Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 9 (Sibolessi - Tuia) [2 ed.]

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Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 9 (Sibolessi - Tuia) [2 ed.]

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 9

Sibolessi -Tuia

Enciclopedia della Sardegna – Volume 9

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 9: Sibolessi-Tuia

Edizione speciale e aggiornata per La Nuova Sardegna § 2007 Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. dell’edizione originale La Grande Enciclopedia della Sardegna a cura di Francesco Floris § 2002 Newton & Compton Editori S.r.l.

Supplemento al numero odierno de La Nuova Sardegna Direttore responsabile: Stefano Del Re Amministratore delegato: Odoardo Rizzotti Reg. Trib. di Sassari nº 4 del 19/6/1948

I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e completati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo ` essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, eletvolume puo tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione, ` perseguita a termini di legge. senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sara

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007 presso ILTE S.p.A., Moncalieri (TO)

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA a cura di Francesco Floris

Enciclopedia della Sardegna – Volume 9

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Per l’edizione speciale:

Progetto e consulenza editoriale: Manlio Brigaglia

Opera a cura di Francesco Floris

Coordinamento redazionale: Salvatore Tola

Progetto grafico e impaginazione: Edigeo s.r.l., Milano

Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Brigaglia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris, Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Giovanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giuseppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras, `, Paolo Pulina, Marco RenNatalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porra deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolores Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vidili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca

Consulenza iconografica: Giancarlo Deidda

Referenze iconografiche: pagg. 9, 13, 23, 36, 46, 51, 55, 75, 80, 86, 93, 100, 103, 104, 124, 129, 143, 151, 261, 271, 273, 284, 288a, 289, 300, 305, 309a, 313, 314, 316, 328, 333, 335, 339, 345, 350, 351, 358, 359, 361, 381, 383, 387, 389a, 391, 404, 412, 414, 421, 422, 426, 431, 437, 438, 439, 445, 453, 457, 461, 480, 484, 495, 500, 502, 503, 568: De Agostini Picture Library (Novara) pagg. 168, 185, 309b, 338, 346, 389b, 394, 468, 472, 558: Giancarlo Deidda (Cagliari) pag. 148: Tore Ligios Immagine di copertina: De Agostini Picture Library

Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva` a dispozione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. e sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate. Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.

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Guida alla consultazione Ordine alfabetico ` stata La sequenza alfabetica dei lemmi e fissata trascurando i caratteri non alfabetici. Quando il lemma contiene una virgola – come avviene nei nomi propri di persona tra cognome e nome – l’ordinamento considera solo la parte del lemma che precede la virgola, passando alla parte successiva solo in caso di omografia:

*

– Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’attacco del lemma e, se presente, il nome al secolo, vengono indicate le varianti sarde del nome che differiscono dall’italiano: Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lorentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...

San Benedetto San Carlo Sanchez Sanchez de Calatayud, Pietro Sanchez Martinez, Manuel

Dopo l’esposizione generale della vita e delle opere del santo sono spesso presenti i paragrafi In Sardegna, in cui si ` patrono e citano i centri di cui egli e dove possono essere descritti i suoi legami col mondo della storia o delle tradizioni sarde, e Festa, nel quale ven` che gono elencate le date e le localita hanno particolari ricorrenze dedicate al suo culto:

Struttura delle voci ` evidenziato in carattere neIl lemma e retto. ` alcuni lemmi di santi riPer comodita mandano a quelli dedicati a un altro personaggio con cui i primi hanno avuto rapporti e all’interno della cui voce sono citati. ` possibile Nei casi di lemmi complessi e che sia presente una suddivisione in paragrafi. Per le voci di alcune categorie `, generalmente, specifiche la struttura e la medesima. *

Andrea, santo ... In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gonnesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini, Sennariolo, Tortolı`, Ula Tirso e Villanova ` il nome al mese di novemTruschedu. Da bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e per guarire gli animali dal mal di ventre. I proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibizia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau» (Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene stavo e meglio sto): persona che si adatta a tutto. Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24 maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive e in altre date durante l’anno.

– Voci dedicate ai comuni. Vengono forniti alcuni dati essenziali come popolazione, superficie, posizione geografica, suddivisioni amministrative e storiche di appartenenza, seguiti dai paragrafi: TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLOGICO (solo se rilevante), PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIENTALE, solo se rilevante), FESTE E TRADIZIONI POPOLARI.

– Voci dedicate a botanica e zoologia. Vengono di norma indicati i nomi scienti-

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` un formaggio a pasta ... Bonassai. E ... ` dell’insediamento rurale Precarieta ... Villaggi abbandonati GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato d’Arborea sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Abbagadda, villaggio che sorgeva ... 2. Almos, villaggio che sorgeva ... GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato di Gallura sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Agiana ... ... Villaggi i cui abitanti si trasferirono altrove ... GIUDICATO D’ARBOREA ... GIUDICATO DI GALLURA ... ...

fici delle specie citate e una classificazione sistematica generale. Nel caso in cui il lemma faccia riferimento a spe` essere presente un cie diverse puo ` semelenco interno per rendere piu plice la consultazione. I nomi sardi, se presenti, sono dati in corsivo e con l’eventuale specificazione del dialetto tra parentesi: Cicerchia Genere di piante erbacee perenni della famiglia delle Leguminose, rappresentato in Sardegna da diverse specie, caratterizzate da fusti lunghi, spesso rampicanti: 1. la c. a foglie larghe (Lathyrus latifolius L.) ... 2. la c. porporina (Lathyrus articulatus L.) ... Nomi sardi: che´rigu (logudorese); letı´tera (Sardegna centrale); piseddu, pisu de coloru (campidanese); pisu de coloru (Sardegna meridionale).

– Voci dedicate a elementi del patrimonio storico e tradizionale sardo. Il testo viene spesso ordinato secondo paragrafi, attinenti alla categoria degli elementi trattati, o in elenchi:

– Voci dedicate alle famiglie storiche. Nel caso in cui la famiglia si sia divisa in ` rami essi vengono solitamente piu elencati distintamente:

Formaggi della Sardegna ... &

IL FORMAGGIO NELLA STORIA

` il centro della produFin dall’antichita zione ... & TIPI DI FORMAGGIO Attualmente i tipi ` diffusi sono: di formaggio sardo piu ` un formaggio ... Biancospino. E

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Amat Illustre e antica famiglia ... ` la baronia di Ramo di Pietro. Pietro eredito Sorso ... ` la Ramo di Francesco. Francesco continuo linea dei marchesi di Villarios ... Ramo di Francesco (San Filippo). Da Francesco, figlio cadetto del marchese Gavino di Villarios, discende ... Rami collaterali. Attualmente, oltre al ramo marchionale primogenito ...

Sicci

Sibolessi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte di territorio assegnata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, nella divisione cui i due rami della famiglia procedettero tra ` al ramo del conte Ugolino. I loro, tocco figli di quest’ultimo, per vendicare la sua morte, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa: sconfitti, persero anche i loro territori. Cosı` alla fine ` sotto del secolo XIII il villaggio passo la diretta amministrazione del Comune. Dopo la conquista catalano-ara` a far parte del Regnum gonese S. entro Sardiniae e nel 1327 fu concesso in feudo a Guglielmo de Riu, la cui discendenza si estinse entro breve periodo. Nel 1346 fu venduto a Raimondo ` quasi Monterio e nel 1348 si spopolo completamente a causa della peste; poco dopo anche il Monterio morı` senza discendenti. Nel 1352 il villaggio fu venduto a Pietro Martinez de Sarasa. Scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` altri danni ` in una fase di ire rapidamente entro reversibile decadenza. Allo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Pietro de Sarasa ne perse il controllo; occupato negli anni successivi dalle truppe giudicali, il territorio ` rapidamente. si spopolo

tore di Carlo II; nel 1701 fu nominato arcivescovo di Sassari, ma riuscı` ad arrivare in Sardegna solo dopo un’avventurosa traversata nel Mediterraneo in ´ tempesta e, «sbattuto a Cagliari», pote prendere possesso della diocesi solo a Natale del 1702. Non ebbe un buon rap` di goporto con l’ambiente, che tento vernare senza preoccuparsi di cono` con molti persoscerlo, per cui si urto naggi della Sassari del tempo, arrivando a scomunicare, nel 1706, i consiglieri, il segretario comunale, il Regio ` la sede e procuratore. Nel 1707 lascio ` in Spagna, mentre continuava la torno ` , che nel 1709 lite con la Municipalita ` un suo ‘‘sindaco’’ a Roma. Ricominvio parve solo nel 1713 «accolto entusiasticamente». Morı` poco dopo agli inizi del 1714 in circostanze misteriose: venne trovato morto nel suo letto, e si sparsero sospetti di maleficio.

Sicci Antico villaggio di origine medio-

Siccardo, Giuseppe Religioso (Ma` sec. XVII-Sassari drid, seconda meta 1714). Arcivescovo di Sassari dal 1701 al 1714. Entrato nell’ordine degli Agostiniani, fu ordinato sacerdote, si lau` in Teologia e si fece conoscere per reo la sua notevole cultura. Tra il 1668 e il ` in Messico, dove di1684 soggiorno venne Maestro del suo ordine. Tornato ` Teologia presso l’Uin Spagna insegno ` di Toledo e divenne predicaniversita

evale. Sorgeva nella parte meridionale dell’attuale abitato di Dolianova, e faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella ` ai conti di Capraia, alla parte che tocco ` al giudice d’Arbocui estinzione passo ` , Mariano II lo cerea. Nel 1295, pero ` prima della fine del dette a Pisa e gia secolo veniva amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. Dopo la `a conquista catalano-aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Mariano de Ammirato, nipote di Ugone II d’Arborea. Il nuovo signore, non avendo eredi maschi, lo diede in dote a una delle figlie per cui, alla sua morte nel 1343, il ` devoluto e ne investı` fisco lo considero Bernardo Cruilles. La lite tra gli eredi ` con del de Ammirato col fisco continuo ´ nel 1351 il villagalterna fortuna finche gio fu nuovamente concesso in feudo,

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Sichi questa volta a Raimondo d’Ampurias. ` quasi completaNel 1348 si spopolo mente a causa della peste; altri danni subı` nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ma gli Ampurias continuarono a tenerlo ` tra loro fino al 1365, quando scoppio una lite ereditaria e furono costretti a cedere il villaggio ai Carroz di Mandas. ` , durante la seconda Poco dopo, pero guerra tra Mariano IV e Pietro IV, fu occupato dalle truppe arborensi e rimase nelle mani delle truppe giudicali fino alla battaglia di Sanluri, soffrendo ulteriori danni. Tornata la pace, fu restituito ai Carroz, che nel 1469 lo unirono al feudo di Mandas. Nei secoli successivi riprese a popolarsi, tanto che divenne sede di una delle curie per l’amministrazione della giustizia; rimase sempre legato al feudo di Mandas e ai suoi feudatari, passando dai Carroz ai Maza de Lic ¸ana, ai Ladron, ˜ iga, agli Hurtado de Mendoza, agli Zun ai Pimentel e infine ai Tellez Giron, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu compreso nella provincia di Cagliari e, quando nel 1848 le province furono ` a far parte della diviabolite, entro sione amministrativa di Cagliari. Nel ` a far parte della ricostituita 1859 torno provincia; nel corso del secolo crebbe ulteriormente, tanto che il suo abitato finı` per confondersi con quello del confinante San Pantaleo per cui nel 1905, con decreto reale, i due villaggi furono uniti dando vita all’attuale Dolianova (=).

della fine del secolo veniva amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Alla conquista aragonese quando ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1324, unitamente a tutta la cura` toria, fu concesso in feudo a Nicolo Carroz, Bartolomeo Subirats e Gugliemo Montgry. Nei decenni successivi condivise le vicende feudali degli altri villaggi della Barbagia di Seulo, ` a Giofino a quando nel 1352 passo vanni Carroz che lo unı` al suo feudo di Mandas. Scoppiata la guerra tra Aragona e Arborea, nel 1365 fu occupato dalle truppe arborensi; ma la sua po` ad abbandonarlo polazione comincio ` e prima della fine del secolo si spopolo completamente.

Siciliani, Domenico Ufficiale di car` 1879-Roma?, 1938). Prese riera (Ciro parte alla guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale; dopo Caporetto fu nominato direttore dell’Ufficio stampa e propaganda e nel 1918 com` il Bollettino della vittoria. Propilo mosso generale, nel 1929 fu nominato governatore della Cirenaica. Nel 1935 prese parte alla campagna d’Etiopia e infine fu nominato comandante del corpo d’armata di Roma. Durante le ‘‘Celebrazioni sarde’’ del 1937 era stato chiamato a celebrare La brigata Sassari e il generale Carlo Sanna, ora in Atti delle celebrazioni sarde 1937, 1938.

Siciliano Villanueva, Luigi Storico del diritto (Palermo 1869-ivi 1916). Intrapresa la carriera universitaria, divenne un rinomato studioso di diritto medioevale, in particolare di quello bizantino. Nel 1905 fu tra i fondatori ` storica sarda. Scrisse della Societa sulla Sardegna il capitolo Cenno storico ` di Sassari, in Monografie sull’Universita ` e degli istituti superiori, delle Universita I, 1911.

Sichi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Caduto il giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori assegnati ai Ca` ai giupraia. Alla loro estinzione passo dici d’Arborea, ma nel 1295 Mariano II ´ gia ` prima lo cedette a Pisa, cosicche

Siculenses Popolazione della Sarde-

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gna, localizzata da Tolomeo nel Sarra-

Siddi bus, accanto agli Scapitani (residenti nel territorio di Sarcapos?); secondo una parte della critica si tratterebbe di immigrati trasferitisi in Sardegna dalla Sicilia sin dal periodo repubblicano: uno dei loro villaggi potrebbe essere il Susaleus vicus, che Piero Meloni (1990) individua a Cala Pira, Vittorio Angius (1851) e Raimondo Zucca (1984) a Villasimius. [ANTONIO IBBA]

coniata nel 38 a.C. con legenda Sard(us) ` raffigurata una divinita ` con coPater e pricapo piumato e lancia, mentre una figurina in bronzo proveniente da una sepoltura nuragica rappresenta un guerriero nudo con una lancia sostenuta nella mano sinistra. Il rinvenimento di una tomba a pozzetto di cultura nuragica nelle vicinanze dell’area sacra dimostrerebbe, pertanto, la preesistenza di un importante luogo di culto frequentato dalla popolazione indigena della Sardegna prima dell’avvento di Cartagine sul finire del secolo VI a.C. Sembra assodato che il sincretismo religioso sia stato favorito e rafforzato in seguito al dominio cartaginese, volto ad assicurare un duraturo rap` con le tradizioni porto di continuita precedenti, in funzione dello sfruttamento delle risorse minerarie del cir` estremacondario. In questo senso e mente indicativa un’affermazione di Pausania, secondo la quale una statua in bronzo di Sardo fu inviata nel tempio di Apollo a Delfi «dai barbari di Occidente che abitano la Sardegna». [MI-

Sid Divinita` di origine fenicia nota sin dal secolo VII a.C. nella costa siro-palestinese come componente di nomi di ` (in fenicio Sd). Pur presente a divinita Cartagine, dove il nome si trova nelle forme composite come Sid-Melqart o ` conosciuto attualSid-Tinnit, il dio e mente soprattutto grazie alla consistente documentazione proveniente dalla Sardegna. Inizialmente attestato ` nell’onomastica come MLKSD ‘‘Sid e re’’ e BDSD ‘‘per mano di Sid’’, questa `e ` stata per lungo particolare divinita tempo venerata nel santuario di Antas, dove numerose iscrizioni di carattere religioso ed ex voto evidenziano un’identificazione di Sid col dio eponimo Sardus Pater. Gli epiteti ‘‘potente’’ e ‘‘padre venerabile’’ contribuiscono a caratterizzare gli aspetti precipui di ` Sid tra i quali emerge quello di divinita guaritrice che elargisce i benefici attraverso l’intermediazione di figure divine minori quali Horon e Shadrafa spesso raffigurate negli ex voto offerti dai fedeli di cui rimangono unicamente le basi marmoree inscritte. Il significato del nome, oltre a essere probabilmente accostabile al nome della ` fenicia di Sidone, puo ` essere ricitta condotto alla radice semitica del verbo ` da no‘‘cacciare’’. A questo proposito e tare che tra le offerte materiali recuperate nell’area sacra del tempio punico e romano di Antas figurano numerosi esemplari di giavellotti in ferro. Nella stessa moneta del praetor Azio Balbo

CHELE GUIRGUIS]

Siddi Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 785 abitanti (al 2004), posto a 184 m sul livello del mare una quindicina di chilometri a oriente di Mogoro. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 11,02 km2 e confina a nord con Ussaramanna, a est con Pauli Arbarei, a sud con Lunamatrona e Collinas e a ovest con Gonnostramatza. Si tratta di una parte delle fertili colline ` a ovest e a della Marmilla, che pero nord del paese si sollevano e si uniscono a formare una piccola giara, analoga a quelle di Gesturi e di Serri (altipiano con i bordi rocciosi), nota come

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Siddi Pranu Siddi, 366 m sul livello del mare. ` collegato alla piu ` importante Il paese e strada della regione, la Villamar-Usellus, da una breve bretella, che conti` alta nua poi, aggirando la parte piu della giara, per Gonnostramatza e Mogoro. & STORIA Il territorio conserva testimonianze archeologiche riferibili al` prenuragica, nuragica e punica, l’eta ` derivato da una ma il centro attuale e statio romana eretta lungo la via che da Usellus conduceva a Cagliari. Nel Medioevo apparteneva al giudicato d’Arborea compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la caduta del giudicato S. fu governato direttamente da funzionari reali unitamente a tutta la Marmilla. Nel 1421 fu incluso nei territori concessi in feudo a Raimondo Guglielmo Moncada e confiscati nel 1454 al di lui figlio. Poco dopo il villaggio e il vasto territorio furono venduti all’asta e acquistati da Simone Royg che a sua ` volta li rivendette a Pietro di Besalu genero del conte di Quirra. Le sue vicende patrimoniali sono ben note, S. fu compreso in quella parte della Marmilla che gli fu tolta da Dalmazio Carroz e annessa al grande feudo di Quirra nel 1477. Da questo momento il villaggio rimase inserito nel feudo di Quirra ` e nel corso dei secoli successivi passo ` e inai Centelles, ai Borgia, ai Catala fine agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Oristano. Su questo periodo verte la testimonianza di Vittorio Angius nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 473, distribuite in famiglie 127 e in case 122. Distinguevasi poi secondo lo stato domestico il totale dei maschi 243, in scapoli 137, ammogliati 97, vedovi 9; il totale delle femmine 230, in zitelle 109, maritate 100, vedove 24. Il movimento

della popolazione portava nascite 22, ` morti 14, matrimoni 3. Le malattie piu comuni sono dalle brusche variazioni atmosferiche e dalla malaria, febbri periodiche e infiammazioni al petto. Professioni. Gli uomini applicati all’agricoltura sono 150 incirca, alla pastorizia 20, ai mestieri 10. Quasi in ogni casa si ha il telajo, e si lavora in lino e lana per l’uopo della famiglia. La ` di scuola primaria non numera piu sette fanciulli. Nel paese sanno leggere e scrivere sole 6 persone. Agricol` protura. Le terre di S. sono nella virtu duttiva niente inferiori alle altre della ` di una famosa fertilita `, Marmilla, che e come la propinqua Trecenta. La quan` che annualmente si suole semitita ` di starelli 700 di grano, 150 nare e d’orzo, 200 di fave, 12 di legumi, 20 di lino. La fruttificazione comune ordina` del 12 pel grano, del 15 per l’orzo, ria e del 14 per le fave, dell’8 pe’ legumi. Il lino produce piuttosto scarsamente. ` praticata in quei tratti L’orticoltura e del terreno, che sono alla medesima idonei, e si hanno buoni frutti, quali stimansi segnatamente i melloni, i cavoli di varie specie, i pomi d’oro ecc. Il ´ ben col` molto esteso, ne vigneto non e ` comuni varieta ` di uve tivato. Le piu sono le cosı` dette nuragus, vernaccia, malvagia, bovali, mora, cannonao, moscatelli. Sebbene la manipolazione non sia molto accurata, tuttavolta i vini sono pregiati, e massimamente la malvagia, che si riconosce ottima, e che si stima moltissimo in tutto il dipartimento, che fa ottimi questi vini. Pastorizia. Nelle regioni che restano incolte si ha del pascolo per capre, pecore, e vacche, ma non sarebbe sufficiente a numerosi branchi. Il bestiame domito, che hanno per servigio i siddesi si riduce a 160 buoi per l’aratro e il carro, 30 cavalli, 120 giumenti per la macina. Il bestiame rude conta vacche

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Siddi 80, capre 300, pecore 750, porci 180». Dal 1848 S. fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di suini e ovini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale limitata ai settori alimen` poco organizzata anche tare e edile. E la rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. S. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede la Biblioteca comunale e due musei. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 824 unita di cui stranieri 2; maschi 419; femmine 405; famiglie 295. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 7 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 8. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 531 in migliaia di lire; versamenti ICI 275; aziende agricole 160; imprese commerciali 39; esercizi pubblici 3; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 10; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 201; disoccupati 74; inoccupati 51; laureati 16; diplomati 83; con licenza media 259; con licenza elementare 270; analfabeti 41; automezzi circolanti 224; abbonamenti TV 255. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e logiche risalenti al periodo nuragico: in particolare si tratta dei nuraghi Conca Sa Cresia, Corruardu, Molas, Pranu Casti, Sa Fogaia, S’Orcu e Tuvaru che formano quasi una cinta ai

bordi della Giara di S. Alcuni di questi sono integri; ma il monumento di mag` la Tomba di giganti Sa gior rilievo e Domu ’e S’Orcu, costruita in grandi blocchi di basalto e perfettamente conservata. Consta di una grande esedra ` di 18 m di corda e di un corpo con piu rettangolare con la camera funeraria ` anche lunga 15 m. Interessantissimo e ` situata nelle il sito di Tradoriu, localita vicinanze dell’abitato nella quale sono stati individuati i resti di un insediamento punico risalente al secolo IV ` poi a essere frequena.C. che continuo tato anche in epoca romana, almeno fino al secolo III d.C. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto l’assetto urbanistico tradizionale, lungo le sue viuzze si affacciano le case tradizionali in pietra completate da un cortile che comunica con la strada con un portale in pietra. Al centro dell’abitato sorge la chiesa della Visitazione di Maria Vergine, parrocchiale costruita nel secolo XVII in forme baroccheggianti. Ha l’impianto a una sola navata sulla quale si aprono le cappelle laterali e il ` con volte a presbiterio; la copertura e botte. La facciata, molto slanciata, culmina con un timpano ricurvo e tre grandi finestre, e si affaccia sulla piazza con una scalinata. Al suo interno alcune statue del secolo XVII e un grande retablo in legno scolpito del Comina. A poca distanza sorge anche la chiesa di San Michele, che fu costruita in arenaria bruna nell’ultimo ventennio del secolo XIII in forme romaniche ` gia ` risentono di qualche eleche pero mento gotico; ha un’aula a due navate scandite da pilastri ottagonali e chiuse da due absidi di cui oggi rimane solo ` quella della navata sud. La facciata e ` ed e ` arricchita da di grande semplicita due portali, uno dei quali reca scolpite nell’architrave delle figurette umane

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Siddi stilizzate, una delle quali farebbe pensare a un personaggio maschile col classico gonnellino del costume sardo. In una casa del centro storico dalla tipica architettura a corte si trova il Museo delle Tradizioni agroalimentari della Sardegna, che documenta le consuetudini locali relative all’alimentazione, in particolare la lavorazione del pane e della pasta; a breve distanza il Museo Ornitologico della Sardegna ospita 250 esemplari della fauna migratoria e stanziale che popola l’isola. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` quella festa di maggiore importanza e in onore della Visitazione di Maria (Sa Gloriosa), che si svolge il 2 luglio e dura due giorni con un nutrito programma di manifestazioni.

Siddi, Dino = Siddi, Manfredi Siddi, Lucia Storica dell’arte (n. Carbo` divenia 1954). Laureata in Lettere, e nuta funzionario del Ministero dei Beni culturali. Attualmente lavora per la Soprintendenza ai beni artistici e storici di Cagliari e Oristano; ha curato l’allestimento del Museo del tesoro di Sant’Eulalia. Tra i suoi scritti: Le arti figurative nel ’600 e ’700, in Le radici, la memoria. Le radici del Cristianesimo in Sardegna nella cultura e nell’arte, Catalogo della mostra di Cagliari, 1985; Il restauro del patrimonio artistico di Iglesias tra ideologia del ripristino e scienza della conservazione, in Iglesias. Un secolo di tutela del patrimonio architettonico, 1987; La pittura e la scultura dell’Ottocento e del Novecento, in Pinacoteca nazionale di Cagliari, I, 1988; Le opere scultoree, in La Corona d’Aragona. Un patrimonio comune per Italia e Spagna (secc.XIV-XV), Catalogo della mostra di Cagliari, 1989; La diffusione dell’iconografia della Madonna di Trapani a Cagliari e nella Sardegna meridionale, in Cagliari. Omaggio a una ` , 1990; La chiesa di San Michele in citta

Cagliari, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza ai beni ambientali, artistici e architettonici di Cagliari e Oristano’’, 1991; Il restauro dell’altare di S. Antioco nel Duomo di Iglesias, ‘‘Giornale della Soprintendenza ai beni ambientali, artistici e architettonici di Cagliari e Oristano’’, 1991; I retabli di Maracalagonis, Sanluri e dei consiglieri di Cagliari: analisi storica e iconografica, in La pittura del ’500 a Cagliari e provincia, Catalogo della mostra di Cagliari, ` 1992; La pittura del ’500, in La societa ` spagnola (a cura di Fransarda in Eta cesco Manconi), I, 1992; Gli organi storici di Tuili e S. Pio X a Cagliari, in Gli organi storici restaurati, 1992; La scenografia sacra dell’apparato liturgico, in Argenti, arredi sacri e profani della Sardegna sabauda, Catalogo della mostra di Cagliari, 1994; L’affresco dell’arbor vitae nell’ex cattedrale di San Pantaleo a Dolianova (con E. Borghi, e M.C. Cannas), 1994; L’affresco di Dolianova: lettura iconografica attraverso il restauro, in Arbor vitae nell’ex cattedrale di S. Pantaleo di Dolianova, 1995; Gli arredi nel complesso gesuitico di San Michele, in Il restauro della chiesa di San Michele, 1995; Gli organi storici cagliaritani. Problemi di tutela e di valorizzazione, in Un organo, i suoi dintorni, 1995; Dipinti e restauri. La pittura in Sardegna dal Paleocristiano al XIX secolo (con L. Figari), nella collana ‘‘Quaderni di Viaggio’’, 1996; La villa e le sue collezioni d’arte. Stile aristocratico e sentimento borghese, in Orri, reggia segreta di Sardegna, 1996; La storia dei restauri, in Gli affreschi absidali della cattedrale di S. Pantaleo in Dolianova, 1997; L’iconografia del Cristo gotico doloroso nelle province di Cagliari e Oristano, in Crocifissi dolorosi, Catalogo della mostra, 1997; La tutela delle campane antiche nelle province di Cagliari e Oristano, in Atti del Convegno ‘‘Cam-

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Siddi pane e sonazzos’’, 1998; L’altare del Rosario e i suoi misteri, in Selargius. L’altare del Rosario nella chiesa della Beata Vergine Assunta, 1998; Por gloria de Dios. I parati liturgici del Duomo di Ales, in Paramenti sacri. Tessuti serici del Duomo di Ales, 1998.

Siddi, Manfredi (detto Dino) Atleta, dirigente sportivo e poeta (Sassari 1918` faivi 2000). Fratello maggiore del piu ` negli anni Trenta a moso Tonino, inizio praticare l’atletica leggera nel mezzofondo raggiungendo buoni risultati in campo regionale. Nel dopoguerra, ac` affermati come Piercanto ad atleti gia luigi Dessy (7,20 m nel lungo), Salvatore Varrucciu, Gianpaulo Del Fabro, allestı` in poco tempo una formidabile squadra femminile che rimase ai vertici regionali per qualche anno; produsse fra l’altro una primatista nazionale juniores (Lina Biddau nel salto in alto con 1,53 m) e una campionessa italiana di III serie negli 800 m (Marcella ` di allenatore si Lay). Alla sua attivita devono altri atleti che si distinsero in campo nazionale, soprattutto nel mezzofondo, la sua vecchia passione (Gianfranco Mela, nazionale juniores, Franco Carta, Gigi Giua, Pierfranco Marchisio, l’astista Mauro Doppiu ecc.). Coordinatore provinciale presso il Provveditorato agli Studi di Sassari in un periodo di grande sviluppo dello sport studentesco, mantenne questa carica per vari anni. Nel frattempo si esprimeva con successo anche come poeta in dialetto sassarese; numerose le sue affermazioni nei concorsi lette` di rari isolani, in particolare il ‘‘Citta ` tre raccolte di versi: Ozieri’’. Pubblico ` rimunı` Pusaddu i ra pidrissa, 1972; Pa `lu, s.d.; Lu sonu di ri fiori, 1991. un cuzzo Manlio Brigaglia ha scritto che la sua ` «operazione soprattutto di poesia e memoria, distillazione del sentimento

che ne cimenta la purezza e la resistenza». [GIOVANNI TOLA]

Siddi, Tonino Atleta (Sassari 1923-ivi ` grande 1983). Definito spesso ‘‘il piu ` a praticare gioatleta dell’isola’’, inizio vanissimo il mezzofondo insieme al fratello Dino nell’ambito di una numerosa famiglia di atleti. Nei primi anni era tesserato per la SEF Torres e gareggiava negli 800 m e 1500 m. Dopo la ` a diparentesi della guerra si dedico ` brevi e si mise in luce in stanze piu campo nazionale la prima volta a Prato, sui 400 m vinti in 50’’2. Segnalato ` aldalla ‘‘Gazzetta dello Sport’’, passo l’Ambrosiana di Milano e ottenne un posto di insegnante di educazione fisica a Brescia grazie al grande allenatore Alessandro Calvesi. Passato al CSI ` , si qualifico ` per le Olimdi quella citta piadi di Londra del 1948, in cui ottenne la medaglia di bronzo nella staffetta 4x100. Anche la 4x400 si era qualificata, sempre con S. protagonista, ma si ` per l’infortunio di uno dei comritiro ponenti. Atleta eclettico, ottenne buoni risultati in varie discipline, ma il suo risultato migliore resta il 47’’2 nei 400 m piani stabilito a Milano nel 1949, in quel momento seconda presta` la stafzione mondiale. Nel 1950 porto fetta 4x400 alla medaglia d’argento nei campionati europei e al record italiano col tempo di 3’11’’ netti. In quel periodo era presente tra i primi 10 delle graduatorie nazionali in ben 7 ` : 100 m, 10’’5; 200 m, 21’’4; specialita 400 m, 47’’2; 400 ostacoli, 53’’9; 800 m, 1’53’’1; lungo, 6,99 m; alto, 1,83 m. Nella ` con la sua carriera, che poi continuo SEF Torres e anche fra i master over 50, fu 17 volte in nazionale, 6 volte campione italiano individuale e 8 volte nelle staffette, oltre alla partecipazione a campionati di calcio e a curiose, mitiche sfide uomo-cavallo. [GIOVANNI TOLA]

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Siddu

Siddu, Andreina Archeologa (n. sec.

di Civita dal 1383 al 1388. Documentato anche come Siffredo di Tommaso, apparteneva all’ordine dei Carmelitani ed era priore del convento di Avignone ` vequando Clemente VII lo nomino scovo nel 1383. Una volta in Sardegna rimase nel ‘‘partito’’ del papa di Avi` suo legato unitagnone che lo nomino mente a Guglielmo Arnaudi, vescovo di Galtellı`, nel quadro del tentativo di portare tutta l’isola all’obbedienza di Avignone.

del giudicato, nel 1258 il territorio fu compreso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Quando alcuni anni dopo i due rami della famiglia procedettero a un’ulteriore divisione tra di loro dei ` al ramo del propri territori, il S. passo ` l’attivita ` conte Ugolino, che vi sviluppo mineraria e diede un impulso decisivo alla fondazione di Villa di Chiesa (Iglesias). Finita con una sconfitta la guerra scatenata dai figli di Ugolino contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, alla fine del secolo XIII ` al Comune dell’Arno la curatoria passo che la fece amministrare da suoi funzionari. Dopo la conquista aragonese il suo territorio fu diviso in numerosi piccoli feudi. Scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari e fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Successivamente, completamente spopolato, fu incluso nei feudi concessi agli Otger, ai Gessa e agli Aragall. Entro la fine del secolo XV, la maggior parte di questi feudi, con la sola eccezione di quello toccato ai Gessa, finı` nelle mani degli Aragall Bellit.

Sigerro (o Cixerri) Antica curatoria del

Sighele, Scipio Sociologo e crimino-

giudicato di Cagliari. Si stendeva su una superficie di 761 km2 ed era situata a est di quella del Sulcis (Sols). Il suo territorio era montuoso e densamente popolato; aveva un’economia molto ` agrosviluppata fondata sulle attivita ` mineraria. pastorali e sull’attivita Comprendeva i villaggi di Acquafredda, Antas, Ardu, Astia, Bangargia, Baratuli, Barega, Borro, Casas, Corongiu, Domusnovas, Donisellu, Frongia, Gonesa, Gindili, Gulbisa, Margani, Massa, Musei, Pardu, Sebatzus Susu, Sebatzus Jossu, Sigulis, Siliqua, Urso, Villa Josso, Villamassargia, Villanova de Concas, Villanova de Sirussi, Xeidi. Dopo la divisione seguita alla caduta

logo (Brescia 1868-Firenze 1913). Conseguita la laurea, intraprese la carriera universitaria. Nel 1899 fu nominato professore di Sociologia presso ` di Roma e successival’Universita ` a Pisa, dove rimase fino mente passo al 1902. Quell’anno fu chiamato a inse´ nouvelle di gnare presso l’Universite Bruxelles. Irredentista, fu processato dagli austriaci. Seguace della scuola positivista di diritto penale che faceva capo a Cesare Lombroso ed Enrico ` della Sardegna negli Ferri, si occupo anni in cui essa era diventata un oggetto di studio per antropologi e criminologi come Alfredo Niceforo. Tra gli scritti su questo tema, Il brigantaggio

XX). Laureata in Lettere, collabora con la Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano. Ha scavato con A. Costa a Monte Luna di Senorbı` e ha scoperto alcuni centri punici in territorio di Settimo San Pietro. Tra i suoi scritti: Cuccuru S’Arriu. Tempio a pozzo nuragico: le stele puniche, in Tharros VIII, ‘‘Rivista Studi fenici’’, X, 1, 1982; I tempi dell’occupazione cartaginese, e Ricerche nell’abitato di Mara. Notizia preliminare della necropoli punica di San Pietro (con M.C. Paderi e G. Ugas), ` , una storia, in Villamar. Una comunita 1993.

Siffredo Religioso (sec. XIV). Vescovo

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Sigillo di Salomone in Sardegna, in Cronache criminali italiane, 1896, e La delinquenza settaria, 1897.

Sighelmi Famiglia pisana. Appartenente alla consorteria dei Gualandi, le sue notizie risalgono al secolo XII. Particolarmente legata ai Visconti, ne condivise l’ascesa in Sardegna, dove unitamente ad altre famiglie pisane ottenne grandi benefici nel corso del secolo XIII. Il primo personaggio della famiglia che seguı` i Visconti in Sardegna fu Paganello, vissuto agli inizi del secolo XIII, che unitamente ai tre figli Bartolomeo, Lamberto e Ubaldo prese parte alle imprese di Ubaldo Visconti nei giudicati di Cagliari e di Arborea. I tre continuarono a rimanere legati ai Visconti e nel 1238 furono nominati dal giudice Ubaldo di Gallura tutori del giovane Giovanni Visconti. La famiglia perdette tutti i beni che possedeva in Sardegna alla fine del secolo, dopo l’estinzione dei Visconti.

Sighelmi, Ubaldo Cittadino pisano ` influente tra i (sec. XIII). Era il piu membri della sua casata e possedeva alcuni territori nel giudicato d’Arborea. Abile politico e fedele alleato dei ` l’ascesa di Ubaldo Visconti, assecondo Visconti junior, erede della Gallura, favorendone il matrimonio con Adelasia di Torres. In seguito fu tra i tutori del giovane Giovanni Visconti; nel 1257, dopo la caduta del giudicato di Cagliari, fu nominato castellano di Cagliari.

Sigii Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Sorgeva non lontano da Suelli. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori assegnati ai Capraia; alla loro estin` nelle mani del giudice zione passo `, Mariano II d’Arborea. Nel 1295, pero ´ lo cedette al Comune di Pisa, cosicche

` prima della fine del secolo veniva gia amministrato da funzionari pisani. Per ` circostanze non conosciute si spopolo completamente entro la fine del secolo.

Sigillo di Salomone – Boccioli di Polygonatum odoratum.

Sigillo di Salomone Genere di piante della famiglia delle Liliacee. Da sempre ritenute assenti nella flora sarda, sono state recentemente segnalate due ` specie: 1. il Polygonatum odoratum e stato segnalata da Scrugli e Grasso nella Sardegna centrale (1980) e sul Marganai da Ballero e Angiolino (1991); pianta erbacea perenne, ha il rizoma con incavi che in sezione imprimono una stella a quattro punte, che la leggenda vuole fosse un sigillo reale di Salomone; le foglie sono alterne, ellittiche, verde chiaro con pagina inferiore grigiastra; i fiori, riuniti in mazzetti penduli, sono bianchi, piccoli, tubulari con lobi verdastri che si allargano all’apice; i frutti sono bacche bluastre. Diffusa in tutta Italia nei luoghi ombrosi all’interno dei boschi, la ` astringenti e despecie ha proprieta congestionanti, lenitive e antinfiammatorie: il rizoma, applicato sui calli dei piedi, ne facilita l’estirpazione; 2. ` il s. di S. maggiore (P. multiflorum L.) e ` abbastanza simile al precedente, ed e segnalato come spontaneo solo in al-

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Siglienti cuni siti del Gennargentu ogliastrino. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Siglienti, Nino Ceramista e pittore (Sassari 1903-ivi 1929). Dopo aver fatto ` natale, si trasferı` i suoi studi nella citta a Milano per seguire i corsi della Scuola Superiore di Agricoltura, ma ` un laboratorio di cepresto vi impianto ` a garanramica. Non riuscendo pero ` tirsi consenso e mercato, si colloco come aiuto presso‘‘Caramba’’ (pseudonimo di Luigi Sapelli), allora celebre scenografo. Artista di vivace talento, ` validamente nell’ideazione S. lo aiuto e nell’allestimento delle scenografie del teatro alla Scala, ottenendo grande successo per l’eleganza del suo disegno ` del gusto. Gli storici Ale la creativita tea e Magnani ricordano gli «splendidi figurini» per l’Aida. Nel 1927 espose in una sala personale alla III Biennale di Arti decorative di Venezia tessuti e scialli ricamati su suoi disegni, e insieme ceramiche, mobili, giocattoli di legno intagliato e dipinto «dalla stilizzazione sintetica, non priva di ricordi `, futuristi». Nello stesso periodo, pero ` il suo laboratorio, non abbandono ` a proporre una moderna dove continuo rielaborazione dei prodotti dell’arte popolare sarda, entrando cosı` nel dibattito che animava il mondo artistico dell’isola tra ‘‘novatori’’ e tradizionalisti. Rientrato a Sassari, minato dalla tisi, dopo un ennesimo soggiorno a Milano morı` giovanissimo a Sassari nel 1929, a 26 anni.

Siglienti, Sergio Economista, banchiere (n. Sassari 1926). Figlio di Stefano e di Ines Berlinguer, completati i ` entrato nella suoi studi nel 1951 e Banca Commerciale Italiana e vi ha percorso una prestigiosa carriera. Dopo alcuni anni trascorsi a Washington presso il Fondo Monetario Interna` tornato in Italia per zionale nel 1969 e assumere l’ufficio di condirettore ge-

nerale della banca, di cui nel 1987 fu nominato amministratore delegato e ` stato poi dal 1990 al 1994 presidente. E presidente dell’INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni).

Siglienti, Stefano Economista, ministro (Sassari 1898-Roma 1971). Dopo la laurea si trasferı` a Cagliari. Nel 1925 fu a Roma nell’Ufficio studi del Credito fondiario sardo; antifascista, nel 1929 aderı` tra i primi al movimento clande` . La sua casa stino di Giustizia e Liberta fu uno dei punti d’incontro di molti protagonisti dell’antifascismo italiano nel ventennio fascista. Tra i dirigenti della Resistenza romana, fu arrestato dai nazisti, tenuto prigioniero prima a via Tasso poi a Regina Coeli, ma evase grazie al coraggio della moglie Ines Berlinguer (la loro storia d’amore, documentata in un volume che raccoglie parte della loro corrispondenza, stampato per una circolazione privata a cura di un gruppo di amici, era iniziata ` prima della prima guerra a Sassari gia mondiale, quando Ines era appena tredicenne e ‘‘Fanuccio’’ uno studente di 15 anni). Nello stesso 1944 aderı` al Partito d’Azione. Nominato ministro delle Finanze nel governo Bonomi subito dopo la liberazione di Roma, consultore nazionale dal 1945 al 1946, ricoprı` in seguito importanti uffici economici. Presidente dell’IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e dell’Associazione Bancaria Italiana, fu tra i firmatari, a Parigi, dell’atto di costituzione della ‘‘Federazione Bancaria Europea’’ di cui divenne anche presidente. Fece parte per due anni del Consiglio dell’econo` intitolato un mia e del lavoro. A lui e prestigioso premio istituito dal Banco di Sardegna.

Sigulis Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu com-

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Silanus preso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca e nella divisione cui alcuni anni dopo i due rami della ` al famiglia procedettero tra loro, tocco ramo del conte Ugolino. I suoi figli, sconfitti nella guerra scatenata contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, perdettero il villaggio e tutti i territori, che alla fine del XIII passarono sotto la diretta amministrazione del Comune dell’Arno. Dopo la conquista aragonese, nel 1324 fu concesso in feudo ai Marquet, che nel 1346 lo diedero in enfiteusi a Francesco ` quasi comEstaper. Nel 1348 si spopolo pletamente a causa della peste; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni e scomparve.

Sigussini Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Era posto a sud dell’attuale abitato di Sinnai. Caduto il giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai Capraia; alla loro estin` nelle mani del giudice zione passo `, Mariano II d’Arborea. Nel 1295, pero ´ lo cedette al Comune di Pisa, cosicche ` prima della fine del secolo era amgia ministrato da funzionari pisani. In po` completamente, e chi anni si spopolo dopo la conquista aragonese il suo territorio, ormai completamente deserto, ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e fu compreso nel feudo donato a Clemente Salavert nel 1328.

Silanus1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di ` non precisata. Montiferro in localita ` Estinta la dinastia giudicale, passo nelle mani del giudice d’Arborea che ´ ai suoi territori. Nel corso lo annette ` a spopolarsi e del secolo XIV comincio dopo la pace del 1388 fu abbandonato e scomparve.

Silanus2 Comune della provincia di ` Nuoro, compreso nell’VIII Comunita montana, con 2360 abitanti (al 2004), posto a 452 m sul livello del mare 13 km a est di Macomer. Regione storica: Marghine. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 48,04 km2 e confina a nord con Bortigali e Bolotana, a est con Silanus, a sud con Noragugume e Dualchi e a ovest con Bortigali. Si tratta di uno dei paesi del Marghine, allineati alla base della catena omonima nel punto in cui ha termine e lascia spazio all’altipiano di Abbasanta: hanno quindi a disposizione una parte del pendio montano, e in qualche caso anche del sovrastante altipiano di Campeda, e una parte pianeggiante di tavolato. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 129 Macomer-Nuoro, che passa a breve distanza, e da una secondaria per Dualchi; il paese ha anche una stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto MacomerNuoro. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche nuragiche e prenuragiche ma l’attuale villaggio ha origini altomedioevali. Nel Medioevo apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria del Marghine al confine col giudicato d’Arborea. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale S. e tutto il territorio furono contesi tra i Doria e gli Arborea e nella ` del secolo XIII annessi seconda meta `a al giudicato d’Arborea. Cosı` S. entro far parte dell’Arborea e nel 1378 il re, con gesto provocatorio, lo concesse in feudo unitamente a tutto il Marghine, ai De Ligia (=) nel momento in cui la guerra tra Aragona e Arborea si faceva ` dura. L’investitura non ebbe effetto piu ma, in base alle clausole del trattato di pace del 1388, il territorio sarebbe do-

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Silanus vuto passare effettivamente in mano ai ` De Ligia e solo la ripresa delle ostilita ` . Cosı` S. continuo ` a rinel 1391 lo evito manere in possesso degli Arborea fino alla caduta del giudicato. Nel 1421 en` a far parte del grande feudo contro cesso a Bernardo Centelles, il cui figlio ` nel 1439 lo cedette ai Cubello. S. pero fu cosı` unito al marchesato di Oristano e solo nel 1478, dopo la battaglia di Ma` a essere unito al grande comer, torno feudo dei Centelles. Nel corso dei se` dai coli successivi il villaggio passo ˜ iga, ai PiCentelles ai Borgia, agli Zun mentel e infine ai Tellez Giron dai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri; dal ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Nuoro e infine dal 1859 della ricostituita provincia di Sassari. Di questo periodo possediamo la vivace testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 furono notate per S. anime 1742, distribuite in famiglie 546, e in case 535. In rispetto poi dello stato domestico si distribuiva il totale de’ maschi 881, in scapoli 530, ammogliati 326, vedovi 24; il totale delle femmine 861, in zitelle 442, maritate 327, vedove 92. I numeri medi del movimento della popolazione sono di nascite 60, morti 34, matrimoni 14. Agricoltura. Sono nel silanese terre idonee a tutti i consueti diversi generi di cultura, e dove si opera con intelligenza e studio si hanno ottimi e copiosi frutti. I piani sono fertilissimi di cereali, e nelle pendici della montagna si semina l’orzo ` ordinaria con profitto. La quantita delle semenze suol essere di starelli di grano 1200, d’orzo 300, di fave 150, di legumi 60, di lino 50, di canape 20. Il grano suol rendere in comune il 10, l’orzo il 14, le fave l’8, i legumi altrettanto. L’orticoltura occupa quei terreni che si possono irrigare, e i frutti sono

assai buoni. Insieme con le specie ortensi si coltiva la meliga. Il vigneto convenientemente esteso tiene quasi tutte ` delle uve che si coltivano nelle varieta ` riparato da’ venti l’isola, e siccome e ` larghi ed otfreddi ed esposto bene da timi frutti. Se i vini non sono di pregio maggiore questo dipende dalla poca arte della manipolazione. Una piccola porzione di mosto si cuoce per sapa, ma di vino niente si brucia per acqua´ non si hanno gli istromenti vite perche e ignorasi il metodo. Pastorizia. La ` produtparte incolta del territorio e tiva di buoni pascoli, e se ne hanno a sufficienza per tutte le specie, se pure talvolta per le pioggie autunnali differite non sia ritardato il rinascimento dell’erba ne’ prati naturali. Il bestiame manso comprende buoi per l’agricoltura e pel carreggio 540, cavalli e cavalle 160, giumenti 400, majali 160. I buoi e i cavalli pascolano nel prato comunale e ne’ chiusi particolari. Il bestiame rude numera vacche 1500, capre 2000, pecore 7000, porci 1800. I for` , e pregio, maggi sono di qualche bonta non ostante che l’arte sia poco saggia». Quando poi nel 1927 fu istituita la pro` a farne parte. vincia di Nuoro, S. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, ma anche di ovini e caprini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando discretamente anche ` industriale nei settori della l’attivita fabbricazione della calce, dell’edilizia, ` modesta anche la rete di alimentare. E distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la tessitura ` colledi pregiati tappeti. Servizi. S. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me-

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Silanus dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2414 unita di cui stranieri 3; maschi 1194; femmine 1220; famiglie 824. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 29 e nati 14; cancellati dall’anagrafe 28 e nuovi iscritti 29. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 318 in migliaia di lire; versamenti ICI 731; aziende agricole 207; imprese commerciali 119; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 61; ambulanti 9. Tra gli indicatori sociali: occupati 708; disoccupati 55; inoccupati 179; laureati 35; diplomati 312; con licenza media 687; con licenza elementare 761; analfabeti 90; automezzi circolanti 822; abbonamenti TV 639.

Silanus – Chiesa e nuraghe di Santa Sabina.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricchissimo di testimonianze ritorio e archeologiche che documentano la ` dell’insediamento delcontinuita l’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo appartengono le domus de janas di Ordari, S’Ispiddosu, Sos Furreddos, tutte scavate nella roccia e di grande interesse scientifico. Ma le testimonianze di maggiore rilievo sono quelle del periodo nuragico, in particolare si tratta dei nuraghi Abri-

&

les, Benarigonzu, Columbos, Contonale, Corbos, Cunculos, Curtu, Giorzi Tile, Murartu, Muros, Navras, Oreddo, Orolio, Ortu, Padru Pedru, Partizione, Ruju, Sa Itria, Sa Maddalena, Sa Menta, Sa Mura ’e S’Ulimu, Santa Sarbana, Santu Iorzi Oinu, Santu Marcu, Sa Tuera, S’Eligogu, S’Inzamo, Sorene, Sorighes, Sos Pasciales, Su Furrighesu, Su Malacorru, Zoddoro. Molti di questi sono in ottime condizioni di conservazione. Al periodo nuragico appartengono anche le Tombe di giganti di Bolide, Lechiri, Madrone, Mercuri, Murartu, Mura Ruja, Muros Rujos, Navras, Oreddos, Padru, Pedralonga, Santu Iorzi Oinu, Sa Mura ’e Mesu, Santa Sarbana, Tippari e Zoddoro: come si vede dai nomi si trovano ` dell’omonimo quasi tutte in prossimita ` interessante e ` il nuraghe. Il sito piu ` sicomplesso di Santa Sabina, che e ` tuato a poca distanza dall’abitato ed e costituito da un nuraghe, da un pozzo sacro con la volta a tholos e da una Tomba di giganti che sorgono contigui a una chiesa tuttora in uso, e costitui` scono cosı` un modello di continuita nella frequenza di un luogo di culto. La chiesa, edificata presumibilmente tra il X e l’XI in forme che denotano il passaggio dai modelli bizantini al Romanico, ha tre vani absidati di cui il centrale sostiene una cupola. Molto in` anche il nuraghe Materessante e drone, posto a poca distanza dall’abi` alto piu ` di tato: del tipo a torre unica, e 12 m; da un andito con garitta si accede all’ambiente centrale, con volta a tholos perfettamente conservata. Attraverso una scala intramurale si accede quindi all’ambiente superiore, anch’esso a tholos e intatto. Tra le Tombe ` interessante e ` quella di giganti la piu detta di Pedra Pinta, situata in prossi` dell’abitato. Ha l’impianto clasmita sico per questo tipo di monumento:

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Silanus consta di un’ampia esedra semicircolare (non molto ben conservata) dalla quale si accede a un lungo corpo rettangolare ottenuto con grandi lastre ortostatiche. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato l’assetto tradizionale con le grandi case in pietra ingentilite da balconate in legno lungo stradine contorte che fanno capo alla chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Antonio Abate e posta sulla strada principale. Non molto lontana la chiesa di Santa Croce, affacciata su una piazza: fu costruita nel secolo XV in forme aragonesi e successi` riprese. Alvamente modificata a piu ` San tro edificio di grande interesse e Lorenzo, che sorge alla periferia del paese; fu edificata in forme romaniche ` del secolo XII dai Cinella prima meta stercensi che si servirono di maestranze fatte arrivare dalla Francia. Ha una navata absidata con copertura in legno e la facciata arricchita da un campaniletto a vela; al suo interno si conservano tracce di affreschi risalenti al secolo XIV, si riconoscono figure di santi tra cui San Cristoforo. In` anche la chiesa di San teressante e Bartolomeo, che fu costruita nel secolo ` XVII sopra i ruderi di due nuraghi ed e circondata da un complesso di ripari per i novenanti (cumbessı`as o muristenes); si trova a circa 2 km dal villaggio. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La memoria delle antiche tradizioni della ` si conserva in alcune feste comunita popolari; prima tra tutte la festa di Sant’Antonio Abate, patrono del paese, che si celebra il 16 e 17 gennaio nella piazza della parrocchiale; al termine delle cerimonie religiose del primo giorno prevede l’accensione di un ` , ottenuto sacrificando i grande falo tronchi di alcuni alberi, attorno al quale la popolazione si riunisce e si in-

trattiene fino a notte inoltrata danzando quasi a salutare la fine dell’inverno e l’imminente Carnevale. Altra ` quella di festa di grande suggestione e San Lorenzo, che si svolge il 10 agosto nella piazza principale del villaggio. Si tratta di una festa dal significato civile oltre che religioso, e infatti prevede la partecipazione dei numerosi emigrati che per l’occasione tornano a S.: nella piazza dove vengono sistemate le bancarelle (sas barraccas) per quattro giorni si alternano gare poetiche, canti a tenores e colossali mangiate e bevute che rinsaldano legami compromessi dalla lontananza. Altra importante ri` la festa di San Bartolomeo, correnza e che si tiene il 1º settembre presso l’omonima chiesetta: le manifestazioni si aprono con un veglione (su izzadorzu) dopo il quale i fedeli si trasferiscono nella chiesetta per il novenario e per il restante programma di festeggiamenti, durante i quali le cumbessı`as o (muristenes) si animano e divengono sede di residenza dei pellegrini. I festeggiamenti si concludono con un altro veglione. Va infine ricordata la rassegna di Arti e Tradizioni popolari. La manifestazione si svolge a luglio e ri` stata istituita con lo sale al 1979; e scopo di raccogliere il meglio del fol` clore sardo. Ad essa partecipano i piu qualificati gruppi in costume dell’isola e dura circa dieci giorni; prevede l’esibizione di danze tradizionali, di launeddas, fisarmoniche e altri strumenti tradizionali. Ai margini di questo vero e proprio festival sono allestite mostre di prodotti tradizionali. Di grande bel` anche il costume. L’abbiglialezza e ` costimento tradizionale femminile e tuito da una camicia di tela bianca con il collo alto ricamato e maniche molto ampie, e da una gonna plissettata di panno nero guarnita con una fettuccia color ciliegia (sa unnedda). Sopra la ca-

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Silesu micia si indossano il busto (s’imbustu) di broccato a vari colori, chiuso sul davanti con una fettuccia rossa; e la giacca (su zippone) di panno rosso guarnita con fettucce di vario colore. Sopra la gonna si indossa il grembiule di lana ` a fiori stampati (sa farda). Il tutto e completato da un fazzoletto di tibet marrone (su mucadore). L’abbiglia` costimento tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela di cotone a collo basso (su entone); e dai pantaloni di fustagno nero (sos carzones). Sopra la camicia si indossano la giacca (su corittu) di velluto nero a doppio petto, chiusa con due file di piccoli bottoni d’osso, e il gilet (sa ’este) di panno nero con bordo di fettuccia nera. L’abbiglia` completato da una berritta di mento e panno nero. D’inverno inoltre si indossano una giacca di orbace nero (su gabbanu) e un sacco lungo d’orbace usato per la campagna (su gabbanu mannu).

Silecchia, Giuseppe Ceramista (n. Porto Azzurro 1927). Formatosi alla ` perfezioscuola d’Arte di Sassari, si e nato a Faenza. Tornato a Sassari negli anni Cinquanta ha insegnato all’Istituto d’Arte, quindi ad Alghero presso il laboratorio della Scuola del Corallo e infine a Cagliari, Arte plastica presso il Liceo artistico. Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale e internazionale, ottenendo importanti riconoscimenti. Alcune delle sue ceramiche sono presenti in musei e in gal` conosciuta lerie europee; l’opera piu ` la grande fontana poliin Sardegna e croma nel chiostro interno del Padiglione dell’Artigianato di Sassari (1956): «La struttura in terracotta smaltata – hanno scritto Giuliana Altea e M a rc o M a g n a n i – ri e l a b o r a c o n ` la forma di un nuraghe, estrema liberta trasformandola in aereo traliccio, quasi un gigantesco ramo di corallo ` della animato dalla finezza e vivacita

policromia e dalla fioritura di piccoli elementi decorativi disseminati sulla sua superficie».

Silene Nome generico di piante della famiglia delle Cariofillacee. Sono presenti in Sardegna diverse specie: 1. la s. di Corsica (S. corsica), pianta perenne, succulenta, con fusti striscianti molto ramificati; le foglie sono carnose, lanceolate, ricoperte da una fitta peluria che trattiene la sabbia, che le conferisce un caratteristico aspetto polveroso; i fiori sono bianchi e il ` una capsula; endemica della frutto e Sardegna e della Corsica, cresce prevalentemente sulle sabbie e fiorisce dalla primavera all’inizio dell’estate; 2. la s. del Moris (S. morisiana); 3. la S. nodulosa; 4. la S. velutina, segnalata tra le piante di interesse comunitario; 5. la S. rosolata. Tutte queste specie sono inserite nell’elenco delle piante endemiche da sottoporre a protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Silesu, Lao Compositore (Samassi 1883-Parigi 1953). Figlio d’arte, crebbe alla scuola del padre Luigi, noto organista autore di un famoso Ballo sardo, e del maestro Allione. Precocissimo, scrisse le sue prime composizioni quand’era ancora quindicenne, e subito dopo tenne riuscitissimi concerti ` . Si perfeziono ` a Cagliari e in altre citta a Milano col Gatti, fu poi a Londra dove ` col Weiz e infine a Parigi dove fu studio allievo del D’Indy. Prima a Londra, ma poi soprattutto a Parigi, ebbe un successo folgorante. Le sue musiche gli ` a livello internadiedero una notorieta zionale e l’amabile canzonetta Un peu d’amour divenne, durante la prima guerra mondiale, la musica che ricordava ai soldati in trincea le bellezze della pace. Fu amico di Puccini, D’Annunzio, de Falla; antifascista, fu in stretta relazione con i fuorusciti ita-

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Silı` liani, ma, scoppiata la seconda guerra mondiale, fu costretto a tornare in Sardegna, andando a stabilirsi nel suo paese natale. Terminata la guerra, ` a Parigi, dove riprese la sua attitorno ` . A lui e ` intitolata una benemerita vita ` associazione culturale di Iglesias, citta con la quale ebbe numerosi rapporti, e dove dal 1963 viene organizzato un prestigioso premio annuale di giornali` aggiunto nel 1969 un presmo, cui si e mio di saggistica molto conosciuto.

Silı` Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Oristano (da cui dista 3 km), con circa 1900 abitanti, posto a 10 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, lungo il corso del Tirso. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla piana campidanese, fertile e qui particolarmente ricca di acque. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 388, che da Oristano si dirige verso Fordongianus; e dalla quale si distacca qui una traversa che raggiunge l’altra frazione di Massama. & STORIA S. e ` di origini medioevali ed era compreso nel giudicato d’Arborea e incluso nella curatoria del Campidano di Simaxis; fin da allora era famoso per la produzione delle tegole. Caduto il giudicato, nel 1410 fu compreso nel marchesato di Oristano; nel 1479, quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon, fu posto sotto l’amministrazione dei funzionari del re. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi; nel `, quando fu costituito il mar1767, pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S., nonostante le proteste dei suoi abitanti, vi fu incluso. ` dai Agli inizi dell’Ottocento passo Nurra ai Flores. ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella pro-

vincia di Oristano; dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 nella omonima ricostituita provincia. Nel 1927 perse la propria autonomia e fu unito a Oristano come frazione. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` discretamente svi` industriale. E vita luppata la rete di distribuzione commerciale. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di grande interesse sono alcuni siti riconducibili al periodo punico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato il suo assetto tradizionale con le case in mat` diri) affacciate toni di terra cruda (la alla corte alla quale si accede da un portale ad arco. Al centro dell’abitato ` posta la parrocchiale di San Pietro, e chiesa costruita nel secolo XVIII e caratterizzata da un altissimo campanile realizzato in cotto, di grande eleganza. ` significativo e ` pero ` la L’edificio piu chiesa della Maddalena, che sorge nei pressi dei resti di un convento del Seicento; fu costruita tra il 1325 e il 1350 in forme romaniche che preannunciano il passaggio al gotico. Ha una sola navata con volte a capriate e abside quadrata coperta con volte a crociera. La ` scandita in tre parti da lefacciata e ` adorna di archetti e di un sene ed e portale. Infine, posta a poca distanza ` la chiesa di San Michele, dall’abitato, e costruita nel secolo XVI e nei secoli successivi sottoposta a numerosi restauri che ne hanno alterato in parte i caratteri originari. Ha un impianto a tre navate suddivise da archi costolonati che sorreggono la volta a crociera; ` completato dal presbitel’impianto e rio sopraelevato rispetto all’aula e de-

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Siligo limitato da un grande arco trionfale a tutto sesto in trachite. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano le an` , la piu ` tiche tradizioni della comunita ` quella in onore di San Michele e nota e di San Daniele, si svolge a partire dal 6 maggio e dura tre giorni. Si apre con caratteristiche processioni con le quali si trasportano le statue dei due santi dalle rispettive chiesette alla parrocchiale dove vengono celebrate le funzioni religiose. I festeggiamenti, ricchi di manifestazioni folcloristiche, proseguono nei giorni successivi e si concludono con l’accensione di un ` in onore di San Michele. Antica e falo tradizionale la fabbricazione delle tegole in argilla, un tempo rinomate non ` oggi solo nell’Oristanese; un’attivita quasi completamente dimenticata.

Siligo Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella V Comunita tana, con 986 abitanti (al 2004), posto a 406 m sul livello del mare una trentina di chilometri a sud-est di Sassari. Regione storica: Meilogu. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 43,61 km2, comprese le frazioni di Binzamanna e S’Aspru, e confina a nord con Florinas, Codrongianos e Ploaghe, a est con Ardara e Mores, a sud con Bonnanaro e Bessude e a ovest con Banari. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, dominate dalla mole del monte Pelao (730 m) e del monte Santo (733 m). A nord del paese scorre un affluente del rio Mannu, che va a gettarsi in mare alla periferia di Porto Torres. S. si trova a breve distanza dalla superstrada Ca` collegato da una gliari-Sassari, cui e breve bretella; altre strade secondarie si dirigono a est, per raggiungere Ar-

dara, a ovest, per Banari e Ittiri; a sud, per Bessude e Thiesi. & STORIA Il centro e ` sicuramente di origini romane; nel Medioevo apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria del Meilogu. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, S., come tutto il Meilogu, cadde in mano ai Doria che dopo il 1325 ne fecero una delle basi della loro resistenza all’invasore. Nei decenni successivi e fino alla battaglia di Sanluri, S. fu teatro delle operazioni delle guerre tra Doria, Arborea e Aragona che tormentarono la Sardegna fino agli inizi del secolo XV. Soffrı` molti ` quasi completadanni e si spopolo mente; nel 1421 unitamente a una parte del territorio dell’antica curato` a far parte del grande feudo ria entro concesso a Bernardo Centelles il cui figlio Francesco Gilaberto lo vendette nel 1442 a Cristoforo Manno. Nel 1445 il ` dal Manno a Serafino di villaggio passo ˜ ans. Nei secoli successivi S. Montan ` dai Montan ˜ ans ai Cardona che si passo estinsero nel 1590. Si accese allora una lite tra Castelvı` e Alagon per la successione che si concluse nel 1597 a favore dei Castelvı` ai quali fu riconosciuto il possesso di S. e del vicino Banari. I due villaggi da quel momento divennero cosı` la base del potere del ramo cadetto dei Castelvı` cui fu anche concesso il ti` tolo di marchese di Cea; essendo pero il marchese coinvolto nell’assassinio ´ Camarassa, il villaggio nel del vicere 1669 fu confiscato. Nel 1699 il fisco lo concesse a Giovanni Battista Forteza i cui discendenti nel 1740 vi rinunciarono. Nel 1741 i due villaggi furono venduti ai Musso, ma il rapporto degli abitanti con i nuovi feudatari non fu buono a causa della loro amministrazione esosa per cui nel 1795 presero parte ai moti antifeudali. Durante i moti il Palazzo baronale di S. fu assa-

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Siligo ` lito: comunque il vincolo feudale duro fino al riscatto avvenuto nel 1838. Di questo periodo Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Secondo che trovasi nel censimento del 1846 erano allora in S. anime 841, distribuite in famiglie 206 e in case 190. In rispetto poi dello stato domestico il totale de’ maschi 425 dividevasi in scapoli 250, ammogliati 158, vedovi 17; il totale delle donne 416, in zitelle 207, maritate 155, vedove 54. Lavoravasi dalle donne in circa 160 telai per provvedere a’ bisogni della famiglia e per guadagno. La scuola primaria suole avere inscritti 15 fanciulli, ma non vi imparano a leggere se non quelli, che i genitori destinano allo studio e raccomandano particolarmente allo stesso maestro per iniziarli nella grammatica latina. Pertanto in questa scuola lasciasi di insegnare quello che ` stato prescritto e si attende a fare cio ` e che non si dovrebbe fare. Agricoltura. In varie regioni del piano sono terre molto acconcie alla cultura de’ cereali. ` ordinaria della seminaLa quantita ` di starelli 1400 di grano, 250 gione e d’orzo, 80 di fave, 50 di legumi. La frut` di 12 per 1 pel tificazione mediocre e grano, 14 per l’orzo, 10 per le fave, e altrettanto per i legumi. Parte della seminagione che trovasi entro i termini di S. appartiene ad agricoltori di Banari. Di lino si semina quanto vuolsi dal bisogno della popolazione, e si ha un frutto soddisfacente. Si semina pure della meliga, la quale produce assai, se i siti sono favorevoli. La vigna matura bene i suoi frutti, se bene espo` una copiosa vendemmia. I vini sta, e da sono piuttosto buoni, sebbene i metodi non sieno molto acconci. Si fanno vini gentili da viti particolari. I vini comuni neri, come dicono, sono men comuni ` pregiati. de’ bianchi. I primi sono piu

` questo un territorio ricco Pastorizia. E di pascoli per le diverse specie, e potrebbe la pastorizia esservi praticata in grande e con molto frutto, se si avessero metodi diversi massime se si formassero apposite mandre e parati ne’ non pochi siti, che potrebbero produrre con molta larghezza del fieno da essere riservato ai bisogni. Il bestiame rude che hanno i silighesi compren`: desi nelle seguenti specie e quantita Vacche capi 1200, capre 3500, pecore 6500, porci 1800. I formaggi sono pregiati e sarebbero venduti a prezzo molto maggiore se si fabbricassero meglio. Il bestiame manso consiste in buoi per l’agricoltura 200, cavalli e cavalle 60, giumenti 150. Si nutrono ne’ cortili circa 80 majali e molto pollame. L’api` molto ristretta, ne ´ forse il nucoltura e mero dei bugni sopravanza i 150». Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sassari, dal 1848 nella omonima divisione amministrativa e infine, dal 1859, nella ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e ovini, in misura minore di caprini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale limiuna modesta attivita tata ai settori alimentare, dei materiali ` poco organizda costruzione e edile. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. S. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede la Biblioteca comunale, un osservatorio astronomico con planetario e la Fondazione Maria Carta. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1057 unita

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Siligo di cui stranieri 20; maschi 504; femmine 553; famiglie 464. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 3; cancellati dall’anagrafe 24 e nuovi iscritti 28. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 017 in migliaia di lire; versamenti ICI 660; aziende agricole 223; imprese commerciali 56; esercizi pubblici 8; esercizi al dettaglio 20; ambulanti 8. Tra gli indicatori sociali: occupati 290; disoccupati 43; inoccupati 48; laureati 14; diplomati 137; con licenza media 294; con licenza elementare 405; analfabeti 46; automezzi circolanti 400; abbonamenti TV 366. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze riconducibili al periodo nuragico, in particolare i nuraghi Arzu, Caspiana, Conzattu, Crastula, Cunza, Iscala Chessa, Izu, Morene, Ortulu, Ponte Molino, Putturuju, San Teodoro, Santu Filighe, Scala Ruja, Tranesu, Traversa. Importante il santuario nuragico di Sant’Antonio, che si trova alle falde del monte Pelao: i resti di costruzioni messe in luce e i reperti rinvenuti nel corso di recenti scavi hanno dimostrato che si trattava di un sito religioso destinato al culto delle acque. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto urbanistico tradizionale, con ` piani che si affaccase in pietra a piu ciano lungo strade tortuose disposte alle pendici del monte Pelao. Al centro ` la chiesa di Santa Vittoria, del paese e parrocchiale costruita in forme romaniche nel Medioevo e ricostruita nel secolo XVI in forme gotiche. Nei secoli successivi ha subı`to altre modifiche, attualmente ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio. Di grande interesse sono alcuni monumenti che sor-

gono nelle campagne circostanti: tra ` noto e ` il complesso di questi il piu Santa Maria di Mesumundu; la chiesa, conosciuta anche come Santa Maria di ` situata lungo la ‘‘Carlo FeBubalis, e lice’’ al bivio per Ardara e fu donata nel 1063 da Barisone I ai monaci di ´ vi impiantassero Montecassino perche ` . L’edificio fu costruito una comunita adattando un complesso di terme tardoromane su cui erano state fatte ulte` bizantina meriori modifiche in eta diante la costruzione di un corpo cupolato. Al complesso altomedioevale i Benedettini aggiunsero le absidi in forme chiaramente romaniche. Attualmente l’edificio ha una pianta vagamente cruciforme e vi si accede da una porta posta a sud-ovest. Alle pendici del monte Santo si trova la chiesa di Sant’Eliseo. ` una piccola chiesa rupestre scavata E all’interno di un grande masso calcareo erratico (Su crastu de Santu Liseu: Il masso di Sant’Eliseo) nel quale inizialmente erano state scavate due domus de janas sovrapposte. In epoca altomedioevale la superiore fu trasformata in chiesa, consta di un vano d’ingresso trapezoidale, di un vano centrale molto ampio e di due altri ambienti con sedili e giacigli incavati nella roccia. La domus inferiore, costituita da una grande nicchia con una se` piccoli disposti a ragrie di incavi piu giera, fu utilizzata invece come cap` sono in pella funeraria; le due cavita comunicazione tramite uno stretto passaggio. In cima al monte poi, a 733 m sul livello del mare, sorge la chiesa di Sant’Elia e Sant’Enoch di monte Santo, costruita dai Benedettini nel secolo XI, lo stesso periodo in cui i monaci intervenivano a Mesumundu. Situata in una posizione panoramica che permette di spaziare sulla regione ` edificata in forme romacircostante, e niche, ha un’aula a due navate absi-

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Silio Italico date e scandite da ampie arcate pog` gianti su pilastri corti; la copertura e con volte a botte; gli interni rivelano un paramento murario in bicromia. La facciata ha un unico ingresso centinato e una finestra cruciforme che illumina la navata sinistra. A pochi chilometri dall’abitato, nel territorio che si stende tra il monte Santo e il monte Pelao, sorge la chiesa di San Vincenzo Ferrer, costruita nel secolo XVII. Ha una sola navata e la copertura con volta a botte. ` arricchita da un piccolo La facciata e rosone e da un campaniletto a vela, i muri perimetrali sono sorretti da amplissimi contrafforti. Alle falde del monte Pelao si trovano infine i ruderi del castello di Capula, fatto costruire dai Doria quando, dopo l’estinzione della dinastia giudicale di Torres, costituirono il loro stato nella parte nordoccidentale del disciolto giudicato. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il castello divenne uno dei capisaldi della loro resistenza agli invasori e nel 1347 lo cedettero a Mariano IV d’Arborea. Negli anni seguenti conti` a rimanere in mano giudicale fino nuo alla battaglia di Sanluri. Caduto il giudicato, la fortezza perse la sua funzione militare, decadde e fu abbandonata in pochi anni. Attualmente ne restano ancora pochi ruderi. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste popolari tramandano la memoria delle antiche tradizioni del villaggio; tra queste vanno ricordate quella dei santi Elia ed Enoch che si svolge il lunedı` di Pasqua presso la chiesa, dove i fedeli si recano in una tradizionale passeggiata lungo un sentiero tracciato sul fianco della monta` la gna. Altra festa di grande richiamo e sagra della salsiccia e del vino, che si svolge la prima domenica di dicembre ` occasione per gustare le tipiche ed e salsicce del luogo prodotte secondo an-

` antiche ricette. Molto interessante e che il costume. L’abbigliamento tradi` costituito da una zionale femminile e camicia di tela bianca leggermente scollata guarnita con una fascia ricamata e chiusa da due bottoni d’argento, e da una gonna di panno rosso guarnita ai bordi da pizzo nero (sa unnedda). Sopra la camicia si indossano il busto (s’imbushtu) di raso ricamato a fiori di vari colori, chiuso sul davanti con un nastro; e il corpetto (su corittu) di terziopelo viola o nero con le maniche chiuse da 12 bottoni d’argento per parte. Sopra la gonna si indossa il grembiule di seta, raso o broccato rica` commato con motivi floreali. Il tutto e pletato da un velo di tulle bianco che si porta sopra i capelli. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela bianca a collo basso e dai calzoni di cotone. Sopra la camicia si indossa il gilet (su cosso) in velluto nero a doppio petto chiuso al centro con bottoni neri di pietre dure. Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sa munneduzza) di orbace nero e le ghette (sas ghettas) dello stesso tessuto. L’ab` completato da una berbigliamento e ritta di panno nero.

Silio Italico, Tiberio Cazio Asconio Scrittore latino (25 ca.-101). Dedito al` forense e attivo political’attivita ` la sua carriera al mente, comincio tempo di Nerone; fu console nel 68 e proconsole d’Asia nel 77 sotto Vespa` alla poesia in tarda siano. Si dedico ` . Della sua produzione letteraria reeta sta il poema epico Punica, dedicato al secondo conflitto tra Romani e Cartaginesi, descritto in 17 libri. L’opera, alla quale non sono estranee fonti erudite e gli influssi poetici di Ennio e Virgilio, si caratterizza per il suo schema annalistico perfettamente rispettato. La giustificazione dell’azione romana e la continua esaltazione della forza di

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Siliqua Roma furono garanzia dell’immediato successo dell’opera e della sua conser` la celebre devazione. Nel XII libro e scrizione del duello in battaglia al tempo della rivolta antiromana del 215 a.C. che vide contrapposti il poeta Ennio e Hosto, il figlio di Ampsicora: i particolari sembrano privi di fondamento storico. I versi, di chiara impronta virgiliana, dipingono una scena ` della in cui Hosto, intuendo la gravita perdita per l’esercito romano, tenta di uccidere Ennio; ma il dio Apollo, proclamando il poeta sacro alle Muse, salva Ennio colpendo a morte Hosto con un dardo. [ANTONELLO SANNA]

Siliqua Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XIX Comunita montana, con 4114 abitanti (al 2004), posto a 66 m sul livello del mare sulla strada tra Cagliari e Iglesias. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 190,25 km 2 e confina a nord con Vallermosa e Decimoputzu, a est con Villaspeciosa e Uta, a sud con Nuxis e a ovest con Narcao, Villamassargia, Musei e un’isola amministrativa di Iglesias. Si tratta di una vasta regione che spazia nella vallata del Cixerri, dove si trova il paese, e scende poi a comprendere una buona porzione di monti e colline dell’Iglesiente. Il paese si trova a breve distanza dalla ` superstrada 130 Cagliari-Iglesias; ed e attraversato dalla statale 293 che da Giba si dirige verso Sanluri. S. dispone anche di una stazione lungo la linea ferroviaria Cagliari-Iglesias. & STORIA L’attuale centro abitato e ` di origine romana, edificato probabilmente lungo l’acquedotto che faceva giungere l’acqua a Cagliari. Il centro decadde nell’Alto Medioevo per rifiorire dopo il secolo XI quando i giudici

di Cagliari fecero costruire il castello di Acquafredda (=) e vi insediarono i Vittorini. Era incluso nella curatoria del Sigerro e, caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Nella successiva divisione che i due rami della famiglia alcuni anni dopo fecero tra loro, il villaggio e il castello toccarono al conte Ugolino (=). Alla fine del secolo XIII, quando i suoi figli scatenarono la guerra contro il Comune di Pisa per vendicarne la morte, il castello fu teatro della morte terribile di Vanni Gubetta, appeso alle mura in una gabbia di ferro. Alla fine del secolo il villaggio prese a essere amministrato da funzionari del Comune. Subito dopo la ` a far conquista aragonese S. entro parte del Regnum Sardiniae. Nel 1327 il villaggio fu infeudato a Pericono de ` e i suoi abitanti furono tenuti a Libia provvedere al mantenimento della guarnigione che il re pose nel castello. Negli anni successivi la popolazione ` a diminuire e nel 1348 subı` comincio altri danni a causa della peste. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, gli abitanti del villaggio si ribellarono e si schierarono con le truppe giudicali ma la guarnigione aragonese, asserragliata nel castello, resistette fino al termine delle opera` la seconda zioni. Quando poi scoppio guerra tra Arborea e Aragona, S. si ` col giudice e anche il castello schiero dopo disperata resistenza si arrese. Il territorio fino alla battaglia di Sanluri ` fu teatro delle operazioni e si spopolo quasi completamente. Terminata la guerra S. e i territori circostanti, quasi completamente spopolati, nel 1415 furono concessi in feudo a Pietro Otger che li inserı` nel grande feudo che andava costituendo tra Sigerro e Sulcis. Nei secoli seguenti il villaggio e i territori circostanti passarono dagli Otger

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Siliqua agli Aragall, ai Bellit che nel secolo XVI ne avviarono il ripopolamento, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali furono riscattati nel 1838. Di questo periodo Vittorio Angius, nella voce scritta per il Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una viva testimonianza: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in S. anime 1937, distribuite in famiglie 479 e in case 426. In riguardo poi alla condizione domestica, il totale dei maschi 1021 era distinto, in scapoli 613, ammogliati 380, vedovi 28; il totale delle donne 916, in zitelle 477, maritate 366, vedove 73. Probabilmente il numero ` inferiore al vero, e cerdelle femmine e ` accaduto errore nel numero tamente e degli ammogliati e delle maritate, che dovendo esser eguali hanno una non spregevole differenza. I numeri ordinarii del movimento della popolazione sono, nascite 70, morti 35, matrimoni ` chiusa al18. La scuola primaria resto ´ non si avea maestro, cuni anni, perche e quando fu aperta appena era frequentata da 15 fanciulli i quali profittavano nulla. In tutto il paese il numero delle persone, che san leggere e scrivere forse non oltrepassa i quaranta. Le donne lavorano ne’ telai, e si hanno di questi non meno di 420, ne’ quali si tesse la lana e il lino per servigio delle famiglie. Agricoltura. I territori di pianura, ne’ quali si possono coltivare i creali sono estesi circa 16 miglia quadrate, i quali essendo coltivati con diligente cura darebbero sussistenza a una popolazione al quadruplo della popolazione attuale; ma non si coltiva che appena il quarto, e non si produce annualmente che il solo quinto della notata superficie non montuosa. Generalmente i terreni sono di buona natura per i seminati e per le altre di´ si verse consuete culture; ma perche praticano metodi non buoni e non si

ha cura de’ lavori i prodotti sono mi` di stanori. L’ordinaria seminagione e relli 2000 di grano, 500 d’orzo, 200 di fave, 60 di legumi, 40 di lino; la fruttificazione media del grano all’8, dell’orzo al 10, delle fave all’8, de’ legumi al 6. Di lino si raccoglie annualmente da 50 a 60 cantare di stoppia. Pochi terreni in paragone di quelli che potrebbero essere impiegati sono occupati dalla orticoltura. La vegetazione delle varie spe` molto vigorosa. Pastorizia. In cie e tanta estensione di territorio nel piano e nella montagna si hanno pascoli convenienti a tutte le diverse specie di bestiame, che si suol nutrire nell’isola, e sarebbe il medesimo sufficiente per la ` del doppio, e di piu ` sussistenza di piu ancora, se si profittasse di quei terreni, dove si possono fare prati artificiali, e si tagliassero le erbe di sostanza che ` naturalmente nascono e crescono piu che in molti paesi del continente vedasi ne’ prati artificiali. Il bestiame ` aprude che si possiede da’ siliquesi e prossimativamente quanto qui notiamo: vacche 2400, governate da pastori 30, capre 2500 da pastori 20, pecore 8000 da pastori 75, cavalle 260 da pastori 7, porci 3500 da pastori 32. Le vacche non si mungono per lasciare il ` in nessuna latte al feto. Questa specie e ` prospera, che altra parte dell’isola piu sia in questo territorio. Si ammirano i grandi corpi e il robusto vigore». Nel 1821 S. fu incluso nella provincia di Cagliari; dal 1848 nella divisione amministrativa omonima e infine dal 1859 nella ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, ma anche di equini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svi` industriale luppando anche l’attivita

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Siliqua nel settore alimentare e in quelli della ` sufficienplastica e della gioielleria. E temente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera un risto` collegato da autolirante. Servizi. S. e nee e dalla ferrovia agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale.

Siliqua – Chiesa di San Giorgio. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 4234 unita di cui stranieri 2; maschi 2099; femmine 2135; famiglie 1382. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 39 e nati 28; cancellati dall’anagrafe 85 e nuovi iscritti 62. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 408 in migliaia di lire; versamenti ICI 1214; aziende agricole 421; imprese commerciali 169; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 66; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 1227; disoccupati 145; inoccupati 361; laureati 48; diplomati 499; con licenza media 1383; con licenza elementare 1145; analfabeti 181; automezzi circolanti 1403; abbonamenti TV 1073. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e

logiche riconducibili al periodo nuragico, tra le quali i nuraghi de S’Arcu, Domus de Is Perdas, Miali, Monte Oru, Nuraxi. Il territorio conserva anche alcuni siti del periodo punico: non lontano dalle rovine del castello e della chiesetta di San Pietro vennero costruiti due accampamenti militari con funzioni di controllo del territorio circostante. Vi sono infine alcune testimonianze del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato nel suo centro storico il tessuto urbanistico originale, articolato in una serie di viuzze sulle quali sono disposte le case ` diri) affacin mattoni di terra cruda (la ciate su cortili ai quali si accede da un portale ad arco; le viuzze convergono su una grande piazza sulla quale si affaccia la chiesa di San Giorgio, parrocchiale edificata nel secolo XVI in forme gotico-catalane e successivamente ristrutturata; dell’impianto originario rimangono alcune cappelle e il presbiterio. L’interno, a una navata, conserva nelle decorazioni e nelle volte delle cappelle e del presbiterio l’originario carattere gotico-aragonese; nella chiesa sono custoditi un bel crocifisso ligneo settecentesco e al` collocune argenterie. Poco distante e cato il Monte granatico, edificio del tardo Settecento un tempo adibito a deposito delle riserve di grano; sempre nel centro storico si trova la chiesa di Sant’Anna, costruita nel 1765 a breve distanza dalla parrocchiale grazie alla iniziativa di un privato. Fu realizzata in stile tardogotico, ha una navata unica arricchita da cappelle laterali e dal presbiterio in forma qua` a cadrata; la copertura della navata e priate in legno, quella delle cappelle a volta a botte. Al suo interno conserva un bel retablo settecentesco in legno intagliato e dipinto, una statua dello

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Silius stesso periodo e diversi arredi marmorei di grande eleganza. Alle porte del ` posta infine la chiesa di San paese e Sebastiano, costruita nel secolo XVII; ha l’impianto a una navata, la coper` batura con volte a botte. La facciata e roccheggiante e si conclude nella parte alta con una cornice a doppia flessione. A poca distanza dall’abitato sorgono le rovine del castello di Acquafredda e nelle campagne circostanti la chiesa di San Giacomo di Stia Orro, co` omonima probastruita nella localita bilmente nel secolo XII in forme ispirate al Romanico. Aveva una sola aula con copertura in legno a capriate e una facciata semplice arricchita da un campaniletto a vela e da un porticato. Nel corso del secolo XVII fu ristrutturata e ampliata con un presbiterio di forma quadrata e due navatelle laterali. Infine la chiesa di Santa Margherita, posta a poca distanza dall’abitato, ` delle rovine del castello; in prossimita ` in fu costruita nel Medioevo, ma ando rovina nei secoli successivi e nel Seicento fu totalmente rifatta in stile tardogotico. Ha l’impianto a una navata arricchita da due cappelle laterali e ` a volte a dal presbiterio, la copertura e ` recenti all’edificio e ` botte. In tempi piu stato addossato un porticato per le esigenze dei pellegrini durante l’annuale sagra che vi si svolge in onore della santa titolare. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la me` antiche tradizioni del moria delle piu paese; tra queste la festa di San Giorgio, il patrono, che si svolge il 23 aprile; ha un carattere meramente religioso e le cerimonie avvengono nella parroc` la festa in onore di chia. Suggestiva e Santa Margherita, che si svolge alla fine di settembre presso la chiesetta omonima, non lontano dai ruderi del castello.

Silius Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XXI Comunita montana, con 1348 abitanti (al 2004), posto a 565 m sul livello del mare una ventina di chilometri a oriente di Senorbı`. Regione storica: Gerrei. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 38,36 km2 e confina a nord con Goni, a est con Ballao, a sud con ` Gerrei e a ovest con San BaSan Nicolo silio. Si tratta di una regione di colline, intercalate da qualche punta montana (Genna Tres Montis, 770 m, monte Ixi, 839 m) e tagliate dalle valli profonde scavate dai corsi d’acqua, che fanno tutti parte del bacino idrico del Flu` collegato alla vicina stamendosa. S. e tale 387 Cagliari-Muravera da una secondaria che continua poi verso nordovest, e dividendosi in due bracci raggiunge con uno Goni e con l’altro Senorbı`. & STORIA Il territorio conserva importanti testimonianze archeologiche risalenti al periodo nuragico, ma l’at` di origini medioevali. tuale centro e Apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria del Gerrei (Galilla). Quando il giudicato scomparve, nella divisione del 1258 il villaggio fu compreso nei territori assegnati al conte di Capraia e all’estinzione ` ai giudici della sua discendenza passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa e fu amministrato direttamente da funzionari del Comune dell’Arno. Dopo la conquista ` a far parte del Rearagonese passo gnum Sardiniae ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento di potenziale ribellione nei confronti dei nuovi venuti per cui nel 1332 il villaggio con una considerevole porzione del territorio circostante fu concesso in feudo ` Carroz perche ´ lo pacificasse. a Nicolo

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Silius ` morı` nel 1347 e S. allora passo ` Egli pero a suo nipote Giovanni che negli anni successivi estese ulteriormente la sua influenza nel Gerrei. Nel periodo delle guerre tra Aragona e Arborea S. fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino al 1409. Il centro abitato, gravemente danneggiato, fu unito al feudo di Mandas. Estinti i Carroz e passato il villaggio ai Maza de Lic ¸ana, nel 1493 fu venduto, unitamente a quella parte del Gerrei che era stata di Giovanni Carroz, agli Zatrillas che cosı` ` territoriuscirono a ricostituire l’unita riale dell’antica curatoria. Nei secoli successivi S. divenne una rinomata sede di battute di caccia; i feudatari inoltre vi regolamentarono l’elezione del majore e il corpo dei barracelli. ` dagli ZatrilNel 1814 il villaggio passo las ai Vivaldi Pasqua ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la viva testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Notaronsi nel 1846 nel censimento di Sardegna per S. anime 692, distribuite in famiglie 155 e in case altrettante. Quindi il totale de’ maschi 360, distinguevasi in scapoli 231, ammogliati 112, vedovi 17; e il totale delle femmine 332 in zitelle 193, maritate 114, vedove 25. I numeri del movimento della popolazione portavano annualmente nascite 25, morti 12, matrimoni 4. In questo paese saranno circa 80 telai per i pannilini e ` lodato per sua tessilani. L’albagio e ` tura compatta, e si vende una quantita notevole di pezze. L’istruzione reli` un po’ negletta; l’istruzione prigiosa e maria nulla curata. Dopo il 1829 la ` chiusa. Non vi accorrescuola resto ` di 10 fanciulli, e dopo tanti vano piu ` nominare un solo che anni non si puo abbia in quella scuola imparato. In tutto il paese non sono 6 che sappiano leggere e scrivere. Agricoltura. Il terri-

` molto lodato per la sua torio di S. non e ` .; tuttavolta vi sono de’ siti, fertilita ` ottimo, e generalmente dove esso e ` se si sapesse coltiprodurrebbe di piu var meglio e si adattassero le coltivazioni alla varia natura dei luoghi. La ` solita a seminarsi si computa quantita in starelli di grano 410, d’orzo 120, di fave 45, di legumi 4, di lino 15. La pro` del 7 per duzione comune e ordinaria e il grano, del 10 per l’orzo, dell’8 per le fave, del 5 di seme per il lino e cantara ` praticata 18 di stoppia. L’orticoltura e da pochissimi e sopra ristrettissimi spazi di terreno. Il terreno sarebbe ottimo per le patate e darebbe un sussi` che dio al vitto; ma essi non fanno piu eran soliti di fare i loro antenati. La ` di regione piantata di viti non ha piu ` molto starelli 200. La vendemmia non e ´ i vini di bonta ` , se non abbondante, ne sia usata miglior arte della comune nella manipolazione. Pastorizia. I pascoli in questo territorio, come gli altri nel Gerrei, sono abbondanti, e sarebbero sufficienti a un numero sestuplo del vario bestiame, che ora si educa, se fossero contenuti in tanche e si facessero de’ prati naturali ne’ molti siti, ` lecito farlo. Secondo che ho nodove e tato i pastori di S., come gli altri del Gerrei, seminano qualche tratto di terreno presso le loro mandre, e devo soggiungere che non sono tanto tristi uomini, quanto sogliono essere gli altri pastori erranti, e che accadono di rado i furti di bestiame, che sono frequentissimi in altre parti. I siliesi hanno nel bestiame rude vacche 440, e mannalite 50, pecore 4200, capre 3300, cavalle ` a far parte della 112». Nel 1848 S. entro divisione amministrativa omonima e dal 1859 nuovamente della ricostituita ` del seprovincia. Nella seconda meta colo XIX la sua tradizionale economia fu trasformata dall’avvio dello sfrutta-

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Silius mento dei giacimenti minerari di cui il ` ricco. suo territorio e & ECONOMIA S. e ` uno dei pochissimi ` ancentri minerari dell’isola in cui e cora praticata l’estrazione di minerali: qui si coltivano giacimenti di fluorite, ` di base barite e calcite. Le altre attivita della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, in misura minore di caprini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale limitata ai settori mecca` poco organizzata la rete nico e edile. E di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1409 unita di cui stranieri 29; maschi 774; femmine 635; famiglie 398. La tendenza complessiva rivela un aumento della popolazione, con morti per anno 11 e nati 20; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 37. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 615 in migliaia di lire; versamenti ICI 214; aziende agricole 217; imprese commerciali 59; esercizi pubblici 6; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 332; disoccupati 31; inoccupati 70; laureati 3; diplomati 91; con licenza media 469; con licenza elementare 397; analfabeti 66; automezzi circolanti 502; abbonamenti TV 291. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche riconducibili al periodo prenuragico, in particolare alcune domus de janas scavate nella roccia. Con-

serva inoltre alcuni siti del periodo nuragico, tra i quali i nuraghi Foddi Sa Domu ’e S’Orcu e Santu Damianu, discretamente conservati. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio ha conservato i suoi caratteri urbanistici originari, con le strade strette disposte lungo il pendio di una collina, sulle quali si affacciano tipiche case in pietra completate da un vasto cortile. Al ` posta la chiesa di centro del paese e Santa Felicita e Santa Perpetua, parrocchiale costruita probabilmente nel secolo XVI ma completamente ristrutturata nel corso del Settecento e del` interessante l’Ottocento. L’edificio piu ` pero ` il castello di Sassai o di Orgoe glioso, che fu costruito poco distante dal paese dai giudici di Cagliari, presumibilmente nel secolo XII, per difendere i confini orientali del loro stato. Dopo la conquista aragonese vi fu posta una guarnigione col compito di controllare il territorio, strategicamente importante per il transito verso le zone interne e l’Ogliastra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, quando le popolazioni del Gerrei si ribellarono e fecero causa comune con le truppe giudicali, il castello fu assalito e conquistato. Nei secoli successivi, cessata la sua funzione militare, ` in rovina e fu ricoperto dalla veando ` che fosse getazione per cui si penso stato distrutto. Dopo il 1990 vi sono stati avviati importanti scavi, i ruderi sono stati liberati dalla vegetazione e attualmente la fortezza sta ripren` dendo la sua vita. Il territorio inoltre e importante per la presenza delle mi` Genna niere: situate nelle localita Tres Montis, Acqua Frida e Muscadroxiu, sono considerate per la fluorite tra ` cole maggiori d’Europa. Il sito era gia nosciuto in passato ma il suo sfrutta` stato iniziato recenmento razionale e

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Silvano ` S. Mineraria, cui temente dalla societa ` affiancata l’amministrazione resi e gionale. Il materiale scavato affluisce ` la struttura di al pozzo centrale che e ` . Nel terriraccordo di tutte le attivita torio di S. si possono ammirare grandi massi modellati dagli agenti atmosferici in forme fantastiche e di grande ` anche la suggestione. Bellissima e gola del rio Padenti, ricca di boschi impenetrabili, con alcuni ginepri plurisecolari e una sorgente di acqua perenne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI ` la memoria delle antiche tradiRicca e ` zioni in alcune feste popolari; tra le piu significative occorre segnalare quella di San Sebastiano, che si svolge il 20 gennaio e culmina nell’accensione di ` (fogaroni) nella piazza un grande falo del paese, accompagnata da canti e danze propiziatorie. Il secondo lunedı` di giugno si festeggiano le sante Felicita e Perpetua, e si organizza un nutrito programma di cerimonie religiose e di manifestazioni folcloristiche ` impordi grande richiamo. La festa piu ` antiche tante, che si riallaccia alle piu ` quella tradizioni pastorali del paese, e detta de Su Sinnadroxiu che si svolge in occasione della festa dell’Assunta; si tratta della conclusione della segnatura delle pecore, che si tiene secondo un rito antichissimo accompagnato da balli in piazza e dall’esibizione di improvvisatori in una gara poetica di grande suggestione. Di grande bellezza sono anche i costumi. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale femminile e una camicia di tela bianca (sa camisa a polanas) e da una gonna ampia di tessuto a vari colori e ornata da fiori rossi. Sopra la camicia si indossa un corsetto di broccato (su gipponeddu a giaccu) arricchito da collane e altri gioielli in filigrana e in corallo; sopra la gonna un grembiule di seta con motivi a fiore;

completa il tutto un manto di panno rosso posto sul capo e fermato da una spilla d’oro. L’abbigliamento tradizio` costituito da una caminale maschile e cia di tela bianca chiusa da polsini in filigrana e dai pantaloni bianchi di lino; sopra la camicia si indossano un panciotto di velluto nero a doppio petto con due file di bottoni di metallo, e la giacca di orbace nero; sopra i pantaloni il gonnellino di orbace nero (ragas) e le ghette dello stesso tessuto; completa l’abbigliamento la berritta in panno nero.

Silki Antico villaggio di origine medio` ormai ingloevale, il cui territorio e bato nel tessuto urbano di Sassari. Faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Nel secolo XII i giudici di Sassari vi fecero costruire un monastero, abitato da Benedettine, in cui fu redatto il famoso condaghe di San Pietro di Silki. Estinta la famiglia giudicale, il villaggio fu amministrato dal Comune ` completamente di Sassari, ma era gia spopolato prima della conquista aragonese (1323).

Silva Famiglia cagliaritana di origine spagnola (secc. XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI; i suoi membri risiedevano a Cagliari ed esercitavano tradizionalmente la professione di notaio e nel 1586 ottennero il cavalierato ereditario con un Giacomo, che ` influenti della era uno dei notai piu ` . I suoi discendenti si estinsero citta nel corso del secolo XVIII.

Silvana, santa Santa di difficile identificazione, venerata in passato a Scano ` dedicato un di Montiferro, dove le e oratorio. [ADRIANO VARGIU]

Silvano Divinita` silvestre connessa con il dio etrusco Selvan, con Faunus e con il lato agreste di Marte. Il dio era considerato signore dei boschi, protettore dell’agricoltura, custode dei confini. Il

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Silvano suo culto raggiunse la massima diffusione a Roma e nelle province tra il se` spesso associato con colo II e il III; S. e ` come i Lari, Giove, Eraltre divinita cole, Diana, Liber Pater. In ambito pro` particolarmente venerato vinciale e nell’area danubiana, nella Narbonense e nella Germania Superiore, ` scarsamente nelle altre mentre lo e province occidentali, nel Nord Africa e nell’intero Oriente greco. In Sardegna si conosce una testimonianza del suo culto in un’epigrafe frammentaria rinvenuta a Fonni, databile probabil` traianea. Nell’iscrizione mente in eta il governatore C. Ulpius Severus pone una dedica a S. e alla dea Diana, numi tutelari del nemus Sorabense, bosco sacro di Sorabile, presso l’attuale Fonni. [PIERGIORGIO FLORIS]

` limitato a Ponza. Dal 1969 il suo culto e calendari locali o particolari. ` In Sardegna Nell’isola il suo culto e stato diffuso dai ponzesi, marinai e ` conservata commercianti. A Cagliari e una sua statua nella chiesa di San Francesco di Paola. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 20 giugno a Golfo Aranci.

Silvestro Religioso (?, seconda meta` sec. XIII-Ottana 1344). Vescovo di Ottana dal 1339 al 1344. Apparteneva all’ordine dei Francescani. Fu eletto vescovo di Ottana nel 1339. Durante il suo episcopato fu eseguito il grande polittico per la cattedrale di Ottana, dove ` raffigurato unitamente al futuro egli e Mariano IV. Morı` a Ottana, poco prima del 10 giugno 1344.

Silvestro, san (in sardo, Santu Silve-

Silvano, san = Errio e Silvano, santi Silverio, san (in sardo, Santu Silveriu, Santu Silvaru) Santo martire (m. Ponza 537). Papa dal 536 al 537. Figlio del pontefice Ormisda (514-523), suddiacono, vescovo di Roma, fu eletto papa per volere del re degli Ostrogoti Teodato il 1º giugno 536. Nel dicembre dello stesso anno Roma venne occupata in nome di Giustiniano dal generale bizantino Belisario: sua moglie Antonina, Teodora moglie di Giustiniano e il diacono Vigilio accusarono d’alto tradimento il papa, per aver definitivamente allontanato il monofisita Antimo dalla carica di patriarca di Costantinopoli. S. fu deposto ed esiliato da Belisario, che al suo posto il 25 marzo 537 fece eleggere Vigilio. Richiamato a Roma da Giustiniano per essere ascoltato e giudicato, si dimise l’11 novembre 537. Esiliato nella romana e medioevale Palmaria, l’odierna isola di Ponza, morı` di stenti o, come vuole la tradizione, pugnalato su ordine di Teodora o di Antonina o di Belisario. Compatrono con il padre Sant’Ormisda di

stru, Santu Siivelthru) Santo (Roma, ?ivi 335). Papa dal 314 al 335, visse all’ombra di Costantino, pontifex maximus dei pagani e dei cristiani: l’impe` il concilio ratore e non il papa convoco di Arles (314), per porre fine allo scisma di Donato, e il primo concilio ecumenico della storia, quello di Nicea (325), dove Silvestro fu rappresentato dal legato Osio vescovo di Cordova. Non solo, ma anche le basiliche di San Pietro e di San Giovanni Laterano sor` per volere dell’imperatore sero piu che del papa. Morı` il 31 dicembre del 335, sepolto nel cimitero di Priscilla nella via Salaria, traslato da Paolo I (757-767) nella chiesa di San Silvestro in Capite. Il santo dell’ultimo giorno dell’anno, tutto bianco nell’iconogra` patrono dei muratori e degli spacfia, e capietre. Sulla sua figura sono fiorite diverse leggende, come quella che avrebbe battezzato Costantino in punto ´ di morte. Evento impossibile, perche ` quando l’imperatore morı`, lui era gia morto da quasi due anni. O come quella della Donazione di Costantino, basata

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Simala sul documento Constitutum Constantini redatto a Roma verso il 753, la cui `e ` stata dimostrata dall’umanista falsita Lorenzo Valla (1440): secondo quel documento l’imperatore conferiva al papa il primato sui metropoliti della Chiesa orientale e gli assicurava il possesso di Roma, dell’Italia e di tutta l’Europa occidentale. Documento che la Chiesa ha utilizzato per tutto il Medioevo. In Sardegna viene invocato per conoscere il futuro. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 31 dicembre.

Silvori Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di ` di Coros. Era situato in prossimita `a Ossi. Agli inizi del secolo XII entro far parte dei territori venuti in possesso dei Malaspina per via di un fortunato matrimonio. Quando la famiglia giudicale di Torres si estinse essi annetterono il villaggio al loro piccolo `, S. destato; negli anni successivi, pero cadde e prima della fine del secolo ` completamente. XIII si spopolo

Simagis, Josso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Simaxis. Sorgeva presso la chiesa di Santa Caterina di Cimagioso nelle campagne di Simaxis. Nel corso del secolo XIV la ` a trasferirsi sua popolazione comincio nella vicina Simaxis e poco dopo il 1388 ` completamente. si spopolo

Simagis de Santo Juliane Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Simaxis. Era posto in prossi` della chiesa di San Giuliano nelle mita campagne di Simaxis. Nel corso del se`a colo XIV la sua popolazione comincio ´ trasferirsi nella vicina Simaxis, sicche ` poco dopo il 1388 il villaggio si spopolo completamente.

Simala Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 388 abitanti (al 2004), posto a 155 m sul livello del mare tra le colline della Marmilla, 7 km a nord-est di Mogoro. Regione storica: Parte Montis. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 13,38 km2 e confina a nord con Ales, a est con Baressa, a sud con Gonnoscodina e a ovest con Masullas e Pompu. Si tratta di un territorio di colline basse e arrotondate: la punta mag` il monte Santuedi, 282 m. A giore e oriente del paese scorre il rio Mannu, che dopo aver formato un invaso artificiale va ad alimentare gli stagni di Marceddı`. Servito dalle strade di questa regione, caratterizzata dalla presenza di numerosi paesi vicini gli uni agli altri, S. dispone di una strada che si dirige a nord verso Curcuris, una a est verso Baressa, una a sud verso Gonnoscodina e una a ovest verso Masullas, Mogoro e la superstrada Cagliari-Sassari. & STORIA L’attuale centro abitato ha origini medioevali. Apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Parte Montis. Quando nel 1409 cadde il giudicato fu amministrato da funzionari reali e ` a far parte dei terprima del 1430 entro ritori donati a Eleonora Manrique per le sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Cosı` S. da questo momento fu incorporato nel grande feudo di Quirra; nel corso dei secoli successivi ` ai Centelles, dai Bertran Carroz passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza, di cui riportiamo questo brano significativo: «Popolazione. Nel censimento generale della popolazione dell’isola nel 1846 si notarono in S. anime 594, distri-

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Simala buite in famiglie 175 e in altrettante case. Quindi in rispetto delle condizioni domestiche era diviso il totale de’ maschi 313, in scapoli 116, ammogliati 175, vedovi 22; il totale delle donne 281, in zitelle 102, maritate 175, vedove 4. I numeri medi del movimento della popolazione sono di nascite 20, morti 14, matrimoni 3. Agricoltura. La massima parte dei terreni di S. sono ottimi per la coltivazione de’ cereali e per altre specie. Le terre, dove si ara in alternativa, formano complessivamente una superficie di giornate 1600, alle quali se aggiungansi giornate ` 90 di vigneti, e 4 per orticoltura, si avra il totale di tutta l’estensione che in que` coltivata. La quantita ` sto territorio e ordinaria della seminagione si specifica in starelli di grano 650, d’orzo 100, di fave 80, di legumi 10, di lino 25. La ` del 12 pel produzione ordinaria e grano, 14 per l’orzo, 12 per le fave, 8 per i legumi. L’orticoltura occupa, come abbiamo detto, quella piccola superficie indicata. Sono coltivate poche specie per provvisione delle particolari, e per fornire poche altre case del comune. Alcune fonti perenni servono ` prospero, all’irrigazione. Il vigneto e ` di uve e la vendemmia ha molte varieta basta alla consumazione. La manipola` poco curata e pero ` non vi sono zione e vini che sieno di pregio. Pastorizia. Nel territorio di S. sarebbe comodo per nutrire un notevole numero di bestiame, se i pascoli fossero chiusi, se nella valle in cui scorre il fiume di Usellus, si formassero de’ prati e si utilizzasse l’acqua, che scorre inutile allo stagno del Sassu. Il bestiame rude che possedono i simalesi consiste in vacche 100, pecore 1200, porci 300. Il superfluo del formaggio vendesi in Terralba per il commercio estero. Il bestiame manso numera buoi per l’agricoltura e carreggio 160, vacche mannalite 30, cavalli 20,

giumenti 112, majali 50». Nel 1821 S. fu incluso nella provincia di Oristano, dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 nella ricostituita omonima provincia. Nel 1927 perse la propria autonomia e divenne frazione di Gonnostramatza; nel se` condo dopoguerra, nel 1946, riacquisto la propria autonomia amministrativa. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano prese nuovamente a farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini e pollame. Modesta la rete di distribuzione com` collegato da aumerciale. Servizi. S. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 417 unita di cui maschi 218; femmine 199; famiglie 162. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 9 e nuovi iscritti 1. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 683 in migliaia di lire; versamenti ICI 191; aziende agricole 99; imprese commerciali 17; esercizi pubblici 2; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 6; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 117; disoccupati 21; inoccupati 20; laureati 12; diplomati 53; con licenza media 126; con licenza elementare 140; analfabeti 29; automezzi circolanti 142; abbonamenti TV 143. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un ricco patrimonio archeologico che testimonia l’insedia-

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Simanar ` prenuramento dell’uomo fin dall’eta gica; in particolare i siti delle officine per la lavorazione dell’ossidiana di Cortin’e Procus, Funtana Cadena, Pappoi, Santu Cristus, Santu Sadurru e Su ` Truncu de Su Sparau. Il loro numero e ` e la sufficiente a dimostrare l’intensita ` che per tutto il portata di un’attivita periodo neolitico fece della regione un luogo di grande importanza per gli scambi con altre culture. Interessanti sono le testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Gemussi, Senzu, Is Canalis, Serra S’Ollastru, Motroxiu Nigoba e Nuraxi. Di particolare importanza infine sono i ruderi del periodo romano a Is Luas, dove sono state trovate numerose tombe che hanno reso piatti, ceramiche, monete e altre suppellettili; altri reperti a Santa Vitalia, Santu Giuanni ` stata trovata tra e Genna Fossa, dove e l’altro una tomba a cassone di particolare importanza; e a Santu Sadurru, dove si trova una necropoli che fu probabilmente utilizzata in periodo paleocristiano e che ha restituito un discreto corredo di suppellettili. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato pres´ integro il suo tessuto urbanisoche stico, con abitazioni in pietra arricchite da portali elegantemente decorati e qualche pretenziosa palazzina ottocentesca tra cui quella della fami` decoglia Cancedda, la cui facciata e rata con interessanti ceramiche. L’edi` importante e ` la chiesa di San ficio piu `, parrocchiale costruita nel MeNicolo dioevo che ebbe l’attuale intitolazione nel 1503; successivamente fu ristrutturata e ampliata e a partire dagli inizi del Settecento praticamente ricostruita nelle forme attuali. Ha un impianto a croce latina con una navata unica e copertura con volte a botte e sul transetto una cupola quadrango-

lare. La facciata, sormontata da un timpano ricurvo in cui si aprono tre finestre, si affaccia su una scalinata imponente. A fianco sorge il campanile a canna quadrata. All’interno conserva l’altare maggiore in marmo di Franco Spazzi, alcuni altari laterali in legno policromo e alcune statue dei secoli XVII e XVIII, tra le quali una del Lonis ` anche la chiesa di (=). Interessante e Santa Vitalia, situata a qualche chilometro dall’abitato; fu costruita tra il 1902 e il 1914 nel luogo in cui sorgeva la chiesa di San Giovanni Battista, risalente alla fine del secolo XVI e diroccata. L’edificio attuale ha l’impianto a ` completata da una picuna navata ed e ` molto semcola abside. La facciata e plice ed ha un coronamento curvilineo. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` quella in le feste popolari la maggiore e onore di Santa Vitalia, che si svolge la prima domenica di ottobre e dura tre giorni; inizia il sabato, con il trasferimento della statua della santa dalla parrocchiale alla chiesa omonima. La mattina della domenica si svolge una solenne processione con la partecipazione di gruppi in costume, mentre il lunedı` a conclusione della festa la statua viene riportata in parrocchia con una solenne processione in costume. Interessanti sono anche le celebrazioni in onore di Sant’Ignazio da Laconi che, istituite di recente su iniziativa di un gruppo di fedeli, si svolgono ` poi di presso la parrocchia. A maggio e un qualche interesse una mostra fotografica che si tiene di anno in anno.

Simanar Antico villaggio di origine molto antica che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Era situato in ` di Pozzomaggiore. Nel seprossimita colo XII fu incluso nei territori passati ai Doria per matrimonio. Dopo l’estin-

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Simanes zione della dinastia giudicale, essi lo inclusero nel loro piccolo stato feudale. Dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al re d’A` a far parte del ragona, il villaggio entro Regnum Sardiniae. Scoppiata la ribel` , divenne teatro lione del 1325, pero della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e in poco tempo fu abbandonato dalla popolazione.

Simanes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Planargia. Apparteneva da tempo immemorabile ai Malaspina che, quando si estinse la famiglia giudicale, lo inclusero nel loro piccolo stato. Nel 1308 fu compreso nei territori che i Malaspina cedettero in pegno al giudice d’Arborea e che non riusci` a recuperare. Infatti dopo la rono piu conquista aragonese, nonostante le proteste dei Malaspina, il re d’Aragona ` la situazione investendo del formalizzo villaggio e dell’intero territorio della Planargia il giudice d’Arborea. Nella ` del secolo XIV S. ando ` seconda meta spopolandosi rapidamente e prima della fine del secolo era ormai deserto.

Simaxis Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVI Comu` montana, con 2189 abitanti (al nita 2004), posto a 17 m sul livello del mare 10 km a oriente di Oristano. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 27,77 km2, compresa la frazione di San Vero Congius, e confina a nord con Solarussa, Zerfaliu e Ollastra, a est con Siapiccia e Siamanna, a sud e a ovest con Oristano. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque, che ha il Tirso come confine settentrionale, ma il ter` attraversato anche da alcuni ritorio e

dei suoi affluenti di sinistra. Il paese si trova lungo la statale 388, che da Oristano si dirige verso Fordongianus; subito dopo S. se ne distacca una deviazione che piega verso sud, per Villaurbana e Usellus. Il paese usufruisce anche di una stazione lungo la linea ferroviaria Oristano-Chilivani. & STORIA Le origini di S. sono medioevali: apparteneva al giudicato di Arborea ed era il capoluogo della curatoria del Campidano di Simaxis. Caduto il giudicato, nel 1410 il villaggio fu compreso nel marchesato di Oristano e, dopo che il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon, dal 1479 prese a essere amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi; nel ` , quando fu costituito il mar1767 pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S. nonostante le proteste dei suoi abitanti vi fu incluso. Agli ` dai Nurra ai inizi dell’Ottocento passo Flores ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di ` dalla diOristano; dopo che si libero pendenza feudale, i Flores investirono una parte dei denari avuti per il riscatto nella bonifica di una grande palude che si trovava vicino al villaggio ricavandone molti ettari di buona terra su cui impiantarono la moderna azienda detta ‘‘Floriana’’. Di questo periodo Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento del 1846 sono notate sopra S. anime 506, distribuite in famiglie 141, ed in altrettante case. Distinguesi poi il totale dei maschi 250, in scapoli 134, ammogliati 209, vedovi 7, e il totale delle donne 256 in zitelle 117, maritate 109, vedove 30. I numeri del movimento della popolazione sono, nascite 20, morti 12, matrimoni 3. La prin-

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Simaxis ` l’agricipale e comune professione e coltura. Pochi attendono alla pastorizia, e pochissimi ai mestieri. In ogni ` il telajo per tessere il lino e la casa e lana all’uopo della famiglia. Alla scuola primaria concorrono, quando ` , sei fanciulli. Non si puo ` dire piu quanti finora siano esciti dalla medesima ammaestrati. Agricoltura. In que` idoneita ` a tutti i generi sto territorio e di cultura, cereali, piante ortensi, viti, alberi fruttiferi. La seminagione ordinaria si computa di starelli di grano 540, d’orzo 220, di fave 100, di ceci 30, di lino 25. La produzione suol essere del 10 pel grano, del 12 per l’orzo, del 10 per le fave, del 12 per i legumi; ma ` diminuito il frutto di quella spesso e parte del territorio, che dicesi benaji, ` volte si riversa il fiume, e ridove piu stagnandovi le acque per quindici e ` giorni fanno che le radici marcipiu scano. Pastorizia. Tanto ne’ chiusi quando riposano a maggese, quanto ` pascolo suffinelle terre aperte, vi e ` ciente pel bestiame del paese; anzi e ` vero che talvolta sovrabbonda e si puo venderne a’ Fonnesi, Sorgonesi ed altri pastori della montagna, che scendono a svernare dalle loro fredde e nevose ` la primontagne in questi climi, dove e mavera invece dell’inverno. Il bestiame rude consiste in vacche, cavalle, pecore e porci, alle quali specie ` accomodato il pascolo che produce il e suolo. La prima specie forse non su` di 120 capi, la seconda ne pera piu ` 60, la terza 1600, la quarta 300. Il avra bestiame manso comprende buoi 130 per servizio dell’agricoltura e per trasporto, cavalli 30, giumenti 130, majali 60. Si vendono i feti delle vacche nello stesso paese agli agricoltori in supplemento de’ buoi che muojono o si mandano al macello: si vendono pure i porchetti per ingrassarli a majali, e si manda in Oristano il formaggio bianco

o di cantina». Dal 1848 S. fu incluso nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 nella omonima ricostituita provincia. Nel 1928 ebbe aggregati i comuni di Ollastra e di San Vero Congius (=), e mentre il primo nel dopoguerra ha riacquistato l’autonomia, ` ancora oggi una sua frail secondo e zione. Quando nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura; l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini, in misura minore di equini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` industriale nei settori dell’edilitivita zia, della produzione di laterizi e di ali` discretamente sviluppata la mentari. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due aziende agrituristi` colche con 20 posti letto. Servizi. S. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2202 unita di cui stranieri 3; maschi 1109; femmine 1093; famiglie 675. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 19 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 43 e nuovi iscritti 51. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 463 in migliaia di lire; versamenti ICI 870; aziende agricole 246; imprese commerciali 119; esercizi pubblici 12; esercizi all’ingrosso 3; esercizi al dettaglio 32; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 570; disoccupati 77; inoccupati

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Simbilia 154; laureati 26; diplomati 206; con licenza media 663; con licenza elementare 671; analfabeti 74; automezzi circolanti 756; abbonamenti TV 576. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune importanti testimonianze del periodo prenuragico, in particolare sono da considerare le stazioni della cultura di Monte Claro di Su Cungiau de is Fundamentus e di Campu ’e Cresia. A Su Cungiau de is ` stato individuato un Fundamentus e villaggio di capanne e sono riemersi i resti di alcune capanne e una notevole ` di suppellettili. A Campu ’e quantita Cresia sono stati trovati alcuni tripodi in pietra, alcune statuette di Madre Mediterranea e moltissima ceramica di grande importanza scientifica. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico conserva le tipiche case in mattoni di terra ` diri), ingentilite dal porticato cruda (la interno (lolla) e affacciate su un cortile al quale si accede da un portale ad ` importante e ` la arco. L’edificio piu chiesa di San Simmaco papa, parrocchiale intitolata al santo pontefice che, secondo una tradizione non documentata, sarebbe nativo del villaggio. Fu costruita nel Seicento e completamente rifatta nell’Ottocento; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio; all’interno conserva un bell’altare di marmo della fine del Settecento. A poca distanza sorge il Monte granatico, edificio costruito agli inizi dell’Ottocento e completamente ristrutturato in tempi recenti. Altro edificio di ri` la chiesa di San Marco di Ollalievo e stra, situata poco distante dall’abitato; fu costruita in forme romaniche nel secolo XII utilizzando un edificio di epoca romana di cui rimane l’ambiente in laterizi che attualmente funge da cripta. In origine aveva l’im-

pianto a una sola navata completato dall’abside; la chiesa fu ampliata nel corso del secolo XVIII con la costruzione di due navate laterali. Nelle campagne prossime all’abitato si sviluppa la grande tenuta agricola Floriana, che fu impiantata agli inizi dell’Ottocento dai marchesi Flores d’Arcais che vi fecero interessanti esperienze di alleva` ad almento. In seguito l’azienda passo ` di protre famiglie, attualmente e ` Grixoni. prieta & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la memoria storica delle tradizioni del paese sono da annoverare quelle dedicate a San Simmaco. Una prima si celebra l’ultima domenica di gennaio in onore del santo pontefice che sarebbe nato, secondo la tradizione, proprio a S. I festeggiamenti si svolgono nella chiesa parrocchiale eretta nel luogo dove, secondo la stessa tradizione, sarebbe stata la sua casa natale. Alla vigilia delle cerimonie religiose, nella piazza principale del villaggio viene ` e si ha una distriacceso un grande falo buzione di fave lesse e di Vernaccia. Sempre in onore del santo viene poi celebrata una festa il 19 luglio; in questa occasione si svolgono importanti manifestazioni folcloristiche.

Simbilia Antico villaggio di origine romana. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione ` a far parte dei territori del 1258 entro amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista aragonese, il villaggio fu compreso nel Regnum Sardiniae e concesso a Pietro Sant Clement, che morı` nel 1340. Era poco popolato, ´ nello stesso anno i figli di Pietro sicche lo cedettero al fisco, che ne investı` Bernardo Ladrera. Nel 1348 soffrı` a causa ` completadella peste e si spopolo

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Simbula mente. Ulteriori danni subı` durante la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Poco dopo Bernardo Ladrera morı` senza eredi: il fisco allora, nel 1361, lo concesse nuovamente in feudo, questa volta a Gugliemo Canelles, il quale ` non riuscı` a conservarne il pospero sesso. Pochi anni dopo, scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari ed entro la fine del secolo si spo` completamente. polo

Simbranos Antico villaggio di origine romana, posto alla periferia di Bulzi. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Sviluppatosi nel se` di un monastero colo XI in prossimita benedettino, a partire dal secolo XII fu incluso nei territori passati ai Doria in seguito ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Con l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che formarono nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la conquista aragonese, avendo i Doria prestato ` a far omaggio al re d’Aragona, entro parte del Regnum Sardiniae. Scop` la ribellione del 1325, il vilpiata pero laggio divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona e subı` gravi danni. Altri ne subı` durante le successive guerre tra Aragona e Arborea. Dopo una breve occupazione da parte ` di truppe del giudice d’Arborea, torno in possesso dei Doria, che riuscirono a conservarlo fino alla battaglia di San` Doluri. Dal 1410 fu conteso tra Nicolo ria e il visconte di Narbona, Dopo al` tornare deficune vicissitudini sembro nitivamente al Doria, ma alla sua morte la decadenza del villaggio fu rapidissima, accelerata dall’abbandono del monastero da parte dei Benedettini nel 1474.

Simbula, Efisio Militare (Cagliari 1892-

Genova 1967). Completati gli studi in ` una brillante carAccademia inizio riera. Fu combattente nella prima guerra mondiale e successivamente nella guerra d’Etiopia. Scoppiata la seconda guerra mondiale fu inviato in Grecia; nei Balcani, promosso generale, ebbe il comando della base militare di Spalato. Dopo l’8 settembre del ` fedele al governo legittimo e 1943 resto ` alla cattura da parte a stento scampo dei tedeschi. Tornato in Italia prese parte alla guerra di Liberazione al comando di un corpo speciale e contribuı` alla liberazione di Genova. Finita la ` ligure dove guerra, si stabilı` nella citta fu anche eletto consigliere comunale.

Simbula, Pinuccia Franca Storica (n. Oristano 1960). Laureata in Lettere, si ` dedicata agli studi di storia medioe ` stata borsista del CNR presso evale. E l’Istituto sui Rapporti italo-iberici di Cagliari; nel 1988 ha preso parte al progetto strategico ‘‘Colombo’’ negli archivi di Barcellona. Da qualche anno insegna Storia medioevale nella Fa` di Lettere dell’Universita ` di Sascolta ` autrice di numerosi lavori su sari. E aspetti del Medioevo sardo, pubblicati su diverse riviste. Tra i suoi scritti: La caduta di Santa Igia (con P. Fabbricatore Irace), in Santa Igia capitale giudicale, 1986; Gonario II di Torres e i Cistercensi, ‘‘Rivista cistercense’’, V, 1, 1988; La capitale giudicale, in La provincia di Oristano, I, 1990; Il castello di Acquafredda. Appunti sulla vita quotidiana in una fortezza sarda nel Trecento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVIII, 1992; Casteldoria, dote matrimoniale di Eleonora d’Arborea, ‘‘Medioevo. Saggi e rassegne’’, XVI, 1993; due capitoli, Storia e forme dell’insediamento medioevale, e Il giudicato di Arborea, entrambi in Cabras sulle sponde di Mar’e Pontis, 1995; Il bosco in Sardegna nel Medioevo, in VII

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Simeone Settimana della cultura scientifica. Uni` degli Studi di Sassari, 1997. versita

San Simeone – Il santo raffigurato in un’icona greca (1807).

Simeone, san (in sardo, Santu Simeoni, Santu Simioi) Santo (m. 107 ca.). Vescovo martire. Fino al secolo scorso erano diverse in Sardegna le chiese dedicate a San Simeone ed era diffusissimo anche il nome al maschile, al fem` l’alterato Simonetta. S. e ` il minile e nome di ben diciotto personaggi biblici. Il santo festeggiato dai sardi fu il secondo vescovo di Gerusalemme, che succedette a Giacomo il Minore e venne crocifisso sotto Traiano. Spesso confuso o ritenuto tutt’uno con San Si` limimone Apostolo. Dal 1969 il culto e tato a calendari locali o particolari. In Sardegna Patrono di Zeppara. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 18 febbraio.

Simieri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` della Trexenta. Era posto in prossimita

di Senorbı`. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti di Capraia, e alla loro ` nelle mani dei giudici estinzione passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo con´ gia ` cesse al Comune di Pisa, cosicche prima della fine del secolo veniva amministrato direttamente da Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae e fu compreso nel feudo concesso a Pietro di ` nel 1326 fu Montpavon; quando pero firmato il secondo trattato di pace tra l’Aragona e Pisa, il villaggio fu compreso nel feudo concesso al Comune di Pisa, per cui il Montpavon dovette rinunciarvi. Nel 1348 soffrı` a causa della ` quasi completapeste e si spopolo mente; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni e il Comune ne perdette la ` . In seguito, scoppiata la disponibilita seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, fu occupato dalle truppe giudicali e ` a decadere. Dopo la battaglia continuo ` a far parte del feudo di Sanluri entro della Trexenta, concesso ai De Besora. ` Estinti i De Besora, il villaggio passo agli Alagon, ma il processo di spopola` e il villaggio scommento non si arresto parve entro il secolo XVI.

Simmaco, san (o Sant’Atzeni) Santo (m. Roma 514). Papa. Nato in Sardegna (secondo una falsa tradizione secentesca in un centro prossimo al golfo di Oristano, da cui deriverebbe l’attuale toponimo Simaxis) da una famiglia pagana e battezzato a Roma, divenne dia` e, alla cono della Chiesa di quella citta morte di papa Anastasio II, venne eletto nuovo pontefice, il 22 novembre del 498. La sua nomina fu contrastata da una minoranza, sostenuta dall’imperatore goto Teodorico e fedele alla politica filobizantina del suo predecessore, vicino all’imperatore Anastasio I,

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Simo` di fede monofisita: tale parte minoritaria dell’elettorato e della curia romana contrappose allora a Simmaco un antipapa, Lorenzo, dando il via a quello che viene definito ‘‘scisma lauren` fino al 506, dopo la ziano’’, che duro convocazione di vari sinodi e una serie di infamanti accuse nei confronti di Callisto, continuamente avversato e persino processato. La sua politica – e questo fu uno dei motivi dei ripetuti ` costantemente fecontrasti – si mostro dele all’ortodossia nicena; i contrasti con il Senato furono inoltre causati dalla sua strenua difesa del principio per cui tutti gli affari della Chiesa non dovessero subire alcuna ingerenza ` di proteggere i esterna. Si preoccupo cattolici perseguitati dai sovrani ariani, tra cui i numerosi membri del clero africano esiliati dal vandalo Trasamondo, molti dei quali giunsero in Sardegna entro i primi decenni del secolo VI: questi chiesero e ottennero dal pontefice il trasferimento nell’isola delle reliquie dei Santi Nazario e Romano. A lui si devono inoltre alcune innovazioni liturgiche. Morı` il 19 luglio ` sepoltura nella basilica di 514 e trovo San Pietro. In Sardegna Patrono di Simaxis, dove viene chiamato, secondo quello che sarebbe stato il suo cognome, Santu Atzeni o Sant’Atzei. [PIERGIORGIO SPANU] Festa Si festeggia l’ultima domenica di gennaio.

scendenza si estinse nel corso del secolo XVI, lasciando una complessa situazione ereditaria.

` , Bernardo Reggente della Reale Simo ` Cancelleria (Majorca, seconda meta sec. XV-Sassari, 1546 ca.). Si trasferı` in Sardegna agli inizi del Cinquecento come avvocato fiscale. Nel 1517 fu nominato reggente della Reale Cancelle` grande prestigio; nel ria, dove acquisto ´ inte1523 svolse le funzioni di vicere rino in assenza del Villanova. Nel 1528 fu incaricato di accertare le eventuali ` di alcune famiglie sasresponsabilita saresi accusate di cattivo comportamento durante l’occupazione francese del 1527. Fu cosı` che egli, con rigore ` il processo contro i implacabile, avvio ` ai Manca e si Solinas e i Pala, si lego stabilı` definitivamente a Sassari. In stretto rapporto con la consorteria che ` della faceva capo ai Manca, approfitto sua posizione per accumulare un vistoso patrimonio feudale. Due furono ` : la ricostituzione le aree su cui punto del feudo di Monteleone, di cui a par` le tire dal 1537, anno in cui acquisto rovine del castello, riuscı` a ottenere la maggior parte del territorio entro il 1539, assumendo il titolo di signore di Monteleone e favorendone il ripopolamento; l’area costituita dai feudi di Galcerando Cedrelles, di cui era uno ´ tra il dei principali creditori, cosicche 1541 e il 1544 riuscı` ad acquistare all’asta il feudo di Uri e di Ittiri.

` Famiglia originaria di Majorca Simo

` , Giovanna Signora di MonteSimo

(secc. XV-XVI). Si trasferı` in Sardegna alla fine del secolo XV con un Bernardo, avvocato fiscale. Questi fu un brillante funzionario e un abile e spregiudicato uomo d’affari, che in poco ` il feudo di Monteleone tempo acquisto ` ; tra il 1544 e il ricostituendone l’unita ` i villaggi di Uri e Ittiri e 1546 acquisto ` si quelli di Asuni e Nureci, di cui pero disfece poco tempo dopo. La sua di-

leone e Ittiri (Sassari, dopo 1550-?, se` sec. XVI). Figlia di Gioconda meta vanni Michele, alla morte del padre ` tutti i feudi della famiglia e fu eredito posta sotto la tutela dei parenti di sua madre. Chiamata in causa per la successione dalle cugine Maria ed Eleonora, figlie dello zio Andrea, e da Sebastiano Carrello, figlio di un’altra zia sorella del padre, morı` giovanissima

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Simo` prima che la vicenda giudiziaria fosse conclusa.

Settecento, si estinse agli inizi del secolo XIX.

` , Giovanni Michele Signore di Simo

Simon, Domenico Intellettuale, pa-

` sec. Monteleone (Sassari, prima meta XVI-ivi?, dopo 1555). Figlio di Bernardo, in occasione delle sue nozze con Elena Bellit ebbe in dono dal padre i feudi di Monteleone e di Ittiri, e ` anche tutto il restante nel 1548 eredito patrimonio paterno. Negli anni che se` dai guirono, tra il 1554 e il 1555, compro Vilamarı` il restante territorio del Monteleone, ma morı` poco dopo lasciando solo discendenza femminile.

triota (Alghero 1758-Torino 1829). Fratello di Giovanni Francesco e di Matteo Luigi, laureato in Legge a Cagliari nel 1779, fu ricevuto come socio nel Colle` . Nel 1780 gio delle arti dell’Universita si trasferı` a Torino, dove fece pratica legale; nel 1782, ottenuta la nomina a vicecensore dei Monti di soccorso, ` in Sardegna. Stabilitosi a Catorno ` con Giuseppe Cossu gliari, collaboro al riordino dei Monti di soccorso: possedeva buone nozioni di agraria che ancora giovane aveva messo a frutto in un poemetto didascalico (al modo della poesia didascalica dell’Illuminismo settecentesco), Le piante, pubbli` cato nel 1772. Negli stessi anni inizio la raccolta delle fonti documentarie sulla storia sulla Sardegna, che prese a pubblicare a partire dal 1785. Purtroppo la mancanza di fondi interruppe la pubblicazione nel 1788. Durante il triennio rivoluzionario fu segretario dello Stamento militare e, molto vicino al Pitzolo, fu uno dei sei ambasciatori inviati a Torino nella delega` le Cinque domande al zione che porto re. Profondamente turbato per la mancata accoglienza delle richieste formulate dagli Stamenti, rigorosamente fedele al giuramento reso dai delegati di non tornare in patria senza la loro approvazione (o comunque senza una risposta, che la delegazione non rice´ essa fu data dal ministro vette perche ´ , non Graneri direttamente al vicere senza l’intenzione di recare offesa alla stessa delegazione), visse a Torino in ` , ridignitosa (ma durissima) poverta nunciando a una pensione che gli aveva fatto ottenere Giuseppe Manno. Morı` poverissimo e solo. Tra i suoi scritti: Trattamento sulla storia sacra dalla creazione del mondo alla nascita

Simon1 Famiglia di Bosa di probabile origine ligure (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII con Giovanni Battista, un mercante molto ricco che, sposando una Squinto appartenente ad antica famiglia della ` , si era radicato stabilmente a citta Bosa. Suo figlio Antonio, anche lui ` i villaggi mercante, nel 1736 acquisto di Samassi e Serrenti col titolo di marchese. Ma il figlio di questi, Giovanni Battista, che pure vantando un reddito di 9000 lire aveva debiti per 40 000 lire, ` di ebbe un tracollo finanziario e in piu un’occasione fu citato per risponderne e si vide sequestrare il feudo per insolvenza. Con i suoi discendenti la situa`; la famizione debitoria non miglioro glia si estinse nel 1838 con la morte di un Giuseppe, quando la procedura di riscatto del feudo non era ancora for` per eremalizzata, per cui esso passo ` ai Ricca di Castelvecchio. dita

Simon2 Famiglia di Alghero originaria dalla Liguria (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono agli inizi del secolo XVIII. I suoi membri ottennero il cava` nel 1748 lierato ereditario e la nobilta con un Domenico, tesoriere reale e viceconsole della Sicilia ad Alghero. La sua discendenza, che espresse alcuni ` protagoniste della illustri personalita storia sarda nel decennio finale del

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Simon ` Cristo, 1772; Trattenimento di Gesu sulla storia e geografia, 1772; Le piante, 1779; Scriptores rerum sardoarum , 1-3 (contengono opere di Cluverio, Sigismondo Arquer, Ludovico Muratori, il ` di Saccargia), condaghe della Trinita 1785-1788.

Simon, Giovanni Battista1 Religioso (Sassari 1723-ivi 1806). Arcivescovo di Sassari dal 1798 al 1806. Dopo essere stato ordinato sacerdote, per alcuni anni fu parroco a Ploaghe. In seguito divenne canonico turritano e nel 1772 vicario generale della diocesi. Nel 1782 dopo la morte di monsignor Incisa ` la diocesi per quasi tre anni e governo ancora, quando nel 1787 morı` monsignor Olivieri, la resse per altri tre anni. Nel 1798, infine, fu nominato arcivescovo di Sassari. Era uomo di grande livello culturale; oltre che di ` di storia e di arTeologia si occupo cheologia; ebbe il merito di rintracciare e di salvare da sicura distruzione il manoscritto dell’opera di Gian Francesco Fara. Scrisse inoltre un commento alle medaglie in possesso della diocesi e raccolse un imponente schedario, attualmente conservato nell’Archivio diocesano. Insieme agli altri ` anche una vasta prosuoi scritti lascio duzione di Lettere pastorali al clero e al popolo dell’archidiocesi di Sassari.

Simon, Giovanni Battista2 Marchese di Samassi (Bosa, ?-?, 1789). Succedette a suo padre nel 1747. Fu un pessimo amministratore e non seppe modificare la situazione debitoria ereditata dal padre, per cui ebbe un tracollo finanziario e fu spesso chiamato in causa dall’amministrazione reale per il pagamento delle somme da lui dovute.

Simon, Giovanni Francesco Sacerdote, patriota (Alghero 1762-ivi 1812). Fratello di Domenico e di Matteo Luigi, laureato in Legge nel 1782, si fece sa-

` cerdote. Buon predicatore, visito ` d’Italia fissando poi la sua molte citta residenza a Torino, dove ebbe l’amicizia e la protezione dell’autorevole cardinale Gerdil. Cosı` nel 1788 fu nominato abate di Salvenor e di Cea, nel 1790 protonotaro apostolico, nel 1791 presidente del Collegio dei Nobili di Cagliari, nel 1793 consultore canonico di Vittorio Amedeo III. Di idee liberali, ` alle riunioni segrete dei ‘‘papartecipo trioti’’ cagliaritani nel cosiddetto ‘‘triennio rivoluzionario’’ (1793-1796) e prese parte alle assemblee dello Stamento ecclesiastico. Sospettato di essere vicino a Giovanni Maria Angioy, fu esiliato nel 1796. Per quanto nel 1797 fosse stato riabilitato, fu costretto a vivere in Toscana; ma nel 1799 riuscı` a tornare ad Alghero dove, come dice Pasquale Tola, «composto l’animo a quiete, e colla dolcezza degli ameni studi ristorando i danni delle provate ` , ritorno ` a muovere i passi pel avversita fiorito sentiero delle lettere, dal quale o si era egli stesso, o i tristi tempi e l’invidia degli uomini lo avevano allontanato». Qui visse fino alla morte, avvenuta nel 1812. Tra i suoi scritti: Serie degli arcivescovi di Oristano, 1784; De laudibus Ioannis Antonii Cossu bosanensium antistitis oratio, 1786; Annunzio mortuale, 1794; Lettera al cavaliere don Tomaso de Quesada sugli illustri coltivatori della giurisprudenza in Sar` del sec. XVIII, 1801. degna fino alla meta «Rimasero inediti i suoi sermoni e una dissertazione De fontium origine da lui ` di Cagliari, letta nella regia Universita ´ fu aggregato a quel collegio di allorche filosofia e belle arti» (Tola).

Simon, Giuseppe Marchese di Sa` sec. massi (Cagliari, seconda meta XVIII-ivi 1838). Figlio di Giovanni Bat` l’investitura e durante tista, non pago gli anni dei moti angioyani tenne un atteggiamento ambiguo nei confronti

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Simon dei due schieramenti che si fronteggiavano, ma quando ebbe inizio il tracollo ` con depolitico dell’Alternos si schiero cisione con i moderati e li sostenne nell’opera di repressione degli angioyani. ` a rifiutarsi di paDopo il 1806 continuo gare l’investitura, cosa che fece final`. mente nel 1810. Morı` in tarda eta

Simon, Matteo Luigi Sacerdote, storico, patriota (Alghero 1761-Parigi 1816). Fratello di Domenico e di Giovanni Francesco, allievo del padre Luigi Soffi, dopo essersi laureato in Filosofia e Teologia a Cagliari, smise gli ` in Legge e abiti sacerdotali, si laureo divenne nel 1795 avvocato fiscale. Di ` idee liberali, prese parte all’attivita dello Stamento militare e fu vicino a Giovanni Maria Angioy; nel 1796 fu ritenuto complice della decisione che aveva portato all’uccisione del Planargia e fu espulso prima da Cagliari e poi dalla stessa Alghero assieme al padre e ` allora a Firenze; ai fratelli. Si rifugio nel 1797 fu reintegrato nel suo ufficio, ma tornato in Sardegna nel 1799 si vide ´ nel 1800 fu corifiutare l’ufficio, sicche stretto a partire dalla Sardegna e trasferirsi in Liguria e – dice il Tola – «le disse vale per sempre». Poco dopo si ` a Parigi, dove fu impiegato dal sposto governo napoleonico in diversi incarichi: fu a Savona nel 1805 come procuratore imperiale di quel tribunale, a Genova come consigliere di Corte d’Appello, e a Parma, dove fu presidente della corte speciale, nel 1812. Fu naturalizzato francese e nominato membro residente dell’Assemblea legislativa francese. Osservatore attento ` che lo circondava, ha ladella realta ` di manosciato una notevole quantita scritti di carattere storico custoditi nella Biblioteca comunale di Alghero. Tra i suoi scritti: De origine immunitatis ecclesiarum dissertatio historico-critica, 1787; La crisi politica dell’isola di

Sardegna, 1800; Memorie storico-critiche delle vicende della famiglia Simon, 1800; Notizie storiche su i viaggi dei papi in Francia, 1805; De la Sardaigne ancienne et moderne ou aperc¸ u d’un voyage statistique, critique et politique dans l’ıˆle de Sardaigne, manoscritto n. 4 nella Biblioteca comunale di Alghero; Prospetto dell’Isola di Sardegna antico e moderno disposto in forma di catechismo patrio ad uso e comodo degli istitutori e discepoli delle Scuole sarde, manoscritto n. 43 nella Biblioteca comunale di Alghero; Zibaldone sopra cose della Sardegna, manoscritto in Biblioteca comunale di Alghero; Il bombardamento di Cagliari del 1793 (a cura di Aldo Flore), 1964; Quadro storico della Sardegna durante la Rivoluzione francese (a cura di Leo Neppi Modona), 1974. Il Prospetto dell’Isola di Sardegna ` stato edito da Antonello Mattone e e Piero Sanna, sotto il titolo ‘‘Istruire ` patrie’’. Il ‘‘Prospetto dell’inelle verita sola di Sardegna’’ di Matteo Luigi Simon ` nel volume Dal mondo antico all’eta contemporanea, Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento ` di Sassari, di Storia dell’Universita 2001: «Pensato come un contributo all’educazione civile e patriottica di base delle nuove generazioni dei sardi, – scrivono i due curatori – il Prospetto, concepito ed elaborato in Liguria all’indomani del triennio repubblicano, ` che scaturiflette la nuova sensibilita riva dagli ideali rivoluzionari per la diffusione dell’istruzione pubblica e della cultura».

Simon, Palazzo Edificio che sorge ad Alghero in via Ferret. Fu fatto co` del Settestruire nella seconda meta cento da Bartolomeo Simon su un’area nella quale sorgevano costruzioni risalenti ai secoli precedenti; la costruzione progredı` lentamente e nel 1829 non era ancora finito. In stile neoclas-

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Simon Mossa sico, ha tre piani e al suo interno una ` cappella privata. Entro la prima meta ` ai Guillot, che atdell’Ottocento passo tualmente lo posseggono.

Simoncini, Andrea Ambientalista (n. Cagliari 1963). Vive e lavora a Cagliari; ` impecollabora con varie riviste ed e gnato nel dibattito sulla valorizzazione degli impianti minerari dismessi. Ha al suo attivo diversi scritti: La miniera d’argento di Monte Narba. Storia e ricordi (con S. Mezzolani), 1989; Paesaggi e architetture di miniera (con S. Mezzolani), volume XIII della collana ‘‘Sardegna da salvare’’, 1993; Storie di miniera (con S. Mezzolani), 1994; Sardegna da salvare. Archeologia industriale (con S. Mezzolani), 1995.

Simone, san (in sardo, Santu Simoni) ` uno degli apostoli Santo (sec. I). E poco conosciuti, chiamato Cananeo ´ di Cana, e lo Zelante, l’ardente perche ´ zelatore della legge di Dio, perche della setta degli zeloti (o zelanti), i conservatori delle tradizioni d’Israele. Eusebio di Cesarea (260-339) lo riferisce vescovo di Gerusalemme, fratello di Giuda Taddeo, entrambi ‘‘fratelli del Signore’’, cugini, figli di Maria moglie di Cleofa, sorella della Madonna (ma ‘‘sorella’’ in ebraico ha anche il significato di cugina). Gli storici contemporanei escludono la parentela con ` . Gli Atti dei Ss. Simone e Giuda, Gesu inattendibili, raccontano che «i due fratelli insieme percorsero le strade delle dodici province persiane». Fu eletto vescovo di Gerusalemme (62) e successivamente di Pella. Visse i tragici giorni della distruzione di Gerusa` e operata lemme (70), predetta da Gesu da Tito figlio di Vespasiano. Morı` che aveva quasi centovent’anni, crocifisso o segato verticalmente in due, nel 107, sotto Traiano. La Chiesa lo ricorda con il fratello Giuda Taddeo, insieme al quale, secondo Niceforo Callisto

(1256-1335), subı` il martirio. Patrono dei conciatori. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia la domenica di Pentecoste a Escolca, il 28 ottobre a Zeppara.

Simone de Rojas, san (o San Simeone de Rojas; in sardo, Santu Simoni Rosas,

Santu Simoni de Rosas) Santo (Valladolid, Spagna, 1552-Madrid 1624). Nato il 28 ottobre 1552, trinitario, sacerdote ` filosofia e teologia. A (1577), insegno ` la ‘‘Congregazione degli Madrid fondo schiavi del dolcissimo nome di Maria’’, al servizio dei poveri. Morı` il 29 settembre 1624. Beatificato da Clemente XIII (1766), canonizzato da Giovanni Paolo II il 3 luglio 1988. ` stato diffuso In Sardegna Il suo culto e dai Trinitari, che sono stati presenti nell’isola fino al 1803. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 28 settembre.

Simonetti, Manlio Storico del Cristianesimo (n. Roma 1926). Conseguita la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Attualmente insegna Storia del Cristianesimo antico e medioevale ` ‘‘La Sapienza’’ di presso l’Universita Roma. Sulla Sardegna (frutto anche d’un lungo periodo di insegnamento ` di Cagliari) ha scritto nell’Universita Appunti per una storia dello scisma luciferiano, in Atti del Convegno di Studi religiosi sardi, Cagliari, 1963.

Simonis, Arnaldo (o A. di Simone) Reli` sec. XIV-Ottana gioso (?, prima meta 1386). Vescovo di Ottana dal 1359 al 1386. Apparteneva all’ordine domenicano e fu nominato vescovo di Ottana nel 1359 da Innocenzo VI. Negli anni del suo lungo episcopato il territorio della diocesi fu occupato dalle truppe arborensi durante le guerre tra Aragona e Arborea e notevolmente devastato. Scoppiato nel 1378 lo scisma ` fedele al pontefice d’Occidente, resto di Roma.

Simon Mossa, Antonio Architetto (Pa41

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Simplicio dova 1916-Sassari 1971). Laureato in Architettura, dopo il periodo universitario a Firenze in cui fece importanti ` esperienze cinematografiche, esercito la sua professione a Sassari elaborando numerosi importanti progetti, tra cui quello del Museo del Costume a Nuoro, numerosi alberghi sulla costa algherese e nella Costa Smeralda (dove fece parte dello staff di architetti e artisti che ‘‘inventarono’’ lo stile neomediterraneo) e avventurose architetture nel paesaggio come la Escala del Cabirol (la scala del capriolo), un’ardita sequenza di 654 gradini scavati nell’imponente roccione di capo Caccia ad Alghero. Fu anche autore di alcune raccolte di versi in catalano per i quali fu segnalato in alcune edizioni ` di Ozieri’’. Dal 1961 del premio ‘‘Citta presidente del Centro studi algheresi, fu il protagonista del rilancio ‘‘poli` algherese. Di tico’’ della catalanita ` il ‘‘Moviidee sardiste, nel 1964 fondo mento indipendentista rivoluzionario sardo’’ e fu tra gli ideologi del cosiddetto ‘‘Terzo Sardismo’’. Fu autore di ` l’inumerosi scritti, nei quali elaboro ` di attuare in Sarpotesi della necessita degna una rivoluzione sul modello cubano. Molti altri suoi scritti furono pubblicati postumi a cura di Antonino Cambule, Renzo Giagheddu e Giampiero Marras nella raccolta Le ragioni dell’indipendentismo. Il Partito Sardo d’Azione e la lotta per la liberazione anticolonialista, pubblicato a Sassari nel ` stato dedi1984. Nell’aprile 2003 gli e cato a Sassari un convegno di studi la ` cui voluminosa raccolta degli atti e stata curata da Federico Francioni e Giampiero Marras col titolo Antonio Simon Mossa (1916-1971). L’architetto, l’intellettuale, il federalista. Dall’utopia al progetto. Tra i suoi scritti resta fondamentale l’opuscolo L’autonomia politica della Sardegna, pubblicato a Sas-

sari nel 1966, che contiene in sintesi i nodi fondamentali del suo pensiero politico. Fra gli altri: Autodeterminazione ` , ‘‘Sardee federalismo delle comunita gna libera’’, I, 1, 1971; Il Partito Sardo d’Azione e la lotta per la liberazione anticolonialista, ‘‘Sardegna libera’’, I, 2, 1971.

Simplicio, san (in sardo, Santu Simpliciu, Santu Simplichi) Santo martire che la tradizione agiografica dice venerato ` di Fausania (od. Olbia), dove nella citta avrebbe ricevuto la morte e la sepol` antica fonte che lo ricordi tura. La piu ` il Martirologio Geronimiano, che alla e data del 15 maggio ne registra la commemorazione in Sardinia, seguita in un codice del secolo X dello stesso Martirologio, dalla specificazione in civitate Fausiana. Tale precisazione in me` ricorre anche nella rito alla localita Passio Sancti Simplici, uno scarno racconto composto intorno al secolo XII che fa di S. un vescovo di Fausania – notizia, questa, priva di riscontri in altri documenti attendibili – martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano (303) mentre era governatore della Sardegna Barbarus, il medesimo praeses che compare nelle Passiones di Saturno e di Gavino, Proto e Gianuario. Pur mancando nella Passio qualsiasi riferimento topografico relativo al luogo della sepoltura, questa parrebbe da ricercarsi, per un logico fenomeno ` di culto, nella zona in cui di continuita si trova la basilica di San Simplicio, un edificio romanico sorto nell’area di ` imperiale una necropoli in uso dall’eta al secolo VI circa, estesa nel suburbio occidentale dell’antico centro abitato di Olbia. [ANNA MARIA NIEDDU] ` il santo di mesu ’e maju degli olbiesi, E titolare della chiesa romanica (sec. XI) eretta nell’area di una necropoli punico-romana, cattedrale della diocesi ` contenuta di Civita. La sua leggenda e

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Sindia nella Passione di San Saturno scritta da un monaco benedettino di San Vittore di Marsiglia nel primo quarto del secolo XII Morı` nell’era dei martiri, sotto Diocleziano, il 15 maggio 304, «trafitto di lancia per mano del governatore della Sardegna, Barbaro, venne sepolto ancora vivo». Variante della leggenda: «Colpito al petto dalla lancia di ` a morire sulla collinetta Barbaro, ando `, dove i cristiani lo ai margini della citta ` stata seppellirono e dove in suo onore e costruita la chiesa», in essa nel 1630 sono state rinvenute le reliquie, prive dell’iscrizione relativa alla depositio. Martirologio Geronimiano: «In Sardinia Simplici presbiteri». Presbitero, non vescovo. Un’edizione del secolo X riporta: «et in civitate Fausania Rosole». Un’aggiunta che ha dato origine alla leggenda del martirio subito con i compagni Diocleziano, Sisinnio, Fiorenzo e Rosola. Confusione tipica dell’agiografia: Diocleziano, Sisinnio e Fiorenzo, ricordati l’11 maggio, subirono il martirio nel 303 a Osimo nei pressi di Ancona; Rosola, ricordata il 14 settembre, africana, subı` il martirio con altri compagni a Cartagine verso il 258. Probabilmente si tratta di Santa Rosola martire a Filasiana, l’odierna Filesia in Romania. In ogni caso, tutti santi che non hanno nulla a che vedere con San Simplicio. Martirologio Romano: «A Fausania, in Sardegna, la festa di San Simplicio vescovo e martire, il quale al tempo di Diocleziano, sotto il preside Barbaro, colpito da lancia, ` il martirio». Giovanni Spano consumo (1872) ricorda «il villaggio distrutto di San Simplicio nella regione di Guspini». [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Olbia e della diocesi di Tempio Pausania. Festa Si festeggia il 15 maggio a Olbia. Un tempo era festeggiato anche a Bas-

sacutena (frazione di Tempio Pausania), Perdaxius, Sassari e Siniscola.

Sindaco Figura istituzionale introdotta nell’ordinamento del Regno di Sardegna quando nel 1771 Carlo Ema` l’editto col quale vennuele III emano nero istituiti i Consigli comunitativi. Precedentemente, il s. era il capo della ` , in genere eletto dall’assemcomunita blea dei capifamiglia, a volte sulla base di una terna di nomi, oppure (nelle ville infeudate) su designazione del ba` aragonese e poi in quella rone. Nell’eta spagnola il titolo di s. indicava – oltre ` – anche un che il capo della comunita `o rappresentante della villa, della citta degli stessi Stamenti, inviato presso ` di livello superiore (in geun’autorita nere presso il re) per esporre e sostenere le ragioni dell’istituzione che rappresentava. Con l’editto del 1771 sparirono il majore e i suoi consiglieri, sostituiti da un consiglio elettivo di giurati, alla cui guida fu posto il sindaco o giurato capo. Egli durava in carica un anno e aveva il compito di riunire il Consiglio comunitativo e sottoporre all’attenzione degli altri giurati i problemi concernenti la vita della comu` sui quali il Consiglio avrebbe donita vuto deliberare. Il sistema introdotto nel 1771 fu modificato con l’editto del 1836 e con la legge del 1848, dopo la ‘‘fusione perfetta’’. Infine, una volta proclamato il Regno d’Italia, le moda` di nomina (da parte del governo) lita del capo dell’amministrazione comunale in Sardegna furono le stesse introdotte nel resto d’Italia con la legge comunale e provinciale del 1865; con la legge comunale e provinciale del 1898 ` eletanche la carica di sindaco divento tiva.

Sindia Comune della provincia di ` Nuoro, compreso nell’VIII Comunita montana, con 1926 abitanti (al 2004), posto a 510 m sul livello del mare sulla

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Sindia strada tra Macomer e Bosa. Regione storica: Planargia. Diocesi di AlgheroBosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo semicircolare, si estende per 58,30 km2 e confina a nord con Pozzomaggiore e Semestene, a est con Macomer, a sud ancora con Macomer e con Scano di Montiferro e a ovest con Sagama e Suni. Si tratta della parte occidentale dell’altipiano di Campeda, di natura vulcanica, sul quale si levano alcune punte (monte Rughe, 666 m). A sud del paese scorre il Rio di Corte, affluente di sinistra del Temo. ` attraversato dalla statale 129 bis S. e ` che collega Macomer con Bosa, ed e servito dalla ferrovia a scartamento ridotto che ha all’incirca lo stesso percorso. & STORIA Pur conservando nel suo territorio alcuni nuraghi, l’attuale centro ` di origini medioevali. Faceva abitato e parte del giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Planargia che apparteneva ai Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale essi lo inclusero nel loro piccolo stato e nel 1308 lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea. Dopo la conquista aragonese nel 1328, S., unitamente a tutta la Planargia, malgrado le proteste dei Malaspina, fu concesso in feudo della Corona d’Aragona a Ugone II d’Arborea che la unı` formalmente al giudicato d’Arborea. Dopo la battaglia di Sanluri S. fece parte dei territori riconosciuti ai Carroz come eredi di Giovanni d’Arborea, ma quando nel 1423 Benedetta Carroz d’Arborea morı` il villaggio e la Planargia tornarono al fisco. Nel 1430 fu compreso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada che nel 1453 fu confiscato a suo figlio. Nel 1469 fu nuovamente concesso a Giovanni Vilamarı`; quando i Vilamarı` ` sotto il disi estinsero nel 1569, torno

retto controllo reale e fu abbandonato a se stesso. S. allora visse nel perenne terrore delle incursioni dei corsari ` a spopolarsi. barbareschi e comincio ` di Bosa Dopo che inutilmente la citta ` di farsi infeudare la Planargia, tento ` fanei cui territori peraltro i suoi piu coltosi cittadini andavano impiantando allevamenti, nel 1629 il villaggio ` a far parte del feudo concesso ai entro Brondo. Nel 1652 soffrı` a causa della ` quasi completapeste e si spopolo mente la diminuzione degli abitanti ` la crisi dell’amministrazione provoco feudale per cui fu tolto ai Brondo nel ` agli Olives ai 1670. In seguito S. passo quali fu sequestrato dopo il 1717. Fu infine compreso nel feudo concesso ai Paliacio nel 1756 e ad essi riscattato nel 1838. Il rapporto tra i suoi abitanti e gli ultimi feudatari fu tempestoso a ` dell’amministracausa dell’esosita zione e nel 1795 si ribellarono e aderirono ai moti antifeudali. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri; quando nel 1848 le province furono ` a far parte della diviabolite, entro sione amministrativa di Nuoro e nel 1859 della ricostituita provincia di Sassari. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento generale del 1846 si numerarono in S. anime 1351, distribuite in famiglie 344 e in case 290. Distinguevansi poi i totali secondo la varia condizione domestica, il totale de’ maschi 717, in scapoli 414, ammogliati 277, vedovi 26; il totale delle femmine 634, in zitelle 282, maritate 281, vedove 71. Ricorre qui la stessa osservazione che abbiamo fatto sopra la inesattezza delle differenze del totale de’ maschi e delle femmine, o degli ammogliati e delle maritate. I numeri medi del movimento della popolazione sono nascite 54, morti 30, ma` trimoni 12. La istruzione primaria e

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Sindia trascuratissima. Mentre tra i sette e i ` di 60 fanciulli dodici anni vi sono piu accade talvolta che non concorrano all’insegnamento, che soli due ragazzi. Le donne lavorano la lana e il lino; il ` molto stimato panno che fabbricano e per cappotti e gabbani. Essi rifiutano l’acqua e non ne lasciano, restando sotto la pioggia molte ore, penetrare una sola goccia. Agricoltura. Il terreno di S. sopra la roccia basaltica che forma lo strato superiore del gran pia´da, noro, che in una parte dicesi Campe ` frein un’altra Planargia, o Planaria, e quentemente discontinuo, e meno idoneo al grano che all’orzo, come pare a quei paesani. Non pertanto vi sono siti dove prospera benissimo il frumento. La seminagione ordinaria suol essere di starelli 1000 di grano, 800 d’orzo, 150 di fave, 40 di legumi, 30 di lino. La me` molto curata da questi coliga non e loni. La fruttificazione media del ` all’8, quella dell’orzo al 14, grano e quella delle fave all’8, e quella de’ legumi al 7. Di lino si possono raccogliere all’anno 400 decine, o fasci. L’orticoltura si esercita appena da alcuni particolari in quanto sia sufficiente al bisogno della famiglia, non ostante che il corso delle acque permetta di esten` . La vigna generalmente derla assai piu prospera poco, sebbene in questa re`a gione batta fortemente il sole, e cio causa, come credo, che sia stata male scelta la loro situazione. Pastorizia. Nel sindiese si hanno ottimi pascoli e se non fossero comuni, calpestati di continuo e lasciati crescere sino a certo punto, sarebbero sufficienti ad una ` di bestiame molto maggiore quantita di quella che si ha. V’ha pastura per tutte sorta di bestiame. Il bestiame di servigio e domestico numera buoi per le operazioni agrarie e per tiro de’ carri 320, vacche manse 60, cavalli 80, giumenti 280, majali 120. Il bestiame

rude vacche 2600, capre 1800, pecore 4500, porci 3000, cavalle 100. Per la ` del pascolo i formaggi, sebbene bonta manipolati con poc’arte, sono stimati. ` una stima maggiore ed e ` preHa pero giato in tutta l’isola il cacio vaccino, in ´ chiuso in vesciforma di pere, perche che di varia grandezza, alcune delle quali pesano fino a 40 libbre. I sindiesi lo dicono casigiola (cacciuolo), gli altri pere di vacche. Queste pere, meglio che tutt’altro formaggio, sono scelte per regali e sono gradite». Nel 1927 S., quando fu formata la provincia di ` a farne parte. Nuoro, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, in misura minore di equini e polame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta ` industriale limitata ai settori attivita ` sufficiente la alimentare e edile. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee e Servizi. S. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2053 unita di cui stranieri 9; maschi 1016; femmine 1037; famiglie 807. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 23 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 36 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 396 in migliaia di lire; versamenti ICI 909; aziende agricole 226; imprese commerciali 111; esercizi pubblici 14; esercizi all’ingrosso 4; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 580; disoccu-

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Sindia pati 67; inoccupati 157; laureati 31; diplomati 229; con licenza media 622; con licenza elementare 736; analfabeti 82; automezzi circolanti 725; abbonamenti TV 598.

Sindia – Il territorio del comune ospita diversi nuraghi.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze del periodo nuragico, tra le quali i nuraghi Bandidos, Biancu, Bidumargiani, Codinatta, Corizanas, Elighe, Fiorosu, Furighesu, Gunturas, Losa, Mameli, Mariotto, Miali, Montecodes, Moresa, Muru ’e Coga, Nela, Pizzinnu, Sa Casina, Sa Cherina, Santa Barbara, Sa Tanca Salighes, S’Ena de Solomo, Serras, Serrese, Sos Benales, Su Annagiu, Su Ludrau, Utturos de Ganna, Ziu Mameli. Sono presenti anche le Tombe di giganti di Nela, Furrighesos, Sa Sedda ’e Sa Cadrea. Tra tutti ` interessante e ` il nuraghe Santa il piu Barbara, del tipo monotorre, che si trova a qualche chilometro dall’abi` imponente e abtato. La costruzione e bastanza ben conservata; dall’ingresso si accede a un corridoio, sul quale si affacciano una nicchia e il vano con la scala che conduce al secondo piano, e si giunge al vano centrale, che si conclude in alto con una volta a tholos perfettamente conservata. Caratteristico ` anche il nuraghe Virdis, inglobato e nel centro urbano e integrato in un’abi&

` dell’omotazione privata, di proprieta nima famiglia. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il tessuto urbano ha conservato nel centro storico l’assetto tradizio` piani, nale, con le case in pietra a piu alcune delle quali hanno assunto nel corso dell’Ottocento l’aspetto di pretenziosi palazzotti. Nella parte centrale del complesso sorge la parrocchiale di San Pietro che fu costruita dalle stesse maestranze che costruirono Santa Maria di Corte. Ha un’aula mononavata con abside semicircolare e copertura con volte a botte. La fac` arricchita da un portale a luciata e netta architravato e da un campani` soffocata da letto a vela; attualmente e ` tarde. Tra gli alalcune costruzioni piu tri edifici importanti la chiesa di San Giorgio, costruita nel secolo XVII in forme tardogotiche; ha l’impianto a una navata completata da cappelle la` terali e dal presbiterio, la copertura e con volte a botte. Il campanile, che sorge accanto alla chiesa, fu costruito nel secolo XVIII. Infine la chiesa di San Demetrio, fatta costruire nella se` del secolo XVII dall’inquiconda meta sitore per la Sardegna Gavino Pintor. Ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali; al suo interno conserva una statua lignea del santo titolare, opera secentesca. Nelle campagne circostanti sono posti i resti dell’abbazia di Santa Maria di Corte, complesso che sorge lungo la ferrovia complementare e conserva i resti del convento cistercense e dell’abbazia, entrambi di grande interesse storico. Dell’abbazia rimangono il tracciato delle navate, il braccio sud del transetto, alcune cappelle e una parte del coro; del convento si conservano, messe in luce dagli scavi del 1964, le fondamenta dell’aula capitolare e del chiostro. Il complesso fu costruito in

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Sini forme romaniche nel corso del secolo XII da maestranze borgognone dopo che il sito era stato donato dal giudice ´ vi Gonario di Torres ai monaci perche `. costituissero una comunita & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le feste popolari che conservano le antiche tradizioni della co`; tra queste, la terza domenica munita dopo Pasqua, la festa di San Raffaele, ` occache si protrae per tre giorni ed e sione per una magnifica sfilata di costumi accompagnata da spericolate esibizioni di cavalieri in costume; vi si svolgono anche alcune manifestazioni folcloristiche tra cui una gara poetica e il ballo in piazza. Di grande importanza ` la festa di Nostra Signora di Corte, e che si svolge presso l’antica abbazia e prevede un nutrito programma di manifestazioni folcloristiche e di mo` che attimenti di grande religiosita rano un gran numero di visitatori da tutta la Planargia. Da ricordare, infine, la festa di San Demetrio, che si svolge il 17 ottobre presso la chiesa omonima; ` dalla notte del 16 viene acceso nella gia ` (su piazza antistante la chiesa un falo fogulone) attorno al quale a cadenze di tre ore si recita il rosario, mentre tra un rosario e l’altro si svolgono canti e danze tradizionali. Prima degli inizi del Novecento la manifestazione si svolgeva all’interno della chiesa, ma l’usanza fu interrotta nel 1937 per un divieto del vescovo di Bosa.

Sini1 Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 17, con 590 abitanti (al 2004), posto a 255 m sul livello del mare alle falde occidentali della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 8,73 km2 e confina a nord con un’isola amministrativa di Cabras,

a est con Genuri, a sud con Baradili e a `. Si tratta di una faovest con Gonnosno scia di territorio a mezza costa tra le basse colline della Marmilla, il pendio e il pianoro alto della Giara. A ovest del paese scorre uno dei corsi d’acqua che scendono dall’altipiano e vanno a con` fluire nel rio Mannu, poi Mogoro. S. e collegato tramite due brevi bretelle ` importante della con la strada piu zona, la Villamar-Usellus; ed ha inoltre collegamento diretto con altri paesi ai piedi della giara come Genuri, Setzu e Tuili. & STORIA Pur essendo il territorio ricco di monumenti archeologici, il centro abitato ha origini medioevali. Apparteneva al giudicato d’Arborea ed era compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la caduta del giudicato S. fu governato direttamente da funzionari reali unitamente a tutta la Marmilla. Nel 1421 fu incluso nei territori concessi in feudo a Raimondo Guglielmo Moncada e confiscati nel 1454 a suo figlio. Poco dopo il villaggio e il vasto territorio furono venduti all’asta e acquistati da Simone Royg che a sua ` volta li rivendette a Pietro di Besalu (=), genero del conte di Quirra. Per le sue vicende patrimoniali, S. fu compreso in quella parte della Marmilla che gli fu tolta da Dalmazio Carroz e annessa al grande feudo di Quirra nel 1477. Da questo momento il villaggio rimase inserito nel feudo di Quirra e ` ai nel corso dei secoli successivi passo ` e infine Centelles, ai Borgia, ai Catala agli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Oristano; dal 1848 fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza lasciataci da Vittorio Angius: «Popolazione. La popolazione di S., secondo la

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Sini numerazione del censimento, componevasi nel 1846 di anime 495, distribuite in famiglie 124 e in case 123. Distinguevasi poi il totale de’ maschi 262, in scapoli 153, ammogliati 94, vedovi 15; il totale delle donne 233, in zitelle 114, maritate 94, vedove 25. I numeri del movimento della popolazione erano di nascite 14, morti 8, matrimoni 2. Sono nel paese circa 120 telai, e in molti si lavora assiduamente. Quasi tutte le famiglie hanno qualche pro` . L’istruzione religiosa e morale prieta ` dir nulla; l’istruzione primaria si puo non si pratica. Agricoltura. I terreni che si lavorano da’ sinesi, sono di buona natura e nel favore delle meteore producono liberalmente, sı` che col solo lucro che ottengono per i medesimi possono sopperire sufficiente` , se fosmente: e avrebbero assai di piu sero altri rami in questa industria da ` ordinaria della coltivare. La quantita ` di starelli di grano 600, seminagione e 150 d’orzo, 230 di fave, 10 di vari legumi. Di lino si seminano circa 30 starelli. La moltiplicazione ordinaria di ` al 12 per il grano, al 15 per semenza e l’orzo, al 10 per le fave, all’8 per i diversi legumi. L’orticoltura potrebbe ` delle acque del rivo per la comodita della giara, occupare molto terreno; ma non si esercita che su piccoli tratti, e solo quanto basti al bisogno del ` parimenti estesa sopaese. La vigna e pra tanto suolo, che possa la vendemmia essere sufficiente alla consumazione. Essa superficie stimasi di gior` tutta adattata a quenate 200, ma non e sta specie, come si verifica in tante al` pochissimo il betre parti. Pastorizia. E ´ stiame che possiedono i sinesi, perche ` che 170 buoi nel manso non hanno piu per servigio delle operazioni agrarie e del carreggio, vacche 20, cavalli 25, giumenti 70, e si aggiungono 40 majali; nel bestiame rude, pecore 800, capre 450,

porci 100. Il prodotto in formaggio e ` lana serve tutto il paese. L’apicoltura e quasi interamente negletta». Nel 1926 S. perse la propria autonomia amministrativa e fu ridotto a frazione di Baressa. Solo nel secondo dopoguerra, ` la propria autonodal 1945, riacquisto mia e quando nel 1974 fu definitivamente istituita la provincia di Oristano ` a farne parte. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini e caprini. ` industriale e ` inesistente e L’attivita ` la rete di distribuzione commodesta e ` collegato da aumerciale. Servizi. S. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 623 unita di cui stranieri 1; maschi 309; femmine 314; famiglie 237. La tendenza complessiva rivelava un modesto aumento della popolazione, con morti per anno 4 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 11 e nuovi iscritti 12. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 540 in migliaia di lire; versamenti ICI 266; aziende agricole 182; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 8; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 153; disoccupati 21; inoccupati 46; laureati 6; diplomati 47; con licenza media 216; con licenza elementare 260; analfabeti 42; automezzi circolanti 217; abbonamenti TV 200. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze ` nuragica tra le quali i nuraghi di eta Gorropis, Perdosu, Sa Domu Bianca, Santu Giorgi, Scal’e Brebeis. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE

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Sini E AMBIENTALE Il paese ha conservato il suo assetto tradizionale, caratterizzato dalle tipiche case in pietra ingentilite dal porticato interno (lolla) e affacciate su un cortile al quale si accede da un portale ad arco. L’edificio di mag` la chiesa di Santa giore rilievo e Chiara, parrocchiale costruita agli inizi del secolo XVII e successivamente ampliata e completata fino agli ultimi restauri del 1960. Inizialmente era solo una grande stanza con il tetto di canne; nel 1628 furono costruite le prime due cappelle laterali e nel 1680 fu rifatto il tetto in legno a capriate. Nel corso dell’Ottocento furono costruiti i loggiati e la cappella di San Francesco. All’interno conserva una statua lignea del secolo XVII. Altro in` San Giorgio, teressante edificio e chiesa che sorge a poca distanza dall’abitato, in posizione dominante su un’altura sulla quale, secondo la tradizione, fu rinvenuta la statua del santo; fu costruita nel secolo XV in forme go` recente e ` tico-aragonesi; in epoca piu stato aggiunto alla facciata un grande porticato a tre archi a tutto sesto. Di ` il sito di Su grande suggestione e Strumpu, grande cascata ubicata in lo` Cracchera (Gualchiera), al cencalita tro di un grande bosco di querce secolari. Si forma da una sorgente poco di` una delle stante e per portata d’acqua e ` grandi della Sardegna. piu & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La principale festa popolare, che con` antiche traserva la memoria delle piu dizioni del paese, si svolge il 23 aprile in onore di San Giorgio; per l’occasione la statua del santo viene trasferita con un grande corteggio di costumi e cavalieri a cavallo dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta omonima, dove si svolgono le cerimonie religiose; negli stessi giorni si svolge la sagra del pane ’e saba, confezionato da tutte le fami-

glie e venduto per trovare i fondi necessari per la manutenzione della chiesetta; in concomitanza si svolge anche una mostra dei prodotti dell’artigianato.

Sini2 Famiglia della Gallura (secc. XVIXVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI; i suoi membri erano considerati pubblicamente nobili ed erano investiti di uffici di rilievo nelle amministrazioni dei grandi feudi della Gallura. Agli inizi del secolo XVII un Carlo si stabilı` a Pattada e fu nominato regidor della contea di Oliva. I suoi figli Salvatore e Filippo furono ammessi allo Stamento militare nel 1643 durante il parlamento Avellano; essi formarono due rami della famiglia: Salva` a risiedere a Pattada; i tore continuo suoi discendenti presero parte a tutti gli altri parlamenti e si estinsero alla fine del secolo XVII; Filippo si stabilı` a Torralba ed ebbe molti figli, che a loro volta formarono altri rami che, oltre che a Torralba, risiedettero a Bono, a Thiesi e a Mores e continuarono a prendere parte a tutti i parlamenti. Questo ramo si estinse nel corso del secolo XVIII.

Sini3 Famiglia di Tempio Pausania (sec. XVIII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Godevano di una discreta condizione economica e nel 1741 ottennero il cavalierato eredita` . Nella seconda meta ` rio e la nobilta del secolo le condizioni della famiglia peggiorarono e i suoi membri si stabilirono in diversi altri villaggi.

Sini, Antonio Poeta, scultore (n. Sarule ` di nove anni, 1928). Pastore sin dall’eta ` poeha posto le basi della sua attivita tica nel contatto con la natura e l’aspro paesaggio della campagna sarda. Non ancora diciassettenne fu arrestato con l’accusa di tentato omicidio e rapina e ` innocente sette anni di carcere. sconto La reclusione gli tolse gli anni migliori

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Sini della giovinezza, ma gli permise di istruirsi e di mettere le basi della propria scrittura. Assolto con formula ` ad piena e finalmente libero, si dedico ` didattiche e sociali, occupanattivita dosi soprattutto dell’istruzione professionale dei giovani conterranei. Oltre ` sempre dedicato che alla poesia si e alla scultura e alla grafica. Dedalo Montali ha scritto che «la Sardegna, nel suo doloroso destino di terra invasa, parla sempre nelle pagine di S. in prima persona, ma si ribella anche ` violentata a nome di tutta l’umanita dal capitale». Tre le sue raccolte di poesie, tutte in italiano: La terra che non ride, 1965; Oltre le radici, 1968; Il fiore impiccato, 1976.

Sini, Danilo Pittore (n. Sassari 1961). Vive a Sassari, dove si dedica alle arti visive e lavora nel campo della grafica `. Nel 1986 e ` fra i selee della pubblicita zionati della Biennale dei Giovani di Sassari. Il suoi primi lavori si incentrano sul recupero e la trasformazione di oggetti utili in superfici decorative, simulacri affettivi. Decorazioni tra l’arcaico e il graffitismo alla Haring, soprattutto negli elementi dado e bullone che caratterizzeranno Meccanica (1988), installazione per il teatro Civico di Sassari, in coppia con Gianni Ruggiu. «Segni grafici, – ha scritto Anna Rita Chiocca – che torneranno in seguito nello sviluppo di temi legati alla ` e al primitivismo: la spirale, sacralita la stele realizzate su e con pietre, corde, terra ecc. Riprendendo il linguaggio pop Sini imbocca un sentiero aperto alla dimensione narrativa e simbolica».

Sini, Emilio Ufficiale di carriera (Cagliari 1830-Milano 1892). Uscito dall’Accademia fu nominato sottotenente nel 1851. Poco dopo prese parte alla ´ spedizione in Crimea, dove combatte valorosamente ottenendo una decora-

zione. Tornato in patria prese parte alla seconda guerra d’indipendenza e nel 1860 alla campagna per l’unificazione, ottenendo altri riconoscimenti. ` alla terza guerra Nel 1866 partecipo d’indipendenza e fu insignito della croce dell’ordine militare di Savoia; nel 1890 fu promosso generale. Ebbe il comando della divisione militare di Padova e poco dopo di quella di Milano, dove morı` improvvisamente nel 1892.

Sini, Maria Luisa Storica dell’economia (n. Benetutti 1957). Laureata in ` divenuta funzionaGiurisprudenza, e ` speciario del Banco di Sardegna. Si e lizzata in Politica economica nella Scuola superiore ‘‘Enrico Mattei’’. Ha al suo attivo numerosi saggi, fra cui Sardegna (con Antonello Paba), 1984; L’economia della Sardegna negli anni ` degli anni ’80, ’70 e nella prima meta ‘‘Quaderni sardi di economia’’, 1-2, 1989; L’economia della Sardegna nel recente passato, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990.

Sini, Sirio Consigliere regionale, storico dell’arte (n. Nuoro 1933). Insegnante, da giovane impegnato in poli` tica nelle file della Sinistra, nel 1974 e stato eletto consigliere regionale del Partito Comunista Italiano per la VII legislatura nel collegio di Nuoro. Al termine della legislatura nel 1979 non ` stato piu ` ricandidato. Tornato alla e vita civile, ha ripreso i suoi studi preferiti, di estetica e di storia dell’arte; ha raccolto una parte dei suoi scritti e delle sue riflessioni in un volume edito nel 2005.

Sini, Tarquinio Pittore (Sassari 1891Cagliari 1943). Iscritto al Politecnico di Torino, preferı` dedicarsi all’arte e ` i suoi studi. Si affermo ` non completo rapidamente come disegnatore e ` afcome grafico, collaborando ai piu fermati periodici italiani. Negli stessi

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Siniscola anni prese parte a numerose mostre e si stabilı` a Cagliari che elesse come sua seconda patria. Protagonista, nella se` degli anni Venti, del dibatconda meta ` ’’, partitito fra ‘‘strapaese’’ e ‘‘stracitta colarmente vivo, in Sardegna, negli ` spesso ambienti delle arti visive, evoco il rapporto dialettico (e spesso pole` nell’imico) fra tradizione e modernita sola, mettendo a confronto, con un suo tratto ricco di humour, figure di sardi in abiti (e lavori e attitudini) tradizionali con maliziose silhouettes di donnine moderne ed emancipate (sarebbero rimasti memorabili i due cicli di stampe in quadricromia intitolati Vecchia Sardegna, 1934, e Contrasti. Vecchia Sardegna addio!, 1935). Nel 1929 aveva pubblicato anche un curioso romanzo intitolato A quel paese.... illustrato con i suoi eleganti disegni. Al ` la sua vita fu culmine della notorieta tragicamente stroncata nel febbraio del 1943 durante uno dei primi, micidiali bombardamenti aerei di Cagliari.

`. Si tratta di una ovest con Lula e Lode piana costiera, fertile e ricca di acque, per un lato affacciata sul mare e per gli altri delimitata da alture, tra le quali la grande massa del monte Albo, con numerose punte oltre i 1000 m. Nei pressi del paese scorre il rio omonimo, che scende dall’Albo e va poi subito a gettarsi in mare. La principale via di co` la superstrada Abbamunicazione e santa-Nuoro-Olbia, che passa a breve ` atdistanza dall’abitato; ma il paese e traversato anche dalla statale 125 Orientale sarda, che segue tutta questa lunga linea costiera.

Sinipale Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Un tempo fiorente, fu abbandonato nella se` del secolo XIV, probabilconda meta mente in conseguenza della peste del 1376.

Siniscola Comune della provincia di ` monNuoro, sede della X Comunita tana, con 11 034 abitanti (al 2004), posto a 39 m sul livello del mare tra le ultime pendici del monte Albo e la fascia costiera orientale. Regione storica: Posada. Diocesi di Nuoro. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 199,96 km2, comprendenti anche le frazioni di La Caletta, Santa Lucia e capo Comino, e confina a nord ` e Posada, a est col mare Tircon Torpe reno, a sud con Orosei, Onifai e Irgoli, a

Siniscola – Il rio Siniscola. & STORIA Sebbene il territorio sia particolarmente ricco di testimonianze del periodo nuragico, il centro attuale risale all’Alto Medioevo. In questo periodo apparteneva al giudicato di Gal` imporlura ed era uno dei centri piu tanti della curatoria di Posada. All’estinzione della dinastia dei Visconti, alla fine del secolo XIII, S. prese a essere amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conqui` a far parte del sta aragonese entro feudo che fu concesso a Berengario Vi` , mal tollademany. I suoi abitanti, pero

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Siniscola lerando il vincolo feudale, una volta scoppiata la guerra tra Genova e Aragona ne approfittarono per ribellarsi. Berengario Vilademany morı` prima del 1335 e subito dopo, quando la ` finire, S. fu nuovamente guerra sembro infeudato a Berengario Sant Vicent i cui discendenti nel 1352 vendettero S. a Pietro de So. Poco dopo, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio soffrı` altri danni; alcuni mesi dopo il termine delle operazioni, quando la situazione sembrava tornata tranquilla, Pietro de So morı` e S. con tutto il feudo tornarono al fisco. In seguito, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, per tutto il periodo che va dal 1366 alla caduta del giudicato d’Arborea S. fu sotto l’occupazione dalle truppe del giudice d’Arborea e di fatto annesso al giudicato. Si ` di un possesso precario, conditratto zionato dalle vicende delle guerre che si susseguivano per cui il villaggio de` . Dopo la battacadde e quasi si spopolo `a glia di Sanluri il territorio continuo soffrire per l’incertezza della situazione e le continue ribellioni dei suoi abitanti. Nel 1431 fu acquistato da Ni` Carroz e cosı` S. entro ` a far parte colo del grande feudo posseduto dalla famiglia Carroz nella Sardegna nord-orien` il territorio, tale. Alla morte di Nicolo staccato dal resto del patrimonio dei ` lasciato a sua moCarroz, fu da Nicolo glie Brianda De Mur la quale, a sua ` a sua figlia Stefania che volta, lo lascio ` agli ospedali di Saranel 1503 lo dono gozza e di Barcellona. Fu questo un periodo tragico nel quale S., abbandonato a se stesso, dovette pensare a difendersi dalle continue incursioni dei corsari barbareschi mentre alcuni piccoli villaggi che sorgevano nei territori cir` o costanti furono spazzati via. Piu meno in questi anni furono costruite le mura di cui rimane qualche labile

` antraccia nei toponimi della parte piu tica dell’abitato. Per far fronte alla situazione di pericolo l’antico feudo di Posada entro il secolo XVII fu acquistato dai Clement, dai Portugues e infine dai Masons e S. ne seguı` le sorti: i suoi abitanti furono in continuazione impegnati a difendersi dagli attacchi dei corsari nonostante fossero state costruite le torri litoranee per la difesa. Nei secoli successivi, estinti i Masons ` del secolo XVIII, il nella seconda meta ` ai Nin ai quali fu riscatvillaggio passo tato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella ` a provincia di Nuoro; dal 1848 entro far parte della omonima divisione amministrativa. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si attribuiscono a S. anime 2521, distribuite in famiglie 677 e in case 622. Quindi era distribuito secondo la popolazione domestica, il totale de’ maschi 1345, in scapoli 823, ammogliati 476, vedovi 46; il totale delle femmine 1176, in zitelle 573, maritate 476, vedove 127. Professioni. De’ siniscolesi sono, tra grandi e piccoli, 700 che attendono all’agricoltura, 200 alla pastorizia, 70 a’ diversi mestieri di falegnami, ferrari, armaroli, muratori, sarti, scarpari, vasai e pescatori. Avendosi nel territorio argilla buona per la figulina si fabbricano brocche, fiaschi ed altri articoli per provvedere il paese e gli altri prossimi villaggi. Essendovi porto sono alcuni che negoziano e comprano da’ pastori ed agricoltori per vendere a’ genovesi, a’ maddalenini, ed a’ napoletani. Le donne lavorano sul telaio e fanno panni lini e lini per il necessario delle famiglie e per venderne ad altri che ne abbisogni. Il numero de’ telai, che sono quasi sempre in opera non ` meno di 400. Agricoltura. Se quesara ` in gran parte montuosa sta regione e

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Siniscola ` poca la parte che resta non per questo e alla coltivazione, la quale potrebbe benissimo crescere al triplo lasciando ` di 12 000 giornate. alla pastorizia piu Le terre, dove annualmente si alterna la seminagione del grano, comprese quelle che son chiuse, possono avere una superficie di circa 6000 giornate. In totale le terre coltivate comprendono poco meno di giornate 10 000. Le ` che annualmente si sogliono quantita seminare sono, starelli di grano 3000, d’orzo 1200, di fave 800, di legumi 100, di lino 200. La fruttificazione mediocre ` del 10 pel frumento, del 15 per l’orzo, e del 12 per le fave, del 10 pe’ legumi. Il prodotto del lino suol computarsi in media di 350 cantara all’anno. Di canape se ne semina pochissimo. Gli orti hanno complessivamente un’area di circa 100 giornate, e per il comodo della irrigazione producono larga` comuni sono latmente. Le specie piu tughe, melingiane, indivie, cavoli, carote, pomidoro, rape, melloni, apio, cardi, ravanelli, ecc. La maggior parte ` del villaggio verso la madegli orti e rina. Le vigne sono mirabilmente prospere, e tanto estese, che forse non occupano meno di 700 giornate. Pastorizia. Essendosi fatto cenno della ferti` de’ pascoli che le diverse specie di lita bestiame possono trovare in questo ter` delle acque ritorio, e della opportunita per l’abbeveramento, proporremmo subito quanto in cosı` estesa superficie sia il numero de’ capi che si educano. Nel paragone del numero alla superfi` che e gli armenti e le cie si riconoscera greggie sono molto meno, che potrebbero essere per la copia delle sussistenze, massime in qualche specie. Il ` domebestiame di servigio e di utilita stica ha i numeri seguenti, buoi per l’agricoltura 500, vacche manse 100, cavalli e cavalle 400, giumenti 200, majali ` di pol450. Si ha quindi gran quantita

lame di alcune specie, e ne’ numeri seguenti. Vacche 2000, capre 8000, pecore 7000, cavalle 200, porci 2500». Quando nel 1859 furono ricostituite le province, S. fu incluso in quella di Sassari della quale fece parte fino al 1927 quando fu ricostituita la provincia di Nuoro. Nel corso del secolo XX le atti` commerciali e turistiche e qualche vita ` industriale hanno modificato attivita ` la struttura tradizionale della societa di S. favorendone uno sviluppo rapido. & ECONOMIA L’attivita ` principale e ` il turismo: vi operano nove alberghi con 462 posti letto, quattro aziende agrituristiche con 12 posti letto, quattro campeggi con 2110 posti letto e dieci risto` il porto turistico di Ottiolu ranti, piu con 400 posti barca e quello di La Caletta con 140 posti barca. Vi si praticano anche l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, in misura minore di ovini e caprini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nei settori lattiero-caseario, alimentare, della pesca e della piscicoltura, della lavorazione del legno e del` discretamente sviluppata l’edilizia. E la rete di distribuzione commerciale, ` punto di riferimento per i paesi che e circostanti. Artigianato. Tradizionali la produzione di oggetti di ceramica e ` collegato da l’oreficeria. Servizi. S. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di porti turistici. Dicia ed e spone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo scientifico e Istituto tecnico), sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 11 019 ` , di cui stranieri 133; maschi unita

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Siniscola 5598; femmine 5421; famiglie 3985. La tendenza complessiva rivelava un sostanziale equilibrio della popolazione, con morti per anno 93 e nati 113; cancellati dall’anagrafe 187 e nuovi iscritti 166. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 959 in migliaia di lire; versamenti ICI 4531; aziende agricole 560; imprese commerciali 627; esercizi pubblici 117; esercizi all’ingrosso 14; esercizi al dettaglio 230; ambulanti 43. Tra gli indicatori sociali: occupati 2911; disoccupati 532; inoccupati 600; laureati 215; diplomati 1081; con licenza media 3357; con licenza elementare 3089; analfabeti 392; automezzi circolanti 3345; abbonamenti TV 2072. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche che docu` dell’insediamentano la continuita mento a partire dal periodo prenuragico. Di particolare importanza sono le grotte neolitiche di Sa Preione ’e S’orcu e Duas Vuccas e le domus de janas di Cuccuru de Janas. Numerose le testimonianze del periodo nuragico, tra cui i nuraghi Argiola ’e Duli, Artora, Binza Ianna, Bon’e Fraule, Chiruiddula, Gorropis, Janna ’e Sa Pruna, Mannu, Olotta, Orcu, Pauli Maiore, Porchile, Punta ’e Nuraghe, Punta ’e Pizzus, Punta Sa Figu, Punta Su Turolia, Riu Siccu, Sa Domo Bianca, Sa Grutta, Santu Jaccu, Sas Piberas, Sculta ’e Muru, Su Enosu, Sulapatu. Sempre al periodo nuragico appartengono il villaggio nuragico di Lututai e la Tomba di giganti di San Giacomo. Il territorio conserva anche alcune testimonianze del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Pur essendosi trasformato in conseguenza dello sviluppo del turismo, l’abitato conserva nel suo centro storico un assetto tradizionale, con

` piani in pietra e alcuni elecase a piu ganti palazzotti ottocenteschi. L’edifi` la chiesa di San cio di maggior pregio e Giovanni Battista, parrocchiale costruita nel 1766; ha l’impianto a tre navate completate da cappelle laterali e dal presbiterio; la copertura delle na` a volta a botte, quella del presbivate e terio con una grande cupola. Al suo interno negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento le volte e la cupola furono interamente ricoperti da un ciclo di affreschi con episodi della vita di San Giovanni Battista; vi si trovano anche alcune statue lignee del Settecento e una curiosa lapide incisa del 1627, con un’iscrizione e le impronte di due piedi che secondo una tradizione sarebbero quelli del Cristo. Poco distante sorge il campanile a canna quadrata che fu completato nel 1840. Altro edifi` la chiesa della Santiscio di rilievo e sima Vergine delle Grazie, costruita nel 1771 ma totalmente rifatta nell’Ottocento. Ha l’impianto a una navata completata da una piccola abside, la ` a volte a botte. All’interno copertura e conserva un modesto ciclo di affreschi. Interessanti sono anche alcuni monumenti che sorgono nei dintorni. Tra questi la chiesa di San Giacomo Apostolo, costruita a pochi chilometri dall’abitato in due diverse fasi: nella prima, risalente ai secoli V-VI, furono costruiti in forme bizantine la navata maggiore, l’abside e una parte della parete est. Nella seconda fase, che risale al periodo dei secoli XI-XIII, seguı` la navata minore, in forme romaniche. La chiesa di Sant’Elena fu costruita nel ` Cuccuru de Janas, a 1796 in localita qualche chilometro dall’abitato. L’edificio sorge su una preesistente chie` antica, ha l’impianto a setta molto piu una sola navata e la copertura del tipo ` anche la torre di a capanna. Di rilievo e ` di San Giovanni, situata in prossimita

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Siniscola La Caletta; fu costruita nel corso del ` secolo XVI in forma troncoconica ed e in buone condizioni di conservazione. ` un ampio locale a cuAl suo interno e pola con gli alloggiamenti per i cannoni. Aveva una funzione di difesa e di avvistamento ed era potentemente armata con cannoni e servita da una guarnigione comandata da un alcaide. ` ricco di siti di grande Il territorio di S. e bellezza quali La Caletta, centro turistico e balneare che dista 6 km dal cen` sviluppato nel corso degli ultro. Si e timi decenni, crescendo vorticosamente per le forti correnti turistiche che le sue belle spiagge richiamano. ` note del litorale sono Le spiagge piu quelle della zona di capo Comino e ´ rchida. Bellissima e ` la quelle di Be grotta di Gortoe, situata nell’immediata periferia dell’abitato lungo la ` molto lunga e al suo strada per Olbia; e interno scorre un suggestivo corso d’acqua sotterraneo; di grande interesse sono anche alcune forme di erosione lungo le pareti. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la me` antiche tradizioni sono moria delle piu quella di Sant’Antonio Abate che si celebra il 16 e 17 gennaio, prevede l’accensione di grosse cataste di rosmarino (su ramasinu) e altre essenze della macchia mediterranea che vengono raccolte la notte precedente nelle campagne circostanti da gruppi di giovani in competizione tra loro per chi ne rac` ; un tempo coglie la maggiore quantita il raccolto veniva portato in paese da carri di buoi riccamente adornati sui quali veniva issata la Croce di Sant’An` occasione per tonio. La raccolta e grandi banchetti notturni che rinsaldano l’amicizia. Nella mattina successiva le cataste vengono raccolte nella piazza principale e date alle fiamme per scacciare le influenze nefaste sul

` raccolto. Altra caratteristica festa e quella in onore di San Giacomo; si ` caratterizzata svolge il 1º maggio ed e da una magnifica gara poetica che richiama i migliori improvvisatori e un grande pubblico. Nella prima dome` di capo Conica di agosto nella localita mino si svolge la festa in onore della Madonna (Stella Maris), evento di grande rilevanza che attira molti turisti e culmina in una spettacolare processione a mare.

Siniscola – Costume tradizionale.

` anche il costume. L’abbiMolto bello e gliamento tradizionale femminile comprende una camicia di tela bianca molto scollata e ricamata (sa camisa); la scollatura viene coperta da una pettina finemente ricamata (su pettus); la ` di panno marrone o blu con gonna e balza di broccato chiaro alta 20 cm, rifinita con trine dorate (sa unnedda) e stretta in vita da una cinta della stessa stoffa (su chintu). Sopra la camicia si indossano il busto (su zustillu) di broccato guarnito con nastro rosso chiuso sotto il seno da un laccio; e la giacca (su corittu) di broccato chiaro alternato

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Sinnai a panno rosso. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broccato identico a quello usato per la balza della gonna ` comple(s’antela). L’abbigliamento e tato da una cuffia di panno rosso che tiene i capelli (sa caretta) e da una benda bianca di cotone o lino che circonda il viso. L’abbigliamento tradizio` costituito da una caminale maschile e cia di tela bianca a collo basso e pettina pieghettata; e dai calzoni di tela grezza (sos carzones). Sopra la camicia si indossano il gilet (su zustillu) di panno rosso e velluto blu guarnito con trina dorata; e la giacca di orbace nero (sa grozza). Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sas ragas) di orbace nero e le ghette (sas carzittas) dello stesso tes` completato da suto. L’abbigliamento e una berritta di panno nero.

Sinnai Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XXIV Comunita montana, con 15 731 abitanti (al 2004), posto a 134 m sul livello del mare tra i paesi della cintura cagliaritana e le pendici del monte Serpeddı`. Regione storica: Campidano di Cagliari. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 223,38 km2, comprendenti la frazione di San Gregorio e l’isola amministrativa affacciata sulla costa meridionale, con la frazione di Solanas, e confina a nord con Villasalto, a est con Burcei, San Vito e Castiadas, a sud con Maracalagonis, a ovest con Settimo San Pietro, Soleminis e Dolianova. L’isola amministrativa confina, oltre che col mare, con Villasimius e Maracalagonis. Si tratta in questo caso di una piccola piana costiera delimitata dalle ultime propaggini dei Sette Fratelli; mentre il territorio intorno al ca` un vasto compendio che si poluogo e estende dalla piana campidanese, sulla quale S. si affaccia, al monte Ser-

peddı` (1067 m) e a una vasta parte delle pendici occidentali dei Sette Fratelli (1023 m). Una strada che si dirige a nord collega S. a Soleminis, mentre a sud se ne diramano due, una per Mara` importante, calagonis e l’altra, la piu per Settimo San Pietro, Selargius e Cagliari. & STORIA Per quanto il suo territorio sia ricco di reperti archeologici che risalgono al periodo prenuragico e nuragico, l’attuale centro abitato ha origini medioevali: sarebbe sorto dalla fusione dei villaggi di Sinia e di Segossini; era incluso nel giudicato di Cagliari e faceva parte della curatoria del Campidano. Nella divisione del 1258, seguita alla conquista del giudicato di Cagliari, S. fu compreso nei territori che presero a essere amministrati direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae e nel ` a far parte della baronia di 1325 entro San Michele concessa a Berengario Carroz. Negli anni seguenti il villaggio soffrı` per la peste del 1348 e per le guerre tra Mariano IVe Pietro IV. A partire dal 1366 e fino al 1409 fu di fatto occupato dalle truppe del giudice d’Arborea; solo dopo la battaglia di Sanluri i Bertran Carroz ne tornarono in possesso. Nel corso dei secoli seguenti S. ` dai Bertran Carroz ai Centelles. passo Nel 1647 il marchese Gioacchino Centelles, trovandosi in strettezze finanziarie, vendette a Benedetto Nater (=) S. e le sue montagne unitamente a Ma` del racalagonis, rompendo cosı` l’unita feudo di Quirra e costituendo un altro ` Nater si disfece cefeudo di cui pero ` cosı` a dendolo ai Martin (=). S. entro ` , e nel 1652 far parte di una nuova realta i nuovi feudatari tentarono di impiantare una nuova colonia nei territori tra ` , nel S. e Maracalagonis. Quando pero 1674, nel feudo di Quirra ai Centelles

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Sinnai subentrarono i Borgia, questi reclamarono la restituzione del feudo in quanto Gioacchino Centelles prima di vendere non aveva chiesto l’autorizzazione al re. Ne nacque una lite che si ` con alterne vicende fino al trascino 1718, quando i Martin furono costretti a rendere S. al marchese di Quirra. In ` dai Borgia ai Catala `e seguito S. passo infine agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Cagliari; dal 1848 al 1859 fece parte della divisione amministrativa omonima e dal 1859 infine della ricostituita provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 furono notate in S. anime 2988, distribuite in famiglie 785 e in case 670. Ma in quest’ultimo numero io credo sia un grosso errore. Quindi si divideva il totale de’ maschi 1455, in scapoli 899, ammogliati 513, vedovi 43; il totale delle femmine 1533, in zitelle 845, maritate 514, vedove 174. ma anche in questi numeri io non credo che sia molta esattezza. I numeri ordinari del movimento della popolazione sono, nascite 110, morti 60, matrimoni 25. Professioni. Sono esclusivamente applicati all’agricoltura 600 persone, alla pastorizia 200, ai diversi mestieri di ferrari, muratori, scarpari, falegnami, bottari, sartori, argentieri, ecc., circa 85, al negozio circa 40. L’istruzione primaria fu molto trascurata per causa dei maestri, che non faceano il loro dovere, e per causa dei padri di famiglia che non vi mandavano i figli. Il numero di quelli che nel paese sanno leggere e scrivere non eccede i 50, a’ quali si possono aggiungere alcuni altri che sanno scriver qualche cosa, ma non sanno veramente leggere nei libri. Vi sono 10 notai. Agricoltura. Il territorio piano proprio di S.

essendo piuttosto ristretto, e nelle migliori parti occupato dalle vigne, restano comparativamente alla popolazione poche terre idonee alla semina` dire che complessivagione, e si puo mente i terreni ne’ quali si alterna la seminagione non eccedono le giornate 2200, compresivi anche i chiusi, dove si ` fa agricoltura e pastura. Questo pero non ci vieta di affermare che non mancano in diverse parti, anche nella regione montuosa, de’ siti, dove si potrebbe con vantaggio praticare la cultura di una od altra specie di cereali. ` della seminagione suol esLa quantita sere di starelli di grano 1000, d’orzo 500, di fave 300, di legumi 125, di lino ` del 100. La fruttificazione ordinaria e 10 pel grano, del 15 per l’orzo, del 12 per le fave, dell’8 per i legumi. Non abbiam posto nel totale della seminagione quello che si semina con la zappa; i novali (narbonis) soglion pro` durre il quadruplo e spesso assai piu che gli altri terreni abituati a’ semi. ` trascurata Non si coltiva la meliga, ed e la cultura delle patate, sebbene la natura del terreno in molti siti sia ben favorevole. Pastorizia. Essendo montuosa la massima parte del territorio di S., dovrebbe per conseguenza avere l’industria pastorizia molto svilup` cosı`, e se i numeri de’ pata; ma non e capi delle diverse specie di bestiame possono sembrare soddisfacienti, tali non parranno se si riguardi la grandissima estensione de’ pascoli. La specie ` la piu ` scarsa de’ capi, gia ` che vaccina e ` di 400. I sii medesimi non sono piu niesi credono che questi animali non ´ possan vivere che nel piano, e perche ` ristretto, nel piano il pascolo per essi e ` non ne accrescono il numero, pero senza badare, che pur tra’ monti sono de’ pascoli ottimi, e che non mancano le acque che sono desiderate nel piano. Le vacche non si mungono e l’unico

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Sinnai frutto che si ricavi dalle medesime sono i tori che si vendono ai contadini per il servigio agrario. Sono occupate nella loro cura 20 persone tra pastori e garzoni. Le capre sono capi 10 mila in circa, e formano dalle 35 alle 40 mandre, alle quali servono circa 100 uomini tra piccoli e grandi. Le pecore ` di 5 mila, e hanno per il loro sono piu governo circa 50 persone. I porci si possono numerare non meno di 2500 capi, e sono condotti da 40 pastori. Finalmente le cavalle sono capi 200 e forse ` , e hanno 10 uomini». Nel corso del piu secolo XIX l’agricoltura di S. fu razionalizzata e sviluppata; il centro ha ac` anche per il suo paquistato notorieta ` stato meta di un trimonio di boschi ed e primo turismo residenziale a opera dell’alta borghesia cagliaritana. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, in misura minore di ovini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori alimentari, lattiero-caseario, del legno, dei laterizi e della metallur` discretamente sviluppata la rete gia. E di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 114 posti letto e nove ristoranti. Artigianato. Si producono artigianalmente liquore di mirto, miele, cestini di giunco e di fieno (strexiu de fenu), coltelli (arre` collegato da autosoias). Servizi. S. ed e ` linee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e il Museo del cervo sardo.

Sinnai – La produzione di cestini e` tipica dell’artigianato locale.

DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 882 ` , di cui stranieri 129; maschi unita 7446; femmine 7436; famiglie 4547. La tendenza complessiva rivelava un deciso aumento della popolazione, con morti per anno 101 e nati 141; cancellati dall’anagrafe 281 e nuovi iscritti 412. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 434 in migliaia di lire; versamenti ICI 6118; aziende agricole 667; imprese commerciali 381; esercizi pubblici 63; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 196. Tra gli indicatori sociali: occupati 3232; disoccupati 541; inoccupati 1287; laureati 174; diplomati 1369; con licenza media 4494; con licenza elementare 3562; analfabeti 405; automezzi circolanti 5139; abbonamenti TV 2878. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` dellogiche che attestano la continuita l’insediamento dell’uomo. Al Neolitico ` ascrivibile la domus de janas di finale e Santu Basileddu, scavata nella roccia e ` a qualsituata nell’omonima localita che chilometro dall’abitato. Vi si accede da una apertura quadrangolare: ` a pianta circolare ed e ` l’interno e spesso inondato dall’acqua. Interes` santi i monumenti riconducibili all’eta nuragica, in particolare i nuraghi Arbu, Drugali, Fericci, Genna Bentu, &

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Sinnai Longu, Lorenzu Origa, Nuraxeddu, Pirreu, Sa Fraigada, Santa Introxia, S’Arrideli, Serra Idda, Su Crabiolu. ` di grande importanza il Tra questi e complesso di Santa Introxia, costituito da un nuraghe e da una Tomba di gi` del tipo monotorre: ganti. Il nuraghe e vi si accede attraverso un andito che porta alla camera centrale, parzialmente crollata; dalla sala si giungeva, attraverso una scala a chiocciola di cui rimangono pochi gradini, sino alla ter` stato razza superiore. Recentemente e scavato ed ha restituito numerose ceramiche e oggetti litici che documentano la cultura materiale dei suoi abi` sitanti. A poca distanza dal nuraghe e tuata la Tomba di giganti, in granito, costituita da un’esedra semicircolare dotata di vano di accesso al corpo fune` molto dannegrario; il monumento e giato. Sono stati individuati anche numerosi monumenti del periodo romano, in particolare il complesso di Villa Tasonis che ha restituito i ruderi di una villa con molte suppellettili, monete e altro materiale. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Pur essendosi la cittadina sviluppata notevolmente negli ultimi decenni, nel suo centro storico ha conservato numerose case campidanesi tipiche, costruite in mattoni di ` diri) e ingentilite da un terra cruda (la porticato (lolla) e dalla grande corte alla quale si accede da un portale monumentale ad arco. Al centro dell’abi` la tato, in posizione dominante, e chiesa di Santa Barbara, parrocchiale costruita nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi e successivamente modificata e ampliata nel corso dei secolo XVII e XVIII, fino alla trasformazione, avvenuta nel 1840, della facciata nelle ` a croce latina attuali forme. La pianta e con navata unica e transetto; la navata ` arricchita da cappelle laterali e dal e

` sopraelevato; all’inpresbiterio che e ` pocrocio tra la navata e il transetto e sta una cupola sorretta da un tamburo. All’interno conserva alcune tele del secolo XVIII attribuite allo Scaleta (=) e pregevoli statue lignee del secolo ` XVII. Altro importante monumento e la chiesa di Santa Vittoria, un tempo in aperta campagna e oggi all’ingresso dell’abitato; costruita nel secolo XV, ha un impianto a una navata scandita da archi a sesto acuto su cui poggia la copertura in legno. All’interno custodisce un retablo a sei scomparti attribuito a Lorenzo Cavaro (=). Nelle campagne circostanti da notare la chiesa di San Basilio, costruita a poca distanza dall’abitato tra la fine del secolo XVII e il XVIII. Ha un impianto a una sola navata rettangolare, la copertura in legno a capriate e la facciata a capanna completata da un campanile a vela, e preceduta da un porticato. La chiesa di Sant’Isidoro, costruita nel secolo XVIII in forme barocche e andata progressivamente in rovina, nel corso del secolo ` stata ristrutturata nelle forme atXX e tuali. Ha l’impianto a una sola navata e la copertura a volta a botte. Nelle campagne che costituiscono il vasto terri` torio del paese si trovano due localita di grande bellezza che vanno assumendo una crescente importanza turi` il centro di villeggiatura di stica. Una e San Gregorio (=) situato tra i monti di S. a 15 km da Cagliari alle falde del massiccio dei Sette Fratelli, in una ridente conca boscosa dalla quale si do` ragmina il golfo di Cagliari. Il sito e giungibile sia da S. che dalla strada Orientale sarda (Campuomu). Prese a svilupparsi a partire dalla seconda ` de ll’Ottocen to , qu ando un meta gruppo di famiglie dell’alta borghesia cagliaritana (Marini, Palomba, Pintor e altre) vi costruı` le proprie residenze per la villeggiatura. Col tempo, attorno

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Sinnai ` un minuscolo a una chiesetta si formo villaggio con alcuni edifici di qualche `e ` pregio architettonico. L’altra localita il villaggio costiero di Solanas (=) che ha usufruito negli ultimi anni del moltiplicarsi dei flussi turistici in questa parte della riviera isolana. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste religiose e civili conservano e tramandano il ricco patrimonio di tradizioni che costituisce la memo`. A giugno si ria storica della comunita svolge presso la chiesa omonima la festa di Santa Vittoria, che si riallaccia a ` antiche tradizioni di S., una delle piu secondo la quale la santa sarebbe stata martirizzata sulle montagne circostanti, al tempo dell’imperatore Adriano; la festa fu istituita dai Vitto` nel secolo XI e le reliquie sariani gia rebbero state trovate nel 1624. Le celebrazioni durano tre giorni e prevedono un ricco programma di manifestazioni civili e religiose. La terza domenica di luglio si svolge un’altra festa ricca di tradizione, quella in onore di Santa Barbara, la patrona del paese; si svolge per ricordare il miracolo operato dalla ` il paese in occasione di santa che salvo un grave nubifragio; i festeggiamenti hanno luogo presso la parrocchia e durano quattro giorni con un intenso programma. A luglio si svolge anche il torneo di calcio Paolo Pozzi, a carattere internazionale, riservato a giovani esordienti; la manifestazione va assumendo con gli anni un’importanza crescente. La domenica dopo Ferragosto presso la chiesetta campestre dedicata alla santa si svolge la festa di Sant’Elena, che si apre con una solenne processione in costume con la quale la statua della santa viene trasportata dalla parrocchiale su un carro trainato dai buoi; terminate le cerimonie religiose viene riaccompagnata in parrocchia in tarda serata, scortata da molti cava-

lieri e rischiarata da una suggestiva fiaccolata. Negli stessi giorni si svolge la fiera del cestino e dell’artigianato. ` il costume. L’abRicco e interessante e ` bigliamento tradizionale femminile e sostanzialmente di due tipi. Quello da ` costituito da una camicia di sposa e tela bianca guarnita con pizzi applicati e chiusa con due bottoni d’oro, e da una gonna di velluto rosso vino guarnita con una balza di broccato bianco a fiori dorati (sa gunnedda). Sopra la camicia si indossano il busto (su cossu) di broccato a fondo rosso e verde chiuso sotto il seno con ganci e completato da un fazzoletto di vari colori che copre la camicia e sul quale si puntano i gioielli in ricchissimo addobbo (su panni ’e pitturras), e una giacca (sa vellara) in velluto nero bordato da gallone dorato molto attillata. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broccato con la balza identica a quella della gonna (su ` completato da una deventali). Il tutto e fascia di velluto nero guarnita da trine dorate che si posa sul capo, sopra la quale si indossa un velo di tulle bianco quadrato ricamato a mano, dalle scarpe rivestite dallo stesso broccato che si usa per la balza della gonna, e dai ricchissimi gioielli (= Gioielli della Sardegna). L’abbigliamento fem` costituito da una minile quotidiano e camicia di tela bianca con maniche inamidate e stirate a pieghe orizzontali a organetto, e da una gonna plissettata di bordatino rosso e blu; sopra la camicia si indossano il busto uguale a quello della sposa e il fazzoletto (su panni ’e pitturras); sopra la gonna il grembiule ` completato da di tela fantasia. Il tutto e un fazzoletto di raso o di cotone. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca a collo alto chiuso da due grandi bottoni d’oro e con le maniche molto ampie; e dai calzoni di tela (crazzonis biancus).

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Siotto Sopra la camicia si indossano il gilet (su groppettu) di velluto o di broccato rosso abbottonato al centro con una fila di bottoni d’oro o d’argento, e la giacca (su sereniccu) in panno nero bordata di velluto rosso che si porta come un mantello senza infilare le maniche; talvolta al posto della giacca viene indossato una sorta di cappotto realizzato con pelli di pecora (sa best’e peddi). Sopra i calzoni si portano il gonnellino (arroda) di panno nero e le ghette (is crazzas) dello stesso tessuto. L’abbiglia` completato da una berritta di mento e panno nero, tenuta sulla fronte con un fazzoletto rosso a disegni bianchi.

Sinnuri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato vicino a Quarto. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la con` a far parte del quista aragonese entro Regnum Sardiniae e fu compreso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz. Nel 1348 soffrı` a causa ` completadella peste e si spopolo mente.

Sinopico, Primo = Chareun Corrias, Raoul

Sinuski Antico villaggio di probabile origine punica posto non lontano da Nurachi. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Caduto il giudicato d’Arborea ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1410 fu incluso nel marchesato di Oristano, di cui condivise la storia fino alla sua confisca a Leonardo Alagon nel 1477. In seguito fu amministrato direttamente da funzionari reali; i suoi abitanti nel corso del secolo XVI si difesero da alcune incursioni di corsari barbareschi che erano penetrati nei

` del Campidani, ma nella prima meta secolo XVII, entro il 1633, decisero di abbandonarlo.

Sinzus, Is Localita` abitata in territorio di Santadi, nei pressi della frazione di ` sviluppata in eta ` non Terresoli. Si e precisabile, e comunque non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito in un territorio dove si erano stanziati gruppi di pastori.

Sioco Antico villaggio di origini preromane situato nelle campagne tra Guasila e Ortacesus. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti ` di Capraia, e alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ gia ` prima della fine di Pisa, cosicche del secolo veniva amministrato direttamente da funzionari pisani. Dopo la `a conquista catalano-aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae; fatta la seconda pace tra Aragona e Pisa, nel 1326 il villaggio fu compreso nel feudo concesso dal re d’Aragona al Comune. Nel 1348 soffrı` a causa della pe` quasi completamente; ste e si spopolo scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri dan` a spopolarsi neggiamenti e continuo fino a sparire completamente.

Siotto, Jago Avvocato, giornalista, uomo politico (Guamaggiore 1879-Cagliari 1958). Amico di Giuseppe Cavallera, esponente di punta del socialismo sardo, contribuı` a fondare a Cagliari la sezione del Partito Socialista. Nel 1899 assunse la direzione del giornale ‘‘La `’’ e si trasferı` a Iglesias. Nella Volonta ` sulcitana divenne segretario citta ` a Cadella Lega dei minatori; torno gliari dopo alcuni anni e nel 1904 ap` come redattore a ‘‘L’Unione prodo

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Siotto sarda’’. Combattente nella prima guerra mondiale, terminato il con` in Giurispruflitto, nel 1920 si laureo ` a esercitare la profesdenza e inizio sione di avvocato, difendendo soprat` antifasciste. Caduto tutto personalita ` politica: il fascismo, riprese l’attivita nel 1943 divenne segretario provinciale del Comitato di Concentrazione antifascista e fu chiamato a dirigere ‘‘L’Unione sarda’’, che aveva ripreso le pubblicazioni in novembre. Nominato consultore regionale, fu spesso in polemica col generale Pietro Pinna, Alto Commissario per la Sardegna. Tra i suoi scritti, relativi al dibattito degli anni del secondo dopoguerra, Ricostruzione, ‘‘L’Unione sarda’’, 1943; Bari e Oristano, ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; Di` , ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; fendo la liberta Causa causarum, ‘‘Sardegna socialista’’, 1945; Evitare il gravissimo pericolo, ‘‘Sardegna avanti!’’, 1946.

Siotto, Luigi Magistrato, deputato al Parlamento (Cagliari 1835-ivi 1915). ` Dopo essersi laureato in Legge entro in magistratura e percorse una brillante carriera giungendo al grado di consigliere della Corte di Cassazione. Interessato al dibattito politico, tra il 1872 e il 1880 fu eletto consigliere della Provincia di Cagliari. Nel 1900 fu eletto deputato per la XXI legislatura, ma poco dopo la sua elezione fu annullata.

Siotto, Salvatore Avvocato, deputato al Parlamento (Nuoro 1888-ivi 1939). Dopo essersi laureato in Giurispru` la professione di avvodenza esercito ` . Nel primo dopocato nella sua citta guerra aderı` al Partito Sardo d’Azione, ma fu tra i primi dirigenti che passarono al fascismo e nel 1924 fu eletto deputato per la XXVII legislatura. Pur essendo stato segretario politico della provincia appena creata e molto attivo e sensibile ai problemi della sua zona, ` al termine della legislatura non fu pero

riconfermato, forse anche per i duri attriti con il primo prefetto della cosiddetta ‘‘Provincia del Littorio’’, Ottavio Dinale, e con il potente notabile fascista Gianni Ticca. Negli anni seguenti ` a esercitare la sua profescontinuo sione.

Siotto Elias, Pietro Paolo Avvocato, docente universitario (Orani 1828-Cagliari 1918). Laureatosi in Legge, si de` alla professione di avvocato a dico Nuoro e divenne professore di Diritto ` di Saspubblico presso l’Universita sari. Di idee repubblicane, nel 1860 ` e diresse a Sassari il giornale defondo mocratico ‘‘L’incamminamento della ` ’’. Molto legato a Giorgio liberta Asproni, condusse a Nuoro un’accanita battaglia contro i ‘‘manutengoli’’ che sfruttavano le condizioni di arretratezza della popolazione barbaricina. Nel 1878, di fronte all’incancrenirsi della situazione (660 delitti nel 1870, di cui 63 grassazioni, 809 nel 1872) fu incaricato dal Consiglio comunale di scrivere la Lettera a S.E. il ministro degli Interni sulle condizioni della pubblica sicurezza nel circondario di Nuoro. Negli anni Novanta, per questa sua azione contro quella che chiamava la ‘‘Camorra’’ nuorese, minacciato di morte, fu costretto ad abbandonare Nuoro e a rifugiarsi a Cagliari: i fratelli banditi Serra Sanna emisero un ‘‘bando’’ che autorizzava chiunque ad andare a far pascolare il bestiame o a raccogliere le olive nei suoi terreni. Fu ripetutamente eletto consigliere provinciale di Nuoro; alla fine del secolo ` gli ideali autonomistici sosterilancio nendo l’ipotesi di un’assemblea regionale autonoma capace di risolvere i problemi della Sardegna, per cui sostenne una lunga polemica con coloro che, come Francesco Cocco Ortu, erano convinti che per risolvere i problemi dell’isola fosse sufficiente una legisla-

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Siotto Pintor zione speciale. Tra i suoi scritti: Fatti e documenti alla elezione del consigliere provinciale del mandamento di Orani, 1863; Discorso in difesa di Giuseppe Mura gerente del periodico repubblicano ‘‘La giovane Sardegna’’, 1876; Elogio di Giorgio Asproni detto nella solenne commemorazione del 7.5.1876 in Nuoro, 1876; Politica e giustizia in Italia illustrata con esempi tratti dal processo d’assassinio del nobile Siotto Pintor svoltosi a Roma nel 1881, 1881; Proposta di colonie di poveri fanciulli derelitti e di minorenni discoli da fondarsi nell’isola di Sardegna ad iniziativa del Consiglio provinciale di Sassari, 1881.

Siotto Pintor (o Siotto) Famiglia cagliaritana originaria di Orani (sec. XVIIesistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVII, quando i Siotto, grandi proprietari terrieri e allevatori di bestiame, figurano impegnati nelle faide che insanguinavano il territorio per il controllo dei pascoli. Alla fine del secolo XVIII Pasquale e Giovanni Maria, figli di un Pietro Paolo, morto nel 1794, diedero vita ai due rami principali della famiglia. ` il capostipite Ramo Siotto: Pasquale e del ramo Siotto che non gode di alcuna distinzione nobiliare; i suoi discendenti continuarono a vivere a Orani oc` della famicupandosi delle proprieta glia. Tra i suoi figli fu il giurista Pietro Paolo Siotto Elias, dai cui figli Rosolino, musicista, e Pelopida, direttore di banca, discendono gli attuali rappresentanti di questo ramo della famiglia. ` il Ramo Siotto Pintor: Giovanni Maria e ` Orani capostipite del ramo S.P. Lascio ` in e si trasferı` a Cagliari, dove si laureo ` Legge e raggiunse una certa notorieta esercitando la professione di avvocato. ` Luigia, sorella del celebre poeta Sposo e avvocato Efisio Luigi Pintor Sirigu, e nel 1826 ottenne il cavalierato eredita-

`. Dei suoi numerosi figli rio e la nobilta tre lasciarono discendenza. Discendenza di Efisio Luigi: da Efisio Luigi, magistrato impegnato nel movimento cattolico, di idee reazionarie tanto da polemizzare con il suo celebre fratello Giovanni, discese un ramo che conti` a chiamarsi col solo cognome nuo Siotto e che espresse alcune persona` , tra cui Jago, i cui rappresentanti lita attualmente risiedono a Cagliari. Discendenza di Giuseppe Maria: da Giuseppe Maria discese l’altro ramo dei Siotto di Cagliari, da cui venne un altro Giuseppe che fu presidente della Pro` vincia di Cagliari. Questo ramo edifico una magnifica villa a Sarroch e si ` del secolo estinse nella prima meta XX con due sorelle che lasciarono il loro patrimonio per la costituzione di una fondazione per la promozione de` gli studi sulla storia della Sardegna (e l’attuale = Fondazione Siotto) in Cagliari. Discendenza di Giovanni: da Gio` disceso il vanni, senatore e letterato, e ramo S.P. che ha espresso distinte per` in ogni campo e i cui membri sonalita continuano a risiedere a Cagliari.

Siotto Pintor, Antonio Avvocato, deputato al Parlamento subalpino (Orani 1800-ivi 1876). Parente di Giovanni e di Giuseppe, dopo aver conseguito la lau` la prorea in Giurisprudenza esercito fessione di avvocato a Nuoro con grande successo. Interessato anche alla politica, nel 1853 fu eletto deputato per la V legislatura, ma la sua elezione fu annullata nel 1854; si ripre` per la VI legislatura, ma questa sento volta non riuscı` a essere eletto. Fu ucciso a Orani in una faida locale nel 1876.

Siotto Pintor, Efisio Avvocato (Cagliari 1795-ivi 1878). Fratello di Giovanni e di Giuseppe, dopo essersi laureato in ` la professione di avvoLegge esercito cato. Legato agli ambienti clericali

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Siotto Pintor `, polemizzo ` con Giovanni cridella citta ticando apertamente le sue idee sull’abolizione del potere temporale dei papi (Lettera a suo fratello Giovanni Siotto Pintor, pubblicata a Cagliari nel 1859).

Siotto Pintor, Giovanni Magistrato, scrittore, uomo politico (Cagliari 1805Torino 1882). Deputato al Parlamento subalpino, senatore del Regno. Dopo essersi laureato giovanissimo in ` in magistratura e Legge, nel 1825 entro ` a procontemporaneamente si dedico fondi studi sulla storia letteraria della Sardegna, iniziando a scrivere alcune delle opere che gli daranno la fama. Di ` nota fu, nella prima meta ` queste la piu dell’Ottocento, la Storia letteraria di Sardegna, pubblicata tra il 1843 e il 1844, divisa in VIII libri. L’opera, di ` , nutrita di una imgrande complessita ponente mole di informazioni, finı` per diventare una vera e propria storia della cultura sarda: i suoi giudizi, netti e spesso radicali, stimolarono una se` gran rie di polemiche cui partecipo ` isolana (in parte dell’intellettualita specie quella cagliaritana, che comin` d’un motivo ciava ad avere con S.P. piu di dissenso politico). L’opera fu comun` diffuse dell’intero que una delle piu Ottocento isolano. Frattanto maturavano eventi decisivi per l’isola, dei quali fu uno dei protagonisti. Convinto liberale, fu favorevole alla ‘‘fusione’’, anzi ne fu un sostenitore cosı` appassionato e popolare che nei giorni della ‘‘fusione’’ fu organizzata sotto la sua finestra una grandiosa manifestazione. Nel 1848 fu eletto deputato per la I legislatura del Parlamento subalpino. Rieletto nella IV legislatura, fu ininterrottamente presente in Parlamento fino alla VII; durante tutto il periodo fu sempre schierato all’opposizione e si ` fece notare per l’eleganza e l’incisivita della sua oratoria. Nel corso dell’ul-

` , dovette rinuntima legislatura, pero ciare al mandato per essere stato nominato sostituto procuratore della Corte di Cassazione. Nel 1861 fu nominato senatore del Regno; uomo di grande cultura, prese parte attiva al dibattito parlamentare, intervenendo, oltre che sui problemi sardi, su temi di interesse generale sorretto da una straordinaria ` oratoria. Negli stessi anni capacita scrisse moltissimo: tra le sue opere di questo periodo va ricordata la Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848. Cattolico fortemente legato agli am` bienti della Destra clericale, ondeggio fra un tardo giobertismo che lo spingeva a chiedere la rinuncia del papa al potere temporale e il progetto di una sistemazione politica della penisola, al cui centro sarebbe stato il papa-re, a capo di uno stato che avrebbe dovuto comprendere anche la Sardegna. Vivissime anche le polemiche con Giovanni Battista Tuveri che su di lui indi` i suoi Specifici contro il codinismo. rizzo Nel 1873, ritenendosi offeso da un mi` i lavori del Senato e nistro, abbandono ` parte. Tra i suoi scritti: non vi prese piu La comunione delle terre in Sardegna, ‘‘L’Indicatore sardo’’, I, 1832; Elogio di Stefano Manca di Villahermosa detto ` agraria ed economica nella R. Societa di Cagliari, 1839; Elogio del cav. Ludovico Baille detto nell’aula della R. Uni` degli Studi [di Cagliari], 1839; versita Storia letteraria di Sardegna, voll. 4, 1843-1844; Le riforme in Sardegna, ` viceregia in Sarde1847; Dell’autorita gna. Riflessioni, 1848; Sulle condizioni dell’isola di Sardegna, 1848; Sopra l’elezione dei deputati alla Camera, 1848; All’Italia, canzone, 1848; Lettera sulla mobilitazione della Guardia nazionale (con Francesco Maria Serra e Raimondo ` ), 1848; Che `e l’indipendenza?, Orru ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 11, 1848; Interpellanza alla Camera sulla Pubblica

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Siotto Pintor Istruzione e sulla abolizione dell’auto` viceregia, 1848; Dichiarazione, rita 1848; Circolo nazionale e Comitato federale di Cagliari, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1848; Ai suoi concittadini. Motivi delle dimissioni da deputato, 1848; Ai suoi concittadini. Lettera di protesta, motivi per cui riprende il posto di deputato, 1848; Ai suoi concittadini della divisione di Nuoro, 1848; Degli uffici dei ` civili, 1848; magistrati e delle virtu Strade in Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Elogio di Carlo Alberto ` agraria ed economica detto alla Societa di Cagliari il 22 sett. 1849, 1849; Ai suoi concittadini dell’isola di Sardegna, 1849; Le mie opinioni e la mia vita pubblica, 1849; Lettere tre ai suoi elettori d’Isili e di Nuoro, 1849; Due errori del Ministero intorno alla Sardegna, 1850; A Emanuele Marongiu Nurra arcivescovo di Cagliari, vescovo per grazia di Dio e del re, scomunicante, Giovanni Siotto Pintor deputato per grazia di Dio e dei suoi elettori, scomunicato, 1850; Giovanni Siotto Pintor deputato al consigliere d’Appello cav. don Pasquale Tola, ‘‘La Croce di Savoia’’, 1851; Delle speranze vere d’Italia, 1851; Dei principi razionali di diritto positivo intorno al matrimonio, 1852; Cenni intorno alla vita di Giuseppe Siotto Pintor, 1855; Sulle terre demaniali e comunali nell’isola di Sardegna, 1858; De’ monti frumentari dell’isola, 1859; Del discorso del deputato barone Melis. Confutazione sul disegno di legge del 17 febbraio 1858, 1859; Intorno alle voci di cessione dell’isola, 1861; Sugli studi preliminari intorno all’ordinamento giudiziario del regno d’Italia, 1861; Sull’opuscolo ‘‘L’ıˆle de Sardaigne’’ del sig. Gustavo Jourdan, 1861; Sentenza della corte d’Appello di Sardegna, 1861; Ai vescovi radunati in Roma, 1862; Della riforma radicale ecclesiastica e civile del matrimonio, 1862; Lettera supplicatoria al primate della

Chiesa universale Pio IX grande pontefice, 1863; Intorno al potere temporale dei pontefici, 1864; L’Italia e i ministri ` della corona, 1864; Contro la proprieta intellettuale, 1865; Ai concittadini. Indirizzo inviato in occasione dell’approvazione della legge sulle ferrovie sarde, 1867; Lettera sull’opuscolo di Gustavo Jourdan, ‘‘Il Diritto’’, 1867; Lettera a Ur` del bano Rattazzi intorno alle universita Regno, 1867; Tre novellette, 1867; I vantaggi dell’alleanza italo-prussiana, 1867; Epigrafi dettate pei solenni funerali del barone Giuseppe Manno, 1868; ` Francia!, 1868; Sulle imposte e Non piu sulla questione finanziaria, 1868; Il senso comune applicato alle finanze del regno d’Italia, 1868; Storia della vita di Giuseppe Manno, 1869; Vita Nuova, ossia rinnovamento delle istituzioni e degli ordinamenti dello stato, voll. 2, 18691873; Commemorazione del marchese Francesco Pilo Boyl di Putifigari, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1869; Giudizio intorno agli studi del senatore Musio sul riordinamento giudiziario, 1869; La politica italiana nel 1870, 1870; Un re solo in Italia. Rimostranze ai ministri, 1870; Racconti morali, 1871; Discorso intorno al disegno di legge sulle guarentigie papali, 1871; In occasione del centenario di Ludovico Antonio Muratori, 1874; Potenza del carattere umano, 1875; Il ridicolo, dramma, 1875; Non mi ama, commedia, 1875; Deputati sardi e ferrovie, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera al presidente del Consiglio per la prosecuzione delle strade ferrate in Sardegna, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1875; Grido di dolore della Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Condizioni politiche e finanziarie dell’Italia, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1875; La perequazione dell’imposta fondiaria in Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera al ministro dell’Interno sopra la pubblica sicurezza nell’isola, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1876; Lettera

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Siotto Pintor al ministro sopra i Lavori pubblici per le strade ferrate nell’Isola, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1876; Cose di Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1876; Commemorazione di Riccardo Sineo, 1876; Commemorazione di Luigi Sanvitale, 1876; Commemorazione di Giuseppe Musio, 1876; Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848, 1877; Commemorazione di Salvatore Pes di Villamarina, 1877; Commemorazione di Antonio Siotto Pintor, ‘‘La Nuova Torino’’, 1877; Feliciana ossia la ribellione delle mogli, commedia, 1878; Bua Giovanni Maria, in Celebrazione degli illustri sardi tenuta in Bosa, 1878; Lettera al Bargoni ministro del Tesoro: diligenze e minuto commercio nella Sardegna, ‘‘La Nuova Torino’’, 1878; La Sardegna si muove. Ai ministri ` da venire. Lettera piuttodel regno di la sto viva, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1881; Ne` di una nuova vita economica cessita nella Sardegna, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1881; Sopra gli aggravi dell’isola di Sardegna presentata al ministro sopra gli Affari finanziari nel 1851, 1882.

Siotto Pintor, Giuseppe Deputato al Parlamento subalpino (Cagliari 1808ivi 1855). Fratello di Efisio e di Giovanni, dopo aver ottenuto la laurea in ` alla profesGiurisprudenza si dedico sione di avvocato e divenne professore di Istituzioni di diritto civile e di dige` di Cagliari. Fu sto presso l’Universita tra i principali protagonisti del dibattito politico prima della ‘‘fusione perfetta’’, intervenendovi con frequenza dalle colonne del giornale ‘‘L’Indipendenza Italiana’’ che aveva fondato. Nel ` a es1848 fu eletto deputato e continuo serlo nelle legislature successive. Fu tra i difensori dei protagonisti dei famosi fatti di Sassari del 1852: d’intesa col governo, dopo il primo processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati, fece costituire uno dei partecipanti alla sommossa, ancora lati-

tante, nella certezza di una sua rapida ` questo fu poi assoluzione. Quando pero inaspettatamente condannato, si dice avesse provato tale dolore e sdegno da morirne di dolore nel 1855. Tra i suoi scritti: Necrologio del cavalier D. Antonio Grondona, 1836; Debiti dei Gesuiti, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1848; Ai miei elettori del 1º collegio di Isili e del 2º di Nuoro, 1849; Parole ai sardi dell’on. deputato Giuseppe Siotto Pintor, 1849; Interpellanza sulla pubblica sicurezza in Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Segreti politici di Enrico Misley e cronache italiane e francesi dal 1831 al 1850, 1852; Arringa a difesa dell’imputato sassarese Giuseppe Basso Campus, 1853; Processo e dibattito intorno ai casi di Sassari del 24 febbraio 1852, 1855.

Siotto Pintor, Roberto Araldista (Cagliari 1832-ivi 1911). Figlio di Giovanni, ` la profeslaureatosi in Legge esercito sione di avvocato. Particolarmente le` pogato a suo padre, ne seguı` l’attivita litica e letteraria, dedicandosi lui stesso a profondi studi di araldica e di ` genealogia. Tra i suoi scritti: La nobilta in Sardegna, ‘‘Giornale araldico genealogico’’, 1905.

Sipollo Yosso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gippi. Era situato nelle campagne di Serramanna. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Capraia, e alla loro ` ai giudici d’Arborea. estinzione passo ` , nel 1295 lo cedette al Mariano II, pero ´ gia ` prima della Comune di Pisa, sicche fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Subito ` a far dopo la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae; con la pace tra Pisa e Aragona, stipulata nel 1326, fu compreso nel feudo concesso a

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SIR Pisa dalla Corona. Negli anni successivi fu sfruttato da Pisa senza inconvenienti, ma nel 1348 soffrı` a causa della ` completamente. peste e si spopolo

Siponti Antico villaggio di origine romana, situato nelle campagne di San Sperate; nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Decimomannu. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca e nella successiva divisione cui i due rami della famiglia procedettero tra ` al ramo dei discendenti del loro tocco conte Gherardo. Subito dopo la conqui` a far sta aragonese, il villaggio entro parte del Regnum Sardiniae; era semispopolato e fu confermato ai Della Gherardesca ‘‘gherardiani’’ che, avendo prestato omaggio al re, lo tennero come feudo della Corona. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` completamente; scoppiata la polo prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV il territorio fu sequestrato al conte Gherardo e concesso a Bartolomeo Cespujades prima della celebrazione del Parlamento nel 1355. I suoi eredi, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ne persero il controllo e il villaggio scomparve prima della fine del secolo.

SIR Sigla della Sarda Industrie Resine. ` petrolchimica, costituita a SasSocieta sari nel 1959. LA NASCITA In quel momento il gruppo ` Italiana Resine), presieSIR (Societa duto dall’ingegner Nino Rovelli, controllava alcuni stabilimenti petrolchimici in Lombardia, la Salcim-Brill, operante nel ramo dei prodotti per la casa, e un’immobiliare, la SACI. Nel complesso della chimica nazionale, la ` milanese, pur avendo acquisito societa una certa rilevanza nel comparto delle resine termoindurenti, rappresentava,

nel 1961, appena il 2% del fatturato complessivo. Frattanto in Sardegna ` operante il Consorzio per la era gia zona industriale Sassari-Porto Torres, ma, nell’agglomerato de La Marinella, a pochi chilometri dal centro turritano, le iniziative si limitavano a una fabbrica di laterizi, a uno stabilimento per la produzione di cemento bianco e a qualche deposito.

SIR – Stabilimenti industriali di Porto Torres.

La decisione della SIR di ubicare in questa zona lo stabilimento petrolchimico si giustificava con la posizione strategica rispetto alla rotta del petrolio, con fondali sufficientemente profondi a poca distanza dalla costa, con ` di aree a basso la larga disponibilita prezzo e con la vicinanza al porto, al` di l’aeroporto di Fertilia e alla citta Sassari. Ma esistevano anche rilevanti obiettivi di agevolazione finanziaria. Con la costituzione di un certo numero ` era possibile tentare di ottedi societa nere i crediti agevolati previsti dalle leggi n. 634 del 1957 e 636 del 1959 sull’industrializzazione del Mezzogiorno, ´ i contributi a fondo perduto nonche erogati dalla Cassa per il Mezzogiorno e dalla Regione sarda. Dal 1960 al 1966 vennero cosı` formate legalmente ben

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SIR ` , ciascuna con un capi46 nuove societa tale iniziale di 1 milione, protette dall’anonimato azionario. La costruzione dello stabilimento petrolchimico (de` grandi stinato a diventare uno dei piu d’Europa) avvenne a tappe. In una ` a coprire quei prima fase la SIR punto ` un’esperienza comparti dove aveva gia produttiva, con l’intento di rendersi autosufficiente nell’approvvigionamento dei prodotti intermedi. Alla realizzazione dell’OPT (Officine Porto Torres, 1962) segue l’anno dopo l’impianto fenolo-acetone, di dimensioni assai rilevanti, creato con l’appoggio della Gulf Oil, la compagnia statunitense con la quale Rovelli aveva definito un accordo che sarebbe durato sino al 1964. In quest’anno l’Alchil` la produzione di cumene, sarda avvio di dodecilbenzene e successivamente di stirolo: produzioni che in buona parte trovavano sbocco per successive lavorazioni negli impianti in Lombardia. In una seconda fase, con l’entrata in funzione del primo steam-cracking ` a produrre autonoma(1965), si arrivo mente l’etilene e si approntarono contemporaneamente alcuni impianti per le lavorazioni successive di questo prodotto-base. Successivamente, accentuando ancora il processo di integra` alla realizzazione a monte, si arrivo zione, alla fine del 1967, della raffineria Sardoil. Cosı` la SIR riusciva non soltanto a produrre direttamente la virgin naphta, materia prima per il cracking dell’etilene, ma anche a operare nel campo propriamente petroli` da subito assai reddifero, che si rivelo tizio. Di fatto solo un terzo del grezzo lavorato dalla Sardoil veniva utilizzato nelle successive lavorazioni del gruppo: il resto trovava collocazione sui mercati internazionali, con una crescita notevole e assai rapida del peso del settore petrolifero sul fattu-

rato globale. Una terza fase, con cui il ` su dicentro petrolchimico si attesto ` essere indivimensioni ottimali, puo duata nell’importante blocco di investimenti realizzati sul finire degli anni Sessanta: un nuovo steam-cracking, ` ma questa volta da 260 000 t/a (il piu grande in Italia in quegli anni), e in ` l’ampliamento o l’introduzione di piu tutta la gamma di produzioni di materie plastiche ad esso connesse (dal PVC al polistirolo, al polietilene). La SIR si accingeva in questo modo a ricoprire in questo comparto, che presentava ritmi di espansione eccezionali, un ruolo di primo piano. Gli anni Sessanta fecero registrare una crescita considerevole degli investimenti e del fatturato SIR. Nel 1971 il centro petrolchimico sardo era arrivato a coprire da solo il 75% del fatturato e l’86% del valore degli investimenti complessivi della SIR, occupando quindi un ruolo decisivo nella crescita vertiginosa del gruppo di Rovelli. ` soLA SIR E LA SARDEGNA Sulla realta cio-economica della provincia di Sassari l’avvento dell’industria petrolchimica produce effetti contraddittori. Da un lato accelera la disgregazione del tessuto sociale preesistente, incrementando il fenomeno di abbandono ´ la fabbrica delle campagne poiche funge da polo di attrazione per migliaia di lavoratori, dei quali solo una ` , un lavoro stabile; parte trova, pero dall’altro provoca un forte incremento della concentrazione urbana (nei tre soli centri di Sassari, Alghero, Porto ` della Torres arrivano a risiedere piu ` di tutti gli abitanti della provinmeta cia) e nuove stratificazioni sociali: si formano consistenti settori di classe operaia e si registra una grande espansione del terziario. Si manifesta un obiettivo incremento del reddito: ma ` questo dato si accompagna alla realta

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SIR di uno sviluppo distorto, rimasto come ` per l’incapacita ` , in parte anche a meta strutturale, della grande industria di base di integrarsi col territorio e di favorire la crescita di una fascia di piccole e medie aziende ad essa collegate. Ma gli effetti di un’industrializzazione, definita ‘‘selvaggia’’, non restano circoscritti a una zona o a un settore economico. Investono e condizionano tutte le scelte di sviluppo della Sardegna. Il prevalere della monocultura petrolchimica si intreccia, in quegli anni, ` di realizzazione prima con le difficolta e poi con il ‘‘fallimento’’ del primo Piano di Rinascita. Di fatto la grande industria riceve «in appalto» lo sviluppo dell’economia isolana, assorbendo la fetta maggiore delle risorse finanziarie complessivamente utilizzabili nell’isola. Questa affermazione non va riferita esclusivamente, come ` avvepure talvolta erroneamente e nuto, ai soli fondi della legge 588, ai contributi in conto capitale. Anche se nella distribuzione di questi fondi il gruppo di Rovelli ha fatto la parte del leone (la sola SIR, senza la Rumianca, ha ricevuto 24 miliardi, pari al 29,3% del totale dei contributi a fondo perduto erogati dalla Regione al settore industriale), in Sardegna, dagli anni Sessanta in poi, il grande capitale pe` riuscito a calamitare, a trolchimico e danno di altri settori produttivi e in particolare delle piccole e medie ` grossa delle dispoaziende, la fetta piu ` finanziarie del credito, e sonibilita prattutto del credito agevolato. In soli ` tre anni (dal 1964 al 1966) la SIR arrivo ad assorbire il 65% di tutti i finanziamenti deliberati dal CIS per la provincia di Sassari dal 1951 al 1966. Inoltre sino a quella data la somma dei mutui stipulati dal CIS con la SIR era di circa 45 miliardi, contro appena 13 miliardi stanziati dall’IMI. Questo rapporto ten-

` poi a invertirsi nella seconda dera parte del decennio, ma l’impegno del CIS (che era stato istituito originariamente per finanziare le piccole e medie aziende) verso il gruppo petrolchi` molto ingente: i mutui IMI mico restera passeranno da 13 540 milioni di lire nel 1962-1966 a 226 816 nel 1967-1970, quelli CIS da 45 713 a 119 890. In effetti la forza del monopolio SIR risiedeva ` di influenzare e di nella sua capacita contare molto anche oltre i tradizionali campi d’azione di un’azienda (il mercato del lavoro, le risorse finanziarie); risiedeva nell’«invasione» del quadro politico dirigente isolano che Rovelli era riuscito a realizzare in tempi assai brevi, arrivando poi a consolidarla con l’acquisizione del controllo sui due quotidiani isolani, la ‘‘Nuova Sardegna’’ e ‘‘L’Unione sarda’’. ` inarrestabile. L’avanzata di Rovelli e Le sue iniziative si moltiplicano: vanno dalla presenza maggioritaria nell’US Cagliari, che coincide con lo scudetto (1970), a interventi diversivi come l’acquisto della Sarramin (operante nel settore del fluoro) che sembra preannunciare un impegno, poi mai realizzato, nel comparto minera` invece di rio. Sul piano produttivo e grande portata l’acquisto della Ru` a questo punto mianca, nel 1968. E ` predispoche, mentre la SIR sta gia nendo una serie di programmi nuovi nei comparti delle fibre, degli aromatici e della petrolchimica, i grandi della chimica si accorgono del pericolo di lasciare via libera a Rovelli. La Sardegna diventa il teatro principale della cosiddetta «guerra chimica». L’ENIANIC, alla cui presidenza siede Cefis, predispone il progetto Chimica e Fibra ´ identico al prodel Tirso, pressoche getto Siron di Rovelli e comincia la realizzazione, a Sarroch, della Saras chimica in alternativa a un analogo inve-

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SIR stimento previsto dalla Rumianca; ` la Montedison a qualche tempo dopo e cercare, questa volta senza riuscirvi, di ottenere l’autorizzazione per la realizzazione di un grande centro petrolchimico a Cagliari. UN IMPERO PETROLCHIMICO Agli inizi degli anni Settanta, mentre gli uffici dell’ISPE lavorano alla stesura del Piano chimico, la SIR si dimostra pronta a collaborare all’ipotesi di programmazione (la prima del genere in Italia) e fornisce, tramite il suo centro studi, una serie di ricerche previsionali basate tutte sulla certezza di una ` espansiva del setillimitata possibilita tore. In questo modo la SIR non sol` tanto riesce a giustificare la validita dei suoi programmi, ma si propone ` diesplicitamente come l’azienda piu sponibile all’industrializzazione del Sud. Quando la prima parte del Piano, quella relativa all’etilene e ai suoi de` poi l’unica a uscire) rivati (che sara viene definita, essa contiene, tra l’altro, il riconoscimento dei progetti di ampliamento per i centri di Porto Torres e ad Assemini, attribuendo alla SIR-Rumianca, nella sola area sarda, ` di un potenziamento delle capacita cracking pari a 3 volte quello esistente nel 1971; inoltre il Piano approvava anche la realizzazione, in Sicilia, del pro` forgramma della SARP (una societa mata dalla SIR in compartecipazione con l’Ente minerario siciliano), programma anch’esso incentrato sulla produzione di derivati dell’etilene. Ma i progetti di espansione di Rovelli non si fermavano qui. Acquisita in Sardegna la patente di imprenditore del Sud, ma soprattutto ormai compiutamente padrone dei meccanismi di incentivazione, il presidente della SIR si lancia alla «conquista» di altre zone: nascono cosı` i programmi per la Calabria e per la Campania. Nel complesso,

dunque, la SIR approntava un programma d’investimenti veramente faraonico. La forza di quel programma stava nella sua opzione meridionalistica e nella promessa, peraltro assai poco realistica, della creazione di un’occupazione aggiuntiva pari a `. Era principalmente guar29 000 unita dando a questo obiettivo che il movimento sindacale, alle sue prime armi in tema di contrattazione delle scelte d’investimento, firmava nel marzo del 1974 un accordo con il gruppo petrolchimico, nel quale di fatto ratificava le scelte di Rovelli, con l’aggiunta soltanto di qualche proposta avanzata dalla FULC (centro di ricerca, stabilimento per la trasformazione della fluorite) che la SIR accettava di porre allo studio. La messa in moto di una mole d’investimenti di cosı` vaste proporzioni si collegava a una serie di ingranaggi politici e finanziari, i soli che potessero garantirne l’attuazione. In ` del primo luogo i pareri di conformita CIPE. Analizzando le delibere CIPE ` notare nel periodo 1970-1976 si puo come la SIR-Rumianca ha svolto in esse la parte del leone, aggiudicandosi il 36,8% dei miliardi di lire deliberati. I ` di queste delibere pareri di conformita aprivano poi la porta ai crediti agevolati e potevano essere seguiti, in caso di ritardi nella realizzazione degli investimenti, da decisioni di adeguamenti ai nuovi costi. Nel caso della SIR, solo nel 1975 il CIPE decise un adegua` di 1000 miliardi e sempre mento di piu ` essere indiviin quell’anno (che puo duato come un punto di svolta decisivo per le sorti future del gruppo) il consiglio di amministrazione dell’IMI ap` in blocco il finanziamento relaprovo tivo alle iniziative nella petrolchimica di base in Sardegna i cui tempi di attuazione erano nel frattempo slittati. Di conseguenza a fine 1976 risultavano

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SIR deliberati e in corso di erogazione da parte degli istituti di credito speciali finanziamenti agevolati pari a 1733 miliardi su un totale di finanziamenti richiesti dalla SIR-Rumianca pari a 1765 ` miliardi. Un simile giro di miliardi da da solo il quadro della importanza ormai assunta da Rovelli il quale, nel frattempo, era andato affiancando alle iniziative propriamente industriali un vero impero finanziario compren` armatoriali, 18 societa ` dente 9 societa commerciali (in gran parte con sedi ` immobiliari e ben 74 estere), 7 societa ` finanziarie (in gran parte con societa sede a Vaduz). A questo ampliamento dei rami d’intervento faceva seguito una ristrutturazione complessiva del gruppo con la creazione della SIR Consorzio Finanziario (una nuova so` per azioni, presieduta da Rovelli, cieta nella quale ciascuna azienda industriale aveva delle partecipazioni) e della SIR-Consorzio industriale. La ` clamorosa e importante remossa piu sta comunque la scalata alla Montedison. Organizzata nel 1974 con un rastrellamento di titoli di cui restarono a lungo ignoti i mandanti, questa opera` alcune societa ` finanziarie zione porto di Rovelli ad acquistare quasi 120 000 azioni Montedison per un valore di circa 80 miliardi. In questo modo l’in` stato dustriale lombardo, come e scritto, passava al contrattacco, con una mossa azzardatissima che lo portava dentro la cittadella del suo rivale Cefis. LA CRISI DEL SETTORE La «guerra chimica» aveva avuto origine in una fase di grande espansione del settore; ma questa fase si chiude con il sopraggiungere della crisi petrolifera del 1973. L’incidenza del costo della materia prima sui costi totali di produzione dal 28% nel 1973 passa quattro anni dopo a quasi il 60%; la domanda cala

paurosamente e ristagna anche nei comparti, come quello delle materie plastiche, che si erano fino ad allora sviluppati a tassi elevatissimi; si crea in campo europeo una situazione di so` produttiva pressoche ´ gevracapacita neralizzata, la quale a sua volta incide sul livello dei prezzi e quindi sul rapporto costi/ricavi. In Italia questa si` grave. tuazione si presenta anche piu La logica perversa che stava dietro alla ` e ai financorsa ai pareri di conformita ziamenti agevolati aveva fatto prevalere, su seri programmi industriali, l’obiettivo di una crescita forzata delle dimensioni aziendali. Sul piano produt` si era tradotto nella sottovalutivo cio tazione delle esigenze qualitative degli investimenti e della produzione, e nella assoluta mancanza di integrazione e specializzazione tra le diverse aziende. Un altro effetto di questa politica fu l’abbandono quasi totale di un serio impegno nella ricerca. Queste scelte di sviluppo distorto si palesano ` macroscopico proprio nel modo piu nel caso della SIR. Dopo il boom del ` che rad1974 (in cui era di colpo piu doppiato) il livello del fatturato tende ` lentamente: dal a crescere molto piu 1971 al 1974 passa da 171 a 561 miliardi; dal 1974 al 1977 da 561 a 760. Gli effetti ` duramente della crisi colpiscono piu un gruppo, come la SIR, nel quale il comparto della raffinazione petrolifera garantiva, ancora nel 1977, ben il 43% del fatturato globale. Le trasformazioni profonde nella divisione internazionale del lavoro mettono in discussione il ruolo fino ad allora svolto dalla SIR, che vede di conseguenza calare in modo drastico e nel giro di due soli anni (dal 1974 al 1976) la sua quota di esportazioni sul fatturato (dal 47% si scende al 32%). Da bilanci in attivo si passa inoltre a passivi di gestione sem` proprio mentre l’apre crescenti, e cio

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SIR ` impegnata in modo massiccio zienda e in un programma d’investimenti che si scontra apertamente con un andamento del mercato ormai radicalmente trasformato rispetto al periodo, assai lontano, della progettazione e che per giunta appare in ritardo rispetto ad analoghe iniziative della concorrenza europea. Cosı` a Ottana i programmi della Siron sono portati avanti mentre la crisi di mercato del vicino e simile stabilimento Chimica e Fibra ` divenuta un dato struttudel Tirso e ` arrivati rale e mentre, in sede CEE, si e ad assegnare ai diversi paesi, per fre` elevanare un livello di sovracapacita tissimo, un tetto massimo di produzione. Cosı` a Porto Torres si investono molte decine di miliardi nella costruzione di una nuova centrale elettrica (con una potenza, di 280 megawatt, ´ uguale alla progettata cenpressoche trale ENEL di Fiume Santo) e di una ` ponuova raffineria (con una capacita tenziale superiore al doppio dell’attuale), impianti che si collegano alla realizzazione del nuovo cracking di etilene e presuppongono quindi il raddoppio di tutte le produzioni di base. ` in corso di Contemporaneamente e avanzata realizzazione ad Assemini il nuovo cracking con le linee degli impianti utilizzatori. Ma nel frattempo le ipotesi previsionali sul consumo di etilene in Italia, contenute nel Piano chimico del 1971, erano completamente saltate, come risulta da un confronto con le previsioni del nuovo Piano chi` assurdo e ` che quemico. Ma il dato piu sti programmi vennero avallati dalle ` politiche e finanziarie anche autorita ` degli anni Settanta, dopo la meta quando tutti gli effetti della crisi erano ormai sufficientemente evidenti. I risvolti sul piano finanziario di queste scelte erano inevitabilmente catastro` nel 1971 in uno studio, inascolfici. Gia

tato, sul caso SIR si affermava la neces` di «instaurare serie procedure di sita controllo sulle prospettive di economi` e di efficienza finanziaria a medio cita termine degli investimenti da sottoporre ad agevolazione», «per evitare che la grande industria chimica italiana si trasformi in un settore strutturalmente sovvenzionato». Nel 1977 queste previsioni si rivelano esatte: ` sul’indebitamento globale della SIR e periore di 4 volte al fatturato, mentre in teoria sarebbe necessario un rapporto tra debiti e fatturato di 1 a 1. Inoltre per ogni 2,7 lire di capitale proprio ` di 100 lire di la SIR si trova ad avere piu debiti. L’IMI, il maggior creditore, ar` riva a commissionare a una societa specializzata americana uno studio ` reali del gruppo pesulle possibilita trolchimico di uscire da questa situazione. Ne vien fuori un giudizio sostan` induzialmente positivo sulla realta striale SIR, ma una valutazione decisamente negativa sulle prospettive finanziarie. In sostanza, afferma la relazione, non esiste per la SIR un’alternativa al fallimento che non sia o il passaggio allo Stato o l’acquisto da parte di qualche compagnia internazionale. Siamo nel maggio del 1977. LA CADUTA DI ROVELLI Il 2 dicembre dello stesso anno prende avvio l’inchiesta giudiziaria con gli avvisi di reato che il giudice Infelisi invia a Rovelli e al suo staff, oltre che ai massimi dirigenti degli Istituti pubblici di credito industriale. L’inchiesta giudiziaria incide pesantemente sulle vicende ´ contribuisce a del gruppo SIR, perche portare allo scoperto una crisi finanziaria di proporzioni enormi. Ancor prima dell’iniziativa della magistratura il blocco dei flussi finanziari era ` avvenuto che con la sconnell’aria. E ` in generale per gli fitta di Cefis, ma piu effetti strutturali indotti dalla crisi pe-

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SIR trolifera, il settore petrolchimico va subendo un ridimensionamento nell’assetto complessivo del capitalismo italiano. I comparti guida della Confindustria sono ormai orientati decisamente a frenare lo sviluppo del settore petrolchimico, indicato come fonte di sprechi ed espressione di un intreccio ` produttive e asdeteriore tra attivita setti di potere. Questa ondata moralizzatrice ha una precisa motivazione di ordine finanziario: l’esposizione di alcuni istituti di credito industriale verso il settore chimico sta ponendo in ` di manovra discussione le possibilita di altri importanti settori produttivi. In particolare l’IMI, tradizionale istituto di credito dei comparti meccanico ` la banca piu ` ed elettromeccanico, e coinvolta nell’avventura SIR, nei cui `e ` vaconfronti l’istituto, la cui liquidita lutabile intorno ai 700 miliardi, vantava, nel 1978, crediti (comprese le an`) di circa 1500 ticipazioni e le morosita miliardi. Non meno drammatica, anche se i suoi risvolti restano limitati alla Sardegna, la posizione del CIS. Nei primi mesi del 1978, quando le erogazioni dei mutui bancari vengono sospese, la crisi della SIR precipita. Come primo effetto si ha il blocco di tutti gli investimenti in corso di attuazione. La conseguenza, sul piano so` che circa 6000 lavoratori impieciale, e gati nelle ditte appaltatrici, in Sarde` altri 2000 in Calabria si trogna, piu vano di colpo senza lavoro, e solo dopo durissime lotte riescono a ottenere la cassa integrazione speciale, finalizzata a corsi di riqualificazione professionale. Ma la crisi investe anche gli stabilimenti in produzione. I fornitori, che aspettano di essere pagati da molti mesi (il solo ente petrolifero di stato del Kuwait ha un credito inevaso di 40 miliardi) bloccano le ordinazioni. Mentre il petrolchimico di Assemini ago-

nizza, comincia a prendere piede l’ipotesi del Consorzio bancario di salvataggio. IL CONSORZIO BANCARIO Le vicende che portano alla costituzione di questo Consorzio sono lunghe e intricate. In una prima fase lo scontro riguarda il ruolo da assegnare alla vecchia pro` : da una prima proposta (luglio prieta 1978) che assegnava la maggioranza delle azioni a Rovelli si arrivava, un anno dopo, ad assegnargli una quota simbolica, pari a una lira. In una se` conda fase si discute della possibilita di utilizzare come alternativa l’amministrazione controllata e la liquidazione coatta gestita da un supercommissario di nomina governativa. Que` corsta alternativa, formalmente piu ` rischiosa rispetto retta, appariva pero alle prospettive occupazionali, tanto da spingere i sindacati ad appoggiare la soluzione consortile. In effetti il Consorzio bancario, divenuto operativo dopo un ulteriore rinvio causato dalla decisione dell’Italcasse di ritirarsi dal` funzionante l’operazione, risultera solo sul piano finanziario: con una serie di interventi statali di sostegno, i vari Istituti di credito coinvolti vengono progressivamente sgravati dai debiti SIR. Totalmente inapplicate resteranno invece le parti del piano predisposto dall’IMI per il risanamento industriale del gruppo: non solo restano bloccati gli investimenti in corso di attuazione, ma vengono trascurati anche gli interventi di manutenzione e di ottimizzazione degli impianti. Sul piano ` produttive gli impianti delle capacita sardi della SIR-Rumianca rappresentano quote rilevanti sul totale nazionale. Prodotti chimici di base e intermedi: Alchilbenzolo lineare, 42%; Acetone, 36%; Cloro, 21%; Dicloroetano, 25%; Etilene, 21%; Fenolo, 40%; Tripolifosfati, 20%; Materie plastiche: Polie-

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Sirago `,20%; Polietilene tilene a bassa densita ` , 18; PVC, 23%; Polistiad alta densita rolo, 15%; Gomme sintetiche: Gomme sbr, nitriliche, altostiroliche, 31%; Settore fibre: Fibre acriliche, 13%; Fiocco poliestere, 20%. Il sottoutilizzo perma` produttive nente di queste capacita svolge un ruolo non secondario nel determinare il pesante saldo negativo sulla bilancia italiana dei pagamenti che si registra, a partire dal 1978, specialmente nei comparti dei prodotti chimici di base e delle materie plastiche. In questo quadro, caratterizzato anche da una lunga crisi e da una sostanziale stagnazione della domanda del settore, il passaggio sotto la gestione ENI degli impianti ex SIR-Rumianca non rappresenta, come pure si era sperato, la svolta necessaria per la ripresa produttiva, ma la nuova tappa di un’agonia che sembra interminabile. [SANDRO RUJU]

Sirago, Vito Antonio Storico (n. sec. ` dedicato XX). Conseguita la laurea, si e alla carriera universitaria. Attual` professore presso il Dipartimente e mento di Scienze storiche dell’Univer` di Bari. Tra i suoi scritti: Gli ostrosita goti in Sardegna, in L’Africa romana. Atti dell’VIII Convegno di studi, 1991; Aspetti coloniali dell’occupazione romana in Sardegna, in Sardinia antiqua. Studi in onore di P. Meloni in occasione del 70º compleanno, 1992.

Sirai Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Carbonia (da cui dista 4 km), con circa 180 abitanti, posto a 94 m sul livello del mare a nord-ovest del comune capoluogo, lungo la statale 126. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` caratterizzato dalla presenza di alcuni modesti rilievi, nel punto in cui i monti del Sulcis iniziano ad abbassarsi in pros` del litorale, che dista dalla frasimita

zione meno di 10 km. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 126, che in questo punto si connette con un’arteria che si dirige all’interno, verso Villamassargia, e con una che va verso la costa, Portoscuso e Gonnesa; mentre una breve bretella assicura il collegamento col capoluogo; a Carbonia si trova anche la ` vicina stazione, capolinea della piu ferrovia per Cagliari. & STORIA Nel punto in cui si trova S. esisteva un antico villaggio di origine medioevale che si era sviluppato a valle del vicino monte Sirai; faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258, fu compreso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca; nella divisione che alcuni anni dopo i due rami della famiglia fecero tra loro, il villaggio ` al ramo del conte Ugolino (=). I tocco suoi figli, per vendicare la morte del loro genitore, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa e alla fine del ` sotto la diretta XIII il villaggio passo amministrazione del Comune. Dopo la conquista aragonese, nel 1328 S. fu riconosciuto come feudo ai De Ac ¸en. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` quasi completamente; scoppiata polo nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni. Allo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Alibrando de Ac ¸en, essendosi schierato col giudice, fu dichiarato fellone e il feudo gli fu confiscato. Negli anni successivi fu occupato dalle truppe giudicali e si spo` rapidamente. L’attuale centro e ` polo derivato da un antico furriadroxiu sorto probabilmente nel secolo XVIII; quando fu fondata Carbonia fu aggre`. gato alla nuova citta

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Sircana

Sircana1 Famiglia di Orotelli (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVII; di buona condizione, i suoi membri ottennero il cavalierato ereditario nel 1653 con il dottor Giovanni Francesco Sircana Marcello, che si trasferı` a Ozieri. La sua discen` a vivere in quel centro, denza continuo ma si estinse nel corso del secolo XVIII.

Sircana 2 Famiglia sassarese (sec.

Sirai – Scavi nel villaggio fenicio-punico.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo ` ricco di testimonianze arterritorio e cheologiche che dimostrano la conti` della frequentazione dell’uomo nuita a partire dal periodo nuragico. Tra questi un imponente nuraghe del tipo polilobato, circondato da un vasto villaggio nuragico. Recenti scavi ancora in corso hanno posto in luce come il complesso fu luogo di incontro di Sardi e Fenici che per secoli vi convissero pacificamente sviluppandovi intensi traffici commerciali. A poca distanza, su un altipiano che domina la pianura circostante, i Fenici fondarono la cittadella di Monte Sirai (=), i cui resti sono attualmente oggetto di importanti campagne di scavo. &

Sirca, Pasquale Allevatore, deputato al Parlamento (Orotelli 1891-ivi?, 1959). Appartenente a una famiglia di allevatori, partı` volontario nella prima guerra mondiale. Dopo aver combattuto valorosamente, nel dopoguerra ` in Sardegna, dove si laureo ` in torno ` a occuparsi con Legge ma continuo grande passione dello sviluppo della propria azienda. Aderı` fin dall’inizio al fascismo e nel 1929 fu nominato segretario federale di Nuoro; nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento per la XXVIII legislatura; nel ` , non fu confermato. Ritira1934, pero ` a occuparsi tosi a vita privata, continuo dell’azienda di famiglia.

XVIII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Apparteneva alla borghesia cittadina e nel 1792 ottenne ` il cavalierato ereditario e la nobilta con un Antonio. I suoi discendenti continuarono a vivere a Sassari per tutto l’Ottocento; attualmente la famiglia risiede a Roma.

Sircana, Antonio Docente di Diritto ` sec. XVIII-ivi (Sassari, prima meta 1819). Conseguita la laurea in Legge, si ` con successo alla carriera unidedico versitaria. Di idee conservatrici, quando scoppiarono i moti angioiani divenne uno tra i principali persecutori dei partigiani di Giovanni Maria Angioy. Per anni fu professore presso ` di Sassari, di cui fu anche l’Universita assessore e censore.

Sircana, Giovanni Pittore (Olbia 1905Livorno 1984). Dopo la seconda guerra ` trasferito a Livorno, dove mondiale si e ` fatto presto ha aperto uno studio e si e conoscere e apprezzare. Nella sua pittura ha mantenuto vivi i ricordi della ` ha alSardegna. Durante la sua attivita lestito oltre cento personali e ricevuto numerosi riconoscimenti.

Sircana, Silvio Studioso di storia (Sas` sec. XIX-?). Nipote sari, seconda meta ` di Antonio, laureato in Legge, si dedico allo studio delle memorie del nonno e fu autore di interessanti studi di carattere storico. Tra i suoi scritti: Oristano verso la fine del secolo XVIII, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, I, 1901; Incur-

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Sirchia sione in Oristano di don Gio Maria Angioy e saccheggio commesso dai suoi soldati nella Casa civica, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, II, 1902; Condizioni attuali dell’agricoltura nel Campidano d’Oristano con speciali riguardi ai diversi contratti agrari ed alle condizioni economiche dei lavoratori, ‘‘Riforma sociale’’, 1903.

Sirchia, Achille Studioso di storia, giornalista (Cagliari 1934-ivi 2000). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza en` nella carriera delle Camere di Comtro mercio. Per anni diresse il CASIC (Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Cagliari) fino al momento della sua soppressione nel 1996. Giornalista pubblicista dal 1966, fu direttore dell’Ufficio Stampa della Camera di Commercio di Cagliari, specializzandosi sui problemi economici e di storia economica sarda. Storico rigo` il problema dell’industriaroso, studio lizzazione di Cagliari e scrisse alcuni penetranti saggi su questo argomento. Tra i suoi scritti: una serie di voci su singoli centri della (allora) provincia di Cagliari, tutti pubblicati sul ‘‘Bollettino della Camera di Commercio di Ca` gliari’’, forse parte di un progetto piu generale, ma interrotti alla voce Abbasanta: Ales, 11, 1960; Allai, 12, 1960; Arbus, 3, 1961; Ardauli, 4, 1961; Armungia, 5, 1961; Assemini, 6, 1961; Ballao, 8, 1961; Abbasanta, 9, 1961; Cagliari industriale, in XIV Fiera campionaria della Sardegna, 1962; Considerazioni sulla rinascita. Rinnovamento strutturale e sviluppo industriale in Sardegna, 1963; Il terminal containers di Cagliari, ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1969; Il rifiuto della proposta Rockefeller, ‘‘Industria oggi’’, 1980; L’occasione mancata, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1981; Dai Fenici ai containers, ‘‘Sardegna industriale’’, 1981; Gli americani erano disposti a promuovere lo sviluppo economico della Sardegna,

‘‘Sardegna fieristica’’, 1981; La Camera di Commercio, un ruolo di leadership nella ripresa economica, ‘‘Sardegna economica’’, 16-17, 1987; Drammatica situazione della Sardegna dopo l’8 settembre, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1994; Uomini e industrie. Settant’anni di storia dell’Associazione provinciale degli industriali di Cagliari (con Lorenzo del Piano e Paolo Fadda), 1995; La fiera di Iglesias si svolse dal 1947 al 1950, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1997; Il primo periodo della rinascita sarda: uomini e vicende, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1997; Progetti e speranze con l’autonomia, in La Camera di Commercio di Cagliari, II, 1997; Storia di una fiera: commerci, mercati, ` alle cinesposizioni e mostre dall’Unita quanta edizioni della Campionaria della Sardegna (con Paolo Fadda e Ma` ria Dolores Dessı`), 1998; L’inizio dell’eta moderna, in Cagliari. Storia e futuro ` , 1999; Cagliari. I ponti racdella citta contano (con S. Lucchese), 1999.

Sirena, Gianpaolo Gesuita, poeta (Ca` sec. XIX-?). Appargliari, prima meta teneva all’ordine dei Gesuiti e fu autore di rime d’occasione che gli die` . Entro ` in dero una qualche notorieta polemica sulla Storia letteraria di Giovanni Siotto Pintor, il quale a sua volta lo aveva criticato. Tra i suoi scritti: Per l’arrivo a Cagliari del cavalier Gasparo Roget de Cholex intendente generale del Regno, versi, 1818; Rime a monsignor don Antonio Tore vescovo di Ales, 1826; Per la promozione ad arcivescovo di Oristano di mons. Don Giovanni Saba seguita in Cagliari il 30 novembre del 1842, Rime, 1842; oltre a questi, alcuni manoscritti conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari: La Sardegna sotto Carlo Felice; Versi e prose; Versi originali e traduzioni.

Siridione, san (o San Sirindone, San Siridonio) Santo. Si ricordava il 2 gennaio nel

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Siris vecchio calendario della Chiesa sarda (= Avendrace, santo).

Sirigargia Antico villaggio di origine tardoromana situato vicino a Quarto; ebbe notevole importanza nel periodo bizantino e nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Dopo la capitolazione del giudicato, nella di` a far parte dei visione del 1258 entro territori amministrati direttamente dal Comune di Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae, ma poco dopo il villaggio era completamente spopolato.

Sirigo, Bartolo Cittadino algherese ` deli(sec. XIV). Nel 1375, nella fase piu cata della guerra tra Aragona e Arborea, gli fu concesso il feudo di Sennori ´ , pero ` , il terrinella Romangia. Poiche torio era occupato dalle truppe giudicali la concessione non ebbe seguito.

Sirigu, Gianni Fotografo (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX). Nel 1992 pubblica la sua monografia Rapaci di Sardegna, Edizioni Della Torre, e l’anno successivo collabora per la parte fotografica con F. Murgia alla Guida ai ra` costipaci di Sardegna. Il suo archivio e tuito esclusivamente da diapositive sulla flora e la fauna sarda, ma non mancano concessioni alla bellezza del paesaggio isolano. Alcune sue foto sono state pubblicate su riviste specializzate come ‘‘Oasis’’ e ‘‘Workdogs’’.

Sirigu, Silvio Giornalista, avvocato (Orroli 1921-Cagliari 2000). Trasferitosi ` al giorgiovanissimo a Roma si dedico ` in Giurisprudenza nalismo e si laureo iscrivendosi all’ordine degli avvocati. ` con diversi periodici, fu per Collaboro anni responsabile del Servizio stampa dell’INPS e condusse con successo alcuni programmi radiofonici sulla sicurezza sociale. Non interruppe mai i suoi rapporti con la Sardegna, e in particolare col suo paese natio, del quale

fu sindaco per trent’anni fino al 1985. Tra i suoi scritti: I Vallombrosani in Sardegna, ‘‘Frontiera’’, 1, 1969.

Sirio Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Caduto il giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai Ca` nelle praia; alla loro estinzione passo mani del giudice d’Arborea. Nel 1295, `, Mariano II lo cedette al Comune pero ` prima della fine del sedi Pisa, ma gia ` a spopolarsi. Dopo la colo comincio ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae; nel 1324 fu concesso in feudo ad Arnaldo Ballester, che morı` nel 1338 lasciando erede Pietro Oulomar. Alcuni anni dopo il villaggio ebbe un calo di popolazione a causa della peste del 1348 e, scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, subı` gravi danni. Nel 1358, poi, Francesco Sant Clement, tutore del figlio minorenne dell’Oulomar, si impadronı` del feudo ma poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe ` completamente. arborensi e si spopolo

Siris Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 237 abitanti (al 2004), posto a 161 m sul livello del mare alle pendici meridionali del monte Arci, 4 km a nord di Mogoro. Regione storica: Parte Montis. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 6,02 km2 e confina a nord con Morgongiori, a est con Pompu, a sud con Masullas e Uras e a ovest ancora con Uras. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, tradizionalmente punteggiate di piccoli insediamenti e sfruttate per le coltivazioni. Il paese si trova lungo una strada secondaria che, passando anche per

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Siris Masullas, unisce Mogoro a Morgongiori. & STORIA Il territorio conserva le tracce di centri risalenti al Neolitico antico, le rovine di qualche nuraghe e significative testimonianze del periodo romano. L’attuale centro abitato ` ha origini medioevali; appartepero neva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Parte Montis. Quando nel 1409 cadde il giudicato fu amministrato da funzionari reali e ` a far parte dei terprima del 1430 entro ritori donati a Eleonora Manrique per le sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Cosı` S. da questo momento fu incorporato nel grande feudo di Quirra; nel corso dei secoli successivi ` ai Centelles, dai Bertran Carroz passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano, dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 nella ricostituita omonima provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo contenuta nel Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si de` la popolazione di S. in 198 termino anime, distribuite in famiglie 54 e in case 48. Quindi spartivasi secondo le condizioni domestiche, il totale 94 de’ maschi in scapoli 51, ammogliati 42, vedovi 1, e il totale 104 delle femmine in zitelle 50, maritate 42, vedove 12. Le ` comuni sono infiammamalattie piu zioni al petto e febbri periodiche e pu` antride. L’istruzione primaria non si e ` cora iniziata; l’istruzione religiosa e ´ la parrocchia non e ` serscarsa, perche vita da proprio parroco. Agricoltura. I ` nella massima terreni di gran fertilita parte delle regioni, ma se mancano le ` poco attivo il lavoro, devon braccia ed e ` ordiaversi scarsi prodotti. La quantita ` di starelli naria della seminagione e

120 di grano, 50 d’orzo, 40 tra fave e le` del gumi. La produzione, mediocre, e ` pratica di pochi dodici. L’orticoltura e e su brevissimi tratti di terreno. La vigna potrebbe essere per il favore del clima una coltivazione molto vistosa, ma quei paesani poco intendono il loro interesse. Pastorizia. Sebbene in questo territorio sieno molte regioni, dove abbondano i pascoli per tutte le diverse specie del bestiame che si allevano in Sardegna, non pertanto la pa` ristrettissima nel medesimo, storizia e ` dire che tutti i capi delle die si puo verse specie non sorpassano forse i 1200. Probabilmente i capi vaccini non ` di 60, i caprini di 350, i pecosono piu rini di 650, i porcini di 150. Il bestiame manso numera buoi per l’agricoltura 50, cavalli 12, giumenti 30, majali 25». Nel 1928 S. perse la propria autonomia e divenne frazione di Masullas e solo ` la propria autononel 1962 riacquisto mia amministrativa. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano prese nuovamente a farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e ` industriale e ` del tutto suini. L’attivita inesistente. Modesta la rete di distri` colbuzione commerciale. Servizi. S. e legato da autolinee agli altri centri ` dotato di medico, della provincia. E farmacia, scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 257 unita di cui maschi 128; femmine 129; famiglie 90. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 3 e nati 1; cancellati dall’anagrafe 9 e nuovi iscritti 4. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 568 in migliaia di lire; versamenti

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Siris ICI 83; aziende agricole 44; imprese commerciali 7; esercizi pubblici 2; esercizi al dettaglio 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 50; disoccupati 20; inoccupati 10; diplomati 6; con licenza media 25; con licenza elementare 100; analfabeti 11. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un patrimonio archeologico molto importante che, a partire dal periodo prenuragico, docu` dell’insediamento menta la continuita ` il dell’uomo. Di grande importanza e sito di Su Corroppu, riparo sotto roccia situato a poca distanza dall’abitato che ` il nome a una delle piu ` antiche culda ture del Neolitico sardo databile al 6000 a.C. Durante i sistematici scavi effettuati sono stati rinvenuti frammenti di ossidiana del monte Arci e un copiosissimo materiale ceramico inquadrabile nelle diverse fasi nelle quali il sito fu frequentato dall’uomo. Il riparo fu usato anche come sepoltura. Importanti i monumenti riconducibili al periodo nuragico, in particolare i nuraghi de Inus, de Preidis, Pranu Forru, Procilis, Su Sensu. Tra questi il nuraghe Procilis ha restituito molta ossi` rodiana lavorata e suppellettili di eta mana che testimoniano come il nuraghe sia stato usato almeno fino al secolo III d.C. Il nuraghe de Inus era del modello polilobato, conserva ancora tracce dell’antemurale e le rovine di un villaggio di capanne che si stringeva attorno alla fortezza. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale, con case in pietra affacciate sul cortile accessibile dal portale in pietra talvolta di proporzioni monumentali. Al centro ` la chiesa di San Sebastiano, del paese e parrocchiale costruita in linee moder` del secolo nissime nella seconda meta XX sopra i ruderi di una chiesa preesi-

stente. Ha l’impianto a una navata e custodisce nell’interno un altare di ` marmo di grande effetto. La facciata e completata da un campanile a canna quadrata, ingentilito da quattro finestrelle e da una loggia cuspidata. Altra ` quella di San Vinimportante chiesa e cenzo costruita nel secolo XVI e nei secoli successivi andata in rovina; dopo il ` stata restaurata completamente. 1990 e Ha l’impianto a una navata completata ` del tipo a da un’abside, la copertura e ` abbellita da un capanna. La facciata e campaniletto a vela. A pochi metri dall’edificio si trova un gigantesco olivo millenario che secondo una tradizione custodirebbe tra le radici il tesoro del santo. Le campagne circostanti il paese sono ricche di suggestive loca` , tra queste quella di Cuccuru lita Pranu Forru, a pochi chilometri dall’abitato, dove secondo una tradizione in passato era ubicato un villaggio che sarebbe stato abbandonato in seguito a un’epidemia di peste. Il territorio ha restituito tombe e lungo le pareti della collina alcuni cunicoli non completamente studiati. Da questi cunicoli, secondo una tradizione locale, viene fuori come un dolce canto d’usignolo capace di attirare come una sirena il ` la porvisitatore. Di grande bellezza e zione di monte Arci compresa nel ter` ricca di boschi e comprende ritorio: e un complesso di spettacolari rupi trachitiche (Su Columbariu) che racchiudono numerose grotte tra cui quella di Rio Bingias che si apre presso la sorgente omonima, rinomata per le acque oligominerali, utilizzate per combattere le malattie renali. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il pa` contrimonio delle usanze popolari e servato in alcune feste popolari; tra queste quella di San Sebastiano, patrono del paese, che si celebra il 20 gennaio con solenni riti religiosi in parroc-

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Sironi ` quella chia. Altra festa importante e dedicata a San Vincenzo: si svolge il 1º settembre e dura tre giorni, con un ricco programma di manifestazioni.

pino Italiano. Suo figlio nacque nel periodo, a cavallo degli anni Ottanta, in cui l’ingegnere lavorava a Sassari. Nella casa dove abitava la famiglia, in via Roma, fu apposta una lapide nel centenario della nascita. Ma la famiglia partı` da Sassari che S. aveva sol´ il suo rapporto tanto pochi anni, sicche ` e piu ` in generale con la Sarcon la citta degna non ha molti fondamenti, anche ` d’un critico ha trovato nella se piu forza della sua pittura qualcosa d’una austera radice sarda. Una raccolta di ` ora conservata dal Banco sue opere e di Sardegna, in mostra nel palazzo della sede centrale in viale Umberto, a Sassari.

Mario Sironi – Autoritratto (1908).

Sironi, Mario Pittore (Sassari 1885-Milano 1969). Dopo aver interrotto gli ` alla pitstudi di ingegneria si dedico tura e aderı` al Futurismo. Prese parte alla prima guerra mondiale e nel dopoguerra si stabilı` a Milano. Nel 1922 aderı` al gruppo detto del ‘‘Novecento’’. ` a dipinNegli anni successivi continuo gere e a esporre, passando attraverso ` avanzate esperienze dell’arte le piu contemporanea e raggiunse una noto` a livello internazionale. Molte rieta sue opere sono presenti in musei e gallerie pubbliche. Fu anche apprezzato critico d’arte per ‘‘Il popolo d’Italia’’. S. era figlio dell’ingegner Eugenio, che da capo del Genio Civile di Sassari aveva progettato il Palazzo della Pro` vincia: bene integrato nella societa sassarese, nel 1879 era stato, con Domenico Lovisato, uno dei fondatori della sezione sassarese del Club Al-

Mario Sironi – Periferia (1922).

Sirri1 Antico villaggio di origine punicoromana, situato nelle campagne di Porto Botte. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca. Nella divisione cui alcuni anni dopo i due rami della famiglia proce` al ramo del conte dettero tra loro, tocco Ugolino i cui figli, per vendicare la morte del loro genitore, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa. E quando furono sconfitti, alla fine del ` sotto la diretta ammisecolo XIII passo

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Sisco nistrazione del Comune dell’Arno. ` a Dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae, ma ormai era completamente spopolato. Nel 1329 il suo territorio fu concesso in feudo ai Cespujades, che lo unirono al feudo di Teulada.

Sirri2 Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Carbonia (da cui dista 6 km), con circa 50 abitanti, posto a 346 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, tra le colline intorno al monte Tasua (454 m). Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una serie di colline poco popolate, ricoperte in piccola parte dal bosco, per il resto da macchia mediterranea e da pascoli. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che ha inizio a Carbonia e finisce a S. & STORIA Il villaggio si e ` sviluppato nel corso del secolo XIX da un antico medau, punto di raccolta di pastori; attualmente la popolazione tende ad abbandonarlo. Nelle vicinanze si trova una grotta che porta lo stesso nome.

Sisali Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato nelle campagne di Monserrato. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del ` a far parte dei territori am1258 entro ministrati direttamente da Pisa. Quando, subito dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae, fu concesso a Giacomo de Trulio che nel 1328 lo cedette a Bonanato De Petra. A quel punto il villaggio era quasi completamente spopolato: i suoi abitanti erano tenuti a lavorare per un certo periodo nelle saline del re, prestazione odiosa che tentarono di eludere con ogni mezzo. Bonanato De Pe` , li perseguito ` con decisione, tra, pero

` di costrinottenendo dal re la potesta gere i vassalli alla prestazione del lavoro nelle saline. Nel 1348 S. soffrı` a ` complecausa della peste e si spopolo tamente; De Petra morı` senza discendenti prima della celebrazione del Parlamento del 1355, per cui nel 1358 il re concesse ancora il villaggio a Bernardo Cruilles. Pochi anni dopo, scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari ed entro la fine del secolo si spo` completamente. polo

Sisco, Antonio Francescano, storico (Sassari 1716-ivi 1801). Compiuti gli studi a Sassari, dove si fece notare per ` dell’ingegno, si trasferı` ad la vivacita `a Assisi. Da lı` dopo alcuni anni passo Urbino, dove divenne reggente del collegio di San Bonaventura. Si trasferı` quindi a Napoli e a Torino, dove si lau` ; tornato a Sassari, nel 1758 fu eletto reo padre provinciale. Dopo aver retto l’uf` compleficio per dieci anni, si dedico tamente ai suoi studi di storia e di teologia e all’insegnamento. Fu autore di una vastissima opera di storia ancora sostanzialmente inedita e di moltissime altre opere di teologia e di altri argomenti tutte inedite, e in parte perdute, si dice, a causa della leggerezza con la quale alcuni suoi confratelli, dopo la sua morte, le distrussero. Fu molto stimato dai contemporanei. Attualmente i suoi manoscritti sono custoditi nella Biblioteca Universitaria ` , quando si dice di Sassari. In realta ` ‘‘sostanzialmente che la sua opera e inedita’’, ci si riferisce alla tradizionale edizione a stampa. In effetti l’in` stata fatta ogtera opera del padre S. e getto, nel bicentenario della nascita, di un accurato lavoro di inventariazione e di trascrizione su cd di molte delle opere (in particolare quelle riguardanti la Sardegna). Tra i suoi scritti: Adnotationes variarum scientiarum et

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Siserri rerum, voll. 6; Adnotationes ex Sacra Scrptura, voll. 3; Adnotationes ex opuscolis Sancti Petri Celestini Papae; Annotazioni concernenti la Sacra Scrittura; Chronologia Summorum Pontificum, voll. 2; Compendio della vita di Giovanni Dunsio Scoto dottore mariano; Expositio psalmorum; In Sacrae Missae mysterium expositio; Istruzioni morali evangeliche cristiane a pro dei confessori e dei penitenti; Memorie pertinenti le cose di Sardegna, voll. 6; Miscellaneae quaestiones theologicae; Miscellanea teologica, voll. 2; Miscellanee edite ` sarde, voll. 5; Notie inedite di antichita zie di cose sarde, voll. 2; Quesita quae spectant ad religionis historiam et Ecclesiae dogmata; Quesita et resolutiones circa paupertatem religiosam; Resolutiones casuum conscientiae; Tractactus de caeremoniis Missae.

Siserri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` San di Dolia. Era situato in localita Giuliano nelle campagne di Ussana. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti ` di Capraia, e alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ gia ` prima della fine del di Pisa, sicche secolo veniva amministrato direttamente da Pisa. Dopo la conquista ara` a far parte del Regnum gonese entro Sardiniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Clemente Salavert. Nel 1348 ` soffrı` a causa della peste e si spopolo quasi completamente. Alla morte del feudatario, nel 1350 i suoi eredi lo vendettero a Francesco Estaper. Il villaggio subı` altri danni nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e ` a spopolarsi. Pietro IV e continuo Estinti nel 1361 gli eredi Estaper, il ter` al fisco. ritorio oramai deserto torno

Sisini Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Senorbı` (da cui dista 5 km), con circa 250 abitanti, posto a 265 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, sulla strada per Siurgus Donigala. Regione storica: Trexenta. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una serie di colline basse e arrotondate, sfruttate da tempo immemorabile per le coltivazioni, in particolare per la cerealicoltura. Nei pressi del villaggio scorre il rio Cannisoni, affluente del rio Mannu, che va a gettarsi nello ` attraversato da stagno di Cagliari. S. e una strada secondaria che, distaccandosi dalla statale 128 all’altezza di Suelli, si dirige verso Siurgus Donigala e Orroli. & STORIA Il centro abitato e ` di origine medioevale, apparteneva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria della Trexenta. Caduto il giudi` al cato, nella divisione del 1258 tocco conte di Capraia e all’estinzione della ` al giudice d’Arbosua famiglia passo rea. Nel 1295 Mariano II lo cedette a Pisa e prima della fine del secolo prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista ` a far parte aragonese il villaggio entro del Regnum Sardiniae e nel 1326 fu compreso nel feudo della Trexenta concesso dal re d’Aragona al Comune di Pisa. Scoppiata la prima guerra tra Aragona e Arborea, Pisa ne perdette la ` e fu occupato dalle disponibilita truppe del giudice d’Arborea fino al 1409. Dopo la battaglia di Sanluri, a ` a far parte dei partire dal 1420 entro territori concessi in amministrazione a Giacomo de Besora e trasformato in feudo nel 1434. Nel corso dei secoli suc` dai De Besora agli Alacessivi S. passo ` del segon. Nel corso della prima meta colo XVII la sua popolazione fu quasi decimata; con l’aiuto dei feudatari i su-

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Sisinnio perstiti si spostarono dall’antico villaggio, di cui rimangono oggi alcuni resti, e costruirono quello attuale. Agli inizi ` ai De del secolo XVIII infine S. passo Silva Alagon ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu compreso nella pro` a far vincia di Cagliari; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita ` divenomonima provincia; dal 1927 e tato frazione di Senorbı`. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e ` collegato da autolinee agli bovini. S. e altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLGICO Il territorio conserva testimonianze riconducibili al periodo nuragico, in particolare il nuraghe Casasapu e l’imponente Su Nuraxi, di particolare interesse scientifico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il suo centro storico ha mantenuto l’assetto tradizionale, conserva molte case in pietra affacciate sul cortile al quale si accede da un portale in pietra ad arco, spesso di proporzioni monumentali. Al centro dell’abitato si trova la chiesa della Madonna della Difesa, parrocchiale costruita nel secolo XVII con impianto a una sola navata. ` anche la chiesa di San Interessante e ` parrocchiale del paese fino Pietro, gia al 1826, attualmente compresa nel cimitero; fu costruita nel secolo XIV e successivamente rimaneggiata.

Sisinnio Religioso (?, inizi sec. XV-Castelgenovese 1466). Vescovo di Sulci dal 1441 al 1443, vescovo di Ampurias dal 1443 al 1448 e vescovo di Bisarcio dal 1448 al 1466. Uomo di profonda cultura, dottore in Decretali, fu nominato vescovo di Sulci nel 1441 e nel 1443 fu trasferito nella diocesi di Ampurias.

Nella nuova sede dovette affrontare una situazione difficile in quanto Ni` Doria, allora signore di Castelgecolo novese, era ancora in lotta con gli Ara` cadde gonesi. Quando nel 1448 la citta in mano al re fu trasferito nella sede di ` Bisarcio. Stabilitosi a Ozieri, governo per molti anni la nuova diocesi e si ` in conflitto con alcuni sacerdoti trovo del suo clero, per cui dovette addirittura intervenire il papa.

Sisinnio, san1 (in sardo, Santu Sisinni, ´sulu) Santo (m. 427). Martire, Santu Se ` patriarca di Costantinopoli, condanno la setta dei messaliani o euchiti che ´ la gerarchia della non riconosceva ne ´ i sacramenti e considerava Chiesa ne la preghiera «unico mezzo contro il diavolo e per unirsi a Dio». Al suo culto, diffuso in Sardegna dai Bizantini, come attestano antichi docu` sovrapposto quello di un menti, si e santo locale, secentesco, di Villacidro. Secondo la leggenda nacque a Leni, villaggio distrutto dai musulmani che sorgeva nei pressi di Villacidro. Dopo ` il Vanessersi convertito, annuncio ` due bamgelo. Molti i miracoli: salvo bini, uno dalle spire d’un serpente, l’altro da un nugolo di mosche velenose. Martire, ucciso a colpi di bastone, sotto l’imperatore Commodo (180-192). Invocato contro le streghe e le cavallette, protegge i bambini. Reliquie ritrovate a Cagliari nella chiesa sotterranea di San Lucifero il 17 luglio 1615. Una sua costola, dentro una teca d’argento ac` stata docompagnata da atto notarile, e nata a Villacidro, venerata nella chiesa di Santa Barbara. Sulla lastra tombale si trova l’iscrizione: «¡ hic iacet bone – memories sisini qui bi – xit annis plus minus – LXII cicnebit in pace – sub. XS k. maias in D ¡ III 185». Il cappuccino Serafino Esquirro, bravo nel travisare sigle e iscrizioni funerarie, ha cosı` tradotto (1624): «Cicnebit significa canet,

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Sisinnio che canta, derivando da cycnus, come si chiama in latino il cigno. Cigno che in lingua sarda appellasi sisinni: il ` la tortura e la morte cansanto affronto tando melodiose lodi al Signore. San Sisinnio dunque significa il Cigno». ` stata poi riletta da Grete L’iscrizione e Stefani (1988): «Qui giace Sisinnio, di buona memoria, che visse circa sessan` in pace (morı`) il detadue anni, riposo cimo giorno delle calende di maggio ` nel terzo anno di indizione». A San S. e legato il detto: «Paris sa bruxia de Santu Sisinni» (Sembri la strega di San Sisinnio), per una donna brutta, trasandata. A Maracalagonis in pas´sato il santo era chiamato Santu Se sulu. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 3 agosto; la prima domenica d’agosto a Villacidro.

Sisinnio, san2 = Simplicio, san Sisiu, Giovanni Geologo (n. Cagliari, sec. XX). Fa parte del gruppo di ricerca archeometrica del Dipartimento di In` di gegneria chimica dell’Universita Cagliari. Ha lavorato con Tylecote e Gallin allo studio della metallurgia del nuraghe Santa Barbara a Bauladu. Ne ha scritto in The use of ceramic materials in metallurgy in Sardinia in the early iron age, in Atti World Ceramic ` metallurgica Congress, 1994, e Attivita al nuraghe Santa Barbara Bauladu, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.

Sismondi Famiglia pisana (sec. XIII). Famiglia di antiche tradizioni, ebbe interessi in Sardegna per tutto il secolo XIII. Alcuni dei suoi rappresentanti, a cominciare da Gherardo, si imparentarono con nobili famiglie sarde e nella ` del secolo si legarono al seconda meta ramo dei Della Gherardesca di Donoratico, discendenti dal conte Gherardo.

Sismondi, Baciameo Podesta` di Villa

` sec. XIIIdi Chiesa (Pisa, seconda meta ` sec. XIV). Figlio di ivi?, prima meta Gherardo, a partire dal 1270 fu nominato procuratore per i beni sardi dei conti Ranieri e Gherardo Della Gherardesca e alla fine del secolo prese parte alla guerra scatenata dal Comune contro i ribelli Lotto e Guelfo, figli del defunto conte Ugolino. Quando Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias) cadde in mano al Comune dell’Arno, ` e provnel 1303 ne fu nominato podesta vide a elaborare la revisione del Breve di Villa di Chiesa.

Sismondi, Gherardo Console di Pisa (sec. XIII). Appartenente alla vecchia ` cittadina e legato ai Della Ghenobilta rardesca fu coinvolto nel conflitto che dopo il 1232 si accese tra i diversi pretendenti per il controllo del giudicato di Cagliari. Quando nel 1237 il Comune di Pisa impose la pace ai contendenti, egli prese parte alle trattative come procuratore di Pietro II d’Arborea; in ` a occuparsi della Sarseguito continuo degna e riuscı` a far sposare una delle sue figlie con il figlio di Michele Zanche.

Sismondi, Mordasco Religioso (Pisa, inizi sec. XIII-Tratalias 1283). Vescovo di Sulci dal 1281 al 1283. Dopo essere stato ordinato sacerdote giunse in Sardegna al seguito dei Della Gherardesca come cappellano. Quando i due rami della famiglia fecero la divisione dei ` ai diterritori avuti nel 1258, si lego scendenti del conte Gherardo e nel 1281 fu nominato vescovo.

Sissini Famiglia cagliaritana (sec. XVII). Le sue notizie risalgono agli inizi del secolo XVII, quando viveva un Giovanni Maria Sissini Melis che nel 1625 ottenne il cavalierato eredita` a ririo. La sua discendenza continuo siedere a Cagliari, ma si estinse nel corso del secolo XVII.

Sisternes de Oblites Nobile famiglia

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Sisto II valenzana (secc. XVII-XIX). Un suo ramo si trasferı` a Cagliari nella se` del secolo XVII con il dotconda meta tor Melchiorre giudice della Reale Udienza. I suoi figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1676 durante il parlamento Las Navas e successivamente presero parte a tutti gli altri parlamenti. Alla fine del secolo XVII la famiglia si trasferı` a Oristano dove i suoi membri continuarono a risiedere. Nel corso del secolo espresse ` , ma si alcune eminenti personalita estinse agli inizi del secolo XIX.

Sisternes de Oblites, Francesco Re` sec. ligioso (Oristano, prima meta XVIII-Cagliari 1812). Arcivescovo di Oristano dal 1802 al 1812. Dopo essere ` in stato ordinato sacerdote si laureo Teologia nel 1772; divenne canonico della cattedrale di Oristano nello stesso anno. Simpatizzante per i demo` unitamente a suo cratici, frequento fratello Pietro la casa di Giovanni Maria Angioy, di cui divenne amico. Nel 1795 fu nominato vicario generale della diocesi; staccatosi dalle posizioni dell’Angioy, dal 1799 si tenne vicino alla famiglia reale. Nel 1802 venne nominato arcivescovo e negli anni se` la diocesi con grande guenti governo prudenza, segnalandosi anche per lo `. spirito di carita

Sisternes de Oblites, Melchiorre Vi´ reggente di Sardegna (Valencia, cere ` sec. XVII-Cagliari, dopo prima meta 1680). In carica nel 1675. Laureato in ` nella magistratura. Fu noLegge, entro minato reggente della Reale Cancelleria e nel 1675, dopo l’improvvisa par´ marchese de Los Vetenza del vicere lez, presidente del Regno con funzioni ´ . Disimpegno ` il suo incarico di vicere per pochi mesi fino all’arrivo del nuovo ´ , marchese de Las Navas. vicere

Sisternes de Oblites, Pietro Canonico (Oristano 1758-Cagliari 1828). Laureato

` di Sassari e in Teologia nell’Universita in Legge in quella di Cagliari, canonico teologale, nel 1793 prese parte attiva agli Stamenti, che si erano autoconvocati in vista della minaccia d’invasione francese. Amico di Giovanni Maria An` con lui in grande familiagioy, entro ` . Fu l’estensore delle Cinque dorita mande che gli Stamenti presentarono al sovrano; fece quindi parte della ` il docustessa delegazione che porto ` mento al re e nella capitale si adopero ´ fosse ricevuta. Quando il re perche ebbe dato la sua risposta, si trattenne a Torino dove divenne personaggio in vista e prese parte attiva alla vita politica. Tornato a Cagliari poco dopo l’ar´ Vivalda, continuo ` rivo del nuovo vicere ` a far parte degli Stamenti, attivita nella quale – dice Pasquale Tola nel ` suo profilo biografico – «la difficolta dei tempi gli fece talvolta dimenticare ` e la mansuetudine dello stato la carita sacerdotale». Divenne uno dei perso` autorevoli del naggi politicamente piu difficile momento che seguı` e gradata` dalle posizioni dell’Anmente si stacco gioy aderendo al partito moderato. Dopo il fallimento dell’esperienza an` a Carlo Felice, che lo gioiana, si lego fece nominare abate. Trascorse gli anni seguenti a stretto contatto della corte fino a quando i Savoia rimasero nell’isola. Negli ultimi anni gli fu offerta la mitria di vescovo di Fossano, `. Il Tola lo descrive «bello ma la rifiuto della persona, aggraziato nei modi, d’ingegno assai svegliato, coltissimo in varia letteratura e d’animo sopra modo generoso».

Sisto II, san (in sardo, Santu Sistu, Santu Silthiu) Santo martire (m. Roma 258). Papa dal 30 agosto 257 al 6 agosto 258. Greco, forse di Atene, fu conciliante con la Chiesa di Cartagine sulle questioni controverse, come quella del battesimo amministrato agli eretici,

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Sistu ` l’eresia di Sabello (che negava avverso la reale distinzione delle tre persone divine), fece traslare i corpi dei Santi Pietro e Paolo nelle catacombe della basilica vaticana. Vittima della persecuzione di Valeriano, venne decapitato mentre celebrava la messa, con i diaconi Felicissimo, Agapito, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano. Lorenzo, altro suo diacono, subı` il martirio tre giorni dopo, nella graticola sopra i carboni ardenti. Fu sepolto nel cimitero di Callisto. Compatrono di Pisa, in Sarde` stato diffuso dai pigna il suo culto e sani. Giovanni Spano (1872) ricorda «il villaggio distrutto di San Sisto in territorio di Siniscola». [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 7 agosto a Sassari.

mento militare durante il parlamento Carcassona come discendenti da una nobildonna Dedoni, in conseguenza del fatto che il matrimonio con donne di questa famiglia nobilitava il contraente. Presero parte anche agli altri parlamenti e si estinsero nel corso del secolo XVIII.

Sitges, Pietro Doganiere di Cagliari ` sec. XIV-Ca(Tarragona, prima meta gliari?, dopo 1353). Originario di Tarragona, si trasferı` in Sardegna quando nel 1352 fu nominato signore della do` . Nel 1353 ottenne in gana della citta feudo Barrali nella curatoria di Dolia ma, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ne perse il controllo.

Situxini Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato vicino a Quarto. Dopo la capitolazione del giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu concesso a Pietro Sant Clement, i cui figli nel 1347 lo cedettero allo zio Francesco. Il villaggio aveva molti abitanti, ma nel 1348 soffrı` ` quasi a causa della peste e si spopolo completamente; dopo il 1353, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, scomparve.

Sitzamus Antico villaggio di origine

San Sisto II – Il santo raffigurato in un’incisione.

Sistu Famiglia di mercanti (secc. XVIIXVIII). Di origine napoletana, si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII. Raggiunta una buona condizione economica, diversi suoi membri si imparentarono con alcune nobili famiglie e nel 1666 furono ammessi allo Sta-

medioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria della Marmilla. Era posto in riva a una palude tra Siddi e Pauli Arbarei. ` a decadere nella seconda Comincio ` del secolo XIV perche ´ divenne meta teatro delle operazioni militari durante la seconda guerra tra Arborea e Aragona. Caduto il giudicato d’Arbo` a far parte del Rerea, nel 1409 entro ` gnum Sardiniae. Entro la prima meta del secolo XV fu compreso nel feudo

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Siurgus Donigala della Marmilla concesso a Guglielmo Raimondo Moncada; in seguito comin` a riprendersi e la sua popolazione cio ` . Nel 1453 fu sequestrato ai aumento Moncada e nel 1458 fu acquistato da ` , lo spiantato genero Pietro di Besalu del conte di Quirra. Proprio per la sua situazione finanziaria, egli vi dovette rinunciare e il villaggio prima del 1478 ` a far parte della contea di Quirra, entro della quale da quel momento seguı` le vicissitudini. Nel secolo XVII ebbe nuovamente una crisi demografica a causa della peste del 1652, dalla quale ` . Nel corso del secolo non si riprese piu XVIII gli ultimi suoi abitanti si trasferirono a Siddi.

Sitzia, Francesco Storico del diritto romano (n. Cagliari 1947). Conseguita ` dedila laurea in Giurisprudenza si e cato alla carriera accademica. Dopo ` un breve periodo presso l’Universita ` spe‘‘La Sapienza’’ di Roma, dove si e cializzato in Diritto romano, ha conseguito il diploma di Paleografia presso l’Archivio Segreto del Vaticano. Tornato in Sardegna, da quel momento si ` dedicato all’insegnamento della Stoe ria del Diritto romano presso l’Univer` di Cagliari, dove ha diretto l’Istisita ` tuto di Storia del Diritto e nel 1985 e ` di Giudiventato preside della Facolta ` autore di alcuni imporrisprudenza. E tanti volumi sul diritto bizantino e di numerose altre pubblicazioni di riconosciuto livello scientifico. Tra i suoi ` del deposiscritti: Sulla responsabilita tario in diritto bizantino, ‘‘Bollettino italiano di diritto romano’’, 74, 1971; Su una costituzione di Giustiniano in tema di sportulae, ‘‘Bollettino di diritto romano’’, 75, 1972; Un trattatello giuridico bizantino in versi, ‘‘Bollettino di diritto romano’’, 79, 1976; Ricerche in tema di aquae pluviae arcendae, 1977; Studi sulla superficie in epoca giustinianea, 1979; Il conservatorismo di Nera-

zio, ‘‘Labeo’’, 28, 1982; Un breve trattato bizantino in tema di processo penale, in Sodalitas. Studi in onore di Antonio ` dell’imGuarino, 1984; La romanita pero: lo ius civile e lo ius gentium, in La nozione di romano tra cittadinanza e ` , 1984; Le Rhopai, 1984; Il universalita ` nelle novelle giustidiritto di proprieta nianee, ‘‘Studi economico-giuridici ` di Giurisprudenza deldella Facolta ` di Cagliari’’, 51, 1986; Le l’Universita origini della tutela muliebre, ‘‘Studi ` di economico-giuridici della Facolta ` di CaGiurisprudenza dell’Universita gliari’’, 53, 1990; Istituzioni di diritto romano (con Pugliese e Vacca), 1991; Aqua pluvia e natura agri. Dalle XII tavole al pensiero di Librone, 1999.

Siurgus Antica curatoria del giudicato di Cagliari. Si stendeva su una superfi` cie di 493 km2 e costituiva la parte piu interna e settentrionale della regione di Dolia, il cuore del giudicato. Confinava con la Barbagia di Seulo e comprendeva i villaggi di Donigala, Escolca, Gergei, Gesico, Goni, Isili, Mandas, Nurri, Orroli, Serri, Siurgus e Villanovatulo. Aveva un’economia marcatamente agropastorale. Dopo la divisione seguita alla caduta del giudicato, nel 1258 il territorio fu compreso nella parte toccata ai Capraia. Alla loro estinzione fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il territorio fu diviso in alcuni piccoli feudi, la maggior parte dei quali finı` per formare il grande feudo di Mandas. Il territorio fu occupato dalle truppe giudicali fino alla battaglia di Sanluri, ` fu successivamente la sua unitarieta sostanzialmente mantenuta nei due feudi di Mandas e di Gesico e Goni, il cui assetto si mantenne fino all’abolizione dei feudi nel 1838.

Siurgus Donigala Comune della provincia di Cagliari, sede della XX Comu-

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Siurgus Donigala ` montana, con 2161 abitanti (al nita 2004), posto a 452 m sul livello del mare a breve distanza dal lago Mulargia. Regione storica: Siurgus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 76,45 km2, compresa una parte de lago Mulargia, e confina a nord con Mandas e Orroli, a est con Goni, a sud con San Basilio e a ovest con Senorbı` e Suelli. Si tratta di un territorio di colline non molto alte (tra le punte maggiori il monte Corongedda, 496 m), al confine tra la Trexenta e il Sarcidano. Sul corso del fiume Mulargia, che scorre pochi chilometri a nord, ` stata costruita una diga che ha dato e luogo a un ampio bacino artificiale. Il paese si trova lungo una strada secondaria che unisce Suelli a Orroli; e dalla quale si distaccano altre vie di comunicazione rispettivamente per Gesico e per Mandas. & STORIA L’attuale comune e ` stato costituito nel 1929 con la fusione dei due villaggi di Donigala e di Siurgus i cui abitati, a causa dello sviluppo edilizio, ` erano ormai contigui. Il territorio e ` nuragica, ma i ricco di reperti di eta due villaggi hanno origini differenti. Siurgus (Xiurgus) trae le sue da un monastero di monaci bizantini di cui si no` invece tano ancora i ruderi; Donigala e di origine medioevale, come il suo nome (donnicalia) fa chiaramente capire. In questo periodo appartenevano entrambi al giudicato di Cagliari ed erano compresi nella curatoria di Siurgus di cui, tra l’altro, Siurgus era il capoluogo. Quando il giudicato fu conquistato, nella divisione del 1258 il due villaggi furono inclusi nei territori toccati al conte di Capraia; all’estinzione della famiglia passarono nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II li cedette al Comune di

Pisa e prima della fine del secolo presero a essere amministrati da funzionari pisani. Dopo la conquista aragonese entrarono a far parte del Regnum Sardiniae. Donigala fu concesso in feudo a Goffredo Gilaberto Cruilles mentre Siurgus non fu inizialmente infeudato. Nel 1340 il Cruilles morı` senza ` al fisco. Dopo la figli e Donigala torno peste del 1348 per la quale la popolazione dei due villaggi fu quasi dimezzata, entrambi furono nuovamente infeudati, rispettivamente a Ponzio di Santa Pau e a Guglielmo de Torres. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV i due villaggi furono occupati dalle truppe del giudice; negli anni successivi, fino allo scoppio della seconda guerra, la loro posizione fu poco chiara e comunque entrambi vennero in possesso di Giovanni Carroz che li unı` al feudo di Mandas. Dal 1366 comunque Siurgus e Donigala furono nuovamente occupati dalle truppe giudicali che si trattennero fino alla caduta del giudicato d’Arborea. Dopo il 1410 tornarono in possesso dei Carroz e nei secoli seguenti le loro vicende continuarono a essere legate a quelle del feudo di Mandas. Estinti i Carroz, i due villaggi passarono ai Maza de Lic ¸ana e successivamente ai Ladron, agli ˜ iga, ai PiHurtado de Mendoza, agli Zun mentel e infine ai Tellez Giron ai quali furono riscattati nel 1838. Nel 1821 Siurgus e Donigala furono inclusi nella provincia di Isili. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius; quando l’Angius se ne oc` , Siurgus e Donigala erano paesi cupo separati. Del primo scrisse: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono per la popolazione di S. anime 720, distribuite in famiglie 191 e in ` case 156. Agricoltura. Il terreno di S. e generalmente inferiore a quello della prossima Trecenta, sebbene non man-

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Siurgus Donigala ` delle quali chino regioni, la fertilita possa mettersi a paragone con i terreni ` produttivi di quella. I vari siti, dove piu ` seminarsi con vantaggio essendo puo ` che alcuni Seurpochi, accade pero ghesi arano in terreni che possiedono nel territorio del prossimo Donnigala e ` de’ cereali che si di Suelli. La quantita semina nel proprio territorio si computa di starelli di grano 850, d’orzo 10, di fave 150, di legumi 15. La fruttifica` zione comune nelle annate ordinarie e dell’8 per il grano, del 12 per l’orzo, del 10 per le fave, del 12 per i legumi. Pastorizia. Il bestiame di servigio, che educano i Seurghesi, si comprende nelle specie e ne’ capi seguenti: buoi per l’agricoltura e pel carreggio 200, e vacche manse 60; cavalli 30; giumenti 150. Si ingrassan circa 70 majali, e si ha ne’ cortili gran copia di pollame. Il bestiame rude numera vacche 310, capre 2000, pecore 3500, porci 1200, cavalle 60. Pascola nelle regioni incolte, e qualche parte si conduce in altri territori a’ pascoli comprati o promiscui». Di Donigala l’Angius scrisse: «Sono nel villaggio circa 100 case, due contrade principali, e una piazza detta Sa-Gruji` la beccheria e il Monte Santa, dove e granatico. Le uscite per Mandas e Seurgius sono amene, per le verdeggianti siepi de’ predii, e per li pioppi, fichi e le quercie. Popolazione. Le famiglie sono altrettante che le case, e le anime 500. Le nascite sogliono esser 12, le morti 8, e 4 i matrimoni. Le malattie frequenti sono infiammazioni al ` petto e al basso ventre. Il cemiterio e attiguo alla chiesa parrocchiale in ` del villaggio, e pero ` sulla estremita non conforme ai regolamenti. Agricol` di tura. L’estensione del territorio e circa 7500 starelli. Si suole seminare ogni anno starelli di grano 500, d’orzo 70, di fave 80, e poco lino. Il grano produce l’otto. La cultura delle piante or-

` trascurata. Il vigneto e ` assai tensi e ` leggiero e di prospero, ma il vino e ` per il troppo umore della poca bonta ` per il metodo perverso terra, e piu ` della manifattura: se ne raccogliera circa 12 mila quartare, che si consumano nel luogo. Le piante fruttifere non di molto sopravanzeranno le due migliaje nelle seguenti specie, fichi, peri, susini, meligranati, peschi, giuggioli e pomi. Pastorizia. Si numeravano nell’anno 1836 buoi per l’agricoltura 200, vacche e tori 500, pecore 2500, capre 1000, cavalli e cavalle domite 35, ` giumenti 80. Il prodotto del bestiame e ´ questo e ` mal custodito scarso, perche ed esposto al rigore dell’inverno senza riparo. Da ogni dieci capi pecorini non ` di libbre 100 di si ottiene all’anno piu ` di mediocre quaformaggio, il quale e ` . Il superfluo a’ bisogni della popolita lazione vendesi alla capitale». Dal 1848 Siurgus e Donigala entrarono a far parte della divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 della ricostituita provincia di Cagliari. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini e in misura minore di suini e caprini. Negli ultimi decenni sta prendendo piede anche una mode` industriale limitata ai setsta attivita ` poco ortori lattiero-caseario e edile. E ganizzata la rete di distribuzione com` collegato da merciale. Servizi. S.D. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, casa di riposo, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2198 unita di cui stranieri 3; maschi 1088; fem-

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Siurgus Donigala mine 1110; famiglie 741. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 24 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 41 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 110 in migliaia di lire; versamenti ICI 630; aziende agricole 111; imprese commerciali 108; esercizi al dettaglio 33; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 571; disoccupati 61; inoccupati 192; laureati 9; diplomati 128; con licenza media 710; con licenza elementare 660; analfabeti 131; automezzi circolanti 742; abbonamenti TV 567. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerosi nuraghi tra i quali Arbariu, Bau Piscu, Bidinessi, Corte Carroccia, Ega, Erri, Lanzanau, Pallaxiu, Planu Furonis, Tana Manna, Untini. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` costiE AMBIENTALE Il villaggio si e tuito dalla fusione dei due centri di Siurgus e di Donigala che hanno conservato le loro caratteristiche tradizionali; lungo le strade si affacciano case in pietra ingentilite dal porticato interno (lolla) e dalla corte alla quale si accede attraverso un portale spesso monumentale. Tra gli edifici di maggior pregio la chiesa di San Teodoro, parrocchiale di Siurgus costruita tra la fine del secolo XVI e gli inizi del XVII in stile tardogotico. Ha un impianto a navata unica, scandita da archi a sesto acuto che sorreggono la volta e arricchita dal presbiterio e da alcune cappelle laterali con volta a ` il camcrociera. Annesso alla chiesa e panile a pianta quadrata. Al suo interno sono interessanti arredi marmorei tra cui la balaustra che separa il ` inpresbiterio dall’aula. Santa Maria e vece la chiesa parrocchiale di Donigala, costruita alla fine del secolo XVI

in forme tardogotiche e ultimata nel 1646 a opera del canonico Roger. Ha l’impianto a navata unica arricchita dal presbiterio e da alcune cappelle la` affrescato e conserva terali; l’interno e un interessante retablo in legno dorato. La chiesa si affaccia su un ampio piazzale al quale si accede da uno scenografico portale settecentesco. Altro ` la chiesa edificio di grande interesse e di San Cosimo e Damiano, antico edificio che, pur essendo in territorio di ` del Comune Siurgus, era di proprieta di Suelli. Fino al 1804 vi si festeggiavano i due santi, ma quando, nello stesso anno, la festa fu spostata nella chiesa dell’Assunta in agro di Suelli, l’amministrazione di Siurgus ne riven` la proprieta ` e l’ottenne. La chiesa dico ` nel 1940 fu abbandonata e cadde pero ` stata restaurata e in rovina; nel 1980 e ` riportata all’antico splendore; il sito e ´ accanto interessante anche perche alla chiesa sono 15 ulivi il cui impianto risale al secolo XIII. Nelle campagne circostanti si trova il lago del Mulargia; `e ` raggiungibile dalla perifela localita ria di S.D., da cui dista circa 6 km. Il ` situato a 258 m di quota in un lago e bacino molto vasto e ricco di boschi e ` stato ottedi macchia mediterranea. E nuto negli anni Cinquanta del secolo XX con la costruzione di una diga sul ` capace di un invaso di rio Mulargia, e ` collegato 310 000 000 di m3 d’acqua ed e da una galleria al lago del Medio Flumendosa (=), di cui raccoglie le acque per poi scaricarle in una seconda galleria lunga 9 km che le conduce alla centrale di Uvini, in Trexenta, capace di produrre 23 000 000 di kw all’anno. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari che tramandano le tradizioni dei due antichi ` caratteristiche e ` centri, una delle piu quella di Santa Maria di Monserrato, che si svolge l’8 settembre e culmina

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Sizza con una spettacolare processione, nel corso della quale sfilano alcuni antichi ceri votivi portati a spalla dai giovani del villaggio al suono delle launeddas. Una volta giunti alla parrocchia di Donigala, i ceri vengono benedetti e subito dopo si svolgono altri festeggiamenti con la gara poetica e altre manifestazioni. Altro evento di grande im` la festa de is bagadı`us (gli portanza e scapoli) che si svolge nella seconda settimana di ottobre in occasione della sa` gra della Madonna dei sette dolori. E organizzata da un comitato di cui fanno parte gli scapoli e culmina in un solenne banchetto a base di arrosti durante il quale viene distribuito un particolare tipo di pane (pani de is bagadı`us) che dopo essere stato benedetto viene usato come talismano contro le malattie e le disgrazie. Altre importanti manifestazioni sono quelle previste per il Carnevale e la sagra della pecora che si svolge ad agosto.

Siuro Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del ` Sant’AnGerrei. Era posto in localita gelo nelle campagne di Silius. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti di Capraia, ` nelle mani e alla loro estinzione passo dei giudici d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ´ gia ` prima della fine del secolo cosicche venne amministrato direttamente da Pisa. Ma poi decadde rapidamente, ` prima della conquista tanto che gia aragonese era ormai spopolato.

Siurru Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` del Campidano. Era situato in localita Santu Esu nelle campagne di Sestu. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei

territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, ma il villaggio era ormai completamente spopolato: il suo territorio fu compreso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz.

Siutas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` di Nuraminis. Era situato in localita Funtana Siutas nelle campagne di Nuraminis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Ca` ai praia, e alla loro estinzione passo giudici d’Arborea. Ma nel 1295 Mariano ´ II lo cedette al Comune di Pisa, sicche ` amprima della fine del secolo era gia ministrato direttamente da funzionari del Comune dell’Arno. Dopo la conqui` a far sta aragonese il villaggio entro parte del Regnum Sardiniae; nel 1348 ` soffrı` a causa della peste e si spopolo completamente.

Siziata Termine con cui veniva indicata una cerimonia che si svolgeva a Cagliari due volte l’anno e nella quale il ´ , accompagnato dai giudici della vicere Reale Udienza, riceveva in gran ` . La s. pompa i carcerati della citta aveva luogo nel palazzo detto appunto delle Siziate, che si trovava a fianco della torre di San Pancrazio; nel corso ´ ascoltava le suppliche di essa il vicere dei carcerati, adottando i provvedimenti che riteneva giusti. Quelli che ne erano beneficiati venivano fatti inginocchiare per rendergli grazie e subito dopo il Magistrato civico cagliaritano faceva ricchi doni ai giudici della Reale Udienza, mentre il corteggio del ´ abbandonava il palazzo. Col vicere tempo la pratica della s. si estese ai go` delle altre citta ` vernatori e ai podesta del Regno.

Sizza, Remo Sociologo (n. Cagliari 91

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Sminace 1951). Dopo aver conseguito la laurea in Sociologia, ha intrapreso la carriera universitaria. Attualmente insegna Sociologia e ricerche sociali presso l’Uni` di Cagliari. All’impegno scienversita tifico ha associato altri prestigiosi in` stato consulente di Rosy carichi: e `, e ` membro Bindi, ministro della Sanita del Centro di programmazione regio` Itanale e presidente della Societa liana di Sociologia.

Sminace = Salsapariglia Smith, G.A. Archeologo americano (n. sec. XX). Professore nella Pennsylva` segnalato annia State University, si e che come studioso dei problemi dell’ossidiana in Sardegna. Nel 1984 ha preso parte alla I sessione di studi sull’archeologia sarda organizzata dalla ` del MiBalmuth (=) per l’Universita chigan, presentando una relazione su Sardinian Archaeology and Ossidian Dating (con Enrico Atzeni, J.W. Mitchell e I.S.T. Tsong), ora in Studies in Sardinian Archaeology, I, 1984.

Smyth, William Henry Geografo (Westminster 1788-St. John’s Lodge, Regno Unito, 1865). Capitano della Marina inglese, all’inizio degli anni Venti dell’Ottocento fu inviato in Sardegna dall’Ammiragliato Britannico per compiervi una serie di rilevazioni cartografiche. Amico del Lamarmora, per il ` il panorama della Grotta quale disegno ` , sempre di Nettuno ad Alghero, studio per conto dell’Ammiragliato Britannico, il profilo costiero della Sardegna, pubblicando nel 1827 una celebre carta. Egli – ha scritto lo specialista Elio Manzi (1982) – «fu ben presto noto ai contemporanei e apprezzato come uno dei migliori cartografi del suo tempo». Fondatore della Royal Geographic Society di Londra, di cui fu anche presidente, raggiunse il grado di contrammiraglio. Da quei suoi soggiorni nell’isola trasse il volume Sketch

of the present state of the island of Sardinia, che, pubblicato a Londra da Murray nel 1828, rappresenta una delle prime ‘‘guide’’ della Sardegna scritte ` per una pubblico anglofono. Il libro e stato tradotto da Tiziana Cardone, Relazione dell’isola di Sardegna (a cura di M. Brigaglia), nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ della nuorese Ilisso nel 1998.

Soccida Tipo di contratto molto diffuso nel mondo dei pastori sardi fin dal periodo giudicale. In base ad esso uno dei contraenti, detto soccidario, si impegnava a custodire e a provvedere all’al` levamento del bestiame di proprieta dell’altro, detto soccidante, e se il numero dei capi di bestiame fosse aumentato i nuovi nati sarebbero stati divisi in parti uguali tra i due contraenti, cosı` come i prodotti ottenuti (latte, formaggio, lana ecc.). La s. era il contratto attraverso il quale il servo pastore poteva affrancarsi progressivamente dalla condizione di dipendenza dal suo datore di lavoro e servı` a caratte` delle rizzare la struttura della societa ` zone interne dove la pastorizia era piu diffusa, creando una rete di clientele attorno ai prinzipales.

` Tipografica Sarda Tipografia Societa sorta a Cagliari nel 1913 dalla fusione delle tipografie ‘‘Voi’’, ‘‘Industriale’’, ‘‘L’Unione sarda’’ e ‘‘Corriere di Sardegna’’, ‘‘Serreli’’ e ‘‘Dessı`’’, che contribuirono alla nascita della nuova azienda con le proprie macchine e i ` mezzi finanziari necessari. Stampo prevalentemente il quotidiano ‘‘L’Unione sarda’’ e periodici come il ‘‘Risveglio dell’Isola’’ e ‘‘Il Popolo’’, ma anche La guida di Cagliari di Francesco Corona.

Soddı` Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 15, con 139 abitanti (al 2004), posto a 250 m sul livello del mare sul versante occidentale della media valle del Tirso. Re-

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Soddı` gione storica: Parte Barigadu. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 5,45 km2 e confina a nord con Aidomaggiore, a est con Sedilo, a sud con Tadasuni e Boroneddu e a ovest con Ghilarza. Si tratta di un territorio che sta a mezzo tra il bordo orientale dell’altipiano di Abbasanta e il versante occidentale della valle, sino ` alle rive del lago Omodeo. Il paese e collegato da una doppia breve bretella con la strada che, attraversando su un ponte il lago, mette in comunicazione Ghilarza con Sorradile e gli altri paesi della riva opposta.

Soddı` – Il lago Omodeo. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che risalgono al periodo nuragico, ma l’attuale vil` di origine medioevale, era laggio e compreso nel giudicato d’Arborea e incluso nel Canales, uno dei distretti della curatoria di Guilcier (=). Nel ` notevol1376 la sua popolazione calo mente a causa della peste; nel 1378, nel momento cruciale della guerra tra Aragona e Arborea, fu provocatoriamente compreso nei territori dati in feudo ai De Ligia (=). Il villaggio ovvia` a rimanere nelle mani mente continuo del giudice ma l’infeudazione, una volta caduto il giudicato d’Arborea, ebbe le sue conseguenze sulla storia di

S. Dopo la battaglia di Sanluri infatti i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile e quando il re nel 1412 riconobbe ai De Ligia i diritti sul Canales, non si placarono e nel 1415, quando i De Ligia vennero in Sardegna per essere investiti, insorsero apertamente. Per porre fine alla situazione S., nel 1417, fu compreso nel feudo concesso a Giovanni Corbera che a sua volta, nel 1426, vendette il villaggio al marchese d’Oristano ma, per le note vicende di Leonardo Alagon (=), il villaggio nel 1477 fu sequestrato. Tornato sotto la diretta amministrazione reale il villaggio nel 1485 fu nuovamente concesso in feudo a Galcerando Requesens i cui discendenti nel 1507 lo trasmisero ai Cardona. Nel 1537 i Cardona vendettero il villaggio e tutto il distretto del Canales ` Torresani e a Pietro Mora. Nei a Nicolo ` dai secoli successivi il villaggio passo Torresani ai Cervellon che a loro volta si estinsero nel 1725. Dopo alcuni anni nel 1737 il villaggio fu nuovamente compreso nel feudo acquistato dal canonico Francesco Solinas (=). Dai So` ai Delitala (=) ai quali fu linas S. passo riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; dal 1848 ` entro ` a far parte della divisione pero amministrativa di Cagliari e dal 1859 dell’omonima provincia. Di questo periodo possediamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Nel censimento del 1846, si numerarono in S. anime 244, distribuite in famiglie 65 e in case 61. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale 137 di maschi, in scapoli 79, ammogliati 46, vedovi 12; il totale delle femmine, in zitelle 56, maritate 43, vedove 8. La ` piu ` spesso chiusa, e scuola primaria e ` di cinque in tutto il paese non sono piu che sappian leggere e scrivere. Agricoltura. Il terreno de’ soddesi nella parte ` coltivato produce abbondevoldove e

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Soddı` mente, e oltre i comuni prodotti potrebbe produrre altri articoli se fosse ` solita maggiore l’industria. La quantita ` di circa 260 stadella seminagione e relli di grano, 60 d’orzo e 40 tra fave e ` legumi. La fruttificazione comune e del 10 in annate non scarse. Si semina pure di lino qualche sito idoneo e se ne raccoglie buon frutto. La vite prospera ` buoni frutti nelle convenienti e da ` di gran bonta ` esposizioni. Il vino non e per la non buona manipolazione. Pastorizia. Essendo il territorio ristretto tra’ limiti de’ villaggi vicini non poteva ` di bestiame aversi una gran quantita nell’attuale sistema pastorizio. Il bestiame di servigio e manso numera buoi per l’agricoltura 60, cavalli 14, giumenti 38, majali 20. Il bestiame rude si riduce a vacche 60, capre 250, pecore 700, porci 300. Il prodotto de’ formaggi di poco sopravanza il bisogno della ` consumazione interna. L’apicoltura e ` di poco pregiata e non si avranno piu 100 alveari». Nel 1927 S. perse la propria autonomia amministrativa e divenne frazione del comune di Ghilarza; come tale, quando nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provincia di Oristano, vi fu incluso. Nel 1979 riuscı` finalmente a riconquistare la propria autonomia amministrativa. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e ` industriale e ` inesisuini. L’attivita ` poco organizzata la rete di distente. E ` stribuzione commerciale. Servizi. S. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E medico, farmacia. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 151 unita di cui maschi 75; femmine 76; famiglie 64. La tendenza complessiva rivelava

una diminuzione della popolazione, con morti per anno 6 e nati 4; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 1. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 667 in migliaia di lire; versamenti ICI 73; aziende agricole 35; imprese commerciali 6; esercizi pubblici 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 47; disoccupati 5; inoccupati 15; laureati 2; diplomati 6; con licenza media 47; con licenza elementare 54; analfabeti 17; automezzi circolanti 37; abbonamenti TV 42. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal periodo prenuragico, che documentano ` dell’insediamento della continuita l’uomo. In particolare i nuraghi Aurus, Bingias Pilicas, Corona, Crastu, Paiolu, Sant’Anastasia. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con case in pietra arricchite da grandi cortili cui si accede da portali ad arco in pietra. Al centro del paese si trova la chiesa dello Spirito Santo, costruita nel secolo XV con un assetto a una sola navata e suc` ricessivamente rimaneggiata a piu prese. Nelle campagne si trova la chiesetta di Santa Maria Maddalena, affacciata su un grande spiazzo dove sono custoditi alcuni resti di una grande foresta pietrificata che si trovava in un territorio ora sommerso dal lago Omodeo. La foresta si stendeva nella zona detta Montigu Abile e i fossili sono di alberi del tipo Palmoxifon e Dombeyoxilon: probabilmente vennero sommersi a causa di un’eruzione, 20 milioni di anni fa, ed ebbe cosı` luogo il processo di pietrificazione. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La memoria delle antiche tradizioni si conserva in alcune feste popolari, tra cui quella di Sant’Antonio Abate, che

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Soddu si svolge il 16 e 17 gennaio e culmina ` in piazza nel quale con un grande falo si brucia un albero (Sa tuva) mentre i presenti ballano e cantano. La festa di Santa Maria Maddalena si svolge presso l’omonima chiesetta il 15 luglio e quella dello Spirito Santo il 15 ottobre.

Soddu, Alessandro Storico medievista (n. Sassari 1967). Laureato in Mate` di Magirie letterarie presso la Facolta stero di Sassari nel 1991, ha conseguito nel 2004 il titolo di dottore di ricerca in ` ‘‘Pompeu Storia presso l’Universita Fabra’’ di Barcellona, nel 2002-03 professore a contratto di Esegesi delle fonti storiche medioevali presso la Fa` di Lettere e Filosofia dell’Univercolta ` di Sassari, ha al suo attivo due mosita nografie, L’Anglona negli atti del notaio Francesco Da Silva (1320-1326) (con Enrico Basso), 2001, e I Malaspina e la Sardegna. Documenti e testi dei secoli XIIXIV, 2005, e numerosi articoli, fra cui La caccia, le epidemie, i figli, il matrimonio, voci per il dizionario Millennio. La vita quotidiana nel Mille, nel Duemila e nel futuro, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1999; Storia della penetrazione dei Malaspina nel Logudoro, in Gli Obertenghi di Massa e della Lunigiana ed i regni della Sardegna (secoli XII-XIV) (a cura di M.G. Armanini e M. Tangheroni), 1999; Geridu nei documenti scritti (con Giuseppe Meloni), in Geridu. Archeologia e storia di un villaggio medievale in Sardegna (a cura di Marco Milanese), 2001; Note sui villaggi della Flumenargia e Romangia citati nel Condaghe di San Gavino di Torres, Appendice al contributo di G. Meloni, Il condaghe di San Gavino, in ` contemporaDal mondo antico all’eta nea, Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento di Storia del` di Sassari, 2001; Le curatol’Universita rı`as di Frussia e di Planargia, dal giudicato di Torres al Parlamento di Alfonso il

Magnanimo (1421): dinamiche istituzionali e processi insediativi (con Franco G.R. Campus), in Suni e il suo territorio (a cura di A.M. Corda e A. Mastino), 2003.

Soddu, Francesco Storico delle istituzioni politiche (n. Sassari 1962). Figlio di Pietro, dopo la laurea in Scienze politiche ha intrapreso la carriera universitaria. Allievo di Guido Melis e An` diventato tonello Mattone, nel 1993 e ricercatore di Storia delle Istituzioni politiche e nel 2003 ha vinto la cattedra ` di Scienze politiche presso la Facolta ` di Sassari, dove attualdell’Universita mente insegna. Tra i suoi scritti: Cultura della rinascita. Politica e istituzioni in Sardegna 1950-1970, 1994; Aggiornamento bibliografico (1974-1994) (con Giuseppina Fois), in A. Boscolo, M. Brigaglia, L. Del Piano, La Sardegna contemporanea. Dagli ultimi moti antifeudali all’autonomia regionale, nuova ed., 1995; Il Piano di rinascita della Sardegna: gli strumenti istituzionali e il dibattito politico, in Sardegna, volume della ` collana Einaudi ‘‘Le regioni dall’unita d’Italia a oggi’’, 1998; La scommessa della Rinascita. L’esperienza dell’intervento straordinario in Sardegna (19621993), 2002; In Parlamento. Deputati e ` della Destra, 2004. senatori nell’eta

Soddu, Paolo Storico (n. Scano di Montiferro 1956). Laureato in Lettere all’U` di Torino, vi ha compiuto anniversita che il dottorato di ricerca. Ha inse` di Letgnato Storia sociale alla Facolta ` del Piemonte tere dell’Universita Orientale. Sta concludendo una biografia di Ugo La Malfa. Ha al suo attivo due monografie, L’Italia del dopoguerra. 1945-1947. Una democrazia precaria, 1998, e Le date della storia contemporanea. Il XIX secolo, 2002. Tra i saggi, Ugo La Malfa dall’antifascismo alla Repubblica. La formazione e la lotta al regime, ‘‘Annali dell’Istituto Ugo La

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Soddu Malfa’’, I, 1985; Introduzione a Luigi Einaudi, Diario 1945-1947, 1993; Luigi Einaudi, Diario dell’esilio (introduzione e cura di P. Soddu), 1997; Gli anni del centrismo, ‘‘Annali dell’Istituto Ugo La Malfa’’, XIII, 1998; Mappe della Resistenza, ‘‘Contemporanea’’, IV, 3, 2001; La proposta politica di Berlinguer e gli intellettuali torinesi (1976-1980), in Alla ricerca della simmetria. Il PCI a Torino 1945/1991 (a cura di B. Maida), 2004.

Soddu, Pietro Uomo politico (n. Benetutti 1929). Consigliere regionale, presidente della Regione sarda, deputato al Parlamento. Cattolico impegnato, ` dedicato alla polifin da giovane si e tica schierato nella Democrazia Cri` stato sindaco del suo stiana. Nel 1956 e ` paese; trasferitosi a Sassari, dove e ` laustato consigliere provinciale e si e reato in Giurisprudenza, ha fatto parte del gruppo dei ‘‘Giovani Turchi’’ che nel 1956 hanno conquistato la segrete` ria provinciale della DC. Nel 1961 e stato eletto consigliere regionale del suo partito nel collegio di Sassari per ` stato rila IV legislatura; in seguito e confermato nello stesso collegio ininterrottamente fino al 1983 per altre quattro legislature. Attivissimo e impegnato nel rinnovamento della vita politica isolana, tra il dicembre 1963 e il ` stato assessore alla Rinamarzo 1966 e scita nella terza e quarta giunta di Efisio Corrias. Ha ricoperto lo stesso incarico dall’aprile 1966 al febbraio 1967 nella giunta Dettori; tra il marzo dello ` stato stesso anno e il febbraio del 1969 e assessore all’Industria nella prima giunta Del Rio, quindi ancora assessore alle Finanze dal febbraio al novembre 1970 nella giunta Abis; nel febbraio 1972 ha tentato di dar vita a due giunte da lui presiedute, ma senza successo. Dopo essere rimasto fuori dal` di governo nel periodo sucl’attivita ` rientrato in giunta come ascessivo, e

sessore all’Igiene dal gennaio al luglio 1973 nella giunta Giagu. Dopo un altro periodo di riflessione, infine, dal maggio 1976 al giugno 1979 ha presieduto tre giunte regionali, dando vita alla prima fase del suo progetto politico conosciuta come ‘‘Intesa autonomistica’’, che prevedeva l’appoggio del PCI a una giunta di centro-sinistra. La seconda fase sarebbe dovuta essere quella ` autonomistica’’, che detta dell’‘‘Unita avrebbe dovuto inserire anche il PCI nel governo regionale. L’operazione in` tanto il doppio veto ‘‘romano’’ di contro Piccoli (DC) e Berlinguer (PCI), quanto una forte opposizione interna dell’ala ` moderata della DC sarda. Nel 1983 si e dimesso da consigliere regionale per essere eletto deputato per la IX legislatura repubblicana e in seguito riconfermato per la X. Come parlamentare ` stato vicepresidente della Bicamee rale presieduta da Nilde Jotti e relatore della legge sulla riforma della presidenza del Consiglio. Terminata l’e` sperienza parlamentare, nel 1996 e stato eletto presidente della Provincia di Sassari, carica che ha tenuto sino al 2001. Inopinatamente sconfitto dal `, non candidato del Polo delle Liberta ha abbandonato la politica, ponendosi come uno dei punti di riferimento del dibattito sui problemi della Sardegna e la politica regionale, in particolare sui temi della riforma dello statuto regionale e dei rapporti fra Regione e Stato. ` reSu questi ha lanciato negli anni piu centi un progetto che sotto la parola ` sovrad’ordine ‘‘Meno autonomia, piu ` ’’, tende a rivisitare l’intero ‘‘pacnita chetto’’ dei problemi attuali della Sardegna. Su questo tema ha pubblicato di recente il volume L’autunno dell’auto` alla nomia. Dal declino della specialita riforma dello Statuto, 2006. Giornalista pubblicista dal 1962, ha diretto ‘‘Il Democratico’’, organo dei ‘‘Giovani Tur-

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Sofia chi’’, fra il 1958 e il 1962, e la rivista ‘‘Autonomia cronache’’ nel 1967-1968. Tra i suoi scritti: Chi deve aiutare il Piano di rinascita?, ‘‘Il Democratico’’, 1960; Modificare il Piano di rinascita, ‘‘Il Democratico’’, 1962; Gli aspetti istituzionali della legge sul Piano, ‘‘Il Democratico’’, 1962; Contestazioni e politica contestativa, ‘‘Autonomia Cronache’’, 1, 1967; La crisi dell’autonomia e l’organizzazione dello Stato, ‘‘Autono` di mia Cronache’’, 2, 1968; La liberta ` dei sardi, 1972; Dal stampa e la liberta Piano di rinascita al nuovo piano di sviluppo, ‘‘Autonomia Cronache’’, 1975; Cossiga, io e gli altri, in Cossiga, 1985; I Giovani Turchi e la vita politica in Sardegna, in M. Brigaglia e Simone Sechi, Cronologia della Sardegna autonomistica, 1985; Le occasioni della Rinascita, ‘‘Agricoltura Informazioni’’, IX, 11-12, ` 1986; Ambito e cultura della criminalita ` pastorale delle tradizionale nella societa zone interne della Sardegna, ‘‘Quaderni ` bolotanesi’’, XII, 1986; Sulla identita culturale sarda, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIV, 1988; La questione urbana. Elementi per un dibattito, ‘‘Quaderni ` moderbolotanesi’’, XVI, 1990; Identita nizzazione e condizione urbana, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII, 1991.

Soffi, Luigi Letterato e poeta (Alghero 1742-Cagliari 1816). Entrato nell’ordine dei Gesuiti, dopo aver conseguito ` con passione all’inla laurea si dedico segnamento. Quando, nel 1773, la Com` fu soppressa, fu nomipagnia di Gesu nato prefetto del Seminario di Cagliari ` Filosofia; nel 1795 fu nodove insegno minato prefetto delle Scuole regie di `a Alghero, ma dopo poco tempo torno Cagliari a reggere le scuole di Santa Teresa; dal 1795 fu nominato profes`. sore di Eloquenza presso l’Universita Scrisse in latino e in italiano numerose composizioni in prosa e in versi per diverse occasioni. «Le tante orazioni sa-

cre che di lui abbiamo – scrive il Tola – , ´ per se non giustificano pienamente, ne ´ per lo stile, i grandi apl’invenzione ne plausi ch’egli ne riscosse a’ suoi tempi, ` ordinatissime in tutte le sono pero parti loro, e corredate ancora di molta dottrina scritturale». Tra i suoi scritti: Componimenti poetici da recitarsi in una pubblica accademia, 1779; Orazioni sacre e panegirici, voll. 2, 1783; Poesie, 1784; Panegirici in onore di alcuni santi cagliaritani, 1784; In morte di Mons. Gioacchino Domenico Radicati, orazione funebre, 1793; Per le solenni esequie di S.M. Vittorio Amedeo III re di Sardegna, 1794; Lodi di Maria Vergine, 1801.

Sofia, santa (in sardo, Santa Sofia, ` la Santa S. di CoSanta Suia) Santa. E stantinopoli, il cui culto fu diffuso in Sardegna dai Bizantini: vergine, eremita, martire a Sortino, oggi in provincia di Siracusa. In suo onore Giustiniano fece costruire (537) la basilica di Istanbul, traformata in moschea nel 1453, oggi museo. Da lei ha preso il nome Santa Sofia d’Epiro, oggi in provincia di Cosenza, dove l’imperatrice Teodora l’11 marzo dell’843 ristabilı` il culto delle immagini. In Sardegna Patrona di San Vero Milis e Santa Sofia, frazione di Laconi. Una sua chiesa sorgeva a Villasor, come testimoniano alcuni frammenti marmorei con iscrizioni in lingua greca nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, e la tradizione vuole che la vecchia chiesa di Santa Vitalia, Santa Vida beccia, sia stata costruita sopra i suoi ` sovrapposto, nelresti. Al suo culto si e l’isola, quello di Santa Sofia milanese, che il Martirologio Romano ricordava al 30 settembre: sposatasi giovanissima, madre di tre figlie, Fede, Spe` . Vedova si reco ` con le ranza e Carita figlie a Roma: martiri sulla via Aurelia, dove furono sepolte, sotto l’imperatore

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Soggia Adriano. Morgongiori, nella chiesa campestre del 1773, venera, cun su nomini sardu de Santa Suia, Santa S. vergine di Fermo, oggi in provincia d’Ascoli Piceno, martire nel 250 sotto Decio o genericamente sul finire del secolo III-inizi del IV, la cui festa nel calendario in passato cadeva il 30 aprile. «Su tirannu crudelmenti / ti trapassada prontamenti / su pettus cun d’una spada. / Su coru bostu ch’ardiada / de Gesus in santu amori / de sa spada su dolori / pagu o nienti sentiada / po chi s’amori azzediada / sa pena prus tur` – ti mentosa» (Il tiranno con crudelta trapassava, subito dopo averti condannata a morte, – il petto con la spada. – Il cuore vostro che ardeva – d’amore per ` – della spada il dolore – poco o Gesu ´ l’amore atteniente sentiva, – perche ` forte dei dolori). [ADRIANO nua – il piu VARGIU]

Festa Si festeggia il 17 giugno a San Vero Milis, il 1º settembre a Tertenia, il 30 settembre a Santa Sofia, frazione di Laconi; il 15 ottobre a Morgongiori si festeggia Santa Suia.

Soggia (o Sotgia) Famiglia sassarese (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Ad essa probabilmente appartenne il vescovo di Bosa Giorgio Soggia Serra. Ottenne il cava` nel 1738 lierato ereditario e la nobilta con il dottor Giovanni. La famiglia con` a risiedere a Sassari, ma si tinuo estinse nel corso del secolo XIX.

Soggia Serra, Giorgio Religioso (Sassari 1632-Bosa 1701). Vescovo di Bosa dal 1682 al 1701, arcivescovo di Sassari nel 1701. Entrato nell’ordine dei Serviti, ben presto si fece notare per le sue non comuni doti di intelligenza e ` della sua preparaper la profondita zione. Fu chiamato a insegnare Filoso` d’Italia e si stabilı` in fia in diverse citta Toscana, dove ebbe la cattedra a Firenze e fu molto stimato da Cosimo III.

Nel 1675 fu nominato consultore della Congregazione dell’indice e nel 1682 vescovo di Bosa. Tornato in Sardegna, prese possesso della diocesi, che go` con molto zelo. Nel 1701 fu nomiverno nato arcivescovo di Sassari, ma morı` nello stesso anno per una misteriosa caduta in un pozzo prima ancora di prendere possesso della nuova diocesi. ` fece costruire a proprie Nella sua citta spese la chiesa di Sant’Antonio Abate, detta anche dei Servi di Maria (17001706).

Soggiu, Antonio Religioso, uomo politico (Ghilarza 1803-Oristano 1878). Arcivescovo di Oristano dal 1872 al 1878, deputato al Parlamento subalpino. Di` per la sua venuto sacerdote, si segnalo grande cultura e per i suoi scritti in difesa del potere temporale dei papi. Nel ` Motivi di consolazione 1843 pubblico della Chiesa sarda e fu nominato presidente del Seminario di Oristano. Nel 1857 fu anche eletto deputato al Parlamento subalpino per la VI legislatura, ma la sua elezione fu annullata nel ´ era canonico; negli anni 1858 perche ` nel proprio impesuccessivi continuo ` il periodico ‘‘Ichgno culturale e fondo nusa’’ (=), di idee piuttosto reazionarie. Nel 1872 fu nominato arcivescovo di Oristano, e preso possesso della dio` a un’intensa attivita `. cesi si dedico Fece costruire un nuovo piano del Se` la riapertura delle minario e ipotizzo ` teologiche di Cagliari e di SasFacolta sari.

Soggiu, Filippo Operatore sociale (n. ` 1927). Dal 1956 a Pavia, dove Budduso ha lavorato alla SNIA Viscosa. Dal 1982 ` stato presidente del Circolo al 1995 e culturale sardo ‘‘Logudoro’’ di Pavia. Dal 1987 componente del comitato di presidenza della Lega Sarda e delegato per i problemi dei trasporti, dal ` vicepresidente. Dal 1994 (primo 1990 e congresso a Roma) presidente della

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Sojana Federazione delle Associazioni Sarde ` riconfermato al Conin Italia (FASI), e gresso di Olbia (1998). Nei congressi di ` stato Genova (2002) e di Milano (2006) e eletto presidente onorario della FASI e responsabile per il settore dei trasporti.

Soggiu, Giovanni Missionario, martire (Norbello 1883-Cina 1930). Dopo aver conseguito la laurea in Legge en` in Seminario e fu ordinato sacertro dote. Scoppiata la prima guerra mondiale, fu cappellano della Brigata ‘‘Sas` sari’’. Finita la guerra, nel 1925 ando missionario in Cina e nel 1928 fu nominato prefetto apostolico nello Scensı`, dove nel 1930 subı` il martirio.

Soggiu, Piero Avvocato, uomo politico ` (Ghilarza 1900-Oristano, seconda meta sec. XX). Consultore regionale, consigliere regionale. Laureato in Giuri` la professione di sprudenza, esercito avvocato a Oristano. Sardista, tra il 1945 e il 1949 fece parte della Consulta regionale. Non seguı` Lussu nella scissione del 1948 e a partire dal 1949 fu eletto consigliere regionale per le prime quattro legislature, fino al 1965. Dal 1949 al 1952 fu assessore all’Industria nella giunta Crespellani: si deve a lui la ‘‘regionalizzazione’’ dell’energia elettrica in Sardegna, con la creazione dell’ENSAE (Ente Sardo di Elettri` ). Tra i suoi scritti: La Sardegna incita nanzi tutto, ‘‘Il Solco’’, 1946; Politica col paraocchi, ‘‘Forza paris’’, 1948.

Sogliola = Zoologia della Sardegna Sogliuzzo, Antonio Militare (Cagliari 1845-New York 1927). Marinaio di 2ª classe della Regia Marina, medaglia d’oro al V.M. della terza guerra d’indipendenza. Nel novembre del 1865 si arruola nella Marina militare. Imbarcato sulla pirocorvetta Ancona prende parte alla battaglia di Lissa. Nel pomeriggio del 19 luglio 1866 la sua nave riceveva l’ordine di appoggiare l’azione

della Formidabile che aveva il compito di smantellare le batterie interne del porto di Lissa. Il giorno dopo portava i propri tiri su quelle batterie, che reagirono tempestando la pirocorvetta di granate, mentre gli artiglieri ribatte´ ferito, vano colpo su colpo. S., benche continuava a caricare il suo pezzo, fin´ una granata gli asportava la mano che destra, sfracellandogli la sinistra. Non volle ricoverarsi in infermeria, e dando prova di grande forza d’animo incitava con la voce i serventi a continuare il fuoco fino al termine di quella sfortunata giornata. In seguito alla mutilazione fu congedato nel febbraio 1867. Gli venne concessa la medaglia d’oro al V.M. con questa schematica ma eloquente motivazione: «Per essersi distinto nei fatti d’armi avvenuti nell’Adriatico nella campagna di guerra del 1866».

Sogus Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` Bi ’e del Gippi. Era situato in localita Ogus nelle campagne tra Monastir e Villasor. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Ca` ai praia, e alla loro estinzione passo giudici di Arborea. Nel 1295 Mariano ´ gia ` prima II lo cedette a Pisa, cosicche della fine del secolo fu amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. Subito dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae e tro quando fu stipulata la pace del 1326 tra Pisa e Aragona fu compreso nel feudo concesso a Pisa dalla Corona. Negli anni successivi fu sfruttato da Pisa senza inconvenienti, ma nel 1348 soffrı` ` coma causa della peste e si spopolo pletamente.

Sojana Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria

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Solanas della Nurra. Era situato a sud di Capo ` San Giovanni. A parMannu in localita tire dal secolo XII appartenne ai Doria, i quali, estinta la famiglia giudicale, lo compresero nel loro piccolo stato. Subito dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al re, en` a far parte del Regnum Sardiniae. tro ` la ribellione del 1325, Scoppiata pero soffrı` gravi danni e fu sequestrato. Nel 1330 fu concesso in feudo a Giliberto di ` , ma poco dopo torno ` a essere Montbru teatro delle continue guerre che tor´ la sua pomentarono la Nurra, sicche ` a diminuire. Entro polazione comincio ` comla fine del secolo XIV si spopolo pletamente e scomparve.

feudo a Gondisalvo Martinez de Sarasa che nel 1363 lo cedette ai Carroz. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Arborea e Aragona, il villaggio subı` gravi danni e fu occupato dalle truppe arborensi. Entro la fine del secolo era completamente spopolato. Nei secoli ` a far successivi il territorio continuo parte del feudo dei Carroz fino al riscatto dei feudi nel 1838. Da qualche decennio il territorio ha ripreso a po` sviluppato un animatispolarsi e vi si e simo centro turistico.

Solanas1 Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Sinnai (da cui dista 33 km), con circa 170 abitanti, posto a 26 m sul livello del mare a nordest del comune capoluogo, affacciato sulla costa meridionale in un’isola amministrativa. Regione storica: Sarrabus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una piccola piana costiera che ha alle spalle gli ultimi contrafforti dei Sette Fratelli. Nei pressi dell’abitato scorre il tratto terminale del rio omonimo, che raggiunge subito dopo la foce. Le comunicazioni sono assicurate dalla strada che unisce Cagliari a Villasimius, dalla quale in questo punto ha origine una secondaria che si dirige verso Castiadas. & STORIA Il villaggio ebbe probabilmente vita per la prima volta in epoca romana. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato, ` a far nella divisione del 1258, entro parte dei territori amministrati direttamente da Pisa. Con la conquista aragonese dal 1324 fu amministrato dalla Corona che nel 1350 lo concesse in

Solanas – Veduta del centro abitato e del litorale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono, oltre il turismo, l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura e l’orticoltura; e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e caprini. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio circostante conserva numerose testimonianze della presenza dell’uomo a partire dal periodo nuragico. ` la fortezza Di particolare interesse e nuragica di Ferrici, del tipo polilobato, recentemente messa in luce dagli scavi.

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Solanas & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` diviso in tanti picRALE Il villaggio e coli aggregati sviluppati con l’insedia` Sa Rue conmento turistico; in localita serva la chiesetta di Santa Barbara, l’e` antico attorno al quale ha dificio piu avuto inizio il ripopolamento del terri` quella di San Giutorio. Altra chiesa e seppe, attualmente parrocchiale, costruita non molti anni fa in forme moderne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra` la festa di San Giuseppe, dizionale e patrono del paese, che vi si svolge la seconda domenica di agosto: dura quattro giorni e prevede un nutrito programma di manifestazioni tra cui una gara poetica in sardo campidanese, alla quale partecipano i migliori improvvisatori e che richiama un numero crescente di persone.

Solanas2 Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Cabras (da cui dista 2 km), con circa 800 abitanti, posto a 8 m sul livello del mare a est del comune capoluogo, nella piana campidanese. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da un tratto della pianura campidanese compresa tra lo stagno di Cabras a occidente e l’ultimo tratto del Tirso a mezzogiorno. Le comunicazioni sono assicurate dal fitto reticolo di strade che taglia la regione, in particolare da una secondaria che unisce Cabras a Donigala Fenughedu, frazione di Oristano. & STORIA Il centro abitato e ` di origine medioevale; apparteneva al giudicato d’Arborea ed era compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Quando nel 1410 il giudicato fu soppresso, S. ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e fu compreso nel marchesato di Oristano. A partire dal 1479, dopo che il grande feudo era stato confiscato a

Leonardo Alagon (=) nel 1477, fu occupato militarmente da truppe reali e amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi, soprat´ si impegnarono direttatutto perche mente nella difesa del territorio dalle incursioni dei corsari barbareschi. Nel `, quando fu costituito il mar1767, pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S., nonostante le proteste dei suoi abitanti, vi fu incluso. ` dai Agli inizi dell’Ottocento passo Nurra ai Flores ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano. Dal 1848 fece parte nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima ricostituita provincia. Nel 1928 perse la propria autonomia e fu unito a Cabras. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e in misura minore ovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore della piscivita coltura. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nel territorio si trovano numerose testimonianze della presenza dell’uomo a partire dal periodo fenicio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva l’assetto tradizionale con le case fabbricate di ` diri) e affacmattoni di terra cruda (la ciate su un cortile cui si accede da un ` caratteportale ad arco. L’edificio piu ` la chiesa di San Pietro, parrocristico e chiale costruita nel Medioevo e annessa a un monastero benedettino che in seguito scomparve. Nel corso dei se` stata piu ` volte ristrutturata. Nel coli e secolo XVI ha assunto l’impianto a una ` alnavata unica rettangolare che pero

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Solari cuni decenni dopo fu completata con la costruzione del coro e della sacrestia; tra il 1850 e il 1912 furono poi costruite due cappelle laterali. Il campanile, ` di 18 m, fu costruito in prossialto piu ` della chiesa nel 1700. Tradiziomita ` la festa di San Pietro, patrono nale e del paese, che si svolge il 29 giugno con grande partecipazione popolare.

Solari, Gioele Filosofo del diritto (Bergamo 1872-Torino 1952). Intrapresa la ` presso carriera universitaria, insegno ` di Cagliari tra il 1912 e il l’Universita 1915; dal 1915 fu professore presso l’U` di Messina; in seguito ` passo ` niversita ` di Torino, dove tenne all’Universita cattedra fino al 1948. Nel 1946 fu nominato accademico dei Lincei. L’esperienza fatta negli anni dell’insegna` di Cagliari lamento nell’Universita ` una traccia nella sua vasta produscio ` la sua zione scientifica: di quegli anni e attenzione al pensiero di Giovanni Battista Tuveri, di cui egli mise in luce l’o` nel pur animato quadro del riginalita dibattito politico risorgimentale. Nella ` in sua vasta produzione egli si occupo diverse altre occasioni della cultura ` sarda, la cui evoluzione interpreto come progressiva integrazione nella cultura nazionale. Tra i suoi scritti: Giornalismo sardo, ‘‘Rivista d’Italia’’, 1914; Per la vita e i tempi di G.B. Tuveri, ‘‘Archivio storico sardo’’, XI, 1915; Il pensiero politico di G.B. Tuveri. Un monarcomaco sardo del XIX secolo, 1915; Floriano Del Zio a Cagliari (1862-1865). L’introduzione dell’hegelismo in Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XIII, 1921.

Solaro della Moretta, Angelo Vicere´ ` sec. di Sardegna (Torino, prima meta XVIII-ivi 1800). In carica dal 1783 al 1787. Ufficiale di carriera, prese parte alla Guerra di successione polacca e poi di quella austriaca, e in seguito percorse una brillante carriera. Fu nomi-

´ di Sardegna nel 1783. Negli nato vicere ` di anni del suo governo si preoccupo ` dell’agricolregolamentare le attivita tura e il sistema di difesa delle coste `a dalle incursioni barbaresche. Porto termine il suo mandato nel 1787. Nello stesso anno fu promosso generale d’armata e governatore di Alessandria. Nel 1788 gli fu conferito il Collare dell’Annunziata.

Solaro di Govone, Carlo Giuseppe ´ di SardePresidente del Regno, vicere ` sec. XVIII-ivi gna (Cuneo, prima meta 1774). In carica come presidente dal ´ nel 1763. Uffi1760 al 1763, come vicere ciale di carriera, prese parte alla Guerra di successione polacca e poi di quella austriaca. Nel 1755 fu promosso generale e nel 1758 comandante di Alessandria. Inviato in Sardegna nel 1760, vi svolse funzioni di presidente ´ subito del Regno e fu nominato vicere dopo la morte dell’Alfieri di Cortemiglia nell’aprile 1763. Nel luglio stabilı` un regolare servizio postale con la terraferma. Ripartı` pochi mesi dopo. In seguito fu nominato governatore di Cuneo e gli fu conferito il Collare dell’Annunziata.

Solarussa Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 2482 abitanti (al 2004), posto a 12 m sul livello del mare nei pressi del fiume Tirso. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 31,89 km2 e confina a nord con Tramatza, Bauladu e Paulilatino, a est con Zerfaliu, a sud con Simaxis e Oristano e a ovest con Siamaggiore. Si tratta di una porzione della piana campidanese affacciata sulla riva destra del Tirso, ormai nel suo tratto finale. Il paese comunica per mezzo di una strada che si distacca dalla vecchia

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Solarussa ‘‘Carlo Felice’’ e, passando anche per Siamaggiore, raggiunge Zerfaliu; a sud si collega direttamente con Simaxis, a nord con Tramatza; ed ha facile collegamento con la vicina superstrada Cagliari-Sassari. Alla periferia del paese si trova infine una stazione lungo la linea ferroviaria Oristano-Chilivani.

Solarussa – Veduta del centro abitato.

` sviluppato da una STORIA S. si e mansio romana situata lungo la strada che conduceva da Tharros a Forum Traiani, l’odierno Fordongianus. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Campidano Maggiore di cui era il capoluogo. Quando nel 1410 il giudi` a far parte cato fu soppresso, S. entro del marchesato di Oristano. A partire dal 1479, dopo che il grande feudo era stato confiscato a Leonardo Alagon (=) nel 1477, venne occupato militarmente da truppe reali e amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli suc`, quando fu costicessivi; nel 1767, pero tuito il marchesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S. nonostante le proteste dei suoi abitanti vi fu incluso. Tra il 1796 e il 1806 i suoi abitanti, i cui rapporti con i feudatari non erano mai stati pacifici, presero parte ai moti antifeudali. Agli inizi del` dai Nurra ai Flores l’Ottocento S. passo &

ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Oristano; dal ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima ricostituita provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 1904, distribuite in famiglie 508, e in case 506. Distinguevasi poi la parziale de’ maschi 963, in scapoli 517, ammogliati 340, vedovi 106; quella delle donne 941 in zitelle 513, maritate 340, vedove 88. Il numero di quelli che nel paese sanno leggere e scrivere compresi quelli che hanno studiato nei ginnasi non sorpassa forse le quaranta persone. Tra questi sono quattro notai. Le donne lavorano nel telajo la lana e il lino, e si numerano circa 500 telai tutti di antica forma, ad eccezione di soli tre di forma ` migliore. Agricoltura. Il terreno di S. e idoneo a molte culture, principalmente a quella de’ cereali e delle viti. L’area complessiva che si suol colti` meno di giornate 6900. La vare non e parte culta si divide in giornate 1100 di vigna, 1000 di chiusi (cungiaus) per tenervi a pascolo il bestiame e seminarvi, in giornate 4800, divise in due regioni, dove si alterna la seminagione. Il restante dell’area territoriale ` inculta e s’agguaglia forse a giornate e 750. Una porzione di questa, di gior` destinata per prato, o panate 300, e scolo pubblico. I numeri ordinari della seminagione sono i seguenti, starelli di grano 1700, d’orzo 500, di fave 450, di legumi 100, di lino 200, di canape 150. ` tenersi La fruttificazione comune puo del 10 pel grano, del 12 per l’orzo, del 15 per le fave, del 10 per i legumi. Vi sono ` dei terreni che in circostanze fapero ` del 30. Bestiame. vorevoli danno piu

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Solarussa Quello che mantienesi per il servigio somma a buoi per l’agricoltura e pel carreggio 800, cavalli 80, giumenti 460, majali 120. Il bestiame rude numera vacche 580, pecore 2500, porci 400». Nel 1927 S. acquisı` come frazioni Zerfaliu e Siamaggiore che riacquistarono la loro autonomia rispettivamente nel 1945 e nel 1950. Quando poi nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provin` a farne parte. cia di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura (con produzione di pregiata Vernaccia), la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, equini e suini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori della metallurgia, ` poco degli alimentari e nell’edilizia. E organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera un ristorante. ` collegato da autolinee e Servizi. S. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2531 unita di cui stranieri 3; maschi 1284; femmine 1347; famiglie 886. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 27 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 73 e nuovi iscritti 38. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 550 in migliaia di lire; versamenti ICI 1003; aziende agricole 294; imprese commerciali 145; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 45; ambulanti 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 664; disoccupati 95; inoccupati 163; laureati 31; diplomati 233; con licenza media 823; con licenza ele-

mentare 874; analfabeti 95; automezzi circolanti 861; abbonamenti TV 710. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Benas, Muruaccas, Pidighi, Urassa.

Solarussa – Chiesa della Vergine delle Grazie. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto il suo assetto tradizionale, con le case co` diri) struite in mattoni di terra cruda (la e affacciate su un cortile cui si accede da un portale ad arco. Al centro dell’a` posto il complesso di San Piebitato e ` costitro con l’oratorio delle anime. E tuito dalla chiesa parrocchiale, costruita nel secolo XVII e restaurata radicalmente tra il 1835 e il 1840; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio. Al suo interno sono custodite alcune tele di Pietro Allegretti e pregevoli decorazioni settecentesche in marmo. A fianco della chiesa sorge l’oratorio, costruito nel secolo XVII in basalto. A poca distanza sorge la chiesa della Vergine delle Grazie, antica parrocchiale costruita nel secolo XIV in forme tardoromaniche. Vi si venerava il simulacro della Madonna delle Grazie e nel 1383 Eleonora d’Arborea, dopo l’uccisione del fratello Ugone III, ricevette qui il giuramento dei delegati dei Campidani. Alla periferia orien-

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Soldevila tale del paese si trova la chiesa campestre di San Gregorio Magno, posta su una modesta altura; fu costruita nel secolo XII dai Camaldolesi su un precedente edificio altomedioevale a una navata identificato durante gli scavi compiuti nel 1982. Ha un’aula dalla muratura assolutamente spoglia, a una sola navata absidata e la copertura ` abbellita da un in legno. La facciata e portale lunettato con conci bicolori. Durante i recenti restauri, nel corso di ` di scavo nel pavimento sono attivita riemerse le strutture di una chiesa bizantina dei secoli VI-VII con alcune tombe di grandissimo interesse scientifico. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le feste popolari sacre e profane si alternano lungo l’intero anno e concorrono a conservare la memoria delle antiche tradizioni del paese. Ad aprile si svolge un nutrito programma di serate musicali, le Notti di musica, che coprono a cadenze alternate l’intero mese. A luglio vi si svolge ormai da anni il raduno del folclore internazionale con la partecipazione di gruppi stranieri, occasione per il confronto e la conoscenza di culture differenti. La ricorrenza di `e ` la festa di maggiore importanza pero San Gregorio, il patrono del paese, che si svolge nella seconda domenica di ottobre presso l’omonima chiesetta e ` abbinata la dura due giorni. Ad essa e ` sagra della Vernaccia, della quale S. e uno dei maggiori centri di produzione.

‘‘Solco, Il’’ Organo storico del Partito Sardo d’Azione. Uscito nell’agosto 1919 come ‘‘settimanale dei combat` il sottotitolo in tenti’’, nel 1921 cambio ‘‘Settimanale dei combattenti e del Partito Sardo d’Azione’’, in ‘‘Politico quotidiano’’ nel 1922 e in ‘‘Quotidiano del Partito Sardo d’Azione’’ nel 1924. Fu diretto da Luigi Battista Puggioni (=) e Raffaele Angius, ed ebbe tra i re-

dattori Giuseppe Manca e Anselmo ` autoContu (=), fra i collaboratori piu revoli Camillo Bellieni (=), Emilio Lussu (=), Dino Giacobbe (=). Riprese le pubblicazioni dopo un’interruzione nel 1923, collegata al momento di diffi` attraversato dal partito in occacolta ` sione della ‘‘fusione’’ col PNF, cesso nel giugno 1926, quando la tipografia cagliaritana in cui veniva stampato fu saccheggiata da squadre fasciste. Caduto il fascismo, riprese le pubblicazioni a Sassari il 4 marzo 1945, sottotitolato ‘‘Organo del Partito Sardo d’Azione’’, direttore ancora L.B. Puggioni, cui seguirono dal gennaio 1946 Giovanni Battista Melis (=) e dall’aprile 1949 Anselmo Contu, redattori Bartolomeo Sotgiu, Pietro Melis, Paolo Mocci e Virgilio Lai. Trasferito a Cagliari dopo alcuni mesi, subı` l’impatto della scissione lussiana del 1948 e nel maggio ` le pubblicazioni. 1949 cesso

Soldani Famiglia originaria del contado di Pisa (secc. XIII-XIV). Si stabilı` a Villa di Chiesa (Iglesias) nel corso del secolo XIII con un Giunta. Notaio, era legato ai Della Gherardesca e divenne ` eminenti cittadini; quando uno dei piu ` venne amministrata direttala citta mente da Pisa, la sua importanza venne meno; morı` nel 1323. Suo figlio Doudo fu uno degli esponenti della ` che favorı` la conquista aragonese citta e subito dopo, nel 1324, ottenne l’uffi` nella cio di camerlengo e si impegno revisione del Breve di Villa di Chiesa. Nel 1327 ebbe il feudo di Antas e nel 1332 la signoria di Pau de Vinies, nonostante le proteste di Pisa. I suoi figli non furono nella condizione di conservare i feudi e si estinsero entro la se` del secolo XIV. conda meta

Soldevila, Ferran Storico spagnolo (1874-1971). Ha fatto parte dell’Institut ` stato per molti de Estudis catalans ed e ` di anni professore presso l’Universita

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Sole Barcellona, apprezzato come uno dei ` autorevoli storici europei. Tra i piu suoi scritti: Una nota su Giovanni I d’Aragona e la Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXIV, 1954; Sardegna nella cronaca di Pietro il Cerimonioso, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962; Sardenya en les croniques de Bernat Descoll i Ramon Muntaner, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVIII, 1962.

Sole, Carlino Storico (n. Padria 1920). ` laureato in Lettere nel 1945 a CaSi e gliari. Dopo essere stato insegnante e preside di Liceo per alcuni anni, nel 1960 ha conseguito la libera docenza in Storia moderna. Intrapresa la car` stato professore riera universitaria, e di Storia contemporanea nell’Univer` di Cagliari e membro della Depusita tazione di Storia patria. Studioso di no` autore di numerosi tevole valore, e ` saggi apprezzati per la scrupolosita dell’apparato documentario e la razio` della ricostruzione degli avveninalita menti. Senza far torto al resto della sua abbondante produzione il suo contri` importante alla storiografia buto piu isolana resta l’edizione del prezioso Diario politico 1855-1876 di Giorgio Asproni, curata in 7 volumi col collega ` , uscita fra il 1974 e il e amico Tito Orru 1991. Tra i suoi scritti: Archeologia preistorica (Gurulis Vetus), ‘‘L’Isola’’, Sassari 1946; Castelli medioevali del Logudoro: Monteleone Roccadoria e Bonvehı`, ‘‘L’Isola’’, Sassari 1946; Echi della spedizione franco-corsa del 1793, ‘‘Studi sassaresi’’, XXV, 2-3-4, 1953; La Sardegna nelle mire di conquista della Francia rivoluzionaria 1792-93, 1956; Testimonianze inedite della disfatta dei francesi nel 1793 davanti a Cagliari, ‘‘Ichnusa’’, 12, 1956; Riflessi in Sardegna della guerra di successione austriaca, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Contributo alla storia di La Maddalena 1720-1767, ‘‘Ichnusa’’, 19, 1957; Aspetti

economici e politici del contrabbando tra la Sardegna e la Corsica nel XVIII secolo, ‘‘Studi sardi’’, XIV-XV, 1957; So` e giurisdizione nelle isole intervranita medie 1767-1793, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVI, 1959; Un economista sardo del ’700 precursore dei piani di rinascita: Giuseppe Cossu, ‘‘Ichnusa’’, 29, 1959; Giacobini e realisti in Alghero nel 1796, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa, I, 1959; Produzione e commercio nella bilancia economica sarda del 1700, ‘‘Ichnusa’’, 28, 1959; Figure e fatti del Risorgimento in provincia di Sassari, in Cento anni della provincia di Sassari, 1960; due saggi, Progetti di costituzione repubblicana in Sardegna agli albori del Risorgimento, e Felice Cavallotti e la Sardegna, entrambi in La Sardegna nel Risorgimento, 1962; Gli Stamenti e la crisi rivoluzionaria sarda della fine del XVIII secolo, in Liber memorialis Antonio Era, 1963; G.M. Angioy e i primi esperimenti sul cotone in Sardegna durante il riformismo sabaudo, in Studi storici e giuridici in onore di Antonio Era, 1963; due capitoli, La Sardegna spagnola, e La Sardegna sabauda, entrambi in Breve storia della Sardegna (a cura di Alberto Boscolo), 1965; La Sardegna nel decennio rivoluzionario, 1965; Agricoltura sarda e commercio dei suoi prodotti nel periodo sabaudo, in Fra il passato e l’avvenire. Studi storici sull’agricoltura sarda in onore di Antonio Segni, 1965; La Sardegna di Carlo Felice e il problema della terra, 1967; Riflessi sulla poesia dialettale di un singolare esperimento ottocentesco di rinascita del Nuorese, 1967; Pe` del banditismo gallurese nel culiarita XIX secolo, ‘‘Rivista sarda di Criminologia’’, IV, 1968; Nuovi apporti per una compiuta biografia di G.M. Angioy, ‘‘Studi sardi’’, XX, 1968; Paternalismo e autonomismo in Sardegna nel primo Ottocento, ‘‘Autonomia Cronache’’, 2,

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Sole 1968; Sardegna e Mediterraneo. Saggi di storia moderna, 1970; Le carte Lavagna e l’esilio di casa Savoia in Sardegna, n. 3 della collana ‘‘Collectanea calari` e campagna in Sardetana’’, 1970; Citta gna nella legislazione annonaria dei secoli XVI e XVII, 1970; Sul giurisdizionalismo di Vittorio Amedeo II in Sardegna, ` di Scienze poin ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, I, litiche dell’Universita ` in Sar1976; Politica, economia e societa ` Moderna, 1978; Giorgio degna nell’Eta Asproni e il giornalismo risorgimentale, 1978; Storia dell’agricoltura, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Considerazioni sulla storiografia relativa al cosiddetto decennio rivoluzionario sardo 1792-1802, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; Culture regionali in prospettive europee: l’esperienza storica della Sardegna, ‘‘An` di Scienze politiche nali della Facolta ` di Cagliari’’, VIII, 1983; dell’Universita Giorgio Asproni: una presenza attiva nel processo unitario nazionale, in Atti del Convegno nazionale di studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979, 1983; I Savoia: un rifiorimento mancato, in Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di Angela Terrosu Asole), 1984; La Sardegna sabauda nel Settecento, vol. 8 della collana ‘‘Storia della Sardegna antica e moderna’’, diretta da Alberto Boscolo, 1984; Con l’avvento dei Savoia nasce la questione sarda, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di Angela Terrosu Asole), 1985; Motivi antifrancesi nella concezione politica di Giovanni Siotto Pintor, in Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, 1985; I problemi della Sardegna in Giuseppe Sanna, in Atti del Convegno di Anela, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; La chiesa di S. Agostino e la tradizione agostiniana, in S. Agostino e la tradizione agostiniana a

Cagliari e in Sardegna, 1988; Alcune riflessioni sull’opera storiografica di Giuseppe Manno, in Giuseppe Manno politico storico e letterato, 1989; Giovanni Maria Angioy nell’esilio, in La Sardegna e la rivoluzione, 1990; Il fuoruscitismo politico sardo nel periodo rivoluzionario, ‘‘Archivio politico’’, 15, 1990; Nuovi documenti sulla rivolta popolare di Sassari nell’aprile 1780, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990; La Sardegna e la Rivoluzione francese. Note e riflessioni sulla disfatta della flotta francese davanti a Cagliari nel febbraio 1793, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII, 1991; Fonti edite e inedite su Cagliari capitale provvisoria del Regno di Sardegna 1799-1815, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 14, 1991; Lo Stamento militare del Parlamento sardo dal gennaio 1793, in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Me` Moderna. Studi storici in dioevo ed Eta memoria di Alberto Boscolo, I, 1993; Dalla rivoluzione all’integrazione, 1993; I Simon: l’esperienza emblematica di una famiglia di intellettuali algheresi del XVIII secolo, in Alghero, la Catalogna, il Mediterraneo. La storia di una ` e di una minoranza catalana in Itacitta lia (XV-XX secolo) (a cura di Antonello Mattone e Piero Sanna), 1994.

Sole, Francesco Studioso di sacra scrittura (Padria 1901-Cagliari, dopo 1960). Fu ordinato sacerdote nel 1925. ` in Teologia Nello stesso anno si laureo e fu mandato a Roma a frequentare il Pontificio Istituto Biblico. Qui, nel ` anche in Scienze bibli1928, si laureo che sotto la guida di grandi maestri. Tornato in Sardegna, fu nominato professore di Sacra Scrittura presso il Seminario regionale di Cuglieri, dove in` per molti anni dedicandosi ai segno suoi studi per completare i quali viag` lungamente in molti paesi europei; gio ` alle stimato in tutta Europa, collaboro maggiori pubblicazioni sulla storia

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Sole della Chiesa, tra cui L’Enciclopedia Ecclesiastica e il Dizionario Biblico. Acqui` anche fama di efficace predicatore. sto Nel 1937 fu nominato canonico di Alghero e nel 1950 canonico della collegiata di Cuglieri. Ha lasciato numerosi ` scientifistudi di riconosciute qualita che, edizioni critiche di testi biblici e moltissimi articoli in riviste teologiche e numerosi inediti. Tra i suoi scritti: L’Emmanuele nella profezia messianica d’Isaia, ‘‘Scuola Cattolica’’, 1931; Concetto di sacrificio, di peccato e di espiazione presso gli ebrei e gli altri popoli, ` Agnello ‘‘Scuola Cattolica’’, 1932; Gesu di Dio nell’interpretazione liturgica dell’arte cristiana, ‘‘Scuola Cattolica’’, ` nel suo 1933; La Compagnia di Gesu quarto centenario, 1940; Il sentimento religioso cristiano nell’irredentismo ` , studio esecorso, 1942; I fratelli di Gesu getico critico, ‘‘Eco del regionale’’, III, 3, ` di Gesu `, 1951; L’anno della nativita ‘‘Eco del regionale’’, III, 1951; Cronolo` , ‘‘Eco del regia della passione di Gesu gionale’’, IV, 1952; Vita della primitiva chiesa in Gerusalemme, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Simone il Mago, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Paolo all’Aereopago, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Il di` , 1953; Il pecscorso escatologico di Gesu cato originale nella Sacra Scrittura, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il luogo del Paradiso Terrestre, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Diluvio secondo la Sacra Scrittura, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Diluvio secondo la mitologia, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Deuteronomio di `, 1956; Un sardo in Olanda, ‘‘Eco Mose del regionale’’, 1958; Malachia, la profezia del sacrificio, ‘‘Eco del regionale’’, 1959; Il profetiamo nei libri profetici d’Israele, 1959; I viaggi di San Paolo a Roma, ‘‘Eco del regionale’’, 1960.

Sole, Leonardo Linguista, poeta, scrittore di teatro (n. Sassari 1934). Dopo aver conseguito la laurea ha insegnato

negli istituti d’istruzione secondaria, ´ a meta ` degli anni Settanta ha finche intrapreso la carriera universitaria. ` diventato professore assoNel 1985 e ciato di Glottologia e Linguistica, e ha insegnato Linguistica generale presso ` di Lingue dell’Universita ` di la Facolta ` uno dei massimi conoscitori Sassari. E dei problemi della lingua sarda, su cui ha scritto numerosi saggi ricchi di intuizioni originali. Tra i suoi scritti: Strutture ritmiche e comunicazione orale in Sardegna. Per una semiotica delle culture subalterne, ‘‘Quaderni Sardi di Filosofia e Scienze Umane’’, 1, 1977; Il pindarismo sardo, ‘‘La Grotta della Vipera’’, 8, 1977; Le ragioni di un premio, in Concorso di poesia satirica sarda, Olzai, 1978; Funtanaruja (con Marco Parodi), dramma, 1979; Il cinghiale del diavolo di Emilio Lussu tra ` e scrittura, 1980; In s’oru de su oralita mare, saggi di linguistica, 1981; Sardegna: bilinguismo e cultura di frontiera, ‘‘Quaderni per la promozione del Bilinguismo’’, 2, 1981; La poesia in lingua sarda del Novecento, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Il linguaggio dei sardi. Aspetti sociolinguistici e prospettive didattiche, in Lingua e scuola. Atti del Convegno su ‘‘Scienze del linguaggio ed educazione linguistica’’, Oristano 1981, 1982; S’arromaniska. Il gergo degli ambulanti di Isili, 1983; Sardegna bilinguismo e cultura di frontiera in L’Italia plu` e scrittura. Grarilingue, 1983; Oralita zia Deledda, Sebastiano Satta, Bachisio Zizi, 1986; Lingua e cultura in Sardegna. La situazione sociolinguistica, 1988; La lingua di Sassari. Il problema delle origini, in Studi in onore di Massimo Pittau, I, 1994. Ma una parte importante ` legata alla sua attivita ` dell’opera di S. e letteraria, che lo ha portato a pubblicare alcuni volumi di liriche, e soprattutto a quella di scrittore di teatro, in

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Soleminis italiano e in lingua sarda, nelle due varianti del logudorese e del sassarese. Ha al suo attivo numerosi testi scritti nella gran parte per la Compagnia ‘‘Teatro Sassari’’ di Giampiero Cubeddu (=), fra i quali emerge, per la robustezza delle figure e la tensione drammatica, Pedru Zara.

Soleminis Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 24, con 1642 abitanti (al 2004), posto a 200 m sul livello del mare una quindicina di chilometri a nord di Cagliari. Regione storica: Parte Olla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, della forma grosso modo di una mezzaluna, si estende per 12,96 km2 e confina a nord con Dolianova, a est con Sinnai, a sud ancora con Sinnai e con Settimo San Pietro e a ovest con Serdiana. Si tratta di una regione al confine tra la piana campidanese, che si stende a occidente, e le prime propaggini del monte Serpeddı`, che si leva a oriente ` collegato tramite (1067 m). Il paese e due bretelle con la vicina statale 387, che da Cagliari si dirige verso il Gerrei per finire a Muravera; una strada secondaria offre il collegamento diretto con Sinnai. Il paese dispone anche di una stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Cagliari-Mandas. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che dimostrano come fosse abitato continuativamente dall’uomo a partire dal periodo prenuragico. L’attuale villaggio ` di origini altomedioevali, appartee neva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria di Dolia. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258, fu incluso nella parte di territori andata al conte di Capraia ` ai giudici alla cui estinzione passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo ce-

dette al Comune di Pisa e prima della fine del secolo fu amministrato da fun` zionari pisani. Dopo la conquista entro a far parte del Regnum Sardiniae; gli Aragonesi lo infeudarono ad Arnaldo ` morı` nel 1338 laBallester che pero sciando erede Pietro Oulomar. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` quasi completamente; altri danni polo subı` nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV ma ` a rimanere nelle mani degli continuo ` , poco prima dello Oulomar che pero scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, furono estromessi. Poco dopo il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che tennero S. anche dopo la pace del 1388 nonostante il re nel 1392 ne avesse infeudato Giordano de Toulon (=). Dopo la battaglia di Sanluri i De Toulon entrarono in possesso di S. ma del villaggio ` nulla. Il terrioramai non esisteva piu torio era completamente spopolato e `. Nei nel 1442 lo vendettero ai Torello decenni che seguirono il territorio ` dai Torello ` ai Maza de Lic passo ¸ ana ` al fisco. Dopo alla cui estinzione torno quasi un secolo, nel 1637, il territorio che oramai era coperto da un fitto bosco, fu venduto a Francesco Vico, il quale morı` nel 1648 lasciando erede suo nipote Francesco Zonza Vico (=). ` il ripopolamento Quest’ultimo avvio del villaggio e nel 1651 ottenne il titolo di marchese di S. Purtroppo l’epide` i promia di peste del 1652 ne ritardo getti, che riprese alcuni anni dopo e ` a termine entro il 1678 grazie porto alle molte franchigie che vi attirarono i coloni. Dai Zonza Vico, nel 1801, il vil` agli Amat ai quali fu rilaggio passo scattato nel 1838. Nel 1821 fu inserito nella provincia di Cagliari. Di questo periodo possediamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si nota-

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Soleminis rono in S. anime 367, distribuite in famiglie 97 e in altrettante case. Componevasi il totale de’ maschi 188, di scapoli 100, ammogliati 82, vedovi 6; il totale delle femmine 179, di zitelle 80, maritate 81, vedove 18. I numeri del movimento della popolazione sono i seguenti: nascite 18, morti 9, matrimoni 3. Manca la scuola elementare, e ` di tre che in tutto il paese non sono piu sappiano leggere e scrivere. Le donne si occupano di filare e tessere il lino e la lana. Si hanno circa 40 telai. Agricoltura. Nella pianura sono terreni ottimi per i cereali, e se le stagioni non sono contrarie si ottiene copia di frutti. L’or` di starelli di dinaria seminagione e grano 250, 50 d’orzo, 40 di fave, 4 di legumi, 8 di lino. La fruttificazione ordi` al 12, dell’orzo al 14, naria del grano e delle fave al 10. V’hanno de’ siti idonei all’orticoltura, e i soleminesi vi stu´ ne lucrano portando i diano perche ` prodotti a Cagliari. Fra gli altri orti e notevole quello che appellano dessu Olioni per l’ampiezza dell’area e per la ` . La vigna, sebbene in massua fertilita sima parte non sia ben situata, non per` frutti abbondanti. tanto prospera, e da ` delle medesime sono proMolte pero ` dei cittadini cagliaritani. Pastoprieta rizia. Le regioni di pascolo sono ampie, ma gli armenti e greggie sono in piccol numero. Il bestiame manso comprende buoi 50, cavalli 18, giumenti 50, maiali 30. Il bestiame rude vacche 80, capre 450, pecore 1000, porci 200. L’apicol` molto ristretta. Il commercio si tura e fa con Cagliari, e non produce in totale ` di lire 25 mila». Quando nel 1848 piu `a furono abolite le province, S. entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 dell’omonima ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticol-

tura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare e edile. Rinomata la tradizione della ` sufficienteproduzione del miele. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano due aziende agrituristiche con 10 posti ` collegato da autoliletto. Servizi. S. e nee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1516 unita di cui stranieri 1; maschi 742; femmine 774; famiglie 480. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 45 e nuovi iscritti 42. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 029 in migliaia di lire; versamenti ICI 516; aziende agricole 312; imprese commerciali 48; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 355; disoccupati 39; inoccupati 55; laureati 4; diplomati 91; con licenza media 513; con licenza elementare 406; analfabeti 34; automezzi circolanti 495; abbonamenti TV 336. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di ritorio non e testimonianze archeologiche ma il ritrovamento di frammenti e suppellet` documenta tili varie in diverse localita ` dell’insediamento umano la continuita a partire dal periodo prenuragico. I siti ` interessanti sono quelli di Iscalitpiu tas e di Su Forreddu che hanno restituito frammenti di ceramica risalenti al periodo della cultura di Monte

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Soleminis Claro, di grande importanza scienti` invece rifica. Al periodo nuragico e conducibile il sito di Facc’e Bidda, si` dell’abitato, nel tuato in prossimita quale sorgeva una stazione nuragica ` di Tanchixeddas all’aperto. La localita inoltre conserva i resti di un nuraghe monotorre con villaggio a capanne contiguo i cui scavi hanno reso una grande ` di materiale. quantita

Soleminis – Chiesa di San Giacomo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con le case co` diri) struite in mattoni di terra cruda (la e ingentilite dal porticato (lolla) e dalla corte alla quale si accede da un portale monumentale. L’edificio di maggiore ` la rilievo, situato al centro del paese, e chiesa di San Giacomo, parrocchiale costruita nel secolo XVII in forme tardogotiche e successivamente rimaneggiata. Ha una sola navata scandita da archi ogivali che sorreggono la volta. All’interno, nonostante i restauri, conserva i caratteri originali e custodisce alcune pregevoli statue lignee e argen` caratterizzato da una teria. L’esterno e facciata semplice cui si addossa il campanile a canna quadrata; i muri perimetrali sono movimentati da imponenti contrafforti. A poca distanza sorge la casa Corda Spada, un palazzotto ottocentesco con qualche pretesa di eleganza al cui interno sono conser-

vate collezioni di arredi, strumenti da lavoro e suppellettili che documentano la cultura materiale contadina nell’Ottocento. Nella piazza antistante si trova il monumento ai caduti che ricorda i cittadini morti durante la prima guerra mondiale e denota un certo gusto. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano la memoria delle antiche tradizioni contadine del paese. In particolare quella di Sant’Antonio Abate, che si svolge il 16 e 17 gennaio e ha il suo momento culminante in una solenne processione notturna per le vie del villaggio con la statua del santo ornata da arance, al termine della quale nella piazza antistante la parrocchia viene ` (su fogaroni) e acceso un grande falo viene distribuita ai presenti una ` di arance. Altra tipica grande quantita ` la Candelora che si svolge il 2 festa e febbraio nella chiesa parrocchiale; durante la cerimonia vengono benedetti i ceri da distribuire ai fedeli e due bambine offrono in dono al celebrante una ` e una copstatuetta del Bambino Gesu pia di colombe bianche. La festa di ` quella di Sanmaggiore importanza e t’Isidoro, che si svolge l’ultima dome` considerata propinica di maggio ed e ziatoria per il raccolto. Il sabato sera la statua del santo viene portata dalla parrocchia alla chiesetta a lui dedicata con una processione solenne alla quale partecipano gruppi in costume, carri a buoi (traccas) e cavalieri in costume. Il grande corteggio percorre le vie del paese, anch’esse infiorate e addobbate con tappeti, e giunto alla chiesetta riceve la benedizione; subito dopo vengono distribuiti ai presenti i prodotti del paese. La domenica si celebra la messa solenne, quindi viene imbandito un banchetto tradizionale, durante il

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Soler quale vengono distribuiti la classica pecora lessa, fave, dolci e vino.

Soler Famiglia cagliaritana (secc. XVIXVIII). Originaria di Barcellona, si sta` nel corso del secolo XVI con bilı` in citta diversi personaggi impegnati in atti` imprenditoriali e interessati allo vita sfruttamento delle miniere come il dottor Pietro Giovanni. I suoi membri furono ammessi allo Stamento militare nel 1626 durante il parlamento Bayona e successivamente presero parte a tutti ` del secolo, gli altri. Nella seconda meta con Antioco Efisio ed Efisio Saturnino, nipoti del dottor Pietro Giovanni, la famiglia si divise in due rami. Ramo di Antioco Efisio. Da Antioco Efisio, che si trasferı` a Iglesias, discese il ramo sulcitano della famiglia, estinto nel corso del secolo XVIII. Ramo di Efisio Saturnino. Da Efisio Saturnino, capitano del porto di Cagliari, ` a risiediscese il ramo che continuo ` e si estinse anch’esso nel dere in citta corso del secolo XVIII.

Soler, Leandro Ufficiale di carriera (Cagliari, sec. XVII-?). Esperto nella conservazione delle artiglierie, dopo aver prestato servizio nelle armate reali, nel 1663 fu nominato luogotenente del commissario generale dell’artiglieria e sovrintendente delle fortificazioni del Regno.

Soler, Pietro Giovanni Concessionario delle miniere del Regno (Cagliari, sec. XVI-?). Uomo di notevole preparazione giuridica, nel 1590 fu nominato giudice della Reale Udienza e in seguito reggente della Realr Cancelleria. Nel 1598 ottenne la concessione per poter sfruttare tutte le miniere del Regno ma non riuscı` a impiegarla adeguatamente.

Soletta, Efisio Letterato e poeta (Mores 1864-Sassari 1933). Autodidatta, scrisse in sardo e in italiano raccolte di versi e saggi sulla poesia sarda, di

cui era profondo conoscitore. Oltre ai ` alcuni interessanti saggi in versi lascio prosa. Tra i suoi scritti: Inni Eucaristici, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1926; La Sardegna vendicata, ditirambo, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1926; Il cavaliere ` , poemetto, 1929; Alba e dell’umanita tramonto, versi, 1932.

Soliman Famiglia genovese (sec. XVII). Un suo ramo si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII con un Gerolamo Soliman Cybo. I suoi figli furono am` notoria allo Stamessi per nobilta mento militare nel 1688 durante il parlamento Monteleone. La famiglia si ` nel giro di pochi anni. estinse pero

Solin, Heikki Romanista (n. Finlandia, sec. XX). Professore presso l’Istituto ` di Helsinki, classico dell’Universita ha scritto il saggio Supplemento epigrafico turritano II, in Sardinia antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo 70º compleanno, 1992.

Solinas1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Gerrei. Era situato nelle campagne di Escalaplano. Dopo la caduta del giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori assegnati ai Ca` nelle praia; alla loro estinzione passo mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ma entro la fine del secolo XIII si ` completamente. spopolo

Solinas 2 Famiglia sassarese (secc. XIII-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Raggiunse una posizione di rilievo in seno all’oligarchia che reggeva il Comune di Sassari. Con l’avvento degli Aragonesi mantenne la sua posizione, anzi consolidandola. Nel 1450 Simone, ricco mercante, fu nomi` di Sassari; nel 1457 otnato podesta tenne per 10 anni l’appalto del diritto ` , ma nelle riscossioni del sale della citta si condusse cosı` male da far mancare il

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Solinas ` , per cui l’appalto gli sale alla citta venne tolto nel 1459. Nel 1483 un Giovanni, che era stato ambasciatore della ` presso il re, fu eletto console e citta ` di difendere l’autonomia di Sastento sari fomentando la ribellione contro il ´ che cercava di attuare la rivicere forma di Giovanni II: per questo fu catturato e decapitato. Due suoi discendenti, i fratelli Giovanni e Giacomo, nel 1515 ottennero il cavalierato eredi` , Giovanni fu accutario: nel 1528, pero sato di aver avuto connivenze con i francesi durante l’occupazione di Sassari dell’anno precedente; posto sotto processo, fu scagionato dopo alcuni anni. Nel 1540 divenne clavario di Sassari, ma fu coinvolto in un nuovo scandalo e destituito. Nel 1563 un altro Si`, mone fu eletto giurato capo della citta ma nel 1570 la famiglia fu costretta a cedere il controllo di alcune terre che amministrava per conto del monastero ` cosı` un di San Leonardo di Pisa; inizio lento declino fino all’estinzione avvenuta nel corso del secolo XVII.

Solinas3 Famiglia di Banari (sec. XVIIesistente). Le sue notizie risalgono alla ` del secolo XVII. La famiseconda meta glia era di condizione agiata e nel 1717 ottenne con un Leonardo il cavalierato ` dal vicere ´ del ereditario e la nobilta tempo; ma data la situazione politica egli non riuscı` a ottenere l’exequatur e morı` poco dopo. I suoi figli Giovanni Sebastiano, Giovanni Maria, Giacomo, Giuseppe e Gavino, diffidati dai Savoia dall’usare i privilegi, nel 1729 riuscirono a rinnovarli anche per il loro padre come se fosse vivo. Da Giuseppe e da Gavino discesero due rami della famiglia. `a Ramo di Giuseppe. Giuseppe si sposo Sorso e si stabilı` in quel villaggio; i suoi figli Giorgio e Leonardo diedero vita ai rami che nel corso dell’Ottocento si stabilirono a Sorso e Ittiri.

` la liRamo di Gavino. Gavino continuo nea che alla fine del secolo con due pronipoti, Antonio e Leonardo, diede vita agli attuali rami di Codrongianos e di Sassari.

Solinas 4 Famiglia di Florinas (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII con un Giuseppe, grande allevatore di cavalli, che nel 1688 ottenne il cavalierato ereditario ` . Nel 1698, unitamente ai e la nobilta suoi figli, fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Montellano. I figli formarono due rami della famiglia; uno si stabilı` a Ploaghe, dove si estinse nel corso del secolo XVIII, l’altro si stabilı` a Codrongianos. Da questi Solinas di Codrongianos discese il canonico Francesco che nel 1737 ac` il marchesato di Sedilo, che in quisto seguito trasmise ai nipoti Delitala.

Solinas, Antonio Giuseppe (detto Canonico Solinas) Poeta (Nuoro 1872-ivi ` uno dei piu ` popolari poeti nuo1903).E resi di fine Ottocento, conosciuti – dalla storiografia letteraria – come i ‘‘poeti de Su Connottu’’: radicali in politica (mazziniani, ma meglio anarchici), influenzati dalla Scapigliatura e da Stecchetti in letteratura, forte` proletaria, mente legati alla Nuoro piu grandi frequentatori di iscopiles. Entrato in Seminario fu ordinato sacerdote e giovanissimo fu nominato canonico teologale della cattedrale di ` Teologia in Seminario Nuoro. Insegno ` le sue non comuni e ben presto rivelo doti di poeta; fu protagonista della vita ` nel periodo di culturale della sua citta Satta, Ciusa e Deledda, di cui condivise ` e lo stile di vita. gli ideali di liberta ` coScrisse in nuorese l’opera sua piu nosciuta, un poema in sette canti Su contu de Noe`, 1890, che celebra l’‘‘invenzione’’ del vino, e fu anche autore di numerosi sonetti di grande eleganza. Morı` prematuramente nel 1903.

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Solinas Tra le altre sue opere, Su nugoresu, sonetto, 1893; Unu pranzu de Seminariu, 1893; Su sonnu, sonetto, 1894; Su puliche, versi, 1894; S’Istoria de Zuseppe Ebreu, dramma, 1901.

Solinas, Christian Organizzatore culturale, poeta (n. Cagliari 1976). Interessato da giovanissimo alla politica, ha promosso alcuni interessanti esperimenti tra cui, nel 2000, ‘‘Convergenza Sarda’’, con i quali attraverso la fusione di forze di differente origine (DCSardi, Sardistas, UDR, PSSardo, Nuovo Movimento) ha tentato di dar vita a un centro di aggregazione alternativo alle centrali dei partiti politici nazionali. Consigliere comunale di Ca` stato anche presipoterra dal 1997, e dente del Consiglio comunale della cittadina. Dal 2004 presidente dell’ERSU (Ente Regionale per il diritto allo Stu` autore di alcune dio Universitario); e interessanti pubblicazioni su temi politici e di Diritto costituzionale, Trans nubes, versi, 1990; Della montagna ovvero l’armonia dell’equilibrio, 1994; Progetto per la realizzazione del Coordinamento Giovanile della Sardegna, 1997; Il sistema italiano. Forma di governo e circuito politico dal 1848 al 1998, 1998.

Solinas, Eleonora Poetessa (Sassari, ` sec. XIX-?). Completati i seconda meta ` in Sicilia, a Cagliari suoi studi, insegno ` e in altre sedi. Donna dalla personalita complessa, tra le prime ad affrontare il tema della condizione femminile, fu autrice di delicate raccolte di versi apprezzate anche a livello nazionale e di alcuni testi per la scuola. Tra i suoi scritti: Amo, ‘‘La Sardegna’’, 1892; Inno alla regina Margherita, ‘‘Vecchia Sardegna’’, 1893; Fiori di gelo, liriche (con prefazione di Antonio Fogazzaro), 1894; A Palmira, ‘‘Spigolature d’arte’’, II, 7, 1895; Note mistiche, 1896; All’arte, ‘‘La donna sarda’’, III, 7, 1900; Note mi-

stiche e patriottiche, libro per le scuole, 1901.

Solinas, Emanuela Archeologa (n. Sassari 1966). Laureata in Lettere, collabora con la Soprintendenza archeologica delle province di Sassari e Nuoro. ` specializzata in archeologia subacE quea. Ha scritto Il mistero di Santa Gilla. Preistoria e protostoria della laguna (con Paolo Bernardini e Vincenzo Santoni), ‘‘Archeologia viva’’, 37, 1993; La laguna di Santa Gilla. Testimonianze ` punica, in I Fenici in Sardegna, di Eta 1997.

Solinas, Francesco Religioso (Sassari 1911-Cagliari 1983). Entrato nell’ordine dei Minori conventuali, divenne sacerdote nel 1934. Poco dopo fu inviato come missionario in Cina, dove ` per due anni; tornato in Italia fu opero mandato a Cagliari, dove dal 1939 fu parroco dell’Annunziata. Nel 1945, nel ` difficile della ricostrumomento piu ` dalle distruzioni dei zione della citta ` e organizzo ` bombardamenti, fondo una mensa gratuita per i poveri. La realizzazione di maggiore importanza del suo dinamismo fu il Conservatorio francescano del Sacro Cuore, un’istituzione per raccogliere, far studiare e avviare al lavoro i ragazzi abbandonati, gli orfani e i poveri che in quegli anni le conseguenze della guerra avevano moltiplicato. Negli stessi anni riuscı` ad aprire sezioni del suo Conservatorio anche a Sassari, Milano e Torino.

Solinas, Franco Scrittore di cinema (Cagliari 1927-Roma 1982). Fece i suoi primi studi a La Maddalena, che fu la sua ‘‘patria’’. Laureato in Giurisprudenza a Sassari, si trasferı` subito a Roma dove, dopo una breve esperienza giornalistica come redattore dell’‘‘U` ’’, si dedico ` al lavoro di sceneggianita ´. tore, in cui avrebbe dato il meglio di se Dopo alcune collaborazioni di routine ` bella a film commerciali (La donna piu

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Solinas ` una intensa coldel mondo, 1955), avvio laborazione con Gillo Pontecorvo, col ` in abbastanza rapida quale realizzo successione La grande strada azzurra, 1957 (con Yves Montand e Alida Valli, tratto da un suo romanzo ispirato alla romantica figura di un pescatore di ` , 1956), frodo maddalenino, Squarcio `, 1960 (con Susan Strasberg), ma Kapo soprattutto La battaglia di Algeri, 1966, che fu vietato in Francia ma ebbe il Leone d’Oro a Venezia e due nomination all’Oscar, una per la regia e l’altra per la sceneggiatura «asciutta e tesa» di S., e infine Quien sabe? di Damiano Damiani, 1966, che fu forse l’inizio dell’amicizia che avrebbe portato il prota` a scegliere gonista Gian Maria Volonte di andare ad abitare a La Maddalena, dove S. tornava spesso per scrivere e andare a caccia, e Queimada, 1969, con Orson Welles, ultimo episodio della lunga collaborazione con Pontecorvo. L’ultimo lavoro importante fu Mr. Klein di Joseph Losey. S. aveva scritto anche la sceneggiatura di un film, La battaglia, sulla nascita dell’Arabia Saudita, che non fu poi realizzato. Morı` d’improvviso nel 1982. Al suo nome la Regione sarda aveva intitolato un premio nazionale per autori di sceneggiature, da cui sono nate molte idee diventate poi film: ultimamente il premio, spostato nella penisola, ha sofferto di un certo disinteresse da parte dei responsabili regionali.

Solinas, Gian Adolfo Studioso dei problemi del turismo (Sassari 1940-ivi 1993). Dal 1968 dirigente dell’Azienda di soggiorno di Sassari e dal 1988 presidente di quella di Santa Teresa Gal` competenti conolura, fu uno dei piu scitori del settore. I suoi scritti, oltre al saggio Il turismo ad Alghero dal dopoguerra ad oggi, in Alghero, la Catalogna, ` e di il Mediterraneo. Storia di una citta una minoranza catalana in Italia XV-

XX sec. (a cura di A. Mattone e P. Sanna), 1994, sono stati raccolti a cura di Sandro Ruju in Un’isola di vacanze. Per una storia critica del turismo in Sardegna, 1997, pubblicato dopo la sua morte prematura.

Solinas, Gigi Medico, studioso di storia ` sec. XX-?). A (Sassari, prima meta ` lungo medico condotto a Oschiri, si e dedicato allo studio dei problemi storici e politici della Sardegna, pubblicando Il cammino dei sardi dall’era prenuragica a quella nuragica, 1985, e Sardegna e Corsica da sempre isole sorelle, 1986.

Solinas, Giovanni Antonio Martire (Oliena 1643-Chaco, America del Sud, 1685). Gesuita (1663), nominato «ministro evangelico per le missioni del Paraguay e dell’Argentina» (1672), dal ` nel Sudamerica. Mentre 1674 opero svolgeva il proprio apostolato venne ` della refatto prigioniero da una tribu gione del Chaco: «Denudato, martoriato in cento diverse e crudeli maniere, ucciso con due aste conficcategli nel petto e nei fianchi». Il suo corpo, ritrovato dai soldati spagnoli, fu sep` arpellito nella chiesa di Salta, citta gentina sulle pendici orientali delle Ande.

Solinas, Irene Fotografa (n. Fluminimaggiore, sec. XX). Si occupa di moda, reportage e ritratto. Collabora con alcune riviste e partecipa a varie collettive dedicate alle nuove tendenze visive, con opere esclusivamente in bianco e nero. Nel 1988 ha vinto il terzo premio nel Concorso nazionale ‘‘Italia da scoprire’’, organizzato dal quotidiano ‘‘Il Giorno’’.

Solinas, Is Localita` abitata in territorio di Masainas lungo la strada per Sant’Anna Arresi, prospiciente il centro di ` si e ` sviluppata Is Fascius. La comunita ` non precisabile, e comunque non in eta prima del secolo XVII, da un furriadro-

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Solinas xiu costruito in un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Solinas che ha dato il nome al piccolo centro.

Solinas, Max Fotografo (n. Cagliari 1965). Formatosi professionalmente come fotoreporter ne ‘‘L’Unione sarda’’, vince in questa veste – e per tre anni di seguito – il premio internazionale ‘‘Chia’’ per il fotogiornalismo. Attalmente corrispondente e responsabile per la Sardegna della ‘‘Associated Press Photo’’, ha pubblicato le sue immagini su diversi quotidiani e rivi` occupato ste nazionali ed estere. Si e anche di fotografia di scena, realizzando, nel 1995, la mostra dal titolo ‘‘La Sartiglia’’ nei locali del Museo Comunale di Oristano. Nello stesso anno ha svolto un reportage fotografico su Brasile, Cuba e Santo Domingo.

Solinas, Monica Pittrice (n. Sassari 1970). Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Sassari, ha come campo d’azione privilegiato la pratica della pittura e dell’incisione. «La peculia` della ricerca della Solinas, sopratrita tutto nell’incisione, – ha scritto Anna ` rivolta ad un’indagine Rita Chiocca – e materica, o meglio un’indagine attorno alla materia in assenza di questa, sulle tracce lasciate in luogo d’effetti: l’effetto ‘‘ottico’’ della grana, lo spessore, la ruvidezza della materia cromatica su un supporto esile come la carta». «L’impalpabile raso azzurro, tessuto e materia prima per la confezione di ` lasciato alla volonta ` abiti femminili e del caso e della natura Dall’Azzurra Vetta dell’Olimpo, Ofelia (1997) e Metonimie del femminile (2000). Abiti come involucri come fil rouge, cifra stilistica anche in assenza. In Sotto le gonne di Babele il femminile, l’abito sono un’immagine evocata dal titolo che si connota di elementi narrativi, fantasma per un’indagine sulla comunicazione artistica, sull’illusione».

Solinas, Nino Fotografo (n. Benetutti 1928). Appassionato da sempre di fotografia, ha curato, con il circolo ‘‘Quattro Mori’’ di Cagliari, vari documentari su ambiente, luoghi e cultura della Sardegna, ottenendo premi e segnalazioni. Insieme a Ferruccio Barreca ha realizzato nel 1986 la mostra itinerante ` presente ‘‘Cartagine in Sardegna’’. E con sue fotografie su qualificate riviste: ‘‘La Grotta della Vipera’’, ‘‘Ichnusa’’. Ha curato l’apparato fotografico di numerosi volumi di storia, architettura e archeologia sarda, tra i quali La Sardegna sabauda nel Sette` fenicio-punica in Sardecento, La civilta gna, Il volto di Cagliari, Tharros, e di tutti i numeri finora editi dell’‘‘Almanacco di Gallura’’.

Solinas, Salvatore Commerciante (Sassari 1822-ivi 1895). Agiato e di idee liberali moderate, fu tra i protagonisti ` nella della vita economica della citta ` dell’Ottocento come preseconda meta sidente della Camera di Commercio e del tribunale di Commercio e componente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Civile e del Monte granatico. Ripetutamente eletto consigliere comunale e assessore, fu anche consigliere provinciale.

Solinas Apostoli, Giommaria Avvocato, uomo politico (Sassari 1836Roma 1914). Deputato al Parlamento, senatore del Regno. Dopo essersi lau` alla reato in Giurisprudenza si dedico ` la professione di avvocato ed esercito sua professione dapprima a Sassari e poi a Roma. Genero del finanziere Giovanni Antonio Sanna divenne comproprietario della miniera di Montevecchio; nel 1880 fu eletto deputato per la XIV legislatura e successivamente riconfermato fino al 1892 per altre tre legislature. Nel 1909 fu nominato senatore del Regno.

Solinas Nurra, Alberto Maria Reli-

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Solio gioso (Banari 1740-Thiesi 1817). Vescovo di Galtellı`-Nuoro dal 1803 al 1817. Apparteneva all’ordine dei Carmelitani. Dopo essersi perfezionato in ` in Sardegna, Teologia a Torino torno dove venne nominato priore del con` per svivento di Cagliari e si adopero lupparne la biblioteca. Nel 1796 pro` nella cattedrale un Discorso nuncio morale in lingua sarda: in rendimento di grazie a Dio per avere il regno di Sardegna ottenuto il generoso diploma dell’8 giugno 1796, che lui stesso tra`. Nel 1803, dusse in italiano e pubblico nominato vescovo di Galtellı`-Nuoro, si ` per migliorare le condizioni adopero del Palazzo episcopale di Nuoro e soprattutto della cattedrale. Il 10 maggio ` ai suoi fedeli una lettera 1814 indirizzo esprimendo la propria gioia per l’abdicazione di Napoleone: «Final caduta ` celebre mostro d’iniquita ` , del del piu ` crudel nemico della vera religione piu ` e della Chiesa, ed in una parola del piu ` ». terribil flagello dell’umanita

Solino, Gaio Giulio Scrittore latino. Sono ignoti praticamente tutti i suoi dati biografici; da alcuni rimandi in` possibile ricaterni alla sua opera e ` vare solo che fiorı` intorno alla meta del secolo III Scrisse i Collectanea rerum memorabilium, una raccolta sulle origini, la storia e le risorse di diverse regioni del mondo conosciuto, realizzata sulla scia di opere di carattere etno-geografico precedentemente redatte da altri autori latini, su tutte quelle di Plinio il Vecchio e Pomponio Mela, che sono anche le sue fonti principali. Dopo una prima parte dedicata ` alla storia di Roma dalle origini all’eta augustea, si entra nel vivo della descrizione, realizzata sempre con uno stile poco scorrevole e artificioso. Per quanto attiene alla Sardegna (che tratta nel IV libro), viene fornita una veloce ma interessante rassegna dei

personaggi protagonisti delle vicende mitiche che ne caratterizzarono la fon` inutile approdazione, ritenendo pero fondire il discorso (nihil ergo attinet dicere) e raccontare in che modo Sardo e Norace, l’uno partito dall’Africa l’altro da Tartesso, siano arrivati sull’isola. Aristeo viene menzionato come il fondatore di Carales. Vengono anche citati gli antichi nomi dell’isola, che Timeo chiamava Sandaliotis e Sallustio Ich` celenussa. Nell’opera la Sardegna e brata per le numerose miniere d’argento (in metallis argentariis plurima est), di cui il sottosuolo era ricchissimo (solum illud argenti dives est), e per i suoi stagni molto pescosi (stagna pisculentissima); viene dato spazio anche a una pittoresca descrizione circa gli effetti dell’erba sardonia (herba Sardonia) che cresceva abbondantemente lungo i fiumi e che, una volta ingerita, allargava la bocca alle persone (nervos contrahit, diducit rictu ora) fino a che i malcapitati non morivano mantenendo l’aspetto di chi ride (facie ridentium). Fra gli animali viene citata la solifuga, una tarantola presente in gran numero nelle miniere d’argento e che, muovendosi lentamente, trasmetteva un morbo mortale a chi inavvertitamente le si sedeva accanto (pestem facit). [ANTONELLO SANNA]

Solio Antico villaggio di probabili origini romane. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Sorgeva vicino a Sedini; sviluppatosi ` del monanel secolo XI in prossimita ` stero benedettino di San Nicola, piu ` in possesso dei Doria, in setardi passo guito ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Dopo l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che formarono nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la con-

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Soliveras quista aragonese, scoppiata la ribellione del 1325, divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e scomparve.

Soliveras Famiglia valenzana (secc. XVI-XVIII). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna agli inizi del secolo XVI con un Bernardino che si stabilı` a Sassari legandosi ai Centelles conti d’Oliva. I suoi figli nel 1528 furono ammessi allo ` notoria Stamento militare per nobilta durante il parlamento Villanova e in seguito presero parte a tutti gli altri ` autorevole tra loro parlamenti. Il piu fu Bartolomeo, che nel 1538 fu nominato dagli amici Centelles official del ` a stabilirsi a Ozieri. Montacuto e ando ` l’ufficio a suo figlio GioNel 1540 passo ` , all’estinzione vanni Giacomo che pero ` . Passata la dei Centelles, vi rinuncio contea d’Oliva ai Borgia, il rapporto dei S. con i nuovi feudatari riprese e dal 1570, nominato nuovamente official del Montacuto, si stabilirono a Ozieri, entrando a far parte del novero delle ` importanti della regione. famiglie piu Agli inizi del secolo XVII Matteo e Antonio, figli di Giovanni, formarono due rami della famiglia. ` a riRamo di Matteo. Matteo continuo siedere a Ozieri; suo figlio Bernardino ` la cavalleria milinel 1637 comando ziana del marchesato di Quirra nella spedizione per liberare Oristano dai francesi; un suo discendente, Damiano, fu sospettato di aver preso ´ Caparte alla congiura contro il vicere marassa, ma dopo alcuni anni fu riabilitato; il ramo si estinse agli inizi del secolo XVIII. Ramo di Antonio. Antonio, sposata una Manca, si stabilı` dapprima a Torralba, dove nacque suo figlio Gavino, il quale finı` per stabilirsi a Mores. I suoi discendenti continuarono a risiedere a Mores e si estinsero nella seconda ` del secolo XVIII. Di un Lorenzo meta

` registrato nella BiblioS., «di Mores», e grafia sarda di R. Ciasca un manoscritto di Canzoni sarde.

Sollai, Maria Luisa Studiosa di storia locale (n. Cagliari, sec. XX). Studiosa di ` interessata anche di archeologia, si e storia locale, con particolare riguardo al territorio della Sardegna meridionale. Ha al suo attivo diversi scritti, fra cui Materiali per una ricerca di storia locale: Assemini, Decimo, San Sperate, Uta e Villaspeciosa dalla preistoria al` contemporanea (con I. Gasperini l’Eta e C. Lilliu), ‘‘Studi sardi’’, XXVII, 1987; Decimo e il suo territorio. Alcuni spunti sull’economia, il paesaggio agrario e la ` conpopolazione tra il Settecento e l’Eta temporanea, ‘‘Studi sardi’’, XXVII, 1987.

Sollai, Mariano Numismatico (Iglesias 1929-Sassari 1989). Funzionario di enti ` la sua passione di pubblici, trasformo dilettante di numismatica e di collezio` preciso interesse storionista in un piu grafico, dando un importante contributo alla storia della circolazione monetaria nell’isola. Tra i suoi scritti: Lo stemma della Sardegna dalle sue origini, ‘‘Frontiera’’, 9, 1973; La monetazione decimale del Regno di Sardegna, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1974; Monete coniate in Sardegna nel Medioevo e nell’Evo Moderno (1289-1813), 1977; Dagli alfonsini allo scudo d’oro: la zecca di Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985; Monete e monetazione giudicale: la scoperta dei denari d’Arborea (con Angelo Castellaccio), ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 14, 1986; Tra patacchina e minuto: il breve capitolo della zecca di Sassari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1987; L’immagine di Cagliari in una medaglia coniata dalla zecca di Londra nel 1708, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1987; Le monete della Sardegna romana, 1989.

Sollai, Mario Fotografo (n. Cagliari, sec. XX). Ha curato le campagne pub-

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Solmi blicitarie di varie aziende ed Enti pubblici e privati, tra le quali Cerasarda, Progemisa, ma anche per Cagliari Calcio spa, per il Comune di Cagliari e Monserrato e per la Regione sarda, che gli ha commissionato le immagini per la campagna a tutela del pecorino nostrano. Ha inoltre fornito, dal suo archivio, foto pubblicate sui libri Uno sguardo al passato e Itinerari storici di Mario Vincis, edizioni Fiore, e Arte e religione a Monserrato di Serafino Agus. Ha partecipato anche alle mostre ‘‘Ardia’’ del 1997 a Sedilo e del 1998 a Monserrato.

Sollevamento pesi Sport di grande tradizione in Sardegna, soprattutto a ` praticato nella Nuoro e Sassari. Gia ` del Novecento presso le prima meta ` di ginnastica, sopratstoriche societa tutto l’Eleonora d’Arborea, ebbe un grande sviluppo a partire dal secondo dopoguerra: a Nuoro fu fondata nel 1946 la Gennargentu su iniziativa di Frediano Papi, praticante di questo sport a livello nazionale, e nel 1960 la Polisportiva Sassarese. Le prima produsse campioni come Sebastiano Mannironi, Nardino Masu e altri atleti di ` , comprese in tempi notevoli qualita ` recenti alcune atlete. Negli anni piu ` un vero e proprio Sessanta si registro boom del s.p. sulla scia dei successi dei nuoresi e del sennorese Peppino Tanti, portacolori della Polisportiva Sassarese, pluricampione italiano e meda` glia di bronzo ai mondiali del 1970. Piu recentemente si sono messi in luce anche gli atleti dei Vigili del Fuoco di Cagliari come i fratelli Sebastiano e Gonario Corbu, Danila Manca e Silvia Puxeddu, tutti campioni italiani in varie categorie. Attualmente tutti i maggiori centri della Sardegna si sono dotati di palestre attrezzate di pesi, anche nell’ambito della grande diffusione di quella che una volta si chiamava ‘‘cul-

` detta americanatura fisica’’ e che e mente body building. Inoltre il s.p. ` propedeutica viene usato come attivita di preparazione per quasi tutti gli altri sport. [GIOVANNI TOLA]

Solmi, Arrigo Storico del diritto, uomo politico (Finale Emilia 1873-Roma 1944). Deputato al Parlamento, senatore del Regno. Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria. Giova` Storia del Diritto a nissimo, insegno ` la rivista Cagliari, dove nel 1905 fondo ‘‘Archivio storico sardo’’; dopo alcuni ` la Sardegna e continuo ` la anni lascio sua carriera, sino alla cattedra di Di` di Roma. ritto comune nell’Universita Nel 1924 aderı` al fascismo e fu eletto deputato e dal 1935 al 1939 fu ministro di Grazia e Giustizia, quindi senatore del Regno. Il ‘‘passaggio’’ di S. in Sardegna, con il quasi contemporaneo insegnamento di Enrico Besta a Sassari, segna un momento fondamentale per il progresso degli studi sul Medioevo sardo, di cui vengono indagati non soltanto gli istituti giuridici ma – soprattutto nell’opera di S. – anche aspetti originali della vita economica e sociale. Raccogliendo i suoi scritti sulla Sardegna – ha osservato di recente Gian Giacomo Ortu – S. «mostrava quasi il puntiglio di segnalare la sua impostazione diversa da quella del Be` piu ` attenta alle linee di consta: e cioe ` tra l’eta ` romana e l’eta ` giuditinuita ` sensibile a cale e allo stesso tempo piu cogliere negli istituti pubblici sardi, ` latina, il entro la dominante eredita ` antichi elefermento mai spento di piu menti ‘‘nativi’’ e ‘‘indigeni’’». Tra i suoi numerosi scritti che riguardano la Sardegna, tre articoli Guglielmo di Cagliari e l’Arborea, Per la storia di Arborea nella ` del sec. XIII, Osservazioni prima meta storiche sull’origine dei giudicati sardi, tutti in ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, III, 1903; Diploma arborense a

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Solomura favore del monastero di Bonarcado del 1230, nuovamente pubblicato, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Cagliari pisana, 1904; Ademprivia. Studi ` fondiaria in Sardegna, sulla proprieta ‘‘Archivio Giuridico’’ Serafini, 1904; Abolizione del servaggio in Sardegna nel sec. XIV, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Sul periodo della legislazione pisana in Sardegna, ‘‘Bollettino dell’Istituto storico italiano’’, 25, 1904; La costituzione sociale e la pro` fondiaria in Sardegna avanti e prieta durante la dominazione pisana, ‘‘Archivio storico italiano’’, XXXIV, 1904; Sulle origini dei giudicati sardi nel medio evo, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Carte volgari dell’Archivio arcivescovile di Cagliari, Testi Campidanesi dei secoli XI-XIII, ‘‘Archivio storico italiano’’, XXXV e XXXVI, 1905; La Sardegna e gli studi storici, ‘‘Archivio storico sardo’’, I, 1905; due saggi, Sulla Carta de Logu cagliaritana, e Di alcune riforme sociali nella legislazione e nell’antico diritto sardo, entrambi in Studi in onore di Carlo Fadda, 1905; Sulla origine e sulla natura del feudo in Sardegna, ‘‘Rivista italiana di Sociologia’’, X, 1, 1906; due articoli, L.A. Muratori e la storia sarda, ` antico documento consolare e Sul piu pisano scritto in lingua sarda, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, II, 1906; Titolo regale di Enzo, in Miscellanea tassoniana, 1908; quattro articoli, Sulla storia della Sardegna nel Medioevo, Nuovo documento per la storia di Guglielmo di Cagliari e dell’Arborea, Il sigillo di re Enzo, e Una pagina di storia sassarese, tutti e quattro in ‘‘Archivio storico sardo’’, IV, 1908; Nuovi documenti per la storia della conquista aragonese, e Frate Gomita, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, V, 1909; Costituzione del primo parlamento sardo del 1355, ‘‘Archivio storico sardo’’, VI, 1910; Un falso

documento relativo al ‘‘Consolato del mare’’, ‘‘Archivio storico sardo’’, VII, 1911; Lettera volgare del 1230 nella raccolta Baille, ‘‘Archivio storico sardo’’, VIII, 1912; Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, 1917; Nel secondo centenario dell’unione della Sardegna al Piemonte, ‘‘Rivista d’Italia’’, III, 1, 1920; Primo risveglio del popolo sardo, ‘‘Rivista sarda’’, V, 1, 1923; Rifiorimento della Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, I, 1, 1927; Il condaghe di San Nicola di Trullas e di Santa Maria di Bonarcado (con Enrico Besta), 1937; Il diritto in Sardegna, in Atti delle celebrazioni sarde 1937, 1938; Il diritto in Sardegna dai tempi antichi ai giorni nostri, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXI, 1-2, 1938-39; L’iscrizione greca di Porto Torres del VII sec., ‘‘Archivio storico sardo’’, XXI, 3-4, 1939.

Solomura Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Venuto meno il giudicato, nella divisione del 1258 fece parte dei territori assegnati ai Capraia; alla ` nelle mani del loro estinzione passo giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ma si ` completamente entro la fine spopolo del secolo XIII.

Solsona Climent, Francesca Storica, ` archivista (Barcellona, prima meta sec. XX-?). Dopo aver lavorato presso il Registro general de la Propriedad in` stata professore telectual di Madrid, e ` di Barcellona. Nel presso l’Universita 1957 ha preso parte al VI Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltosi a Cagliari. Ha scritto sulla Sardegna, Felip IV d’Espanya i l’impressor de Sassari, in Studi in onore di Francesco ´n Loddo Canepa, I, 1959; Una provisio ´ ticas de Juan de Pedro IV y tres pragma II sobre Cerden ˜ a en una crida de don Alvaro de Madrigal 1562, ‘‘Anuario de

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Sondaar Estudios medioevales’’, I, 1961; Rela´nes de la Corona de Arago ´n con la cio isla de Cerden ˜ a durante el ultimo tercio del siglo XIV, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962.

Soltenissa Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria di Posada. Era situato nelle campagne di Budoni. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti fu amministrato direttamente da Pisa. Dopo la conqui` a far parte del Resta aragonese entro gnum Sardiniae e fu incluso nel feudo concesso a Berengario Vilademany. I suoi abitanti si ribellarono al feudatario e il villaggio subı` gravi danni. Nel 1335 fu incluso nel feudo che con pazienza Pietro de So andava formando; a partire dal 1347 fu teatro delle guerre che si susseguirono, e dopo il 1366 fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Sommaruga, Angelo Editore (Milano ` legato alla 1857-ivi 1941). Il suo nome e ´ , giunto giovanissimo Sardegna perche nell’isola per lavorare come contabile ` mineraria dell’Iglein una societa ` a Cagliari, nel 1876, la risiente, fondo vista letteraria e mondana ‘‘La Farfalla’’ (=) che poi, ritornando nella penisola, trasferı` a Milano, dove avrebbe avuto vita sino al 1883. In seguito fu editore di molte altre riviste e anche di ` con maggiore intenlibri, e continuo ` trasferendo le sue iniziative a sita Roma, dove fu in contatto e collaborazione con i maggiori scrittori del tempo, da Panzacchi a D’Annunzio, da Matilde Serao a Luigi Capuana, da Carducci a De Amicis. La sua prima rivista sardo-lombarda rimane importante ´ coinvolge numeper un verso perche rosi collaboratori isolani (Ottone Bacaredda, Felice Uda e altri), per l’altro

´ da ` il via a quel rinnovamento perche che S. seppe introdurre nel mondo dell’editoria italiana, fondato sull’impe` nugno a coinvolgere un pubblico piu meroso, e quindi popolare, con la pro` ‘‘leggeri’’. posizione di argomenti piu Sulla scorta di queste sue prime esperienze giovanili, ha scritto Adriana Chemello, non chiuse le sue riviste del periodo romano «nell’ambito esclusivamente letterario», ma le fece «spaziare nell’extra-letterario, riuscendo ` vasti ad agganciare strati sempre piu di lettori».

Sonaglini maggiori Pianta della famiglia delle Graminacee (Briza maxima L.); erba annuale cespitosa, ha fusti sottili ed eretti; le foglie sono larghe e ` una pannoclineari; l’infiorescenza e chia pendente con fiori formati da caratteristiche parti sovrapposte, che battendo le une sulle altre producono un suono simile a quello dei sonagli; somigliano nella forma anche alla parte della coda che il serpente a sonagli scuote per produrre il suo tipico rumore. Cresce diffusamente nei prati e negli incolti e viene raccolta e usata nelle composizioni di fiori secchi. Nomi sardi: alba funaiola, campaneddas. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Sondaar, Paul Y. Antropologo (n. Olanda, sec. XX). A partire dal 1984 ha lavorato sul Paleolitico in Sardegna e tra il 1987 e il 1993 agli scavi della Grotta Corbeddu di Oliena. Ne ha scritto in diverse sedi, First report on a Paleolithic Culture in Sardinia, in The Deya conference of Prehistory (con Mario Sanges, T. Kotsakis e D. Esu), ‘‘British Archaeological Reports International Series’’, 229, 1984; The pleistocene deer hunter of Sardinia (con M. Sanges), ‘‘Geobios’’, XIX, 1, 1986; Human fossil from the endemic island fauna of Sardinia (con C.F. Spoor), ‘‘Journal of Human Evolution’’, 25,

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Sondro 1986; Pleistocen man and extintion of ´ moires de la Soisland endemics, ‘‘Me ´te ´ de France’’, n.s., 150, 1987; Indicacie tion of Pleistocene Man in Sardinia, ‘‘Nucleare Instruments and Methods in Physics Research’’, B. 29, 1987; The first paleolitic human fossil from Sardinia (con C.F. Spoor), in Bones: tresaures of Human Experience in time and space, I, 1987; Grotta Corbeddu, in Libro guida delle escursioni. Congresso internazionale ‘‘I primi uomini in ambiente insulare’’, 1988; Man and the pleistocene endemic fauna of Sardinia (con C.F. Spoor), in Hominidae. Proceedings of the Second International Congress of Human Paleontology, Torino 1987, 1989; Dating of the upper Pleistocene lithic industry of Sardinia, ‘‘Radiocarbon’’, 31, 3, 1989; Oliena. Grotta Corbeddu, giacimenti del Paleolitico superiore, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 1-2, 1990; La fine del Pleistocene nella grotta di Corbeddu Sardegna. Fossili umani, aspetti paleontologici e cultura materiale, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLI, 1-2, 1990; L’homme pleistoce`ne en Sardaigne (con F. Martini, A. Ulzega e G. Klein Hofmeyer), ‘‘Anthropologie’’, 95, 1991; Pleistocene humans in the island environment of Sardinia (con G. Klein Hofmeyer), in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint on the Sea, 1992; The upper Paleolithic taphonomy in Corbeddu Cave (Oliena) (con G. Klein Hofmeyer), in Paleosuperfici del Pleistocene e del primo Olocene in Italia, 1993; Oliena, grotta Corbeddu e grotta Sa Conca e Sos Troccos-Golfo Aranci Capo Figari, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 10, 1993; Oliena, grotta Corbeddu, campagna 1991, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 13-15, 1995; Il popolamento della Sardegna nel tardo Pleistocene: nuova acquisizione di un resto fossile umano dalla grotta Corbeddu, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLV,

1995; The human colonisation of Sardinia: late pleistocene human fossil from Corbeddu Cave, ‘‘Comptes Rendues de ´ mie des Sciences de Paris’’, l’Acade 320, II, 2, 1995; Human fossils from Pleistocene Sardinia, in The workshops and the posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Oliena. Grotta Corbeddu, campagna di scavi 1992-93 (con M. Sanges), ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 19-21, 1996.

Sondro = Lentisco Sonis, Francesco Insegnante, scrittore (n. Uras 1949). Dopo aver conse` dedicato all’inseguito la laurea si e gnamento nelle scuole secondarie e ha condotto interessanti ricerche nel campo della didattica della storia e del territorio. Delicato poeta ed elegante scrittore, ha esordito con una raccolta di versi nel 1976. A questa hanno fatto seguito alcune altre, per le quali ha ottenuto riconoscimenti; ha anche collaborato a prestigiosi periodici, tra cui ‘‘La Grotta della Vipera’’. Tra i suoi scritti: Diritto di vivere, 1976; Parole e silenzi, 1980; Infanzia e altre stagioni, versi, 1984; Uras. Un paese del Campidano tra il XIX e il XX secolo, 1994; Scaglie di Ossidiana, 1995; Mogoro: due secoli di vita municipale, 1998; Alla ricerca della nostra storia. La scuola scopre la storia del proprio territorio, 2000.

Sopraes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Sols. Dopo la fine del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo la famiglia procedette a ` ai diun’ulteriore divisione e S. tocco scendenti del conte Gherardo. Dopo la conquista aragonese essi giurarono fe` alla Corona d’Aragona e il villagdelta ` a far parte del Regnum Sardigio entro

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Sorbo montano niae. I Della Gherardesca riuscirono a conservarne il possesso, ma non ad arrestarne lo spopolamento progressivo, che in pochi decenni lo fece scomparire.

Sorabile Stazione romana collocata lungo la strada che attraversava la Sardegna centrale, denominata nell’Itinerario Antoniniano Alio itinere ab Ulbia Carales, tra Caput Thyrsi e Biora. Il sito ` stato individuato in localita ` antico e ` vile (o Soro `bile), 2 km a nord del Soro moderno abitato di Fonni. In quest’area scavi condotti tra il 1879 e il 1881 hanno messo in luce una struttura quadrangolare, lunga 56 m circa e larga 46 m circa, costituita da una decina di vani, quattro dei quali disposti a differente livello e raggiungibili da una scala, quadrati o rettangolari, disposti lungo i lati di un cortile centrale di 26 x 30 m circa. Alcuni vani sono pavimentati in tassellato verde con una cornice di tessere bianche; altri ambienti presentano pavimenti realizzati in battuto di argilla o a mattoni. Sul lato settentrionale sono stati individuati ambienti termali; uno di essi, a pianta semicircolare, conserva ancora la copertura. Nell’area del complesso edilizio sono stati rinvenuti, insieme a reperti ceramici, frammenti di marmo e di vetro. La tecnica laterizia (una sorta di opus incertum intonacato) e i bolli rinvenuti sui laterizi fanno ipotizzare che la fondazione di S. sia avvenuta, con ` , nel corso del secolo ogni probabilita II. Tra gli studiosi prevale l’interpretazione militare del centro, fondato in pieno territorio delle civitates Barbariae presso il limes dei populi Celes(itani) e Cusin(itani) attestati dal cippo terminale rinvenuto a Turunele, in agro di Fonni. Agli ultimi decenni del secolo II deve essere ricondotta la dedica, scoperta in un rione di Fonni ma proveniente da Sorabile, a [Di]ana e Sil-

vanus del [n]emus Sorabensis posta dal governatore della Sardegna Caius Vlpius Severus. Nelle vicinanze sono ` romana: noti altri rinvenimenti di eta ` Masilo ` sono state ritrovate in localita monete repubblicane e imperiali; in ` Norguiddo una fibula decorata localita con due animali fantastici affrontati; nell’area del nuraghe Dronoro il diploma militare concesso tra il 213 e il 217 a un marinaio sardo della classis Ravennatis rientrato nel suo luogo di origine all’atto del congedo. [FABRIZIO DELUSSU]

Sorasa Sanchez, Esteban Storico (n. Spagna, sec. XX). Nel 1991 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso della storia della Corona d’Aragona svoltosi ad Alghero, in cui ha presentato una comunicazione sulle Repercusiones po´n de la litico-sociales en el reino de Arago politica de intervencion de la Corona en Cerden ˜ a (siglo XIV), ora anche in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1996.

Sorbo montano Pianta arborea caducifoglia, alta fino a 12 m, della famiglia delle Rosacee (Sorbus aria (L.) Crantz). Ampiamente diffusa nei boschi e nei luoghi rocciosi. Ha foglie semplici, alterne, picciolate, spesso coriacee, di forma da ellittica a ovata con apice acuto e margini irregolarmente se` di coghettati; la pagina superiore e lore verde scuro, quella inferiore argentata per la presenza di una fitta peluria. I fiori compaiono in maggio-giugno, sono ermafroditi, hanno petali bianchi e sono raccolti in infiorescenze a corimbo. I frutti sono pomi ovoidali pronti a fine estate, rossoaranciati quando maturi e commesti` una specie distribuita in tutta bili. E Europa, vive nei boschi collinari e montani, nelle radure, fino a 1600 m di altitudine, nella regione mediterranea ` diffusa prevalentemente in area e

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Sorcinelli montana. Predilige substrati calcarei, ` ; pianta ma ha notevole adattabilita ` e basse tempeeliofila, tollera aridita ` conosciuta come rature. In Sardegna e lazzarolu ’e monte. (Per Sorbus torminalis = Ciavardello). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Sorbo montano – Come dice il suo nome, `e un albero diffuso soprattutto nelle zone montane.

Sorcinelli, Ferruccio Magistrato, imprenditore, editore (Arezzo 1872-Cagliari 1925). Dopo la laurea in Legge ` in magistratura. Trasferitosi in entro ` la carriera Sardegna, nel 1901 lascio giudiziaria per assumere l’incarico di direttore della Banca d’Italia di Sas` la Societa ` bancasari. Nel 1904 fondo ` a occuparsi di ria sarda; nel 1913 inizio miniere, acquistando alcune cointeressenze nel comprensorio del Sulcis` la proIglesiente. Nel 1920 acquisto ` del quotidiano cagliaritano prieta ‘‘L’Unione sarda’’, dando un forte impulso al giornale e avviando dalle sue colonne un aspro confronto con il Partito Sardo d’Azione e soprattutto contro il suo leader carismatico, Emilio

Lussu (fu lui a coniare l’epiteto di ‘‘Rossomori’’ nei confronti dei sardisti: di qui il titolo della bella biografia di Lussu scritta da Giuseppe Fiori, Il cavaliere dei Rossomori, 1985). Ben presto aderı` al fascismo e fu l’attivo ispiratore dell’ala oltranzista, fiancheggiando gli episodi squadristici nell’Iglesiente. In aperto contrasto con il generale Asclepia Gandolfo, mandato da Mussolini in Sardegna per portare nel PNF i dirigenti sardisti di comune radice combattentistica, fu contrario alla ‘‘fusione’’ e per questo fu sospeso dal partito e osteggiato: allo stesso quotidiano furono vietate le pubblicazioni, sia pure solo nel breve periodo ‘‘caldo’’ della fusione. Morı` prematuramente a Cagliari nel 1925. Tra i molti articoli polemici, Sempre per lo sciopero minerario, ‘‘L’Unione sarda’’, 1919; Agli amici del Sulcis, ‘‘L’Unione sarda’’, 1920; Quelli del ‘‘Solco’’ tentano di superare l’abisso morale che li separa da noi!, ‘‘L’Unione sarda’’, 24 ottobre 1920; Contro la democrazia per il fascismo, 1922; Fascismo pacificatore, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922; Cominciamo a vederci chiaro: a proposito dei pretesi accordi tra fascisti e Partito Sardo d’Azione, ‘‘L’Unione sarda’’, 7 febbraio 1923; Commentando Mussolini, ‘‘L’Unione sarda’’, 1923; Contro la democrazia per il fascismo. Discorsi e scritti vari 19201923, 1923; Gli uomini di governo sardi e la Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1924.

Sorda, Sara Archeologa (n. Torremag` dedigiore 1933). Dopo la laurea si e cata all’insegnamento universitario. ` diventata professore assoNel 1980 e ciato di Numismatica; attualmente la` della Tuscia. vora presso l’Universita Tra i suoi scritti, riguardano la Sardegna il Catalogo delle monete rinvenute nel 1964, in Monte Sirai I. Rapporto preliminare della missione archeologica ` di Roma e della Soprindell’Universita

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Sorgia ` di Cagliari, tendenza alle Antichita ‘‘Studi semitici’’, 20, 1966.

Sordella Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Probabilmente sorgeva nelle campagne di Chiaramonti. Fin ` nelle dagli inizi del secolo XII passo mani dei Doria per matrimonio. Essi, estinta la famiglia giudicale, lo compresero nel loro piccolo stato, ma il vil` spopolandosi rapidamente laggio ando e prima della conquista aragonese era deserto.

Sorell, Guglielmo Uomo d’armi (Cata` sec. XIII-ivi, logna, seconda meta ` sec. XIV). Prese parte alla prima meta spedizione dell’infante Alfonso, comportandosi con straordinario valore. Cessate le operazioni, ebbe come ricompensa il feudo di Corongiu nella curatoria di Dolia e quelli di Pirri, Cepolla e San Vetrano nel Campidano di ` , li Cagliari. Tra il 1328 e il 1331, pero rivendette a Raimondo Desvall e la` la Sardegna. scio

Sorgia, Giancarlo Storico (Cagliari 1925-ivi 1994). Laureatosi in Materie letterarie al Magistero di Cagliari nel 1954, divenne funzionario dell’amministrazione comunale di Cagliari. Poco dopo intraprese la carriera universitaria; allievo di Alberto Boscolo, conseguita nel 1965 la libera docenza in Storia moderna percorse la carriera accademica fino a diventare professore ordinario della materia presso ` di Cagliari. Nel corso degli l’Universita anni ricoprı` numerosi incarichi; fu direttore dell’Istituto di Storia moderna `; e dal 1982 prorettore dell’Universita diresse la Scuola di specializzazione ` a lungo; in Studi sardi, dove insegno fece parte della delegazione italiana presso l’UNESCO e della Deputazione di Storia patria della Sardegna; fu presidente del gruppo di ricerca storica

interuniversitaria per lo studio delle ` mediterranee; presidente delattivita l’IRRSAE (Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi) Sardegna; responsabile del centro scientifico dell’ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo). Ricercatore di ` , ha lasciato numerosi grandi qualita ` sarda e saggi sui rapporti tra la realta quella mediterranea tra il Cinque e Seicento. Tra i suoi scritti: Note sul Tribunale dell’Inquisizione in Sardegna dal 1492 al 1593, ‘‘Studi sardi’’, XIIXIII, 1955; Una nota sulle fazioni corse dell’epoca di Alfonso il Magnanimo, ‘‘Cagliari economica’’, 1955; Mire francesi sulla Sardegna nel 1638, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Monete ed economia monetaria in Sardegna al tempo di Alfonso il Magnanimo, ‘‘Cagliari economica’’, 1958; Monete circolanti in Sardegna al tempo di Alfonso il Magnanimo, in Atti del VI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1959; I sigilli dei minori osservanti in Sardegna nei secoli XVII e XVIII, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa, I, 1959; Brevi note su Cagliari attraverso gli atti di alcuni parlamentari sardi, in ` di Cagliari, 1960; Studi sull’InquiCitta sizione in Sardegna, 1961; Pietro de Hoyo e l’Inquisizione in Sardegna alla fine del XVI secolo, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVII, 1961; Un sarcofago medioevale a Quartu Sant’Elena, ‘‘Cagliari economica’’, 1961; I Visconti di Milano, l’Aragona e la Sardegna nel secolo XIV attraverso la lettura dello Zurita, in Atti del VII Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1962; Una famiglia di ebrei in Sardegna: i Carcassona, ‘‘Studi sardi’’, XVII, 1962; Studi di Storia aragonese e spagnola, 1962; Il Parlamento del vicere´ Fernandez de Heredia 155354, 1963; Sui familiari dell’Inquisizione in Sardegna, in Studi storici e giuridici

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Sorgia in onore di Antonio Era, 1963; La politica nordafricana di Carlo V, 1963; Due lettere inedite sulle condizioni del clero e ` dei fedeli in Sardegna nella prima meta del secolo XVI, ‘‘Archivio storico ` e istitusardo’’, XXIX, 1-2, 1964; Societa zioni nella Sardegna sabauda, in Breve storia della Sardegna (a cura di A. Boscolo), 1965; El consejo municipal de Ca´gliari y la reforma de Fernando el Cato lico en 1500, ‘‘Revista del Istituto de Ciencias sociales’’, 7, 1966; Progetti di una flotta sardo-genovese nel Seicento, ‘‘Miscellanea di Storia ligure’’, IV, ´dite (1140) de Ber1966; Une lettre ine ` Pierre, nard, prieur de San Saturno, a ´ de Saint Victor, ‘‘Provence historiabbe que’’, 65, 1966; Il periodo spagnolo, in La ` in Sardegna nei secoli (a cura di societa A. Boscolo), 1967; Sardenya i Corsega ` fins a Alfons el Madesde la infeudacio gnanim, 1968; Note sui provvedimenti a favore dell’agricoltura sarda nella se` del secolo XVI, in Medioevo conda meta ` Moderna. Saggi in onore di A. Boe Eta ` in scolo, 1972; Banditismo e criminalita ` dell’OttoSardegna nella seconda meta cento, 1973; Spagna e problemi mediter` Moderna, 1973; I vescovi ranei nell’Eta della diocesi di Ales 1503-1866, in Diocesi di Ales-Usellus-Terralba, 1975; Un insediamento medioevale sardo: San Pietro in Paradiso, in Atti del Colloquio internazionale di Archeologia medioevale, 1976; Contadini e pastori nella Sardegna feudale, ‘‘Sa Repubblica sarda’’, ` in Sardegna, ‘‘Sa 1977; La criminalita Repubblica sarda’’, 1977; Il periodo aragonese-spagnolo, in Iglesias. Storia ` , 1978; Baronie e encontrade due societa rante la dominazione spagnola (secoli XVI-XVII), in Atlante della Sardegna (a cura di A. Terrosu Asole e R. Pracchi), II, 1980; Cagliari. Sei secoli di amministrazione cittadina (con Giovanni Todde), 1981; L’ingiusta fama dell’isola pestilente, ‘‘La Grotta della Vipera’’, VI,

19-20, 1981; Bosa al Parlamento sardo del 1421, in Il castello di Bosa, 1981; I Parlamenti, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Stato attuale della ricerca sulla Sardegna spagnola, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; La Sardegna spagnola, 1982; L’Inquisizione a Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1983; Per capire chi siamo, ‘‘Esse come Sardegna’’, I, 1, 1983; Santu Perdu Paradisu in s’epoca medioevali, ‘‘Sardigna antiga’’, 1, 1983; Di alcune prammatiche inedite di Filippo II per il rilancio dell’agricoltura in Sardegna, in Studi in onore di Gino Barbieri, III, 1983; Genova, Sardegna e Spagna nel Cinquecento, in Atti del Convegno internazionale di Studi storici sui rapporti tra Genova, Mediterraneo, ` Moderna, Genova Atlantico nell’Eta 1983, 1985; Con gli spagnoli i primi tentativi di una agricoltura razionale, in Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di A. Terrosu Asole), 1984; L’Ogliastra e i ` Mosuoi problemi tra Medioevo e Eta derna, ‘‘Studi ogliastrini’’, III, 1984; Le vicende moderne, in Provincia di Ca` , 1984; Le citta ` gliari. Ambiente e civilta regie, in I Catalani in Sardegna (a cura di Jordi Carbonell e Francesco Manconi), 1984; Venturino Castaldi e Aurelio Espis, voci in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, III, 1984; La ` sarda e le strutture socio-sanitarealta rie nei secoli XVI e XVII, in Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Segnali di attenzione dei Sardi verso forme aggreganti di natura economico-politica europee nell’Ottocento, in Scuola e cultura nella formazione del cittadino europeo, ` Mo1984; Il Goceano tra Medioevo e Eta derna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XI, 1985; Anche la Spagna apre qualche piccolo varco, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di A. Terrosu Asole),

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Sorgono 1985; Il cammino della ricostruzione: profilo storico, in Cagliari tra memoria ` di Sassari e anticipazione, 1985; La citta nei parlamenti, in Studi storici in onore di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico ` sardo’’, XXXV, 1986; Le miniere nell’Eta spagnola, in Le miniere e i minatori in Sardegna (a cura di F. Manconi), 1986; Lo Studio generale cagliaritano. Storia ` , 1986; La storia, in di una Universita Dentro Castello, 1986; Frati Minori con` di Cagliari, ‘‘Biventuali all’Universita blioteca francescana sarda’’, I, 1, 1987; Sull’anatema del 1707 del vescovo di ` di Lettere Bosa, ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, e Filosofia dell’Universita n.s., VIII, 1988; Un’attenzione primaria verso la storia, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1988; La Sardegna spagnola: aspetti culturali e religiosi, in Un paese alla ricerca della sua storia. Fra Tommaso da Ardauli (1655-1720) e la Sardegna del suo tempo, ‘‘Quaderni oristanesi’’, 19-20, 1989; Dal momento spagnolo alla presenza sabauda, in Meana. Radici e tradizioni, 1989; Il mondo di Grazia Deledda: verso una rilettura in chiave storica, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; I Domenicani a Sassari, ‘‘Domenicani’’, XXIII, 1989; I Domenicani a Cagliari, ‘‘Domenicani’’, XXIV, 1990; Rapporti tra Sar` storica tra degna e Corsica nella realta ` Moderna, ‘‘CooperaMedioevo ed Eta zione Mediterranea ISPROM’’, 3, 1990; Il territorio in epoca regnicola spagnola, in La provincia di Oristano. L’orma della ` cagliaritana storia, I, 1990; L’Universita nell’Ottocento. L’Ateneo del capoluogo aperto solo ai ricchi, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; Un suggestivo rito che si fa risalire al periodo bizantino. Il rito della benedizione delle case, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; Le chiese cagliaritane del Medioevo. Santa Maria di Porto Gruttis, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; L’Inquisizione in Sardegna, 1991; Un ordine religioso col compito essenziale di

riscattare gli schiavi. Quando i musulmani facevano schiavi i sardi, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1991; Un matrimonio della Cagliari del Milleottocento. Il matrimonio di Francesco Austria Este, ` ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1991; Le citta ` sarda in Eta ` sparegie, in La societa gnola (a cura di F. Manconi), I, 1992; L’amministrazione civica cagliaritana attraverso i secoli, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1992; Un sacerdote ha onorato la cultura isolana del ’700 e dell’800. Giovanni Maria Dettori, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1992; Sui moti in Sardegna del 1906. Nuovi documenti, in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Medioevo e ` Moderna. Studi storici in memoria Eta di Alberto Boscolo, I, 1993; Il territorio di ` spagnola, in Siniscola Siniscola in Eta dalle origini ai nostri giorni, 1994; La ` religiosa sarda nella seconda realta ` del Cinquecento e l’attuazione meta delle norme tridentine, ‘‘Studi sardi’’, XXX, 1996.

Sorgono Comune della provincia di ` monNuoro, sede della XII Comunita tana, con 1937 abitanti (al 2004), posto a 688 m sul livello del mare sul versante occidentale del Gennargentu. Regione storica: Mandrolisai. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 56,19 km2 e confina a nord con Austis e Tiana, a est con Tonara, a sud con Atzara e a ovest con Samugheo e Ortueri. Si tratta di un territorio mon` di una punta oltre i 1000 tuoso, con piu m di altitudine (Serra Su Lampu 1039; Genna Grecu 1094), nel quale tuttavia si aprono parti collinari che si prestano all’agricoltura. I corsi d’acqua che scorrono nel territorio di S. fanno parte del bacino imbrifero del Tirso. Il ` attraversato dalla tortuosa stapaese e tale 128 Centrale sarda, dalla quale si distacca verso nord una deviazione

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Sorgono ` anche capoche conduce ad Austis. S. e linea settentrionale della ferrovia a scartamento ridotto proveniente da Mandas, oggi utilizzata soprattutto per usi turistici. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze preistoriche prevalente` nuragica, ma il paese atmente di eta tuale ha origini romane. Nel Medioevo apparteneva al giudicato di Arborea ed era compreso nella curatoria del Mandrolisai della quale era il capoluogo. Dopo la caduta del giudicato nel 1410 ` a far parte dei territori concessi entro in feudo a Giovanni Deana, suocero del marchese d’Oristano. Estinti i Deana, S. venne in possesso di Leonardo Cu` al suo secondogenito bello che lo lascio Salvatore che nel 1463 lo unı` al marchesato. Nel 1470 fu ereditato da Leonardo Alagon e, dopo l’infelice avventura di quest’ultimo, dal 1479 prese a essere amministrato direttamente da funzionari reali. Nel 1507 S., unitamente a tutti gli altri villaggi del Mandrolisai, ottenne il privilegio di essere amministrato da un official scelto annualmente tra le persone native del luogo. Nei secoli successivi il privilegio fu rispettato fino a che la Sardegna ` agli Asburgo. Allora infatti, nel passo 1716, quando la riscossione delle rendite civili del Mandrolisai fu infeudata ai Valentino (=), S. fu assoggettato al vincolo feudale e inutilmente i suoi abitanti tentarono di liberarsene. Nel 1807 divenne capoluogo di una delle province che, in seguito, furono soppresse. Nel 1821 il villaggio fu eretto a capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Oristano, nel 1838 si ` dalla sua dipendenza feudale. libero Dal 1848 fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 della omonima provincia ricostituita. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimo-

nianza nell’ambito del Dizionario del Casolis, di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 1584, divise in famiglie 369 e in case 353. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 808, in scapoli 502, ammogliati 262, vedovi 22; il totale delle femmine 776, in zitelle 429, maritate 262, vedove 85. I numeri del movimento della popolazione sono, nascite 65, morti 30, matrimoni 18. Sono applicate all’agricoltura circa 330 persone, alla pastorizia 240, a’ mestieri diversi 25, quanti sono complessivamente i muratori, falegnami, ferrai, sarti, scarpari, non contati i pizzicagnoli che saranno circa altri 30. Le donne lavorano a filare e a tessere tele di lino e di canape per il bisogno delle rispettive famiglie, e pannilani de’ quali smerciano quanto sopravanza al proprio bisogno, con la scorza dell’ontano tingono la lana in nero, con la radice dell’oricella in rosso. La scuola ` 30 fanciulli in circa, primaria contera ` frequentata da quei soli che dema e vono intraprendere la carriera degli studi nel ginnasio di Oristano o altrove. ` mal conoAgricoltura. L’arte agraria e ` non e ` tanto fruttuosa sciuta, eppero quanto potrebbe essere. Vi sono terreni idonei a tutte le diverse colture, ma queste spesso non si sanno accomodare alla natura del suolo. Siccome l’orzo rende assai meglio che il fru` che si semina ` la quantita mento, pero ` del ` superiore alla quantita di questo e primo. Pretendesi da’ sorgonesi che l’orzo prodotto da’ loro solchi sia di ` superiore all’orzo di qualunqualita que altra parte dell’isola. Si suol seminare starelli di grano 900, d’orzo 1200, di fave e legumi 250. La fruttificazione comune del grano si computa del 7, quelle dell’orzo del 14, quelle delle fave e legumi dell’8. Si semina pure

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Sorgono men di lino, che di canape. Di questa seconda specie si raccolgono annualmente 50 quintali in circa. Pastorizia. In tanta estensione di territorio incolto e abbondando i pascoli per le diverse specie di bestiame i sorgonesi hanno sempre coltivato questo ramo ed edu` di capi, onde cato una gran quantita trassero molto lucro. Il numero attuale ` di vacche 1050, di capre 3500, de’ capi e di pecore 16 000, di porci 2500, di ca` nella stessa valle 120. L’arte pastorale e ` che fu ne’ tempi primitivi, e semplicita ` ancora presso i popoli poco qual e colti». Quando nel 1927 fu istituita la ` a farne provincia di Nuoro S. entro parte.

Sorgono – Veduta del centro abitato. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura (dispone di una Cantina sociale) e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in quelli della lavorazione del legno, ` didella metallurgia e dell’edilizia. E scretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale, che viene utilizzata anche dagli abitanti dei paesi vicini. Vi operano tre alberghi con 74 posti letto, un’azienda agrituristica con 8 posti letto e un ristorante.

Artigianato. Di antica tradizione l’intaglio del legno e la produzione di ma` colnufatti in ferro battuto. Servizi. S. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, ospedale, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo scientifico, Istituto professionale), sportello bancario. Ha in funzione una Biblioteca ` aperto un corso univercomunale ed e sitario per la laurea in Informatica. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2002 unita di cui stranieri 1; maschi 984; femmine 1018; famiglie 752. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 28 e nati 14; cancellati dall’anagrafe 52 e nuovi iscritti 44. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 996 in migliaia di lire; versamenti ICI 613; aziende agricole 208; imprese commerciali 10; esercizi pubblici 10; esercizi al dettaglio 54; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 629; disoccupati 46; inoccupati 135; laureati 37; diplomati 245; con licenza media 202; con licenza elementare 609; analfabeti 47; automezzi circolanti 707; abbonamenti TV 582. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche che docu` della presenza mentano la continuita dell’uomo. Al periodo prenuragico appartengono numerosi dolmen e menhir; vi si trovano le domus de janas di Perda ’e Murta e di Perda Omighedda, scavate nella roccia; e i nuraghi Ar` , Calagiola ’e Omine, Bardacolo, Belo maera, Crebos, Creccu, Indighingiu, Masoni Porcus, Molimentu, Rubiu, San Luigi, Sedda ’e Su Pranu, Serra ’e ` , Talei, Tanca Molas, Su Angiu, Talalu Istili, Terriscana, molti dei quali rovi-

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Soriano ` interessante e ` il nati. Tra questi il piu Talei, nuraghe riconducibile alla fase ` antica della civilta ` nuragica: sorge piu a breve distanza dal santuario di San ` essere classificato come Mauro. Puo pseudonuraghe ed ha un singolare impianto a forma rettangolare. Ha due ingressi contrapposti: dal primo si passa in un corridoio dal quale ha inizio una scala che conduceva al terrazzo dell’edificio; dal secondo si entra in un ambiente ovale dalle pareti aggettanti. Di ` anche il villaggio grande importanza e nuragico di Ruinachesos, con i resti di numerose capanne. Da ricordare anche le Tombe di giganti di Funtana Morta, Ispilunca Sedda ’e Su Pranu e le vestigia romane presenti in diverse `. localita & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha un assetto tradizionale, con le case in pietra a ` piani, e si sviluppa in un insieme piu di stradine che confluiscono nella via principale sulla quale prospettano alcuni pretenziosi palazzotti ottocenteschi. A breve distanza si apre una piazza sulla quale si affaccia la chiesa di Santa Maria Assunta, parrocchiale costruita in forme tardogotiche nel secolo XVI. Con successivi interventi fu radicalmente modificata, tanto che ` rimasto solo il delle vecchie forme e campanile. Al proprio interno conserva una tela del Marghinotti (=) e due crocifissi lignei del Cinquecento. Sulla stessa piazza, di fronte alla chiesa sorge la Casa Carta, un palazzetto costruito tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento in forme tardogotiche. Dell’antico assetto rimane una finestra con i tipici elementi decorativi di tipo aragonese. dovuti probabilmente all’opera di scalpellini (picaparders) locali. Nelle campagne intorno al paese sorge la chiesa della Madonna d’Itria, posta sulla collina di

Sa Pala ’e Cresia; costruita agli inizi del Novecento con materiali poveri, ha un impianto a una navata. Di grande importanza infine il santuario di San Mauro. L’edificio sorge a qualche chilometro da S., in uno stupendo scena` detta de Sas rio di boschi nella localita tres biddas (i tre paesi) per la vicinanza ` uno dei anche di Atzara e Ortueri. E ` importanti santuari campestri delpiu l’isola: fu costruito nel secolo XVI su un precedente insediamento di Benedettini risalente al secolo XII. L’edifi` cio ha forme gotico-aragonesi ed e stato rimaneggiato nel corso del secolo ` a una navata con coXVII. L’interno e ` pertura con volta a botte. La facciata e arricchita da un grande rosone grigio ricavato da un unico blocco e circondato da una bella cornice; al di sotto si apre il portale in stile rinascimento. Attorno alla chiesa si sviluppano le caratteristiche muristenes o cumbessı`as, le piccole abitazioni temporanee destinate ai fedeli e a tutti coloro che prendono parte alla festa. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante delle feste popolari e ` piu quella di San Mauro, che si svolge in onore del santo l’ultima domenica di ` la sintesi di maggio. La festa attuale e quella che in passato si svolgeva in tre fasi: la prima in gennaio era dedicata a chi soffriva di dolori reumatici (Santu Mauru de sos dolos); la seconda, il martedı` dopo Pasqua, era la sagra della primavera (Santu Mauru de sos frores); la terza, a fine maggio, era la sagra dei ` pastori ed era dedicata alla prosperita (Santu Mauru erriccu).

Soriano Famiglia cagliaritana di origine aragonese (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XV. Nel 1511 il dottor Gerolamo fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Rebolledo. Egli, unico caso in Sardegna, fu dichiarato nobile

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Soro per infanc¸onia (ossia nobile appartenente alla seconda classe della vecchia ` spagnola, che era divisa in tre nobilta classi: i ricos hombres, gli infac ¸ones e gli hidalgos). La famiglia si estinse nel corso del secolo XVI.

Soriga, Flavio Scrittore (n. Cagliari 1975). Ha studiato giornalismo a Roma e a Madrid, laureando in Scienze politiche. La sua prima opera di narrativa, `, 2000, ha vinto il preDiavoli di Nuraio mio ‘‘Italo Calvino’’ per inediti. Nel 2002 ha pubblicato con Garzanti il suo primo romanzo, un giallo intitolato Neropioggia. Molti suoi racconti e servizi giornalistici sono ospitati ne ‘‘La ` stato Nuova Sardegna’’. Il primo libro e scritto che l’autore non aveva ancora 25 anni. Ma – ha scritto Manlio Brigaglia ripubblicandolo nella ‘‘Biblioteca ` tutt’altro della Nuova Sardegna’’ – «S. e che un naı¨f. Dietro le sue pagine si intravvede la stagione della letteratura on the road statunitense (anche se tutta la road che questi personaggi percor` il piu ` delle volte soltanto quel rono e poco di corriera che occorre per andare e tornare da Cagliari) e anche il ` urbane e country inromanzo di realta sieme, anch’esso di provenienza statunitense».

Soriga, Nicola Pittore e incisore (n. Ca` presso il gliari 1933). Dopo la maturita Liceo artistico Accademia di Belle Arti di Roma, dal 1968 ha vinto numerosi premi. Sue opere sono conservate in diverse chiese della Sardegna (Ca` fatto apprezgliari, Sinnai, Pirri). Si e zare anche come incisore; sue linoleo` drammagrafie, di alta espressivita tica, sono state pubblicate da Remo Branca in Maestri incisori di Sardegna (1973). Ha studio a Cagliari e a Quartu Sant’Elena.

Soro Famiglia cagliaritana di probabile origine genovese (secc. XVIIXVIII). Le sue notizie risalgono al se-

colo XVII. Nel 1630 un Salvatore, no` la signoria della scrivataio, acquisto nia della curia del consolato di Cagliari. Fu suo figlio, il dottor Simone che nel 1669 fu nominato giudice della sala criminale della Reale Udienza e nel 1670 ottenne il cavalierato ereditario. Nel 1688 i suoi figli furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Monteleone e in seguito presero parte anche a quello del Montellano. La famiglia, nel corso del secolo XVIII, decadde e si estinse.

Soro, Antonello Medico, uomo politico (n. Orgosolo 1948). Consigliere regionale, deputato al Parlamento. Laureato in Medicina, esponente di spicco della Democrazia Cristiana nuorese e in seguito del Partito Popolare Italiano e quindi della Margherita. Primario ospedaliero, dopo essere stato eletto consigliere comunale di Nuoro, tra il ` stato sindaco della citta `. 1979 e il 1980 e ` stato eletto consigliere reNel 1984 e gionale per la IX legislatura e successivamente riconfermato per la X. Nell’a` , essendo stato prile del 1994, pero eletto deputato per la XII legislatura ` dimesso da consirepubblicana, si e gliere regionale. Dopo aver aderito al ` diventato segrePartito Popolare, ne e tario regionale: nel corso della legisla` stato vice-capo gruppo alla Catura e ` stato riconfermato mera. In seguito e nel 1996 e nel 2001, continuando a svolgere un ruolo politico di rilievo in sede nazionale. Nella consultazione dell’a` stato rieletto alla Camera prile 2006 e dei deputati nella lista dell’Unione. At` coordinatore dell’esecutualmente e tivo nazionale della Margherita.

Soro, Gavino Studioso di Sacra Scrit` sec. XIX-?). tura (Sassari, prima meta Entrato nell’ordine degli Scolopi, dopo essere stato ordinato sacerdote fu per anni professore di Sacra Scrittura ` di Sassari, di cui fu presso l’Universita

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Soro anche bibliotecario. Tra il 1848 e il 1854 fu eletto provinciale del suo ordine per la Sardegna ma, impegnato nei suoi ` poco studi universitari, si interesso dei problemi pratici che affliggevano l’ordine negli stessi anni. Fu autore di opere di pregio, tra cui un monumentale trattato di Teologia morale, Institutiones Theologiae moralis ad Caralitanae Academiae leges exactae, in quattro volumi, pubblicati tra il 1840 e il 1843, `. che gli diede grande notorieta

` Gesuita, scrittore sacro Soro, Nicolo ` sec. XVIII-?). En(Sassari, prima meta trato nell’ordine dei Gesuiti, dopo essere stato ordinato sacerdote si diede allo studio della Teologia e all’insegnamento, raggiungendo grande noto` . Ha lasciato alcune opere di carieta rattere catechistico, tra cui un dialogo sul catechismo che fu molto apprezzato Cathechismo y breve esposicion de la doctrina cristiana, stampato a Sassari nel 1760.

Soro, Paolo Teologo (Bonorva 1804Sassari 1875). Ordinato sacerdote, si ` in Teologia. Fu parroco di Usini laureo per alcuni anni. In seguito fu nominato professore di Teologia presso l’Univer` di Sassari; fu anche preside della sita ` teologica e rettore dell’UniverFacolta ` . Sensibile ai problemi della sosita ` civile, fu tra i piu ` attivi sostenicieta tori dell’azione del governo; autore di numerosi trattati di teologia, intellet` antuale di molteplici interessi, studio ` la lingua che con grande profondita sarda e i suoi problemi collaborando alla stesura del Dizionario dello Spano.

Soro, Serafino Giornalista (Sarule ` a 1830-Cagliari 1911). Collaboro ‘‘L’Unione sarda’’ tra il 1904 e il 1912, negli anni in cui il quotidiano fu diretto da Raffa Garzia. Tra i suoi scritti: La Sardegna e i feudatari, ‘‘Vita sarda’’, I, 8, 1897; L’inno contro i feudatari di Francesco Mannu, ‘‘Vita sarda’’, III, 20,

18 99; La Sardegna e i suoi figli, ‘‘L’Unione sarda’’, 1902; Per il 6 aprile d e l 1 9 0 2 i n S i n n a i , v e r s i la ti n i, ‘‘L’Unione sarda’’, 1902.

Soro, Vincenzo Insegnante, poeta e critico letterario (Ozieri 1895-ivi 1949). Dopo aver conseguito l’abilitazione ` per molti anni almagistrale, si dedico l’insegnamento. Come letterato esordı` giovanissimo nel 1912 con una raccolta ` di versi; negli anni successivi si dedico agli studi di filosofia mistica, assumendo un atteggiamento di distacco dalle cose del mondo e approfondı` gli ` di Sebastiano studi sulla personalita Satta, di cui fu affezionato, scrupoloso segretario fra il 1910 e il 1930, durante ` che colpı` il poeta la grave infermita nuorese negli ultimi anni della sua vita: a lui sono dedicati articoli e saggi, scritti dopo la sua morte. Negli anni se` a pubblicare diverse guenti continuo ` a scrivere la opere e nel 1926 inizio grande opera in versi Le liturgie di Tan` rimase incompiuta pertalo, che pero ´ negli anni Trenta, accentuando le che ` complesue tendenze mistiche, si isolo tamente dal mondo. Morı` in solitudine. Tra i suoi scritti: Del canto d’Angioy. Canzone seconda, 1911; Nell’alba, liriche, 1912; Note di poesia popolare ozierese, ‘‘Italia’’, 1913; Discorso commemorativo tenuto in Ozieri [su Sebastiano Satta], ‘‘Il Giornale d’Italia’’, 1914; Elogio mistico di Sebastiano Satta, ‘‘Battaglia’’, 1924; Sebastiano Satta. L’uomo, ‘‘Il Nuraghe’’, II, 20-21, 1924; Bibliografia su Sebastiano Satta (con R. Carta Raspi), ‘‘Il Nuraghe’’, II, 22, 1924; La vecchia Sardegna e il suo grande poeta, ‘‘Il popolo italo-americano’’, 1924; Una pagina di storia del giornalismo sardo, ` la prefa‘‘Il Nuraghe’’, III, 24, 1925 [e zione alla ristampa dell’opuscolo Tre banditi intervistati da due pubblicisti di G. Chiesi e S. Satta, 1899]; Pagine del Satta minore, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 26,

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Sorradile 1925; L’autunno, versi, ‘‘Il Nuraghe’’, IV, 47, 1926; Dal libro delle mie devozioni, liriche, 1926; Sebastiano Satta. L’uomo, l’opera, ‘‘Il Nuraghe’’, II, 36-47, 1926-27.

Soro Delitala, Carmine Docente universitario (Sassari, sec. XIX-?, sec. XX). Contribuı` alla preparazione dell’incontro dei parlamentari sardi svoltosi nel 1914 a Castel Sant’Angelo. Tra i suoi scritti: La cremazione dei cadaveri. Studi storici-morali e sociali, 1874; Le opere pie, 1876; Profili di una storia della legislazione di Sardegna, ‘‘Rivista economica della Sardegna’’, I, 4-9, 1878; II, 7-9, 1879; Le condizioni economiche della Sardegna, 1894; Il progetto Giolitti sul soccorso degli esposti ed all’infanzia abbandonata, 1907.

Soro Delitala, Stanislao Giurista (Sassari 1838-Cagliari 1865). Laureatosi in ` alla carriera universiLegge si dedico taria, e giovanissimo fu chiamato a insegnare Diritto commerciale presso ` di Pisa. Purtroppo la l’Universita ` nel fiore degli anni morte lo stronco nel 1865. Ha lasciato numerose opere di valore, tra cui Istituzione dei giurati, 1861; Avarie, 1862.

Soro Pirino, Gavino Avvocato, deputato al Parlamento (Sassari 1830-ivi 1902). Nel 1848, mentre era ancora studente, fu uno dei promotori della cac` di Sasciata dei Gesuiti dall’Universita sari. Conseguita la laurea in Giurispru` la professione di avvodenza, esercito cato imponendosi per le sue grandi `. Contemporaneamente si intequalita ` anche alla politica; di idee reresso pubblicane, seguace e amico di Maz` nel 1851 fondo ` la prima Societa ` zini, gia ` in Sardedi Mutuo Soccorso che opero gna. Negli anni che seguirono fu in corrispondenza con il Mazzini e divenne presto il leader della Sinistra sassarese. Fu eletto consigliere comunale ` e assessore piu ` volte; nel della citta 1880 fu eletto deputato per la XIV legi-

` al mandato per slatura, ma rinuncio non dover prestare il giuramento di ` in serito alla monarchia. Continuo guito nel proprio impegno politico. ` nel 1876 aveva fondato il ‘‘Circolo Gia progressista’’ e unito nella ‘‘Consociazione sassarese’’ dodici associazioni di mutuo soccorso o di istruzione. Nel 1878 fu sindaco per alcuni mesi, ma in ` – dice Enrico Costa – resto ` lui il realta punto di riferimento di numerose giunte successive. Uomo di straordina` morali, quando fu accusato rie qualita di offese al re «e alla reale famiglia» per un articolo pubblicato nel 1883 sul numero unico ‘‘Due giugno’’, tutti gli avvocati di Sassari si costituirono in collegio di difesa. L’evoluzione della ` , porto ` dissensi all’inpolitica, pero ` terno del suo gruppo, i cui leader piu giovani erano nella gran parte avvocati allevati nel suo studio, a cominciare da Filippo Garavetti, che sarebbe stato a cavallo nel nuovo secolo il deputato di Sassari. Cosı` quando, nel 1889, in occasione di una nuova elezione comunale, il vecchio leader propose, insieme al capo dei moderati, l’avvocato Salvatore Manca Leoni, quella che fu chiamata la ‘‘Lista della concordia’’, i suoi giovani ex allievi diedero vita a un’altra lista, intransigente, che stravinse le elezioni. S.P. e Manca Leoni, unici eletti della loro lista, si dimisero e S.P. ` dall’attivita ` politica. Alla famisi ritiro glia giunsero condoglianze da ogni parte (mazziniana) d’Italia.

Sorradile Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 15, con 482 abitanti (al 2004), posto a 337 m sul livello del mare sul versante sinistro della media valle del Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale si compone di una parte intorno al paese e di un’isola amministrativa spo-

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Sorradile stata a nord-est; complessivamente si estende per 28,34 km2, che comprendono anche una parte del lago Omodeo; quella intorno al paese confina a nord con Bidonı`, a est con Nughedu Santa Vittoria, a sud con Ardauli e a ovest con Tadasuni. Si tratta di una pendice montana che ha a oriente alcuni rilievi maggiori (monte Lutzu, 640 m) e si conclude a occidente sulle rive del lago. S. si trova lungo la strada che partendo da Ghilarza attraversa il lago e risale sul versante opposto, toccando questo e alcuni altri paesi del versante sinistro della valle. & STORIA Il territorio e ` ricco di nura` di orighi ma l’attuale centro abitato e gini medioevali: apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria di Parte Barigadu. Caduto il giudicato d’Arborea, S. nel 1413 fu con` cesso in feudo a Pietro Steuyll che pero non riuscı` a entrarne in possesso a causa delle resistenze degli abitanti, che probabilmente erano sobillati dal marchese d’Oristano il quale ambiva a impadronirsi di tutta la curatoria. Nel ` il re fece una nuova conces1417 pero sione a Ludovico Pontons includendo ` esteso, che il Pontons S. in un feudo piu nel 1425 finı` per vendere al marchese. Cosı` S. fu compreso nel marchesato fino a quando nel 1477 esso fu confiscato a Leonardo Alagon (=). Nel 1481 il villaggio fu incluso nel feudo concesso a Gaspare Fabra, i cui eredi nel ` Torresani e 1519 lo vendettero a Nicolo a Carlo Alagon. Nella divisione che i due fecero tra loro nel 1520, S. fu compreso nel Barigadu Susu toccato a Carlo Alagon. Nei secoli successivi il ` a rimanere incluso villaggio continuo nel feudo del Barigadu Susu e dagli ` ai De Gerp, nuovamente Alagon passo agli Alagon del ramo di Villasor e in` fu fine ai De Silva Alagon ai quali pero confiscato nel 1772. Mentre gli abitanti

di S. speravano di essersi liberati definitivamente dal vincolo feudale, il fisco nel 1774 incluse il villaggio in un nuovo feudo, il marchesato di San Vittorio, concesso ad Antonio Todde che morı` nel 1776 lasciando eredi i Pes cui il villaggio fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano e dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 909, distribuite in famiglie 207 e in altrettante case. Quindi distinguevasi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 410, in scapoli 239, ammogliati 171, e il totale delle femmine 499, in zitelle 267, maritate 171, vedove 61. Il movimento della popolazione ha i seguenti numeri, nascite 35, morti 16, matrimoni 16. L’istruzione primaria non ha prodotto un buon effetto sensibile. La scuola suol ` di 12 fanciulli, e in numerare non piu tutto il paese quelli che san leggere e ` di 25. Le donne scrivere non sono piu lavorano il lino e la lana, e sono in atti` non meno di 180 telai. Agricoltura. vita Si hanno nel Sorradilese terre ottime per i vari generi di cultura. I cereali vi prosperano e se fosse il numero delle braccie proporzionato all’ampiezza delle terre che possono produrli si potrebbe mettere in commercio il sestu` di quello che ora si vende. Il plo e piu ` pregiato per la sua qualita `, grano di S. e ` preferito a quello di altre per cui e terre di questo dipartimento. L’ordina` della seminagione e ` di staria quantita relli 100 di grano, 450 d’orzo, 250 di fave, 80 di legumi, 100 di lino. La frutti` del 10, ficazione comune del grano e quella dell’orzo del 14, quella delle fave del 12, quella de’ legumi del 10. Si raccoglie gran copia di lino, del quale molte parti si vendono a’ galluresi e

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Sorradile ` generalmente lodata agli aritzesi, ed e la bianchezza e la finezza. Pastorizia. Essendo molto estese le regioni inculte e molto fertili di pascolo per le diverse specie di bestiame, potrebbesi avere ` doppi magun numero di capi di piu giore di quello che si educa, e se si imparasse finalmente a provvedere la sussistenza de’ medesimi, preparando il fieno raccolto ne’ prati naturali e in ` permesso di fare con l’arte, quelli che e ` produttivi, si avrebbero gli animali piu e tolto il pericolo ora frequente di vederli spenti per le sofferenze si avrebbe un guadagno maggiore e ` meno dubbio. La regione di Locheli e ` adattate alla pastorizia. una delle piu Il bestiame rude componesi di vacche 1100, di capre 1400, di pecore 4000, di porci 1500, di cavalle 120». Nel 1859 S. ` a far parte della ricostituita proentro vincia di Cagliari; nel 1927 acquisı` come frazioni Nughedu Santa Vittoria e Bidonı` che riacquistarono la loro autonomia amministrativa rispettivamente nel 1947 e nel 1950. Nel 1974 infine, con la ricostituzione della provincia di Oristano, S. vi fu incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini, ma anche di suini, caprini ed ` equini. Negli ultimi decenni non si e ` industriale salvo sviluppata l’attivita ` poco organizche nel campo edile. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. S. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 513 unita di cui maschi 231; femmine 282; famiglie 217. La tendenza complessiva rive-

lava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 6 e nuovi iscritti 5. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 10 669 in migliaia di lire; versamenti ICI 259; aziende agricole 124; imprese commerciali 40; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 13; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 136; disoccupati 27; inoccupati 20; laureati 2; diplomati 63; con licenza media 163; con licenza elementare 208; analfabeti 26; automezzi circolanti 167; abbonamenti TV 188. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nianze che documentano la continuita della presenza dell’uomo a partire dal periodo prenuragico, in particolare, situata in una gola scavata nella roccia, ` vasta necropoli dell’insi trova la piu tero territorio riconducibile al Neolitico; si tratta di un complesso di 45 domus de janas di varia dimensione scavate nella parete di una gola rocciosa. Al periodo nuragico sono riconducibili ` ndala, di i nuraghi Bunnanaro, Ca Zavo, Funtana Mura, Iscova, Sa Femina, Sa Tanca, Tulinu. Tra questi ha `ndala, grande importanza il nuraghe Ca del tipo monotorre, che sorge nella lo` omonima. Durante gli scavi del calita 1987 nella sua camera interna a tholos fu portata alla luce una tomba bizantina, del tipo a cassone, risalente alla fine del secolo VII. La scoperta, di grande importanza anche per il corredo di armi e gioielli ritrovato, dimostra che il nuraghe era stato riutilizzato in epoche successive a quella della sua edificazione. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato l’assetto tradizionale con case in pietra ` piani, alcune con cornici di porte a piu e di finestre decorate a opera degli

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Sorrai scalpellini (picapedreris) attivi a partire dal Seicento in tutto il territorio. ` interessante si trova afL’edificio piu facciato su una piazza nella parte alta dell’abitato: si tratta di San Sebastiano, chiesa parrocchiale costruita nella ` del secolo XVII da Antonio prima meta Pinna, picapedreri locale di grande abi` , su un precedente edificio. Ha una lita navata e l’interno ricco di una decorazione sovrabbondante frutto della fantasia degli artigiani che vi lavorarono introducendovi una sintesi di stili di` ugualmente singoversi. La facciata e lare: costruita in trachite rossa e do` di tata di molti elementi decorativi, e sicuro effetto scenografico. A poca distanza dalla chiesa si trova il Palazzo Efisio Carta, palazzetto appartenuto a una nobile famiglia estinta, costruito ` disposto su due piani nel secolo XVII; e e sulla facciata si aprono alcune finestre decorate da cornici con elementi gotici scolpiti in trachite. Edificio no` la chiesa di San Pietro, cotevole e struita nel secolo XIX su progetto del Cominotti (=). Ha un impianto a una navata completato da cappelle laterali e dal presbiterio. Al suo interno conserva alcune tele di un certo pregio. La vicina chiesa di San Michele fu costruita nel Quattrocento su un precedente edificio romanico. Ha l’impianto a una navata completato da un’abside; ` in legno; la facciata e ` la copertura e arricchita da un piccolo rosone ottago` . Infine la nale di grande originalita chiesa di Santa Maria di Torrana, costruita nel secolo XVI in forme composite con un impianto a una navata. Nelle campagne circostanti si trova la chiesa di San Nicola detta di Nurotzo ´ apparteneva a un villaggio che perche aveva questo nome e in seguito venne ` del abbandonato. Fu costruita a meta secolo XII in forme romaniche. Ha una sola navata con l’abside e la coper-

tura in legno a capriate. Nel corso dei secoli ha subı`to diverse modifiche; attualmente dell’originario edificio ro` vedere solo l’abside. manico si puo & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste popolari, alcune di carattere religioso, altre civile, conservano viva la memoria delle tradizioni del villaggio. A gennaio rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 si svolgono le feste in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano, patrono del paese, che cul` in piazza, minano con un grande falo attorno al quale i convenuti ballano fino a notte inoltrata cercando di cogliere dalle fiamme auspici per il raccolto. L’ultima domenica di agosto la festa di Sant’Isidoro alterna, nell’arco di tre giorni, cerimonie religiose a manifestazioni civili, tra le quali la rassegna del costume e un festival della musica tradizionale, che attirano moltissimi visitatori.

Sorrai Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Barigadu. Era situato nelle campagne di Neoneli. Conosciuto fin dal se` del secolo colo XI, nella seconda meta XIV era quasi spopolato. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea la sua definitiva decadenza fu rapidissima, e ` cosı` scomparve entro la prima meta del secolo XV.

Sorres Antico villaggio di probabile origine romana situato nelle campagne di Borutta. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Meilogu. Fin dal secolo XI fu sede dell’omonima diocesi; dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio cadde in mano ai Doria che lo annetterono al loro stato. Dopo la conquista aragonese divenne una delle basi della loro resistenza agli invasori; nel 1330 fu conquistato dalle truppe di Raimondo Car-

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Sorres dona, cui il re ingiunse di costruirvi una bastida per controllare i Doria. Ri` ai Dopresa la guerra, il villaggio torno ria e poco dopo fu invaso dalle truppe del giudice d’Arborea. In poco tempo ` rapidamente spopolandosi; anando che il vescovo preferı` non risiedervi, ed entro i primi anni del secolo XV era ormai deserto.

Sorres, diocesi di Antica diocesi del giudicato di Torres, che comprendeva ` interni del giudicato e i territori piu che aveva sede a Sorres. La diocesi, ` dal 1503 Giulio II aveva stabiche gia lito di unire all’archidiocesi di Sassari, fu definitivamente soppressa nel 1505 alla morte dell’ultimo vescovo. VESCOVI DI SORRES 1. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1112. 2. Alberto, reggeva la diocesi nel 1113. 3. Bernardo, reggeva la diocesi nel 1127. 4. Giovanni, resse la diocesi tra il 1134 e il 1151. 5. Giovanni Sargu, resse la diocesi tra il 1153 e il 1170. 6. Goffredo, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi tra il 1171 e il 1178. 7. Augerio, resse la diocesi tra il 1181 e il 1200. 8. Pietro, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi dal 1205 al 1211, anno in cui rinun`. 9. Anonimo che prese parte al concio cilio Lateranense IV nel 1215. 10. Anonimo inviato dal giudice di Torres a papa Onorio III nel 1221. 11. Anonimo indicato da Gregorio IX nel 1233. 12. Anonimo contestato dal capitolo che gli aveva contrapposto l’arciprete nel 1240. 13. Anonimo citato in una lettera di Innocenzo IV nel 1247. 14. Anonimo citato da Innocenzo IV nel 1252. 15. Anonimo cui scrive Alessandro IV nel 1289. 16. Giovanni, resse la diocesi tra il 1289 e il 1309. 17. Guglielmo, nominato da Gregorio IX, fu contrastato da Guantino de Lella nominato dal capitolo e revocato nel 1309. 18. Guantino de Lella, eletto dal capitolo, morı` nel

1322. 19. Gregorio, appartenente all’ordine degli Eremitani, resse la diocesi dal 1322 al 1323, quando fu trasferito a Feltre e Belluno. 20. Antonio, appartenente all’ordine dei Minori, era vescovo titolare di Hierapetra quando nel 1323 fu chiamato a Sorres, resse la diocesi fino al 1332. 21. Giacomo, resse la diocesi tra il 1326 e il 1328. 22. Bernardo, era vescovo titolare di Sebaste quando fu nominato nel 1332, nel 1333 trasferito a Naxos. 23. Barisone, era arciprete di Civita quando nel 1333 fu nominato vescovo, resse la diocesi fino al 1342. 24. Giovanni Amalrici, resse la diocesi tra il 1342 e il 1344. 25. Benedetto, apparteneva all’ordine dei Domenicani, era vescovo di Prischtina quando nel 1344 fu trasferito a Sorres, nel 1345 fu trasferito a Chioggia. 26. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1345. 27. Francesco, era vescovo titolare di Tiberiade quando fu trasferito nel 1348. 28. Pietro de Garsinis, appartenente all’ordine dei Domenicani, nominato nel 1348 e subito trasferito ad Anagni. 29. Arnaldo, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi dal 1348 al 1365. 30. Francesco, era vescovo di Nusco quando nel 1365 fu trasferito, resse la diocesi fino al 1375: gli fu contrapposto dall’antipapa Clemente VII un certo Nicola. 31. Gonario, reggeva la diocesi nel 1382. 32. Berengario de Surripis, appartenente all’ordine dei Frati minori, nominato nel 1386 dall’antipapa Clemente VII. 33. Benedetto, reggeva la diocesi dopo il 1386. 34. Francesco, reggeva la diocesi dopo il 1386. 35. Andrea, reggeva la diocesi dopo il 1386. 36. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1391. 37. Giovanni de Martis, resse la diocesi tra il 1391 e il 1400. 38. Nicola, era vescovo di Ottana quando nel 1400 fu trasferito. 39. Ausonio, reggeva la diocesi nel 1404. 40. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1406. 41.

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Sorribas Pietro, reggeva la diocesi nel 1414. 42. Nicola Vidine, resse la diocesi tra il 1422 e il 1428. 43. Stefano Ardizzone, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi tra il 1428 e il 1440. 44. Giovanni Sancio, maestro in Teologia, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi tra il 1440 e il 1461. 45. Giacomo de Podio, resse la diocesi tra il 1461 e il 1497. 46. Giacomo de Puiasolla, appartenente all’ordine degli Eremitani, maestro in Teologia, resse la diocesi tra il 1497 e il 1505. La diocesi aveva giurisdizione sulle parrocchie dei villaggi di: Abriu, Arcennor, Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorc ¸ oli, Bonorva, Bonuighinu, Borconani, Borutta, Campuy, Campulongu, Capula, Cheremule, Coniato, Cossoine, Cote, Cotinas, Donnicaia, Fara, Favules, Frabicas, Frida, Giave, Ibilis, Ittireddu, Lachesos, Mara, Mello, Mendulas, Modulis, Mogor, Monticleta, Mores, Mosidano, Nieddu, Norache, Nula, Oinu (Oyo), Padria, Pozzomaggiore, Querqueto, Rebeccu, Sagantia, Sanctus Simeon, Sauren, Semestene, Siligo, Simanar, Surgora, Survel, Sustana, Teclada, Terchiddu, Thiesi, Todorache, Torralba, Trullas, Tuzano, Uras, Valles.

Sorribas, Giovanni Battista Religioso ` sec. XVII-Ca(Valencia, prima meta stellaragonese 1679). Vescovo di Ampurias dal 1673 al 1679. Apparteneva all’ordine dei Carmelitani e si fece apprezzare come predicatore di corte. Fu nominato vescovo nel 1673 da papa Clemente X, ma per diversi motivi ri` il suo arrivo in Sardegna fino al tardo 1675. Preso possesso della diocesi, indisse immediatamente un sinodo e con ` il riordino delle parrocenergia avvio chie. Morı` a Castellaragonese (oggi Castelsardo).

Sorrui Antico villaggio di origine me-

dioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sarrabus. Era situato nelle campagne di Muravera. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 ` ai Visconti e fu incluso nel giuditocco cato di Gallura. All’estinzione della fa` sotto la diretta miglia il villaggio passo amministrazione del Comune. Dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e fu concesso in feudo a Bernardo Dalmau; i suoi abi` , mantennero un atteggiatanti, pero mento ostile e di potenziale continua ribellione nei confronti dei nuovi venuti, terrorizzando per anni il territorio. Negli anni successivi la sua popolazione diminuı` a causa della situazione di continua tensione. Estintisi i Dalmau, nel 1362 il territorio oramai ` ai Carroz. spopolato passo

Sorso Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 14 321 abitanti (al 2004), posto a 136 m sul livello del mare 10 km a nord di Sassari, a ridosso del litorale del golfo dell’Asinara. Regione storica: Romangia. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, allungata sul mare, si estende per 67,05 km2, comprendenti anche le frazioni di Marina di S., Arboriamar, Eden Beach, San Michele, Serralonga e Taniga Malafede, e confina a nord col mare, a est con Castelsardo e Osilo, a sud con Sennori e Sassari e a ovest ancora con Sassari. Si tratta di una regione costituita in parte degli ultimi rilievi calcarei del Sassarese che si affievoliscono in vicinanza della costa, e di una piana alluvionale costiera, fertile e dal clima mite. S. si trova lungo la statale 200 Sas` comunica sari-Castelsardo, e in piu per mezzo di una provinciale con Porto Torres, a ovest. Usufruisce anche di un collegamento ferroviario con Sassari,

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Sorso per mezzo di una linea a scartamento ridotto.

Sorso – Fontana della Billellera. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che risalgono al periodo prenuragico; l’attuale citta`e ` di origine romana e nella dina pero ` divenne un grosso centarda antichita ` . Nel Medioevo appartro di religiosita teneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Romangia. Dopo il 1130 il giudice Gonario, ricono` scente per gli aiuti prestatigli, dono Sorso a Ithocorre Gambella (=). Estinta la dinastia giudicale, il Comune di Sassari prese a esercitare poteri giurisdizionali su S. e sull’intero territorio. Con la conquista aragonese, dopo le ribellioni di Sassari e dei Doria, nel 1330 il borgo fu conquistato dalle truppe di Raimondo Cardona e immediatamente concesso in feudo a Pietro di Montpavon che morı` quasi su` Sorso a Raibito. Allora il re dono mondo Cardona; negli anni seguenti ` la guerra riprese e il territorio pero ` a essere uno dei teatri del contorno flitto: nel 1334 S. fu assalito e semidistrutto dagli abitanti di Castelgenovese. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi

eredi nel 1339 vendettero il centro abitato e tutti gli altri territori ad Arnaldo Bastida e a Berengario Ferrer. I due `, preoccupati della crescente irrepero quietezza dei Doria, nel 1346 cedettero Sorso e tutto il feudo a Gerardo Llull ` coinvolto nella che subito dopo si trovo nuova ribellione dei Doria. A partire dal 1347 S. ebbe a soffrire nuovi danni e perse buona parte della sua popolazione ma, per quanto avesse subı`to disagi, fu in grado di inviare propri rappresentanti al Parlamento che nel 1355 ` a Cagliari. Scoppiata la sesi celebro conda guerra tra Mariano IV e Pietro IV il villaggio nel 1366 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla pace di Sanluri nel 1388. Subito dopo la stipula del trattato di pace il villaggio, nel 1391, fu compreso nel grande feudo concesso a ` Galcerando di Santa Coloma che pero ne perse il controllo a causa della ripresa della guerra. S. fu cosı` nuovamente occupato dalle truppe giudicali fino alla caduta dell’Arborea. Dopo la parentesi del visconte di Narbona, nel ˜ er che 1424 fu venduto ad Antonio Sun ` morı` poco dopo senza discenpero denti. Dopo un breve periodo in cui fu acquistato da Pietro de Ferraria il villaggio, nel 1436, fu venduto a Gonario Gambella unitamente a Sennori. Da questo momento la storia dei due villaggi fu identica, scandita dalle vicende che coinvolsero le varie famiglie di baroni che ebbero il possesso del grande feudo. Nel corso del secolo XV ` del secolo XVI e nella prima meta ` dai Gambella ai Marongio, Sorso passo ai Milia, ai De Sena, ai Castelvı`; nel 1527 subı` l’attacco delle truppe francesi che, al comando di Renzo Orsini, finirono per occupare Sassari. Nel ` ai Deliperi corso del secolo XVII passo e infine agli Amat che lo tennero fino al riscatto avvenuto nel 1838. Nel 1821 fu

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Sorso creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Sassari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in S. anime 3984, distribuite in famiglie 1059 e in case 811. Distinguevasi poi il totale secondo la condizione domestica, il totale de’ maschi 1977 in scapoli 1175, ammogliati 731, vedovi 71; il totale delle femmine 2007 in zitelle 988, maritate 721, vedove 298. I numeri del movimento della popolazione sono nascite 160, morti 90, matrimoni 42. In tutto il paese sanno leggere e scrivere circa 200 persone; ma non tutte impararono nella scuola primaria. Questa scuola suole avere inscritti 50 fanciulli; ma ` non vi concorre con qualche assiduita neppur il terzo di questo numero. Quando sussisteva il sistema delle milizie S. aveva con Sennori una schiera di 112 militi; dopo l’istituzione della guardia nazionale, essendosi abolita quella milizia e non organizzata ancora ` notare la forza arl’altra, non si puo mata che abbia questo paese. Agricoltura. Nella sua circoscrizione sono terreni attissimi a tutte le specie di cultura, de’ cereali, delle piante ortensi, della vigna, degli alberi, solo eccen´ mai allituato il castagno, che non pote gnare. Nel 1835 S. avea terreni chiusi giornate 7000, aperti 4500, pascoli pub` blici 4500. La seminagione del grano e di circa 2500 starelli cagliaritani, quella dell’orzo di 1500, quella delle fave di 350, quella del lino di 500. La ` fruttificazione ordinaria del grano e del 10, quella dell’orzo al 15 e anche spesso al 30. Pastorizia. Le regioni incolte sono mediocremente fornite di pascoli, e quasi totalmente prive quelle della maremma sabbiosa. Il be-

stiame manso, che i sorsinchi tengono a loro servigio, consiste in buoi 1000 per l’agricoltura e il carreggio, cavalli 200 per sella e basto, giumenti 650 per la macinazione del grano e anche per trasporto di carichi. Si aggiungano majali 150 che si ingrassano per provvista di casa, e un numero immenso di pollame, che le donne allevano per vendere i capi vivi nella piazza di Sassari e le uova. Il bestiame rude nelle comuni specie ha i seguenti capi, vacche 750, cavalle 230, capre 2600, pecore 3300, porci 1400. Di questi armenti e dalle greggie si provvede la beccheria del paese, e si ha dal latte il formaggio necessario alla consumazione interna e un residuo, che vendesi in Sassari o ` in Portotorres. La cultura delle api puo comprendere 200 alveari». Nel 1848 S. fu incluso nella omonima divisione amministrativa e infine dal 1859 nella ricostituita provincia di Sassari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` industriale nel settore alimentivita tare e in quelli della pesca e piscicoltura, dell’edilizia e della lavorazione ` sufficientemente organizdel legno. E zata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche 9 alberghi con 1561 posti letto, un campeggio con 2054 posti letto e tre ristoranti, dislocati per buona parte sul lungo litorale. Servizi. ` collegato da autolinee e dalla ferS. e rovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, tre sportelli ` intibancari. La Biblioteca comunale e tolata a Salvatore Farina.

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Sorso & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 175 ` , di cui stranieri 74; maschi 7138; unita femmine 7042; famiglie 4977. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 104 e nati 147; cancellati dall’anagrafe 282 e nuovi iscritti 286. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 964 in migliaia di lire; versamenti ICI 7841; aziende agricole 1012; imprese commerciali 408; esercizi pubblici 135; esercizi all’ingrosso 4; esercizi al dettaglio 215; ambulanti 92. Tra gli indicatori sociali: occupati 1398; disoccupati 467; inoccupati 1398; laureati 170; diplomati 1219; con licenza media 3974; con licenza elementare 4256; analfabeti 594; automezzi circolanti 4874; abbonamenti TV 3010. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento a partire dall’epoca prenuragica. A quest’ultimo periodo appartengono le domus de janas di l’Abbiu; al periodo nuragico sono riconducibili alcuni nuraghi tra cui quelli di Bachileddi, Sa Corona Ruja, San Biagio e altri siti tra cui Monte Cau, che domina la costa del golfo dell’Asinara a pochi chilometri dall’abitato. Il sito culmina con un altipiano su cui si ` un centro nuragico di strutsviluppo tura complessa. Nel secolo V a.C. il luogo fu occupato dai Cartaginesi che lo trasformarono in fortezza; in attesa ` restidi scavi sistematici il sito ha gia tuito ceramiche puniche e attiche a figure rosse, monete puniche e uno scarabeo. Infine l’importantissimo sito di ` nella quale sono Santa Filitica, localita stati rintracciati importanti ruderi relativi a una villa rustica romana costruita tra il secolo II d.C. e il IV d.C.; `e ` stata poi abitata anche in la localita

` bizantina e altomedioevale, aleta meno fino al secolo IX. Il sito ha restituito un edificio termale che fu ristrutturato nel secolo VI, una chiesa paleocristiana utilizzata fino al secolo VII, e inoltre mosaici, ceramiche, vasi vinari e monete. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE L’abitato conserva il quartiere della Bicocca il cui impianto risale al ` caratterizzato da una seMedioevo; e rie di corti all’interno delle quali si affacciano le case tradizionali in pietra a ` piani. Ai margini di questo quarpiu tiere sorge San Pantaleo, la chiesa parrocchiale costruita in forme neoclassiche nel 1836 su progetto di Antonio ` antica che Cano (=) al posto di una piu era stata edificata nel secolo XV in stile gotico-aragonese. Ha una pianta a croce greca e all’intersezione dei bracci si eleva una maestosa cupola ` sorretta da quattro pilastri; l’interno e ricco di statue in stucco raffiguranti otto angeli e i dodici apostoli. In una valletta a breve distanza si trova la fontana della Billellera, fatta costruire nel Seicento dal barone a imitazione di quella del Rosello di Sassari. Nel corso dei secoli ha assolto a un’importante funzione di approvvigionamento nei confronti degli abitanti del paese ma le sue proporzioni e la sua eleganza suscitarono l’invidia dei vicini che, ritenendola inadeguata rispetto ai reali bisogni di S., finirono per deridere i suoi abitanti insinuando che il bere l’acqua della fontana li predisponesse a una simpatica bizzarria. Nel centro della cittadina si sviluppa il corso Vittorio Emanuele II sul quale si allineano pretenziosi palazzotti ottocenteschi; nei pressi anche il Palazzo baronale che fu fatto costruire nel Seicento dagli Amat, i quali vi risedettero per lunghi periodi e ne fecero anche la sede dell’amministrazione del feudo.

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Sortes Quando nel 1795 scoppiarono i moti antifeudali, il palazzo fu assalito e devastato dai rivoltosi. Andato in rovina, sembrava destinato a sparire, ma re` stato restaurato e riporcentemente e tato all’antico splendore; attualmente svolge funzioni di centro culturale. Poco oltre sorge Nostra Signora d’Itria, chiesa costruita nel secolo XVII. La ` scandita da lesene. Nella facciata e parte settentrionale dell’abitato si trova invece quella di Nostra Signora Noli Me Tollere, costruita nel secolo XVII, detta anche dei Cappuccini per´ annessa a un loro convento. Dopo che la soppressione degli ordini religiosi era andata progressivamente in ro` vina; poi, nel corso del Novecento, e stata radicalmente ristrutturata nelle forme attuali; al proprio interno conserva la statua della Madonna Noli Me Tollere, oggetto di profonda venerazione popolare. Altri edifici di una qualche importanza sono Santa Croce, chiesa costruita nel secolo XVI in forme tradogotiche e successivamente ristrutturata. Ha l’impianto a una navata articolata in tre campate e completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio; la copertura della na` a volte a botte, quella del presbivata e terio a volta a crociera. Al suo interno conserva un altare in legno intagliato e dorato e un grande crocifisso ligneo di suggestiva bellezza. Sant’Anna, chiesa costruita nel secolo XVII con un impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio, ha la copertura a volte a botte. Al proprio interno conserva un altare policromo in legno intagliato di gusto barocco. Nelle campagne circostanti, e ` precisamente in localita ` Malafede, piu al confine col territorio di Sassari, si trova San Pasquale di Baylon, chiesa costruita nel 1780 dai Gesuiti in forme barocche; ha piccole dimensioni, un’u-

nica navata coperta con travi in legno e ` elail pavimento in cotto. La facciata e borata e sormontata da un campaniletto a vela. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il ciclo delle feste si apre a S. il 26 maggio, con le celebrazioni in onore della Madonna del Noli Me Tollere, che si svolgono parte in campagna e parte nell’abitato, dove si svolge una solenne e molto affollata processione. Il 13 giugno hanno luogo altre celebrazioni, ovviamente in onore di Sant’Antonio da Padova, con processione e manifestazioni civili. A luglio si fa festa il 7, per San Costantino, e il 27 per il patrono San Pantaleo, con processione, musiche, spettacoli, albero della cuccagna e competizioni sportive. Si festeggia ancora il 2 agosto, per la Madonna degli Angeli.

Sortes, Antonio Religioso, poeta (Sas` sec. XVII-ivi, dopo sari, prima meta 1650). Monaco cappuccino, nel 1648 scrisse un poemetto in castigliano di 208 ottave che fu fatto pubblicare da Quirico Rogio Figoni nel 1649, Rela´n verdadera de la cosas maravillosas cio que sucedieron en la ilustre y noble ciudad de Sacer en el ano 1648, 1649. Fu autore anche di gosos e di altri versi.

Soru, Maria Carmela Storica (n. Terralba 1949). Dedicatasi alla carriera ` diventata riuniversitaria, nel 1980 e cercatrice di Storia contemporanea. ` Attualmente insegna presso la Facolta di Scienze della Formazione dell’Uni` di Cagliari. Studiosa attenta, ha versita approfondito in particolare problemi di storia contemporanea e l’evoluzione ` del suo paese natale. Tra i della societa numerosi scritti, Paesaggio agrario e assetto proprietario a Terralba fra Sette` cento e Ottocento, ‘‘Annali della Facolta ` di Cadi Magistero dell’Universita gliari’’, XI, 1987; Conduzione agraria e produzione nella Piana terralbese nella

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Sospiri ` dell’Ottocento, ‘‘Annali prima meta ` di Magistero dell’Univerdella Facolta ` Cagliari’’, XIV, 1990; Economia e casita tasto nella Piana terralbese di fine Ottocento, in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; Ambiente, terri` in un’area malarica del torio e societa Campidano 1861-1929, ‘‘Annali della ` di Magistero dell’Universita ` Facolta di Cagliari’’, XVII, I, 1994; Mercato ed economia in un centro agricolo del Campidano nel sec. XIX: Terralba, in Studi e ricerche in onore di Giampaolo Pisu, 1996.

Soru, Renato Imprenditore, presidente della Regione sarda (n. Sanluri 1952). Dopo avere studiato Economia alla Bocconi di Milano, ha fatto le sue prime esperienze di lavoro in continente; tornato in Sardegna ha intrapreso una carriera da imprenditore dedicandosi alla costruzione e allo sviluppo di una rete di supermercati in ` diversi centri dell’isola. Dopo il 1980 e stato attirato dal rapido sviluppo dell’informatica e dopo aver collaborato con l’editore Nicola Grauso, dal quale ` una licenza per operare in Ceacquisto ` coslovacchia, grazie alla quale fondo Czech on Line, che ha fatto crescere e ` tedesca, il 9 poi venduto a una societa ` Tigiugno 1997 ha costituito la societa ` ha raggiunto in scali (=), la cui attivita pochi anni una dimensione europea e ` internazionale divenuna notorieta tando il secondo operatore Internet d’Europa. Attirato dalla situazione po` stato l’ideatore e il litica dell’isola, e ` promotore di un movimento che si e chiamato Progetto Sardegna, teso a valorizzare la cultura e le risorse dell’isola, in una prospettiva di un rinnova` di collemento profondo, capace pero ` garsi alle radici profonde dell’identita sarda. Trovata la convergenza con i partiti del centro-sinistra, nel 2003 ha costituito una coalizione con cui nel

` presentato come candidato 2004 si e alla carica di presidente della Regione nelle elezioni regionali per la XIII legislatura. Ottenuto un largo successo (490 110 voti, il 50,1% degli elettori), ` espressione guida una giunta che e della coalizione.

Sos Enattos Miniera di piombo e zinco ` situata in territorio di Lula. La localita era conosciuta da secoli e nel 1864 fu concessa alla ditta Pignatelli, che vi av` alcune piccole coltivazioni e sfrutto ` vio sacche di galena argentifera in super` , all’esaurirsi di queficie. I lavori, pero ste risorse furono fermati; un deciso rilancio lo si ebbe dopo il 1950 quando l’impianto fu affidato alla Ri.Mi.Sa., ` della Monteche era allora una societa poni-Montevecchio e poi della Monte` dison. Nel corso degli anni subentro nella gestione l’EMS (Ente Minerario ` la produzione e Sardo), che rilancio ` gli impianti. ammoderno

Sospiri – Un piatto dei tipici dolci di Ozieri.

Sospiri Dolci caratteristici tipici della ` antica tradizione di Ozieri. Si otpiu tengono formando piccole sfere da un impasto di frullata di albumi di uova, zucchero, mandorle tritate e scorza grattugiata di limone, lavorato in modo da amalgamare i sapori. Una volta preparati i s., si predispone una teglia da forno unta di burro e spolve-

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Sossinati rata da un sottile velo di farina, nella quale li si depone avendo cura che siano distanziati. Subito dopo li si mette al forno a temperatura mite per 20 minuti; dopo la cottura li si glassa e li si avvolge in carta trasparente lucida. ´ toi) Popolazione Sossinati (Sossina delle aree montuose della Sardegna romana ricordata da Strabone congiuntamente ai populi degli Aconiti, dei Parati e dei Balari. Secondo il geografo queste genti non conoscevano organizzazione urbana e non praticavano l’agricoltura, ma vivevano di razzie condotte a danno di altre popolazioni dell’isola e di atti di pirateria compiuti nelle acque del Mar Tirreno sino alle coste della Toscana (= Aconiti). [PIERGIORGIO FLORIS]

Soter Editrice Casa editrice fondata nel 1988 a Sassari dal fotografo Salvatore Ligios, e ora con sede a Villanova Monteleone. Nata dapprima per produrre opere inerenti il cavallo, ha poi ampliato i suoi interessi ad altri temi, tra i quali rimane predominante quello della fotografia documentaristica e soprattutto d’arte. [MARIO ARGIOLAS]

Sotgiu1 Famiglia originaria della Gallura (sec. XVI-esistente). Le sue notizie ` del secolo risalgono alla seconda meta XVI, quando alcuni dei suoi membri ricoprivano uffici di secondaria importanza nell’amministrazione reale. Nel 1613 un Gaspare ebbe la scrivania della Procurazione reale di Terranova; i suoi figli, Francesco, Gabriele e Mar` , ottentino, tutti residenti a Budduso nero il cavalierato ereditario nel 1632, ` nel 1636 e gli Francesco ebbe la nobilta altri due nel 1643. Nello stesso anno i tre furono ammessi allo Stamento militare nel parlamento Avellano, e i loro discendenti presero parte a tutti gli altri parlamenti e formarono diversi rami, non tutti ben conosciuti, larga-

mente diramati in diversi centri della Sardegna.

Sotgiu2 Famiglia sassarese (sec. XVIIesistente). La genealogia di questa fa` molto certa. Numerosi citmiglia non e tadini con questo cognome compaiono nella storia di Sassari, ma non tutti, forse, imparentati fra loro, sebbene molti abbiano ricoperto cariche pubbliche e partecipato in posizione di preminenza alla vita cittadina (ma era un S. anche il Giovanni Andrea, ortolano, impiccato nel 1781 per la sommossa popolare dell’anno precedente). I S. che potrebbero appartenere a un’unica famiglia sono: Giovanni, compreso in un elenco di avvocati nel 1694; Salvatore, castellano del porto di Torres nel 1712; Sebastiano, capitano di fregata della Marina Sarda, comandante del piroscafo Ichnusa durante il suo viaggio inaugurale fra Genova e Porto Torres nel novembre 1837; Maurizio, avvocato, consigliere comunale nel 1839; Giuseppe, consigliere eletto nel 1848 al primo Consiglio comunale ` dopo lo statuto, vicesindaco della citta durante la micidiale epidemia di colera (1855), nello stesso anno regio commissario e quindi sindaco fino al 1860, quell’anno membro della deputazione inviata a Torino per dissuadere il governo dalla soppressione dell’Univer`. sita

Sotgiu, Bartolomeo Avvocato, indu` sec. striale (Sassari, seconda meta ` sec. XX). SardiXIX-ivi, seconda meta ` nel dibattito politico sta, si impegno dopo la caduta del fascismo; negli anni dell’immediato dopoguerra assunse posizioni favorevoli al separatismo (immaginato come difesa dal rivoluzionario ‘‘Vento del Nord’’). Al VI Congresso regionale del PSd’Az, il primo dopo il ventennio fascista, pre` (con Piero Soggiu, G. Caredda e sento A. Corronca) un odg, rimasto in mino-

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Sotgiu ranza, contro l’adesione del partito al Partito Italiano d’Azione. Fu spesso consigliere comunale eletto in sue liste ` per lo humour e personali, e si segnalo la verve polemica degli interventi. Tra i suoi scritti: Collaborazione o collaboratori?, ‘‘L’Isola’’, 1944; Neo-antifascismo, ‘‘L’Isola’’, 1944; Ragioni di dissenso, ‘‘Il Solco’’, 1944; Bilancio consuntivo, ‘‘Riscossa’’, 1944; L’esigenza regionalistica, ‘‘Riscossa’’, 1944; La Sarde` bastare a se ´ stessa?, ‘‘Il Solco’’, gna puo 1945; Le sirene autonomistiche, ‘‘Il Solco’’, 1945; A proposito di disgustati, ‘‘L’Isola’’, 1945; Un parlamento sardo, ‘‘Il Solco’’, 1945; Il torto dei disgustati, ‘‘Riscossa’’, 1945; Alla fiera delle competenze. L’amaro zucchero, ‘‘Il Solco’’, 1945; La Consulta regionale sarda, ‘‘Il Solco’’, 1947; Il nostro passaggio, ‘‘Il Solco’’, 1947; Scritti politici (1945-1951), 1967.

Sotgiu, Giovanna Studiosa di epigrafia (n. Bitti 1925). Allieva di Bacchisio Raimondo Motzo, di Piero Meloni e Giovanni Lilliu, laureata in Lettere ` degli classiche nel 1950 nell’Universita studi di Cagliari con una tesi sulle iscrizioni latine della Sardegna, ha conseguito nel 1955 la specializzazione in Storia antica a Roma-‘‘La Sa` stata allieva di Attilio pienza’’, dove e Degrassi, di Gaetano De Sanctis, di Margherita Guarducci e di Guido Barbieri. Assistente volontario presso la Cattedra di Storia antica dell’Univer` di Cagliari fino al 1955, dal 1956 assita sistente incaricato di Epigrafia latina ` presso lo stesso Ateneo, dal 1970 e primo professore ordinario della mate` stata docente di Antiria in Italia. E ` punico-romane della Sardegna chita nella Scuola di Specializzazione in ` di Cagliari) e Studi Sardi (Universita di Epigrafia latina nella Scuola di Specializzazione in Archeologia (Univer` di Cagliari). Dal novembre 1983 al sita

` stata direttore dell’Inovembre 1988 e ` e Arte stituto di Archeologia, Antichita ` di Cagliari; membro didell’Universita rettivo della Deputazione di Storia patria della Sardegna, fa parte della Commissione epigrafica dell’Unione Acca` stata coordinademica Nazionale. E tore regionale del Sottoprogetto ‘‘Giacimenti culturali’’ legato al progetto Ambiente, un programma volto alla valorizzazione del territorio e frutto del ` e la protocollo d’intesa tra l’Universita Regione sarda, dal 1995 al 2000, per la parte italiana, coordinatore scientifico e tecnico della missione archeologica a Uthina-Oudna (Tunisia) composta da studiosi italiani e da archeologi tunisini dell’Institut National du Patrimoine del Ministero della cultura tunisino, dal 1999 al 2000 responsabile scientifico del progetto pilota del MAE in Tunisia denominato ‘‘Aqua 2000’’. ` stato professore a contratto Nel 2001 e di Epigrafia Latina (corso sull’instrumentum domesticum) presso il Diparti` di Sasmento di Storia dell’Universita sari. Della sua copiosa produzione scientifica vanno ricordati i numerosi lavori sulle iscrizioni latine della Sardegna, con fondamentali aggiornamenti, che testimoniano una straordinaria conoscenza del territorio: Iscrizioni Latine della Sardegna (Supplemento al Corpus Inscriptionum Latinarum, X e all’Ephemeris Epigraphica, VIII), I, Padova 1961; II, Lucerne, Pa` di recente: L’epigrafia dova 1968; piu latina in Sardegna dopo il C.I.L. X e l’E.E. VIII, ANRW, II, 11, 1, Berlin – ` inoltre New York 1988, pp. 552-739. Si e dedicata alla storia dei culti e delle di` della Sardegna romana, dell’evinita sercito, della flotta da guerra, del patrimonio imperiale, delle strade, delle iscrizioni metriche, funerarie, imperiali, itinerarie. Un capitolo importante della sua produzione riguarda il

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Sotgiu Nord Africa, in particolare la Procon` della Seconda Coorte solare e l’attivita dei Sardi in Numidia e in Mauretania. [ATTILIO MASTINO]

Sotgiu, Girolamo Storico, uomo politico (La Maddalena 1915-Cagliari 1995). Consigliere regionale, senatore della Repubblica. Dopo la laurea in Lettere, fu ufficiale dell’esercito nella seconda guerra mondiale; di stanza a Rodi, dove si era trasferito come inse´ sospettato di antifascignante perche smo, sfuggı` alla deportazione nel 1943 con un’avventurosa fuga in Turchia con la moglie Bianca Ripepi. Finita la ` in Italia e aderı` al Parguerra, rientro tito Comunista Italiano, prendendo parte al dibattito politico del dopoguerra e alle lotte sociali degli stessi anni. Dopo essere stato segretario della Federazione di Sassari, nel 1949 fu eletto consigliere regionale per la I legislatura e successivamente riconfermato per altre quattro fino al 1968, quando si dimise per essere eletto senatore. Negli anni di permanenza in Consiglio regionale ricoprı` gli incarichi di questore e di vicepresidente dell’assemblea. Rimase a Palazzo Madama fino al 1972. L’impegno politico non gli fece trascurare i suoi studi: divenne professore di Storia moderna ` di Scienze politiche delnella Facolta ` di Cagliari, di cui fu anche l’Universita preside per qualche anno. Molteplici ` furono i suoi interessi culturali; fondo e diresse la rivista ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, che servı` da laboratorio alla giovane generazione degli storici sardi modernisti e contemporaneisti. Da giovane, quando frequentava, nel` di Roma, un gruppo di coll’Universita leghi antifascisti, che si facevano chia`a mare ‘‘Gli amici pedanti’’, collaboro ` diversi periodici letterari e pubblico una raccolta di versi, Sosta al mattino,

1939. Tra gli altri suoi scritti: Fascisti e comunisti, ‘‘Il Solco’’, 1945; Tornano i prigionieri, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; I lavoratori cattolici voteranno per la repub` in blica, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Unita atto, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; L’avventura antidemocratica, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; Questione sarda e movimento operaio, 1964; Alle origini della Questione sarda. Note di storia del Risorgimento, 1967; Note per la storia della Questione sarda, ‘‘Studi sardi’’, XX, 1968; L’insurrezione di Cagliari nel 1794, ‘‘Studi sardi’’, XXI, 1970; Alcune conseguenze politiche dell’attacco francese nel 1792-93, 1970; Gramsci e il movimento operaio in Sardegna, in Gramsci e la cultura contemporanea, II, 1970; Le origini del movimento operaio in Sardegna, ‘‘Studi urbinati’’, XLVI, 1972; L’Italia di Giolitti. Testi e documenti, 1972; Vecchio e nuovo ` deleddiana, ‘‘Arin Sardegna nell’eta chivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 1, 1973; Una regione italiana alla vigilia dell’u` (il censimento degli stati sardi del nita 1858), ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 2, 1973; Alle origini della Questione sarda. Note di storia sarda del Risorgimento, 1974; Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), 1974; La costituzione come pretesto. La lingua dei sardi, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1975; Il mito della nazione sarda, ‘‘Rinascita’’, 26, 1975; due saggi, La corrispondenza del console inglese a Cagliari W.S. Craig, e Note e osservazioni sulla storiografia sarda, entrambi in ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 6-7, 1976; Movimento operaio e autonomismo. La questione sarda da Lussu a Togliatti, 1977; Cultura e ideologia nel primo sardismo, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 8-10, 1977; Lotte contadine nella Sardegna

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Sotgiu del secondo dopoguerra, in Campagna e movimento contadino nel Mezzogiorno d’Italia dal dopoguerra ad oggi, 1979; Ceti subalterni e classe dirigente in Sardegna nei primi decenni del governo sabaudo, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 11-13, 1980; Modernizzazione ed arretra` giolittiana al fascismo: il tezza dall’Eta caso Sardegna, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 14-16, 1981; A proposito di una lettera di B. Croce agli amici pedanti, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, ` dei Savoia, in La Sar17-19, 1982; L’Eta degna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Stato attuale della ricerca sulla Sardegna nell’Italia unita, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; Emilio Lussu e il mondo contadino, in Emilio Lussu e la cultura popolare della Sardegna. Convegno di studio, Nuoro 1980, 1983; Gli anni della Consulta regionale, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, 1983; Orientamenti della politica sabauda per la Sardegna sotto il regno di Carlo Ema` di nuele III, ‘‘Annuario della Facolta ` di Scienze politiche dell’Universita Cagliari’’, X, 1984; Berlinguer e la demo` e cambiacrazia italiana: continuita mento, ‘‘Ichnusa’’, n.s., 7, 1984; Storia della Sardegna sabauda 1720-1847, 1984; Lotte per la terra in Sardegna 1944-1950, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, numero speciale, 1985; Politica e ` nella Sardegna del Risorgisocieta mento, in Giuseppe Sanna politico e giornalista. Atti del Convegno di Anela 1986, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; Giuseppe Manno nel bicentenario della nascita, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; Storia della

` , 1986; Il ruolo Sardegna dopo l’Unita dell’istituto autonomistico nello sviluppo democratico della Sardegna, in La riforma della Regione, 1986; Dibattito sulla riforma della Regione, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIII, 1987; Origini e sviluppo dell’autonomismo sardo, in Le autonomie etniche e speciali in Italia e nell’Europa mediterranea. Processi storici e istituzionali, 1988; Note per uno studio degli anni della rivoluzione sarda del 1793-1796, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 29-31, 1990; Storia della Sardegna dalla grande guerra al fascismo, 1990; La Sardegna e i tempi di Giovanni Maria Angioy, in La Sardegna e la rivoluzione francese, 1990; La Sardegna ` dell’Ottocento: i germi della prima meta ` , in Intellettuali e della contemporaneita ` in Sardegna tra restaurazione e societa ` d’Italia (a cura di S., Aldo Acunita cardo e Luciano Carta), I, 1991; La Sardegna tra rivoluzione e restaurazione, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 3537, 1991; Cento anni di cooperazione, in Storia della cooperazione in Sardegna, 1991; Banditismo e scuola antropologica ´ tudes corses’’, XXI, 40-41, criminale, ‘‘E 1993; Politica e cultura ad Alghero alla fine del Settecento, in Alghero, la Catalo` gna, il Mediterraneo. Storia di una citta e di una minoranza catalana in Italia (XV-XX sec.) (a cura di A. Mattone e P. Sanna), 1994; Storia della Sardegna durante il fascismo, 1995; L’insurrezione di Cagliari del 28 aprile 1794, 1995; La Sardegna negli anni della repubblica. Storia critica dell’autonomia, 1996.

Sotgiu, Giuseppe1 Magistrato, intellettuale (Oristano 1893-Roma 1955). Era pronipote di Salvatorangelo De Ca` alla Biblioteca stro, e nel 1949 dono Universitaria di Cagliari l’epistolario del suo antenato con la corrispondenza riguardante le Carte d’Arborea. Negli

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Sotgiu anni successivi scrisse sulle Carte, nel tentativo di difendere la reputazione del prozio. Tra i suoi scritti: Un’appassionante polemica. Le Carte d’Arborea, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1952; Sulla fal` e sui falsari delle Carte d’Arborea, sita 1953.

mocratica’’: Orientazione laburista, 1945; Un piano per la Sardegna, 1945; Grandezza e decadenza dei Comitati di liberazione, 1945; Giustizia e democrazia, 1945; Socialismo e laburismo, 1945; I giovani, 1946.

Sotgiu, Giuseppe2 Avvocato, giurista, sindaco di Roma (Terranova Pausania 1902-Roma 1980). Figlio dell’avvocato Antonio, che fu sindaco socialista di Terranova nell’immediato primo dopoguerra, aggredito dalla spedizione di una ‘‘squadra d’azione fascista’’ nel dicembre 1922, e fratello di Girolamo, ` in Giurisprudenza a Roma e si laureo ` all’insegnamento universitasi dedico rio, specializzandosi in Procedura civile. Fu autore di numerosi e impor` natanti saggi che gli diedero notorieta zionale. Di idee progressiste, convinto antifascista, durante il ventennio si oc` esclusivamente dei suoi studi e cupo ` professionale. Cadella sua attivita duto il fascismo fu tra i protagonisti della ripresa della vita politica. Nell’a` il settimanale ‘‘Sardegosto 1945 fondo gna Democratica’’, organo del Partito Democratico del Lavoro, di cui S. fu il leader isolano; del comitato di redazione facevano parte Lazzaro Gallus, Tersite Saba, Armando Seu, Alessandro Zipardini; diretto dallo stesso S., ` le pubblicazioni nel marzo 1946. cesso Nel 1946 fu candidato alla Costituente, ma non fu eletto. Negli anni successivi ` dalla politica, pure innon si allontano ` di avvocato, tensificando la sua attivita ` a essere protagonista di che lo porto celebri processi del periodo. Fu eletto consigliere comunale e provinciale di Roma e divenne presidente della Provincia e quindi sindaco della capitale. ` l’impeNegli stessi anni non trascuro ` la rivista ‘‘Elogno culturale e fondo quenza’’. Gli articoli qui di seguito furono tutti pubblicati su ‘‘Sardegna de-

Giuseppe Sotgiu – Il decano degli improvvisatori logudoresi vive oggi ritirato nella sua casa di Bonorva.

Sotgiu, Giuseppe3 Poeta improvvisatore (n. Bonorva 1914). Cresciuto in epoca fascista, ha esordito con un certo ritardo a causa della proibizione delle gare poetiche imposta dal regime. La ` del sua prima esibizione in pubblico e 1939, in un confronto a Foresta Burgos con i colleghi Andrea Ninniri e Tom` maso Pinna. Distintosi per la qualita ` dei suoi versi, fu chiamato sempre piu di frequente a gareggiare con i maggiori improvvisatori di quegli anni, in particolare con Raimondo Piras. Secondo Paolo Pillonca le loro gare restano come modelli di «gare bene ‘‘ragionate’’ e allo stesso tempo capaci di ` in «una divertire», eseguite per di piu ` ». Parte delle lingua di prima qualita sue opere, raccolte con il registratore, sono riportate nei volumi Chentu ’iddas

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Spaciani chentu modas, 1997, e Peppe Sozu, 2003, curati entrambi da P. Pillonca.

Sotgiu, Leontina Religiosa (Sassari 1882-Iglesias 1957). Mistica, terziaria `, pofrancescana, prese i voti di castita ` e ubbidienza; attiva nell’associaverta zione Figlie di Maria, fondata a Sassari da padre Giovanni Battista Manzella, fu al servizio di Giovanni Pirastru, vescovo d’Iglesias. Ebbe il dono delle stimmate, nei venerdı` riviveva con for`. tissimi dolori la passione di Gesu [ADRIANO VARGIU]

Soto Famiglia oristanese di grossi proprietari terrieri (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Nel 1779 ottenne il cavalierato eredita` con un Antonio Vito, berio e la nobilta nemerito dell’agricoltura. La sua discendenza si estinse entro la prima ` del secolo XIX. meta

Soto, portale (o Vitu Soto) Portale oristanese in stile barocco piemontese alto 8 m, realizzato in trachite grigia con intarsi di trachite rosa e chiuso da un cancello in ferro battuto elegantemente lavorato. Fu realizzato, probabilmente dal Viana, per Antonio Vito Soto come ingresso a un oliveto nella campagna di Oristano, che nel 1780 ` a sua moglie. dono

Sotomayor, Alfonso Religioso (Car` sec. XVIImona, Spagna, prima meta Barcellona, 1670 ca.). Arcivescovo di Oristano dal 1657 al 1664. Apparteneva all’ordine dei Mercedari, nel quale fece una brillante carriera arrivando a esserne nominato padre generale. Nel 1657 fu nominato arcivescovo di Oristano da papa Alessandro VII e nel 1658 prese possesso della sede. Dopo alcuni anni di fervido impegno, nel 1664 fu trasferito a Barcellona.

Soto Real, Efisio Storico (Nuraminis 1633-Cagliari 1690). Dopo essere entrato nell’ordine degli Scolopi fu ordi-

nato sacerdote e impegnato nell’insegnamento. Fu in diversi collegi a Roma, e successivamente a Napoli, Genova, Macerata e Norcia. Nel 1665 ` in Sardegna per fondare il colletorno gio di Tempio Pausania. Di carattere instabile, non seppe legare con l’ambiente della cittadina gallurese, per cui dopo alcuni anni fu inviato in Spa` l’ordine divenendo gna, dove lascio prete secolare. Tornato in Sardegna, si stabilı` a Cagliari. Tra i suoi scritti: Epitome del Reyno de Cerden ˜ a y de su Corte, 1672; Noticias de el antiguo y esclarescido lin ˜ age de los Castelvis, 1678; Cerden ˜ a y Caller, s.d.

Sozu, Peppe = Sotgiu, Giuseppe Spaan, Adriens Antropologo (n. Olanda, sec. XX). A partire dal 1984 ha lavorato sul Paleolitico in Sardegna; nel 1993 ha partecipato agli scavi della Grotta Corbeddu di Oliena con Sondaar e Klein Hofmeyer. Tra i suoi scritti: Il popolamento della Sardegna nel tardo Pleistocene: nuova acquisizione di un resto fossile umano dalla grotta Corbeddu, ‘‘Rivista delle Scienze preistoriche’’, XLV, 1995; The human colonisation of Sardinia: a late Pleistocene human fossil from Corbeddu Cave, ´ mie des ‘‘Comptes rendues de l’Acade Sciences de Paris’’, 320, II, 1995.

Spaccasassi = Bagolaro Spaciani Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gerrei. Era situato nelle campagne ` Gerrei. Con la capitoladi San Nicolo zione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne assegnata ai conti di Capraia, e alla ` ai giudici di Arloro estinzione passo borea. Nel 1295 Mariano II lo concesse ´ gia ` prima al Comune di Pisa, cosicche ` sotto l’amdella fine del secolo passo ministrazione diretta del Comune. ` a Dopo la conquista aragonese entro

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Spada far parte del Regnum Sardiniae e fu ` Carroz perconcesso in feudo a Nicolo ´ tentasse di pacificarne gli abitanti. che ` da Nicolo ` a Giovanni Nel 1347 passo Carroz; nel 1348 soffrı` a causa della pe` quasi completamente; ste e si spopolo scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` altri danni ` a perdere popolazione fino e continuo a sparire completamente.

Spada, Antonio Francesco Sacerdote, storico della Chiesa (n. Sedilo 1929). Dopo essere stato ordinato sa` diventato pubblicista dal cerdote e 1973 e dirige il periodico della diocesi di Bosa e Alghero ‘‘Dialogo’’. Tra i suoi scritti: Le origini storiche del culto a Costantino Magno, ‘‘Frontiera’’, 2, 1972; La diocesi di Bosa e i suoi vescovi, in Il IX Centenario della Cattedrale di S. Pietro, 1974; Alghero: diocesi dal 1503, ‘‘Dialogo’’, 1, 1984; Bosa: una storia diocesana molto antica, ‘‘Dialogo’’, 1, 1984; Il lago Omodeo ha 60 anni, ‘‘Dialogo’’, 8, 1984; Le relazioni tra la Santa Sede e la Sardegna nel Medioevo, ‘‘Dialogo’’, 1985; Storia della Sardegna cristiana e dei suoi Santi, I. Il primo millennio, 1994; II. Dall’XI al XVII secolo, 1998.

Spada, Costantino Pittore (Sassari 1923-ivi 1973). Autodidatta, fu notato giovanissimo da Filippo Figari che ne ` e lo intuı` subito le grandi possibilita ` a partecipare alla X mostra del invito Sindacato provinciale degli Artisti e Professionisti di Cagliari nel 1939: il sedicenne S. vi ricevette un premio ‘‘d’incoraggiamento’’, bissato alla mostra dei giovani del GUF nel 1940. Entrato nella scuola d’Arte di Sassari, vi si ` . Dall’immediato dopoguerra, diplomo insieme con Libero Meledina, fu tra gli animatori della vita artistica della `. «Impegnati a ricreare con le procitta prie forze l’archetipo dell’artista moderno, S. e Meledina – hanno scritto Giuliana Altea e Marco Magnani – lo

cercano nello scapigliato, nel ribelle, ´mien, alimentando nel tempo nel bohe una vasta aneddotica a base di alcool, risse e frequentazioni eterodosse. La Sassari degli anni Quaranta e Cin` questa scelta con un quanta premiera grado di simpatia e riconoscimento popolare che trova pochi o nessun riscontro in altri centri italiani». Prese parte a mostre in Italia e all’estero e al dibattito sulla cultura negli anni tra il 1950 e il 1960. «La sua pittura rispecchia in ` assimilate nella primo luogo le qualita scuola sassarese: salda composizione, istintivo senso realistico, forte vena disegnativa».

Costantino Spada – Pittore sassarese della generazione che seguı` la seconda guerra ` mondiale, fu artista di grande operosita e di efficacia espressiva.

Spadina Pianta della famiglia delle Iridacee (Gladiolus italicus). Bulbosa, ha fusto cilindrico lungo sino a 70 cm; le foglie sono lineari e i fiori sono riuniti in una spiga corta e densa, su un solo lato dello stelo unilaterale, con nume` una rosi fiori rosso-violetti; il frutto e capsula sferica. Molto diffusa, quasi infestante, cresce nei campi di cereali e fiorisce a fine primavera. Nomi sardi: ` dula (campiispanixedda, spadoni, spa danese); lillu areste (logudorese); lillu ’e sposa (Escolca). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

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Spanedda

Spadolini, Giovanni Storico, uomo politico (Firenze 1925-Roma 1994). Senatore della Repubblica, presidente del Consiglio. Fu essenzialmente un grande giornalista: dal 1955 al 1968 diresse ‘‘Il Resto del Carlino’’ e dal 1968 al 1972 il ‘‘Corriere della Sera’’. Negli ` i suoi studi di storia stessi anni coltivo del Risorgimento, divenendo professore universitario. Segretario del PRI tra il 1979 e il 1987, senatore, ministro, fu presidente del Consiglio dal 1981 al 1982; tra il 1987 e il 1994 presiedette il Senato. Tra i suoi scritti: Il pensiero politico di Giorgio Asproni, in Atti del Convegno nazionale di studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979, 1983.

zione su L’architettura religiosa degli Scolopi e la chiesa di S. Giuseppe a Cagliari, ora anche negli Atti, Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984.

Spanedda, Antonio Microbiologo (Cagliari 1907-ivi 1998). Laureatosi in Medicina, fu per alcuni anni medico condotto a Meana Sardo; nel 1940 intraprese la carriera universitaria: fu allievo di Giuseppe Brotzu, rimanendo a lui vicino negli anni in cui il grande scienziato fece i suoi studi sulla cefalosporina. Negli stessi anni fu direttore dell’Ospedale ‘‘San Giovanni di Dio’’ di Cagliari. Conseguita la libera docenza, divenne professore di Microbiologia ` di Medicina dell’Univernella Facolta ` di Cagliari e diresse l’Istituto di sita Microbiologia dal 1953 al 1977. Nel ` il movimento dell’‘‘Uomo 1945 fondo qualunque’’ a Cagliari. Terminata la carriera accademica, dopo qualche anno di studio e di riflessione fu ordinato sacerdote. Di lui sono rimasti numerosi importanti studi di buon livello scientifico, tra cui L’ospedale di S. Giovanni di Dio di Cagliari 1848-1947, 1947; L’alimentazione dei microrganismi vegetali, 1954.

Spanedda, Francesco Religioso

` Giovanni Spadolini – Come storico si occupo anche del pensiero di Giorgio Asproni.

Spagnesi, Gianfranco Storico dell’architettura (n. Roma, sec. XX). Profes` di Roma, nel 1983 sore nell’Universita ha fatto parte del comitato scientifico del convegno su ‘‘Cultura e arte del ’600 e del ’700 in Sardegna’’, svoltosi a Cagliari. Ha presentato una comunica-

(Ploaghe 1910-Sassari 2001). Vescovo di Bosa dal 1956 al 1979, arcivescovo di Oristano dal 1979 al 1985. Dopo essere ` in stato ordinato sacerdote si laureo Teologia e fu creato canonico del capitolo della cattedrale di Sassari. Nel 1956 fu nominato vescovo di Bosa; nello stesso periodo fece parte della commissione teologica del concilio Vaticano II. Quando nel 1979 la sua diocesi fu unita a quella di Alghero, fu nominato arcivescovo di Oristano. Nel 1985 si dimise per raggiunti limiti `. d’eta

Spanedda, Gavino Storico della Chiesa (n. Ploaghe 1916). Ordinato sa-

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Spano cerdote, ha accompagnato la sua missione religiosa con gli studi sulla storia della Chiesa sarda, in particolare di quella di Ploaghe. Ha dedicato importanti studi anche alla figura di un illustre sacerdote ploaghese, il canonico Giovanni Spano, e ha scritto, fra le altre opere, Chiese e istituzioni di Ploaghe nei secoli XVII-XIX, 1989; Una diocesi sarda del Medioevo: Ploaghe, 1991.

Spano1 Famiglia sassarese di ricchi

`. Agli inizi del secolo XIX della nobilta la famiglia si trasferı` a Oristano, dove si divise in due rami, uno dei quali nel ` dai Valentino i titoli di 1839 eredito conte di San Martino e di barone di Minutadas e si estinse nel secolo XX, ` le tradizioni mentre l’altro continuo della famiglia ed espresse alcuni distinti personaggi come il deputato Francesco. Attualmente risiede a Oristano.

mercanti (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV, quando viveva un Pietro, che sostenne finanziariamente la fase finale della guerra contro ` Doria, per cui gia ` dal 1433 ebbe Nicolo in feudo i territori spopolati di Taniga e Gerito e i salti di Colangios, Nuraghefenu, Mandra Antine nel Cabudabbas. Dopo la caduta del castello di Monteleone, nella divisione che ne seguı` gli furono concessi in feudo i villaggi spo` polati di Modolo e Mositano. Egli pero nel 1445 vendette i due villaggi a Pietro De Ferraria; i suoi figli successivamente ottennero di poter sfruttare alcune saline nella Nurra, ma i loro discendenti, alla fine del secolo, ebbero un tracollo finanziario. La famiglia si estinse agli inizi del secolo XVI.

Spano, Antioco Deputato al Parla-

Spano2 Famiglia di Milis (sec. XIII-esi-

Spano, Benito Geografo (n. Cagliari

stente). Di origine oristanese, le sue notizie risalgono al secolo XIII, quando alcuni dei suoi membri erano compresi nella cerchia dei majorales. Legati alla famiglia giudicale, erano prevalentemente impegnati nel governo della curatoria del Campidano di Milis dove possedevano estese pro` . Caduto il giudicato, si radicaprieta rono a Milis, dove per considerazione pubblica continuarono a essere trattati da nobili e a essere chiamati donnu e donna. Benemeriti dell’agricoltura e in particolare della coltivazione del gelso, nel 1736 ottennero il riconoscimento del cavalierato ereditario e

1926). Allievo di Alberto Mori, dopo la laurea ha intrapreso la carriera uni` professore versitaria. Attualmente e ` di Roma. di Geografia nell’Universita ` Collabora al ‘‘Bollettino della societa geografica italiana’’. Studioso autorevole, ha collaborato per anni al ‘‘Bollet` geografica italiana’’ tino della Societa ` membro di importanti istituzioni ed e culturali. Tra le sue numerose pubblicazioni scientifiche, in alcune affronta problemi che riguardano la Sardegna: fra le altre, La Gallura, collana ‘‘Memorie di Geografia antropica’’, 13, 1958; ` religiosa ed etnica in SardeLa grecita ` bizantina e i suoi rigna, in La grecita

mento subalpino (Oristano, prima ` sec. XIX-?). Di idee liberali, prese meta parte al dibattito sulla ‘‘fusione’’ e nel 1848 fu eletto deputato per la I legislatura del Parlamento subalpino. Successivamente riconfermato per altre tre legislature fino al 1853, nel novembre 1852 si dimise. In Parlamento assunse una certa indipendenza nei confronti della maggioranza governativa; ` nel 1848, con altri deputati sardi, gia aveva presentato un progetto di legge per la revisione delle liquidazioni dei feudi, nel corso delle quali era stato fatto ai feudatari un trattamento eccessivamente favorevole, il cui onere aveva finito per ricadere sulle comu` ‘‘liberate’’. nita

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Spano flessi geografici nell’Italia meridionale e insulare, ‘‘Pubblicazioni dell’Istituto ` di Pisa’’, di Geografia dell’Universita 12, 1965.

Spano, Carlo Geologo e paleontologo (n. Monserrato 1939). Intrapresa la car` divenriera universitaria, nel 1993 e tato professore associato di Paleontologia e di Paleoecologia. Attualmente ` di Scienze insegna presso la Facolta ` di Cagliari. Ricercadell’Universita ` interessato in partore infaticabile, si e ticolare di paleoecologia ed ha pubblicato numerosi lavori scientifici sul tema. Tra i suoi scritti: I musei sardi di Geologia e Paleontologia e di Mineralo` di Cagliari: storia e gia dell’Universita prospettive, ‘‘Museologia scientifica’’, 8, 1992.

Spano, Francesco Magistrato, deputato al Parlamento subalpino (Oristano ` sec. XIX). Dopo 1829-ivi, seconda meta ` in maessersi laureato in Legge entro gistratura e fu giudice del tribunale di Oristano. Di idee liberali, nel 1857 fu eletto deputato per la VI legislatura; ` con la maggioin Parlamento si schiero ranza che sosteneva il governo. Terminata la legislatura nel 1860 non fu rie` pero ` la politica, e tra il letto. Non lascio 1864 e il 1868 fu eletto rappresentante di Oristano nel Consiglio provinciale di Cagliari.

Spano, Giovanni Archeologo (Ploaghe 1803-Cagliari 1878). Fu l’iniziatore degli studi di archeologia scientifica in Sardegna: ma per la straordinaria va` dei suoi interessi culturali puo ` esstita sere considerato il promotore degli studi sardi (e sulla Sardegna) in una larga gamma di ambiti disciplinari. Entrato in Seminario, fu ordinato sacerdote nel 1827. Nel 1831 si trasferı` a ` i suoi studi di antiRoma, dove coltivo chistica, di Sacra Scrittura e di lingue orientali, entrando in contatto con alcuni illustri maestri. Nel 1834 fu nomi-

nato professore di Lingue orientali ` di Cagliari, dove ebbe nell’Universita modo di collaborare con Lodovico ` le sue esploraBaylle. Nel 1835 inizio zioni archeologiche nella necropoli e nell’anfiteatro di Cagliari. Sentı` la ne` di confrontare le sue osservacessita zioni con altri studiosi: questo lo spinse a compiere un lungo viaggio in ` italiane; tornato in Sardediverse citta ` nella sua attivita ` gna nel 1836, continuo ` le prime campagne di scavo in e avvio ` il alcuni siti. Negli stessi anni comincio suo interesse per i problemi della lingua sarda e la sua riflessione sul pro` dei nuraghi. Dopo blema dell’antichita la morte del Baylle, nel 1839 fu nominato anche direttore della Biblioteca ` di Cagliari, alla quale dell’Universita diede un deciso impulso rinnovandone ` una gli ordinamenti. Frattanto inizio polemica col Magistrato degli studi, che rimproverandolo di non curarsi troppo dell’insegnamento della Sacra Scrittura e di dedicarsi ad approfondire cose ritenute inutili (in particolare, la lingua e la poesia sarde) gli ri` lo costrinse nel dusse lo stipendio. Cio 1842 a lasciare la direzione della bi` , fu nominato blioteca; in seguito, pero canonico e dalla sua prebenda trasse i mezzi per continuare a vivere senza eccessive preoccupazioni economiche, dedicandosi ai suoi studi prediletti e intavolando utilissime relazioni con altri studiosi di ogni parte d’Europa (la sua corrispondenza, ora conservata nella Biblioteca Universitaria di Cagliari e in via di pubblicazione a cura ` di di Luciano Carta, comprende piu `a 2500 lettere). Negli stessi anni inizio scavare a Nora, a Ploaghe, a Lanusei e `, ma non trascuro ` anche in altre localita i suoi studi nel settore della lingua, avviando la stesura del suo Dizionario. Con la ‘‘fusione perfetta’’ ebbe delle ` a mantenere la sua predifficolta

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Spano ` nella sua benda, ma tuttavia continuo ` scientifica e negli scavi in diattivita verse parti della Sardegna, acquistando fama internazionale. Nel 1854 fu nominato preside del Ginnasio Santa Teresa (il futuro Liceo‘‘Dettori’’) ` il ‘‘Bullettino Archeologico e fondo sardo’’; nel 1857 divenne rettore del` . Attivissimo, nel 1860 fece l’Universita ` di Letistituire a Cagliari la Facolta ` venne chiusa poco dopo tere, che pero per mancanza di studenti; negli stessi anni diede impulso al ‘‘Bullettino archeologico’’, che uscı` fino al 1865, avvalendosi della collaborazione di studiosi di fama internazionale, e raccolse anche un notevole numero delle sue pubblicazioni (398 articoli). Cessato il suo incarico di rettore nel 1868, ` a occuparsi dei suoi studi, continuo dando vita al periodico ‘‘Scoperte ar` fino al cheologiche’’, che pubblico 1876. Nel 1871 fu nominato senatore del Regno per i suoi grandi meriti scientifici, ma, a pochi mesi dalla ‘‘con` mai a quista’’ di Roma, non si presento Palazzo Madama, pur astenendosi da ogni clamoroso gesto di ripulsa nei confronti d’una nomina che voleva premiare il suo lavoro di archeologo. I suoi scritti sono particolarmente numerosi: Giuseppe Belly. Dati biografici, ‘‘L’Indicatore sardo’’, 1839; Annotazioni al poema istorico di Girolamo Araolla, 1840; Ortografia sarda nazionale, ossia grammatica della lingua logudorese paragonata all’italiana, voll. 2, 1840; Bibbia Mnemonica cum perbrevi sommario, 1841; Annotazioni bibliche sul poema storico sacro del canonico Melchiorre Dore ‘‘Sa Jerusalem victoriosa’’, 1842; Lettera intorno a tre sonetti logudoresi sulla SS. Eucaristia di F. Carboni, 1842; Cenni sopra un frammento di antico diploma militare sardo, 1848; Lettera sopra un epitafio greco sul marmo del R. Museo di Cagliari, 1849; Illustrazione so-

pra un epitafio greco del R. Museo di Cagliari, 1849; Lettera ad Alberto della Marmora sopra alcuni lari militari in ` di bronzo, 1851; Notizie sull’antica citta Tharros, 1851; Notice of the discovers of the ancient city of Tharros, ‘‘Atti della ` archeologica di Londra’’, 1852; Societa Memoria sull’antica Truvine, 1852; Illustrazione di due sigilli sardi antichi, 1852; Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, 1851-1852; Proverbi sardi trasportati in lingua italiana e confrontati con quelli degli antichi popoli, 1852; Lettera al cav. D. Giovenale Vegezzi Ru´scalla sul volgare adagio ‘‘Ge´los Sardo nios’’, «il riso sardonico», 1853; Memoria sopra i nuraghi della Sardegna, 1854; Saggio di filologia sarda comparata sopra il cap. XV del Vangelo di San Luca con annotazioni, 1854; Moneta e statua del Sardopatore, ‘‘Bullettino Archeologico sardo’’, I, 1855 [d’ora in avanti il ` citato semplice‘‘Bullettino’’ sara mente come Bas]; Ultime scoperte, Bas, I, 1855; Sopra una statuetta di Iside in oro trovata in Tharros, Bas, I, 1855; Iscrizioni latine, Bas, I, 1855; Carta antica della Sardegna, Bas, I, 1855; Iscrizione pisana, Bas, I, 1855; Moneta di Ariperto in oro, Bas, I, 1855; Statua di Aristeo in bronzo, Bas, I, 1855; Lapide di Olbia, Bas, I, 1855; Intagli degli scarabei, Bas, I, 1855; Ultime scoperte, Bas, I, 1855; Statuetta di Serapide in bronzo, Bas, I, 1855; Statuetta in bronzo d’un indigente, Bas, I, 1855; Scoperta di un’an` , Bas, I, 1855; Formazione delle tica citta chiese antiche in Sardegna, Bas, I, 1855; Iscrizione sarda di Todorache, Bas, I, 1855; Arme antiche sarde e talismani bellici, Bas, I, 1855; Strade antiche della Sardegna dall’epoca cartaginese e ro` , isole, porti e fiumi, Bas, I, mana, citta 1855; Moneta di Ladislao, Bas, I, 1855; Nuovi sepolcri, Bas, I, 1855; Iscrizione antica cristiana con pesce simbolico, Bas, I, 1855; Lapide fenicia sarda, Bas,

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Spano I, 1855; Se la Sardegna abbia preso il nome da Sardo, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana II, Bas, II, 1856; Medaglia di Sallustio, Bas, II, 1856; Corba egiziana in oro di Tharros, Bas, II, 1856; Ultime scoperte, Bas, II, 1856; Iscrizioni latine, Bas, II, 1856; Stela fenicia di Tharros, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana III, Bas, II, 1856; Nome sito pe` di Cagliari, Bas, rimetro dell’antica citta II, 1856; Scrofe, amuleti di Tharros, Bas, II, 1856; Pendenti sardi ossia orecchini di Tharros, Bas, II, 1856; Amboni dell’antica Cattedrale di Cagliari, Bas, II, 1856; Amuleto con iscrizione fenicia, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana IV, Bas, II, 1856; Dell’arte plastica in ` degli Sardegna, Bas, II, 1856; Antichita scavi di Tharros, Bas, II, 1856; Porta laterale destra della Cattedrale di Cagliari, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana V, Bas, II, 1856; Coccodrilli, amuleti di Tharros, Bas, II, 1856; Vasetto antico di bronzo sacro ad Esculapio, Bas, II, 1856; Osservazioni sopra il significato del coccodrillo, Bas, II, 1856; Serpenti urei, Bas, II, 1856; Fondazione del R. Museo di Cagliari, Bas, II, 1856; Lucerna antica di bronzo del R. Museo, Bas, II, 1856; Catacombe di Sant’Andrea Abini presso Bonorva, Bas, II, 1856; Amuleti di Tharros e testa di Ammone, Bas, II, 1856; Illustrazione sopra un epitafio greco del R. Museo di Cagliari, Bas, II, 1856; Nome sito e descrizione dell’antica ` di Torres, Bas, II, 1856; Guida del citta Duomo di Cagliari, 1856; Glittica sarda, ossia rivista delle pietre incise trovate in Sardegna, 1856; Studi archeologici in Sardegna, Bas, III, 1857; Ghiande belliche o pietre da fionda, Bas, III, 1857; Amuleto in oro di Tharros, Bas, III, 1857; Descrizione dell’antica Sulcis,

nome e fondazione, Bas, III, 1857; Ultime scoperte, Bas, III, 1857; Iscrizioni latine, Bas, III, 1857; Antico monastero e chiesa di Saccargia, Bas, III, 1857; Amuleti egiziani di Tharros, Bas, III, 1857; Vaso antico scoperto a Tharros, Bas, III, 1857; Schiarimenti e note sull’iscrizione sulcitana, Bas, III, 1857; Escursione nell’antica Cagliari, Bas, III, 1857; Pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, Bas, III, 1857; Stile antico in bronzo, Bas, III, 1857; Antico mosaico della Crucca, Bas, III, 1857; Culto di Bacco in Sardegna, Bas, III, 1857; Dischi e semisfere delle tombe di Tharros, Bas, III, 1857; Statuette, indigeti sardi di bronzo, Bas, III, 1857; Emendazione della lapide di Cesania, Bas, III, 1857; ` di Calmedia, Bas, III, 1857; Ponti Citta antichi sardi e ponte di Torres, Bas, III, 1857; Smalti antichi sardi, Bas, III, 1857; Necropoli dell’antica Florinas, Bas, III, 1857; Sarcofago e iscrizione castriciana, Bas, III, 1857; Cenobio di Sant’Elia in Monte Santo, Bas, III, 1857; Dominio degli Etruschi in Sardegna, Bas, III, 1857; Sarcofagi antichi sardi e sarcofago di Torres rappresentante Orfeo, Bas, III, 1857; Cippo greco di Tharros, Bas, III, 1857; Moneta greca di Torres, Bas, III, 1857; Antico labario sardo di Uta. Appendice, Bas, III, 1857; Urna sepolcrale di Torres, 1857; Storia di Giuseppe, Ebreo raccontata nella Genesi dal cap. 37 fino al cap. 45 colla versione sarda. Con note e parafrasi in sestine, 1857; Il Vangelo di S. Matteo, volgarizzato in dialetto sardo logudorese, 1858; Notizie storico-critiche intorno all’antico episcopato di Sorres, ricavate da un autografo manoscritto del sec. XV, 1858; Sardegna sacra e le antiche diocesi, Bas, IV, 1858; Stele mortuarie di bronzo, Bas, IV, 1858; Vasi fittili sardi, Bas, IV, 1858; Monumenti romani di Austis, Bas, IV, 1858; Ultime scoperte, Bas, IV, 1858; Ornamenti e amuleti in oro di Tharros,

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Spano Bas, IV, 1858; Vasellino raro di terracotta, Bas, IV, 1858; Ripostigli di monete antiche ritrovati in Sardegna, Bas, IV, 1858; Iscrizioni latine, Bas, IV, 1858; Monete sardo-puniche, Bas, IV, 1858; Ornamenti e amuleti in oro di Tharros, Bas, IV, 1858; Studi archeologici in Sardegna, Bas, IV, 1858; Scoperta di un sarcofago frammentato, Bas, IV, 1858; Scavi e anti` di Terralba, Bas, IV, 1858; Anelli chita crinali di Tharros, Bas, IV, 1858; Chiesa e Badia di San Michele di Salvenero, Bas, IV, 1858; Iscrizione di Lucifero, Bas, IV, 1858; Statuette in terracotta di Tharros, Bas, IV, 1858; Antichi mosaici sardi, Bas, IV, 1858; Sarcofago antico del santuario di Cagliari, Bas, IV, 1858; Annotazioni all’iscrizione della colonna votiva ad Ercole e notizie di altri suoi monumenti, Bas, IV, 1858; Orfeo mosaico sardo esistente nel Museo egiziano di Torino, Bas, IV, 1858; Osservazioni sopra una statua, Bas, IV, 1858; Scoperta di un nuovo propretore della Sardegna, Bas, IV, 1858; Schiarimenti sull’urna di Caio Vetulio, Bas, IV, 1858; Erma di Bacco biforme, Bas, V, 1859; Acquidotto romano di Porto Torres ed iscrizione di T. Flavio Giustino, Bas, V, 1859; Sarcofago romano nel santuario di Cagliari, Bas, V, 1859; Furto di denaro antico, Bas, V, ` di Decimo, 1859; Sarcofago e antichita Bas, V, 1859; Anelli antichi sardi, Bas, V, 1859; Aquae Neapolitanae, ossia Bagni di Sardara, Bas, V, 1859; Vasi fittili sardi, Bas, V, 1859; Ultime scoperte, Bas, V, 1859; Iscrizioni latine, Bas, V, 1859; Fibule antiche di bronzo, Bas, V, 1859; Osservazioni e note sopra il sarcofago di Petronilla trovato in Decimo, Bas, V, 1859; Anelli antichi sardi, Bas, V, 1859; Significato delle ali col disco negli scarabei, Bas, V, 1859; Nuova interpretazione della stela fenicia di Tharros, Bas, V, 1859; Statuette egizie in avorio, Bas, V, 1859; Andrea Lusso pittore sardo del sec. XVI. Tela nella villa di Martis, Bas,

V, 1859; Bronzi olbiani ossia illustrazione di alcune figure in bronzo trovate ` di vicino ad Olbia, Bas, V, 1859; Antichita Sestu, Bas, V, 1859; Terme antiche e acque termali in Sardegna, Bas, V, 1859; Lettera ad Alberto della Marmora e sua risposta sopra un frammento di colonna miliaria, Bas, V, 1859; Statuetta citistica da Tharros, Bas, V, 1859; Chiodi di bronzo e di ferro che si trovano nelle sepolture, Bas, V, 1859; Descrizione dell’antica Neapolis, Bas, V, 1859; Giovanni Muru pittore sardo del sec. XVI. Tavole nella chiesa di Ardara, Bas, V, 1859; Ceramica greca e etrusca dipinta trovata in Sardegna, Bas, V, 1859; Sarcofago greco del R. Museo di Cagliari, Bas, V, 1859; Altri due sarcofagi sardi, Bas, V, 1859; Statuetta di terracotta di Tharros, Bas, V, 1859; Ambra che trovasi nei sepolcri, Bas, V, 1859; Urne cinerarie di vetro scoperte in Tharros, Bas, V, 1859; Sopra due sigilli sardi del Medio Evo, Bas, V, 1859; Testo ed illustrazioni di un codice cartaceo del sec. XV contenente le leggi doganali e marittime del porto di Castel ` Doria e la Genovese ordinate da Nicolo ` di fondazione e storia dell’antica citta Plubium, 1859; Nuova carta della Sardinia antiqua del Cav. Della Marmora, Bas, VI, 1860; Fuso antico di avorio, Bas, VI, 1860; Ardara e la sua chiesa, antica reggia dei giudici di Torres, Bas, VI, 1860; Unguentari e la cosmetica delle donne, Bas, VI, 1860; Ultime scoperte, Bas, VI, 1860; Iscrizioni latine, Bas, VI, 1860; Assi romani ed i loro multipli, Bas, VI, 1860; Situazione delle chiese antiche, Bas, VI, 1860; Tombe dell’antica Trabine, Bas, VI, 1860; Cinocefali amuleti di Tharros, Bas, VI, 1860; Bronzi sardi figurati, Bas, VI, 1860; Statuetta in bronzo di una Flora, Bas, VI, 1860; Chiesa cattedrale dell’antica Bisarcio, Bas, VI, 1860; Piccoli bronzi sardi, Bas, VI, 1860; Monumenti sardi in forma di botte, Bas, VI, 1860; Ripostiglio di mo-

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Spano nete romane, Bas, VI, 1860; Diota greca con nuovo eponimo, Bas, VI, 1860; Pesi ` di antichi sardi, Bas, VI, 1860; Antichita Samugheo, Bas, VI, 1860; Lapide greca ` di di Tharros, Bas, VI, 1860; Antichita Gethilon presso Sorso, Bas, VI, 1860; ` di Cerico ed iscrizione romana, Citta ` di Olbia e sua Bas, VI, 1860; Antica citta cattedrale, Bas, VI, 1860; Escavazioni fatte in Cornus, Bas, VI, 1860; Iscrizione antica di Fordongianus, Bas, VI, 1860; ` sarde, Bas, VI, Collezioni d’antichita 1860; Descrizione di Forum Traiani, ` di Olbia e sua Bas, VI, 1860; Antica citta cattedrale, Bas, VI, 1860; Statuetta canefora in bronzo, Bas, VI, 1860; Disco di Tharros con iscrizione fenicia, Bas, VI, 1860; Catalogo della raccolta di archeologia sarda del can. Giovanni Spano da ` di Calui donata al Museo di Antichita gliari, Parte I, 1860; Profezia di Giona, volgarizzata in dialetto sardo logudorese, 1861; Il Cantico dei Cantici di Salomone, volgarizzato in dialetto sardo centrale. Su canticu de sos canticos de Salomone, 1861; Pitture antiche a fresco e storia artistica sarda, Bas, VII, 1861; Aquedotto romano di Porto Torres ed iscrizione di T. Flavio Giustino, Bas, VII, ` sarde, 1861; Sui campidogli delle citta Bas, VII, 1861; Nuove monete di Guglielmo d’Arborea, Bas, VII, 1861; Geografia antica: Valeria, Bas, VII, 1861; Nota sul titolo di protospatario, Bas, VII, 1861; Ultime scoperte, Bas, VII, 1861; Iscrizioni latine, Bas, VII, 1861; Iscrizioni puniche, Bas, VII, 1861; Scavazioni fatte fin dai tempi antichi nelle ` , Bas, VII, 1861; Pitture andistrutte citta tiche a fresco e storia artistica sarda, Bas, VII, 1861; Amuleti sardi con l’occhio di Iside, Bas, VII, 1861; Dipinti originali che si conservano nel Palazzo rettorale di Ploaghe, Bas, VII, 1861; Sul senso della voce ‘‘Fidelis’’ nelle lapidi, Bas, VII, 1861; Sul senso delle ali nelle rappresentazioni egiziane, Bas, VII,

1861; Antica Cattedrale di Santa Giusta, Bas, VII, 1861; Abraxi sardi o pietre gnostiche, Bas, VII, 1861; Castello di Medusa, Bas, VII, 1861; Contromarche di alcune monete antiche, Bas, VII, 1861; Studi archeologici in Sardegna, Bas, VII, 1861; Tavola della chiesa di Loreto in Ozieri, Bas, VII, 1861; Iscrizione fenicia di Sulcis, Bas, VII, 1861; Scoperta di preziosi oggetti d’oro in Olbia, Bas, VII, 1861; Lapide cristiana da un autografo del Colombino, Bas, VII, 1861; Marmo greco con alto rilievo, Bas, VII, 1861; An` cristiane di Assemini, Bas, VII, tichita 1861; Trittico antico della Cattedrale, Bas, VII, 1861; Scavi fatti presso S. Giu` di sta, Bas, VII, 1861; Moneta e antichita Usellus, Bas, VII, 1861; Spiegazione di un diaspro antico, Bas, VII, 1861; Ag` di giunta all’ubicazione della citta Eden, Bas, VII, 1861; Nota sull’iscrizione miliaria di Neapolis, Bas, VII, 1861; Anello ebreo di bronzo, Bas, VII, 1861; Nuovo scarabeo sardo, Bas, VII, 1861; Scarabei con scene di guerrieri in ginocchio, Bas, VII, 1861; Sul senso delle mosche e delle api negli scarabei, Bas, VII, 1861; Moneta federale del Sardus Pater, Bas, VII, 1861; Vasi rotondi egiziani, Bas, VII, 1861; Notizie sull’antica ` di Tharros, Bas, VII, 1861; Guida citta ` e dei contorni di Cagliari, della citta 1861; Illustrazione di una base votiva in bronzo con iscrizione trilingue latina, greca e fenicia trovata in Pauli Gerrei, con appendice di Amedeo Peyron, ‘‘Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino’’, XX, serie II, 1862; Moneta con nuova contromarca, Bas, VIII, 1862; Anfiteatro di Cagliari e spettacoli che in esso si tenevano, Bas, VIII, 1862; Iscrizione di Furtei, Bas, VIII, 1862; Ultime scoperte, Bas, VIII, 1862; Iscrizioni latine, Bas, VIII, 1862; Antica chiesa di Santa Maria di Uta, Bas, VIII, 1862; Deposito di antiche monete puniche d’oro, Bas, VIII, 1862; Specchi di

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Spano bronzo degli antichi, Bas, VIII, 1862; Sigilli figulini in forma di piede umano, Bas, VIII, 1862; Anfiteatro di Cagliari e spettacoli che in esso si tenevano, Bas, VIII, 1862; I Barbaricini e gli Iliesi, Bas, VIII, 1862; Epitafio sardo scoperto nella via latina, Bas, VIII, 1862; Lucerne antiche in bronzo, Bas, VII, 1862; Lucerna antica con iscrizione di capo d’anno, Bas, VIII, 1862; Bolli figulini di Decimo, Bas, VIII, 1862; Cippi sepolcrali in forma d’ara, Bas, VIII, 1862; Sul titolo di Cesarius nelle iscrizioni antiche, Bas, VIII, 1862; Antica cattedrale di S. Pantaleo, Bas, VIII, 1862; Domenico Pollini miniatore sardo del XV sec., Bas, VIII, 1862; Moneta con una nuova contromarca, Bas, VIII, 1862; Spilli crinali, ` di vetri che si Bas, VIII, 1862; Quantita trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Conservazione dei monumenti antichi, Bas, VIII, 1862; Iscrizioni antiche, Bas, VIII, 1862; Miniere sarde nei tempi anti` chi, Bas, 1862; Raccolta di antichita sarde, Bas, VIII, 1862; Bolle appese ai Lari?, Bas, VIII, 1862; Serpenti che si vedono scolpiti nelle tombe, Bas, VIII, 1862; Significato della leggenda Conob nelle monete bizantine, Bas, VIII, 1862; Monete antiche bucate che si trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Vasi antichi che si trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Scavi praticati nei tempi antichi, Bas, VIII, 1862; Sopra i nuraghi della Sardegna, Bas, VIII, 1862; Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese. Storiche e profane, sacre e didattiche, voll. 2, 1863; Profezia di Giona, volgarizzata in dialetto sardo sassarese, 1863; Il libro di Ruth volgarizzato in dialetto sardo sassarese impensis L.L. Bonaparte, 1863; Il Cantico dei Cantici di Salomone, volgarizzato in dialetto sardo settentrionale sassarese, 1863; Sarcofago romano di Torres, Bas, IX, 1863; Antica chiesa di Suelli, Bas, IX, 1863; L’arte di gioielleria presso antichi

orefici sardi, Bas, IX, 1863; Moneta contromarcata, Bas, IX, 1863; Moneta coloniale di Metalla, Bas, IX, 1863; Amuleti antichi, Bas, IX, 1863; Serie di consoli, presidi, pretori e propretori coi questori romani che governarono la Sardegna, Bas, IX, 1863; Ultime scoperte, Bas, IX, 1863; Iscrizioni latine, Bas, IX, 1863; Nuova stela fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Anello d’oro con iscrizione punica, Bas, IX, 1863; Scoperta di uno scarabeo in argento, Bas, IX, 1863; Nuovi scavi di Tharros, Bas, IX, 1863; Alcuni oggetti di ` di raccolta particolare, Bas, antichita ` IX, 1863; Scoperte fatte nell’antica citta di Blubium, Bas, IX, 1863; Nuovi sigilli di manubri di diote greche, Bas, IX, ` di Muru de Bangius, 1863; Antichita Bas, IX, 1863; Amuleti diversi egiziani, ` di Sagama, Bas, Bas, IX, 1863; Antichita IX, 1863; Sopra il pane di piombo del tempo di Adriano, Bas, IX, 1863; Pietre incise trovate in Sulcis, Bas, IX, 1863; Rara iscrizione sopra tavoletta di bronzo, Bas, IX, 1863; Seconda iscrizione fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Nuovi oggetti da Tharros, Bas, IX, 1863; Sul titolo di Merre dato ad Esculapio nell’iscrizione trilingue di Pauli Gerrei, Bas, IX, 1863. Ultime scoperte, Bas, IX, 1863; Amuleti diversi egiziani, Bas, IX, ` di Nora, Bas, IX, 1863; 1863; Antica citta Terza lapide fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Scarabei con simbolo del fuoco, Bas, IX, 1863; Carta della Sardegna secondo gli antichi suoi quattro giudicati, Bas, X, 1864; Scarabei di Tharros, Bas, X, 1864; Sarcofago antico recentemente scavato nel camposanto, Bas, X, 1864; Dell’uso dei campanelli presso gli antichi, Bas, X, 1864; Vaso etrusco figurato scoperto a Tharros, Bas, X, 1864; Specchio antico di bronzo, Bas, X, 1864; Talismano cabalistico in oro, Bas, X, 1864; Ultime scoperte, Bas, X, 1864; Iscrizioni ` latine, Bas, X, 1864; Origine ed antichita delle campane, Bas, X, 1864; Anello cri-

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Spano stiano di Sulcis, Bas, X, 1864; Sindia e Santa Maria di Corte ossia Cabu Abbas, Bas, X, 1864; Oggetti figurati e simboli cristiani, Bas, X, 1864; Edicola in bronzo del R. Museo, Bas, X, 1864; Monili ossiano collane di Tharros, Bas, X, 1864; San Mauro di Sorgono, Bas, X, 1864; Fibule cristiane antiche, Bas, X, 1864; An` di Tonara, Bas, X, 1864; Antichita ` tichita di Tuppa e Turri di Gesturi, Bas, X, 1864; ` di Usellus, Bas, X, Scavi e antichita 1864; Vetri antichi cristiani, Bas, X, ` di Maracalagonis, Bas, 1864; Antichita ` cristiane di Scano, X, 1864; Antichita Bas, X, 1864; Tessera o moneta ossidionale di vetro trovata in Posada, Bas, X, 1864; Del codice d’Arborea donato alla ` di Cagliari Biblioteca della R. Universita dal maggiore d’artiglieria Cesare Garneri, Bas, X, 1864; Cesoie sarde trovate in Biora e in Tharros, Bas, X, 1864; Stadere antiche sarde, Bas, X, 1864; Uso dei pezzi cilindrici d’osso forati. Stadere antiche sarde, Bas, X, 1864; Storia e descri` di Cornus, Bas, X, zione dell’antica citta 1864; Iscrizioni greche, Bas, X, 1864; Cosa erano le ‘‘virghae sardorum’’, Bas, X, 1864; Pentacoli, ossiano amuleti in oro, argento e bronzo, Bas, X, 1864; Sopra due stele cufiche del R. Museo di Ca` della magliari, Bas, X, 1864; Antichita struca sarda, Bas, X, 1864; Armille ossiano braccialetti antichi, Bas, X, 1864; Scheda membranacea, Bas, X, 1864; Iscrizione di S. Paolo, Bas, X, 1864; Oristano e la sua antica cattedrale, Bas, X, 1864; Mnemosine sarda ossia ricordi e memorie di vari monumenti antichi, 1864; Cenni biografici del conte Alberto Ferrero della Marmora ritratti dalle scritture autografe, 1864; Dell’arte plastica in Sardegna, 1865; Catalogo della raccolta archeologica sarda del can. E.S. ` di da lui donata al Museo di antichita Cagliari. Parte I e Parte II: monete e medaglie, 1865; Vangelo di S. Matteo, volgarizzato in dialetto sardo sassarese,

1866; Memoria sopra alcuni idoletti di bronzo trovati nel villaggio di Teti e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1865, 1866; Notizie storiche ` Canelles documentate intorno a Nicolo primo introduttore dell’arte tipografica in Sardegna, 1866; Lettera al cav. Carlo Carta, 1866; Memoria sopra l’antica ` di Gurulis Vetus oggi Padria e scocitta perte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1866, 1867; Tavola di bronzo trovata ad Esterzili illustrata dal canonico Giovanni Spano, ‘‘Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino’’, XXV, serie II, 1867; Gioielleria religiosa sarda, ‘‘Annuario statistico e Calendario generale dell’isola di Sardegna per l’a. 1867’’, 1867; Cenni sulla vita del teologo Antonio Manunta di Osilo prebendario nella cattedrale di Cagliari, 1867; Storia e descrizione dell’Anfiteatro romano di Cagliari, 1868; Memoria sopra ` Doria una moneta finora unica di Nicolo conte di Monteleone e signore di Castelgenovese e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1867, 1868; Storia e descrizione di un crocione antico in argento del Duomo di Cagliari e di altre opere sarde di oreficeria antica, 1868; Note sarde e ricordi, 1868; Appendice itinerario antico della Sardegna con carta topografica, colle indicazioni delle ` , oppidi, isole e fiumi, 1869; strade, citta Memoria sopra una lapide terminale trovata in Sisiddu presso Cuglieri e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1868, 1869; Storia e necrologio del Campo Santo di Cagliari, 1869; Abbecedario storico degli uomini illustri sardi scoperti ultimamente nelle pergamene codici ed in altri monumenti antichi con appendice dell’itinerario della Sardegna, 1869; Catalogo delle monete dei reali di Savoia re di Sardegna che fanno seguito al catalogo delle monete antiche, 1869; Memoria sulla badia di Bonarcadu e scoperte archeologiche fat-

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Spano tesi nell’isola in tutto il 1869, 1870; Storia dei pittori sardi e catalogo descrittivo della privata pinacoteca del can. Giov. Spano, 1870; Acque termali di S. Saturnino presso Benetutti, 1870; Memorie sopra l’antica cattedrale di Ottana e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1870, 1871; Paleoetnologia ` preistorica segnata nei sarda ossia l’Eta monumenti che si trovano in Sardegna, 1871; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1871, 1872; Memoria sopra l’antica Cattedrale di Galtellı` e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1872, 1873; Sopra le rare monete sarde della zecca di Bosa, ‘‘Periodico di Numismatica e Sfragistica per la Storia d’Italia’’, V, 1873; Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto, 1873; Memoria sull’antico oppido di Geremeas, 1873; Vocabolario sardo geografico, patronimico ed etimologico, 1873; Lettera al conte Baudi di Vesme intorno ad un diploma militare sardo, ‘‘Atti dell’Accademia di Scienze di Torino’’, IX, 1873-74; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1873, 1873; Storia della zecca sarda, 1874; Emendamenti e aggiunte all’‘‘Itinerario dell’isola di Sardegna’’ del conte Alberto della Marmora, 1874; Monetazione in Sardegna di Carlo VI, imperatore, ‘‘Periodico di Numismatica e Sfragistica’’, 1874; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1874, 1874; Lettera al conte Carlo Baudi di Vesme intorno ad alcune anti` sarde riportate da corrispondenze chita dei due illustri fratelli Domenico e Carlo Promis, ‘‘Atti della Accademia di Scienze di Torino’’, X, 1875; Le delizie delle torture in Sardegna nel sec. XVI, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1875, 1875; Gli Ebrei in Sardegna, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Rivoluzione di Bono nel 1796 e spedizione militare, ‘‘Rivista

sarda’’, II, 1875; Iscrizioni figulinarie sarde raccolte e illustrate, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Postilla alla storia degli ebrei in Sardegna, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Processo per una nuova veste, ‘‘Stella di Sardegna’’, I, 1, 1875; Il conte Alberto La Marmora, la sua vita e i suoi lavori in Sardegna, la medaglia fatta coniare in di lui onore dal municipio di Cagliari, 1875; Storia della chiesa di Santa Greca presso Decimo Manno, 1876; L’an` della mitra di Sassari, ‘‘Stella di tichita Sardegna’’, II, 12, 1876; Asinara, sua colonia fallita, ‘‘Stella di Sardegna’’, II, 4, 1876; Iniziazione ai miei studi. Memorie, 1876; La Nurra e i barbareschi, ‘‘Stella di Sardegna’’, II, 20, 1876; Scavi nel giardino Nurchis della casa degli stucchi di Cagliari, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1876; Scavi nella casa di Tigellio, chita ` ’’, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1876; Scoperte archeologiche fattesi in Sardegna in tutto l’anno 1876, 1876; Invasione dei pirati tunisini avvenuta in ` sarda’’, 9, Carloforte il 1798, ‘‘Gioventu ` sarde, 1876; Studi sopra le antichita ‘‘Stella di Sardegna’’, IV, 1877; Ritratto di Eleonora d’Arborea, ‘‘Stella di Sarde` Campo gna’’, IV, 1877; Scavi in localita Viale. Cagliari, ‘‘Notizie degli Scavi di ` ’’, 1877; Bosa vetus, 1878; Il paAntichita dre di un arcivescovo turritano, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Sulla patria di S. Eusebio, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Lo stemma di Sardegna colle quattro teste dei mori, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878. Negli ultimi decenni molte di queste opere sono state riproposte in edizione anastatica o in nuova edizione, tanto che S. rimane, a quasi un secolo e mezzo dalla morte, uno degli ` presenti nel catalogo dei liautori piu bri d’argomento sardo. Tra le edizioni anastatiche si possono ricordare quella dell’Ortografia sarda nazionale, 1974, e quella del Vocabolario italianosardo e sardo-italiano, 1981, ancora

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Spano molto utilizzato sino alla comparsa dei nuovi vocabolari di Pietro Casu, Enzo Espa, Mario Puddu e Tonino Mario Rubattu; tra le nuove edizioni l’autobiografica Iniziazione ai miei studi, a cura di Salvatore Tola, 1997, e le Canzoni popolari di Sardegna, voll. 4, sempre a cura di Tola, 1999.

Spano, Giovanni Battista Militare, deputato al Parlamento subalpino (sec. XIX). Ufficiale di nobile famiglia oristanese, prese parte attiva agli avvenimenti che portarono alla ‘‘fusione’’ nel 1848. Nel 1849 fu eletto deputato per la II legislatura del Parlamento subalpino, ma l’elezione non fu convalidata per lo scioglimento della Camera; subito dopo fu rieletto per la III e per la IV, ma nel 1850, essendo stato promosso maggiore, gli venne revocato il mandato. In seguito prese parte con valore alle guerre dell’indipendenza italiana. Tra i suoi scritti: Abusi dopo il riscatto dei feudi, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Sul commercio della Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Sulla leva militare e sulla sua applicazione alla Sardegna. Ragionamento, 1851.

`. riera amministrativa delle Universita Nel corso degli anni si trasferı` a Roma, dove giunse al grado di direttore ammi` ‘‘La Sanistrativo dell’Universita ` comunque a occupienza’’. Continuo parsi di teatro e scrisse diversi lavori, alcuni dei quali ambientati in Gallura nel mondo dei pastori e ottenne un crescente successo; alcuni dei suoi lavori furono tradotti in spagnolo e rappresentati frequentemente. Negli ultimi anni scrisse anche Storia dell’Univer` di Roma, che ebbe un certo sucsita cesso. Tra i suoi scritti: Il dubbio, 1908; L’uragano sulla tanca, dramma in tre atti, 1926; Cinghialetto, dramma sardo, ‘‘Il Nuraghe’’, VI, 4-5, 1928.

Spano, Ottavio Senatore della Repubblica (n. Olbia 1923). Socialista, dal 1975 al 1983 fu eletto consigliere pro` volte assesvinciale di Sassari e piu sore ai Lavori pubblici; nel 1983 fu eletto senatore per la IX legislatura repubblicana. Al termine della legislatura non fu riconfermato.

Spano, Pietro Religioso (Sassari, se-

1845-monte Suello 1866). Rimasto orfano quando era ancora bambino, fu avviato dai parenti a fare il capraio. Saputo che Garibaldi, che era stato amico di suo padre, era a Caprera, si ` nell’isola e fu assunto come careco praio dall’eroe. Scoppiata la guerra del 1866, volle seguirlo in Trentino e ` suo attendente. Garibaldi lo nomino ` la morte combattendo valorosaTrovo mente a monte Suello nel 1866.

` sec. XIV-ivi 1448). Arciveconda meta scovo di Torres dal 1422 al 1441 e di Sassari dal 1441 al 1448. Canonico turritano di grande prestigio, nel 1422 fu nominato arcivescovo di Torres, ma di fatto ormai la curia era stata spostata da tempo a Sassari, dove risiedeva anche l’arcivescovo. Nel 1427 unı` alla diocesi l’abbazia di San Pietro di Silki e dal 1441 fu il primo vescovo turritano a farsi chiamare arcivescovo di Sassari. ` un importante siNel 1442 convoco nodo di cui ci rimangono gli atti, scritti in sardo logudorese.

Spano, Nicola Funzionario universita-

Spano, Salvatorangelo Uomo poli-

rio, autore di teatro (Tempio 1883Roma 1949). Di idee socialiste, quando era ancora studente a Cagliari, nel 1906, istituı` il Teatro sociale, che riscosse un qualche successo. Laurea` nella cartosi in Giurisprudenza, entro

tico, scrittore di teatro (Villacidro 1925-ivi 2004). Consigliere regionale, presidente della Regione sarda. Cattolico impegnato, fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana in Sardegna. Giovanissimo, nel 1953 fu eletto consi-

Spano, Luca Garibaldino (Tempio

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Spano gliere regionale del suo partito per la II legislatura nel collegio di Cagliari. Successivamente fu riconfermato per altre cinque legislature fino al 1979; negli anni della sua permanenza in Consiglio fu attivissimo; dal dicembre 1963 all’agosto 1965 fu assessore ai Lavori pubblici nella terza giunta di Efisio Corrias e dall’agosto 1965 al giugno ` in diverse 1969 assessore alla Sanita giunte nell’arco dell’intera V legislatura. Dal marzo all’ottobre 1972 fu presidente di una Giunta regionale e successivamente dal gennaio al luglio 1973 nuovamente assessore alla Sa` . Cessato l’impegno politico, si imnita ` ecclesiali e riprese merse nelle attivita a scrivere gustose commedie in lingua sarda ottenendo diversi riconosci` di Ozieri’’ menti tra cui il premio ‘‘Citta nel 1982. Nel 1991 fu ordinato diacono. Tra i suoi scritti, quasi tutti opere di teatro, S’arropapaneri, 1978; Sa vid’e Gesu Gristu a sa manera nostra, sonetti, 1981; Su parenti americanu, 1983; Sa ` torrau bottega de zia Cadania, 1983; E Licu, 1984; Perd’e Sali, poesie, 1989.

Spano, Velio Uomo politico (Teulada 1905-Roma 1964). Deputato alla Costituente, senatore della Repubblica. Maturato nell’ambiente operaio di Guspini, aderı` al fronte antifascista. Si trasferı` per gli studi universitari a Roma, dove divenne un dirigente del Partito Comunista Italiano. Inviato a Torino, vi fu arrestato nel 1927 e condannato a cinque anni di carcere; dopo ` , muovenaver scontato la pena emigro dosi in vari paesi per tenere i contatti fra gruppi clandestini e animare la resistenza al fascismo in diversi luoghi d’Europa: durante la guerra d’Etiopia ` nel Canale di Suez e ai confini opero dell’Abissinia facendo propaganda antifascista e anticoloniale fra le truppe, quindi, a partire dal 1936, fu in Spagna, ` Radio Barcellona, che tradove animo

smetteva verso l’Italia, in italiano, le parole d’ordine dei difensori della Repubblica legittima. Tornato in Tunisia (dove intanto aveva conosciuto la futura moglie, Nadia Gallico), vi fu condannato a morte, in contumacia, in due ´diverse occasioni, dai tribunali di Pe tain. Nel 1943 fu tra i primi a tornare in Italia, dove fu tra i protagonisti della riorganizzazione del partito nel Sud. Dopo la liberazione di Roma divenne ` ’’ e prese contatti direttore de ‘‘l’Unita con gli antifascisti sardi, riorganizzando il partito nell’isola. Nel 1946 fu nominato sottosegretario all’Agricoltura nel governo De Gasperi. Eletto alla Costituente, divenne senatore di diritto nella I legislatura, e venne rieletto fino alla IV legislatura durante la quale morı`. Quando era stato inviato nell’isola, aveva dovuto imporre al partito la linea di Togliatti, che era quella dell’integrazione del partito nel sistema politico nazionale (a cominciare ` nella lotta di dalle ragioni dell’unita Liberazione, obiettivo primario del PCI) e, in Sardegna, il passaggio da una posizione di diffidenza classista nei confronti della rivendicazione dell’autonomia regionale a una interpretazione di essa come strumento di sviluppo della classe operaia e del proletariato isolano. Tra i suoi scritti: Gram` una delle sci sardo, in Gramsci, 1938 [e prime interpretazioni ‘‘sardistiche’’ del personaggio, a un anno dalla sua morte]; Volpi in marsina nella vigna ` ’’, 1944; L’unita ` del posarda, ‘‘l’Unita polo sardo nella lotta per la sua redenzione, ‘‘Rinascita’’, 2, 1944; I lavoratori sardi e l’autonomia, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; Sardegna in piedi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; Il trionfo del sardismo, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Ente regione in Sardegna?, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Contadini in piedi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; La democrazia non e` un carciofo, ‘‘Il Lavo-

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Spanu ` cardinali dei deratore’’, 1947; Le virtu mocratici sardi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; `’’, Regionalismo democristiano, ‘‘l’Unita 1948; Contro il cretinismo paternalistico, ‘‘Il Lavoratore’’, 1948; L’autonomia dei partiti e l’avvenire della Sardegna, ‘‘Il Lavoratore’’, 1948. Molti degli scritti politici sono raccolti nell’anto` del popolo sardo (a logia Per l’unita cura di Antonello Mattone), pubblicato a Cagliari nel 1978; per la stessa collana di ‘‘Testi e documenti per la storia dell’antifascismo sardo’’ Mattone ha scritto una documentata biografia di Velio Spano. Vita di un rivoluzionario di professione, 1978.

Spano Gallico, Nadia Politica (Tunisi 1916-Roma 2006). Deputata alla Costituente e al Parlamento repubblicano. Appartenente a una famiglia ebrea antifascista che risiedeva a Tunisi dalla ` dell’Ottocento, venne in seconda meta Italia per studiare e laurearsi in Farmacia negli anni Trenta. In Tunisia co` nel 1939. nobbe Velio Spano, che sposo Dopo gli anni drammatici seguiti alla caduta della Francia e al passaggio ´ tain della Tunisia sotto il governo di Pe (Velio Spano fu condannato a morte in contumacia per due volte; Nadia, an` sovverche lei condannata per attivita siva, conobbe il campo di concentramento), allo sbarco degli Alleati poterono tornare in Italia, e dopo la liberazione di Roma G.S. fu responsabile delle donne del PCI a Roma e provin` a lungo in Sardegna, cia. Soggiorno dove fu incaricata di organizzare il movimento femminile comunista. Candidata in Sardegna, fu eletta all’Assemblea costituente nel giugno 1946 e quindi riconfermata per due legislature, dal 1948 al 1958, alla Camera dei deputati. Dopo la precoce scomparsa ` a occuparsi di podel marito, continuo litica e a testimoniare nella sua veste di ‘‘madre della Costituzione’’. Mo-

rendo nel gennaio 2006, ha lasciato un interessante libro di memorie, uscito subito dopo la sua scomparsa: il titolo ´ k significa in tunisino ‘‘beneMabru detto’’, segno di augurio per occasioni liete. Il sottotitolo dice, giustamente, ‘‘Ricordi di un’inguaribile ottimista’’.

Spanu, Antonella Pittrice (n. Mogoro 1974). Vive e lavora a Torino. Nelle opere di S., artista della nuova generazione il ‘‘filo’’ e la sua domestica applicazione, il cucire, sono la cifra fon` stato scritto – «di un persodante – e nale e riconoscibile linguaggio poetico ed estetico, al tempo metafora e pretesto per una riflessione condotta lungo le trame del quotidiano, seguendo il dipanarsi dei tanti momenti del vivere umano che tessono il reticolo fitto della vita: il suo procedere e le soste, le scelte e i cambiamenti, le fratture e il ricomporsi, i ritorni e gli abbandoni, gli ondivaghi ritmi incatenati del tempo. Il tutto interpretato e narrato con delicato senso di ironia e critica autoironica.

Spanu, Costantino Principe gallurese (sec. XII). Era probabilmente figlio del ` Sugiudice Comita di Gallura. Sposo sanna di Lacon Serra, sorella dello sfortunato Pietro I d’Arborea, e negli anni in cui il sovrano rimase prigio` nell’Arborea niero a Cagliari esercito funzioni di giudice di fatto.

Spanu, Luigi Insegnante, studioso di storia (n. Cagliari 1930). Dopo aver con` dediseguito la laurea in Lingue, si e cato all’insegnamento negli istituti su` stato per anni dirigente periori ed e sindacale. Specialista di spagnolo, ha studiato a fondo la storia sociale della ` e si e ` impegnato nella tradusua citta zione delle opere del Lo Frasso e Joachı´m Arce, contribuendo cosı` ad approfondire le conoscenze sul Seicento ` autore di numerosi lavori sardo. E scientifici, tra i quali: Cerden ˜ a. Aspec-

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Spanu ´ ficos, historicos y turisticos tos geogra (con A. Valguarnera), 1975; Piove acciaio su Cagliari. Ricordi degli avvenimenti del 1943, 1977; Lo stato dell’isola nel 1692 con particolare riguardo alle vicende della flotta sarda, 1977; Il problema degli alloggi nella Sassari del secolo XVIII, ‘‘Frontiera’’, 112-113, 1977; Politica, letteratura e folclore in Sarde` spagnola, 1980; Aspetti di gna nell’Eta vita sarda e cagliaritana in scritti e documenti, 1982; Torri litoranee in Ogliastra e nel Sarrabus, ‘‘Studi ogliastrini’’, I, 1984; Dizionario biografico di cagliaritani, 1984; Aspetti di vita cagliaritana nel Seicento, in Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Lingua, letteratura, arte ed economia in Sardegna tra il ’500 e il ’600, 1984; Spunti di vita rurale nella Sardegna del Cinquecento, ‘‘La Grotta della Vipera’’, XII, 34-35, 1986; Disavventure del castellano di Quirra nei primi anni del dominio aragonese 1336, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIII, 1987; Guida alle sagre della Sardegna, 1989; Notizie su Cagliari, Iglesias, Oristano e Tempio nella Relazione dell’Intendente generale Viry (1746), ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990; Documenti inediti riguardanti il Sarrabus e l’Ogliastra nei primi anni del governo aragonese (con M.V. Cannas), ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 14, 1991; Cagliari nell’inferno del 1943 (con G. Manconi), 1993; Iglesias. Perso`, naggi della toponomastica della citta 1995.

Spanu, Pier Giorgio Archeologo paleocristiano (n. San Vero Milis 1963). Allievo di Letizia Pani Ermini presso ` di Cagliari e l’Universita ` l’Universita di Roma ‘‘La Sapienza’’. Professore di ` Archeologia cristiana nell’Universita di Sassari dal 2002. Ha effettuato scavi archeologici in Sardegna (nell’area paleocristiana di Columbaris-Cornus, a Tharros, Neapolis, Marrubiu, praeto-

rium di Muru is Bangius, Luguidune castra a Oschiri, Austis e in vari giacimenti subacquei), in Tunisia (basilica paleocristiana di Uchi Maius) e in Marocco (area urbana di Lixus). Si interessa di santuari martiriali, della cristianizzazione delle campagne, della topografia urbana nell’Alto Medioevo, della cultura materiale vandalica e bizantina, di epigrafia medioevale e dei ` e commerci marittimi nell’antichita nel Medioevo. Ha al suo attivo numerosi contributi scientifici sulla Sardegna e sull’Africa dei Vandali e dei Bizantini, tra cui i volumi La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo, 1998; Martyria Sardiniae, 2000; e I sigilli della Sardinia bizantina (con Raimondo Zucca), 2004.

Spanu, Salvatorangelo Palmerio Grafico, araldista (Bosa 1940-Torino 2006). Diplomato all’Istituto d’Arte di ` stato allievo di Stanis Sassari, dove e ` trasferito a Torino, dove ha Dessy, si e aperto uno studio pubblicitario. Alla ` natale ha dedicato due raffisua citta nati volumi, Il castello di Bosa, e I vescovi di Bosa in Sardegna. Cronologia e araldica 1062-1986, 1983. Studioso di araldica, nel 1983 ha fondato e diretto la ‘‘Rivista di storia e cultura araldica’’ e nei volumi degli atti dei convivii an` araldica italiana ha nuali della Societa pubblicato i saggi L’ordinamento amministrativo della Sardegna nell’Alto Medioevo, 1987; L’arma di Cristoforo Colombo, 1988; La Sardegna e la Rivoluzione francese. I moti rivoluzionari sardi 1793-1796, 1989; Il canonico Giovanni ` ’’ Spano, 2005; e nella rivista ‘‘Nobilta Giovanni Francesco Fara, vescovo di Bosa e padre della storia sarda, 2005.

Spanu Satta, Francesco Funzionario (Sassari 1912-Roma 1974). Di agiata fa` in Scienze politiche miglia, si laureo nel 1935; compiendo viaggi di studio all’estero, in particolare in Germania,

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Spasule` ` a collaborare con diversi comincio giornali. Combattente nella seconda guerra mondiale, subito dopo la caduta del fascismo fu tra gli animatori della ripresa del dibattito politico e culturale a Sassari. Su ispirazione del governo militare alleato, presso il quale lavorava come ufficiale responsabile dell’ufficio del PWB (Psychological Warfare Branch), tra il 1944 e il 1946 con Giuseppe Dessı` diede vita al settimanale ‘‘Riscossa’’ (=), che divenne il punto di incontro di politici e intellettuali di varia estrazione sui problemi del ritorno alla democrazia. La rivista aveva ricevuto anche, dagli Alleati, il compito di ‘‘educare’’ alla democrazia la generazione dei giovani nati o cresciuti sotto il fascismo: per realizzare questo obiettivo, al quale si annetteva tanta importanza da assicurare alla rivista permessi prioritari di stampa e regolari forniture della carta (allora praticamente introvabile), S.S. fece largo spazio ai giovani sardi interessati alla politica o alla letteratura, incoraggiando cosı` il loro ingresso nella rinnovata vita pubblica isolana. S.S., che pure aveva contribuito alla fondazione della sezione del Partito Socialista di Sassari, era di cultura cattolica. Cosı`, alla conclusione dell’esperienza di ‘‘Riscossa’’ (dicembre 1946), divenne direttore, al momento della sua nascita, del quotidiano democristiano ‘‘Il Corriere dell’isola’’ (marzo 1947). Il giornale perdette subito la sfida con il ‘‘laico’’ ‘‘La Nuova Sardegna’’: S.S., trasferito a Roma dove fu segretario del consiglio di amministrazione della Cassa per il Mezzogiorno, poteva seguirlo solo saltuariamente; pubblicando le memorie di un giovane uscito dal PCI (Sono stato comunista) incorse in una disavventura giudiziaria in cui l’offeso diffamato era lo stesso Palmiro ` stato raccontato Togliatti (l’episodio e

da Silvano Reina in Il processo To` inegliatti-Spanu Satta, 1982). Lascio dito, morendo, un libro dedicato alla ricostruzione della vicenda politica e civile della Sardegna negli anni della guerra: pubblicato postumo (Il Dio seduto. Storia e cronaca della Sardegna 1942-1946, 1978), costituisce una fonte di primo piano per la conoscenza di quel drammatico periodo. Tra gli altri ` morta, ‘‘Riscossa’’, suoi scritti: La citta 1945; Aspetti della vita politica, ‘‘Riscossa’’, 1945; Funzione antidemocratica del Comitato di liberazione, ‘‘Riscossa’’, 1945; I problemi della Sardegna nelle sue vicende storiche, 1962; Memorie sarde in Roma, 1962; Nuovi studi sulla storia dell’agricoltura in Sarde` del Mezzogiorno’’, VI, gna, ‘‘Realta 1966; Due economisti sardi, ‘‘Autonomia Cronache’’, 6, 1969; Appunti per un discorso sulla cultura in Sardegna, ` del Mezzogiorno’’, 1969. ‘‘Realta

Sparaglione = Zoologia della Sardegna

Sparkes, B.A. Archeologo (n. Gran Bretagna, sec. XX). Nel 1987 ha concorso alla redazione del catalogo del Barnett-Mendleson sui materiali di Tharros conservati nel British Museum. In particolare ha curato la parte relativa alle ceramiche greche e romane, Pottery: Greek and Roman, in A catalogue of material in the British Museum from Phoenician and other tombs at Tharros, 1987.

Sparzio = Ginestra ` Antico villaggio di origine meSpasule dioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Mandrolisai. Era situato nelle campagne di Sorgono. Non molto grande, ` in crisi nel corso del secolo XVIII entro a causa delle violenze che i suoi abitanti subirono dagli abitanti di altri vil` a spopolarsi laggi vicini. Cosı` comincio

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Speluncas e i suoi ultimi abitanti si rifugiarono a Sorgono.

Speluncas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Era posto in prossi` di Sedini. A partire dal secolo XII mita venne in possesso dei Doria grazie ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Dopo l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che andavano formando nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la conquista aragonese, scoppiata la ribellione del 1325, divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e nel 1330 fu concesso in feudo a ` non riuscı` a enPietro Lull, che pero trarne in possesso. Nei decenni successivi subı` altri danni durante le guerre tra Aragona e Arborea e dopo il 1388 fu occupato dalle truppe del giu` Dodice. Dal 1410 fu conteso tra Nicolo ria e il visconte di Narbona; dopo alcune vicissitudini nel 1421 fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nei secoli successivi conti` a far parte di quel feudo, passo ` dai nuo Centelles ai Borgia e nel corso del secolo XVII, probabilmente a causa di al` naturali, fu abbandocune calamita nato dalla popolazione e scomparve.

Spensatello Famiglia sassarese (secc. XVI-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI quando alcuni dei suoi membri compaiono investiti da uffici pubblici. Nel 1561 un dottor Giovanni Battista fu eletto giurato capo di Sassari; un nipote Vincenzo fu protome` . I suoi figli Vincenzo e dico della citta Federico formarono due rami della famiglia. Ramo di Vincenzo. Vincenzo si stabilı` a Tempio, dove la sua discendenza si estinse nel corso del secolo XVIII. ` la Ramo di Federico Federico continuo

linea di Sassari; i suoi discendenti ottennero il cavalierato ereditario nel 1678 con un altro Vincenzo rettore del Collegio universitario. La discendenza ` a risiedere a di questi, che continuo Sassari, si estinse alla fine del secolo XVIII.

Sperate, San (o San Sperato; in sardo, Santu Sperau, Santu Sparau) Santo martire scillitano o scilitano (m. 180). Il 17 luglio del 180, sotto l’imperatore Commodo, dodici cristiani, sette uomini e cinque donne, furono condotti davanti al tribunale di Cartagine, presieduto dal proconsole Claudio Vigellio Saturnino. Nella Passio sanctorum ` antichi doScillitanorum, uno dei piu cumenti sui processi contro i cristiani, non figura il loro luogo d’origine, ma gli storici sostengono che dovevano es` della Numisere di Scilli o Scilio, citta ` «Sperato: – dia. A nome di tutti parlo La coscienza non ci rimorde di alcun ´ di aver mai fatto o detto indelitto ne giuria ad alcuno. Anzi, da voi maltrattati, non rendemmo se non grazie a Dio. Pregando anche per coloro per la mal` dei quali soffriamo contumelie. vagita Abbiamo sempre risposto con benedi´ rispetzioni ai maltrattamenti, perche tiamo il nostro imperatore; Proconsole ` semSaturnino: – La nostra religione e plice e voi dovete osservarla; Sperato: ` – Se mi porgerai l’orecchio, ti rivelero ` della nostra la grandissima semplicita religione; Proconsole Saturnino: – Se cominci a parlar male dei nostri riti sa` . La tua religione cri, non ti ascoltero offende la nostra. Giura piuttosto per ` del nostro imperatore; Spela divinita rato: – Sono suddito di quel Dio che non ` vedere con occhi mortali. Non si puo ho mai rubato, pago la tassa se compro ´ conosco il mio Siqualcosa, perche gnore, re di tutti i re e imperatore di tutte le genti; Proconsole Saturnino: – Rinnega, rinnegate queste credenze;

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Speronella variopinta Sperato: – Sono cattive le credenze che inducono a commettere omicidio e spergiuro; Proconsole Saturnino: – Continui a dichiararti cristiano?; Sperato: – Sono cristiano. Siamo cristiani; Proconsole Saturnino: – Vi concedo una proroga di trenta giorni per riflettere; Sperato: – Sono cristiano. Siamo cristiani; Proconsole Saturnino: – Poi´ costoro hanno confessato d’essere che cristiani e hanno ostinatamente perseverato nelle loro decisioni, pur es` sendo stata offerta loro la possibilita di ritornare alla religione romana, sono condannati alla decapitazione; Tutti dissero: – Grazie a Dio. E furono subito decapitati». In Sardegna Ecco la versione locale della vita del santo nella Sardegna del secolo dei ‘‘santi a iosa’’: nacque nel paese che da lui ha preso il nome, capitano dell’esercito imperiale, converti` il Vangelo; denunciato al tosi annuncio preside Marco Delasio e torturato, non volle sacrificare agli dei e fu martire, decapitato, sotto Diocleziano. Sulla ` stata costruita la chiesa in sua tomba e suo onore. «Il culto dei martiri scillitani – scrive Luigi Cherchi (1987) – divenne generale in tutta l’Africa settentrionale e in molti altri luoghi, in Francia, in Spagna e in Italia. Con il loro culto si diffuse pure quello delle loro reliquie. Naturalmente quando si ` necessario penparla di reliquie non e sare a tutto il corpo dei santi, ma basta pensare a qualche osso o frammento osseo. Nel paese di San Sperate vennero fatti gli scavi dal 25 aprile al 3 maggio del 1616. Fra le lapidi ritrovate nella vecchia chiesa di San Sperate, di cui rimaneva allora appena qualche ` , molto interessante pilastro e poco piu ` la lapide che portava quest’iscrie zione: ‘‘¡ HIC SUNT RELIQUIAE / SANCTI SPERATI / ET ALIORUM MI... / MART. A BRUMASIO / EPI-

SCOPO’’ (Qui sono le reliquie di San ` legittimo quindi pensare Sperate). E che non si tratta d’un corpo d’un santo o d’un martire ivi giacente, ma di reliquie ivi deposte. Brumasio era vescovo a Cagliari nell’anno 507-508, quando furono esiliati dall’Africa in Sardegna molti vescovi cattolici a opera di Trasamondo re vandalo. In mancanza di altre notizie siamo autorizzati a dire che i vescovi africani, con le altre reliquie, portarono anche quelle di San S. e dei suoi compagni martiri scillitani, al tempo del vescovo Brumasio. Le reliquie insigni di San S. martire scillitano [in parte custodite nella parrocchiale del paese e in parte nella cattedrale di Cagliari] diedero cosı` origine al nome del paese, che in onore del santo mar` San Sperate: San Espetire si chiamo rate, Sant’Esperate, Santo Sperato...». ` Uno degli ultimi studi sul santo e quello di Mauro Dadea: Un santo emigrato: San Sperate dall’Africa in Sardegna, ‘‘Notiziario Diocesano’’, Cagliari, aprile-settembre 2003. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 17 luglio a San Sperate.

Speronella variopinta Pianta erbacea della famiglia delle Ranuncolacee (Delphinium pictum Willd.). Erbacea perenne, ricoperta di fitta peluria, ha fusti eretti e raggiunge oltre 1 m di altezza; ha foglie palmate divise in lobi interi; i fiori di colore rosa-azzurrino, con un corto sperone, sono riuniti in una infiorescenza a racemo all’apice ` una capsula. Vedegli steli; il frutto e geta nei luoghi umidi, in vicinanza di corsi d’acqua e di sorgenti; fiorisce da ` un endemismo maggio a giugno. E ` inserita nell’elenco sardo-corso ed e delle piante da sottoporre a vincolo di protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. Nomi sardi: bocchipiogu, matapriogu, sproni de cavaleri. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

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Spiagge in Sardegna

Spiagge in Sardegna – Costa Paradiso.

Spiagge in Sardegna Le spiagge sono una delle primarie risorse ambientali dell’isola, elemento-chiave dello svi` luppo turistico della Sardegna. Le piu importanti di esse sono elencate qui di seguito in ordine alfabetico (l’indicazione ‘‘parcheggio a tempo limitato’’ indica solo raramente la presenza di un parcheggio custodito, ma piuttosto ` di parcheggiare il prol’opportunita prio mezzo soltanto per il tempo che si

` sta in spiaggia; l’indicazione ‘‘bar’’ puo anche riferirsi a semplici attrezzature di vendita di bibite; per il campeggio si consiglia di controllare le indicazioni apposte con relativi cartelli dalle amministrazioni locali). 1. Arboi, spiaggia in territorio di Domus ` Campionna, posde Maria, localita siede ghiaia multicolore e scogli di pic` dotata di parchegcole dimensioni; e ` adatta ai camgio a tempo limitato ed e ` di praticare atper, offre la possibilita ` subacquee. tivita 2. Baccu Mandara, spiaggia in territo` Gererio di Maracalagonis, localita ` contornata da colline ricche meas; e di vegetazione, possiede una sabbia co` dotata di lor crema a grana grossa; e parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 3. Baia Azzurra, spiaggia in territorio di ` Is MortoQuartu Sant’Elena in localita ` del porticciolo di Carius in prossimita pitana, possiede una sabbia color ` dotata di parpanna a grana grossa, e cheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 4. Baia Corallina, spiaggia in territorio ` Costa Corallina, di Olbia in localita possiede una sabbia grigia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, di prati` subacquee. care attivita 5. Baia delle Mimose, spiaggia alla foce del Coghinas prima di Badesi Mare in territorio di Valledoria, possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di albergo, bar, ristorante, offre la possi` di noleggiare ombrelloni e sedie bilita a sdraio e di praticare il windsurf. 6. Baia Ostina, spiaggia in territorio di Castelsardo a oriente dall’abitato, delimitata da una spettacolare scogliera, possiede una sabbia chiara mista a co-

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Spiagge in Sardegna lorati detriti di roccia; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 7. Baia Salinedda, spiaggia in territorio ` di capo Coda di San Teodoro in localita Cavallo, possiede una sabbia fine ` dotata di parcheggio a tempo chiara; e limitato. 8. Baia Sant’Anna, spiaggia in territo` Tanaunella, e ` rio di Budoni, localita piccola, delimitata da scogli e ha un ` di fondo di sassi; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 9. Baia Sardinia, spiaggia in territorio ` omonima, codi Arzachena in localita nosciuta anche come Cala Battistoni, ` nord-orientale del golfo all’estremita di Arzachena, possiede una sabbia fine color crema contornata da scogli e ` dotata di parcheggio a tempo da pini; e limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 10. Balai, spiaggia in territorio di Porto ` della citta ` lungo la Torres in prossimita ` delimitata da strada per Castelsardo, e rocce calcaree erose dal vento e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 11. Baracconi, spiaggia in territorio di ` omonima, alla Golfo Aranci in localita destra del porto; possiede una sabbia grigio chiara; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 12. Barca Bruciata, spiaggia in territo` di Manrio di Arzachena in localita nena, possiede una sabbia chiara fine; ` dotata di parcheggio a tempo limie ` di tato, albergo, bar, offre la possibilita noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 13. Barisoni, spiaggia in territorio di

` omonima, vicino Tertenia in localita ` stretta, con un fondo a all’abitato; e ciottoli e scogli; delimitata a setten` dotata di partrione da punta Prettu, e cheggio a tempo limitato. 14. Bassa Trinita, spiaggia in territorio ` Cala di La Maddalena in localita Maiore in vista del Forte Trinita; possiede una sabbia chiara e scogli di gra` dotata di parchegnito beige e rosa; e ` gio a tempo limitato; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 15. Baus, spiaggia in territorio di Bau` Cala di Forrola, e ` ragnei, in localita giungibile solo dal mare; possiede un ` infondo con sassi e sabbia chiara ed e castonata in una parete a picco sul mare dalla quale spunta la punta Girabili posta di fronte al faraglione di Pe` di pratidra Longa; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 16. Biderrosa, spiaggia in territorio di ` rSiniscola poco oltre lo stagno di Be ` oasi faunistica e possiede una chida, e ` dotata di parchegsabbia bianca fine; e gio a tempo limitato. 17. Bosa Marina, spiaggia a sud di Bosa; possiede una sabbia dorata medio fine ` lunga circa 1 km; e ` delimitata da ed e un molo in trachite che congiunge la prospiciente Isola Rossa alla terraferma; organizzata con alcuni stabili` dotata di parcheggio menti balneari, e a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping; adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 18. Bruncu Teula, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Portoscuso in localita caratterizzata da una zona di acque basse e di canneti, e dotata di parcheggio a tempo limitato. 19. Buggerru, grande spiaggia a pochi passi dall’abitato; possiede una sabbia fine color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante,

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Spiagge in Sardegna ` di prabar, camping, offre la possibilita ` subacquee. ticare il windsurf e attivita `rchida, spiaggia in territorio di 20. Be ` omonima; e ` lunga 3 Siniscola, localita km e possiede una sabbia bianca costellata da scogli rossi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 21. Cala Andreani, spiaggia detta anche Spiaggia del Relitto, situata in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara mista a sassi con qualche scoglio ai lati; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 22. Cala Banana, spiaggia in territorio ` omonima; di Golfo Aranci in localita possiede una sabbia bianchissima ed ` dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di noleggiare e bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 23. Cala Barracca, spiaggia in territo` di rio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino, conosciuta anche come Su portu de Su Trigu; possiede un fondo ` delicon sabbia chiara mista a sassi; e mitata da una ricca pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 24. Cala Biriola, spiaggia in territorio ` omonima, ragdi Baunei in localita giungibile via mare; contornata da pareti dirupate coronate da un bosco di lecci, possiede un fondo con ghiaia dorata e sassolini tondeggianti rosati; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 25. Cala Bitta, spiaggia in territorio di ` omonima; posArzachena in localita siede una sabbia dorata a grana media; ` dotata di parcheggio a tempo limitato e

` di nolege albergo, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 26. Cala Bonifazzinca, fiordo in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede un fondo di sassi e piccoli tratti di sabbia chiara fine. Of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 27. Cala Bove Marino, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di ciottoli e scogli. 28. Cala Brandinchi, spiaggia in territo` capo rio di San Teodoro in localita Coda Cavallo; possiede una sabbia ` dotata di parbianca a grana fine, e cheggio a tempo limitato, albergo, ri` adatta per i storante, bar, camping ed e ` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 29. Cala Brigantina, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 30. Cala Canniccio, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia rossa di grana grossa mista a ciottoli, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 31. Cala Cappello, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di rocce. 32. Cala Caterina, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Villasimius in localita contornata da due scogliere di granito e dalla macchia mediterranea, e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 33. Cala Chia, spiaggia in territorio di ` Chia; e ` deDomus de Maria in localita limitata da un promontorio e possiede una sabbia color panna e scogli; dotata

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Spiagge in Sardegna di albergo, bar, ristorante, offre la pos` di praticare il windsurf. sibilita 34. Cala Cipolla, spiaggia in territorio ` Chia, si di Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Spartivento; possiede una sabbia dorata fine ` delineata da alcuni grandi alberi ed e ` di pino e di ginepro; offre la possibilita ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. ` ccaro, spiaggia in territorio 35. Cala Cia di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca finissima, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 36. Cala Corsara, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia fine delimitata da scogli con vegetazione, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 37. Cala Coscia di Donna, spiaggia a poca distanza dall’abitato di Stintino: una caletta circoscritta da rocce e scogli che si protendono in mare; possiede un fondo di ghiaia chiara e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 38. Cala Coticcio, spiaggia in territorio di La Maddalena, nell’isola di Caprera; possiede una sabbia dorata, dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` adatta per i ristorante, bar, camping, e ` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita `nneri, spiaggia in territorio 39. Cala Co di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca fine, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 40. Cala d’Alga, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede un fondo di ciottoli trasparenti multicolori, rosati e ocra, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita

41. Cala d’Ambra, spiaggia in territorio ` omonima; di San Teodoro in localita possiede una sabbia bianca mista a ciottoli, con qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 42. Cala d’Arena, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 43. Cala d’Arena, un complesso di tre spiaggette circoscritte da cespugli di ginepro che separano dal mare un piccolo stagno; situata a nord di Cala Sa` dominata dalla torre spagnola bina, e nella estrema propaggine dell’isola dell’Asinara. 44. Cala d’Inferno, spiaggia in territorio di La Maddalena, raggiungibile dal mare; possiede un fondo di ghiaia fine mista a ciottoli multicolori e rosati; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. ` due 45. Cala d’Oliva, sono in realta spiaggette situate nei pressi dell’omonimo porticciolo nella parte settentrionale dell’isola dell’Asinara; posseggono una sabbia candida e finissima. 46. Cala d’Ostia, spiaggia in territorio ` Santa Margherita; e ` di Pula in localita delimitata da eucalipti e pini selvatici e possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 47. Cala de S’Acqua Durci, spiaggia in ` di territorio di Villaputzu in localita ` di 6 km, si stende da Quirra; lunga piu Torre Murtas a capo San Lorenzo, il fondo ha sabbia chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato,

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Spiagge in Sardegna ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 48. Cala degli Albatros, spiaggia in territorio di Tresnuraghes a nord di quella ` del piccolo cendi Alabe in prossimita tro balneare di Marina di Tresnuraghes; possiede una sabbia a grana ` contornata da grossa color ocra ed e grandi roccioni ricchi di cespugli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 49. Cala dei Gabbiani, spiaggia in terri` punta Ispu `torio di Baunei in localita ligi, raggiungibile dal mare; contigua a Cala Mariolu, possiede un fondo con sabbia bianco-dorata e piccoli ciottoli tondeggianti; delimitata da alte pareti ` di pratirocciose, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 50. Cala dei Ginepri, spiaggia in territo` omonima; rio di Arzachena in localita delimitata da cespugli e pini, ha sabbia color crema mista a ciottoli; dotata di ` adatta parcheggio a tempo limitato, e ` di per i camper e offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 51. Cala dei Morti, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo misto di ciottoli e ` di praticare scogli; offre la possibilita ` subacquee. attivita 52. Cala dei Pastori, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre posta a sud di Cala Valdaro; vi si trovano i resti delle capanne costruite un tempo dai pastori che periodicamente conducevano le loro greggi nell’isola. 53. Cala del Faro, spiaggia in territorio ` Porto Cervo; di Arzachena in localita contornata da capo Ferro e da una rigogliosa vegetazione, possiede una sabbia color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio.

54. Cala del Nuraghe, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre a sud della Cala ` dei Pastori; ricca di sabbia finissima, e chiusa da un promontorio su cui nel 1972 sono stati scoperti i resti di un complesso nuragico polilobato. 55. Cala del Pontile, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre contigua a quella del ` rocciosa e vi si trovano i Nuraghe; e resti di un pontile in pietra. 56. Cala del Relitto, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre non lontana da quella del Pontile; rocciosa, d’acqua limpidissima. 57. Cala dell’Argentiera, spiaggia lungo le coste della Nurra nel territorio dell’omonima miniera appartenente al comune di Sassari; a forma di mezzaluna con un arco complessivo di 150 m, si apre di fronte ai resti del villaggio minerario e possiede una sabbia chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 58. Cala dell’Orto, due piccole cale situate in territorio di La Maddalena nella parte orientale dell’isola di Razzoli; possiedono un fondo di ciottoli. 59. Cala della Marina, spiaggia in terri` San Pietorio di Castiadas in localita tro; possiede un fondo di sabbia ` delimitata dal monte Turno e chiara; e ricca di piante di ginepro e altra vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 60. Cala della Mezzaluna, scogliera a picco sul mare situata in territorio di ` Golfo della MezCarloforte in localita zaluna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante. 61. Cala della Signora, in territorio di Sant’Antioco, raggiungibile a piedi da ` caratterizzata da una Cala Sapone; e

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Spiagge in Sardegna grande scogliera a picco sul mare sulla quale si apre una grotta raggiungibile a nuoto. 62. Cala delle Tamerici, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre contigua a quella del Relitto, possiede una sabbia a grana grossa. dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 63. Cala dello Spalmatore, spiaggia in ` omoterritorio di Carloforte in localita nima, conosciuta anche come La Ca` letta; possiede una sabbia chiara ed e ben protetta da scogli e da vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio e di ` subacquee. praticare attivita 64. Cala di Budoni, spiaggia in territorio di Budoni, raggiungibile dall’abitato; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 65. Cala di Ponente, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Corcelli; possiede un fondo di sassi e sco` di praticare attigli; offre la possibilita ` subacquee. vita 66. Cala di Porticciolo, spiaggia a nord di capo Caccia in territorio di Alghero; dominata dall’antica torre omonima, racchiusa da colline ricche di macchia mediterranea, possiede una sabbia a grana grossa mista a sassi; negli ultimi ` sviluppato il villaggio decenni vi si e ` doturistico di Torre del Porticciolo; e

tata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping. 67. Cala di punta Santo Stefano, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede una sabbia fine multicolore mista a sassi; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 68. Cala di Trana, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi e roccia; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 69. Cala Domestica, spiaggia in territo` omonima; rio di Buggerru in localita ` possiede una sabbia color crema ed e racchiusa tra due promontori rocciosi a picco sul mare, coperti da una folta vegetazione; dotata di parcheggio a ` adatta ai camper tempo limitato, bar, e ` di praticare attie offre la possibilita ` subacquee. vita 70. Cala Dorata, spiaggia contigua a quella di Sant’Andrea, situata nella parte centrale dell’isola dell’Asinara di fronte alle isolette dei Nani e dello Scombro; possiede una sabbia chiara e finissima. 71. Cala Dragunara, spiaggia a sud di capo Caccia in territorio di Alghero; racchiusa in una insenatura naturale circondata da rocce ricche di grotte, possiede una sabbia dorata a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacquee. praticare attivita 72. Cala Drappo, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede una sabbia chiara a grana media mista a ciottoli; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 73. Cala e punta Balcaccia, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in lo` La Licciola; possiede una sabbia calita

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Spiagge in Sardegna ` di praticare chiara, offre la possibilita ` subacquee. attivita 74. Cala Falza, spiaggia conosciuta anche come La Marinedda, in territorio di ` d’Agultu in localita ` Isola Trinita ` delimitata da una scogliera, Rossa; e possiede una sabbia color crema a grana media, scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 75. Cala Ferrazzo, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede un fondo di sabbia mista a ghiaia rosata e bianca. 76. Cala Fico, insenatura profonda situata in territorio di Carloforte in loca` omonima; possiede spettacolari lita pareti rocciose e un fondo di ciottoli e rocce; dotata di parcheggio a tempo li` di pratimitato, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 77. Cala Francese, spiaggia conosciuta anche come Su Sirboni, situata in terri` Marina di torio di Gairo in localita Gairo; possiede un fondo con sabbia ` delibianca e scogli di porfido rosso; e mitata da una vegetazione rigogliosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 78. Cala Francese, spiaggia in territorio di La Maddalena nella parte ovest dell’isola; possiede un fondo di rocce chiare alternate a piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a tempo limi` di praticare attato, offre la possibilita ` subacquee. tivita 79. Cala Francese, spiaggia in territorio ` di Porto di Sant’Anna Arresi in localita Pino; possiede una sabbia fine con pic` delicoli frammenti di corallo ed e neata da alcuni grandi alberi di ginepro e cespugli di macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limi-

` di pratitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 80. Cala Fuili, spiaggia in territorio di ` Cala Gonone, accessiDorgali, localita ` delimitata da bile da una scalinata; e pareti rocciose a strapiombo orlate da ginepri e da oleastri; ha ciottoli mediogrossi; dotata di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 81. Cala Garibaldi, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 82. Cala Ghilgolu (Girgolu), spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita Vaccileddi, possiede una sabbia a ` dotata di pargrana grossa e scogli; e cheggio a tempo limitato, camping. 83. Cala Ginepro, spiaggia conosciuta anche come Il Golfetto, situata in terri` Lido di Orrı` torio di Tortolı` in localita ` di punta Muxi; possiede in prossimita un fondo con sabbia grigia chiara e scogli; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie ` subaca sdraio e di praticare attivita quee. 84. Cala Ginepro, spiaggia in territorio ` omonima; e ` delidi Orosei in localita mitata da una pineta e possiede una sabbia giallo chiara fine e alcune scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita ´, spiaggia in territorio 85. Cala Goloritze ` omonima; e ` domidi Baunei in localita nata dalla famosa guglia calcarea del

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Spiagge in Sardegna ` conmonte Caroddi detta Aguglia ed e tornata da pareti rocciose ricche di vegetazione; possiede un fondo con ciot` di pratoli e sabbia; offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 86. Cala Grana, spiaggia in territorio di ` Porto Cervo, alla Arzachena in localita base est di capo Ferro; possiede una ` delimitata da scogli sabbia chiara ed e affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 87. Cala Granara, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca fine; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 88. Cala Greca, spiaggia in territorio di ` capo Figari a Golfo Aranci in localita est di punta Filasca; possiede un fondo ` di di sassi e scogli; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 89. Cala La Vignaccia, spiaggia ai piedi di Castelsardo sul lato a oriente dell’a` contornata da scogliere e posbitato; e siede una sabbia grigia molto grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato ` di pratie albergo, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 90. Cala Libeccio, spiaggia nella parte meridionale dell’isola di Mal di Ventre, contigua a quella di Cala delle Tame` la piu ` vasta dell’isola ed e ` caratrici; e terizzata da alcuni alberelli. 91. Cala Liberotto, spiaggia in territorio ` linos a poca di` Sos A di Orosei, localita ` delimitata da alstanza dall’abitato; e ` cune scogliere che la dividono in piu calette di sabbia rosata; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita ` due 92. Cala Luna, sono in realta

spiagge contigue, una detta Spiaggia dei Grottini, in territorio di Baunei, l’altra detta del Laghetto, in territorio di ` omoDorgali, entrambe in localita nima; delimitate da pareti rocciose ricche di vegetazione, sono raggiungibili a piedi lungo una stretta valle o via mare; hanno sabbia dorata chiara a grana grossa; dotata di bar e ristorante, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita ` subaccazioni e di praticare attivita quee. 93. Cala Lunga, scogliera a picco sul mare in territorio di Carloforte, loca` La Punta. lita 94. Cala Lunga, spiaggia in territorio di ` omonima, protetta Calasetta in localita da due scogliere; possiede una sabbia ` di grigio frammista a concon tonalita chiglie e scogli; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 95. Cala Lunga, spiaggia in territorio di ` Porto MasLa Maddalena in localita simo; possiede una sabbia dorata mista a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 96. Cala Lunga, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di sabbia, sassi rosa ` di praticare attie scogli; possibilita ` subacquee. vita 97. Cala Lupo, spiaggia a nord dell’abitato di Stintino; costituita da alcune calette rocciose, possiede una sabbia a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 98. Cala Maladroxia, spiaggia in territo` omorio di Sant’Antioco in localita nima; possiede una sabbia giallo ` circondata da chiara a grana fine ed e una fitta vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri-

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Spiagge in Sardegna ` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 99. Cala Mariolu, spiaggia in territorio ` punta Ispu ` ligi, di Baunei in localita raggiungibile dal mare; possiede un fondo con sabbia mista a sassolini ton` ligi de nie); offre la deggianti rosati (ispu ` di praticare e attivita ` supossibilita bacquee. 100. Cala Mestra, spiaggia di ciottoli e scogli posta lungo la costa nord dell’i` solitaria e cosola di Mal di Ventre; e stantemente battuta dal maestrale. 101. Cala Moresca, spiaggia in territorio ` capo Figari; di Golfo Aranci in localita contornata da una pineta e dalla macchia mediterranea, possiede una sabbia chiara fine mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 102. Cala Moresca, spiaggia in territorio ` Arbatax, accessidi Tortolı` in localita bile da una scalinata; possiede un fondo con ghiaia e grosse pietre e rocce ` delimitata da rocce codi granito; e perte da macchia mediterranea e da pini; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 103. Cala Mosca, spiaggia in territorio ` omonima; e ` delidi Cagliari in localita mitata dal promontorio di Sant’Elia e dominata dalla Torre-faro; possiede una sabbia a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di bar, ristorante, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 104. Cala Muro, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede un fondo di ciottoli e sco-

` di praticare gli; e offre la possibilita ` subacquee. attivita 105. Cala Occidentale, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Mortorio; di sabbia bianca, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 106. Cala Ottiolu, spiaggia in territorio ` Ottiolu a poca didi Budoni in localita stanza da San Teodoro; possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 107. Cala Perdischedda Manna, spiaggia in territorio di Fluminimaggiore in ` Portixeddu adiacente a quella localita di Perdischedda Pittica, possiede un fondo con ghiaia e pietre di medie e grandi dimensioni; dotata di bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 108. Cala Perdischedda Pittica, spiaggia in territorio di Fluminimaggiore in lo` Portixeddu a poca distanza dalcalita l’abitato; possiede un fondo di pietre e ` ghiaia; dotata di bar, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 109. Cala Piatto, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 110. Cala Pira, spiaggia in territorio di ` omonima, in prosCastiadas in localita ` della torre secentesca che la dosimita mina; possiede un fondo con sabbia ` delimitata bianca a sfumature rosa; e da piante di ginepro e dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping. 111. Cala Pischina, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Aglientu in localita delimitata da roccioni e da fitta vegetazione e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi-

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Spiagge in Sardegna ` di praticare il windsurf e attivita ` bilita subacquee. 112. Cala Piscioli, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi, ` ha un fondo di sassi; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 113. Cala Portese, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 114. Cala punta Foghe, spiaggia in territorio di Tresnuraghes, caratterizzata da spettacolari falesie a strapiombo sul mare e contornata da isolotti; dotata di un parcheggio a tempo limitato, ` subacconsente la pratica di attivita quee. 115. Cala Reale, spiaggia e porticciolo nella parte nord dell’isola dell’Asi` il porto d’approdo delle imbarnara; e cazioni che provengono da Porto Torres e Stintino, e possiede il cosiddetto Palazzo reale, attuale sede dell’Ente ` base di escursioni verso l’inParco; e terno. 116. Cala Regina, spiaggia in territorio ` Terra di Quartu Sant’Elena in localita ` contornata da scogli e da pini Mala; e ed eucalipti; possiede un fondo di ciottoli e pietre; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 117. Cala Rossa, spiaggia in territorio ` d’Agultu in localita ` Isola di Trinita Rossa presso la punta Li Cannedi; possiede una sabbia color panna a grana media mista a ghiaia, grossi scogli lungo la battigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a ` subacsdraio e di praticare attivita quee. 118. Cala Sa Figu, spiaggia in territorio ` capo Ferrato; di Muravera in localita piccola, posta ai piedi del Capo, possiede un fondo di sabbia bianca con ri-

flessi dorati; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita praticare il windsurf. 119. Cala Sa Figu, spiaggia in territorio ` capo Cerasu; posdi Olbia, in localita siede una sabbia color ocra a grana media e scogli affioranti; dotata di albergo e ristorante. 120. Cala Sa Ruxi, spiaggia in territorio ` Porto Sa di Villasimius in localita ` contornata da piccole dune coRuxi; e ronate da cespugli di macchia mediterranea, possiede una sabbia color crema a grana grossa; offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita ` 121. Cala Sabina, spiaggia all’estremita ` raggiungiest dell’isola dell’Asinara; e bile a piedi attraverso un impervio ` l’unica in cui e ` consentita sentiero ed e la balneazione; possiede una sabbia candida di grande effetto. 122. Cala Sabina, spiaggia in territorio ` omonima, di Golfo Aranci in localita raggiungibile dal mare; contornata da una fitta vegetazione, possiede una sabbia grigia mista a sassi e scogli; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 123. Cala Saghefusti, spiaggia in terri` di Ottorio di San Teodoro in localita tiolu; possiede un fondo di ghiaia e sassi alternati a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 124. Cala Sant’Andrea, spiaggia vicino a uno stagno nella parte centrale dell’isola dell’Asinara; lunga 200 m, possiede una sabbia chiara e finissima. 125. Cala Santa Reparata, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in lo` La Colba, in prossimita ` di capo calita Testa; ampia e molto lunga, possiede una sabbia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 126. Cala Santoru, spiaggia in territo` Barisoni; rio di Tertenia in localita possiede un fondo di ghiaia e sassi ed ` delimitata da agavi, eucalipti e altra e ` dotata di parcheggio a vegetazione; e tempo limitato. 127. Cala Sapone, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Sant’Antioco in localita delineata da grandi scogliere, possiede una sabbia grigia e rossa mista a conchiglie e a frammenti di corallo; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita ` susedie a sdraio, di praticare attivita bacquee. 128. Cala Sarraı`na, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Vignola in localita delimitata da rocce granitiche che hanno assunto forme bizzarre a causa dell’azione del vento; possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 129. Cala Sassari, spiaggia in territorio ` omonima; di Golfo Aranci in localita lunga 300 m e delimitata da due promontori, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, ristorante, bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare atti` subacquee. vita 130. Cala Sinzias, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Castiadas in localita ` siede un fondo con sabbia bianca ed e delimitata da grandi scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita

131. Cala Sisine, spiaggia in territorio ` omonima, a qualche di Baunei, localita chilometro da Cala Luna, raggiungi` delimitata da pabile solo dal mare; e reti di roccia a strapiombo sul mare e possiede un fondo con sassi grigi, bianchi e rosa misti a sabbia grossa; dotata ` di bar e ristorante, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 132. Cala Spalmatore, spiaggia in territorio di La Maddalena, poco oltre il forte Santa Trinita; possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni possibilita ` subacquee. e di praticare attivita 133. Cala Spinosa, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura sul lato nord di ` contornata da grandi capo Testa; e rocce di granito, possiede una sabbia color crema a grana media; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 134. Cala Su Pallosu, spiaggia di San Vero Milis, costituita da sabbia chiara ` una a grana grossa mista a ciottoli; e piccola insenatura addossata alla ` stretta e punta omonima: la spiaggia e parzialmente coperta da posidonie, contornata da una pineta; dotata di un parcheggio a tempo limitato, vi sorge un albergo con bar e ristorante. 135. Cala Suaraccia, spiaggia in territo` capo rio di San Teodoro in localita Coda Cavallo; possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 136. Cala Trabuccato, dominata dall’omonima torre, a est di Cala Reale nell’isola dell’Asinara, possiede magnifici fondali; in passato era sede della pesca del tonno. 137. Cala Valdaro, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre, lungo la costa che ` il punto di guarda la Sardegna; e

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Spiagge in Sardegna ` sbarco dei turisti e si presta ad attivita subacquee. 138. Cala Vinagra, cala in territorio di ` omonima; posCarloforte in localita siede una scogliera a picco sul mare ` posta di fronte a un isolotto; offre ed e ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 139. Calabona, spiaggia a sud di Alghero in territorio comunale a poca di`; e ` costituita da un instanza dalla citta sieme di piccole calette ricche di scogli che si alternano a brevi tratti sabbiosi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 140. Caletta della Torre, spiaggia in ter` di Sarritorio di Tertenia in localita ` , dominata dalla torre omonima; rala possiede un fondo con ghiaia e scogli ` dotata di parcheggio a affioranti; e tempo limitato. 141. Caletta di Cea, spiaggia in territo` omonima; rio di Bari Sardo in localita possiede un fondo di scogli e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 142. Caletta Isola Capicciolu, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di La Presa; possiede un fondo di sassi e scogli. 143. Caletta Pagliuzze Dorate, spiaggia ` di in territorio di Tertenia in localita Santoru, a fianco del porticciolo; possiede un fondo con sassi grigi e neri; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 144. Caletta Sa Canna, detta anche Spiaggetta della Capanna, piccola spiaggia che si stende in territorio di ` di Torre del Cuglieri nella localita Pozzo; costituita da sabbia chiara a ` grana media mista a sassi e scogli, e contornata da spettacolari roccioni di tufo e dominata dalla torre del Pozzo,

cui si arriva da una scalinata scavata nella roccia. Ha un parcheggio a tempo limitato, un camping e un ristorante. 145. Camp’e Sabi, spiaggia in territorio ` contor` omonima; e di Arbus in localita nata da dune basse e coperte di vegetazione, possiede una sabbia grigia e qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 146. Campana Dune, spiaggia in terri` torio di Domus de Maria in localita Chia, si stende in direzione di capo ` delimitata da un siSpartivento; e ` di 20 m e corostema di dune alte piu nate da ginepri e macchia mediterranea; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 147. Campana, spiaggia in territorio di ` Chia, si Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Sparti` lunga 1 km e possiede una sabvento; e ` considerata una bia bianca e dorata: e ` belle dell’isola; dotata di pardelle piu cheggio a tempo limitato, bar, camping, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 148. Campionna, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Teulada in localita siede un fondo di ghiaia multicolore e scogli di piccola dimensione; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 149. Campolongu, spiaggia in territorio ` omonima nei di Villasimius in localita ` lunga circa pressi del porto turistico; e 500 m, possiede una sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di prabar, camping, offre la possibilita ticare il windsurf.

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Spiagge in Sardegna 150. Campus, spiaggia in territorio di ` omonima, poco Villasimius in localita ` contornata da una prima di capo Boi; e scogliera e protetta da una fitta vegetazione; possiede una sabbia bianca con riflessi grigi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 151. Canal dell’Omo Molt, spiaggia a sud ` di Alghero in territorio comunale; e raccolta in una suggestiva cala, possiede un fondo roccioso di scogli talvolta taglienti; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 152. Cann’e Sisa, spiaggia in territorio ` Torre di Maracalagonis in localita delle Stelle, a poca distanza dal centro ` contornata dalla macchia abitato; e mediterranea, possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 153. Cannigione, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Arzachena, in localita ampia e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. attivita 154. Cantareddi, spiaggia in territorio di Castelsardo, a ridosso dell’abitato, vi si accede dal lungomare attraverso ` stretta e ` circonuna strada sterrata; e data da scogli, con una sabbia chiara mista a sassi e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 155. Capo Boi, spiaggia in territorio di ` di una torre Villasimius in prossimita

di avvistamento tra Porto Sa Ruxi e la ` contornata dalle spiaggia di Solanas; e pareti del capo a picco sul mare e ha un fondo di scogli e grosse pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 156. Capo Caccia, promontorio di roccia che chiude la rada di Porto Conte: ` la punta piu ` occidentale della Sardee gna, prende il nome dal fatto che in passato era frequentato da cacciatori di colombi; lungo la sua parete a picco sul mare ricca di anfratti si rifugiano specie rare di uccelli tra cui il grifone; ` l’isoletta di di fronte allo strapiombo e Foradada, attraversata da una grotta che si apre a livello del mare. 157. capo Cacciaiu, spiaggia a nord di quella di Torre Argentina in territorio ` una spiaggia libera costituita di Bosa; e da un complesso di calette delimitate da rocce con fondo di ciottoli, non facilmente raggiungibile; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 158. Capo Comino, spiaggia in territorio di Siniscola a nord della scogliera ` lunga diversi chilometri e omonima; e possiede una sabbia bianca fine con scogli; dotata di parcheggio a tempo li` di pratimitato, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 159. Capo Falcone, spiaggia a destra di quella della Pelosa nella estrema propaggine nord-occidentale della Sardegna in territorio di Stintino; la scogliera si protende nel mare dominata dall’omonima torre; adatta ai camper. 160. Capo Malfatano, spiaggia in terri` omonima; e ` torio di Teulada in localita una cala contornata da alti scogli a picco sul mare con un fondo di pietre di varie dimensioni; dotata di cam` di praticare atping, offre la possibilita ` subacquee. tivita

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Spiagge in Sardegna 161. Capo Pecora, spiaggia in territorio ` Buggerru, a poca di Arbus, in localita ` contornata distanza da Portixeddu; e da scogliere a picco sul mare e possiede una sabbia chiara verso il giallo ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta ai camper, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 162. Capo Picci, spiaggia in territorio di ` Is Perdigonis; Muravera in localita molto ampia, possiede un fondo con ` delimisabbia chiara e conchiglie; e tata a sud dalla scogliera di Salinas; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 163. Capo Sandalo, scogliere a picco sul mare in territorio di Carloforte, in lo` omonima, sull’estrema punta occalita cidentale dell’isola; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta ai camper, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 164. Capo Sperone, promontorio in ter` omoritorio di Sant’Antioco in localita nima; dotato di albergo, ristorante, bar, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 165. Capo Testa, scogliera in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita omonima; possiede fantastici scogli di granito rosa e color crema. 166. Capriccioli, spiaggia in territorio ` omonima; cirdi Arzachena in localita condata da piante di lentischio e di oli` vastro, possiede una sabbia chiara ed e divisa in due da grandi scogli di granito; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio. ` gghju, spiaggia in terri167. Chischina ` Vignola torio di Aglientu in localita ` delimitata da scoMare; molto vasta, e gli di granito grigio e rosato e possiede

un fondo di sassolini color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita ` ddus, spiaggia in territorio 168. Coaqua ` omonima, si di Sant’Antioco in localita stende in direzione di capo Sperone; possiede una sabbia bianca e grigia mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, ` di noleggiare naoffre la possibilita tanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 169. Coccorrocci, spiaggia in territorio ` Marina di Gairo in di Gairo in localita ` di direzione Cardedu; si stende per piu ` attraversata dalla foce del rio 1 km ed e Cortucceddu; possiede un fondo con ` dotata di parcheggio ghiaia e sabbia; e a tempo limitato e camping e adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita ` subacquee. il windsurf e attivita 170. Conca Verde, spiaggia in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita ` circoscritta da una pineta omonima; e e da scogli di granito, possiede una sabbia color ocra a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita ` subacquee. zioni e di praticare attivita 171. Corongiualis, spiaggia in territorio ` di San Giovanni Suergiu in localita ` cara; contornata da vegetazione Mazza e da una pineta, possiede un fondo di ghiaia e pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato. 172. Costa Caddu, spiaggia in territorio ` Ottiolu; posdi San Teodoro in localita siede un fondo di ghiaia grigia e sassi con numerosi scogli alti; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 173. Cristolaxedu, spiaggia in territorio ` Colostrai a ridi Muravera in localita dosso della torre di Salinas; possiede

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Spiagge in Sardegna un fondo con sabbia bianca e pietre delimitata da scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 174. Cumpultittu, spiaggia a nord di Bosa in territorio di Bosa; situata in splendida posizione incastonata tra alte scogliere di tufo bianco, possiede ` raggiungiuna sabbia grigia e fine ed e bile solo dalla strada provinciale attraverso un viottolo. 175. Cussorgia, spiaggia in territorio di ` omonima, lungo la Calasetta in localita strada tra Calasetta e Sant’Antioco; possiede una sabbia grossolana chiara ` molto stretta ed espomista a ghiaia, e sta ai venti; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 176. Ezzi Mannu, spiaggia a nord di quella di Pilo in territorio di Stintino; ` contornata da dune ricche di vegetae zione e possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 177. Feraxi, spiaggia in territorio di Mu` omonima; lunga ravera in localita quasi 4 km, possiede un fondo con sabbia color panna; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. ` 178. Fertilia, spiaggia nella localita omonima, confinante con quella di Maria Pia in territorio di Alghero; possiede una sabbia bianca farinosa e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e

` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 179. Fiordo della Conca, insenatura in ` territorio di Carloforte in localita Golfo della Mezzaluna; tra le sue pareti di roccia amaranto racchiude una piscina naturale; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar. 180. Foddini, spiaggia in territorio di ` Marina di CarCardedu in localita dedu, ai confini con Bari Sardo; possiede un fondo di sabbia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. `, spiaggia in territorio di Bau181. Follo ` Santa Maria Navarrese; nei in localita possiede un fondo di ghiaia policroma; ` delimitata da scogli rossastri e da una e rupe sormontata da cespugli; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 182. Fontanamare, spiaggia in territo` Marina di rio di Gonnesa in localita Gonnesa, a nord dei resti del porto minerario; possiede una sabbia chiara a grana grossa e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 183. Forrola, spiaggia in territorio di ` Cala di Forcola; posBaunei in localita ` delisiede un fondo di sassi rossi ed e mitata da una parete a strapiombo ornata di cespugli, raggiungibile dal ` di praticare mare; offre la possibilita ` subacquee. attivita 184. Foxi Manna, spiaggia in territorio ` Marina di Tertedi Tertenia in localita nia, tra punta Ebbas e punta Moros; possiede un fondo con sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio.

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Spiagge in Sardegna 185. Foxi Murdegu, spiaggia in territo` Sarrala `, corio di Tertenia in localita nosciuta anche come Spiaggia di Melisenda; possiede un fondo di sabbia ` bianca fine mista a ciottoli e ghiaia; e ` ; dotata dominata dalla torre di Sarrala di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di praticare il windsurf e la possibilita ` subacquee. attivita 186. Foxi, spiaggia in territorio di Bari ` di Torre di Barı`, alla Sardo in localita sinistra della torre; possiede un fondo ` delimitata dalla con sabbia chiara ed e foce di rio Bau Eni; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 187. Foxiglioni, spiaggia in territorio di ` Lido di Orrı`, a poca Tortolı` in localita ` distanza dalla Spiaggia dei Milanesi; e ` di 1 km e possiede un fondo lunga piu con sabbia chiara fine e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo li` di nolegmitato, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 188. Frutti d’oro, spiaggia in territorio ` omonima, oltre di Capoterra in localita ` delimila spiaggia di La Maddalena; e tata dalla S.S. 195 e possiede una sabbia color crema mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita `iga, spiaggia in territo189. Funtana Me ` omonima a rio di Cabras in localita poca distanza da San Giovanni di Sinis; possiede una sabbia color ocra con frammenti di conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita 190. Funtanazza, spiaggia in territorio ` omonima; possiede di Arbus in localita una sabbia dorata che contrasta con gli ` contornata; dotata scogli scuri da cui e di parcheggio a tempo limitato e cam-

` di praticare atping, offre la possibilita ` subacquee. tivita 191. Gavrile, spiaggia conosciuta come Lido del Sole, situata in territorio di Olbia; possiede una sabbia color crema a grana grossa mista a sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare ombrelloni la possibilita e sedie a sdraio. `, spiaggia in territorio di Car192. Genio ` Le Colonne, lungo la loforte in localita strada litoranea 103; piccolissima caletta, possiede una sabbia grossa ocra con sfumature grigie e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, adatta ai camper, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 193. Genn’e Mari, spiaggia in territorio ` Torre di Maracalagonis in localita delle Stelle, poco lontana dall’omonimo piccolo borgo di villeggiatura; possiede una sabbia bianca a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di praticare il windsurf e la possibilita ` subacquee. attivita 194. Girasole, spiaggia in territorio di Girasole posta di fronte all’abitato; possiede un fondo con sabbia ocra mi` delimitata dallo stagno sta a ghiaia; e ` raggiungibile attraverso di Tortolı` ed e ponticelli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare ombrelloni e possibilita sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 195. Girin, spiaggia in territorio di Car` punta Nera, lungo la loforte in localita strada costiera 103; possiede una sabbia dai toni bianco, grigio e rosa, frammista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 196. Golfo delle Saline, spiaggia in terri` Capo d’Orso, torio di Palau in localita

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Spiagge in Sardegna ` molto ampia e sotto la grande roccia; e possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta per i camper, ` di praticare il windoffre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 197. Grande Pe`vero, spiaggia in territo` omonima rio di Arzachena in localita contigua a quella del Piccolo Pevero; possiede una sabbia bianca finissima e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare golf nel vicino fa` subacmoso campo, windsurf e attivita quee. 198. Grotta del Bue Marino, situata in ` Cala Goterritorio di Dorgali localita ` raggiungibile solo dal mare; e ` none, e ` grande grotta visitabile in Sardela piu gna, con numerose sale e magnifiche stalattiti. 199. Grotta di Nettuno, alla base del capo Caccia, si sviluppa per 2,5 km all’interno della montagna in una serie di magnifiche sale ricche di stalattiti e ` belle stalagmiti, considerate tra le piu della Sardegna; per raggiungerla via terra si utilizza la Escala del cabirol, costruita nel 1954, che si snoda lungo lo strapiombo con un complesso di 656 gradini. 200. Guidi, spiaggia in territorio di Car` Le Colonne, lungo la loforte in localita strada costiera 103; possiede un fondo ` caratterizzata da in ghiaia e pietre ed e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 201. I Grottoni, spettacolare scogliera ricca di anfratti e di archi in territorio ` Maccori, ragdi Calasetta in localita giungibile in barca; caratterizzata da ` dotata di parcheggio una falesia alta, e

` di a tempo limitato e offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 202. Iba Sa Cresia, spiaggia in territorio ` omonima, in didi Muravera in localita rezione Costa Rei; possiede un fondo ` delimicon sabbia bianchissima ed e tata da uno stagno, dune basse e canneti; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, bar, camping, offre la possibilita di praticare il windsurf. 203. Il Calettino delle Foche, spiaggia in ` Biriola, territorio di Baunei in localita ` delimiraggiungibile solo dal mare; e tata da pareti rocciose a picco sul mare e possiede sabbia chiara e scogli; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 204. Il Passetto, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo nell’isola di Tavolara; possiede una sabbia fine bianca. 205. Is Arenas, spiaggia in territorio di ` lunga piu ` di 6 km ed e ` molto Narbolia; e ampia, con un fondo di sabbia a grana media ocra a riflessi dorati, delimitata da un imponente complesso di dune ol` stata impiantre le quali dopo il 1950 e tata una magnifica pineta; possiede parcheggi a tempo limitato, aree per ` ideale camping, bar, ristoranti ed e per la pratica di tutti gli sport acquatici. 206. Is Arenas Biancas, spiaggia in ter` Porto ritorio di Teulada in localita Pino, possiede una sabbia bianca con ` grigie ed e ` contornata da un tonalita sistema di dune imponenti costellate da alcuni grandi alberi di ginepro; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 207. Is Arenas ’e S’Acqua ’e S’Ollastu, spiaggia in territorio di Arbus in loca` Sant’Antonio di Santadi; di sabbia lita

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Spiagge in Sardegna bianca rosata, lunga 6 km, si stende fino a Pistis; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. ` 208. Is Arutas, spiaggia nella localita ` omonima del comune di Cabras; e lunga circa 5 km ed ha una sabbia bianchissima di origine quarzifera a grana grossa, piccoli granelli delle dimensioni di un chicco di riso lucidissimi o traslucidi di incomparabile bellezza, attualmente protetti dalle tentazioni dei turisti con una serie di multe per coloro che ne asportino anche soltanto una manciata; dotata di camping, bar e ` raggiungibile anche dagli ristorante, e handicappati; ideale per praticare il windsurf.

Spiagge in Sardegna – Is Arutas. La costa occidentale, fra il golfo di Oristano e ` meridionale, ha bellissime spiagge. l’estremita

209. Is Mortorius, spiaggia in territorio ` omodi Quartu Sant’Elena in localita nima, a poca distanza da Terra Mala; possiede un fondo di ghiaia piccola e ` lunga circa 500 m; dotata di media ed e parcheggio a tempo limitato.

` inis, spiaggia in territorio di 210. Is Pru Sant’Antioco, si stende per 1 km tra la zona industriale e Malatroxia; di sab` parzialmente bia grigia grossolana, e chiusa alla balneazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 211. Iscrixedda, spiaggia conosciuta anche come Lido delle Rose, in territorio ` dell’abitato; di Lotzorai in prossimita possiede un fondo con sabbia dorata mista a granellini rossi e bianchi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. ` ios, spiaggia in territorio di 212. Iscra ` molto amPosada a nord dell’abitato; e pia e possiede una sabbia chiara a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato. 213. Isola dei Cavalli, in territorio di Loiri Porto San Paolo, vicinissimo alla costa; possiede una sabbia chiara con riflessi ocra e rosa e scogli di granito. 214. Isola dei Cavoli, in territorio di Villasimius nell’area protetta di capo Car` contornata da scogli e posbonara; e siede numerose spiaggette sabbiose; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 215. Isola dei Gabbiani, situata in terri` di Porto torio di Palau in localita Puddu alla foce del Liscia, di fronte all’isola dei Cavalli; collegata alla terraferma da un istmo sabbioso, possiede una sabbia grossolana di color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta per ristorante, bar, camping ed e ` di nolegi camper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee; e ` uno dei luoghi per il vita ` famosi del Mediterraneo. windsurf piu 216. Isola di Serpentara, isola situata di fronte al litorale di Villasimius; lunga

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Spiagge in Sardegna ` dominata dalla torre di meno di 1 km, e San Luigi e completata a nord da tre scogli di grandi dimensioni detti Vari` di praticare glioni; offre la possibilita ` subacquee. attivita 217. Isola Piana, in territorio di Loiri Porto San Paolo, conosciuta anche come Isola dei Gabbiani; possiede una sabbia grigia dai riflessi color ocra e ` rosa e scogli rosa; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 218. Isola Piana, isolotto in territorio di Carloforte nel canale tra l’isola di San Pietro e la Sardegna; possiede un fondale di scogli. 219. Isolotto dell’Ogliastra, in territorio ` formato da roccioni di di Lotzorai, e granito contornati da scogli rossastri; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 220. Isuledda, spiaggia in territorio di San Teodoro, facilmente raggiungibile dal paese; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 221. Kala ’e Moru, spiaggia in territorio ` Geredi Quartu Sant’Elena in localita meas; lunga 3 km e contornata dalla macchia mediterranea, possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 222. L’Isolotto, spiaggia contigua a quella di Tamerici a poca distanza da ` costituita da Stintino; anche questa e una piccola baia circoscritta da rocce e con un fondo roccioso; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 223. La Bobba, spiaggia in territorio di ` Le Colonne, Carloforte in localita

lungo la strada costiera 103; possiede una sabbia bianca fine e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, ` subacquee. e di praticare attivita 224. La Caletta, spiaggia in territorio di ` Torre dei Corsari; Arbus in localita ` di piccole dicontornata da scogliere, e mensioni, possiede una sabbia dorata mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 225. La Caletta, spiaggia in territorio di ` della GhinPortoscuso in prossimita ghetta; piccola, incastonata da scogli, possiede una sabbia bianca e chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di pratialbergo, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 226. La Caletta, spiaggia in territorio di ` omonima, posta Siniscola, in localita dietro l’abitato del piccolo villaggio ` molto estesa e possiede omonimo; e una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 227. La Capannaccia, spiaggia in terri` Romaztorio di Arzachena in localita zino; incontaminata, circondata dalla macchia mediterranea, possiede un fondo di ghiaia fine con scogli. 229. La Celvia, spiaggia in territorio di ` Capriccioli; cirArzachena, in localita condata da una fitta macchia mediterranea e da massi di granito giallo o rosato, possiede una sabbia dorata a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a

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Spiagge in Sardegna ` subacsdraio e di praticare attivita quee. 229. La Ciaccia, spiaggia in territorio di Valledoria lungo la strada per Santa Teresa Gallura; si stende per vari chilometri dall’abitato di Valledoria a Badesi, interrotta dalla foce del Coghinas, di sabbia color crema mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, camping, offre la pos` di noleggiare imbarcazioni, sibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 230. La Cinta, lunghissima spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita prossima allo stagno, facilmente raggiungibile dall’abitato; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare atti` subacquee. vita 231. La Conia, spiaggia in territorio di ` omonima, poco Arzachena in localita oltre Cannigione sulla strada per Palau; delimitata da macchie di pini e da scogli di granito, possiede una sabbia a grana grossa color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 232. La Cunchedda, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita Conca Verde; possiede una sabbia ro` delimitata da sata a grana grossa ed e scogli rosati e da cespugli di macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato. 233. La Foce, spiaggia in territorio di San Teodoro, di sabbia fine bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio.

234. La Licciola Nord, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` Liscia di Scopa (ribattezzata Valle lita ` delimitata da scogli arrodell’Erica); e tondati dal vento e possiede un fondo di sabbia rosata mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, camping e adatta per i camper, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 235. La Licciola Sud, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita Valle dell’Erica; contigua alla spiaggia di La Licciola Nord, possiede una sabbia color crema con riflessi rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` subacquee. di praticare attivita 236. La Maddalena, spiaggia in territo` delimitata dalla S.S. rio di Capoterra; e 195; molto ampia, possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante ` e adatta ai camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 237. La Marmorata, complesso di due spiagge situate in territorio di Santa ` omonima ai Teresa Gallura in localita piedi del capo Falcone; posseggono una sabbia color crema a grana grossa; ` dotato di parcheggio a il complesso e tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, e offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 238. La Pelosa, spiaggia contigua a quella di Roccaruia, situata a nord di Stintino: prospiciente l’isola omonima ` considerata e quella dell’Asinara, e ` belle spiagge della Saruna tra le piu degna; possiede una sabbia bianca e finissima, interrotta da scogliere che formano piccole insenature con pi-

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Spiagge in Sardegna scine naturali; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 239. La Pelosetta, spiaggia attigua a quella della Pelosa in territorio di Stintino, vicinissima all’isolotto omonimo ` raggiungere a piedi; posche si puo siede scogli e una sabbia simile a ` dotata di parquella della Pelosa; e cheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 240. La Playa, spiaggia in territorio di ` Pittulongu; possiede Olbia in localita una sabbia bianca a grana media mista a conchiglie e ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 241. La Punta, scogliera a picco sul mare in territorio di Carloforte in loca` omonima nella parte nord dell’ilita sola; dotata di parcheggio a tempo limitato. 242. La Rena Bedda, spiaggia detta anche La Turra, situata in territorio di ` Vignola mare; vaAglientu in localita sta e ben attrezzata, possiede una sabbia fine color crema mista a sassolini; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e ` susedie a sdraio e di praticare attivita bacquee. 243. La Sciumara, spiaggia in territorio di Palau a ovest dell’abitato; racchiusa da scogliere, possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e adatta ` di praper i camper, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 244. La Spiaggetta, spiaggia in territo-

` Marina di rio di Cardedu in localita Cardedu, conosciuta anche come Su Mare dividiu; possiede un fondo con ghiaia e ciottoli policromi con scogli affioranti, delimitata dalla foce del rio Lispedda e contornata da ginepri e altra vegetazione; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 245. La Tonnara, scogliera in territorio ` omonima sulla di Calasetta in localita punta Maggiore, comprende gli edifici dell’antica tonnara; dotata di albergo. 246. Lampianu, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord di Capo Mannu in ` una caletta racterritorio di Sassari; e colta alla quale si accede dalla strada attraverso una scaletta in pietra; possiede un fondo di ghiaia policroma mista a conchiglie e piccole pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 247. Las Tronas, spiaggia nel territorio urbano di Alghero dominata dall’omonima villa; possiede un fondo roccioso con poca sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 248. Lazzaretto, spiaggia in territorio di Alghero, oltre quella delle Bombarde ` divisa da una zona verde; dalla quale e ` della torre del Lazposta in prossimita zaretto possiede una sabbia farinosa di colore chiaro e ocra, finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 249. Le Bombarde, spiaggia oltre quella di Fertilia in territorio di Alghero; possiede una sabbia di colore bianco grigio alternata a scogli dall’aspetto soli-

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Spiagge in Sardegna tario e selvaggio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni, sedie a sdraio e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 250. Le Cinque spiagge, complesso di spiagge situate in territorio di Golfo Aranci a sud del centro abitato (si chiamano La prima spiaggia, La seconda spiaggia ecc.); posseggono una sabbia bianca fine; sono attrezzate con parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` di noristorante e offrono la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 251. Le Saline, spiaggia a nord di quella della Pazzona in territorio di Stintino; separa dal mare lo stagno di Cesarac` dominata dall’omonima torre ciu ed e e dal complesso di edifici della tonnara, oggi trasformata in villaggio turistico; ampia, possiede un fondo di ghiaia finissima mista a piccoli sassi di quarzo; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 252. Le Saline, spiaggia in territorio di ` omonima, 2 km a Calasetta in localita sud dell’abitato; possiede una sabbia grigia chiara con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 253. Le Saline, spiaggia in territorio di ` Vecchie Saline; posOlbia in localita siede una sabbia grigia chiara, mista a ghiaia e a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita

imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 254. Li Capanni, spiaggia in territorio ` Golfo delle Sadi Arzachena in localita line in direzione di Cannigione; chiusa da folte macchie di ginepri e da scogli, possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 255. Li Cossi, spiaggia in territorio di ` d’Agultu in localita ` Costa ParaTrinita ` delimitata da rocce di granito diso; e che la riparano dal vento e possiede una sabbia rosata a grana grossa e scogliere di granito rosato; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 256. Li Itriceddi, spiaggia in territorio ` Cala di Volpe; di Arzachena in localita racchiusa da una pineta, possiede una sabbia chiara con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio. 257. Li Mindi, spiaggia in territorio di ` Badesi Mare contiBadesi in localita gua a quella di Li Junchi; possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` adatta ai camper. camping e 258. Lido di Orrı`, spiaggia in territorio ` omonima; e ` molto di Tortolı` in localita estesa, e possiede un fondo con sabbia chiara e scogli di granito; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 259. Lido San Giovanni, lunga spiaggia di qualche chilometro situata nel terri-

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Spiagge in Sardegna torio urbano di Alghero; possiede una sabbia bianca e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` adatta ai camper. ranti e camping, e 260. Liscia di Rena, spiaggia in territo` Porto rio di Arzachena in localita Cervo a nord dell’abitato; possiede una sabbia color crema e scogli di gra` dotata di parcheggio a nito rosso; e tempo limitato. 261. Liscia di Vacca, spiaggia in territo` Baia Sardirio di Arzachena in localita nia non lontana dalla Pitrizza (Costa Smeralda); possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 262. Liscia Ruja, spiaggia in territorio ` omonima a di Arzachena in localita sud di Cala di Volpe; possiede una sab` contornata dalla macbia dorata ed e chia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la pos` di noleggiare imbarcazioni, sibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 263. Lo Squalo, spiaggia situata in terri` Lido di Pittutorio di Olbia in localita longu; possiede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 264. Lu Bagnu, spiaggia in territorio di Castelsardo proprio a ridosso del pic` delimitata da colo borgo omonimo; e alte rocce coperte di macchia mediterranea, possiede una sabbia color crema finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di prabar, camping, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 265. Lu Impostu, spiaggia in territorio ` capo Coda di San Teodoro in localita Cavallo; possiede una sabbia bianca con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` adatta per i storante, bar, camping, e

` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 266. Lu Litarroni, spiaggia in territorio ` Vignola; e ` delidi Aglientu in localita mitata da dune coperte di fitti cespugli e da scogli; molto estesa, possiede una sabbia color crema mista di ciottoli e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare ombrelloni e sedie a lita sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 267. Lucaise, spiaggia in territorio di ` Le Colonne lungo Carloforte in localita la strada litoranea 103; possiede un ` delimitata da scofondo pietroso ed e gli; dotata di parcheggio a tempo limi` di praticare attato, offre la possibilita ` subacquee. tivita 268. Maimoni, spiaggia in territorio di ` omonima; molto vaCabras in localita sta, caratterizzata da una zona di dune coperte da vegetazione, possiede una sabbia bianca mista a piccoli sassolini tondeggianti; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar. 269. Mandriola, spiaggia in territorio di ` essere considerata San Vero Milis, puo la prosecuzione di quella di Putzu Idu e si stende di fronte al piccolo agglomerato di Porto Mandriola; di sabbia grigio chiaro fine e coperta da uno strato di posidonie, si apre in direzione sud e offre un sicuro riparo dai venti di Capo Mannu; dal suo porticciolo partono i ` barconi per l’isola di Mal di Ventre; e dotata di bar e ristorante e di un par` possibile cheggio a tempo limitato; e ` subacquee. praticarvi attivita 270. Maragnani, spiaggia in territorio di Valledoria oltre la spiaggia di La ` delimitata da spettacolari Ciaccia; e scogliere e possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo ` limitato e camping, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita

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Spiagge in Sardegna 271. Mare e Rocce, spiaggia in territorio ` Pittulongu; posdi Olbia in localita siede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 272. Mare Morto, spiaggia in territorio ` San Giovanni di di Cabras in localita Sinis; possiede una fine sabbia grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta ai camper. e 273. Mari Ermi, spiaggia a nord di quella di Is Aruttas in territorio del comune di Cabras, separa la costa dagli ` lunga circa 2,5 km stagni retrostanti; e ` formata da granelli di quarzo leged e ` grandi di quelli di Is germente piu ` Aruttas; dotata di camping e di bar, e ottima per praticare il windsurf. 274. Mari Pintau, spiaggia in territorio ` Geredi Quartu Sant’Elena in localita meas, delimitata dal colle Bruncu de ` contornata dalla Su Monte Maru; e macchia mediterranea, possiede una sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` rante, bar, camping; offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 275. Maria Pia, spiaggia nel territorio urbano di Alghero, occupato un tempo dall’azienda omonima creata nel 1934 dall’Ente di bonifica integrale; ampia e digradante, delimitata da dune coperte da ginepri e circondata da una bellissima pineta, possiede una sabbia bianca e farinosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 276. Marina di Arborea, spiaggia in ter` omonima ritorio di Arborea in localita tra lo stagno di Cornu S’Ittiri e quello di ` lunga 5 km; possiede S’Ena Arrubia, e una sabbia grigia chiara mista a ciot-

toli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 277. Marina di Arbus, spiaggia conosciuta come Gutturu Flumini, situata ` omoin territorio di Arbus in localita ` di 2 km, possiede una nima; lunga piu ` delimitata a sabbia grigia chiara ed e sud da una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e cam` di praticare il ping, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 278. Marina di Badesi, spiaggia conosciuta anche come Li Junchi, situata in territorio di Badesi; possiede una sabbia color crema di grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 279. Marina di Castelsardo, spiaggia in territorio di Castelsardo agli inizi del` di dimensioni medie, posl’abitato; e siede una sabbia color crema a grana ` ricca di scogli e scogliere; media ed e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 280. Marina di Cugnana, spiaggia in ter` omonima; ritorio di Olbia in localita possiede un fondo di sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio. 281. Marina di Orosei, spiaggia in terri` omonima a 2 torio di Orosei in localita km e mezzo da Orosei, vi si accede at` lunga piu ` di 2 km e traverso un ponte; e possiede una sabbia dorata mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e

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Spiagge in Sardegna sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 282. Marina di Puntaldı`a, spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita ` ldia (cosı` si chiamava un tempo, Punt’A ` stato spostato dalla toma l’accento e ponomastica turistica); possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 283. Marina di Sorso, spiaggia in territorio di Sorso, rappresenta la continuazione di quella di Platamona e si stende in direzione di Castelsardo; ` possiede una sabbia bianca fine ed e delineata da una serie di dune alte alcuni metri, sormontate da ginepri, palme nane e gigli di mare, dietro le ` stata impiantata una rigogliosa quali e pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 284. Marina Maria, spiaggia in territo` omonima; posrio di Olbia in localita siede una sabbia grigia grossolana mista a conchiglie; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 285. Marina Rei, spiaggia in territorio ` Monte Nai; e ` di Muravera in localita lunga parecchi chilometri e possiede un fondo con sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 286. Marinella, spiaggia in territorio di ` Porto Rotondo; Golfo Aranci in localita

` di 1 km, possiede una sabbia lunga piu bianchissima e fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 287. Marinella, spiaggia in territorio di ` della zona Porto Torres in prossimita industriale; possiede una sabbia grigia chiara; per la sua posizione vi vige il divieto di balneazione. 288. Marinelledda, spiaggia in territo` Porto Rorio di Golfo Aranci in localita tondo, contigua alla spiaggia della Marinella; possiede una sabbia color ` costellata da scogli di gracrema ed e nito modellati dal vento; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni. bilita 289. Matta ’e Peru, spiaggia in territorio ` Careddu; e ` in di Budoni in localita parte coperta da posidonie e possiede una sabbia grigia chiara; dotata di par` cheggio a tempo limitato e camping, e adatta ai camper. 290. Mimose al Mare, spiaggia in territo` Monte Nai, rio di Muravera in localita tra la Spiaggia delle Ginestre e punta Santa Giusta; possiede un fondo con sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 291. Monte Cogoni, spiaggia in territo` Chia; rio di Domus de Maria in localita ` delimitata dalla strada costiera per e Chia e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 292. Monte d’Arena, spiaggia in territorio di La Maddalena prima del villag-

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Spiagge in Sardegna gio del Touring Club Italiano; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta per i camper; offre la possibie ` di noleggiare imbarcazioni e di lita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 293. Monti Russu, spiaggia detta anche La Piana, situata in territorio di ` omonima; e ` delimiAglientu in localita tata da dune coperte da ginepri e possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 294. Mugoni, spiaggia lungo la costa orientale della rada di Porto Conte in territorio di Alghero, vicina all’omonima azienda agricola; possiede una ` circonsabbia grigia a grana fine ed e data da una grande pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita natanti e di praticare il windsurf. 295. Museddu, spiaggia in territorio di ` Marina di CarCardedu in localita dedu; contigua alla spiaggia di Foddini, molto ampia, possiede un fondo con ` desabbia grigia e ghiaia policroma; e limitata a tratti da una pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 296. Oddoana, spiaggia in territorio di ` Cala Gonone, ragDorgali in localita ` delimitata giungibile solo via mare; e da pareti rocciose e possiede un fondo ` di pratidi rocce; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 297. Orvili, spiaggia in territorio di Posada a poca distanza dalla cantoniera ` molto ampia e delimitata omonima; e da una grande pineta; possiede una

sabbia grigia a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 298. Osalla di Dorgali, spiaggia in terri` omonima, torio di Dorgali in localita ` delimicontigua a quella di Orosei; e tata dalla scogliera di punta Nera e da una folta vegetazione e uno stagno, ha sabbia dorata e scogliere nere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni e di lita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 299. Osalla di Orosei, spiaggia in territo` omonima, poco rio di Orosei in localita ` molto dopo lo stagno di Su Petrosu; e estesa e delimitata dalla pineta e dallo stagno; possiede una sabbia fine e dorata; dotata di parcheggio a tempo limitato. 300. Pal’e Turri, scogliera situata in territorio di Portoscuso sotto la torre spagnola; possiede rocce e scogliere che il vento e il mare hanno foggiato col tempo; dotata di albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 301. Palau vecchio, spiaggia in territorio di Palau nel centro abitato, raggiungibile dal lungomare; possiede una sabbia ocra a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 302. Pan di Zucchero, spiaggia in terri` Masua; postorio di Iglesias in localita siede una sabbia color crema mista a ` contornata ghiaia multicolore ed e dalla scogliera e da una ricca macchia mediterranea; di fronte si eleva il grande, caratteristico scoglio conosciuto come Pan di zucchero; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` di pratirante, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 303. Pazzona, spiaggia lungo le coste del golfo dell’Asinara a nord di quella

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Spiagge in Sardegna di Ezzi Mannu in territorio di Stintino; ` mossa divide dal mare uno stagno ed e da un insieme di dune coperte di vegetazione, frequentate da specie di uccelli rari; possiede un fondo di frammenti di quarzo e di ghiaia bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di adatta ai camper, offre la possibilita praticare il windsurf. 304. Pedra Longa, scogliera in territo` omonima; dorio di Baunei in localita minata da uno sperone a forma di pira` mide detto Agugliastra, alto 128 m, e dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di bar, ristorante e offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 305. Pedra Marchesa, spiaggia in territorio di Siniscola, contigua alla spiag` rchida, delimitata dallo stagia di Be gno omonimo, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 306. Pedraladda, spiaggia in territorio ` dell’abidi Castelsardo in prossimita ` circontato; di piccole dimensioni, e data da una scarpata rocciosa, possiede una sabbia media mista di ghiaia: vi si accede da un sentiero; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` di bergo, ristorante, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 307. Piccolo Pe`vero, spiaggia in territo` omonima rio di Arzachena in localita nella Costa Smeralda; circondata da rocce e da cespugli, possiede una sabbia bianca a grana media; dotata di ri` di nostorante e bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 308. Piscina Rei, spiaggia in territorio di Muravera nella parte settentrionale ` lunga molti chilometri e di Costa Rei; e possiede un fondo con sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` adatta ai camper, offre la possiping, e

` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 309. Piscinas, spiaggia in territorio di ` omonima nella Costa Arbus in localita Verde; possiede una sabbia color ocra che forma dune alte fino a cinquanta metri che si inoltrano verso l’interno per quasi 2 km; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 310. Piscine, spiaggia in territorio di Ar` Mannena; raczachena in localita chiusa da scogli di granito modellati dal vento e dal mare, possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` subac` di praticare attivita possibilita quee. 311. Pistis, spiaggia in territorio di Ar` Sant’Antonio di Santadi, bus in localita ` costia poca distanza dall’abitato; e tuita da un alternarsi di scogliere a picco sul mare e di calette con sabbia rosata; dotata di parcheggio a tempo ` di limitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 312. Pitrizza, spiaggia in territorio di ` omonima; posArzachena in localita siede una sabbia chiara; dotata di albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 313. Plag’e mesu, spiaggia in territorio ` Marina di Gondi Gonnesa in localita nesa; possiede una sabbia grigia e grossa e complessi di scogli che formano piscine naturali; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, e adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita sedie a sdraio, e di praticare il windsurf.

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Spiagge in Sardegna 314. Platamona, spiaggia in territorio di Sorso, contigua a quella di Abbacur` molto rente (in territorio di Sassari); e estesa e possiede una sabbia chiara a grana grossa; separa dal mare lo stagno omonimo ricco di endemismi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` considerata la ` subacquee. E attivita ‘‘spiaggia dei sassaresi’’. 315. Poetto di Quartu, spiaggia in territorio di Quartu Sant’Elena contigua a quella del Poetto; possiede una sabbia bianca con riflessi dorati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 316. Poetto, spiaggia in territorio di Ca` lunga diversi chilometri e si gliari; e stende fino alla spiaggia di Quartu a ` ; possiede una saboriente della citta bia bianca a grana fine. Sul finire del Novecento, per rimediare all’impoverimento dello strato superficiale di ` pensato di procedere a sabbia, si e un’operazione di ‘‘ripascimento’’, trasportando sabbia dal fondo del mare antistante; sebbene siano trascorsi alcuni anni, la sabbia ‘‘nuova’’ mantiene ancora il colore grigio-scuro che nei progetti doveva cedere al color panna del resto della grande spiaggia. Dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristoranti, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` la ‘‘spiaggia dei cagliariil windsurf. E tani’’. 317. Poltu Biancu, spiaggia in territorio ` Badesi Mare, condi Badesi in localita tigua alla Baia delle Mimose di Valledoria; possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo

` limitato e camping, offre la possibilita di praticare il windsurf. 318. Poltu Quatu, spiaggia in territorio ` omonima; condi Arzachena in localita tornata da imponenti pareti di granito ` che delimitano le case del villaggio, e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 319. Portisco, spiaggia in territorio di ` Marina di Portisco alOlbia in localita ` ovest del golfo di Cugnana; l’estremita possiede una sabbia bianca a grana ` delimitata da uno sperone media ed e di rocce rosse; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 320. Portixeddu, spiaggia in territorio ` contigua all’odi Buggerru in localita monimo villaggio; molto ampia, divisa dal rio Mannu, possiede una sabbia fine color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 321. Portixeddu, spiaggia in territorio ` Maladroxia; di Sant’Antioco in localita ` possiede una sabbia chiara fine ed e contornata da scogli e da alcuni cespu` dotata di parcheggio a tempo ligli; e mitato. 322. Porto Ainu, spiaggia in territorio di ` dell’omonimo Budoni in prossimita villaggio; possiede una sabbia grigia chiara a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 323. Porto Alabe, spiaggia in territorio di Tresnuraghes; possiede una sabbia

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Spiagge in Sardegna multicolore a grana media raccolta in una caletta ben riparata, delimitata da dune ricche di piante grasse e gigli di mare; confina con l’omonimo insediamento turistico sviluppatosi dopo il ` dotata di parcheggio a tempo 1950 ed e limitato, albergo, ristorante, bar. 324. Porto Botte, spiaggia in territorio ` omonima; si stende di Giba in localita per circa 4 km e possiede una sabbia grossolana mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 325. Porto Casu, spiaggia in territorio di ` capo Ceraso; possiede Olbia in localita una sabbia grigia e ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 326. Porto Cervo, villaggio marino, centro principale della Costa Smeralda, in ` territorio di Arzachena in localita omonima; dotata di parcheggio a tempo limitato, alberghi, ristoranti, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 327. Porto Columbu, spiaggia in territo` Perd’e Sali in rio di Sarroch in localita ` del porto; possiede una sabprossimita bia grossolana mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita ` suimbarcazioni e di praticare attivita bacquee. 328. Porto Conte, spiaggia conosciuta anche come Baia delle Ninfe, nella rada di Porto Conte in territorio di Alghero; possiede una sabbia a grana ` cirgrossa color crema mista a ghiaia, e condata da un bosco di eucalipti e macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di pratirante, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita

329. Porto Corallo, porticciolo situato in ` Masua; territorio di Iglesias in localita possiede una scogliera che lo rende sicuro; dotato di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 330. Porto Corallo, spiaggia in territorio ` omonima vidi Villaputzu in localita cino al porticciolo turistico; possiede un fondo con sabbia grossolana grigia; ` delimitata da una folta vegetazione; e dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita il windsurf. 331. Porto di Villasimius, spiaggia in territorio di Villasimius nei pressi del ` di piccole dimensioni porto turistico; e e contornata da scogli e vegetazione; possiede un fondo con sabbia e scogli; dotata di albergo, ristorante, bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 332. Porto Ferro, spiaggia a nord di capo Caccia lungo le coste della Nurra in territorio di Sassari; possiede una sab` cirbia color ocra a grana grossa ed e condata da una grande pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti, di praticare lita ` subacquee. il windsurf e attivita 333. Porto Flavia, spiaggia in territorio ` Masua; possiede di Iglesias in localita ` sormonun fondo di ghiaia e sassi ed e tata da una pineta; dalla spiaggia si accede alla struttura mineraria omonima realizzata per lo stoccaggio e il carico ` in funzione; dei minerali, oggi non piu dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 334. Porto Frailis, spiaggia in territorio ` Arbatax nella di Tortolı` in localita parte meridionale di capo Bellavista; ` possiede un fondo con sabbia chiara; e delimitata da alcune scogliere laterali;

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Spiagge in Sardegna dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di ` subacquee. praticare attivita 335. Porto Giunco, spiaggia in territorio ` omonima, oldi Villasimius in localita ` contornata da tre lo stagno di Notteri; e un bosco di eucalipti, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 336. Porto La Cruzitta, spiaggia in terri` Costa Paratorio di Vignola in localita ` dediso; raggiungibile solo dal mare, e limitata da spettacolari scogliere e possiede un fondo di ghiaia e ciottoli; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 337. Porto Liscia, spiaggia in territorio ` omonima dalla pedi Palau in localita nisola di Coluccia all’Isuledda; lunga circa 8 km, possiede una sabbia dorata ` attraversata da a grana grossa ed e dune e folte macchie di vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping e adatta per i camper, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 338. Porto Mannu, spiaggia nell’abitato di Stintino accessibile dal lungomare; piccola e raccolta, possiede una sabbia dorata finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 339. Porto Paglia, spiaggia in territorio ` Porto Cervo; di Arzachena in localita contornata da piante di ginepro, possiede una fine sabbia chiara e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato. 340. Porto Paglia, spiaggia in territorio ` Marina di Gondi Gonnesa in localita

nesa; possiede una sabbia color crema ` delimitata dagli edia riflessi rosa ed e fici della tonnara, oggi trasformati in centro residenziale; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la pos` di praticare il windsurf e attisibilita ` subacquee. vita 341. Porto Palma, spiaggia in territorio ` omonima vicino di Arbus in localita agli edifici di un’antica tonnara integrata in un villaggio di pescatori; possiede una sabbia mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 342. Porto Palma, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede un fondo sassoso con piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 343. Porto Palmas, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord dell’Argentiera in territorio di Sassari; ha un arco di circa 200 m e possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ghiaia e piccoli sassi bianchi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` di praticamping, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 344. Porto Pineddu, complesso di spiagge che si stendono da Cala Menga alla costa circostante, situato in terri` torio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino; la spiaggia di Cala Menga possiede una sabbia fine grigia scura ` concon frammenti di conchiglie ed e tornata dalla pineta Candiani; la costa ` rocciosa con scogli che si circostante e alternano a piccole distese di sabbia; dotate di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attioffrono la possibilita ` subacquee. vita 345. Porto Pino, complesso formato da due spiagge contigue situate in territo` omorio di Sant’Anna Arresi in localita nima; si stendono per molti chilometri:

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Spiagge in Sardegna la prima possiede una sabbia bianca ` coronata da dune alte; la sefine ed e ` coconda una sabbia grigio chiara ed e ronata da una grande pineta; entrambe sono dotate di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, sono adatte ai camper e offrono la pos` di noleggiare natanti, ombrelsibilita loni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 346. Porto Pirastu, spiaggia in territorio ` capo Ferrato; di Muravera in localita possiede un fondo con sabbia grigio` delimicrema mista a ghiaia e scogli; e tata da un promontorio e da ricca vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 347. Porto Pollo, spiaggia in territorio ` omonima contigua di Palau in localita ` attraversata all’isola dei Gabbiani; e da dune ricche di vegetazione e possiede una sabbia bianca con riflessi rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` adatta per i camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 348. Porto Pozzo, spiaggia in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita omonima accanto a un villaggio costiero; possiede una sabbia grigia a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, cam` di praticare il ping, offre la possibilita windsurf. 349. Porto Quadro, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita La Ficaccia, non lontana dall’abitato; delimitata dal capo Falcone, possiede una sabbia di color crema a grana medio-grossa; dotata di albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie

` subaca sdraio, e di praticare attivita quee. 350. Porto Rafael, spiaggia in territorio ` omonima nella di Palau in localita parte orientale di punta Sardegna di fronte all’isola di Santo Stefano; vi si affaccia il villaggio turistico, possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 351. Porto San Paolo, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in loca` Porto San Paolo; possiede una sablita bia ocra e rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 352. Porto Sciusciau, scogliera in territorio di Sant’Antioco raggiungibile solo via mare, caratterizzata da quattro archi naturali al livello del mare; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 353. Porto Scudo, spiaggia in territorio ` Porto Tramatzu, di Teulada in localita si stende all’interno della zona mili` tare; possiede una sabbia bianca ed e delineata da una scogliera e da una fitta vegetazione. 354. Porto Taverna, spiaggia in territo` rio di Loiri Porto San Paolo in localita omonima; possiede una sabbia bianca a grana media e alcune dune basse; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 355. Porto Tramatzu, spiaggia in terri` omonima di torio di Teulada in localita fronte all’Isola Rossa; possiede una ` di grisabbia bianca con varie tonalita gio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti, ombrelloni e sedie

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Spiagge in Sardegna a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 356. Porto Tramatzu, spiaggia in terri` Porto Cotorio di Villaputzu in localita rallo; ampia circa 800 m, possiede un ` delimitata fondo con sabbia grigia ed e da scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 357. Porto Vitello, spiaggia in territorio ` capo Ceraso; posdi Olbia in localita siede un fondo di ciottoli rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato. 358. Porto Zafferano, spiaggia in terri` Porto Tratorio di Teulada in localita ` a sud rispetto a matzu, si stende piu Porto Scudo in zona militare; possiede una sabbia bianca finissima. 359. Porto `Istana, spiaggia in territorio ` Costa Corallina; di Olbia in localita possiede una sabbia bianca fine con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 360. Portobello al Mare, spiaggia conosciuta anche come Agnata, situata in ` Portoterritorio di Aglientu in localita ` delimitata da rocce bello di Gallura; e erose dal vento e da cespugli e possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ha piccole cale distinte con nomi antichi (Lu Culumbu) o frutto di invenzioni turistiche (la Baia dell’amore). Ingresso custodito, abilitato il controllo dei visitatori. 361. Portopaleddu, spiaggia in territo` omonima rio di Portoscuso in localita a sud del centro storico; possiede una ` delimitata da una sabbia dorata ed e

scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, e di prati` subacquee. care attivita 362. Portoscuso, spiaggia in territorio di Portoscuso accessibile dal lungomare della cittadina; possiede un fondo di scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 363. Portovesme, spiaggia in territorio ` omonima; di Portoscuso in localita possiede sabbia grigia e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 364. Portu Banda, spiaggia in territorio ` Ne ` bida, poco di Iglesias in localita fuori dall’abitato; possiede un fondo di ghiaia multicolore; dotata di parcheggio a tempo limitato. 365. Portu Li Cogghj, spiaggia in territo` Romazrio di Arzachena in localita ` divisa in due da uno sperone zino; e roccioso coperto di vegetazione; possiede una sabbia chiara fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 366. Portu Maga, spiaggia in territorio ` omonima nella Codi Arbus in localita sta Verde; possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 367. Portu Quau, piccola baia in terri` omonima, torio di Baunei in localita raggiungibile solo dal mare; delimitata da profonde pareti a picco sul mare, possiede un fondo con sassi e scogli; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 368. Pultiddolu, spiaggia in territorio di ` omoSanta Teresa Gallura in localita nima, ricavata nella piccola ansa di una scogliera; dotata di parcheggio a

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Spiagge in Sardegna ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 369. Punta Barbarossa, promontorio ` sud-orientale delposto all’estremita l’isola dell’Asinara; ricco di scogliere ` adatto per e di fondali spettacolari, e ` subacquee. attivita 370. Punta delle Colonne, spettacolare scogliera situata in territorio di Carlo` omonima a 300 m dalla forte in localita spiaggia di La Bobba; caratterizzata da ` di 10 m. faraglioni di trachite alti piu 371. Punta delle Oche, promontorio a est della scogliera di Memmerosso in territorio di Carloforte; possiede una magnifica grotta. 372. Punta delle Saline, spiaggia in ter` dell’omoritorio di Olbia all’estremita nima punta; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato. 373. Punta di Volpe, spiaggia in territo` Porto Rotondo; rio di Olbia in localita possiede una sabbia color crema punteggiata da scogli; dotata di parcheggio ` di a tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 374. Punta Don Diego, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in loca` Porto San Paolo; possiede una sablita bia color ocra con scogli di granito rosa; dotata di parcheggio a tempo li` di nolegmitato, offre la possibilita giare imbarcazioni e di praticare atti` subacquee. vita 375. Punta Est, spiaggia in territorio di ` capo Coda CaSan Teodoro in localita ` vallo; possiede una sabbia grigia ed e delimitata da scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 376. Punta La Capra, spiaggia conosciuta anche come Scogli Forani, situata in territorio di Castelsardo a

` delimipoca distanza da Lu Bagnu; e tata da scogli di trachite nera che formano una piscina naturale di grande bellezza; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, camping, offre la pos` subacquee. ` di praticare attivita sibilita ` timi, spiaggia in terri377. Punta Li Pa ` Mariscu, torio di Aglientu in localita tra Santa Teresa Gallura e Vignola; possiede una sabbia d’origine granitica; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` adatta per i camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 378. Punta Molara, scogliera in territo` di Monte rio di San Teodoro in localita Petrosu; possiede anche piccoli tratti ` di pratidi arenile; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 379. Punta Molentis, spiaggia in territo` omonima rio di Villasimius in localita inserita nella zona protetta; contornata da rocce di granito, possiede una sabbia grossa color panna mista a ghiaia; dotata di ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ` subacquee. di praticare attivita 380. Punta Negra, spiaggia a nord di Fertilia in territorio di Alghero; delimitata dalla pineta di Arenosu, possiede una sabbia bianca e finissima quasi impalpabile; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, camping, ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti. 381. Punta Negra, spiaggia contigua a quella di Cala Lupo in territorio di ` una caletta circoscritta da Stintino; e scogliere e da cespugli di macchia mediterranea; possiede una sabbia fine ` fornita di un molo tucolor crema ed e ristico; dotata di parcheggio a tempo ` di noleglimitato, offre la possibilita ` sugiare natanti e di praticare attivita bacquee.

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Spiagge in Sardegna 382. Punta Nera, spiaggia in territorio ` omonima di Carloforte in localita lungo la strada costiera 103; possiede una sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 383. Punta Niedda, scogliera nera in ` territorio di Bari Sardo in localita omonima; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 384. Punta Nuraghe, spiaggia in territo` Porto Rotondo a rio di Olbia in localita poca distanza dal borgo marino; possiede una fine sabbia grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 385. Punta Porceddu, spiaggia in terri` punta Motorio di Castiadas in localita lentis, di fronte all’isola di Serpentara; possiede un fondo di ghiaia e pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. ` un complesso di 386. Punta Rossa, e spiaggette situate in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiedono sabbia rosata a grana grossa; ` di praticare attioffrono la possibilita ` subacquee. vita 387. Punta Tegge, spiaggia in territorio di La Maddalena nella zona sud-occidentale dell’isola; possiede una sabbia color crema a grana grossa e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 388. Punta Trettu, spiaggia in territorio ` di San Giovanni Suergiu in localita ` una lingua di terra contoromonima; e nata da una pineta e da altra vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato. 389. Punta Tronfino, spiaggia in territo` capo Ceraso; rio di Olbia in localita possiede una sabbia color ocra con

sassi e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 390. Putzu Idu, spiaggia in territorio di San Vero Milis non lontana dall’abitato, punto di imbarco per l’isola di Mal di Ventre; formata da sabbia grigia chiara fine, si stende da S’Aena Scoada a Cala Saline, delimitata dalla caratteristica punta di S’Archittu, un insieme di archi di roccia che si ergono spettacolari sul mare; dotata di alberghi, bar, ristorante, consente il soggiorno dei ` subaccamper e la pratica di attivita quee, praticare il windsurf e canottaggio. 391. Poglina, spiaggia nella Riviera del Corallo in territorio di Villanova Mon` di 400 m in una teleone; lunga poco piu cala, possiede una sabbia chiara e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare natanti, sela possibilita die a sdraio e ombrelloni, di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 392. Razza di Juncu, spiaggia in territo` Portisco; rio di Arzachena in localita divisa in quattro arenili, possiede una ` delisabbia chiara a grana grossa ed e mitata da una zona di colli ricchi di vegetazione e da una zona palustre con canneti; dotata di parcheggio a tempo limitato. 393. Rena Bianca, spiaggia in territorio ` di Portisco nella di Olbia in localita parte terminale della Costa Smeralda; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 394. Rena Bianca, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura ai piedi del centro abitato; possiede una sabbia bianca fine e brillante; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 395. Rena di Levante, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` capo Testa sul lato orientale del lita Capo; possiede una sabbia con riflessi dorati a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 396. Rena di Matteu, spiaggia in territo` Rena Majori; rio di Aglientu in localita ` delimitata da una parete rocciosa coe perta da macchia mediterranea e ai lati da scogli di granito: possiede una sabbia chiara a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita 397. Rena di Ponente, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` capo Testa, sul lato occidentale lita del promontorio; detta anche Spiaggia di La Taltana, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 398. Rena Majori della Nurra, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord di quella di Lampianu in territorio di Sassari; sovrastata da un’alta scogliera, possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 399. Rena Majori, lunga spiaggia in ter` omoritorio di Aglientu in localita ` delimitata da una serie di nima; e dune con cespugli di gigli selvatici oltre le quali si stende una pineta; vi sono anche bellissimi scogli granitici ed ha sabbia chiara a grana medio-fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e

` di nolegcamping, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie ` subaca sdraio e di praticare attivita quee. 400. Rinagghju, spiaggia detta anche Spiagghja Longa per la sua estensione, ` d’Agultu in locain territorio di Trinita ` Isola Rossa; possiede una sabbia lita fine grigio chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. attivita 401. Riu di Li Saldi, spiaggia in territo` Vignola; delirio di Aglientu in localita mitata dalla foce del Riu di Li Saldi, possiede piccole dune con cespugli e sabbia color crema a grana grossa mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 402. Roccaruia, spiaggia conosciuta anche come il Gabbiano, situata a nord ` costituita da dell’abitato di Stintino; e una lunga striscia con sabbia bianca brillante e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, adatta ai camper, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 403. Rocce rosse, scogliera in territorio ` di Arbatax, contidi Tortolı` in localita ` costigua alla Spiaggia di Ponente; e tuita da un complesso di rocce di granito rosa e porfido rosso; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante e adatta ai camper, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 404. Romazzino, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Arzachena in localita siede una sabbia candida; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 405. S’Abba Drucche, spiaggia a nord di Bosa Marina in territorio di Bosa; articolata in tre calette delimitate da speroni di roccia di tufo, possiede una sabbia dorata e fine mista a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ` di pratiai camper, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 406. S’Acqua Ucci, spiaggia in territorio ` Chia, di Domus de Maria in localita contigua a quella di Su Giudeu; possiede una sabbia dorata fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 407. S’Aena Scoada, spiaggia nel territorio di San Vero Milis, costituita da sabbia fine mista a minuscoli granelli di quarzo e ricca di ciottoli e pietre levigate sulla battigia; si stende in un complesso di pittoresche calette deli` mitate da scogli fino a Putzu Idu ed e punto di osservazione dell’isola di Mal di Ventre e di Capo Mannu; dotata di un parcheggio a tempo limitato e di un ` ottima per praticare il windsurf. bar, e 408. S’Archittu, spiaggia in territorio di ` omonima, a poca Cuglieri nella localita distanza da un borgo di villeggiatura balneare sviluppatosi negli ultimi decenni; ha una sabbia color ocra fine, mista a piccoli sassi e a conchiglie; si stende a nord di quella di Stella di fronte al piccolo centro balneare omonimo e vi si accede direttamente dal lungomare; possiede un parcheggio a tempo limitato, alberghi, ristorante, ` di noleggio di bar e offre la possibilita natanti. 409. Sa Bua, spiaggia in territorio di ` Porto Sant’Anna Arresi in localita ` di Cala Pino, si stende in prossimita Francese; possiede una sabbia con pic` delicoli frammenti di corallo ed e

neata da scogli puntuti e pericolosi; dotata di parcheggio a tempo limitato ` di praticare e bar, offre la possibilita ` subacquee. attivita 410. Sa Canna, spiaggia in territorio di ` omonima; possiede Teulada in localita un fondo di grandi pietre e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 411. Sa Colonia, spiaggia in territorio di ` de` Chia; e Domus de Maria in localita limitata a nord dalla torre di Chia e possiede una sabbia fine color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 412. Sa Curcurica, stagno salmastro in ` Cala Giterritorio di Orosei in localita ` una riserva naturale ricca di nepro; e fauna, tra cui la gallinella d’acqua dalla quale trae il nome. ´ ppara, spiaggia in terri413. Sa Enas A ` di capo Ceraso torio di Olbia in localita con vista su Tavolara; possiede una sabbia chiara e scogli affioranti; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 414. Sa Marina, spiaggia in territorio di ` Torre di Barı`, Bari Sardo in localita contigua alla torre; possiede un fondo con sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 415. Sa Mesa Longa, spiaggia in territorio di San Vero Milis a nord di Capo Mannu, si chiude con la bella scogliera di Su Pallosu; ha sabbia ocra e bianca a ` cirgrana media; d’aspetto selvaggio, e condata da dune ricche di piante grasse e di gigli di mare; ha un parcheg-

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Spiagge in Sardegna ` adatta ai camgio a tempo limitato ed e per, vi si trova un bar. 416. Sa Perda Niedda, spiaggia in terri` Monte Nai torio di Muravera in localita al centro della Costa Rei; possiede un fondo di sabbia color crema con sassi neri; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di praticare il ping, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 417. Sa Perda Pera, spiaggia in territo` Marina di rio di Cardedu in localita Cardedu a sud del villaggio di Sa Perda Pera; molto vasta, si stende a nord dell’abitato, possiede un fondo con sabbia bianca mista a ghiaia policroma; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 418. Sa Punta ’e S’Arena, spiaggia in ` Materritorio di Gonnesa in localita rina di Gonnesa; possiede una sabbia ` delimitata da dune color panna ed e basse e vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 419. Sa Punta, spiaggia in territorio di ` omonima; possiede Sarroch in localita una sabbia scura mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 420. Sa Rocca Tunda, piccola spiaggia in territorio di San Vero Milis, sorge nell’estrema punta orientale di Su Pal` limitata da losu; di sabbia grigia fine, e piccole dune ricche di gigli di mare; il suo aspetto selvaggio negli ultimi anni ` stato compromesso dalla crescita die sordinata di un complesso turistico residenziale; parcheggio a tempo limitato. 421. Sa Salina, spiaggia in territorio di ` di Is Solinas; si Masainas in localita stende nel golfo di Palmas, ha sabbia grigia chiara mista a ghiaia; dotata di

parcheggio a tempo limitato, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 422. Sa Tempa ’e Su Lettu, spiaggia in ` Santa territorio di Baunei in localita Maria Navarrese, raggiungibile solo dal mare; possiede un fondo di sassi ` delimitata da una scopolicromi ed e gliera rossa che la divide in due; offre ` su` di praticare attivita la possibilita bacquee. 423. San Giovanni, spiaggia in territo` Santa Maria rio di Baunei in localita Navarrese ai piedi della torre litoranea; possiede un fondo con ghiaia e ` delimitata da folta vegetascogli; e zione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 424. San Giovanni, spiaggia in territo` Marina di rio di Muravera in localita San Giovanni a sud del Flumendosa, ` di 1 km, di fronte alle paludi; lunga piu possiede un fondo con sabbia bianca frammista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 425. San Giovanni, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Posada in localita delimitata da una serie di dune basse digradanti verso il mare e racchiuse da una pineta; possiede sabbia bianca a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 426. San Giovanni di Sinis, spiaggia in ` omoterritorio di Cabras in localita nima lungo il lato occidentale della penisola; lunga 4 km, possiede una sabbia grossa di colore grigio chiaro; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto-

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Spiagge in Sardegna rante, bar, adatta ai camper, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita `, spiaggia in territorio di 427. San Nicolo ` San Nicolao a 2 Buggerru in localita km dall’abitato in direzione di capo Pecora; possiede una sabbia ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare natanti, e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 428. San Pietro, spiaggia in territorio di ` Marina di San Valledoria in localita Pietro; possiede una sabbia bianca a grana grossa mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, camping adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 429. Sant’Anna, spiaggia in territorio ` dell’abitato; di Budoni in prossimita possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 430. Santa Caterina di Pittinuri, spiaggia a nord di quella di S’Archittu in territorio di Cuglieri; di sabbia ocra a ` contorgrana media mista a ciottoli, e nata da spettacolari pareti di calcare, ricche di grotte, riparata dai venti e a poca distanza dall’omonimo centro ` dotata di parcheggio a balneare. E tempo limitato, albergo, ristorante e ` di praticare il bar e offre la possibilita windsurf. 431. Santa Giusta, spiaggia in territorio ` omonima nella di Castiadas in localita parte meridionale della Costa Rei; possiede un fondo con sabbia color ` delimitata da scogliere; dopanna ed e tata di parcheggio a tempo limitato, al-

bergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 432. Santa Lucia, conosciuta anche come Spiaggia dei Confetti, situata in ` omoterritorio di Siniscola in localita ` molto lunga e possiede tratti nima; e con una sabbia grossolana e tratti con un fondo di ciottoli e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 433. Santa Margherita, spiaggia in ter` omonima; e ` ritorio di Pula in localita delimitata dalla S.S. 195 e da una vastissima pineta; possiede una sabbia a grana media di colore grigio con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 434. Santa Maria, spiaggia in territorio ` Marina di Orosei; e ` di Orosei, localita delimitata da scogli di basalto nero e possiede una sabbia color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e al` di praticare bergo, offre la possibilita ` subacquee. attivita 435. Santa Maria Navarrese, spiaggia in ` omoterritorio di Baunei in localita nima a ridosso dell’abitato; possiede un fondo di ghiaia e di ciottoli poli` circondata cromi misti con sabbia; e da una fitta pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` subacquee. di praticare attivita 436. Scivu, spiaggia in territorio di Ar` omonima lungo la Costa bus in localita Verde; contornata a nord da una sco-

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Spiagge in Sardegna gliera e da dune coperte di cespugli, possiede una sabbia dorata a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, adatta ai camper, offre la pos` di noleggiare ombrelloni e sesibilita die a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 437. Scogli di Sa Perda Pera, scogliera situata in territorio di Cardedu in loca` Marina di Cardedu in prossimita ` lita della spiaggia di Sa Perda Pera; possiede piccoli tratti di sabbia rossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 438. Scogliera Candiani, spiaggia in ter` ritorio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino, possiede complesso di rocce e di scogli che si articolano in alcune calette di grande suggestione; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 439. Scogliera Conca Verde, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura contigua all’omonima spiaggia; si tratta di un insieme di scogli misti a una sabbia grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato. 440. Scogliera di Memmerosso, in terri` Memmetorio di Carloforte in localita rosso, formata da rocce rosse protese sul mare a nord di Carloforte. 441. Scogliera di Portopaleddu, scogliera in territorio di Portoscuso contigua all’omonima spiaggia dalla quale vi si accede; possiede un complesso di rocce frastagliate a picco sul mare; dotata di parcheggio a tempo limitato. 442. Scogliera Mangiabarche, scogliera molto alta a picco sul mare, situata in ` punta territorio di Calasetta in localita Mangiabarche lungo la costa occidentale dell’isola, di fronte al faro omonimo; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la

` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 443. Scogliere prima di Porto Casu, in ` Porto Ceterritorio di Olbia in localita raso: un complesso di scogli dal color rosa levigati dal vento e dalle onde che formano alcune piscine naturali di grande bellezza; dotate di parcheggio ` a tempo limitato, offrono la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 444. Scoglio Lungo, spiaggia in territorio di Porto Torres al limite orientale ` delimitata dalla banchina del porto; e portuale e dalla scogliera di Balai; possiede una sabbia grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 445. Sos Aranzos, spiaggia in territorio ` omonima di Golfo Aranci in localita dopo il villaggio Valtur; possiede una sabbia bianca finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di prastorante, bar, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 446. Sos Dorroles, spiaggia in territorio ` Cala Gonone, a di Dorgali in localita ` delimitata da una sud dell’abitato; e parete rocciosa arancione sormontata da una ricca vegetazione; possiede una sabbia dorata; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 447. Sos Passizzeddos, spiaggia in terri` capo Ceraso; torio di Olbia in localita possiede una sabbia grigia e ocra a grana grossa con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` di praticare il bergo, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 448. Sottotorre, spiaggia in territorio di Calasetta sotto la torre, attigua all’abitato; possiede una sabbia bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio. 449. Spiagge di Monte Fico, spiaggia in

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Spiagge in Sardegna ` territorio di La Maddalena in localita isola di Caprera; possiede una fine sabbia color panna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 450. Spiaggette di punta Libeccio, tre piccole spiagge sabbiose che si aprono ` meridionale dell’isola nella punta piu di Mal di Ventre di fronte allo Scoglio del Catalano, un tempo rifugio delle foche monache. 451. Spiaggia Bianca, spiaggia in terri` omotorio di Golfo Aranci in localita nima; delimitata da due roccioni e da lievi dune, possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 452. Spiaggia Cea, in territorio di Tor` Cea; possiede un fondo tolı` in localita con sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 453. Spiaggia Centrale, spiaggia in ter` Cala Goritorio di Dorgali in localita none a poca distanza dall’abitato; possiede una sabbia dorata e scogliere di basalto; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 454. Spiaggia Costa Dorata, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in ` Porto San Paolo; ha una sabbia localita rosa con scogli rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo. 455. Spiaggia dei Milanesi, spiaggia in ` Lido di territorio di Tortolı` in localita Orrı`, a poca distanza da Orrı`; possiede

un fondo con sabbia grigia e massi di granito affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping. 456. Spiaggia dei Sassi, spiaggia in ter` Porto Roritorio di Olbia in localita tondo, contigua a quella delle Alghe; possiede una sabbia grigia mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo ` di nolimitato e bar, offre la possibilita leggiare ombrelloni e sedie a sdraio. 457. Spiaggia del Dottore, spiaggia in ` capo Ceterritorio di Olbia in localita raso; possiede una sabbia fine mista a sassi policromi di forma rotonda; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 458. Spiaggia del Giunco, spiaggia in ` Saterritorio di Carloforte in localita line di Carloforte, oltre lo stabilimento delle saline; possiede una sabbia grigia mista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 459. Spiaggia del Pellicano, spiaggia in ` Lido di territorio di Olbia in localita Pittulongu; possiede una sabbia grigia chiara con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 460. Spiaggia del Pesce, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede una sabbia chiara e un fondo marino di uno straordinario verde smeraldo; dotata di ristorante e bar. 461. Spiaggia del Porticciolo, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in ` di Porto San Paolo; possiede localita una sabbia dorata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 462. Spiaggia del Porto, spiaggia in territorio di Buggerru a ridosso del porto turistico; molto piccola, possiede una

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Spiagge in Sardegna sabbia di color ocra, molto fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 463. Spiaggia del Porto, spiaggia in ter` d’Agultu in prossiritorio di Trinita ` del porto turistico; possiede una mita sabbia fine con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 464. Spiaggia del Riso, spiaggia in territorio di Villasimius nei pressi del porto vicino alla fortezza Vecchia; possiede una sabbia bianca grossolana con chicchi simili a quelli di riso; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 465. Spiaggia dell’Arco, spiaggia contigua a quella di S’Archittu in territorio di Cuglieri; ha una sabbia grigia chiara ` delimitata da uno mista a ciottoli ed e scenografico arco di roccia bianca che pone in comunicazione le acque della ` contorcaletta con il mare aperto ed e nata da tre scogli a forma di fungo; possiede un parcheggio a tempo limitato, ` sede di albergo, bar e ristorante ed e ` subacquee. attivita 466. Spiaggia delle Alghe, spiaggia in ` Porto Roterritorio di Olbia in localita tondo; coronata da scogli, ha un prato di posidonie e una sabbia grigia mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 467. Spiaggia delle Ginestre, spiaggia in ` territorio di Muravera in localita ` meridionale Monte Nai nella parte piu della Costa Rei; possiede un fondo con sabbia grossolana color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee.

468. Spiaggia dello Spalmatore, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo nell’isola di Tavolara; possiede una sabbia fine a riflessi rosa mista a ghiaia; dotata di ristorante e bar. 469. Spiaggia di Agrustos, spiaggia in ` omoterritorio di Budoni in localita nima; possiede una sabbia bianca mista a sassi e qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 470. Spiaggia di Bados, spiaggia in ter` omonima; ritorio di Olbia in localita possiede una sabbia grigia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 471. Spiaggia di Cartoe, spiaggia in ter` Cala Carritorio di Dorgali in localita toe; delimitata da due promontori, uno basaltico nero, l’altro calcareo bianco, possiede una sabbia dorata e scogliere di basalto; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 472. Spiaggia di Cavalieri, spiaggia in ` territorio di La Maddalena in localita isola di Budelli; possiede una sabbia chiara fine; dotata di ristorante e bar, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 473. Spiaggia di Cirras, spiaggia in ter` omoritorio di Santa Giusta in localita ` lunga piu ` di 2 km e possiede nima; e una sabbia grigio chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti e di praticare lita il windsurf. 474. Spiaggia di Nora, spiaggia in terri` Nora; e ` delimitorio di Pula in localita

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Spiagge in Sardegna tata da scogli e posta di fronte all’isoletta del Cortellazzo; possiede una sabbia bianca a grana media e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 475. Spiaggia di Pilo, spiaggia sulla costa del golfo dell’Asinara tra Porto Tor` res e Stintino in territorio di Sassari; e molto lunga e include alcune dune ricoperte da vegetazione; separa lo stagno di Pilo dal mare, possiede una sabbia chiara e grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato, adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita il windsurf. 476. Spiaggia di Ponente, spiaggia in ` di Arbaterritorio di Tortolı` in localita tax, a nord del porto; molto ampia possiede un fondo con sabbia grigia chiara con riflessi ocra; dotata di bar e ristorante. 477. Spiaggia di San Gemiliano, spiag` gia in territorio di Tortolı` in localita ` lunga piu ` Marina di San Gemiliano; e di 2 km e possiede un fondo con sabbia dorata; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 478. Spiaggia di Santa Maria, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede una sabbia grigia a grana fine; dotata di ristorante ` di praticare e bar, offre la possibilita ` subacquee. attivita 479. Spiaggia di Solanas, spiaggia in ` omoterritorio di Sinnai in localita ` ampia e possiede una sabbia a nima; e grana grossa di color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita

noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 480. Spiaggia di Valledoria, spiaggia lungo le rive del Coghinas in territorio ` lacustre, posdi Valledoria; localita siede una sabbia chiara con tracce di conchiglie; dotata di parcheggio a ` adatta ai tempo limitato e camping, e camper. 481. Spiaggia Forte la Torre, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede un fondo di ` di sabbia e sassi; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 482. Spiaggia Fuile ’e Mare, spiaggia in ´ li` Sos A territorio di Orosei in localita ` delimitata nos a sud di Cala Ginepro; e da rocce granitiche e possiede una sabbia grigia finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di rante, camping, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 483. Spiaggia Grande, spiaggia in territorio di Calasetta a qualche chilometro ` molto ampia e possiede dall’abitato; e una sabbia grigia chiara finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 484. Spiaggia Ira, spiaggia in territorio ` Porto Rotondo a di Olbia in localita ovest del borgo marino, poco lontana da quella di Punta Nuraghe; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. Il nome deriva dalla principessa Ira Fu ¨ rstenberg, un tempo abi`. tuale frequentatrice della localita 485. Spiaggia Palmasera, spiaggia in ` Cala territorio di Dorgali in localita Gonone, raggiungibile dal lungomare; possiede un fondo di ghiaia rossastra

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Spiagge in Sardegna alternata a sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` bergo, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 486. Spiaggia Rosa, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli presso Cala Roto; possiede una sabbia bianca finissima con riflessi rosa dovuti a microscopici frammenti ` di corallo. Spiaggia a rischio, l’autorita del Parco vi ha contingentato gli sbarchi e vietata la balneazione: l’intensificarsi della frequentazione negli ultimi decenni vi ha praticamente cancellato i microscopici frammenti di corallo che le davano colore e nome. 487. Spiaggia Simius, spiaggia in terri` Cala torio di Villasimius in localita Giunco, contigua alla spiaggia dell’albergo ‘‘Timi Ama’’; di sabbia bianca ` una delle piu ` lunghe della Sarfine, e degna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 488. Spiaggia Stella, spiaggia posta in territorio di Cuglieri a nord di Torre del Pozzo; si stende fino all’abitato di S’Archittu; ha sabbia grigia mista a ciottoli; possiede un parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 489. Spiaggia Su Prettu, spiaggia in ter` Barisoni; ritorio di Tertenia in localita possiede un fondo con ciottoli e sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato. 490. Spiaggia Su Triarzu, spiaggia in ` degli territorio di Posada in prossimita stagni di Tondu e di Longu: vi si accede attraverso un ponte; possiede una sabbia grigia chiara mista a qualche conchiglia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam-

ping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 491. Stagnali, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede un fondo di scogli con piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato. 492. Stella di Mare, spiaggia in territo` rio di Quartu Sant’Elena in localita Porto Capitana nei pressi del borgo; possiede un fondo di sassi e ghiaia di media grandezza; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare il bar, offre la possibilita windsurf. 493. Su Barone, spiaggia in territorio di ` Marina di Orosei, Orosei in localita lungo la parte nord dello stagno di Su ` delimitata da una ricca vePetrosu; e getazione di macchie di lentischio; possiede una sabbia dorata con conchiglie; dotata di parcheggio a tempo ` di pratilimitato, offre la possibilita care il windsurf. 494. Su Forru a Macchina, spiaggia in territorio di Sant’Antioco, contigua a quella de Is Pruinis; possiede una sabbia grossolana grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 495. Su Giudeu, spiaggia in territorio di ` Chia, che si Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Spartivento; possiede una sabbia dorata fine e guarda i due isolotti detti Giudeu; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 496. Su Guventeddu, spiaggia in territo` Nora; possiede rio di Pula in localita una sabbia color panna e grigia con qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita

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Spiagge in Sardegna ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 497. Su Tingiosu, spiaggia contigua a quella di Mari Ermi in territorio del comune di Cabras; in posizione solita` costituita da sabbia color ocra miria, e sta a pezzi di quarzo di medie dimensioni variamente colorati; vi si apre il Porto Suedda per barche, attorno al ` possibile ammirare le carattequale e ristiche capanne di frasche costruite ` dai pescatori di Cabras; la spiaggia e dotata di bar e di un parcheggio limitato. 498. Taccarossa, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Carloforte in localita siede un fondo di sabbia e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 499. Tamerici, spiaggia a nord di Cala Coscia di Donna a ridosso dell’abitato ` una piccola baia delimidi Stintino; e tata da scogli con un fondo roccioso; dotata di parcheggio a tempo limitato. 500. Tanca Manna, spiaggia in territo` omonima; rio di Arzachena in localita possiede una sabbia granitica mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 501. Tanca Manna, spiaggia nell’abi` Porto Mitato di Stintino in localita nore; costituita da una scogliera con vegetazione nella quale si aprono alcune spiaggette, possiede un fondo sassoso; dotata di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 502. Tancau, spiaggia in territorio di ` omonima; si stende Lotzorai in localita per 5 km da quella di Santa Maria Navarrese allo stagno di Tortolı`; possiede un fondo con sabbia grossa color ocra; ` delimitata da una pineta; dotata di e parcheggio a tempo limitato, albergo,

bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare ombrelloni la possibilita e sedie a sdraio. 503. Timi Ama, spiaggia in territorio di ` Porto Giunco a Villasimius in localita sud dall’abitato; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee; prende nome dall’albergo che vi si affaccia. 504. Tinnari, spiaggia detta anche Lo ` d’AStangone, in territorio di Trinita ` sormontata dal monte Tinnari gultu; e e possiede un fondo a ciottoli di por` fido grigio e rosso; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 505. Tonnara Su Pranu, spiaggia in territorio di Portoscuso vicino al porto, accanto agli edifici dell’antica tonnara; possiede una sabbia grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 506. Torre Argentina, spiaggia a nord di Bosa in territorio di Bosa sulla provinciale per Alghero, in una zona in cui sono evidenti i resti delle miniere d’ar` costituita da un insieme di cagento; e lette circondate da scogli e falesie e roccioni spettacolari; possiede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, adatta ai camper, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 507. Torre degli Ulivi, spiaggia in terri` omonima; torio di Capoterra in localita ` delimitata dalla S.S. 195 e posta oltre e ` dell’omoFrutti d’oro in prossimita nima torre; possiede una sabbia a grana grossa mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 508. Torre dei Corsari, spiaggia in terri-

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Spiagge in Sardegna ` omonima; torio di Arbus in localita possiede alte dune e ricca vegetazione, ` rosa con riflessi dorati; dola sabbia e tata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, adatta ai camper, ` di noleggiare naoffre la possibilita tanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 509. Torre del Budello, spiaggia in terri` Porto di torio di Teulada in localita Teulada di fronte all’Isola Rossa; possiede una sabbia grossolana color ocra mista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 510. Torre del Pozzo, spiaggia in territorio di Cuglieri, contigua a quella della Caletta Sa Canna; ha un fondo di sabbia grigia a grana media, mista a ` limitata dallo scoglio sul ghiaia; e quale sorge la torre del Pozzo detto La ` sorto balena; negli ultimi decenni vi e l’omonimo centro balneare residenziale dipendente da Cuglieri; ha una zona di parcheggio a tempo limitato, camping, ristorante, bar e si presta ` subacquee. alle attivita 511. Torre di Abbacurrente, spiaggia in territorio di Porto Torres, contigua a quella di Balai lungo la strada per Castelsardo; possiede una sabbia chiara ` dominata da una a grana grossa ed e torre antica; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee, sibilita ma attualmente vi vige divieto di balneazione a causa del pericolo di distacco di rocce dal promontorio della torre. 512. Torre di Barı`, spiaggia in territorio ` di Marina di di Bari Sardo in localita Barı`; possiede un fondo con sabbia grossolana e scogli, vicino a una torre spagnola che la domina; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrel-

loni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 513. Torre Piscinnı`, spiaggia in territo` omorio di Domus de Maria in localita nima tra capo Malfatano e l’isola di Campiona; possiede un fondo di ghiaia ` di e di piccoli scogli; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 514. Torregrande, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Oristano in localita siede una sabbia color crema mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare natanti, ombrelloni bilita e sedie a sdraio, di praticare il wind` la spiaggia ` subacquee. E surf e attivita degli oristanesi. 515. Tramalitza, spiaggia in territorio ` Torre di Barı` di Bari Sardo in localita ai confini con Cardedu; possiede un ` delimifondo con sabbia chiara ed e tata da una pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping. 516. Tramariglio, spiaggia in territorio di Alghero nell’insenatura che chiude ` dominata la baia di Porto Conte ed e dalla torre omonima; possiede una ` cirsabbia medio fine di color crema; e condata dagli edifici della vecchia colonia penale, attualmente trasformati in centro di ricerca scientifica e dalla foresta demaniale con l’oasi di ripopolamento faunistico; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, offre la ` di noleggiare natanti e di possibilita ` subacquee. praticare attivita 517. Tuaredda, spiaggia in territorio di ` omonima, si stende Teulada in localita tra capo Malfatano e capo Spartivento; ` possiede una sabbia bianca fine ed e delineata da alcuni grandi alberi di ginepro e dalla macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a

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Spiga sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 518. Turas, spiaggia a sud di Bosa Marina in territorio di Bosa; possiede una sabbia ocra a grana grossa mista a ` contornata da scogli di traghiaia, ed e chite verdastra; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ` subacnatanti e di praticare attivita quee. 519. Turri, complesso di due piccole spiagge situate in territorio di Sant’An` Torre Cannai; possegtioco in localita gono una sabbia grigia e grossolana e sono delineate da imponenti rocce; dotate di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` frono la possibilita subacquee. 520. Valle dell’Erica, insieme di spiagge e di scogli in territorio di Santa Teresa ` omonima; possiede Gallura in localita una sabbia color ocra; nella sua parte ` circoscritta da uno stameridionale e gno con un fitto canneto; dotata di parcheggio a tempo limitato, camping, ri` la tradustorante, bar. Il suo nome e zione (ad uso dell’industria turistica) dell’antica denominazione gallurese ` il nome dialetdi Liscia di Scopa, che e tale, appunto, dell’erica. 521. Villamarina, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede un fondo di sabbia e ` di praticare rocce; offre la possibilita ` subacquee. attivita 522. Ziu Martine, spiaggia in territorio ` Cala Gonone, 3 di Dorgali in localita ` delimitata da km a sud dall’abitato; e ripide pareti calcaree ricche di vegetazione e possiede una sabbia grigia mista a sassi bianchi e grigi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita

Spiga, Eliseo Imprenditore, giornalista (n. Aosta 1930). Di profonda cultura sardista, dopo essersi laureato in

` dedicato ad attiScienze politiche si e ` culturali e ha sviluppato un’avita zienda agricola. Negli anni Sessanta ` ha abbandonato la politica attiva e si e ` di dedicato completamente all’attivita promozione della cultura sarda, schierandosi su posizioni vicine a quelle di Feltrinelli, di cui era amico personale. In seguito ha dato vita con Antonello ` Campagna; al Satta al movimento Citta termine dell’esperienza ha continuato ad approfondire le tematiche del sardismo contribuendo alla fondazione del periodico ‘‘Natzione Sarda’’. Dopo aver partecipato al dibattito sul bilinguismo, nel 1983 ha aderito al Partito Sardo d’Azione ed ha contribuito a fondare la Confederazione Sindacale ` essere considerato uno dei Sarda. Puo massimi teorici del neosardismo, su cui ha scritto alcuni saggi di grande interesse. Tra i suoi scritti: Urbanizza` zione e sviluppo industriale della citta di Cagliari (con Umberto Cardia), ‘‘Cronache meridionali’’, 2-3, 1962; con lo pseudonimo Giuliano Cabitza, Sardegna rivolta contro la colonizzazione, 1968; Sardegna davanti alla svolta decisiva, 1968; Il neosardismo, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), II, 1982.

Spiga, Giuseppe Storico (n. sec. XX). ` entrato nella Laureato in Lettere, e carriera del Ministero dei Beni cultu` funzionario presso rali. Attualmente e la Soprintendenza di Cagliari e Ori` specializzato nella storia stano. Si e delle fortificazioni militari sarde. Ha collaborato con il Centro di studi italoiberici di Cagliari, compiendo diverse missioni di studio in archivi spagnoli. Tra i suoi scritti: Il castello di Monteforte nella Nurra attraverso un’epigrafia medioevale, in Miscellanea di studi medievali sardo-catalani, 1981; Aspetti e problemi del castelliere sardo medioevale, in Atti del I Convegno nazionale

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Spiga sul riuso dei castelli, 1984; Il castello di San Michele e la famiglia Carroz nel XIV e XV sec., 1985; Le fortificazioni catalano-aragonesi in Sardegna nel XIV e XV secolo, in Atti del II Convegno internazionale sul riuso dei castelli, 1985; Cagliari, Oristano e la produzione pittorica nel Capo di sotto nel secolo XVI, in Cultura quattro-cinquecentesca in Sardegna, 1985; Il castello di San Michele sentinella di Santa Igia?, in Santa Igia capitale giudicale, 1986; La storiografia militare della Sardegna catalano-aragonese, ‘‘Medioevo. Saggi e rassegne’’, 12, 1988; due saggi, Un ordine monastico benedettino nella Sardegna medioevale: i Cistercensi, e La curatoria del Marghine: Silanus, i Cistercensi nel XII e XIV secolo, ‘‘Rivista cistercense’’, V, 1, 1988; Fortificazioni e difese a Majorca e in Sardegna fra Due e Trecento, in Atti del XIII Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1989; I Cistercensi in Sardegna, 1990; Le pietre da taglio nelle fortificazioni medioevali di Sardegna, ‘‘Medioevo’’, XV, 1991; Guida al ‘‘Pantheon’’ degli Arborea a San Gavino Monreale, 1992; due comunicazioni, Fortificazioni giudicali e regnicole in Sardegna fra Tre e Quattrocento, e Feudi e feudatari nel Regnum Sardiniae et Corsicae fra il 1336 e il 1338, ora entrambi in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995; Da Quarto Suso a Quartuxo: profilo storico di una villa medioevale fra il XIII e il XIV secolo, in Quartucciu, 1997.

Spiga, Lucio Giornalista e dirigente sindacale (n. Quartucciu 1938). Laureato in Lettere, studioso dei problemi della telecomunicazione, dal 1975 al 1983 ha diretto l’emittente televisiva Videolina, realizzando interessanti documentari sulle sagre popolari e sul problema dell’emigrazione. Tra i suoi scritti: Il mio paese. Quadro storico, 1968; I Pontefici dei Giubilei, 1997; Tanti

presidenti (50 anni della Regione sarda), 1998; Il lungo viaggio. Centocinquantanni della Polizia di Stato in Sardegna, 2000; Quartucciu, 20 anni di autonomia, 2003; Francesca Sanna Sulis, 2004.

Spiga, Massimo Illustratore (n. Sestu, ` sec. XX). Nel 1992 fonda la societa Estro Comunicazione s.n.c., agenzia di `. Ne cura personalmente la pubblicita direzione artistica, realizzando lavori di carattere pubblicitario e editoriale per Enti pubblici e privati; ricorre all’illustrazione in particolar modo per i lavori di packaging. Ha inoltre collaborato come grafico per Carlo Delfino editore, occupandosi della progettazione grafica e realizzazione delle ‘‘Carte tematiche della Sardegna’’. Nel 2000 la Estro Comunicazione ha vinto il premio nazionale ‘‘Diploma ` Dinamica’’ al concorso tecPubblicita ` italiana ‘‘Medianico per la pubblicita stars’’.

Spiga, Pietro Primo gesuita sardo (Cagliari 1527-ivi 1594). Dopo aver iniziato i suoi studi a Cagliari, si stabilı` a Parigi dove conseguı` la laurea in Filosofia. Subito dopo si trasferı` a Bruxelles dove ebbe modo di conoscere Alessio Fontana, allora potente funzionario della segreteria di Carlo V. Grazie a lui, che era molto amico di Ignazio di Loyola, riuscı` a entrare nella Compa` , divenendo cosı` il primo gnia di Gesu tra i sardi a farne parte. Una volta ordinato sacerdote con l’aiuto del Fontana, ` in Sardegna e nel 1559 fondo `a torno Sassari il primo Collegio gesuitico. In` per fondare nel stancabile, si adopero 1564 anche quello di Cagliari. Negli anni successivi gli fu affidata l’amministrazione dell’Ospedale di Cagliari e ` rifiuto ` la nomina a vescovo. per umilta ` abitata in territorio Spigas, Is Localita ` sviluppata in di Sant’Anna Arresi. Si e ` non precisabile, e comunque non eta prima del secolo XVII, da un furriadro-

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Spinello xiu costruito da un gruppo di pastori in un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Spiga che ha dato il nome al piccolo centro.

Spigola = Zoologia della Sardegna Spilida Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Estinta la dinastia giudicale, fu amministrato direttamente dal Comune di Sassari che ne ` il possesso anche dopo la conconservo quista aragonese. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio ne fu investito, subı` gravi danni e scomparve ` del secolo XIV. prima della meta

Spillone = Armeria Spina, Guido Insegnante, consigliere regionale (Cagliari 1923-ivi 1987). Conseguita la laurea in Economia e Com` all’insegnamento mercio si dedico nelle scuole secondarie. Negli stessi ` alla politica, impeanni si avvicino gnandosi nella Democrazia Cristiana di Cagliari, partito di cui fu anche segretario provinciale. Candidatosi alle elezioni regionali per la V legislatura non fu eletto, ma nel 1967 divenne consigliere regionale nel corso della legislatura, dopo le dimissioni di Efisio Corrias. Fu successivamente rieletto fino al 1984 per altre tre legislature; dal settembre al novembre 1973 fu assessore alla Pubblica Istruzione nella seconda giunta Giagu; riconfermato da Del Rio, resse l’assessorato fino al giu` infine in giunta come gno 1974. Torno assessore alla Programmazione dall’ottobre 1979 al settembre 1980 nelle due giunte Ghinami.

Spina, Salvatore Avvocato (Sassari, se` sec. XIX-?). Combattente conda meta nella prima guerra mondiale, terminata la guerra prese parte al movimento degli ex combattenti, ma finı` per iscriversi al fascio di Sassari. Tra i

suoi scritti: Luci e ombre nella Questione sarda. Alla ricerca di una soluzione, ‘‘Sardegna’’, 3-4, 1914.

Spina di Cristo Pianta della famiglia delle Solanacee (Lycium europaeum L.), conosciuta anche con il nome di ´ si riteneva che con spina santa, perche i suoi rami fosse stata intrecciata la corona di spine di Cristo. Grosso arbusto dai numerosi rami intricati, ha foglie piccole e ovate, riunite a mazzetti, che cadono a fine estate; i fiori sono tubulari, piccoli, all’ascella fogliare, di colore viola o bianco; i frutti sono bacche giallo-aranciate. Vegeta diffusamente nei campi, indirizzata dai contadini a formare siepi e bordure di recinzione; fiorisce due volte all’anno: a primavera, in contemporanea con la comparsa delle foglie, e a fine estate, ` cadute. Traquando le foglie sono gia dizionalmente, le foglie venivano usate ` antidolorifiche e anper le proprieta tinfiammatorie. Nomi sardi: funecristi, spinacristi, spinasanta. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Spinalba Antico villaggio di origine medioevale, non lontano da San Vero Milis; faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Un tempo fiorente, il villaggio subı` gravi danni a ` causa della peste del 1376 e si spopolo completamente dopo la pace del 1388.

Spinazzola, Vittorio Archeologo (Ma` per anni tera 1863-Roma 1943). Lavoro negli scavi di Pompei. Nell’ambito dei ` suoi molteplici interessi si interesso anche dei bronzetti sardi, su cui scrisse ` sarde, ‘‘Rendiconto Alcune antichita delle Tornate e dei Lavori dell’Accademia di Archeologia’’, 1902, e Bronzi ` antica della Sardegna, sardi e civilta 1903.

Spinello Famiglia di mercanti sassaresi (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1446 i suoi mem-

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Spini bri ottennero il riconoscimento della ` con un Andrea e si estinsero generosita nel corso del secolo XVI.

Spini, Giorgio Storico (n. Firenze ` per un anno presso il 1916). Insegno Ginnasio ‘‘Siotto’’ di Cagliari; tornato ` alla carriera uniin Toscana si dedico versitaria. Dal 1952 fu professore ` di Messina e dal presso l’Universita ` di Firenze. 1960 presso l’Universita Grande storico, studioso delle minoranze religiose in Italia, e in particolare dei protestanti, ha scritto Di Nicola Gallo e di alcune infiltrazioni in Sardegna della riforma protestante, ‘‘Rinascimento’’, II, 2, 1951.

Spinola, Pietro Religioso (Genova, se` sec. XIV-Cagliari 1431). Veconda meta scovo di Ales dal 1412 al 1414, arcivescovo di Cagliari dal 1414 al 1431. Benedettino, dottore in Decretali, vicino all’antipapa Benedetto XIII, fu da lui nominato vescovo di Ales nel 1412 nella ` critica dello scisma d’Occifase piu ´ aveva solo i voti minori, dente. Poiche fu rapidamente consacrato sacerdote per poter prendere possesso della diocesi. Nel 1414, mentre si apriva il con` cilio di Basilea, il suo amico lo nomino arcivescovo di Cagliari, mentre contemporaneamente l’antipapa Giovanni XXIII eleggeva a quella cattedra il canonico Giacomo Masaguer. Preso possesso della diocesi, concesse a Giovanni Civiller il permesso di costruire la casaforte di Villasor; nel 1418, composto lo scisma, fu confermato da Martino V. Nel 1421 prese parte al Parlamento convocato a Cagliari da Alfonso V.

Spissu, Giacomo Insegnante, sindacalista, uomo politico (n. Sassari 1950). Consigliere regionale, sindaco di Sassari, presidente del Consiglio regionale. Dopo essersi laureato in Pedago` dedicato all’insegnamento e ha gia, si e ` sindacale in un ruolo di svolto attivita

rilievo nel sindacalismo scolastico. Entrato in politica, ha militato nel Partito ` stato Socialista Italiano; nel 1990 e eletto consigliere comunale di Sassari ` stato sine dall’aprile 1994 al 1995 e ` . Riconfermato considaco della citta ` stato eletto gliere comunale, nel 1999 e consigliere regionale del suo partito per la XII legislatura nel corso della quale ha aderito ai Democratici di Si` stato rieletto nello nistra. Nel 2004 e ` stato stesso collegio e subito dopo e eletto presidente del Consiglio regionale.

Spoor, C.F. Paleontologo (n. Olanda, sec. XX). Ha lavorato con Sondaar nella Grotta Corbeddu a Oliena, scoprendo nel 1986 il fossile umano paleolitico. Tra i suoi scritti: Human fossil from the endemic island fauna of Sardinia (con P.Y. Sondaar), ‘‘Journal of Human Evolution’’, 25, 1986; The first paleolitic human fossils from Sardinia (con P.Y. Sondaar), ‘‘Bones: Treasures of Human Experience in Time and Space’’, I, 1987; Proportion of the neolithic human maxillae from Sardinia (con ` ), ‘‘Bulletin et Me ´moiFranco Germana ´ te ´ d’Anthropologie de res de la Socie Paris’’, 4, s.14, 1987; Grotta Corbeddu, in I primi uomini in ambiente insulare. Atti del Congresso internazionale, Oliena 1988, 1988; Man and the pleistocene endemic fauna of Sardinia (con P.Y. Sondaar), in Hominidae. Proceedings of the Second International Congress of Human Paleontology, Torino 1987, 1989.

Spotorno, Domenico Architetto (Ge` sec. XVII-Ales, dopo nova, prima meta ` del 1686). A partire dalla seconda meta ` in Sardegna, dove secolo XVII opero visse per lunghi periodi. Le prime notizie sulla sua presenza nell’isola riguardano alcuni interventi operati a ` Villacidro; tra il 1670 e il 1676 lavoro alla ristrutturazione della cattedrale di Cagliari su disegno dell’architetto

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Stagni e lagune romano Solari. Nel 1684 fu chiamato dal vescovo Cugia a ricostruire la cat` setedrale di Ales; in questa chiesa e polto.

‘‘Squilla, La’’ Bimestrale pubblicato a Sassari dal giugno 1877 all’ottobre 1879, diretto da Bardilio Delitala. Espresse una linea politica nettamente liberale e aperta alle problema` avanzate. tiche sociali piu

Squinto, Francesco Maggiordomo ` sec. giudicale (Oristano, prima meta XIV-ivi 1386). Coinvolto con il fratello Paolo in un’oscura vicenda di tradimento maturata negli anni in cui Eleonora d’Arborea reggeva da sola il giudicato durante la prigionia di Brancaleone Doria, fu arrestato nel 1386 e condannato a morte. La sentenza fu eseguita a Oristano poco dopo.

Squinto, Lorenzo Religioso (Oristano, ` sec. XIV-ivi 1450). Arciseconda meta vescovo di Oristano dal 1437 al 1450. Era canonico arborense quando nel 1437 fu nominato arcivescovo di Oristano da papa Eugenio IV. Durante il suo episcopato ebbe forti contrasti con Antonio Cubello, marchese di Oristano, per motivi di giurisdizione che `, con l’intervento del pontefice, fupero rono risolti a favore del marchese.

Stabulo, san = Crescentino, san e = Emiliano e Priamo, santi

Stacul, Giorgio Archeologo (n. Monfalcone 1929). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Attual` professore di Preistoria e promente e ` di Lettere dell’Utostoria nella Facolta ` autore del vo` di Trieste. E niversita lume Sculture della Sardegna nuragica, 1975.

Staffa, Pier Francesco (detto Franco) Studioso della cultura inglese (n. Quartu Sant’Elena 1954). Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e aver compiuto alcuni soggiorni di studio in

` dedicato Inghilterra e negli USA, si e all’insegnamento nelle scuole secondarie superiori. Impegnato nella promozione della conoscenza, in Sardegna, della cultura, della lingua e della storia britannica, ha ottenuto riconoscimenti e onorificenze nel Regno ` presidente dell’Associazione Unito. E Italia-Inghilterra dal 1987.

Stagni e lagune In Sardegna, data la conformazione delle coste e per le vicende storiche, esistono numerosi stagni, lagune e paludi. Ancora nella ` dell’Ottocento Guglielmo prima meta Stefani, nel suo Dizionario geografico statistico degli Stati sardi, distingueva gli stagni sardi in tre categorie: gli stagni che comunicano col mare, gli stagni interni e le paludi. Attualmente nell’isola si possono contare circa 80 fra stagni e lagune, che coprono una superficie di quasi 12 000 ha; fino alla prima ` dell’Ottocento, prima che impormeta tanti opere di bonifica ne prosciugassero alcuni, soprattutto nell’interno, il loro numero era maggiore. Essi rappresentano un’enorme ricchezza am´ sono anche il naturale bientale, perche rifugio di un importantissimo patrimonio faunistico di grande bellezza e ra` , cosicche ´ molti di essi sono protetti rita anche a livello internazionale. Vanno comunque ricordati in particolare i seguenti: 1. Palude di Simbirizzi: in agro di Maracalagonis, Settimo e Quartucciu, aveva una superficie di 60 ha; at` stata trasformata in ritualmente e ` per Caserva idrica di grande utilita gliari. 2. Palude di Saı`ni: tra Samassi, Serramanna, Villasor, San Gavino, Sanluri, con una superficie di 500 ha, fu bonificata con lo scavo di una serie di canali alla fine dell’Ottocento. 3. Palude di Sa Carovina: nella bassa valle ` di Orosei, del Cedrino, in prossimita fu bonificata alla fine dell’Ottocento. 4. Stagno di Baiocca: a sud di Villarios,

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Stagni e lagune ha una superficie poco estesa e non co` stanziale per almunica col mare; e cune specie di uccelli. 5. Stagno di Bau Cerbus: a nord di Mazzacara, ha una superficie di 300 ha e comunica col mare, utilizzato come peschiera. 6. Stagno di `rchida: lungo la strada per Orosei a Be qualche chilometro da quello di Curcu` pescorica, ha una superficie di 6 ha; e sissimo. 7. Stagno di Cabras: a ridosso ` del villaggio, ha del Sinis in prossimita una superficie di 3575 ha. Il suo spec` pescosissimo (anguille e mugchio e ` frequentato da un grandisgini), ed e simo numero di uccelli, per cui la LIPU (Lega italiana per la protezione degli uccelli) vi ha aperto una stazione ornitologica nella zona di Mari ’e Pauli e vi effettua un periodico censimento. 8. Stagno di Cala Vignagra: nelle vici` stato utilizzato nanze di Carloforte, e per impiantarvi una salina in prossi` del porto. 9. Stagno di Calich: in mita ` di Alghero, ha una superfiprossimita ` pescosissimo; da secoli cie di 97 ha ed e ` stato diuna ricchezza per Alghero, e chiarato riserva naturale della Sardegna. 10. Stagno di Casaraccio: lungo la ` di costa della Nurra in prossimita un’antica tonnara. 11. Stagno di Chia: ` delle rovine dell’antica in prossimita ` , ha una superficie di 12 ha ed e ` citta separato da capo Spartivento da una magnifica spiaggia con dune. 12. Sta` di Muragno di Colostrai: in prossimita ` vera, ha una superficie di 270 ha ed e alimentato dal rio Picocca; pescoso e ` stato disede di una ricca avifauna, e chiarato riserva naturale della Sardegna. 13. Stagno di Curcurica: poco di` formato da una stante da Orosei, si e peschiera abbandonata ed ha una superficie di 38 ha; vi stanziano numerose specie di uccelli rari. 14. Stagno ` di Muravera, di Feraxi: in prossimita ` non lontano da quello di Colostrai, e ` molto alimentato dal rio Picocca ed e

pescoso. 15. Stagno di Is Benas: a nord del Sinis, nei pressi della pineta di Is Arenas, ha una superficie di 120 ha; pescoso. 16. Stagno de Is Brebeis: a Porto Pino, nelle vicinanze di Sant’Anna Arresi; delimitato da una fascia sabbiosa che lo separa dallo stagno di Maestrale, comunica direttamente col mare. 17. Stagno di Maestrale o di Arbaurci: a Porto Pino, a nord rispetto a ` separato quello de Is Brebeis, da cui e da una fascia sabbiosa, non comunica col mare; in passato vi furono impiantate peschiere. 18. Stagno di Marceddı`: in territorio di Terralba, ha una superficie di 800 ha e un regime di acqua salmastra che riceve direttamente dal mare. 19. Stagno Mari Ermi: nelle vicinanze di Cabras, a nord dell’omonimo grande stagno, ha una superficie di 20 ` ricco di vegetazione. 20. Stagno ha ed e ` una di Mistras: in territorio di Cabras, e laguna che comunica col golfo di Oristano ed ha una superficie di 250 ha; abbonda di molluschi. 21. Stagno di Molentargius: a est di Cagliari, ha una superficie di 1400 ha; ormai penetra negli agglomerati urbani di Cagliari e di ` destiQuartu Sant’Elena; una parte e ` del demanata alle saline di proprieta nio, attualmente inattive e alimentate con un sistema di canali dal mare, l’altra parte, separata da un argine detto ` Bellarosa Minore, ha acque dolci ed e il naturale luogo di soggiorno dell’avifauna protetta; attualmente il com` plesso, sotto la convenzione Ramsar, e impegnato da un’imponente opera di recupero. 22. Stagno di Murtas: ha una ` stato dichiasuperficie di 150 ha ed e rato riserva naturale della Sardegna. 23. Stagno di Notteri: ha una superficie di 90 ha, nelle vicinanze dell’antico villaggio di Villasimius; ha acque salma` stato dichiarato riserva natustre ed e rale della Sardegna. 24. Stagno di ` di Orosei, e ` stato Osalla: in prossimita

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Stagno dichiarato riserva naturale della Sardegna. 25. Stagno di Pauli Majori: in ` di Palmas Arborea, da dove prossimita ` essere raggiunto a piedi; e ` alimenpuo tato da acque dolci e da acque salmastre che vengono dal vicino stagno di Santa Giusta; ha una superficie di 60 ` importante per i suoi canneti. ha ed e 26. Stagno di Pauli Marigosa: a nord ` sepadello stagno di Sal’e Porcus, ne e rato da una fascia di sabbia; poco esteso, non comunica col mare. 27. Stagno di Pauli Murtas: all’interno del Sinis, tra lo stagno di Cabras e quello di Sal’e Porcus, ha una rigogliosa vegetazione palustre. 28. Stagno di Pilo: ha una superficie di 120 ha, nelle vici` pescosissimo nanze di Porto Torres; e e ospita una rilevante colonia di uc` stato dichiarato celli di specie rare; e riserva naturale della Sardegna. 29. Stagno di Piscina Rei: a sud di Capofer` serato nelle vicinanze di Muravera, e parato dal mare da una fascia dunosa ` sede di numerose specie di uced e celli. 30. Stagno di Platamona o di Casaniu: affianca la litoranea di Porto Tor` affiancato da una fascia dures ed e ` nosa; ha una superficie di 95 ha ed e circondato da una grande pineta in cui ` sviluppato un insediamento turisi e ` stato dichiarato riserva natustico; e rale della Sardegna. 31. Stagno di Porto ` di VillaBotte: nel Sulcis, in prossimita ` utilizzato rios, comunica col mare ed e per impiantarvi una peschiera molto produttiva. 32. Stagno di Posada detto Pauli Bamba: ha una superficie di 35 ` stato dichiarato riserva naturale ha; e della Sardegna. 33. Stagno di Sa Praia: tra Muravera e Villaputzu alla foce del Flumendosa, ha una superficie di 407 ` freha; ricco di vegetazione palustre, e quentato da una discreta avifauna. 34. Stagno di Sal’e Porcus: stagno temporaneo nella penisola del Sinis in territorio di San Vero Milis, con una superfi-

` sede dello stanziamento cie di 450 ha; e ` stato dichiarato dei fenicotteri ed e sede permanente di protezione faunistica. 35. Stagno delle Saline: in prossi` di Olbia lungo la strada per San mita Teodoro, vicino all’insediamento del Lido del Sole. 36. Stagno di San Gio` diviso vanni: in territorio di Terralba, e da un argine da quello di Marrubiu; ha ` alimenuna superficie di 290 ha, ed e tato dal Flumini Mannu e dal rio Mogoro. 37. Stagno di San Teodoro: ha una ` delsuperficie di 200 ha, in prossimita l’omonimo villaggio; nel periodo inver` nale ospita molte specie di uccelli; e stato dichiarato riserva naturale della Sardegna. 38. Stagno di Santa Caterina: ha una superficie di 690 ha e si trova subito dopo San Giovanni Suergiu; ricco di pesca di ogni tipo. 39. Stagno di Santa Gilla: a ovest di Cagliari, ha ` stato diuna superficie di 5670 ha ed e chiarato riserva naturale. 40. Stagno di Santa Giusta: ha una superficie di 690 ` dell’omonimo villagha, in prossimita gio; alimentato dal rio Pauli ’e Figu e ` dal rio Pauli Majore, ha acque dolci, e pescoso e ha una notevole avifauna. 41. Stagno di Sassu: grande stagno che copriva una superficie di 3270 ha tra Oristano e Terralba; frazionato negli anni ` di Venti-Trenta del Novecento in piu 200 piccoli specchi d’acqua, venne bonificato tra il 1934 e il 1937; del complesso rimane ancora lo Stagno di S’Ena Arrubia in territorio di Arborea, dichiarato riserva naturale della Sardegna. 42. Stagno di Tortolı`: ha una superficie di 220 ha, attualmente utiliz´ comunica zato come peschiera perche col mare. 43. Stagno di Vivagna: in pros` di Carloforte, di piccole proporsimita zioni ma di suggestiva bellezza.

Stagno, Italo Sindacalista, consigliere nazionale (Cagliari 1902-Russia 1947). Direttore didattico, divenne uno dei principali sindacalisti fascisti della

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Stagno scuola e nel 1939 fu chiamato a far parte della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Tenente degli alpini nella Divisione ‘‘Julia’’, nel 1942 fu fatto progioniero a Kiev. Morı` ancora prigioniero dei russi nel 1947. Anni dopo gli fu concessa la medaglia d’oro al V.M.

gie (=). Avevano il compito di definire le richieste da presentare al sovrano, ` del donativo (=) e discufissare l’entita tere la distribuzione dei carichi derivanti da esso. I loro componenti venivano abilitati in occasione della convocazione dei parlamenti (= Abilitazione ai parlamenti).

Stagno, Tito Conduttore televisivo,

Stampace, scuola di Definizione che

giornalista (n. Cagliari 1930). Giovanis` a collaborare con Rasimo, comincio dio Sardegna; nel 1956 fu assunto dalla RAI come telecronista. Diresse per 17 anni la redazione della ‘‘Domenica sportiva’’ e ne fu per due anni il popolare presentatore. Il 21 luglio 1969 seguı` da telecronista lo sbarco dell’‘‘Apollo’’ sulla Luna. Ha al suo attivo anche il libro L’arcipelago di Garibaldi. La Maddalena, 1989, e ‘‘I miei amici di Viale Bonaria’’, in Radio Brada, 2004, a cura di Romano Cannas.

si riferisce a uno specifico segmento del movimento pittorico che si svi` a Cagliari tra la seconda meta ` luppo ` del del Quattrocento e la prima meta Cinquecento. Faceva capo alla famiglia Cavaro, la cui bottega era appunto situata nell’antico quartiere di Stampace. Ebbe il merito di aprire la pittura sarda, ancora troppo legata all’espe` vive correnti rienza catalana, alle piu della pittura italiana e fu sensibile alle suggestioni del Rinascimento.

Stagno, Vittorio Giornalista (Cagliari 1911-Roma 1980). Laureato in Legge nel 1937, combattente nella seconda guerra mondiale, divenne giornalista professionista nel 1946. Diresse ‘‘Sar` ‘‘Sardedegna sport’’ e nel 1969 fondo gna Industriale’’, che diresse per alcuni anni. Entrato alla RAI, ebbe noto` nazionale per lo stile dei suoi serrieta vizi.

Stamado Famiglia cagliaritana di probabile origine spagnola (sec. XV). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1461 i suoi membri ottennero il ricono` con un Antoscimento della generosita nio, la cui discendenza si estinse entro la fine del secolo.

Stamenti Bracci del Parlamento del Regno di Sardegna. Erano tre: lo Stamento militare, composto dai nobili e dai cavalieri ereditari; lo Stamento ecclesiastico, composto dai vescovi, dagli abati e dai rappresentanti degli ordini religiosi; lo Stamento reale, composto ` redai rappresentanti delle sette citta

Stampacolor Casa editrice fondata nel 1980 a Muros da Sebastiano Ibba in col` dell’omonimo legamento con l’attivita stabilimento tipografico. Specializzata nella pubblicazione di importanti ` cultuopere sui problemi della realta rale dell’isola, che mettono a frutto la moderna tecnologia degli impianti e la ` delle maestranze. Ha pubblimaturita cato per anni le riviste ‘‘Arredo«s’’, diffusa in tutta la penisola e all’estero, e ‘‘Arredosarda’’.

Stampa periodica A partire dalla fine del secolo XVIII la stampa periodica nelle sue varie forme (quotidiani, settimanali, quindicinali ecc.) ha avuto una funzione importante nell’evoluzione storica della cultura e della politica in ` del seSardegna. Fino alla prima meta colo XIX i periodici vennero pubblicati prevalentemente a Cagliari e a ` del Sassari. Solo nella seconda meta ` possibile individuare alsecolo XIX e cune pubblicazioni periodiche in altre ` minori o addirittura in altri centri citta della Sardegna. Accanto alle pubblica-

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Stampa periodica zioni di contenuto politico o culturale, vennero (e vengono) pubblicati periodici destinati a categorie definite di cittadini o rivolti ad affrontare pro` importanti tra i blemi settoriali. I piu molti periodici di carattere politico o culturale possono essere elencati secondo il luogo di edizione, in ordine alfabetico (l’indicazione contiene in genere l’anno del primo numero; va tenuto presente che molte pubblicazioni hanno cadenze piuttosto precarie e scompaiono spesso senza lasciare traccia): ` DEI SARDI Quadernos de Attunzu, ALA mensile di politica e cultura, esce dal 1993. ALES Notiziario della diocesi di Ales, quindicinale, compare nel 1991. Nuovo Cammino, periodico di informazione dal 1995, giornale della diocesi, nel 1976 usciva a Villacidro diretto da Abramo Atzori. ALGHERO Alghero, settimanale che uscı` nel settembre 1901 continuando la tradizione del Fra Tartassa, critico nei confronti dell’amministrazione comunale. Alghero Cronache, settimanale politico fondato nel 1972. Alghero Eco, compare nel 1994. Amleto, mensile di informazione culturale, dal 1995. Dialogo, quindicinale della diocesi di Alghero e di Bosa. Il setaccio, trimestrale nato nel 1995, cessa nel 1996. L’Alguer, periodico di cultura, compare nel 1992. L’isolano, periodico di cronaca e cultura, fondato da Agostino Ballero nel ` , mensile d’at1991. Nuova Comunita ` , diretto da Enrico Valsecchi. tualita ` e culSalpare, bimestrale di attualita tura, fondato da Neria De Giovanni nel 1990. ARBOREA Brigata Mussolinia, mensile ` Bonifiche Sarde, uscı` dal della Societa gennaio 1935 al maggio 1938. ARZACHENA Il Sestante, periodico, compare nel 1992 e cessa nel 1995.

` , compare nel ASSEMINI Comunita ` e politica. Riu1996, temi di attualita mannu, quindicinale di politica e cultura fondato nel 1986. BERCHIDDA Piazza del Popolo, bimestrale di informazione dal 1996. CAGLIARI Adoro te Jesu devote, mensile di argomenti religiosi, esce dal 1995. L’acqua a domicilio, numero unico pub` 2000 notizie, blicato nel 1910. Agora quindicinale di cultura e arte dal 1996. Agricoltura informazioni, mensile pubblicato dal Banco di Sardegna, cessa le pubblicazioni nel 1995. Almanacco della Sardegna, pubblicazione annuale a cura dell’Associazione della Stampa Sarda. Almanacco di Cagliari, pubblicazione annuale diretta da Vittorio ` di Lettere e Scano. Annali della Facolta ` di Cagliari, riFilosofia dell’Universita vista fondata nel 1926 e diretta dal pre` . Annali della Facolta ` side della Facolta ` di Cagliari, di Magistero dell’Universita usciti nel 1987, dal 1996 Annali della ` di Scienze della Formazione. Facolta ` di Scienze Politiche Annali della Facolta ` di Cagliari, rivista fondell’Universita data nel 1975. Annali di giurisprudenza ` di avvosarda compilati da una societa cati, prima rivista giuridica pubblicata in Sardegna, uscı` il 1838 e il 1842. Ans` hart, periodico culturale che si occupo di problemi artistici e di folclore. An` artheo, quadrimestrale di attivita cheo-speleologica fondato da Ottavio Olita nel 1994. Apostolato della Preghiera, bimestrale di cultura religiosa, pubblicato dai Gesuiti a partire dal 1990. Archeologia Sarda, rivista fondata e diretta da Antonio Maria Costa nel 1980. Archivio storico sardo, rivista ` storica fondata nel 1905 dalla Societa sarda, dal 1935 organo della Deputazione di Storia patria, dopo una crisi ha ripreso le pubblicazioni nel 1976. Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico, rivista fon-

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Stampa periodica data da Girolamo Sotgiu nel 1973, dal 1996 diretta da Bruno Anatra con la testata Archivio sardo. Rivista di studi storici e sociali. Ascolta Israele, notiziario religioso, esce dal 1995. Automoto Sardegna, periodico di sport motoristici, esce nel 1995 e cessa nel 1996. Autonomie locali in Sardegna, diretto da Roberto Marchi, cessa nel 1995. Azione!, settimanale antigiolittiano, uscı` dal dicembre del 1914 a tutto il 1915: sostenne l’autonomia della Sardegna. Battaglia, settimanale di ispirazione fascista uscito dal luglio 1924 al febbraio 1925. Biblioteca sarda, mensile culturale diretto da Vittorio Angius, uscı` dall’ottobre 1838 al settembre 1839. Bollettino bibliografico della Sardegna, fondato nel 1984 e diretto da ` : attualmente il suo titolo e ` Tito Orru Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna. Bollettino bimestrale delle scoperte archeologiche sarde, pubblicato a partire dal 1875, curato da Giovanni Spano fino alla sua morte (1878). Bollettino diocesano, periodico fondato nel 1958 dall’arcivescovo Paolo Botto, fu l’organo della curia di Cagliari fino alla nascita di Orientamenti. Bollettino ecclesiastico della Sardegna, organo dell’Episcopato Sardo, fondato nel 1993, diretto da Tonino Cabizzosu. Bollettino filosofico sardo, semestrale di cultura filosofica, fondato nel 1993, diretto da Antonio Prost. BRADS (acronimo di Bollettino e Repertorio dell’Atlante demologico sardo), fondato da Alberto M. Cirese, poi diretto da Enrica Delitala, non compare dal 1994. Cadossene, mensile fondato da Virgilio Atzeni e Antonio Cabitza nel 1935, uscı` fino al settembre 1938: si interessava di studi sardi. Cagliari Calcio, mensile sportivo fondato nel 1982, diretto da Giorgio Ariu. Cagliari economica, mensile fondato dalla Camera di Commercio nel

1954 come continuazione del Bollettino economico, che uscı` dal 1934 al 1953: chiuse le sue pubblicazioni nel 1960. Cagliari. Lettere aperte, mensile di at` e cultura fondato nel 1995. Catualita leidoscopio, semestrale di orientamenti culturali, fondato dall’editore Dattena nel 1995. Confronto medico, periodico di informazione scientifica fondato e diretto da Efisio Lippi Serra nel 1990. Corriere di Sardegna, quotidiano uscito dal maggio 1864 al giugno 1879, fu diretto da Giovanni De Francesco e da Giovanni Battista Tuveri. Cronache, quindicinale di politica fondato ` nel 1991. nel 1976 da Lucio Etzi, cesso ` poCUS, periodico di critica e attualita litica, fondato nel 1991. DC Sardegna, mensile a cura del gruppo consiliare regionale, nel 1993 venne sostituito da Popolari di Sardegna. Destra Nuova, quindicinale di informazione politica, ` , semepubblicato nel 1996. Diafora strale di filosofia diretto da Egidio Miraglia, pubblicato dal 1967. EMMEPI, mensile del Movimento Popolare, fon` nel 1995. EMSA, ridato nel 1984, cesso vista trimestrale dell’Ente Minerario ` di essere Sardo, fondata nel 1977 cesso pubblicata nel 1993. Erbafoglio, trimestrale di cultura poetica fondato da Antonello Angioni nel 1990. Europaea, semestrale di antropologia fondato e diretto da Giulio Angioni nel 1995. Esse come Sardegna, mensile di politica e cultura fondato da Piercarlo Carta nel ` nel 1992. Far Politica, men1989, cesso sile di informazione e dibattito politico pubblicato nel 1990, diretto da Giuliano Santus, scomparve nel 1993. Fiera Letteraria, mensile di materie ` dal 1995. letterarie, non compare piu Film praxis, trimestrale di cinema pubblicato dal 1995. Fine Secolo, settimanale diretto da Enrico Uda, uscı` dal dicembre 1897 all’aprile 1898. Foglio periodico di Sardegna, settimanale filoin-

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Stampa periodica ` Giuseppe Manno: glese cui collaboro diretto da Adolfo Palmedo, uscı` dal gennaio 1812 al luglio 1813. Fontana Viva, mensile di cultura diretto da Raffa Garzia, uscı` dal gennaio 1926 al maggio 1928. A Garibaldi, numero unico pubblicato nel 1904. Gazzetta di Sardegna, settimanale economico, uscı` dall’agosto 1832 all’agosto 1835, diretto da Giovanni Meloni Baylle. Gazzetta di Cagliari, bisettimanale politico di ispirazione coccortiana, uscı` tra il maggio ` con l’Av1886 e l’aprile 1887, polemizzo venire di Sardegna. Gazzettino ebdomadario della Sardegna, uscı` nel 1793: primo giornale sardo, fu diretto da Antonio Maria Sartoris. Gennargentu, trimestrale di ecologia curato dal CAI a ` , periodico partire dal 1993. Gente citta fondato da Silvana Migoni nel 1991, ` le sue pubblicazioni nel 1995. cesso Giornale di Cagliari, mensile pubblicato dal luglio 1827 al luglio 1829, diretto da Stanislao Caboni, fu la prima rivista culturale uscita a Cagliari. Gio` Italiana del Littorio, mensile faventu scista, uscı` dal gennaio 1938 al novem` Sarda, settimanale bre 1940. Gioventu radicale uscito dall’aprile 1876 al marzo 1877, diretto da Antonio Scano e ` Sarda, quindiLuigi Congiu. Gioventu ` di cinale, organo della Gioventu Azione Cattolica, uscı` dal maggio 1923 al giugno 1926: fu soppresso dal fasci` Sarda, organo dell’Osmo. Gioventu pera Nazionale Balilla, uscı` dal 1929 al 1931, diretto da Claudio Laconi. Gulliver, trimestrale di teatro, cultura e arte, uscı` nel 1990: sospeso nel 1991, ricomparve come Teatro Gulliver nel 1993. Giorno e notte, settimanale di informazione pubblicato tra il 1992 e il 1993. Icnusa, settimanale letterario pubblicato dal dicembre 1907 al gennaio 1908. Il Bastione, mensile di cultura uscito per pochi mesi nel 1988. Il Bogino, rivista culturale fondata nel

1960 e pubblicata fino al 1962: diretta da Ignazio De Magistris, si ispirava ai temi della Rinascita. Il Cagliaritano, mensile fondato e diretto da Giorgio Ariu nel 1973, dal 1994 aggiunge il titolo ` Sardegna. Il Cittadino, periodico di Piu ` , fondato nel 1988 da politica e attualita Silvana Migoni, dal 1993 diretto da Enrico Clemente. Il Cittadino Italiano, settimanale uscito dal giugno all’ottobre 1849, diretto da Giovanni Battista Tuveri, di ispirazione anticlericale. Il Convegno, mensile di cultura dell’Associazione ‘‘Gli Amici del Libro’’, fondato nel 1946 da Nicola Valle. Il Corriere dell’Isola, quotidiano cattolico uscito dal gennaio 1907 al febbraio 1913, diretto da Enrico Sanjust. Il Corriere di Sardegna, quotidiano, organo del Partito Popolare Italiano, uscı` dal luglio 1920 all’ottobre 1926, diretto da Enrico Sanjust: chiuso dai fascisti, riprese come settimanale della Democrazia Cristiana dal luglio 1945 a tutto il 1948. Il Contropiede, periodico di cultura e politica del Circolo ‘‘Riccardo Lombardi’’, pubblicato tra il 1992 e il 1993. Il Filopono, settimanale politico, uscı` in due periodi: il primo tra il 1877 e il dicembre 1880, il secondo dal gennaio 1881 al dicembre 1884. Il Gazzettino Sardo, trimestrale di ispirazione radicale, uscı` dal febbraio 1899 all’aprile 1900. Il Giornale Democratico, settimanale, organo dell’Associazione Democratica, uscı` dal gennaio 1911 al novembre 1913. Il Giornale del Popolo, quotidiano socialista moderato, uscı` dal settembre 1923 al marzo 1924. Il Giornale di Sardegna, settimanale pubblicato dall’agosto 1795 al marzo 1796, ` degli divenne il portavoce dell’attivita Stamenti nel periodo della ‘‘Sarda Rivoluzione’’, fu diretto da Giuseppe Melis Atzeni. Il Giornale di Sardegna, quotidiano fascista ispirato da Asclepia Gandolfo, uscı` dal settembre 1923 al

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Stampa periodica gennaio 1926. Il Giornale di Sardegna, quotidiano, uscito nel 2004 con due diverse testate per il Nord e il Sud dell’isola, nel 2006 ha assunto il nome Il sardegna, diretto da Antonio Cipriani. Il Lavoratore, settimanale cattolico, uscı` dal 1904 al febbraio del 1905. Il Lavoratore, settimanale comunista, uscito dal febbraio 1945 al marzo 1948, diretto successivamente da Antonio Dore, Luigi Pirastu e Girolamo Sotgiu. Il Lavoratore di Sardegna, quindicinale fascista, organo dell’Unione Provinciale dei Sindacati dell’Industria, uscı` dal 28 ottobre 1932 al giugno 1933, diretto da Vittorio Tredici. Il Littore Sardo, settimanale, organo dei Fasci sardi, uscı` dal gennaio all’agosto 1923. Il Lunedı` dell’Unione, settimanale di informazione uscı` dal dicembre 1928 al maggio 1931. Il Maglio, settimanale nazionalista, uscı` dal gennaio 1913 al giugno 1914. Il Mazziere, settimanale indipendente, uscito dall’agosto 1904 al gennaio 1906. Il Messaggero Sardo, mensile per gli emigrati del Fondo sociale della Regione sarda, edito da una cooperativa di giornalisti a partire dal 1977. Il Momento, settimanale radicale nato dalla fusione del radicale Vita Nova con il giornale della Camera del Lavoro, uscı` dall’ottobre 1910 all’aprile 1912. Il Monitore ufficiale dell’Episcopato sardo, mensile delle curie ecclesiastiche della Sardegna, uscı` dal gennaio 1909 al 1914. Il Movimento Sardo, quotidiano uscito dal dicembre 1875 all’ottobre 1876, diretto da Giovanni Battista Tuveri e Giovanni Sulliotti, precorritore delle idee socialiste. Il Nazionale, primo periodico a essere pubblicato in Sardegna dopo la concessione dello statuto, uscı` dal 23 marzo al 28 dicembre 1848, diretto da Vincenzo Bruscu Onnis. Il Nuraghe, mensile di cultura uscito dal febbraio 1923 al luglio 1932, fondato e diretto da Rai-

mondo Carta Raspi. Il Paese, periodico ispirato da F. Cocco Ortu, uscı` tra il luglio 1879 e tutto il 1880. Il Paese, settimanale antigiolittiano, uscito tra il maggio 1909 e il dicembre 1910. Il Paese del popolo, settimanale uscito dall’agosto 1907 al novembre 1908, difese gli interessi dei lavoratori. Il Popolo, periodico liberale, uscı` dall’aprile 1848 al marzo 1849, diretto da Gavino Fara: fu favorevole alla ‘‘fusione’’. Il Popolo Sardo, quotidiano diretto da Claudio Cixı`, uscı` dal 10 dicembre 1893 al giugno 1897. Il Popolo Sardo, settimanale uscito dal febbraio 1918 all’ottobre 1919, su posizioni pre-sardiste. Il popolo sardo, settimanale politico e culturale, fondato e diretto da Giovanni Lilliu. Il Rinnovamento, quindicinale letterario, uscı` dal luglio 1898 al luglio 1901. Il Risveglio, settimanale cattolico, uscı` dall’ottobre 1882 al dicembre 1889, diretto da monsignor Luca Canepa. Il Risveglio dell’Isola, quotidiano socialista riformista, uscı` dal marzo 1912 al settembre 1922. Il Solco, dapprima organo degli ex combattenti sardi dall’a` gosto del 1919 al 1922; si trasformo quindi in organo del PSd’Az e uscı` come quotidiano fino al giugno 1926, quando fu soppresso dal fascismo: riprese nel secondo dopoguerra a inter` nel 1995. Impatto, bimevalli, cesso strale di politica, fondato da Paolo Matta nel 1995. In cassetta, settimanale di informazione, esce dal 1995. Indicatore Sardo, settimanale conservatore filomonarchico, uscı` dall’agosto 1832 al giugno 1852: fu il giornale dei fratelli Pietro e Michele Martini. Industria Oggi, mensile dell’Associazione degli Industriali di Cagliari, fondato nel 1977. In Scena, trimestrale di cultura e spettacolo del Teatro ‘‘Le Saline’’, esce dal 1995. I Sardi, mensile di resistenza politica e civile, diretto da Massimo Zanasi uscı` nel 1993. I Temi, rivista di po-

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Stampa periodica litica, cultura ed economia fondata da Giuseppe Usai su posizioni europeiste nel 1995. L’Agricoltura sarda, bollettino quindicinale di agricoltura, uscı` dal luglio 1898 all’aprile 1908. L’Agricoltura sarda, quindicinale, organo della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Cagliari, pubblicato tra il 1909 e il 1910; riprese le pubblicazioni tra il 1922 e il 1937. L’Altra Sardegna, diretto da Franco Fiori, uscı` nel 1976. L’Altra Sardegna, mensile della CGIL ` nel 1995. sarda, uscito nel 1993 cesso L’amico al popolo e al governo, settimanale liberale uscito dall’ottobre 1849 all’aprile 1850, diretto da Raimondo Falqui. L’Arena, settimanale anticlericale, uscı` dal giugno 1885 al gennaio 1887. L’Ateneo Sardo, quindicinale culturale, uscı` nel 1898 diretto da Guido Giacomelli. L’Avvenire di Sardegna, quotidiano fondato da Giovanni De Francesco nel 1871, uscı` fino al dicembre 1893: sostenne Francesco Cocco Ortu. L’eco di Bonaria, mensile del santuario di Bonaria. L’Ichnusa, bisettimanale clericale, uscı` dal gennaio 1856 al dicembre 1860. L’Idea socialista, primo periodico di ispirazione socialista pubblicato per pochi mesi nel 1897 diretto da Renato Manzini. L’Illustrazione Sarda, quindicinale politico culturale, pubblicato tra il gennaio 1893 e l’agosto 1895. L’imparziale, settimanale dal gennaio 1861 al gennaio 1862, quotidiano fino al giugno dello stesso anno; vicino a Cocco Ortu, fu diretto da Gavino Fara. L’informatore del Lunedı`, settimanale di informazione dell’‘‘Unione sarda’’, usciva ancora nel 1996. L’Unione Cattolica, trimestrale di carattere religioso, uscı` dal gennaio 1874 all’ottobre 1875; L’Unione Sarda, quotidiano fondato a Cagliari nel 1889 dalla borghesia liberale, continua fino a oggi le sue pubblicazioni. La Bandiera Sarda, quotidiano politico pub-

blicato dall’ottobre 1881 al luglio 1882, vicino alle posizioni di Francesco Salaris. La Bussola, bisettimanale politico, ` , peuscito tra il 1962 e il 1963. La citta ` , mensile riodico, esce dal 1976. La citta di habitat, arte e cultura, fondato nel 1990. La cronaca, settimanale ispirato da Giovanni Battista Tuveri, uscı` dal gennaio 1867 al dicembre 1871, diretto da Gavino Fara, La Domenica Cagliaritana, settimanale politico satirico, anticlericale, uscı` dal gennaio 1903 al dicembre 1906. La Donna Sarda, quindicinale letterario femminile, fondato e diretto da Maria Manca, uscı` dal luglio 1898 al maggio 1901. La farfalla, quindicinale di cultura, diretto da Angelo Sommaruga, uscı` dal febbraio 1876 al settembre 1877. La Favilla, bisettimanale, uscı` dal dicembre 1855 al maggio 1856, diretto da Sebastiano Caocci Mereu: propugnatore del primo sardismo. La Folla, settimanale socialista riformista, uscı` dal luglio 1908 all’aprile 1909. La forza proletaria, settimanale socialista riformista, uscı` dal luglio 1908 all’aprile 1909. La Gazzetta di Ca` , uscı` dal gliari, settimanale di attualita dicembre 1931 al giugno 1932, diretto da Vitale Cao. La gazzetta popolare, quotidiano liberale di tendenza repubblicana, uscı` dall’aprile 1850 al giugno 1869, diretto successivamente da Giovanni Battista Tuveri, Vincenzo Brusco Onnis e Giuseppe Sanna Sanna. La gazzetta di Sardegna, quotidiano liberale moderato diretto da Gaetano Rossi Doria, uscı` per pochi mesi nel 1876. La Grotta della Vipera, trimestrale di cultura, fondato e diretto da Antonio Cossu nel 1975: ha cessato le pubblicazioni nel 2002. La Lega, settimanale, organo della Federazione socialista sarda, uscı` dal settembre 1901 al gennaio 1904 diretto da Jago Siotto, riprese le pubblicazioni come organo della sezione cagliaritana dal 1º mag-

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Stampa periodica gio 1905 all’ottobre 1907. La Lotta, periodico di tendenza socialista, uscı` dal novembre 1890 al marzo 1892. La Lotta, settimanale socialista, uscı` dal gennaio 1915 al maggio 1916. La Meteora, bimestrale di ispirazione liberale, uscı` dal gennaio 1843 al dicembre 1845 diretto da Salvatorangelo De Castro, Gavino Nino, Alberto Degioannis. La Meteora, quindicinale letterario, uscı` dal gennaio 1878 al maggio 1879. La Piccola Rivista, quindicinale di cultura, fondato e diretto da Ranieri Ugo, uscı` dal dicembre 1898 al luglio 1900. La programmazione in Sardegna, bimestrale del Centro Regionale di Programmazione, fondato nel 1976 uscı` per alcuni anni. La Regione, mensile di cultura fondato e diretto da Sebastiano Deledda e Raffaele Di Tucci, uscı` dall’agosto 1922 all’aprile 1925. La Sardegna, trimestrale politico culturale, diretto da A.L. Pau, compare dal 1991. La Sardegna cattolica, organo dell’Azione Cattolica della provincia di Cagliari, quotidiano dall’aprile 1896 a tutto il ` in settimanale e con1904, si trasformo ` le pubblicazioni fino al dicembre tinuo del 1906; fu diretto da Enrico Sanjust: uscı` ancora come settimanale dal 1928 al 1942, diretto da monsignor Lai Pe` , settimanale cattolico, droni. La verita uscı` dal marzo 1870 all’ottobre 1873, quando divenne quotidiano fino al marzo 1874: riprese infine le pubblicazioni come settimanale fino al gennaio 1875. La voce della Sardegna, settimanale cattolico diretto da Enrico Sanjust, uscı` dall’ottobre 1876 al dicembre 1889. La voce del popolo, settimanale moderato, uscı` dal gennaio 1885 al luglio 1887. La voce del popolo, settimanale socialista, organo della Camera del Lavoro, uscı` dall’ottobre 1909 all’ottobre 1910. La voce del popolo, settimanale di ispirazione cattolica, uscı` dal giugno 1913 al dicembre 1918. Le

cronache, mensile di politica diretto da Francesco Lippi, esce dal 1992. Lettera politica, mensile di politica, uscı` nel 1977. Lo Statuto, periodico di ispirazione liberale, uscı` dal gennaio 1854 al 1859. Mai dire Italia, settimanale di cultura e spettacolo, esce dal 1993. Medioevo. Saggi e rassegne, rivista dell’Istituto di Storia medioevale della Fa` di Lettere dell’Universita ` di Cacolta gliari, fu fondata nel 1975 da Alberto ` diretta da FranBoscolo, attualmente e cesco C. Casula. Mediterranea, mensile di cultura di ispirazione fascista, uscı` dal gennaio 1927 al febbraio 1937 diretto da Antonio Putzolu. Mediterraneo, mensile di cultura ed economia, esce dal 1993. Mezzogiorno d’Europa, bimestrale di cultura e politica, fondato e diretto da Giuseppe Usai nel ` nel 1995. Moralita ` e Politica, 1990, cesso periodico del Movimento Popolare, fu fondato nel 1990. Notiziario, quindicinale dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale. Notiziario diocesano, bimestrale della curia diocesana, compare ` , quindicinale di nel 1992. Nuova Citta ` e cultura, esce dal 1996. attualita Nuova Rinascita Sarda, mensile di cul` le tura di ispirazione comunista, inizio sue pubblicazioni come Rinascita ` nel 1993. NuovaSarda nel 1957, cesso ` e politica. rea, bimestrale di attualita Nuovo Bullettino Archeologico Sardo, diretto da Giovanni Lilliu, esce dal 1985. Nuovi Orientamenti, settimanale cattolico diocesano, continuazione di Orientamenti, che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1976. Officina poli` , inizio ` a estica, mensile di attualita ` nel sere pubblicato nel 1993, cesso 1995. Onnibusport, periodico sportivo diretto da Fabio Meloni, compare nel 1992. Orientamenti sociali sardi, periodico culturale, esce dal 1995. Paese, quotidiano di informazione, ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1995. Par-

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Stampa periodica ` , periodico potecipazione e solidarieta litico di ispirazione cattolica, fondato da Gian Mario Selis e diretto da Angelo Pittau. Pattuglia, settimanale degli Universitari fascisti, diretto da Italo Stagno, uscı` dal maggio 1929 al marzo 1930. PDS Regione informazioni, mensile del gruppo consiliare regionale dei Democratici di Sinistra, diretto da Giuseppe Podda, compare nel 1992 come evoluzione di PC Regione. Polis Sardegna, periodico di politica fondato da Mauro Pili nel 1990, cessa nel 1993. Presenza, mensile della CISL sarda, esce dal 1990. PSI Sardegna, periodico a cura del Gruppo socialista del Consiglio regionale, cessa nel 1994. Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano, organo della Soprintendenza archeologica, fondato da Fer` diretto dal soprintenruccio Barreca, e dente pro-tempore. Quaderni di tredici lune, quadrimestrale di cultura cinematografica, pubblicato dal 1993 al 1996. Quaderni sardi di Storia, rivista di studi storici fondata da Manlio Brigaglia, uscı` dal 1980 al 1984. Qui Fiera, bimestrale della Fiera Internazionale ` le pubblicazioni nel di Cagliari, inizio 1993. Regione Oggi, cronache dell’Autonomia, periodico diretto da Paolo Pillonca. Rivista Giuridica Sarda, organo ` di Giurisprudenza deldella Facolta ` di Cagliari. Riscossa Sardil’Universita sta, settimanale, organo del PSd’Az, uscı` dopo la scissione del giugno 1948 ` nel maggio 1949, quando ave cesso venne la fusione col PSI: fu diretto da Anton Francesco Branca. Rivista Sarda di Criminologia, trimestrale, fondato da Raffaele Camba nel 1965. Rivoluzione Liberale, settimanale, organo del PLI fondato e diretto da Francesco Cocco Ortu junior, uscı` dal febbraio 1945 al marzo 1947. S’Ischiglia, mensile di poesia e di letteratura, diretto da

Angelo Dettori, uscito dal 1949 al 1956, quindi dal 1980 al 2001 (diretto, dopo la morte di A. Dettori, da Aquilino Cannas e poi da Antonio M. Rubattu). San Salvatore da Horta, bimestrale di carattere religioso, esce dal 1993. Sardegna a tavola, bimestrale di politica alimentare, esce dal 1991 edito e diretto da Giorgio Ariu, evoluzione di Vini e cucina di Sardegna, apparso nel 1977. Sardegna Autonomia, notiziario men` diretto sile del Consiglio regionale, gia da Vindice Ribichesu, esce dal 1992. Sardegna Avanti!, settimanale, organo del Partito Socialista Italiano, uscı` dal luglio 1946 al novembre 1947 diretto da Jago Siotto e Sergio Massacci. Sardegna Contro Corrente, periodico politico pubblicato dal 1995. Sardegna da scoprire, periodico di cultura fondato da ` nel 1996. SardeAdriano Vargiu, cesso gna Democratica, settimanale, organo del Partito Democratico del Lavoro, uscı` dal 1945 al marzo 1946. Sardegna Economica, trimestrale della Camera `a di Commercio di Cagliari, comincio essere pubblicato nel 1976. Sardegna Europa, rivista ispirata al federalismo, fondata e diretta da Giuseppe Usai nel 1990. Sardegna Fieristica, rivista annuale fondata e diretta da Vittorio Scano. Sardegna Magazine, mensile di politica e cultura fondato e diretto da Roberto Copparoni. Sardegna Oltre, mensile di politica fondato e diretto nel 1990 da Antonio Mastinu. Sardegna e Tunisia, settimanale politico diretto da Gaetano Ghivizzani, uscı` dal gennaio all’aprile 1883, sostenendo l’op` della colonizzazione italiana portunita in Tunisia. Sardegnavanti, periodico cattolico uscito nel 1976, diretto da Giuseppe Lepori. Sardissima, mensile politico culturale fondato da Filiberto Farci ed Egidio Pilia nel 1920 (uscı` per ` Sarda, quadrimeun numero). Societa strale di cultura, fondato da Francesco

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Stampa periodica ` uscito per alcuni Cocco nel 1995, e anni. Sogni, mensile di informazione, cultura e spettacolo, uscı` nel 1990, ` nel 1995. Speleologia Sarda, orcesso gano del Gruppo Speleologico ‘‘Pio XI’’, fondato dal padre Antonio Furreddu. Studi dell’Economia, rivista ` di Economia dell’Univerdella Facolta ` di Cagliari, comincio ` a essere pubsita blicata dal 1977. Studi Sardi, rivista dell’Istituto di Studi sardi dell’Univer` di Cagliari, inizio ` le sue pubblicasita zioni nel 1934. Sud Est, mensile di cultura edito dal GUF di Cagliari, uscı` dal novembre 1934 al luglio 1942. Tempo Nuovissimo, quindicinale di politica e cultura, fondato da Tullio Murru nel 1977. Tempus de Sardinnia, mensile bilingue diretto da Francesco Casula. Terza pagina, trimestrale di cultura e ` , appare nel 1977 diretto da attualita Augusto Maccioni. Theologica, annali ` teologica di della Pontificia Facolta Cagliari, evoluzione di Pontificia Fa` Teologica. Vita Nova, settimanale colta organo della sezione radicale, uscı` dal settembre al novembre 1901. Vita Sarda, quindicinale di cultura, uscı` dal marzo 1891 al dicembre 1893. Voce Serafica della Sardegna, mensile dei Cappuccini di Cagliari. CALANGIANUS Calangianus oggi ed....ieri, quadrimestrale a cura del Comune, esce dal 1995. Il Limbara, settimanale anticlericale, uscı` nel settembre 1884. CARBONIA Gazzetta del Sulcis, quindicinale diretto da Massimo Carta, si pubblica dal 1995. La provincia del Sulcis Iglesiente, periodico di informazione e politica, esce dal 1995. Primo, ` politica e cultura, rivista di attualita ` nel 1995. uscı` nel 1992, cesso CARLOFORTE L’eco del mare, periodico bimensile, uscı` dal marzo all’agosto 1877. L’eco di Carloforte, quindicinale

politico, uscı` dal settembre al dicembre del 1881. CORTOGHIANA Il corriere del Sulcis, periodico di informazione e politica, uscı` nel 1976. DOLIANOVA Clacson, mensile di informazione del Parteolla, pubblicato dal 1995. GONNOSFANADIGA L’Altra Provincia, mensile del Medio Campidano, esce `e dal 1996. L’Altro, mensile di attualita di politica, esce dal 1995. GUASILA Anarkiviu, bollettino bibliografico dell’archivio ‘‘Tommaso Serra’’, fondato e diretto da Costantino Cavalleri nel 1995. La Provincia nuova, ` e politica, esce settimanale di attualita dal 1996. IGLESIAS Argentaria, rivista dell’Associazione ‘‘Lao Silesu’’, diretta da Giorgio Mossa, compare dal 1992. Bollettino bibliografico della Sardegna, bimestrale, fondato e diretto da Remo Branca, uscı` a Iglesias dal dicembre 1933 al dicembre 1937. Bollettino di vita municipale di Iglesias, mensile dell’amministrazione comunale, fu pubblicato nel 1945. Gazzetta d’Iglesias, settimanale politico-culturale, uscı` dal febbraio 1869 al settembre 1877. Il corriere del Sulcis, settimanale diocesano diretto da Tarcisio Pillolla, uscı` dal 1965 al 1974. Il Minatore, mensile padronale corporativo, uscı` dal marzo 1928 al marzo 1936. Il popolo sardo, settimanale di ispirazione monarchica, uscı` dal dicembre 1914 all’aprile 1915. L’Aurora, settimanale moderato, uscı` dal gennaio al dicembre 1908. L’Osservatore iglesiente, settimanale di problemi minerari, diretto da G.B. Pagani, uscı` nel novembre 1882. La Sardegna Socialista, settimanale, organo dei socialisti iglesienti, uscı` dal luglio 1916 all’ottobre 1917. Primavera Umana, settimanale socialista riformista, diretto da Jago Siotto, uscı` dal marzo

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Stampa periodica 1904 al gennaio 1905. Resoconti dell’Associazione Mineraria Sarda, mensile di problemi minerari. Sardegna Socialista, settimanale organo del PSI fondato ` le pubda Angelo Corsi nel 1945, cesso blicazioni nel maggio 1946. Voce Socialista, quindicinale del PSI negli anni Cinquanta. LA MADDALENA La Piccola Sardegna, settimanale liberale, uscı` dal giugno al dicembre 1908. Lo Scoglio, quindicinale di informazione, pubblicato dal 1990. LANUSEI L’Ogliastra, settimanale, uscı` dal marzo 1883 al dicembre 1885, ispi` Businco. L’Ogliastra, rato da Nicolo giornale diocesano, esce dal 1976. Voce di Don Bosco in Sardegna, bimestrale dei Salesiani di Lanusei negli anni Cinquanta. MARACALAGONIS Hamara, bimestrale di informazione uscito tra il 1995 e il 1996. MONSERRATO Monserrato pagine, mensile di informazione e cultura, uscito tra il 1993 e il 1996. S’Arriu, mensile di politica e cultura, esce dal 1995. ` MORES Maestrale, mensile di attualita e politica pubblicato dal 1995. MURAVERA Il Flumendosa, periodico di cultura e informazione pubblicato dal 1995. NUORO Agricoltura nuorese, mensile della cattedra provinciale di Agricoltura di Nuoro, pubblicato tra il 1933 e il 1937. Aristocrazia, mensile di cultura, fondato e diretto da Raffaello Marchi, uscı` dall’ottobre 1947 all’agosto 1948. Avvenire di Nuoro, settimanale cattolico moderato, pubblicato dall’ottobre 1921 al settembre 1922. Carrefour Sardegna News, periodico della IX Comu` montana, esce dal 1995. Gruttas e nita Nurras, trimestrale del Gruppo Grotte ` le pubblicazioni nel Nuorese, inizio 1977. L’Agricoltura nuorese, periodico dell’Ispettorato provinciale dell’Agri-

coltura, uscı` dal gennaio 1933 al settembre 1937. L’Ortobene, settimanale di informazione, organo della Curia, ` le pubblicazioni nel 1926 come inizio mensile: esce ancora come settima` , fondato e diretto nale. La Nuova Citta da Cesare Pirisi nel 1966. Notiziario economico, periodico della Camera di ` a uscire dal 1950. Commercio, inizio Nuoro Littoria, periodico della Federazione dei Fasci di Nuoro, uscı` dal marzo 1934 al luglio 1943. Nuoro Oggi, periodico di politica e informazione, esce dal 1993. Sardegna Antica. Culture Mediterranee, bimestrale di archeologia, etnologia e storia, esce dal 1993 diretto da Giacobbe Manca. Sardigna Antiga, rivista dell’Associazione archeologica nuorese, fondata nel 1983 da Giuseppe Seu. Su populu sardu, organo del Movimento omonimo, uscı` dal 1977. OLBIA Costa Smeralda Magazine, organo dei servizi marketing Costa Smeralda, diretto da Giancarlo Capitta. L’ora di Gallura, mensile d’informazione diretto da Mario Zappadu, termina le pubblicazioni nel 1993. Nord Est, periodico di informazione politica, diretto da Mario Zappadu. Olbia 2000, quindicinale di informazione e cultura, uscı` dal 1993 al 1995. OLIENA Sardegna Mediterranea, semestrale di cultura fondato da Dolores Turchi, esce dal 1997. OLLOLAI Il dibattito, periodico fondato da Michele Columbu nel 1976. ORISTANO Arborea, quindicinale cattolico degli anni Cinquanta. Arbor. Ori` , postano e dintorni, rivista di attualita litica e cultura, fondata nel 1993 da Giampaolo Mele. Biblioteca Francescana Sarda, semestrale di cultura dei Frati minori conventuali di Oristano, fondato nel 1991. Forza Tharros, quindicinale sportivo, compare dal 1993. ` , periodico di cultura e reliFraternita gione della diocesi di Oristano, pubbli-

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Stampa periodica cato dal 1990. Il Corriere di Oristano, quotidiano, organo del Congresso agrario regionale, uscı` dal maggio al giugno 1877 diretto da Gaetano Ghivizzani. Il Giornale di Oristano, settimanale di ispirazione socialista e repubblicana, uscı` dal settembre 1903 al novembre 1904. L’Oristanese, periodico culturale, esce dal 1996. La Gazzetta di Oristano, periodico diretto da G. Ghivizzani, uscı` per pochi numeri nel 1858. La Gazzetta oristanese, mensile di approfondimento della cronaca, esce dal 1995. La Provincia di Oristano, organo dell’Amministrazione provinciale di Oristano, esce dal 1990. Lo specchio, periodico di cronaca e politica, esce dal 1995. Quaderni Oristanesi, rivista quadrimestrale di cultura. Tyrsos, organo di informazione del Comune di Oristano, ` le pubblicazioni nel 1993. cesso OZIERI Bollettino delle parrocchie di Ozieri, mensile di informazione, uscı` dal marzo 1922 al giugno 1932. Il Cittadino, settimanale di informazione di` le pubbliretto da Gavino Sanna, cesso cazioni nel 1993. Il Monte Acuto, bimestrale, uscı` dal febbraio al marzo 1877. L’obiettivo, periodico di opinioni fondato e diretto da Rosario Cecaro, compare nel 1992 cessa nel 1995. La Notizia, periodico di informazione, esce dal 1977. La voce del Logudoro, settimanale cattolico dal 1995. Logudoro, organo ufficiale della diocesi di Ozieri, uscı` dal giugno 1937 al dicembre 1938. Monte ` Acuto, periodico della VI Comunita ` nel 1995. montana, uscı` nel 1990, cesso PALMAS ARBOREA Arci Grighine, pe` montana, comriodico della Comunita pare nel 1992, cessa nel 1996. PERFUGAS L’Anglona, periodico della ` montana, esce dal 1993. II Comunita PIRRI Lo sportivo, settimanale di sport e cultura, esce dal 1995. PORTO ROTONDO Gazzetta di Porto Ro-

` , esce dal tondo, periodico di attualita 1996. PORTO TORRES Corriere Turritano, mensile diretto da Aldo Pinna. Il giornale del golfo, periodico di informa` zione e politica fondato nel 1993, cesso ` , pele pubblicazioni nel 1995. In citta riodico di informazione, esce dal 1996. La mia isola, settimanale di cultura, ambiente e sport, esce dal 1995. QUARTU SANT’ELENA Almanacco di Quartu, fondato nel 1991, diretto da Francesco Lippi. Il Corriere dei Sardi, mensile politico-culturale, fondato nel 1986. Il Manifesto Sportivo, settimanale `, di calcio, esce dal 1996. Quarto citta ` di Quartu Sant’Emensile della citta lena, uscito nel 1993, ha cessato nel 1995. Sa Repubblica, periodico culturale bilingue. Sport 90, periodico di at` sportiva. Vedute Sarde, mensile tualita culturale fondato da Gaetano Gugliotta nel 1977 come Vedute da Quartu. SAN GAVINO MONREALE Il provinciale oggi, periodico di cultura, esce dal 1995. SANLURI La Voce, giornale diocesano, diretto da Sergio Pintus, compare nel 1991 e cessa nel 1995. Sanluri, quindicinale indipendente, esce dal 1985. Sanluri Notizie (L’eco della Marmilla), periodico, esce dal 1996. Su alla vetta!, trimestrale fondato da Francesco Colli Vignarelli, organo del Collegio scolopico di Sanluri, fondato nel 1954. SAN SPERATE Sa Sardigna Nazione Sarda, periodico fondato da Antonello Satta nel 1977. SANTATERESA GALLURA La Boci, mensile a carattere scientifico, uscı` nel 1993. Quattro Mori, settimanale di informazione degli anni Ottanta. SARDARA Testimoniare, mensile di cultura a cura della parrocchia, fondato dal 1992. SASSARI Alle urne!, numero unico pubblicato nel 1910. Altre Voci, mensile

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Stampa periodica di politica pubblicato nel 1990, cessa nel 1995. Amsicora, settimanale indipendente di ispirazione patriottico-repubblicana, uscı` dal marzo 1887 a tutto il 1888, diretto da Giacomo Dettori. An` di Agraria nali, periodico della Facolta ` di Sassari, cessa nel dell’Universita 1995. Archivio storico sardo di Sassari, rivista culturale fondata dall’Associazione Archivio storico sardo di Sassari nel 1975. Archivio storico e giuridico ` sardo di Sassari, rivista dell’Universita fondata nel 1993. Arredo S, mensile di ` a essere pubarredamento, comincio blicato nel 1990: era distribuito gratuitamente in tutta la Sardegna. Associazione storica sassarese, rivista storica che compare nel 1994 diretta da Renato Pintus, cessa nel 1995 e riprende sotto il nuovo titolo Sacer nello stesso 1995. Ave Idea, numero unico a cura del circolo ‘‘Bruno Giordano’’, pubblicato nel 1902. Bollettino degli interessi sardi, periodico della Camera di Commercio di Sassari fondato da Gavino Alivı`a nel 1923. Bollettino dell’ordine dei medici della provincia di Sassari, mensile pubblicato tra il 1913 e il 1914. Bollettino elettorale dell’Isola, numero unico pubblicato nel 1924. Bollettino mensile, pubblicato nel 1902 dall’Associazione pedagogica sarda. Brigata Sassari, numero unico pubblicato nel 1937. Il Buco della Serratura, umoristico. A Bustianu, numero unico in onore di Sebastiano Satta a cura del Circolo giovanile ‘‘Barbagia’’ di Nuoro, uscito nel 1919. Caddhos, rivista di sport equestri, fondata e diretta da Salvatore Ligios. Caleidoscopio, rivista monografica di medicina fondata da Sergio Rassu. Caprera, settimanale democratico di ispirazione anticlericale, uscı` tra il 1887 e il giugno 1894 diretto da Pietro Paolo Siotto Elias. Container, mensile di at` e cultura, pubblicato dal 1995 tualita al 1996. Corriere dell’Isola, quotidiano

di informazione edito dalla Democrazia Cristiana, uscito tra il 1947 e il 1957, diretto da Francesco Spanu Satta. Da capo, mensile delle ACLI di Sassari, esce dal 1995. Esperienze Giuridiziarie, rivista fondata e diretta da Carlo Delfino. Giovinezza, trimestrale letterario, uscı` dal dicembre 1923 al febbraio 1924. Ichnusa, rivista di cultura uscita in due serie: la prima dal 1949 al 1964, diretta da Antonio Pigliaru, la seconda dal 1982 al 1993, diretta da Alberto Pinna. Il Corriere sardo, quotidiano liberale filomonarchico, uscı` dal novembre 1900 al maggio 1901. Il diavolo zoppo, settimanale politico satirico, uscı` dal luglio 1899 al dicembre 1913. Il Giornale di Sardegna, quotidiano di ispirazione monarchico-costituzionale, uscı` dal marzo 1896 al 22 settembre 1900. Il Giornale di Sassari, settimanale di ispirazione giolittiana, vicino alle posizioni dell’on. Abozzi, uscı` dal 18 febbraio al settembre 1909. Il mecenate, bimestrale letterario pubblicato nel 1990. Il nuovo giornale di Sassari, settimanale liberale su posizioni giolittiane, uscı` dal luglio 1913 al settembre 1914, diretto da Lare Marghinotti. Il popolano, bisettimanale culturale e politico, uscı` dall’aprile 1860 all’aprile 1872. Il popolo di Sardegna, settimanale socialista, uscı` dall’agosto 1921 a tutto il 1922 diretto da Massimo Stara. Il progresso, bisettimanale di informazione, uscı` dal maggio 1869 a tutto il 1870. Il quotidiano di Sassari, quotidiano di cronaca, uscito dal 1996 al 1998. Il sardo, settimanale politico, uscı` dal novembre al dicembre 1888. Il Tamburino Sardo, periodico fondato da Giovanni Francesco Saba, compare nel 1992, cessa nel 1995. Il Sassarese, settimanale di cronaca, fondato e diretto da Enrico Porqueddu dal 1976. L’Agricoltore, notiziario mensile dell’Unione provinciale fascista Agricoltori di Sas-

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Stampa periodica sari, uscı` tra il 1939 e il 1943. L’Agricoltore sardo, settimanale agricolo-economico-commerciale, pubblicato dal gennaio al dicembre 1907. L’allevatore sardo, mensile di zootecnia, pubblicato tra il 1924 e il 1929. L’Amsicora, numero di saggio, pubblicato nel 1900. L’Aquila sarda, settimanale cattolico, numero unico s.d. L’Armonia Sarda, quotidiano cattolico, uscı` dal 17 giugno 1904 al 31 dicembre 1906: fu in polemica con La Nuova Sardegna. L’asino, settimanale satirico, pubblicato tra il luglio e l’agosto 1914. L’Aurora, periodico, organo dei socialisti sassaresi, uscı` dall’agosto 1901 al luglio 1902. L’avvenire, quindicinale di tendenza giolittiana, uscı` dal dicembre del 1904 al giugno 1905. L’eco di Sassari, bisettimanale, organo del Partito Liberale Costituzionale, uscı` fra il febbraio e l’aprile 1882 diretto da Giommaria Devilla. L’Edera, quindicinale organo della Federazione repubblicana sarda, uscı` tra il gennaio e l’ottobre 1904. L’Epoca, bisettimanale politico e culturale, fondato da Salvatore Manca Leoni, uscı` dal gennaio 1858 al dicembre 1859. L’Isola, quotidiano moderato, uscı` dal dicembre 1893 al luglio 1894 diretto da Gastone Chiesi. L’Isola, quindicinale di cultura, uscı` dal dicembre 1909 al giugno 1910. L’Isola, quotidiano fondato nel marzo del 1924 da un gruppo di fiancheggiatori del fascismo: dopo la chiusura de La Nuova Sardegna divenne l’organo della Federazione provinciale fascista; caduto il regime affidato dal CLN ad Arnaldo ` a essere pubSatta Branca, continuo blicato fino al dicembre 1946. L’Isolano, settimanale di tendenza clericale, uscı` dall’aprile 1857 al giugno 1858 diretto da Gavino Cugia Pilo. L’Operaio, mensile popolare, uscı` dall’ottobre 1877 al gennaio 1878 diretto da Cesare Manca. L’Osservatore, settimanale politico-culturale, uscito dal

maggio 1857 al maggio 1858, diretto da Antonio Manunta. La Battaglia, numero unico pubblicato nel 1904. La Democrazia Sarda, periodico politico uscito dal 28 luglio al 31 agosto 1892. La Democrazia Sassarese, bisettimanale, organo dell’Associazione Democratica, uscı` dal giugno al luglio 1902. La Discussione, bisettimanale politicoculturale diretto da Salvatore Manca Leoni, uscı` dall’agosto al dicembre ` , mensile fem1870. La Donna e la civilta minile diretto da Caterina Faccion Berlinguer, uscı` dal luglio 1875 all’ottobre 1876. La Giovine Sardegna, settimanale di ispirazione repubblicana e anticlericale, diretto da Bardilio Delitala, uscı` tra il 1872 e il 1876. La Nuova Sardegna, quotidiano fondato nel 1891 da Enrico Berlinguer, Pietro Satta Branca e altri repubblicani, soppresso dal fascismo nel 1926, riprese le pubblicazioni nell’aprile 1947. La Provincia di Sassari, mensile dell’Ammini` strazione provinciale di Sassari, cesso nel 1995 dopo alcuni anni. La Riscossa, bimestrale moderato, filomonarchico, uscı` dal settembre 1877 al dicembre 1879. La Sardegna, settimanale moderato diretto da Fulgenzio Delitala, uscı` dall’aprile all’ottobre 1848. La Sardegna, quotidiano fondato dal Giordano Apostoli, uscı` dal maggio 1882 al novembre 1893 diretto da Aniello Alvino e successivamente da Medardo Riccio. La scuola sarda, quindicinale sui problemi dell’istruzione, uscı` dal febbraio all’ottobre 1906. La Stella di Sardegna, settimanale di cultura diretto da Enrico Costa, uscı` dall’ottobre 1875 al dicembre 1886. La Via, settimanale dei socialisti sassaresi, uscı` dal luglio 1907 all’agosto 1909. La Voce dei Combattenti, quindicinale, fu l’organo dell’Associazione degli ex combattenti, diretto da L.B. Puggioni, uscı` dal marzo `, 1919 all’agosto 1921. Lavoro e societa

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Stampa periodica ` politica. Liquindicinale di attualita ` , settimanale cattolico, poi diveberta nuto organo della diocesi di Sassari, fondato da G.B. Manzella nel marzo 1910. Librando, periodico culturale di informazioni editoriali, esce dal 1995. Massinelli, settimanale umoristico indipendente, diretto da Guido Aroca, uscı` dal dicembre 1900 all’aprile 1908. Mater Gratiarum, bollettino del santuario di Nostra Signora delle Grazie, esce dal 1990. Mathesis. Dialogo tra saperi, rivista semestrale dell’Associazione Sassarese di Filosofia e Scienza, esce dal 2003, responsabile Federico Francioni, coordinatore Mariolina Perra. Nella terra dei Nuraghes, quindicinale di cultura diretto da Luigi Falchi, uscı` dal giugno 1892 al febbraio 1894. Noi, settimanale liberale indipendente, uscı` dal novembre 1879 al gennaio 1880. Ai nostri elettori, numero unico pubblicato nel 1913. Otto pagine. Il Rosello, periodico, esce dal 1995. Piccolo giornale della Sardegna, settimanale moderato, uscı` dal gennaio all’ottobre 1862. Quaderni Mediterranei, periodico dell’ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo) diretto da Manlio Brigaglia, uscı` nel 1977, ora a Cagliari come Cooperazione mediterranea. Quaderni dell’economia sarda, periodico del Banco di Sardegna fondato nel 1976, nel 1977 si trasforma in Quaderni sardi di economia e finanza. Quaderni sardi di Filosofia e Scienze umane, rivista fondata da Marisa Buonajuto e Antonio Delogu nel 1977, cessa nel 1993, riprende nel 1995 con altro titolo. Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro, organo della Soprintendenza, diretto dal Soprintendente pro-tempore. Rassegna sarda, mensile di economia, uscı` dal maggio 1920 all’aprile 1921. Riscossa, settimanale di politica e cultura, fondato nel luglio 1944

da un gruppo di intellettuali antifascisti: ispirato dagli Alleati, fu diretto da Francesco Spanu Satta fino al dicembre 1946. Sa Berritta, numero unico umoristico pubblicato nel 1925. Santu Antine, rivista culturale di storia e archeologia del Museo della Valle dei Nuraghi, diretta da Attilio Mastino, uscito nel 1995. Sardegna libera, settimanale organo del Comitato delle Opposizioni uscı` dal settembre 1924 al gennaio 1925 dopo il delitto Matteotti. Sardegna repubblicana, organo della Federazione repubblicana, esce nel 1976. Sardinia, trimestrale di cultura diretto da Giovanni Giganti, uscı` dall’ottobre 1909 all’aprile 1910. Sassari, periodico dell’amministrazione comu` le pubblicazioni nel 1995. nale, cesso Sassari e hinterland, settimanale di cultura e informazione, uscı` nel 1995. Sassari Sera, periodico d’informazione fondato e diretto da Pino Careddu nel 1954. Scuola in Sardegna, bimestrale di politica scolastica, uscito dal 1954 al 1956, diretto da M. Brigaglia e A. Pigliaru. Sesuja, quadrimestrale di cultura locale, diretto da Michele Pinna. Ai Signori membri del Consiglio Comunale di Sassari, numero unico pubblicato nel 1910. Studi Sassaresi, rivista ` Sassarese per le Scienze della Societa giuridiche, non esce dal 1995. Ting, bimestrale di cultura e arte fondato nel 1990. Camineras, bimestrale politicoculturale pubblicato dal 2002 da soci de ‘‘Su Sotziu de sos Sardos-Circolo dei Sardi’’. SELARGIUS Comunicare, rivista sociale del Comune di Selargius, esce dal 1995. Forum Metropolitanum, periodico di informazione e cultura, esce dal 1996. Intragnas, mensile bilingue fondato e diretto da Paolo Pillonca, ` canas, rivista bilingue esce dal 1995. La `, bimestrale, fondato e didelle identita retto dal 2003 da Paolo Pillonca. Sa-

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Stangoni turru banditore di Selargius. Cronache di Selargius, periodico, esce dal 1995. SENORBI` Il giornale della Trexenta, mensile indipendente, esce dal 1995. ` sestese, mensile di culSESTU Il Caffe tura, esce dal 1995. L’occhio del cittadino, periodico di informazione, esce dal 1995. Solo Sport, mensile fondato da Dionisio Mascia. SINISCOLA Verde Sardegna, periodico di ecologia, politica, ambiente. SINNAI Questa Sinnai, periodico di cultura e politica fondato nel 1960. Sardegna... Dietro l’Angolo, periodico di at` , esce dal 1996. tualita ` , periodico TEMPIO PAUSANIA Alala ` fascista, uscı` dal magdella Gioventu gio 1934 al gennaio 1935. Almanacco Gallurese, annuale di cultura fondata e diretta dal 1993 da Giovanni Gelsomino. CMR3, periodico della III Comu` montana, fondato nel 1984, cessa nita le sue pubblicazioni nel 1996. Gallura e Anglona, periodico della diocesi di Tempio-Ampurias, uscı` dal giugno 1927 al dicembre 1932; riprese le pubblicazioni nel 1977. La Gallura, settimanale, uscı` dal gennaio 1883 all’aprile 1884. La Lotta, settimanale socialista, uscı` dall’aprile all’ottobre 1913. Sardegnanord, mensile di informazione, cessa le sue pubblicazioni nel 1993. TERRALBA Terralba ieri e oggi, seme` e cultura uscito nel strale di attualita 1990. ` , pubblicato nel 1992 dall’AsURI Agora sociazione culturale ‘‘Paulis’’, cessa nel 1994. VILLACIDRO Confronto, mensile di at` , fondato e diretto da Angelo Pittualita tau nel 1977. Il Gazzettino del Campi` diretto da dano, mensile di attualita Salvatore Erbı`, cessa nel 1995. Villasor: Meta edizioni, quindicinale di cultura, esce dal 1995.

Stangoni, Pierfelice Uomo politico

(Tempio 1888-Aggius 1964). Consultore nazionale, Alto Commissario per l’avocazione dei profitti del regime. Socialista in giovinezza, convinto antifascista, fu costretto al silenzio negli anni del regime. Riprese a fare politica dopo la caduta del fascismo, quando fu nominato nella Consulta nazionale come rappresentante del Partito Democratico del Lavoro e quindi Alto Commissario per l’avocazione allo Stato dei profitti del regime.

Stangoni, Salvatore Cantadore (Aggius 1902-ivi 2002). Dotato di straordi` sonore, che lo faranno narie capacita definire ‘‘il Galletto di Gallura’’ da G. D’Annunzio quando Gavino Gabriel, ` al Vittonel Natale del 1927, lo portera riale assieme al Coro di Aggius. Negli anni giovanili lavora come operaio in opere pubbliche (costruzione della ` d’Agultu). Nei strada Aggius-Trinita giorni liberi lavora come contadino a ` u, seminare il grano, in quapunı` lu ’ju ` di ghjuagliu (sorta di mezzadria rilita dotta), a scorzare il sughero in foreste d’altri e a curare la sua vigna. Cantore di grande energia, nel 1966 recita al Carignano di Torino nello spettacolo Ci ragiono e canto di Dario Fo. Seguono ´ e in anni diversi, sempre con tourne Dario Fo.

Stanislao Kostka, santo (in sardo, Santu Stanislau) Santo (Rostkow, Polonia, 1550-Roma 1568). Gesuita. Nacque ` a Vienna dai da nobile famiglia, studio Gesuiti e seppure contrastato dal pa` nella Compagnia di Gesu ` , ridre entro velando doni mistici e una forte devozione alla Madonna. Francesco Borgia lo accolse a Roma, dove morı` novizio il 15 agosto 1568. Canonizzato da Benedetto XIII (1726). Patrono degli studenti, dei novizi e dei moribondi. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 13 novembre.

Stara, Salvatore Avvocato, consigliere

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Statuaria nuragica regionale (Sassari 1905-ivi 2000). Dopo aver conseguito la laurea in Legge si ` alla professione di avvocato; dedico combattente durante la seconda guerra mondiale, nel dopoguerra si im` in politica e fu tra i fondatori pegno della Democrazia Cristiana in Sardegna. Nel 1949 fu eletto consigliere regionale per la I legislatura nel collegio di Sassari e in seguito riconfermato ininterrottamente per altre tre legislature fino al 1965. Negli anni del suo impegno istituzionale, tra il 1949 e il 1953 fu assessore al Turismo nelle giunte Crespellani, tra il 1955 e il 1957 assessore alle Finanze nelle giunte Brotzu. ` istituzionali, contiCessate le attivita ` a fare politica ricoprendo altri imnuo portanti incarichi; tra l’altro fu presidente della ‘‘Tirrenia’’ dal 1960 al 1967, membro del consiglio di amministrazione del Banco di Napoli dal 1965 al 1977. Morı` ultranovantenne a Sassari nel 2000.

Stasolla, Maria Giovanna Orientalista (n. Altamura 1952). Dedicatasi alla car` divenriera universitaria, nel 1985 e tata professore di Storia dei Paesi islamici. Attualmente lavora presso la Fa` di Lettere dell’Universita ` di Bocolta logna. Ha scritto un saggio su Arabi e Sardegna nella storiografia araba del Medioevo, ‘‘Studi magrebini’’, XIV, 1982.

Statice Nome generico di molte piante della famiglia delle Plumbaginacee, corrispondente al genere scientifico Limonium. Lo s. comune (Limonium ` un piccolo arbusto con fuvulgaris L.) e sti corti e ramificati, foglie spatolate e allungate, di consistenza carnosa; i fiori sono piccoli, viola, disposti in spighe rade, unilaterali all’apice dei rami; i frutti sono acheni. Pianta che sopporta bene i substrati salmastri (scient. alofita), vegeta diffusamente sulle coste, anche rocciose e nelle gari-

ghe. Dello s. sono state classificate in Sardegna numerosissime specie e sottospecie, ognuna con un areale ristret` dire che ogni tratto di tissimo: si puo costa sarda abbia il suo s. specifico, tanto che nella lista degli endemismi della Sardegna da sottoporre a vincolo di protezione (proposta di L.R. n. 184/ 2001) sono state inserite trenta voci per il genere Limonium. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Statuaria nuragica Nell’ambito della ` nuproduzione materiale della civilta ` nota a tutti la piccola statuaria ragica e ` comunemente riasin bronzo che e sunta col nome improprio di ‘‘bronzetti’’. Meno conosciuta, ma non per questo meno significativa, la produzione in pietra, strettamente legata, come del resto quella della bronzistica ` . Fino a una figurata, alla religiosita trentina di anni fa gli esemplari di statue in pietra si limitavano a una testa di toro dal santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri e ad alcune riproduzioni di nuraghi, come quella ritrovata nella cosiddetta ‘‘curia’’ del villaggio di Su Nuraxi di Barumini. Le ricerche degli ultimi decenni hanno portato al rinvenimento di un numero molto consistente di modelli di nuraghi in pietra, ma soprattutto alla scoperta e allo scavo della necropoli-santuario di Monte Prama (Cabras), nella penisola del Sinis, dove per la prima volta sono venute in luce rappresentazioni della figura umana. I primi frammenti di statue sono stati rinvenuti fortuitamente nel 1974, alle pendici del piccolo rilevamento di Monte Prama; scavi con` ampiamente, nel dotti nel 1977 e, piu 1979, hanno portato alla luce una necropoli ricoperta da centinaia di frammenti di statue di grandi dimensioni, realizzate nell’arenaria gessosa locale. ` composta da un filare di La necropoli e trenta tombe collocate in uno spazio

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Statuti sassaresi ben distinto e delimitato; solo tre ulteriori tombe, evidentemente realizzate in un secondo momento, sono al di fuori dell’allineamento. Le tombe sono del tipo a pozzetto, scavato nella ` coroccia naturale, e ognuna di esse e perta da un lastrone in arenaria. Insieme alle statue sono stati ritrovati numerosi modelli di nuraghi in arenaria e grandi betili in calcare. Le statue, originariamente almeno venticinque in base al calcolo fatto sui frammenti, sono di dimensioni superiori al naturale; sulla base della ricostruzione gra` grandi posfica si pensa che quelle piu sano superare i 2,50 m di altezza. Si articolano in due tipologie fondamentali: guerrieri e pugilatori che si coprono la testa con lo scudo. I piedi hanno le dita ben definite e poggiano su basi quadrangolari. Le caratteristiche stilistiche delle statue evidenziano una visuale frontale e posteriore, senza la mi`. I volti sono nima ricerca di plasticita caratterizzati dallo schema a T dato dalla marcata arcata sopracciliare e dal naso, forte e diritto. Gli occhi sono resi da un grande, doppio cerchiello e la bocca con un breve tratto inciso. Gli arcieri indossano una corta tunica e portano sul torace una placca pettorale a lati concavi per protezione; alcuni hanno gli schinieri e tengono un corto arco nella mano sinistra protetta da un guanto. Dai frammenti si rileva anche la presenza di scudi composti a settori di lacci di cuoio o vimini intrec` preciati e di archi; in alcuni torsi e sente sulla schiena la faretra, a fianco della quale pendeva la spada. I guerrieri, ritratti in piedi e con la mano destra tesa in avanti nel gesto tipico dell’offerta, portano un elmo crestato e munito di corna. Il pugilatore ha, invece, il torso nudo e indossa un corto ` alzato a gonnellino. Il braccio sinistro e reggere lo scudo sopra la testa rivestita

solamente da una sottile calotta che, `, doveva essere di cuoio. Il nella realta ` rivestito da una braccio destro e guaina che parte dal gomito e avvolge ` raffiguil pugno, sul taglio del quale e rato un elemento romboidale spor` conogente. La figura del pugilatore e sciuta anche nella bronzistica nuragica ma solo da pochissimi esemplari. Molto probabilmente rappresenta un personaggio di rilievo operante in giochi sacri, forse anche cruenti, in onore ` , piuttosto che un soldato della divinita armato alla leggera per il combattimento corpo a corpo, come proposto da qualcuno. Il fatto che i frammenti di statue siano stati trovati, in una sorta di discarica, sopra le tombe e che non sia emerso con l’indagine archeologica alcun indizio di altre strutture da rapportare alle statue indica uno stretto nesso tra necropoli e statuaria. La mancanza di elementi di corredo nelle sepolture impedisce una esatta collocazione cronologica della necropoli e delle statue. Il rinvenimento di uno scaraboide egittizzante, databile al secolo VIII a.C., in una delle tombe fornisce l’unico indizio cronologico. Sulla base di questo elemento ma, soprattutto, di analisi stilistiche e di considerazioni storiche, gran parte degli archeologi datano le statue di Monte Prama al secolo VIII a.C., ma non man` cano proposte di datazioni un po’ piu ` reantiche, almeno al secolo IX, o piu centi, nell’ambito del secolo VII. [LUISANNA USAI]

Statuti sassaresi Codice medioevale di leggi comunali. Con lo sviluppo di Sassari si pose il problema dei suoi ordinamenti. Secondo una tradizione riportata dal Lamarmora, Sassari aveva propri ordinamenti fin dal 1212, e dopo la morte di Barisone III, nel 1236, la ` prese a reggersi come un Comune. citta Negli anni successivi la forma della

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Statuto sardo ` definendosi mesua autonomia ando ` , approfittando del clima glio e la citta politico venutosi a creare dopo il secondo matrimonio della giudicessa Adelasia con Enzo figlio di Federico ` il proprio potere arrivando II, aumento a dominare la Fluminargia, la Romangia e buona parte della Nurra. Sassari riuscı` a mantenere la propria autonomia e dopo la morte di Adelasia (1259) riuscı` a conservarla nonostante le pressioni militari e diplomatiche di ` Pisa, che voleva esercitare sulla citta la propria egemonia. Negli anni successivi il nascente Comune si strinse ` a Genova e dopo la battasempre di piu glia della Meloria, mentre Pisa si avviava alla decadenza, Sassari fece con la Superba una convenzione che ebbe un significato politico per la sua storia. Il patto fu stipulato nel 1294: Sassari si ` si costituı` in libero Comune (in realta trattava di un Comune ‘‘pazionato’’, che si governava con proprie leggi, ma sotto la protezione di Genova, che era spesso anche un controllo politico: non per nulla Genova forniva a Sassari il ` e lo staff dirigente dell’ammipotesta ` ). Il Comune venistrazione della citta niva costituito sulla base di un patto giurato di tutti i cittadini sassaresi tra i 14 e i 70 anni (jura de scolca). La jura conferiva a tutti i cittadini di Sassari il diritto di esercitare i propri diritti po` la possibilita ` di partecilitici, e cioe pare al governo del Comune, di far parte delle sue assemblee, di ricoprire uffici per suo conto. Nello stesso anno furono emanati gli statuti sassaresi. Questo documento, del quale conosciamo una versione in sardo logudo` diviso in tre libri nei rese del 1316, e quali vengono regolamentati minutamente tutti gli atti pubblici e tutti gli ` . Il aspetti della vita civile nella citta suo testo ci permette quindi di ricostruire l’organizzazione politica e am-

ministrativa della Sassari della fine ` signifidel secolo XIII e gli aspetti piu cativi della sua economia e degli usi e costumi dei suoi cittadini.

‘‘Statuto, Lo’’ Periodico trisettimanale, divenuto quotidiano nella sua ultima fase, pubblicato a Cagliari dal gennaio 1854 al dicembre 1859. Fu diretto da Giuseppe Todde e in seguito dal Manzini e dal Dessı` Magnetti. Su posizioni ministeriali, espresse una linea tiepidamente liberale; interessante la terza pagina, che accoglieva traduzioni dal libro di viaggio di Tyndale (1840).

Statuto sardo In base all’articolo 116 della Costituzione Italiana «il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Su ¨ dtirol e la ´ e d’Aoste disponValle d’Aosta/Valle gono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costitu´ lo s.s., come quello zionale». Sicche ` una delle altre Regioni speciali, e legge costituzionale e non regionale. Lo statuto speciale per la Sardegna fu discusso dall’Assemblea costituente negli ultimi giorni del gennaio 1948, approvato il 31 gennaio, promulgato con la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3. LA CONSULTA REGIONALE Il processo di formazione dello s.s. aveva avuto inizio nel dicembre 1944, quando il governo centrale, soprattutto per evitare che anche in Sardegna si affermassero tendenze separatiste simili a quelle presenti in Sicilia, stabilı` di istituire la Consulta regionale, composta da 18 membri scelti fra i rappresentanti delle organizzazioni politiche, economiche, sindacali e culturali e tra esperti vari, affidando al nuovo organo anche il compito di formulare proposte per l’ordinamento regionale (D.l.l. 28 dicembre 1944, n. 417). La Consulta re-

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Statuto sardo gionale era presieduta dall’Alto Commissario per la Sardegna, il generale Pietro Pinna (nominato il 27 gennaio 1944 con il regio decreto n. 21). Di essa fecero parte, in posizione di assoluta ` numerica fino alle elezioni del parita 2 giugno 1946, i rappresentanti designati dei partiti antifascisti. Con le elezioni del 2 giugno questa situazione ` radicalmente perche ´ ciascun cambio partito ebbe all’interno della Consulta un numero di seggi proporzionato ai risultati elettorali conseguiti nelle prime elezioni a suffragio universale della storia d’Italia. ALLA COSTITUENTE Il progetto di statuto, elaborato e approvato non senza contrasti dalla Consulta regionale, era tuttavia profondamente diverso da quello che sarebbe poi divenuto lo statuto definitivo della Regione sarda. Trasmesse alla seconda sottocommissione dell’Assemblea costituente, le proposte elaborate dalla Consulta regionale (che pure si possono giudicare oggi tutt’altro che ‘‘rivoluzionarie’’) furono sottoposte a radicali modifiche che portarono a un drastico ridimensionamento degli spazi di autonomia di cui la Regione sarda avrebbe dovuto godere. Alla Regione furono quindi riconosciuti poteri sostanzialmente simili a quelli che il Comitato speciale per le autonomie locali, costituito all’interno dell’Assemblea costituente, aveva originariamente previsto dovessero essere attribuiti alle Regioni ad autonomia ordinaria. Sottoposto all’adunanza plenaria dell’Assemblea costituente (che, a norma della XVII disposizione transitoria della Costituzione, aveva l’obbligo di approvare gli statuti delle regioni ad autonomia speciale entro il 31 gennaio 1948), il testo elaborato dalla seconda sottocommissione fu frettolosamente esaminato e discusso in tre sole sedute (che si svol-

sero fra il 28 e il 29 gennaio 1948), per essere infine approvato il 31 gennaio 1948, senza modifiche di particolare rilievo (salvo che per l’introduzione del` avrebbe avuto tanta l’art. 13, che pero importanza nello sviluppo successivo della politica regionale). L’unico aspetto delle proposte della sottocommissione su cui si aprı` un vero e proprio dibattito fra le diverse forze politiche fu quello concernente l’autonomia finanziaria della Regione. Su esplicita richiesta del governo, fu stabilito che la modifica delle norme contenute nel titolo III dello statuto potesse avvenire ` facendo ricordo al procedinon gia mento di revisione costituzionale previsto per lo statuto ma attraverso una legge ordinaria da adottarsi su iniziativa della Regione o del governo, sentita in ogni caso la Regione. ` suddiviso LO STATUTO SARDO Lo s.s. e in otto titoli. Il titolo I (art. 1-2) sancisce che la Sardegna e le sue isole costituiscono una Regione autonoma, all’interno della ` politica della Repubblica ita«unita liana una e indivisibile» e stabilisce ` Cache il capoluogo della Regione e gliari. ` Il titolo II (art. 3-6) definisce la potesta legislativa e amministrativa della Regione, precisando entro quali limiti e a quali condizioni esse possano esplicarsi. Gli articoli 3, 4 e 5 contengono l’elenco delle materie su cui la Regione sarda ha, con maggiore o minore ` legislativa ossia poampiezza, potesta tere di dotarsi autonomamente di proprie norme legislative, di valore sostanzialmente simile a quelle del potere statale. Lo s.s. riconosce, infatti, ` legislativa: una potetre tipi di potesta ` legislativa detta esclusiva, di cui la sta ` titolare nelle materie indiRegione e cate nell’art. 3 (ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della

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Statuto sardo Regione, ordinamento degli Enti locali, polizia locale urbana e rurale, edilizia e urbanistica, caccia e pesca, turismo, industria alberghiera, agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario ` legislativa detta conecc.); una potesta ` corrente, che la Regione sarda puo esercitare nelle materie indicate nel` detta integrativa e l’art. 4; una potesta attutiva, che ha per oggetto le materie indicate all’art. 5. Tuttavia va precisato, che a seguito della legge costituzionale n. 3 del 2001, il sistema di distribuzione delle competenze legislative fra Stato e Regione sarda (cosı` come ` mutato. per le altre Regioni speciali) e Questa legge ha, infatti, riformato interamente il titolo V della Costituzione ridisegnando la Repubblica delle Autonomie con conseguenze sulla ripartizione delle funzioni legislative fra Stato e Regioni. Il nuovo art. 117 della Costituzione attribuisce infatti alle re` ampie gioni (ordinarie) nuove e piu competenze legislative, prevedendo che lo Stato possa legiferare solo sulle materie ad esso espressamente attribuite. Tuttavia il legislatore costituzionale ha fatto in modo che anche le Regioni speciali potessero beneficiare ` legislative predelle maggiori potesta viste dal nuovo titolo V per le Regioni ordinarie. A questo riguardo l’art. 10 della stessa legge costituzionale n. 3 del 2001 ha previsto che le disposizioni contenute nel nuovo titolo V della Costituzione si applichino anche alle Regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano per le parti in cui prevedono forme di autono` ampia rispetto a quelle gia ` atmia piu tribuite dai rispettivi statuti. La Regione sarda vede quindi crescere le proprie competenze legislative potendo contare non solo sulle previsioni statutarie contenute nel titolo II ma an-

che sui maggiori poteri legislativi previsti dal nuovo art. 117 della Costituzione. L’art. 6 dello s.s. contiene il cosiddetto principio del parallelismo fra ` legislativa e le funzioni ammipotesta nistrative della Regione. In base a questo principio la Regione esercita le funzioni amministrative nelle materie ` legislativa a nelle quali ha potesta norma degli articoli 3 e 4. Secondo autorevole dottrina (fra cui, in primis, la cosiddetta ‘‘Scuola costituzionalistica ` sassarese’’) il principio di sussidiarieta delle funzioni amministrative, contenuto nel nuovo art. 118 della Costituzione, avrebbe portato al superamento del ‘‘parallelismo’’ prevedendo che le funzioni amministrative siano attribuite (dalla Costituzione, e non dallo Stato o dalle Regioni) ai comuni, salvi i casi in cui, per ragioni di adeguatezza, non debbano essere rispettivamente le Province, le Regioni o lo Stato a svolgere quella funzione. Le funzioni amministrative spettano, quindi, al sog` ‘‘vicino al cittagetto istituzionale piu ` che sia adeguato a dino’’, a patto pero garantire il loro efficiente svolgimento. Il titolo III (art. 7-14) disciplina le finanze, il demanio e il patrimonio della Regione, e nell’art. 13 indica il principale strumento attraverso cui anche lo ` chiamato a farsi carico direttaStato e mente delle particolari condizioni economico-sociali della Sardegna (il cosiddetto Piano di Rinascita). Il problema dell’autonomia finanziaria delle Regioni a statuto speciale e dei limiti cui esse avrebbero dovuto sotto` distare fu uno degli argomenti piu scussi in sede di Assemblea costituente. Il poco tempo a disposizione ` l’adozione di soluzioni di comporto compromesso rispetto alle diverse posizioni rappresentate allora da un lato dal governo (in particolare dal mini-

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Statuto sardo stro del Bilancio, Luigi Einaudi), dall’altro dalla maggioranza della sottocommissione che, per bocca dell’on. ` che «senza l’auAmbrosini, sottolineo tonomia finanziaria, vano ed assurdo sarebbe parlare di autonomie». Il governo ottenne che il sistema tributario della Regione potesse venire modificato con legge ordinaria dello Stato, la commissione (a maggioranza) che venisse accettata la propria tesi sull’assetto finanziario complessivo della Regione sarda. Dopo una lunga fase provvisoria, il sistema finanziario della Re` stato oggetto di modifica gione sarda e a opera della L. 122/1983 che ha riformato gli articoli 8, 9 e 12 dello s.s. garantendo, se non una vera e propria autonomia finanziaria, quanto meno la predeterminazione legislativa delle sue risorse finanziarie, che fin dal 1973 erano state affidate a scelte del tutto discrezionali e arbitrarie degli apparati ministeriali. Nell’attuale sistema finanziario della Regione le entrate regionali derivano da cinque fonti diverse, 4 ordinarie e una straordinaria: rientrano nelle entrate ordinarie i proventi dai redditi dei beni demaniali e patrimoniali trasferiti dallo Stato alla Regione ex art. 14 dello s.s., imposte e tasse sul turismo e altri tributi ` istituire in propri che la Regione puo armonia con i princı`pi del sistema tributario dello Stato, quote di partecipazione ai tributi erariali dello Stato ex art. 8 dello s.s. e le entrate regionali di diritto privato; le entrate straordinarie sono invece costituite dai «contributi straordinari dello Stato per particolari piani di opere pubbliche e di trasformazione fondiaria» ex art. 8, lett. m) dello s.s. Inoltre va ricordato che la Regione sarda partecipa anche alla ripartizione dei fondi settoriali, di quelli per i programmi di sviluppo e per gli ´ del interventi straordinari nonche

Fondo sanitario nazionale. Nonostante le previsioni statutarie in materia di ` autonomia finanziaria lo Stato ha pero omesso di ‘‘restituire’’ alla Regione le quote di gettito fiscale che le spettano, ` ficompromettendone cosı` la stabilita nanziaria anche a causa di un eccessivo ricorso all’indebitamento banca` rio. Sulla questione delle entrate si e aperta (2006) una dura vertenza StatoRegione risolta con il riconoscimento (in buona parte) del diritto della Regione al recupero dei crediti pregressi. ` caratterizza il titolo La norma che piu ` III dello s.s. (ma, anzi, l’intero s.s.) e l’art. 13, che prevede che «Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola». ` traccia Questa norma, di cui non vi e negli altri statuti speciali, disegna un modello organizzativo nel quale il potere statale e regionale sono stati chiamati a collaborare in posizione di so` per rimuovere attrastanziale parita verso interventi straordinari le cause dell’arretratezza economica e sociale della Sardegna. Attraverso le leggi statali e regionali, volte a realizzare questa particolare disposizione statutaria, fin dai primi anni Sessanta i rapporti fra lo Stato e la Regione sarda sono stati caratterizzati, almeno in parte e quantomeno sul piano formale, dal principio della reciproca collabora` della amministrazione e l’attivita ` stata collegata al mezione regionale e todo della programmazione. Gli obiettivi che si intendevano perseguire erano quelli di saldare organicamente gli interventi istituzionalmente attribuiti agli organi della amministrazione regionale con gli interventi che rimanevano invece affidati agli organi del ` necessario sottolipotere statale. E neare che l’art. 13 dello s.s., soprattutto nella sua attuazione pratica da parte

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Statuto sardo delle forze politiche e sociali, attiene ` . La all’essenza stessa della specialita ` era rappresentata, oltre che specialita dalla natura di legge costituzionale dello s.s. e quindi dal rapporto singolare tra Stato e Regione, anche dal contenuto economicistico e rivendicazionistico delle sue ragioni: l’autonomia prevista dall’art. 116 della Costituzione e sancita con lo s.s. si sarebbe concretizzata attraverso il superamento delle condizioni di sottosviluppo e margina` dell’isola, realizzando cosı` l’intelita grazione economica della Sardegna con il resto dello Stato italiano. Il titolo IV (art. 15-42), che rappresenta la parte centrale dello s.s., ha subı`to un’importante modifica con la legge costituzionale n. 2 del 2001, la quale ha previsto anche per le Regioni speciali ` statutauna nuova tipologia di potesta ` prevista per le Regioni ordinaria gia rie in base a una prima e parziale modifica del titolo V della Costituzione (con legge cost. 1/99). Ora tutte le Regioni, ordinarie e speciali, attraverso un procedimento legislativo complesso (voto a maggioranza qualificata dell’Assemblea ed eventuale referendum confermativo), possono dotarsi di una legge chiamata Legge statutaria che disciplini la ‘‘forma di governo’’ ` didell’Ente. La Regione sarda potra sporre quindi di due ‘‘statuti’’: 1. lo statuto-legge costituzionale (o statuto speciale) previsto dall’art. 116 della Costituzione, che disciplina la ‘‘posizione costituzionale’’ della Regione regolando i rapporti con lo Stato e l’Unione Europea, e stabilendo precisi campi di azione e garanzie della Regione; questo statuto, data la sua natura di legge ` essere modificato costituzionale, puo (ad eccezione del titolo III che, come ` detto, puo ` essere modificato con si e legge ordinaria dello Stato sentita in ogni caso la Regione) solo con il proce-

dimento aggravato previsto dall’art. ` essere 138 della Costituzione; potra elaborato dal Consiglio regionale con l’ausilio di una apposita Consulta statutaria, recentemente istituita dal Consiglio regionale, e quindi votato dal Parlamento nazionale; 2. lo statuto-legge regionale (o Legge statuta` disciplinare la forma di ria), che dovra governo e dunque, precisamente, la ` di elezione del Consiglio remodalita gionale, del presidente della Regione, i rapporti tra gli organi della Regione, il rapporto di fiducia presidente-Con` siglio regionale, i casi di ineleggibilita ` con queste cariche e di incompatibilita ´ l’esercizio del diritto di inizianonche tiva del popolo sardo e la disciplina dei referendum regionali. La legge costituzionale n. 3 del 2001 ha inoltre previsto che la Legge statutaria debba disciplinare il Consiglio delle Autonomie locali quale organo di consultazione fra la Regione e gli Enti locali. L’oggetto e il procedimento di formazione della Legge statutaria sono disciplinati (per quanto riguarda la Sardegna) dall’articolo 15 dello s.s., che prevede una deliberazione dell’Assemblea sarda a maggioranza assoluta e un eventuale referendum confermativo. L’importanza ` statutaria prevista della nuova potesta dall’art. 15 dello s.s. risiede nella possi` della Regione di dotarsi di un bilita proprio sistema regionale di governo, di definire il ruolo delle istituzioni politiche locali e di stabilire i princı`pi ispiratori della politica regionale senza dover passare per gli angusti percorsi del procedimento di revisione costituzionale, che culmina in una deliberazione del Parlamento nazionale, non sempre attento alle esigenze autonomistiche delle regioni. La Legge statutaria segna quindi un avanzamento dell’autonomia della Regione sarda (lo stesso discorso vale, naturalmente,

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Statuto sardo per tutte le altre Regioni), sicuramente ` cosı` come era a scapito della specialita stata intesa nel passato. Essa, dovendo ridisegnare la forma di governo precedentemente disciplinata dal titolo III dello s.s., sottrae spazio a quest’ultimo segnando inoltre un processo di omologazione della Regione speciale a quella ordinaria, che tradisce quindi `, il concetto tradizionale di specialita fortemente caratterizzato da un rapporto singolare con lo Stato, garantito principalmente dal rango costituzionale dello s.s. I titoli V (art. 43-46) e VI (art. 47-53) hanno per oggetto i rapporti fra la Regione e gli Enti locali infraregionali e fra la Regione e lo Stato. Anche questa parte dello s.s. appare ormai superata dal nuovo quadro istituzionale disegnato dal titolo V della Costituzione. La previsione contenuta negli art. 43 e 45, secondo cui con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le funzioni delle province e dei ` alla volonta ` comuni, in conformita delle popolazioni di ciascuna delle province interessate espressa con re` stata superata, a opera ferendum, e della legge costituzionale n. 2 del 1993, con l’attribuzione alla Regione sarda ` ampia potesta ` legislativa della piu esclusiva in materia di ordinamento degli Enti locali e delle relative circoscri` legizioni. Sulla base di questa potesta slativa la Regione sarda ha recentemente istituito quattro nuove province ` montane. e ridisegnato le Comunita Manca ancora una legge organica sull’intero sistema degli Enti locali, che rimangono disciplinati dal testo unico statale. Il sistema dei controlli sugli ` coerente atti degli Enti locali, non piu ` costitucon il principio di pari dignita zionale degli Enti che compongono la ` venuto meno con la riRepubblica, e forma del titolo V della Costituzione.

Le previsioni (art. 44 dello s.s.) sulla delega di funzioni amministrative dalla Regione agli Enti locali parrebbero essere state superate dal nuovo art. 118 della Costituzione, secondo cui le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Pro` metropolitane, Regioni e vince, Citta Stato, sulla base dei princı`pi di sussi` , differenziazione e adeguatezza. diarieta ` delle competenze ammiLa titolarita nistrative da parte dei comuni discenderebbe quindi non dal meccanismo della delega regionale ma direttamente dalla Costituzione (art. 118), che ha fatto oramai proprio il principio di ` delle funzioni amminisussidiarieta strative. Titolo VII e norme d’attuazione (art. 55-58). Uno degli strumenti principali ` attuata questa attraverso i quali si e concezione dell’autonomia speciale sono le norme di attuazione previste ` contedall’art. 56 dello s.s. L’art. 56 e nuto nel titolo VIII riguardante la disciplina transitoria (non nel VI, che disciplina i rapporti Stato-Regione): ciononostante esso ha influito notevolmente nella determinazione dell’assetto organizzativo della Regione e sulle relative funzioni. La natura giuri` del dica delle norme di attuazione e tutto atipica, in quanto sono dei decreti legislativi che si differenziano da quelli previsti dall’articolo 76 della Costituzione non derivando da una delega da parte del Parlamento ma direttamente dal governo, dotato in questo caso di un potere legislativo «non vincolato alle ´ soggetto ad direttive parlamentari ne alcun limite di tempo» frutto quindi di un «conferimento istituzionale di poteri legislativi permanenti esercitabili dal governo ogniqualvolta si pongano nuovi problemi di attuazione degli statuti speciali». La Corte costituzionale

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Statuto sardo ha ritenuto (sent. 9/57) che il ricorso alle norme di attuazione, e quindi della procedura necessaria per la loro emanazione, sia necessaria non solo per il trasferimento di uffici e del personale, ma anche per l’esercizio delle funzioni ` spettanti allo Stato amministrative gia ma di competenza (piena o ripartita) della Regione sulla base dello s.s. In questo modo la sfera di autonomia ` stata notevolmente della Regione e lesa, dal momento che la mancata emanazione da parte del governo di norme di attuazione privava la Regione delle ` ad essa spettanti in materia e potesta importanti come il credito, lo spettacolo, l’assunzione di pubblici servizi, le linee marittime e aeree ecc. La spe` cosı` intesa (dal governo e dalla cialita stessa Corte costituzionale) ha finito col rivelarsi un freno all’autonomia delle Regioni speciali che, di fatto, si sono trovate in una situazione di svantaggio rispetto alle altre Regioni. La particolare posizione costituzionale della Regione sarda (e delle altre Regioni speciali), caratterizzata dalla fonte costituzionale degli statuti, dalla non assimilazione alle Regioni ordina` di determinate prorie, dalla necessita cedure (quelle previste dalle norme di attuazione) per il trasferimento di funzioni, ha tagliato fuori le stesse Regioni speciali dalle ondate di trasferimenti di funzioni e quindi dall’attuazione del regionalismo italiano. Infatti nel 1972, con l’attuazione delle Regioni di diritto comune (avvenuta due anni prima), venne emanata una serie di decreti delegati che prevedevano il trasferimento di competenze e funzioni, fino ad allora esercitate dallo Stato centrale, alle Regioni ordinarie, che si trovarono pertanto in una situazione di vantaggio rispetto alle Regioni speciali, escluse dalla serie di trasferimenti a causa dei meccanismi perversi

delle norme di attuazione. Solo tre anni dopo, con il d.p.r. 480/75, lo Stato ha provveduto a trasferire alle regioni speciali competenze e funzioni tali da equiparare queste ultime alle Regioni ` veordinarie. Lo stesso fenomeno si e rificato nel 1977 a seguito dell’emanazione del d.p.r. 616/77, che trasferisce alle Regioni ordinarie ulteriori com` le petenze e funzioni, dalle quali pero Regioni ad autonomia speciale resta` detti. Birono escluse per i motivi gia ` quindi attendere il d.p.r. 348/79 sogno per estendere alle Regioni speciali le riforme previste dal d.p.r. 616/77. Il fe` presentato nomeno della rincorsa si e per la terza volta con l’emanazione del decreto 112/98, adottato sulla base della legge 59/97, la cosiddetta legge Bassanini, contenente un «conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali», che non ha ancora trovato effettiva attuazione in Sardegna. An` ha cora una volta, quindi, la specialita costituito un elemento di debolezza delle Regioni ad autonomia speciale, rimaste escluse dai grandi processi riformatori. Mentre le Regioni ordinarie si sono unite nei confronti del potere centrale ottenendo quindi nuovi spazi di autonomia, le Regioni autonome, invece, a causa del loro rapporto singolare con lo Stato, hanno avuto poca forza contrattuale e hanno dovuto quindi rincorrere continuamente le ` in Regioni ordinarie, rimanendo pero una situazione di continuo ritardo. Sebbene le norme di attuazione si siano rivelate uno strumento di ‘‘depotenziamento’’ dell’autonomia, esse sono sempre state difese dalle classi politiche regionali che hanno preferito mantenere fermo il carattere di ` dell’ordinamento regionale specialita anche quando questo avrebbe compor` di autato un sacrificio della capacita

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Statuto sardo togoverno della Regione. Le Regioni autonome hanno preferito rapportarsi singolarmente con lo Stato, affrontando da sole una lotta impari per la conquista di spazi di autonomia da cui sono uscite sconfitte non avendo forza contrattuale sufficiente per contrastare le pretese accentratrici del governo centrale. Le singole Regioni speciali hanno scelto la via della negoziazione con lo Stato interpretando la spe` in un’ottica di garantismo, ma cialita come garanzia di non assimilazione alle altre Regioni. ` L’idea della LA CRISI DELLA SPECIALITA `e ` ormai entrata in crisi per specialita due fattori parimenti importanti: in primo luogo le ragioni di carattere economicistico e rivendicazionistico che stavano a base dell’idea tradizionale ` sono venute meno con della specialita la fine degli interventi straordinari (intervento straordinario per il Mezzogiorno e Piano di Rinascita), volti a recuperare gli storici svantaggi economici e sociali di aree del Paese ormai sostanzialmente rientranti nello standard di benessere dei paesi sviluppati; in secondo luogo il sistema costituzio` presupponeva nale della specialita un’organizzazione istituzionale complessiva di carattere verticistico, in cui lo Stato, secondo la tradizione liberale ottocentesca, occupava una posizione di supremazia rispetto agli altri soggetti istituzionali, che al limite potevano solo ‘‘strappare’’ spazi di autonomia attraverso processi di decentramento o di delega. Con l’avvento della democrazia pluralista l’organizzazione gerarchica ha ceduto il passo a un nuovo modello istituzionale di tipo reticolare (o matriciale) in cui tutte le istituzioni politiche (Stato compreso) si trovano in una situazione di pari di` costituzionale e sono legate fra di gnita loro da processi di integrazione e di di-

pendenza reciproca, e non di separazione e indipendenza. Significativo a ` il primo comma del questo riguardo e nuovo art. 114 della Costituzione ` quando prevede che «La Repubblica e costituita dai Comuni, dalle Province, ` metropolitane, dalle Redalle Citta gioni e dallo Stato», facendo proprio il principio tipico di una democrazia plu` solo uno dei sogralista in cui lo Stato e getti istituzionali che compongono l’ossatura costituzionale complessiva. In questo mutato scenario istituzionale la pretesa delle Regioni speciali di intrattenere da sole, una separata dalle altre, rapporti con lo Stato (spesso in chiave di rivendicazione, di richiesta di garanzie o di assistenza) appare superata. Lo s.s., inizialmente concepito come strumento di privilegio, di necessaria differenziazione e di non assimilazione alle altre Regioni, vincolante la legislazione ordinaria statale data la sua natura di legge costituzionale, ` in grado di soddisfare le nuove non e esigenze del mondo moderno. L’idea ` presuppone la classica di specialita ` che la Regione differenpossibilita ziata intrattenga rapporti privilegiati con il vertice del sistema rappresentato dallo Stato, mentre il nuovo modello della democrazia pluralista ne` cessita di interdipendenza, flessibilita ` fra tutti gli atdi rapporti e pari dignita tori istituzionali, Comune, Provincia, Regione, Stato e Unione Europea. An` apche i contenuti della specialita paiono superati. Non le ragioni di carattere economico che caratterizzano il vecchio statuto e la sua pratica attua` (o le identita ` ) del zione, ma l’identita Popolo sardo potrebbero (o dovrebbero) essere poste a fondamento di un nuovo progetto di salvaguardia, sviluppo e promozione della lingua, delle tradizioni, dell’ambiente e delle risorse locali. Il nuovo progetto di spe-

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Statuto sardo ` non puo ` essere rigido e totalizcialita zante: deve essere, semmai, elastico e adatto agli esiti incerti della democrazia pluralista, in cui i centri decisionali sono plurimi e nessuno dei soggetti ` decisivo per le scelte da istituzionali e ` trattare, quindi, compiere. Si dovra non tanto di un progetto quando di un processo in cui la conoscenza e la valo` e delle risorse rizzazione delle identita regionali e locali dovranno coinvolgere tutte le istituzioni del popolo sardo. [FABRIZIO MUREDDU] Lo statuto oggi Il testo vigente dello statuto contiene le disposizioni della L.Cost. 26 febbraio 1948, n. 3 («Statuto speciale per la Sardegna»), cosı` come sono state da ultimo modificate dalla L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Il tutto va ` introdotte letto alla luce delle novita dalla L.Cost. 18 ottobre 2001, n. 3, che trova applicazione alla Regione Sardegna nella parte in cui introduce forme ` ampie rispetto a di autonomia piu quelle previste dallo statuto stesso. Il ` testo storico dello statuto, inoltre, e stato modificato nel tempo da numerose leggi costituzionali. Titolo I. COSTITUZIONE DELLA REGIONE. ` Art. 1. La Sardegna con le sue isole e costituita in Regione autonoma fornita ` giuridica entro l’unita ` di personalita politica della Repubblica Italiana, una e indivisibile, sulla base dei principi della Costituzione e secondo il presente Statuto. Art. 2. La Regione autonoma della Sardegna ha per capoluogo Cagliari. Titolo II. FUNZIONI DELLA REGIONE. Art. 3. In armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica1 e col rispetto degli obblighi internazionali e degli inte´ delle norme ressi nazionali, nonche fondamentali delle riforme econo-

mico-sociali della Repubblica, la Re` legislativa nelle segione ha potesta guenti materie: a) ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della Regione e stato giuridico ed economico del personale; b) ordinamento degli Enti locali e delle relative circoscrizioni2; c) polizia locale urbana e rurale; d) agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario3; e) lavori pubblici di esclusivo interesse della Regione; f) edilizia ed urbanistica; g) trasporti su linee automobilistiche e tramviarie; h) acque minerali e termali; i) caccia e pesca; l) esercizio dei diritti demaniali della Regione sulle acque pubbliche; m) esercizio dei diritti demaniali e patrimoniali della Regione relativi alle miniere, cave e saline; n) usi civici; o) artigianato; p) turismo, industria alberghiera; q) biblioteche e musei di Enti locali. 1 Le parole ‘‘dello Stato’’ sono state sostituite da ‘‘della Repubblica’’ dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 2 Lettera cosı` sostituita dall’art. 4, L.Cost. 23 settembre 1993, n. 2 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 25 settembre 1993, n. 226. 3 Lettera cosı` corretta da ‘‘Avviso di rettifica’’ pubblicato nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 19 giugno 1948, n. 141. Art. 4. Nei limiti del precedente articolo e dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, la Regione emana norme legislative sulle seguenti materie: a) industria, commercio ed esercizio industriale delle miniere, cave e saline; b) istituzione ed ordinamento degli enti di credito fondiario ed agrario, delle casse di risparmio, delle casse rurali, dei Monti frumentari e di pegno e delle altre aziende di credito di carattere regionale; relative autorizzazioni; c) opere di grande e media bonifica e di trasformazione fondiaria; d) espro-

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Statuto sardo ` non ripriazione per pubblica utilita guardante opere a carico dello Stato; e) produzione e distribuzione dell’energia elettrica; f) linee marittime ed aeree di cabotaggio fra i porti e gli scali della Regione; g) assunzione di pubblici servizi; h) assistenza e benefi` pubcenza pubblica; i) igiene e sanita blica; l) disciplina annonaria; m) pubblici spettacoli. Art. 5. Salva la competenza prevista nei due precedenti articoli, la Regione ha ` di adattare alle sue particolari facolta esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione, sulle seguenti materie: a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi; b) lavoro; previdenza ed assistenza so` e belle arti; d) nelle ciale; c) antichita altre materie previste da leggi dello Stato. Art. 6. La Regione esercita le funzioni amministrative nelle materie nelle ` legislativa a norma dequali ha potesta gli artt. 3 e 4 salvo quelle attribuite agli Enti locali dalle leggi della Repubblica. Essa esercita altresı` le funzioni amministrative che le siano delegate dallo Stato. Titolo III. FINANZE – DEMANIO E PATRIMONIO. Art. 7. La Regione ha una propria finanza, coordinata con quella dello Stato, in armonia con i principi della ` nazionale, nei modi stabisolidarieta liti dagli articoli seguenti. Art. 8.4 Le entrate della Regione sono costituite: a) dai sette decimi del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche e sul reddito delle persone giuridiche riscosse nel territorio della regione; b) dai nove decimi del gettito delle imposte sul bollo, di registro, ipotecarie, sul consumo dell’energia elettrica e delle tasse sulle concessioni go-

vernative percette nel territorio della regione; c) dai cinque decimi delle imposte sulle successioni e donazioni riscosse nel territorio della regione; d) dai sette decimi del gettito delle ritenute alla fonte di cui all’articolo 23, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, operate da imprese industriali e commerciali che hanno la sede centrale nella regione sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera nella sede centrale e negli stabilimenti ed impianti situati nel territorio regio´ di quelle operate da imnale, nonche prese industriali e commerciali che hanno la sede centrale fuori dal detto territorio sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera presso stabilimenti ed impianti ubicati nell’ambito regionale; le ritenute alla fonte operate da imprese industriali e commerciali con sede centrale nella regione sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera in stabilimenti ed impianti situati fuori dal territorio regionale spettano per intero allo Stato; e) dai nove decimi dell’imposta di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati, percetta nel territorio della regione; f) dai nove decimi della quota fiscale dell’imposta erariale di consumo relativa ai prodotti dei monopoli dei tabacchi consumati nella regione; g) da una quota dell’imposta sul valore aggiunto riscossa nel territorio della regione, compresa quella relativa alla importazione, al netto dei rimborsi effettuati ai sensi dell’articolo 38-bis, del decreto del Presidente della Repubblica, 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni da determinarsi preventivamente per ciascun anno finanziario d’intesa fra lo Stato e la regione, in relazione alle spese necessarie a adempiere le funzioni normali della regione; h) dai canoni per le concessioni

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Statuto sardo idroelettriche; i) da imposte e tasse sul turismo e da altri tributi propri che la ` di istituire con legge regione ha facolta in armonia con i principi del sistema tributario dello Stato; 1) dai redditi derivanti dal proprio patrimonio e dal proprio demanio; m) da contributi straordinari dello Stato per particolari piani di opere pubbliche e di trasformazione fondiaria. 4 Art. cosı` sostituito dall’art. 1, L. 13 aprile 1983, n. 122. ` affidare agli orArt. 9.5 La Regione puo gani dello Stato l’accertamento e la riscossione dei propri tributi. La Regione collabora all’accertamento delle imposte erariali sui redditi dei soggetti con domicilio fiscale nel suo territorio.5 ` A tal fine la Giunta regionale ha facolta di segnalare, entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui scade il termine per l’accertamento agli uffici finanziari dello Stato nella regione, dati, fatti ed elementi rilevanti per la determinazione di un maggiore imponibile, fornendo ogni idonea documentazione atta a comprovarla. Gli uffici finanziari dello Stato nella regione sono tenuti a riferire alla Giunta regionale sui provvedimenti adottati in base alle indicazioni dalla stessa ricevute. 5 L’art. 2, L. 13 aprile 1983, n. 122 sostituisce l’originario comma 2 dell’art. 9 con tre commi. Art. 10. La Regione, al fine di favorire ` lo sviluppo economico dell’Isola, puo disporre, nei limiti della propria competenza tributaria, esenzioni e agevolazioni fiscali per nuove imprese. ` di emetArt. 11. La Regione ha facolta tere prestiti interni da essa esclusivamente garantiti, per provvedere a investimenti in opere di carattere permanente, per una cifra annuale non superiore alle entrate ordinarie.

Art. 12. Il regime doganale della Re` di esclusiva competenza dello gione e Stato. Saranno istituiti nella Regione punti franchi6. 6 I commi 3 e 4 dell’articolo 12 sono stati abrogati dall’art. 3, L. 13 aprile 1983, n. 122. Art. 13. Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola. Art. 14. La Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fi´ duri scali restano allo Stato, finche tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, ` di alcuno, che non sono di proprieta spettano al patrimonio della Regione. Titolo IV. ORGANI DELLA REGIONE. Art. 15. Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il Presidente della Regione7, 8. In armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica e con l’osservanza di quanto disposto dal presente Titolo, la legge regionale, approvata dal Consiglio regionale con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, determina la forma di governo della Regione e, spe` di elezione, cificatamente, le modalita sulla base dei principi di rappresenta` e di stabilita `, del Consiglio regiotivita nale, del Presidente della Regione e dei componenti della Giunta regionale, i rapporti tra gli organi della Regione, la presentazione e l’approvazione della mozione motivata di sfiducia nei confronti del Presidente della ` e di inRegione, i casi di ineleggibilita ` con le predette cariche, compatibilita

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Statuto sardo ´ l’esercizio del diritto di inizianonche tiva legislativa del popolo sardo e la disciplina del referendum regionale abrogativo, propositivo e consultivo. Al fine di conseguire l’equilibrio della rappresentanza dei sessi, la medesima ` legge promuove condizioni di parita per l’accesso alle consultazioni elettorali. Le dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il Consiglio regionale comportano lo scioglimento del Consiglio stesso e l’elezione contestuale del nuovo Consiglio e del Presidente della Regione se eletto a suffragio universale e diretto. Nel caso in cui il Presidente della Regione sia eletto dal Consiglio regionale, il ` sciolto quando non sia in Consiglio e ` grado di funzionare per l’impossibilita di formare una maggioranza entro sessanta giorni dalle elezioni o dalle dimissioni del Presidente stesso9. La legge regionale di cui al secondo ` comunicata al Governo comma non e ai sensi del primo comma dell’articolo 33. Su di essa il Governo della Repub` promuovere la questione di blica puo ` costituzionale dinanzi alla legittimita Corte costituzionale entro trenta giorni dalla sua pubblicazione. La legge regionale di cui al secondo ` sottoposta a referendum recomma e ` prevista da gionale, la cui disciplina e apposita legge regionale, qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti del Consiglio regionale. La legge sottoposta a referendum ` promulgata se non e ` approvata non e dalla maggioranza dei voti validi. ` stata approvata a maggioSe la legge e ranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale, si fa luogo a referendum soltanto se, entro tre mesi ` dalla sua pubblicazione, la richiesta e sottoscritta da un trentesimo degli

aventi diritto al voto per l’elezione del Consiglio regionale. 7 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2 in tutto il testo dello Statuto Speciale per la Sardegna. 8 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 9 I commi da 2 a 5 sono stati aggiunti dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` compoArt. 16. Il Consiglio regionale e sto da ottanta consiglieri eletti a suffragio universale, diretto, uguale e segreto10. 10 Art. cosı` sostituito dall’articolo unico, L.Cost. 9 maggio 1986, n. 1 pubblicato nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 15 maggio 1986, n. 111 e successivamente dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` elettore ed eleggibile al ConArt. 17. E ` iscritto nelle liste siglio regionale chi e elettorali della Regione. ` inL’ufficio di consigliere regionale e compatibile con quello di membro di una delle Camere o di un altro Consiglio regionale o di sindaco di un comune con popolazione superiore a diecimila abitanti, ovvero di membro del Parlamento europeo11. 11 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Il comma ` stato abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 3e gennaio 2001, n. 2. ` eletto Art. 18. Il Consiglio regionale e per cinque anni. Il quinquennio decorre dalla data delle elezioni. Le elezioni del nuovo consiglio sono indette dal Presidente della Regione e potranno aver luogo a decorrere dalla quarta domenica precedente e non oltre la seconda domenica successiva al compimento del periodo di cui al precedente comma. Il decreto di indizione delle elezioni deve essere pubblicato non oltre il qua-

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Statuto sardo rantacinquesimo giorno antecedente la data stabilita per la votazione. Il nuovo Consiglio si riunisce entro i venti giorni dalla proclamazione degli eletti su convocazione del Presidente della Regione in carica12. 12 Art. cosı` sostituito dall’art. 2, L.Cost. 23 febbraio 1972, n. 1 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 7 marzo 1972, n. 63 e successivamente dall’art. 2, L.Cost. 12 aprile 1989, n. 3 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 14 aprile 1989, n. 87. Art. 19. Il Consiglio regionale elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l’Ufficio di presidenza e Commissioni, ` al regolamento interno, in conformita che esso adotta a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Art. 20. Il Consiglio si riunisce di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre. Esso si riunisce in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o su richiesta del Presidente della Giunta regionale o di un quarto dei suoi componenti. Art. 21. Le deliberazioni del Consiglio ` preregionale non sono valide se non e sente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che sia prescritta una maggioranza speciale. Art. 22. Le sedute del Consiglio regionale sono pubbliche. ` deliberare di Il Consiglio tuttavia puo riunirsi in seduta segreta. Art. 23. I consiglieri regionali, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano giuramento di essere fedeli alla Repubblica e di esercitare il loro ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione autonoma della Sardegna. Art. 24. I consiglieri regionali rappresentano l’intera Regione. Art. 25. I consiglieri regionali non pos-

sono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Art. 26. I consiglieri regionali ricevono ` fissata con legge regiouna indennita nale. Art. 27. Il Consiglio regionale esercita le funzioni legislative e regolamentari attribuite alla Regione. Art. 28. L’iniziativa delle leggi spetta alla Giunta regionale, ai membri del Consiglio ed al popolo sardo. Art. 2913. 13 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 30. Ogni disegno di legge deve essere previamente esaminato da una Commissione, ed approvato dal Consiglio, articolo per articolo, con votazione finale. Art. 31. Il Consiglio regionale approva ogni anno il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dalla Giunta. L’esercizio finanziario della Regione ha la decorrenza dell’anno solare. Art. 32.14 14 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 33. Ogni legge approvata dal Consi` comunicata al Governo glio regionale e della Repubblica e promulgata trenta giorni dopo la comunicazione, salvo che il Governo non la rinvii al Consiglio regionale col rilievo che eccede la competenza della Regione o contrasta con gli interessi nazionali. Ove il Consiglio regionale l’approvi di nuovo a maggioranza assoluta dei suoi ` promulgata se, entro componenti, e quindici giorni dalla nuova comunicazione, il Governo della Repubblica non ` promuove la questione di legittimita davanti alla Corte costituzionale o quella di merito per contrasto di interessi davanti alle Camere. Qualora una legge sia dichiarata urgente dal Consiglio regionale a maggio-

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Statuto sardo ranza assoluta dei suoi componenti, la promulgazione e l’entrata in vigore, se il Governo della Repubblica consente, non sono subordinati ai termini sopraindicati. Ove il Governo non consenta, si applica il secondo comma del presente articolo. Le leggi sono promulgate dal Presidente della Regione15 ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della loro pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, salvo che esse stabiliscano un termine diverso. 15 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 34. Il Presidente della Regione, la Giunta ed i suoi componenti sono organi esecutivi della Regione16. 16 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` il Art. 35. Il Presidente della Regione e rappresentante della Regione autonoma della Sardegna17. Un componente della Giunta regionale assume le funzioni di Vicepresidente della Regione18. L’approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione eletto a suffragio universale e ´ la rimozione, l’impedidiretto, nonche mento permanente, la morte o le dimissioni dello stesso comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale. 17 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2.

18 I commi 2 e 3 sono stati aggiunti dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 36.19 19 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` reArt. 37. 20... La Giunta regionale e sponsabile di fronte al Consiglio. Il voto di sfiducia del Consiglio determina le dimissioni della Giunta. ` stato abrogato dal20 Il primo comma e l’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 38. I membri della Giunta regionale hanno diritto di assistere alle sedute del Consiglio, anche se non ne facciano parte. Art. 39. L’ufficio del Presidente della ` Regione e di membro della Giunta e incompatibile con qualsiasi altro ufficio pubblico21. 21 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 40. I dipendenti di una pubblica amministrazione che siano nominati membri della Giunta regionale sono messi a disposizione della Regione senza assegni, ma conservano gli altri `. diritti di carriera e di anzianita Art. 41. Contro i provvedimenti dei membri della Giunta regionale preposti ai singoli rami dell’amministra` dato ricorso alla Giunta, che zione e decide con decreto del Presidente della Regione22. Tale decreto costituisce provvedimento definitivo. ` stato cosı` modifi22 Il primo comma e cato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` Art. 42. Il Consiglio regionale ha facolta di istituire organi di consulenza tecnica. Titolo V. ENTI LOCALI. Art. 43. Le province di Cagliari, Nuoro

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Statuto sardo e Sassari conservano l’attuale struttura di enti territoriali23. Con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le fun` zioni delle province, in conformita ` delle popolazioni di ciaalla volonta scuna delle province interessate espressa con referendum. 23 Con la L. 16 luglio 1974, n. 306, pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 22 ` stata istituita novembre 1974, n. 304, e la provincia di Oristano. Con la L.R. n. 9/2001, pubblicata nel B.U.R.A.S., 16 luglio 2001, n. 2, parte I e II, sono state istituite le province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Olbia-Tempio. Art. 44. La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole agli Enti locali o valendosi dei loro uffici. Art. 45. La Regione, sentite le popola` con legge istizioni interessate, puo tuire nel proprio territorio nuovi comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni. Art. 46. Il controllo sugli atti degli Enti ` esercitato da organi della Relocali e gione nei modi e nei limiti stabiliti con legge regionale in armonia coi principi delle leggi dello Stato. Titolo VI. RAPPORTI FRA LO STATO E LA REGIONE. Art. 47. Il Presidente della Regione dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo. Egli interviene alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione24. 24 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2.

Art. 48. Un Rappresentante del Governo sovraintende alle funzioni amministrative dello Stato non delegate e le coordina con quelle esercitate dalla Regione. Art. 49. Il Governo della Repubblica ` delegare alla Regione le funzioni puo di tutela dell’ordine pubblico. Queste saranno esercitate, nell’ambito delle direttive fissate dal Governo, dal Presidente della Regione, che, a tale scopo, ` richiedere l’impiego delle forze potra armate25. 25 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` esArt. 50. Il Consiglio regionale puo sere sciolto quando compia atti contrari alla Costituzione o al presente Statuto o gravi violazioni di legge o quando, nonostante la segnalazione fatta dal Governo della Repubblica, non proceda alla sostituzione della Giunta regionale o del Presidente che abbiano compiuto analoghi atti o violazioni. ` altresı` essere sciolto per ragioni di Puo sicurezza nazionale26. ` disposto con decreto Lo scioglimento e motivato del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentita la Commissione parlamentare per le questioni regionali. ` nominata Col decreto di scioglimento e una Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio regionale, che provvede all’ordinaria amministrazione di competenza della Giunta ed agli atti improrogabili, da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio. Essa indice le elezioni, che debbono aver luogo entro tre mesi dallo scioglimento. ` convocato dalla Il nuovo Consiglio e

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Statuto sardo Commissione entro venti giorni dalle elezioni. Con decreto motivato del Presidente della Repubblica e con l’osservanza ` didelle forme di cui al terzo comma e sposta la rimozione del Presidente della Regione, se eletto a suffragio universale e diretto, che abbia compiuto atti contrari alla Costituzione o reiterate e gravi violazioni di legge. La ri` altresı` essere disposta mozione puo per ragioni di sicurezza nazionale27. 26 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 27 Comma aggiunto dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` preArt. 51. Il Consiglio regionale puo sentare alle Camere voti e proposte di legge su materie che interessano la Regione. La Giunta regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manife` chiestamente dannosa all’Isola, puo derne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constatata la ne` e l’urgenza, puo ` provvedervi, cessita ove occorra, a norma dell’art. 77 della Costituzione. ` rappresentata Art. 52. La Regione e nella elaborazione dei progetti dei trattati di commercio che il Governo intenda stipulare con stati esteri in quanto riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna. ` sentita in materia di legiLa Regione e slazione doganale per quanto concerne i prodotti tipici di suo specifico interesse. ` rappresentata Art. 53. La Regione e nella elaborazione delle tariffe ferroviarie e della regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazione e trasporti terrestri, marittimi ed aerei che possano direttamente interessarla.

Titolo VII. REVISIONE DELLO STATUTO. Art. 54. Per le modificazioni del presente Statuto si applica il procedimento stabilito dalla Costituzione per le leggi costituzionali. L’iniziativa di ` essere esercitata modificazione puo anche dal Consiglio regionale o da almeno ventimila elettori28. I progetti di modificazione del presente Statuto di iniziativa governativa o parlamentare sono comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale, che esprime il suo parere entro due mesi29. Qualora un progetto di modifica sia stato approvato in prima deliberazione da una delle Camere ed il parere del Consiglio regionale sia contrario, il ` indire Presidente della Regione puo un referendum consultivo prima del compimento del termine previsto dalla Costituzione per la seconda deliberazione30. Le modificazioni allo Statuto approvate non sono comunque sottoposte a referendum nazionale31. Le disposizioni del Titolo III del presente Statuto possono essere modificate con leggi ordinarie della Repubblica su proposta del Governo o della Regione, in ogni caso sentita la Regione. 32... 28 Comma cosı` sostituito dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 29 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 30 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 31 Comma aggiunto dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` stato abrogato dal32 L’ultimo comma e l’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Titolo VIII.

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Statuto sardo NORME TRANSITORIE E FINALI. Art. 55. Le funzioni dell’Alto Commissariato e della Consulta regionale sarda durano fino alla prima elezione ` indel Consiglio regionale, che sara detta dal Governo della Repubblica entro dieci mesi dall’entrata in vigore del presente Statuto. La prima elezione del Consiglio regio` luogo in conformita ` all’art. 16 nale avra dello Statuto ed alla legge per l’elezione della Camera dei deputati, secondo le norme che saranno stabilite con decreto legislativo, sentiti l’Alto Commissario e la Consulta regionale. Le circoscrizioni elettorali sono determinate in corrispondenza delle attuali province. Art. 56. Una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo della Repubblica e dall’Alto Commissario per la Sardegna sentita la Con` le norme resulta regionale, proporra lative al passaggio degli uffici e del personale dallo Stato alla Regione, non´ le norme di attuazione del preche sente Statuto. Tali norme saranno sottoposte al parere della Consulta o del Consiglio regionale e saranno emanate con decreto legislativo. Art. 57. Nelle materie attribuite alla competenza della Regione, fino a quando non sia diversamente disposto con leggi regionali, si applicano le leggi dello Stato. Art. 58. La presente legge costituzionale entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. LEGGE COSTITUZIONALE 31 GENNAIO 2001, N 2. NORME TRANSITORIE. Art. 3, comma 2. Fino alla data di entrata in vigore della legge prevista dall’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, come modificato dal

comma 1 del presente articolo, il Presi` eletto a suffragio dente della Regione e ` conuniversale e diretto. L’elezione e testuale al rinnovo del Consiglio regionale. Entro dieci giorni dalla proclamazione il Presidente eletto nomina i ` successicomponenti la Giunta e puo vamente revocarli; attribuisce ad uno di essi le funzioni di Vicepresidente. Se il Consiglio regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti una mozione motivata di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione, presentata da almeno un quinto dei consiglieri e messa in discussione non prima di tre giorni dalla sua presentazione, entro tre mesi si procede a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione. Si procede parimenti a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione in caso di dimissioni, impedimento permanente o morte del Presidente. Fermo quanto disposto ai commi 3 e 4, le disposizioni di cui al presente comma non si applicano al Consiglio regionale in carica alla data di entrata in vigore della pre` alsente legge costituzionale. Se non e trimenti disposto dalla legge regionale prevista dal citato articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, al Consiglio regionale in carica continuano ad applicarsi le disposizioni statutarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale. Art. 3, comma 3. Qualora si debba procedere ai sensi del comma 2 e alla data di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale non siano state approvate le conseguenti modificazioni alla legge elettorale regionale, ai sensi del citato articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, per l’elezione del Consiglio regionale e per l’elezione del Presidente della Regione si osservano, in quanto compatibili, le disposizioni

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Statuto sardo delle leggi della Repubblica che disciplinano l’elezione dei Consigli delle Regioni a statuto ordinario. Le circoscrizioni elettorali previste da tali disposizioni sono costituite dal territorio di ciascuna provincia della Regione Sardegna e, per i consiglieri che sono eletti con sistema maggioritario, dal territorio dell’intera Regione. Sono candidati alla presidenza della Re` gione i capilista delle liste regionali. E proclamato eletto Presidente della Regione il candidato capolista che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Il Presidente della Regione fa parte del Consiglio regionale. La disposizione di cui al quattordicesimo comma dell’articolo 15 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, introdotto dal comma 2 dell’articolo 3 della legge 23 febbraio 1995, n. 43, e la disposizione di cui al penultimo periodo del presente comma si applicano anche in deroga al numero dei consiglieri regionali stabilito dall’articolo 16 dello Statuto, come sostituito dal ` eletto comma 1 del presente articolo. E alla carica di consigliere il candidato capolista alla carica di Presidente della Regione che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente. L’Ufficio centrale regionale riserva, a tale fine, l’ultimo dei seggi eventualmente spettanti alle liste circoscrizionali collegate con il capolista della lista regionale, proclamato alla carica di consigliere, nell’ipotesi prevista al numero 3) del tredicesimo comma dell’articolo 15 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, introdotto dal comma 2 dell’articolo 3 della legge 23 febbraio 1995, n. 43; o altrimenti il seggio attribuito con il resto o con la cifra elettorale minore, tra quelli delle stesse liste, in sede di collegio unico regionale per la riparti-

zione dei seggi circoscrizionali residui. Qualora tutti i seggi spettanti alle liste collegate siano stati assegnati con quoziente intero in sede circoscrizionale, l’Ufficio centrale regionale procede all’attribuzione di un seggio aggiuntivo, del quale si deve tenere conto per la determinazione della conseguente quota percentuale di seggi spettanti alle liste di maggioranza in seno al Consiglio regionale. A questa elezione continuano ad applicarsi, in via suppletiva ed in quanto compatibili con le disposizioni della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e successive modificazioni, e della legge 23 febbraio 1995, n. 43, le disposizioni delle leggi della Regione Sardegna per l’elezione del Consiglio regionale, limitatamente alla disciplina dell’organizzazione amministrativa del procedimento elettorale e delle votazioni. Art. 3, comma 4. Il Consiglio regionale in carica alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale decade quando, entro sessanta giorni dall’approvazione di una mozione di sfiducia o dalle dimissioni del Presidente della Regione, non sia in grado di fun` di formare zionare per l’impossibilita una maggioranza. In tale caso si procede a nuove elezioni e si applicano i commi 2 e 3 del presente articolo. NORME FINALI. Art. 6, comma 3. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, il Governo provvede a compilare, esclusa qualsiasi fa` di apportare modifiche o variacolta zioni, il nuovo testo dello Statuto speciale per la Sardegna, quale risulta dalle disposizioni contenute nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, nella legge costituzionale 23 febbraio 1972, n. 1, nella legge 13 aprile 1983, n. 122, nella legge costituzionale 9 maggio 1986, n. 1, nella legge costitu-

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Statuto sardo zionale 12 aprile 1989, n. 3, e nella legge costituzionale 23 settembre 1993, n. 2, rimaste in vigore, e da quelle di cui all’articolo 3 della presente legge costituzionale. ` la legge regioLa Legge statutaria E nale prevista dall’articolo 15, secondo comma, dello statuto speciale (come modificato dalla legge costituzionale del 31 gennaio 2001, n. 2). Essa disciplina la forma di governo della Re` di gione e in particolare le modalita elezione del Consiglio regionale, del presidente della Regione e dei componenti della Giunta; i rapporti tra gli organi della Regione; la presentazione e l’approvazione della mozione motivata di sfiducia nei confronti del presi` e di indente; i casi di ineleggibilita ` ; l’esercizio di iniziativa compatibilita legislativa del ‘‘popolo sardo’’; la disciplina delle tre forme di referendum previste (abrogativo, propositivo e consultivo). Lo statuto prevede che la Legge statutaria sia adottata dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta dei suoi componenti ed eventualmente sottoposta a referendum confermativo se richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o da un quinto dei componenti del Consiglio regionale. IL TESTO DELLA GIUNTA Rispetto ai contenuti dell’art. 15 dello statuto, il testo presentato dalla Giunta nel novembre 2005 nutriva l’ambizione di costituire uno dei ‘‘due pilastri’’ su cui doveva basarsi il processo di riforma dell’autonomia, anche correndo persino qualche rischio di incostituziona` . L’idea di fondo era di utilizzare lita uno strumento «totalmente nelle mani della Regione» (la Legge statutaria) per introdurre «elementi oggi validi come princı`pi e destinati a diventare efficaci domani» all’atto del compimento del disegno di riforma (cosı` la premessa

alla relazione al disegno di Legge statutaria approvato dalla Giunta), fidando ` su un percorso di elaborazione pacioe rallelo e contestuale anche del nuovo ` alla «capastatuto (tutto affidato pero ` dialettica» e alla «potenzialita ` di cita pressione» della Regione nei confronti degli organi nazionali cui compete l’approvazione del nuovo statuto-legge ` optato costituzionale). Si era percio per un «testo corposo», a cominciare da un preambolo nel quale erano presentati i valori e i princı`pi cui avrebbe dovuto ispirarsi la Regione (a partire da quello relativo alla valorizzazione ` della «comunita ` sarda», dell’identita di un nuovo sviluppo fondato «sulla conoscenza e sull’innovazione», ma an` e coesione sociale). che su solidarieta Gli articoli del progetto erano suddivisi in diversi titoli concernenti: il primo «l’oggetto della legge»; il secondo «la partecipazione popolare», con una inedita attenzione al tema della «democrazia telematica» e a ` tradizionale ma in ogni quello, piu caso innovativo, delle tre forme di referendum; il terzo «la forma di governo», con le regole relative alla composizione e alle funzioni del Consiglio (approvare le leggi e controllare l’atti` del presidente e della Giunta), alvita l’elezione del presidente, alla nomina degli assessori (configurati come «collaboratori diretti» del primo) e alle loro funzioni, ai rapporti tra Consiglio e presidente della Regione (con l’ipotesi della mozione di sfiducia, con il conseguente scioglimento del Consi` e inglio), alle ipotesi di ineleggibilita ` e, infine, all’organismo compatibilita di rappresentanza istituzionale degli enti locali (il Consiglio delle autonomie), con funzioni consultive e di proposta. I successivi due titoli erano dedicati rispettivamente a «Comuni e Province», per delinearne le responsa-

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Stefani ` alla luce dei princı`pi di sussidiabilita ` ; alle fonti, con attenzione alla rieta ` normativa» e con l’attribu«qualita zione del potere regolamentare alla Giunta, anche in funzione di un riequilibrio tra i poteri rispetto all’esperienza storica dell’istituto autonomistico, caratterizzata da un forte squilibrio a sfavore dell’esecutivo. Il titolo sesto, infine, era dedicato agli «organi di garanzia», prevedeva l’istituzione di una Consulta di garanzia statutaria. Nel complesso il progetto disegnava un assetto ordinamentale con funzioni nettamente e strutturalmente distinte tra potere legislativo ed esecutivo, tali da assicurare a quest’ultimo la possibi` di realizzare il programma approlita vato dagli elettori al momento del voto (attraverso l’elezione a suffragio universale e diretto del presidente e del suo programma di governo: anche questa una scelta non scontata rispetto a quanto previsto dall’art. 15 dello statuto, che lascia aperta anche la strada tradizionale dell’elezione successiva a opera del Consiglio). IL TESTO APPROVATO Il testo approvato dal Consiglio il 7 marzo 2007 con` che in gran tiene numerose novita parte sono dovute al lavoro compiuto dalla Commissione consiliare competente (la prima) ma anche a ulteriori modifiche apportate dall’esame finale dell’aula. Le ragioni delle modifiche sostanziali sono da attribuire a consi` ma anche al derazioni di opportunita timore di una possibile impugnazione ` di una serie di per incostituzionalita norme che sembravano travalicare i limiti segnati dal presente statuto (per ` regolamentari in esempio le potesta capo al Consiglio: art. 27 dello statuto). Le modifiche della Commissione mira` a ricondurre la legge ai vano percio contenuti prescritti dall’art. 15 dello statuto, limitandola agli «strumenti es-

senziali» (come messo in evidenza dalla relazione del presidente Stefano Pinna licenziata l’8 gennaio 2007), senza rinunciare ad alcuni istituti «volti a dare maggiore trasparenza alla vita pubblica, a valorizzare e potenziare le funzioni di rappresentanza e di controllo democratico» (rispetto al ` una chiara valotesto della Giunta vi e rizzazione del ruolo del Consiglio regionale), «a individuare strumenti di garanzia per il corretto svolgersi dei rapporti tra gli organi»: in sostanza «un maggior equilibrio nella forma di governo neo-parlamentare introdotta negli ultimi anni nel sistema regionale». Scompaiono cosı` il preambolo e il titolo relativo a Comuni e Province, ma anche norme ritenute invasiva dell’autonomia regolamentare del Consiglio regionale e si rimanda a una successiva legge regionale per la disciplina dei poteri e della composizione del Consiglio della autonomie (che il testo della Giunta invece disciplinava nel dettaglio). Un punto qualificante ` introdotte dalla Commisdelle novita ` la disciplina in materia di consione e ` espliflitto d’interessi, reso ancora piu cito nel testo licenziato dall’aula (art. 29 della Legge statutaria). [FRANCESCO SODDU]

Stefani, Grete Archeologa (n. sec. XX). ` entrata Dopo la laurea in Lettere e nella carriera del Ministero dei Beni culturali. Attualmente lavora come funzionario presso la Soprintendenza ai Beni ambientali e artistici di Cagliari. Tra i suoi scritti: Lo scavo dell’Area archeologica di San Cromazio a Villaspeciosa (con G. Pianu e M. Pinna), ` di Lettere dell’U‘‘Annali della Facolta ` di Perugia’’, XX, 1982-83; Una niversita tomba tardo-antica di Villanova Truschedu, ‘‘Archeologia sarda’’, 1984; Scavi archeologici nella cultura del Seicento in Sardegna (con D. Mureddu), in

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Stefani Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; tre capitoli, La necropoli altomedioevale di Nurachi. Le tombe, tipologia, analisi, corredi, Villanova Truschedu chiesa di San Gemiliano, L’insediamento umano altomedioevale nel territorium tharrense, tutti in Nurachi. Storia di una ecclesia, 1985; La diffusione del mosaico funerario africano in Sardegna: scoperte e riscoperte (con D. Mureddu), in L’Africa romana. Atti del III Convegno di studi, 1986; I cippi a botte della provincia Sardinia, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, II, 3, 1986; Cagliari, Villa di Tigellio, scavi 1980, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; Sancti innumerabiles. Scavi nella Cagliari del ’600, testimonianze e verifiche (con D. Salvi e D. Mureddu), 1988; Riscoperta di alcune iscrizioni rinvenute a Cagliari nel Seicento (con D. Salvi), ‘‘Epigraphica’’, L, 1988; Il materiale lapideo e gli stemmi (con A. Pasolini), in Pinacoteca nazionale di Cagliari, I, 1988; Cippi a botte nella Basilica di S. Saturnino a Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1989; La chiesa di S. Giuliano a Selargius (con A. Pasolini ed E. Strati), 1989; Un’epigrafe medioevale da Capoterra, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; Alcuni contesti funerari cagliaritani attraverso le cronache del Seicento, in Le sepolture in Sardegna tra il IV e il VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e medioevale, Cuglieri 1987, 1990; Microstoria di un sito urbano: la chiesa di S. Nicola nella piazza del Carmine a Cagliari (con A. Pasolini), ` , 1990; Marmoin Omaggio a una citta rari lombardi in Sardegna tra Settecento e Ottocento (con A. Pasolini), ‘‘Arte lombarda’’, XCVIII-XCIX, 3-4, 1991; La chiesa nell’Ottocento: cronaca di un crollo annunciato, in S. Francesco di Stampace 1861-1991, 1991; I materiali

romani e altomedioevali, in L’Antiquarium arborense, 1992; A proposito di Savinus defensor Sardiniae, in L’Africa romana. Atti del IX Convegno di studi, 1992; Gli arredi marmorei (con A. Paso` sarda in Eta ` spagnola lini), in La societa (a cura di Francesco Manconi), II, 1993; Il complesso monastico di Santa Chiara dal Seicento all’Ottocento, in Santa Chiara. Restauri e scoperte, 1996; Inse` punica al diamenti e materiali dall’Eta Medioevo (con D. Salvi), in Quartucciu, 1997.

Stefani, Guglielmo Giornalista (Vene`a zia 1819-Torino 1861). Nel 1845 fondo Padova il periodico ‘‘L’Euganeo’’, di ispirazione letteraria e patriottica, per cui nel 1848 fu arrestato dagli Austriaci e, nel 1849, esiliato. Rifugiatosi a Torino, dal 1850 vi diresse, sotto la protezione di Cavour, ‘‘La Gazzetta Piemontese’’, destinata a diventare la ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia; ` l’Agenzia giornalistica nel 1853 fondo Stefani sul modello delle grandi agen` nate in Europa (Garzie di stampa gia ` poi l’aunier in Francia, 1811, che sara torevole Havas, la Reuter in Gran Bre` tagna nel 1852). La Stefani acquistera presto autorevolezza e, attraversando i ` anche l’agenzia di decenni, sara stampa ufficiale (e unica) del regime ` con esso, lasciando il fascista: finira posto alla ‘‘democratica’’ ANSA. La ` il Dizionario gesua opera principale e nerale geografico-statistico degli Stati sardi, edito a Torino da Pomba nel 1855, sintetico manuale per una consultazione rapida: «Fra le molte opere che andiamo pubblicando – dicono gli editori – il volume mandato oggi da noi ` tale che per immediata e poalla luce e ` forse ogni altro avanza». sitiva utilita Del Dizionario esiste una ristampa, curata dall’editore Delfino nel 1990, con una presentazione di M. Brigaglia: Gu-

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Stefano glielmo Stefani, l’informazione come mestiere.

Stefano Religioso (sec. XIII). Arcivescovo di Torres dal 1249 al 1252. Fu tra i primi compagni di San Domenico, che ` tra i lo accolse nell’ordine e lo accetto ` fervidi collaboratori. In sesuoi piu guito fu mandato in Lombardia come provinciale dell’ordine e nel 1249 fu nominato arcivescovo da papa Innocenzo IV. Egli giunse in Sardegna negli anni in cui Adelasia di Torres viveva ritirata nel castello di Burgos e il giudicato era in balı`a delle lotte tra i Malaspina, i Doria, gli Arborea e il nascente Comune di Sassari. Per il suo notevole ` suo nunzio: prestigio il papa lo nomino ` con energia tutte le diocesi governo dell’antico regno, sino al 1252 (la data ` del tutto sicura, perche ´ alcuni non e documenti registrano nel 1249 un Piacentino arcivescovo di Sassari).

Stefano, santo (in sardo, Santu Stevini, Santu Stevene) Santo (m. 35/37). Diacono protomartire: primo martire, primo testimone – ‘‘martire’’ in greco ` la vuol dire ‘‘testimone’’ – , percio Chiesa lo festeggia il giorno dopo il Natale del Signore. Ebreo ellenizzato, ‘‘corona’’ il significato del suo nome. Fu uno dei primi sette diaconi della Chiesa di Gerusalemme. L’ufficio principale degli apostoli era quello di predicare e di pregare, le altre preoccupazioni erano demandate a sette neoeletti incaricati della diakonı`a, del ser` – si vizio. Stefano, «operoso nella carita legge negli Atti degli Apostoli – pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli». Accusato di aver pro` nunciato parole blasfeme contro Mose ` di un linciaggio e contro Dio – si tratto cui si volle dare una parvenza di lega` procurando i testimoni – si difese lita nel sinedrio con un discorso eloquente. Fu condannato alla lapida` – anzione: «E trattolo fuori dalla citta

cora gli Atti degli Apostoli – lo lapidavano. I testimoni deposero le loro vesti ai piedi d’un giovane chiamato Saulo. E lapidavano Stefano che pregava e di` , accogli il mio spiceva: ‘‘Signore Gesu ` a rito’’. Messosi in ginocchio, grido gran voce: ‘‘Signore, non imputare loro questo peccato’’. Detto questo si `». Il suo corpo fu ritrovato addormento nel 415 da un certo prete Luciano per divina rivelazione e trasportato il 26 dicembre alla chiesa gerosolimitana della Santa Sion; frammenti ossei vennero donati a diverse chiese. Giovenale vescovo di Gerusalemme fece costruire una basilica per le reliquie, dove furono traslate nel 439. La basilica, fatta ampliare dall’imperatrice ` stata distrutta dai musulEudossia, e mani nel 614: le sue rovine sono state ritrovate nel 1882 da alcuni domenicani, i quali hanno provveduto a ricostruirla e a riconsacrarla nel 1900. Una tradizione vuole che il suo corpo sia stato traslato prima a Costantinopoli e poi a Roma. Le pietre del martirio l’hanno fatto diventare patrono dei selciatori e degli spaccapietre. In Sardegna Veneratissimo, molte sono le leggende che lo riguardano, come quella della chiesa di Birori, fatta costruire da una povera vedova che aveva sognato il santo e ricevuto il denaro necessario da alcune mucche. ` il Nello scavare le fondamenta, si trovo simulacro in una nicchia racchiusa da sette vetrate con raffigurate scene del martirio. Un ladro di fave rimasto attaccato al suolo davanti alla chiesa riprese a muoversi dopo essere stato perdonato dal padrone delle fave. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 26 dicembre; la seconda domenica di maggio a Luogosanto, il 3 agosto a Birori e Monteleone Rocca Doria.

Stefano di Maracalagonis, santo (in

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Steri sardo, Santu Stevini) Santo martire. Nacque a Calagonis, villaggio punicoromano; convertito dalle parole del vescovo Avendrace, fu martire a diciotto anni verso il 105, sotto Traiano. Naturalmente si tratta di un santo locale senza riscontri storici. Avendrace, per esempio, leggendario vescovo di Ca` morto quando nacque gliari, era gia Stefano. Certo, le parole potrebbero essere state riferite dalla tradizione orale o anche intendendo gli scritti. Si tratta del solito santo locale secentesco. «Nella chiesa principale di Mara` di Vittorio Angius calagonis – la nota e (1840) – sotto la mensa dell’altar maggiore, giace il corpo del martire Stefano, trovato nella chiesa a lui dedicata tra le rovine di Calagonis. Il teschio del medesimo esponesi alla venerazione in un’urna d’argento». [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Maracalagonis. Festa Si festeggia il 5 luglio.

Stelaya Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria di Posada. Era situato nelle campagne di `. Dopo l’estinzione della dinastia Torpe dei Visconti venne amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e fu compreso nel grande feudo concesso a Berengario Vilademany. I suoi abitanti, approfittando della guerra tra Genova e Aragona, si ribellarono al feudatario e il villaggio subı` gravi danni. Nel 1335 fu incluso nel feudo che Pietro de So andava formando, ma a partire dal 1347 divenne teatro delle guerre che si susseguirono e, dopo il 1366, fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente, e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Stella, Luigia Achillea Filologa clas` sec. sica (Pavia 1904-?, seconda meta XX). Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria. Uno dei suoi primi incarichi importanti fu l’insegnamento della Storia della letteratura ` di Lettere delgreca presso la Facolta ` di Cagliari: S. arrivo ` nell’il’Universita sola negli anni 1945-46, non appena si riaprirono le comunicazioni con la pe` pote ´ rinsanguare nisola e l’Universita le file esangui dei suoi docenti con un robusto manipolo di professori ‘‘continentali’’. Dopo Cagliari, dal 1956 aveva ` di Trieinsegnato presso l’Universita ste. Sulla Sardegna scrisse il saggio Considerazioni sulla religione sarda preistorica alla luce dei testi micenei e orientali, ora in Atti del Convegno di studi religiosi sardi, Cagliari, 1963.

‘‘Stella di Sardegna, La’’ Settimanale letterario uscito a Sassari dall’ottobre del 1875; interruppe le pubblicazioni nel 1885 per riprenderle poco dopo; ` definitivamente nel dicembre cesso 1886. Fondato e diretto da Enrico Costa, ebbe un carattere eminentemente letterario; suo intento era divulgare e far conoscere le problematiche di natura culturale che animavano allora il dibattito fra gli intellettuali isolani. Si avvalse della collaborazione della giovane Grazia Deledda, di Antonio Scano, di Ottone Bacaredda, di Felice Uda, di Pompeo Calvia, di Filippo Vivanet e di ` alcune altri. Paolo Mossa vi pubblico ` belle poesie e, sopratdelle sue piu ` in nututto, Giovanni Spano vi pubblico merose puntate, a partire dal n. 1 del 1876, l’autobiografia Iniziazione ai miei studi. Memorie, poi uscita in volume nello stesso 1876 e nel 1884; ne ha curato una bella riedizione Salvatore Tola, per conto delle edizioni AM&D, nel 1997.

Steri, Giulio Avvocato dello Stato, assessore regionale tecnico (n. Cagliari

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Sterna 1954). Studioso di diritto, dopo aver conseguito la laurea in Giurispru` entrato nell’Avvocadenza, dal 1980 e tura dello Stato segnalandosi per la sua preparazione e per le sue pubblicazioni scientifiche. Dall’agosto 1993 ` stato assessore real settembre 1994 e ` come tecnico nella gionale alla Sanita seconda giunta Cabras.

Sterna = Zoologia della Sardegna Sterpazzo = Zoologia della Sardegna Sterzi, Giuseppe Anatomista e storico della medicina (Cittadella di Padova 1876-Arezzo 1919). Conseguita la lau` all’insegnarea in Medicina, si dedico mento universitario e alla ricerca. Nel 1910 fu nominato direttore dell’Istituto anatomico di Cagliari, nel 1915 partı` volontario per la prima guerra mon` diale. Impegnato nel corpo di Sanita militare, fu nominato direttore dell’Ospedale di Arezzo dove morı` per un tifo contratto nel prestare soccorso ai fe` la sua biblioteca all’Istituto riti. Dono anatomico.

Steuyll, Pietro Uomo d’armi (Alghero, ` sec. XIV-?, prima meta ` seconda meta sec. XV). Nel 1412 difese valorosamente Alghero dal tentativo di conquista del visconte di Narbona. Nel 1413 fu ricompensato con la concessione dei feudi di Dorgali, Lula e Scopeto e di quelli di Ardauli e Sorradile. Morı` ` senza discendenza nella prima meta del secolo XV.

Stevenson, C.M. Archeologo (n. USA, sec. XX). Tra il 1986 e il 1990 ha lavorato nel territorio di Bauladu al progetto ‘‘Maryland Wesleyan’’ con Dyson e Rowlands, e ne ha scritto in Notes on some Obsidian Hydration Dates in Sardinia (con R.J. Rowlands), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1990.

Stiaffini, Daniela Archeologa (n. sec.

XX). Specialista in vetri, allieva di Letizia Pani Ermini, ha scavato a Cornus e ha preso parte ai convegni di Cuglieri sull’archeologia tardoromana e altomedioevale. Tra i suoi scritti: Mensae e riti funerari in Sardegna. La testimonianza di Cornus (con A.M. Giuntella e G. Borghetti), 1985; I materiali vitrei, in Cultura materiale e fasi storiche del complesso archeologico di Cornus, 1986; tre schede, Formazione della collezione del Museo, Storia degli studi, Provenienze e contesti archeologici: analisi della presenza vitrea romana in Sardegna, tutti in I vetri romani nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1986; Ricerche di archeologia postclassica nella Sardegna centro-meridionale. I corredi, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, II, 4, 1988; La suppellettile vitrea nelle aree cimiteriali in Sardegna: IV-VII secolo, in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e altomedioevale, Cuglieri 1987, 1990; I vetri romani del Museo archeologico nazionale, in Mediterraneo tardoantico e medioevale. Scavi e ricerche, 1994.

Stiglitz, Alfonso Archeologo (n. Oristano, sec. XX). Laureato in Lettere a Cagliari, ha iniziato a lavorare con P.B. Serra e G. Tore a Torralba quando era ancora studente; in seguito ha fondato una cooperativa archeologica e collabora con la Soprintendenza di Cagliari e Oristano. Tra i suoi scritti: La distribuzione degli insediamenti, in La penisola del Sinis tra il Bronzo finale e la ` del ferro, 1987; L’insediaprima Eta mento preistorico e protostorico nel Sinis settentrionale. Ricerche e acquisizioni (con G. Tore), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987;

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Stintino Ricerche archeologiche nel Sinis e nel` e trasforl’Alto Oristanese. Continuita mazione nell’Evo Antico (con G. Tore), in L’Africa romana. Atti del IV Convegno di studi, 1987; Gli insediamenti feniciopunici nel Sinis settentrionale e nelle zone contermini. Ricerche archeologiche (1979-1981) (con G. Tore), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1987, 1988; Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese, II, 1980-87 (con G. Tore e M. Dadea), in L’Africa romana. Atti del V convegno di studi, 1988; I siti. Elementi per l’analisi dell’habitat ru` (con G. Tore), rale: necropoli e viabilita in Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese, in L’Africa romana. Atti del V Convegno di studi, 1988; Per una carta del rischio dei Beni culturali e ambientali. Il territorio di San Vero Milis, in Atti del Convegno per una valorizzazione del Bene culturale nell’ambito territoriale del XVI comprensorio, 1991; Archeologia del paesaggio nel Campidano di Milis: elementi per un’indagine, in L’Africa romana. Atti dell’VIII Convegno di studi, 1991; Osservazioni di iconografia nuragica nel Sinis e nell’Alto Oristanese (con G. Tore), in Un millennio di relazioni fra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna e il Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Urbanizzazione e territorio: considerazioni sulla colonizzazione feniciopunica in Sardegna, in L’Africa romana. Atti del X Convegno di studi (1992), 1994.

Stintino Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 1152 abitanti (al 2004), posto a 9 m sul livello del mare nei pressi di capo Falcone, estrema punta nord-occidentale della Sardegna. Regione storica: Nurra. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale,

di forma allungata, corrispondente alla penisola che chiude a occidente il golfo dell’Asinara, si estende per 58,52 km2, comprendenti anche le frazioni di Le Vele, Pozzo San Nicola, Rocca Ruja, Nodigheddu, Pischina Salida, Tonnara ` circondato dal mare a Saline, ed e nord, est e ovest, mentre a sud confina con Porto Torres e Sassari. Si tratta di una parte della Nurra, regione solitaria di pianure e basse colline, ricoperte queste ultime soprattutto di macchia mediterranea. I modesti corsi d’acqua danno luogo a piccoli stagni costieri, uno, detto di Casaraccio, poco a sud del paese, l’altro, di Pilo, al confine col territorio di Porto Torres. S. comunica per mezzo di una sola strada che si dirige verso l’interno, e dividendosi poi in alcuni bracci consente di raggiungere Porto Torres e Sassari, l’Argentiera e Alghero. Dispone anche di porto peschereccio e turistico, utilizzato anche per i collegamenti con la vicina isola dell’Asinara.

Stintino – La rada dei Fornelli nell’isola dell’Asinara vista dalla Terraferma. & STORIA Fu fondato nel 1896 dai pescatori e dai pastori che avevano dovuto abbandonare l’Asinara dopo che, nel 1884, l’isola era stata espropriata ` per impiantarvi la colonia penale. S. e stato frazione di Sassari fino al 1988, anno in cui ha conquistato l’autonomia amministrativa. Il villaggio, per le sue

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Stintino bellezze naturalistiche e il suo stesso isolamento, a partire dagli anni Trenta del secolo XX divenne meta del soggiorno estivo di alcune famiglie dell’aristocrazia sassarese (Segni, Berlinguer, Azzena, Satta Branca) e negli ul` trasformato in un centimi decenni si e tro turistico-balneare di notevole livello, molto frequentato. & ECONOMIA L’attivita ` economica pre` il turismo: vi operano 14 alvalente e berghi con 2720 posti letto, un’azienda agrituristica con 8 posti letto, 7 ristoranti e due porti turistici con 290 posti ` praticate sono la barca. Altre attivita pesca, la piscicoltura, l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una ` industriale limitata modesta attivita alla fabbricazione di mobili e all’edili` discretamente sviluppata la rete zia. E di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e il Museo della Tonnara. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1229 unita di cui stranieri 9; maschi 616; femmine 613; famiglie 676. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 9 e nati 13; cancellati dall’anagrafe 23 e nuovi iscritti 51. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 794 in migliaia di lire; versamenti ICI 3003; aziende agricole 52; imprese commerciali 86; esercizi pubblici 22; esercizi al dettaglio 57; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 352; disoccupati 65; inoccupati 42; laureati 18; diplomati 156; con licenza media

338; con licenza elementare 384; analfabeti 18; automezzi circolanti; abbonamenti TV 285.

Stintino – Porto.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico di S. conserva l’aspetto del piccolo borgo marinaro, con le piccole case, di uno o massimo due piani, con leggere tinte pastello, che si affacciano su un paio di strade rettilinee, dalle quali la vista si apre a ogni momento sul mare. Da ` stato aperto il Museo qualche anno e della Tonnara, ‘‘Il ricordo della memoria’’; si tratta di una costruzione in legno, realizzata dopo il 1980, che riproduce nella sua struttura la rete utilizzata per la mattanza e offre al visitatore un materiale vario e di grande suggestione capace di far rivivere il ricordo ` dei tonnarotti, un tempo dell’attivita molto fiorente nel golfo dell’Asinara. Cosı` Mario Demurtas sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ del 5 agosto 1994: «La struttura di legno, affacciata sul porto vecchio di Stintino, che imita l’aspetto ` in realta ` delle vecchie case del paese, e un museo, il Museo della Tonnara. O meglio, come recita la scritta accanto all’entrata, ‘‘il ricordo della memoria’’: ` , quella la memoria di una comunita stintinese, che proprio nella pesca del ` ad essa legate tonno e nelle attivita &

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Stintino aveva uno dei suoi perni da tempi tutt’altro che recenti, e comunque da as` si trasferisse sai prima che la comunita nell’abitato attuale dall’Asinara, dove aveva il suo nucleo originario. Risale al 1602 il primo documento che registra il numero di tonni catturati, ma ` improbabile che su questa stessa non e ` tre secoli prima pescassero costa gia gli Arabi, con la stessa tecnica qui ` di vent’anni fa. usata fino a poco piu La stessa tecnica che proprio gli Arabi diffusero in tutto il Mediterraneo, insieme ai nomi delle reti e degli strumenti che quell’origine denunciano senza equivoci. Un museo, dunque, sia pure piccolo (una trentina di metri di lunghezza, quattro o cinque di lar` ghezza) o comunque non grande, ma e una dimensione che si sposa con una ` escaratteristica non irrilevante: puo sere smontato e trasportato, e sembra ovvio che un museo che ruota intorno al tonno, animale non sedentario, ne conservi l’inclinazione al nomadismo. Museo e, insieme, tonnara virtuale: la tonnara, il complesso di reti entro le quali i tonni venivano guidati fino alla ‘‘camera della morte’’, dove avveniva ` riprodotta nella strutla mattanza, e tura del museo e nel percorso seguito dai visitatori, i diversi ambienti hanno i nomi delle ‘‘camere’’, ciascuna con una sua specializzazione. Si entra, in un’atmosfera vagamente da acquario (blu marino le pareti, sotto i piedi un pagliolato simile a quello delle barche da pesca, la luce che arriva dalle teche e dagli espositori) nella ‘‘camera grande’’, nella quale sono raccolti oggetti di uso comune, abiti dei tonnarotti, modellini delle imbarcazioni utilizzate e uno in scala 1:200 del complesso di reti della tonnara stintinese, la Tonnara Saline, insieme ad arredi sacri della chiesetta del complesso. Di qui si accede, a destra, alla ‘‘camera

bordonarello’’, dedicata alla biologia del tonno, nella quale fa bella mostra un tonno riprodotto in resina sintetica. Dalla parte opposta, invece, della camera grande si passa a quella di ‘‘bordonaro’’, dove sono conservati i documenti storici della tonnara di Stintino. Nella successiva ‘‘camera bastardo’’, altri documenti storici, a partire dalla riproduzione del mosaico del palazzo ` del Re Barbaro di Porto Torres che e la prima raffigurazione sarda del tonno, alla fotografia di un cratere siceliota del secolo IV a.C. raffigurante un venditore di tonno, e ancora incisioni, fotografie, riproduzioni di testi. Si passa di qui alla ‘‘camera di ponente’’ che ospita una mostra di pittori contemporanei: Stanis Dessy, Ausonio Tanda, Francesco Becciu, Vittorio Calvi, Franco Carenti, Paola Dessy (autrice anche di un grande pannello all’entrata del museo che raffigura i tonni che guizzano verso le reti), Salvatore Fara, Angelo Maggi, Vittorio Mazzanti, Nani Tedeschi. Un’altra sezione raccoglie immagini fotografiche, provenienti da archivi privati, che docu` della Tonnara Samentano l’attivita line dall’Ottocento alla chiusura. La visita si chiude nella ‘‘camera della morte’’, quella di maggior impatto visivo ed emotivo: su uno schermo gigante scorre un video della mattanza, alle pareti grandi fotografie dei pesca` la fase finale della pesca al tori. E ` cruenta e aspra: gli artonno, la piu pioni affondano nei grandi corpi argentei che guizzano disperatamente, il sangue scorre, arrossa l’acqua. Quello ` solo uno della ‘‘camera della morte’’ e dei tre video che, per un’ora di durata complessiva, corredano il museo: nel ` l’ultimo rais (capo dei tonnaprimo e rotti) di Stintino, Agostino Deiana, che guida il visitatore alle fasi della tonnara». Il promontorio su cui si affaccia

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Stocchino S. possiede un notevole sistema di torri litoranee disposte in posizioni strategicamente rilevanti. La prima, detta torre del Falcone, si trova sulla punta esterna del promontorio; fu costruita nel corso del secolo XVI in forma cilindrica in una posizione dalla quale si gode un panorama eccezionale. Al proprio interno conserva un ampio locale a cupola sorretto da un pilastro centrale; aveva una funzione di avvistamento e di difesa ed era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. A poca distanza, nell’isola della Pelosa situata tra capo Falcone e l’Isola Piana, sempre nel corso del secolo XVI fu costruita la torre della Pelosa. ` in discreto stato di conserL’edificio e vazione, ha forma cilindrica e al proprio interno possiede un locale con volta a fungo con pilastro centrale. Era adibita alla difesa dei bracci di mare tra la Pelosa e la Costa, potentemente armata con artiglierie e servita da una guarnigione al comando di un alcaide. Nello stesso periodo in cui furono costruite le prime due torri fu costruita anche la torre dell’Isola Piana, posta a guardia dell’Isola Piana e del braccio di mare che la separa dall’Asinara. ` a forma cilindrica e conL’edificio e serva un ambiente con volta a fungo con pilastro centrale. Era adibita alla difesa ed era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Il sistema ` completato dalla delle torri costiere e torre delle Saline, situata in riva al mare a poca distanza dall’attuale abitato. Anche questa torre, che si trova in discrete condizioni di conservazione, ` fu costruita nel corso del secolo XVI. E a due piani e al proprio interno conserva due ambienti con volte a cupola con pilastro centrale comunicanti tra loro mediante una scala interna. Era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Sotto il profilo naturali-

stico il territorio annovera all’interno ampie distese di macchia mediterranea, ricca di essenze profumate; sulla costa gli stagni, rifugio per la fauna stanziale e migratoria; e le bellissime ´ i fondali marini, di spiagge nonche grande bellezza e frequentati da numerose specie ittiche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante a S. e ` quella della festa piu Madonna della Difesa, che si tiene l’8 settembre. Prevede una processione con sfilata di costumi tradizionali, musiche, albero della cuccagna, fuochi artificiali e varie altre manifestazioni religiose e civili.

Stocchino, Samuele (detto Sa tigre de Arzana) Bandito (Arzana 1895-ivi 1928).

La sua figura ha assunto i contorni della leggenda nell’immaginazione delle popolazioni, che pure per decenni subirono le sue violenze. Era andato ventenne alla prima guerra mondiale, dove aveva compiuto atti di valore che gli avevano meritato decorazioni e atti di ribellione che lo avevano portato davanti al tribunale militare. «Era sottoufficiale decorato con medaglia d’argento – avrebbe detto di lui Emilio Lussu – , umano e mite. Il ban`, dito S. fu poi un’altra personalita un’altra coscienza, non sua, venuta dal di fuori, dentro di lui, dalle lontane tenebre di un mondo bestiale ed estranea alla sua infanzia e alla sua giovinezza». Protagonista terribile di un’autentica, pervicace persecuzione delle famiglie arzanesi Balzano e Ferrai e contro tutti coloro che, durante la sua latitanza, cominciata nei primissimi anni Venti, gli erano divenuti ostili (o che credeva nemici) per scoraggiare ogni reazione aveva l’abitudine di uccidere chiunque ostacolasse i suoi disegni criminosi e di infierire selvaggiamente sul cadavere della vittima. Per ´ un alone di imprencreare attorno a se

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Storiografia della Sardegna ` , aveva l’abitudine di penetrare dibilita nei villaggi del circondario e affiggere nottetempo veri e propri bandi alle popolazioni. Fu questa abitudine a tradirlo: sapendo che si doveva recare ad Arzana, nella notte del 28 febbraio del 1928 i Carabinieri lo attesero al varco e quando oramai era l’alba, ingaggiato con lui un conflitto a fuoco, lo uccisero. Secondo la ricostruzione di Franco Cagnetta (Vita di S.S. di Arzana brigante di Sardegna raccontata da sua sorella Genesia, ‘‘Nuovi Argomenti’’, 4, 1953), sarebbe stato ucciso da gente interessata alla taglia e la sua morte accreditata ai Carabinieri qualche giorno dopo, tanto che Mussolini la ‘‘promise’’ solennemente in una riunione di gerarchi sardi tenuta a Roma nel periodo fra la sua morte vera e l’annuncio ufficiale («Il fascismo mantiene le promesse», avrebbe detto allora il duce). ` Storiografia della Sardegna Le piu antiche interpretazioni della storia sarda si ritrovano in autori greci: un complesso di miti di cui gli autori si servono per narrare le vicende relative al popolamento della Sardegna e all’origine di sardi. ` sparsa in diLE ORIGINI La materia e versi autori, ma nel secolo II Pausania la raccolse in un’unica narrazione, dedicando il X capitolo della sua opera a una trattazione sistematica delle notizie in suo possesso. Nel suo racconto ` le opere di altri autori egli utilizzo greci che avevano parlato della Sardegna a partire dal secolo VI a.C. (testi` monianze greche e romane). Da cio che Pausania espone appare che per gli autori greci la Sardegna fin dalla ` tarda antichita ` ebbe un ruolo impiu portante nel Mediterraneo. Questa tradizione fu sostanzialmente recepita dagli autori latini come Solino e Silio ` la rielaborarono tenItalico, che pero tando di spiegare i rapporti che l’isola

aveva avuto con il mondo fenicio-punico e naturalmente cercando di giustificare la successiva conquista romana. Furono gli autori latini che, per cosı` dire, consegnarono ai compilatori ` tardi una certa immagine mitolopiu gica della prima fase della storia della Sardegna. IL MEDIOEVO La tradizione storiogra` molto framfica medioevale invece e mentaria. Possiamo individuare due gruppi di storiografi: l’annalistica bizantina, con autori come Procopio di Cesarea, che sostanzialmente fornisce una spiegazione della storia dell’isola conforme alla tradizione precedente, ma giungendo fino ai Vandali e agli Arabi, e le cronache di autori come Beda e Paolo Diacono formatisi in ` culturali completamente direalta ` che colpisce e ` che, a partire verse. Cio dal secolo IX, gli storiografi sostanzialmente non dicono niente sulla Sarde` facilgna. Le notizie sull’isola sono piu mente rintracciabili in cronache arabe, peraltro in maggioranza ancora da studiare. La Sardegna ricompare nella storiografia dei secoli successivi in fonti molto diverse tra loro: i pochi testi elaborati in Sardegna da sconosciuti autori operanti presso le corti giudicali, tra cui il Liber judicum Turritanorum, una sorta di cronaca riferita al periodo tra il secolo XI e il XIII, e i condaghes, registri che pur nella loro burocratica freddezza permettono di ricostruire l’amministrazione di alcuni grandi monasteri sardi e la strut` giudicale. Vanno tura della societa inoltre ricordate le cronache comunali di origine pisana e genovese e naturalmente il Liber Majolichinus. Attraverso le cronache elaborate negli ambienti ` un modei Comuni italiani si affermo dello interpretativo secondo il quale, essendo caduta la Sardegna in mano agli Arabi subito dopo il secolo VIII,

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Storiografia della Sardegna nel corso del secolo XI sarebbe stata liberata da una flotta pisana e genovese. I Pisani vi avrebbero formato i giudicati, dividendo l’isola in quattro parti. Contemporaneamente da parte pontificia si accreditava il modello in base al quale l’isola sarebbe stata compresa nella cosiddetta ‘‘donazione co` sui stantiniana’’, per cui la sovranita suoi territori sarebbe stata in effetti propria del papa, che l’aveva delegata ai giudici. Vanno infine ricordate le cronache catalane del secolo XIV, che ` tentano di dimostrare la legittimita della conquista aragonese. In buona sostanza tra il secolo XIV e il XV si ` una tradizione storiografica formo proveniente da fonti diverse, che so` tento ` di dare una stanzialmente pero giustificazione, ovviamente non univoca, delle lotte tra le potenze europee per il possesso dell’isola. Cosı` in Eu` un modello interpretaropa si affermo tivo del Medioevo sardo nel quale si procedette alla falsificazione (o non si tenne conto) delle vicende relative alla nascita o allo sviluppo dei giudicati sardi e della loro cultura. Cosı` tutti gli elementi che provenivano dalle poche fonti elaborate in Sardegna, e che comunque sarebbero stati sufficienti a spiegare in modo meno convenzionale le vicende della storia sarda, o vennero ignorati o caddero nell’oblio. IL RINASCIMENTO Nel corso del secolo XVI, quando ormai il Regno di Sardegna appare consolidato, l’interesse per la ricostruzione della storia dell’isola si riaccende grazie all’opera di tre intellettuali sardi: Sigismondo Arquer, Gian Francesco Fara, e Giovanni Proto Arca. Nelle loro opere essi, affrontando la ricostruzione della storia antica, lasciano trasparire un’impostazione originale, che cerca di non affidarsi per la spiegazione dei fatti soltanto al patrimonio di miti che gli au-

tori precedenti avevano tramandato. Essi sono animati da un interesse nuovo che li porta a tentare di valutare ` dei nuraghi e degli altri monula realta menti preistorici basandosi sulla loro osservazione diretta. Considerando la ` deformazione culturale dei tre, si puo durre che negli ambienti colti dell’isola, dei quali erano in qualche misura rappresentanti, andasse maturando la ` di impostare lo studio della necessita storia della Sardegna entro un’ottica meno convenzionale, che si fondasse sul bisogno di avviare una riflessione sul legame che unisce il passato col presente e la preoccupazione di indivi` storica duare le basi di un’identita della Sardegna che rompesse con lo schema storiografico consolidatosi nei secoli precedenti. La storiografia del secolo XVII, forse a causa della margi` nella quale l’isola era stata colnalita locata, fu invece incapace di proseguire l’impostazione proposta da quegli storici, anzi non fu nemmeno capace di spiegare il ruolo che la Sardegna aveva nei grandi eventi della storia europea del periodo e tanto meno la posizione che essa occupava nell’universo spagnolo, in cui era comunque inserita. Le opere degli storici del secolo XVII appaiono pertanto preoccupate di spiegare fatti di rilievo locale senza analizzarne le ragioni profonde, senza cogliere i loro legami con quanto avveniva in Europa. IL PERIODO SABAUDO Quando nel 1720 ` ai Savoia, agli intella Sardegna passo lettuali e all’opinione pubblica europea l’isola apparve come un mondo chiuso e impenetrabile, misterioso e lontano. Sebbene vi fosse una gran cu` nei suoi confronti, la sua realta ` riosita appariva inaccessibile, con i suoi ordinamenti complessi e inefficienti, condizionati dalla conservazione del sistema feudale e di privilegi giurisdi-

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Storiografia della Sardegna zionali anacronistici. Appariva inoltre ` incomprensibile la non competitivita del suo sistema economico e inspiegabile la carenza di condizioni igieniche ` e il livello culturale della e di viabilita sua popolazione, prevalentemente ignorante e superstiziosa. Mancando, ` detto, una storiografia locale come si e capace di spiegare la situazione, la conoscenza dell’isola si basava su informazioni geografiche e vagamente antropologiche imprecise e piene di luo` cosı` la convinghi comuni; si formo ` senza zione che l’isola fosse una realta ` propria, destoria, priva di una civilta stinata a essere esclusivamente luogo d’esilio e di conquista. Nel corso del ` secolo i Savoia sentirono la necessita di rompere questo cerchio: chiesero a funzionari la redazione di relazioni che finirono per diventare le uniche fonti di conoscenza delle condizioni dell’isola, ma che non riuscirono a inquadrarle correttamente e soprattutto a darne una spiegazione storica. Anzi contribuirono a consolidare l’immagine di una terra povera e di una popolazione ignorante e chiusa al nuovo. Furono cosı` descritti la disgregazione sociale, la mancanza di vie di comunicazione, l’isolamento, l’insofferenza all’ordine, ma non fu fatto alcun tentativo per inquadrare le ragioni di questa situazione. Nei pochi riferimenti alla Sardegna che la storiografia europea ` alcuni faceva si consolidarono percio dei pregiudizi che, in parte, sono ancora oggi alla base di molta storiografia ` nei confronti sull’isola: l’estraneita ` dei della storia europea, l’incapacita `, la consardi a intendere la modernita ` dipendesse vinzione che tutto cio quasi geneticamente dalla loro stessa natura. Dal canto loro, i pochi intellettuali sardi del tempo non furono in grado di contrapporre le proprie conoscenze e le proprie convinzioni al dif-

fondersi di questi pregiudizi; solo nel periodo del riformismo boginiano (1757-1773) si crearono le condizioni ` per la ripresa di una storiografia piu rigorosa per una riconsiderazione del modello interpretativo della storia `. Il decensarda a partire dall’antichita nio finale del secolo XVIII e la drammatica esperienza della Sarda Rivoluzione ebbero l’effetto di scuotere il mondo della cultura sarda e per la storiografia cominciarono a scorgersi ` ampi. orizzonti piu L’OTTOCENTO L’inizio del secolo XIX si apre cosı` con due opere, quella dell’Azuni e quella del padre Napoli, nelle quali si affronta per la prima volta il problema di una interpretazione generale della storia dell’isola; nello stesso periodo Domenico Simon si poneva il problema della pubblicazione delle fonti della storia sarda. Entro la prima ` dell’Ottocento la storiografia meta sarda visse cosı` quella che potremmo ` dell’oro: nel 1825 F.J. definire la sua eta ` un’opera con la quale Mimaut pubblico si prefiggeva di far conoscere la Sardegna all’opinione pubblica europea, ` la pubblicaGiuseppe Manno inizio zione della sua Storia di Sardegna, pubblicata nel 1827 (e seguita nel 1842 dalla Storia moderna della Sardegna dall’anno 1773 al 1799), nel 1826 il La` la prima parte del marmora pubblico Voyage en Sardaigne. Tutte queste opere ruppero la tradizionale impostazione e rimasero per lungo tempo un punto di riferimento per la storiografia successiva; complessivamente esse svilupparono l’ipotesi che il passaggio della Sardegna ai Savoia avesse consentito di sottrarre l’isola alla sua solitudine e di riannodare un discorso storico interrotto a causa della inefficienza dell’amministrazione spagnola. Negli stessi anni l’esigenza di collegare la storia della Sardegna a contesti

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Storiografia della Sardegna ` ampi si manifesto ` anche col bisopiu gno di recuperare la coscienza ‘‘nazionale’’ dei sardi e di proporre agli ambienti culturali piemontesi ed europei gli elementi che servissero a colmare antiche incomprensioni e pregiudizi. L’esigenza fu espressa da quasi tutti gli intellettuali del tempo, la cui formazione culturale si era compiuta in Sardegna: essi elaborarono il concetto di nazione sarda intendendola come ` storico-culturale dei sardi, un unita concetto sul quale impostare un modello di spiegazione della storia della Sardegna preoccupato principalmente (e talvolta anche esclusivamente) di rendere giustizia dei tanti luoghi comuni sull’isola diffusi nella cultura europea. In effetti questa prospettiva fu accolta con entusiasmo dall’opinione pubblica (in particolare da quella borghese) e in breve tempo fu avviata la pubblicazione di alcune opere di grande importanza quali la collaborazione di Vittorio Angius al Dizionario del Casalis (1836-1854), opera di informazione e divulgazione le cui voci sulla Sardegna finirono per occupare quasi un terzo dell’opera, e Pa` la pubblicazione del squale Tola inizio Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna e Pietro Martini la Biografia sarda; tra il 1843 e il 1844 Gio` la Storia vanni Siotto Pintor pubblico letteraria di Sardegna e nel 1845 fu iniziata dal Tola la raccolta degli Historiae Patriae Monumenta. I numerosi storici di questo periodo operarono sotto l’influenza della cultura romantica, orientati a trovare elementi di quel passato in gran parte sconosciuto da contrapporre a un contesto che sembrava misconoscerlo. Sembrava che questi autori volessero ribaltare l’opinione di una condizione di dipendenza culturale che pure si era largamente diffusa e utilizzare le conoscenze del passato

per l’educazione di una coscienza ‘‘patria’’, intendendo per ‘‘patria’’, anche ` di ogni sentimento di fedelta ` al di la allo Stato sardo-piemontese, la ‘‘piccola patria sarda’’. La riflessione su ` nei decenni sucquesto tema continuo cessivi, ma il crescente interesse per gli studi di storia della Sardegna ri` di essere oscurato da due clamoschio rose falsificazioni: la vicenda dei falsi bronzetti (i cosiddetti ‘‘idoletti feniciopunici’’) e l’apparizione delle Carte d’Arborea, che screditarono molti autorevoli rappresentanti della cultura sarda e sembrarono interrompere il fervore che aveva contribuito ai suc` cosı` il cessi precedenti. Tramonto clima di esaltazione nazionalistica che aveva caratterizzato l’opera degli storici precedenti: questo fenomeno ´ freno ` fu tutto sommato un bene, perche l’eccessivo orgoglio ‘‘nazionalistico’’ e ` l’opera di riper fortuna non fermo cerca degli storici e della nascente archeologia scientifica, che diede un notevole contributo all’evoluzione della storiografia sarda. IL NOVECENTO Una nuova stagione di ` nei decenni grande fervore si sviluppo a cavallo tra Otto e Novecento grazie agli studi di quella Scuola giuridica sarda che fiorı` attorno a due giovani storici non sardi, Arrigo Solmi ed Enrico Besta, che ebbero in Sardegna i loro primi incarichi universitari di Storia del Diritto italiano: colpiti dalla ` delle istituzioni isolane, in originalita particolare da quelle giudicali, essi rilanciarono gli studi sul Medioevo sardo, in collaborazione con Francesco Brandileone, Alessandro Lattes, Ugo Guido Mondolfo, il sassarese Giovanni Zirolia e molti altri. Grazie all’opera di questi storici fu cosı` superato il chiuso patriottismo di fine Ottocento e furono recepiti gli influssi della storiografia economico-giuridica italiana: e fu ri-

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Storiografia della Sardegna presa un’indagine sul Medioevo sardo ` attenta a cogliere le diversempre piu ` tra istituzioni sarde, iberiche e itasita ` nella liane. Il nuovo fervore culmino ` fondazione, nel 1905, della ‘‘Societa storica sarda’’ che si prefiggeva lo scopo di promuovere gli studi sulla storia dell’isola. L’AUTONOMISMO Le vicende della prima guerra mondiale, l’inquieto dopoguerra e l’affermarsi del sardismo impressero alla storiografia nuovi e contraddittori stimoli: temi di ispirazione nazionalistica ricomparvero nelle opere di non pochi studiosi, in concomitanza con l’aspirazione a una ` ampia autonomia politica, e la piu stessa ascesa al potere del fascismo ebbe conseguenze ugualmente importanti nei confronti della storiografia ` al suo interno una sarda. Si determino profonda frattura: da un lato si collocarono gli storici legati al regime, portati a interpretare la storia sarda e l’evolversi della cultura in Sardegna come un processo tendente a omologarsi a un unico modello nazionale (la ‘‘fusione perfetta’’, e quello che fu chiamato il ‘‘sardofascismo’’ furono visti come momenti di questo processo); dall’altro lato si schierarono gli storici che, non accettando questo modello di spiegazione, continuarono a richiamare coraggiosamente l’attenzione ` della condisui temi della specialita zione isolana. Ovviamente il fascismo ` di difendere il modello di spiegatento ` concordava zione storiografica che piu con la sua vocazione nazionalistica e accentratrice; lo fece promuovendo alcune iniziative culturali di respiro quali il convegno archeologico del 1926 e il Congresso geografico italiano ` stodel 1934; nel 1935, poi, la Societa rica sarda fu trasformata in Deputazione di Storia patria per la Sardegna. ` di queste iniziative rimase pero ` Al di la

una ricchezza di posizioni che impedı` l’affermazione della tesi storiografica ` la di regime. In particolare continuo tradizione della Scuola giuridica con i lavori di Francesco Loddo Canepa, Antonio Era e Antonio Marongiu, e quella inaugurata da eminenti studiosi sardisti come Camillo Bellieni e Raimondo Carta Raspi. Negli stessi anni fu com` presa l’importanza, anzi la necessita (non solo scientifica) di accedere agli archivi di Pisa e fu pubblicato da Dionigi Scano il Codice dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Sardegna. In piena seconda guerra mondiale, poi, nel 1941 fu pubblicata a Tours l’opera ˆ tres et paydi Maurice Le Lannou, Pa sans de la Sardaigne, che ebbe il merito di proporre una interpretazione complessiva della storia della Sardegna profondamente originale, aperta alla geografia e all’antropologia. IL SECONDO DOPOGUERRA Il clima ‘‘autonomista’’ del secondo dopoguerra ripropose alla ricerca storica i temi che si erano andati delineando nei decenni precedenti. Grazie all’apporto finanziario della Regione autonoma della Sardegna fu possibile organizzare alcune missioni di studio in archivi spagnoli, italiani e francesi che resero possibile avviare la storiografia entro prospettive nuove, grazie alla di` di un enorme materiale sponibilita fino ad allora praticamente sconosciuto. Tra il 1947 e il 1950 Loddo Canepa tenne due corsi universitari nei quali ricostruı` unitariamente la storia della Sardegna moderna, fornendone un’interpretazione che ebbe il merito di suggerire itinerari nuovi. Cominciarono a delinearsi figure nuove di storici come quella di Alberto Boscolo e gli studi sulla storia della Sardegna si aprirono all’apporto di altri studiosi italiani e stranieri. Intensa fu anche la stagione dei convegni di studio che re-

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Storno sero possibile il confronto delle loro reciproche conoscenze; tra tutti i numerosissimi incontri degli anni tra il 1960 e il 1980 ne vanno ricordati in particolare due. Uno si svolse a Nuoro nel 1976 sui Problemi di storia e storiografia della Sardegna, nel quale furono affrontati ` importanti problemi della tutti i piu storiografia sarda che in quegli anni erano stati sollevati e fece emergere tre fondamentali esigenze allora pre` dire, tra tutti gli storici: 1. senti, si puo ` di affermare la presenza la volonta della Sardegna nel contesto nazionale in modo diverso rispetto al passato, con un ripensamento del concetto di ` di pro‘‘nazione sarda’’; 2. la necessita muovere l’approfondimento delle conoscenze sui modi popolari di espressione culturale; 3. il problema della lingua, fattore fondamentale dell’iden` sarda cosı` come si era venuta costitita tuendo attraverso i secoli. La moltepli` delle iniziative che seguirono a cita ` orientare la questo convegno sembro storiografia verso lo scioglimento di un duplice nodo: il primo rappresen` di approfondire tato dalla necessita gli studi sul passaggio della Sardegna ai Savoia, il secondo individuato nell’esigenza di ridefinire i termini della ‘‘questione sarda’’ come problema ` prima dell’unificazione dell’Inato gia talia. Si andarono cosı` ponendo le basi di un modello di spiegazione storiografica incentrata sull’immagine di un popolo sempre in difesa nei confronti di apporti provenienti da culture esterne; venne ripercorso su basi `, supenuove il problema dell’identita rando l’impostazione della storiografia sardista e provando a sperimentarne una capace di sprovincializzare quella stessa prospettiva e di superare il localismo. Il secondo convegno da ri` quello su La ricerca storica in cordare e Sardegna, organizzato dalla Deputa-

zione di Storia patria per fare il punto su tutti i campi nei quali la ricerca era impegnata. I lavori del convegno furono divisi in quattro settori: 1. archeo` medioevale; 3. eta ` logico e antico; 2. eta ` contemporanea. Nemoderna; 4. l’eta ` avuta una notegli ultimi decenni si e vole fioritura di studi sulla storia della ` ancora lontani Sardegna, anche se si e dall’aver trovato quella piattaforma ` stata la meta ideale di unificante che e tutti i ricercatori, dal dopoguerra a oggi.

Storno = Zoologia della Sardegna Strabone Storico e geografo greco (Amasea, Ponto, prima del 60 a.C.Roma, 20 d.C. ca.). Appartenente a una famiglia implicata nelle vicende della ` a Roma Guerra mitridatica, S. arrivo nel 44 a.C., assistette con Ottaviano al tramonto della repubblica e morı` poco dopo l’ascesa all’Impero di Tiberio. Esponente del ceto di intellettuali di estrazione greco-orientale giunti a Roma e integrati nelle e´lite dell’Impero alla fine del secolo I a.C., compose un’opera storica, andata quasi totalmente perduta, in cui si dichiarava continuatore di Polibio e si interessava ` indunque di storia contemporanea. E vece pervenuta l’opera geografica ´ ) in 17 libri, definitiva(Geographika mente conclusa e rimaneggiata nel 18 d.C. Gli scritti di S. sono rivolti a un publico greco ma non escludono la classe dirigente romana, imbevuta di cultura greca; essi adottano quale scenario l’ecumene unificata sotto l’egida impe` anche il fondamentale preriale, che e supposto di un’approfondita cono` lontane. L’apscenza delle regioni piu partenenza a questo quadro storico e culturale spiega l’ascendenza filoromana che pervade gli scritti straboniani: essa si concreta nella convinzione di una funzione civilizzatrice della pax romana. Compiuta sotto il

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Strabone magistero del grammatico Tirannione ` in di Amiso, la formazione di S. maturo un ambito influenzato da uno stoicismo con venature peripatetiche e in un contesto culturale che teorizzava, anche negli studi geografici, il rapporto fra poesia, scienza e filosofia, con un sicuro punto di partenza (di memoria alessandrina) nello studio di Omero, fondamento di tutte le scienze. ` da ` ragione di certe caratteriTutto cio stiche peculiari dell’opera straboniana. L’esposizione geografica rispetta un percorso (reso canonico negli scritti precedenti), che parte dall’Iberia, percorre le coste settentrionali del Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente per giungere in Egitto e in Libia. In questo percorso l’evidente cen` assunta dall’Italia traduce il tralita ruolo politico-culturale egemonico assunto dalla penisola, cardine di ogni discorso storico o geografico. S. dichiara di essersi spinto fino alla terra degli Etruschi, prospiciente la Sardegna. Tuttavia, la descrizione della Sardegna emerge soprattutto dal V libro. ` chiaro perche ´ S. prediliga la deNon e nominazione greca della Sardegna `) rispetto al latino Sardinia, ma (Sardo la scelta, adottata anche altrove, potrebbe forse essere legata a ragioni antiquarie. Rifacendosi a Timeo, include ` la Sardegna nel novero delle sette piu grandi isole del Mediterraneo, privilegiando cosı` il tema delle dimensioni. L’interesse per l’economia e lo studio degli aspetti naturalistici, che vengono talora fondendosi, si sostanzia soprattutto in due passi. Nel primo, si insiste su un elemento topico nella descrizione dell’economia dell’Italia e delle isole, la ricca produzione cerealicola, ` nel caso della Sardegna e ` riche pero cordata a proposito dei saccheggi attuati dai briganti delle montagne. Un ` importante accenno naturalistico e

quello dove si ricorda che in Sardegna crescono i mufloni che portano peli di capra invece che lana.

Strabone – Incisione raffigurante il celebre `. storico e geografo dell’antichita

Emerge anche l’interesse per le vicende storiche, e attraverso le notazioni sulle vicissitudini dell’isola si ricompone una sorta di racconto schematico. Dall’arrivo di Iolao alla guida degli Eraclidi si prosegue fino al controllo dei Cartaginesi e alla domina` anche una fonte zione romana. S. e sulla resistenza dei Sardi dell’interno ` dei magistrati romani e sulla difficolta ad amministrare l’isola, motivo cui si collega anche quello della proverbiale ` della Sardegna. Nella deinsalubrita scrizione della Sardegna S. rimane dunque fedele non solo al suo metodo di indagine geografica, ma l’elemento ` utilizzato a connotare la castorico e ratterizzazione fisica e antropica del contesto geografico descritto. In essa compaiono preponderanti un punto di vista e un parametro di giudizio che

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Strade romane hanno il loro epicentro in Roma e nel potere imperiale. [GIOVANNI MARGINESU]

Strade romane Dopo la stabilizzazione della dominazione romana e la complessiva pacificazione delle popolazioni delle zone interne, i Romani svilupparono un sistema viario che in poco tempo coprı` l’intero territorio della provincia. Essi sfruttarono l’antico sistema delle strade puniche e lo trasformarono secondo i canoni della loro raffinata arte nel costruire le grandi vie di comunicazione. Cosı` tutte ` furono poste in contatto tra loro le citta e furono aperte altre strade che diedero accesso alle zone interne. A partire dal secolo I a.C. il sistema viario ` con la strada che romano si sviluppo da Cagliari (Carales) giungeva a Turris Lybisonis, con altre strade tracciate per sostenere le esigenze di un crescente commercio e con quelle militari destinate a tenere sotto controllo le popolazioni dell’interno. Le strade principali furono sostanzialmente quattro; ` indicata ne vennero oltre a quella gia aperte altre tre: una correva lungo la costa occidentale, una si svolgeva lungo la costa orientale e la terza si sviluppava da Olbia a Turris Lybisonis. Accanto a queste grandi strade si possono individuare numerose strade secondarie delle quali l’archeologia ha restituito e restituisce abbondante documentazione. Questo il tracciato delle strade conosciute: 1. A Carales Turrem: ` importante delle grandi era la piu strade romane in Sardegna. Aveva un tracciato interno molto simile a quello dell’odierna ‘‘Carlo Felice’’: correva attraverso gli attuali villaggi di Decimo, Villasor, Serramanna, Samassi, Sanluri, Aquae Neapolitane (Sardara), Othoca (Santa Giusta, dove si intersecava con la grande strada costiera occidentale proveniente da Neapolis e deviava in direzione di Forum Traiani,

Fordongianus), Ad Medias (Abbasanta), Macopsisa (Macomer), Molaria (Mulargia), Bonorva (dove si intersecava con la strada proveniente da Olbia e proseguiva in direzione di Florinas, Fiulinas) e Turris (Porto Torres). 2. La grande strada costiera occidentale che si sviluppava da Carales per Nora, Bithia (Chia), Tegula (Teulada); quando raggiungeva Sulci (Sant’Antioco) deviava in direzione di Metalla giungendo fino a Neapolis attraverso gli attuali villaggi di Arbus e Guspini; da Neapolis giungeva a Othoca (Santa Giusta), intersecandosi con la strada a Caralibus Turrem e deviando per Tharros, Cornus (Cuglieri), Bosa, Carbia (nei pressi dell’attuale Alghero), Nure (Porto Ferro), da dove giungeva a Turris Lybisonis. 3. La grande strada co` stiera orientale correva da Carales piu o meno attraverso l’attuale tracciato della S.S. Orientale sarda e passava attraverso Ferraria (San Gregorio), Sarcapos (Tertenia), Custodia Nurrensis (Bari Sardo), Sulci (Tortolı`); da lı` attraverso l’attuale valico di Genna Sı`lana giungeva a Viniola (Dorgali), Fanum Carisii (Irgoli), Feronia (Posada), Coclearia (San Teodoro), per giungere infine a Olbia. 4. Da Olbia si sviluppava la strada costiera settentrionale, che attraverso l’attuale Arzachena giungeva a Elephantaria (Porto Pozzo), Tibula (Santa Teresa Gallura), Vignola; da qui attraverso gli attuali Aggius e Bortigiadas giungeva a Erucium e ad Herculem, da dove infine terminava a Turris. 5. La grande strada interna che da Tibula giungeva a Carales passando attraverso Gemellae (Tempio): da questa lo` , attraverso gli altipiani di Bitti e calita ` , giungeva a Caput Tyrsi, proBudduso ` a sud fino a Sorabile seguendo piu (Fonni); da qui la strada, continuando sempre attraverso le zone impervie dell’attuale Barbagia, giungeva ad Au-

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Strana gustis (Austis), Valentia (Nuragus), Biora (nei pressi dell’attuale Serri: tutti questi piccoli centri avevano un marcato carattere militare); da Biora, infine, la strada scendeva attraverso Senorbı`, Ussana, Sestu e giungeva a Cagliari. 6. A Caralibus Sulcos, una strada che poneva in comunicazione ` punica di Carales con l’antica citta Sulci passando per l’interno attraverso una direttrice degli attuali villaggi di Decimo, Siliqua, Villamassargia, Corongiu: questa strada aveva alcune derivazioni interne di cui poco si conosce. 7. Da Olbia a Bonorva c’era una strada interna importante che si innestava con la a Caralibus Turrem; da Olbia giungeva a Luguido (Oschiri), altro centro con caratteri militari, da cui raggiungeva Bonorva (= Itinerario Antoniniano).

` una capsula provvista di cea; il frutto e aculei. Predilige zone incolte e sassose, ruderi e aree antropizzate, dal mare alla zona submontana; fiorisce per tutta l’estate. Interessante notare che nonostante la sua ampia distribuzione attuale in Sardegna, i nomi vernacolari (eiba di denti, erba de dente, stramoniu) non fanno riferimento alla considerazione di pianta magica attribuitale altrove: infatti, originaria dell’America Centrale e diffusa in Europa ` una pianta solo intorno al secolo XVI, e di introduzione relativamente recente e quindi sconosciuta alla dimensione ` antica. In Sardemagico-religiosa piu ` presente anche la specie D. innogna e xia Miller. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Strambi, Jacopo Consigliere del Comune di Pisa (Pisa, sec. XIII-?). Emi` polinente cittadino di grandi capacita tiche, fu spesso impegnato per importanti trattative. Nel 1263 fu nominato castellano di Cagliari; durante il suo ` la costruzione di un armandato avvio senale (tersana) nel porto di Cagliari.

Stramonio Pianta della famiglia delle Solanacee (Datura stramonium L.), famiglia paradigmatica che comprende tanto numerose specie di interesse alimentare (patata, pomodoro, peperone, melanzana) quanto altre specie classificabili come velenose per il loro particolare contenuto di princı`pi attivi alta` un’erbacea annuale, mente tossici. E velenosa e allucinogena; ha fusto robusto, talora cavo, alto fino ad 1 m, con ramificazioni doppie; le foglie dotate di picciolo sono alterne, ovate e con ` evimargine lobato, la nervatura e dente nella pagina inferiore; i fiori solitari e peduncolati, alla biforcazione dei rami, sono grandi con corolla tubolare a 5 petali, bianca o azzurro-viola-

Stramonio – La capsula contenente i semi.

Strana Antico villaggio di origine medioevale, che si trovava nelle vicinanze dell’attuale Dolianova. Faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai di Capraia; ` nelle mani alla loro estinzione passo del giudice d’Arborea. Ma nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ` prima della fine del secolo lo che gia

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Stregona amministrava direttamente. Conqui` a far parte stato dagli Aragonesi, entro del Regnum Sardiniae e nel 1324 conti` a decadere e si spopolo ` completanuo mente entro la fine del secolo XIV.

Stregona = Betonica Strillozzo = Zoologia della Sardegna Struglia, Giuseppe Insegnante, studioso di storia (n. Cagliari, sec. XX). Dopo essersi laureato in Filosofia, fu assistente di Ludovico Geymonat ` di Cagliari per alpresso l’Universita ` negli isticuni anni. In seguito insegno tuti superiori. Studioso attento della ` sarda, ha lasciato alcuni pregecivilta voli opere, fra cui Compendio di storia della Sardegna. Con cenni d’arte e di geografia, 1962; La Sardegna. Ambiente, storia, cultura, 1974; Sardegna nostra. ` sarda Compendio di storia della civilta con cenni di geografia fisica e umana, 1983; I nuraghi di Quartu Sant’Elena. Descrizione e guida, 1989; I nomi di luogo del territorio di Quartu Sant’Elena, 1992.

Strumenti della musica popolare In tutta l’area del Mediterraneo la Sarde` ancora una riserva naturale di gna e musica popolare. Il suo repertorio va ` arcaici strumenti fonici e ritdai piu mici da ballo alla nutrita serie di canti monodici e polivocali. Da un esame attento e sereno degli usi e costumi delle varie zone dell’isola si scopre subito che il ballo, il canto e l’uso degli strumenti tradizionali sono una componente essenziale della vita dei sardi. ` , pur esQueste testimonianze, pero sendo state, anche in passato, oggetto d’interesse, non sono state mai considerate sorgente di autentica cultura. Per la cultura ufficiale, infatti, questa ` sumusica, appartenente a una societa balterna, era incomprensibile, ruvida, selvaggia, al massimo da catalogare come patrimonio-divertimento di ´ traclassi sociali trascurabili perche

scurate. Fortunatamente il popolo ` vissuto di questo sardo, che per secoli e tipo di cultura, l’ha conservata gelosamente sino ai giorni nostri e la riafferma dignitosamente, in ogni momento della vita individuale e sociale, anche se la disattenzione degli studiosi in generale (e, nella prassi, la disistima ` isolano) di molti sardi verso quanto e hanno messo questo patrimonio in serio pericolo di scomparire. & STORIA DI UN’INDAGINE Inizial` ad alimentare il mente fu la curiosita ` desiderio di ricercare alcuni fra i piu noti strumenti di musica popolare ` si passo ` a un consarda. Dalla curiosita sapevole impegno di ricerca scientifica, suggerito soprattutto dalla constatazione dello stato di emarginazione e di abbandono nel quale il patrimonio organologico versava, con conseguente pericolo di scomparsa. La ricerca sul campo ebbe inizio negli anni Cinquanta. Nel 1974, con la pubblicazione del volume su Gli strumenti della musica popolare della Sardegna, furono presentati i risultati della prima fase ` dell’indagine. Il campo di ricerca e stata tutta l’isola. Le informazioni sono state raccolte dalla viva voce del popolo, e in particolare dai pastori, contadini e operai. Parallelamente ` iniziata anche alla ricerca di notizie e la raccolta di strumenti. Ho raccolto ` di cui si e ` servito il popolo tutto cio sardo per far musica, dal periodo nuragico ai giorni nostri. Son presenti quindi, nella raccolta ospitata a Tadsuni nel Museo degli strumenti della musica popolare della Sardegna, sia gli strumenti autoctoni sia quelli d’importazione che sono stati talmente assimilati dal popolo da essere giudicati di cittadinanza sarda integrale. Quasi tutti gli strumenti sono stati ricostruiti dalle mani di esperti contadini e pastori, quando gli originali, costruiti

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Strumenti della musica popolare con materiale facilmente deperibile, sono andati distrutti. La serie di strumenti, ordigni e congegni fonici repe` nutrita. Nessun’altra regione itariti e liana, infatti, poteva vantare come la Sardegna, al momento della prima verifica dell’indagine (1974), un complesso di 72 esemplari, cifra quadrupli` nel 1982. cata gia & CATALOGO DEGLI STRUMENTI Una ` attuali, che si pone delle questioni piu dinanzi a una sistematica raccolta di ` la classifistrumenti fonici popolari, e cazione del materiale. Data la com` del problema, ho preferito seplessita guire il criterio elaborato dal direttore del Museo degli strumenti musicali di Bruxelles, Victor Charles Mabillon, e ho classificato gli strumenti in quattro grandi categorie: aerofoni, membranofoni, cordofoni e idiofoni. AEROFONI Sono strumenti nei quali il suono viene prodotto dalle vibrazioni di una colonna d’aria. Questa famiglia comprende: trumbitta, benas, launeddas, pipiolu, flautu ’e linna e de canna, iskeliu, organette, fisarmonica, sonu a bucca, armonium, chı`gula, ossu ’e pruna e ’e sarmentu, corru ’e boe e corru ` ligh’e muru, moliette marinu, trunfa, ca ` sciu. 1. Trum’e canna, muscone, fru bitta. Cannellina d’avena o bocciolo di canna matura, nei quali veniva scavata un’ancia semplice. 2. Benas. Primitivo strumento ad ancia, di canna palustre, formato da una trumbitta che si incastra in un tubo risonatore con tre fori. Consente di modulare il suono. I tipi conosciuti sono: bena semplice; bena a duas cannas; bena a tres cannas; bena cun corru ’e boe; bena cun zucca. Lo strumento, anteriore alle launeddas, ` soun tempo diffuso in tutta l’isola, e pravvissuto solo a Zuri, nella media valle del Tirso. 3. Launeddas, sonus de canna, trubeddas, bisonas, bı`dulas, bı`tzulas, benas. Antico e originale stru-

mento fonico sardo, di canna palustre. Consta di tre tubi, di diversa lunghezza e diametro, provvisti di bocchino con ancia, su due dei quali sono convenientemente scavati cinque fori rettango` lunga viene detta lari. La canna piu tumbu, non ha fori e ha la funzione di ´ da ` in contiun pedale continuo, poiche nuazione la stessa nota. Legata al tumbu con dello spago impeciato abbiamo la mancosa manna (mancina ` s’arrefinu grande), con quattro fori piu (registro), canna sulla quale si sviluppa l’accompagnamento. Sulla terza canna, libera, mancosedda (mancina piccola) o destrina, che ha quattro fori ` il registro, si sviluppa la melodia. piu Ogni canna consta di un cabizzinu (bocchino), e un tubo risonatore. Sulle ance ` presente una ladei vari bocchini e crima di cera vergine, che ha la funzione di consentire al suonatore l’accordatura delle canne tra di loro variando lo spessore della cera. Le tre canne vengono suonate contemporaneamente, mediante la tecnica del fiato continuo. Di launeddas esistono vari temperamenti o impianti di tona` , dei quali i piu ` noti sono: punt’e orlita ganu, fiorassiu, mediana, ispinellu, frassetto, zampogna. I suonatori, numericamente molto pochi, vivono in un ristretto numero di paesi del Sarrabus, della Trexenta e del Campidano di Ori` noti nel 1982 si davano: stano. Tra i piu Luigi Lai di San Vito; Aurelio Porcu di Villaputzu; Pietrino Murtas di Muravera; Dionigi Burranca di Ortacesus; ` Gerrei; Pasqualino Erriu di San Nicolo Francesco Castangia, Giovanni e Daniele Casu di Cabras; Isidoro Fenu noto Buseddu di San Vero Milis; Beppe Cuga di Ovodda; Cesare Carta di Nuoro. Si diventa bravi suonatori non solo per la conoscenza della tecnica d’insufflazione, ma soprattutto per la conoscenza delle modas, nei loro svi-

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Strumenti della musica popolare luppi e concatenamenti, che equivale a conoscere i vari temi musicali tradizionali, nelle loro frasi e periodi, trasmessi per tradizione orale e che si acquisiscono mediante un lungo, attento e furtivo ascolto delle esibizioni dei vecchi maestri. La prima testimo` costituita dal nianza dello strumento e bronzetto nuragico, proveniente da Ittiri, noto col nome di «auleta nudo e itifallico», dal Taramelli datato al secolo VIII a.C. e conservato nel Museo archeologico di Cagliari. 4. Pipiolu. Zufolo pastorale di canna palustre che ha sempre accompagnato la solitaria vita del pastore sardo. In riferimento alla forma, in Sardegna son presenti due tipi fondamentali: quello del Logudoro, a bocca zeppata, col tubo interrotto dal nodo naturale della canna, ` con tre fori frontali per la melodia, piu il registro; e quello delle Barbagie, costituito da un tubo non interrotto dal nodo e con quattro fori frontali per la ` il registro. In rapporto al melodia piu materiale di costruzione, si conoscono il pipiolu ’e ossu, il pipiolu ’e linna, il ` pipiolu ’e canna. Geograficamente e diffuso in tutta l’isola, con la funzione di accompagnare ritmi e canti popolari. 5. Flautu ’e linna, piffaru, pipiriolu. Flauto di sambuco, a bocca laterale, con sei fori liberi, tutti disposti sulla linea anteriore. In campo religioso accompagnava le processioni della Settimana santa e di Ferragosto, mentre in campo profano accompagnava canti e danze paesane. Presente anche a Ca` sogliari sino alla fine dell’Ottocento, e ` a lungo a Sassari, Ossi, pravvissuto piu Ploaghe, Nulvi. Sostituito poi da antichi ottavini, nei quali venivano legate le chiavi. 6. Flautu ’e canna. Variatore del timbro della voce umana, costituito ` da un tubo di canna con un’estremita priva del nodo naturale e chiusa con una membrana di carta velina, che

viene fatta vibrare dalla voce del suonatore, il quale canticchia un motivo, attraverso un foro rettangolare che funge da bocca. Il congegno era conosciuto in tutta l’Europa, tanto che nel secolo XVII, ci riferisce P. Marsenne, consentiva di dare veri e propri concerti a quattro e cinque parti. 7. Iskeliu, ` mia-betu. Richiamo per la caccia scra ` costituito da un semalla damma. E plice bocciolo di canna, chiuso (sola` superiore) dal mente all’estremita nodo naturale. Il cannello viene spaccato in croce, per un terzo della sua lunghezza, costituendo l’unico strumento a fiato basato sul principio dell’ancia quadrupla. Viene suonato imboccando il tubo dalla parte del nodo, ` opposta tra i e chiudendo l’estremita palmi delle mani. Sa cazza a iskeliu fu cantata dal grande poeta sardo Paolo Mossa, nella sua famosa egloga «Luisi e Martina». 8. Chı`gula, foza ’e lavru, foza de edra. Il congegno consta di un rametto di alloro, liberato della corteccia, su tutta la superficie di una estre` , e quindi spaccato longitudinalmita mente per un terzo della sua lunghezza. Nella fenditura viene collocata una foglia d’alloro o di edera, le cui parti eccedenti vengono asportate col temperino, creando cosı` un’ancia vibrante, che viene messa in funzione appoggiando longitudinalmente il rametto alle labbra e soffiando dentro la spaccatura. Emette dei suoni melodiosissimi, che possono cambiare anche ` a seconda dell’intensita ` del di tonalita fiato. Conosciuto in tutta l’isola, accompagnava lo scacciapensieri (trunfa), col quale formava un originale complesso musicale. 9. Ossu ’e ` cciolo di susina o pruna. Semplice no di albicocca, forato al centro e svuotato del seme. Soffiandovi dentro si ottiene un fischio acuto che, saputo modulare, imita i limpidi trilli di molti uccelli. 10.

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Strumenti della musica popolare Sarmentu. Strumentino a fiato, ad an` formato da cia semplice, senza tubo. E due semplici internodi di tralcio, le` gati parallelamente alle due estremita e con in mezzo una sottile striscia di corteccia della stessa vite. Soffiando nell’interstizio e facendo vibrare la ` striscia di corteccia, si ha la possibilita di imitare vari versi di animali. 11. Caligh’e muru, pinta-pane. L’oggettino sonoro si ricava dalla pianta grassa detta ‘