Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 10 (Tuili - Zurru e Cronologia) [2 ed.]

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Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 10 (Tuili - Zurru e Cronologia) [2 ed.]

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 10

Tuili - Zurru Cronologia

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 10: Tuili-Zurru

Edizione speciale e aggiornata per La Nuova Sardegna § 2007 Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. dell’edizione originale La Grande Enciclopedia della Sardegna a cura di Francesco Floris § 2002 Newton & Compton Editori S.r.l.

Supplemento al numero odierno de La Nuova Sardegna Direttore responsabile: Stefano Del Re Amministratore delegato: Odoardo Rizzotti Reg. Trib. di Sassari nº 4 del 19/6/1948

I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e completati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo ` essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, eletvolume puo tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione, ` perseguita a termini di legge. senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sara

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007 presso ILTE S.p.A., Moncalieri (TO)

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA a cura di Francesco Floris

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

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Per l’edizione speciale:

Progetto e consulenza editoriale: Manlio Brigaglia

Opera a cura di Francesco Floris

Coordinamento redazionale: Salvatore Tola

Progetto grafico e impaginazione: Edigeo s.r.l., Milano

Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Brigaglia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris, Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Giovanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giuseppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras, `, Paolo Pulina, Marco RenNatalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porra deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolores Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vidili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca

Consulenza iconografica: Giancarlo Deidda

Referenze iconografiche: pagg. 1, 3, 10, 13, 21, 23, 27, 64, 75, 93, 95, 96, 100, 101, 117, 126, 135, 147, 148, 149, 150, 153, 160, 163, 167, 181, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 216, 218, 222, 225, 230, 236, 242, 247, 252, 253, 258, 261, 263, 278, 279, 280, 302, 306, 312, 314, 322, 323, 340, 354, 361, 363, 370, 375, 379, 380, 381, 384, 387, 388, 389, 390, 391, 395, 398, 399, 400, 401, 402, 408: De Agostini Picture Library (Novara) pag. 169: Giancarlo Deidda (Cagliari) Immagine di copertina: De Agostini Picture Library

Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva` a dispozione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. e sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate. Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.

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Guida alla consultazione Ordine alfabetico ` stata La sequenza alfabetica dei lemmi e fissata trascurando i caratteri non alfabetici. Quando il lemma contiene una virgola – come avviene nei nomi propri di persona tra cognome e nome – l’ordinamento considera solo la parte del lemma che precede la virgola, passando alla parte successiva solo in caso di omografia:

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– Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’attacco del lemma e, se presente, il nome al secolo, vengono indicate le varianti sarde del nome che differiscono dall’italiano: Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lorentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...

San Benedetto San Carlo Sanchez Sanchez de Calatayud, Pietro Sanchez Martinez, Manuel

Dopo l’esposizione generale della vita e delle opere del santo sono spesso presenti i paragrafi In Sardegna, in cui si ` patrono e citano i centri di cui egli e dove possono essere descritti i suoi legami col mondo della storia o delle tradizioni sarde, e Festa, nel quale ven` che gono elencate le date e le localita hanno particolari ricorrenze dedicate al suo culto:

Struttura delle voci ` evidenziato in carattere neIl lemma e retto. ` alcuni lemmi di santi riPer comodita mandano a quelli dedicati a un altro personaggio con cui i primi hanno avuto rapporti e all’interno della cui voce sono citati. ` possibile Nei casi di lemmi complessi e che sia presente una suddivisione in paragrafi. Per le voci di alcune categorie `, generalmente, specifiche la struttura e la medesima. *

Andrea, santo ... In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gonnesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini, Sennariolo, Tortolı`, Ula Tirso e Villanova ` il nome al mese di novemTruschedu. Da bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e per guarire gli animali dal mal di ventre. I proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibizia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau» (Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene stavo e meglio sto): persona che si adatta a tutto. Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24 maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive e in altre date durante l’anno.

– Voci dedicate ai comuni. Vengono forniti alcuni dati essenziali come popolazione, superficie, posizione geografica, suddivisioni amministrative e storiche di appartenenza, seguiti dai paragrafi: TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLOGICO (solo se rilevante), PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIENTALE, solo se rilevante), FESTE E TRADIZIONI POPOLARI.

– Voci dedicate a botanica e zoologia. Vengono di norma indicati i nomi scienti-

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` un formaggio a pasta ... Bonassai. E ... ` dell’insediamento rurale Precarieta ... Villaggi abbandonati GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato d’Arborea sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Abbagadda, villaggio che sorgeva ... 2. Almos, villaggio che sorgeva ... GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato di Gallura sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Agiana ... ... Villaggi i cui abitanti si trasferirono altrove ... GIUDICATO D’ARBOREA ... GIUDICATO DI GALLURA ... ...

fici delle specie citate e una classificazione sistematica generale. Nel caso in cui il lemma faccia riferimento a spe` essere presente un cie diverse puo ` semelenco interno per rendere piu plice la consultazione. I nomi sardi, se presenti, sono dati in corsivo e con l’eventuale specificazione del dialetto tra parentesi: Cicerchia Genere di piante erbacee perenni della famiglia delle Leguminose, rappresentato in Sardegna da diverse specie, caratterizzate da fusti lunghi, spesso rampicanti: 1. la c. a foglie larghe (Lathyrus latifolius L.) ... 2. la c. porporina (Lathyrus articulatus L.) ... Nomi sardi: che´rigu (logudorese); letı´tera (Sardegna centrale); piseddu, pisu de coloru (campidanese); pisu de coloru (Sardegna meridionale).

– Voci dedicate a elementi del patrimonio storico e tradizionale sardo. Il testo viene spesso ordinato secondo paragrafi, attinenti alla categoria degli elementi trattati, o in elenchi:

– Voci dedicate alle famiglie storiche. Nel caso in cui la famiglia si sia divisa in ` rami essi vengono solitamente piu elencati distintamente:

Formaggi della Sardegna ... &

IL FORMAGGIO NELLA STORIA

` il centro della produFin dall’antichita zione ... & TIPI DI FORMAGGIO Attualmente i tipi ` diffusi sono: di formaggio sardo piu ` un formaggio ... Biancospino. E

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Amat Illustre e antica famiglia ... ` la baronia di Ramo di Pietro. Pietro eredito Sorso ... ` la Ramo di Francesco. Francesco continuo linea dei marchesi di Villarios ... Ramo di Francesco (San Filippo). Da Francesco, figlio cadetto del marchese Gavino di Villarios, discende ... Rami collaterali. Attualmente, oltre al ramo marchionale primogenito ...

Tuili

Tuili Comune della provincia del Medio Campidano, compreso nella XXV Co` montana, con 1157 abitanti (al munita 2004), posto a 208 m sul livello del mare alla base del versante sud-occidentale della Giara di gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales.

Tuili – Villa Asquer.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 24,50 km2 e confina a nord con Gesturi, a est con Barumini, a sud con Las Plassas e Pauli Arbarei e a ovest con Turri e Setzu. Si tratta di una regione in parte di modeste colline arrotondate – quelle tipiche della Marmilla – , in parte costituito dall’alti` di 500 m piano della Giara (di poco piu di altitudine) e dal pendio intermedio. Lungo quest’ultimo scende, per poi attraversare il paese, uno degli affluenti che danno vita al rio Mannu, che si dirige a sud per gettarsi nello stagno di ` collegato da due bretelle Cagliari. T. e alla statale 197 Sanluri-Nurallao, che passa a breve distanza; altre strade minori lo collegano con i villaggi circostanti. & STORIA Il territorio conserva numerose stazioni di lavorazione dell’ossidiana che testimoniano come il territorio fosse abitato fin dal periodo prenuragico; vi sono anche monumenti del periodo nuragico e testimonianze del periodo punico. L’attuale villaggio de&

riva probabilmente da un centro romano; nel Medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si ` furono insediati in Sardegna, continuo a rimanere in possesso del giudice anche se durante le guerre tra Aragona e Arborea fu spesso danneggiato dalle operazioni militari. Subito dopo la battaglia di Sanluri, nel 1409, venuto in possesso del re d’Aragona fu concesso in feudo a Gherardo Dedoni i cui di` nel 1481 a causa dei descendenti pero biti non furono in grado di opporsi al suo sequestro. Il villaggio fu allora venduto all’asta e acquistato da Giovanni Santa Cruz, munifico signore che abbellı` la chiesa parrocchiale del villag` un bel retablo dipinto dal gio e le dono Maestro di Castelsardo (=). Nel secolo ` a rimanere in successivo T. continuo possesso dei Santa Cruz che furono ` costretti, per conservarlo, a sostepero nere una costosissima lite col fisco, che considerava il feudo devoluto, e con gli eredi dei Dedoni che avrebbero voluto ritornare in possesso di T. I Santa Cruz ` e nel non riuscirono a risollevarsi piu 1659 il villaggio fu nuovamente venduto all’asta e acquistato da Ambrogio Martin (=) la cui unica figlia Marianna nel 1665, col suo matrimonio, lo fece passare a Gerolamo Cervellon. Estinti i Cervellon, dopo essere venuto in mano di alcuni altri feudatari, nel 1774 T. fu ereditato dai Ripoll (=) che ottennero anche il titolo di conte. I rapporti tra gli abitanti del villaggio e i nuovi feudatari furono subito tesi a ` nel pretendere il pacausa dell’esosita gamento dei tributi feudali; nel 1776 il contrasto spinse la popolazione a rifiutarsi di pagare i tributi. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Ori` a far parte della stano; nel 1848 entro divisione amministrativa di Cagliari e

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Tuili nel 1859 della omonima provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una precisa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento della popolazione dell’isola pubblicato nel 1846 si notarono in T. anime 1190, distribuite in famiglie 287 ed in case 264. ` stata finora La scuola elementare e ´ il maestro era mal esercitata, e perche ignorante e non curante della educa´ zione morale de’ fanciulli, sı` perche molti padri non vi mandano i figli. Nes` anni suno de’ pochi studenti che da piu frequentano la scuola sa leggere e scrivere. Tolti i sacerdoti e le altre persone che hanno una professione liberale, in tutto il restante della popolazione soli 13 sanno leggere e scrivere; altri sette sanno segnare il proprio nome. Agricol` questa quasi l’unica profestura. E sione. I nobili e gli esercenti arti liberali hanno essi pure le loro rispettive famiglie agricole. I terreni sono generalmente feraci. L’ordinaria semina` di 600 ettolitri, delgione del grano e l’orzo 25, delle fave 150, dei ceci 50. Si semina pochissimo lino e niente di meliga. Il grano di T. ha sempre goduto la riputazione del migliore dell’isola, e per la sua purezza, senza mescolanza di altre specie di sementi o grani infe`e riori, e per la sua compita maturita lucidezza, e forse solo meglio pel suo ` abbondante promaggior peso e piu dotto nella panizzazione e nelle paste. Nel mercato di Cagliari, ove se ne porta ` , vendesi a patti mimaggior quantita gliori, che si facciano a’ grani d’altri ` preferito ad essi. paesi, od almeno e L’ordinaria fruttificazione del grano, ` del 10 per starello di orzo e fave si e semenza, de’ ceci meno per lo spesso. ` di Pastorizia. Attualmente non sono piu 20 le persone applicate alla pastorizia non compresi i loro servi: e dico pastori di vacche 1, di cavalle 1, di pecore 9, di porci 2, di capre 2. Di questi due

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ultimi uno ha sede fissa e casa sul piano della Giara. Il bestiame manso o di servigio consiste in 200 gioghi di buoi, 70 cavalli, 180 giumenti per la macinazione e 120 majali. Nel bestiame rude si numerano vacche 122, cavalle 113, pecore 2000, porci 150, capre 200. ` ben provveduta in tutte La beccheria e le stagioni tanto di bestiame del territorio, che di capi comprati da altri paesi. Le vacche danno poco latte a’ ´ pochi le mungono. I formaggi, perche ` . Le formaggi sono di conosciuta bonta lane si vendono in gran parte, come pure le pelli e le cuoja, non avendosi comodo per conciarle». Nel corso del` l’Ottocento l’economia di T. si sviluppo sorretta, oltre che dagli Asquer (=), da alcune altre famiglie della borghesia agraria. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare ovini, bovini, caprini ed equini (i cavallini della Giara). Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale nei settori edile ed alimen` sufficientemente organizzata la tare. E rete di distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la lavorazione del ferro battuto e i lavori a in` collegato taglio nel legno. Servizi. T. e da autolinee agli altri centri della pro` dotato di Pro Loco, medico, vincia. E guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1201 unita di cui stranieri 8; maschi 601; femmine 600; famiglie 441. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 11 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indica-

Tuili tori economici: imponibile medio IRPEF 12 135 in migliaia di lire; versamenti ICI 418; aziende agricole 228; imprese commerciali 77; esercizi pubblici 5; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 277; disoccupati 55; inoccupati 100; laureati 14; diplomati 125; con licenza media 307; con licenza elementare 417; analfabeti 99; automezzi circolanti 387; abbonamenti TV 395.

Tuili – Pastore con gregge. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di ` la logrande interesse archeologico e ` di Santa Elisa, situata a qualche calita chilometro dall’abitato sul ciglio della Giara. Agli inizi del Novecento vi fu individuata e scavata una officina per la lavorazione dell’ossidiana – di cui il vicino monte Arci abbonda – risalente al Neolitico antico (6000-4600 a.C.). Durante gli scavi furono rinvenuti cuspidi di freccia, lame e altri utensili e nuclei di ossidiana lavorata; la gran parte di ` esposta al Museo questo materiale e nazionale di Cagliari. Nello stesso sito, a breve distanza dall’officina, si trova l’omonimo nuraghe monotorre oramai molto rovinato. L’edificio era posto a guardia della strada che da Tuili porta alla Giara. A poche decine di metri emergono i resti di un centro romano che ha restituito resti di torchi (torcularia) legati alla produzione dell’olio. Il

territorio comunale annovera anche alcuni nuraghi disposti secondo un unico progetto di difesa; si tratta prevalentemente di nuraghi monotorre con camera a tholos, posti sul ciglio della Giara a protezione dell’altipiano e delle sue vie di accesso: si tratta dei nuraghi Monti Leonaxi, Nuridda, Santa Tecla, Santu Liori, Tutturuddu e ` completato da due altri. Il sistema e nuraghi polilobati situati ai piedi della ` Perdu Meloni e TuGiara in localita riga. Il sito dove sorge il nuraghe Nu` a essere abitato anche ridda continuo nel secolo IV a.C., durante il periodo ` ropunico e successivamente in eta mana. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico conserva numerose case a due piani, costruite in pietra e abbellite dal porticato interno (la lolla) e dalla corte alla quale si accede da un portone monumentale. L’edificio ` la chiesa parrocdi maggiore pregio e chiale di San Pietro, costruita nel secolo XV in forme gotico-catalane e abbellita alla fine del secolo da Giovanni Santa Cruz; successivamente subı` numerosi restauri che ne alterarono completamente le forme originarie, delle quali rimangono oggi solo pochi elementi. Ha un impianto a una sola navata su cui si affacciano diverse cap` chiusa da una zona pelle laterali ed e presbiteriale sopraelevata; l’interno, e ` ricco in particolare l’altare maggiore, e di pregiati marmi policromi del Settecento. Vi sono anche custoditi il famoso retablo donato dal Santa Cruz, opera del Maestro di Castelsardo, e un altro retablo cinquecentesco proveniente da una chiesa campestre, raffigurante episodi della vita della Madonna. Nella chiesa inoltre sono custoditi altri dipinti di scuola napoletana del Seicento e diverse statue lignee. Nei locali ` esposta una piccola e della sacrestia e

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Tuili pregevole collezione di argenti, paramenti sacri, gioielli. Altro edificio im` la chiesa di Sant’Antonio portante e Abate, costruita nel 1582 per il convento dei Minori osservanti che in seguito fu distrutto. Ha forme tardogotiche e interno a croce latina con volte a botte; custodisce un bell’altare ligneo del Seicento e un organo del 1753. ` circondato da uno scenoL’edificio e grafico recinto cui sono addossati i portici (lollas) nei quali, durante la sagra in onore del santo, i venditori ambulanti sistemano le loro mercanzie. Infine sono da ricordare la Villa Asquer, palazzina la cui costruzione risale al secolo XVII, e che era sede dell’amministrazione feudale. Agli inizi dell’Ot` agli Asquer che ne affitocento passo darono la ristrutturazione al Cima (=). Attualmente si presenta come una residenza signorile con elegante facciata in stile neoclassico. E ancora il Palazzo ` Pitzalis, costruito nella prima meta dell’Ottocento per una distinta famiglia del villaggio. Il suo progetto viene generalmente attribuito al Cima che lo avrebbe eseguito nello stesso periodo ` in in cui operava a Villa Asquer; e ` forme neoclassiche. Ultimamente e passato al Comune per essere destinato a centro culturale. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella che e ` defesta piu dicata al patrono Sant’Antonio Abate; si svolge il 16 e 17 gennaio e culmina ` con l’accensione di un grande falo nello spiazzo antistante alla chiesa, mentre i fedeli ballano e traggono dalle fiamme auspici sul raccolto futuro. L’ultima domenica di luglio, inoltre, viene celebrata un’altra festa sempre in onore dello stesso santo. Questa se` organizzata da conda manifestazione e un comitato composto esclusivamente ` us) e scapoli (bada uomini sposati (coia gadius) guidati da un obriere. Prima

della celebrazione della festa il comitato gira per il paese per raccogliere le offerte (is froccus de is bagadius) necessarie per la realizzazione della festa. ` la marAltra grande manifestazione e chiatura dei cavallini della Giara che ` si svolge a fine agosto a T. e a Genoni. E ` eselegata a quella della cattura gia guita a luglio (= Giara di Gesturi); gli stessi spericolati cavalieri che sono riusciti a portarli nei pascoli della pianura attraverso i passaggi lungo i fianchi del monte (scalas) predispongono i recinti dove vengono fatti affluire i cavallini. La marchiatura riguarda i nuovi nati. Alcuni dei cavalieri (isocatores) servendosi di un laccio di cuoio (sa soca) catturano il cavallo e lo costringono a forza a buttarsi per terra dove viene marchiato sulla coscia destra con un ferro arroventato che reca la sigla del proprietario e il comune di appartenenza; mentre sulla coscia sinistra gli viene apposto il marchio ‘‘G’’ come attestato della purezza della razza. Terminata la marchiatura con uno spettacolare rodeo i cavallini vengono nuovamente sospinti sulla Giara. Interessante il costume. L’abbiglia` costimento tradizionale femminile e tuito da una camicia di tela bianca con ricamo applicato nella pettorina e nei polsini, e da una gonna (sa unnedda) di tibet marrone ornata da una striscia di velluto. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato viola con bordo di velluto rosso chiuso anteriormente da un laccio di pelle che passa entro dei ganci (su groppettu). Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di broccatello o raso a fiori viola ornato ` con trine a frange. L’abbigliamento e completato da un fazzoletto bianco legato dietro la nuca sopra il quale si porta uno scialle nero di tibet. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di cotone e dai

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Tula calzoni di cotone bianco (is crazzonis). Sopra la camicia si indossa un gilet (su groppettu) di velluto marrone e verde con guarnizioni di velluto verde sul colletto e sulle tasche. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa roda) di panno nero con bordino di velluto, e le ghette dello stesso tessuto (is crazzas). ` completato dalla L’abbigliamento e berritta di panno nero e da un gilet di pelle di agnello o di montone (sa ’este bianca) con ricami a intaglio eseguiti con pelle di vitello che d’inverno si indossa col pelo all’interno e d’estate con il pelo all’esterno.

Tula Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella VI Comunita tana, con 1671 abitanti (al 2004), posto a 275 m sul livello del mare a ovest del lago Coghinas. Regione storica: Montacuto. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 65,51 km2, comprese le frazioni di Sa Sia, Sos Saliceddos e Su Montiju, e confina a nord con Perfugas e Tempio Pausania, a est con Oschiri, a sud con Ozieri e a ovest ancora con Ozieri e Chiaramonti. Si tratta di un territorio di colline che hanno al centro una parte della piana di Chilivani, a ovest i rilievi in forma di piccola catena del monte Sassu (640 m) e a est la vallata del Coghinas, occupata dal lago artificiale le cui rive distano pochi chi` collegato con un lometri dal paese. T. e raccordo di 8 km alla direttissima Sassari-Olbia, che passa a sud; altre strade secondarie lo collegano con Erula a nord e con la statale 132 Ozieri-Chiaramonti a ovest. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche risalenti al periodo prenuragico e nuragico, ma il villaggio attuale ha origini medioevali; appartenne al giudicato di Torres ai confini col giudicato di Gal-

lura e fu incluso nella curatoria del ` protetto dal caMontacuto; si sviluppo stello d’Orvei. Dopo che si estinse la famiglia giudicale di Torres il territorio fu lungamente conteso tra Doria, Arborea e i giudici di Gallura; alla fine del secolo XIII T. finı` per essere occupato da truppe arborensi. Con l’arrivo in Sardegna degli Aragonesi la contesa tra Doria e Arborea non era ancora terminata e il territorio del villaggio fu teatro di aspre contese. Nel 1339 fu compreso nel feudo concesso a Giovanni d’Arborea e dopo che lo sfortunato principe fu cacciato in prigione da suo fratello Mariano IV, il territorio ` a essere al cendel villaggio continuo tro di aspre contese. Dopo il 1366 finı` per essere occupato stabilmente da truppe arborensi che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Caduto il giudicato, dopo la breve parentesi del visconte di Narbona, nel 1421 T. fu compreso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. I suoi abitanti mal tolleravano la spregiudicata condotta dell’amministrazione feudale e nel 1458 si ribellarono apertamente; per ristabilire l’ordine fu necessario addi´ . Nei derittura l’intervento del vicere `a cenni successivi il fermento continuo serpeggiare almeno fino alla battaglia di Macomer nel 1478; successivamente i Centelles, consolidata la loro posizione, riuscirono a vincere ogni resistenza delle popolazioni, che presero ad amministrare con durezza. Nel ` dai Cencorso del secolo XVI T. passo ´ risiedetelles ai Borgia che, poiche vano in Spagna, fecero governare il territorio da funzionari tratti da famiglie del luogo. Nel corso del secolo XVII le popolazioni furono vessate da queste persone appartenenti a famiglie legate a interessi locali e per quanto riuscissero a evadere massicciamente il peso dei tributi feudali, subirono ingiustizie

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Tula che determinarono un sotterraneo perenne ribellismo. Il territorio di T. cosı`, data la vicinanza del monte Sassu, fu percorso da bande di ribelli che trovavano nel monte un imprendibile rifugio. Nel corso del secolo XVIII, passata ` dai Borl’isola ai Savoia, il feudo passo ˜ iga, ai Pimentel e infine ai gia agli Zun ` Tellez Giron: la sua situazione pero `. Il suo territorio continuo ` non cambio a essere percorso da banditi, ribelli, contrabbandieri che dall’imprendi` di un’occasione bile monte Sassu in piu ingaggiarono vere e proprie battaglie con le truppe che il governo inviava per snidarli. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Ozieri, nel 1838 riuscı` a liberarsi dalla dipendenza feudale dei ` a far parte Tellez Giron. Nel 1848 entro della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della omonima provincia. Relativa a questo periodo, abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius nel Dizionario del Casalis: «Popolazione. Si numerava nel censimento del 1846 di anime 926, distribuite in famiglie 229 ed in case 218. Si deve poi aggiungere la popolazione silvestre di anime 119, distinte in famiglie 23, case 22, sı` che il totale delle anime sarebbe di 1045. Queste sono famiglie galluresi, che per poter fruire de’ pascoli si avvassallano, come usasi dire, ossia si sottomettono a tutte le gravezze degli abitanti. Le donne lavorano ne’ telai il lino e la lana per l’uopo delle rispettive famiglie e pel lucro. L’istruzione elementare ha poco o nulla giovato, per´ forse una decina di persone in che trent’anni hanno imparato a leggere ed a scrivere. I fanciulli che accorrono all’istruzione quando sono in maggior numero non sorpassano la quindicina. Agricoltura. Nella circoscrizione di T. sono ottimi terreni per tutti i generi di coltivazione, e principalmente per quella de’ cereali, e sono tanto ampi,

che potrebbe quadruplicarsi il lavoro se avessero braccia sufficienti. L’ordi` di circa starelli naria seminagione si e 500 di grano, 200 d’orzo, 100 di fave, e ` di legumi. una indeterminata quantita ` L’ordinaria fruttificazione del grano e del 10 per uno, ed in annate ubertose del 20. Il lino riesce bene, e sono seminate larghe aree. Per poco che se ne faccia si ottengono 1000 cantaretti di ` trafibra ben pettinata. L’orticoltura e ´ vi scurata, e con gran danno, perche hanno molti siti bene idonei, e le famiglie che abbisognano di quei prodotti devono provvedersi da Ozieri. Anche la vite ha regioni favorevoli, produce ` di uve, ed abbonda nella molte qualita vendemmia. Pastorizia. Educano i tulesi le solite specie, ma preferentemente quella delle vacche, il cui numero sopravanza di molto il migliajo. Le cavalle, le capre, le pecore, i porci sono pochi, che potrebbero essere per l’ampiezza de’ pascoli montani e campestri. I cavalli sono belli e vivaci, ma di piccola taglia, i giovenchi forti, pingue e saporito il formaggio, principalmente quello che si fa nella stagione ` molto ricercato. autunnale, il quale e La regione montana del territorio, che ` computarsi due terzi di tutto il terpuo ` in parte occupata dai pastori, ritorio, e che hanno per loro un certo distretto, in altra aperto al pascolo comune, ed in altra occupata da tanche». Quando si ` il dibattito per le nuove prosviluppo vince, T. aderı` con entusiasmo a quella di Olbia-Tempio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e bovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una discreta at` industriale nei comparti della lativita ` vorazione del legno e dell’edilizia. E

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Tula discretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un’azienda agrituristica con 13 po` in corso sti letto; e sulle rive del lago e la valorizzazione di un Centro velico e di canottaggio di recente realizza` collegato da autolizione. Servizi. T. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1673 unita di cui stranieri 5; maschi 838; femmine 835; famiglie 591. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 16 e nati 12; cancellati dall’anagrafe 22 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 222 in migliaia di lire; versamenti ICI 654; aziende agricole 154; imprese commerciali 99; esercizi pubblici 14; esercizi al dettaglio 15; ambulanti 10. Tra gli indicatori sociali: occupati 532; disoccupati 84; inoccupati 65; laureati 27; diplomati 147; con licenza media 447; con licenza elementare 642; analfabeti 34; automezzi circolanti 577; abbonamenti TV 473. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, soprattutto del periodo prenuragico e nuragico. Al primo periodo si possono ricondurre le domus de janas de Sa Mandra Manna, scavate in una roccia di trachite e scolpite con finezza; al secondo i nuraghi Badde de Forru, Badde ’e Tuvu, Cherchiles, Mandra Manna, Mannu, Mazzone, Nieddu, Ruju, S’Alza, Sa Mola, Sa Picalva, Sa Piga Alva, Sa Sorighina. Di tutti questi il ` interessante e ` quello di Badde ’e piu Tuvu, scoperto nel 1869 dal canonico

Spano; vi furono rinvenuti armi, asce, picconi in bronzo. Altri scavi vi furono fatti tra il 1871 e il 1873 e furono recuperati numerosi altri oggetti. Interes` anche una Tomba di giganti posante e sta nelle vicinanze della chiesa di Coros. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato le tipiche case in pietra e diverse chiese, tra cui Santa Maria di Coros, chiesa romanica costruita nel secolo XII in forme lombarde per i monaci ` in conci di vallombrosani. L’edificio e trachite rossa e grigia e nel corso dei ` volte restausecoli successivi fu piu rata per cui conserva ben poco dell’impianto originario. Si compone di una navata completata dall’abside e ha la copertura in legno. Conserva al suo interno un retablo del secolo XVI e una statua lignea della Madonna molto an` la tica. Sant’Elena imperatrice e chiesa parrocchiale, costruita nel Medioevo e andata completamente in rovina nei secoli successivi. Nella se` dell’Ottocento fu decisa la conda meta sua ricostruzione e l’edificio, progettato dal Cabella in forme romaniche, fu terminato nel 1890. Ha un impianto a tre navate completate dal presbiterio e scandite da archi a sesto acuto poggianti su colonne di trachite che delimitano le cappelle laterali. La facciata, partita da lesene in tre specchi, ` ricca di decorazioni e comprende e due nicchie con statue di santi in marmo; si affaccia su un’ampia scali` connata di accesso. Al suo interno e servato un retablo del 1557. Poco lontano dal centro abitato sorgono le rovine del castello di Orvei, costruito ` del secolo XIII da nella seconda meta Mariano II d’Arborea quando, dopo l’estinzione dei giudici di Torres, il Montacuto, dopo un’aspra contesa con i Doria, fu occupato quasi completamente

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Tulipano ` situato su uno dalle truppe giudicali. E sperone a settentrione dell’abitato attuale, costruito in un sito dove in precedenza era un nuraghe sul quale romani e bizantini avevano strutturato una fortezza; rimase in mani arborensi per tutto il secolo XIV quindi, caduto il `a giudicato, fu abbandonato e comincio crollare. Attualmente rimangono i resti della cinta muraria, una parte del torrione centrale, alcuni ambienti a pianta quadrata e quelli di una cisterna e di un deposito di viveri. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante si svolge l’8 setfesta piu tembre in onore di Santa Maria di Coros presso l’omonima chiesa romanica. Sono previsti solenni riti religiosi e alcuni spettacoli folcloristici; il giorno successivo si svolge la festa di San Giuseppe, che prevede un grande ballo in piazza.

Tulipano Pianta erbacea della famiglia delle Liliacee (Tulipa sylvestris). Da un bulbo piriforme con tuniche cartacee e scure cresce uno scapo flessuoso di circa 30 cm, con 1 o 3 fiori; le foglie, generalmente 3, sono chiare, lanceolate, allungate, con nervature paral` una lele; i fiori sono gialli; il frutto e capsula cilindrica. Fiorisce da marzo ad aprile. Specie selvatica, un tempo era diffusa nei campi, ma la sempre ` di reperimento fa maggiore difficolta temere per la sua scomparsa. Capita ` spesso, invece, di ossersempre piu vare specie coltivate o non appartenenti alla flora sarda, come la Tulipa australis dai fiori arancio-viola, che si naturalizzano dopo essere sfuggite alla coltivazione. Nome sardo: tulipanu grogu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tului Antico villaggio di probabile origine romana, ubicato nelle campagne tra Giba e Tratalias. Nel Medioevo fu incluso nel giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols).

Situato in posizione strategicamente importante, era protetto da un castello (= Tului, castello di) fatto costruire nel corso del secolo XII dai giudici. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e quando i due rami della famiglia, alcuni anni dopo, procedettero a una nuova divi` al ramo del conte sione tra loro, tocco ` , alla fine Ugolino. I suoi figli, pero della sfortunata guerra che combatterono contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, furono sconfitti e ne persero il controllo. Da quel momento fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae: il tro castello fu affidato a una guarnigione reale e il villaggio fu tenuto a provvedere al suo mantenimento. Negli anni ` rapidamente: successivi si spopolo dopo l’epidemia del 1348 scomparve.

Tului, castello di Fortezza costruita nel periodo giudicale, probabilmente nel secolo XI, per difendere le coste del Sulcis dalle incursioni arabe. Nel secolo XII, quando la diocesi fu spostata ` di Sulci a Tratalias, fu in dalla citta qualche occasione sede della residenza vescovile. Quando scomparve il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1258 fu assegnato ai Della Gherardesca e da quel momento la sua storia fu legata a quella dell’omonimo villag` in rogio (=). Dopo il secolo XV ando ` persa completamente vina e oggi se n’e la memoria.

Tunis, Gianfranco Funzionario, uomo politico (n. Ales 1940). Cattolico impe` entrato gnato, conseguita la laurea e nell’Amministrazione della Regione autonoma. Da sempre schierato nella ` stato sindaco Democrazia Cristiana, e ` di Narcao dal 1976 al 1997. Nel 1994 e stato eletto consigliere regionale per

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Turighe l’XI legislatura nel collegio di Cagliari; ` stato riconfermato per la XII nel 1999 e ` dimesso per legislatura ma nel 2001 si e ` stato seessere candidato al Senato. E natore per la XIII legislatura repubbli` ricandidato per le cana, ma non si e elezioni dell’aprile 2006.

Tunis, Marco Funzionario, consigliere regionale (n. Narcao 1943). Fratello di ` stato rivale in Gianfranco, del quale e politica, dopo essersi laureato in ` entrato nella pubScienze politiche e blica amministrazione arrivando a essere direttore della biblioteca del Consiglio regionale per alcuni anni. Interessato alla politica, ha militato nella ` stato eletto Democrazia Cristiana ed e consigliere provinciale tra il 1985 e il ` passato a Forza Italia 1995. In seguito e ` stato eletto consigliere ree nel 1994 e gionale per l’XI legislatura nel collegio di Cagliari; rieletto nel 1999 per la XII ` stato riconfermato legislatura, non e per la XIII.

Turbengentilis Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, incluso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Era situato nelle campagne di Ussassai. Quando il giudicato fu conquistato, nella divisione del 1258 fu incluso nel territorio toccato ai conti di Capraia. ` All’estinzione della famiglia, passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ prima della fine del di Pisa, cosicche secolo XIII era amministrato da funzionari del Comune. Subito dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e fu incluso nel ` Carroz, Bartofeudo concesso a Nicolo lomeo Subirats e Guglielmo di Mont` totalmente gry, ma entro il 1345 passo nelle mani del Carroz. La sua popola` comincio ` a diminuire ed enzione pero tro la fine del secolo XIV il villaggio si ` completamente. spopolo

Turchi, Dolores Scrittrice (n. Oliena 1935). Studiosa di tradizioni popolari, ` giornalista pubblicista dal 1984. Aue trice di vari volumi in cui affronta i ` complessi della cultura sarda, temi piu ha scritto Oliena, Barbagia Sardegna, 1977; Dalla culla alla bara, 1981; Statuaria nuragica in Barbagia, ‘‘Sardigna antiga’’, 1, 1982; Leggende e racconti popolari della Sardegna, 1984 (7ª edizione 1999); Dai al sardo! Polemiche antisarde, ‘‘L’Ortobene’’, 1, 1984; Maschere, miti e feste della Sardegna, 1990; Vecchia Oliena in epoca bizantina, ‘‘L’Ortobene’’, 1, 1985; Samugheo, 1992; Grazia Deledda, Tradizioni popolari in Sardegna (a cura di D. Turchi), 1995; Ventisette pippias. Reminiscenze neolitiche nel rito funerario odierno, ‘‘Sardigna antiga’’, 1992; Proverbi sardi, 1997; Lo sciamanesimo in Sardegna, 2001.

Turighe Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Coros. Era ubicato nelle campagne di Ittiri. Fin dagli inizi del secolo XIII era pervenuto ai Malaspina, con tutto il Coros, in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omag` gio al re d’Aragona. Il villaggio entro cosı` a far parte del Regnum Sardiniae, ma i Malaspina presero parte alla prima delle ribellioni dei Doria e T. `a subı` gravi danni. Tuttavia continuo restare in loro possesso. Solo nel 1353 ` nelle mani del fu sequestrato e passo re; poco dopo fu gravemente danneggiato dalla prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

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Turismo in Sardegna

Turismo in Sardegna – Il porto di Cagliari.

Turismo in Sardegna A partire dalla ` dell’Ottocento alcune loseconda meta ` della Sardegna furono meta di calita un modesto turismo interno, che ben presto le fece assurgere a una certa no` in seno alla nascente borghesia torieta locale; cosı`, ad esempio, Alghero fu meta del turismo estivo di parte della borghesia del centro-nord dell’isola, Aritzo e Villacidro furono meta del turismo montano della borghesia cagliaritana. Subito dopo la prima guerra mondiale alcuni imprenditori intui` che un turismo su rono le potenzialita larga scala avrebbe potuto avere in Sardegna, ma la presenza della mala` qualsiasi iniziativa. ria scoraggio L’isola rimase sostanzialmente un luogo inaccessibile, circondato da un alone di mistero, al quale s’avvicinava solo una ristretta e´lite di aristocratici, scrittori e intellettuali che continuarono la tradizione instaurata agli inizi dell’Ottocento dai viaggiatori e solo po` come Stintino divenche altre localita nero meta del turismo estivo della borghesia (in questo caso, quella sassarese). Nel secondo dopoguerra la scomparsa della malaria rese possibile l’avvio del turismo su larga scala, atti` che la neocostituita Regione provita mosse con una certa energia individuandola come uno dei fattori capaci di stimolare lo sviluppo dell’economia dell’isola. Tra il 1949 e il 1956 il numero

dei turisti, e soprattutto di quelli stra` rispetto a quello nieri, si quadruplico del periodo precedente allo scoppio della guerra. Per incrementare il turismo si iniziarono a valorizzare il patrimonio storico-archeologico dell’isola e le tradizioni popolari e ne fu promossa la conoscenza con documentari cinematografici, libri, articoli di divulgazione sui grandi organi di stampa. Venne inoltre istituito l’ESIT (Ente Sardo Industrie Turistiche), che coor` le attivita ` promozionali a livello dino centrale, affiancato anche dagli Enti Provinciali per il Turismo (EPT) e dalle Aziende Autonome di Soggiorno. ` Subito dopo il 1950 la Regione tento anche di promuovere direttamente lo ` ricettive delsviluppo delle possibilita l’isola: nel 1955 la Sardegna aveva una ` di soli 3750 posti letto, disponibilita ` a far fronte a che non riuscivano piu 352 000 presenze annue di turisti; fu cosı` varato un vasto piano di costruzione di alberghi e di altre strutture turistiche dell’ESITa Tonara, Desulo, Alghero, San Leonardo di Sietefuentes, Santa Caterina di Pittinuri, Nuoro, Bosa, Cagliari, Santa Teresa Gallura, La Maddalena, Sorgono, Villacidro. Essi svolsero la funzione promozionale per cui erano stati creati, ma non si riuscı` a gestirli in modo economicamente produttivo anche per la mancanza di ` . Agli tutta una serie di professionalita inizi degli anni Sessanta l’unica loca` nella quale il movimento turistico lita sembrava essere in via di sviluppo era Alghero, che, sorretta da un buon li` ad assuvello di strutture, comincio ` a livello internaziomere notorieta ` , un piu ` denale. Negli stessi anni, pero ciso incremento al turismo lo diede l’Agha Khan con la sua Costa Smeralda. Accanto a questa iniziativa entro il 1970 sono da collocare anche altre im` prese minori quali quella dei Dona

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Turismo in Sardegna delle Rose a Porto Rotondo presso Olbia e di altri imprenditori. Negli anni successivi lo sviluppo del turismo lungo le coste della Sardegna assunse ` molto concreta, gli aspetti di una realta sebbene si sia trattato di una crescita senza alcuna programmazione. Entro ` ricettiva dell’iil 1981 la potenzialita sola era stimata attorno alle 300 000 ` tra gli alberghi, che avevano unita 31 529 posti letto, i campeggi, i villaggi ` , e le turistici, gli ostelli per la gioventu seconde case che finirono per costellare una considerevole sequenza di ` terreni sulle coste attorno alle localita di maggiore richiamo. Sulla base di ` , negli stessi anni questa disponibilita il flusso turistico venne stimato in circa 1 250 000 presenze annue, in condizioni ormai di determinare un notevole reddito. Nel corso dei decenni successivi e fino ai giorni nostri il movimento turistico ha continuato a cre` venuto differenziando; acscere e si e canto al crescente ulteriore successo ` andato gradadel turismo balneare si e tamente affermando l’interesse per le zone interne, sorretto dallo sviluppo, dopo il 1990, dell’agriturismo e dalla dilatazione della stagione turistica estiva attraverso il turismo congressuale e delle presenze di particolari categorie di turisti dovute al favorevole clima della Sardegna. Dai 375 al` passati ai 635 alberberghi del 1981 si e ghi attuali con 61 138 posti letto e una presenza stimata di oltre 5 500 000 ` . L’industria turistica sta cerunita cando di superare alcune debolezze relative all’incidenza negativa dei trasporti, alla debolezza delle azioni promozionali, al maggiore richiamo del turismo straniero. RISORSE TURISTICHE Il turismo ha toccato, nell’ultimo decennio, quasi tutti i centri della Sardegna, ognuno dei quali mette a frutto le sue risorse

storiche e naturalistiche. (I dati di questo rilevamento, che viene da dati del 2005, possono, nel frattempo, essere variati, tanto nel numero quanto nel nome degli esercizi). Abbasanta (Oristano): Alberghi 2 (Flora, OK Corral) con 11 posti letto. Agriturismi 1 (Mandra Edera). Ristoranti 2 (Toscano Sardo km 128 S.S. 131, Su Carduleu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX in stile neoclassico e due case del secolo XVI; patrimonio archeologico (cinque dolmen tra cui quello di Cannigheddu, circa 20 domus de janas, nuraghi Losa e Aiga, una decina di Tombe di giganti, il pozzo sacro di Calagastea, avanzi della ` di escurstrada romana); possibilita sioni alla chiesa campestre di Sant’Agostino con le muristenis e il parco; la Tanca Regia, antico centro per l’allevamento dei cavalli; gastronomia, in particolare formaggi. Aggius (Olbia-Tempio): nessun esercizio alberghiero. Agriturismi 1 (Il Muto di Gallura) con 21 posti letto. Ristoranti 1 (Le Ginestre). Risorse: centro storico con le caratteristiche case in granito; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi ` di tra cui quello di Izzana); possibilita escursioni ai boschi e ai roccioni di granito dei dintorni; gastronomia, in particolare suppa cuata (piatto nuziale), mazzafrissa, i bruglioni (ravioli), i chjusoni (un tipo particolare di gnocchetto). Aglientu (Olbia-Tempio): Pro Loco in via Mare 40. Alberghi 3 (Torre Vignola, Gioca in Birdi, Marechiaro) con 402 posti letto. Campeggi 3 (Marina delle Rose, Saragosa, Tortuga) con 4218 posti letto. Agriturismi 10 (Nuraghe Tuttusoni, Stabbiacciu, Stazzo Montiruiu, Doro, Campesi, La Macciona, La Tegghja, Li Casareddi, Maccia Mala, Stazzo Bazzino) con 35 posti letto. Ri-

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Turismo in Sardegna storanti 6 (Il Pentagono, Acquazzurra loc. Portobello, Stangoni, S’Historia, Lu Fraili, Fadda). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Pancrazio del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tuttusoni e di Finucchiaglia perfettamente conservati); spiagge ricche di scogli e di sabbia bianca finis` di escursioni ai numesima; possibilita rosi stazzi nella campagna circostante. Aidomaggiore (Oristano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la chiesa di Santa Maria Orraku; patrimonio archeologico (betili del Neolitico, le domus de janas di Tu` di settanta nuravamene e Putzolu, piu ghi tra cui quello di Bolessene intatto, 28 Tombe di giganti tra cui quelle di Sa Tanca ’e S’Ozzastru); gastronomia, in particolare vino e formaggio; possibi` di veder ballare durante il Carnelita vale sa cointrotza al suono della fisarmonica, del piffero e del tamburo. ` dei Sardi (Olbia-Tempio): nessun Ala esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Leoni). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (il dolmen di Lughia Arrajosa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Marchesine e Nuri, e i resti di un santuario nuragico a Pedrighinosu); ` di escursioni ai boschi di possibilita querce e agli enormi massi di granito nelle campagne circostanti; gastronomia, in particolare la minestra di carne, il miele e i formaggi. Albagiara (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile barocco, cimitero monumentale; patrimonio archeologico (nuraghi di Bingias, di Lea, di San Lussorio riutilizzato nel periodo ` di escursioni al romano); possibilita

bosco di Su Padenti con roverelle, lecci e sughere. Ales (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con il Duomo, il Palazzo vescovile, il Seminario, la casa natale di Gramsci; patrimonio archeologico (officine per la lavorazione dell’ossidiana, il nuraghe di Pard’e Casteddu, le rovine del castello di Barumele). Alghero (Sassari): Azienda Autonoma di Soggiorno in piazza Porta Terra. Alberghi 38 (Villa Las Tronas, Angedras, Carlos V, Continental, Florida, La Playa, El Faro, Calabona, dei Pini, Catalunya, Riviera, Light Blue, Residence Europa, Baia di Conte, Bellavista, Fertilia, Capo Caccia, El Balear, Il Gabbiano, Green Sport Club, Tarragona, Villa Piras, Internazionale, Miramare, Mistral, Oasis, Punta Negra, San Giuan, San Marco, San Francesco, Soleado, IAL Sardegna, Normandie, Pi`, La Margherita, Rina Residence, cale Corte Rosada, Portoconte) con 6378 posti letto distribuiti in 2573 camere. Campeggi 4 (Calik, Camp Nurral, La Mariposa, Torre del Porticciolo) con 3990 posti letto. Agriturismi 21 (Agave, Baida Santos, Correddu, Da Gino, Granja Rosa, Il Mirto, La Valle del Mirto, Lamon, Le Tre Grazie, Li Misterj, Nuraghe Bianco, Saride, Sa Mandra, Una Casa nella Natura Sarda, Zia Maria, Sardu, Piras, Loi, Deligios, Carboni, Cuccureddu) con 170 posti letto. Ristoranti 43 (Al Tuguri, Arduini, Ba` , Calella, Canu, Contini, Daga, De stio Santis, Evergreen, Fadda, Gli Eucalipti, Da Bruno loc. Fertilia, Il Pesce d’Oro, La Conchiglia spiaggia Maria Pia, Luci del Golfo, Mureddu loc. Piscina Salida, Palau Real, Paolino loc. Fertilia, La Lanterna, Alguer Mia, Bella Napoli, Da Ninetto, Da Pietro, Marrosu, La Baia loc. Porto Conte, La

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Turismo in Sardegna Lepanto, La Nuvola loc. Tramariglio, La Palafitta pineta Maria Pia, La Speranza loc. La Speranza, Mazzini, Borgo Antico, Acquario, La Brezza loc. Carboneddu, Corsaro, El Pultal, Il Pavone, Posada del Mar, Sabor Latino, Santa Tecla, Soletta reg. Poglina, The New Dream loc. Maristella, Maristella). Risorse: centro storico con le mura, la cattedrale, la chiesa di San Francesco, la casa Albis e altri bei palazzi del Cinquecento, Seicento e Settecento; patrimonio archeologico (la necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, la necropoli di Cuguttu, il nuraghe e il villaggio nuragico di Palmavera, resti punici, resti romani a Porto Conte); spiagge della ri` di escurviera del Corallo; possibilita sioni a capo Caccia e alla Grotta di Nettuno, allo stagno di Calich col suo pittoresco ponte medioevale; gastronomia, in particolare l’aragosta e i vini pregiati; di grande interesse sono i riti della Settimana santa; porti turistici ad Alghero con 160 posti barca, a Ferti` di praticare lia con 90 posti; possibilita il turismo equestre (Club dell’equitazione, via Tarragona 2). Anela (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Nostra Signora di Mesumundu; patrimonio archeologico (domus de janas e la necropoli di Sos Furrighesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sianu e di Torru, i resti della fortezza altomedioevale di San Giorgio ` di escursioni di Aneletto); possibilita alla voragine di Tuvu de Carru, a punta Masiennara con i suoi boschi, alla foresta di Anela. Allai (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case del secolo XVI e XVII, i murales, la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (menhir, al-

cuni nuraghi tra i quali quelli di Arasedu e di Oriolu, resti di un ponte ro` di escursioni alla mano); possibilita valle del rio Massari. Arborea (Oristano): Alberghi 11 (5 Ala Birdi: Castello, Medar, Ribot, Fortezza, Villini; Le Torri, Il Canneto, Don Bosco, Gallo Bianco, Il Pavone, La Pineta), con 1186 posti letto distribuiti in 464 camere. Campeggi 1 (S’Ena Arrubia) con 780 posti letto. Agriturismi 1 (Le Mimose) con 10 posti letto. Ristoranti 7 (Cau strada 26, Il Pavone strada 14, La Pineta strada provinciale 49, Peterle strada 14 ovest, Da Pietro, La Frisona strada 6, L’Olimpo). Risorse: centro storico con la chiesa e gli edifici del centro direzionale in stile razionalista; spiagge di Ala Birdi, Marina di Arbo` di escursioni agli Starea; possibilita gni di Corru de S’Ittiri e di Sant’Andrea; gastronomia, in particolare produzione di vini, formaggi e latticini; ` di turismo equestre (Cirpossibilita colo Ippico, Hotel Ala Birdi).

Turismo in Sardegna – Cappella sul monte Arcuentu.

Arbus (Medio Campidano): Pro Loco in via Repubblica 132. Alberghi 6 (Le Dune, Sabbie d’oro, La Quercia Verde, Meridiana, Costa Verde, Hotel La Ca-

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Turismo in Sardegna letta) con 639 posti letto distribuiti in 215 camere. Campeggi: 2 (Costa Verde, Scipadroxiu) con 160 posti letto. Agriturismi 5 (La Quercia, Sa Perda Marcada, Rocce Bianche, L’Aquila, L’Oasi del Cervo) con 28 posti letto. Ristoranti 11 (Floris loc. Sa Lolla, Da Lello, Marina di Arbus, Torre dei Corsari loc. Flumentosu, Aste loc. Portu Maga, Muntoni & Piccardi, Pusceddu loc. Funtanazza, Titano Resto Service loc. Portu Maga, Il Corsaro Nero loc. Portu Maga, Soffio di Vento loc. Genna Frongia, Traversari loc. Grutta de Frumini). Risorse: patrimonio archeologico (i nuraghi e i relativi villaggi di Bidda Erdi, Bidda Zei e Bidda Sciatta, i resti del castello di Arcuentu); spiagge con ` suggestive (Costa Verde); poslocalita ` di escursioni nelle montagne sibilita circostanti, in particolare ad Arcuentu; archeologia industriale (Ingurtosu). Ardara (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cappai). Risorse: centro storico con la basilica romanica di Nostra Signora del Regno con il grande polittico, i resti del castello residenza dei giudici di Torres; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi e ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare produzione di formaggi. Ardauli (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-catalano; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas tra cui quelle di Scala Murada e di Moruddu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Irau e di Sirighinzu, Tombe di giganti, villaggi ` di escursioni al nuragici); possibilita lago Omodeo.; gastronomia, in particolare produzione di olio d’oliva.

Arixi (Cagliari): non possiede esercizi ` una possibilita ` alberghieri, offre pero di ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi). Aritzo (Nuoro): Alberghi 4 (Sa Muvara, Castello, La Capannina, Moderno) con 286 posti letto distribuiti in 123 camere. Ristoranti 1 (S’Iscriscione). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la prigione spagnola, il castello Arangino; patrimonio archeologico (le domus de janas di Furros, la Tomba di giganti di Su Cuador` di escursioni lungo la giu); possibilita valle del rio Perdesi e alle falde del ` di visitare la Gennargentu; possibilita grotta di Su Canali; gastronomia, in particolare produzione di castagne, noci e nocciole. Armungia (Cagliari): nessun esercizio ` la alberghiero, il villaggio offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, la casa natale di Emilio Lussu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Palla, di ` di escursioni Coilide Bois); possibilita lungo la valle del Flumendosa; gastronomia, in particolare ravioli (culungionis cun patata e casu), pane (pistoccu), dolci (caschettas, pani ’e saba, piricchittus). Arzachena (Olbia-Tempio): Azienda Autonoma di Soggiorno in piazza Risorgimento. Alberghi 63 (Albatros, Casa Mia, Delfino, Citti, Airone, Club, Cormorano, Smeraldo Beach, Grande Relais, Dei Nuraghi, Grazia Deledda, La Bisaccia, La Rocca, Li Graniti, Mon Repos, Porto Piccolo, Pulicinu, Punta Est, Residence Park Hotel, Tre Botti, Delle Vigne, La Jacia, Olimpia, Ringo, Tre Monti, Villa Gemella, Villaggio Forte Cappellini, Cala di Falco, Sporting, Stelle Marine, Villa del Golfo, Club Hotel Li Capanni, Hotel Del Porto, Laconia, Micalosu, Riva Az-

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Turismo in Sardegna zurra, Cala di Volpe, Pitrizza, Romaz` Poltu Quatu, Yacht zino, Cervo, Melia Club, Balocco, Colonna Park Hotel, Gli Oleandri, Golf Hotel, Grand Hotel, I Fenicotteri, Petra Bianca, I Ginepri, Le Ginestre, Le Magnolie, Le Palme, Luci di la Muntagna, Nibaru, Il Ruscello, Capriccioli, Piccolo Golf, Piccolo Pevero, Residenza Capriccioli, Selis, Valdiola, Pinocchio, Villa Sopravento) con 7500 posti letto distribuiti in 3197 camere. Campeggi 2 (Golfo di Arzachena, Insuledda) con 3400 posti letto. Agriturismi 8 (Agri Holidays, Barrastoni, Ca’ la Somara, Cudacciolu, La Punga, Lu Branu, Rena, Lu Pastruccioleddu bed & breakfast) con 78 posti letto. Ristoranti 54 (Azzurra, Casalloni, Inzaina & Ranedda, Quattro Mori, Grazia Deledda, Zoroddu, MaGiCa, APC loc. Cannigione, La Zattera loc. Cannigione, Aym loc. Porto Cervo, Il Pulcino loc. Porto Cervo, Il Peperone loc. Porto Cervo, Il Pescatore loc. Porto Cervo, La Gazzella loc. Pevero, Clipper loc. Porto Cervo, La Briciola loc. Porto Cervo, Cervo Grill loc. Porto Cervo, Pedrinelli loc. Porto Cervo, El Peyote loc. Porto Cervo, La Petronilla loc. Porto Cervo, Budroni loc. Baja Sardinia, Cavallino Bianco loc. Baja Sardinia, Il Gheriglio loc. Baja Sardinia, L’Ap` loc. prodo loc. Baja Sardinia, L’Oblo Baja Sardinia, Ristor loc. Porto Cervo, Pevero Golf Club loc. Pevero, Piccolo Ciuchedda loc. Liscia di Vacca, Baia Blu loc. Baja Sardinia, Ragnedda loc. Baja Sardinia, Il Ginepro loc. Cannigioni, Il Boschetto loc. Cascioni, La Mola loc. Pevero, La Vecchia Costa loc. La Punga, L’Oasi loc. Riolta, Lu Pisantinu loc. Liscia di Vacca, Lu Stazzu loc. Porto Cervo, Mura loc. Porto Cervo, Pes loc. Cascioni Mirialveda, Porru loc. Cala di Volpe, Riccio loc. Laconia, Pinocchio loc. Cascioni, Spinnaker loc. Porto Cervo, Salaris loc. Baja Sardinia,

Sangaino loc. Porto Cervo, Scarabeo loc. Isuledda, Selis loc. Cascioni, Sottovento loc. Porto Cervo, Tatoo Restaurant loc. Porto Cervo, TCS 2000 loc. Cannigione, Tiana loc. Tiana). Risorse: centro storico con il nucleo abitativo antico e la parte moderna sviluppata dopo l’affermazione della Costa Smeralda; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, necropoli di Li Muri, con tombe a circolo espressione della cultura di Arzachena, le Tombe di giganti di Coddhu ’Ecchju e ` interessanti dell’iLi Solghi, tra le piu ` balneari di sola); spiagge e localita Baja Sardinia, Cannigione, Porto Cervo con strutture turistiche tra le mi` di gliori del Mediterraneo; possibilita escursioni alle numerose spiagge, calette, scogliere e promontori della costa; porti turistici a Cannigione con 220 posti barca, a Cala Bitta (Baia Sardinia) con 180 posti barca, a Marina dell’Orso loc. Poltu Quatu con 450 posti barca, a Marina di Porto Cervo con 700 ` di praticare il posti barca; possibilita turismo equestre (Centro Ippico Arzachena, viale Costa Smeralda). Arzana (Ogliastra): Alberghi 2 (Albergo Ristorante D, Murru) con 94 posti letto distribuiti in 47 camere. Ristoranti 1 (Nieddu). Risorse: centro storico che conserva la tipica casa barbaricina in ` piani; patrimonio archeopietra a piu logico (le domus de janas di Conca Murtas, il villaggio nuragico di Ruinas, la Tomba di giganti di Fossa de Su Gigante, i resti delle terme romane di Is ` di escursione a Bangius); possibilita punta La Marmora, al bosco di tassi di Tedderieddu; gastronomia, in particolare formaggi, miele e olio d’oliva. Assemini (Cagliari): Alberghi 3 (Argentina, Il Grillo, Il Teatrino) con 276 posti letto distribuiti in 142 camere. Agriturismi 1 (Riu Sa Murta). Ristoranti 12 (Il Bivio, Vittoria, Picciau, Su Forru, Su

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Turismo in Sardegna Zaffaranu km 10 S.S. 130, Mallocci, Margine Rosso, Murgia, New Butterfly, Butterfly, Russo, Sa Lolla Manna loc. Cuccuru Mereu). Risorse: centro storico con la chiesa bizantina di San Giovanni Battista, la parrocchiale del secolo XV in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (resti punici, resti di una villa romana a Ischionis); ` di escursioni alla zona possibilita umida dello stagno di Santa Gilla e la valle di Gutturu Mannu per il turismo montano; vi si possono inoltre visitare le botteghe dei celebri maestri ceramisti; gastronomia, in particolare sa panada. Assolo (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con antiche case in pietra, la parrocchiale in stile barocco; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ungrone e di Planu Narbonis, resti ro` di escurmani di terme); possibilita sioni ai boschi che circondano l’abitato. Asuni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nuraxi, Casteddu e S’Arcu, le rovine del castello di Medusa); vi si pratica la pesca della trota lungo i torrenti. Atzara (Nuoro): Agriturismi 1 (Su Zeminariu) con 13 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico, alcune case goticheggianti; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Fenugu e di Abbagadda, le domus de janas di Corongiu Senes); la Pinacoteca d’Arte moderna e contemporanea, che ricorda il gruppo di pittori spagnoli che vissero e lavorarono ad Atzara all’inizio del ` di escursione Novecento; possibilita

all’area naturalistica di Serra Sa Costa; gastronomia, produzione di vini e di formaggi. Austis (Nuoro): Alberghi 1 (Frores de Monte) con 28 posti letto distribuiti in 14 camere. Agriturismi 4 (Carale, Da Valore, La Quercia, Zedda e Pisano) con 86 posti letto. Risorse: patrimonio archeologico (un dolmen, i villaggi nu` romana); possibilita ` ragici, resti di eta di escursione all’area del roccione di Sa Crabarissa. Badesi (Olbia-Tempio): Alberghi 7 (Delphina, Ilenia, La Duna Sarda, Panorama, Marina, Marina di Chirigoni, Spezzigu) con 730 posti letto distribuiti in 202 camere. Campeggi 1 (Li Parisi) con 640 posti letto. Ristoranti 1 (Li Scalitti). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XX e le belle residenze balneari sorte negli ultimi decenni; patrimonio archeologico (i resti di alcuni nuraghi, resti romani); spiagge con sabbia finissima e dune; ` di escursioni all’Isola possibilita Rossa, al Monte di Campo. Ballao (Cagliari): nessun esercizio al` offre possiberghiero, il villaggio pero ` di ristorazione. Risorse: centro bilita storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (il pozzo sacro di Funtana Coperta, alcuni nuraghi tra cui quelli di Siliquas, Trafori e ` zona di S’Arcu ’e Santu Damianu); e ` di escurcaccia e di funghi; possibilita sioni naturalistiche e di pratica dello sport della canoa lungo il corso dei fiumi. Banari (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni palazzi dei secoli XVII e XVIII e le chiese romaniche di San Michele e di Santa Maria di Cea; patrimonio archeologico (necropoli di domus de janas, alcuni nuraghi tra cui Mannu e Sa Tanchitta).

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Turismo in Sardegna Baradili (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchia del secolo XV; patrimonio archeologico (nuraghe, Tombe di giganti, villaggi nuragici); gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, pasta (is crugurgionis), il ‘‘porcetto’’ arrostito con uno spiedo di legno di mandorlo. Baratili San Pietro (Oristano): Agriturismi 3 (Agricampeggio Muras, Da Annuccia, Su Fassoni) con 25 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, antiche case riccamente decorate dai picaparderis; patrimonio archeologico (resti punici); lo stagno di Mare Foghe, la peschiera ` di escurdi Pischeredda; possibilita sioni all’oasi naturalistica di Seu; gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, bottarga, merca; durante ` di veder il Carnevale si ha la possibilita danzare sa zappitta. Baressa (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-catalano che custodisce una statua del Cinquecento; patrimonio archeologico (nuraghi de Is Molas e di Codinas, resti punici, resti romani, rovine del villaggio ` di medioevale di Atzeni); possibilita escursioni alla chiesa campestre di Santa Rosalia; gastronomia, in particolare produzione di mandorle. Bari Sardo (Ogliastra): Alberghi 12 (Il Cantuccio, Mirella, Nuraghe Kortiakas, Il Fico, La Torre, Azzurra, Baia Azzurra, Hotel Domus de Janas, Meloni, Mulas, Cort’e Accas, Usai) con 367 posti letto distribuiti in 186 camere. Campeggi 3 (Ultima Spiaggia, Domus de Janas, La Pineta) con 1554 posti letto. Ristoranti 4 (Loi loc. Torre di Barı`, Meloni loc. Corte Ocos, Orchidea Blu, Principe d’Ogliastra). Risorse: centro

storico, conserva numerose case tradizionali in pietra, la parrocchiale del secolo XVIII con un dipinto del Mainas del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas tra cui quelle di Su Pranu e di Bruncu Stampu, alcuni nuraghi e villaggi nuragici, le Tombe di giganti di Canali e di Ulı`); spiagge (Marina di Barı`, Tramalitza); gastronomia, produzione di vini, le anguille. Barrali (Cagliari): nessun esercizio al` offre possiberghiero; il villaggio pero ` di ristorazione. Risorse: patribilita monio archeologico (ruderi prenura` di gici a Su Mausoleu); possibilita escursioni (Monte Uda); gastronomia e produzione di vini (Nuragus e Monica). Barumini (Medio Campidano): Alberghi 1 (Sa Lolla). Agriturismi 1 (Su Boschetu) con 14 posti letto distribuiti in 7 camere. Ristoranti 4 (Pintori, Cavallino della Giara, Su Nuraxi provinciale per Tuili, Sa Lolla). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che custodisce un’ancona del secolo XVI, casa Zapata del secolo XVII; patrimonio archeologico (nuraghe e villaggio nuragico di Su Nuraxi, il nuraghe trovato sotto casa Zapata, tombe puniche tra cui quelle di Bau Marcusa, ` ); muresti romani in diverse localita ` di escurseo archeologico; possibilita sioni alla Giara di Gesturi. Bauladu (Oristano): Alberghi 1 (Su Pausu) con 12 posti letto. Agriturismi 4 (Atza, Deriu, Marongiu, Matzuzi) con 30 posti letto. Ristoranti 1 (Laconi 108 km S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (complesso nuragico di Cabria, il tempio a pozzo e il nuraghe di Zinnuri, Tombe di giganti); gastronomia, in particolare produzione di formaggi e carne di pecora per gustare la quale a giugno si svolge una sagra. Baunei (Ogliastra): Alberghi 5 (Mediterraneo, Santa Maria di Erittu, Ghi-

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Turismo in Sardegna roni, Agugliastra, Stella di Mare) con 102 posti letto distribuiti in 58 camere. Ristoranti 1 (La Fontana loc. Santa Maria Navarrese). Risorse: centro storico con il dipinto di Andrea Lusso nella parrocchiale del Settecento; patrimonio archeologico (le domus de janas di Coa de Stampu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Genna de Lioni e Cugumacei, Tombe di giganti tra cui quelle di S’Ollovi e di Su Scusorgiu); spiagge di ` di Santa Maria Navarrese; possibilita escursioni a Cala Sisine e a Cala Luna; porto turistico a Santa Maria Navar` di rese con 300 posti barca; possibilita turismo equestre a Santa Maria Navarrese (Agriturismi dell’Ogliastra). Belvı` (Nuoro): Alberghi 1 (Edera) con 24 posti letto distribuiti in 12 camere. Risorse: patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di ` di Tomitzo e di Nadelis); possibilita escursioni lungo le vallate del Gennargentu ricche di fauna e di flora tipiche; gastronomia, noci, nocciole e rinomati torroni. Benetutti (Sassari): Alberghi 2 (Aurora Terme, S’Astore) con 136 posti letto distribuiti in 76 camere. Ristoranti 1 (Il Giardino). Risorse: centro storico con la parrocchiale che conserva il Retablo dell’Invenzione della Croce; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Molimentos e di Mandra ’e Grosso, numerosi nuraghi tra cui quello di S’Aspru con una Tomba di giganti, resti di terme, ville romane e alcune tombe); lo stabilimento delle terme Aurora. Berchidda (Olbia-Tempio): Alberghi 2 (Nuovo Limbara, Sos Chelvos) con 50 posti letto distribuiti in 32 camere. Agriturismi 1 (La Quercia Verde) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (i dolmen di Albiazos, le domus de janas, alcuni nuraghi

tra cui quelli di Castru e di Monte Acuto, i ruderi del castello di Monta` di escursioni al lago cuto); possibilita del Coghinas, alle foreste circostanti; gastronomia, in particolare il vino Vermentino (esiste una cantina sociale intitolata a questo vino, con annesso museo enologico), il miele di corbezzolo, la tipica seada; di particolare interesse la rassegna internazionale ‘‘Time in jazz’’ che si svolge ad agosto. Bessude (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanico-gotica di San Leonardo, la chiesa di San Martino con la tomba del poeta Francesco Carboni; patrimonio archeologico (domus de janas tra cui la necropoli di Eas de Cannula con la Tomba a pilastri, alcuni nuraghi tra cui quelli di Cojuala e di Barzachiarzu, Tombe di giganti); possibi` di escursioni al monte Pelao. lita Bidonı` (Oristano): nessun esercizio al` di ` la possibilita berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con cappella romanica del cimitero; patrimonio archeologico (resti romani con rovine di un tempio dedicato a Giove); ` di escursioni al lago Omopossibilita deo e alla chiesa romanica di Santa Maria di Ossolo. Birori (Nuoro): nessun esercizio alber` possibilita ` di ristoro. ghiero, offre pero Risorse: patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Perd’e S’Altare, alcuni nuraghi tra cui quelli di Nieddu, Arbu ` di escure Santu Giorni); possibilita sioni sull’altipiano di Campeda, alla grotta di Lassia. Bitti (Nuoro): Alberghi 2 (Calvisi, Su Lithu) con 87 posti letto. Agriturismi 2 (Ertila, Ramanzesu) con 8 posti letto. Ristoranti 3 (Sa Pineta, Su Lithu loc. Sa Pineta, Il Pomodoro). Risorse: nel centro storico le tipiche case barbaricine in pietra; patrimonio archeolo-

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Turismo in Sardegna gico (le domus de janas di Concas de Jana, numerosi nuraghi tra cui quelli di Intelai, Siddu, Orvai, numerose Tombe di giganti tra cui quelle di Ortiddai, di Birioli, il pozzo sacro di Romanzesu, i villaggi di Domestica e di Dure, i resti romani di Luvunneri); museo della vita contadina e pastorale; possi` di escursione all’area di Littos, bilita ` di alla cascata S’Illorai; possibilita percorrere gli antichi sentieri dei carbonai. Bolotana (Nuoro): Alberghi 2 (Bidderosa, Su Bardosu) con 37 posti letto distribuiti in 31 camere. Ristoranti 2 (Dedola loc. Barrosu, Badde Rosa loc. Badde Rosa). Risorse: centro storico con la parrocchia del secolo XIX e alcuni palazzotti dell’Ottocento; la chiesa di San Bachisio del secolo XV; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Muros e di Sos Furreddos, alcuni nuraghi tra cui quello di Tittiola, Tombe di giganti tra cui quelle di Micadorgiu e di Sedda, alcuni villaggi nuragici tra cui quelli di Bingia de Cresia e Bardosu); possibi` di escursioni a Badde Salighes, lita villa Piercy; escursioni lungo le rive ` del Tirso e pesca fluviale; possibilita ` di turismo equestre presso la Societa ippica bolotanese. Bonarcado (Oristano): Alberghi 3 (Centro Salute ‘‘Su Lare’’, Sa Mola Albergo e Residence) con 88 posti letto distribuiti in 33 camere. Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria del secolo XII, la chiesa bizantina della Madonna di Bonacattu; patrimonio archeologico (betili in regione Perdu Pes, alcuni nuraghi tra cui quello di Ziligherto sull’altipiano verso Paulila` di tino, Tombe di giganti); possibilita escursioni al bosco di Cadennaghe, alla vallata di Pabarile ricca di ginestre e di lecci, alla cascata di Sos Molinos.

Bonnanaro (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le tradizionali case a palattu; patrimonio archeologico (l’ipogeo di Corona Moltana inquadrabile nella cultura di Bonnanaro, i resti di alcuni nuraghi tra cui quelli di Taeddas e di Penternu, Tombe di giganti, i resti del castello e ` della chiesetta di Capula); possibilita di escursioni al lago di Bidighinzu, alla fonte minerale di Sassu; gastronomia, in particolare produzione di ciliegie per le quali si tiene una sagra pri` di praticare il tumaverile; possibilita rismo equestre (via Tola 1). Bono (Sassari): Alberghi 1 (Monterasu) con 18 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Hotel Monterasu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce preziose argenterie, la chiesa di San Raimondo legata alla rivolta popolare antifeudale, il territorio del Campo delle 5 chiese dove sorgeva il villaggio medioevale di Lorthia; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Badde Cherchi e di Tanca ` di escursioni alla foNoa); possibilita resta di tassi di Sos Nibaros, al monte Rasu con la fattoria Giannasi e l’antico monastero francescano. Bonorva (Sassari): Agriturismi 1 (Coronas). Ristoranti 1 (Senes). Risorse: centro storico con alcune costruzioni a palattu e con la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (il recinto megalitico di Funtana Sansa, le domus de janas di Riu Mulinu, la necropoli di Sant’Andrea Priu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Pazza, Sa Sea, Monte Saba, la fonte sacra di Lumarzu presso Rebeccu attigua ai ruderi della chiesa romanica di San Lorenzo, resti della strada consolare di ` di escursioni a Barraghe); possibilita Campeda, alla piana di Santa Lucia

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Turismo in Sardegna con i resti della chiesa romanica e delle sue catacombe del secolo VI e la fonte di acqua minerale. Boroneddu (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patrimonio lita archeologico (le domus de janas di San Michele, numerosi nuraghi tra cui quelli di Spinosu, Su Montiju); possibi` di escursioni alla chiesa campestre lita di San Salvatore; gastronomia, in particolare produzione di asparagi, di finocchi selvatici e di fichi d’India per i quali a marzo e a settembre si svolgono sagre. Borore (Nuoro): Alberghi 1 (Ulmos) con 12 posti letto distribuiti in 6 camere di cui 4 con bagno. Ristoranti 1 (Zoncheddu). Risorse: centro storico con la chiesa di San Lussorio in stile neoclassico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Imbertighe e di Bighinzone); escursione ai dolmen di Perda Longa e Perda ’e S’Altare. Bortigali (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX e le case tradizionali perfettamente conservate; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Orolo e di ` di escursione alla Meuddu); possibilita cima Santo Padre; il complesso religioso di Santa Maria di Sauccu; possi` di praticare il turismo equestre bilita presso l’Associazione bortigalese, con sede al Municipio. Bortigiadas (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Golden Gate) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Agriturismi 2 (Alghidda, La Valle del Verde) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con le caratteristiche costruzioni in granito; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, alcuni nuraghi tra cui quelli di Russugliu, Brancacciu, Nuracheddu e

` di escurdi Lu Nuracu); possibilita sioni ai monti Tumburu e Salici, alla fonte di Giovanni Muraglia; gastronomia, in particolare formaggi di squisita fattura. Borutta (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: la cattedrale di ` San Pietro di Sorres del secolo XI gia sede di diocesi, un’abbazia benedettina e un centro di accoglienza oggi ristrutturati; patrimonio archeologico (la grotta di Ulari, sito riconducibile alla cultura di Ozieri, alcuni nuraghi tra cui quello di Tanca Noa, tombe del ` di San Piesecolo VI d.C. in prossimita ` di escursioni al monte tro); possibilita Pelao e alle sue foreste, al rio Bidighinzu.

Turismo in Sardegna – Stazione del ‘‘trenino verde’’ a Bosa.

Bosa (Oristano): Alberghi 12 (Perry Clam, Fiori, Sa Pischedda, Al Gabbiano, Turas, Bassu, Miramare, Pirino, Mannu, Club Malaspina, Costa Corallo, Sa Luminera) con 382 posti letto distribuiti in 199 camere. Campeggi 1 (Turas) con 200 posti letto. Ristoranti 8 (Arru, Oliva, Chelo loc. Bosa Marina, Nieddu, Cossu, La Margherita, Borgo Sant’Ignazio, Gambero Rosso). Risorse: centro storico col Duomo, il complesso del Corso, il castello di Serravalle; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Furru); la basilica di

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Turismo in Sardegna San Pietro in Calmedia, romanica; spiagge (Bosa Marina, la costa di capo Cacciaiu); porto turistico a Bosa Marina con 100 posti barca; gastronomia, ` possibile in particolare la Malvasia; e osservare le donne intente a ricamare ` di praticare il turiil filet; possibilita smo equestre (Associazione ippica Planargia, corso Vittorio Emanuele). Bottidda (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Mastru Porcu, Tanca Noa e Pala ’e Ruches, una ` di escurTomba di giganti); possibilita sioni a punta Manna con le sue foreste; gastronomia, in particolare i tipici formaggi. ` (Olbia-Tempio): Alberghi 1 Budduso (La Madonnina) con 50 posti letto distribuiti in 23 camere. Agriturismi 1 (Santa Reparata) con 18 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa di San Quirico del secolo XV e numerosi palazzotti ottocenteschi di una qualche eleganza, la parrocchiale con tele del Ruffino, alcune belle sculture in granito disposte lungo le strade principali; patrimonio archeologico (menhir e dolmen nell’area di Loelle, molte domus de janas, numerosi nuraghi, Tombe di giganti, villaggi nuragici, i re` di sti di una statio romana); possibilita escursioni alla Fonte della Salute, alle punte di Ziu Caralu e Ololviga con i loro panorami sul Goceano; gastronomia, in particolare vini e formaggi; vi si possono ammirare anche i maestri intagliatori del legno e le officine di lavo` che a luglio razione del granito, attivita trovano lo sbocco nel Festival internazionale della lavorazione del legno e del granito. Budoni (Olbia-Tempio): Alberghi 18 (Motel Isabella, Solemar, Da Giovanni

Giudia, Li Cugutti, Villaggio Agrustos, Villaggio Malamurı`, La Conchiglia, Residence Mattu ’e Peru, La Pineta, Villaggio Porto Ainu, Pedra Niedda, Eleonora, Blu Hotel, Cala Fiorita, Cala Blu, Hotel Eurovillage, Gennargentu, Sciabecco Residence) con 1931 posti letto distribuiti in 838 camere. Campeggi 4 (Sa Marina, Pedra ’e Cupa, Malamurı`, Thaiti) con 3870 posti letto. Agriturismi 3 (Lu Stillicioni, Muru Idda, Su Cuile) con 36 posti letto. Ristoranti 23 (Cocciu loc. Agrustos, Concu loc. Tanaunella, Eleonora loc. Tanaunella, Fiori Porto Ainu, Miscera, Sa Bertula loc. Tanaunella, La Risacca loc. Porto Ottiolu, La Rosa dei Venti loc. Porto Ottiolu, La Tavernetta loc. Marina di Budoni, Il Portico, L’Anfora loc. Malamurı`, La Perla loc. Limpiddu, Lu Nibaru loc. Marina di Budoni, Clipper, Il Giardinetto, La Volpe, Sa Brasia loc. Ottiolu, Baja del Sol loc. Tanaunella, San Paolo loc. Ta`, naunella, Sos Nuraghes loc. Birgalavo Stella Marina, Su Gustu, La Maggiorana loc. Agrustos). Risorse: gli insediamenti residenziali minori lungo le ` di conoscere gli spiagge; possibilita stazzi; patrimonio archeologico (nuraghi). Buggerru (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Sardus Pater loc. Portixeddu). Campeggi 1 con 20 posti letto. Agriturismi 1 (Su Ladiri Marru) con 8 posti ` loc. San letto. Ristoranti 7 (San Nicolo ` , Da Natalino, La Privilegiata, Nicolo La Terrazza sul Mare loc. Portixeddu, L’Ancora loc. Portixeddu, Bora Bora loc. Portixeddu, Il Basilico loc. Portixeddu). Risorse: spiagge (Cala Domestica, Portixeddu); la zona di Gutturupala ricca di boschi con roccioni alti fino a 350 m. Bultei (Sassari): Alberghi 1 (Terme di San Saturnino) con 25 posti letto distribuiti in 15 camere. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo

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Turismo in Sardegna XVII e alcune tipiche costruzioni a palattu; patrimonio archeologico (i dol´e couverte, men di cui uno del tipo alle numerosi nuraghi tra cui quelli di Nur` , Tombe di giganti, chidda e di Boniro resti di terme romane presso la chiesa romanica di San Saturnino); possibi` di escursioni alla punta della Malita siennera, al parco di Sa Fraigada. Bulzi (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale, la chiesa romanica di San Pietro di Simbranos; patrimonio archeologico (alcuni dolmen, un villaggio megalitico del periodo prenuragico, numerosi nuraghi tra cui quelli di Bonosa, Sarula, Bacca de Arados, ` San PieTombe di giganti in localita tro); spiagge che si affacciano al golfo dell’Asinara raggiungibili con escur` possibile ammirare gli artisioni; e giani che fabbricano i cesti. Burcei (Cagliari): Alberghi 2 (Sant’Angelo, Riserva di caccia loc. Monte Accuzzu). Ristoranti 2 (La Montanara, Riserva di Caccia). Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico su progetto del Cima; patrimonio archeologico (il nuraghe di Su Nuraxi, archeologia mineraria nelle vec` di chie miniere d’argento); possibilita escursioni alle vecchie miniere d’argento. Burgos (Sassari): Agriturismi 3 (Cunzadu Mannu, Foresta Burgos, Solinas) con 12 posti letto. Risorse: centro storico dominato dal castello del Goceano, la chiesa parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Sa Toa e di Su Trailei); possi` di escursioni ai boschi di Foresta bilita Burgos; gastronomia, in particolare produzione di formaggi. Busachi (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero

di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, i resti del collegio gesuitico; patrimonio archeologico (domus de janas di Campu Majore, di Montigu e di Grugos, nuraghe di Santa Marra polilobato e riutilizzato in periodo punico e ro` di escursioni al lago mano); possibilita Omodeo e alla chiesa e al villaggio di Santa Susanna; gastronomia, in particolare su succu, per il quale a giugno si svolge una sagra. Cabras (Oristano): Alberghi 5 (El Sombrero, Summertime, Villa Canu, Sinis Vacanze, Sa Pedrera) con 104 posti letto distribuiti in 65 camere. Campeggi 1 (Arutas) con 660 posti letto. Agriturismi 21 (Bonesu, Cera, Ferrari, Manca, Marongiu, Mureddu, Nardi, Piras, Vargiu, Sanna, Scintu, Simbula, Turnu, Tanca Is Murtas, Da Domenico, Da Nino e Anna Maria, Pala Noeddas, Paui, Perda Cruxi, Sa Roia Travessa) con 184 posti letto. Ristoranti 12 (Il Caminetto, El Sombrero, Pinna, Sa Punta, S’Aligusta loc. San Giovanni di Sinis, Turroi loc. San Giovanni, Flore, Focus, Il Veliero, La Lanterna, Le Dune loc. San Giovanni, L’Oliveto). Risorse: centro storico ` diri, il con le caratteristiche case in la Museo archeologico; patrimonio archeologico (villaggi neolitici di Cuccuru is Arrius e di Conca Aillonis, nuraghe e villaggio nuragico di Muru Mannu, resti ` di Tharros, santuario punici: la citta ipogeico di San Salvatore); spiagge nella marina di Cabras, l’isola di Mal di ` di escursioni allo staVentre; possibilita gno di Cabras, alla chiesa di San Giovanni di Sinis; gastronomia, in particolare produzione di vini pregiati (Nieddera e Vernaccia), di bottarga, di merca; ` possibile ammirare la a settembre e suggestiva corsa degli scalzi.

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Turismo in Sardegna

Turismo in Sardegna – Bar lungo la spiaggia del Poetto.

Cagliari: Ente provinciale per il Turismo in piazza Deffenu 9. Alberghi 16 (Caesar’s, Mediterraneo, Panorama, Regina Margherita, Sardegna, Calamosca, I Hotel,Italia, Jolly, Ulivi e Palme. A&R Bundes Jack, La Terrazza, Quattro Mori, Aurora, La Perla, Miramare, Palmas) con 2441 posti letto di` offre anche stribuiti in 1163. La citta numerosi bed and breakfast. Ristoranti 88 (A Carraxiu e Sizzigoru, Antica Hostaria, Al Solito Posto, Anelli, Angius, Apex, Aresu, Al Piccolo, Bassu, Ber` , Buda, Buffalo Ranch, Caddeo, nabo Cannas, Carat, Carta, Casula, Dolmen, Porta Cavana, Samba, Congia loc. Pirri, Cortis loc. Pirri, Crakers, Lo Spiedo Sardo via Palomba 43, Lo Spiedo Sardo loc. Poetto, Giulietta e Romeo, Buongustaio, Balena, Dal Corsaro viale Regina Margherita 28, Dal Corsaro loc. Poetto, Gnarlys Tribe, Grecale, Il Pepe Rosa, Mameli, Manca, Mediterranea, Monni, Nieddu, Il Viale, Incani, Incostante, Italia, Laconi, La Dolce Vita, La Griglia d’Oro, Lai, La Vecchia Maremma, Lobizza, Deidda, Del Monte, El Rancho, Food Service, GEME di Murtinu, Il Gatto, Italia, La Fattoria, La Pineta via della Pineta 108, La Rosetta, Lo Scoglio loc. Sant’Elia; Da Lillicu, Da Salvatore, Ottagono loc. Poetto, Pappa e Citti, Paradiso, Piper, Al Porto, Da Fabio, Da Noi Due, Da Pi-

nuccio, Dulche Mele, Flora, Giardino, Il Molo, I 4 Mori, Piludu & Porcu, Quadrifoglio, Saint Pierre, San Crispino, Sa Forredda loc. Poetto, Santa Rita, Slowfood, Solinas, Spazio Newton, Speedy Gonzales, Gennargentu, La Damigiana, i Tre Archi, La Mola Sarda, Next Door). Porti turistici: Marina Piccola con posti barca 290, Motomar Sarda con 120 posti barca, Marina di Bonaria con 270 posti barca. Turismo equestre (Associazione Provinciale Al` Ippica levatori, via Cadello 48, Societa di Cagliari, Ippodromo del Poetto, So` Iniziative Agrituristiche, via Cacieta stiglione 70, Circolo ippico P. Dettori, campo ostacoli Rossi, Circolo Ippico CEP). Risorse: spiagge (Poetto, Giorgino); bellezze naturalistiche (Santa Gilla, Molentargius); archeologia, monumenti, musei, teatro lirico, anfiteatro, stadi e impianti sportivi che consentono di praticare tutti i tipi di sport, yacht club, porticciolo turistico (Marina Piccola). Calangianus (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Briantinu) con 24 posti letto. Agriturismi 1 (Li Licci) con 11 posti letto. Ristoranti 1 (Atzara). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI ricca di affreschi, di marmi e di due dipinti del Davera e di Andrea Lusso, convento del secolo XVI e la Fontana Nuova; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di La Pilea, Agun); ` di escursioni alla valle del possibilita rio Carana, all’altipiano di Li Conchi; gastronomia, in particolare il rinomato miele amaro. Calasetta (Carbonia-Iglesias): Alberghi 5 (Fyby Hotel, Stella del Sud, Bellavista, Luci del Faro, Cala di Seta) con 281 posti letto distribuiti in 135 stanze. Campeggi 2 (Camping Vacanze, Le Saline) con 602 posti letto. Agriturismi 1 (Tupei). Ristoranti 10 (Bellavista, Il

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Turismo in Sardegna Giunco, L’Anfora, La Torre, Zucca, Il Gabbiano, L’Approdo, Da Pasqualino, La Fornace, Mangiabarche loc. Spiaggia Grande). Risorse: centro storico con impianto settecentesco e la torre costiera del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Burich e Sisineddu); spiagge divenute sicuro richiamo per il turismo estivo; gastronomia, in particolare i vini. Capoterra (Cagliari): Alberghi 3 (Rosa Hotel, Mallei, Tanca Irde) con 56 posti letto distribuiti in 37 stanze. Agriturismi 4 (Francesco Piga, Pierpaolo Piga, Aricantus, Santa Lucia) con 19 posti letto. Ristoranti 8 (Sa Cardiga e Su Schironi bivio strada per Cagliari, Capriccio, Farigu, Farlei, Inconis, Maccioni, Murgia, Pireddu). Risorse: turismo equestre (Centro ippico Sebba). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Domu Antiga e Cuccureddus, i resti romani di Bau Mannu); bellezze naturali nelle montagne circostanti tra cui la chiesa romanica di Santa Barbara, l’antica miniera di San Leone; gastronomia, i ` ccula (=). famosi pillonis de ta Carbonia (Carbonia-Iglesias): Alberghi 4 (Centrale, Sardegna, Tanit loc. Sirai, Aquarius) con 87 posti letto. Ristoranti 20 (Bovo, Gianni, L’Oste Sardo, Olimpo, Sa Forredda, Il Caminetto, La Lanterna, Popys, Sa Panara, Tamarindo Blu, Sotto Torre, Su Medau loc. Flumentepido, Sirai, Tanit loc. Sirai, Vesuvio, Il Ristoro loc. Cortoghiana, Cera, Corona, Roller 2000 loc. Bacu Abis, Sais). Risorse: centro storico, conserva l’impianto urbanistico originario con chiese, strade e abitazioni tipiche dell’architettura di regime, il Museo archeologico ‘‘Villa Sulci’’; patrimonio archeologico (il nuraghe di Sirai, la

`-fortezza fenicio-punica di Monte citta Sirai); archeologia industriale (numerose miniere di carbone). Cardedu (Ogliastra): Alberghi 2 (Genna ` Turistica) con 224 ’e Masoni, Societa posti letto. Agriturismi 3 (Deiana, Murgia, Ligas) con 25 posti letto. Ristoranti 1 (Gangi loc. Buoncammino). Risorse: centro storico; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, nuraghi, Tombe di giganti, villaggi nuragici, resti punici, resti romani); ` di escursioni; gaspiagge; possibilita stronomia, in particolare vino Cannonau e miele. Cargeghe (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria ’e Contra, la parrocchiale del secolo XVIII con un dipinto di Baccio Gorini; patrimonio archeologico (le domus de janas scavate in grotticelle naturali di Peschialzu, le necropoli di Pedras Serradas e di S’Elighe Entosu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Cherchizzos e di ` di escursioni Santa Maria); possibilita nelle campagne circostanti. Carloforte (Carbonia-Iglesias): Pro Loco, corso Repubblica 1. Alberghi 8 (Hieracon Albergo e Residence, Paola, Galman, La Valle, Guardia dei Mari, Mezzaluna, California) con 218 posti letto distribuiti in 148 stanze. Campeggi 1 (La Caletta) con 300 posti letto. Ristoranti 18 (Da Nicolo, Al 1º Maggio loc. Tacca Rossa, Da Enzo, Da Vittorio, Hieracon, Mare, Miramare, Boccone, Giordano, Guardiamori loc. Nassetta, La Cantina, Le Colonne loc. Burzun, Dau Bobba loc. Segni, La Conca loc. Bue Marino, Tonno di Corsa, Galaia, Osteria della tonnara, L’Oasi). Risorse: centro storico con il sistema delle mura, la parrocchiale del secolo XVIII, il complesso degli antichi carruggi; patrimonio archeologico (necropoli ro-

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Turismo in Sardegna mana a Lo Spalmatore); spiagge, scogliere, escursioni lungo le coste; ga` , cucina del tonno; stronomia, il casca tonnare; porto turistico con 160 posti barca. Castelsardo (Sassari): Alberghi 13 (Baga Baga, Nadia, Costadoria Albergo e Residence, Pedra Ladda, Castello, Riviera, La Marina, Pinna, Baja Ostina, Ampurias Albergo e Residence, La Rosa dei Venti) con 1102 posti letto distribuiti in 490 camere. Ristoranti 19 (Aquarius loc. Lu Bagnu, Bianco loc. Lu Bagnu, Sa Ferula, Rocca ’Ia, La Guardiola, Da Ugo loc. Lu Bagnu, Lo Scoglio, Ampurias, Hotel Castello, Vela Blu loc. Lu Bagnu, Le Palme loc. Lu Bagnu, La Multa Bianca, Demontis, La Trattoria, La Ventola, Mistral, Pinna, Pinna loc. Lu Bagnu, il Cavalluccio, Guardiola). Risorse: centro storico con le mura, la cattedrale con i dipinti del Maestro di Castelsardo, il castello dei Doria con il museo, alcuni palazzi dei secoli XVI e XVII; patrimonio archeologico (la domus de janas dell’Elefante, alcuni nuraghi tra cui quelli di Elpighia e di Cala Ostina, la villa romana di Pedras de Fogu, la necropoli di Tibula); spiagge circostanti; lungo le strade si possono osservare le donne intente alla confezione dei cesti e le ricamatrici di merletto; porto turistico a Marina di Frigiano con 400 posti barca. Castiadas (Cagliari): Alberghi 6 (Is Ortixeddus, Santa Giusta Albergo e Dipendenza Agritur, S’Obrescida, Sant’Elmo Beach Hotel, Le Ginestre Residence) con 1278 posti letto distribuiti in 546 camere. Campeggi 5 (Limone Beach, Garden Cala Sinzias, GTre, Le Dune, New Gold Sardinia) con 1972 posti `: Maloccu letto. Agriturismi 14 (localita [2], Masone Partu, L’Annunziata, Olia ` , San Speciosa, Masone Murtas, Sito Pietro [4], Ortedusu, Monte Gruttas)

con 124 posti letto. Ristoranti 10 (Is Ortixeddus, Il Giardino, Il Peperoncino Marino, Le Anfore, Maistu Andria, Tropical, Su Crogallu, Sa Cardaesu Pisci, Da Gianni loc. San Pietro, Il Vascello v i l l a g g i o Re i M a r i n a ) . R i s o r s e : ` di escursioni alle spiagge; possibilita foreste di Buddui e di S’Acqua Callenti; le strutture ottocentesche del ` di prativecchio carcere; possibilita care il turismo equestre (Circolo ippico Cala Sinzias). Cheremule (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (la stazione eneolitica di San Pietro, le domus de janas con pareti incise di Sos Furrighesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Majore e di Monte Code, ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al bosco di Su Tippiri. Chiaramonti (Sassari): Agriturismi 1 (Sas Damas) con 7 posti letto. Ristoranti 1 (GAM). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI e il castello dei Doria in rovina; patrimonio archeologico (le cinte megalitiche di Punta S’Arrocu e di Corrales, i dolmen di Padru Grossu, numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello detto Ruju costruito con trachite rossa, ` di escursioni resti romani); possibilita alle chiese campestri di Santa Giusta e Santa Maria Maddalena entrambe romaniche; gastronomia, in particolare tipici formaggi e pregiate ricotte. Codrongianos (Sassari): Albergo 1 (Funtanarena) con 19 posti letto distribuiti in 8 camere. Ristoranti 1 (Saccargia loc. Saccargia). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII che custodisce dipinti di scuola spagnola, napoletana e toscana; patrimonio archeologico (le domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello di Niedda,

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Turismo in Sardegna Tombe di giganti); la famosa basilica ` di Saccargia romanica di SS. Trinita con un ciclo di affreschi e molte opere d’arte; gastronomia, in particolare vini pregiati e formaggi. Collinas (Medio Campidano): nessun ` esercizio alberghiero, possiede pero ` di ristorazione. Risorse: la possibilita chiesa rurale di Santa Maria di Bagnaria con resti di terme romane; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sueddi e di S’Egua); la grande sagra di San Rocco. Cossoine (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-aragonese e la chiesa bizantina di Santa Maria Iscalas; patrimonio archeologico (le domus de janas di Crastu de Fogu e di Filigosa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Nieddu e di Elighinzos, resti ` di escursioni a romani); possibilita Campu Giavesu; gastronomia, in particolare produzione di formaggi tipici. Cuglieri (Oristano): Alberghi 3 (Desogus, La Baia, La Scogliera) con 87 posti letto distribuiti in 46 camere. Campeggi 1 (Europa) con 1200 posti letto. Agriturismi 2 (Chidonzas, Pittinuri) con 23 posti letto. Ristoranti 3 (Desogus, Kely, La Villa loc. Pedras Longas). Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria della Neve in stile barocco, museo nel convento dei Cappuccini; patrimonio archeologico (i nuraghi di Oragiana e Orakeri, Maggiore, necropoli punico-romana di Fanne Mossa, resti di un ponte romano, area paleocristiana di Cornus e di Columbaris); spiagge di Santa Caterina di Pitti` di nuri e di S’Archittu; possibilita escursioni alla foresta di Pabarile, ai resti di Casteddu ’Ezzu. Curcuris (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (La Vecchia Stazione). Risorse: centro storico con

la chiesa dell’Assunta in stile romanico, Sa Banghixedda, antico banco per la vendita della carne, la casa Pinna Spada che ospita una collezione di oggetti etnografici; patrimonio archeologico (quattro nuraghi tra cui quello di Soru, Tomba di giganti di Santa Maria, resti punici e romani); ` di escursioni alla valle del possibilita rio Mannu. Decimomannu (Cagliari): Alberghi 1 (Rial) con 10 posti letto distribuiti in 7 camere. Ristoranti 1 (Casa Cortina). Ri`sorse: centro storico con le case in la diri e la parrocchiale del secolo XV in stile gotico-aragonese; la chiesa di Santa Greca presso la quale si svolge la grande sagra; patrimonio archeologico (resti dell’acquedotto romano di Cagliari). Decimoputzu (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 5 (Camedda statale 196, Il gufo, Piras, Podda, Tiffany). Risorse: centro storico con le ` diri e i resti di un nuraghe orcase in la mai inglobato nell’abitato; patrimonio archeologico (il nuraghe di Monte Idda, dove fu rinvenuto un importante deposito di bronzetti). Desulo (Nuoro): Alberghi 2 (La Nuova, Lamarmora) con 75 posti letto distribuiti in 37 camere. Agriturismi 1 (Girgini) con 15 posti letto. Ristoranti 1 (Floris). Risorse: centro storico con le tipiche case dai balconi in legno fioriti, la parrocchiale del secolo XV; patrimo´ nio archeologico (i nuraghi di Nuraghe e di Girgini, i villaggi nuragici di Bo` e di Notuedia); possibilita ` di stua escursioni a punta Lamarmora, al taccu di Girgini; gastronomia, in particolare castagne, torroni, le famose salsicce e i prosciutti. Dolianova (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 6 (Is Paulis, Meloni, Murgia loc. San Giorgio, Pittau, Pizza Bruno, Trogu loc. Maida-

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Turismo in Sardegna neddu). Risorse: centro storico con la cattedrale di San Pantaleo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Pranu Ollasteddu e del rio Matta, resti di tombe romane); possibi` di escursioni sui Sette Fratelli; galita stronomia, in particolare dolci, vini pregiati e il rinomato olio d’oliva. Domus de Maria (Cagliari): Pro Loco in via Chiesa; alberghi 5 (Villaggio Baiachia, Su Giudeu Hotel, Le Meridien Chia Laguna, Spartivento loc. Chia, Il Gabbiano loc. Chia) con 1260 posti letto distribuiti in 536 camere. Campeggi 1 (Torre di Chia) con 746 posti letto. Ristoranti 7 (Congiu loc. Sa Colonia Chia, Culurgioni loc. Spartivento Chia, Granella loc. Su Portu Chia, Bar del Sole, Crar’e Luna, Il Chiostro, Mirage). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Riu Perdosu e di Perdu Mulas, ` di Bithia a Chia); i resti della citta spiagge di Chia con le dune, quelle di Malfatano con le torri costiere del se` di escursioni alla colo XVII; possibilita riserva naturalistica di Is Cannoneris con flora e fauna di rilievo (cervo sardo).

Turismo in Sardegna – La spiaggia di Chia.

Domusnovas (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Trattoria Pinna, Perd’e Cerbu loc. grotte San Giovanni). Risorse: centro

storico con pochi avanzi del borgo medioevale, la chiesa parrocchiale del secolo XIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sa Dom’e S’Orcu e di Pardu S’Ieru, la Tomba di giganti di Perdu Cossu); archeologia industriale (le antiche miniere di Barraxiutta, Maciurru, San Giovanni); pos` di escursioni alla Grotta di San sibilita Giovanni, alla foresta demaniale di Marganai Oridda. Domusnovas Canales (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: pala possibilita trimonio archeologico (alcuni nuraghi, una Tomba di giganti, il villaggio nuragico di Sella); i resti di un castello giudicale. Donigala Fenughedu (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la la possibilita chiesa rurale di Santa Petronilla, romanica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi semidiroccati). Donori (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Noce loc. Terra Is Orgius). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (i nuraghi di Sa Dom’e S’Orcu Mannu e di Guntru` di escursioni a punta xia); possibilita Perdu Crobu. Dorgali (Nuoro): Pro Loco in via Lamarmora 189. Alberghi 26 (Palmasera Village Resort, Bue Marino, Cala Luna, La Favorita, La Playa, Miramare, Gabbiano, La Ginestra, L’Oasi, Piccolo Hotel, Costa Dorada, Su Forti, Il Querceto, Monteviore, Sant’Elena, Costa Dorada, Villa Gustui Maris, Il Borgo, I Ginepri, Parco Blu, Smeraldo, Ispingoli, Nettuno, Hotel Pop, La Conchiglia, Hotel S’Adde) con 1914 posti letto distribuiti in 939 camere. Campeggi 1 (Cala Gonone) con 1100 posti letto. Agriturismi 7 (Biriddo, Iloghe, Muristene, Nuraghe Mannu, Osalla,

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Turismo in Sardegna Gorropu, Su Tiresi) con 51 posti letto. Ristoranti 13 (La Plaja loc. Cala Gonone, Il Giardino, Mereu e Ungredda, Da Gennaro loc. Cala Gonone, Il Cormorano loc. Cala Gonone, Il Tritone, Ispinigoli S.S. per Orosei, Il Brigantino, La Terrazza loc. Cala Gonone, San Francisco, Sant’Elene loc. Sant’Elene, Tre Ruote loc. Cala Gonone, Romano loc. Cala Gonone). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (il dolmen di Motorra, le domus de janas di Concas de Fada, numerosi nuraghi tra cui quelli di Purgatorio, Su Casteddu e di Iloghe, la Tomba di giganti di Thomes, il villaggio nuragico di Serra Orrios, i resti romani di San Bartolomeo e di Iloghe, la strada romana in regione ` balneare di Cala GoGalloi); la localita none, da cui si possono fare escursioni alla Grotta del Bue Marino, a Cala Luna, a Cala Mariolu, a Cala Sisine e a ` di fare escurCala Biriola; possibilita sioni sul Supramonte; gastronomia, in particolare formaggi (taedde), vini (Cannonau) e dolci (su pistiddu); porto turistico a Cala Gonone con 120 posti barca. Dualchi (Nuoro): nessun esercizio al` berghiero, offre comunque possibilita di ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Piddi e di Cadderas, villaggi nuragici, ` necropoli fenicio-punica); possibilita di escursioni nelle campagne circostanti ricche di macchia mediterranea. Elini (Ogliastra): nessun esercizio al` berghiero, offre comunque possibilita ` di di un ristoro. Risorse: possibilita escursioni alle foreste di lecci che circondano l’abitato; escursione al Parco del Carmine ricco di boschi e macchia mediterranea; patrimonio archeologico (nuraghe); dipinto di Andrea Lusso nella chiesa parrocchiale.

Elmas (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Il vagabondo, Pani e Casu). Risorse: centro storico ` diri, la parrocchiale con le case in la del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti di edifici romani, ruderi della chiesetta di San Giorgio del se` di escursioni colo XIV); possibilita alla laguna di Santa Gilla; gastrono` rmia, in particolare dolci (gueffus, pa dulas). Erula (Sassari): Agriturismi 1 (Panu) con 18 posti letto. Risorse: centro storico con costruzioni a palattu; patrimonio archeologico (le domus de janas di Bulgunis e di Su Bullone, numerosi nuraghi tra cui quelli di Erula, Soggiu e ` di escursioni Nuragheddu); possibilita alla chiesa campestre romanica di Santa Vittoria di Gavazzana, al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare formaggi. Escalaplano (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la pos` di un ristoro. Risorse: centro sibilita storico con parrocchiale in stile rinascimentale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Sa Fossada prossime all’omonimo nuraghe, alcuni altri nuraghi tra cui quelli di Perdaussei e Libiriu, ruderi romani di Sa Rauta); ` di escursioni al lago del possibilita Flumendosa. Escolca (Cagliari): nessun esercizio al` di un riberghiero, offre la possibilita storo. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI in stile tardogotico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ruinale Cortis e di Ruinale Cuccuru, resti di ` romana); possibilita ` di escursioni eta alla Giara di Serri col parco archeologico di Santa Vittoria, e al villaggio abbandonato di San Simone. Esporlatu (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico

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Turismo in Sardegna con costruzioni a palattu e la chiesa parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Tione, Fuschiosa, Orrios, Tombe di gi` di escursioni al rio ganti); possibilita Mulinu, alla foresta di Runcumulu, al monte Rasu, al parco naturale de Sa Figu Niedda; gastronomia, in particolare produzione di latticini. Esterzili (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la possibi` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con le case in pietra tipiche della montagna; patrimonio archeologico (tempio a megaron di Orgia Rajosa di Cuccureddu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santa Vittoria e di Conca Zo` di escursioni al lago peria); possibilita del Flumendosa, al monte Santa Vittoria dove fu trovata la Tavola di Esterzili. Escovedu (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Nurara). Figu (Oristano): nessun esercizio al` offrire un ristoro. berghiero, ma puo Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Silibena e di Terr’e Monti). Florinas (Sassari): nessun esercizio al` pero ` offrire un ristoro. berghiero, puo Ristoranti 1 (La Canonica). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la chiesa di San Francesco in stile gotico; patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quelli di Corvos e di Oppia, Tombe di giganti di Campu Lontanu, resti di edifici romani). Fluminimaggiore (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Vittorio Emanuele. Alberghi 1 (Hotel Golfo del Leone) con 28

posti letto distribuiti in 14 camere. Agriturismi 7 (Perdaba, Pubusinu, Canu, Sedda, Bauedda, Aru, Il Ginepro) con 38 posti letto. Ristoranti 7 (Da Natalino, Massole, Pinna loc. Portixeddu, Pirisi loc. Portixeddu, La Terrazza sul mare loc. Portixeddu, Ristorante A.G., Su Ziccheddu). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (grotta sepolcrale neolitica di S’Orreri, il complesso punico-romano del tempio di Antas); archeologia mineraria (le miniere abbandonate di galena, piombo e zinco); spiagge di capo Pe` di escursioni alle cora; possibilita grotte di Su Mannau. Flussio (Oristano): nessun esercizio al` berghiero, offre tuttavia la possibilita di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Caddares e di Murciu); possi` di escursioni nelle foreste circobilita stanti. Fonni (Nuoro): Alberghi 2 (Cualbu, Il Cinghialetto) con 100 posti letto distribuiti in 57 camere. Agriturismi 2 (Separadorgiu, Muggiana) con 16 posti letto. Ristoranti 3 (Il Pergolato, Barbagia, Miramontes loc. Surunele). Risorse: centro storico con le caratteristiche case di montagna, il convento e il santuario della Vergine dei Martiri, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (i dolmen di San Michele, di Rio Aratu, alcuni nuraghi tra cui quello di San Cristoforo, Tombe di giganti, i villaggi nuragici, i resti della ` statio romana di Sorabile); possibilita di escursioni sul Bruncu Spina, pratica di sport invernali. Fordongianus (Oristano): Alberghi 1 (Grand Hotel Terme Sardegna) con 180 posti letto distribuiti in 90 camere, e un centro termale presso le sorgenti ad ` utilizzate dai Roalta temperatura gia mani. Agriturismi 1 (Piras) con 16 posti

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Turismo in Sardegna letto. Ristoranti 1 (Il Naviglio). Risorse: centro storico con la casa aragonese del secolo XV, la chiesa romanica di San Lussorio; patrimonio archeologico (domus de janas di Donnigheddas, nuraghe di Casteddu Ezzu riutilizzato in epoca romana e medioevale, i resti romani di Forum Traiani, necropoli di San Lussorio). Furtei (Medio Campidano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale di Santa Barbara che custodisce la Crocifissione del Mainas; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Cumossariu e di Bangius, tombe romane di S’Occidroxiu). Gadoni (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (il nuraghe Arcu Nuraxi); archeologia mineraria (miniera di Funtana Raminosa); possibi` di escursioni alla valle del Flumenlita dosa e ai Tacchi. Gairo (Ogliastra): Alberghi 1 (Su Sirboni). Campeggi 1 (Coccorocci) con 732 posti letto. Risorse: i resti del paese antico ora abbandonato; patrimonio archeologico (il complesso di Serbissi di ` nuragica, alcuni nuraghi tra cui eta quelli di Arsu e Masciu); spiagge della ` di escurMarina di Gairo; possibilita sione alla vallata del rio Pardu e alla Perdaliana. Galtellı` (Nuoro): Alberghi 1 (Bellavista) con 16 posti letto distribuiti in 8 stanze. Ristoranti 2 (Hotel Ristorante, Cosseddu). Risorse: centro storico col Parco deleddiano, la parrocchiale con gli affreschi, il celebre Crocifisso e la necropoli altomedioevale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Olevesche, il nuraghe di Su Cardu, resti ` di escursioni alla romani); possibilita

vallata del Cedrino, all’arco naturale di Perda Istampada. Gavoi (Nuoro): Alberghi 3 (Gusana, Sa Valasa, Taloro) con 279 posti letto distribuiti in 143 camere. Agriturismi 3 (Antichi Sapori, Fuego, Sedda) con 38 posti letto. Ristoranti 2 (Murru, Podda). Risorse: centro storico con le case barbaricine in granito, il Palazzo Satta; la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (le domus de janas e il ` , rovine del Castel nuraghe di Talaigo ´ ); il lago di Gusana; Corallo a Meridde ` di escursioni all’altipiano possibilita di Pratobello e alla vallata del Taloro; gastronomia, in particolare formaggi e ` di praticare il turiciliegie; possibilita smo equestre (Centro ippico dell’al` ippica gavoese). bergo Gusana, Societa Genoni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (dolmen di Spiluncas Mannas, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Antinu, con vasto recinto megalitico, e di Cixius, Tombe di giganti di Pala de su Pirastru ` di e di Sant’Anastasia); possibilita escursioni alla Giara di Gesturi. Genuri (Medio Campidano): nessun ` esercizio alberghiero, possiede pero ` di ristorazione. Risorse: papossibilita trimonio archeologico (alcuni nuraghi ` di molto danneggiati); possibilita escursioni alla Giara di Gesturi; gastronomia, in particolare i dolci con le mandorle (gattou, amarettus). Gergei (Cagliari): Alberghi 1 (Fratelli Dedoni) con 25 posti letto distribuiti in 12 camere. Ristoranti 1 (Manis). Risorse: centro storico con le tipiche case in pietra, i dipinti della Scuola di Stampace e la collezione di pitture e di statue custodite nella parrocchia; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Perdu e di Santu

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Turismo in Sardegna Iriu con l’attiguo villaggio nuragico, Tombe di giganti di Preganti, tombe ro` di mane di Prabazzedda); possibilita escursioni alla Giara di Serri. Gesico (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV, chiesa di Santa Maria del secolo XIV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Columbus e di Accas). Gesturi (Medio Campidano): Alberghi 1 (Fra Nicola). Ristoranti 2 (MATI, via Nazionale 11, Fra Nicola). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVII ricca di marmi del secolo XVIII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Nied` di dosa e Peppi Pinna); possibilita escursioni alla vicina Giara. Ghilarza (Oristano): Alberghi 1 (Su Cantaru) con 39 posti letto distribuiti in 23 camere. Ristoranti 1 (Marchi). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Palmerio, la torre aragonese del secolo XV, la Casa museo di Antonio Gramsci; patrimonio archeologico (il complesso nuragico di Su Cantaru riutilizzato in periodo romano, resti della fontana romana di ` di escursioni Su Cantaru); possibilita alla chiesa romanica di San Serafino. Giave (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con alcuni edifici in pietra del tipo a palattu, la parrocchiale di Sant’Andrea del secolo XVI, la chiesa di Santa Croce del secolo XVII, i murales di Franco Farina; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Oes e di San Sisto quadrilobato con la vicina chiesetta romanica, resti romani di Monte Fuguini); il colle di Roccaforte ` il con i resti del castello e in sommita santuario dei Santi Cosimo e Damiano; ` di escursioni alla conformapossibilita

zione rocciosa vulcanica di Pedramendalza. Giba (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (La Rossella) con 20 posti letto. Ristoranti 2 (Pruna, Su Nuraghe). Risorse: centro storico con la chiesa di San Pie` tro; ricco patrimonio archeologico (eta nuragica); spiaggia e complesso palu` di escurstre di Porto Botte; possibilita sioni al lago artificiale di Monte Pranu. Girasole (Ogliastra): Alberghi 3 (l’Ulivo, Residence Girasole, Santa Lucia) con 35 posti letto distribuiti in 21 camere. Agriturismi 1 (Santa Rommasa). Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tomboli e di Scomajorcu); le bellissime spiagge; ` di escursioni alla zona possibilita umida del rio Mineru; i resti del castello di Medusa; gastronomia, in particolare il vino Cannonau. Golfo Aranci (Olbia-Tempio): Alberghi 9 (Baja Caddinas, Castello, Colonna Beach e Resort, Baia Aranzos, Tabby, La Lampara, Gabbiano Azzurro, King’s, Margherita) con 1297 posti letto distribuiti in 742 camere. Ristoranti 15 (Vip Group, Vitiello, Scroccu, Servini, La Lampara, Manconi, Costa, Del Giudice loc. Terza Spiaggia, Due Emme, Fratelli Pisano loc. Punta Marana, Hippocampus, Maddaluno, Modde, Meloni, Frau). Risorse: centro storico con edifici moderni che testimoniano il suo recente sviluppo; patrimonio archeologico (i pozzi sacri di Milis e di Sa Testa, resti romani); spiagge di Cala Sabina e di capo Sassari e di Cala Mo` di escursioni a capo resca; possibilita Figari, a punta Marana e al golfo della Marinella con altre belle spiagge; porto turistico a Porto Rotondo con 635 posti barca, di punta Marana con 300 posti barca. Goni (Cagliari): nessun esercizio alber` di ghiero, offre tuttavia la possibilita un ristoro. Ristoranti 1 (Padre Pa-

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Turismo in Sardegna drone). Risorse: patrimonio archeologico (il complesso megalitico di Pranu Mutteddu, il nuraghe di Goni); possibi` di escursioni alla vallata del Flulita mendosa; gastronomia, in particolare formaggi. Gonnesa (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in corso Matteotti. Alberghi 1 (Frau) con 11 posti letto distribuiti in 7 camere. Campeggi 1 (Plag’e mesu) con 700 posti letto. Agriturismi 3 (Le Sorgenti, Lo Sperone, Piedra del Sol) con 35 posti letto. Ristoranti 4 (Sa Panara loc. Funtanamare, SOGE Tur, Al Vecchio Nuovo, Da Rosy loc. Funtanamare). Risorse: patrimonio archeologico (costruzioni megalitiche di Is Bangius, il villaggio nuragico di Serucci, resti romani presso la chiesa romanica di Flumentepido); il litorale con le spiagge e la torre di Porto Paglia; pos` di escursioni alla Grotta di sibilita Santa Barbara; archeologia mineraria (vecchie miniere di Monte Anixeddu). Gonnoscodina (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Il Gatto Sardo). Risorse: centro storico con la chiesa di San Daniele; patrimonio archeologico (il ponte romano); gastronomia, in particolare le mandorle. Gonnosfanadiga (Medio Campidano): Alberghi 1 (Il Cavallino Bianco) con 20 posti letto distribuiti in 11 camere. Ristoranti 4 (Meloni & Garau, Sotgiu, Il Cavallino Bianco, Da Lello). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Cuccuru Gibbas e di Palapardu, le Tombe di giganti di Sa Grutta de S’Orsu e Sa Grutta de Santu Giuanni, resti romani di Is Mongisas, le rovine del villaggio me` di escurdioevale di Serru); possibilita sioni al monte Linas con boschi e fauna; il parco di Perd’e Pibera. ` (Oristano): nessun esercizio Gonnosno ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero

un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni magnifici portali in pietra e le case a corte, la chiesa di San Salvatore del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Salibera e di Maratiu, Tombe di giganti e tempio a pozzo di San Salvatore di Figu, il complesso di Bruncu Sergiu con resti d’epoca nuragica, punica e romana, il complesso di Monte Maiori); ` di escursioni ai boschi del possibilita Bruncu Sergiu e alla Giara. Gonnostramatza (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita ` diri e il polittro storico con le case in la tico di Lorenzo Cavaro custodito nella parrocchiale, la chiesa romanica di San Paolo; patrimonio archeologico (le stazioni per la lavorazione dell’ossidiana di Bruncu S’Arbia, Su Seddargiu, Scaba Axeddu e altre, i resti ro` di mani di Santu Giuanni); possibilita escursioni alla regione di Serzela con la chiesa romanica e i resti del villaggio medioevale. Guamaggiore (Cagliari): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la chiesa di Santa Maria Maggiore, antica parrocchia che conserva un’iscrizione greca; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Margianu e quello di Accas, che fungeva anche da officina fusoria); ` di gustare le gastronomia, possibilita famose lumache (sizzigorrus). Guasila (Cagliari): Agriturismi 1 (Macronna). Ristoranti 2 (L’Airone, Il Ritrovo). Risorse: la chiesa parrocchiale (progetto del Cima) con sculture del Lonis; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Corrogas e di Pau, villaggi nuragici, resti ro` di escursioni in cammani); possibilita pagna. Guspini (Medio Campidano): Alberghi

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Turismo in Sardegna 2 (Italia, Santa Maria) con 84 posti letto distribuiti in 40 camere. Agriturismi 5 (Nuova Agricoltura, La Miniera Fiorita, Sa Tanca, Sa Tella, Su Medau) con 14 posti letto. Ristoranti 13 (Steri, Sa Rocca, La Bruschetta, Tre Botti, A Tutta Pizza, Bakunin, Oasi, Vida Loca, Bistrot, Il Viale, Italia, Alex, Villa di Chiesa). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV, la chiesa romanica di Santa Maria, il Palazzo comunale e altri edifici dell’Ottocento; patrimonio archeologico (dolmen di Perdas Longas e di San Simplicio, cinta megalitica di Saurecci, alcuni nuraghi tra cui quelli di Melas e Urradili, le Tombe di giganti di Riu Cabra e di Pauli Planu, le rovine di Neapolis); archeologia mineraria (miniera di Montevecchio); gastronomia, in particolare formaggi pecorini e torrone. Ilbono (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la piazza di Funtana Idda; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Texiri e di Praidas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sieri, di ´ ); possibilita ` di escurTedili e di Mutale ´ e borghi e al lago sioni ai monti Tare del Flumendosa. Iglesias (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Roma. Alberghi 4 (Artu, Pan di Zucchero, Leon d’Oro, Il Sillabario) con 128 posti letto distribuiti in 68 ca`, mere. Ristoranti 7 (Artu, Gargantua Ardau loc. Funtana Marzu, Liggia, Pisano, Italia, Sedda). Risorse: centro storico con il Duomo, la chiesa di San Francesco, le mura, il castello di Salvaterra, la chiesa di Valverde; spiagge (Funtanamare, Nebida); manifestazioni tradizionali (Candelieri, Settimana santa); archeologia mineraria (la miniera di Monteponi, quella di Sa Duchessa). Illorai (Sassari): nessun esercizio al-

` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le antiche case a palattu, la parrocchiale di San Gavino che custodisce alcune statue secentesche; patrimonio archeologico (le domus de janas di Molia, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Montigu e Sa Corona, Tombe di giganti, villaggi nuragici, resti punici, resti ro` di escursioni alle mani); possibilita rive del Tirso col ponte medioevale detto Pont’Ezzu. Irgoli (Nuoro): Alberghi 1 (Baronia) con 54 posti letto distribuiti in 25 camere. Agriturismi 3 (Lattas, Sant’Elene, Settile) con 27 posti letto. Ristoranti 1 (Sos ` di escurArcos). Risorse: possibilita sioni al monte Senes e alla vallata del Cedrino; patrimonio archeologico (domus de janas, menhir, nuraghi, Tombe di giganti e resti del periodo romano); gastronomia, in particolare produzione di salumi. Isili (Cagliari): Alberghi 4 (Cardellino, Del Sole, Giardino, Il Pioppo) con 102 posti letto distribuiti in 59 camere. Ristoranti 2 (Coni, Contini). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI e la chiesa di San Giuseppe del XVII, alcuni palazzotti del secolo XIX di una qualche eleganza; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Funtana Manna, di Ordinaxius, di Tanca de Margiani, alcuni nuraghi tra cui quelli di Is Paras e di Adoni, la Tomba di giganti di Nuraxi de ` di villeggiatura Is Paras); possibilita ` di escursioni alla collinare; possibilita Giara di Serri. Ittireddu (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa bizantina di Santa Croce e quella di San Girolamo; Museo archeologico e delle tradizioni popolari; patrimonio archeologico (le domus de janas di Partulesi, alcuni nuraghi tra cui

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Turismo in Sardegna quello di Funtana e di Domu ’e S’Orcu, resti romani della cisterna di Pont’Ezzu; resti del castello medioevale di ` di escursioni Monte Jughe); possibilita nelle campagne circostanti; gastrono` bude per mia, in particolare dolci (ka l’Epifania, i papassinos, le tiriccas, gli amaretti). Ittiri (Sassari): Alberghi 1 (Coros) con 21 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Umana, Simula). Risorse: centro storico con antiche abitazioni dalle facciate in trachite decorate, chiesa parrocchiale del secolo XVII, la chiesa romanica di Santa Maria di Coros; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Paulis e di Elighe); la basilica romanica di ` di Santa Maria di Paulis; possibilita escursioni al lago del Cuga; gastronomia, in particolare formaggi, dolci tipici. Jerzu (Ogliastra): Alberghi 2 (Sul Rio, Chillotti) con 48 posti letto distribuiti ` di in 27 camere. Risorse: possibilita escursione ai Tacchi, alla vallata del rio Pardu con le sue vigne; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui S’Ollasteddu e Is Cresinus, le domus de janas di Sa Coa de Pardu, il villaggio nuragico di Corongiu); rinomata produzione del vino Cannonau. Laconi (Oristano): Alberghi 1 (Sardegna) con 17 posti letto distribuiti in 10 camere. Agriturismi 1 (Genna ’e Corte) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Paradiso). Risorse: il parco Aymerich con le rovine del castello; il Palazzo Aymerich; il Museo archeologico con la collezione dei menhir; la casa di Sant’Ignazio e il relativo museo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Mamusi e di Genna Corte). Laerru (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa del Rosario in stile tardogo-

tico, la chiesa di Santa Margherita del secolo XVIII; patrimonio archeologico (il dolmen di monte Medolesi, le domus de janas di monte Ultana utilizzato in seguito in periodo paleocristiano, alcuni nuraghi tra cui quelli di Colomba e di Pazza, la Tomba di giganti di Bolitos, i resti romani di Gemellae e di ` di escursioni Santa Maria); possibilita alla foresta pietrificata. La Maddalena (Olbia-Tempio): Alberghi 14 (Excelsior, Il Gabbiano, Nido d’Aquila, Da Raffaele, Delle Isole, Cala Lunga, Garibaldi, Valtur Santo Stefano, Villa Marina, Miralonga, Riccio Hotel, Arcipelago, Villa al Parco, La Conchiglia) con 1328 posti letto distribuiti in 645 camere. Campeggi 2 (Il Sole, Maddalena) con 2289 posti letto. Villaggio turistico del Touring Club Italiano. Ristoranti 16 (Antolini, Cala Gavetta, Cattenari, Degortes, Di Meglio, La Terrazza, Loi, Mistral, Pirina, Il Mirto loc. Punta Gatta, La Roca, Spalmatore loc. Spalmatore, Sabatini, Tarantella, La Grotta, Valdarnini). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX nella quale sono conservati una croce d’argento e due candelabri donati da Nelson, il palazzo dell’Ammiragliato e alcuni palazzotti dell’Ottocento, il sistema di fortezza ` di escurdel secolo XVIII; possibilita sioni a Caprera, con centro velico del TCI, e alle altre isole dell’arcipelago; porto turistico a Cala Gavetta con 90 posti barca, a Porto Palma (Caprera) con 100 posti barca. Ma la grande attrazione di La Maddalena resta, oltre la straordinaria scenografia dell’arcipelago, il Compendio garibaldino di Caprera, con la casa e la tomba dell’Eroe. Lanusei (Ogliastra): Alberghi 2 (Villa Selene, Belvedere) con 170 posti letto distribuiti in 81 camere. Ristoranti 3 (Belvedere, Da Giancarlo loc. Coroddis, La Verace). Risorse: centro storico

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Turismo in Sardegna con la cattedrale, il Museo diocesano, il palazzo del Collegio salesiano; patrimonio archeologico (dolmen di Perd’e Sorris; domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Selassu e di Ursu Puliga); il complesso di boschi di Seleni ` di con il villaggio nuragico; possibilita escursioni al monte Cresia e al monte Ferru; gastronomia, in particolare la cagliata detta casu axedu. Las Plassas (Medio Campidano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la possibilita escursione alle rovine del castello della Marmilla; Museo etnografico; parco della ‘‘Sardegna in miniatura’’; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Perdedu e di Pranu Sonallosa; resti romani in regione S’Arcu ’e Sena). Lei (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni alla vallata del rio Canales e all’altipiano del Marghine; patrimonio archeologico (le domus de janas di Su Furrighesu, il protonuraghe di Ozzastros, nuraghi e Tombe di giganti); la chiesa romanica di San Michele. Loceri (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Casargiu e Serra Uleri); ` di escursioni alla vallata possibilita del rio Mannu; gastronomia, in particolare i famosi fichi. Loculi (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni alla vallata del Cedrino e al roccione di Sa Perda Longa; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Su Pauleddu e di Pedru Arbus; alcuni nuraghi tra cui quelli di Iddu e di Callistru; Tombe di gi-

ganti); gastronomia, in particolare miele e formaggi tipici. ´ (Nuoro): Alberghi 2 (Deiana, SanLode t’Anna) con 45 posti letto distribuiti in 33 camere. Ristoranti 2 (Canu, Sant’Anna loc. Sant’Anna). Risorse: centro storico con alcune antiche abitazioni in pietra; patrimonio archeologico (qualche domus de janas, nuraghi e ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al monte Albo e all’altipiano di Sa Ena ’e Cupetti. Lodine (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni al lago di Gusana e alle foreste di lecci; patrimonio archeologico (nuraghi di cui uno contiguo alla chiesa parrocchiale, Tombe di giganti); la piazza panoramica di San Giorgio; gastronomia, in particolare le famose patate di montagna. Loiri Porto San Paolo (Olbia-Tempio): Alberghi 7 (Don Diego, Borgo di Campagna, Fenicottero Rosa, Lu Nibareddu, Vista Village Albergo e Residence, San Paolo) con 343 posti letto distribuiti in 179 camere. Campeggi 1 (Tavolara) con 1650 posti letto. Agriturismi 4 (Caldosa, Gli Oleandri, Le Macine, Zabata) con 33 posti letto. Ristoranti 7 (Condominio Vecchio, Faro, Sa Liccia Manna loc. Lu Graniatoggiu, Sassano, Il Portolano, Malesa loc. Porto Taverna, Calajunco). Risorse: il santuario di Monti; spiagge di Porto San Nicola, punta Turchese, Costa Do` di rata e Porto Taverna; possibilita escursioni a Cala Girgolu e a punta Corallina. Lotzorai (Ogliastra): Alberghi 4 (Venezia, Mediterraneo, Stella di Mare, Cauli) con 104 posti letto distribuiti in 62 camere. Campeggi 4 (Cavallo Bianco, Le Cernie, Mareblu, Solemar) con 1416 posti letto. Ristoranti 3 (Mocco, L’Isolotto, Tancau loc. Tancau).

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Turismo in Sardegna Risorse: le spiagge, in particolare Santa Maria Navarrese, inserita nel ` di Parco dell’Ogliastra; possibilita escursione all’isolotto omonimo e ai resti del castello della Medusa; patrimonio archeologico (domus de janas di Sa Capriola, alcuni nuraghi tra cui quelli di Genna Tramontis e di Perda Manna). Lula (Nuoro): Agriturismi 3 (Calanzanesu, Montalbo, Untana ’e Deus) con ` di 27 posti letto. Risorse: possibilita escursioni alle cime e alle foreste di lecci del monte Albo per osservare i mufloni e altre specie rare; archeologia mineraria (miniere di Guzzurra e Argentaria); patrimonio archeologico (domus de janas di Sas Concheddas, nuraghi, Tombe di giganti, il villaggio nuragico di Punta su Casteddu; miniera romana di Sos Enattos utilizzata anche nel Medioevo); il santuario di San Francesco e la sua festa. Lunamatrona (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero, offre ` la possibilita ` di un ristoro. Ripero sorse: consorzio turistico Sa Corona Arrubia, Casa Serpi Santa Cruz con raccolta etnografica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sattola e Bruncu Amus; tombe romane di Su Canali). Luogosanto (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (San Trano) con 128 posti letto distribuiti in 64 camere. Agriturismi 3 (Sole ´ limu, Canu) con 14 poe Terra, Vaddidu sti letto. Risorse: centro storico con numerose chiese dei secoli XVI e XVII, la chiesa romanica di San Leonardo, l’eremo di San Trano; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi, una Tomba di giganti, i resti del castello di Balaiana); ` di escursioni alle rocce di possibilita granito traforato che si trovano nelle campagne circostanti. Luras (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Samel). Agriturismi 1 (Agrisulana) con 12

posti letto. Risorse: centro storico con alcuni edifici di tipo a palattu, la parrocchia del Settecento; patrimonio archeologico (i dolmen di Alzoledda e di Ladas e Billella, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Nuragone e di Su Nuragheddu, la Tombe di giganti di Ladas); l’olivastro di San Nicola vecchio di ` di escursioni 3000 anni; possibilita alla chiesa campestre della Madonna del Buon Cammino e al lago del Liscia. Macomer (Nuoro): Alberghi 3 (Motel Macomer, Marghine, Su Talleri) con 70 posti letto distribuiti in 49 camere. Agriturismi 1 (Montiferru loc. Monte Sant’Antonio). Ristoranti 8 (Il Grifone, Marghine, L’Impero, Manghini, Mignon, Su Talleri, Italia, Woody). Turismo equestre (Centro ippico, viale Sant’Antonio). Risorse: centro storico che conserva alcune antiche abitazioni, la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (caverna di Marras con reperti del III millennio a.C. tra cui la statuetta della Venere di Macomer; i betili di Tamuli; alcuni nuraghi tra cui quello di Santa Barbara e quelli di Boes, Fontana Menta e De Iscrocca; Tombe di gi` di escursioni a Camganti); possibilita peda; produzione di formaggi. Magomadas (Oristano): Alberghi 1 (Sa Lumenera) con 38 posti letto distribuiti in 20 camere. Agriturismi 2 (Frus, Pisturri) con 8 posti letto. Ristoranti 3 (Ristorante Pizzeria loc. Pischinas, Da Sergio, Da Riccardo). Risorse: possibi` di escursioni alle vicine spiagge di lita Bosa e a Monte Lorio; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Binu Mancu, e tempio a pozzo di Su Puttu); luogo di produzione della Malvasia. Mamoiada (Nuoro): Agriturismi 1 (Padru Ebbas) con 4 posti letto. Ristoranti 2 (Becconi, Montisci). Risorse: possibi` di escursioni al Pranu Mele e alla lita

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Turismo in Sardegna punta Crapinu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui il Ruju, ` e di quasi intatto, e quelli di Orgoru Macru, domus de janas di Concheddas de Istevene; menhir monolitico di Sa Matta chiamato Sa Perda Pizzinna); il santuario di San Cosimo; turismo ` ippica mamoiadina, equestre (Societa piazza Indipendenza). Sfilata di Ma` originale muthones e Issokatores, la piu manifestazione del Carnevale isolano. Mandas (Cagliari): Alberghi 1 (Mulliri) con 17 posti letto. Ristoranti 2 (Putzu e Mulas, Da Ignazio). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Angiu e di Simoni; le Tombe di giganti di Santa Barbara e di Su Padru); escursioni nelle campagne circostanti; turismo equestre (Circolo ippico Is Briglias, Azienda Boi). Mara (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile barocco con un campanile poligonale; patrimonio archeologico (le grotte di Sa Ucca de Filiestru e Sa Ucca de Su Tintirriolu del ` antico Neolitico, sede della cultura piu di Bonuighinu; alcuni nuraghi tra cui quelli di Cabonis e di Cugurunti; i resti del castello di Bonvehı`); il santuario di Nostra Signora de Bonuighinu in stile `; possibilita ` di escursioni al rio rococo Mulini e alla valle di rio Sos Istrampos con i suoi boschi secolari. Maracalagonis (Cagliari): Pro Loco in via Garibaldi 2. Alberghi 2 (Cala Serena Village, Il Saraceno) con 924 posti letto distribuiti in 347 camere. Agriturismi 1 (Is Alinos) con 9 posti letto. Ristoranti 3 (Il Saraceno loc. Torre delle Stelle, Atzeri, Pusceddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che conserva pitture di scuola sarda del secolo XVI e quadri del pit-

tore cagliaritano Francesco Massa; nella chiesa si trova anche una reliquia venerata come il teschio di Santo Stefano; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Beduzzu e Sa Mardina; i resti del villaggio di San Pietro in Paradiso); centri di villeggiatura costieri (Geremeas, Torre delle Stelle); turismo equestre (Circolo ´ linos). ippico Is A Marrubiu (Oristano): Alberghi 1 (Maccioni Residence). Agriturismi 1 (Sa Carroccia) con 6 posti letto. Ristoranti 4 (Schirru, Su Pausu 108 km S.S. 131, Su Tasaru loc. Su Tasaru, Todde). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti di terme e di una villa romana in ` Bangios); possibilita ` di escurlocalita sioni alle spiagge del golfo di Oristano e al vicino stagno di Marceddı`; gastronomia, in particolare miele e a Marceddı` frutti di mare. Martis (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa di San Pantaleo del secolo XIV, la parrocchiale che custodisce una tela di Andrea Lusso; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Buridu e di Monti Franco); ` di escursioni alla foresta possibilita pietrificata di Carrucana risalente a 15 milioni di anni fa. Masainas (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Des Gourmets) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Des Gourmets). Risorse: spiaggia di Solinas; archeologia del periodo nuragico; gastronomia, in particolare paste lavorate artigianalmente. Massama (Oristano): non possiede esercizi alberghieri ma offre un possibile ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (resti della strada romana tra Carales e Turris Lybisonis). Masullas (Oristano): nessun esercizio

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Turismo in Sardegna ` alberghiero ma vi si trova la possibilita di un ristoro. Ristoranti 1 (Grussu). Risorse: centro storico con la chiesa di San Sebastiano in stile coloniale spagnolo e di San Leonardo in stile romanico adibita nei secoli scorsi a Monte granatico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Su Para, resti punici, resti romani nei siti di Arruinas e di Tamis dove si trovano anche i resti dell’abbazia medioevale ` di dei Vallombrosani); possibilita escursioni al territorio di Tamis con le sue rovine, i boschi e la sorgente di Sonnixeddu. Meana Sardo (Nuoro): Alberghi 1 (Funtana Manna), 17 posti letto distribuiti in 9 camere. Risorse: centro storico che conserva alcune antiche abitazioni molto decorate e la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nolza e di Maria Incantada, i resti di un oppidum romano a Genna Sa Pira, di una ` ); necropoli romana in regione Arda ` di escursioni sul Gennarpossibilita gentu. Milis (Oristano): Agriturismi 1 (S’Aranzu) con 5 posti letto. Risorse: centro storico con la villa dei Pilo Boyl, la chiesa romanica di San Pietro con la tavola della Crocifissione in stile gotico-catalano, la chiesa romanica di San Paolo; patrimonio archeologico (i ` nuraghi Cobulas e Tronza); possibilita di escursioni alla Vega di Milis, il complesso degli agrumeti delle campagne circostanti. Modolo (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` berghiero, possiede pero di offrire un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quello di Albaganese, alcune domus de janas). Mogorella (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con

le case che hanno conservato il carattere tradizionale con le lollas e la corte, la parrocchiale in stile gotico-aragonese (custodisce argenterie del secolo XVIII); patrimonio archeologico (i nu` di raghi Friorosu e Luas); possibilita escursioni al monte Grighine. Mogoro (Oristano): nessun esercizio al` di riberghiero, ma esistono possibilita storo. Ristoranti 1 (Da Egisto km 62,5 S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale e la chiesa del Carmine in stile gotico e quella romanica di Sant’Antioco, le botteghe dove si lavorano i meravigliosi arazzi; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Murdegu e di Su Cunventu, e soprattutto quello di Cuccurada, messo in luce di recente; villaggi nura` documentata la riutigici, in alcuni e lizzazione in periodo romano). Monastir (Cagliari): Alberghi 1 (Palladium) con 46 posti letto distribuiti in 22 camere. Ristoranti 3 (La Nuova Posada 18,8 km S.S. 130, Da Franco, Papillon Blu km 18,8 S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Olladiri, le rovine del castello di Baratuli e dei villaggi di Segavano e di Santu Sadurru). Monserrato (Cagliari): nessun esercizio ` ampie possibialberghiero, offre pero ` di ristoro. Ristoranti 3 (Capperi e lita Acciughe, Cogoni Franco km 6,2 S.S. 554, Mallus). Risorse: centro storico ` diri con la lolla, con numerose case in la la parrocchiale del secolo XV; manifestazioni folcloristiche (la sagra del Redentore, l’Estate Monserratina); gastronomia, in particolare produzione di vini. Monteleone Rocca Doria (Sassari): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale in stile romanico, la chiesa di Sant’Antonio

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Turismo in Sardegna Abate del secolo XII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Nie e Mannu); i resti del ` di escurcastello dei Doria; possibilita sioni al lago del Temo. Monti (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Su Pinu) con 9 posti letto distribuiti in 22 camere. Campeggi 1 (La Pineta) con 140 posti letto. Agriturismi 2 (Il Vermentino, Su Furreddu) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Tre Stelle). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Concanu Colvu e di Pertuncas); i resti del castello di Castra; il santuario di San Paolo Eremita (Santu Paulu di Monti); ` di escursioni nella parte possibilita collinare e boscosa del territorio; gastronomia, in particolare vini (il Vermentino prodotto da una delle prime cantine sociali dell’isola). Montresta (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: possibilita escursioni al bosco di Silva Manna e alle vicine montagne di Nervino e Pittada; patrimonio archeologico (domus de janas e il nuraghe di Badu de Sa Rughe); i resti del santuario della Madonna di Interrios del secolo XIII. Mores (Sassari): Alberghi 1 (Asfodelo) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Asfodelo loc. Baddingusti, Le Arcate). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo ` alto della SarXVIII e il campanile piu degna progettato nell’Ottocento da Salvatore Calvia; patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Coveccada, consi` grande del Mediterraneo, derato il piu le domus de janas di Lachesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Ranas, Sos ` Istanes, Tombe di giganti); possibilita di escursioni a Sa Ena Frisca. Festa religiosa nel santuario campestre di San Giovanni.

Morgongiori (Oristano): Agriturismi 1 (Sa Lorighitta) con 11 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria Maddalena del secolo XVII; patrimonio archeologico (le stazioni per la lavorazione dell’ossidiana di Sa Domu ’e S’orcu, il menhir e il tempio ipogeico di Sa Grutta de Is Caombus, le domus de janas di Su Furru de Luxia Arrabiosa, i molti nuraghi tra cui quelli di Arridele e di Scovera, i villaggi nuragici, i resti romani di Fun` di escursioni tana Majori); possibilita ´ binas, sul monte alle punte delle Tre Arci, alle foreste di Capudacquas. Gastronomia, uno speciale tipo di pasta lavorata a mano, le lorighittas (anellini). Muravera (Cagliari): Azienda Autonoma di Soggiorno in via Europa 22. Alberghi 8 (Vera Club Costa Rei, Alba Ruja Albergo e Residence, Colostrai, ´ rula, Free Beach Club, Corallo, Sa Fe Torre Salina) con 1981 posti letto distribuiti in 761 camere. Campeggi 5 (Capo Ferrato, Piscina Rei, Porto Pirastu, Torre Salinas, 4 Mori) con 3546 posti letto. Agriturismi 2 (Centro Ippico Agrituristico del Sarrabus, Il Nuraghe) con 129 posti letto. Ristoranti 12 (Su Nuraxi, Il Greco loc. Costa Rei, Monte Nai, Pilia loc. Costa Rei, Da Giovanni loc. Torre Salinas, Holiday loc. Torre Salinas, L’Escargot, Sa Cardiga e Su Pisci loc. Monte Nai, Saurwein loc. Monte Nai, Su Nuraxi, Tango Pub, Tropical). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI e molte anti` diri; che case a corte costruite con i la patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Monti Cannas e di Casteddu); spiagge di Colostrai, di San Giovanni con la rinomata peschiera; le torri litoranee tra cui quella ` di escursioni delle Saline; possibilita alla foce del Flumendosa, allo stagno

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Turismo in Sardegna di Colostrai; turismo equestre (Centro ippico Sant’Isidoro). Muros (Sassari): nessun esercizio al` berghiero, ma il paese offre possibilita di ristoro. Ristoranti 2 (Cubeddu, Rio Antico loc. Campomela). Risorse: centro storico con parrocchiale in stile tardogotico e campanile cuspidato, le rovine di Tattareddu; patrimonio archeologico (la Grotta dell’Inferno che ha restituito materiali del Neolitico, domus de janas, alcuni nuraghi); possi` di escursioni agli altipiani delbilita l’Anglona. Musei (Carbonia-Iglesias): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con chiesa di Sant’Ignazio in stile barocco; patrimonio archeologico (resti romani di Arriunalis). Narbolia (Oristano): Campeggi 2 (Is Arenas, Nurapolis) con 1768 posti letto. Agriturismi 3 (Il Meleto, Manca, Zucca). Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Caterina di origine bizantina, la parrocchiale in stile goticoaragonese; patrimonio archeologico (i nuraghi Trafori, Araganzolu quadrilobato, Zoddias, i resti delle terme romane di Funtana Fraigada che in seguito fu trasformata in chiesa paleocristiana); la spiaggia di Is Arenas; possi` di escursioni alle falde del Monbilita tiferru. Narcao (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Hotel Rosas) con 128 posti letto distribuiti in 64 camere. Ristoranti 2 (G.M., Piccolo Ranch). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di rio Pruna e di San Simplicio, il tempio punico di Demetra e Core, le tombe romane di Ollastra Fragheri); archeologia mineraria (miniera di Rosas); gastronomia. Neoneli (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero

un ristoro. Risorse: centro storico con le tipiche case in trachite dalle decorazioni di impronta aragonese, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, molti nuraghi tra cui quelli di Prunai e di Nucurelli con il relativo villaggio, Tombe di giganti, altri villaggi nuragici, resti ` di escursioni al romani); possibilita monte di San Vittorio con le rovine del castello giudicale di Orisetto, alla fonte di Alasi, all’oasi faunistica di Assai. Noragugume (Nuoro): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (il menhir di Perda ’e Talleri, le domus de janas, i molti nuraghi tra cui quelli di Maresune e di Tridolo); ` di escursioni lungo le rive possibilita del rio Bidiene. Norbello (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con le case in basalto decorate con elementi catalani lavoro dei picaparderis locali che operarono nel secolo XVII, la chiesa romanica della Mercede, le sculture e i murales che abbelliscono strade e piazze; patrimonio archeologico (i molti nuraghi tra cui quelli di Orene e di Perdu Cossu, le Tombe di giganti di Suei). Nuchis (Olbia-Tempio): non possiede ` la posesercizi alberghieri, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro sibilita storico con le tipiche case in granito; patrimonio archeologico (il nuraghe di Narcao). ` (Sassari): nessun Nughedu San Nicolo ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con le antiche case a palattu e con altane, la parrocchiale modernissima; patrimonio archeologico (il nuraghe di Orvenza, il villaggio nuragico ` di escurdi Su Soldanu); possibilita

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Turismo in Sardegna sioni ai colli basaltici coperti da boschi che circondano l’abitato, al monte Carde con i suoi panorami; gastronomia, in particolare il pane detto poddine e i formaggi pecorini e vaccini detti pirittas e paneddas. Nughedu Santa Vittoria (Oristano): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la chiesa di Santa Vittoria in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (domus de janas scavate e ornate dall’epitome taurina, alcuni nuraghi tra cui quello di Su Ca` di escursioni al steddu); possibilita lago Omodeo e al massiccio granitico di Lochele. Nule (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale e il suo singolare campa` che nile, la parrocchiale della Nativita conserva bei dipinti di pittore sardo, la chiesa di Santa Croce del secolo XVI, la chiesa dell’Assunta del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Ederosu, Murchidda e Boes, le Tombe di giganti di ` di escursioni Laonidde); possibilita ` possibile vealla vallata del Tirso; e dere la lavorazione dei famosi tappeti. Nulvi (Sassari): Alberghi 1 (Piccolo Mondo) con 12 posti letto. Agriturismi 2 (Monte Entosu, Sa Figu Salida). Ristoranti 3 (Cargiaghe, Piana, Piccoi Ruzzu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII ricca di marmi e di quadri, la chiesa del Rosario barocca, le chiese di Santa Tecla e di San Bonaventura con i relativi conventi del secolo XVII, l’oratorio di San Filippo; patrimonio archeologico (le domus de janas di Orria, molti nuraghi tra cui quelli di Ortu, di Irru riutilizzato in periodo romano, di Alvu del tipo quadrilobato, alcune Tombe di gi` di ganti a Monte Orria); possibilita

escursioni al monte Alma col santuario della Madonna, alla vallata di Santa Lucia con i ruderi della chiesa romanica di San Nicola. Nuoro: Alberghi 5 (Euro Hotel, Paradiso, Sandulia, Grillo, Residence La Pineta) con 295 posti letto distribuiti in 199 camere. Agriturismi 3 (Testone, Castiolu, Roccas) con 14 posti letto. Ristoranti 13 (Deiana, Nuovo Grillo, Ciensi, Pizzalandia, Da Jessica, Europa 92 loc. Biscollai, Italia, Canne al Vento, Il Gambero Rosso, Il Gatto, Hostaria Da Massimo, Nanu, Sandulia). Risorse: centro storico, la cattedrale, la chiesa delle Grazie, le case di Grazia Deledda e di Sebastiano Satta, il Museo archeologico, il Museo etnografico, il Museo d’arte moderna, il monte Ortobene con la chiesa della Solitudine e la statua del Redentore; la sagra del Redentore; patrimonio archeologico (molte domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ugolio, di Tecode); ` di escursioni all’Ortobene; possibilita la bellissima festa del Redentore di fine agosto che consente di vedere migliaia di costumi provenienti da tutta la Sardegna; turismo equestre (Club ippico nuorese via Ciusa 14, Gruppo ippico nuorese via Fiume). Nurachi (Oristano): Agriturismi 5 (Da Giovanna, Gli Ulivi, Mocci, Sotgiu, Trogu Scalas) con 52 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa paleocristiana di San Giovanni Battista con le sue tombe; patrimonio archeologico (villaggio eneolitico del III millennio a.C. sul quale sorge un nuraghe polilobato); spiagge dell’oasi di Seu; pos` di escursioni allo stagno di Casibilita bras. Nuragus (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Vecchia Valenza). Risorse: centro storico che conserva alcune case riccamente decorate (Casa Carboni Boy); patrimonio ar-

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Turismo in Sardegna cheologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Turri, di Matta e di Crobu, il pozzo sacro di Santu Millanu, il recinto di Feraxi Nioi che ha restituito numerosi bronzetti, i resti della necropoli del centro ` di romano di Valentia); possibilita escursioni lungo il rio Mannu. Nurallao (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la possi` di un ristoro. Risorse: centro stobilita rico che conserva alcune antiche abitazioni e il suo assetto medioevale; patrimonio archeologico (menhir, il sito di Aiodda, domus de janas e alcuni nuraghi tra cui quelli di Tramalia e di Su ` di escursioni Casteddu); possibilita alla fontana de Is Arinus. Nuraminis (Cagliari): Alberghi 1 (Garden Hotel) con 24 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Farris). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Segafenu e di Sa Corona); gastronomia, in particolare i dolci a base di mandorle. Nuraxinieddu (Oristano): non possiede ` offre la posesercizi alberghieri, pero ` di un ristoro. Risorse: centro sibilita `storico con le case tradizionali in la diri; patrimonio archeologico (un nuraghe in basalto nero); i resti del villaggio di Biddalunga. Nureci (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case tradizionali con le lollas; patrimonio archeologico (il recinto megalitico di Corona ’e Crobu del III millennio a.C., domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sini e di Addari); possi` di escursioni a monte Maiori con bilita i suoi roccioni granitici, alla Giara. Nurri (Cagliari): Alberghi 1 (Lago di Mulargia). Agriturismi 1 (Sa Barracca). Risorse: centro storico con la parroc-

chiale del secolo XVI, la chiesa e il convento secentesco di Santa Rosa; patrimonio archeologico (alcune domus de janas a Is Canaglias, Fundalis, Genna Maria, molti nuraghi tra cui quelli di Cangialis e di Latti Puddu, i resti della ` romana di Biora sull’altipiano di citta ` di escursioni al Guzzini); possibilita lago del Flumendosa; gastronomia, in particolare i formaggi e i vini. Nuxis (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Monte Tamara, Letizia). Risorse: ricco patrimonio archeologico, prenuragico (grotta di S’Acqua Cadda) e nuragico; spiagge, escursioni a cavallo; gastronomia. Olbia (Olbia-Tempio): Azienda autonoma di Soggiorno in via Catello Piro 5. Alberghi 44 (President, De Plam, Me´ Olbia, diterraneo, Hotel Cavour, Melia Royal, Cabu Abbas, Centrale, Gallura con rinomato ristorante, Il Pellicano d’Oro, Martini, Mastino, Moderno, Terranova, La Corte, Li Cuncheddi, Luna Lughente, Abi d’Oru, Ollastu, Palumbalza Sporting Hotel, Park Hotel, Pozzo Sacro, Abbaruia, Residence Pellicano, Sporting Club Porto Rotondo, Stefania, San Marco, San Pantaleo, Rocce Sarde, Mare Blue, Savoia, Stella 2000, Costa Ruia, Le Sirene, Il Timone, Monti Tundu, Baia del Sole, Daniel, Green Park Hotel, S’Astore, Residence Hotel Nuraghe, Stella di Gallura, Borgo Antico, Sant’Andrea Albergo e Residence) con 4588 posti letto distribuiti in 1651 camere. Campeggi 2 (Cugnana, Marina Maria) con 1862 posti letto. Agriturismi 15 (Isabella, La Campagna, `sima, La Tanca, Li La Falatedda, La Sa Sitagli, Monti Tundu, Muru Alvata, Pilielzu, Sa Crescia Ezza, Sa Fossa, Sa ´ ndhula, Stazzo Burriolu, Su PiraMe stru, Fratelli Zarra) con 99 posti letto. Ristoranti 68 (Addis loc. Portisco, Al Pez, Asara, A Pranzo e Cena loc. Multa

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Turismo in Sardegna Maria, Bertoleoni isola di Tavolara, Bi` di Sisto, Bonaventura, By Night, stro Cadoni, Calcina, Cancedda, Casula, Corbu, De Candia, Dejana loc. Murta Maria, Le Terme, Il Baretto, Gaias S.S. ` Pizza, 125, Giagoni Mazzuccu, Gio Grandi Iniziative loc. Sa Marinedda, Il Botticelli villaggio Ginepro, Il Gheriglio, Il Pirata villaggio Bia de Bahas, Il Tetto Rosso loc. Pittulongu, La Rucola loc. Portisco, La Vecchia Posta, Lino loc. Marinella, Mazzarella loc. Pittulongu, Meloni, Antica Trattoria, Molinas loc. Berchiddeddu, Old Street, Angels, Ortu, Piredda, Primo Villaggio, Punta Marana, Barbagia, La Corona isola di Tavolara, Canne al Vento, Da Bartolo, Il Pomodoro, Isola Bianca, Kahjurao loc. Multa Sabida, Ninos loc. Pittulongu, Casablanca loc. Pittulongu, Trocadero, Terminal, Zhanto, Ballabio, Spano, Stefanowa, Su Rudigliu, Taras, Rossi loc. Pittulongu, Tucano loc. Murta Maria, Varose loc. Cugnana, A e S loc. Porto Rotondo, Alfa loc. Porto Rotondo, Antonella e Gigi loc. Porto Rotondo, Bonas Dies loc. Porto Rotondo, Effemme loc. Porto Rotondo, Grecu loc. Porto Rotondo, Il Mangianotte loc. Porto Rotondo, Logaservice loc. Porto Rotondo, L’Ovile di Orgosolo loc. Porto Rotondo, Piemme loc. Porto Rotondo, Prem Legnodipinto loc. Porto Rotondo, Il Pirata loc. Su Terrabinu). Risorse: centro storico con la cattedrale romanica di San Simplicio, il Palazzo comunale e altri edifici dell’Ottocento e del primo Novecento; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Scisu, Sa Mola e Chidonza, il complesso nuragico di Cabu Abbas, la Tomba di giganti di Pedra Zaccada, i resti delle mura punicoromane a Iscia Marianna e Vidazzonedda, i resti di una grande necropoli punico-romana, resti di strade, dell’acquedotto, di tombe romane in diversi

luoghi); le numerose spiagge, le Grotte del Papa, del Bue Marino e dei Fiori ` di escursioni ai d’Arancio; possibilita ruderi del castello di Pedreso e a quello di Padulaccio; porto turistico a Marina di Portisco con 350 posti barca, allo Yacht Club nel Porto interno con ` di prati258 posti barca; la possibilita care il turismo equestre (Associazione equestre F. Noce in via Porto Romano 25, Club ippico Anna via Goceano 1, So` ippica di Olbia zona Santa Macieta riedda). Oliena (Nuoro): Alberghi 3 (Su Cologone, Ci Kappa, Monte Maccione) con 175 posti letto distribuiti in 90 camere tutte col bagno. Agriturismi 2 (Camisadu, Enatuda). Ristoranti 3 (Su Cologone loc. Su Cologone, Ristorante Pizzeria C.K., Misiloghi, Sa Corte). Risorse: centro storico con le tipiche case a corte; il collegio dei Gesuiti, la chiesa parrocchiale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Lucurulla e di Venosu, numerosi nuraghi tra cui quelli di ´ , Dadu Ruju e di Mugialios, le Inite Tombe di giganti di Sussuini, Giumpadu e di Catteddu Crispu, i villaggi nuragici di Tiscali, di Serra Orrios); Gastronomia, in particolare i famosi macarrones de busa, pasta lavorata a ` di escursioni alla valmano; possibilita lata di Lanaittu e alle grotte di Sa Oche e Su ’Entr, al Supramonte e allo straordinario villaggio nuragico di Tiscali; ` di turismo equestre (Centro possibilita turistico Su Cologone, Club ippico via Gennargentu 22). Ollastra (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico ` diri, la parrocchiale con le case in la del secolo XVII riccamente decorata; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di S’Orcu e Santa Vittoria).

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Turismo in Sardegna Ollolai (Nuoro): Agriturismi 1 (Palai) con 12 posti letto. Ristoranti 1 (Az` Ipzurra). Turismo equestre (Societa pica via Taloro 48). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, le antiche fontane di Funtana ’e Padres; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Unerte e di Lucumoro); artigianato di tappeti di ` di lana e cesti di asfodelo; possibilita escursioni al monte di Gonare. Olmedo (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Fadda, La Risacca). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XII; patrimonio archeologico (il complesso neolitico di Monte Baranta, numerosi nuraghi tra cui quelli di Talia con il relativo ` di villaggio e di S’Elighe); possibilita escursioni nella Nurra. Olzai (Nuoro): Agriturismi 2 (S’Erulargiu, Su Pinnettu) con 30 posti letto. Risorse: centro storico con case antiche e la parrocchiale di possibile origine bizantina che custodisce interessanti dipinti, il dipinto del Maestro di Olzai nella chiesa di Santa Barbara; patrimonio archeologico (dolmen di S’Ena’e Sa Vacca, alcuni nuraghi tra cui quello di Puddu, la Tomba di giganti di S’Al` di escurtare ’e S’Ogula); possibilita sioni al monte e al santuario di Gonare. Onanı` (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con chiesa parrocchiale romanica, i murales; patrimonio archeologico (le domus de janas di S’Ena presso l’omonimo nuraghe, alcuni altri nuraghi tra cui quelli di Santu Pedru vicino alla omonima chiesa romanica, di Collovras e di Nuragheddu, le Tombe di giganti di San Bachisio e di Tanca Rettorale); ` di escursioni al monte Albo possibilita ricco di fauna e di boschi di lecci; a La Preta Forata roccione eroso dagli agenti atmosferici.

Onifai (Nuoro): Agriturismi 1 (Palas de Serra) con 17 posti letto. Risorse: centro storico con abitazioni medioevali; patrimonio archeologico (le domus de janas di Concu de Janu, numerosi nuraghi tra cui quelli di Osanu Gollei e di Porchetta, villaggio di Punta Linnarta); le rovine del castello di Pontes; ` di escursioni all’area bopossibilita schiva di Su Gullei; gastronomia, in particolare il miele. Oniferi (Nuoro): nessun esercizio al` berghiero, offre tuttavia la possibilita di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (domus de janas decorate di Is Concas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Badu de Biddu, Badu Petresu e di Pedru Tuscu, rovine romane lungo la strada che porta a Orotelli); possibi` di escursioni al monte Gonare; i lita santuari di San Francesco e di San Paolo. Orani (Nuoro): Alberghi 2 (Monte Gonare, Sos Eliches) con 32 posti letto distribuiti in 17 camere. Agriturismi 1 (Usurtala) con 5 posti letto. Ristoranti 1 (Sa Pasada). Risorse: centro storico con la parrocchiale affrescata da Stanis Dessy e da Mario Delitala e un polittico del secolo XVI; patrimonio archeologico (le domus de janas di Noduli, alcuni nuraghi molto danneggiati, villaggi nuragici e pozzi sacri, le terme romane di Oddini); museo dedicato allo scultore Costantino Nivola; possi` di escursioni a Monte Gonare, bilita con la sagra a marzo e a settembre. Orgosolo (Nuoro): Alberghi 2 (Petit Hotel, Sa ’e Jana) con 72 posti letto distribuiti in 43 camere. Ristoranti 2 (Corbeddu, Assunta). Risorse: centro storico con abitazioni tradizionali, i murales (oltre cento, straordinaria caratteristica del paese), la chiesa e la statua dell’Assunta del secolo XVII; patrimonio archeologico (domus de janas di Tettene, alcuni nuraghi tra cui quelli

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Turismo in Sardegna di Mereu, di Funtana Fritta e di Ruju); ` di escursioni al Suprapossibilita monte con le sue grotte e i suoi boschi, alla vallata di Locoe. Oristano: Alberghi 7 (Isa, Piccolo Hotel, Il Duomo, Villa delle Rose Albergo e Residence, Mistral, Mistral 2) con 569 posti letto distribuiti in 287 camere. Campeggi 1 (Torre Grande) con 400 posti letto. Agriturismi 6 (Bentu ’e Soi, Villa Flore, Dessı`, Meli, Secci, Serra) con 58 posti letto. Ristoranti 23 (Atzeni, Barilari, Carta, Casu, Catapano, Fratelli Fadda, Fois, Guidi e Pulisci, La Capanna, La Capricciosa, Maestrale, Marcis, Mocci, Pippia, Cocco & Dessı`, Il Faro, Il Tucano, Centro commerciale Mirella, La Forchetta d’Oro, Da Andrea, Santelia, Acquamarina loc. Porticciolo turistico, Da Fabio, Gino). Risorse: centro storico con Duomo, chiesa di San Francesco, chiesa e convento di Santa Chiara, resti del sistema delle mura, la torre di Mariano, Museo archeologico, Antiquarium Arborense chiesa di San Martino, palazzi dei secoli XVII e XVIII, il Palazzo comunale, il Palazzo Carta Corrias, il Palazzo Colonna, il Palazzo Flores; patrimonio archeologico (resti bizantini del sec. VI d.C.); spiaggia della Gran Torre; possi` di escursioni allo stagno di Cabilita bras, alla penisola del Sinis con i resti ` fenicio-punicadell’importante citta romana di Tharros; gastronomia, in particolare Vernaccia, merca, mostac` possibile assicioli; per il Carnevale e stere al famoso palio della Sartiglia; porto turistico a Torregrande con 400 ` di turismo posti barca; possibilita equestre (Associazione Giara piazza Mariano, Associazione Sa Sartiglia Palazzo SAIA, Club ippico Serra Arena ` di Equitazione via Canepa 34, Societa oristanese via Tirso 126). Orosei (Nuoro): Pro Loco in piazza del Popolo 54. Alberghi 21 (Centro: Maria

Rosaria, Anticos Palathos, Su Barchile, S’Ortale; Marina: Club Hotel Marina Beach, Club Hotel Marina Country, Baia Marina; Cala Liberotto: I Giardini di Cala Ginepro, Cala Ginepro, Club Hotel Torre Moresca, Bidderosa, Hotel Le Palme, Quasar, S’Ustiarvu; Residenziali: Marina Palace, Alba Dorata, Le 4 Lune, Tirreno, Gli Ontani, Sos Alinos) con 4397 posti letto distribuiti in 1758 camere. Campeggi 3 (Sos ´ linos, Sa Prama, Cala Ginepro) con A 2864 posti letto. Agriturismi 4 (Donna Lina, Fortiches, Funtanas Cartesas, Juanne Soro) con 42 posti letto. Ristoranti 11 (CarPe loc. Su Rimediu, S’Ortale, Da Mario, Da Vincenzo loc. Cala Liberotto, Il Palombaro loc. Cala Liberotto, La Taverna, Mariposa loc. Cala Liberotto, Sa Marina, Sa Mola, Su Malune, S’Ustiarvu loc. Su Crastu). Risorse: centro storico con caratteristica parrocchiale, chiese e palazzi dei secoli XVII e XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Orgoi molto ben conservato, resti ro` imperiale); i resti del camani di eta stello di Orosei; la riserva marina per la tutela della foca monaca con le cale di Fuili, Osalla e Ziu Martine e le spiagge di Cala Luna, Cala Sisine, Ma` di escursioni riolu, Biriola; possibilita al Supramonte con le grotte di Biddiributtai e dei Colombi. Orotelli (Nuoro): Alberghi 2 (Lo Spiedo, Mussinzua) con 20 posti letto distribuiti in 21 camere. Risorse: centro storico con chiesa romanica di San Giovanni; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Picanu, Aeddi, Ovores, Lozzue); possibi` di escursioni ai boschi della Serra lita di Orotelli; a Carnevale sfilata dei thurpos (i ‘‘ciechi’’, maschere caratteristiche). Orroli (Cagliari): Alberghi 1 (Hotel Igalan) con 24 posti letto distribuiti in 21

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Turismo in Sardegna camere. Agriturismi 1 (Sa Sienda). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui il Nuraghe Orrubiu polilobato e quelli di Sa Serra e di San Nicola, il villaggio ` di nuragico di Su Putzu); possibilita escursioni al lago di Mulargia, al bosco di roverelle di Su Motti. Ortacesus (Cagliari): Alberghi 1 (Rubiedda) con 58 posti letto distribuiti in 29 camere. Risorse: centro storico con le case dotate di lolla e corte; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Sa Domu ’e S’Orcu, i resti medioevali di Sioce). Ortueri (Nuoro): Alberghi 1 (Sa Funtana) con 15 posti letto distribuiti in 8 camere. Agriturismi 1 (Su Creccu) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con vecchie abitazioni tradizionali, parrocchiale del XVIII su progetto del Maina; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ena Longa e Antine Usache, i resti di un vil` laggio di origine romana); possibilita di escursioni al parco di Mui Muscas creato per la conservazione della specie in estinzione dell’asino sardo. Orune (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Goddi). Risorse: centro storico con la parrocchiale del ´ e disecolo XIX su progetto di Galfre pinti di Antonio Camboni; patrimonio archeologico (dolmen di Istithi, il pozzo sacro di Su Tempiesu, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu ` di escurGiuliu e di Galile); possibilita sioni alla Valle di Marreri e all’altipiano di Bitti Sa Serra. Oschiri (Sassari): Alberghi 2 (Italy, Su Campu) con 32 posti letto distribuiti in 21 camere. Agriturismi 2 (Su Cantareddu, Villa del Lago Coghinas) con 15 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX e alcuni palazzotti dello stesso periodo; patri-

monio archeologico (domus de janas di Santo Stefano, alcuni nuraghi tra cui quello di Cugatu con un ampio recinto posto accanto ai ruderi del castello di Castro, quelli di Spinalba, Mannu e Pibizzone, resti romani presso la chiesetta romanica di Nostra Signora di ` sede delOtti); la basilica di Castro gia ` di escurl’antica diocesi; possibilita sioni al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare il miele e il pane carasau, la panada e i rinomati casizzo` di turismo equestre (Solus; possibilita ` di equitazione oschirese in cieta piazza Regina Elena 5). Osidda (Nuoro): Agriturismi 2 (Locu Fine, Su Palattu) con 20 posti letto. Risorse: centro storico con il Palazzo Delogu del secolo XVIII; patrimonio archeologico (il gigantesco menhir detto Sa Perda Longa de Santu Paulu, il villaggio nuragico di Santu Elisei, reperti `); il pontile di romani in diverse localita ` di ` ; possibilita Pontiza sul rio Malo escursioni ai tafoni granitici di Sa Contra ’e Senis e al monte Impiccadolzu. Osilo (Sassari): Agriturismi 1 (Donnigheddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la chiesa del Rosario del secolo XVII, numerose case a palattu dei secoli XVIII e XIX, il Monte granatico, il grande castello dei Malaspina; patrimonio archeologico (le domus de janas di Ittiari, numerosi nuraghi tra cui quelli di Baiolu, di Pala ` di escursioni e di Martine); possibilita ai ruderi della chiesa romanica di Santa Maria Iscalas, alla vallata di San Lorenzo con i mulini ad acqua, al colle di Bonaria e a quello di Sant’Antonio con le relative chiese del secolo XVII; gastronomia, in particolare i formaggi, i dolci (papassinos e tiriccas); possibi` di praticare il turismo equestre lita (Associazione equestre ‘‘Gavino Altea’’ ` Abealzu). in localita Osini (Ogliastra): nessun esercizio al-

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Turismo in Sardegna ` possibilita ` di riberghiero, offre pero storo. Risorse: l’antico villaggio abbandonato; patrimonio archeologico (le domus de janas di Trugultu, numerosi nuraghi tra cui quelli di S’Armidda e di ` romana a Su CaUrceni, resti di eta steddu); la grotta di Su Marmuri. Ossi (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Oasi, S’Ispidu due). Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Vittoria del secolo XVI, il Palazzo baronale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Noeddale, di Mesu e Montes, i nuraghi di Birai e di Sa Mandra ’e Sa Giua); ` di escursioni alla vallata di possibilita Gioscari; gastronomia, in particolare i rinomati formaggi Fiore Sardo e Nurache. Ottana (Nuoro): Alberghi 1 (Funtana ’e Donne) con 62 posti letto distribuiti in 36 camere. Ristoranti 2 (Denti, Mura). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Nicola, antica cattedrale che custodisce il polittico di San Francesco; patrimonio archeologico ` (nuraghi, villaggi nuragici); possibilita di escursioni ai monti Cuccureddus e alla valle del Tirso. Ovodda (Nuoro): Agriturismi 3 (Perughe, Badu ’e Fonne, Frau) con 23 posti letto. Risorse: centro storico con antiche case caratteristiche; patrimonio archeologico (menhir di Domusnovas, domus de janas di Titisoni, numerosi nuraghi molto danneggiati, Tombe di ` giganti, villaggi nuragici); possibilita di escursioni al lago di Cucchinadorza. Ozieri (Sassari): Alberghi 1 (Mastino) con 53 posti letto distribuiti in 21 camere. Ristoranti 5 (Satta loc. Chilivani, Dettori loc. Chilivani, Il Sipario, Manca loc. Badde Aini, Peru). Risorse: centro storico con il Duomo del secolo XV, ristrutturato dal Cima, che custodisce dipinti e altre opere d’arte, la chiesa di Santa Lucia, la Fontana Gri-

xoni, altri palazzi del XVIII e del secolo XIX; patrimonio archeologico (la Grotta di San Michele culla della cultura di Ozieri, alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Burghidu, di Porcos e il Nuraghe Mannu, le Tombe di giganti di Tanca Salis); la basilica di Sant’Antioco di Bisarcio del secolo XIII oltre il rio Mannu; possibi` di escursioni a Chilivani col suo falita moso ippodromo; gastronomia, in particolare i formaggi pecorini e i casizzolus, il pane (‘‘spianata’’ di Ozieri) e i dolci a base di mandorle conosciuti come Sospiri di Ozieri. Pabillonis (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Vargiu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Santu Luxuri, di Fenu, resti romani presso la chiesa romanica ` di escurdi San Lussorio); possibilita sione nel territorio a Domu Su Campu ` medioevale; e ` possicon ruderi di eta bile osservare gli artigiani che lavorano le stoviglie di terracotta. Padria (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cappai). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XV in stile goticoaragonese, i resti di Gurulis Vetus che spesso si trovano sotto l’abitato attuale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Cannas de Cheggia e di Badde Usai, numerosi nuraghi tra cui quelli di Longu e di Scala Nughes, la Tomba di giganti di Peddalzos, i villaggi nuragici di Mura Upidos, Cae de Mesu, Giuanne Buldu, le necropoli romane di Sos Canales e di Campusantu). Padru (Sassari): Agriturismi 11 (Casteddu, Il Cavallino, Le Sughere, Fratelli Muzzu, Padru Intro, Sa Punta Ruja, Sa Serra, Sas Concas, Asara, Fideli, Fumu) con 96 posti letto. Risto-

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Turismo in Sardegna ranti 1 (La Foresteria). Risorse: patrimonio archeologico (alcune domus de janas e numerosi nuraghi); gastronomia, in particolare formaggi pecorini e vaccini. Palau (Olbia-Tempio): Azienda Autonoma di Soggiorno in via Nazionale 94. Alberghi 15 (Palau, Posada, Altura, Del Molo, Excelsior Vanna, La Roccia, Murru, Piccada, Serra, Cala di Lepre, Capo d’Orso, Portu Mannu, Club Santa Clara, Costa Serena, Le Dune) con 1726 posti letto distribuiti in 638 camere. Campeggi 4 (Capo d’Orso, Acapulco, Baia Saraceno, Isola dei Gabbiani) con 5594 posti letto. Agriturismi 2 (Lu Stazzareddu, Stazzo Lurisincu) con 4 posti letto. Ristoranti 22 (Bulciolu loc. Stazzo Pulcheddu, Vecchia Gallura loc. Scopa, Stazzo Pulcheddu loc. Stazzo Pulcheddu, La Gritta loc. Porto Faro, Quadrifogio, Pisciottu, Piras, Palau, Orca, La Piazzetta, La Scopa loc. La Scopa, La Taverna, Filigheddu, Filippeddu, Panariello, Inzaina, La Capannaccia loc. Capannaccia, Derosas, Piazzetta dei Fiori loc. Porto Rafael, Da Franco, Da Robertino, Faro loc. Porto Faro). Risorse: centro storico con moderne costruzioni adatte al turismo residenziale; patrimonio archeologico (qualche nuraghe semidistrutto), Tomba di giganti di Li Mizzani, frequentata come fonte di energia terapeutica; spiagge di Porto Rafael, punta Sardegna, Porto Puddu; possibi` di escursioni a capo d’Orso, all’ilita sola dei Gabbiani; porto turistico a Palau con 290 posti barca, a Porto Rafael con 50 posti barca, a Cala Capra con 50 posti barca. Palmas Arborea (Oristano): Agriturismi 1 (La Ginestra) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale di Sant’Antioco Martire; patrimonio archeologico (un nuraghe). Pattada (Sassari): Alberghi 1 (La Pi-

neta) con 72 posti letto distribuiti in 28 camere. Agriturismi 1 (Cresta) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con numerosi edifici a palattu, la parrocchiale di Santa Sabina del secolo XVI, la chiesa di San Giovanni; patrimonio archeologico (alcune domus de janas e numerosi nuraghi tra cui quelli di Lerno, Sa Cadrei e Su Puzzininu, al` di cune Tombe di giganti); possibilita escursioni al monte Lerno con le sue ` di vedere all’opera foreste; possibilita gli artigiani che forgiano la celebre ‘‘pattadesa’’, coltello a serramanico; turismo equestre (Centro ippico, via Giovanni XXIII). Pau (Oristano): Campeggi 1 (Sennisceddu) con 170 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (le stazioni di lavorazione dell’ossidiana di Sa Telluri, Fustiolau, nuraghe di Punta Su Nuraxi, resti romani di Pitzu Sa Campana dove, secondo la leggenda, sorgeva l’antica Pau); possibi` di escursioni alla valle di Fustiolita lau, alla punta Su Ventosu. Pauli Arbarei (Medio Campidano): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patripossibilita monio archeologico (il nuraghe di ` di escurBruncu Mannu); possibilita sione alla zona di Sitzamus dove si trovano i resti dell’omonimo villaggio medioevale. Paulilatino (Oristano): Agriturismi 1 (Sedda) con 5 posti letto. Risorse: centro storico con le case costruite in basalto, tra le quali il palazzetto Atzori del secolo XVIII, la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (numerosissimi nuraghi: Sonnu, Perdosu ecc., il santuario nuragico con pozzo sacro di Santa Cristina, la Tomba di giganti di ` grande della Goronna, ritenuta la piu ` di escursioni alSardegna); possibilita

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Turismo in Sardegna l’altipiano di Paulilatino con le sue leccete. Perdasdefogu (Ogliastra): Alberghi 1 (Mura) con 26 posti letto. Ristoranti 3 (La Ruota, La Trattoria, La Lanterna). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, i resti della chiesa altomedioevale di San Salvatore; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Arrus, di Orcu, il pozzo sacro di Peddi di Cani); ` di escursioni al monte Carpossibilita diga e al rio Flumineddu; gastronomia, in particolare i formaggi e la cagliata detta casu axedu. Perdaxius (Sulcis): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: chiesa romanica di San Giacomo. Perfugas (Sassari): Alberghi 2 (Deiana, Domo de Janas) con 18 posti letto. Agriturismi 1 (Pani) con 14 posti letto. Ristoranti 1 (Anglona). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese che custodisce il Retablo di San Giorgio, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (i siti del Paleolitico sardo a rio Altana, le domus de janas tra cui quella decorata detta dell’Ariete, il pozzo sacro trovato al centro dell’abitato, numerosi nuraghi tra cui quelli di Tirocco, Alvu e di Trifide); i resti del castello Rosso su un colle alla periferia ` di escursioni dell’abitato; possibilita alla chiesa romanica di San Giorgio, di grande bellezza, al lago di Casteldoria. Pimentel (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (in particolare le domus de janas). Piscinas (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Hotel Le Dune). Risorse: patrimonio archeologico; il villino Salazar; grandi spiagge con dune imponenti. Ploaghe (Sassari): Alberghi 1 (Da Nico

e Lello) con 11 posti letto. Agriturismi 1 (Sa Pala ’e Su Frassu). Ristoranti 2 (Diana, Sini corso Cesare Battisti). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che custodisce una tavola del secolo XIV e preziosi arredi, gli oratori di Santa Croce e del Rosario del secolo XV, il cimitero monumentale con lapidi dettate in lingua sarda; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Crabas e di Attentu); la chiesa romanica di San Michele di Salvennor; la chiesa romanica di Sant’Antonio di Salvennor; pos` di escursioni al lago del Coghisibilita nas e al monte Santa Giulia. Pompu (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case in pietra a corte e i portali monumentali, la chiesa parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (nuraghe di Su Sensu, la Tomba di giganti de Su Meli lavorata finemente, la domus de janas di Su Stabi de Luxia Arrabiosa, il villaggio nuragico di Pranu Domus, resti romani di Cuccuru ` di escursioni alla Domus); possibilita valle del rio Laccus lungo le cui rive vi ` una ricca vegetazione. e Portoscuso (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via 1º Maggio 13. Alberghi 3 (Panorama, La Ghinghetta con rinomato ristorante, Don Pedro) con 180 posti letto distribuiti in 90 camere. Risto` , La ranti 6 (Gaimar, Cocco, Jommiro Ghinghetta, Sa Musciara, Dom Pedro). Risorse: centro storico con la torre del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Crixionis e di Attori); spiagge e scogliere (Portopaleddu, capo Altano); possibi` di escursioni allo stagno di Boi Cerlita bus; porto turistico con 390 posti barca; ` di praticare il turismo la possibilita equestre (Associazione ippica Caval` Su Cannoni). vespa, localita

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Turismo in Sardegna Porto Torres (Sassari): Alberghi 4 (Hotel Libyssonis, Torres, Da Elisa, Royal) con 229 posti letto distribuiti in 126 camere. Agriturismi 1 (Solinas) con 5 posti letto. Ristoranti 10 (Cilia, Cristallo, La Tana, Scoglio Lungo, Sardinia Restaurant loc. Cala Lupo, Satta, Secchi, Farina, Li Lioni loc. Li Lioni, Ma.Se.). Risorse: centro storico con la basilica romanica di San Gavino, la chiesa di Balai, la torre del porto del secolo XVI, il Museo archeologico ‘‘Antiquarium turritano’’; patrimonio archeologico (la necropoli neolitica di Su Crucifissu Mannu, i resti di Turris Lybisonis con il palazzo del Re Barbaro e gli altri edifici residenziali e monumentali, il ponte romano), le spiagge di San Gavino a Mare, di Balai, di Platamona; ` di escursioni all’isola delpossibilita l’Asinara; porto turistico a Porto Torres con 140 posti barca. Posada (Nuoro): Alberghi 4 (Donatella, Sa Rocca, Corallo, Fior di Sardegna) con 166 posti letto divisi in 89 camere. Campeggi 1 (Ermosa) con 620 posti letto. Agriturismi 1 (Gupparza) con 26 posti letto. Ristoranti 7 (Antica Feronia, La Nuova Torre loc. San Giovanni, Carpe Diem, La Foce loc. San Giovanni, Sa Tiria loc. Su Tiriarzu, Satta loc. Montelongu, Il Gobbo). Risorse: Il castello della Fava; patrimonio archeologico (nuraghe di Monte Idda); spiagge con lo stagno di Posada. Pozzomaggiore (Sassari): Alberghi 1 (Don Diego) con 18 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Fratelli Mette). Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-aragonese del secolo XVI, la chiesa di Sant’Antonio Abate e il convento degli Agostiniani del secolo XVIII; patrimonio archeologico (le grotte di Filiestru e di Su Guanu importanti stazioni del Neolitico, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ala, di Figos, di Santu Migheli); pos-

` di escursioni a Planu ’e Murtas, sibilita alla chiesa romanica di San Nicola di ` di BonuiTrullas, alla chiesa rococo ghinu; gastronomia, in particolare i famosi formaggi. Pula (Cagliari): Alberghi 26 (Castello, Le Dune, Villa del Parco, Abamar loc. Santa Margherita, Baia di Nora, Costa Dei Fiori, Flamingo, Forte Village loc. Santa Margherita, Il Borgo, Is Molas, Is Morus loc. Santa Margherita, Lantana Hotel e Residence, La Pineta, New Barcavela, Nora Club, Rocca Dorada, Sant’Efis, I Giardini di Alice, Mare e Pineta, Baia delle Palme, Pintadera, Sa Launedda, Sandalyon, Su Guventeddu) con 3782 posti letto distribuiti in 1664 stanze. Campeggi 2 (Cala d’Ostia, Flumendosa) con 1200 posti letto. Agriturismi 2 (Bingia Bonaria, S’Atra Sardigna) con 18 posti letto. Ristoranti 16 (Acropoli, Su Cunventeddu, Dessı`, ESTI Trasport loc. Santa Margherita, Faa km 35 S.S. 195, Frongia, Immoildata, Monti loc. Su Cunventeddu, Piras, Polinesia km 39,7 S.S. 195, Il Piatto d’Oro, Sa Launedda 34,7 km S.S. 195, Terme di Nora, Sa Macinera di Baldino, Sos Chelos, Urru). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX, la villa Santa Maria dello stesso periodo, la casa Frau degli inizi del Novecento, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (di grande importanza il vasto complesso della ` punico-romana di Nora); spiagge citta di San Macario, di Sant’Efisio con la chiesetta paleocristiana luogo della passione del santo; i ruderi del castello ` di medioevale di Pula; possibilita escursione all’oasi naturalistica dello stagno di Nora; porto turistico di Calaverde con 100 posti barca; turismo equestre (Centro Ippico Is Molas). Putifigari (Sassari): Agriturismi 1 (S’Incantu) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo

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Turismo in Sardegna XVIII, il Palazzo baronale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Siseri, alcuni nuraghi); possibi` di escursioni a Monte Maiore, al lita lago di Cuga. Quartu Sant’Elena (Cagliari): Pro Loco in via Regina Margherita 59. Alberghi 13 (Il Califfo, Setar Hotel, Grand Hotel ‘‘Quattro Torri’’, Sighientu, Califfo Dipendenza, Il Monastero, Su Meriagu, Best Western Italia Albergo e Residence, Gardenia, Pensione Centrale, Villa Serena, Il Gambero) con 1222 posti letto distribuiti in 553 camere. Campeggi 1 (Camping Pini e Mare) con 400 posti letto. Ristoranti 19 (Su Meriagu strada Villasimius, Sa Barracca km 11,6 S.S. 554, Brughitta, Clipper, Albachiara, Hartweg, Hibiscus, La Marinella, Mameli, Melis, Passaparola, PBC, Piludu, Bellavista loc. Foxi, Eugenio loc. Faccheri, Il Ciclope, Il Gabbiano loc. Margine Rosso, Lido Mediterraneo, Sant’Andrea). Risorse: cen` diri con le tro storico con le case in la lollas; Museo etnografico ‘‘Il ciclo della vita’’; la parrocchiale di Sant’Elena del secolo XVII; il Palazzo municipale modernissimo; la chiesa romanica di Sant’Agata; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monti Aguzzu e di Cuccureddus); spiagge (il Poetto di Quartu, Flumini); escursioni al parco dei Sette Fratelli; gastronomia, in particolare vini e dolci (is candelaus, altri dolci di mandorla); porto turistico a Marina di Capitana con 450 posti barca. Quartucciu (Cagliari): Alberghi 1 (I Ginepri) con 20 posti letto distribuiti in 20 camere. Agriturismi 2 (Sarita, Simbirizzi). Ristoranti 5 (Campus & Pinna, Da Gabry, Lorusso, Mancini, Vecchia Stazione). Risorse: centro storico con ` diri con le lollas e alcune le case di la chiese tra cui la parrocchiale del se-

colo XV; patrimonio archeologico (il nuraghe di Mela Murgia). Riola Sardo (Oristano): Alberghi 1 (Lucrezia) con 17 posti letto distribuiti in 7 camere. Agriturismi 5 (Il Melograno, Su Barraccu, Su Lau, Tradori, Camedda) con 52 posti letto. Ristoranti 1 (Marongiu). Risorse: centro storico con ` diri e la parrocle case costruite in la chiale del secolo XV; patrimonio archeologico (domus de janas de Sa Conca de S’Omini, il nuraghe Zuaddias, Nurache de Priogu; i resti del villaggio medioevale di Donnicala); spiagge dell’oasi di Seu, le peschiere ` di dello stagno di Cabras; possibilita escursioni alla penisola del Sinis e al golfo di Oristano; gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, bottarga, muggini e anguille. Romana (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Chilchirios e di Pibirra); il santuario ` rupestre di San Lussorio; possibilita di escursioni alle sorgenti di acqua minerale di Lettigheddu, alle grotte di Monte Magone, alla montagna della Minerva. Ruinas (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case costruite in trachite, munite di lolla e di bei portali, la chiesa romanica di San Giorgio, la chiesa bizantina di San Teodoro; patrimonio archeologico (domus de janas de Su Fossu; i nuraghi di Nurampei e Serra Olia, resti romani del villaggio di Ghentiana, utilizzato ` anche in epoca bizantina); possibilita di escursioni al monte Grighine. Sadali (Cagliari): Agriturismi 1 (Su Coili). Ristoranti 2 (Ristorante Bar, Su Stori). Risorse: centro storico con al-

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Turismo in Sardegna cune case tradizionali e la cascata di Su Stampu de Su Turrunu, parrocchiale del secolo XII; patrimonio archeologico (la domus de janas di Grutta de Janas, alcuni nuraghi tra i quali quelli di Istria e Pala Nuraxi); possibi` di escursioni al bosco di Addali e lita alla Grotta delle Janas. Sagama (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII ` e della Pieta ` con i dipinti della Nativita dello stesso periodo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Funtaneddas e di Mulineddi, Tomba di giganti di Su Crastu Iscrittu); ` di escursioni al rio Crapossibilita balzu. Samassi (Medio Campidano): Alberghi 1 (Il Campidano) con 14 posti letto distribuiti in 9 camere. Ristoranti 2 (Mocambo, Il Campidano). Risorse: chiesa romanica di San Gemiliano. Samatzai (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce alcune reliquie, il Monte granatico; patrimonio archeologico (nuraghi, domus de janas, Tombe di giganti, menhir). Samugheo (Oristano): Agriturismi 3 (Castel Medusa, Da Dino, Su Pinnatzu) con 9 posti letto. Ristoranti 2 (Bittu, Perdighe). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale di Santa Vittoria del secolo XVI, le case in pietra con le caratteristiche porte e finestre piccole, vivacemente colorate, Museo regionale del tappeto e della tessitura artigianale; patrimonio archeologico (necropoli eneolitica costituita da domus de janas di varie tipologie, numerosi nuraghi tra cui quelli di Pirarba e di Taccu, la fortezza tardopunica di ` di escurSanta Vittoria); possibilita

sioni alla valle del rio Mannu; gastronomia, in particolare i famosi casigio` possibile anche vedere all’opera lus; e le tessitrici che praticano la tecnica di un’indente grazie alla quale l’ordito risulta nascosto; durante il Carnevale sfilate della tipica maschera dei Mamuthones. San Basilio (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Alla tavola di zia Chiara). Risorse: patrimonio archeologico (il nuraghe di Sa Domu ’e S’Orcu, i resti delle terme romane e del cimitero); escursioni alle zone montane di Bruncu Arrideli, Cuccuru Fenugu; patrimonio archeologico (nuraghi, terme romane). San Gavino Monreale (Medio Campidano): Alberghi 1 (Italia) con 20 posti letto distribuiti in 16 camere. Ristoranti 2 (Oasi Santa Lucia, S’Aposentu). Risorse: la chiesa di San Gavino martire, presunto mausoleo arborense, la parrocchiale del secolo XV che custodisce sculture del Lonis; patrimonio archeologico (resti punici e romani); ` di escursione alle rovine possibilita ` di del castello di Monreale; attivita promozione dello zafferano. San Giovanni Suergiu (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Sa Perda Arrubia). Ristoranti 1 (Sa Perda Arrubia). Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Palangini e de Is ` romana). Paras, resti di eta Sanluri (Medio Campidano): Pro Loco in via Carlo Felice. Alberghi 2 (Motel Ichnusa, Mirage) con 47 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 4 (Deidda, La Deliziosa, Podda, Rosy). Risorse: centro storico con il castello Villasanta e il museo; chiesa e convento dei Cappuccini del secolo XVIII con annesso Museo storico etnografico, la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi

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Turismo in Sardegna molto danneggiati tra cui quelli di Gutturu Sa Corti ’e Fenu, le tombe romane di Mereidda e di Bruncu Fulgheri); la rievocazione della battaglia di Sanluri e la festa del borgo. ` d’Arcidano (Oristano): AgriSan Nicolo turismi 1 (Rio Scixoris) con 9 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico; patrimonio archeologico (i nuraghi Peppi Tzappus polilobato, di Urradili, di Medas; resti romani delle terme di Sa Cresia di Santa Maria di Nabui); possibi` di escursioni al rio Mannu e al rio lita ` possibile praticare la Mogoro, dove e pesca delle anguille. ` Gerrei (Cagliari): AgrituriSan Nicolo smi 2 (Sa Tjrja, Gerrei) con 9 posti letto. Risorse: centro storico con abitazioni tradizionali e la parrocchiale di San Nicola; escursioni a Pranu Sanguni, alla foresta naturale di Riu Tolu; gastronomia, in particolare formaggi tipici. San Sperate (Cagliari): Alberghi 1 (Sagittario) con 12 posti letto distribuiti in 8 camere. Ristoranti 2 (Cossu, Sagittario). Risorse: centro storico con i murales e le sculture di Pinuccio Sciola, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (tombe puniche e romane che hanno restituito numerose suppellettili). San Teodoro (Olbia-Tempio): Pro Loco in via del Tirreno 3. Alberghi 17 (Bungalow Hotel, Pamela, Al Faro, Li Banditi, Onda Marina, Sandalyon, L’Esagono, La Palma, Le Rose, Alta Marea, Due Lune, Giamaranto Hotels, Bonsai, Chlamis, Le Mimose, Scintilla, Park Hotel Li Suari) con 1877 posti letto distribuiti in 735 camere. Campeggi 3 (Cala d’Ambra, San Teodoro, Calacavallo) con 1853 posti letto. Agriturismi 1 (Li Scopi). Ristoranti 21 (Da Nardino, Frau, Antica Osteria loc. Suaredda, La Taverna degli Artisti, Lu Impostu loc.

Lu Impostu, Domo Murisca loc. Citai, Gallo Blu, Helios loc. Suaredda, Il Giardinaccio, Il Platano, La Cinta, La Columbella loc. Punta Aldia, L’Artista, Miacheddu loc. Miacheddu, Da Silvio loc. Badualga, Alba Chiara, Punta Est loc. Capo Coda Cavallo, Lu Nibareddu loc. Nibareddu, Flamingo, L’Ea Cana loc. Monteprosu, La Taverna di Dante). Risorse: centro storico con i murales nella piazza principale; spiagge di Cala d’Ambra, La Cinta, L’Isuledda; ` di escursioni alla Laguna possibilita di Monte Nieddu e alle famose rocce granitiche dette ‘‘sculture del vento’’; porto turistico a Marina di Puntaldia con 390 posti barca. Turismo equestre (Centro Villa Erika via Suaredda 6). San Vero Congius (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro possibilita ` diri; storico con le case costruite in la patrimonio archeologico (il nuraghe di San Giuliano). San Vero Milis (Oristano): Alberghi 3 (Su Pallosu, Da Cesare, Baia Blu) con 79 posti letto distribuiti in 37 camere. Agriturismi 8 (Angolo Azzurro, La Mimosa, S’Urachi, Santa Barbara, Zenti Arrubia, Lotta, Orro, Piras) con 84 posti letto. Ristoranti 1 (Le Saline loc. Zerrei). Risorse: centro storico con parrocchiale dei secoli XVI-XVII e le tipiche ` diri; patrimonio archeologico case in la (resti di villaggi di capanne di Sa ’e Croccus del IV-III millennio a.C., domus de janas a grotticelle artificiali, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ar` grandi cibispu e di S’Urachi, tra i piu della Sardegna, con villaggio nuragico riutilizzato in epoca punica e romana, necropoli punica dei secoli VII-III a.C., ` di escursioni resti romani); possibilita a Sa Tonnara con i suoi stagni; gastronomia, in particolare la tipica zuppa di ceci che alla chiusura del Carnevale viene distribuita anche ai poveri; turi-

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Turismo in Sardegna smo equestre (Associazione ippica sanverese, via Eleonora 5). San Vito (Cagliari): Pro Loco in via Nazionale 12. Alberghi 1 (Elisabeth in loc. San Priamo) con 48 posti letto distribuiti in 25 camere. Agriturismi 1 (Sa Perda Arrumbulada) con 4 posti letto. Ristoranti 4 (Bar Ristorante Meloni, Su Crogallu 54,2 km S.S. 125, Pisano, Solinas loc. Maistu Andria). Risorse: centro storico con antiche case a corte, la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Zerbuzi e di Soro, necropoli di Santa Rosa); escursioni lungo la vallata del Flumendosa. Santadi (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Cocco, Mauritania). Risorse: patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Guardia Cristu e di Per` Su dosu, la grotta de Pirosu in localita Benatzu); le grotte de Is Zuddas; possi` di visitare i furriadroxius; produbilita zione di grandi vini nella Cantina sociale (Carignano del Sulcis). Santa Giusta (Oristano): Agriturismi 3 (Bentemare, Matteoli, Meloni) con 29 posti letto. Ristoranti 3 (Abarossa, La Fenice, Musu). Risorse: centro storico con la basilica romana di Santa Giusta ` sede di diocesi, la chiesa romanica gia di Santa Severa; patrimonio archeologico (resti punici: la necropoli di Santa Severa e la necropoli di Othoca); spiagge: la marina di Arborea; possibi` di escursioni allo stagno di Cabras lita e a quello di Mar’e Pontis presso il quale in agosto si svolge la classica regata de is fassonis, le tipiche imbarcazioni utilizzate dai pescatori; gastronomia, in particolare l’arrosto di muggine e di anguilla, i malloreddus o gnocchetti per i quali a settembre si tiene una sagra. Santa Maria Coghinas (Sassari): Alber-

ghi 2 (Montiruju, Doria) con 45 posti letto distribuiti in 20 camere. Ristoranti 1 (Dettori). Risorse: centro storico con la parrocchiale di impianto romanico, il castello dei Doria; il complesso delle terme di Casteldoria; pos` di escursioni alle spiagge della sibilita costa settentrionale. Sant’Andrea Frius (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Su Nuraxi). Risorse: centro storico che conserva le tipiche case a corte, la parrocchiale di Sant’Andrea del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti ` prenuragica, il nuraghe di Agus, di eta resti romani nel centro abitato). Sant’Anna Arresi (Carbonia-Iglesias): ` Porto Pino. AlberPro Loco in localita ghi 5 (La Medusa, Porto Pino Club, Cala dei Pini, Punta Giara, Le Palme) con 495 posti letto distribuiti in 237 camere. Campeggi 1 (Camping Sardegna) con 360 posti letto. Agriturismi 1 (Su Baroni) con 12 posti letto. Ristoranti 4 (Casti loc. Porto Pino, Fulgheri loc. Porto Pino, La Peschiera loc. Porto Pino, Sa Carrubedda loc. Sa Carrubedda). Risorse: la spiaggia di Porto Pino, gli stagni de Is Berbais e del Maestrale. Sant’Antioco (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Nazionale 175. Alberghi 10 (Capo Sperone, Coa de Quaddus, Hotel del Corso, Hotel Martinelli, Solki Hotel, La Mazza, Scala Longa, Maladroxia, Moderno, Eden) con 349 posti letto distribuiti in 182 camere. Campeggi 1 (Camping Tonnara) con 708 posti letto. `, Ristoranti 10 (Aliucci, Arizona Cafe Boe, Farci, Milia, Monni loc. Calasapone, Pomata, Porcu, Il Cantuccio, Ristoro del Passeggero). Risorse: centro storico con chiesa paleocristiana di Sant’Antioco e le sue catacombe, fortezza del secolo XVIII, Museo archeologico; patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quelli di S’Ega de

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Turismo in Sardegna Funtana, Monte Noccus, il tofet feniciopunico, la necropoli punico-romana di Solci, il mausoleo romano di Sa Tribuna, altri avanzi romani in diverse lo` ); spiagge tra cui quella di Malacalita droxia; le torri litoranee di Maladroxia e di Canai; archeologia industriale (antiche tonnare); porto turistico sul lungomare De Pompeis con 130 posti barca. Sant’Antonio di Gallura (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Montenero) con 30 posti letto distribuiti in 15 camere. Ristoranti 2 (Angelo e Arcangela, Da Agnese). Risorse: centro storico con la parrocchiale dell’Ottocento che custodisce alcune antiche statue, la chiesa di Sant’Andrea dell’Ottocento; patrimonio archeologico (la cinta prenuragica di Sarra d’Aglientu, alcune domus de janas, alcuni nuraghi molto rovinati); il belvedere di Monte Naracu; ` di escursioni al vallone del possibilita rio Fasciolu, al complesso montano di Serra di Monte Santo con i suoi graniti rosa, al lago del Liscia; gastronomia, in particolare la minestra di brodo di bue, funghi. Santa Teresa Gallura (Olbia-Tempio): Azienda autonoma di Soggiorno in piazza Vittorio Emanuele I. Alberghi 33 (Bacchus, Corallaro, Li Nibbari, Sa Domo, L’Ancora, Shardana, Bellavista, Canne al Vento, Da Cecco, Miramare, Marinaro, Moderno, Al Porto, Quattro Mori, Sandalyon, Sole e Mare, Riva, Belvedere, Confort Inn, Scano, La Funtana, Meta Hotel, Capo Testa e dei Due Mari, Large Mirage Hotel, Bocche di Bonifacio, Majore, Solemar, Arduino, Marmorata Village, La Coluccia, Frassetto, Cala Blu, Valle dell’Erica) con 4126 posti letto distribuiti in 1650 camere. Campeggi 3 (Arcobaleno, La Liccia, Gallura) con 3564 posti letto. Agriturismi 5 (Ciuchesu, Lettu di Vita, Li Nalboni, Saltara, Sardo) con 9 posti

letto. Ristoranti 21 (Azzurra, Battino loc. Porto Pozzo, Berimbau, Casu loc. Capo Testa, Da Thomas, Due Palme, Frassetto loc. Porto Pozzo, Il Delfino Sardo, La Kambusa, La Piana loc. Marazzino, La Torre loc. Rena Bianca, Laura, Maestrale loc. La Ruda, Man` Satan, La Stalla noni, Mistrello, Pape loc. Marazzino, S’Andira loc. Santa Reparata, Salvagnin, Sameri, Villamarina). Risorse: centro storico con la parrocchiale dell’Ottocento, la torre di Longonsardo; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Juntana e di Nuraconi, La Tomba di giganti di Lu Brandali, la cava romana di granito di capo Testa, i ruderi del castello di Longonsardo); spiagge della Marmorata, di Rena Bianca e dell’isola ` di escursioni a di Municca; possibilita capo Testa, alla Baia di Santa Reparata, all’isola di Razzoli e all’arcipelago di La Maddalena con l’oasi relativa; porto turistico a Marina di Santa Teresa con 600 posti barca e diversi traghetti quotidiani per Bonifacio; possi` di praticare il turismo equestre bilita ` Ca(Centro ippico Ruoni in localita pizza di Vacca). Santu Lussurgiu (Oristano): Alberghi 3 (Sas Benas, Mallica, Antica Dimora del Gruccione) con 37 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 2 (Sas Benas, La Bocca del Vulcano). Risorse: centro storico con alcuni palazzetti nobiliari dei secoli XVII e XVIII, la chiesa romanica di Santa Giusta, il Museo della tecnologia contadina; patrimonio archeologico (i dolmen di Matziscula vicini alle domus de janas notevoli per ampiezza e tecnica costruttiva, numerosi nuraghi tra cui quelli di Piriccu Elighe Onna e di Mura Matta, numerose Tombe di giganti, betili e pozzi sacri, villaggi nuragici di Santa Vittoria, di Camputzola, il sito di Banzos frequen` di tato da Fenici e Romani); possibilita

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Turismo in Sardegna escursioni a San Leonardo di Siete Fuentes; gastronomia, in particolare produzione di carne del bue rosso allevato nel territorio, caciocavallo casizolu, acquavite filu ’e ferru; durante il ` possibile ammirare la speCarnevale e ricolata giostra equestre di Sa Carrela ’e Nanti; turismo equestre (Centro ippico lussurgese). Sardara (Medio Campidano): Alberghi 4 (Sardara Hotel, Eucalipti Terme, Terme di Sardara, Monreale) con 320 posti letto distribuiti in 179 camere. Ristoranti 1 (Il Pescatore). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, la chiesa romanica di San Gregorio, la chiesa di Sant’Anastasia che racchiude anche un pozzo sacro nuragico, il Museo archeologico; patrimonio archeologico ‘‘Villa Abbas’’ (numerosi nuraghi tra cui quelli di Predi Miali e di Ortu Comidu con i resti delle officine fusorie, la necropoli romana di Blasone Oneddu); il rinomato stabilimento termale con la chiesetta di Santa Maria Is Acquas e i resti romani delle terme Neapolitane; i resti del castello medioevale di Monreale. Sarroch (Cagliari): Alberghi 2 (Villa Rosa, La Lanterna Verde) con 47 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 6 (Cappadonna, Ghiani, La Nuova Trattoria, Palmas loc. Santa Barbara, Dal Pescatore loc. Porto Foxi, Tavernetta ESIT loc. Jenni Auri). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Antigori e di Motti); Villa d’Orri con i ricordi sabaudi e il parco; Villa Siotto e il suo parco; il complesso delle torri costiere di Zavorra e del Diavolo; porto turistico di Perd’e Sali con 260 posti barca. Sarule (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Boneddu). Risorse: centro storico con antiche abita-

zioni di struttura rustica, la parrocchiale di Santa Lucia; patrimonio archeologico (il dolmen detto dell’Altare di Logula, numerosi nuraghi tra cui quelli di Iloe e di Orvanilo, la Tomba di giganti di Inutheo Mozanu); possibi` di escursioni al monte e al santualita rio di Gonare. Sassari: ufficio informazioni dell’Azienda di soggiorno e turismo, via Roma 62. Alberghi 10 (Grazia Deledda, Best Western Carlo Felice, Frank Hotel, Il Vialetto Albergo e Residence, Leonardo da Vinci, Marini 2, Giusy, Sher-Dan, Stella del Mediterraneo) con 1188 posti letto distribuiti in 602 camere. Agriturismi 20 (Azienda Agricola Turra, Cristina, Leonardo Carta, Marisa Loi, Li Misterj, Agliastru, Nuraghe Mandras, Pietro Satta, Marini, Pozzo d’Ussi, Finagliosu, Da Marini, Gavina Pes, Azienda Dettori, Monte d’Accoddi, Il Canneto, Azenda Marongiu, Angela Deligios, Il Silo, Lu Calzu` , Cubeddu, Anlaggiu, Il Mirto, Agliado tichi Sapori, Conzimu, Monte Casteddu, Piras, Ottavio Deligios, CheloCareddu, Margherita, Sechi-Tilocca) con 140 posti letto. Ristoranti 48 (Il Frantoio, Amphora, Brustia loc. Ottava, Cassaforte, Ernesto loc. Platamona, Casu, Casula, Cossu, Coutsopulos, Da Gesuino, Dessı`, Farina, Fiori, Il Giamaranto, Il Pizzicotto, Il Pomodoro, Il Posto, Il Saraceno, L’Acquario, La Fenice, L’Antica Hostaria, La Pinta, L’Asfodelo, La Spiga, L’Eliseo, M.P.M., Mulas, Nonne, Oggiano, Pinna, Pira, Pirodda, Porto Palmas loc. Argentiera, Pruneddu loc. Lampianu, Puliga, Castello, Da Remo, La Maison, Da Leo, La Cascina loc. Ottava, Liberty, Sanna loc. Platamona, Sa Posada loc. Ottava, Soriga, Tony’s [Il Quirinale], Usai, White & Green, La Vela Latina). Risorse: centro storico con il Duomo, Palazzo ducale, Palazzo della Provincia e

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Turismo in Sardegna piazza d’Italia, le chiese di San Sisto, di San Pietro di Silki, dei Cappuccini, il Museo archeologico nazionale ‘‘G.A. Sanna’’, il Teatro civico, palazzi dal secolo XVI al XIX, i resti delle mura medioevali, la fontana del Rosello, la chiesa di Santa Maria di Betlemme, la chiesa di San Donato; patrimonio archeologico (numerose domus de janas `, numerosi nutra cui quelle di Molafa ` di ammirare la Caraghi); possibilita valcata sarda la penultima domenica di maggio, e la ‘‘Faradda’’ o discesa dei Candelieri la vigilia di Ferragosto; gastronomia, in particolare la favata, le formaggelle pasquali (casgiadini), le lumache (giogga, monzette, coccoidu), ´; la schiacciata di farina di ceci o faine ` di turismo equestre (Assopossibilita ciazione ippica Alessandra, via Roma 94), campo di golf (Ippodromo Pinna). Scano di Montiferro (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro possibita storico con le tipiche case in basalto con finestre e porte riccamente decorate dai piccapietre locali, la chiesa parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (circa 40 nuraghi tra cui quelli di Nuracale quadrilobato e di Abbauddi quasi intatto, le grandi Tombe di giganti di Nuracale e Perdas Doladas, il sito di Sulu con resti punici ` di escursioni alle e romani); possibilita sorgenti di Leari, Amenta, Pattola, e a quelle grandiose di Sant’Antioco; gastronomia, in particolare l’acquavite filu ’e ferru, rinomatissima; durante il ` possibile ammirare la Carnevale e cursa ’e puddas, una spettacolare corsa a pariglias. Sedilo (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (I 4 Assi loc. Talasai). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII, la cappella Manca Zonchello del secolo XVIII, il santuario di Santu Antine

dove si svolge l’ardia; patrimonio archeologico (dolmen, numerose domus de janas tra cui quelle di Sas Loggias e di Su Noi de Ziu Marcu, molti nuraghi tra cui quello di Iloi con tre Tombe di ` di escursioni al giganti); possibilita lago Omodeo; durante il Carnevale si corre Sa Cursa a su puddu, una spericolata pariglia che si conclude con una ‘‘zippolata’’, ovvero distribuzione di ` vedere S’arfrittelle; a giugno si puo zola, rievocazione degli antichi metodi di mietitura, a luglio la spettacolare ` animata sagra giostra dell’ardia, la piu ` di turireligiosa dell’isola; possibilita smo equestre (Associazione ippica sedilese, via Mazzini 13). Sedini (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con molte antiche abitazioni ricavate dalla riutilizzazione delle domus de janas, la parrocchiale in stile gotico-aragonese che conserva dipinti di Andrea Lusso; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Paddu e di Monti Falcadu, i resti dell’antico villaggio di Spelun` di escursioni ai resti cas); possibilita dell’abbazia benedettina di San Nicola di Silanis e alla chiesa di San Pancrazio con i resti del convento presso cui si trova un dolmen. Segariu (Medio Campidano): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con una chiesa romanica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Fraga Morus e di Su Ca` di escursione alla steddu); possibilita ` Rocca Su Casteddu dove si trolocalita vano i resti di un castello medioevale. Selargius (Cagliari): Pro Loco in via Confalonieri. Alberghi 2 (Il Quadrifoglio, Hotel Hinterland) con 276 posti letto distribuiti in 150 camere. Ristoranti 2 (Melis, Ortu). Risorse: centro

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Turismo in Sardegna ` diri storico con le case tradizionali in la e munite di lolla, la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di San Giuliano, il carcere aragonese; patrimonio archeologico (il sito prenuragico di Su Coddu); la chiesetta roma` possibile assinica di San Lussorio; e stere alla cerimonia del ‘‘matrimonio selargino’’. Selegas (Cagliari): nessun esercizio al` possibilita ` di riberghiero, offre pero storo. Risorse: chiesa gotica del secolo XIII; patrimonio archeologico (il nuraghe di Meloni Mannu). Semestene (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Giorgio iniziata nel secolo XII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Codes, Pedrania e di Scolca di enormi proporzioni e grande com` ); possibilita ` di escursioni alplessita l’abbazia romanica di Sa Nicola di Trullas. Seneghe (Oristano): Agriturismi 1 (Il Leccio) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con alcuni palazzotti medioevali, una casa aragonese e la chiesa di Santa Maria della Rosa; patrimonio archeologico (villaggio prenuragico di Narbu, domus de janas di Sa Domo ’e Sa Zana, alcuni nuraghi tra cui quelli ` di di Littu e di Campu); possibilita escursioni al monte Rassu ’e Mesu; gastronomia, in particolare il rinomato olio d’oliva per la cui valorizzazione a maggio si svolge il premio nazionale ‘‘Montiferru’’. Senis (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII con ricche sculture, il Palazzo baronale, la torre dell’antico castello di Senis; patrimonio archeologico (le statue neolitiche antropomorfe di Bidda ’e Perda,

alcuni nuraghi tra cui quello di Senismannu, i resti di un villaggio romano ` di escura Santa Vittoria); possibilita sioni nelle campagne circostanti. Sennariolo (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con le tipiche case in pietra addossate in strette stradine di particolare suggestione, il campanile a cipolla della parrocchiale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas e Tombe di giganti, molti nuraghi tra cui quelli di Liortinas polilobato, Fro` di migas, S’ena ’e Tiana); possibilita escursioni alle falde del monte Ferru. Sennori (Sassari): Agriturismi 1 (Lodde). Ristoranti 4 (Senes, Da Franco, Fois, Da Vito). Risorse: centro storico con la parrocchiale che conserva un dipinto del secolo XVI di artista cagliaritano; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Sa Pattada e di Chercos, le rovine del villaggio medio` di escurevale di Geridu); possibilita sioni al territorio di Monte Onzano e alle sue rovine, a Monte Cau, alle spiagge del golfo dell’Asinara; gastronomia, in particolare l’olio d’oliva, i formaggi. Senorbı` (Cagliari): Alberghi 2 (Sporting Hotel, Trexenta) con 76 posti letto distribuiti in 32 stanze. Ristoranti 2 (Da Severino, Cassinelli). Risorse: nel centro storico conservate alcune tipiche casse trexentesi, la parrocchiale in ` , il Museo ‘‘Sa Domu Nostile rococo stra’’; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Luna, alcuni nuraghi tra cui quelli di S’Arcu, la necropoli punica di Santu Teru); chiesa romanica di Santa Mariedda. Serdiana (Cagliari): Agriturismi 1 (Brogi) con 5 posti letto. Ristoranti 2 (Su Stazzu, Puddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV;

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Turismo in Sardegna patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Sa Domu ’e S’Orcu); la chiesa romanica di Santa Maria di Sibiola del secolo XII; possi` di escursione allo stagno di Serbilita diana con interessante avifauna. Serramanna (Medio Campidano): Alberghi 1 (Sa Serra) con 8 posti letto. Ristoranti 4 (Su Stazzu km 2,5 S.S. 196, Conti, La Tana del Professore, Midnight). Risorse: centro storico con tipiche case ottocentesche e parrocchiale in stile gotico-aragonese, la Raccolta museale delle memorie e tradizioni religiose serramannesi, i mercati ottocenteschi; patrimonio archeologico (tombe puniche e i resti romani in regione Santa Maria). Serrenti (Medio Campidano): Alberghi 1 (Campidano) con 18 posti letto distribuiti in 11 camere. Ristoranti 3 (Sa Bertula, Medi Mark km 40 S.S. 131, Ristorante Snack Bar km 40,200 S.S. 131). Risorse: centro storico con parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Crabu e Gutturu Olleri, alcuni insediamenti romani a Gutturu Rosa e Conca Manna). Serri (Cagliari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Basilio in stile romanico-pisano; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi e il grande santuario nuragico di Santa Vittoria, una ` piu ` importanti della Sardelle localita ` di escursioni alla degna); possibilita Giara di Serri. Sestu (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 4 (Happy Pizza, Il Ghiottone km 8,2 S.S. 131, Da Eugenio e Nicola, Su Stentu). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XV; la chiesa campestre di San Gemiliano del secolo XIII. Settimo San Pietro (Cagliari): nessun

esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Murtas). Risorse: chiesa parrocchiale in stile gotico-aragonese del secolo XVI; patrimonio archeologico (un nuraghe semidiroccato nei pressi della stazione). Setzu (Medio Campidano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: nel centro lita storico le case a corte con la lolla; patrimonio archeologico (domus de janas del periodo prenuragico, la stazione neolitica di San Gemiliano, alcuni nuraghi tra cui quelli di Surragu e di Nu` di escursioni sulla razzasu); possibilita Giara di Gesturi; gastronomia, in particolare formaggi, lumache, funghi. Seui (Ogliastra): Alberghi 1 (Moderno) con 16 posti letto distribuiti in 12 camere. Ristoranti 1 (Mascia). Risorse: centro storico con case tipiche di architettura barbaricina, la parrocchiale del secolo XVI, l’intelligente Percorso museale seuiense (palazzina Liberty con esposizione archeologica e documentale), casa Farci; Pinacoteca; il carcere spagnolo, il Museo etnografico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ardasi, col relativo villaggio, e di Casteddu, pozzi sa` cri e altri villaggi nuragici); possibilita di escursioni alla Foresta demaniale di ` di percorsi sul Montarbu; possibilita ‘‘trenino verde’’; gastronomia, in particolare noci, nocciole e castagne. Seulo (Cagliari): Alberghi 1 (Moi) con 24 posti letto distribuiti in 12 camere. Agriturismi 2 (Su Zipiri, S’Armidda) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Nuraxeddu e di Gastea); ` di escursioni ai Monti Orru possibilita ` di percorsi sul e Perdidu; possibilita ‘‘trenino verde’’; gastronomia, in parti-

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Turismo in Sardegna colare i formaggi e le patate di montagna. Siamaggiore (Oristano): Agriturismi 1 (Casu) con 9 posti letto. Ristoranti 1 (Corona 99 km S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo ` diri, la parrocchiale XVII e le case in la del secolo XVI; patrimonio archeologico (le tombe altomedioevali dei secoli VI-VII di San Pietro); gastronomia, in particolare i carciofi, per i quali a febbraio si svolge una sagra. Siamanna (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con ` diri e la parrocchiale del le case in la secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di ` di escursioni Pala ’e Sole); possibilita nelle campagne circostanti; durante la festa di Santa Lucia il 22 giugno si corre la corsa ‘‘de su pannu’’, molto simile all’ardia; gastronomia, in particolare i formaggi. Siapiccia (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico ` diri e la Funtana Macon le case in la jori, sorgente di acqua calda; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Don Pauli e di Concu); pos` di escursioni alle sugherete cirsibilita costanti. Siddi (Medio Campidano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico lita con la parrocchiale del secolo XVII e il campanile; patrimonio archeologico ` prenuragica, alcuni nuraghi (siti di eta tra cui quelli di S’Orcu e di Sa Corruaia); chiesa romanica di San Mi` di chele del secolo XIII; possibilita escursioni sulla Giara. Silanus (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case tradizionali in pietra; patrimonio

archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Madrone e di Padru, le Tombe di giganti di Madrone e di Tuttarighe, pozzi sacri, villaggi nuragici); la chiesa di Santa Sabina del secolo XI con il nuraghe perfettamente conservato; la chiesa romanica di San Lorenzo con affreschi del Trecento; gastronomia, in particolare il pane confezionato in svariati modi. Silı` (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI. Siligo (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con case tradizionali a palattu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Putta Ruja e di Ortulu, il santuario nuragico di Monte Sant’Andrea, resti romani tra cui quelli significativi di Santa Maria di Mesumundu che da impianto termale romano sono stati ` di trasformati in chiesa); possibilita escursioni al monte Santo. Siliqua (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Ziu Boicu). Risorse: centro storico con le tipiche co` diri e la chiesa parrocstruzioni in la chiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Miali e di Domu de Pedra); i ruderi del castello di Acquafredda. Silius (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: i resti del castello ` di medioevale di Sassai; possibilita escursioni alla gola del rio Padenti e ` di alle sorgenti di Is Alinus; possibilita reperire minerali nelle miniere abbandonate. Simala (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni palazzotti del secolo XIX e la parrocchiale del XVII che conserva

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Turismo in Sardegna una statua del Lonis; patrimonio archeologico (stazioni per la lavorazione dell’ossidiana tra cui quelle di Pappoi, Ossu ’e Procus, Funtana Cadena, numerosi nuraghi, i resti romani dei villaggi di Genna Fossa e Santu Sadurru, quest’ultimo utilizzato in periodo paleocristiano). Simaxis (Oristano): Agriturismi 2 (Serra, Serusi) con 20 posti letto. Risorse: centro storico con il Monte granatico dell’Ottocento (Sa domu ’e su Monti), la parrocchiale ricostruita nell’Ottocento; patrimonio archeologico (villaggi del III millennio a.C., a Su Cungiau de is Fundamentus e a Campu ’e Cresia, il nuraghe di Su Pauli Mannu). Sindia (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con un nuraghe inglobato in un’abitazione privata, la chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Montecodes e di Sos Bandidos); i resti dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Corte; pos` di escursioni al Parco Banza, sibilita ricco di boschi di querce. Sini (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII, gli ulivi millenari che si trovano alla periferia dell’abitato; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Sca` l’e Berbeis e Santu Giorzi); possibilita di escursioni nelle colline circostanti; gastronomia, in particolare vari tipi di pane, olio d’oliva. Siniscola (Nuoro): Pro Loco in via Monfalcone 17. Alberghi 7 (La Caletta, L’Ancora, Hotel Meloni, Fresu, Villa Pozzi, Vela Sole, L’Aragosta, Sardinia) con 436 posti letto distribuiti in 219 camere. Campeggi 4 (Selema, Le Ginestre, La Mandragola, Cala Pineta) con 2110 po-

sti letto. Agriturismi 4 (Punta Lizzu, Sa Tanca ’e Bore, Su Meriacru, Talaspru) con 12 posti letto. Ristoranti 10 (Contu loc. Capo Comino, Del Monte loc. Capo Comino, Meloni e Fresu loc. La Caletta, La Cambusa loc. La Caletta, Eucaliptus loc. Capo Comino, Comino Rosso loc. Capo Comino, La Villa, Il Tucano loc. La Caletta, Maxim loc. La Caletta, Sanna loc. La Caletta). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Giovanni Battista del secolo XVII, la chiesa delle Grazie del secolo XVII, i resti di due torri dell’antica cinta muraria, la grotta di Gortoe dove scorre un ruscello; patrimonio archeologico (la grotticella neolitica di Cuccuru ’e Janas, le domus de janas di Duas Vuccas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Piberas e di Sulapatu, il villaggio nuragico di ´ rchida, le dune Lututai); spiagge di Be di capo Comino e il sistema delle torri ` di escursioni al costiere; possibilita monte Albo e alle grotte di Peirone e di Duas Vaccas; i porti turistici a Porto Ottiolu con 400 posti barca, di La Caletta con 140 posti barca, di Sa Veletta loc. Sa Pretta Ruja. Sinnai (Cagliari): Alberghi 1 (Abbablu Residence) con 114 posti letto distribuiti in 32 camere. Ristoranti 8 (Casu, Cortis loc. Solanas, Incostante, La Meteora, Planet Pizza, Da Barbara loc. Solanas, San Basilio loc. San Basilio, Si.Com loc. Torre delle Stelle). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII che custodisce dipinti dello Scaletta; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di ` di Crabiolu e di Drugali); possibilita escursioni al monte Serpeddı` e al Parco dei Sette Fratelli; le chiese romaniche di Santa Barbara e di Santa Forada. Siris (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con le

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Turismo in Sardegna caratteristiche case in pietra con portali monumentali; patrimonio archeologico (stazione di lavorazione dell’os` svisidiana di Procilis sulla quale si e luppato l’omonimo nuraghe utilizzato ` romana; molti nuraghi tra anche in eta cui quello di De Inu con tracce di un villaggio nuragico, resti romani); possi` di escursioni alle rupi di Su Cobilita lumbariu, alla grotta di Su Bangiu. Sisini (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: le rovine del villaggio medioevale. Siurgus Donigala (Cagliari): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con le parrocchiali dei due villaggi originari del secolo XVII; patrimonio archeologico (il nuraghe Parrocchia); ` di escursioni al lago di Mupossibilita largia. Soddı` (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Maria Maddalena; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Paiolu e di Bingias Pilicas, Tombe di giganti, resti punici, resti ro` di escursioni al lago mani); possibilita Omodeo e alla chiesetta di Santa Maria Maddalena sul cui sagrato sono disposti i resti di una foresta pietrificata ora sommersa dal lago. Solanas (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: la parrocchiale che custodisce alcune statue del secolo XVII. Solarussa (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Trogu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX che custodisce due pregevoli dipinti, l’oratorio delle Anime del secolo XV; patrimonio archeologico (i resti di una chiesetta pa-

leocristiana del secolo V con tombe e altre strutture presso la chiesa di San ` di escursioni alla Gregorio); possibilita chiesa romanica di San Gregorio e alle sue tombe; gastronomia, in particolare la Vernaccia. Soleminis (Cagliari): Agriturismi 2 (Santu Marcialis, Su Leunaxiu) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con ` diri, la casa Corda tipiche case in la Spada che custodisce una ricca collezione etnografica; archeologia mineraria (miniera di Terra Mala). Sorgono (Nuoro): Alberghi 2 (Da Nino, Villa Fiorita) con 63 posti letto distribuiti in 36 camere. Agriturismi 1 (Pranu) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Il Ghiottone). Risorse: centro storico con la casa Serra e altre abitazioni antiche, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (menhir e dolmen nel parco archeologico di Badd’e Carros, alcuni nuraghi tra cui quelli di ` e di Creccas, le Tombe di giganti Belo di Funtana Morta, il villaggio nuragico di Buinarzos); il santuario campestre di San Mauro in stile gotico-aragonese; ´ ; gale rovine del villaggio di Spasule stronomia, in particolare sa minestra de lampazzu e i dolci (pan’e saba, pilichittos, amaretti). Sorradile (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con case riccamente decorate dai piccaparderis e la chiesa parrocchiale ugualmente decorata da loro; patrimonio archeologico (molte decine di domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Iscorva e di Sa Tanca); possi` di escursioni al lago Omodeo. bilita Sorso (Sassari): Alberghi 7 (Del Golfo, La Plata, Maristella, Romangia, Villaggio dei Pini, Belo Horizonte Albergo e Residence) con 1659 posti letto distribuiti in 624 camere. Campeggi 1 (Cristina) con 2054 posti letto. Ristoranti 3

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Turismo in Sardegna (Polo, Fratelli Peru, La Chicca Piperita). Risorse: centro storico con diversi palazzotti ottocenteschi di una qualche eleganza, la parrocchiale del secolo XIX su progetto del Cano, il Palazzo baronale, la fontana della Billellera, la chiesa barocca di Sant’Anna; patrimonio archeologico (menhir, il recinto megalitico di Monte Cau, alcune domus de janas tra cui quelle di S’Abbiu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Cau con officine fusorie, resti di una villa romana); spiagge di Platamona e della Marina di Sorso; gastro`e nomia, in particolare i vini di qualita l’olio d’oliva. Stintino (Sassari): Alberghi 18 (Ancora Albergo e Residence, Cala Reale, Cala Regina, Cala Rosa, Eolo, Geranio Rosso, Rocca Ruja, I Velici, La Corte Golf e Country Village, Lina, Silvestrino, La Pelosetta Village Albergo e Residence, La Tonnara Albergo e Residence, Sporting, La Chiocciola) con 2720 posti letto distribuiti in 1006 camere. Agriturismi 1 (Depalmas). Ristoranti 7 (A & C, Iacono loc. Capo Falcone, La Pelosetta loc. Capo Falcone, La Perla del Golfo loc. Nudigheddu, Maddau, Pilo loc. Ezzi Mannu, Da Antonio). Risorse: centro storico con le tipiche casette dei pescatori e una grande piazza; spiagge della Pelosa e ` di dell’isola dei Porri; possibilita escursioni allo stagno di Cesaraccio, all’isola dell’Asinara, all’Isola Piana; porti turistici Ancora Yacht Club con 150 posti barca, a Porto Mannu con 140 posti barca. Suelli (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Casa Ruda). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Pietro, antica sede episcopale, che custodisce un’opera del Cavaro, l’oratorio di San Giorgio adibito a Monte granatico, la casa Ruda; patrimonio archeologico (alcuni nura-

ghi tra cui quelli di Scrisciau e di Piscu). Suni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nuraddeo e di Ardeu, i villaggi nuragici di Idda Ezza e Su Bigiale, la necropoli punica di Chirisconis); i resti del monastero benedettino ` di escurdi Sant’Ippolito; possibilita sioni al rio Crobalza e al Badu de Mola. Tadasuni (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con le caratteristiche case in pietra, la parrocchiale che custodisce argenteria e statue del secolo XVII, la collezione Dore di strumenti della musica popolare sarda; patrimonio archeolo` gico (il nuraghe Su Pranu); possibilita di escursioni al lago Omodeo. Talana (Nuoro): Alberghi 2 (Tegas, Sant’Efisio) con 50 posti letto distribuiti in 27 camere. Risorse: centro storico con antiche case in granito; patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Perda Longa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Bau e Tanca e di Baccu de Paule, le Tombe di giganti di Sa Mola e di Sa Iba ` di escursioni de is Cortes); possibilita alla sorgente di Funtana Filixi circondata da boschi di lecci, alle pendici del Gennargentu. Telti (Olbia-Tempio): Agriturismi 4 (Campulledda, Lu Lisandru, Monte Pino, Ligas) con 30 posti letto. Ristoranti 2 (Bua, Angelo e Arcangela loc. Monte Pino). Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Vittoria, la chiesetta campestre di San Bachisio del secolo XVII e il suo caratteristico ` di cimitero dei pastori; possibilita escursioni al Limbara e al Rio di San Simone; gastronomia, in particolare il liquore tratto dal mirto. Tempio Pausania (Olbia-Tempio): Al-

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Turismo in Sardegna berghi 5 (Petit Hotel, Delle Sorgenti, L’Agnata, Borgo Saraceno, Pausania Inn) con 369 posti letto distribuiti in 179 camere. Agriturismi 3 (Agripausania, Montilatu, Stazzo Angiola Ruja) con 16 posti letto. Ristoranti 6 (Tre A, Vagnozzi, Il Giardino di Fiori, Maneggio Lo Sperone loc. Massima 700, Monteduro, Purgatorio). Risorse: centro storico con il Duomo, una serie di palazzi dei secoli XVII e XVIII costruiti in granito, la fonte di Rinaggiu, l’oratorio del Rosario, la chiesa di San Francesco con i suoi affreschi; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Finucchiaglia, Fusi e il Nuraghe Majore); ` di escursioni al Limbara; possibilita gastronomia, in particolare i vini Ver` di turimentino e Moscato; possibilita smo equestre (Baby Ippica gallurese, via Demartis 19). Tergu (Sassari): Agriturismi 4 (Addis, Cossu, Ruzza, Satta) con 32 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria e i resti dell’antico monastero; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sudari, Riu Riu e Monte Alias, la necropoli romana di Monte Rizzu); spiagge del golfo dell’Asinara; gastronomia, in particolare il salame di Tergu. Terralba (Oristano): Alberghi 1 (Mura) con 14 posti letto distribuiti in 9 camere. Ristoranti 10 (Camerada loc. Tanca Marchesa, Mura, Miramare loc. Marceddı`, Il Buongustaio, La Lan` , Pinna, 4 Esse loc. terna, Olimpia, Orru Marceddı`, Da Lucio loc. Marceddı`). Risorse: centro storico con l’antica cattedrale di impianto romanico ma profondamente modificata, la chiesa di San Ciriaco; patrimonio archeologico (sei necropoli e quattro villaggi del Neoli` antico, alcuni nuraghi tra cui tico piu quelli di Priogus e di Furca, i resti pu-

nico-romani segnalati in 141 siti tra vil` di escurlaggi e necropoli); possibilita sioni a Marceddı` e allo stagno di San Giovanni con le loro torri litoranee; gastronomia, in particolare vini di qua` , pesci (muggini, anguille). lita Tertenia (Ogliastra): Campeggi 1 (Camping Sferracavallo) con 440 posti letto. Ristoranti 4 (Depau loc. Foxi Manna, L’Arcade loc. Sarrala, Mereu e Depau loc. Sarrala, Augusto). Risorse: centro storico con la parrocchiale ricostruita in stile romanico; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Magalau e di Bardino, alcuni nuraghi tra cui quelli di Aleri e di Nastasi); spiagge della Marina di Tertenia, di San Lorenzo e di Sarrala con la torre costiera; gastronomia, in particolare ravioli, ossia culungionis, dolci (gattou, su pani pintau, pistoccu). Teti (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (L’Oasi). Risorse: patrimonio archeologico (il santuario e il villaggio nuragico di Abini, alcuni nuraghi tra cui quelli di Funtana ’Ona e di Alinedu, Tombe di giganti di Alinedu, villaggi nuragici di S’Urbale e di ` di escursioni al Carrazzu); possibilita lago del Flumendosa e ai monti Sedussai.

Turismo in Sardegna – Ombrelloni sulla spiaggia di Portu Tramatzu.

Teulada (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in piazza Mazzini 12. Alberghi 2 (Baia

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Turismo in Sardegna delle Ginestre, Sebera) con 221 posti letto distribuiti in 55 camere. Campeggi 1 (Portu Tramatzu) con 720 posti letto. Agriturismi 3 (Fenu, Foxi, Matteu) con 37 posti letto. Ristoranti 5 (L’Airone loc. Sa Portedda, La Mezza Luna km 62,3 S.S. 195, L’Antica Trattoria del Vico, Loi loc. Porto Budello, La Grotta Azzurra). Risorse: centro storico con il Palazzo baronale, la parrocchiale del secolo XVII ricca di marmi provenienti dalle cave locali; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Arrubiu e di Antoni Piu); spiagge della Costa del Sud con il sistema di torri litoranee del secolo XVII; escursioni alla foresta di Gutturu Mannu. Thiesi (Sassari): Alberghi 1 (Cavallino Rosso) con 31 posti letto distribuiti in 15 camere. Agriturismi 1 (Sa Tanca de Santu Bainzu) con 8 posti letto. Ristoranti 2 (Anedda, Ai Carrubi). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV e alcuni palazzotti dell’Ottocento; patrimonio archeologico (le grotte di Bidighinzu e di Monte Majore importanti siti dell’Eneolitico, le domus de janas decorate e dipinte di Mandra Antine, alcuni nuraghi tra cui quello di Monte Mola quadrangolare); ` di escursioni ai crateri vulpossibilita canici del Meilogu; gastronomia, in particolare i rinomati formaggi. Tiana (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con una gualchiera per la follatura dell’orbace unica in Sardegna; patrimonio archeologico (le domus de janas di Is Furreddas, Tombe di giganti, una tomba ` medioevale del secolo XII); possibilita di escursioni al lago di Cucchinadorza; gastronomia, in particolare il pane (pane ’e fresa), i dolci (papassinos). Tinnura (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero

di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale con un ciclo di affreschi; patrimonio archeologico (il complesso nuragico di Tres Bias, Tombe di giganti di Su Crastu Cova` di escursioni al rio cadu); possibilita Crabalza. Tissi (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile romanico del secolo XII, la chiesa romanica di Sant’Agata; patrimonio archeologico (le domus de janas scolpite di Sas Puntas, alcuni nuraghi). Tonara (Nuoro): Alberghi 2 (Belvedere 2, Muggianeddu) con 99 posti letto distribuiti in 46 camere. Agriturismi 3 (Mattale, Monte Susu, Sa Rosa Burda) con 27 posti letto. Ristoranti 1 (Gli Asfodeli). Risorse: centro storico con antiche case tradizionali (Casa Porru), la parrocchiale del secolo XIII; patrimonio archeologico (la grotta funeraria di Putzu ’e Tori, domus de janas, nuraghi, il villaggio nuragico di Intra Errios); ` di escursioni a punta Mugpossibilita gianeddu, alla valle del rio Torrei, alla montagna di Tepilora. ` (Nuoro): Alberghi 1 (Su Varu) con Torpe 18 posti letto distribuiti in 9 camere. Agriturismi 3 (Predas Rujas, Sa Diga, Sos Rios) con 19 posti letto. Risorse: i resti del monastero di San Martino; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Caradiana e di Galise Orgolesi, il nuraghe di San Pietro riutilizzato dai Romani); la laguna di Cuccuru Ozzastru con la pineta ` di escursioni alla di Sa Dea; possibilita montagna di Tepilora. Torralba (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce alcuni pregevoli dipinti del Cinquecento e del Settecento; patri-

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Turismo in Sardegna monio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Oes, di Cabu d’Abbas e di Santu Antine polilobato, Tombe di giganti); l’abbazia romanica di Santa Maria di Cabu Abbas; possibi` di escursioni ai crateri vulcanici lita del Meilogu. Tortolı` (Ogliastra): Pro Loco in via Garibaldi. Alberghi 13 (Il Giardino, Victoria, Splendor, Sole, Arbatax Due, La Bitta, La Perla, Monte Turri, Il Vecchio Mulino, Verde Mare, Ventasarda, Villaggio Telis, Villaggio Saraceno) con 2544 posti letto distribuiti in 1202 camere. Campeggi 3 (Orri, Sos Flores, Telis) con 2502 posti letto. Agriturismi 1 (Su Calonigu) con 16 posti letto. Ristoranti 11 (Boi e Cubeddu, Nautilus loc. Porto Ottiolu, Fantozzi loc. Arbatax, Marci, Piras, Lo Spiedo d’Ogliastra, Il Gambero loc. Arbatax, La Baia loc. Arbatax, Sapore di Mare loc. Arbatax, Victoria, Saba). Risorse: centro storico con la cattedrale di Sant’Andrea del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni dolmen tra cui quelli di Santu Sarbadori e di Pala Niedda, numerose domus de janas tra cui quelle di Monti de Terli e di Pala Niedda, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Sarbadori e di Monti de Terli, numerose Tombe di giganti tra cui quelle di Terra Abbas e di Santu Giuanni); spiagge di Arbatax con le Rocce rosse, il capo Bellavista, Cala Moresca con il sistema di torri del secolo XVII; porto turistico ad Arbatax ` di pracon 300 posti barca; possibilita ticare il turismo equestre (Centro equestre del villaggio Telis, Centro ippico Ogliastra Tortolı`). Tramatza (Oristano): Alberghi 1 (Carlo Felice) con 31 posti letto distribuiti in 16 camere. Ristoranti 1 (Sanna km 103 S.S. 131). Risorse: centro storico con la `chiesa di San Saturnino, le case in la diri; patrimonio archeologico (alcuni

nuraghi tra cui quelli di Pissidi e di Zira, un ponte romano). Tratalias (Carbonia-Iglesias): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro possibilita storico con chiesa romanica di Santa ` sede vescovile; patrimonio Maria gia archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Meurra e di Pannanges); pos` di escursioni all’area del lago sibilita artificiale di Monte Pranu. Tresnuraghes (Oristano): Alberghi 2 (Piccolo Hotel Alabe, I Cedri) con 63 posti letto distribuiti in 29 camere. Agriturismi 4 (Monte Pira, S’Ena Lonzina, S’Ortu ’e Su riu, Su Laccheddu) con 26 posti letto. Ristoranti 1 (Da Felice loc. Porto Alabe). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XVIII, le tipiche case in pietra; patrimonio archeologico (il dolmen di Malmuradu, alcune domus de janas e numerosi nuraghi tra cui quelli di Porcos e di Carchera, Tombe di giganti e betilo, il ponte romano di Olgiame); spiagge di Porto Alabe e di Marina di ` di escursioni al giarFoghe; possibilita dino botanico di Porto Alabe, il percorso sul ‘‘trenino verde’’ della Macomer Bosa; gastronomia, in particolare Malvasia. Triei (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII con le sue argenterie; patrimonio archeologico (nuraghi, le Tombe di giganti di ` di escurS’Isensangeddu); possibilita sioni al monte Mannu, a Bissicoro, a Munduguia; gastronomia, in particolare formaggi pecorini e caprini, torrone, miele amaro. ` d’Agultu e Vignola (Olbia-TemTrinita pio): Alberghi 11 (Li Rosi Marini, Da Comita, Da Paolino, Corallo, Vitty, Mediterraneo, Marinedda, Lu Naragu, Gabbiano, Torre Ruja, Smeraldo) con

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Turismo in Sardegna 1185 posti letto distribuiti in 461 camere. Agriturismi 1 (Lu Colbu) con 20 posti letto. Ristoranti 8 (Vadis loc. Lu Falzaggiu, Ser.Is. loc. Costa Paradiso, La Torre loc. Isola Rossa, Maia loc. Costa Paradiso, La Paduledda loc. Paduledda, Il Geranio loc. Cascabraga, Linaldeddu loc. Isola Rossa, Muzzigoni). Risorse: centro storico con la parrocchiale di origine imprecisata; patrimonio archeologico (alcune domus de janas e qualche nuraghe); spiagge di `, Tinnari e Costa Paradiso. Baia Trinita Tuili (Medio Campidano): nessun eser` possibilita ` cizio alberghiero, offre pero di ristoro. Risorse: parrocchiale con retablo del Maestro di Castelsardo, Museo parrocchiale, Palazzo baronale; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tuttureddu e di Turiga). Tula (Sassari): Agriturismi 1 (Sa Pigalva) con 13 posti letto. Risorse: centro storico con le tradizionali case in granito; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sa Sorighina e Sa Pira Alva, la Tomba di giganti di Coros); l’abbazia vallombrosana di Nostra Signora di Coros, l’abbazia cistercense di San Pietro di Butule; ` di praticare la pesca d’acpossibilita qua dolce sul lago del Coghinas; gastronomia, in particolare il miele amaro del Montacuto. Turri (Medio Campidano): nessun eser` possibilita ` cizio alberghiero, offre pero di ristoro. Risorse: chiesa parrocchiale del XVI in stile tardogotico; patrimonio archeologico (il nuraghe Coboni). Ulassai (Ogliastra): Alberghi 2 (Da Emilio, Su Marmuri) con 24 posti letto distribuiti in 15 camere. Risorse: la chiesa di Santa Barbara con le cumbessı`as che formano un villaggio; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Pranu e di Nuragheddu);

` di escursioni alla grotta di possibilita Su Marmuri, alle cascate di Lacarici e Lequerei, alla zona della Scala di San Giorgio; gastronomia, in particolare il miele. Ula Tirso (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la struttura di case medioevali, la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello di San Tuselo, numerose Tombe di giganti, alcuni resti romani); possi` di escursioni alla diga del Tirso. bilita Uras (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Dedoni km 67,3 S.S. 131). Risorse: centro storico ` diri, la parroccon le case costruite in la chiale in stile barocco; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Mitza Manna, di Santu Giuanni e di Sa Domu Beccia polilobato, alcune Tombe di giganti, resti ro` mani di Coddu Boinargius); possibilita di escursioni alle spiagge della Marina di Arbus; durante la festa di San Salva` di vetore ad aprile si ha la possibilita dere la corsa di Su Pannu, una sorta di ardia in piccolo. Uri (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cadeddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale della Madonna della Pazienza, la fonte di Funtana Manna; patrimonio archeologico (le domus de janas di Santu Pedru, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Entu e di Labiolu e quelli dell’area archeologica di Santa Cedrina con alcune Tombe di giganti); l’abbazia romanica di Nostra Signora ` di escursioni al di Paulis; possibilita lago del Cuga con la chiesetta romanica di San Leonardo; ai monti Miale Spina e Casillone. Urzulei (Ogliastra): Alberghi 1 (Hotel Silana) con 18 posti letto distribuiti in

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Turismo in Sardegna 9 camere di cui 6 con bagno. Ristoranti 1 (Sant’Anghelu loc. Manurri). Risorse: centro storico con la parrocchiale che custodisce dipinti del Seicento; patrimonio archeologico (la grotta di Punta, il santuario ipogeico di Sa Domu ’e S’Orcu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Lovotzai e di Giustizieri, alcune Tombe di giganti tra cui quelle di Seminador` di escurgiu e di Sa Figu); possibilita sioni al Supramonte e alle pareti a picco di Codula di Luna, al passo di Genna Sı`lana, alla lecceta di Codula Orbis, al canyon di Flumineddu. Usellus (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case con le lollas e i portali monumentali in pietra, la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Bruncu Putzu e di Stampasia, Tombe di giganti, resti romani dell’antica colonia). Usini (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Canu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di Santa Croce (S’Ena Frisca); patrimonio archeologico (alcune domus de janas e qualche nuraghe); la abbazia romanica di San Giorgio di Oleastreto; possibi` di escursioni al lago del Cuga; galita stronomia, in particolare i vini. Ussana (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale in stile barocco; patrimonio archeologico (l’ipogeo di Bruncu sa Turre); la chiesa romanica di San Saturno del secolo XII. Ussaramanna (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero, offre ` possibilita ` di ristoro. Risorse: pero centro storico con le tipiche case tradizionali; patrimonio archeologico (nuraghe polilobato di San Pietro).

Ussassai (Ogliastra): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con alcune case padronali del secolo XIX e alcuni torchi di legno molto antichi; patrimonio archeologico (domus de janas di Origa e Perdaia, alcuni nuraghi tra cui quelli di Seddorili e di Lappei, Tombe di giganti, villaggi nu` di escursioni alla ragici); possibilita Scala di San Giorgio, al monte Arcuerı`, alle grotte di Sa Brecca e di Gutturumannu. Uta (Cagliari): Alberghi 1 (Monte Arcosu) con 28 posti letto. Ristoranti 1 (Il Grappolo d’Oro). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria (secolo XII); escursioni all’area del monte Arcosu con fauna e flora di grande interesse. Valledoria (Sassari): Pro Loco in via Ampurias 2. Alberghi 9 (Baia Verde Albergo e Residence, Sole e Mare, Cogas, La Ciaccia, Marina Manna, Anglona, La Vela, Park Hotel) con 633 posti letto distribuiti in 234 camere. Campeggi 3 (International, Valledoria, Baia dei Ginepri) con 2200 posti letto. Agriturismi 1 (Crabileddu) con 6 posti letto. Ristoranti 7 (Spanu, SABSNC di Sanna Massimo & C, Rigoletto, Gestione Risto` ). Riranti, La Fazenda, La Vela, Orru sorse: centro storico con la chiesetta romanica di Santa Maria Coghinas; patrimonio archeologico (resti di un ponte romano); resti del castello dei Doria; spiagge di San Pietro a Mare; ` di escursioni alle terme di possibilita Casteldoria, lungo il corso del Coghinas. Vallermosa (Cagliari): Alberghi 1 (Wunder) con 20 posti letto distribuiti in 8 camere. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XIX; patrimonio archeologico (complesso di Matzanni; escursioni al parco di Gutturu Mannu).

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Turismo in Sardegna Viddalba (Sassari): Alberghi 2 (Termo, Gallura) con 119 posti letto distribuiti in 32 camere. Ristoranti 1 (Santa Margherita). Risorse: centro storico con la chiesetta di San Leonardo circondata da olivastri millenari, la chiesa romanica di San Giovanni; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi, resti di una necropoli romana); la spiaggia di Li Caldani lungo il Coghinas; possibi` di escursioni alla foce del Coghilita nas. Villacidro (Medio Campidano): Alberghi 3 (Sa Spendula, Cuevador, Ester) con 95 posti letto distribuiti in 55 camere. Agriturismi 1 (Monti Mannu) con 10 posti letto. Ristoranti 5 (Aru, Cuevador, Mocci, Sa.Gi, Va loc. Seddanus). Risorse: centro storico con la parrocchiale, il Palazzo civico, il lavatoio in stile liberty; il Museo parrocchiale; patrimonio archeologico (il pozzo sacro di Mazzanni, alcuni nuraghi, la necropoli romana di Frontiera); il parco e ´ ndula. la cascata di Sa Spe Villagrande Strisaili (Ogliastra): Alberghi 2 (Del Lago, Aragonese) con 27 posti letto distribuiti in 12 camere. Agriturismi 2 (Menhir, Nuraghe Murtarba) con 12 posti letto. Ristoranti 1 (Il Bosco loc. Santa Barbara). Risorse: patrimonio archeologico (tomba megalitica di Monte Abbruxiau, il tempio a megaron di Porcu Ruju, il menhir di Su Stumpu, le domus de janas di Cuili Bruxiau, numerosi nuraghi tra cui quelli di Marrosu, Orezi e Canargiu, il villaggio nu` di ragico di Monte Guaro); possibilita escursioni al bosco di Santa Barbara, agli altipiani di Villanova Strisaili, a punta La Marmora, al lago dell’alto ` Flumendosa; gastronomia; possibilita di turismo equestre (Associazione villagrandese, via Roma 132). Villagreca (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico

con la parrocchiale in barocchetto piemontese. Villamar (Medio Campidano): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce il retablo di Pietro Cavaro, la chiesa di Santa Maria di Antiochia, la chiesa romanica di San Pietro, alcuni palazzetti dell’Ottocento, il quartiere majorchino; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ceni e di Bruncu e Figu, la necropoli punica nel centro abitato, diverse tracce di insediamenti romani tra cui quelli di Sant’Antiogu e di Riulixi). Villamassargia (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Pietragialla strada prov. per Carbonia, Pilittu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIV, la chiesa di Nostra Signora del Pilar del secolo XIV; patrimonio archeologico (il nuraghe di Meloni, resti dell’acquedotto romano); escursioni di grande interesse geologico ai calcari di Corongiu Acca e Monte Ollastu; la grotta di Impera Freis; i ruderi del castello di Gioiosaguardia. Villanovaforru (Medio Campidano): Alberghi 3 (Le Colline, I Lecci, Funtana Noa) con 169 posti letto distribuiti in 90 stanze. Ristoranti 1 (Ariu). Risorse: centro storico con il grande, moderno Museo archeologico ospitato nell’edificio del Monte granatico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Genna Maria, Sa Lopera, riutilizzato in periodo romano, e Corti Marini con il vicino villaggio romano); gastronomia, in particolare i dolci (pistoccus de cappa, pastissus, amarettus). Villanovafranca (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (La Perla). Risorse: centro storico con la parrocchiale romanica di San Lorenzo; patrimonio archeologico

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Turismo in Sardegna (complesso nuragico di Su Molinu, il nuraghe quadrilobato di Tuppedili). Villanova Monteleone (Sassari): Alberghi 1 (Sa Serra) con 40 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, gli oratori di Santa Croce e del Rosario del secolo XVII; patrimonio archeologico (la necropoli di domus de janas di Puttu Codinu, alcuni nuraghi, tra cui Appiu, con intorno un villaggio molto esteso); eventi culturali e rassegne a Su Palatu ’e Sas Iscolas; la chiesetta campestre di Nostra Signora di Interrios roma` di escursioni alla nica; possibilita montagna della Minerva e alla valle de ` di turismo Sa Cozzala; possibilita equestre (Allevatori Equini di Villanova, via Nazionale). Villanova Strisaili (Ogliastra): Alberghi 2 (Il Nido d’aquila, La Strega Hotel). Agriturismi 1 (S’Arroali Manna) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con case tradizionali in pietra; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi e Tombe ` di escursioni al di giganti); possibilita lago del Flumendosa; gastronomia, in particolare prosciutti. Villanova Truschedu (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la possibilita centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Dominigu Porru, Corbu e quello di Santa Barbara, pentalobato). Villanovatulo (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Su Forraxi). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI, i murales di Pinuccio Sciola; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Adoni e di Santu Sebastianu); possibi` di escursioni al lago del Flumenlita dosa. Villaperuccio (Carbonia-Iglesias): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero

` di ristoro. Risorse: patrimopossibilita nio archeologico (la necropoli di Montessu, alcuni nuraghi molto danneggiati); il festival della gara poetica. Villaputzu (Cagliari): Alberghi 2 (Il Castello, Seralapis) con 52 posti letto distribuiti in 29 camere. Campeggi 1 (Porto Corallo) con 1000 posti letto. ` ApiAgriturismi 2 (Marongiu, Societa coltori Sarrabus) con 10 posti letto. Ristoranti 5 (Concas, L’Alga Blu loc. Porto Tramatzu, Musiu loc. Porto Corallo, Su Talleri loc. Santa Maria, Top Sound loc. Porto Corallo). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Franzesu, Perdu Su Luasciu, Costa Funtanas); spiagge di Porto Corallo con torre relativa; archeologia mineraria (miniere di Gibas e di S’Aqua Arrubia con ricchi depositi di minerali e di fossili); possi` di escursione ai resti del castello bilita di Quirra; la chiesa romanica di San Nicola; gastronomia, in particolare i celebri ravioli (culungionis). Villasalto (Cagliari): nessun esercizio ` possibilita ` di rialberghiero, offre pero storo. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi ` di molto danneggiati); possibilita escursioni alla foresta di monte Genis con fauna di grande interesse; archeologia mineraria (miniere di Su Suergiu, Martalai). Villa San Pietro (Cagliari): Alberghi 1 (Sa Prenda) con 20 posti letto distribuiti in 11 camere. Agriturismi 2 (Monti Mereu, Schirru Mario) con 17 posti letto. Ristoranti 1 (Tropical Garden). Risorse: centro storico con chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (la domus de janas di Monte, il nuraghe Mereu e due Tombe di gi` di escursioni e trekganti); possibilita

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Turismo in Sardegna king alla riserva naturale di Monte Arcosu. Villa Sant’Antonio (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patripossibilita monio archeologico (menhir antropomorfi di Cuccuru Tundu, numerosissime necropoli di domus de janas di varia tipologia, alcuni nuraghi tra cui ` di escurquelli di Caio); possibilita sioni al canyon della valle del rio Imbessu, ai porfidi rossi di Cuccuru Tundu. Villasimius (Cagliari): Pro Loco in piazza Incani. Alberghi 31 (Cala Caterina, Capo Boi, Capo Boi Dipendenza, Cormoran, Sofitel Timi Ama, Simius Playa, Stella Maris, Tanka Village, Le Residenze del Cormoran, Blu Marlin, Hotel dell’Ancora, Le Anfore, L’Oleandro, Tre Lune, Su Giganti, Su Sergenti, Altura, Apart-Hotel, Fenicia, La Chimera, La Chimera Dipendenza, Le Bouganville, Le Dune, Le Zagare Albergo e Residence, Palm Village, Verdemare Sardegna 1, Verdemare Sardegna 2, Stella d’Oro, Porto Giunco, Fiore di Maggio) con 5799 posti letto distribuiti in 2231 camere. Campeggi 1 (Spiaggia del Riso) con 900 posti letto. Agriturismi 1 (I Carrubi). Ristoranti 13 (La Pagina, Cortina, Il Giardino, Il Ragno Blu loc. Santo Stefano, Non Solo Pizza, Pisano, Pizzeria Ristorante Santa Maria loc. Campus, La Lanterna, La Pergola loc. Su Lillu, Lo Sciabecco loc. Su Pranu, Nuova Giulietta, Belvedere Su Giganti loc. Campus, Sabrina loc. Is Traias). Risorse: il sistema delle torri costiere; spiagge ed escursioni a capo Carbonara, all’isola dei Cavoli, ai Sette fratelli per osservare il cervo sardo; porto turistico con 740 posti barca. Villasor (Cagliari): Alberghi 1 (Mondial Hotel) con 12 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Da Antonello,

Valdes). Risorse: centro storico con la Casa Forte degli Alagon; la parrocchiale del secolo XV; escursione alla pineta di Su Pardu. Villaspeciosa (Cagliari): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: escursione al lita lago artificiale del Cixerri, chiesa romanica di San Platano. Villaurbana (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (menhir, domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Procilis e di Sa Mitza, Tombe di giganti, resti romani); possi` di escursioni alle foreste di subilita ghere vicine al paese; gastronomia, in particolare tipi pregiati di pane rustico. Villa Verde (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (stazioni per la lavorazione dell’ossidiana, domus de janas, numerosi nuraghi tra cui Trutto` di escurris, resti romani); possibilita sioni a punta Arenas e al picco di Cuccuru Aspru. Zeddiani (Oristano): nessun esercizio ` ` la possibilita alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Sant’Antonio Abate, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (una domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Urrai e di Gosu, alcune Tombe di giganti). Zeppara (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVII. Zerfaliu (Oristano): Agriturismi 1 (L’Oliveto) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa romanica

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Turletti di San Giovanni Battista; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Cogotti e di Su Stampu, resti ` impedi una necropoli romana di eta riale). Zuri (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Pietro.

Turletti Famiglia piemontese (secc. XVIII-XIX). Si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVIII con un Giorgio Andrea, che nel 1750 fu nominato commissario di guerra. Nel 1774 l’ufficio ` a suo figlio Pietro, che nel 1794 passo fu nominato reggente dell’Ufficio del soldo del Regno e nel 1799 ottenne il ` . Nel cavalierato ereditario e la nobilta corso del secolo XIX i T. si imparentarono con altre famiglie dell’aristocrazia ed espressero alcune distinte figure. Attualmente risiedono a Genova.

Turner, Olga Studiosa di letteratura ` sec. XX-Londra (Spagna, prima meta 1963). Professore di Letteratura spagnola presso la London University, stu` con il Vicens Vives nell’Universita ` dio di Barcellona, specializzandosi in Storia moderna. Interessata alla storia ` in Sardegna medioevale sarda, si reco per la prima volta nel 1955. Sulla Sardegna ha scritto Don Juan Coloma poeta y virrey de Cerden ˜ a por los an ˜ os 1570-1576, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962.Turri Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 508 abitanti (al 2004), posto a 164 m sul livello del mare a occidente della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 9,64 km2 e confina a nord con Baressa e Genuri, a est con Baradili e Tuili, a sud con Pauli Arbarei e a ovest con Ussaramanna. Si tratta di un

pianoro di media grandezza che ha a occidente la piccola Giara di Siddi e a ` imponente di Georiente quella piu sturi. Da quest’ultima discende il Rio di Baressa, che scorre nei pressi dell’abitato per poi confluire nel Rio di Mogoro. Il paese si trova a breve distanza dalla strada principale della regione, la Villamar-Usellus: vi si collega con una breve bretella che poi continua per Setzu e Tuili. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico e dei periodi successivi. Il villaggio attuale probabilmente ` sviluppato da uno dei piccoli centri si e romani di cui si trova traccia in diversi siti. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si fu`a rono insediati in Sardegna, continuo rimanere in possesso del giudice d’Arborea ma durante le guerre tra Aragona e Arborea fu spesso investito dalle operazioni militari. Subito dopo ` la battaglia di Sanluri, nel 1421 T. entro a far parte del grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454. Subito dopo il villaggio, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta e acquistato da Simone Royg, il quale, a sua volta, lo vendette a Pietro ` . Come e ` noto il Besalu ` per far di Besalu fronte ai debiti di cui si era caricato dovette chiedere il soccorso finanziario di suo suocero, il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute a suo tempo e, non es` in condizione di pasendo il Besalu gare, senza molti scrupoli gli tolse buona parte della Marmilla. Cosı` T. dal ` a far parte della contea di 1477 entro Quirra e nel corso dei secoli successivi ` dai Carroz ai Centelles, ai Borpasso

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Turri ` e infine agli Osorio, ai gia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza relativa a questo periodo, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento officiale del 1846 si notarono in T. anime 430, distribuite in famiglie 122 ed in case 121. I turresi sono quasi tutti applicati all’agricoltura; rarissimi ` necessari. esercitano de’ mestieri piu In sui primi tempi si mandavano quasi tutti i fanciulli alla scuola elementare; poi i padri avendo veduto che i figli non imparavano nulla cessarono di mandarli, e la scuola deserta fu chiusa. ` di una gran Agricoltura. Il territorio e ` , e molto produce, sebbene fecondita l’arte e la diligenza non sieno degne di tanto. L’annuale ordinaria semina` di starelli 700 di grano, 120 gione e d’orzo, 150 di fave, 60 di legumi. La frut` del 10 per uno: tificazione mediocre e negli anni ubertosi si duplica e meglio ` di piu `. ancora. I legumi rendono pero ` ancora La coltivazione della meliga e in sui primi esperimenti. Coltivasi pure lo zafferano, ma questo basta al bisogno della famiglia. Anche di lino ` che vogliasi per provnon si semina piu vedere le tele necessarie, che si lavorano in casa, avendo ogni casa il suo telajo. L’orticoltura occupa parte de’ cortili ed alcuni tratti di terreno idoneo, e sono molte le specie che sono coltivate. Pastorizia. Il bestiame che si ` nelle specie e possiede dai turresi e nell’approssimativo numero de’ capi che noto: buoi da lavoro 140; cavalli 20 per sella e basto; somari 50 per macinare il grano; pecore 1000; porci 150. Ne’ cortili delle case non si educa del pollame altro che le galline ed i colombi. Il formaggio, passabilmente buono, basta appena per la consumazione del paese. Le lane servono per il

telajo, facendosi da queste il panno, che serve per i gabbani degli uomini, e per le gonnelle delle donne. Il rimanente serve per coperte da letto. Si fanno pure de’ tappeti con lane di diversi colori ed in vari disegni, come parimente si fanno delle tovaglie e tovagliuoli da tavola, coperte da letto di lino e cotone, dove sono rilevati de’ fiori e figure di uccelli e piante. In ` quanto al numero de’ telai esso si puo ` che eguagliare a quello delle case, gia ` donna, che passi alla celebranon vi e zione del matrimonio, che non abbia mandato con gli altri arredi nella casa nuziale anche questo utensile». Nel ` a far parte della divisione 1848 T. entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e bovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta ` industriale nel settore alimenattivita ` poco organizzata la rete di ditare. E ` stribuzione commerciale. Servizi. T. e collegato con autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 555 unita di cui maschi 282; femmine 273; famiglie 223. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 5 e nati 3; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 760 in migliaia di lire; versamenti ICI 201; aziende agricole 143; imprese commerciali 29; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 10; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 137;

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Turri disoccupati 32; inoccupati 26; laureati 3; diplomati 58; con licenza media 154; con licenza elementare 174; analfabeti 20; automezzi circolanti 207; abbonamenti TV 187. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Del periodo prenuragico restano nel territorio due stazioni per la lavorazione dell’ossidiana, a Turriga e a Mitza Salida. Si annoverano quindi i nuraghi monotorre Bruncu Monti Ari, Guramu, Saduru, Sieru, Sirissi e Turriga, e due complessi, Cabonu (quadrilobato) e Su Sensu. Di particolare rilievo quest’ultimo, costituito da due torri costruite in tempi diversi e collegate da alcune murature di raccordo. Tracce di insediamenti medioevali si segnalano a Cabonu, Sioru e Sirissi. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato un certo numero di case a corte alle quali si accede da un portale monu` importante e ` mentale. L’edificio piu San Sebastiano, chiesa parrocchiale costruita nel 1500 in stile tardogotico, con impianto a una navata completata da un presbiterio e copertura in legno. Nel 1927 la copertura del presbiterio fu fatta a volta ed entro il 1948 anche la navata fu coperta con volta a botte. La ` molto semplice ed e ` arricfacciata e chita da un campaniletto a vela; all’interno sono conservati l’altare maggiore in marmo, opera dello Spazzi del 1783, e numerose statue lignee dei secoli XVII e XVIII. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La festa che meglio si riallaccia alle tradizioni antiche si svolge a giugno in onore di Sant’Isidoro, protettore dei contadini, e culmina nella sagra della mietitura, durante la quale viene rievocata la raccolta tradizionale del grano con tutte le fasi del taglio a mano e confezione dei covoni, quindi trebbiatura e pulitura del grano senza

ricorso alle macchine agricole. Di ` sono anche la sagra grande vivacita del melone, che si svolge a settembre e offre l’occasione per gustare il frutto coltivato a secco, offerto a tutti i partecipanti; e la sagra dello zafferano, che si svolge a novembre.

Turri, Ludovico Religioso (sec. XIV). Vescovo di Dolia nel 1410. Apparteneva all’ordine francescano dei Minori ed era legato all’antipapa Benedetto ` vescovo di XIII, che nel 1410 lo nomino Dolia. La sua presenza in Sardegna fu brevissima: infatti dovette competere con Goffredo Sigarla, che apparteneva al suo stesso ordine ed era stato nominato dall’altro antipapa Giovanni XXIII. Morı` agli inizi del secolo XV.

Turriga1 Stazione preistorica. Nel territorio denominato T., posto nelle campagne tra Senorbı` e Selegas, sono stati individuati i resti di un villaggio risalente al periodo della cultura di Ozieri. Gli scavi hanno riportato alla luce una statuina in marmo fortemente stilizzata, alta 42 cm, raffigurante una Dea Madre. Attualmente conservata nel ` consideMuseo nazionale di Cagliari, e rata un documento archeologico di grande importanza, divenuta ormai fa´ la sua mosa in tutto il mondo perche ` il logo del celebre vino riproduzione e Turriga.

Turriga2 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Era situato nell’omo` tra Senorbı` e Selegas. nima localita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella porzione di territori toccata ai Capraia, e ` nelle mani alla loro estinzione passo del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ´ gia ` prima della fine del secolo cosicche veniva amministrato direttamente dal Comune. Con la conquista aragonese

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Turri Segazo ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1326 fu incluso nel grande feudo della Trexenta concesso dal re al Comune di Pisa. Allo scoppio della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` molti danni a causa delle operazioni ` a spopolarsi. militari e comincio

` Gentiluomo (Gallura, Turrigiti, Nicolo ` sec. XIV-Oristano, dopo seconda meta 1425). Trasferitosi a Oristano agli inizi del secolo XV, fu tra coloro che sostennero Leonardo Cubello nella delicata fase che precedette la capitolazione del giudicato d’Arborea, convincendolo a deporre le armi. Nel 1410 ebbe come ricompensa un grande feudo che comprendeva le curatorie di Bitti e del Dore: un territorio non completamente pacificato e oggetto di continue scorrerie da parte delle truppe del visconte di Narbona, che egli comunque riuscı` a conservare. Morı` a Oristano dopo il 1425.

Turris Antico villaggio di origine me-

Turriga – Bottiglie delle annate 1997 e 1998.

Turriga3 Vino prodotto dalla cantina ` Argiolas di Serdiana. Tra i vini sardi e quello che ha avuto il maggior successo a livello nazionale e internazionale. Nasce dall’uvaggio tra il 70% di Cannonau e un 30% di Carignano, Bovale sardo e Malvasia nera. La prima annata di produzione fu il 1988; da allora ` andato rapidain poi il suo prestigio e mente crescendo.

Turrigiti Famiglia gallurese (secc. XIVXV). Le sue notizie risalgono al secolo XIV con un Mariano partigiano di Pietro IV d’Aragona. Egli prese parte alle fasi salienti della prima guerra tra il re e Mariano IV d’Arborea; i suoi discendenti si stabilirono a Oristano e nel 1410 ebbero in feudo le curatorie di Bitti e del Dore, che nel 1430 vendettero al marchese d’Oristano. La famiglia si estinse nel 1437.

dioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai conti di Capraia; all’estinzione della loro discen` nelle mani del giudice denza passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo ce´ gia ` dette al Comune di Pisa, cosicche prima della fine del secolo veniva amministrato direttamente da funzionari del Comune. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e nel 1328 fu concesso a Clemente Salavert, i cui discendenti nel 1342 lo vendettero a Giacomo Camos. Poco dopo fu investito dalla peste del ` quasi completa1348 e si spopolo mente. Subito dopo il villaggio, ormai quasi deserto, fu ceduto dal Camos al fisco che lo concesse nuovamente ad Alibrando de Ac ¸en. In seguito, scoppiate le guerre tra Mariano IV e Pietro ` completamente e scomIV, si spopolo parve.

Turri Segazo (o Turri de Casu) Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Sor` di Serdiana, nella geva in prossimita

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Turris Lybisonis ` di Santa Lucia. Dopo la caduta localita del giudicato, nella divisione del 1258 ` ai Capraia. Alla loro estinzione tocco ` nelle mani del giudice d’Arbopasso rea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al ´ gia ` prima Comune di Pisa, cosicche della fine del secolo veniva governato direttamente da funzionari del Comune. Avvenuta la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese, entro diniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Clemente Salavert, i cui eredi, nel 1340, lo vendettero a Giacomo Camos. Pochi anni dopo il villaggio soffrı` a causa ` a spodella peste del 1348 e comincio polarsi; quando poi, nel 1353, fu investito dalle operazioni militari della prima guerra tra Pietro IV e Mariano ` definitivamente. IV, si spopolo

Turris Lybisonis Colonia di cittadini romani dedotta al centro della fascia costiera che si affaccia sul golfo dell’Asinara, presso la foce del rio Mannu, corrispondente all’odierna Porto Torres. I numerosi monumenti preistorici e protostorici, nuraghi soprattutto, distribuiti nel suo territorio avvalorano l’ipotesi dell’esistenza in questo sito di ` antica. insediamenti umani fin da eta ` inAncora da stabilire con certezza e vece la presenza di uno stanziamento fenicio-punico. Per l’epoca romana, i ` recenti dati archeologici paiono inpiu ` orgadicare che vi fosse una comunita ` in una fase anteriore a nizzata gia quella cui si riferiscono le fonti letterarie. Queste sono rappresentate dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio ` sec. I d.C.), in cui T.L. viene ricor(meta data quale unica colonia di cittadini romani della provincia Sardegna. Il toponimo T.L. riportato da Plinio si compone di due distinti elementi: il primo sarebbe l’esito latino di un precedente *tyrsis riconducibile al sostrato mediterraneo, mentre nel secondo, di di` ravretta origine mediterranea, si puo

visare il legame con la denominazione antica del Nord Africa (Libya). Altre forme documentate sono Turris Lybisonis nel Codex Vindobonensis e Turris Librisonis per l’Anonimo Ravennate e Guidone, i quali attestano anche la sua condizione giuridica di colonia Iulia. Questo appellativo nella titolatura della colonia rimanderebbe a Giulio Cesare o a Ottaviano, prima del 27 a.C., quando quest’ultimo assunse il titolo di Augusto. Verosimilmente fu proprio Cesare a promuovere la deduzione della colonia attraverso l’invio di proletari provenienti da Roma o dalla penisola, decisione presa forse in seguito al suo scalo in Sardegna nel 46 a.C., all’indomani della battaglia di Tapso e la conclusione del Bellum Africum. Il suo territorio (pertica) doveva comprendere le attuali Romangia, Nurra e Flumenargia, regioni adatte alle colture cerealicole (come confermano le numerose villae rusticae ritrovate) e ricche di risorse minerarie. Oltre a essere centro di raccolta dei prodotti agricoli provenienti dall’entroterra attraverso la rete stradale isolana (soprattutto la a ` impeTurre Caralis), T.L. assunse in eta riale un ruolo primario come scalo per i traffici commerciali tra la Sardegna settentrionale e la penisola italica. Importanza testimoniata dall’affidamento a un funzionario imperiale, il procurator ripae, del controllo delle at` portuali e dalla presenza di un tivita ufficio degli armatori di T.L. nel porto di Ostia, ove nel foro delle Corporazioni si conserva il mosaico dei Navic(ularii) Turritani (sec. II d.C.). La documentazione epigrafica (in totale oltre 160 epigrafi, delle quali due in lingua greca) attesta l’iscrizione di numerosi ` urturritani a una delle quattro tribu bane, la Collina, e la suddivisione della popolazione in 23 curiae o sezioni di voto per l’elezione dei magistrati della

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Turtas colonia. Questi erano, in ordine ascendente: i seviri, i decemviri, gli aediles, i duoviri iure dicundo che ogni cinque anni provvedevano anche al censimento con la qualifica di duoviri quinquennales. Vi era poi l’ordo dei decurioni, il Senato cittadino. Sono ricordate anche cariche religiose, in particolare sacerdoti addetti al culto impe` (da riale e in onore delle varie divinita segnalare la diffusione a T.L. di alcuni culti egizi, come quelli di Iside, di Bubastis, di Serapide, di Giove Ammone). ` antica si concentrano I resti della citta ` nell’area del Parco Archeoper lo piu logico vicino alla vecchia stazione ferroviaria. Qui, accanto all’Antiquarium, sorge il complesso delle terme centrali, noto come ‘‘palazzo di Re Barbaro’’ e sono visibili parti del reticolato viario di cardines e decumani lungo i quali si aprono spesso porticati sorretti da colonne su cui si affacciavano edifici pubblici e botteghe (tabernae). Nei pressi, i resti di due impianti termali minori: a est le terme Maetzke e a ovest le terme Pallottino, precedute da un peristilio e seguite dall’imponente ponte sul rio Mannu (inizi sec. I d.C.). Le necropoli si estendevano soprattutto a est fino alle alture di Balai, a ovest oltre la foce del fiume e a sud nella zona del colle Monte Agellu sulla ` venne eretta nel secolo XI cui sommita la basilica dedicata a San Gavino, soldato che a T.L. sotto Diocleziano nel 303-4 d.C. subı` il martirio insieme a Proto e Gianuario. Il culto dei martiri ` del appare professato fin dalla meta ` crisecolo IV dalla fiorente comunita `, che gia ` nel 484 risulta stiana della citta sede episcopale col vescovo Felice. La crisi dell’Impero e l’occupazione vandalica del 456 influirono sull’assetto politico, sociale ed economico di T.L. ma grazie al porto e alla ricchezza del ` mantenne nella sucterritorio la citta

` bizantina una posizione di cessiva eta rilievo rispetto agli altri centri della Sardegna settentrionale. [GIUSEPPE PIRAS]

Turris Lybisonis – Il mosaico di Ostia dei Naviculari Turritani testimonia di intensi rapporti commerciali con Roma.

Turtas, Raimondo Storico della Chiesa (n. Bitti 1931). Entrato nell’ordine dei Gesuiti, fu ordinato sacerdote. Dopo la laurea intraprese la carriera ` diventato prouniversitaria. Nel 1980 e fessore associato di Storia del Cristianesimo e della Chiesa: ha insegnato ` di Lettere sino al 2003 nella Facolta ` di Sassari. Studioso audell’Universita ` autore di importanti lavori torevole e di rilevante interesse scientifico. Tra i suoi scritti: L’abolizione delle decime in Sardegna e un progetto dei parlamentari sardi per la riforma del clero 18411853, ‘‘Studi sassaresi’’, XXIII, 1974; Introduzione a ‘‘Rivoluzione Liberale’’, volume VII della collana ‘‘Stampa periodica in Sardegna 1943-1949’’, 1974; ‘‘L’Ortobene’’ 1926-1976. Una voce per il Nuorese, 1976; Un tentativo di intrapresa mineraria nella Sardegna centro` dell’Ottoorientale intorno alla meta cento, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del I Convegno internazionale di Studi geografico-storici 1978, II, 1981; La questione linguistica nei collegi gesuitici in Sardegna, ‘‘Quaderni sardi di Storia’’, 2, 1981; due voci, Nuoro e

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Turtas Breve storia della Chiesa in Sardegna, entrambi in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Un con` di tributo per la storia dell’Universita ` spagnola, in La proSassari, 1982; L’eta vincia di Sassari. I secoli e la storia, 1983; Nuovi documenti sulla biografia asproniana (con M. Brigaglia), in Atti del Convegno nazionale di studi, Nuoro 1979, 1983; Alcuni rilievi sulle comunicazioni della Sardegna col mondo ` del Cinesterno durante la seconda meta quecento, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del II Convegno internazionale di Studi geografico-storici, IV, ` 1984; due saggi, Appunti sull’attivita teatrale nei collegi gesuitici sardi nei secoli XVI e XVII, e Il disegno di Jacopo Paleario Fratino per il sistema fortificato di Cagliari (con S. Casu e A. Dessı`), entrambi in Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Precisazioni sulla fonda` di Sassari, ‘‘Lizione dell’Universita `’’, 44, 1984; La vocazione storiograberta fica di G. Siotto Pintor e G. Asproni, e Due corrispondenti di Giorgio Asproni del 1847-48: G. Siotto Pintor e G. Pasella, in Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, 1985; Amministrazioni civiche e istruzione scolastica nella Sardegna del Cinquecento, ‘‘Quaderni sardi di Storia’’, 5, ` . La poli1986; La casa dell’Universita ` tica edilizia della Compagnia di Gesu nei decenni di formazione dell’Ateneo sassarese 1562-1632, 1986; L’afascismo dell’‘‘Ortobene’’ e i cattolici nuoresi (1933-1943), in L’antifascismo in Sardegna (a cura di M. Brigaglia, F. Manconi, ` A. Mattone, G. Melis), I, 1986; L’attivita del collettore pontificio a Sassari nel 1354-55, in Gli Statuti sassaresi. Econo` a Sassari nel Memia, istituzioni, societa ` Moderna (a cura di A. dioevo e nell’Eta Mattone e M. Tangheroni), 1986; Note sul monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio e Gregorio Magno, ‘‘Rivista di

Storia della Chiesa’’, XLI, 2, 1987; La ` in Sardegna: la nascita dell’Universita politica culturale dei sovrani spagnoli nella formazione degli atenei di Sassari e di Cagliari (1543-1632), 1988; La riforma tridentina nelle diocesi di Ampurias e Civita. Dalle relazioni ad limina dei vescovi Giovanni Sanna, Filippo Marymon e Giacomo Passamar (15661622), in Studi in onore di Pietro Meloni, 1988; La Chiesa durante il periodo aragonese, in Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di Massimo Guidetti), II, 1988; Il monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio da Ruspe e Gregorio Magno, in Archeologia paleocristiana e altomedioevale in Sardegna: studi e ricerche recenti, 1988; Pastorale vescovile e suo strumento linguistico: i vescovi sardi e la parlata locale durante la dominazione spagnola e sabauda, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa’’, XLII, 1 1989; Alle origini delle visite pastorali in Sardegna, in Edificare evangelizzando. Prima vi` sita pastorale di mons. Salvatore Isgro alla Chiesa turritana (1985-1986), 1989; Umanisti sassaresi del ’500 (con Enzo Cadoni), 1989; Missioni popolari in Sardegna tra il ’500 e il ’600, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa in Italia’’, XLIV, 2, 1990; tre capitoli, La Chiesa durante il periodo spagnolo, La Chiesa durante il periodo sabaudo, e Le vicende della Chiesa dal 1871 al primo dopoguerra, tutti in Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di M. Guidetti), II-IV, 1990; Erezione, transazione e unione di diocesi in Sardegna durante il regno di Ferdinando II d’Aragona 1479-1516, ‘‘Italia sacra. Studi e documenti di storia ec` , stuclesiastica’’, 44, 1990; Universita denti, maestri. Contributi alla storia della cultura in Sardegna (con Angelo Rundine ed Eugenia Tognotti), 1990; Missioni popolari in Sardegna tra il ’500 e il ’600, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa italiana’’, LXIV, 2, 1990; due capitoli,

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Tusceri La difesa del Regno: le fortificazioni (con S. Casu e A. Dessı`), e La Chiesa, en` sarda in Eta ` spatrambi in La societa gnola (a cura di Francesco Manconi), I, 1992; Alcuni inediti di Antonio Parragues de Castillejo arcivescovo di Cagliari, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVII, 1992; Rapporti tra Africa e Sardegna nell’epistolario di Gregorio Magno 590-604, in L’Africa romana. Atti del IX Convegno di studi, 1992; Gregorio VII e la Sardegna, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa italiana’’, XLVI, 1992; Statuto della Congregazione mariana del Collegio di Lanusei, ‘‘Archivium Historicum Societatis Jesu’’, LXII, 1993; Note sui rapporti tra i vescovi di Alghero e il patrimonio regio, in Alghero, la Catalogna e il Mediterraneo. Storia di una ` e di una minoranza catalana in Itacitta lia (XV-XX sec.) (a cura di A. Mattone e P. ` in Sanna), 1994; Scuola e Universita Sardegna tra ’500 e ’600. L’organizzazione dell’istruzione durante i decenni ` di Sassari, formativi dell’Universita 1995; Le piazzeforti sarde durante il regno di Ferdinando il Cattolico 1479-1516 (con S. Casu e A. Dessı`), in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995; Cronotassi dei vescovi sardi, in L’organizzazione della Chiesa in Sardegna 1995, 1995; Antonio Parragues de Castillejo e Sigismondo Arquer a confronto, in Studi storici in memoria di Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIX, 1998; Alcune costanti nelle visite pastorali in Sardegna durante il periodo spagnolo, in Studi in onore di Ottorino Pietro Alberti, 1998; Storia della Chiesa in Sardegna dalle origini al Duemila, 1999; Gosos. Poesia religiosa popolare della Sardegna centro-settentrionale (a cura di R. Turtas e Giancarlo Zichi, prefazione di Salvatore Tola), 1999, ristampato nella collana ‘‘I grandi poeti in lingua sarda’’,

2004; Pregare in sardo (a cura di G. Lupino), 2006.

Turublum minus Stazione romana registrata nell’Itinerario Antoniniano. Di incerta localizzazione, nell’elenco del` contemplata subito dopo l’Itinerario e Portus Tibulas. Si trovava dunque senz’altro lungo la via a Portus Tibulas Caralis, nel tratto che congiungeva il ` stata primo insediamento con Ulbia. E variamente identificata in un centro nei pressi di Luogosanto o in un insediamento nel golfo di Arzachena. Altri studiosi pensano a un errore dei codici per Tibula minus. [ANTONELLO SANNA]

Tusacciu, Edoardo Imprenditore (n. Calangianus 1958). Nato da una famiglia tradizionalmente impegnata nell’industria del sughero. Nel corso degli anni ha inventato un sistema di barrette metalliche calamitate con le quali ha sviluppato un gioco di costru` stato in zioni rivoluzionario che e grado di far concorrenza con successo alla ‘‘storica’’ LEGO. Ha fondato la so` Plastwood, e riuscendo a piazcieta ` di trenta paesi zare il suo gioco in piu nel mondo ha raggiunto cosı` un successo a livello internazionale, salvo dovere poi affrontare il difficile mondo ` della concorrenza estera. Nel 2005 e stato per un breve periodo presidente ` di calcio Torres di Sasdella societa sari.

Tusceri, Giovanni Carlo (detto Giancarlo) Poeta e scrittore (n. La Madda` stulena 1944). Pubblicista dal 1973, e ` . Ha dioso della storia della sua citta scritto in prosa e in versi nel dialetto maddalenino. Tra i suoi scritti: Dall’anno del Signore 1767, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1967; Orazio Nelson a La Maddalena, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1967; I fatti dell’8 settembre 1943 a La Maddalena, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1973; I rapporti tra la Sardegna e la Corsica dal 1790 al 1794, ‘‘La Nuova Sardegna’’,

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Tussilagene 1974; La Maddalena tra potere civile e potere militare, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1979; Per Dio e per il re. La battaglia del 22-25 febbraio 1793, 1993; La battaglia di La Maddalena (con Rita Arpelli), 1993; Ilva 1903-1993. Fascino e leggenda biancoceleste, 1997; Sette schegge di luna; Memorie della guerra, 1993; L’isulu du sprufundu, romanzo, 1994 (Premio ‘‘Romangia’’).

Tussilagene = Farfaro Tuttavilla, Francesco Vicere´ di Sarde` sec. XVII-Magna (Napoli, prima meta drid 1679). In carica dal 1668 al 1669. Duca di San Germano, ufficiale di car´ di Variera, dopo essere stato vicere lencia e di Catalogna, fu nominato vi´ di Sardegna nel 1668, subito dopo cere ´ Camarassa. l’assassinio del vicere Giunse nell’isola pensando che potesse scoppiarvi una ribellione simile a quella della Catalogna e col preciso scopo di punire i responsabili della morte del suo predecessore. Mandato in esilio Bernardino Mattia Cervellon, che aveva assunto le funzioni di Presidente del Regno, fece condannare a morte Francesca Zatrillas e Silvestro Aymerich come responsabili della morte di Agostino Castelvı`, marchese di Laconi, e Giacomo Artale Castelvı`, Antonio Brondo, Francesco Cao, Francesco Portugues e Gavino Grixioni come responsabili della morte del Camarassa. Subito dopo pose in atto la repressione nei confronti dei possibili fiancheggiatori dei congiurati arrivando a mandare in prigione o in esilio ` una sessantina di nobili sardi. Mostro poi una grande energia nel condurre una vera e propria caccia ai congiurati, che si concluse con la tragica esecuzione del vecchio marchese di Cea. ` l’isola. Poco tempo dopo lascio

Tutti i Santi (o Ognissanti; in sardo, Dogniassantu, Dognissantu). Festa di precetto (1º novembre) che la Chiesa de-

dica ai santi che non hanno una ricorrenza nell’anno liturgico e a tutti i beati. In origine ogni Chiesa aveva i propri martiri, dei quali festeggiava il dies natalis, il giorno della nascita al cielo. I primi calendari e martirologi cristiani risalgono al secolo III, compilati secondo le prescrizioni di San Cipriano vescovo, con la data e il luogo ` anticamente la fedella morte. Percio sta di Tutti i Santi veniva celebrata in date diverse, da Gregorio IV (827-844) fissata al 1º novembre. Nel calendario ` sardo Dogniassantu o Dognissantu e l’altro nome, con quello di Sant’Andria, del mese di novembre. [ADRIANO VARGIU]

‘‘Tuttoquotidiano’’ Quotidiano diretto ` le sue da Piercarlo Carta (=). Inizio pubblicazioni a Cagliari nel 1974 e fu costretto a interromperle nel 1978. Il quotidiano nacque per infrangere il monopolio di Nino Rovelli, magnate dell’industria petrolchimica sarda, che tra il 1967 e il 1968 aveva acquistato i pacchetti azionari dei due maggiori organi di stampa dell’isola, condizionando, per la prima volta nella storia della stampa sarda, la tradizionale indipendenza degli organi di informazione isolani. Il quotidiano si avvalse dell’opera di un gruppo di redattori de ‘‘La Nuova Sardegna’’, usciti dal quotidiano sassarese in polemica con Ro` in velli, ma dopo poco tempo si trovo cattive acque. Per salvarne l’esistenza fu costituita una cooperativa tra giornalisti e tipografi, che riuscı` a far uscire il giornale in regime di autogestione ancora fino al 1978, quando dovette chiudere.

Tuveri, Caterinella Geologa (n. Collinas 1955). Tra il 1979 e il 1980 ha studiato il Paleolitico in Anglona. Tra i suoi scritti: Il deposito quaternario con industria del Paleolitico inferiore in Sa Pedrosa-Pantallinu , ‘‘R ivista d i Scienze preistoriche’’, XXXVII, 1-2,

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Tuveri 1982; Il Paleolitico nell’Anglona (Sardegna Settentrionale). Ricerche 1979-1980, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 12, 1982; Sa Perdosa-Pantallinu, in I primi abitanti d’Europa 1 500 000-100 000 a.C.’’, Catalogo della mostra, 1984; Le tecniche edilizie del periodo nuragico nell’architettura delle acque presenti nel territorio della Barbagia (con G. Murru e M.A. Fadda), in Sardinia in the Mediterranean: A Footprint in the Sea, 1992.

Tuveri, Giovanni Battista Filosofo, deputato al Parlamento subalpino (Forru 1815-Collinas 1887). Rimasto subito orfano di padre, crebbe sino a 12 anni a Oristano in casa del nonno materno, magistrato integerrimo ma rigido, alla ` attribuiva la timidezza del cui severita ` per sei proprio carattere. Frequento anni il Seminario di Cagliari, «un misto di convento e caserma»; nel 1833 si ` , ma si ritiro ` iscrisse all’Universita dopo due anni. Dal 1837 al 1848 visse nel paese natale, occupandosi dell’amministrazione dei suoi pochi beni, ma soprattutto studiando e mettendo insieme una biblioteca molto ricca per quei tempi (e per il suo reddito). Nel 1848, nel rinnovato clima politico, divenne popolare per un pamphlet contro Giovanni Siotto Pintor, indicato come un campione delle posizioni moderate e conservatrici se non addirittura reazionarie (in vecchiaia il T. avrebbe riconosciuto i suoi eccessi e fatto pace con lui). La fama venutagli dal Saggio delle opinioni politiche del signor deputato sardo Giovanni Siotto Pintor lo fece candidare ed eleggere ` , ma il 15 nel novembre; non accetto gennaio fu di nuovo eletto. In Parlamento, nel pieno della ripresa della ` una guerra contro l’Austria, presento mozione contro l’ex presidente del Consiglio Gioberti, accusandolo di ca-

lunnie e offese alla Camera. La mozione non fu discussa, e la vicenda fu sempre considerata un infortunio che ` la carriera politica di T., pure segno eletto diverse volte fino al 1856, quando si dimise da deputato per l’ultima volta. La profondissima vocazione ` a Mazzini, anrepubblicana lo avvicino che se sulla base di una personale interpretazione del rapporto fra indi`. Pubblico ` nel 1849 i pendenza e liberta quattro Specifici di Gio. B. Tuveri contro il Codinismo a 24 centesimi, feroce polemica contro il Lamarmora (allora commissario straordinario per la Sardegna) e l’‘‘Indicatore sardo’’ dei fratelli Michele, Antonio e Pietro Martini, indicati come i capi della camarilla cagliaritana. Da questo momento si de` alla professione di giornalista, dico partecipando, come collaboratore ma spesso anche come direttore, a numerose imprese editoriali cagliaritane. Nel 1850 Giuseppe Sanna Sanna lo ` a collaborare con la ‘‘Gazzetta chiamo ` la sua popolare’’; nel 1852 pubblico ` conosciuta, Del dritto delopera piu l’uomo alla distruzione dei cattivi governi, che ne fece quel ‘‘monarco` intitolata maco’’ del secolo XIX cui e una famosa conferenza sul suo pen` Il Governo e i Comuni, siero. Del 1860 e nato dalla sua costante attenzione ai problemi dei piccoli comuni e dei piccoli proprietari, vessati, nel caso specifico, dal catasto provvisorio, «una delle ` vergognose del governo macchie piu piemontese», cui seguirono La questione barracellare, 1861, e nel 1864 gli articoli confluiti poi in volume Della li` e delle caste, 1871. Interrotta nel berta 1863 la collaborazione con la ‘‘Gazzetta popolare’’, nel 1871 fu chiamato a dirigere ‘‘Il Corriere di Sardegna’’ e quindi, nel 1876, il ‘‘Movimento sardo’’. Conclusa quella esperienza, mentre continuava a collaborare con le testate

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Tuveri ` importanti d’Italia, mazziniane piu ` a Forru, dove fu sindaco dal 1870 torno fino alla morte: nel 1863 aveva scritto la petizione in base alla quale il comune ` nome in Collinas. Nel 1883 cambio uscirono i suoi Sofismi politici. «Con lui – ha scritto G. Solari – scompariva ` belle figure del risorgiuna delle piu mento sardo. L’aver contribuito a dare a un popolo che ne era privo una coscienza politica costituisce il titolo di maggior gloria per il T.». Tra il 1990 e il 2002 tutte le opere di T. sono state pubblicate in 6 volumi dall’editore Delfino di Sassari, su iniziativa della Regione sarda. Tra gli altri suoi scritti: Agli elettori del primo collegio di Cagliari, 1848; Ai redattori dell’‘‘Indicatore sardo’’, 1849; Risposta di G.B. Tuveri all’Indicatore, 1849; Nuovo proclama al signor Alberto La Marmora, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1850; Osservazioni sulle contribuzioni prediali in Sardegna secondo il programma del ministro delle Finanze, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1850; Memorie sull’origine, scopi, importanza, progresso dei monti di soccorso, sugli abusi invalsi nell’amministrazione di essi e sulle riforme che se ne rendono necessarie, 1850; Nuova legge sui monti di soccorso, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1851; Proposta per il ripristinamento dei carabinieri reali in Sardegna, 1851; La legge del 15 aprile del 1851, 1852; Un processo di stampa e la cessione della Sardegna, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1861; Esazioni e compulsioni in Sardegna, 1861; Petizione a favore dei Comuni, 1863; Condizioni economiche della Sardegna, ‘‘La Cronaca di Cagliari’’, 1867; Della Sardegna, ‘‘Il Dovere’’, 1867; Ferrovie nostre, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1874; Il Governo e i comuni di Sardegna, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1875; Il decentramento, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1876; Giorgio Asproni, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1876; Triste incidente parlamentare, ‘‘Cor-

riere di Sardegna’’, 1876; Ferrovie sarde, ‘‘La Squilla di Sassari’’, 1879; XX Settembre. Per Guglielmo Oberdan, 1882.

Tuveri, Igor (noto con lo pseud. Igort) Illustratore, editore (n. Cagliari 1958). Trasferitosi non ancora ventenne a Bologna, ha iniziato la sua carriera professionale come autore di fumetti. Ne ` prestigiose riha pubblicato per le piu viste internazionali, come ‘‘Linus’’, ‘‘Frigidaire’’, ‘‘Metal hurlant’’, ‘‘Vanity’’. Dall’inizio degli anni Novanta pubblica in Giappone con Kodansha, Hon Hon do e altre case minori. Nel ` trasferito a Parigi, dove ora 2001 si e vive e dove ha aperto la nuova sede della Coconino Press, la casa editrice ` a Bologna con altri amici e fondata gia soci. Dedicatosi al lavoro di editore, ha fondato negli anni Ottanta numerose riviste, tra le quali ‘‘Pinguino’’, ‘‘Dolce vita’’, ‘‘Fuego’’, ‘‘Due’’, ‘‘Black’’, tutte di non lunga vita ma di successo internazionale. Autore e conduttore radiofonico, scrive sceneggiature per il cinema e si occupa di animazione. Ha pubblicato diversi volumi, uno dei ` stato prequali, 5 e` il numero perfetto, e miato alla Buchmesse di Francoforte come libro dell’anno. Uscito in 13 edizioni in diverse parti del mondo, alla ` stato ripubblicato nella fine del 2006 e collana dei fumetti della ‘‘Repubblica’’.

Tuveri, Marcello Intellettuale (n. Cagliari 1929). Di formazione sardista, amico di Antonio Simon Mossa, ha lasciato il Partito Sardo d’Azione in seguito alla scissione del 1968 e ha ade` dedirito al Partito Repubblicano. Si e cato allo studio dei maggiori problemi ` audell’isola; pubblicista dal 1980, e tore di numerosi importanti lavori, tra cui La pianificazione economica regionale in Sardegna, in Interventi settoriali e programmazione regionale nelle re-

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Tykot gioni a statuto speciale, 1973; La scissione sardista del 1968. Una testimonianza, ‘‘Archivio trimestrale’’, XI, 1985.

Tuveri, Mariano Prefetto (n. Barumini, ` sec. XX-?). Laureato in prima meta ` nella carriera Giurisprudenza, entro del Ministero dell’Interno giungendo al grado di prefetto. Uomo di grande ` della storia della cultura, si interesso Marmilla. Scrisse Viaggio a San Giovanni di Sinis, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942; Il castello di Las Plassas, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942; Nella Giara di Serri, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942.

Tuveri, Pierpaolo Fotografo (n. Cagliari, sec. XX). Assistente dei restauratori genovesi Aguzzi e Carboni, ha curato la parte fotografica del restauro da loro eseguito sul trittico di Clemente VII nella cattedrale di Cagliari e sul retablo del Maestro di Castelsardo nella parrocchiale di Tuili. Realizza fotografie di documentazione, relativa ai restauri, di quadri e polittici con la Soprintendenza BAAAS di Cagliari e Oristano; sono sue le foto della guida La Cattedrale di Cagliari, e il libro Quartu S. Elena, arte religiosa dal Medioevo al Novecento.

Tuviois Miniera di piombo e di argento situata nel Sarrabus in territorio di Sinnai. Secondo una leggenda, il giacimento sarebbe stato trovato agli inizi dell’Ottocento da un sacerdote appassionato della ricerca di tesori. Nella ` lo sfruttamento del giacimento realta ebbe inizio alla fine del secolo a cura ` di Lanusei. I lavori fudella Societa rono diretti dall’ingegner Giovanni Battista Traverso, che fece scavare ` di 2 km di gallerie; in pochi anni T. piu ` ricche divenne una delle miniere piu ` a essere sfrutdel Sarrabus e continuo tata fino al 1920, quando il filone si esaurı` e la miniera fu chiusa.

Tuzano Antico villaggio di origine me-

dioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Era situato nelle campagne di Pozzomaggiore. A partire dal secolo XI fece parte dei territori pervenuti ai Doria per i matrimoni che alcuni membri della famiglia avevano contratto con principesse della casa giudicale di Torres. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale T. fu incluso nel piccolo stato che essi costituirono nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al ` a far parte del Rere d’Aragona, entro gnum Sardiniae. Nel 1325 i Doria si ri` a far parte bellarono e il villaggio entro del loro sistema difensivo. Data la sua posizione, divenne teatro delle continue guerre che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Doria: la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo il villaggio scomparve.

Tykot, Robert H. Archeologo (n. USA 1960). Professore della Harvard University, Massachusetts, tra il 1986 e il 1989 ha lavorato con la Gallin e ha collaborato alla ipotesi di una nuova cronologia della preistoria della Sardegna. Ne ha scritto in The sources and distribution of Sardinien obsidian, in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; Metallurgy at nuraghe S. Barbara-Bauladu (con L.J. Gallin), ‘‘Journal of Field Archaeology’’, 20, 1993; Radiocarbon dating and absolute cronology in Sardinia and Corsica in Radiocarbon dating in Italian Prehistory. Proceedings of the Conference, Rome 1991, ‘‘Archaeological Monographs of the British School at Rome’’, ` metallurgica al nura8, 1994; L’attivita ghe Santa Barbara-Bauladu, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995; A dinamic view of obsi-

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Tyndale dian exploitation in Western Mediterranean, in The Sections of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996.

Tyndale, John Warre Avvocato (Londra 1811-Canford Cliffs, Regno Unito, 1897). Dopo il college a Eton e la laurea ` la profesin Legge a Oxford, esercito sione di avvocato. Viaggiatore appassionato, fu anche scrittore. Dopo essersi accuratamente documentato con ` conola lettura degli autori sardi piu sciuti, nel 1843 fece un viaggio in Sar` a conoscere tutta degna che lo porto ` a Lonl’isola. Sei anni dopo pubblico dra sotto forma di resoconto di viaggio The Island of Sardinia, including pictu-

res of the Manners and Costums of the Sardinians, voll. 3, che finı` per essere una trattazione enciclopedica di tutti ` delgli aspetti della complessa realta l’isola. Il libro (di circa 1000 pagine), tradotto integralmente per la prima volta da Lucio Artizzu per la ‘‘Bibliotheca sarda’’ della Ilisso (L’Isola di Sar` , secondo Myriam Cadegna, 2002), e biddu, «una summa che per il suo rigore e per il suo stile piacevole, per i divertenti episodi in essa contenuti, soddisfaceva l’archeologo ed il geografo, l’etnologo ed il commerciante, lo storico e il lettore non specializzato».

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U Uberti, Maria Luisa Archeologa (n. Zagarolo 1941). Allieva di Sabatino Moscati, dopo la laurea ha intrapreso la ` dicarriera universitaria. Nel 1980 e ventata professore associato di Storia del Vicino Oriente antico. Attualmente ` di Lettere insegna presso la Facolta ` di Bologna. Nel 1966 dell’Universita ha scavato a Monte Sirai e dal 1973, in collaborazione col maestro, ha studiato i gioielli punici dei musei sardi. Tra i suoi scritti: Le stele puniche di Nora nel Museo nazionale di Cagliari (con S. Moscati), ‘‘Studi semitici’’, 35, 1970; La collezione punica Don Armeni (Sulcis), ‘‘Oriens antiquus’’, X, 4, 1971; Le figurine fittili di Bithia, ‘‘Collana di Studi fenici’’, 1, 1973; Le stele, in Tharros I, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, III, 1, 1975; Anecdota tharrica (con Enrico Acquaro e S. Moscati), ‘‘Collana di Studi fenici’’, 5, 1975; Saggi Fenici I, ‘‘Collezione di Studi fenici’’, 6, 1975; Le stele, in Tharros II, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, III, 2, 1975; Tanit in un’epigrafe sarda, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IV, 1, 1976; La ` puniche di S. collezione Biggio, antichita Antioco (con E. Acquaro e S. Moscati), ‘‘Collana di Studi fenici’’, 9, 1977; schede su Le stele, La statuina di legno, Le terrecotte, Gli scarabei in steatite e in pasta, Gli scarabei in pietra dura, I gioielli, Gli amuleti; Horon ad Antas e Astarte a Mozia, ‘‘Annali dell’Istituto

universitario orientale di Napoli’’, n.s., XXVIII, 1978; Le stele puniche in Sardegna e le coltri litiche locali, ‘‘Antiqua. Archeologia, architettura, urbanistica dalle origini al Medioevo’’, II, 10, 1978; Le stele e le epigrafi, in Tharros IV, ‘‘Rivista di Studi fenici’’,VI, 1, 1978; Ausgrabungen in Tharros (Sardinien) (con E. Acquaro), ‘‘Archiv fu ¨ r Orientforschung’’, XXVI, 1979; Le stele degli altari, in Tharros V, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, VII, 1, 1979; Una dedica a Sid (con A.M. Costa), ‘‘Rivista italiana di Epigrafia’’, XLII, 1980; Le stele, in Tharros, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, VIII, 1, 1980; Ceramica greco-orientale da Tharros, ‘‘Oriens antiquus’’, XX, 4, 1981; Le stele e le botteghe lapidee, in Tharros VII, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IX, 1, 1981; Le stele, in Tharros VIII, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, X, 1, 1982; Le stele, in Tharros IX, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XI, 1, 1983; Dati di epigrafia fenicio-punica in Sardegna, in Atti del I Congresso internazionale di Studi fenici, Roma 1979, III, 1983; La campagna del 1983 (con E. Acquaro), in Tharros X, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XII, 1, 1984; La stele di Monte Sirai e l’artigianato lapideo votivo della Sardegna punica, in Studi in onore di Edda Bresciani, 1985; Scavi al tofet di Tharros. I monumenti lapidei (con S. Moscati), voll. 2, ‘‘Collana di Studi fenici’’, 21, 1985; Fenici e punici in Sarde-

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Uberto gna, in Il Museo Sanna di Sassari, 1986; Le terrecotte, in Iocalia punica. La collezione del Museo nazionale G.A. Sanna di Sassari, 1987; Qualche nota sull’alimentazione fenicia e punica: i principali costituenti energetici, ‘‘Rivista di Storia antica’’, 17-18, 1987-88; La coppetta in faı¨ence della tomba n. 132 di Predio Ibba-Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Testimonianze fenicio-puniche a Oristano (con S. Moscati), ‘‘Memorie dell’Accademia dei Lincei’’, serie VIII, vol. XXXI, 1988; Storia di un’epigrafe sulcitana perduta, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 6, 1989; Ancora ` ombre sulla fase formativa della civilta fenicia nella Sardegna dei secoli XIIVIII a.C., in Incontro i Fenici, 1990; La stele a specchio. Artigianato popolare nel Sassarese (con S. Moscati, F. Lo Schiavo e G. Pitzalis), 1992; I vetri preromani del Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1993; L’offerta di una testina egiziana nel tempio di Antas, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995.

Uberto, santo (in sardo, Sant’Ubertu) Santo vescovo (?, 655 ca.-Tervueren, Fiandre, 727). Franco, nacque verso il ´ristal. 655, cortigiano di Pipino II di He Si convertı`, narra la leggenda, durante una partita di caccia di Venerdı` santo, vedendo un cervo con una croce lumi` la stessa visione nosa fra le corna: e ch’ebbe Sant’Eustachio, con il quale condivide il simbolo del cervo con la croce fra le corna. Vedovo, sacerdote, da Sergio I consacrato vescovo di Maastricht nei Paesi Bassi, trasferı` la sede ` chiamato l’‘‘apostolo delle a Liegi. E Ardenne’’. Morı` a Tervueren, fu traslato a Liegi. Nel secolo XVI durante le guerre di religione il suo corpo ` perduto; fu rivenne trafugato e ando

trovato nel 1919 nei pressi di Du ¨ sseldorf. Patrono dei cacciatori, invocato contro l’idrofobia. In Sardegna A Florinas, nella parrocchiale, quadro Visione di Sant’Uberto (per qualcuno Visione di Sant’Eustachio) firmato da Baccio Gorini (1604). [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 3 novembre.

Uccelli = Zoologia della Sardegna Uccheddu, Valentina Atleta (n. Oristano 1966). Specialista nel salto in lungo, inizia la sua lunga carriera nel 1980 nel gruppo sportivo del Liceo ‘‘De Castro’’ di Oristano e stabilisce il nuovo record italiano allieve (5,50 m). Negli anni successivi con i colori dell’Atletica Oristano vince due titoli italiani juniores e con il nuovo record italiano assoluto nel 1988 (6,64 m) inizia ` a stabilire un decennio che la portera per altre due volte il primato nazionale, prima nel 1991 con 6,77 m (medaglia d’oro nella Coppa Europa, in Olanda) e poi nel meeting del Sestriere nel 1994 con 6,80 m (poi battuto dall’inglese naturalizzata italiana Fiona May). L’atleta oristanese al termine ` totalizzato 6 tidella sua carriera avra toli italiani assoluti (quattro all’aperto), partecipato a due Olimpiadi (Barcellona 1992 e Atlanta 1996), a due campionati mondiali (Stoccarda 1993 e Go ¨ teborg 1995, dove si classifica quinta assoluta), a quattro edizioni della Coppa Europa per nazioni (tra il 1989 e il 1996), conseguendo la vittoria nel 1991. Conclude la sua prestigiosa carriera nel 2000. [GIOVANNI TOLA]

Uccheddus, Is Localita` abitata in ter` svilupritorio di Sant’Anna Arresi. Si e ` non precisabile, e comunpata in eta que non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito da pastori su un territorio concesso a una famiglia Uccheddu che ha dato il nome al piccolo centro.

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Uda

Uda, Antonio1 Religioso, vescovo di Bosa (Milis 1771-Bosa 1845). Ordinato ` in Teolosacerdote nel 1799, si laureo gia a Cagliari nel 1802. Tornato nella sua diocesi di Oristano fece alcune esperienze pastorali e nel 1830 divenne canonico arborense; nel 1842 fu nominato vicario generale e nel 1845 vescovo di Bosa, ma morı` pochi mesi dopo nella sua nuova sede.

Uda, Antonio2 Sindacalista (n. Bortigali 1942). Giornalista pubblicista, dirige alcuni periodici della CISL. Dal ` stato segretario nazio1973 al 1979 e nale del sindacato dei Telefonici di ` trasferito a Cagliari Stato; quindi si e ` diventato segretario redove dal 1981 e ` stato regionale della CISL. Nel 1985 e sponsabile delle politiche organizzative del settore della formazione e nel ` entrato a far parte della segrete1999 e ria nazionale del suo sindacato.

Uda, Felice Giornalista e critico letterario (Cagliari 1832-Roma 1900). Si tra` sferı` a Genova nel 1850 dove entro come impiegato nell’amministrazione ` ligure codelle Finanze. Nella citta nobbe letterati come Barrili e Revere e fece le sue prime esperienze giornalistiche e letterarie, pubblicando anche un volume di Studi letterari, 1858. In seguito si trasferı` a Milano, dove ebbe contatti con la Scapigliatura, conobbe Verga, Cavallotti, Fortis e divenne redattore del ‘‘Pungolo’’ e critico letterario di ‘‘Lombardia’’. Pub` tra l’altro una raccolta di versi, blico Memorie ed affetti (1861). Negli anni se` a scrivere intensaguenti continuo mente e a pubblicare. Nel 1878 si trasferı` a Napoli e in seguito ad Agrigento, ` storia al Liceo. In questa dove insegno `, ha scritto Raimondo Bonu, «nel citta 1884 diede alle stampe un romanzo archeologico (Plautea d’Agrigento), con l’intento di fare rivivere la storia e la ` siciliana, quale vita della libera citta

poteva presentarsi circa ventidue secoli prima. Vasta dottrina emerge dalle note, profuse in fondo al volume». ` in Sardegna e curo ` Dopo il 1884 torno con Antonio Scano la pubblicazione di ‘‘Avvenire di Sardegna della Domenica’’. In seguito si trasferı` a Roma, dove morı`. Tra gli altri suoi scritti, Voti e speranze, canti, 1853; L’otto Settembre, carme, 1855; Quadri umoristico-sociali, 1863; La Dora,1866; La Grotta della Vipera in Cagliari, 1867; Racconti sociali e artistici, 1873; Melodie intime, 1877; Carloforte, ‘‘Avvenire di Sardegna’’ 1879; ` degno e durevole sentimento Del piu ` , 1881; L’antiquario, della propria citta melodramma, 1882; Serate letterarie. Effemeridi quindicinali, 1882; Mario De Candia tenore, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1883; Novelle e bozzetti,1883; A Quintino Sella, versi, 1885; Poesie varie, ‘‘Stella di Sardegna’’, IX, 1885; Giovanni Battista Tuveri, 1888; una densa serie di articoli nell’‘‘Avvenire di Sardegna’’: Sigismondo Arquer, 1889; I Selles e i Torrellas, 1890; Cagliari di notte nel 1792, 1890; Usurai in Cagliari 400 anni orsono, 1890; Il movimento intellettuale sardo sotto il governo di Spagna, 1890; La Sardegna sotto Vittorio Amedeo III, 1890; Colonna miliare a Carlo Felice, ` , 1890; Concetto 1890; Le due universita della rivoluzione francese in Sardegna, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; Critica storica: particolari della cosiddetta invasione dei francesi, ‘‘Vita sarda’’, 16-24, 1891; Particolari della cosiddetta invasione dei francesi in Cagliari desunti da documenti inediti, ‘‘Vita sarda’’, II, 21-22, 1892; La Sardegna e un cronista catalano del sec. XIII, ‘‘Vita sarda’’, III, 1893.

Uda, Michele Letterato (Cagliari 1830Napoli 1898). Fratello di Felice, giovanissimo esordı` scrivendo il lavoro teatrale Lena degli Strozzi, pubblicato nel ` Cagliari per se1850. Poco dopo lascio

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Udella guire una compagnia teatrale per la quale scrisse alcuni lavori. Dopo molte ` a Milano e prese peregrinazioni si fisso a frequentare gli ambienti della Scapigliatura unitamente a suo fratello: sulle colonne di ‘‘Panorama’’ tenne la rubrica Quel che si vede e non si vede, che divenne occasione di satira contro il governo del Lombardo-Veneto. Negli anni successivi, comprendendo la crisi ` la pubblicadel romanzo storico, avvio zione di romanzi a sfondo sociale dando un contributo al rinnovamento del romanzo in Sardegna. Nel 1863 ` sul ‘‘Pungolo’’ tre bozzetti, pubblico Un povero diavolo, Da Erode a Pilato e Maestro Cornelius, poi raccolti in volume, che gli attirarono l’attenzione degli ambienti letterari. Poco dopo ` i romanzi Il cuore di una bepubblico ghina e Un povero diavolo che furono accolti favorevolmente. Subito dopo si trasferı` a Napoli. Sulla sua forma` stato notato, influı`, nell’eta ` mazione, e tura, la consorte, l’americana Mary Scott, che fu valente musicista e apprezzata corrispondente di giornali americani. Come ha scritto Raimondo Bonu, «in arte fu manzoniano per la so` delle tinte e la temperanza dei brieta sentimenti. Facile a divagare dal tema con i molti e inopportuni intrecci av` spesso (e sono sue paventurosi, rivelo role) ‘‘slegature abbastanza visibili a occhio nudo’’. Nella prefazione a Un ` espressamente povero diavolo osservo ` ‘‘stizzoso, scapiche il suo romanzo e gliato ed un tantino anche paradossale’’». Tra gli altri suoi scritti: Racconti del popolo, 1857; Volto e maschera, commedia, 1858; Arte e artisti, 1900.

Udella, Franco Pugile (n. Cagliari 1947). Distintosi giovanissimo, fa parte della nazionale azzurra per i giochi ` del Messico olimpici del 1968 a Citta come peso mosca, ma viene subito eli` negli anni successivi minato. Si rifara

con due titoli nazionali dilettanti consecutivi e le medaglie d’argento ai campionati europei di Bucarest, 1971, e di Madrid, 1972. Da professionista, dopo aver fallito la scalata al titolo mondiale dei mosca nel 1974 contro Gonzales, conquista la corona europea battendo Pedro Molledo. Nel 1975 riesce a conquistare finalmente la corona mondiale WBC dei minimosca superando a Milano il messicano Valentin Martı´nez per squalifica. Perde il titolo l’anno successivo a opera di Luis ` quello europeo Estaba. Mantiene pero dei mosca fino al 1979, quando viene sconfitto a Londra da Charlie Magri. [GIOVANNI TOLA]

` , Antoni Storico (n. SpaUdina i Abello gna, sec. XX). Professore presso l’Uni` autonoma di Barcellona, nel versita 1990 ha preso parte al XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltosi ad Alghero, dove ha presentato una comunicazione su Les carts catalanes i la guerra de Sardenya, ora anche in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II 1995.

Udina y Martorell, Federico Storico (Barcellona, sec. XX-?). Illustre storico catalano, dal 1960 ha diretto l’Archivio ` della Corona d’Aragona e in seguito e divenuto presidente della commissione permanente per i Congressi di storia della Corona d’Aragona. A partire dal 1957, con il VI Congresso della Corona d’Aragona svoltosi a Cagliari, ha avuto frequenti contatti di studio con la Sardegna, su cui ha scritto Un ´n economica sarda aspecto de la evolucio en el siglo XIV, in Atti del VI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1959, e Fuentes documentales del Archivo del real patrimonio relativas a Cerden ˜ a, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVIII, 1962.

Ugas, Giovanni Archeologo (n. Monastir 1944). Dopo la laurea ha scavato le domus de janas di Pranus Espis a Pi-

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Ugas mentel e di Riu Sa Mela a Guasila, nel 1973 a Mandas e dal 1974 al 1978 a San Sperate; nel 1981 ha scoperto un insediamento punico a Is Argioleddas, Samassi; nel 1982-84 ha scavato a Villamar; nel 1987 ha scoperto il villaggio prenuragico di Pranu Sisinni a Sar` divenuto ricercatore dara. Nel 1993 e di Preistoria e protostoria; attualmente insegna nel Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-arti` di Lettere dell’Ustiche della Facolta ` autore di nume` di Cagliari. E niversita rosi articoli che documentano la sua ` , tutti pubblicati in importanti attivita riviste scientifiche. Tra gli altri: Altare modellato su castello nuragico del tipo trilobato con figura in rilievo dal Sinis di Cabras, ‘‘Archeologia sarda’’, I, 1980; Le scoperte e gli scavi lungo i secoli, in ` dei Sardi (a Nur. La misteriosa civilta cura di Dino Sanna), 1980; La tomba megalitica I di San Cosimo di Gonnosfanadiga; un monumento del Bronzo me` antica attestazione micedio con la piu nea in Sardegna. Notizia preliminare, ‘‘Archeologia sarda’’, II,1981; A proposito dei rapporti fra i Lidi, gli Etruschi e i Sardi nuragici, ‘‘Archeologia sarda’’, II, 1981; Le ceramiche di Monte Olladiri e le attestazioni greche, fenicie, etrusche in contesti nuragici della Sardegna meridionale, in Atti della Tavola rotonda su Ceramiche arcaiche e d’importazione da Tharros, Nuoro 1981, 1981; Testimo` prenuragica, e Il villagnianze dell’Eta gio di fase Monte Claro di Corti Beccia e reperti della capanna 10 ovest, in Ricerche archeologiche in territorio di Sanluri, Catalogo della mostra grafica e fotografica, 1982; San Cosimo-Gonnosfanadiga, in Magna Grecia e mondo miceneo. Nuovi documenti. Atti del XXII Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto 1982, 1982; Il commercio arcaico in Sardegna. Importazioni etrusche e greche (620-480 a.C.) (con Rai-

mondo Zucca), 1984; Vicende storiche del territorio dal Neolitico al Medioevo. ` punica, in Guasila un paese della L’Eta Sardegna, 1984; quattro schede, Gonnosfanadiga. San Cosimo, Monastir. Monte Olladiri, Sanluri. Pardu Jossu, Sardara. Sant’Anastasia, tutte in I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico al` romana, 1984; Influssi greco orienl’Eta tali nei centri tardo-nuragici della Sardegna meridionale, in I Focei dall’Anatolia all’oceano, ‘‘La Parola del Passato’’, CCIV-CCVII, 1984; Elementi culturali prenuragici e nuragici da S. Giovanni Battista, in Nurachi. Storia di un’ecclesia, 1985; I rapporti di scambio tra Etruschi e i Sardi. Considerazioni alla luce delle nuove indagini a Santu Brai Furtei, in Atti del II Congresso internazionale etr usco, Firenze 1985, 1986; La produzione materiale nuragica. Note sull’apporto etrusco e greco, in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del I Convegno di studi di Selargius 1985: ` e cultura in Sardegna nei pe‘‘Societa riodi orientalizzante e arcaico’’, 1986; Barumini. Su Nuraxi. Intervento di restauro, in Atti del Convegno ‘‘Problemi della tutela ambientale e aspetti statici e funzionali del restauro’’, 1986; Nota sulla metallurgia del piombo e dell’argento, in Catalogo della mostra triennale ‘‘Il luogo del lavoro’’. Sezione ‘‘L’uomo e le miniere in Sardegna’’, Milano, 1986; Un nuovo contributo per lo studio della tholos in Sardegna. La fortezza di Su Multinu Villanovafranca, in Studies in Sardinian Archaeology III, ‘‘British Archaeological Reports International Series’’, 3, 87, 1987; Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara (con L. Usai), e I primi scavi nel sepolcreto nuragico di Antas (con G. Lucia), entrambi in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di

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Uggias studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Considerazioni sullo scavo e sui reperti delle capanne 1 e 5, in Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara, 1987; tre schede, Sardara. Il Civico Museo archeologico di Sardara (con M.C. Paderi), Sardara. Siti e monumenti, I materiali in esposizione: i materiali del territorio di Sardara, tutte in L’Antiquarium arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, 1988; Le domus de janas di Anghelu Ruju, in Riti funerari nel mondo prenuragico, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1, 1988; La facies campaniforme di Pardu Jossu ` del rame in Europa. Sanluri, in L’Eta Atti del Congresso internazionale, Viareggio 1987, ‘‘Rassegna archeologica’’, 7, 1988; Indagini su interventi di scavo lungo la S.S. 131 tra il 15 km e il km 32, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari ` nuragica. e Oristano’’, 4, 1988; L’Eta Bronzo medio e recente, in Il Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1989; Le facies campaniformi di Pardu Jossu Sanluri, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, 7, 1989; L’insediamento prenuragico di Su Coddu-Selargius. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1983, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1989; La tomba dei guerrieri di Decimoputzu, collana di studi archeologici ‘‘Norax’’, 1, 1990; Complesso sepolcrale bizantino nel mastio del nuraghe su Nuraxi di Siurgus Donigala (con P.B. Serra) in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e medioevale, Cuglieri 1987, 1990; Persistenze rituali e ` punica e romana nel sacultuali in Eta cello del vano della fortezza di Su Mulinu Villanovafranca (con M.C. Paderi), in L’Africa romana. Atti del III Convegno

`. Localita ` Is di studio, 1990; Gonnosno Lapideddas. Necropoli nuragica, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 3, 1990; Considerazioni sullo sviluppo dell’architet` nuragica, in Sarditura e della societa nia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; Note su alcuni contesti del Bronzo medio e recente della Sardegna meridionale. Il caso dell’insediamento di Monte Zara-Monastir, in Un millennio di relazioni fra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Tomba a poliandro nuragica con 289 individui e ipogeo di cultura M. Claro a Su Fraigu San Sperate, in San Sperate dalle origini ai baroni, ‘‘Norax’’, 2, 1992; Ricerche nell’ambito di Mara. Notizia preliminare della necropoli punica di San Pietro (con M.C. Paderi e A. Siddu), in Villa` e la sua storia, mar. Una comunita 1993; La metallurgia del piombo, dell’argento e dell’oro nella Sardegna prenuragica e nuragica, in L’uomo e le miniere in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1993; La ceramica del Bronzo finale e ` del ferro nell’Oristanese, in della I Eta Atti del Convegno ‘‘La ceramica artistica e d’uso e da costruzione dal Neolitico ai nostri giorni’’, 1995.

Uggias, Giomaria Avvocato, consigliere regionale (n. Olbia 1961). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza si ` dedicato alla professione di avvocato e ` impegnato in politica: cattolico, si e si e ` schierato nella Democrazia Cristiana e e in seguito, dopo aver aderito al Par` entrato a far parte tito Popolare, e della Margherita. Dopo essere stato sindaco di Olbia dal 1995 al 1997, nel ` presentato alle elezioni regio2004 si e ` nali per la XIII legislatura ma non e ` entrato in Consistato eletto; nel 2005 e glio regionale per il suo partito.

Ugo1 Religioso (?, prima meta` sec. XII-

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Ugone I d’Arborea Oristano 1185). Vescovo di Santa Giusta dal 1164 al 1185. Uomo di grande abi` , appartenente probabilmente alla lita cerchia delle famiglie vicine alla fami` vescovo glia giudicale, figura gia ` Barisone quando nel 1164 rappresento I d’Arborea presso Federico Barbarossa per ottenergli il titolo di re di Sar` degna. Negli anni successivi continuo a essere legato al suo signore e ne seguı` la politica.

Ugo2 Religioso (secolo XIV). Arcivescovo di Oristano dal 1307 al 1308. Domenicano, era stato nominato vescovo ` a Oristano poco prima di Biblos. Arrivo della fine del governo di Leonardo Aragall e gli succedette nel 1307. Nel ` , fu trasferito a Pola. 1308, pero

Ugo I Religioso (sec. XI). Arcivescovo di Cagliari intorno al 1089-1090. Resse la ` massiccia diocesi negli anni in cui piu si fece la presenza di mercanti stra` ai nieri a Cagliari. Nel 1090 confermo Vittorini le donazioni fatte dal giudice Costantino Salusio nell’anno precedente. Morı` agli inizi del secolo XII.

Ugo II (o Ugone) Religioso (Pisa, prima ` sec. XIII-Cagliari 1276). Arcivemeta scovo di Cagliari dal 1260 a prima del novembre 1276. Era canonico a Pisa quando nel 1260 fu nominato arcivescovo di Cagliari, subito dopo la distruzione di Santa Igia, nella fase in cui il dominio politico di Pisa sull’antico giudicato di Cagliari divenne definitivo. ` il trasferimento della sede epiCuro scopale dall’antica chiesa di Santa Cecilia all’attuale sede di Santa Maria di Castello.

Ugo, Ranieri Avvocato, letterato (Iglesias 1857-Sestu 1942). Laureatosi in ` la profesGiurisprudenza, esercito sione di avvocato a Cagliari, dove per i suoi interessi letterari divenne uno degli animatori della vita culturale della ` tra Otto e Novecento. Nel 1898 citta ` e diresse ‘‘La piccola Rivista’’, fondo

pubblicata fino al 1900, e fu corrispondente di quotidiani e periodici nazionali (tra gli altri il ‘‘Corriere della Sera’’ e ‘‘La Tribuna’’, per i quali scrisse diversi articoli con lo pseudonimo di Paolo Hardy). Fu autore di numerosi scritti, tra cui la raccolta di versi Boghes de Barbagia pro Muntanaru, pubblicata nel 1904 e il notissimo saggio Alla scoperta della Sardegna. I primi Argonauti, uscito nel 1909, nel quale rievoca il viaggio di Pascarella, D’Annunzio e Scarfoglio in Sardegna nel 1882, durante il quale i tre personaggi erano stati accompagnati da lui, entrando in rapporti cosı` amichevoli ` parti si e ` sostenuto che la che da piu ´ndula, la falirica dedicata a Sa spe mosa cascata ai bordi di Villacidro, che circola sotto il nome di D’Annun` scritta da lui. zio, fosse stata in realta

Ugolino, santo = Daniele, san2 Ugone = Ugo II Ugone I d’Arborea Giudice d’Arborea (Oristano 1178-ivi 1211). Figlio del visconte di Basso Ugo Ponzio della famiglia dei Bas Serra, e di Sinispella, sorella del giudice Barisone I, crebbe alla corte d’Arborea col titolo di curatore del Bonorcili, protetto da sua zia Agalbursa. Dopo la morte di Barisone I, i catalani presenti a Oristano lo contrapposero come pretendente al trono a Pietro I di Lacon Serra, figlio del defunto, sostenendo che il diritto di regnare spettasse a lui in quanto discendente da figlia di primo letto del giudice. Dopo una serie di complesse vicende, sostenuto da Raimondo Torroja e da Genova, nel 1192 riuscı` a diventare condomino del giudicato con Pietro I. ` , subı` l’attacco del giuNel 1194, pero dice Guglielmo di Cagliari, il quale, istigato da Pisa, invase il giudicato d’Arborea: mentre Pietro veniva fatto prigioniero, riuscı` a fuggire. Dopo la morte di Pietro, concluse la pace con

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Ugone II d’Arborea ` la figlia PreGuglielmo, di cui sposo ziosa. Nel 1206 divenne nuovamente condomino d’Arborea, governando con suo suocero; negli anni seguenti, mentre Guglielmo era impegnato a fronteggiare la minaccia della politica aggressiva dei Visconti, assunse una ` autonoma nel posizione sempre piu suo piccolo stato.

Ugone II d’Arborea Giudice d’Arborea ` sec. XIII-ivi (Oristano, seconda meta 1335). Figlio di Mariano III della famiglia dei Bas Serra, nel 1321 gli succedette continuando la sua politica filoaragonese nel tentativo di liberarsi dell’opprimente presenza pisana. Nel 1323, durante la prima fase della guerra di conquista, invase il Campidano col suo esercito, sconfisse le truppe pisane a Sanluri e si unı` all’esercito dell’infante Alfonso che era ` sbarcato nel golfo di Palmas. Continuo a prendere parte a tutte le altre operazioni militari fino alla conclusione della seconda pace con Pisa nel 1326. Si era dichiarato vassallo del re d’Ara` godeva largo prestigio gona e percio presso i vincitori, che ne apprezzavano anche la esperienza politica. Negli ` i suoi rapporti anni successivi rinsaldo con la corte d’Aragona, inviandovi due dei suoi figli, Mariano e Giovanni, e favorendo alcuni matrimoni di membri della sua famiglia con gentildonne catalane.

Ugone III d’Arborea Giudice d’Arborea (Oristano 1337-ivi 1383). Figlio di Mariano IV della famiglia dei Bas Serra, dopo aver seguito suo padre nelle guerre contro gli Aragonesi, gli ` la succedette nel 1376 e ne continuo politica, accentuando l’aspro con` nell’orfronto. Egli inoltre si impegno ganizzazione unitaria dei territori in suo possesso, in cui introdusse alcune riforme che modificarono la condizione della classe dei servi. Il suo ri-

gido modo di governare e il suo quasi continuo pensiero della guerra, di cui agognava la conclusione vittoriosa, gli ` una parte considerealienarono pero vole dell’aristocrazia del giudicato. Alcune famiglie come i De Ligia ruppero con lui e passarono apertamente dalla parte del re d’Aragona, altre cominciarono a tessere le trame della congiura che nel 1383 si concluse con il tragico assassinio suo e di sua figlia, trucidati a Oristano.

Ulargiu, Vincenzo Giornalista e poligrafo (Furtei 1871-Iglesias 1953). A causa delle ristrettezze economiche della famiglia non fu in grado di completare gli studi di lettere a Roma. Tornato in Sardegna, dal 1903 al 1922 si de` all’insegnamento come supplente dico nelle scuole secondarie di diversi centri dell’isola e divenne corrispondente de ‘‘L’Unione Sarda’’, su cui scrisse molti pezzi sulla storia e la cultura ` la sua residenza della Sardegna. Fisso ` i suoi a Bosa, dove nel 1924 pubblico Saggi di archeologia e di letteratura sui nuraghi. Nel 1930 si trasferı` a Oristano e infine, nel 1944, a Iglesias. Tra i suoi scritti: Il monte granatico di Furtei, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1895; La psicologia d e l l a S a r d e g n a d i Pa o l o O r a n o , ‘‘L’Unione Sarda’’, 1896 (sei articoli); Pe r u n a n u o v a i n d u s t r i a s a r d a , ‘‘L’Unione Sarda’’, 1903; La storia sarda nelle scuole, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1914 (cinque articoli); Martiri ed eroi sardi, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1915-1919 (sei articoli); Paolo Orano e la Sardegna, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1919-1920 (undici articoli); P ro com batt ent i sa rd i, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1919 (tre articoli); Lo stemma sardo e i quattro mori, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1923; Karales o Caralis, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1923 (tre articoli); Saggi di archeologia e di letteratura. Parte I. I Nuraghi, 1924; Sull’au` delle Carte d’Arborea, tenticita

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Ulassai ‘‘L’Unione Sarda’’, 1925 (tre articoli); Pergamene d’Arborea, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1925 (tre articoli); Pergamene d’Arborea, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1925 (quattro articoli); Etimologia della parola nuraghe, ‘‘Giornale di Sardegna’’, 1925; Dopo il Convegno archeologico sardo: i nuraghi, ‘‘Corriere d’Italia’’, 1926; Intorno ai nuraghi, ‘‘Fontana Viva’’, II, 1927; Pergamene d’Arborea, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1927 (otto articoli); Dalla terra dei nuraghi. Almanacco sardo, 1928; Sull’etimologia di launeddas, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1928; Sant’Antioco patrono di Iglesias. Storia e leggenda, ‘‘Annuario del Liceo scientifico ` pareggiato di Iglesias’’, 1932-33; I piu antichi uomini della Sardegna, ‘‘Sardegna’’ , 19 34; Ancora sui nuraghi, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1938.

Ulassai – Veduta del centro abitato.

Ulassai Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1621 abitanti (al 2004), posto a 775 m sul livello del mare alle falde sud-orientali del Gennargentu. Regione storica: Ogliastra meridionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma molto allungata da nord a sud, si estende per 122,11 km2 e confina a nord con Osini e Gairo, a est con Jerzu e Tertenia e un’isola amministrativa di Elini, a sud con un’isola amministrativa di Jerzu e con Villaputzu, a ovest

con Perdasdefogu, Esterzili, Seui e Ussassai. Si tratta di una regione montuosa, caratterizzata da cime anche oltre i 1000 m (punta Corongiu, 1008); nella parte settentrionale comprende ` a sud le pendici del Gennargentu, piu ` modene fanno parte alcuni rilievi piu sti ma molto estesi del salto di Quirra. Il paese si affaccia dal versante meridionale sulla profonda incisione scavata dal rio Pardu, che confluisce poi nel fiume Pelau. U. si trova, come Osini e Jerzu, lungo una strada che in una quindicina di chilometri di percorso collega la statale 198, a nord, con la 125 Orientale sarda, a sud-ovest; nei pressi del paese se ne distacca la secondaria che si dirige nella regione poco popolata a sud per raggiungere Perdasdefogu ed Escalaplano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. L’attuale villaggio, di origine medioevale, appartenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando ` di esistere il giudicato di nel 1257 cesso Cagliari e il suo territorio fu smembrato, U. fu incluso nella parte toccata ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Una volta estinta questa famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, il villaggio fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz e nel ` a far parte della contea di 1363 entro Quirra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la batta` in possesso dei glia di Sanluri U. torno Bertran Carroz; nei secoli successivi ` da questi ultimi ai Centelles, ai passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel

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Ulassai ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo storico abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Notasi nel censimento del 1846 il numero di anime 1288, distribuite in famiglie e case 332. Si distinguono poi i totali de’ maschi e delle femmine secondo la condizione domestica in quest’altro modo: il totale maschi 677 in scapoli 414, ammogliati 236, vedovi 27; il totale femmine 611 in zitelle 320, maritate 229, vedove 52. Le medie del movimento della popolazione sono: nascite 55, morti 25, matrimoni 12. Agricoltura. L’ampia esten` divisa in sione che si coltiva a cereali e tre parti, su ciascuna delle quali si semina successivamente per due anni, per poi lasciarla quattro anni a maggese. Cosı` praticossi finora; ma pare ` che portarono le che per le novita ` tenore. La nuove leggi si cangiera ` ordinaria della seminagione quantita annuale si computa di starelli 800 di grano, 400 d’orzo, 100 di fave. La frutti` dall’8 al 16, secondo che la ficazione e ` o meno propizia. meteorologia sia piu Si semina in alcune parti del lino, tanto che si abbia quello che domandasi dal bisogno delle rispettive famiglie. Delle diverse specie di legumi poche son col` di quello che tivate, e non si vuol piu vuolsi per la consumazione. Anche l’or` ristretta a poche specie ed ticoltura e al quanto amasi nel vitto della famiglia. Le vigne sono distese in una mite pendenza solcata in molte parti al levante del paese. Le uve vi prosperano e producono abbondantemente. La ` circa 200 carratelli. Il vendemmia da superfluo della consumazione si trasporta in Tortolı` per venderlo ai genovesi e ad altri che frequentano quel porto. Se ne suol vendere una parte ai ` stipaesi bassi della Barbagia. Il vino e

` come quello di mato per la sua bonta Jerzu e di altri paesi dell’Ogliastra. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in circa 350 buoi per l’aratro ed il carreggio, cavalli e cavalle per basto ed alcuni per sella 100, giumenti 120. Il bestiame rude ha nelle solite specie i seguenti particolari numeri: vacche 1200, cavalle 150, capre 6000, pecore 4000, porci 1000. I formaggi, sebbene non lavorati con buon metodo, hanno `. Se ne fa gran quantita ` di della bonta bianchi per venderli ai napoletani». Quando nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, U. fu compreso nel suo ` il dibatterritorio. Quando poi inizio tito sulle nuove province U. aderı` alla provincia dell’Ogliastra.

Ulassai – Paesaggio nei pressi della grotta di Su Marmuri. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, suini e bovini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura, la cerealicoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita ` dustriale nei settori edile e tessile. E poco organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 24 posti letto. Artigia` la tessitura nato. Di antica tradizione e di tappeti, coperte e arazzi di grande ` collegato da aueleganza. Servizi. U. e

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Ulassai tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, stazione dei CaE rabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1646 unita di cui stranieri 1; maschi 782; femmine 864; famiglie 750. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 18 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 17 e nuovi iscritti 15. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 277 in migliaia di lire; versamenti ICI 462; aziende agricole 209; imprese commerciali 80; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 27; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 446; disoccupati 122; inoccupati 78; laureati 57; diplomati 197; con licenza media 445; con licenza elementare 470; analfabeti 28; automezzi circolanti 615; abbonamenti TV 395. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche del periodo nuragico; in particolare conserva i nuraghi Cea Arcis, Cea Usasta, Comida Caboni, Crabas, Cresia, de Seoni, Fiorentina, Forru, Luccheddu, Lesse, Nuragheddu, Pauli, Pittu, Pranu, Sano, Santa Maria, Sterzu e S’Ulimu. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico, addossato pittorescamente alle pendici dei ‘‘tacchi’’, ha conservato numerose anti` piani; nel cuore che case in pietra a piu del paese sorge la parrocchiale di Sant’Antioco, che fu costruita nel 1503. In origine aveva un’aula a tre navate con copertura in legno a capriate; a partire dal 1948 ha subı`to una radicale modi` stato trasformato in un fica, l’interno e impianto a navata unica con copertura a volta a botte; la facciata e l’esterno sono attualmente in forme di romanico moderno. Nell’interno custodisce una

statua lignea di scuola spagnola del Seicento e i bellissimi pannelli della Via Crucis di Maria Lai (=), artista nativa del luogo. Altro interessante mo` la chiesa di San Sebastiano, numento e costruita nel 1776 nello stesso luogo in cui nel secolo XIVera stata costruita la chiesa di Santa Margherita da Cortona. Nel 1908 l’edificio fu sottoposto a un radicale rifacimento; oggi ha l’impianto a una navata e la copertura a volte a botte. La facciata ha un coronamento a doppia curvatura e si apre su una suggestiva piazzetta. Poco fuori dal paese, alle pendici dei ‘‘tacchi’’, si trova la chiesetta di Santa Barbara, circondata da ripari per i novenanti (cumbessı`as) e da casette che nel complesso formano un suggestivo villaggio religioso. Le campagne sono ricche di siti pieni di fascino come la grotta di Su Marmuri, che si apre con le sue meravigliose stalattiti e stalagmiti e le sue alte pareti di grande effetto subito dopo l’abitato, in un territorio dominato dai ‘‘tacchi’’ di Bruncu Pranedda e Tisiddu, in uno scenario panoramicamente suggestivo. Altro luogo di ` Baccu de S’Assa Argrande bellezza e ruda, strapiombo che si apre a poca di` percorribile atstanza dall’abitato; e traverso un impervio tratturo lungo il ` udire una eco particolare quale si puo che secondo una leggenda popolare sarebbe l’urlo di una donna che sarebbe stata schiacciata da un masso gigantesco. Hanno valore panoramico e pae´ gli stessi ‘‘tacchi’’, pasaggistico in se reti calcaree che si levano in verticale ` punti e costituiscono la carattein piu ristica dominante di questa parte dell’isola. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ` suggestive si delle feste popolari piu tiene la terza domenica di maggio in onore di Santa Barbara; si svolge presso l’omonima chiesetta e dura due

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Ula Tirso giorni durante i quali il complesso delle cumbessı`as si anima. La festa, le` antiche tradizioni pastogata alle piu rali, culmina con una suggestiva cerimonia nel corso della quale viene offerto ai fedeli del latte.

Ulassai – Un’opera di Maria Lai.

Ula Tirso Comune della provincia di ` Oristano, compreso nella XV Comunita montana, con 628 abitanti (al 2004), posto a 348 m sul livello del mare, affacciato sul lago Omodeo dal versante orientale della vallata del Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 18,76 km2, compresa la frazione di Santa Chiara del Tirso, e confina a nord con Ardauli, a est con Neoneli e Ortueri, a sud con Busachi e a ovest con Ghilarza. Si tratta di una regione di valle, dove le ultime propaggini occidentali del Gennargentu declinano per lasciare spazio alla vallata scavata dal Tirso. A monte del paese scorre il rio Tannaghe, che si dirige a sud-ovest per gettarsi nel lago. Il paese ` collegato da tre brevi bretelle alla e statale 388, che provenendo da Oristano si dirige a Sorgono; un’altra strada scende ad attraversare il vecchio sbarramento sul Tirso, oggi sostituito da un ponte, per toccare la frazione di Santa Chiara e raggiungere

poi con un braccio Paulilatino, con l’altro Abbasanta e Ghilarza. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. L’attuale villaggio e di origini medioevali; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Barigadu. Dopo la caduta del giudicato entro il 1420 Ula (come si chiamava allora) unitamente a tutto il Barigadu pervenne al mar´ al suo chese d’Oristano che lo annette grande feudo. Dopo che il marchesato fu confiscato a Leonardo Alagon, nel ` a far parte del 1481 il villaggio entro feudo concesso a Gaspare Fabra, i cui ` Toreredi nel 1519 vendettero a Nicolo resani e a Carlo Alagon. Nella successiva spartizione che i due fecero tra loro, U. fu compreso nel Barigadu Susu toccato a Carlo Alagon. Estinti gli Alagon, nel 1547 il villaggio fu ereditato da Fabrizio de Gerp sposato con una Alagon, la cui discendenza si estinse nel 1579. U. allora, dopo una ` complicata vicenda giudiziaria, passo agli Alagon del ramo di Villasor che, a loro volta, si estinsero nel 1765 con la marchesa Emanuela sposata De Silva. ` allora sotto l’amminiIl villaggio torno strazione reale e invano i De Silva tentarono di averlo; nel 1774 fu compreso nel marchesato di Neoneli e concesso ` ai Ripoll. I suoi abitanti entrarono pero subito in conflitto con i nuovi feudatari e nel 1776 si rifiutarono apertamente di pagare i tributi feudali. Nei decenni successivi il difficile rapporto conti` a sussistere; estinti i Ripoll il vilnuo ` ai Sanjust, ai quali fu rilaggio passo scattato nel 1838. Nel 1821 U. fu incluso nella provincia di Oristano; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Di questo periodo storico abbiamo la precisa testimonianza di Vittorio Angius:

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Ula Tirso «Popolazione. Giusta il censimento del 1846 erano allora in questo paese anime 586, distribuite in famiglie 161 ed in case 152. Secondo le condizioni domestiche distinguevasi il totale dei maschi 302, in scapoli 162, ammogliati 120, vedovi 20; il totale delle femmine, che erano 284, in zitelle 140, maritate 120, vedove 24. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie, nascite 24, morti 17, matrimoni 4. La prin` l’agricoltura, pocipale occupazione e chi attendendo alla pastorizia. Le donne lavorano tutte al telajo impiegando il lino e vendono un gran numero di pezze di tele principalmente nel Campidano. L’istruzione primaria ` poco curata. I ragazzi che vi qui pure e intervengono quando sono molti non sopravanzano i sedici. Forse neppure ` istituita otto dopo trent’anni da che e uscirono sapendo leggere e scrivere. Agricoltura. Il terreno non pare molto idoneo a’ cereali, e la fruttificazione lo prova. Nelle terre basse si semina grano e legumi, nelle alte l’orzo. La se` di circa 350 minagione del grano sara starelli, quella dell’orzo di 150, quella delle fave di circa 60. Il prodotto co` del 7. L’orzo rende il mune del grano e ` le fave. I legumi che ser10, e poco piu vono per provvista della casa si coltivano negli orti con molte specie, principalmente zucche, cipolle, cavoli. La ` molto prospera, ma forse di vite non e `e ` causa piuttosto il pessimo metodo cio e la negligenza che la natura del luogo. I vini sono deboli per la stessa causa e ` la sufficienza per la vendemmia non da tutto l’anno: il che prova come questi paesani sieno stolidi, che vogliono comprare da altri una derrata, della quale potrebbero abbondare ed avere guadagno. Pastorizia. Ho detto che pochissimi sono applicati alla pastorizia e da questo s’intenda lo scarso numero di capi, che compongono gli armenti e

le greggie degli ulesi. Le vacche non eccederanno i capi 200, le capre possono sommare a 450, le pecore a 800, i porci a 150. I cavalli e le cavalle manse ` di 60, i buoi 100, i non sono in totale piu giumenti 45». Nel 1870 il paese assunse l’attuale denominazione di U.T.; nel 1928 perse la propria autonomia e fu aggregato come frazione a Busachi. ` l’autonomia nel 1946 e nel Riacquisto 1974, quando fu ricostituita la provin` a farne parte. cia di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una modesta attivita settore alimentare e in quello dell’e` poco organizzata la nergia elettrica. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee Servizi. U.T. e ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 658 unita di cui maschi 318; femmine 340; famiglie 247. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 543 in migliaia di lire; versamenti ICI 242; aziende agricole 151; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 3; esercizi al dettaglio 9. Tra gli indicatori sociali: occupati 161; disoccupati 26; inoccupati 95; laureati 7; diplomati 56; con licenza media 227; con licenza elementare 269; analfabeti 39; automezzi circolanti 209; abbonamenti TV 192.

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Ullo PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche che documentano la conti` dell’insediamento umano a parnuita tire dal periodo prenuragico: in particolare a quest’ultimo periodo appartengono le domus de janas di Niu Crobu che sono state sommerse dal lago; erano scavate nella trachite ed erano piuttosto numerose. Al periodo nuragico risalgono invece alcuni nuraghi tra i quali quelli di Filighe e di Tuselo. Quest’ultimo, abbastanza ben conser` particolarmente suggestivo. Invato, e ` anche la Tomba di giganti teressante e di Su Gigante, molto danneggiata. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE In posizione marginale rispetto al centro storico si trova la chiesa di Sant’Andrea, parrocchiale la cui costruzione fu avviata nel 1628 e ultimata oltre un secolo dopo. L’edificio fu co` struito al posto della precedente e piu antica parrocchia in uno stile composito di elementi tardogotici e barocchi; l’interno ha una navata e la copertura ` abbellita con volte a botte. La facciata e da un portale ogivale e da un grande ` completato da un rosone; l’edificio e campanile molto alto impostato con le stesse caratteristiche stilistiche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A U.T., cosı` come in molti altri paesi della zona, si festeggia Sant’Antonio Abate, il 16 e 17 gennaio; anche qui il culmine ` costituito dal delle celebrazioni e ` pubblico. Il 22 luglio si fa grande falo invece festa grande per Santa Maria Maddalena: con processione, ballo pubblico in piazza, spettacoli folcloristici, gara poetica ecc. &

Ullo Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Quirra. Sorgeva a pochi chilometri da Villagrande. Caduto il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1258 fu asse-

gnato ai Visconti, che lo unirono al giudicato di Gallura. Alla loro estinzione fu amministrato direttamente da Pisa fino alla conquista aragonese. Entrato a far parte del Regnum Sardiniae, nel 1327 fu concesso in feudo a Diego Zapata; negli anni seguenti la sua storia fu simile a quella del castello fino a ` nelle mani di quando, nel 1332, passo ` a spopoBerengario Carroz. Comincio larsi, ed entro la fine del secolo era deserto.

Ullu, Dante Direttore d’orchestra (n. Cagliari 1917). Dopo aver compiuto ` in Composistudi classici, si diplomo zione e in direzione d’orchestra a Roma. Fu per molti anni professore di Composizione nell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Apprezzato direttore d’orchestra presso i maggiori teatri italiani, fu direttore musicale ` anche a della rivista ‘‘Idea’’; collaboro ‘‘Melodramma Italiano’’ e al quoti` le rubridiano ‘‘Il Tempo’’, di cui curo che musicali.

Ulpio Vittore, Marco Governatore della Sardegna (sec. III). Funzionario di rango equestre, fu procurator pro legato della Mauretania Tingitana (239241? d.C.), stringendo relazioni di pace ` berbera dei Baquates e orcon la tribu dinando i restauri forse del pretorio di Volubilis. Trasferito in Sardegna (244` di vir egregius, 245), U.V., in qualita praefectus Sardiniae, procurator Augusti, pose dei cippi sulle a Caralibus Olbiam per Hafam (3), a Tharros Cornus, a Nora Bithiae, a Nora Caralibus che inneggiavano all’imperatore Filippo l’A` inoltre rabo. A Turris Lybisonis ordino un vasto programma di restauri (tempio della Fortuna, della basilica giudiziaria, del tribunal), mirante a rinnovare il foro della colonia: i lavori furono diretti da Lucio Magnio Fulviano, forse un ufficiale (tribunus militum) del suo seguito. [ANTONIO IBBA]

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Umana

Ultero Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII erano pervenuti nelle mani dei Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu incluso nel pic` colo stato che la dinastia ligure formo nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese i Doria si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Il villaggio subı` gravi danni a causa delle operazioni militari ` che ne seguirono, e prima della meta ` completamente spodel secolo era gia polato.

Ulzega, Antonio Geologo (n. Roma 1941). Dedicatosi dopo la laurea alla ` diventato procarriera universitaria, e fessore di Geografia fisica presso la Fa` di Scienze dell’Universita ` di Cacolta ` anche direttore gliari. Attualmente e del Centro universitario interdipartimentale sulle coste e l’ambiente marino. Studioso di geografia fisica, ha scritto numerosi saggi che documentano l’elevato livello delle sue ricerche. Di particolare importanza sono i suoi studi sul Paleolitico e sugli effetti ` sul popolamento della dell’insularita Sardegna. Tra i suoi scritti: Il deposito quaternario con industria del Paleolitico inferiore di Sa Perdosa-Pantallinu Sassari, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXVII, 1-2,1982; Il Paleolitico nell’Anglona (Sardegna Settentrionale). Ricerche 1979-80, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 12, 1982; Sa Perdosa-Pantallinu, in I primi abitanti d’Europa, 1 500 000-100 000 a.C., Catalogo della mostra, 1984; La fine del Pleistocene nella grotta Corbeddu in Sardegna, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, `ne en XLI, 1-2, 1990; L’homme pleistoce Sardaigne (con F. Martini, Y.P. Sondaar

e G. Klein Holmeyer), ‘‘Anthropologie’’, ` e i suoi effetti sul po5, 1991; L’insularita polamento umano delle isole del Mediterraneo nel Pleistocene e nel primo Olocene (con F. Martini), ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLII, 1-2, 1992; El mas antiguo poblamento humano de ´ neo (con F. Marlas islas del Mediterra tini), ‘‘Trabajos de Prehistoria’’, 49, 1992; Sa Coa de sa Multa e Sa PerdosaPantallinu: due paleosuperfici clactoniane in Sardegna (con C. Bini, F. Martini e G. Pitzalis), in Paleosuperfici del Pleistocene e del primo Olocene in Italia, 1993.

Umana Famiglia originaria di Sanremo (sec. XVII-esistente). Si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII con un Giovanni Agostino per curare i propri interessi commerciali. Egli riuscı` a in` ligure che domiserirsi nella comunita `; suo nava la vita economica della citta ` una Ventimifiglio Francesco sposo ` ricca, ebbe glia, e cosı` la famiglia, gia modo di entrare nel giro dell’aristocrazia. Dal matrimonio nacquero tre figli, ciascuno capostipite di un ramo diverso: da Agostino discese un ramo ` a dedicarsi al commercio che continuo e che si estinse nel corso del secolo XVIII; da Francesco discese un ramo che si estinse in poco tempo; da Giu` importante. seppe discese il ramo piu Egli divenne titolare dell’ufficio di depositario del Monte nummario, che gli consentı` di accrescere notevolmente le proprie sostanze; nel 1753 ottenne il cavalierato ereditario. Suo figlio Michele nel 1793 si distinse nella difesa di Cagliari contro il tentativo d’invasione dei francesi e nel 1799 ottenne il ` . Nel riconoscimento della nobilta corso del secolo XIX la famiglia ` espresse alcune distinte personalita tra cui il deputato Pasquale. Attualmente risiede a Cagliari.

Umana, Giuseppe Ufficiale dei mili99

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Umana ziani (Cagliari 1768-ivi 1808). Si mise in luce durante il tentativo d’invasione francese del 1793 collaborando validamente con Vincenzo Sulis. In seguito prese parte attiva alle sedute degli Stamenti e nel 1794 fu promosso comandante delle milizie del quartiere della ` al partito Marina. Dopo il 1795 si lego dei moderati e nel giugno del 1796 fu posto a capo del corpo militare che fu inviato a bloccare Giovanni Maria Angioy a Oristano. Quando poi nel 1799 i ` nell’emiliziani furono sciolti, entro sercito regolare.

Umana, Pasquale Medico, deputato al Parlamento (Sassari 1830-ivi 1887). ` alla carriera Dopo la laurea si dedico universitaria. Divenne professore di ` di SasMedicina presso l’Universita sari e dal 1861 in quella di Cagliari, dove scrisse un importante lavoro sulla malaria. Dopo alcuni anni si trasferı` ` di Roma. Nel 1870 presso l’Universita fu eletto deputato di Alghero e successivamente riconfermato in diversi collegi fino al 1886; schierato con la Sini` dei prostra costituzionale, si occupo blemi della pubblica istruzione e delle ferrovie. Tra i suoi scritti: Colera morbus in Sassari nel 1855, 1855; In miasma palustre febresque periodicas Sardiniae perexiguae animadversiones, 1869; Agli elettori del collegio di Alghero, 1874; Sardegna in Parlamento, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1874; Discorso pronunciato alla Camera dei Deputati circa il proseguimento delle Ferrovie sarde, 1875; Interpellanza Salaris, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera all’‘‘Avvenire di Sardegna’’ sugli idoli fenici e sulle Carte d’Arborea, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1883; Pasquale Tola, ‘‘La Stella di Sardegna’’, VII, 4, 1886.

Umberto I Re d’Italia (Torino 1844Monza 1900). Divenuto re nel 1878, fu sostenitore della politica di Francesco Crispi e dopo il 1896 della linea auto-

ritaria dei governi che seguirono alla sconfitta di Adua e alla caduta di Crispi. I suoi contatti con la Sardegna si limitarono ad alcuni viaggi: una prima ` volta nel 1890, quando in agosto visito le fortificazioni di La Maddalena e l’isola di Caprera; una seconda volta nell’aprile 1899, nel difficile momento della recrudescenza del banditismo, quando, accompagnato dalla regina ` di Margherita, si trattenne per piu dieci giorni nell’isola assistendo alla posa della prima pietra del nuovo Municipio di Cagliari e all’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II a Sassari. Venne ucciso a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci.

Umberto I – Il re d’Italia in una foto d’epoca.

Umberto II Re d’Italia (Racconigi 1904Ginevra 1983). Il padre lo tenne lontano dal potere fino al maggio 1944, quando, nominato luogotenente del regno, assunse poteri sovrani e, dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele III nel mag-

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Uneritani gio 1946, divenne re. Il suo fu un regno brevissimo che lo fece chiamare ‘‘il re ´ dovette infatti abdidi maggio’’, perche care subito dopo il referendum del 2 giugno. Morı` in esilio.

San Giuseppe, e assistette con la moglie a una Cavalcata sarda, in ricordo di quella che aveva salutato Umberto I e la regina Margherita nel 1899. L’ultimo suo drammatico viaggio lo fece nel breve periodo in cui fu re, impegnato in un rapido giro ‘‘elettorale’’ poco prima del referendum. Morı` a Ginevra dopo una lunga dimora in Portogallo, durante la quale fu spesso visi` altato dai monarchici sardi e rilascio `. cuni diplomi di nobilta

Unale Antica curatoria del giudicato di

Umberto II – Il figlio di Vittorio Emanuele III ` di un mese nel 1946. fu re per poco piu

` Molto legato alla Sardegna, la visito una prima volta con i suoi genitori nel ` in veste ufficiale e 1929. Nel 1934 torno ` come principe di Piemonte inauguro l’azienda agraria di Cuguttu (Alghero), primo nucleo del futuro progetto di bonifica integrale della Nurra algherese: l’azienda venne intitolata a Maria Pia, sua primogenita. Nella stessa occa` a Sassari il palazzo sione inauguro ` di Veterinaria e il grande della Facolta ‘‘viadotto del Littorio’’ sulla vallata di Rosello. Alcuni anni dopo fu ancora in ´ ; in Sardegna con la moglie Maria Jose questa occasione la coppia principe` un profondo ricordo: a Sassca lascio ` il nuovo teasari il principe inauguro tro della GIL, di fronte alla chiesa di

Gallura. Situata nella parte settentrionale della Gallura, contigua alla Montangia e al Fundimonte, si stendeva lungo le coste bellissime e frastagliate, frequentate allora solo da pescatori e da contrabbandieri. Comprendeva i villaggi di Albagnana, Arzachena, Budelli, Castro, Corruaro, Orto Murato e Scopeto. Estinta la dinastia dei Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII il territorio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. La conquista aragonese lo fece precipitare in un periodo di tragici e ininterrotti conflitti che ne determinarono il completo ` prima della fine del spopolamento gia secolo XIV. Dopo la battaglia di Sanluri il territorio, completamente spopolato, ` in possesso dei catalano-aragotorno nesi e fu incluso nel rinnovato sistema feudale.

Unali, Anna Studiosa di storia medioevale (n. Roma 1938). Dopo aver conse` dedicata all’inseguito la laurea si e gnamento universitario; attualmente ` di Lettere insegna presso la Facolta ` ‘‘La Sapienza’’ di dell’Universita ` in Roma. Tra i suoi scritti: La servitu Sardegna dal XI al XIII secolo, ‘‘Critica storica’’, X, 1973; Marinai, pirati e corsari catalani nel Basso Medioevo, 1983.

Uneritani Antica popolazione della Sardegna. Ricordati su un’iscrizione da Las Plassas (Marmilla), gli U. abita-

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Unione cattolica ` sec. I d.C.?) un distretto ruvano (meta rale (pagus) il cui fulcro politico ed economico era verosimilmente rappresentato da un templum di Giove, edificato dagli stessi pagani. Gli U., forse aggregati amministrativamente a Uselis, erano verosimilmente dei Sardi privi di cittadinanza romana e soggetti al pagamento dello stipendium o della decima, insediati in villaggi (vici) e case sparse del pagus. [ANTONIO IBBA]

‘‘Unione cattolica, L’’’ Trisettimanale religioso, politico e letterario, che fu pubblicato a Cagliari dal 1874 al 1875.

‘‘Unione sarda, L’’’ Quotidiano pubbli` il piu ` cato a Cagliari dal 1889 a oggi. E antico quotidiano che attualmente si pubblichi in Sardegna. L’uscita del ` in preparazione giornale era gia quando, il 5 ottobre 1889, un disastroso ciclone e lo straripamento di alcuni torrenti devastarono il Campidano di Cagliari: l’‘‘Unione’’ uscı` il giorno dopo con un numero di saggio, e dopo alcune uscite settimanali a dicembre ` a essere pubblicato quotidiacomincio namente. Il giornale era stato fortemente voluto dalla borghesia liberale ` , di cui divenne l’espressione della citta ` viva. Inizialmente i principali propiu motori furono Francesco Cocco Ortu e il Cao Pinna, che pur essendo entrambi esponenti del liberalismo sardo erano schierati su posizioni differenti. Que` non consentı` al giornale sta ambiguita di avere una linea culturale e politica ` nel 1903 a una ben precisa e porto prima rottura in seno alla compagine che lo aveva fatto nascere. La polemica fu avviata da Marcello Vinelli, che si dimise dalla direzione per contrasti col Cao Pinna, il quale a sua volta, nel ` . La crisi 1904, uscı` dalla proprieta ` alla direzione di Raffa Garzia, porto ` lo sviluppo del giornale fino che guido al 1913 contribuendo a definire una li-

nea editoriale decisamente anti-Cocco Ortu e appoggiando Ottone Bacaredda. Nel 1914 il quotidiano fu interventista e nel dopoguerra espresse posizioni di crescente antisocialismo; nel 1920 il vecchio gruppo editoriale ne cedette ` all’industriale minerario la proprieta Ferruccio Sorcinelli, il quale impresse al giornale una linea politica antisardista e di deciso sostegno alle posizioni del fascismo, specialmente negli anni della direzione di Francesco Caput. Le posizioni di Sorcinelli e di Caput, nettamente contrarie alla ‘‘fusione’’ tra fascisti e sardisti patrocinata dal prefetto Asclepia Gandolfo, misero il giornale in una posizione difficile che – attraverso un’operazione di polizia pilo` alla sua chiutata dal prefetto – porto sura nel gennaio 1924. Il quotidiano riprese a uscire nell’aprile dello stesso anno ma nel 1925, con la morte di Sorcinelli e l’allontanamento di Caput, divenne espressione del Partito fascista ‘‘sardistizzato’’. Diretto da Raffaele ` con rigore queContu, ‘‘L’U.s.’’ osservo sta linea fino al 1943 collocando sotto la testata la parola d’ordine ‘‘Dove il Duce vuole’’. Dopo i primi terribili bombardamenti di fine febbraio 1943 il giornale interruppe le pubblicazioni: gli impianti della tipografia furono smontati e messi al riparo. Solo nel novembre il giornale ricomparve in una situazione totalmente mutata: i Sorcinelli (e il PNF, l’ultimo proprietario) erano stati estromessi, e il controllo del giornale era passato al Comitato di Concertazione Antifascista (nome del CLN in Sardegna). Tra i direttori che si avvicendarono sino al 1946 vi furono il socialista Jago Siotto, il comunista Luigi Pirastu e il liberale Giuseppe Musio. Ma subito dopo la fine ` del quotidella guerra la proprieta ` alla famiglia Sorcinelli e il diano torno giornale, diretto da Fabio Maria Cri-

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Universita` in Sardegna velli, succeduto al conte Spetia, divenne espressione degli ambienti democratico-liberali di Cagliari. Nel ` del giornale passo ` 1967 la proprieta nelle mani della SIR dell’ingegner Nino Rovelli, nel momento in cui il potente petroliere lombardo volle garantirsi – attraverso l’acquisto di due quotidiani isolani – il sostegno alle sue operazioni industriali. Alla caduta dell’‘‘impero petrolchimico’’ il giornale ` in mani sarde, acquistato – intorno torno al 1980 – dal giovane editore emergente cagliaritano Nicola Grauso. Negli anni successivi il giornale ebbe come direttore Gianni Filippini e nel 1986 nuovamente F.M. Crivelli, a suo tempo licenziato durante il periodo rovelliano. Altri direttori (fra cui Massimo Loche dal 1988, Mario Sechi, Arturo Clavuot dal 1989, Antonangelo Loiri dal 1994) si alternarono prima ` del giornale passasse, che la proprieta al giro di boa del 2000, all’immobiliarista cagliaritano Sergio Zuncheddu. ` Paolo Figus. La tiL’attuale direttore e ratura si aggira intorno alle 80 000 copie.

Unione Sportiva Nuorese Societa` sportiva nata nel 1930 nel capoluogo barbaricino dalla fusione dell’Avanguardia con il Club e dedicata esclusi` si praticava vamente al calcio. In citta ` in precedenza il foot-ball, ma la gia prima squadra fu iscritta al campionato regionale dopo l’inaugurazione dello stadio ‘‘Quadrivio’’, nel 1932, e vi ` con alterne vicende fino allo partecipo scoppio della guerra. Dal 1945 la N.U.S. proseguı` nel campionato di 1ª divisione per poi approdare qualche anno dopo nella serie D. Dopo campionati onorevoli e qualche retrocessione, negli anni Ottanta ottenne la storica promozione in C2, sotto la guida di Vanni Sanna. Dopo due anni in questa categoria e l’avvio al calcio che conta

di due campioni come Pietro Paolo ` nelVirdis e Gianfranco Zola, ritorno l’anonimato della quarta serie e poi del campionato regionale. Nella stagione 2004-2005, dopo una ristruttura` zione della dirigenza della societa ` sotto la presidenza di Goveani, torno di nuovo in serie D con l’apporto di alcuni grandi giocatori come Gianluca Festa, ex Cagliari ed ex Middlesbrough. Ottenuta la promozione in serie C2 nell’anno sportivo 2005-2006, l’U.S.N., allenata da Mario Petrone, si avvale del contributo di un altro ` ’’ grande giocatore ex Cagliari, ‘‘Lulu Oliveira, sardo d’adozione, e nel campionato 2006-2007 occupa una posizione di vertice. [GIOVANNI TOLA]

` in Sardegna Il primo passo Universita ` fu fatto da Caper avere l’Universita gliari e da Sassari separatamente durante il Parlamento del 1543, nell’intento di porre fine alla situazione di grave ritardo in cui l’istruzione superiore si trovava nell’isola e al disagio di quei giovani che, volendo studiare filosofia, medicina, diritto e teologia, dovevano recarsi necessariamente sul continente affrontando spese rilevanti, precluse alla maggior parte dei sardi, e grandi pericoli connessi al dif` ficile viaggio per mare. Le due citta chiesero che una quota del donativo fosse destinata all’istituzione dell’Uni` , impegnandosi a integrare la versita somma con un loro contributo; Sassari, inoltre, offrı` anche il contributo finanziario dell’arcivescovo per sostenere l’impresa. La richiesta rimase senza una risposta da parte di Carlo V, impegnato nelle sue guerre, ma non fu dimenticata. Durante il Parlamento del ` fu nuo1553 l’apertura dell’Universita vamente sollecitata, ma anche questa volta senza esito. ` o meno negli stessi A SASSARI Cosı`, piu ´ la risposta da parte del re anni, poiche

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Universita` in Sardegna non arrivava, sia l’arcivescovo di Cagliari che quello di Sassari tentarono di raggiungere l’obiettivo rivolgendosi ai Gesuiti, sostenuti in questo da Alessio Fontana, un importante funzionario della segreteria di Carlo V che addirit` ogni suo tura, morendo nel 1559, lascio ` avere per la creazione dell’Universita ` natale. Il testaa Sassari, sua citta mento di Fontana prevedeva che la nuova istituzione fosse posta sotto l’alto patronato dell’arcivescovo di Sassari e del Comune, mentre gli insegnanti avrebbero dovuto essere forniti ` vodai Gesuiti. La compagnia accetto ` presso lentieri la proposta e cosı` avvio il pontefice le pratiche per l’apertura del collegio. L’autorizzazione pontifi` , tardava, per cui per accelecia, pero rare il procedimento intervennero direttamente l’arcivescovo Alepus e il governatore del Capo di Sassari e Logudoro Antioco Bellit. I due infatti erano sufficientemente introdotti negli ambienti romani; seppero trovare ` la giusta strada e il papa Pio IV firmo l’autorizzazione per l’apertura del Collegio di Sassari. Dopo un febbrile lavoro organizzativo, nel 1562 furono attivati i corsi di Lettere e di Filosofia, e ´ dopo alcuni anni sembrava che poiche il loro funzionamento avesse raggiunto un buon livello, nel 1589 fu chiesta la trasformazione del collegio in Univer` . Il beneficio fu negato, ma il Cosita ` al suo mune di Sassari non rinuncio ` progetto e nel 1602 e nel 1616 rinnovo la richiesta: l’autorizzazione fu ancora una volta negata, sebbene le risorse finanziarie per sostenere i costi dell’U` fossero, negli stessi anni, auniversita mentate. Infatti il celebre medico sassarese Vico Guidone e il cavalier Marongiu Gambella avevano lasciato il `. loro patrimonio alla futura Universita ` cosı` a premere per otSassari continuo ´ Fitenere il riconoscimento finche

` lippo III nel 1617 riconobbe la Facolta di Teologia e quella di Filosofia. La strada sembrava finalmente aperta e dopo ulteriori pressioni nel 1632 la ` ottenne l’autorizzanuova Universita zione a rilasciare titoli dottorali secondo le norme che regolavano il loro ` sparilascio nelle altre Universita gnole. Nel 1634, infine, furono approvati gli statuti e l’Ateneo sassarese prese a funzionare regolarmente; la cura dell’istituto venne affidata al Con` , che aveva il compito siglio della citta di designare il sovrintendente, mentre la presidenza onoraria fu attribuita all’arcivescovo. A CAGLIARI Negli stessi anni anche Ca` una lunga battaglia per otgliari inizio ` . Infatti anche tenere la sua Universita nei confronti del futuro Ateneo cagliaritano furono avanzate molte riserve, tanto che solo nel 1606 Filippo III diede l’assenso per la sua costituzione. ` di Cagliari avrebbe Anche l’Universita potuto rilasciare titoli dottorali e funzionare conformemente alle norme ` spagnole, che regolavano le Universita ma la mancanza dei fondi necessari ad ` attivarne il funzionamento ne ritardo l’apertura. La situazione sembrava non sbloccarsi ancora quando Martin Carrillo fu mandato in Sardegna come visitatore generale. Comprendendo il grave disagio di Cagliari, egli si ado` per sbloccare la situazione, popero nendo in evidenza i pericoli sociali che si sarebbero potuti correre qualora l’Ateneo non fosse stato attivato. Altri anni trascorsero inutilmente: solo nel 1620 finalmente giunse l’atto definitivo di fondazione. Nel 1626 il giureconsulto Giovanni Dexart fu in grado di redigerne le Costituzioni e ` del Seicento cosı` entro la prima meta ` cominciarono a funle due Universita zionare. Ma nel pieno della grande crisi che colpiva l’Impero spagnolo,

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Universita` in Sardegna ` in difficolta ` quella di Sassari si trovo ´ le risorse finanziarie a disia perche ´ sposizione erano esaurite sia perche si aprı` una lunga controversia per determinare a chi spettasse il suo con` addirittura trollo; dopo il 1650 sembro ` dovesse cessare del che la sua attivita ` di Cagliari, invece, tutto. L’Universita pareva destinata a migliori fortune: la ` di insegnanti di buon lidisponibilita ` un crescente numero di stuvello attiro denti che sembrava garantire la stabi` dei corsi e renderne possibile la lita `. continuita ` una LA CRISI Anche questa fu pero breve parentesi: negli ultimi decenni ` di Cadel Seicento anche l’Universita ` ecogliari dovette affrontare difficolta ` a sonomiche e la delusione comincio stituirsi all’entusiasmo col quale inizialmente aveva preso a funzionare. Alla fine del secolo, quindi, i due Atenei sardi si trovarono ad attraversare una crisi profonda e nel 1682 fu loro inferto un colpo mortale, quando il vi´ con un suo provvedimento stabilı` cere che i fondi ad esse destinati dovevano essere utilizzati per far fronte alle esigenze del governo dell’isola. Era questo il segno dei tempi: la grave crisi nella quale si dibatteva la Spagna finı` ` di un per compromettere la possibilita regolare funzionamento delle due istituzioni che tanto erano state desiderate dai sardi. La vita dei due Atenei si ` quasi completamente, e in quefermo ste condizioni essi furono trovati dalla nuova dinastia quando nel 1720 il Re` ai Savoia. In un gno di Sardegna passo ` che le cose primo momento sembro non dovessero cambiare; infatti la nuova dinastia regnante, impegnata nel tentativo di sbarazzarsi dell’isola ` le poche per via diplomatica, destino risorse finanziarie disponibili ad altri ` , cambiarono settori. Le cose, pero quando gli affari di Sardegna furono

affidati al conte Giambattista Lorenzo Bogino. Agendo in un contesto in cui la permanenza della Sardegna nelle mani dei Savoia sembrava ormai con` un vasto pro solidata, egli avvio gramma di riforme, tra cui era com`. Il ripresa quella delle due Universita lancio dei due Atenei ebbe inizio nel 1759, e fu talmente radicale che molti affermarono addirittura che si trattava di una nuova fondazione; infatti fu aperta a Cagliari la Scuola di chirurgia, che venne affidata al grande chirurgo Michele Plazza; negli anni successivi il Bogino istituı` una commissione per studiare i termini della riforma dei due Atenei. Fu presa come ` di Torino e dopo modello l’Universita tre anni, nel 1764, un decreto reale pra` l’Universita ` di Caticamente rifondo gliari e nel 1765 con analogo decreto fu ‘‘restaurata’’ quella di Sassari, la cui riapertura era stata chiesta insistentemente dal Consiglio civico. DOPO LA RESTAURAZIONE L’Univer` cagliaritana fu articolata nelle Fasita ` di Teologia, Giurisprudenza, Mecolta ` fu dicina, Filosofia e Arti; alle Facolta aggiunta la Scuola di chirurgia. L’Uni` di Sassari fu articolata nelle Faversita ` di Filosofia e Arti, Diritto, Teolocolta `, gia e Medicina. Le due Universita inoltre, furono sottratte al controllo ecclesiastico e divennero istituzioni scolastiche governative dotate di autonomia; in linea di massima gli insegnamenti furono affidati a professori piemontesi scelti tra religiosi che risiedevano in Sardegna e la cui autorevolezza era fuori discussione. In questo modo entrambi gli Atenei riuscirono a dotarsi di un corpo docente di buon livello, cui con una certa frequenza si aggiungevano professori provenienti dalla terraferma, attirati in Sardegna dal governo con la promessa di particolari benefici (ad esempio, il professor

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Universita` in Sardegna ´ fu Corte giunse in Sardegna perche `, creato nobile). Il rinnovamento, pero fu solo strutturale: infatti le due Uni` nel complesso non seppero racversita cogliere se non in piccola parte i nuovi impulsi che venivano dalla cultura illuministica e continuarono in genere a trasmettere contenuti tradizionali. Al` fu la cronica scarsita ` di tra difficolta mezzi finanziari necessari per pagare gli stipendi, per comprare le attrezzature didattiche e per rinnovare i locali. ` si trovarono cosı` in diffiLe Universita ` e per farvi fronte furono costrette colta a chiedere il sostegno finanziario dei Comuni e degli ordini religiosi. Si de` quindi una situazione abbatermino stanza strana che finı` per consentire che la vita culturale dei due Atenei fosse controllata dall’esterno limitando la loro autonomia. L’ordinamento dei due Atenei rimase immutato ` dell’Ottocento: questa fino alla meta ` finı`, pero `, per fasostanziale stabilita vorire alcuni interventi che contribuirono a migliorarne il funzionamento. In particolare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento furono acquisite nuove attrezzature e fu avviata la costituzione di musei e di biblioteche che contribuirono a elevare il livello degli ` , con la ‘‘fusione studi. Dopo il 1848 pero perfetta’’, i due Atenei corsero nuovi pericoli: infatti nel nuovo contesto nel quale la Sardegna fu collocata erano divenuti centri periferici di istruzione superiore. NUOVI PERICOLI Al governo centrale essi cominciarono ad apparire onerosi ` e di difficile gestione, per cui comincio a farsi strada l’idea di una loro radicale ristrutturazione o addirittura di una loro soppressione. Si aprı` un animato dibattito in proposito, che diede luogo in seno all’opinione pubblica sarda al formarsi di due schieramenti contrapposti. Nel 1859, con l’entrata in vigore

della legge Casati, fu soppressa l’Uni` di Sassari e nel 1862 quella di versita Cagliari fu classificata di seconda cate` in goria. Sembrava che l’Universita Sardegna fosse giunta a un punto morto, ma con la stabilizzazione del processo di unificazione nazionale la ` e il pericolo di prospettiva miglioro ` ; fu infatti trovata soppressione cesso una soluzione per Sassari e l’Ateneo ` a vivere grazie anche alla cocontinuo stituzione di un consorzio con il contributo finanziario del Comune e della ` , pero `, Provincia. Le due Universita erano considerate di secondo livello, per cui continuarono ad avere una vita stentata: la maggior parte dei finanziamenti che il governo stanziava ` finiva agli Atenei di per l’Universita primo livello. Alla fine dell’Ottocento, poi, a causa della crisi finanziaria nella quale l’Italia si dibatteva, il governo decise di operare ulteriori tagli al finanziamento; in questo contesto tutti i tentativi fatti per ribaltare la situazione e far inserire le due Univer` tra quelle di primo livello fallisita rono. IL NOVECENTO Solo ai primi del Novecento, col governo di Giolitti e il concorso di eminenti politici e studiosi si ottenne il sospirato pareggiamento e le ` furono ammesse nel due Universita numero degli Atenei di primo livello. In pochi anni furono cosı` istituiti nuovi insegnameni, costruiti nuovi edifici, potenziate le attrezzature didattiche e le biblioteche. Con la riforma Gentile ` di Cagliari fu innel 1923 l’Universita ` il serita nel novero delle 10 Universita cui funzionamento fu posto totalmente ` di a carico dello Stato. Per l’Universita Sassari, che aveva schivato solo nel 1925 l’ultima minaccia di soppressione, i due enti che costituivano il consorzio (Comune e Provincia) furono infine in grado di destinare maggiori ri-

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Universita` in Sardegna sorse e di ottenere un robusto finanziamento integrativo dallo Stato. I due Atenei si svilupparono ulteriormente: in particolare il settore della Medicina ` agli ospedali e furono aperte si lego ` . A Cagliari nacque cosı` nuove Facolta ` di Lettere e a Sassari quelle la Facolta di Veterinaria e di Agraria. Durante la seconda guerra mondiale la vita dei due Atenei sembro paralizzarsi a causa degli eventi bellici; un intelligente de` nel territocentramento delle Facolta rio e il prudente trasferimento di attrezzature e di biblioteche evitarono ` il peggio, soprattutto all’Univerpero ` di Cagliari, piu ` direttamente misita nacciata dai massicci bombardamenti alleati. I due Atenei continuarono cosı` a funzionare, sia pure frammentariamente, e, terminata la guerra, ripresero a pieno ritmo. Nel dopoguerra, con l’avvio dell’autonomia regionale, ebbero un ulteriore impulso e crebbero sino a raggiungere l’assetto attuale. ` DI CAGLIARI UNIVERSITA ` di Cagliari nell’anno accaL’Universita demico 2005-2006 aveva 36 837 studenti, 1218 professori, 44 dipartimenti. Gli insegnamenti che vengono impar` di corsi di lautiti offrono la possibilita rea triennali e specialistici in base alla recente legislazione universitaria. L’Ateneo si avvale anche di numerose scuole di specializzazione post-laurea, che garantiscono un ulteriore livello di preparazione; sono attivati anche diversi dottorati di ricerca. ` di Economia. Corsi di laurea Facolta triennali: Economia e amministrazione delle imprese (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione aziendale); Economia e gestione aziendale (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione aziendale); Economia e gestione dei servizi turistici (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione

aziendale); Economia e finanza (classe 28, Scienze economiche). Corso di laurea specialistica: Economia manageriale (classe 84/S, specialistica in Scienze economico-aziendali). ` di Farmacia. Corsi di laurea Facolta triennali: Scienze e tecnologie erboristiche (classe 24, Scienze e tecnologie farmaceutiche); Tossicologia dell’ambiente, del farmaco e degli alimenti (classe 24, Scienze e tecnologie farmaceutiche). Corsi di laurea specialistica: Chimica e tecnologia farmaceutiche (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale); Farmacia (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale). ` di Giurisprudenza. Corsi di lauFacolta rea triennali: Servizi giuridici (classe 02, Scienze dei servizi giuridici); Scienze giuridiche (classe 31, Scienze giuridiche). ` di Ingegneria. Corsi di laurea Facolta triennali: Ingegneria edile (classe 04, Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria edile); Ingegneria civile (classe 08, Ingegneria civile e ambientale); Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (classe 08, Ingegneria civile e ambientale); Ingegneria elettronica (classe 09, Ingegneria dell’informazione); Ingegneria chimica (classe 10, Ingegneria industriale); Ingegneria elettrica (classe 10, Ingegneria industriale); Ingegneria meccanica (classe 10, Ingegneria industriale); Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali (classe 41, Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali). Corsi di laurea specialistica biennali: Ingegneria edile (classe 4/S, specialistica in Architettura e Ingegneria edile); Ingegneria chimica (classe 27/S, specialistica in Ingegneria chimica); Ingegneria civile (classe 28/ S, specialistica in Ingegneria civile); Ingegneria elettrica (classe 31/S, specialistica in Ingegneria elettrica); In-

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Universita` in Sardegna gegneria elettronica (classe 32/S, specialistica in Ingegneria elettronica); Ingegneria energetica (classe 33/S, specialistica in Ingegneria energetica e nucleare); Ingegneria meccanica (classe 36/S, specialistica in Ingegneria meccanica); Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (classe 38/S, specialistica in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio). Corso di laurea specialistica a ciclo unico quinquennale: Ingegneria edile-Architettura (classe 4/S, specialistica in Architettura e Ingegneria edile). ` di Lettere e Filosofia. Corsi di Facolta laurea triennali: Lettere (classe 5, Lettere); Storia e Informazione (classe 5, Lettere); Beni culturali (classe 13, Scienze dei Beni culturali); Filosofia (classe 29, Filosofia); Operatore culturale per il Turismo (classe 39, Scienze del Turismo). Corsi di laurea specialistica biennali: Archeologia (classe 2/S, specialistica in Archeologia); Culture e ` (classe 15/S, Letterature dell’Antichita specialistica in Antropologia culturale ed etnologica); Letterature moderne (classe 16/S, specialistica in Filologia moderna); Lingua, Letteratura e Cultura della Sardegna (classe 16/S, specialistica in Filologia moderna); Filosofia e Storia delle Idee filosofiche (classe 18/S, specialistica in Filosofia ` (classe 94/ teoretica); Storia e Societa S, specialistica in Storia contemporanea); Storia dell’Arte (classe 95/S specialistica in Storia dell’Arte). ` di Lingue e Letterature StraFacolta niere. Corsi di laurea triennali: Lingue e Culture europee ed extraeuropee (classe 11, Lingue e Culture moderne); Lingue e Comunicazione (classe 14, Scienze della Comunicazione). ` di Medicina e Chirurgia. Corsi Facolta di laurea specialistica (corsi a numero programmato): Medicina e Chirurgia (classe 46/S, Medicina e Chirurgia, du-

rata 6 anni); Odontoiatria e Protesi dentaria (classe 52/S, Odontoiatria e Protesi dentaria, durata 5 anni). ` di Scienze della Formazione. Facolta Corsi di laurea triennali: Scienze dell’Educazione e della Formazione (classe 18, Scienze dell’Educazione e della Formazione); Scienze e Tecniche psicologiche applicate all’Apprendimento e alla Salute psicosociale (classe 34, Scienze e Tecniche psicologiche). Corso di laurea quadriennale: Scienze della Formazione primaria; Corso di laurea specialistica: Psicologia (classe 58/S, specialistica in Psicologia). ` di Scienze Matematiche, Fisiche Facolta e Naturali. Corsi di laurea triennali: Biotecnologie industriali (classe 1, Biotecnologie); Biologia sperimentale (classe 12, Scienze biologiche); Bioecologia applicata (classe 12, Scienze biologiche); Scienze della Terra (classe 16, Scienze della Terra); Chimica (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Scienza dei Materiali (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Fisica (classe 25, Scienze e Tecnologie fisiche); Informatica (classe 26, Scienze e Tecnologie informatiche); Scienze naturali (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura); Matematica (classe 32, Scienze matematiche). Corsi di laurea specialistica: Biochimica (classe 6/S, specialistica in Biologia); Biologia marina (classe 6/S, specialistica in Biologia); Neuropsicobiologia (classe 6/S, specialistica in Biologia); Fisica (classe 20/S, specialistica in Fisica); Matematica (classe 45/S, specialistica in Matematica); Chimica (classe 62/S, specialistica in Scienze chimiche); Scienza dei Materiali (classe 62/S, specialistica in Scienze chimiche); Rilevatore di Ambienti Naturali (classe 68/S, specialistica in Scienze della Natura); Geologia tec-

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Universita` in Sardegna nica e ambientale (classe 86/S, specialistica in Scienze geologiche); Scienze geologiche (classe 86/S, specialistica in Scienze geologiche). ` di Scienze Politiche. Corsi di Facolta laurea triennali: Scienze politiche (classe 15, Scienze politiche e delle Relazioni internazionali); Economie e Politiche europee (classe 28, Scienze economiche); Scienze Sociali per lo Sviluppo (classe 35, Scienze sociali per la Cooperazione, lo Sviluppo e la Pace). Corsi di laurea specialistica: Relazioni internazionali (classe 60/S, specialistica in Relazioni internazionali); Scienze politiche (classe 70/S, specialistica in Scienze della Politica); Scienze sociali e Cooperazione allo Sviluppo (classe 88/S, specialistica in Scienze per la Cooperazione allo Sviluppo). ` . Corsi di Corsi di laurea Interfacolta laurea triennali: Amministrazione, Governo e Sviluppo locale (classe 19, S c i e n z e d e l l ’ A m m in i s t r a z i o n e ) ; Scienze motorie (classe 33, Scienze ` motorie e sportive). delle Attivita Corso di laurea specialistica: Scienze economiche (classe 64/S, specialistica in Scienze dell’Economia); Scienze e Tecnica dello Sport (classe 75/S, specialistica in Scienze e Tecnica dello Sport); Scienze dell’Amministrazione pubblica (classe 71/S, specialistica in Scienze delle pubbliche Amministrazioni). ` DI SASSARI UNIVERSITA ` di Sassari nell’anno accaL’Universita demico 2005-2006 aveva 20 844 studenti, 730 docenti, 23 dipartimenti. Vi si possono seguire corsi triennali e corsi specialistici; l’Ateneo inoltre si avvale di scuole di specializzazione post-laurea e di dottorati di ricerca. ` di Agraria. Corsi di laurea Facolta triennali: Progettazione e Pianificazione del Territorio rurale (classe 7, Urbanistica e Scienze della Pianifica-

zione territoriale e ambientale); Produzione e Protezione delle Colture agrarie (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze e Tecnologie agrarie (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze e Tecnologie forestali e ambientali (Nuoro) (classe 20, Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze zootecniche (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Tecnologie alimentari (Oristano) (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Viticoltura ed Enologia (Oristano) (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali). Corsi di laurea specialistica: Produzioni zootecniche mediterranee (classe 79/S, Scienze e Tecnologie agrozootecniche); Pianificazione e Gestione dell’Ambiente e del Territorio rurale (classe 54/S, Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale); Progettazione e Gestione dei Sistemi forestali e ambientali (Nuoro) (classe 74/S, Scienze e Gestione delle Risorse rurali e forestali: 1. curriculum controllo dei sistemi forestali e ambientali; 2. curriculum produzione in ambiente forestale); Produzioni vegetali e Difesa in Ambiente mediterraneo (classe 77, Scienze e Tecnologie agrarie: 1. curriculum agrotecnologie per il territorio e l’ambiente rurale; 2. curriculum produzioni vegetali e difesa); Biotecnologie agrarie e ambientali (classe 7/S, Biotecnologie agrarie); Produzioni vegetali biologiche (classe 77/S, Scienze e Tecnologie agrarie). ` di Architettura. (corsi a numero Facolta programmato). Corsi di laurea triennali: Scienze dell’Architettura (Alghero) (classe 4, Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria edile); Pianificazione territoriale, urbanistica e am-

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Universita` in Sardegna bientale (Alghero) (classe 7, Urbanistica e Scienze della Pianificazione territoriale e ambientale). ` di Economia. Corsi di laurea Facolta triennali: Economia (classe 28, Scienze economiche); Economia aziendale (classe 17, Scienze dell’Economia e della Gestione aziendale); Economia e Imprese del Turismo (Olbia) (classe 17, Scienze dell’Economia e della Gestione aziendale). ` di Farmacia. Corsi di laurea Facolta triennali: Tecniche erboristiche (Tempio Pausania) (classe 24, Scienze e Tecnologie farmaceutiche); Tossicologia degli Inquinanti ambientali (Tempio Pausania) (classe 24, Scienze e Tecnologie farmaceutiche). Corsi di laurea specialistica: Chimica e Tecnologia farmaceutiche (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale); Farmacia (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale). ` di Giurisprudenza. Corsi di lauFacolta rea triennali: Diritto delle Amministrazioni e delle Imprese pubbliche e private (classe 2, Scienze dei Servizi giuridici); Scienze giuridiche (classe 31, Scienze giuridiche). Corso di laurea specialistica: Giurisprudenza (classe 22/S, Giurisprudenza). ` di Lettere e Filosofia. Corsi di Facolta laurea triennali: Filosofia (classe 29, Filosofia); Lettere (classe 5, Lettere: 1. curriculum classico, percorso filologico-letterario; 2. curriculum classico, percorso storico-antico; 3. curriculum moderno, percorso filologico-letterario; 4. curriculum moderno, percorso storico-antico); Scienze dei Beni culturali (classe 13, Scienze dei Beni culturali: 1. curriculum beni archivistici e librari; 2. curriculum beni demoetnoantropologici e ambientali; 3. curriculum beni storico-artistici e archeologici; 4. curriculum archeologia subacquea, Oristano, corso a numero pro-

grammato); Scienze delle Professioni educative di Base (corso a numero programmato) (classe 18, Scienze dell’Educazione e della Formazione: 1. curriculum educatore e animatore); Teoria e Tecniche dell’Informazione (classe 14, Scienze della comunicazione). Corsi di laurea specialistica: Antropologia culturale ed Etnologia (classe 1/S, Antropologia culturale ed etnologia); Archeologia (classe 2/S, Archeologia: 1. curriculum archeologia classica e orientale; 2. curriculum archeologia preistorica e protostorica; 3. curriculum archeologia tardoantica e medioevale); Letterature e Storia del Mondo antico (classe 15/S, Filologia e lettera` ); Programmazione ture dell’antichita e Gestione dei Servizi educativi e formativi (classe 56/S, Programmazione e Gestione dei Servizi educativi e formativi: 1. curriculum progettazione e coordinamento dei servizi socioeducativi); Filologie e Culture della Moder` (classe 16/S, Filologia moderna); nita Filosofia e Forme del Sapere (classe 18/S, Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica, attivato in conven` di Pisa). zione con l’Universita ` di Lingue e Letterature straFacolta niere. Corsi di laurea triennali: Lingue e Culture straniere moderne (classe 11, Lingue e Culture moderne); Mediazione linguistica (classe 3, Scienze della Mediazione linguistica). Corso di laurea specialistica: Lingue straniere per la Comunicazione internazionale (classe 43/S, Lingue straniere per la Comunicazione internazionale). ` di Medicina e Chirurgia (corsi a Facolta numero programmato). Corsi di laurea triennali: Infermieristica (l’attiva` subordinata alla stipula del zione e protocollo d’intesa per la costituzione dell’Azienda sanitaria mista Univer` -Regione; abilitante alla professita sione sanitaria di infermiere) (classe

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Upupa SNT/1, Professioni sanitarie, infermieristiche e Professione sanitaria oste` sutrica); Fisioterapia (l’attivazione e bordinata alla stipula del protocollo d’intesa per la costituzione dell’A` -Rezienda sanitaria mista Universita gione; abilitante alla professione sanitaria di fisioterapista) (classe SNT/2, Professioni sanitarie della Riabilitazione). Corsi di laurea specialistica: Medicina e Chirurgia (classe 46/S, Medicina e Chirurgia); Odontoiatria e Protesi dentaria (classe 52/S, Odontoiatria e Protesi dentaria). ` di Medicina veterinaria. Corsi Facolta di laurea triennali: Produzioni animali (Nuoro) (classe 40, Scienze e Tecnologie zootecniche e delle Produzioni animali: 1. curriculum gestione e allevamento degli ovini e dei caprini). Corso di laurea specialistica (corso a numero programmato): Medicina veterinaria (classe 47/S, Medicina veterinaria). ` di Scienze matematiche, fisiche e Facolta naturali. Corsi di laurea triennali: Chimica (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Scienze biologiche (classe 12, Scienze biologiche: 1. curriculum bio-molecolare; 2. curriculum bio-nutrizionistico; 3. curriculum bio-sanitario; 4. curriculum biologico ambientale); Scienze ambientali e naturali (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura: 1. curriculum marino; 2. curriculum terrestre; 3. curriculum ambientale, Nuoro); Scienze dell’Ambiente e delle Produzioni marine, (Alghero) (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura). Corsi di laurea specialistica: Biologia sperimentale e applicata (classe 6/S, Biologia: 1. curriculum ambientale; 2. curriculum biomedico); Gestione dell’Ambiente e del Territorio (classe 82/ S, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio: 1. curriculum bacini `; idrografici; 2. curriculum biodiversita

3. curriculum scienze della terra; 4. curriculum sistemi marini); Biotecnologie molecolari (classe 8/S, Biotecnologie industriali). ` di Scienze politiche. Corsi di lauFacolta rea triennali: Scienze della Comunicazione e Giornalismo (classe 14, Scienze della Comunicazione); Scienze dell’Amministrazione e Gestione delle Risorse umane (classe 19, Scienze dell’Amministrazione); Scienze politiche (classe 15, Scienze politiche e delle Relazioni internazionali: 1. curriculum `; 2. curriistituzioni economia e societa culum studi europei e internazionali). Corsi di laurea specialistica: Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo (classe 13/S, Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo: 1. curriculum comunicazione multimediale per l’editoria e l’impresa; 2. curriculum comunicazione multimediale, politica e sociale); Scienze politiche (classe 70/S, Scienze della politica: 1. curriculum amministrazione e politiche pubbliche; 2. curriculum istitu`; 3. curriculum zioni economia e societa studi europei e internazionali). ` . BiotecnoCorsi di Laurea Interfacolta logie (classe 1, Biotecnologie: Scienze matematiche, fisiche e naturali, Medicina veterinaria, Medicina e Chirurgia, Agraria, Farmacia); Servizio sociale a Indirizzo europeo (corso a numero programmato) (classe 6, Scienze del Servizio sociale: Lettere e Filosofia, Giurisprudenza, Scienze politiche, Medicina e Chirurgia).

Unnerico Re dei Vandali (Cartagine, sec. V-ivi 484). Figlio di Genserico, continuatore della politica anticattolica, salı` al trono dopo la morte di suo padre ` nel 477. In Sardegna, tuttavia, si mostro ` tollerante nei confronti dei cattopiu lici, ai quali consentı` di vivere pacificamente senza eccessive persecuzioni.

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Uralossi

Uralossi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Sorgeva nelle vicinanze di Sassari ed era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII erano pervenuti ai Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese i Doria si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Nel 1330 il villaggio fu concesso ` che ne in feudo a Gilberto di Montbru ` la perse il controllo quando scoppio prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV; negli stessi anni subı` gravi danni a causa delle operazioni militari e prima ` del secolo XV era gia ` comdella meta pletamente spopolato.

evale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Cabudabbas. Era situato nelle campagne di Cheremule, nei territori pervenuti ai Doria nel corso del secolo XII per matrimonio. Estinta la dinastia giudicale, il villaggio fu da loro incluso nello stato feudale che andavano formando. Dato che avevano prestato omaggio al re d’Aragona, dopo la conquista U. en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma quando nel 1325 essi si ribellarono agli Aragonesi, divenne teatro delle ` rapidaoperazioni militari e si spopolo mente.

Uranno Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria della Balariana. Era probabilmente ubicato nelle campagne di Luogosanto. Subito dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma i suoi abitanti continuarono a mantenersi ostili ai conquistatori e presero parte alla prima ribellione dei Doria. ´ erano ancora in riNel 1330, poiche volta, il villaggio fu occupato dalle ` truppe di Raimondo Cardona ed entro a far parte del feudo a lui concesso. ` nel 1334 scoppio ` la Quando pero guerra tra Genova e Aragona e il territorio fu assalito da truppe genovesi, essi si ribellarono nuovamente. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi eredi rinunciarono al feudo, per cui il villaggio ` coinvolto nel grande disordine si trovo che investı` tutta la Balariana. Negli anni seguenti soffrı` ulteriormente ed ` del secolo si spopolo ` entro la meta completamente.

Uras1 Antico villaggio di origine medio-

Uras – Pecore al pascolo nei dintorni del paese.

Uras2 Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 3077 abitanti (al 2004), posto a 23 m sul livello del mare a sud-ovest del monte Arci. Regione storica: Monreale. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo pentagonale, si estende per 39,36 km2 e confina a nord con Marrubiu e Morgongiori, a est con Siris e Masullas, a sud con Mogoro e ` d’Arcidano e a ovest con San Nicolo Terralba. Si tratta di una porzione della piana campidanese che soltanto nella parte orientale inizia dolcemente a sollevarsi, in corrispondenza delle prime pendici del vicino monte Arci (812 m). Nei pressi del paese

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Uras scorre il rio Mogoro, che dopo aver formato un invaso artificiale all’altezza del paese omonimo, si dirige verso gli stagni di Marceddı`. Il paese si trova lungo la superstrada Cagliari-Sassari, dalla quale si distaccano a quest’altezza due strade: verso est la statale 442 per Laconi; verso ovest un breve ` d’Arcicollegamento con San Nicolo dano e la statale 126. U. dispone anche di stazione lungo la linea ferroviaria Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico; fu abitato anche in epoca romana e con ogni ` l’attuale centro deriva da probabilita una villa altomedioevale evolutasi da un insediamento romano. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Bonorcili. Nel corso del secolo XIV, quando i giudici d’Arborea entrarono in conflitto con gli Aragonesi, fu spesso teatro di operazioni militari; nel 1376 la popolazione fu decimata dalla peste. Caduto il giudicato d’Arborea, prima del 1430 il villaggio fu compreso nei territori donati dal re a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Be` cosı` rengario Bertran Carroz. U. entro a far parte della contea di Quirra ma, data la sua posizione di confine col marchesato d’Oristano, nel 1470 fu investito dalle truppe di Leonardo Alagon e fu teatro della celebre battaglia tra le truppe del marchese e quelle di ` Carroz nella quale quest’ultimo Nicolo fu sconfitto. Tornata la pace, il villaggio ` a far parte della contea di continuo ` Quirra e, estinti i Bertran Carroz, passo ai Centelles. A partire dagli inizi del `, soffrı` per un altro flasecolo XVI, pero gello: il suo territorio prese a essere ripetutamente devastato dalle incursioni dei corsari barbareschi che nel 1527 lo distrussero quasi completa-

mente riducendolo a uno sparuto gruppo di 12 case, tanto che la sede della parrocchia fu trasferita a Gonnosfanadiga. Solo nel corso della seconda ` del secolo XVII la popolazione rimeta prese a crescere e nel 1754 fu nuovamente costituita la parrocchia autonoma. Frattanto il villaggio era passato dai Centelles ai Borgia e successiva` e infine agli Osorio ai mente ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Oristano; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Di questo periodo storico Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza: «Popolazione. Si numeravano nel censimento del 1846 anime 1896, distribuite in famiglie 486, ed in case 446. Distinguevasi quindi secondo le condizioni domestiche il totale maschi 894 in scapoli 445, ammogliati 368, vedovi 83; il totale delle femmine 1002 in zitelle 487, maritate 410, vedove 105. ` le Il movimento della popolazione da seguenti medie: nati 64, morti 32, matrimoni 20. Le donne lavorano a tessere il lino e la lana, ma sono pochissime che ne facciano smercio. La scuola ele` frequentata non piu ` che da mentare e dieci a dodici fanciulli, e finora non ha ` dato il frutto desiderato, come si puo vedere da che in tutto il paese non sono forse trenta che sappiano leggere e scrivere, compresi quelli, che hanno studiato nei collegi. Agricoltura. I territori di U. sono bene idonei ai cereali, e producono con abbondanza, se il cielo sia favorevole, dando le pioggie oppor` in tunamente, e se quando la messe e fiore non vengano quelle nebbie perniciose, che annichilano i frutti. Si semina attualmente starelli di frumento 1200, di orzo 250, di fave 300, di legumi

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Uras 100. La fruttificazione nelle annate or` del 10. La seminagione del dinarie e lino non sopravanza gli 80 starelli. L’or` molto ristretta, non impieticoltura e gandosi che piccole aree per poche ` bastare alla specie, e per quanto puo particolare famiglia. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in trecento buoi per l’agricoltura ed il carreggio, in 100 tra cavalli e cavalle per sella, basto e tiro, in 150 giumenti per la macina e trasporto di legna pel focolare. Il bestiame rude numera capi vaccini 450, cavalle 160, pecore 4000, capre [sic], porci 800, majali 70. La lana in massima parte serve al paese, e solo vendesi alcun poco formaggio, il quale, ` supporsi, non e ` di gran come puo ` ». Quando nel 1974 fu nuovabonta mente costituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, U. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nel pando anche l’attivita settore alimentare e in quelli dell’abbi` discretagliamento e dell’edilizia. E mente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ` albergo con 35 posti letto. Servizi. U. e collegato da autolinee e dalla ferrovia ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la sua popolazione contava 3233 ` , di cui stranieri 15; maschi 1605; unita femmine 1528; famiglie 1111. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti

per anno 36 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 67 e nuovi iscritti 47. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 171 in migliaia di lire; versamenti ICI 1385; aziende agricole 563; imprese commerciali 153; esercizi pubblici 16; esercizi al dettaglio 56; ambulanti 18. Tra gli indicatori sociali: occupati 822; disoccupati 174; inoccupati 224; laureati 23; diplomati 334; con licenza media 1002; con licenza elementare 1175; analfabeti 140; automezzi circolanti 1064; abbonamenti TV 917. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico tra cui i nuraghi Arrubiu, Bia Moguru, Crobis, de Cuaddus, de Santa Suia, Domu Beccia, S’Acqua de Sa Baira, Santu Giuanni, Serdis, Su Corrasi, Thamis. ` il Tra questi di particolare interesse e Domu Beccia (Casa Vecchia), imponente nuraghe polilobato situato a poca distanza dall’attuale abitato. Ha una torre centrale dalla quale si accede attraverso un corridoio al vano centrale, ricoperto da una volta a tho` contornata da una podelos. La torre e rosa cortina antemurale, costituita da tratti perfettamente rettilinei e rafforzata da dieci torri, che complessivamente misura 84 x 76 m. Il territorio conserva anche qualche traccia della presenza romana. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato numerose abitazioni costruite in mat` diri) e ingentilite toni di terra cruda (la dal porticato (lolla) che si affaccia sulla corte interna. L’edificio di maggior ri` la chiesa di Santa Maria Maddalievo e lena, parrocchiale molto antica, ricostruita tra il 1664 e il 1719 da capomastri locali; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto

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Uras ` a volte a botte all’aula; la copertura e scandita da quattro archi a tutto sesto. ` divisa in due specchi da La facciata e una cornice che in quello inferiore inquadra il portale d’accesso; lo spec` a coronamento curvichio superiore e lineo. Appoggiata alla facciata, sulla ` la torre campanaria a canna destra, e quadrata. All’interno conserva alcuni dipinti di Carlo Contini del 1930, l’altare maggiore e il fonte battesimale in marmi policromi del Settecento, opera del Piazzi, alcune statue lignee dello stesso periodo e alcuni notevoli ar` la chiesa di genti. Altro bell’edificio e Sant’Antonio, costruita nel secolo XVI ` posto e ricostruita nel 1676; l’edificio e all’interno di un grande recinto cui si accede da un cancello monumentale. Ha l’impianto a una navata completata ` da una piccola abside; la copertura e del tipo a capanna, mentre la facciata, ` nella quale si aprono due ingressi, e completata da un portico con archi a tutto sesto. All’interno custodisce alcune statue lignee e l’altare maggiore di legno intagliato del Seicento. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` caratteristica e ` festa popolare piu quella di San Salvatore: si svolge il mar` legata al ricordo tedı` dopo Pasqua ed e della battaglia di U., quando Leonardo ` Carroz. La feAlagon sconfisse Nicolo sta culmina in una processione nel corso della quale la statua del santo viene trasferita alla chiesetta a lui dedicata, situata alla periferia del paese, nel luogo dove il 13 aprile del 1470 si svolse la battaglia. Subito dopo il pas` fuoco a saggio della processione si da ` formato con la legna ofun grande falo ` ferta da tutti gli abitanti di U.; il falo ricorda uno stratagemma al quale Leonardo Alagon ricorse ordinando ai suoi soldati di far finta di danzare attorno a dei fuochi per far credere al nemico di essere stanchi. Dal 1988 la festa pre-

vede anche lo svolgimento di una gara equestre, Sa Cursa de su Pannu (La Corsa del Panno), al cui vincitore viene offerto uno stendardo con le insegne ` anche il cod’Arborea. Molto bello e stume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e di tela bianca con la pettina, il collo e i polsini ricamati; ha la scollatura qua` molto lunga, cosı` che funge drata ed e ` poi una anche da sottogonna. Vi e gonna plissettata a mano in vita (sa unnedda), di grossa tela di cotone color rosso vino, che ha nella parte inferiore due trine nere distanziate. Sopra la camicia si indossa il busto attillato in vita e sagomato di broccato (su cossettu), abbottonato sul davanti sotto il seno con legacci viola a fiori. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su panneddu) di raso nero a fiori viola ornato con bordature di broccatello, seta e pizzo viola, legato in vita con un nastro di ` compleraso verde. L’abbigliamento e tato da un fazzoletto (su turbanti) di seta rossa legato dietro la nuca sopra il quale si porta uno scialle nero di tibet a fiori colorati e con frange. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca con collo alto ricamato e pettina e polsini di pizzo, e dai calzoni di tela rigata doppia arricciati in vita (is crazzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su groppettu) di panno nero foderato di panno grigio, a doppio petto con file di bottoni e tasche, e la giacca di velluto nero senza cappuccio. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino di panno nero con bordino di velluto e le ghette dello stesso tessuto (is crazzas). ` completato dalla L’abbigliamento e berritta di panno nero guarnita con un fazzoletto nero a fiori rossi.

Uras3 Famiglia di Bosa (sec. XV-esistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XV. Di condizione bor-

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Uras ghese, molto ricca, appare tra le fami` in vista, imparentata con espoglie piu ` . Alla nenti dell’oligarchia della citta fine del secolo i suoi membri ottennero anche l’ufficio di saliniere di Oristano, ma continuarono a risiedere a Bosa dove espressero alcuni distinti personaggi, come Costantino che fu sindaco ` nel 1501. Da lui discese un della citta Francesco, anche lui sindaco nel 1559, padre di Antonio e di Bantino, con i quali si formarono i due rami della famiglia. Ramo di Antonio. Da Antonio discese il ` a tenere l’ufficio di ramo che continuo saliniere di Oristano e che agli inizi del `. secolo XVII si stabilı` in questa citta Suo nipote Giovanni, saliniere nel 1611, nel 1634 e nel 1635, ottenne rispettivamente il cavalierato ereditario ` . I suoi figli nel 1643 furono e la nobilta ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Avellano, ma la loro discendenza si estinse nel corso del secolo XVII. Ramo di Bantino. Da Bantino, vissuto ` del Cinquecento, nella seconda meta ` a risiediscende il ramo che continuo dere a Bosa. Egli divenne collettore della dogana della Planargia e si impa` con gli Ursena. I suoi nipoti, il rento dottor Francesco e il dottor Valentino, ottennero il cavalierato ereditario e la ` , rispettivamente nel 1646 e nel nobilta 1648. I loro figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1644 durante il parlamento Avellano, ma la discendenza di Valentino si estinse nel corso del secolo XVII; quella di Francesco, ` a presenziare a tutti invece, continuo gli altri parlamenti e ottenne l’ufficio di castellano di Bosa. Da uno di essi, un Giovanni Battista Uras Milia, discendono tutti gli Uras attuali che risiedono a Cagliari e a Roma.

Uras, Antonino Operaio, consigliere regionale (n. Solarussa 1936). Militante

comunista, dopo aver ricoperto diversi ` stato uffici nel suo partito nel 1979 e eletto consigliere regionale per l’VIII ` legislatura nel collegio di Oristano. E stato riconfermato per la IX legislatura ` nello stesso collegio, ma nel 1989 non e stato rieletto.

Uras, Luciano Giudicalista, consigliere regionale (n. Iglesias 1954). Comunista, esperto dei problemi del lavoro, dopo essere stato per molti anni sindacalista e responsabile dell’Agen` zia Regionale del Lavoro, nel 2004 e stato eletto consigliere regionale per la XIII legislatura nel collegio di Cagliari.

Urasanna Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Sorgeva nelle campagne di Solarussa. Il villaggio, abbastanza fiorente a partire dal secolo XII, nel corso del secolo XIV ebbe a soffrire a causa della peste e dopo il 1350 fu abbandonato dalla popolazione.

Urban, Maria Bonaria Studiosa di storia (n. ?, 1969). Laureata in Lettere nel 1992, nel 1995 ha ottenuto il diploma di ` divenuta dotarchivistica e nel 1997 e tore di ricerca in Storia medioevale. Tra i suoi scritti: Le monete della Sardegna vandalica. Storia e numismatica (con G. Lulliri), 1996; Concessioni enfiteutiche a Castel di Cagliari nel XV secolo, in Atti del XV Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1996; Joan Guerau maestro razionale del Regno di Sardegna 1459-1474, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 21, 1997.

Urbano II Papa (Chaˆtillon-sur-Marne, Francia, 1042-Roma 1099). Eletto nel 1088, ha legato il suo nome alla lotta contro Enrico IV, che condusse con decisione ispirando la costituzione della Lega Lombarda, ma soprattutto alla indizione della prima crociata. Nelle fasi

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Urgias ` concitate della lotta contro l’impepiu ratore, nel 1089 concesse all’arcivescovo di Pisa la legazia in Sardegna, che sancı` il primato della chiesa pisana sulla Chiesa sarda: un fatto di estrema importanza per la storia dell’i´ la supremazia dell’arcivesola, perche scovo di Pisa col tempo favorı` la trasformazione della presenza pisana nell’isola da commerciale a politica.

Urbano II – Il papa che indisse la prima crociata raffigurato in un’incisione.

Urcone Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Fluminargia. Era posto nelle vicinanze di Sassari. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu conteso tra il Comune di Sassari e i Doria. Dopo alcuni anni il Comune ebbe la meglio, ma con la conquista aragonese, essendo il villaggio entrato a far parte del Regnum Sardiniae, ne perse il controllo. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio ne fu investito, subı` gravi

` danni e scomparve prima della meta del secolo XIV.

Urgeghe Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Figulinas. Sorgeva nelle vicinanze di Florinas. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XIII erano entrati in possesso dei Malaspina in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio al re d’Aragona. Come noto, scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, i Malaspina si schierarono al loro fianco, per cui il ` villaggio subı` gravi danni ma continuo a restare in loro possesso. Solo nel 1353 ` fu definitivamente sequestrato e passo nelle mani del re. Poco dopo fu concesso in feudo a Giovanni Pujalt e fu gravemente danneggiato nel corso della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Il Pujalt perse definitivamente il controllo del villaggio nel 1364 quando, dopo lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il Figulinas fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e rimase occupato dalle truppe arborensi fino alla pace del ` nelle 1388, in seguito alla quale torno mani del re. Nel 1391 fu nuovamente ` infeudato a Pascasio Vegner, che pero ne perse il controllo alla ripresa delle operazioni. Il villaggio fu nuovamente occupato dalle truppe arborensi, ma prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Urgias, Antonio Michele Sacerdote, storico (Alghero 1771-ivi 1826). Nato in ` con una famiglia molto povera, studio grandi sacrifici riuscendo a divenire sacerdote. Valoroso latinista, fu maestro di grammatica e dal 1813 maestro

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Urgu di Umane lettere; tra i suoi allievi ebbe anche Giuseppe Manno. Nel 1817 fu nominato canonico della cattedrale di Oristano; studioso scrupoloso, fu instancabile raccoglitore di documenti storici sulle diocesi della Sardegna, che riunı` nel manoscritto Nuove aggiunte alla ‘‘Sardegna sacra’’ di Mattei. Tra i suoi scritti: Serie dei vescovi d’Alghero, 1806; Notizie compendiose sulla ` , 1815; Sardegna ad uso della gioventu Nuove aggiunte alla ‘‘Sardegna sacra’’ di Mattei, in manoscritti Baille 1820, Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Urgu, Benito Cantante e cabarettista (n. Oristano 1939). Ha esordito giovanissimo in un circo; passato al mondo dello spettacolo, ha percorso una brillante carriera giungendo ai primi successi col gruppo I Barrittas grazie ai famosi pezzi Gambale twist e Su conti, su baroni e s’autista. I suoi monologhi in ` naziosardo gli hanno dato notorieta ` annale; ha collaborato con la RAI. E che autore di canzonette e di testi per teatro.

Uri Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 3030 abitanti (al 2004), posto a 150 m sul livello del mare 18 km a sud-ovest di Sassari. Regione storica: Coros. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 56,72 km2 e confina a nord con Sassari e Usini, a est con Ittiri, a sud ancora con Ittiri e con Putifigari e a ovest con Putifigari e Olmedo. Si tratta di una regione di colline calcaree tagliate da profonde valli. A nordest del paese scorre il rio Mannu, che si dirige verso Porto Torres; a sud il rio ` stato imbrigliato per dar vita al Cuga e ` unito bacino artificiale omonimo. U. e da una breve bretella alla direttissima Sassari-Ittiri, che passa a oriente dell’abitato, e dalla parte opposta alla sta-

` ‘‘vecchia’’ delle tale 127 bis, la piu strade che collegano Sassari con Alghero. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma l’attuale villag` di origine medioevale: appargio e tenne al giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria del Coros. Agli ` a far parte inizi del secolo XIII entro del territorio acquistato dai Malaspina dopo il matrimonio del marchese Corrado. Estinta la famiglia dei giudici di Torres, i discendenti dei Malaspina compresero U. nel loro piccolo stato feudale per il quale, quando furono certi dell’invasione aragonese, prestarono l’omaggio feudale nella speranza di conservarne il possesso. Dopo la conquista aragonese, pur rimanendo in loro possesso, U. soffrı` gravi danni a causa delle guerre che tormentarono il territorio nei decenni successivi e nel 1353 fu definitivamente sequestrato agli antichi signori. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. In seguito, nel 1421, fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nel 1439, quando i Centelles vendettero ad Angelo Cano la baronia di Osilo, il villaggio fu compreso in quella parte della curatoria del Coros che fu ceduta unitamente a Osilo. Da quel momento U. rimase in possesso dei Cano, dai quali agli inizi del Cin` ai Cedrelles. Nel 1543 quecento passo ` Galcerando Cedrelles, per far pero fronte ai propri debiti, vendette il vil` (=). Estinti i laggio a Bernardo Simo ` U. passo ` ai Carrillo che ne riforSimo marono l’amministrazione rendendo ` pesante per gli abitanti il carico piu dei tributi feudali. Estinti i Carrillo nel 1630, dopo una lite ereditaria U. fu

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Uri ` che pero ` dovettero assegnato ai Leda affrontare una nuova lite con Teodora Comprat che rivendicava il pagamento di alcuni crediti. La lite si protrasse ` per decenni e solo nel 1719 U. passo `. definitivamente nelle mani dei Leda Successivamente rimase in possesso di questi ultimi. In questo periodo i suoi abitanti soffrirono molto per l’eccessivo carico dei tributi feudali e per l’eccessivo fiscalismo col quale questi venivano richiesti dai feudatari per ` cui, nel corso del secolo XVIII, si creo ` . Nel una tensione crescente con i Leda 1795 la popolazione prese parte ai moti ` riuscire a libeantifeudali senza pero rarsi dalla dipendenza. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sas` a far parte della disari; nel 1848 entro visione amministrativa di Sassari. Proprio a questo periodo risale la testimonianza lasciataci da Vittorio Angius nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si computarono anime 1017, distribuite in famiglie 252 e in case 242. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 518, in scapoli 323, ammogliati 187, vedovi 8; il totale delle femmine 499, in zitelle 255, maritate 181, vedove 74. Il movimento della popolazione si rappresenta dalle seguenti medie, nati 40, morti 22, matrimoni 8. La scuola elementare si fre` di 10 fanciulli. Le quenta da non piu persone che nel paese sanno leggere e scrivere sono 18. Le donne lavorano tutte su’ telai, che non sono meno di 220. Fabbricano tele e panni. Gli uresi sono gente vivacissima e coraggiosa `. Agricoltura. In quefino alla temerita ` terreni otsto territorio sono qua e la timi per la coltivazione di cereali, e si ha un buon prodotto se le stagioni non ` pero ` imperdisfavoriscono. L’arte e fetta e la diligenza non da lodar molto. ` ordinaria della seminaLa quantita

` come nelle seguenti cifre: stagione e relli 1200 di grano, 350 d’orzo, 100 di fave, 50 di legumi. Il prodotto ordinario ` del 10. Il terreno e ` molto idoneo a’ e lini, i quali sono pregiatissimi, e facilmente si smerciano a’ galluresi. Il che ` ad estendere questa coltura piu ` animo che si faccia nelle terre vicine. Il ` notevole e molte prezzo che ricavasi e famiglie povere si provvedono con esso ` necessarie, altre pagano delle cose piu i debiti. Pastorizia. I terreni incolti sono fertilissimi di pascolo per le ca´ sparsi di pre e per le vacche, perche frequentissime macchie, e se questi paesani sapessero usare de’ benefici della natura, potrebbero formare de’ prati, e ottenere maggior guadagno dalla educazione delle varie specie. Il ´ bestiame, che dicono manso, perche serve per l’agricoltura e pel trasporto de’ prodotti, consiste in circa 350 buoi, in cavalle e cavalli 80, in giumenti 140. Aggiungeremo un centinajo di majali. Il bestiame rude numera vacche 450, cavalle 200, capre 140, pecore 4000, porci 1000. Vendonsi giovenchi e pule` di formaggio di dri, e non poca quantita ` ». Nel 1859 U. entro `a mediocre bonta far parte della ricostituita provincia di Sassari. & ECONOMIA Tra le attivita ` di base della sua economia viene prima di tutto l’agricoltura: si praticano la cerealicoltura, la viticoltura, l’olivicol` tura e la frutticoltura, ma il posto piu importante spetta all’orticoltura, specie per quanto riguarda la produzione dei carciofi, pregiata e molto diffusa. Si pratica anche l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` industriale luppando anche l’attivita nel settore alimentare e in quelli della ` lavorazione del legno e dei laterizi. E sufficientemente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Servizi. U.

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Uri ` collegato da autolinee agli altri cene ` dotato di Pro tri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3106 unita di cui stranieri 20; maschi 1576; femmine 1430; famiglie 1082. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 21 e nati 33; cancellati dall’anagrafe 50 e nuovi iscritti 39. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 384 in migliaia di lire; versamenti ICI 955; aziende agricole 475; imprese commerciali 140; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 744; disoccupati 96; inoccupati 224; laureati 24; diplomati 212; con licenza media 901; con licenza elementare 891; analfabeti 147; automezzi circolanti 910; abbonamenti TV 748. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze del periodo nuragico, tra le quali i nuraghi Bilianu, Bunnanaro, Colzolu, Elvegalzu, Labiolu, Monte ` Bilianu, Nieddu, Pezzu Ladu, Mossu Maria, Sa Covaccada, Sa Mandra, S’Aliderarzu, S’Altaruzzu, Sas Iscalas de Su Padru, Scala, Sonnaiolus, Su Cuttu, Su Multizzu, Su Padru, Teriu. A questi si aggiunge il nuraghe a corridoio di Peppe Gallu, di forma circolare, al quale si accede da due ingressi sopraelevati un tempo raggiungibili con scale. Durante gli scavi effettuati ha re` di restituito una notevole quantita perti riconducibili al Nuragico medio e al quadro della cultura di Bonnanaro ` anche il nuraghe ChesII. Suggestivo e seddu, polilobato, costruito in due momenti diversi e situato a qualche di-

` antico stanza dall’abitato. Il nucleo piu ` rappresentato dalla torre centrale e dal cui ingresso si accede all’ambiente centrale con volta a tholos. Nell’ultima ` nuragica l’edificio fu fase della civilta ampliato con la costruzione di due torri minori e di una possente cortina muraria di rinforzo. Recenti scavi condotti nel suo perimetro hanno restituito numerose suppellettili in pietra e in bronzo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con alcune case del tipo a palattu e la chiesa della Madonna della Pazienza del secolo XVI. Va inoltre ricordata la chiesa romanica di San Leonardo, che quando fu creato il lago del Cuga fu smontata e ripristinata in un luogo diverso da quello d’origine, rimasto sommerso. ` Santa Altro singolare monumento e Maria di Paulis, chiesa con abbazia situata a qualche chilometro dall’abitato e costruita in forme romaniche alla fine del secolo XII. Il giudice Comita ` nel 1205 e ne fece II di Torres la fondo dono ai Cistercensi. Dopo aver avuto un momento di grande fulgore, l’abbazia decadde e nel secolo XV la chiesa ` in rovina. Rimasero in piedi l’abando side a pianta quadrata, il transetto e parti del colonnato e del monastero. Dopo un silenzio di secoli tra il 1980 e il 1982 furono intrapresi imponenti lavori di restauro che servirono se non altro a salvaguardare l’impianto della chiesa e parte degli ambienti monastici. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ricorrenza molto singolare che si ` la sagra del carciofo, svolge a marzo e occasione nella quale vengono offerti i tipici piatti della cucina tradizionale. Il 20 maggio presso la omonima chiesa si festeggia la Madonna di Paulis; si tratta di una festa molto importante,

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Urra che prevede un programma intenso e culmina in una spettacolare proces` il sione in costume. Molto suggestivo e costume locale. L’abbigliamento tradi` di due tipi, a sezionale femminile e conda delle circostanze. Quello da ` costituito da una camicia di sposa e tela bianca con ricamo sulla pettorina e lungo la scollatura, completata da uno scialletto di seta bianca (sa pintera ’e ananti) e da una gonna di panno nero plissettata in vita (sa munnedda) guarnita da una balza di terziopelo a colori. Sopra la camicia si indossa il busto di terziopelo a sfondo viola e fiorellini neri (sa vanteria), guarnito con trina dorata e irrigidito con stecche di palma nana. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su pannellu) di seta a fiori cangianti color caffellatte, viola o mar` completato da rone. L’abbigliamento e un fazzoletto di tela marrone o crema (su mucaloru accorru) e da un fazzoletto di tela bianca traforata (su mucaloru ipartu). Il costume di uso quoti` costituito da una camicia di diano e tela bianca semplice e da una gonna plissettata (sa teletta) di stoffa a righe. Sopra la camicia si indossa il busto di stoffa semplice. Sopra la gonna si indossa un grembiule. Il tutto viene completato con due fazzoletti di tela fantasia, uno legato e l’altro sciolto. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca con collo basso chiuso da due bottoncini, e dai calzoni di orbace nero. Sopra la camicia si indossano un gilet (su cossu) di panno nero a doppio petto con due file di bottoni, e la giacca di orbace nero (su cappottino) con cappuccio. Infine si infila in testa la berritta di panno nero.

Urigus, Is Localita` abitata in territorio ` facente di San Giovanni Suergiu. Gia parte della provincia di Cagliari, attualmente di quella di Iglesias-Carbo-

` nel corso del secolo nia. Si sviluppo XVIII da un antico insediamento di pa` centro di attivita ` stori; attualmente e ` notevolmente popolato. agricole ed e

Urlu Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Quirra. Era posto nelle campagne di Villaputzu. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e da loro annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, e nel 1327 fu concesso in feudo a Diego Zapata, che con le sue rendite avrebbe dovuto contribuire al mantenimento del castello di Quirra e della sua guarnigione. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa dello stato di tensione tra gli Zapata e i castellani di Quirra e per le continue scorrerie delle popolazioni vicine. All’estinzione degli Zapata nel 1350, il villaggio ` a decadere e in pochi anni si continuo ` completamente. spopolo

Urra Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. Era situato nelle campagne di Padru. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, il villaggio, a conclusione di una lunga contesa tra Doria, Arborea e giudici di Gallura, finı` per essere occupato dalle truppe arborensi, che continuarono a tenerlo anche dopo che, nel 1308, Giacomo II, alla ricerca di alleati che lo aiutassero a conquistare la Sardegna, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente nel Montacuto contro l’Arborea, il villag-

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Urraci ` gio, subı`ti danni gravissimi, si spopolo completamente.

` completamente a causa 1348 si spopolo della peste.

Urraci, Antonio Operaio agricolo, con-

Urri Antico villaggio di origine medio-

sigliere regionale (Samassi, prima ` sec. XX-ivi 1965). Militante comumeta nista, fu tra i protagonisti delle lotte contadine degli anni Cinquanta. Nel 1961 fu eletto consigliere regionale del suo partito per la IV legislatura nel collegio di Cagliari. Riconfermato per la V legislatura nello stesso collegio, morı` ` nel 1965 prima della fine della pero stessa.

evale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Guilcier. Era posto nelle campagne di Ghilarza. Dopo la conquista aragonese, scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, fu spesso teatro di operazioni militari e subı` gravi danni, tanto che entro la fine del secolo XIV la sua `. popolazione lo abbandono

Urraci, Maria Francesca Impiegata, consigliere regionale (n. Samassi 1935). Figlia di Antonio, impiegata, militante nel Partito Comunista e interessata fin da giovanissima alla politica, dopo essere stata consigliere comunale e sindaco del suo paese, nel 1989 ` stata eletta consigliere regionale del e suo partito per la X legislatura nel col` legio di Cagliari. Al suo termine non e stata riconfermata.

Urratile Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Era posto nelle campagne di Carbonia. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, nella ulteriore divisione tra i due rami ` al ramo del conte della famiglia, tocco Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, il villaggio fu amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. ` a Dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e nel 1328 fu riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸en. Alla sua morte il villaggio ` a suo figlio Alibrando, ma nel passo

Urru Famiglia di Sorgono (sec. XVI-esistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVI, quando i suoi membri, considerati pubblicamente nobili, erano in possesso di un notevole patrimonio fondiario. Nella prima ` del secolo XVII il personaggio meta ` in vista fu Melchiorre che, unitapiu mente ai suoi figli, fu ammesso allo Stamento militare nel 1643 durante il parlamento Avellano. Egli infine nel 1651 ottenne il riconoscimento del cavalierato ereditario; i suoi figli nella se` del secolo formarono due conda meta rami della famiglia. Ramo di Salvatore. Da Salvatore di` a risiedere scese un ramo che continuo a Sorgono e che si estinse entro la fine del secolo. Ramo di Gian Tommaso. Da Gian Tommaso discese il ramo principale. I suoi figli, quando le rendite del Mandrolisai furono infeudate ai Valentino, non assunsero un atteggiamento ostile nei confronti dei feudatari e cosı` uno di essi, Giuseppe, nel 1733 fu nominato ufficiale di giustizia dell’incontrada. Suo figlio Francesco Giuseppe, personaggio di notevole prestigio, fu nominato subdelegato dell’Intendenza per il Mandrolisai e nel 1747 ottenne il ri` . I suoi diconoscimento della nobilta scendenti continuarono a mantenere l’ufficio fino agli inizi del secolo XIX.

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Uruspe La famiglia attualmente risiede a Cagliari e in Umbria.

Urru, Carlo Religioso (Todi 1915-Perugia 2002). Vescovo di Tempio dal 1971 al 1982. Nato in Umbria da famiglia sarda, ordinato sacerdote nel 1942, fu per anni direttore del Seminario di Assisi. Nel 1971 fu nominato vescovo di ` la sua diocesi per Tempio: amministro undici anni, promuovendone con impegno lo sviluppo. Nel 1982 fu trasfe` di Castello. rito a Citta

Ursana Famiglia di Bosa (secc. XVXVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XV, quando i suoi membri, autorevoli mercanti, compaiono tra le fami` ricche della citta ` . Il personagglie piu ` in vista fu un Giovanni Saturgio piu nino, che nel 1450 fu in grado di prendere in appalto la dogana di Bosa per l’allora notevole somma di 2000 lire. I suoi discendenti continuarono a occupare una posizione di primo piano nella vita pubblica e divennero procuratori dei Vilamarı`, feudatari di Bosa. Nel 1566 Saturnino, procuratore di Isabella Vilamarı`, ottenne il riconosci` . Ebbe due figli: mento della generosita Antonio, che nel 1570 ottenne il cava` , e Giulierato ereditario e la nobilta liano, che fu personaggio di grande rilievo. Egli fu ammesso allo Stamento militare nel 1583 durante il parlamento Moncada e fu ripetutamente `. I giurato capo e sindaco della citta suoi discendenti presero parte agli altri parlamenti, ma si estinsero nel corso del secolo XVIII.

Urso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sigerro. Era situato nelle campagne di Musei. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando alcuni anni dopo fu fatta un’ulteriore divisione tra i due

` al ramo del rami della famiglia, tocco conte Ugolino. Poco dopo la morte del conte i suoi figli, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa e furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, U. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e fu concesso in feudo a Pietro Oller, il quale nel 1328 lo rivendette a Guglielmo de Abbadia, che negli anni successivi dovette difenderlo dalle scorrerie di Arnaldo Meschal. In se` completaguito il villaggio si spopolo mente a causa della peste.

Urtado Famiglia cagliaritana (secc. XVII-XVIII). Di origine spagnola (Hurtado), le sue notizie risalgono al secolo XVII con un Salvatore Urtado de Montesa che fu ammesso allo Stamento militare nel 1613 durante il parlamento ` notoria. del duca di Gandı´a per nobilta I suoi discendenti continuarono a partecipare agli altri parlamenti e nel 1698 un suo pronipote, Antonio Efisio, ebbe il riconoscimento del cavalierato ereditario nel Regno di Sardegna. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Uruspe Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Romangia. Era situato nelle campagne di Sennori. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, il villaggio fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Sassari. Subito dopo la conquista ara` a far parte del Regnum gonese entro Sardiniae ma, scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, il villaggio subı` gravi danni e solo con una breve campagna di Raimondo Cardona vi fu ristabilita la pace nel 1330. Nello stesso anno fu concesso in feudo a Pietro di ` morı` poco dopo Montpavon che pero senza lasciare figli. Nel 1331 fu con-

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Urvei cesso nuovamente a Raimondo Cardona, che morı` carico di debiti nel 1337. I suoi eredi inclusero il villaggio nel territorio che nel 1339 cedettero ad Arnaldo Bastida e Berengario Ferrer. I ` , temendo per la crescente indue, pero quietudine che i Doria lasciavano trasparire, nel 1346, poco prima dello scoppio della seconda ribellione, vendettero il villaggio a Gerardo Lull. Poco dopo fu gravemente danneggiato dalla ribellione e nel 1348 subı` altri danni a causa della peste. Nei decenni successivi il villaggio soffrı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Urvei Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. Era posto nelle vicinanze di Tula. Il suo territorio, quando la famiglia giudicale si estinse, fu aspramente conteso tra Doria, Arborea e giudici di Gallura, e finı` per essere occupato dalle truppe arborensi. Esse continuarono a tenere il villaggio anche dopo che nel 1308 Giacomo II, alla ricerca di alleati per la conquista della Sardegna, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente nel Montacuto con l’Arborea, il villaggio, ` subı`ti danni gravissimi, si spopolo completamente.

Urzulei Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1412 abitanti (al 2004), posto a 511 m sul livello del mare una quarantina di chilometri a nord-ovest di Tortolı`. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 129,92 km2 e confina a nord

con Dorgali, a est con Baunei e Triei, a sud con Talana e a ovest con Orgosolo. Si tratta di una regione di montagna, tra le propaggini orientali del Gennargentu e l’impervio territorio calcareo denominato Supramonte di Urzulei. Il paese, che sta ai piedi del monte Pisaneddu, alto oltre 1250 m, si trova in ` orienun’ampia e amena vallata che e tata da nord a sud, al centro della quale scorre il rio Gurue, affluente del Pramaera. U. si trova a breve distanza dalla statale 125 Orientale sarda, nel tratto montano tra Dorgali e Baunei; vi si collega con una strada secondaria che poi procede verso sud dividendosi ` interno per Tain due bracci: uno piu lana, l’altro che scende verso la costa per terminare a Lotzorai.

Urzulei – Formazioni rocciose. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico, ma ` di origine mediol’attuale villaggio e evale, appartenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando il giudicato di Cagliari fu conquistato da una spedizione voluta da Pisa e il suo territorio nel 1257 fu smembrato, U. fu incluso nella parte toccata ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Estinti i Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la

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Urzulei conquista aragonese il villaggio nel 1338 fu concesso in feudo a Lorenzo de C ¸ ori; scoppiata la prima guerra tra Aragona e Arborea subı` gravi danni e ` a far parte del prima del 1363 entro grande feudo dei Carroz. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri il vil` in possesso dei Bertran laggio torno ` da Carroz; nei secoli successivi passo questi ultimi ai Centelles, ai Borgia, ai ` e infine agli Osorio, ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 fu computata di anime 480, distribuita in famiglie 116, e in case 109. Quindi secondo le condizioni domestiche distinguevasi il totale de’ maschi 244, in scapoli 154, ammogliati 71, vedovi 19; il totale delle femmine 236, in zitelle 128, maritate 71, vedove 37. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie: nascite 18, morti 14, matrimoni 3. ` supporre, Agricoltura. Come si puo ` esposto, gli ursuleini dopo quanto si e ` poco attendono alla medesima; eppero restano inoperosi immensi tratti di territorio, che potrebbero bastare ad una popolazione trenta o quaranta volte ` ordinarie della maggiore. Le quantita seminagione sono starelli di grano 80, d’orzo 150. A dispetto della nessuna cura il grano rende ordinariamente il dieci, l’orzo anche il venti. Di altra specie si semina poco o nulla. Pastorizia. Ricordando l’immensa estensione incolta di questo territorio, e conside` del bestiame, non si rando la quantita ` non istupire e non riconoscere puo

quanto poco disti dalla barbarie questo popolo. La nota ch’io nel viaggio tenni del numero de’ capi delle diverse specie furono i seguenti: vacche 800 quasi tutte manse, pecore 2000, capre 3200, porci 500, cavalle manse 30, cavalli ´ in tutto mansi 60, 11 giumenti, perche il paese vi erano solo undici macine pel grano e per l’orzo. Abbiam notato il numero del bestiame del paese; tuttavolta se ne vide una molto maggior ` , perche ´ i pastori ursuleini quantita prendono anche la cura di armenti e greggie di altri paesi, capre, cavalle, pecore, ma principalmente porci, dei quali si trova spesso un totale superiore ai 4000 capi. Il contratto dicesi a ` te´ il pastore e parte obbligata, perche nuto a rendere il numero de’ capi consegnati, tolti dal numero quei che muojono naturalmente, ed hanno il 20 per ` a far parte della 100». Nel 1859 U. entro ricostituita provincia di Cagliari. Quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, fu compreso nel suo territorio. Nata la provincia dell’O` entrato a farne parte. gliastra, e & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, la frutticoltura, la cerealicoltura e l’olivicoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando an` industriale che una modesta attivita con poche piccole aziende nel settore ` discretamente svilupedile e tessile. E pata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due aziende agrituristiche e un ristorante. Artigia` la lavorazione dei nato. Tradizionale e formaggi pecorini e caprini, notissima ` prala cagliata, chiamata casu axedu. E ticata anche la tessitura artigianale di tappeti e tende da arredamento. Ser` collegato da autolinee agli alvizi. U. e ` dotato di tri centri della provincia. E

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Urzulei Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1456 unita di cui stranieri 4; maschi 693; femmine 763; famiglie 750. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 24 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 10 e nuovi iscritti 22. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 300 in migliaia di lire; versamenti ICI 299; aziende agricole 295; imprese commerciali 56; esercizi pubblici 12; esercizi al dettaglio 17; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 334; disoccupati 53; inoccupati 145; laureati 24; diplomati 147; con licenza media 503; con licenza elementare 358; analfabeti 86; automezzi circolanti 490; abbonamenti TV 309. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nianze che documentano la continuita della presenza dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo infatti sono riconducibili la grotta naturale di Panzale e il menhir di Oddai. Al periodo nuragico appartengono invece i nuraghi Punta Chirudorgia, Punta Cugutzos, Punta Monte Orosei, Punta Prineddu, Sa Domu ’e S’Orcu, S’Ansalargiu, Sa Paule, Sa Pischina, Serra Lovotzai, Su Casteddu, Su Cugutzau, Su Nuraxi. Alla stessa epoca appartiene il santuario di Sa Domu ’e S’Orcu, una grande grotta dove sono state ritrovate matrici per fusione, la celebre statuetta della Madre dell’ucciso e alcune navicelle con protomi di bue e di muflone databili tra il secolo VIII e il VII a.C. Il complesso delle statuette era evidentemente parte del deposito di ex voto del santuario. Il terri-

torio annovera infine le Tombe di giganti di Oddai, Sa Tinnargia, Su Casiddu, Su Mamuccone, Sa Curcara, Prunareste, Sant’Onorau, Sas Ruinas, Sos Murales.

Urzulei – Lecci sulle pendici di punta Is Gruttas nel Supramonte di Urzulei.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con ` piani. le grandi case in pietra a piu ` la chiesa parrocCuore dell’abitato e chiale di San Giovanni Battista. L’edificio fu costruito nel secolo XVII e divenne parrocchiale nell’ultimo quarto del secolo XVIII. All’origine aveva un’unica navata completata da cappelle laterali; nel 1880 fu aggiunta la sacrestia e nel 1958 la chiesa fu allungata e le cappelle laterali furono rese comunicanti tra loro. Nel 1989 la fac` stata arricchita da quattro mociata e saici e da una vetrata che richiama la Gloria del Bernini. All’interno sono conservati un mosaico del 1988 e alcune statue lignee del secolo XVII. ` stato allestito nel sottotetto Nel 1958 e delle navate laterali un museo che comprende tra l’altro un tabernacolo ligneo del secolo XVII, un crocifisso &

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Usai del secolo XVII, alcune pregevoli argenterie di scuola cagliaritana del secolo XVI, un tabernacolo ligneo intagliato collocabile tra il XVII e gli inizi del secolo XVIII, un crocifisso ligneo del secolo XVII e alcune argenterie tra cui un turibolo di scuola cagliaritana del secolo XVI. Altro interessante ` San Giorgio, chiesa che fu edificio e per un certo periodo parrocchiale. Fu costruita nel 1523 su una chiesa precedente, in forme gotico-catalane. L’impianto ha una sola navata scandita in tre campate da archi a sesto acuto che ` stata resorreggono il tetto in legno; e centemente restaurata. All’interno custodisce una bella statua lignea del secolo XVI di scuola napoletana. Completa il patrimonio artistico Sant’Antonio, chiesa costruita nel secolo XVI in forme tardogotiche. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio; ` a volta, la facciata e ` arla copertura e ricchita da un campaniletto a vela. Al suo interno conserva una tela del secolo XVII raffigurante il santo titolare. Va infine ricordata la chiesa campestre di San Basilio, costruita nel secolo XVI in forme tardogotiche, che era la parrocchia del villaggio di Manurri (=) oggi scomparso. Dopo che il villaggio fu abbandonato, nel corso del secolo ` in rovina; e ` stato XVIII, l’edificio ando ricostruito nel secolo XX. Tra le molte bellezze delle campagne circostanti va ricordata la cantoniera di Giustizieri, che si trova in posizione panoramica a pochi chilometri dall’abitato lungo la strada Orientale sarda in direzione di Dorgali; attorno agli anni 1948-1950 fu testimone delle gesta della banda del celebre bandito Liandru (=) e di conflitti a fuoco con i Carabinieri. Oltre la cantoniera, in uno scenario di incomparabile bellezza, la strada giunge al passo di Genna Sı`lana, da dove si domina la valle del Flumineddu e la ma-

gnifica gola di Gorroppu. Strade minori si inoltrano nell’area del Supramonte, prediletta dai turisti che amano il trekking in ambienti selvaggi e incontaminati. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ` caratteristiche si svolge delle feste piu il 18 giugno in onore di San Basilio Magno, presso la chiesetta omonima, e ` l’occasione per ricordura tre giorni. E dare l’antico legame tra U. e Manurri, oramai scomparso, e prevede un ricco programma di manifestazioni.

Usai Famiglia di Mara Arbarei (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Ottenne il cavalie` nel rato ereditario nel 1633 e la nobilta 1637 con un Pietro. I suoi figli Francesco e Gregorio nel 1643 furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Avellano; i loro discendenti presero in seguito parte a tutti gli altri parlamenti. Da loro derivarono i due rami principali della famiglia: il ramo ` a Seledisceso da Francesco si sposto ` del secolo, i gas e, nella seconda meta suoi figli si trasferirono a Cagliari e a Iglesias, ma nel corso del secolo XVIII le loro condizioni economiche decaddero; da Gregorio discese la linea che ` a risiedere a Mara Arbarei e continuo che nel corso dei secoli successivi si ` in molti centri della Marmilla. diramo

Usai, Alessandro Archeologo (n. Cagliari 1959). Conseguita la laurea in ` perfezionato in Lettere, nel 1986 si e ` archeologia a Cagliari. Attualmente e ispettore presso la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Tra i suoi scritti: Ceramica a vernice rossa, in La Villa di Tigellio. Mostra degli scavi, 1980; La stazione preistorica di Su Pirastu Ussana, ‘‘Almanacco della Sardegna’’, 1985; Cagliari, Villa di Tigellio. Campagna di scavo 1980, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; La stazione nuragica di Sa Serra-Ser-

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Usai renti, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica delle province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1988; Il nuraghe sa Domu ’e S’Orku di Donori, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; Il nuraghe Altoriu di Scano Montiferro, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 6, 1989; Il nuraghe Mesu ’e Rios di Scano Montiferro, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1991; Scavi nell’isolato B del villaggio nuragico di Bruncu Maduli-Gesturi. Campagna 1990, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 8, 1992; Note sulla so` della Sardegna nuragica e sulla cieta funzione dei nuraghi, in Settlement and Economy in Italy 1500 BC to AD 1500. Papers of the Fifth Conference of Italian Archaeology, 1992; Considerazioni sulle relazioni tra la Sardegna e l’Egeo durante il Neolitico Calcolitico, ‘‘Studi sardi’’, XXX, 1996.

Usai, Andrea Scultore (Sassari 1870-ivi ` a 1951). Fratello di Antonio, studio Roma, dove fu allievo dell’Andreoni. Tornato a Sassari nel 1903, vi aprı` due studi e diede vita a una vera e propria scuola, contribuendo a formare nume` interesrosi giovani. Fu uno dei piu santi interpreti del liberty nella sua ` e molte delle sue opere ornano citta tombe gentilizie nel cimitero monumentale, tra cui in particolare il monumento della famiglia Ardisson.

Usai, Angelino Militare, scrittore, consigliere regionale (Lanusei 1906-ivi 1986). Ufficiale di carriera, combat` al grado tente e pluridecorato, arrivo di generale. Diresse per sette anni la Polizia stradale della Sardegna; ricco ` gli di interessi culturali, non trascuro studi storico-letterari divenendo un profondo conoscitore dell’Ogliastra. ` volte consigliere Fu anche eletto piu

regionale per la Democrazia Cristiana. Tra i suoi scritti: L’Ogliastra, 1956; Andrea Lusso. Pittore ogliastrino del Seicento, ‘‘L’Ogliastra’’, 1, 1964; Fascino di Tertenia, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1964; Il villaggio nuragico di Seleni, 1966; Baunei. Un paese attraverso i secoli, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1967; Baunei, 1968; Il pane di ghiande e la geofagia in Sardegna, 1969; La diocesi di Ogliastra, 1970; Il villaggio nuragico di Lanusei, 1970; Canti e balli tradizionali di Lanusei, 1972; L’opera salesiana in Sardegna: Lanusei, ` dei Mameli e le origini 1973; La sardita ogliastrine di Cristoforo e Goffredo, 1974; L’ex convento francescano di Lanusei tra storia e tradizioni, 1975; Tortolı` nei monumenti dell’antico culto fallico, 1977; Lanusei, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Giovanni Antiogo Maria Mameli di Gairo, ‘‘Quaderni ogliastrini’’, 1, 1984; Lanusei cristiana, 1985; Le torri costiere, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985.

Usai, Antonio Scultore (Sassari 1873ivi 1949). Fu allievo di Giuseppe Sartorio e, completati gli studi, esordı` in un’esposizione a Sassari nel 1896, riscuotendo un buon successo. Subito dopo fu chiamato dal bey a Tunisi, dove si trattenne fino al 1897 eseguendo diverse opere per il sovrano. ` a Sassari dove aprı` bottega; Torno molte delle sue opere sono custodite in abitazioni di privati e nel cimitero `. monumentale della citta

Usai, Domenico Notaio sassarese (m. ` autore di un imporSassari 1725). E ` gli avvetante diario nel quale annoto nimenti di Sassari e in parte anche della Sardegna dei primi decenni del ` esattamente, dal 3 agoSettecento (piu sto 1710 al 7 aprile 1715, «con preziose notizie del tempo della dominazione tedesca», scrive Enrico Costa). Il Diario del notaro Domenico Usai sassarese, ` consermanoscritto del secolo XVIII, e

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Usai vato nella biblioteca di Sassari fra le carte provenienti, attraverso il figlio Cosimo, da Pasquale Tola.

Usai, Edoardo Avvocato, consigliere regionale (n. Ardauli 1944). Dopo es` sersi laureato in Giurisprudenza si e dedicato alla professione di avvocato. Da sempre interessato alla politica, ` stato schierato nella Destra, nel 1970 e eletto consigliere comunale di Selargius e nel 1975 consigliere comunale di Cagliari. Riconfermato nel Consiglio comunale di Cagliari fino al 1990, ` stato eletto consigliere renel 1989 e gionale per il MSI per la X legislatura ` nel collegio di Cagliari. In seguito e stato riconfermato nello stesso collegio per l’XI e XII legislatura, al termine ` stato rieletto. Attualdella quale non e ` assessore al Comune di Camente e gliari con funzioni di vicesindaco.

Usai, Emerenziana Archeologa (n. Cagliari 1950). Dopo essersi laureata in Lettere ha intrapreso la carriera delle Soprintendenze archeologiche. Attual` funzionaria presso la Soprinmente e tendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Ha portato a termine diversi scavi a Cagliari e in al` ; nel 1983 ha lavorato con tre localita Raimondo Zucca a Magomadas, portando alla luce un centro militare punico. Ha scavato anche a Pimentel. Tra i suoi scritti: Dorgali e il suo territorio in ` fenicia e punica, in Dorgali. DocuEta menti archeologici, 1981; Su alcuni gioielli della necropoli di Monte LunaSenorbı`, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IX, 1981; La formazione del Museo archeologico di Cagliari. Sintesi storica, ‘‘Studi sardi’’, XXV, 1981; Una domu de jana dipinta della necropoli di S’Acqua Salida di Pimentel, in Proceedings of the Second International Congress of Mediterranean Pre- and Protohistory. Interaction and Acculturation in the Mediterranean, Amsterdam 1980, 1981; La

preistoria, in La provincia di Cagliari. Ambiente, storia, cultura, 1983; Su alcuni gioielli della necropoli di Monte Luna, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XI, 2, ` S’Acqua Salida, 1983; Pimentel, localita in I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico ` romana, 1984; Ceramica di culall’Eta tura Monte Claro, in Il territorio di Gesturi. Censimento archeologico, 1985; Testimonianze archeologiche nell’area di Santa Gilla dal periodo punico al periodo altomedioevale (con R. Zucca), in Santa Igia, capitale giudicale, 1986; Elementi di cultura materiale, in Colonia Iulia Augusta Uselis, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; Note sulla necropoli di Tharros (con R. Zucca), ‘‘Annali della ` di Lettere e Filosofia dell’UniFacolta ` di Cagliari’’, XII, n.s., V, 1986; versita ` del ferro in Marmilla, Materiali dell’Eta in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; La necropoli eneolitica di cultura di Monte Claro di Simbirizzi-Quartu S. Elena, in Preistoria d’Italia alla luce delle ultime scoperte. Atti del IV Convegno nazionale di Preistoria e Protostoria, Pescia 1985, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, IV, 1987; Testimonianze di cultura materiale antica, in Domus et Carcer Sanctae Restitutae. Storia di un santuario rupestre a Cagliari, 1988; Tomba ipogeica a Siddi (con U. Badas), in Atti del Congresso internazionale sul` del rame in Europa, Viareggio l’Eta 1987, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, VII, 1988; Necropoli eneolitica di cultura ` Monte Claro a Quartu S. Elena. Localita Simbirizzi, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, II, 7, 1988; Gli idoli sardo-fenici, in Falsi e falsari della Sardegna, 1988; Aspetti della cultura eneolitica di Monte Claro, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1, 1988; Armun-

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Usai ` gia: nuraghe Armungia, in L’attivita della Soprintendenza nel campo dell’Archeologia tardoromana e altomedioevale, 1988; Santa Gilla e Marceddı`, 1988; La cultura di Ozieri a Pimentel e Siddi, in La cultura di Ozieri: problematiche e nuove acquisizioni. Atti del I Convegno, 1989; Santu Teru, Monte Luna (con A.M. Costa), in Il Museo ‘‘Sa Domu Nostra’’, 1990; Ceramica di cultura Monte Claro, in Soleminis. Un paese e la sua storia, 1991; La cultura e i materiali prenuragici, in Antiquarium arborense, Oristano, 1992; Monte Sirai prima dei Fenici, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; Una tomba ipogeica di Scaba e Arriu-Siddi, in The Workshops and the Posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996.

Usai, Enzo Urologo (n. Cagliari 1932). ` Dopo essersi laureato in Medicina si e dedicato alla ricerca e alla carriera universitaria. Professore ordinario, tra il 1975 e il 2004 ha diretto la Clinica ` di Cagliari, urologica dell’Universita ` segnalato per i suoi interventi dove si e e per aver affinato una tecnica di trapianto del rene che lo ha fatto apprezzare a livello internazionale. Ha creato a Cagliari una scuola presso la quale si sono formati molti urologi italiani e ` autore di numerose imporstranieri. E tanti pubblicazioni.

Usai, Ettore1 Scultore (Sassari 1889Rio de Janeiro 1989). Figlio di Antonio, ` a Roma, dove fu allievo del Bozstudio zano e del Dazzi; tornato a Sassari, si inserı` negli ambienti culturali della ` legandosi a Giuseppe Biasi e Macitta rio Mossa Demurtas. Nel 1927 decise di trasferirsi in Brasile, dove ebbe un no` una fabtevole successo e impianto brica per lo sfruttamento dei marmi colorati, che gli fece vivere una interes` imprensante esperienza nella realta ditoriale di quel paese.

Usai, Ettore2 Commerciante, deputato al Parlamento (Cagliari 1892-fronte di guerra 1942). Aderı` subito al fascismo e dal 1934 al 1938 fu presidente della Federazione dei proprietari e affittuari coltivatori. Nello stesso anno fu eletto deputato per la XXIX legislatura e nel 1939 confermato nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni per la XXX legislatura. Scoppiata la seconda guerra mondiale partı` per il fronte dove morı` in combattimento.

Usai, Giuseppe1 (detto Pino) Economi` sta (n. Cagliari 1937). Dopo la laurea si e dedicato all’insegnamento universita` di Cagliari, rio presso l’Universita ` stato anche preside della Fadove e ` au` di Economia e Commercio. E colta tore di numerose pubblicazioni in materia di impresa e di sviluppo economico come L’approvvigionamento dei materiali, pubblicato nel 1968, e il noto Le imprese minori e il loro ambiente, pubblicato nel 1981. Federalista ed eu` presidente dell’asropeista convinto, e sociazione dei federalisti europei. Tra gli altri suoi scritti: Oligopolio e crescita economica: il passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo in Sardegna (con Giulio Bolacchi e Gianfranco Sabattini), 1985.

Usai, Giuseppe2 Matematico (Cagliari ` sec. XX). 1880-Catania, prima meta Dopo aver conseguito la laurea intraprese la carriera universitaria. Inse` per alcuni anni a Cagliari e succesgno sivamente divenne professore di Mate` matica finanziaria presso l’Universita di Catania, dove si stabilı`. I suoi studi sulle equazioni differenziali e sul calcolo delle variazioni gli diedero noto` internazionale. rieta

Usai, Giuseppina Storica (n. Arbus 1951). Dopo essersi laureata in Lettere, ha intrapreso la carriera negli Archivi ` funzionaria di Stato. Attualmente e presso la Soprintendenza archivistica

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Usai della Sardegna. Tra i suoi scritti: L’Archivio arcivescovile di Cagliari, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 4, 1985; Il barracellato, un istituto vecchio di secoli, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; ` naturali in Sardegna: l’ecceCalamita zionale nevicata dell’inverno 1788-89 (con Maria Bonaria Lai), in Studi storici in memoria di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXV, 1986; La lunga battaglia dei piemontesi per introdurre l’italiano nell’isola, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1990; Le confraternite, in ` sarda in Eta ` spagnola (a La societa cura di Francesco Manconi), I, 1992; sedici schede sull’Archivio comunale di Busachi (con C. Palomba), Cuglieri (con C. Palomba), Curcuris, Marrubiu (con C. Palomba), Masullas (con C. Palomba), Neoneli (con C. Palomba), Pau (con C. Palomba), Santa Giusta (con C. Palomba), Scano Montiferro, Seneghe (con C. Palomba), Sennariolo (con C. Palomba), Siamanna (con C. Palomba), Solarussa (con C. Palomba e M.B. Lai), Usellus, Zeddiani, Zerfaliu (con C. Palomba), tutte in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Usai, Luisanna Archeologa (n. Cagliari ` diven1950). Laureatasi in Lettere, e tata funzionario della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Nel 1977 ha scavato a Monte Luna a Senorbı`, dove ha contribuito ad allestire il museo; nel 1983 ha lavorato a Cuccuru Ibba; nel 1988 ha allestito il Museo di Villa Sulcis a Carbonia e ha concorso all’allestimento del Museo archeologico nazionale di Cagliari. Tra i suoi scritti: due schede, Materiale litico nel territorio di Dorgali e Il villaggio nuragico di Serra Orrios: i materiali litici, entrambe in Dorgali. Documenti archeologici, 1981; Vicende storiche del territorio dal Neolitico al Me` romana, in Guasila. Un dioevo. L’Eta paese di Sardegna, 1984; Reperti litici di

` prenuragica e nuragica, in TerritoEta rio di Gesturi. Censimento archeologico, 1985; Il gruppo di capanne 16 e il gruppo 16 F, in L’insediamento prenuragico di Su Coddu. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1984, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1985; Tracce di insediamenti dalla prei` Corte Auda storia al Medioevo in localita di Senorbı`, ‘‘Studi per l’Ecologia del Quaternario’’, 8, 1987; Il villaggio di ` neolitica di Terramaini presso Pirri, Eta in Preistoria d’Italia alla luce delle ultime scoperte. Atti del IV Convegno nazionale di Preistoria e Protostoria, Pescia 1984, 1987; Il villaggio di Terramaini presso Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 3, 1987; Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara (con G. Ugas), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Strutture ` nuragica in localita ` S. Maria Is di Eta Acquas Sardara, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Un monumento preistorico nel territorio di Cornus (con D. Cocco), in Ampsicora e il territorio di Cornus. Atti del secondo Convegno di archeologia romana e altomedioevale nell’Oristanese, Cuglieri 1985, 1988; La tomba ipogeica di facies Abealzu Filigosa, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, 7, 1988; La necropoli di Li MuriArzachena, e Sepolture eneolitiche nel territorio di Cagliari, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, ` nuragica in lo1, 1988; Strutture di Eta ` S. Maria Is Acquas Sardara, calita ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Museo di Villa Sul-

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Usai cis. Primi documenti (con P. Bernardini, D. Cocco e V. Santoni), 1988; Il villaggio prenuragico di Pranu Sisinni Sardara, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1989; L’insediamento prenuragico di Su Coddu-Selargius. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1984 (con G. Lai e G. Ugas), in ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1989; Su alcuni vasi di cultura Bonnanaro del Museo archeologico nazionale di Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1990; sei schede, Pranu Massidda, Su Fangu, Is Forreddus, Corte Auda (con D. Salvi), Ruina Lari (con D. Salvi), Santa Barbara, tutte in Il Museo Sa Domu Nostra, 1990; Sant’Antioco: area del cronicario. Campagne di scavo 1983-1986. La ceramica preistorica, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XVIII, 1, 1990; Tomba megalitica ` Perda ’e Acuzzai. Nota preliin localita minare (con D. Cocco), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Gallura. Dolmen, nuraghi, castelli: itinerari di archeologia nella provincia di Sassari (con Salvatore Pirisinu), 1992; Museo archeologico nazionale di Cagliari. Le radici della memoria (con C. Tronchetti e D. Salvi), 1993; L’archeologia dell’isola di S. Antioco, in Le isole sulcitane, 1994; Museo archeologico nazionale di Cagliari (con Vincenzo Santoni), in Sardegna, vol. II della collana ‘‘Guide archeologiche. Preistoria e Protostoria in Italia’’, 1995; Domus de ` Cannas di sotto-Carbojanas in localita nia (con V. Santoni), in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; due ` capitoli, Testimonianze culturali di Eta ` su nuragica: la grotta Pirosu in localita

Benazzu di Santadi (con F. Lo Schiavo), e Le ceramiche, in Testimonianze cultu` nuragica: la grotta Pirosu in rali di Eta ` Su Benazzu di Santadi, enlocalita trambi in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; The aeneolithic settlement in South Western Sardinia (con V. Santoni), in The Workshops and the Posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Il Neolitico superiore di Cuccuru S’Arriu (con V. Santoni), in The sections of the XIII international Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Un Museo per l’isola dei sardi, ‘‘Archeologia viva’’, XV, 59, 1996; Struttura abitativa di cultura Bonnanaro a Su Stangioni di Portoscuso (Ca` gliari), Atti del Convegno ‘‘L’antica eta del Bronzo in Italia’’, 1996; Narcao, loc. Nuraghe Atzei (prov. di Cagliari), Villaperuccio, loc. Marchiana e loc. Argiola Beccia (prov. di Cagliari), ‘‘Notiziario. Rivista di Scienze Preistoriche’’, XLVII, 1995-96; ciqnue contributi, Portoscuso (Cagliari). Loc. Su Stangioni. Stazione del Neolitico Antico e struttura abitativa del Bronzo Antico, Piscinas (Cagliari). Loc. Cungiau Su Tuttui o Sa Tutta. Necropoli ipogeica prenuragica, Villaper uccio (Cagliari). Loc. Marchiana. Necropoli ipogeica prenuragica, Villaperuccio (Cagliari). Loc. Argiola Beccia. Villaggio nuragico, Narcao (Cagliari). Loc. Monte Atzei. Nuraghe a corridoio, tutti in ‘‘Bollettino d’Archeologia’’, Ministero B.A.C., 41-42, 1996; Le testimonianze preistoriche, in AA.VV., Quartucciu. Il suo patrimonio culturale, 1997; Una sepoltura di cultura Abealzu dal territorio di Gesturi (con Ornella Fonzo), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 14, 1997; Testimonianze di cultura Monte Claro nella Sardegna sud-occidentale, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica

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Usai per le province di Cagliari e Oristano’’, 14, 1997; Nuovi dati materiali per una definizione dell’Eneolitico Antico in Sardegna, Atti del Colloquio Internazionale ‘‘Sardinian Stratigraphy and Mediterranean Chronology’’, 1998; L’inse` eneolitica nella Sardediamento in eta gna sud-occidentale: le testimonianze di cultura Monte Claro, Atti del XIII Congresso UISPP, Forlı` settembre 1996, 1998; Contributi al catalogo della mostra Simbolo ed Enigma, 1998; La pro` duzione vascolare miniaturistica di eta nuragica, Atti del II Convegno di Studi ‘‘La ceramica racconta la storia: la ceramica del Sinis’’, Oristano-Cabras 2526 ottobre 1996, 1998; Cagliari. Museo Archeologico Nazionale. Guida alla visita (con C. Tronchetti), 1999; Il Neolitico in Sardegna, Atti del Congresso ‘‘Criteri di nomenclatura e di terminologia inerente alla definizione delle forme vascolari del Neolitico/Eneolitico e del Bronzo/Ferro’’ (con P. Basoli et alii), I, 1999; Il sito preistorico di Su Stangioni – Portoscuso (CA): i materiali del Bronzo Antico, ‘‘Studi Sardi’’, XXXI, 1999; Percorso prenuragico e Percorso nuragico, Guida del Museo archeologico nazionale di Cagliari, 2000; Contributi al catalogo della mostra ‘‘El ` nia’’, 2000; ContriToro i la Mediterra buti al catalogo della mostra fotografica Immagini del passato. La Sardegna archeologica di fine Ottocento nelle fotografie inedite del padre domenicano inglese Peter Paul Mackey, 2000; La tomba n. 2 di ‘‘Cungiau Su Tuttui’’ in territorio di Piscinas (Cagliari). Nota preliminare, Atti del Congresso Internazionale ‘‘L’ipogeismo nel Mediterraneo. Origini, sviluppo, quadri culturali’’, Sassari-Oristano 23-28 maggio 1994, 2000; Frammenti campaniformi dalla necropoli di Marchiana di Villaperuccio (Cagliari), Atti del Colloquio Internazionale Bell Beakers Today, Riva del

Garda 11-16 maggio 1998, 2001; Mate` del Bronzo dal Sulcis-Igleriali dell’eta siente, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 17-2000; La tomba di Serra Ması` a Siliqua (CA) nell’ambito del megalitismo campaniforme, Atti dell’Incontro di studio Sardegna-Spagna ‘‘Aspetti del megalitismo preistorico’’, 2001; Sardegna: Articolazioni cronologiche e differenziazioni locali (con F. Lo Schiavo et alii), Atti del Congresso ` del Bronzo recente in nazionale ‘‘L’eta Italia’’, Lido di Camaiore, 2000; Il Museo Archeologico di Cagliari. Guida per adulti pazienti e bambini intraprendenti (con M. Frau), 2003; S. Anastasia: l’area archeologica e Le testimonianze archeologiche del territorio di Sardara, in Archeologia a Sardara. Da S. Anastasia a Monreale, Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano, ‘‘Quaderni didattici’’, 11, 2003; L’abitato nuragico di Corte Auda ` (Senorbı`), Atti del Convegno ‘‘La civilta nuragica: nuove acquisizioni’’, Senorbı` 14-16 dicembre 2000, Quaderni. Atti e Monografie, 1, 2005, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano; Il villaggio prenuragico di Pabaranca (Sorso – SS). Nota preliminare, Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, III, 2004; Pre-nuragic metallurgy records, ‘‘Archaeometallurgy in Sardinia from the origin to the Early Iron Age’’ (Monographies instrumentum), 2005; La stazione del Neolitico Antico di Su Stangioni (Portoscuso), ‘‘L’Isola di San Pietro dalla Preistoria alla Storia, Iº Seminario sull’archeologia e sulle prospettive di sviluppo turistico dell’isola di San Pietro’’ (con M. Migaleddu), 2004 (in stampa); Materiali prenuragici da alcune grotte del territorio di Alghero (Sassari), Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, IV, 2006 (in stampa).

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Usai

Usai, Pietro Geometra, consigliere regionale (n. Arzachena 1953). Geometra, sin da giovane impegnato nella Sini` stato consigliere comunale e asstra. E sessore nel suo paese natale dal 1975; ` stato eletto consigliere renel 1994 e gionale nella circoscrizione regionale per l’XI legislatura, al termine della ` stato riconfermato. quale non e

Usai, Sandro Avvocato, consigliere regionale (n. Elini 1933). Dopo essersi ` dedilaureato in Giurisprudenza si e ` cato alla professione di avvocato e si e impegnato in politica schierato nelle file della Democrazia Cristiana. Ha rivelato eccellenti doti di manager nel ` stato per 20 settore dell’industria: e anni, fino al 1993, presidente della Camera di Commercio di Cagliari. Nel ` stato eletto consigliere regio1989 e nale per la X legislatura nel collegio di ` ripreCagliari, ma al termine non si e sentato; ha continuato invece a occuparsi di problemi industriali divenendo uno dei maggiori sostenitori dello sviluppo del porto industriale di ` presidente del Cagliari; attualmente e CASIC (Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Cagliari).

Usai, Ulisse Impiegato, consigliere regionale (Cagliari 1926-ivi 1993). Impiegato, sin da giovane impegnato nel Par` tito Comunista Italiano; si presento alle elezioni per la V legislatura regionale nel collegio di Cagliari: non eletto ` in Consiglio regionale nel 1967 entro subentrando a Umberto Cardia, dimissionario. In seguito fu riconfermato nello stesso collegio per la VI e per la VII legislatura.

Uselis Citta` romana della Sardegna centro-occidentale interna, situata nell’area del colle di Santa Reparata presso l’odierna Usellus. La sua origine risale probabilmente al secolo II a.C. per rispondere all’esigenza militare di controllo delle popolazioni

` ria. Fu importante anche della Barba sotto il profilo economico, vista la sua collocazione in un’area a colture cerealicole di tipo latifondista. Tolomeo e una tabula patronatus del 158 d.C. le attribuiscono la condizione giuridica di colonia romana. La tabula patronatus fornisce il nome completo della `, Colonia Iulia Augusta Uselis, e la citta testimonianza di alcune istituzioni cittadine. Secondo un recente emendamento di Leandro Polverini (1998) della formula provinciae Sardiniae di ` in questa fonte Plinio il Vecchio, gia U. risulterebbe una colonia in aggiunta a Turris Lybisonis. In tal caso l’acquisizione dello status di colonia, probabilmente dedotta, per U. dovrebbe essere attribuita ad Augusto. [FRANCO PORRA`]

Uselis, tavola di Tavola bronzea iscritta con parte terminale superiore timpanata rinvenuta a Cagliari. I fori presenti in ciascuno dei quattro angoli dimostrano che la tavola, attualmente conservata nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, doveva essere affissa alla parete di un edificio. Si tratta di un documento importante sia per´ costituisce attualmente il solo che esempio di tabula patronatus rinve´ fornisce il nuto in Sardegna sia perche nome ufficiale di Uselis (l’odierna Usellus): Colonia Iulia Augusta Uselis. L’iscrizione, datata 1 settembre 158 ` un decreto del Senato della citta ` d.C., e di Uselis sulla base del quale M. Aristius Balbinus Atinianus, probabilmente cittadino cagliaritano, viene cooptato come patrono della colonia. A sua volta Aristius Balbinus accetta nella clientela sua e dei suoi la colonia con la sua discendenza. Viene quindi confermata per Uselis la condizione giuridica di colonia dichiarata da Tolomeo e attribuita da Plinio il Vecchio nella formula provinciae della Sardegna alla sola Turris Lybisonis. [FRANCO PORRA`]

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Usellus

Usellus Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 908 abitanti (al 2004), posto a 289 m sul livello del mare a est del monte Arci e a nord della Giara di Gesturi. Regione storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales-Terralba.

Usellus – Vedute del centro abitato.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 35,10 km2, compresa la frazione di Escovedu, e confina a nord con Villaurbana, a est con Mogorella e Albagiara, a sud con Ales e a ovest con Villa Verde. Si tratta di una regione di colline arrotondate, di non grande altezza, che si sollevano tuttavia, non lontano da U., nella Giara di Gesturi (574 m) e nel monte Arci (812 m). Nei pressi del paese scorre il rio Coiamma, che si immette poi nell’Imbessu, affluente di sinistra del Tirso. U. si trova a breve distanza dalla statale 442 Uras-Laconi: vi si collega con una strada secondaria

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che prosegue poi verso nord per toccare Villaurbana e Simaxis. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. Il villaggio attuale e di origine romana: fu fondato nella ` repubblicana e poco dopo ditarda eta venne la colonia Iulia Augusta Uselis che si stendeva alle pendici del colle di Donigala. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Usellus. Caduto il giudicato, prima del 1430 fu incluso nei territori concessi a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Carroz. U. cosı` ` a far parte della contea di Quirra entro ` fae nel corso del secolo XV continuo talmente a decadere per cui fu deciso di spostare l’abitato alla sede attuale. Frattanto, estinti i Bertran Carroz, fu ereditato dai Centelles; nel 1527 fu devastato da un’incursione di corsari nordafricani che fecero anche molti schiavi. Nel corso del secolo XVII il vil` dai Centelles ai Borgia e laggio passo ` e infine agli da questi ultimi ai Catala Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di ` a far parte Oristano; nel 1848 entro della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo storico abbiamo la testimonianza preziosa lasciataci da Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, della quale riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Notossi questa nel censimento del 1846 di anime 634, distribuite in famiglie e case 136. Distinguevasi quindi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 327 in scapoli 187, ammogliati 125, vedovi 15; il totale delle femmine 307 in zitelle 164, maritate 124, vedove 19. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie: nascite 22, morti 13, matrimoni 4. Quasi in tutte le case le

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Usellus donne si occupano della tessitura della lana e del lino per panni e tele. Lavorasi generalmente in proporzione ` della famiglia, ma aldelle necessita cune vendono nel paese e fuori quello ` superfluo alla propria casa. che e ` a circa L’istruzione elementare si da 20 fanciulli. Il numero delle persone che nel paese sanno leggere e scrivere ` stimisi il non sorpassa li dodici. Da cio frutto della predetta scuola in 30 anni. Agricoltura. I terreni di U. sono bene idonei alla coltura de’ cereali, delle ` viti e degli alberi, e se vi fossero piu braccia e maggior diligenza si avrebbe molto frutto da’ grandi spazi, che restano inculti. La seminagione impiega ordinariamente starelli di grano 450, d’orzo 100, di fave 120, ed una non pic` di lino. La fruttificazione cola quantita del grano suol essere del dieci, quella dell’orzo al 12, quella delle fave al 16. Il lino produce bene e si ottengono da otto a diecimila fascicoli. L’orticoltura usa poche specie ed impiegasi sopra una piccola superficie. Le vigne sono molte, ma essendo il luogo stato male scelto le uve non possono maturare ´ nella manipoperfettamente. E perche lazione non si usa un metodo che possa emendare questo difetto, il vino non ha ` che potrebbe avere e che quella bonta ha quello di siti migliori. Pastorizia. Nel bestiame di servigio sono tori per l’aratro e il carro 140, cavalli e cavalle per sella e basto 42, giumenti per la macina 130. Si aggiungono majali 45. Nel bestiame rude si trovano capi vaccini 200, pecorini 3000, caprini 800, porcini 500. Questi potrebbero essere assai ` , come concederebbe la quantita ` piu degli alberi ghiandiferi, i quali formano una selva spessa. Le vacche non danno latte per i formaggi, riservandosi esso intieramente al nutrimento de’ vitelli e delle vitelle, come generalmente usano fare nella parte meridio-

` che si munge dalle nale. Da quello pero pecore e dalle capre si ottiene tanta ` di formaggio, che se ne ha per quantita vendere a’ negozianti di Cagliari e Ori`e ` mediocre per causa stano. La bonta ` della manipolazione. L’apicultura e molto curata, e il numero de’ bugni `a non supera li 150». Nel 1859 U. entro far parte della provincia di Cagliari. Nel 1927 gli furono aggregati come frazioni i comuni di Bannari di Usellus (Villa Verde), Ollastra Usellus (Albagiara) ed Escovedu. Bannari e Ollastra recuperarono la propria autonomia rispettivamente nel 1947 e nel 1959. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano, U. vi fu incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una modesta attivita settore alimentare e in quello dei ma` poco organizteriali per l’edilizia. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. U. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 949 unita di cui stranieri 6; maschi 492; femmine 457; famiglie 363. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 15 e nati 10; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 146 in migliaia di lire; versamenti ICI 414; aziende agricole 209; imprese commerciali 51; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 15; ambu-

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Usellus lanti 3. Tra gli indicatori sociali: occupati 251; disoccupati 52; inoccupati 56; laureati 6; diplomati 79; con licenza media 279; con licenza elementare 339; analfabeti 55; automezzi circolanti 297; abbonamenti TV 285. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` dellogiche che attestano la continuita l’insediamento dell’uomo a partire dal periodo nuragico, in particolare i nuraghi Bruncu, Carru, Fenugu, Ilixi, Nu`, Pardu, Pinna, Pizu, Santa Lucia, rafa Stampasia e Tara. Tra questi molto in` quello di Santa Lucia, del teressante e tipo trilobato, con le torri riunite da una possente muratura e circondato da un villaggio di capanne. Altro monu` la Tomba mento del periodo nuragico e di giganti di Motrox’e Bois, situata non lontano dall’abitato; lunga 11 m, ha l’accesso attraverso una galleria lastricata che sbuca nella camera composta da pietre di marna molto ben rifinite. Gli scavi hanno restituito ossa di circa 20 individui con un ricco corredo di gioielli e altri oggetti personali di ornamento; pochi i frammenti di ceramica. Tutti i reperti sono databili ai secoli VII-VI a.C. e sono in gran parte importati dall’Etruria o dall’Oriente. Infine sono da considerare le tracce della colonia romana Iulia Augusta Uselis, che sorgeva alle pendici del colle di Donigala; fu fondata nel corso del secolo I a.C. e rimase abitata fino al secolo VII d.C. Durante gli scavi sono stati trovati materiali ceramici, monete, frammenti di mosaico ma soprattutto le fondamenta di numerose costruzioni realizzate con pietre squadrate e una tavola bronzea del 158 d.C. (= Uselis, tavola di). & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato numerose case che si affacciano su una corte munita di portico (lolla) cui

si accede da portali in pietra, talvolta ` interesmonumentali. L’edificio piu ` San Bartolomeo, chiesa parrocsante e chiale chiamata cattedrale in ricordo dell’antica diocesi trasferita ad Ales. ` molto antico ma e ` L’attuale edificio e ` riprese nel corso stato restaurato a piu dei secoli. Ha l’impianto a una navata scandita in tre campate poggianti su pilastri e completata da alcune cappelle laterali intercomunicanti tra ` a volte a botte. La loro; la copertura e facciata, arricchita da un timpano triangolare, si apre su una scenografica piazzetta alla quale si accede da una bella scalinata; a poca distanza dalla chiesa si erge la torre campanaria a canna quadrata completata nel 1950. All’interno conserva una statua del santo titolare, opera di Francesco Canova del 1750, un altare in marmo policromo trasferito nel 1779 dalla cattedrale di Ales, la balaustra e il fonte battesimale in marmo degli inizi dell’Ottocento. Altro monumento di ri` Santa Reparata, chiesa romalievo e nica costruita nel secondo quarto del secolo XII. Aveva in origine un imponente impianto a tre navate ed era completata dall’abside; probabilmente era la chiesa cattedrale dell’antica diocesi. Nel corso del secolo XVIII fu completamente ristrutturata e as` sunse l’attuale assetto liturgico, che e ` inverso rispetto a quello originario. E infine da segnalare il castello di Murgunulis, fortezza costruita dai Romani per difendere la colonia di Uselis e il confine con le zone interne. Nei secoli successivi fu utilizzato e ripetutamente ristrutturato fino all’epoca giudicale quando presumibilmente fu ab` in rovina. I suoi resti bandonato e ando erano situati in cima al colle di Santa Reparata a poca distanza dall’attuale centro abitato, ma oggi non sono ora` leggibili. mai piu

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Usellus FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le tradizioni popolari conservano la memoria storica dell’antico borgo, in particolare il Carnevale, che prevede un ricco programma di balli in piazza e alcune sfilate con carri allegorici e maschere. A maggio si svolge la festa di Sant’Isidoro con un ricco programma di festeggiamenti che culmina con l’ac` ; in concomitanza si censione di un falo svolge la sagra della pecora. Altra festa ` quella di Santa Lucia, che importante e si svolge la prima domenica di settembre e prevede il trasporto in processione della statua della santa dalla parrocchiale alla chiesetta campestre con il concorso della popolazione, e si conclude con una gradevole scampagnata. La festa di Santa Reparata si svolge l’8 ottobre presso la chiesetta omonima e dura tre giorni; in passato era legata a un mercato degli attrezzi agricoli. &

Usellus, curatoria di Antica curatoria del giudicato di Arborea. Situata tra il Campidano di Simaxis e la Marmilla, si estendeva per 121 km2 su un territorio collinare, dall’agricoltura molto ben sviluppata; comprendeva i villaggi di Ales, Banari, Barumela, Curcuris, `, Escovedu, Funtana, Figu, Gonnosno Ollastra, Pau, Usellus, Zeppara. Finite le guerre tra Arborea e Aragona, dopo la battaglia di Sanluri cadde nelle mani dei catalano-aragonesi e prima ` a far parte dei territori del 1430 entro donati a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Entrata cosı` nel grande feudo di Quirra, ne condivise le vicende fino al riscatto dei feudi (1838).

Usignolo = Zoologia della Sardegna Usini Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 3854 abitanti (al 2004), posto a 200 m sul livello del mare 10 km a sud di

Sassari. Regione storica: Coros. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 30,68 km2 e confina a nord con Sassari, a est con Tissi e Ossi, a sud con Ittiri e a ovest con Uri. Si tratta di una regione di colline calcaree, non molto alte ma tagliate da alcune profonde vallate, tra le quali quella del rio Mascari, affluente del Mannu di Porto Torres, che divide U. e i paesi vicini dal tavolato su cui si stende Sas` vicinissimo alla nuova sari. Il paese e direttissima per Ittiri; nella valle del Mascari passa la ferrovia ChilivaniSassari che ha anche una stazione riservata a Tissi e U. & STORIA Il territorio possiede numerose testimonianze archeologiche, a partire dal Neolitico recente, che dimostrano che fu abitato continuativamente fino all’Alto Medioevo. Il villaggio fece parte del giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria del Coros; in quell’epoca vi fu edificato un ospedale. Agli inizi del secolo XIII fu compreso nei territori che passarono nelle mani dei Malaspina dopo il matrimonio del marchese Corrado (=). I suoi discendenti, dopo l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres, compresero U. nel piccolo stato che organizzarono e per il quale prestarono omaggio al re d’Aragona. Dopo la conquista aragonese fu loro possibile conservarlo come feudo della Corona. U. comunque soffrı` gravi danni a causa delle guerre che furono combattute nel territorio circostante nei decenni successivi; nel 1353 fu definitivamente sequestrato agli antichi signori e una parte considerevole dei suoi territori fu concessa in feudo a Marco de Sori. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Ar-

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Usini borea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. In seguito, nel 1421 fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nel 1439, quando i Centelles vendettero ad Angelo Cano la baronia di Osilo, vi compresero anche una parte della curatoria del Coros. Da quel momento U. rimase in possesso dei Cano dai quali, agli inizi del ` ai Cedrelles che Cinquecento, passo ` nel 1544 lo vendettero ai Manca pero che entro la fine del secolo ne trasformarono l’amministrazione rendendo i tributi molto gravosi per i vassalli. Nel corso dei secoli successivi il villaggio soffrı` a causa della peste del 1652 e si ` quasi completamente; nel spopolo 1758 la discendenza dei Manca di U. si estinse con un Antonio, e dopo una complessa lite giudiziaria il villaggio ` al ramo dei Manca di Mores. In passo questo periodo i suoi abitanti soffrirono molto per il gravoso carico dei tributi feudali e per l’eccessivo fiscalismo col quale venivano richiesti i pa` una tensione gamenti, per cui si creo crescente con i feudatari. Nel 1795 gli usinesi presero parte ai moti antifeu` riuscire a liberarsi dali senza pero dalla dipendenza, cosa che sarebbe avvenuta soltanto col riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sassari. Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza su quel periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in U. anime 1472, distribuite in famiglie 396 ed in case 372. Distinguevasi poi secondo la condizione domestica il totale de’ maschi 737, in scapoli 479, ammogliati 271, vedovi 27; il totale delle femmine 735, in zitelle 380, maritate 265, vedove 90. Il movimento della popolazione rappresentavasi dalle medie seguenti, nascite 55, morti 27, matrimoni 12. La principal

` l’agricoltura, alla quale professione e sono studiosamente applicati. Una trentina di persone attende ai mestieri necessari e quaranta circa sono applicate alla pastorizia. Le donne lavorano al telajo per provveder la famiglia di panni e tele. I possidenti non sono meno di 315. Si annoverano nel tempo scorso 4 notai. La scuola elementare vi ` aperta, ma giova poco. Nel paese e sono circa 30 persone che san leggere ` hanno imparato ne’ e scrivere; ma i piu collegi. Agricoltura. Il terreno chiuso ` per vigne, orti e piccoli campi, si puo computare di circa 500 giornate; l’aperto per la seminagione ha giornate 2275 incirca, e quello per il pascolo altrettante. Tutti i terreni aperti erano demaniali. I terreni hanno molta ido` per i cereali, ed in alcuni siti sono neita ` . La qualita ` solita di una rara fecondita ` di starelli 1750 di della seminagione e grano, 450 d’orzo, 100 di fave, 100 di le` del 10 gumi. La produzione comune e pel grano, del 14 per l’orzo, del 16 per le fave. Di lino si seminano circa 90 sta` circa sesrelli. L’orticoltura occupera santa giornate, e si coltivano molte specie, il prodotto delle quali si porta in Sassari. Pastorizia. I pascoli sono in certe stagioni abbondantissimi, in altre scarseggiano, sebbene sieno molti tratti, dove si potrebbero formar de’ prati facendo servire per l’innaffiamento l’acqua inutile dei due fiumi, che abbiamo notati, ed alcuni siti, quelli che volgarmente appellano Benas o Enas (Vene), terreni acquitrinosi, ` nutrisce la vegetazione, dove l’umidita ` pur quando pe’ calori estivi essa e spenta nelle altre parti. Si hanno alcuni armenti di cavalle con capi 250 in circa, e greggie di capre e di pecore, le prime in numero di 600, le altre di 2300. ` . Il I formaggi sono di mediocre bonta bestiame di servigio consiste in buoi 340, cavalli e cavalle per basto e sella

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Usini `a 65, giumenti 200». Nel 1848 U. entro far parte della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di suini, bovini, ovini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una mo` industriale nel settore desta attivita alimentare e in quello della lavora` poco organizzata la zione del legno. E rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ristorante. Servizi. U. ` collegato da autolinee e dalla ferroe ` via agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3784 unita di cui stranieri 20; maschi 1914; femmine 1870; famiglie 1166. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 27 e nati 54; cancellati dall’anagrafe 105 e nuovi iscritti 55. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 676 in migliaia di lire; versamenti ICI 1283; aziende agricole 414; imprese commerciali 111; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 12. Tra gli indicatori sociali: occupati 910; disoccupati 79; inoccupati 179; laureati 31; diplomati 290; con licenza media 1122; con licenza elementare 1243; analfabeti 99; automezzi circolanti 1353; abbonamenti TV 906. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze ` dell’inche documentano la continuita sediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo

appartiene infatti la necropoli di S’Elighe Entosu, costituita da 8 domus de janas scavate nella roccia e molto ben la` l’ipogeo vorate. Altra domus de janas e di Chercos, riconducibile alla cultura di Bonnanaro I; ha pianta rettangolare e al suo interno sono una fossa per la deposizione del cadavere e una piccola banchina che consentiva di introdursi nella tomba per depositarvi offerte senza calpestare le salme. Attraverso un’apertura ogivale si entra in ` piccola, decorata con mouna cella piu ` tivi concentrici, mentre la facciata e ornata da motivi architettonici. La tomba ha restituito anche ceramiche del periodo della cultura di Ozieri. Di grande interesse per il periodo nuragico sono i resti del nuraghe Filighe, unico del territorio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` la chiesa RALE Cuore del villaggio e di Santa Maria, costruita in due tempi ` del secolo XIII e il tra la seconda meta primo quarto del XIV. Aveva in origine un impianto romanico con una sola navata completata dall’abside, e la facciata arricchita da un portale lunettato e architravato e da un motivo ad archetti nel frontone. Nella seconda fase fu aggiunto il transetto in forme gotiche caratterizzato da ampie finestre ogivali. In successivi interventi furono aggiunte le cappelle laterali, la sacrestia e il campanile. Nei dintorni sorge San Giorgio di Oleastreto, edificio religioso situato a qualche chilometro dell’abitato e oggi ridotto allo stato di rudere; fu edificato nel secolo XII in forme romaniche, aveva una navata completata dall’abside e la copertura era in legno a capriate; nelle sue vicinanze sorgeva un ospedale affiliato a quello di San Leonardo di Pisa. Nel corso dei secoli ebbe molta importanza e quando nel secolo XVII il feudo di U. fu trasformato in contea, gli diede il ti-

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Ussana tolo; molto considerata tra gli abitanti, ` a essere officiata la chiesa continuo nell’Ottocento. Abbandonata dopo il riscatto del feudo, nel corso di pochi decenni si ridusse nelle condizioni attuali di rudere. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La maggiore delle feste popolari si svolge l’8 settembre in onore di Maria Bambina, si protrae per tre giorni e prevede un intenso programma di festeggiamenti e numerose manifestazioni folcloristiche.

Usolvisi Antico villaggio di origini romane. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Goceano. Sorgeva in prossi` di Nule. Dopo l’estinzione della mita famiglia giudicale di Torres fu lungamente conteso tra Doria e Arborea. ` a far parte del giudicato Nel 1272 entro d’Arborea e nei secoli successivi condivise le sue vicende fino alla caduta nel 1409. Nel 1410 fu concesso in feudo ` non al marchese d’Oristano, che pero riuscı` a entrarne in possesso, per cui nel 1421 il re ne concesse le rendite a ´ lo pacifiBernardo Centelles perche casse. In quella occasione il villaggio fu assalito dal bandito Bartolo Manno `; solo alcuni anni dopo il che lo devasto marchese d’Oristano riuscı` a conquistarlo cacciandone il Manno. L’abitato del villaggio, duramente provato, si ` completamente, ed entro la spopolo ` del secolo XV i suoi abitanti si meta trasferirono a Bultei.

Ussana Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 20, con 3827 abitanti (al 2004), posto a 97 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord di Cagliari. Regione storica: Parte Olla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 32,85 km2 e confina a nord

con Samatzai, a est con Donori e Serdiana, a sud ancora con Serdiana e a ovest con Monastir e Nuraminis. Si tratta di una regione al confine tra le ultime propaggini dei rilievi del Sarrabus e la piana campidanese; il centro abitato in particolare si trova nella vallata del rio Flumineddu, che provenendo da oriente si dirige a sud-ovest, verso lo stagno di Cagliari. Il paese si trova a breve distanza dalla superstrada Cagliari-Sassari, cui si collega con una strada secondaria che prosegue poi per Serdiana. Un’altra strada assicura il collegamento con Sestu, ` 10 km piu ` a sud. che e & STORIA Nel territorio e ` documentata la presenza dell’uomo a partire dal Neolitico. Il villaggio ha origini romane, deriva da un importante centro posto poco distante dalla via che da Cagliari conduceva alle zone interne. Nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, fu compreso nella parte assegnata al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese nel 1328 fu concesso a Clemente Salavert i cui discendenti continuarono a possederlo; quando nel 1348 fu investito dalla peste ` quasi completamente, per si spopolo cui i suoi abitanti chiesero e ottennero dai Salavert una riduzione dell’am` montare dei tributi. Subito dopo pero essi vendettero U. agli Estaper (=); il villaggio oramai quasi spopolato conti` a restare nelle loro mani. Nel 1355 nuo i suoi abitanti riuscirono a inviare i loro rappresentanti al Parlamento. Nel 1361 gli Estaper si estinsero e il villaggio fu donato a Raimondo Montpa-

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Ussana von; in seguito, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il vil` ulteriormente e fu oclaggio si spopolo cupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia `, di Sanluri. Al termine delle ostilita molto danneggiato e quasi spopolato, nel 1416 fu concesso a Pietro Gomis che nel 1436 lo rivendette ad Antonio De Sena (=). Questi lo incluse nella dote che costituı` in occasione delle nozze di sua figlia con Francesco Erill (=). Il villaggio rimase cosı` in mano ` nel 1541 se ne disfeagli Erill che pero cero; U. fu acquistato da Gabriele Bonfill (=) i cui discendenti nel 1580 lo vendettero a Giuseppe Montaner. Nel ` i Montaner vendettero U. ai 1594 pero Manca Guiso che si estinsero nel 1788. ` agli Amat ai Allora il villaggio passo quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 era stato incluso nella provincia di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza sul villaggio in questo periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in U. anime 1154, distribuite in famiglie 273 ed in case 266. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 569 in scapoli 333, ammogliati 222, vedovi 14; il totale delle femmine 585 in zitelle 291, maritate 229, vedove 65. Il movimento della ` le seguenti medie, napopolazione da scite 40, morti 22, matrimoni 10. La pro` l’agricoltura. fessione generalissima e Sessanta persone attendono alla sartoreria, alla muratura, a’ lavori in legno e ferro. U. ha circa 20 persone esperte della musica delle zampogne, i quali sono condotti a certi patti in altri paesi, per servire alla pubblica ricreazione ` . Le donne si occupano della gioventu ne’ tessuti di lino e lana, e si hanno ` di annon meno di 220 telai, tutti pero tica forma. La scuola primaria vi fu aperta, ma con poco profitto. Nelle

terre de’ campidani intendesi il beneficio dell’istruzione popolare meno che altrove. Agricoltura. I terreni di U., come gli altri vicini, sono di una gran `, se non contrari la vegetazione fertilita e la condizione atmosferica. La solita ` di starelli misura della seminazione e 3000 di grano e 500 tra fave e legumi. Di ` che vogliasi dal lino si semina non piu bisogno delle famiglie. La fruttifica` meno zione ordinaria comune non e del decuplo. Le specie ortensi sono coltivate in una estensione considerevole di terreno non solo per la consumazione del comune, ma per venderne altrove, e massime nella capitale. Le vigne occupano uno spazio minore di quello che parrebbe giusto per il solo approvvigionamento del paese, onde devono domandar ad altri paesi quello ´ questo dipende da che che manca. Ne ´ non vi sieno terreni buoni, giacche nelle piccole colline che sono prossime al fiume, ed in quella maggiore, che sorge a circa mezz’ora dal paese alla parte di greco si trovano le condizioni ` felici, che domanda questa specie piu `; ma perche ´ non e ` per la sua prosperita molto idoneo il terreno circostante al paese, dove si sogliono piantar le viti. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in circa 250 gioghi, o capi 500, in cavalli e cavalle da sella e da basto 50, in giumenti 120, i quali pascolano ne’ territori particolari e nel prato comu´ si provnale, ma non sempre, perche vede alla loro sussistenza con provviste sufficienti per il caso che manchi il pascolo naturale. Il bestiame rude numera vacche 130, porci 300, pecore 7000. Il prodotto si smercia nel Campi` dano e nella capitale. L’apicoltura e praticata da pochissimi, e si avranno ` 500 alveari». Nel 1848 U. entro `a al piu far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima.

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Ussana & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nel settore alimentare e in quelli della lavorazione del legno, del` suffil’edilizia e della metallurgia. E cientemente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Artigianato. ` antica la tradizione della confezione E ` rdudi dolci tipici, in particolare le pa ` collelas e is piricchittus. Servizi. U. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3652 unita di cui stranieri 10; maschi 1829; femmine 1823; famiglie 1065. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 29 e nati 30; cancellati dall’anagrafe 101 e nuovi iscritti 84. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 649 in migliaia di lire; versamenti ICI 1074; aziende agricole 371; imprese commerciali 155; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 975; disoccupati 177; inoccupati 281; laureati 5; diplomati 140; con licenza media 1116; con licenza elementare 1077; analfabeti 185; automezzi circolanti 1344; abbonamenti TV 857. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva poche testimonianze ` al archeologiche, risalenti per lo piu periodo romano; in particolare le terme di San Lorenzo. Si tratta di un complesso termale risalente al secolo

` tarde, che fu II. ma con aggiunte piu scavato nel 1949 da Giovanni Lilliu (=). Probabilmente faceva parte di ` costituito da una una grande villa. E sala rettangolare che doveva costituire il tepidarium, delimitata a est da un altro ambiente ad absidi diviso in altri vani che costituiva il calidarium, e a nord da un terzo ambiente con due vasche che era il frigidarium. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato nel centro storico il suo assetto tradizionale con le case in mattoni di terra ` diri) affacciate sulla corte incruda (la ` abbellita da un porticato terna che e ` interessante e ` la (lolla). L’edificio piu chiesa di San Sebastiano, parrocchiale ` del secostruita nella seconda meta colo XVI; ha un impianto a tre navate ` a volte a con transetto, la copertura e ` in forme barocbotte. La facciata e cheggianti. Poco distante sorge la torre campanaria a canna quadrata. All’interno conserva un pulpito ligneo con baldacchino finemente intagliato, un sarcofago romano e due sculture di probabile origine bizantina; in sacre` custodita un’interessante collestia e zione di oggetti liturgici d’argento, dono del cardinale Luigi Amat (=), e un reliquiario con circa 400 reliquie (una per ogni giorno dell’anno). Accanto alla parrocchiale sorge l’oratorio, chiesa di piccole dimensioni costruita nel Settecento; ha l’impianto a una navata e la copertura a volta. La ` divisa in due specchi scanfacciata e diti da una cornice: quello inferiore diviso in tre parti da paraste; quello superiore concluso in alto da un fastigio con due volute sormontate da un campanile a vela. Altro edificio interes` la chiesa di San Saturno che sante e sorge poco fuori dall’abitato su una modesta altura. Fu costruita in forme romaniche nel secolo XII dai Vittorini.

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Ussaramanna Originariamente aveva un’aula a due navate di diversa ampiezza chiuse da due absidi scandite da arcate e la copertura con la volta a botte. Nel secolo XIII, dopo un crollo parziale della volta, i muri d’ambito furono sopraelevati e l’aula fu coperta in legno a capriate. Nel XVIII la chiesa fu radicalmente ristrutturata modificandone l’orientamento: nella vecchia facciata vennero chiusi gli ingressi e vi venne ricavata la nicchia per l’altare, furono demolite le absidi e cosı` la testata orientale fu ricostruita come facciata con un unico ingresso, ampia finestra e campanile a vela. Recenti restauri le hanno parzialmente restituito le antiche forme romaniche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari che conser` particolarvano le antiche tradizioni, e mente importante quella del Carnevale che culmina nella sfilata delle maschere e col processo a un pupazzo che invariabilmente alla fine viene bru` quella ciato. Altra importante festa e dell’Assunta che si svolge il 15 agosto con un denso programma di canti tradizionali, balli in piazza e fuochi d’artificio, culminando in una solenne processione con la partecipazione di fedeli in costume.

Ussaramanna Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 604 abitanti (al 2004), posto a 158 m sul livello del mare a occidente della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 9,75 km2 e confina a nord con Baradili, a est con Turri, a sud con Pauli Arbarei e a ovest con Baressa. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, che ha la Giara di Gesturi a oriente e la Giara di Siddi a occi-

dente. Il paese si trova lungo la strada che unisce Villamar a Usellus, nel punto in cui se ne distacca una traversa che, dividendosi in due, raggiunge Tuili e Pauli Arbarei. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico. L’attuale centro deriva da una statio romana situata lungo la strada che da Cagliari portava a Usellus. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si furono insediati in Sarde` a rimanere in possesso gna, continuo del giudice d’Arborea ma nel corso delle guerre tra Arborea e Aragona fu spesso investito dalle operazioni militari. Subito dopo la battaglia di Sanluri, nel 1421 U. fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada, ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454. Subito dopo il villaggio, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg il quale, a sua volta, ven` . Per far fronte dette a Pietro di Besalu ai molti debiti di cui si era caricato, il ` dovette chiedere il soccorso fiBesalu nanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute. Il poveretto ` non fu in condizione di pagare e, pero senza molti scrupoli, Dalmazio Carroz gli tolse buona parte della Marmilla. ` a far parte della Cosı` U. dal 1477 entro contea di Quirra e nel corso dei secoli ` dai Carroz ai Centelsuccessivi passo ` e infine agli les, ai Borgia, ai Catala Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Vittorio Angius ci ha lasciato nel Dizionario del Casalis una preziosa testimonianza relativa a questo periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846

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Ussaramanna si notarono in questo paese anime 544, distribuite in famiglie 153 ed in case 148. Si distinguevano poi secondo la condizione domestica, il totale de’ maschi 275 in scapoli 157, ammogliati 103, vedovi 15; il totale delle donne 269 in nubili 159, maritate 103, vedove 27. Il ` le semovimento della popolazione da guenti medie, nascite 22, morti 11, ma` trimoni 5. La professione principale e l’agricoltura, pochissimi attendono ` pochi a’ mestieri. alla pastorizia, piu Le donne si occupano di solito sul te` lajo. La scuola elementare non ha piu di sei fanciulli. Quelli che nel paese san leggere e scrivere forse non sono 7. Agricoltura. Molte parti di questo terri`, di cui e ` torio sono di quella fecondita lodata la Marmilla. Per la seminagione si consumano ordinariamente starelli di grano 850, d’orzo 200, di fave 250, di legumi 25, 90 di lino. La fruttificazione ` dal 12 al 15. L’orcomune ed ordinaria e ` molto curata e usa poticoltura non e che specie. Il vigneto non occupa grande spazio di terreno, sebbene vi sieno regioni che, poco idonee a’ cereali, renderebbero assai se fossero ` delle uve piantate a viti. Le varieta ` di 10; la vendemmia e ` abnon sono piu bondante, tenuto conto dell’area pro` pregiato e lo sarebbe duttiva, il vino e ` se fosse fatto con maggiore medi piu todo. Anche per gli alberi fruttiferi il ` ben favorevole: ma gli ussaresi suolo e trascurano questa coltura, ed il numero de’ ceppi forse di poco sorpassa i ` comuni sono olivi, 3000. Le specie piu mandorli, ficaje ecc. Pastorizia. Il bestiame manso o di servizio per l’agricoltura e per il trasporto consiste in buoi 220, cavalli e cavalle 34, giumenti 140. Il bestiame rude si computa di vacche 80, porci 300, pecore 1200. L’apicol` generalmente negletta. Il comtura e ` poco considemercio degli ussaresi e revole. Essi trasportano le loro derrate

in Selluri, donde distano circa 11 mi` a far parte della glia». Nel 1848 U. entro divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Di ` entrata nel novero dei centri recente e compresi nella nuova provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e caprini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare (produzione di formaggi), metallurgico e ` poco organizzata la rete di diedile. E stribuzione commerciale. Artigianato. Ha antica origine la lavorazione dei cestini di fibre vegetali, di particolare ` collegato da aueleganza. Servizi. U. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, scuola E dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 609 unita di cui stranieri 2; maschi 309; femmine 300; famiglie 222. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 10 e nati 4; cancellati dall’anagrafe 13 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 743 in migliaia di lire; versamenti ICI 253; aziende agricole 110; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 11; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 195; disoccupati 27; inoccupati 39; laureati 9; diplomati 84; con licenza media 185; con licenza elementare 193; analfabeti 39; automezzi circolanti 220; abbonamenti TV 182. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze del periodo nuragico, tra cui i nuraghi Ca-

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Ussarella bonu, Senzu, Molas, San Pietro e Si` interessante e ` rissi. Tra tutti il piu quello di San Pietro, nuraghe quadrilobato inserito oramai nel tessuto urbano; nelle sue vicinanze nel 1956, durante una campagna di scavi, furono individuati i resti di un villaggio ro` imperiale. Altri resti di comano di eta struzioni romane sono stati rinvenuti presso la chiesa di San Lorenzo e in ` stata regione Bingias Beccias, dove e scoperta una necropoli con tombe a inumazione che hanno restituito numerose suppellettili. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico conserva ancora numerose case tradizionali abbellite dal porticato interno (lolla) e affacciate alla corte cui si accede da un por` interessanti c’e ` tale. Tra gli edifici piu San Quirico, chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI e trasformata nelle attuali forme barocche nella se` del XVII, quando sostituı` conda meta l’antica chiesa di San Pietro che in seguito divenne Monte granatico. Ha un ` stata impianto a una sola navata ed e ` riprese: nel 1726 fu completata a piu costruito il campanile, nel corso del secolo XVIII fu completata la copertura a volta e nel 1789 la cupola fu rivestita con tessere di ceramica; nel 1817 furono costruiti la sacrestia e i cappelloni. All’interno sono conservati molti arredi in marmi policromi opera dello Spazzi, di Santino Franco e di altri ` una maestri marmorai. San Pietro e chiesetta che sorge nei paraggi del nuraghe omonimo: agli inizi dell’Ottocento divenne Monte granatico. Infine la chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel 1649 da maestranze locali in forme tardogotiche. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio e da alcune cappelle laterali, mentre la ` a volta a botte. copertura e & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra

le manifestazioni popolari va ricordata la mostra delle erbe che si tiene tra aprile e maggio, ha carattere regionale ` attira moltise per la sua singolarita ` simi visitatori. La festa religiosa piu importante si svolge in onore di San Lorenzo, il patrono, tra il 10 e il 13 agosto e si apre con una solenne processione in costume nel corso della quale la statua del santo viene trasportata alla chiesetta, unica testimonianza dello scomparso villaggio di Ussarella, dove si svolge un intenso programma di festeggiamenti. Altra singolare manifestazione si svolge a settembre, si tratta della sagra del dolce tipico del paese (e della zona), una formaggella detta sa `rdula. pa

Ussarella Antico villaggio del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la conquista ` la aragonese, quando nel 1364 scoppio seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV divenne teatro delle operazioni, per ` dimicui la sua popolazione ando nuendo. Dopo la battaglia di Sanluri nel 1421 fu incluso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada, il cui figlio se lo vide sequestrare nel 1454. Poco dopo fu venduto all’asta e acquistato da Simone Royg, il quale, a sua volta, lo incluse nei territori che ce` . Le vicende di dette a Pietro di Besalu questo squattrinato personaggio sono note: nel 1477 il villaggio fu compreso in quella parte della Marmilla che en` a far parte del grande feudo di tro Quirra. Nei secoli successivi il villag` dai Bertran Carroz ai Centelgio passo les e da questi ai Borgia. Agli inizi del secolo XVIII i suoi abitanti, ormai ridotti di numero e tormentati dalle continue angherie di bande di malviventi che infestavano le campagne vicine, si rifugiarono a Ussaramanna. L’antico sito ospitava la chiesa e la festa di San ` l’unico avanzo del Lorenzo. La chiesa e

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Ussassai villaggio d’un tempo. Il 10 agosto vi si svolge la festa: la statua di San Lorenzo vi viene accompagnata da Ussaramanna con una solenne processione in costume. Terminati i riti sacri, la statua fa il suo ritorno in parrocchia al suono struggente delle launeddas. La chiesa ha l’impianto a una navata e la copertura del tipo a capanna: nella facciata, molto semplice, si apre un unico grande portale a tutto sesto. Nel corso ` andata in rovina, ma nel dei secoli e ` stata completamente restau1999 e rata; durante recenti scavi archeologici nelle sue vicinanze sono stati individuati i resti di un insediamento ru` romana. rale di eta

Ussassai – Veduta del centro abitato.

Ussassai Comune della provincia dell’Ogliastra, compreso nell’XI Comu` montana, con 725 abitanti (al nita 2004), posto a 670 m sul livello del mare alle pendici meridionali del Gennargentu. Regione storica: Barbagia di Seulo. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si

estende per 47,30 km2 e confina a nord con Seui e Gairo, a est con Osini e Ulassai, a sud e a ovest con Seui. Si tratta di una regione montuosa, con punte che sfiorano e superano i 1000 m di altitudine (monte Mela, 974 m; monte Arbo, 1051 m). A breve distanza dal paese scorre il rio San Girolamo, che ha ori` a monte e si dirige a sud per gine piu confluire nel Flumineddu. U. si trova lungo la statale 198, che ha origine nei pressi di Serri, unisce i paesi di questo versante meridionale del Gennargentu e si conclude a Tortolı`; lungo questa stessa strada, 8 km a ovest dall’abitato, si trova la stazione di U., lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Mandas-Arbatax. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. Il villaggio attuale e ` di origini medioevali. Apparpero tenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Dopo la caduta del giudicato, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, fu compreso nella parte assegnata al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il villaggio fu in` cluso in un feudo concesso a Nicolo Carroz, Bartolomeo Subirats e Guglielmo Montgry. Cosı` i tre si divisero ` tuttavia il feudo che entro il 1345 passo completamente nelle mani del Carroz. Da questo momento U. rimase unito per sempre a questo feudo e nel corso dei secoli la sua storia coincise con quella delle famiglie che possedettero ` nel la Barbagia di Seulo (=). Percio ` a Giovanni Carroz che lo in1352 passo cluse nel suo feudo di Mandas e succes` ai sivamente, estinti i Carroz, passo Maza de Lic ¸ana, ai Ladron, agli Hur-

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Ussassai ˜ iga, ai Pimentado de Mendoza, agli Zun tel e infine ai Tellez Giron ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Di questo periodo storico resta la testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Il censimento del 1846 portava il totale degli abitanti di U. a 449, distribuiti in famiglie 152, ed in case 143. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 267 in scapoli 159, ammogliati 94, vedovi 14; il totale delle donne 232 in zitelle 111, maritate 95, vedove 26. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie nascite 20, morti 9, matrimoni 4. La scuola ele` di 4 mentare fu frequentata da non piu ` anni da che fanciulli. Forse in 30 e piu questa istituzione fu ordinata, non uscı` da questa scuola un solo ragazzo che sapesse leggere e scrivere. Agricoltura. ` uno de’ luoghi in cui l’agricoltura e ` U. e poco o nulla cresciuta. Non mancano terreni che potrebbero dare a sufficienza a sei volte il numero attuale degli abitanti; ma si lasciano incolti, e le ` delle seminagioni sono le sequantita guenti, starelli di grano 120, d’orzo 70, di fave 2, di legumi 2, di lino 5, di meliga pochissimo. La fruttificazione ordina` del sette per uno. La reria comune e ` ottima per la vite, ma la coltivagione e ` ristretta e le specie sono poche. zione e ` non e ` molta e la quantita ` non La bonta molto considerevole, sı` che ne han poco guadagno. Gli alberi fruttiferi non sorpassano i quattromila ceppi. ` comuni sono ficaje, peri, Le specie piu susini, ciriegi, castagni, pomi. La pa` ancor allo stato selvaggio. Il storizia e bestiame di servigio numera buoi 100 per l’agricoltura, cavalli e cavalle 50, giumenti 80. Si aggiungono circa 40 majali. Il bestiame rude ha capi vaccini 300, capre 3500, pecore 5000. I formaggi ` conferita da’ hanno pregio per la bonta

` numerare 500 pascoli. L’apicoltura puo alveari. Si ha pure del miele amaro». ` a far parte della diviNel 1848 U. entro sione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima, ma nella recente ristrutturazione delle ` stata compresa nella province sarde e nuova provincia dell’Ogliastra.

Ussassai – Paesaggio della Barbagia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura (produzione di mele pregiate). Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale con alcune piccole aziende ` poco nei settori alimentare e edile. E organizzata la rete di distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la tessitura dei tappeti e la lavorazione dei formaggi, con la produzione tra l’altro della cagliata nota come casu axedu; rinomata la produzione del miele e della cera. Servizi. U. ` collegato da autolinee e dalla ferroe ` via agli altri centri della provincia. E dotato di stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 792 unita di cui stranieri 2; maschi 395; femmine

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Ussassai 397; famiglie 453. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 6; cancellati dall’anagrafe 13 e nuovi iscritti 8. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 633 in migliaia di lire; versamenti ICI 386; aziende agricole 220; imprese commerciali 31; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 12. Tra gli indicatori sociali: occupati 218; disoccupati 39; inoccupati 33; laureati 18; diplomati 76; con licenza media 240; con licenza elementare 233; analfabeti 50; automezzi circolanti 232; abbonamenti TV 213. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo sono riconducibili le domus de janas di Coster’e Gianas, Arruaci, Orgia e Perdona. Al periodo nuragico sono riconducibili invece i nuraghi Arcu, Casteddu, Is Coccoronis, Manurri, Marighedda, Pistolurci, Seddo´ alrili Lappei e Taccu Addai, nonche cune Tombe di giganti e villaggi nuragici.

Ussassai – Chiesa di San Gerolamo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha mantenuto il suo assetto tradizionale, raccolto entro uno scenario alpestre, e conserva le ti-

` piani. Cuore piche case in pietra a piu ` la chiesa di San Giovanni dell’abitato e Battista, parrocchiale costruita nel 1649 in forme tardogotiche da mae` stata radistranze locali; dopo il 1970 e calmente ristrutturata. Dell’impianto ` rimasta la sola facciata, originario e sormontata da una cornice aggettante e da un campanile a vela. Il campanile che si trova sulla sinistra della facciata ` stato costruito nel 1987. Al suo ine terno la chiesa conserva un tabernacolo del secolo XVI, due statue lignee del XVII e alcuni pezzi di argenteria di bottega cagliaritana dello stesso periodo. Altri interessanti edifici sono le case padronali ottocentesche dei Mura e dei Belluti che consentono di avere una documentazione della vita contadina. Nei dintorni sorgono poi alcune altre chiese tra cui quella di San Salva` San Gerotore, che si trova in localita lamo, a pochi chilometri dall’abitato; fu edificata nel secolo XII in forme romaniche. La chiesa di San Girolamo, detta anche del Santissimo Salvatore, sorge alle falde del monte Arquerı`. Fu costruita nel secolo XI in forme bizantine; nei secoli successivi fu ripetutamente ristrutturata. Infine sono da considerare le rovine del castello di Fissilo, fortezza fatta costruire dai Bizantini in cima al monte Su Casteddu a breve distanza dall’abitato, a 1000 m di quota. Grazie alla sua posizione il castello controllava l’unica via d’accesso alla Barbagia e tutto il territorio circostante. In seguito divenne uno dei centri di difesa dei confini orientali del giudicato di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato nel 1258 fu compreso nella parte assegnata ai Capraia e alla loro estinzione venne in mano a Pisa. ` il castello aveva perso la Oramai pero sua importanza militare ed era andato in rovina; attualmente sono ancora vi-

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Ussi sibili alcuni resti della base della sua cinta muraria. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 12 settembre presso la chiesa omonima si svolge la festa di San Salvatore che culmina in una processione solenne in cui la statua del santo viene accompagnata dalla parrocchia. A contorno si svolgono per tre giorni numerose manifestazioni tra le quali canti e balli tradizionali. Da alcuni anni si tiene a ottobre la sagra delle mele, con lo scopo di valorizzare uno dei prodotti tipici del luogo, coltivato con metodi biologici; la manifestazione viene arricchita con convegni ed esposizioni varie e ultima` stata abbinata una mostra mente le e dei funghi spontanei locali.

che dopo che nel 1308 Giacomo II, alla ricerca di alleati, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente con l’Arborea, Usulufe, subı`ti danni gravissimi, si ` completamente. spopolo

Ussi Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII pervennero ai Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese, essi si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Il villaggio subı` gravi danni a causa delle ` operazioni militari e prima della meta del secolo era completamente spopolato.

Ustedu Antico villaggio del giudicato d’Arborea, incluso nella curatoria del ` Guilcier. La sua popolazione comincio a diminuire dopo la peste del 1376 ed ` entro la fine del secolo XIV si spopolo completamente.

Usulufe Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. All’estinzione della famiglia giudicale, dopo una lunga contesa tra Doria, Arborea e giudici di Gallura per il controllo del Montacuto, finı` per essere occupato dalle truppe arborensi. Esse continuarono a tenerlo an-

Uta – Lottatori, bronzetto nuragico proveniente da monte Arcosu.

Uta Comune della provincia di Cagliari, ` moncompreso nella XXIII Comunita tana, con 6692 abitanti (al 2004), posto a 6 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 134,46 km 2 e confina a nord con Villaspeciosa e Decimomannu, a est con Assemini, a sud con Capoterra e con un’isola amministrativa di Assemini, a ovest con Siliqua e un’isola amministrativa di Decimomannu. Si tratta di una regione che si estende in parte, a oriente, nella piana campidanese e in parte, a sud-ovest, nelle prime propaggini dei monti del` precisamente del l’Iglesiente, piu monte Arcosu (948 m). Il paese si trova tra due fiumi, il Mannu che arriva da nord, il Cixerri da ovest, entrambi diretti versi lo stagno di Cagliari. U. si trova a breve distanza dalla super-

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Uta strada 130 Cagliari-Iglesias: vi si collega con una breve bretella che poi si raccorda a sud con la strada che unisce la 131 a Villamassargia. A 2 km si trova la stazione ferroviaria lungo la linea Cagliari-Iglesias; a Decimomannu, a 5 km, quella lungo la linea Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico e fu abitato continuativamente dall’uomo ` successive. Nel Medioanche nelle eta evo l’abitato era diviso in due villaggi, Uta Susu e Uta Jossu, apparteneva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria di Decimomannu. I due ` del secolo villaggi nella seconda meta XI furono donati dai giudici di Cagliari ai Vittorini che vi fecero costruire le chiese di San Genesio nel 1089 e di Sant’Ambrogio nel 1090, oggi entrambe distrutte. Caduto il giudicato di Cagliari, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, furono compresi nella parte assegnata ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia fecero una divisione tra loro, i due villaggi toccarono al ramo del conte Gherardo i cui discendenti, prima della spedizione dell’infante Alfonso, prestarono omaggio al re d’Aragona riuscendo cosı` a conservare il possesso dell’intera curatoria. Essi ` da tempo un contrasto avevano pero con i De Ac ¸en (=) proprio per i due villaggi, che nel 1325 finirono per essere concessi a Pietro de Ac ¸en. Poco dopo ` essi furono occupati militarpero mente da Berengario Carroz che li unı` al suo feudo di San Michele. Negli anni successivi soffrirono a causa della pe` ste del 1348 e quando, nel 1353, scoppio la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV furono occupati dalle truppe del giudice d’Arborea e subirono altri

gravi danni. Nel 1363 furono inclusi nella contea di Quirra, ma negli anni successivi, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, furono occupati dalle truppe arborensi e subirono nuovi danni. Dopo la battaglia di Sanluri il territorio, devastato e ` in mano ai Bersemispopolato, torno tran Carroz, ma dei due villaggi era ri`o masto solo un agglomerato di case piu meno corrispondente all’antico Uta Jossu, da cui deriva l’attuale U. Nei se` coli successivi il villaggio si sviluppo attorno alla chiesa di Santa Giusta e ` ai Centelles, da questi ai Borgia, passo ` e infine agli Osorio ai quali fu ai Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento pubblicato nel 1846 si annoverarono in U. anime 1359, distribuite in famiglie 330 e in case 325. Nell’anno ` secolari e si sa 1833 v’erano alcuni gia ` non che gli esempi di tanta longevita furono mai rari. Distinguevasi poi il totale de’ maschi 706 in scapoli 416, ammogliati 268, vedovi 22; il totale delle femmine 653 in nubili 329, maritate 259, vedove 65. Il movimento della po` rappresentare dalle polazione si puo seguenti medie (che si riferiscono ad un altro totale), nascite 52, morti 36, matrimoni 13. Agricoltura. Si riconosce e confessa che il territorio nella pia` atto ad ogni sorta di coltura, nura e che la semenza del frumento cresce sovente al trenta; si computa che in quella larghissima regione campestre siavi un’area di ettari 13 765 o di giornate 34 400, e tuttavolta il terreno che si coltiva per i cereali non sopravanza le giornate 1200!!! Alle quali se aggiungasi altre mille giornate di maggese avremmo la totale superficie della coltivazione campestre di 2200 giornate, il quale ci fa conoscere quanto terreno

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Uta coltivabile resti incolto, e non tutto per ´ posti colmancanza di braccia, perche tivatori 300 e gioghi 300 essi potreb` giorbero lavorare quattromila e piu ` circa il quadruplo di quello nate, cioe che fanno. Sopra questa considerazione si stimi di quanto il guadagno che essi hanno sia inferiore a quello che potrebbero ottenere. Una vera ra` di tante terre, che gione dell’inutilita ` la dipotrebbero essere utilissime, e stanza dell’abitato dalle medesime: ma questa ragione sarebbe tolta se un certo numero di famiglie, un centinajo, si distribuisse in due, o tre, o quattro regioni in mezzo alle terre che si vorrebbero rendere produttive. E potreb` del besi una colonia stabilire in la fiume Sijerro, ove comincia la catena indicata di colline, un’altra all’altro capo della stessa collina, un’altra presso la chiesa rurale di Santa Lucia. ` evidente che la produzione creEgli e scerebbe, andrebbe aumentandosi la popolazione, e il deserto incolto sa` stato rebbe diminuito. Pastorizia. U. e nei secoli passati un paese, dove la pa` comune storizia era la principale e piu ` certo che attualprofessione, ed e mente l’agricoltura non la bilancia ancora e che prepondera la classe pastorale. In questa prevalenza del pasto` la ragione per cui in tanta rame e estensione di territorio fertilissimo si ´ il vigneto e ` semina cosı` poco, perche ´ l’arboricoltura ancora angusto, perche ` negletta. I pascoli naturali sono abe bondantissimi e cosı` svariati, come richiedesi dalle varie specie. Con un poco d’arte si potrebbero formare de’ prati artificiali. Il bestiame di servigio consiste in circa 160 gioghi per l’aratro ed il carro, 40 vacche, 60 cavalli per sella e per basto, 120 giumenti per la macinazione del frumento. Il bestiame rude comprende vacche 2000, cavalle 200, capre 4000, pecore 4500, porci

` a far parte 5000». Nel 1848 U. entro della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nei settori agroalimenvita tare, della lavorazione del legno, dei laterizi, della lavorazione della ` digomma, della plastica e del vetro. E scretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 26 posti letto e ` collegato da un ristorante. Servizi. U. e autolinee e dalla ferrovia agli altri cen` dotato di Pro tri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 6785 unita di cui stranieri 85; maschi 3444; femmine 3341; famiglie 2135. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 35 e nati 65; cancellati dall’anagrafe 135 e nuovi iscritti 136. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 496 in migliaia di lire; versamenti ICI 1552; aziende agricole 640; imprese commerciali 204; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 106; ambulanti 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 1600; disoccupati 310; inoccupati 679; laureati 21; diplomati 393; con licenza media 2094; con licenza elementare 1872; analfabeti 303; automezzi circolanti 2287; abbonamenti TV 1400. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze che do-

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Uta cumentano la presenza dell’uomo fin ` prenuragica. Infatti in localita ` dall’eta Santa Maria sono state individuate le tracce di una piccola stazione risalente alla cultura di Ozieri che ha restituito ` di ceramica. Al peuna certa quantita riodo nuragico risalgono i nuraghi Corti d’Estadi, Giba Connugas, Niu, Pillosu, Sa Guardia, Sinzidu, Su Cuc` Poceddus sono curu. Infine in localita stati ritrovati resti risalenti al periodo fenicio-punico e a quello romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato numerose abitazioni tradizionali, costruite con mattoni di terra ` diri), che conservano il tradicruda (la zionale porticato (lolla) affacciato sulla ` la chiesa corte interna. Interessante e parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese, ma l’edificio di mag` la chiesetta di Santa Magiore pregio e ria, romanica, che sorge ai margini dell’abitato. Fu edificata a Uta Susu dai Vittorini nel secolo XII con un impianto a due navate absidate nel tipico stile utilizzato dall’ordine per le altre chiese, frutto del lavoro di maestranze provenzali. Nel corso del secolo XIII l’edificio fu completamente ristrutturato da maestranze pisane e assunse l’attuale impianto a tre navate scandite da arcate e antiche colonne probabilmente provenienti da edifici ro` absidata e mani; la navata centrale e ha la copertura a capriate in legno. La ` in conci calcarei e in marmo, facciata e di grande eleganza; lungo il perimetro dell’edificio corre un fregio ad archetti sorretti da mensole ornate di sculture di animali, persone e simboli di grande bellezza e suggestione. Di particolare ` il monte Arcosu, territorio interesse e collinare posto a qualche chilometro dall’abitato, di grande interesse natu` ricoperto ralistico e archeologico. E dalla macchia mediterranea e da fitti

boschi dove trovano il loro habitat cervi, daini, cinghiali e altre rare specie della fauna sarda. Il WWF vi ha istituito un’oasi naturale protetta riservata in particolare alla conservazione del cervo sardo. Nel suo territorio fu ` importanti depositi trovato uno dei piu di bronzetti nuragici della Sardegna, tra i quali la celebre statuetta del Capo` , considerata la piu ` importante tra tribu quelle ritrovate; sono notissime anche alcune figurette femminili e di guerrieri.

Uta – Interno della chiesa di Santa Maria.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari va ricordata quella in onore di Sant’Isidoro che si svolge a maggio e culmina in una scenografica processione alla quale prendono parte numerosi carri a buoi (traccas) riccamente addobbati. Analogo lo svolgimento della festa in onore di Santa Lucia che si svolge dopo Ferragosto con la partecipazione delle traccas infiorate e con una cornice di balli e canti tradi` importante e ` zionali. Ma la festa piu

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Utalis quella di Santa Maria, che si tiene l’8 settembre presso la chiesa omonima. Dedicata a Santa Maria di Monserrato, ` stata introdotta in periodo spagnolo, e ma fino all’Ottocento riproponeva l’antichissimo culto bizantino della Odighetrı`a, consistente nell’immersione degli ammalati in una piscina sacra (aghiasma); per l’occasione veniva usato un vecchio pozzo che si trova nel cimitero adiacente alla chiesa le cui acque secondo la tradizione erano rite` anche il nute miracolose. Importante e costume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e di tela di cotone bianca con ampio collo a pizzo e le maniche stirate a pieghe orizzontali (a sonettu), e da una gonna plissettata in vita (sa gunnedda) di panno marrone guarnita da una trina fiorita e rifinita ai bordi con nastro verde. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato rosso o nero, ornato da trine e da lustrini (su cossu), completato sul davanti da un fazzoletto di tela sul quale puntare gioielli (su panneddu). Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di raso nero a fiori con frange e una cornice di pizzo ` completato da nero. L’abbigliamento e una cuffia di panno bianco sopra la quale si indossa un fazzoletto di raso nero a fiori con frange (su mucadori). Il ` costicostume tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela bianca col collo e i polsini trapuntati e pizzo applicato nella pettina, e dai calzoni di tela bianca. Sopra la camicia si indos`) di broccato e raso sano un gilet (su gile nero chiuso al centro da una fila di bottoni rivestiti di broccato, e la giacca di panno nero (su giubbinu) rifinita con velluto nelle maniche e bordata con passamano nero. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa gunnedda) di panno nero e le ghette (is crazzas) dello

` comstesso tessuto. L’abbigliamento e pletato dalla berritta di panno nero.

Utalis Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria di Montes. Fin dagli inizi del secolo XIII il villaggio era compreso nei territori passati per matrimonio ai Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu compreso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale, subito dopo la conquista aragonese, prestarono omaggio feudale al re d’Aragona. Negli anni successivi il villaggio subı` gravi danni a causa delle ribellioni dei Doria ma comunque rimase in possesso dei Malaspina fino al 1353, quando fu definitivamente confiscato dagli Aragonesi. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Uta Passaris Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Monreale. Quando nel 1257 il giudicato cadde, nella divisione successiva fu incluso nella porzione toc` deficata al conte di Capraia ed entro nitivamente a far parte del giudicato d’Arborea. Dopo la conquista aragonese, pur continuando a rimanere in mano al giudice d’Arborea, data la sua posizione di confine divenne teatro delle guerre che durante il secolo XIV furono combattute tra Aragona e Arborea. Cosı` la sua popolazione diminuı` progressivamente ed entro la fine del secolo scomparve.

Utheri Antico villaggio del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Romangia. Era situato alle porte di Sassari. Fu uno dei villaggi che nella ` del secolo XIII diedero prima meta ` : il suo abitato fu inglovita alla citta bato nel tessuto urbano.

Uva turca = Fitolacca

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V Vacca1 Famiglia di mercanti sassaresi (secc. XV-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1441 ottenne il ` con riconoscimento della generosita un Bartolomeo i cui discendenti si estinsero nel corso del secolo XVII.

Vacca2 Famiglia di Milis (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. I suoi membri erano grandi proprietari terrieri che nel corso del secolo XVIII si dedicarono con successo alla coltivazione degli agrumi. Nel 1777 ebbero il cavalierato eredita` con un Pietro, che aveva rio e la nobilta soccorso i suoi concittadini durante una carestia e aveva fatto costruire alcuni ponti per migliorare l’accesso al villaggio. Nel corso del secolo XIX i V. si divisero in alcuni rami ed espressero ` . Attualmente ridistinte personalita siedono a Cagliari.

Vacca3 Famiglia di Villasor (sec. XVIesistente). Originaria di Escolca, le sue notizie risalgono alla seconda ` del secolo XVI, quando viveva un meta Francesco, interessato al commercio del grano. Egli si trasferı` a Cagliari ` una sorella di Benedetto dove sposo Nater; dal matrimonio nacque Salvatore, che nel 1643 ottenne il cavalierato ` e fu ammesso ereditario e la nobilta allo Stamento militare durante il parlamento Avellano. I suoi discendenti presero parte a tutti gli altri parla-

menti e, pur mantenendo stretti legami con Villasor dove avevano una vasta ` , si stabilirono a Cagliari, proprieta dove continuarono a risiedere.

Vacca, Antonio Religioso (n. Quartu Sant’Elena 1934). Vescovo di Alghero dal 1994 al 2006. Dopo essere stato ordi` laureato in nato sacerdote nel 1957 si e Teologia. Ha svolto funzioni pastorali presso importanti parrocchie, e nel ` divenuto presidente dei parroci 1980 e ` stato nourbani di Cagliari. Nel 1991 e minato Cappellano pontificio e nel 1994 vescovo di Alghero, dove ha esercitato il suo incarico fino al 2006.

Vacca, Cicito Studioso di storia locale ` sec. XX). Entro ` (n. Milis, prima meta nella carriera militare come sottufficiale dell’esercito. Uomo dai molte` la biblioteca plici interessi, riordino del Comando militare a Cagliari e si ` allo studio della storia del suo dedico paese natale. Tra i suoi scritti: Le biblioteche sarde e la Biblioteca militare di Cagliari, 1948.

Vacca, Elias Avvocato, deputato al Parlamento (n. Alghero 1951). Nella con` stato sultazione dell’aprile 2006 e eletto alla Camera dei deputati nella lista dei Comunisti Italiani

Vacca, Gian Vittorio = Gianvittorio Vacca, Mattia Fotografo (n. Monserrato, sec. XX). Dopo una prima fase di

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Vacca interesse per gli spettacoli di teatro e di teatro-danza, alla fine degli anni Ottanta, con la nascita dell’interesse per ` escursiola speleologia e per le attivita nistiche in genere, consolida la sua reputazione di fotoreporter sportivo. Insieme a Maurizio Oviglia, arrampicatore di fama, pubblica Sardegna non solo mare, Pietra di luna, Gennargentu, ultimo Paradiso e, nel 1997, per conto del CAI, Sardegna della collana ‘‘Guida dei monti d’Italia’’. Parallelamente collabora con riviste specializzate del settore italiane e straniere.

Vacca, Paolo Pugile dilettante (n. Cagliari, sec. XX). Distintosi da giovanissimo in campo regionale e nazionale, nel 1961 conquista il titolo assoluto dei pesi mosca a Bologna. Convocato in nazionale a Belgrado, si laurea brillantemente campione europeo nella sua categoria. Rimasto sempre dilettante, ` medaglia di bronzo agli eunel 1963 e ropei di Mosca e con la maglia azzurra partecipa a vari tornei nazionali e internazionali. Nel periodo che va dal 1960 al 1963 viene giudicato il miglior peso mosca dilettante italiano. [GIOVANNI TOLA]

Vaccarella Famiglia pisana di popolo (secc. XIII-XIV). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Alcuni dei suoi membri ricoprirono uffici nell’amministrazione pisana in Sardegna tra la ` fine del secolo XIII e la prima meta del XIV.

Vaccarella, Branca Rettore di Villa di ` sec. XIIIChiesa (Pisa, seconda meta ivi 1320). Eminente cittadino, prese parte attiva alla vita politica del Comune di Pisa; nel 1313 fu eletto tra gli Anziani. Nel 1319 fu inviato in Sardegna come rettore di Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias); durante il periodo del suo governo fece riparare il castello di ` di avviare Acquafredda e si preoccupo il rafforzamento delle opere di difesa

di Villa di Chiesa. Tornato in patria, morı` dopo il 1320.

Vaccarella, Puccio Camerario del Gippi e della Trexenta (sec. XIV). Eminente cittadino pisano, dopo che nel 1326 fu stipulata la pace tra Pisa e Aragona, fu nominato camerarius del Comune dell’Arno nei feudi di Trexenta e di Gippi che Pisa aveva ottenuto dal re d’Aragona. Giunto in Sardegna, ne` di opgli anni del suo mandato tento porsi alle prepotenze aragonesi cercando di impedire che nei territori concessi al Comune venissero fatte nuove concessioni feudali a favore di aragonesi e protestando per l’eccessivo carico fiscale. ` abitata in territorio Vaccas, Is Localita ` sviluppata in eta ` non di Santadi. Si e precisabile, e comunque non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito da pastori su un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Vacca che ha dato il nome al piccolo centro.

Vacquer Famiglia aragonese (sec. XVII-esistente). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna nel secolo XVII con Francesco de Rejna. I suoi discendenti si stabilirono a Villasor ponendosi al servizio degli Alagon; col tempo accumularono un grande patrimonio e acquistarono una notevole reputazione. Nel 1797 ottennero il cavalierato eredita` con un Francesco che e ` rio e la nobilta da considerare il capostipite di tutti i V. attuali stabiliti ancora a Villasor, Nuraminis e Cagliari.

Vadilonga, Giuseppe Mercedario (Cagliari 1684-ivi 1762). Attirato dalla vita ` nell’ordine dei Mercereligiosa, entro dari e, completati gli studi, fu ordinato `, sacerdote. Dotato di notevoli capacita fu ripetutamente nominato commendatore del convento di Bonaria; in seguito ricoprı` l’ufficio di vicario generale del suo ordine in Sardegna e nel

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Vaiolo 1750 divenne il primo provinciale della Provincia sarda.

Vaglieri, Domenico Archeologo (sec. ` XIX). Alla fine dell’Ottocento lavoro per qualche tempo a Cagliari alla dire` zione degli scavi. Nel 1897 collaboro con Filippo Vivanet. Tra i suoi scritti: Note sopra la nuova iscrizione cagliaritana, e Frammento di iscrizione onoraria imperiale rinvenuto a Santa Caterina del Sulcis-Iglesias, entrambi in ` ’’, V, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1897.

Vagnetti, Lucia Archeologa (n. sec. XX). Allieva di Sabatino Moscati, dopo la laurea in Lettere ha intrapreso la ` esperta dei carriera universitaria. E rapporti tra mondo miceneo e mondo nuragico. Tra i suoi scritti: Micenei in Sardegna? (con Fulvia Lo Schiavo), ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, s. VIII, vol. XXXV, 5-6, 1980; Late Cypriot imports to Italy and their influence on local bronzework (con F. Lo Schiavo ed E. MacNamara), ‘‘Papers of British School at Rome’’, 53, 1985; Frammento di un vaso miceneo da Pozzomaggiore: il rinvenimento (con F. Lo Schiavo), in Atti del Convegno ‘‘Traffici micenei nel Mediterraneo: problemi storici e documentazione archeologica’’, 1986; Minoici, Micenei e Ciprioti in Sar` recenti scoperte degna alla luce delle piu (con Maria Luisa Ferrarese Ceruti e F. Lo Schiavo), in Atti del Convegno ‘‘Nuragic Sardinia in the Mycenean World. Studies in Sardinian Archaeology’’, ‘‘British Archaeological Report International Series’’, III, 387, 1987; Late Bronze Age long distance trade in the Mediterranean: the role of the Cypriots (con F. Lo Schiavo ed E. MacNamara), in Proceedings of the International Conference ‘‘Early Society in Cyprus’’, 1988; A Sardinian Askos from Crete, ‘‘British Studies of Archaeology’’, 84, 1989; Alabastron miceneo dal nuraghe Arrubiu di

Orroli (con F. Lo Schiavo), ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, s. IX, IV, 1993.

Vaguer, Pietro Religioso, presidente ` sec. XVIdel Regno (Jaca, prima meta Alghero 1562). Vescovo di Alghero dal 1541 al 1562, presidente del Regno dal 1543 al 1545. Ordinato sacerdote si lau` in utroque a Salamanca, e acquisto ` reo presto fama di persona dotta e prudente. Fu nominato vescovo di Alghero nel marzo 1541, alcuni mesi prima della celebre visita di Carlo V ad Alghero. Nel 1543 fu nominato visitatore del Regno e incaricato di indagare sulla complicata situazione che si era ´ Antonio creata a Cagliari tra il vicere Cardona e una parte dell’aristocrazia ` . Giunto a Cagliari, poiche ´ il della citta ´ dovette allontanarsi dall’isola vicere per recarsi a corte, fu nominato presidente del Regno e assunse le funzioni ´ interino. Governo ` fino al 1545 di vicere con molta prudenza, smontando le ´ , al cui squallide trame contro il vicere ritorno partı` per Sassari tornando subito dopo nella sua diocesi. In seguito ` al concilio di Trento, dove sogsi reco ` per sette anni. Morı` dopo essere giorno tornato in Sardegna.

Vaiolo Nessuna malattia aveva il potere di terrorizzare la popolazione ` di ‘‘secome il v., per la sua capacita gnare’’ per sempre coloro che riuscivano a sopravvivere, indicati come ‘‘guasti’’ persino nelle relazioni ufficiali. Non esistono documenti che consentano di precisare in quale epoca questa tremenda malattia fece la sua ´ la freprima comparsa in Sardegna, ne `. Cenni a vampate quenza e la mortalita epidemiche di vajuolo, nelle diverse zone, si trovano nelle storie generali dell’isola, come quella di Giuseppe Manno, che racconta dell’impressione suscitata, nel 1747, da un’epidemia di v. ` di Cagliari uccise che nella sola citta

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Valde´s 500 bambini. Affermatasi in ritardo, la pratica della vaccinazione si diffuse ` . Ma la macdapprima nelle grandi citta china organizzativa per la profilassi si era appena avviata con l’editto sull’in` un’ondata nesto del vaccino che arrivo epidemica, introdotta nel 1829 da una barca corallina approdata ad Alghero su cui pare si trovasse un marinaio livornese affetto dal v.: nella sola provincia di Sassari si dovettero registrare 7807 morti. La diffusione della vacci` a produrre i nazione cominciava pero suoi effetti. L’epidemia del 1846, infatti, fu assai meno distruttiva della precedente. A Sassari, ad esempio, i colpiti furono 389, i morti 99, di cui non vaccinati 96. Arrivata a circa vent’anni dall’istituzione delle condotte e dall’organizzazione del servizio della ` un imporvaccinazione, rappresento tante banco di prova: vedere salvarsi dal vaiolo coloro che erano stati vacci` effinati rappresentava la lezione piu cace. A morire erano i non vaccinati, `, dati alla mano. Nel come si dimostro distretto di Nulvi erano stati colpiti dall’epidemia 989 individui, dei quali 766 non vaccinati e 223 vaccinati. Di questi ne morirono 7, mentre le vittime tra i primi furono 38. Nel distretto di Bosa i colpiti furono 494 (18 i morti): nessuno di essi era stato vaccinato. Nonostante la diffidenza popolare e le carenze organizzative, le campagne di vaccinazione continuarono negli anni successivi, per quanto con una percentuale lontanissima dal numero dei nati e senza raggiungere numerosi piccoli centri nelle aree rurali. Lentamente, tuttavia, nel corso dell’Ottocento la pratica si diffuse con un continuo aumento della percentuale dei vaccinati ´ delle rivaccirispetto ai nati, nonche nazioni. La legge sanitaria del 1888, con l’introduzione della vaccinazione obbligatoria entro il sesto mese dalla

nascita e della rivaccinazione entro gli `, aprı` una nuova fase undici anni di eta che vide la Sardegna avvantaggiarsi dei benefici assicurati dall’azione profilattica attuata dai servizi sanitari pubblici. Stando ai dati ufficiali, anzi, la percentuale di diminuzione della ` per vaiolo, morbillo e scarmortalita ` che colpivano, lattina – malattie cioe in misura maggiore, i bambini – era in Sardegna superiore a quella nazionale nel confronto tra i periodi 1887-1890 e 1901-1904. Qualche isolato focolaio tuttavia continuava ad alimentare un’antica paura che solo gli sviluppi della ` dell’Otmedicina nella seconda meta tocento riuscirono a dissipare. [EUGENIATOGNOTTI]

´ s Famiglia cagliaritana di origine Valde spagnola (sec. XVII-esistente). Si tra` sferı` in Sardegna nella seconda meta del secolo XVII con un Pietro, valente giureconsulto. I suoi discendenti lega` rono il nome della famiglia all’attivita dell’omonima tipografia fondata nel 1894 a Cagliari da un altro Pietro. I ` , ragsuoi figli continuarono l’attivita giungendo un elevatissimo livello tecnico.

´ s, Ciro Industriale tipografico Valde (Cagliari 1896-ivi 1976). Figlio di Pie` dal padre lo stabilimento tro, eredito tipografico, cui diede un notevole impulso modernizzandone le strutture. ` la Uomo di grande cultura, continuo tradizione paterna pubblicando opere di notevole livello scientifico.

´ s, Pietro Industriale tipografico Valde ` (Cagliari 1851-ivi 1923). Nel 1894 fondo lo stabilimento tipografico che porta il nome della famiglia. Fu uomo di ` culturale e favorı` la grande sensibilita pubblicazione di opere di notevole livello e di argomento sardo. Si preoc` di sorreggere adeguatamente lo cupo sviluppo della tipografia da lui creata.

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Valentini Fu anche autore di una Guida pratica di Cagliari, stampata nel 1902.

´ s Carboni, Marina Storica (n. CaValde ` gliari 1950). Dopo la laurea in Lettere e entrata nella carriera degli Archivi di ` funzionario Stato. Attualmente e presso la Soprintendenza archivistica della Sardegna. Tra i suoi scritti: Disposizioni legislative sull’edilizia a Cagliari nel ’600 e nel ’700, in Arte e cultura nel ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; L’isola di San Simone nella laguna di Santa Gilla, in Studi storici in memoria di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXV, 1986; Lo statuto del gremio dei falegnami di Cagliari del 1675, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 5-6, 1986; Acquisizione e consolidamento del patrimonio feudale attraverso logiche familiari: gli Amat, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVIII, 1995; L’aristocrazia cagliaritana a tavola: cultura e abitudini alimentari tra ’700 e ’800, ‘‘Archivio per la Storia dell’Alimentazione’’, III, 1996; tre schede sull’Archivio comunale di Fordongianus (con A.P. Loi), Samugheo (con A. Castellino), e Tadasuni (con A.P. Loi), tutte in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Valente Imperatore romano (Cibalae, 328?-Adrianopoli 378). Ufficiale di Giuliano e Gioviano, dal fratello Valentiniano I fu associato al potere e nominato Augusto a Nicomedia (364). Poco dopo gli fu affidata la parte orientale dell’Impero e con essa quei soldati che in precedenza avevano servito con Costanzo II. Impegnato in una serie di guerre contro Goti e Persiani, alla morte del fratello (375) divenne maxi` nomimus Augustus, con un’autorita nale superiore a quella del nipote Graziano. Morı` in battaglia contro i Goti. V. ` ricordato come secondo degli augusti e in un cippo della a Caralibus Olbiam per Hafam posto da Massimino (sulla

` leggibile la formula bono rei pietra e publicae natis: nati per il bene dello Stato) e su una costituzione del 375 inviata a Laodicio preside della Sardegna. [ANTONIO IBBA]

Valente, Giuliana Soprano (n. Ca` sec. XX). Dotata di gliari, prima meta eccezionali mezzi vocali, dopo aver studiato presso il Conservatorio intraprese una brillante carriera. Vinse numerosi concorsi internazionali e si esibı` nei maggiori teatri italiani ed europei, ottendo grandi successi di critica e di pubblico.

Valentia Centro abitato della Sardegna romana localizzato nel pressi di ` tramandato Nuragus. Il suo ricordo e dal nome della curatoria medioevale di Parti ’e Alenza e da quello della chiesa di Santa Maria ’e Alenza. La documentazione archeologica e la tipologia del nome V. fanno pensare che essa sarebbe stata fondata dai Romani nel secolo II a.C. soprattutto per rispondere alle esigenze militari di controllo delle aree interne abitate ` ria. Il carattere dai popoli della Barba ` confermato dalla strategico del sito e sua ubicazione presso la via di interesse militare interna che collegava Cagliari con Olbia e dall’epitaffio di ` imperiale di un soldato di un reeta parto ausiliario ignoto. L’importanza ` augustea e ` dimostrata dal di V. in eta fatto che i suoi abitanti, i soli di un centro interno, sono citati da Plinio il Vecchio nella formula provinciae Sardiniae. La documentazione epigrafica, pur non dando informazioni sulla condizione giuridica del centro, permette di affermare grazie all’onomastica che in esso l’elemento indigeno coesisteva con quello romano o romanizzato. [FRANCO PORRA`]

Valentini Abitanti di Valentia, centro non di diritto romano, come risulta da Plinio il Vecchio. Lo stesso status

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Valentiniano I ` riservato dalla fonte a giuridico e Sulci, Neapolis e Bithia. Tolomeo li colloca assieme ai Neapolitani a sud di Scapitani e Siculensi e a nord di Sulcitani e Noritani. Mentre per Sulci e Neapolis la documentazione epigrafica consente di affermare con sicurezza l’acquisizione della condizione di centri di diritto romano, per Valentia e Bithia non siamo in grado di conoscere eventuali mutamenti di status. [FRANCO PORRA`]

sponsabile delle scuderie imperiali, fu lapidato per aver cercato di sottrarre illegalmente in Sardegna ca` inolvalli destinati all’esercito. Tento tre di frenare la liberalizzazione delle miniere isolane, voluta da Giuliano ma dannosa per il fisco, comminando multe alle navi che illegalmente trasportavano dei metallarii (cercatori di metalli) nell’isola (369). ` al governatore della SarNel 375 vieto degna di accogliere la testimonianza di quei criminali che, non avendo ancora scontato la pena, attribuivano agli accusatori il loro stesso crimine. [ANTONIO IBBA]

Valentiniano III Imperatore romano

Valentiniano I – Moneta del secolo IV con l’effigie dell’imperatore.

Valentiniano I Imperatore romano (Cibalae 321-Brigetio 375). Generale dell’imperatore Gioviano, alla sua morte fu acclamato Augusto dalle truppe ` il fratello Va(Nicea 364); si associo lente e, pur conservando il primato ` direttamente nel collegio, controllo solo la parte occidentale dell’Impero. In Sardegna, il governatore Massi` un miliario della a camino gli dedico laribus Olbiam per Hafam; la coppia V. ` invece ricordata su un I-Valente e cippo della a calaribus Olbiam per mediterranea. Impegnato in lunghe e dispendiose guerre contro i Barbari, attento al bilancio e alle esigenze del ` una stretta colpopolo, nel 369 inizio laborazione con Massimino: forse su suo suggerimento Constantianus, re-

(Ravenna 419-Roma 455). Figlio di Galla Placidia e del generale Costanzo, ` a Raalla morte di Onorio (423) rientro venna e dopo complesse vicende fu proclamato Augusto (425). Irresponsa` Licinia Eudosbile e dissoluto, sposo ` sia (437), figlia di Teodosio II, e celebro le nozze condonando anche ai Sardi le tasse non pagate nel periodo 31 agosto 436-8 luglio 438. La perdita di Cartagine (439) e le annuali scorrerie dei Vandali nel Mediterraneo resero difficili i collegamenti con l’isola. Su pres` il versasione del Senato, cancello mento degli arretrati d’imposta dal 31 agosto 447 ma escluse dal provvedi´ i suoi mento la sola Sardegna, giacche governatori trattenevano le somme riscosse, destinandole forse alla difesa (p.e. le mura di Turris Lybisonis): un testo da Nora (425-450) ricorda comunque il restauro dell’acquedotto locale ordinato dal governatore Flaviolus. ` in deCon un’altra legge (452) permuto naro il quantitativo di carne suina de´ le navi onestinato all’annona, giacche rarie non potevano raggiungere la Sardegna, evidentemente a causa dei Vandali. Fu ucciso da due patrizi durante

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Valentino una parata militare nel Campo Marzio. [ANTONIO IBBA]

Valentinis, Pia Illustratrice (n. Udine 1965). Si diploma all’Istituto d’Arte di Udine e si perfeziona ai corsi di illustrazione tenuti da Stephan Zavrel, Sergio Toppi ed Emanuele Luzzati. Trasferitasi a Cagliari nel 1987, oltre ` di illustratrice di libri per all’attivita l’infanzia conduce da oltre un decennio laboratori di arte visiva per bambini. Tra i libri che ha illustrato, Alice dei bambini, per la torinese Sonda, Il grande libro dei diritti dei bambini per Amnesty International, Tottoi e i cavallini della Giara per la Giunti e altri, ` pubblicati in Giappone e a Taiwan. E stata selezionata alla ‘‘Mostra degli Illustratori’’ alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna del 1990, 1995 e 1998.

Valentino Famiglia di Tempio Pausania (secc. XVI-XIX). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVI. I suoi membri esercitavano tradizionalmente la professione di notaio o di av` del secolo vocato: nella prima meta XVII accumularono un discreto patrimonio e si divisero in diverse linee di ` possibile ricodiscendenza. Non e struire i nessi genealogici tra tutti i rami, due dei quali ottennero il riconoscimento del cavalierato ereditario e ` nel corso del Seicento. della nobilta Ramo di Antonio. Discendeva dal dottor Antonio che, entrato nell’amministrazione finanziaria del Regno, divenne coadiutore del maestro razionale e si trasferı` a Cagliari, dove nacquero i suoi figli. Nel 1692 ebbe la concessione dei privilegi e nel 1701 fu nominato luogotenente del maestro ra`a zionale; la sua discendenza continuo vivere a Cagliari, dove si estinse nel corso del secolo XVIII. Ramo di Andrea. Rimase a Tempio e nel 1642 ottenne i privilegi con un An-

drea che nel 1643 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Avellano; i suoi due figli, Martino e Giovanni Andrea, ebbero entrambi discendenza. Discendenza di Martino. Martino, sposata una Roych, si trasferı` a Castellaragonese dove divenne luogotenente del maestro razionale; i suoi figli presero parte a tutti gli altri parlamenti e uno di essi, Nicola, nel 1715 divenne a sua volta luogotenente del maestro razionale; da Castelsardo questi V., nel corso del secolo XVIII, si diramarono a Osilo e a Sedini, e si estinsero agli inizi del secolo XIX. Discendenza di Giovanni Andrea. Gio` a risiedere a vanni Andrea continuo Tempio Pausania, e i suoi discendenti presero parte agli altri parlamenti; ` la guerra di succesquando scoppio sione spagnola uno di loro, Giovanni, ` accesi sostenitori del pasfu tra i piu saggio dell’isola agli Asburgo e nei tumulti che si verificarono a Tempio ebbe distrutto il suo palazzo: per questi meriti Carlo d’Asburgo nel 1711 gli concesse la baronia di Minutadas e nel 1716 i redditi civili dell’incontrada del Mandrolisai con il titolo di conte di San Martino. Per quanto anche i Savoia poco tempo dopo gli confermassero l’investitura, gli abitanti del Mandrolisai tentarono di liberarsi dalla dipendenza feudale radicalizzando il confronto con i suoi di` continuarono a scendenti, che pero possedere il feudo fino al riscatto nel 1838. Trasferitasi a Oristano, la famiglia si estinse alla fine dell’Ottocento.

Valentino, Giovanni Conte di San Mar` sec. XVIItino (Tempio, seconda meta ivi 1730). Scoppiata la guerra di successione spagnola, fu tra i principali sostenitori del passaggio dell’isola agli ` a Vienna per convinAsburgo. Si reco cere l’arciduca Carlo a tentare una

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Valentino spedizione in Sardegna e nel 1708 ` nell’isola con l’ammiraglio Lake, torno prendendo parte all’occupazione di Cagliari. Poco dopo fu in Gallura per sostenere la ribellione della popolazione in favore degli Asburgo; fu ricompensato di questo suo impegno col titolo di conte di San Martino. Quando nel 1717 l’isola fu invasa dalle truppe ` spagnole del cardinale Alberoni, tento inutilmente di resistere e fu costretto ad andare in esilio. Riuscı` a tornare ` ai Sasolo quando la Sardegna passo ` fedelta ` , ottenenvoia, ai quali giuro done la conferma dei titoli e dei privilegi.

Valentino, Giuseppe Magistrato (Tem` sec. XVIII-Sassari pio, seconda meta ` nella car1808). Dopo la laurea entro riera giudiziaria, giungendo a essere nominato giudice della Reale Udienza. Contrario alle idee dell’Angioy, nel 1796 fu nominato presidente del collegio di giudici chiamato a giudicare i seguaci dell’Alternos dopo l’espatrio di questi. Insediatosi a Sassari con pieni poteri, svolse il suo compito con infles` , tanto da guadagnarsi l’epiteto sibilita di ‘‘carnefice e giudice dei suoi concittadini’’ coniato da Giovanni Siotto Pintor; dette inizio a un’orribile sequenza di impiccagioni, che avrebbe fatto scrivere a Pietro Martini: «I patiboli innalzati in Sassari contro i seguaci dell’Angioi faranno mai sempre onta, non solo a Giuseppe Valentino, ma anche agli Stamenti e al governo di Cagliari che li comandava o li tollerava». V. Presie` dette anche il tribunale che condanno Vincenzo Sulis.

Valentino, san (in sardo, Santu Valentinu, Santu Balentinu) Santo martire. Sono due i San V. che si contendono la festa degli innamorati: uno vescovo di Terni, l’altro romano, entrambi martiri sotto Claudio II il Gotico (268270). Ma gli agiografi ritengono che si

tratti di un unico santo, sdoppiato nel corso dei secoli. Riprendendola dalla fantasiosa Passio Mariae et Marthae del secolo II, Jacopo da Varagine o da Varazze nella sua Legenda aurea (1253-1266) diffuse la vita del romano: sacerdote zelante e caritatevole, stimato persino dai pagani, si prodigava nel soccorrere i cristiani incarcerati per fede. Claudio II il Gotico, cosiddetto per aver vinto i Goti in Tracia e in Mesia, volle conoscerlo. Sentendolo, ammirato dalle parole e dalla ` : «Romani, forza della fede, esclamo ` un saggio!». Ma i sacerquest’uomo e doti pagani e il prefetto presenti al colloquio lo richiamarono al dovere di pontefice massimo della religione romana. V., giudicato un bestemmiatore, venne consegnato al prefetto ` al Calpurnio, che a sua volta lo affido giudice Asterio, con l’ordine di pu` nirlo severamente. In carcere, dono la vista alla figlia di Asterio, nata cieca: il giudice si convertı`, e con lui l’intera famiglia, oltre quaranta persone ricevettero il battesimo. L’imperatore avrebbe voluto ridargli la li` , ma temendo disordini chiese berta al prefetto Calpurnio d’intervenire. Torturato, convertı` i suoi aguzzini. Martire a Roma il 14 febbraio del 269, decapitato al secondo miglio della via Flaminia. Sul luogo del martirio sorse una chiesa in suo onore, dove agli inizi del Novecento sono state ritrovate le reliquie. Storicamente la chiesa venne fatta costruire da Giulio I con il denaro di un facoltoso, appellatur Valentini, chiamato V., che le diede, secondo la tradizione dell’epoca, il proprio nome. Quello di Terni, passio dei secoli VI-VII: vescovo, taumaturgo. Cratone, un cri` a Roma per guarirgli stiano, lo invito il figlio da un’artrosi deformante. Denunciato, il prefetto Placido lo fece

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Valerio Domiziano arrestare; V. non volle sacrificare agli dei e venne decapitato il 14 febbraio del 269. Sulla sua tomba sorse una ba` silica. Le reliquie del santo: sono piu di venti le chiese che vantano di possedere i suoi resti, corpo, scheletro, ` famose, la reliquie varie. Fra le piu chiesa di San Samuele di Venezia e la chiesa di Sant’Antonio di Madrid, che nel 1988 sostenne di aver ritrovato i veri resti del santo, esponendoli alla venerazione il 14 febbraio del 1989. Santo degli innamorati. Alla base di ` forse un culto questa tradizione c’e pagano connesso al risveglio della natura dopo il sonno invernale: festeggiato a febbraio, mese che con i primi fiori annuncia i colori della primavera, l’aprirsi della dolce stagione. O ´ segretamente sposava i forse perche ´ procusoldati romani. O forse perche rava la dote alle ragazze povere. O ´ s’innamoro ` della figlia forse perche del carceriere. In Sardegna Patrono di Sadali. Il suo ` stato diffuso, anche nell’isola, culto e dai Benedettini, custodi in epoca medioevale della basilica di Terni. Il santo dei valentini, come vengono chia` diventato mati i bigliettini d’amore, e un santo dell’industria consumistica, ` limitato anche se dal 1969 il suo culto e a calendari locali o particolari. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 14 febbraio; l’8 maggio e il 6 ottobre a Sadali, il 24 luglio a Nuraxinieddu, frazione di Oristano.

Valeriano, san (in sardo, Santu Valerianu, Santu Balerianu) Santo martire, marito di Santa Cecilia (=). In Sardegna non manca la chiesa in onore del marito di Santa Cecilia: si trova a Monserrato, fatta costruire nel primo dopoguerra da un devoto, Valeriano Spiga. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 14 aprile.

San Valeriano – I santi Cecilia, Valeriano e Tiburzio in un dipinto di Orazio Gentileschi. (Pinacoteca di Brera, Milano)

Valerio Domiziano, Galerio Governatore della Sardegna nel 305?. Praeses e praefectus, vir perfectissimus, pur essendo difficile stabilire la sua permanenza nell’isola fu testimone in Sardegna del passaggio fra prima e seconda ` infatti una dedica al tetrarchia: curo Cesare Galerio, realizzata dai magistrati di Turris Lybisonis (prima del 1º maggio 305), mentre in seguito pose due miliari della a Caralibus Olbiam per Hafam per Costanzo Cloro Augusto (in uno di questi D. fu anacronisticamente indicato come procurator vir egregius). A. Boninu e A.U. Stilow gli attribuiscono un terzo cippo (di difficile lettura) sempre della a Caralibus

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Valerio Orca Olbiam, dedicato al secondo collegio tetrarchico. [ANTONIO IBBA]

del sovrano del Ponto Mitridate VI. [PIERGIORGIO FLORIS]

Valerio Orca, Quinto Generale ro-

Valerio Triario, Publio Oratore ro-

mano (sec. I a.C.). Fu propretore dell’Africa Vetus nel 56 a.C.; allo scoppio della guerra civile (12 gennaio 49), come luogotenente (legatus) di Cesare fu inviato probabilmente con una legione in Sardegna per sottrarre a Pompeo l’isola e il controllo delle sue risorse cerealicole, importanti per i rifornimenti di Roma. Saputo del suo arrivo, gli abitanti di Carales insorsero contro il governatore Marco Aurelio Cotta e lo cacciarono ` (ex oppido), prima ancora dalla citta che O. vi fosse sbarcato: Cotta fuggı` in Africa lasciando a O. un’isola sguarnita ` e priva di difese, che in breve passo dalla parte di Cesare; forse qui eser` le funzioni di governatore. Abbancito donata la Sardegna (48), fu incaricato dal dittatore di distribuire ai veterani delle terre in Etruria. [ANTONIO IBBA]

mano (sec. I a.C.). Figlio di L. Valerio Triario, assunse il ruolo di difensore dei Sardi nel processo che questi nell’estate del 54 a.C. intentarono a Roma contro l’ex governatore M. Emilio Scauro per il suo malgoverno nell’isola. Il presidente del tribunale M. Porcio Catone concesse a T. trenta giorni per raccogliere le prove contro l’imputato; T. preferı` invece ricorrere ai 120 testimoni sardi presenti a Roma, temendo che se nel frattempo Scauro, candidato alle imminenti elezioni per il consolato, fosse stato eletto, il processo sarebbe stato insabbiato. Scauro, difeso da un collegio di importanti avvocati tra i quali Cicerone, fu assolto; dopo la sentenza T. fu a sua volta accusato di calunnia ai danni di Scauro, ma fu riconosciuto non colpevole. Poco ` Scauro di broglio tempo dopo T. accuso elettorale; il processo si tenne nel 52 a.C. e, nonostante la difesa di Cicerone, l’ex governatore questa volta fu con` in esilio. [FRANCO dannato e ando

Valerio Triario, Lucio Funzionario romano (secc. II-I a.C.). Questore urbano nell’81 a.C. Dopo essere stato pretore (78 a.C.) fu propretore in Sardegna nel 77 a.C.. Si tratta del primo governatore ` l’isola posteriornoto che amministro mente alla riforma sillana dell’81 riguardante i governi provinciali. Nel 77 a.C. respinse con successo il tentativo dell’ex console M. Emilio Lepido di impadronirsi dell’isola. Fu verosimilmente a causa dell’aiuto ricevuto in ` alcuni quest’occasione che T. premio Sardi con la concessione della cittadinanza romana. Dopo il governo in Sar` degna, dal 73 a.C. al 67 a.C. partecipo come legato di L. Licinio Lucullo alla ` inizialguerra mitridatica. Riporto mente diversi successi e nel 68 a.C. ebbe l’incarico della difesa del Ponto, mentre Lucullo si dedicava all’invasione dell’Armenia; all’inizio dell’anno seguente subı` una disastrosa sconfitta nei pressi di Zela da parte

`] PORRA

Valguarnera Famiglia feudale catalana (secc. XIV-XV). Originaria dell’Alto Ampurdan, nel corso dei secoli si divise in molti rami uno dei quali, alla fine del secolo XIV, si stabilı` in Sicilia con i fratelli Simone, Francesco e Vitale, figli di Uberto. Da Francesco nacque Alamanno, che giunse in Sardegna al seguito di Martino il Giovane; dopo la battaglia di Sanluri, nel 1410 ebbe il feudo di Nuraminis, che a causa delle guerre precedenti era completamente spopolato. La sua discendenza, `, si estinse nel 1436 con suo figlio pero ` cosı` al fisco. Francesco, e il feudo torno

Valguarnera, Adolfo Ispanista (n. Catania 1941). Dopo la laurea ha insegnato Lingua francese negli istituti su-

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Valle ` stato segretario periori di Cagliari. E nazionale dell’Associazione degli Insegnanti di lingua straniera e per anni ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione per il settore delle Lingue. Autore di interessanti studi di carattere pedagogico didattico, ha al suo attivo anche il volume Cerden ˜ a. Aspectos geograficos, historicos y turisticos (con Luigi Spanu), pubblicato a Cagliari nel 1975.

Valguarnera, Emanuele Vicere´ di Sardegna (Catania, fine sec. XVII-Torino 1770). In carica dal 1748 al 1751. Ufficiale di carriera nella fanteria spa` ai gnola di Sicilia, quando l’isola passo ` a far parte delle Savoia nel 1714 entro guardie del corpo di Vittorio Amedeo II. Da allora rimase fedele ai Savoia, e ` ai Borbone si quando la Sicilia torno trasferı` a Torino, percorrendo una brillante carriera militare nell’esercito sabaudo. Nel 1742 fu inviato in Spagna come ambasciatore, e al suo ritorno, nel 1745, fu nominato generale della ´ di Sardegna cavalleria. Divenne vicere ` con molta prudenza nel 1748: governo ` sofacendosi benvolere; si adopero prattutto per la repressione del banditismo e per lo sviluppo della colonizzazione, favorendo la crescita di Carloforte e l’afflusso di altri coloni. Al termine del triennio fu chiesto il rinnovo ` declino ` del suo incarico, che egli pero per motivi di salute. Tornato a Torino, fu creato ciambellano del re e Collare dell’Annunziata.

Valino, Carlo Ingegnere (Piemonte 1756-?, 1808). Poco conosciuto per altri lavori – nel 1756 un ingegnere dello stesso nome aveva lavorato alla sistemazione del ‘‘molo vecchio’’ di Porto Torres – , viene considerato il progettista e il direttore dei lavori del Palazzo ducale di Sassari, costruito fra il 1775 e il 1805 da capimastri lombardi della famiglia Marini (cosı` Vico Mossa), gli

stessi che aveva diretto nella costruzione della cosiddetta ‘‘Casa di Maramaldo’’ di don Antonio Fois, nella stessa Sassari.

Valle, Giuseppe Generale dell’aeronautica (Sassari 1886-Mar Tirreno ` nell’Accademia Militare e 1938). Entro ` in Ingegneria. Nel 1912 prese si laureo parte alla guerra italo-turca facendo esperienza di volo su un dirigibile, co´ , scoppiata la prima guerra monsicche diale, gli fu affidato il compito di organizzare il servizio dei dirigibili. Per il suo valore gli furono conferite due medaglie d’argento. Terminata la guerra, nel 1926 gli fu affidata la direzione del` tardi l’Accademia Aeronautica, e piu fu promosso generale di Brigata aerea; nel 1930 prese parte con Italo Balbo alla trasvolata Italia-Brasile. In seguito succedette allo stesso Balbo come capo di Stato Maggiore dell’Aero` per rinnovare le nautica e si impegno dotazioni dell’arma. Morı` in seguito a un incidente aereo durante un volo dell’idrovolante di linea tra Cagliari e Civitavecchia nel luglio 1938 (perirono tutti i 16 passeggeri).

Valle, Nicola Scrittore e organizzatore di cultura (Pirri 1904-Cagliari 1995). ` la Scuola municipale di MuFrequento sica, dove a soli tredici anni conseguı` il ´ subito diploma di violino, cosicche dopo la fine della prima guerra mon` un’intensa attivita ` di diale comincio ` italiane. orchestrale in diverse citta ` brillantemente in Nel 1926 si laureo Lettere a Cagliari sotto la guida del Tof` alfanin e a partire dal 1927 si dedico l’insegnamento negli istituti superiori. ` a coltivare interessi nel Continuo campo musicale e a esibirsi come violinista nei maggiori teatri italiani. La ` di intellettuale, negli sua personalita ` completando attrastessi anni, si ando verso studi nel campo dell’estetica musicale e della critica letteraria. In que-

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Valle sto periodo egli scrisse approfonditi saggi su Gavino Gabriel e su altri musi` ai maggiori lettecisti sardi e si accosto rati del suo tempo dedicandosi allo studio di Lino Masala, Mercedes Mundula, Filippo Addis e soprattutto Grazia Deledda. Nel 1942 fu incaricato di dirigere la Biblioteca Universitaria di Cagliari: intuendo i possibili pericoli cui l’ingente patrimonio librario poteva andare incontro a causa degli eventi bellici, con una intensissima at` riuscı` a salvarne una buona parte tivita sottraendo alle devastazioni dei bom` prezioso. bardamenti il materiale piu ` l’associazione ‘‘Amici Nel 1943 fondo del libro’’ che, finita la guerra, divenne uno dei centri di riaggregazione della ` . Nel dopovita culturale della citta ` nel suo insegnamento guerra continuo ` e arricchı` la Biblioteca Unie riordino versitaria, dando inoltre impulso al Gabinetto delle stampe, una presti` giosa raccolta che documenta l’attivita degli incisori sardi del Novecento in maniera completa ed esauriente. Nel ` la rivista ‘‘Il Convegno’’, 1946 fondo che divenne l’organo degli ‘‘Amici del libro’’; probabilmente nello stesso pe` la formazione della sua riodo inizio grande collezione di stampe. La sua vita trascorse tra la scuola e ‘‘Gli Amici del Libro’’, in cui fu animatore di indimenticabili cicli di Lecturae Dantis che attiravano un numeroso pubblico di studenti. Morı` lasciando la sua rac` . Tra i suoi colta di stampe alla Citta scritti: Le caricature del Sini, ‘‘Fontana Viva’’, II, 1927; La musica della ‘‘Jura’’, ‘‘Fontana Viva’’, III, 1927; Chiarimenti all’opera di Filippo Addis, ‘‘Mediterranea’’, 5, 1930; La Sardegna alla XVIII biennale di Venezia, ‘‘Mediterranea’’, 8, 1930; Mattino sugli asfodeli, 1932; Stanis Dessy nella mostra personale della galleria Palladino, ‘‘Mediterranea’’, 5-6, 1932; Eugenio Tavolara fabbricante di

artistici pupazzi, ‘‘Mediterranea’’, 4, 1933; una serie di ritratti di artisti in ‘‘Mediterranea’’, 1933: Antonio Scano, 5, Cambosu Salvatore, 5, Melkiorre Melis, 6, Felice Melis Marini,7, Rafaele Contu, 7, Gavino Gabriel e Antioco Casula, 8-9; Variazioni sul tema, versi, 1933; Le origini del melodramma in Italia, 1936; Sardegna e Italia ieri, ‘‘Riscossa’’, 1945; Coscienza nazionale e autonomia, ‘‘Riscossa’’, 1945; Scritti e discussioni sui problemi sardi, ‘‘Riscossa’’, 1945; Albori del movimento autonomistico in Sardegna, ‘‘Riscossa’’, 1945; Egidio Pilia, ‘‘Riscossa’’, 1945; L’idea autonomistica in Sardegna, 1947; Letteratura sarda, ‘‘Il Ponte’’, VII, 9-10, 1951; Le incisioni di Carmelo Floris, 1960; Goffredo Mameli: poeta eroe sardo, ‘‘Il Convegno’’, 1961; Incisori di Iglesias, 1961; Scompare un’isola. Viaggio in Sardegna, 1964; Antichi e moderni. Saggi, 1971; Breve storia della Galleria d’arte moderna di Cagliari, 1973; Filippo Figari. La vita e le opere, 1973; Ritratti letterari, 1978; Nel 1882 Cesare Pascarella, Edoardo Scarfoglio e Gabriele d’Annunzio visitarono l’isola, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1980; Cagliari del passato. Ricordi di vita culturale, quotidiana e musicale, 1983; Paese che vai. Note di viaggio, 1985; Persone e personaggi, 1987; Nuovi saggi. Letteratura, ` , 1989. musica, arte, attualita

Valle, Raimondo Sacerdote, poeta (Cagliari 1761-ivi 1837). Dopo una giovi` in Seminario, nezza scapestrata entro e divenuto sacerdote ebbe vari incari` chi e fu nominato canonico. Insegno ` di per alcuni anni presso l’Universita Cagliari. Autore molto prolifico, tra le sue opere vanno ricordati il poema didascalico ‘‘in sciolti’’ I Tonni, pubblicato nel 1800, il dramma in dodici scene L’anno fatidico, scritto in occasione delle nozze di Carlo Felice con Maria Cristina di Borbone (e musicato

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Valledoria ` di dal Piticchio), e una gran quantita componimenti in versi sciolti stampati per varie occasioni e inni spesso ‘‘messi in musica’’, tra cui liriche ‘‘pel dı` natale di Maria Teresa d’Austria, Regina di Sardegna’’, scritti poco meno che ogni anno dal 1806 al 1820. Amico di Francesco Carboni ne tradusse il poemetto De coraliis nel 1822 (I Coralli). Tra i suoi scritti: Innu a su martiri Sant’Efis, 1796; Il giubbilo [sic] del Regno di Sardegna per le grazie concessegli da S.S.R.M. nel 1796, 1796; L’isola dei sogni, ‘‘Per nozze del marchese Pasqua colla damigella di Sorso’’, 1798; Primo giorno di maggio, versi, 1799; Pel venerdı` santo. La madre affannosa, 1801; Deliri per le faustissime nozze del cav. De Quesada colla damigella di Uri, versi, 1804; Il peccator riconosciuto, sonetto, 1805; Gli orti d’Armida. ‘‘Pel dı` natale di Maria Teresa, Regina di Sardegna’’, versi, 1806; Cantata nel giorno natalizio di S.R.M. Maria Teresa, arciduchessa d’Austria, Regina di Sardegna, 1806; La paralisi fortunata. ‘‘A S. Giorgio vescovo di Suelli’’, 1807; Sonetto in morte del cardinal Cadello, arcivescovo di Cagliari, 1807; Ma` . ‘‘Pel dı` natale di Maria Tegnanimita resa d’Austria, regina di Sardegna’’, versi, 1810; L’augurio rispettoso pel dı` natale di S.R.M. Maria Teresa d’Austria, Regina di Sardegna, 1811; L’Imitazione felice, versi, 1812; La cessione, versi, 1813; Camilla e Polidoro. ‘‘Episodi di inedito’’, poema, 1814; L’estro. Pel dı` natale di Maria Teresa, Regina di Sardegna, 1815; I voti. A S. Giorgio, vescovo di Suelli, ode, 1815; Polidoro Tirsiade e Glaucilla Eurotea, versi, 1816; La gratitudine, versi, 1818; Inezie canore per gli ultimi giorni di carnovale, 1818; Gli eroi, poema, 1819; Asilo di Minerva. Pel dı` natale di Maria Teresa d’Austria, versi, 1820; La Pace mandata dal Capitolo cagliaritano a mons. Ferdiani, nuovo ve-

scovo di Iglesias, 1820; Miscellanea amatoria, 1827; Tempio del destino, poema in versi sciolti, 1833; Al Filopatrida Carboni, Valle patriotida. Sopra le acque naturali quasi miracolose della Sardegna, 1836.

Vallebona, Giuseppe Insegnante, scrittore (Carloforte 1923-ivi 1986). Maestro elementare per oltre quarant’anni, ha lasciato traccia della sua azione educativa in alcune generazioni di concittadini. Incline alla scrittura e studioso della storia e della cultura della sua piccola isola, ha lasciato opere a carattere letterario e di natura storico-saggistica. Tra le prime: Quell’anima canta, 1954; Paese mio, 1975; Quell’isola verde e lontana, 1986. Tra le seconde: Carloforte. Storia di una colonizzazione, 1962, 1974 e 1988; Don Pagani. Una vita per il popolo, 1965; Evo` carolina, 1975. Ha luzione della societa lasciato anche un Dizionario tabarkinoitaliano, 1988 (postumo).

Valledoria – Paesaggio nei dintorni del centro abitato. In alto, la torre dei Doria.

Valledoria Comune sparso della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 2, con 3727 abitanti (al 2004),

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Valledoria posto a 0-378 m sul livello del mare, affacciato sul golfo dell’Asinara nei pressi della foce del Coghinas. Regione storica: Anglona. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord a sud, si estende per 24,43 km2, comprendenti il nucleo centrale di Codaruina e quelli minori di La Ciaccia, La Muddizza, Maragnani e San Pietro a Mare, popolato solo durante l’estate; confina a nord con Badesi, a est con Viddalba, Bortigiadas e Santa Maria Coghinas, a sud con Perfugas e a ovest con Bulzi, Sedini e Castelsardo. Si tratta di una parte consistente della piana del Coghinas, e nella parte sud-occidentale comprende alcuni piccoli rilievi che danno inizio alle colline interne dell’Anglona. A breve distanza da Codaruina scorre il tratto finale del Coghinas, che subito dopo si getta in mare con un lungo estuario. Sia Codaruina che La Muddizza e La Ciaccia si trovano a breve distanza dalla strada SassariSanta Teresa Gallura, che in questa ` stata ultimamente sostituita da parte e un percorso moderno. Altre strade secondarie assicurano i collegamenti diretti con Santa Maria Coghinas a sud e Castelsardo a ovest. & STORIA Il suo sviluppo e ` recente, legato alla bonifica del territorio del Coghinas e alla formazione dell’omonimo lago. Questi interventi modificarono radicalmente l’ambiente e resero disponibile una grande estensione di terra fertile nella quale fu possibile impiantare coltivazioni irrigue di note` come i carciofi. Nel vole produttivita 1961 dalle frazioni di La Muddizza e La Ciaccia (provenienti dal comune di Castelsardo) e da Codaruina, Santa Maria Coghinas e Villanova Li Punti (provenienti dal comune di Sedini) nasceva il nuovo comune di Valledoria,

con capoluogo Codaruina; ma la convi` solo fino al 1983, quando da venza duro una parte Santa Maria Coghinas e dall’altra Codaruina (che manteneva il ‘‘nuovo’’ nome di Valledoria) ripresero ciascuna la propria autonomia. V. ha continuato a crescere negli anni successivi e recentemente lo sviluppo del turismo, favorito dalle belle spiagge di ` ricco, gli cui il territorio circostante e ha impresso un’ulteriore accelerazione. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, con la coltivazione del carciofo e del pomodoro, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori dell’ortofrutta, lattiero-caseario, della fabbricazione di mobili e del` discretamente sviluppata l’edilizia. E la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche 8 alberghi con 661 posti letto, un’azienda agrituristica con 6 posti letto, tre campeggi con 2200 ` posti letto e sette ristoranti. Servizi. V. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico commerciale), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3770 unita di cui stranieri 20; maschi 1941; femmine 1729; famiglie 1327. La tendenza complessiva rivelava un incremento della popolazione, con morti per anno 19 e nati 28; cancellati dall’anagrafe 69 e nuovi iscritti 85. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 416 in migliaia di lire; versamenti ICI 2150; aziende agricole 221;

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Vallermosa imprese commerciali 240; esercizi pubblici 46; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 107; ambulanti 20. Tra gli indicatori sociali: occupati 1005; disoccupati 159; inoccupati 239; laureati 35; diplomati 312; con licenza media 1079; con licenza elementare 1117; analfabeti 173; automezzi circolanti 1685; abbonamenti TV 969. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva i resti di un ponte romano di un qualche interesse archeologico.

in legno. Al proprio interno conserva una statua lignea del secolo XVII. Di particolare bellezza sono le spiagge di La Ciaccia e di San Pietro a Mare e quelle della foce del Coghinas, dotate di sabbie finissime e di acque limpidissime dai colori spettacolari. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose le feste popolari; quella in onore di San Giuseppe artigiano si svolge il 19 marzo presso l’omonima chiesa e dura quattro giorni con un programma ricco di manifestazioni folcloristiche. Ad aprile si tiene da molti anni la sagra del carciofo, occasione ` tiper gustare il prodotto che oramai e pico del villaggio e per conoscere i piatti della tradizione locale.

Vallermosa Comune della provincia di

Valledoria – Foce del fiume Coghinas.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio ha un assetto urbanistico moderno sviluppatosi negli ultimi decenni e si articola in diversi piccoli centri residenziali. Uno degli edifici di maggiore interesse ` la cappella di San Giuseppe, chiesa e situata alla periferia del villaggio; fu costruita nel XIX dalla famiglia Stan` in rovina nel Novecento ed e ` goni, ando stata restaurata recentemente. Ha l’impianto a una navata, la copertura in legno e la facciata sormontata da un campaniletto a vela. Altro interessante ` San Pietro a mare, chiesa siedificio e tuata alla foce del Coghinas in prossi` del luogo dove, secondo la tradimita zione, sorgeva Ampurias (=). Fu co` riprese struita nel Medioevo e poi a piu rimaneggiata nei secoli successivi; ha l’impianto a una navata e la copertura &

Cagliari, compreso nella XVIII Comu` montana, con 2010 abitanti (al nita 2004), posto a 70 m sul livello del mare alle falde sud-orientali del monte Linas. Regione storica: Parte Ippis Giossu. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 61,81 km2 e confina a nord con Villacidro, a est con Villasor e Decimoputzu, a sud con Siliqua, a ovest ancora con Siliqua e con un’isola amministrativa di Iglesias. Si tratta di una regione che si estende in parte nella piana campidanese, a oriente, e in parte, a occidente, sulle pendici del monte Linas (1236 m). A nord del paese scorre il rio Pau, che va a confluire nel Mannu di Cagliari, a sud il Perdu Locci, affluente di sinistra del Cixerri. V. si trova lungo la statale 293 che collega il Sulcis con Sanluri; altre strade minori mettono in comunicazione diretta il paese con Decimoputzu a oriente e con Domusnovas a occidente. & STORIA Il territorio conserva importanti vestigia che dimostrano come sia stato continuativamente frequentato

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Vallermosa ` prenuragica. Nel dall’uomo fin dall’eta Medioevo apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria del Parte Ippis che a partire dalla fine del secolo XV fu compresa nel feudo di Villasor appartenente agli Alagon (=). Testimonianze archeologiche docu` sorto vimentano che l’attuale centro e cino al villaggio scomparso di Pau Josso; fu fondato nel 1640 dal marchese di Villasor che vi fece insediare alcuni nuclei di famiglie provenienti da altri centri dei suoi feudi invogliandole con la concessione di particolari privilegi ed esentandole dal pagamento dei tributi feudali per un certo numero di anni. Nel periodo successivo il villag` un’economia gio crebbe e vi si sviluppo basata sull’agricoltura; dagli Alagon ` ai De Silva ai quali fu riscattato passo nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo storico possediamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in V. anime 1076, distribuite in famiglie 267 ed in case 237. Si distingueva poi secondo la condizione domestica il totale de’ maschi 568 in scapoli 339, in ammogliati 215, in vedovi 14; il totale delle femmine 508 in zitelle 259, in maritate 215, in vedove 34. Questa ` notevolmente cresciuta popolazione e ´ nel censimento dal 1824 in qua, perche di quest’anno furono numerate anime 718, e nel 1834 sommavano a 997. La ` l’agriloro occupazione principale e ` coltura e la pastorizia. I mestieri piu necessari sono professati da pochissimi e pessimamente. Le donne lavorano sui telai. La scuola elementare fu ` che altrove, e non pertrascurata piu tanto pagavasi. Era un puro aggravio, ´ non dava nessuna utilita ` . Agriperche coltura. Le regioni di questo territorio `, sono in massima parte di gran fertilita `, e alcune di una particolare fecondita

vi si potrebbero tentare molte coltivazioni. La canna a zucchero vi riuscirebbe, e gli agrumi vi prospererebbero ` favorevoli a quequanto nei climi piu sta specie. La coltivazione de’ cerali prende incremento. Nel 1831 non si se` di 450 starelli di grano; ora minava piu ` ben cresciuto. Coltiquesto numero e vansi pure l’orzo, le fave, i legumi, il ` accorta, l’opera e ` lino. L’arte non e poco diligente, e non pertanto rende la ` merita del colono. L’orticolterra piu tura avrebbe nelle valli amplissimi spazi: ma questi paesani poco se ne cu´ coltivano poche specie. rano, perche Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in 70 gioghi di tori, in alcune vacche, in circa quaranta cavalli e cavalle, ed in una sessantina di giumenti. Il bestiame rude numera vacche 400, capre 1600, pecore 2500, porci 700. I pascoli sono copiosi, e potrebbero bastare ad ` volte maggiore. I un numero tre e piu formaggi, sebbene male manipolati, ` . L’apicoltura e ` hanno qualche bonta generalmente negletta, sebbene il cielo sia molto propizio alla medesima. Il commercio si fa con la capitale». Nel ` a far parte della divisione 1848 V. entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini e pollame. Negli ultimi decenni si sta ` insviluppando una modesta attivita dustriale nei settori della lavorazione ` poco orgadei mobili e dell’edilizia. E nizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un albergo ` collegato con 20 posti letto. Servizi. V. e da autolinee agli altri centri della pro` dotato di Pro Loco, stazione vincia. E dei Carabinieri, medico, farmacia,

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Vallero Usai scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2079 unita di cui stranieri 25; maschi 1050; femmine 1029; famiglie 604. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 14 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 37 e nuovi iscritti 42. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 517 in migliaia di lire; versamenti ICI 568; aziende agricole 270; imprese commerciali 85; esercizi pubblici 12; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 474; disoccupati 54; inoccupati 233; laureati 15; diplomati 192; con licenza media 596; con licenza elementare 685; analfabeti 101; automezzi circolanti 632; abbonamenti TV 533. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documen` dell’insediamento a tano la continuita partire dal periodo nuragico, in particolare il sito di Matzanni con i suoi tre templi a pozzo del periodo nuragico inseriti in un ambiente naturale di rara ` quello bellezza. Altro importante sito e delle terme romane. Il complesso sorge ` Santa Maria vicino a una in localita chiesa campestre. Gli scavi hanno evidenziato l’impianto di un grande edificio termale costruito nel secolo I con la ` con i tecnica dell’opus mixtum, cioe muri costituiti da filari alterni di mat` stato identificato in toni e di pietre. E particolare l’ingresso dell’edificio, contraddistinto da un arco a tutto se` delle terme sono sto. In prossimita state inoltre identificate alcune necropoli che hanno restituito molti reperti ceramici, iscrizioni latine e un cippo funerario. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-

RALE L’abitato ha conservato il suo tradizionale impianto con le case a corte abbellite dal porticato interno (lolla) alle quali si accede da portali in pietra, talvolta monumentali. L’edifi` interessante e ` la chiesa di San cio piu Lucifero, parrocchiale costruita nello stesso periodo in cui fu fondato il villaggio, in forme vagamente rinascimentali. Ha un impianto a una sola navata sulla quale si affacciano le cappelle laterali e il presbiterio; la coper` con volte a botte sorretta da artura e ` abbellita chi a tutto sesto. La chiesa e dall’altare maggiore ricco di una decorazione in marmi policromi risalente al secolo XVIII e custodisce un’interessante e rara macchina processionale del Seicento con una statua di San Lucifero. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella in onore festa piu di San Lucifero, il patrono, che si svolge il 20 maggio; i festeggiamenti durano 2 giorni con un programma molto ricco di manifestazioni folcloristiche.

Vallero Usai, Stefano Funzionario comunale, archeologo (Cagliari, prima ` sec. XIX-Sassari, prima meta ` meta sec. XX). Laureato in Giurisprudenza, ` alla professione di avvocato. si dedico Trasferitosi a Sassari, vi fu dal 1885 segretario comunale. Uomo dai molte` a fondo alcuni plici interessi, studio aspetti dell’archeologia sarda prendendo parte a numerosi scavi e scrivendo interessanti saggi. Fu nominato ` e nel ispettore onorario delle antichita ` sto1905 fu tra i fondatori della Societa rica sarda. Tra i suoi scritti, otto schede: Bonorva. Antiche tombe presso la chiesa rurale di Santa Lucia, Sassari. Tombe antiche scoperte nel sobborgo di Sant’Anna, Sassari. Monete trovate nella regione Trincea Reale, Ossi. Anti` scoperte nella vigna Biosa e nel terchita

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Valles ritorio limitrofo, Senorbı`. Antichi oggetti trovati in regione Su Pratu, Scoperta di un anello d’oro e di un frammento di bronzo nella regione della Nurra, Porto Torres. Scavi sull’antica necropoli, Sepolcro con iscrizione latina trovato presso la casa Gervasio, tutte in ‘‘Noti` ’’, VI, 1881; zie degli Scavi di Antichita Porto Torres. Resti di edifici ed oggetti rinvenuti nel territorio del comune, `’’, VII, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1882; Rara moneta della famiglia Quintia con tre contromarche, ‘‘La Stella di Sardegna’’, IX, 1885.

Valles Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Costavall. Sorgeva nelle vicinanze di Rebeccu. Apparteneva ai Malaspina, che lo inclusero nel loro piccolo stato quando la dinastia giudicale di Torres si estinse. Nel 1308 lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea e non riusci` a tornarne in possesso. Infatti, rono piu dopo la conquista aragonese, nel 1328 il giudice ne ottenne l’investitura dal ´ al proprio rere d’Aragona e lo annette gno. Scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, fu teatro delle operazioni mi` entro la fine del selitari e si spopolo colo XIV.

Vallicciola Centro abitato della provincia di Olbia-Tempio, frazione di Tempio Pausania (da cui dista 13 km), con circa 10 abitanti, posto a 1053 m sul livello del mare a sud-est del comune capoluogo, a breve distanza da punta Balisteri, la vetta del monte Limbara (1359 m). Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da un pianoro ad alta quota, con tratti a bosco spontaneo, tratti rimboschiti, altri a macchia oppure caratterizzati dall’affioramento della roccia granitica. Le comunicazioni sono assicurate da una strada che si distacca dalla Tem-

pio-Oschiri e si inerpica sul monte, raggiunge V. e poi continua sin nei pressi della vetta. Il numero degli abi` molto ridotto nel periodo invertanti e nale, limitato praticamente agli agenti della Forestale che frequentano la loro caserma; durante la stagione estiva vi si stabiliscono, soprattutto in tende, camper e roulotte, numerosi villeggianti. Dal 2007 ospita anche due alberghi, di cui da tempo si avvertiva l’uti`. lita & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` l’ambiente E AMBIENTALE Magnifico e circostante, ricco di secolari foreste. ` frequentata Tra le passeggiate, la piu ` quella per raggiungere la punta Balie streri, lungo un sentiero immerso tra i boschi e contornato da fantastici roccioni di granito.

Valonga Famiglia originaria di Saragozza (secc. XVII-XVIII). Tradizionalmente impegnata, in patria, nella magistratura, un suo ramo si trasferı` a Cagliari nel 1673 con il dottor Martino, figlio di Giacinto, consigliere del Supremo Consiglio d’Aragona, giudice della Reale Udienza. Nella nuova sede fu nominato avvocato fiscale nel 1678 e nel 1694 ottenne il cavalierato ereditario. Nel 1698 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Montellano. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Valperga di Masino, Carlo France´ di Sardegna (Torino, prima sco Vicere ` sec. XVIII-Masino, Torino, 1811). meta In carica dal 1780 al 1782. Uomo di Stato e diplomatico, fu ministro plenipotenziario in Portogallo e successivamente in Spagna. Tornato in Piemonte fu nominato ministro di Stato e nel ´ di Sardegna. Giunto a Ca1780 vicere ` con molto equilibrio, ingliari governo troducendo per la prima volta i biglietti di credito e favorendo la creazione di una ‘‘Giunta dei Ponti e delle

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Vandali Strade’’, che si prefisse il migliora` nell’isola. Lascio ` mento della viabilita la Sardegna nel 1782. In seguito fu nominato Ambasciatore.

Valsecchi, Franca Docente di Botanica (n. Alghero 1931). Laureata in ` Scienze Biologiche presso l’Universita di Sassari e in Scienze Naturali presso ` di Perugia, professore orl’Universita ` dinario di Botanica presso la Facolta ` di di Scienze M.F.N. dell’Universita ` stata direttore dell’Istituto Sassari, e di Botanica dell’Ateneo di Sassari, pre` sarda di Scienze sidente della Societa naturali e direttore del Bollettino della `; ha indirizzato le sue ricerche Societa allo studio della flora e della vegetazione della Sardegna (analisi della flora e vegetazione di ambienti salsi, zone prative, litoranee e montane, indagini monografiche sulle piante endemiche della Sardegna, revisione tassonomica biologica ed ecologica di generi e specie critiche per la flora sarda, italiana e mediterranea). Tra le sue numerose pubblicazioni: Vegetazione e morfologia della piana dei ‘‘Grandi Sassi’’ di Aggius (Sardegna) (con A. Pietracaprina), ‘‘Studi Sassaresi’’, Sez. 3, 14, 1966; Ricerche sui pascoli della Sardegna. Un pascolo presso la Foresta di Burgos (Sardegna centrale). ‘‘Studi Sassaresi’’, Sez. 3, 1969; Osservazioni sulla ` della Quercus suber L., variabilita Mem., 32 1-14, Stazione Sperimentale del Sughero, Tempio Pausania, 1972; Sui principali aspetti della vegetazione costiera della Nurra nord-occidentale (Sardegna settentrionale), ‘‘Giornale Botanico Italiano’’, 110, 1976; Contributo alla conoscenza del genere Echium. I: Echium della Sardegna, Webbia, 32, 1977; Carta della vegetazione della Nurra di Alghero (Sardegna nord-occidentale) (con B. Corrias e S. Diana Cor` rias), Collana ‘‘Promozione Qualita Ambiente’’, AQ/1/229, 1983; Alberi ed ar-

busti spontanei della Sardegna (con I. Camarda), 1983; Osservazioni su alcune formazioni psammofile nella Sardegna Settentrionale (con R. Filigheddu), ‘‘Colloques phytosociologiques’’, 1991; Garighe costiere e montane a Genista della Sardegna, ‘‘Fitosociologia’’, 27, 1994; Una caratteristica formazione nel singolare paesaggio vegetale dell’Asinara, in M. Gutierrez, A. Mattone ed E. Valsecchi, L’isola dell’Asinara. L’ambiente, la storia, 2000; Botanica e territo` rio, prolusione dell’a.a. dell’Universita di Sassari 1999-2000, 1999.

Valsecchi, Franco Storico (Milano 1903-Carate Brianza 1992). Professore ` italiana nelle di Storia della civilta ` di Lipsia nel 1932 e di Universita Vienna dal 1934 al 1939, divenuto professore ordinario di Storia moderna ` di Palermo torno ` presso l’Universita in Italia; nel 1942 fu a Pavia e successivamente dal 1947 a Milano. Infine dal ` a Roma. Nel 1972 1959 al 1973 insegno fu nominato presidente della Commissione italiana per l’UNESCO. Scrisse sulla Sardegna, Una grande regina: Eleonora d’Arborea, ‘‘Epoca’’, V, 17, 1954.

Vandali Popolo germanico che si stan` in Spagna durante il regno di Valenzio tinano III. Nel 429 erano stati chiamati in Africa dal generale Bonifacio che si era ribellato all’imperatore e che sperava di costituirsi un principato. Una volta arrivati, sotto la guida di Genserico, conquistata Ippona estesero il loro dominio ed entro il 432, liquidato Bonifacio, diedero vita a un nuovo regno. In pochi anni le loro flotte finirono per controllare il mar Tirreno, interrompendo le comunicazioni di Roma con le isole. La Sardegna, cosı` isolata, dovette provvedere autonomamente alla propria difesa; per poterlo fare i suoi abitanti ottennero la riduzione ` di destinare dei tributi e la possibilita

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Van de Borg le somme ricavate alle opere di difesa. Dopo l’assassinio di Valentinano III, nel 455, assalirono Roma e dopo averla espugnata la saccheggiarono per quattordici giorni. Poco dopo avviarono la conquista della Sardegna, sbarcandovi un forte contingente di truppe che ben presto ebbe ragione della resistenza locale. Nel 460 inutilmente l’impera` tore Giulio Valerio Maggiorano tento di organizzare una spedizione per cacciarli; prima ancora che l’impresa avesse inizio la flotta vandala sorprese la flotta imperiale a Cartagena e la distrusse. Poco dopo Maggiorano fu sostituito da Antemio, ma anche i suoi tentativi di cacciare i Vandali dalla Sardegna fallirono. Cosı` l’isola nel 466 fu definitivamente acquisita da questi bar` fortuna sembro ` avere un bari. Piu ` nuovo tentativo che Antemio organizzo nel 468: alleatosi con l’imperatore d’O` in Sardegna un riente Leone I, invio contingente di truppe al comando del conte Marcellino che, sostenuto anche da una ribellione degli abitanti, riuscı` a conquistare l’isola. Ma Genserico ` nuovamente in Sardegna con sbarco una fulminea azione e in poco tempo ` Marcellino. L’isola fu stacne caccio cata dall’Italia e annessa amministrativamente all’Africa, cuore del regno vandalo. Nei suoi rapporti con i sardi Genserico fu meno duro che con i latini ` il d’Africa: in materia religiosa tollero loro cattolicesimo, politicamente si ap` ai grandi latifondisti, accontenpoggio ` costiere, tandosi di controllare le citta che gli servivano come basi per le sue flotte, e le zone agricole di produzione ` la precedente orgadel grano. Rispetto nizzazione della produzione, introdu` in alcuni territori forme di cendo pero uso collettivo della terra, che annualmente veniva distribuita in lotti a persone, prive di altri beni, che assumevano l’obbligo di lavorarla. I suoi di-

scendenti continuarono in Sardegna la sua politica e con Trasamondo nel 507 vi esiliarono Fulgenzio da Ruspe e altri vescovi africani che non volevano piegarsi alla politica religiosa che la dinastia aveva sviluppato in Africa. La Sardegna trasse indubbiamente vantaggio dalla presenza di questi vescovi, che concorsero ad animarne gli ambienti culturali fino al 530 quando, dopo la morte di Trasamondo, furono richiamati in Africa dal nuovo re Ilderico, che cercava di conciliare le posizioni degli ariani con quelle dei catto`, il regno vandalo anlici. Intanto, pero dava indebolendosi per una serie di ` lotte intestine. Giustiniano approfitto ` contro i della situazione e nel 533 invio Vandali una flotta al comando di Belisario, avviando la fine del regno e del dominio vandalo in Sardegna. Il governo dell’isola era stato affidato a Goda, il quale, quando seppe dell’imminente arrivo della flotta bizantina, ne chiese la protezione, sperando cosı` di potersi costituire un principato in` formalmente l’idipendente. Stacco sola dal regno vandalo e se ne pro` sovrano, dichiarandosi fedele clamo `, fu di Giustiniano; il suo progetto, pero demolito dall’arrivo di un forte contingente vandalo al comando del principe Zazo, fratello del re Gelimero. Egli ` Cagliari, uccise Goda e subito espugno ` la Sardegna; ormai, dopo riconquisto `, il dominio vandalo sull’isola era pero alla fine. Poco dopo, infatti, le flotte bizantine attaccarono direttamente Cartagine debellando Gelimero. Zazo, nel disperato tentativo di portare aiuto al ` nuovamente in fratello, si sposto ` giunse troppo tardi. Africa, dove pero A quel punto una flotta bizantina al comando del duca Cirillo si diresse verso ` senza colpo la Sardegna e la conquisto ferire.

Van de Borg, K. Archeologo (n. Olanda,

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Vannucci sec. XX). Nel 1989 ha collaborato con Y. Sondaar allo studio dell’industria litica del Pleistocene in Sardegna, e ne ha scritto in Indication of Pleistocene man in Sardinia, ‘‘Physical Research’’, B. 29, e in Dating of the upper Pleistocene lithic industry of Sardinia, ‘‘Radiocarbon’’, 31, 3, 1989.

Van der Bergh, G. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman, che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo un articolo sulla Grotta Corbeddu, in I primi uomini in ambiente insulare, Oliena 1988, Libro guida delle escursioni, 1988.

Van de Velde, P. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo l’articolo Insediamento rurale e organizzazione politica: il progetto Riu Mannu in Sardegna (con B. Annis e P. Van Dommelen), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 13, 1996.

Van Dommelen, P. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo i saggi Insediamento rurale e organizzazione politica: il progetto Riu Mannu in Sardegna (con B. Annis e P. Van De Velde), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 13, 1996, e Inse` punica nella diamento rurale in Eta Sardegna centro occidentale, in Atti del IV Congresso di Studi fenici e punici, 1999.

Vannelli, Siro Studioso di agronomia

(Montecatini Terme 1925-Cagliari 2000). Dopo essersi laureato a Firenze ` in Agricoltura tropicale si specializzo ` . Entro ` presso la stessa Universita quindi nella carriera del Ministero dell’Agricoltura e dopo alcuni anni si ` neltrasferı` in Sardegna, dove entro l’amministrazione regionale. Studioso profondo dei problemi dell’ambiente e ` a fondo per la delle piante, si impegno tutela del verde. Scrisse numerosi interessanti saggi di alto valore scienti` importanti furono i fico, ma anche piu suoi testi divulgativi, che contribuirono a risvegliare il rispetto per le piante e l’intero patrimonio vegetale dell’isola. Tra i suoi scritti: Il verde di Cagliari, 1986; Grandi alberi della Sardegna. Monumenti verdi, 1994; Dal 1842 al 1859 nell’Ateneo cagliaritano una cattedra di Agricoltura, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1999.

Vanni, Alida Fotografa (n. Cagliari 1952). Si occupa di moda e fotografia pubblicitaria. Risiede a Milano, ma la ` svolta a Cagliari sua formazione si e prima, e a Madrid poi, dove ha frequentato la Scuola Cinematografica con la specializzazione di direttore di fotografia. Collabora attivamente con riviste femminili. Ha personalmente curato la cartellonistica delle campagne pubblicitarie nazionali per l’intimo della ‘‘Lovable’’ e per il marchio ‘‘El ´ s’’, nonche ´ , in Sardegna, Corte Ingle per il marchio ‘‘Sansonite’’ e per il Cagliari Calcio.

Vannucci, Atto Storico, senatore del Regno (Trebbiana 1810-Firenze 1883). Di idee liberali, prese parte ai moti del 1848 in Toscana. Dal 1859 diresse la Biblioteca Magliabecchiana di Firenze; fu amico di Pietro Martini e di` delle Carte d’Arbofese l’autenticita rea. Nel 1865 fu nominato senatore, nel 1875 accademico dei Lincei. ` dell’isola Scrisse l’articolo Le antichita

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Vaquer di Sardegna illustrate da Alberto della Marmora e da Giovanni Spano. Memoria, ‘‘Archivio storico italiano’’, serie II, XII, 1, 1857.

Vaquer (o Baquer) Famiglia cagliaritana (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1461 ottenne il ricono` con un Franscimento della generosita cesco. La sua discendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Varaldo, Carlo Storico (n. Savona 1948). Allievo di Geo Pistarino, dopo la ` dedicato all’insegnamento laurea si e ` diventato prouniversitario. Nel 1985 e fessore associato di Archeologia medioevale; nei primi anni di carriera in` presso la Facolta ` di Magistero segno ` di Sassari. Attualdell’Universita ` di mente ha cattedra presso la Facolta ` di Genova. Nel Lettere dell’Universita 1978 ha preso parte al primo Convegno internazionale di studi geografico-storici sulla Sardegna nel Mediterraneo svoltosi a Sassari con una relazione su La topografia medioevale di Sassari. Prospettive di studio, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del secondo Convegno internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 1981, 1984.

Vardabasso, Silvio Geologo (Buie d’Istria 1891-Vicenza 1966). Dopo essersi ` laureato a Padova nel 1912 si dedico alla ricerca. Intrapresa la carriera universitaria, diede un contributo determinante alla redazione della Carta geologica delle Tre Venezie. Nel 1928 conseguı` la libera docenza e dal 1931 fu no` minato professore presso l’Universita di Cagliari. Nel 1935 redasse la Carta geologica della Sardegna e fu eletto pre` di Scienze, alla side della Facolta quale diede un notevole impulso, avviando la formazione del Museo geominerario. Approfondı` lo studio sistematico della geologia della Sardegna, che divenne la sua seconda patria. Fu membro del CNR e dal 1948 accade-

mico dei Lincei e socio di numerose altre prestigiose istituzioni. Benemerito del turismo, intuendo tra i primi le po` della Sardegna in questo tenzialita ` l’Ente provinciale per il campo, fondo turismo di Cagliari. Tra i suoi scritti: Contributo alla conoscenza della struttura geologica del massiccio sardo, 1933; Giacitura e struttura del nucleo granitico del massiccio sardo-corso, 1933; Riflessi morfogenetici dell’eprogenesi del massiccio sardo nel settore del Gennargentu, 1933; Cenni geologici ` della Sardegna, sulla permeabilita 1934; Genesi della configurazione dell’Isola, 1934; Profilo geomorfologico del massiccio sardo, in Atti del XII Congresso Geografico Italiano in Sardegna, II, 1934; Origine ed evoluzione del rilievo del massiccio sardo-corso, 1935; Geologia, nella voce Sardegna dell’‘‘Enciclopedia Italiana’’, 1936; Contributo alla conoscenza del vulcanismo recente in Sardegna, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, XXVI, 1937; Il Permico dell’Ogliastra in Sardegna, 1938; L’industria mineraria in Sardegna al tempo della dominazione romana, in Sardegna romana, II, 1939; Laghi pliocenici e pleistocenici di sbarramento vulcanico in Sardegna, 1939; Le grandi metallizzazioni entro il paleozoico in Sardegna, 1939; Schema geochimico dei giacimenti metalliferi sardi, 1939; Qual `e il profilo normale del cambrico sardo?, ‘‘Rendiconti dell’Associazione Mineraria Sarda’’, XLV, 3, 1940; Osservazioni sulla tettonica dell’Iglesiente, ‘‘Rendiconti dell’Associazione Mineraria Sarda’’, LVI, 5, 1941; Vulcanesimo permico e vulcanesimo oligocenico in Gallura, 1942; Distribuzione dei giacimenti ercinici in Sardegna, 1948; Il Mesozoico della Sardegna orientale, 1948; Il Paleozoico dell’Iglesiente, 1948; Inquadratura geologica dei giacimenti sardi, in Atti del II Congresso minerario, 1948; Schema

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Varesini strutturale e profili geologici della Sardegna orientale, 1948; Geologia dei giacimenti ercinici piombo-zinciferi della Sardegna, 1949; Il Permico in Sardegna, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, VIII, 8, 1950; Il problema stratigrafico del Cambrico sardo, 1950; Tentativo di sintesi grafica della geologia della Sardegna, 1951; Sull’origine paleoclimatica dei giacimenti di ferro dell’Ogliastra, 1952; Analogie geologiche tra la Sardegna e l’Africa Minore, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, VIII,14, 1953; Il Quaternario della Sardegna, 1955; Sardegna speleologica, ‘‘Rassegna Speleologica Italiana’’, VII, 3, 1955; La fase sarda dell’Ologenesi Caledonica, 1956; Scavi e ricerche nel territorio del Monte Albo (Lula-Nuoro) e della Barbagia di Seulo (Nuoro). Scavi in territorio di Ossi (con Carlo Maxia), ‘‘Quaternaria’’, 3, 1956; Il mesozoico epicontinentale della Sardegna, 1959; Questions concerning the Caledonian era in Sardinia, in Atti del XXI Congresso Internazionale di Geologia, 1960; Tentative of a Paleogeographical Reconstruction of Sardinia from Cambrian to Quaternari, 1960; Ricerche sull’Arcipelago di La Maddalena. La geologia, 1961; Cenni geologici sulla Gallura, 1962; Questioni paleogeografiche relative al Terziario in Sardegna, 1962; Il verrucano sardo, 1966; I lineamenti geologici della Sardegna fu ristampato a Cagliari nel 1976.

` Religioso (?, Vare, Benedetto Nicolo ` sec. XIII-Bosa 1327). Veseconda meta scovo di Bosa dal 1304 al 1327. Canonico della cattedrale di Bosa, nel 1304 si fece eleggere vescovo dal Capitolo metropolitano. In seguito il papa Gio` illegittima la sua vanni XXII reputo ` a Roma elezione e nel 1319 lo convoco per chiarire la questione. Tornato in ` a reggere la dioSardegna, continuo cesi negli anni difficili seguiti alla conquista aragonese.

Vare, Nicola Religioso (sec. XIV). Vescovo di Castra dal 1362 al 1327. Apparteneva all’ordine francescano dei Frati minori, ed era particolarmente legato alla famiglia dei Bas Serra. Nel 1362 fu nominato vescovo di Castra da papa Innocenzo IV; nel 1364 fu procuratore di Mariano IV d’Arborea a Narbona per la stesura del contratto di nozze tra Benedetta d’Arborea e Amerigo di Narbona. ` a goverTornato in Sardegna, continuo nare la sua diocesi negli anni seguiti alla stabilizzazione dell’occupazione arborense. Si pensa che sia morto intorno al 1372.

Varela Rodriguez, Elija Storica (n. Spagna, sec. XX). Studiosa di storia medioevale, nel 1990 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltisi ad Alghero, in cui ha presentato una comunicazione sui Viajes a Cerden ˜ a en el libro de ´ n Jaume Tacuentas del mercader catala rasso, ora in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995.

Varesini, Alessandro Domenico Re` ligioso (Casal Cermelli, seconda meta sec. XVIII-Quargnento 1864). Arcivescovo di Sassari dal 1838 al 1864). Ordinato sacerdote, divenne prevosto della cattedrale di Aosta; nel 1838 fu nominato arcivescovo di Sassari. Si impe` per far restaurare il Seminario e gno per sviluppare l’Ospedale e altre istituzioni di assistenza. Nel 1842 fu a To` ; al suo rino per sostenere l’Universita ritorno offrı` i locali per la creazione di ` per abbelun orfanotrofio e si adopero lire la basilica di San Gavino, dove fece ricostruire a sue spese le tombe della cappella sotterranea che custodivano le ossa dei Martiri turritani, e nel 1840 ` anche i restauri dell’altare ordino maggiore. Nel 1848 ebbe diverse noie a causa dei partigiani del tribuno Antonico Satta, che propose e fece approvare da un’assemblea popolare l’espul-

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Vargas di Kiel sione dell’arcivescovo da Sassari; durante una contro-manifestazione, di cui fu promotore Pasquale Tola, il corteo dei manifestanti (fra i quali lo stesso V.) fu aggredito dai partigiani di Satta in piazza Santa Caterina (l’attuale piazza Azuni). Solo l’ordine d’arresto del Satta e la sua partenza per il continente misero fine ai disordini. Nel 1850, per la posizione assunta nei confronti della legge Siccardi, fu condannato a un mese di carcere, che dovette scontare, per una circolare manoscritta inviata ai parroci della diocesi contro il comportamento dei funzionari del governo, che chiedevano la lista dei beni della diocesi. Oltre alcune lettere pastorali come Ad clerum et populum Turritanum epistola pastoralis, 1898, la Lettera pastorale per la Quaresima del 1843, 1843, le Lettere pastorali 1843-1864, fece pubblicare anche, sotto l’intestazione «V. Dumminigu, arcivescomu turritanu», un Brevi catechismu traduziddu da l’italianu a usu dilli fideli di Sassari, 1857.

Vargas di Kiel, Eduardo Imprenditore ` minerario (Portogallo, seconda meta ` sec. XIX). sec. XVIII-?, prima meta Abile imprenditore nel settore minerario, agli inizi dell’Ottocento riuscı` a ottenere in concessione le miniere della Sardegna. Circondato da grande fama ` e sostenuto da grandi speranze, fondo ` in cui coinvolse anche aluna societa ` cuni commercianti cagliaritani e avvio lo sfruttamento di alcuni filoni nell’I` , la societa ` glesiente. Nel 1808, pero fallı` ed egli fu costretto a lasciare l’isola.

Vargiu, Adriano Insegnante, scrittore (n. Cagliari 1941). Da diversi anni insegna a Cagliari. Ha esordito nel 1968 con un romanzo, cui seguı` nel 1969 una rac` autore anche di alcuni colta di versi; e penetranti saggi sulla storia contemporanea della Sardegna e su alcuni suoi

personaggi. Pubblicista dal 1976, collabora con diversi periodici; ha ottenuto il premio ‘‘Salvatore Cambosu’’ e molti altri riconoscimenti. Tra i suoi scritti: Dialoghi dopo il Centenario, romanzo, 1968; Sonata senza pianoforte, versi, 1969; Tradizioni popolari dell’Iglesiente, ‘‘Lares’’, XXXVIII, 1972; Sardegna ci` . Cultura sarda per le scuole, 1974; vilta Aspetti della cultura sarda campidanese, 1974; Un’isola tra passato e presente, 1976; Lussu 1944. I discorsi del ritorno, 1977; Destinazione Sardegna, 1980; Guida ai detti sardi, 1981 (nuova edizione 1992); Sardegna, 1983; Il culto dell’Assunta in Sardegna, 1984; Dizionario dei santi venerati in Sardegna, 1994.

Vargiu, Francesco A. Insegnante, studioso di storia (n. sec. XX). Dopo la lau` dedicato all’insegnamento rea si e ` stato docente nelle scuole superiori. E presso il Liceo scientifico di Macomer e nel 1987 ha promosso una ricerca sui Cistercensi in Sardegna. Ha al suo attivo il volume San Lorenzo, Santa Sabina in Silanus, edito nel 1987.

Vargiu, Joseph Giornalista (Iglesias 1907-ivi 1983). Completati gli studi ` , si trasferı` a Cagliari nella sua citta ` giovanissimo nella redadove entro zione de ‘‘L’Unione Sarda’’. Cronista sportivo, specializzato nelle cronache di pugilato, con i suoi pezzi efficaci fu testimone dell’evoluzione dello sport in Sardegna nel secondo dopoguerra.

Vargiu, Mario Insegnante, scrittore (n. Orroli 1937). Laureato in Pedagogia, ` dedicato all’insegnaper anni si e mento nelle scuole elementari. Delicato poeta e studioso della lingua sarda, con la traduzione in sardo campidanese di importanti opere ha rilanciato nel mondo culturale dell’isola la ` dello studio della lingua necessita nelle scuole. Ha tradotto il Pinocchio di Collodi intitolandolo Opineddu e ne-

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Vasco ` cimentato nella tragli ultimi anni si e duzione degli Atti degli Apostoli (Is Evange´lius e is attus de is Apostolus, «tradusius in sardu campidanesu», 1990) e dei Salmi, rivelando grandis`. sima sensibilita

Vargiu, Pierpaolo Medico, consigliere regionale (n. Cagliari 1957). Di cultura liberale, dopo essersi laureato in Me` dedicato alla libera profesdicina si e ` ` impegnato in politica. E sione e si e stato consigliere e assessore provinciale di Cagliari per il Partito Liberale ` Italiano. Passato ai Riformatori, si e presentato alle elezioni regionali per ` stato eletto. la XII legislatura, ma non e `, e ` entrato Nella stessa legislatura, pero in Consiglio nel 2000 subentrando al` stato riconfermato l’on. Demontis. E anche per la XIII legislatura.

Vargiu, Pietro Religioso (Isili, fine sec. XVIII-Ales 1866). Vescovo di Ales e Terralba dal 1842 al 1866. Ordinato sacerdote, fu dottore in Diritto canonico e ` Teologia per anni a Cagliari insegno dove fu nominato canonico metropolitano e vicario generale. Nel 1842 fu nominato vescovo di Ales e Terralba; go` la diocesi tra mille difficolta ` e fu verno spesso in contrasto col governo per difendere i beni della diocesi, in particolare i vasti territori che la curia possedeva nel Sulcis. Furono pubblicate a stampa le sue Lettere pastorali al clero e popolo della diocesi di Ales, scritte fra il 1843 e il 1852.

Varsi, Mario Archeologo (Sorso 1922ivi 1951). Laureato in Lettere con Giovanni Lilliu. Nel 1945-1946 condusse ` scavi a Sorso, suo paese natale e dono al Museo di Sassari la sua collezione. Morı` prematuramente negli anni Cinquanta. Ha al suo attivo la scheda Domus de janas presso l’Abbiu di Sorso, ‘‘Studi sardi’’, VII, 1-3, 1947.

Vascellari, Guido Architetto (Battaglia Terme 1912-Cagliari 2005). Compiuti

gli studi a Venezia, si trasferı` a Cagliari ` profondamente nell’amdove si radico ` tanto da esbiente culturale della citta sere comunemente conosciuto come l’‘‘Architetto di Cagliari’’. Fu tra i pro` tagonisti della ricostruzione della citta nel secondo dopoguerra: molti dei palazzi da lui progettati sono distribuiti ` (piazza Gariin diverse parti della citta baldi, piazza Repubblica, via Bonn). Fece da maestro al figlio Massimo e a molti altri progettisti degli ultimi cin` a Cagliari quant’anni. Nel 1958 fondo ` nato l’atun Liceo artistico da cui e tuale Liceo artistico statale, nel quale ` fino al 1976. insegno

Vasco, Giovanni Battista Pensatore illuminista (Torino 1733-Rocchetta Tanaro 1796). Precocissimo negli studi, si ` in Leggi all’Universita ` di Torino laureo a 17 anni. Entrato nell’ordine dei Domenicani, fu a Bologna e a Genova, quindi, proposto al ministro Bogino per l’insegnamento della Teologia sco` di lastico-dogmatica nell’Universita Cagliari, giunse nell’isola nel 1764 e vi rimase per due anni. Anche durante ` i suoi corsi al questo periodo ispiro pensiero illuministico. Dai due volumi manoscritti di lezioni oggi conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari emerge la sua attenzione per pensatori come Locke, Campanella, D’Alembert, Diderot e Condillac. Franco Venturi ha scritto che anche in quel periodo emergeva «l’inquietudine del suo temperamento, il continuo scontento che lo pervadeva di fronte ai suoi compiti di professore». «Intellettualmente e moralmente V. dimostrava a Cagliari quel ‘‘genio fervido’’ che il ministro Bogino aveva notato e subito paventato in lui»; il suo pensiero era troppo libero e avanzato ` dominante nel regno per la mentalita dei Savoia, e infatti al ritorno nella pe` in dissidio con la corte pienisola entro

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Vaso campaniforme montese, anche in seguito all’arresto dei fratelli Dalmazzo e Nicola, che condividevano le sue idee.

Vaso campaniforme, cultura del Cultura d’epoca preistorica che prende il nome da un bicchiere in ceramica a forma di campana rovesciata, alto tra i 9 cm e i 15 cm, detto anche con termine inglese beaker. Gli studiosi ritengono che abbia avuto origine nella penisola iberica, da dove si diffuse poi in tutta l’Europa occidentale. Nello spostarsi da una terra all’altra i suoi portatori facevano conoscere le tecniche per la lavorazione del rame. In Sardegna ` attestata in una questa cultura, che e quarantina di siti, compare intorno al 2200 a.C. e si protrae per alcuni secoli, inserendosi nei contesti delle culture ` di Monte Claro e di Bonnanaro. Non e caratterizzata da un particolare tipo di ` interessanti sepoltura. I reperti piu comprendono le punta di freccia in selce o in ossidiana e i brassards, placche di pietra usate a protezione del polso dai ritorni della corda dell’arco, che hanno fatto pensare a un popolo di arcieri; sono stati rinvenuti anche dei pugnali in rame di forma triangolare e ` di collane realizuna grande varieta ` diversi, dall’azate con i materiali piu vorio alla steatite, dall’osso alla pietra ai materiale preziosi.

Vassallo, Giovanni Battista Gesuita (Dogliani 1691-Cagliari 1774). Uomo di `, grande cultura e di profonda pieta giunse in Sardegna dopo il 1725 con l’incarico di insegnare l’italiano ai giovani Gesuiti sardi: vi rimase fino alla ` con passione alla premorte. Si dedico dicazione, percorrendo l’isola in lungo e in largo e accattivandosi per il suo zelo e la sua passione gli animi degli ` interne e isoabitanti delle zone piu late. Per poter meglio comunicare la ` il sardo, che utisua missione imparo ` per comporre facili inni religiosi lizzo

` una raccolta di cui nel 1733 pubblico dal titolo Canzoni spirituali per le Sante Missioni. Fu anche autore di Discursos familiares traductos dae idioma italianu in sardu per ater u sacerdote amigu, pubblicati postumi nel 1777 col titolo Su parocu in s’altare promotore de sa devocione de Maria SS.ma. A lui Raimondo Turtas attribuisce l’introdu` popolare inno zione nell’isola del piu mariano sardo, Deus ti salvet Maria: il testo originale dell’inno, in italiano, sostiene Turtas, si deve al gesuita Innocenzo Innocenti di Todi (1624-1697), ` nel 1681 a Macerata alche lo pubblico l’interno della sua Dottrina spiegata in versi. Nessun dubbio, afferma, che la redazione sarda sia un calco fedele di quella italiana (Dio ti salvi, o Maria, che sei di grazia piena / e di grazie la vena / e la sorgente...). Nel frontespizio di un registro battesimale di Torralba, del 1613, ne esiste peraltro una versione in castigliano, scritta «da una mano del secolo XVIII». Negli ultimi anni della sua vita si stabilı` a Cagliari.

Vassallo, Walter Sindacalista, consigliere regionale (n. Genova 1949). Cresciuto politicamente a Porto Torres, comunista militante, protagonista delle lotte operaie alla SIR, a partire ` stato eletto consigliere codal 1978 e munale, assessore e vicesindaco della `. Nel 1994 e ` stato eletto consigliere citta regionale per l’XI legislatura nel collegio di Sassari, nella lista del Partito ` stato della Rifondazione Comunista; e riconfermato anche per la XII legislatura, ma non rieletto per la XIII.

Vaterra Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Sols. Era posto a non molta distanza dall’attuale Carbonia. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo essi procedet-

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Veccia tero a un’ulteriore divisione tra di loro ` ai discendenti del conte Ghee V. tocco rardo. Dopo la conquista aragonese ` alla Corona d’Aessi giurarono fedelta ragona e riuscirono a conservare il ` nei depossesso del villaggio, che pero ` a spopocenni successivi comincio larsi. Nel 1353 ne persero il controllo a causa dell’infelice vicenda toccata a un altro conte Gherardo; tornato in possesso reale, il villaggio fu concesso in feudo ad Alibrando de Ac ¸ en. Egli ` , scoppiata la seconda guerra tra pero ` e il Mariano IV e Pietro IV, si ribello villaggio fu confiscato. Poco dopo fu occupato dalle truppe arborensi e in ` completamente. poco tempo si spopolo

tipiche dei climi temperati, preferiscono terreni alluvionali e ben si adattano sia ai terreni argillosi che a quelli sabbiosi, rifuggendo dai terreni umidi. Possono essere destinate alla raccolta del seme, allo sfalcio delle porzioni vegetative oppure per il sovescio (pratica agronomica finalizzata alla fertilizzazione del terreno, che prevede l’interramento dell’intera pianta).

Vatin, Fernando Scrittore, viaggiatore ` la Sardegna (secc. XIX-XX). Visito ` del Novecento e ne nella prima meta scrisse un reportage, Sardaigne ou pays des nuraghi, edito a Parigi nel 1927.

Vecchi, Augusto Vittorio Scrittore (Marsiglia 1842-Forte dei Marmi 1932). Autore di numerosi volumi di argomento marinaro, divenne popolare sotto lo pseudonimo di Jack La Bolina. Scrisse anche gli articoli L’assalto all’isola di La Maddalena nel 1793 secondo i documenti di Napoleone Bonaparte, ‘‘Rivista marittima’’, 1892, Nuovi documenti sull’attacco dei Francesi contro La Maddalena, ‘‘Rivista marittima’’, 1896, e alcune pagine su Garibaldi a Caprera (marzo e agosto 1881), in appendice al suo La vita e le gesta di Giuseppe Garibaldi, 1910. Alla Sardegna sono dedicate alcune pagine tanto ne L’Italia marinara e il lido della Patria. Lazio, Campania e Sardegna, 1901, quanto nella Storia generale della marina militare, 1-2, 1892.

Veccia Nome generico di piante erbacee della famiglia delle Leguminose largamente impiegate come foraggio per il bestiame. Le veccie sono piante

Veccia – Fiore di veccia comune.

` la spe1. La v. comune (Vicia sativa L.) e ` docie di maggior rilievo economico. E tata di fusto lungo, esile e angoloso; i fiori sono portati all’ascella delle foglie, possono essere solitari o appaiati e sono composti, come in tutte le leguminose, da vessillo, carena e ali, il co` variabile dal bianco al rosso violore e laceo. I frutti sono legumi compressi, dritti, pubescenti o glabri, contenenti semi globoso-compressi, neri, grigi, variegati, bianchi, giallo scuro, di sapore ` inadatti all’alisgradevole e percio mentazione umana. Nomi sardi: basolu gaddinu (fagiolo per cavalli), pisu de goloru (pisello di serpe, logudorese); pappasolu (campidanese). 2. La v. di Pan` una nonia (Vicia pannonica Crantz) e specie dotata di buona resistenza al ` adatta ai suoli pesanti e argilfreddo, e losi e agli ambienti umidi. 3. La v. di Narbona (Vicia narbonensis L.) ha grossi semi, globosi e neri. 4. La v. vel` una specie lutata (Vicia villosa Roth) e

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Vedovina vellutata rustica, particolarmente adatta alle zone fredde e con un grande sviluppo erbaceo. I fiori sono di colore rossoviolaceo, raccolti a grappolo. I frutti sono legumi, compressi, contenenti da 2 a 4 semi neri, tondi e di piccole dimensioni. [TIZIANA SASSU]

Vedovina vellutata Pianta della famiglia delle Dipsacacee (Scabiosa olosericea Bertol.). Erbacea perenne, ha fusto eretto e ricoperto di fitta peluria; le foglie basali, riunite in una rosetta, hanno la lamina allungata con margini incisi; le foglie superiori sono profondamente incise in setti; i fiori viola sono riuniti in capolini. Frequente in terreni umidi come in quelli sassosi, fiorisce all’inizio dell’estate. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Veguer Famiglia algherese originaria della Catalogna (secc. XIV-XV). Le sue notizie risalgono al secolo XIV, quando ` da Gunel 1381 un Pascasio acquisto glielmo Vilella l’appalto per la riscossione dei diritti di cabesagio e del ven` , che consistevano nella teno della citta tassa sui macelli (cabesagio) e della ventesima parte sul valore delle merci `. Lo stesso Pascain entrata nella citta sio nel 1391 ebbe in feudo il villaggio di Urgeghe ma non riuscı` a entrarne in ´ era occupato dalle possesso perche truppe del giudice d’Arborea. I suoi discendenti ottennero che l’appalto per la riscossione dei due tributi divenisse un feudo della famiglia, ma nel 1423 lo vendettero a Pietro De Ferraria.

Vela Sport. Le navicelle votive rinvenute nei nuraghi ci ricordano che anche gli antenati dei sardi probabilmente navigavano e usavano la vela. ` dei nuraghi Era proprio dalla sommita che potevano assistere all’arrivo di navi straniere. Cosı` nei secoli fu un succedersi di vele fenicie, puniche, etrusche, romane (che sospingevano navi da guerra o da trasporto di grano,

vino e olio), che si avvicendavano in vista delle coste sarde, le cui innumerevoli insenature servivano da rifugio ´ all’orizdurante le tempeste. Finche zonte apparvero i grandi velieri spagnoli, le navi da guerra francesi, la piccola flotta d’invasione con Napoleone (1793), la grande flotta dell’ammiraglio Nelson. Infine le vele della Marina dei Savoia del primo Ottocento. I sardi, dopo secolari invasioni, avevano perso dimestichezza col mare a forza di fuggire verso l’interno: i pochi centri marinari dell’isola erano utilizzati quasi esclusivamente per la pesca e per i collegamenti. Ancora fino agli anni Venti del Novecento, in piena era del vapore, alcune linee per il continente utilizzavano vecchi trealberi soprattutto per il trasporto dei militari. E ancora: erano i navicelli di costruzione toscana muniti di vela triangolare a trasportare il minerale estratto all’Argentiera (ancora priva di collegamenti terrestri) fino a Porto Torres ed erano bellissime imbarcazioni a vela latina che portavano la posta e i villeggianti in una Stintino appena fondata. Molte di queste barche stintinesi sono state riprodotte e ogni fine estate si cimentano in una regata patrocinata dal presidente della Repubblica, ormai diventata internazionale. Anche per le isole di San Pietro e Sant’Antioco si usavano barche a vela, cosı` come le usarono i pescatori di Ponza che nell’Ottocento si stabilirono sulla costa orientale sarda. Nonostante tutto questo le gare veliche in Sardegna iniziano in tempi abbastanza recenti, ma le condizioni ideali dei venti e lo sviluppo del turismo ne hanno fatto la sede privilegiata di competizioni di tutte le categorie: dalle regate riservate ai velieri d’epoca ai campionati delle classi olimpiche, dalle tappe del ‘‘Giro del Mediterraneo’’ alla ormai mitica ‘‘Settimana delle

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Venere Bocche’’, dalle regate per esordienti alla ‘‘Rolex Cup’’ riservata ai grandi yacht. L’avvento della Costa Smeralda e la costruzione di innumerevoli porti turistici hanno permesso la fondazione ` londi scuole di vela, tra le quali la piu ` quella del Touring Club Italiano geva e che opera nell’arcipelago della Maddalena, mentre famosi skipper come Cino Ricci fungono da maestri. Tra i velisti sardi che si sono messi in luce nelle classi olimpiche sono da ricordare Antonello Ciabatti, campione europeo nel 1981 della classe 420 in coppia con Andrea Mura; e poi Paolo Brighetti, Gepi Coiana, campione italiano nel 1987 nella 470 e tanti altri. Un’altra ` sportiva che ha la vela come specialita ` di nascita recente e ` il ‘‘attrezzo’’ ed e windsurf, che ha trovato nelle acque sarde l’ambiente ideale dal punto di vista logistico e per la presenza continua dei venti. Atleti sardi, soprattutto in campo femminile, hanno conquistato vittorie in tutto il mondo, specialmente negli anni Settanta e Ottanta: sopra tutti Paolo Brianda, dello Yacht Club Cagliari, campione europeo nel 1980, Sandro Mamusa, Paola Toschi, Emanuela Mascia, Gigi Barrella e molti altri. Attualmente in Sardegna sono presenti una ventina di scuole di vela e di windsurf, poste nei maggiori centri tu` blasonata e ` sicuraristici, ma la piu mente il Centro Velico Caprera, nato nel 1967, che in quarant’anni ha avviato alla pratica dello sport velico non meno di 50 000 appassionati. Altro ` quello di Cagliari, Yacht Club storico e ` anche con sede a Marina piccola, che e ` antico. [GIOVANNI TOLA] il piu

conventi del suo ordine e nel 1686 fu nominato vescovo di Alghero da papa ` la diocesi con Innocenzo XI. Governo energia e promosse un sinodo diocesano. Morı` ad Alghero nel 1692.

Velez de Guevara, Bertran Vicere´ di ` sec. Sardegna (Aragona, prima meta XVII-Cagliari 1652). In carica dal 1651 al 1652. Marchese di Campo Reale, di antica famiglia aragonese, gentiluomo di camera del re e membro del suo Con´ di Sardegna siglio, fu nominato vicere nel 1651. Giunse nell’isola nel momento di maggiore tensione seguito al clamoroso gesto posto in atto da Bernardino Mattia Cervellon nei confronti di Pietro Martinez Rubio. Preso possesso del suo ufficio, immediatamente ` in esidestituı` il Cervellon e lo mando `, lio a Minorca. Alcuni mesi dopo, pero il povero marchese di Campo Reale contrasse la peste e morı` dopo un brevissimo periodo di governo.

Velixandre Famiglia di mercanti marsigliesi (sec. XVIII). Vi appartenevano i fratelli Felice e Giacomo Giuseppe che nel 1778 ottennero in feudo l’isola dell’Asinara col titolo di marchese. Essi si impegnarono a ripopolarla costruendovi un villaggio nel quale fecero con` dispafluire numerosi coloni dalle piu rate provenienze. Dopo alcuni anni, ` , i rapporti tra i vari gruppi conpero dussero a uno stato di continua tensione: molti dei coloni furono uccisi, altri fuggirono. Nello stesso periodo, inoltre, la popolazione fu decimata dalle malattie. L’isola rapidamente si ` e ai due sfortunati fratelli fuspopolo rono tolti concessione e titolo marchionale.

Velasco, Giovanni Religioso (Burgos,

Venere Divinita` latina. Le sue origini

` sec. XVII-Alghero Spagna, prima meta 1692). Vescovo di Alghero dal 1686 al 1690. Entrato nell’ordine benedettino, ` in fu ordinato sacerdote e si laureo Teologia. Resse come abate numerosi

non sono del tutto chiare, per quanto si consideri una sua derivazione dalla sfera religiosa italica. Era associata, in base anche al suo nome (venus si legherebbe a un’idea di forza imperscruta-

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Venero bile e prodigiosa), al favore ultraterreno, ma anche alla natura, ai giardini in genere e soprattutto all’amore e al desiderio sessuale. La personificazione al femminile e la sua assimilazione con la dea greca Afrodite risali` al secolo IVa.C., come atterebbero gia sta l’esistenza del santuario di Lavinio nel Lazio in cui si praticava un culto in ` nota a partire suo onore. A Roma V. e dagli inizi del secolo III a.C., quando fu edificato un tempio per Venus Obsequens (attributo che ne svela l’ance` propiziatrice) presso il strale attivita Circo Massimo. Al 217 a.C. risale l’introduzione del culto di Venere Ericina (sorto sulla scia di quello esistente a Erice, nella Sicilia occidentale, per l’o` di origine femologa Astarte, divinita ` nel 215 a.C. alla conicia), che porto struzione di un tempio sul Capitolium. ` il mito che vuole V. madre di Celebre e Enea, l’eroe troiano giunto nel Lazio, padre di Ascanio (o Iulo) e antenato di Romolo e Remo, i fondatori di Roma. In relazione a questa tradizione, so` ritenuta prattutto dal secolo II a.C., e la capostipite di famiglie importanti, in particolare di quella gens Iulia che rivendicava una discendenza da Enea. Il culto di V. era sicuramente molto diffuso in tutta la Sardegna. Un teatrotempio di tipo italico (c.d. teatro di via Malta) dedicato alla dea fu edificato a Carales fra il secolo III a.C. e il II a.C. Questo edificio sarebbe raffigurato anche in una moneta di bronzo coniata in ` cesariana o durante il Sardegna in eta secondo triumvirato. Nel dritto il pezzo presenta due teste rivolte a destra e il nome che identifica i due personaggi, Aristo e Mutumbal Ricoce, con il loro titolo, sufetes, che precede certamente l’elevazione municipale di Carales, che potrebbe essere avvenuta nel 38 a.C. per iniziativa di Ottaviano. Nel verso si ha l’immagine del tempio

tetrastilo con la leggenda Veneris, la dea progenitrice della gens Iulia. Due statuine fittili (l’isola in totale ne ha ` di una decina) conservate poco piu provengono rispettivamente da Nora e da Carales. La prima reca l’iscrizione ` Veneris sacrum, mentre la seconda e rappresentativa di una V. Anadiomene, ossia ‘‘che nasce dalle onde del mare’’; ` anche un busto rindello stesso tipo e ` venuto a Turris Lybisonis. In prossimita di questo centro, precisamente a Bio` stato rinvenuto un nis, nella Nurra, e signaculum bronzeo con inscritto Veneris Obsequentis, che rimanda all’arcaico culto laziale. [ANTONELLO SANNA]

Venero, san (o San Venerio, San Venereo) = Avendrace, santo

Ventaglina Curiosa indennita`, introdotta dall’amministrazione piemontese del Regno di Sardegna per tutti i ´ . In funzionari, a cominciare dal vicere base ad essa veniva corrisposta annualmente una somma di denaro per l’acquisto di un ventaglio, strumento ritenuto indispensabile durante la stagione calda.

Ventimiglia Nobile famiglia ligure (secc. XVII-XVIII). Un suo ramo si trasferı` da Genova a Cagliari nel secolo XVII con un Giovanni Andrea. Egli di` e nel sponeva di una notevole liquidita 1640 ottenne l’appalto delle rendite del Mandrolisai per sei anni e nel 1643 quello della dogana di Sassari, anch’essa per sei anni. I suoi discendenti, ` genovese ben inseriti nella comunita ` del sedi Cagliari, nella seconda meta colo XVII si interessarono anche del commercio del grano e ricoprirono l’ufficio di console di Genova. Nel secolo XVIII, ormai profondamente radi` cagliaritana, presero cati nella societa a usare il titolo comitale; si estinsero entro la fine del secolo.

Ventura Famiglia di Tempio Pausania (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risal-

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Venturi gono al secolo XVIII. Apparteneva alla borghesia agiata e nel 1794 ottenne il ` con cavalierato ereditario e la nobilta Antonio, un avvocato che si era segnalato nella difesa dell’isola contro il tentativo di sbarco dei francesi a La Maddalena nel 1793. La famiglia si estinse nel corso del secolo XIX.

Ventura, Marcello Archeologo (n. sec. XX). Ha lavorato con Vincenzo Santoni e, tra il 1984 e il 1985, ha collaborato con Carlo Tronchetti negli scavi di via Brenta a Cagliari. Ha al suo attivo due articoli, Archeologia urbana a Cagliari: lo scavo di via Brenta, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 1985, e La necropoli romana di Cea Romana-agro Villasalto, in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo, 1990.

ispettore della Galleria Estense di Modena. Fattosi apprezzare, fu chiamato ` a lavorare al a Roma e dal 1888 inizio Catalogo degli oggetti d’arte di pro` dello Stato. Nel 1890 conseguı` prieta la libera docenza in Storia dell’Arte e fu nominato professore della materia ` di Roma, dove presso l’Universita tenne la cattedra fino al 1931. Dal 1901 ` la Storia dell’Arte itaal 1936 pubblico liana in 22 volumi, nella quale inserı` alcuni studi sulla Sardegna. Nel 1926 fu nominato accademico dei Lincei. All’isola sono dedicati i capitoli Architettura romanica in Sardegna, III, 1904, Pulpito di Guglielmo nel Duomo di Cagliari, VII, parte IV, 1915, Pittura spagnola del Quattrocento in Sardegna, VIII, parte II, tutti nella Storia dell’Arte italiana, 1922.

Venturi, Franco Storico (Roma 1914-

` Adolfo Venturi – Lo studioso emiliano dedico alcuni capitoli della sua Storia dell’Arte italiana alla Sardegna.

Venturi, Adolfo Storico dell’arte (Modena 1856-Santa Margherita Ligure 1941). Autodidatta, nel 1878 divenne

Torino 1994). Figlio del grande storico dell’arte Lionello, a sua volta figlio di ` Adolfo, conseguita la laurea si dedico alla ricerca e intraprese la carriera universitaria. Antifascista, aderı` al ` , per movimento di Giustizia e Liberta cui nel 1931 fu arrestato. Uscito dal car` in esilio a Parigi. Dopo la secere ando conda guerra mondiale, durante la quale prese parte alla Resistenza in Piemonte, nel 1951 fu nominato professore di Storia moderna presso l’Uni` di Cagliari, da dove in seguito versita ` nelle Universita ` di Genova e di passo Torino. Socio corrispondente dei Lincei dal 1970, diresse per alcuni anni la ‘‘Rivista storica italiana’’. Fu autore di numerosi saggi di storia moderna tra i quali alcuni dedicati alla Sardegna, come Giovanni Battista Vasco all’Uni` di Cagliari, ‘‘Archivio storico versita sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Il conte Bogino, il dottor Cossu e i monti frumentari, ‘‘Rivista storica italiana’’, LXXVI, 1964; Giuseppe Cossu e Francesco Gemelli,

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Venturini entrambi in Illuministi italiani, VII, 1965.

Venturini, Alain Archivista (n. Francia, sec. XX). Lavora presso l’Archivio nazionale di Parigi; nel 1991 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, presentando una relazione su Les ´etats angeˆte aragonaise de la Sarvins et la conque ´actions des Provenc¸aux daigne: les re 1323-1382, ora in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1996.

Venturone = Zoologia della Sardegna

in una grande rosetta alla base della pianta, sono ovali con apice appuntito e margine ondulato, ricoperte, come tutta la pianta, di una lanugine spessa che conferisce un aspetto polveroso; i fiori gialli sono riuniti in una vistosa infiorescenza nella parte terminale dell’unico stelo e si stagliano in estate nei campi e ai bordi delle strade, con il tripico portamento a candelabro. Nomi sardi: cadumbu, trovodda. 2. Il v. del patriarca (Verbascum creticum (L.) ` una pianta erbacea bienne, con Cav.) e fusto eretto, ricoperta di tomento; differisce dal Verbascum pulverulentum ` scuro; le foglie per il colore verde piu basali sono picciolate, con lamina lo` bata e margine dentato; i fiori sono piu addensati nell’infiorescenza, che non ha, a differenza della precedente, ` una carami fiorali laterali; il frutto e psula. L’ambiente e il periodo di fioritura, come anche i nomi sardi, sono gli stessi del v. a candelabro. 3. Il v. di Sardegna (Verbascum conocarpum Moris) ` un endemismo sardo-corso e dell’ie sola di Montecristo: rispetto alle precedenti ha dimensioni minori e foglie ` inovate, allargate, di colore verde piu tenso, ricoperte di peluria; i fiori, sempre gialli, sono riuniti a fascetti distribuiti sullo stelo e avvolti da brattee simili alle foglie, per cui l’infiorescenza risulta meno densa ed evidente. Cresce nei campi incolti e sassosi, senza preferenze di substrato e di altitudine. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Verbasco – Un esemplare di verbasco a candelabro.

Verbena Pianta della famiglia delle

Verbasco Nome generico di piante della famiglia delle Scrofulariacee. 1. Il v. a candelabro (Verbascum pulverulentum Vill.), detto anche tasso bar` un’erbacea con ciclo vegetabasso, e tivo biennale; raggiunge 1,5 m di altezza, ha fusto eretto con ramificazioni nella parte superiore; le foglie, riunite

Verbenacee (V. officinalis L.). Erba perenne a portamento cespuglioso o prostrato; le foglie sono consistenti, ruvide, e di differente forma a seconda della posizione sul ramo: intere con picciolo le inferiori, divise in tre segmenti le mediane, con margine crenato le superiori; i fiori sono lilla e sono riuniti in spighe allungate e rade. Sponta-

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Vermentino ` diffusa in tutta la Sardegna nea, e lungo i margini delle strade, negli incolti calpestati, lungo le siepi; fiorisce alla fine della primavera e d’estate. Ha ` analgesiche, febbrifughe e proprieta astringenti. L’omonima pianta coltivata appartiene a un’altra specie (V. triphylla), ricca di essenza profumata ma ` officinali. Nome priva di proprieta sardo: brebena. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

grave carestia. Nel 1683 fu trasferito alla sede di Cagliari, ma nel 1685, tra` la sferito alla diocesi di Zamora, lascio ` viSardegna. Poco dopo il re lo nomino ´ di Sardegna ma egli, forse per cere `, rifiuto ` l’incarico dicendosi inaumilta deguato.

` , La’’ Settimanale politico-am‘‘Verita ministrativo, uscito a Cagliari dal 1870 al 1875, nel formato 4º fino al dicembre 1871, in folio dal gennaio 1872 alla cessazione delle pubblicazioni. Con lo stesso titolo uscı` a Guspini un numero unico per il 1º maggio 1910.

Vermell, Pietro Religioso (?, seconda ` sec. XIV-Cagliari 1422). Vescovo meta di Suelli dal 1409 al 1414 e arcivescovo di Cagliari dal 1414 al 1422. Dottore in ` lo scisma Decretali, quando scoppio d’Occidente, nel 1412 fu nominato dal papa di Avignone Benedetto XIII vescovo di Suelli, sebbene avesse solo gli ordini minori. Nel 1414 fu nominato ar`a civescovo di Cagliari, dove continuo rimanere fedele ai papi di Avignone. Nel 1420 la diocesi di Suelli fu unita a quella di Cagliari.

Vermentino Vitigno e vino tipici della

Verbena – Spighe e fiori.

Verdone = Zoologia della Sardegna Vergara, Antonio Religioso (Siviglia, ` sec. XVII-Zamora, Spagna, prima meta 1693). Arcivescovo di Sassari dal 1680 al 1683, arcivescovo di Cagliari dal 1683 al 1685. Entrato nell’ordine domeni` all’insegnamento della cano si dedico Teologia e fu nominato predicatore del re, acquistando grande reputazione. Nel 1680 fu nominato arcivescovo di ` Sassari; nella sua diocesi mostro ` e profonda carita ` impegrande pieta gnando generosamente le proprie rendite per sostenere i poveri durante una

` Sardegna. Il vitigno, a bacca bianca, e ` diffuso peculiare della Gallura, ma e anche in altri territori dell’isola; introdotto nell’Ottocento, proveniva dalla Corsica, tanto che il Cettolini, che fu il primo a descriverlo, lo chiamava Brustiano di Corsica. In effetti si tratta di un vitigno di origine spagnola che ha trovato il suo habitat ideale nei vigneti impiantati su terreni di disfacimento granitico come quelli galluresi (e della Corsica meridionale). Un tempo veniva allevato ad alberello, ma attualmente viene impiantato nelle moderne forme espanse. Garantisce una produzione costante e abbondante. Il vino bianco che se ne produce ha un colore giallo paglierino con riflessi verdolini, e un profumo fruttato che ricorda le

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Vernaccia mele mature, i fiori di campo e le mi` secco morbido e raggiunge una mose. E gradazione minima di 12 gradi. In passato la sua produzione era limitata alle vigne galluresi, ma negli ultimi de` prodotto anche in altre zone cenni e ` e ` dell’isola. Di particolare qualita quello delle tre Cantine sociali della Gallura (Berchidda, Monti, Tempio) e di apprezzati produttori locali.

Vermentino – Grappolo di uva vermentino.

Vernaccia Vitigno e vino. Il vitigno e` tipico della valle del Tirso, dove se ne ` antitrova menzione fin dai tempi piu chi. Secondo un’ipotesi abbastanza diffusa, si tratterebbe di un vitigno introdotto addirittura dai Fenici all’atto della fondazione di Tharros e da essi ` l’amdiffuso nell’entroterra dove trovo ` un vitibiente ideale per svilupparsi. E gno a bacca bianca che predilige i terreni alluvionali costituiti da degradazione di materiale roccioso. Il vino ha un colore dorato carico tendente all’ambrato e un profumo intenso e pene` trante di fiori di mandorlo; al gusto e secco, sapido, intenso e persistente. Il metodo di lavorazione, descritto minu` nel secolo tamente in disciplinari gia XVII, prevede il suo invecchiamento

in botte come minimo per due anni; si ottiene il meglio se viene fatto invecchiare per tre-quattro anni nelle tipiche cantine oristanesi dal tetto in coppi poggiati su cannicciato. Per lungo tempo le popolazioni dell’Oristanese, che lo conoscono come Cranaccia, gli attribuirono doti terapeutiche contro la malaria.

Vernazza di Freney, Giuseppe Paleografo (Alba 1745-Torino 1822). Acquistata fama di profondo studioso, nel periodo napoleonico fu nominato biblio` di Torino. Dopo tecario dell’Universita la Restaurazione divenne professore `. di Paleografia nella stessa Universita ` alla Sardegna il saggio Diploma Dedico di Adriano, pubblicato nel 1818 nelle ‘‘Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino’’ (si tratta di un congedo militare spedito dall’imperatore Adriano al soldato sardo Decimo Numitorio Terrammone Fifens ex Sardinia, che faceva parte della flotta del Miseno), e insieme gli scritti: Lettera a D. Giambattista Simon arciprete canonico turritano, 1779; Sigillo di Gillito vescovo di Ampurias, tre Lettere a Giamb. Simon, 1786; Medaglia di Cagliari, ‘‘Epitaffio dei bassi tempi’’, 1792; Lapidi romane in Cagliari inedite, ‘‘Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino’’, 1818. Alcune sue lettere a Lodovico Baylle del 1820 sono conservate nella collezione Baille, portaf. VIII bis, 12, della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Vero, san (in sardo, Santu Veru, Sant’Eru) Santo martire. Secondo la tradizione locale, San Vero deriverebbe dalla corruzione del nome sardo di San Teodoro, titolare in passato della parrocchia di San Vero Milis: Santu Diadoru, Santu Teru, Santu Veru, Sant’Eru. Toponimo diffuso dai Bizantini attraverso il culto di Santa Vera, per la

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Vescicaria Chiesa latina Santa Fede (San Vero Milis e San Vero Congius). [ADRIANOVARGIU] Festa Si festeggia il 30 settembre.

vive nei riti della Settimana santa. Patrona delle lavandaie, delle guardarobiere e (per l’immagine sul panno) dei fotografi. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 12 luglio.

Verro Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Montiferru. Sorgeva a poca distanza da Cuglieri, attiguo al castello di Montiferru (Casteddu Ezzu). Estinta la famiglia giudicale di Torres, il villaggio, unitamente al castello, cadde in mano ´ al al giudice d’Arborea, che lo annette suo regno. Dopo la battaglia di Sanluri, poco prima della caduta del giudicato, ` il caquando Pietro Torrelles espugno stello, probabilmente il villaggio fu distrutto.

Verzella, Emanuela Storica (n. Torino,

Santa Veronica – La santa raffigurata mentre ` in un dipinto di L.G. asciuga il volto di Gesu Boschi. (Sant’Andrea delle Fratte, Roma)

Veronica, santa Santa. Personaggio ` la donna, cosı` vuole della Via Crucis: e ` il volto insanla leggenda, che asciugo ` , caduto sotto guinato e sudato di Gesu il peso della croce, lungo la via del Calvario; l’immagine del volto santo rimase impressa nel panno. Panno che, ` a Clemente I, papa morendo, V. lascio dall’88 al 97. Altre leggende la identifi`, cano con l’emorroissa guarita da Gesu ricordata dagli evangelisti Matteo e Luca, e in epoca medioevale con una delle pie donne ricordate da Luca. Compare nei testi a partire dal secolo III col nome di Berenice o Beronice: V. ` stato ricavato erroneamente da vera e eikone, vera immagine. Il significato ` ‘‘apportatrice di esatto del suo nome e vittoria’’, dal greco Pherenı´ke. Culto diffuso dai Bizantini, in Sardegna ri-

` dedicata sec. XX). Dopo la laurea si e all’insegnamento universitario. At` professore nella Facolta ` tualmente e di Scienze della Formazione dell’Uni` di Verona. Ha dedicato alla Sarversita ` di Vittorio Amedeo degna il saggio L’Eta ` III in Sardegna: il caso dell’Universita di Sassari, ‘‘Annali della fondazione Luigi Einaudi’’, XXIV, 1990, e il volume ` di Sassari nell’Eta ` delle riL’Universita forme (1763-1773), pubblicato dal Centro interdisciplinare per la Storia del` di Sassari nel 1992. l’Universita

Vesala Antico villaggio di probabile origine romana, situato nelle immediate vicinanze di Milis. Faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Alla fine del secolo XII fu donato alla chiesa di Bonarcado e decadde ra` entro la fine del pidamente; si spopolo secolo XIII.

Vescicaria (o sena falsa) Pianta della famiglia delle Leguminose (Colutea arborescens L.), conosciuta anche con i nomi di sena falsa o schioppetti; arbu` raggiungere i 4 m sto rado ma che puo

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Vesos di altezza. Le foglie sono composte da un numero dispari (7-11) di foglioline ellittiche; i fiori gialli con macchia bruna alla base formano un’infiore` un legume riscenza vistosa; il frutto e gonfio, con parete traslucida che lascia intravedere i semi rossicci, simile a una vescica: aspetto, questo, che giustifica sia il nome volgare, sia quello sardo erba de bolluccas. Vegeta diffusamente nei terreni scoscesi, con preferenza per substrati calcarei e argillosi; fiorisce a fine primavera. Altri nomi sardi: erba de bucciaccas, sena, tiria agreste. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

tali e balcaniche. Riconosciuto anche dal Senato, pose termine alle guerre civili con la lex Vespasiani de imperio, che stabiliva le competenze degli Au` inoltre una decisa opera gusti; inizio di risanamento e consolidamento dei vari settori della res publica.

Vesos Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Nulauro. Era situato nelle vicinanze di Alghero. Il villaggio era compreso nei territori che erano pervenuti ai Doria per matrimonio fin dal secolo XII. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, scoppiata la prima delle ribellioni, il villaggio subı` gravi ` a spopolarsi. Pochi danni e comincio anni dopo fu gravemente danneggiato dalla seconda ribellione e nel 1348 altri danni subı` a causa della peste. Nel 1353, quando il territorio fu investito dall’esercito reale che assediava Al` nuove gravi ghero, il villaggio sopporto devastazioni: prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Vespasiano Imperatore romano (Falacrinae 9-Aquae Cutiliae 79). Figlio di un cavaliere, fece una brillante carriera militare con Tiberio, Claudio e Nerone, ` di reprimere la rivolta che lo incarico giudaica (67). Schieratosi con Galba, poi con Otone e Vitellio, fu acclamato imperatore ad Alessandria d’Egitto (69) con l’appoggio delle legioni orien-

Vespasiano – Busto dell’imperatore.

` il proconsul In Sardegna forse incarico Secundus di tracciare la a Caralibus Sulcos (1 gennaio-30 giugno 70) e durante la sua censura (73) tolse l’isola al ` a un procurator et Senato e l’affido praefectus per ragioni economiche (le risorse sarde erano indispensabili al fiscus dissanguato dalle lotte civili) e politico-militari (la provincia era troppo vicina a Roma per lasciarne la gestione a senatori non sempre leali). Il primo di questi governatori, Subrio ` i restauri della a CaraliDestro, ordino bus Turrem; a lui si deve probabilmente l’istituzione di un culto impe` incerto se riale provinciale, mentre e abbia concesso a Cornus delle istituzioni romane. Ammalatosi di febbri in

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Viale ` in Sabina per le cure Campania, si reco termali ma morı` nella sua villa (23 giugno 79). [ANTONIO IBBA]

Vestaris Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` di di Nora. Era situato in prossimita Pula. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca; alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia procedettero a ` al un’ulteriore divisione tra loro, tocco ramo dei discendenti del conte Gherardo. I Della Gherardesca di questo ramo poco prima dell’inizio della conquista aragonese resero omaggio feudale al re d’Aragona per cui, al termine delle operazioni militari, riuscirono a conservare in feudo una parte del territorio della curatoria con V. Quando `, scoppiata la prima guerra tra Mapero riano IVe Pietro IV, il conte Gherardo II fu accusato di tradimento, il feudo fu sequestrato. V. fu quindi concesso in ` feudo a Francesco Marsell, che pero ebbe subito dei contrasti con Emanuele de Entenc ¸a, signore di Nora, per questioni inerenti la giurisdizione. ´ i contrasti non si sanavano, nel Poiche 1363 il Marsell gli cedette V. In seguito il villaggio subı` notevoli danni durante la seconda guerra tra Mariano IVe Pie` completamente tro IV e si spopolo prima della fine del secolo.

Vetrano, san (in sardo, Santu Vidranu) Santo di difficile identificazione. Giovanni Spano (1872): «San Vetrano, villaggio distrutto nella regione di Quartu, oggi Su Idanu». Francesco Alziator (1972): «Villaggio che si trovava tra Cagliari e Quartu Sant’Elena, nell’area dove oggi sorge la chiesa di Sant’Alenixedda». Documenti resi noti nel 1985 danno ragione all’Alziator. San Vetrano o San Vidrano o Savetrano era un villaggio sorto nel luogo d’una forti-

ficazione romana, distrutto non si sa quando. Storicamente nel 1442, come si legge in un legato, nell’area sorgeva ` in Viun «romitorio unito a San Nicolo drano», che era la parrocchia di Pirri, ´ costruita al limite e cosiddetta perche con materiale ricavato dal villaggio. [ADRIANO VARGIU]

Vetriola = Parietaria ´ di SarVeuillet d’Yenne, Pietro Vicere ` sec. degna (Torino, seconda meta XVIII-Genova 1830). In carica dal 1820 al 1822. Ufficiale di carriera, prese parte alle guerre contro Napoleone ottenendo vari riconoscimenti. Dopo la restaurazione nel 1816 fu nominato governatore di Cuneo e nel 1820 fu promosso generale e incaricato di svol´ in sostitugere le funzioni di vicere zione di Carlo Felice. Quando nell’aprile del 1821 il principe salı` al trono, assunse pienamente i poteri viceregali. Durante il suo governo dovette affrontare le tensioni sociali conseguenti alla notizia dell’emanazione dell’editto delle chiudende e i moti di ` la Sardegna Alghero del 1821. Lascio nel 1822 e fu nominato governatore di Genova e insignito del Collare dell’Annunziata.

‘‘Via, La’’ Settimanale della sezione socialista pubblicato a Sassari dal 1907 al 1909. Vi scrisse un gruppo di giovani intellettuali che propugnava la nascita di una Sinistra rinnovata, capace di prendere le distanze dalla ‘‘sinistra borghese’’. Fu quindi spesso in polemica con ‘‘La Nuova Sardegna’’, divenendo cosı` il banco di prova di giovani come Attilio Deffenu e Giovanni Antonio Mura.

` romana in Sardegna = ItineViabilita rario Antoniniano

Viale Famiglia cagliaritana di origine genovese (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII, quando un

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Viale ramo si trasferı` a Cagliari per curare le ` commerciali. Essi sue fiorenti attivita non interruppero i loro rapporti con Genova, dove facevano spesso lunghi soggiorni. Nel corso del secolo XVIII ebbero l’appalto di alcune saline a Porto Pino e nel 1786 ottennero il cava` con un lierato ereditario e la nobilta Francesco, agiato negoziante che si era reso benemerito durante la carestia del 1785. Un suo discendente, Giovanni Battista (=), nel 1838 fu creato conte. Entro la fine del secolo XIX la famiglia si trasferı` a Genova, dove attualmente risiede.

Viale, Giovanni Battista Imprenditore e filantropo (Cagliari 1767-Genova ` una 1856). Generosamente impegno parte del suo ingente patrimonio in fa` al fine di vore dei sordomuti della citta far sorgere a Cagliari un istituto che li ospitasse. Contribuı` anche all’abbellimento della chiesa di Sant’Anna di Stampace. Nel 1838 gli fu conferito il titolo comitale.

Viana, Gabriella Fotografa (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX). Perfezionatasi con Otto Hoernish e Jed Devine della New York State University, espone le sue foto in alcune mostre presso l’associazione culturale Italia-Inghilterra. Pubblica un suo servizio fotografico sulle opere di Pinuccio Sciola sulla rivista americana d’arte ‘‘Performing Arts Journal’’ di New York, e nel 1993 fornisce le immagini per il volume Genna Maria, il deposito votivo del ma` stio e del cortile, curato dall’Universita di Cagliari.

Viana, Giuseppe Architetto (Piemonte 1735-ivi, inizi del sec. XIX). Allievo di Benedetto Alfieri e del Birago di Bor` a Torino. Entrato nel corpo garo, studio degli ingegneri militari, nel 1771 fu inviato a Cagliari, unico in Sardegna a fregiarsi del titolo di architetto regio. ` , in SarConvinto assertore del rococo

` all’edificazione del Semidegna lavoro ` di ornario, mostrando grandi capacita ganizzatore. Nel 1774 gli fu affidata la costruzione della chiesa di Carloforte, ` alla sistemazione della nel 1778 lavoro ` basilica di Bonaria e nel 1785 progetto la chiesa (e il convento) del Carmine di Oristano, definita da Corrado Maltese «un vero gioiello dell’architettura ro` in Italia». Le sue raffinate capacoco ` progettuali sulle morfologie del cita ` – dice Salvatore Naitza – semrococo brano riemergere nello straordinario Portale campestre di ‘‘Vitu sotto’’, «sim` perbolo concreto, artisticamente piu fezionato, di un nuovo modo di concepire il rapporto con la campagna da parte dei suoi proprietari». Nel 1785 fu posta la prima pietra della chiesa di Sant’Anna, in Stampace, a lui attribuita da Naitza (fu inaugurata nel 1817). Nel 1775 fu nominato Misuratore generale per la Sardegna, diventando praticamente il responsabile per l’acquisizione del titolo di architetto e di misuratore, il che – ha ricordato S. ` una vera e propria Naitza – gli attiro sollevazione «degli uomini dell’edilizia». Nel 1784 fece definitivamente ritorno in Piemonte, dove morı` all’inizio dell’Ottocento.

Viancini, Giulio Cesare Religioso (Savigliano, inizi sec. XVIII-Biella, dopo 1773). Arcivescovo di Sassari dal 1763 al 1773. Ordinato sacerdote, si pose in luce per la sua grande cultura; nel 1763 fu nominato arcivescovo di Sassari. ` per dieci anni impegnandosi Governo in un’opera di sviluppo della diocesi e `, di modernizzazione della religiosita introducendo molte radicali riforme liturgiche per cui nel popolo si guada` la nomea di ‘‘nemico dei santi’’ e gno fu definito anche ‘‘giansenista e di dop´ ostile ai Gesuiti. pio carattere’’ perche Promosse anche lo sviluppo dell’Uni` e del Seminario. Durante il suo versita

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Vicere´ di Sardegna soggiorno a Sassari, nel 1765 fu ‘‘re` turritana. Nel staurata’’ l’Universita 1773 fu trasferito alla diocesi di Biella, dove morı` negli ultimi decenni del secolo.

Viburno Pianta arbustiva a foglie persistenti della famiglia delle Caprifogliacee (Viburnum tinus L.), conosciuta anche con i nomi di laurotino o lentaggine. Le foglie, simili nella forma a quelle dell’alloro (da qui uno dei nomi volgari della specie), sono coriacee, opposte, ovali, a margine intero; la pa` glabra, leggermente gina superiore e rugosa, di colore verde scuro, mentre ` pubescente e di un quella inferiore e ` chiaro; i fiori sono raccolti verde piu in infiorescenze a corimbo, hanno petali bianchi o rosati e compaiono da dicembre ad aprile; i frutti sono bacche che maturano in autunno assumendo una bella colorazione nero metallica. Specie tipicamente mediterranea, in ` diffusa dalle zone costiere Sardegna e alla montagna, predilige gli ambienti ` particolarmente freschi e riparati. E apprezzata come pianta ornamentale per la fioritura invernale e per il bel colore delle bacche; si presta sia per la formazione di siepi che per essere allevata in vaso. [TIZIANA SASSU]

Vicario, Angelo Architetto (n. Roma 1900). Nel 1933 giunse in Sardegna per lavorare presso la Soprintendenza dei Beni culturali ed ebbe l’incarico di reggerla dal 1935 fino all’arrivo di Doro Levi. Trasferito nel 1936 a Roma, mantenne i legami con la Sardegna, cui de` alcuni suoi scritti, La chiesa di S. dico Saturnino a Cagliari, in Atti del V Congresso di Studi bizantini, 1936; Uno sguardo all’architettura sarda del principio del sec. XVII, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXX, 4, 1936; Particolari caratteri del gotico aragonese in Sardegna, in Atti del II Convegno nazionale di storia dell’Architettura,

` nell’archi1937; Influssi della romanita tettura in Sardegna, ‘‘Sardegna romana’’, I, 1939.

Vicario reale (o veghiere) Ufficiale nominato dal re di Sardegna come suo rap` regie del Representante nelle citta gno. Aveva poteri giurisdizionali, militari e amministrativi abbastanza estesi. Il primo vicario reale, conosciuto come veguer, in Sardegna fu nominato quando fu fondata Barcello` voluta dai catalano-aranetta, la citta gonesi che assediavano Cagliari, in ` pisana. contrapposizione alla citta Quando Cagliari fu conquistata e popolata da catalani e aragonesi, il vicario divenne il rappresentante del re anche qui. I suoi poteri furono definiti nel Ceter um (=) e la sua competenza fu estesa anche ai territori assegnati alla ` . Si ha notizia dell’esistenza di citta ` questo magistrato anche in altre citta della Sardegna: a Sassari assunse il ` ’’, a Villa di Chiesa nome di ‘‘podesta quello di ‘‘capitano’’.

´ di Sardegna Magistrato posto Vicere al vertice dell’amministrazione reale nel Regno di Sardegna. Fu introdotto agli inizi del secolo XV, posto al di sopra dei due governatori dei Capi di Cagliari e Gallura e di Sassari e Logudoro. Era l’alter ego del sovrano e aveva gli stessi poteri del re in materia politica, giudiziaria e militare; da lui dipendevano tutti gli altri funzionari reali residenti nell’isola, con la sola eccezione del procuratore reale, che dipendeva direttamente dal re. Nel corso ´e del secolo XV il rapporto tra il vicere il procuratore reale non fu semplice, ´ le loro reciproche sfere di comperche petenza spesso si sovrapponevano creando momenti di conflitto. Nel ` , man mano che corso del secolo, pero ´ furono le funzioni e i poteri del vicere meglio definiti, il procuratore reale fu posto in una posizione di subordina-

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Vicere´ di Sardegna zione nei suoi confronti. Questo processo fu completato nel corso della se` del secolo, per cui a partire conda meta dal secolo XVI la figura di questo fun` una fisionomia stazionario acquisto bile che si mantenne immutata fino alla fine della dipendenza del Regno di Sardegna dalla casa reale spagnola. ´, a In estrema sintesi, quindi, il vicere partire dal secolo XVI, rappresentava il re nell’isola, governava ed esercitava la prerogativa regia. Come rappresentante del re egli era quindi considerato nel Regno il suo luogotenente: avrebbe dovuto bilanciare la sua lontananza e ` . Nell’azione interpretarne la volonta di governo, in quanto luogotenente, si avvaleva della ‘‘prerogativa regia’’, in base alla quale poteva esercitare i suoi poteri senza i limiti posti agli altri funzionari, con una sfera di discreziona` che trovava freno solo nella costilita tuzione del Regno e nei privilegi che le ` reali e i ceti avevano avuto dal re citta nei secoli precedenti. Era nominato in carica per tre anni (ma la regola venne spesso derogata); prendeva possesso del suo ufficio giurando di osservare la costituzione del Regno; dipendeva direttamente dal re, che nel nominarlo gli dava istruzioni scritte. Di fatto, `, i suoi rapporti col re erano purapero mente nominali: infatti quando fu costituito il Supremo Consiglio d’Aragona (=), le principali questioni che riguardavano il Regno di Sardegna furono trattate direttamente da questo ´ aveva organismo, col quale il vicere rapporti costanti e dal quale veniva assecondato nell’azione di governo. Egli aveva competenze estesissime che possono essere ricondotte sostanzialmente ad alcune sfere di azione: 1. Competenze politiche: la principale delle sue competenze politiche era rappresentata dalla convocazione del Parlamento, che egli decideva sulla

base di precise istruzioni che gli venivano dal re o dal Supremo Consiglio d’Aragona; per la sua posizione era in grado di condizionarne pesantemente i lavori e di determinarne le richieste che formulava al re (= Capitoli di corte); altre competenze di rilievo politico le aveva nei rapporti con i governatori dei due Capi, con i vicari reali ` regie, con i feudatari, delle varie citta con le gerarchie ecclesiastiche e con i grandi ordini religiosi, nel presiedere la Reale Udienza: in tutte queste funzioni egli veniva assistito dal reggente della Reale Cancelleria (=), che era nominato direttamente dal re. 2. Com´ aveva il popetenze legislative: il vicere tere di emanare atti legislativi con la forma delle grida o pregoni (=) su materie di amministrazione, di ordine pubblico, di igiene e di commercio. ` acquistavano efficacia Questi atti pero di legge solo se venivano controfirmati dall’avvocato fiscale e dal reggente della Reale Cancelleria. 3. Competenze ´ era al vertice amministrative: il vicere dell’amministrazione reale, aveva un proprio apparato amministrativo centrale da cui dipendevano gli organismi periferici distribuiti su tutto il territo´e rio del Regno. I rapporti tra il vicere tutti questi funzionari non erano molto ´ la natura e i limiti semplici, poiche delle reciproche sfere di competenza spesso non erano ben definiti, il che provocava conflitti di non facile soluzione. 4. Competenze giudiziarie: era al vertice dell’organizzazione giudiziaria del Regno; per svolgere questa sua funzione era assistito, prima della istituzione della Reale Udienza, dal Reale Consiglio; la Reale Udienza era presieduta da lui o dal reggente della Reale Cancelleria, ed era l’organismo di seconda istanza, le cui competenze erano vastissime; nell’esercizio di queste ´ naturalmente encompetenze il vicere

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Vicere´ di Sardegna trava spesso in conflitto con tutti gli altri organismi che avevano poteri giurisdizionali e spesso era chiamato a dirimere controversie tra la giurisdizione reale e le giurisdizioni ecclesiasti` regie, che, feudali e quelle delle citta ciascuna delle quali era gelosissima delle proprie prerogative in materia. 5. Competenze patrimoniali e finanziarie: in questo settore egli presiedeva il Consiglio del Reale Patrimonio, di cui facevano parte il procuratore reale, il maestro razionale e il tesoriere reale, ` finanziache sovrintendeva all’attivita ria del Regno; anche in questo ambito i conflitti di competenza e i conflitti giurisdizionali erano molto frequenti. 6. Competenze militari: come capitano ge´ era al vertice nerale del Regno il vicere dell’organizzazione militare e della Reale Amministrazione delle torri (=). In questo suo compito era assistito dai commissari generali (= Organizzazione militare del Regno di Sardegna) e dal capitano delle torri. Con il passaggio del Regno alla dinastia dei Savoia e fino alla ‘‘fusione’’ con gli stati della ´ fu manteterraferma (1848), il vicere nuto al vertice del governo del Regno con poteri e funzioni sostanzialmente `, le immutati. Nel corso degli anni, pero sue funzioni politiche vennero sempre ` circoscritte e definite. Sia i vicere ´ piu spagnoli che quelli sabaudi provenivano in gran parte dai ranghi dell’ari` vicina al re e agli amstocrazia piu bienti di corte; in pochissime occasioni la loro nomina fu fatta tenendo conto di eventuali competenze di carattere amministrativo. ´ DELLA DINASTIA TRASTAMARA VICERE 1. Ugo Rosanes. Fu nominato governatore di Cagliari e Gallura nel gennaio del 1406 e rimase in carica fino al 1408; ebbe funzioni di luogotenente del Regno. 2. Marco Montbuy. Cavaliere, fu nominato governatore generale nel-

l’ottobre 1408 e rimase in carica fino al marzo 1409. 3. Pietro Torrellas. Cavaliere, fu nominato luogotenente e capitano generale nel 1409 e rimase in carica fino alla morte, nel novembre 1410. 4. Berengario Bertran Carroz. Conte di Quirra, fu nominato rettore e capitano del Capo di Cagliari e Gallura nel dicembre 1410; in seguito assunse funzioni di governatore generale e rimase in carica fino al 1416. 5. Ludovico ` essere consiPontons. Cavaliere, puo ´ : fu nominato derato il primo vicere nel 1417, rimase in carica fino al 1418. 6. Giovanni Corbera. Fu nominato vi´ il 2 novembre 1418 e rimase in cacere rica fino al novembre 1420. 7. Ram´ nel baldo Corbera. Fu nominato vicere novembre 1420 e rimase in carica per pochi mesi. 8. Bernardo Centelles. Fu ´ nel marzo 1421 e rinominato vicere mase in carica fino alla morte avvenuta nel febbraio 1433. 9. Luigi Aragall. Come governatore di Cagliari e Gallura ` le funzioni di vicere ´ interino esercito nel 1422 in assenza di Bernardo Centelles, nel 1430 in assenza di Bernardo Centelles, e dal febbraio 1433 al 1434 dopo la morte del Centelles. 10. Giacomo de Besora. Procuratore reale, fu ´ nel 1434, rimase in canominato vicere rica fino al 1437. 11. Francesco de Erill. ´ nel Barone di Erill, fu nominato vicere 1437, rimase in carica fino al 9 febbraio 1448. 12. Nicola Antonio de Montes. Dot´ il 9 tore in legge, fu nominato vicere febbraio 1448 e rimase in carica fino al 29 luglio 1450. 13. Goffredo de Ortaffa. ´ il 29 luCavaliere, fu nominato vicere glio 1450 e rimase in carica fino al 1453. 14. Giacomo Bertran Carroz. Conte di ´ nel 1453, riQuirra, fu nominato vicere mase in carica fino all’ottobre 1454. 15. Giacomo Aragall. Cavaliere, fu nomi´ interino nell’ottobre 1454 nato vicere in sostituzione di Giacomo Bertran Carroz, rimase in carica fino al settem-

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Vicere´ di Sardegna ` . Cavaliere, bre 1455. 16. Pietro Besalu ´ il 10 settembre fu nominato vicere 1455, rimase in carica fino al 27 luglio 1458. 17. Giovanni de Flors. Cavaliere, ´ il 5 agosto 1458, rifu nominato vicere mase in carica fino al 22 ottobre 1459. ` Carroz. Signore di Mandas, fu 18. Nicolo ´ nell’agosto 1460, rinominato vicere mase in carica fino alla morte avvenuta il 7 gennaio 1479. 19. Dalmazio Carroz. ´ inConte di Quirra, fu nominato vicere ` terino in assenza di suo padre Nicolo tra il 1473 e il 1477. 20. Pietro Maza de Lic ¸ana. Signore di Moxent, fu nomi´ interino dal 1477 al 1479 in nato vicere ` Carroz; nel gensostituzione di Nicolo ´, rimase in canaio 1479 divenne vicere rica fino al maggio dello stesso anno. ´n Pe´rez Escriva ´ de Romanı´. Ca21. Xime ´ una prima valiere, fu nominato vicere volta il 20 maggio 1479, rimase in carica fino al 20 febbraio 1483 quando fu sospeso; fu reintegrato nell’ufficio di vi´ il 15 dicembre 1484 e rimase in cere carica fino al 1487. 22. Guglielmo Peralta. Procuratore reale, fu nominato ´ il 20 febbraio 1483, rimase in cavicere rica fino al 15 dicembre 1484. 23. Pietro ´ Fortesa. Cavaliere, fu nominato vicere interino nel 1487, rimase in carica fino ˜ igo Lopez. 24. In all’arrivo di In ˜ igo Lopez Mendoza. Conte di Tendilla, fu no´ nel 1487, rimase in caminato vicere rica fino alla morte nel 1491. 25. Alvaro ´ interino Carrillo. Fu nominato vicere nel 1491 durante gli ultimi mesi di vita del conte di Tendilla, rimase in carica fino all’arrivo del Dusay. 26. Giovanni Dusay. Dottore in utroque, fu nominato ´ una prima volta nel 1491 e rivicere mase in carica fino al 25 agosto 1501. ´ nel 1502, Riprese le funzioni di vicere rimase in carica fino al 1507. 27. Benedetto Gualbes. Maestro razionale, fu no´ interino il 25 agosto minato vicere 1501, rimase in carica fino al 1502. 28. Giacomo Amat. Cavaliere, fu nominato

´ interino l’11 marzo 1507, rimase vicere in carica fino al 20 gennaio 1508. 29. Fernando Giron de Rebolledo. Cava´ nel gennaio liere, fu nominato vicere 1508, rimase in carica fino all’aprile 1514. VICERE´ DELLA DINASTIA ASBURGO DI SPAGNA 30. Angelo Vilanova. Cava´ nell’aprile liere, fu nominato vicere 1514 da Ferdinando il Cattolico; confermato da Carlo V, rimase in carica fino al 17 agosto del 1529. 31. Martino ´ Cabrera. Cavaliere, fu nominato vicere il 17 agosto 1529, rimase in carica fino alla morte il 7 novembre 1532. 32. Antonio Cardona. Maggiordomo maggiore dell’imperatrice Maria, fu nominato ´ il 20 gennaio 1534, rimase in cavicere rica fino al 14 settembre 1549; tra il 1543 e il 1545 fu sostituito da Pietro Vaguer. 33. Pietro Vaguer. Vescovo di Alghero, fu nominato presidente del Regno nel 1543 e sostituı` il Cardona fino al 1545. 34. Gerolamo Aragall. Cavaliere, ´ interino per la fu nominato vicere prima volta il 14 settembre 1549 e rimase in carica fino al 1550; fu nominato ´ interino per la seconda volta nel vicere 1556 e rimase in carica fino all’arrivo ´ intedel Madrigal; fu nominato vicere rino per la terza volta nel febbraio 1577, rimase in carica fino al giugno 1578. 35. Lorenzo Fernandez de Heredia. ´ nel 1550, Cavaliere, fu nominato vicere rimase in carica fino al 1556. 36. Alvaro Madrigal. Cavaliere, fu nominato vi´ il 26 agosto 1556, rimase in carica cere fino alla morte il 6 settembre 1569. 37. Giovanni Coloma. Barone di Elda, fu ´ nel 1570, rimase in canominato vicere rica fino al 1577. 38. Michele Moncada. ´ nel giuCavaliere, fu nominato vicere gno 1578, rimase in carica fino al 1590; ` dal regno tra il 1584 e il 1586. si assento 39. Gaspare Vincenzo Novella. Arcive´ scovo di Cagliari, fu nominato vicere interino nel 1584, rimase in carica fino

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Vicere´ di Sardegna al 1586. 40. Gastone Moncada. Mar´ chese di Aytona, fu nominato vicere nel 1590, rimase in carica fino al 1595. 41. Antonio Coloma. Conte di Elda, fu ´ nel 1595, rimase in canominato vicere ` rica fino al maggio del 1604; si assento dal Regno tra il 1597 e il 1599 e ancora tra il 1601 e il 1603. 42. Alonso Lasso Seden ˜ o. Arcivescovo di Cagliari, fu nomi´ interino in sostituzione di nato vicere Antonio Coloma nel 1597, rimase in carica fino al 1599. 43. Giovanni Zapata. ´ interino Cavaliere, fu nominato vicere in sostituzione di Antonio Coloma nel 1601, rimase in carica fino al 1602. 44. Diego I Aragall. Cavaliere, fu nominato ´ interino in sostituzione di Antovicere nio Coloma nel 1602, rimase in carica fino al 1603. 45. Pietro Sanchez de Calatayud. Conte di Real, fu nominato vi´ il 3 maggio 1604, rimase in carica cere fino all’aprile 1610. 46. Giacomo Ara´ ingall. Cavaliere, fu nominato vicere terino nell’aprile 1610, rimase in carica fino al giugno del 1611. 47. Carlo Borgia. Duca di Gandı´a, fu nominato ´ nel giugno 1611, rimase in carica vicere fino al 1617. 48. Alonso de Erill. Conte di ´ nel luglio Erill, fu nominato vicere 1617, rimase in carica fino al 1622. 49. Luigi de Tena. Vescovo di Tortosa, fu ´ interino nel 1623, rinominato vicere mase in carica pochi mesi. 50. Giovanni Vives de Canyamas. Cavaliere, fu nomi´ nell’aprile 1622 ma prese nato vicere possesso dell’ufficio nel 1623, rimase in carica fino alla morte nel settembre 1625. 51. Diego II Aragall. Cavaliere, fu ´ interino per la prima nominato vicere volta nel settembre 1625, rimase in carica fino al novembre dello stesso ´ interino per anno; fu nominato vicere la seconda volta il 16 aprile 1631, rimase in carica fino al 24 maggio dello ´ intestesso anno; fu nominato vicere rino per la terza volta nel 1637, rimase in carica fino al marzo 1638; fu nomi-

´ interino per la quarta volta nato vicere nel maggio 1639, rimase in carica fino ´ al settembre 1640; fu nominato vicere interino per la quinta volta nell’agosto 1644 e rimase in carica per alcuni mesi. 52. Pietro Raimondo Saforteza. Procuratore reale di Majorca, fu nominato ´ interino nel novembre 1625, rivicere mase in carica fino al 12 gennaio 1626. 53. Gerolamo Pimentel. Marchese di ´ il 24 diBayona, fu nominato vicere cembre 1625, rimase in carica fino alla morte il 15 aprile 1631. 54. Gaspare Prieto. Vescovo di Alghero, fu nominato ´ interino nel maggio 1631, rimase vicere in carica fino al 1632. 55. Antonio Jimenez de Urrea. Marchese di Almonacir, ´ nel 1632, rimase in fu nominato vicere carica fino al 1637. 56. Giovanni Andrea Doria. Principe di Melfi, fu nominato ´ nel marzo 1638, rimase in carica vicere fino alla morte nell’aprile 1639. 57. Fabrizio Doria. Duca di Avellano, fu nomi´ il 3 settembre 1640, rimase nato vicere in carica fino alla morte il 6 agosto 1644. 58. Luigi Guglielmo Moncada. ´ Duca di Montalto, fu nominato vicere nel 1644, rimase in carica fino al 1649. 59. Bernardino Mattia Cervellon. Cava´ interino per liere, fu nominato vicere la prima volta nel 1649, rimase in carica per alcuni mesi fino all’arrivo del ´ Trivulzio; fu nominato vicere ´ invicere terino per la seconda volta il 28 gennaio 1665 e rimase in carica fino all’ar´ Camarassa. 60. Teodoro rivo del vicere Trivulzio. Principe di Musocco, cardi´ nel 1649, rinale, fu nominato vicere mase in carica fino al 1651. 61. Bertrando Velez de Guevara. Marchese di ´ nelCampo Reale, fu nominato vicere l’agosto 1651, rimase in carica fino alla morte il 20 febbraio 1652. 62. Pietro ´ inMartinez Rubio. Fu nominato vicere terino nel 1652, rimase in carica fino all’arrivo del conte di Lemos. 63. Francesco Fernandez de Castro Andrade.

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Vicere´ di Sardegna ´ il Conte di Lemos, fu nominato vicere 15 aprile 1653, rimase in carica fino al giugno 1657. 64. Francesco de Moura y Cortereal. Marchese di Castel Rodrigo, ´ il 21 giugno 1657, fu nominato vicere rimase in carica fino al 15 marzo 1662. 65. Pietro Vico. Arcivescovo di Cagliari, ´ interino nel marzo fu nominato vicere 1662, rimase in carica fino all’11 giugno dello stesso anno. 66. Nicola Ludovisi. Principe di Piombino, fu nominato vi´ nel novembre 1662, rimase in cacere rica fino al 1664. 67. Emanuele de los Cobos. Marchese di Camarassa, fu no´ nel marzo 1665, rimase minato vicere in carica fino alla morte il 22 luglio 1668. 68. Francesco Tuttavilla. Duca di ´ il 13 San Germano, fu nominato vicere agosto 1668, rimase in carica fino al 20 gennaio 1673. 69. Fernando Gioacchino Fajardo. Marchese de Los Velez, fu no´ il 20 gennaio 1673, riminato vicere mase in carica fino al 27 agosto 1675. 70. Melchiorre Sisternes de Oblites. Fu ´ interino per la prima nominato vicere volta nel settembre 1675 e rimase in carica fino al 16 dicembre 1675; fu nomi´ interino per la seconda nato vicere volta il 25 novembre 1678 e rimase in carica fino al 15 aprile del 1680. 71. Francesco Benavides. Marchese di Las ´ il 16 dicemNavas, fu nominato vicere bre del 1675, rimase in carica fino alla ´ de Funes Villalmorte nel 1677. 72. Jose pando. Marchese di Ossera, fu nomi´ nell’aprile 1680, rimase in nato vicere carica fino al 10 ottobre 1680. 73. Filippo Egmont. Conte di Egmont, fu no´ il 30 marzo 1680, rimase minato vicere in carica fino alla morte il 17 marzo 1682. 74. Diego Ventura Fernandez de Angulo. Arcivescovo di Cagliari, fu no´ interino il 20 marzo 1682, minato vicere rimase in carica fino al 10 dicembre dello stesso anno. 75. Antonio Lopez de Ayala. Conte di Fuensalida, fu nomi´ il 10 dicembre 1682, rimase nato vicere

in carica fino al 27 marzo 1687. 76. Giuseppe Delitala Castelvı`. Fu nominato vi´ interino nel marzo 1687, rimase in cere carica fino al maggio dello stesso anno. 77. Nicola Pignatelli. Duca di Monte´ nell’ottobre leone, fu nominato vicere 1686, rimase in carica fino al 1690. 78. Carlo Omodei. Marchese di Castel Ro´ nel 1690, ridrigo, fu nominato vicere mase in carica fino al 10 novembre dello stesso anno. 79. Luigi Moscoso Osorio. Conte di Altamira, fu nominato ´ il 10 novembre 1690, rimase in vicere carica fino al 28 novembre 1696. 80. ´ de Solis. Conte di Montellano, fu Jose ´ il 26 febbraio 1696, rinominato vicere mase in carica fino al 30 settembre 1699. ´ DELLA DINASTIA BORBONE, I VICERE 81. Fernando Moncada. Duca di San ´ nel setGiovanni, fu nominato vicere tembre 1699, rimase in carica fino al marzo 1703. 82. Francesco Genesio Fernando Riz de Castro. Conte di Lemos, fu ´ nel marzo 1703, rinominato vicere mase in carica fino al febbraio 1704. 83. Baldassarre Zun ˜ iga Guzman. Mar´ chese del Valero, fu nominato vicere nel febbraio 1704, rimase in carica fino al 1706. 84. Pietro Nun ˜ o Colon de Portugal. Marchese della Giamaica, fu ´ nell’aprile 1707, rinominato vicere mase in carica fino al 1708 quando fu costretto alla fuga dalla flotta angloolandese. ´ DELLA DINASTIA ASBURGO VICERE D’AUSTRIA 85. Fernando de Silva. ´ Conte di Cifuentes, fu nominato vicere il 2 agosto 1708, rimase in carica fino al marzo 1710. 86. Giorgio de Heredia. ´ Conte di Fuentes, fu nominato vicere nel marzo 1710 e rimase in carica fino al luglio 1711. 87. Andrea Roger de Erill. ´ nel Conte di Erill, fu nominato vicere luglio 1711, rimase in carica fino al dicembre 1713. 88. Pietro Emanuele. ´ Conte di Atalaya, fu nominato vicere

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Vicere´ di Sardegna nel dicembre 1713, rimase in carica ´ Antonio de fino al marzo 1717. 89. Jose Rubi. Marchese di Rubi, fu nominato ´ nel marzo 1717, rimase in carica vicere fino allo sbarco delle truppe dell’Alberoni nello stesso anno. ´ DELLA DINASTIA BORBONE, II VICERE 90. Giovanni Francesco de Bette. Mar´ nelchese di Leida, fu nominato vicere l’agosto 1717, rimase in carica fino al `n. Cavamarzo 1718. 91. Gonzalo Chaco ´ nel marzo liere, fu nominato vicere 1718, rimase in carica fino al passaggio dell’isola ai Savoia. VICERE´ DELLA DINASTIA SAVOIA 1. Filippo Pallavicino. Barone di Saint´my, nominato vicere ´ per due volte: Re la prima il 20 maggio 1720, rimase in carica fino al 7 settembre 1723; la seconda il 26 marzo 1726, rimase in carica fino al 20 settembre 1727. 2. Alessandro Doria del Maro. Abate di Vezzolano, no´ il 4 agosto 1723, rimase minato vicere in carica fino al 15 aprile 1726. 3. Tommaso Ercole Roero. Marchese di Cor´ il 20 settembre tanze, nominato vicere 1727, rimase in carica fino al 29 settembre 1731. 4. Gerolamo Falletti. Marchese di Castagnole e di Barolo, nomi´ il 29 settembre 1731, rimase nato vicere in carica fino al 5 luglio 1735 (morı` a Cagliari). 5. Carlo Amedeo Battista San Martino d’Aglie´. Marchese di Rivarolo, ´ il 20 agosto 1735, rinominato vicere mase in carica fino al 23 agosto 1738. 6. Francesco Luigi d’Alligne. Conte d’A´ il 23 agosto premont, nominato vicere 1738, rimase in carica fino al 1º settembre del 1741. 7. Ludovico de Blonay. Ba´ il 1º settembre rone, nominato vicere 1741, rimase in carica fino al 13 aprile 1745. 8. Giuseppe Maria del Carretto. Marchese di Santa Giulia, nominato vi´ il 13 aprile 1745, rimase in carica cere fino al 24 agosto 1748. 9. Emanuele Valguarnera. Principe di Valguarnera, no´ il 24 agosto 1748, rimase minato vicere

in carica fino al 3 settembre 1751. 10. Giovanni Battista Cacherano. Conte di ´ il 3 setBricherasio, nominato vicere tembre 1751, rimase in carica fino al 25 aprile 1755. 11. Vittorio Amedeo Co` , nominato vista. Conte della Trinita ´ il 25 aprile 1755, rimase in carica cere fino al 4 maggio 1758. 12. Francesco Tana. Conte di Santena, nominato vi´ il 4 maggio 1758, rimase in carica cere fino al 6 maggio 1762. 13. Giovanni Battista Pellegrino Alfieri di Cortemiglia. ´ il 6 maggio Cavaliere, nominato vicere 1762, rimase in carica fino al 1º aprile 1763 (morı` a Cagliari). 14. Carlo Giuseppe Solaro di Govone. Cavaliere, no´ il 1º aprile 1763, rimase minato vicere in carica fino al 13 settembre dello stesso anno. 15. Francesco Luigi Costa ` . Balio, nominato vicere ´ il della Trinita 5 settembre 1763, rimase in carica fino al 10 maggio 1767. 16. Vittorio Ludovico d’Hallot des Hayes. Conte di Dorzano, ´ il 10 maggio 1767, rinominato vicere mase in carica fino al 18 luglio 1771. 17. Antonio Francesco Gaetano dei Caissotti. Conte di Robbione, nominato vi´ il 18 luglio 1771, rimase in carica cere fino al 2 novembre 1773. 18. Filippo Francesco Ferrero. Conte della Mar´ il 2 novembre mora, nominato vicere 1773, rimase in carica fino al 13 settembre 1777. 19. Francesco Ventimiglia Lascaris. Conte di Castellar, nominato vi´ il 13 settembre del 1777, rimase in cere carica fino al 1º dicembre 1780. 20. Carlo Francesco Valperga di Masino. ´ Marchese di Caluso, nominato vicere il 1º dicembre 1780, rimase in carica fino al 27 novembre 1782. 21. Angelo Maria Solaro della Moretta. Cavaliere, ´ l’8 luglio 1783, rimase nominato vicere in carica fino al 1º maggio 1787. 22. Carlo Francesco Thaon. Conte di San´ il 1º maggio t’Andrea, nominato vicere 1787, rimase in carica fino al 6 agosto 1790. 23. Vincenzo Balbiano. Balio, no-

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Vico ´ il 6 agosto 1790, rimase minato vicere in carica fino al 28 aprile 1794 (cacciato dal popolo cagliaritano). 24. Filippo Vivalda di Castillino. Marchese di Po´ il 2 maggio gliano, nominato vicere 1794, rimase in carica fino al 3 marzo 1799. 25. Carlo Felice di Savoia. Duca ´ il 3 del Genevese, nominato vicere marzo 1799, rimase in carica fino al 19 aprile 1821. 26. Giacomo Pes di Villamarina. Cavaliere, incaricato di funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice nel 1816. 27. Ignazio Thaon di Revel. Conte di Pratolungo, incaricato di funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice dal 9 settembre 1818 al 22 settembre 1820. 28. Ettore Veuillet d’Yenne. `re, incaricato di Marchese de la Saunie funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice dal 9 novembre 1820; dal ´ effettivo, rimase 4 maggio 1821 vicere in carica fino al 25 maggio 1822. 29. Giuseppe Galleani. Conte d’Agliano, nomi´ il 20 maggio 1822, rimase in nato vicere carica fino al 12 aprile 1823. 30. Gennaro Roero. Conte di Monticelli, nomi´ il 12 aprile 1823, rimase in nato vicere carica fino al 27 luglio 1825. 31. Giuseppe Tornielli. Conte di Vergano, nomi´ il 27 luglio 1825, rimase in nato vicere carica fino all’11 luglio 1829. 32. Giuseppe Roberti. Conte di Castelvero, no´ l’11 luglio 1829, rimase minato vicere in carica fino al 14 luglio 1831. 33. Giuseppe Montiglio d’Ottiglio e Villanova. ´ il 14 luglio Cavaliere, nominato vicere 1831, rimase in carica fino al 7 luglio 1840. 34. Giacomo de Asarta. Conte, in´ il 28 caricato della funzione di vicere aprile 1840, rimase in carica fino al 24 maggio 1843. 35. Gabriele de Launay. ´ l’8 aprile 1843, Conte, nominato vicere rimase in carica fino al 30 settembre 1848.

Vico Famiglia sassarese (sec. XVII). Originaria della Corsica, affermava di discendere dagli antichi Prefetti di

Vico della Roma medioevale. Il primo personaggio conosciuto a Sassari fu un Gaspare, che morı` nel 1606 lasciando il ´ istisuo patrimonio ai Gesuiti perche ` di Legge e di Medituissero le Facolta ` . Poco dopo comparvero a cina in citta Sassari altri due personaggi, un Giovannangelo, contemporaneo di Gaspare, e il celebre medico Andrea Vico ` pero ` possibile sapere Guidone; non e se i tre fossero tra loro parenti. Giovan` una Artea appartenente nangelo sposo `; suo fia un’antica famiglia della citta ` il feudo di Soglio Francesco acquisto leminis, ma la famiglia si estinse nel 1676.

Vico, Giovannangelo Collettore del Sant’Uffizio (Sassari, sec. XVI-?). Era probabilmente laureato in Legge: si ` al marchese di Terranova che, aplego ` , gli prezzando le sue grandi capacita ` l’ufficio di official di giustizia affido ` nella curatoria di Bitti. Nel 1575 torno a Sassari e fu nominato collettore del Sant’Uffizio.

Vico, Pietro1 Gesuita, teologo (Sassari, ` sec. fine sec. XVII-ivi, seconda meta XVIII). Fratello di Francesco, attirato ` nell’ordine dalla vita religiosa entro ` in Teologia. In dei Gesuiti e si laureo breve fu reputato teologo di grande levatura e resse per alcuni anni il collegio maggiore del suo ordine. Inaugu` di Sassari, rata nel 1765 l’Universita dopo poco ne divenne rettore.

Vico, Pietro2 Religioso (Sassari, fine sec. XVI-Cagliari 1676). Arcivescovo di Oristano dal 1641 al 1657 e arcivescovo di Cagliari dal 1657 al 1676. Figlio di Francesco, entrato in Seminario fu ordinato sacerdote e si trasferı` a Cagliari. In breve divenne canonico e decano del Capitolo di Cagliari; nel 1635 fu nominato vescovo di Amicia e coadiutore dell’arcivescovo di Oristano. In questa veste, quando nel 1637, durante la Guerra dei Trent’anni, si veri-

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Vidal ` l’improvviso sbarco di un corpo di fico spedizione francese che prese terra di sorpresa presso la Gran Torre e invase ` , si mise in luce contribuendo a la citta organizzare il contrattacco che ricac` a mare i francesi. Nel 1641 fu nomicio nato arcivescovo di Oristano e si ado` per restaurare le chiese che pero erano state danneggiate dall’invasione; diede anche un forte impulso alla crescita spirituale della diocesi. Nel 1657 fu trasferito a Cagliari, dove prese parte al dibattito politico che in quegli anni animava gli Stamenti. Condivise le posizioni del partito dei Castelvı`; nel 1662, prima dell’arrivo del ` le funprincipe di Piombino, esercito ´ interino per un breve zioni di vicere ` defilarsi, e periodo. In seguito sembro assistette da testimone al dramma politico culminato nel giugno-luglio 1668 con l’uccisione di Agostino Castelvı` e del marchese di Camarassa. Nel 1669 ` a far restaurare il Duomo di Cainizio ` , fu accusato di esgliari. Nel 1670, pero sere stato tra i partigiani del marchese di Cea e per questo fu mandato in esilio ` in Spagna. Liberato dall’accusa, torno in Sardegna dopo due anni e riprese a governare la sua diocesi.

Vico, Salvatore Religioso (La Maddalena 1896-Tempio Pausania 1991). Incoraggiato al sacerdozio dallo zio Antonio Vico, parroco di La Maddalena, entra nel Seminario di Tempio nel 1906; compiuti gli studi a Sassari, sacerdote ` parroco della cattenel 1918, nel 1923 e drale di Tempio e direttore di quel Seminario. Nel 1922 per trovare casa a ` vita alla quattro piccoli orfani da prima cellula di un orfanotrofio destinato a crescere nel tempo. Nel 1925 fonda la Pia Associazione delle Figlie ` Crocifisso. Fra le prime quatdi Gesu ` Pietrina Brigaglia (suor tro suore e ` a lungo la supeMaddalena) che sara riora generale e viene considerata la

co-fondatrice dell’istituto, riconosciuto nel 1957 come congregazione di diritto pontificio. Dal 1968 riceve e educa giovani religiose provenienti dal Brasile e dallo Zaire, destinate a ritornare nel loro paese per svolgervi il servizio missionario.

Vico Guidone, Andrea Medico (secc. ` XVI-XVII). «Medicus A.V.G. corsicus» e ` alla chiesa detto nel ritratto che regalo di Sant’Andrea, a Sassari, che aveva fatto costruire a proprie spese e donato all’Arciconfraternita del SS. Sacramento. Laureato probabilmente a Bologna, ebbe fama di medico abile e ` dal molto preparato. Per questo lavoro 1616 al 1636 nell’Ospedale sassarese e, chiamato come professore di Medicina ` di Sassari, pronunpresso l’Universita ` la prolusione del primo ‘‘nuovo’’ cio anno accademico, nel 1635. Nel 1630 fu inviato in Corsica ad accertare se vi fosse la peste; nel 1636 fu mandato a `. Madrid come sindaco della sua citta Fu anche autore di molti scritti di medicina molto apprezzati negli ambienti scientifici europei, tra i quali Apologeticus sermo: de morbis in civitate sassaritana vagantibus consultum anno 1638, 1639; Iudiciale sacoma ad trutinam apologeticorum Antonii Galcerini, Sarrochi, Mari, Anelii et Francisci Martis doctorum, 1639; Syncera excellentissimi Vaionensium marchionis anthrace laborantis historia, tum curatis a calaritanis medicis instituta eiusdemque disquisitio, 1639; Apodixis contra apologiam Michaelis Scofferii, 1639; Ad prestantissimos archygimnasii Turrenae primariae Universitatis doctores pro vulgari febre dignoscenda et curanda consultatio, s.d.

Vidal Famiglia originaria di Perpignano (sec. XIV). Prese parte con un Bernardo alla spedizione dell’infante ` a sue spese alcune Alfonso. Egli armo navi della flotta, e in premio nel 1326

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Vidal gli fu concesso il feudo di Nurgi nella curatoria di Dolia. Stabilitosi a Cagliari divenne anche procuratore di Guglielmo Oulomar, ma i suoi figli non riuscirono a conservare il feudo, che prima del 1350 vendettero a Francesco Estaper.

Vidal, Salvatore (o S. Vitale) Religioso (Maracalagonis 1581-Roma 1647). Al secolo Giovanni Andrea Contini. Dopo aver conseguito la laurea in Legge, attirato dalla vita religiosa fu ordinato sacerdote. Fu per alcuni anni parroco di Muravera e in seguito di Maracala` nell’ordine frangonis. Nel 1615 entro cescano e nel 1617 fu inviato in Spagna, dapprima ad Alcoraz e poi a Cartagena. ` fama di persona di In breve acquisto grande cultura e di profonda spiritua` . Fu quindi mandato a Roma a stulita diare le lingue orientali, e negli anni ` molto attraverso successivi viaggio ` diverse citta ` e alterno ` l’Europa; visito queste sue peregrinazioni a brevi soggiorni nell’isola, cui era rimasto sem` anche trascinare pre legato. Si lascio nella controversia sul primato tra la diocesi di Cagliari e quella di Sassari, per cui ebbe una lunga polemica con Francesco Vico, alle cui critiche rispose in modo aspro e fortemente personalistico nel (Clypeus aureus excellentiae calaritanae, pubblicato a Firenze nel 1641). Tra il 1637 e il 1640 pub` le decisioni della Sacra Rota che blico sembravano dar ragione a Cagliari. Infine si stabilı` definitivamente a Roma, dove ebbe fama di persona di grande ` e dove morı` in odore di sanspiritualita ` . Fu autore di grande prolificita `e tita per i suoi Annales Sardiniae, tre volumi ` eupubblicati nel 1645, ebbe notorieta ropea. Ma il Tola, riprendendo la nomea di scrittore disordinato e affastellatore di notizie non di rado fantasiose, racconta che «Giacomo Perizonio, critico di gran nome ed estero scrittore,

´ studio di parti ne ´ altra sinel quale ne ` supporre, avnistra prevenzione si puo venutosi per caso in alcune opere del V., e specialmente negli Annali di Sardegna, ebbe a perdere di un tratto la pazienza, e ad esclamare che ‘‘autore ` inetto e piu ` pazzo di questo non piu vide il sole giammai’’». Tra i suoi scritti: Floretum angelicum, 1637; Urania Sulcitana, de sa vida, martiriu et morte de su benaventuradu S.’Antiogu, 1638 (il Ciasca lo dice «poema in ottave sardo-logudorese, mescolate a voci meridionali e spagnole», ripubblicato con traduzione italiana da Sergio Bullegas nel 2004); Madriperla serafica della vita et miracoli del B. Salvatore da Orta, 1639; Propugnaculum triumphale in adnotationes, sive censuras authoris innominati, contra Annales Sardiniae, 1643; Respuesta al historico Vico, 1644; Historia de la antiquedad romana de la provincia de Sarrabus, s.d.

Vidazzone Sistema di sfruttamento comunitario della terra durato sino alla ` dell’Ottocento. Introdotto in Sarmeta degna a partire dal secolo XIV, subito dopo la fine del lungo periodo di guerre, serviva a sfruttare enormi estensioni di territorio senza proprietario che erano entrate a far parte del demanio dei vari feudi. Le terre del v. furono utilizzate dal bracciantato proletario che costituiva la maggior parte della popolazione del feudo. Esso era diviso diviso in due parti, una destinata alla coltivazione (seminerio o anche vidazzone in senso stretto), l’altra destinata al pascolo (paberile), che si alternavano tutti gli anni secondo la tecnica della rotazione. Nella parte destinata alla semina i vassalli potevano coltivare o comunitariamente o facendosi assegnare annualmente un lotto singolo, del quale naturalmente non divenivano proprietari. Il sistema si ` compiutamente nel corso del sviluppo

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Viddalba Quattrocento e fu utilizzato dai feudatari per attirare nel feudo gente che venisse a popolarlo, vista la penuria d’uomini che le continue guerre, le epidemie e le carestie avevano determinato. D’altra parte per i contadini ridotti alla ` squallida miseria, per i diseredati i piu cui villaggi erano andati distrutti durante le guerre, il v. appariva come un’ancora di salvezza. Lo svilupparsi ` profondi di questo sistema determino mutamenti nell’assetto sociale dei villaggi, la cui popolazione finı` per essere formata prevalentemente da una massa di contadini nullatenenti, ` estranee spesso provenienti da realta ai centri abitati, sopravvissuti al grande spopolamento del secolo precedente, che attirati in un primo tempo dal nuovo sistema di sfruttamento della terra ne furono col tempo quasi ridotti a prigionieri. Infatti nel corso del secolo XVI i contadini furono chiamati a rispondere collettivamente delle lavorazioni e al pagamento del laor de corte (un tributo in natura il cui pagamento ricadeva comunitariamente su tutti i membri del villaggio). In questo modo furono praticamente costretti a lavorare all’interno del feudo a vantaggio del barone, e quello ` che era apparso un beneficio si rivelo ` della gleba. una nuova forma di servitu Quando nel corso del secolo XVII i poteri dei feudatari crebbero e lo sfruttamento delle rendite del feudo assunse un carattere patrimoniale, il sistema ` opdel v. fu definito in modo ancor piu primente con un provvedimento di Filippo IV. L’uso delle terre che costituivano il v. venne regolamentato minutamente, accentuandone il carattere costrittivo, che finı` per incidere pesantemente sullo sviluppo del sistema di conduzione della terra in Sardegna anche dopo l’abolizione dei feudi (= ademprivi e = chiudende).

Viddalba Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 2, con 1719 abitanti (al 2004), posto a 30 m sul livello del mare sulle rive del fiume ` interna della Coghinas, nella parte piu piana omonima. Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 53 km2, comprese le frazioni di Giuncana, Giagazzu, L’Avru, Li Reni e Tungoni, e confina a nord con Badesi, a est con Aggius, a sud con Bortigiadas e a ovest con Valledoria. Si tratta di una regione che si estende in parte nella fertile piana del Coghinas, ` stretta vallata del in parte nella piu fiume, delimitata a monte dai rilievi granitici e porfirici. Le coltivazioni usufruiscono dell’irrigazione resa possibile dal lago artificiale di Casteldoria (il secondo sul corso del Coghinas) che si trova a monte del paese. V. comunica con gli altri centri abitati per mezzo di una bretella, che si distacca dalla Sassari-Santa Teresa Gallura a Codaruina e vi si ricollega a Badesi, e di due strade secondarie che si dirigono rispettivamente ad Aggius e a Bortigiadas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che dimostrano come fosse frequentato dall’uomo a partire dal periodo nuragico. Nel Medioevo appartenne al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria dell’Anglona ai confini con il giudicato di Gallura. Vi sorgevano la ` vescovile di Ampurias e diversi citta piccoli centri tra i quali lo scomparso ` non e ` possibile loVilla Alba che pero calizzare con certezza. Il territorio apparteneva ai Doria e nel corso del secolo XIV subı` gravi danni a causa delle continue guerre, fino a spopolarsi completamente. Dopo la scomparsa di Ni` Doria nel corso del secolo XV il colo

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Viddalba vasto territorio disabitato finı` per essere incluso nel grande feudo di Oliva del quale fece parte fino al riscatto nel 1838. Nei secoli XV-XVIII, scomparsa ogni traccia degli antichi abitati, la piana, identificata come piana del Coghinas, si ridusse a una plaga deserta e paludosa frequentata solo da gruppi di pastori che, sfidando la malaria, periodicamente vi conducevano le loro greggi al pascolo. Nuovi tentativi di insediamento stabile risalgono all’Ottocento, quando si andarono formando alcuni stazzi da cui agli inizi del Novecento prese vita il villaggio attuale che divenne frazione di Aggius. Un deciso impulso al suo ulteriore sviluppo lo diedero la bonifica del territorio avviata negli anni Trenta e la formazione del lago del Coghinas. Negli ultimi de` cresciuto grazie allo cenni il villaggio e sviluppo di un’agricoltura moderna e ` delle terme di Casteldoria dell’attivita (=). Dopo lunga lotta, nel 1975 il nuovo ` riuscito a staccarsi da Aggius e centro e a divenire un comune autonomo. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura (coltivazione del pomodoro e del carciofo), la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini e pollame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore alimentare vita e in quelli della lavorazione del legno, dei materiali per l’edilizia e della me` scarsamente sviluppata la tallurgia. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 16 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi V. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di medico, farmaprovincia. E cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e un Museo archeologico.

DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1733 unita di cui stranieri 8; maschi 892; femmine 841; famiglie 595. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 20 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 281 in migliaia di lire; versamenti ICI 522; aziende agricole 106; imprese commerciali 95; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 515; disoccupati 67; inoccupati 90; laureati 13; diplomati 132; con licenza media 533; con licenza elementare 557; analfabeti 80; automezzi circolanti 571; abbonamenti TV 483. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio comprende alcune testimonianze del periodo nuragico e una necropoli del periodo romano che si svi` nello stesso sito dell’insedialuppo mento nuragico. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio poco con` caserva del suo antico impianto ed e ratterizzato da un’architettura moderna e funzionale. Conservano memoria della sua storia alcune chiese tra cui quella di San Giovanni, romanica, costruita nel secolo XI da maestranze lucchesi; con un impianto a tre navate scandite da cinque colonne, era di dimensioni piuttosto grandi, con la copertura in legno. Secondo alcuni potrebbe trattarsi della cattedrale della scomparsa diocesi di Ampurias. Nel corso dei secoli l’incuria la ridusse a un rudere; nel 1929 fu sottoposta a un radicale restauro con il rifacimento completo della facciata e dei fianchi. Dell’antico edificio romanico rimane integro il prospetto con l’abside. Alla ` di un vicino colle si trova la sommita chiesa campestre di San Gavino a &

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Vigna Monte, molto antica e risalente con ` al Medioevo; famosa molta probabilita ´ nell’Ottocento fu teatro anche perche di alcune delle gesta del Muto di Gallura, famoso bandito di Aggius. L’edificio ha un’unica navata scandita da tre campate irregolari, mentre l’esterno presenta un aspetto molto rustico; al suo interno si conserva un armadio in legno del secolo XVIII sulle cui ante sono raffigurati i Santi Proto e Gianua` intagliata la firio mentre all’interno e gura di San Gavino. Infine la suggestiva chiesa di San Leonardo, situata ` del cimitero alla perifein prossimita ria del villaggio e circondata da un complesso di olivi plurisecolari. Costruita nel Medioevo in forme romani` stata comche, nei secoli successivi e pletamente modificata; attualmente ha l’impianto a una sola navata rettan` completata da un golare. La facciata e ampio portico che si apre sul fronte con un arco a sesto acuto. Di grande ` anche il Museo archeolointeresse e gico, situato nei locali della Biblioteca comunale in via Giovanni Maria An` costituito da un’unica ampia gioy; e sala espositiva che si sviluppa attorno a una sorta di fossato. Ospita collezioni di reperti provenienti da scavi effettuati nel territorio circostante (= Musei della Sardegna). Di particolare bel` la spiaggia di Li Caldani, situata lezza e sulla riva del Coghinas e circondata da una folta vegetazione con molti esem` resa plari di palma nana; la spiaggia e suggestiva anche dalle rocce rosse del sovrastante monte Ruju. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le feste principali sono concentrate nel mese di maggio e conservano la memoria delle antiche tradizioni pastorali del villaggio. Il ciclo si apre il 1º maggio con la festa in onore di San Gavino; prosegue la seconda domenica del mese con la festa in onore della Madonna di

Pompei e si chiude l’ultima domenica con quella in onore di San Leonardo, la ` suggestiva, che si svolge per due piu giorni presso l’omonima chiesetta.

Videmari, Agostino Tommaso Religioso (Milano 1861-ivi?, 1935). Vescovo di Ogliastra dal 1923 al 1925. Sacerdote ` , fu per molti anni di grande spiritualita parroco a Milano. Nel 1923 fu nominato vescovo di Ogliastra: fu l’ultimo di quei vescovi a risiedere a Tortolı`. Colpito da una profonda depressione, divenuto incapace di reggere la diocesi, nel 1925 fu costretto a rinunciare. Resta di lui una Prima litera pastoralis ad clerum Oleastrense in Sardinia, stampata a Milano nel 1923 al momento dell’investitura.

Vidini Famiglia sassarese (secc. XVIXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI, quando i suoi membri compaiono in buona posizione economica. Uno di essi, Gerolamo Vidini Melone, giurato di Sassari, nel 1577 ottenne il ` . La fariconoscimento della generosita miglia si estinse nel corso del secolo XVII.

Vieri, Giovanni Religioso (secc. XIIIXIV). Vescovo di Galtellı` dal 1329 al 1330, vescovo di Ales dal 1330 al 1367. Canonico, pur essendo sardo durante ` Raila conquista aragonese aiuto mondo Sentmenat a prendere possesso dei territori della Gallura meridionale. Nel 1329 fu eletto vescovo di Galtellı` dal Capitolo metropolitano, confermato e consacrato, ma la sua elezione fu annullata l’anno dopo da papa Giovanni XXII. Egli allora si rivolse ad Alfonso IV per ottenere una nuova diocesi e pochi mesi dopo fu nominato dal papa vescovo di Ales, dove rimase sin verso il 1367.

Vigna, Bepi Scrittore e disegnatore di fumetti (n. Baunei 1957). Dopo essersi ` dedilaureato in Giurisprudenza si e cato alla professione di avvocato e con-

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Vigna Maggiore ` impegnato temporaneamente si e come pubblicitario e disegnatore. La` dedicato sciata la professione, si e completamente ai fumetti, ottenendo ` a livello nariconoscimenti e notorieta ` uno degli autori zionale. Tra l’altro e dei testi e della sceneggiatura di Dylan `re, ed e ` l’ideatore Dog e di Martin Myste di Nathan Never, per cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 1993 ha fondato a Cagliari la prima scuola sarda di fumetto (=). Tra i suoi scritti: L’isola dei fumetti. Le storie, i disegnatori, i personaggi del fumetto in Sardegna (con Graziano Origa), 1994; Il fumetto franco-belga, 1998; Editoria e ` sarda’’, fumetti in Sardegna, ‘‘Societa 9, 1998; Cento anni di fumetti, 1997; La pietra antica, 1999.

Vigna Maggiore Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria della Balariana. Era situato probabilmente a poca distanza da Luogosanto. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti fu amministrato direttamente dai funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, ma i suoi abitanti si ribellarono ai nuovi venuti e presero parte alla prima ribellione dei Doria. Per sedare la rivolta, nel 1330 il villaggio fu occupato dalle truppe di Raimondo Car` a far parte del dona e poco dopo entro ` nel feudo a lui concesso; quando pero ` la guerra tra Genova e 1334 scoppio Aragona e il territorio fu assalito da truppe genovesi, gli abitanti si ribellarono nuovamente. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi eredi rinunciarono al ` coinvolto feudo, per cui V.M. si trovo nella grande confusione che investı` tutta la Balariana. Negli anni seguenti ` soffrı` ulteriormente ed entro la meta ` spopolato completadel secolo era gia mente.

Vignola Centro abitato della provincia di Olbia-Tempio, parte del comune ` d’Agultu e Vignola (=) sparso Trinita (distante 26 km dal centro maggiore ` d’Agultu), con un numero di Trinita abitanti molto variabile dall’inverno alla stagione balneare, posto a 3 m sul livello del mare a nord-est della sede del comune capoluogo, affacciato sul litorale settentrionale. Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da modesti rilievi granitici, ricoperti per la maggior parte da macchia mediterranea, che giungono sino nei pressi del litorale facendo spazio ad alcune bellissime spiagge. Le comunicazioni sono assicurate dalla strada litoranea Sassari-Santa Teresa Gallura, che passa a brevissima distanza. Il villaggio ebbe vita per la prima volta in epoca romana: era situato lungo la strada che univa Turris Lybisonis, l’attuale Porto Torres, al porto detto oggi di Lungoni, nel fiordo di Santa Teresa. & STORIA Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Gallura ed era incluso nella curatoria del Taras. Era un centro importante con un porto molto attivo; subito dopo la conquista aragonese i suoi abitanti continuarono a combattere contro i nuovi venuti e presero parte alla prima ribellione dei Doria. Per sedare la rivolta, nel 1330, il villaggio fu occupato dalle truppe di `a Raimondo Cardona. Poco dopo entro far parte del feudo concesso a Giacomo Carroz (=) insieme al diritto di sfrut` nel 1334 tare il porto. Quando pero ` la guerra tra Genova e Aragona scoppio e il territorio fu assalito da truppe genovesi, gli abitanti si ribellarono nuovamente. Poco dopo Giacomo Carroz morı` e i suoi eredi persero il controllo del villaggio, che nei decenni succes` coinvolto nei disordini desivi si trovo

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Vigo terminati dalle continue guerre e si ` completamente. Il territorio spopolo ` a rimanere deserto nei secoli continuo successivi. Solo a partire dal secolo XVIII vi si stanziarono, dapprima periodicamente e in seguito stabilmente, ` di pastori che diealcune comunita dero vita ad alcuni stazzi che finirono per essere amministrati da Aggius e da Tempio Pausania. Nel corso dell’Ottocento la popolazione di alcuni di questi ` sino a formare l’attuale stazzi aumento centro abitato che nel 1958, unita` d’Agultu, ha mente a quello di Trinita ` formato il nuovo comune di Trinita d’Agultu e Vignola. & ECONOMIA La sua economia e ` stata sempre basata sull’agricoltura, in particolare la viticoltura (produzione di Vermentino) e sull’allevamento del bestiame, ma da qualche tempo un altro importante aspetto dell’economia del ` rappresentato dal turismo. villaggio e & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Alcuni edifici ricordano l’antico passato del villaggio; si tratta in particolare di Santa Maria, chiesa situata al confine col territorio di Aglientu. Fu costruita nel Medioevo in forme romaniche ed era annessa a un romitorio di monaci benedettini. Quando nel secolo ` ad XV il romitorio fu chiuso comincio andare in rovina e fu ripetutamente rimaneggiata nel corso dei secoli successivi. Ha l’impianto a una navata completata da una piccola abside; la coper` del tipo a capanna. Nei pressi tura e del nucleo principale si trova la torre del Porto, costruita su un promontorio che domina il litorale di V., dalla quale si osserva uno splendido panorama delle coste circostanti. Fu costruita nel 1572 in forma cilindrica e al suo interno al primo piano conserva un ampio locale con volta a cupola rinforzato da un pilastro centrale. La torre aveva funzioni di avvistamento e di difesa,

era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Nei pressi si trova la chiesa di San Silverio, costruita nel Novecento dai pescatori del borgo (di origine ponzese e campana), priva di particolari pregi architettonici ma situata in un luogo incantevole, tra le macchie a brevissima distanza dal mare. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 20 giugno nei pressi della chiesa di San Silverio si svolge la festa principale di V., che si protrae per due giorni con un programma ricco di manifestazioni folcloristiche.

Vigo, Chiara Artigiana, artista (n. Calasetta 1955). Vive e lavora a Sant’Antioco. Nipote di Leonilde Mereu, ultima maestra della lavorazione del ` dedicata fin da giovane bisso (=), si e allo studio del Pinna nobilis, il grande mollusco da cui il bisso si ricava. Quando una direttiva dell’Unione Eu` stata resa operativa in ropea del 1992 e Italia da un decreto del Presidente della Repubblica del 1997 che proteggeva quella specie animale, ne ha studiato la vicenda biologica attraverso una lunga serie di ricerche sul campo. Partendo dalla constatazione che ai primi di maggio il limo dei fondali in ` ‘‘fissato’’ il mollusco diventa piu ` cui e molle, ha messo a punto un metodo che le permette di staccarlo dal fondo, estrarre parte del bisso e di rimettere in sede il Pinna nobilis, assicurando la continuazione del suo ciclo biologico. Il bisso viene quindi lavorato con materie diverse e in differenti fasi (bagni di succo di limone, speciali erbe selvatiche, latte di capra) che permettono alla fine di filarlo e tesserlo. Nascono cosı` tessuti preziosi e arazzi, tra i quali ` famoso e ` quello intitolato, dal il piu soggetto che rappresenta, ‘‘il Leone di Tiro’’. Nel 1996 V. ha vinto il premio

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Viguino ‘‘Donna sarda’’. Ha scritto con Luciana Basciu I colori dei sogni, 1997.

Viguino Famiglia sassarese (sec. XV). Di probabile origine corsa, le sue notizie risalgono al secolo XV. Godeva di un grande prestigio e spesso i suoi membri ricoprivano importanti uffici pubblici. Probabilmente si estinse nel corso del secolo.

` Podesta` di Sassari Viguino, Nicolo ` la signoria (sec. XV). Nel 1444 acquisto di Banari e Siligo da Cristoforo Manno, ma l’anno successivo la rivendette a ˜ ans. Serafino di Montan

Vilademany, Berengario Cavaliere catalano (Catalogna, fine sec. XIII-ivi 1337). Prese parte alla spedizione dell’infante Alfonso, e subito dopo il termine delle operazioni militari ebbe in feudo Posada, Guerrenolenero, Stella´ e Siniscola. I ria, Locoe, Ossio, Lode suoi eredi lasciarono la Sardegna e non riuscirono a conservare il feudo.

Vilamarı` Famiglia catalana originaria di Gerona (secc. XIII-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Nel 1468 ebbe il feudo di Bosa e della Planargia con un Giovanni, ammiraglio reale che ebbe anche il titolo di barone. I suoi discendenti diedero un grosso impulso ` di Bosa e nel allo sviluppo della citta 1556 la liberarono dalla dipendenza feudale consentendo la sua trasforma` reale. La famiglia si zione in citta estinse nel 1561 con una Maria.

Vilamarı`, Bernardo Signore di Bosa e ` sec. XV-Bosa della Planargia (?, meta 1512). Nipote di Giovanni, era conte di Capudan e ammiraglio reale. Succeduto a Giovanni, nel 1494 ottenne per Bosa l’estensione della legislazione sui diritti del commercio che consentı` un ` del notevole sviluppo dell’attivita ` in conporto. Per questo motivo entro flitto con Oristano, che pretendeva di avere il monopolio dei traffici por-

` riuscı` a spuntarla e nel tuali; egli pero 1502 ottenne dal re anche il diritto di ` ulteriorcaricamento che incremento ` del porto. mente l’attivita

Vilamarı`, Giovanni Signore di Bosa e ` sec. XVdella Planargia (prima meta dopo 1488). Ammiraglio reale, nel 1468 ottenne in feudo Bosa e la Planargia. La concessione comprendeva anche il porto, di cui favorı` lo sviluppo, con i diritti di importazione e di esportazione. Dopo la battaglia di Macomer riuscı` a bloccare la fuga di Leonardo Alagon e dei suoi familiari, li fece pri` ai rappresengionieri e li consegno tanti del re. Per questo nel 1479 fu ricompensato con l’investitura della curatoria dell’Oppia. Nel 1488 riuscı` a ottenere che i suoi feudi fossero trasformati in allodio (=).

Vilamarı`, Isabella Signora di Bosa e ` della Planargia (Bosa, seconda meta sec. XV-ivi 1562). Figlia di Bernardo, ` alla morte di suo padre ebbe in eredita Bosa e la Planargia, mentre il feudo ` a sua sorella Anna. dell’Oppia tocco ` col principe di SaPoco dopo si sposo ` lerno e alla morte di sua sorella eredito anche il feudo dell’Oppia. Nel 1536 ottenne da Carlo V la conferma dei privilegi sulla pesca del corallo che Bosa ` ulteaveva avuto in passato e sviluppo riormente il commercio del porto. Nel 1547 vendette il feudo dell’Oppia, nel ` Bosa dalla Planargia e con1554 stacco sentı` che si liberasse dal vincolo feudale.

Vilanova, Angelo Vicere´ di Sardegna ` sec. XV-Spa(Valencia, seconda meta ` sec. XVI). In carica gna, prima meta dal 1514 al 1529. Appartenente a una antica famiglia, era consigliere reale ´ di quando nel 1514 fu nominato vicere Sardegna da Ferdinando il Cattolico e successivamente riconfermato da ` l’isola fino al 1529; in Carlo V. Governo questo lungo periodo tra il 1518 e il

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Villacidro ` il Parlamento ordinario; 1523 celebro ` l’isola per un breve subito dopo lascio `. periodo, sostituito da Bernardo Simo Tornato in Sardegna, nel 1528, subito dopo l’impresa dei francesi a Sassari, ` un Parlamento straordinario e celebro nel 1529 ottenne di lasciare l’isola.

Vilanova, Girolamo Religioso (Valencia 1497-Cagliari 1532). Arcivescovo di Cagliari dal 1524 al 1532. Figlio di Angelo, ordinato sacerdote, fu nominato canonico d’Arborea a soli 23 anni. Poco dopo fu nominato amministratore apostolico dell’archidiocesi di Cagliari con la clausola che sarebbe divenuto arcivescovo compiuti i 27 anni. Divenuto arcivescovo nel 1524, nel 1527 ottenne da Clemente VII la reliquia della Santa Spina venerata nel Duomo di Cagliari.

Vilaragut, Ponzio Cavaliere valenzano (Catalogna, fine sec. XIII-?, 1332). Prese parte alla spedizione dell’infante Alfonso, e terminate le operazioni militari ebbe in feudo Agugari, Guardosu, Lappia e Melataras nella curatoria del Taras.

Vilella Famiglia algherese (sec. XIV). Originaria della Catalogna, si trasferı` in Sardegna dopo la conquista della ` nel 1353. Nel 1367 un Guglielmo, citta ` il diritto di orricco mercante, acquisto ganizzare la riscossione della tassa sui macelli (cabesagio) e della tassa detta venteno (la ventesima parte sul valore ` ). I delle merci in entrata nella citta ` , nel 1383 vendettero suoi figli, pero tutto ai Veguer.

Villa, Lorenzo Religioso (?, prima meta` sec. XVI-Ales 1585). Vescovo di Ales dal 1576 al 1585. Apparteneva all’ordine dei Minori osservanti e fu nominato vescovo di Ales nel 1576. Uomo di grande rigore morale, particolarmente legato al pontefice, nel 1582 fu da lui incaricato di verificare se alcuni vescovi

sardi avessero effettivamente destinato fondi al restauro delle chiese.

Villa, Michele Religioso (Sassari, ` sec. XVII-Castellaragoprima meta nese 1700). Vescovo di Ampurias dal 1688 al 1700. Sacerdote del clero turritano, dopo avere retto per anni alcune parrocchie della diocesi, nel 1688 fu nominato vescovo di Ampurias. Go` la diocesi con grande dinamismo verno ` un sinodo a Castellae nel 1695 celebro ragonese (oggi Castelsardo), facendone pubblicare gli atti.

Villa Atzei Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria di Monreale. Sorgeva non lontano da Arbus. Dopo la conquista aragonese, per la sua posizione al confine ` la prima del giudicato, quando scoppio guerra tra Aragona e Arborea, divenne ` rateatro delle operazioni e si spopolo pidamente.

Villabruna Famiglia cagliaritana (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1495 ottenne il riconosci` con un Nicolo `, mento della generosita la cui discendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Villacidro Comune capoluogo, insieme a Sanluri, della provincia del Medio Campidano, compreso nella XVIII Co` montana, con 14 732 abitanti (al munita 2004), posto a 267 m sul livello del mare alle falde orientali del monte Linas. Regione storica: Parte Ippis Susu. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 183,55 km2 e confina a nord con Gonnosfanadiga e con San Gavino Monreale, a est con Sanluri e Serramanna, a sud con Villasor, Vallermosa e un’isola amministrativa di Iglesias, a ovest con Domusnovas. Si tratta di un vasto compendio che si estende per

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Villacidro una parte, a oriente, nella piana campidanese e per la restante sulla vasta area del monte Linas (1236 m). A sud del paese scorre il rio Leni, che dopo aver formato un invaso artificiale prosegue il suo corso nella pianura per confluire nel Mannu di Cagliari. V. si trova lungo la statale 196 che unisce Cagliari a Guspini; dall’abitato ha inizio a sud una strada che si inerpica sul Linas e a nord una per i collegamenti con San Gavino Monreale e Sardara, e quindi anche con la superstrada Cagliari-Sassari. A San Gavino si trova in` vicina vece la stazione ferroviaria piu (8 km), lungo la linea Cagliari-Oristano.

Villacidro – Chiesa di San Sisinnio. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che dimostrano come fosse abitato con conti` dall’uomo. Il centro attuale denuita riva da un insediamento romano i cui resti sono stati messi in luce nella piazza del Municipio; nel Medioevo si ` dalla fusione di due nuclei: sviluppo

uno costituito da edifici in pietra e distribuito sui pendii attorno alla parroc` a valle e comchiale; l’altro situato piu ` modesti, costruiti posto da edifici piu ` diri). Appartenne con mattoni crudi (la al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Parte Ippis (Gippi). Quando nel 1257 il giudicato di Cagliari fu debellato e diviso, il centro fu incluso nei territori che andarono al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Bernardo ` nel 1326 fu coCespujades che pero stretto a cederlo nuovamente al Comune di Pisa dopo la seconda pace con l’Aragona. V. rimase cosı` compreso `a nel grande feudo che Pisa continuo sfruttare fino allo scoppio della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV nel 1353. Allora i suoi abitanti si ribellarono e passarono con il giudice d’Arborea; per tutto il restante periodo del secolo XIV il villaggio rimase possesso giudicale e soffrı` notevoli danni a causa delle guerre tra Arborea e Aragona. Caduto il giudicato d’Arborea, nel 1420 fu concesso in feudo a Giovanni Civiller che lo unı` al suo feudo ` di Villasor. Successivamente V. passo dai Civiller ai De Besora alla cui estinzione, dopo una complessa vicenda giudiziaria durata alcuni anni, nel 1506 pervenne a Eusebio de Gerp (=). Nei decenni successivi i nuovi feudatari svilupparono la coltura degli agrumi; estinti i De Gerp nel 1582, V. nel 1594 fu venduto ai Brondo. Questi nel corso del secolo XVII diedero un ulteriore impulso allo sviluppo del villaggio che divenne capoluogo dell’omonimo marchesato. Dai Brondo ` ai Bou Crespi ai quali fu riscatpasso tato nel 1838. Nell’ultimo periodo della sua lunga storia feudale il villaggio fu

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Villacidro centro, a partire dal secolo XVIII, di ` numerose imprese legate all’attivita mineraria e in particolare fu sede della fonderia creata dal Mandel (=) ` dopo alcuni anni fu chiusa. che pero ` a essere Nello stesso periodo comincio sfruttato l’ingente patrimonio forestale del vicino Monti Mannu. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Iglesias; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato di questi anni, nell’ambito del Dizionario del Casalis, una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nell’anno 1837 constava questo popolo di anime 6043, in 1480 famiglie. I registri parrocchiali presentarono in un sessennio matrimoni 420, nascite 1086, morti 824. Scuole. Alla istruzione ` stabilita una scuola primapubblica e ria, cui soglion concorrere da circa 50 ` fra quelli che continuafanciulli. I piu rono e compirono il corso prescritto sono passati alle scuole inferiori di Cagliari e Ales. Senza quelli che uscirono da questa istruzione appena un centinaio di persone sanno leggere e scrivere. Agricoltura. Fino agli ultimi anni ` indel secolo scorso i cidresi erano piu tenti alla coltura delle viti e dei fruttiferi, che alla seminazione. Veduto finalmente che non migliorava mai la loro fortuna, mentre quanto ritraevano dalle vigne e dai giardini dovea darsi per la provvista del grano necessario alla famiglia, si sono rivolti alla coltivazione de’ cereali, e sembrano studiarvi ` . Di questi agricoltori ogni anno di piu altri coltivano con l’aratro, altri con la zappa. I primi arano nel territorio proprio e in alcune regioni straniere. Nel territorio proprio o lavorano i chiusi, o seminano nella regione di Guttur-eforru, niente nelle altre regioni del piano per essere le medesime destinate a’ prati pel bestiame manso e pel

rude. Nel territorio straniero hanno le due vidazzoni dell’Acqua cotta e di Seboddus. La prima cosiddetta da una ` di pertinenza del gran fonte termale e barone di Villasor; l’altra che ebbe ` questo nome da una popolazione gia da molto spenta spetta a quello di Serramanna. Hannosi queste in enfiteusi. Servono all’agricoltura 1200 buoi. Nel 1836 sono stati seminati starelli di grano 2500, d’orzo 200, di fave 200, di lino 250. La fruttificazione ordinaria tienesi nella comune del cinque per il grano, del dieci per l’orzo, dell’otto per le fave, del due in semenza, e duecento manipolo in fibra per lino. I cosı` detti Paladeris, che coltivano con la zappa, ` da terreni nuovi che hanno assai piu dissodano e concimano bene con le ceneri. Pastorizie. Nel prospetto delle cose agrarie e pastorali dato al censor generale nel maggio 1830 si notavano buoi 1200, de’ quali morivano 40 per la rigidezza dell’inverno, e altri 40 da malattie; vacche e tori 2000, dei quali morivano 100; pecore 1800, delle quali perivano 450; capre 2600, delle quali perivano 400; porci 1200, dei quali perivano 200. Nel maggio del 1838 un viaggiatore che esplorava queste terre, conobbe esservi 20 ovili, capi 4500, governati da uomini 60; caprili 12, capi 4000, governati da uomini cinquanta. Le vacche proprie dei cidresi erano 600, i tori 800, gli uomini che governavano gli armenti 15; i porci 1500, i pastori 15; le cavalle 200, appartenenti a 25 padroni; i cavalli 300; i giumenti 400. Le pecore hanno buoni pascoli quando nelle stagioni temperate e calde si possono condurre a pascolare il serpillo nel Cocina, S. Michele, Cucurdone, Casu-salin, Saroni. Allora si fa un formaggio delicatissimo che si smercia fresco nel villaggio. Il prodotto d’una pecora si calcola a lire nuove 3,50 per anno, men` puo ` valere lire nuove sei. tr’essa al piu

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Villacidro Le capre hanno ottima e abbondante pastura, ma il frutto di ciascuna non si stima eguale del segnato per una pecora» [Il brano fin qui riportato fa parte della voce Cidro di mano dell’Angius; la voce Villa-Cidro contiene invece un ´ a quel rapido rimando, anche perche punto l’editore aveva deciso di non aspettare il contributo dell’Angius, in ` a far parte ritardo]. Nel 1859 V. entro della provincia di Cagliari. Nel corso del secolo XIX l’economia di V. si svi` notevolmente e il centro diluppo venne sede della villeggiatura di molte famiglie dell’aristocrazia e della borghesia cagliaritana. Durante la seconda guerra mondiale, la presenza nelle sue campagne di un campo d’a` notevoli danni; nel doviazione causo poguerra il centro ebbe un ulteriore deciso sviluppo, soprattutto alla fine degli anni Sessanta, con la costituzione del polo industriale. La crisi del polo negli anni Ottanta non ha fatto venir meno l’economia di V. grazie alla sua evolutissima agricoltura. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura (mandorle, pesche, ciliegie, agrumi) e l’olivicoltura; e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini, equini e pollame. Negli ultimi decenni ` si sta sviluppando una discreta attivita industriale nei settori alimentare, lattiero-caseario, tessile, chimico, metallurgico, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno e del vetro, della fabbricazione di oggetti di plastica, di la` sufficientemente terizi e di mobili. E organizzata la rete di distribuzione ` utilizzata anche commerciale, che e dagli abitanti dei paesi circostanti. Vi operano anche tre alberghi con 95 posti letto, un’azienda agrituristica con 10 posti letto e cinque ristoranti. Ser-

` collegato da autolinee e dalla vizi. V. e ferrovia agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo classico e Istituto professionale agrario), quattro sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale, una Biblioteca dell’Istituto di Scienze religiose e due istituzioni museali. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 927 ` , di cui stranieri 25; maschi 7447; unita femmine 7480; famiglie 4897. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 112 e nati 146; i cancellati dall’anagrafe 209 e nuovi iscritti 122. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 509 in migliaia di lire; versamenti ICI 3665; aziende agricole 1581; imprese commerciali 549; esercizi pubblici 88; esercizi all’ingrosso 8; esercizi al dettaglio 295; ambulanti 166. Tra gli indicatori sociali: occupati 3642; disoccupati 709; inoccupati 1392; laureati 182; diplomati 1382; con licenza media 5050; con licenza elementare 3973; analfabeti 693; automezzi circolanti 5087; abbonamenti TV 3504. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianza di al` nuragica tra cui il nuracuni siti di eta ghe Nuraxi e il sito di Matzanni: si tratta di un complesso nuragico di grande importanza situato ai confini del territorio di V. con quello di Vallermosa. Edificato probabilmente nel se` costituito da tre templi a colo XI a.C., e pozzo, due dei quali sono costruiti in pietre di scisto molto irregolari e sono ` antichi del terzo, la cui struttura e ` piu in blocchetti di scisto squadrati. Accanto ai tre pozzi si sviluppa un villaggio nuragico di capanne circolari; gli

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Villacidro scavi che vi sono stati effettuati hanno restituito un bronzetto di fabbricazione etrusca e altri reperti ceramici. Sono stati individuati anche alcuni siti romani tra cui Seddanus e Frontiera, dove sono state scoperte alcune tombe che hanno restituito suppellettile. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE La cittadina conserva il suo assetto tradizionale nel centro storico, con le grandi case a corte alle quali si accede da portali talvolta imponenti; di qualche interesse sono anche alcuni palazzotti ottocenteschi lungo le strade principali. L’edificio ` interessante e ` Santa Barbara, piu chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI in stile gotico-aragonese; suc` stata ristrutturata in cessivamente e diverse occasioni e dell’impianto originario rimangono pochi elementi nel campanile e nella cappella maggiore. Ha una sola navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali comunicanti tra loro con arcate e la cappella maggiore nell’area presbiteriale sopraelevata rispetto al resto della ` a botte; chiesa. La volta della navata e le cappelle laterali sono invece coperte da caratteristiche cupole emisferiche senza tamburo. All’interno la ` riccamente adorna di marmi chiesa e policromi e custodisce un reliquiario in argento del secolo XVII e un organo del 1754. Poco distante dalla chiesa, in piazza dei Mille, sorge il Lavatoio pubblico, che fu edificato nel 1893 e rappresenta il simbolo dello sviluppo urbanistico e dell’evoluzione della so` villacidrese in quegli anni. Si cieta tratta di una struttura di fattura industriale in ghisa: consta di due padiglioni a pianta quadrata raccordati da un corpo centrale; era alimentato da una fontana a tre bocche che faceva scorrere l’acqua nelle 16 vasche del corpo centrale e nelle 10 dei corpi late-

` della parrali. Sempre in prossimita rocchia sono gli Oratori. Si tratta di due piccole chiese risalenti a epoche ` dedicato alla Madiverse. Il primo e donna del Rosario, fu costruito nel se` situato accanto alla chiesa colo XVed e parrocchiale. Ha pianta quadrata coperta da una cupola a squame rosse, ` completata da verdi e oro; la facciata e un loggiato poggiante su cinque pesanti pilastri. All’interno conserva al` cuni ingenui affreschi. Attualmente e sede del Museo d’arte sacra, nel quale sono esposti argenterie, arredi, paramenti, statue e dipinti provenienti dalla parrocchia di Santa Barbara. Il ` l’oratorio delle Anime, posto secondo e di fronte alla parrocchia e addossato al Monte granatico, che risale al secolo XVI. Ha un’interessante facciata completata da una cornice a doppia inflessione armonica e semplice; all’interno custodisce un altare in legno intagliato e alcune statue, anch’esse di legno, molto antiche. Tra gli altri edifici importanti la chiesa di Sant’Antonio, costruita nel secolo XVI e successivamente ristrutturata. Nel 1769 fu dichiarata sussidiaria di Santa Barbara e in seguito eretta a seconda parrocchia di V. Ha l’impianto a una navata arricchita da cappelle laterali e dal presbi` a volta a botte. La terio, la copertura e facciata, rifatta nell’Ottocento, cul` mina con un timpano triangolare ed e affiancata da due spettacolari campanili a vela; si affaccia su una scalinata inserita in un’ampia piazza. La Ma` una chiesa dalla donna del Rosario e struttura modernissima progettata da Fernando Spada e costruita dopo il 1970. Nel 1981 fu istituita come terza ` compleparrocchia urbana; l’interno e tamente arredato con sculture, ceramiche e dipinti di Efisio Cadoni (=). Tra gli altri edifici significativi il palazzo del Seminario, costruito nel 1770

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Villacidro dal vescovo Giuseppe Maria Pilo (=) sulle rovine di un antico palazzo sede dell’amministrazione, residenza del feudatario e destinato poi a residenza estiva del vescovo di Ales. Fu completato agli inizi del secolo XIX dal vescovo Aymerich; nel 1939 fu adibito a Seminario diocesano. All’interno conserva alcune belle sale riccamente arredate e la Cappella della Beata Vergine Madre di Dio che custodisce un bel quadro dipinto da Giovanni Marghinotti (=). La casa dello scrittore Giuseppe Dessı`, situata nel centro sto` la classica casa parico, in via Roma, e dronale degli inizi dell’Ottocento; vi si accede da un ampio portale che immette in un grande cortile attorno al quale si aprono gli ambienti della casa. Al suo interno conserva ancora alcuni cimeli della famiglia dello scrittore che V. ricorda tutti gli anni con un premio letterario di rilievo nazionale. ` un’elegante costruLa villa Todde e zione in stile liberty fatta edificare come sua residenza dal grande economista Giuseppe Todde (=). L’antico ` illustri viaggiaproprietario vi ospito tori tra i quali Gabriele d’Annunzio durante la sua breve visita in Sardegna. Di grande interesse, all’interno dell’a` il Farmamuseo, bitato, in via Roma, e costituito dalla ricostruzione ideale della farmacia Fanni dei primi del Novecento, che allinea negli antichi scaffali oggetti e apparecchiature dell’arte farmaceutica degli inizi del secolo XX. Nei dintorni dell’abitato si trova la chiesa di San Giuseppe, che fu co` conostruita nel 1744 nella localita sciuta come Villa Scema; fu distrutta da un incendio nel 1921 e ricostruita con il concorso di tutta la popolazione l’anno successivo. La chiesa di San Si` un’altra chiesa campestre sisinnio e tuata non lontano dal santuario di Mat` zanni; fu edificata nella prima meta

del secolo XVII probabilmente su un ` antico; ha una navata altro edificio piu ` e la copertura in legno. L’edificio e cinto da tre lati da un loggiato poggiante su pilastri con capitelli di foggia diversa. E infine la chiesa di San Pietro, situata sulla riva sinistra del rio Leni in regione Cuccuru Eremilis. Fu costruita nel secolo XIV e successiva` riprese. Ha mente rimaneggiata a piu l’impianto a una navata e la copertura ` conosciuta in legno a capriate. La piu delle bellezze naturali del vasto terri´n` la cascata di Sa Spe torio montano e dula, situata a breve distanza dall’abitato nel comprensorio del monte Li` una nas; formata dal rio Coxinas, e delle poche cascate sarde che conservano l’acqua anche nei mesi estivi; compie uno spettacolare balzo in una gola con pareti di trachite rosa di grande effetto e suggestione. La bellezza del luogo colpı` anche Gabriele ` dei versi che D’Annunzio e gli ispiro oggi, fissati sulla roccia con lettere di bronzo, ricordano il suo breve soggiorno a V. (= anche Ugo, Ranieri). & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le manifestazioni che testimoniano del ricco patrimonio di tradizioni e della cultura della cittadina; tra queste la festa di San Sisinnio, che si tiene la prima domenica d’agosto presso la chiesa omonima. Il culto di ` legato a una superstiquesto santo e zione antichissima, in base alla quale quando nasce un bambino il padre affigge alle porte di casa la sua immagine per impedire l’accesso alle streghe ed evitare gli influssi malefici. Ma sugge` anche la sagra delle ciliegie che stiva e si tiene, per valorizzare un prodotto tipico delle campagne, l’ultima domenica di maggio o la prima di giugno presso la chiesa di San Giuseppe, abbinata alle celebrazioni per il santo titolare. A ottobre si svolge infine il Premio

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Villafranca d’Erice letterario intitolato a Giuseppe Dessı` (=); si tratta di un’importante manifestazione a livello nazionale, riservata alla narrativa (ma con un premio speciale spesso attribuito ad opere di poesia), che si conclude con la cerimonia di premiazione degli autori vincitori.

Villa d’Abbas Antico villaggio che sorgeva nelle campagne di Sardara, cono` nel periodo romano come sciuto gia Aquae Neapolitanae, dipendente pro` di Neapolis. Da babilmente dalla citta ` nel Mequesto piccolo centro derivo dioevo V. d’A. (Santa Maria de Is Acquas), posto ai confini tra il giudicato d’Arborea e quello di Cagliari e compreso nella curatoria di Monreale. Il villaggio era protetto dal castello di Monreale, fatto costruire nel secolo XII a difesa della curatoria omonima ed era probabilmente compreso nel giudicato di Cagliari. Quando nel 1258 il giudicato cadde, nella divisione successiva fu incluso nella porzione toccata al conte di Capraia. All’estinzione ` ai giudici della sua discendenza passo d’Arborea e fu incluso definitivamente nel giudicato. Il vecchio abitato, ritenuto insicuro, fu abbandonato dalla maggior parte della popolazione, probabilmente nel secolo XIV, per il sito dove sorge attualmente Sardara. Entro il secolo XV, comunque, anche gli ultimi abitanti si trasferirono a Sardara.

Villadauno Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria ` non determinadel Taras in localita bile. Dopo l’estinzione della dinastia ` nelle mani del Codei Visconti passo mune di Pisa, che lo fece amministrare da propri funzionari. Subito dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae, ma i suoi abitanti continuarono a combattere contro gli invasori. Nel 1330 fu investito dalle truppe di Raimondo Cardona e

gravemente danneggiato. Pochi anni ` completamente. dopo si spopolo

Villa de Archiepiscopo Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Sorgeva nelle vicinanze dello stagno di Colostrai. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile nei confronti dei nuovi arrivati e favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa di questo stato di tensione continuo e co` a spopolarsi. Nel 1354 fu conmincio ` si cesso in feudo ai Dalmau, che pero estinsero nel 1362; l’anno dopo il villaggio venne concesso ai Carroz, che lo unirono al loro grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea il villaggio fu occupato dalle truppe arborensi e in pochi anni si spo` completamente. polo

Villafranca d’Erice Antico villaggio di origine medioevale, nelle campagne di Osilo. Faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del ` Montes. Agli inizi del secolo XIII entro a far parte dei territori che per matrimonio vennero in possesso dei Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio feudale al re d’Aragona. Rimase in loro possesso fino al 1353, quando fu loro sequestrato definitivamente. Negli anni seguenti

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Villaggi nuragici appartenne al re, ma nel 1361 fu concesso in feudo a Berengario Esparech. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, nel 1366 fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Con ` , il villaggio si spopolo ` gli anni, pero completamente e prima della fine del secolo XIV scomparve.

Villaggi nuragici – Su Nuraxi a Barumini.

Villaggi nuragici Agglomerati di capanne nelle quali le popolazioni nuragiche vivevano fuori dal nuraghe. Allo stato attuale delle nostre informazioni si conoscono circa 500 villaggi, di cui 400 sono concentrati nel Nuorese e gli altri sparsi nel restante territorio del` , il loro nul’isola. Probabilmente, pero ` piu ` elevato e molti attendono mero e ancora di essere portati in luce da appositi scavi. Sono costituiti da un numero variabile di capanne (da un minimo di 40 a un massimo di 200), quasi sempre circolari, e potevano ospitare dai 90 ai 1000 individui. Prevalentemente situati tra i 200 m e i 700 m di altitudine, sono disposti in posizioni facilmente difendibili: abbastanza spesso il villaggio sorge in stretta connessione con un nuraghe che ha chiaramente funzioni difensive per i suoi abitanti. Nei v.n. ascrivibili alle ultime ` nurafasi di evoluzione della civilta gica possono comparire al loro interno o alla loro periferia elementi partico-

lari in funzione di culto come pozzi sacri o tempietti; spesso vi compaiono anche edifici dedicati al culto dei morti come le Tombe di giganti. Gli agglomerati di capanne non sono disposti secondo un disegno organico che faccia pensare a uno sviluppo urbanistico definito: essi sono piuttosto un insieme di diversi gruppi di capanne, ciascuno dei quali forma un isolato e si affaccia su uno spazio centrale. I vari isolati, ` , sono mal collegati tra loro e pero spesso disposti in modo molto discontinuo, per cui manca un centro di raccolta comune per tutti i gruppi che costituiscono il villaggio. Questa disposizione fa pensare che la struttura che dava vita ai vari villaggi fosse costituita da gruppi di famiglie distinti tra loro, ciascun gruppo familiare abitante in uno degli isolati che costituivano il vil` conosciuti sono: Allaggio. I v.n. piu ghero (Nuraghe Palmavera); Arbus: Bidda Erdi, Bidda Sciarpa, Bidda Zei; Arzana (Ruinas); Barumini (Su Nuraxi); Cabras (Su Muru Mannu); Dorgali (Cala Gonone, Nuraghe Arvu, Serra Orrios, Tiscali); Gergei (Su Iriu); Gesturi (Brunku Madugui); Gonnesa (Serucci); Lanusei (Seleni); Las Plassas (Medesas); Monastir (Monte Olladiri, Monte Zara); Muros (Sa Turricola); Nuoro (Noddule); Oliena (Sedda Sos Crastos); Orroli (Su Putzu); Sardara (Santa Anastasia); Sarroch (Monte Arrubiu); Serri (Santa Vittoria); Teti (Abini, S’Urbale); Torralba (Santu Antine); Villanova Strisaili (Pira Onni).

Villagrande Strisaili Comune della provincia dell’Ogliastra, compreso nel` montana, con 3697 abil’XI Comunita tanti (al 2004), posto a 700 m sul livello del mare sul versante orientale del massiccio del Gennargentu. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale,

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Villagrande Strisaili di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 210,80 km2, comprese le frazioni di Villanova Strisaili e di Flumendosa Primo Salto, e confina a nord con Fonni e Orgosolo, a est con Talana, Lotzorai, Girasole ed Elini, a sud con Arzana e a ovest con Desulo. Si tratta di un territorio montano, che va da quote piuttosto basse, al confine con i comuni costieri, sino alle parti ` alte del Gennargentu. Il maggior piu ` il Flumendosa, che corso d’acqua e nei pressi della frazione di Villanova Strisaili forma il Lago Alto, il primo dei laghi artificiali ricavati lungo il suo corso. Il paese si trova 4 km a oriente della direttissima Nuoro-Lanusei; vi si collega con una strada secondaria che continua per poi dividersi in due bracci, uno diretto a nord, per Talana, l’altro a sud-est, per Tortolı`. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche di ` prenuragica e di eta ` nuragica rifeeta ribili all’intero arco della sua evolu` essere identificato zione, tanto che puo come una delle zone in cui maggior` la resistenza della cimente si verifico ` nuragica a influssi esterni fino al vilta periodo romano, quando apparteneva ` dei Rubrensi. L’attuale cenalla tribu ` nel Medioevo, secondo tro si sviluppo una leggenda attorno a tre ovili (tres ailes); appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando nel 1257, dopo il crollo del giudicato di Cagliari, il suo territorio fu smembrato, V.S. fu incluso nei territori toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Una volta estinta questa famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz e ` a far parte della contea nel 1363 entro

di Quirra. Subito dopo, quando ebbe inizio la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di San` luri, caduta l’Arborea, il villaggio torno in possesso dei Bertran Carroz; nei se` da questi ultimi ai coli successivi passo ` e infine Centelles, ai Borgia, ai Catala agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provin` a far cia di Lanusei; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la rapida schedatura di Vittorio Angius: «Villagrande Estrisaili o Strisaili; comune della Sardegna nel mandamento e nella provincia di Lanusei, dal cui intendente dipende; trovasi compreso nella diocesi d’Ogliastra; va soggetto alla giurisdizione del tribu` nale di prima cognizione di Lanusei; e compreso nel distretto esattoriale ` ; e per l’insinuazione della stessa citta nella tappa di Tortolı`. V.S. sta nel Capo ` . Quedi Cagliari, a greco di questa citta sto comune ha 225 case; 263 famiglie; e 1114 abitanti. I prodotti territoriali ne ` , grano, orzo, lesono in poca quantita gumi, lino, uve ed ortaggi. Villagrande era compresa nell’Incontrada, e nel Judicato di Ogliastra; e facea parte della ` diocesi di Cagliari». Nel 1859 V.S. entro a far parte della ricostituita provincia di Cagliari; quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, V.S. fu compreso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, suini, bovini ed equini; e l’agricoltura, in particolare l’olivicoltura, la viticoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una di` industriale nel settore screta attivita alimentare e in quelli della produzione dell’energia elettrica e dell’edi-

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Villagrande Strisaili ` scarsamente sviluppata la rete lizia. E di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 27 posti letto, due aziende agrituristiche con ` la pos12 posti letto e un ristorante; vi e ` di praticare il turismo equesibilita ` stre. Artigianato. Antica e rinomata e la produzione di prosciutti. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V.S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale.

Villagrande Strisaili – Veduta del centro abitato.

& DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3758 unita di cui stranieri 6; maschi 1884; femmine 1874; famiglie 1275. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 35 e nati 31; cancellati dall’anagrafe 45 e nuovi iscritti 54. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 335 in migliaia di lire; versamenti ICI 844; aziende agricole 676; imprese commerciali 159; esercizi pubblici 19; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 58; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 941; disoccupati 145; inoccupati 303; laureati 85; diplomati 488; con licenza media 1128; con licenza elemen-

tare 1101; analfabeti 84; automezzi circolanti 1461; abbonamenti TV 851. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze che do` dell’insediacumentano la continuita mento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo appartengono un dolmen in regione Tetti, un menhir sul colle Abbruxiau e le domus de janas di Su Stampu e di Cuili Bruxiau. Al periodo nuragico risalgono i nuraghi Arrubiu, Biddedenu, Giuoro, ´ , Lotzoracesus, MarruGoorgio, Istoge scu, Nieddu, Niu Abila, Orgi, Orezi, Ortu, Ortuntaccu, Palancaddu, Pauli Costi, Pira Onna, Sa Conca, Scala, Serra ’e Trocculu e Canargiu, Su Pradu, Surzase, Su Stampu, Zoppia. Allo stesso periodo risalgono le Tombe di giganti di Serra Curcara e di Lotzoracesus e i villaggi nuragici di Monte ` Giuoro. Tra tutti di grande interesse e il nuraghe Serra ’e Trocculu, del tipo a ` antica corridoio, risalente alla fase piu ` nuragica. Di grande imdella civilta ` anche il tempio a megaron portanza e di Porcu Abba che ha le stesse caratteristiche di altri che sorgono nel territorio circostante, tra cui quello conosciuto come Domo de Argia. Di grande ` il deposito di Sa Carcainteresse e redda che conservava numerosi bronzi votivi. Altro sito di grande suggestione ` quello di S’Arcu ’e Is Forros, tempio e ` nuragico situato nell’omonima localita a pochi chilometri dall’abitato. Si tratta di una costruzione a pianta rettangolare, oggetto qualche anno fa di alcuni scavi archeologici esplorativi; di notevoli dimensioni, 15 x 5 m, al suo interno conserva quattro celle rettangolari comunicanti tra loro. La sua struttura piuttosto singolare attende ` apdi essere studiata in maniera piu profondita. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio conserva il

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Villagreca suo assetto tradizionale, lungo strade tortuose si affacciano grandi case in pietra, tipiche della montagna, addossate le une alle altre e incastonate entro rilievi di granito rossastro di grande effetto. L’edificio di maggior ` la chiesa di San Gabriele Arpregio e cangelo, parrocchiale costruita a fine Settecento per ordine dell’arcivescovo di Cagliari Vittorio Melano di Portula. L’edificio, in forme neoclassiche, ha una pianta a tre navate e la copertura con volta a botte. La facciata ha due lesene laterali che incorniciano il bel portale in bronzo realizzato nel 1988 ` sormondallo scultore Ugo Centi, ed e tata da un timpano. All’interno custodisce alcune statue lignee di scuola napoletana del Settecento e alcune argenterie di scuola cagliaritana del secolo XVI, e la bellissima pala d’altare dell’Annunciazione realizzata da Anto` ricco di luoghi nio Mura. Il territorio e di particolare bellezza tra cui il parco di Santa Barbara, bosco di querce che si trova a circa 4 km dall’abitato: vi si possono ammirare numerosi esemplari di quercia vecchi di molti secoli. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste caratteristiche conservano le antiche tradizioni del villaggio; tra queste quelle in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano che si svolgono rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 gennaio; entrambe culminano con l’accensione in piazza di un grande ` alla presenza della popolazione falo ` che balla. Altra festa tradizionale e quella di Santa Barbara, che si svolge nell’omonimo parco la seconda domenica di luglio. La statua della santa viene trasportata su un carro intarsiato e dorato, trainato da un giogo di buoi dal villaggio al parco e vi rimane per tutto il periodo dei festeggiamenti che prevedono numerosi spettacoli di danza e di canto tradizionale.

Villagreca Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Nuraminis (da cui dista 2 km), con circa 250 abitanti, posto a 102 m sul livello del mare a nord-ovest del comune capoluogo, lungo la superstrada Cagliari-Sassari. Regione storica: Nuraminis. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito a ovest dalla piana campidanese, fertile e ricca di acque, e a est dalle prime propaggini dei rilievi della Trexenta. A ovest della frazione scorre il rio Malu, affluente di sinistra del rio Mannu di Cagliari. Le comunicazioni sono assicurate dalla superstrada, che anzi passa sin troppo vicino all’abitato, tanto da rappresentare un pericolo. & STORIA Il territorio circostante conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma l’at` di origine altomedioetuale villaggio e vale. Appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Nuraminis. Dopo che nel 1257 il giudicato cadde, nella divisione che seguı` fu incluso nella porzione toccata al conte ` a far definitivadi Capraia ed entro mente parte del giudicato d’Arborea. Dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Rambaldo de Mur i cui discendenti, nel 1331, lo cedettero a Raimondo Cardona, alla cui morte, avvenuta nel 1337, fu venduto ad Andrea Sanjust. Nei decenni successivi il villaggio subı` danni durante l’epidemia di peste del 1348 e durante la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, e la popolazione diminuı` sensibilmente. Nel 1355 comunque fu in grado di mandare propri rappresentanti al Parlamento celebrato da Pietro IV; in seguito, poco dopo l’inizio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Da quel momento il

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Villa Jaca ` in possesso dei Sanjust villaggio torno e vi rimase ininterrottamente fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. La sua popolazione, che nel 1821 era di 259 abi` tanti, nei decenni successivi continuo a calare e nel 1871 il villaggio fu aggregato come frazione a Nuraminis. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e bovini. Negli ultimi decenni si sta svi` induluppando una modesta attivita striale nei settori agro-alimentare e ` scarsamente sviluppata la edile. E ` rete di distribuzione commerciale. V. e collegato da autolinee agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il mo` importante del suo patrinumento piu ` il protonuraghe monio archeologico e di Sa Corona. Si tratta di un edificio situato sull’altipiano vicino all’abitato, che nelle sue forme anticipa il nura` costituito da una torre rotonda ghe; e con una camera circolare senza la cu` contiguo al villaggio pola a tholos ed e di Santa Maria, riconducibile alla cultura di Monte Claro. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro abitato ha conservato alcune case costruite con mattoni di ` diri). L’edificio piu ` signiterra cruda (la ` la chiesa di San Vito, parrocficativo e chiale costruita nel secolo XVI in stile gotico-aragonese e completamente ristrutturata nel secolo XVIII. Attualmente ha una facciata in stile barocchetto piemontese, mentre il presbiterio ha conservato le originali forme gotico-catalane. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La

terza domenica di maggio nella chiesa di San Vito si svolge la festa del santo che risale al secolo XVII e sarebbe stata spostata a questa data dal 15 giugno per ringraziarlo di un miracolo compiuto. La tradizione infatti narra di un fuoco inavvertitamente acceso da un pellegrino che non fu in grado di controllarlo e che il santo avrebbe spento miracolosamente prima che si propagasse ai campi di grano che a quella data erano pronti per la mietitura. Le manifestazioni si protraggono per due giorni.

Villa Jaca Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Monreale. Sorgeva in prossi` di Arbus. Quando nel 1258 il giumita dicato cadde, nella divisione che seguı` fu incluso nella porzione toccata al conte di Capraia. All’estinzione della ` a far parte defisua discendenza entro nitivamente del giudicato d’Arborea, ma divenne teatro delle continue guerre del secolo XIV e la sua popola` diminuendo; entro la fine zione ando del secolo scomparve completamente.

Villa Josso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia procedettero a una divisione tra ` al ramo del conte Ugolino. loro, tocco Dopo la tragica morte del conte i suoi figli, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII pertanto V.J. fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae ma si spo` completamente in pochi anni. polo

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Villamajore de Ponte

Villalonga Antico villaggio di origini punico-romane, situato tra Nuraxinieddu e Siamaggiore. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Caduto il giudicato, nel 1410 fu incluso nei territori che costituirono il marchesato di Oristano concesso a Leonardo Cubello. Nei secoli successivi il villaggio condivise le vicende del grande feudo e quando questo fu confiscato a Leonardo Alagon, dal 1479 fu amministrato direttamente da funzionari reali. Nel corso ` in crisi e fu abdel secolo XVII entro bandonato dai suoi abitanti, che si rifugiarono a Solarussa. I loro discendenti mantennero viva la memoria dell’antico abitato e nel secolo XVIII tentarono, ma senza successo, di farlo rivivere.

Villama Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca, e quando alcuni anni dopo fu fatta la divisione tra i due ` al ramo del rami della famiglia, tocco conte Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae ma si ` completamente e se ne perse spopolo la memoria.

Villamaggiore Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria del Fundimonte. Era situato nelle campagne di Telti. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti, il vil-

laggio venne amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Subito ` a dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e fu incluso nel grande feudo concesso a Be` dopo rengario Anglesola, al quale pero pochi anni fu sequestrato per debiti e venduto all’asta. Nel 1331 il villaggio fu restituito alla figlia dell’Anglesola e a suo marito Bernardo Senesterra; i suoi abitanti, comunque, continuarono a mantenersi ostili e presero parte alla ´ guerra tra Genova e Aragona. Poiche la situazione non accennava a normalizzarsi, nel 1343 i Senesterra cedettero il villaggio e una parte del Fundimonte a Giovanni d’Arborea (=) che nel 1347 lo unı` al suo feudo di Terranova. Le vicende dell’infelice principe arborense provocarono nuovi gravi danni. A partire dal 1353 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea ed ` del secolo si spoentro la seconda meta ` completamente. polo

Villamajore de Ponte Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Era si` di San Priamo. tuato in prossimita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, i suoi abitanti favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia: il villaggio soffrı` a causa di questo stato di tensione continuo e co` a spopolarsi. Nel 1353 fu conmincio cesso in feudo a Berengario Carroz, che lo unı` al suo grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e ` occupato dalle truppe Arborea fu pero

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Villamar ` arborensi e in pochi anni si spopolo completamente.

Villamar – Chiesa di San Pietro.

Villamar Comune della provincia del Medio Campidano, sede del Comprensorio n. 25, con 2960 abitanti (al 2004), posto a 108 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord-est di San` in V. l’antico nome luri. Nel 1857 cambo di Mara Arbarei. Regione storica: Marmilla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 38,64 km2, compresa la frazione di Sa Staillada, e confina a nord con Pauli Arbarei e Las Plassas, a est con Villanovafranca e Guasila, a sud con Segariu e Furtei e a ovest con Sanluri e Lunamatrona. Il paese si trova nella vallata del rio Mannu di Cagliari, che costituisce la parte centrale del territorio, mentre a oriente e a occidente si levano le colline modeste e arrotondate tipiche di questa parte dell’isola. V. si trova lungo la S.S. 197, che partendo dalla superstrada CagliariSassari, nei presi di Sanluri, si dirige verso Nurallao; in questo punto se ne distaccano due deviazioni, una a sud per Segariu, una a nord che attraversando la Marmilla arriva sino a Usellus. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche e fu continuativamente abitato fin dal Neo-

litico finale. L’attuale villaggio deriva da un centro punico-romano documentato nell’attuale rione attorno alla chiesa di San Pietro; nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla di cui era capoluogo. La sua posizione strategica, al confine col giudicato di Cagliari, indusse il giudice a costruirvi una residenza e la fortezza di Cuccuru Casteddu oggi distrutta. Nel corso delle guerre che tormentarono l’isola durante il secolo XIV, data la sua posizione, V. subı` gravi danni. Dopo la battaglia di Sanluri il villaggio, nel 1409, fu concesso in feudo a Gherardo Dedoni (=) i cui discendenti, caricatisi di debiti, nel 1480 non riuscirono a evitare che V. venisse venduto all’asta e acquistato da Pietro Aymerich (=). Da questo momento il villaggio rimase agli Aymerich fino al riscatto dei feudi nel 1838; essi lo predilessero come luogo di periodica residenza per la quale adattarono l’antica fortezza giudicale oggi scomparsa (al suo posto oggi sorgono le scuole elementari). Il rapporto tra gli Aymerich e gli abitanti di V. fu spesso turbato da momenti di tensione e nel 1562 essi si ribellarono una prima volta per l’eccessivo carico fiscale. Nel corso del secolo XVII, subito dopo l’elevazione del villaggio a contea, nel 1652 si ribellarono una seconda volta costringendo i feudatari a concedere nuovi Capitoli di grazia (=). Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato questo ricordo: «Popolazione. Si notarono nel 1830 anime 1695, nell’anno seguente 1743, nel prossimo 1849, e nel 1838 giungevano a 1931. Le famiglie erano 421, e distinguevasi tutti i maresi in maggiori di anni 20, maschi 711, femmine 655, e in minori maschi 213, femmine 252.

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Villamar ` stabilita in Mara la scuola Istruzione. E primaria, alla quale concorrono non ` di venti fanciulli quando sono piu ` questo numero de’ molti. Che parte e 110 giovinetti che vi potrebbero studiare, non essendo ancora idonei al lavoro? Agricoltura. I terreni di Mara sono in gran parte di prima forza, e coltivati studiosamente producono tanto, se la stagione favorisca, che bene siano compensati i lavori. Si sogliono annualmente seminare starelli di grano 3100, d’orzo 600, di fave 500, di altri legumi 200. Il grano moltiplica comunemente al 16, l’orzo al 20, le fave al 12. ` L’orticoltura, come permette il luogo, e molto estesa e vedesi in tutte le specie ` una superba vegetazione. Il granone e poco curato; invece studiasi sopra il zafferano che viene ottimo e in tanta copia, che sia non il menomo articolo delle decime. Di lino se ne coltiva quanto domandano i particolari bisogni delle famiglie. Anche le viti prosperano, e si fa una grossa vendemmia, ´ spesso non minore di quartieri perche cagliaritani 100 mila. Tra’ vini gentili ` meritatamente riputata. la malvagia e Come accade ne’ paesi di clima umido e di aria malsana, consumasi in Mara molto vino, e amansi pure i liquori. L’acquavite che danno i lambicchi del ` una piccola parte della quanpaese e ` che abbisogna: i villacidresi provtita vedono al resto. Pastorizia. Si avranno buoi per l’agricoltura 740, majali 250, ´ quasi giumenti 415, cavalli 230, perche ogni agricoltore ha il suo e ben pa` nelle sole sciuto. Il bestiame rude e due specie, la vaccina e la pecorina. In due armenti saranno vacche 160, e ne’ vari segni di pecore capi 1500. Il be` ben nutrito con paglia, stiame domito e ` non appare cosı` fave ed orzo, e pero degenerato come in altre regioni, dove si lascia alla Provvidenza la cura di ali` a far parte mentarli». Nel 1859 V. entro

della ricostituita provincia di Cagliari. Due anni prima aveva abbandonato il nome di Mara Arbarei e assunto la denominazione attuale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini ed equini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in ` suffiquello dei materiali edilizi. E cientemente organizzata la rete di di` stribuzione commerciale. Servizi. V. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3020 unita di cui stranieri 4; maschi 1504; femmine 1516; famiglie 979. La tendenza complessiva rivelava una netta diminuzione della popolazione, con morti per anno 24 e nati 20; cancellati dall’anagrafe 64 e nuovi iscritti 33. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 824 in migliaia di lire; versamenti ICI 806; aziende agricole 283; imprese commerciali 167; esercizi pubblici 15; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 10. Tra gli indicatori sociali: occupati 849; disoccupati 123; inoccupati 168; laureati 32; diplomati 226; con licenza media 993; con licenza elementare 904; analfabeti 165; automezzi circolanti 962; abbonamenti TV 750. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico tra cui i nuraghi Bruncu Sa Figu, Ceni, Faurras, Murtaxiu, Rio

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Villamar Lixi, Sa Domu ’e S’Orcu, Riulixi. Tra ` interessante e ` quello di questi il piu Murtaxiu, polilobato, situato nella lo` omonima a qualche chilometro calita dall’abitato. L’edificio fu ristrutturato ` punica; recenti scavi e utilizzato in eta condotti entro il suo recinto hanno restituito ceramica attica a vernice nera ` del secolo V a.C. Di grande interesse e anche una necropoli punico-romana ` venuta alla luce alcuni anni fa in che e pieno centro abitato e che attende di essere scavata completamente. Sono stati individuati anche alcuni piccoli centri di origine romana sparsi nel territorio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva un impianto urbanistico di grande interesse; lungo le sue strade si affacciano tradizionali case a corte costruite in mattoni ` diri) e pretenziosi padi terra cruda (la lazzotti ottocenteschi. Molti gli edifici di rilievo: tra questi la chiesa di San Giovanni Battista, parrocchiale fatta costruire nel secolo XIII in forme romaniche; fu completamente ricostruita nel secolo XVI in forme goticocatalane che pure hanno conservato qualche elemento che permette di risalire al primitivo impianto. L’interno ` a una navata nella quale si affacciano e alcune cappelle laterali e il presbite` in legno rio; la copertura della navata e sorretta da archi a tutto sesto, quella del presbiterio e delle cappelle laterali a volta stellare con elementi go` consertico-catalani. Nel presbiterio e vato un magnifico retablo di Pietro Cavaro del 1518: commissionato dagli Aymerich, raffigura scene della vita del ` completato Cristo e di alcuni santi ed e da una mirabile cornice gotica intagliata. Vicino dalla parrocchia sorge Santa Maria di Antiochia, chiesa medioevale (Sa cresia de Antocha). Ha l’impianto a una navata e la facciata

del tipo a capanna completata da un campaniletto a vela. Fu testimone di momenti importanti della vita del villaggio ed era particolarmente cara agli Aymerich. Prospiciente la grande piazza della parrocchia sorgeva nel lontano passato il castello, che era stato fatto costruire dai giudici d’Arborea probabilmente nel corso del secolo XI per difendere i confini meridionali del giudicato e per controllare una delle grandi vie di accesso alle zone interne. In seguito il castello divenne residenza giudicale e probabilmente fu danneggiato durante le guerre tra Aragona e Arborea nel corso del secolo XIV; era comunque ancora in piedi quando il villaggio fu concesso a Giordano de Toulon. Dopo la caduta del giudicato perse la sua importanza e divenne sede dell’amministrazione feudale decadendo rapidamente. Dopo l’abolizione dei feudi, nell’area prospiciente la chiesa parrocchiale era ancora possibile vedere gli imponenti resti del castello che inopinatamente furono distrutti dopo il 1950 per lasciar posto al moderno edificio delle scuole elementari. Rimane ancora nella memoria popolare la denominazione Cuccuru ’e Casteddu che designa l’area dove sorgeva; e i resti di una possente muraglia alla base della scarpata che sorregge la scuola potrebbero essere l’ultima traccia dell’antico maniero. ` anche la chiesa di Di grande bellezza e San Pietro, costruita nella seconda ` del secolo XIII in forme romanimeta che, con elementi che si ispirano all’arte islamica, da maestranze provenienti dalla Spagna. Ha un impianto a due navate, entrambe absidate, scandite da tre archi sorretti da pilastri; la ` in legno. La facciata ricopertura e specchia la struttura dell’interno, ha ` decodue portali partiti da lesene ed e

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Villamassargia rata sugli spioventi da un motivo ad archetti e da un campanile a vela.

Villamar – Costume tradizionale.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Sin` la festa di San Sebastiano, che golare e si svolge il 19 e 20 gennaio in ricordo del martirio del santo; il momento cul` costituito da una sfilata di minante e giovani in costume che tengono rami d’arancio intrecciati a cerchio per ricordare che il santo fu martirizzato legato a un albero d’arancio. Subito dopo nella piazza principale si accende un ` . Altra celebrazione carica grande falo ` la festa di Santa di antiche memorie e Vitalia che si svolge il 1º ottobre e che prevede una grande processione in costume con cavalieri e carri a buoi (traccas) riccamente addobbati e si conclude con uno spettacolo di fuochi d’ar` anche il cotificio. Interessantissimo e stume. L’abbigliamento tradizionale ` di due tipi, a seconda delle femminile e ` lussuoso, desticircostanze. Quello piu ` costituito da una canato alla sposa, e &

micia di tela bianca con collo molto alto, ricamato e inamidato, e la pettina ricamata con pizzo, e da una gonna plissettata (sa unnedda) di bordatino con bordature di velluto nero. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato nero a fiori rossi o rosa (su cossu), chiuso con un legaccio di pelle. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di broccatello nero a fiori viola, guarnito di trina e pizzo. L’abbiglia` completato da uno scialle mento e nero di tibet ricamato a fiori. Il co` costistume per la vita di tutti i giorni e tuito da una camicia di tela bianca semplice e da una gonna plissettata di broccatello. Sopra la camicia si indossa il busto di terziopelo. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broc` comcatello nero. L’abbigliamento e pletato da uno scialle di tibet nero a fiori. L’abbigliamento tradizionale ma` costituito da una camicia di schile e tela bianca (sa camisolla) con collo basso guarnito di pizzi e maniche molto ampie, e dai calzoni di tela bianca (is carzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su cropettu) di velluto nero guarnito di trina dorata al collo e alle tasche; e un mantello nero ` comcon cappuccio. L’abbigliamento e pletato dalla berritta di panno nero.

Villamassargia Comune della provincia di Carbonia-Iglesias, compreso ` montana, con nella XIX Comunita 3713 abitanti (al 2004), posto a 121 m sul livello del mare 10 km a sud-est di Iglesias. Regione storica: Cixerri. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 91,47 km2, compresa la frazione Ferrovie dello Stato, confina a nord con Domusnovas e Musei, a est con Siliqua, a sud con Narcao e a ovest con Iglesias. Il paese si trova nella vallata del Cixerri, che costituisce la parte

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Villamassargia settentrionale del territorio; quella ` occupata dalle prime meridionale e propaggini dei rilievi dell’Iglesiente. Il paese si trova lungo una strada che seguendo la valle unisce la super` unito strada 131 con Carbonia, ma e con una bretella anche alla superstrada 130 Cagliari-Iglesias, che passa a 4 km di distanza. Una strada secondaria crea un collegamento diretto con Iglesias, mentre la stazione ferrovia`a ria, lungo la linea Cagliari-Iglesias, e 2 km, in comune con Domusnovas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal periodo nuragico, che do` della precumentano la continuita senza dell’uomo. Il villaggio attuale ha origini medioevali, appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Sigerro. Caduto il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1257 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e quando i due rami della famiglia fecero un’ulteriore ` al ramo del divisione tra loro tocco conte Ugolino. Rendendosi conto della sua posizione strategica a custodia del bacino minerario, essi fecero costruire il castello di Gioiosaguardia che domina il territorio circostante e cinsero il villaggio di mura di cui oggi si individuano pochi resti. I figli del conte, per vendicarne la morte, alla fine del secolo XIII mossero guerra al Comune di ` sconfitti e persero Pisa; furono pero tutto: da allora V. fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il villaggio e il castello entrarono a far parte del Regnum Sardiniae; nel castello di Gioiosaguardia fu stanziata una guarnigione reale, il villaggio invece fu riconosciuto come feudo di Ranieri e Bonifacio della Gherardesca ` del ramo dei Donoratico, che pero poco ne godettero. Terminata la se-

conda guerra con Pisa, nel 1326 infatti il villaggio fu loro confiscato e riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸en; il ` incastello di Gioiosaguardia passo vece sotto la diretta amministrazione reale. Nei decenni successivi i suoi abitanti ebbero rapporti difficili con il feudatario e nel 1348 furono decimati dalla peste. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV si ribellarono, il castello invece rimase in possesso della Corona; in questa situazione il villaggio fu al centro delle operazioni militari e subı` gravi danni. Nel 1355 gli abitanti mandarono i loro rappresentanti al parlamento di Pietro IV celebrato a Cagliari. Negli anni succes` la seconda guerra sivi, quando scoppio tra Pietro IV e Mariano IV, i De Ac ¸en persero il controllo di V. che fu occupato da truppe arborensi e subı` altri gravissimi danni. Quando nel 1409, con la battaglia di Sanluri, la guerra ebbe termine V., gravemente danneggiato, fu reso all’ultimo De Ac ¸en, Guantino, che morı` senza discendenti nel ` il villaggio e 1424. Entro il 1432 pero tutto il territorio furono acquistati dagli Aragall che dal 1484 portarono il titolo di barone di Gioiosaguardia. Nei ` dagli Aragall secoli successivi V. passo ai Bellit, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Iglesias. Nell’ambito del Dizionario ` inclusa una sintetica indel Casalis, e formazione, di cui riportiamo qualche passo significativo: «Il territorio di V., ` di starelli 99 322, si la cui superficie e estende in vaste e folte selve, popolate di ghiandiferi, che i pastori sulcitani vanno improvvidamente tratto tratto devastando con gli incendi. Nel terri` compresa la prebenda maggiore torio e (dell’arciprete) del capitolo sulcitano, che producea circa lire nuove 2500. Vi

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Villamassargia si rinviene: trachite con cristalli d’anfibola nella collina del castello, e manganese in istato di trisossido. Presso Cabudacquas vedonsi vestigie di anti` che fonderie, ed un acquedotto che e tuttora in buono stato. Alla distanza di ` della rupe e un miglio circa da V., appie collina pittoresca dell’olivastro, sgorga una fonte detta Cabudaqua, che ha tre ` una delle otto parrocdiversi getti. V. e chie, onde componesi la diocesi di Iglesias. In occasione della festa solenne di N.D. del Pilar (dessu Pı`lai) che si celebra nella terza domenica di ottobre si tiene una fiera che dura per quattro giorni, concorrendovi molta gente da tutte le parti per godervi i soliti sollazzi del ballo e del canto, lo spettacolo della corsa dei berberi e l’incendio del gran `; catasta immensa di capannello o falo grossi tronchi che rischiara intorno le ` allegrie dei festeggianti, e dura piu ` bello il vedere gli stragiorni accesa. E nieri accorsi, quando nel triduo festivo si appressano all’ardente mucchio della brace, ed ivi in lunghi spiedi ar` o i quarti dei monrostiscono le meta toni, dei capretti, dei porchetti, degli ` piccoli. agnelli, ed intieri i corpi piu Otto giorni dopo si ripete, anche con grande concorso della gente, la festa che dicono dessu Pilaieddu». Nel 1848 ` a far parte della divisione amV. entro ministrativa di Cagliari e dal 1859, una volta ricostituita, della provincia omonima. Nella recente ristrutturazione del sistema provinciale della Sarde` risultato compreso nella provingna, e cia di Carbonia-Iglesias. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’orticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini, equini e pollame. Negli ultimi decenni ` insi sta sviluppando anche l’attivita

dustriale nei settori alimentare, lattiero-caseario, tessile, metallurgico, edilizio e della lavorazione del legno. ` sufficientemente organizzata la rete E di distribuzione commerciale. Vi ope` rano anche due ristoranti. Servizi. V. e collegato da autolinee e dalla ferrovia ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto professionale agrario), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3803 unita di cui stranieri 10; maschi 1912; femmine 1891; famiglie 1233. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 21; cancellati dall’anagrafe 89 e nuovi iscritti 57. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 194 in migliaia di lire; versamenti ICI 1200; aziende agricole 245; imprese commerciali 174; esercizi pubblici 15; esercizi all’ingrosso 5; esercizi al dettaglio 52; ambulanti 15. Tra gli indicatori sociali: occupati 1081; disoccupati 144; inoccupati 216; laureati 36; diplomati 337; con licenza media 1151; con licenza elementare 1242; analfabeti 149; automezzi circolanti 1370; abbonamenti TV 924. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni nuraghi, in particolare quelli di Margani, Margodi, Meloni e Monte Scorra. Nelle vicinanze del rio Cabudacquas sono inoltre i resti di un acquedotto e di alcune fonderie del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il tessuto urbano ha ` antico con alconservato il nucleo piu cune case a corte costruite in mattoni ` diri) che hanno al cendi terra cruda (la tro la chiesa di Santa Maria della Neve,

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Villaminar parrocchiale edificata agli inizi del secolo XIII in forme romaniche; aveva tre navate scandite da tozzi pilastri poggianti su arcate. Alla fine del secolo i Della Gherardesca ne modificarono l’assetto sopraelevando la navata centrale, che fu coperta in legno a capriate. Un terzo intervento, nel corso ` alla modifica deldel secolo XVI, porto l’assetto interno e della facciata dell’edificio in forme gotico-catalane. Al suo interno conserva alcuni retabli lignei riccamente intagliati e dipinti e un altare ligneo del secolo XVII. Altro edifi` la chiesa di San cio di notevole pregio e Ranieri, oggi intitolata alla Vergine del Pilar; fu costruita nel 1318 da Arzocco de Garna in forme tardoromaniche. ` a una navata con copertura L’interno e in legno sorretta da archi; nel corso del secolo XVI fu modificata e attualmente presenta caratteri gotici; vi si conservano un grande dipinto sull’altare maggiore e un’acquasantiera del Seicento. Fuori dal paese, sulla cima di un colle vulcanico, si trovano i ruderi del castello di Gioiosaguardia: rimangono pochi resti della cinta e una torre molto danneggiata. Di particolare sug` il sito di Is Seddas de Andria gestione e Cannas, dove si trova la grotta di Impera Freis che si apre nel calcare pa` leozoico. Si tratta di un grande cavita profonda 50 m, un tempo ricca di concrezioni che fino a qualche anno fa erano integre. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari la maggiore ` in onore della Madonna della Neve, e patrona del paese, che si celebra il 7 agosto e dura due giorni; prevede alcune manifestazioni che culminano in una spettacolare processione a cavallo. Altra importante festa si svolge in onore della Madonna del Pilar la do` vicina al 12 agosto presso la menica piu chiesetta di San Ranieri.

Villaminar, Antonio Ingegnere, atleta ` fu (Cagliari 1903-ivi 1980). In gioventu un atleta possente, e si impose in campo nazionale nel nuoto e in altre `. Dopo la laurea insegno ` per specialita alcuni anni negli Istituti tecnici ed `. ebbe anche un incarico all’Universita Combattente nella seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero in Africa; nel dopoguerra, entrato nella ` carriera dei Lavori pubblici, lavoro presso il Genio Civile di Cagliari che diresse per anni. Fu uno dei protagonisti della ricostruzione di Cagliari dopo i bombardamenti: a lui si devono il restauro della basilica di Bonaria e del convento di San Domenico e l’ampliamento delle banchine e dei moli del porto di Cagliari.

Villana Famiglia di origine pisana (secc. XIII-XIV). Imparentata con i giudici d’Arborea, probabilmente dal secolo XIII possedeva il territorio di Capoterra. Dopo la spartizione del giudicato voluta da Pisa nel 1257 essi per` del loro possedisero la disponibilita mento, che fu amministrato da funzionari del Comune. Uno dei suoi membri, `, prese parte alla spedizione delpero l’infante Alfonso e cosı` nel 1324 riuscı` a riprendere in feudo Capoterra. Suo figlio Giovanni nel 1344 cedette il feudo a Timbora di Rocaberti, moglie di Mariano IV.

Villanova1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Nora. Sorgeva nelle campagne di Pula. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando i due rami della famiglia fe` cero una nuova divisione tra loro, tocco al ramo dei discendenti del conte Gherardo, i quali, poco prima dell’inizio della conquista aragonese, resero omaggio feudale al re d’Aragona, per

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Villanova de Concas cui al termine delle operazioni militari riuscirono a conservare in feudo una parte del territorio della curatoria con ` , scoppiata la prima V. Quando pero guerra tra Mariano IV e Pietro IV, l’ultimo di essi, conte Gherardo II, fu accusato di tradimento, il villaggio fu sequestrato e quindi concesso al sardo ` ebbe dei Marciseto Dardo. Egli pero contrasti con Emanuele de Entenc ¸a, signore di Nora, per questioni che ri´i guardavano la giurisdizione. Poiche contrasti non si sanavano, nel 1362 Marciseto Dardo cedette il villaggio a Emanuele de Entenc ¸a. In seguito subı` notevoli danni durante la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV e ` prima della fine del secolo si spopolo completamente.

Villanova2 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Sorgeva nelle campagne di Siligo. A partire dal secolo XII il villaggio fece parte dei territori pervenuti ai Doria in seguito a matrimoni con principesse della casa giudicale di Torres. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu incluso nel piccolo stato che essi costituirono nella parte nord-occidentale dell’isola. Avendo essi prestato omaggio al re d’Aragona, ` a far subito dopo la conquista entro ` nel parte del Regnum Sardiniae; pero 1325 i Doria si ribellarono e il villaggio divenne uno dei capisaldi del loro sistema difensivo. Data la sua posizione, divenne teatro delle continue guerre che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Doria, per cui la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo scomparve.

Villanova, Giacomo Religioso (Ca` sec. XIV-Ales gliari, seconda meta 1439). Vescovo di Ales dal 1425 al 1439. Entrato nell’ordine dei Francescani,

fu ordinato sacerdote e si pose in evi` . Era denza per le sue grandi qualita priore della provincia quando nel 1425 fu nominato da Martino V vescovo di Ales. Uomo di grande prudenza, nel 1435 fu incaricato da papa Eugenio IV di dirimere il contrasto tra il vescovo di Santa Giusta e il marchese di Oristano.

Villanova de Castiades Antico villaggio di probabile origine romana, situato lungo la strada Carales-Sarcapos. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII, fu amministrato dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel Regnum Sardiniae e concesso in feudo a Bernardo Dalmau, ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile nei confronti dei nuovi signori e favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa di questo stato di ten` a spoposione continuo e comincio larsi: nel 1362 era quasi deserto. L’anno dopo venne concesso ai Carroz, che lo unirono al loro grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, fu occupato dalle truppe arborensi e in pochi anni si spo` completamente. polo

Villanova de Concas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Sorgeva sulle rive del Cixerri in prossi` del castello di Acquafredda. mita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando si procedette

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Villanova de Sirussi a una nuova divisione tra i due rami ` al ramo del conte della famiglia, tocco Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. de C. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae e tro nel 1324 fu affidato all’amministrazione del castellano di Acquafredda, al quale i suoi abitanti avrebbero dovuto pagare il feudo per provvedere al sostentamento della guarnigione. Per questo motivo gli abitanti lo abbandonarono e prima del 1348 era completamente scomparso.

Villanova de Sirussi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Era situato tra Villaspeciosa e Siliqua in lo` San Giovanni. Dopo la caduta del calita giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando, alcuni anni dopo, si procedette a una nuova divisione tra i due rami della famiglia, ` al ramo del conte Ugolino. I Della tocco Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. de S. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro ´ parte del Regnum Sardiniae; poiche era situato vicino a Villanova de Concas, nel 1324 anche questo villaggio fu affidato all’amministrazione del castellano di Acquafredda. I suoi abitanti furono tenuti a pagare il feudo per provvedere al mantenimento della guarnigione del castello e pertanto la-

sciarono rapidamente il villaggio, che ` prima del 1348 era completamente gia spopolato.

Villanovaforru – Villaggio nuragico di Genna Maria.

Villanovaforru Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 700 abitanti (al 2004), posto a 310 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord di Sanluri. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 10,97 km2 e confina a nord con Collinas, a est con Lunamatrona, a sud con Sanluri e a ovest con Sardara. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate che si estendono verso oriente, mentre verso occidente vanno digradando verso la piana campidanese. Nei pressi del paese ha origine il rio Bruncu Fenugu, affluente del Mannu, che finisce negli stagni di Marceddı`. V. si trova pochi chilometri a est della superstrada Cagliari-Sassari: vi si collega con una bretella di 6 km e una di 11; altre strade interne lo collegano a Collinas a nord-ovest e a Lunamatrona a nord-est. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal Neolitico recente e fu abitato continuativamente in epoca nuragica fino al secolo VIII a.C. quando

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Villanovaforru l’importante insediamento di Genna Maria fu distrutto; in epoca punico-romana fu realizzata sul complesso nuragico una favissa in onore di Demetra e Core, riferibile all’esistenza di un centro abitato popolato fino alla tarda an` e dal quale presumibilmente si tichita ` nel Medioevo l’attuale villagsviluppo gio che appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si furono inse` a rimadiati in Sardegna, V. continuo nere in possesso del giudice d’Arborea ma fu spesso investito dalle operazioni militari delle guerre tra Aragona e Arborea. Caduto il giudicato, alcuni anni dopo la battaglia di Sanluri, nel 1421 il villaggio fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454 e, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg. Questi, a sua volta, lo ven` ; per far fronte dette a Pietro di Besalu ai molti debiti di cui si era caricato, il ` dovette chiedere il soccorso fiBesalu nanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute. Il poveretto ` non fu in condizione di pagare e pero Dalmazio Carroz, senza molti scrupoli, gli tolse buona parte della Marmilla. ` a far parte della Cosı` V. dal 1477 entro contea di Quirra e nel corso dei secoli ` dai Carroz ai Centelsuccessivi passo ` e infine agli Osoles, ai Borgia ai Catala rio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili; ` a far parte della divinel 1848 entro sione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la sintetica informazione del Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna nel mandamento di Lunamatrona, nella provincia d’Isili e nella diocesi di Ales. Di-

pende dal tribunale di prima cognizione e dell’intendenza d’Isili; dall’uf` comfizio d’insinuazione di Masulla: e preso nel distretto esattoriale di Forru. Questo comune ha 120 case, 121 famiglie e 460 abitanti. V., che sta nel Capo di Cagliari, a tramontana di questa `, veniva compreso nell’incontrada citta ` a far di Marmilla». Nel 1859 V. entro parte della provincia di Cagliari. Nel periodo successivo il villaggio mantenne il carattere fondamentale di borgo agricolo; a partire dal 1960 la scoperta e gli scavi del complesso di Genna Maria hanno proiettato il villaggio nella dimensione del turismo culturale che progressivamente va modificando la sua cultura e l’assetto sociale. Nella recente ristrutturazione del si` stato stema provinciale nell’isola, e compreso nella provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una ` industriale nei settori modesta attivita ` scaralimentare e lattiero-caseario. E samente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 25 posti letto e un ristorante. Artigianato. Rinomata e molto ` la tradizione del ricamo degli antica e scialli e delle tovaglie, della lavorazione della ceramica e dell’intaglio del legno. Negli ultimi anni si sta sviluppando anche una particolare forma di artigianato in base alla quale vengono riprodotte suppellettili nuragiche mediante antiche tecniche di la` collegato da autolivoro. Servizi. V. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo. Possiede una Bi-

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Villanovaforru blioteca comunale e un Museo archeologico. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 705 unita di cui stranieri 1; maschi 351; femmine 354; famiglie 265. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 7 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 6 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 183 in migliaia di lire; versamenti ICI 303; aziende agricole 136; imprese commerciali 46; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 11; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 215; disoccupati 39; inoccupati 45; laureati 6; diplomati 68; con licenza media 223; con licenza elementare 225; analfabeti 29; automezzi circolanti 238; abbonamenti TV 207. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva importanti testimonianze archeologiche, soprattutto del periodo nuragico; in particolare si tratta dei nuraghi Corti Marini, Genna Maria, Marramutta, Morisilique e Sa Lopera. Tra questi di assoluta rile` il complesso di Genna Maria, vanza e costituito da un nuraghe trilobato e da un villaggio nuragico. Al centro sta una ` del Bronzo metorre costruita nell’Eta dio (1600-1300 a.C.), racchiusa da un bastione triangolare con relativo cortile, parzialmente rinforzato da un rifascio, ai cui vertici si trovano tre torri dotate di feritoie costruite nella fase del Bronzo finale (1150 a.C.) unitamente a un antemurale esagonale con cortine murarie rettilinee rinforzato da torri (di cui quattro visibili). In vetta al colle e nello spazio tra il rifascio e l’antemurale si trova un esteso villaggio di capanne circolari, modificato radical` del Ferro con costrumente nell’Eta zioni nuove per la cui edificazione dovette abbattersi una parte dell’ante-

murale. Alcune di queste fungevano da officine fusorie (1000-900 a.C.). Il villaggio venne abbandonato nel secolo VIII a.C. probabilmente in seguito a un evento catastrofico, come lasciano supporre le tracce di incendio che sono state rinvenute. Dopo alcuni secoli il sito venne riutilizzato come luogo per il culto di Demetra e Core. Le campagne di scavo che hanno riportato alla luce l’imponente complesso hanno avuto inizio nel 1969 e si sono succedute per diversi anni. Di notevole interesse sono anche i nuraghi Corti Marini e Sa Lopera, nei pressi dei quali sono stati ritrovati i ruderi di villaggi romani che hanno restituito numerosa e varia suppellettile di ceramica e alcuni vetri. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto l’impianto urbanistico tradizionale, conserva molte case col porticato interno (lolla) e con la corte alla quale si accede ` da grandi portali in pietra. L’abitato e disposto attorno alla chiesa di San Francesco d’Assisi, la parrocchiale costruita agli inizi del secolo XVII in forme goticheggianti; ha l’impianto a una navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali e il presbiterio sopraelevato rispetto all’aula; la co` con volte a botte. Al suo inpertura e terno conserva un altare ricco di marmi pregiati della fine del Settecento e una Via Crucis realizzata dal ceramista Claudio Pulli alcuni anni fa; il pavimento ha rivelato un complesso di undici tombe le cui lastre di copertura sono state poste in bella evidenza. ` il Museo arAltro edificio di rilievo e cheologico, ricavato nei locali dell’ex Monte granatico in piazza Parrocchia, ` una costruzione del 1892. Il museo e stato inaugurato invece nel 1982. Le ricche collezioni che documentano gli scavi e le fasi di evoluzione del monu-

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Villanovafranca mento sono distribuite su due piani: al piano terra sono esposte collezioni di ceramiche, di bronzetti, di oggetti di pietra e gli strumenti necessari alle at` artigianali del villaggio; al piano tivita superiore i materiali del periodo pu` collegato nico e romano. Al museo e un laboratorio che sovrintende alla manutenzione delle collezioni ma so` prattutto svolge un’importante attivita ` la didattica. Degna di considerazione e chiesa di Santa Marina, chiesetta campestre costruita in stile romanico nel secolo XIII su una collina a poca distanza dall’abitato. Nel corso dei secoli subı` numerosi restauri e attualmente solo pochi elementi ricordano il primitivo impianto. Il culto fu introdotto agli inizi del secolo XVIII dagli spagnoli che portarono dalla Galizia una statua della santa. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la memoria delle antiche tradizioni va ricordata quella di Santa Marina che si svolge il 16 luglio presso la chiesetta omonima. Per l’occasione la statua viene portata nella chiesetta dove nei tre giorni successivi si svolgono i festeggiamenti e al volgere del terzo giorno viene riaccompagnata a V. con una suggestiva fiaccolata.

Villanovafranca Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 1491 abitanti (al 2004), posto a 300 m sul livello del mare una decina di chilometri a sud di Barumini e della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 27,46 km2 e confina a nord con Las Plassas e con Barumini, a est con Gergei, Gesico e Guasila, a sud e a ovest con Villamar. Si tratta di una regione di colline, dove alture arroton-

date di non grande altezza si alternano a tavolati; terreni per la maggior parte adatti all’agricoltura, e utilizzati da lungo tempo per la cerealicoltura. A ovest del paese scorre il rio Mannu, che si dirige a sud per gettarsi nello stagno di Cagliari. Il paese comunica attraverso una strada secondaria che funge da raccordo tra la statale 197 Sanluri-Nurallao e la 128 Centrale sarda. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo a partire dal periodo nuragico per giungere fino al periodo bizantino. Nei secoli successivi il territorio rimase disabitato, faceva parte del giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Caduto il giudicato, nel 1421 fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454 e, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg; questi, a sua volta, lo vendette a ` . Per far fronte ai molti Pietro di Besalu ` debiti di cui si era caricato il Besalu dovette chiedere il soccorso finanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire ` non le somme avute. Il poveretto pero fu in condizione di pagare e Dalmazio Carroz, senza molti scrupoli, gli tolse buona parte della Marmilla lasciandogli solo Las Plassas, Barumini e il territorio circostante, dove nella seconda ` del secolo XV sorse V. ai confini meta col feudo di Villamar. Il nome del villaggio fa pensare a un insediamento nato dalla concessione di alcuni privilegi agli abitatori nel quadro delle iniziative che i feudatari negli stessi anni prendevano per vincere nei loro feudi la penuria d’uomini. In seguito il vil` nel 1539, torno ` laggio, estinti i Besalu

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Villanovafranca al fisco; nel 1541 fu acquistato da Azore Zapata, ai cui discendenti rimase nei secoli successivi fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella ` a far provincia di Isili; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la sintetica informazione contenuta nel Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna nel mandamento di Barumini, nella provincia d’Isili e diocesi di Oristano. Dipende dal tribunale di prima cognizione e dall’intendenza ` compreso nella tappa d’insid’Isili; e nuazione e nel distretto esattoriale di Mandas. Questo comune ha 330 case, 337 famiglie e 1198 abitanti. Nel suo territorio scorre il rio Mannu, che ha ` no. origine nel pianoro dell’Arcida ` del secolo XVII s’introCirca la meta dussero in questo luogo i religiosi Paolotti. V., che sta nel Capo di Cagliari, a ` , veniva tramontana di questa citta compresa nella baronia di Plassas». ` a far parte della proNel 1859 V. entro vincia di Cagliari, ma di recente, nella ristrutturazione del sistema provin` stata compresa nella ciale isolano, e provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si sta svilup` indupando una modestissima attivita striale nel settore dell’edilizia. Modesta la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ristorante. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del

`, 2001 la popolazione contava 1527 unita di cui stranieri 2; maschi 762; femmine 767; famiglie 549. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 19 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 41 e nuovi iscritti 20. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 204 in migliaia di lire; versamenti ICI 602; aziende agricole 356; imprese commerciali 77; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 27; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 409; disoccupati 58; inoccupati 67; laureati 12; diplomati 99; con licenza media 439; con licenza elementare 536; analfabeti 127; automezzi circolanti 410; abbonamenti TV 443. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze del peritorio e riodo nuragico: tra queste i nuraghi Baracca Dragonis, Launesu, Paberi, Pedru Atzeni, Pranu, Riu Stangiu, Ruinali Sa Figu, Salamai, Sergai, Su Mu` linu, Trattasi, Tuppedili. Tra tutti il piu ` il complesso di Su Muinteressante e ` recentemente dichiarata linu, localita parco archeologico del comune di V., situata a circa 1 km dall’abitato su un’altura che domina la valle del rio Mannu. Vi si trovano un imponente nuraghe e i resti di un insediamento punico-romano che dimostrano come sia stata ininterrottamente frequentata dall’uomo dal II millennio a.C. fino al secolo VII d.C. Il nuraghe, del tipo poli` lobato, fu costruito in tre fasi. Nella piu antica, risalente al II millennio a.C., fu costruito un complesso su due piani che comprende una struttura muraria, tipica dei cosiddetti ‘‘pseudonuraghi’’, di forma triangolare, al cui interno vi sono locali di forma ellittica disposti su due piani e collegati da un labirinto di gallerie. Nella seconda fase questa costruzione fu interrata, per cui figura attualmente sotto il livello del suolo, e

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Villanovafranca fu costruito un baluardo con due torri difensive collegate al livello sottostante con dei corridoi. In una terza fase fu raccordata alle prime due torri un’imponente opera muraria difensiva con quattro torri e poderose cortine. Il ` posto in posizione dominuraghe e nante rispetto a un vasto villaggio nuragico di cui affiorano abbondanti rovine e che ha restituito ceramica nura` a essere abigica. Il villaggio continuo tato nel periodo punico, nel periodo romano e nel periodo altomedioevale, fino al secolo VII d.C. Anche il nuraghe di Tuppedili, posto su un colle lungo la ` importante; si strada per Mandas, e tratta di un nuraghe quadrilobato che attende di essere studiato completamente, e che ha restituito una gran ` di suppellettili collocabili tra quantita il periodo nuragico e il romano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con grandi case a corte abbellite dal porticato interno (lolla) e da portali di accesso in pietra. ` la chiesa di San Al centro dell’abitato e Lorenzo, parrocchiale costruita tra la fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII in forme baroccheggianti; ha l’impianto a croce latina con una sola navata completata da cappelle laterali, il transetto e il presbiterio. La copertura ` a volte a botte completata da una e grande cupola poggiante su un tamburo ottagonale. Al suo interno conserva ricche decorazioni in marmi policromi del Settecento; addossato alla ` il campanile a canna quafacciata e drata. Poco distante, nei pressi della piazza principale, si trova la chiesa di San Sebastiano, detta Sa Cresiedda, ossia ‘‘Chiesetta’’, costruita tra la fine del XVII e gli inizi del secolo XVIII in forme tardogotiche; ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio; ` a volte a botte. La facla copertura e

` arricchita da un coronamento ciata e inflesso e da un portale a timpano di sicuro effetto scenografico. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le molte feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tradi` la sagra della mandorla che si zioni e ` occasione per assvolge a maggio ed e saggiare gli squisiti dolci che le donne del paese confezionano con le mandorle, la cui produzione abbonda nelle campagne circostanti. Molto bello il costume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e (sa camisa) di tela bianca con pizzo applicato sulla pettorina e sulle maniche e da una gonna plissettata in vita (sa unnedda) di seta fine rosso vino a disegni floreali. Sopra la camicia si indossa il busto di raso nero a fiori stampati (su groppettu), bordato con trina dorata. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di raso nero con ricamo ` di seta e pizzo nero tutto intorno, piu ` corto della gonna. L’abbigliamento e completato da uno scialle di tibet nero riccamente ricamato con motivi a fiori. L’abbigliamento tradizionale maschile ` costituito da una camicia di tela di e cotone bianca, con pizzo applicato al collo, nelle maniche e nella pettina, e dai calzoni di robusta tela di cotone trapuntata (is carzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su croppettu) di panno nero bordato di velluto rosso vino e una fila di bottoni centrali, e un mantello di orbace nero (su sereniccu) con cappuccio chiuso al collo con una catena. Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sa roda) di panno nero con bordo di velluto rosso vino, e le ghette (is crazzas) di panno nero con bordo di velluto rosso vino. L’abbiglia` completato dalla berritta di mento e panno nero, da un fazzoletto rosso da portare intorno alla fronte e da un fazzoletto rosso vino (su mucadori de ta-

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Villanova Monteleone baccai) da infilare all’altezza della vita nel gilet.

Villanova Monteleone – Veduta del centro abitato.

Villanova Monteleone Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 2549 abitanti (al 2004), posto a 567 m sul livello del mare 25 km a sud-est di Alghero. Regione storica: Bosa o Monteleone (o Nurcara). Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 202,58 km2 e confina a nord con Alghero, Putifigari e Ittiri, a est con Thiesi, Romana, Monteleone Rocca Doria e Padria, a sud con Padria, Montresta e Bosa e a ovest col mare Mediterraneo. Si tratta di una regione di colline, a tratti anche piuttosto alte (Pedra Ettori, 718 m; monte Minerva, 644 m), che si spingono sin sul litorale, determinando una costa alta e frasta` il Temo, che gliata. Il maggior fiume e lungo il suo corso in direzione sud, ` luogo a un invaso artifiverso Bosa, da ciale. V.M. si trova lungo la statale 292 Bosa-Alghero, dalla quale si distaccano due strade secondarie, una a nord per Putifigari e Sassari, una a sud per Montresta. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del` nuragica. Secondo una radicata l’eta tradizione il villaggio attuale venne

fondato dopo la distruzione del castello di Monteleone nel 1436. La di` anche la struzione del castello segno fine del dominio dei Doria, e infatti i territori a loro appartenuti furono divisi tra coloro che avevano preso parte alla spedizione. Il primo nucleo del nuovo villaggio sarebbe stato costruito da un gruppo di superstiti dell’antico borgo che si fissarono nei territori spopolati finiti con la spartizione in pos` di Sassari e Alghero. sesso delle citta Il nuovo villaggio, che probabilmente ` persone che volevano sfuggire al attiro ` rapidavincolo feudale, si sviluppo mente e alla fine del secolo XV era discretamente popolato; nel corso del se` pero ` a essere espocolo XVI comincio sto alle incursioni dei corsari barbare` schi e subı` molti danni. Nel 1537 la citta ` di Alghero lo cedette a Bernardo Simo (=), che lo incluse nel grande feudo che andava costituendo attorno alle rovine del vecchio castello. Nella se` del secolo il villaggio fu conda meta ereditato dai Carrillo (=), i quali furono costretti a cederlo per far fronte ai troppi debiti, cosı` nel 1575 fu venduto all’asta e acquistato da Agostino Rocamarti. Pochi anni dopo, nel 1582, subı` una disastrosa incursione da parte dei barbareschi che uccisero molti dei suoi abitanti. Estinti i Roca` ai Brumarti nel 1704, il villaggio passo nengo; il rapporto con i nuovi feudatari ` non fu sereno a causa della loro pero ` . Estinti i Brunengo estrema fiscalita ` a Giovanna Carcassona alla V.M. passo quale fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Alghero; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Sassari. Relativa a questo periodo storico disponiamo di una sintetica informazione contenuta nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Questo villaggio, che sta nel Capo di

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Villanova Monteleone `, trovasi Sassari, ad ostro di questa citta nel Nurcara, cantone del Logudoro. Come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Monteleone e Romana. I giusdicenti di Minotadas e di Minerva risiedono in Villanuova. Il territorio di ` bagnato da Temo ed anche dal Rio V. e di Minerva, per cui le sue campagne sono ricche di bella vegetazione. Parte ` montuoso ed imdi questo territorio e ´ vi venne stabilito un boschito; il perche guardaboschi. I prodotti principali di questo comune sono il grano, l’orzo, i legumi, il granone, il lino e fieno in tanta copia, che serve al mantenimento di circa 1000 buoi, 1700 vacche, 4200 capre, 18 250 pecore e 600 cavalli. I terrazzani di V. mantengono pure circa 1200 majali; allevano con gran ` di 1000 cura le api, e vi si contano piu alveari. Questo comune ha 818 case, 900 famiglie, e novera 3950 abitanti. Vi s’innalza verso occidente una torre da lunga pezza abbandonata, la quale serviva per ricevere i segnali del Capo di Marargio e trasmetterli ad altre torri. V. era compresa nel contado di Monteleone, e facea parte della diocesi di ` a far parte Bosa». Nel 1859 V.M. entro della provincia di Sassari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare cerealicoltura, viticoltura, olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare bovini, suini, ` stata conosciuta nel ovini; ma V.M. e tempo come grande allevatrice di cavalli. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare, lat` poco ortiero-caseario, dell’edilizia. E ganizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche 1 albergo con ` di turismo 40 posti letto; possibilita ` ancora pratiequestre. Artigianato. E cata la tessitura tradizionale di tappeti e altri manufatti con l’impiego di telai

` collegato da domestici. Servizi. V.M. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e il Palatu ’e Sas Iscolas (Palazzo scolastico), che ospita esposizioni temporanee di fotografia, un Museo etnografico e diverse importanti manifestazioni culturali, che fanno di ` viV.M. uno dei centri extraurbani piu vaci della Sardegna. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la sua popolazione contava 2613 ` , di cui stranieri 6; maschi 1256; unita femmine 1357; famiglie 528. La tendenza complessiva rivela una sostan` della popolazione infatti ziale stabilita anche se annualmente i morti (39) superano i nati vivi (20), i cancellati dall’anagrafe (28) sono inferiori agli iscritti (37). Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 929 in migliaia di lire; versamenti ICI 1165; aziende agricole 448; imprese commerciali 136; esercizi pubblici 21; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 57; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 773; disoccupati 140; inoccupati 173; laureati 34; diplomati 275; con licenza media 725; con licenza elementare 897; analfabeti 108; automezzi circolanti 975; abbonamenti TV 761. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze archeologiche che documentano la ` dell’insediamento delcontinuita l’uomo a partire dal periodo prenura` gico: in particolare a questo periodo e riferibile il complesso di domus de ja` nas di Puttu Codinu, situato in localita Badde Rosas; si tratta di nove sepolture scavate nella roccia che presentano una singolare pianta a T e hanno restituito numerosi frammenti di cera-

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Villanova Monteleone mica e una statuetta della Dea Madre. Al periodo nuragico sono riconducibili alcuni nuraghi tra cui quelli di Ala Tennera, Appiu, Attalzolu, Badde Chera, Calaresu, Calchina, Culzu, de Ozzastru, de Sa Serra, Frades Delogu, Giagu, Lua, Margine Gherchi, Partibaris, Pizzinnu, Tolu. Quelli di Calchina, Culzu, Tolu e Pizzinnu formano il complesso della Minerva, un insieme di nuraghi posto a guardia degli accessi all’altipiano del monte Minerva. Si tratta di nuraghi monotorre, alcuni dei quali distrutti e altri in buono stato di conservazione. Lungo la strada per Montresta si trova invece il nuraghe Appiu, del quale sono in corso gli scavi: il suo in` dato dalla grande estensione teresse e del villaggio circostante. Al confine col territorio di Monteleone Rocca Doria si trovano i resti del villaggio di Coros, con l’omonima chiesa in stile romanico presso la quale sono state rinvenute tombe romane che hanno restituito ceramiche. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` rimasto immutato RALE Il villaggio e nel suo impianto medioevale, caratterizzato da stretti vicoli lastricati ai quali si alternano rampe di scale; su questi vicoli si affacciano delle belle case in pietra del tipo a palattu. L’edifi` importante e ` San Leonardo di cio piu Limoges, chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI in forme goticocatalane; nel secolo XVIII fu radicalmente trasformata e il suo interno assunse cosı` l’aspetto attuale, conservando pochi elementi del primitivo impianto. Ha una sola navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali e il presbiterio, conserva alcuni pregevoli altari lignei e molti marmi policromi. A qualche chilometro dall’abitato sorge inoltre la chiesa campestre di Nostra Signora di Interrios, costruita nel Seicento lungo la strada

per Montresta. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio coperto da una cupoletta poligonale; la ` a volta a botte. copertura della navata e ` semplice, arricchita da La facciata e ` un grande portale; sul lato sinistro e addossato un elegante porticato. La chiesa si affaccia su un grande sagrato circondato da alberi secolari e da alcuni ripari per i fedeli (cumbessı`as). Tra le molte attrattive del territorio ` intedal punto di vista naturalistico e ressante il monte Minerva, le cui pendici sono interamente ricoperte di fitte foreste di roverelle e di lecci secolari. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tra` impordizioni del villaggio. Tra le piu tanti quella che si svolge l’11 giugno in onore di San Leonardo, patrono del villaggio. Dura due giorni e prevede un nutrito programma di canti e balli tra´ l’esibizione di dizionali, nonche gruppi folcloristici. Sempre in onore del patrono si svolge un’altra festa il 6 di settembre. Particolarmente ricco di ` il mese di luglio; l’ulmanifestazioni e tima domenica di questo mese si svolge la festa di Sant’Antonio Abate alla quale sono abbinati uno spettacolare concorso ippico e la mostra del cavallo anglo-arabo-sardo, gloria degli allevamenti del paese. Altra importante ri` la festa di Nostra Signora correnza e di Interrios che si svolge l’8 settembre; per l’occasione ha luogo una pittoresca processione in costume a cavallo. Di ` anche il costume. grande bellezza e L’abbigliamento tradizionale femmi` di due tipi, a seconda delle circonile e ` costituito da stanze. Quello da sposa e una camicia di tela bianca guarnita con pizzo Sangallo, e da una gonna di panno rosso plissettata in vita e guarnita da trine dorate e perline. Sopra la camicia si indossano il busto di broc-

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Villanova Strisaili cato rosso guarnito con perline nere, irrigidito da un telaio di stecche e chiuso sul davanti da un nastro di seta (s’imbustu), e la giacca di panno rosso (su corittu) guarnita di trine dorate e bordata di velluto nero, da portare aperta sul davanti. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa falda) di tulle ` complericamato. L’abbigliamento e tato da un velo di tulle ricamato (su mucaloru). L’abbigliamento femminile di ` costituito da una camicia tutti i giorni e di tela bianca semplice e da una gonna di stoffa nera. Sopra la camicia si indossa una giacca di velluto nero. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa falda) di tulle nero o viola. L’abbiglia` completato da un velo di tulle mento e ricamato nero o viola. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela di cotone bianca semplice e dai calzoni di tela bianca. Sopra la camicia si indossano un gilet (su corittu) di panno rosso e nero bordato di velluto nero, e la giacca di orbace nero (su cappottinu) con cappuccio. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino di orbace nero bordato di velluto rosso e le ghette dello stesso tes` completato suto. L’abbigliamento e dalla berritta di panno nero.

Villanova Montesanto Contea costituita dal territorio dei villaggi di Siligo e Banari situati nel Meilogu, concessa nel 1741 a Giacomo Musso, che si impe` a costruirvi il villaggio di Villanova gno Montesanto entro sette anni dalla concessione. Egli inoltre si dovette accollare tutti i debiti che gravavano sulle rendite dei due villaggi fin dai tempi dei Fortesa, precedenti feudatari.

Villanova San Basilio Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei

territori che furono amministrati di` rettamente dal Comune di Pisa e ando spopolandosi rapidamente. Dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e nel 1323 fu incluso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz. Pochi anni dopo era completamente spopolato.

Villanova Strisaili Centro abitato della provincia dell’Ogliastra, frazione di Villagrande Strisaili (da cui dista 7 km), con circa 500 abitanti, posto a 845 m sul livello del mare a ovest del comune capoluogo, lungo la statale 389 Nuoro -Lanusei. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio e ` montuoso, costituito dalle falde orientali del Gennargentu; a non molta distanza dal paese si trovano punte di oltre 1000 m: Cuccuru ’e Mufloni, 1232; Perda` liana 1293. Il maggiore corso d’acqua e il Flumendosa, che a breve distanza dall’abitato forma un primo invaso, il Lago Alto del Flumendosa. Il paese comunica attraverso la statale 389, di recente ammodernata; da questa ha inizio una secondaria che si spinge a costeggiare la riva nord del lago e prosegue poi lungo le pendici del Gennargentu. & STORIA Il villaggio fu fondato nel secolo XVI da un gruppo di immigrati nel territorio del grande feudo di Quirra; all’origine era costituito da un gruppo di case sperduto in mezzo ai monti attorno a una chiesa dedicata a San Basilio, quando il grande feudo ap` e infine parteneva ai Borgia, ai Catala agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 la sua popolazione era ridotta a 51 abitanti e fu incluso nella `a provincia di Lanusei; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Dal 1857 di-

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Villanova Truschedu venne frazione di Villagrande Strisaili; quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, V.S. fu compreso nel suo territorio, sempre come frazione di Villagrande Strisaili: nella recente ristrutturazione del sistema ` entrato a far delle province sarde, e parte della provincia dell’Ogliastra. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la costruzione del Lago Alto del Flumendosa ha trasformato la vita del piccolo villaggio che da qualche decen` divenuto centro di turismo estivo. nio e ` di base della sua economia Le attivita sono l’agricoltura, in particolare la frutticoltura e la viticoltura, e soprattutto l’allevamento del bestiame: ovini, ` collegato da autolicaprini e suini. E nee agli altri centri della provincia. Il paese, che ha mantenuto il caratteri` stico assetto delle case in pietra a piu ` arroccato attorno alla chiesa di piani, e San Michele Arcangelo, parrocchiale ` del secolo costruita nella prima meta XVI; ha un impianto a croce latina e ` stata ripetutanel corso dei secoli e mente modificata. La facciata attual` in stile neoclassico. A 3 km di mente e distanza si trova il Lago Alto del Flumendosa, uno dei bacini artificiali costruiti lungo il corso di questo fiume, realizzato tra il 1948 e il 1949; la diga fu costruita nella stretta di Bau Mugge` di 61 000 000 ris e l’invaso ha la capacita di m3 d’acqua. La grande riserva viene utilizzata, mediante un sistema di condotte forzate, per l’alimentazione di tre centrali idroelettriche sotterranee. Dal 1960 l’acqua del lago viene utilizzata anche per l’approvvigionamento di acqua potabile ai centri del Gerrei e del Sarrabus. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` sentita dalla comufesta popolare piu ` e ` quella di San Basilio, che si nita svolge la terza domenica di giugno presso il santuario campestre dedicato

al santo; in questo sono conservati numerosi ex voto che ne tappezzano le pareti. Detta localmente di Santu Asile de ` considerata una delle feste Idda Noa, e ` importanti del territorio, anche piu ´ tradizionalmente in questa ocperche casione le genti dell’alto Flumendosa si incontrano con quelle dell’Ogliastra e perfezionano scambi di prodotti dell’allevamento e dell’artigianato e prendono parte a una rinomata fiera del cavallo.

Villanova Truschedu Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 321 abitanti (al 2004), posto a 56 m sul livello del mare lungo il fiume Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 16,56 km2 e confina a nord con Paulilatino, a est con Fordongianus, a sud con Ollastra e a ovest con Zerfaliu. Si tratta di una parte della ` vallata del Tirso, in questo punto gia piuttosto larga; a nord hanno inizio i rilievi che preludono all’altipiano di Abbasanta, a sud quelli iniziali del monte Grighini (673 m). Il paese si trova lungo la statale 388 che ha inizio a Oristano e si dirige verso Sorgono. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico, ma l’attuale paese e di origini medioevali; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Barigadu. Dopo la caduta del giudicato entro il 1420, uni` nelle tamente a tutto il Barigadu, passo mani del marchese d’Oristano. Dopo che il marchesato fu confiscato a Leonardo Alagon, nel 1481 il villaggio en` a far parte del feudo concesso a Gatro spare Fabra, i cui eredi nel 1519 ven` Torresani e a Carlo dettero a Nicolo Alagon. Nella successiva spartizione

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Villanova Truschedu che i due fecero tra loro, V.T. fu compreso nel Barigadu Jossu toccato a Ni` Torresani. Estinti i Torresani, alla colo fine del secolo XVI, il villaggio fu ereditato dai Cervellon che nel corso del secolo XVII riorganizzarono il sistema di riscossione dei tributi feudali. Estinti i Cervellon agli inizi del Settecento, V.T., dopo una complicata vi` ai Manca cenda giudiziaria, passo Guiso. Questi, a loro volta, si estinsero nel 1788 con un Raffaele. Dopo un inutile tentativo di venire in possesso del villaggio da parte di Maria Maddalena Manca Amat, sorella di Raffaele, il vil` sotto l’amministrazione laggio torno reale e nel 1791 fu compreso nel feudo concesso a Teresa Deliperi. I suoi abi` non ebbero rapporti felici tanti pero con la nuova signora e dal 1795 per alcuni anni si rifiutarono di pagare i tributi feudali. Le succedette la figlia Stefania sposata con Andrea Manca conte di San Placido (= Manca1 ), ai cui discendenti il villaggio fu riscattato nel 1838. Nel 1821 V.T. fu incluso nella pro` a far vincia di Oristano; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Nel 1928 perse la propria autonomia e fu aggregato come frazione a Fordongianus. Riac` l’autonomia nel 1950 e quando quisto nel 1974 fu ricostituita la provincia di ` a farne parte. Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modestissima at` industriale nei settori estrattivo tivita ` modee dei materiali per l’edilizia. E stamente organizzata la rete di distri` buzione commerciale. Servizi. V.T. e collegato da autolinee agli altri centri

` dotato di scuola deldella provincia. E l’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 336 unita di cui maschi 170; femmine 166; famiglie 124. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 5 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 4. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 103 in migliaia di lire; versamenti ICI 142; aziende agricole 101; imprese commerciali 19; esercizi al dettaglio 7; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 83; disoccupati 15; inoccupati 7; laureati 1; diplomati 29; con licenza media 90; con licenza elementare 123; analfabeti 17; automezzi circolanti 86; abbonamenti TV 107. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nuragica tra cui i nuraghi nianze di eta Campu ’e Cubas, Crabu, De Mesu, Dominigu Porru, Nuragheddu, Pischina Andria, Ruinas, Santa Barbara, Serra` interesvesa, Zoppianu. Di questi il piu ` quello di Santa Barbara, dalla sante e pianta complessa con cinque torri collegate tra loro da un’imponente mura` un monumento nel suo insieme glia; e molto ben conservato. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha mantenuto il suo assetto tradizionale con alcune case tipiche, costruite in mattoni di ` diri) e affacciate sulla terra cruda (la corte alla quale si accede da un grande ` significativo e ` la portale. L’edificio piu chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVII con l’impianto a una navata e un interno disadorno. Di particolare ` anche la chiesa di San Geinteresse e miliano, che sorge a 3 km dall’abitato; fu edificata nel secolo XVII in forme che richiamano il gotico-catalano. Ha una sola navata completata da una

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Villanovatulo zona presbiteriale che ha la copertura a volta a botte; la navata ha invece la copertura in legno sorretta da quattro archi a tutto sesto; vi si conserva un bell’altare di legno del Seicento. La ` arricchita da un bel rosone facciata e ` stata restaurata in pietra. La chiesa e ` stata riaperta al alcuni anni fa ed e culto in occasione dei festeggiamenti in onore del santo. Desta interesse anche lo spazio circostante: vi sorgono infatti numerosi muristenes, cellette di pietra abitate sino ad alcuni decenni fa da fedeli ‘‘novenanti’’ presso il santuario, e molti nuraghi, fra cui quello di San Gemiliano. Altra chiesa da ricor` quella campestre di San Costandare e ` sviluppato tino, attorno alla quale si e un pittoresco complesso di cumbessı`as. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste che conservano me` moria delle antiche tradizioni vi e quella di San Gemiliano, che si svolge il 16 settembre presso l’omonima ` caratterizzata da una prochiesa ed e cessione in costume (sa rassigna) che si svolge la vigilia.

trova 3 km a monte della statale 198, che si dirige verso Tortolı`; vi si collega con una strada secondaria che continua poi verso nord-ovest, per connettersi con la 128 alla cantoniera di Ortuabis. Lungo la statale 198 si trova anche la stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Mandas-Arbatax, utilizzata oggi soprattutto a scopo turistico.

Villanovatulo Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XIII Comu` montana, con 1208 abitanti (al nita 2004), posto a 571 m sul livello del mare a nord del lago del Flumendosa. Regione storica: Siurgus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 40,31 km2 e confina a nord con Gadoni e con Seulo, a est con Sadali, a sud con Nurri e a ovest con Isili. Si tratta di una regione di colline e modeste montagne, con punte intorno e oltre i 700 m (punta Su Crobu 722 m), tagliata a oriente del paese da una profonda incisione, la vallata del Flumen` a valle, daldosa, occupata, poco piu l’invaso artificiale che si allunga poi per una quindicina di chilometri. V. si

Villanovatulo – Veduta del centro abitato. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. Il paese attuale ha origini relativamente recenti: ` del venne fondato nella seconda meta secolo XV dai Carroz, nel territorio del feudo di Mandas, probabilmente con l’intento di controllarne i confini orientali. Nel corso dei secoli succes` ai Maza de Lic sivi dai Carroz passo ¸ana, dopo il 1571 ai Ladron e poi agli Hur˜ iga, ai Pimentado de Mendoza, agli Zun tel e infine ai Tellez Giron ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso `a nella provincia di Isili; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omo-

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Villanovatulo nima provincia. Queste le brevi note che appaiono nel Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna, nel mandamento di Nurri, nella provincia di Isili, e nella diocesi di Cagliari; dipende dal tribunale di prima cognizione, dall’intendenza d’Isili; e dall’uf` comficio d’insinuazione di Mandas: e preso nel distretto esattoriale d’Isili. Sta nel Capo di Cagliari, a tramontana `. V. ha il vantaggio di una di questa citta strada difficile e tortuosa ma carreg` digiabile, che mette ad Isili, da cui e stante tre ore. Questo comune novera 156 case; 159 famiglie; e 591 abitanti. V. era compresa nell’Incontrada della Curadaria Siurgus; e facea parte della diocesi di Bonavoglia». Un’immagine del paese nei primi anni del Novecento, tra il primo dopoguerra e il fa` Benvenuto Lobina scismo, ce la da (1914-1993), poeta e romanziere nato a V., in un’intervista del 1989 pubblicata sulla ‘‘Nuova Sardegna’’: «Era un vil` di 1000 abitanti, comlaggio di poco piu pletamente isolato dal resto del Sarcidano e del mondo. L’unica strada di ac` stata rifatta da cesso era quella che e poco, e che conduce all’abitato, dalla ` ra nella pianura, cantoniera di Stuppa in quattro chilometri di curve in salita. ` Questa strada allora finiva a V.; percio aveva grande importanza la vicina linea delle ferrovie secondarie: in cinque ore si potevano percorrere i 100 km che ci separano da Cagliari. Questa ` continuo ` a essere per noi il piu ` citta importante punto di riferimento, anche quando il nostro paese, nel 1927, ` a far parte della provincia di entro ` difficile raggiunNuoro: era molto piu gere il capoluogo barbaricino, e chi doveva far acquisti o emigrare continuava a dirigersi a Cagliari. Per noi era una metropoli: basti pensare che il paese ha avuto la corrente elettrica soltanto dopo la seconda Guerra mon-

` impervio, si pratidiale. Il territorio e cava soprattutto l’allevamento brado con sistemi primitivi. C’erano molte capre, allora, ma poi furono assoggettate ad una fortissima tassa – venti lire a capo, nel 1928 – e rapidamente scom` ra conparvero. Solo la piana di Stuppa sentiva coltivazioni di una certa ampiezza: si applicava la classica rota` rizione fava-grano. In altre zone piu strette, ricche d’acqua, si coltivavano ortaggi, ortalizia, soprattutto i fagioli, che, conosciuti nel circondario, erano oggetto di scambio con alcuni prodotti della montagna: castagne di Aritzo, truddas e tazeris di Desulo. Si misuravano con s’imbudu, un recipiente di su` di tre litri. Oltre ai ghero della capacita pastori e ai contadini c’erano nel paese i giorronaderis, uomini e donne che venivano assunti in alcuni periodi per la sarchiatura delle fave e del grano, e altri lavori stagionali. Alla coltivazione delle vigne, che erano di tipo familiare, ognuno provvedeva invece per conto proprio. C’erano poi altre risorse minori, che tuttavia avevano una loro importanza nell’economia del villaggio. Nelle zone boscose si produceva il carbone vegetale che poi con i carri a buoi veniva portato nei paesi del Campi` al Flumendosa alcuni andano. E giu davano a pescare le trote e soprattutto le anguille, nei nassargius: per queste si attendevano le prime piene autunnali, dentro piccole capanne. Ma, anche quando era abbondante, il pesce non diveniva oggetto di commercio, lo si regalava a parenti e amici. Alcuni piccoli traffici si accentravano invece alla stazione ferroviaria: in particolare le nostre ottime ciliegie, le amarene, sa cerexia ghinda, e poi i tordi che, catturati col laccio, venivano lessati, profumati col mirto e confezionati a mazzi: ` ccula. Questi commerci pillonis de ta con i viaggiatori erano importanti an-

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Villanovatulo ´ se ne ricavava del denaro che perche liquido, cosı` raro in quel tempo. Quando ero bambino c’era un gruppo di sardisti che circolavano in camicia grigia, pantaloni grigio verdi e stemma dei Quattro Mori sul petto. Le stesse persone, dopo quattro anni, portavano la camicia nera: avevano tutte seguito Paolo Pili nella scissione del ’23. Quando, in occasione delle elezioni del ’24, Emilio Lussu venne per tenere ` un comizio, in paese non c’erano piu sardisti, e fu organizzata una chiassata, a suon di matraccas e strocciarranas, per impedirgli di parlare. In quel periodo V. ha prodotto anche un ben noto archeologo: Ercole Contu. Anche chi possedeva qualcosa non aveva svaghi, c’era soltanto la bettola, e poi il ballo in piazza, la domenica pomeriggio e a Carnevale; e una volta l’anno la festa del patrono, San Giuliano. Guardavamo con invidia i centri della pianura ` ricchi e fortunati. A circostante, piu piedi o a cavallo dovevamo recarci di tanto in tanto a Nurri, sede dell’esattoria, o a Isili, mandamento. A Nurri andavamo anche per la festa di Santa Rosa, a settembre; e a Nuragus per quella di Sant’Elias, in luglio: qui trovavamo le albicocche, frutto sconosciuto per noi. A Mandas si andava per acquistare il legname da costruzione. Erano tutti centri collegati gli uni con gli altri, formavano un circuito dal quale noi eravamo esclusi. Per questo toccava sempre a noi muoverci: in paese veniva qualcuno solo per la festa ` giugno. Gli offridel patrono a meta vamo le ciliegie. Le scuole elementari arrivavano sino alla quarta, ma molti bambini non le frequentavano: a sei anni dovevano occuparsi degli agnelli, o dei buoi. Non c’era un’edicola, una sola copia dell’‘‘Unione Sarda’’ arrivava al Comune. Le cose che ho letto da ragazzo le avevo in prestito dalla

vecchia maestra e dai suoi figli. Molti giovani cercavano di evadere: chi si arruolava nei corpi militari, chi andava a servizio a Cagliari, nelle case, nelle trattorie. E anche io, a diciotto anni, ho preso il trenino». Quando nel 1927 fu nuovamente costituita la provincia ` a farne parte; di redi Nuoro, V. entro cente ha optato per tornare un’altra volta in quella di Cagliari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, bovini e suini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori estrattivo e edile. ` poco organizzata la rete di distribuE zione commerciale. Vi opera anche un ` collegato da auristorante. Servizi. V. e tolinee e dalla ferrovia agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1212 unita di cui stranieri 9; maschi 637; femmine 575; famiglie 453. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 14 e nati 11; cancellati dall’anagrafe 14 e nuovi iscritti 27. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 518 in migliaia di lire; versamenti ICI 538; aziende agricole 152; imprese commerciali 55; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 303; disoccupati 69; inoccupati 66; laureati 10; diplomati 72; con licenza media 334; con licenza elementare 330; analfabeti 75; automezzi circolanti 249; abbonamenti TV 308. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-

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Villaperuccio ritorio conserva alcuni nuraghi tra cui quelli di Adoni, Corongiu Maria, Santu Sebastianu, Stuppara, Tiriccu. Di par` visitato e ticolare rilievo l’Adoni, gia descritto dal Lamarmora, e oggi inserito in un parco comunale di 180 ha. ` di 800 m Situato su un cocuzzolo a piu di altitudine, offre la veduta di una vasta porzione del territorio circostante. Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno rivelato che si tratta di un nuraghe a struttura polilobata, costituita da una torre centrale e da altre quattro disposte intorno e unite l’una all’altra da un antemurale; il complesso comprende anche una serie di capanne. I reperti venuti alla luce hanno dimostrato che l’edificio venne eretto circa 1300 anni prima di Cristo e fu poi utilizzato a lungo, sino all’epoca bizantina. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE L’assetto urbanistico del paese conserva ancora un complesso di strade tortuose e alcune case ` piani, tipiche delle zone in pietra a piu ` importante e ` la montane. L’edificio piu chiesa di San Giuliano, parrocchiale costruita nel 1663 su un precedente ` antico. Ha forme tardogoedificio piu tiche parzialmente alterate da un restauro effettuato nel 1950; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto all’aula. Altra ricchezza del paese sono alcuni murales di Pinuccio Sciola che abbelliscono in diversi punti l’abitato. Di particolare bellezza sono le campagne attorno al lago del Flumendosa con i loro fitti boschi di essenze spontanee. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le non molte feste che tramandano la memoria delle antiche tradizioni, di ` quella in onore particolare rilievo e del patrono San Giuliano, che si svolge la prima domenica di giugno. In concomitanza si svolge anche la sagra delle

` grande produtciliegie di cui il paese e ` possitore. Durante i festeggiamenti e bile ancora vedere gli antichi balli in piazza (ballu tundu) al suono delle launeddas e delle fisarmoniche.

Villaperuccio Comune della provincia di Carbonia-Iglesias, compreso nella ` montana, con 1317 abiXXII Comunita tanti (al 2004), posto a 68 m sul livello del mare 5 km a nord-ovest di Santadi. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo ovale, si estende per 36,30 km2 e confina a nord con Perdaxius e Narcao, a est con Santadi, a sud con Giba e a ovest con Tratalias. Si tratta di una regione di colline non molto alte (monte Narcao, 481 m) e tagliate dalle vallate nelle quali scorrono modesti corsi d’acqua: il paese si trova nel punto in cui il rio Mannu riceve un affluente di sinistra, il Tatinnu, per poi continuare verso il lago artificiale di Monte Pranu, che si trova pochi chilo` a un paio di metri a ovest. Il paese e chilometri dalla statale 293 che da Giba si dirige verso Siliqua; vi si collega con una strada secondaria che poi si divide in due bracci: uno si dirige a nord, verso Narcao, l’altro a ovest, in direzione di Perdaxius. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal Neolitico, che documentano la presenza continuata dell’uomo fino al periodo punico e romano. Il ` ha origini mediopaese attuale pero evali; fu inizialmente compreso nel giudicato di Cagliari e incluso nella curatoria del Sols (Sulcis). Quando il giudicato di Cagliari fu debellato per vo` del Comune di Pisa, nella divilonta sione del suo territorio che nel 1257 ne seguı` fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia fe-

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Villaperuccio cero tra loro una nuova divisione, V. ` al ramo del conte Ugolino. Come passo ` noto i figli di quest’ultimo, alla fine e del secolo XIII, scatenarono una guerra contro Pisa per vendicare la morte del padre, ma furono sconfitti e persero i loro domini. Da quel momento il villaggio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu affidato al ´ governo del castellano di Tului perche con le sue rendite provvedesse al mantenimento del castello, ma la sua popolazione fu decimata dalla peste del 1348. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV gli abitanti si ribellarono e il villaggio subı` gravi danni. Tornata la pace V. riuscı` a inviare i suoi rappresentanti al Parlamento del 1355. Con lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV V. subı` altri duri colpi e fu occupato dalle truppe giudicali. Terminate le guerre, agli inizi del Quattrocento il paese era ridotto a poche case, quasi completamente spopolato e il suo territorio si andava trasformando in una landa boscosa rifugio di pastori; cosı`, nel 1421 fu compreso nel grande feudo concesso agli Otger (=) che continuarono a possederlo nei secoli successivi fino alla loro estinzione avvenuta nel 1819. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Iglesias come frazione di Santadi; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. Nel 1979 divenne finalmente comune autonomo. Con la recente istituzione delle nuove province ha optato per il passaggio a quella del Sulcis. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e pollame.

Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale con piccole imprese nei set` poco tori metallurgico e dell’edilizia. E organizzata la rete di distribuzione ` collegato da commerciale. Servizi. V. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, medico, cia. E scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1141 unita di cui stranieri 1; maschi 572; femmine 569; famiglie 381. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 7 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 12 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 033 in migliaia di lire; versamenti ICI 297; aziende agricole 152; imprese commerciali 46; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 22; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 282; disoccupati 47; inoccupati 100; laureati 6; diplomati 57; con licenza media 398; con licenza elementare 337; analfabeti 60; automezzi circolanti 354; abbonamenti TV 253. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio custodisce testimonianze di particolare importanza archeologica che riguardano il periodo prenuragico, a partire dal III millennio a.C. In particolare, vicino all’attuale abitato, si trovano numerosi menhir e i resti di un esteso villaggio di capanne attribuibile alla cultura di Ozieri. Di grande rilievo ` poi la collina di Montessu, dove si e trova una necropoli rupestre costituita da ben 40 domus de janas, tutte scavate nella roccia e allineate lungo una me` desima parete rocciosa. La necropoli e ` grande della Sardeconsiderata la piu gna e presenta alcune tombe che gli archeologi definiscono dei veri e propri santuari; ad esse in genere si accede da

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Villaputzu un portale, finemente lavorato, che immette in ambienti ampi, talvolta caratterizzati anche da rudimentali colonne. Nel territorio si trovano anche i resti di alcuni nuraghi semidistrutti. ` stato inaugurato il Parco arNel 1996 e cheologico; la stampa ne diede notizia con un articolo firmato G.D., Parco in collina fra le domus de janas: «Scommettere sul passato per dare un futuro ` un gioco di parole, al territorio: non e ma la nuova politica economica del basso Sulcis. Da ieri infatti V. ha il suo Parco archeologico. Adesso, dopo aver ` di cinque miliardi, c’e ` una speso piu breve strada asfaltata, al termine della ` stato costruito il Centro servizi. quale e Una grande casa dai muri in pietra che ` le guide, i servizi, la rivendita ospitera di guide ed opuscoli, probabilmente un bar. Da lı` partono brevi strade in cemento che conducono fino al limitare della necropoli. Potranno accedervi anche i portatori di handicap. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva alcune ` diri) case in mattoni di terra cruda (la arricchite da una grande corte. L’edifi` importante e ` la chiesa della cio piu Beata Vergine del Rosario, parrocchiale costruita tra il 1909 e il 1913 e completamente restaurata nel 1995. Ha l’impianto a una navata scandita da archi a sesto acuto su cui poggia la ` comcopertura del tipo a capanna ed e ` alto ripletata dal presbiterio, piu spetto all’aula. La facciata, alla quale si appoggia la torre campanaria che ` culmina con un campaniletto a vela, e stata interamente rifatta nel corso del restauro del 1995. Al suo interno conserva una statua lignea del Settecento e un quadro dell’Ottocento attribuito ad Antonio Caboni (=). Altro documento notevole del passato del paese ` il sito di Is Meddas, furriadroxiu sie ` di 5 km dall’abitato e contuato a piu

servato intatto. Fu costruito nel secolo XVIII attorno a una vasta corte a pianta quadrata sulla quale ancora si affacciano il palazzotto del proprietario e le basse case dei contadini. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di particolare importanza per le feste po` il mese di giugno, nel corso del polari e quale si svolge l’oramai famoso Festival della gara poetica in campidanese. Durante la manifestazione si esibi` rinomati cantadores, impescono i piu gnati in suggestive tenzoni poetiche, generalmente in ottava rima, su temi prescelti dalla giuria. Un’altra grande ` quella che si svolge il 22 agosto festa e in onore della Beata Vergine del Rosario, patrona del paese; dura due giorni e prevede un intenso programma di manifestazioni.

Villaputzu – Torre di Porto Corallo.

Villaputzu Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXI Comu` montana, con 4832 abitanti (al nita 2004), posto a 8 m sul livello del mare lungo il tratto finale del Flumendosa. Regione storica: Sarrabus. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma molto allungata da nord-ovest a sud-est, si estende per 181,28 km2, comprese le frazioni di Santa Maria e di Porto Tramatzu, e confina a nord con ` le isole Perdasdefogu e Ulassai, piu amministrative di Jerzu e di Arzana; a

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Villaputzu est col mare Tirreno, a sud con Muravera e a ovest con San Vito, Villasalto, Armungia e Ballao. Si tratta di una re` collinare e mongione che all’interno e tuosa, con qualche punta oltre i 600 m (monte Parredis, 630 m, Baccu Scovas, 613 m), mentre nella fascia costiera i rilievi si riducono, per lasciare spazio, ` vicina al paese, almeno nella parte piu a una piana alluvionale, formata dal Flumendosa e da corsi d’acqua minori, dove si stende anche uno stagno. Il paese si trova lungo la statale 125 Orientale sarda, dalla quale si distacca, a breve distanza dall’abitato, una diramazione per raggiungere ` litoraPorto Corallo e le altre localita nee; verso l’interno si dirige la statale 387, che raggiunge Cagliari dopo aver toccato Ballao e gli altri paesi del Gerrei. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo prenuragico che documentano la continua presenza ` romana nel cendell’uomo fino all’eta tro di Sarcapos (=) che fu abitato fino al secolo VII. Nel Medioevo il villaggio appartenne al giudicato di Cagliari, fu incluso nella curatoria del Sarrabus e crebbe protetto dal castello di Quirra (=). Dopo che il giudicato fu conqui` del Comune di Pisa, stato per volonta nella divisione del 1257 il villaggio fu incluso nei territori toccati ai Visconti ` a far parte del giudicato di ed entro Gallura. Estinti i Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Guglielmo c ¸aCosta ed ebbe l’obbligo di rifornire di frumento il vicino castello di ` tennero un Quirra; i suoi abitanti pero atteggiamento ostile nei confronti del feudatario e spesso si unirono alle bande di pastori ribelli che infesta-

vano il territorio. Quando il Sarrabus nel 1332 fu concesso a Berengario Car´ lo pacificasse, tra il c roz perche ¸aCosta ` e il Carroz si aprı` una lite che termino dopo qualche anno a favore di Beren` a far parte del gario. Cosı` V. entro grande feudo dei Carroz e dal 1363 della contea di Quirra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e passarono al giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri fu recuperato dai Bertran Carroz; nei secoli successivi il villaggio subı` numerose aggressioni da parte dei corsari barbareschi cui gli abitanti riuscirono sempre a resistere ` subı` valorosamente. Purtroppo pero gravi danni a causa degli straripamenti del Flumendosa, il cui alveo non era assolutamente protetto da alcun argine. Dopo l’estinzione dei Ber` ai Centelles, ai tran Carroz V. passo ` e infine agli Osorio, Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; ` a far parte della divinel 1848 entro sione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima pro` dell’Otvincia. A V. nella seconda meta ` dedicata una breve nota nel tocento e Dizionario del Casalis, dove si legge: «Il ` uno dei piu ` fertili della territorio di V. e Sardegna, e produce in copia grano, orzo, legumi, lino, ortaggi e frutta d’o` irrigarsi e ` gni specie: la parte che puo ` sorprendente, ma fidi una prosperita nora ristretta a starelli 456. Ordinariamente si seminano starelli 800 di grano, 400 d’orzo, 125 di legumi e 100 di lino. I colli aprichi verdeggianti di pampini, danno ottimi vini bianchi e neri, che sono la principal sorgente di lucro dei villapuzzesi: il terreno occu` uguale a starelli 4140. pato dai vigneti e Nel distretto di questo villaggio l’ordi` della vendemmia e di naria quantita carratelli 1550, che contengono quar-

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Villaputzu tare 465 000. Nel comune di V. si man` vactengono circa 600 buoi, 700 e piu che, 70 cavalli, 50 cavalle, 380 giumenti, 2500 capre, 1500 pecore ed oltre a 2000 ` per cio ` il proporci; considerevole e dotto della pastorizia. I distrettuali di V. da’ formaggi venduti traggono annualmente per cantare 2800, lire nuove 42 000; dalla vendita delle pelli e cuoja ricavano per capi di animali di pastura 4000, lire 2000; per capi selvatici 150, lire 300. Anche le api sono allevate con ´ si novediligenza dai villapuzzesi; che rano 3500 alveari, dai quali ridonda un superfluo vendibile in miele, di libbre 250. Nel territorio di V. in sulla strada per Tertenı`a fu scoperta l’antracite, la ` nus, sta in quale come quella di Sila uno scisto che cangiasi nel grauwacke a grana fina. Il generale Lamarmora riconobbe il lignite presso la Petrailiana. Nelle spiagge del Sarrabus, presso la foce del Dosa, in territorio di V., evvi un luogo destinato per l’espor` il porto Corallo, aperto tazione, cioe dal lato di levante e scirocco, ma coperto da quello di tramontana per una piccola prominenza. Nel distretto di V., ` contavansi piu ` di alcuni anni sono, gia 1500 famiglie possidenti; e V. novera 954 case; 610 famiglie; e 2391 abitanti. I quali sono dediti parte all’agricoltura, parte alla pastorizia, e parte sono tessitori: alcuni di essi ottengono un lucro vistoso dalle sanguisughe che pescano nel Sarrabus, e vendono ai contrabbandieri, i quali le pagano grassamente. I villapuzzesi vivono una vita ` fabagiata; amano l’allegria, e percio bricaronsi una casetta (posada) in un’isola per ivi ricrearsi e far festa. V. ha il vantaggio di un Monte granatico dotato di starelli 1000, L. 750. Ad onore dei V. dobbiamo qui ricordare come, avendo nel 1801 pirati africani assalita la torre di Porto Cavallo, e non potendo i torrieri per mancanza di polvere valersi

delle artiglierie, correvano pericolo di cader nelle mani di quei feroci corsari; ` accortisi i paesani di V. accorma di cio sero tosto e li salvarono rovesciando in mare quei barbari» [come si sa, le voci finali del Dizionario del Casalis non poterono essere redatte dall’Angius. Di qui la sciatteria, il disordine e anche l’approssimativa toponomastica di questi ultimi lemmi]. Nel corso del se` un’econocolo XIX il villaggio sviluppo mia basata sullo sfruttamento di alcune miniere presenti nel suo vasto ` fu di territorio. L’esperienza pero ´ in pochi anni le breve durata perche miniere furono costrette a cessare la ` a causa dell’esaurirsi dei loro attivita filoni da sfruttare. Il territorio conti` a essere danneggiato dagli strarinuo pamenti del Flumendosa: di partico` fu l’alluvione del 1950. lare gravita & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, caprini e suini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in quelli della piscicoltura, delle calzature, della carta e dei materiali per l’e` sufficientemente organizzata dilizia. E la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 52 posti letto, due aziende agrituristiche con 10 posti letto, due campeggi con 1000 posti letto e cinque ristoranti. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto professionale industriale), tre sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 5014 unita

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Villaputzu di cui stranieri 18; maschi 2525; femmine 2489; famiglie 1648. La tendenza complessiva rivelava una lieve diminuzione della popolazione, con morti per anno 48 e nati 47; cancellati dall’anagrafe 114 e nuovi iscritti 111. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 657 in migliaia di lire; versamenti ICI 1708; aziende agricole 625; imprese commerciali 247; esercizi pubblici 49; esercizi all’ingrosso 6; esercizi al dettaglio 119; ambulanti 11. Tra gli indicatori sociali: occupati 1764; disoccupati 444; inoccupati 276; laureati 35; diplomati 475; con licenza media 1751; con licenza elementare 1229; analfabeti 300; automezzi circolanti 1728; abbonamenti TV 1311. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di nuraghi, tra cui quelli ritorio e di Costa Funtanas, Crobecadas, Cresia, Cruxi, Cuili Gureu, Gruttas, Guardia Manna, Marcialis, Meurru, Molas, Moros, Murvia, Nurresu, Perdu Su Luasciu, Santu Lorenzu, Santu Micheli, Sa Pudda ’e Uledu, Serbiola, Su Franzesu. Si tratta di nuraghi monotorre, la maggior parte dei quali semidistrutti. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il paese conserva nel suo centro storico numerose vecchie case costruite in mattoni di terra cruda ` diri) e abbellite dalla corte, alla (la quale si accede da ampi portali in pie` importante e ` la tra. La costruzione piu chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, parrocchiale la cui costruzione fu avviata agli inizi del secolo XVII, ma i cui lavori andarono a rilento e furono completati solo nel 1753. La chiesa ha una sola navata sulla quale si affacciano le cappelle laterali; la co` a volte a botte retta da archi pertura e impostati su pilastri e da una cupola ottagonale. All’interno sono custoditi l’altare maggiore in marmo bianco con

intarsi di grande pregio, alcune statue lignee di scuola napoletana del Seicento e una bella lampada di argentiere cagliaritano del Settecento. Altri edifici di un qualche interesse sono la chiesa di Santa Brigida, costruita nel secolo XVI in forme gotico-catalane e successivamente ristrutturata, con l’impianto a una sola navata scandita da archi a sesto acuto e completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto all’aula, men` stata notevolmente ritre la facciata e ` tarda; e l’oramaneggiata in epoca piu torio del Rosario, piccola chiesa costruita nel 1797. Ha l’impianto rettangolare e copertura a volta a botte. Nella ` completata da un timfacciata, che e pano triangolare che culmina con un campanile a vela, si apre un ampio portale lunettato. Va inoltre ricordato il castello di Malvicino o del Sarrabus, fortezza situata in zona Cuccuru Perd’e ` del centro abitato; fu Sali in prossimita probabilmente costruita dopo la spartizione del giudicato di Cagliari nel 1258 a opera dei Visconti allora giudici di Gallura. Aveva una importante fun´ la sua posizione strategica perche zione consentiva di sorvegliare la foce del Flumendosa, il corso del fiume e la strada di comunicazione allora percorsa da intensi traffici. Nel confuso periodo che seguı` l’estinzione della dinastia dei Visconti e il passaggio dei territori al Comune di Pisa il castello fu abbandonato e cadde in rovina prima della conquista aragonese. Attualmente i suoi ruderi sono ben visibili e attendono una ricognizione ar` notevole anche la chiesa cheologica. E di San Nicola di Quirra che sorge a circa 15 km dall’abitato sulla statale 125 Orientale sarda. L’edificio ha ` stato singolarforme romaniche ed e mente costruito in mattoni cotti di colore rosso scuro, probabilmente tra la

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Villarios ` del secolo XII e gli inizi seconda meta del XIII. Ha una sola navata chiusa dal` divisa in due l’abside. La facciata e parti, spartita da sette archetti molto semplici, con un portale centinato con un largo ventaglio di mattoni sfalsati. La chiesa si trova ai piedi del castello di Quirra, costruzione del secolo XIII oggi in rovina, che fu sede delle vicende della famosa contessa Violante e di altri personaggi della famiglia dei conti di Quirra. Infine sono da ricordare le torri di San Lorenzo, di Murtas, di Monte Rosso e di Porto Corallo, lungo il litorale compreso entro il territorio del comune, che si stende dai confini del salto di Quirra (=) a Porto Corallo. Le torri costiere sono situate in luoghi strategicamente importanti e di grande bellezza per i panorami che ` la vi si possono godere. La prima e torre di Murtas, posta circa 13 km a nord dell’abitato; si tratta di una co` del Setstruzione della seconda meta tecento, di forma cilindrica, in buono stato di conservazione. Al suo interno conserva un grande ambiente con la volta a botte e le feritoie per i cannoni di cui la torre era armata. La torre aveva la funzione di difesa ed era servita da una guarnigione. A circa 7 km a sud, proprio dove il capo San Lorenzo ` posta la torre di strapiomba sul mare, e San Lorenzo. L’edificio, di forma tron` del coconica, risale alla prima meta ` in cattive condizioni di Seicento ed e conservazione. Al suo interno conserva un ambiente con la volta a botte; svolgeva essenzialmente funzioni di avvistamento ed era servito da una pic` a sud, cola guarnigione. Ancora piu poco prima di Porto Corallo, su un colle ` posta che domina il mare circostante e in una posizione inaccessibile la torre del Monte Rosso. L’edificio, costruito in ` il piu ` anforma cilindrica nel 1578, e tico dei tre citati sinora e si trova in

cattivo stato di conservazione. Aveva un compito di vigilanza ed era servito ` la torre da una guarnigione. L’ultima e di Porto Corallo: prende il nome da una ` abitata a 16 m di quota sul lilocalita vello del mare a qualche chilometro da V., proprio sulla foce del Flumendosa. La torre fu costruita in forma troncoco` del secolo XVII nica nella prima meta ` in buono stato di conservazione. ed e ` imponente ed era potenteL’edificio e mente armato con artiglierie e servito da una guarnigione comandata da un alcaide. Di particolare interesse sono le discariche delle antiche miniere d’argento di Giba e di S’Acqua Arrubia, presso le quali si trovano rilevanti depositi di fossili. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le antiche tradizioni del paese vengono ricordate in molte manifestazioni reli` suggestiva delle giose e civili, la piu ` quella in onore dei Santi Vittoquali e ria e Narciso che si svolge in ottobre. La festa prevede delle gare poetiche a tema libero, nelle quali i cantadores improvvisano con grande maestria. Durante la festa si possono anche ammirare le esibizioni in costume di alcune versioni particolari del ballo sardo, il ballu tundu e il ballu torrau. ` di grande Tra le manifestazioni civili e rilievo la Mostra dell’artigianato sarrabese che si svolge nei mesi estivi e consente di ammirare, oltre ai pezzi di produzione recente, rarissimi pezzi di artigianato antico. Negli stessi mesi estivi si svolge la sagra del ballo sardo con launeddas, durante la quale si esibiscono i maggiori complessi dell’isola.

Villarios Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Giba (da cui dista 5 km), con circa 500 abitanti, posto a 56 m sul livello del mare a sud-ovest del comune capoluogo, a pochi chilometri dal litorale del golfo

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Villarios di Palmas. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una piccola piana costiera, che confina a nord col lago artificiale di Monte ` delimitata a oriente dalle Pranu ed e ultime propaggini delle alture dell’Iglesiente e a occidente dallo stagno di Porto Botte e dal mare. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che si distacca dalla statale 195, raggiunge la frazione e prosegue poi per ricongiungersi alla stessa statale.

Villarios – Veduta del centro abitato. & STORIA Il territorio conserva nume` punico-romana. rosi monumenti di eta ` di origine medioIl villaggio attuale e evale, faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo che il giudicato fu debellato, nella divisione del 1258 il villaggio fu assegnato ai Della Gherardesca e quando, pochi anni dopo, la fa` un’ulteriore divisione tra miglia opero ` al conte Ugolino. I i suoi rami, tocco ` lo dovettero cedere a suoi figli pero Pisa alla fine del secolo XIII, dopo essere stati sconfitti nella guerra che avevano scatenato per vendicare la morte del padre. Per alcuni anni fu amministrato direttamente dal Comune, che ne perdette il possesso con la conquista aragonese. Negli anni successivi il villaggio divenne teatro delle

guerre tra Aragona e Arborea e fu abbandonato dalla popolazione nel corso del secolo XIV. Il suo territorio, ormai ` a meta ` completamente deserto, entro del secolo XV a far parte del grande feudo di Gioiosaguardia degli Aragall. ` ai Bellit e Nei secoli successivi passo da questi ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Il ter` frequentato da ritorio era stato gia gruppi di pastori che nel corso del secolo XVIII vi si stabilirono dando vita all’attuale centro abitato. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Iglesias e ` a nel 1848, abolite le province, entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari. Nel 1853 divenne comune autonomo e con la ricostituzione delle province nel 1859 fu incluso in quella di Cagliari. Nel 1866 fu unito a ` il nuovo coMasainas con cui formo mune di Villarios Masainas; perse ` di importanza e la sede amminipero strativa fu trasferita a Masainas. Nel 1929, unitamente ad Arresi, Masainas e Piscinas, concorse a formare il nuovo comune di Giba. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura (carciofi, pomodori), la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` sufficientemente orgasuini e ovini. E nizzata la rete di distribuzione com` collegato da autolinee merciale. V. e agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni ruderi del periodo punico-romano e le rovine della chiesa romanica di Santa Maria. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico del villaggio conserva alcune case costruite con ` diri) e abbelmattoni in terra cruda (la lite da un’ampia corte anteriore. Il fab` importante e ` la chiesa di bricato piu San Giuseppe, la parrocchiale, che ha

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Villasalto un impianto a una sola navata. Altro ` la torre di Palinteressante edificio e mas, che sorge a poca distanza dall’abitato; fu costruita in forma cilindrica ` attualmente ridotta a nel 1577 ed e ` che un rudere. Aveva una funpoco piu zione di avvistamento e di difesa e probabilmente era guardata da una modesta guarnigione. La festa principale si svolge il 20 marzo in onore di San Giuseppe operaio, patrono del villaggio.

Villasalto Comune della provincia di ` Cagliari, sede della XXI Comunita montana, con 1353 abitanti (al 2004), posto a 502 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord-ovest di Muravera. Regione storica: Gerrei. Archidiocesi di Cagliari.

Villasalto – Il fiume Flumendosa nei dintorni del paese.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 130,72 km 2 e confina a ` Gerrei e Armunnord con San Nicolo gia, a est con Villaputzu e San Vito, a sud con Burcei e Soleminis e a ovest con Dolianova. Si tratta di una regione solitaria di colline e montagne. Le cime maggiori sono sui 600-700 metri: monte Su Piroi, 605 m; monte Casar&

gius, 735 m; Sa Matt’e Abramu, 733 m. Profonde le cesure tracciate dai fiumi, ` il Flumendosa, tra i quali il maggiore e che scorre 5 km a oriente del paese. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che si distacca dalla statale 387 Muravera-Cagliari e vi si ri` a occidente. collega piu & STORIA Il territorio fu abitato fin dal periodo prenuragico e conserva resti riferibili all’intero arco di evoluzione ` nuragica, per cui puo ` esdella civilta sere identificato come una delle zone ` la resiin cui maggiormente si verifico ` nuragica a influssi stenza della civilta esterni fino al periodo romano. Allora nel territorio erano stanziati i Galillensi, ricordati nella Tavola di Esterzili (=), che compivano spesso delle incursioni nei confronti delle popolazioni circostanti. Nel Medioevo il villaggio appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Gerrei. Dopo che il giudicato fu con` del Comune di quistato per volonta Pisa, nella divisione del 1257 V. fu incluso nei territori toccati al conte di Capraia. Estinta la sua discendenza, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Con la conquista aragonese il villaggio avrebbe dovuto essere amministrato dal castellano della fortezza di Orguglioso (o Sassai) ma i suoi abitanti, sfruttando la sua posizione, mantennero un atteggiamento ostile nei confronti degli invasori e tennero il territorio in un continuo stato di tensione. Scoppiate le guerre tra Mariano IVe Pietro IV, si ribellarono apertamente e favorirono la penetrazione delle truppe del giudice d’Arborea nel territorio, che solo dopo la battaglia di ` sotto il controllo reale. Sanluri torno Gli abitanti rimasero in questa situazione fino al 1493, quando l’intero territorio fu acquistato dagli Zatrillas e

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Villasalto unito al loro feudo. Gli Zatrillas possedettero V. fino alla loro estinzione nel 1814 e dal 1701 portarono il titolo di conti di V.; dopo il 1814 il villaggio ` ai Vivaldi Pasqua ai quali fu ripasso scattato nel 1838. Nel 1821 fu inserito `a nella provincia di Isili; dal 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 dell’omonima ricostituita provincia. A partire ` dell’Ottocento le dalla seconda meta numerose miniere del suo territorio cominciarono a essere sfruttate inten` provoco ` una notevole trasamente; cio sformazione del suo tessuto sociale e ` nei moti del una tensione che sfocio 1906 che provocarono l’intervento della forza pubblica e alcuni morti. ` del NoveNel corso della prima meta cento a V. le miniere vennero chiuse e il ` alle tradizionali attivita ` paese torno agropastorali. Del paese nella prima ` dell’Ottocento ci parla il Dizionameta rio del Casalis: «Nel territorio di V. ha principio un ruscello detto Spigulu, il quale, nascendo dal monte Spiniadorgiu, scorre tra Ballao e Armungia, e si versa nel Dosa: questo ruscello alimenta trote squisite ed anguille. Nelle parti montuose e boschive, fra i ghian` comunissimo: vi abdiferi il leccio vi e bonda il selvaggiume; daini, cervi e cinghiali son facili prede al vigile cac` assai fertile, e si ciatore. L’agro di V. e fanno buone ricolte di cereali: ordinariamente si seminano starelli 1200 di grano, 100 d’orzo, 100 di fave, 9 di legumi e 60 di lino. Il grano suol rendere il 6, l’orzo il 7, le fave l’8, i legumi il 4, e il lino meno del 2 in seme e un cantaro di fibra per starello. Le vigne occupano circa 400 starelli di terreno; ed i vini che se ne fanno sono assai riputati. Vi allignano piante di frutta d’ogni spe` comuni sono i peri, i meli, i cie; le piu susini ed i mandorli; i noci vi fanno buonissima prova. I terrazzani di V.

mantengono numeroso bestiame, per´ abbondano quelle piante delle cui che frondi sono ghiotte le capre e le vacche; per le pecore e le altre bestie v’ha in copia fieno, trifoglio ed avena. Alcuni anni addietro noveravansi 500 vacche, 150 giovenche, 1400 buoi, 5000 pecore, 3600 capre, 1600 cavalli, 100 cavalle e 300 giumenti; anche i majali ´ quasi in sono in gran novero, poiche ogni casa se ne alleva uno che poi uccidono a suo tempo. Il commercio del vario bestiame si fa cogli abitanti del Campidano. Vi si tiene un’annua fiera nella prima domenica di giugno, in occasione della festa di s. Barbara. Il comune di V. conta 340 case; 361 famiglie; e 1472 abitanti, i quali sono specialmente dati all’agricoltura ed anche alla pastorizia: le donne tessono pannolani di molta durata che vendono soldi 10 il palmo; e dividono al tempo delle messi coi loro mariti la fatica con la falce che sanno ben maneggiare. I villasaltesi godono una complessione robusta; vivono sobriamente, e presso loro non sono rari i casi di una straor` ; sono affaticanti, redinaria longevita ` acculigiosi e ospitali; vengono pero sati di essere litigiosi, e tenaci delle ` frequenti malatloro opinioni. Le piu tie vi sono le infiammazioni del torace, e le febbri reumatiche ed intermit` dotenti. V., siccome paese montuoso, e minato da tutti i venti; le pioggie vi sono quasi continue dal principio di ` di primaautunno fin verso la meta vera; e bene spesso vi cade il fulmine». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` inluppando una modestissima attivita dustriale nel settore lattiero-caseario. Modesta la rete di distribuzione com-

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Villasalto ` collegato da aumerciale. Servizi. V. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, stazione dei CaE rabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1401 unita di cui maschi 683; femmine 718; famiglie 550. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 17 e nati 13; cancellati dall’anagrafe 19 e nuovi iscritti 26. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 189 in migliaia di lire; versamenti ICI 559; aziende agricole 321; imprese commerciali 100; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 342; disoccupati 49; inoccupati 116; laureati 10; diplomati 126; con licenza media 405; con licenza elementare 535; analfabeti 74; automezzi circolanti 510; abbonamenti TV 470. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni nuraghi tra cui quelli di Currulia, De Gruppa, Pala Perixi. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico conserva alcune tipiche case in pietra a ` piani ed e ` sviluppato attorno alla piu parrocchiale di San Michele Arcangelo. La chiesa, anticamente dedicata a Santa Barbara protettrice dei mina` tori, fu costruita con ogni probabilita nel Medioevo; secondo la tradizione popolare sarebbe stata eretta nel luogo in cui cadde un grosso macigno lanciato da Santa Barbara, impegnata in una gara con Santa Caterina d’Alessandria per chi tra le due avesse scagliato ` lontano un masso. Nel 1601 venne piu dedicata a San Michele Arcangelo e ` volte restaurata, successivamente, piu perse le sue caratteristiche originarie:

attualmente ha forme neoclassiche. ` a una navata, arricchita L’impianto e da alcune cappelle laterali e dal presbiterio, sopraelevato rispetto all’aula; ` con volte a botte. Al suo la copertura e interno conserva alcune statue in legno del Seicento e due tele dello stesso ´ un periodo molto danneggiate, nonche organo a canne del Settecento. Poco fuori dall’abitato, su di un colle, sorge la chiesa di Santa Barbara con la struttura di basilica. Fu costruita nella se` del Settecento, ha l’imconda meta pianto a una navata e la copertura del ` legata alle memorie tipo a capanna. E ` care degli abitanti del villaggio e piu secondo una tradizione non documentata essi la fecero costruire sul luogo dove la popolazione era riuscita a fermare e a ricacciare un’invasione di pastori provenienti da Armungia. Di par` la ticolare bellezza nel territorio e grotta di Sa Grutta ’e Scusi, nella quale ` possibile trovare il geotritone sardo. e & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la memoria delle tradizioni del paese, in particolare le feste di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano, che si svolgono rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 gennaio. Entrambe culminano con ` nella l’accensione di enormi falo piazza principale, alla presenza della popolazione che balla. Dalla buona ` i vecchi del paese soriuscita del falo gliono trarre auspici per il raccolto, rinnovando cosı` un’antica credenza ` dedicata a pagana. Un’altra festa e Santa Barbara. La prima domenica di giugno una processione partita dalla parrocchia trasporta nella chiesa a lei dedicata la statua della santa e per quattro giorni vi si svolge una festa ricca di funzioni e di manifestazioni folcloristiche. Il momento culminante ` costituito dai riti di liberazione degli e spiritati, ossia le persone ritenute in-

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Villasambuich vasate che vi vengono accompagnate da tutta la Sardegna.

Villasambuich Famiglia originaria di Majorca (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Si trasferı` a Cagliari nel 1660 con il dottor Marino giudice della Reale Udienza. ` una Prunas Suo figlio Angelo sposo erede del feudo di Minutadas e nel ` in possesso. Nel 1688 i 1675 ne entro loro figli furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Monteleone. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Villa San Pietro Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXIII ` montana, con 1778 abitanti Comunita (al 2004), posto a 37 m sul livello del mare nel retroterra di Sarroch e Pula. Regione storica: Nora. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 39,61 km2 e confina a nord con un’isola amministrativa di Assemini, a est con Sarroch, a sud con Pula e a ovest ancora con Pula e per un breve tratto con Santadi. Si tratta di un’area distribuita per piccola parte nella piana costiera nei pressi di Pula, per la restante tra i rilievi del retroterra, tra i quali la punta Sa Caxia, 495 m, e il monte Su Baraccone, 584 m. Dai monti discendono alcuni corsi d’acqua, tra i quali il Rio di Pula che scorre a breve distanza dall’abitato. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 195 Sulcitana, che in questa parte ha un duplice tracciato: quello originario, ` piu ` vicino alla costa e attraversa i che e ` moderno, che centri abitati, e uno piu passa all’interno. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico, ma l’attuale paese ha origini medioevali: risale presumibilmente agli inizi del

secolo XV, quando una parte dell’antica curatoria di Nora (=) fu concessa a Berengario Bertran Carroz che la unı` al suo vastissimo feudo. Il villaggio si ` attorno all’omonima chiesa, sviluppo popolato dai superstiti dei villaggi costieri che fuggivano dalle periodiche incursioni dei corsari barbareschi. Nel corso dei secoli successivi il villaggio, che allora era conosciuto come ` dai Bertran CarSan Pietro Pula, passo roz ai Centelles, che nel corso del secolo XVII diedero un ulteriore impulso allo sviluppo del piccolo centro. In se` dai Centelles ai Borgia, ai guito passo ` e infine agli Osorio ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari e dal 1859, ricostituite le province, della provincia di Cagliari. Nel Dizionario del Casalis il ` chiamato ‘‘S. Pietro’’: «La tempaese e ` mitissima nelperatura di s. Pietro e l’inverno, mite per lo spesso anche nell’estate per i venti marini, che vi sono ` vi e ` senperiodici a certe ore: l’umidita tita non minore che a Pula, e l’aria meno insalubre che in altri tempi, quando la coltivazione era ancora ` rara molto ristretta. La nebbia non e ` perniciosa a’ semimeteora; talvolta e nati ed a’ frutti. Il territorio coltivato ` compreso in quello che dagli uomini e descrivemmo nell’articolo Pula. Popolazione. Nel 1800 nel luogo di s. Pietro erano abitanti 174, nel 1826 erano cresciuti a 307, nel 1839 si notarono 448, e si distinguevano in maggiori d’anni 20, maschi 116, femmine 126, e minori maschi 100, femmine 106, distribuiti in famiglie 97. S. Pietro che da molti anni fu ` stato sempre costituito in comune, e considerato come un sobborgo e dipendenza di Pula. Questi coloni si dicono pulesi, come quelli che abitano il borgo cosı` detto. Quando per timore delle in-

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Villa San Pietro ` afvasioni de’ barbareschi Pula resto fatto deserta, il luogo di s. Pietro con` sempre un certo numero di famiservo glie pastorali e agricole, che approfit` del suolo e della tavano della fertilita abbondanza dei pascoli, e facean guadagno sulla legna che tagliavano e ven` dire devano a Cagliari. Sı` che si puo che la popolazione pulese, che successe a quella di Nora, siasi perpetuamente, sebbene in piccolissimo numero, conservata in questo luogo, meno esposto alle incursioni degli africani. Un quarto degli uomini di s. Pietro attende esclusivamente alla pastorizia, il resto all’agricoltura. L’istru` negletta. Agricoltura. zione primaria e ` di starelli L’ordinaria seminagione e 220 di grano, 60 d’orzo, 100 di fave, 20 di lino. La fruttificazione ordinaria de’ ` dal 12 al 25, secondo che piu `o cereali e meno sian favorevoli le stagioni. La vigna e i fruttiferi se non sono curati, ` negletti. come in Pula, non sono pero Potrebbesi trarre maggior profitto dal comodo che ha l’orticoltura. Pastorizia. Si hanno nel bestiame manso, buoi per l’agricoltura e carreggio 70, cavalli 20, giumenti 80, porci 35. Nel bestiame rude, vacche 300, cavalle 60, capre 1200, pecore 1500, porci 350. I pulesi di s. Pietro vendono in Pula o nel suo porto ai negozianti di Cagliari le loro ` e riderrate, e ignorano le difficolta sparmiano le spese, che sono necessarie per il trasporto de’ prodotti a’ punti commerciali». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini, suini e caprini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore alimentare vita e in quelli dell’abbigliamento, metal` sufficientelurgico e dell’edilizia. E

mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 20 posti letto, un’azienda agrituristica con 10 posti letto e ` colledue ristoranti. Servizi. V.S.P. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1811 unita di cui stranieri 11; maschi 893; femmine 918; famiglie 578. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 11 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 56 e nuovi iscritti 81. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 397 in migliaia di lire; versamenti ICI 526; aziende agricole 81; imprese commerciali 53; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 431; disoccupati 96; inoccupati 106; laureati 4; diplomati 145; con licenza media 495; con licenza elementare 515; analfabeti 66; automezzi circolanti 576; abbonamenti TV 360. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche che documentano la conti` dell’insediamento dell’uomo. Al nuita periodo prenuragico appartiene la domus de janas di Monte; a quello nuragico il nuraghe di Mereu e due Tombe di giganti. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il paese nel suo centro storico ha conservato le case costruite ` diri), con in mattoni di terra cruda (la muri che si basano tuttavia su fonda` impormenta in pietra. L’edificio piu ` la parrocchiale dedicata a San tante e Pietro. Costruita in forme tardoromaniche nel secolo XIV, ha una sola navata, scandita da tre campate con archi

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Villasanta a tutto sesto e chiusa dall’abside; la co` lignea a spiovente. La facpertura e ` arricchita da un campanile a ciata e vela e da una teoria di archetti che corrono sotto gli spioventi. Di particolare ` nella regione interna il interesse e parco di Gutturu Mannu che conserva una ricca flora mediterranea e un importante patrimonio faunistico che attira molti appassionati di trekking e di fotografia naturalistica. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella di San festa piu Pietro, patrono del paese; si svolge il 29 giugno e ha un carattere solenne, dura tre giorni e presenta un ricco programma di manifestazioni.

Villasanta Famiglia di Villamar (sec. XVIII-esistente). Di probabile origine spagnola, le sue notizie risalgono al secolo XVIII. I suoi membri esercitavano tradizionalmente la professione di notaio ed erano in possesso di un discreto patrimonio. Nel corso della seconda ` del secolo XIX la famiglia si trameta sferı` a Cagliari. Uno dei suoi membri, il generale Nino, nel 1946 ottenne il titolo comitale. La famiglia attualmente risiede a Cagliari e a Sanluri.

una corrispondenza inedita di Francesco d’Austria Este con un gentiluomo sardo, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 14, 1991.

Villasanta, Nino Ufficiale di carriera, generale (Cagliari 1884-Sanluri 1960). Dopo aver frequentato l’Accademia di Modena prese parte come volontario alla Guerra di Libia, dove ottenne una medaglia d’argento. Subito dopo si lau` in Legge e successivamente comreo ` i suoi studi presso la Scuola di pleto guerra. Prese parte alla prima guerra mondiale ottenendo altri riconoscimenti e divenne segretario del duca d’Aosta. Nel dopoguerra fu a capo dell’Ufficio dell’Ispettorato di fanteria. Promosso generale, nel 1935 prese parte alla guerra d’Etiopia; nel 1939 fu promosso generale di corpo d’armata e presidente del Supremo tribunale militare. Nel 1946 fu creato conte. Uomo ` e restauro ` di grande cultura, acquisto il castello di Sanluri, e in quel centro ` un’azienda agricola modello. impianto

Villasanta, Alberto Studioso di storia locale, ufficiale di marina e imprendi` stato tore (sec. XX). Figlio di Nino, e vicepresidente dell’Unione Agricoltori della provincia di Cagliari e ha guidato il consiglio di reggenza della sede cagliaritana della Banca d’Italia. Proprietario, curatore e animatore del Museo del castello di Sanluri, dal 1982 ` stato responsabile dell’Istial 1991 e tuto Italiano dei castelli. Uomo di ` autore di interesgrande cultura, e santi studi di carattere storico.

Villasanta, Cristina Studiosa di storia (n. Cagliari, sec. XX). Laureata a Ca` studiosa di storia del gliari nel 1984, e Risorgimento; ha scritto, tra gli altri, il saggio La Sardegna e i suoi abitanti in

Villa Sant’Antonio – Veduta del centro abitato.

Villa Sant’Antonio Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 17, con 454 abitanti (al 2004), posto a 249 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord della Giara di Gesturi. Regione storica: Parte Valenza. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale,

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Villa Sant’Antonio di forma grosso modo rettangolare, si estende per 19,13 km2 e confina a nord con Ruinas, a est con Asuni e Senis, a sud con Assolo e Albagiara e a ovest con Mogorella. Si tratta di una regione di colline di non grande altezza, nella ` interna dell’Oristanese. A parte piu oriente del paese scorre il rio Imbessu, che si dirige verso Fordongianus per gettarsi nel Tirso. Il paese comunica per mezzo di una strada secondaria che si distacca dalla statale 442 UrasLaconi e si dirige verso nord-ovest, per innestarsi sulla via di collegamento tra Mogorella e Ruinas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico e del periodo romano, ma il paese ha origini relativamente recenti: infatti fu fondato col nome di Sant’Antonio nel corso del secolo XVII nei territori della baronia di Senis che allora apparteneva ai Nin. Il villaggio conti` ad appartenere ai Nin fino al rinuo scatto del feudo nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili; abolite ` a far le province nel 1848 il paese entro parte della divisione amministrativa di Cagliari; nel 1859 infine della ricostituita provincia di Cagliari. Furono questi anni difficili, infatti, per quanto formalmente il villaggio fosse stato riscattato dagli antichi feudatari, i suoi abitanti dovettero lottare con gli eredi per stabilire l’ammontare delle somme da pagare per il riscatto. La controversia ebbe termine solo nel 1863, anno in cui il villaggio assunse il nome di Sant’Antonio Ruinas. Nel Dizionario del ` Casalis si dice di questo paese, che e ancora chiamato ‘‘s. Antonio’’: «Siede incontro a ponente-libeccio nella estrema falda dell’eminenza piana sulla quale trovasi il paese di Ruinas. Essendo intorno a varia distanza rilevato notevolmente il suolo, pochi venti ` vi sono sentiti in quella forza, con cui e

` sentito il maestrale. Vi si patisce pero `e molto calore nell’estate, e l’umidita la nebbia nelle stagioni di mezzo per il rivolo della valle e per quello non lontano, che dicono Flumini Imbessu. ` poco salubre in certe stagioni. L’aria e ` parte nelIl territorio di s. Antonio e l’anzidetto altipiano, parte nella regione bassa circostante, dove sono alcune colline poco notevoli e grandi tratti piuttosto piani. Il colle che di` coperto di bosco cono Cuaddezuru e ceduo, e gli uomini del luogo, quando vacano da altri lavori, fanno de’ tagli e vendono le legna ne’ paesi vicini che ` asne hanno bisogno. La cacciagione e sai scarsa, e consiste in daini e cinghiali, volpi e lepri, pernici ecc. La po` di anime 530 polazione di s. Antonio e distinte in maggiori d’anni 20 maschi 155, femmine 158, e minori maschi 110, femmine 107, divise in famiglie 127. Le principali professioni sono l’agraria e la pastorizia, le arti meccaniche sono esercitate da poche persone, le quali fanno insieme l’agricoltura. La scuola ` frequentata da otto fanprimaria e ` fecondo ciulli. Agricoltura. Il terreno e e compensa largamente le fatiche del `, per nebbie colono, quando per siccita perniciose o per troppa abbondanza di pioggie che fan marcire i germi nei luoghi bassi, o per venti caldi nel tempo della maturazione de’ frutti, questi non sieno diminuiti. L’ordinaria semi` di starelli 300 di grano, 120 nagione e d’orzo, 50 di fave, 20 di legumi, 25 di ` lino. La coltura delle specie ortensi e ` proporzionaquasi negletta. La vigna e tamente estesa, le viti producono copiosi frutti, e i vini comunemente bianchi, se ben manipolati, sono di qualche pregio. I fruttiferi sono compresi in tre o quattro specie e in un ristretto numero di individui. Si annoverano circa ottanta campi chiusi (in questi paesi si dicono congiaus o congiadus), i quali

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Villa Sant’Antonio hanno complessivamente un’area di ` notare una circa starelli 200. Si puo sola tanca dell’estensione di starelli ` ettari 290). Tanto questa tanca 100 (cioe come gli anzidetti campi sono adoperati per agricoltura e per pastura del bestiame domito. In due di quei chiusi si conservano ancora degli alberi ghiandiferi. Pastorizia. I luoghi incolti del comune di s. Antonio abbondano di pascoli, i quali sarebbero sufficienti a maggior numero di capi. Nel bestiame manso si annoverano buoi per l’agricoltura 80, cavalli 20, giumenti 100, majali 35. Nel bestiame rude vacche 200, pecore 3000, porci 300, cavalle 50. ` ristretta a piccol numero L’apicoltura e di alveari. I paesani di s. Antonio vendono le loro derrate a’ Barbaricini ed a’ negozianti di Oristano. I trasporti sono difficili per alcuni tratti delle vie». Quando nel 1928 fu costituito il comune di Mogorella Ruinas, Sant’Antonio Ruinas perse la sua autonomia ` a far parte del nuovo comune ed entro `. Nel 1974 e solo nel 1950 la riacquisto ` a far parte della ricostituita proentro vincia di Oristano e nel 1985 assunse l’attuale nome di V.S.A. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini ` indue suini. Non si segnalano attivita striali salvo una piccola impresa per la lavorazione del legno. Modesta la rete di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V.S.A. e centri della provincia. Dispone di Pro Loco, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 455 unita di cui maschi 222; femmine 243; famiglie 178. La tendenza complessiva rive-

lava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 7 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 14 e nuovi iscritti 6. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 880 in migliaia di lire; versamenti ICI 710; aziende agricole 111; imprese commerciali 24; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 9; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 119; disoccupati 36; inoccupati 23; laureati 2; diplomati 45; con licenza media 118; con licenza elementare 191; analfabeti 34; automezzi circolanti 120; abbonamenti TV 157. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un importante patrimonio archeologico con testimonianze ` dell’inche documentano la continuita sediamento umano a partire dal periodo prenuragico. Di particolare importanza sono i molti menhir, tra i quali quello imponente di Cuccuru Tundu, alto 6 m, posto a breve distanza dall’a` tra i piu ` alti bitato sul colle omonimo; e della Sardegna. Allo stesso periodo appartengono moltissime domus de janas, in particolare quelle di Brentoni, Cuccuru Tundu, Genna Salixi e Riu ` interessante Imbessu. Tra tutte la piu ` quella di Genna Salixi, una necropoli e di domus de janas situata in un’amena valle lungo la strada per Senis. Vi si trovano 12 sepolture scavate in un costone di roccia calcarea, alcune delle quali sono caratterizzate da un ampio ambiente d’ingresso dove si aprono altre celle. Il complesso venne utilizzato ` punica. Sono da rialmeno fino all’eta cordare inoltre gli ipogei di Is Forrus, Funtanossu, Is Padrillonis; appartengono invece al periodo nuragico alcuni nuraghi tra cui quelli di Bruncu Mannu, Genna Piras, Caiu ’e Spei. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con le case in pie-

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Villasimius tra, abbellite dal porticato interno (lolla) e affacciate su una corte alla quale si accede da un portale, talvolta monumentale. L’edificio di maggior ` la chiesa di Sant’Antonio, parpregio e rocchiale costruita nel secolo XVII. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste conservano la memoria ` impordelle antiche tradizioni; la piu tante si svolge la prima domenica di ` dedicata a Sant’Antonio giugno ed e da Padova; si protrae per due giorni e prevede numerose manifestazioni. Un’altra caratteristica festa si svolge ` conosciuta come Valle dei ad agosto, e Menhir e offre l’occasione per degustare i prodotti tipici della zona.

vano sin vicino alla costa, tanto che ` per lunghe parti alta e solo in questa e qualche breve tratto si aprono piccole pianure litoranee, e quindi spiagge. V. comunica per mezzo di una strada costiera che proviene da Cagliari e prosegue poi, divisa in due bracci, verso nord per collegarsi, dopo aver toccato Castiadas, alla statale 125 nei pressi di San Priamo. A ovest del paese scorre, per gettarsi subito dopo in mare, il rio Muredda che scende dal monte Minniminni.

Villasclars Famiglia di Oristano di probabile origine spagnola (secc. XVXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Erano in possesso di un notevole patrimonio ed erano pubblicamente considerati nobili; nel corso del secolo XVI molti di loro ebbero l’ufficio di saliniere o ricoprirono altri importanti incarichi nell’amministrazione reale. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVII.

Villasimius Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXIV Comu` montana, con 2887 abitanti (al nita 2004), posto a 41 m sul livello del mare nei pressi di capo Carbonara, l’estrema punta nord-orientale dell’isola. Regione storica: Campidano di Cagliari. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 58,02 km2 e comprende le ´ frazioni di Simius e di Noteri, nonche le piccole isole Serpentara e dei Cavoli; confina a nord con Castiadas, a est e a sud col mar Tirreno, a ovest con un’isola amministrativa di Sinnai e con Maracalagonis. Si tratta di una regione tutta di colline, estreme propaggini del massiccio dei Sette Fratelli, che arri-

Villasimius – Veduta della costa con una torre spagnola. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che documentano la presenza continuativa dell’uomo. Nel periodo punico vi si svi` un importante centro, le cui roluppo ` vine sono state individuate in localita ` a essere Is Cuccureddus, che continuo abitato anche in periodo romano fino al secolo V. Nel Medioevo, quando il territorio apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria ` il villaggio del Colostrai (=), vi si formo di Carbonara (=). Dopo che questo villaggio scomparve il territorio rimase deserto, frequentato solo da corsari e da bande di pastori che ne sfruttavano i pascoli. Nel corso del secolo XVII, ` sicuri quando i litorali si fecero piu con la costruzione delle torri litoranee,

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Villasimius nei territori dell’antico villaggio fu im` dopo piantata una tonnara che pero ` ogni attivita `. Il terripoco tempo cesso ` a essere deserto nei setorio continuo coli successivi fino al 1821, quando il generale Antonio Incani (=) ne ottenne la concessione per ripopolarlo. Egli ebbe dal marchese di Quirra la concessione di buona parte dell’antica curatoria del Colostrai e con un nucleo di contadini in gran parte provenienti da Settimo San Pietro costituı` il centro abitato che riprese il nome di Carbonara. Il nuovo villaggio, costruito secondo un piano urbanistico studiato ` rapidadallo stesso Incani, si sviluppo ` agricole mente grazie a fiorenti attivita nelle quali si impegnarono i suoi abitanti. Fu incluso nella provincia di Cagliari come frazione di Sinnai; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e nel 1853 con quasi 1000 abitanti fu reso comune autonomo. Con la ricostituzione delle province, dal 1859 fece parte di quella di Cagliari e dopo il 1862 prese la deno` detto anminazione attuale. Di V., che e cora Carbonara, ci parla Vittorio Angius, nella relazione scritta per il Dizionario del Casalis, dove si dice: «Agricoltura. Nella seminagione si spandono starelli di grano 300, d’orzo altrettanti, di fave 150, di linseme 15. Non coltivasi specie alcuna di civaje. La generazione delle locuste scemava di molto i ` gia ` da quattr’anni sofprodotti; pero ´ come va distenfronsi pochi danni, che dendosi la coltura restano felicemente oppresse le uova depositate ne’ terreni sodi. Fruttifica il grano al decuplo, l’orzo al quarantuplo, le fave al quattrodecuplo. Il lino viene assai bello. Nel vigneto sono in piena vegetazione ` il triplo viti 500 000, ed il loro prodotto e di quanto ottengasi nel restante del ` li (ordine di 125 Campidano. Un giua ` i 60 quartieri. Conosciuta nel viti) da

terreno cotanta attitudine a questa specie amano tutti di piantar vigne, e provvedere in copia al bisogno e al piacere. Si fabbrica vini ordinari e gentili. Le specie de’ secondi sono state notate nell’articolo Cagliari, provincia. Gli ordinari sono buoni a pasto (per istoma` maggiore lor bonta ` chi forti) e sara ` maturino le vigne. Traesi dai come piu medesimi acquavite eccellente, ed in ´ mentre altrove da dieci copia; che quartieri di mosto di forza mediocre non ricavasi che una sola cotal misura ` di due ove ottimo di spirito; e non piu sia; in questo se ne ottengono due e ´ il vino che bruciasi mezzo comecche non sia scelto. Si coltivano alcuni orti: le patate vi hanno una terra propria allo sviluppo, e sono un cibo gradito. Di alberi fruttiferi sono molte specie, ´ in piccol numero, e vi procomecche sperano mirabilmente. Gli olivastri ri´ mal corrisponcevono gli innesti, ne dono alle speranze. Gran danno! che i narbonatori abbiano incenerite innumerevoli piante di questa specie. Pastorizia. Buoi per l’agricoltura 200; vacche domestiche 12; rudi 200; pecore 2000; capre 1000; porci 600; cavalli 10; giumenti 150. Rendon di formaggio all’anno per individui le pecore libbre 15; le capre 20; le vacche, che non da ` a mugnere, 40. Il teguari si comincio nue prodotto delle pecore, che appena ` di quello che solitaeguaglia la meta mente producano le sarrabesi, accusa la scarsezza del pascolo. Cominciossi ` hannosi la coltivazione delle api, e gia da 1000 arnie. Pesca. I pescatori cagliaritani mareggiano tutti i giorni in questi paraggi, e prendon in molta copia le ` notate nell’articolo Cagliari, specie gia provincia, e delle foche». Nel paese, a ` del Novepartire dalla seconda meta ` agricole cento, alle tradizionali attivita si sono affiancate quelle turistiche; V. ha saputo sfruttare con slancio le note-

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Villasimius voli bellezze delle sue coste e ha creato un’attrezzatura alberghiera e residenziale di prim’ordine divenendo in po` turichi anni una rinomata localita stica. & ECONOMIA L’attivita ` di base della ` oramai il turismo. Vi sua economia e operano 11 alberghi con 4940 posti letto, un’azienda agrituristica con 14 posti letto, un campeggio con 900 posti letto e 11 ristoranti. Anche l’agricol` ben sviluppata, in particolare la tura e frutticoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura; viene praticato l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel settore alil’attivita mentare e in quelli della pesca, metalmeccanico e dei materiali da costru` discretamente sviluppata la zione. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, due sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale.

Villasimius – Porto. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2880 unita di cui stranieri 89; maschi 1453; femmine 1427; famiglie 1072. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 19 e

nati 18; cancellati dall’anagrafe 52 e nuovi iscritti 98. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 932 in migliaia di lire; versamenti ICI 3639; aziende agricole 56; imprese commerciali 223; esercizi pubblici 60; esercizi al dettaglio 97; ambulanti 6. Tra gli indicatori sociali: occupati 657; disoccupati 384; inoccupati 112; laureati 20; diplomati 215; con licenza media 893; con licenza elementare 714; analfabeti 146; automezzi circolanti 950; abbonamenti TV 687. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo nuragico; sono infatti presenti alcuni nuraghi tra cui quelli di Cilixianu, Giardoni e S’Orcu. Ma i siti ` significativi risalgono al periodo piu fenicio-punico, in particolare quello ` situata a di Is Cuccureddus, localita qualche chilometro dall’abitato dove, a partire dal 1970, sono stati condotti scavi archeologici che hanno portato alla luce un importante insediamento. Sono stati individuati resti di edifici di una certa consistenza e di scalinate che lungo il pendio della collina conducevano probabilmente a un’acropoli. Importante anche la necropoli di ` stata individuata Is Trajas, che e ` ed e ` del tipo presso l’omonima localita misto; vi si trovano infatti tombe a fossa, nelle quali si procedeva alla sepoltura per inumazione, tombe a inci`s. Le nerazione e tombe a enkytrismo tombe a inumazione hanno una pianta rettangolare e le pareti foderate con lastre di calcare, mentre le tombe a en`s sono costituite da una grossa kytrismo anfora che contiene i resti ossei del defunto. Considerevoli sono alcuni siti del periodo romano tra cui le terme di Santa Maria. Si tratta di un complesso ` imperiale costituito da termale di eta

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Villasimius tre ambienti intercomunicanti, costruiti in pietra e mattoni alternati (opus vitatum mixtum); di particolare ` il calidarium, composto da interesse e ` absidato. due vani, uno dei quali e & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` rimasto del cenE AMBIENTALE Poco e tro storico originario. Le case sono disposte attorno alla chiesa di San Raffaele Arcangelo, la parrocchiale costruita nel 1820 e ricostruita completamente dopo il 1950. Ha l’impianto a una navata e al suo interno conserva alcuni pregevoli dipinti dell’Ottocento. Altro ` il Centro interedificio interessante e nazionale sperimentale di arti visive, ospitato nei locali del Comune dal 1982. Si tratta di un museo di arte con` andato formando temporanea che si e su iniziativa dell’amministrazione comunale con il concorso di numerosi artisti di livello internazionale. Tra le molte opere che vengono ospitate nella palazzina comunale vanno ricordati i murali della sala consiliare, alcune opere di Maria Lai e di altri importanti pittori e scultori. Di grande interesse sono le torri costiere di capo Boi, della Fortezza Vecchia, di Cala Caterina, dell’isola dei Cavoli, di Porto Giunco, di San Luigi, di Columbaria, di Cala Pira. Il tratto di costa che fa parte del territorio del comune di V. si estende da Cala Pira a capo Boi e comprende il ` un promontorio di capo Carbonara. E tratto di costa accidentato, ricco di isolotti e di scogliere di spettacolare bel` stato istituito un lezza, lungo il quale e parco nazionale marino (= Parchi Na` guardato da una serie di zionali). E torri litoranee, poste in posizioni stra` la torre tegiche, delle quali la prima e di Cala Pira, situata 10 km a nord del` . L’edifil’abitato nell’omonima localita ` del cio fu costruito nella prima meta ` attualmente in buone Seicento ed e condizioni; al suo interno aveva un am-

pio locale con volta, rafforzato da un pilastro centrale; era armato da una spingarda e servito da una piccola guarnigione. A poca distanza, collocata sulla prospiciente isola di Serpentara, si trova la torre di San Luigi, posta nel ` elevato dell’isola, dalla punto piu quale si gode un panorama eccezionale. L’edificio, di forma troncoconica, ` del Seifu costruito nella prima meta ` in cattivo stato di conservacento ed e zione. Al suo interno conserva un ampio locale con volta a cupola, rafforzato da pilastri e costoloni; era potentemente armato con cannoni e servito da una guarnigione comandata da un al` a sud, in prossimita ` di Porto caide. Piu Carbonara, sorge la torre di Porto Giunco, costruzione del 1578 in discrete condizioni di conservazione. L’edificio ha forma troncoconica e conserva al proprio interno un ambiente con volta a cupola; era adibito all’osservazione, armato con una spingarda e servito da una piccola guarnigione. ` a sud si trova la torre dell’iAncora piu ` sola dei Cavoli, situata nel punto piu alto dell’isola omonima dal quale si gode un panorama eccezionale. L’edi` di noteficio fu costruito nel 1591 ed e voli dimensioni; il suo stato di conser` mediocre. Ha tre piani e al vazione e primo conserva un locale con volta a cupola, rafforzato da un pilastro; era potentemente armato con cannoni e servito da un’adeguata guarnigione. Nell’Ottocento, quando la torre fu dismessa, le fu addossato l’edificio del faro. Prospiciente l’isola dei Cavoli, lungo la costa, si trovava la torre di Cala Caterina, costruita nel 1591 e oramai completamente distrutta. Ancora ` avanti, sul porticciolo di V., e ` posta piu la torre della Fortezza Vecchia, si tratta di un edificio imponente costruito nel secolo XVIII a cui nel 1800 fu aggiunta una struttura a stella. Il nucleo origina-

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Villasor rio aveva una pianta triangolare nella quale la struttura aggiunta, consistente in tre spuntoni triangolari, uno per vertice, si inserisce perfettamente, conferendo al complesso l’aspetto di ` apuna piccola fortezza. Alla torre e poggiata una cortina muraria piuttosto ampia, che culmina con un camminamento di ronda. Al suo interno la fortezza conserva diversi ambienti, era armata da un adeguato numero di cannoni e servita da una grossa guarnigione. Il sistema delle torri del litorale ` chiuso dalla torre di Capo Boi, 10 di V. e km a ovest dell’abitato, posta in posizione panoramica in direzione di Cagliari. L’edificio fu costruito nel 1591 ` in discrete condizioni di conservaed e zione. Ha una forma troncoconica, svolgeva una funzione di osservazione ed era servito da una piccola guarnigione. Nelle acque marine prossime al paese si trova la Madonna del Naufrago, grande statua in trachite rosa, alta 3,20 m e opera dello scultore Pinuccio Sciola (=), che nel luglio del 1979 fu collocata su un fondale marino ` in prossimita ` delle a 11 m di profondita coste dell’isola dei Cavoli per invocare la protezione della Madonna sui naufraghi e sugli appassionati del mare. In occasione della ricorrenza, nella seconda domenica di luglio, nel quadro della sagra della Madonna del Naufrago la statua viene raggiunta da un gruppo di sub che vi depongono una corona di fiori. Nel 1985 vi fu deposta una lampada sempreviva in acciaio inossidabile benedetta da papa Giovanni Paolo II in occasione del suo viaggio in Sardegna. L’intero complesso di spiagge che caratterizzano i ` di grande bellitorali del villaggio e lezza; in particolare il complesso che comprende il promontorio del Capo Carbonara con l’isola di Serpentara e lo scoglio di Piscadoreddus.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano il patrimonio delle tradizioni del villaggio; tra queste quella della Candelora che si svolge il 2 febbraio. Per l’occasione la Purificazione della Madonna viene ricordata con una messa durante la quale si svolge un rito singolare con l’offerta, a cura di un comitato femminile, di alcuni doni simbolici. I doni (un grosso cero, un dolce di pasta di mandorle che riproduce la chiesa, del vino e alcuni piccioni) vengono portati in chiesa dalla prioressa, dalla sua vicaria, da alcune assistenti, queste ultime non sposate, e da una madrina che `. porta il simulacro del Bambino Gesu Il piccolo corteo giunge all’altare dove il Bambino e il cero vengono deposti ai piedi della statua della Madonna. Subito dopo ha inizio la messa durante la quale vengono benedette altre candele che vengono distribuite ai fedeli e accese; subito dopo gli stessi conducono in processione il cero e gli altri doni. Un tempo gli agricoltori traevano dalla maggiore o minore vivezza delle fiamme delle candele gli auspici per il raccolto. Un’altra suggestiva e significativa festa si svolge nella seconda domenica di luglio in onore della Madonna del Naufrago. La festa ha avuto inizio nel 1979; per l’occasione numerosi subacquei raggiungono la statua sommersa per deporle sul capo corone di fiori.

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Villasor Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 20, con 7065 abitanti (al 2004), posto a 25 m sul livello del mare al centro della piana campidanese, una trentina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Parte Ippis Giossu. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da oriente a occidente, si estende per 86,61 km2 e con-

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Villasor fina a nord con Villacidro, Serramanna e Nuraminis, a est con Monastir e San Sperate, a sud con Decimomannu, Decimoputzu e Vallermosa, a ovest ancora con Vallermosa. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque. A breve distanza dal paese il rio Mannu riceve il Malu, affluente di sinistra, e prosegue il suo tragitto verso gli stagni di Cagliari. V. comunica per mezzo della statale 196 che da Decimomannu si dirige verso Sanluri; da questa si distaccano inoltre, verso est, una strada per Monastir, e verso ovest una per Villacidro. Il paese dispone anche di stazione ferroviaria lungo la linea Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo prenuragico che documentano come fosse continuativamente frequentato dall’uomo. Il centro attuale ha probabili origini romane; nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Parte Ippis (Gippi). Quando nel 1258 il giudicato di Cagliari fu debellato e diviso, il villaggio fu incluso nei territori che andarono al conte di Capraia; all’estinzione della sua di` nelle mani del giuscendenza passo ` Mariano dice d’Arborea. Nel 1295 pero II lo cedette al Comune di Pisa e prima della fine del secolo il villaggio venne amministrato da funzionari pisani. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae; ` nel 1326 fu stipulata la sequando pero conda pace tra Pisa e Aragona, il villaggio fu nuovamente concesso in feudo al Comune di Pisa. V. rimase cosı` compreso nel grande feudo che Pisa conti` a sfruttare fino allo scoppio della nuo prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV nel 1353. Allora i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono con il giudice d’Arborea; per tutto il restante periodo

del secolo XIV il villaggio rimase in suo possesso ma soffrı` notevoli danni a causa delle guerre. Caduto il giudicato d’Arborea, nel 1420 fu concesso in feudo a Giovanni Civiller che vi fece costruire la Casa Forte. Successiva` dai Civiller ai De Besora mente V. passo alla cui estinzione, dopo una complessa vicenda giudiziaria durata alcuni anni, nel 1506 pervenne a Giacomo Alagon (=). Nei secoli successivi ` a rimanere agli il territorio continuo Alagon che nel 1537 ebbero il titolo di conti di V.; nel 1580 regolamentarono i loro rapporti con gli abitanti del villaggio emanando i Capitoli di grazia. Nel 1593 V. divenne marchesato e fu la capitale amministrativa del feudo degli ` notevolmente per Alagon; si sviluppo la presenza del regidor e degli altri uffici dell’amministrazione baronale. Al` del l’estinzione degli Alagon, alla meta ` ai De Silva, che secolo XVIII, V. passo continuarono a tenerlo fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella `a provincia di Cagliari; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita omonima provincia. Della situazione economica e sociale del paese ` dell’Ottocento ci nella prima meta parla il Dizionario del Casalis: «L’agro ` fecondo, e produce copia di cene e reali e civaje, uve e frutta di ogni spe` di cie. L’ordinaria seminagione ne e starelli 18 000. Le piante fruttifere si ` possono calcolare a 1500. Il bestiame e anche un prodotto considerevole di V. ´ da quei terrazzani vi si manperocche tengono 500 vacche, 540 buoi, 300 capre, 7500 pecore, 250 cavalli, 500 asini e 500 majali. In questo territorio evvi una sorgente di acqua minerale e termale detta Acqua Cotta. Presso ad un’eminenza in cui termina la catena delle colline Guttur-e-Forru scaturisce a

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Villasor larga vena un’acqua limpida e calda, la quale dopo breve tratto va a mescolarsi con quelle d’un vicino rio. Il Fara fa menzione di questa sorgente, e ne loda ` medicinali. La sua tempele sue virtu ratura si mantiene costantemente al 32ºB. L’analisi chimica scoprı` in quest’acqua la presenza del solfato di calce, di soda, del muriato di calce e del jodio. In occasione di feste popolari, si tengono in V. alcune annue fiere, nelle quali per altro non si fanno che piccole contrattazioni. Dal commercio delle derrate e del vario bestiame ne ridondano a favore dei villasoresi lire nuove 65 000. Tra il selvaggiume portato dagli abitanti di V. sui mercati di Cagliari vi si veggono fagiani, specie per l’addietro ignota nell’isola; vuolsi sian essi di ` dalla quelli che il re Carlo Felice porto Sicilia in Sardegna, e che qui, riacqui`, abbiano fistata la nativa loro liberta gliato. I Frati minori dell’osservanza della provincia di Cagliari, denominata di s. Saturnino, furono nel 1610 introdotti in V., e ne ebbero la chiesa dell’arcangelo s. Michele. Questo comune novera 435 case, 486 famiglie e 2061 ´ tutti abitanti, i quali sono pressoche dediti all’agricoltura ed alla pastorizia. Vi sorge un castello che venne fabbricato nell’anno 1415: di esso si fa menzione in una pergamena esistente nell’archivio arcivescovile di Cagliari, nella quale leggesi che Pietro, arcive` , col suo capitolo scovo di questa citta concedeva a Giovanni Sinelleris, signore della spopolata villa di Sorres, ` di fabbricare sui ruderi della facolta l’antica chiesa parrocchiale un castello in difesa dei nuovi abitanti che questi voleva stabilirvi. Da un tal documento si riconosce, che il luogo di Sorres, sulle cui rovine sorse poi V., era stato ridotto a deserto per l’accanita guerra che da oltre 50 anni ardea tra gli arboresi e gli aragonesi». A partire

` dell’Ottocento la dalla seconda meta ` florida agricoltura si sviluppo ` a V. gia ulteriormente e fu affiancata da al` manifatturiere. cune attivita & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura (carciofi, barbabietola), la frutticoltura, la viticoltura e la cerealicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini, suini, equini e pollame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando ` industriale nei settori anche l’attivita alimentare, lattiero-caseario, dei mangimi per la zootecnia, della lavorazione del legno, della metallurgia, dei ` discretamente sviluppata la laterizi. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 12 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi. V. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, due sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e quella del circolo culturale e teatrale Fueddu e Gestu. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 7169 unita di cui stranieri 71; maschi 3592; femmine 3577; famiglie 2296. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 55 e nati 45; cancellati dall’anagrafe 199 e nuovi iscritti 127. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 418 in migliaia di lire; versamenti ICI 2121; aziende agricole 698; imprese commerciali 263; esercizi pubblici 30; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 106; ambulanti 6. Tra gli indicatori sociali: occupati 2075; disoccupati 400; inoccupati 503; laureati 46; diplomati 613; con licenza media 2332; con licenza elementare 2119; analfabeti 176; automezzi circolanti 2636; abbonamenti TV 1865.

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Villasor PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio comprende numerose testimo` nianze che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A quest’ultimo periodo risale il sito di Cresia Is Cuccurus, un villaggio piuttosto esteso ` stato individuato in localita ` Crache e bai, a qualche chilometro dall’attuale abitato, riconducibile a un periodo tra il Neolitico recente e l’Eneolitico (3240-2300 a.C.), nell’ambito della cultura di Ozieri e di quella di Monte ` stata trovata Claro. Durante gli scavi e la celebre statuina in marmo della Dea Madre, attualmente esposta al Museo nazionale di Cagliari. Sono interessanti anche alcuni siti del periodo nuragico, tra cui il nuraghe Su Sonatori, che si trova nei pressi delle sorgenti di ` costituito da un nuS’Acquacotta ed e raghe monotorre circondato dai resti di un villaggio con numerose capanne. E ancora il sito di Bruncu ’e Su Laccu, complesso archeologico di grande interesse, costituito da un nuraghe del tipo a torre, attorno al quale sono stati individuati i resti di un insediamento romano che ha restituito tracce di edifici e qualche tomba. Infine il territorio conserva alcuni insediamenti del periodo romano. Le campagne oggi comprese nel territorio del comune furono sfruttate in quel periodo come zona granaria di grandissima importanza. ` porto ` all’insediamento di piccoli Cio nuclei abitati, destinati a residenza di schiavi e coloni, fornita di un piccolo centro termale. Quest’ultimo era si` S’Acquacotta, in prostuato in localita ` della sorgente d’acqua minesimita rale, lungo la strada per Samassi. Gli altri insediamenti sono stati individuati a Sa Coranduedda, Santu Jaccu, Santu Pedru, Santa Luxia, Santa Vida Beccia e Santu Miali; si tratta di minuscoli insediamenti che hanno resti&

tuito tracce di abitazioni, costruite con tecnica rudimentale, e tombe del tipo a cassone con interessanti corredi. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese conserva ancora numerose case tradizionali costruite in mat` diri) e abbellite toni di terra cruda (la dal porticato interno (lolla) che si affaccia sulla corte cui si accede dal portale ` posta la in pietra. Al centro del paese e chiesa di San Biagio, parrocchiale fatta costruire dagli Alagon nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi. Pur avendo subı`to numerosi restauri nel corso dei secoli successivi, dell’impianto primitivo conserva al suo interno due cappelle e all’esterno un portale e l’imponente torre campanaria. A poca distanza dalla chiesa sorge la Casa Forte, un edificio che fu fatto costruire da Giovanni Civiller signore di V. nel 1415 per difendere il territorio del Parte Ippis dalle continue scorrerie dei pastori barbaricini che terrorizzavano le popolazioni circostanti. In seguito fu utilizzato da tutte le famiglie che possedettero il feudo di V. come sede dell’amministrazione baronale e talvolta come temporanea residenza. Dopo il riscatto dei feudi nel corso del secolo XIX fu acquistato da privati e adibito a deposito di grano e a casa rurale; dopo il 1980 l’amministrazione comunale lo ha finalmente acquistato, fatto restaurare e adibito a centro culturale. Si tratta di una costruzione con una pianta a U, dai muri molto spessi, cinta da una cortina merlata. Sulla facciata si aprono un grande portale e al primo piano alcune eleganti finestre in stile catalano-aragonese, finemente lavorate. Nell’abitato sorgono anche la chiesa e il convento di Sant’Agostino: un complesso del secolo XVII dei Cappuccini che lo possedettero fino allo scioglimento dell’ordine. Infine la chiesetta di Santa Vitalia, del secolo

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Villaspeciosa XV, che fu chiusa al culto nel 1888 per´ la struttura era in precarie condiche `. zioni di stabilita & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di particolare importanza sono alcune feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tradizioni della comu` . Tra queste quella in onore di San nita Biagio si svolge il 3 febbraio con un intenso programma di manifestazioni che culminano nella benedizione dei fedeli con i ceri incrociati e nella distribuzione del ‘‘pane di San Biagio’’. ` quella in Altra grande festa popolare e onore di Sant’Antioco che si svolge 15 giorni dopo Pasqua e si conclude con una spettacolare sfilata di gruppi in costume e di carri a buoi (traccas) riccamente addobbati. Infine di suggestiva ` il costume. L’abbigliamento bellezza e ` costituito da tradizionale femminile e una camicia bianca in panno con ricamo ai polsi, cosı` lunga che serve anche da sottogonna, e da una gonna plissettata (sa unnedda) di seta a linee verticali di color paglierino o marrone di ` diverse, arricchita da cinque tonalita una balza di velluto nero. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato e seta a sfondo verde, guarnito con trina dorata e stoffe di colori vari. Sopra la gonna si indossa il grembiule di seta viola ornato con un ricco pizzo nero. ` completato da uno L’abbigliamento e scialle di lana o di seta color viola o verde e dai ricchi gioielli. L’abbiglia` costimento tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela e dai calzoni ugualmente di tela. Sopra la camicia si indossa un gilet di panno nero; sopra i pantaloni il gonnellino di panno nero e le ghette dello stesso tes` completato dalla berritta suto. Il tutto e di panno nero.

Villaspeciosa1 Comune della provincia di Cagliari, compreso nel Comprensorio n. 20, con 1947 abitanti (al 2004),

posto a 12 m sul livello del mare nella piana campidanese, una ventina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 27,35 km2 e confina a nord con Decimoputzu, a est con Decimomannu, a sud con Uta e con un’isola amministrativa di Decimomannu e a ovest con Siliqua. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque. A breve distanza dal paese scorre il rio Mannu, che si dirige verso lo stagno di Cagliari. Il paese si trova a breve distanza dalla superstrada 130 Cagliari-Iglesias, cui si collega con una breve bretella che poi prosegue verso nord, sino a raggiun` vicina stagere Decimoputzu. La piu ` a Decimomannu (2 zione ferroviaria e km), dove la linea in arrivo da Cagliari si divide in due rami, uno per Oristano e l’altro per Iglesias. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che documentano la presenza continuativa dell’uomo almeno fino al secolo VIII. Tra il secolo VIII e il X, con l’abbandono, per motivi finora sconosciuti, del centro di San Cromazio, il territorio si spo`; rimase deserto fino al secolo XI. polo Apparteneva al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria di Decimo` del secolo mannu. Nella seconda meta XI fu donato dai giudici di Cagliari ai Vittorini che vi fecero costruire la chiesa di San Platano, attorno alla ` l’attuale paese. Caquale si sviluppo duto il giudicato di Cagliari, quando nel 1258 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, il villaggio fu compreso nella parte assegnata ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando i due rami

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Villaspeciosa della famiglia fecero una divisione tra ` al ramo del conte Gheloro, V. tocco rardo i cui discendenti, prima della spedizione dell’infante Alfonso, prestarono omaggio al re d’Aragona riuscendo cosı` a conservarne il possesso. ` avevano da tempo un contraEssi pero sto con i De Ac ¸en (=) sul possesso di alcuni territori nella curatoria. Il contrasto fu chiuso nel 1328 e il villaggio finı` per essere riconosciuto a Pietro de ` gli fu sequestrato Ac ¸en. Poco dopo pero e nel 1331 assegnato a sua nipote Preziosa che si era sposata con Matteo Montpalau. Negli anni successivi la sua popolazione diminuı` a causa della peste del 1348 e quando nel 1353 scop` la prima guerra tra Mariano IV e pio Pietro IV V. fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea e subı` gravi danni. Negli stessi anni il villaggio ` a Giacomo de Ac torno ¸en che si era sposato con una delle figlie del Montpalau; poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Gia` col giudice e il villagcomo si schiero gio fu occupato dalle truppe arborensi e subı` nuovi danni. In questo confuso periodo, nel 1374 fu concesso a Giordano de Toulon (=), che aveva sposato la figlia ed erede di Giacomo de Ac ¸en ` riuscı` a venirne in pos(=); egli pero sesso solo dopo la pace di Sanluri nel ` il paese fu nuova1388. Nel 1391 pero mente occupato dalle truppe giudicali e nuovamente danneggiato; dopo la battaglia di Sanluri i De Toulon riuscirono a rientrarne in possesso ma nel ` che, a 1442 lo vendettero ai Torello loro volta, nel 1464 lo vendettero a Giacomo Aragall. L’Aragall unı` V. al suo grande feudo sulcitano; nei secoli suc` dagli Aragall ai Bellit, ai cessivi passo Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 V. fu incluso nella provincia di Ca` a far parte della gliari; nel 1848 entro

divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia omonima. Brevi le note inserite nel Dizionario del Casalis, dove si legge: «I ` notevoli di V. sono i ceprodotti piu reali, le civaje, frutta d’ogni specie, ed il vario bestiame. Questo comune novera 122 case, 123 famiglie e 467 abitanti. In questo territorio compajono frequenti traccie dell’antico e celebre acquedotto cagliaritano, dalle quali si ` di leggieri riconoscere la parte inpuo feriore del condotto, l’ampiezza dello speco e la spessezza delle mura late` il maggiore rali. Quest’acquedotto e fra quanti furono aperti in Sardegna, siccome quello che percorreva una li` dalla sorgente di nea di 45 000 m, cioe San Giovanni de Ucch-e-rutta (Bocca di ` la porta Ge `sus grotta) sino a dove oggi e in Cagliari. Questa grand’opera venne eseguita durante la dominazione romana; e dalla forma triangolare dei mattoni, v’ha chi la riferisce agli estremi tempi della repubblica o ai ` nella sua inprimi dell’imperio. Duro ` fino alle invasioni o dei barbari tegrita del settentrione, o degli arabi africani e spagnuoli, che ne distrussero quanto ` molto era apparente. Questo villaggio e antico. In vecchie carte troviamo che nel 1441 Galzerando Guglielmo e Giovanni Torrellon comperarono con molte altre terre V. da Giordano de Tolo, catalano, alla cui famiglia era stato infeudato con altri villaggi dal re D. Alfonso V, con diploma del 4 marzo 1421, speditogli da Palermo in rimunerazione dei servigi prestati. V. veniva compreso nella baronia di Monastir». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup-

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Villaspeciosa ` industriale nei pando anche l’attivita settori estrattivo, alimentare, lattierocaseario, dei laterizi e della metallur` sufficientemente organizzata la gia. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee e Servizi. V. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1865 unita di cui stranieri 16; maschi 926; femmine 939; famiglie 583. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 13 e nati 17; cancellati dall’anagrafe 48 e nuovi iscritti 59. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 714 in migliaia di lire; versamenti ICI 569; aziende agricole 213; imprese commerciali 64; esercizi pubblici 8; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 471; disoccupati 100; inoccupati 140; laureati 11; diplomati 149; con licenza media 588; con licenza elementare 532; analfabeti 64; automezzi circolanti 649; abbonamenti TV 588. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo fin dal periodo nuragico, in particolare il com` dove, plesso di Cuccureddus, localita in cima alla collinetta omonima, sorge il complesso nuragico di Cilixianu. ` costituito da un nuraghe monoEsso e ` stato indivitorre attorno al quale e duato un villaggio nuragico composto da capanne circolari, vicino alle quali si trova un tempio a pozzo che sfrutta una falda tuttora esistente. Ma il sito di ` quello di San Cromaggiore interesse e mazio, centro tardoromano che comin-

` a essere abitato a partire dal secolo cio ` III e rimase in vita fino all’VIII. Il sito e stato scavato recentemente e ha restituito un villaggio rurale che consta di due parti separate da una strada: in quella a est sono stati riportati alla luce i muri perimetrali di un gruppo di abitazioni modeste, in quella a ovest sono stati individuati un cimitero con numerose tombe singole o a gruppi, una chiesa e una zona termale. Di particolare interesse sono i resti della chiesa, che conserva un pavimento ornato da due mosaici, uno del secolo IVe l’altro del VI, ornati con simboli cristiani, e un battistero anch’esso con pavimento a mosaico.

Villaspeciosa – Decorazioni lapidee della chiesa di San Platano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva l’assetto tradizionale con molte case costruite ` diri) e afin mattoni di terra cruda (la facciate sulla corte alla quale si accede da un portale in pietra. Al centro dell’abitato si trova la parrocchiale della Vergine dell’Assunta, chiesa secentesca con l’impianto a una navata. La co` pero ` la struzione di maggior pregio e chiesa di San Platano, romanica, situata alla periferia del villaggio in ` dell’antico centro di San prossimita Cromazio. Fu costruita nel corso del secolo XII dai Vittorini che si servirono di maestranze provenzali e di altre

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Villaspeciosa maestranze che concorsero a dare alla chiesa un aspetto singolare rispetto agli altri edifici fatti costruire da questi monaci nello stesso periodo. L’interno ha una pianta a due navate scandite da solidi pilastri e chiuse da due ` in legno a caabsidi; la copertura e priate. La facciata ha due portali che richiamano la struttura dell’interno ed ` arricchita da un campanile a vela. e ` arricchita Costruita in conci bicolori, e da materiale lapideo in marmo probabilmente proveniente dal contiguo centro di San Cromazio. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` memoria delle antiche tradizioni e conservata in alcune feste popolari tra cui quella in onore di San Platano, che si svolge l’ultima domenica di agosto presso la chiesetta omonima. I festeggiamenti hanno inizio sin dalla settimana precedente: il martedı` alcuni carri trainati da buoi si recano lungo le rive del Cixerri e caricano i paletti e le frasche con i quali vengono costruite attorno alla chiesa delle tettoie dove troveranno riparo i partecipanti ai festeggiamenti, che si concluderanno in una gigantesca maccarronada (distribuzione di pastasciutta). Altra festa im` quella della Madonna del portante e Rosario: si svolge la terza domenica di novembre e viene celebrata per sciogliere un voto in onore alla Madonna del Rosario. Viene detta festa de su dixiasetti in riferimento alla data del 17 novembre del 1892, giorno in cui si ve` una terribile alluvione che corifico strinse la popolazione a lasciare le case e a rifugiarsi sul sagrato della chiesa parrocchiale dove miracolosamente fu risparmiata.

Villaspeciosa2 Area archeologica in lo` San Cromazio, nel comune di Vilcalita laspeciosa, dove nel 1973 fu identificato un grande mosaico pavimentale policromo, di circa 14 x 8 m. Nell’area

si sono svolti scavi regolari nel 1974, nel 1977, negli anni 1980-1982 e ininterrottamente dal 1998 al 2005. Queste ultime campagne di scavo sono state effettuate grazie all’intesa fra il Diparti` di Sasmento di Storia dell’Universita sari, la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano e il Comune di Villaspeciosa. Allo stato attuale delle ricerche possiamo dire che sul sito sorgeva un piccolo villaggio ` romana, con ogni probabilita ` una di eta mansio, collegata ovviamente al sistema viario del Basso Campidano. Sono presenti resti di abitazioni, fra cui spicca una casa strutturata intorno a un cortile su cui affacciano quattro stanze, molto simile alle attuali case campidanesi; sono stati identificati anche un cortile con la presenza di vasche a tenuta idrica, forse relative a una fullonica (laboratorio per la tintura delle stoffe) e alcune stalle con pavimento basolato. In questo contesto ` forse gia ` da epoca alto-im(in attivita periale) vengono a inserirsi dapprima un piccolo impianto termale (sec. III) e successivamente il vano mosaicato che ` pertinente alla pavimentazione di e una chiesa. La chiesa fu edificata alla fine del secolo I-inizi del secolo V e ristrutturata nel corso del secolo VI. Attorno alla chiesa sorge un piccolo cimitero che conta al momento poco meno di settanta tombe. Della chiesa esiste una menzione tarda, del secolo XIV, che la identifica come la iglesia de San Gromar. L’intero complesso appare tuttavia abbandonato prima, almeno attorno ai secoli X-XI. [GIAMPIERO PIANU]

Villaurbana Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVI Comu` montana, con 1794 abitanti (al nita 2004), posto a 84 m sul livello del mare una ventina di chilometri a oriente di Oristano. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano.

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Villaurbana TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 58,48 km2 e confina a nord con Siamanna, a est con Ruinas e Mogorella, a sud con Usellus e Villa Verde e a ovest con Palmas Arborea e Oristano. Si tratta di una regione di basse colline che a nord e a ovest confinano con la piana campidanese e a sud si sollevano gradatamente verso i maggiori rilievi della regione, il monte Arci e la Giara di Gesturi. A est del paese scorre il rio San Crispo, affluente del Tirso, e a ovest il Tumboi, che si dirige invece verso gli stagni di ` attraversato Santa Giusta. Il paese e dalla strada secondaria che da Simaxis si dirige verso Usellus. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico. Il ` di origine punico-rocentro attuale e mana; secondo la tradizione deriva da un insediamento sorto lungo la strada che da Neapolis portava a For um Traiani. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Campidano di Simaxis, ai confini con quelle di Bonorcili e di Usellus. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, nel 1409 fu incluso nel marchesato di Oristano, del quale fece parte fino al 1477 quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon. A partire dal secolo XVI prese il nome attuale di V. e difese orgogliosamente il privilegio di essere amministrato direttamente da funzionari ` nel 1767 fu costireali. Quando pero tuito il marchesato d’Arcais per Da` a farne miano Nurra (= Nurra3 ) entro parte. Invano i suoi abitanti protestarono per questa limitazione arrivando anche a rifiutare apertamente il pagamento dei tributi; il vincolo fu mante` dai Nurra ai nuto e V. nel 1804 passo Flores d’Arcais ai quali fu riscattato &

nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella pro` a far vincia di Oristano; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima e ricostituita provincia. Brevi le note nel Dizionario del Casalis: «Il territorio di ` bagnato da un rio che si scarica nel V. e Tirso. I prodotti principali ne sono il grano, l’orzo, le fave, il lino, le frutta ` considerevole ed il vario bestiame. E il prodotto che si trae dalla coltivazione degli olivi. Nell’agro di V. sono compresi molti terreni arativi di spet` di Oritanza dell’Ospedale di carita stano. Nell’estesa giogaja dell’Arci, in molte parti coperta di folte selve, annidano daini, cinghiali, volpi e lepri, che compensano largamente le fatiche del cacciatore. Le montagne anzidette sono ricche di minerali. Questo comune novera 277 case, 287 famiglie e ´ 1010 abitanti, i quali sono pressoche tutti agricoltori e pastori. V. nell’ultima ` del secolo XIV, quando Leonora meta insieme coi sardi conchiuse la pace col re d’Aragona, concorse cogli altri comuni del dipartimento all’elezione del sindaco della curatoria, che coi sindaci degli altri cantoni dovea giurar la pace e sottoscrivere il trattato». Nel 1928 V. ebbe come frazioni i villaggi di Siamanna e di Siapiccia che solo nel 1947 riacquistarono la propria autonomia. Quando poi nel 1974 fu ricostituita ` a la provincia di Oristano, V. entro farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale una molto modesta attivita nel settore dell’edilizia. Modesta la rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e

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Villa Verde ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1859 unita di cui stranieri 4; maschi 930; femmine 929; famiglie 636. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 17 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 27 e nuovi iscritti 41. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 355 in migliaia di lire; versamenti ICI 754; aziende agricole 363; imprese commerciali 91; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 483; disoccupati 84; inoccupati 117; laureati 14; diplomati 159; con licenza media 601; con licenza elementare 528; analfabeti 116; automezzi circolanti 632; abbonamenti TV 544. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un ricco patrimonio di testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo dal periodo neolitico. In particolare, di grande interesse sono i nuraghi di Bamendula, Bidella, Bingias Beccias, Cabras, Craddaxius, Mendula, Modo, Peru Enna, Pranu Putzu, Procilis, Sa Mitza, Vittus. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato il suo assetto caratteristico con le grandi case in pietra abbellite dal porticato (lolla) che si affaccia sulla corte. L’edificio di ` la chiesa parrocmaggior pregio e chiale di Santa Margherita: fu costruita tra il 1715 e il 1717 in forme barocche sulle rovine di una chiesa precedente di stile romanico databile ` del secolo XIII. Delnella prima meta l’antico edificio rimane il fonte battesimale, che presenta una vasca ovale

nella quale sono scolpiti la Madonna, ` Bambino e San Giovanni Battista. Gesu Nella chiesa sono inoltre conservati due simulacri della santa, uno dei quali (Santa Mragaida Manna) secondo una leggenda sarebbe stato ritrovato nel periodo dell’iconoclastia, quando le statue si nascondevano sottoterra per evitarne la profanazione. La statua ` collocata in una nicchia dalla quale e ` essere levata solo quando sia la puo stessa santa a chiederlo, pena lo scatenarsi de S’ira de Deus su chi disobbe` piccola (Santa Mradisse. L’altra, piu ` quella che in occasione gaidedda), e della festa viene portata in processione. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari va ricordata in particolare quella in onore di Santa Margherita che si svolge il 20 luglio. Per l’occa` piccola della santa sione la statua piu viene accompagnata in processione per le vie del villaggio riccamente addobbate con arazzi e rami verdi.

Villa Verde Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVII Comu` montana, con 395 abitanti (al nita 2004), posto a 204 m sul livello del mare alle falde orientali del monte Arci. Regione storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 17,34 km2 e confina a nord con Villaurbana, a est con Usellus, a sud con Ales e a ovest con Pau e con Palmas Arborea. Si tratta di una regione collocata tutta alle pendici del monte Arci, che culmina a ovest con la punta Trebina Longa, 812 m; mentre a ovest si stende il breve avvallamento che separa questo rilievo dalla Giara di Gesturi. Nei pressi del paese scorre il rio Mannu, che va a confluire nel bacino artificiale realizzato nei pressi di Mogoro per avviare la bonifica di Arbo-

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Villa Verde rea. Il paese comunica per mezzo di una breve bretella che si distacca dalla statale 442, nei presi di Ales, e tocca anche Pau. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico ma l’attuale centro e di origine medioevale. Appartenne al giudicato d’Arborea, fu incluso nella curatoria dell’Usellus ed era conosciuto come Bannari. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, prima del 1430 fu incluso nei territori donati a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Car` a far parte roz. Cosı` il villaggio entro del grande feudo di Quirra; nei secoli successivi, estinti i Bertran Carroz ` ai Centelles e poi ai Borgia, ai passo ` e infine agli Osorio ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia omonima. Lo studioso Vittorio Angius scrive del paese, che chiama ancora Bannari, delle note che si riferiscono alla sua situazione ` economica e sociale nella prima meta dell’Ottocento (nel Dizionario del Casalis): «Componesi questo paese di 103 case disposte lungo cinque strade niente regolari, delle quali alcune solamente sono selciate. La popolazione numerossi nel 1805 di 331, nel 1826 di 421, nel 1833 di 450 anime distribuite in famiglie 100. Nascono ordinariamente 20, muojono 14, e ogni due anni si con` frequenti traggono 5 matrimoni. Le piu malattie sono le perniciose, e le pleurisie. Pochissimi sono quelli che oltrepassino il 60º. Le donne maritate e ve` del solito fazzoletto portano dove al piu quando si abbigliano una mantellina di ` nero in forma di grembiule con i taffeta nastri pendenti alla guancia destra. Il comune divertimento sono i balli. Sti-

mansi questi contadini gente laboriosa e parca. Sono pochissimi quei che eser` necessarie. La comocitino le arti piu ` delle acque ha fatto che si stabilisdita sero quattro concie, in cui sono manifatturate le pelli e i cuoi del mandamento, della Marmilla, e di molti paesi del Campidano d’Oristano. Le donne tessono panni lani e lini per uso proprio in 30 telai. La scuola normale conta 8 fanciulli. Il territorio di dotazione di questo comune riconoscesi molto adatto ai cereali. Il suo monte di soccorso per l’agricoltura fu stabilito di starelli 500 (litr. 24 600), e di lire sarde 495 (lire nuove 950.40); e nello stato del 1833 il primo avanza a starelli 500, il secondo era ridotto a lire sarde 495.11. Oltre del grano si semina pure orzo, fave e lenticchie, e l’ordinaria ` del quindecuplo. Il fruttificazione e raccolto del lino avanza a cantara 100 (ch. 4065). Coltivano cavoli, lattughe, cardi, cipolle, melingiane, zucche, aglio, rape, e ravanelli. Nelle vigne ` di 16 varieta ` d’uve, sono mescolate piu e se ne hanno vini assai preziosi, principalmente la malvasia, la vernaccia, il ` ne, il semidano, e moscatello, il giro ` piccola la quanmara: essendone pero ` , non se ne ha che ben tenue guadatita gno. Le piante fruttifere sparse nelle vigne sono ulivi, fichi, melogranati, mandorli, meli, susini, e peri. Di questi se ne annoverano da trentaquattro va` , che nel generale producono rieta ` spesso tanta la frutti di ottimo gusto. E copia delle pere, come delle susine, ` vendere nel che quanto non si puo Campidano d’Oristano, e nei dipartimenti di Parte-montis e di Marmilla, basta a ingrassare i molti majali che si hanno nel popolato. Frondeggiano ` quercie, roveri e lecci, pure qua e la ed un considerevole numero di ulivastri. Le tanche e i chiusi occupano ` del territorio. Vi si sequasi la meta

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Villa Verde mina, o vi si introduce a pascolo il be` stiame. In generale questa superficie e ondeggiata a facili eminenze, che tutte sopportano l’aratro. Il solo colle che ` il denonon paja adattato ai cereali e ´ ha minato Monte-e su planu, perche ` distesa in una bella pianura. sommita ` aridissimo, e ricopresi di Il terreno e una sabbia rossastra. Vi si trova la roccia calcarea, della terra buona per istoviglie, e nel sito detto Su-pizzu deis ` lis del piombo solforato (galanza cungia ` tradizione del commercio), del quale e traessero vantaggio i Pisani nel tempo di lor dominazione. Ben poco nume` il bestiame grosso e minuto che roso e ´ anche a si educa, non sommando ne 2000 capi: i buoi e le vacche nel 1833 erano 500, i porci 80, le capre 400, le pecore 300, le cavalle 20, i giumenti 300. I formaggi riescono secondo la manipolazione. I giovenchi, capretti, agnelli si vendono agli agricoltori dei ` paesi vicini, ed ai macellai esteri, gia provveduto la beccheria del paese. Non manca il selvaggiume, e ai cacciatori nella vicina selva ben soventi occorrono cinghiali, daini e cervi. Degli uccelli sono assai numerosi i tordi, i merli, i colombi selvatici, le tortori, oltre alcune specie di rapina. Il canto degli usignoli in primavera risuona dolcemente da per tutto ove sia un po’ di `. Siccome non vi ristagnano acamenita ` la quantita ` di uccelli que, cosı` piccola e ` il Banarese a suffipalustri o fluviali. E cienza irrigato. Molte sono le sorgenti, appellate Mizzas dai campidanesi, ` copiosa e ` Mizza-edelle quali la piu ` ni». Nel 1868 il villaggio asmargia sunse il nome di Bannari di Usellus e nel 1927 fu aggregato come frazione a ` la propria autonoUsellus. Riacquisto mia solo nel 1947 e nel 1954 assunse il nome attuale di V.V. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, entro

& ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini e suini. Non vi si ` industriali. sono sviluppate le attivita Modesta la rete di distribuzione com` collegato da aumerciale. Servizi. V.V. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 406 unita di cui maschi 197; femmine 209; famiglie 155. La tendenza complessiva rivelava un lieve aumento della popolazione, con morti per anno 1 e nati 0; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 13. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 233 in migliaia di lire; versamenti ICI 184; aziende agricole 114; imprese commerciali 17; esercizi pubblici 2; esercizi al dettaglio 5; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 89; disoccupati 34; inoccupati 39; laureati 3; diplomati 37; con licenza media 102; con licenza elementare 164; analfabeti 30; automezzi circolanti 113; abbonamenti TV 148. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio offre interessanti testimonianze che documentano la presenza dell’uomo fin dal periodo prenuragico. Al Neolitico infatti risalgono le numerose stazioni sparse nel territorio e utilizzate per la lavorazione dell’ossidiana. Numerosi anche i nuraghi tra cui quelli di Giualli ’e Bruncu ’e Omu, Crabus, Gergui, Mannu, Rualis, San Mauro, Trutturis. Numerosi sono i siti riconducibili al periodo romano, tra questi Bruncu S’Ena che conserva i resti di un piccolo villaggio, probabil-

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Vilucchio mente un accampamento militare posto a guardia della vicina strada. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese conserva nel suo nucleo ` antico alcune case tradizionali abpiu bellite dal tipico porticato interno (lolla) e affacciate sulla corte cui si accede da un portale in pietra. La costru` importante e ` la parrocchiale zione piu di Santa Prisca, di origini molto antiche ma ricostruita recentemente in forme moderne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` caratterile molte feste popolari la piu ` quella in onore dell’Assunta, stica e patrona del paese, che si svolge la domenica dopo Ferragosto e si protrae per due giorni.

Villa Verri Antico villaggio del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria del Fundimonte. Subito dopo la conquista aragonese fu incluso nel grande feudo concesso a Berengario ` , dopo pochi Anglesola al quale pero anni, fu sequestrato per debiti e venduto all’asta. Nel 1331 fu reso a Saurina, figlia dell’Anglesola, e a suo marito Bernardo Senesterra; quando nel ` la guerra tra Genova e 1334 scoppio Aragona, i suoi abitanti vi presero parte ribellandosi apertamente ai feu´ la situazione col trascordatari. Poiche rere degli anni non accennava a normalizzarsi, nel 1343 i Senesterra cedettero V.V. e una parte del Fundimonte a Giovanni d’Arborea, che nel 1347 lo unı` al suo feudo di Terranova. Le vicende dell’infelice principe arborense provocarono nuovi gravi danni al villaggio. A partire dal 1353 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea ed entro ` del secolo si spopolo ` la seconda meta completamente.

Villedieu, Franc ¸ oise Archeologa (n. Marsiglia 1950). Professore nell’Uni` della Provenza, ha avuto espeversita rienze di studio e di scavo a Porto Tor-

res con Attilio Mastino. Tra i suoi scritti: Porto Torres, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Turris Lybisonis. Fouilles d’un site tardif a Porto Torres, ‘‘British Archaeological Report International Series’’, 224, 1984; Turris Lybisonis. Porto Torres. Il contesto delle mura, in Gli insedia` romana e impero tarmenti. Societa doantico, III, 1986; Relations commerciales ´etablies entre l’Afrique et la Sar`me au VIe`me sie`cle, in daigne du IIe L’Africa romana. Atti del III Convegno di studi, 1986.

Villena, Pietro Religioso (?, fine sec. XIV-Santa Giusta 1453). Vescovo di Ales dal 1433 al 1453. Minore Osservante, fu nominato vescovo di Santa Giusta nel 1433, ma per prendere possesso della sede dovette superare l’opposizione del marchese di Oristano.

Vilucchio Nome generico di piante della famiglia delle Convolvulacee. 1. Il v. marittimo (Calystegia soldanella ` un’erbacea perenne, ha fu(L.) R.Br.) e sti striscianti, che crescono da rizomi sotterranei, in grado di propagare la pianta; le foglie sono carnose, a forma di rene, verde lucenti; i fiori sono campanulati, rosa con marcate striature ` chiare; crescono grandi e solitari piu ` una all’ascella delle foglie; il frutto e capsula. Molto comune sui litorali e ` utile per trattenere e sulle spiagge, e consolidare la sabbie; fiorisce in estate. Nomi sardi: campaneddas de mari, mimila marina. 2. Il v. rosso (Convolvulus althaeoides L.), simile al precedente, ha foglie pelose, ovali o divise in lobi profondi e irregolari; i fiori sono ` grandi con corolla rosa intenso, piu ` una capsula scura al centro; il frutto e sferica. Vegeta comunemente negli incolti aridi e su substrati sabbiosi; fiorisce in primavera. Nomi sardi: aligadorza, campaneddas, ligadorza, melamida. 3. Il v. comune (Convolvulus ar-

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Vinati vensis L.) ha fusti erbacei, striati, e cresce sino a 20 cm; le foglie, provviste di breve picciolo, hanno lamina astata, di ` di verde; i fiori campadiverse tonalita nulati sono rosa pallido. Comune nei pascoli e nelle siepi, fiorisce in primavera e in estate. Nomi sardi: melamida pitı`ca, mimı`ra. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Vilucchio – Fioritura a Capo Mannu.

Vinati, Giovanni Battista Religioso (Piacenza 1847-Roma 1917). Vescovo di Bosa dal 1906 al 1916. Ordinato sacer` per anni nel Sedote nel 1870, insegno ` , dove venne anminario della sua citta che nominato canonico e vicario generale. Nel 1906 fu nominato vescovo di Bosa; preso possesso della diocesi, fu anche nominato amministratore apostolico delle diocesi di Iglesias e di Al` a Bosa e si righero. Nel 1916 rinuncio ` a vivere a Roma. tiro

Vincent, Edouard Scrittore (Grenoble 1916-Colombia 2003). Nato da famiglia operaia e operaio egli stesso, aveva poi ` tipoavviato con un cognato un’attivita grafica. Dall’iniziale formazione cattolica era passato all’adesione al Partito Comunista. Sin da giovane aveva ini` ziato ad allontanarsi dalla sua citta ` lunper spingersi, in viaggi sempre piu ` di un caso avventurosi, nei ghi e in piu continenti extraeuropei. Ben presto aveva accompagnato queste esperienze con la stesura di libri dai quali

emerge come non fosse attratto da panorami o da altri dati esteriori ma dal desiderio di conoscere meglio l’uma` , vedere come il concetto di uomo nita si modifica e si arricchisce a mano a mano che si varcano i mari e si percorrono i chilometri. Col tempo si era dato una concezione ideale di ‘‘uomo’’ e da quel momento si era mosso per trovarla inverata in quello che chiamava ` che ‘‘popolo’’, un tipo di umanita avesse conservato una sua essenza e una sua energia originarie, sottraendosi alla tendenza all’appiattimento e allo ‘‘snaturamento’’ indotti dal dominio della classe capitalistica borghese. Sul finire degli anni Cinquanta l’inesausta passione per questa ricerca lo condusse nel mondo mediterraneo. Si ` per qualche tempo in Sicilia e fermo subito gli giunse notizia della Sarde` ben presto segna, dove approdo guendo tre guide d’eccezione: il libro Viaggio in Italia di Guido Piovene, l’inchiesta su Orgosolo di Franco Cagnetta (=) e il film che ne aveva tratto ispirazione, Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta (=). Fu seguendo queste tracce ` a raggiungere Orgosolo che non esito per poi vivere come orgolese tra gli orgolesi, stringendo amicizie nel corso di lunghi soggiorni, frequentando case, osterie e ovili. Ebbe cosı` la materia per il suo primo libro sulla Sardegna, ben presto tradotto in italiano, La passione di Orgosolo, 1970, in cui una trama narrativa gli offrı` il pretesto per cogliere il clima umano del luogo. La sua ` la scrittura di un osservatore partecie pante e in qualche misura anche preoccupato; una scrittura alimentata da una conoscenza dell’ambiente e delle ` tutta sua, frutto di frepersone che e quenza e immedesimazione. Per dare un’idea del suo rapporto con l’isola, V. ` definito e´tranger sympathisant (fosi e restiero simpatizzante); e quando gli si

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Vincenzo de’ Paoli chiese cosa trovava tra i sardi rispose: «Perdiana, ci trovo me stesso!». In Sardegna aveva finalmente scoperto quel ‘‘popolo’’ che aveva cercato nel corso dei lunghi viaggi in tutto il mondo. E cosı` ha continuato per il resto della sua vita, trascorrendo nell’isola pe` lunghi, a descriverne riodi sempre piu la gente in libri che, anche se si presentavano come reportage, ha scritto Man` piccoli lio Brigaglia, sono «in realta saggi antropologici, conditi sempre non solo dal rispetto ma dalla simpatia per gli oggetti della sua osservazione»; ` stata «il suo ultimo la Sardegna e ` uscito Il paese. Tacamore». Nel 1985 e cuino di Orgosolo 1964-1984, traduzione di Luisa Selis Delogu; quindi, tradotti da Aldo Brigaglia: A proposito di Sardegna. Turismo e affari: il caso di Belvı`, 1991; Il treno. La Sardegna del Duemila tra mercato europeo e vocazione mediterranea, 1992; Terre interne, 1995; Una notte sulla Tirrenia, 1996; Lettere di Barbagia, 1997; Il pranzo e` servito, 1998; Lucienne Martin, 1998; Barbagia universale, 1999; La festa, 2000; L’esistenza, 2001; L’ultima stagione, 2002. Alla Sardegna ha dedicato anche altri libri pubblicati in Francia che non sono stati tradotti in italiano. [SALVATORE TOLA]

Vincenzo, san1 (in sardo, Santu Vissentu, Santu Bissenti) Santo (Huesca, Spagna, ?-Valencia 304). Diacono della Chiesa di Saragozza, morı` martire il 22 gennaio 304, vittima della persecuzione di Diocleziano. Gli Spagnoli lo chiamano San Lorenzo della Spagna e lo considerano protomartire. Due chiese di Parigi vantano dal 542 le sue reliquie: Saint-Vincent e Saint-Germain-des-Pres. Patrono di Vicenza. In ` stato difSardegna, dove il suo culto e ` patrono dei vifuso dagli spagnoli, e gnaioli. [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Pauli Arbarei.

Festa Si festeggia il 22 gennaio.

Vincenzo, san2 = Anastasio, santo

San Vincenzo de’ Paoli – Il santo in un dipinto di Louis Galloche. (Chiesa di Sainte-Marguerite, Parigi)

Vincenzo de’ Paoli, san (in sardo, Santu Bissenti, Santu Vissentu) Santo (Pouy, Francia, 1581-Parigi 1660). Sacerdote, nacque a Pouy, l’odierna Saint-Vincent-de-Paul, il 24 aprile ` in campagna con i geni1581. Lavoro tori, fece i suoi primi studi dai France` a Tolosa. Fu orscani (1595) e si laureo dinato sacerdote (1600) e compı` studi di perfezionamento in diritto canonico a Roma (1623). Secondo documenti poco attendibili, durante un viaggio da Marsiglia a Narbona (1605) venne fatto prigioniero da pirati barbareschi, i quali lo condussero a Tunisi e lo ven` attraverso tre padroni, dettero. Passo dall’ultimo riuscı` a fuggire (1607). Incaricato dal papa d’una missione diplomatica alla corte di Enrico IV, si stabilı` a Parigi, divenne cappellano della regina Margherita, Margot di Valois (1610-1612). Curato di Clichy (1612), al servizio della famiglia del governatore

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Vincenzo Ferreri delle galere Philippe Emmanuel de ˆ tilGondi (1613-1625). Parroco di Cha lon-sur-Chalaronne, diede vita alla ` (1617). Missionario fra i prima Carita forzati, cappellano generale delle ga` la ‘‘Congregazione lere (1619). Fondo dei preti della Missione’’ (1625), i Vincenziani, o, dalla sede nel priorato di Saint-Lazare, Lazzaristi. Con la colla` borazione di Louise de Marillac fondo ` ’’ (1629), le Vinle ‘‘Figlie della Carita cenziane, votate al servizio dei bisognosi. Assistette Luigi XIII in punto di morte (1643). Riformatore del clero, come presidente del ‘‘Consiglio di co` dalla Chiesa miniscienza’’ allontano stri senza vocazione o con poca fede, dai costumi libertini o equivoci, istituı` le conferenze ecclesiastiche dei martedı` (1633), fu conciliante verso i protestanti, intransigente con i giansenisti. Definito il ‘‘rivoluzionario della ca`’’, lavoro ` sempre per i condannati rita alle galere, gli schiavi cristiani, i sofferenti della Guerra dei Trent’anni; ` e si prese cura dei bambini absalvo bandonati. Morı` il 27 settembre 1660. Canonizzato da Clemente XII (1737). Proclamato da Leone XIII (1885) patrono universale di tutte le opere di ca`. rita In Sardegna A Cagliari, le pitture murali sulla vita del santo, nella cappella dell’ottocentesco Istituto vincenziano progettato da Gaetano Cima, sono di Aurelio Galleppini, Galep (1947). In Sardegna la presenza vincenziana divenne particolarmente popolare nella ` del Novecento, grazie soprima meta prattutto alla predicazione misericordiosa di padre G.B. Manzella: nel congresso di Parigi del 1927 la Sardegna fu definita ‘‘l’isola vincenziana’’. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 27 settembre.

Vincenzo Ferreri, san (Vincenzo Ferrer; in sardo, Santu Bissenti, Santu Vis-

sentu) Santo (Valencia 1350-Vannes, Francia, 1419). Domenicano, nacque da una nobile e ricca famiglia; padre inglese, Guglielmo Ferrer, e madre aragonese, Costanza Miguel. Domeni` in Filosofia e Teocano (1367), si laureo ` all’Universita ` di Valenlogia e insegno cia (1385). Confessore e consigliere della regina Iolanda d’Aragona.

San Vincenzo Ferreri – Il santo in un’incisione di Martin Engelbrecht.

Fu contro Urbano VI, papa di Roma dal 1378 al 1379, schierandosi con l’antipapa Clemente VII, papa d’Avignone dal 1378 al 1394, alla morte del quale successe l’antipapa Benedetto XIII, cardinale Pedro de Luna, suo amico ` al fraterno. Ebbe una visione, rinuncio cappello cardinalizio offertogli dall’amico antipapa e partı` missionario e ` a lungo, sempellegrino (1399). Viaggio pre a piedi: solo negli ultimi anni, a causa d’una ferita alla gamba, a dorso d’asino. Fu considerato il maggior pre-

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Vincis ` dicatore del suo tempo e uno dei piu grandi di tutte le epoche, soprannominato l’‘‘angelo dell’Apocalisse’’. Con` processioni di flagelvertı`, organizzo ` miracoli, mediatore di lanti, opero pace, ottenne una tregua nella Guerra dei Cent’anni. Quando si rese conto «che il papa d’Avignone era in torto, ` di porre fine allo scisma, ma non cerco riuscı` a fare incontrare papa e antipapa» (1408). Prese parte al concilio di Costanza (1414). Autore di opere filosofiche, sermoni e di un Trattato della spi` . Morı` il 5 aprile 1419. Canonizritualita zato da Pio II (1458). In Sardegna Patrono di Orroli. Il suo ` ` stato diffuso dagli spagnoli. E culto e invocato contro tutte le malattie, protettore dei campi e del bestiame, patrono degli sterratori. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 5 aprile; a Orroli anche l’ultima domenica di settembre, l’ultima domenica d’agosto ad Arzana, il 30 agosto a Siamanna, la seconda domenica di settembre a Siligo.

Vincetossico comune Pianta della famiglia delle Asclepiadacee (Vincetoxicum hir undinaria Med.). Erba perenne, ha il rizoma giallo dotato di un caratteristico odore nauseante. Diffusa a tutte le altitudini, cresce preferibilmente su terreni sassosi e fiorisce da maggio a settembre. Specie presente soltanto in Sardegna, Corsica e ` una pianta velesul Carso trentino, e nosa, anche se a piccole dosi ha pro` depurative e diuretiche. Nome prieta sardo: linu burdu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Vinchi Famiglia di Oristano (secc. XIVXVI). Le sue notizie risalgono al secolo XIV. Godeva di una grande considerazione ed era in possesso di un vistoso patrimonio, come dimostra il fatto che una strada della Oristano medioevale portasse il suo nome. I suoi membri, nel corso del secolo XVI, ricoprirono

spesso l’ufficio di saliniere, ma si estinsero prima della fine del secolo.

Vinci, Luciano Pseudonimo utilizzato da Manlio Brigaglia (=) nel volumetto Vent’anni di politica in Sardegna 19431963, pubblicato a Sassari nel 1963.

Vinci, Vanna Illustratrice, disegnatrice di fumetti (n. Cagliari 1964). Ha illustrato libri per ragazzi per Mondadori, Fabbri e per la cagliaritana Tam Tam. La bambina filosofica 1 e 2 sono i suoi ` conosciuti: «Rappresenta fumetti piu ` vera e complicata di me», la parte piu dice.

Vincis, Marina Studiosa di storia (n. ` entrata Cagliari 1955). Dopo la laurea e nella carriera degli Archivi di Stato. ` funzionario presso la Attualmente e Soprintendenza archivistica regionale della Sardegna. Ha al suo attivo numerosi scritti, fra cui Archivistiche: edifici pubblici, strutture abitative (con E. Gessa), in Cagliari. I quartieri storici: il Castello, 1985; Le fonti dell’Archivio comunale di Cagliari riguardanti l’area di Santa Gilla (con E. Gessa), in Santa Igia, capitale giudicale, 1986; Il veto del tipografo Timon ad una lettera di Efisio Siotto Pintor al fratello Giovanni (con E. Gessa), ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 5-6, 1986; Uno sguardo al passato. Ricerche storiche su Monserrato, 1989; L’amministrazione comunale (con E. Gessa), in La Corona d’Aragona, un patrimonio comune per Italia e Spagna (secc. XIV-XV), 1989; La fine del Regnum Sardiniae: la fusione perfetta, con documenti inediti, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 17, 1993; L’acquedotto di Cagliari dall’idea al progetto, dalla realizzazione alla rete distri` : documentazione e carbutiva nella citta tografia tecnica (con E. Gessa), in Atti del Convegno internazionale di Desenzano 1991, 1995; Le fonti archivistiche (con E. Gessa), in Cagliari. I quartieri storici: Stampace, 1995; La riforma dei

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Vindiguinoris ` del Regnum Consigli civici delle citta Sardiniae nel 1836, I, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, I, 21, 1996, 22, 1997; sei schede sugli Archivi comunali di Arborea, Narbolia, Oristano, Santu Lussurgiu, San Vero Milis, Terralba, tutte con E. Gessa, in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Vindiguinoris Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Coros. Era situato nelle campagne di Ossi. Il villaggio era compreso nei territori che agli inizi del secolo XIII erano passati ai Malaspina in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio al re d’Aragona. Scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, i Malaspina vi presero parte, per cui il villaggio ` a restare subı` danni gravi, ma continuo in loro possesso. Solo nel 1353 fu defi` nelle nitivamente sequestrato e passo mani del re. Poco dopo il villaggio fu gravemente danneggiato dalla prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Vinelli, Marcello Giornalista (Cagliari 1866-ivi 1942). Ancora studente divenne redattore de ‘‘L’Avvenire di Sardegna’’, facendosi notare per le sue ca` e per la buona preparazione. pacita Dopo essersi laureato, nel 1889 assunse la direzione de ‘‘L’Unione Sarda’’ e la tenne fino al 1903, dando un deciso impulso allo sviluppo del giornale. Tra il 1898 e il 1907 fu anche redattore de ‘‘L’agricoltura sarda’’; in` , fondo ` e diserito nella vita della citta

resse l’Associazione della Stampa e la ` Ginnastica Arborea. Negli Societa ` allo studio dell’estessi anni si dedico conomia ottenendo anche l’incarico dell’insegnamento di Economia poli` di Sassari. Fu tica presso l’Universita autore di numerosissimi articoli sulla Sardegna comparsi su diversi periodici e di pregevoli studi di economia tra cui: La Sardegna nel problema economico. Studio storico-economico, pubblicato nel 1896; Appunti intorno ad un istituto economico: i monti frumentari, pubblicato nel 1899; Note sull’industria, la mano d’opera e la legislazione delle miniere in Sardegna, uscito nel 1914. Tra gli altri suoi scritti: Un lato del problema economico in Sardegna, 1895; Un episodio della colonizzazione in Sardegna, 1896; Trattato di commercio con la Francia e gli interessi agrari sardi. Studio economico, 1897; La popolazione e il fenomeno migratorio in Sardegna, 1898; I monti frumentari nella storia e nella giurisprudenza, 1907; Cinquant’anni di vita economica sarda, 1915; Produzione e con