Dio, vieni presto da me.

Th sei mio aiuto e mio salvatore, Signore, non tardare.

Un anziano attende con fulucia la futura salvezza del Signore

71

'In te, Signore, mi sono rifugiato, che io non sia svergognato in eterno.

2Per la tua giustizia, liberami, trovami scampo, tendi verso di me il tuo orecchio e salvami. 3Sii per me una roccia, una dimora', sempre accessibile: hai deciso di sal varmi. Sì, mia rupe e mia fortezza sei tu. 4Mio Dio, scampami dalla mano del malvagio, dal pugno del criminale e del violento. 5perché tu, mio Signore, sei la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. 6Su di te mi sono appoggiato fin dal seno materno, tu mi hai estrattoM dal grembo di mia madre.

A te la mia lode continua.

7Come un segno sono divenuto per molti, ma sei tu il mio forte rifugio.

7



Le versioni hanno invece « rifugio », leggendo mii 'oz invece del TM mii 'on. La LXX traduce: « mio protettore ».

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Traduzione e commento 8Sia piena la mia bocca della tua lode, della tua magnificenza tutto il giorno. �on rigettarmi nel tempo della vecchiaia; ora che mi mancano le forze, non abbandonarmi; 10perché i miei nemici hanno parlato contro di me, e quelli che insidiano la mia vita hanno tramato insieme: i t dicendo: « Dio l ' ha abbandonato, inseguitelo, prendetelo, perché non c'è chi lo liberi ». 120 Dio, non stare lontano da me, mio Dio, vieni presto in mio aiuto. 13Siano svergognati e annientati quanti attentano alla mia vita, siano coperti d ' i nsulti e disonore quanti cercano la mia sventura. 14Ma io continuerò ad aspettare e abbonderò in ogni tua lode. •sLa mia bocca narrerà la tua giustizia, la tua salvezza tutto il giorno, perché non conosco l ' arte dello scrivere9•

16E vengo alle prodezze10 del Signore, il mio Signore; io ricordo solo la tua giustizia. 170 Dio, tu mi hai istruito fin dalla mia giovinezza, e ancora adesso annuncio i tuoi prodigi, 18e anche fino alla vecchiaia e alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non annunci le opere del tuo braccio a questa generazione, e la tua potenza a ognuna che verrà. ·�a tua giustizia, o Dio, giunge fino in alto: tu hai fatto cose grandi. Dio, chi è simile a te? 9 Cosl hanno tradotto le versioni antiche. ll termine �J)Orot ricorre solo qui nel TM e il suo signifi� è incerto. Altra traduzione possibile: � anche se non so contarle ». Alcuni la considerano una glossa margi· naie non originaria, in cui uno scriba dichiarava di non sapere contare il numero delle consonanti del v. 16a 10 Il verbo bi) ' qui ha il senso di « entrare nella narrazione, incominciare ». Altra traduzione possiba· le: « Io entrerò con la forza del Signore ».

Anesa del re Messia in un tempo di oppressione,

Libro D,

Sal 69-72

277

»ru che ci hai fatto vedere molti pericoli e sventure tornerai a farci vivere. Dagli abissi della terra tornerai a farci' ' risalire. 21Accrescerai la mia dignità e sarai attorno a me12 per consolanni . Allora io ti renderò grazie al suono deli ' arpa, per la tua fedeltà, mio Dio. Inneggerò a te sulla cetra, o Santo d'Israele ! 23lnneggiando a te, esulteranno le mie labbra e la mia anima che hai liberato. 24Allora la mia lingua tutto il giorno parlerà13 della tua giustizia; perché furono svergognati e arrossirono quelli che cercavano la mia sventura. 22

Il Messia mediatore della benedizione di Abramo per Israele e per le nazioni

72 'Per Salomone.

O Dio, affida al re il tuo diritto14, al figlio di re la tua giustizia. 2Govemi il tuo popolo con giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. 3Monti e colli portino al popolo pace con giustizia. 4Difenda i diritti dei poveri del popolo, sal vi i figli dell' indigente e schiacci l 'oppressore. 5Perduri 15 accanto al sole e davanti alla luna, di età in età. 1 1 Leggendo il suffisso plurale nei tre verbi con lttib. Il q'ré ha il singolare « me ». 1 2 Il verbo ti.tsob per alcuni sarebbe equivalente a tdiub: « tornerai )),

13

Letteralmente: « monnorerà. bisbiglierà ». Il TM ha il plurale; invece la LXX e la Volgata hanno il singolare, che corrisponde meglio al pa­ rallelo: « la tua giustizia)). 1 5 11 TM ha yira ' uka: « ti temeranno ». Nella traduzione in genere si segue la LXX, che sembra leg­ gere ya '11rik, « vivrà a lungo )). 14

278

Traduzione e commento

6Scenda come pioggia sulla stoppia, come scroscio che innaffia la terra. '7fiorisca nei suoi giorni il giusto16 e abbondanza di pace, finché non si spenga la luna. 'Domini da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra. 1lavanti a lui si pieghino gli abitanti delle steppe17 e i suoi nemici lecchino la polvere. 101 re di Tarsis e delle isole portino doni, i re di Sceba e di Saba offrano tributi. 1 1Si prostrino a lui tutti i re, tutte le nazio.ni lo servano. 12Sì, egli liberi l ' indigente che grida e il povero che non ha difensore. nAbbia pietà del debole e dell ' indigente, salvi la vita degli indigenti. 14Li riscatti dali ' oppressione e dal sopruso, il loro sangue sia prezioso ai suoi occhi. 15Ed egli vi va! E gli si dia oro di Sceba; si preghi di continuo per lui, tutto il giorno lo si benedica. 16Vi sia abbondanza di grano sulla terra; sulla cima dei monti il suo frutto stormisca come il Libano; e si cresca - fuori dalle città1 8 come erba della terra. 17Rimanga il suo nome per sempre, davanti al sole germogli il suo nome. In lui i popoli saranno benedetti, e tutte le nazioni lo proclameranno beato. 111Benedetto il Signore Dio, il Dio d'Israele, lui solo compie meraviglie. 16

La LXX e la versione Siriaca leggono: « giustizia ».

17 Il tenni ne .�iyim significa anche « bestie selvatiche ». È spesso emendato in �ilrfm, « nemici ». 11 Il TM potrebbe essere tradotto anche: «e che. fuori dalle città. la gente fiorisca come 1 'erba della terra ». Spesso però il tennine me ' ir, « dalla città ». è corretto in vario modo.

Anesa del re Messia in un tempo di oppressione,

1'E benedetto il

Libro ll,

Sal 69-72

279

suo nome glorioso per sempre

e tutta la terra sia piena della sua gloria! Amen, Amen!

20Sono finite le preghiere di Davide, figlio di lesse. D secondo libro del Salterio termina con tre salmi di supplica (Sal 69-7 1 ) e con un salmo regale (Sal 72). Un segno evidente della conclusione si trova nella finale liturgica di Sal 72, 1 8- 1 9, analoga a quella del primo libro in Sal 4 1 , 14. La nota in Sal 72,20 segnala la chiusura delle preghiere di Davide, che vanno dal Sal 2 al Sal 72. La soprascritta del Sal 7 3 indica l ' inizio della collezione di Asaf. La concatenazione tra il Sal 70 e il Sal 7 1 1'J è tale da far pensare che essi siano un pez­ zo unico, espressamente composto per conc1udere Ja collezione davidica20• Que­ sto sarebbe confermato anche dal fatto che il Sal 7 1 non ha la soprascritta e che in molti manoscritti i due salmi si trovano uniti. Anche il Sal 69 presenta dei colle­ gamenti verbali con il Sal 7fY-1 • Sembra quindi che tutta la raccolta, compreso il Sal 69, sia stata redatta come finale delle preghiere di Davide.

Salmo 69. Il salmo ha gli elementi caratteristici delle suppliche individuali. Il salmista lo chiama t'pillti È difficile determinare l 'ambiente esatto dove esso ha avuto origine. Le metafore in queste suppliche sono tipiche ed esprimono ogni specie di pena e di sofferenza. Nemmeno si può determinare chiaramente in qua­ le contesto liturgico il salmo fosse usato. Nella sua forma attuale esso richiama anche le sofferenze di coloro che nelle comunità postesiliche rischiavano tutto per amore della legge del Signore: il gruppo degli umili, dei poveri, di coloro che amavano il nome del Signore e che per questo si creavano tanti nemici all ' inter­ no della stessa comunità (v. 37). Il contesto letterario illustrativo di questa suppli­ ca potrebbe essere il libro di Geremia, dove sono presentate le sofferenze patite dal profeta da parte dei nemici interni alla comunità stessa. Con il Sal 69 inizia una nuova piccola raccolta di salmi di supplica (Sal 6971 ), che conclude il secondo Salterio davi dico. Già nel Sal 68 era preparato il cambio di tono con l ' invocazione contro i nemici nei vv. 31 e 32. Del Sal 68 è ri­ preso anche qualche te�ine chiave: la « salvezza », yesil'a, di Dio (Sal 69,30; 68,20; cfr. 67,3); il « rallegrarsi », siimaiJ., degli umili e dei giusti (Sal 69,33; 68,4); l ' invocazione al « Dio d' Israele », 'elohe yisra ' el (Sal 69,7; 68,9), al suo « nome » (Sal 69,37; 68,5; cfr. 66,2). Il salmo si può dividere in cinque parti : l amento nel bisogno e invocazione di aiuto (vv. 2-6); lamento per l 'ingiustizia e preghiera per la giustizia (vv. 7- 1 3); lamento per l ' ascolto e preghiera di invocazione (vv. 1 4-1 9); lamento e richiesta di punizione (vv. 20-30); promessa di lode e aggiunta liturgica (vv. 3 1 - 3 7)2 2 • •• Cfr. il commento al Sal 7 1 . J.-M. Auwers. Les psuumes 70-72. Essai de lecture cunonique, i n RB 101 ( 1994) 256-257. Cfr. il commento al Sal 70. 22 Cfr. P. Auffret, « Dieu suuvera Sion »: Étude structurelle du Psuume LXIX, in vr 46 ( 1996) 1 -29; L.C. Alleo, The Value ofRetlwrical Criticism in Psalm 69, in JBL 1 05 ( 1986) 577-598. 20 Cfr. 21

280

Traduzione e commento

Lo stile del salmo è lirico. n poeta sente e comunica efficacemente i suoi sen­ timenti: l ' attesa, l ' indignazione, lo zelo, la tenerezza, la freddezza degli amici. Mette insieme tratti descrittivi: la gola che brucia, gli occhi offuscati, i fianchi va­ cillanti, i capelli in testa, le cantilene degli ubriachi, il torello sacrificale, la tovaglia stesa per terra che diventa una trappola per i commensali. Appartiene ai salmi più citati nel NT: i l v. 5 è citato in Gv 15,25; il v. 10 in Gv 2, 1 7 e Rm 1 5,3; il v. 22 in Mt 27,34.48; Mc 15,23.36; Le 23,36; Gv 1 9,29; i vv. 2324 in Rrn 1 1 ,9- 1 0; il v. 25 in Ap 1 6, 1 ; il v. 26 in At 1 ,20; il v. 29, Fil 4,3; Ap 3,5; 1 3,8; 1 7,8; 20, 1 2. 1 5; 2 1 ,27. È considerato un salmo messianico. [69,1] Soprascritta: tripartita, cfr. Sal 45, l ; 60, l ; 80, l . [vv. 2-6] lmnento nel bisogno e invocazione: in questa prima sezione è descrit­ ta la situazione drammatica dell ' orante, che ha l ' i mpressione di sprofondare nel fan­ go senza nessun appoggio e di stare ormai per affogare trascinato via dalla corrente (vv. 2b-3). Egli trova un punto di riferimento in Dio (v. 4), l 'unico che conosce le sue debolezze profonde (v. 6), al quale può gridare aiuto di fronte ai suoi nemici, che lo stanno accusando falsamente di aver rubato e lo costringono a pagare (v. 5). [vv. 7-13] lmnento per l 'ingiustizia e preghiera per la giustizia: la seconda sezione ruota attorno al v. l Ob, che presenta la situazione del i ' orante entusiasta per Dio e per la sua casa: il tempio, ma in senso più largo anche la comunità (v. 1 0a). Su quest'uomo ricadono concretamente i peccati di coloro che si ribellano a Dio. Il suo vestito di sacco, il suo nutrimento, il suo rapporto con gli altri, con i suoi fa­ miliari e con la comunità, esprimono tino a che punto egli intende vivere la sua fe­ deltà a Dio. Anche a costo dell ' incomprensione delle persone a lui più care (v. 9) e di essere sbeffeggiato dalla maggioranza della comunità (vv. 8. 1 1 b. 1 2b. l 3 ), egli come il profeta Elia vuole essere un segno, che il Signore è l 'unico. Già divorato dallo zelo per la sua casa, per Dio si priva anche del nutrimento (v. I l a). U gruppo dei tedeli (quelli che sperano nel Signore e lo cercano), al quale appartiene l 'o­ rante, potrebbe rimanere scandalizzato dalle sue sofferenze, per questo egli prega Dio di intervenire efficacemente (v. 7). [vv. 14-19] lmnento per l 'ascolto e preghiera di invocazione: la terza sezio­ ne, densa di formule teologiche e liturgiche, inizia con una introduzione alla pre­ ghiera che sarà fatta: essa sarà un tempo in cui sperimentare in concreto la grazia del Signore. Forse dopo l 'espressione iniziale: « Ma io », si dovrebbe pronuncia­ re il nome di chi recita il salmo23• I due principali moventi di questa preghiera si trovano nel v. 1 8 : la faccia favorevole di Dio e l 'ostilità degli oppressori. Quando Dio torna a volgere lo sguardo favorevole è il suo amore a prevalere ( vv. 14cd: 1 7), e quanti odiano l ' arante (v. 1 5) e i suoi nemici (v. 1 9) devono battere in riti­ rata. Per questo l ' unica invocazione dell ' orante a Dio, fatta ali ' inizio (v. 1 4d) e al­ la fine (v. 1 8b), è che egli risponda (v. 1 4d). Ma rispondere per il Signore signifi­ ca salvare e liberare (vv. 1 4d; 1 5), riscattare (v. 1 9). [vv. 20-30] Lamento e richiesta di punizione: la quarta sezione è composta di tre unità (vv. 20-22; 23-26; 27-30), il cui centro si trova nel v. 27, dove l 'oran:n K. Seybold, Die Psalmen, p. 269.

Attesa del re Messia in un tempo di oppressione, Libro Il, Sal 69-72

28 1

te si presenta come un uomo percosso e ferito da Dio e proprio per questo perse­ guitato dai nemici. Così essi usurpano il ruolo di Dio, aggiungendo dolore a do­ lore con i loro ripetuti attacchi, anche verbali, con i quali vogliono dimostrare pubblicamente di essere loro dalla parte di Dio. Se i suoi nemici riescono a di­ mostrare ciò, non vi è più speranza per l ' orante. Per questo Dio deve intervenire. Le prove del fedele o, meglio, i misfatti dei malvagi nei suoi confronti, sono de­ scritti nella unità iniziale (vv. 20-22). Nella seconda unità (vv. 23-26) l ' orante prega perché Dio reagisca a questa situazione. Mentre sente di poter ancora sperare nel futuro, perché il Signore co­ nosce la sua situazione (v. 20), i suoi oppressori invece finiranno col perdere la vista (v. 24a). Se il fedele ha dovuto sopportare l ' assenza di ogni consolazione (vv. 2 1cd-22), gli oppressori vedranno le tende svuotate dei loro abitanti (v. 26) e la propria mensa, imbandita su tovaglie per terra, diventare da segno d' amicizia a panno che nasconde una trappola (v. 23). Ogni appello alla salvezza per l ' aran­ te ha una eco contro gli oppressori (v. 25). Nella terza unità (vv. 27-30), alla descrizione delle persecuzioni del v. 27 ri­ sponde il v. 30, in cui l 'orante invoca la salvezza, mentre nei vv. 28-29 è riven­ dicata per gli oppressori una sorte degna dei loro misfatti. Essi , che hanno gioi· to nel descrivere (yesapperu) le disgrazie del fedele (v. 27b), non siano iscritti nel libro (seper) del la vita, cioè nel registro degli abitanti del regno di Dio (v. 29a). Siano loro imputati tutti i torti senza eccezione (v. 28a) e non siano più i scritti tra i giusti (v. 29b), mentre il fedele avrà diritto alla protezione divina (v. 30b). A loro sarà rifiutato ogni indulto (v. 28b), al fedele invece ritornerà la sal­ vezza (v. 30b). [vv. 31 -37] Promessa di lode e aggiunta liturgica: quest'ultima sezione è for­ mata da due unità (vv. 3 1 -34 e 35-37), introdotte ognuna dalla promessa di lode con motivazione (cfr. kl, vv. 34a.36a). Ali ' inizio e alla ti ne è ricordato il « nome » del Signore (vv. 3 1 a.37b). Sono presenti allitterazioni tra sem, « nome » (vv. 3 1 a. 37b), slJmea ', « COlui che ascolta » (v. 34a), .fiimayim, « Cielo » (v. 35a) e tra Slr, « canto » (v. 3 1 a) e sor, « toro )) (v. 32a): quest'ultima mette in evidenza la possibi­ lità di sostituire l 'offerta di un sacriti cio con l ' offerta di un canto (cfr. Sal 1 4 1 ,2)2A. In questa parte il tono cambia dal lamento e dalla petizione alla speranza e alla confidenza. Quello che gli umili e i poveri (vv. 33a.34a) hanno visto, rii 'u (v. 33a), è che Dio ascolta, samea , ed esaudisce la preghiera (v. 34a): egli non pianta in as­ so i « suoi prigionieri » (v. 34b) e i « suoi servi » (v. 37a). Proprio per aver visto con i propri occhi Dio in azione, può sgorgare dal loro cuore un canto più gradito del­ l ' offerta di tori (vv. 3 1 -32 ). Una lode che l ' orante si augura in bocca a tutto il mon­ do e a tutti gli esseri viventi (v. 35); perché saranno spettatori di un intervento di Dio straordinario in favore di Sion e delle città di Giuda, ma soprattutto della co­ munità degli umili, i quali nella sofferenza hanno continuato ad amarlo ( vv. 3637). Gli ultimi due versetti sembrano un'aggiunta liturgica. '

:u La comunità di Qumran, che si distanziava dal culto presso il santuario di Gerusalemme del tem­ po, amava queste fonnulazioni: cfr. K. Seybold, Einjìihrung, p. 74.

282

Traduzione e commento

Salmo 70. Questo salmo corrisponde alla supplica nel Sa1 40, 1 4- 1 8 con qual­ che variazione. La coppia di verbi di invocazione, IJusa, « vieni presto », forma una inclusione nel Sal 70 (vv. 2 e 6), mentre nel Sal 40 l ' inclusione è interrotta dal verbo yaJ:ùistib, « pensa » (v. 1 8). Sembra che il Sal 70 sia un esempio di un ulte­ riore utilizzo di un testo precedente2S. Si presenta come una supplica individuale, ma nella sua fonna attuale sem­ bra essere la preghiera della comunità dei « poveri del Signore » del postesilio, in attesa del suo prossimo intervento salvifico. Le occasioni del suo uso potrebbero essere state i giorni di preghiera e di digiuno26• Alcuni moti vi e richiami verbali collegano i l Sal 70 con il contesto preceden­ te. L'orante descrive se stesso come un « povero » che invoca da Dio la salvezza, wa 'ani 'lini (Sal 70,6; 69,30). Dio deve « affrettarsi » (Sal 70,2.6; 69, 1 8) a venir­ gli in « aiuto » (Sal 70,5; 69,30), a « liberarlo » (Sal 70,2; 69, 1 5); la « vergogna » e il « disonore >> dell 'orante (Sal 69,20) ricadano su quelli che « ricercano » (Sal 70,3) la sua vita, mentre « quelli che ricercano » il Signore, mebaqsèkti (10,5; 69,7b ), quelli che amano, 'Ohabe, la sua salvezza e il suo nome (Sal 70,5b; 69,36b) si rallegrino, yismtilJ.u (Sal 70,5; 69,33). Il salmo è già stato commentato in Sal 40, 1 4- 1 8. Interessante è la soprascrit­ ta (v. l ), dove si trova un termine che può indicare lo scopo di questa preghiera: « per far ricordare », cioè per evocare il peccato e distruggerlo (cfr. Sal 38, 1 ) . Inserita nel l 'ultima piccola collezione di suppliche che concludono il secondo Salterio di Davide (Sal 69-72), questa preghiera ci presenta Davide come il servo del Signore, che si sente povero e quindi bisognoso dell 'aiuto di Dio (v. 6). Ap­ poggiato i n lui è sicuro di poter sventare qualsiasi attacco dei suoi nemici (v. 3). Ma Davide impersona anche la comunità di coloro che cercano il Signore e ama­ no la sua salvezza (v. 5) in mezzo a una società giudaica attratta dagli ideali di vi­ ta proposti dai popoli dominanti nel postesilio. Salmo 71. È una supplica di un anziano, forse di un ]evita cantore (cfr. v. 22). Oltre alla petizione, al lamento e al voto, essa contiene anche elementi di confi­ denza, di ringraziamento e di lode. Sembra appartenere a un gruppo di preghiere per gli ammalati. Per il fatto che si serve di citazioni di altri salmi (cfr. i vv. 1 -3 con il Sal 3 1 ,2-4; il v. 1 2 con il Sal 22, 1 2 e 38,22-23), si potrebbe supporre che sia stata composta nel tardo postesilio, in cui il pio ebreo senti va la sua vita stret­ tamente legata alla sorte della sua comunità (cfr. il v. 20). L'ambiente letterario il­ lustrativo di questa supplica potrebbero essere i racconti di l Samuele riguardan­ ti la fanciullezza e la vecchiaia di Samuele27• 25

Cfr. K. Seybold, Di� Psalmen, p. 271. M . E. Tate, Psalms 51- 100, p. 206. l7 Nel v. 3 mediante il procedimento dell'al tiqré e della Gezerah Shawah il salmista si collega con I Sam 2,29. Egli infatti cita il Sal 3 1 ,3b, cambiando però il termine mii 'oz. « difesa )), in mii ' on, « dimora •• del tempio. L'aggiunta del verbo �iwwiti, « ho ordinato », deriva, probabilmente per un processo di gezerah shawah, da 1 Sam 2,29: unico altro caso nella Bibbia, in cui mii on è immediatamente accostato al verbo �iwwa. Cfr. T. Lorenzin, L'uso di un procedimento esegetico analogo all 'al tiqré, in RivB 40 ( 1 992) 67-72; L'uso della regola ermeneutica Gezerah Shawah, in RivB 44 ( 1996) 65-70. 16 Cfr.



Anesa del re Messia in un tempo di oppressione, Libro ll, Sal 69-72

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n Sal 71 è strettamente co11egato con il Sal 70 mediante richiami verbali e motivi: l ' invito pressante a Dio « vieni presto (IJ,usa) in mio aiuto » (Sal 7 1 , 1 2; 70,2); la richiesta di « essere liberato (ntiyal) » (Sal 7 l ,2; 70,2), di « trovare scam­ po (piilarJ » (Sal 7 1 ,2; 70,6); i nemici sono definiti come « coloro che amano/cer­ cano la mia sventura ( rd ' ati) » (Sal 7 1 , 1 3b.24b; 70,3b ); essi « parlano » contro l ' o­ rante i n difficoltà (Sal 7 1 , 1 0; 70,4b); l a risposta all 'aiuto del Signore è i l racconto delle sue opere di salvezza (Sa1 7 1 , 1 5 ; 70,5b), e questo è un atteggiamento conti­ nuo (tiimid) (Sal 71 ,3.6. 14; 70,5b ); la reazione dei nemici davanti ali ' azione divi­ na è la vergogna (bos) e il disonore (kalam) (Sal 7 1 , 1 3; 70,3). Il salmo si può dividere in cinque parti: confessione di confidenza (vv. 1 -3), invocazione di aiuto e di liberazione (vv. 4-8), invocazione di aiuto nella vec­ chiaia (vv. 9- 1 1 ), invocazione di sostegno contro i nemici (vv. 1 2- 1 5), promessa di lode (vv. 1 6- 1 8), canto (vv. 1 9-2 1 ), promessa e canto di ringraziamento (vv. 2224). Lo stile e il l inguaggio del salmo sono convenzionali e tipici. [71 ,1-3] Confessione di confulenza: l ' anziano orante, citando Sal 3 1 ,2-4a, inizia con una formula di confidenza che richiama l 'uso antico di cercare asilo nel tempio. Le metafore usate per esprimere il rifugio presso Dio sono « roccia », « di­ mora », « fortezza ». Con quattro verbi ali ' imperativo chiede di poter sperimenta­ re la giustizia divina: un termine che ricorre ci nque volte nel salmo (cfr. vv. 2. 1 5. 1 6. 1 9.24) e indica il leale interessamento di Dio per l 'uomo. [vv. 4-8] Invocazione di aiuto e di liberazione: è descritta la condizione del­ l ' orante sotto la pressione degl i attacchi dei malvagi e dei violenti. La sua vita è diventata un segno (v. 7a) per la comunità, negativo per alcuni, che lo giudicava­ no punito da Dio, e positivo per altri , che vedevano nella sua vita un prodigio del­ Ia provvidenza divina. Egli comunque continua ad aver fiducia in Dio senza ba­ dare a come le sue azioni erano interpretate (v. 7b) e innalza a lui la sua lode in­ cessante riconoscendo che Dio è stato glorificato nella propria vita (v. 8). [vv. 9-11] Invocazione di aiuto nella vecchiaia: una seconda richiesta di li­ berazione è seguita dal la descrizione della situazione, che si è fatta difficile per l ' orante, ora che nella vecchiaia gli vengono meno le forze e i nemici Io spiano, approfittando del minimo cedimento per derubarlo delle sue sostanze. [vv. 12-15] Invocazione di sostegno contro i nemici: egli chiede al suo Dio di non rimanere indifferente, ma di sostenerlo durante l 'attacco dei suoi accusatori e persecutori (v. 1 2). Càpiti a loro quanto essi avevano pensato contro di lui: uno smac­ co totale (v. 1 3). Quindi egli dichiara ancora la propria fiducia in Dio. Neii ' attesa di un suo intervento si atterrà alla condotta avuta fin dalla giovinezza, cantando le lodi di Dio, pronto anche a intensificarle (v. 14) con la narrazione della rinnovata espe­ rienza della sua giustizia e della sua salvezza (v. 1 5a). Sarà una lode che l ' orante po­ trà fare solo con la bocca, perché non conosce, come 1 'orante del Sa1 40,8, 1 'arte del­ lo scrivere nuovi inni per offrirli come sacrifici a Dio invece di animali (v. 1 5b). [vv. 16-18] Promessa di lode: egli inizia ora il racconto delle azioni strepitose e dei prodigi del Signore, che aveva imparato fin dalla giovinezza durante le litur­ gie. Chiede a Dio di non dimenticarlo nella vecchiaia, come anche lui non dimen­ ticherà di passare la sua fede alla prossima generazione. [vv. 19-21] Canto: uno sguardo ali ' indietro alle grandi opere di Dio e aiia sua

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Traduzione e commento

giustizia (v. 1 9), ma anche ali 'esperienza di liberazione della sua comunità « dag1i abissi della terra » (v. 20), lo conduce a11a lode (v. 1 9) e alla preghiera che questo si possa « ripetere » (tasub, v. 20ab) in futuro. Egli stesso poi chiede di poter fare personalmente quest' esperienza e di avere un futuro rinnovato in dignità e in con­ solazione (v. 2 1 ). [vv. 22-24] Promessa e canto di ringraziamento: dalla vita rinnovata dell 'an­ ziano sgorga una lode entusiasta espressa con quattro verbi: lodare, inneggiare, esul­ tare, parlare. A Dio è dato l 'epiteto di « Santo d' Israele », espressione tipica in Isaia. Egli si è manifestato santo, riscattando la vita del l ' orante e svergognando i nemici.

Salmo 72. È l 'ultimo salmo della serie delle preghiere di Davide (cfr. Sa) 72,20), che va dal Sal 2 al Sal 72. È stato interpretato tradizionalmente come regale o/e messianico. Sarebbe più ovvio interpretarlo come un pezzo di un rituale monar­ chico in occasione di un' accessione al trono o di una incoronazione, come una pre­ ghiera all ' inizio del suo regno o in altre occasioni meno spettacolari, in cui si invo­ cava la benedizione per il benessere del re28, oppure come un discorso programma­ tico nel senso politico del termine29• Ma il clima universale del salmo (vv. 8-1 1 . 1 7cd) e soprattutto le allusioni a testi della tora e dei profeti (cfr. Gn 12, 1 -3; 22, 1 8; Zc 9,91 0; Mie 7,14-17; Is 60,6.9- 1 0. 14; Mal 3,12) fanno pensare a un tempo dopo l 'esilio, in cui la monarchia onnai non c'era più. Nemmeno l ' interpretazione interamente messianica soddisfa completamente, perché i l testo parla del re come presente?.(). È probabile che il Sal 72 sia un pezzo puramente editoriale composto espressamente per concludere la collezione davi dica. Questa ipotesi spiegherebbe il fatto che i l sal­ mo, benché postesilico, suppone in modo fittizio l ' istituzione monarchi ca ancora in vita e imita la fonna e lo stile delle preghiere antiche per il re. Questa preghiera per Salomone guarda più lontano. Salomone è un modello, che nutre le speranze mes­ sianiche dei giudei del postesi lio. L' ambiente letterario del salmo potrebbero essere le ultime parole di Davide (2Sam 23, 1 -7; I Re 2, 1 -9; ICr 29, 10- 1 9)31• Non ci sono collegamenti significativi con il Sal 7 1 se non mediante qualche tenni ne: la tua giustizia (Sal 72, l ; 7 1 ,2. 1 5. 1 6. 1 9 .24 ), ]e opere meravigliose di Dio, nipla ot (Sal 72, 1 8; 7 1 , 1 7), la preghiera « continua )), tiimid (Sal 72, 1 5b; 71 ,3 .6. 1 4 ). Con il Sal 70 ha in comune la coppia di termini « povero e indigente » (Sal 72, 1 2; 70,6). È poi staccato dal Sal 73 dalla finale liturgica (Sal 72, 1 8- 1 9). Il salmo i nizia con una preghiera per il re (vv. 1 a�-4), continua con auguri di felicità ( vv. 5-7), auguri per il dominio sul mondo ( vv. 8- 1 1 ), auguri per il gover­ no sociale ( vv. 1 2- 1 5), auguri di benedizione (v v. 1 6- 1 7) e conclude con una dos­ sologia (vv. 1 8- 1 9) e con una nota finale (v. 20). Lo sti le del salmo è litanico. In quasi la metà dei versi, il primo emistichio inizia per y e il secondo per w32• �

21 Cfr. M.T. Tate, Psalms 51-100, p. 222. B. Renaud, De la bénédiction du roi à la bénédiction 1M Di�u, in Bib 10 (t 989) 305-326. 29 Cfr. J.-M. Carri ère, u P.'i 72 est-il un psaume messianique?, in Bib 72 ( 1 99 1 ) 49-69. 30 Anche l' ipotesi di riletture posteriori sembra non tenere conto sufficientemente che il salmo ha u• struttura regolare e non è solo un assemblaggio di vari pezzi. Cfr. J. Toumay, Voir et entendre Dieu avec les psaumes. pp. 1 77- 1 78; B. Renaud, De la bénédiction. p. 3 1 1 . �� Cfr. J.-M. Auwers, us p.'iaumes 70-72, i n RB 1 0 1 ( 1 994) 242-257. 32 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 277.

Anesa del re Messia in un tempo di oppressione, Libro D, Sal 69-72

285

[72,1aa] Soprascritta: se teniamo conto della nota finale (v. 20) il senso di lislOm.oh è « riguardante Salomone » e non « di Salomone »: si tratta di una pre­

ghiera di Davide per suo figlio Salomone, menzionato nel Salterio solo un'altra volta nel Sal 1 27. [vv. la�-4] Preghiera per il re: il salmo inizia e termina con la parola « Dio ». All 'inizio è Dio che dona la sua benedizione discendente al re e mediante il re al popolo e al mondo intero. Alla fine la risposta prende la forma di una benedizio­ ne ascendente al Dio che ha fatto prodigi in Israele (v. 1 9). Il re per cui si prega è tiglio di re: di stirpe regale (v. l b). A lui, come rappresentante di Dio, sono date le direttive divine e il potere di esercitarle in favore del popolo, soprattutto per gli umili e per i poveri, che continuano a confidare nelle promesse del Signore nel tempo dell'oppressione (v. 4). L'eliminazione della violenza è compito del re (cfr. Is 1 1 ,4.9). Le conseguenze di questo governo giusto saranno relazioni sociali giu­ ste e quindi la pace e il benessere (v. 3). [vv. 5-7] Auguri difelicità: la seconda strofa contiene degli auguri, che sono preghiere indirette per il re. Essi si realizzeranno se i l Signore li ascolterà. Anche qui il re è messo in relazione con il popolo e con la terra. Con tono e stile di cor­ te si augura un regno senza li miti di tempo. Il re sia portatore di una vita per sem­ pre come il sole e la luna (v. 5 ) Più che un paragone i l v. 6 suggerisce un rappor­ to tra il fiorire della giustizia e della pace (v. 7) e la fertilità del suolo coltivato33• [vv. 8- 11] Auguri per il dominio del mondo: l ' orante augura al sovrano un re­ gno senza limiti di spazio come nei salmi 2 e 1 1 0, con le stesse parole di Zc 9, 1 0b e Sir 44,2 1 . Con due merismi si vuole indicare il dominio sulla terra conosciuta dal Mare Mediterraneo al Golfo Persico, dal Fiume primitivo che segnava il semicer­ chio orientale del mondo all ' altro orizzonte occidentale (v. 8). Questo presuppone la sottomissione dei popoli : devono essere costretti a prostrarsi davanti a lui. L'espressione « leccare la poi vere » si trova solo in altri due testi del Primo Testamento. In Is 49,23 indica la prostrazione dei re dopo l 'esilio davanti a Sion; e qui Sion è la personificazione della sposa amata dal Signore, re del mondo. Invece in Mie 7, 1 7a è Sion stessa che prega, dopo il ritorno degli esiliati, affinché i popo­ li capitolino davanti a Dio e si sottomettano al suo dominio. Queste allusioni, che uniscono la storia d' Israele con quella dei popoli del mondo, richiamano che l 'u­ nico re dei popoli e d'Israele è il Signore. Anche l 'espressione « piegarsi davanti a lui » in coppia con il termine « polvere » si trova solo in un altro testo nel Primo Testamento, in Sal 22,30: « Si piegano davanti a lui quanti scendono nella polve­ re »34• Il contesto è lo stesso: tutti in ogni luogo, in ogni tempo, si devono unire nel­ l ' adorazione con coloro che riconoscono la sovranità universale del Signore. Il re umano ha un ruolo solo di rappresentanza e sta al servizio della storia di Dio con .

, Sembra che il termine �addtq, « giusto», invece di �edeq, « giustizia», in coppia con ldlOm, « pa­ ce », sia intenzionale, se li colleghiamo con il v. 8, dove troviamo una citazione di Zc 9, l Ob. Per un proce­ dimento ermeneutico analogo alla regola rabbinica della gezerah shawah anche il testo precedente alla ci­ tazione è da interpretarsi alla luce di questo (cfr. G. Stemberger, /l Talmud. Introduzione, testi, commenti, Bologna 1989, pp. 8 1 -83). Allora probabilmente i due termini richiamano il re messianico, il giusto che ca­ valca umilmente un asino e che annuncia la pace alle genti (Zc 9,9- Hla). 14 Sembra che le citazioni di ls 49,23 e di Mie 7 , 1 7 contenenti il tennine 'iJpar, abbiano trascinato con sé, ancora per il fenomeno della gezerah shawah, la citazione di Sal 22,30.

286

Traduzione e commento

Israele, che è iniziata con Abramo e culmina neH 'unione d'lsmele con le nazioni. Questa prospettiva teocratica è raffort;ata dai vv. l O- I l , dove è richiamato quasi al­ la lettera Is 60,6.9- 10. 1 435• Dal mondo intero verranno i re, dal deserto a est, da Tarsis, una lontana regione del Mediterraneo, e daiJe isole della Grecia a ovest, da Sceba in Arabia (cfr. ls 60,6; Ger 6,20; Ez 27,22; 38, 1 3) e da Saba (cfr. Gn 1 0,7), localizzabile forse nel moderno Yemen, o nel Nord Africa36, a sud, essi verranno a Sion, la montagna del nord, la più vicina a Dio, accessibile solo dal basso37• [vv. 12-15] Auguri per il governo sociale: in questa quarta strofa si porgono gli auguri al re per un giusto governo nella politica interna. Stia dalla parte di chi è pri­ vo di diritti, e specialmente dei poveri lasciati soli (v. 1 2). Apra il cuore alla compas­ sione per gli oppressi. D loro sangue gli sia prezioso e perciò li salvi e li riscatti co­ me fa un parente prossimo (v. 1 4). La strofa è conclusa con l 'augurio finale di lunga vita al re, al quale si dedicano pure offerte di oro, impetrazioni e benedizioni (v. 1 5). [vv. 16-17] Auguri di benedizione: anche per il paese, come per il re, si augu­ ra l 'abbondanza. Esso si coprirà del l 'ornamento di raccolti lussureggianti, in pia­ nura come sui monti, in contrasto con le città prive di vegetazione. Il ricordo del Libano, situato a nord, aggiunge la quarta dimensione cosmica ali ' universalismo del regno (v. 1 6). Il popolo ritiorisce (v. 1 6b) non tanto per la fertilità della terra, ma per la presenza del re, vero rappresentante di Dio (v. 1 7a). D . salmista qui cita quasi letteralmente Gn 22, 1 8, sostituendo l 'espressione « nella tua discendenza » con « in te », riferendosi al re futuro. Questi assume l 'eredità di Abramo. Attraver­ so il re si compie la promessa fatta ad Abramo di riunire tutti i popoli sotto la stes­ sa benedizione del popolo di Dio. In 1 7b è aggiunta un' espressione ripresa da MI 3 , 1 2, dove le nazioni proclameranno beato il popolo prediletto dal Signore. In Sal 72, 1 7b, invece, gli auguri sono rivolti al re. Queste citazioni danno a tutto il salmo una prospettiva escatologica. [vv. 18-19] Dossologia: serve come benedizione non solo per il Sal 72 ma anche per il secondo libro del Salterio (Sa1 42-72). L'origine della vita, della giu­ stizia e del potere sta solo in Dio. I prodigi del Signore si sono manifestati nella storia della salvezza. L' assemblea risponde con ferma fiducia: Sì , sia così ! Lv. 20] Nota finale: è una notizia editoriale che indica la fine delle preghiere di Davide (Sal 5 1 -72). Neli ' analisi dei Sal 69-7 1 , nella loro forma attuale, abbiamo visto che essi ri­ flettono un linguaggio comune, il quale presuppone che l ' orante e la sua comunità stiano vivendo un tempo di oppressione dalle conseguenze imprevedibili. L' orante chiede, infatti, a Dio di affrettarsi (Sal 69, 1 8; 70,2.6; 7 1 , 1 2) a venirgli in aiuto (Sal 69,30; 70,5; 7 1 , 1 2), a liberarlo (Sal 69, 1 5 ; 70,2; 7 1 ,2), a fargli trovare scampo (Sal 3' Forse per il procedimento ermeneutico analogo alla regola rabbinica Semukin, secondo cui ogni capitolo della Bibbia che sta vicinissimo a un altro è da interpretarsi alla luce di questo, vi è anche un col­ legamento tra ls 6 1 , 1 -3 e Sal 72, 1 -4. 1 2- 1 4. Cfr. E. Zenger, So betete Davidfiir seinen Sohn Salorno undfìir den Konig Messias. Oberlegungen zur holi.çtischen und lamonischen Lektiire des 72. Psalms, in JBTh K ( 1993) 70; M. Fishbane, Biblical lnterpretation in Ancient lsrael, Ox ford 1989, pp. 424-425. Cfr. M.E. Tate, Psalms 51-100, p. 22 1 . 37 Cfr. R. Lack, Mia forza e mio canto è il Signore, p. 208. 16

Anesa del � Messia in un tempo di oppressione, Libro ll, Sal 69-72

287

70,6b; 7 1 ,2). Gli oppressori sono chiamati « coloro che cercano la vita » dell 'o­ rante e la sua « sventura » (Sa1 70,3; 7 1 , 1 3.24). Egli invece fa parte del gruppo di coloro che « amano » la salvezza del Signore e il suo nome (Sal 69,37b; · 70,5b). Questi ultimi « si rallegreranno » quando il Signore verrà a fare loro giustizia (Sal 69,33; 70,5 ). La vergogna e il di sonore, sperimentati dali' orante e dalla sua co­ munità durante l 'apparente assenza del Signore (Sal 69,20), ricadranno sulla fac­ cia degli avversari e nemici (Sal 70,3; 7 1 , 1 3). Anche se meno evidenti , vi sono altri collegamenti di motivi. Il Sal 69,3 1 -32 prende le di stanze dali 'atteggiamento sacrificale. La stessa riserva si trova in Sal 40,7-9, appartenente alla prima parte del salmo, non ripresa nel Sal 70. Il motivo però è anticipato nel Sal 69�K. Non si tratta di un rifiuto dei sacri fici prescritti. L'orante, infatti, è bruciato dallo zelo per la casa di Dio (Sal 69, 10). Tutte le speranze del gruppo di coloro che cercano il Signore e si affidano solo al la forza del suo nome sono poste nel futuro re Messia. Egli è il rappresen­ tante di Dio sulla terra. Mediante lui Dio si impegna come giudice a fare giusti­ zia in favore dei bisognosi, in particolare in favore del gruppo degli umili, dei po­ veri, di coloro che rischiavano tutto per amore della legge del Signore, e per que­ sto si creavano tanti nemici anche ali ' interno del la stessa comunità giudaica, attratta dagli ideali di vita proposti dai popoli dominanti nel postesilio. L' orante del Sal 72 parla del re Messia avendo davanti agli occhi l ' icona del re Salomone. Le allusioni al suo regno sono nettamente percettibili. Il salmo sem­ bra composto come una preghiera di Davide in favore di suo figlio, al momento in cui gli succede al trono. È una specie di testamento spirituale, che fa parlare Da­ vide come profeta, per nutrire la speranza dei giudei del postesilio in un tempo in cui le attese messianiche erano veicolate dall ' ideologia regale. Quest' atteggia­ mento profetico probabilmente è presente anche nel Sal 7 1 . Sembra, infatti, che il salmista nell ' anziano orante veda la figura di Samuele, vissuto sempre vicino al Signore fin dalla fanciullezza, il quale con la sua parola profetica continua a tene­ re viva la speranza della sua generazione, quella di Davide. Abbiamo visto che il Sal 72, come i salmi 70 e 7 1 , potrebbe essere un pezzo redazionale composto come finale delle preghiere di Davide. È probabile allora che anche il Sal 69, così strettamente legato ai salmi 70 e 7 1 , secondo il redattore finale abbia la stessa funzione. Se è così . tutta la raccolta è stata composta per ali­ mentare l 'attesa nella realizzazione delle promesse fatte ad Abramo, che cioè tut­ te le nazioni saranno benedette assieme alla sua discendenza (cfr. Sal 72, 1 7). Inoltre il richiamo fatto in Sal 72, 1 7b a MI 3, 1 2, inserito in un contesto dove si par­ la di un messaggero il quale preparerà la via del Signore che entrerà nel suo tem­ pio (MI 3,1 ), fa pensare che tutto questo avverrà quando Dio invierà Elia, perché converta il cuore dei padri verso i figli (cfr. MI 3,23-24). Questi sal mi allora pre­ parano quel clima pieno di gioia e di speranza, che troviamo nei cantici del Magnificai e del Benedictus del vangelo di Luca.

31 Probabilmente il redattore si serve anche qui del procedimento ermeneutico analogo alla regola Samukin. Cfr. M. Millard. Die Kompo.fition de.f Psalters. p. 179.

IL GIUDICE UNIVERSALE INVITATO A ROMPERE IL SILENZIO Salmi 73-83

Dio Altissimo conosce gli empi e sta vicino ad Israele 73 1 Salmo

di Asaf.

È veramente buono Dio con Israele1 : con quanti hanno i l cuore puro !

2lo però, per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla scivolavano i miei passi, 3perché ho invidiato gli arroganti, . vedendo la prosperità degli empi. 4Sl, in loro nessuna inquietudine per la morte2 e ben pasciuto è il loro corpo. 5Fra le pene dei mortali non si trovano, né sono colpiti come gli altri uomini. 6Perciò l ' orgoglio è loro col lana, come veste indossano la violenza. 'Sporge dal grasso il loro occhio3, traboccano le fantasie del loro cuore. 'Scherniscono e parlano con malizia, con prepotenza parlano dall' alto. 9Jfanno posto in cielo la loro bocca, 10-

ma la loro lingua percorre la terra. Per questo il suo popolo fino a tal punto devia e la loro acqua assorbe in abbondanza4 -.

1 Correggendo il TM spesso si sostituisce il termine « Israele » con « giusto », fyilliir. 1 Letteralmente: « nessun legame (che li porti) alla morte ». Alcuni correggono il TM e traducono:

« per loro non ci sono tormenti, sano e pasciuto è il loro corpo>>. 3 La LXX e la versione siriaca leggono 'dwoniim/J, « la loro malizia ». 4 Se si adotta la lezione lttib del TM (ya.fib), la traduzione invece sarà: «Ecco perché egli (cioè Dio. che non è nominato per rispetto) fa ritornare il suo popolo fino a questo punto (conducendoli lontani dal­ la buona strada) e da essi è assorbita acqua in abbondanza (cioè, da essi sono assimilati i pensieri di dub­ bio e di disperazione) ». Di questo versetto, il più oscuro del salmo, sono state proposte diverse correzio­ ni e interpretazioni.

Il Giudice universale

...

, Libro m,

Salmi di Asaf, Sal 73-83

289

11Ed essi dicono: « Come può Dio sapere? C'è forse conoscenza presso l'Altissimo? » • 2E:cco questi sono gli empi; eppure sempre tranquilli aumentano il potere. 13Veramente invano ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell 'innocenza le mie mani, 14sono stato colpito tutto il giorno e la mia correzione riprendeva ogni mattina. 1 5Se avessi detto: « Voglio raccontare questo »s, ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli. 16Quando riflettevo per comprendere, era un tormento ai miei occhi; 17finché non entrai nel santuario di Dio, allora compresi la loro fine. 1'Veramente li poni in luoghi scivolosi, li hai fatti cadere in rovina6• 19Come sono diventati un orrore in un istante, consumati, finiti da spaventi! 20Come un sogno al risveglio, quando ti desti, mio Signore, fai svanire la loro immagine. 21Quando il mio cuore s' inacidiva, e sentivo una fitta ai miei reni, 22io ero ottuso e non capivo, una bestia bruta ero di fronte a te. 23Ma io sono continuamente con te: hai afferrato la mia mano destra. 24Secondo il tuo disegno mi conduci, e poi nella gloria mi accoglierai. 25Chi altri ho io su nel cielo'? Se sono con te, nulla bramo sulla terra. 26Se vien meno la mia carne e il mio cuore, roccia del mio cuore e mia porzione è Dio per sempre. ' È possibile tradurre anche: « voglio parlare come loro » leggendo hén4 invece di hinneh.

6 Il tennine ma.f.fu 'ot è usato solo qui e in Sal 74.3. Il suo senso è oscuro e potrebbe significare an· che « inganni ».

290

Traduzione e commento

27Ecco, i lontani da te si perdono, tu distruggi chiunque ti è infedele7• 28Ma per me, il mio bene è stare vicino a Dio; ho posto nel mio Signore, il Signore, il mio rifugio, per poter raccontare tutte le tue opere. Il popolo di Dio rischia l'eliminazione totale 74

1Maskil. Di Asaf.

Perché, o Dio, ci hai respinti per sempre, fuma la tua ira contro il gregge del tuo pascolo? �icordati della tua comunità, che ti sei acquistata fin dalle origini, che hai riscattato come tribù di tua proprietà, di questo monte Sion, su cui hai voluto abitare. 3Alza i tuoi passi verso le rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel santuario. 4Ruggivano i tuoi avversari nel luogo della tua assemblea; hanno posto come emblemi i propri vessilli. 5Sembrava come chi s'apre un varco verso l ' alto con la scure nel folto della selva8• 6E ora, tutti i suoi fregi9 hanno abbattuto con ascia e scure. 'Hanno messo a fuoco il tuo santuario, hanno profanato fino a terra la dimora del tuo nome. 'Hanno detto in cuor loro: « Distruggiamoli tutti insieme10• Incendiate tutti i luoghi delle assemblee di Dio nel paese ». �on vediamo più i nostri vessilli; non c'è più profeta, né fra noi chi sappia fino a quando:

1

Letteralmente: « Chi si prostituisce ,. testo ebraico è oscuro. È possibile un•attra traduzione del TM: « Sembrava che qualcuno leva.w in alto la scure ». La LXX traduce cosl i vv. 5b-6: « Come [si fa) all ' ingresso. in alto. e non sapevano. Co111t in una foresta. con accette hanno spaccato le sue porte tutte insieme. con scure e ascia l ' hanno demolita La LXX legge: « porte ». Jn La LXX legge: « la loro stirpe. tutti insieme », R Il



9

Il Giudice universale... , Libro m, Salmi di Asaf, Sal 73-83

29 1

''Fino a quando, o Dio, l 'avversario insulterà, il nemico disprezzerà il tuo nome per sempre? 11Perché ritiri la tua mano, l a tua destra? Tienla fuori 1 1 dal tuo seno !

120 Dio, sei il mio Re dai tempi antichi , : �., .. autore di vittorie in mezzo alla terra. 13rfu hai di viso il mare con la tua forza; hai spezzato la testa dei draghi sulle acque. 14'fu hai fracassato le teste del Leviatan, l ' hai offerto in pasto a un branco di iene12• •Srfu hai fatto sgorgare fonti e torrenti, tu hai prosciugato i fiumi perenni. 16A te appartiene il giorno e la notte, tu hai stabilito la luna e il sole. 1"1U hai fissato i confini della terra, tu hai formato l ' estate e l ' inverno. 18Ricorda questo: un nemico ti ha insultato, o Signore, un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. · 1'Non offrire ali ' avvoltoio la gola della tua tortora, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri. 20Guarda alla tua al leanza, perché sono pieni i nascondigli del paese di covi di v iolenza. 21 L' oppresso non tomi disonorato, il povero e l ' indigente lodino il tuo nome. 22Sorgi, Dio, difendi la tua causa; ricorda l ' insulto che esce dallo stolto tutto i l giorno. 23Non dimenticare lo strepito del tuo avversario, il tumulto dei tuoi oppositori, che cresce di continuo. Dio risponderà nel tempo stabilito

75 1Al maestro del coro. Su « Non distruggere >>. Salmo di Asaf Canto. 11 Da /c4liih (= /c4/ii ') che significa « trattenere qualcosa da » (cfr. D. Kimchi; K. Seybold). Altri, cor­ reggendo il TM miqqereb in Vqereb e ktlllih in tilda ', traducono «e la tua destra tieni in seno'? ». M.A. Zipor 4 Two Textuul Notes [Ps. LXXIV Il; LXX Ge11 XLVI 17}, in VT 49 [1999] 553-557) invece di k.alleh alla fine del v. I l propone di leggere selli: il « perché » (ldmmd) che apre l'emistichio, reggerebbe anche il secondo. •z Il tennine �iyyim potrebbe significare « bestie del deserto )) o « tribù del deserto )). Altri uniscono le due parole 'am e �iyyim e traducono: « serpenti marini ».

292

Traduzione e commento

2'fi rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie, - e il tuo nome è vicino; si raccontano le tue meraviglie13 -. 3 « Sì, io mi prendo un tempo stabilito, io giudicherò con equità. 4Si scuota la terra con tutti i suoi abitanti, io stesso tengo ferme le sue colonne. 5Ho detto agli arroganti: Non siate arroganti! e agli empi: Non alzate la fronte! 6Non alzate verso l'alto la vostra fronte, non parlate con collo insolente » 14• 'Sì, non dali ' oriente, né dali ' occidente, non viene dal deserto il potere innalzare", •ma Dio è il giudice: abbassa l 'uno e innalza l 'altro. 9Sì, una coppa è nella mano del Signore, con vino spumeggiante, pieno di droga, e lo ha già versato: anche la sua feccia dovranno sorbire, berranno tutti gli empi della terra. 1�a io annunzierò per sempre, inneggiando al Dio di Giacobbe: 11

«

Romperò tutte le fronti degli empi, s'innalzerà la fronte del giusto ».

In Sion Dio si mtlnifesta difensore dei poveri e garante universale del diritto

76 1Al maestro del coro. Su strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto.

2Dio si è manifestato in Giuda, in Israele grande è il suo nome. 3La sua capanna era in Salem e la sua abitazione in Sion. 13 Molti correggono il TM richiamandosi alla LXX: « Invocando il tuo nome. raccontiamo le tue me· raviglie ». 14 Altri (c&. L. Alonso Sch61cel C. Camiti; K. Seybold) invece del TM �awwar, « collo >>, propon­ gono di leggere .� ur, « Rupe » e traducono: « Non dite insolenze contro la Rupe ». u u TM potrebbe significare anche: « Non dal deserto dei monti ». -

.

Il Giudice universale. . , Libro III,

"Là

Salmi di Asaf, Sal 73-83

293

spezzò le saette dell ' arco, lo scudo, la spada e le anni da guerra.

5Splendido tu sei, magnifico su montagne di bottino16• 6Furono spogliati i valorosi, furono colti dal sonno; nessun guerriero ritrovava la sua mano. 1Alla tua minaccia, o Dio di Giacobbe, si paralizzarono carri e cavalli. 8Tu, terribile tu sei, e chi ti può resistere appena t'adiri ?17 9Jlal cielo hai proclamato il verdetto: la terra s'impaurì e si quietò, 10quando Dio si levò per il giudizio per salvare tutti i poveri del paese. "Sì, la collera degli uomini torna a tua lode, con gli scampati alle fiamme della collera ti cingi 1 8 • 12f'ate voti e scioglieteli al Signore vostro Dio, quanti lo circondano rechino tributo al Temibile. 13Egli tronca il respiro ai potenti, è terribile per i re della terra. Le orme della sanlll via di Dio nelle attuali difficoltà 77 1Al maestro del coro. Secondo lditun.

Di Asaf. Salmo.

2La mia voce salga a Dio: voglio gridare; la mia voce salga a Dio: lui mi ascolti. 3Nel giorno della mia angoscia ho cercato il mio Signore, di notte la mia mano rimase tesa19 e instancabile, la mia anima non si lasciava consolare. 4Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito. 16

La LXX traduce: « dai monti eterni ». il testo alcuni leggono: « dinanzi all' impeto della tua ira». •• Il v . l l è molto oscuro ed è stato emendato, tradotto e interpretato in vari modi. La LXX ha: « Cosl l'intimo dell ' uomo ti confesserà e il fondo del suo intimo ti festeggerà ,., Si noti come i termini ebraici IJìlmat (collera) e 'addm (uomo) fanno un gioco di parole che richiama i nomi propri di Camat (città della Siria) e di Edom. tradizionali nemici del popolo d· Israele. 19 La LXX invece di nigra legge negdoh. « davanti a lui ,._ 17 Correggendo

294

Traduzione e commento

S'fu tieni aperte le palpebre dei miei occhi: sono turbato, ma non parlo. 6Ho riflettuto sui giorni antichi, sugli anni remoti. 7Di notte ricordo il mio canto20; medito nel mio cuore e il mio spirito indaga. 'Forse che il mio Signore respinge per sempre, non continuerà a esserci favorevole ancora? � finito del tutto il suo amore, è cessata la sua parola per sempre? 10Ha Dio dimenticato di essere benevolo, ha bloccato, nell ' ira, la sua misericordia? JIE così ho detto: « Questo mi ferisce2' : il cambiamento della destra dell 'Altissimo! » 12Ricorderò le ·opere del Signore, sì, voglio ricordare i tuoi prodigi di un tempo, 13mediterò su tutto il tuo agire e ripenserò alle tue gesta. 140 Dio, santa è la tua via. Quale divinità è grande come Dio? 'S'fu sei il Dio che compie prodigi, hai manifestato fra i popoli la tua forza. 16Hai riscattato con il tuo braccio il tuo popolo, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. 17Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque e fremettero, anche gli abissi tremarono! u1Le nubi rovesciavano acqua, i nembi mandavano tuoni, anche le tue saette guizzavano. 1'R.imbombava il tuo tuono nel turbine, i lampi rischiaravano il mondo, tremò e si scosse la terra. 10 La LXX legge invece: « medito ». Questa trad�zione considera il termine ebraico IJalloti un infinito piel dalla radice IJll: « f�. rire ». Altri interpretano diversamente: « a farmi ammalare ». « la mia malattia », « la mia preoccupazione « la mia soluzione ». 11

Il Giudice universale... , Libro III, Salmi di Asaf, Sal 73-83 20

Attraverso il mare passava la tua via, il tuo sentiero fra acque immense, ma le tue orme non furono riconosciute. 21Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne.

· ..... ,

Il richiamo alla storia nutre nel presente la fede della comunità

78 1Maskil. Di Asaf. Popolo mio, presta ascolto alla mia istruzione, porgete l ' orecchio alle parole della mia bocca. 2Voglio aprire con una parabola la mia bocca, proferire enigmi dei tempi antichi. 3Quello che abbiamo udito e conosciuto e che i nostri padri ci raccontarono, 4non lo nasconderemo ai loro figli, che racconteranno alla generazione seguente le lodi del Signore e la sua potenza, i prodigi che egli ha fatto. 5Egli stabilì una norma in Giacobbe, pose una legge in Israele, e comandò ai nostri padri di farle conoscere ai loro figli, 'affinché le conoscesse la generazione seguente, i figli che sarebbero nati: subentrassero a raccontarlo ai loro figli, 7e così mettessero in Dio la loro fiducia, e non dimenticassero le opere di Dio, ma osservassero i suoi comandamenti, 8e non fossero come i loro padri, una generazione perversa e ribelle, una generazione dal cuore incostante, e dallo spirito infedele a Dio.

91 figli di Efraim, armati da tiratori d' arco, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. '> , contiene un oraco­ lo costruito sul « modello dei memoriali », presente in molti testi del Primo Testamento, in cui si attualizza la parola del Signore del tempo deli ' esodo (cfr. Ger 7,22-27)'�. Il salmo tuttavia fu ripetuto più di una volta nella stessa forma pri­ ma di entrare nella collezione delle preghiere del Salterio, quindi si potrebbe con­ siderarlo piuttosto un « sermone liturgico » parallelo al Sal 50 e al Sal 95, che si richiamava alle tradizioni profetiche76• L'argomento è il primo comandamento. Il contesto liturgico è indicato nel salmo come il « nostro giorno di festa », la cui os­ servanza è stata stabilita da un decreto divino al tempo dell'esodo. Fra le varie fe­ ste si pensa a quella di Pasqua, istituita quando l ' angelo del Signore « uscl contro l ' Egitto » (v. 6) per uccidere i primogeniti degli egiziani Nella Pasqua si comme.

" Cfr. Th. Booij, The Background o.fthe Oracle in Psalm 8/, in Bib 65 (1984) 465-475. 7" Cfr. E.S. Gerstenberger, P.'ialms, pp. 207-2 1 1 .

Il Giudice universale... , Libro m, Salmi di Asaf, Sal 73-83

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morava la liberazione dalla schiavitù egiziana (v. 7; Es 1 2 e 1 3); si celebrava nel plenilunio (v. 4) con grande esultanza. Il testo però parla del suono del como due volte nel mese, per cui altri invece pensano alla festa delle Capanne, che si cele­ brava dal 1 5 al 22 del settimo mese durante la luna piena, preceduta dalla festività del Capodanno, il primo del mese (cfr. Lv 23,24; Nm 29, 1 2). Tuttavia la festa del­ le Capanne ricordava piuttosto il tempo del deserto, quando gli israeliti dimoraro­ no nelle capanne, e inoltre nel salmo sono citati anche altri strumenti oltre al cor­ no. È probabile quindi che fosse un salmo di repertorio adatto per varie riunioni della comunità. L' uso di una forma recente del nome Giuseppe, ythosep, fa pen­ sare anche a una redazione di tutto il salmo nel tardo postesilio77• I collegamenti con il Sal 80 si notano in alcune parole chiave e in vari motivi: il popolo chiamato « Israele » (Sal 81 ,5.9. 1 2; 80,2) e « Giuseppe » (Sal 8 1 ,6; 80,2), tratto fuori da Dio dali '« Egitto » (Sal 8 1 , I l ; 80,9); il verbo sillaJ:t, « lasciare anda­ re », « estendere » (Sal 8 1 , 1 3; 80, 1 2). In Sal 80,6 Dio « fa mangiare » un pane di la­ crime al suo popolo, in Sal 8 1 , 1 7 spiega che la sua intenzione in realtà era quella di dargli da mangiare fior di frumento e miele dalla roccia. In Sal 80, 15 il popolo prega Dio di voltarsi (sub) per guardare le sue sofferenze, in Sal 8 1 , 1 5 è Dio stes­ so che si impegna a volgere (sub) la mano contro i nemici (Sal 8 1 , 1 5; cfr. 80,7). In Sal 80, 1 8 la comunità invoca Dio di porre la sua « mano » su li ' uomo della sua de­ stra, in Sal 8 1 , 1 5 Dio risponde volgendo la sua mano contro i suoi nemicFK. Il salmo è diviso in due parti: un richiamo alla celebrazione della festa (v.v. 26b); un sermone al popolo di Dio (vv. 6c- 1 7). Alcune metafore sono significative: spalla, mano (v. 7), bocca (v. I l ) e cuore (v. 1 3 ). Il Signore vuole provvedere alle necessità del corpo. Gli ostacoli alla sua azione vengono dal cuore indurito. Se non ha voglia di aprire la bocca, l ' uomo non può mangiare neanche i cibi più gu­ stosi (vv. 1 1 . 1 7). [81,1] Soprascritta: l 'espressione su « i torchi » potrebbe indicare un tono o una melodia (cfr. Sal 8, l ; 84, l ) . [vv. 2-6b] Richiamo alla celebrazione della festa: il salmo inizia con un in­ vitatorio di un responsabile della festa rivolto alla comunità esortata al canto e a gioiose acclamazioni con l ' accompagnamento di strumenti musicali. In partico­ lare il suono del como indica l ' inizio della celebrazione ( vv. 2-4 ). La base di que­ sto richiamo si trova in un decreto dato dal Signore, quando uscì contro l 'Egitto per liberare il suo popolo (vv. 5-6b). [vv. 6c-17] Sermone al popolo di Dio: il sermone è introdotto da un verso di transizione. Colui che parla nel nome del Signore afferma di aver ascoltato un messaggio prima sconosciuto o, meglio, non capito in senso pieno (v. 6b). Quindi espone il messaggio divino sotto forma di discorso che si può dividere in due se­ zioni: la prima richiama le relazioni che Dio ha stabilito con Israele (vv. 7- 1 1 ); la seconda espone la situazione creata dali' infedeltà d'Israele (vv. 1 2- 1 7). Al centro Questa forma arcaicizzante ricorre solo qui nella Bibbia ebraica. Secondo Milik, fu introdotta nel periodo asmoneo e diffusa nelle iscrizioni di quel tempo: cfr. S.C. Layton, Jelwseph in Ps 8/,6, in Bib 69 (1988) 406-4 1 1. 71 Cfr. Th. Hieke, Psalm 80 and its Neighbours in the Psalter, in BN 86 ( 1 997) 36-43. n

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Traduzione e commento

di ciascuna sta un appello di Dio al popolo perché lo ascolti (vv. 9. 14). D tema unificante del discorso è chiaramente « ascolta mc, la mia voce >>79• La prima parte inizia con una pagina di storia (vv. 7-S). lsraele è uno schiavo affrancato da Dio. La liberazione è avvenuta mediante una serie di fatti. Non fu solo un essere trasportato in un altro luogo, ma anche un risalire da un abisso: dal fondo della sua schiavitù il popolo ha gridato e Dio l 'ascoltò. D cammino con il Signore fu accompagnato anche da prove. Le tradizioni ricordano Meriba come luogo dove il popolo ha messo alla prova Dio (Es 17 ,7; Nm 20, 1 3; Sal 95,8-9). Il v. 8c invece rappresenta una variante della tradizione: è Dio che saggia l 'uomo, affinché si riveli a poco a poco la verità che sta nel suo cuore, dandogli l ' occasio­ ne di colmare le sue resistenze e lacune (cfr. Dt 8,2-5). L' invito ali 'ascolto, che si­ gnifica essere disponibile, prestare attenzione, riflettere, decidersi, essere d'ac­ cordo (v. 9), è seguito dal verbo 'Ud, ammonire, testimoniare, far capire: l ' uomo deve conoscere qual è il suo dovere e il suo interesse. Questo è espresso nella di­ chiarazione centrale: il primo comandamento (v. 1 0), che riceve una conferma nell ' autoidentificazione di Dio come il Signore dell'esodo, sottolineata dali' allit­ terazione sonora della mem: hamma 'alka me ' ere� mi�rayim, « che ti fece risalire dal paese d'Egitto » (v. 1 1 ab). L'espressione: « riempire la bocca », nel Primo Testamento significa mettere le parole del discorso in bocca. Queste potrebbero essere le parole di lode dei vv. 2-6b80• Nella seconda parte, il discorso passa al tema di Israele come popolo di Dio. Il suo problema fondamentale è stato il non volere ascoltare (siima ') il Signore e il rispondere sempre malvolentieri ( 'iiba) alle sue proposte. Dio fu costretto a }a­ sciarlo camminare secondo i suoi piani, senza più sperimentare il conforto della sua vicinanza (v. 1 3). Una volta rimasto solo, Israele si trova sopraffatto dai suoi nemici. Perciò l 'oratore, in nome di Dio, esprime il fervente augurio che il popo­ lo ritorni ad ascoltare camminando per i sentieri da lui tracciati (v. 14) Allora po­ trebbero diventare sue le benedizioni dell 'alleanza: la vittoria sui nemici sarebbe facile e riacquisterebbe il pieno godimento della terra santa (vv. 1 5- 1 7). Sembra vi sia in 1 7a un commento - una specie di risonanza dell 'assemblea - che inter­ rompe il sermone: il Signore ha già compiuto la sua parola. La comunità perciò può rinnovare la sua speranza. .

Salmo 82. Questo breve salmo ha attirato l 'attenzione di moltissimi com­ mentatori antichi e moderni. Non ha paralleli nel Salterio e si avvicina alla requi­ sitoria profetica in un giudizio. La difficoltà principale è l ' identificazione degli « dèi » nei vv. lb.6a. Alcuni pensano la requisitoria di Dio sia contro giudici uma­ ni, altri invece credono sia contro gli dèi. Altri ancora sono convinti sia contro gli dèi e anche contro gli uomini. Nella sua forma attuale il salmo sembra parlare di dèi, condannati a morire « come gli uomini » e « come i principi » (cfr. v. 7)81 • Pos­ siamo però pensare a un cambio di identificazione nel postesilio senza con questo 79 Cfr. J.L. Mays, Psalms, p. 265. 10 Cfr. M.E. Tate, Psalms, p. 325. •• Cfr. W.S. Prinsloo, Psalm 82: Once Again, Gods or Men?, in Bib 16

(1995) 219-228.

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·

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cambiare il salmo. 11 Targum invece di dèi ha « giudici »82• Il salmo richiama la crisi di fede dell 'esilio e del postesilio. L' inesistenza degli dèi si è rivelata chiara­ mente daHe loro opere inique. II salmo è stato composto per essere proclamato ri· petutamente nelle assemblee. Il suo scopo quindi è di preparare la comunità a pre­ gare Dio come l 'unico e vero sovrano (cfr. v. 8). Il contesto letterario illustrativo potrebbe essere ls 41 ,21 -29. Non sembra avere molti contatti con gli altri salmi della stessa collezione, se non mediante la soprascritta. Un buon richiamo, tuttavia, al Sal 8 1 potrebbe es­ sere il motivo della polemica contro gli dèi stranieri messi davanti al Signore, l 'u­ nico che può fare giustizia (Sal 8 1 , l 0- 12; 82, 1-2). D salmo inizia con la descrizione della convocazione dell'assemblea divina (v. l b), prosegue con un ammonimento (vv. 2-4), la dichiarazione del fallimento degli dèi (v. 5), il giudizio (vv. 6-7), e termina con una invocazione (v. 8). Vi è ado­ perato un linguaggio mitologico poco familiare. La descrizione della scena del­ l 'assemblea celeste è drammatica, perché si trasforma in un tribunale in cui agisce un unico Dio contro tutti gli dèi, accusati di perversione della giustizia e quindi del caos mondiale. Dio pronuncia il verdetto e il popolo che assiste invoca Dio perché governi con giustizia tutta la terra. [82,la] Soprascritta: cfr. Sal 73, 1 . [v. lb] Esposizione: il salmo inizia presentando Dio che si mette i n piedi in mezzo ali ' assemblea, alla quale soho stati convocati tutti gli dèi. Egli controlla i presenti e inizia una inchiesta. Un' assemblea simile è immaginata dal Deuteroi­ saia durante l 'esilio di Babilonia (ls 41 ,21 -29). 11 primo verso fa una inclusione con l 'ultimo: l'azione di Dio che giudica gli dèi si trasforma in un giudizio su tut­ ta la terra (v. 8). [vv. 2-4] Ammonimento: la strofa è strettamente legata dal chiasmo: empi (v. 2), debole (v. 3a), debole (v. 4a), empi (v. 4b). Agendo nella sua qualità di giudice, Dio con domande retoriche ed esortazioni accusa gli dèi non tanto di essere idoli o di non esistere, ma di aver fallito il loro compito di portare la giustizia sulla terra. [v. 5] Risultato dell 'inchiesta: questo verso è chiaramente distinguibile da queiii precedenti per la lunghezza e per il passaggio dalla seconda alla terza per­ sona, comune nelle procedure giudiziali. In esso si descrive l ' impotenza o l ' in­ competenza di questi dèi nel portare avanti la loro responsabilità di assicurare la giustizia. Il linguaggio è ancora simile a quello di Is 4 1 ,2 1 - 1 9, dove è descritta la nullità degli idoli , che non hanno capacità di vedere, di conoscere o di scernere nulla. Di conseguenza si scopre un effetto sconvolgente di questo fallimento sul­ l ' ordine globale del mondo. [vv. 6-7] Giudizio, la morte degli dèi: questi due versi, collegati tra loro da una serie di parole con gutturali (kulfl'kem, 'tiken, lé 'iidam, lé 'ahad), contengono la sentenza divina pronunciata ex cathedra. Il tono è ironico. L' incapacità di fare giustizia sulla terra ha dimostrato la loro vera realtà. Non sono immortali, ma do­ vranno morire come ogni uomo: come Adamo che si credeva Dio e fu condanna12 Cfr. L. Alonso SchOkel - C. Camiti, l Salmi, n, pp. 1 S t - 1 S3.

Traduzione e commento

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to a sperimentare la morte. Il salmo dichiara la morte degli dèi. Un altro modo di dire in faccia a un mondo politeista: io credo in Dio Padre onnipotente83• [v. 8] Invocazione: in questa conclusione sta anche il vertice del salmo. Più che una invocazione il testo sembra un'acclamazione. Dio faccia quanto non furo­ no capaci di fare gli dèi: venga il suo regno e regga con giustizia i popoli. L'eredità del Signore non è solo il popolo eletto, ma sono anche le nazioni pagane. Stdmo 83. È una supplica comunitaria davanti a una grave minaccia dei ne­ mici di far scomparire Israele come nazione. Esso si distingue dagli altri salmi di Asaf, perché i nemici sono chiamati per nome. La lega contro Israele, formata da dieci popoli, non si può associare a nessun evento storico conosciuto. Si preferisce considerarla una totalità simbolica che vuole riassumere tutti gli attacchi subiti dal popolo di Dio lungo la storia. La tavola dei popoli è composta da nove piccole na­ zioni, piccoli attori, più il grande attore, il nemico per eccellenza durante la perma­ nenza nella terra promessa, l'Assiria. Il gruppo dei nove potrebbe alludere anche al simbolo egiziano dei « nove archi » e dei « nove popoli », che richiamavano tutti i nemici sottomessi al faraone84• Il salmo poteva essere usato nelle cerimonie di la­ mentazione nelle comunità israelitiche. Il tema dell ' assalto dei popoli contro Israele/Sion è sviluppato soprattutto nel postesilio, quando Israele, essendo provin­ cia sotto regni stranieri, non faceva più guerre (cfr. Sal 76; Ez 38-39; Gl 4; Zc 1 4). Vi sono connessioni con il salmo precedente. Nel Sal 82,7 il motivo della morte degli dèi prepara la sperata confessione « monoteista » dei popoli nemici (Sal 83, 1 9). In ambedue i salmi la prima parola è « Dio », mentre la « terra », sulla quale egli si rivela ai popoli come « Altissimo », 'elyon (Sal 83, 1 9; 82,6), si trova nell 'u1timo versetto (Sal 83, 1 9; 82,8at5• Il salmo è diviso in due parti dal sela (v. 9). La prima inizia con una richiesta di intervento di Dio (v. 2) e poi passa al lamento a causa dei nemici (vv. 3-9). In essa si può notare una sequenza chiastica delimitata da particella ki (perché l sl): nemici di Dio (v. 3), nemici d' Israele (v. 4), nemici d'Israele (v. 5), nemici di Dio (v. 6). La seconda parte è costituita da petizioni per il giudizio divino contro i ne­ mici (vv. 1 0- 1 9). Uno schema nei vv. 1 0- 1 3 mette in evidenza i nomi degli antichi nemici (v. l 0) e la loro sorte nel passato (v. 1 1 ), ancora il nome degli antichi ne­ mici (v. 1 2) e la situazione dei nemici presenti (v. 1 3)Hti. Il tono del salmo è drammatico: da una parte una coalizione di popoli, dal­ l ' altra Dio solo. Si passa direttamente dai preparativi dei nemici alla loro disfatta, senza che ci sia battaglia. Il popolo non deve combattere. [83,1] Soprascritta: cfr. Sal 50, l ; 48, l . [v. 21 Richiesta dell 'intervento di Dio: il salmo inizia con un grido di allar­ me. Dio, che nel v. 14 è chiamato il « mio Dio », cioè il Signore, prenda atto della

13

Mays, Psalms, pp. 268-271 ; P.D. Miller, lnterpreting the Psalms, pp. 1 20-124. E. Zenger, Die Gotte.fzeugenschaft des 83. Psalm.'i. pp. 1 1 -32. �.� Per le connessioni strutturali con il Sal 82 cfr. P. Auffre� Qu 'ils sachent que toi, ton Cfr. J.L.

14 Cfr.

nom �n

YHWH!: Etude .'itru(·turelle du P.'iaume 83, in ScEs 45 ( 1 993) 41 -59. u. Cfr. B. Costacurta. L'aggressione contro Dio. Studio del Salmo 83, in Bib 64 (1 983) 5 1 8-541 .

Il Giudice universale . , Libro m, Salmi di Asaf, Sal 73·83 ..

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realtà, cessi la sua passività, rompa il suo silenzio e agisca come Grande Dio ( 'el). Il suo intervento è l ' unica possibilità di salvezza per il popolo. [vv. 3-9] lAmento riguardo ai nemici: il silenzio e la passività di Dio sono in contrasto con la massiccia attività dei popoli nemici di Dio e d' �sraele, che rumo­ reggiano, alzano arrogantemente la testa, già sicuri della vittoria, e uniscono men· te e forze per realizzare un piano di eliminazione d' Israele come nazione (vv. 24 ) . Questo piano deve soprattutto allarmare Dio: ogni attentato ali ' esistenza d'Israele è un attacco diretto contro il Dio che ha stretto con lui l 'alleanza e l ' ha costituito suo popolo in una terra. Se egli non interviene è compromessa la sua identità e verità di Dio fedele (v. 5). Il patto (berit) che stringono i nemici è diret­ to proprio contro il patto tra il Signore e il suo popolo (v. 6), con il dichiarato in­ tento di impossessarsi della sua terra (cfr. v. 1 3). Segue la lista dei dieci alleati (vv. 7-9). Nella storia di quasi tutti loro è presente un elemento di ribellione contro Dio e il suo piano salvi fico. È possibile che la comunità del postesilio, dietro la rivol­ ta di questi popoli, rileggesse la minaccia degli empi contro i piiiS7 e la sollevazio­ ne delle forze del caos contro il Creatore. Questa prima parte del salmo tennina con la parola selli, che in questo caso segnala chiaramente la divisione del testo. [ vv. 10-19] Petizioni per il giudizio di Dio: la seconda parte riprende la ri­ chiesta di un intervento divino in forma positiva. L'attacco frontale degli alleati è confrontato con la situazione del tempo dei Giudici: Dio tomi a fare come ha già fatto in passato con i nemici del popolo, i cananei e i madianiti (vv. 1 0- 1 3). La di­ sfatta dei cananei, capeggiati da Sisara, luogotenente del re Iabin (cfr. Gdc 4-5), condannati alla privazione della sepoltura (v. Il), e la sconfitta dei madianiti, con l 'esecuzione dei loro quattro capi da parte di Gedeone (cfr. Gdc 7-8), diventino il modello di un nuovo intervento di Dio invocato contro i nemici attuali: Dio com­ batte e vince da solo, perché è contro di lui che si muovono i nemici d' Israele (v. 1 2). Essi osano impadronirsi dei territori di sua proprietà (v. 1 3). Con l ' invocazione « mio Dio » riprende la richiesta di aiuto contro i nemici, che non devono solo essere sconfitti, ma annientati come in una catastrofe natu­ rale. Le immagini sono prese dalla natura: sterpaglia rotolata dal vento, paglia sollevata in aria e dispersa (v. 1 4). La forza dei nemici è solo apparente di fronte alla violenza dell' ira di Dio, che è paragonata al fuoco divorante, al turbine e al­ la tempesta. La loro maledizione (cfr. v. 1 1 ) assume ora una dimensione catastrofica (vv. 1 5- 1 6). Il risultato finale di quest'azione di Dio è descritto nei vv. 17-19: vergogna e rovina dei nemici, loro ricerca e riconoscimento di Dio. Difendendo il suo popo­ lo Dio rivela la verità su se stesso: lui solo è l ' unico vero Dio. La formula mono­ teistica « il tuo nome è Signore » (cfr. Sal 1 8,32) non deve fare parte solo del cre­ do d'Israele, ma anche di quello di tutti i popoli. Il messaggio sorprendente di questo salmo sta nel fatto che la rivelazione divina non è solo in favore del suo popolo, ma anche in favore dei nemici stessi, che proprio nella loro sconfitta pos­ sono scoprire in Dio la fonte della vita. .

11 Cfr. C. Westermann, l Salmi.

p. 44.

·

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Traduzione e commento

D Sal 83 conclude la collezione dei salmi di Asaf (73-83). Essa aveva ini­ ziato con l ' invito a Dio a rompere il silenzio con una venuta preceduta dal fuoco e accompagnata dali 'uragano (Sal 50,3), si conclude con il medesimo invito in Sal 83,2. 1 5- 1 6. Alla conclusione di un patto dci fedeli di Dio in Sal 50,5 corri­ sponde una conclusione di un patto dei popoli con la dichiarata intenzione del­ l 'annientamento del popolo di Dio (Sal 83,6). Il Sal 83, ultimo della serie, è col­ legato mediante richiami verbali e motivi anche con il Sal 73: Dio è confessato con il nome di 'el in Sal 83,2 ed 'elyon in Sal 83, 1 9: inizio e fine del salmo che contiene nel suo centro l ' attacco dei popoli contro Israele e il suo Dio. Solo il Signore, infatti, ha veramente il potere su tutto il mondo. La stessa confessione di Dio come 'el ed 'elyon si trova in Sal 73, I l , al centro del salmo, fonnando una inclusione più larga con un profondo significato teologico: tutti gli attacchi dei nemici, che subirà il popolo dell ' alleanza, falliranno ( 'ahad, Sal 73,27; 83, 1 8) davanti al Dio Altissimo, Signore incondizionato della storia e del mondo. Altri motivi che collegano i due salmi sono la citazione delle parole dei nemici (Sal 73, 1 1 ; 83,5.1 3), lo stretto legame tra JHWH e Israele (Sal 73, 1 ; 83,3-5), la cono­ scenza di JHWH (Sal 73, 16; 83, 19). Il desiderio di eliminazione totale del popolo di Dio, manifestato nello stre­ pito dei popoli pagani (Sal 83,5), mette in luce l ' atteggiamento fondamentale di tutti gli invasori e oppressori di Sion (Sal 74,4. 10.23; 79,2-3; 80, 1 3). La teologia del nome del Signore espressa in Sal 83, 1 7. 1 9 è stata preparata nei Sal 74, 1 8 ; 75,2; 76,2; 80, 19. La predicazione conclusiv a d i JHWH, l 'Altissimo, che assume i l ruolo d i Giudice uni versate e d i garante del diritto e della giustizia, è ripetuta va­ rie volte nella collezione (Sal 50,4-6; 75,3.8; 82, 1 .8). La confessione monoteisti­ ca di Sal 83, 19 è preparata dal l ' annuncio della morte degli dèi in Sal 82,7. Nel Sal 83 il passato è considerato come momento in cui il Signore ha agito potente­ mente in favore di Israele, il presente invece come tempo di oppressione: una di­ stinzione che ricorre in Sal 74, 1 2. 1 9; 77,9. 1 2; 78,2.6. Il richiamo alla storia ser­ ve da una parte a nutrire nel presente la fede della comunità (cfr. Sal 78,7) del postesilio, oppressa da nuovi dominatori, e dali' altra ad alimentare nei poveri la speranza di un suo futuro intervento definitivo (cfr. Sal 76, l 0). Per questo è im­ portante raccontare l ' azione di Dio, passando la fede alla generazione seguente (Sal 73,28; 78,4.6; 79, 1 3) La collezione dei salmi di Asaf costituisce un documento sul significato di Israele nella storia8K. La preghiera e la lettura di questi salmi può ancora sostene.. re la fede della comunità cristiana e teneri a sveglia nell 'attesa del gran giorno in cui il Signore verrà a giudicare la terra.

• Cfr.

M. Millard, Die Komposition des Psalters, p. 103.

ATTESA DI DIO DOPO LA CADUTA DEL REGNO DI DAVIDE Salmi 84-89

Nostalgia del tempio di Gerusalemme e preghiera per U Consacrato 84

1Al maestro del coro. Su « I torchi ». Deifigli di Core. Salmo.

2Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti ! 3L' anima mia anela e si strugge per gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano per il Dio vivo. "Anche il passero trova una casa e la rondine il suo nido dove porre i suoi piccoli: i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio ! 5Beato chi abita la tua casa: senza posa 1 canta le tue lodi. _

6Beato chi ha in te il suo rifugio2 ,

i tuoi sentieri3 nel suo cuore. 7Attraversando la Valle di Bakà4 ne fa un' oasP: anche la prima pioggia l ' ammanta di benedizioni !6 8Camrnina di forza in forza7 ; si presenta davanti a Dio 8 in Sion.

1 La LXX e la Volgata invece hanno: � per sempre ». 2 Cfr. Sal 46,2. Il tennine 'oz significa anche « forza ». 3 Altri pensano a « pellegrinaggi ». 4 Altri traducono: 4( valle del pianto » (correggendo il TM biikii ' in bokeh) o 4( valle arida». Altri ancom: « valle dei Balsanù >>. 5 Letteralmente: « una sorgente ». 6 Correggendo il TM in /Trekilt, alcuni traducono: « fonti », « cisterne ». 1 Leggendo �1el invece del TM IJiiyil alcuni traducono: « di baluardo in baluardo » . • La LXX traduce: « Si mostrerà il Dio degli dèi ».

330

Traduzione e commento

9Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l ' orecchio, Dio di Giacobbe ! 10Guarda, Dio, al nostro scudo9 , vedi il volto del tuo consacrato. nsl, è meglio un giorno nei tuoi atri

di mille che io ho scelto10: rimanere sulla soglia della casa di Dio, anziché abitare nelle tende dell ' empio. 1 2Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina nell ' integrità. 13Signore degli eserciti, beato l ' uomo che confida in te. La salvezza della comunità non è ancora definitiva 85

1Per il maestro del coro. Dei .figli di Core. Salmo.

2Sei stato benevolo, Signore, con la tua terra; hai cambiato la sorte • • di Giacobbe. 3Hai tolto la colpa del tuo popolo, hai coperto tutti i suoi peccati. 4Hai represso tutta la tua collera, hai desistito dali ' ardore della tua ira. 5Restauraci, o Dio della nostra salvezza, deponi il tuo sdegno contro di noi. 6Vuoi stare sempre adirato con noi, prolungare la tua ira d'età in età? 'Non tornerai a ridarei vita, perché il tuo popolo in te si rallegri? 8Mostraci, Signore, il tuo amore e donaci la tua salvezza.

9

È possibile leggere con la LXX un vocativo: « O Dio, nostro scudo ». 1° Correggendo il TM in be�edri, alcuni traducono: « nella mia abitazione ». 11

Il

t(re è I�bit, « Cattività ». Il testo può essere tradotto anche: « Hai fatto tornare i deportati >). La

LXX ha: « Hai fatto tornare dalla prigionia Giacobbe ».

Anesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide, Libro lll, Sal 84-89

33 1

9Voglio ascoltare di che cosa parli Dio: sì, il Signore parla di pace, per il suo popolo e per i suoi fedeli, ma non devono più ritornare alla stoltezza 12• 1°Certo, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti nella nostra terra 1 3 • 1 1 Bontà e Fedeltà si sono incontrate, Giustizia e Pace si sono baciate ••. 12Fedeltà germoglia dalla terra, e Giustizia si affaccia dal cielo. 1 3 Sì, il signore darà il bene e la nostra terra darà il suo frutto. 14Giustizia camminerà davanti a lui, e preparerà la strada ai suoi passi 1 5 •

Il servo del Signore invoca un segno di benevolenza 86

'Preghiera di Davide.

Tendi, Signore, il tuo orecchio e rispondimi, perché io sono povero e indigente. 2Proteggi la mia vita, perché ti sono fedele; tu, mio Dio, salva il tuo servo che confida in te. 3Abbi pietà di me, o mio Signore, perché t' invoco tutto il giorno. 4Rallegra l ' animo del tuo servo, perché a te, mio Signore, io ricorro 1 6• 5Sì, tu, mio Signore, sei buono e indulgente, ricco d ' amore per chiunque t' invoca. 6Porgi l ' orecchio, Signore, alla mia preghiera, sii attento alla mia richiesta di grazia.

u La LXX traduce in vece : « per quelli che convertono a lui il loro cuore». 13 Emendando la vocalizzazione del TM si potrebbe tradu rre : « È vi c i na la sua g loria a chi abita (l'lolcen) nella nostra terra »: cfr. J.S. Kselman. A Note on Psalm 85, 9-10. in CBQ 46 ( 1 984) 23-25. '" Leggo con molti autori e la LXX ni.f.fiiqu invece del TM nii.fdqu. « baciarono ». ll testo potrebbe si gnificare anche: « Giustizia e Pace combattono>>: cfr. J. Ebach. « Gerec:htiRkeit und Frieden kussen sich » oder: « Gerechtigkeit und Frieden kiimpfen » (Ps 85, l l). pp. 42-52. 1' Questo verso è oscuro. Alcuni traducono: « ed essa osserverà la strada dei suoi passi »; oppure: « egl i porrà i suoi passi su quella via ». Altri ancora correggono il TM: «e la salvezza (ye.fa ') avanza sulla strada dei suoi passi » . • 111 Cfr. M.L. Barré . Me.mpotamian Light on the ldiom na.fii ' nepe�. in CBQ 52 ( 1 990) 46-54.

332

Traduzione e commento

'Nel giorno deli ' angustia io t' invoco: certo mi risponderai. 8Non c'è nessuno come te fra gli dèi, mio Signore, e niente è simile alle tue opere ! 9PJ\ttti i popoli, che hai creato, verranno e si prostreranno davanti a te, mio Signore, e daranno gloria al tuo nome. 1 0Sì, tu sei grande e fai meraviglie, tu solo sei Dio. 11lnsegnami, Signore, la tua via, perché io cammini nella tua fedeltà; unifica il mio cuore perché tema il tuo nome. 1 2Ti renderò grazie, mio Signore, mio Dio, con tutto il mio cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, 1 3perché grande su di me è il tuo amore, e libererai la mia vita dal profondo degli inferi. 140 Dio, gli arroganti sono insorti contro di me, e una banda di prepotenti attenta alla mia vita: non hanno te davanti agli occhi ! ·�Ma tu, mio Signore, Dio compassionevole e pietoso, lento ali ' ira e ricco d' amore e fedeltà, 16volgiti a me e abbi pietà; da' la tua forza al tuo servo e salva il figlio della tua schiava. 17Fa' un segno di benevolenza per me: lo vedano i miei nemici e si vergognino, perché tu, Signore, mi hai aiutato e consolato. Ilomaggio gioioso dei popoli segno della benevolenza di Dio 87

1Deifigli di Core. Salmo. Canto.

Le sue fondamenta sono sui monti santi.

211

Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe.

3Di te si dicono cose stupende, città di Dio:

Attesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide, Libro m, Sal 84-89

333

4« Annunzierò 1 7 di Raab e di Babilonia a quelli che mi conoscono, ecco, Filistea, Tiro e Cus: costui è nato là. 5Ma di Sion si dirà: questo e quello è nato in essa, ed egli, l 'Altissimo, la renderà salda ». 'D Signore annoterà nel registro H1 dei popoli: « Costui è nato là ». 'Ma essi danzando canteranno 1 9 : » 20• « Sono in te tutte le mie fonti

Per ora Upovero bussa a uiUI porta che resta chiusa 88

' Canto. Salmo dei figli di Core. Al maestro del coro. Da cantarsi secondo il motivo « Malattia ». Maskil. Di Eman l 'Ezraita.

2Signore, Dio della mia salvezza, di giorno io grido, di notte sto di fronte a te. 3Giunga davanti a te la mia preghiera, tendi l ' orecchio al mio lamento. 4Perché sazio di mali è il mio animo e la mia vita è giunta agli inferi. 5 Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo senza forza, 6lasciato libero2 1 fra i morti; come gli uccisi stesi nella tomba comune, che tu più non ricordi: recisi per sempre dalla tua mano. 7Mi hai posto nelle profondità della Fossa, nelle tenebre, negli abissi. 17 L' hijil di zJJmr è usato con la preposizione l' nel senso di « menzionare o annunziare davanti a qualcuno » (cfr. Ger 4, 1 6): cfr. J.A. Emerton, The Problem of Psalm LXXXVII, in Vf 50 (2000) 1 87-1 89. Altri traducono: « Annovero Raab e Babilonia, fra quelli che nù conoscono ». 111 Cfr. la LXX che legge biktiib, « rotolo, registro », invece del TM biktiJb, « nello scrivere ». 19 Il senso avversativo della waw iniziale del v. 7, come di quella all' inizio del v. 5, è stato messo in evidenza già da B. Duhrn (Die Psalmen, pp. 2 1 8-2 19). Il testo ebraico è oscuro. Letteralmente: « cantori come danzatori ». 20 Invece del TM alcuni leggono m'•lJnl, « dimore ». 11 Le proposte di cambiamenti del TM sono numerose. f!lJplt è tradotto spesso: « mio giaciglio·�

334

Traduzione e commento

8Su di me s'è psata la tua collera, hai rovesciato tutti i tuoi flutti. 9Hai allontanato da me i miei conoscenti, mi hai reso per loro un abominio. Sono recluso, non posso uscire, 10gli occhi annebbiati dal dolore. Ogni giorno, Signore, ti ho invocato, verso di te ho steso le mie mani . 1 1 Farai tu prodigi per i morti ? O si alzeranno le ombre a ringraziarti? 1 2 Si narrerà nella tomba la tua bontà, la tua fedeltà nel regno dei morti? 1 3Si conoscono nelle tenebre i tuoi prodigi, e la tua giustizia nella terra dell 'oblio? 1 4Ma io grido a te, Signore, e al mattino ti viene incontro la mia preghiera: 1 5 Perché, Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto? 16Sono povero e segnato dalla morte fin dali ' infanzia, ho sopportato i tuoi terrori, sono sconvolto22 • 1 7 Su di me sono passate le vampe del tuo furore, i tuoi spaventi mi hanno messo in silenzio23 • 18Mi avvolgono come acqua tutto il giorno, mi assediano da ogni parte. 19Hai allontanato da me amico e compagno; i miei conoscenti sono le tenebre.

Il trono di Davide è rovesciato: il Signore mantenga le sue promesse! 89 1Maskil di Etan l 'Ezraita. 2Canterò sempre le opere della bontà del Signore, con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà di generazione in generazione. 3 Sì, io ho detto: è un amore costruito per sempre; nei cieli hai reso stabile la tua fedeltà: 22 U termine ebraico 'iipuna ricorre solo qui nella Bibbia. La LXX traduce con un verbo che signifi­

ca: (( essere in grande difficoltà/dubbio/disperazione ». lJ

Altra traduzione: « mi hanno annientato >•.

Attesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide. Libro m, Sal 84-89

335

4« Ho stretto un' alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide, mio servo: �renderò stabile per sempre la tua dinastia, ti costruirò un trono di generazione in generazione ». 6E i cieli esaltano il tuo prodigio, Signore, e la tua fedeltà ne l i ' assemblea dei santi. 'Perché chi può nel cielo paragonarsi al Signore, chi è simile al Signore fra gli esseri divini?24 'Un Dio, temuto nel gran25 consiglio dei santi, e terribile per tutta la sua corte ! 'S ignore, Dio degli eserciti, chi è come te? Sei forte, Signore, e la tua fedeltà ti circonda. 1Grfu domini l ' orgoglio del mare, tu plachi il sollevarsi dei suoi flutti. 1 1Tu hai schiacciato Raab come un trafitto, con il tuo braccio forte hai disperso i tuoi nemici. · �uo è il cielo, anche la terra è tua; il mondo con ciò che lo riempie, tu l ' hai fondato. '3rfu hai creato il Settentrione e il Mezzogiorno Il Tabor e l ' Ermon esultano nel tuo nome. '4'J'u hai un braccio valoroso; robusta è la tua mano, si leva in alto la tua destra. •�Giustizia e diritto sostengono il tuo trono, bontà e fedeltà precedono il tuo volto. 6 1 Beato il popolo che ti sa acclamare F6 Signore, alla luce del tuo volto essi camminano . . 1 7Esultano nel tuo nome tutto il giorno e si esaltano per la tua giustizia. 11Sì , tu sei il vanto della loro forza, con il tuo favore si alza la nostra fronte27 • 19Sì, del Signore è il nostro Scudo, del Santo d' Israele il nostro re ! 28

24

Letteralmente: « figli di dèi ,..

2' Le versioni antiche LXX. Siriaca e Volgata leggono rabbd con il secondo emistichio: « Grande e tenibile per tutta la sua corte ».

2" Letteralmente: « esperto nell 'acclamazione ». Letteralmente: « como ». Il /(tib ha: « tu alzerai ».

27

n

Altra traduzione possibile: « Sl. il Signore è nostro scudo e il Santo d• tsraele il nostro re )).

336

Traduzione e commento

·:: ; - - ' , ' · '

. .

20U n tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli e dicesti : « Ho portato aiuto29 a un prode, ho esaltato un giovane30 dal mio popolo. 2 1 Ho trovato Davide, mio servo, l ' ho unto con il mio olio sacro. 22La mia mano sarà stabilmente con lui, e il mio stesso braccio lo rafforzerà. 2311 nemico non prevarrà su di lu P' , e il criminale non lo umilierà. 24Maciullerò davanti a lui i suoi avversari, e colpirò quelli che lo odiano. 2.'iLa mia fedeltà e la mia bontà saranno con lui e nel mio nome si alzerà la sua fronte. 26Estenderò la sua sinistra sul mare e sui fiumi la sua destra. 27Egli m' invocherà: "Tu sei mio padre, Dio mio e roccia della mia sal vezza" ! 2HEd io farò di lui il primogenito, il più alto fra i re della terra. 29Per sempre conserverò la mia bontà con lui e la mia alleanza con lui sarà sicura. 30Stabilirò per sempre la sua dinastia e il suo trono come i giorni del cielo. 3 1 Se i suoi figli abbandonano la mia istruzione e non camminano secondo le mie leggi; 32se profaneranno i miei statuti e non custodiranno i miei comandi, 33punirò con la verga le loro ribellioni e con flagelli la loro colpa. 34Ma non troncherò la mia bontà per lui, non smentirò la mia fedeltà. 35Non profanerò la mia alleanza e l 'editto delle mie labbra non muterò. 36Una cosa ho giurato sulla mia santità: non mancherò di parola a Davide ! 37La sua dinastia sarà eterna

• tnvece di 'lz�r, « aiuto ,., alcuni leggono nlzer, « corona ,.. 30 Altra traduzione possibile: « eletto ». ,, Il significato di yalli' è oscuro. Alcuni traducono: « non lo ingannerà ».

Anesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide, Libro m, Sal 84-89

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e il suo trono come il sole di fronte a me. 38Come la luna, che è sempre stabile e un testimone sicuro fra le nubi ». 39f:ppure ora l ' hai respinto e ripudiato, ti sei infuriato con il tuo consacrato. 40'fu hai disprezzato l ' alleanza con il tuo servo, hai profanato la sua corona a terra. 41Hai sventrato tutte le sue mura, hai ridotto le sue fortezze in macerie. 420gni passante l ' ha depredato, è di venuto lo scherno dei suoi vicini. 43Hai innalzato la destra dei suoi avversari, hai reso lieti tutti i suoi nemici. 44 Sì, gli hai smussato il filo alla spada e nella battaglia non l ' hai sostenuto. 45Hai posto fine al suo splendore, e hai rovesciato a terra il suo trono. 46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza, l 'hai coperto di vergogna. 47Fino a quando, Signore? Starai nascosto per sempre? Arderà come fuoco la tua collera? 48Ricorda quanto dura la mia vita: su quale illusione hai creato tutti gli uomini ! 49Chi è l ' uomo che vive e non vede la morte? Chi scamperà la sua vita dalle mani degli inferi? �ve sono, mio Signore, le opere della tua bontà d'un tempo, che hai giurato a Davide nell a tua fedeltà? 51 Ricorda, mio Signore, l ' insulto ai tuoi servi, quanto ho dovuto sopportare da tutti i vari popol P2 • �2Sì, i tuoi nemici hanno insultato, o Signore, sì, hanno insultato le orme del tuo consacrato. 53JJ enedetto il Signore per sempre! Amen, Amen !

32 È possibile anche un'altra traduzione: « Thtti i popoli numerosi, che io porto (con amore) nel mio seno ». Altri con le traduzioni antiche correggono il testo: « Porto nel cuore le iniquità dei popoli ».

338

Traduzione e commento

: ......

Questa collezione è formata dai salmi di Core (Sa1 84-85; 87-88), in cui è stato inserito un salmo di Davide (Sal 86) e il salmo conclusivo di Etan l 'Ezraita (Sal 89)�\ AIJ 'interno de11a composizione, i due salmi esterni (Sal 84 e 88) e i due inter­ ni (Sal 85 e 87) si interpretano a vicenda; costituiscono, cioè, un orizzonte di senso supplementare, non presente in ciascuno di questi salmi letti singolarmente. In tutti i quattro salmi il Signore è rappresentato come colui che dona la benedizione, la fe­ licità e la pace. Nei salmi 84 e 87 1a benedizione è espressamente legata a Sion co­ me abitazione e luogo della manifestazione del Signore. Il Sal 85 si muove nello sfondo della teologia di Sion; vi è evocata soprattutto dalla teologia della « pace ». In Sal 88 in apparenza non è presente la teologia di Sion, tuttavia essa è presuppo­ sta nella teologia della Presenza (piinlm) in Sal 88,3. 1 5, e ne11a metafora del « mat­ tino », come tempo della epifania del Signore (Sal 88, 1 4). I Sal 84 e 88 si propon­ gono come « suppliche >> (cfr. la parola chiave tpilla in Sal 84,9; 88,3 . 1 4) di un'« anima » (nepes: Sal 84,3; 88,4. 15) che desidera vedere la faccia del Signore salvatore (Sal 84,8b; 88,3a.l5b), sperimentarlo come « sole » (Sal 84, 1 2), che porta la luce al « mattino » e mette fine alle tenebre (Sal 88, 14). Il Sal 84 presenta un'« ani­ ma » (v. 3) che « cammina di forza in forza » (v. 8), mentre il Sal 88 mostra un'« ani­ ma » che affenna di essere « come un uomo senza forza » (v. 5). Guardando poi ai salmi interni della composizione, si può dire che il Sal 87 è la risposta di Dio al la­ mento pieno di struggi mento dei Sal 84-85. Questo è confermato anche da richiami verbali: « dimore di Giacobbe » (Sal 87,2; cfr. 84,2; 85,2); « cose stupende », nik­ badot (Sal 87,3; cfr. 84, 1 2; 85, 10); « tutte le mie fonti » (Sal 87,7; cfr. 84,7). Questo secondo gruppo dei salmi di Core (Sal 84-85; 87-88) sembra ripetere la struttura del primo (Sal 42-49). In ambedue le raccolte sono raggruppati salmi al singolare e al plurale: questi ultimi poi costituiscono il centro della raccolta, mentre i primi ne formano la cornice. Inoltre in tutte e due si ripete lo stesso sche­ ma: il passaggio dal lamento alla lode. Ali ' inizio delle due raccolte viene annun­ ziato chiaramente il tema del pellegrinaggio (Sal 42/43 e S4). Segue il cambio da un salmo al singolare a un salmo al plurale: due suppliche collettive legate dal te­ ma del lamento (Sal 44; 85). n cambiamento verso la lode non avviene subito, ma sono inseriti due testi al singolare: Sal 45 e 86. Il lamento del Sal 86, che inter­ rompe mediante la soprascritta fpilla l'diiwid la serie dei salmi di Core, varia da una parte il lamento del Sal 85 e d' altra parte in Sal 86,9 apre una prospettiva uni­ versalistica, che sarà il tema centrale del Sal 87,3-6. Il punto culminante delle due raccolte è formato da salmi di Sion e da inni (Sal 46-48 e 87). Le due raccolte ter­ minano con un salmo sapienziale di lamento (Sal 49 e 88). Si suppone un cammi­ no spirituale in cui si sperimenta la tensione tra promessa e compimento:w. Ogni esperienza di Dio allarga sempre più lo spazio della nostalgia di lui. Inoltre i due primi salmi delle due raccolte (Sal 42/43-44 e Sal 84-85) sono le­ gati fra loro da richiami verbali e da motivi: l ' « anima », nepes, è piena di nostalgia per le « dimore » e per la casa del Dio di Sion (cfr. Sal 84,2; 43,3), il « Dio vivo » 33 Cfr. E. Zenger. Zur redaktionsgeschichtlichen Bedeutung der Korachpsalmen. in K. Seybold E. Zenger. Neue Wege. pp. 175- 1 98. �· Cfr. E. Zenger. Der Psa/ter afs Buch, pp. 22-25. -

Attesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide, Libro III, Sal 84-89

339

(Sal 84,3; 42,3). Ma collegamenti si possono osservare anche tra il Sal 87 e i saJmi 46 e 48: « monti santi » (Sal 87, l ; cfr. 48,2); « dimore » (Sal 87 ,2; cfr. 46,5); « città di Dio » (Sal 87,3; cfr. 46,5; 48,2.9); « Altissimo » (Sal 87,5; 46,5); « le mie fonti » (Sal 87,7; cfr. 46,5). Si pensa alJora che la seconda raccolta dei salmi di Core sia stata composta a imitazione della prima, probabilmente in ambienti sapienziali3�. Salmo 84. È comunemente considerato un inno che esprime la devozione per il tempio di Gerusalemme. Sono presenti però elementi di diversi generi letterari, del salmo regale nei voti di felicità per la persona del re (vv. 9- 1 O)�tl, del genere sa­ pienziale nella riflessione del v. 13, della liturgia d'entrata nel tempio; soprattutto il ritmo e il tema richiamano la supplica indi vi duale piena di nostalgia di un fede­ le trattenuto lontano dal tempio da cause che non sono specificate. Molte peculia­ rità in comune con i Sal 42-43 fanno pensare a una medesima redazione. D Sal 84 non ha collegamenti particolari con il precedente Sal 83; ne ha inve­ ce con il seguente Sal 85. Il motivo del « Dio vivo » in Sal 84,3 è ripreso in Sal 85,7: « Non tornerai tu forse a darci vita? ». Il nome proprio « Giacobbe » sta nel­ l' invocazione a Dio in Sal 84,9 e nell 'espressione: > del Signore: attorno a lui il terreno arido ritiori­ sce (cfr. Is 35). Le istruzioni del Signore non sono limiti al suo cammino, ma fon­ te di benedizione vivificante come la pioggia autunnale (v. 7). E la benedizione del Signore provoca un'esperienza sorprendente: la lunghezza della strada, inve­ ce di stancare, rinvigorisce il pellegrino (cfr. Is 40,3 1 ), i l quale può presentarsi da· vanti a Dio in Sion con facilità e libertà come il passero e la rondine del v. 4 (v. 8). [vv. 9-10] Preghiera per il consacrato: questa supplica per il re, nel postesi­ lio, poteva essere una preghiera per il sommo sacerdote o addirittura una richiesta perché Dio mandasse finalmente l 'Unto escatologico (cfr. Dn 9,25). D re è lo scu­ do del popolo contro i suoi nemici, ma dietro a esso c'è uno scudo invincibile. quello del Signore (cfr. v. 1 2a). [vv. 11-13] Meditazione: al termine del suo cammino spirituale l 'orante può sintetizzare la sua esperienza di fede in forma proverbiale. È meglio trascorrere un giorno nel luogo scelto dal Signore che mille altri organizzati secondo i propri programmi. Poter sostare come un laico soltanto alla soglia del tempio del Sign� re è motivo di una felicità più grande che dimorare stabi lmente nelle tende di chi disprezza Dio (v. I l ). E nel v. 1 2 egli confessa chi sia stato Dio per la sua vita: un sole (cfr. Ml 3,20; Sal 1 9,6-7), che ha fatto sentire i suoi raggi beneficP9, uno scu­ do di fronte agli avversari. La prova di questa confessione è la sua vita trasfonna­ ta dalla grazia e dalla gloria del Signore. Perciò egli può concludere che cammi­ nare nella via della perfezione assieme a Dio vale quanto abitare con lui nel tem­ pio (v. 1 2). Così come aveva iniziato, il salmo termina con la professione di fede nel Signore degli eserciti. Chi ha centrato e ordinato la propria vita sul regno di Dio, ha scelto la via della vita. Il pellegrinaggio ai luoghi del Signore diventa un rituale di entrata in una vita ordinata dalla volontà di Dio (v. 13). Salmo 85. È costituito da una supplica collettiva (vv. 5-8), inserita tra un'azio­ ne di grazie (vv. 2-4) e un'assicurazione divina (vv. 9- 14). Per spiegare il movi­ mento del salmo si pensa a un contesto storico postesilico, che alcuni situano verso 39

Per alcuni

« sole » è un terminus technicus, che indica una forma speciale di scudo.

Attesa di Dio dopo la caduta del regno di DaviM, Libro m, Sal 84-89

341

il 521 a.C.40e altri al tempo di Neemia ed Esdra41• Le promesse del Deuteroisaia ave­ vano incominciato a realizzarsi, ora però sorgono nuove difficoltà e resta molto da fare. Da qui la sequenza: azione di grazie, supplica, assicurazione della presenza di Dio. Ma più probabilmente il salmo tratta di una situazione tipica che si è ripetuta lungo la storia di Israele. Esso fa parte di una liturgia di una comunità salvata, che deve essere sempre cosciente che la sua salvezza non è ancora giunta al termine. Le concatenazioni con il salmo precedente sono state evidenziate nell'esame di quel salmo. D Sal 84 è un canto di nostalgia per il Dio di Sion e per la sua be­ nedizione. Il Sal 85 allarga questo motivo: Dio da Sion benedice il suo popolo e la terra. Il lamento che risuona appena nel Sal 84, diventa più acuto nel Sal 85 da­ vanti allo sdegno di Dio42• Il salmo inizia con un richiamo ai favori divini del passato (vv. 2-4), prosegue con la supplica per il tempo presente (vv. 5-8), e si conclude con un messaggio di assicurazione (vv. 9- 1 4). In ognuna delle tre parti si trova un termine dominante: il verbo sub (vv. 3.4.7.9), il cui significato fondamentale è « ritornare », « restau­ rare )), Il salmo converge in un punto: nei vv. 9 1 O, dove Dio assicura la sua pre­ senza e la sua salvezza. In questo luogo si radunano tutte le realtà salvi fiche per­ sonificate: Bontà, Fedeltà, Giustizia e Pace. [85,1] Soprascritta: cfr. Sal 42, l ; 84, 1 . [vv. 2-4] Richiamo ai favori divini del passato: la prima strofa richiama la tradizione della fede: il dono della grazia a Giacobbe e la sua restituzione alla si­ tuazione precedente alla crisi (v. 2). Diversamente da Is 40,2, Dio stesso compie il lavoro di togliere la colpa al suo popolo e di coprire con un velo i suoi peccati, per non vederli più, come se non fossero stati mai commessi (v. 3). Il tempo del­ lo sdegno divino è terminato (v. 4). Con questi versetti si prepara la base per le pe­ tizioni de11a strofa seguente. [vv. S-8] Supplica per il tempo. presente: questa strofa è una supplica di un gruppo (« noi » ), che non ha ancora sperimentato la restaurazione di Giacobbe (cfr. v. 2). Si chiede a Dio di deporre il suo sdegno: la condizione per poter vedere il cambiamento della propria sorte (v. 5). Seguono due domande. AHa prima ci si aspetta: no, Dio deponga la sua ira perché si vive ancora alla presenza del suo sde­ gno (v. 6). Alla seconda ci si aspetta: sì, ritorni presto a darci vita (cfr. Sal 7 1 ,20; Ez 37). E il recupero della vita sfocerà nella celebrazione del Signore (v. 7). La sal­ vezza sarà la dimostrazione concreta del suo amore fedele ali 'alleanza (v. 8). [vv. 9-14] Messaggio d'assicurazione: prende la parola l 'orante, o un incari­ cato della liturgia, richiamando l ' attenzione, mediante il silenzio dell ' ascolto, sul­ la parola di Dio. Più che un nuovo oracolo divino, il testo sembra indicare una si­ tuazione analoga a quella del Sal 20,7: « Ora riconosco che il Signore ha dato la vit­ toria ». 11 messaggio sarebbe piuttosto l ' interpretazione attualizzante fatta da chi presiede la liturgia di quello che il Signore ha già detto nelle profezie, soprattutto in -

411

Cfr. Z. Rokay, Die Datierung des Psalms 85, in ZKT 1 1 3 ( 199 1 ) 52-6 1 . Cfr. M.E. Tate, Psalm.� 51- 100, pp. 367-369. Cfr. C . Balzaretti, Esdra - Neemia. Nuova versione, introduzione e commento. Paoline, Milano 1999. 42 Cfr. E. Zenger, Zur redaklionsgeschtichlichen Bedeutung der Korachpsalmen, p. 1 87. 41

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Traduzione e commento

Is 40-66. Il messaggio è da una parte un invito alla confidenza e alla speranza, e dal­ l'altra anche un ammonimento al popolo a non ritornare alle antiche vie della fol­ lia, che vanificherebbero l'opera salvifica del Signore (v. 9). La vicinanza della sal­ vezza e la presenza della gloria « ne11a nostra terra » sono annunciate nel v. l O. Que­ sto versetto è collegato con il precedente mediante un'assonanza delle vocali alo in quattro parole siilom, « pace » (v. 9a), 'ammo, « suo popolo » (v. 9b), qiirob, « vici­ DO » (v. l Oa), kiibod, « gloria » (v. l Ob): la pace e la gloria sono vicine al popolo. La parte finale del salmo (vv. 1 1 - 1 4) parla del punto d'incontro di quattro grandi qualità, che personificano realtà della salvezza (cfr. Sal 43,3-4): �esed, « Bontà », 'emet, « Fedeltà », �edeq, « Giustizia », siilom, « Pace ». Le prime due s'incontrano: l 'amore di Dio rimane fedele anche nel tradimento del popolo. Le seconde due si abbracciano: la pace è frutto della giustizia (v. 1 1 ). L'incontro av­ viene alla presenza del Signore. Dopo il movimento orizzontale segue quello ver­ ticale. La fedeltà sale dalla terra come una pianta, la giustizia si affaccia dal cielo come l'aurora (cfr. Ct 6, 10). V azione, che ha come risultato la salvezza, si svolge coordinatamente dal basso e dal i ' alto. Il movimento armonico è sottolineato an­ che dal ritmo de11e assonanze ( 'emet me' ere� ti�mal], l w�edeq missiimyim nisqap, « Fedeltà germoglia dalla terra, e Gi ustizia si affaccia dal cielo », v. 1 2). Lo sce­ nario deli' azione è il cielo e la terra. Il bene che i l Signore promette comprende anche la prosperità materiale. Dali 'alto scende il bene della pioggia e la terra rea­ gisce dando il suo raccolto (cfr. Os 2,23-25) (v. 1 3). Il finale del salmo è sorpren­ dente: il Signore, presente con la sua gloria nella nostra terra, continua a cammi­ nare attraverso la storia, mentre la sua anceJia Giustizia gli apre la strada (v. 1 4). · Salmo 86. È una supplica individuale; un salmo in genere poco stimato dai critici, perché sarebbe una compilazione antologica senza molta originalità4�. Qualcuno, però, fa notare che bisogna tenere conto del linguaggio stereotipato in uso nella liturgia44• Il contesto presupposto è generico, perciò qualsiasi credente nella sofferenza può fare sua questa preghiera, fpilla (v. 6). Questo salmo di Davide interrompe la serie dei salmi di Core. Il suo inserimen­ to potrebbe aver avuto lo scopo di aggiungere autorità alla collezione di Core e alla seconda parte del Salterio. Il Sal 85 parlava della comunità dei « fedeli », !Jiisfdlm (v. 9), in Sal 86,2 l ' orante dice di far parte di questo gruppo. In Sal 85,4.6 l' orante invi­ tava Dio a trattenere la sua ira, in Sal 86, 1 5 si proclama Dio « lento ali' ira». In am­ bedue i salmi il Signore è accompagnato da una coppia di qualità: « bontà», IJ,esed e « fedeltà », 'emet (Sal 86, 1 5; 85, 1 l ). La presenza salvi fica di Dio (Sal 86,2; 85,5. 1 0) provoca la gioia (.�iilnaiJ.) del popolo in Sal 85,7, del fedele in Sal 86,4. Il salmo sembra strutturato in tre sezioni: una preghiera per una benevola ri­ sposta divina (vv. 1 b-7); un inno di ringraziamento per le opere incomparabili del Si­ gnore (vv. 8- 1 3); una conclusione con un lamento; una lode e petizioni (vv. 1 4- I ?t�. "� Cfr. R. Ribera-Mariné, Significai d'un pMma antològic: Sal 86, pp. 97-1 15. 44 Cfr. R. Lack. Mia.forza e mio canto è il Si�-:nore, p. 276. 4� Secondo G. Giavini (La struttura letteraria del Salmo 86, in RivB 14 [1 966] 455-458). il salmo t. una struttura concentrica. che ha il suo verso chiave in v. l t : « lnsegnami. Signore, la tua via )). Cfr. P. Auffret, Essai .tur la structure littéraire du Psaume LXXXVI, in VT (1 979) 385-402.

Attesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide, Libro m, Sal 84-89

[86,1a] Soprascritta: cfr. Sal 1 7, 1 .

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[vv. lb-7] Preghiera per una benevola risposta divina: i l punto di partenza non è la persona dell' orante, ma Dio, il « mio Dio », al quale egli rivolge una se­ rie di in vocazioni. Nulla egli può, se Dio non si china verso di lui per ascoltare la sua preghiera. L' orante appartiene al gruppo dei poveri del poste si li o che mettono la loro ricchezza solo nella protezione del Signore e nell ' ascoltare la sua parola. Essi sono coloro che si sono svuotati dell 'autosufficienza e si appellano al diritto di aiuto per chi è privo d'aiuto (v. l ). D rapporto del fedele con il suo Dio è quel­ lo della fiducia incondizionata del servo ( 'ebed) davanti al suo padrone ( 'lidOilay). Il servo era una persona che apparteneva al suo padrone e perciò aveva diritto al suo sostentamento e alla sua protezione. Il salmo chiama Dio « mio Signore » set­ te volte, e l ' orante presenta se stesso tre volte come « servo » e l 'ultima volta ag­ giunge la designazione « tiglio della tua schiava » (v. 1 6), cioè, dalla nascita e per tutta la vita al servizio del padrone (v. 2). Egli formula quindi la sua richiesta di grazia (v. 3), la quale significa ripresa della gioia di vivere in chi ha centrato la sua vita in Dio (v. 4 ). In questo caso, e in altri due nel Salterio, l 'espressione: « alzare 1 ' animo ( = ricorrere) al Signore » si trova vicino alla parola « fiducia » (Sal 86,2.4; 25, 1 -2; 143,8). Prima del grido dell' uomo è posta una dossologia, in cui si lodano la bontà, l ' indulgenza di Dio, disposto a perdonare, e il suo amore (v. 5). Segue quindi la ri­ chiesta di ascolto come in v. l: la sua è una t'pii/a, una preghiera e una tal}ilnunot, una domanda di grazia fatta ad alta voce (v. 6). Dio è conosciuto come il Signore che risponde quando il suo servo l ' invoca (v. 7). [vv. 8-13] Inno di ringraziamento per le opere incomparabili del Signore: gli occhi dell ' orante sono puntati direttamente su Dio. La preghiera è fatta nella fidu­ cia che Dio « può » aiutare. Lui è l 'unico in grado di fare l ' i mpossibile. Egli può compiere delle azioni (nipla' ot) che sconvolgono le definizioni accettate della realtà (vv. 8. 10). Lui è il creatore delle nazioni . A conferma di questa professione di fede, l 'orante vede venire i popoli pagani a prostrarsi davanti al suo Signore, il vero Sovrano del mondo (v. 9). Nel v. I l si trova l 'affermazione centrale del sal­ mo: una risposta rispettosa e obbediente a Dio richiede un cuore unificato, non di­ viso tra mente e volontà (cfr. Ger 32,39-4 1 ; Ez 1 1 , 1 9-20). Segue nei vv. 1 2- 1 3 un voto di ringraziamento. Chi ha il cuore indiviso (v. I l e) può rispondere all ' azione salvi fica di Dio con tutto il cuore (v. 1 2). Chi teme il nome del Signore (v. 1 1 c) po­ trà anche glorificare il suo nome (v. 1 2c) e guidare la lode delle nazioni quando verranno nel tempio a onorare il nome di Dio (v. 9). Il v. 1 3 spiega ulterionnente il motivo del voto: l' amore fedele di Dio che ha liberato l 'orante dalle profondità dello Sheol. Vi è un'allusione alla morte prematura. Ma il senso potrebbe essere anche metaforico con un riferimento a un periodo di tensione ali ' interno della co­ munità con il pericolo della perdita della fede (v. 1 3). [vv. 14-17] Lamento, lode, petizioni: solo ora vi è una breve descrizione del pericolo. L'orante si sente maltrattato da chi non ha nessun riguardo per Dio (cfr. Sal 54,5). Non è specificata la ragione di questo attacco (v. 1 4). Dio ha in mano i destini di tutti e quindi può intervenire. Questa fiducia è basata su quanto Israele ha conosciuto nei primi tempi ed è espressa in una preghiera che usa formule di un'an-

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Traduzione e commento

tica confessione liturgica (v. 15; cfr. Es 34,6 e Sa1 1 03,8). Aggrappato a questa fi­ ducia, l ' orante può fonnulare le sue petizioni finali. Al Dio « pietoso », IJ,annun (v. 1 5), egli può « chiedere pietà », l]iinneni (v. 16a) e chiedere un « segno », 'ot: un se­ gnale favorevole per lui, infausto per il nemico (cfr. ls 7, 1 1). L'azione divina non porta ali ' annientamento dei nemici, ma a1la confessione del loro torto fondamen­ tale di non aver osservato i1 primo comandamento: « Non avrai altri dèi di fronte a me » (cfr. v. 14c; Es 20,3). Il fedele non chiede la soluzione delle sue difficoltà: gli basta un segno che Dio rimane al suo fianco (v. 1 7). Salmo 87. È un salmo su Gerusalemme e sul suo ruolo centrale nel governo del Signore sul mondo. Può essere classificato fra i canti di Sion come i Sal 46; 48; 84; 1 22, ma si differenzia molto da questi nel tema. Potrebbe trovare un suo am­ biente in una grande festa di pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme, in occa­ sione della quale davanti agli occhi del cantore passa gente proveniente da tutte le parti della terra (cfr. vv. 2-3.7). Il Sal 87 sembra allargare la visione annunciata in Sal 86,9: « Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o mio Signore ». Nella pre­ sentazione di Sion amata da Dio (Sal 87, l b-3) e luogo delle fonti della vita (Sal 87,7), troviamo una risposta al lamento pieno di nostalgia dei Sal 84-85. Questi salmi sono collegati fra loro anche da richiami verbali: le « dimore di Giacobbe », mis/(not ya'aqob (Sal 87 ,2; cfr. Sal 84,2; 85,2); « cose stupende », nikbiidot (Sal 87,3; cfr. 84, 1 2; 85, 1 0); « le mie fonti », ma 'yanay (Sal 87,7; cfr. 84,7). Vi si ri­ chiama anche il Sal 83 della collezione di Asaf, perché nel salmo troviamo la ri­ sposta del Signore alla lega dei popoli che minacciava l 'eliminazione della na­ zione d'Israele. Due di questi popoli ricorrono nei due salmi: Fi listea e Tiro (Sal 87 ,4; 83,8). Babilonia (Sal 87,4) sostituisce l 'Assiria (Sal 83,9); è presente Raab, l 'Egitto (Sal 87,4), assente in Sal 83. Si realizza un fatto sconcertante: Dio sa tra­ sformare anche nazioni pagane ribelli in tranquilli cittadini di Gerusalemme (Sal 87,5; 83, 1 9)46• È stata notata una struttura concentrica nel salmo: A « in te » (v. 3), B « là », C « in essa » B' « là », N « in te »47• In questa unità (vv. 3-7) si rivela una nuova glo­ ria di Gerusalemme. Resterebbero fuori i vv. l b-2, che potrebbero essere l ' intro­ duzione tematica. Alcuni simboli sono fondamentali nel salmo: la fondazione di una città, gloria di ogni sovrano; la città, madre di popoli; la cittadinanza con la re­ lativa registrazione anagrafica. Si noti l ' accumularsi di termini riguardanti le ori­ gini : fondamenta, nascere, fondare, fonti. [87,1a] Soprascrina: di tre parti con una doppia indicazione: un canto ac­ compagnato da strumenti, un canto liturgico. ·· cfr. E. Zenger, Zion als Mutterder ViJlker in Psalm 87, pp. 1 17-1 50. Una opinione diversa è espres­ sa da J.A. Emerton (The Problem, in vr 44 [1 994] 1 83- 1 99), secondo il quale il salmo in onore di Sion par­ la del privilegio derivante dal fatto di essere nati in Sion invece che in qualsiasi altro paese, per quanto im­ portante esso sia. La distinzione poggia sul fatto che Sion è stata fondata dal Signore ed è la sua città. In

questa soluzione, però, mi sembra difficile spiegare chi stia cantando nel v. 7. 47 Cfr. M. Smith, The Structure of Psalm LXXXVII, in Vf 38 ( 1 988) 357-358.

Anesa di Dio dopo la caduta del regno di Davide,

Libro m, Sal 84-89

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[vv. lb-2] Introduzione tematica: i primi due versi contengono la premessa fondamentale. La fondazione di Sion sulle sante montagne (v. l ) richiama il Sal 48,3 dove il Monte Sion, la città del Gran Re, è identificato con la mitologica mon­ tagna degli dèi nell 'estremo Nord (cfr. Is 14, 1 3). Sion, città umana costruita da uo­ mini (i Gebusei), diventa la città di Dio. Il motivo della scelta non è la dignità del luogo, ma l ' amore gratuito di Dio, che la preferisce a tutti gli altri luoghi santi del territorio d'Israele. La fede vede le realtà terrene non in se stesse, ma alla luce del­ l 'amore di Dio che le trasfonna48• Il poeta fa lentamente il giro della città, passan­ do in rassegna fondamenta, porte e dimore per poter entrare con gli occhi della fe­ de nel suo mistero (v. 2). [vv. 3-7] La gloria di Sion: i canti che glorificano la città di Sion sono fon­ dati su precedenti promesse (v. 3). Ma c'è una gloria di Sion che non è ancora ben conosciuta e che ora è proclamata: la nascita in essa dell'Egitto, di Babilo­ nia, della Filistea e di Tiro e di Cus (forse l 'Etiopia), cinque nazioni pagane che suscitano ricordi negativi. Il soggetto del v. 4 sembra sia il Signore (cfr. v. 6 che tennina come il v. 4). Egli rivela una novità a coloro che lo conoscono (Giudei e forse altri suoi adoratori): di quei paesi si dice che i loro cittadini sono solamen­ te coloro che sono nati in essi (v. 4), mentre di Sion si potrà dire che in essa so­ no nati sia coloro che vi risiedono, sia i popoli stranieri nati nelle cinque nazioni soprannominate, i quali non saranno più considerati tali (v. 5a)49• Infatti Dio, l 'Altissimo, il Sovrano del mondo, ha fondato questa città proprio a questo sco­ po (v. 5b). Nel v. 6 si descrive il Signore che prende il registro dei popoli di tutto il mon­ do (non solo quello dei cinque popoli menzionati nel v. 4) e scrive accanto al loro nome il luogo di origine: « Costui è nato là», ciascuno nel proprio paese50; ma, no­ nostante questa nascita in terra straniera, essi potranno cantare di Gerusalemme: le fontP' della nostra speranza e della nostra salvezza si trovano in te (v. 7), per­ ché così ha stabilito il Signore (cfr. v. 5b). La risposta dei popoli sarà entusiastica, non solo un omaggio dovuto come in Sal 86,9 e 83, 17b. Salmo 88. È una fpilla (v. 3), una supplica individuale, pri va degli elementi tradizionali: nemici, confessione della colpa, richiesta diretta del i ' intervento di­ vino, voto di ringraziamento, affermazione di confidenza. È un lamento senza ri-

.. Cfr. J.L. Mays, Psalms, pp. 280-282. Cfr. G. Ravasi, A Sion tutti sono nati! L'universalismo del salmo 87, in PSV 16 ( 1987) 16-25; L'universalismo dei salmi 8-47-87, in RivB 43 ( 1 995) 82-84. � Th. Booij (Some Observation.f on Psalm LXXXVII, in VT 37 [1987] 1 6-2 5) ritiene che rahab de­ noti l 'Egitto come nazione, e non come regioqe. Di conseguenza, lam alla fine del v. 4 (e quindi anche nel v. 6) riguarda la nascita in Sion. Sembra però che l 'autore non abbia tenuto conto della fluidità nel modo in cui i nomi delle nazioni sono usati nella Bibbia. Certo nel v. 4 appare p�leset e non p�liitim come nome di regione, e babel e �or sono nomi d� città; kUI può essere usato sia per regione che per popolo: cfr. J.A. Emerton, The Problem, in Vl' 44 (1 994) 193. n Secondo J .A. Emerton (The Problem, in vr 44 [ 1994] 1 97-198), ci potrebbe essere un'allusione a una realtà, descritta più tardi nella lettera di Aristea § 89, nella quale si dice del tempio di Gerusalemme: t< Vi è non solo un ininterrotto rifornimento d'acqua, quasi vi fosse una fontana che sgorga con abbondan­ za, ma ci sono anche meravigliosi serbatoi sotterranei ». 49

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Traduzione e commento

sposta52• Si pub pensare che la situazione dell'arante sia una grave malattia croni­ ca che l ' ha colpito fin dali ' infanzia (cfr. v. 1 6) e ora lo sta portando alla morte, ma le metafore usate si adattano bene, oltre che alla malattia, anche ad altre situazio­ ni di sofferenza estrema. D problema centrale deli ' orante sembra essere Dio stes­ so. È difficile anche stabilire in quale contesto liturgico o sociale il salmo poteva venire usato. L'autore del salmo ha forse intenzionalmente voluto !asciarlo aper­ to ali ' uso in quelle situazioni nelle quali l ' uomo si sente completamente abban­ donato: dagli amici più cari, ma soprattutto da Dio. Esso richiama l 'esperienza vissuta più tardi da Ges� Cristo (cfr. Mc 1 4,33-34). Il Sal 88, come il Sal 87, riprende vari motivi di lamento dei salmi 84 e 85. Sia in Sal 84 sia in Sal 88 è la nepes, « anima/io >> a soffrire per la lontananza di Dio (Sal 88,4. 1 5 ; 84,3 ); lo struggi mento per il « Dio vi vo » in Sal 84,3, accentuato in Sa1 85,7, si trasforma in Sal 88,4 in un lamento pieno di delusione: « La mia vita è giunta agli inferi ». Il contrasto si nota anche in due altri particolari: ali 'annunzia­ ta attesa i n Sal 84,1 2 e 85, 1 3 del Signore datore di « doni » ({oh), si oppone l' espe­ rienza in Sal 88,4: « Sazio di mali (rii4ot) è il mio animo ». La visione della bontà, fedeltà e giustizia di Dio in Sal 85,9- 14 è contestata in Sal 88, 1 2-1 353• Il salmo è composto da una petizione introduttiva (vv. 2-3), da un primo la­ mento (vv. 4- 1 0a), dalla descrizione della terra dell 'oblio (vv. 1 0b- 1 3) e da un se­ condo lamento (vv. 1 4- 1 9). Il simbolo dominante è quello della morte sperimen­ tata come spazio (fossa, abisso, inferi, tomba comune, regno dei morti), come po­ tenza in azione (vampe che consumano, tlutti che sommergono), come una situazione (tenebra, prigione senza uscita, terra dell'oblio). [88,1] Soprascritta: cfr. Sal 65 , l ; 85, l; 5 1 , l. Eman l 'Ezraita è accanto a Etan e ad Asaf un cantore levita ( l Cr 6, 1 6-32), oppure un sapiente accanto a Etan I'Ezraita ( I Re 5,1 1 ). Rimane dubbia l 'espressione miilJiUat Jt' 4annot, che qui sem­ bra significare un tipo di melodia secondo un canto noto che iniziava con maJ:ùilar'. [vv. 2-3] Petizione introduttiva: l ' introduzione inizia con una petizione che indirettamente esprime un lamento. Quanto rimane ali 'uomo nella solitudine è non cessare di pregare quel Dio che continua a tacere. L'aspetto più positivo di questo salmo è l 'esperienza di un indi vi duo che vuole credere nonostante tutto. Il grido incessante a Dio è aliturgico: tutta la vita è diventata una preghiera. [vv. 4-lOa] Il primo lamento: l 'orante non è sazio come quello del Sal 65,5 delle cose buone della casa del Signore, ma di sofferenze che l ' hanno reso invalido e condotto a un passo dalla morte (vv. 4-5). Facendo il bilancio della sua vita, egli può guardare con ironia alla morte come l ' unico momento di libertà concessogli (cfr. Gb 3, 1 9). Egli si sente dimenticato da Dio: tagliato fuori dali ' influenza del suo potere, come i caduti in battaglia o i giustiziati, buttati nella fossa comune senza l 'onore del funerale (v. 6). Egli si rivolge direttamente a Dio, perché è lui che si tro52 Cfr. K.J. Illman, Psalm 88 - A Lamentation without Answer, in SJOT5 ( 1 99 1 ) 1 12-120. C'è chi, al contrario, propone una interpretazione del salmo come una confessione di fiducia: cfr. P.L. Graber, A Textlinguistic Approach to Understanding Psalm 88, in OPTAT 4 ( 1 990) 322-339. �3 Cfr. E. Zenger, Zur redaktionsgeschichtlirima che nascessero i monti e che tu generassi l ' orbe terrestre2 da sempre e per sempre tu sei, Dio.

3rfu fai ritornare l ' uomo in polvere, dicendo: « Ritornate, figli dell 'uomo ». 4Sì, mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri che è passato, e un turno di veglia nella notte. 5Li travç>lgi, come un sogno, che al mattino non dura3 , come l 'erba: 6fiorisce al mattino, ma non dura; la sera appassisce e si secca4 • ' Sì, siamo consu�ati dalla tua ira, siamo atterriti dalla tua collera. 8Hai posto davanti a te le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. . 9Sl, tutti i nostri giorni svaniscono per il tuo sdegno, finiamo i nostri anni come un soffio. 1 0JI numero dei nostri anni arriva a settanta, o a ottanta, se siamo tra i robusti, ' La LXX traduce: « rifugio ».

1

LXX traduce al passivo: « Fosse fonnata la terra e il mondo». Altri traducono i l verbo l}iilap qui e in v. 6: « germoglia ». Cfr. Ch. Whitley, The Text ofPsalm 90.5. in Bib 63 ( 1 982) 555-557. È possibile anche tradurre: «è falciata ». 3



Prima risposta al fallimento della dinastia davidica, Libro 1Y, Sal 90-94

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il loro agitarsP è fatica inutile, . infatti passano presto e noi voliamo via. 1 1 Chi conosce la forza della tua ira? E il tuo sdegno con il timore a te dovuto?S 1 2lnsegnaci a contare i nostri giorni e otterremo un cuore sapiente. t'Ritorna, Signore ! Fino a quando? Abbi compassione dei tuoi servi. 1 4Saziaci al mattino con la tua bontà, esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. 1 5Facci gioire per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto la sventura. 1 6Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e la tua maestà ai loro figli. 1 'E la benevolenza7 del S ignore Dio nostro sia su di noi. Consolida per noi l 'opera delle nostre mani; sì, l ' opera delle nostre mani consolida! l!Altissimo � U vero ri.fugio. del credente

91 1 Chi abita sotto la protezione dell 'Altissimo può passare la notte ali ' ombra dell ' Onnipotente. 2- Io dico' al Signore: Mio rifugio e mia fortezza, Dio mio, nel quale ho fiducia ! 3Sì, egli ti scamperà dal laccio dell ' uccellatore, dal pungiglione mortale9 • 4Con le sue penne ti farà schermo, e sotto le sue ali troverai rifugio: scudo e corazza sarà la sua fedeltà. 5Non temerai lo spavento della notte, né la freccia che vola di giorno, 6né la peste, che serpeggia nella tenebra,

' D TM è corretto da alcuni secondo la LXX: « il loro numero ». 6 Vocalizzando diversamente il TM. il senso potrebbe essere: « Chi apprezza l'impeto della tua collera». 7 Nli'am potrebbe indicare un segno di visibile approvazione di Dio (cfr. Sal 27,4). Cfr. M.E. Tate, Pmlms 51- /00, p. 436, che traduce: « approvazione ». 11 Il TM 'iJmar. « io dico/dirò », per alcuni sembra una cattiva ortografia di yomar. « dice/dirà>>. Un te­ sto del salmo trovato a Qumran ( I l QPsAp•) ha il participio: hii 'omer. e cosl pure Girolamo: dicens. La LXX e la Volgata hanno: « dirà». 9 La radice ebraica dbr può significare: « peste », « pungiglione », « spina », « parola» o « cosa».

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Traduzione e commento

né il morbo, che fa strage a mezzogiorno. 'Cadranno mille al tuo fianco, diecimila al la tua destra: a te non si accosterà. 8Solo che tu guardi con i tuoi occhi, vedrai la ricompensa degli empi. 9- Sì, S ignore, tu sei il mio rifugio! 1 0 Hai fatto dell 'Altissimo la tua dimora: 1 0non ti accadrà alcuna sventura, nessun flagello si avvicinerà alla tua tenda; 1 1 perché egli per te comanderà ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie: 1 2ti porteranno sulle palme, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. 1 3Camminerai sul leone e sul la vipera, calpesterai il leoncello e il drago. 1 4« Poiché si aggrappa a me, lo porterò in salvo, lo proteggerò, poiché conosce il mio nome. 15M' invocherà e io gli risponderò, sarò con lui nel pericolo, lo difenderò e lo porterò alla gloria. 16Lo sazierò di lunghi giorni, gli manifesterò la mia salvezza ».

Nella sua vecchiaia il giusto potrà annunziare la rettitudine del Signo� 92 1 Salmo. Canto per il giorno di sabato. 2Bello è rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, Altissimo, 3al mattino annunziare la tua bontà e la tua fedeltà nella notte, 4con arpa a dieci corde e liuto, con arpeggio di cetra. 5Perché mi hai rallegrato, Signore, con il tuo agire, per l ' opera delle tue mani esulto. 10 È possibile anche un'altra traduzione del TM: « Poiché tu, [con il tuo] "D Signore mio rifugio·· . n soggetto della frase allora continuerebbe a essere il catechista o liturgo che si rivolge al fedele.

Prima risposta al fallimento della dinastia davidica, Libro IV, Sal 90-94

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6Signore, come sono grandi le tue opere, assai profondi i tuoi pensieri ! 'L' uomo ottuso non lo sa, e lo stolto non capisce questo: 8anche quando gli empi germogliano come l ' erba e fioriscono tutti i malfattori - solo per essere abbattuti per sempre -, 9tu rimani l 'Eccelso in eterno, Signore ! 1 0Sì, ecco i tuoi nemici, Signore, sì, ecco i tuoi nemici periranno, saranno dispersi tutti i malfattori ! 1 1 Hai drizzato la mia fronte come quella d' u n bufalo, sono stato unto di olio fresco. 1 211 mio occhio ha visto la sconfitta dei miei avversari; di quelli che sono insorti contro di me, i mal v agi, 11• odono i miei stessi orecchi

1311 giusto germoglierà come palma, crescerà come cedro del Libano: ·�apiantati nella casa del Signore, germoglieranno negli atri del nostro Dio; 1 5nella vecchiaia daranno ancora frutto, saranno vegeti e freschi, 1 6per annunziare come è retto il Signore, mia roccia, in cui non c'è ingiustizia.

Il Signore stesso è il Re d'Israele 93 •n Signore · regna, rivestito di maestà, si è rivestito il Signore e cinto di forza. Sì, saldo è il mondo, non vacilla ! 2Saldo è il tuo trono da sempre, dali ' eternità tu sei ! 3Alzarono i fiumi, Signore, alzarono i fiumi la loro voce, alzarono i fiumi il loro fragore. 11

Un manoscritto di

Qumran (4QPs..) ha lanf'a, « ha udito », invece del TM tilmdnd, « odono ».

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Traduzwne e com�nw

4Più del romb o di grandi acque sono potenti i flutti del mare, ma più potente di essi è il Signore nelle altezze ! 51 tu oi decreti sono del tutto sicuri; la santità si addice alla tua casa, Signore, per il l ungo corso dei giorni !

Il Giudice della te"a darà ai superbi il loro compenso 94 •o Dio vindice, Signore, o Dio vindice, risplendi ! 1 2 2Alzati, giudice della terra, da' ai superbi il loro compenso ! 3Fino a quando gli empi, Signore, fino a quando gli empi trionferanno? 4Sparlano, dicono insolenze, si vantano tutti i malfattori. 5 Schiacciano il tuo popolo, Signore, e opp rimono la tua eredità. 'Uccidono la vedova e il forestiero, assassinano gli orfani, 'e dicono: « Il Signore non vede ! Non si accorge il Dio di Giacobbe ». 8State attenti, voi, i più ottusi fra il popolo ! E voi stolti, quando rinsavirete? 9Chi impianta l ' orecchio, non udrà? Chi plasma l ' occhio, non guarderà? 10Chi educa la gente, non castigherà, lui che insegna all ' uomo il sapere ? 1 3 1 1 ll Signore conosce i pensieri dell ' uomo: non sono che u n soffio. 1 2Beato l ' uomo, che tu educhi, o S ignore , a cui tu insegni la tua legge, 1 3per dargli quiete nei giorni di sventura, finché ali ' empio sia scavata la fossa. 12

Leggendo Mpi'a invece del TM hopia ', « è apparso >>. 13 Leggendo midda 'at invece del TM da 'at alcuni traducono : « Chi istruisce J• uomo, non saprà? •

Prima risposta alfallimento della dinastia davidica, Libro Iv, Sal 90-94

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1 4Sl, il Signore non rigetta il suo popolo e non abbandona la sua eredità. 15Sl, il giudizio tornerà conforme a gi ustizia14, e la seguiranno tutti i retti di cuore'�. 1 6Chi insorge per me contro i malvagi, chi sta per me contro i mal fattori? 17Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, avrei presto abitato nel silenzio 1 6 • 18Se dico: il mio piede vacilla, la tua bontà, Signore, mi sostiene. 1 9Quando nel mio intimo si accrescono gli affanni, le tue consolazioni mi deliziano l ' anima. 20Potrà essere tuo complice un tribunale iniquo, che crea la miseria per decreto? 2 1 Si avventano contro la vita del giusto e condannano il sangue innocente. 22Ma il Signore è diventato una fortezza per me, il mio Dio è la roccia del mio rifugio. 23Ritorcerà contro di essi la loro iniquità, per la loro malvagità li ridurrà al silenzio, li ridurrà al silenzio il Signore, nostro Dio.

Dopo la conclusione del m libro del Salterio con i salmi 88 e 89, due suppli­ che che chiamano in causa direttamente il Signore davanti al disastro nazionale della caduta di Gerusalemme e soprattutto davanti alla scomparsa della dinastia davidica, con il Sal 90 - una preghiera di Mosè - incomincia un cambio di tono. Dalla prima parte del Salterio, dove dominano le suppliche, si passa alla seconda dove prevalgono salmi di lode. Esaminando i legami significati vi tra salmi adia­ centi nel libro IV del Salterio17 si possono distinguere tre raccolte parziali (Sal 9094; 95-100; 1 0 1 - 1 06)111• All' interno della prima raccolta, i Sa1 90-92 hanno in co14 lnvece del TM �edeq, « giustizia)), alcuni leggono �addtq « il giusto ». 15 Altra traduzione: « E c'è un futuro per i retti di cuore ». 16 Nome poetico del regno dei morti: cfr. Sal 1 1 5, 1 7. 17 La formula conclusiva di Sal 106,48: « da sempre e per sempre! » richiama Sal 90,2, formando una cornice al libro IV. 11 Cfr. D.M. Howar� A Contextual Reading of Psalm.f 90-94, in J.C. McCann (ed.), The Shape, pp. l> conosciuti in quel tempo erano il Tigri e l 'Eufrate, il Nilo e il Giordano, che scendono da montagne lonta­ ne e misteriose. Le « grandi acque » sono le acque agitate dalla tempesta (ls 17, 1 3 ; Ger 5 t ,55), simboli dei popoli infuriati (ls 1 7, 1 3) o degli abissi delle avversità (Sal 1 8, 1 7). Il « mare » è quello che rimane del caos primordiale (cfr. Go 1 ,9- 1 0), luogo simbolico delle forze infernali (Sal 74, 1 3) del male (v. 3)31• Il sollevarsi dei fiumi, il rombo delle acque e l 'infrangersi dei flutti del mare sono imitati dal suo­ no delle parole ebraiche (cfr. nas 'u neharot yhwh, « alzarono i fiumi, Signore » l nii.f 'u neharot qolam, « alzarono i fiumi la loro voce » l yi§u nehiirot dokyam, « al­ zarono i fiumi il loro fragore ». Si noti il ripetersi ritmico delle vocali a-o-u, la ri­ ma finale delle due prime righe, l'allitterazione iniziale delle due prime parole delle due prime righe; la maggioranza delle parole contengono le consonanti so­ nore m e n; i l tennine dokyam imita lo sbattere delle onde, mentre yi§u richiama il loro infrangersi)32• La rivolta di tutte queste forze non riesce a raggiungere nem­ meno con uno spruzzo il trono divino che sta sicuro in alto nei cieli (v. 4). Le ca­ ratteristiche della casa di Dio sono in parte visuali e in parte concettuali (v. 5). D mondo di Dio conserva la sua pace inalterata, per questo anche l 'uomo si può fi­ dare con sicurezza alla guida dei suoi decreti. La finale del verso (v. 5bc) sembra 30 Secondo Sembrano (Le immagini della regalità, p. 85), al Re divino vengono attribuiti quei titoli regali tipici dei grandi sovrani extraisraelitici (costantemente negati invece al re d'Israele, rimasto pura­ mente e semplicemente melek): re in eterno e per sempre: Sal l 0, 1 6; re in eterno: Sal 29, 1 0; re di tutta la terra: Sal 47,8; terribile: Sal 47,3; 76,8. 1 2. 1 3; re grande: Sal 47,3; grande re sopra tutti gli dèi : Sal 95,3; ec­ celso sopra tutti gli dèi: Sal 97,9; Dio degli dèi: Sal 1 36,2; Dio del cielo: Sal l 36,26; Signore dei signori: Sal l 36,3; Re potente: Sal 99,4; JHWH forte e potente l JHWH potente in battaglia: Sal 24,8; Dio, mio re: Sal 145, 1 ; re della gloria: Sal 24,7b-8a. Questo vale in particolare per il titolo 4< grande re ». 31 Cfr. R. Lack, Miaforza e mio canto, pp. 239-24 1 . 32 Cfr. K. Seybold, Einjìihrung, pp. 56-57.

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Traduzione e commento

un'aggiunta posteriore33, che vuole indicare come si imporrà in futuro il regno del Signore: attraverso la sua santità, cioè il riconoscimento della regalità del Signore da parte dei re della terra. Salmo 94. Il salmo si presenta come una supplica indi vi duale sotto fonna di appello a Dio Giudice, perché faccia giustizia. Per il suo carattere didattico (cfr. vv. 8- 1 5 e 22-23) sembra fosse usato come un' istruzione adatta a sostenere la fede della comunità, contrastando gli attacchi da parte soprattutto dei nemici interni, i quali non riconoscevano la presenza di Dio nella storia. Gli elementi sapienziali del salmo fanno pensare a un suo utilizzo nelle comunità giudaiche del postesilio34• Il Sal 94 si inserisce bene nella serie degli inni al Signore Re (Sal 93; 95-99), perché si rivolge a Dio come giudice e re. È evidente anche una connessione te­ matica con il Sal 92 nell' invito agli « ottusi » (bo'arim) tra il popolo a riconoscere la potenza di Dio (Sal 94,8- 1 1 ; 92,5-9) e neli 'uso della metafora « roccia », �ur (Sal 94,22; 92,1 6; cfr. 95,1 )35• Il salmo inizia con un appello a Dio Giudice (vv. 1 -2), prosegue con un la­ mento per la situazione presente (vv. 3-7); un ammonimento agli stolti (vv. 8- 1 1 ) ; una riassicurazione per gli uomini retti (vv. 1 2-1 5), e conclude con una confes­ sione di confidenza in Dio (vv. 1 6-23). D salmista dimostra una grande compe­ tenza retorica nella costruzione acrostica dei vv. 1-4.7 . l 0. 1 6.20.22-23, in cui i due emistichi del versetto iniziano con la stessa lettera dell' alfabeto, e in alcune strut­ ture allitterati ve nei vv. 2.8.9. 1 6. 17. 1 8 . 1 9 (cfr. per esempio: binu bo'arim bii 'iim, « State attenti, voi, i più ottusi fra il popolo ! », in v. 8a). [94,1-2] Appello a Dio Giudice: oltre la spada per difendere il suo popolo dai nemici in tempo di guerra, il re ha lo scettro, simbolo del1 'amministrazione della giustizia in tempo di pace (cfr. Sal 45,4.7)�. A Dio re e giudice si appella l 'oran­ te e gli chiede di manifestarsi ristabilendo i diritti degli oppressi e punendo i su­ perbi. Non si tratta di una reazione emotiva, ma di un atto di restaurazione della giustizia, là dove il processo regolare umano non era competente o aveva fallito. [vv. 3-7] Lamento per la situazione presente: con un linguaggio caratteristi­ co delle suppliche, l ' orante descrive l ' azione degli empi contro la comunità dei fedeli (vv. 3-4), in particolare contro le classi più umili, rappresentate dalle vedo­ ve, dagli orfani e dagli immigrati (v v. 5-6). Poiché sono interpellati direttamente dali' orante nei vv. 8- 1 1 , sembra che questi « senza Dio » fossero dei nemici inter33 Cfr. K. Seybold, Die Psalmen, p. 370. 34

Cfr. M.E. Tate, Psalms, pp. 485-487. Altre parole chiave si ripetono nei due salmi: l 'occhio che guarda (Sal 94,9; 92,12; cfr. 91 ,8); la coppia delle parole « insorgere », qum, e « malvagio », mira ' (se il malvagio insorge contro l' orante in Sal 92, 1 2. al fianco di questi insorge un difensore in Sal 94, 1 6); « ascoltare » con gli « orecchi » (Sal 94,9; 92, 12); l 'opposizione tra « giusto », �addiq (Sal 94,2 1 ; 92, 1 3) ed « empio », riHd ' (Sal 94,3. 1 3 .2 1 ; 92,8; cfr. 91 ,8); i nemici sono chiamati « malfattori », pij'lJie 'awen (Sal 94,4. 1 6; 92,8. 1 0); il Signore è « retto », ydsdr (Sal 92, 1 6), e la sua giustizia è seguita da « tutti i retti di cuore » (Sal 94, 1 5). Cfr. D.M. Howard, A Contextual Reading, pp. 1 1 4- 1 17; J.RD. Creach, Yahweh as Refuge, p. 96; M.E. Tate, Psalms, pp. 488-489. .16 l. Sembrano (Le immagini della regalitù, pp. 75-80) studia l 'uso dell 'immaginario storiografico nei testi poetici del Salterio, distinguendo tre ambiti: l) gli attributi tipici della regalità (trono, scettro e corona) vengono impiegati per esaltare il sovrano; 2) l'ambito giudiziale e la vittoria sui nemici; 3) l'ascesa al trono. Js

Prima risposta alfallimento della dinastia davidica, Libro IV, Sal 90-94

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ni alla comunità stessa. Forse possono essere identificati anche con il « tribunale iniquo » del v. 20. La loro arroganza del potere e la loro parola mettono in dubbio la regalità di Dio sulla storia (v. 7). Egli perciò deve intervenire. [vv. 8-1 1 ] A mmonimento agli stolti: g1i ottusi c gli stolti del v. 8 sono gli stes­ si superbi ed empi dei vv. 2-7, anche se è possibile l ' orante si rivolga ad alcuni membri della sua comunità incapaci di interpretare la reale consistenza della vita degli empi. Al detto degli avversari in v. 7 egli risponde con due domande retori­ che: è assurdo che il creatore deli ' occhio e deli' orecchio non veda e non senta. Non possono allora dire e fare quel che vogliono (v. 9). Solo i pazzi possono pen­ sare che il grande educatore e correttore dell'umanità, il Signore, non conosca i1 comportamento e addirittura le intenzioni degli uomini (vv. 1 O- I l ). [vv. 12-lS] Riassicurazione per gli uomini retti: con il Jinguaggio della be­ nedizione, comune ne11a letteratura sapienziale, l ' orante fa una riflessione sulla propria vita, che ha avuto il dono di essere guidata verso la quiete dalle istruzioni stesse del Signore. Di questo egli è grato (vv. 1 2- l 3a). Nonostante gli auguri, la sua situazione però rimane ancora critica, se dovrà passare giorni cattivi prima che l 'empio sia messo a tacere (v. 1 3b). Ma si consola con due confessioni, che sono la risposta confidente alle istruzioni divine dei vv. 1 2- 1 3 : il Signore non la­ scia in asso il suo popolo e la sua eredità (v. 1 4); e verrà il giorno nel quale sarà restaurato il retto ordine della giustizia, al cui seguito si metteranno tutti i retti di cuore, i quali si mantengono fedeli ne11a comunità anche se le attuali vicende ten­ tano di scuoteme la fede (v. 1 5). [vv. 16-23] Confessione di confidenza in Dio: l'orante si identifica con l 'e­ sperienza dei retti di cuore dei vv. 2- 1 5. Egli si consola ripensando al sostegno avuto dal suo Dio. Di fronte ai nemici, chiamati malvagi e malfattori, l 'unico che si è messo al suo fianco e ha combattuto per lui è stato il Signore (v. 1 6). Senza il suo aiuto sarebbe stata veramente la fine, e ora sarebbe già un abitante del regno del Silenzio, dove i morti non possono lodare il Signore (cfr. Sal 1 1 5, 1 7). Ogni volta che davanti a un pericolo diceva tra sé: « il mio piede vacilla », aveva speri­ mentato il sostegno della grazia di Dio (v. 1 8). E quando, ora, rimane solo con i suoi pensieri e preoccupazioni (sar'apay) , le consolazioni del Signore lo acca­ rezzano interiormente (y.fa 'as'u) colmandolo di gioia (v. 1 9). Il salmo termina con l ' augurio che il Signore intervenga punendo chi sta distruggendo la vita del giusto e dell 'i nnocente. Con una domanda retorica è messo in contrasto Dio vin­ dice (v. 1 ) con un tribunale di giudici corrotti producenti ingiustizie sotto le ap­ parenze della legalità (vv. 20-2 1 ) . L' orante ha fiducia che il Signore continuerà la sua azione di conforto e di protezione: nel pericolo gli sarà roccia e rifugio (v. 22). Egli potrà sostenere il processo; i malfattori invece avranno quello che si me­ ritano: saranno messi a tacere (v. 23). La coerenza di questi cinque salmi (90-94) è suggestiva. In essi possiamo trovare un' iniziale risposta al lamento desolato del Sal 89 per il fallimento del­ l ' alleanza davidica. Innanzi tutto, anche se il popolo è privo di un re umano, ha in Dio stesso il suo Re (Sal 93), il quale era il rifugio di Israele già nell'era mo­ saica, prima dell ' istituzione monarchica (Sal 90). Il Signore continuerà a essere

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TraduzioM e comrnD�to

il rifugio di Israele anche dopo la caduta della monarchia umana (Sal 90, l ; 9 1 ,9; 94,22). Quelli che confidano nel Signore saranno protetti e benedetti lungo la vi­ ta. Il Sal 90 poi è l 'unico salmo attribuito a Mosè. Questa attribuzione è signifi­ cativa, se teniamo presenti i richiami verbali tra il Sal 90 ed Es 32: in entrambi i testi Mosè chiede a Dio di « ritornare », sub, e di avere pietà dei suoi « servi », 'abadèkii (Es 32, 1 2- 1 3; Sal 90, 1 3). Non sembra improbabile che la posizione di questo salmo avesse lo scopo di dipingere Mosè come intercessore in favore di Israele, « respinto e ripudiato » (Sal 89,39), come un tempo egli era intervenuto in favore di Israele dopo l'episodio del vitello d'oro (Es 32). La collocazione del Sal 90 ali ' inizio della seconda sezione del Salterio potrebbe inoltre suggerire che parte della risposta di come vivere la realtà della diaspora poggi sulla fede nel­ l' era m osai ca, il tempo precedente alla monarchia in Israele. Negli anni del postesilio il popolo riesce a trovare nuovamente la propria identità rifacendosi al­ le antiche tradizioni mosaiche dell 'esodo e raccogliendole per scritto. La tora è fonte di sicurezza e rifugio per coloro che sono attaccati dagli avversari (Sal 94, 1 2): questo elemento sembra particolannente importante per la possibile rela­ zione tra tora e impronta « mosaica » del libro IV del Salterio37• Solo la preghiera di Gesù, il nuovo Mosè, ne11 'ultima cena avrà un'efficacia definitiva: « Tu, [o Padre] gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita a tutti coloro che gli hai dato » (Gv 1 7,2).

37 Cfr. G.H. Wilson, Editing ofthe Hebrew Psalter, p. 2 1 5; J.F.D. Creach, Yahweh as Refuge, pp. 9296; G.T. Sheppard, Theology and the Book of Psalms, in lnterp 46 ( 1 992) 143- 155.

SECONDA RISPOSTA AL FALLIMENTO DELLA DINASTIA DAVIDICA

Salmi 95- 1 00

Israele invitato ad adorare il Signore, il Gran Re del mondo, come il proprio re 95 'Venite, esultiamo nel Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza, 2presentiamoci a lui con inni di grazie, a lui acclamiamo con musica e canti ! :.sl, il Signore è il Grande Dio, il Gran Re sopra tutti gli dèi. 4Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5 Suo è il mare: egli l 'ha fatto; e la terraferma, plasmata dalle sue mani. 6Entrate: prostriamoci adorando, in ginocchio davanti al Signore, che ci ha fatti. 7Sì, è lui il nostro Dio e noi siamo il popolo del suo pascolo, il gregge nelle sue mani 1 • S e oggi ascoltaste l a sua voce ! H« Non indurite il vostro cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9quando i vostri padri mi tentarono, mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere. . 1 0Per quarant'anni ebbi a nausea quella generazione, e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie.

1 Letteralmente: « della sua mano ».

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Traduzione e commento

• • cosl, ho giurato nella mia ira: Non entreranno mai nel mio riposo ».

Invito ai popoli ad adorare il Signore come proprio re 96 1 Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, terra tutta ! 2Cantate al Signore, benedite il suo nome, proclamate di giorno in giorno la sua salvezza. 3Narrate fra le nazi�ni la sua gloria, fra tutti i popoli le sue meraviglie. 4Sì, il Signore è grande e ·degno di molta lode, egli è terribile, sta sopra tutti · gli .dèi ! 'Sì, tutti gli dèi dei popoli sono idoli2, il Signore invece ha fatto il cielo. 6Maestà e Onore sono davanti a lui; Potere e Bellezza nel suo santuario. 'Date al Signore, famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza. 80ate al Signore la gloria del suo nome, portate offerte ed entrate nei suoi atri.. 9Prostratevi al Signore nello splendore della sua santità3 , tremate davanti a lui, terra tutta. 10Dite fra le nazioni: Il Signore regna! Sì , è saldo4 il mondo, non vacilla! Egli governerà i popoli con equità. 11 Gioiscano i cieli, sia lieta la terra, rimbombi il mare e quanto lo riempie. · �ripudii la campagna e quanto è in essa. Allora saranno lieti tutti gli alberi della foresta 1 3davanti al Signore, perché viene: già viene a giudicare la terra; a giudicare il mondo con giustizia e i popoli con la sua fedeltà.

2 Altra traduzione: « nullità ». L'espressione ha ricevuto più di una interpretazione. Appare altro�e in Sal 29, 1 e al plurale in Sal 1 10,3. Altra traduzione possibile: « in santi ornamenti >>. La LXX traduce: « nel suo atrio santo ». 4 Hanno le tto un verbo attivo la LXX e Girolamo: « Egli rese saldo». 3

Seconda risposta al fallimento della dinastia davidica, Libro IV, Sal 95- 1 00

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Il Signore lui rivelato 111 silll ngalitÌl dtmlnti a tutti i popoU

97 •n Signore regna: sia lieta la terra , gioiscano le isole innumerevoli.

�ubi e nembi intorno a lui,

giustizia e diritto sono la base del suo" trono.

3Davanti a lui cammina Fuoco

bruciando intorno i suoi nemici. 41 suoi l ampi illuminano il mondo, la terra vede e sussulta. si monti fondono come cera davanti al S i gno re, davanti al padrone di tutta la terra. 61 ciel i proclamano la sua giustizia, tutti i popoli vedono la sua gloria. 'Siano svergognati tutti gli adoratori di statue, quanti si gloriano dei propri idoli:

davanti a lui si prostrano tutti gli dèi. 11Sion ascolta e gioisce, sono liete le figlie di Giuda,

per i tuoi giudizi , Signore. 9Perché tu, Signore, sei l 'Altissimo su tutta la terra l ' Eccelso sopra tutti gli dèi. ,

10Voi che amate il Signore, odiate il male5: egli custodisce la vita dei suoi fedeli,

li libera dalla mano degli empi.

1 1 Spu n ta6 una luce per il giusto, e gioia per i retti di cuore. 12Gioite, giusti, nel Signore

e rendete grazie a ricordo della sua santità'.

Il Signon giudicherà i popoli còn giustizia

98 'Salmo. Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha fatto merav i g lie : ' Alcuni coneggono il testo leggendo: « Il Signore ama chi odia il male ». 6 Oppure: « è seminata ». Alcuni correggono il testo in ziiral}. « si è levata ». 7 Cfr. Sal 30,4. Altre traduzioni possibili: « al ricordo del suo santuario »; oppure « al suo nome santo ».

372

Traduzione e commento

gli ha dato vittoria la sua

destra,

il suo braccio santo. Signore ha fatto conoscere la sua vittoria, agli occhi delle nazioni ha rivelato la sua giustizia. 3Ha ricordato la sua bontà e la sua fedeltà alla casa d'Israele. Tutti i confini della terra hanno visto la vittoria del nostro Dio.

211

4Acclamate al Signore, terra tutta, in giubilo erompete, esultate e inneggiate. 5lnneggiate al Signore con l 'arpa, con l ' arpa e suoni melodiosi. 6Con trombe e il suono del como acclamate davanti al Re, il Signore! 'Rimbombi il mare e quanto lo riempie, il mondo e i suoi abitanti ! 81 fiumi battano le mani, esultino in coro le montagne 9dinanzi al Signore che già viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con equità. Il Signòre ha rivelato la sua regalità nella storia d'Israele

99 1 11 Signore regna: tremino i popoli ! È assiso sui cherubini: si scuota la terra!8 2ll Signore è grande in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. �endano grazie al tuo nome, grande e terribile: Egli è santo.

4D potere regale è amore per il diritto9: tu hai stabilito norme eque; giustizia e diritto hai operato in Giacobbe. 5Esaltate il Signore, nostro Dio, • Altra traduzione possibile: « tremano » e « si scuote »; essi possono essere letti anche come volitivi: « tremino » e « si scuota>>. 9 Altra traduzione: « Re potente che ama la giustizia ».

Seconda risposta alfallimento della dinastia davidica, Libro IV, Sal 95- 1 00

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prostratevi allo sgabello dei suoi piedi: Egli è santo. 6Mosè e Aronne sono fra i suoi sacerdoti, e Samuele è fra quanti invocano il suo nome. Invocano il Signore ed egli risponde loro. Parla a loro da una colonna di nubi: 7e ssi hanno custodito i suoi decreti e la legge che aveva loro dato. 8Signore Dio nostro, tu li hai esauditi; fosti per loro un Dio che perdona, ma anche vindice dei loro misfatti. �saltate il S ignore nostro Dio, prostratevi al suo monte santo: Santo è il Signore nostro Dio.

Anche i popoU pt111ecipino ali 'alleanza con il Signore assieme a Israek 100 'Salmo. Per l 'azione di grazie. Acclamate al Signore, terra tutta, 2Servite il Signore nella gioia! Venite al suo cospetto con esultanza. 3Riconoscete che il Signore è il solo Dio: lui ci ha fatti, e noi siamo suoi 10, suo popolo e gregge del suo pascolo. 4Venite alle sue porte con inni di grazie, ai suoi atri con canti di lode ! A lui rendete grazie, benedite il suo nome; sperché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, di generazione in generazione è la sua fedeltà. I significativi collegamenti tra i Sal 96-99, inni in forma imperativa, e gli stretti richiami verbali tra i salmi 95 e 1 00 fanno pensare a un'unità coerente, al­ l 'interno del IV libro del Salterio, distinta dalla raccolta precedente (Sal 90-94) e 10 Accettando il t(ré dei masoreti: wlO (« e a lui »). Cfr. anche Aquila. Girolamo e il Targum. Secondo il lttib, la LXX. Simmaco e la traduzione siriaca. il testo significa invece: «e non noi ». Sarebbe possibile anche considerare il TM IO ' come una particella enfatica e allora la traduzione sarebbe: « E per­ ciò noi siamo».

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Traduzione e commento

ordinata così intenzionalmente". Di questa raccolta il Sal 95 e l 00, due liturgie d' ingresso, costituirebbero i lati estremi. Si noti specialmente il collegamento tra Sal 95,6-7 (« Entrate, prostriamoci adorando, in ginocchio davanti al Signore, che ci ha fatti. Sì, è lui il nostro Dio e noi siamo il popolo del suo pascolo, il gregge nelle sue mani ») e Sal l 00,3 (« Riconoscete che il Signore è il solo Dio: lui ci ha fatti, e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo ))). I Salmi 96-99, no­ nostante le differenze di stile e di forma, hanno in comune una sostanziale unità tematica: l 'assicurazione che il « Giudice deHa terra » regna e sta venendo a giu­ dicare il mondo con equità (Sal 96, 1 0. 1 3 ; 98,9). Per questo i giusti sono invitati a gioire e a lodare il Signore, anticipando l ' omaggio e l 'adorazione futura di tutti i popoli. I fedeli del Signore sono incoraggiati a rimanere legati a lui con fiducia, perché egli è il custode del suo popolo (Sal 97, 1 0- 1 2): è il tema centrale della se­ zione parziale precedente (Sal 90-94). Cunico pericolo da cui si deve guardare la comunità è il cuore indurito e ribelle (Sal 95,8- 1 1 ; 98,8). Salmo 95. È una combinazione tra inno e parola del Signore. È costruito sul modello di una liturgia d'entrata nel tempio. La festa si sviluppa in tre fasi: par­ tenza della processione, saluto gioioso e lode (vv. 1 -5); entrata, adorazione e con­ fessione (vv. 6-7a); silenzio, discorso di Dio e ammonimento (vv. 7b- 1 1 ). La dif­ ferenza con le altre liturgie d'ingresso sta nel fatto che la processione non si fer­ ma alle porte a domandare i requisiti per entrare, ma è apostrofata dal Signore, quando già è entrata nel luogo di preghiera. Il salmo descrive e interpreta il regno del Signore. Egli è « il Gran Re », perché ha creato e governa il mondo, ha forma­ to e guida i l suo popolo. È collegato mediante alcuni richiami verbali con il Sal 94. Il Signore è speri­ mentato come « roccia )) (Sal 95, l ; 94,22; cfr. 92, 1 6); il Giudice della « terra » in Sal 94,2 tiene in mano gli abissi della « terra » in Sal 95,4; egli che « plasma )) (y�ar) l'occhio dell'uomo (Sal 94,9) e « ha plasmato » anche i grandi continenti (Sal 95,5), potrà far giustizia contro il tribunale iniquo che « crea » (y�ar) la mi­ seria per decreto (Sal 94,20). Ai superbi e ai malfattori (po'aie 'iiwen, cfr. Sal .94,4) che in Sal 94,7 « dicono: Il Signore non vede », risponde il Signore stesso: « Dissi : Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie » (Sal 95, l 0). Essi si ostinano a dire che il Signore « non vede » (Sal 94, 7), pur « avendo visto >) com'egli risponde con le sue opere (po 'olay, cfr. Sal 95,9). Il rapporto par­ ticolare del Signore con Israele è espresso mediante la designazione di Israele co­ me « popolo » del Signore (Sal 94,5.8; 95,7. 1 0) 1 2• Il salmo è composto da tre inviti: alla lode (vv. 1 -5); all 'adorazione (vv. 67a); alla riflessione (vv. 7b- l l ) Le parole chiave sono « entrare » e « riposo », che ricordano gli eventi de li' esodo, come pure la conseguente risposta del popolo, il quale vede, ascolta, ma indurisce il cuore. .

1 1 Cfr. D.M. Howard, A Contextual Reading of Psalms 90-94, in J.C. McCann Jr. (ed.), The Shape. p

123. 1 2 Cfr. F.-L. Hossfeld, Psalm 95. Gattungsg�schichtliclae, kompositionslcritische und bibeltheoloR•­ sche Anfragen, in K. Seybold - E. Zenger (edd.), Neue Wege, pp. 29-44 .

Seconda risposta al fallimento della dinastia davidica, Libro N, Sal 95- 1 00

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[vv. l-5] Invito alla lode: il salmo inizia come un inno in forma imperativa: invito alla lode (vv. 1 -2), contenuto o motivazione de11a lode (vv. 3-5). L' invita­ torio iniziale riflette la processione che si muove verso il santuario con grida di gioia, acclamazioni, musica e canti. « Roccia » è un epiteto di Dio. Forse la me­ tafora richiama anche il Santo dei santi sopra la roccia santa: da n il Signore dona la salvezza al suo popolo (vv. 1 -2). Il motivo della lode contiene un'affermazione di fede fondamentale in un ambiente politeista: il Signore è il Grande Dio e il Gran Re sopra tutti gli dèi stranieri . Nessuno di questi, infatti, è il Signore in gra­ do di creare la terra e il mare, gli abissi e i monti. Non c'è nessuna sfera del co­ smo indipendente dalla regalità divina: anche le vette dei monti sopra le quali gli dèi tengono le loro assemblee (vv. 2-5). [vv. 6-7a] Invito ali 'adorazione: la strofa si apre con il verbo tecnico negli in­ viti a entrare nel luogo sacro: « entrate » (bo 'u). L'avvicinarsi della creatura al suo Creatore le suggerisce un atteggiamento di adorazione: il prostrarsi, l ' inchinarsi, l ' inginocchiarsi (v. 6). L'adorazione è accompagnata da una seconda confessione di fede: « Egli è il nostro Dio », con la quale l 'assemblea riconosce di appartenere al Signore, perché è stato lui a crearla come gruppo sociale mediante l 'elezione, l'alleanza e i fatti salvitici. Il Signore regna sul popolo non solo perché questo vi­ ve nella sua terra, ma anche perché a lui solo deve la propria esistenza (v. 7a). [vv. 7b-11] Invito alla riflessione: la transizione tra la prima e la seconda par­ te del salmo è segnata da un' introduzione all 'oracolo divino in v. 7b: i fedeli pro­ strati in adorazione sono invitati ad ascoltare il messaggio divino. Il salmista usa una formulazione presa dali ' ambiente deuteronomistico, in particolare da quello che ha rielaborato il libro di Geremia (cfr. Sal 8 1 ,9. 1 4; 50,7). Il discorso del Signore incomincia con un ammonimento non molto comune nella Bibbia: non in­ durire il cuore (cfr. Es 7,3; Ez 3,7; Pro 28, 14). Forse l'espressione è derivata da Dt l O, 16, dove la metafora del cuore indurito è combinata con quella della dura cervi­ ce. Come paradigma del cuore indurito sono ricordati dalla storia di Israele i fatti di Meriba e di Massa (v. 8; cfr. Es 17,7; Dt 33,8). Il v. 9 però spiega solo il nome di luogo Massa, « tentazione », con un verbo sinonimo biiiJan, « mettere alla prova ». L'assemblea postesilica è così ammonita a non mettere oggi in dubbio la presenza di Dio, come fecero i loro padri nel deserto, nonostante avessero visto tutta la sua opera nell'esodo (v. 9). Il v. IO ricorda la ripugnanza del Signore verso queJla ge­ nerazione del deserto. Il giudizio su di essa è richiamato mediante un'autocitazio­ ne (vv. l Ob. l l ): è una generazione che segue le proprie vie, non volendo conosce­ re quelle del Signore, perciò non entreranno nel luogo dove egli dona il riposo: la terra e il tempio (cfr. Dt 1 2,9; I Re 8,56)1.l. Più che un giudizio profetico, sembra predominante l 'ammonimento a un'assemblea all 'interno di un sermone liturgico: il fatto che la comunità in preghiera sia fisicamente nella terra non significa sia en­ trata esistenzialmente nel riposo di Dio. Se non ascoltano la sua voce, stanno an­ cora errando nel deserto, seguendo le proprie vie. In questo senso la lettera agli Ebrei (3,7- 4, 1 3) usa il Sal 95 come testo per un sermone alla Chiesa primitiva. 13 Cfr.

G. Braulik, Gones Ruhe das Land oder der Témpel? Zu Ps 95, 11, pp. 33-44. -

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Traduzione e commento

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Salmo 96. Come il Sa1 93, è un inno alla regalità del Signore. Carita n suo re­

gno sereno e sicuro, senza nessun richiamo ai momenti di tensione antecedenti al­ la sua vittoria definitiva. La regalità del Signore che si estende a tutta la creazione è messa in evidenza anche dalla ripetizione per sette volte del termine kol, « tutto ». La festa per il Signore è su scala mondiale: tutti, eccetto gli dèi, che sono soltanto degli idoli, vi devono partecipare. È difficile precisare il contesto liturgico a cui questi salmi si riferivano. Il ricorrere del verbo « prostrarsi » (cfr. Sal 95,6; 96;9; 99,5.9) fa pensare che la lode al Signore Re fosse cantata in processioni, in cui si rendeva omaggio a Dio. Il contesto letterario illustrativo del salmo potrebbe esse­ re Is 40-66, in cui si preannunciano liberazioni più mirabili dell' uscita dall'Egitto. Si possono rilevare stretti collegamenti con il Sal 95. Il clima festivo dei due salmi è espresso dallo stesso verbo « esultare » (rinnen) in Sal 95, l e 96, 1 2. Con­ tengono la stessa professione di fede in Dio: « grande è il Signore » (Sal 95,3; 96,4) e « re grande » (Sal 95,3) l « il Signore regna » (Sal 96, l O); egli è il Creatore che « ha fatto » la comunità (Sal 95,6 ), « il mare >> (Sal 95,5) e « i cieli >> (Sal 96,5). L'in­ vito ali ' assemblea ad « entrare >> (bo ') e a « prostrarsi >> davanti al Signore (Sal 95,6) è allargato in Sal 96,7-9 a tutte le famiglie dei popoli. Se in Sal 95,7. 1 0 si par­ la unicamente del « popolo >> del l 'alleanza, nel Sal 96 si parla di tutti i « popoli » in­ vitati ad accogliere il Signore che viene (bo ') come loro re (vv. 3.5.7. 10. 1 3). Come il salmo precedente è composto da tre inviti: alla lode universale (vv. 1 6); all 'adorazione universale (vv. 7-1 0); alla lode cosmica (vv. 1 1- 13). Le tre parti sono costruite allo stesso modo: un invito a celebrare il Signore: vv. 1 -3.7-9. 1 1 - 12; il motivo della lode: il Signore è il Creatore dell'universo e a lui appartiene l 'uma­ nità (vv. 4-6. 10. 1 3)14• Lo stile del salmo è antologico. L'autore è un imitatore che si serve di materiale innico dei Sal 29; 98; 89, per comporre un canto nuovo che in­ tende riempire lo spazio e il tempo. La lode a Dio parte da Israele e si allarga per cerchi concentrici a tutti i popoli e al cosmo intero: cielo, mare, campagna, foresta. [vv. l-6] Invito alla lode universale: la prima parte della strofa (vv. 1 -3) è do­ minata da inviti all ' imperati v o. Il canto deve salire non solo da Israele, ma si de­ ve allargare a tutta la terra e dovrà riempire tutto il tempo. È un canto nuovo col­ legato con l 'evangelizzazione (basseru) e la catechesi (sapperQ) ai popoli pagani, i quali possono finalmente ascoltare una buona notizia che interessa anche loro: la meravigliosa presenza di Dio nei fatti della storia. Nella seconda parte della stro­ fa (vv. 4-6) segue il motivo della lode: l ' assoluta supremazia del Signore, degno delle più alte lodi, l ' unico da temere realmente (v. 4), perché egli solo è Dio, il Creatore de li 'universo, mentre gli altri dèi non sono che idoli vani (v. 5). La sua presenza nel tempio celeste è espressa mediante i grandi attributi personificati della sua regalità: Maestà, Onore, Potere, Bellezza. Sono essi a formare la sua scorta, non gli idoli inconsistenti (v. 6). [vv. 7-10] Invito ali 'adorazione universale: sono riportati i due versetti ini­ ziali del Sal 29 con tre sostanziali differenze. L' invito al i ' adorazione non è più ri•• Cfr. M. Gilbert, Ogni vivente dia lode al Signore, III, p. 150; P. Auffret. Splendeur et mujesté de­ vani lui: étude structurelle du Psaume 96, in Old Testamem Essays 6 ( 1993) 1 50- 1 62: secondo questo au­ tore i salmi 95 e 96 hanno una struttura temaria simmetrica e un simmetrico arrangiamento di temi.

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volto a esseri celesti, ai « figli di Dio )) (Sal 29, 1), ma afle « famiglie dei popoli », che prendono il loro posto, lasciando il cielo spopolato (v. 7). L'adorazione dei popoli stranieri si concretizza in una processione verso gli atri del Signore por­ tando tributi , come rituale di fedeltà a lui, il vero re del mondo (v. 8; cfr. Is 60,67). I pagani sono invitati ali ' adorazione, avvicinandosi nel timore e tremore da­ vanti allo splendore della santità del Signore, presente nel santuario (v. 9). È un'apertura illimitata all 'ospitalità, la quale rende Israele in grado di proclamare profeticamente la regalità del Signore a tutte le nazioni che vengono al tempio. Tale confessione è una garanzia per Israele, ma anche per gli altri popoli, di po­ ter continuare a vivere nel cosmo, tenuto ben saldo dal Signore (v. I O). [vv. 1 1-13] Invito alla lode cosmica: tutti gli elementi della creazione sono invitati a entrare in una liturgia cosmica, che accompagna quella di tutti i popoli provenienti da tutto il mondo nel tempio, per piegarsi in adorazione davanti al Si­ gnore (vv. 1 1 - 1 2). Nel v. 1 3 è espresso il motivo di questo entusiasmo: il Signore viene a governare il mondo. Si tratta di un evento storico, liturgico o escatologi­ co? Il linguaggio del salmo e le sue connessioni con altri testi del Primo Testamento fanno pensare che queste alternative non si escludano reciprocamen­ te15. Israele incomincia a condividere con le altre nazioni la sua speranza in una venuta del Signore, come una rivelazione della sua fedeltà.

Salmo 97. È un inno alla regalità del Signore. Il salmo sembra avere davanti

agli