Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 9 (Sibolessi - Tuia) [2 ed.]

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Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 9 (Sibolessi - Tuia) [2 ed.]

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 9

Sibolessi -Tuia

Enciclopedia della Sardegna – Volume 9

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 9: Sibolessi-Tuia

Edizione speciale e aggiornata per La Nuova Sardegna § 2007 Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. dell’edizione originale La Grande Enciclopedia della Sardegna a cura di Francesco Floris § 2002 Newton & Compton Editori S.r.l.

Supplemento al numero odierno de La Nuova Sardegna Direttore responsabile: Stefano Del Re Amministratore delegato: Odoardo Rizzotti Reg. Trib. di Sassari nº 4 del 19/6/1948

I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e completati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo ` essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, eletvolume puo tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione, ` perseguita a termini di legge. senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sara

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007 presso ILTE S.p.A., Moncalieri (TO)

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LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA a cura di Francesco Floris

Enciclopedia della Sardegna – Volume 9

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Per l’edizione speciale:

Progetto e consulenza editoriale: Manlio Brigaglia

Opera a cura di Francesco Floris

Coordinamento redazionale: Salvatore Tola

Progetto grafico e impaginazione: Edigeo s.r.l., Milano

Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Brigaglia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris, Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Giovanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giuseppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras, `, Paolo Pulina, Marco RenNatalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porra deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolores Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vidili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca

Consulenza iconografica: Giancarlo Deidda

Referenze iconografiche: pagg. 9, 13, 23, 36, 46, 51, 55, 75, 80, 86, 93, 100, 103, 104, 124, 129, 143, 151, 261, 271, 273, 284, 288a, 289, 300, 305, 309a, 313, 314, 316, 328, 333, 335, 339, 345, 350, 351, 358, 359, 361, 381, 383, 387, 389a, 391, 404, 412, 414, 421, 422, 426, 431, 437, 438, 439, 445, 453, 457, 461, 480, 484, 495, 500, 502, 503, 568: De Agostini Picture Library (Novara) pagg. 168, 185, 309b, 338, 346, 389b, 394, 468, 472, 558: Giancarlo Deidda (Cagliari) pag. 148: Tore Ligios Immagine di copertina: De Agostini Picture Library

Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva` a dispozione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. e sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate. Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.

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Guida alla consultazione Ordine alfabetico ` stata La sequenza alfabetica dei lemmi e fissata trascurando i caratteri non alfabetici. Quando il lemma contiene una virgola – come avviene nei nomi propri di persona tra cognome e nome – l’ordinamento considera solo la parte del lemma che precede la virgola, passando alla parte successiva solo in caso di omografia:

*

– Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’attacco del lemma e, se presente, il nome al secolo, vengono indicate le varianti sarde del nome che differiscono dall’italiano: Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lorentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...

San Benedetto San Carlo Sanchez Sanchez de Calatayud, Pietro Sanchez Martinez, Manuel

Dopo l’esposizione generale della vita e delle opere del santo sono spesso presenti i paragrafi In Sardegna, in cui si ` patrono e citano i centri di cui egli e dove possono essere descritti i suoi legami col mondo della storia o delle tradizioni sarde, e Festa, nel quale ven` che gono elencate le date e le localita hanno particolari ricorrenze dedicate al suo culto:

Struttura delle voci ` evidenziato in carattere neIl lemma e retto. ` alcuni lemmi di santi riPer comodita mandano a quelli dedicati a un altro personaggio con cui i primi hanno avuto rapporti e all’interno della cui voce sono citati. ` possibile Nei casi di lemmi complessi e che sia presente una suddivisione in paragrafi. Per le voci di alcune categorie `, generalmente, specifiche la struttura e la medesima. *

Andrea, santo ... In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gonnesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini, Sennariolo, Tortolı`, Ula Tirso e Villanova ` il nome al mese di novemTruschedu. Da bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e per guarire gli animali dal mal di ventre. I proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibizia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau» (Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene stavo e meglio sto): persona che si adatta a tutto. Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24 maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive e in altre date durante l’anno.

– Voci dedicate ai comuni. Vengono forniti alcuni dati essenziali come popolazione, superficie, posizione geografica, suddivisioni amministrative e storiche di appartenenza, seguiti dai paragrafi: TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLOGICO (solo se rilevante), PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIENTALE, solo se rilevante), FESTE E TRADIZIONI POPOLARI.

– Voci dedicate a botanica e zoologia. Vengono di norma indicati i nomi scienti-

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` un formaggio a pasta ... Bonassai. E ... ` dell’insediamento rurale Precarieta ... Villaggi abbandonati GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato d’Arborea sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Abbagadda, villaggio che sorgeva ... 2. Almos, villaggio che sorgeva ... GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato di Gallura sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Agiana ... ... Villaggi i cui abitanti si trasferirono altrove ... GIUDICATO D’ARBOREA ... GIUDICATO DI GALLURA ... ...

fici delle specie citate e una classificazione sistematica generale. Nel caso in cui il lemma faccia riferimento a spe` essere presente un cie diverse puo ` semelenco interno per rendere piu plice la consultazione. I nomi sardi, se presenti, sono dati in corsivo e con l’eventuale specificazione del dialetto tra parentesi: Cicerchia Genere di piante erbacee perenni della famiglia delle Leguminose, rappresentato in Sardegna da diverse specie, caratterizzate da fusti lunghi, spesso rampicanti: 1. la c. a foglie larghe (Lathyrus latifolius L.) ... 2. la c. porporina (Lathyrus articulatus L.) ... Nomi sardi: che´rigu (logudorese); letı´tera (Sardegna centrale); piseddu, pisu de coloru (campidanese); pisu de coloru (Sardegna meridionale).

– Voci dedicate a elementi del patrimonio storico e tradizionale sardo. Il testo viene spesso ordinato secondo paragrafi, attinenti alla categoria degli elementi trattati, o in elenchi:

– Voci dedicate alle famiglie storiche. Nel caso in cui la famiglia si sia divisa in ` rami essi vengono solitamente piu elencati distintamente:

Formaggi della Sardegna ... &

IL FORMAGGIO NELLA STORIA

` il centro della produFin dall’antichita zione ... & TIPI DI FORMAGGIO Attualmente i tipi ` diffusi sono: di formaggio sardo piu ` un formaggio ... Biancospino. E

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Amat Illustre e antica famiglia ... ` la baronia di Ramo di Pietro. Pietro eredito Sorso ... ` la Ramo di Francesco. Francesco continuo linea dei marchesi di Villarios ... Ramo di Francesco (San Filippo). Da Francesco, figlio cadetto del marchese Gavino di Villarios, discende ... Rami collaterali. Attualmente, oltre al ramo marchionale primogenito ...

Sicci

Sibolessi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte di territorio assegnata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, nella divisione cui i due rami della famiglia procedettero tra ` al ramo del conte Ugolino. I loro, tocco figli di quest’ultimo, per vendicare la sua morte, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa: sconfitti, persero anche i loro territori. Cosı` alla fine ` sotto del secolo XIII il villaggio passo la diretta amministrazione del Comune. Dopo la conquista catalano-ara` a far parte del Regnum gonese S. entro Sardiniae e nel 1327 fu concesso in feudo a Guglielmo de Riu, la cui discendenza si estinse entro breve periodo. Nel 1346 fu venduto a Raimondo ` quasi Monterio e nel 1348 si spopolo completamente a causa della peste; poco dopo anche il Monterio morı` senza discendenti. Nel 1352 il villaggio fu venduto a Pietro Martinez de Sarasa. Scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` altri danni ` in una fase di ire rapidamente entro reversibile decadenza. Allo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Pietro de Sarasa ne perse il controllo; occupato negli anni successivi dalle truppe giudicali, il territorio ` rapidamente. si spopolo

tore di Carlo II; nel 1701 fu nominato arcivescovo di Sassari, ma riuscı` ad arrivare in Sardegna solo dopo un’avventurosa traversata nel Mediterraneo in ´ tempesta e, «sbattuto a Cagliari», pote prendere possesso della diocesi solo a Natale del 1702. Non ebbe un buon rap` di goporto con l’ambiente, che tento vernare senza preoccuparsi di cono` con molti persoscerlo, per cui si urto naggi della Sassari del tempo, arrivando a scomunicare, nel 1706, i consiglieri, il segretario comunale, il Regio ` la sede e procuratore. Nel 1707 lascio ` in Spagna, mentre continuava la torno ` , che nel 1709 lite con la Municipalita ` un suo ‘‘sindaco’’ a Roma. Ricominvio parve solo nel 1713 «accolto entusiasticamente». Morı` poco dopo agli inizi del 1714 in circostanze misteriose: venne trovato morto nel suo letto, e si sparsero sospetti di maleficio.

Sicci Antico villaggio di origine medio-

Siccardo, Giuseppe Religioso (Ma` sec. XVII-Sassari drid, seconda meta 1714). Arcivescovo di Sassari dal 1701 al 1714. Entrato nell’ordine degli Agostiniani, fu ordinato sacerdote, si lau` in Teologia e si fece conoscere per reo la sua notevole cultura. Tra il 1668 e il ` in Messico, dove di1684 soggiorno venne Maestro del suo ordine. Tornato ` Teologia presso l’Uin Spagna insegno ` di Toledo e divenne predicaniversita

evale. Sorgeva nella parte meridionale dell’attuale abitato di Dolianova, e faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella ` ai conti di Capraia, alla parte che tocco ` al giudice d’Arbocui estinzione passo ` , Mariano II lo cerea. Nel 1295, pero ` prima della fine del dette a Pisa e gia secolo veniva amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. Dopo la `a conquista catalano-aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Mariano de Ammirato, nipote di Ugone II d’Arborea. Il nuovo signore, non avendo eredi maschi, lo diede in dote a una delle figlie per cui, alla sua morte nel 1343, il ` devoluto e ne investı` fisco lo considero Bernardo Cruilles. La lite tra gli eredi ` con del de Ammirato col fisco continuo ´ nel 1351 il villagalterna fortuna finche gio fu nuovamente concesso in feudo,

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Sichi questa volta a Raimondo d’Ampurias. ` quasi completaNel 1348 si spopolo mente a causa della peste; altri danni subı` nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ma gli Ampurias continuarono a tenerlo ` tra loro fino al 1365, quando scoppio una lite ereditaria e furono costretti a cedere il villaggio ai Carroz di Mandas. ` , durante la seconda Poco dopo, pero guerra tra Mariano IV e Pietro IV, fu occupato dalle truppe arborensi e rimase nelle mani delle truppe giudicali fino alla battaglia di Sanluri, soffrendo ulteriori danni. Tornata la pace, fu restituito ai Carroz, che nel 1469 lo unirono al feudo di Mandas. Nei secoli successivi riprese a popolarsi, tanto che divenne sede di una delle curie per l’amministrazione della giustizia; rimase sempre legato al feudo di Mandas e ai suoi feudatari, passando dai Carroz ai Maza de Lic ¸ana, ai Ladron, ˜ iga, agli Hurtado de Mendoza, agli Zun ai Pimentel e infine ai Tellez Giron, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu compreso nella provincia di Cagliari e, quando nel 1848 le province furono ` a far parte della diviabolite, entro sione amministrativa di Cagliari. Nel ` a far parte della ricostituita 1859 torno provincia; nel corso del secolo crebbe ulteriormente, tanto che il suo abitato finı` per confondersi con quello del confinante San Pantaleo per cui nel 1905, con decreto reale, i due villaggi furono uniti dando vita all’attuale Dolianova (=).

della fine del secolo veniva amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Alla conquista aragonese quando ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1324, unitamente a tutta la cura` toria, fu concesso in feudo a Nicolo Carroz, Bartolomeo Subirats e Gugliemo Montgry. Nei decenni successivi condivise le vicende feudali degli altri villaggi della Barbagia di Seulo, ` a Giofino a quando nel 1352 passo vanni Carroz che lo unı` al suo feudo di Mandas. Scoppiata la guerra tra Aragona e Arborea, nel 1365 fu occupato dalle truppe arborensi; ma la sua po` ad abbandonarlo polazione comincio ` e prima della fine del secolo si spopolo completamente.

Siciliani, Domenico Ufficiale di car` 1879-Roma?, 1938). Prese riera (Ciro parte alla guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale; dopo Caporetto fu nominato direttore dell’Ufficio stampa e propaganda e nel 1918 com` il Bollettino della vittoria. Propilo mosso generale, nel 1929 fu nominato governatore della Cirenaica. Nel 1935 prese parte alla campagna d’Etiopia e infine fu nominato comandante del corpo d’armata di Roma. Durante le ‘‘Celebrazioni sarde’’ del 1937 era stato chiamato a celebrare La brigata Sassari e il generale Carlo Sanna, ora in Atti delle celebrazioni sarde 1937, 1938.

Siciliano Villanueva, Luigi Storico del diritto (Palermo 1869-ivi 1916). Intrapresa la carriera universitaria, divenne un rinomato studioso di diritto medioevale, in particolare di quello bizantino. Nel 1905 fu tra i fondatori ` storica sarda. Scrisse della Societa sulla Sardegna il capitolo Cenno storico ` di Sassari, in Monografie sull’Universita ` e degli istituti superiori, delle Universita I, 1911.

Sichi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Caduto il giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori assegnati ai Ca` ai giupraia. Alla loro estinzione passo dici d’Arborea, ma nel 1295 Mariano II ´ gia ` prima lo cedette a Pisa, cosicche

Siculenses Popolazione della Sarde-

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gna, localizzata da Tolomeo nel Sarra-

Siddi bus, accanto agli Scapitani (residenti nel territorio di Sarcapos?); secondo una parte della critica si tratterebbe di immigrati trasferitisi in Sardegna dalla Sicilia sin dal periodo repubblicano: uno dei loro villaggi potrebbe essere il Susaleus vicus, che Piero Meloni (1990) individua a Cala Pira, Vittorio Angius (1851) e Raimondo Zucca (1984) a Villasimius. [ANTONIO IBBA]

coniata nel 38 a.C. con legenda Sard(us) ` raffigurata una divinita ` con coPater e pricapo piumato e lancia, mentre una figurina in bronzo proveniente da una sepoltura nuragica rappresenta un guerriero nudo con una lancia sostenuta nella mano sinistra. Il rinvenimento di una tomba a pozzetto di cultura nuragica nelle vicinanze dell’area sacra dimostrerebbe, pertanto, la preesistenza di un importante luogo di culto frequentato dalla popolazione indigena della Sardegna prima dell’avvento di Cartagine sul finire del secolo VI a.C. Sembra assodato che il sincretismo religioso sia stato favorito e rafforzato in seguito al dominio cartaginese, volto ad assicurare un duraturo rap` con le tradizioni porto di continuita precedenti, in funzione dello sfruttamento delle risorse minerarie del cir` estremacondario. In questo senso e mente indicativa un’affermazione di Pausania, secondo la quale una statua in bronzo di Sardo fu inviata nel tempio di Apollo a Delfi «dai barbari di Occidente che abitano la Sardegna». [MI-

Sid Divinita` di origine fenicia nota sin dal secolo VII a.C. nella costa siro-palestinese come componente di nomi di ` (in fenicio Sd). Pur presente a divinita Cartagine, dove il nome si trova nelle forme composite come Sid-Melqart o ` conosciuto attualSid-Tinnit, il dio e mente soprattutto grazie alla consistente documentazione proveniente dalla Sardegna. Inizialmente attestato ` nell’onomastica come MLKSD ‘‘Sid e re’’ e BDSD ‘‘per mano di Sid’’, questa `e ` stata per lungo particolare divinita tempo venerata nel santuario di Antas, dove numerose iscrizioni di carattere religioso ed ex voto evidenziano un’identificazione di Sid col dio eponimo Sardus Pater. Gli epiteti ‘‘potente’’ e ‘‘padre venerabile’’ contribuiscono a caratterizzare gli aspetti precipui di ` Sid tra i quali emerge quello di divinita guaritrice che elargisce i benefici attraverso l’intermediazione di figure divine minori quali Horon e Shadrafa spesso raffigurate negli ex voto offerti dai fedeli di cui rimangono unicamente le basi marmoree inscritte. Il significato del nome, oltre a essere probabilmente accostabile al nome della ` fenicia di Sidone, puo ` essere ricitta condotto alla radice semitica del verbo ` da no‘‘cacciare’’. A questo proposito e tare che tra le offerte materiali recuperate nell’area sacra del tempio punico e romano di Antas figurano numerosi esemplari di giavellotti in ferro. Nella stessa moneta del praetor Azio Balbo

CHELE GUIRGUIS]

Siddi Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 785 abitanti (al 2004), posto a 184 m sul livello del mare una quindicina di chilometri a oriente di Mogoro. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 11,02 km2 e confina a nord con Ussaramanna, a est con Pauli Arbarei, a sud con Lunamatrona e Collinas e a ovest con Gonnostramatza. Si tratta di una parte delle fertili colline ` a ovest e a della Marmilla, che pero nord del paese si sollevano e si uniscono a formare una piccola giara, analoga a quelle di Gesturi e di Serri (altipiano con i bordi rocciosi), nota come

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Siddi Pranu Siddi, 366 m sul livello del mare. ` collegato alla piu ` importante Il paese e strada della regione, la Villamar-Usellus, da una breve bretella, che conti` alta nua poi, aggirando la parte piu della giara, per Gonnostramatza e Mogoro. & STORIA Il territorio conserva testimonianze archeologiche riferibili al` prenuragica, nuragica e punica, l’eta ` derivato da una ma il centro attuale e statio romana eretta lungo la via che da Usellus conduceva a Cagliari. Nel Medioevo apparteneva al giudicato d’Arborea compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la caduta del giudicato S. fu governato direttamente da funzionari reali unitamente a tutta la Marmilla. Nel 1421 fu incluso nei territori concessi in feudo a Raimondo Guglielmo Moncada e confiscati nel 1454 al di lui figlio. Poco dopo il villaggio e il vasto territorio furono venduti all’asta e acquistati da Simone Royg che a sua ` volta li rivendette a Pietro di Besalu genero del conte di Quirra. Le sue vicende patrimoniali sono ben note, S. fu compreso in quella parte della Marmilla che gli fu tolta da Dalmazio Carroz e annessa al grande feudo di Quirra nel 1477. Da questo momento il villaggio rimase inserito nel feudo di Quirra ` e nel corso dei secoli successivi passo ` e inai Centelles, ai Borgia, ai Catala fine agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Oristano. Su questo periodo verte la testimonianza di Vittorio Angius nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 473, distribuite in famiglie 127 e in case 122. Distinguevasi poi secondo lo stato domestico il totale dei maschi 243, in scapoli 137, ammogliati 97, vedovi 9; il totale delle femmine 230, in zitelle 109, maritate 100, vedove 24. Il movimento

della popolazione portava nascite 22, ` morti 14, matrimoni 3. Le malattie piu comuni sono dalle brusche variazioni atmosferiche e dalla malaria, febbri periodiche e infiammazioni al petto. Professioni. Gli uomini applicati all’agricoltura sono 150 incirca, alla pastorizia 20, ai mestieri 10. Quasi in ogni casa si ha il telajo, e si lavora in lino e lana per l’uopo della famiglia. La ` di scuola primaria non numera piu sette fanciulli. Nel paese sanno leggere e scrivere sole 6 persone. Agricol` protura. Le terre di S. sono nella virtu duttiva niente inferiori alle altre della ` di una famosa fertilita `, Marmilla, che e come la propinqua Trecenta. La quan` che annualmente si suole semitita ` di starelli 700 di grano, 150 nare e d’orzo, 200 di fave, 12 di legumi, 20 di lino. La fruttificazione comune ordina` del 12 pel grano, del 15 per l’orzo, ria e del 14 per le fave, dell’8 pe’ legumi. Il lino produce piuttosto scarsamente. ` praticata in quei tratti L’orticoltura e del terreno, che sono alla medesima idonei, e si hanno buoni frutti, quali stimansi segnatamente i melloni, i cavoli di varie specie, i pomi d’oro ecc. Il ´ ben col` molto esteso, ne vigneto non e ` comuni varieta ` di uve tivato. Le piu sono le cosı` dette nuragus, vernaccia, malvagia, bovali, mora, cannonao, moscatelli. Sebbene la manipolazione non sia molto accurata, tuttavolta i vini sono pregiati, e massimamente la malvagia, che si riconosce ottima, e che si stima moltissimo in tutto il dipartimento, che fa ottimi questi vini. Pastorizia. Nelle regioni che restano incolte si ha del pascolo per capre, pecore, e vacche, ma non sarebbe sufficiente a numerosi branchi. Il bestiame domito, che hanno per servigio i siddesi si riduce a 160 buoi per l’aratro e il carro, 30 cavalli, 120 giumenti per la macina. Il bestiame rude conta vacche

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Siddi 80, capre 300, pecore 750, porci 180». Dal 1848 S. fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di suini e ovini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale limitata ai settori alimen` poco organizzata anche tare e edile. E la rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. S. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede la Biblioteca comunale e due musei. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 824 unita di cui stranieri 2; maschi 419; femmine 405; famiglie 295. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 7 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 8. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 531 in migliaia di lire; versamenti ICI 275; aziende agricole 160; imprese commerciali 39; esercizi pubblici 3; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 10; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 201; disoccupati 74; inoccupati 51; laureati 16; diplomati 83; con licenza media 259; con licenza elementare 270; analfabeti 41; automezzi circolanti 224; abbonamenti TV 255. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e logiche risalenti al periodo nuragico: in particolare si tratta dei nuraghi Conca Sa Cresia, Corruardu, Molas, Pranu Casti, Sa Fogaia, S’Orcu e Tuvaru che formano quasi una cinta ai

bordi della Giara di S. Alcuni di questi sono integri; ma il monumento di mag` la Tomba di giganti Sa gior rilievo e Domu ’e S’Orcu, costruita in grandi blocchi di basalto e perfettamente conservata. Consta di una grande esedra ` di 18 m di corda e di un corpo con piu rettangolare con la camera funeraria ` anche lunga 15 m. Interessantissimo e ` situata nelle il sito di Tradoriu, localita vicinanze dell’abitato nella quale sono stati individuati i resti di un insediamento punico risalente al secolo IV ` poi a essere frequena.C. che continuo tato anche in epoca romana, almeno fino al secolo III d.C. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto l’assetto urbanistico tradizionale, lungo le sue viuzze si affacciano le case tradizionali in pietra completate da un cortile che comunica con la strada con un portale in pietra. Al centro dell’abitato sorge la chiesa della Visitazione di Maria Vergine, parrocchiale costruita nel secolo XVII in forme baroccheggianti. Ha l’impianto a una sola navata sulla quale si aprono le cappelle laterali e il ` con volte a presbiterio; la copertura e botte. La facciata, molto slanciata, culmina con un timpano ricurvo e tre grandi finestre, e si affaccia sulla piazza con una scalinata. Al suo interno alcune statue del secolo XVII e un grande retablo in legno scolpito del Comina. A poca distanza sorge anche la chiesa di San Michele, che fu costruita in arenaria bruna nell’ultimo ventennio del secolo XIII in forme romaniche ` gia ` risentono di qualche eleche pero mento gotico; ha un’aula a due navate scandite da pilastri ottagonali e chiuse da due absidi di cui oggi rimane solo ` quella della navata sud. La facciata e ` ed e ` arricchita da di grande semplicita due portali, uno dei quali reca scolpite nell’architrave delle figurette umane

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Siddi stilizzate, una delle quali farebbe pensare a un personaggio maschile col classico gonnellino del costume sardo. In una casa del centro storico dalla tipica architettura a corte si trova il Museo delle Tradizioni agroalimentari della Sardegna, che documenta le consuetudini locali relative all’alimentazione, in particolare la lavorazione del pane e della pasta; a breve distanza il Museo Ornitologico della Sardegna ospita 250 esemplari della fauna migratoria e stanziale che popola l’isola. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` quella festa di maggiore importanza e in onore della Visitazione di Maria (Sa Gloriosa), che si svolge il 2 luglio e dura due giorni con un nutrito programma di manifestazioni.

Siddi, Dino = Siddi, Manfredi Siddi, Lucia Storica dell’arte (n. Carbo` divenia 1954). Laureata in Lettere, e nuta funzionario del Ministero dei Beni culturali. Attualmente lavora per la Soprintendenza ai beni artistici e storici di Cagliari e Oristano; ha curato l’allestimento del Museo del tesoro di Sant’Eulalia. Tra i suoi scritti: Le arti figurative nel ’600 e ’700, in Le radici, la memoria. Le radici del Cristianesimo in Sardegna nella cultura e nell’arte, Catalogo della mostra di Cagliari, 1985; Il restauro del patrimonio artistico di Iglesias tra ideologia del ripristino e scienza della conservazione, in Iglesias. Un secolo di tutela del patrimonio architettonico, 1987; La pittura e la scultura dell’Ottocento e del Novecento, in Pinacoteca nazionale di Cagliari, I, 1988; Le opere scultoree, in La Corona d’Aragona. Un patrimonio comune per Italia e Spagna (secc.XIV-XV), Catalogo della mostra di Cagliari, 1989; La diffusione dell’iconografia della Madonna di Trapani a Cagliari e nella Sardegna meridionale, in Cagliari. Omaggio a una ` , 1990; La chiesa di San Michele in citta

Cagliari, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza ai beni ambientali, artistici e architettonici di Cagliari e Oristano’’, 1991; Il restauro dell’altare di S. Antioco nel Duomo di Iglesias, ‘‘Giornale della Soprintendenza ai beni ambientali, artistici e architettonici di Cagliari e Oristano’’, 1991; I retabli di Maracalagonis, Sanluri e dei consiglieri di Cagliari: analisi storica e iconografica, in La pittura del ’500 a Cagliari e provincia, Catalogo della mostra di Cagliari, ` 1992; La pittura del ’500, in La societa ` spagnola (a cura di Fransarda in Eta cesco Manconi), I, 1992; Gli organi storici di Tuili e S. Pio X a Cagliari, in Gli organi storici restaurati, 1992; La scenografia sacra dell’apparato liturgico, in Argenti, arredi sacri e profani della Sardegna sabauda, Catalogo della mostra di Cagliari, 1994; L’affresco dell’arbor vitae nell’ex cattedrale di San Pantaleo a Dolianova (con E. Borghi, e M.C. Cannas), 1994; L’affresco di Dolianova: lettura iconografica attraverso il restauro, in Arbor vitae nell’ex cattedrale di S. Pantaleo di Dolianova, 1995; Gli arredi nel complesso gesuitico di San Michele, in Il restauro della chiesa di San Michele, 1995; Gli organi storici cagliaritani. Problemi di tutela e di valorizzazione, in Un organo, i suoi dintorni, 1995; Dipinti e restauri. La pittura in Sardegna dal Paleocristiano al XIX secolo (con L. Figari), nella collana ‘‘Quaderni di Viaggio’’, 1996; La villa e le sue collezioni d’arte. Stile aristocratico e sentimento borghese, in Orri, reggia segreta di Sardegna, 1996; La storia dei restauri, in Gli affreschi absidali della cattedrale di S. Pantaleo in Dolianova, 1997; L’iconografia del Cristo gotico doloroso nelle province di Cagliari e Oristano, in Crocifissi dolorosi, Catalogo della mostra, 1997; La tutela delle campane antiche nelle province di Cagliari e Oristano, in Atti del Convegno ‘‘Cam-

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Siddi pane e sonazzos’’, 1998; L’altare del Rosario e i suoi misteri, in Selargius. L’altare del Rosario nella chiesa della Beata Vergine Assunta, 1998; Por gloria de Dios. I parati liturgici del Duomo di Ales, in Paramenti sacri. Tessuti serici del Duomo di Ales, 1998.

Siddi, Manfredi (detto Dino) Atleta, dirigente sportivo e poeta (Sassari 1918` faivi 2000). Fratello maggiore del piu ` negli anni Trenta a moso Tonino, inizio praticare l’atletica leggera nel mezzofondo raggiungendo buoni risultati in campo regionale. Nel dopoguerra, ac` affermati come Piercanto ad atleti gia luigi Dessy (7,20 m nel lungo), Salvatore Varrucciu, Gianpaulo Del Fabro, allestı` in poco tempo una formidabile squadra femminile che rimase ai vertici regionali per qualche anno; produsse fra l’altro una primatista nazionale juniores (Lina Biddau nel salto in alto con 1,53 m) e una campionessa italiana di III serie negli 800 m (Marcella ` di allenatore si Lay). Alla sua attivita devono altri atleti che si distinsero in campo nazionale, soprattutto nel mezzofondo, la sua vecchia passione (Gianfranco Mela, nazionale juniores, Franco Carta, Gigi Giua, Pierfranco Marchisio, l’astista Mauro Doppiu ecc.). Coordinatore provinciale presso il Provveditorato agli Studi di Sassari in un periodo di grande sviluppo dello sport studentesco, mantenne questa carica per vari anni. Nel frattempo si esprimeva con successo anche come poeta in dialetto sassarese; numerose le sue affermazioni nei concorsi lette` di rari isolani, in particolare il ‘‘Citta ` tre raccolte di versi: Ozieri’’. Pubblico ` rimunı` Pusaddu i ra pidrissa, 1972; Pa `lu, s.d.; Lu sonu di ri fiori, 1991. un cuzzo Manlio Brigaglia ha scritto che la sua ` «operazione soprattutto di poesia e memoria, distillazione del sentimento

che ne cimenta la purezza e la resistenza». [GIOVANNI TOLA]

Siddi, Tonino Atleta (Sassari 1923-ivi ` grande 1983). Definito spesso ‘‘il piu ` a praticare gioatleta dell’isola’’, inizio vanissimo il mezzofondo insieme al fratello Dino nell’ambito di una numerosa famiglia di atleti. Nei primi anni era tesserato per la SEF Torres e gareggiava negli 800 m e 1500 m. Dopo la ` a diparentesi della guerra si dedico ` brevi e si mise in luce in stanze piu campo nazionale la prima volta a Prato, sui 400 m vinti in 50’’2. Segnalato ` aldalla ‘‘Gazzetta dello Sport’’, passo l’Ambrosiana di Milano e ottenne un posto di insegnante di educazione fisica a Brescia grazie al grande allenatore Alessandro Calvesi. Passato al CSI ` , si qualifico ` per le Olimdi quella citta piadi di Londra del 1948, in cui ottenne la medaglia di bronzo nella staffetta 4x100. Anche la 4x400 si era qualificata, sempre con S. protagonista, ma si ` per l’infortunio di uno dei comritiro ponenti. Atleta eclettico, ottenne buoni risultati in varie discipline, ma il suo risultato migliore resta il 47’’2 nei 400 m piani stabilito a Milano nel 1949, in quel momento seconda presta` la stafzione mondiale. Nel 1950 porto fetta 4x400 alla medaglia d’argento nei campionati europei e al record italiano col tempo di 3’11’’ netti. In quel periodo era presente tra i primi 10 delle graduatorie nazionali in ben 7 ` : 100 m, 10’’5; 200 m, 21’’4; specialita 400 m, 47’’2; 400 ostacoli, 53’’9; 800 m, 1’53’’1; lungo, 6,99 m; alto, 1,83 m. Nella ` con la sua carriera, che poi continuo SEF Torres e anche fra i master over 50, fu 17 volte in nazionale, 6 volte campione italiano individuale e 8 volte nelle staffette, oltre alla partecipazione a campionati di calcio e a curiose, mitiche sfide uomo-cavallo. [GIOVANNI TOLA]

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Siddu

Siddu, Andreina Archeologa (n. sec.

di Civita dal 1383 al 1388. Documentato anche come Siffredo di Tommaso, apparteneva all’ordine dei Carmelitani ed era priore del convento di Avignone ` vequando Clemente VII lo nomino scovo nel 1383. Una volta in Sardegna rimase nel ‘‘partito’’ del papa di Avi` suo legato unitagnone che lo nomino mente a Guglielmo Arnaudi, vescovo di Galtellı`, nel quadro del tentativo di portare tutta l’isola all’obbedienza di Avignone.

del giudicato, nel 1258 il territorio fu compreso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Quando alcuni anni dopo i due rami della famiglia procedettero a un’ulteriore divisione tra di loro dei ` al ramo del propri territori, il S. passo ` l’attivita ` conte Ugolino, che vi sviluppo mineraria e diede un impulso decisivo alla fondazione di Villa di Chiesa (Iglesias). Finita con una sconfitta la guerra scatenata dai figli di Ugolino contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, alla fine del secolo XIII ` al Comune dell’Arno la curatoria passo che la fece amministrare da suoi funzionari. Dopo la conquista aragonese il suo territorio fu diviso in numerosi piccoli feudi. Scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari e fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Successivamente, completamente spopolato, fu incluso nei feudi concessi agli Otger, ai Gessa e agli Aragall. Entro la fine del secolo XV, la maggior parte di questi feudi, con la sola eccezione di quello toccato ai Gessa, finı` nelle mani degli Aragall Bellit.

Sigerro (o Cixerri) Antica curatoria del

Sighele, Scipio Sociologo e crimino-

giudicato di Cagliari. Si stendeva su una superficie di 761 km2 ed era situata a est di quella del Sulcis (Sols). Il suo territorio era montuoso e densamente popolato; aveva un’economia molto ` agrosviluppata fondata sulle attivita ` mineraria. pastorali e sull’attivita Comprendeva i villaggi di Acquafredda, Antas, Ardu, Astia, Bangargia, Baratuli, Barega, Borro, Casas, Corongiu, Domusnovas, Donisellu, Frongia, Gonesa, Gindili, Gulbisa, Margani, Massa, Musei, Pardu, Sebatzus Susu, Sebatzus Jossu, Sigulis, Siliqua, Urso, Villa Josso, Villamassargia, Villanova de Concas, Villanova de Sirussi, Xeidi. Dopo la divisione seguita alla caduta

logo (Brescia 1868-Firenze 1913). Conseguita la laurea, intraprese la carriera universitaria. Nel 1899 fu nominato professore di Sociologia presso ` di Roma e successival’Universita ` a Pisa, dove rimase fino mente passo al 1902. Quell’anno fu chiamato a inse´ nouvelle di gnare presso l’Universite Bruxelles. Irredentista, fu processato dagli austriaci. Seguace della scuola positivista di diritto penale che faceva capo a Cesare Lombroso ed Enrico ` della Sardegna negli Ferri, si occupo anni in cui essa era diventata un oggetto di studio per antropologi e criminologi come Alfredo Niceforo. Tra gli scritti su questo tema, Il brigantaggio

XX). Laureata in Lettere, collabora con la Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano. Ha scavato con A. Costa a Monte Luna di Senorbı` e ha scoperto alcuni centri punici in territorio di Settimo San Pietro. Tra i suoi scritti: Cuccuru S’Arriu. Tempio a pozzo nuragico: le stele puniche, in Tharros VIII, ‘‘Rivista Studi fenici’’, X, 1, 1982; I tempi dell’occupazione cartaginese, e Ricerche nell’abitato di Mara. Notizia preliminare della necropoli punica di San Pietro (con M.C. Paderi e G. Ugas), ` , una storia, in Villamar. Una comunita 1993.

Siffredo Religioso (sec. XIV). Vescovo

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Sigillo di Salomone in Sardegna, in Cronache criminali italiane, 1896, e La delinquenza settaria, 1897.

Sighelmi Famiglia pisana. Appartenente alla consorteria dei Gualandi, le sue notizie risalgono al secolo XII. Particolarmente legata ai Visconti, ne condivise l’ascesa in Sardegna, dove unitamente ad altre famiglie pisane ottenne grandi benefici nel corso del secolo XIII. Il primo personaggio della famiglia che seguı` i Visconti in Sardegna fu Paganello, vissuto agli inizi del secolo XIII, che unitamente ai tre figli Bartolomeo, Lamberto e Ubaldo prese parte alle imprese di Ubaldo Visconti nei giudicati di Cagliari e di Arborea. I tre continuarono a rimanere legati ai Visconti e nel 1238 furono nominati dal giudice Ubaldo di Gallura tutori del giovane Giovanni Visconti. La famiglia perdette tutti i beni che possedeva in Sardegna alla fine del secolo, dopo l’estinzione dei Visconti.

Sighelmi, Ubaldo Cittadino pisano ` influente tra i (sec. XIII). Era il piu membri della sua casata e possedeva alcuni territori nel giudicato d’Arborea. Abile politico e fedele alleato dei ` l’ascesa di Ubaldo Visconti, assecondo Visconti junior, erede della Gallura, favorendone il matrimonio con Adelasia di Torres. In seguito fu tra i tutori del giovane Giovanni Visconti; nel 1257, dopo la caduta del giudicato di Cagliari, fu nominato castellano di Cagliari.

Sigii Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Sorgeva non lontano da Suelli. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori assegnati ai Capraia; alla loro estin` nelle mani del giudice zione passo `, Mariano II d’Arborea. Nel 1295, pero ´ lo cedette al Comune di Pisa, cosicche

` prima della fine del secolo veniva gia amministrato da funzionari pisani. Per ` circostanze non conosciute si spopolo completamente entro la fine del secolo.

Sigillo di Salomone – Boccioli di Polygonatum odoratum.

Sigillo di Salomone Genere di piante della famiglia delle Liliacee. Da sempre ritenute assenti nella flora sarda, sono state recentemente segnalate due ` specie: 1. il Polygonatum odoratum e stato segnalata da Scrugli e Grasso nella Sardegna centrale (1980) e sul Marganai da Ballero e Angiolino (1991); pianta erbacea perenne, ha il rizoma con incavi che in sezione imprimono una stella a quattro punte, che la leggenda vuole fosse un sigillo reale di Salomone; le foglie sono alterne, ellittiche, verde chiaro con pagina inferiore grigiastra; i fiori, riuniti in mazzetti penduli, sono bianchi, piccoli, tubulari con lobi verdastri che si allargano all’apice; i frutti sono bacche bluastre. Diffusa in tutta Italia nei luoghi ombrosi all’interno dei boschi, la ` astringenti e despecie ha proprieta congestionanti, lenitive e antinfiammatorie: il rizoma, applicato sui calli dei piedi, ne facilita l’estirpazione; 2. ` il s. di S. maggiore (P. multiflorum L.) e ` abbastanza simile al precedente, ed e segnalato come spontaneo solo in al-

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Siglienti cuni siti del Gennargentu ogliastrino. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Siglienti, Nino Ceramista e pittore (Sassari 1903-ivi 1929). Dopo aver fatto ` natale, si trasferı` i suoi studi nella citta a Milano per seguire i corsi della Scuola Superiore di Agricoltura, ma ` un laboratorio di cepresto vi impianto ` a garanramica. Non riuscendo pero ` tirsi consenso e mercato, si colloco come aiuto presso‘‘Caramba’’ (pseudonimo di Luigi Sapelli), allora celebre scenografo. Artista di vivace talento, ` validamente nell’ideazione S. lo aiuto e nell’allestimento delle scenografie del teatro alla Scala, ottenendo grande successo per l’eleganza del suo disegno ` del gusto. Gli storici Ale la creativita tea e Magnani ricordano gli «splendidi figurini» per l’Aida. Nel 1927 espose in una sala personale alla III Biennale di Arti decorative di Venezia tessuti e scialli ricamati su suoi disegni, e insieme ceramiche, mobili, giocattoli di legno intagliato e dipinto «dalla stilizzazione sintetica, non priva di ricordi `, futuristi». Nello stesso periodo, pero ` il suo laboratorio, non abbandono ` a proporre una moderna dove continuo rielaborazione dei prodotti dell’arte popolare sarda, entrando cosı` nel dibattito che animava il mondo artistico dell’isola tra ‘‘novatori’’ e tradizionalisti. Rientrato a Sassari, minato dalla tisi, dopo un ennesimo soggiorno a Milano morı` giovanissimo a Sassari nel 1929, a 26 anni.

Siglienti, Sergio Economista, banchiere (n. Sassari 1926). Figlio di Stefano e di Ines Berlinguer, completati i ` entrato nella suoi studi nel 1951 e Banca Commerciale Italiana e vi ha percorso una prestigiosa carriera. Dopo alcuni anni trascorsi a Washington presso il Fondo Monetario Interna` tornato in Italia per zionale nel 1969 e assumere l’ufficio di condirettore ge-

nerale della banca, di cui nel 1987 fu nominato amministratore delegato e ` stato poi dal 1990 al 1994 presidente. E presidente dell’INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni).

Siglienti, Stefano Economista, ministro (Sassari 1898-Roma 1971). Dopo la laurea si trasferı` a Cagliari. Nel 1925 fu a Roma nell’Ufficio studi del Credito fondiario sardo; antifascista, nel 1929 aderı` tra i primi al movimento clande` . La sua casa stino di Giustizia e Liberta fu uno dei punti d’incontro di molti protagonisti dell’antifascismo italiano nel ventennio fascista. Tra i dirigenti della Resistenza romana, fu arrestato dai nazisti, tenuto prigioniero prima a via Tasso poi a Regina Coeli, ma evase grazie al coraggio della moglie Ines Berlinguer (la loro storia d’amore, documentata in un volume che raccoglie parte della loro corrispondenza, stampato per una circolazione privata a cura di un gruppo di amici, era iniziata ` prima della prima guerra a Sassari gia mondiale, quando Ines era appena tredicenne e ‘‘Fanuccio’’ uno studente di 15 anni). Nello stesso 1944 aderı` al Partito d’Azione. Nominato ministro delle Finanze nel governo Bonomi subito dopo la liberazione di Roma, consultore nazionale dal 1945 al 1946, ricoprı` in seguito importanti uffici economici. Presidente dell’IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e dell’Associazione Bancaria Italiana, fu tra i firmatari, a Parigi, dell’atto di costituzione della ‘‘Federazione Bancaria Europea’’ di cui divenne anche presidente. Fece parte per due anni del Consiglio dell’econo` intitolato un mia e del lavoro. A lui e prestigioso premio istituito dal Banco di Sardegna.

Sigulis Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu com-

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Silanus preso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca e nella divisione cui alcuni anni dopo i due rami della ` al famiglia procedettero tra loro, tocco ramo del conte Ugolino. I suoi figli, sconfitti nella guerra scatenata contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, perdettero il villaggio e tutti i territori, che alla fine del XIII passarono sotto la diretta amministrazione del Comune dell’Arno. Dopo la conquista aragonese, nel 1324 fu concesso in feudo ai Marquet, che nel 1346 lo diedero in enfiteusi a Francesco ` quasi comEstaper. Nel 1348 si spopolo pletamente a causa della peste; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni e scomparve.

Sigussini Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Era posto a sud dell’attuale abitato di Sinnai. Caduto il giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai Capraia; alla loro estin` nelle mani del giudice zione passo `, Mariano II d’Arborea. Nel 1295, pero ´ lo cedette al Comune di Pisa, cosicche ` prima della fine del secolo era amgia ministrato da funzionari pisani. In po` completamente, e chi anni si spopolo dopo la conquista aragonese il suo territorio, ormai completamente deserto, ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e fu compreso nel feudo donato a Clemente Salavert nel 1328.

Silanus1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di ` non precisata. Montiferro in localita ` Estinta la dinastia giudicale, passo nelle mani del giudice d’Arborea che ´ ai suoi territori. Nel corso lo annette ` a spopolarsi e del secolo XIV comincio dopo la pace del 1388 fu abbandonato e scomparve.

Silanus2 Comune della provincia di ` Nuoro, compreso nell’VIII Comunita montana, con 2360 abitanti (al 2004), posto a 452 m sul livello del mare 13 km a est di Macomer. Regione storica: Marghine. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 48,04 km2 e confina a nord con Bortigali e Bolotana, a est con Silanus, a sud con Noragugume e Dualchi e a ovest con Bortigali. Si tratta di uno dei paesi del Marghine, allineati alla base della catena omonima nel punto in cui ha termine e lascia spazio all’altipiano di Abbasanta: hanno quindi a disposizione una parte del pendio montano, e in qualche caso anche del sovrastante altipiano di Campeda, e una parte pianeggiante di tavolato. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 129 Macomer-Nuoro, che passa a breve distanza, e da una secondaria per Dualchi; il paese ha anche una stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto MacomerNuoro. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche nuragiche e prenuragiche ma l’attuale villaggio ha origini altomedioevali. Nel Medioevo apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria del Marghine al confine col giudicato d’Arborea. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale S. e tutto il territorio furono contesi tra i Doria e gli Arborea e nella ` del secolo XIII annessi seconda meta `a al giudicato d’Arborea. Cosı` S. entro far parte dell’Arborea e nel 1378 il re, con gesto provocatorio, lo concesse in feudo unitamente a tutto il Marghine, ai De Ligia (=) nel momento in cui la guerra tra Aragona e Arborea si faceva ` dura. L’investitura non ebbe effetto piu ma, in base alle clausole del trattato di pace del 1388, il territorio sarebbe do-

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Silanus vuto passare effettivamente in mano ai ` De Ligia e solo la ripresa delle ostilita ` . Cosı` S. continuo ` a rinel 1391 lo evito manere in possesso degli Arborea fino alla caduta del giudicato. Nel 1421 en` a far parte del grande feudo contro cesso a Bernardo Centelles, il cui figlio ` nel 1439 lo cedette ai Cubello. S. pero fu cosı` unito al marchesato di Oristano e solo nel 1478, dopo la battaglia di Ma` a essere unito al grande comer, torno feudo dei Centelles. Nel corso dei se` dai coli successivi il villaggio passo ˜ iga, ai PiCentelles ai Borgia, agli Zun mentel e infine ai Tellez Giron dai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri; dal ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Nuoro e infine dal 1859 della ricostituita provincia di Sassari. Di questo periodo possediamo la vivace testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 furono notate per S. anime 1742, distribuite in famiglie 546, e in case 535. In rispetto poi dello stato domestico si distribuiva il totale de’ maschi 881, in scapoli 530, ammogliati 326, vedovi 24; il totale delle femmine 861, in zitelle 442, maritate 327, vedove 92. I numeri medi del movimento della popolazione sono di nascite 60, morti 34, matrimoni 14. Agricoltura. Sono nel silanese terre idonee a tutti i consueti diversi generi di cultura, e dove si opera con intelligenza e studio si hanno ottimi e copiosi frutti. I piani sono fertilissimi di cereali, e nelle pendici della montagna si semina l’orzo ` ordinaria con profitto. La quantita delle semenze suol essere di starelli di grano 1200, d’orzo 300, di fave 150, di legumi 60, di lino 50, di canape 20. Il grano suol rendere in comune il 10, l’orzo il 14, le fave l’8, i legumi altrettanto. L’orticoltura occupa quei terreni che si possono irrigare, e i frutti sono

assai buoni. Insieme con le specie ortensi si coltiva la meliga. Il vigneto convenientemente esteso tiene quasi tutte ` delle uve che si coltivano nelle varieta ` riparato da’ venti l’isola, e siccome e ` larghi ed otfreddi ed esposto bene da timi frutti. Se i vini non sono di pregio maggiore questo dipende dalla poca arte della manipolazione. Una piccola porzione di mosto si cuoce per sapa, ma di vino niente si brucia per acqua´ non si hanno gli istromenti vite perche e ignorasi il metodo. Pastorizia. La ` produtparte incolta del territorio e tiva di buoni pascoli, e se ne hanno a sufficienza per tutte le specie, se pure talvolta per le pioggie autunnali differite non sia ritardato il rinascimento dell’erba ne’ prati naturali. Il bestiame manso comprende buoi per l’agricoltura e pel carreggio 540, cavalli e cavalle 160, giumenti 400, majali 160. I buoi e i cavalli pascolano nel prato comunale e ne’ chiusi particolari. Il bestiame rude numera vacche 1500, capre 2000, pecore 7000, porci 1800. I for` , e pregio, maggi sono di qualche bonta non ostante che l’arte sia poco saggia». Quando poi nel 1927 fu istituita la pro` a farne parte. vincia di Nuoro, S. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, ma anche di ovini e caprini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando discretamente anche ` industriale nei settori della l’attivita fabbricazione della calce, dell’edilizia, ` modesta anche la rete di alimentare. E distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la tessitura ` colledi pregiati tappeti. Servizi. S. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, me-

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Silanus dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2414 unita di cui stranieri 3; maschi 1194; femmine 1220; famiglie 824. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 29 e nati 14; cancellati dall’anagrafe 28 e nuovi iscritti 29. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 318 in migliaia di lire; versamenti ICI 731; aziende agricole 207; imprese commerciali 119; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 61; ambulanti 9. Tra gli indicatori sociali: occupati 708; disoccupati 55; inoccupati 179; laureati 35; diplomati 312; con licenza media 687; con licenza elementare 761; analfabeti 90; automezzi circolanti 822; abbonamenti TV 639.

Silanus – Chiesa e nuraghe di Santa Sabina.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricchissimo di testimonianze ritorio e archeologiche che documentano la ` dell’insediamento delcontinuita l’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo appartengono le domus de janas di Ordari, S’Ispiddosu, Sos Furreddos, tutte scavate nella roccia e di grande interesse scientifico. Ma le testimonianze di maggiore rilievo sono quelle del periodo nuragico, in particolare si tratta dei nuraghi Abri-

&

les, Benarigonzu, Columbos, Contonale, Corbos, Cunculos, Curtu, Giorzi Tile, Murartu, Muros, Navras, Oreddo, Orolio, Ortu, Padru Pedru, Partizione, Ruju, Sa Itria, Sa Maddalena, Sa Menta, Sa Mura ’e S’Ulimu, Santa Sarbana, Santu Iorzi Oinu, Santu Marcu, Sa Tuera, S’Eligogu, S’Inzamo, Sorene, Sorighes, Sos Pasciales, Su Furrighesu, Su Malacorru, Zoddoro. Molti di questi sono in ottime condizioni di conservazione. Al periodo nuragico appartengono anche le Tombe di giganti di Bolide, Lechiri, Madrone, Mercuri, Murartu, Mura Ruja, Muros Rujos, Navras, Oreddos, Padru, Pedralonga, Santu Iorzi Oinu, Sa Mura ’e Mesu, Santa Sarbana, Tippari e Zoddoro: come si vede dai nomi si trovano ` dell’omonimo quasi tutte in prossimita ` interessante e ` il nuraghe. Il sito piu ` sicomplesso di Santa Sabina, che e ` tuato a poca distanza dall’abitato ed e costituito da un nuraghe, da un pozzo sacro con la volta a tholos e da una Tomba di giganti che sorgono contigui a una chiesa tuttora in uso, e costitui` scono cosı` un modello di continuita nella frequenza di un luogo di culto. La chiesa, edificata presumibilmente tra il X e l’XI in forme che denotano il passaggio dai modelli bizantini al Romanico, ha tre vani absidati di cui il centrale sostiene una cupola. Molto in` anche il nuraghe Materessante e drone, posto a poca distanza dall’abi` alto piu ` di tato: del tipo a torre unica, e 12 m; da un andito con garitta si accede all’ambiente centrale, con volta a tholos perfettamente conservata. Attraverso una scala intramurale si accede quindi all’ambiente superiore, anch’esso a tholos e intatto. Tra le Tombe ` interessante e ` quella di giganti la piu detta di Pedra Pinta, situata in prossi` dell’abitato. Ha l’impianto clasmita sico per questo tipo di monumento:

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Silanus consta di un’ampia esedra semicircolare (non molto ben conservata) dalla quale si accede a un lungo corpo rettangolare ottenuto con grandi lastre ortostatiche. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato l’assetto tradizionale con le grandi case in pietra ingentilite da balconate in legno lungo stradine contorte che fanno capo alla chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Antonio Abate e posta sulla strada principale. Non molto lontana la chiesa di Santa Croce, affacciata su una piazza: fu costruita nel secolo XV in forme aragonesi e successi` riprese. Alvamente modificata a piu ` San tro edificio di grande interesse e Lorenzo, che sorge alla periferia del paese; fu edificata in forme romaniche ` del secolo XII dai Cinella prima meta stercensi che si servirono di maestranze fatte arrivare dalla Francia. Ha una navata absidata con copertura in legno e la facciata arricchita da un campaniletto a vela; al suo interno si conservano tracce di affreschi risalenti al secolo XIV, si riconoscono figure di santi tra cui San Cristoforo. In` anche la chiesa di San teressante e Bartolomeo, che fu costruita nel secolo ` XVII sopra i ruderi di due nuraghi ed e circondata da un complesso di ripari per i novenanti (cumbessı`as o muristenes); si trova a circa 2 km dal villaggio. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La memoria delle antiche tradizioni della ` si conserva in alcune feste comunita popolari; prima tra tutte la festa di Sant’Antonio Abate, patrono del paese, che si celebra il 16 e 17 gennaio nella piazza della parrocchiale; al termine delle cerimonie religiose del primo giorno prevede l’accensione di un ` , ottenuto sacrificando i grande falo tronchi di alcuni alberi, attorno al quale la popolazione si riunisce e si in-

trattiene fino a notte inoltrata danzando quasi a salutare la fine dell’inverno e l’imminente Carnevale. Altra ` quella di festa di grande suggestione e San Lorenzo, che si svolge il 10 agosto nella piazza principale del villaggio. Si tratta di una festa dal significato civile oltre che religioso, e infatti prevede la partecipazione dei numerosi emigrati che per l’occasione tornano a S.: nella piazza dove vengono sistemate le bancarelle (sas barraccas) per quattro giorni si alternano gare poetiche, canti a tenores e colossali mangiate e bevute che rinsaldano legami compromessi dalla lontananza. Altra importante ri` la festa di San Bartolomeo, correnza e che si tiene il 1º settembre presso l’omonima chiesetta: le manifestazioni si aprono con un veglione (su izzadorzu) dopo il quale i fedeli si trasferiscono nella chiesetta per il novenario e per il restante programma di festeggiamenti, durante i quali le cumbessı`as o (muristenes) si animano e divengono sede di residenza dei pellegrini. I festeggiamenti si concludono con un altro veglione. Va infine ricordata la rassegna di Arti e Tradizioni popolari. La manifestazione si svolge a luglio e ri` stata istituita con lo sale al 1979; e scopo di raccogliere il meglio del fol` clore sardo. Ad essa partecipano i piu qualificati gruppi in costume dell’isola e dura circa dieci giorni; prevede l’esibizione di danze tradizionali, di launeddas, fisarmoniche e altri strumenti tradizionali. Ai margini di questo vero e proprio festival sono allestite mostre di prodotti tradizionali. Di grande bel` anche il costume. L’abbiglialezza e ` costimento tradizionale femminile e tuito da una camicia di tela bianca con il collo alto ricamato e maniche molto ampie, e da una gonna plissettata di panno nero guarnita con una fettuccia color ciliegia (sa unnedda). Sopra la ca-

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Silesu micia si indossano il busto (s’imbustu) di broccato a vari colori, chiuso sul davanti con una fettuccia rossa; e la giacca (su zippone) di panno rosso guarnita con fettucce di vario colore. Sopra la gonna si indossa il grembiule di lana ` a fiori stampati (sa farda). Il tutto e completato da un fazzoletto di tibet marrone (su mucadore). L’abbiglia` costimento tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela di cotone a collo basso (su entone); e dai pantaloni di fustagno nero (sos carzones). Sopra la camicia si indossano la giacca (su corittu) di velluto nero a doppio petto, chiusa con due file di piccoli bottoni d’osso, e il gilet (sa ’este) di panno nero con bordo di fettuccia nera. L’abbiglia` completato da una berritta di mento e panno nero. D’inverno inoltre si indossano una giacca di orbace nero (su gabbanu) e un sacco lungo d’orbace usato per la campagna (su gabbanu mannu).

Silecchia, Giuseppe Ceramista (n. Porto Azzurro 1927). Formatosi alla ` perfezioscuola d’Arte di Sassari, si e nato a Faenza. Tornato a Sassari negli anni Cinquanta ha insegnato all’Istituto d’Arte, quindi ad Alghero presso il laboratorio della Scuola del Corallo e infine a Cagliari, Arte plastica presso il Liceo artistico. Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale e internazionale, ottenendo importanti riconoscimenti. Alcune delle sue ceramiche sono presenti in musei e in gal` conosciuta lerie europee; l’opera piu ` la grande fontana poliin Sardegna e croma nel chiostro interno del Padiglione dell’Artigianato di Sassari (1956): «La struttura in terracotta smaltata – hanno scritto Giuliana Altea e M a rc o M a g n a n i – ri e l a b o r a c o n ` la forma di un nuraghe, estrema liberta trasformandola in aereo traliccio, quasi un gigantesco ramo di corallo ` della animato dalla finezza e vivacita

policromia e dalla fioritura di piccoli elementi decorativi disseminati sulla sua superficie».

Silene Nome generico di piante della famiglia delle Cariofillacee. Sono presenti in Sardegna diverse specie: 1. la s. di Corsica (S. corsica), pianta perenne, succulenta, con fusti striscianti molto ramificati; le foglie sono carnose, lanceolate, ricoperte da una fitta peluria che trattiene la sabbia, che le conferisce un caratteristico aspetto polveroso; i fiori sono bianchi e il ` una capsula; endemica della frutto e Sardegna e della Corsica, cresce prevalentemente sulle sabbie e fiorisce dalla primavera all’inizio dell’estate; 2. la s. del Moris (S. morisiana); 3. la S. nodulosa; 4. la S. velutina, segnalata tra le piante di interesse comunitario; 5. la S. rosolata. Tutte queste specie sono inserite nell’elenco delle piante endemiche da sottoporre a protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Silesu, Lao Compositore (Samassi 1883-Parigi 1953). Figlio d’arte, crebbe alla scuola del padre Luigi, noto organista autore di un famoso Ballo sardo, e del maestro Allione. Precocissimo, scrisse le sue prime composizioni quand’era ancora quindicenne, e subito dopo tenne riuscitissimi concerti ` . Si perfeziono ` a Cagliari e in altre citta a Milano col Gatti, fu poi a Londra dove ` col Weiz e infine a Parigi dove fu studio allievo del D’Indy. Prima a Londra, ma poi soprattutto a Parigi, ebbe un successo folgorante. Le sue musiche gli ` a livello internadiedero una notorieta zionale e l’amabile canzonetta Un peu d’amour divenne, durante la prima guerra mondiale, la musica che ricordava ai soldati in trincea le bellezze della pace. Fu amico di Puccini, D’Annunzio, de Falla; antifascista, fu in stretta relazione con i fuorusciti ita-

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Silı` liani, ma, scoppiata la seconda guerra mondiale, fu costretto a tornare in Sardegna, andando a stabilirsi nel suo paese natale. Terminata la guerra, ` a Parigi, dove riprese la sua attitorno ` . A lui e ` intitolata una benemerita vita ` associazione culturale di Iglesias, citta con la quale ebbe numerosi rapporti, e dove dal 1963 viene organizzato un prestigioso premio annuale di giornali` aggiunto nel 1969 un presmo, cui si e mio di saggistica molto conosciuto.

Silı` Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Oristano (da cui dista 3 km), con circa 1900 abitanti, posto a 10 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, lungo il corso del Tirso. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla piana campidanese, fertile e qui particolarmente ricca di acque. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 388, che da Oristano si dirige verso Fordongianus; e dalla quale si distacca qui una traversa che raggiunge l’altra frazione di Massama. & STORIA S. e ` di origini medioevali ed era compreso nel giudicato d’Arborea e incluso nella curatoria del Campidano di Simaxis; fin da allora era famoso per la produzione delle tegole. Caduto il giudicato, nel 1410 fu compreso nel marchesato di Oristano; nel 1479, quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon, fu posto sotto l’amministrazione dei funzionari del re. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi; nel `, quando fu costituito il mar1767, pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S., nonostante le proteste dei suoi abitanti, vi fu incluso. ` dai Agli inizi dell’Ottocento passo Nurra ai Flores. ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella pro-

vincia di Oristano; dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 nella omonima ricostituita provincia. Nel 1927 perse la propria autonomia e fu unito a Oristano come frazione. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` discretamente svi` industriale. E vita luppata la rete di distribuzione commerciale. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di grande interesse sono alcuni siti riconducibili al periodo punico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato il suo assetto tradizionale con le case in mat` diri) affacciate toni di terra cruda (la alla corte alla quale si accede da un portale ad arco. Al centro dell’abitato ` posta la parrocchiale di San Pietro, e chiesa costruita nel secolo XVIII e caratterizzata da un altissimo campanile realizzato in cotto, di grande eleganza. ` significativo e ` pero ` la L’edificio piu chiesa della Maddalena, che sorge nei pressi dei resti di un convento del Seicento; fu costruita tra il 1325 e il 1350 in forme romaniche che preannunciano il passaggio al gotico. Ha una sola navata con volte a capriate e abside quadrata coperta con volte a crociera. La ` scandita in tre parti da lefacciata e ` adorna di archetti e di un sene ed e portale. Infine, posta a poca distanza ` la chiesa di San Michele, dall’abitato, e costruita nel secolo XVI e nei secoli successivi sottoposta a numerosi restauri che ne hanno alterato in parte i caratteri originari. Ha un impianto a tre navate suddivise da archi costolonati che sorreggono la volta a crociera; ` completato dal presbitel’impianto e rio sopraelevato rispetto all’aula e de-

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Siligo limitato da un grande arco trionfale a tutto sesto in trachite. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano le an` , la piu ` tiche tradizioni della comunita ` quella in onore di San Michele e nota e di San Daniele, si svolge a partire dal 6 maggio e dura tre giorni. Si apre con caratteristiche processioni con le quali si trasportano le statue dei due santi dalle rispettive chiesette alla parrocchiale dove vengono celebrate le funzioni religiose. I festeggiamenti, ricchi di manifestazioni folcloristiche, proseguono nei giorni successivi e si concludono con l’accensione di un ` in onore di San Michele. Antica e falo tradizionale la fabbricazione delle tegole in argilla, un tempo rinomate non ` oggi solo nell’Oristanese; un’attivita quasi completamente dimenticata.

Siligo Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella V Comunita tana, con 986 abitanti (al 2004), posto a 406 m sul livello del mare una trentina di chilometri a sud-est di Sassari. Regione storica: Meilogu. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 43,61 km2, comprese le frazioni di Binzamanna e S’Aspru, e confina a nord con Florinas, Codrongianos e Ploaghe, a est con Ardara e Mores, a sud con Bonnanaro e Bessude e a ovest con Banari. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, dominate dalla mole del monte Pelao (730 m) e del monte Santo (733 m). A nord del paese scorre un affluente del rio Mannu, che va a gettarsi in mare alla periferia di Porto Torres. S. si trova a breve distanza dalla superstrada Ca` collegato da una gliari-Sassari, cui e breve bretella; altre strade secondarie si dirigono a est, per raggiungere Ar-

dara, a ovest, per Banari e Ittiri; a sud, per Bessude e Thiesi. & STORIA Il centro e ` sicuramente di origini romane; nel Medioevo apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria del Meilogu. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, S., come tutto il Meilogu, cadde in mano ai Doria che dopo il 1325 ne fecero una delle basi della loro resistenza all’invasore. Nei decenni successivi e fino alla battaglia di Sanluri, S. fu teatro delle operazioni delle guerre tra Doria, Arborea e Aragona che tormentarono la Sardegna fino agli inizi del secolo XV. Soffrı` molti ` quasi completadanni e si spopolo mente; nel 1421 unitamente a una parte del territorio dell’antica curato` a far parte del grande feudo ria entro concesso a Bernardo Centelles il cui figlio Francesco Gilaberto lo vendette nel 1442 a Cristoforo Manno. Nel 1445 il ` dal Manno a Serafino di villaggio passo ˜ ans. Nei secoli successivi S. Montan ` dai Montan ˜ ans ai Cardona che si passo estinsero nel 1590. Si accese allora una lite tra Castelvı` e Alagon per la successione che si concluse nel 1597 a favore dei Castelvı` ai quali fu riconosciuto il possesso di S. e del vicino Banari. I due villaggi da quel momento divennero cosı` la base del potere del ramo cadetto dei Castelvı` cui fu anche concesso il ti` tolo di marchese di Cea; essendo pero il marchese coinvolto nell’assassinio ´ Camarassa, il villaggio nel del vicere 1669 fu confiscato. Nel 1699 il fisco lo concesse a Giovanni Battista Forteza i cui discendenti nel 1740 vi rinunciarono. Nel 1741 i due villaggi furono venduti ai Musso, ma il rapporto degli abitanti con i nuovi feudatari non fu buono a causa della loro amministrazione esosa per cui nel 1795 presero parte ai moti antifeudali. Durante i moti il Palazzo baronale di S. fu assa-

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Siligo ` lito: comunque il vincolo feudale duro fino al riscatto avvenuto nel 1838. Di questo periodo Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Secondo che trovasi nel censimento del 1846 erano allora in S. anime 841, distribuite in famiglie 206 e in case 190. In rispetto poi dello stato domestico il totale de’ maschi 425 dividevasi in scapoli 250, ammogliati 158, vedovi 17; il totale delle donne 416, in zitelle 207, maritate 155, vedove 54. Lavoravasi dalle donne in circa 160 telai per provvedere a’ bisogni della famiglia e per guadagno. La scuola primaria suole avere inscritti 15 fanciulli, ma non vi imparano a leggere se non quelli, che i genitori destinano allo studio e raccomandano particolarmente allo stesso maestro per iniziarli nella grammatica latina. Pertanto in questa scuola lasciasi di insegnare quello che ` stato prescritto e si attende a fare cio ` e che non si dovrebbe fare. Agricoltura. In varie regioni del piano sono terre molto acconcie alla cultura de’ cereali. ` ordinaria della seminaLa quantita ` di starelli 1400 di grano, 250 gione e d’orzo, 80 di fave, 50 di legumi. La frut` di 12 per 1 pel tificazione mediocre e grano, 14 per l’orzo, 10 per le fave, e altrettanto per i legumi. Parte della seminagione che trovasi entro i termini di S. appartiene ad agricoltori di Banari. Di lino si semina quanto vuolsi dal bisogno della popolazione, e si ha un frutto soddisfacente. Si semina pure della meliga, la quale produce assai, se i siti sono favorevoli. La vigna matura bene i suoi frutti, se bene espo` una copiosa vendemmia. I vini sta, e da sono piuttosto buoni, sebbene i metodi non sieno molto acconci. Si fanno vini gentili da viti particolari. I vini comuni neri, come dicono, sono men comuni ` pregiati. de’ bianchi. I primi sono piu

` questo un territorio ricco Pastorizia. E di pascoli per le diverse specie, e potrebbe la pastorizia esservi praticata in grande e con molto frutto, se si avessero metodi diversi massime se si formassero apposite mandre e parati ne’ non pochi siti, che potrebbero produrre con molta larghezza del fieno da essere riservato ai bisogni. Il bestiame rude che hanno i silighesi compren`: desi nelle seguenti specie e quantita Vacche capi 1200, capre 3500, pecore 6500, porci 1800. I formaggi sono pregiati e sarebbero venduti a prezzo molto maggiore se si fabbricassero meglio. Il bestiame manso consiste in buoi per l’agricoltura 200, cavalli e cavalle 60, giumenti 150. Si nutrono ne’ cortili circa 80 majali e molto pollame. L’api` molto ristretta, ne ´ forse il nucoltura e mero dei bugni sopravanza i 150». Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sassari, dal 1848 nella omonima divisione amministrativa e infine, dal 1859, nella ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e ovini, in misura minore di caprini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale limiuna modesta attivita tata ai settori alimentare, dei materiali ` poco organizda costruzione e edile. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. S. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede la Biblioteca comunale, un osservatorio astronomico con planetario e la Fondazione Maria Carta. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1057 unita

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Siligo di cui stranieri 20; maschi 504; femmine 553; famiglie 464. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 3; cancellati dall’anagrafe 24 e nuovi iscritti 28. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 017 in migliaia di lire; versamenti ICI 660; aziende agricole 223; imprese commerciali 56; esercizi pubblici 8; esercizi al dettaglio 20; ambulanti 8. Tra gli indicatori sociali: occupati 290; disoccupati 43; inoccupati 48; laureati 14; diplomati 137; con licenza media 294; con licenza elementare 405; analfabeti 46; automezzi circolanti 400; abbonamenti TV 366. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze riconducibili al periodo nuragico, in particolare i nuraghi Arzu, Caspiana, Conzattu, Crastula, Cunza, Iscala Chessa, Izu, Morene, Ortulu, Ponte Molino, Putturuju, San Teodoro, Santu Filighe, Scala Ruja, Tranesu, Traversa. Importante il santuario nuragico di Sant’Antonio, che si trova alle falde del monte Pelao: i resti di costruzioni messe in luce e i reperti rinvenuti nel corso di recenti scavi hanno dimostrato che si trattava di un sito religioso destinato al culto delle acque. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto urbanistico tradizionale, con ` piani che si affaccase in pietra a piu ciano lungo strade tortuose disposte alle pendici del monte Pelao. Al centro ` la chiesa di Santa Vittoria, del paese e parrocchiale costruita in forme romaniche nel Medioevo e ricostruita nel secolo XVI in forme gotiche. Nei secoli successivi ha subı`to altre modifiche, attualmente ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio. Di grande interesse sono alcuni monumenti che sor-

gono nelle campagne circostanti: tra ` noto e ` il complesso di questi il piu Santa Maria di Mesumundu; la chiesa, conosciuta anche come Santa Maria di ` situata lungo la ‘‘Carlo FeBubalis, e lice’’ al bivio per Ardara e fu donata nel 1063 da Barisone I ai monaci di ´ vi impiantassero Montecassino perche ` . L’edificio fu costruito una comunita adattando un complesso di terme tardoromane su cui erano state fatte ulte` bizantina meriori modifiche in eta diante la costruzione di un corpo cupolato. Al complesso altomedioevale i Benedettini aggiunsero le absidi in forme chiaramente romaniche. Attualmente l’edificio ha una pianta vagamente cruciforme e vi si accede da una porta posta a sud-ovest. Alle pendici del monte Santo si trova la chiesa di Sant’Eliseo. ` una piccola chiesa rupestre scavata E all’interno di un grande masso calcareo erratico (Su crastu de Santu Liseu: Il masso di Sant’Eliseo) nel quale inizialmente erano state scavate due domus de janas sovrapposte. In epoca altomedioevale la superiore fu trasformata in chiesa, consta di un vano d’ingresso trapezoidale, di un vano centrale molto ampio e di due altri ambienti con sedili e giacigli incavati nella roccia. La domus inferiore, costituita da una grande nicchia con una se` piccoli disposti a ragrie di incavi piu giera, fu utilizzata invece come cap` sono in pella funeraria; le due cavita comunicazione tramite uno stretto passaggio. In cima al monte poi, a 733 m sul livello del mare, sorge la chiesa di Sant’Elia e Sant’Enoch di monte Santo, costruita dai Benedettini nel secolo XI, lo stesso periodo in cui i monaci intervenivano a Mesumundu. Situata in una posizione panoramica che permette di spaziare sulla regione ` edificata in forme romacircostante, e niche, ha un’aula a due navate absi-

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Silio Italico date e scandite da ampie arcate pog` gianti su pilastri corti; la copertura e con volte a botte; gli interni rivelano un paramento murario in bicromia. La facciata ha un unico ingresso centinato e una finestra cruciforme che illumina la navata sinistra. A pochi chilometri dall’abitato, nel territorio che si stende tra il monte Santo e il monte Pelao, sorge la chiesa di San Vincenzo Ferrer, costruita nel secolo XVII. Ha una sola navata e la copertura con volta a botte. ` arricchita da un piccolo La facciata e rosone e da un campaniletto a vela, i muri perimetrali sono sorretti da amplissimi contrafforti. Alle falde del monte Pelao si trovano infine i ruderi del castello di Capula, fatto costruire dai Doria quando, dopo l’estinzione della dinastia giudicale di Torres, costituirono il loro stato nella parte nordoccidentale del disciolto giudicato. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il castello divenne uno dei capisaldi della loro resistenza agli invasori e nel 1347 lo cedettero a Mariano IV d’Arborea. Negli anni seguenti conti` a rimanere in mano giudicale fino nuo alla battaglia di Sanluri. Caduto il giudicato, la fortezza perse la sua funzione militare, decadde e fu abbandonata in pochi anni. Attualmente ne restano ancora pochi ruderi. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste popolari tramandano la memoria delle antiche tradizioni del villaggio; tra queste vanno ricordate quella dei santi Elia ed Enoch che si svolge il lunedı` di Pasqua presso la chiesa, dove i fedeli si recano in una tradizionale passeggiata lungo un sentiero tracciato sul fianco della monta` la gna. Altra festa di grande richiamo e sagra della salsiccia e del vino, che si svolge la prima domenica di dicembre ` occasione per gustare le tipiche ed e salsicce del luogo prodotte secondo an-

` antiche ricette. Molto interessante e che il costume. L’abbigliamento tradi` costituito da una zionale femminile e camicia di tela bianca leggermente scollata guarnita con una fascia ricamata e chiusa da due bottoni d’argento, e da una gonna di panno rosso guarnita ai bordi da pizzo nero (sa unnedda). Sopra la camicia si indossano il busto (s’imbushtu) di raso ricamato a fiori di vari colori, chiuso sul davanti con un nastro; e il corpetto (su corittu) di terziopelo viola o nero con le maniche chiuse da 12 bottoni d’argento per parte. Sopra la gonna si indossa il grembiule di seta, raso o broccato rica` commato con motivi floreali. Il tutto e pletato da un velo di tulle bianco che si porta sopra i capelli. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela bianca a collo basso e dai calzoni di cotone. Sopra la camicia si indossa il gilet (su cosso) in velluto nero a doppio petto chiuso al centro con bottoni neri di pietre dure. Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sa munneduzza) di orbace nero e le ghette (sas ghettas) dello stesso tessuto. L’ab` completato da una berbigliamento e ritta di panno nero.

Silio Italico, Tiberio Cazio Asconio Scrittore latino (25 ca.-101). Dedito al` forense e attivo political’attivita ` la sua carriera al mente, comincio tempo di Nerone; fu console nel 68 e proconsole d’Asia nel 77 sotto Vespa` alla poesia in tarda siano. Si dedico ` . Della sua produzione letteraria reeta sta il poema epico Punica, dedicato al secondo conflitto tra Romani e Cartaginesi, descritto in 17 libri. L’opera, alla quale non sono estranee fonti erudite e gli influssi poetici di Ennio e Virgilio, si caratterizza per il suo schema annalistico perfettamente rispettato. La giustificazione dell’azione romana e la continua esaltazione della forza di

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Siliqua Roma furono garanzia dell’immediato successo dell’opera e della sua conser` la celebre devazione. Nel XII libro e scrizione del duello in battaglia al tempo della rivolta antiromana del 215 a.C. che vide contrapposti il poeta Ennio e Hosto, il figlio di Ampsicora: i particolari sembrano privi di fondamento storico. I versi, di chiara impronta virgiliana, dipingono una scena ` della in cui Hosto, intuendo la gravita perdita per l’esercito romano, tenta di uccidere Ennio; ma il dio Apollo, proclamando il poeta sacro alle Muse, salva Ennio colpendo a morte Hosto con un dardo. [ANTONELLO SANNA]

Siliqua Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XIX Comunita montana, con 4114 abitanti (al 2004), posto a 66 m sul livello del mare sulla strada tra Cagliari e Iglesias. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 190,25 km 2 e confina a nord con Vallermosa e Decimoputzu, a est con Villaspeciosa e Uta, a sud con Nuxis e a ovest con Narcao, Villamassargia, Musei e un’isola amministrativa di Iglesias. Si tratta di una vasta regione che spazia nella vallata del Cixerri, dove si trova il paese, e scende poi a comprendere una buona porzione di monti e colline dell’Iglesiente. Il paese si trova a breve distanza dalla ` superstrada 130 Cagliari-Iglesias; ed e attraversato dalla statale 293 che da Giba si dirige verso Sanluri. S. dispone anche di una stazione lungo la linea ferroviaria Cagliari-Iglesias. & STORIA L’attuale centro abitato e ` di origine romana, edificato probabilmente lungo l’acquedotto che faceva giungere l’acqua a Cagliari. Il centro decadde nell’Alto Medioevo per rifiorire dopo il secolo XI quando i giudici

di Cagliari fecero costruire il castello di Acquafredda (=) e vi insediarono i Vittorini. Era incluso nella curatoria del Sigerro e, caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Nella successiva divisione che i due rami della famiglia alcuni anni dopo fecero tra loro, il villaggio e il castello toccarono al conte Ugolino (=). Alla fine del secolo XIII, quando i suoi figli scatenarono la guerra contro il Comune di Pisa per vendicarne la morte, il castello fu teatro della morte terribile di Vanni Gubetta, appeso alle mura in una gabbia di ferro. Alla fine del secolo il villaggio prese a essere amministrato da funzionari del Comune. Subito dopo la ` a far conquista aragonese S. entro parte del Regnum Sardiniae. Nel 1327 il villaggio fu infeudato a Pericono de ` e i suoi abitanti furono tenuti a Libia provvedere al mantenimento della guarnigione che il re pose nel castello. Negli anni successivi la popolazione ` a diminuire e nel 1348 subı` comincio altri danni a causa della peste. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, gli abitanti del villaggio si ribellarono e si schierarono con le truppe giudicali ma la guarnigione aragonese, asserragliata nel castello, resistette fino al termine delle opera` la seconda zioni. Quando poi scoppio guerra tra Arborea e Aragona, S. si ` col giudice e anche il castello schiero dopo disperata resistenza si arrese. Il territorio fino alla battaglia di Sanluri ` fu teatro delle operazioni e si spopolo quasi completamente. Terminata la guerra S. e i territori circostanti, quasi completamente spopolati, nel 1415 furono concessi in feudo a Pietro Otger che li inserı` nel grande feudo che andava costituendo tra Sigerro e Sulcis. Nei secoli seguenti il villaggio e i territori circostanti passarono dagli Otger

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Siliqua agli Aragall, ai Bellit che nel secolo XVI ne avviarono il ripopolamento, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali furono riscattati nel 1838. Di questo periodo Vittorio Angius, nella voce scritta per il Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una viva testimonianza: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in S. anime 1937, distribuite in famiglie 479 e in case 426. In riguardo poi alla condizione domestica, il totale dei maschi 1021 era distinto, in scapoli 613, ammogliati 380, vedovi 28; il totale delle donne 916, in zitelle 477, maritate 366, vedove 73. Probabilmente il numero ` inferiore al vero, e cerdelle femmine e ` accaduto errore nel numero tamente e degli ammogliati e delle maritate, che dovendo esser eguali hanno una non spregevole differenza. I numeri ordinarii del movimento della popolazione sono, nascite 70, morti 35, matrimoni ` chiusa al18. La scuola primaria resto ´ non si avea maestro, cuni anni, perche e quando fu aperta appena era frequentata da 15 fanciulli i quali profittavano nulla. In tutto il paese il numero delle persone, che san leggere e scrivere forse non oltrepassa i quaranta. Le donne lavorano ne’ telai, e si hanno di questi non meno di 420, ne’ quali si tesse la lana e il lino per servigio delle famiglie. Agricoltura. I territori di pianura, ne’ quali si possono coltivare i creali sono estesi circa 16 miglia quadrate, i quali essendo coltivati con diligente cura darebbero sussistenza a una popolazione al quadruplo della popolazione attuale; ma non si coltiva che appena il quarto, e non si produce annualmente che il solo quinto della notata superficie non montuosa. Generalmente i terreni sono di buona natura per i seminati e per le altre di´ si verse consuete culture; ma perche praticano metodi non buoni e non si

ha cura de’ lavori i prodotti sono mi` di stanori. L’ordinaria seminagione e relli 2000 di grano, 500 d’orzo, 200 di fave, 60 di legumi, 40 di lino; la fruttificazione media del grano all’8, dell’orzo al 10, delle fave all’8, de’ legumi al 6. Di lino si raccoglie annualmente da 50 a 60 cantare di stoppia. Pochi terreni in paragone di quelli che potrebbero essere impiegati sono occupati dalla orticoltura. La vegetazione delle varie spe` molto vigorosa. Pastorizia. In cie e tanta estensione di territorio nel piano e nella montagna si hanno pascoli convenienti a tutte le diverse specie di bestiame, che si suol nutrire nell’isola, e sarebbe il medesimo sufficiente per la ` del doppio, e di piu ` sussistenza di piu ancora, se si profittasse di quei terreni, dove si possono fare prati artificiali, e si tagliassero le erbe di sostanza che ` naturalmente nascono e crescono piu che in molti paesi del continente vedasi ne’ prati artificiali. Il bestiame ` aprude che si possiede da’ siliquesi e prossimativamente quanto qui notiamo: vacche 2400, governate da pastori 30, capre 2500 da pastori 20, pecore 8000 da pastori 75, cavalle 260 da pastori 7, porci 3500 da pastori 32. Le vacche non si mungono per lasciare il ` in nessuna latte al feto. Questa specie e ` prospera, che altra parte dell’isola piu sia in questo territorio. Si ammirano i grandi corpi e il robusto vigore». Nel 1821 S. fu incluso nella provincia di Cagliari; dal 1848 nella divisione amministrativa omonima e infine dal 1859 nella ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, ma anche di equini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svi` industriale luppando anche l’attivita

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Siliqua nel settore alimentare e in quelli della ` sufficienplastica e della gioielleria. E temente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera un risto` collegato da autolirante. Servizi. S. e nee e dalla ferrovia agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale.

Siliqua – Chiesa di San Giorgio. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 4234 unita di cui stranieri 2; maschi 2099; femmine 2135; famiglie 1382. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 39 e nati 28; cancellati dall’anagrafe 85 e nuovi iscritti 62. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 408 in migliaia di lire; versamenti ICI 1214; aziende agricole 421; imprese commerciali 169; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 66; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 1227; disoccupati 145; inoccupati 361; laureati 48; diplomati 499; con licenza media 1383; con licenza elementare 1145; analfabeti 181; automezzi circolanti 1403; abbonamenti TV 1073. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e

logiche riconducibili al periodo nuragico, tra le quali i nuraghi de S’Arcu, Domus de Is Perdas, Miali, Monte Oru, Nuraxi. Il territorio conserva anche alcuni siti del periodo punico: non lontano dalle rovine del castello e della chiesetta di San Pietro vennero costruiti due accampamenti militari con funzioni di controllo del territorio circostante. Vi sono infine alcune testimonianze del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato nel suo centro storico il tessuto urbanistico originale, articolato in una serie di viuzze sulle quali sono disposte le case ` diri) affacin mattoni di terra cruda (la ciate su cortili ai quali si accede da un portale ad arco; le viuzze convergono su una grande piazza sulla quale si affaccia la chiesa di San Giorgio, parrocchiale edificata nel secolo XVI in forme gotico-catalane e successivamente ristrutturata; dell’impianto originario rimangono alcune cappelle e il presbiterio. L’interno, a una navata, conserva nelle decorazioni e nelle volte delle cappelle e del presbiterio l’originario carattere gotico-aragonese; nella chiesa sono custoditi un bel crocifisso ligneo settecentesco e al` collocune argenterie. Poco distante e cato il Monte granatico, edificio del tardo Settecento un tempo adibito a deposito delle riserve di grano; sempre nel centro storico si trova la chiesa di Sant’Anna, costruita nel 1765 a breve distanza dalla parrocchiale grazie alla iniziativa di un privato. Fu realizzata in stile tardogotico, ha una navata unica arricchita da cappelle laterali e dal presbiterio in forma qua` a cadrata; la copertura della navata e priate in legno, quella delle cappelle a volta a botte. Al suo interno conserva un bel retablo settecentesco in legno intagliato e dipinto, una statua dello

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Silius stesso periodo e diversi arredi marmorei di grande eleganza. Alle porte del ` posta infine la chiesa di San paese e Sebastiano, costruita nel secolo XVII; ha l’impianto a una navata, la coper` batura con volte a botte. La facciata e roccheggiante e si conclude nella parte alta con una cornice a doppia flessione. A poca distanza dall’abitato sorgono le rovine del castello di Acquafredda e nelle campagne circostanti la chiesa di San Giacomo di Stia Orro, co` omonima probastruita nella localita bilmente nel secolo XII in forme ispirate al Romanico. Aveva una sola aula con copertura in legno a capriate e una facciata semplice arricchita da un campaniletto a vela e da un porticato. Nel corso del secolo XVII fu ristrutturata e ampliata con un presbiterio di forma quadrata e due navatelle laterali. Infine la chiesa di Santa Margherita, posta a poca distanza dall’abitato, ` delle rovine del castello; in prossimita ` in fu costruita nel Medioevo, ma ando rovina nei secoli successivi e nel Seicento fu totalmente rifatta in stile tardogotico. Ha l’impianto a una navata arricchita da due cappelle laterali e ` a volte a dal presbiterio, la copertura e ` recenti all’edificio e ` botte. In tempi piu stato addossato un porticato per le esigenze dei pellegrini durante l’annuale sagra che vi si svolge in onore della santa titolare. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la me` antiche tradizioni del moria delle piu paese; tra queste la festa di San Giorgio, il patrono, che si svolge il 23 aprile; ha un carattere meramente religioso e le cerimonie avvengono nella parroc` la festa in onore di chia. Suggestiva e Santa Margherita, che si svolge alla fine di settembre presso la chiesetta omonima, non lontano dai ruderi del castello.

Silius Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XXI Comunita montana, con 1348 abitanti (al 2004), posto a 565 m sul livello del mare una ventina di chilometri a oriente di Senorbı`. Regione storica: Gerrei. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 38,36 km2 e confina a nord con Goni, a est con Ballao, a sud con ` Gerrei e a ovest con San BaSan Nicolo silio. Si tratta di una regione di colline, intercalate da qualche punta montana (Genna Tres Montis, 770 m, monte Ixi, 839 m) e tagliate dalle valli profonde scavate dai corsi d’acqua, che fanno tutti parte del bacino idrico del Flu` collegato alla vicina stamendosa. S. e tale 387 Cagliari-Muravera da una secondaria che continua poi verso nordovest, e dividendosi in due bracci raggiunge con uno Goni e con l’altro Senorbı`. & STORIA Il territorio conserva importanti testimonianze archeologiche risalenti al periodo nuragico, ma l’at` di origini medioevali. tuale centro e Apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria del Gerrei (Galilla). Quando il giudicato scomparve, nella divisione del 1258 il villaggio fu compreso nei territori assegnati al conte di Capraia e all’estinzione ` ai giudici della sua discendenza passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa e fu amministrato direttamente da funzionari del Comune dell’Arno. Dopo la conquista ` a far parte del Rearagonese passo gnum Sardiniae ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento di potenziale ribellione nei confronti dei nuovi venuti per cui nel 1332 il villaggio con una considerevole porzione del territorio circostante fu concesso in feudo ` Carroz perche ´ lo pacificasse. a Nicolo

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Silius ` morı` nel 1347 e S. allora passo ` Egli pero a suo nipote Giovanni che negli anni successivi estese ulteriormente la sua influenza nel Gerrei. Nel periodo delle guerre tra Aragona e Arborea S. fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino al 1409. Il centro abitato, gravemente danneggiato, fu unito al feudo di Mandas. Estinti i Carroz e passato il villaggio ai Maza de Lic ¸ana, nel 1493 fu venduto, unitamente a quella parte del Gerrei che era stata di Giovanni Carroz, agli Zatrillas che cosı` ` territoriuscirono a ricostituire l’unita riale dell’antica curatoria. Nei secoli successivi S. divenne una rinomata sede di battute di caccia; i feudatari inoltre vi regolamentarono l’elezione del majore e il corpo dei barracelli. ` dagli ZatrilNel 1814 il villaggio passo las ai Vivaldi Pasqua ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la viva testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Notaronsi nel 1846 nel censimento di Sardegna per S. anime 692, distribuite in famiglie 155 e in case altrettante. Quindi il totale de’ maschi 360, distinguevasi in scapoli 231, ammogliati 112, vedovi 17; e il totale delle femmine 332 in zitelle 193, maritate 114, vedove 25. I numeri del movimento della popolazione portavano annualmente nascite 25, morti 12, matrimoni 4. In questo paese saranno circa 80 telai per i pannilini e ` lodato per sua tessilani. L’albagio e ` tura compatta, e si vende una quantita notevole di pezze. L’istruzione reli` un po’ negletta; l’istruzione prigiosa e maria nulla curata. Dopo il 1829 la ` chiusa. Non vi accorrescuola resto ` di 10 fanciulli, e dopo tanti vano piu ` nominare un solo che anni non si puo abbia in quella scuola imparato. In tutto il paese non sono 6 che sappiano leggere e scrivere. Agricoltura. Il terri-

` molto lodato per la sua torio di S. non e ` .; tuttavolta vi sono de’ siti, fertilita ` ottimo, e generalmente dove esso e ` se si sapesse coltiprodurrebbe di piu var meglio e si adattassero le coltivazioni alla varia natura dei luoghi. La ` solita a seminarsi si computa quantita in starelli di grano 410, d’orzo 120, di fave 45, di legumi 4, di lino 15. La pro` del 7 per duzione comune e ordinaria e il grano, del 10 per l’orzo, dell’8 per le fave, del 5 di seme per il lino e cantara ` praticata 18 di stoppia. L’orticoltura e da pochissimi e sopra ristrettissimi spazi di terreno. Il terreno sarebbe ottimo per le patate e darebbe un sussi` che dio al vitto; ma essi non fanno piu eran soliti di fare i loro antenati. La ` di regione piantata di viti non ha piu ` molto starelli 200. La vendemmia non e ´ i vini di bonta ` , se non abbondante, ne sia usata miglior arte della comune nella manipolazione. Pastorizia. I pascoli in questo territorio, come gli altri nel Gerrei, sono abbondanti, e sarebbero sufficienti a un numero sestuplo del vario bestiame, che ora si educa, se fossero contenuti in tanche e si facessero de’ prati naturali ne’ molti siti, ` lecito farlo. Secondo che ho nodove e tato i pastori di S., come gli altri del Gerrei, seminano qualche tratto di terreno presso le loro mandre, e devo soggiungere che non sono tanto tristi uomini, quanto sogliono essere gli altri pastori erranti, e che accadono di rado i furti di bestiame, che sono frequentissimi in altre parti. I siliesi hanno nel bestiame rude vacche 440, e mannalite 50, pecore 4200, capre 3300, cavalle ` a far parte della 112». Nel 1848 S. entro divisione amministrativa omonima e dal 1859 nuovamente della ricostituita ` del seprovincia. Nella seconda meta colo XIX la sua tradizionale economia fu trasformata dall’avvio dello sfrutta-

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Silius mento dei giacimenti minerari di cui il ` ricco. suo territorio e & ECONOMIA S. e ` uno dei pochissimi ` ancentri minerari dell’isola in cui e cora praticata l’estrazione di minerali: qui si coltivano giacimenti di fluorite, ` di base barite e calcite. Le altre attivita della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, in misura minore di caprini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale limitata ai settori mecca` poco organizzata la rete nico e edile. E di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1409 unita di cui stranieri 29; maschi 774; femmine 635; famiglie 398. La tendenza complessiva rivela un aumento della popolazione, con morti per anno 11 e nati 20; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 37. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 615 in migliaia di lire; versamenti ICI 214; aziende agricole 217; imprese commerciali 59; esercizi pubblici 6; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 332; disoccupati 31; inoccupati 70; laureati 3; diplomati 91; con licenza media 469; con licenza elementare 397; analfabeti 66; automezzi circolanti 502; abbonamenti TV 291. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche riconducibili al periodo prenuragico, in particolare alcune domus de janas scavate nella roccia. Con-

serva inoltre alcuni siti del periodo nuragico, tra i quali i nuraghi Foddi Sa Domu ’e S’Orcu e Santu Damianu, discretamente conservati. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio ha conservato i suoi caratteri urbanistici originari, con le strade strette disposte lungo il pendio di una collina, sulle quali si affacciano tipiche case in pietra completate da un vasto cortile. Al ` posta la chiesa di centro del paese e Santa Felicita e Santa Perpetua, parrocchiale costruita probabilmente nel secolo XVI ma completamente ristrutturata nel corso del Settecento e del` interessante l’Ottocento. L’edificio piu ` pero ` il castello di Sassai o di Orgoe glioso, che fu costruito poco distante dal paese dai giudici di Cagliari, presumibilmente nel secolo XII, per difendere i confini orientali del loro stato. Dopo la conquista aragonese vi fu posta una guarnigione col compito di controllare il territorio, strategicamente importante per il transito verso le zone interne e l’Ogliastra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, quando le popolazioni del Gerrei si ribellarono e fecero causa comune con le truppe giudicali, il castello fu assalito e conquistato. Nei secoli successivi, cessata la sua funzione militare, ` in rovina e fu ricoperto dalla veando ` che fosse getazione per cui si penso stato distrutto. Dopo il 1990 vi sono stati avviati importanti scavi, i ruderi sono stati liberati dalla vegetazione e attualmente la fortezza sta ripren` dendo la sua vita. Il territorio inoltre e importante per la presenza delle mi` Genna niere: situate nelle localita Tres Montis, Acqua Frida e Muscadroxiu, sono considerate per la fluorite tra ` cole maggiori d’Europa. Il sito era gia nosciuto in passato ma il suo sfrutta` stato iniziato recenmento razionale e

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Silvano ` S. Mineraria, cui temente dalla societa ` affiancata l’amministrazione resi e gionale. Il materiale scavato affluisce ` la struttura di al pozzo centrale che e ` . Nel terriraccordo di tutte le attivita torio di S. si possono ammirare grandi massi modellati dagli agenti atmosferici in forme fantastiche e di grande ` anche la suggestione. Bellissima e gola del rio Padenti, ricca di boschi impenetrabili, con alcuni ginepri plurisecolari e una sorgente di acqua perenne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI ` la memoria delle antiche tradiRicca e ` zioni in alcune feste popolari; tra le piu significative occorre segnalare quella di San Sebastiano, che si svolge il 20 gennaio e culmina nell’accensione di ` (fogaroni) nella piazza un grande falo del paese, accompagnata da canti e danze propiziatorie. Il secondo lunedı` di giugno si festeggiano le sante Felicita e Perpetua, e si organizza un nutrito programma di cerimonie religiose e di manifestazioni folcloristiche ` impordi grande richiamo. La festa piu ` antiche tante, che si riallaccia alle piu ` quella tradizioni pastorali del paese, e detta de Su Sinnadroxiu che si svolge in occasione della festa dell’Assunta; si tratta della conclusione della segnatura delle pecore, che si tiene secondo un rito antichissimo accompagnato da balli in piazza e dall’esibizione di improvvisatori in una gara poetica di grande suggestione. Di grande bellezza sono anche i costumi. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale femminile e una camicia di tela bianca (sa camisa a polanas) e da una gonna ampia di tessuto a vari colori e ornata da fiori rossi. Sopra la camicia si indossa un corsetto di broccato (su gipponeddu a giaccu) arricchito da collane e altri gioielli in filigrana e in corallo; sopra la gonna un grembiule di seta con motivi a fiore;

completa il tutto un manto di panno rosso posto sul capo e fermato da una spilla d’oro. L’abbigliamento tradizio` costituito da una caminale maschile e cia di tela bianca chiusa da polsini in filigrana e dai pantaloni bianchi di lino; sopra la camicia si indossano un panciotto di velluto nero a doppio petto con due file di bottoni di metallo, e la giacca di orbace nero; sopra i pantaloni il gonnellino di orbace nero (ragas) e le ghette dello stesso tessuto; completa l’abbigliamento la berritta in panno nero.

Silki Antico villaggio di origine medio` ormai ingloevale, il cui territorio e bato nel tessuto urbano di Sassari. Faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Nel secolo XII i giudici di Sassari vi fecero costruire un monastero, abitato da Benedettine, in cui fu redatto il famoso condaghe di San Pietro di Silki. Estinta la famiglia giudicale, il villaggio fu amministrato dal Comune ` completamente di Sassari, ma era gia spopolato prima della conquista aragonese (1323).

Silva Famiglia cagliaritana di origine spagnola (secc. XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI; i suoi membri risiedevano a Cagliari ed esercitavano tradizionalmente la professione di notaio e nel 1586 ottennero il cavalierato ereditario con un Giacomo, che ` influenti della era uno dei notai piu ` . I suoi discendenti si estinsero citta nel corso del secolo XVIII.

Silvana, santa Santa di difficile identificazione, venerata in passato a Scano ` dedicato un di Montiferro, dove le e oratorio. [ADRIANO VARGIU]

Silvano Divinita` silvestre connessa con il dio etrusco Selvan, con Faunus e con il lato agreste di Marte. Il dio era considerato signore dei boschi, protettore dell’agricoltura, custode dei confini. Il

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Silvano suo culto raggiunse la massima diffusione a Roma e nelle province tra il se` spesso associato con colo II e il III; S. e ` come i Lari, Giove, Eraltre divinita cole, Diana, Liber Pater. In ambito pro` particolarmente venerato vinciale e nell’area danubiana, nella Narbonense e nella Germania Superiore, ` scarsamente nelle altre mentre lo e province occidentali, nel Nord Africa e nell’intero Oriente greco. In Sardegna si conosce una testimonianza del suo culto in un’epigrafe frammentaria rinvenuta a Fonni, databile probabil` traianea. Nell’iscrizione mente in eta il governatore C. Ulpius Severus pone una dedica a S. e alla dea Diana, numi tutelari del nemus Sorabense, bosco sacro di Sorabile, presso l’attuale Fonni. [PIERGIORGIO FLORIS]

` limitato a Ponza. Dal 1969 il suo culto e calendari locali o particolari. ` In Sardegna Nell’isola il suo culto e stato diffuso dai ponzesi, marinai e ` conservata commercianti. A Cagliari e una sua statua nella chiesa di San Francesco di Paola. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 20 giugno a Golfo Aranci.

Silvestro Religioso (?, seconda meta` sec. XIII-Ottana 1344). Vescovo di Ottana dal 1339 al 1344. Apparteneva all’ordine dei Francescani. Fu eletto vescovo di Ottana nel 1339. Durante il suo episcopato fu eseguito il grande polittico per la cattedrale di Ottana, dove ` raffigurato unitamente al futuro egli e Mariano IV. Morı` a Ottana, poco prima del 10 giugno 1344.

Silvestro, san (in sardo, Santu Silve-

Silvano, san = Errio e Silvano, santi Silverio, san (in sardo, Santu Silveriu, Santu Silvaru) Santo martire (m. Ponza 537). Papa dal 536 al 537. Figlio del pontefice Ormisda (514-523), suddiacono, vescovo di Roma, fu eletto papa per volere del re degli Ostrogoti Teodato il 1º giugno 536. Nel dicembre dello stesso anno Roma venne occupata in nome di Giustiniano dal generale bizantino Belisario: sua moglie Antonina, Teodora moglie di Giustiniano e il diacono Vigilio accusarono d’alto tradimento il papa, per aver definitivamente allontanato il monofisita Antimo dalla carica di patriarca di Costantinopoli. S. fu deposto ed esiliato da Belisario, che al suo posto il 25 marzo 537 fece eleggere Vigilio. Richiamato a Roma da Giustiniano per essere ascoltato e giudicato, si dimise l’11 novembre 537. Esiliato nella romana e medioevale Palmaria, l’odierna isola di Ponza, morı` di stenti o, come vuole la tradizione, pugnalato su ordine di Teodora o di Antonina o di Belisario. Compatrono con il padre Sant’Ormisda di

stru, Santu Siivelthru) Santo (Roma, ?ivi 335). Papa dal 314 al 335, visse all’ombra di Costantino, pontifex maximus dei pagani e dei cristiani: l’impe` il concilio ratore e non il papa convoco di Arles (314), per porre fine allo scisma di Donato, e il primo concilio ecumenico della storia, quello di Nicea (325), dove Silvestro fu rappresentato dal legato Osio vescovo di Cordova. Non solo, ma anche le basiliche di San Pietro e di San Giovanni Laterano sor` per volere dell’imperatore sero piu che del papa. Morı` il 31 dicembre del 335, sepolto nel cimitero di Priscilla nella via Salaria, traslato da Paolo I (757-767) nella chiesa di San Silvestro in Capite. Il santo dell’ultimo giorno dell’anno, tutto bianco nell’iconogra` patrono dei muratori e degli spacfia, e capietre. Sulla sua figura sono fiorite diverse leggende, come quella che avrebbe battezzato Costantino in punto ´ di morte. Evento impossibile, perche ` quando l’imperatore morı`, lui era gia morto da quasi due anni. O come quella della Donazione di Costantino, basata

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Simala sul documento Constitutum Constantini redatto a Roma verso il 753, la cui `e ` stata dimostrata dall’umanista falsita Lorenzo Valla (1440): secondo quel documento l’imperatore conferiva al papa il primato sui metropoliti della Chiesa orientale e gli assicurava il possesso di Roma, dell’Italia e di tutta l’Europa occidentale. Documento che la Chiesa ha utilizzato per tutto il Medioevo. In Sardegna viene invocato per conoscere il futuro. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 31 dicembre.

Silvori Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di ` di Coros. Era situato in prossimita `a Ossi. Agli inizi del secolo XII entro far parte dei territori venuti in possesso dei Malaspina per via di un fortunato matrimonio. Quando la famiglia giudicale di Torres si estinse essi annetterono il villaggio al loro piccolo `, S. destato; negli anni successivi, pero cadde e prima della fine del secolo ` completamente. XIII si spopolo

Simagis, Josso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Simaxis. Sorgeva presso la chiesa di Santa Caterina di Cimagioso nelle campagne di Simaxis. Nel corso del secolo XIV la ` a trasferirsi sua popolazione comincio nella vicina Simaxis e poco dopo il 1388 ` completamente. si spopolo

Simagis de Santo Juliane Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Simaxis. Era posto in prossi` della chiesa di San Giuliano nelle mita campagne di Simaxis. Nel corso del se`a colo XIV la sua popolazione comincio ´ trasferirsi nella vicina Simaxis, sicche ` poco dopo il 1388 il villaggio si spopolo completamente.

Simala Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 388 abitanti (al 2004), posto a 155 m sul livello del mare tra le colline della Marmilla, 7 km a nord-est di Mogoro. Regione storica: Parte Montis. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 13,38 km2 e confina a nord con Ales, a est con Baressa, a sud con Gonnoscodina e a ovest con Masullas e Pompu. Si tratta di un territorio di colline basse e arrotondate: la punta mag` il monte Santuedi, 282 m. A giore e oriente del paese scorre il rio Mannu, che dopo aver formato un invaso artificiale va ad alimentare gli stagni di Marceddı`. Servito dalle strade di questa regione, caratterizzata dalla presenza di numerosi paesi vicini gli uni agli altri, S. dispone di una strada che si dirige a nord verso Curcuris, una a est verso Baressa, una a sud verso Gonnoscodina e una a ovest verso Masullas, Mogoro e la superstrada Cagliari-Sassari. & STORIA L’attuale centro abitato ha origini medioevali. Apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Parte Montis. Quando nel 1409 cadde il giudicato fu amministrato da funzionari reali e ` a far parte dei terprima del 1430 entro ritori donati a Eleonora Manrique per le sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Cosı` S. da questo momento fu incorporato nel grande feudo di Quirra; nel corso dei secoli successivi ` ai Centelles, dai Bertran Carroz passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza, di cui riportiamo questo brano significativo: «Popolazione. Nel censimento generale della popolazione dell’isola nel 1846 si notarono in S. anime 594, distri-

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Simala buite in famiglie 175 e in altrettante case. Quindi in rispetto delle condizioni domestiche era diviso il totale de’ maschi 313, in scapoli 116, ammogliati 175, vedovi 22; il totale delle donne 281, in zitelle 102, maritate 175, vedove 4. I numeri medi del movimento della popolazione sono di nascite 20, morti 14, matrimoni 3. Agricoltura. La massima parte dei terreni di S. sono ottimi per la coltivazione de’ cereali e per altre specie. Le terre, dove si ara in alternativa, formano complessivamente una superficie di giornate 1600, alle quali se aggiungansi giornate ` 90 di vigneti, e 4 per orticoltura, si avra il totale di tutta l’estensione che in que` coltivata. La quantita ` sto territorio e ordinaria della seminagione si specifica in starelli di grano 650, d’orzo 100, di fave 80, di legumi 10, di lino 25. La ` del 12 pel produzione ordinaria e grano, 14 per l’orzo, 12 per le fave, 8 per i legumi. L’orticoltura occupa, come abbiamo detto, quella piccola superficie indicata. Sono coltivate poche specie per provvisione delle particolari, e per fornire poche altre case del comune. Alcune fonti perenni servono ` prospero, all’irrigazione. Il vigneto e ` di uve e la vendemmia ha molte varieta basta alla consumazione. La manipola` poco curata e pero ` non vi sono zione e vini che sieno di pregio. Pastorizia. Nel territorio di S. sarebbe comodo per nutrire un notevole numero di bestiame, se i pascoli fossero chiusi, se nella valle in cui scorre il fiume di Usellus, si formassero de’ prati e si utilizzasse l’acqua, che scorre inutile allo stagno del Sassu. Il bestiame rude che possedono i simalesi consiste in vacche 100, pecore 1200, porci 300. Il superfluo del formaggio vendesi in Terralba per il commercio estero. Il bestiame manso numera buoi per l’agricoltura e carreggio 160, vacche mannalite 30, cavalli 20,

giumenti 112, majali 50». Nel 1821 S. fu incluso nella provincia di Oristano, dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 nella ricostituita omonima provincia. Nel 1927 perse la propria autonomia e divenne frazione di Gonnostramatza; nel se` condo dopoguerra, nel 1946, riacquisto la propria autonomia amministrativa. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano prese nuovamente a farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini e pollame. Modesta la rete di distribuzione com` collegato da aumerciale. Servizi. S. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 417 unita di cui maschi 218; femmine 199; famiglie 162. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 9 e nuovi iscritti 1. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 683 in migliaia di lire; versamenti ICI 191; aziende agricole 99; imprese commerciali 17; esercizi pubblici 2; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 6; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 117; disoccupati 21; inoccupati 20; laureati 12; diplomati 53; con licenza media 126; con licenza elementare 140; analfabeti 29; automezzi circolanti 142; abbonamenti TV 143. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un ricco patrimonio archeologico che testimonia l’insedia-

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Simanar ` prenuramento dell’uomo fin dall’eta gica; in particolare i siti delle officine per la lavorazione dell’ossidiana di Cortin’e Procus, Funtana Cadena, Pappoi, Santu Cristus, Santu Sadurru e Su ` Truncu de Su Sparau. Il loro numero e ` e la sufficiente a dimostrare l’intensita ` che per tutto il portata di un’attivita periodo neolitico fece della regione un luogo di grande importanza per gli scambi con altre culture. Interessanti sono le testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Gemussi, Senzu, Is Canalis, Serra S’Ollastru, Motroxiu Nigoba e Nuraxi. Di particolare importanza infine sono i ruderi del periodo romano a Is Luas, dove sono state trovate numerose tombe che hanno reso piatti, ceramiche, monete e altre suppellettili; altri reperti a Santa Vitalia, Santu Giuanni ` stata trovata tra e Genna Fossa, dove e l’altro una tomba a cassone di particolare importanza; e a Santu Sadurru, dove si trova una necropoli che fu probabilmente utilizzata in periodo paleocristiano e che ha restituito un discreto corredo di suppellettili. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato pres´ integro il suo tessuto urbanisoche stico, con abitazioni in pietra arricchite da portali elegantemente decorati e qualche pretenziosa palazzina ottocentesca tra cui quella della fami` decoglia Cancedda, la cui facciata e rata con interessanti ceramiche. L’edi` importante e ` la chiesa di San ficio piu `, parrocchiale costruita nel MeNicolo dioevo che ebbe l’attuale intitolazione nel 1503; successivamente fu ristrutturata e ampliata e a partire dagli inizi del Settecento praticamente ricostruita nelle forme attuali. Ha un impianto a croce latina con una navata unica e copertura con volte a botte e sul transetto una cupola quadrango-

lare. La facciata, sormontata da un timpano ricurvo in cui si aprono tre finestre, si affaccia su una scalinata imponente. A fianco sorge il campanile a canna quadrata. All’interno conserva l’altare maggiore in marmo di Franco Spazzi, alcuni altari laterali in legno policromo e alcune statue dei secoli XVII e XVIII, tra le quali una del Lonis ` anche la chiesa di (=). Interessante e Santa Vitalia, situata a qualche chilometro dall’abitato; fu costruita tra il 1902 e il 1914 nel luogo in cui sorgeva la chiesa di San Giovanni Battista, risalente alla fine del secolo XVI e diroccata. L’edificio attuale ha l’impianto a ` completata da una picuna navata ed e ` molto semcola abside. La facciata e plice ed ha un coronamento curvilineo. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` quella in le feste popolari la maggiore e onore di Santa Vitalia, che si svolge la prima domenica di ottobre e dura tre giorni; inizia il sabato, con il trasferimento della statua della santa dalla parrocchiale alla chiesa omonima. La mattina della domenica si svolge una solenne processione con la partecipazione di gruppi in costume, mentre il lunedı` a conclusione della festa la statua viene riportata in parrocchia con una solenne processione in costume. Interessanti sono anche le celebrazioni in onore di Sant’Ignazio da Laconi che, istituite di recente su iniziativa di un gruppo di fedeli, si svolgono ` poi di presso la parrocchia. A maggio e un qualche interesse una mostra fotografica che si tiene di anno in anno.

Simanar Antico villaggio di origine molto antica che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Era situato in ` di Pozzomaggiore. Nel seprossimita colo XII fu incluso nei territori passati ai Doria per matrimonio. Dopo l’estin-

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Simanes zione della dinastia giudicale, essi lo inclusero nel loro piccolo stato feudale. Dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al re d’A` a far parte del ragona, il villaggio entro Regnum Sardiniae. Scoppiata la ribel` , divenne teatro lione del 1325, pero della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e in poco tempo fu abbandonato dalla popolazione.

Simanes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Planargia. Apparteneva da tempo immemorabile ai Malaspina che, quando si estinse la famiglia giudicale, lo inclusero nel loro piccolo stato. Nel 1308 fu compreso nei territori che i Malaspina cedettero in pegno al giudice d’Arborea e che non riusci` a recuperare. Infatti dopo la rono piu conquista aragonese, nonostante le proteste dei Malaspina, il re d’Aragona ` la situazione investendo del formalizzo villaggio e dell’intero territorio della Planargia il giudice d’Arborea. Nella ` del secolo XIV S. ando ` seconda meta spopolandosi rapidamente e prima della fine del secolo era ormai deserto.

Simaxis Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVI Comu` montana, con 2189 abitanti (al nita 2004), posto a 17 m sul livello del mare 10 km a oriente di Oristano. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 27,77 km2, compresa la frazione di San Vero Congius, e confina a nord con Solarussa, Zerfaliu e Ollastra, a est con Siapiccia e Siamanna, a sud e a ovest con Oristano. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque, che ha il Tirso come confine settentrionale, ma il ter` attraversato anche da alcuni ritorio e

dei suoi affluenti di sinistra. Il paese si trova lungo la statale 388, che da Oristano si dirige verso Fordongianus; subito dopo S. se ne distacca una deviazione che piega verso sud, per Villaurbana e Usellus. Il paese usufruisce anche di una stazione lungo la linea ferroviaria Oristano-Chilivani. & STORIA Le origini di S. sono medioevali: apparteneva al giudicato di Arborea ed era il capoluogo della curatoria del Campidano di Simaxis. Caduto il giudicato, nel 1410 il villaggio fu compreso nel marchesato di Oristano e, dopo che il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon, dal 1479 prese a essere amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi; nel ` , quando fu costituito il mar1767 pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S. nonostante le proteste dei suoi abitanti vi fu incluso. Agli ` dai Nurra ai inizi dell’Ottocento passo Flores ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di ` dalla diOristano; dopo che si libero pendenza feudale, i Flores investirono una parte dei denari avuti per il riscatto nella bonifica di una grande palude che si trovava vicino al villaggio ricavandone molti ettari di buona terra su cui impiantarono la moderna azienda detta ‘‘Floriana’’. Di questo periodo Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento del 1846 sono notate sopra S. anime 506, distribuite in famiglie 141, ed in altrettante case. Distinguesi poi il totale dei maschi 250, in scapoli 134, ammogliati 209, vedovi 7, e il totale delle donne 256 in zitelle 117, maritate 109, vedove 30. I numeri del movimento della popolazione sono, nascite 20, morti 12, matrimoni 3. La prin-

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Simaxis ` l’agricipale e comune professione e coltura. Pochi attendono alla pastorizia, e pochissimi ai mestieri. In ogni ` il telajo per tessere il lino e la casa e lana all’uopo della famiglia. Alla scuola primaria concorrono, quando ` , sei fanciulli. Non si puo ` dire piu quanti finora siano esciti dalla medesima ammaestrati. Agricoltura. In que` idoneita ` a tutti i generi sto territorio e di cultura, cereali, piante ortensi, viti, alberi fruttiferi. La seminagione ordinaria si computa di starelli di grano 540, d’orzo 220, di fave 100, di ceci 30, di lino 25. La produzione suol essere del 10 pel grano, del 12 per l’orzo, del 10 per le fave, del 12 per i legumi; ma ` diminuito il frutto di quella spesso e parte del territorio, che dicesi benaji, ` volte si riversa il fiume, e ridove piu stagnandovi le acque per quindici e ` giorni fanno che le radici marcipiu scano. Pastorizia. Tanto ne’ chiusi quando riposano a maggese, quanto ` pascolo suffinelle terre aperte, vi e ` ciente pel bestiame del paese; anzi e ` vero che talvolta sovrabbonda e si puo venderne a’ Fonnesi, Sorgonesi ed altri pastori della montagna, che scendono a svernare dalle loro fredde e nevose ` la primontagne in questi climi, dove e mavera invece dell’inverno. Il bestiame rude consiste in vacche, cavalle, pecore e porci, alle quali specie ` accomodato il pascolo che produce il e suolo. La prima specie forse non su` di 120 capi, la seconda ne pera piu ` 60, la terza 1600, la quarta 300. Il avra bestiame manso comprende buoi 130 per servizio dell’agricoltura e per trasporto, cavalli 30, giumenti 130, majali 60. Si vendono i feti delle vacche nello stesso paese agli agricoltori in supplemento de’ buoi che muojono o si mandano al macello: si vendono pure i porchetti per ingrassarli a majali, e si manda in Oristano il formaggio bianco

o di cantina». Dal 1848 S. fu incluso nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 nella omonima ricostituita provincia. Nel 1928 ebbe aggregati i comuni di Ollastra e di San Vero Congius (=), e mentre il primo nel dopoguerra ha riacquistato l’autonomia, ` ancora oggi una sua frail secondo e zione. Quando nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura; l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini, in misura minore di equini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` industriale nei settori dell’edilitivita zia, della produzione di laterizi e di ali` discretamente sviluppata la mentari. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due aziende agrituristi` colche con 20 posti letto. Servizi. S. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2202 unita di cui stranieri 3; maschi 1109; femmine 1093; famiglie 675. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 19 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 43 e nuovi iscritti 51. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 463 in migliaia di lire; versamenti ICI 870; aziende agricole 246; imprese commerciali 119; esercizi pubblici 12; esercizi all’ingrosso 3; esercizi al dettaglio 32; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 570; disoccupati 77; inoccupati

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Simbilia 154; laureati 26; diplomati 206; con licenza media 663; con licenza elementare 671; analfabeti 74; automezzi circolanti 756; abbonamenti TV 576. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune importanti testimonianze del periodo prenuragico, in particolare sono da considerare le stazioni della cultura di Monte Claro di Su Cungiau de is Fundamentus e di Campu ’e Cresia. A Su Cungiau de is ` stato individuato un Fundamentus e villaggio di capanne e sono riemersi i resti di alcune capanne e una notevole ` di suppellettili. A Campu ’e quantita Cresia sono stati trovati alcuni tripodi in pietra, alcune statuette di Madre Mediterranea e moltissima ceramica di grande importanza scientifica. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico conserva le tipiche case in mattoni di terra ` diri), ingentilite dal porticato cruda (la interno (lolla) e affacciate su un cortile al quale si accede da un portale ad ` importante e ` la arco. L’edificio piu chiesa di San Simmaco papa, parrocchiale intitolata al santo pontefice che, secondo una tradizione non documentata, sarebbe nativo del villaggio. Fu costruita nel Seicento e completamente rifatta nell’Ottocento; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio; all’interno conserva un bell’altare di marmo della fine del Settecento. A poca distanza sorge il Monte granatico, edificio costruito agli inizi dell’Ottocento e completamente ristrutturato in tempi recenti. Altro edificio di ri` la chiesa di San Marco di Ollalievo e stra, situata poco distante dall’abitato; fu costruita in forme romaniche nel secolo XII utilizzando un edificio di epoca romana di cui rimane l’ambiente in laterizi che attualmente funge da cripta. In origine aveva l’im-

pianto a una sola navata completato dall’abside; la chiesa fu ampliata nel corso del secolo XVIII con la costruzione di due navate laterali. Nelle campagne prossime all’abitato si sviluppa la grande tenuta agricola Floriana, che fu impiantata agli inizi dell’Ottocento dai marchesi Flores d’Arcais che vi fecero interessanti esperienze di alleva` ad almento. In seguito l’azienda passo ` di protre famiglie, attualmente e ` Grixoni. prieta & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la memoria storica delle tradizioni del paese sono da annoverare quelle dedicate a San Simmaco. Una prima si celebra l’ultima domenica di gennaio in onore del santo pontefice che sarebbe nato, secondo la tradizione, proprio a S. I festeggiamenti si svolgono nella chiesa parrocchiale eretta nel luogo dove, secondo la stessa tradizione, sarebbe stata la sua casa natale. Alla vigilia delle cerimonie religiose, nella piazza principale del villaggio viene ` e si ha una distriacceso un grande falo buzione di fave lesse e di Vernaccia. Sempre in onore del santo viene poi celebrata una festa il 19 luglio; in questa occasione si svolgono importanti manifestazioni folcloristiche.

Simbilia Antico villaggio di origine romana. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione ` a far parte dei territori del 1258 entro amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista aragonese, il villaggio fu compreso nel Regnum Sardiniae e concesso a Pietro Sant Clement, che morı` nel 1340. Era poco popolato, ´ nello stesso anno i figli di Pietro sicche lo cedettero al fisco, che ne investı` Bernardo Ladrera. Nel 1348 soffrı` a causa ` completadella peste e si spopolo

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Simbula mente. Ulteriori danni subı` durante la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Poco dopo Bernardo Ladrera morı` senza eredi: il fisco allora, nel 1361, lo concesse nuovamente in feudo, questa volta a Gugliemo Canelles, il quale ` non riuscı` a conservarne il pospero sesso. Pochi anni dopo, scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari ed entro la fine del secolo si spo` completamente. polo

Simbranos Antico villaggio di origine romana, posto alla periferia di Bulzi. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Sviluppatosi nel se` di un monastero colo XI in prossimita benedettino, a partire dal secolo XII fu incluso nei territori passati ai Doria in seguito ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Con l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che formarono nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la conquista aragonese, avendo i Doria prestato ` a far omaggio al re d’Aragona, entro parte del Regnum Sardiniae. Scop` la ribellione del 1325, il vilpiata pero laggio divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona e subı` gravi danni. Altri ne subı` durante le successive guerre tra Aragona e Arborea. Dopo una breve occupazione da parte ` di truppe del giudice d’Arborea, torno in possesso dei Doria, che riuscirono a conservarlo fino alla battaglia di San` Doluri. Dal 1410 fu conteso tra Nicolo ria e il visconte di Narbona, Dopo al` tornare deficune vicissitudini sembro nitivamente al Doria, ma alla sua morte la decadenza del villaggio fu rapidissima, accelerata dall’abbandono del monastero da parte dei Benedettini nel 1474.

Simbula, Efisio Militare (Cagliari 1892-

Genova 1967). Completati gli studi in ` una brillante carAccademia inizio riera. Fu combattente nella prima guerra mondiale e successivamente nella guerra d’Etiopia. Scoppiata la seconda guerra mondiale fu inviato in Grecia; nei Balcani, promosso generale, ebbe il comando della base militare di Spalato. Dopo l’8 settembre del ` fedele al governo legittimo e 1943 resto ` alla cattura da parte a stento scampo dei tedeschi. Tornato in Italia prese parte alla guerra di Liberazione al comando di un corpo speciale e contribuı` alla liberazione di Genova. Finita la ` ligure dove guerra, si stabilı` nella citta fu anche eletto consigliere comunale.

Simbula, Pinuccia Franca Storica (n. Oristano 1960). Laureata in Lettere, si ` dedicata agli studi di storia medioe ` stata borsista del CNR presso evale. E l’Istituto sui Rapporti italo-iberici di Cagliari; nel 1988 ha preso parte al progetto strategico ‘‘Colombo’’ negli archivi di Barcellona. Da qualche anno insegna Storia medioevale nella Fa` di Lettere dell’Universita ` di Sascolta ` autrice di numerosi lavori su sari. E aspetti del Medioevo sardo, pubblicati su diverse riviste. Tra i suoi scritti: La caduta di Santa Igia (con P. Fabbricatore Irace), in Santa Igia capitale giudicale, 1986; Gonario II di Torres e i Cistercensi, ‘‘Rivista cistercense’’, V, 1, 1988; La capitale giudicale, in La provincia di Oristano, I, 1990; Il castello di Acquafredda. Appunti sulla vita quotidiana in una fortezza sarda nel Trecento, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVIII, 1992; Casteldoria, dote matrimoniale di Eleonora d’Arborea, ‘‘Medioevo. Saggi e rassegne’’, XVI, 1993; due capitoli, Storia e forme dell’insediamento medioevale, e Il giudicato di Arborea, entrambi in Cabras sulle sponde di Mar’e Pontis, 1995; Il bosco in Sardegna nel Medioevo, in VII

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Simeone Settimana della cultura scientifica. Uni` degli Studi di Sassari, 1997. versita

San Simeone – Il santo raffigurato in un’icona greca (1807).

Simeone, san (in sardo, Santu Simeoni, Santu Simioi) Santo (m. 107 ca.). Vescovo martire. Fino al secolo scorso erano diverse in Sardegna le chiese dedicate a San Simeone ed era diffusissimo anche il nome al maschile, al fem` l’alterato Simonetta. S. e ` il minile e nome di ben diciotto personaggi biblici. Il santo festeggiato dai sardi fu il secondo vescovo di Gerusalemme, che succedette a Giacomo il Minore e venne crocifisso sotto Traiano. Spesso confuso o ritenuto tutt’uno con San Si` limimone Apostolo. Dal 1969 il culto e tato a calendari locali o particolari. In Sardegna Patrono di Zeppara. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 18 febbraio.

Simieri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` della Trexenta. Era posto in prossimita

di Senorbı`. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti di Capraia, e alla loro ` nelle mani dei giudici estinzione passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo con´ gia ` cesse al Comune di Pisa, cosicche prima della fine del secolo veniva amministrato direttamente da Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae e fu compreso nel feudo concesso a Pietro di ` nel 1326 fu Montpavon; quando pero firmato il secondo trattato di pace tra l’Aragona e Pisa, il villaggio fu compreso nel feudo concesso al Comune di Pisa, per cui il Montpavon dovette rinunciarvi. Nel 1348 soffrı` a causa della ` quasi completapeste e si spopolo mente; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni e il Comune ne perdette la ` . In seguito, scoppiata la disponibilita seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, fu occupato dalle truppe giudicali e ` a decadere. Dopo la battaglia continuo ` a far parte del feudo di Sanluri entro della Trexenta, concesso ai De Besora. ` Estinti i De Besora, il villaggio passo agli Alagon, ma il processo di spopola` e il villaggio scommento non si arresto parve entro il secolo XVI.

Simmaco, san (o Sant’Atzeni) Santo (m. Roma 514). Papa. Nato in Sardegna (secondo una falsa tradizione secentesca in un centro prossimo al golfo di Oristano, da cui deriverebbe l’attuale toponimo Simaxis) da una famiglia pagana e battezzato a Roma, divenne dia` e, alla cono della Chiesa di quella citta morte di papa Anastasio II, venne eletto nuovo pontefice, il 22 novembre del 498. La sua nomina fu contrastata da una minoranza, sostenuta dall’imperatore goto Teodorico e fedele alla politica filobizantina del suo predecessore, vicino all’imperatore Anastasio I,

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Simo` di fede monofisita: tale parte minoritaria dell’elettorato e della curia romana contrappose allora a Simmaco un antipapa, Lorenzo, dando il via a quello che viene definito ‘‘scisma lauren` fino al 506, dopo la ziano’’, che duro convocazione di vari sinodi e una serie di infamanti accuse nei confronti di Callisto, continuamente avversato e persino processato. La sua politica – e questo fu uno dei motivi dei ripetuti ` costantemente fecontrasti – si mostro dele all’ortodossia nicena; i contrasti con il Senato furono inoltre causati dalla sua strenua difesa del principio per cui tutti gli affari della Chiesa non dovessero subire alcuna ingerenza ` di proteggere i esterna. Si preoccupo cattolici perseguitati dai sovrani ariani, tra cui i numerosi membri del clero africano esiliati dal vandalo Trasamondo, molti dei quali giunsero in Sardegna entro i primi decenni del secolo VI: questi chiesero e ottennero dal pontefice il trasferimento nell’isola delle reliquie dei Santi Nazario e Romano. A lui si devono inoltre alcune innovazioni liturgiche. Morı` il 19 luglio ` sepoltura nella basilica di 514 e trovo San Pietro. In Sardegna Patrono di Simaxis, dove viene chiamato, secondo quello che sarebbe stato il suo cognome, Santu Atzeni o Sant’Atzei. [PIERGIORGIO SPANU] Festa Si festeggia l’ultima domenica di gennaio.

scendenza si estinse nel corso del secolo XVI, lasciando una complessa situazione ereditaria.

` , Bernardo Reggente della Reale Simo ` Cancelleria (Majorca, seconda meta sec. XV-Sassari, 1546 ca.). Si trasferı` in Sardegna agli inizi del Cinquecento come avvocato fiscale. Nel 1517 fu nominato reggente della Reale Cancelle` grande prestigio; nel ria, dove acquisto ´ inte1523 svolse le funzioni di vicere rino in assenza del Villanova. Nel 1528 fu incaricato di accertare le eventuali ` di alcune famiglie sasresponsabilita saresi accusate di cattivo comportamento durante l’occupazione francese del 1527. Fu cosı` che egli, con rigore ` il processo contro i implacabile, avvio ` ai Manca e si Solinas e i Pala, si lego stabilı` definitivamente a Sassari. In stretto rapporto con la consorteria che ` della faceva capo ai Manca, approfitto sua posizione per accumulare un vistoso patrimonio feudale. Due furono ` : la ricostituzione le aree su cui punto del feudo di Monteleone, di cui a par` le tire dal 1537, anno in cui acquisto rovine del castello, riuscı` a ottenere la maggior parte del territorio entro il 1539, assumendo il titolo di signore di Monteleone e favorendone il ripopolamento; l’area costituita dai feudi di Galcerando Cedrelles, di cui era uno ´ tra il dei principali creditori, cosicche 1541 e il 1544 riuscı` ad acquistare all’asta il feudo di Uri e di Ittiri.

` Famiglia originaria di Majorca Simo

` , Giovanna Signora di MonteSimo

(secc. XV-XVI). Si trasferı` in Sardegna alla fine del secolo XV con un Bernardo, avvocato fiscale. Questi fu un brillante funzionario e un abile e spregiudicato uomo d’affari, che in poco ` il feudo di Monteleone tempo acquisto ` ; tra il 1544 e il ricostituendone l’unita ` i villaggi di Uri e Ittiri e 1546 acquisto ` si quelli di Asuni e Nureci, di cui pero disfece poco tempo dopo. La sua di-

leone e Ittiri (Sassari, dopo 1550-?, se` sec. XVI). Figlia di Gioconda meta vanni Michele, alla morte del padre ` tutti i feudi della famiglia e fu eredito posta sotto la tutela dei parenti di sua madre. Chiamata in causa per la successione dalle cugine Maria ed Eleonora, figlie dello zio Andrea, e da Sebastiano Carrello, figlio di un’altra zia sorella del padre, morı` giovanissima

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Simo` prima che la vicenda giudiziaria fosse conclusa.

Settecento, si estinse agli inizi del secolo XIX.

` , Giovanni Michele Signore di Simo

Simon, Domenico Intellettuale, pa-

` sec. Monteleone (Sassari, prima meta XVI-ivi?, dopo 1555). Figlio di Bernardo, in occasione delle sue nozze con Elena Bellit ebbe in dono dal padre i feudi di Monteleone e di Ittiri, e ` anche tutto il restante nel 1548 eredito patrimonio paterno. Negli anni che se` dai guirono, tra il 1554 e il 1555, compro Vilamarı` il restante territorio del Monteleone, ma morı` poco dopo lasciando solo discendenza femminile.

triota (Alghero 1758-Torino 1829). Fratello di Giovanni Francesco e di Matteo Luigi, laureato in Legge a Cagliari nel 1779, fu ricevuto come socio nel Colle` . Nel 1780 gio delle arti dell’Universita si trasferı` a Torino, dove fece pratica legale; nel 1782, ottenuta la nomina a vicecensore dei Monti di soccorso, ` in Sardegna. Stabilitosi a Catorno ` con Giuseppe Cossu gliari, collaboro al riordino dei Monti di soccorso: possedeva buone nozioni di agraria che ancora giovane aveva messo a frutto in un poemetto didascalico (al modo della poesia didascalica dell’Illuminismo settecentesco), Le piante, pubbli` cato nel 1772. Negli stessi anni inizio la raccolta delle fonti documentarie sulla storia sulla Sardegna, che prese a pubblicare a partire dal 1785. Purtroppo la mancanza di fondi interruppe la pubblicazione nel 1788. Durante il triennio rivoluzionario fu segretario dello Stamento militare e, molto vicino al Pitzolo, fu uno dei sei ambasciatori inviati a Torino nella delega` le Cinque domande al zione che porto re. Profondamente turbato per la mancata accoglienza delle richieste formulate dagli Stamenti, rigorosamente fedele al giuramento reso dai delegati di non tornare in patria senza la loro approvazione (o comunque senza una risposta, che la delegazione non rice´ essa fu data dal ministro vette perche ´ , non Graneri direttamente al vicere senza l’intenzione di recare offesa alla stessa delegazione), visse a Torino in ` , ridignitosa (ma durissima) poverta nunciando a una pensione che gli aveva fatto ottenere Giuseppe Manno. Morı` poverissimo e solo. Tra i suoi scritti: Trattamento sulla storia sacra dalla creazione del mondo alla nascita

Simon1 Famiglia di Bosa di probabile origine ligure (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII con Giovanni Battista, un mercante molto ricco che, sposando una Squinto appartenente ad antica famiglia della ` , si era radicato stabilmente a citta Bosa. Suo figlio Antonio, anche lui ` i villaggi mercante, nel 1736 acquisto di Samassi e Serrenti col titolo di marchese. Ma il figlio di questi, Giovanni Battista, che pure vantando un reddito di 9000 lire aveva debiti per 40 000 lire, ` di ebbe un tracollo finanziario e in piu un’occasione fu citato per risponderne e si vide sequestrare il feudo per insolvenza. Con i suoi discendenti la situa`; la famizione debitoria non miglioro glia si estinse nel 1838 con la morte di un Giuseppe, quando la procedura di riscatto del feudo non era ancora for` per eremalizzata, per cui esso passo ` ai Ricca di Castelvecchio. dita

Simon2 Famiglia di Alghero originaria dalla Liguria (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono agli inizi del secolo XVIII. I suoi membri ottennero il cava` nel 1748 lierato ereditario e la nobilta con un Domenico, tesoriere reale e viceconsole della Sicilia ad Alghero. La sua discendenza, che espresse alcuni ` protagoniste della illustri personalita storia sarda nel decennio finale del

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Simon ` Cristo, 1772; Trattenimento di Gesu sulla storia e geografia, 1772; Le piante, 1779; Scriptores rerum sardoarum , 1-3 (contengono opere di Cluverio, Sigismondo Arquer, Ludovico Muratori, il ` di Saccargia), condaghe della Trinita 1785-1788.

Simon, Giovanni Battista1 Religioso (Sassari 1723-ivi 1806). Arcivescovo di Sassari dal 1798 al 1806. Dopo essere stato ordinato sacerdote, per alcuni anni fu parroco a Ploaghe. In seguito divenne canonico turritano e nel 1772 vicario generale della diocesi. Nel 1782 dopo la morte di monsignor Incisa ` la diocesi per quasi tre anni e governo ancora, quando nel 1787 morı` monsignor Olivieri, la resse per altri tre anni. Nel 1798, infine, fu nominato arcivescovo di Sassari. Era uomo di grande livello culturale; oltre che di ` di storia e di arTeologia si occupo cheologia; ebbe il merito di rintracciare e di salvare da sicura distruzione il manoscritto dell’opera di Gian Francesco Fara. Scrisse inoltre un commento alle medaglie in possesso della diocesi e raccolse un imponente schedario, attualmente conservato nell’Archivio diocesano. Insieme agli altri ` anche una vasta prosuoi scritti lascio duzione di Lettere pastorali al clero e al popolo dell’archidiocesi di Sassari.

Simon, Giovanni Battista2 Marchese di Samassi (Bosa, ?-?, 1789). Succedette a suo padre nel 1747. Fu un pessimo amministratore e non seppe modificare la situazione debitoria ereditata dal padre, per cui ebbe un tracollo finanziario e fu spesso chiamato in causa dall’amministrazione reale per il pagamento delle somme da lui dovute.

Simon, Giovanni Francesco Sacerdote, patriota (Alghero 1762-ivi 1812). Fratello di Domenico e di Matteo Luigi, laureato in Legge nel 1782, si fece sa-

` cerdote. Buon predicatore, visito ` d’Italia fissando poi la sua molte citta residenza a Torino, dove ebbe l’amicizia e la protezione dell’autorevole cardinale Gerdil. Cosı` nel 1788 fu nominato abate di Salvenor e di Cea, nel 1790 protonotaro apostolico, nel 1791 presidente del Collegio dei Nobili di Cagliari, nel 1793 consultore canonico di Vittorio Amedeo III. Di idee liberali, ` alle riunioni segrete dei ‘‘papartecipo trioti’’ cagliaritani nel cosiddetto ‘‘triennio rivoluzionario’’ (1793-1796) e prese parte alle assemblee dello Stamento ecclesiastico. Sospettato di essere vicino a Giovanni Maria Angioy, fu esiliato nel 1796. Per quanto nel 1797 fosse stato riabilitato, fu costretto a vivere in Toscana; ma nel 1799 riuscı` a tornare ad Alghero dove, come dice Pasquale Tola, «composto l’animo a quiete, e colla dolcezza degli ameni studi ristorando i danni delle provate ` , ritorno ` a muovere i passi pel avversita fiorito sentiero delle lettere, dal quale o si era egli stesso, o i tristi tempi e l’invidia degli uomini lo avevano allontanato». Qui visse fino alla morte, avvenuta nel 1812. Tra i suoi scritti: Serie degli arcivescovi di Oristano, 1784; De laudibus Ioannis Antonii Cossu bosanensium antistitis oratio, 1786; Annunzio mortuale, 1794; Lettera al cavaliere don Tomaso de Quesada sugli illustri coltivatori della giurisprudenza in Sar` del sec. XVIII, 1801. degna fino alla meta «Rimasero inediti i suoi sermoni e una dissertazione De fontium origine da lui ` di Cagliari, letta nella regia Universita ´ fu aggregato a quel collegio di allorche filosofia e belle arti» (Tola).

Simon, Giuseppe Marchese di Sa` sec. massi (Cagliari, seconda meta XVIII-ivi 1838). Figlio di Giovanni Bat` l’investitura e durante tista, non pago gli anni dei moti angioyani tenne un atteggiamento ambiguo nei confronti

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Simon dei due schieramenti che si fronteggiavano, ma quando ebbe inizio il tracollo ` con depolitico dell’Alternos si schiero cisione con i moderati e li sostenne nell’opera di repressione degli angioyani. ` a rifiutarsi di paDopo il 1806 continuo gare l’investitura, cosa che fece final`. mente nel 1810. Morı` in tarda eta

Simon, Matteo Luigi Sacerdote, storico, patriota (Alghero 1761-Parigi 1816). Fratello di Domenico e di Giovanni Francesco, allievo del padre Luigi Soffi, dopo essersi laureato in Filosofia e Teologia a Cagliari, smise gli ` in Legge e abiti sacerdotali, si laureo divenne nel 1795 avvocato fiscale. Di ` idee liberali, prese parte all’attivita dello Stamento militare e fu vicino a Giovanni Maria Angioy; nel 1796 fu ritenuto complice della decisione che aveva portato all’uccisione del Planargia e fu espulso prima da Cagliari e poi dalla stessa Alghero assieme al padre e ` allora a Firenze; ai fratelli. Si rifugio nel 1797 fu reintegrato nel suo ufficio, ma tornato in Sardegna nel 1799 si vide ´ nel 1800 fu corifiutare l’ufficio, sicche stretto a partire dalla Sardegna e trasferirsi in Liguria e – dice il Tola – «le disse vale per sempre». Poco dopo si ` a Parigi, dove fu impiegato dal sposto governo napoleonico in diversi incarichi: fu a Savona nel 1805 come procuratore imperiale di quel tribunale, a Genova come consigliere di Corte d’Appello, e a Parma, dove fu presidente della corte speciale, nel 1812. Fu naturalizzato francese e nominato membro residente dell’Assemblea legislativa francese. Osservatore attento ` che lo circondava, ha ladella realta ` di manosciato una notevole quantita scritti di carattere storico custoditi nella Biblioteca comunale di Alghero. Tra i suoi scritti: De origine immunitatis ecclesiarum dissertatio historico-critica, 1787; La crisi politica dell’isola di

Sardegna, 1800; Memorie storico-critiche delle vicende della famiglia Simon, 1800; Notizie storiche su i viaggi dei papi in Francia, 1805; De la Sardaigne ancienne et moderne ou aperc¸ u d’un voyage statistique, critique et politique dans l’ıˆle de Sardaigne, manoscritto n. 4 nella Biblioteca comunale di Alghero; Prospetto dell’Isola di Sardegna antico e moderno disposto in forma di catechismo patrio ad uso e comodo degli istitutori e discepoli delle Scuole sarde, manoscritto n. 43 nella Biblioteca comunale di Alghero; Zibaldone sopra cose della Sardegna, manoscritto in Biblioteca comunale di Alghero; Il bombardamento di Cagliari del 1793 (a cura di Aldo Flore), 1964; Quadro storico della Sardegna durante la Rivoluzione francese (a cura di Leo Neppi Modona), 1974. Il Prospetto dell’Isola di Sardegna ` stato edito da Antonello Mattone e e Piero Sanna, sotto il titolo ‘‘Istruire ` patrie’’. Il ‘‘Prospetto dell’inelle verita sola di Sardegna’’ di Matteo Luigi Simon ` nel volume Dal mondo antico all’eta contemporanea, Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento ` di Sassari, di Storia dell’Universita 2001: «Pensato come un contributo all’educazione civile e patriottica di base delle nuove generazioni dei sardi, – scrivono i due curatori – il Prospetto, concepito ed elaborato in Liguria all’indomani del triennio repubblicano, ` che scaturiflette la nuova sensibilita riva dagli ideali rivoluzionari per la diffusione dell’istruzione pubblica e della cultura».

Simon, Palazzo Edificio che sorge ad Alghero in via Ferret. Fu fatto co` del Settestruire nella seconda meta cento da Bartolomeo Simon su un’area nella quale sorgevano costruzioni risalenti ai secoli precedenti; la costruzione progredı` lentamente e nel 1829 non era ancora finito. In stile neoclas-

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Simon Mossa sico, ha tre piani e al suo interno una ` cappella privata. Entro la prima meta ` ai Guillot, che atdell’Ottocento passo tualmente lo posseggono.

Simoncini, Andrea Ambientalista (n. Cagliari 1963). Vive e lavora a Cagliari; ` impecollabora con varie riviste ed e gnato nel dibattito sulla valorizzazione degli impianti minerari dismessi. Ha al suo attivo diversi scritti: La miniera d’argento di Monte Narba. Storia e ricordi (con S. Mezzolani), 1989; Paesaggi e architetture di miniera (con S. Mezzolani), volume XIII della collana ‘‘Sardegna da salvare’’, 1993; Storie di miniera (con S. Mezzolani), 1994; Sardegna da salvare. Archeologia industriale (con S. Mezzolani), 1995.

Simone, san (in sardo, Santu Simoni) ` uno degli apostoli Santo (sec. I). E poco conosciuti, chiamato Cananeo ´ di Cana, e lo Zelante, l’ardente perche ´ zelatore della legge di Dio, perche della setta degli zeloti (o zelanti), i conservatori delle tradizioni d’Israele. Eusebio di Cesarea (260-339) lo riferisce vescovo di Gerusalemme, fratello di Giuda Taddeo, entrambi ‘‘fratelli del Signore’’, cugini, figli di Maria moglie di Cleofa, sorella della Madonna (ma ‘‘sorella’’ in ebraico ha anche il significato di cugina). Gli storici contemporanei escludono la parentela con ` . Gli Atti dei Ss. Simone e Giuda, Gesu inattendibili, raccontano che «i due fratelli insieme percorsero le strade delle dodici province persiane». Fu eletto vescovo di Gerusalemme (62) e successivamente di Pella. Visse i tragici giorni della distruzione di Gerusa` e operata lemme (70), predetta da Gesu da Tito figlio di Vespasiano. Morı` che aveva quasi centovent’anni, crocifisso o segato verticalmente in due, nel 107, sotto Traiano. La Chiesa lo ricorda con il fratello Giuda Taddeo, insieme al quale, secondo Niceforo Callisto

(1256-1335), subı` il martirio. Patrono dei conciatori. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia la domenica di Pentecoste a Escolca, il 28 ottobre a Zeppara.

Simone de Rojas, san (o San Simeone de Rojas; in sardo, Santu Simoni Rosas,

Santu Simoni de Rosas) Santo (Valladolid, Spagna, 1552-Madrid 1624). Nato il 28 ottobre 1552, trinitario, sacerdote ` filosofia e teologia. A (1577), insegno ` la ‘‘Congregazione degli Madrid fondo schiavi del dolcissimo nome di Maria’’, al servizio dei poveri. Morı` il 29 settembre 1624. Beatificato da Clemente XIII (1766), canonizzato da Giovanni Paolo II il 3 luglio 1988. ` stato diffuso In Sardegna Il suo culto e dai Trinitari, che sono stati presenti nell’isola fino al 1803. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 28 settembre.

Simonetti, Manlio Storico del Cristianesimo (n. Roma 1926). Conseguita la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Attualmente insegna Storia del Cristianesimo antico e medioevale ` ‘‘La Sapienza’’ di presso l’Universita Roma. Sulla Sardegna (frutto anche d’un lungo periodo di insegnamento ` di Cagliari) ha scritto nell’Universita Appunti per una storia dello scisma luciferiano, in Atti del Convegno di Studi religiosi sardi, Cagliari, 1963.

Simonis, Arnaldo (o A. di Simone) Reli` sec. XIV-Ottana gioso (?, prima meta 1386). Vescovo di Ottana dal 1359 al 1386. Apparteneva all’ordine domenicano e fu nominato vescovo di Ottana nel 1359 da Innocenzo VI. Negli anni del suo lungo episcopato il territorio della diocesi fu occupato dalle truppe arborensi durante le guerre tra Aragona e Arborea e notevolmente devastato. Scoppiato nel 1378 lo scisma ` fedele al pontefice d’Occidente, resto di Roma.

Simon Mossa, Antonio Architetto (Pa41

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Simplicio dova 1916-Sassari 1971). Laureato in Architettura, dopo il periodo universitario a Firenze in cui fece importanti ` esperienze cinematografiche, esercito la sua professione a Sassari elaborando numerosi importanti progetti, tra cui quello del Museo del Costume a Nuoro, numerosi alberghi sulla costa algherese e nella Costa Smeralda (dove fece parte dello staff di architetti e artisti che ‘‘inventarono’’ lo stile neomediterraneo) e avventurose architetture nel paesaggio come la Escala del Cabirol (la scala del capriolo), un’ardita sequenza di 654 gradini scavati nell’imponente roccione di capo Caccia ad Alghero. Fu anche autore di alcune raccolte di versi in catalano per i quali fu segnalato in alcune edizioni ` di Ozieri’’. Dal 1961 del premio ‘‘Citta presidente del Centro studi algheresi, fu il protagonista del rilancio ‘‘poli` algherese. Di tico’’ della catalanita ` il ‘‘Moviidee sardiste, nel 1964 fondo mento indipendentista rivoluzionario sardo’’ e fu tra gli ideologi del cosiddetto ‘‘Terzo Sardismo’’. Fu autore di ` l’inumerosi scritti, nei quali elaboro ` di attuare in Sarpotesi della necessita degna una rivoluzione sul modello cubano. Molti altri suoi scritti furono pubblicati postumi a cura di Antonino Cambule, Renzo Giagheddu e Giampiero Marras nella raccolta Le ragioni dell’indipendentismo. Il Partito Sardo d’Azione e la lotta per la liberazione anticolonialista, pubblicato a Sassari nel ` stato dedi1984. Nell’aprile 2003 gli e cato a Sassari un convegno di studi la ` cui voluminosa raccolta degli atti e stata curata da Federico Francioni e Giampiero Marras col titolo Antonio Simon Mossa (1916-1971). L’architetto, l’intellettuale, il federalista. Dall’utopia al progetto. Tra i suoi scritti resta fondamentale l’opuscolo L’autonomia politica della Sardegna, pubblicato a Sas-

sari nel 1966, che contiene in sintesi i nodi fondamentali del suo pensiero politico. Fra gli altri: Autodeterminazione ` , ‘‘Sardee federalismo delle comunita gna libera’’, I, 1, 1971; Il Partito Sardo d’Azione e la lotta per la liberazione anticolonialista, ‘‘Sardegna libera’’, I, 2, 1971.

Simplicio, san (in sardo, Santu Simpliciu, Santu Simplichi) Santo martire che la tradizione agiografica dice venerato ` di Fausania (od. Olbia), dove nella citta avrebbe ricevuto la morte e la sepol` antica fonte che lo ricordi tura. La piu ` il Martirologio Geronimiano, che alla e data del 15 maggio ne registra la commemorazione in Sardinia, seguita in un codice del secolo X dello stesso Martirologio, dalla specificazione in civitate Fausiana. Tale precisazione in me` ricorre anche nella rito alla localita Passio Sancti Simplici, uno scarno racconto composto intorno al secolo XII che fa di S. un vescovo di Fausania – notizia, questa, priva di riscontri in altri documenti attendibili – martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano (303) mentre era governatore della Sardegna Barbarus, il medesimo praeses che compare nelle Passiones di Saturno e di Gavino, Proto e Gianuario. Pur mancando nella Passio qualsiasi riferimento topografico relativo al luogo della sepoltura, questa parrebbe da ricercarsi, per un logico fenomeno ` di culto, nella zona in cui di continuita si trova la basilica di San Simplicio, un edificio romanico sorto nell’area di ` imperiale una necropoli in uso dall’eta al secolo VI circa, estesa nel suburbio occidentale dell’antico centro abitato di Olbia. [ANNA MARIA NIEDDU] ` il santo di mesu ’e maju degli olbiesi, E titolare della chiesa romanica (sec. XI) eretta nell’area di una necropoli punico-romana, cattedrale della diocesi ` contenuta di Civita. La sua leggenda e

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Sindia nella Passione di San Saturno scritta da un monaco benedettino di San Vittore di Marsiglia nel primo quarto del secolo XII Morı` nell’era dei martiri, sotto Diocleziano, il 15 maggio 304, «trafitto di lancia per mano del governatore della Sardegna, Barbaro, venne sepolto ancora vivo». Variante della leggenda: «Colpito al petto dalla lancia di ` a morire sulla collinetta Barbaro, ando `, dove i cristiani lo ai margini della citta ` stata seppellirono e dove in suo onore e costruita la chiesa», in essa nel 1630 sono state rinvenute le reliquie, prive dell’iscrizione relativa alla depositio. Martirologio Geronimiano: «In Sardinia Simplici presbiteri». Presbitero, non vescovo. Un’edizione del secolo X riporta: «et in civitate Fausania Rosole». Un’aggiunta che ha dato origine alla leggenda del martirio subito con i compagni Diocleziano, Sisinnio, Fiorenzo e Rosola. Confusione tipica dell’agiografia: Diocleziano, Sisinnio e Fiorenzo, ricordati l’11 maggio, subirono il martirio nel 303 a Osimo nei pressi di Ancona; Rosola, ricordata il 14 settembre, africana, subı` il martirio con altri compagni a Cartagine verso il 258. Probabilmente si tratta di Santa Rosola martire a Filasiana, l’odierna Filesia in Romania. In ogni caso, tutti santi che non hanno nulla a che vedere con San Simplicio. Martirologio Romano: «A Fausania, in Sardegna, la festa di San Simplicio vescovo e martire, il quale al tempo di Diocleziano, sotto il preside Barbaro, colpito da lancia, ` il martirio». Giovanni Spano consumo (1872) ricorda «il villaggio distrutto di San Simplicio nella regione di Guspini». [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Olbia e della diocesi di Tempio Pausania. Festa Si festeggia il 15 maggio a Olbia. Un tempo era festeggiato anche a Bas-

sacutena (frazione di Tempio Pausania), Perdaxius, Sassari e Siniscola.

Sindaco Figura istituzionale introdotta nell’ordinamento del Regno di Sardegna quando nel 1771 Carlo Ema` l’editto col quale vennuele III emano nero istituiti i Consigli comunitativi. Precedentemente, il s. era il capo della ` , in genere eletto dall’assemcomunita blea dei capifamiglia, a volte sulla base di una terna di nomi, oppure (nelle ville infeudate) su designazione del ba` aragonese e poi in quella rone. Nell’eta spagnola il titolo di s. indicava – oltre ` – anche un che il capo della comunita `o rappresentante della villa, della citta degli stessi Stamenti, inviato presso ` di livello superiore (in geun’autorita nere presso il re) per esporre e sostenere le ragioni dell’istituzione che rappresentava. Con l’editto del 1771 sparirono il majore e i suoi consiglieri, sostituiti da un consiglio elettivo di giurati, alla cui guida fu posto il sindaco o giurato capo. Egli durava in carica un anno e aveva il compito di riunire il Consiglio comunitativo e sottoporre all’attenzione degli altri giurati i problemi concernenti la vita della comu` sui quali il Consiglio avrebbe donita vuto deliberare. Il sistema introdotto nel 1771 fu modificato con l’editto del 1836 e con la legge del 1848, dopo la ‘‘fusione perfetta’’. Infine, una volta proclamato il Regno d’Italia, le moda` di nomina (da parte del governo) lita del capo dell’amministrazione comunale in Sardegna furono le stesse introdotte nel resto d’Italia con la legge comunale e provinciale del 1865; con la legge comunale e provinciale del 1898 ` eletanche la carica di sindaco divento tiva.

Sindia Comune della provincia di ` Nuoro, compreso nell’VIII Comunita montana, con 1926 abitanti (al 2004), posto a 510 m sul livello del mare sulla

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Sindia strada tra Macomer e Bosa. Regione storica: Planargia. Diocesi di AlgheroBosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo semicircolare, si estende per 58,30 km2 e confina a nord con Pozzomaggiore e Semestene, a est con Macomer, a sud ancora con Macomer e con Scano di Montiferro e a ovest con Sagama e Suni. Si tratta della parte occidentale dell’altipiano di Campeda, di natura vulcanica, sul quale si levano alcune punte (monte Rughe, 666 m). A sud del paese scorre il Rio di Corte, affluente di sinistra del Temo. ` attraversato dalla statale 129 bis S. e ` che collega Macomer con Bosa, ed e servito dalla ferrovia a scartamento ridotto che ha all’incirca lo stesso percorso. & STORIA Pur conservando nel suo territorio alcuni nuraghi, l’attuale centro ` di origini medioevali. Faceva abitato e parte del giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Planargia che apparteneva ai Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale essi lo inclusero nel loro piccolo stato e nel 1308 lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea. Dopo la conquista aragonese nel 1328, S., unitamente a tutta la Planargia, malgrado le proteste dei Malaspina, fu concesso in feudo della Corona d’Aragona a Ugone II d’Arborea che la unı` formalmente al giudicato d’Arborea. Dopo la battaglia di Sanluri S. fece parte dei territori riconosciuti ai Carroz come eredi di Giovanni d’Arborea, ma quando nel 1423 Benedetta Carroz d’Arborea morı` il villaggio e la Planargia tornarono al fisco. Nel 1430 fu compreso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada che nel 1453 fu confiscato a suo figlio. Nel 1469 fu nuovamente concesso a Giovanni Vilamarı`; quando i Vilamarı` ` sotto il disi estinsero nel 1569, torno

retto controllo reale e fu abbandonato a se stesso. S. allora visse nel perenne terrore delle incursioni dei corsari ` a spopolarsi. barbareschi e comincio ` di Bosa Dopo che inutilmente la citta ` di farsi infeudare la Planargia, tento ` fanei cui territori peraltro i suoi piu coltosi cittadini andavano impiantando allevamenti, nel 1629 il villaggio ` a far parte del feudo concesso ai entro Brondo. Nel 1652 soffrı` a causa della ` quasi completapeste e si spopolo mente la diminuzione degli abitanti ` la crisi dell’amministrazione provoco feudale per cui fu tolto ai Brondo nel ` agli Olives ai 1670. In seguito S. passo quali fu sequestrato dopo il 1717. Fu infine compreso nel feudo concesso ai Paliacio nel 1756 e ad essi riscattato nel 1838. Il rapporto tra i suoi abitanti e gli ultimi feudatari fu tempestoso a ` dell’amministracausa dell’esosita zione e nel 1795 si ribellarono e aderirono ai moti antifeudali. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri; quando nel 1848 le province furono ` a far parte della diviabolite, entro sione amministrativa di Nuoro e nel 1859 della ricostituita provincia di Sassari. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento generale del 1846 si numerarono in S. anime 1351, distribuite in famiglie 344 e in case 290. Distinguevansi poi i totali secondo la varia condizione domestica, il totale de’ maschi 717, in scapoli 414, ammogliati 277, vedovi 26; il totale delle femmine 634, in zitelle 282, maritate 281, vedove 71. Ricorre qui la stessa osservazione che abbiamo fatto sopra la inesattezza delle differenze del totale de’ maschi e delle femmine, o degli ammogliati e delle maritate. I numeri medi del movimento della popolazione sono nascite 54, morti 30, ma` trimoni 12. La istruzione primaria e

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Sindia trascuratissima. Mentre tra i sette e i ` di 60 fanciulli dodici anni vi sono piu accade talvolta che non concorrano all’insegnamento, che soli due ragazzi. Le donne lavorano la lana e il lino; il ` molto stimato panno che fabbricano e per cappotti e gabbani. Essi rifiutano l’acqua e non ne lasciano, restando sotto la pioggia molte ore, penetrare una sola goccia. Agricoltura. Il terreno di S. sopra la roccia basaltica che forma lo strato superiore del gran pia´da, noro, che in una parte dicesi Campe ` frein un’altra Planargia, o Planaria, e quentemente discontinuo, e meno idoneo al grano che all’orzo, come pare a quei paesani. Non pertanto vi sono siti dove prospera benissimo il frumento. La seminagione ordinaria suol essere di starelli 1000 di grano, 800 d’orzo, 150 di fave, 40 di legumi, 30 di lino. La me` molto curata da questi coliga non e loni. La fruttificazione media del ` all’8, quella dell’orzo al 14, grano e quella delle fave all’8, e quella de’ legumi al 7. Di lino si possono raccogliere all’anno 400 decine, o fasci. L’orticoltura si esercita appena da alcuni particolari in quanto sia sufficiente al bisogno della famiglia, non ostante che il corso delle acque permetta di esten` . La vigna generalmente derla assai piu prospera poco, sebbene in questa re`a gione batta fortemente il sole, e cio causa, come credo, che sia stata male scelta la loro situazione. Pastorizia. Nel sindiese si hanno ottimi pascoli e se non fossero comuni, calpestati di continuo e lasciati crescere sino a certo punto, sarebbero sufficienti ad una ` di bestiame molto maggiore quantita di quella che si ha. V’ha pastura per tutte sorta di bestiame. Il bestiame di servigio e domestico numera buoi per le operazioni agrarie e per tiro de’ carri 320, vacche manse 60, cavalli 80, giumenti 280, majali 120. Il bestiame

rude vacche 2600, capre 1800, pecore 4500, porci 3000, cavalle 100. Per la ` del pascolo i formaggi, sebbene bonta manipolati con poc’arte, sono stimati. ` una stima maggiore ed e ` preHa pero giato in tutta l’isola il cacio vaccino, in ´ chiuso in vesciforma di pere, perche che di varia grandezza, alcune delle quali pesano fino a 40 libbre. I sindiesi lo dicono casigiola (cacciuolo), gli altri pere di vacche. Queste pere, meglio che tutt’altro formaggio, sono scelte per regali e sono gradite». Nel 1927 S., quando fu formata la provincia di ` a farne parte. Nuoro, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini, in misura minore di equini e polame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta ` industriale limitata ai settori attivita ` sufficiente la alimentare e edile. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee e Servizi. S. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2053 unita di cui stranieri 9; maschi 1016; femmine 1037; famiglie 807. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 23 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 36 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 396 in migliaia di lire; versamenti ICI 909; aziende agricole 226; imprese commerciali 111; esercizi pubblici 14; esercizi all’ingrosso 4; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 580; disoccu-

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Sindia pati 67; inoccupati 157; laureati 31; diplomati 229; con licenza media 622; con licenza elementare 736; analfabeti 82; automezzi circolanti 725; abbonamenti TV 598.

Sindia – Il territorio del comune ospita diversi nuraghi.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze del periodo nuragico, tra le quali i nuraghi Bandidos, Biancu, Bidumargiani, Codinatta, Corizanas, Elighe, Fiorosu, Furighesu, Gunturas, Losa, Mameli, Mariotto, Miali, Montecodes, Moresa, Muru ’e Coga, Nela, Pizzinnu, Sa Casina, Sa Cherina, Santa Barbara, Sa Tanca Salighes, S’Ena de Solomo, Serras, Serrese, Sos Benales, Su Annagiu, Su Ludrau, Utturos de Ganna, Ziu Mameli. Sono presenti anche le Tombe di giganti di Nela, Furrighesos, Sa Sedda ’e Sa Cadrea. Tra tutti ` interessante e ` il nuraghe Santa il piu Barbara, del tipo monotorre, che si trova a qualche chilometro dall’abi` imponente e abtato. La costruzione e bastanza ben conservata; dall’ingresso si accede a un corridoio, sul quale si affacciano una nicchia e il vano con la scala che conduce al secondo piano, e si giunge al vano centrale, che si conclude in alto con una volta a tholos perfettamente conservata. Caratteristico ` anche il nuraghe Virdis, inglobato e nel centro urbano e integrato in un’abi&

` dell’omotazione privata, di proprieta nima famiglia. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il tessuto urbano ha conservato nel centro storico l’assetto tradizio` piani, nale, con le case in pietra a piu alcune delle quali hanno assunto nel corso dell’Ottocento l’aspetto di pretenziosi palazzotti. Nella parte centrale del complesso sorge la parrocchiale di San Pietro che fu costruita dalle stesse maestranze che costruirono Santa Maria di Corte. Ha un’aula mononavata con abside semicircolare e copertura con volte a botte. La fac` arricchita da un portale a luciata e netta architravato e da un campani` soffocata da letto a vela; attualmente e ` tarde. Tra gli alalcune costruzioni piu tri edifici importanti la chiesa di San Giorgio, costruita nel secolo XVII in forme tardogotiche; ha l’impianto a una navata completata da cappelle la` terali e dal presbiterio, la copertura e con volte a botte. Il campanile, che sorge accanto alla chiesa, fu costruito nel secolo XVIII. Infine la chiesa di San Demetrio, fatta costruire nella se` del secolo XVII dall’inquiconda meta sitore per la Sardegna Gavino Pintor. Ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali; al suo interno conserva una statua lignea del santo titolare, opera secentesca. Nelle campagne circostanti sono posti i resti dell’abbazia di Santa Maria di Corte, complesso che sorge lungo la ferrovia complementare e conserva i resti del convento cistercense e dell’abbazia, entrambi di grande interesse storico. Dell’abbazia rimangono il tracciato delle navate, il braccio sud del transetto, alcune cappelle e una parte del coro; del convento si conservano, messe in luce dagli scavi del 1964, le fondamenta dell’aula capitolare e del chiostro. Il complesso fu costruito in

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Sini forme romaniche nel corso del secolo XII da maestranze borgognone dopo che il sito era stato donato dal giudice ´ vi Gonario di Torres ai monaci perche `. costituissero una comunita & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le feste popolari che conservano le antiche tradizioni della co`; tra queste, la terza domenica munita dopo Pasqua, la festa di San Raffaele, ` occache si protrae per tre giorni ed e sione per una magnifica sfilata di costumi accompagnata da spericolate esibizioni di cavalieri in costume; vi si svolgono anche alcune manifestazioni folcloristiche tra cui una gara poetica e il ballo in piazza. Di grande importanza ` la festa di Nostra Signora di Corte, e che si svolge presso l’antica abbazia e prevede un nutrito programma di manifestazioni folcloristiche e di mo` che attimenti di grande religiosita rano un gran numero di visitatori da tutta la Planargia. Da ricordare, infine, la festa di San Demetrio, che si svolge il 17 ottobre presso la chiesa omonima; ` dalla notte del 16 viene acceso nella gia ` (su piazza antistante la chiesa un falo fogulone) attorno al quale a cadenze di tre ore si recita il rosario, mentre tra un rosario e l’altro si svolgono canti e danze tradizionali. Prima degli inizi del Novecento la manifestazione si svolgeva all’interno della chiesa, ma l’usanza fu interrotta nel 1937 per un divieto del vescovo di Bosa.

Sini1 Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 17, con 590 abitanti (al 2004), posto a 255 m sul livello del mare alle falde occidentali della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 8,73 km2 e confina a nord con un’isola amministrativa di Cabras,

a est con Genuri, a sud con Baradili e a `. Si tratta di una faovest con Gonnosno scia di territorio a mezza costa tra le basse colline della Marmilla, il pendio e il pianoro alto della Giara. A ovest del paese scorre uno dei corsi d’acqua che scendono dall’altipiano e vanno a con` fluire nel rio Mannu, poi Mogoro. S. e collegato tramite due brevi bretelle ` importante della con la strada piu zona, la Villamar-Usellus; ed ha inoltre collegamento diretto con altri paesi ai piedi della giara come Genuri, Setzu e Tuili. & STORIA Pur essendo il territorio ricco di monumenti archeologici, il centro abitato ha origini medioevali. Apparteneva al giudicato d’Arborea ed era compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la caduta del giudicato S. fu governato direttamente da funzionari reali unitamente a tutta la Marmilla. Nel 1421 fu incluso nei territori concessi in feudo a Raimondo Guglielmo Moncada e confiscati nel 1454 a suo figlio. Poco dopo il villaggio e il vasto territorio furono venduti all’asta e acquistati da Simone Royg che a sua ` volta li rivendette a Pietro di Besalu (=), genero del conte di Quirra. Per le sue vicende patrimoniali, S. fu compreso in quella parte della Marmilla che gli fu tolta da Dalmazio Carroz e annessa al grande feudo di Quirra nel 1477. Da questo momento il villaggio rimase inserito nel feudo di Quirra e ` ai nel corso dei secoli successivi passo ` e infine Centelles, ai Borgia, ai Catala agli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Oristano; dal 1848 fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza lasciataci da Vittorio Angius: «Popolazione. La popolazione di S., secondo la

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Sini numerazione del censimento, componevasi nel 1846 di anime 495, distribuite in famiglie 124 e in case 123. Distinguevasi poi il totale de’ maschi 262, in scapoli 153, ammogliati 94, vedovi 15; il totale delle donne 233, in zitelle 114, maritate 94, vedove 25. I numeri del movimento della popolazione erano di nascite 14, morti 8, matrimoni 2. Sono nel paese circa 120 telai, e in molti si lavora assiduamente. Quasi tutte le famiglie hanno qualche pro` . L’istruzione religiosa e morale prieta ` dir nulla; l’istruzione primaria si puo non si pratica. Agricoltura. I terreni che si lavorano da’ sinesi, sono di buona natura e nel favore delle meteore producono liberalmente, sı` che col solo lucro che ottengono per i medesimi possono sopperire sufficiente` , se fosmente: e avrebbero assai di piu sero altri rami in questa industria da ` ordinaria della coltivare. La quantita ` di starelli di grano 600, seminagione e 150 d’orzo, 230 di fave, 10 di vari legumi. Di lino si seminano circa 30 starelli. La moltiplicazione ordinaria di ` al 12 per il grano, al 15 per semenza e l’orzo, al 10 per le fave, all’8 per i diversi legumi. L’orticoltura potrebbe ` delle acque del rivo per la comodita della giara, occupare molto terreno; ma non si esercita che su piccoli tratti, e solo quanto basti al bisogno del ` parimenti estesa sopaese. La vigna e pra tanto suolo, che possa la vendemmia essere sufficiente alla consumazione. Essa superficie stimasi di gior` tutta adattata a quenate 200, ma non e sta specie, come si verifica in tante al` pochissimo il betre parti. Pastorizia. E ´ stiame che possiedono i sinesi, perche ` che 170 buoi nel manso non hanno piu per servigio delle operazioni agrarie e del carreggio, vacche 20, cavalli 25, giumenti 70, e si aggiungono 40 majali; nel bestiame rude, pecore 800, capre 450,

porci 100. Il prodotto in formaggio e ` lana serve tutto il paese. L’apicoltura e quasi interamente negletta». Nel 1926 S. perse la propria autonomia amministrativa e fu ridotto a frazione di Baressa. Solo nel secondo dopoguerra, ` la propria autonodal 1945, riacquisto mia e quando nel 1974 fu definitivamente istituita la provincia di Oristano ` a farne parte. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini e caprini. ` industriale e ` inesistente e L’attivita ` la rete di distribuzione commodesta e ` collegato da aumerciale. Servizi. S. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 623 unita di cui stranieri 1; maschi 309; femmine 314; famiglie 237. La tendenza complessiva rivelava un modesto aumento della popolazione, con morti per anno 4 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 11 e nuovi iscritti 12. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 540 in migliaia di lire; versamenti ICI 266; aziende agricole 182; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 8; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 153; disoccupati 21; inoccupati 46; laureati 6; diplomati 47; con licenza media 216; con licenza elementare 260; analfabeti 42; automezzi circolanti 217; abbonamenti TV 200. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze ` nuragica tra le quali i nuraghi di eta Gorropis, Perdosu, Sa Domu Bianca, Santu Giorgi, Scal’e Brebeis. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE

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Sini E AMBIENTALE Il paese ha conservato il suo assetto tradizionale, caratterizzato dalle tipiche case in pietra ingentilite dal porticato interno (lolla) e affacciate su un cortile al quale si accede da un portale ad arco. L’edificio di mag` la chiesa di Santa giore rilievo e Chiara, parrocchiale costruita agli inizi del secolo XVII e successivamente ampliata e completata fino agli ultimi restauri del 1960. Inizialmente era solo una grande stanza con il tetto di canne; nel 1628 furono costruite le prime due cappelle laterali e nel 1680 fu rifatto il tetto in legno a capriate. Nel corso dell’Ottocento furono costruiti i loggiati e la cappella di San Francesco. All’interno conserva una statua lignea del secolo XVII. Altro in` San Giorgio, teressante edificio e chiesa che sorge a poca distanza dall’abitato, in posizione dominante su un’altura sulla quale, secondo la tradizione, fu rinvenuta la statua del santo; fu costruita nel secolo XV in forme go` recente e ` tico-aragonesi; in epoca piu stato aggiunto alla facciata un grande porticato a tre archi a tutto sesto. Di ` il sito di Su grande suggestione e Strumpu, grande cascata ubicata in lo` Cracchera (Gualchiera), al cencalita tro di un grande bosco di querce secolari. Si forma da una sorgente poco di` una delle stante e per portata d’acqua e ` grandi della Sardegna. piu & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La principale festa popolare, che con` antiche traserva la memoria delle piu dizioni del paese, si svolge il 23 aprile in onore di San Giorgio; per l’occasione la statua del santo viene trasferita con un grande corteggio di costumi e cavalieri a cavallo dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta omonima, dove si svolgono le cerimonie religiose; negli stessi giorni si svolge la sagra del pane ’e saba, confezionato da tutte le fami-

glie e venduto per trovare i fondi necessari per la manutenzione della chiesetta; in concomitanza si svolge anche una mostra dei prodotti dell’artigianato.

Sini2 Famiglia della Gallura (secc. XVIXVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI; i suoi membri erano considerati pubblicamente nobili ed erano investiti di uffici di rilievo nelle amministrazioni dei grandi feudi della Gallura. Agli inizi del secolo XVII un Carlo si stabilı` a Pattada e fu nominato regidor della contea di Oliva. I suoi figli Salvatore e Filippo furono ammessi allo Stamento militare nel 1643 durante il parlamento Avellano; essi formarono due rami della famiglia: Salva` a risiedere a Pattada; i tore continuo suoi discendenti presero parte a tutti gli altri parlamenti e si estinsero alla fine del secolo XVII; Filippo si stabilı` a Torralba ed ebbe molti figli, che a loro volta formarono altri rami che, oltre che a Torralba, risiedettero a Bono, a Thiesi e a Mores e continuarono a prendere parte a tutti i parlamenti. Questo ramo si estinse nel corso del secolo XVIII.

Sini3 Famiglia di Tempio Pausania (sec. XVIII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Godevano di una discreta condizione economica e nel 1741 ottennero il cavalierato eredita` . Nella seconda meta ` rio e la nobilta del secolo le condizioni della famiglia peggiorarono e i suoi membri si stabilirono in diversi altri villaggi.

Sini, Antonio Poeta, scultore (n. Sarule ` di nove anni, 1928). Pastore sin dall’eta ` poeha posto le basi della sua attivita tica nel contatto con la natura e l’aspro paesaggio della campagna sarda. Non ancora diciassettenne fu arrestato con l’accusa di tentato omicidio e rapina e ` innocente sette anni di carcere. sconto La reclusione gli tolse gli anni migliori

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Sini della giovinezza, ma gli permise di istruirsi e di mettere le basi della propria scrittura. Assolto con formula ` ad piena e finalmente libero, si dedico ` didattiche e sociali, occupanattivita dosi soprattutto dell’istruzione professionale dei giovani conterranei. Oltre ` sempre dedicato che alla poesia si e alla scultura e alla grafica. Dedalo Montali ha scritto che «la Sardegna, nel suo doloroso destino di terra invasa, parla sempre nelle pagine di S. in prima persona, ma si ribella anche ` violentata a nome di tutta l’umanita dal capitale». Tre le sue raccolte di poesie, tutte in italiano: La terra che non ride, 1965; Oltre le radici, 1968; Il fiore impiccato, 1976.

Sini, Danilo Pittore (n. Sassari 1961). Vive a Sassari, dove si dedica alle arti visive e lavora nel campo della grafica `. Nel 1986 e ` fra i selee della pubblicita zionati della Biennale dei Giovani di Sassari. Il suoi primi lavori si incentrano sul recupero e la trasformazione di oggetti utili in superfici decorative, simulacri affettivi. Decorazioni tra l’arcaico e il graffitismo alla Haring, soprattutto negli elementi dado e bullone che caratterizzeranno Meccanica (1988), installazione per il teatro Civico di Sassari, in coppia con Gianni Ruggiu. «Segni grafici, – ha scritto Anna Rita Chiocca – che torneranno in seguito nello sviluppo di temi legati alla ` e al primitivismo: la spirale, sacralita la stele realizzate su e con pietre, corde, terra ecc. Riprendendo il linguaggio pop Sini imbocca un sentiero aperto alla dimensione narrativa e simbolica».

Sini, Emilio Ufficiale di carriera (Cagliari 1830-Milano 1892). Uscito dall’Accademia fu nominato sottotenente nel 1851. Poco dopo prese parte alla ´ spedizione in Crimea, dove combatte valorosamente ottenendo una decora-

zione. Tornato in patria prese parte alla seconda guerra d’indipendenza e nel 1860 alla campagna per l’unificazione, ottenendo altri riconoscimenti. ` alla terza guerra Nel 1866 partecipo d’indipendenza e fu insignito della croce dell’ordine militare di Savoia; nel 1890 fu promosso generale. Ebbe il comando della divisione militare di Padova e poco dopo di quella di Milano, dove morı` improvvisamente nel 1892.

Sini, Maria Luisa Storica dell’economia (n. Benetutti 1957). Laureata in ` divenuta funzionaGiurisprudenza, e ` speciario del Banco di Sardegna. Si e lizzata in Politica economica nella Scuola superiore ‘‘Enrico Mattei’’. Ha al suo attivo numerosi saggi, fra cui Sardegna (con Antonello Paba), 1984; L’economia della Sardegna negli anni ` degli anni ’80, ’70 e nella prima meta ‘‘Quaderni sardi di economia’’, 1-2, 1989; L’economia della Sardegna nel recente passato, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990.

Sini, Sirio Consigliere regionale, storico dell’arte (n. Nuoro 1933). Insegnante, da giovane impegnato in poli` tica nelle file della Sinistra, nel 1974 e stato eletto consigliere regionale del Partito Comunista Italiano per la VII legislatura nel collegio di Nuoro. Al termine della legislatura nel 1979 non ` stato piu ` ricandidato. Tornato alla e vita civile, ha ripreso i suoi studi preferiti, di estetica e di storia dell’arte; ha raccolto una parte dei suoi scritti e delle sue riflessioni in un volume edito nel 2005.

Sini, Tarquinio Pittore (Sassari 1891Cagliari 1943). Iscritto al Politecnico di Torino, preferı` dedicarsi all’arte e ` i suoi studi. Si affermo ` non completo rapidamente come disegnatore e ` afcome grafico, collaborando ai piu fermati periodici italiani. Negli stessi

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Siniscola anni prese parte a numerose mostre e si stabilı` a Cagliari che elesse come sua seconda patria. Protagonista, nella se` degli anni Venti, del dibatconda meta ` ’’, partitito fra ‘‘strapaese’’ e ‘‘stracitta colarmente vivo, in Sardegna, negli ` spesso ambienti delle arti visive, evoco il rapporto dialettico (e spesso pole` nell’imico) fra tradizione e modernita sola, mettendo a confronto, con un suo tratto ricco di humour, figure di sardi in abiti (e lavori e attitudini) tradizionali con maliziose silhouettes di donnine moderne ed emancipate (sarebbero rimasti memorabili i due cicli di stampe in quadricromia intitolati Vecchia Sardegna, 1934, e Contrasti. Vecchia Sardegna addio!, 1935). Nel 1929 aveva pubblicato anche un curioso romanzo intitolato A quel paese.... illustrato con i suoi eleganti disegni. Al ` la sua vita fu culmine della notorieta tragicamente stroncata nel febbraio del 1943 durante uno dei primi, micidiali bombardamenti aerei di Cagliari.

`. Si tratta di una ovest con Lula e Lode piana costiera, fertile e ricca di acque, per un lato affacciata sul mare e per gli altri delimitata da alture, tra le quali la grande massa del monte Albo, con numerose punte oltre i 1000 m. Nei pressi del paese scorre il rio omonimo, che scende dall’Albo e va poi subito a gettarsi in mare. La principale via di co` la superstrada Abbamunicazione e santa-Nuoro-Olbia, che passa a breve ` atdistanza dall’abitato; ma il paese e traversato anche dalla statale 125 Orientale sarda, che segue tutta questa lunga linea costiera.

Sinipale Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Un tempo fiorente, fu abbandonato nella se` del secolo XIV, probabilconda meta mente in conseguenza della peste del 1376.

Siniscola Comune della provincia di ` monNuoro, sede della X Comunita tana, con 11 034 abitanti (al 2004), posto a 39 m sul livello del mare tra le ultime pendici del monte Albo e la fascia costiera orientale. Regione storica: Posada. Diocesi di Nuoro. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 199,96 km2, comprendenti anche le frazioni di La Caletta, Santa Lucia e capo Comino, e confina a nord ` e Posada, a est col mare Tircon Torpe reno, a sud con Orosei, Onifai e Irgoli, a

Siniscola – Il rio Siniscola. & STORIA Sebbene il territorio sia particolarmente ricco di testimonianze del periodo nuragico, il centro attuale risale all’Alto Medioevo. In questo periodo apparteneva al giudicato di Gal` imporlura ed era uno dei centri piu tanti della curatoria di Posada. All’estinzione della dinastia dei Visconti, alla fine del secolo XIII, S. prese a essere amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conqui` a far parte del sta aragonese entro feudo che fu concesso a Berengario Vi` , mal tollademany. I suoi abitanti, pero

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Siniscola lerando il vincolo feudale, una volta scoppiata la guerra tra Genova e Aragona ne approfittarono per ribellarsi. Berengario Vilademany morı` prima del 1335 e subito dopo, quando la ` finire, S. fu nuovamente guerra sembro infeudato a Berengario Sant Vicent i cui discendenti nel 1352 vendettero S. a Pietro de So. Poco dopo, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio soffrı` altri danni; alcuni mesi dopo il termine delle operazioni, quando la situazione sembrava tornata tranquilla, Pietro de So morı` e S. con tutto il feudo tornarono al fisco. In seguito, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, per tutto il periodo che va dal 1366 alla caduta del giudicato d’Arborea S. fu sotto l’occupazione dalle truppe del giudice d’Arborea e di fatto annesso al giudicato. Si ` di un possesso precario, conditratto zionato dalle vicende delle guerre che si susseguivano per cui il villaggio de` . Dopo la battacadde e quasi si spopolo `a glia di Sanluri il territorio continuo soffrire per l’incertezza della situazione e le continue ribellioni dei suoi abitanti. Nel 1431 fu acquistato da Ni` Carroz e cosı` S. entro ` a far parte colo del grande feudo posseduto dalla famiglia Carroz nella Sardegna nord-orien` il territorio, tale. Alla morte di Nicolo staccato dal resto del patrimonio dei ` lasciato a sua moCarroz, fu da Nicolo glie Brianda De Mur la quale, a sua ` a sua figlia Stefania che volta, lo lascio ` agli ospedali di Saranel 1503 lo dono gozza e di Barcellona. Fu questo un periodo tragico nel quale S., abbandonato a se stesso, dovette pensare a difendersi dalle continue incursioni dei corsari barbareschi mentre alcuni piccoli villaggi che sorgevano nei territori cir` o costanti furono spazzati via. Piu meno in questi anni furono costruite le mura di cui rimane qualche labile

` antraccia nei toponimi della parte piu tica dell’abitato. Per far fronte alla situazione di pericolo l’antico feudo di Posada entro il secolo XVII fu acquistato dai Clement, dai Portugues e infine dai Masons e S. ne seguı` le sorti: i suoi abitanti furono in continuazione impegnati a difendersi dagli attacchi dei corsari nonostante fossero state costruite le torri litoranee per la difesa. Nei secoli successivi, estinti i Masons ` del secolo XVIII, il nella seconda meta ` ai Nin ai quali fu riscatvillaggio passo tato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella ` a provincia di Nuoro; dal 1848 entro far parte della omonima divisione amministrativa. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si attribuiscono a S. anime 2521, distribuite in famiglie 677 e in case 622. Quindi era distribuito secondo la popolazione domestica, il totale de’ maschi 1345, in scapoli 823, ammogliati 476, vedovi 46; il totale delle femmine 1176, in zitelle 573, maritate 476, vedove 127. Professioni. De’ siniscolesi sono, tra grandi e piccoli, 700 che attendono all’agricoltura, 200 alla pastorizia, 70 a’ diversi mestieri di falegnami, ferrari, armaroli, muratori, sarti, scarpari, vasai e pescatori. Avendosi nel territorio argilla buona per la figulina si fabbricano brocche, fiaschi ed altri articoli per provvedere il paese e gli altri prossimi villaggi. Essendovi porto sono alcuni che negoziano e comprano da’ pastori ed agricoltori per vendere a’ genovesi, a’ maddalenini, ed a’ napoletani. Le donne lavorano sul telaio e fanno panni lini e lini per il necessario delle famiglie e per venderne ad altri che ne abbisogni. Il numero de’ telai, che sono quasi sempre in opera non ` meno di 400. Agricoltura. Se quesara ` in gran parte montuosa sta regione e

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Siniscola ` poca la parte che resta non per questo e alla coltivazione, la quale potrebbe benissimo crescere al triplo lasciando ` di 12 000 giornate. alla pastorizia piu Le terre, dove annualmente si alterna la seminagione del grano, comprese quelle che son chiuse, possono avere una superficie di circa 6000 giornate. In totale le terre coltivate comprendono poco meno di giornate 10 000. Le ` che annualmente si sogliono quantita seminare sono, starelli di grano 3000, d’orzo 1200, di fave 800, di legumi 100, di lino 200. La fruttificazione mediocre ` del 10 pel frumento, del 15 per l’orzo, e del 12 per le fave, del 10 pe’ legumi. Il prodotto del lino suol computarsi in media di 350 cantara all’anno. Di canape se ne semina pochissimo. Gli orti hanno complessivamente un’area di circa 100 giornate, e per il comodo della irrigazione producono larga` comuni sono latmente. Le specie piu tughe, melingiane, indivie, cavoli, carote, pomidoro, rape, melloni, apio, cardi, ravanelli, ecc. La maggior parte ` del villaggio verso la madegli orti e rina. Le vigne sono mirabilmente prospere, e tanto estese, che forse non occupano meno di 700 giornate. Pastorizia. Essendosi fatto cenno della ferti` de’ pascoli che le diverse specie di lita bestiame possono trovare in questo ter` delle acque ritorio, e della opportunita per l’abbeveramento, proporremmo subito quanto in cosı` estesa superficie sia il numero de’ capi che si educano. Nel paragone del numero alla superfi` che e gli armenti e le cie si riconoscera greggie sono molto meno, che potrebbero essere per la copia delle sussistenze, massime in qualche specie. Il ` domebestiame di servigio e di utilita stica ha i numeri seguenti, buoi per l’agricoltura 500, vacche manse 100, cavalli e cavalle 400, giumenti 200, majali ` di pol450. Si ha quindi gran quantita

lame di alcune specie, e ne’ numeri seguenti. Vacche 2000, capre 8000, pecore 7000, cavalle 200, porci 2500». Quando nel 1859 furono ricostituite le province, S. fu incluso in quella di Sassari della quale fece parte fino al 1927 quando fu ricostituita la provincia di Nuoro. Nel corso del secolo XX le atti` commerciali e turistiche e qualche vita ` industriale hanno modificato attivita ` la struttura tradizionale della societa di S. favorendone uno sviluppo rapido. & ECONOMIA L’attivita ` principale e ` il turismo: vi operano nove alberghi con 462 posti letto, quattro aziende agrituristiche con 12 posti letto, quattro campeggi con 2110 posti letto e dieci risto` il porto turistico di Ottiolu ranti, piu con 400 posti barca e quello di La Caletta con 140 posti barca. Vi si praticano anche l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, in misura minore di ovini e caprini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nei settori lattiero-caseario, alimentare, della pesca e della piscicoltura, della lavorazione del legno e del` discretamente sviluppata l’edilizia. E la rete di distribuzione commerciale, ` punto di riferimento per i paesi che e circostanti. Artigianato. Tradizionali la produzione di oggetti di ceramica e ` collegato da l’oreficeria. Servizi. S. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di porti turistici. Dicia ed e spone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo scientifico e Istituto tecnico), sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 11 019 ` , di cui stranieri 133; maschi unita

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Siniscola 5598; femmine 5421; famiglie 3985. La tendenza complessiva rivelava un sostanziale equilibrio della popolazione, con morti per anno 93 e nati 113; cancellati dall’anagrafe 187 e nuovi iscritti 166. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 959 in migliaia di lire; versamenti ICI 4531; aziende agricole 560; imprese commerciali 627; esercizi pubblici 117; esercizi all’ingrosso 14; esercizi al dettaglio 230; ambulanti 43. Tra gli indicatori sociali: occupati 2911; disoccupati 532; inoccupati 600; laureati 215; diplomati 1081; con licenza media 3357; con licenza elementare 3089; analfabeti 392; automezzi circolanti 3345; abbonamenti TV 2072. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche che docu` dell’insediamentano la continuita mento a partire dal periodo prenuragico. Di particolare importanza sono le grotte neolitiche di Sa Preione ’e S’orcu e Duas Vuccas e le domus de janas di Cuccuru de Janas. Numerose le testimonianze del periodo nuragico, tra cui i nuraghi Argiola ’e Duli, Artora, Binza Ianna, Bon’e Fraule, Chiruiddula, Gorropis, Janna ’e Sa Pruna, Mannu, Olotta, Orcu, Pauli Maiore, Porchile, Punta ’e Nuraghe, Punta ’e Pizzus, Punta Sa Figu, Punta Su Turolia, Riu Siccu, Sa Domo Bianca, Sa Grutta, Santu Jaccu, Sas Piberas, Sculta ’e Muru, Su Enosu, Sulapatu. Sempre al periodo nuragico appartengono il villaggio nuragico di Lututai e la Tomba di giganti di San Giacomo. Il territorio conserva anche alcune testimonianze del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Pur essendosi trasformato in conseguenza dello sviluppo del turismo, l’abitato conserva nel suo centro storico un assetto tradizionale, con

` piani in pietra e alcuni elecase a piu ganti palazzotti ottocenteschi. L’edifi` la chiesa di San cio di maggior pregio e Giovanni Battista, parrocchiale costruita nel 1766; ha l’impianto a tre navate completate da cappelle laterali e dal presbiterio; la copertura delle na` a volta a botte, quella del presbivate e terio con una grande cupola. Al suo interno negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento le volte e la cupola furono interamente ricoperti da un ciclo di affreschi con episodi della vita di San Giovanni Battista; vi si trovano anche alcune statue lignee del Settecento e una curiosa lapide incisa del 1627, con un’iscrizione e le impronte di due piedi che secondo una tradizione sarebbero quelli del Cristo. Poco distante sorge il campanile a canna quadrata che fu completato nel 1840. Altro edifi` la chiesa della Santiscio di rilievo e sima Vergine delle Grazie, costruita nel 1771 ma totalmente rifatta nell’Ottocento. Ha l’impianto a una navata completata da una piccola abside, la ` a volte a botte. All’interno copertura e conserva un modesto ciclo di affreschi. Interessanti sono anche alcuni monumenti che sorgono nei dintorni. Tra questi la chiesa di San Giacomo Apostolo, costruita a pochi chilometri dall’abitato in due diverse fasi: nella prima, risalente ai secoli V-VI, furono costruiti in forme bizantine la navata maggiore, l’abside e una parte della parete est. Nella seconda fase, che risale al periodo dei secoli XI-XIII, seguı` la navata minore, in forme romaniche. La chiesa di Sant’Elena fu costruita nel ` Cuccuru de Janas, a 1796 in localita qualche chilometro dall’abitato. L’edificio sorge su una preesistente chie` antica, ha l’impianto a setta molto piu una sola navata e la copertura del tipo ` anche la torre di a capanna. Di rilievo e ` di San Giovanni, situata in prossimita

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Siniscola La Caletta; fu costruita nel corso del ` secolo XVI in forma troncoconica ed e in buone condizioni di conservazione. ` un ampio locale a cuAl suo interno e pola con gli alloggiamenti per i cannoni. Aveva una funzione di difesa e di avvistamento ed era potentemente armata con cannoni e servita da una guarnigione comandata da un alcaide. ` ricco di siti di grande Il territorio di S. e bellezza quali La Caletta, centro turistico e balneare che dista 6 km dal cen` sviluppato nel corso degli ultro. Si e timi decenni, crescendo vorticosamente per le forti correnti turistiche che le sue belle spiagge richiamano. ` note del litorale sono Le spiagge piu quelle della zona di capo Comino e ´ rchida. Bellissima e ` la quelle di Be grotta di Gortoe, situata nell’immediata periferia dell’abitato lungo la ` molto lunga e al suo strada per Olbia; e interno scorre un suggestivo corso d’acqua sotterraneo; di grande interesse sono anche alcune forme di erosione lungo le pareti. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la me` antiche tradizioni sono moria delle piu quella di Sant’Antonio Abate che si celebra il 16 e 17 gennaio, prevede l’accensione di grosse cataste di rosmarino (su ramasinu) e altre essenze della macchia mediterranea che vengono raccolte la notte precedente nelle campagne circostanti da gruppi di giovani in competizione tra loro per chi ne rac` ; un tempo coglie la maggiore quantita il raccolto veniva portato in paese da carri di buoi riccamente adornati sui quali veniva issata la Croce di Sant’An` occasione per tonio. La raccolta e grandi banchetti notturni che rinsaldano l’amicizia. Nella mattina successiva le cataste vengono raccolte nella piazza principale e date alle fiamme per scacciare le influenze nefaste sul

` raccolto. Altra caratteristica festa e quella in onore di San Giacomo; si ` caratterizzata svolge il 1º maggio ed e da una magnifica gara poetica che richiama i migliori improvvisatori e un grande pubblico. Nella prima dome` di capo Conica di agosto nella localita mino si svolge la festa in onore della Madonna (Stella Maris), evento di grande rilevanza che attira molti turisti e culmina in una spettacolare processione a mare.

Siniscola – Costume tradizionale.

` anche il costume. L’abbiMolto bello e gliamento tradizionale femminile comprende una camicia di tela bianca molto scollata e ricamata (sa camisa); la scollatura viene coperta da una pettina finemente ricamata (su pettus); la ` di panno marrone o blu con gonna e balza di broccato chiaro alta 20 cm, rifinita con trine dorate (sa unnedda) e stretta in vita da una cinta della stessa stoffa (su chintu). Sopra la camicia si indossano il busto (su zustillu) di broccato guarnito con nastro rosso chiuso sotto il seno da un laccio; e la giacca (su corittu) di broccato chiaro alternato

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Sinnai a panno rosso. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broccato identico a quello usato per la balza della gonna ` comple(s’antela). L’abbigliamento e tato da una cuffia di panno rosso che tiene i capelli (sa caretta) e da una benda bianca di cotone o lino che circonda il viso. L’abbigliamento tradizio` costituito da una caminale maschile e cia di tela bianca a collo basso e pettina pieghettata; e dai calzoni di tela grezza (sos carzones). Sopra la camicia si indossano il gilet (su zustillu) di panno rosso e velluto blu guarnito con trina dorata; e la giacca di orbace nero (sa grozza). Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sas ragas) di orbace nero e le ghette (sas carzittas) dello stesso tes` completato da suto. L’abbigliamento e una berritta di panno nero.

Sinnai Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XXIV Comunita montana, con 15 731 abitanti (al 2004), posto a 134 m sul livello del mare tra i paesi della cintura cagliaritana e le pendici del monte Serpeddı`. Regione storica: Campidano di Cagliari. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 223,38 km2, comprendenti la frazione di San Gregorio e l’isola amministrativa affacciata sulla costa meridionale, con la frazione di Solanas, e confina a nord con Villasalto, a est con Burcei, San Vito e Castiadas, a sud con Maracalagonis, a ovest con Settimo San Pietro, Soleminis e Dolianova. L’isola amministrativa confina, oltre che col mare, con Villasimius e Maracalagonis. Si tratta in questo caso di una piccola piana costiera delimitata dalle ultime propaggini dei Sette Fratelli; mentre il territorio intorno al ca` un vasto compendio che si poluogo e estende dalla piana campidanese, sulla quale S. si affaccia, al monte Ser-

peddı` (1067 m) e a una vasta parte delle pendici occidentali dei Sette Fratelli (1023 m). Una strada che si dirige a nord collega S. a Soleminis, mentre a sud se ne diramano due, una per Mara` importante, calagonis e l’altra, la piu per Settimo San Pietro, Selargius e Cagliari. & STORIA Per quanto il suo territorio sia ricco di reperti archeologici che risalgono al periodo prenuragico e nuragico, l’attuale centro abitato ha origini medioevali: sarebbe sorto dalla fusione dei villaggi di Sinia e di Segossini; era incluso nel giudicato di Cagliari e faceva parte della curatoria del Campidano. Nella divisione del 1258, seguita alla conquista del giudicato di Cagliari, S. fu compreso nei territori che presero a essere amministrati direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae e nel ` a far parte della baronia di 1325 entro San Michele concessa a Berengario Carroz. Negli anni seguenti il villaggio soffrı` per la peste del 1348 e per le guerre tra Mariano IVe Pietro IV. A partire dal 1366 e fino al 1409 fu di fatto occupato dalle truppe del giudice d’Arborea; solo dopo la battaglia di Sanluri i Bertran Carroz ne tornarono in possesso. Nel corso dei secoli seguenti S. ` dai Bertran Carroz ai Centelles. passo Nel 1647 il marchese Gioacchino Centelles, trovandosi in strettezze finanziarie, vendette a Benedetto Nater (=) S. e le sue montagne unitamente a Ma` del racalagonis, rompendo cosı` l’unita feudo di Quirra e costituendo un altro ` Nater si disfece cefeudo di cui pero ` cosı` a dendolo ai Martin (=). S. entro ` , e nel 1652 far parte di una nuova realta i nuovi feudatari tentarono di impiantare una nuova colonia nei territori tra ` , nel S. e Maracalagonis. Quando pero 1674, nel feudo di Quirra ai Centelles

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Sinnai subentrarono i Borgia, questi reclamarono la restituzione del feudo in quanto Gioacchino Centelles prima di vendere non aveva chiesto l’autorizzazione al re. Ne nacque una lite che si ` con alterne vicende fino al trascino 1718, quando i Martin furono costretti a rendere S. al marchese di Quirra. In ` dai Borgia ai Catala `e seguito S. passo infine agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Cagliari; dal 1848 al 1859 fece parte della divisione amministrativa omonima e dal 1859 infine della ricostituita provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 furono notate in S. anime 2988, distribuite in famiglie 785 e in case 670. Ma in quest’ultimo numero io credo sia un grosso errore. Quindi si divideva il totale de’ maschi 1455, in scapoli 899, ammogliati 513, vedovi 43; il totale delle femmine 1533, in zitelle 845, maritate 514, vedove 174. ma anche in questi numeri io non credo che sia molta esattezza. I numeri ordinari del movimento della popolazione sono, nascite 110, morti 60, matrimoni 25. Professioni. Sono esclusivamente applicati all’agricoltura 600 persone, alla pastorizia 200, ai diversi mestieri di ferrari, muratori, scarpari, falegnami, bottari, sartori, argentieri, ecc., circa 85, al negozio circa 40. L’istruzione primaria fu molto trascurata per causa dei maestri, che non faceano il loro dovere, e per causa dei padri di famiglia che non vi mandavano i figli. Il numero di quelli che nel paese sanno leggere e scrivere non eccede i 50, a’ quali si possono aggiungere alcuni altri che sanno scriver qualche cosa, ma non sanno veramente leggere nei libri. Vi sono 10 notai. Agricoltura. Il territorio piano proprio di S.

essendo piuttosto ristretto, e nelle migliori parti occupato dalle vigne, restano comparativamente alla popolazione poche terre idonee alla semina` dire che complessivagione, e si puo mente i terreni ne’ quali si alterna la seminagione non eccedono le giornate 2200, compresivi anche i chiusi, dove si ` fa agricoltura e pastura. Questo pero non ci vieta di affermare che non mancano in diverse parti, anche nella regione montuosa, de’ siti, dove si potrebbe con vantaggio praticare la cultura di una od altra specie di cereali. ` della seminagione suol esLa quantita sere di starelli di grano 1000, d’orzo 500, di fave 300, di legumi 125, di lino ` del 100. La fruttificazione ordinaria e 10 pel grano, del 15 per l’orzo, del 12 per le fave, dell’8 per i legumi. Non abbiam posto nel totale della seminagione quello che si semina con la zappa; i novali (narbonis) soglion pro` durre il quadruplo e spesso assai piu che gli altri terreni abituati a’ semi. ` trascurata Non si coltiva la meliga, ed e la cultura delle patate, sebbene la natura del terreno in molti siti sia ben favorevole. Pastorizia. Essendo montuosa la massima parte del territorio di S., dovrebbe per conseguenza avere l’industria pastorizia molto svilup` cosı`, e se i numeri de’ pata; ma non e capi delle diverse specie di bestiame possono sembrare soddisfacienti, tali non parranno se si riguardi la grandissima estensione de’ pascoli. La specie ` la piu ` scarsa de’ capi, gia ` che vaccina e ` di 400. I sii medesimi non sono piu niesi credono che questi animali non ´ possan vivere che nel piano, e perche ` ristretto, nel piano il pascolo per essi e ` non ne accrescono il numero, pero senza badare, che pur tra’ monti sono de’ pascoli ottimi, e che non mancano le acque che sono desiderate nel piano. Le vacche non si mungono e l’unico

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Sinnai frutto che si ricavi dalle medesime sono i tori che si vendono ai contadini per il servigio agrario. Sono occupate nella loro cura 20 persone tra pastori e garzoni. Le capre sono capi 10 mila in circa, e formano dalle 35 alle 40 mandre, alle quali servono circa 100 uomini tra piccoli e grandi. Le pecore ` di 5 mila, e hanno per il loro sono piu governo circa 50 persone. I porci si possono numerare non meno di 2500 capi, e sono condotti da 40 pastori. Finalmente le cavalle sono capi 200 e forse ` , e hanno 10 uomini». Nel corso del piu secolo XIX l’agricoltura di S. fu razionalizzata e sviluppata; il centro ha ac` anche per il suo paquistato notorieta ` stato meta di un trimonio di boschi ed e primo turismo residenziale a opera dell’alta borghesia cagliaritana. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini, in misura minore di ovini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori alimentari, lattiero-caseario, del legno, dei laterizi e della metallur` discretamente sviluppata la rete gia. E di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 114 posti letto e nove ristoranti. Artigianato. Si producono artigianalmente liquore di mirto, miele, cestini di giunco e di fieno (strexiu de fenu), coltelli (arre` collegato da autosoias). Servizi. S. ed e ` linee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e il Museo del cervo sardo.

Sinnai – La produzione di cestini e` tipica dell’artigianato locale.

DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 882 ` , di cui stranieri 129; maschi unita 7446; femmine 7436; famiglie 4547. La tendenza complessiva rivelava un deciso aumento della popolazione, con morti per anno 101 e nati 141; cancellati dall’anagrafe 281 e nuovi iscritti 412. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 434 in migliaia di lire; versamenti ICI 6118; aziende agricole 667; imprese commerciali 381; esercizi pubblici 63; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 196. Tra gli indicatori sociali: occupati 3232; disoccupati 541; inoccupati 1287; laureati 174; diplomati 1369; con licenza media 4494; con licenza elementare 3562; analfabeti 405; automezzi circolanti 5139; abbonamenti TV 2878. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` dellogiche che attestano la continuita l’insediamento dell’uomo. Al Neolitico ` ascrivibile la domus de janas di finale e Santu Basileddu, scavata nella roccia e ` a qualsituata nell’omonima localita che chilometro dall’abitato. Vi si accede da una apertura quadrangolare: ` a pianta circolare ed e ` l’interno e spesso inondato dall’acqua. Interes` santi i monumenti riconducibili all’eta nuragica, in particolare i nuraghi Arbu, Drugali, Fericci, Genna Bentu, &

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Sinnai Longu, Lorenzu Origa, Nuraxeddu, Pirreu, Sa Fraigada, Santa Introxia, S’Arrideli, Serra Idda, Su Crabiolu. ` di grande importanza il Tra questi e complesso di Santa Introxia, costituito da un nuraghe e da una Tomba di gi` del tipo monotorre: ganti. Il nuraghe e vi si accede attraverso un andito che porta alla camera centrale, parzialmente crollata; dalla sala si giungeva, attraverso una scala a chiocciola di cui rimangono pochi gradini, sino alla ter` stato razza superiore. Recentemente e scavato ed ha restituito numerose ceramiche e oggetti litici che documentano la cultura materiale dei suoi abi` sitanti. A poca distanza dal nuraghe e tuata la Tomba di giganti, in granito, costituita da un’esedra semicircolare dotata di vano di accesso al corpo fune` molto dannegrario; il monumento e giato. Sono stati individuati anche numerosi monumenti del periodo romano, in particolare il complesso di Villa Tasonis che ha restituito i ruderi di una villa con molte suppellettili, monete e altro materiale. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Pur essendosi la cittadina sviluppata notevolmente negli ultimi decenni, nel suo centro storico ha conservato numerose case campidanesi tipiche, costruite in mattoni di ` diri) e ingentilite da un terra cruda (la porticato (lolla) e dalla grande corte alla quale si accede da un portale monumentale ad arco. Al centro dell’abi` la tato, in posizione dominante, e chiesa di Santa Barbara, parrocchiale costruita nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi e successivamente modificata e ampliata nel corso dei secolo XVII e XVIII, fino alla trasformazione, avvenuta nel 1840, della facciata nelle ` a croce latina attuali forme. La pianta e con navata unica e transetto; la navata ` arricchita da cappelle laterali e dal e

` sopraelevato; all’inpresbiterio che e ` pocrocio tra la navata e il transetto e sta una cupola sorretta da un tamburo. All’interno conserva alcune tele del secolo XVIII attribuite allo Scaleta (=) e pregevoli statue lignee del secolo ` XVII. Altro importante monumento e la chiesa di Santa Vittoria, un tempo in aperta campagna e oggi all’ingresso dell’abitato; costruita nel secolo XV, ha un impianto a una navata scandita da archi a sesto acuto su cui poggia la copertura in legno. All’interno custodisce un retablo a sei scomparti attribuito a Lorenzo Cavaro (=). Nelle campagne circostanti da notare la chiesa di San Basilio, costruita a poca distanza dall’abitato tra la fine del secolo XVII e il XVIII. Ha un impianto a una sola navata rettangolare, la copertura in legno a capriate e la facciata a capanna completata da un campanile a vela, e preceduta da un porticato. La chiesa di Sant’Isidoro, costruita nel secolo XVIII in forme barocche e andata progressivamente in rovina, nel corso del secolo ` stata ristrutturata nelle forme atXX e tuali. Ha l’impianto a una sola navata e la copertura a volta a botte. Nelle campagne che costituiscono il vasto terri` torio del paese si trovano due localita di grande bellezza che vanno assumendo una crescente importanza turi` il centro di villeggiatura di stica. Una e San Gregorio (=) situato tra i monti di S. a 15 km da Cagliari alle falde del massiccio dei Sette Fratelli, in una ridente conca boscosa dalla quale si do` ragmina il golfo di Cagliari. Il sito e giungibile sia da S. che dalla strada Orientale sarda (Campuomu). Prese a svilupparsi a partire dalla seconda ` de ll’Ottocen to , qu ando un meta gruppo di famiglie dell’alta borghesia cagliaritana (Marini, Palomba, Pintor e altre) vi costruı` le proprie residenze per la villeggiatura. Col tempo, attorno

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Sinnai ` un minuscolo a una chiesetta si formo villaggio con alcuni edifici di qualche `e ` pregio architettonico. L’altra localita il villaggio costiero di Solanas (=) che ha usufruito negli ultimi anni del moltiplicarsi dei flussi turistici in questa parte della riviera isolana. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste religiose e civili conservano e tramandano il ricco patrimonio di tradizioni che costituisce la memo`. A giugno si ria storica della comunita svolge presso la chiesa omonima la festa di Santa Vittoria, che si riallaccia a ` antiche tradizioni di S., una delle piu secondo la quale la santa sarebbe stata martirizzata sulle montagne circostanti, al tempo dell’imperatore Adriano; la festa fu istituita dai Vitto` nel secolo XI e le reliquie sariani gia rebbero state trovate nel 1624. Le celebrazioni durano tre giorni e prevedono un ricco programma di manifestazioni civili e religiose. La terza domenica di luglio si svolge un’altra festa ricca di tradizione, quella in onore di Santa Barbara, la patrona del paese; si svolge per ricordare il miracolo operato dalla ` il paese in occasione di santa che salvo un grave nubifragio; i festeggiamenti hanno luogo presso la parrocchia e durano quattro giorni con un intenso programma. A luglio si svolge anche il torneo di calcio Paolo Pozzi, a carattere internazionale, riservato a giovani esordienti; la manifestazione va assumendo con gli anni un’importanza crescente. La domenica dopo Ferragosto presso la chiesetta campestre dedicata alla santa si svolge la festa di Sant’Elena, che si apre con una solenne processione in costume con la quale la statua della santa viene trasportata dalla parrocchiale su un carro trainato dai buoi; terminate le cerimonie religiose viene riaccompagnata in parrocchia in tarda serata, scortata da molti cava-

lieri e rischiarata da una suggestiva fiaccolata. Negli stessi giorni si svolge la fiera del cestino e dell’artigianato. ` il costume. L’abRicco e interessante e ` bigliamento tradizionale femminile e sostanzialmente di due tipi. Quello da ` costituito da una camicia di sposa e tela bianca guarnita con pizzi applicati e chiusa con due bottoni d’oro, e da una gonna di velluto rosso vino guarnita con una balza di broccato bianco a fiori dorati (sa gunnedda). Sopra la camicia si indossano il busto (su cossu) di broccato a fondo rosso e verde chiuso sotto il seno con ganci e completato da un fazzoletto di vari colori che copre la camicia e sul quale si puntano i gioielli in ricchissimo addobbo (su panni ’e pitturras), e una giacca (sa vellara) in velluto nero bordato da gallone dorato molto attillata. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broccato con la balza identica a quella della gonna (su ` completato da una deventali). Il tutto e fascia di velluto nero guarnita da trine dorate che si posa sul capo, sopra la quale si indossa un velo di tulle bianco quadrato ricamato a mano, dalle scarpe rivestite dallo stesso broccato che si usa per la balza della gonna, e dai ricchissimi gioielli (= Gioielli della Sardegna). L’abbigliamento fem` costituito da una minile quotidiano e camicia di tela bianca con maniche inamidate e stirate a pieghe orizzontali a organetto, e da una gonna plissettata di bordatino rosso e blu; sopra la camicia si indossano il busto uguale a quello della sposa e il fazzoletto (su panni ’e pitturras); sopra la gonna il grembiule ` completato da di tela fantasia. Il tutto e un fazzoletto di raso o di cotone. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca a collo alto chiuso da due grandi bottoni d’oro e con le maniche molto ampie; e dai calzoni di tela (crazzonis biancus).

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Siotto Sopra la camicia si indossano il gilet (su groppettu) di velluto o di broccato rosso abbottonato al centro con una fila di bottoni d’oro o d’argento, e la giacca (su sereniccu) in panno nero bordata di velluto rosso che si porta come un mantello senza infilare le maniche; talvolta al posto della giacca viene indossato una sorta di cappotto realizzato con pelli di pecora (sa best’e peddi). Sopra i calzoni si portano il gonnellino (arroda) di panno nero e le ghette (is crazzas) dello stesso tessuto. L’abbiglia` completato da una berritta di mento e panno nero, tenuta sulla fronte con un fazzoletto rosso a disegni bianchi.

Sinnuri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato vicino a Quarto. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la con` a far parte del quista aragonese entro Regnum Sardiniae e fu compreso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz. Nel 1348 soffrı` a causa ` completadella peste e si spopolo mente.

Sinopico, Primo = Chareun Corrias, Raoul

Sinuski Antico villaggio di probabile origine punica posto non lontano da Nurachi. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Caduto il giudicato d’Arborea ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1410 fu incluso nel marchesato di Oristano, di cui condivise la storia fino alla sua confisca a Leonardo Alagon nel 1477. In seguito fu amministrato direttamente da funzionari reali; i suoi abitanti nel corso del secolo XVI si difesero da alcune incursioni di corsari barbareschi che erano penetrati nei

` del Campidani, ma nella prima meta secolo XVII, entro il 1633, decisero di abbandonarlo.

Sinzus, Is Localita` abitata in territorio di Santadi, nei pressi della frazione di ` sviluppata in eta ` non Terresoli. Si e precisabile, e comunque non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito in un territorio dove si erano stanziati gruppi di pastori.

Sioco Antico villaggio di origini preromane situato nelle campagne tra Guasila e Ortacesus. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti ` di Capraia, e alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ gia ` prima della fine di Pisa, cosicche del secolo veniva amministrato direttamente da funzionari pisani. Dopo la `a conquista catalano-aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae; fatta la seconda pace tra Aragona e Pisa, nel 1326 il villaggio fu compreso nel feudo concesso dal re d’Aragona al Comune. Nel 1348 soffrı` a causa della pe` quasi completamente; ste e si spopolo scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri dan` a spopolarsi neggiamenti e continuo fino a sparire completamente.

Siotto, Jago Avvocato, giornalista, uomo politico (Guamaggiore 1879-Cagliari 1958). Amico di Giuseppe Cavallera, esponente di punta del socialismo sardo, contribuı` a fondare a Cagliari la sezione del Partito Socialista. Nel 1899 assunse la direzione del giornale ‘‘La `’’ e si trasferı` a Iglesias. Nella Volonta ` sulcitana divenne segretario citta ` a Cadella Lega dei minatori; torno gliari dopo alcuni anni e nel 1904 ap` come redattore a ‘‘L’Unione prodo

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Siotto sarda’’. Combattente nella prima guerra mondiale, terminato il con` in Giurispruflitto, nel 1920 si laureo ` a esercitare la profesdenza e inizio sione di avvocato, difendendo soprat` antifasciste. Caduto tutto personalita ` politica: il fascismo, riprese l’attivita nel 1943 divenne segretario provinciale del Comitato di Concentrazione antifascista e fu chiamato a dirigere ‘‘L’Unione sarda’’, che aveva ripreso le pubblicazioni in novembre. Nominato consultore regionale, fu spesso in polemica col generale Pietro Pinna, Alto Commissario per la Sardegna. Tra i suoi scritti, relativi al dibattito degli anni del secondo dopoguerra, Ricostruzione, ‘‘L’Unione sarda’’, 1943; Bari e Oristano, ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; Di` , ‘‘L’Unione sarda’’, 1944; fendo la liberta Causa causarum, ‘‘Sardegna socialista’’, 1945; Evitare il gravissimo pericolo, ‘‘Sardegna avanti!’’, 1946.

Siotto, Luigi Magistrato, deputato al Parlamento (Cagliari 1835-ivi 1915). ` Dopo essersi laureato in Legge entro in magistratura e percorse una brillante carriera giungendo al grado di consigliere della Corte di Cassazione. Interessato al dibattito politico, tra il 1872 e il 1880 fu eletto consigliere della Provincia di Cagliari. Nel 1900 fu eletto deputato per la XXI legislatura, ma poco dopo la sua elezione fu annullata.

Siotto, Salvatore Avvocato, deputato al Parlamento (Nuoro 1888-ivi 1939). Dopo essersi laureato in Giurispru` la professione di avvodenza esercito ` . Nel primo dopocato nella sua citta guerra aderı` al Partito Sardo d’Azione, ma fu tra i primi dirigenti che passarono al fascismo e nel 1924 fu eletto deputato per la XXVII legislatura. Pur essendo stato segretario politico della provincia appena creata e molto attivo e sensibile ai problemi della sua zona, ` al termine della legislatura non fu pero

riconfermato, forse anche per i duri attriti con il primo prefetto della cosiddetta ‘‘Provincia del Littorio’’, Ottavio Dinale, e con il potente notabile fascista Gianni Ticca. Negli anni seguenti ` a esercitare la sua profescontinuo sione.

Siotto Elias, Pietro Paolo Avvocato, docente universitario (Orani 1828-Cagliari 1918). Laureatosi in Legge, si de` alla professione di avvocato a dico Nuoro e divenne professore di Diritto ` di Saspubblico presso l’Universita sari. Di idee repubblicane, nel 1860 ` e diresse a Sassari il giornale defondo mocratico ‘‘L’incamminamento della ` ’’. Molto legato a Giorgio liberta Asproni, condusse a Nuoro un’accanita battaglia contro i ‘‘manutengoli’’ che sfruttavano le condizioni di arretratezza della popolazione barbaricina. Nel 1878, di fronte all’incancrenirsi della situazione (660 delitti nel 1870, di cui 63 grassazioni, 809 nel 1872) fu incaricato dal Consiglio comunale di scrivere la Lettera a S.E. il ministro degli Interni sulle condizioni della pubblica sicurezza nel circondario di Nuoro. Negli anni Novanta, per questa sua azione contro quella che chiamava la ‘‘Camorra’’ nuorese, minacciato di morte, fu costretto ad abbandonare Nuoro e a rifugiarsi a Cagliari: i fratelli banditi Serra Sanna emisero un ‘‘bando’’ che autorizzava chiunque ad andare a far pascolare il bestiame o a raccogliere le olive nei suoi terreni. Fu ripetutamente eletto consigliere provinciale di Nuoro; alla fine del secolo ` gli ideali autonomistici sosterilancio nendo l’ipotesi di un’assemblea regionale autonoma capace di risolvere i problemi della Sardegna, per cui sostenne una lunga polemica con coloro che, come Francesco Cocco Ortu, erano convinti che per risolvere i problemi dell’isola fosse sufficiente una legisla-

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Siotto Pintor zione speciale. Tra i suoi scritti: Fatti e documenti alla elezione del consigliere provinciale del mandamento di Orani, 1863; Discorso in difesa di Giuseppe Mura gerente del periodico repubblicano ‘‘La giovane Sardegna’’, 1876; Elogio di Giorgio Asproni detto nella solenne commemorazione del 7.5.1876 in Nuoro, 1876; Politica e giustizia in Italia illustrata con esempi tratti dal processo d’assassinio del nobile Siotto Pintor svoltosi a Roma nel 1881, 1881; Proposta di colonie di poveri fanciulli derelitti e di minorenni discoli da fondarsi nell’isola di Sardegna ad iniziativa del Consiglio provinciale di Sassari, 1881.

Siotto Pintor (o Siotto) Famiglia cagliaritana originaria di Orani (sec. XVIIesistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVII, quando i Siotto, grandi proprietari terrieri e allevatori di bestiame, figurano impegnati nelle faide che insanguinavano il territorio per il controllo dei pascoli. Alla fine del secolo XVIII Pasquale e Giovanni Maria, figli di un Pietro Paolo, morto nel 1794, diedero vita ai due rami principali della famiglia. ` il capostipite Ramo Siotto: Pasquale e del ramo Siotto che non gode di alcuna distinzione nobiliare; i suoi discendenti continuarono a vivere a Orani oc` della famicupandosi delle proprieta glia. Tra i suoi figli fu il giurista Pietro Paolo Siotto Elias, dai cui figli Rosolino, musicista, e Pelopida, direttore di banca, discendono gli attuali rappresentanti di questo ramo della famiglia. ` il Ramo Siotto Pintor: Giovanni Maria e ` Orani capostipite del ramo S.P. Lascio ` in e si trasferı` a Cagliari, dove si laureo ` Legge e raggiunse una certa notorieta esercitando la professione di avvocato. ` Luigia, sorella del celebre poeta Sposo e avvocato Efisio Luigi Pintor Sirigu, e nel 1826 ottenne il cavalierato eredita-

`. Dei suoi numerosi figli rio e la nobilta tre lasciarono discendenza. Discendenza di Efisio Luigi: da Efisio Luigi, magistrato impegnato nel movimento cattolico, di idee reazionarie tanto da polemizzare con il suo celebre fratello Giovanni, discese un ramo che conti` a chiamarsi col solo cognome nuo Siotto e che espresse alcune persona` , tra cui Jago, i cui rappresentanti lita attualmente risiedono a Cagliari. Discendenza di Giuseppe Maria: da Giuseppe Maria discese l’altro ramo dei Siotto di Cagliari, da cui venne un altro Giuseppe che fu presidente della Pro` vincia di Cagliari. Questo ramo edifico una magnifica villa a Sarroch e si ` del secolo estinse nella prima meta XX con due sorelle che lasciarono il loro patrimonio per la costituzione di una fondazione per la promozione de` gli studi sulla storia della Sardegna (e l’attuale = Fondazione Siotto) in Cagliari. Discendenza di Giovanni: da Gio` disceso il vanni, senatore e letterato, e ramo S.P. che ha espresso distinte per` in ogni campo e i cui membri sonalita continuano a risiedere a Cagliari.

Siotto Pintor, Antonio Avvocato, deputato al Parlamento subalpino (Orani 1800-ivi 1876). Parente di Giovanni e di Giuseppe, dopo aver conseguito la lau` la prorea in Giurisprudenza esercito fessione di avvocato a Nuoro con grande successo. Interessato anche alla politica, nel 1853 fu eletto deputato per la V legislatura, ma la sua elezione fu annullata nel 1854; si ripre` per la VI legislatura, ma questa sento volta non riuscı` a essere eletto. Fu ucciso a Orani in una faida locale nel 1876.

Siotto Pintor, Efisio Avvocato (Cagliari 1795-ivi 1878). Fratello di Giovanni e di Giuseppe, dopo essersi laureato in ` la professione di avvoLegge esercito cato. Legato agli ambienti clericali

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Siotto Pintor `, polemizzo ` con Giovanni cridella citta ticando apertamente le sue idee sull’abolizione del potere temporale dei papi (Lettera a suo fratello Giovanni Siotto Pintor, pubblicata a Cagliari nel 1859).

Siotto Pintor, Giovanni Magistrato, scrittore, uomo politico (Cagliari 1805Torino 1882). Deputato al Parlamento subalpino, senatore del Regno. Dopo essersi laureato giovanissimo in ` in magistratura e Legge, nel 1825 entro ` a procontemporaneamente si dedico fondi studi sulla storia letteraria della Sardegna, iniziando a scrivere alcune delle opere che gli daranno la fama. Di ` nota fu, nella prima meta ` queste la piu dell’Ottocento, la Storia letteraria di Sardegna, pubblicata tra il 1843 e il 1844, divisa in VIII libri. L’opera, di ` , nutrita di una imgrande complessita ponente mole di informazioni, finı` per diventare una vera e propria storia della cultura sarda: i suoi giudizi, netti e spesso radicali, stimolarono una se` gran rie di polemiche cui partecipo ` isolana (in parte dell’intellettualita specie quella cagliaritana, che comin` d’un motivo ciava ad avere con S.P. piu di dissenso politico). L’opera fu comun` diffuse dell’intero que una delle piu Ottocento isolano. Frattanto maturavano eventi decisivi per l’isola, dei quali fu uno dei protagonisti. Convinto liberale, fu favorevole alla ‘‘fusione’’, anzi ne fu un sostenitore cosı` appassionato e popolare che nei giorni della ‘‘fusione’’ fu organizzata sotto la sua finestra una grandiosa manifestazione. Nel 1848 fu eletto deputato per la I legislatura del Parlamento subalpino. Rieletto nella IV legislatura, fu ininterrottamente presente in Parlamento fino alla VII; durante tutto il periodo fu sempre schierato all’opposizione e si ` fece notare per l’eleganza e l’incisivita della sua oratoria. Nel corso dell’ul-

` , dovette rinuntima legislatura, pero ciare al mandato per essere stato nominato sostituto procuratore della Corte di Cassazione. Nel 1861 fu nominato senatore del Regno; uomo di grande cultura, prese parte attiva al dibattito parlamentare, intervenendo, oltre che sui problemi sardi, su temi di interesse generale sorretto da una straordinaria ` oratoria. Negli stessi anni capacita scrisse moltissimo: tra le sue opere di questo periodo va ricordata la Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848. Cattolico fortemente legato agli am` bienti della Destra clericale, ondeggio fra un tardo giobertismo che lo spingeva a chiedere la rinuncia del papa al potere temporale e il progetto di una sistemazione politica della penisola, al cui centro sarebbe stato il papa-re, a capo di uno stato che avrebbe dovuto comprendere anche la Sardegna. Vivissime anche le polemiche con Giovanni Battista Tuveri che su di lui indi` i suoi Specifici contro il codinismo. rizzo Nel 1873, ritenendosi offeso da un mi` i lavori del Senato e nistro, abbandono ` parte. Tra i suoi scritti: non vi prese piu La comunione delle terre in Sardegna, ‘‘L’Indicatore sardo’’, I, 1832; Elogio di Stefano Manca di Villahermosa detto ` agraria ed economica nella R. Societa di Cagliari, 1839; Elogio del cav. Ludovico Baille detto nell’aula della R. Uni` degli Studi [di Cagliari], 1839; versita Storia letteraria di Sardegna, voll. 4, 1843-1844; Le riforme in Sardegna, ` viceregia in Sarde1847; Dell’autorita gna. Riflessioni, 1848; Sulle condizioni dell’isola di Sardegna, 1848; Sopra l’elezione dei deputati alla Camera, 1848; All’Italia, canzone, 1848; Lettera sulla mobilitazione della Guardia nazionale (con Francesco Maria Serra e Raimondo ` ), 1848; Che `e l’indipendenza?, Orru ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 11, 1848; Interpellanza alla Camera sulla Pubblica

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Siotto Pintor Istruzione e sulla abolizione dell’auto` viceregia, 1848; Dichiarazione, rita 1848; Circolo nazionale e Comitato federale di Cagliari, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1848; Ai suoi concittadini. Motivi delle dimissioni da deputato, 1848; Ai suoi concittadini. Lettera di protesta, motivi per cui riprende il posto di deputato, 1848; Ai suoi concittadini della divisione di Nuoro, 1848; Degli uffici dei ` civili, 1848; magistrati e delle virtu Strade in Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Elogio di Carlo Alberto ` agraria ed economica detto alla Societa di Cagliari il 22 sett. 1849, 1849; Ai suoi concittadini dell’isola di Sardegna, 1849; Le mie opinioni e la mia vita pubblica, 1849; Lettere tre ai suoi elettori d’Isili e di Nuoro, 1849; Due errori del Ministero intorno alla Sardegna, 1850; A Emanuele Marongiu Nurra arcivescovo di Cagliari, vescovo per grazia di Dio e del re, scomunicante, Giovanni Siotto Pintor deputato per grazia di Dio e dei suoi elettori, scomunicato, 1850; Giovanni Siotto Pintor deputato al consigliere d’Appello cav. don Pasquale Tola, ‘‘La Croce di Savoia’’, 1851; Delle speranze vere d’Italia, 1851; Dei principi razionali di diritto positivo intorno al matrimonio, 1852; Cenni intorno alla vita di Giuseppe Siotto Pintor, 1855; Sulle terre demaniali e comunali nell’isola di Sardegna, 1858; De’ monti frumentari dell’isola, 1859; Del discorso del deputato barone Melis. Confutazione sul disegno di legge del 17 febbraio 1858, 1859; Intorno alle voci di cessione dell’isola, 1861; Sugli studi preliminari intorno all’ordinamento giudiziario del regno d’Italia, 1861; Sull’opuscolo ‘‘L’ıˆle de Sardaigne’’ del sig. Gustavo Jourdan, 1861; Sentenza della corte d’Appello di Sardegna, 1861; Ai vescovi radunati in Roma, 1862; Della riforma radicale ecclesiastica e civile del matrimonio, 1862; Lettera supplicatoria al primate della

Chiesa universale Pio IX grande pontefice, 1863; Intorno al potere temporale dei pontefici, 1864; L’Italia e i ministri ` della corona, 1864; Contro la proprieta intellettuale, 1865; Ai concittadini. Indirizzo inviato in occasione dell’approvazione della legge sulle ferrovie sarde, 1867; Lettera sull’opuscolo di Gustavo Jourdan, ‘‘Il Diritto’’, 1867; Lettera a Ur` del bano Rattazzi intorno alle universita Regno, 1867; Tre novellette, 1867; I vantaggi dell’alleanza italo-prussiana, 1867; Epigrafi dettate pei solenni funerali del barone Giuseppe Manno, 1868; ` Francia!, 1868; Sulle imposte e Non piu sulla questione finanziaria, 1868; Il senso comune applicato alle finanze del regno d’Italia, 1868; Storia della vita di Giuseppe Manno, 1869; Vita Nuova, ossia rinnovamento delle istituzioni e degli ordinamenti dello stato, voll. 2, 18691873; Commemorazione del marchese Francesco Pilo Boyl di Putifigari, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1869; Giudizio intorno agli studi del senatore Musio sul riordinamento giudiziario, 1869; La politica italiana nel 1870, 1870; Un re solo in Italia. Rimostranze ai ministri, 1870; Racconti morali, 1871; Discorso intorno al disegno di legge sulle guarentigie papali, 1871; In occasione del centenario di Ludovico Antonio Muratori, 1874; Potenza del carattere umano, 1875; Il ridicolo, dramma, 1875; Non mi ama, commedia, 1875; Deputati sardi e ferrovie, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera al presidente del Consiglio per la prosecuzione delle strade ferrate in Sardegna, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1875; Grido di dolore della Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Condizioni politiche e finanziarie dell’Italia, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1875; La perequazione dell’imposta fondiaria in Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera al ministro dell’Interno sopra la pubblica sicurezza nell’isola, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1876; Lettera

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Siotto Pintor al ministro sopra i Lavori pubblici per le strade ferrate nell’Isola, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1876; Cose di Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1876; Commemorazione di Riccardo Sineo, 1876; Commemorazione di Luigi Sanvitale, 1876; Commemorazione di Giuseppe Musio, 1876; Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848, 1877; Commemorazione di Salvatore Pes di Villamarina, 1877; Commemorazione di Antonio Siotto Pintor, ‘‘La Nuova Torino’’, 1877; Feliciana ossia la ribellione delle mogli, commedia, 1878; Bua Giovanni Maria, in Celebrazione degli illustri sardi tenuta in Bosa, 1878; Lettera al Bargoni ministro del Tesoro: diligenze e minuto commercio nella Sardegna, ‘‘La Nuova Torino’’, 1878; La Sardegna si muove. Ai ministri ` da venire. Lettera piuttodel regno di la sto viva, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1881; Ne` di una nuova vita economica cessita nella Sardegna, ‘‘Gazzetta di Torino’’, 1881; Sopra gli aggravi dell’isola di Sardegna presentata al ministro sopra gli Affari finanziari nel 1851, 1882.

Siotto Pintor, Giuseppe Deputato al Parlamento subalpino (Cagliari 1808ivi 1855). Fratello di Efisio e di Giovanni, dopo aver ottenuto la laurea in ` alla profesGiurisprudenza si dedico sione di avvocato e divenne professore di Istituzioni di diritto civile e di dige` di Cagliari. Fu sto presso l’Universita tra i principali protagonisti del dibattito politico prima della ‘‘fusione perfetta’’, intervenendovi con frequenza dalle colonne del giornale ‘‘L’Indipendenza Italiana’’ che aveva fondato. Nel ` a es1848 fu eletto deputato e continuo serlo nelle legislature successive. Fu tra i difensori dei protagonisti dei famosi fatti di Sassari del 1852: d’intesa col governo, dopo il primo processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati, fece costituire uno dei partecipanti alla sommossa, ancora lati-

tante, nella certezza di una sua rapida ` questo fu poi assoluzione. Quando pero inaspettatamente condannato, si dice avesse provato tale dolore e sdegno da morirne di dolore nel 1855. Tra i suoi scritti: Necrologio del cavalier D. Antonio Grondona, 1836; Debiti dei Gesuiti, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1848; Ai miei elettori del 1º collegio di Isili e del 2º di Nuoro, 1849; Parole ai sardi dell’on. deputato Giuseppe Siotto Pintor, 1849; Interpellanza sulla pubblica sicurezza in Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Segreti politici di Enrico Misley e cronache italiane e francesi dal 1831 al 1850, 1852; Arringa a difesa dell’imputato sassarese Giuseppe Basso Campus, 1853; Processo e dibattito intorno ai casi di Sassari del 24 febbraio 1852, 1855.

Siotto Pintor, Roberto Araldista (Cagliari 1832-ivi 1911). Figlio di Giovanni, ` la profeslaureatosi in Legge esercito sione di avvocato. Particolarmente le` pogato a suo padre, ne seguı` l’attivita litica e letteraria, dedicandosi lui stesso a profondi studi di araldica e di ` genealogia. Tra i suoi scritti: La nobilta in Sardegna, ‘‘Giornale araldico genealogico’’, 1905.

Sipollo Yosso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gippi. Era situato nelle campagne di Serramanna. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Capraia, e alla loro ` ai giudici d’Arborea. estinzione passo ` , nel 1295 lo cedette al Mariano II, pero ´ gia ` prima della Comune di Pisa, sicche fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Subito ` a far dopo la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae; con la pace tra Pisa e Aragona, stipulata nel 1326, fu compreso nel feudo concesso a

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SIR Pisa dalla Corona. Negli anni successivi fu sfruttato da Pisa senza inconvenienti, ma nel 1348 soffrı` a causa della ` completamente. peste e si spopolo

Siponti Antico villaggio di origine romana, situato nelle campagne di San Sperate; nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Decimomannu. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca e nella successiva divisione cui i due rami della famiglia procedettero tra ` al ramo dei discendenti del loro tocco conte Gherardo. Subito dopo la conqui` a far sta aragonese, il villaggio entro parte del Regnum Sardiniae; era semispopolato e fu confermato ai Della Gherardesca ‘‘gherardiani’’ che, avendo prestato omaggio al re, lo tennero come feudo della Corona. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` completamente; scoppiata la polo prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV il territorio fu sequestrato al conte Gherardo e concesso a Bartolomeo Cespujades prima della celebrazione del Parlamento nel 1355. I suoi eredi, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ne persero il controllo e il villaggio scomparve prima della fine del secolo.

SIR Sigla della Sarda Industrie Resine. ` petrolchimica, costituita a SasSocieta sari nel 1959. LA NASCITA In quel momento il gruppo ` Italiana Resine), presieSIR (Societa duto dall’ingegner Nino Rovelli, controllava alcuni stabilimenti petrolchimici in Lombardia, la Salcim-Brill, operante nel ramo dei prodotti per la casa, e un’immobiliare, la SACI. Nel complesso della chimica nazionale, la ` milanese, pur avendo acquisito societa una certa rilevanza nel comparto delle resine termoindurenti, rappresentava,

nel 1961, appena il 2% del fatturato complessivo. Frattanto in Sardegna ` operante il Consorzio per la era gia zona industriale Sassari-Porto Torres, ma, nell’agglomerato de La Marinella, a pochi chilometri dal centro turritano, le iniziative si limitavano a una fabbrica di laterizi, a uno stabilimento per la produzione di cemento bianco e a qualche deposito.

SIR – Stabilimenti industriali di Porto Torres.

La decisione della SIR di ubicare in questa zona lo stabilimento petrolchimico si giustificava con la posizione strategica rispetto alla rotta del petrolio, con fondali sufficientemente profondi a poca distanza dalla costa, con ` di aree a basso la larga disponibilita prezzo e con la vicinanza al porto, al` di l’aeroporto di Fertilia e alla citta Sassari. Ma esistevano anche rilevanti obiettivi di agevolazione finanziaria. Con la costituzione di un certo numero ` era possibile tentare di ottedi societa nere i crediti agevolati previsti dalle leggi n. 634 del 1957 e 636 del 1959 sull’industrializzazione del Mezzogiorno, ´ i contributi a fondo perduto nonche erogati dalla Cassa per il Mezzogiorno e dalla Regione sarda. Dal 1960 al 1966 vennero cosı` formate legalmente ben

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SIR ` , ciascuna con un capi46 nuove societa tale iniziale di 1 milione, protette dall’anonimato azionario. La costruzione dello stabilimento petrolchimico (de` grandi stinato a diventare uno dei piu d’Europa) avvenne a tappe. In una ` a coprire quei prima fase la SIR punto ` un’esperienza comparti dove aveva gia produttiva, con l’intento di rendersi autosufficiente nell’approvvigionamento dei prodotti intermedi. Alla realizzazione dell’OPT (Officine Porto Torres, 1962) segue l’anno dopo l’impianto fenolo-acetone, di dimensioni assai rilevanti, creato con l’appoggio della Gulf Oil, la compagnia statunitense con la quale Rovelli aveva definito un accordo che sarebbe durato sino al 1964. In quest’anno l’Alchil` la produzione di cumene, sarda avvio di dodecilbenzene e successivamente di stirolo: produzioni che in buona parte trovavano sbocco per successive lavorazioni negli impianti in Lombardia. In una seconda fase, con l’entrata in funzione del primo steam-cracking ` a produrre autonoma(1965), si arrivo mente l’etilene e si approntarono contemporaneamente alcuni impianti per le lavorazioni successive di questo prodotto-base. Successivamente, accentuando ancora il processo di integra` alla realizzazione a monte, si arrivo zione, alla fine del 1967, della raffineria Sardoil. Cosı` la SIR riusciva non soltanto a produrre direttamente la virgin naphta, materia prima per il cracking dell’etilene, ma anche a operare nel campo propriamente petroli` da subito assai reddifero, che si rivelo tizio. Di fatto solo un terzo del grezzo lavorato dalla Sardoil veniva utilizzato nelle successive lavorazioni del gruppo: il resto trovava collocazione sui mercati internazionali, con una crescita notevole e assai rapida del peso del settore petrolifero sul fattu-

rato globale. Una terza fase, con cui il ` su dicentro petrolchimico si attesto ` essere indivimensioni ottimali, puo duata nell’importante blocco di investimenti realizzati sul finire degli anni Sessanta: un nuovo steam-cracking, ` ma questa volta da 260 000 t/a (il piu grande in Italia in quegli anni), e in ` l’ampliamento o l’introduzione di piu tutta la gamma di produzioni di materie plastiche ad esso connesse (dal PVC al polistirolo, al polietilene). La SIR si accingeva in questo modo a ricoprire in questo comparto, che presentava ritmi di espansione eccezionali, un ruolo di primo piano. Gli anni Sessanta fecero registrare una crescita considerevole degli investimenti e del fatturato SIR. Nel 1971 il centro petrolchimico sardo era arrivato a coprire da solo il 75% del fatturato e l’86% del valore degli investimenti complessivi della SIR, occupando quindi un ruolo decisivo nella crescita vertiginosa del gruppo di Rovelli. ` soLA SIR E LA SARDEGNA Sulla realta cio-economica della provincia di Sassari l’avvento dell’industria petrolchimica produce effetti contraddittori. Da un lato accelera la disgregazione del tessuto sociale preesistente, incrementando il fenomeno di abbandono ´ la fabbrica delle campagne poiche funge da polo di attrazione per migliaia di lavoratori, dei quali solo una ` , un lavoro stabile; parte trova, pero dall’altro provoca un forte incremento della concentrazione urbana (nei tre soli centri di Sassari, Alghero, Porto ` della Torres arrivano a risiedere piu ` di tutti gli abitanti della provinmeta cia) e nuove stratificazioni sociali: si formano consistenti settori di classe operaia e si registra una grande espansione del terziario. Si manifesta un obiettivo incremento del reddito: ma ` questo dato si accompagna alla realta

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SIR di uno sviluppo distorto, rimasto come ` per l’incapacita ` , in parte anche a meta strutturale, della grande industria di base di integrarsi col territorio e di favorire la crescita di una fascia di piccole e medie aziende ad essa collegate. Ma gli effetti di un’industrializzazione, definita ‘‘selvaggia’’, non restano circoscritti a una zona o a un settore economico. Investono e condizionano tutte le scelte di sviluppo della Sardegna. Il prevalere della monocultura petrolchimica si intreccia, in quegli anni, ` di realizzazione prima con le difficolta e poi con il ‘‘fallimento’’ del primo Piano di Rinascita. Di fatto la grande industria riceve «in appalto» lo sviluppo dell’economia isolana, assorbendo la fetta maggiore delle risorse finanziarie complessivamente utilizzabili nell’isola. Questa affermazione non va riferita esclusivamente, come ` avvepure talvolta erroneamente e nuto, ai soli fondi della legge 588, ai contributi in conto capitale. Anche se nella distribuzione di questi fondi il gruppo di Rovelli ha fatto la parte del leone (la sola SIR, senza la Rumianca, ha ricevuto 24 miliardi, pari al 29,3% del totale dei contributi a fondo perduto erogati dalla Regione al settore industriale), in Sardegna, dagli anni Sessanta in poi, il grande capitale pe` riuscito a calamitare, a trolchimico e danno di altri settori produttivi e in particolare delle piccole e medie ` grossa delle dispoaziende, la fetta piu ` finanziarie del credito, e sonibilita prattutto del credito agevolato. In soli ` tre anni (dal 1964 al 1966) la SIR arrivo ad assorbire il 65% di tutti i finanziamenti deliberati dal CIS per la provincia di Sassari dal 1951 al 1966. Inoltre sino a quella data la somma dei mutui stipulati dal CIS con la SIR era di circa 45 miliardi, contro appena 13 miliardi stanziati dall’IMI. Questo rapporto ten-

` poi a invertirsi nella seconda dera parte del decennio, ma l’impegno del CIS (che era stato istituito originariamente per finanziare le piccole e medie aziende) verso il gruppo petrolchi` molto ingente: i mutui IMI mico restera passeranno da 13 540 milioni di lire nel 1962-1966 a 226 816 nel 1967-1970, quelli CIS da 45 713 a 119 890. In effetti la forza del monopolio SIR risiedeva ` di influenzare e di nella sua capacita contare molto anche oltre i tradizionali campi d’azione di un’azienda (il mercato del lavoro, le risorse finanziarie); risiedeva nell’«invasione» del quadro politico dirigente isolano che Rovelli era riuscito a realizzare in tempi assai brevi, arrivando poi a consolidarla con l’acquisizione del controllo sui due quotidiani isolani, la ‘‘Nuova Sardegna’’ e ‘‘L’Unione sarda’’. ` inarrestabile. L’avanzata di Rovelli e Le sue iniziative si moltiplicano: vanno dalla presenza maggioritaria nell’US Cagliari, che coincide con lo scudetto (1970), a interventi diversivi come l’acquisto della Sarramin (operante nel settore del fluoro) che sembra preannunciare un impegno, poi mai realizzato, nel comparto minera` invece di rio. Sul piano produttivo e grande portata l’acquisto della Ru` a questo punto mianca, nel 1968. E ` predispoche, mentre la SIR sta gia nendo una serie di programmi nuovi nei comparti delle fibre, degli aromatici e della petrolchimica, i grandi della chimica si accorgono del pericolo di lasciare via libera a Rovelli. La Sardegna diventa il teatro principale della cosiddetta «guerra chimica». L’ENIANIC, alla cui presidenza siede Cefis, predispone il progetto Chimica e Fibra ´ identico al prodel Tirso, pressoche getto Siron di Rovelli e comincia la realizzazione, a Sarroch, della Saras chimica in alternativa a un analogo inve-

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SIR stimento previsto dalla Rumianca; ` la Montedison a qualche tempo dopo e cercare, questa volta senza riuscirvi, di ottenere l’autorizzazione per la realizzazione di un grande centro petrolchimico a Cagliari. UN IMPERO PETROLCHIMICO Agli inizi degli anni Settanta, mentre gli uffici dell’ISPE lavorano alla stesura del Piano chimico, la SIR si dimostra pronta a collaborare all’ipotesi di programmazione (la prima del genere in Italia) e fornisce, tramite il suo centro studi, una serie di ricerche previsionali basate tutte sulla certezza di una ` espansiva del setillimitata possibilita tore. In questo modo la SIR non sol` tanto riesce a giustificare la validita dei suoi programmi, ma si propone ` diesplicitamente come l’azienda piu sponibile all’industrializzazione del Sud. Quando la prima parte del Piano, quella relativa all’etilene e ai suoi de` poi l’unica a uscire) rivati (che sara viene definita, essa contiene, tra l’altro, il riconoscimento dei progetti di ampliamento per i centri di Porto Torres e ad Assemini, attribuendo alla SIR-Rumianca, nella sola area sarda, ` di un potenziamento delle capacita cracking pari a 3 volte quello esistente nel 1971; inoltre il Piano approvava anche la realizzazione, in Sicilia, del pro` forgramma della SARP (una societa mata dalla SIR in compartecipazione con l’Ente minerario siciliano), programma anch’esso incentrato sulla produzione di derivati dell’etilene. Ma i progetti di espansione di Rovelli non si fermavano qui. Acquisita in Sardegna la patente di imprenditore del Sud, ma soprattutto ormai compiutamente padrone dei meccanismi di incentivazione, il presidente della SIR si lancia alla «conquista» di altre zone: nascono cosı` i programmi per la Calabria e per la Campania. Nel complesso,

dunque, la SIR approntava un programma d’investimenti veramente faraonico. La forza di quel programma stava nella sua opzione meridionalistica e nella promessa, peraltro assai poco realistica, della creazione di un’occupazione aggiuntiva pari a `. Era principalmente guar29 000 unita dando a questo obiettivo che il movimento sindacale, alle sue prime armi in tema di contrattazione delle scelte d’investimento, firmava nel marzo del 1974 un accordo con il gruppo petrolchimico, nel quale di fatto ratificava le scelte di Rovelli, con l’aggiunta soltanto di qualche proposta avanzata dalla FULC (centro di ricerca, stabilimento per la trasformazione della fluorite) che la SIR accettava di porre allo studio. La messa in moto di una mole d’investimenti di cosı` vaste proporzioni si collegava a una serie di ingranaggi politici e finanziari, i soli che potessero garantirne l’attuazione. In ` del primo luogo i pareri di conformita CIPE. Analizzando le delibere CIPE ` notare nel periodo 1970-1976 si puo come la SIR-Rumianca ha svolto in esse la parte del leone, aggiudicandosi il 36,8% dei miliardi di lire deliberati. I ` di queste delibere pareri di conformita aprivano poi la porta ai crediti agevolati e potevano essere seguiti, in caso di ritardi nella realizzazione degli investimenti, da decisioni di adeguamenti ai nuovi costi. Nel caso della SIR, solo nel 1975 il CIPE decise un adegua` di 1000 miliardi e sempre mento di piu ` essere indiviin quell’anno (che puo duato come un punto di svolta decisivo per le sorti future del gruppo) il consiglio di amministrazione dell’IMI ap` in blocco il finanziamento relaprovo tivo alle iniziative nella petrolchimica di base in Sardegna i cui tempi di attuazione erano nel frattempo slittati. Di conseguenza a fine 1976 risultavano

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SIR deliberati e in corso di erogazione da parte degli istituti di credito speciali finanziamenti agevolati pari a 1733 miliardi su un totale di finanziamenti richiesti dalla SIR-Rumianca pari a 1765 ` miliardi. Un simile giro di miliardi da da solo il quadro della importanza ormai assunta da Rovelli il quale, nel frattempo, era andato affiancando alle iniziative propriamente industriali un vero impero finanziario compren` armatoriali, 18 societa ` dente 9 societa commerciali (in gran parte con sedi ` immobiliari e ben 74 estere), 7 societa ` finanziarie (in gran parte con societa sede a Vaduz). A questo ampliamento dei rami d’intervento faceva seguito una ristrutturazione complessiva del gruppo con la creazione della SIR Consorzio Finanziario (una nuova so` per azioni, presieduta da Rovelli, cieta nella quale ciascuna azienda industriale aveva delle partecipazioni) e della SIR-Consorzio industriale. La ` clamorosa e importante remossa piu sta comunque la scalata alla Montedison. Organizzata nel 1974 con un rastrellamento di titoli di cui restarono a lungo ignoti i mandanti, questa opera` alcune societa ` finanziarie zione porto di Rovelli ad acquistare quasi 120 000 azioni Montedison per un valore di circa 80 miliardi. In questo modo l’in` stato dustriale lombardo, come e scritto, passava al contrattacco, con una mossa azzardatissima che lo portava dentro la cittadella del suo rivale Cefis. LA CRISI DEL SETTORE La «guerra chimica» aveva avuto origine in una fase di grande espansione del settore; ma questa fase si chiude con il sopraggiungere della crisi petrolifera del 1973. L’incidenza del costo della materia prima sui costi totali di produzione dal 28% nel 1973 passa quattro anni dopo a quasi il 60%; la domanda cala

paurosamente e ristagna anche nei comparti, come quello delle materie plastiche, che si erano fino ad allora sviluppati a tassi elevatissimi; si crea in campo europeo una situazione di so` produttiva pressoche ´ gevracapacita neralizzata, la quale a sua volta incide sul livello dei prezzi e quindi sul rapporto costi/ricavi. In Italia questa si` grave. tuazione si presenta anche piu La logica perversa che stava dietro alla ` e ai financorsa ai pareri di conformita ziamenti agevolati aveva fatto prevalere, su seri programmi industriali, l’obiettivo di una crescita forzata delle dimensioni aziendali. Sul piano produt` si era tradotto nella sottovalutivo cio tazione delle esigenze qualitative degli investimenti e della produzione, e nella assoluta mancanza di integrazione e specializzazione tra le diverse aziende. Un altro effetto di questa politica fu l’abbandono quasi totale di un serio impegno nella ricerca. Queste scelte di sviluppo distorto si palesano ` macroscopico proprio nel modo piu nel caso della SIR. Dopo il boom del ` che rad1974 (in cui era di colpo piu doppiato) il livello del fatturato tende ` lentamente: dal a crescere molto piu 1971 al 1974 passa da 171 a 561 miliardi; dal 1974 al 1977 da 561 a 760. Gli effetti ` duramente della crisi colpiscono piu un gruppo, come la SIR, nel quale il comparto della raffinazione petrolifera garantiva, ancora nel 1977, ben il 43% del fatturato globale. Le trasformazioni profonde nella divisione internazionale del lavoro mettono in discussione il ruolo fino ad allora svolto dalla SIR, che vede di conseguenza calare in modo drastico e nel giro di due soli anni (dal 1974 al 1976) la sua quota di esportazioni sul fatturato (dal 47% si scende al 32%). Da bilanci in attivo si passa inoltre a passivi di gestione sem` proprio mentre l’apre crescenti, e cio

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SIR ` impegnata in modo massiccio zienda e in un programma d’investimenti che si scontra apertamente con un andamento del mercato ormai radicalmente trasformato rispetto al periodo, assai lontano, della progettazione e che per giunta appare in ritardo rispetto ad analoghe iniziative della concorrenza europea. Cosı` a Ottana i programmi della Siron sono portati avanti mentre la crisi di mercato del vicino e simile stabilimento Chimica e Fibra ` divenuta un dato struttudel Tirso e ` arrivati rale e mentre, in sede CEE, si e ad assegnare ai diversi paesi, per fre` elevanare un livello di sovracapacita tissimo, un tetto massimo di produzione. Cosı` a Porto Torres si investono molte decine di miliardi nella costruzione di una nuova centrale elettrica (con una potenza, di 280 megawatt, ´ uguale alla progettata cenpressoche trale ENEL di Fiume Santo) e di una ` ponuova raffineria (con una capacita tenziale superiore al doppio dell’attuale), impianti che si collegano alla realizzazione del nuovo cracking di etilene e presuppongono quindi il raddoppio di tutte le produzioni di base. ` in corso di Contemporaneamente e avanzata realizzazione ad Assemini il nuovo cracking con le linee degli impianti utilizzatori. Ma nel frattempo le ipotesi previsionali sul consumo di etilene in Italia, contenute nel Piano chimico del 1971, erano completamente saltate, come risulta da un confronto con le previsioni del nuovo Piano chi` assurdo e ` che quemico. Ma il dato piu sti programmi vennero avallati dalle ` politiche e finanziarie anche autorita ` degli anni Settanta, dopo la meta quando tutti gli effetti della crisi erano ormai sufficientemente evidenti. I risvolti sul piano finanziario di queste scelte erano inevitabilmente catastro` nel 1971 in uno studio, inascolfici. Gia

tato, sul caso SIR si affermava la neces` di «instaurare serie procedure di sita controllo sulle prospettive di economi` e di efficienza finanziaria a medio cita termine degli investimenti da sottoporre ad agevolazione», «per evitare che la grande industria chimica italiana si trasformi in un settore strutturalmente sovvenzionato». Nel 1977 queste previsioni si rivelano esatte: ` sul’indebitamento globale della SIR e periore di 4 volte al fatturato, mentre in teoria sarebbe necessario un rapporto tra debiti e fatturato di 1 a 1. Inoltre per ogni 2,7 lire di capitale proprio ` di 100 lire di la SIR si trova ad avere piu debiti. L’IMI, il maggior creditore, ar` riva a commissionare a una societa specializzata americana uno studio ` reali del gruppo pesulle possibilita trolchimico di uscire da questa situazione. Ne vien fuori un giudizio sostan` induzialmente positivo sulla realta striale SIR, ma una valutazione decisamente negativa sulle prospettive finanziarie. In sostanza, afferma la relazione, non esiste per la SIR un’alternativa al fallimento che non sia o il passaggio allo Stato o l’acquisto da parte di qualche compagnia internazionale. Siamo nel maggio del 1977. LA CADUTA DI ROVELLI Il 2 dicembre dello stesso anno prende avvio l’inchiesta giudiziaria con gli avvisi di reato che il giudice Infelisi invia a Rovelli e al suo staff, oltre che ai massimi dirigenti degli Istituti pubblici di credito industriale. L’inchiesta giudiziaria incide pesantemente sulle vicende ´ contribuisce a del gruppo SIR, perche portare allo scoperto una crisi finanziaria di proporzioni enormi. Ancor prima dell’iniziativa della magistratura il blocco dei flussi finanziari era ` avvenuto che con la sconnell’aria. E ` in generale per gli fitta di Cefis, ma piu effetti strutturali indotti dalla crisi pe-

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SIR trolifera, il settore petrolchimico va subendo un ridimensionamento nell’assetto complessivo del capitalismo italiano. I comparti guida della Confindustria sono ormai orientati decisamente a frenare lo sviluppo del settore petrolchimico, indicato come fonte di sprechi ed espressione di un intreccio ` produttive e asdeteriore tra attivita setti di potere. Questa ondata moralizzatrice ha una precisa motivazione di ordine finanziario: l’esposizione di alcuni istituti di credito industriale verso il settore chimico sta ponendo in ` di manovra discussione le possibilita di altri importanti settori produttivi. In particolare l’IMI, tradizionale istituto di credito dei comparti meccanico ` la banca piu ` ed elettromeccanico, e coinvolta nell’avventura SIR, nei cui `e ` vaconfronti l’istituto, la cui liquidita lutabile intorno ai 700 miliardi, vantava, nel 1978, crediti (comprese le an`) di circa 1500 ticipazioni e le morosita miliardi. Non meno drammatica, anche se i suoi risvolti restano limitati alla Sardegna, la posizione del CIS. Nei primi mesi del 1978, quando le erogazioni dei mutui bancari vengono sospese, la crisi della SIR precipita. Come primo effetto si ha il blocco di tutti gli investimenti in corso di attuazione. La conseguenza, sul piano so` che circa 6000 lavoratori impieciale, e gati nelle ditte appaltatrici, in Sarde` altri 2000 in Calabria si trogna, piu vano di colpo senza lavoro, e solo dopo durissime lotte riescono a ottenere la cassa integrazione speciale, finalizzata a corsi di riqualificazione professionale. Ma la crisi investe anche gli stabilimenti in produzione. I fornitori, che aspettano di essere pagati da molti mesi (il solo ente petrolifero di stato del Kuwait ha un credito inevaso di 40 miliardi) bloccano le ordinazioni. Mentre il petrolchimico di Assemini ago-

nizza, comincia a prendere piede l’ipotesi del Consorzio bancario di salvataggio. IL CONSORZIO BANCARIO Le vicende che portano alla costituzione di questo Consorzio sono lunghe e intricate. In una prima fase lo scontro riguarda il ruolo da assegnare alla vecchia pro` : da una prima proposta (luglio prieta 1978) che assegnava la maggioranza delle azioni a Rovelli si arrivava, un anno dopo, ad assegnargli una quota simbolica, pari a una lira. In una se` conda fase si discute della possibilita di utilizzare come alternativa l’amministrazione controllata e la liquidazione coatta gestita da un supercommissario di nomina governativa. Que` corsta alternativa, formalmente piu ` rischiosa rispetto retta, appariva pero alle prospettive occupazionali, tanto da spingere i sindacati ad appoggiare la soluzione consortile. In effetti il Consorzio bancario, divenuto operativo dopo un ulteriore rinvio causato dalla decisione dell’Italcasse di ritirarsi dal` funzionante l’operazione, risultera solo sul piano finanziario: con una serie di interventi statali di sostegno, i vari Istituti di credito coinvolti vengono progressivamente sgravati dai debiti SIR. Totalmente inapplicate resteranno invece le parti del piano predisposto dall’IMI per il risanamento industriale del gruppo: non solo restano bloccati gli investimenti in corso di attuazione, ma vengono trascurati anche gli interventi di manutenzione e di ottimizzazione degli impianti. Sul piano ` produttive gli impianti delle capacita sardi della SIR-Rumianca rappresentano quote rilevanti sul totale nazionale. Prodotti chimici di base e intermedi: Alchilbenzolo lineare, 42%; Acetone, 36%; Cloro, 21%; Dicloroetano, 25%; Etilene, 21%; Fenolo, 40%; Tripolifosfati, 20%; Materie plastiche: Polie-

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Sirago `,20%; Polietilene tilene a bassa densita ` , 18; PVC, 23%; Polistiad alta densita rolo, 15%; Gomme sintetiche: Gomme sbr, nitriliche, altostiroliche, 31%; Settore fibre: Fibre acriliche, 13%; Fiocco poliestere, 20%. Il sottoutilizzo perma` produttive nente di queste capacita svolge un ruolo non secondario nel determinare il pesante saldo negativo sulla bilancia italiana dei pagamenti che si registra, a partire dal 1978, specialmente nei comparti dei prodotti chimici di base e delle materie plastiche. In questo quadro, caratterizzato anche da una lunga crisi e da una sostanziale stagnazione della domanda del settore, il passaggio sotto la gestione ENI degli impianti ex SIR-Rumianca non rappresenta, come pure si era sperato, la svolta necessaria per la ripresa produttiva, ma la nuova tappa di un’agonia che sembra interminabile. [SANDRO RUJU]

Sirago, Vito Antonio Storico (n. sec. ` dedicato XX). Conseguita la laurea, si e alla carriera universitaria. Attual` professore presso il Dipartimente e mento di Scienze storiche dell’Univer` di Bari. Tra i suoi scritti: Gli ostrosita goti in Sardegna, in L’Africa romana. Atti dell’VIII Convegno di studi, 1991; Aspetti coloniali dell’occupazione romana in Sardegna, in Sardinia antiqua. Studi in onore di P. Meloni in occasione del 70º compleanno, 1992.

Sirai Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Carbonia (da cui dista 4 km), con circa 180 abitanti, posto a 94 m sul livello del mare a nord-ovest del comune capoluogo, lungo la statale 126. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` caratterizzato dalla presenza di alcuni modesti rilievi, nel punto in cui i monti del Sulcis iniziano ad abbassarsi in pros` del litorale, che dista dalla frasimita

zione meno di 10 km. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 126, che in questo punto si connette con un’arteria che si dirige all’interno, verso Villamassargia, e con una che va verso la costa, Portoscuso e Gonnesa; mentre una breve bretella assicura il collegamento col capoluogo; a Carbonia si trova anche la ` vicina stazione, capolinea della piu ferrovia per Cagliari. & STORIA Nel punto in cui si trova S. esisteva un antico villaggio di origine medioevale che si era sviluppato a valle del vicino monte Sirai; faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258, fu compreso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca; nella divisione che alcuni anni dopo i due rami della famiglia fecero tra loro, il villaggio ` al ramo del conte Ugolino (=). I tocco suoi figli, per vendicare la morte del loro genitore, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa e alla fine del ` sotto la diretta XIII il villaggio passo amministrazione del Comune. Dopo la conquista aragonese, nel 1328 S. fu riconosciuto come feudo ai De Ac ¸en. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` quasi completamente; scoppiata polo nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, subı` altri danni. Allo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Alibrando de Ac ¸en, essendosi schierato col giudice, fu dichiarato fellone e il feudo gli fu confiscato. Negli anni successivi fu occupato dalle truppe giudicali e si spo` rapidamente. L’attuale centro e ` polo derivato da un antico furriadroxiu sorto probabilmente nel secolo XVIII; quando fu fondata Carbonia fu aggre`. gato alla nuova citta

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Sircana

Sircana1 Famiglia di Orotelli (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVII; di buona condizione, i suoi membri ottennero il cavalierato ereditario nel 1653 con il dottor Giovanni Francesco Sircana Marcello, che si trasferı` a Ozieri. La sua discen` a vivere in quel centro, denza continuo ma si estinse nel corso del secolo XVIII.

Sircana 2 Famiglia sassarese (sec.

Sirai – Scavi nel villaggio fenicio-punico.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo ` ricco di testimonianze arterritorio e cheologiche che dimostrano la conti` della frequentazione dell’uomo nuita a partire dal periodo nuragico. Tra questi un imponente nuraghe del tipo polilobato, circondato da un vasto villaggio nuragico. Recenti scavi ancora in corso hanno posto in luce come il complesso fu luogo di incontro di Sardi e Fenici che per secoli vi convissero pacificamente sviluppandovi intensi traffici commerciali. A poca distanza, su un altipiano che domina la pianura circostante, i Fenici fondarono la cittadella di Monte Sirai (=), i cui resti sono attualmente oggetto di importanti campagne di scavo. &

Sirca, Pasquale Allevatore, deputato al Parlamento (Orotelli 1891-ivi?, 1959). Appartenente a una famiglia di allevatori, partı` volontario nella prima guerra mondiale. Dopo aver combattuto valorosamente, nel dopoguerra ` in Sardegna, dove si laureo ` in torno ` a occuparsi con Legge ma continuo grande passione dello sviluppo della propria azienda. Aderı` fin dall’inizio al fascismo e nel 1929 fu nominato segretario federale di Nuoro; nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento per la XXVIII legislatura; nel ` , non fu confermato. Ritira1934, pero ` a occuparsi tosi a vita privata, continuo dell’azienda di famiglia.

XVIII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Apparteneva alla borghesia cittadina e nel 1792 ottenne ` il cavalierato ereditario e la nobilta con un Antonio. I suoi discendenti continuarono a vivere a Sassari per tutto l’Ottocento; attualmente la famiglia risiede a Roma.

Sircana, Antonio Docente di Diritto ` sec. XVIII-ivi (Sassari, prima meta 1819). Conseguita la laurea in Legge, si ` con successo alla carriera unidedico versitaria. Di idee conservatrici, quando scoppiarono i moti angioiani divenne uno tra i principali persecutori dei partigiani di Giovanni Maria Angioy. Per anni fu professore presso ` di Sassari, di cui fu anche l’Universita assessore e censore.

Sircana, Giovanni Pittore (Olbia 1905Livorno 1984). Dopo la seconda guerra ` trasferito a Livorno, dove mondiale si e ` fatto presto ha aperto uno studio e si e conoscere e apprezzare. Nella sua pittura ha mantenuto vivi i ricordi della ` ha alSardegna. Durante la sua attivita lestito oltre cento personali e ricevuto numerosi riconoscimenti.

Sircana, Silvio Studioso di storia (Sas` sec. XIX-?). Nipote sari, seconda meta ` di Antonio, laureato in Legge, si dedico allo studio delle memorie del nonno e fu autore di interessanti studi di carattere storico. Tra i suoi scritti: Oristano verso la fine del secolo XVIII, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, I, 1901; Incur-

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Sirchia sione in Oristano di don Gio Maria Angioy e saccheggio commesso dai suoi soldati nella Casa civica, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, II, 1902; Condizioni attuali dell’agricoltura nel Campidano d’Oristano con speciali riguardi ai diversi contratti agrari ed alle condizioni economiche dei lavoratori, ‘‘Riforma sociale’’, 1903.

Sirchia, Achille Studioso di storia, giornalista (Cagliari 1934-ivi 2000). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza en` nella carriera delle Camere di Comtro mercio. Per anni diresse il CASIC (Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Cagliari) fino al momento della sua soppressione nel 1996. Giornalista pubblicista dal 1966, fu direttore dell’Ufficio Stampa della Camera di Commercio di Cagliari, specializzandosi sui problemi economici e di storia economica sarda. Storico rigo` il problema dell’industriaroso, studio lizzazione di Cagliari e scrisse alcuni penetranti saggi su questo argomento. Tra i suoi scritti: una serie di voci su singoli centri della (allora) provincia di Cagliari, tutti pubblicati sul ‘‘Bollettino della Camera di Commercio di Ca` gliari’’, forse parte di un progetto piu generale, ma interrotti alla voce Abbasanta: Ales, 11, 1960; Allai, 12, 1960; Arbus, 3, 1961; Ardauli, 4, 1961; Armungia, 5, 1961; Assemini, 6, 1961; Ballao, 8, 1961; Abbasanta, 9, 1961; Cagliari industriale, in XIV Fiera campionaria della Sardegna, 1962; Considerazioni sulla rinascita. Rinnovamento strutturale e sviluppo industriale in Sardegna, 1963; Il terminal containers di Cagliari, ‘‘Sardegna economica’’, 6, 1969; Il rifiuto della proposta Rockefeller, ‘‘Industria oggi’’, 1980; L’occasione mancata, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1981; Dai Fenici ai containers, ‘‘Sardegna industriale’’, 1981; Gli americani erano disposti a promuovere lo sviluppo economico della Sardegna,

‘‘Sardegna fieristica’’, 1981; La Camera di Commercio, un ruolo di leadership nella ripresa economica, ‘‘Sardegna economica’’, 16-17, 1987; Drammatica situazione della Sardegna dopo l’8 settembre, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1994; Uomini e industrie. Settant’anni di storia dell’Associazione provinciale degli industriali di Cagliari (con Lorenzo del Piano e Paolo Fadda), 1995; La fiera di Iglesias si svolse dal 1947 al 1950, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1997; Il primo periodo della rinascita sarda: uomini e vicende, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1997; Progetti e speranze con l’autonomia, in La Camera di Commercio di Cagliari, II, 1997; Storia di una fiera: commerci, mercati, ` alle cinesposizioni e mostre dall’Unita quanta edizioni della Campionaria della Sardegna (con Paolo Fadda e Ma` ria Dolores Dessı`), 1998; L’inizio dell’eta moderna, in Cagliari. Storia e futuro ` , 1999; Cagliari. I ponti racdella citta contano (con S. Lucchese), 1999.

Sirena, Gianpaolo Gesuita, poeta (Ca` sec. XIX-?). Appargliari, prima meta teneva all’ordine dei Gesuiti e fu autore di rime d’occasione che gli die` . Entro ` in dero una qualche notorieta polemica sulla Storia letteraria di Giovanni Siotto Pintor, il quale a sua volta lo aveva criticato. Tra i suoi scritti: Per l’arrivo a Cagliari del cavalier Gasparo Roget de Cholex intendente generale del Regno, versi, 1818; Rime a monsignor don Antonio Tore vescovo di Ales, 1826; Per la promozione ad arcivescovo di Oristano di mons. Don Giovanni Saba seguita in Cagliari il 30 novembre del 1842, Rime, 1842; oltre a questi, alcuni manoscritti conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari: La Sardegna sotto Carlo Felice; Versi e prose; Versi originali e traduzioni.

Siridione, san (o San Sirindone, San Siridonio) Santo. Si ricordava il 2 gennaio nel

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Siris vecchio calendario della Chiesa sarda (= Avendrace, santo).

Sirigargia Antico villaggio di origine tardoromana situato vicino a Quarto; ebbe notevole importanza nel periodo bizantino e nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Dopo la capitolazione del giudicato, nella di` a far parte dei visione del 1258 entro territori amministrati direttamente dal Comune di Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae, ma poco dopo il villaggio era completamente spopolato.

Sirigo, Bartolo Cittadino algherese ` deli(sec. XIV). Nel 1375, nella fase piu cata della guerra tra Aragona e Arborea, gli fu concesso il feudo di Sennori ´ , pero ` , il terrinella Romangia. Poiche torio era occupato dalle truppe giudicali la concessione non ebbe seguito.

Sirigu, Gianni Fotografo (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX). Nel 1992 pubblica la sua monografia Rapaci di Sardegna, Edizioni Della Torre, e l’anno successivo collabora per la parte fotografica con F. Murgia alla Guida ai ra` costipaci di Sardegna. Il suo archivio e tuito esclusivamente da diapositive sulla flora e la fauna sarda, ma non mancano concessioni alla bellezza del paesaggio isolano. Alcune sue foto sono state pubblicate su riviste specializzate come ‘‘Oasis’’ e ‘‘Workdogs’’.

Sirigu, Silvio Giornalista, avvocato (Orroli 1921-Cagliari 2000). Trasferitosi ` al giorgiovanissimo a Roma si dedico ` in Giurisprudenza nalismo e si laureo iscrivendosi all’ordine degli avvocati. ` con diversi periodici, fu per Collaboro anni responsabile del Servizio stampa dell’INPS e condusse con successo alcuni programmi radiofonici sulla sicurezza sociale. Non interruppe mai i suoi rapporti con la Sardegna, e in particolare col suo paese natio, del quale

fu sindaco per trent’anni fino al 1985. Tra i suoi scritti: I Vallombrosani in Sardegna, ‘‘Frontiera’’, 1, 1969.

Sirio Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Caduto il giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai Ca` nelle praia; alla loro estinzione passo mani del giudice d’Arborea. Nel 1295, `, Mariano II lo cedette al Comune pero ` prima della fine del sedi Pisa, ma gia ` a spopolarsi. Dopo la colo comincio ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae; nel 1324 fu concesso in feudo ad Arnaldo Ballester, che morı` nel 1338 lasciando erede Pietro Oulomar. Alcuni anni dopo il villaggio ebbe un calo di popolazione a causa della peste del 1348 e, scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, subı` gravi danni. Nel 1358, poi, Francesco Sant Clement, tutore del figlio minorenne dell’Oulomar, si impadronı` del feudo ma poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe ` completamente. arborensi e si spopolo

Siris Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 237 abitanti (al 2004), posto a 161 m sul livello del mare alle pendici meridionali del monte Arci, 4 km a nord di Mogoro. Regione storica: Parte Montis. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 6,02 km2 e confina a nord con Morgongiori, a est con Pompu, a sud con Masullas e Uras e a ovest ancora con Uras. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, tradizionalmente punteggiate di piccoli insediamenti e sfruttate per le coltivazioni. Il paese si trova lungo una strada secondaria che, passando anche per

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Siris Masullas, unisce Mogoro a Morgongiori. & STORIA Il territorio conserva le tracce di centri risalenti al Neolitico antico, le rovine di qualche nuraghe e significative testimonianze del periodo romano. L’attuale centro abitato ` ha origini medioevali; appartepero neva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Parte Montis. Quando nel 1409 cadde il giudicato fu amministrato da funzionari reali e ` a far parte dei terprima del 1430 entro ritori donati a Eleonora Manrique per le sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Cosı` S. da questo momento fu incorporato nel grande feudo di Quirra; nel corso dei secoli successivi ` ai Centelles, dai Bertran Carroz passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano, dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 nella ricostituita omonima provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo contenuta nel Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si de` la popolazione di S. in 198 termino anime, distribuite in famiglie 54 e in case 48. Quindi spartivasi secondo le condizioni domestiche, il totale 94 de’ maschi in scapoli 51, ammogliati 42, vedovi 1, e il totale 104 delle femmine in zitelle 50, maritate 42, vedove 12. Le ` comuni sono infiammamalattie piu zioni al petto e febbri periodiche e pu` antride. L’istruzione primaria non si e ` cora iniziata; l’istruzione religiosa e ´ la parrocchia non e ` serscarsa, perche vita da proprio parroco. Agricoltura. I ` nella massima terreni di gran fertilita parte delle regioni, ma se mancano le ` poco attivo il lavoro, devon braccia ed e ` ordiaversi scarsi prodotti. La quantita ` di starelli naria della seminagione e

120 di grano, 50 d’orzo, 40 tra fave e le` del gumi. La produzione, mediocre, e ` pratica di pochi dodici. L’orticoltura e e su brevissimi tratti di terreno. La vigna potrebbe essere per il favore del clima una coltivazione molto vistosa, ma quei paesani poco intendono il loro interesse. Pastorizia. Sebbene in questo territorio sieno molte regioni, dove abbondano i pascoli per tutte le diverse specie del bestiame che si allevano in Sardegna, non pertanto la pa` ristrettissima nel medesimo, storizia e ` dire che tutti i capi delle die si puo verse specie non sorpassano forse i 1200. Probabilmente i capi vaccini non ` di 60, i caprini di 350, i pecosono piu rini di 650, i porcini di 150. Il bestiame manso numera buoi per l’agricoltura 50, cavalli 12, giumenti 30, majali 25». Nel 1928 S. perse la propria autonomia e divenne frazione di Masullas e solo ` la propria autononel 1962 riacquisto mia amministrativa. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano prese nuovamente a farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e ` industriale e ` del tutto suini. L’attivita inesistente. Modesta la rete di distri` colbuzione commerciale. Servizi. S. e legato da autolinee agli altri centri ` dotato di medico, della provincia. E farmacia, scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 257 unita di cui maschi 128; femmine 129; famiglie 90. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 3 e nati 1; cancellati dall’anagrafe 9 e nuovi iscritti 4. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 568 in migliaia di lire; versamenti

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Siris ICI 83; aziende agricole 44; imprese commerciali 7; esercizi pubblici 2; esercizi al dettaglio 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 50; disoccupati 20; inoccupati 10; diplomati 6; con licenza media 25; con licenza elementare 100; analfabeti 11. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un patrimonio archeologico molto importante che, a partire dal periodo prenuragico, docu` dell’insediamento menta la continuita ` il dell’uomo. Di grande importanza e sito di Su Corroppu, riparo sotto roccia situato a poca distanza dall’abitato che ` il nome a una delle piu ` antiche culda ture del Neolitico sardo databile al 6000 a.C. Durante i sistematici scavi effettuati sono stati rinvenuti frammenti di ossidiana del monte Arci e un copiosissimo materiale ceramico inquadrabile nelle diverse fasi nelle quali il sito fu frequentato dall’uomo. Il riparo fu usato anche come sepoltura. Importanti i monumenti riconducibili al periodo nuragico, in particolare i nuraghi de Inus, de Preidis, Pranu Forru, Procilis, Su Sensu. Tra questi il nuraghe Procilis ha restituito molta ossi` rodiana lavorata e suppellettili di eta mana che testimoniano come il nuraghe sia stato usato almeno fino al secolo III d.C. Il nuraghe de Inus era del modello polilobato, conserva ancora tracce dell’antemurale e le rovine di un villaggio di capanne che si stringeva attorno alla fortezza. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale, con case in pietra affacciate sul cortile accessibile dal portale in pietra talvolta di proporzioni monumentali. Al centro ` la chiesa di San Sebastiano, del paese e parrocchiale costruita in linee moder` del secolo nissime nella seconda meta XX sopra i ruderi di una chiesa preesi-

stente. Ha l’impianto a una navata e custodisce nell’interno un altare di ` marmo di grande effetto. La facciata e completata da un campanile a canna quadrata, ingentilito da quattro finestrelle e da una loggia cuspidata. Altra ` quella di San Vinimportante chiesa e cenzo costruita nel secolo XVI e nei secoli successivi andata in rovina; dopo il ` stata restaurata completamente. 1990 e Ha l’impianto a una navata completata ` del tipo a da un’abside, la copertura e ` abbellita da un capanna. La facciata e campaniletto a vela. A pochi metri dall’edificio si trova un gigantesco olivo millenario che secondo una tradizione custodirebbe tra le radici il tesoro del santo. Le campagne circostanti il paese sono ricche di suggestive loca` , tra queste quella di Cuccuru lita Pranu Forru, a pochi chilometri dall’abitato, dove secondo una tradizione in passato era ubicato un villaggio che sarebbe stato abbandonato in seguito a un’epidemia di peste. Il territorio ha restituito tombe e lungo le pareti della collina alcuni cunicoli non completamente studiati. Da questi cunicoli, secondo una tradizione locale, viene fuori come un dolce canto d’usignolo capace di attirare come una sirena il ` la porvisitatore. Di grande bellezza e zione di monte Arci compresa nel ter` ricca di boschi e comprende ritorio: e un complesso di spettacolari rupi trachitiche (Su Columbariu) che racchiudono numerose grotte tra cui quella di Rio Bingias che si apre presso la sorgente omonima, rinomata per le acque oligominerali, utilizzate per combattere le malattie renali. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il pa` contrimonio delle usanze popolari e servato in alcune feste popolari; tra queste quella di San Sebastiano, patrono del paese, che si celebra il 20 gennaio con solenni riti religiosi in parroc-

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Sironi ` quella chia. Altra festa importante e dedicata a San Vincenzo: si svolge il 1º settembre e dura tre giorni, con un ricco programma di manifestazioni.

pino Italiano. Suo figlio nacque nel periodo, a cavallo degli anni Ottanta, in cui l’ingegnere lavorava a Sassari. Nella casa dove abitava la famiglia, in via Roma, fu apposta una lapide nel centenario della nascita. Ma la famiglia partı` da Sassari che S. aveva sol´ il suo rapporto tanto pochi anni, sicche ` e piu ` in generale con la Sarcon la citta degna non ha molti fondamenti, anche ` d’un critico ha trovato nella se piu forza della sua pittura qualcosa d’una austera radice sarda. Una raccolta di ` ora conservata dal Banco sue opere e di Sardegna, in mostra nel palazzo della sede centrale in viale Umberto, a Sassari.

Mario Sironi – Autoritratto (1908).

Sironi, Mario Pittore (Sassari 1885-Milano 1969). Dopo aver interrotto gli ` alla pitstudi di ingegneria si dedico tura e aderı` al Futurismo. Prese parte alla prima guerra mondiale e nel dopoguerra si stabilı` a Milano. Nel 1922 aderı` al gruppo detto del ‘‘Novecento’’. ` a dipinNegli anni successivi continuo gere e a esporre, passando attraverso ` avanzate esperienze dell’arte le piu contemporanea e raggiunse una noto` a livello internazionale. Molte rieta sue opere sono presenti in musei e gallerie pubbliche. Fu anche apprezzato critico d’arte per ‘‘Il popolo d’Italia’’. S. era figlio dell’ingegner Eugenio, che da capo del Genio Civile di Sassari aveva progettato il Palazzo della Pro` vincia: bene integrato nella societa sassarese, nel 1879 era stato, con Domenico Lovisato, uno dei fondatori della sezione sassarese del Club Al-

Mario Sironi – Periferia (1922).

Sirri1 Antico villaggio di origine punicoromana, situato nelle campagne di Porto Botte. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne assegnata ai Della Gherardesca. Nella divisione cui alcuni anni dopo i due rami della famiglia proce` al ramo del conte dettero tra loro, tocco Ugolino i cui figli, per vendicare la morte del loro genitore, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa. E quando furono sconfitti, alla fine del ` sotto la diretta ammisecolo XIII passo

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Sisco nistrazione del Comune dell’Arno. ` a Dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae, ma ormai era completamente spopolato. Nel 1329 il suo territorio fu concesso in feudo ai Cespujades, che lo unirono al feudo di Teulada.

Sirri2 Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Carbonia (da cui dista 6 km), con circa 50 abitanti, posto a 346 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, tra le colline intorno al monte Tasua (454 m). Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una serie di colline poco popolate, ricoperte in piccola parte dal bosco, per il resto da macchia mediterranea e da pascoli. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che ha inizio a Carbonia e finisce a S. & STORIA Il villaggio si e ` sviluppato nel corso del secolo XIX da un antico medau, punto di raccolta di pastori; attualmente la popolazione tende ad abbandonarlo. Nelle vicinanze si trova una grotta che porta lo stesso nome.

Sisali Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato nelle campagne di Monserrato. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del ` a far parte dei territori am1258 entro ministrati direttamente da Pisa. Quando, subito dopo la conquista aragonese fu compreso nel Regnum Sardiniae, fu concesso a Giacomo de Trulio che nel 1328 lo cedette a Bonanato De Petra. A quel punto il villaggio era quasi completamente spopolato: i suoi abitanti erano tenuti a lavorare per un certo periodo nelle saline del re, prestazione odiosa che tentarono di eludere con ogni mezzo. Bonanato De Pe` , li perseguito ` con decisione, tra, pero

` di costrinottenendo dal re la potesta gere i vassalli alla prestazione del lavoro nelle saline. Nel 1348 S. soffrı` a ` complecausa della peste e si spopolo tamente; De Petra morı` senza discendenti prima della celebrazione del Parlamento del 1355, per cui nel 1358 il re concesse ancora il villaggio a Bernardo Cruilles. Pochi anni dopo, scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, divenne teatro delle operazioni militari ed entro la fine del secolo si spo` completamente. polo

Sisco, Antonio Francescano, storico (Sassari 1716-ivi 1801). Compiuti gli studi a Sassari, dove si fece notare per ` dell’ingegno, si trasferı` ad la vivacita `a Assisi. Da lı` dopo alcuni anni passo Urbino, dove divenne reggente del collegio di San Bonaventura. Si trasferı` quindi a Napoli e a Torino, dove si lau` ; tornato a Sassari, nel 1758 fu eletto reo padre provinciale. Dopo aver retto l’uf` compleficio per dieci anni, si dedico tamente ai suoi studi di storia e di teologia e all’insegnamento. Fu autore di una vastissima opera di storia ancora sostanzialmente inedita e di moltissime altre opere di teologia e di altri argomenti tutte inedite, e in parte perdute, si dice, a causa della leggerezza con la quale alcuni suoi confratelli, dopo la sua morte, le distrussero. Fu molto stimato dai contemporanei. Attualmente i suoi manoscritti sono custoditi nella Biblioteca Universitaria ` , quando si dice di Sassari. In realta ` ‘‘sostanzialmente che la sua opera e inedita’’, ci si riferisce alla tradizionale edizione a stampa. In effetti l’in` stata fatta ogtera opera del padre S. e getto, nel bicentenario della nascita, di un accurato lavoro di inventariazione e di trascrizione su cd di molte delle opere (in particolare quelle riguardanti la Sardegna). Tra i suoi scritti: Adnotationes variarum scientiarum et

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Siserri rerum, voll. 6; Adnotationes ex Sacra Scrptura, voll. 3; Adnotationes ex opuscolis Sancti Petri Celestini Papae; Annotazioni concernenti la Sacra Scrittura; Chronologia Summorum Pontificum, voll. 2; Compendio della vita di Giovanni Dunsio Scoto dottore mariano; Expositio psalmorum; In Sacrae Missae mysterium expositio; Istruzioni morali evangeliche cristiane a pro dei confessori e dei penitenti; Memorie pertinenti le cose di Sardegna, voll. 6; Miscellaneae quaestiones theologicae; Miscellanea teologica, voll. 2; Miscellanee edite ` sarde, voll. 5; Notie inedite di antichita zie di cose sarde, voll. 2; Quesita quae spectant ad religionis historiam et Ecclesiae dogmata; Quesita et resolutiones circa paupertatem religiosam; Resolutiones casuum conscientiae; Tractactus de caeremoniis Missae.

Siserri Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` San di Dolia. Era situato in localita Giuliano nelle campagne di Ussana. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti ` di Capraia, e alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ gia ` prima della fine del di Pisa, sicche secolo veniva amministrato direttamente da Pisa. Dopo la conquista ara` a far parte del Regnum gonese entro Sardiniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Clemente Salavert. Nel 1348 ` soffrı` a causa della peste e si spopolo quasi completamente. Alla morte del feudatario, nel 1350 i suoi eredi lo vendettero a Francesco Estaper. Il villaggio subı` altri danni nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e ` a spopolarsi. Pietro IV e continuo Estinti nel 1361 gli eredi Estaper, il ter` al fisco. ritorio oramai deserto torno

Sisini Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Senorbı` (da cui dista 5 km), con circa 250 abitanti, posto a 265 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, sulla strada per Siurgus Donigala. Regione storica: Trexenta. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una serie di colline basse e arrotondate, sfruttate da tempo immemorabile per le coltivazioni, in particolare per la cerealicoltura. Nei pressi del villaggio scorre il rio Cannisoni, affluente del rio Mannu, che va a gettarsi nello ` attraversato da stagno di Cagliari. S. e una strada secondaria che, distaccandosi dalla statale 128 all’altezza di Suelli, si dirige verso Siurgus Donigala e Orroli. & STORIA Il centro abitato e ` di origine medioevale, apparteneva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria della Trexenta. Caduto il giudi` al cato, nella divisione del 1258 tocco conte di Capraia e all’estinzione della ` al giudice d’Arbosua famiglia passo rea. Nel 1295 Mariano II lo cedette a Pisa e prima della fine del secolo prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista ` a far parte aragonese il villaggio entro del Regnum Sardiniae e nel 1326 fu compreso nel feudo della Trexenta concesso dal re d’Aragona al Comune di Pisa. Scoppiata la prima guerra tra Aragona e Arborea, Pisa ne perdette la ` e fu occupato dalle disponibilita truppe del giudice d’Arborea fino al 1409. Dopo la battaglia di Sanluri, a ` a far parte dei partire dal 1420 entro territori concessi in amministrazione a Giacomo de Besora e trasformato in feudo nel 1434. Nel corso dei secoli suc` dai De Besora agli Alacessivi S. passo ` del segon. Nel corso della prima meta colo XVII la sua popolazione fu quasi decimata; con l’aiuto dei feudatari i su-

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Sisinnio perstiti si spostarono dall’antico villaggio, di cui rimangono oggi alcuni resti, e costruirono quello attuale. Agli inizi ` ai De del secolo XVIII infine S. passo Silva Alagon ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu compreso nella pro` a far vincia di Cagliari; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita ` divenomonima provincia; dal 1927 e tato frazione di Senorbı`. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e ` collegato da autolinee agli bovini. S. e altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLGICO Il territorio conserva testimonianze riconducibili al periodo nuragico, in particolare il nuraghe Casasapu e l’imponente Su Nuraxi, di particolare interesse scientifico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il suo centro storico ha mantenuto l’assetto tradizionale, conserva molte case in pietra affacciate sul cortile al quale si accede da un portale in pietra ad arco, spesso di proporzioni monumentali. Al centro dell’abitato si trova la chiesa della Madonna della Difesa, parrocchiale costruita nel secolo XVII con impianto a una sola navata. ` anche la chiesa di San Interessante e ` parrocchiale del paese fino Pietro, gia al 1826, attualmente compresa nel cimitero; fu costruita nel secolo XIV e successivamente rimaneggiata.

Sisinnio Religioso (?, inizi sec. XV-Castelgenovese 1466). Vescovo di Sulci dal 1441 al 1443, vescovo di Ampurias dal 1443 al 1448 e vescovo di Bisarcio dal 1448 al 1466. Uomo di profonda cultura, dottore in Decretali, fu nominato vescovo di Sulci nel 1441 e nel 1443 fu trasferito nella diocesi di Ampurias.

Nella nuova sede dovette affrontare una situazione difficile in quanto Ni` Doria, allora signore di Castelgecolo novese, era ancora in lotta con gli Ara` cadde gonesi. Quando nel 1448 la citta in mano al re fu trasferito nella sede di ` Bisarcio. Stabilitosi a Ozieri, governo per molti anni la nuova diocesi e si ` in conflitto con alcuni sacerdoti trovo del suo clero, per cui dovette addirittura intervenire il papa.

Sisinnio, san1 (in sardo, Santu Sisinni, ´sulu) Santo (m. 427). Martire, Santu Se ` patriarca di Costantinopoli, condanno la setta dei messaliani o euchiti che ´ la gerarchia della non riconosceva ne ´ i sacramenti e considerava Chiesa ne la preghiera «unico mezzo contro il diavolo e per unirsi a Dio». Al suo culto, diffuso in Sardegna dai Bizantini, come attestano antichi docu` sovrapposto quello di un menti, si e santo locale, secentesco, di Villacidro. Secondo la leggenda nacque a Leni, villaggio distrutto dai musulmani che sorgeva nei pressi di Villacidro. Dopo ` il Vanessersi convertito, annuncio ` due bamgelo. Molti i miracoli: salvo bini, uno dalle spire d’un serpente, l’altro da un nugolo di mosche velenose. Martire, ucciso a colpi di bastone, sotto l’imperatore Commodo (180-192). Invocato contro le streghe e le cavallette, protegge i bambini. Reliquie ritrovate a Cagliari nella chiesa sotterranea di San Lucifero il 17 luglio 1615. Una sua costola, dentro una teca d’argento ac` stata docompagnata da atto notarile, e nata a Villacidro, venerata nella chiesa di Santa Barbara. Sulla lastra tombale si trova l’iscrizione: «¡ hic iacet bone – memories sisini qui bi – xit annis plus minus – LXII cicnebit in pace – sub. XS k. maias in D ¡ III 185». Il cappuccino Serafino Esquirro, bravo nel travisare sigle e iscrizioni funerarie, ha cosı` tradotto (1624): «Cicnebit significa canet,

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Sisinnio che canta, derivando da cycnus, come si chiama in latino il cigno. Cigno che in lingua sarda appellasi sisinni: il ` la tortura e la morte cansanto affronto tando melodiose lodi al Signore. San Sisinnio dunque significa il Cigno». ` stata poi riletta da Grete L’iscrizione e Stefani (1988): «Qui giace Sisinnio, di buona memoria, che visse circa sessan` in pace (morı`) il detadue anni, riposo cimo giorno delle calende di maggio ` nel terzo anno di indizione». A San S. e legato il detto: «Paris sa bruxia de Santu Sisinni» (Sembri la strega di San Sisinnio), per una donna brutta, trasandata. A Maracalagonis in pas´sato il santo era chiamato Santu Se sulu. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 3 agosto; la prima domenica d’agosto a Villacidro.

Sisinnio, san2 = Simplicio, san Sisiu, Giovanni Geologo (n. Cagliari, sec. XX). Fa parte del gruppo di ricerca archeometrica del Dipartimento di In` di gegneria chimica dell’Universita Cagliari. Ha lavorato con Tylecote e Gallin allo studio della metallurgia del nuraghe Santa Barbara a Bauladu. Ne ha scritto in The use of ceramic materials in metallurgy in Sardinia in the early iron age, in Atti World Ceramic ` metallurgica Congress, 1994, e Attivita al nuraghe Santa Barbara Bauladu, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.

Sismondi Famiglia pisana (sec. XIII). Famiglia di antiche tradizioni, ebbe interessi in Sardegna per tutto il secolo XIII. Alcuni dei suoi rappresentanti, a cominciare da Gherardo, si imparentarono con nobili famiglie sarde e nella ` del secolo si legarono al seconda meta ramo dei Della Gherardesca di Donoratico, discendenti dal conte Gherardo.

Sismondi, Baciameo Podesta` di Villa

` sec. XIIIdi Chiesa (Pisa, seconda meta ` sec. XIV). Figlio di ivi?, prima meta Gherardo, a partire dal 1270 fu nominato procuratore per i beni sardi dei conti Ranieri e Gherardo Della Gherardesca e alla fine del secolo prese parte alla guerra scatenata dal Comune contro i ribelli Lotto e Guelfo, figli del defunto conte Ugolino. Quando Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias) cadde in mano al Comune dell’Arno, ` e provnel 1303 ne fu nominato podesta vide a elaborare la revisione del Breve di Villa di Chiesa.

Sismondi, Gherardo Console di Pisa (sec. XIII). Appartenente alla vecchia ` cittadina e legato ai Della Ghenobilta rardesca fu coinvolto nel conflitto che dopo il 1232 si accese tra i diversi pretendenti per il controllo del giudicato di Cagliari. Quando nel 1237 il Comune di Pisa impose la pace ai contendenti, egli prese parte alle trattative come procuratore di Pietro II d’Arborea; in ` a occuparsi della Sarseguito continuo degna e riuscı` a far sposare una delle sue figlie con il figlio di Michele Zanche.

Sismondi, Mordasco Religioso (Pisa, inizi sec. XIII-Tratalias 1283). Vescovo di Sulci dal 1281 al 1283. Dopo essere stato ordinato sacerdote giunse in Sardegna al seguito dei Della Gherardesca come cappellano. Quando i due rami della famiglia fecero la divisione dei ` ai diterritori avuti nel 1258, si lego scendenti del conte Gherardo e nel 1281 fu nominato vescovo.

Sissini Famiglia cagliaritana (sec. XVII). Le sue notizie risalgono agli inizi del secolo XVII, quando viveva un Giovanni Maria Sissini Melis che nel 1625 ottenne il cavalierato eredita` a ririo. La sua discendenza continuo siedere a Cagliari, ma si estinse nel corso del secolo XVII.

Sisternes de Oblites Nobile famiglia

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Sisto II valenzana (secc. XVII-XIX). Un suo ramo si trasferı` a Cagliari nella se` del secolo XVII con il dotconda meta tor Melchiorre giudice della Reale Udienza. I suoi figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1676 durante il parlamento Las Navas e successivamente presero parte a tutti gli altri parlamenti. Alla fine del secolo XVII la famiglia si trasferı` a Oristano dove i suoi membri continuarono a risiedere. Nel corso del secolo espresse ` , ma si alcune eminenti personalita estinse agli inizi del secolo XIX.

Sisternes de Oblites, Francesco Re` sec. ligioso (Oristano, prima meta XVIII-Cagliari 1812). Arcivescovo di Oristano dal 1802 al 1812. Dopo essere ` in stato ordinato sacerdote si laureo Teologia nel 1772; divenne canonico della cattedrale di Oristano nello stesso anno. Simpatizzante per i demo` unitamente a suo cratici, frequento fratello Pietro la casa di Giovanni Maria Angioy, di cui divenne amico. Nel 1795 fu nominato vicario generale della diocesi; staccatosi dalle posizioni dell’Angioy, dal 1799 si tenne vicino alla famiglia reale. Nel 1802 venne nominato arcivescovo e negli anni se` la diocesi con grande guenti governo prudenza, segnalandosi anche per lo `. spirito di carita

Sisternes de Oblites, Melchiorre Vi´ reggente di Sardegna (Valencia, cere ` sec. XVII-Cagliari, dopo prima meta 1680). In carica nel 1675. Laureato in ` nella magistratura. Fu noLegge, entro minato reggente della Reale Cancelleria e nel 1675, dopo l’improvvisa par´ marchese de Los Vetenza del vicere lez, presidente del Regno con funzioni ´ . Disimpegno ` il suo incarico di vicere per pochi mesi fino all’arrivo del nuovo ´ , marchese de Las Navas. vicere

Sisternes de Oblites, Pietro Canonico (Oristano 1758-Cagliari 1828). Laureato

` di Sassari e in Teologia nell’Universita in Legge in quella di Cagliari, canonico teologale, nel 1793 prese parte attiva agli Stamenti, che si erano autoconvocati in vista della minaccia d’invasione francese. Amico di Giovanni Maria An` con lui in grande familiagioy, entro ` . Fu l’estensore delle Cinque dorita mande che gli Stamenti presentarono al sovrano; fece quindi parte della ` il docustessa delegazione che porto ` mento al re e nella capitale si adopero ´ fosse ricevuta. Quando il re perche ebbe dato la sua risposta, si trattenne a Torino dove divenne personaggio in vista e prese parte attiva alla vita politica. Tornato a Cagliari poco dopo l’ar´ Vivalda, continuo ` rivo del nuovo vicere ` a far parte degli Stamenti, attivita nella quale – dice Pasquale Tola nel ` suo profilo biografico – «la difficolta dei tempi gli fece talvolta dimenticare ` e la mansuetudine dello stato la carita sacerdotale». Divenne uno dei perso` autorevoli del naggi politicamente piu difficile momento che seguı` e gradata` dalle posizioni dell’Anmente si stacco gioy aderendo al partito moderato. Dopo il fallimento dell’esperienza an` a Carlo Felice, che lo gioiana, si lego fece nominare abate. Trascorse gli anni seguenti a stretto contatto della corte fino a quando i Savoia rimasero nell’isola. Negli ultimi anni gli fu offerta la mitria di vescovo di Fossano, `. Il Tola lo descrive «bello ma la rifiuto della persona, aggraziato nei modi, d’ingegno assai svegliato, coltissimo in varia letteratura e d’animo sopra modo generoso».

Sisto II, san (in sardo, Santu Sistu, Santu Silthiu) Santo martire (m. Roma 258). Papa dal 30 agosto 257 al 6 agosto 258. Greco, forse di Atene, fu conciliante con la Chiesa di Cartagine sulle questioni controverse, come quella del battesimo amministrato agli eretici,

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Sistu ` l’eresia di Sabello (che negava avverso la reale distinzione delle tre persone divine), fece traslare i corpi dei Santi Pietro e Paolo nelle catacombe della basilica vaticana. Vittima della persecuzione di Valeriano, venne decapitato mentre celebrava la messa, con i diaconi Felicissimo, Agapito, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano. Lorenzo, altro suo diacono, subı` il martirio tre giorni dopo, nella graticola sopra i carboni ardenti. Fu sepolto nel cimitero di Callisto. Compatrono di Pisa, in Sarde` stato diffuso dai pigna il suo culto e sani. Giovanni Spano (1872) ricorda «il villaggio distrutto di San Sisto in territorio di Siniscola». [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 7 agosto a Sassari.

mento militare durante il parlamento Carcassona come discendenti da una nobildonna Dedoni, in conseguenza del fatto che il matrimonio con donne di questa famiglia nobilitava il contraente. Presero parte anche agli altri parlamenti e si estinsero nel corso del secolo XVIII.

Sitges, Pietro Doganiere di Cagliari ` sec. XIV-Ca(Tarragona, prima meta gliari?, dopo 1353). Originario di Tarragona, si trasferı` in Sardegna quando nel 1352 fu nominato signore della do` . Nel 1353 ottenne in gana della citta feudo Barrali nella curatoria di Dolia ma, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, ne perse il controllo.

Situxini Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano. Era situato vicino a Quarto. Dopo la capitolazione del giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu concesso a Pietro Sant Clement, i cui figli nel 1347 lo cedettero allo zio Francesco. Il villaggio aveva molti abitanti, ma nel 1348 soffrı` ` quasi a causa della peste e si spopolo completamente; dopo il 1353, scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, scomparve.

Sitzamus Antico villaggio di origine

San Sisto II – Il santo raffigurato in un’incisione.

Sistu Famiglia di mercanti (secc. XVIIXVIII). Di origine napoletana, si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII. Raggiunta una buona condizione economica, diversi suoi membri si imparentarono con alcune nobili famiglie e nel 1666 furono ammessi allo Sta-

medioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria della Marmilla. Era posto in riva a una palude tra Siddi e Pauli Arbarei. ` a decadere nella seconda Comincio ` del secolo XIV perche ´ divenne meta teatro delle operazioni militari durante la seconda guerra tra Arborea e Aragona. Caduto il giudicato d’Arbo` a far parte del Rerea, nel 1409 entro ` gnum Sardiniae. Entro la prima meta del secolo XV fu compreso nel feudo

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Siurgus Donigala della Marmilla concesso a Guglielmo Raimondo Moncada; in seguito comin` a riprendersi e la sua popolazione cio ` . Nel 1453 fu sequestrato ai aumento Moncada e nel 1458 fu acquistato da ` , lo spiantato genero Pietro di Besalu del conte di Quirra. Proprio per la sua situazione finanziaria, egli vi dovette rinunciare e il villaggio prima del 1478 ` a far parte della contea di Quirra, entro della quale da quel momento seguı` le vicissitudini. Nel secolo XVII ebbe nuovamente una crisi demografica a causa della peste del 1652, dalla quale ` . Nel corso del secolo non si riprese piu XVIII gli ultimi suoi abitanti si trasferirono a Siddi.

Sitzia, Francesco Storico del diritto romano (n. Cagliari 1947). Conseguita ` dedila laurea in Giurisprudenza si e cato alla carriera accademica. Dopo ` un breve periodo presso l’Universita ` spe‘‘La Sapienza’’ di Roma, dove si e cializzato in Diritto romano, ha conseguito il diploma di Paleografia presso l’Archivio Segreto del Vaticano. Tornato in Sardegna, da quel momento si ` dedicato all’insegnamento della Stoe ria del Diritto romano presso l’Univer` di Cagliari, dove ha diretto l’Istisita ` tuto di Storia del Diritto e nel 1985 e ` di Giudiventato preside della Facolta ` autore di alcuni imporrisprudenza. E tanti volumi sul diritto bizantino e di numerose altre pubblicazioni di riconosciuto livello scientifico. Tra i suoi ` del deposiscritti: Sulla responsabilita tario in diritto bizantino, ‘‘Bollettino italiano di diritto romano’’, 74, 1971; Su una costituzione di Giustiniano in tema di sportulae, ‘‘Bollettino di diritto romano’’, 75, 1972; Un trattatello giuridico bizantino in versi, ‘‘Bollettino di diritto romano’’, 79, 1976; Ricerche in tema di aquae pluviae arcendae, 1977; Studi sulla superficie in epoca giustinianea, 1979; Il conservatorismo di Nera-

zio, ‘‘Labeo’’, 28, 1982; Un breve trattato bizantino in tema di processo penale, in Sodalitas. Studi in onore di Antonio ` dell’imGuarino, 1984; La romanita pero: lo ius civile e lo ius gentium, in La nozione di romano tra cittadinanza e ` , 1984; Le Rhopai, 1984; Il universalita ` nelle novelle giustidiritto di proprieta nianee, ‘‘Studi economico-giuridici ` di Giurisprudenza deldella Facolta ` di Cagliari’’, 51, 1986; Le l’Universita origini della tutela muliebre, ‘‘Studi ` di economico-giuridici della Facolta ` di CaGiurisprudenza dell’Universita gliari’’, 53, 1990; Istituzioni di diritto romano (con Pugliese e Vacca), 1991; Aqua pluvia e natura agri. Dalle XII tavole al pensiero di Librone, 1999.

Siurgus Antica curatoria del giudicato di Cagliari. Si stendeva su una superfi` cie di 493 km2 e costituiva la parte piu interna e settentrionale della regione di Dolia, il cuore del giudicato. Confinava con la Barbagia di Seulo e comprendeva i villaggi di Donigala, Escolca, Gergei, Gesico, Goni, Isili, Mandas, Nurri, Orroli, Serri, Siurgus e Villanovatulo. Aveva un’economia marcatamente agropastorale. Dopo la divisione seguita alla caduta del giudicato, nel 1258 il territorio fu compreso nella parte toccata ai Capraia. Alla loro estinzione fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il territorio fu diviso in alcuni piccoli feudi, la maggior parte dei quali finı` per formare il grande feudo di Mandas. Il territorio fu occupato dalle truppe giudicali fino alla battaglia di Sanluri, ` fu successivamente la sua unitarieta sostanzialmente mantenuta nei due feudi di Mandas e di Gesico e Goni, il cui assetto si mantenne fino all’abolizione dei feudi nel 1838.

Siurgus Donigala Comune della provincia di Cagliari, sede della XX Comu-

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Siurgus Donigala ` montana, con 2161 abitanti (al nita 2004), posto a 452 m sul livello del mare a breve distanza dal lago Mulargia. Regione storica: Siurgus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 76,45 km2, compresa una parte de lago Mulargia, e confina a nord con Mandas e Orroli, a est con Goni, a sud con San Basilio e a ovest con Senorbı` e Suelli. Si tratta di un territorio di colline non molto alte (tra le punte maggiori il monte Corongedda, 496 m), al confine tra la Trexenta e il Sarcidano. Sul corso del fiume Mulargia, che scorre pochi chilometri a nord, ` stata costruita una diga che ha dato e luogo a un ampio bacino artificiale. Il paese si trova lungo una strada secondaria che unisce Suelli a Orroli; e dalla quale si distaccano altre vie di comunicazione rispettivamente per Gesico e per Mandas. & STORIA L’attuale comune e ` stato costituito nel 1929 con la fusione dei due villaggi di Donigala e di Siurgus i cui abitati, a causa dello sviluppo edilizio, ` erano ormai contigui. Il territorio e ` nuragica, ma i ricco di reperti di eta due villaggi hanno origini differenti. Siurgus (Xiurgus) trae le sue da un monastero di monaci bizantini di cui si no` invece tano ancora i ruderi; Donigala e di origine medioevale, come il suo nome (donnicalia) fa chiaramente capire. In questo periodo appartenevano entrambi al giudicato di Cagliari ed erano compresi nella curatoria di Siurgus di cui, tra l’altro, Siurgus era il capoluogo. Quando il giudicato fu conquistato, nella divisione del 1258 il due villaggi furono inclusi nei territori toccati al conte di Capraia; all’estinzione della famiglia passarono nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II li cedette al Comune di

Pisa e prima della fine del secolo presero a essere amministrati da funzionari pisani. Dopo la conquista aragonese entrarono a far parte del Regnum Sardiniae. Donigala fu concesso in feudo a Goffredo Gilaberto Cruilles mentre Siurgus non fu inizialmente infeudato. Nel 1340 il Cruilles morı` senza ` al fisco. Dopo la figli e Donigala torno peste del 1348 per la quale la popolazione dei due villaggi fu quasi dimezzata, entrambi furono nuovamente infeudati, rispettivamente a Ponzio di Santa Pau e a Guglielmo de Torres. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV i due villaggi furono occupati dalle truppe del giudice; negli anni successivi, fino allo scoppio della seconda guerra, la loro posizione fu poco chiara e comunque entrambi vennero in possesso di Giovanni Carroz che li unı` al feudo di Mandas. Dal 1366 comunque Siurgus e Donigala furono nuovamente occupati dalle truppe giudicali che si trattennero fino alla caduta del giudicato d’Arborea. Dopo il 1410 tornarono in possesso dei Carroz e nei secoli seguenti le loro vicende continuarono a essere legate a quelle del feudo di Mandas. Estinti i Carroz, i due villaggi passarono ai Maza de Lic ¸ana e successivamente ai Ladron, agli ˜ iga, ai PiHurtado de Mendoza, agli Zun mentel e infine ai Tellez Giron ai quali furono riscattati nel 1838. Nel 1821 Siurgus e Donigala furono inclusi nella provincia di Isili. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius; quando l’Angius se ne oc` , Siurgus e Donigala erano paesi cupo separati. Del primo scrisse: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono per la popolazione di S. anime 720, distribuite in famiglie 191 e in ` case 156. Agricoltura. Il terreno di S. e generalmente inferiore a quello della prossima Trecenta, sebbene non man-

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Siurgus Donigala ` delle quali chino regioni, la fertilita possa mettersi a paragone con i terreni ` produttivi di quella. I vari siti, dove piu ` seminarsi con vantaggio essendo puo ` che alcuni Seurpochi, accade pero ghesi arano in terreni che possiedono nel territorio del prossimo Donnigala e ` de’ cereali che si di Suelli. La quantita semina nel proprio territorio si computa di starelli di grano 850, d’orzo 10, di fave 150, di legumi 15. La fruttifica` zione comune nelle annate ordinarie e dell’8 per il grano, del 12 per l’orzo, del 10 per le fave, del 12 per i legumi. Pastorizia. Il bestiame di servigio, che educano i Seurghesi, si comprende nelle specie e ne’ capi seguenti: buoi per l’agricoltura e pel carreggio 200, e vacche manse 60; cavalli 30; giumenti 150. Si ingrassan circa 70 majali, e si ha ne’ cortili gran copia di pollame. Il bestiame rude numera vacche 310, capre 2000, pecore 3500, porci 1200, cavalle 60. Pascola nelle regioni incolte, e qualche parte si conduce in altri territori a’ pascoli comprati o promiscui». Di Donigala l’Angius scrisse: «Sono nel villaggio circa 100 case, due contrade principali, e una piazza detta Sa-Gruji` la beccheria e il Monte Santa, dove e granatico. Le uscite per Mandas e Seurgius sono amene, per le verdeggianti siepi de’ predii, e per li pioppi, fichi e le quercie. Popolazione. Le famiglie sono altrettante che le case, e le anime 500. Le nascite sogliono esser 12, le morti 8, e 4 i matrimoni. Le malattie frequenti sono infiammazioni al ` petto e al basso ventre. Il cemiterio e attiguo alla chiesa parrocchiale in ` del villaggio, e pero ` sulla estremita non conforme ai regolamenti. Agricol` di tura. L’estensione del territorio e circa 7500 starelli. Si suole seminare ogni anno starelli di grano 500, d’orzo 70, di fave 80, e poco lino. Il grano produce l’otto. La cultura delle piante or-

` trascurata. Il vigneto e ` assai tensi e ` leggiero e di prospero, ma il vino e ` per il troppo umore della poca bonta ` per il metodo perverso terra, e piu ` della manifattura: se ne raccogliera circa 12 mila quartare, che si consumano nel luogo. Le piante fruttifere non di molto sopravanzeranno le due migliaje nelle seguenti specie, fichi, peri, susini, meligranati, peschi, giuggioli e pomi. Pastorizia. Si numeravano nell’anno 1836 buoi per l’agricoltura 200, vacche e tori 500, pecore 2500, capre 1000, cavalli e cavalle domite 35, ` giumenti 80. Il prodotto del bestiame e ´ questo e ` mal custodito scarso, perche ed esposto al rigore dell’inverno senza riparo. Da ogni dieci capi pecorini non ` di libbre 100 di si ottiene all’anno piu ` di mediocre quaformaggio, il quale e ` . Il superfluo a’ bisogni della popolita lazione vendesi alla capitale». Dal 1848 Siurgus e Donigala entrarono a far parte della divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 della ricostituita provincia di Cagliari. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini e in misura minore di suini e caprini. Negli ultimi decenni sta prendendo piede anche una mode` industriale limitata ai setsta attivita ` poco ortori lattiero-caseario e edile. E ganizzata la rete di distribuzione com` collegato da merciale. Servizi. S.D. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, casa di riposo, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2198 unita di cui stranieri 3; maschi 1088; fem-

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Siurgus Donigala mine 1110; famiglie 741. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 24 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 41 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 110 in migliaia di lire; versamenti ICI 630; aziende agricole 111; imprese commerciali 108; esercizi al dettaglio 33; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 571; disoccupati 61; inoccupati 192; laureati 9; diplomati 128; con licenza media 710; con licenza elementare 660; analfabeti 131; automezzi circolanti 742; abbonamenti TV 567. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerosi nuraghi tra i quali Arbariu, Bau Piscu, Bidinessi, Corte Carroccia, Ega, Erri, Lanzanau, Pallaxiu, Planu Furonis, Tana Manna, Untini. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` costiE AMBIENTALE Il villaggio si e tuito dalla fusione dei due centri di Siurgus e di Donigala che hanno conservato le loro caratteristiche tradizionali; lungo le strade si affacciano case in pietra ingentilite dal porticato interno (lolla) e dalla corte alla quale si accede attraverso un portale spesso monumentale. Tra gli edifici di maggior pregio la chiesa di San Teodoro, parrocchiale di Siurgus costruita tra la fine del secolo XVI e gli inizi del XVII in stile tardogotico. Ha un impianto a navata unica, scandita da archi a sesto acuto che sorreggono la volta e arricchita dal presbiterio e da alcune cappelle laterali con volta a ` il camcrociera. Annesso alla chiesa e panile a pianta quadrata. Al suo interno sono interessanti arredi marmorei tra cui la balaustra che separa il ` inpresbiterio dall’aula. Santa Maria e vece la chiesa parrocchiale di Donigala, costruita alla fine del secolo XVI

in forme tardogotiche e ultimata nel 1646 a opera del canonico Roger. Ha l’impianto a navata unica arricchita dal presbiterio e da alcune cappelle la` affrescato e conserva terali; l’interno e un interessante retablo in legno dorato. La chiesa si affaccia su un ampio piazzale al quale si accede da uno scenografico portale settecentesco. Altro ` la chiesa edificio di grande interesse e di San Cosimo e Damiano, antico edificio che, pur essendo in territorio di ` del Comune Siurgus, era di proprieta di Suelli. Fino al 1804 vi si festeggiavano i due santi, ma quando, nello stesso anno, la festa fu spostata nella chiesa dell’Assunta in agro di Suelli, l’amministrazione di Siurgus ne riven` la proprieta ` e l’ottenne. La chiesa dico ` nel 1940 fu abbandonata e cadde pero ` stata restaurata e in rovina; nel 1980 e ` riportata all’antico splendore; il sito e ´ accanto interessante anche perche alla chiesa sono 15 ulivi il cui impianto risale al secolo XIII. Nelle campagne circostanti si trova il lago del Mulargia; `e ` raggiungibile dalla perifela localita ria di S.D., da cui dista circa 6 km. Il ` situato a 258 m di quota in un lago e bacino molto vasto e ricco di boschi e ` stato ottedi macchia mediterranea. E nuto negli anni Cinquanta del secolo XX con la costruzione di una diga sul ` capace di un invaso di rio Mulargia, e ` collegato 310 000 000 di m3 d’acqua ed e da una galleria al lago del Medio Flumendosa (=), di cui raccoglie le acque per poi scaricarle in una seconda galleria lunga 9 km che le conduce alla centrale di Uvini, in Trexenta, capace di produrre 23 000 000 di kw all’anno. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari che tramandano le tradizioni dei due antichi ` caratteristiche e ` centri, una delle piu quella di Santa Maria di Monserrato, che si svolge l’8 settembre e culmina

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Sizza con una spettacolare processione, nel corso della quale sfilano alcuni antichi ceri votivi portati a spalla dai giovani del villaggio al suono delle launeddas. Una volta giunti alla parrocchia di Donigala, i ceri vengono benedetti e subito dopo si svolgono altri festeggiamenti con la gara poetica e altre manifestazioni. Altro evento di grande im` la festa de is bagadı`us (gli portanza e scapoli) che si svolge nella seconda settimana di ottobre in occasione della sa` gra della Madonna dei sette dolori. E organizzata da un comitato di cui fanno parte gli scapoli e culmina in un solenne banchetto a base di arrosti durante il quale viene distribuito un particolare tipo di pane (pani de is bagadı`us) che dopo essere stato benedetto viene usato come talismano contro le malattie e le disgrazie. Altre importanti manifestazioni sono quelle previste per il Carnevale e la sagra della pecora che si svolge ad agosto.

Siuro Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del ` Sant’AnGerrei. Era posto in localita gelo nelle campagne di Silius. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti di Capraia, ` nelle mani e alla loro estinzione passo dei giudici d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ´ gia ` prima della fine del secolo cosicche venne amministrato direttamente da Pisa. Ma poi decadde rapidamente, ` prima della conquista tanto che gia aragonese era ormai spopolato.

Siurru Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` del Campidano. Era situato in localita Santu Esu nelle campagne di Sestu. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei

territori amministrati direttamente da Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, ma il villaggio era ormai completamente spopolato: il suo territorio fu compreso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz.

Siutas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` di Nuraminis. Era situato in localita Funtana Siutas nelle campagne di Nuraminis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Ca` ai praia, e alla loro estinzione passo giudici d’Arborea. Ma nel 1295 Mariano ´ II lo cedette al Comune di Pisa, sicche ` amprima della fine del secolo era gia ministrato direttamente da funzionari del Comune dell’Arno. Dopo la conqui` a far sta aragonese il villaggio entro parte del Regnum Sardiniae; nel 1348 ` soffrı` a causa della peste e si spopolo completamente.

Siziata Termine con cui veniva indicata una cerimonia che si svolgeva a Cagliari due volte l’anno e nella quale il ´ , accompagnato dai giudici della vicere Reale Udienza, riceveva in gran ` . La s. pompa i carcerati della citta aveva luogo nel palazzo detto appunto delle Siziate, che si trovava a fianco della torre di San Pancrazio; nel corso ´ ascoltava le suppliche di essa il vicere dei carcerati, adottando i provvedimenti che riteneva giusti. Quelli che ne erano beneficiati venivano fatti inginocchiare per rendergli grazie e subito dopo il Magistrato civico cagliaritano faceva ricchi doni ai giudici della Reale Udienza, mentre il corteggio del ´ abbandonava il palazzo. Col vicere tempo la pratica della s. si estese ai go` delle altre citta ` vernatori e ai podesta del Regno.

Sizza, Remo Sociologo (n. Cagliari 91

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Sminace 1951). Dopo aver conseguito la laurea in Sociologia, ha intrapreso la carriera universitaria. Attualmente insegna Sociologia e ricerche sociali presso l’Uni` di Cagliari. All’impegno scienversita tifico ha associato altri prestigiosi in` stato consulente di Rosy carichi: e `, e ` membro Bindi, ministro della Sanita del Centro di programmazione regio` Itanale e presidente della Societa liana di Sociologia.

Sminace = Salsapariglia Smith, G.A. Archeologo americano (n. sec. XX). Professore nella Pennsylva` segnalato annia State University, si e che come studioso dei problemi dell’ossidiana in Sardegna. Nel 1984 ha preso parte alla I sessione di studi sull’archeologia sarda organizzata dalla ` del MiBalmuth (=) per l’Universita chigan, presentando una relazione su Sardinian Archaeology and Ossidian Dating (con Enrico Atzeni, J.W. Mitchell e I.S.T. Tsong), ora in Studies in Sardinian Archaeology, I, 1984.

Smyth, William Henry Geografo (Westminster 1788-St. John’s Lodge, Regno Unito, 1865). Capitano della Marina inglese, all’inizio degli anni Venti dell’Ottocento fu inviato in Sardegna dall’Ammiragliato Britannico per compiervi una serie di rilevazioni cartografiche. Amico del Lamarmora, per il ` il panorama della Grotta quale disegno ` , sempre di Nettuno ad Alghero, studio per conto dell’Ammiragliato Britannico, il profilo costiero della Sardegna, pubblicando nel 1827 una celebre carta. Egli – ha scritto lo specialista Elio Manzi (1982) – «fu ben presto noto ai contemporanei e apprezzato come uno dei migliori cartografi del suo tempo». Fondatore della Royal Geographic Society di Londra, di cui fu anche presidente, raggiunse il grado di contrammiraglio. Da quei suoi soggiorni nell’isola trasse il volume Sketch

of the present state of the island of Sardinia, che, pubblicato a Londra da Murray nel 1828, rappresenta una delle prime ‘‘guide’’ della Sardegna scritte ` per una pubblico anglofono. Il libro e stato tradotto da Tiziana Cardone, Relazione dell’isola di Sardegna (a cura di M. Brigaglia), nella ‘‘Bibliotheca sarda’’ della nuorese Ilisso nel 1998.

Soccida Tipo di contratto molto diffuso nel mondo dei pastori sardi fin dal periodo giudicale. In base ad esso uno dei contraenti, detto soccidario, si impegnava a custodire e a provvedere all’al` levamento del bestiame di proprieta dell’altro, detto soccidante, e se il numero dei capi di bestiame fosse aumentato i nuovi nati sarebbero stati divisi in parti uguali tra i due contraenti, cosı` come i prodotti ottenuti (latte, formaggio, lana ecc.). La s. era il contratto attraverso il quale il servo pastore poteva affrancarsi progressivamente dalla condizione di dipendenza dal suo datore di lavoro e servı` a caratte` delle rizzare la struttura della societa ` zone interne dove la pastorizia era piu diffusa, creando una rete di clientele attorno ai prinzipales.

` Tipografica Sarda Tipografia Societa sorta a Cagliari nel 1913 dalla fusione delle tipografie ‘‘Voi’’, ‘‘Industriale’’, ‘‘L’Unione sarda’’ e ‘‘Corriere di Sardegna’’, ‘‘Serreli’’ e ‘‘Dessı`’’, che contribuirono alla nascita della nuova azienda con le proprie macchine e i ` mezzi finanziari necessari. Stampo prevalentemente il quotidiano ‘‘L’Unione sarda’’ e periodici come il ‘‘Risveglio dell’Isola’’ e ‘‘Il Popolo’’, ma anche La guida di Cagliari di Francesco Corona.

Soddı` Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 15, con 139 abitanti (al 2004), posto a 250 m sul livello del mare sul versante occidentale della media valle del Tirso. Re-

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Soddı` gione storica: Parte Barigadu. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 5,45 km2 e confina a nord con Aidomaggiore, a est con Sedilo, a sud con Tadasuni e Boroneddu e a ovest con Ghilarza. Si tratta di un territorio che sta a mezzo tra il bordo orientale dell’altipiano di Abbasanta e il versante occidentale della valle, sino ` alle rive del lago Omodeo. Il paese e collegato da una doppia breve bretella con la strada che, attraversando su un ponte il lago, mette in comunicazione Ghilarza con Sorradile e gli altri paesi della riva opposta.

Soddı` – Il lago Omodeo. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che risalgono al periodo nuragico, ma l’attuale vil` di origine medioevale, era laggio e compreso nel giudicato d’Arborea e incluso nel Canales, uno dei distretti della curatoria di Guilcier (=). Nel ` notevol1376 la sua popolazione calo mente a causa della peste; nel 1378, nel momento cruciale della guerra tra Aragona e Arborea, fu provocatoriamente compreso nei territori dati in feudo ai De Ligia (=). Il villaggio ovvia` a rimanere nelle mani mente continuo del giudice ma l’infeudazione, una volta caduto il giudicato d’Arborea, ebbe le sue conseguenze sulla storia di

S. Dopo la battaglia di Sanluri infatti i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile e quando il re nel 1412 riconobbe ai De Ligia i diritti sul Canales, non si placarono e nel 1415, quando i De Ligia vennero in Sardegna per essere investiti, insorsero apertamente. Per porre fine alla situazione S., nel 1417, fu compreso nel feudo concesso a Giovanni Corbera che a sua volta, nel 1426, vendette il villaggio al marchese d’Oristano ma, per le note vicende di Leonardo Alagon (=), il villaggio nel 1477 fu sequestrato. Tornato sotto la diretta amministrazione reale il villaggio nel 1485 fu nuovamente concesso in feudo a Galcerando Requesens i cui discendenti nel 1507 lo trasmisero ai Cardona. Nel 1537 i Cardona vendettero il villaggio e tutto il distretto del Canales ` Torresani e a Pietro Mora. Nei a Nicolo ` dai secoli successivi il villaggio passo Torresani ai Cervellon che a loro volta si estinsero nel 1725. Dopo alcuni anni nel 1737 il villaggio fu nuovamente compreso nel feudo acquistato dal canonico Francesco Solinas (=). Dai So` ai Delitala (=) ai quali fu linas S. passo riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; dal 1848 ` entro ` a far parte della divisione pero amministrativa di Cagliari e dal 1859 dell’omonima provincia. Di questo periodo possediamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Nel censimento del 1846, si numerarono in S. anime 244, distribuite in famiglie 65 e in case 61. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale 137 di maschi, in scapoli 79, ammogliati 46, vedovi 12; il totale delle femmine, in zitelle 56, maritate 43, vedove 8. La ` piu ` spesso chiusa, e scuola primaria e ` di cinque in tutto il paese non sono piu che sappian leggere e scrivere. Agricoltura. Il terreno de’ soddesi nella parte ` coltivato produce abbondevoldove e

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Soddı` mente, e oltre i comuni prodotti potrebbe produrre altri articoli se fosse ` solita maggiore l’industria. La quantita ` di circa 260 stadella seminagione e relli di grano, 60 d’orzo e 40 tra fave e ` legumi. La fruttificazione comune e del 10 in annate non scarse. Si semina pure di lino qualche sito idoneo e se ne raccoglie buon frutto. La vite prospera ` buoni frutti nelle convenienti e da ` di gran bonta ` esposizioni. Il vino non e per la non buona manipolazione. Pastorizia. Essendo il territorio ristretto tra’ limiti de’ villaggi vicini non poteva ` di bestiame aversi una gran quantita nell’attuale sistema pastorizio. Il bestiame di servigio e manso numera buoi per l’agricoltura 60, cavalli 14, giumenti 38, majali 20. Il bestiame rude si riduce a vacche 60, capre 250, pecore 700, porci 300. Il prodotto de’ formaggi di poco sopravanza il bisogno della ` consumazione interna. L’apicoltura e ` di poco pregiata e non si avranno piu 100 alveari». Nel 1927 S. perse la propria autonomia amministrativa e divenne frazione del comune di Ghilarza; come tale, quando nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provincia di Oristano, vi fu incluso. Nel 1979 riuscı` finalmente a riconquistare la propria autonomia amministrativa. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e ` industriale e ` inesisuini. L’attivita ` poco organizzata la rete di distente. E ` stribuzione commerciale. Servizi. S. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E medico, farmacia. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 151 unita di cui maschi 75; femmine 76; famiglie 64. La tendenza complessiva rivelava

una diminuzione della popolazione, con morti per anno 6 e nati 4; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 1. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 667 in migliaia di lire; versamenti ICI 73; aziende agricole 35; imprese commerciali 6; esercizi pubblici 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 47; disoccupati 5; inoccupati 15; laureati 2; diplomati 6; con licenza media 47; con licenza elementare 54; analfabeti 17; automezzi circolanti 37; abbonamenti TV 42. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal periodo prenuragico, che documentano ` dell’insediamento della continuita l’uomo. In particolare i nuraghi Aurus, Bingias Pilicas, Corona, Crastu, Paiolu, Sant’Anastasia. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con case in pietra arricchite da grandi cortili cui si accede da portali ad arco in pietra. Al centro del paese si trova la chiesa dello Spirito Santo, costruita nel secolo XV con un assetto a una sola navata e suc` ricessivamente rimaneggiata a piu prese. Nelle campagne si trova la chiesetta di Santa Maria Maddalena, affacciata su un grande spiazzo dove sono custoditi alcuni resti di una grande foresta pietrificata che si trovava in un territorio ora sommerso dal lago Omodeo. La foresta si stendeva nella zona detta Montigu Abile e i fossili sono di alberi del tipo Palmoxifon e Dombeyoxilon: probabilmente vennero sommersi a causa di un’eruzione, 20 milioni di anni fa, ed ebbe cosı` luogo il processo di pietrificazione. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La memoria delle antiche tradizioni si conserva in alcune feste popolari, tra cui quella di Sant’Antonio Abate, che

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Soddu si svolge il 16 e 17 gennaio e culmina ` in piazza nel quale con un grande falo si brucia un albero (Sa tuva) mentre i presenti ballano e cantano. La festa di Santa Maria Maddalena si svolge presso l’omonima chiesetta il 15 luglio e quella dello Spirito Santo il 15 ottobre.

Soddu, Alessandro Storico medievista (n. Sassari 1967). Laureato in Mate` di Magirie letterarie presso la Facolta stero di Sassari nel 1991, ha conseguito nel 2004 il titolo di dottore di ricerca in ` ‘‘Pompeu Storia presso l’Universita Fabra’’ di Barcellona, nel 2002-03 professore a contratto di Esegesi delle fonti storiche medioevali presso la Fa` di Lettere e Filosofia dell’Univercolta ` di Sassari, ha al suo attivo due mosita nografie, L’Anglona negli atti del notaio Francesco Da Silva (1320-1326) (con Enrico Basso), 2001, e I Malaspina e la Sardegna. Documenti e testi dei secoli XIIXIV, 2005, e numerosi articoli, fra cui La caccia, le epidemie, i figli, il matrimonio, voci per il dizionario Millennio. La vita quotidiana nel Mille, nel Duemila e nel futuro, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1999; Storia della penetrazione dei Malaspina nel Logudoro, in Gli Obertenghi di Massa e della Lunigiana ed i regni della Sardegna (secoli XII-XIV) (a cura di M.G. Armanini e M. Tangheroni), 1999; Geridu nei documenti scritti (con Giuseppe Meloni), in Geridu. Archeologia e storia di un villaggio medievale in Sardegna (a cura di Marco Milanese), 2001; Note sui villaggi della Flumenargia e Romangia citati nel Condaghe di San Gavino di Torres, Appendice al contributo di G. Meloni, Il condaghe di San Gavino, in ` contemporaDal mondo antico all’eta nea, Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento di Storia del` di Sassari, 2001; Le curatol’Universita rı`as di Frussia e di Planargia, dal giudicato di Torres al Parlamento di Alfonso il

Magnanimo (1421): dinamiche istituzionali e processi insediativi (con Franco G.R. Campus), in Suni e il suo territorio (a cura di A.M. Corda e A. Mastino), 2003.

Soddu, Francesco Storico delle istituzioni politiche (n. Sassari 1962). Figlio di Pietro, dopo la laurea in Scienze politiche ha intrapreso la carriera universitaria. Allievo di Guido Melis e An` diventato tonello Mattone, nel 1993 e ricercatore di Storia delle Istituzioni politiche e nel 2003 ha vinto la cattedra ` di Scienze politiche presso la Facolta ` di Sassari, dove attualdell’Universita mente insegna. Tra i suoi scritti: Cultura della rinascita. Politica e istituzioni in Sardegna 1950-1970, 1994; Aggiornamento bibliografico (1974-1994) (con Giuseppina Fois), in A. Boscolo, M. Brigaglia, L. Del Piano, La Sardegna contemporanea. Dagli ultimi moti antifeudali all’autonomia regionale, nuova ed., 1995; Il Piano di rinascita della Sardegna: gli strumenti istituzionali e il dibattito politico, in Sardegna, volume della ` collana Einaudi ‘‘Le regioni dall’unita d’Italia a oggi’’, 1998; La scommessa della Rinascita. L’esperienza dell’intervento straordinario in Sardegna (19621993), 2002; In Parlamento. Deputati e ` della Destra, 2004. senatori nell’eta

Soddu, Paolo Storico (n. Scano di Montiferro 1956). Laureato in Lettere all’U` di Torino, vi ha compiuto anniversita che il dottorato di ricerca. Ha inse` di Letgnato Storia sociale alla Facolta ` del Piemonte tere dell’Universita Orientale. Sta concludendo una biografia di Ugo La Malfa. Ha al suo attivo due monografie, L’Italia del dopoguerra. 1945-1947. Una democrazia precaria, 1998, e Le date della storia contemporanea. Il XIX secolo, 2002. Tra i saggi, Ugo La Malfa dall’antifascismo alla Repubblica. La formazione e la lotta al regime, ‘‘Annali dell’Istituto Ugo La

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Soddu Malfa’’, I, 1985; Introduzione a Luigi Einaudi, Diario 1945-1947, 1993; Luigi Einaudi, Diario dell’esilio (introduzione e cura di P. Soddu), 1997; Gli anni del centrismo, ‘‘Annali dell’Istituto Ugo La Malfa’’, XIII, 1998; Mappe della Resistenza, ‘‘Contemporanea’’, IV, 3, 2001; La proposta politica di Berlinguer e gli intellettuali torinesi (1976-1980), in Alla ricerca della simmetria. Il PCI a Torino 1945/1991 (a cura di B. Maida), 2004.

Soddu, Pietro Uomo politico (n. Benetutti 1929). Consigliere regionale, presidente della Regione sarda, deputato al Parlamento. Cattolico impegnato, ` dedicato alla polifin da giovane si e tica schierato nella Democrazia Cri` stato sindaco del suo stiana. Nel 1956 e ` paese; trasferitosi a Sassari, dove e ` laustato consigliere provinciale e si e reato in Giurisprudenza, ha fatto parte del gruppo dei ‘‘Giovani Turchi’’ che nel 1956 hanno conquistato la segrete` ria provinciale della DC. Nel 1961 e stato eletto consigliere regionale del suo partito nel collegio di Sassari per ` stato rila IV legislatura; in seguito e confermato nello stesso collegio ininterrottamente fino al 1983 per altre quattro legislature. Attivissimo e impegnato nel rinnovamento della vita politica isolana, tra il dicembre 1963 e il ` stato assessore alla Rinamarzo 1966 e scita nella terza e quarta giunta di Efisio Corrias. Ha ricoperto lo stesso incarico dall’aprile 1966 al febbraio 1967 nella giunta Dettori; tra il marzo dello ` stato stesso anno e il febbraio del 1969 e assessore all’Industria nella prima giunta Del Rio, quindi ancora assessore alle Finanze dal febbraio al novembre 1970 nella giunta Abis; nel febbraio 1972 ha tentato di dar vita a due giunte da lui presiedute, ma senza successo. Dopo essere rimasto fuori dal` di governo nel periodo sucl’attivita ` rientrato in giunta come ascessivo, e

sessore all’Igiene dal gennaio al luglio 1973 nella giunta Giagu. Dopo un altro periodo di riflessione, infine, dal maggio 1976 al giugno 1979 ha presieduto tre giunte regionali, dando vita alla prima fase del suo progetto politico conosciuta come ‘‘Intesa autonomistica’’, che prevedeva l’appoggio del PCI a una giunta di centro-sinistra. La seconda fase sarebbe dovuta essere quella ` autonomistica’’, che detta dell’‘‘Unita avrebbe dovuto inserire anche il PCI nel governo regionale. L’operazione in` tanto il doppio veto ‘‘romano’’ di contro Piccoli (DC) e Berlinguer (PCI), quanto una forte opposizione interna dell’ala ` moderata della DC sarda. Nel 1983 si e dimesso da consigliere regionale per essere eletto deputato per la IX legislatura repubblicana e in seguito riconfermato per la X. Come parlamentare ` stato vicepresidente della Bicamee rale presieduta da Nilde Jotti e relatore della legge sulla riforma della presidenza del Consiglio. Terminata l’e` sperienza parlamentare, nel 1996 e stato eletto presidente della Provincia di Sassari, carica che ha tenuto sino al 2001. Inopinatamente sconfitto dal `, non candidato del Polo delle Liberta ha abbandonato la politica, ponendosi come uno dei punti di riferimento del dibattito sui problemi della Sardegna e la politica regionale, in particolare sui temi della riforma dello statuto regionale e dei rapporti fra Regione e Stato. ` reSu questi ha lanciato negli anni piu centi un progetto che sotto la parola ` sovrad’ordine ‘‘Meno autonomia, piu ` ’’, tende a rivisitare l’intero ‘‘pacnita chetto’’ dei problemi attuali della Sardegna. Su questo tema ha pubblicato di recente il volume L’autunno dell’auto` alla nomia. Dal declino della specialita riforma dello Statuto, 2006. Giornalista pubblicista dal 1962, ha diretto ‘‘Il Democratico’’, organo dei ‘‘Giovani Tur-

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Sofia chi’’, fra il 1958 e il 1962, e la rivista ‘‘Autonomia cronache’’ nel 1967-1968. Tra i suoi scritti: Chi deve aiutare il Piano di rinascita?, ‘‘Il Democratico’’, 1960; Modificare il Piano di rinascita, ‘‘Il Democratico’’, 1962; Gli aspetti istituzionali della legge sul Piano, ‘‘Il Democratico’’, 1962; Contestazioni e politica contestativa, ‘‘Autonomia Cronache’’, 1, 1967; La crisi dell’autonomia e l’organizzazione dello Stato, ‘‘Autono` di mia Cronache’’, 2, 1968; La liberta ` dei sardi, 1972; Dal stampa e la liberta Piano di rinascita al nuovo piano di sviluppo, ‘‘Autonomia Cronache’’, 1975; Cossiga, io e gli altri, in Cossiga, 1985; I Giovani Turchi e la vita politica in Sardegna, in M. Brigaglia e Simone Sechi, Cronologia della Sardegna autonomistica, 1985; Le occasioni della Rinascita, ‘‘Agricoltura Informazioni’’, IX, 11-12, ` 1986; Ambito e cultura della criminalita ` pastorale delle tradizionale nella societa zone interne della Sardegna, ‘‘Quaderni ` bolotanesi’’, XII, 1986; Sulla identita culturale sarda, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIV, 1988; La questione urbana. Elementi per un dibattito, ‘‘Quaderni ` moderbolotanesi’’, XVI, 1990; Identita nizzazione e condizione urbana, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII, 1991.

Soffi, Luigi Letterato e poeta (Alghero 1742-Cagliari 1816). Entrato nell’ordine dei Gesuiti, dopo aver conseguito ` con passione all’inla laurea si dedico segnamento. Quando, nel 1773, la Com` fu soppressa, fu nomipagnia di Gesu nato prefetto del Seminario di Cagliari ` Filosofia; nel 1795 fu nodove insegno minato prefetto delle Scuole regie di `a Alghero, ma dopo poco tempo torno Cagliari a reggere le scuole di Santa Teresa; dal 1795 fu nominato profes`. sore di Eloquenza presso l’Universita Scrisse in latino e in italiano numerose composizioni in prosa e in versi per diverse occasioni. «Le tante orazioni sa-

cre che di lui abbiamo – scrive il Tola – , ´ per se non giustificano pienamente, ne ´ per lo stile, i grandi apl’invenzione ne plausi ch’egli ne riscosse a’ suoi tempi, ` ordinatissime in tutte le sono pero parti loro, e corredate ancora di molta dottrina scritturale». Tra i suoi scritti: Componimenti poetici da recitarsi in una pubblica accademia, 1779; Orazioni sacre e panegirici, voll. 2, 1783; Poesie, 1784; Panegirici in onore di alcuni santi cagliaritani, 1784; In morte di Mons. Gioacchino Domenico Radicati, orazione funebre, 1793; Per le solenni esequie di S.M. Vittorio Amedeo III re di Sardegna, 1794; Lodi di Maria Vergine, 1801.

Sofia, santa (in sardo, Santa Sofia, ` la Santa S. di CoSanta Suia) Santa. E stantinopoli, il cui culto fu diffuso in Sardegna dai Bizantini: vergine, eremita, martire a Sortino, oggi in provincia di Siracusa. In suo onore Giustiniano fece costruire (537) la basilica di Istanbul, traformata in moschea nel 1453, oggi museo. Da lei ha preso il nome Santa Sofia d’Epiro, oggi in provincia di Cosenza, dove l’imperatrice Teodora l’11 marzo dell’843 ristabilı` il culto delle immagini. In Sardegna Patrona di San Vero Milis e Santa Sofia, frazione di Laconi. Una sua chiesa sorgeva a Villasor, come testimoniano alcuni frammenti marmorei con iscrizioni in lingua greca nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, e la tradizione vuole che la vecchia chiesa di Santa Vitalia, Santa Vida beccia, sia stata costruita sopra i suoi ` sovrapposto, nelresti. Al suo culto si e l’isola, quello di Santa Sofia milanese, che il Martirologio Romano ricordava al 30 settembre: sposatasi giovanissima, madre di tre figlie, Fede, Spe` . Vedova si reco ` con le ranza e Carita figlie a Roma: martiri sulla via Aurelia, dove furono sepolte, sotto l’imperatore

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Soggia Adriano. Morgongiori, nella chiesa campestre del 1773, venera, cun su nomini sardu de Santa Suia, Santa S. vergine di Fermo, oggi in provincia d’Ascoli Piceno, martire nel 250 sotto Decio o genericamente sul finire del secolo III-inizi del IV, la cui festa nel calendario in passato cadeva il 30 aprile. «Su tirannu crudelmenti / ti trapassada prontamenti / su pettus cun d’una spada. / Su coru bostu ch’ardiada / de Gesus in santu amori / de sa spada su dolori / pagu o nienti sentiada / po chi s’amori azzediada / sa pena prus tur` – ti mentosa» (Il tiranno con crudelta trapassava, subito dopo averti condannata a morte, – il petto con la spada. – Il cuore vostro che ardeva – d’amore per ` – della spada il dolore – poco o Gesu ´ l’amore atteniente sentiva, – perche ` forte dei dolori). [ADRIANO nua – il piu VARGIU]

Festa Si festeggia il 17 giugno a San Vero Milis, il 1º settembre a Tertenia, il 30 settembre a Santa Sofia, frazione di Laconi; il 15 ottobre a Morgongiori si festeggia Santa Suia.

Soggia (o Sotgia) Famiglia sassarese (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Ad essa probabilmente appartenne il vescovo di Bosa Giorgio Soggia Serra. Ottenne il cava` nel 1738 lierato ereditario e la nobilta con il dottor Giovanni. La famiglia con` a risiedere a Sassari, ma si tinuo estinse nel corso del secolo XIX.

Soggia Serra, Giorgio Religioso (Sassari 1632-Bosa 1701). Vescovo di Bosa dal 1682 al 1701, arcivescovo di Sassari nel 1701. Entrato nell’ordine dei Serviti, ben presto si fece notare per le sue non comuni doti di intelligenza e ` della sua preparaper la profondita zione. Fu chiamato a insegnare Filoso` d’Italia e si stabilı` in fia in diverse citta Toscana, dove ebbe la cattedra a Firenze e fu molto stimato da Cosimo III.

Nel 1675 fu nominato consultore della Congregazione dell’indice e nel 1682 vescovo di Bosa. Tornato in Sardegna, prese possesso della diocesi, che go` con molto zelo. Nel 1701 fu nomiverno nato arcivescovo di Sassari, ma morı` nello stesso anno per una misteriosa caduta in un pozzo prima ancora di prendere possesso della nuova diocesi. ` fece costruire a proprie Nella sua citta spese la chiesa di Sant’Antonio Abate, detta anche dei Servi di Maria (17001706).

Soggiu, Antonio Religioso, uomo politico (Ghilarza 1803-Oristano 1878). Arcivescovo di Oristano dal 1872 al 1878, deputato al Parlamento subalpino. Di` per la sua venuto sacerdote, si segnalo grande cultura e per i suoi scritti in difesa del potere temporale dei papi. Nel ` Motivi di consolazione 1843 pubblico della Chiesa sarda e fu nominato presidente del Seminario di Oristano. Nel 1857 fu anche eletto deputato al Parlamento subalpino per la VI legislatura, ma la sua elezione fu annullata nel ´ era canonico; negli anni 1858 perche ` nel proprio impesuccessivi continuo ` il periodico ‘‘Ichgno culturale e fondo nusa’’ (=), di idee piuttosto reazionarie. Nel 1872 fu nominato arcivescovo di Oristano, e preso possesso della dio` a un’intensa attivita `. cesi si dedico Fece costruire un nuovo piano del Se` la riapertura delle minario e ipotizzo ` teologiche di Cagliari e di SasFacolta sari.

Soggiu, Filippo Operatore sociale (n. ` 1927). Dal 1956 a Pavia, dove Budduso ha lavorato alla SNIA Viscosa. Dal 1982 ` stato presidente del Circolo al 1995 e culturale sardo ‘‘Logudoro’’ di Pavia. Dal 1987 componente del comitato di presidenza della Lega Sarda e delegato per i problemi dei trasporti, dal ` vicepresidente. Dal 1994 (primo 1990 e congresso a Roma) presidente della

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Sojana Federazione delle Associazioni Sarde ` riconfermato al Conin Italia (FASI), e gresso di Olbia (1998). Nei congressi di ` stato Genova (2002) e di Milano (2006) e eletto presidente onorario della FASI e responsabile per il settore dei trasporti.

Soggiu, Giovanni Missionario, martire (Norbello 1883-Cina 1930). Dopo aver conseguito la laurea in Legge en` in Seminario e fu ordinato sacertro dote. Scoppiata la prima guerra mondiale, fu cappellano della Brigata ‘‘Sas` sari’’. Finita la guerra, nel 1925 ando missionario in Cina e nel 1928 fu nominato prefetto apostolico nello Scensı`, dove nel 1930 subı` il martirio.

Soggiu, Piero Avvocato, uomo politico ` (Ghilarza 1900-Oristano, seconda meta sec. XX). Consultore regionale, consigliere regionale. Laureato in Giuri` la professione di sprudenza, esercito avvocato a Oristano. Sardista, tra il 1945 e il 1949 fece parte della Consulta regionale. Non seguı` Lussu nella scissione del 1948 e a partire dal 1949 fu eletto consigliere regionale per le prime quattro legislature, fino al 1965. Dal 1949 al 1952 fu assessore all’Industria nella giunta Crespellani: si deve a lui la ‘‘regionalizzazione’’ dell’energia elettrica in Sardegna, con la creazione dell’ENSAE (Ente Sardo di Elettri` ). Tra i suoi scritti: La Sardegna incita nanzi tutto, ‘‘Il Solco’’, 1946; Politica col paraocchi, ‘‘Forza paris’’, 1948.

Sogliola = Zoologia della Sardegna Sogliuzzo, Antonio Militare (Cagliari 1845-New York 1927). Marinaio di 2ª classe della Regia Marina, medaglia d’oro al V.M. della terza guerra d’indipendenza. Nel novembre del 1865 si arruola nella Marina militare. Imbarcato sulla pirocorvetta Ancona prende parte alla battaglia di Lissa. Nel pomeriggio del 19 luglio 1866 la sua nave riceveva l’ordine di appoggiare l’azione

della Formidabile che aveva il compito di smantellare le batterie interne del porto di Lissa. Il giorno dopo portava i propri tiri su quelle batterie, che reagirono tempestando la pirocorvetta di granate, mentre gli artiglieri ribatte´ ferito, vano colpo su colpo. S., benche continuava a caricare il suo pezzo, fin´ una granata gli asportava la mano che destra, sfracellandogli la sinistra. Non volle ricoverarsi in infermeria, e dando prova di grande forza d’animo incitava con la voce i serventi a continuare il fuoco fino al termine di quella sfortunata giornata. In seguito alla mutilazione fu congedato nel febbraio 1867. Gli venne concessa la medaglia d’oro al V.M. con questa schematica ma eloquente motivazione: «Per essersi distinto nei fatti d’armi avvenuti nell’Adriatico nella campagna di guerra del 1866».

Sogus Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` Bi ’e del Gippi. Era situato in localita Ogus nelle campagne tra Monastir e Villasor. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte toccata ai conti di Ca` ai praia, e alla loro estinzione passo giudici di Arborea. Nel 1295 Mariano ´ gia ` prima II lo cedette a Pisa, cosicche della fine del secolo fu amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. Subito dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae e tro quando fu stipulata la pace del 1326 tra Pisa e Aragona fu compreso nel feudo concesso a Pisa dalla Corona. Negli anni successivi fu sfruttato da Pisa senza inconvenienti, ma nel 1348 soffrı` ` coma causa della peste e si spopolo pletamente.

Sojana Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria

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Solanas della Nurra. Era situato a sud di Capo ` San Giovanni. A parMannu in localita tire dal secolo XII appartenne ai Doria, i quali, estinta la famiglia giudicale, lo compresero nel loro piccolo stato. Subito dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al re, en` a far parte del Regnum Sardiniae. tro ` la ribellione del 1325, Scoppiata pero soffrı` gravi danni e fu sequestrato. Nel 1330 fu concesso in feudo a Giliberto di ` , ma poco dopo torno ` a essere Montbru teatro delle continue guerre che tor´ la sua pomentarono la Nurra, sicche ` a diminuire. Entro polazione comincio ` comla fine del secolo XIV si spopolo pletamente e scomparve.

feudo a Gondisalvo Martinez de Sarasa che nel 1363 lo cedette ai Carroz. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Arborea e Aragona, il villaggio subı` gravi danni e fu occupato dalle truppe arborensi. Entro la fine del secolo era completamente spopolato. Nei secoli ` a far successivi il territorio continuo parte del feudo dei Carroz fino al riscatto dei feudi nel 1838. Da qualche decennio il territorio ha ripreso a po` sviluppato un animatispolarsi e vi si e simo centro turistico.

Solanas1 Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Sinnai (da cui dista 33 km), con circa 170 abitanti, posto a 26 m sul livello del mare a nordest del comune capoluogo, affacciato sulla costa meridionale in un’isola amministrativa. Regione storica: Sarrabus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una piccola piana costiera che ha alle spalle gli ultimi contrafforti dei Sette Fratelli. Nei pressi dell’abitato scorre il tratto terminale del rio omonimo, che raggiunge subito dopo la foce. Le comunicazioni sono assicurate dalla strada che unisce Cagliari a Villasimius, dalla quale in questo punto ha origine una secondaria che si dirige verso Castiadas. & STORIA Il villaggio ebbe probabilmente vita per la prima volta in epoca romana. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato, ` a far nella divisione del 1258, entro parte dei territori amministrati direttamente da Pisa. Con la conquista aragonese dal 1324 fu amministrato dalla Corona che nel 1350 lo concesse in

Solanas – Veduta del centro abitato e del litorale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono, oltre il turismo, l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura e l’orticoltura; e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e caprini. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio circostante conserva numerose testimonianze della presenza dell’uomo a partire dal periodo nuragico. ` la fortezza Di particolare interesse e nuragica di Ferrici, del tipo polilobato, recentemente messa in luce dagli scavi.

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Solanas & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` diviso in tanti picRALE Il villaggio e coli aggregati sviluppati con l’insedia` Sa Rue conmento turistico; in localita serva la chiesetta di Santa Barbara, l’e` antico attorno al quale ha dificio piu avuto inizio il ripopolamento del terri` quella di San Giutorio. Altra chiesa e seppe, attualmente parrocchiale, costruita non molti anni fa in forme moderne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra` la festa di San Giuseppe, dizionale e patrono del paese, che vi si svolge la seconda domenica di agosto: dura quattro giorni e prevede un nutrito programma di manifestazioni tra cui una gara poetica in sardo campidanese, alla quale partecipano i migliori improvvisatori e che richiama un numero crescente di persone.

Solanas2 Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Cabras (da cui dista 2 km), con circa 800 abitanti, posto a 8 m sul livello del mare a est del comune capoluogo, nella piana campidanese. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da un tratto della pianura campidanese compresa tra lo stagno di Cabras a occidente e l’ultimo tratto del Tirso a mezzogiorno. Le comunicazioni sono assicurate dal fitto reticolo di strade che taglia la regione, in particolare da una secondaria che unisce Cabras a Donigala Fenughedu, frazione di Oristano. & STORIA Il centro abitato e ` di origine medioevale; apparteneva al giudicato d’Arborea ed era compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Quando nel 1410 il giudicato fu soppresso, S. ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e fu compreso nel marchesato di Oristano. A partire dal 1479, dopo che il grande feudo era stato confiscato a

Leonardo Alagon (=) nel 1477, fu occupato militarmente da truppe reali e amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli successivi, soprat´ si impegnarono direttatutto perche mente nella difesa del territorio dalle incursioni dei corsari barbareschi. Nel `, quando fu costituito il mar1767, pero chesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S., nonostante le proteste dei suoi abitanti, vi fu incluso. ` dai Agli inizi dell’Ottocento passo Nurra ai Flores ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano. Dal 1848 fece parte nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima ricostituita provincia. Nel 1928 perse la propria autonomia e fu unito a Cabras. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e in misura minore ovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore della piscivita coltura. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nel territorio si trovano numerose testimonianze della presenza dell’uomo a partire dal periodo fenicio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva l’assetto tradizionale con le case fabbricate di ` diri) e affacmattoni di terra cruda (la ciate su un cortile cui si accede da un ` caratteportale ad arco. L’edificio piu ` la chiesa di San Pietro, parrocristico e chiale costruita nel Medioevo e annessa a un monastero benedettino che in seguito scomparve. Nel corso dei se` stata piu ` volte ristrutturata. Nel coli e secolo XVI ha assunto l’impianto a una ` alnavata unica rettangolare che pero

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Solari cuni decenni dopo fu completata con la costruzione del coro e della sacrestia; tra il 1850 e il 1912 furono poi costruite due cappelle laterali. Il campanile, ` di 18 m, fu costruito in prossialto piu ` della chiesa nel 1700. Tradiziomita ` la festa di San Pietro, patrono nale e del paese, che si svolge il 29 giugno con grande partecipazione popolare.

Solari, Gioele Filosofo del diritto (Bergamo 1872-Torino 1952). Intrapresa la ` presso carriera universitaria, insegno ` di Cagliari tra il 1912 e il l’Universita 1915; dal 1915 fu professore presso l’U` di Messina; in seguito ` passo ` niversita ` di Torino, dove tenne all’Universita cattedra fino al 1948. Nel 1946 fu nominato accademico dei Lincei. L’esperienza fatta negli anni dell’insegna` di Cagliari lamento nell’Universita ` una traccia nella sua vasta produscio ` la sua zione scientifica: di quegli anni e attenzione al pensiero di Giovanni Battista Tuveri, di cui egli mise in luce l’o` nel pur animato quadro del riginalita dibattito politico risorgimentale. Nella ` in sua vasta produzione egli si occupo diverse altre occasioni della cultura ` sarda, la cui evoluzione interpreto come progressiva integrazione nella cultura nazionale. Tra i suoi scritti: Giornalismo sardo, ‘‘Rivista d’Italia’’, 1914; Per la vita e i tempi di G.B. Tuveri, ‘‘Archivio storico sardo’’, XI, 1915; Il pensiero politico di G.B. Tuveri. Un monarcomaco sardo del XIX secolo, 1915; Floriano Del Zio a Cagliari (1862-1865). L’introduzione dell’hegelismo in Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XIII, 1921.

Solaro della Moretta, Angelo Vicere´ ` sec. di Sardegna (Torino, prima meta XVIII-ivi 1800). In carica dal 1783 al 1787. Ufficiale di carriera, prese parte alla Guerra di successione polacca e poi di quella austriaca, e in seguito percorse una brillante carriera. Fu nomi-

´ di Sardegna nel 1783. Negli nato vicere ` di anni del suo governo si preoccupo ` dell’agricolregolamentare le attivita tura e il sistema di difesa delle coste `a dalle incursioni barbaresche. Porto termine il suo mandato nel 1787. Nello stesso anno fu promosso generale d’armata e governatore di Alessandria. Nel 1788 gli fu conferito il Collare dell’Annunziata.

Solaro di Govone, Carlo Giuseppe ´ di SardePresidente del Regno, vicere ` sec. XVIII-ivi gna (Cuneo, prima meta 1774). In carica come presidente dal ´ nel 1763. Uffi1760 al 1763, come vicere ciale di carriera, prese parte alla Guerra di successione polacca e poi di quella austriaca. Nel 1755 fu promosso generale e nel 1758 comandante di Alessandria. Inviato in Sardegna nel 1760, vi svolse funzioni di presidente ´ subito del Regno e fu nominato vicere dopo la morte dell’Alfieri di Cortemiglia nell’aprile 1763. Nel luglio stabilı` un regolare servizio postale con la terraferma. Ripartı` pochi mesi dopo. In seguito fu nominato governatore di Cuneo e gli fu conferito il Collare dell’Annunziata.

Solarussa Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 2482 abitanti (al 2004), posto a 12 m sul livello del mare nei pressi del fiume Tirso. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 31,89 km2 e confina a nord con Tramatza, Bauladu e Paulilatino, a est con Zerfaliu, a sud con Simaxis e Oristano e a ovest con Siamaggiore. Si tratta di una porzione della piana campidanese affacciata sulla riva destra del Tirso, ormai nel suo tratto finale. Il paese comunica per mezzo di una strada che si distacca dalla vecchia

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Solarussa ‘‘Carlo Felice’’ e, passando anche per Siamaggiore, raggiunge Zerfaliu; a sud si collega direttamente con Simaxis, a nord con Tramatza; ed ha facile collegamento con la vicina superstrada Cagliari-Sassari. Alla periferia del paese si trova infine una stazione lungo la linea ferroviaria Oristano-Chilivani.

Solarussa – Veduta del centro abitato.

` sviluppato da una STORIA S. si e mansio romana situata lungo la strada che conduceva da Tharros a Forum Traiani, l’odierno Fordongianus. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Campidano Maggiore di cui era il capoluogo. Quando nel 1410 il giudi` a far parte cato fu soppresso, S. entro del marchesato di Oristano. A partire dal 1479, dopo che il grande feudo era stato confiscato a Leonardo Alagon (=) nel 1477, venne occupato militarmente da truppe reali e amministrato da funzionari reali. I suoi abitanti continuarono a godere di questo privilegio e a difenderlo gelosamente nei secoli suc`, quando fu costicessivi; nel 1767, pero tuito il marchesato d’Arcais concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), S. nonostante le proteste dei suoi abitanti vi fu incluso. Tra il 1796 e il 1806 i suoi abitanti, i cui rapporti con i feudatari non erano mai stati pacifici, presero parte ai moti antifeudali. Agli inizi del` dai Nurra ai Flores l’Ottocento S. passo &

ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Oristano; dal ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima ricostituita provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimonianza di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 1904, distribuite in famiglie 508, e in case 506. Distinguevasi poi la parziale de’ maschi 963, in scapoli 517, ammogliati 340, vedovi 106; quella delle donne 941 in zitelle 513, maritate 340, vedove 88. Il numero di quelli che nel paese sanno leggere e scrivere compresi quelli che hanno studiato nei ginnasi non sorpassa forse le quaranta persone. Tra questi sono quattro notai. Le donne lavorano nel telajo la lana e il lino, e si numerano circa 500 telai tutti di antica forma, ad eccezione di soli tre di forma ` migliore. Agricoltura. Il terreno di S. e idoneo a molte culture, principalmente a quella de’ cereali e delle viti. L’area complessiva che si suol colti` meno di giornate 6900. La vare non e parte culta si divide in giornate 1100 di vigna, 1000 di chiusi (cungiaus) per tenervi a pascolo il bestiame e seminarvi, in giornate 4800, divise in due regioni, dove si alterna la seminagione. Il restante dell’area territoriale ` inculta e s’agguaglia forse a giornate e 750. Una porzione di questa, di gior` destinata per prato, o panate 300, e scolo pubblico. I numeri ordinari della seminagione sono i seguenti, starelli di grano 1700, d’orzo 500, di fave 450, di legumi 100, di lino 200, di canape 150. ` tenersi La fruttificazione comune puo del 10 pel grano, del 12 per l’orzo, del 15 per le fave, del 10 per i legumi. Vi sono ` dei terreni che in circostanze fapero ` del 30. Bestiame. vorevoli danno piu

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Solarussa Quello che mantienesi per il servigio somma a buoi per l’agricoltura e pel carreggio 800, cavalli 80, giumenti 460, majali 120. Il bestiame rude numera vacche 580, pecore 2500, porci 400». Nel 1927 S. acquisı` come frazioni Zerfaliu e Siamaggiore che riacquistarono la loro autonomia rispettivamente nel 1945 e nel 1950. Quando poi nel 1974 fu definitivamente ricostituita la provin` a farne parte. cia di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura (con produzione di pregiata Vernaccia), la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, equini e suini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori della metallurgia, ` poco degli alimentari e nell’edilizia. E organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera un ristorante. ` collegato da autolinee e Servizi. S. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2531 unita di cui stranieri 3; maschi 1284; femmine 1347; famiglie 886. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 27 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 73 e nuovi iscritti 38. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 550 in migliaia di lire; versamenti ICI 1003; aziende agricole 294; imprese commerciali 145; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 45; ambulanti 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 664; disoccupati 95; inoccupati 163; laureati 31; diplomati 233; con licenza media 823; con licenza ele-

mentare 874; analfabeti 95; automezzi circolanti 861; abbonamenti TV 710. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Benas, Muruaccas, Pidighi, Urassa.

Solarussa – Chiesa della Vergine delle Grazie. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto il suo assetto tradizionale, con le case co` diri) struite in mattoni di terra cruda (la e affacciate su un cortile cui si accede da un portale ad arco. Al centro dell’a` posto il complesso di San Piebitato e ` costitro con l’oratorio delle anime. E tuito dalla chiesa parrocchiale, costruita nel secolo XVII e restaurata radicalmente tra il 1835 e il 1840; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio. Al suo interno sono custodite alcune tele di Pietro Allegretti e pregevoli decorazioni settecentesche in marmo. A fianco della chiesa sorge l’oratorio, costruito nel secolo XVII in basalto. A poca distanza sorge la chiesa della Vergine delle Grazie, antica parrocchiale costruita nel secolo XIV in forme tardoromaniche. Vi si venerava il simulacro della Madonna delle Grazie e nel 1383 Eleonora d’Arborea, dopo l’uccisione del fratello Ugone III, ricevette qui il giuramento dei delegati dei Campidani. Alla periferia orien-

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Soldevila tale del paese si trova la chiesa campestre di San Gregorio Magno, posta su una modesta altura; fu costruita nel secolo XII dai Camaldolesi su un precedente edificio altomedioevale a una navata identificato durante gli scavi compiuti nel 1982. Ha un’aula dalla muratura assolutamente spoglia, a una sola navata absidata e la copertura ` abbellita da un in legno. La facciata e portale lunettato con conci bicolori. Durante i recenti restauri, nel corso di ` di scavo nel pavimento sono attivita riemerse le strutture di una chiesa bizantina dei secoli VI-VII con alcune tombe di grandissimo interesse scientifico. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le feste popolari sacre e profane si alternano lungo l’intero anno e concorrono a conservare la memoria delle antiche tradizioni del paese. Ad aprile si svolge un nutrito programma di serate musicali, le Notti di musica, che coprono a cadenze alternate l’intero mese. A luglio vi si svolge ormai da anni il raduno del folclore internazionale con la partecipazione di gruppi stranieri, occasione per il confronto e la conoscenza di culture differenti. La ricorrenza di `e ` la festa di maggiore importanza pero San Gregorio, il patrono del paese, che si svolge nella seconda domenica di ottobre presso l’omonima chiesetta e ` abbinata la dura due giorni. Ad essa e ` sagra della Vernaccia, della quale S. e uno dei maggiori centri di produzione.

‘‘Solco, Il’’ Organo storico del Partito Sardo d’Azione. Uscito nell’agosto 1919 come ‘‘settimanale dei combat` il sottotitolo in tenti’’, nel 1921 cambio ‘‘Settimanale dei combattenti e del Partito Sardo d’Azione’’, in ‘‘Politico quotidiano’’ nel 1922 e in ‘‘Quotidiano del Partito Sardo d’Azione’’ nel 1924. Fu diretto da Luigi Battista Puggioni (=) e Raffaele Angius, ed ebbe tra i re-

dattori Giuseppe Manca e Anselmo ` autoContu (=), fra i collaboratori piu revoli Camillo Bellieni (=), Emilio Lussu (=), Dino Giacobbe (=). Riprese le pubblicazioni dopo un’interruzione nel 1923, collegata al momento di diffi` attraversato dal partito in occacolta ` sione della ‘‘fusione’’ col PNF, cesso nel giugno 1926, quando la tipografia cagliaritana in cui veniva stampato fu saccheggiata da squadre fasciste. Caduto il fascismo, riprese le pubblicazioni a Sassari il 4 marzo 1945, sottotitolato ‘‘Organo del Partito Sardo d’Azione’’, direttore ancora L.B. Puggioni, cui seguirono dal gennaio 1946 Giovanni Battista Melis (=) e dall’aprile 1949 Anselmo Contu, redattori Bartolomeo Sotgiu, Pietro Melis, Paolo Mocci e Virgilio Lai. Trasferito a Cagliari dopo alcuni mesi, subı` l’impatto della scissione lussiana del 1948 e nel maggio ` le pubblicazioni. 1949 cesso

Soldani Famiglia originaria del contado di Pisa (secc. XIII-XIV). Si stabilı` a Villa di Chiesa (Iglesias) nel corso del secolo XIII con un Giunta. Notaio, era legato ai Della Gherardesca e divenne ` eminenti cittadini; quando uno dei piu ` venne amministrata direttala citta mente da Pisa, la sua importanza venne meno; morı` nel 1323. Suo figlio Doudo fu uno degli esponenti della ` che favorı` la conquista aragonese citta e subito dopo, nel 1324, ottenne l’uffi` nella cio di camerlengo e si impegno revisione del Breve di Villa di Chiesa. Nel 1327 ebbe il feudo di Antas e nel 1332 la signoria di Pau de Vinies, nonostante le proteste di Pisa. I suoi figli non furono nella condizione di conservare i feudi e si estinsero entro la se` del secolo XIV. conda meta

Soldevila, Ferran Storico spagnolo (1874-1971). Ha fatto parte dell’Institut ` stato per molti de Estudis catalans ed e ` di anni professore presso l’Universita

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Sole Barcellona, apprezzato come uno dei ` autorevoli storici europei. Tra i piu suoi scritti: Una nota su Giovanni I d’Aragona e la Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXIV, 1954; Sardegna nella cronaca di Pietro il Cerimonioso, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962; Sardenya en les croniques de Bernat Descoll i Ramon Muntaner, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVIII, 1962.

Sole, Carlino Storico (n. Padria 1920). ` laureato in Lettere nel 1945 a CaSi e gliari. Dopo essere stato insegnante e preside di Liceo per alcuni anni, nel 1960 ha conseguito la libera docenza in Storia moderna. Intrapresa la car` stato professore riera universitaria, e di Storia contemporanea nell’Univer` di Cagliari e membro della Depusita tazione di Storia patria. Studioso di no` autore di numerosi tevole valore, e ` saggi apprezzati per la scrupolosita dell’apparato documentario e la razio` della ricostruzione degli avveninalita menti. Senza far torto al resto della sua abbondante produzione il suo contri` importante alla storiografia buto piu isolana resta l’edizione del prezioso Diario politico 1855-1876 di Giorgio Asproni, curata in 7 volumi col collega ` , uscita fra il 1974 e il e amico Tito Orru 1991. Tra i suoi scritti: Archeologia preistorica (Gurulis Vetus), ‘‘L’Isola’’, Sassari 1946; Castelli medioevali del Logudoro: Monteleone Roccadoria e Bonvehı`, ‘‘L’Isola’’, Sassari 1946; Echi della spedizione franco-corsa del 1793, ‘‘Studi sassaresi’’, XXV, 2-3-4, 1953; La Sardegna nelle mire di conquista della Francia rivoluzionaria 1792-93, 1956; Testimonianze inedite della disfatta dei francesi nel 1793 davanti a Cagliari, ‘‘Ichnusa’’, 12, 1956; Riflessi in Sardegna della guerra di successione austriaca, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Contributo alla storia di La Maddalena 1720-1767, ‘‘Ichnusa’’, 19, 1957; Aspetti

economici e politici del contrabbando tra la Sardegna e la Corsica nel XVIII secolo, ‘‘Studi sardi’’, XIV-XV, 1957; So` e giurisdizione nelle isole intervranita medie 1767-1793, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVI, 1959; Un economista sardo del ’700 precursore dei piani di rinascita: Giuseppe Cossu, ‘‘Ichnusa’’, 29, 1959; Giacobini e realisti in Alghero nel 1796, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa, I, 1959; Produzione e commercio nella bilancia economica sarda del 1700, ‘‘Ichnusa’’, 28, 1959; Figure e fatti del Risorgimento in provincia di Sassari, in Cento anni della provincia di Sassari, 1960; due saggi, Progetti di costituzione repubblicana in Sardegna agli albori del Risorgimento, e Felice Cavallotti e la Sardegna, entrambi in La Sardegna nel Risorgimento, 1962; Gli Stamenti e la crisi rivoluzionaria sarda della fine del XVIII secolo, in Liber memorialis Antonio Era, 1963; G.M. Angioy e i primi esperimenti sul cotone in Sardegna durante il riformismo sabaudo, in Studi storici e giuridici in onore di Antonio Era, 1963; due capitoli, La Sardegna spagnola, e La Sardegna sabauda, entrambi in Breve storia della Sardegna (a cura di Alberto Boscolo), 1965; La Sardegna nel decennio rivoluzionario, 1965; Agricoltura sarda e commercio dei suoi prodotti nel periodo sabaudo, in Fra il passato e l’avvenire. Studi storici sull’agricoltura sarda in onore di Antonio Segni, 1965; La Sardegna di Carlo Felice e il problema della terra, 1967; Riflessi sulla poesia dialettale di un singolare esperimento ottocentesco di rinascita del Nuorese, 1967; Pe` del banditismo gallurese nel culiarita XIX secolo, ‘‘Rivista sarda di Criminologia’’, IV, 1968; Nuovi apporti per una compiuta biografia di G.M. Angioy, ‘‘Studi sardi’’, XX, 1968; Paternalismo e autonomismo in Sardegna nel primo Ottocento, ‘‘Autonomia Cronache’’, 2,

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Sole 1968; Sardegna e Mediterraneo. Saggi di storia moderna, 1970; Le carte Lavagna e l’esilio di casa Savoia in Sardegna, n. 3 della collana ‘‘Collectanea calari` e campagna in Sardetana’’, 1970; Citta gna nella legislazione annonaria dei secoli XVI e XVII, 1970; Sul giurisdizionalismo di Vittorio Amedeo II in Sardegna, ` di Scienze poin ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, I, litiche dell’Universita ` in Sar1976; Politica, economia e societa ` Moderna, 1978; Giorgio degna nell’Eta Asproni e il giornalismo risorgimentale, 1978; Storia dell’agricoltura, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Considerazioni sulla storiografia relativa al cosiddetto decennio rivoluzionario sardo 1792-1802, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; Culture regionali in prospettive europee: l’esperienza storica della Sardegna, ‘‘An` di Scienze politiche nali della Facolta ` di Cagliari’’, VIII, 1983; dell’Universita Giorgio Asproni: una presenza attiva nel processo unitario nazionale, in Atti del Convegno nazionale di studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979, 1983; I Savoia: un rifiorimento mancato, in Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di Angela Terrosu Asole), 1984; La Sardegna sabauda nel Settecento, vol. 8 della collana ‘‘Storia della Sardegna antica e moderna’’, diretta da Alberto Boscolo, 1984; Con l’avvento dei Savoia nasce la questione sarda, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di Angela Terrosu Asole), 1985; Motivi antifrancesi nella concezione politica di Giovanni Siotto Pintor, in Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, 1985; I problemi della Sardegna in Giuseppe Sanna, in Atti del Convegno di Anela, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; La chiesa di S. Agostino e la tradizione agostiniana, in S. Agostino e la tradizione agostiniana a

Cagliari e in Sardegna, 1988; Alcune riflessioni sull’opera storiografica di Giuseppe Manno, in Giuseppe Manno politico storico e letterato, 1989; Giovanni Maria Angioy nell’esilio, in La Sardegna e la rivoluzione, 1990; Il fuoruscitismo politico sardo nel periodo rivoluzionario, ‘‘Archivio politico’’, 15, 1990; Nuovi documenti sulla rivolta popolare di Sassari nell’aprile 1780, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990; La Sardegna e la Rivoluzione francese. Note e riflessioni sulla disfatta della flotta francese davanti a Cagliari nel febbraio 1793, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVII, 1991; Fonti edite e inedite su Cagliari capitale provvisoria del Regno di Sardegna 1799-1815, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 14, 1991; Lo Stamento militare del Parlamento sardo dal gennaio 1793, in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Me` Moderna. Studi storici in dioevo ed Eta memoria di Alberto Boscolo, I, 1993; Dalla rivoluzione all’integrazione, 1993; I Simon: l’esperienza emblematica di una famiglia di intellettuali algheresi del XVIII secolo, in Alghero, la Catalogna, il Mediterraneo. La storia di una ` e di una minoranza catalana in Itacitta lia (XV-XX secolo) (a cura di Antonello Mattone e Piero Sanna), 1994.

Sole, Francesco Studioso di sacra scrittura (Padria 1901-Cagliari, dopo 1960). Fu ordinato sacerdote nel 1925. ` in Teologia Nello stesso anno si laureo e fu mandato a Roma a frequentare il Pontificio Istituto Biblico. Qui, nel ` anche in Scienze bibli1928, si laureo che sotto la guida di grandi maestri. Tornato in Sardegna, fu nominato professore di Sacra Scrittura presso il Seminario regionale di Cuglieri, dove in` per molti anni dedicandosi ai segno suoi studi per completare i quali viag` lungamente in molti paesi europei; gio ` alle stimato in tutta Europa, collaboro maggiori pubblicazioni sulla storia

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Sole della Chiesa, tra cui L’Enciclopedia Ecclesiastica e il Dizionario Biblico. Acqui` anche fama di efficace predicatore. sto Nel 1937 fu nominato canonico di Alghero e nel 1950 canonico della collegiata di Cuglieri. Ha lasciato numerosi ` scientifistudi di riconosciute qualita che, edizioni critiche di testi biblici e moltissimi articoli in riviste teologiche e numerosi inediti. Tra i suoi scritti: L’Emmanuele nella profezia messianica d’Isaia, ‘‘Scuola Cattolica’’, 1931; Concetto di sacrificio, di peccato e di espiazione presso gli ebrei e gli altri popoli, ` Agnello ‘‘Scuola Cattolica’’, 1932; Gesu di Dio nell’interpretazione liturgica dell’arte cristiana, ‘‘Scuola Cattolica’’, ` nel suo 1933; La Compagnia di Gesu quarto centenario, 1940; Il sentimento religioso cristiano nell’irredentismo ` , studio esecorso, 1942; I fratelli di Gesu getico critico, ‘‘Eco del regionale’’, III, 3, ` di Gesu `, 1951; L’anno della nativita ‘‘Eco del regionale’’, III, 1951; Cronolo` , ‘‘Eco del regia della passione di Gesu gionale’’, IV, 1952; Vita della primitiva chiesa in Gerusalemme, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Simone il Mago, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Paolo all’Aereopago, ‘‘Eco del regionale’’, V, 1953; Il di` , 1953; Il pecscorso escatologico di Gesu cato originale nella Sacra Scrittura, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il luogo del Paradiso Terrestre, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Diluvio secondo la Sacra Scrittura, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Diluvio secondo la mitologia, ‘‘Eco del regionale’’, 1955; Il Deuteronomio di `, 1956; Un sardo in Olanda, ‘‘Eco Mose del regionale’’, 1958; Malachia, la profezia del sacrificio, ‘‘Eco del regionale’’, 1959; Il profetiamo nei libri profetici d’Israele, 1959; I viaggi di San Paolo a Roma, ‘‘Eco del regionale’’, 1960.

Sole, Leonardo Linguista, poeta, scrittore di teatro (n. Sassari 1934). Dopo aver conseguito la laurea ha insegnato

negli istituti d’istruzione secondaria, ´ a meta ` degli anni Settanta ha finche intrapreso la carriera universitaria. ` diventato professore assoNel 1985 e ciato di Glottologia e Linguistica, e ha insegnato Linguistica generale presso ` di Lingue dell’Universita ` di la Facolta ` uno dei massimi conoscitori Sassari. E dei problemi della lingua sarda, su cui ha scritto numerosi saggi ricchi di intuizioni originali. Tra i suoi scritti: Strutture ritmiche e comunicazione orale in Sardegna. Per una semiotica delle culture subalterne, ‘‘Quaderni Sardi di Filosofia e Scienze Umane’’, 1, 1977; Il pindarismo sardo, ‘‘La Grotta della Vipera’’, 8, 1977; Le ragioni di un premio, in Concorso di poesia satirica sarda, Olzai, 1978; Funtanaruja (con Marco Parodi), dramma, 1979; Il cinghiale del diavolo di Emilio Lussu tra ` e scrittura, 1980; In s’oru de su oralita mare, saggi di linguistica, 1981; Sardegna: bilinguismo e cultura di frontiera, ‘‘Quaderni per la promozione del Bilinguismo’’, 2, 1981; La poesia in lingua sarda del Novecento, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Il linguaggio dei sardi. Aspetti sociolinguistici e prospettive didattiche, in Lingua e scuola. Atti del Convegno su ‘‘Scienze del linguaggio ed educazione linguistica’’, Oristano 1981, 1982; S’arromaniska. Il gergo degli ambulanti di Isili, 1983; Sardegna bilinguismo e cultura di frontiera in L’Italia plu` e scrittura. Grarilingue, 1983; Oralita zia Deledda, Sebastiano Satta, Bachisio Zizi, 1986; Lingua e cultura in Sardegna. La situazione sociolinguistica, 1988; La lingua di Sassari. Il problema delle origini, in Studi in onore di Massimo Pittau, I, 1994. Ma una parte importante ` legata alla sua attivita ` dell’opera di S. e letteraria, che lo ha portato a pubblicare alcuni volumi di liriche, e soprattutto a quella di scrittore di teatro, in

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Soleminis italiano e in lingua sarda, nelle due varianti del logudorese e del sassarese. Ha al suo attivo numerosi testi scritti nella gran parte per la Compagnia ‘‘Teatro Sassari’’ di Giampiero Cubeddu (=), fra i quali emerge, per la robustezza delle figure e la tensione drammatica, Pedru Zara.

Soleminis Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 24, con 1642 abitanti (al 2004), posto a 200 m sul livello del mare una quindicina di chilometri a nord di Cagliari. Regione storica: Parte Olla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, della forma grosso modo di una mezzaluna, si estende per 12,96 km2 e confina a nord con Dolianova, a est con Sinnai, a sud ancora con Sinnai e con Settimo San Pietro e a ovest con Serdiana. Si tratta di una regione al confine tra la piana campidanese, che si stende a occidente, e le prime propaggini del monte Serpeddı`, che si leva a oriente ` collegato tramite (1067 m). Il paese e due bretelle con la vicina statale 387, che da Cagliari si dirige verso il Gerrei per finire a Muravera; una strada secondaria offre il collegamento diretto con Sinnai. Il paese dispone anche di una stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Cagliari-Mandas. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che dimostrano come fosse abitato continuativamente dall’uomo a partire dal periodo prenuragico. L’attuale villaggio ` di origini altomedioevali, appartee neva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria di Dolia. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258, fu incluso nella parte di territori andata al conte di Capraia ` ai giudici alla cui estinzione passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo ce-

dette al Comune di Pisa e prima della fine del secolo fu amministrato da fun` zionari pisani. Dopo la conquista entro a far parte del Regnum Sardiniae; gli Aragonesi lo infeudarono ad Arnaldo ` morı` nel 1338 laBallester che pero sciando erede Pietro Oulomar. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e si spo` quasi completamente; altri danni polo subı` nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV ma ` a rimanere nelle mani degli continuo ` , poco prima dello Oulomar che pero scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, furono estromessi. Poco dopo il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che tennero S. anche dopo la pace del 1388 nonostante il re nel 1392 ne avesse infeudato Giordano de Toulon (=). Dopo la battaglia di Sanluri i De Toulon entrarono in possesso di S. ma del villaggio ` nulla. Il terrioramai non esisteva piu torio era completamente spopolato e `. Nei nel 1442 lo vendettero ai Torello decenni che seguirono il territorio ` dai Torello ` ai Maza de Lic passo ¸ ana ` al fisco. Dopo alla cui estinzione torno quasi un secolo, nel 1637, il territorio che oramai era coperto da un fitto bosco, fu venduto a Francesco Vico, il quale morı` nel 1648 lasciando erede suo nipote Francesco Zonza Vico (=). ` il ripopolamento Quest’ultimo avvio del villaggio e nel 1651 ottenne il titolo di marchese di S. Purtroppo l’epide` i promia di peste del 1652 ne ritardo getti, che riprese alcuni anni dopo e ` a termine entro il 1678 grazie porto alle molte franchigie che vi attirarono i coloni. Dai Zonza Vico, nel 1801, il vil` agli Amat ai quali fu rilaggio passo scattato nel 1838. Nel 1821 fu inserito nella provincia di Cagliari. Di questo periodo possediamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si nota-

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Soleminis rono in S. anime 367, distribuite in famiglie 97 e in altrettante case. Componevasi il totale de’ maschi 188, di scapoli 100, ammogliati 82, vedovi 6; il totale delle femmine 179, di zitelle 80, maritate 81, vedove 18. I numeri del movimento della popolazione sono i seguenti: nascite 18, morti 9, matrimoni 3. Manca la scuola elementare, e ` di tre che in tutto il paese non sono piu sappiano leggere e scrivere. Le donne si occupano di filare e tessere il lino e la lana. Si hanno circa 40 telai. Agricoltura. Nella pianura sono terreni ottimi per i cereali, e se le stagioni non sono contrarie si ottiene copia di frutti. L’or` di starelli di dinaria seminagione e grano 250, 50 d’orzo, 40 di fave, 4 di legumi, 8 di lino. La fruttificazione ordi` al 12, dell’orzo al 14, naria del grano e delle fave al 10. V’hanno de’ siti idonei all’orticoltura, e i soleminesi vi stu´ ne lucrano portando i diano perche ` prodotti a Cagliari. Fra gli altri orti e notevole quello che appellano dessu Olioni per l’ampiezza dell’area e per la ` . La vigna, sebbene in massua fertilita sima parte non sia ben situata, non per` frutti abbondanti. tanto prospera, e da ` delle medesime sono proMolte pero ` dei cittadini cagliaritani. Pastoprieta rizia. Le regioni di pascolo sono ampie, ma gli armenti e greggie sono in piccol numero. Il bestiame manso comprende buoi 50, cavalli 18, giumenti 50, maiali 30. Il bestiame rude vacche 80, capre 450, pecore 1000, porci 200. L’apicol` molto ristretta. Il commercio si tura e fa con Cagliari, e non produce in totale ` di lire 25 mila». Quando nel 1848 piu `a furono abolite le province, S. entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 dell’omonima ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticol-

tura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare e edile. Rinomata la tradizione della ` sufficienteproduzione del miele. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano due aziende agrituristiche con 10 posti ` collegato da autoliletto. Servizi. S. e nee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1516 unita di cui stranieri 1; maschi 742; femmine 774; famiglie 480. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 45 e nuovi iscritti 42. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 029 in migliaia di lire; versamenti ICI 516; aziende agricole 312; imprese commerciali 48; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 355; disoccupati 39; inoccupati 55; laureati 4; diplomati 91; con licenza media 513; con licenza elementare 406; analfabeti 34; automezzi circolanti 495; abbonamenti TV 336. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di ritorio non e testimonianze archeologiche ma il ritrovamento di frammenti e suppellet` documenta tili varie in diverse localita ` dell’insediamento umano la continuita a partire dal periodo prenuragico. I siti ` interessanti sono quelli di Iscalitpiu tas e di Su Forreddu che hanno restituito frammenti di ceramica risalenti al periodo della cultura di Monte

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Soleminis Claro, di grande importanza scienti` invece rifica. Al periodo nuragico e conducibile il sito di Facc’e Bidda, si` dell’abitato, nel tuato in prossimita quale sorgeva una stazione nuragica ` di Tanchixeddas all’aperto. La localita inoltre conserva i resti di un nuraghe monotorre con villaggio a capanne contiguo i cui scavi hanno reso una grande ` di materiale. quantita

Soleminis – Chiesa di San Giacomo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con le case co` diri) struite in mattoni di terra cruda (la e ingentilite dal porticato (lolla) e dalla corte alla quale si accede da un portale monumentale. L’edificio di maggiore ` la rilievo, situato al centro del paese, e chiesa di San Giacomo, parrocchiale costruita nel secolo XVII in forme tardogotiche e successivamente rimaneggiata. Ha una sola navata scandita da archi ogivali che sorreggono la volta. All’interno, nonostante i restauri, conserva i caratteri originali e custodisce alcune pregevoli statue lignee e argen` caratterizzato da una teria. L’esterno e facciata semplice cui si addossa il campanile a canna quadrata; i muri perimetrali sono movimentati da imponenti contrafforti. A poca distanza sorge la casa Corda Spada, un palazzotto ottocentesco con qualche pretesa di eleganza al cui interno sono conser-

vate collezioni di arredi, strumenti da lavoro e suppellettili che documentano la cultura materiale contadina nell’Ottocento. Nella piazza antistante si trova il monumento ai caduti che ricorda i cittadini morti durante la prima guerra mondiale e denota un certo gusto. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano la memoria delle antiche tradizioni contadine del paese. In particolare quella di Sant’Antonio Abate, che si svolge il 16 e 17 gennaio e ha il suo momento culminante in una solenne processione notturna per le vie del villaggio con la statua del santo ornata da arance, al termine della quale nella piazza antistante la parrocchia viene ` (su fogaroni) e acceso un grande falo viene distribuita ai presenti una ` di arance. Altra tipica grande quantita ` la Candelora che si svolge il 2 festa e febbraio nella chiesa parrocchiale; durante la cerimonia vengono benedetti i ceri da distribuire ai fedeli e due bambine offrono in dono al celebrante una ` e una copstatuetta del Bambino Gesu pia di colombe bianche. La festa di ` quella di Sanmaggiore importanza e t’Isidoro, che si svolge l’ultima dome` considerata propinica di maggio ed e ziatoria per il raccolto. Il sabato sera la statua del santo viene portata dalla parrocchia alla chiesetta a lui dedicata con una processione solenne alla quale partecipano gruppi in costume, carri a buoi (traccas) e cavalieri in costume. Il grande corteggio percorre le vie del paese, anch’esse infiorate e addobbate con tappeti, e giunto alla chiesetta riceve la benedizione; subito dopo vengono distribuiti ai presenti i prodotti del paese. La domenica si celebra la messa solenne, quindi viene imbandito un banchetto tradizionale, durante il

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Soler quale vengono distribuiti la classica pecora lessa, fave, dolci e vino.

Soler Famiglia cagliaritana (secc. XVIXVIII). Originaria di Barcellona, si sta` nel corso del secolo XVI con bilı` in citta diversi personaggi impegnati in atti` imprenditoriali e interessati allo vita sfruttamento delle miniere come il dottor Pietro Giovanni. I suoi membri furono ammessi allo Stamento militare nel 1626 durante il parlamento Bayona e successivamente presero parte a tutti ` del secolo, gli altri. Nella seconda meta con Antioco Efisio ed Efisio Saturnino, nipoti del dottor Pietro Giovanni, la famiglia si divise in due rami. Ramo di Antioco Efisio. Da Antioco Efisio, che si trasferı` a Iglesias, discese il ramo sulcitano della famiglia, estinto nel corso del secolo XVIII. Ramo di Efisio Saturnino. Da Efisio Saturnino, capitano del porto di Cagliari, ` a risiediscese il ramo che continuo ` e si estinse anch’esso nel dere in citta corso del secolo XVIII.

Soler, Leandro Ufficiale di carriera (Cagliari, sec. XVII-?). Esperto nella conservazione delle artiglierie, dopo aver prestato servizio nelle armate reali, nel 1663 fu nominato luogotenente del commissario generale dell’artiglieria e sovrintendente delle fortificazioni del Regno.

Soler, Pietro Giovanni Concessionario delle miniere del Regno (Cagliari, sec. XVI-?). Uomo di notevole preparazione giuridica, nel 1590 fu nominato giudice della Reale Udienza e in seguito reggente della Realr Cancelleria. Nel 1598 ottenne la concessione per poter sfruttare tutte le miniere del Regno ma non riuscı` a impiegarla adeguatamente.

Soletta, Efisio Letterato e poeta (Mores 1864-Sassari 1933). Autodidatta, scrisse in sardo e in italiano raccolte di versi e saggi sulla poesia sarda, di

cui era profondo conoscitore. Oltre ai ` alcuni interessanti saggi in versi lascio prosa. Tra i suoi scritti: Inni Eucaristici, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1926; La Sardegna vendicata, ditirambo, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1926; Il cavaliere ` , poemetto, 1929; Alba e dell’umanita tramonto, versi, 1932.

Soliman Famiglia genovese (sec. XVII). Un suo ramo si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII con un Gerolamo Soliman Cybo. I suoi figli furono am` notoria allo Stamessi per nobilta mento militare nel 1688 durante il parlamento Monteleone. La famiglia si ` nel giro di pochi anni. estinse pero

Solin, Heikki Romanista (n. Finlandia, sec. XX). Professore presso l’Istituto ` di Helsinki, classico dell’Universita ha scritto il saggio Supplemento epigrafico turritano II, in Sardinia antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo 70º compleanno, 1992.

Solinas1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Gerrei. Era situato nelle campagne di Escalaplano. Dopo la caduta del giu`a dicato, nella divisione del 1258 entro far parte dei territori assegnati ai Ca` nelle praia; alla loro estinzione passo mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ma entro la fine del secolo XIII si ` completamente. spopolo

Solinas 2 Famiglia sassarese (secc. XIII-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Raggiunse una posizione di rilievo in seno all’oligarchia che reggeva il Comune di Sassari. Con l’avvento degli Aragonesi mantenne la sua posizione, anzi consolidandola. Nel 1450 Simone, ricco mercante, fu nomi` di Sassari; nel 1457 otnato podesta tenne per 10 anni l’appalto del diritto ` , ma nelle riscossioni del sale della citta si condusse cosı` male da far mancare il

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Solinas ` , per cui l’appalto gli sale alla citta venne tolto nel 1459. Nel 1483 un Giovanni, che era stato ambasciatore della ` presso il re, fu eletto console e citta ` di difendere l’autonomia di Sastento sari fomentando la ribellione contro il ´ che cercava di attuare la rivicere forma di Giovanni II: per questo fu catturato e decapitato. Due suoi discendenti, i fratelli Giovanni e Giacomo, nel 1515 ottennero il cavalierato eredi` , Giovanni fu accutario: nel 1528, pero sato di aver avuto connivenze con i francesi durante l’occupazione di Sassari dell’anno precedente; posto sotto processo, fu scagionato dopo alcuni anni. Nel 1540 divenne clavario di Sassari, ma fu coinvolto in un nuovo scandalo e destituito. Nel 1563 un altro Si`, mone fu eletto giurato capo della citta ma nel 1570 la famiglia fu costretta a cedere il controllo di alcune terre che amministrava per conto del monastero ` cosı` un di San Leonardo di Pisa; inizio lento declino fino all’estinzione avvenuta nel corso del secolo XVII.

Solinas3 Famiglia di Banari (sec. XVIIesistente). Le sue notizie risalgono alla ` del secolo XVII. La famiseconda meta glia era di condizione agiata e nel 1717 ottenne con un Leonardo il cavalierato ` dal vicere ´ del ereditario e la nobilta tempo; ma data la situazione politica egli non riuscı` a ottenere l’exequatur e morı` poco dopo. I suoi figli Giovanni Sebastiano, Giovanni Maria, Giacomo, Giuseppe e Gavino, diffidati dai Savoia dall’usare i privilegi, nel 1729 riuscirono a rinnovarli anche per il loro padre come se fosse vivo. Da Giuseppe e da Gavino discesero due rami della famiglia. `a Ramo di Giuseppe. Giuseppe si sposo Sorso e si stabilı` in quel villaggio; i suoi figli Giorgio e Leonardo diedero vita ai rami che nel corso dell’Ottocento si stabilirono a Sorso e Ittiri.

` la liRamo di Gavino. Gavino continuo nea che alla fine del secolo con due pronipoti, Antonio e Leonardo, diede vita agli attuali rami di Codrongianos e di Sassari.

Solinas 4 Famiglia di Florinas (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII con un Giuseppe, grande allevatore di cavalli, che nel 1688 ottenne il cavalierato ereditario ` . Nel 1698, unitamente ai e la nobilta suoi figli, fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Montellano. I figli formarono due rami della famiglia; uno si stabilı` a Ploaghe, dove si estinse nel corso del secolo XVIII, l’altro si stabilı` a Codrongianos. Da questi Solinas di Codrongianos discese il canonico Francesco che nel 1737 ac` il marchesato di Sedilo, che in quisto seguito trasmise ai nipoti Delitala.

Solinas, Antonio Giuseppe (detto Canonico Solinas) Poeta (Nuoro 1872-ivi ` uno dei piu ` popolari poeti nuo1903).E resi di fine Ottocento, conosciuti – dalla storiografia letteraria – come i ‘‘poeti de Su Connottu’’: radicali in politica (mazziniani, ma meglio anarchici), influenzati dalla Scapigliatura e da Stecchetti in letteratura, forte` proletaria, mente legati alla Nuoro piu grandi frequentatori di iscopiles. Entrato in Seminario fu ordinato sacerdote e giovanissimo fu nominato canonico teologale della cattedrale di ` Teologia in Seminario Nuoro. Insegno ` le sue non comuni e ben presto rivelo doti di poeta; fu protagonista della vita ` nel periodo di culturale della sua citta Satta, Ciusa e Deledda, di cui condivise ` e lo stile di vita. gli ideali di liberta ` coScrisse in nuorese l’opera sua piu nosciuta, un poema in sette canti Su contu de Noe`, 1890, che celebra l’‘‘invenzione’’ del vino, e fu anche autore di numerosi sonetti di grande eleganza. Morı` prematuramente nel 1903.

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Solinas Tra le altre sue opere, Su nugoresu, sonetto, 1893; Unu pranzu de Seminariu, 1893; Su sonnu, sonetto, 1894; Su puliche, versi, 1894; S’Istoria de Zuseppe Ebreu, dramma, 1901.

Solinas, Christian Organizzatore culturale, poeta (n. Cagliari 1976). Interessato da giovanissimo alla politica, ha promosso alcuni interessanti esperimenti tra cui, nel 2000, ‘‘Convergenza Sarda’’, con i quali attraverso la fusione di forze di differente origine (DCSardi, Sardistas, UDR, PSSardo, Nuovo Movimento) ha tentato di dar vita a un centro di aggregazione alternativo alle centrali dei partiti politici nazionali. Consigliere comunale di Ca` stato anche presipoterra dal 1997, e dente del Consiglio comunale della cittadina. Dal 2004 presidente dell’ERSU (Ente Regionale per il diritto allo Stu` autore di alcune dio Universitario); e interessanti pubblicazioni su temi politici e di Diritto costituzionale, Trans nubes, versi, 1990; Della montagna ovvero l’armonia dell’equilibrio, 1994; Progetto per la realizzazione del Coordinamento Giovanile della Sardegna, 1997; Il sistema italiano. Forma di governo e circuito politico dal 1848 al 1998, 1998.

Solinas, Eleonora Poetessa (Sassari, ` sec. XIX-?). Completati i seconda meta ` in Sicilia, a Cagliari suoi studi, insegno ` e in altre sedi. Donna dalla personalita complessa, tra le prime ad affrontare il tema della condizione femminile, fu autrice di delicate raccolte di versi apprezzate anche a livello nazionale e di alcuni testi per la scuola. Tra i suoi scritti: Amo, ‘‘La Sardegna’’, 1892; Inno alla regina Margherita, ‘‘Vecchia Sardegna’’, 1893; Fiori di gelo, liriche (con prefazione di Antonio Fogazzaro), 1894; A Palmira, ‘‘Spigolature d’arte’’, II, 7, 1895; Note mistiche, 1896; All’arte, ‘‘La donna sarda’’, III, 7, 1900; Note mi-

stiche e patriottiche, libro per le scuole, 1901.

Solinas, Emanuela Archeologa (n. Sassari 1966). Laureata in Lettere, collabora con la Soprintendenza archeologica delle province di Sassari e Nuoro. ` specializzata in archeologia subacE quea. Ha scritto Il mistero di Santa Gilla. Preistoria e protostoria della laguna (con Paolo Bernardini e Vincenzo Santoni), ‘‘Archeologia viva’’, 37, 1993; La laguna di Santa Gilla. Testimonianze ` punica, in I Fenici in Sardegna, di Eta 1997.

Solinas, Francesco Religioso (Sassari 1911-Cagliari 1983). Entrato nell’ordine dei Minori conventuali, divenne sacerdote nel 1934. Poco dopo fu inviato come missionario in Cina, dove ` per due anni; tornato in Italia fu opero mandato a Cagliari, dove dal 1939 fu parroco dell’Annunziata. Nel 1945, nel ` difficile della ricostrumomento piu ` dalle distruzioni dei zione della citta ` e organizzo ` bombardamenti, fondo una mensa gratuita per i poveri. La realizzazione di maggiore importanza del suo dinamismo fu il Conservatorio francescano del Sacro Cuore, un’istituzione per raccogliere, far studiare e avviare al lavoro i ragazzi abbandonati, gli orfani e i poveri che in quegli anni le conseguenze della guerra avevano moltiplicato. Negli stessi anni riuscı` ad aprire sezioni del suo Conservatorio anche a Sassari, Milano e Torino.

Solinas, Franco Scrittore di cinema (Cagliari 1927-Roma 1982). Fece i suoi primi studi a La Maddalena, che fu la sua ‘‘patria’’. Laureato in Giurisprudenza a Sassari, si trasferı` subito a Roma dove, dopo una breve esperienza giornalistica come redattore dell’‘‘U` ’’, si dedico ` al lavoro di sceneggianita ´. tore, in cui avrebbe dato il meglio di se Dopo alcune collaborazioni di routine ` bella a film commerciali (La donna piu

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Solinas ` una intensa coldel mondo, 1955), avvio laborazione con Gillo Pontecorvo, col ` in abbastanza rapida quale realizzo successione La grande strada azzurra, 1957 (con Yves Montand e Alida Valli, tratto da un suo romanzo ispirato alla romantica figura di un pescatore di ` , 1956), frodo maddalenino, Squarcio `, 1960 (con Susan Strasberg), ma Kapo soprattutto La battaglia di Algeri, 1966, che fu vietato in Francia ma ebbe il Leone d’Oro a Venezia e due nomination all’Oscar, una per la regia e l’altra per la sceneggiatura «asciutta e tesa» di S., e infine Quien sabe? di Damiano Damiani, 1966, che fu forse l’inizio dell’amicizia che avrebbe portato il prota` a scegliere gonista Gian Maria Volonte di andare ad abitare a La Maddalena, dove S. tornava spesso per scrivere e andare a caccia, e Queimada, 1969, con Orson Welles, ultimo episodio della lunga collaborazione con Pontecorvo. L’ultimo lavoro importante fu Mr. Klein di Joseph Losey. S. aveva scritto anche la sceneggiatura di un film, La battaglia, sulla nascita dell’Arabia Saudita, che non fu poi realizzato. Morı` d’improvviso nel 1982. Al suo nome la Regione sarda aveva intitolato un premio nazionale per autori di sceneggiature, da cui sono nate molte idee diventate poi film: ultimamente il premio, spostato nella penisola, ha sofferto di un certo disinteresse da parte dei responsabili regionali.

Solinas, Gian Adolfo Studioso dei problemi del turismo (Sassari 1940-ivi 1993). Dal 1968 dirigente dell’Azienda di soggiorno di Sassari e dal 1988 presidente di quella di Santa Teresa Gal` competenti conolura, fu uno dei piu scitori del settore. I suoi scritti, oltre al saggio Il turismo ad Alghero dal dopoguerra ad oggi, in Alghero, la Catalogna, ` e di il Mediterraneo. Storia di una citta una minoranza catalana in Italia XV-

XX sec. (a cura di A. Mattone e P. Sanna), 1994, sono stati raccolti a cura di Sandro Ruju in Un’isola di vacanze. Per una storia critica del turismo in Sardegna, 1997, pubblicato dopo la sua morte prematura.

Solinas, Gigi Medico, studioso di storia ` sec. XX-?). A (Sassari, prima meta ` lungo medico condotto a Oschiri, si e dedicato allo studio dei problemi storici e politici della Sardegna, pubblicando Il cammino dei sardi dall’era prenuragica a quella nuragica, 1985, e Sardegna e Corsica da sempre isole sorelle, 1986.

Solinas, Giovanni Antonio Martire (Oliena 1643-Chaco, America del Sud, 1685). Gesuita (1663), nominato «ministro evangelico per le missioni del Paraguay e dell’Argentina» (1672), dal ` nel Sudamerica. Mentre 1674 opero svolgeva il proprio apostolato venne ` della refatto prigioniero da una tribu gione del Chaco: «Denudato, martoriato in cento diverse e crudeli maniere, ucciso con due aste conficcategli nel petto e nei fianchi». Il suo corpo, ritrovato dai soldati spagnoli, fu sep` arpellito nella chiesa di Salta, citta gentina sulle pendici orientali delle Ande.

Solinas, Irene Fotografa (n. Fluminimaggiore, sec. XX). Si occupa di moda, reportage e ritratto. Collabora con alcune riviste e partecipa a varie collettive dedicate alle nuove tendenze visive, con opere esclusivamente in bianco e nero. Nel 1988 ha vinto il terzo premio nel Concorso nazionale ‘‘Italia da scoprire’’, organizzato dal quotidiano ‘‘Il Giorno’’.

Solinas, Is Localita` abitata in territorio di Masainas lungo la strada per Sant’Anna Arresi, prospiciente il centro di ` si e ` sviluppata Is Fascius. La comunita ` non precisabile, e comunque non in eta prima del secolo XVII, da un furriadro-

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Solinas xiu costruito in un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Solinas che ha dato il nome al piccolo centro.

Solinas, Max Fotografo (n. Cagliari 1965). Formatosi professionalmente come fotoreporter ne ‘‘L’Unione sarda’’, vince in questa veste – e per tre anni di seguito – il premio internazionale ‘‘Chia’’ per il fotogiornalismo. Attalmente corrispondente e responsabile per la Sardegna della ‘‘Associated Press Photo’’, ha pubblicato le sue immagini su diversi quotidiani e rivi` occupato ste nazionali ed estere. Si e anche di fotografia di scena, realizzando, nel 1995, la mostra dal titolo ‘‘La Sartiglia’’ nei locali del Museo Comunale di Oristano. Nello stesso anno ha svolto un reportage fotografico su Brasile, Cuba e Santo Domingo.

Solinas, Monica Pittrice (n. Sassari 1970). Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Sassari, ha come campo d’azione privilegiato la pratica della pittura e dell’incisione. «La peculia` della ricerca della Solinas, sopratrita tutto nell’incisione, – ha scritto Anna ` rivolta ad un’indagine Rita Chiocca – e materica, o meglio un’indagine attorno alla materia in assenza di questa, sulle tracce lasciate in luogo d’effetti: l’effetto ‘‘ottico’’ della grana, lo spessore, la ruvidezza della materia cromatica su un supporto esile come la carta». «L’impalpabile raso azzurro, tessuto e materia prima per la confezione di ` lasciato alla volonta ` abiti femminili e del caso e della natura Dall’Azzurra Vetta dell’Olimpo, Ofelia (1997) e Metonimie del femminile (2000). Abiti come involucri come fil rouge, cifra stilistica anche in assenza. In Sotto le gonne di Babele il femminile, l’abito sono un’immagine evocata dal titolo che si connota di elementi narrativi, fantasma per un’indagine sulla comunicazione artistica, sull’illusione».

Solinas, Nino Fotografo (n. Benetutti 1928). Appassionato da sempre di fotografia, ha curato, con il circolo ‘‘Quattro Mori’’ di Cagliari, vari documentari su ambiente, luoghi e cultura della Sardegna, ottenendo premi e segnalazioni. Insieme a Ferruccio Barreca ha realizzato nel 1986 la mostra itinerante ` presente ‘‘Cartagine in Sardegna’’. E con sue fotografie su qualificate riviste: ‘‘La Grotta della Vipera’’, ‘‘Ichnusa’’. Ha curato l’apparato fotografico di numerosi volumi di storia, architettura e archeologia sarda, tra i quali La Sardegna sabauda nel Sette` fenicio-punica in Sardecento, La civilta gna, Il volto di Cagliari, Tharros, e di tutti i numeri finora editi dell’‘‘Almanacco di Gallura’’.

Solinas, Salvatore Commerciante (Sassari 1822-ivi 1895). Agiato e di idee liberali moderate, fu tra i protagonisti ` nella della vita economica della citta ` dell’Ottocento come preseconda meta sidente della Camera di Commercio e del tribunale di Commercio e componente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Civile e del Monte granatico. Ripetutamente eletto consigliere comunale e assessore, fu anche consigliere provinciale.

Solinas Apostoli, Giommaria Avvocato, uomo politico (Sassari 1836Roma 1914). Deputato al Parlamento, senatore del Regno. Dopo essersi lau` alla reato in Giurisprudenza si dedico ` la professione di avvocato ed esercito sua professione dapprima a Sassari e poi a Roma. Genero del finanziere Giovanni Antonio Sanna divenne comproprietario della miniera di Montevecchio; nel 1880 fu eletto deputato per la XIV legislatura e successivamente riconfermato fino al 1892 per altre tre legislature. Nel 1909 fu nominato senatore del Regno.

Solinas Nurra, Alberto Maria Reli-

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Solio gioso (Banari 1740-Thiesi 1817). Vescovo di Galtellı`-Nuoro dal 1803 al 1817. Apparteneva all’ordine dei Carmelitani. Dopo essersi perfezionato in ` in Sardegna, Teologia a Torino torno dove venne nominato priore del con` per svivento di Cagliari e si adopero lupparne la biblioteca. Nel 1796 pro` nella cattedrale un Discorso nuncio morale in lingua sarda: in rendimento di grazie a Dio per avere il regno di Sardegna ottenuto il generoso diploma dell’8 giugno 1796, che lui stesso tra`. Nel 1803, dusse in italiano e pubblico nominato vescovo di Galtellı`-Nuoro, si ` per migliorare le condizioni adopero del Palazzo episcopale di Nuoro e soprattutto della cattedrale. Il 10 maggio ` ai suoi fedeli una lettera 1814 indirizzo esprimendo la propria gioia per l’abdicazione di Napoleone: «Final caduta ` celebre mostro d’iniquita ` , del del piu ` crudel nemico della vera religione piu ` e della Chiesa, ed in una parola del piu ` ». terribil flagello dell’umanita

Solino, Gaio Giulio Scrittore latino. Sono ignoti praticamente tutti i suoi dati biografici; da alcuni rimandi in` possibile ricaterni alla sua opera e ` vare solo che fiorı` intorno alla meta del secolo III Scrisse i Collectanea rerum memorabilium, una raccolta sulle origini, la storia e le risorse di diverse regioni del mondo conosciuto, realizzata sulla scia di opere di carattere etno-geografico precedentemente redatte da altri autori latini, su tutte quelle di Plinio il Vecchio e Pomponio Mela, che sono anche le sue fonti principali. Dopo una prima parte dedicata ` alla storia di Roma dalle origini all’eta augustea, si entra nel vivo della descrizione, realizzata sempre con uno stile poco scorrevole e artificioso. Per quanto attiene alla Sardegna (che tratta nel IV libro), viene fornita una veloce ma interessante rassegna dei

personaggi protagonisti delle vicende mitiche che ne caratterizzarono la fon` inutile approdazione, ritenendo pero fondire il discorso (nihil ergo attinet dicere) e raccontare in che modo Sardo e Norace, l’uno partito dall’Africa l’altro da Tartesso, siano arrivati sull’isola. Aristeo viene menzionato come il fondatore di Carales. Vengono anche citati gli antichi nomi dell’isola, che Timeo chiamava Sandaliotis e Sallustio Ich` celenussa. Nell’opera la Sardegna e brata per le numerose miniere d’argento (in metallis argentariis plurima est), di cui il sottosuolo era ricchissimo (solum illud argenti dives est), e per i suoi stagni molto pescosi (stagna pisculentissima); viene dato spazio anche a una pittoresca descrizione circa gli effetti dell’erba sardonia (herba Sardonia) che cresceva abbondantemente lungo i fiumi e che, una volta ingerita, allargava la bocca alle persone (nervos contrahit, diducit rictu ora) fino a che i malcapitati non morivano mantenendo l’aspetto di chi ride (facie ridentium). Fra gli animali viene citata la solifuga, una tarantola presente in gran numero nelle miniere d’argento e che, muovendosi lentamente, trasmetteva un morbo mortale a chi inavvertitamente le si sedeva accanto (pestem facit). [ANTONELLO SANNA]

Solio Antico villaggio di probabili origini romane. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Sorgeva vicino a Sedini; sviluppatosi ` del monanel secolo XI in prossimita ` stero benedettino di San Nicola, piu ` in possesso dei Doria, in setardi passo guito ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Dopo l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che formarono nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la con-

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Soliveras quista aragonese, scoppiata la ribellione del 1325, divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e scomparve.

Soliveras Famiglia valenzana (secc. XVI-XVIII). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna agli inizi del secolo XVI con un Bernardino che si stabilı` a Sassari legandosi ai Centelles conti d’Oliva. I suoi figli nel 1528 furono ammessi allo ` notoria Stamento militare per nobilta durante il parlamento Villanova e in seguito presero parte a tutti gli altri ` autorevole tra loro parlamenti. Il piu fu Bartolomeo, che nel 1538 fu nominato dagli amici Centelles official del ` a stabilirsi a Ozieri. Montacuto e ando ` l’ufficio a suo figlio GioNel 1540 passo ` , all’estinzione vanni Giacomo che pero ` . Passata la dei Centelles, vi rinuncio contea d’Oliva ai Borgia, il rapporto dei S. con i nuovi feudatari riprese e dal 1570, nominato nuovamente official del Montacuto, si stabilirono a Ozieri, entrando a far parte del novero delle ` importanti della regione. famiglie piu Agli inizi del secolo XVII Matteo e Antonio, figli di Giovanni, formarono due rami della famiglia. ` a riRamo di Matteo. Matteo continuo siedere a Ozieri; suo figlio Bernardino ` la cavalleria milinel 1637 comando ziana del marchesato di Quirra nella spedizione per liberare Oristano dai francesi; un suo discendente, Damiano, fu sospettato di aver preso ´ Caparte alla congiura contro il vicere marassa, ma dopo alcuni anni fu riabilitato; il ramo si estinse agli inizi del secolo XVIII. Ramo di Antonio. Antonio, sposata una Manca, si stabilı` dapprima a Torralba, dove nacque suo figlio Gavino, il quale finı` per stabilirsi a Mores. I suoi discendenti continuarono a risiedere a Mores e si estinsero nella seconda ` del secolo XVIII. Di un Lorenzo meta

` registrato nella BiblioS., «di Mores», e grafia sarda di R. Ciasca un manoscritto di Canzoni sarde.

Sollai, Maria Luisa Studiosa di storia locale (n. Cagliari, sec. XX). Studiosa di ` interessata anche di archeologia, si e storia locale, con particolare riguardo al territorio della Sardegna meridionale. Ha al suo attivo diversi scritti, fra cui Materiali per una ricerca di storia locale: Assemini, Decimo, San Sperate, Uta e Villaspeciosa dalla preistoria al` contemporanea (con I. Gasperini l’Eta e C. Lilliu), ‘‘Studi sardi’’, XXVII, 1987; Decimo e il suo territorio. Alcuni spunti sull’economia, il paesaggio agrario e la ` conpopolazione tra il Settecento e l’Eta temporanea, ‘‘Studi sardi’’, XXVII, 1987.

Sollai, Mariano Numismatico (Iglesias 1929-Sassari 1989). Funzionario di enti ` la sua passione di pubblici, trasformo dilettante di numismatica e di collezio` preciso interesse storionista in un piu grafico, dando un importante contributo alla storia della circolazione monetaria nell’isola. Tra i suoi scritti: Lo stemma della Sardegna dalle sue origini, ‘‘Frontiera’’, 9, 1973; La monetazione decimale del Regno di Sardegna, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1974; Monete coniate in Sardegna nel Medioevo e nell’Evo Moderno (1289-1813), 1977; Dagli alfonsini allo scudo d’oro: la zecca di Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985; Monete e monetazione giudicale: la scoperta dei denari d’Arborea (con Angelo Castellaccio), ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 14, 1986; Tra patacchina e minuto: il breve capitolo della zecca di Sassari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1987; L’immagine di Cagliari in una medaglia coniata dalla zecca di Londra nel 1708, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1987; Le monete della Sardegna romana, 1989.

Sollai, Mario Fotografo (n. Cagliari, sec. XX). Ha curato le campagne pub-

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Solmi blicitarie di varie aziende ed Enti pubblici e privati, tra le quali Cerasarda, Progemisa, ma anche per Cagliari Calcio spa, per il Comune di Cagliari e Monserrato e per la Regione sarda, che gli ha commissionato le immagini per la campagna a tutela del pecorino nostrano. Ha inoltre fornito, dal suo archivio, foto pubblicate sui libri Uno sguardo al passato e Itinerari storici di Mario Vincis, edizioni Fiore, e Arte e religione a Monserrato di Serafino Agus. Ha partecipato anche alle mostre ‘‘Ardia’’ del 1997 a Sedilo e del 1998 a Monserrato.

Sollevamento pesi Sport di grande tradizione in Sardegna, soprattutto a ` praticato nella Nuoro e Sassari. Gia ` del Novecento presso le prima meta ` di ginnastica, sopratstoriche societa tutto l’Eleonora d’Arborea, ebbe un grande sviluppo a partire dal secondo dopoguerra: a Nuoro fu fondata nel 1946 la Gennargentu su iniziativa di Frediano Papi, praticante di questo sport a livello nazionale, e nel 1960 la Polisportiva Sassarese. Le prima produsse campioni come Sebastiano Mannironi, Nardino Masu e altri atleti di ` , comprese in tempi notevoli qualita ` recenti alcune atlete. Negli anni piu ` un vero e proprio Sessanta si registro boom del s.p. sulla scia dei successi dei nuoresi e del sennorese Peppino Tanti, portacolori della Polisportiva Sassarese, pluricampione italiano e meda` glia di bronzo ai mondiali del 1970. Piu recentemente si sono messi in luce anche gli atleti dei Vigili del Fuoco di Cagliari come i fratelli Sebastiano e Gonario Corbu, Danila Manca e Silvia Puxeddu, tutti campioni italiani in varie categorie. Attualmente tutti i maggiori centri della Sardegna si sono dotati di palestre attrezzate di pesi, anche nell’ambito della grande diffusione di quella che una volta si chiamava ‘‘cul-

` detta americanatura fisica’’ e che e mente body building. Inoltre il s.p. ` propedeutica viene usato come attivita di preparazione per quasi tutti gli altri sport. [GIOVANNI TOLA]

Solmi, Arrigo Storico del diritto, uomo politico (Finale Emilia 1873-Roma 1944). Deputato al Parlamento, senatore del Regno. Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria. Giova` Storia del Diritto a nissimo, insegno ` la rivista Cagliari, dove nel 1905 fondo ‘‘Archivio storico sardo’’; dopo alcuni ` la Sardegna e continuo ` la anni lascio sua carriera, sino alla cattedra di Di` di Roma. ritto comune nell’Universita Nel 1924 aderı` al fascismo e fu eletto deputato e dal 1935 al 1939 fu ministro di Grazia e Giustizia, quindi senatore del Regno. Il ‘‘passaggio’’ di S. in Sardegna, con il quasi contemporaneo insegnamento di Enrico Besta a Sassari, segna un momento fondamentale per il progresso degli studi sul Medioevo sardo, di cui vengono indagati non soltanto gli istituti giuridici ma – soprattutto nell’opera di S. – anche aspetti originali della vita economica e sociale. Raccogliendo i suoi scritti sulla Sardegna – ha osservato di recente Gian Giacomo Ortu – S. «mostrava quasi il puntiglio di segnalare la sua impostazione diversa da quella del Be` piu ` attenta alle linee di consta: e cioe ` tra l’eta ` romana e l’eta ` giuditinuita ` sensibile a cale e allo stesso tempo piu cogliere negli istituti pubblici sardi, ` latina, il entro la dominante eredita ` antichi elefermento mai spento di piu menti ‘‘nativi’’ e ‘‘indigeni’’». Tra i suoi numerosi scritti che riguardano la Sardegna, tre articoli Guglielmo di Cagliari e l’Arborea, Per la storia di Arborea nella ` del sec. XIII, Osservazioni prima meta storiche sull’origine dei giudicati sardi, tutti in ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, III, 1903; Diploma arborense a

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Solomura favore del monastero di Bonarcado del 1230, nuovamente pubblicato, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Cagliari pisana, 1904; Ademprivia. Studi ` fondiaria in Sardegna, sulla proprieta ‘‘Archivio Giuridico’’ Serafini, 1904; Abolizione del servaggio in Sardegna nel sec. XIV, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Sul periodo della legislazione pisana in Sardegna, ‘‘Bollettino dell’Istituto storico italiano’’, 25, 1904; La costituzione sociale e la pro` fondiaria in Sardegna avanti e prieta durante la dominazione pisana, ‘‘Archivio storico italiano’’, XXXIV, 1904; Sulle origini dei giudicati sardi nel medio evo, ‘‘Bullettino bibliografico sardo’’, IV, 1904; Carte volgari dell’Archivio arcivescovile di Cagliari, Testi Campidanesi dei secoli XI-XIII, ‘‘Archivio storico italiano’’, XXXV e XXXVI, 1905; La Sardegna e gli studi storici, ‘‘Archivio storico sardo’’, I, 1905; due saggi, Sulla Carta de Logu cagliaritana, e Di alcune riforme sociali nella legislazione e nell’antico diritto sardo, entrambi in Studi in onore di Carlo Fadda, 1905; Sulla origine e sulla natura del feudo in Sardegna, ‘‘Rivista italiana di Sociologia’’, X, 1, 1906; due articoli, L.A. Muratori e la storia sarda, ` antico documento consolare e Sul piu pisano scritto in lingua sarda, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, II, 1906; Titolo regale di Enzo, in Miscellanea tassoniana, 1908; quattro articoli, Sulla storia della Sardegna nel Medioevo, Nuovo documento per la storia di Guglielmo di Cagliari e dell’Arborea, Il sigillo di re Enzo, e Una pagina di storia sassarese, tutti e quattro in ‘‘Archivio storico sardo’’, IV, 1908; Nuovi documenti per la storia della conquista aragonese, e Frate Gomita, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, V, 1909; Costituzione del primo parlamento sardo del 1355, ‘‘Archivio storico sardo’’, VI, 1910; Un falso

documento relativo al ‘‘Consolato del mare’’, ‘‘Archivio storico sardo’’, VII, 1911; Lettera volgare del 1230 nella raccolta Baille, ‘‘Archivio storico sardo’’, VIII, 1912; Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, 1917; Nel secondo centenario dell’unione della Sardegna al Piemonte, ‘‘Rivista d’Italia’’, III, 1, 1920; Primo risveglio del popolo sardo, ‘‘Rivista sarda’’, V, 1, 1923; Rifiorimento della Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, I, 1, 1927; Il condaghe di San Nicola di Trullas e di Santa Maria di Bonarcado (con Enrico Besta), 1937; Il diritto in Sardegna, in Atti delle celebrazioni sarde 1937, 1938; Il diritto in Sardegna dai tempi antichi ai giorni nostri, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXI, 1-2, 1938-39; L’iscrizione greca di Porto Torres del VII sec., ‘‘Archivio storico sardo’’, XXI, 3-4, 1939.

Solomura Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Venuto meno il giudicato, nella divisione del 1258 fece parte dei territori assegnati ai Capraia; alla ` nelle mani del loro estinzione passo giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ma si ` completamente entro la fine spopolo del secolo XIII.

Solsona Climent, Francesca Storica, ` archivista (Barcellona, prima meta sec. XX-?). Dopo aver lavorato presso il Registro general de la Propriedad in` stata professore telectual di Madrid, e ` di Barcellona. Nel presso l’Universita 1957 ha preso parte al VI Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltosi a Cagliari. Ha scritto sulla Sardegna, Felip IV d’Espanya i l’impressor de Sassari, in Studi in onore di Francesco ´n Loddo Canepa, I, 1959; Una provisio ´ ticas de Juan de Pedro IV y tres pragma II sobre Cerden ˜ a en una crida de don Alvaro de Madrigal 1562, ‘‘Anuario de

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Sondaar Estudios medioevales’’, I, 1961; Rela´nes de la Corona de Arago ´n con la cio isla de Cerden ˜ a durante el ultimo tercio del siglo XIV, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962.

Soltenissa Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria di Posada. Era situato nelle campagne di Budoni. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti fu amministrato direttamente da Pisa. Dopo la conqui` a far parte del Resta aragonese entro gnum Sardiniae e fu incluso nel feudo concesso a Berengario Vilademany. I suoi abitanti si ribellarono al feudatario e il villaggio subı` gravi danni. Nel 1335 fu incluso nel feudo che con pazienza Pietro de So andava formando; a partire dal 1347 fu teatro delle guerre che si susseguirono, e dopo il 1366 fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Sommaruga, Angelo Editore (Milano ` legato alla 1857-ivi 1941). Il suo nome e ´ , giunto giovanissimo Sardegna perche nell’isola per lavorare come contabile ` mineraria dell’Iglein una societa ` a Cagliari, nel 1876, la risiente, fondo vista letteraria e mondana ‘‘La Farfalla’’ (=) che poi, ritornando nella penisola, trasferı` a Milano, dove avrebbe avuto vita sino al 1883. In seguito fu editore di molte altre riviste e anche di ` con maggiore intenlibri, e continuo ` trasferendo le sue iniziative a sita Roma, dove fu in contatto e collaborazione con i maggiori scrittori del tempo, da Panzacchi a D’Annunzio, da Matilde Serao a Luigi Capuana, da Carducci a De Amicis. La sua prima rivista sardo-lombarda rimane importante ´ coinvolge numeper un verso perche rosi collaboratori isolani (Ottone Bacaredda, Felice Uda e altri), per l’altro

´ da ` il via a quel rinnovamento perche che S. seppe introdurre nel mondo dell’editoria italiana, fondato sull’impe` nugno a coinvolgere un pubblico piu meroso, e quindi popolare, con la pro` ‘‘leggeri’’. posizione di argomenti piu Sulla scorta di queste sue prime esperienze giovanili, ha scritto Adriana Chemello, non chiuse le sue riviste del periodo romano «nell’ambito esclusivamente letterario», ma le fece «spaziare nell’extra-letterario, riuscendo ` vasti ad agganciare strati sempre piu di lettori».

Sonaglini maggiori Pianta della famiglia delle Graminacee (Briza maxima L.); erba annuale cespitosa, ha fusti sottili ed eretti; le foglie sono larghe e ` una pannoclineari; l’infiorescenza e chia pendente con fiori formati da caratteristiche parti sovrapposte, che battendo le une sulle altre producono un suono simile a quello dei sonagli; somigliano nella forma anche alla parte della coda che il serpente a sonagli scuote per produrre il suo tipico rumore. Cresce diffusamente nei prati e negli incolti e viene raccolta e usata nelle composizioni di fiori secchi. Nomi sardi: alba funaiola, campaneddas. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Sondaar, Paul Y. Antropologo (n. Olanda, sec. XX). A partire dal 1984 ha lavorato sul Paleolitico in Sardegna e tra il 1987 e il 1993 agli scavi della Grotta Corbeddu di Oliena. Ne ha scritto in diverse sedi, First report on a Paleolithic Culture in Sardinia, in The Deya conference of Prehistory (con Mario Sanges, T. Kotsakis e D. Esu), ‘‘British Archaeological Reports International Series’’, 229, 1984; The pleistocene deer hunter of Sardinia (con M. Sanges), ‘‘Geobios’’, XIX, 1, 1986; Human fossil from the endemic island fauna of Sardinia (con C.F. Spoor), ‘‘Journal of Human Evolution’’, 25,

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Sondro 1986; Pleistocen man and extintion of ´ moires de la Soisland endemics, ‘‘Me ´te ´ de France’’, n.s., 150, 1987; Indicacie tion of Pleistocene Man in Sardinia, ‘‘Nucleare Instruments and Methods in Physics Research’’, B. 29, 1987; The first paleolitic human fossil from Sardinia (con C.F. Spoor), in Bones: tresaures of Human Experience in time and space, I, 1987; Grotta Corbeddu, in Libro guida delle escursioni. Congresso internazionale ‘‘I primi uomini in ambiente insulare’’, 1988; Man and the pleistocene endemic fauna of Sardinia (con C.F. Spoor), in Hominidae. Proceedings of the Second International Congress of Human Paleontology, Torino 1987, 1989; Dating of the upper Pleistocene lithic industry of Sardinia, ‘‘Radiocarbon’’, 31, 3, 1989; Oliena. Grotta Corbeddu, giacimenti del Paleolitico superiore, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 1-2, 1990; La fine del Pleistocene nella grotta di Corbeddu Sardegna. Fossili umani, aspetti paleontologici e cultura materiale, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLI, 1-2, 1990; L’homme pleistoce`ne en Sardaigne (con F. Martini, A. Ulzega e G. Klein Hofmeyer), ‘‘Anthropologie’’, 95, 1991; Pleistocene humans in the island environment of Sardinia (con G. Klein Hofmeyer), in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint on the Sea, 1992; The upper Paleolithic taphonomy in Corbeddu Cave (Oliena) (con G. Klein Hofmeyer), in Paleosuperfici del Pleistocene e del primo Olocene in Italia, 1993; Oliena, grotta Corbeddu e grotta Sa Conca e Sos Troccos-Golfo Aranci Capo Figari, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 10, 1993; Oliena, grotta Corbeddu, campagna 1991, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 13-15, 1995; Il popolamento della Sardegna nel tardo Pleistocene: nuova acquisizione di un resto fossile umano dalla grotta Corbeddu, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLV,

1995; The human colonisation of Sardinia: late pleistocene human fossil from Corbeddu Cave, ‘‘Comptes Rendues de ´ mie des Sciences de Paris’’, l’Acade 320, II, 2, 1995; Human fossils from Pleistocene Sardinia, in The workshops and the posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Oliena. Grotta Corbeddu, campagna di scavi 1992-93 (con M. Sanges), ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 19-21, 1996.

Sondro = Lentisco Sonis, Francesco Insegnante, scrittore (n. Uras 1949). Dopo aver conse` dedicato all’inseguito la laurea si e gnamento nelle scuole secondarie e ha condotto interessanti ricerche nel campo della didattica della storia e del territorio. Delicato poeta ed elegante scrittore, ha esordito con una raccolta di versi nel 1976. A questa hanno fatto seguito alcune altre, per le quali ha ottenuto riconoscimenti; ha anche collaborato a prestigiosi periodici, tra cui ‘‘La Grotta della Vipera’’. Tra i suoi scritti: Diritto di vivere, 1976; Parole e silenzi, 1980; Infanzia e altre stagioni, versi, 1984; Uras. Un paese del Campidano tra il XIX e il XX secolo, 1994; Scaglie di Ossidiana, 1995; Mogoro: due secoli di vita municipale, 1998; Alla ricerca della nostra storia. La scuola scopre la storia del proprio territorio, 2000.

Sopraes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Sols. Dopo la fine del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo la famiglia procedette a ` ai diun’ulteriore divisione e S. tocco scendenti del conte Gherardo. Dopo la conquista aragonese essi giurarono fe` alla Corona d’Aragona e il villagdelta ` a far parte del Regnum Sardigio entro

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Sorbo montano niae. I Della Gherardesca riuscirono a conservarne il possesso, ma non ad arrestarne lo spopolamento progressivo, che in pochi decenni lo fece scomparire.

Sorabile Stazione romana collocata lungo la strada che attraversava la Sardegna centrale, denominata nell’Itinerario Antoniniano Alio itinere ab Ulbia Carales, tra Caput Thyrsi e Biora. Il sito ` stato individuato in localita ` antico e ` vile (o Soro `bile), 2 km a nord del Soro moderno abitato di Fonni. In quest’area scavi condotti tra il 1879 e il 1881 hanno messo in luce una struttura quadrangolare, lunga 56 m circa e larga 46 m circa, costituita da una decina di vani, quattro dei quali disposti a differente livello e raggiungibili da una scala, quadrati o rettangolari, disposti lungo i lati di un cortile centrale di 26 x 30 m circa. Alcuni vani sono pavimentati in tassellato verde con una cornice di tessere bianche; altri ambienti presentano pavimenti realizzati in battuto di argilla o a mattoni. Sul lato settentrionale sono stati individuati ambienti termali; uno di essi, a pianta semicircolare, conserva ancora la copertura. Nell’area del complesso edilizio sono stati rinvenuti, insieme a reperti ceramici, frammenti di marmo e di vetro. La tecnica laterizia (una sorta di opus incertum intonacato) e i bolli rinvenuti sui laterizi fanno ipotizzare che la fondazione di S. sia avvenuta, con ` , nel corso del secolo ogni probabilita II. Tra gli studiosi prevale l’interpretazione militare del centro, fondato in pieno territorio delle civitates Barbariae presso il limes dei populi Celes(itani) e Cusin(itani) attestati dal cippo terminale rinvenuto a Turunele, in agro di Fonni. Agli ultimi decenni del secolo II deve essere ricondotta la dedica, scoperta in un rione di Fonni ma proveniente da Sorabile, a [Di]ana e Sil-

vanus del [n]emus Sorabensis posta dal governatore della Sardegna Caius Vlpius Severus. Nelle vicinanze sono ` romana: noti altri rinvenimenti di eta ` Masilo ` sono state ritrovate in localita monete repubblicane e imperiali; in ` Norguiddo una fibula decorata localita con due animali fantastici affrontati; nell’area del nuraghe Dronoro il diploma militare concesso tra il 213 e il 217 a un marinaio sardo della classis Ravennatis rientrato nel suo luogo di origine all’atto del congedo. [FABRIZIO DELUSSU]

Sorasa Sanchez, Esteban Storico (n. Spagna, sec. XX). Nel 1991 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso della storia della Corona d’Aragona svoltosi ad Alghero, in cui ha presentato una comunicazione sulle Repercusiones po´n de la litico-sociales en el reino de Arago politica de intervencion de la Corona en Cerden ˜ a (siglo XIV), ora anche in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1996.

Sorbo montano Pianta arborea caducifoglia, alta fino a 12 m, della famiglia delle Rosacee (Sorbus aria (L.) Crantz). Ampiamente diffusa nei boschi e nei luoghi rocciosi. Ha foglie semplici, alterne, picciolate, spesso coriacee, di forma da ellittica a ovata con apice acuto e margini irregolarmente se` di coghettati; la pagina superiore e lore verde scuro, quella inferiore argentata per la presenza di una fitta peluria. I fiori compaiono in maggio-giugno, sono ermafroditi, hanno petali bianchi e sono raccolti in infiorescenze a corimbo. I frutti sono pomi ovoidali pronti a fine estate, rossoaranciati quando maturi e commesti` una specie distribuita in tutta bili. E Europa, vive nei boschi collinari e montani, nelle radure, fino a 1600 m di altitudine, nella regione mediterranea ` diffusa prevalentemente in area e

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Sorcinelli montana. Predilige substrati calcarei, ` ; pianta ma ha notevole adattabilita ` e basse tempeeliofila, tollera aridita ` conosciuta come rature. In Sardegna e lazzarolu ’e monte. (Per Sorbus torminalis = Ciavardello). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Sorbo montano – Come dice il suo nome, `e un albero diffuso soprattutto nelle zone montane.

Sorcinelli, Ferruccio Magistrato, imprenditore, editore (Arezzo 1872-Cagliari 1925). Dopo la laurea in Legge ` in magistratura. Trasferitosi in entro ` la carriera Sardegna, nel 1901 lascio giudiziaria per assumere l’incarico di direttore della Banca d’Italia di Sas` la Societa ` bancasari. Nel 1904 fondo ` a occuparsi di ria sarda; nel 1913 inizio miniere, acquistando alcune cointeressenze nel comprensorio del Sulcis` la proIglesiente. Nel 1920 acquisto ` del quotidiano cagliaritano prieta ‘‘L’Unione sarda’’, dando un forte impulso al giornale e avviando dalle sue colonne un aspro confronto con il Partito Sardo d’Azione e soprattutto contro il suo leader carismatico, Emilio

Lussu (fu lui a coniare l’epiteto di ‘‘Rossomori’’ nei confronti dei sardisti: di qui il titolo della bella biografia di Lussu scritta da Giuseppe Fiori, Il cavaliere dei Rossomori, 1985). Ben presto aderı` al fascismo e fu l’attivo ispiratore dell’ala oltranzista, fiancheggiando gli episodi squadristici nell’Iglesiente. In aperto contrasto con il generale Asclepia Gandolfo, mandato da Mussolini in Sardegna per portare nel PNF i dirigenti sardisti di comune radice combattentistica, fu contrario alla ‘‘fusione’’ e per questo fu sospeso dal partito e osteggiato: allo stesso quotidiano furono vietate le pubblicazioni, sia pure solo nel breve periodo ‘‘caldo’’ della fusione. Morı` prematuramente a Cagliari nel 1925. Tra i molti articoli polemici, Sempre per lo sciopero minerario, ‘‘L’Unione sarda’’, 1919; Agli amici del Sulcis, ‘‘L’Unione sarda’’, 1920; Quelli del ‘‘Solco’’ tentano di superare l’abisso morale che li separa da noi!, ‘‘L’Unione sarda’’, 24 ottobre 1920; Contro la democrazia per il fascismo, 1922; Fascismo pacificatore, ‘‘L’Unione sarda’’, 1922; Cominciamo a vederci chiaro: a proposito dei pretesi accordi tra fascisti e Partito Sardo d’Azione, ‘‘L’Unione sarda’’, 7 febbraio 1923; Commentando Mussolini, ‘‘L’Unione sarda’’, 1923; Contro la democrazia per il fascismo. Discorsi e scritti vari 19201923, 1923; Gli uomini di governo sardi e la Sardegna, ‘‘L’Unione sarda’’, 1924.

Sorda, Sara Archeologa (n. Torremag` dedigiore 1933). Dopo la laurea si e cata all’insegnamento universitario. ` diventata professore assoNel 1980 e ciato di Numismatica; attualmente la` della Tuscia. vora presso l’Universita Tra i suoi scritti, riguardano la Sardegna il Catalogo delle monete rinvenute nel 1964, in Monte Sirai I. Rapporto preliminare della missione archeologica ` di Roma e della Soprindell’Universita

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Sorgia ` di Cagliari, tendenza alle Antichita ‘‘Studi semitici’’, 20, 1966.

Sordella Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Probabilmente sorgeva nelle campagne di Chiaramonti. Fin ` nelle dagli inizi del secolo XII passo mani dei Doria per matrimonio. Essi, estinta la famiglia giudicale, lo compresero nel loro piccolo stato, ma il vil` spopolandosi rapidamente laggio ando e prima della conquista aragonese era deserto.

Sorell, Guglielmo Uomo d’armi (Cata` sec. XIII-ivi, logna, seconda meta ` sec. XIV). Prese parte alla prima meta spedizione dell’infante Alfonso, comportandosi con straordinario valore. Cessate le operazioni, ebbe come ricompensa il feudo di Corongiu nella curatoria di Dolia e quelli di Pirri, Cepolla e San Vetrano nel Campidano di ` , li Cagliari. Tra il 1328 e il 1331, pero rivendette a Raimondo Desvall e la` la Sardegna. scio

Sorgia, Giancarlo Storico (Cagliari 1925-ivi 1994). Laureatosi in Materie letterarie al Magistero di Cagliari nel 1954, divenne funzionario dell’amministrazione comunale di Cagliari. Poco dopo intraprese la carriera universitaria; allievo di Alberto Boscolo, conseguita nel 1965 la libera docenza in Storia moderna percorse la carriera accademica fino a diventare professore ordinario della materia presso ` di Cagliari. Nel corso degli l’Universita anni ricoprı` numerosi incarichi; fu direttore dell’Istituto di Storia moderna `; e dal 1982 prorettore dell’Universita diresse la Scuola di specializzazione ` a lungo; in Studi sardi, dove insegno fece parte della delegazione italiana presso l’UNESCO e della Deputazione di Storia patria della Sardegna; fu presidente del gruppo di ricerca storica

interuniversitaria per lo studio delle ` mediterranee; presidente delattivita l’IRRSAE (Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi) Sardegna; responsabile del centro scientifico dell’ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo). Ricercatore di ` , ha lasciato numerosi grandi qualita ` sarda e saggi sui rapporti tra la realta quella mediterranea tra il Cinque e Seicento. Tra i suoi scritti: Note sul Tribunale dell’Inquisizione in Sardegna dal 1492 al 1593, ‘‘Studi sardi’’, XIIXIII, 1955; Una nota sulle fazioni corse dell’epoca di Alfonso il Magnanimo, ‘‘Cagliari economica’’, 1955; Mire francesi sulla Sardegna nel 1638, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Monete ed economia monetaria in Sardegna al tempo di Alfonso il Magnanimo, ‘‘Cagliari economica’’, 1958; Monete circolanti in Sardegna al tempo di Alfonso il Magnanimo, in Atti del VI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1959; I sigilli dei minori osservanti in Sardegna nei secoli XVII e XVIII, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa, I, 1959; Brevi note su Cagliari attraverso gli atti di alcuni parlamentari sardi, in ` di Cagliari, 1960; Studi sull’InquiCitta sizione in Sardegna, 1961; Pietro de Hoyo e l’Inquisizione in Sardegna alla fine del XVI secolo, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVII, 1961; Un sarcofago medioevale a Quartu Sant’Elena, ‘‘Cagliari economica’’, 1961; I Visconti di Milano, l’Aragona e la Sardegna nel secolo XIV attraverso la lettura dello Zurita, in Atti del VII Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1962; Una famiglia di ebrei in Sardegna: i Carcassona, ‘‘Studi sardi’’, XVII, 1962; Studi di Storia aragonese e spagnola, 1962; Il Parlamento del vicere´ Fernandez de Heredia 155354, 1963; Sui familiari dell’Inquisizione in Sardegna, in Studi storici e giuridici

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Sorgia in onore di Antonio Era, 1963; La politica nordafricana di Carlo V, 1963; Due lettere inedite sulle condizioni del clero e ` dei fedeli in Sardegna nella prima meta del secolo XVI, ‘‘Archivio storico ` e istitusardo’’, XXIX, 1-2, 1964; Societa zioni nella Sardegna sabauda, in Breve storia della Sardegna (a cura di A. Boscolo), 1965; El consejo municipal de Ca´gliari y la reforma de Fernando el Cato lico en 1500, ‘‘Revista del Istituto de Ciencias sociales’’, 7, 1966; Progetti di una flotta sardo-genovese nel Seicento, ‘‘Miscellanea di Storia ligure’’, IV, ´dite (1140) de Ber1966; Une lettre ine ` Pierre, nard, prieur de San Saturno, a ´ de Saint Victor, ‘‘Provence historiabbe que’’, 65, 1966; Il periodo spagnolo, in La ` in Sardegna nei secoli (a cura di societa A. Boscolo), 1967; Sardenya i Corsega ` fins a Alfons el Madesde la infeudacio gnanim, 1968; Note sui provvedimenti a favore dell’agricoltura sarda nella se` del secolo XVI, in Medioevo conda meta ` Moderna. Saggi in onore di A. Boe Eta ` in scolo, 1972; Banditismo e criminalita ` dell’OttoSardegna nella seconda meta cento, 1973; Spagna e problemi mediter` Moderna, 1973; I vescovi ranei nell’Eta della diocesi di Ales 1503-1866, in Diocesi di Ales-Usellus-Terralba, 1975; Un insediamento medioevale sardo: San Pietro in Paradiso, in Atti del Colloquio internazionale di Archeologia medioevale, 1976; Contadini e pastori nella Sardegna feudale, ‘‘Sa Repubblica sarda’’, ` in Sardegna, ‘‘Sa 1977; La criminalita Repubblica sarda’’, 1977; Il periodo aragonese-spagnolo, in Iglesias. Storia ` , 1978; Baronie e encontrade due societa rante la dominazione spagnola (secoli XVI-XVII), in Atlante della Sardegna (a cura di A. Terrosu Asole e R. Pracchi), II, 1980; Cagliari. Sei secoli di amministrazione cittadina (con Giovanni Todde), 1981; L’ingiusta fama dell’isola pestilente, ‘‘La Grotta della Vipera’’, VI,

19-20, 1981; Bosa al Parlamento sardo del 1421, in Il castello di Bosa, 1981; I Parlamenti, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Stato attuale della ricerca sulla Sardegna spagnola, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; La Sardegna spagnola, 1982; L’Inquisizione a Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1983; Per capire chi siamo, ‘‘Esse come Sardegna’’, I, 1, 1983; Santu Perdu Paradisu in s’epoca medioevali, ‘‘Sardigna antiga’’, 1, 1983; Di alcune prammatiche inedite di Filippo II per il rilancio dell’agricoltura in Sardegna, in Studi in onore di Gino Barbieri, III, 1983; Genova, Sardegna e Spagna nel Cinquecento, in Atti del Convegno internazionale di Studi storici sui rapporti tra Genova, Mediterraneo, ` Moderna, Genova Atlantico nell’Eta 1983, 1985; Con gli spagnoli i primi tentativi di una agricoltura razionale, in Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di A. Terrosu Asole), 1984; L’Ogliastra e i ` Mosuoi problemi tra Medioevo e Eta derna, ‘‘Studi ogliastrini’’, III, 1984; Le vicende moderne, in Provincia di Ca` , 1984; Le citta ` gliari. Ambiente e civilta regie, in I Catalani in Sardegna (a cura di Jordi Carbonell e Francesco Manconi), 1984; Venturino Castaldi e Aurelio Espis, voci in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, III, 1984; La ` sarda e le strutture socio-sanitarealta rie nei secoli XVI e XVII, in Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Segnali di attenzione dei Sardi verso forme aggreganti di natura economico-politica europee nell’Ottocento, in Scuola e cultura nella formazione del cittadino europeo, ` Mo1984; Il Goceano tra Medioevo e Eta derna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XI, 1985; Anche la Spagna apre qualche piccolo varco, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di A. Terrosu Asole),

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Sorgono 1985; Il cammino della ricostruzione: profilo storico, in Cagliari tra memoria ` di Sassari e anticipazione, 1985; La citta nei parlamenti, in Studi storici in onore di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico ` sardo’’, XXXV, 1986; Le miniere nell’Eta spagnola, in Le miniere e i minatori in Sardegna (a cura di F. Manconi), 1986; Lo Studio generale cagliaritano. Storia ` , 1986; La storia, in di una Universita Dentro Castello, 1986; Frati Minori con` di Cagliari, ‘‘Biventuali all’Universita blioteca francescana sarda’’, I, 1, 1987; Sull’anatema del 1707 del vescovo di ` di Lettere Bosa, ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, e Filosofia dell’Universita n.s., VIII, 1988; Un’attenzione primaria verso la storia, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1988; La Sardegna spagnola: aspetti culturali e religiosi, in Un paese alla ricerca della sua storia. Fra Tommaso da Ardauli (1655-1720) e la Sardegna del suo tempo, ‘‘Quaderni oristanesi’’, 19-20, 1989; Dal momento spagnolo alla presenza sabauda, in Meana. Radici e tradizioni, 1989; Il mondo di Grazia Deledda: verso una rilettura in chiave storica, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; I Domenicani a Sassari, ‘‘Domenicani’’, XXIII, 1989; I Domenicani a Cagliari, ‘‘Domenicani’’, XXIV, 1990; Rapporti tra Sar` storica tra degna e Corsica nella realta ` Moderna, ‘‘CooperaMedioevo ed Eta zione Mediterranea ISPROM’’, 3, 1990; Il territorio in epoca regnicola spagnola, in La provincia di Oristano. L’orma della ` cagliaritana storia, I, 1990; L’Universita nell’Ottocento. L’Ateneo del capoluogo aperto solo ai ricchi, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; Un suggestivo rito che si fa risalire al periodo bizantino. Il rito della benedizione delle case, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; Le chiese cagliaritane del Medioevo. Santa Maria di Porto Gruttis, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1990; L’Inquisizione in Sardegna, 1991; Un ordine religioso col compito essenziale di

riscattare gli schiavi. Quando i musulmani facevano schiavi i sardi, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1991; Un matrimonio della Cagliari del Milleottocento. Il matrimonio di Francesco Austria Este, ` ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1991; Le citta ` sarda in Eta ` sparegie, in La societa gnola (a cura di F. Manconi), I, 1992; L’amministrazione civica cagliaritana attraverso i secoli, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1992; Un sacerdote ha onorato la cultura isolana del ’700 e dell’800. Giovanni Maria Dettori, ‘‘Nuovi Orientamenti’’, 1992; Sui moti in Sardegna del 1906. Nuovi documenti, in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Medioevo e ` Moderna. Studi storici in memoria Eta di Alberto Boscolo, I, 1993; Il territorio di ` spagnola, in Siniscola Siniscola in Eta dalle origini ai nostri giorni, 1994; La ` religiosa sarda nella seconda realta ` del Cinquecento e l’attuazione meta delle norme tridentine, ‘‘Studi sardi’’, XXX, 1996.

Sorgono Comune della provincia di ` monNuoro, sede della XII Comunita tana, con 1937 abitanti (al 2004), posto a 688 m sul livello del mare sul versante occidentale del Gennargentu. Regione storica: Mandrolisai. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 56,19 km2 e confina a nord con Austis e Tiana, a est con Tonara, a sud con Atzara e a ovest con Samugheo e Ortueri. Si tratta di un territorio mon` di una punta oltre i 1000 tuoso, con piu m di altitudine (Serra Su Lampu 1039; Genna Grecu 1094), nel quale tuttavia si aprono parti collinari che si prestano all’agricoltura. I corsi d’acqua che scorrono nel territorio di S. fanno parte del bacino imbrifero del Tirso. Il ` attraversato dalla tortuosa stapaese e tale 128 Centrale sarda, dalla quale si distacca verso nord una deviazione

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Sorgono ` anche capoche conduce ad Austis. S. e linea settentrionale della ferrovia a scartamento ridotto proveniente da Mandas, oggi utilizzata soprattutto per usi turistici. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze preistoriche prevalente` nuragica, ma il paese atmente di eta tuale ha origini romane. Nel Medioevo apparteneva al giudicato di Arborea ed era compreso nella curatoria del Mandrolisai della quale era il capoluogo. Dopo la caduta del giudicato nel 1410 ` a far parte dei territori concessi entro in feudo a Giovanni Deana, suocero del marchese d’Oristano. Estinti i Deana, S. venne in possesso di Leonardo Cu` al suo secondogenito bello che lo lascio Salvatore che nel 1463 lo unı` al marchesato. Nel 1470 fu ereditato da Leonardo Alagon e, dopo l’infelice avventura di quest’ultimo, dal 1479 prese a essere amministrato direttamente da funzionari reali. Nel 1507 S., unitamente a tutti gli altri villaggi del Mandrolisai, ottenne il privilegio di essere amministrato da un official scelto annualmente tra le persone native del luogo. Nei secoli successivi il privilegio fu rispettato fino a che la Sardegna ` agli Asburgo. Allora infatti, nel passo 1716, quando la riscossione delle rendite civili del Mandrolisai fu infeudata ai Valentino (=), S. fu assoggettato al vincolo feudale e inutilmente i suoi abitanti tentarono di liberarsene. Nel 1807 divenne capoluogo di una delle province che, in seguito, furono soppresse. Nel 1821 il villaggio fu eretto a capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Oristano, nel 1838 si ` dalla sua dipendenza feudale. libero Dal 1848 fece parte della divisione amministrativa di Cagliari e infine dal 1859 della omonima provincia ricostituita. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una preziosa testimo-

nianza nell’ambito del Dizionario del Casolis, di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 1584, divise in famiglie 369 e in case 353. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 808, in scapoli 502, ammogliati 262, vedovi 22; il totale delle femmine 776, in zitelle 429, maritate 262, vedove 85. I numeri del movimento della popolazione sono, nascite 65, morti 30, matrimoni 18. Sono applicate all’agricoltura circa 330 persone, alla pastorizia 240, a’ mestieri diversi 25, quanti sono complessivamente i muratori, falegnami, ferrai, sarti, scarpari, non contati i pizzicagnoli che saranno circa altri 30. Le donne lavorano a filare e a tessere tele di lino e di canape per il bisogno delle rispettive famiglie, e pannilani de’ quali smerciano quanto sopravanza al proprio bisogno, con la scorza dell’ontano tingono la lana in nero, con la radice dell’oricella in rosso. La scuola ` 30 fanciulli in circa, primaria contera ` frequentata da quei soli che dema e vono intraprendere la carriera degli studi nel ginnasio di Oristano o altrove. ` mal conoAgricoltura. L’arte agraria e ` non e ` tanto fruttuosa sciuta, eppero quanto potrebbe essere. Vi sono terreni idonei a tutte le diverse colture, ma queste spesso non si sanno accomodare alla natura del suolo. Siccome l’orzo rende assai meglio che il fru` che si semina ` la quantita mento, pero ` del ` superiore alla quantita di questo e primo. Pretendesi da’ sorgonesi che l’orzo prodotto da’ loro solchi sia di ` superiore all’orzo di qualunqualita que altra parte dell’isola. Si suol seminare starelli di grano 900, d’orzo 1200, di fave e legumi 250. La fruttificazione comune del grano si computa del 7, quelle dell’orzo del 14, quelle delle fave e legumi dell’8. Si semina pure

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Sorgono men di lino, che di canape. Di questa seconda specie si raccolgono annualmente 50 quintali in circa. Pastorizia. In tanta estensione di territorio incolto e abbondando i pascoli per le diverse specie di bestiame i sorgonesi hanno sempre coltivato questo ramo ed edu` di capi, onde cato una gran quantita trassero molto lucro. Il numero attuale ` di vacche 1050, di capre 3500, de’ capi e di pecore 16 000, di porci 2500, di ca` nella stessa valle 120. L’arte pastorale e ` che fu ne’ tempi primitivi, e semplicita ` ancora presso i popoli poco qual e colti». Quando nel 1927 fu istituita la ` a farne provincia di Nuoro S. entro parte.

Sorgono – Veduta del centro abitato. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura (dispone di una Cantina sociale) e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in quelli della lavorazione del legno, ` didella metallurgia e dell’edilizia. E scretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale, che viene utilizzata anche dagli abitanti dei paesi vicini. Vi operano tre alberghi con 74 posti letto, un’azienda agrituristica con 8 posti letto e un ristorante.

Artigianato. Di antica tradizione l’intaglio del legno e la produzione di ma` colnufatti in ferro battuto. Servizi. S. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, ospedale, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo scientifico, Istituto professionale), sportello bancario. Ha in funzione una Biblioteca ` aperto un corso univercomunale ed e sitario per la laurea in Informatica. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2002 unita di cui stranieri 1; maschi 984; femmine 1018; famiglie 752. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 28 e nati 14; cancellati dall’anagrafe 52 e nuovi iscritti 44. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 996 in migliaia di lire; versamenti ICI 613; aziende agricole 208; imprese commerciali 10; esercizi pubblici 10; esercizi al dettaglio 54; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 629; disoccupati 46; inoccupati 135; laureati 37; diplomati 245; con licenza media 202; con licenza elementare 609; analfabeti 47; automezzi circolanti 707; abbonamenti TV 582. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche che docu` della presenza mentano la continuita dell’uomo. Al periodo prenuragico appartengono numerosi dolmen e menhir; vi si trovano le domus de janas di Perda ’e Murta e di Perda Omighedda, scavate nella roccia; e i nuraghi Ar` , Calagiola ’e Omine, Bardacolo, Belo maera, Crebos, Creccu, Indighingiu, Masoni Porcus, Molimentu, Rubiu, San Luigi, Sedda ’e Su Pranu, Serra ’e ` , Talei, Tanca Molas, Su Angiu, Talalu Istili, Terriscana, molti dei quali rovi-

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Soriano ` interessante e ` il nati. Tra questi il piu Talei, nuraghe riconducibile alla fase ` antica della civilta ` nuragica: sorge piu a breve distanza dal santuario di San ` essere classificato come Mauro. Puo pseudonuraghe ed ha un singolare impianto a forma rettangolare. Ha due ingressi contrapposti: dal primo si passa in un corridoio dal quale ha inizio una scala che conduceva al terrazzo dell’edificio; dal secondo si entra in un ambiente ovale dalle pareti aggettanti. Di ` anche il villaggio grande importanza e nuragico di Ruinachesos, con i resti di numerose capanne. Da ricordare anche le Tombe di giganti di Funtana Morta, Ispilunca Sedda ’e Su Pranu e le vestigia romane presenti in diverse `. localita & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha un assetto tradizionale, con le case in pietra a ` piani, e si sviluppa in un insieme piu di stradine che confluiscono nella via principale sulla quale prospettano alcuni pretenziosi palazzotti ottocenteschi. A breve distanza si apre una piazza sulla quale si affaccia la chiesa di Santa Maria Assunta, parrocchiale costruita in forme tardogotiche nel secolo XVI. Con successivi interventi fu radicalmente modificata, tanto che ` rimasto solo il delle vecchie forme e campanile. Al proprio interno conserva una tela del Marghinotti (=) e due crocifissi lignei del Cinquecento. Sulla stessa piazza, di fronte alla chiesa sorge la Casa Carta, un palazzetto costruito tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento in forme tardogotiche. Dell’antico assetto rimane una finestra con i tipici elementi decorativi di tipo aragonese. dovuti probabilmente all’opera di scalpellini (picaparders) locali. Nelle campagne intorno al paese sorge la chiesa della Madonna d’Itria, posta sulla collina di

Sa Pala ’e Cresia; costruita agli inizi del Novecento con materiali poveri, ha un impianto a una navata. Di grande importanza infine il santuario di San Mauro. L’edificio sorge a qualche chilometro da S., in uno stupendo scena` detta de Sas rio di boschi nella localita tres biddas (i tre paesi) per la vicinanza ` uno dei anche di Atzara e Ortueri. E ` importanti santuari campestri delpiu l’isola: fu costruito nel secolo XVI su un precedente insediamento di Benedettini risalente al secolo XII. L’edifi` cio ha forme gotico-aragonesi ed e stato rimaneggiato nel corso del secolo ` a una navata con coXVII. L’interno e ` pertura con volta a botte. La facciata e arricchita da un grande rosone grigio ricavato da un unico blocco e circondato da una bella cornice; al di sotto si apre il portale in stile rinascimento. Attorno alla chiesa si sviluppano le caratteristiche muristenes o cumbessı`as, le piccole abitazioni temporanee destinate ai fedeli e a tutti coloro che prendono parte alla festa. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante delle feste popolari e ` piu quella di San Mauro, che si svolge in onore del santo l’ultima domenica di ` la sintesi di maggio. La festa attuale e quella che in passato si svolgeva in tre fasi: la prima in gennaio era dedicata a chi soffriva di dolori reumatici (Santu Mauru de sos dolos); la seconda, il martedı` dopo Pasqua, era la sagra della primavera (Santu Mauru de sos frores); la terza, a fine maggio, era la sagra dei ` pastori ed era dedicata alla prosperita (Santu Mauru erriccu).

Soriano Famiglia cagliaritana di origine aragonese (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XV. Nel 1511 il dottor Gerolamo fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Rebolledo. Egli, unico caso in Sardegna, fu dichiarato nobile

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Soro per infanc¸onia (ossia nobile appartenente alla seconda classe della vecchia ` spagnola, che era divisa in tre nobilta classi: i ricos hombres, gli infac ¸ones e gli hidalgos). La famiglia si estinse nel corso del secolo XVI.

Soriga, Flavio Scrittore (n. Cagliari 1975). Ha studiato giornalismo a Roma e a Madrid, laureando in Scienze politiche. La sua prima opera di narrativa, `, 2000, ha vinto il preDiavoli di Nuraio mio ‘‘Italo Calvino’’ per inediti. Nel 2002 ha pubblicato con Garzanti il suo primo romanzo, un giallo intitolato Neropioggia. Molti suoi racconti e servizi giornalistici sono ospitati ne ‘‘La ` stato Nuova Sardegna’’. Il primo libro e scritto che l’autore non aveva ancora 25 anni. Ma – ha scritto Manlio Brigaglia ripubblicandolo nella ‘‘Biblioteca ` tutt’altro della Nuova Sardegna’’ – «S. e che un naı¨f. Dietro le sue pagine si intravvede la stagione della letteratura on the road statunitense (anche se tutta la road che questi personaggi percor` il piu ` delle volte soltanto quel rono e poco di corriera che occorre per andare e tornare da Cagliari) e anche il ` urbane e country inromanzo di realta sieme, anch’esso di provenienza statunitense».

Soriga, Nicola Pittore e incisore (n. Ca` presso il gliari 1933). Dopo la maturita Liceo artistico Accademia di Belle Arti di Roma, dal 1968 ha vinto numerosi premi. Sue opere sono conservate in diverse chiese della Sardegna (Ca` fatto apprezgliari, Sinnai, Pirri). Si e zare anche come incisore; sue linoleo` drammagrafie, di alta espressivita tica, sono state pubblicate da Remo Branca in Maestri incisori di Sardegna (1973). Ha studio a Cagliari e a Quartu Sant’Elena.

Soro Famiglia cagliaritana di probabile origine genovese (secc. XVIIXVIII). Le sue notizie risalgono al se-

colo XVII. Nel 1630 un Salvatore, no` la signoria della scrivataio, acquisto nia della curia del consolato di Cagliari. Fu suo figlio, il dottor Simone che nel 1669 fu nominato giudice della sala criminale della Reale Udienza e nel 1670 ottenne il cavalierato ereditario. Nel 1688 i suoi figli furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Monteleone e in seguito presero parte anche a quello del Montellano. La famiglia, nel corso del secolo XVIII, decadde e si estinse.

Soro, Antonello Medico, uomo politico (n. Orgosolo 1948). Consigliere regionale, deputato al Parlamento. Laureato in Medicina, esponente di spicco della Democrazia Cristiana nuorese e in seguito del Partito Popolare Italiano e quindi della Margherita. Primario ospedaliero, dopo essere stato eletto consigliere comunale di Nuoro, tra il ` stato sindaco della citta `. 1979 e il 1980 e ` stato eletto consigliere reNel 1984 e gionale per la IX legislatura e successivamente riconfermato per la X. Nell’a` , essendo stato prile del 1994, pero eletto deputato per la XII legislatura ` dimesso da consirepubblicana, si e gliere regionale. Dopo aver aderito al ` diventato segrePartito Popolare, ne e tario regionale: nel corso della legisla` stato vice-capo gruppo alla Catura e ` stato riconfermato mera. In seguito e nel 1996 e nel 2001, continuando a svolgere un ruolo politico di rilievo in sede nazionale. Nella consultazione dell’a` stato rieletto alla Camera prile 2006 e dei deputati nella lista dell’Unione. At` coordinatore dell’esecutualmente e tivo nazionale della Margherita.

Soro, Gavino Studioso di Sacra Scrit` sec. XIX-?). tura (Sassari, prima meta Entrato nell’ordine degli Scolopi, dopo essere stato ordinato sacerdote fu per anni professore di Sacra Scrittura ` di Sassari, di cui fu presso l’Universita

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Soro anche bibliotecario. Tra il 1848 e il 1854 fu eletto provinciale del suo ordine per la Sardegna ma, impegnato nei suoi ` poco studi universitari, si interesso dei problemi pratici che affliggevano l’ordine negli stessi anni. Fu autore di opere di pregio, tra cui un monumentale trattato di Teologia morale, Institutiones Theologiae moralis ad Caralitanae Academiae leges exactae, in quattro volumi, pubblicati tra il 1840 e il 1843, `. che gli diede grande notorieta

` Gesuita, scrittore sacro Soro, Nicolo ` sec. XVIII-?). En(Sassari, prima meta trato nell’ordine dei Gesuiti, dopo essere stato ordinato sacerdote si diede allo studio della Teologia e all’insegnamento, raggiungendo grande noto` . Ha lasciato alcune opere di carieta rattere catechistico, tra cui un dialogo sul catechismo che fu molto apprezzato Cathechismo y breve esposicion de la doctrina cristiana, stampato a Sassari nel 1760.

Soro, Paolo Teologo (Bonorva 1804Sassari 1875). Ordinato sacerdote, si ` in Teologia. Fu parroco di Usini laureo per alcuni anni. In seguito fu nominato professore di Teologia presso l’Univer` di Sassari; fu anche preside della sita ` teologica e rettore dell’UniverFacolta ` . Sensibile ai problemi della sosita ` civile, fu tra i piu ` attivi sostenicieta tori dell’azione del governo; autore di numerosi trattati di teologia, intellet` antuale di molteplici interessi, studio ` la lingua che con grande profondita sarda e i suoi problemi collaborando alla stesura del Dizionario dello Spano.

Soro, Serafino Giornalista (Sarule ` a 1830-Cagliari 1911). Collaboro ‘‘L’Unione sarda’’ tra il 1904 e il 1912, negli anni in cui il quotidiano fu diretto da Raffa Garzia. Tra i suoi scritti: La Sardegna e i feudatari, ‘‘Vita sarda’’, I, 8, 1897; L’inno contro i feudatari di Francesco Mannu, ‘‘Vita sarda’’, III, 20,

18 99; La Sardegna e i suoi figli, ‘‘L’Unione sarda’’, 1902; Per il 6 aprile d e l 1 9 0 2 i n S i n n a i , v e r s i la ti n i, ‘‘L’Unione sarda’’, 1902.

Soro, Vincenzo Insegnante, poeta e critico letterario (Ozieri 1895-ivi 1949). Dopo aver conseguito l’abilitazione ` per molti anni almagistrale, si dedico l’insegnamento. Come letterato esordı` giovanissimo nel 1912 con una raccolta ` di versi; negli anni successivi si dedico agli studi di filosofia mistica, assumendo un atteggiamento di distacco dalle cose del mondo e approfondı` gli ` di Sebastiano studi sulla personalita Satta, di cui fu affezionato, scrupoloso segretario fra il 1910 e il 1930, durante ` che colpı` il poeta la grave infermita nuorese negli ultimi anni della sua vita: a lui sono dedicati articoli e saggi, scritti dopo la sua morte. Negli anni se` a pubblicare diverse guenti continuo ` a scrivere la opere e nel 1926 inizio grande opera in versi Le liturgie di Tan` rimase incompiuta pertalo, che pero ´ negli anni Trenta, accentuando le che ` complesue tendenze mistiche, si isolo tamente dal mondo. Morı` in solitudine. Tra i suoi scritti: Del canto d’Angioy. Canzone seconda, 1911; Nell’alba, liriche, 1912; Note di poesia popolare ozierese, ‘‘Italia’’, 1913; Discorso commemorativo tenuto in Ozieri [su Sebastiano Satta], ‘‘Il Giornale d’Italia’’, 1914; Elogio mistico di Sebastiano Satta, ‘‘Battaglia’’, 1924; Sebastiano Satta. L’uomo, ‘‘Il Nuraghe’’, II, 20-21, 1924; Bibliografia su Sebastiano Satta (con R. Carta Raspi), ‘‘Il Nuraghe’’, II, 22, 1924; La vecchia Sardegna e il suo grande poeta, ‘‘Il popolo italo-americano’’, 1924; Una pagina di storia del giornalismo sardo, ` la prefa‘‘Il Nuraghe’’, III, 24, 1925 [e zione alla ristampa dell’opuscolo Tre banditi intervistati da due pubblicisti di G. Chiesi e S. Satta, 1899]; Pagine del Satta minore, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 26,

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Sorradile 1925; L’autunno, versi, ‘‘Il Nuraghe’’, IV, 47, 1926; Dal libro delle mie devozioni, liriche, 1926; Sebastiano Satta. L’uomo, l’opera, ‘‘Il Nuraghe’’, II, 36-47, 1926-27.

Soro Delitala, Carmine Docente universitario (Sassari, sec. XIX-?, sec. XX). Contribuı` alla preparazione dell’incontro dei parlamentari sardi svoltosi nel 1914 a Castel Sant’Angelo. Tra i suoi scritti: La cremazione dei cadaveri. Studi storici-morali e sociali, 1874; Le opere pie, 1876; Profili di una storia della legislazione di Sardegna, ‘‘Rivista economica della Sardegna’’, I, 4-9, 1878; II, 7-9, 1879; Le condizioni economiche della Sardegna, 1894; Il progetto Giolitti sul soccorso degli esposti ed all’infanzia abbandonata, 1907.

Soro Delitala, Stanislao Giurista (Sassari 1838-Cagliari 1865). Laureatosi in ` alla carriera universiLegge si dedico taria, e giovanissimo fu chiamato a insegnare Diritto commerciale presso ` di Pisa. Purtroppo la l’Universita ` nel fiore degli anni morte lo stronco nel 1865. Ha lasciato numerose opere di valore, tra cui Istituzione dei giurati, 1861; Avarie, 1862.

Soro Pirino, Gavino Avvocato, deputato al Parlamento (Sassari 1830-ivi 1902). Nel 1848, mentre era ancora studente, fu uno dei promotori della cac` di Sasciata dei Gesuiti dall’Universita sari. Conseguita la laurea in Giurispru` la professione di avvodenza, esercito cato imponendosi per le sue grandi `. Contemporaneamente si intequalita ` anche alla politica; di idee reresso pubblicane, seguace e amico di Maz` nel 1851 fondo ` la prima Societa ` zini, gia ` in Sardedi Mutuo Soccorso che opero gna. Negli anni che seguirono fu in corrispondenza con il Mazzini e divenne presto il leader della Sinistra sassarese. Fu eletto consigliere comunale ` e assessore piu ` volte; nel della citta 1880 fu eletto deputato per la XIV legi-

` al mandato per slatura, ma rinuncio non dover prestare il giuramento di ` in serito alla monarchia. Continuo guito nel proprio impegno politico. ` nel 1876 aveva fondato il ‘‘Circolo Gia progressista’’ e unito nella ‘‘Consociazione sassarese’’ dodici associazioni di mutuo soccorso o di istruzione. Nel 1878 fu sindaco per alcuni mesi, ma in ` – dice Enrico Costa – resto ` lui il realta punto di riferimento di numerose giunte successive. Uomo di straordina` morali, quando fu accusato rie qualita di offese al re «e alla reale famiglia» per un articolo pubblicato nel 1883 sul numero unico ‘‘Due giugno’’, tutti gli avvocati di Sassari si costituirono in collegio di difesa. L’evoluzione della ` , porto ` dissensi all’inpolitica, pero ` terno del suo gruppo, i cui leader piu giovani erano nella gran parte avvocati allevati nel suo studio, a cominciare da Filippo Garavetti, che sarebbe stato a cavallo nel nuovo secolo il deputato di Sassari. Cosı` quando, nel 1889, in occasione di una nuova elezione comunale, il vecchio leader propose, insieme al capo dei moderati, l’avvocato Salvatore Manca Leoni, quella che fu chiamata la ‘‘Lista della concordia’’, i suoi giovani ex allievi diedero vita a un’altra lista, intransigente, che stravinse le elezioni. S.P. e Manca Leoni, unici eletti della loro lista, si dimisero e S.P. ` dall’attivita ` politica. Alla famisi ritiro glia giunsero condoglianze da ogni parte (mazziniana) d’Italia.

Sorradile Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 15, con 482 abitanti (al 2004), posto a 337 m sul livello del mare sul versante sinistro della media valle del Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale si compone di una parte intorno al paese e di un’isola amministrativa spo-

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Sorradile stata a nord-est; complessivamente si estende per 28,34 km2, che comprendono anche una parte del lago Omodeo; quella intorno al paese confina a nord con Bidonı`, a est con Nughedu Santa Vittoria, a sud con Ardauli e a ovest con Tadasuni. Si tratta di una pendice montana che ha a oriente alcuni rilievi maggiori (monte Lutzu, 640 m) e si conclude a occidente sulle rive del lago. S. si trova lungo la strada che partendo da Ghilarza attraversa il lago e risale sul versante opposto, toccando questo e alcuni altri paesi del versante sinistro della valle. & STORIA Il territorio e ` ricco di nura` di orighi ma l’attuale centro abitato e gini medioevali: apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria di Parte Barigadu. Caduto il giudicato d’Arborea, S. nel 1413 fu con` cesso in feudo a Pietro Steuyll che pero non riuscı` a entrarne in possesso a causa delle resistenze degli abitanti, che probabilmente erano sobillati dal marchese d’Oristano il quale ambiva a impadronirsi di tutta la curatoria. Nel ` il re fece una nuova conces1417 pero sione a Ludovico Pontons includendo ` esteso, che il Pontons S. in un feudo piu nel 1425 finı` per vendere al marchese. Cosı` S. fu compreso nel marchesato fino a quando nel 1477 esso fu confiscato a Leonardo Alagon (=). Nel 1481 il villaggio fu incluso nel feudo concesso a Gaspare Fabra, i cui eredi nel ` Torresani e 1519 lo vendettero a Nicolo a Carlo Alagon. Nella divisione che i due fecero tra loro nel 1520, S. fu compreso nel Barigadu Susu toccato a Carlo Alagon. Nei secoli successivi il ` a rimanere incluso villaggio continuo nel feudo del Barigadu Susu e dagli ` ai De Gerp, nuovamente Alagon passo agli Alagon del ramo di Villasor e in` fu fine ai De Silva Alagon ai quali pero confiscato nel 1772. Mentre gli abitanti

di S. speravano di essersi liberati definitivamente dal vincolo feudale, il fisco nel 1774 incluse il villaggio in un nuovo feudo, il marchesato di San Vittorio, concesso ad Antonio Todde che morı` nel 1776 lasciando eredi i Pes cui il villaggio fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano e dal 1848 nella divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in S. anime 909, distribuite in famiglie 207 e in altrettante case. Quindi distinguevasi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 410, in scapoli 239, ammogliati 171, e il totale delle femmine 499, in zitelle 267, maritate 171, vedove 61. Il movimento della popolazione ha i seguenti numeri, nascite 35, morti 16, matrimoni 16. L’istruzione primaria non ha prodotto un buon effetto sensibile. La scuola suol ` di 12 fanciulli, e in numerare non piu tutto il paese quelli che san leggere e ` di 25. Le donne scrivere non sono piu lavorano il lino e la lana, e sono in atti` non meno di 180 telai. Agricoltura. vita Si hanno nel Sorradilese terre ottime per i vari generi di cultura. I cereali vi prosperano e se fosse il numero delle braccie proporzionato all’ampiezza delle terre che possono produrli si potrebbe mettere in commercio il sestu` di quello che ora si vende. Il plo e piu ` pregiato per la sua qualita `, grano di S. e ` preferito a quello di altre per cui e terre di questo dipartimento. L’ordina` della seminagione e ` di staria quantita relli 100 di grano, 450 d’orzo, 250 di fave, 80 di legumi, 100 di lino. La frutti` del 10, ficazione comune del grano e quella dell’orzo del 14, quella delle fave del 12, quella de’ legumi del 10. Si raccoglie gran copia di lino, del quale molte parti si vendono a’ galluresi e

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Sorradile ` generalmente lodata agli aritzesi, ed e la bianchezza e la finezza. Pastorizia. Essendo molto estese le regioni inculte e molto fertili di pascolo per le diverse specie di bestiame, potrebbesi avere ` doppi magun numero di capi di piu giore di quello che si educa, e se si imparasse finalmente a provvedere la sussistenza de’ medesimi, preparando il fieno raccolto ne’ prati naturali e in ` permesso di fare con l’arte, quelli che e ` produttivi, si avrebbero gli animali piu e tolto il pericolo ora frequente di vederli spenti per le sofferenze si avrebbe un guadagno maggiore e ` meno dubbio. La regione di Locheli e ` adattate alla pastorizia. una delle piu Il bestiame rude componesi di vacche 1100, di capre 1400, di pecore 4000, di porci 1500, di cavalle 120». Nel 1859 S. ` a far parte della ricostituita proentro vincia di Cagliari; nel 1927 acquisı` come frazioni Nughedu Santa Vittoria e Bidonı` che riacquistarono la loro autonomia amministrativa rispettivamente nel 1947 e nel 1950. Nel 1974 infine, con la ricostituzione della provincia di Oristano, S. vi fu incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e ovini, ma anche di suini, caprini ed ` equini. Negli ultimi decenni non si e ` industriale salvo sviluppata l’attivita ` poco organizche nel campo edile. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. S. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 513 unita di cui maschi 231; femmine 282; famiglie 217. La tendenza complessiva rive-

lava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 6 e nuovi iscritti 5. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 10 669 in migliaia di lire; versamenti ICI 259; aziende agricole 124; imprese commerciali 40; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 13; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 136; disoccupati 27; inoccupati 20; laureati 2; diplomati 63; con licenza media 163; con licenza elementare 208; analfabeti 26; automezzi circolanti 167; abbonamenti TV 188. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nianze che documentano la continuita della presenza dell’uomo a partire dal periodo prenuragico, in particolare, situata in una gola scavata nella roccia, ` vasta necropoli dell’insi trova la piu tero territorio riconducibile al Neolitico; si tratta di un complesso di 45 domus de janas di varia dimensione scavate nella parete di una gola rocciosa. Al periodo nuragico sono riconducibili ` ndala, di i nuraghi Bunnanaro, Ca Zavo, Funtana Mura, Iscova, Sa Femina, Sa Tanca, Tulinu. Tra questi ha `ndala, grande importanza il nuraghe Ca del tipo monotorre, che sorge nella lo` omonima. Durante gli scavi del calita 1987 nella sua camera interna a tholos fu portata alla luce una tomba bizantina, del tipo a cassone, risalente alla fine del secolo VII. La scoperta, di grande importanza anche per il corredo di armi e gioielli ritrovato, dimostra che il nuraghe era stato riutilizzato in epoche successive a quella della sua edificazione. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato l’assetto tradizionale con case in pietra ` piani, alcune con cornici di porte a piu e di finestre decorate a opera degli

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Sorrai scalpellini (picapedreris) attivi a partire dal Seicento in tutto il territorio. ` interessante si trova afL’edificio piu facciato su una piazza nella parte alta dell’abitato: si tratta di San Sebastiano, chiesa parrocchiale costruita nella ` del secolo XVII da Antonio prima meta Pinna, picapedreri locale di grande abi` , su un precedente edificio. Ha una lita navata e l’interno ricco di una decorazione sovrabbondante frutto della fantasia degli artigiani che vi lavorarono introducendovi una sintesi di stili di` ugualmente singoversi. La facciata e lare: costruita in trachite rossa e do` di tata di molti elementi decorativi, e sicuro effetto scenografico. A poca distanza dalla chiesa si trova il Palazzo Efisio Carta, palazzetto appartenuto a una nobile famiglia estinta, costruito ` disposto su due piani nel secolo XVII; e e sulla facciata si aprono alcune finestre decorate da cornici con elementi gotici scolpiti in trachite. Edificio no` la chiesa di San Pietro, cotevole e struita nel secolo XIX su progetto del Cominotti (=). Ha un impianto a una navata completato da cappelle laterali e dal presbiterio. Al suo interno conserva alcune tele di un certo pregio. La vicina chiesa di San Michele fu costruita nel Quattrocento su un precedente edificio romanico. Ha l’impianto a una navata completato da un’abside; ` in legno; la facciata e ` la copertura e arricchita da un piccolo rosone ottago` . Infine la nale di grande originalita chiesa di Santa Maria di Torrana, costruita nel secolo XVI in forme composite con un impianto a una navata. Nelle campagne circostanti si trova la chiesa di San Nicola detta di Nurotzo ´ apparteneva a un villaggio che perche aveva questo nome e in seguito venne ` del abbandonato. Fu costruita a meta secolo XII in forme romaniche. Ha una sola navata con l’abside e la coper-

tura in legno a capriate. Nel corso dei secoli ha subı`to diverse modifiche; attualmente dell’originario edificio ro` vedere solo l’abside. manico si puo & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose feste popolari, alcune di carattere religioso, altre civile, conservano viva la memoria delle tradizioni del villaggio. A gennaio rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 si svolgono le feste in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano, patrono del paese, che cul` in piazza, minano con un grande falo attorno al quale i convenuti ballano fino a notte inoltrata cercando di cogliere dalle fiamme auspici per il raccolto. L’ultima domenica di agosto la festa di Sant’Isidoro alterna, nell’arco di tre giorni, cerimonie religiose a manifestazioni civili, tra le quali la rassegna del costume e un festival della musica tradizionale, che attirano moltissimi visitatori.

Sorrai Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Barigadu. Era situato nelle campagne di Neoneli. Conosciuto fin dal se` del secolo colo XI, nella seconda meta XIV era quasi spopolato. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea la sua definitiva decadenza fu rapidissima, e ` cosı` scomparve entro la prima meta del secolo XV.

Sorres Antico villaggio di probabile origine romana situato nelle campagne di Borutta. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Meilogu. Fin dal secolo XI fu sede dell’omonima diocesi; dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio cadde in mano ai Doria che lo annetterono al loro stato. Dopo la conquista aragonese divenne una delle basi della loro resistenza agli invasori; nel 1330 fu conquistato dalle truppe di Raimondo Car-

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Sorres dona, cui il re ingiunse di costruirvi una bastida per controllare i Doria. Ri` ai Dopresa la guerra, il villaggio torno ria e poco dopo fu invaso dalle truppe del giudice d’Arborea. In poco tempo ` rapidamente spopolandosi; anando che il vescovo preferı` non risiedervi, ed entro i primi anni del secolo XV era ormai deserto.

Sorres, diocesi di Antica diocesi del giudicato di Torres, che comprendeva ` interni del giudicato e i territori piu che aveva sede a Sorres. La diocesi, ` dal 1503 Giulio II aveva stabiche gia lito di unire all’archidiocesi di Sassari, fu definitivamente soppressa nel 1505 alla morte dell’ultimo vescovo. VESCOVI DI SORRES 1. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1112. 2. Alberto, reggeva la diocesi nel 1113. 3. Bernardo, reggeva la diocesi nel 1127. 4. Giovanni, resse la diocesi tra il 1134 e il 1151. 5. Giovanni Sargu, resse la diocesi tra il 1153 e il 1170. 6. Goffredo, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi tra il 1171 e il 1178. 7. Augerio, resse la diocesi tra il 1181 e il 1200. 8. Pietro, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi dal 1205 al 1211, anno in cui rinun`. 9. Anonimo che prese parte al concio cilio Lateranense IV nel 1215. 10. Anonimo inviato dal giudice di Torres a papa Onorio III nel 1221. 11. Anonimo indicato da Gregorio IX nel 1233. 12. Anonimo contestato dal capitolo che gli aveva contrapposto l’arciprete nel 1240. 13. Anonimo citato in una lettera di Innocenzo IV nel 1247. 14. Anonimo citato da Innocenzo IV nel 1252. 15. Anonimo cui scrive Alessandro IV nel 1289. 16. Giovanni, resse la diocesi tra il 1289 e il 1309. 17. Guglielmo, nominato da Gregorio IX, fu contrastato da Guantino de Lella nominato dal capitolo e revocato nel 1309. 18. Guantino de Lella, eletto dal capitolo, morı` nel

1322. 19. Gregorio, appartenente all’ordine degli Eremitani, resse la diocesi dal 1322 al 1323, quando fu trasferito a Feltre e Belluno. 20. Antonio, appartenente all’ordine dei Minori, era vescovo titolare di Hierapetra quando nel 1323 fu chiamato a Sorres, resse la diocesi fino al 1332. 21. Giacomo, resse la diocesi tra il 1326 e il 1328. 22. Bernardo, era vescovo titolare di Sebaste quando fu nominato nel 1332, nel 1333 trasferito a Naxos. 23. Barisone, era arciprete di Civita quando nel 1333 fu nominato vescovo, resse la diocesi fino al 1342. 24. Giovanni Amalrici, resse la diocesi tra il 1342 e il 1344. 25. Benedetto, apparteneva all’ordine dei Domenicani, era vescovo di Prischtina quando nel 1344 fu trasferito a Sorres, nel 1345 fu trasferito a Chioggia. 26. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1345. 27. Francesco, era vescovo titolare di Tiberiade quando fu trasferito nel 1348. 28. Pietro de Garsinis, appartenente all’ordine dei Domenicani, nominato nel 1348 e subito trasferito ad Anagni. 29. Arnaldo, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi dal 1348 al 1365. 30. Francesco, era vescovo di Nusco quando nel 1365 fu trasferito, resse la diocesi fino al 1375: gli fu contrapposto dall’antipapa Clemente VII un certo Nicola. 31. Gonario, reggeva la diocesi nel 1382. 32. Berengario de Surripis, appartenente all’ordine dei Frati minori, nominato nel 1386 dall’antipapa Clemente VII. 33. Benedetto, reggeva la diocesi dopo il 1386. 34. Francesco, reggeva la diocesi dopo il 1386. 35. Andrea, reggeva la diocesi dopo il 1386. 36. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1391. 37. Giovanni de Martis, resse la diocesi tra il 1391 e il 1400. 38. Nicola, era vescovo di Ottana quando nel 1400 fu trasferito. 39. Ausonio, reggeva la diocesi nel 1404. 40. Giacomo, reggeva la diocesi nel 1406. 41.

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Sorribas Pietro, reggeva la diocesi nel 1414. 42. Nicola Vidine, resse la diocesi tra il 1422 e il 1428. 43. Stefano Ardizzone, appartenente all’ordine dei Cistercensi, resse la diocesi tra il 1428 e il 1440. 44. Giovanni Sancio, maestro in Teologia, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi tra il 1440 e il 1461. 45. Giacomo de Podio, resse la diocesi tra il 1461 e il 1497. 46. Giacomo de Puiasolla, appartenente all’ordine degli Eremitani, maestro in Teologia, resse la diocesi tra il 1497 e il 1505. La diocesi aveva giurisdizione sulle parrocchie dei villaggi di: Abriu, Arcennor, Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorc ¸ oli, Bonorva, Bonuighinu, Borconani, Borutta, Campuy, Campulongu, Capula, Cheremule, Coniato, Cossoine, Cote, Cotinas, Donnicaia, Fara, Favules, Frabicas, Frida, Giave, Ibilis, Ittireddu, Lachesos, Mara, Mello, Mendulas, Modulis, Mogor, Monticleta, Mores, Mosidano, Nieddu, Norache, Nula, Oinu (Oyo), Padria, Pozzomaggiore, Querqueto, Rebeccu, Sagantia, Sanctus Simeon, Sauren, Semestene, Siligo, Simanar, Surgora, Survel, Sustana, Teclada, Terchiddu, Thiesi, Todorache, Torralba, Trullas, Tuzano, Uras, Valles.

Sorribas, Giovanni Battista Religioso ` sec. XVII-Ca(Valencia, prima meta stellaragonese 1679). Vescovo di Ampurias dal 1673 al 1679. Apparteneva all’ordine dei Carmelitani e si fece apprezzare come predicatore di corte. Fu nominato vescovo nel 1673 da papa Clemente X, ma per diversi motivi ri` il suo arrivo in Sardegna fino al tardo 1675. Preso possesso della diocesi, indisse immediatamente un sinodo e con ` il riordino delle parrocenergia avvio chie. Morı` a Castellaragonese (oggi Castelsardo).

Sorrui Antico villaggio di origine me-

dioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sarrabus. Era situato nelle campagne di Muravera. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 ` ai Visconti e fu incluso nel giuditocco cato di Gallura. All’estinzione della fa` sotto la diretta miglia il villaggio passo amministrazione del Comune. Dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e fu concesso in feudo a Bernardo Dalmau; i suoi abi` , mantennero un atteggiatanti, pero mento ostile e di potenziale continua ribellione nei confronti dei nuovi venuti, terrorizzando per anni il territorio. Negli anni successivi la sua popolazione diminuı` a causa della situazione di continua tensione. Estintisi i Dalmau, nel 1362 il territorio oramai ` ai Carroz. spopolato passo

Sorso Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 14 321 abitanti (al 2004), posto a 136 m sul livello del mare 10 km a nord di Sassari, a ridosso del litorale del golfo dell’Asinara. Regione storica: Romangia. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, allungata sul mare, si estende per 67,05 km2, comprendenti anche le frazioni di Marina di S., Arboriamar, Eden Beach, San Michele, Serralonga e Taniga Malafede, e confina a nord col mare, a est con Castelsardo e Osilo, a sud con Sennori e Sassari e a ovest ancora con Sassari. Si tratta di una regione costituita in parte degli ultimi rilievi calcarei del Sassarese che si affievoliscono in vicinanza della costa, e di una piana alluvionale costiera, fertile e dal clima mite. S. si trova lungo la statale 200 Sas` comunica sari-Castelsardo, e in piu per mezzo di una provinciale con Porto Torres, a ovest. Usufruisce anche di un collegamento ferroviario con Sassari,

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Sorso per mezzo di una linea a scartamento ridotto.

Sorso – Fontana della Billellera. & STORIA Il territorio e ` ricco di testimonianze archeologiche che risalgono al periodo prenuragico; l’attuale citta`e ` di origine romana e nella dina pero ` divenne un grosso centarda antichita ` . Nel Medioevo appartro di religiosita teneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Romangia. Dopo il 1130 il giudice Gonario, ricono` scente per gli aiuti prestatigli, dono Sorso a Ithocorre Gambella (=). Estinta la dinastia giudicale, il Comune di Sassari prese a esercitare poteri giurisdizionali su S. e sull’intero territorio. Con la conquista aragonese, dopo le ribellioni di Sassari e dei Doria, nel 1330 il borgo fu conquistato dalle truppe di Raimondo Cardona e immediatamente concesso in feudo a Pietro di Montpavon che morı` quasi su` Sorso a Raibito. Allora il re dono mondo Cardona; negli anni seguenti ` la guerra riprese e il territorio pero ` a essere uno dei teatri del contorno flitto: nel 1334 S. fu assalito e semidistrutto dagli abitanti di Castelgenovese. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi

eredi nel 1339 vendettero il centro abitato e tutti gli altri territori ad Arnaldo Bastida e a Berengario Ferrer. I due `, preoccupati della crescente irrepero quietezza dei Doria, nel 1346 cedettero Sorso e tutto il feudo a Gerardo Llull ` coinvolto nella che subito dopo si trovo nuova ribellione dei Doria. A partire dal 1347 S. ebbe a soffrire nuovi danni e perse buona parte della sua popolazione ma, per quanto avesse subı`to disagi, fu in grado di inviare propri rappresentanti al Parlamento che nel 1355 ` a Cagliari. Scoppiata la sesi celebro conda guerra tra Mariano IV e Pietro IV il villaggio nel 1366 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla pace di Sanluri nel 1388. Subito dopo la stipula del trattato di pace il villaggio, nel 1391, fu compreso nel grande feudo concesso a ` Galcerando di Santa Coloma che pero ne perse il controllo a causa della ripresa della guerra. S. fu cosı` nuovamente occupato dalle truppe giudicali fino alla caduta dell’Arborea. Dopo la parentesi del visconte di Narbona, nel ˜ er che 1424 fu venduto ad Antonio Sun ` morı` poco dopo senza discenpero denti. Dopo un breve periodo in cui fu acquistato da Pietro de Ferraria il villaggio, nel 1436, fu venduto a Gonario Gambella unitamente a Sennori. Da questo momento la storia dei due villaggi fu identica, scandita dalle vicende che coinvolsero le varie famiglie di baroni che ebbero il possesso del grande feudo. Nel corso del secolo XV ` del secolo XVI e nella prima meta ` dai Gambella ai Marongio, Sorso passo ai Milia, ai De Sena, ai Castelvı`; nel 1527 subı` l’attacco delle truppe francesi che, al comando di Renzo Orsini, finirono per occupare Sassari. Nel ` ai Deliperi corso del secolo XVII passo e infine agli Amat che lo tennero fino al riscatto avvenuto nel 1838. Nel 1821 fu

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Sorso creato capoluogo di mandamento e incluso nella provincia di Sassari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in S. anime 3984, distribuite in famiglie 1059 e in case 811. Distinguevasi poi il totale secondo la condizione domestica, il totale de’ maschi 1977 in scapoli 1175, ammogliati 731, vedovi 71; il totale delle femmine 2007 in zitelle 988, maritate 721, vedove 298. I numeri del movimento della popolazione sono nascite 160, morti 90, matrimoni 42. In tutto il paese sanno leggere e scrivere circa 200 persone; ma non tutte impararono nella scuola primaria. Questa scuola suole avere inscritti 50 fanciulli; ma ` non vi concorre con qualche assiduita neppur il terzo di questo numero. Quando sussisteva il sistema delle milizie S. aveva con Sennori una schiera di 112 militi; dopo l’istituzione della guardia nazionale, essendosi abolita quella milizia e non organizzata ancora ` notare la forza arl’altra, non si puo mata che abbia questo paese. Agricoltura. Nella sua circoscrizione sono terreni attissimi a tutte le specie di cultura, de’ cereali, delle piante ortensi, della vigna, degli alberi, solo eccen´ mai allituato il castagno, che non pote gnare. Nel 1835 S. avea terreni chiusi giornate 7000, aperti 4500, pascoli pub` blici 4500. La seminagione del grano e di circa 2500 starelli cagliaritani, quella dell’orzo di 1500, quella delle fave di 350, quella del lino di 500. La ` fruttificazione ordinaria del grano e del 10, quella dell’orzo al 15 e anche spesso al 30. Pastorizia. Le regioni incolte sono mediocremente fornite di pascoli, e quasi totalmente prive quelle della maremma sabbiosa. Il be-

stiame manso, che i sorsinchi tengono a loro servigio, consiste in buoi 1000 per l’agricoltura e il carreggio, cavalli 200 per sella e basto, giumenti 650 per la macinazione del grano e anche per trasporto di carichi. Si aggiungano majali 150 che si ingrassano per provvista di casa, e un numero immenso di pollame, che le donne allevano per vendere i capi vivi nella piazza di Sassari e le uova. Il bestiame rude nelle comuni specie ha i seguenti capi, vacche 750, cavalle 230, capre 2600, pecore 3300, porci 1400. Di questi armenti e dalle greggie si provvede la beccheria del paese, e si ha dal latte il formaggio necessario alla consumazione interna e un residuo, che vendesi in Sassari o ` in Portotorres. La cultura delle api puo comprendere 200 alveari». Nel 1848 S. fu incluso nella omonima divisione amministrativa e infine dal 1859 nella ricostituita provincia di Sassari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` industriale nel settore alimentivita tare e in quelli della pesca e piscicoltura, dell’edilizia e della lavorazione ` sufficientemente organizdel legno. E zata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche 9 alberghi con 1561 posti letto, un campeggio con 2054 posti letto e tre ristoranti, dislocati per buona parte sul lungo litorale. Servizi. ` collegato da autolinee e dalla ferS. e rovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, tre sportelli ` intibancari. La Biblioteca comunale e tolata a Salvatore Farina.

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Sorso & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 175 ` , di cui stranieri 74; maschi 7138; unita femmine 7042; famiglie 4977. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 104 e nati 147; cancellati dall’anagrafe 282 e nuovi iscritti 286. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 964 in migliaia di lire; versamenti ICI 7841; aziende agricole 1012; imprese commerciali 408; esercizi pubblici 135; esercizi all’ingrosso 4; esercizi al dettaglio 215; ambulanti 92. Tra gli indicatori sociali: occupati 1398; disoccupati 467; inoccupati 1398; laureati 170; diplomati 1219; con licenza media 3974; con licenza elementare 4256; analfabeti 594; automezzi circolanti 4874; abbonamenti TV 3010. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento a partire dall’epoca prenuragica. A quest’ultimo periodo appartengono le domus de janas di l’Abbiu; al periodo nuragico sono riconducibili alcuni nuraghi tra cui quelli di Bachileddi, Sa Corona Ruja, San Biagio e altri siti tra cui Monte Cau, che domina la costa del golfo dell’Asinara a pochi chilometri dall’abitato. Il sito culmina con un altipiano su cui si ` un centro nuragico di strutsviluppo tura complessa. Nel secolo V a.C. il luogo fu occupato dai Cartaginesi che lo trasformarono in fortezza; in attesa ` restidi scavi sistematici il sito ha gia tuito ceramiche puniche e attiche a figure rosse, monete puniche e uno scarabeo. Infine l’importantissimo sito di ` nella quale sono Santa Filitica, localita stati rintracciati importanti ruderi relativi a una villa rustica romana costruita tra il secolo II d.C. e il IV d.C.; `e ` stata poi abitata anche in la localita

` bizantina e altomedioevale, aleta meno fino al secolo IX. Il sito ha restituito un edificio termale che fu ristrutturato nel secolo VI, una chiesa paleocristiana utilizzata fino al secolo VII, e inoltre mosaici, ceramiche, vasi vinari e monete. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE L’abitato conserva il quartiere della Bicocca il cui impianto risale al ` caratterizzato da una seMedioevo; e rie di corti all’interno delle quali si affacciano le case tradizionali in pietra a ` piani. Ai margini di questo quarpiu tiere sorge San Pantaleo, la chiesa parrocchiale costruita in forme neoclassiche nel 1836 su progetto di Antonio ` antica che Cano (=) al posto di una piu era stata edificata nel secolo XV in stile gotico-aragonese. Ha una pianta a croce greca e all’intersezione dei bracci si eleva una maestosa cupola ` sorretta da quattro pilastri; l’interno e ricco di statue in stucco raffiguranti otto angeli e i dodici apostoli. In una valletta a breve distanza si trova la fontana della Billellera, fatta costruire nel Seicento dal barone a imitazione di quella del Rosello di Sassari. Nel corso dei secoli ha assolto a un’importante funzione di approvvigionamento nei confronti degli abitanti del paese ma le sue proporzioni e la sua eleganza suscitarono l’invidia dei vicini che, ritenendola inadeguata rispetto ai reali bisogni di S., finirono per deridere i suoi abitanti insinuando che il bere l’acqua della fontana li predisponesse a una simpatica bizzarria. Nel centro della cittadina si sviluppa il corso Vittorio Emanuele II sul quale si allineano pretenziosi palazzotti ottocenteschi; nei pressi anche il Palazzo baronale che fu fatto costruire nel Seicento dagli Amat, i quali vi risedettero per lunghi periodi e ne fecero anche la sede dell’amministrazione del feudo.

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Sortes Quando nel 1795 scoppiarono i moti antifeudali, il palazzo fu assalito e devastato dai rivoltosi. Andato in rovina, sembrava destinato a sparire, ma re` stato restaurato e riporcentemente e tato all’antico splendore; attualmente svolge funzioni di centro culturale. Poco oltre sorge Nostra Signora d’Itria, chiesa costruita nel secolo XVII. La ` scandita da lesene. Nella facciata e parte settentrionale dell’abitato si trova invece quella di Nostra Signora Noli Me Tollere, costruita nel secolo XVII, detta anche dei Cappuccini per´ annessa a un loro convento. Dopo che la soppressione degli ordini religiosi era andata progressivamente in ro` vina; poi, nel corso del Novecento, e stata radicalmente ristrutturata nelle forme attuali; al proprio interno conserva la statua della Madonna Noli Me Tollere, oggetto di profonda venerazione popolare. Altri edifici di una qualche importanza sono Santa Croce, chiesa costruita nel secolo XVI in forme tradogotiche e successivamente ristrutturata. Ha l’impianto a una navata articolata in tre campate e completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio; la copertura della na` a volte a botte, quella del presbivata e terio a volta a crociera. Al suo interno conserva un altare in legno intagliato e dorato e un grande crocifisso ligneo di suggestiva bellezza. Sant’Anna, chiesa costruita nel secolo XVII con un impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio, ha la copertura a volte a botte. Al proprio interno conserva un altare policromo in legno intagliato di gusto barocco. Nelle campagne circostanti, e ` precisamente in localita ` Malafede, piu al confine col territorio di Sassari, si trova San Pasquale di Baylon, chiesa costruita nel 1780 dai Gesuiti in forme barocche; ha piccole dimensioni, un’u-

nica navata coperta con travi in legno e ` elail pavimento in cotto. La facciata e borata e sormontata da un campaniletto a vela. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il ciclo delle feste si apre a S. il 26 maggio, con le celebrazioni in onore della Madonna del Noli Me Tollere, che si svolgono parte in campagna e parte nell’abitato, dove si svolge una solenne e molto affollata processione. Il 13 giugno hanno luogo altre celebrazioni, ovviamente in onore di Sant’Antonio da Padova, con processione e manifestazioni civili. A luglio si fa festa il 7, per San Costantino, e il 27 per il patrono San Pantaleo, con processione, musiche, spettacoli, albero della cuccagna e competizioni sportive. Si festeggia ancora il 2 agosto, per la Madonna degli Angeli.

Sortes, Antonio Religioso, poeta (Sas` sec. XVII-ivi, dopo sari, prima meta 1650). Monaco cappuccino, nel 1648 scrisse un poemetto in castigliano di 208 ottave che fu fatto pubblicare da Quirico Rogio Figoni nel 1649, Rela´n verdadera de la cosas maravillosas cio que sucedieron en la ilustre y noble ciudad de Sacer en el ano 1648, 1649. Fu autore anche di gosos e di altri versi.

Soru, Maria Carmela Storica (n. Terralba 1949). Dedicatasi alla carriera ` diventata riuniversitaria, nel 1980 e cercatrice di Storia contemporanea. ` Attualmente insegna presso la Facolta di Scienze della Formazione dell’Uni` di Cagliari. Studiosa attenta, ha versita approfondito in particolare problemi di storia contemporanea e l’evoluzione ` del suo paese natale. Tra i della societa numerosi scritti, Paesaggio agrario e assetto proprietario a Terralba fra Sette` cento e Ottocento, ‘‘Annali della Facolta ` di Cadi Magistero dell’Universita gliari’’, XI, 1987; Conduzione agraria e produzione nella Piana terralbese nella

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Sospiri ` dell’Ottocento, ‘‘Annali prima meta ` di Magistero dell’Univerdella Facolta ` Cagliari’’, XIV, 1990; Economia e casita tasto nella Piana terralbese di fine Ottocento, in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; Ambiente, terri` in un’area malarica del torio e societa Campidano 1861-1929, ‘‘Annali della ` di Magistero dell’Universita ` Facolta di Cagliari’’, XVII, I, 1994; Mercato ed economia in un centro agricolo del Campidano nel sec. XIX: Terralba, in Studi e ricerche in onore di Giampaolo Pisu, 1996.

Soru, Renato Imprenditore, presidente della Regione sarda (n. Sanluri 1952). Dopo avere studiato Economia alla Bocconi di Milano, ha fatto le sue prime esperienze di lavoro in continente; tornato in Sardegna ha intrapreso una carriera da imprenditore dedicandosi alla costruzione e allo sviluppo di una rete di supermercati in ` diversi centri dell’isola. Dopo il 1980 e stato attirato dal rapido sviluppo dell’informatica e dopo aver collaborato con l’editore Nicola Grauso, dal quale ` una licenza per operare in Ceacquisto ` coslovacchia, grazie alla quale fondo Czech on Line, che ha fatto crescere e ` tedesca, il 9 poi venduto a una societa ` Tigiugno 1997 ha costituito la societa ` ha raggiunto in scali (=), la cui attivita pochi anni una dimensione europea e ` internazionale divenuna notorieta tando il secondo operatore Internet d’Europa. Attirato dalla situazione po` stato l’ideatore e il litica dell’isola, e ` promotore di un movimento che si e chiamato Progetto Sardegna, teso a valorizzare la cultura e le risorse dell’isola, in una prospettiva di un rinnova` di collemento profondo, capace pero ` garsi alle radici profonde dell’identita sarda. Trovata la convergenza con i partiti del centro-sinistra, nel 2003 ha costituito una coalizione con cui nel

` presentato come candidato 2004 si e alla carica di presidente della Regione nelle elezioni regionali per la XIII legislatura. Ottenuto un largo successo (490 110 voti, il 50,1% degli elettori), ` espressione guida una giunta che e della coalizione.

Sos Enattos Miniera di piombo e zinco ` situata in territorio di Lula. La localita era conosciuta da secoli e nel 1864 fu concessa alla ditta Pignatelli, che vi av` alcune piccole coltivazioni e sfrutto ` vio sacche di galena argentifera in super` , all’esaurirsi di queficie. I lavori, pero ste risorse furono fermati; un deciso rilancio lo si ebbe dopo il 1950 quando l’impianto fu affidato alla Ri.Mi.Sa., ` della Monteche era allora una societa poni-Montevecchio e poi della Monte` dison. Nel corso degli anni subentro nella gestione l’EMS (Ente Minerario ` la produzione e Sardo), che rilancio ` gli impianti. ammoderno

Sospiri – Un piatto dei tipici dolci di Ozieri.

Sospiri Dolci caratteristici tipici della ` antica tradizione di Ozieri. Si otpiu tengono formando piccole sfere da un impasto di frullata di albumi di uova, zucchero, mandorle tritate e scorza grattugiata di limone, lavorato in modo da amalgamare i sapori. Una volta preparati i s., si predispone una teglia da forno unta di burro e spolve-

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Sossinati rata da un sottile velo di farina, nella quale li si depone avendo cura che siano distanziati. Subito dopo li si mette al forno a temperatura mite per 20 minuti; dopo la cottura li si glassa e li si avvolge in carta trasparente lucida. ´ toi) Popolazione Sossinati (Sossina delle aree montuose della Sardegna romana ricordata da Strabone congiuntamente ai populi degli Aconiti, dei Parati e dei Balari. Secondo il geografo queste genti non conoscevano organizzazione urbana e non praticavano l’agricoltura, ma vivevano di razzie condotte a danno di altre popolazioni dell’isola e di atti di pirateria compiuti nelle acque del Mar Tirreno sino alle coste della Toscana (= Aconiti). [PIERGIORGIO FLORIS]

Soter Editrice Casa editrice fondata nel 1988 a Sassari dal fotografo Salvatore Ligios, e ora con sede a Villanova Monteleone. Nata dapprima per produrre opere inerenti il cavallo, ha poi ampliato i suoi interessi ad altri temi, tra i quali rimane predominante quello della fotografia documentaristica e soprattutto d’arte. [MARIO ARGIOLAS]

Sotgiu1 Famiglia originaria della Gallura (sec. XVI-esistente). Le sue notizie ` del secolo risalgono alla seconda meta XVI, quando alcuni dei suoi membri ricoprivano uffici di secondaria importanza nell’amministrazione reale. Nel 1613 un Gaspare ebbe la scrivania della Procurazione reale di Terranova; i suoi figli, Francesco, Gabriele e Mar` , ottentino, tutti residenti a Budduso nero il cavalierato ereditario nel 1632, ` nel 1636 e gli Francesco ebbe la nobilta altri due nel 1643. Nello stesso anno i tre furono ammessi allo Stamento militare nel parlamento Avellano, e i loro discendenti presero parte a tutti gli altri parlamenti e formarono diversi rami, non tutti ben conosciuti, larga-

mente diramati in diversi centri della Sardegna.

Sotgiu2 Famiglia sassarese (sec. XVIIesistente). La genealogia di questa fa` molto certa. Numerosi citmiglia non e tadini con questo cognome compaiono nella storia di Sassari, ma non tutti, forse, imparentati fra loro, sebbene molti abbiano ricoperto cariche pubbliche e partecipato in posizione di preminenza alla vita cittadina (ma era un S. anche il Giovanni Andrea, ortolano, impiccato nel 1781 per la sommossa popolare dell’anno precedente). I S. che potrebbero appartenere a un’unica famiglia sono: Giovanni, compreso in un elenco di avvocati nel 1694; Salvatore, castellano del porto di Torres nel 1712; Sebastiano, capitano di fregata della Marina Sarda, comandante del piroscafo Ichnusa durante il suo viaggio inaugurale fra Genova e Porto Torres nel novembre 1837; Maurizio, avvocato, consigliere comunale nel 1839; Giuseppe, consigliere eletto nel 1848 al primo Consiglio comunale ` dopo lo statuto, vicesindaco della citta durante la micidiale epidemia di colera (1855), nello stesso anno regio commissario e quindi sindaco fino al 1860, quell’anno membro della deputazione inviata a Torino per dissuadere il governo dalla soppressione dell’Univer`. sita

Sotgiu, Bartolomeo Avvocato, indu` sec. striale (Sassari, seconda meta ` sec. XX). SardiXIX-ivi, seconda meta ` nel dibattito politico sta, si impegno dopo la caduta del fascismo; negli anni dell’immediato dopoguerra assunse posizioni favorevoli al separatismo (immaginato come difesa dal rivoluzionario ‘‘Vento del Nord’’). Al VI Congresso regionale del PSd’Az, il primo dopo il ventennio fascista, pre` (con Piero Soggiu, G. Caredda e sento A. Corronca) un odg, rimasto in mino-

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Sotgiu ranza, contro l’adesione del partito al Partito Italiano d’Azione. Fu spesso consigliere comunale eletto in sue liste ` per lo humour e personali, e si segnalo la verve polemica degli interventi. Tra i suoi scritti: Collaborazione o collaboratori?, ‘‘L’Isola’’, 1944; Neo-antifascismo, ‘‘L’Isola’’, 1944; Ragioni di dissenso, ‘‘Il Solco’’, 1944; Bilancio consuntivo, ‘‘Riscossa’’, 1944; L’esigenza regionalistica, ‘‘Riscossa’’, 1944; La Sarde` bastare a se ´ stessa?, ‘‘Il Solco’’, gna puo 1945; Le sirene autonomistiche, ‘‘Il Solco’’, 1945; A proposito di disgustati, ‘‘L’Isola’’, 1945; Un parlamento sardo, ‘‘Il Solco’’, 1945; Il torto dei disgustati, ‘‘Riscossa’’, 1945; Alla fiera delle competenze. L’amaro zucchero, ‘‘Il Solco’’, 1945; La Consulta regionale sarda, ‘‘Il Solco’’, 1947; Il nostro passaggio, ‘‘Il Solco’’, 1947; Scritti politici (1945-1951), 1967.

Sotgiu, Giovanna Studiosa di epigrafia (n. Bitti 1925). Allieva di Bacchisio Raimondo Motzo, di Piero Meloni e Giovanni Lilliu, laureata in Lettere ` degli classiche nel 1950 nell’Universita studi di Cagliari con una tesi sulle iscrizioni latine della Sardegna, ha conseguito nel 1955 la specializzazione in Storia antica a Roma-‘‘La Sa` stata allieva di Attilio pienza’’, dove e Degrassi, di Gaetano De Sanctis, di Margherita Guarducci e di Guido Barbieri. Assistente volontario presso la Cattedra di Storia antica dell’Univer` di Cagliari fino al 1955, dal 1956 assita sistente incaricato di Epigrafia latina ` presso lo stesso Ateneo, dal 1970 e primo professore ordinario della mate` stata docente di Antiria in Italia. E ` punico-romane della Sardegna chita nella Scuola di Specializzazione in ` di Cagliari) e Studi Sardi (Universita di Epigrafia latina nella Scuola di Specializzazione in Archeologia (Univer` di Cagliari). Dal novembre 1983 al sita

` stata direttore dell’Inovembre 1988 e ` e Arte stituto di Archeologia, Antichita ` di Cagliari; membro didell’Universita rettivo della Deputazione di Storia patria della Sardegna, fa parte della Commissione epigrafica dell’Unione Acca` stata coordinademica Nazionale. E tore regionale del Sottoprogetto ‘‘Giacimenti culturali’’ legato al progetto Ambiente, un programma volto alla valorizzazione del territorio e frutto del ` e la protocollo d’intesa tra l’Universita Regione sarda, dal 1995 al 2000, per la parte italiana, coordinatore scientifico e tecnico della missione archeologica a Uthina-Oudna (Tunisia) composta da studiosi italiani e da archeologi tunisini dell’Institut National du Patrimoine del Ministero della cultura tunisino, dal 1999 al 2000 responsabile scientifico del progetto pilota del MAE in Tunisia denominato ‘‘Aqua 2000’’. ` stato professore a contratto Nel 2001 e di Epigrafia Latina (corso sull’instrumentum domesticum) presso il Diparti` di Sasmento di Storia dell’Universita sari. Della sua copiosa produzione scientifica vanno ricordati i numerosi lavori sulle iscrizioni latine della Sardegna, con fondamentali aggiornamenti, che testimoniano una straordinaria conoscenza del territorio: Iscrizioni Latine della Sardegna (Supplemento al Corpus Inscriptionum Latinarum, X e all’Ephemeris Epigraphica, VIII), I, Padova 1961; II, Lucerne, Pa` di recente: L’epigrafia dova 1968; piu latina in Sardegna dopo il C.I.L. X e l’E.E. VIII, ANRW, II, 11, 1, Berlin – ` inoltre New York 1988, pp. 552-739. Si e dedicata alla storia dei culti e delle di` della Sardegna romana, dell’evinita sercito, della flotta da guerra, del patrimonio imperiale, delle strade, delle iscrizioni metriche, funerarie, imperiali, itinerarie. Un capitolo importante della sua produzione riguarda il

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Sotgiu Nord Africa, in particolare la Procon` della Seconda Coorte solare e l’attivita dei Sardi in Numidia e in Mauretania. [ATTILIO MASTINO]

Sotgiu, Girolamo Storico, uomo politico (La Maddalena 1915-Cagliari 1995). Consigliere regionale, senatore della Repubblica. Dopo la laurea in Lettere, fu ufficiale dell’esercito nella seconda guerra mondiale; di stanza a Rodi, dove si era trasferito come inse´ sospettato di antifascignante perche smo, sfuggı` alla deportazione nel 1943 con un’avventurosa fuga in Turchia con la moglie Bianca Ripepi. Finita la ` in Italia e aderı` al Parguerra, rientro tito Comunista Italiano, prendendo parte al dibattito politico del dopoguerra e alle lotte sociali degli stessi anni. Dopo essere stato segretario della Federazione di Sassari, nel 1949 fu eletto consigliere regionale per la I legislatura e successivamente riconfermato per altre quattro fino al 1968, quando si dimise per essere eletto senatore. Negli anni di permanenza in Consiglio regionale ricoprı` gli incarichi di questore e di vicepresidente dell’assemblea. Rimase a Palazzo Madama fino al 1972. L’impegno politico non gli fece trascurare i suoi studi: divenne professore di Storia moderna ` di Scienze politiche delnella Facolta ` di Cagliari, di cui fu anche l’Universita preside per qualche anno. Molteplici ` furono i suoi interessi culturali; fondo e diresse la rivista ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, che servı` da laboratorio alla giovane generazione degli storici sardi modernisti e contemporaneisti. Da giovane, quando frequentava, nel` di Roma, un gruppo di coll’Universita leghi antifascisti, che si facevano chia`a mare ‘‘Gli amici pedanti’’, collaboro ` diversi periodici letterari e pubblico una raccolta di versi, Sosta al mattino,

1939. Tra gli altri suoi scritti: Fascisti e comunisti, ‘‘Il Solco’’, 1945; Tornano i prigionieri, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; I lavoratori cattolici voteranno per la repub` in blica, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Unita atto, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; L’avventura antidemocratica, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; Questione sarda e movimento operaio, 1964; Alle origini della Questione sarda. Note di storia del Risorgimento, 1967; Note per la storia della Questione sarda, ‘‘Studi sardi’’, XX, 1968; L’insurrezione di Cagliari nel 1794, ‘‘Studi sardi’’, XXI, 1970; Alcune conseguenze politiche dell’attacco francese nel 1792-93, 1970; Gramsci e il movimento operaio in Sardegna, in Gramsci e la cultura contemporanea, II, 1970; Le origini del movimento operaio in Sardegna, ‘‘Studi urbinati’’, XLVI, 1972; L’Italia di Giolitti. Testi e documenti, 1972; Vecchio e nuovo ` deleddiana, ‘‘Arin Sardegna nell’eta chivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 1, 1973; Una regione italiana alla vigilia dell’u` (il censimento degli stati sardi del nita 1858), ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 2, 1973; Alle origini della Questione sarda. Note di storia sarda del Risorgimento, 1974; Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), 1974; La costituzione come pretesto. La lingua dei sardi, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1975; Il mito della nazione sarda, ‘‘Rinascita’’, 26, 1975; due saggi, La corrispondenza del console inglese a Cagliari W.S. Craig, e Note e osservazioni sulla storiografia sarda, entrambi in ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 6-7, 1976; Movimento operaio e autonomismo. La questione sarda da Lussu a Togliatti, 1977; Cultura e ideologia nel primo sardismo, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 8-10, 1977; Lotte contadine nella Sardegna

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Sotgiu del secondo dopoguerra, in Campagna e movimento contadino nel Mezzogiorno d’Italia dal dopoguerra ad oggi, 1979; Ceti subalterni e classe dirigente in Sardegna nei primi decenni del governo sabaudo, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 11-13, 1980; Modernizzazione ed arretra` giolittiana al fascismo: il tezza dall’Eta caso Sardegna, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 14-16, 1981; A proposito di una lettera di B. Croce agli amici pedanti, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, ` dei Savoia, in La Sar17-19, 1982; L’Eta degna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Stato attuale della ricerca sulla Sardegna nell’Italia unita, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; Emilio Lussu e il mondo contadino, in Emilio Lussu e la cultura popolare della Sardegna. Convegno di studio, Nuoro 1980, 1983; Gli anni della Consulta regionale, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, 1983; Orientamenti della politica sabauda per la Sardegna sotto il regno di Carlo Ema` di nuele III, ‘‘Annuario della Facolta ` di Scienze politiche dell’Universita Cagliari’’, X, 1984; Berlinguer e la demo` e cambiacrazia italiana: continuita mento, ‘‘Ichnusa’’, n.s., 7, 1984; Storia della Sardegna sabauda 1720-1847, 1984; Lotte per la terra in Sardegna 1944-1950, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, numero speciale, 1985; Politica e ` nella Sardegna del Risorgisocieta mento, in Giuseppe Sanna politico e giornalista. Atti del Convegno di Anela 1986, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; Giuseppe Manno nel bicentenario della nascita, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 23-25, 1985; Storia della

` , 1986; Il ruolo Sardegna dopo l’Unita dell’istituto autonomistico nello sviluppo democratico della Sardegna, in La riforma della Regione, 1986; Dibattito sulla riforma della Regione, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIII, 1987; Origini e sviluppo dell’autonomismo sardo, in Le autonomie etniche e speciali in Italia e nell’Europa mediterranea. Processi storici e istituzionali, 1988; Note per uno studio degli anni della rivoluzione sarda del 1793-1796, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 29-31, 1990; Storia della Sardegna dalla grande guerra al fascismo, 1990; La Sardegna e i tempi di Giovanni Maria Angioy, in La Sardegna e la rivoluzione francese, 1990; La Sardegna ` dell’Ottocento: i germi della prima meta ` , in Intellettuali e della contemporaneita ` in Sardegna tra restaurazione e societa ` d’Italia (a cura di S., Aldo Acunita cardo e Luciano Carta), I, 1991; La Sardegna tra rivoluzione e restaurazione, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 3537, 1991; Cento anni di cooperazione, in Storia della cooperazione in Sardegna, 1991; Banditismo e scuola antropologica ´ tudes corses’’, XXI, 40-41, criminale, ‘‘E 1993; Politica e cultura ad Alghero alla fine del Settecento, in Alghero, la Catalo` gna, il Mediterraneo. Storia di una citta e di una minoranza catalana in Italia (XV-XX sec.) (a cura di A. Mattone e P. Sanna), 1994; Storia della Sardegna durante il fascismo, 1995; L’insurrezione di Cagliari del 28 aprile 1794, 1995; La Sardegna negli anni della repubblica. Storia critica dell’autonomia, 1996.

Sotgiu, Giuseppe1 Magistrato, intellettuale (Oristano 1893-Roma 1955). Era pronipote di Salvatorangelo De Ca` alla Biblioteca stro, e nel 1949 dono Universitaria di Cagliari l’epistolario del suo antenato con la corrispondenza riguardante le Carte d’Arborea. Negli

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Sotgiu anni successivi scrisse sulle Carte, nel tentativo di difendere la reputazione del prozio. Tra i suoi scritti: Un’appassionante polemica. Le Carte d’Arborea, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1952; Sulla fal` e sui falsari delle Carte d’Arborea, sita 1953.

mocratica’’: Orientazione laburista, 1945; Un piano per la Sardegna, 1945; Grandezza e decadenza dei Comitati di liberazione, 1945; Giustizia e democrazia, 1945; Socialismo e laburismo, 1945; I giovani, 1946.

Sotgiu, Giuseppe2 Avvocato, giurista, sindaco di Roma (Terranova Pausania 1902-Roma 1980). Figlio dell’avvocato Antonio, che fu sindaco socialista di Terranova nell’immediato primo dopoguerra, aggredito dalla spedizione di una ‘‘squadra d’azione fascista’’ nel dicembre 1922, e fratello di Girolamo, ` in Giurisprudenza a Roma e si laureo ` all’insegnamento universitasi dedico rio, specializzandosi in Procedura civile. Fu autore di numerosi e impor` natanti saggi che gli diedero notorieta zionale. Di idee progressiste, convinto antifascista, durante il ventennio si oc` esclusivamente dei suoi studi e cupo ` professionale. Cadella sua attivita duto il fascismo fu tra i protagonisti della ripresa della vita politica. Nell’a` il settimanale ‘‘Sardegosto 1945 fondo gna Democratica’’, organo del Partito Democratico del Lavoro, di cui S. fu il leader isolano; del comitato di redazione facevano parte Lazzaro Gallus, Tersite Saba, Armando Seu, Alessandro Zipardini; diretto dallo stesso S., ` le pubblicazioni nel marzo 1946. cesso Nel 1946 fu candidato alla Costituente, ma non fu eletto. Negli anni successivi ` dalla politica, pure innon si allontano ` di avvocato, tensificando la sua attivita ` a essere protagonista di che lo porto celebri processi del periodo. Fu eletto consigliere comunale e provinciale di Roma e divenne presidente della Provincia e quindi sindaco della capitale. ` l’impeNegli stessi anni non trascuro ` la rivista ‘‘Elogno culturale e fondo quenza’’. Gli articoli qui di seguito furono tutti pubblicati su ‘‘Sardegna de-

Giuseppe Sotgiu – Il decano degli improvvisatori logudoresi vive oggi ritirato nella sua casa di Bonorva.

Sotgiu, Giuseppe3 Poeta improvvisatore (n. Bonorva 1914). Cresciuto in epoca fascista, ha esordito con un certo ritardo a causa della proibizione delle gare poetiche imposta dal regime. La ` del sua prima esibizione in pubblico e 1939, in un confronto a Foresta Burgos con i colleghi Andrea Ninniri e Tom` maso Pinna. Distintosi per la qualita ` dei suoi versi, fu chiamato sempre piu di frequente a gareggiare con i maggiori improvvisatori di quegli anni, in particolare con Raimondo Piras. Secondo Paolo Pillonca le loro gare restano come modelli di «gare bene ‘‘ragionate’’ e allo stesso tempo capaci di ` in «una divertire», eseguite per di piu ` ». Parte delle lingua di prima qualita sue opere, raccolte con il registratore, sono riportate nei volumi Chentu ’iddas

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Spaciani chentu modas, 1997, e Peppe Sozu, 2003, curati entrambi da P. Pillonca.

Sotgiu, Leontina Religiosa (Sassari 1882-Iglesias 1957). Mistica, terziaria `, pofrancescana, prese i voti di castita ` e ubbidienza; attiva nell’associaverta zione Figlie di Maria, fondata a Sassari da padre Giovanni Battista Manzella, fu al servizio di Giovanni Pirastru, vescovo d’Iglesias. Ebbe il dono delle stimmate, nei venerdı` riviveva con for`. tissimi dolori la passione di Gesu [ADRIANO VARGIU]

Soto Famiglia oristanese di grossi proprietari terrieri (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII. Nel 1779 ottenne il cavalierato eredita` con un Antonio Vito, berio e la nobilta nemerito dell’agricoltura. La sua discendenza si estinse entro la prima ` del secolo XIX. meta

Soto, portale (o Vitu Soto) Portale oristanese in stile barocco piemontese alto 8 m, realizzato in trachite grigia con intarsi di trachite rosa e chiuso da un cancello in ferro battuto elegantemente lavorato. Fu realizzato, probabilmente dal Viana, per Antonio Vito Soto come ingresso a un oliveto nella campagna di Oristano, che nel 1780 ` a sua moglie. dono

Sotomayor, Alfonso Religioso (Car` sec. XVIImona, Spagna, prima meta Barcellona, 1670 ca.). Arcivescovo di Oristano dal 1657 al 1664. Apparteneva all’ordine dei Mercedari, nel quale fece una brillante carriera arrivando a esserne nominato padre generale. Nel 1657 fu nominato arcivescovo di Oristano da papa Alessandro VII e nel 1658 prese possesso della sede. Dopo alcuni anni di fervido impegno, nel 1664 fu trasferito a Barcellona.

Soto Real, Efisio Storico (Nuraminis 1633-Cagliari 1690). Dopo essere entrato nell’ordine degli Scolopi fu ordi-

nato sacerdote e impegnato nell’insegnamento. Fu in diversi collegi a Roma, e successivamente a Napoli, Genova, Macerata e Norcia. Nel 1665 ` in Sardegna per fondare il colletorno gio di Tempio Pausania. Di carattere instabile, non seppe legare con l’ambiente della cittadina gallurese, per cui dopo alcuni anni fu inviato in Spa` l’ordine divenendo gna, dove lascio prete secolare. Tornato in Sardegna, si stabilı` a Cagliari. Tra i suoi scritti: Epitome del Reyno de Cerden ˜ a y de su Corte, 1672; Noticias de el antiguo y esclarescido lin ˜ age de los Castelvis, 1678; Cerden ˜ a y Caller, s.d.

Sozu, Peppe = Sotgiu, Giuseppe Spaan, Adriens Antropologo (n. Olanda, sec. XX). A partire dal 1984 ha lavorato sul Paleolitico in Sardegna; nel 1993 ha partecipato agli scavi della Grotta Corbeddu di Oliena con Sondaar e Klein Hofmeyer. Tra i suoi scritti: Il popolamento della Sardegna nel tardo Pleistocene: nuova acquisizione di un resto fossile umano dalla grotta Corbeddu, ‘‘Rivista delle Scienze preistoriche’’, XLV, 1995; The human colonisation of Sardinia: a late Pleistocene human fossil from Corbeddu Cave, ´ mie des ‘‘Comptes rendues de l’Acade Sciences de Paris’’, 320, II, 1995.

Spaccasassi = Bagolaro Spaciani Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gerrei. Era situato nelle campagne ` Gerrei. Con la capitoladi San Nicolo zione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne assegnata ai conti di Capraia, e alla ` ai giudici di Arloro estinzione passo borea. Nel 1295 Mariano II lo concesse ´ gia ` prima al Comune di Pisa, cosicche ` sotto l’amdella fine del secolo passo ministrazione diretta del Comune. ` a Dopo la conquista aragonese entro

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Spada far parte del Regnum Sardiniae e fu ` Carroz perconcesso in feudo a Nicolo ´ tentasse di pacificarne gli abitanti. che ` da Nicolo ` a Giovanni Nel 1347 passo Carroz; nel 1348 soffrı` a causa della pe` quasi completamente; ste e si spopolo scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` altri danni ` a perdere popolazione fino e continuo a sparire completamente.

Spada, Antonio Francesco Sacerdote, storico della Chiesa (n. Sedilo 1929). Dopo essere stato ordinato sa` diventato pubblicista dal cerdote e 1973 e dirige il periodico della diocesi di Bosa e Alghero ‘‘Dialogo’’. Tra i suoi scritti: Le origini storiche del culto a Costantino Magno, ‘‘Frontiera’’, 2, 1972; La diocesi di Bosa e i suoi vescovi, in Il IX Centenario della Cattedrale di S. Pietro, 1974; Alghero: diocesi dal 1503, ‘‘Dialogo’’, 1, 1984; Bosa: una storia diocesana molto antica, ‘‘Dialogo’’, 1, 1984; Il lago Omodeo ha 60 anni, ‘‘Dialogo’’, 8, 1984; Le relazioni tra la Santa Sede e la Sardegna nel Medioevo, ‘‘Dialogo’’, 1985; Storia della Sardegna cristiana e dei suoi Santi, I. Il primo millennio, 1994; II. Dall’XI al XVII secolo, 1998.

Spada, Costantino Pittore (Sassari 1923-ivi 1973). Autodidatta, fu notato giovanissimo da Filippo Figari che ne ` e lo intuı` subito le grandi possibilita ` a partecipare alla X mostra del invito Sindacato provinciale degli Artisti e Professionisti di Cagliari nel 1939: il sedicenne S. vi ricevette un premio ‘‘d’incoraggiamento’’, bissato alla mostra dei giovani del GUF nel 1940. Entrato nella scuola d’Arte di Sassari, vi si ` . Dall’immediato dopoguerra, diplomo insieme con Libero Meledina, fu tra gli animatori della vita artistica della `. «Impegnati a ricreare con le procitta prie forze l’archetipo dell’artista moderno, S. e Meledina – hanno scritto Giuliana Altea e Marco Magnani – lo

cercano nello scapigliato, nel ribelle, ´mien, alimentando nel tempo nel bohe una vasta aneddotica a base di alcool, risse e frequentazioni eterodosse. La Sassari degli anni Quaranta e Cin` questa scelta con un quanta premiera grado di simpatia e riconoscimento popolare che trova pochi o nessun riscontro in altri centri italiani». Prese parte a mostre in Italia e all’estero e al dibattito sulla cultura negli anni tra il 1950 e il 1960. «La sua pittura rispecchia in ` assimilate nella primo luogo le qualita scuola sassarese: salda composizione, istintivo senso realistico, forte vena disegnativa».

Costantino Spada – Pittore sassarese della generazione che seguı` la seconda guerra ` mondiale, fu artista di grande operosita e di efficacia espressiva.

Spadina Pianta della famiglia delle Iridacee (Gladiolus italicus). Bulbosa, ha fusto cilindrico lungo sino a 70 cm; le foglie sono lineari e i fiori sono riuniti in una spiga corta e densa, su un solo lato dello stelo unilaterale, con nume` una rosi fiori rosso-violetti; il frutto e capsula sferica. Molto diffusa, quasi infestante, cresce nei campi di cereali e fiorisce a fine primavera. Nomi sardi: ` dula (campiispanixedda, spadoni, spa danese); lillu areste (logudorese); lillu ’e sposa (Escolca). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

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Spanedda

Spadolini, Giovanni Storico, uomo politico (Firenze 1925-Roma 1994). Senatore della Repubblica, presidente del Consiglio. Fu essenzialmente un grande giornalista: dal 1955 al 1968 diresse ‘‘Il Resto del Carlino’’ e dal 1968 al 1972 il ‘‘Corriere della Sera’’. Negli ` i suoi studi di storia stessi anni coltivo del Risorgimento, divenendo professore universitario. Segretario del PRI tra il 1979 e il 1987, senatore, ministro, fu presidente del Consiglio dal 1981 al 1982; tra il 1987 e il 1994 presiedette il Senato. Tra i suoi scritti: Il pensiero politico di Giorgio Asproni, in Atti del Convegno nazionale di studi su Giorgio Asproni, Nuoro 1979, 1983.

zione su L’architettura religiosa degli Scolopi e la chiesa di S. Giuseppe a Cagliari, ora anche negli Atti, Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984.

Spanedda, Antonio Microbiologo (Cagliari 1907-ivi 1998). Laureatosi in Medicina, fu per alcuni anni medico condotto a Meana Sardo; nel 1940 intraprese la carriera universitaria: fu allievo di Giuseppe Brotzu, rimanendo a lui vicino negli anni in cui il grande scienziato fece i suoi studi sulla cefalosporina. Negli stessi anni fu direttore dell’Ospedale ‘‘San Giovanni di Dio’’ di Cagliari. Conseguita la libera docenza, divenne professore di Microbiologia ` di Medicina dell’Univernella Facolta ` di Cagliari e diresse l’Istituto di sita Microbiologia dal 1953 al 1977. Nel ` il movimento dell’‘‘Uomo 1945 fondo qualunque’’ a Cagliari. Terminata la carriera accademica, dopo qualche anno di studio e di riflessione fu ordinato sacerdote. Di lui sono rimasti numerosi importanti studi di buon livello scientifico, tra cui L’ospedale di S. Giovanni di Dio di Cagliari 1848-1947, 1947; L’alimentazione dei microrganismi vegetali, 1954.

Spanedda, Francesco Religioso

` Giovanni Spadolini – Come storico si occupo anche del pensiero di Giorgio Asproni.

Spagnesi, Gianfranco Storico dell’architettura (n. Roma, sec. XX). Profes` di Roma, nel 1983 sore nell’Universita ha fatto parte del comitato scientifico del convegno su ‘‘Cultura e arte del ’600 e del ’700 in Sardegna’’, svoltosi a Cagliari. Ha presentato una comunica-

(Ploaghe 1910-Sassari 2001). Vescovo di Bosa dal 1956 al 1979, arcivescovo di Oristano dal 1979 al 1985. Dopo essere ` in stato ordinato sacerdote si laureo Teologia e fu creato canonico del capitolo della cattedrale di Sassari. Nel 1956 fu nominato vescovo di Bosa; nello stesso periodo fece parte della commissione teologica del concilio Vaticano II. Quando nel 1979 la sua diocesi fu unita a quella di Alghero, fu nominato arcivescovo di Oristano. Nel 1985 si dimise per raggiunti limiti `. d’eta

Spanedda, Gavino Storico della Chiesa (n. Ploaghe 1916). Ordinato sa-

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Spano cerdote, ha accompagnato la sua missione religiosa con gli studi sulla storia della Chiesa sarda, in particolare di quella di Ploaghe. Ha dedicato importanti studi anche alla figura di un illustre sacerdote ploaghese, il canonico Giovanni Spano, e ha scritto, fra le altre opere, Chiese e istituzioni di Ploaghe nei secoli XVII-XIX, 1989; Una diocesi sarda del Medioevo: Ploaghe, 1991.

Spano1 Famiglia sassarese di ricchi

`. Agli inizi del secolo XIX della nobilta la famiglia si trasferı` a Oristano, dove si divise in due rami, uno dei quali nel ` dai Valentino i titoli di 1839 eredito conte di San Martino e di barone di Minutadas e si estinse nel secolo XX, ` le tradizioni mentre l’altro continuo della famiglia ed espresse alcuni distinti personaggi come il deputato Francesco. Attualmente risiede a Oristano.

mercanti (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV, quando viveva un Pietro, che sostenne finanziariamente la fase finale della guerra contro ` Doria, per cui gia ` dal 1433 ebbe Nicolo in feudo i territori spopolati di Taniga e Gerito e i salti di Colangios, Nuraghefenu, Mandra Antine nel Cabudabbas. Dopo la caduta del castello di Monteleone, nella divisione che ne seguı` gli furono concessi in feudo i villaggi spo` polati di Modolo e Mositano. Egli pero nel 1445 vendette i due villaggi a Pietro De Ferraria; i suoi figli successivamente ottennero di poter sfruttare alcune saline nella Nurra, ma i loro discendenti, alla fine del secolo, ebbero un tracollo finanziario. La famiglia si estinse agli inizi del secolo XVI.

Spano, Antioco Deputato al Parla-

Spano2 Famiglia di Milis (sec. XIII-esi-

Spano, Benito Geografo (n. Cagliari

stente). Di origine oristanese, le sue notizie risalgono al secolo XIII, quando alcuni dei suoi membri erano compresi nella cerchia dei majorales. Legati alla famiglia giudicale, erano prevalentemente impegnati nel governo della curatoria del Campidano di Milis dove possedevano estese pro` . Caduto il giudicato, si radicaprieta rono a Milis, dove per considerazione pubblica continuarono a essere trattati da nobili e a essere chiamati donnu e donna. Benemeriti dell’agricoltura e in particolare della coltivazione del gelso, nel 1736 ottennero il riconoscimento del cavalierato ereditario e

1926). Allievo di Alberto Mori, dopo la laurea ha intrapreso la carriera uni` professore versitaria. Attualmente e ` di Roma. di Geografia nell’Universita ` Collabora al ‘‘Bollettino della societa geografica italiana’’. Studioso autorevole, ha collaborato per anni al ‘‘Bollet` geografica italiana’’ tino della Societa ` membro di importanti istituzioni ed e culturali. Tra le sue numerose pubblicazioni scientifiche, in alcune affronta problemi che riguardano la Sardegna: fra le altre, La Gallura, collana ‘‘Memorie di Geografia antropica’’, 13, 1958; ` religiosa ed etnica in SardeLa grecita ` bizantina e i suoi rigna, in La grecita

mento subalpino (Oristano, prima ` sec. XIX-?). Di idee liberali, prese meta parte al dibattito sulla ‘‘fusione’’ e nel 1848 fu eletto deputato per la I legislatura del Parlamento subalpino. Successivamente riconfermato per altre tre legislature fino al 1853, nel novembre 1852 si dimise. In Parlamento assunse una certa indipendenza nei confronti della maggioranza governativa; ` nel 1848, con altri deputati sardi, gia aveva presentato un progetto di legge per la revisione delle liquidazioni dei feudi, nel corso delle quali era stato fatto ai feudatari un trattamento eccessivamente favorevole, il cui onere aveva finito per ricadere sulle comu` ‘‘liberate’’. nita

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Spano flessi geografici nell’Italia meridionale e insulare, ‘‘Pubblicazioni dell’Istituto ` di Pisa’’, di Geografia dell’Universita 12, 1965.

Spano, Carlo Geologo e paleontologo (n. Monserrato 1939). Intrapresa la car` divenriera universitaria, nel 1993 e tato professore associato di Paleontologia e di Paleoecologia. Attualmente ` di Scienze insegna presso la Facolta ` di Cagliari. Ricercadell’Universita ` interessato in partore infaticabile, si e ticolare di paleoecologia ed ha pubblicato numerosi lavori scientifici sul tema. Tra i suoi scritti: I musei sardi di Geologia e Paleontologia e di Mineralo` di Cagliari: storia e gia dell’Universita prospettive, ‘‘Museologia scientifica’’, 8, 1992.

Spano, Francesco Magistrato, deputato al Parlamento subalpino (Oristano ` sec. XIX). Dopo 1829-ivi, seconda meta ` in maessersi laureato in Legge entro gistratura e fu giudice del tribunale di Oristano. Di idee liberali, nel 1857 fu eletto deputato per la VI legislatura; ` con la maggioin Parlamento si schiero ranza che sosteneva il governo. Terminata la legislatura nel 1860 non fu rie` pero ` la politica, e tra il letto. Non lascio 1864 e il 1868 fu eletto rappresentante di Oristano nel Consiglio provinciale di Cagliari.

Spano, Giovanni Archeologo (Ploaghe 1803-Cagliari 1878). Fu l’iniziatore degli studi di archeologia scientifica in Sardegna: ma per la straordinaria va` dei suoi interessi culturali puo ` esstita sere considerato il promotore degli studi sardi (e sulla Sardegna) in una larga gamma di ambiti disciplinari. Entrato in Seminario, fu ordinato sacerdote nel 1827. Nel 1831 si trasferı` a ` i suoi studi di antiRoma, dove coltivo chistica, di Sacra Scrittura e di lingue orientali, entrando in contatto con alcuni illustri maestri. Nel 1834 fu nomi-

nato professore di Lingue orientali ` di Cagliari, dove ebbe nell’Universita modo di collaborare con Lodovico ` le sue esploraBaylle. Nel 1835 inizio zioni archeologiche nella necropoli e nell’anfiteatro di Cagliari. Sentı` la ne` di confrontare le sue osservacessita zioni con altri studiosi: questo lo spinse a compiere un lungo viaggio in ` italiane; tornato in Sardediverse citta ` nella sua attivita ` gna nel 1836, continuo ` le prime campagne di scavo in e avvio ` il alcuni siti. Negli stessi anni comincio suo interesse per i problemi della lingua sarda e la sua riflessione sul pro` dei nuraghi. Dopo blema dell’antichita la morte del Baylle, nel 1839 fu nominato anche direttore della Biblioteca ` di Cagliari, alla quale dell’Universita diede un deciso impulso rinnovandone ` una gli ordinamenti. Frattanto inizio polemica col Magistrato degli studi, che rimproverandolo di non curarsi troppo dell’insegnamento della Sacra Scrittura e di dedicarsi ad approfondire cose ritenute inutili (in particolare, la lingua e la poesia sarde) gli ri` lo costrinse nel dusse lo stipendio. Cio 1842 a lasciare la direzione della bi` , fu nominato blioteca; in seguito, pero canonico e dalla sua prebenda trasse i mezzi per continuare a vivere senza eccessive preoccupazioni economiche, dedicandosi ai suoi studi prediletti e intavolando utilissime relazioni con altri studiosi di ogni parte d’Europa (la sua corrispondenza, ora conservata nella Biblioteca Universitaria di Cagliari e in via di pubblicazione a cura ` di di Luciano Carta, comprende piu `a 2500 lettere). Negli stessi anni inizio scavare a Nora, a Ploaghe, a Lanusei e `, ma non trascuro ` anche in altre localita i suoi studi nel settore della lingua, avviando la stesura del suo Dizionario. Con la ‘‘fusione perfetta’’ ebbe delle ` a mantenere la sua predifficolta

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Spano ` nella sua benda, ma tuttavia continuo ` scientifica e negli scavi in diattivita verse parti della Sardegna, acquistando fama internazionale. Nel 1854 fu nominato preside del Ginnasio Santa Teresa (il futuro Liceo‘‘Dettori’’) ` il ‘‘Bullettino Archeologico e fondo sardo’’; nel 1857 divenne rettore del` . Attivissimo, nel 1860 fece l’Universita ` di Letistituire a Cagliari la Facolta ` venne chiusa poco dopo tere, che pero per mancanza di studenti; negli stessi anni diede impulso al ‘‘Bullettino archeologico’’, che uscı` fino al 1865, avvalendosi della collaborazione di studiosi di fama internazionale, e raccolse anche un notevole numero delle sue pubblicazioni (398 articoli). Cessato il suo incarico di rettore nel 1868, ` a occuparsi dei suoi studi, continuo dando vita al periodico ‘‘Scoperte ar` fino al cheologiche’’, che pubblico 1876. Nel 1871 fu nominato senatore del Regno per i suoi grandi meriti scientifici, ma, a pochi mesi dalla ‘‘con` mai a quista’’ di Roma, non si presento Palazzo Madama, pur astenendosi da ogni clamoroso gesto di ripulsa nei confronti d’una nomina che voleva premiare il suo lavoro di archeologo. I suoi scritti sono particolarmente numerosi: Giuseppe Belly. Dati biografici, ‘‘L’Indicatore sardo’’, 1839; Annotazioni al poema istorico di Girolamo Araolla, 1840; Ortografia sarda nazionale, ossia grammatica della lingua logudorese paragonata all’italiana, voll. 2, 1840; Bibbia Mnemonica cum perbrevi sommario, 1841; Annotazioni bibliche sul poema storico sacro del canonico Melchiorre Dore ‘‘Sa Jerusalem victoriosa’’, 1842; Lettera intorno a tre sonetti logudoresi sulla SS. Eucaristia di F. Carboni, 1842; Cenni sopra un frammento di antico diploma militare sardo, 1848; Lettera sopra un epitafio greco sul marmo del R. Museo di Cagliari, 1849; Illustrazione so-

pra un epitafio greco del R. Museo di Cagliari, 1849; Lettera ad Alberto della Marmora sopra alcuni lari militari in ` di bronzo, 1851; Notizie sull’antica citta Tharros, 1851; Notice of the discovers of the ancient city of Tharros, ‘‘Atti della ` archeologica di Londra’’, 1852; Societa Memoria sull’antica Truvine, 1852; Illustrazione di due sigilli sardi antichi, 1852; Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, 1851-1852; Proverbi sardi trasportati in lingua italiana e confrontati con quelli degli antichi popoli, 1852; Lettera al cav. D. Giovenale Vegezzi Ru´scalla sul volgare adagio ‘‘Ge´los Sardo nios’’, «il riso sardonico», 1853; Memoria sopra i nuraghi della Sardegna, 1854; Saggio di filologia sarda comparata sopra il cap. XV del Vangelo di San Luca con annotazioni, 1854; Moneta e statua del Sardopatore, ‘‘Bullettino Archeologico sardo’’, I, 1855 [d’ora in avanti il ` citato semplice‘‘Bullettino’’ sara mente come Bas]; Ultime scoperte, Bas, I, 1855; Sopra una statuetta di Iside in oro trovata in Tharros, Bas, I, 1855; Iscrizioni latine, Bas, I, 1855; Carta antica della Sardegna, Bas, I, 1855; Iscrizione pisana, Bas, I, 1855; Moneta di Ariperto in oro, Bas, I, 1855; Statua di Aristeo in bronzo, Bas, I, 1855; Lapide di Olbia, Bas, I, 1855; Intagli degli scarabei, Bas, I, 1855; Ultime scoperte, Bas, I, 1855; Statuetta di Serapide in bronzo, Bas, I, 1855; Statuetta in bronzo d’un indigente, Bas, I, 1855; Scoperta di un’an` , Bas, I, 1855; Formazione delle tica citta chiese antiche in Sardegna, Bas, I, 1855; Iscrizione sarda di Todorache, Bas, I, 1855; Arme antiche sarde e talismani bellici, Bas, I, 1855; Strade antiche della Sardegna dall’epoca cartaginese e ro` , isole, porti e fiumi, Bas, I, mana, citta 1855; Moneta di Ladislao, Bas, I, 1855; Nuovi sepolcri, Bas, I, 1855; Iscrizione antica cristiana con pesce simbolico, Bas, I, 1855; Lapide fenicia sarda, Bas,

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Spano I, 1855; Se la Sardegna abbia preso il nome da Sardo, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana II, Bas, II, 1856; Medaglia di Sallustio, Bas, II, 1856; Corba egiziana in oro di Tharros, Bas, II, 1856; Ultime scoperte, Bas, II, 1856; Iscrizioni latine, Bas, II, 1856; Stela fenicia di Tharros, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana III, Bas, II, 1856; Nome sito pe` di Cagliari, Bas, rimetro dell’antica citta II, 1856; Scrofe, amuleti di Tharros, Bas, II, 1856; Pendenti sardi ossia orecchini di Tharros, Bas, II, 1856; Amboni dell’antica Cattedrale di Cagliari, Bas, II, 1856; Amuleto con iscrizione fenicia, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana IV, Bas, II, 1856; Dell’arte plastica in ` degli Sardegna, Bas, II, 1856; Antichita scavi di Tharros, Bas, II, 1856; Porta laterale destra della Cattedrale di Cagliari, Bas, II, 1856; Strade antiche della Sardegna nell’epoca cartaginese e romana V, Bas, II, 1856; Coccodrilli, amuleti di Tharros, Bas, II, 1856; Vasetto antico di bronzo sacro ad Esculapio, Bas, II, 1856; Osservazioni sopra il significato del coccodrillo, Bas, II, 1856; Serpenti urei, Bas, II, 1856; Fondazione del R. Museo di Cagliari, Bas, II, 1856; Lucerna antica di bronzo del R. Museo, Bas, II, 1856; Catacombe di Sant’Andrea Abini presso Bonorva, Bas, II, 1856; Amuleti di Tharros e testa di Ammone, Bas, II, 1856; Illustrazione sopra un epitafio greco del R. Museo di Cagliari, Bas, II, 1856; Nome sito e descrizione dell’antica ` di Torres, Bas, II, 1856; Guida del citta Duomo di Cagliari, 1856; Glittica sarda, ossia rivista delle pietre incise trovate in Sardegna, 1856; Studi archeologici in Sardegna, Bas, III, 1857; Ghiande belliche o pietre da fionda, Bas, III, 1857; Amuleto in oro di Tharros, Bas, III, 1857; Descrizione dell’antica Sulcis,

nome e fondazione, Bas, III, 1857; Ultime scoperte, Bas, III, 1857; Iscrizioni latine, Bas, III, 1857; Antico monastero e chiesa di Saccargia, Bas, III, 1857; Amuleti egiziani di Tharros, Bas, III, 1857; Vaso antico scoperto a Tharros, Bas, III, 1857; Schiarimenti e note sull’iscrizione sulcitana, Bas, III, 1857; Escursione nell’antica Cagliari, Bas, III, 1857; Pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, Bas, III, 1857; Stile antico in bronzo, Bas, III, 1857; Antico mosaico della Crucca, Bas, III, 1857; Culto di Bacco in Sardegna, Bas, III, 1857; Dischi e semisfere delle tombe di Tharros, Bas, III, 1857; Statuette, indigeti sardi di bronzo, Bas, III, 1857; Emendazione della lapide di Cesania, Bas, III, 1857; ` di Calmedia, Bas, III, 1857; Ponti Citta antichi sardi e ponte di Torres, Bas, III, 1857; Smalti antichi sardi, Bas, III, 1857; Necropoli dell’antica Florinas, Bas, III, 1857; Sarcofago e iscrizione castriciana, Bas, III, 1857; Cenobio di Sant’Elia in Monte Santo, Bas, III, 1857; Dominio degli Etruschi in Sardegna, Bas, III, 1857; Sarcofagi antichi sardi e sarcofago di Torres rappresentante Orfeo, Bas, III, 1857; Cippo greco di Tharros, Bas, III, 1857; Moneta greca di Torres, Bas, III, 1857; Antico labario sardo di Uta. Appendice, Bas, III, 1857; Urna sepolcrale di Torres, 1857; Storia di Giuseppe, Ebreo raccontata nella Genesi dal cap. 37 fino al cap. 45 colla versione sarda. Con note e parafrasi in sestine, 1857; Il Vangelo di S. Matteo, volgarizzato in dialetto sardo logudorese, 1858; Notizie storico-critiche intorno all’antico episcopato di Sorres, ricavate da un autografo manoscritto del sec. XV, 1858; Sardegna sacra e le antiche diocesi, Bas, IV, 1858; Stele mortuarie di bronzo, Bas, IV, 1858; Vasi fittili sardi, Bas, IV, 1858; Monumenti romani di Austis, Bas, IV, 1858; Ultime scoperte, Bas, IV, 1858; Ornamenti e amuleti in oro di Tharros,

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Spano Bas, IV, 1858; Vasellino raro di terracotta, Bas, IV, 1858; Ripostigli di monete antiche ritrovati in Sardegna, Bas, IV, 1858; Iscrizioni latine, Bas, IV, 1858; Monete sardo-puniche, Bas, IV, 1858; Ornamenti e amuleti in oro di Tharros, Bas, IV, 1858; Studi archeologici in Sardegna, Bas, IV, 1858; Scoperta di un sarcofago frammentato, Bas, IV, 1858; Scavi e anti` di Terralba, Bas, IV, 1858; Anelli chita crinali di Tharros, Bas, IV, 1858; Chiesa e Badia di San Michele di Salvenero, Bas, IV, 1858; Iscrizione di Lucifero, Bas, IV, 1858; Statuette in terracotta di Tharros, Bas, IV, 1858; Antichi mosaici sardi, Bas, IV, 1858; Sarcofago antico del santuario di Cagliari, Bas, IV, 1858; Annotazioni all’iscrizione della colonna votiva ad Ercole e notizie di altri suoi monumenti, Bas, IV, 1858; Orfeo mosaico sardo esistente nel Museo egiziano di Torino, Bas, IV, 1858; Osservazioni sopra una statua, Bas, IV, 1858; Scoperta di un nuovo propretore della Sardegna, Bas, IV, 1858; Schiarimenti sull’urna di Caio Vetulio, Bas, IV, 1858; Erma di Bacco biforme, Bas, V, 1859; Acquidotto romano di Porto Torres ed iscrizione di T. Flavio Giustino, Bas, V, 1859; Sarcofago romano nel santuario di Cagliari, Bas, V, 1859; Furto di denaro antico, Bas, V, ` di Decimo, 1859; Sarcofago e antichita Bas, V, 1859; Anelli antichi sardi, Bas, V, 1859; Aquae Neapolitanae, ossia Bagni di Sardara, Bas, V, 1859; Vasi fittili sardi, Bas, V, 1859; Ultime scoperte, Bas, V, 1859; Iscrizioni latine, Bas, V, 1859; Fibule antiche di bronzo, Bas, V, 1859; Osservazioni e note sopra il sarcofago di Petronilla trovato in Decimo, Bas, V, 1859; Anelli antichi sardi, Bas, V, 1859; Significato delle ali col disco negli scarabei, Bas, V, 1859; Nuova interpretazione della stela fenicia di Tharros, Bas, V, 1859; Statuette egizie in avorio, Bas, V, 1859; Andrea Lusso pittore sardo del sec. XVI. Tela nella villa di Martis, Bas,

V, 1859; Bronzi olbiani ossia illustrazione di alcune figure in bronzo trovate ` di vicino ad Olbia, Bas, V, 1859; Antichita Sestu, Bas, V, 1859; Terme antiche e acque termali in Sardegna, Bas, V, 1859; Lettera ad Alberto della Marmora e sua risposta sopra un frammento di colonna miliaria, Bas, V, 1859; Statuetta citistica da Tharros, Bas, V, 1859; Chiodi di bronzo e di ferro che si trovano nelle sepolture, Bas, V, 1859; Descrizione dell’antica Neapolis, Bas, V, 1859; Giovanni Muru pittore sardo del sec. XVI. Tavole nella chiesa di Ardara, Bas, V, 1859; Ceramica greca e etrusca dipinta trovata in Sardegna, Bas, V, 1859; Sarcofago greco del R. Museo di Cagliari, Bas, V, 1859; Altri due sarcofagi sardi, Bas, V, 1859; Statuetta di terracotta di Tharros, Bas, V, 1859; Ambra che trovasi nei sepolcri, Bas, V, 1859; Urne cinerarie di vetro scoperte in Tharros, Bas, V, 1859; Sopra due sigilli sardi del Medio Evo, Bas, V, 1859; Testo ed illustrazioni di un codice cartaceo del sec. XV contenente le leggi doganali e marittime del porto di Castel ` Doria e la Genovese ordinate da Nicolo ` di fondazione e storia dell’antica citta Plubium, 1859; Nuova carta della Sardinia antiqua del Cav. Della Marmora, Bas, VI, 1860; Fuso antico di avorio, Bas, VI, 1860; Ardara e la sua chiesa, antica reggia dei giudici di Torres, Bas, VI, 1860; Unguentari e la cosmetica delle donne, Bas, VI, 1860; Ultime scoperte, Bas, VI, 1860; Iscrizioni latine, Bas, VI, 1860; Assi romani ed i loro multipli, Bas, VI, 1860; Situazione delle chiese antiche, Bas, VI, 1860; Tombe dell’antica Trabine, Bas, VI, 1860; Cinocefali amuleti di Tharros, Bas, VI, 1860; Bronzi sardi figurati, Bas, VI, 1860; Statuetta in bronzo di una Flora, Bas, VI, 1860; Chiesa cattedrale dell’antica Bisarcio, Bas, VI, 1860; Piccoli bronzi sardi, Bas, VI, 1860; Monumenti sardi in forma di botte, Bas, VI, 1860; Ripostiglio di mo-

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Spano nete romane, Bas, VI, 1860; Diota greca con nuovo eponimo, Bas, VI, 1860; Pesi ` di antichi sardi, Bas, VI, 1860; Antichita Samugheo, Bas, VI, 1860; Lapide greca ` di di Tharros, Bas, VI, 1860; Antichita Gethilon presso Sorso, Bas, VI, 1860; ` di Cerico ed iscrizione romana, Citta ` di Olbia e sua Bas, VI, 1860; Antica citta cattedrale, Bas, VI, 1860; Escavazioni fatte in Cornus, Bas, VI, 1860; Iscrizione antica di Fordongianus, Bas, VI, 1860; ` sarde, Bas, VI, Collezioni d’antichita 1860; Descrizione di Forum Traiani, ` di Olbia e sua Bas, VI, 1860; Antica citta cattedrale, Bas, VI, 1860; Statuetta canefora in bronzo, Bas, VI, 1860; Disco di Tharros con iscrizione fenicia, Bas, VI, 1860; Catalogo della raccolta di archeologia sarda del can. Giovanni Spano da ` di Calui donata al Museo di Antichita gliari, Parte I, 1860; Profezia di Giona, volgarizzata in dialetto sardo logudorese, 1861; Il Cantico dei Cantici di Salomone, volgarizzato in dialetto sardo centrale. Su canticu de sos canticos de Salomone, 1861; Pitture antiche a fresco e storia artistica sarda, Bas, VII, 1861; Aquedotto romano di Porto Torres ed iscrizione di T. Flavio Giustino, Bas, VII, ` sarde, 1861; Sui campidogli delle citta Bas, VII, 1861; Nuove monete di Guglielmo d’Arborea, Bas, VII, 1861; Geografia antica: Valeria, Bas, VII, 1861; Nota sul titolo di protospatario, Bas, VII, 1861; Ultime scoperte, Bas, VII, 1861; Iscrizioni latine, Bas, VII, 1861; Iscrizioni puniche, Bas, VII, 1861; Scavazioni fatte fin dai tempi antichi nelle ` , Bas, VII, 1861; Pitture andistrutte citta tiche a fresco e storia artistica sarda, Bas, VII, 1861; Amuleti sardi con l’occhio di Iside, Bas, VII, 1861; Dipinti originali che si conservano nel Palazzo rettorale di Ploaghe, Bas, VII, 1861; Sul senso della voce ‘‘Fidelis’’ nelle lapidi, Bas, VII, 1861; Sul senso delle ali nelle rappresentazioni egiziane, Bas, VII,

1861; Antica Cattedrale di Santa Giusta, Bas, VII, 1861; Abraxi sardi o pietre gnostiche, Bas, VII, 1861; Castello di Medusa, Bas, VII, 1861; Contromarche di alcune monete antiche, Bas, VII, 1861; Studi archeologici in Sardegna, Bas, VII, 1861; Tavola della chiesa di Loreto in Ozieri, Bas, VII, 1861; Iscrizione fenicia di Sulcis, Bas, VII, 1861; Scoperta di preziosi oggetti d’oro in Olbia, Bas, VII, 1861; Lapide cristiana da un autografo del Colombino, Bas, VII, 1861; Marmo greco con alto rilievo, Bas, VII, 1861; An` cristiane di Assemini, Bas, VII, tichita 1861; Trittico antico della Cattedrale, Bas, VII, 1861; Scavi fatti presso S. Giu` di sta, Bas, VII, 1861; Moneta e antichita Usellus, Bas, VII, 1861; Spiegazione di un diaspro antico, Bas, VII, 1861; Ag` di giunta all’ubicazione della citta Eden, Bas, VII, 1861; Nota sull’iscrizione miliaria di Neapolis, Bas, VII, 1861; Anello ebreo di bronzo, Bas, VII, 1861; Nuovo scarabeo sardo, Bas, VII, 1861; Scarabei con scene di guerrieri in ginocchio, Bas, VII, 1861; Sul senso delle mosche e delle api negli scarabei, Bas, VII, 1861; Moneta federale del Sardus Pater, Bas, VII, 1861; Vasi rotondi egiziani, Bas, VII, 1861; Notizie sull’antica ` di Tharros, Bas, VII, 1861; Guida citta ` e dei contorni di Cagliari, della citta 1861; Illustrazione di una base votiva in bronzo con iscrizione trilingue latina, greca e fenicia trovata in Pauli Gerrei, con appendice di Amedeo Peyron, ‘‘Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino’’, XX, serie II, 1862; Moneta con nuova contromarca, Bas, VIII, 1862; Anfiteatro di Cagliari e spettacoli che in esso si tenevano, Bas, VIII, 1862; Iscrizione di Furtei, Bas, VIII, 1862; Ultime scoperte, Bas, VIII, 1862; Iscrizioni latine, Bas, VIII, 1862; Antica chiesa di Santa Maria di Uta, Bas, VIII, 1862; Deposito di antiche monete puniche d’oro, Bas, VIII, 1862; Specchi di

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Spano bronzo degli antichi, Bas, VIII, 1862; Sigilli figulini in forma di piede umano, Bas, VIII, 1862; Anfiteatro di Cagliari e spettacoli che in esso si tenevano, Bas, VIII, 1862; I Barbaricini e gli Iliesi, Bas, VIII, 1862; Epitafio sardo scoperto nella via latina, Bas, VIII, 1862; Lucerne antiche in bronzo, Bas, VII, 1862; Lucerna antica con iscrizione di capo d’anno, Bas, VIII, 1862; Bolli figulini di Decimo, Bas, VIII, 1862; Cippi sepolcrali in forma d’ara, Bas, VIII, 1862; Sul titolo di Cesarius nelle iscrizioni antiche, Bas, VIII, 1862; Antica cattedrale di S. Pantaleo, Bas, VIII, 1862; Domenico Pollini miniatore sardo del XV sec., Bas, VIII, 1862; Moneta con una nuova contromarca, Bas, VIII, 1862; Spilli crinali, ` di vetri che si Bas, VIII, 1862; Quantita trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Conservazione dei monumenti antichi, Bas, VIII, 1862; Iscrizioni antiche, Bas, VIII, 1862; Miniere sarde nei tempi anti` chi, Bas, 1862; Raccolta di antichita sarde, Bas, VIII, 1862; Bolle appese ai Lari?, Bas, VIII, 1862; Serpenti che si vedono scolpiti nelle tombe, Bas, VIII, 1862; Significato della leggenda Conob nelle monete bizantine, Bas, VIII, 1862; Monete antiche bucate che si trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Vasi antichi che si trovano nei sepolcri, Bas, VIII, 1862; Scavi praticati nei tempi antichi, Bas, VIII, 1862; Sopra i nuraghi della Sardegna, Bas, VIII, 1862; Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese. Storiche e profane, sacre e didattiche, voll. 2, 1863; Profezia di Giona, volgarizzata in dialetto sardo sassarese, 1863; Il libro di Ruth volgarizzato in dialetto sardo sassarese impensis L.L. Bonaparte, 1863; Il Cantico dei Cantici di Salomone, volgarizzato in dialetto sardo settentrionale sassarese, 1863; Sarcofago romano di Torres, Bas, IX, 1863; Antica chiesa di Suelli, Bas, IX, 1863; L’arte di gioielleria presso antichi

orefici sardi, Bas, IX, 1863; Moneta contromarcata, Bas, IX, 1863; Moneta coloniale di Metalla, Bas, IX, 1863; Amuleti antichi, Bas, IX, 1863; Serie di consoli, presidi, pretori e propretori coi questori romani che governarono la Sardegna, Bas, IX, 1863; Ultime scoperte, Bas, IX, 1863; Iscrizioni latine, Bas, IX, 1863; Nuova stela fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Anello d’oro con iscrizione punica, Bas, IX, 1863; Scoperta di uno scarabeo in argento, Bas, IX, 1863; Nuovi scavi di Tharros, Bas, IX, 1863; Alcuni oggetti di ` di raccolta particolare, Bas, antichita ` IX, 1863; Scoperte fatte nell’antica citta di Blubium, Bas, IX, 1863; Nuovi sigilli di manubri di diote greche, Bas, IX, ` di Muru de Bangius, 1863; Antichita Bas, IX, 1863; Amuleti diversi egiziani, ` di Sagama, Bas, Bas, IX, 1863; Antichita IX, 1863; Sopra il pane di piombo del tempo di Adriano, Bas, IX, 1863; Pietre incise trovate in Sulcis, Bas, IX, 1863; Rara iscrizione sopra tavoletta di bronzo, Bas, IX, 1863; Seconda iscrizione fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Nuovi oggetti da Tharros, Bas, IX, 1863; Sul titolo di Merre dato ad Esculapio nell’iscrizione trilingue di Pauli Gerrei, Bas, IX, 1863. Ultime scoperte, Bas, IX, 1863; Amuleti diversi egiziani, Bas, IX, ` di Nora, Bas, IX, 1863; 1863; Antica citta Terza lapide fenicia di Tharros, Bas, IX, 1863; Scarabei con simbolo del fuoco, Bas, IX, 1863; Carta della Sardegna secondo gli antichi suoi quattro giudicati, Bas, X, 1864; Scarabei di Tharros, Bas, X, 1864; Sarcofago antico recentemente scavato nel camposanto, Bas, X, 1864; Dell’uso dei campanelli presso gli antichi, Bas, X, 1864; Vaso etrusco figurato scoperto a Tharros, Bas, X, 1864; Specchio antico di bronzo, Bas, X, 1864; Talismano cabalistico in oro, Bas, X, 1864; Ultime scoperte, Bas, X, 1864; Iscrizioni ` latine, Bas, X, 1864; Origine ed antichita delle campane, Bas, X, 1864; Anello cri-

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Spano stiano di Sulcis, Bas, X, 1864; Sindia e Santa Maria di Corte ossia Cabu Abbas, Bas, X, 1864; Oggetti figurati e simboli cristiani, Bas, X, 1864; Edicola in bronzo del R. Museo, Bas, X, 1864; Monili ossiano collane di Tharros, Bas, X, 1864; San Mauro di Sorgono, Bas, X, 1864; Fibule cristiane antiche, Bas, X, 1864; An` di Tonara, Bas, X, 1864; Antichita ` tichita di Tuppa e Turri di Gesturi, Bas, X, 1864; ` di Usellus, Bas, X, Scavi e antichita 1864; Vetri antichi cristiani, Bas, X, ` di Maracalagonis, Bas, 1864; Antichita ` cristiane di Scano, X, 1864; Antichita Bas, X, 1864; Tessera o moneta ossidionale di vetro trovata in Posada, Bas, X, 1864; Del codice d’Arborea donato alla ` di Cagliari Biblioteca della R. Universita dal maggiore d’artiglieria Cesare Garneri, Bas, X, 1864; Cesoie sarde trovate in Biora e in Tharros, Bas, X, 1864; Stadere antiche sarde, Bas, X, 1864; Uso dei pezzi cilindrici d’osso forati. Stadere antiche sarde, Bas, X, 1864; Storia e descri` di Cornus, Bas, X, zione dell’antica citta 1864; Iscrizioni greche, Bas, X, 1864; Cosa erano le ‘‘virghae sardorum’’, Bas, X, 1864; Pentacoli, ossiano amuleti in oro, argento e bronzo, Bas, X, 1864; Sopra due stele cufiche del R. Museo di Ca` della magliari, Bas, X, 1864; Antichita struca sarda, Bas, X, 1864; Armille ossiano braccialetti antichi, Bas, X, 1864; Scheda membranacea, Bas, X, 1864; Iscrizione di S. Paolo, Bas, X, 1864; Oristano e la sua antica cattedrale, Bas, X, 1864; Mnemosine sarda ossia ricordi e memorie di vari monumenti antichi, 1864; Cenni biografici del conte Alberto Ferrero della Marmora ritratti dalle scritture autografe, 1864; Dell’arte plastica in Sardegna, 1865; Catalogo della raccolta archeologica sarda del can. E.S. ` di da lui donata al Museo di antichita Cagliari. Parte I e Parte II: monete e medaglie, 1865; Vangelo di S. Matteo, volgarizzato in dialetto sardo sassarese,

1866; Memoria sopra alcuni idoletti di bronzo trovati nel villaggio di Teti e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1865, 1866; Notizie storiche ` Canelles documentate intorno a Nicolo primo introduttore dell’arte tipografica in Sardegna, 1866; Lettera al cav. Carlo Carta, 1866; Memoria sopra l’antica ` di Gurulis Vetus oggi Padria e scocitta perte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1866, 1867; Tavola di bronzo trovata ad Esterzili illustrata dal canonico Giovanni Spano, ‘‘Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino’’, XXV, serie II, 1867; Gioielleria religiosa sarda, ‘‘Annuario statistico e Calendario generale dell’isola di Sardegna per l’a. 1867’’, 1867; Cenni sulla vita del teologo Antonio Manunta di Osilo prebendario nella cattedrale di Cagliari, 1867; Storia e descrizione dell’Anfiteatro romano di Cagliari, 1868; Memoria sopra ` Doria una moneta finora unica di Nicolo conte di Monteleone e signore di Castelgenovese e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1867, 1868; Storia e descrizione di un crocione antico in argento del Duomo di Cagliari e di altre opere sarde di oreficeria antica, 1868; Note sarde e ricordi, 1868; Appendice itinerario antico della Sardegna con carta topografica, colle indicazioni delle ` , oppidi, isole e fiumi, 1869; strade, citta Memoria sopra una lapide terminale trovata in Sisiddu presso Cuglieri e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1868, 1869; Storia e necrologio del Campo Santo di Cagliari, 1869; Abbecedario storico degli uomini illustri sardi scoperti ultimamente nelle pergamene codici ed in altri monumenti antichi con appendice dell’itinerario della Sardegna, 1869; Catalogo delle monete dei reali di Savoia re di Sardegna che fanno seguito al catalogo delle monete antiche, 1869; Memoria sulla badia di Bonarcadu e scoperte archeologiche fat-

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Spano tesi nell’isola in tutto il 1869, 1870; Storia dei pittori sardi e catalogo descrittivo della privata pinacoteca del can. Giov. Spano, 1870; Acque termali di S. Saturnino presso Benetutti, 1870; Memorie sopra l’antica cattedrale di Ottana e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1870, 1871; Paleoetnologia ` preistorica segnata nei sarda ossia l’Eta monumenti che si trovano in Sardegna, 1871; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1871, 1872; Memoria sopra l’antica Cattedrale di Galtellı` e scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1872, 1873; Sopra le rare monete sarde della zecca di Bosa, ‘‘Periodico di Numismatica e Sfragistica per la Storia d’Italia’’, V, 1873; Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto, 1873; Memoria sull’antico oppido di Geremeas, 1873; Vocabolario sardo geografico, patronimico ed etimologico, 1873; Lettera al conte Baudi di Vesme intorno ad un diploma militare sardo, ‘‘Atti dell’Accademia di Scienze di Torino’’, IX, 1873-74; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1873, 1873; Storia della zecca sarda, 1874; Emendamenti e aggiunte all’‘‘Itinerario dell’isola di Sardegna’’ del conte Alberto della Marmora, 1874; Monetazione in Sardegna di Carlo VI, imperatore, ‘‘Periodico di Numismatica e Sfragistica’’, 1874; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1874, 1874; Lettera al conte Carlo Baudi di Vesme intorno ad alcune anti` sarde riportate da corrispondenze chita dei due illustri fratelli Domenico e Carlo Promis, ‘‘Atti della Accademia di Scienze di Torino’’, X, 1875; Le delizie delle torture in Sardegna nel sec. XVI, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Scoperte archeologiche fattesi nell’isola nel 1875, 1875; Gli Ebrei in Sardegna, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Rivoluzione di Bono nel 1796 e spedizione militare, ‘‘Rivista

sarda’’, II, 1875; Iscrizioni figulinarie sarde raccolte e illustrate, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Postilla alla storia degli ebrei in Sardegna, ‘‘Rivista sarda’’, II, 1875; Processo per una nuova veste, ‘‘Stella di Sardegna’’, I, 1, 1875; Il conte Alberto La Marmora, la sua vita e i suoi lavori in Sardegna, la medaglia fatta coniare in di lui onore dal municipio di Cagliari, 1875; Storia della chiesa di Santa Greca presso Decimo Manno, 1876; L’an` della mitra di Sassari, ‘‘Stella di tichita Sardegna’’, II, 12, 1876; Asinara, sua colonia fallita, ‘‘Stella di Sardegna’’, II, 4, 1876; Iniziazione ai miei studi. Memorie, 1876; La Nurra e i barbareschi, ‘‘Stella di Sardegna’’, II, 20, 1876; Scavi nel giardino Nurchis della casa degli stucchi di Cagliari, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1876; Scavi nella casa di Tigellio, chita ` ’’, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1876; Scoperte archeologiche fattesi in Sardegna in tutto l’anno 1876, 1876; Invasione dei pirati tunisini avvenuta in ` sarda’’, 9, Carloforte il 1798, ‘‘Gioventu ` sarde, 1876; Studi sopra le antichita ‘‘Stella di Sardegna’’, IV, 1877; Ritratto di Eleonora d’Arborea, ‘‘Stella di Sarde` Campo gna’’, IV, 1877; Scavi in localita Viale. Cagliari, ‘‘Notizie degli Scavi di ` ’’, 1877; Bosa vetus, 1878; Il paAntichita dre di un arcivescovo turritano, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Sulla patria di S. Eusebio, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878; Lo stemma di Sardegna colle quattro teste dei mori, ‘‘Stella di Sardegna’’, V, 1878. Negli ultimi decenni molte di queste opere sono state riproposte in edizione anastatica o in nuova edizione, tanto che S. rimane, a quasi un secolo e mezzo dalla morte, uno degli ` presenti nel catalogo dei liautori piu bri d’argomento sardo. Tra le edizioni anastatiche si possono ricordare quella dell’Ortografia sarda nazionale, 1974, e quella del Vocabolario italianosardo e sardo-italiano, 1981, ancora

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Spano molto utilizzato sino alla comparsa dei nuovi vocabolari di Pietro Casu, Enzo Espa, Mario Puddu e Tonino Mario Rubattu; tra le nuove edizioni l’autobiografica Iniziazione ai miei studi, a cura di Salvatore Tola, 1997, e le Canzoni popolari di Sardegna, voll. 4, sempre a cura di Tola, 1999.

Spano, Giovanni Battista Militare, deputato al Parlamento subalpino (sec. XIX). Ufficiale di nobile famiglia oristanese, prese parte attiva agli avvenimenti che portarono alla ‘‘fusione’’ nel 1848. Nel 1849 fu eletto deputato per la II legislatura del Parlamento subalpino, ma l’elezione non fu convalidata per lo scioglimento della Camera; subito dopo fu rieletto per la III e per la IV, ma nel 1850, essendo stato promosso maggiore, gli venne revocato il mandato. In seguito prese parte con valore alle guerre dell’indipendenza italiana. Tra i suoi scritti: Abusi dopo il riscatto dei feudi, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Sul commercio della Sardegna, ‘‘L’Indipendenza italiana’’, 1849; Sulla leva militare e sulla sua applicazione alla Sardegna. Ragionamento, 1851.

`. riera amministrativa delle Universita Nel corso degli anni si trasferı` a Roma, dove giunse al grado di direttore ammi` ‘‘La Sanistrativo dell’Universita ` comunque a occupienza’’. Continuo parsi di teatro e scrisse diversi lavori, alcuni dei quali ambientati in Gallura nel mondo dei pastori e ottenne un crescente successo; alcuni dei suoi lavori furono tradotti in spagnolo e rappresentati frequentemente. Negli ultimi anni scrisse anche Storia dell’Univer` di Roma, che ebbe un certo sucsita cesso. Tra i suoi scritti: Il dubbio, 1908; L’uragano sulla tanca, dramma in tre atti, 1926; Cinghialetto, dramma sardo, ‘‘Il Nuraghe’’, VI, 4-5, 1928.

Spano, Ottavio Senatore della Repubblica (n. Olbia 1923). Socialista, dal 1975 al 1983 fu eletto consigliere pro` volte assesvinciale di Sassari e piu sore ai Lavori pubblici; nel 1983 fu eletto senatore per la IX legislatura repubblicana. Al termine della legislatura non fu riconfermato.

Spano, Pietro Religioso (Sassari, se-

1845-monte Suello 1866). Rimasto orfano quando era ancora bambino, fu avviato dai parenti a fare il capraio. Saputo che Garibaldi, che era stato amico di suo padre, era a Caprera, si ` nell’isola e fu assunto come careco praio dall’eroe. Scoppiata la guerra del 1866, volle seguirlo in Trentino e ` suo attendente. Garibaldi lo nomino ` la morte combattendo valorosaTrovo mente a monte Suello nel 1866.

` sec. XIV-ivi 1448). Arciveconda meta scovo di Torres dal 1422 al 1441 e di Sassari dal 1441 al 1448. Canonico turritano di grande prestigio, nel 1422 fu nominato arcivescovo di Torres, ma di fatto ormai la curia era stata spostata da tempo a Sassari, dove risiedeva anche l’arcivescovo. Nel 1427 unı` alla diocesi l’abbazia di San Pietro di Silki e dal 1441 fu il primo vescovo turritano a farsi chiamare arcivescovo di Sassari. ` un importante siNel 1442 convoco nodo di cui ci rimangono gli atti, scritti in sardo logudorese.

Spano, Nicola Funzionario universita-

Spano, Salvatorangelo Uomo poli-

rio, autore di teatro (Tempio 1883Roma 1949). Di idee socialiste, quando era ancora studente a Cagliari, nel 1906, istituı` il Teatro sociale, che riscosse un qualche successo. Laurea` nella cartosi in Giurisprudenza, entro

tico, scrittore di teatro (Villacidro 1925-ivi 2004). Consigliere regionale, presidente della Regione sarda. Cattolico impegnato, fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana in Sardegna. Giovanissimo, nel 1953 fu eletto consi-

Spano, Luca Garibaldino (Tempio

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Spano gliere regionale del suo partito per la II legislatura nel collegio di Cagliari. Successivamente fu riconfermato per altre cinque legislature fino al 1979; negli anni della sua permanenza in Consiglio fu attivissimo; dal dicembre 1963 all’agosto 1965 fu assessore ai Lavori pubblici nella terza giunta di Efisio Corrias e dall’agosto 1965 al giugno ` in diverse 1969 assessore alla Sanita giunte nell’arco dell’intera V legislatura. Dal marzo all’ottobre 1972 fu presidente di una Giunta regionale e successivamente dal gennaio al luglio 1973 nuovamente assessore alla Sa` . Cessato l’impegno politico, si imnita ` ecclesiali e riprese merse nelle attivita a scrivere gustose commedie in lingua sarda ottenendo diversi riconosci` di Ozieri’’ menti tra cui il premio ‘‘Citta nel 1982. Nel 1991 fu ordinato diacono. Tra i suoi scritti, quasi tutti opere di teatro, S’arropapaneri, 1978; Sa vid’e Gesu Gristu a sa manera nostra, sonetti, 1981; Su parenti americanu, 1983; Sa ` torrau bottega de zia Cadania, 1983; E Licu, 1984; Perd’e Sali, poesie, 1989.

Spano, Velio Uomo politico (Teulada 1905-Roma 1964). Deputato alla Costituente, senatore della Repubblica. Maturato nell’ambiente operaio di Guspini, aderı` al fronte antifascista. Si trasferı` per gli studi universitari a Roma, dove divenne un dirigente del Partito Comunista Italiano. Inviato a Torino, vi fu arrestato nel 1927 e condannato a cinque anni di carcere; dopo ` , muovenaver scontato la pena emigro dosi in vari paesi per tenere i contatti fra gruppi clandestini e animare la resistenza al fascismo in diversi luoghi d’Europa: durante la guerra d’Etiopia ` nel Canale di Suez e ai confini opero dell’Abissinia facendo propaganda antifascista e anticoloniale fra le truppe, quindi, a partire dal 1936, fu in Spagna, ` Radio Barcellona, che tradove animo

smetteva verso l’Italia, in italiano, le parole d’ordine dei difensori della Repubblica legittima. Tornato in Tunisia (dove intanto aveva conosciuto la futura moglie, Nadia Gallico), vi fu condannato a morte, in contumacia, in due ´diverse occasioni, dai tribunali di Pe tain. Nel 1943 fu tra i primi a tornare in Italia, dove fu tra i protagonisti della riorganizzazione del partito nel Sud. Dopo la liberazione di Roma divenne ` ’’ e prese contatti direttore de ‘‘l’Unita con gli antifascisti sardi, riorganizzando il partito nell’isola. Nel 1946 fu nominato sottosegretario all’Agricoltura nel governo De Gasperi. Eletto alla Costituente, divenne senatore di diritto nella I legislatura, e venne rieletto fino alla IV legislatura durante la quale morı`. Quando era stato inviato nell’isola, aveva dovuto imporre al partito la linea di Togliatti, che era quella dell’integrazione del partito nel sistema politico nazionale (a cominciare ` nella lotta di dalle ragioni dell’unita Liberazione, obiettivo primario del PCI) e, in Sardegna, il passaggio da una posizione di diffidenza classista nei confronti della rivendicazione dell’autonomia regionale a una interpretazione di essa come strumento di sviluppo della classe operaia e del proletariato isolano. Tra i suoi scritti: Gram` una delle sci sardo, in Gramsci, 1938 [e prime interpretazioni ‘‘sardistiche’’ del personaggio, a un anno dalla sua morte]; Volpi in marsina nella vigna ` ’’, 1944; L’unita ` del posarda, ‘‘l’Unita polo sardo nella lotta per la sua redenzione, ‘‘Rinascita’’, 2, 1944; I lavoratori sardi e l’autonomia, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; Sardegna in piedi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1945; Il trionfo del sardismo, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Ente regione in Sardegna?, ‘‘Il Lavoratore’’, 1946; Contadini in piedi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; La democrazia non e` un carciofo, ‘‘Il Lavo-

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Spanu ` cardinali dei deratore’’, 1947; Le virtu mocratici sardi, ‘‘Il Lavoratore’’, 1947; `’’, Regionalismo democristiano, ‘‘l’Unita 1948; Contro il cretinismo paternalistico, ‘‘Il Lavoratore’’, 1948; L’autonomia dei partiti e l’avvenire della Sardegna, ‘‘Il Lavoratore’’, 1948. Molti degli scritti politici sono raccolti nell’anto` del popolo sardo (a logia Per l’unita cura di Antonello Mattone), pubblicato a Cagliari nel 1978; per la stessa collana di ‘‘Testi e documenti per la storia dell’antifascismo sardo’’ Mattone ha scritto una documentata biografia di Velio Spano. Vita di un rivoluzionario di professione, 1978.

Spano Gallico, Nadia Politica (Tunisi 1916-Roma 2006). Deputata alla Costituente e al Parlamento repubblicano. Appartenente a una famiglia ebrea antifascista che risiedeva a Tunisi dalla ` dell’Ottocento, venne in seconda meta Italia per studiare e laurearsi in Farmacia negli anni Trenta. In Tunisia co` nel 1939. nobbe Velio Spano, che sposo Dopo gli anni drammatici seguiti alla caduta della Francia e al passaggio ´ tain della Tunisia sotto il governo di Pe (Velio Spano fu condannato a morte in contumacia per due volte; Nadia, an` sovverche lei condannata per attivita siva, conobbe il campo di concentramento), allo sbarco degli Alleati poterono tornare in Italia, e dopo la liberazione di Roma G.S. fu responsabile delle donne del PCI a Roma e provin` a lungo in Sardegna, cia. Soggiorno dove fu incaricata di organizzare il movimento femminile comunista. Candidata in Sardegna, fu eletta all’Assemblea costituente nel giugno 1946 e quindi riconfermata per due legislature, dal 1948 al 1958, alla Camera dei deputati. Dopo la precoce scomparsa ` a occuparsi di podel marito, continuo litica e a testimoniare nella sua veste di ‘‘madre della Costituzione’’. Mo-

rendo nel gennaio 2006, ha lasciato un interessante libro di memorie, uscito subito dopo la sua scomparsa: il titolo ´ k significa in tunisino ‘‘beneMabru detto’’, segno di augurio per occasioni liete. Il sottotitolo dice, giustamente, ‘‘Ricordi di un’inguaribile ottimista’’.

Spanu, Antonella Pittrice (n. Mogoro 1974). Vive e lavora a Torino. Nelle opere di S., artista della nuova generazione il ‘‘filo’’ e la sua domestica applicazione, il cucire, sono la cifra fon` stato scritto – «di un persodante – e nale e riconoscibile linguaggio poetico ed estetico, al tempo metafora e pretesto per una riflessione condotta lungo le trame del quotidiano, seguendo il dipanarsi dei tanti momenti del vivere umano che tessono il reticolo fitto della vita: il suo procedere e le soste, le scelte e i cambiamenti, le fratture e il ricomporsi, i ritorni e gli abbandoni, gli ondivaghi ritmi incatenati del tempo. Il tutto interpretato e narrato con delicato senso di ironia e critica autoironica.

Spanu, Costantino Principe gallurese (sec. XII). Era probabilmente figlio del ` Sugiudice Comita di Gallura. Sposo sanna di Lacon Serra, sorella dello sfortunato Pietro I d’Arborea, e negli anni in cui il sovrano rimase prigio` nell’Arborea niero a Cagliari esercito funzioni di giudice di fatto.

Spanu, Luigi Insegnante, studioso di storia (n. Cagliari 1930). Dopo aver con` dediseguito la laurea in Lingue, si e cato all’insegnamento negli istituti su` stato per anni dirigente periori ed e sindacale. Specialista di spagnolo, ha studiato a fondo la storia sociale della ` e si e ` impegnato nella tradusua citta zione delle opere del Lo Frasso e Joachı´m Arce, contribuendo cosı` ad approfondire le conoscenze sul Seicento ` autore di numerosi lavori sardo. E scientifici, tra i quali: Cerden ˜ a. Aspec-

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Spanu ´ ficos, historicos y turisticos tos geogra (con A. Valguarnera), 1975; Piove acciaio su Cagliari. Ricordi degli avvenimenti del 1943, 1977; Lo stato dell’isola nel 1692 con particolare riguardo alle vicende della flotta sarda, 1977; Il problema degli alloggi nella Sassari del secolo XVIII, ‘‘Frontiera’’, 112-113, 1977; Politica, letteratura e folclore in Sarde` spagnola, 1980; Aspetti di gna nell’Eta vita sarda e cagliaritana in scritti e documenti, 1982; Torri litoranee in Ogliastra e nel Sarrabus, ‘‘Studi ogliastrini’’, I, 1984; Dizionario biografico di cagliaritani, 1984; Aspetti di vita cagliaritana nel Seicento, in Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Lingua, letteratura, arte ed economia in Sardegna tra il ’500 e il ’600, 1984; Spunti di vita rurale nella Sardegna del Cinquecento, ‘‘La Grotta della Vipera’’, XII, 34-35, 1986; Disavventure del castellano di Quirra nei primi anni del dominio aragonese 1336, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIII, 1987; Guida alle sagre della Sardegna, 1989; Notizie su Cagliari, Iglesias, Oristano e Tempio nella Relazione dell’Intendente generale Viry (1746), ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990; Documenti inediti riguardanti il Sarrabus e l’Ogliastra nei primi anni del governo aragonese (con M.V. Cannas), ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 14, 1991; Cagliari nell’inferno del 1943 (con G. Manconi), 1993; Iglesias. Perso`, naggi della toponomastica della citta 1995.

Spanu, Pier Giorgio Archeologo paleocristiano (n. San Vero Milis 1963). Allievo di Letizia Pani Ermini presso ` di Cagliari e l’Universita ` l’Universita di Roma ‘‘La Sapienza’’. Professore di ` Archeologia cristiana nell’Universita di Sassari dal 2002. Ha effettuato scavi archeologici in Sardegna (nell’area paleocristiana di Columbaris-Cornus, a Tharros, Neapolis, Marrubiu, praeto-

rium di Muru is Bangius, Luguidune castra a Oschiri, Austis e in vari giacimenti subacquei), in Tunisia (basilica paleocristiana di Uchi Maius) e in Marocco (area urbana di Lixus). Si interessa di santuari martiriali, della cristianizzazione delle campagne, della topografia urbana nell’Alto Medioevo, della cultura materiale vandalica e bizantina, di epigrafia medioevale e dei ` e commerci marittimi nell’antichita nel Medioevo. Ha al suo attivo numerosi contributi scientifici sulla Sardegna e sull’Africa dei Vandali e dei Bizantini, tra cui i volumi La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo, 1998; Martyria Sardiniae, 2000; e I sigilli della Sardinia bizantina (con Raimondo Zucca), 2004.

Spanu, Salvatorangelo Palmerio Grafico, araldista (Bosa 1940-Torino 2006). Diplomato all’Istituto d’Arte di ` stato allievo di Stanis Sassari, dove e ` trasferito a Torino, dove ha Dessy, si e aperto uno studio pubblicitario. Alla ` natale ha dedicato due raffisua citta nati volumi, Il castello di Bosa, e I vescovi di Bosa in Sardegna. Cronologia e araldica 1062-1986, 1983. Studioso di araldica, nel 1983 ha fondato e diretto la ‘‘Rivista di storia e cultura araldica’’ e nei volumi degli atti dei convivii an` araldica italiana ha nuali della Societa pubblicato i saggi L’ordinamento amministrativo della Sardegna nell’Alto Medioevo, 1987; L’arma di Cristoforo Colombo, 1988; La Sardegna e la Rivoluzione francese. I moti rivoluzionari sardi 1793-1796, 1989; Il canonico Giovanni ` ’’ Spano, 2005; e nella rivista ‘‘Nobilta Giovanni Francesco Fara, vescovo di Bosa e padre della storia sarda, 2005.

Spanu Satta, Francesco Funzionario (Sassari 1912-Roma 1974). Di agiata fa` in Scienze politiche miglia, si laureo nel 1935; compiendo viaggi di studio all’estero, in particolare in Germania,

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Spasule` ` a collaborare con diversi comincio giornali. Combattente nella seconda guerra mondiale, subito dopo la caduta del fascismo fu tra gli animatori della ripresa del dibattito politico e culturale a Sassari. Su ispirazione del governo militare alleato, presso il quale lavorava come ufficiale responsabile dell’ufficio del PWB (Psychological Warfare Branch), tra il 1944 e il 1946 con Giuseppe Dessı` diede vita al settimanale ‘‘Riscossa’’ (=), che divenne il punto di incontro di politici e intellettuali di varia estrazione sui problemi del ritorno alla democrazia. La rivista aveva ricevuto anche, dagli Alleati, il compito di ‘‘educare’’ alla democrazia la generazione dei giovani nati o cresciuti sotto il fascismo: per realizzare questo obiettivo, al quale si annetteva tanta importanza da assicurare alla rivista permessi prioritari di stampa e regolari forniture della carta (allora praticamente introvabile), S.S. fece largo spazio ai giovani sardi interessati alla politica o alla letteratura, incoraggiando cosı` il loro ingresso nella rinnovata vita pubblica isolana. S.S., che pure aveva contribuito alla fondazione della sezione del Partito Socialista di Sassari, era di cultura cattolica. Cosı`, alla conclusione dell’esperienza di ‘‘Riscossa’’ (dicembre 1946), divenne direttore, al momento della sua nascita, del quotidiano democristiano ‘‘Il Corriere dell’isola’’ (marzo 1947). Il giornale perdette subito la sfida con il ‘‘laico’’ ‘‘La Nuova Sardegna’’: S.S., trasferito a Roma dove fu segretario del consiglio di amministrazione della Cassa per il Mezzogiorno, poteva seguirlo solo saltuariamente; pubblicando le memorie di un giovane uscito dal PCI (Sono stato comunista) incorse in una disavventura giudiziaria in cui l’offeso diffamato era lo stesso Palmiro ` stato raccontato Togliatti (l’episodio e

da Silvano Reina in Il processo To` inegliatti-Spanu Satta, 1982). Lascio dito, morendo, un libro dedicato alla ricostruzione della vicenda politica e civile della Sardegna negli anni della guerra: pubblicato postumo (Il Dio seduto. Storia e cronaca della Sardegna 1942-1946, 1978), costituisce una fonte di primo piano per la conoscenza di quel drammatico periodo. Tra gli altri ` morta, ‘‘Riscossa’’, suoi scritti: La citta 1945; Aspetti della vita politica, ‘‘Riscossa’’, 1945; Funzione antidemocratica del Comitato di liberazione, ‘‘Riscossa’’, 1945; I problemi della Sardegna nelle sue vicende storiche, 1962; Memorie sarde in Roma, 1962; Nuovi studi sulla storia dell’agricoltura in Sarde` del Mezzogiorno’’, VI, gna, ‘‘Realta 1966; Due economisti sardi, ‘‘Autonomia Cronache’’, 6, 1969; Appunti per un discorso sulla cultura in Sardegna, ` del Mezzogiorno’’, 1969. ‘‘Realta

Sparaglione = Zoologia della Sardegna

Sparkes, B.A. Archeologo (n. Gran Bretagna, sec. XX). Nel 1987 ha concorso alla redazione del catalogo del Barnett-Mendleson sui materiali di Tharros conservati nel British Museum. In particolare ha curato la parte relativa alle ceramiche greche e romane, Pottery: Greek and Roman, in A catalogue of material in the British Museum from Phoenician and other tombs at Tharros, 1987.

Sparzio = Ginestra ` Antico villaggio di origine meSpasule dioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Mandrolisai. Era situato nelle campagne di Sorgono. Non molto grande, ` in crisi nel corso del secolo XVIII entro a causa delle violenze che i suoi abitanti subirono dagli abitanti di altri vil` a spopolarsi laggi vicini. Cosı` comincio

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Speluncas e i suoi ultimi abitanti si rifugiarono a Sorgono.

Speluncas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria dell’Anglona. Era posto in prossi` di Sedini. A partire dal secolo XII mita venne in possesso dei Doria grazie ai loro matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Dopo l’estinzione della dinastia, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che andavano formando nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la conquista aragonese, scoppiata la ribellione del 1325, divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e nel 1330 fu concesso in feudo a ` non riuscı` a enPietro Lull, che pero trarne in possesso. Nei decenni successivi subı` altri danni durante le guerre tra Aragona e Arborea e dopo il 1388 fu occupato dalle truppe del giu` Dodice. Dal 1410 fu conteso tra Nicolo ria e il visconte di Narbona; dopo alcune vicissitudini nel 1421 fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nei secoli successivi conti` a far parte di quel feudo, passo ` dai nuo Centelles ai Borgia e nel corso del secolo XVII, probabilmente a causa di al` naturali, fu abbandocune calamita nato dalla popolazione e scomparve.

Spensatello Famiglia sassarese (secc. XVI-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI quando alcuni dei suoi membri compaiono investiti da uffici pubblici. Nel 1561 un dottor Giovanni Battista fu eletto giurato capo di Sassari; un nipote Vincenzo fu protome` . I suoi figli Vincenzo e dico della citta Federico formarono due rami della famiglia. Ramo di Vincenzo. Vincenzo si stabilı` a Tempio, dove la sua discendenza si estinse nel corso del secolo XVIII. ` la Ramo di Federico Federico continuo

linea di Sassari; i suoi discendenti ottennero il cavalierato ereditario nel 1678 con un altro Vincenzo rettore del Collegio universitario. La discendenza ` a risiedere a di questi, che continuo Sassari, si estinse alla fine del secolo XVIII.

Sperate, San (o San Sperato; in sardo, Santu Sperau, Santu Sparau) Santo martire scillitano o scilitano (m. 180). Il 17 luglio del 180, sotto l’imperatore Commodo, dodici cristiani, sette uomini e cinque donne, furono condotti davanti al tribunale di Cartagine, presieduto dal proconsole Claudio Vigellio Saturnino. Nella Passio sanctorum ` antichi doScillitanorum, uno dei piu cumenti sui processi contro i cristiani, non figura il loro luogo d’origine, ma gli storici sostengono che dovevano es` della Numisere di Scilli o Scilio, citta ` «Sperato: – dia. A nome di tutti parlo La coscienza non ci rimorde di alcun ´ di aver mai fatto o detto indelitto ne giuria ad alcuno. Anzi, da voi maltrattati, non rendemmo se non grazie a Dio. Pregando anche per coloro per la mal` dei quali soffriamo contumelie. vagita Abbiamo sempre risposto con benedi´ rispetzioni ai maltrattamenti, perche tiamo il nostro imperatore; Proconsole ` semSaturnino: – La nostra religione e plice e voi dovete osservarla; Sperato: ` – Se mi porgerai l’orecchio, ti rivelero ` della nostra la grandissima semplicita religione; Proconsole Saturnino: – Se cominci a parlar male dei nostri riti sa` . La tua religione cri, non ti ascoltero offende la nostra. Giura piuttosto per ` del nostro imperatore; Spela divinita rato: – Sono suddito di quel Dio che non ` vedere con occhi mortali. Non si puo ho mai rubato, pago la tassa se compro ´ conosco il mio Siqualcosa, perche gnore, re di tutti i re e imperatore di tutte le genti; Proconsole Saturnino: – Rinnega, rinnegate queste credenze;

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Speronella variopinta Sperato: – Sono cattive le credenze che inducono a commettere omicidio e spergiuro; Proconsole Saturnino: – Continui a dichiararti cristiano?; Sperato: – Sono cristiano. Siamo cristiani; Proconsole Saturnino: – Vi concedo una proroga di trenta giorni per riflettere; Sperato: – Sono cristiano. Siamo cristiani; Proconsole Saturnino: – Poi´ costoro hanno confessato d’essere che cristiani e hanno ostinatamente perseverato nelle loro decisioni, pur es` sendo stata offerta loro la possibilita di ritornare alla religione romana, sono condannati alla decapitazione; Tutti dissero: – Grazie a Dio. E furono subito decapitati». In Sardegna Ecco la versione locale della vita del santo nella Sardegna del secolo dei ‘‘santi a iosa’’: nacque nel paese che da lui ha preso il nome, capitano dell’esercito imperiale, converti` il Vangelo; denunciato al tosi annuncio preside Marco Delasio e torturato, non volle sacrificare agli dei e fu martire, decapitato, sotto Diocleziano. Sulla ` stata costruita la chiesa in sua tomba e suo onore. «Il culto dei martiri scillitani – scrive Luigi Cherchi (1987) – divenne generale in tutta l’Africa settentrionale e in molti altri luoghi, in Francia, in Spagna e in Italia. Con il loro culto si diffuse pure quello delle loro reliquie. Naturalmente quando si ` necessario penparla di reliquie non e sare a tutto il corpo dei santi, ma basta pensare a qualche osso o frammento osseo. Nel paese di San Sperate vennero fatti gli scavi dal 25 aprile al 3 maggio del 1616. Fra le lapidi ritrovate nella vecchia chiesa di San Sperate, di cui rimaneva allora appena qualche ` , molto interessante pilastro e poco piu ` la lapide che portava quest’iscrie zione: ‘‘¡ HIC SUNT RELIQUIAE / SANCTI SPERATI / ET ALIORUM MI... / MART. A BRUMASIO / EPI-

SCOPO’’ (Qui sono le reliquie di San ` legittimo quindi pensare Sperate). E che non si tratta d’un corpo d’un santo o d’un martire ivi giacente, ma di reliquie ivi deposte. Brumasio era vescovo a Cagliari nell’anno 507-508, quando furono esiliati dall’Africa in Sardegna molti vescovi cattolici a opera di Trasamondo re vandalo. In mancanza di altre notizie siamo autorizzati a dire che i vescovi africani, con le altre reliquie, portarono anche quelle di San S. e dei suoi compagni martiri scillitani, al tempo del vescovo Brumasio. Le reliquie insigni di San S. martire scillitano [in parte custodite nella parrocchiale del paese e in parte nella cattedrale di Cagliari] diedero cosı` origine al nome del paese, che in onore del santo mar` San Sperate: San Espetire si chiamo rate, Sant’Esperate, Santo Sperato...». ` Uno degli ultimi studi sul santo e quello di Mauro Dadea: Un santo emigrato: San Sperate dall’Africa in Sardegna, ‘‘Notiziario Diocesano’’, Cagliari, aprile-settembre 2003. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 17 luglio a San Sperate.

Speronella variopinta Pianta erbacea della famiglia delle Ranuncolacee (Delphinium pictum Willd.). Erbacea perenne, ricoperta di fitta peluria, ha fusti eretti e raggiunge oltre 1 m di altezza; ha foglie palmate divise in lobi interi; i fiori di colore rosa-azzurrino, con un corto sperone, sono riuniti in una infiorescenza a racemo all’apice ` una capsula. Vedegli steli; il frutto e geta nei luoghi umidi, in vicinanza di corsi d’acqua e di sorgenti; fiorisce da ` un endemismo maggio a giugno. E ` inserita nell’elenco sardo-corso ed e delle piante da sottoporre a vincolo di protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. Nomi sardi: bocchipiogu, matapriogu, sproni de cavaleri. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

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Spiagge in Sardegna

Spiagge in Sardegna – Costa Paradiso.

Spiagge in Sardegna Le spiagge sono una delle primarie risorse ambientali dell’isola, elemento-chiave dello svi` luppo turistico della Sardegna. Le piu importanti di esse sono elencate qui di seguito in ordine alfabetico (l’indicazione ‘‘parcheggio a tempo limitato’’ indica solo raramente la presenza di un parcheggio custodito, ma piuttosto ` di parcheggiare il prol’opportunita prio mezzo soltanto per il tempo che si

` sta in spiaggia; l’indicazione ‘‘bar’’ puo anche riferirsi a semplici attrezzature di vendita di bibite; per il campeggio si consiglia di controllare le indicazioni apposte con relativi cartelli dalle amministrazioni locali). 1. Arboi, spiaggia in territorio di Domus ` Campionna, posde Maria, localita siede ghiaia multicolore e scogli di pic` dotata di parchegcole dimensioni; e ` adatta ai camgio a tempo limitato ed e ` di praticare atper, offre la possibilita ` subacquee. tivita 2. Baccu Mandara, spiaggia in territo` Gererio di Maracalagonis, localita ` contornata da colline ricche meas; e di vegetazione, possiede una sabbia co` dotata di lor crema a grana grossa; e parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 3. Baia Azzurra, spiaggia in territorio di ` Is MortoQuartu Sant’Elena in localita ` del porticciolo di Carius in prossimita pitana, possiede una sabbia color ` dotata di parpanna a grana grossa, e cheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 4. Baia Corallina, spiaggia in territorio ` Costa Corallina, di Olbia in localita possiede una sabbia grigia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, di prati` subacquee. care attivita 5. Baia delle Mimose, spiaggia alla foce del Coghinas prima di Badesi Mare in territorio di Valledoria, possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di albergo, bar, ristorante, offre la possi` di noleggiare ombrelloni e sedie bilita a sdraio e di praticare il windsurf. 6. Baia Ostina, spiaggia in territorio di Castelsardo a oriente dall’abitato, delimitata da una spettacolare scogliera, possiede una sabbia chiara mista a co-

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Spiagge in Sardegna lorati detriti di roccia; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 7. Baia Salinedda, spiaggia in territorio ` di capo Coda di San Teodoro in localita Cavallo, possiede una sabbia fine ` dotata di parcheggio a tempo chiara; e limitato. 8. Baia Sant’Anna, spiaggia in territo` Tanaunella, e ` rio di Budoni, localita piccola, delimitata da scogli e ha un ` di fondo di sassi; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 9. Baia Sardinia, spiaggia in territorio ` omonima, codi Arzachena in localita nosciuta anche come Cala Battistoni, ` nord-orientale del golfo all’estremita di Arzachena, possiede una sabbia fine color crema contornata da scogli e ` dotata di parcheggio a tempo da pini; e limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 10. Balai, spiaggia in territorio di Porto ` della citta ` lungo la Torres in prossimita ` delimitata da strada per Castelsardo, e rocce calcaree erose dal vento e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 11. Baracconi, spiaggia in territorio di ` omonima, alla Golfo Aranci in localita destra del porto; possiede una sabbia grigio chiara; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 12. Barca Bruciata, spiaggia in territo` di Manrio di Arzachena in localita nena, possiede una sabbia chiara fine; ` dotata di parcheggio a tempo limie ` di tato, albergo, bar, offre la possibilita noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 13. Barisoni, spiaggia in territorio di

` omonima, vicino Tertenia in localita ` stretta, con un fondo a all’abitato; e ciottoli e scogli; delimitata a setten` dotata di partrione da punta Prettu, e cheggio a tempo limitato. 14. Bassa Trinita, spiaggia in territorio ` Cala di La Maddalena in localita Maiore in vista del Forte Trinita; possiede una sabbia chiara e scogli di gra` dotata di parchegnito beige e rosa; e ` gio a tempo limitato; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 15. Baus, spiaggia in territorio di Bau` Cala di Forrola, e ` ragnei, in localita giungibile solo dal mare; possiede un ` infondo con sassi e sabbia chiara ed e castonata in una parete a picco sul mare dalla quale spunta la punta Girabili posta di fronte al faraglione di Pe` di pratidra Longa; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 16. Biderrosa, spiaggia in territorio di ` rSiniscola poco oltre lo stagno di Be ` oasi faunistica e possiede una chida, e ` dotata di parchegsabbia bianca fine; e gio a tempo limitato. 17. Bosa Marina, spiaggia a sud di Bosa; possiede una sabbia dorata medio fine ` lunga circa 1 km; e ` delimitata da ed e un molo in trachite che congiunge la prospiciente Isola Rossa alla terraferma; organizzata con alcuni stabili` dotata di parcheggio menti balneari, e a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping; adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 18. Bruncu Teula, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Portoscuso in localita caratterizzata da una zona di acque basse e di canneti, e dotata di parcheggio a tempo limitato. 19. Buggerru, grande spiaggia a pochi passi dall’abitato; possiede una sabbia fine color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante,

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Spiagge in Sardegna ` di prabar, camping, offre la possibilita ` subacquee. ticare il windsurf e attivita `rchida, spiaggia in territorio di 20. Be ` omonima; e ` lunga 3 Siniscola, localita km e possiede una sabbia bianca costellata da scogli rossi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 21. Cala Andreani, spiaggia detta anche Spiaggia del Relitto, situata in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara mista a sassi con qualche scoglio ai lati; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 22. Cala Banana, spiaggia in territorio ` omonima; di Golfo Aranci in localita possiede una sabbia bianchissima ed ` dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di noleggiare e bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 23. Cala Barracca, spiaggia in territo` di rio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino, conosciuta anche come Su portu de Su Trigu; possiede un fondo ` delicon sabbia chiara mista a sassi; e mitata da una ricca pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 24. Cala Biriola, spiaggia in territorio ` omonima, ragdi Baunei in localita giungibile via mare; contornata da pareti dirupate coronate da un bosco di lecci, possiede un fondo con ghiaia dorata e sassolini tondeggianti rosati; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 25. Cala Bitta, spiaggia in territorio di ` omonima; posArzachena in localita siede una sabbia dorata a grana media; ` dotata di parcheggio a tempo limitato e

` di nolege albergo, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 26. Cala Bonifazzinca, fiordo in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede un fondo di sassi e piccoli tratti di sabbia chiara fine. Of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 27. Cala Bove Marino, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di ciottoli e scogli. 28. Cala Brandinchi, spiaggia in territo` capo rio di San Teodoro in localita Coda Cavallo; possiede una sabbia ` dotata di parbianca a grana fine, e cheggio a tempo limitato, albergo, ri` adatta per i storante, bar, camping ed e ` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 29. Cala Brigantina, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 30. Cala Canniccio, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia rossa di grana grossa mista a ciottoli, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 31. Cala Cappello, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di rocce. 32. Cala Caterina, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Villasimius in localita contornata da due scogliere di granito e dalla macchia mediterranea, e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 33. Cala Chia, spiaggia in territorio di ` Chia; e ` deDomus de Maria in localita limitata da un promontorio e possiede una sabbia color panna e scogli; dotata

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Spiagge in Sardegna di albergo, bar, ristorante, offre la pos` di praticare il windsurf. sibilita 34. Cala Cipolla, spiaggia in territorio ` Chia, si di Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Spartivento; possiede una sabbia dorata fine ` delineata da alcuni grandi alberi ed e ` di pino e di ginepro; offre la possibilita ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. ` ccaro, spiaggia in territorio 35. Cala Cia di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca finissima, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 36. Cala Corsara, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia fine delimitata da scogli con vegetazione, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 37. Cala Coscia di Donna, spiaggia a poca distanza dall’abitato di Stintino: una caletta circoscritta da rocce e scogli che si protendono in mare; possiede un fondo di ghiaia chiara e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 38. Cala Coticcio, spiaggia in territorio di La Maddalena, nell’isola di Caprera; possiede una sabbia dorata, dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` adatta per i ristorante, bar, camping, e ` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita `nneri, spiaggia in territorio 39. Cala Co di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca fine, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 40. Cala d’Alga, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede un fondo di ciottoli trasparenti multicolori, rosati e ocra, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita

41. Cala d’Ambra, spiaggia in territorio ` omonima; di San Teodoro in localita possiede una sabbia bianca mista a ciottoli, con qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 42. Cala d’Arena, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 43. Cala d’Arena, un complesso di tre spiaggette circoscritte da cespugli di ginepro che separano dal mare un piccolo stagno; situata a nord di Cala Sa` dominata dalla torre spagnola bina, e nella estrema propaggine dell’isola dell’Asinara. 44. Cala d’Inferno, spiaggia in territorio di La Maddalena, raggiungibile dal mare; possiede un fondo di ghiaia fine mista a ciottoli multicolori e rosati; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. ` due 45. Cala d’Oliva, sono in realta spiaggette situate nei pressi dell’omonimo porticciolo nella parte settentrionale dell’isola dell’Asinara; posseggono una sabbia candida e finissima. 46. Cala d’Ostia, spiaggia in territorio ` Santa Margherita; e ` di Pula in localita delimitata da eucalipti e pini selvatici e possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 47. Cala de S’Acqua Durci, spiaggia in ` di territorio di Villaputzu in localita ` di 6 km, si stende da Quirra; lunga piu Torre Murtas a capo San Lorenzo, il fondo ha sabbia chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato,

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Spiagge in Sardegna ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 48. Cala degli Albatros, spiaggia in territorio di Tresnuraghes a nord di quella ` del piccolo cendi Alabe in prossimita tro balneare di Marina di Tresnuraghes; possiede una sabbia a grana ` contornata da grossa color ocra ed e grandi roccioni ricchi di cespugli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 49. Cala dei Gabbiani, spiaggia in terri` punta Ispu `torio di Baunei in localita ligi, raggiungibile dal mare; contigua a Cala Mariolu, possiede un fondo con sabbia bianco-dorata e piccoli ciottoli tondeggianti; delimitata da alte pareti ` di pratirocciose, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 50. Cala dei Ginepri, spiaggia in territo` omonima; rio di Arzachena in localita delimitata da cespugli e pini, ha sabbia color crema mista a ciottoli; dotata di ` adatta parcheggio a tempo limitato, e ` di per i camper e offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 51. Cala dei Morti, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo misto di ciottoli e ` di praticare scogli; offre la possibilita ` subacquee. attivita 52. Cala dei Pastori, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre posta a sud di Cala Valdaro; vi si trovano i resti delle capanne costruite un tempo dai pastori che periodicamente conducevano le loro greggi nell’isola. 53. Cala del Faro, spiaggia in territorio ` Porto Cervo; di Arzachena in localita contornata da capo Ferro e da una rigogliosa vegetazione, possiede una sabbia color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio.

54. Cala del Nuraghe, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre a sud della Cala ` dei Pastori; ricca di sabbia finissima, e chiusa da un promontorio su cui nel 1972 sono stati scoperti i resti di un complesso nuragico polilobato. 55. Cala del Pontile, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre contigua a quella del ` rocciosa e vi si trovano i Nuraghe; e resti di un pontile in pietra. 56. Cala del Relitto, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre non lontana da quella del Pontile; rocciosa, d’acqua limpidissima. 57. Cala dell’Argentiera, spiaggia lungo le coste della Nurra nel territorio dell’omonima miniera appartenente al comune di Sassari; a forma di mezzaluna con un arco complessivo di 150 m, si apre di fronte ai resti del villaggio minerario e possiede una sabbia chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 58. Cala dell’Orto, due piccole cale situate in territorio di La Maddalena nella parte orientale dell’isola di Razzoli; possiedono un fondo di ciottoli. 59. Cala della Marina, spiaggia in terri` San Pietorio di Castiadas in localita tro; possiede un fondo di sabbia ` delimitata dal monte Turno e chiara; e ricca di piante di ginepro e altra vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 60. Cala della Mezzaluna, scogliera a picco sul mare situata in territorio di ` Golfo della MezCarloforte in localita zaluna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante. 61. Cala della Signora, in territorio di Sant’Antioco, raggiungibile a piedi da ` caratterizzata da una Cala Sapone; e

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Spiagge in Sardegna grande scogliera a picco sul mare sulla quale si apre una grotta raggiungibile a nuoto. 62. Cala delle Tamerici, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre contigua a quella del Relitto, possiede una sabbia a grana grossa. dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 63. Cala dello Spalmatore, spiaggia in ` omoterritorio di Carloforte in localita nima, conosciuta anche come La Ca` letta; possiede una sabbia chiara ed e ben protetta da scogli e da vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio e di ` subacquee. praticare attivita 64. Cala di Budoni, spiaggia in territorio di Budoni, raggiungibile dall’abitato; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 65. Cala di Ponente, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Corcelli; possiede un fondo di sassi e sco` di praticare attigli; offre la possibilita ` subacquee. vita 66. Cala di Porticciolo, spiaggia a nord di capo Caccia in territorio di Alghero; dominata dall’antica torre omonima, racchiusa da colline ricche di macchia mediterranea, possiede una sabbia a grana grossa mista a sassi; negli ultimi ` sviluppato il villaggio decenni vi si e ` doturistico di Torre del Porticciolo; e

tata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping. 67. Cala di punta Santo Stefano, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede una sabbia fine multicolore mista a sassi; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 68. Cala di Trana, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi e roccia; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 69. Cala Domestica, spiaggia in territo` omonima; rio di Buggerru in localita ` possiede una sabbia color crema ed e racchiusa tra due promontori rocciosi a picco sul mare, coperti da una folta vegetazione; dotata di parcheggio a ` adatta ai camper tempo limitato, bar, e ` di praticare attie offre la possibilita ` subacquee. vita 70. Cala Dorata, spiaggia contigua a quella di Sant’Andrea, situata nella parte centrale dell’isola dell’Asinara di fronte alle isolette dei Nani e dello Scombro; possiede una sabbia chiara e finissima. 71. Cala Dragunara, spiaggia a sud di capo Caccia in territorio di Alghero; racchiusa in una insenatura naturale circondata da rocce ricche di grotte, possiede una sabbia dorata a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacquee. praticare attivita 72. Cala Drappo, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede una sabbia chiara a grana media mista a ciottoli; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 73. Cala e punta Balcaccia, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in lo` La Licciola; possiede una sabbia calita

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Spiagge in Sardegna ` di praticare chiara, offre la possibilita ` subacquee. attivita 74. Cala Falza, spiaggia conosciuta anche come La Marinedda, in territorio di ` d’Agultu in localita ` Isola Trinita ` delimitata da una scogliera, Rossa; e possiede una sabbia color crema a grana media, scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 75. Cala Ferrazzo, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede un fondo di sabbia mista a ghiaia rosata e bianca. 76. Cala Fico, insenatura profonda situata in territorio di Carloforte in loca` omonima; possiede spettacolari lita pareti rocciose e un fondo di ciottoli e rocce; dotata di parcheggio a tempo li` di pratimitato, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 77. Cala Francese, spiaggia conosciuta anche come Su Sirboni, situata in terri` Marina di torio di Gairo in localita Gairo; possiede un fondo con sabbia ` delibianca e scogli di porfido rosso; e mitata da una vegetazione rigogliosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 78. Cala Francese, spiaggia in territorio di La Maddalena nella parte ovest dell’isola; possiede un fondo di rocce chiare alternate a piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a tempo limi` di praticare attato, offre la possibilita ` subacquee. tivita 79. Cala Francese, spiaggia in territorio ` di Porto di Sant’Anna Arresi in localita Pino; possiede una sabbia fine con pic` delicoli frammenti di corallo ed e neata da alcuni grandi alberi di ginepro e cespugli di macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limi-

` di pratitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 80. Cala Fuili, spiaggia in territorio di ` Cala Gonone, accessiDorgali, localita ` delimitata da bile da una scalinata; e pareti rocciose a strapiombo orlate da ginepri e da oleastri; ha ciottoli mediogrossi; dotata di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 81. Cala Garibaldi, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 82. Cala Ghilgolu (Girgolu), spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita Vaccileddi, possiede una sabbia a ` dotata di pargrana grossa e scogli; e cheggio a tempo limitato, camping. 83. Cala Ginepro, spiaggia conosciuta anche come Il Golfetto, situata in terri` Lido di Orrı` torio di Tortolı` in localita ` di punta Muxi; possiede in prossimita un fondo con sabbia grigia chiara e scogli; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie ` subaca sdraio e di praticare attivita quee. 84. Cala Ginepro, spiaggia in territorio ` omonima; e ` delidi Orosei in localita mitata da una pineta e possiede una sabbia giallo chiara fine e alcune scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita ´, spiaggia in territorio 85. Cala Goloritze ` omonima; e ` domidi Baunei in localita nata dalla famosa guglia calcarea del

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Spiagge in Sardegna ` conmonte Caroddi detta Aguglia ed e tornata da pareti rocciose ricche di vegetazione; possiede un fondo con ciot` di pratoli e sabbia; offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 86. Cala Grana, spiaggia in territorio di ` Porto Cervo, alla Arzachena in localita base est di capo Ferro; possiede una ` delimitata da scogli sabbia chiara ed e affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 87. Cala Granara, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi; possiede una sabbia bianca fine; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 88. Cala Greca, spiaggia in territorio di ` capo Figari a Golfo Aranci in localita est di punta Filasca; possiede un fondo ` di di sassi e scogli; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 89. Cala La Vignaccia, spiaggia ai piedi di Castelsardo sul lato a oriente dell’a` contornata da scogliere e posbitato; e siede una sabbia grigia molto grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato ` di pratie albergo, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 90. Cala Libeccio, spiaggia nella parte meridionale dell’isola di Mal di Ventre, contigua a quella di Cala delle Tame` la piu ` vasta dell’isola ed e ` caratrici; e terizzata da alcuni alberelli. 91. Cala Liberotto, spiaggia in territorio ` linos a poca di` Sos A di Orosei, localita ` delimitata da alstanza dall’abitato; e ` cune scogliere che la dividono in piu calette di sabbia rosata; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita ` due 92. Cala Luna, sono in realta

spiagge contigue, una detta Spiaggia dei Grottini, in territorio di Baunei, l’altra detta del Laghetto, in territorio di ` omoDorgali, entrambe in localita nima; delimitate da pareti rocciose ricche di vegetazione, sono raggiungibili a piedi lungo una stretta valle o via mare; hanno sabbia dorata chiara a grana grossa; dotata di bar e ristorante, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita ` subaccazioni e di praticare attivita quee. 93. Cala Lunga, scogliera a picco sul mare in territorio di Carloforte, loca` La Punta. lita 94. Cala Lunga, spiaggia in territorio di ` omonima, protetta Calasetta in localita da due scogliere; possiede una sabbia ` di grigio frammista a concon tonalita chiglie e scogli; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 95. Cala Lunga, spiaggia in territorio di ` Porto MasLa Maddalena in localita simo; possiede una sabbia dorata mista a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 96. Cala Lunga, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Razzoli; possiede un fondo di sabbia, sassi rosa ` di praticare attie scogli; possibilita ` subacquee. vita 97. Cala Lupo, spiaggia a nord dell’abitato di Stintino; costituita da alcune calette rocciose, possiede una sabbia a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 98. Cala Maladroxia, spiaggia in territo` omorio di Sant’Antioco in localita nima; possiede una sabbia giallo ` circondata da chiara a grana fine ed e una fitta vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri-

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Spiagge in Sardegna ` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 99. Cala Mariolu, spiaggia in territorio ` punta Ispu ` ligi, di Baunei in localita raggiungibile dal mare; possiede un fondo con sabbia mista a sassolini ton` ligi de nie); offre la deggianti rosati (ispu ` di praticare e attivita ` supossibilita bacquee. 100. Cala Mestra, spiaggia di ciottoli e scogli posta lungo la costa nord dell’i` solitaria e cosola di Mal di Ventre; e stantemente battuta dal maestrale. 101. Cala Moresca, spiaggia in territorio ` capo Figari; di Golfo Aranci in localita contornata da una pineta e dalla macchia mediterranea, possiede una sabbia chiara fine mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 102. Cala Moresca, spiaggia in territorio ` Arbatax, accessidi Tortolı` in localita bile da una scalinata; possiede un fondo con ghiaia e grosse pietre e rocce ` delimitata da rocce codi granito; e perte da macchia mediterranea e da pini; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 103. Cala Mosca, spiaggia in territorio ` omonima; e ` delidi Cagliari in localita mitata dal promontorio di Sant’Elia e dominata dalla Torre-faro; possiede una sabbia a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di bar, ristorante, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 104. Cala Muro, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede un fondo di ciottoli e sco-

` di praticare gli; e offre la possibilita ` subacquee. attivita 105. Cala Occidentale, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Mortorio; di sabbia bianca, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 106. Cala Ottiolu, spiaggia in territorio ` Ottiolu a poca didi Budoni in localita stanza da San Teodoro; possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 107. Cala Perdischedda Manna, spiaggia in territorio di Fluminimaggiore in ` Portixeddu adiacente a quella localita di Perdischedda Pittica, possiede un fondo con ghiaia e pietre di medie e grandi dimensioni; dotata di bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 108. Cala Perdischedda Pittica, spiaggia in territorio di Fluminimaggiore in lo` Portixeddu a poca distanza dalcalita l’abitato; possiede un fondo di pietre e ` ghiaia; dotata di bar, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 109. Cala Piatto, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli; possiede un fondo di sassi, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 110. Cala Pira, spiaggia in territorio di ` omonima, in prosCastiadas in localita ` della torre secentesca che la dosimita mina; possiede un fondo con sabbia ` delimitata bianca a sfumature rosa; e da piante di ginepro e dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping. 111. Cala Pischina, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Aglientu in localita delimitata da roccioni e da fitta vegetazione e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi-

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Spiagge in Sardegna ` di praticare il windsurf e attivita ` bilita subacquee. 112. Cala Piscioli, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Spargi, ` ha un fondo di sassi; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 113. Cala Portese, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede una sabbia chiara fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 114. Cala punta Foghe, spiaggia in territorio di Tresnuraghes, caratterizzata da spettacolari falesie a strapiombo sul mare e contornata da isolotti; dotata di un parcheggio a tempo limitato, ` subacconsente la pratica di attivita quee. 115. Cala Reale, spiaggia e porticciolo nella parte nord dell’isola dell’Asi` il porto d’approdo delle imbarnara; e cazioni che provengono da Porto Torres e Stintino, e possiede il cosiddetto Palazzo reale, attuale sede dell’Ente ` base di escursioni verso l’inParco; e terno. 116. Cala Regina, spiaggia in territorio ` Terra di Quartu Sant’Elena in localita ` contornata da scogli e da pini Mala; e ed eucalipti; possiede un fondo di ciottoli e pietre; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 117. Cala Rossa, spiaggia in territorio ` d’Agultu in localita ` Isola di Trinita Rossa presso la punta Li Cannedi; possiede una sabbia color panna a grana media mista a ghiaia, grossi scogli lungo la battigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a ` subacsdraio e di praticare attivita quee. 118. Cala Sa Figu, spiaggia in territorio ` capo Ferrato; di Muravera in localita piccola, posta ai piedi del Capo, possiede un fondo di sabbia bianca con ri-

flessi dorati; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita praticare il windsurf. 119. Cala Sa Figu, spiaggia in territorio ` capo Cerasu; posdi Olbia, in localita siede una sabbia color ocra a grana media e scogli affioranti; dotata di albergo e ristorante. 120. Cala Sa Ruxi, spiaggia in territorio ` Porto Sa di Villasimius in localita ` contornata da piccole dune coRuxi; e ronate da cespugli di macchia mediterranea, possiede una sabbia color crema a grana grossa; offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita ` 121. Cala Sabina, spiaggia all’estremita ` raggiungiest dell’isola dell’Asinara; e bile a piedi attraverso un impervio ` l’unica in cui e ` consentita sentiero ed e la balneazione; possiede una sabbia candida di grande effetto. 122. Cala Sabina, spiaggia in territorio ` omonima, di Golfo Aranci in localita raggiungibile dal mare; contornata da una fitta vegetazione, possiede una sabbia grigia mista a sassi e scogli; of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 123. Cala Saghefusti, spiaggia in terri` di Ottorio di San Teodoro in localita tiolu; possiede un fondo di ghiaia e sassi alternati a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 124. Cala Sant’Andrea, spiaggia vicino a uno stagno nella parte centrale dell’isola dell’Asinara; lunga 200 m, possiede una sabbia chiara e finissima. 125. Cala Santa Reparata, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in lo` La Colba, in prossimita ` di capo calita Testa; ampia e molto lunga, possiede una sabbia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 126. Cala Santoru, spiaggia in territo` Barisoni; rio di Tertenia in localita possiede un fondo di ghiaia e sassi ed ` delimitata da agavi, eucalipti e altra e ` dotata di parcheggio a vegetazione; e tempo limitato. 127. Cala Sapone, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Sant’Antioco in localita delineata da grandi scogliere, possiede una sabbia grigia e rossa mista a conchiglie e a frammenti di corallo; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita ` susedie a sdraio, di praticare attivita bacquee. 128. Cala Sarraı`na, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Vignola in localita delimitata da rocce granitiche che hanno assunto forme bizzarre a causa dell’azione del vento; possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 129. Cala Sassari, spiaggia in territorio ` omonima; di Golfo Aranci in localita lunga 300 m e delimitata da due promontori, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, ristorante, bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare atti` subacquee. vita 130. Cala Sinzias, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Castiadas in localita ` siede un fondo con sabbia bianca ed e delimitata da grandi scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita

131. Cala Sisine, spiaggia in territorio ` omonima, a qualche di Baunei, localita chilometro da Cala Luna, raggiungi` delimitata da pabile solo dal mare; e reti di roccia a strapiombo sul mare e possiede un fondo con sassi grigi, bianchi e rosa misti a sabbia grossa; dotata ` di bar e ristorante, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 132. Cala Spalmatore, spiaggia in territorio di La Maddalena, poco oltre il forte Santa Trinita; possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni possibilita ` subacquee. e di praticare attivita 133. Cala Spinosa, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura sul lato nord di ` contornata da grandi capo Testa; e rocce di granito, possiede una sabbia color crema a grana media; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 134. Cala Su Pallosu, spiaggia di San Vero Milis, costituita da sabbia chiara ` una a grana grossa mista a ciottoli; e piccola insenatura addossata alla ` stretta e punta omonima: la spiaggia e parzialmente coperta da posidonie, contornata da una pineta; dotata di un parcheggio a tempo limitato, vi sorge un albergo con bar e ristorante. 135. Cala Suaraccia, spiaggia in territo` capo rio di San Teodoro in localita Coda Cavallo; possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 136. Cala Trabuccato, dominata dall’omonima torre, a est di Cala Reale nell’isola dell’Asinara, possiede magnifici fondali; in passato era sede della pesca del tonno. 137. Cala Valdaro, spiaggia dell’isola di Mal di Ventre, lungo la costa che ` il punto di guarda la Sardegna; e

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Spiagge in Sardegna ` sbarco dei turisti e si presta ad attivita subacquee. 138. Cala Vinagra, cala in territorio di ` omonima; posCarloforte in localita siede una scogliera a picco sul mare ` posta di fronte a un isolotto; offre ed e ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 139. Calabona, spiaggia a sud di Alghero in territorio comunale a poca di`; e ` costituita da un instanza dalla citta sieme di piccole calette ricche di scogli che si alternano a brevi tratti sabbiosi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 140. Caletta della Torre, spiaggia in ter` di Sarritorio di Tertenia in localita ` , dominata dalla torre omonima; rala possiede un fondo con ghiaia e scogli ` dotata di parcheggio a affioranti; e tempo limitato. 141. Caletta di Cea, spiaggia in territo` omonima; rio di Bari Sardo in localita possiede un fondo di scogli e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 142. Caletta Isola Capicciolu, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di La Presa; possiede un fondo di sassi e scogli. 143. Caletta Pagliuzze Dorate, spiaggia ` di in territorio di Tertenia in localita Santoru, a fianco del porticciolo; possiede un fondo con sassi grigi e neri; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 144. Caletta Sa Canna, detta anche Spiaggetta della Capanna, piccola spiaggia che si stende in territorio di ` di Torre del Cuglieri nella localita Pozzo; costituita da sabbia chiara a ` grana media mista a sassi e scogli, e contornata da spettacolari roccioni di tufo e dominata dalla torre del Pozzo,

cui si arriva da una scalinata scavata nella roccia. Ha un parcheggio a tempo limitato, un camping e un ristorante. 145. Camp’e Sabi, spiaggia in territorio ` contor` omonima; e di Arbus in localita nata da dune basse e coperte di vegetazione, possiede una sabbia grigia e qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 146. Campana Dune, spiaggia in terri` torio di Domus de Maria in localita Chia, si stende in direzione di capo ` delimitata da un siSpartivento; e ` di 20 m e corostema di dune alte piu nate da ginepri e macchia mediterranea; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 147. Campana, spiaggia in territorio di ` Chia, si Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Sparti` lunga 1 km e possiede una sabvento; e ` considerata una bia bianca e dorata: e ` belle dell’isola; dotata di pardelle piu cheggio a tempo limitato, bar, camping, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 148. Campionna, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Teulada in localita siede un fondo di ghiaia multicolore e scogli di piccola dimensione; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 149. Campolongu, spiaggia in territorio ` omonima nei di Villasimius in localita ` lunga circa pressi del porto turistico; e 500 m, possiede una sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di prabar, camping, offre la possibilita ticare il windsurf.

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Spiagge in Sardegna 150. Campus, spiaggia in territorio di ` omonima, poco Villasimius in localita ` contornata da una prima di capo Boi; e scogliera e protetta da una fitta vegetazione; possiede una sabbia bianca con riflessi grigi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 151. Canal dell’Omo Molt, spiaggia a sud ` di Alghero in territorio comunale; e raccolta in una suggestiva cala, possiede un fondo roccioso di scogli talvolta taglienti; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 152. Cann’e Sisa, spiaggia in territorio ` Torre di Maracalagonis in localita delle Stelle, a poca distanza dal centro ` contornata dalla macchia abitato; e mediterranea, possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 153. Cannigione, spiaggia in territorio ` omonima; e ` di Arzachena, in localita ampia e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. attivita 154. Cantareddi, spiaggia in territorio di Castelsardo, a ridosso dell’abitato, vi si accede dal lungomare attraverso ` stretta e ` circonuna strada sterrata; e data da scogli, con una sabbia chiara mista a sassi e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 155. Capo Boi, spiaggia in territorio di ` di una torre Villasimius in prossimita

di avvistamento tra Porto Sa Ruxi e la ` contornata dalle spiaggia di Solanas; e pareti del capo a picco sul mare e ha un fondo di scogli e grosse pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 156. Capo Caccia, promontorio di roccia che chiude la rada di Porto Conte: ` la punta piu ` occidentale della Sardee gna, prende il nome dal fatto che in passato era frequentato da cacciatori di colombi; lungo la sua parete a picco sul mare ricca di anfratti si rifugiano specie rare di uccelli tra cui il grifone; ` l’isoletta di di fronte allo strapiombo e Foradada, attraversata da una grotta che si apre a livello del mare. 157. capo Cacciaiu, spiaggia a nord di quella di Torre Argentina in territorio ` una spiaggia libera costituita di Bosa; e da un complesso di calette delimitate da rocce con fondo di ciottoli, non facilmente raggiungibile; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 158. Capo Comino, spiaggia in territorio di Siniscola a nord della scogliera ` lunga diversi chilometri e omonima; e possiede una sabbia bianca fine con scogli; dotata di parcheggio a tempo li` di pratimitato, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 159. Capo Falcone, spiaggia a destra di quella della Pelosa nella estrema propaggine nord-occidentale della Sardegna in territorio di Stintino; la scogliera si protende nel mare dominata dall’omonima torre; adatta ai camper. 160. Capo Malfatano, spiaggia in terri` omonima; e ` torio di Teulada in localita una cala contornata da alti scogli a picco sul mare con un fondo di pietre di varie dimensioni; dotata di cam` di praticare atping, offre la possibilita ` subacquee. tivita

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Spiagge in Sardegna 161. Capo Pecora, spiaggia in territorio ` Buggerru, a poca di Arbus, in localita ` contornata distanza da Portixeddu; e da scogliere a picco sul mare e possiede una sabbia chiara verso il giallo ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta ai camper, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 162. Capo Picci, spiaggia in territorio di ` Is Perdigonis; Muravera in localita molto ampia, possiede un fondo con ` delimisabbia chiara e conchiglie; e tata a sud dalla scogliera di Salinas; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 163. Capo Sandalo, scogliere a picco sul mare in territorio di Carloforte, in lo` omonima, sull’estrema punta occalita cidentale dell’isola; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta ai camper, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 164. Capo Sperone, promontorio in ter` omoritorio di Sant’Antioco in localita nima; dotato di albergo, ristorante, bar, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 165. Capo Testa, scogliera in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita omonima; possiede fantastici scogli di granito rosa e color crema. 166. Capriccioli, spiaggia in territorio ` omonima; cirdi Arzachena in localita condata da piante di lentischio e di oli` vastro, possiede una sabbia chiara ed e divisa in due da grandi scogli di granito; dotata di parcheggio a tempo limi` di nolegtato e bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio. ` gghju, spiaggia in terri167. Chischina ` Vignola torio di Aglientu in localita ` delimitata da scoMare; molto vasta, e gli di granito grigio e rosato e possiede

un fondo di sassolini color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita ` ddus, spiaggia in territorio 168. Coaqua ` omonima, si di Sant’Antioco in localita stende in direzione di capo Sperone; possiede una sabbia bianca e grigia mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, ` di noleggiare naoffre la possibilita tanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 169. Coccorrocci, spiaggia in territorio ` Marina di Gairo in di Gairo in localita ` di direzione Cardedu; si stende per piu ` attraversata dalla foce del rio 1 km ed e Cortucceddu; possiede un fondo con ` dotata di parcheggio ghiaia e sabbia; e a tempo limitato e camping e adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita ` subacquee. il windsurf e attivita 170. Conca Verde, spiaggia in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita ` circoscritta da una pineta omonima; e e da scogli di granito, possiede una sabbia color ocra a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita ` subacquee. zioni e di praticare attivita 171. Corongiualis, spiaggia in territorio ` di San Giovanni Suergiu in localita ` cara; contornata da vegetazione Mazza e da una pineta, possiede un fondo di ghiaia e pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato. 172. Costa Caddu, spiaggia in territorio ` Ottiolu; posdi San Teodoro in localita siede un fondo di ghiaia grigia e sassi con numerosi scogli alti; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 173. Cristolaxedu, spiaggia in territorio ` Colostrai a ridi Muravera in localita dosso della torre di Salinas; possiede

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Spiagge in Sardegna un fondo con sabbia bianca e pietre delimitata da scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 174. Cumpultittu, spiaggia a nord di Bosa in territorio di Bosa; situata in splendida posizione incastonata tra alte scogliere di tufo bianco, possiede ` raggiungiuna sabbia grigia e fine ed e bile solo dalla strada provinciale attraverso un viottolo. 175. Cussorgia, spiaggia in territorio di ` omonima, lungo la Calasetta in localita strada tra Calasetta e Sant’Antioco; possiede una sabbia grossolana chiara ` molto stretta ed espomista a ghiaia, e sta ai venti; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 176. Ezzi Mannu, spiaggia a nord di quella di Pilo in territorio di Stintino; ` contornata da dune ricche di vegetae zione e possiede una sabbia chiara a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 177. Feraxi, spiaggia in territorio di Mu` omonima; lunga ravera in localita quasi 4 km, possiede un fondo con sabbia color panna; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. ` 178. Fertilia, spiaggia nella localita omonima, confinante con quella di Maria Pia in territorio di Alghero; possiede una sabbia bianca farinosa e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e

` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 179. Fiordo della Conca, insenatura in ` territorio di Carloforte in localita Golfo della Mezzaluna; tra le sue pareti di roccia amaranto racchiude una piscina naturale; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar. 180. Foddini, spiaggia in territorio di ` Marina di CarCardedu in localita dedu, ai confini con Bari Sardo; possiede un fondo di sabbia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. `, spiaggia in territorio di Bau181. Follo ` Santa Maria Navarrese; nei in localita possiede un fondo di ghiaia policroma; ` delimitata da scogli rossastri e da una e rupe sormontata da cespugli; offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 182. Fontanamare, spiaggia in territo` Marina di rio di Gonnesa in localita Gonnesa, a nord dei resti del porto minerario; possiede una sabbia chiara a grana grossa e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 183. Forrola, spiaggia in territorio di ` Cala di Forcola; posBaunei in localita ` delisiede un fondo di sassi rossi ed e mitata da una parete a strapiombo ornata di cespugli, raggiungibile dal ` di praticare mare; offre la possibilita ` subacquee. attivita 184. Foxi Manna, spiaggia in territorio ` Marina di Tertedi Tertenia in localita nia, tra punta Ebbas e punta Moros; possiede un fondo con sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio.

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Spiagge in Sardegna 185. Foxi Murdegu, spiaggia in territo` Sarrala `, corio di Tertenia in localita nosciuta anche come Spiaggia di Melisenda; possiede un fondo di sabbia ` bianca fine mista a ciottoli e ghiaia; e ` ; dotata dominata dalla torre di Sarrala di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di praticare il windsurf e la possibilita ` subacquee. attivita 186. Foxi, spiaggia in territorio di Bari ` di Torre di Barı`, alla Sardo in localita sinistra della torre; possiede un fondo ` delimitata dalla con sabbia chiara ed e foce di rio Bau Eni; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 187. Foxiglioni, spiaggia in territorio di ` Lido di Orrı`, a poca Tortolı` in localita ` distanza dalla Spiaggia dei Milanesi; e ` di 1 km e possiede un fondo lunga piu con sabbia chiara fine e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo li` di nolegmitato, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 188. Frutti d’oro, spiaggia in territorio ` omonima, oltre di Capoterra in localita ` delimila spiaggia di La Maddalena; e tata dalla S.S. 195 e possiede una sabbia color crema mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita `iga, spiaggia in territo189. Funtana Me ` omonima a rio di Cabras in localita poca distanza da San Giovanni di Sinis; possiede una sabbia color ocra con frammenti di conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita 190. Funtanazza, spiaggia in territorio ` omonima; possiede di Arbus in localita una sabbia dorata che contrasta con gli ` contornata; dotata scogli scuri da cui e di parcheggio a tempo limitato e cam-

` di praticare atping, offre la possibilita ` subacquee. tivita 191. Gavrile, spiaggia conosciuta come Lido del Sole, situata in territorio di Olbia; possiede una sabbia color crema a grana grossa mista a sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare ombrelloni la possibilita e sedie a sdraio. `, spiaggia in territorio di Car192. Genio ` Le Colonne, lungo la loforte in localita strada litoranea 103; piccolissima caletta, possiede una sabbia grossa ocra con sfumature grigie e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, adatta ai camper, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 193. Genn’e Mari, spiaggia in territorio ` Torre di Maracalagonis in localita delle Stelle, poco lontana dall’omonimo piccolo borgo di villeggiatura; possiede una sabbia bianca a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di praticare il windsurf e la possibilita ` subacquee. attivita 194. Girasole, spiaggia in territorio di Girasole posta di fronte all’abitato; possiede un fondo con sabbia ocra mi` delimitata dallo stagno sta a ghiaia; e ` raggiungibile attraverso di Tortolı` ed e ponticelli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, offre la ` di noleggiare ombrelloni e possibilita sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 195. Girin, spiaggia in territorio di Car` punta Nera, lungo la loforte in localita strada costiera 103; possiede una sabbia dai toni bianco, grigio e rosa, frammista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 196. Golfo delle Saline, spiaggia in terri` Capo d’Orso, torio di Palau in localita

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Spiagge in Sardegna ` molto ampia e sotto la grande roccia; e possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e adatta per i camper, ` di praticare il windoffre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 197. Grande Pe`vero, spiaggia in territo` omonima rio di Arzachena in localita contigua a quella del Piccolo Pevero; possiede una sabbia bianca finissima e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare golf nel vicino fa` subacmoso campo, windsurf e attivita quee. 198. Grotta del Bue Marino, situata in ` Cala Goterritorio di Dorgali localita ` raggiungibile solo dal mare; e ` none, e ` grande grotta visitabile in Sardela piu gna, con numerose sale e magnifiche stalattiti. 199. Grotta di Nettuno, alla base del capo Caccia, si sviluppa per 2,5 km all’interno della montagna in una serie di magnifiche sale ricche di stalattiti e ` belle stalagmiti, considerate tra le piu della Sardegna; per raggiungerla via terra si utilizza la Escala del cabirol, costruita nel 1954, che si snoda lungo lo strapiombo con un complesso di 656 gradini. 200. Guidi, spiaggia in territorio di Car` Le Colonne, lungo la loforte in localita strada costiera 103; possiede un fondo ` caratterizzata da in ghiaia e pietre ed e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 201. I Grottoni, spettacolare scogliera ricca di anfratti e di archi in territorio ` Maccori, ragdi Calasetta in localita giungibile in barca; caratterizzata da ` dotata di parcheggio una falesia alta, e

` di a tempo limitato e offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 202. Iba Sa Cresia, spiaggia in territorio ` omonima, in didi Muravera in localita rezione Costa Rei; possiede un fondo ` delimicon sabbia bianchissima ed e tata da uno stagno, dune basse e canneti; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, bar, camping, offre la possibilita di praticare il windsurf. 203. Il Calettino delle Foche, spiaggia in ` Biriola, territorio di Baunei in localita ` delimiraggiungibile solo dal mare; e tata da pareti rocciose a picco sul mare e possiede sabbia chiara e scogli; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 204. Il Passetto, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo nell’isola di Tavolara; possiede una sabbia fine bianca. 205. Is Arenas, spiaggia in territorio di ` lunga piu ` di 6 km ed e ` molto Narbolia; e ampia, con un fondo di sabbia a grana media ocra a riflessi dorati, delimitata da un imponente complesso di dune ol` stata impiantre le quali dopo il 1950 e tata una magnifica pineta; possiede parcheggi a tempo limitato, aree per ` ideale camping, bar, ristoranti ed e per la pratica di tutti gli sport acquatici. 206. Is Arenas Biancas, spiaggia in ter` Porto ritorio di Teulada in localita Pino, possiede una sabbia bianca con ` grigie ed e ` contornata da un tonalita sistema di dune imponenti costellate da alcuni grandi alberi di ginepro; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 207. Is Arenas ’e S’Acqua ’e S’Ollastu, spiaggia in territorio di Arbus in loca` Sant’Antonio di Santadi; di sabbia lita

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Spiagge in Sardegna bianca rosata, lunga 6 km, si stende fino a Pistis; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. ` 208. Is Arutas, spiaggia nella localita ` omonima del comune di Cabras; e lunga circa 5 km ed ha una sabbia bianchissima di origine quarzifera a grana grossa, piccoli granelli delle dimensioni di un chicco di riso lucidissimi o traslucidi di incomparabile bellezza, attualmente protetti dalle tentazioni dei turisti con una serie di multe per coloro che ne asportino anche soltanto una manciata; dotata di camping, bar e ` raggiungibile anche dagli ristorante, e handicappati; ideale per praticare il windsurf.

Spiagge in Sardegna – Is Arutas. La costa occidentale, fra il golfo di Oristano e ` meridionale, ha bellissime spiagge. l’estremita

209. Is Mortorius, spiaggia in territorio ` omodi Quartu Sant’Elena in localita nima, a poca distanza da Terra Mala; possiede un fondo di ghiaia piccola e ` lunga circa 500 m; dotata di media ed e parcheggio a tempo limitato.

` inis, spiaggia in territorio di 210. Is Pru Sant’Antioco, si stende per 1 km tra la zona industriale e Malatroxia; di sab` parzialmente bia grigia grossolana, e chiusa alla balneazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 211. Iscrixedda, spiaggia conosciuta anche come Lido delle Rose, in territorio ` dell’abitato; di Lotzorai in prossimita possiede un fondo con sabbia dorata mista a granellini rossi e bianchi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. ` ios, spiaggia in territorio di 212. Iscra ` molto amPosada a nord dell’abitato; e pia e possiede una sabbia chiara a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato. 213. Isola dei Cavalli, in territorio di Loiri Porto San Paolo, vicinissimo alla costa; possiede una sabbia chiara con riflessi ocra e rosa e scogli di granito. 214. Isola dei Cavoli, in territorio di Villasimius nell’area protetta di capo Car` contornata da scogli e posbonara; e siede numerose spiaggette sabbiose; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 215. Isola dei Gabbiani, situata in terri` di Porto torio di Palau in localita Puddu alla foce del Liscia, di fronte all’isola dei Cavalli; collegata alla terraferma da un istmo sabbioso, possiede una sabbia grossolana di color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta per ristorante, bar, camping ed e ` di nolegi camper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee; e ` uno dei luoghi per il vita ` famosi del Mediterraneo. windsurf piu 216. Isola di Serpentara, isola situata di fronte al litorale di Villasimius; lunga

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Spiagge in Sardegna ` dominata dalla torre di meno di 1 km, e San Luigi e completata a nord da tre scogli di grandi dimensioni detti Vari` di praticare glioni; offre la possibilita ` subacquee. attivita 217. Isola Piana, in territorio di Loiri Porto San Paolo, conosciuta anche come Isola dei Gabbiani; possiede una sabbia grigia dai riflessi color ocra e ` rosa e scogli rosa; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 218. Isola Piana, isolotto in territorio di Carloforte nel canale tra l’isola di San Pietro e la Sardegna; possiede un fondale di scogli. 219. Isolotto dell’Ogliastra, in territorio ` formato da roccioni di di Lotzorai, e granito contornati da scogli rossastri; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 220. Isuledda, spiaggia in territorio di San Teodoro, facilmente raggiungibile dal paese; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 221. Kala ’e Moru, spiaggia in territorio ` Geredi Quartu Sant’Elena in localita meas; lunga 3 km e contornata dalla macchia mediterranea, possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 222. L’Isolotto, spiaggia contigua a quella di Tamerici a poca distanza da ` costituita da Stintino; anche questa e una piccola baia circoscritta da rocce e con un fondo roccioso; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 223. La Bobba, spiaggia in territorio di ` Le Colonne, Carloforte in localita

lungo la strada costiera 103; possiede una sabbia bianca fine e una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, ` subacquee. e di praticare attivita 224. La Caletta, spiaggia in territorio di ` Torre dei Corsari; Arbus in localita ` di piccole dicontornata da scogliere, e mensioni, possiede una sabbia dorata mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 225. La Caletta, spiaggia in territorio di ` della GhinPortoscuso in prossimita ghetta; piccola, incastonata da scogli, possiede una sabbia bianca e chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di pratialbergo, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 226. La Caletta, spiaggia in territorio di ` omonima, posta Siniscola, in localita dietro l’abitato del piccolo villaggio ` molto estesa e possiede omonimo; e una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 227. La Capannaccia, spiaggia in terri` Romaztorio di Arzachena in localita zino; incontaminata, circondata dalla macchia mediterranea, possiede un fondo di ghiaia fine con scogli. 229. La Celvia, spiaggia in territorio di ` Capriccioli; cirArzachena, in localita condata da una fitta macchia mediterranea e da massi di granito giallo o rosato, possiede una sabbia dorata a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a

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Spiagge in Sardegna ` subacsdraio e di praticare attivita quee. 229. La Ciaccia, spiaggia in territorio di Valledoria lungo la strada per Santa Teresa Gallura; si stende per vari chilometri dall’abitato di Valledoria a Badesi, interrotta dalla foce del Coghinas, di sabbia color crema mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, camping, offre la pos` di noleggiare imbarcazioni, sibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 230. La Cinta, lunghissima spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita prossima allo stagno, facilmente raggiungibile dall’abitato; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare atti` subacquee. vita 231. La Conia, spiaggia in territorio di ` omonima, poco Arzachena in localita oltre Cannigione sulla strada per Palau; delimitata da macchie di pini e da scogli di granito, possiede una sabbia a grana grossa color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 232. La Cunchedda, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita Conca Verde; possiede una sabbia ro` delimitata da sata a grana grossa ed e scogli rosati e da cespugli di macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato. 233. La Foce, spiaggia in territorio di San Teodoro, di sabbia fine bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio.

234. La Licciola Nord, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` Liscia di Scopa (ribattezzata Valle lita ` delimitata da scogli arrodell’Erica); e tondati dal vento e possiede un fondo di sabbia rosata mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, camping e adatta per i camper, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 235. La Licciola Sud, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita Valle dell’Erica; contigua alla spiaggia di La Licciola Nord, possiede una sabbia color crema con riflessi rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` subacquee. di praticare attivita 236. La Maddalena, spiaggia in territo` delimitata dalla S.S. rio di Capoterra; e 195; molto ampia, possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante ` e adatta ai camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 237. La Marmorata, complesso di due spiagge situate in territorio di Santa ` omonima ai Teresa Gallura in localita piedi del capo Falcone; posseggono una sabbia color crema a grana grossa; ` dotato di parcheggio a il complesso e tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, e offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 238. La Pelosa, spiaggia contigua a quella di Roccaruia, situata a nord di Stintino: prospiciente l’isola omonima ` considerata e quella dell’Asinara, e ` belle spiagge della Saruna tra le piu degna; possiede una sabbia bianca e finissima, interrotta da scogliere che formano piccole insenature con pi-

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Spiagge in Sardegna scine naturali; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 239. La Pelosetta, spiaggia attigua a quella della Pelosa in territorio di Stintino, vicinissima all’isolotto omonimo ` raggiungere a piedi; posche si puo siede scogli e una sabbia simile a ` dotata di parquella della Pelosa; e cheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 240. La Playa, spiaggia in territorio di ` Pittulongu; possiede Olbia in localita una sabbia bianca a grana media mista a conchiglie e ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 241. La Punta, scogliera a picco sul mare in territorio di Carloforte in loca` omonima nella parte nord dell’ilita sola; dotata di parcheggio a tempo limitato. 242. La Rena Bedda, spiaggia detta anche La Turra, situata in territorio di ` Vignola mare; vaAglientu in localita sta e ben attrezzata, possiede una sabbia fine color crema mista a sassolini; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e ` susedie a sdraio e di praticare attivita bacquee. 243. La Sciumara, spiaggia in territorio di Palau a ovest dell’abitato; racchiusa da scogliere, possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e adatta ` di praper i camper, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 244. La Spiaggetta, spiaggia in territo-

` Marina di rio di Cardedu in localita Cardedu, conosciuta anche come Su Mare dividiu; possiede un fondo con ghiaia e ciottoli policromi con scogli affioranti, delimitata dalla foce del rio Lispedda e contornata da ginepri e altra vegetazione; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 245. La Tonnara, scogliera in territorio ` omonima sulla di Calasetta in localita punta Maggiore, comprende gli edifici dell’antica tonnara; dotata di albergo. 246. Lampianu, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord di Capo Mannu in ` una caletta racterritorio di Sassari; e colta alla quale si accede dalla strada attraverso una scaletta in pietra; possiede un fondo di ghiaia policroma mista a conchiglie e piccole pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 247. Las Tronas, spiaggia nel territorio urbano di Alghero dominata dall’omonima villa; possiede un fondo roccioso con poca sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 248. Lazzaretto, spiaggia in territorio di Alghero, oltre quella delle Bombarde ` divisa da una zona verde; dalla quale e ` della torre del Lazposta in prossimita zaretto possiede una sabbia farinosa di colore chiaro e ocra, finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 249. Le Bombarde, spiaggia oltre quella di Fertilia in territorio di Alghero; possiede una sabbia di colore bianco grigio alternata a scogli dall’aspetto soli-

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Spiagge in Sardegna tario e selvaggio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni, sedie a sdraio e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 250. Le Cinque spiagge, complesso di spiagge situate in territorio di Golfo Aranci a sud del centro abitato (si chiamano La prima spiaggia, La seconda spiaggia ecc.); posseggono una sabbia bianca fine; sono attrezzate con parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` di noristorante e offrono la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 251. Le Saline, spiaggia a nord di quella della Pazzona in territorio di Stintino; separa dal mare lo stagno di Cesarac` dominata dall’omonima torre ciu ed e e dal complesso di edifici della tonnara, oggi trasformata in villaggio turistico; ampia, possiede un fondo di ghiaia finissima mista a piccoli sassi di quarzo; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 252. Le Saline, spiaggia in territorio di ` omonima, 2 km a Calasetta in localita sud dell’abitato; possiede una sabbia grigia chiara con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 253. Le Saline, spiaggia in territorio di ` Vecchie Saline; posOlbia in localita siede una sabbia grigia chiara, mista a ghiaia e a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita

imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 254. Li Capanni, spiaggia in territorio ` Golfo delle Sadi Arzachena in localita line in direzione di Cannigione; chiusa da folte macchie di ginepri e da scogli, possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 255. Li Cossi, spiaggia in territorio di ` d’Agultu in localita ` Costa ParaTrinita ` delimitata da rocce di granito diso; e che la riparano dal vento e possiede una sabbia rosata a grana grossa e scogliere di granito rosato; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 256. Li Itriceddi, spiaggia in territorio ` Cala di Volpe; di Arzachena in localita racchiusa da una pineta, possiede una sabbia chiara con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio. 257. Li Mindi, spiaggia in territorio di ` Badesi Mare contiBadesi in localita gua a quella di Li Junchi; possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` adatta ai camper. camping e 258. Lido di Orrı`, spiaggia in territorio ` omonima; e ` molto di Tortolı` in localita estesa, e possiede un fondo con sabbia chiara e scogli di granito; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 259. Lido San Giovanni, lunga spiaggia di qualche chilometro situata nel terri-

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Spiagge in Sardegna torio urbano di Alghero; possiede una sabbia bianca e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` adatta ai camper. ranti e camping, e 260. Liscia di Rena, spiaggia in territo` Porto rio di Arzachena in localita Cervo a nord dell’abitato; possiede una sabbia color crema e scogli di gra` dotata di parcheggio a nito rosso; e tempo limitato. 261. Liscia di Vacca, spiaggia in territo` Baia Sardirio di Arzachena in localita nia non lontana dalla Pitrizza (Costa Smeralda); possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 262. Liscia Ruja, spiaggia in territorio ` omonima a di Arzachena in localita sud di Cala di Volpe; possiede una sab` contornata dalla macbia dorata ed e chia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la pos` di noleggiare imbarcazioni, sibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 263. Lo Squalo, spiaggia situata in terri` Lido di Pittutorio di Olbia in localita longu; possiede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 264. Lu Bagnu, spiaggia in territorio di Castelsardo proprio a ridosso del pic` delimitata da colo borgo omonimo; e alte rocce coperte di macchia mediterranea, possiede una sabbia color crema finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di prabar, camping, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 265. Lu Impostu, spiaggia in territorio ` capo Coda di San Teodoro in localita Cavallo; possiede una sabbia bianca con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` adatta per i storante, bar, camping, e

` di nolegcamper; offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 266. Lu Litarroni, spiaggia in territorio ` Vignola; e ` delidi Aglientu in localita mitata da dune coperte di fitti cespugli e da scogli; molto estesa, possiede una sabbia color crema mista di ciottoli e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare ombrelloni e sedie a lita sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 267. Lucaise, spiaggia in territorio di ` Le Colonne lungo Carloforte in localita la strada litoranea 103; possiede un ` delimitata da scofondo pietroso ed e gli; dotata di parcheggio a tempo limi` di praticare attato, offre la possibilita ` subacquee. tivita 268. Maimoni, spiaggia in territorio di ` omonima; molto vaCabras in localita sta, caratterizzata da una zona di dune coperte da vegetazione, possiede una sabbia bianca mista a piccoli sassolini tondeggianti; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar. 269. Mandriola, spiaggia in territorio di ` essere considerata San Vero Milis, puo la prosecuzione di quella di Putzu Idu e si stende di fronte al piccolo agglomerato di Porto Mandriola; di sabbia grigio chiaro fine e coperta da uno strato di posidonie, si apre in direzione sud e offre un sicuro riparo dai venti di Capo Mannu; dal suo porticciolo partono i ` barconi per l’isola di Mal di Ventre; e dotata di bar e ristorante e di un par` possibile cheggio a tempo limitato; e ` subacquee. praticarvi attivita 270. Maragnani, spiaggia in territorio di Valledoria oltre la spiaggia di La ` delimitata da spettacolari Ciaccia; e scogliere e possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo ` limitato e camping, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita

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Spiagge in Sardegna 271. Mare e Rocce, spiaggia in territorio ` Pittulongu; posdi Olbia in localita siede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 272. Mare Morto, spiaggia in territorio ` San Giovanni di di Cabras in localita Sinis; possiede una fine sabbia grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta ai camper. e 273. Mari Ermi, spiaggia a nord di quella di Is Aruttas in territorio del comune di Cabras, separa la costa dagli ` lunga circa 2,5 km stagni retrostanti; e ` formata da granelli di quarzo leged e ` grandi di quelli di Is germente piu ` Aruttas; dotata di camping e di bar, e ottima per praticare il windsurf. 274. Mari Pintau, spiaggia in territorio ` Geredi Quartu Sant’Elena in localita meas, delimitata dal colle Bruncu de ` contornata dalla Su Monte Maru; e macchia mediterranea, possiede una sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` rante, bar, camping; offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 275. Maria Pia, spiaggia nel territorio urbano di Alghero, occupato un tempo dall’azienda omonima creata nel 1934 dall’Ente di bonifica integrale; ampia e digradante, delimitata da dune coperte da ginepri e circondata da una bellissima pineta, possiede una sabbia bianca e farinosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 276. Marina di Arborea, spiaggia in ter` omonima ritorio di Arborea in localita tra lo stagno di Cornu S’Ittiri e quello di ` lunga 5 km; possiede S’Ena Arrubia, e una sabbia grigia chiara mista a ciot-

toli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 277. Marina di Arbus, spiaggia conosciuta come Gutturu Flumini, situata ` omoin territorio di Arbus in localita ` di 2 km, possiede una nima; lunga piu ` delimitata a sabbia grigia chiara ed e sud da una scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e cam` di praticare il ping, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 278. Marina di Badesi, spiaggia conosciuta anche come Li Junchi, situata in territorio di Badesi; possiede una sabbia color crema di grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 279. Marina di Castelsardo, spiaggia in territorio di Castelsardo agli inizi del` di dimensioni medie, posl’abitato; e siede una sabbia color crema a grana ` ricca di scogli e scogliere; media ed e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 280. Marina di Cugnana, spiaggia in ter` omonima; ritorio di Olbia in localita possiede un fondo di sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare ombrelloni e sedie a sdraio. 281. Marina di Orosei, spiaggia in terri` omonima a 2 torio di Orosei in localita km e mezzo da Orosei, vi si accede at` lunga piu ` di 2 km e traverso un ponte; e possiede una sabbia dorata mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e

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Spiagge in Sardegna sedie a sdraio e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 282. Marina di Puntaldı`a, spiaggia in ` territorio di San Teodoro in localita ` ldia (cosı` si chiamava un tempo, Punt’A ` stato spostato dalla toma l’accento e ponomastica turistica); possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 283. Marina di Sorso, spiaggia in territorio di Sorso, rappresenta la continuazione di quella di Platamona e si stende in direzione di Castelsardo; ` possiede una sabbia bianca fine ed e delineata da una serie di dune alte alcuni metri, sormontate da ginepri, palme nane e gigli di mare, dietro le ` stata impiantata una rigogliosa quali e pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 284. Marina Maria, spiaggia in territo` omonima; posrio di Olbia in localita siede una sabbia grigia grossolana mista a conchiglie; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 285. Marina Rei, spiaggia in territorio ` Monte Nai; e ` di Muravera in localita lunga parecchi chilometri e possiede un fondo con sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 286. Marinella, spiaggia in territorio di ` Porto Rotondo; Golfo Aranci in localita

` di 1 km, possiede una sabbia lunga piu bianchissima e fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` rante, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 287. Marinella, spiaggia in territorio di ` della zona Porto Torres in prossimita industriale; possiede una sabbia grigia chiara; per la sua posizione vi vige il divieto di balneazione. 288. Marinelledda, spiaggia in territo` Porto Rorio di Golfo Aranci in localita tondo, contigua alla spiaggia della Marinella; possiede una sabbia color ` costellata da scogli di gracrema ed e nito modellati dal vento; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni. bilita 289. Matta ’e Peru, spiaggia in territorio ` Careddu; e ` in di Budoni in localita parte coperta da posidonie e possiede una sabbia grigia chiara; dotata di par` cheggio a tempo limitato e camping, e adatta ai camper. 290. Mimose al Mare, spiaggia in territo` Monte Nai, rio di Muravera in localita tra la Spiaggia delle Ginestre e punta Santa Giusta; possiede un fondo con sabbia bianca mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 291. Monte Cogoni, spiaggia in territo` Chia; rio di Domus de Maria in localita ` delimitata dalla strada costiera per e Chia e possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar e cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 292. Monte d’Arena, spiaggia in territorio di La Maddalena prima del villag-

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Spiagge in Sardegna gio del Touring Club Italiano; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` adatta per i camper; offre la possibie ` di noleggiare imbarcazioni e di lita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 293. Monti Russu, spiaggia detta anche La Piana, situata in territorio di ` omonima; e ` delimiAglientu in localita tata da dune coperte da ginepri e possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 294. Mugoni, spiaggia lungo la costa orientale della rada di Porto Conte in territorio di Alghero, vicina all’omonima azienda agricola; possiede una ` circonsabbia grigia a grana fine ed e data da una grande pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita natanti e di praticare il windsurf. 295. Museddu, spiaggia in territorio di ` Marina di CarCardedu in localita dedu; contigua alla spiaggia di Foddini, molto ampia, possiede un fondo con ` desabbia grigia e ghiaia policroma; e limitata a tratti da una pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 296. Oddoana, spiaggia in territorio di ` Cala Gonone, ragDorgali in localita ` delimitata giungibile solo via mare; e da pareti rocciose e possiede un fondo ` di pratidi rocce; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 297. Orvili, spiaggia in territorio di Posada a poca distanza dalla cantoniera ` molto ampia e delimitata omonima; e da una grande pineta; possiede una

sabbia grigia a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 298. Osalla di Dorgali, spiaggia in terri` omonima, torio di Dorgali in localita ` delimicontigua a quella di Orosei; e tata dalla scogliera di punta Nera e da una folta vegetazione e uno stagno, ha sabbia dorata e scogliere nere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni e di lita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 299. Osalla di Orosei, spiaggia in territo` omonima, poco rio di Orosei in localita ` molto dopo lo stagno di Su Petrosu; e estesa e delimitata dalla pineta e dallo stagno; possiede una sabbia fine e dorata; dotata di parcheggio a tempo limitato. 300. Pal’e Turri, scogliera situata in territorio di Portoscuso sotto la torre spagnola; possiede rocce e scogliere che il vento e il mare hanno foggiato col tempo; dotata di albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 301. Palau vecchio, spiaggia in territorio di Palau nel centro abitato, raggiungibile dal lungomare; possiede una sabbia ocra a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 302. Pan di Zucchero, spiaggia in terri` Masua; postorio di Iglesias in localita siede una sabbia color crema mista a ` contornata ghiaia multicolore ed e dalla scogliera e da una ricca macchia mediterranea; di fronte si eleva il grande, caratteristico scoglio conosciuto come Pan di zucchero; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto` di pratirante, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 303. Pazzona, spiaggia lungo le coste del golfo dell’Asinara a nord di quella

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Spiagge in Sardegna di Ezzi Mannu in territorio di Stintino; ` mossa divide dal mare uno stagno ed e da un insieme di dune coperte di vegetazione, frequentate da specie di uccelli rari; possiede un fondo di frammenti di quarzo e di ghiaia bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di adatta ai camper, offre la possibilita praticare il windsurf. 304. Pedra Longa, scogliera in territo` omonima; dorio di Baunei in localita minata da uno sperone a forma di pira` mide detto Agugliastra, alto 128 m, e dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di bar, ristorante e offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 305. Pedra Marchesa, spiaggia in territorio di Siniscola, contigua alla spiag` rchida, delimitata dallo stagia di Be gno omonimo, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 306. Pedraladda, spiaggia in territorio ` dell’abidi Castelsardo in prossimita ` circontato; di piccole dimensioni, e data da una scarpata rocciosa, possiede una sabbia media mista di ghiaia: vi si accede da un sentiero; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` di bergo, ristorante, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 307. Piccolo Pe`vero, spiaggia in territo` omonima rio di Arzachena in localita nella Costa Smeralda; circondata da rocce e da cespugli, possiede una sabbia bianca a grana media; dotata di ri` di nostorante e bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 308. Piscina Rei, spiaggia in territorio di Muravera nella parte settentrionale ` lunga molti chilometri e di Costa Rei; e possiede un fondo con sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` adatta ai camper, offre la possiping, e

` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 309. Piscinas, spiaggia in territorio di ` omonima nella Costa Arbus in localita Verde; possiede una sabbia color ocra che forma dune alte fino a cinquanta metri che si inoltrano verso l’interno per quasi 2 km; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 310. Piscine, spiaggia in territorio di Ar` Mannena; raczachena in localita chiusa da scogli di granito modellati dal vento e dal mare, possiede una sabbia color crema a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` subac` di praticare attivita possibilita quee. 311. Pistis, spiaggia in territorio di Ar` Sant’Antonio di Santadi, bus in localita ` costia poca distanza dall’abitato; e tuita da un alternarsi di scogliere a picco sul mare e di calette con sabbia rosata; dotata di parcheggio a tempo ` di limitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 312. Pitrizza, spiaggia in territorio di ` omonima; posArzachena in localita siede una sabbia chiara; dotata di albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 313. Plag’e mesu, spiaggia in territorio ` Marina di Gondi Gonnesa in localita nesa; possiede una sabbia grigia e grossa e complessi di scogli che formano piscine naturali; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, e adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita sedie a sdraio, e di praticare il windsurf.

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Spiagge in Sardegna 314. Platamona, spiaggia in territorio di Sorso, contigua a quella di Abbacur` molto rente (in territorio di Sassari); e estesa e possiede una sabbia chiara a grana grossa; separa dal mare lo stagno omonimo ricco di endemismi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` considerata la ` subacquee. E attivita ‘‘spiaggia dei sassaresi’’. 315. Poetto di Quartu, spiaggia in territorio di Quartu Sant’Elena contigua a quella del Poetto; possiede una sabbia bianca con riflessi dorati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf. 316. Poetto, spiaggia in territorio di Ca` lunga diversi chilometri e si gliari; e stende fino alla spiaggia di Quartu a ` ; possiede una saboriente della citta bia bianca a grana fine. Sul finire del Novecento, per rimediare all’impoverimento dello strato superficiale di ` pensato di procedere a sabbia, si e un’operazione di ‘‘ripascimento’’, trasportando sabbia dal fondo del mare antistante; sebbene siano trascorsi alcuni anni, la sabbia ‘‘nuova’’ mantiene ancora il colore grigio-scuro che nei progetti doveva cedere al color panna del resto della grande spiaggia. Dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristoranti, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` la ‘‘spiaggia dei cagliariil windsurf. E tani’’. 317. Poltu Biancu, spiaggia in territorio ` Badesi Mare, condi Badesi in localita tigua alla Baia delle Mimose di Valledoria; possiede una sabbia bianca a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo

` limitato e camping, offre la possibilita di praticare il windsurf. 318. Poltu Quatu, spiaggia in territorio ` omonima; condi Arzachena in localita tornata da imponenti pareti di granito ` che delimitano le case del villaggio, e dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 319. Portisco, spiaggia in territorio di ` Marina di Portisco alOlbia in localita ` ovest del golfo di Cugnana; l’estremita possiede una sabbia bianca a grana ` delimitata da uno sperone media ed e di rocce rosse; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 320. Portixeddu, spiaggia in territorio ` contigua all’odi Buggerru in localita monimo villaggio; molto ampia, divisa dal rio Mannu, possiede una sabbia fine color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare natanti, omla possibilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 321. Portixeddu, spiaggia in territorio ` Maladroxia; di Sant’Antioco in localita ` possiede una sabbia chiara fine ed e contornata da scogli e da alcuni cespu` dotata di parcheggio a tempo ligli; e mitato. 322. Porto Ainu, spiaggia in territorio di ` dell’omonimo Budoni in prossimita villaggio; possiede una sabbia grigia chiara a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 323. Porto Alabe, spiaggia in territorio di Tresnuraghes; possiede una sabbia

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Spiagge in Sardegna multicolore a grana media raccolta in una caletta ben riparata, delimitata da dune ricche di piante grasse e gigli di mare; confina con l’omonimo insediamento turistico sviluppatosi dopo il ` dotata di parcheggio a tempo 1950 ed e limitato, albergo, ristorante, bar. 324. Porto Botte, spiaggia in territorio ` omonima; si stende di Giba in localita per circa 4 km e possiede una sabbia grossolana mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, ` di praticare il windoffre la possibilita surf. 325. Porto Casu, spiaggia in territorio di ` capo Ceraso; possiede Olbia in localita una sabbia grigia e ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 326. Porto Cervo, villaggio marino, centro principale della Costa Smeralda, in ` territorio di Arzachena in localita omonima; dotata di parcheggio a tempo limitato, alberghi, ristoranti, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 327. Porto Columbu, spiaggia in territo` Perd’e Sali in rio di Sarroch in localita ` del porto; possiede una sabprossimita bia grossolana mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita ` suimbarcazioni e di praticare attivita bacquee. 328. Porto Conte, spiaggia conosciuta anche come Baia delle Ninfe, nella rada di Porto Conte in territorio di Alghero; possiede una sabbia a grana ` cirgrossa color crema mista a ghiaia, e condata da un bosco di eucalipti e macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di pratirante, bar, offre la possibilita ` subacquee. care attivita

329. Porto Corallo, porticciolo situato in ` Masua; territorio di Iglesias in localita possiede una scogliera che lo rende sicuro; dotato di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 330. Porto Corallo, spiaggia in territorio ` omonima vidi Villaputzu in localita cino al porticciolo turistico; possiede un fondo con sabbia grossolana grigia; ` delimitata da una folta vegetazione; e dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita il windsurf. 331. Porto di Villasimius, spiaggia in territorio di Villasimius nei pressi del ` di piccole dimensioni porto turistico; e e contornata da scogli e vegetazione; possiede un fondo con sabbia e scogli; dotata di albergo, ristorante, bar, offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 332. Porto Ferro, spiaggia a nord di capo Caccia lungo le coste della Nurra in territorio di Sassari; possiede una sab` cirbia color ocra a grana grossa ed e condata da una grande pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti, di praticare lita ` subacquee. il windsurf e attivita 333. Porto Flavia, spiaggia in territorio ` Masua; possiede di Iglesias in localita ` sormonun fondo di ghiaia e sassi ed e tata da una pineta; dalla spiaggia si accede alla struttura mineraria omonima realizzata per lo stoccaggio e il carico ` in funzione; dei minerali, oggi non piu dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 334. Porto Frailis, spiaggia in territorio ` Arbatax nella di Tortolı` in localita parte meridionale di capo Bellavista; ` possiede un fondo con sabbia chiara; e delimitata da alcune scogliere laterali;

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Spiagge in Sardegna dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di ` subacquee. praticare attivita 335. Porto Giunco, spiaggia in territorio ` omonima, oldi Villasimius in localita ` contornata da tre lo stagno di Notteri; e un bosco di eucalipti, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 336. Porto La Cruzitta, spiaggia in terri` Costa Paratorio di Vignola in localita ` dediso; raggiungibile solo dal mare, e limitata da spettacolari scogliere e possiede un fondo di ghiaia e ciottoli; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 337. Porto Liscia, spiaggia in territorio ` omonima dalla pedi Palau in localita nisola di Coluccia all’Isuledda; lunga circa 8 km, possiede una sabbia dorata ` attraversata da a grana grossa ed e dune e folte macchie di vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping e adatta per i camper, of` di praticare il windfre la possibilita surf. 338. Porto Mannu, spiaggia nell’abitato di Stintino accessibile dal lungomare; piccola e raccolta, possiede una sabbia dorata finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 339. Porto Paglia, spiaggia in territorio ` Porto Cervo; di Arzachena in localita contornata da piante di ginepro, possiede una fine sabbia chiara e scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato. 340. Porto Paglia, spiaggia in territorio ` Marina di Gondi Gonnesa in localita

nesa; possiede una sabbia color crema ` delimitata dagli edia riflessi rosa ed e fici della tonnara, oggi trasformati in centro residenziale; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre la pos` di praticare il windsurf e attisibilita ` subacquee. vita 341. Porto Palma, spiaggia in territorio ` omonima vicino di Arbus in localita agli edifici di un’antica tonnara integrata in un villaggio di pescatori; possiede una sabbia mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 342. Porto Palma, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede un fondo sassoso con piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 343. Porto Palmas, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord dell’Argentiera in territorio di Sassari; ha un arco di circa 200 m e possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ghiaia e piccoli sassi bianchi; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` di praticamping, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 344. Porto Pineddu, complesso di spiagge che si stendono da Cala Menga alla costa circostante, situato in terri` torio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino; la spiaggia di Cala Menga possiede una sabbia fine grigia scura ` concon frammenti di conchiglie ed e tornata dalla pineta Candiani; la costa ` rocciosa con scogli che si circostante e alternano a piccole distese di sabbia; dotate di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attioffrono la possibilita ` subacquee. vita 345. Porto Pino, complesso formato da due spiagge contigue situate in territo` omorio di Sant’Anna Arresi in localita nima; si stendono per molti chilometri:

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Spiagge in Sardegna la prima possiede una sabbia bianca ` coronata da dune alte; la sefine ed e ` coconda una sabbia grigio chiara ed e ronata da una grande pineta; entrambe sono dotate di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, sono adatte ai camper e offrono la pos` di noleggiare natanti, ombrelsibilita loni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 346. Porto Pirastu, spiaggia in territorio ` capo Ferrato; di Muravera in localita possiede un fondo con sabbia grigio` delimicrema mista a ghiaia e scogli; e tata da un promontorio e da ricca vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 347. Porto Pollo, spiaggia in territorio ` omonima contigua di Palau in localita ` attraversata all’isola dei Gabbiani; e da dune ricche di vegetazione e possiede una sabbia bianca con riflessi rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` adatta per i camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 348. Porto Pozzo, spiaggia in territorio ` di Santa Teresa Gallura in localita omonima accanto a un villaggio costiero; possiede una sabbia grigia a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, cam` di praticare il ping, offre la possibilita windsurf. 349. Porto Quadro, spiaggia in territo` rio di Santa Teresa Gallura in localita La Ficaccia, non lontana dall’abitato; delimitata dal capo Falcone, possiede una sabbia di color crema a grana medio-grossa; dotata di albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie

` subaca sdraio, e di praticare attivita quee. 350. Porto Rafael, spiaggia in territorio ` omonima nella di Palau in localita parte orientale di punta Sardegna di fronte all’isola di Santo Stefano; vi si affaccia il villaggio turistico, possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 351. Porto San Paolo, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in loca` Porto San Paolo; possiede una sablita bia ocra e rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 352. Porto Sciusciau, scogliera in territorio di Sant’Antioco raggiungibile solo via mare, caratterizzata da quattro archi naturali al livello del mare; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 353. Porto Scudo, spiaggia in territorio ` Porto Tramatzu, di Teulada in localita si stende all’interno della zona mili` tare; possiede una sabbia bianca ed e delineata da una scogliera e da una fitta vegetazione. 354. Porto Taverna, spiaggia in territo` rio di Loiri Porto San Paolo in localita omonima; possiede una sabbia bianca a grana media e alcune dune basse; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 355. Porto Tramatzu, spiaggia in terri` omonima di torio di Teulada in localita fronte all’Isola Rossa; possiede una ` di grisabbia bianca con varie tonalita gio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti, ombrelloni e sedie

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Spiagge in Sardegna a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 356. Porto Tramatzu, spiaggia in terri` Porto Cotorio di Villaputzu in localita rallo; ampia circa 800 m, possiede un ` delimitata fondo con sabbia grigia ed e da scogliere; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 357. Porto Vitello, spiaggia in territorio ` capo Ceraso; posdi Olbia in localita siede un fondo di ciottoli rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato. 358. Porto Zafferano, spiaggia in terri` Porto Tratorio di Teulada in localita ` a sud rispetto a matzu, si stende piu Porto Scudo in zona militare; possiede una sabbia bianca finissima. 359. Porto `Istana, spiaggia in territorio ` Costa Corallina; di Olbia in localita possiede una sabbia bianca fine con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 360. Portobello al Mare, spiaggia conosciuta anche come Agnata, situata in ` Portoterritorio di Aglientu in localita ` delimitata da rocce bello di Gallura; e erose dal vento e da cespugli e possiede una sabbia rosata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, ha piccole cale distinte con nomi antichi (Lu Culumbu) o frutto di invenzioni turistiche (la Baia dell’amore). Ingresso custodito, abilitato il controllo dei visitatori. 361. Portopaleddu, spiaggia in territo` omonima rio di Portoscuso in localita a sud del centro storico; possiede una ` delimitata da una sabbia dorata ed e

scogliera; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, e di prati` subacquee. care attivita 362. Portoscuso, spiaggia in territorio di Portoscuso accessibile dal lungomare della cittadina; possiede un fondo di scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 363. Portovesme, spiaggia in territorio ` omonima; di Portoscuso in localita possiede sabbia grigia e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar. 364. Portu Banda, spiaggia in territorio ` Ne ` bida, poco di Iglesias in localita fuori dall’abitato; possiede un fondo di ghiaia multicolore; dotata di parcheggio a tempo limitato. 365. Portu Li Cogghj, spiaggia in territo` Romazrio di Arzachena in localita ` divisa in due da uno sperone zino; e roccioso coperto di vegetazione; possiede una sabbia chiara fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 366. Portu Maga, spiaggia in territorio ` omonima nella Codi Arbus in localita sta Verde; possiede una sabbia color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e ` di adatta ai camper, offre la possibilita ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 367. Portu Quau, piccola baia in terri` omonima, torio di Baunei in localita raggiungibile solo dal mare; delimitata da profonde pareti a picco sul mare, possiede un fondo con sassi e scogli; ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. 368. Pultiddolu, spiaggia in territorio di ` omoSanta Teresa Gallura in localita nima, ricavata nella piccola ansa di una scogliera; dotata di parcheggio a

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Spiagge in Sardegna ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 369. Punta Barbarossa, promontorio ` sud-orientale delposto all’estremita l’isola dell’Asinara; ricco di scogliere ` adatto per e di fondali spettacolari, e ` subacquee. attivita 370. Punta delle Colonne, spettacolare scogliera situata in territorio di Carlo` omonima a 300 m dalla forte in localita spiaggia di La Bobba; caratterizzata da ` di 10 m. faraglioni di trachite alti piu 371. Punta delle Oche, promontorio a est della scogliera di Memmerosso in territorio di Carloforte; possiede una magnifica grotta. 372. Punta delle Saline, spiaggia in ter` dell’omoritorio di Olbia all’estremita nima punta; possiede una sabbia color crema a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato. 373. Punta di Volpe, spiaggia in territo` Porto Rotondo; rio di Olbia in localita possiede una sabbia color crema punteggiata da scogli; dotata di parcheggio ` di a tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 374. Punta Don Diego, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in loca` Porto San Paolo; possiede una sablita bia color ocra con scogli di granito rosa; dotata di parcheggio a tempo li` di nolegmitato, offre la possibilita giare imbarcazioni e di praticare atti` subacquee. vita 375. Punta Est, spiaggia in territorio di ` capo Coda CaSan Teodoro in localita ` vallo; possiede una sabbia grigia ed e delimitata da scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 376. Punta La Capra, spiaggia conosciuta anche come Scogli Forani, situata in territorio di Castelsardo a

` delimipoca distanza da Lu Bagnu; e tata da scogli di trachite nera che formano una piscina naturale di grande bellezza; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, camping, offre la pos` subacquee. ` di praticare attivita sibilita ` timi, spiaggia in terri377. Punta Li Pa ` Mariscu, torio di Aglientu in localita tra Santa Teresa Gallura e Vignola; possiede una sabbia d’origine granitica; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e ` adatta per i camper, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 378. Punta Molara, scogliera in territo` di Monte rio di San Teodoro in localita Petrosu; possiede anche piccoli tratti ` di pratidi arenile; offre la possibilita ` subacquee. care attivita 379. Punta Molentis, spiaggia in territo` omonima rio di Villasimius in localita inserita nella zona protetta; contornata da rocce di granito, possiede una sabbia grossa color panna mista a ghiaia; dotata di ristorante, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ` subacquee. di praticare attivita 380. Punta Negra, spiaggia a nord di Fertilia in territorio di Alghero; delimitata dalla pineta di Arenosu, possiede una sabbia bianca e finissima quasi impalpabile; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, camping, ` di adatta ai camper, offre la possibilita noleggiare natanti. 381. Punta Negra, spiaggia contigua a quella di Cala Lupo in territorio di ` una caletta circoscritta da Stintino; e scogliere e da cespugli di macchia mediterranea; possiede una sabbia fine ` fornita di un molo tucolor crema ed e ristico; dotata di parcheggio a tempo ` di noleglimitato, offre la possibilita ` sugiare natanti e di praticare attivita bacquee.

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Spiagge in Sardegna 382. Punta Nera, spiaggia in territorio ` omonima di Carloforte in localita lungo la strada costiera 103; possiede una sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 383. Punta Niedda, scogliera nera in ` territorio di Bari Sardo in localita omonima; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 384. Punta Nuraghe, spiaggia in territo` Porto Rotondo a rio di Olbia in localita poca distanza dal borgo marino; possiede una fine sabbia grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio. 385. Punta Porceddu, spiaggia in terri` punta Motorio di Castiadas in localita lentis, di fronte all’isola di Serpentara; possiede un fondo di ghiaia e pietre; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di praticare attivita ` offre la possibilita subacquee. ` un complesso di 386. Punta Rossa, e spiaggette situate in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiedono sabbia rosata a grana grossa; ` di praticare attioffrono la possibilita ` subacquee. vita 387. Punta Tegge, spiaggia in territorio di La Maddalena nella zona sud-occidentale dell’isola; possiede una sabbia color crema a grana grossa e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato e ` di praticare atbar, offre la possibilita ` subacquee. tivita 388. Punta Trettu, spiaggia in territorio ` di San Giovanni Suergiu in localita ` una lingua di terra contoromonima; e nata da una pineta e da altra vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato. 389. Punta Tronfino, spiaggia in territo` capo Ceraso; rio di Olbia in localita possiede una sabbia color ocra con

sassi e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 390. Putzu Idu, spiaggia in territorio di San Vero Milis non lontana dall’abitato, punto di imbarco per l’isola di Mal di Ventre; formata da sabbia grigia chiara fine, si stende da S’Aena Scoada a Cala Saline, delimitata dalla caratteristica punta di S’Archittu, un insieme di archi di roccia che si ergono spettacolari sul mare; dotata di alberghi, bar, ristorante, consente il soggiorno dei ` subaccamper e la pratica di attivita quee, praticare il windsurf e canottaggio. 391. Poglina, spiaggia nella Riviera del Corallo in territorio di Villanova Mon` di 400 m in una teleone; lunga poco piu cala, possiede una sabbia chiara e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre ` di noleggiare natanti, sela possibilita die a sdraio e ombrelloni, di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 392. Razza di Juncu, spiaggia in territo` Portisco; rio di Arzachena in localita divisa in quattro arenili, possiede una ` delisabbia chiara a grana grossa ed e mitata da una zona di colli ricchi di vegetazione e da una zona palustre con canneti; dotata di parcheggio a tempo limitato. 393. Rena Bianca, spiaggia in territorio ` di Portisco nella di Olbia in localita parte terminale della Costa Smeralda; possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita ombrelloni e sedie a sdraio, di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 394. Rena Bianca, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura ai piedi del centro abitato; possiede una sabbia bianca fine e brillante; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 395. Rena di Levante, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` capo Testa sul lato orientale del lita Capo; possiede una sabbia con riflessi dorati a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 396. Rena di Matteu, spiaggia in territo` Rena Majori; rio di Aglientu in localita ` delimitata da una parete rocciosa coe perta da macchia mediterranea e ai lati da scogli di granito: possiede una sabbia chiara a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita 397. Rena di Ponente, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura in loca` capo Testa, sul lato occidentale lita del promontorio; detta anche Spiaggia di La Taltana, possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 398. Rena Majori della Nurra, spiaggia lungo le coste della Nurra a nord di quella di Lampianu in territorio di Sassari; sovrastata da un’alta scogliera, possiede una sabbia chiara a grana grossa mista a ciottoli; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 399. Rena Majori, lunga spiaggia in ter` omoritorio di Aglientu in localita ` delimitata da una serie di nima; e dune con cespugli di gigli selvatici oltre le quali si stende una pineta; vi sono anche bellissimi scogli granitici ed ha sabbia chiara a grana medio-fine; dotata di parcheggio a tempo limitato e

` di nolegcamping, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie ` subaca sdraio e di praticare attivita quee. 400. Rinagghju, spiaggia detta anche Spiagghja Longa per la sua estensione, ` d’Agultu in locain territorio di Trinita ` Isola Rossa; possiede una sabbia lita fine grigio chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, offre la possibi` di noleggiare imbarcazioni, omlita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. attivita 401. Riu di Li Saldi, spiaggia in territo` Vignola; delirio di Aglientu in localita mitata dalla foce del Riu di Li Saldi, possiede piccole dune con cespugli e sabbia color crema a grana grossa mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee. sibilita 402. Roccaruia, spiaggia conosciuta anche come il Gabbiano, situata a nord ` costituita da dell’abitato di Stintino; e una lunga striscia con sabbia bianca brillante e finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, adatta ai camper, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio, e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 403. Rocce rosse, scogliera in territorio ` di Arbatax, contidi Tortolı` in localita ` costigua alla Spiaggia di Ponente; e tuita da un complesso di rocce di granito rosa e porfido rosso; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante e adatta ai camper, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 404. Romazzino, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Arzachena in localita siede una sabbia candida; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita

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Spiagge in Sardegna noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. 405. S’Abba Drucche, spiaggia a nord di Bosa Marina in territorio di Bosa; articolata in tre calette delimitate da speroni di roccia di tufo, possiede una sabbia dorata e fine mista a scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, adatta ` di pratiai camper, offre la possibilita ` subacquee. care attivita 406. S’Acqua Ucci, spiaggia in territorio ` Chia, di Domus de Maria in localita contigua a quella di Su Giudeu; possiede una sabbia dorata fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 407. S’Aena Scoada, spiaggia nel territorio di San Vero Milis, costituita da sabbia fine mista a minuscoli granelli di quarzo e ricca di ciottoli e pietre levigate sulla battigia; si stende in un complesso di pittoresche calette deli` mitate da scogli fino a Putzu Idu ed e punto di osservazione dell’isola di Mal di Ventre e di Capo Mannu; dotata di un parcheggio a tempo limitato e di un ` ottima per praticare il windsurf. bar, e 408. S’Archittu, spiaggia in territorio di ` omonima, a poca Cuglieri nella localita distanza da un borgo di villeggiatura balneare sviluppatosi negli ultimi decenni; ha una sabbia color ocra fine, mista a piccoli sassi e a conchiglie; si stende a nord di quella di Stella di fronte al piccolo centro balneare omonimo e vi si accede direttamente dal lungomare; possiede un parcheggio a tempo limitato, alberghi, ristorante, ` di noleggio di bar e offre la possibilita natanti. 409. Sa Bua, spiaggia in territorio di ` Porto Sant’Anna Arresi in localita ` di Cala Pino, si stende in prossimita Francese; possiede una sabbia con pic` delicoli frammenti di corallo ed e

neata da scogli puntuti e pericolosi; dotata di parcheggio a tempo limitato ` di praticare e bar, offre la possibilita ` subacquee. attivita 410. Sa Canna, spiaggia in territorio di ` omonima; possiede Teulada in localita un fondo di grandi pietre e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 411. Sa Colonia, spiaggia in territorio di ` de` Chia; e Domus de Maria in localita limitata a nord dalla torre di Chia e possiede una sabbia fine color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 412. Sa Curcurica, stagno salmastro in ` Cala Giterritorio di Orosei in localita ` una riserva naturale ricca di nepro; e fauna, tra cui la gallinella d’acqua dalla quale trae il nome. ´ ppara, spiaggia in terri413. Sa Enas A ` di capo Ceraso torio di Olbia in localita con vista su Tavolara; possiede una sabbia chiara e scogli affioranti; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 414. Sa Marina, spiaggia in territorio di ` Torre di Barı`, Bari Sardo in localita contigua alla torre; possiede un fondo con sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 415. Sa Mesa Longa, spiaggia in territorio di San Vero Milis a nord di Capo Mannu, si chiude con la bella scogliera di Su Pallosu; ha sabbia ocra e bianca a ` cirgrana media; d’aspetto selvaggio, e condata da dune ricche di piante grasse e di gigli di mare; ha un parcheg-

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Spiagge in Sardegna ` adatta ai camgio a tempo limitato ed e per, vi si trova un bar. 416. Sa Perda Niedda, spiaggia in terri` Monte Nai torio di Muravera in localita al centro della Costa Rei; possiede un fondo di sabbia color crema con sassi neri; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di praticare il ping, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 417. Sa Perda Pera, spiaggia in territo` Marina di rio di Cardedu in localita Cardedu a sud del villaggio di Sa Perda Pera; molto vasta, si stende a nord dell’abitato, possiede un fondo con sabbia bianca mista a ghiaia policroma; dotata di parcheggio a tempo limitato, ` di noleggiare bar, offre la possibilita ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care attivita 418. Sa Punta ’e S’Arena, spiaggia in ` Materritorio di Gonnesa in localita rina di Gonnesa; possiede una sabbia ` delimitata da dune color panna ed e basse e vegetazione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 419. Sa Punta, spiaggia in territorio di ` omonima; possiede Sarroch in localita una sabbia scura mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 420. Sa Rocca Tunda, piccola spiaggia in territorio di San Vero Milis, sorge nell’estrema punta orientale di Su Pal` limitata da losu; di sabbia grigia fine, e piccole dune ricche di gigli di mare; il suo aspetto selvaggio negli ultimi anni ` stato compromesso dalla crescita die sordinata di un complesso turistico residenziale; parcheggio a tempo limitato. 421. Sa Salina, spiaggia in territorio di ` di Is Solinas; si Masainas in localita stende nel golfo di Palmas, ha sabbia grigia chiara mista a ghiaia; dotata di

parcheggio a tempo limitato, risto` di nolegrante, bar, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf. 422. Sa Tempa ’e Su Lettu, spiaggia in ` Santa territorio di Baunei in localita Maria Navarrese, raggiungibile solo dal mare; possiede un fondo di sassi ` delimitata da una scopolicromi ed e gliera rossa che la divide in due; offre ` su` di praticare attivita la possibilita bacquee. 423. San Giovanni, spiaggia in territo` Santa Maria rio di Baunei in localita Navarrese ai piedi della torre litoranea; possiede un fondo con ghiaia e ` delimitata da folta vegetascogli; e zione; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 424. San Giovanni, spiaggia in territo` Marina di rio di Muravera in localita San Giovanni a sud del Flumendosa, ` di 1 km, di fronte alle paludi; lunga piu possiede un fondo con sabbia bianca frammista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, camping, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 425. San Giovanni, spiaggia in territo` omonima; e ` rio di Posada in localita delimitata da una serie di dune basse digradanti verso il mare e racchiuse da una pineta; possiede sabbia bianca a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 426. San Giovanni di Sinis, spiaggia in ` omoterritorio di Cabras in localita nima lungo il lato occidentale della penisola; lunga 4 km, possiede una sabbia grossa di colore grigio chiaro; dotata di parcheggio a tempo limitato, risto-

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Spiagge in Sardegna rante, bar, adatta ai camper, offre la ` di praticare il windsurf e atpossibilita ` subacquee. tivita `, spiaggia in territorio di 427. San Nicolo ` San Nicolao a 2 Buggerru in localita km dall’abitato in direzione di capo Pecora; possiede una sabbia ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare natanti, e di praticare il windsurf ` subacquee. e attivita 428. San Pietro, spiaggia in territorio di ` Marina di San Valledoria in localita Pietro; possiede una sabbia bianca a grana grossa mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, camping adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 429. Sant’Anna, spiaggia in territorio ` dell’abitato; di Budoni in prossimita possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limi` tato, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 430. Santa Caterina di Pittinuri, spiaggia a nord di quella di S’Archittu in territorio di Cuglieri; di sabbia ocra a ` contorgrana media mista a ciottoli, e nata da spettacolari pareti di calcare, ricche di grotte, riparata dai venti e a poca distanza dall’omonimo centro ` dotata di parcheggio a balneare. E tempo limitato, albergo, ristorante e ` di praticare il bar e offre la possibilita windsurf. 431. Santa Giusta, spiaggia in territorio ` omonima nella di Castiadas in localita parte meridionale della Costa Rei; possiede un fondo con sabbia color ` delimitata da scogliere; dopanna ed e tata di parcheggio a tempo limitato, al-

bergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 432. Santa Lucia, conosciuta anche come Spiaggia dei Confetti, situata in ` omoterritorio di Siniscola in localita ` molto lunga e possiede tratti nima; e con una sabbia grossolana e tratti con un fondo di ciottoli e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di praticare il windfre la possibilita ` subacquee. surf e attivita 433. Santa Margherita, spiaggia in ter` omonima; e ` ritorio di Pula in localita delimitata dalla S.S. 195 e da una vastissima pineta; possiede una sabbia a grana media di colore grigio con riflessi rosa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 434. Santa Maria, spiaggia in territorio ` Marina di Orosei; e ` di Orosei, localita delimitata da scogli di basalto nero e possiede una sabbia color ocra; dotata di parcheggio a tempo limitato e al` di praticare bergo, offre la possibilita ` subacquee. attivita 435. Santa Maria Navarrese, spiaggia in ` omoterritorio di Baunei in localita nima a ridosso dell’abitato; possiede un fondo di ghiaia e di ciottoli poli` circondata cromi misti con sabbia; e da una fitta pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` subacquee. di praticare attivita 436. Scivu, spiaggia in territorio di Ar` omonima lungo la Costa bus in localita Verde; contornata a nord da una sco-

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Spiagge in Sardegna gliera e da dune coperte di cespugli, possiede una sabbia dorata a grana media; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, adatta ai camper, offre la pos` di noleggiare ombrelloni e sesibilita die a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 437. Scogli di Sa Perda Pera, scogliera situata in territorio di Cardedu in loca` Marina di Cardedu in prossimita ` lita della spiaggia di Sa Perda Pera; possiede piccoli tratti di sabbia rossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 438. Scogliera Candiani, spiaggia in ter` ritorio di Sant’Anna Arresi in localita Porto Pino, possiede complesso di rocce e di scogli che si articolano in alcune calette di grande suggestione; dotata di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` fre la possibilita subacquee. 439. Scogliera Conca Verde, spiaggia in territorio di Santa Teresa Gallura contigua all’omonima spiaggia; si tratta di un insieme di scogli misti a una sabbia grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato. 440. Scogliera di Memmerosso, in terri` Memmetorio di Carloforte in localita rosso, formata da rocce rosse protese sul mare a nord di Carloforte. 441. Scogliera di Portopaleddu, scogliera in territorio di Portoscuso contigua all’omonima spiaggia dalla quale vi si accede; possiede un complesso di rocce frastagliate a picco sul mare; dotata di parcheggio a tempo limitato. 442. Scogliera Mangiabarche, scogliera molto alta a picco sul mare, situata in ` punta territorio di Calasetta in localita Mangiabarche lungo la costa occidentale dell’isola, di fronte al faro omonimo; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la

` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 443. Scogliere prima di Porto Casu, in ` Porto Ceterritorio di Olbia in localita raso: un complesso di scogli dal color rosa levigati dal vento e dalle onde che formano alcune piscine naturali di grande bellezza; dotate di parcheggio ` a tempo limitato, offrono la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 444. Scoglio Lungo, spiaggia in territorio di Porto Torres al limite orientale ` delimitata dalla banchina del porto; e portuale e dalla scogliera di Balai; possiede una sabbia grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 445. Sos Aranzos, spiaggia in territorio ` omonima di Golfo Aranci in localita dopo il villaggio Valtur; possiede una sabbia bianca finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di prastorante, bar, offre la possibilita ` subacquee. ticare attivita 446. Sos Dorroles, spiaggia in territorio ` Cala Gonone, a di Dorgali in localita ` delimitata da una sud dell’abitato; e parete rocciosa arancione sormontata da una ricca vegetazione; possiede una sabbia dorata; dotata di parcheggio a ` di tempo limitato, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 447. Sos Passizzeddos, spiaggia in terri` capo Ceraso; torio di Olbia in localita possiede una sabbia grigia e ocra a grana grossa con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` di praticare il bergo, offre la possibilita ` subacquee. windsurf e attivita 448. Sottotorre, spiaggia in territorio di Calasetta sotto la torre, attigua all’abitato; possiede una sabbia bianca; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la ` di noleggiare natanti, ompossibilita brelloni e sedie a sdraio. 449. Spiagge di Monte Fico, spiaggia in

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Spiagge in Sardegna ` territorio di La Maddalena in localita isola di Caprera; possiede una fine sabbia color panna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta per i camper, of` di noleggiare imbarfre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 450. Spiaggette di punta Libeccio, tre piccole spiagge sabbiose che si aprono ` meridionale dell’isola nella punta piu di Mal di Ventre di fronte allo Scoglio del Catalano, un tempo rifugio delle foche monache. 451. Spiaggia Bianca, spiaggia in terri` omotorio di Golfo Aranci in localita nima; delimitata da due roccioni e da lievi dune, possiede una sabbia bianca a grana fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di noleggiare bar, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 452. Spiaggia Cea, in territorio di Tor` Cea; possiede un fondo tolı` in localita con sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, risto` di noleggiare rante, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 453. Spiaggia Centrale, spiaggia in ter` Cala Goritorio di Dorgali in localita none a poca distanza dall’abitato; possiede una sabbia dorata e scogliere di basalto; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 454. Spiaggia Costa Dorata, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in ` Porto San Paolo; ha una sabbia localita rosa con scogli rosati; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo. 455. Spiaggia dei Milanesi, spiaggia in ` Lido di territorio di Tortolı` in localita Orrı`, a poca distanza da Orrı`; possiede

un fondo con sabbia grigia e massi di granito affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping. 456. Spiaggia dei Sassi, spiaggia in ter` Porto Roritorio di Olbia in localita tondo, contigua a quella delle Alghe; possiede una sabbia grigia mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo ` di nolimitato e bar, offre la possibilita leggiare ombrelloni e sedie a sdraio. 457. Spiaggia del Dottore, spiaggia in ` capo Ceterritorio di Olbia in localita raso; possiede una sabbia fine mista a sassi policromi di forma rotonda; offre ` di praticare attivita ` sula possibilita bacquee. 458. Spiaggia del Giunco, spiaggia in ` Saterritorio di Carloforte in localita line di Carloforte, oltre lo stabilimento delle saline; possiede una sabbia grigia mista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 459. Spiaggia del Pellicano, spiaggia in ` Lido di territorio di Olbia in localita Pittulongu; possiede una sabbia grigia chiara con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee. 460. Spiaggia del Pesce, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede una sabbia chiara e un fondo marino di uno straordinario verde smeraldo; dotata di ristorante e bar. 461. Spiaggia del Porticciolo, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo in ` di Porto San Paolo; possiede localita una sabbia dorata a grana grossa; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar. 462. Spiaggia del Porto, spiaggia in territorio di Buggerru a ridosso del porto turistico; molto piccola, possiede una

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Spiagge in Sardegna sabbia di color ocra, molto fine; dotata di parcheggio a tempo limitato. 463. Spiaggia del Porto, spiaggia in ter` d’Agultu in prossiritorio di Trinita ` del porto turistico; possiede una mita sabbia fine con scogli affioranti; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 464. Spiaggia del Riso, spiaggia in territorio di Villasimius nei pressi del porto vicino alla fortezza Vecchia; possiede una sabbia bianca grossolana con chicchi simili a quelli di riso; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai cam` di noleggiare per, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 465. Spiaggia dell’Arco, spiaggia contigua a quella di S’Archittu in territorio di Cuglieri; ha una sabbia grigia chiara ` delimitata da uno mista a ciottoli ed e scenografico arco di roccia bianca che pone in comunicazione le acque della ` contorcaletta con il mare aperto ed e nata da tre scogli a forma di fungo; possiede un parcheggio a tempo limitato, ` sede di albergo, bar e ristorante ed e ` subacquee. attivita 466. Spiaggia delle Alghe, spiaggia in ` Porto Roterritorio di Olbia in localita tondo; coronata da scogli, ha un prato di posidonie e una sabbia grigia mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 467. Spiaggia delle Ginestre, spiaggia in ` territorio di Muravera in localita ` meridionale Monte Nai nella parte piu della Costa Rei; possiede un fondo con sabbia grossolana color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, bar, ristorante, camping e adatta ai camper, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee.

468. Spiaggia dello Spalmatore, spiaggia in territorio di Loiri Porto San Paolo nell’isola di Tavolara; possiede una sabbia fine a riflessi rosa mista a ghiaia; dotata di ristorante e bar. 469. Spiaggia di Agrustos, spiaggia in ` omoterritorio di Budoni in localita nima; possiede una sabbia bianca mista a sassi e qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio, di praticare il ` subacquee. windsurf e attivita 470. Spiaggia di Bados, spiaggia in ter` omonima; ritorio di Olbia in localita possiede una sabbia grigia chiara; dotata di parcheggio a tempo limitato, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 471. Spiaggia di Cartoe, spiaggia in ter` Cala Carritorio di Dorgali in localita toe; delimitata da due promontori, uno basaltico nero, l’altro calcareo bianco, possiede una sabbia dorata e scogliere di basalto; dotata di parcheggio a ` tempo limitato e bar, offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 472. Spiaggia di Cavalieri, spiaggia in ` territorio di La Maddalena in localita isola di Budelli; possiede una sabbia chiara fine; dotata di ristorante e bar, ` di noleggiare imbaroffre la possibilita cazioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e ` sudi praticare il windsurf e attivita bacquee. 473. Spiaggia di Cirras, spiaggia in ter` omoritorio di Santa Giusta in localita ` lunga piu ` di 2 km e possiede nima; e una sabbia grigio chiara mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato e bar, adatta ai camper, offre la possibi` di noleggiare natanti e di praticare lita il windsurf. 474. Spiaggia di Nora, spiaggia in terri` Nora; e ` delimitorio di Pula in localita

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Spiagge in Sardegna tata da scogli e posta di fronte all’isoletta del Cortellazzo; possiede una sabbia bianca a grana media e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, camping e adatta ` di nolegai camper, offre la possibilita giare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e at` subacquee. tivita 475. Spiaggia di Pilo, spiaggia sulla costa del golfo dell’Asinara tra Porto Tor` res e Stintino in territorio di Sassari; e molto lunga e include alcune dune ricoperte da vegetazione; separa lo stagno di Pilo dal mare, possiede una sabbia chiara e grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato, adatta ai ` di praticare camper, offre la possibilita il windsurf. 476. Spiaggia di Ponente, spiaggia in ` di Arbaterritorio di Tortolı` in localita tax, a nord del porto; molto ampia possiede un fondo con sabbia grigia chiara con riflessi ocra; dotata di bar e ristorante. 477. Spiaggia di San Gemiliano, spiag` gia in territorio di Tortolı` in localita ` lunga piu ` Marina di San Gemiliano; e di 2 km e possiede un fondo con sabbia dorata; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 478. Spiaggia di Santa Maria, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santa Maria; possiede una sabbia grigia a grana fine; dotata di ristorante ` di praticare e bar, offre la possibilita ` subacquee. attivita 479. Spiaggia di Solanas, spiaggia in ` omoterritorio di Sinnai in localita ` ampia e possiede una sabbia a nima; e grana grossa di color crema; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ` di ristorante, bar, offre la possibilita

noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 480. Spiaggia di Valledoria, spiaggia lungo le rive del Coghinas in territorio ` lacustre, posdi Valledoria; localita siede una sabbia chiara con tracce di conchiglie; dotata di parcheggio a ` adatta ai tempo limitato e camping, e camper. 481. Spiaggia Forte la Torre, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede un fondo di ` di sabbia e sassi; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 482. Spiaggia Fuile ’e Mare, spiaggia in ´ li` Sos A territorio di Orosei in localita ` delimitata nos a sud di Cala Ginepro; e da rocce granitiche e possiede una sabbia grigia finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, risto` di rante, camping, offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 483. Spiaggia Grande, spiaggia in territorio di Calasetta a qualche chilometro ` molto ampia e possiede dall’abitato; e una sabbia grigia chiara finissima; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possibi` di noleggiare natanti, ombrelloni e lita sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 484. Spiaggia Ira, spiaggia in territorio ` Porto Rotondo a di Olbia in localita ovest del borgo marino, poco lontana da quella di Punta Nuraghe; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ri` di nostorante, bar, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio. Il nome deriva dalla principessa Ira Fu ¨ rstenberg, un tempo abi`. tuale frequentatrice della localita 485. Spiaggia Palmasera, spiaggia in ` Cala territorio di Dorgali in localita Gonone, raggiungibile dal lungomare; possiede un fondo di ghiaia rossastra

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Spiagge in Sardegna alternata a sabbia bianca e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato, al` bergo, bar, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 486. Spiaggia Rosa, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Budelli presso Cala Roto; possiede una sabbia bianca finissima con riflessi rosa dovuti a microscopici frammenti ` di corallo. Spiaggia a rischio, l’autorita del Parco vi ha contingentato gli sbarchi e vietata la balneazione: l’intensificarsi della frequentazione negli ultimi decenni vi ha praticamente cancellato i microscopici frammenti di corallo che le davano colore e nome. 487. Spiaggia Simius, spiaggia in terri` Cala torio di Villasimius in localita Giunco, contigua alla spiaggia dell’albergo ‘‘Timi Ama’’; di sabbia bianca ` una delle piu ` lunghe della Sarfine, e degna; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare ` subacquee. il windsurf e attivita 488. Spiaggia Stella, spiaggia posta in territorio di Cuglieri a nord di Torre del Pozzo; si stende fino all’abitato di S’Archittu; ha sabbia grigia mista a ciottoli; possiede un parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante. 489. Spiaggia Su Prettu, spiaggia in ter` Barisoni; ritorio di Tertenia in localita possiede un fondo con ciottoli e sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato. 490. Spiaggia Su Triarzu, spiaggia in ` degli territorio di Posada in prossimita stagni di Tondu e di Longu: vi si accede attraverso un ponte; possiede una sabbia grigia chiara mista a qualche conchiglia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ristorante, cam-

ping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare imbarcazioni, ombilita brelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 491. Stagnali, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Caprera; possiede un fondo di scogli con piccoli tratti di sabbia; dotata di parcheggio a tempo limitato. 492. Stella di Mare, spiaggia in territo` rio di Quartu Sant’Elena in localita Porto Capitana nei pressi del borgo; possiede un fondo di sassi e ghiaia di media grandezza; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di praticare il bar, offre la possibilita windsurf. 493. Su Barone, spiaggia in territorio di ` Marina di Orosei, Orosei in localita lungo la parte nord dello stagno di Su ` delimitata da una ricca vePetrosu; e getazione di macchie di lentischio; possiede una sabbia dorata con conchiglie; dotata di parcheggio a tempo ` di pratilimitato, offre la possibilita care il windsurf. 494. Su Forru a Macchina, spiaggia in territorio di Sant’Antioco, contigua a quella de Is Pruinis; possiede una sabbia grossolana grigia; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare il windsurf. bilita 495. Su Giudeu, spiaggia in territorio di ` Chia, che si Domus de Maria in localita stende in direzione di capo Spartivento; possiede una sabbia dorata fine e guarda i due isolotti detti Giudeu; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping, offre la ` di praticare attivita ` subacpossibilita quee. 496. Su Guventeddu, spiaggia in territo` Nora; possiede rio di Pula in localita una sabbia color panna e grigia con qualche scoglio; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, offre la ` di noleggiare imbarcazioni, possibilita

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Spiagge in Sardegna ombrelloni e sedie a sdraio e di prati` subacquee. care il windsurf e attivita 497. Su Tingiosu, spiaggia contigua a quella di Mari Ermi in territorio del comune di Cabras; in posizione solita` costituita da sabbia color ocra miria, e sta a pezzi di quarzo di medie dimensioni variamente colorati; vi si apre il Porto Suedda per barche, attorno al ` possibile ammirare le carattequale e ristiche capanne di frasche costruite ` dai pescatori di Cabras; la spiaggia e dotata di bar e di un parcheggio limitato. 498. Taccarossa, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Carloforte in localita siede un fondo di sabbia e scogli; dotata di parcheggio a tempo limitato. 499. Tamerici, spiaggia a nord di Cala Coscia di Donna a ridosso dell’abitato ` una piccola baia delimidi Stintino; e tata da scogli con un fondo roccioso; dotata di parcheggio a tempo limitato. 500. Tanca Manna, spiaggia in territo` omonima; rio di Arzachena in localita possiede una sabbia granitica mista a conchiglie; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, ` di nobar, camping, offre la possibilita leggiare imbarcazioni, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf e ` subacquee. attivita 501. Tanca Manna, spiaggia nell’abi` Porto Mitato di Stintino in localita nore; costituita da una scogliera con vegetazione nella quale si aprono alcune spiaggette, possiede un fondo sassoso; dotata di parcheggio a tempo li` di praticare mitato, offre la possibilita ` subacquee. attivita 502. Tancau, spiaggia in territorio di ` omonima; si stende Lotzorai in localita per 5 km da quella di Santa Maria Navarrese allo stagno di Tortolı`; possiede un fondo con sabbia grossa color ocra; ` delimitata da una pineta; dotata di e parcheggio a tempo limitato, albergo,

bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare ombrelloni la possibilita e sedie a sdraio. 503. Timi Ama, spiaggia in territorio di ` Porto Giunco a Villasimius in localita sud dall’abitato; possiede una sabbia bianca fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre ` di noleggiare imbarcala possibilita zioni, ombrelloni e sedie a sdraio, e di ` subacpraticare il windsurf e attivita quee; prende nome dall’albergo che vi si affaccia. 504. Tinnari, spiaggia detta anche Lo ` d’AStangone, in territorio di Trinita ` sormontata dal monte Tinnari gultu; e e possiede un fondo a ciottoli di por` fido grigio e rosso; offre la possibilita ` subacquee. di praticare attivita 505. Tonnara Su Pranu, spiaggia in territorio di Portoscuso vicino al porto, accanto agli edifici dell’antica tonnara; possiede una sabbia grossolana; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita 506. Torre Argentina, spiaggia a nord di Bosa in territorio di Bosa sulla provinciale per Alghero, in una zona in cui sono evidenti i resti delle miniere d’ar` costituita da un insieme di cagento; e lette circondate da scogli e falesie e roccioni spettacolari; possiede una sabbia grigia fine; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping, adatta ai camper, offre la possibi` di praticare attivita ` subacquee. lita 507. Torre degli Ulivi, spiaggia in terri` omonima; torio di Capoterra in localita ` delimitata dalla S.S. 195 e posta oltre e ` dell’omoFrutti d’oro in prossimita nima torre; possiede una sabbia a grana grossa mista a sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la ` di praticare il windsurf. possibilita 508. Torre dei Corsari, spiaggia in terri-

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Spiagge in Sardegna ` omonima; torio di Arbus in localita possiede alte dune e ricca vegetazione, ` rosa con riflessi dorati; dola sabbia e tata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, adatta ai camper, ` di noleggiare naoffre la possibilita tanti, ombrelloni e sedie a sdraio e di praticare il windsurf. 509. Torre del Budello, spiaggia in terri` Porto di torio di Teulada in localita Teulada di fronte all’Isola Rossa; possiede una sabbia grossolana color ocra mista a ghiaia e sassi; dotata di parcheggio a tempo limitato. 510. Torre del Pozzo, spiaggia in territorio di Cuglieri, contigua a quella della Caletta Sa Canna; ha un fondo di sabbia grigia a grana media, mista a ` limitata dallo scoglio sul ghiaia; e quale sorge la torre del Pozzo detto La ` sorto balena; negli ultimi decenni vi e l’omonimo centro balneare residenziale dipendente da Cuglieri; ha una zona di parcheggio a tempo limitato, camping, ristorante, bar e si presta ` subacquee. alle attivita 511. Torre di Abbacurrente, spiaggia in territorio di Porto Torres, contigua a quella di Balai lungo la strada per Castelsardo; possiede una sabbia chiara ` dominata da una a grana grossa ed e torre antica; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping, offre la pos` di praticare attivita ` subacquee, sibilita ma attualmente vi vige divieto di balneazione a causa del pericolo di distacco di rocce dal promontorio della torre. 512. Torre di Barı`, spiaggia in territorio ` di Marina di di Bari Sardo in localita Barı`; possiede un fondo con sabbia grossolana e scogli, vicino a una torre spagnola che la domina; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, bar, ` ristorante, camping, offre la possibilita di noleggiare imbarcazioni, ombrel-

loni e sedie a sdraio e di praticare atti` subacquee. vita 513. Torre Piscinnı`, spiaggia in territo` omorio di Domus de Maria in localita nima tra capo Malfatano e l’isola di Campiona; possiede un fondo di ghiaia ` di e di piccoli scogli; offre la possibilita ` subacquee. praticare attivita 514. Torregrande, spiaggia in territorio ` omonima; posdi Oristano in localita siede una sabbia color crema mista a ghiaia; dotata di parcheggio a tempo limitato, albergo, ristorante, bar, camping e adatta ai camper, offre la possi` di noleggiare natanti, ombrelloni bilita e sedie a sdraio, di praticare il wind` la spiaggia ` subacquee. E surf e attivita degli oristanesi. 515. Tramalitza, spiaggia in territorio ` Torre di Barı` di Bari Sardo in localita ai confini con Cardedu; possiede un ` delimifondo con sabbia chiara ed e tata da una pineta; dotata di parcheggio a tempo limitato e camping. 516. Tramariglio, spiaggia in territorio di Alghero nell’insenatura che chiude ` dominata la baia di Porto Conte ed e dalla torre omonima; possiede una ` cirsabbia medio fine di color crema; e condata dagli edifici della vecchia colonia penale, attualmente trasformati in centro di ricerca scientifica e dalla foresta demaniale con l’oasi di ripopolamento faunistico; dotata di parcheggio a tempo limitato e albergo, offre la ` di noleggiare natanti e di possibilita ` subacquee. praticare attivita 517. Tuaredda, spiaggia in territorio di ` omonima, si stende Teulada in localita tra capo Malfatano e capo Spartivento; ` possiede una sabbia bianca fine ed e delineata da alcuni grandi alberi di ginepro e dalla macchia mediterranea; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, camping e adatta ai ` di nolegcamper, offre la possibilita giare natanti, ombrelloni e sedie a

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Spiga sdraio e di praticare il windsurf e atti` subacquee. vita 518. Turas, spiaggia a sud di Bosa Marina in territorio di Bosa; possiede una sabbia ocra a grana grossa mista a ` contornata da scogli di traghiaia, ed e chite verdastra; dotata di parcheggio a tempo limitato, ristorante, bar, cam` di noleggiare ping, offre la possibilita ` subacnatanti e di praticare attivita quee. 519. Turri, complesso di due piccole spiagge situate in territorio di Sant’An` Torre Cannai; possegtioco in localita gono una sabbia grigia e grossolana e sono delineate da imponenti rocce; dotate di parcheggio a tempo limitato, of` di praticare attivita ` frono la possibilita subacquee. 520. Valle dell’Erica, insieme di spiagge e di scogli in territorio di Santa Teresa ` omonima; possiede Gallura in localita una sabbia color ocra; nella sua parte ` circoscritta da uno stameridionale e gno con un fitto canneto; dotata di parcheggio a tempo limitato, camping, ri` la tradustorante, bar. Il suo nome e zione (ad uso dell’industria turistica) dell’antica denominazione gallurese ` il nome dialetdi Liscia di Scopa, che e tale, appunto, dell’erica. 521. Villamarina, spiaggia in territorio di La Maddalena nell’isola di Santo Stefano; possiede un fondo di sabbia e ` di praticare rocce; offre la possibilita ` subacquee. attivita 522. Ziu Martine, spiaggia in territorio ` Cala Gonone, 3 di Dorgali in localita ` delimitata da km a sud dall’abitato; e ripide pareti calcaree ricche di vegetazione e possiede una sabbia grigia mista a sassi bianchi e grigi; dotata di parcheggio a tempo limitato, offre la possi` di praticare attivita ` subacquee. bilita

Spiga, Eliseo Imprenditore, giornalista (n. Aosta 1930). Di profonda cultura sardista, dopo essersi laureato in

` dedicato ad attiScienze politiche si e ` culturali e ha sviluppato un’avita zienda agricola. Negli anni Sessanta ` ha abbandonato la politica attiva e si e ` di dedicato completamente all’attivita promozione della cultura sarda, schierandosi su posizioni vicine a quelle di Feltrinelli, di cui era amico personale. In seguito ha dato vita con Antonello ` Campagna; al Satta al movimento Citta termine dell’esperienza ha continuato ad approfondire le tematiche del sardismo contribuendo alla fondazione del periodico ‘‘Natzione Sarda’’. Dopo aver partecipato al dibattito sul bilinguismo, nel 1983 ha aderito al Partito Sardo d’Azione ed ha contribuito a fondare la Confederazione Sindacale ` essere considerato uno dei Sarda. Puo massimi teorici del neosardismo, su cui ha scritto alcuni saggi di grande interesse. Tra i suoi scritti: Urbanizza` zione e sviluppo industriale della citta di Cagliari (con Umberto Cardia), ‘‘Cronache meridionali’’, 2-3, 1962; con lo pseudonimo Giuliano Cabitza, Sardegna rivolta contro la colonizzazione, 1968; Sardegna davanti alla svolta decisiva, 1968; Il neosardismo, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), II, 1982.

Spiga, Giuseppe Storico (n. sec. XX). ` entrato nella Laureato in Lettere, e carriera del Ministero dei Beni cultu` funzionario presso rali. Attualmente e la Soprintendenza di Cagliari e Ori` specializzato nella storia stano. Si e delle fortificazioni militari sarde. Ha collaborato con il Centro di studi italoiberici di Cagliari, compiendo diverse missioni di studio in archivi spagnoli. Tra i suoi scritti: Il castello di Monteforte nella Nurra attraverso un’epigrafia medioevale, in Miscellanea di studi medievali sardo-catalani, 1981; Aspetti e problemi del castelliere sardo medioevale, in Atti del I Convegno nazionale

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Spiga sul riuso dei castelli, 1984; Il castello di San Michele e la famiglia Carroz nel XIV e XV sec., 1985; Le fortificazioni catalano-aragonesi in Sardegna nel XIV e XV secolo, in Atti del II Convegno internazionale sul riuso dei castelli, 1985; Cagliari, Oristano e la produzione pittorica nel Capo di sotto nel secolo XVI, in Cultura quattro-cinquecentesca in Sardegna, 1985; Il castello di San Michele sentinella di Santa Igia?, in Santa Igia capitale giudicale, 1986; La storiografia militare della Sardegna catalano-aragonese, ‘‘Medioevo. Saggi e rassegne’’, 12, 1988; due saggi, Un ordine monastico benedettino nella Sardegna medioevale: i Cistercensi, e La curatoria del Marghine: Silanus, i Cistercensi nel XII e XIV secolo, ‘‘Rivista cistercense’’, V, 1, 1988; Fortificazioni e difese a Majorca e in Sardegna fra Due e Trecento, in Atti del XIII Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1989; I Cistercensi in Sardegna, 1990; Le pietre da taglio nelle fortificazioni medioevali di Sardegna, ‘‘Medioevo’’, XV, 1991; Guida al ‘‘Pantheon’’ degli Arborea a San Gavino Monreale, 1992; due comunicazioni, Fortificazioni giudicali e regnicole in Sardegna fra Tre e Quattrocento, e Feudi e feudatari nel Regnum Sardiniae et Corsicae fra il 1336 e il 1338, ora entrambi in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995; Da Quarto Suso a Quartuxo: profilo storico di una villa medioevale fra il XIII e il XIV secolo, in Quartucciu, 1997.

Spiga, Lucio Giornalista e dirigente sindacale (n. Quartucciu 1938). Laureato in Lettere, studioso dei problemi della telecomunicazione, dal 1975 al 1983 ha diretto l’emittente televisiva Videolina, realizzando interessanti documentari sulle sagre popolari e sul problema dell’emigrazione. Tra i suoi scritti: Il mio paese. Quadro storico, 1968; I Pontefici dei Giubilei, 1997; Tanti

presidenti (50 anni della Regione sarda), 1998; Il lungo viaggio. Centocinquantanni della Polizia di Stato in Sardegna, 2000; Quartucciu, 20 anni di autonomia, 2003; Francesca Sanna Sulis, 2004.

Spiga, Massimo Illustratore (n. Sestu, ` sec. XX). Nel 1992 fonda la societa Estro Comunicazione s.n.c., agenzia di `. Ne cura personalmente la pubblicita direzione artistica, realizzando lavori di carattere pubblicitario e editoriale per Enti pubblici e privati; ricorre all’illustrazione in particolar modo per i lavori di packaging. Ha inoltre collaborato come grafico per Carlo Delfino editore, occupandosi della progettazione grafica e realizzazione delle ‘‘Carte tematiche della Sardegna’’. Nel 2000 la Estro Comunicazione ha vinto il premio nazionale ‘‘Diploma ` Dinamica’’ al concorso tecPubblicita ` italiana ‘‘Medianico per la pubblicita stars’’.

Spiga, Pietro Primo gesuita sardo (Cagliari 1527-ivi 1594). Dopo aver iniziato i suoi studi a Cagliari, si stabilı` a Parigi dove conseguı` la laurea in Filosofia. Subito dopo si trasferı` a Bruxelles dove ebbe modo di conoscere Alessio Fontana, allora potente funzionario della segreteria di Carlo V. Grazie a lui, che era molto amico di Ignazio di Loyola, riuscı` a entrare nella Compa` , divenendo cosı` il primo gnia di Gesu tra i sardi a farne parte. Una volta ordinato sacerdote con l’aiuto del Fontana, ` in Sardegna e nel 1559 fondo `a torno Sassari il primo Collegio gesuitico. In` per fondare nel stancabile, si adopero 1564 anche quello di Cagliari. Negli anni successivi gli fu affidata l’amministrazione dell’Ospedale di Cagliari e ` rifiuto ` la nomina a vescovo. per umilta ` abitata in territorio Spigas, Is Localita ` sviluppata in di Sant’Anna Arresi. Si e ` non precisabile, e comunque non eta prima del secolo XVII, da un furriadro-

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Spinello xiu costruito da un gruppo di pastori in un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Spiga che ha dato il nome al piccolo centro.

Spigola = Zoologia della Sardegna Spilida Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Estinta la dinastia giudicale, fu amministrato direttamente dal Comune di Sassari che ne ` il possesso anche dopo la conconservo quista aragonese. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio ne fu investito, subı` gravi danni e scomparve ` del secolo XIV. prima della meta

Spillone = Armeria Spina, Guido Insegnante, consigliere regionale (Cagliari 1923-ivi 1987). Conseguita la laurea in Economia e Com` all’insegnamento mercio si dedico nelle scuole secondarie. Negli stessi ` alla politica, impeanni si avvicino gnandosi nella Democrazia Cristiana di Cagliari, partito di cui fu anche segretario provinciale. Candidatosi alle elezioni regionali per la V legislatura non fu eletto, ma nel 1967 divenne consigliere regionale nel corso della legislatura, dopo le dimissioni di Efisio Corrias. Fu successivamente rieletto fino al 1984 per altre tre legislature; dal settembre al novembre 1973 fu assessore alla Pubblica Istruzione nella seconda giunta Giagu; riconfermato da Del Rio, resse l’assessorato fino al giu` infine in giunta come gno 1974. Torno assessore alla Programmazione dall’ottobre 1979 al settembre 1980 nelle due giunte Ghinami.

Spina, Salvatore Avvocato (Sassari, se` sec. XIX-?). Combattente conda meta nella prima guerra mondiale, terminata la guerra prese parte al movimento degli ex combattenti, ma finı` per iscriversi al fascio di Sassari. Tra i

suoi scritti: Luci e ombre nella Questione sarda. Alla ricerca di una soluzione, ‘‘Sardegna’’, 3-4, 1914.

Spina di Cristo Pianta della famiglia delle Solanacee (Lycium europaeum L.), conosciuta anche con il nome di ´ si riteneva che con spina santa, perche i suoi rami fosse stata intrecciata la corona di spine di Cristo. Grosso arbusto dai numerosi rami intricati, ha foglie piccole e ovate, riunite a mazzetti, che cadono a fine estate; i fiori sono tubulari, piccoli, all’ascella fogliare, di colore viola o bianco; i frutti sono bacche giallo-aranciate. Vegeta diffusamente nei campi, indirizzata dai contadini a formare siepi e bordure di recinzione; fiorisce due volte all’anno: a primavera, in contemporanea con la comparsa delle foglie, e a fine estate, ` cadute. Traquando le foglie sono gia dizionalmente, le foglie venivano usate ` antidolorifiche e anper le proprieta tinfiammatorie. Nomi sardi: funecristi, spinacristi, spinasanta. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Spinalba Antico villaggio di origine medioevale, non lontano da San Vero Milis; faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Un tempo fiorente, il villaggio subı` gravi danni a ` causa della peste del 1376 e si spopolo completamente dopo la pace del 1388.

Spinazzola, Vittorio Archeologo (Ma` per anni tera 1863-Roma 1943). Lavoro negli scavi di Pompei. Nell’ambito dei ` suoi molteplici interessi si interesso anche dei bronzetti sardi, su cui scrisse ` sarde, ‘‘Rendiconto Alcune antichita delle Tornate e dei Lavori dell’Accademia di Archeologia’’, 1902, e Bronzi ` antica della Sardegna, sardi e civilta 1903.

Spinello Famiglia di mercanti sassaresi (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1446 i suoi mem-

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Spini bri ottennero il riconoscimento della ` con un Andrea e si estinsero generosita nel corso del secolo XVI.

Spini, Giorgio Storico (n. Firenze ` per un anno presso il 1916). Insegno Ginnasio ‘‘Siotto’’ di Cagliari; tornato ` alla carriera uniin Toscana si dedico versitaria. Dal 1952 fu professore ` di Messina e dal presso l’Universita ` di Firenze. 1960 presso l’Universita Grande storico, studioso delle minoranze religiose in Italia, e in particolare dei protestanti, ha scritto Di Nicola Gallo e di alcune infiltrazioni in Sardegna della riforma protestante, ‘‘Rinascimento’’, II, 2, 1951.

Spinola, Pietro Religioso (Genova, se` sec. XIV-Cagliari 1431). Veconda meta scovo di Ales dal 1412 al 1414, arcivescovo di Cagliari dal 1414 al 1431. Benedettino, dottore in Decretali, vicino all’antipapa Benedetto XIII, fu da lui nominato vescovo di Ales nel 1412 nella ` critica dello scisma d’Occifase piu ´ aveva solo i voti minori, dente. Poiche fu rapidamente consacrato sacerdote per poter prendere possesso della diocesi. Nel 1414, mentre si apriva il con` cilio di Basilea, il suo amico lo nomino arcivescovo di Cagliari, mentre contemporaneamente l’antipapa Giovanni XXIII eleggeva a quella cattedra il canonico Giacomo Masaguer. Preso possesso della diocesi, concesse a Giovanni Civiller il permesso di costruire la casaforte di Villasor; nel 1418, composto lo scisma, fu confermato da Martino V. Nel 1421 prese parte al Parlamento convocato a Cagliari da Alfonso V.

Spissu, Giacomo Insegnante, sindacalista, uomo politico (n. Sassari 1950). Consigliere regionale, sindaco di Sassari, presidente del Consiglio regionale. Dopo essersi laureato in Pedago` dedicato all’insegnamento e ha gia, si e ` sindacale in un ruolo di svolto attivita

rilievo nel sindacalismo scolastico. Entrato in politica, ha militato nel Partito ` stato Socialista Italiano; nel 1990 e eletto consigliere comunale di Sassari ` stato sine dall’aprile 1994 al 1995 e ` . Riconfermato considaco della citta ` stato eletto gliere comunale, nel 1999 e consigliere regionale del suo partito per la XII legislatura nel corso della quale ha aderito ai Democratici di Si` stato rieletto nello nistra. Nel 2004 e ` stato stesso collegio e subito dopo e eletto presidente del Consiglio regionale.

Spoor, C.F. Paleontologo (n. Olanda, sec. XX). Ha lavorato con Sondaar nella Grotta Corbeddu a Oliena, scoprendo nel 1986 il fossile umano paleolitico. Tra i suoi scritti: Human fossil from the endemic island fauna of Sardinia (con P.Y. Sondaar), ‘‘Journal of Human Evolution’’, 25, 1986; The first paleolitic human fossils from Sardinia (con P.Y. Sondaar), ‘‘Bones: Treasures of Human Experience in Time and Space’’, I, 1987; Proportion of the neolithic human maxillae from Sardinia (con ` ), ‘‘Bulletin et Me ´moiFranco Germana ´ te ´ d’Anthropologie de res de la Socie Paris’’, 4, s.14, 1987; Grotta Corbeddu, in I primi uomini in ambiente insulare. Atti del Congresso internazionale, Oliena 1988, 1988; Man and the pleistocene endemic fauna of Sardinia (con P.Y. Sondaar), in Hominidae. Proceedings of the Second International Congress of Human Paleontology, Torino 1987, 1989.

Spotorno, Domenico Architetto (Ge` sec. XVII-Ales, dopo nova, prima meta ` del 1686). A partire dalla seconda meta ` in Sardegna, dove secolo XVII opero visse per lunghi periodi. Le prime notizie sulla sua presenza nell’isola riguardano alcuni interventi operati a ` Villacidro; tra il 1670 e il 1676 lavoro alla ristrutturazione della cattedrale di Cagliari su disegno dell’architetto

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Stagni e lagune romano Solari. Nel 1684 fu chiamato dal vescovo Cugia a ricostruire la cat` setedrale di Ales; in questa chiesa e polto.

‘‘Squilla, La’’ Bimestrale pubblicato a Sassari dal giugno 1877 all’ottobre 1879, diretto da Bardilio Delitala. Espresse una linea politica nettamente liberale e aperta alle problema` avanzate. tiche sociali piu

Squinto, Francesco Maggiordomo ` sec. giudicale (Oristano, prima meta XIV-ivi 1386). Coinvolto con il fratello Paolo in un’oscura vicenda di tradimento maturata negli anni in cui Eleonora d’Arborea reggeva da sola il giudicato durante la prigionia di Brancaleone Doria, fu arrestato nel 1386 e condannato a morte. La sentenza fu eseguita a Oristano poco dopo.

Squinto, Lorenzo Religioso (Oristano, ` sec. XIV-ivi 1450). Arciseconda meta vescovo di Oristano dal 1437 al 1450. Era canonico arborense quando nel 1437 fu nominato arcivescovo di Oristano da papa Eugenio IV. Durante il suo episcopato ebbe forti contrasti con Antonio Cubello, marchese di Oristano, per motivi di giurisdizione che `, con l’intervento del pontefice, fupero rono risolti a favore del marchese.

Stabulo, san = Crescentino, san e = Emiliano e Priamo, santi

Stacul, Giorgio Archeologo (n. Monfalcone 1929). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Attual` professore di Preistoria e promente e ` di Lettere dell’Utostoria nella Facolta ` autore del vo` di Trieste. E niversita lume Sculture della Sardegna nuragica, 1975.

Staffa, Pier Francesco (detto Franco) Studioso della cultura inglese (n. Quartu Sant’Elena 1954). Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e aver compiuto alcuni soggiorni di studio in

` dedicato Inghilterra e negli USA, si e all’insegnamento nelle scuole secondarie superiori. Impegnato nella promozione della conoscenza, in Sardegna, della cultura, della lingua e della storia britannica, ha ottenuto riconoscimenti e onorificenze nel Regno ` presidente dell’Associazione Unito. E Italia-Inghilterra dal 1987.

Stagni e lagune In Sardegna, data la conformazione delle coste e per le vicende storiche, esistono numerosi stagni, lagune e paludi. Ancora nella ` dell’Ottocento Guglielmo prima meta Stefani, nel suo Dizionario geografico statistico degli Stati sardi, distingueva gli stagni sardi in tre categorie: gli stagni che comunicano col mare, gli stagni interni e le paludi. Attualmente nell’isola si possono contare circa 80 fra stagni e lagune, che coprono una superficie di quasi 12 000 ha; fino alla prima ` dell’Ottocento, prima che impormeta tanti opere di bonifica ne prosciugassero alcuni, soprattutto nell’interno, il loro numero era maggiore. Essi rappresentano un’enorme ricchezza am´ sono anche il naturale bientale, perche rifugio di un importantissimo patrimonio faunistico di grande bellezza e ra` , cosicche ´ molti di essi sono protetti rita anche a livello internazionale. Vanno comunque ricordati in particolare i seguenti: 1. Palude di Simbirizzi: in agro di Maracalagonis, Settimo e Quartucciu, aveva una superficie di 60 ha; at` stata trasformata in ritualmente e ` per Caserva idrica di grande utilita gliari. 2. Palude di Saı`ni: tra Samassi, Serramanna, Villasor, San Gavino, Sanluri, con una superficie di 500 ha, fu bonificata con lo scavo di una serie di canali alla fine dell’Ottocento. 3. Palude di Sa Carovina: nella bassa valle ` di Orosei, del Cedrino, in prossimita fu bonificata alla fine dell’Ottocento. 4. Stagno di Baiocca: a sud di Villarios,

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Stagni e lagune ha una superficie poco estesa e non co` stanziale per almunica col mare; e cune specie di uccelli. 5. Stagno di Bau Cerbus: a nord di Mazzacara, ha una superficie di 300 ha e comunica col mare, utilizzato come peschiera. 6. Stagno di `rchida: lungo la strada per Orosei a Be qualche chilometro da quello di Curcu` pescorica, ha una superficie di 6 ha; e sissimo. 7. Stagno di Cabras: a ridosso ` del villaggio, ha del Sinis in prossimita una superficie di 3575 ha. Il suo spec` pescosissimo (anguille e mugchio e ` frequentato da un grandisgini), ed e simo numero di uccelli, per cui la LIPU (Lega italiana per la protezione degli uccelli) vi ha aperto una stazione ornitologica nella zona di Mari ’e Pauli e vi effettua un periodico censimento. 8. Stagno di Cala Vignagra: nelle vici` stato utilizzato nanze di Carloforte, e per impiantarvi una salina in prossi` del porto. 9. Stagno di Calich: in mita ` di Alghero, ha una superfiprossimita ` pescosissimo; da secoli cie di 97 ha ed e ` stato diuna ricchezza per Alghero, e chiarato riserva naturale della Sardegna. 10. Stagno di Casaraccio: lungo la ` di costa della Nurra in prossimita un’antica tonnara. 11. Stagno di Chia: ` delle rovine dell’antica in prossimita ` , ha una superficie di 12 ha ed e ` citta separato da capo Spartivento da una magnifica spiaggia con dune. 12. Sta` di Muragno di Colostrai: in prossimita ` vera, ha una superficie di 270 ha ed e alimentato dal rio Picocca; pescoso e ` stato disede di una ricca avifauna, e chiarato riserva naturale della Sardegna. 13. Stagno di Curcurica: poco di` formato da una stante da Orosei, si e peschiera abbandonata ed ha una superficie di 38 ha; vi stanziano numerose specie di uccelli rari. 14. Stagno ` di Muravera, di Feraxi: in prossimita ` non lontano da quello di Colostrai, e ` molto alimentato dal rio Picocca ed e

pescoso. 15. Stagno di Is Benas: a nord del Sinis, nei pressi della pineta di Is Arenas, ha una superficie di 120 ha; pescoso. 16. Stagno de Is Brebeis: a Porto Pino, nelle vicinanze di Sant’Anna Arresi; delimitato da una fascia sabbiosa che lo separa dallo stagno di Maestrale, comunica direttamente col mare. 17. Stagno di Maestrale o di Arbaurci: a Porto Pino, a nord rispetto a ` separato quello de Is Brebeis, da cui e da una fascia sabbiosa, non comunica col mare; in passato vi furono impiantate peschiere. 18. Stagno di Marceddı`: in territorio di Terralba, ha una superficie di 800 ha e un regime di acqua salmastra che riceve direttamente dal mare. 19. Stagno Mari Ermi: nelle vicinanze di Cabras, a nord dell’omonimo grande stagno, ha una superficie di 20 ` ricco di vegetazione. 20. Stagno ha ed e ` una di Mistras: in territorio di Cabras, e laguna che comunica col golfo di Oristano ed ha una superficie di 250 ha; abbonda di molluschi. 21. Stagno di Molentargius: a est di Cagliari, ha una superficie di 1400 ha; ormai penetra negli agglomerati urbani di Cagliari e di ` destiQuartu Sant’Elena; una parte e ` del demanata alle saline di proprieta nio, attualmente inattive e alimentate con un sistema di canali dal mare, l’altra parte, separata da un argine detto ` Bellarosa Minore, ha acque dolci ed e il naturale luogo di soggiorno dell’avifauna protetta; attualmente il com` plesso, sotto la convenzione Ramsar, e impegnato da un’imponente opera di recupero. 22. Stagno di Murtas: ha una ` stato dichiasuperficie di 150 ha ed e rato riserva naturale della Sardegna. 23. Stagno di Notteri: ha una superficie di 90 ha, nelle vicinanze dell’antico villaggio di Villasimius; ha acque salma` stato dichiarato riserva natustre ed e rale della Sardegna. 24. Stagno di ` di Orosei, e ` stato Osalla: in prossimita

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Stagno dichiarato riserva naturale della Sardegna. 25. Stagno di Pauli Majori: in ` di Palmas Arborea, da dove prossimita ` essere raggiunto a piedi; e ` alimenpuo tato da acque dolci e da acque salmastre che vengono dal vicino stagno di Santa Giusta; ha una superficie di 60 ` importante per i suoi canneti. ha ed e 26. Stagno di Pauli Marigosa: a nord ` sepadello stagno di Sal’e Porcus, ne e rato da una fascia di sabbia; poco esteso, non comunica col mare. 27. Stagno di Pauli Murtas: all’interno del Sinis, tra lo stagno di Cabras e quello di Sal’e Porcus, ha una rigogliosa vegetazione palustre. 28. Stagno di Pilo: ha una superficie di 120 ha, nelle vici` pescosissimo nanze di Porto Torres; e e ospita una rilevante colonia di uc` stato dichiarato celli di specie rare; e riserva naturale della Sardegna. 29. Stagno di Piscina Rei: a sud di Capofer` serato nelle vicinanze di Muravera, e parato dal mare da una fascia dunosa ` sede di numerose specie di uced e celli. 30. Stagno di Platamona o di Casaniu: affianca la litoranea di Porto Tor` affiancato da una fascia dures ed e ` nosa; ha una superficie di 95 ha ed e circondato da una grande pineta in cui ` sviluppato un insediamento turisi e ` stato dichiarato riserva natustico; e rale della Sardegna. 31. Stagno di Porto ` di VillaBotte: nel Sulcis, in prossimita ` utilizzato rios, comunica col mare ed e per impiantarvi una peschiera molto produttiva. 32. Stagno di Posada detto Pauli Bamba: ha una superficie di 35 ` stato dichiarato riserva naturale ha; e della Sardegna. 33. Stagno di Sa Praia: tra Muravera e Villaputzu alla foce del Flumendosa, ha una superficie di 407 ` freha; ricco di vegetazione palustre, e quentato da una discreta avifauna. 34. Stagno di Sal’e Porcus: stagno temporaneo nella penisola del Sinis in territorio di San Vero Milis, con una superfi-

` sede dello stanziamento cie di 450 ha; e ` stato dichiarato dei fenicotteri ed e sede permanente di protezione faunistica. 35. Stagno delle Saline: in prossi` di Olbia lungo la strada per San mita Teodoro, vicino all’insediamento del Lido del Sole. 36. Stagno di San Gio` diviso vanni: in territorio di Terralba, e da un argine da quello di Marrubiu; ha ` alimenuna superficie di 290 ha, ed e tato dal Flumini Mannu e dal rio Mogoro. 37. Stagno di San Teodoro: ha una ` delsuperficie di 200 ha, in prossimita l’omonimo villaggio; nel periodo inver` nale ospita molte specie di uccelli; e stato dichiarato riserva naturale della Sardegna. 38. Stagno di Santa Caterina: ha una superficie di 690 ha e si trova subito dopo San Giovanni Suergiu; ricco di pesca di ogni tipo. 39. Stagno di Santa Gilla: a ovest di Cagliari, ha ` stato diuna superficie di 5670 ha ed e chiarato riserva naturale. 40. Stagno di Santa Giusta: ha una superficie di 690 ` dell’omonimo villagha, in prossimita gio; alimentato dal rio Pauli ’e Figu e ` dal rio Pauli Majore, ha acque dolci, e pescoso e ha una notevole avifauna. 41. Stagno di Sassu: grande stagno che copriva una superficie di 3270 ha tra Oristano e Terralba; frazionato negli anni ` di Venti-Trenta del Novecento in piu 200 piccoli specchi d’acqua, venne bonificato tra il 1934 e il 1937; del complesso rimane ancora lo Stagno di S’Ena Arrubia in territorio di Arborea, dichiarato riserva naturale della Sardegna. 42. Stagno di Tortolı`: ha una superficie di 220 ha, attualmente utiliz´ comunica zato come peschiera perche col mare. 43. Stagno di Vivagna: in pros` di Carloforte, di piccole proporsimita zioni ma di suggestiva bellezza.

Stagno, Italo Sindacalista, consigliere nazionale (Cagliari 1902-Russia 1947). Direttore didattico, divenne uno dei principali sindacalisti fascisti della

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Stagno scuola e nel 1939 fu chiamato a far parte della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Tenente degli alpini nella Divisione ‘‘Julia’’, nel 1942 fu fatto progioniero a Kiev. Morı` ancora prigioniero dei russi nel 1947. Anni dopo gli fu concessa la medaglia d’oro al V.M.

gie (=). Avevano il compito di definire le richieste da presentare al sovrano, ` del donativo (=) e discufissare l’entita tere la distribuzione dei carichi derivanti da esso. I loro componenti venivano abilitati in occasione della convocazione dei parlamenti (= Abilitazione ai parlamenti).

Stagno, Tito Conduttore televisivo,

Stampace, scuola di Definizione che

giornalista (n. Cagliari 1930). Giovanis` a collaborare con Rasimo, comincio dio Sardegna; nel 1956 fu assunto dalla RAI come telecronista. Diresse per 17 anni la redazione della ‘‘Domenica sportiva’’ e ne fu per due anni il popolare presentatore. Il 21 luglio 1969 seguı` da telecronista lo sbarco dell’‘‘Apollo’’ sulla Luna. Ha al suo attivo anche il libro L’arcipelago di Garibaldi. La Maddalena, 1989, e ‘‘I miei amici di Viale Bonaria’’, in Radio Brada, 2004, a cura di Romano Cannas.

si riferisce a uno specifico segmento del movimento pittorico che si svi` a Cagliari tra la seconda meta ` luppo ` del del Quattrocento e la prima meta Cinquecento. Faceva capo alla famiglia Cavaro, la cui bottega era appunto situata nell’antico quartiere di Stampace. Ebbe il merito di aprire la pittura sarda, ancora troppo legata all’espe` vive correnti rienza catalana, alle piu della pittura italiana e fu sensibile alle suggestioni del Rinascimento.

Stagno, Vittorio Giornalista (Cagliari 1911-Roma 1980). Laureato in Legge nel 1937, combattente nella seconda guerra mondiale, divenne giornalista professionista nel 1946. Diresse ‘‘Sar` ‘‘Sardedegna sport’’ e nel 1969 fondo gna Industriale’’, che diresse per alcuni anni. Entrato alla RAI, ebbe noto` nazionale per lo stile dei suoi serrieta vizi.

Stamado Famiglia cagliaritana di probabile origine spagnola (sec. XV). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1461 i suoi membri ottennero il ricono` con un Antoscimento della generosita nio, la cui discendenza si estinse entro la fine del secolo.

Stamenti Bracci del Parlamento del Regno di Sardegna. Erano tre: lo Stamento militare, composto dai nobili e dai cavalieri ereditari; lo Stamento ecclesiastico, composto dai vescovi, dagli abati e dai rappresentanti degli ordini religiosi; lo Stamento reale, composto ` redai rappresentanti delle sette citta

Stampacolor Casa editrice fondata nel 1980 a Muros da Sebastiano Ibba in col` dell’omonimo legamento con l’attivita stabilimento tipografico. Specializzata nella pubblicazione di importanti ` cultuopere sui problemi della realta rale dell’isola, che mettono a frutto la moderna tecnologia degli impianti e la ` delle maestranze. Ha pubblimaturita cato per anni le riviste ‘‘Arredo«s’’, diffusa in tutta la penisola e all’estero, e ‘‘Arredosarda’’.

Stampa periodica A partire dalla fine del secolo XVIII la stampa periodica nelle sue varie forme (quotidiani, settimanali, quindicinali ecc.) ha avuto una funzione importante nell’evoluzione storica della cultura e della politica in ` del seSardegna. Fino alla prima meta colo XIX i periodici vennero pubblicati prevalentemente a Cagliari e a ` del Sassari. Solo nella seconda meta ` possibile individuare alsecolo XIX e cune pubblicazioni periodiche in altre ` minori o addirittura in altri centri citta della Sardegna. Accanto alle pubblica-

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Stampa periodica zioni di contenuto politico o culturale, vennero (e vengono) pubblicati periodici destinati a categorie definite di cittadini o rivolti ad affrontare pro` importanti tra i blemi settoriali. I piu molti periodici di carattere politico o culturale possono essere elencati secondo il luogo di edizione, in ordine alfabetico (l’indicazione contiene in genere l’anno del primo numero; va tenuto presente che molte pubblicazioni hanno cadenze piuttosto precarie e scompaiono spesso senza lasciare traccia): ` DEI SARDI Quadernos de Attunzu, ALA mensile di politica e cultura, esce dal 1993. ALES Notiziario della diocesi di Ales, quindicinale, compare nel 1991. Nuovo Cammino, periodico di informazione dal 1995, giornale della diocesi, nel 1976 usciva a Villacidro diretto da Abramo Atzori. ALGHERO Alghero, settimanale che uscı` nel settembre 1901 continuando la tradizione del Fra Tartassa, critico nei confronti dell’amministrazione comunale. Alghero Cronache, settimanale politico fondato nel 1972. Alghero Eco, compare nel 1994. Amleto, mensile di informazione culturale, dal 1995. Dialogo, quindicinale della diocesi di Alghero e di Bosa. Il setaccio, trimestrale nato nel 1995, cessa nel 1996. L’Alguer, periodico di cultura, compare nel 1992. L’isolano, periodico di cronaca e cultura, fondato da Agostino Ballero nel ` , mensile d’at1991. Nuova Comunita ` , diretto da Enrico Valsecchi. tualita ` e culSalpare, bimestrale di attualita tura, fondato da Neria De Giovanni nel 1990. ARBOREA Brigata Mussolinia, mensile ` Bonifiche Sarde, uscı` dal della Societa gennaio 1935 al maggio 1938. ARZACHENA Il Sestante, periodico, compare nel 1992 e cessa nel 1995.

` , compare nel ASSEMINI Comunita ` e politica. Riu1996, temi di attualita mannu, quindicinale di politica e cultura fondato nel 1986. BERCHIDDA Piazza del Popolo, bimestrale di informazione dal 1996. CAGLIARI Adoro te Jesu devote, mensile di argomenti religiosi, esce dal 1995. L’acqua a domicilio, numero unico pub` 2000 notizie, blicato nel 1910. Agora quindicinale di cultura e arte dal 1996. Agricoltura informazioni, mensile pubblicato dal Banco di Sardegna, cessa le pubblicazioni nel 1995. Almanacco della Sardegna, pubblicazione annuale a cura dell’Associazione della Stampa Sarda. Almanacco di Cagliari, pubblicazione annuale diretta da Vittorio ` di Lettere e Scano. Annali della Facolta ` di Cagliari, riFilosofia dell’Universita vista fondata nel 1926 e diretta dal pre` . Annali della Facolta ` side della Facolta ` di Cagliari, di Magistero dell’Universita usciti nel 1987, dal 1996 Annali della ` di Scienze della Formazione. Facolta ` di Scienze Politiche Annali della Facolta ` di Cagliari, rivista fondell’Universita data nel 1975. Annali di giurisprudenza ` di avvosarda compilati da una societa cati, prima rivista giuridica pubblicata in Sardegna, uscı` il 1838 e il 1842. Ans` hart, periodico culturale che si occupo di problemi artistici e di folclore. An` artheo, quadrimestrale di attivita cheo-speleologica fondato da Ottavio Olita nel 1994. Apostolato della Preghiera, bimestrale di cultura religiosa, pubblicato dai Gesuiti a partire dal 1990. Archeologia Sarda, rivista fondata e diretta da Antonio Maria Costa nel 1980. Archivio storico sardo, rivista ` storica fondata nel 1905 dalla Societa sarda, dal 1935 organo della Deputazione di Storia patria, dopo una crisi ha ripreso le pubblicazioni nel 1976. Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico, rivista fon-

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Stampa periodica data da Girolamo Sotgiu nel 1973, dal 1996 diretta da Bruno Anatra con la testata Archivio sardo. Rivista di studi storici e sociali. Ascolta Israele, notiziario religioso, esce dal 1995. Automoto Sardegna, periodico di sport motoristici, esce nel 1995 e cessa nel 1996. Autonomie locali in Sardegna, diretto da Roberto Marchi, cessa nel 1995. Azione!, settimanale antigiolittiano, uscı` dal dicembre del 1914 a tutto il 1915: sostenne l’autonomia della Sardegna. Battaglia, settimanale di ispirazione fascista uscito dal luglio 1924 al febbraio 1925. Biblioteca sarda, mensile culturale diretto da Vittorio Angius, uscı` dall’ottobre 1838 al settembre 1839. Bollettino bibliografico della Sardegna, fondato nel 1984 e diretto da ` : attualmente il suo titolo e ` Tito Orru Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna. Bollettino bimestrale delle scoperte archeologiche sarde, pubblicato a partire dal 1875, curato da Giovanni Spano fino alla sua morte (1878). Bollettino diocesano, periodico fondato nel 1958 dall’arcivescovo Paolo Botto, fu l’organo della curia di Cagliari fino alla nascita di Orientamenti. Bollettino ecclesiastico della Sardegna, organo dell’Episcopato Sardo, fondato nel 1993, diretto da Tonino Cabizzosu. Bollettino filosofico sardo, semestrale di cultura filosofica, fondato nel 1993, diretto da Antonio Prost. BRADS (acronimo di Bollettino e Repertorio dell’Atlante demologico sardo), fondato da Alberto M. Cirese, poi diretto da Enrica Delitala, non compare dal 1994. Cadossene, mensile fondato da Virgilio Atzeni e Antonio Cabitza nel 1935, uscı` fino al settembre 1938: si interessava di studi sardi. Cagliari Calcio, mensile sportivo fondato nel 1982, diretto da Giorgio Ariu. Cagliari economica, mensile fondato dalla Camera di Commercio nel

1954 come continuazione del Bollettino economico, che uscı` dal 1934 al 1953: chiuse le sue pubblicazioni nel 1960. Cagliari. Lettere aperte, mensile di at` e cultura fondato nel 1995. Catualita leidoscopio, semestrale di orientamenti culturali, fondato dall’editore Dattena nel 1995. Confronto medico, periodico di informazione scientifica fondato e diretto da Efisio Lippi Serra nel 1990. Corriere di Sardegna, quotidiano uscito dal maggio 1864 al giugno 1879, fu diretto da Giovanni De Francesco e da Giovanni Battista Tuveri. Cronache, quindicinale di politica fondato ` nel 1991. nel 1976 da Lucio Etzi, cesso ` poCUS, periodico di critica e attualita litica, fondato nel 1991. DC Sardegna, mensile a cura del gruppo consiliare regionale, nel 1993 venne sostituito da Popolari di Sardegna. Destra Nuova, quindicinale di informazione politica, ` , semepubblicato nel 1996. Diafora strale di filosofia diretto da Egidio Miraglia, pubblicato dal 1967. EMMEPI, mensile del Movimento Popolare, fon` nel 1995. EMSA, ridato nel 1984, cesso vista trimestrale dell’Ente Minerario ` di essere Sardo, fondata nel 1977 cesso pubblicata nel 1993. Erbafoglio, trimestrale di cultura poetica fondato da Antonello Angioni nel 1990. Europaea, semestrale di antropologia fondato e diretto da Giulio Angioni nel 1995. Esse come Sardegna, mensile di politica e cultura fondato da Piercarlo Carta nel ` nel 1992. Far Politica, men1989, cesso sile di informazione e dibattito politico pubblicato nel 1990, diretto da Giuliano Santus, scomparve nel 1993. Fiera Letteraria, mensile di materie ` dal 1995. letterarie, non compare piu Film praxis, trimestrale di cinema pubblicato dal 1995. Fine Secolo, settimanale diretto da Enrico Uda, uscı` dal dicembre 1897 all’aprile 1898. Foglio periodico di Sardegna, settimanale filoin-

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Stampa periodica ` Giuseppe Manno: glese cui collaboro diretto da Adolfo Palmedo, uscı` dal gennaio 1812 al luglio 1813. Fontana Viva, mensile di cultura diretto da Raffa Garzia, uscı` dal gennaio 1926 al maggio 1928. A Garibaldi, numero unico pubblicato nel 1904. Gazzetta di Sardegna, settimanale economico, uscı` dall’agosto 1832 all’agosto 1835, diretto da Giovanni Meloni Baylle. Gazzetta di Cagliari, bisettimanale politico di ispirazione coccortiana, uscı` tra il maggio ` con l’Av1886 e l’aprile 1887, polemizzo venire di Sardegna. Gazzettino ebdomadario della Sardegna, uscı` nel 1793: primo giornale sardo, fu diretto da Antonio Maria Sartoris. Gennargentu, trimestrale di ecologia curato dal CAI a ` , periodico partire dal 1993. Gente citta fondato da Silvana Migoni nel 1991, ` le sue pubblicazioni nel 1995. cesso Giornale di Cagliari, mensile pubblicato dal luglio 1827 al luglio 1829, diretto da Stanislao Caboni, fu la prima rivista culturale uscita a Cagliari. Gio` Italiana del Littorio, mensile faventu scista, uscı` dal gennaio 1938 al novem` Sarda, settimanale bre 1940. Gioventu radicale uscito dall’aprile 1876 al marzo 1877, diretto da Antonio Scano e ` Sarda, quindiLuigi Congiu. Gioventu ` di cinale, organo della Gioventu Azione Cattolica, uscı` dal maggio 1923 al giugno 1926: fu soppresso dal fasci` Sarda, organo dell’Osmo. Gioventu pera Nazionale Balilla, uscı` dal 1929 al 1931, diretto da Claudio Laconi. Gulliver, trimestrale di teatro, cultura e arte, uscı` nel 1990: sospeso nel 1991, ricomparve come Teatro Gulliver nel 1993. Giorno e notte, settimanale di informazione pubblicato tra il 1992 e il 1993. Icnusa, settimanale letterario pubblicato dal dicembre 1907 al gennaio 1908. Il Bastione, mensile di cultura uscito per pochi mesi nel 1988. Il Bogino, rivista culturale fondata nel

1960 e pubblicata fino al 1962: diretta da Ignazio De Magistris, si ispirava ai temi della Rinascita. Il Cagliaritano, mensile fondato e diretto da Giorgio Ariu nel 1973, dal 1994 aggiunge il titolo ` Sardegna. Il Cittadino, periodico di Piu ` , fondato nel 1988 da politica e attualita Silvana Migoni, dal 1993 diretto da Enrico Clemente. Il Cittadino Italiano, settimanale uscito dal giugno all’ottobre 1849, diretto da Giovanni Battista Tuveri, di ispirazione anticlericale. Il Convegno, mensile di cultura dell’Associazione ‘‘Gli Amici del Libro’’, fondato nel 1946 da Nicola Valle. Il Corriere dell’Isola, quotidiano cattolico uscito dal gennaio 1907 al febbraio 1913, diretto da Enrico Sanjust. Il Corriere di Sardegna, quotidiano, organo del Partito Popolare Italiano, uscı` dal luglio 1920 all’ottobre 1926, diretto da Enrico Sanjust: chiuso dai fascisti, riprese come settimanale della Democrazia Cristiana dal luglio 1945 a tutto il 1948. Il Contropiede, periodico di cultura e politica del Circolo ‘‘Riccardo Lombardi’’, pubblicato tra il 1992 e il 1993. Il Filopono, settimanale politico, uscı` in due periodi: il primo tra il 1877 e il dicembre 1880, il secondo dal gennaio 1881 al dicembre 1884. Il Gazzettino Sardo, trimestrale di ispirazione radicale, uscı` dal febbraio 1899 all’aprile 1900. Il Giornale Democratico, settimanale, organo dell’Associazione Democratica, uscı` dal gennaio 1911 al novembre 1913. Il Giornale del Popolo, quotidiano socialista moderato, uscı` dal settembre 1923 al marzo 1924. Il Giornale di Sardegna, settimanale pubblicato dall’agosto 1795 al marzo 1796, ` degli divenne il portavoce dell’attivita Stamenti nel periodo della ‘‘Sarda Rivoluzione’’, fu diretto da Giuseppe Melis Atzeni. Il Giornale di Sardegna, quotidiano fascista ispirato da Asclepia Gandolfo, uscı` dal settembre 1923 al

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Stampa periodica gennaio 1926. Il Giornale di Sardegna, quotidiano, uscito nel 2004 con due diverse testate per il Nord e il Sud dell’isola, nel 2006 ha assunto il nome Il sardegna, diretto da Antonio Cipriani. Il Lavoratore, settimanale cattolico, uscı` dal 1904 al febbraio del 1905. Il Lavoratore, settimanale comunista, uscito dal febbraio 1945 al marzo 1948, diretto successivamente da Antonio Dore, Luigi Pirastu e Girolamo Sotgiu. Il Lavoratore di Sardegna, quindicinale fascista, organo dell’Unione Provinciale dei Sindacati dell’Industria, uscı` dal 28 ottobre 1932 al giugno 1933, diretto da Vittorio Tredici. Il Littore Sardo, settimanale, organo dei Fasci sardi, uscı` dal gennaio all’agosto 1923. Il Lunedı` dell’Unione, settimanale di informazione uscı` dal dicembre 1928 al maggio 1931. Il Maglio, settimanale nazionalista, uscı` dal gennaio 1913 al giugno 1914. Il Mazziere, settimanale indipendente, uscito dall’agosto 1904 al gennaio 1906. Il Messaggero Sardo, mensile per gli emigrati del Fondo sociale della Regione sarda, edito da una cooperativa di giornalisti a partire dal 1977. Il Momento, settimanale radicale nato dalla fusione del radicale Vita Nova con il giornale della Camera del Lavoro, uscı` dall’ottobre 1910 all’aprile 1912. Il Monitore ufficiale dell’Episcopato sardo, mensile delle curie ecclesiastiche della Sardegna, uscı` dal gennaio 1909 al 1914. Il Movimento Sardo, quotidiano uscito dal dicembre 1875 all’ottobre 1876, diretto da Giovanni Battista Tuveri e Giovanni Sulliotti, precorritore delle idee socialiste. Il Nazionale, primo periodico a essere pubblicato in Sardegna dopo la concessione dello statuto, uscı` dal 23 marzo al 28 dicembre 1848, diretto da Vincenzo Bruscu Onnis. Il Nuraghe, mensile di cultura uscito dal febbraio 1923 al luglio 1932, fondato e diretto da Rai-

mondo Carta Raspi. Il Paese, periodico ispirato da F. Cocco Ortu, uscı` tra il luglio 1879 e tutto il 1880. Il Paese, settimanale antigiolittiano, uscito tra il maggio 1909 e il dicembre 1910. Il Paese del popolo, settimanale uscito dall’agosto 1907 al novembre 1908, difese gli interessi dei lavoratori. Il Popolo, periodico liberale, uscı` dall’aprile 1848 al marzo 1849, diretto da Gavino Fara: fu favorevole alla ‘‘fusione’’. Il Popolo Sardo, quotidiano diretto da Claudio Cixı`, uscı` dal 10 dicembre 1893 al giugno 1897. Il Popolo Sardo, settimanale uscito dal febbraio 1918 all’ottobre 1919, su posizioni pre-sardiste. Il popolo sardo, settimanale politico e culturale, fondato e diretto da Giovanni Lilliu. Il Rinnovamento, quindicinale letterario, uscı` dal luglio 1898 al luglio 1901. Il Risveglio, settimanale cattolico, uscı` dall’ottobre 1882 al dicembre 1889, diretto da monsignor Luca Canepa. Il Risveglio dell’Isola, quotidiano socialista riformista, uscı` dal marzo 1912 al settembre 1922. Il Solco, dapprima organo degli ex combattenti sardi dall’a` gosto del 1919 al 1922; si trasformo quindi in organo del PSd’Az e uscı` come quotidiano fino al giugno 1926, quando fu soppresso dal fascismo: riprese nel secondo dopoguerra a inter` nel 1995. Impatto, bimevalli, cesso strale di politica, fondato da Paolo Matta nel 1995. In cassetta, settimanale di informazione, esce dal 1995. Indicatore Sardo, settimanale conservatore filomonarchico, uscı` dall’agosto 1832 al giugno 1852: fu il giornale dei fratelli Pietro e Michele Martini. Industria Oggi, mensile dell’Associazione degli Industriali di Cagliari, fondato nel 1977. In Scena, trimestrale di cultura e spettacolo del Teatro ‘‘Le Saline’’, esce dal 1995. I Sardi, mensile di resistenza politica e civile, diretto da Massimo Zanasi uscı` nel 1993. I Temi, rivista di po-

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Stampa periodica litica, cultura ed economia fondata da Giuseppe Usai su posizioni europeiste nel 1995. L’Agricoltura sarda, bollettino quindicinale di agricoltura, uscı` dal luglio 1898 all’aprile 1908. L’Agricoltura sarda, quindicinale, organo della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Cagliari, pubblicato tra il 1909 e il 1910; riprese le pubblicazioni tra il 1922 e il 1937. L’Altra Sardegna, diretto da Franco Fiori, uscı` nel 1976. L’Altra Sardegna, mensile della CGIL ` nel 1995. sarda, uscito nel 1993 cesso L’amico al popolo e al governo, settimanale liberale uscito dall’ottobre 1849 all’aprile 1850, diretto da Raimondo Falqui. L’Arena, settimanale anticlericale, uscı` dal giugno 1885 al gennaio 1887. L’Ateneo Sardo, quindicinale culturale, uscı` nel 1898 diretto da Guido Giacomelli. L’Avvenire di Sardegna, quotidiano fondato da Giovanni De Francesco nel 1871, uscı` fino al dicembre 1893: sostenne Francesco Cocco Ortu. L’eco di Bonaria, mensile del santuario di Bonaria. L’Ichnusa, bisettimanale clericale, uscı` dal gennaio 1856 al dicembre 1860. L’Idea socialista, primo periodico di ispirazione socialista pubblicato per pochi mesi nel 1897 diretto da Renato Manzini. L’Illustrazione Sarda, quindicinale politico culturale, pubblicato tra il gennaio 1893 e l’agosto 1895. L’imparziale, settimanale dal gennaio 1861 al gennaio 1862, quotidiano fino al giugno dello stesso anno; vicino a Cocco Ortu, fu diretto da Gavino Fara. L’informatore del Lunedı`, settimanale di informazione dell’‘‘Unione sarda’’, usciva ancora nel 1996. L’Unione Cattolica, trimestrale di carattere religioso, uscı` dal gennaio 1874 all’ottobre 1875; L’Unione Sarda, quotidiano fondato a Cagliari nel 1889 dalla borghesia liberale, continua fino a oggi le sue pubblicazioni. La Bandiera Sarda, quotidiano politico pub-

blicato dall’ottobre 1881 al luglio 1882, vicino alle posizioni di Francesco Salaris. La Bussola, bisettimanale politico, ` , peuscito tra il 1962 e il 1963. La citta ` , mensile riodico, esce dal 1976. La citta di habitat, arte e cultura, fondato nel 1990. La cronaca, settimanale ispirato da Giovanni Battista Tuveri, uscı` dal gennaio 1867 al dicembre 1871, diretto da Gavino Fara, La Domenica Cagliaritana, settimanale politico satirico, anticlericale, uscı` dal gennaio 1903 al dicembre 1906. La Donna Sarda, quindicinale letterario femminile, fondato e diretto da Maria Manca, uscı` dal luglio 1898 al maggio 1901. La farfalla, quindicinale di cultura, diretto da Angelo Sommaruga, uscı` dal febbraio 1876 al settembre 1877. La Favilla, bisettimanale, uscı` dal dicembre 1855 al maggio 1856, diretto da Sebastiano Caocci Mereu: propugnatore del primo sardismo. La Folla, settimanale socialista riformista, uscı` dal luglio 1908 all’aprile 1909. La forza proletaria, settimanale socialista riformista, uscı` dal luglio 1908 all’aprile 1909. La Gazzetta di Ca` , uscı` dal gliari, settimanale di attualita dicembre 1931 al giugno 1932, diretto da Vitale Cao. La gazzetta popolare, quotidiano liberale di tendenza repubblicana, uscı` dall’aprile 1850 al giugno 1869, diretto successivamente da Giovanni Battista Tuveri, Vincenzo Brusco Onnis e Giuseppe Sanna Sanna. La gazzetta di Sardegna, quotidiano liberale moderato diretto da Gaetano Rossi Doria, uscı` per pochi mesi nel 1876. La Grotta della Vipera, trimestrale di cultura, fondato e diretto da Antonio Cossu nel 1975: ha cessato le pubblicazioni nel 2002. La Lega, settimanale, organo della Federazione socialista sarda, uscı` dal settembre 1901 al gennaio 1904 diretto da Jago Siotto, riprese le pubblicazioni come organo della sezione cagliaritana dal 1º mag-

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Stampa periodica gio 1905 all’ottobre 1907. La Lotta, periodico di tendenza socialista, uscı` dal novembre 1890 al marzo 1892. La Lotta, settimanale socialista, uscı` dal gennaio 1915 al maggio 1916. La Meteora, bimestrale di ispirazione liberale, uscı` dal gennaio 1843 al dicembre 1845 diretto da Salvatorangelo De Castro, Gavino Nino, Alberto Degioannis. La Meteora, quindicinale letterario, uscı` dal gennaio 1878 al maggio 1879. La Piccola Rivista, quindicinale di cultura, fondato e diretto da Ranieri Ugo, uscı` dal dicembre 1898 al luglio 1900. La programmazione in Sardegna, bimestrale del Centro Regionale di Programmazione, fondato nel 1976 uscı` per alcuni anni. La Regione, mensile di cultura fondato e diretto da Sebastiano Deledda e Raffaele Di Tucci, uscı` dall’agosto 1922 all’aprile 1925. La Sardegna, trimestrale politico culturale, diretto da A.L. Pau, compare dal 1991. La Sardegna cattolica, organo dell’Azione Cattolica della provincia di Cagliari, quotidiano dall’aprile 1896 a tutto il ` in settimanale e con1904, si trasformo ` le pubblicazioni fino al dicembre tinuo del 1906; fu diretto da Enrico Sanjust: uscı` ancora come settimanale dal 1928 al 1942, diretto da monsignor Lai Pe` , settimanale cattolico, droni. La verita uscı` dal marzo 1870 all’ottobre 1873, quando divenne quotidiano fino al marzo 1874: riprese infine le pubblicazioni come settimanale fino al gennaio 1875. La voce della Sardegna, settimanale cattolico diretto da Enrico Sanjust, uscı` dall’ottobre 1876 al dicembre 1889. La voce del popolo, settimanale moderato, uscı` dal gennaio 1885 al luglio 1887. La voce del popolo, settimanale socialista, organo della Camera del Lavoro, uscı` dall’ottobre 1909 all’ottobre 1910. La voce del popolo, settimanale di ispirazione cattolica, uscı` dal giugno 1913 al dicembre 1918. Le

cronache, mensile di politica diretto da Francesco Lippi, esce dal 1992. Lettera politica, mensile di politica, uscı` nel 1977. Lo Statuto, periodico di ispirazione liberale, uscı` dal gennaio 1854 al 1859. Mai dire Italia, settimanale di cultura e spettacolo, esce dal 1993. Medioevo. Saggi e rassegne, rivista dell’Istituto di Storia medioevale della Fa` di Lettere dell’Universita ` di Cacolta gliari, fu fondata nel 1975 da Alberto ` diretta da FranBoscolo, attualmente e cesco C. Casula. Mediterranea, mensile di cultura di ispirazione fascista, uscı` dal gennaio 1927 al febbraio 1937 diretto da Antonio Putzolu. Mediterraneo, mensile di cultura ed economia, esce dal 1993. Mezzogiorno d’Europa, bimestrale di cultura e politica, fondato e diretto da Giuseppe Usai nel ` nel 1995. Moralita ` e Politica, 1990, cesso periodico del Movimento Popolare, fu fondato nel 1990. Notiziario, quindicinale dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale. Notiziario diocesano, bimestrale della curia diocesana, compare ` , quindicinale di nel 1992. Nuova Citta ` e cultura, esce dal 1996. attualita Nuova Rinascita Sarda, mensile di cul` le tura di ispirazione comunista, inizio sue pubblicazioni come Rinascita ` nel 1993. NuovaSarda nel 1957, cesso ` e politica. rea, bimestrale di attualita Nuovo Bullettino Archeologico Sardo, diretto da Giovanni Lilliu, esce dal 1985. Nuovi Orientamenti, settimanale cattolico diocesano, continuazione di Orientamenti, che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1976. Officina poli` , inizio ` a estica, mensile di attualita ` nel sere pubblicato nel 1993, cesso 1995. Onnibusport, periodico sportivo diretto da Fabio Meloni, compare nel 1992. Orientamenti sociali sardi, periodico culturale, esce dal 1995. Paese, quotidiano di informazione, ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1995. Par-

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Stampa periodica ` , periodico potecipazione e solidarieta litico di ispirazione cattolica, fondato da Gian Mario Selis e diretto da Angelo Pittau. Pattuglia, settimanale degli Universitari fascisti, diretto da Italo Stagno, uscı` dal maggio 1929 al marzo 1930. PDS Regione informazioni, mensile del gruppo consiliare regionale dei Democratici di Sinistra, diretto da Giuseppe Podda, compare nel 1992 come evoluzione di PC Regione. Polis Sardegna, periodico di politica fondato da Mauro Pili nel 1990, cessa nel 1993. Presenza, mensile della CISL sarda, esce dal 1990. PSI Sardegna, periodico a cura del Gruppo socialista del Consiglio regionale, cessa nel 1994. Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano, organo della Soprintendenza archeologica, fondato da Fer` diretto dal soprintenruccio Barreca, e dente pro-tempore. Quaderni di tredici lune, quadrimestrale di cultura cinematografica, pubblicato dal 1993 al 1996. Quaderni sardi di Storia, rivista di studi storici fondata da Manlio Brigaglia, uscı` dal 1980 al 1984. Qui Fiera, bimestrale della Fiera Internazionale ` le pubblicazioni nel di Cagliari, inizio 1993. Regione Oggi, cronache dell’Autonomia, periodico diretto da Paolo Pillonca. Rivista Giuridica Sarda, organo ` di Giurisprudenza deldella Facolta ` di Cagliari. Riscossa Sardil’Universita sta, settimanale, organo del PSd’Az, uscı` dopo la scissione del giugno 1948 ` nel maggio 1949, quando ave cesso venne la fusione col PSI: fu diretto da Anton Francesco Branca. Rivista Sarda di Criminologia, trimestrale, fondato da Raffaele Camba nel 1965. Rivoluzione Liberale, settimanale, organo del PLI fondato e diretto da Francesco Cocco Ortu junior, uscı` dal febbraio 1945 al marzo 1947. S’Ischiglia, mensile di poesia e di letteratura, diretto da

Angelo Dettori, uscito dal 1949 al 1956, quindi dal 1980 al 2001 (diretto, dopo la morte di A. Dettori, da Aquilino Cannas e poi da Antonio M. Rubattu). San Salvatore da Horta, bimestrale di carattere religioso, esce dal 1993. Sardegna a tavola, bimestrale di politica alimentare, esce dal 1991 edito e diretto da Giorgio Ariu, evoluzione di Vini e cucina di Sardegna, apparso nel 1977. Sardegna Autonomia, notiziario men` diretto sile del Consiglio regionale, gia da Vindice Ribichesu, esce dal 1992. Sardegna Avanti!, settimanale, organo del Partito Socialista Italiano, uscı` dal luglio 1946 al novembre 1947 diretto da Jago Siotto e Sergio Massacci. Sardegna Contro Corrente, periodico politico pubblicato dal 1995. Sardegna da scoprire, periodico di cultura fondato da ` nel 1996. SardeAdriano Vargiu, cesso gna Democratica, settimanale, organo del Partito Democratico del Lavoro, uscı` dal 1945 al marzo 1946. Sardegna Economica, trimestrale della Camera `a di Commercio di Cagliari, comincio essere pubblicato nel 1976. Sardegna Europa, rivista ispirata al federalismo, fondata e diretta da Giuseppe Usai nel 1990. Sardegna Fieristica, rivista annuale fondata e diretta da Vittorio Scano. Sardegna Magazine, mensile di politica e cultura fondato e diretto da Roberto Copparoni. Sardegna Oltre, mensile di politica fondato e diretto nel 1990 da Antonio Mastinu. Sardegna e Tunisia, settimanale politico diretto da Gaetano Ghivizzani, uscı` dal gennaio all’aprile 1883, sostenendo l’op` della colonizzazione italiana portunita in Tunisia. Sardegnavanti, periodico cattolico uscito nel 1976, diretto da Giuseppe Lepori. Sardissima, mensile politico culturale fondato da Filiberto Farci ed Egidio Pilia nel 1920 (uscı` per ` Sarda, quadrimeun numero). Societa strale di cultura, fondato da Francesco

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Stampa periodica ` uscito per alcuni Cocco nel 1995, e anni. Sogni, mensile di informazione, cultura e spettacolo, uscı` nel 1990, ` nel 1995. Speleologia Sarda, orcesso gano del Gruppo Speleologico ‘‘Pio XI’’, fondato dal padre Antonio Furreddu. Studi dell’Economia, rivista ` di Economia dell’Univerdella Facolta ` di Cagliari, comincio ` a essere pubsita blicata dal 1977. Studi Sardi, rivista dell’Istituto di Studi sardi dell’Univer` di Cagliari, inizio ` le sue pubblicasita zioni nel 1934. Sud Est, mensile di cultura edito dal GUF di Cagliari, uscı` dal novembre 1934 al luglio 1942. Tempo Nuovissimo, quindicinale di politica e cultura, fondato da Tullio Murru nel 1977. Tempus de Sardinnia, mensile bilingue diretto da Francesco Casula. Terza pagina, trimestrale di cultura e ` , appare nel 1977 diretto da attualita Augusto Maccioni. Theologica, annali ` teologica di della Pontificia Facolta Cagliari, evoluzione di Pontificia Fa` Teologica. Vita Nova, settimanale colta organo della sezione radicale, uscı` dal settembre al novembre 1901. Vita Sarda, quindicinale di cultura, uscı` dal marzo 1891 al dicembre 1893. Voce Serafica della Sardegna, mensile dei Cappuccini di Cagliari. CALANGIANUS Calangianus oggi ed....ieri, quadrimestrale a cura del Comune, esce dal 1995. Il Limbara, settimanale anticlericale, uscı` nel settembre 1884. CARBONIA Gazzetta del Sulcis, quindicinale diretto da Massimo Carta, si pubblica dal 1995. La provincia del Sulcis Iglesiente, periodico di informazione e politica, esce dal 1995. Primo, ` politica e cultura, rivista di attualita ` nel 1995. uscı` nel 1992, cesso CARLOFORTE L’eco del mare, periodico bimensile, uscı` dal marzo all’agosto 1877. L’eco di Carloforte, quindicinale

politico, uscı` dal settembre al dicembre del 1881. CORTOGHIANA Il corriere del Sulcis, periodico di informazione e politica, uscı` nel 1976. DOLIANOVA Clacson, mensile di informazione del Parteolla, pubblicato dal 1995. GONNOSFANADIGA L’Altra Provincia, mensile del Medio Campidano, esce `e dal 1996. L’Altro, mensile di attualita di politica, esce dal 1995. GUASILA Anarkiviu, bollettino bibliografico dell’archivio ‘‘Tommaso Serra’’, fondato e diretto da Costantino Cavalleri nel 1995. La Provincia nuova, ` e politica, esce settimanale di attualita dal 1996. IGLESIAS Argentaria, rivista dell’Associazione ‘‘Lao Silesu’’, diretta da Giorgio Mossa, compare dal 1992. Bollettino bibliografico della Sardegna, bimestrale, fondato e diretto da Remo Branca, uscı` a Iglesias dal dicembre 1933 al dicembre 1937. Bollettino di vita municipale di Iglesias, mensile dell’amministrazione comunale, fu pubblicato nel 1945. Gazzetta d’Iglesias, settimanale politico-culturale, uscı` dal febbraio 1869 al settembre 1877. Il corriere del Sulcis, settimanale diocesano diretto da Tarcisio Pillolla, uscı` dal 1965 al 1974. Il Minatore, mensile padronale corporativo, uscı` dal marzo 1928 al marzo 1936. Il popolo sardo, settimanale di ispirazione monarchica, uscı` dal dicembre 1914 all’aprile 1915. L’Aurora, settimanale moderato, uscı` dal gennaio al dicembre 1908. L’Osservatore iglesiente, settimanale di problemi minerari, diretto da G.B. Pagani, uscı` nel novembre 1882. La Sardegna Socialista, settimanale, organo dei socialisti iglesienti, uscı` dal luglio 1916 all’ottobre 1917. Primavera Umana, settimanale socialista riformista, diretto da Jago Siotto, uscı` dal marzo

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Stampa periodica 1904 al gennaio 1905. Resoconti dell’Associazione Mineraria Sarda, mensile di problemi minerari. Sardegna Socialista, settimanale organo del PSI fondato ` le pubda Angelo Corsi nel 1945, cesso blicazioni nel maggio 1946. Voce Socialista, quindicinale del PSI negli anni Cinquanta. LA MADDALENA La Piccola Sardegna, settimanale liberale, uscı` dal giugno al dicembre 1908. Lo Scoglio, quindicinale di informazione, pubblicato dal 1990. LANUSEI L’Ogliastra, settimanale, uscı` dal marzo 1883 al dicembre 1885, ispi` Businco. L’Ogliastra, rato da Nicolo giornale diocesano, esce dal 1976. Voce di Don Bosco in Sardegna, bimestrale dei Salesiani di Lanusei negli anni Cinquanta. MARACALAGONIS Hamara, bimestrale di informazione uscito tra il 1995 e il 1996. MONSERRATO Monserrato pagine, mensile di informazione e cultura, uscito tra il 1993 e il 1996. S’Arriu, mensile di politica e cultura, esce dal 1995. ` MORES Maestrale, mensile di attualita e politica pubblicato dal 1995. MURAVERA Il Flumendosa, periodico di cultura e informazione pubblicato dal 1995. NUORO Agricoltura nuorese, mensile della cattedra provinciale di Agricoltura di Nuoro, pubblicato tra il 1933 e il 1937. Aristocrazia, mensile di cultura, fondato e diretto da Raffaello Marchi, uscı` dall’ottobre 1947 all’agosto 1948. Avvenire di Nuoro, settimanale cattolico moderato, pubblicato dall’ottobre 1921 al settembre 1922. Carrefour Sardegna News, periodico della IX Comu` montana, esce dal 1995. Gruttas e nita Nurras, trimestrale del Gruppo Grotte ` le pubblicazioni nel Nuorese, inizio 1977. L’Agricoltura nuorese, periodico dell’Ispettorato provinciale dell’Agri-

coltura, uscı` dal gennaio 1933 al settembre 1937. L’Ortobene, settimanale di informazione, organo della Curia, ` le pubblicazioni nel 1926 come inizio mensile: esce ancora come settima` , fondato e diretto nale. La Nuova Citta da Cesare Pirisi nel 1966. Notiziario economico, periodico della Camera di ` a uscire dal 1950. Commercio, inizio Nuoro Littoria, periodico della Federazione dei Fasci di Nuoro, uscı` dal marzo 1934 al luglio 1943. Nuoro Oggi, periodico di politica e informazione, esce dal 1993. Sardegna Antica. Culture Mediterranee, bimestrale di archeologia, etnologia e storia, esce dal 1993 diretto da Giacobbe Manca. Sardigna Antiga, rivista dell’Associazione archeologica nuorese, fondata nel 1983 da Giuseppe Seu. Su populu sardu, organo del Movimento omonimo, uscı` dal 1977. OLBIA Costa Smeralda Magazine, organo dei servizi marketing Costa Smeralda, diretto da Giancarlo Capitta. L’ora di Gallura, mensile d’informazione diretto da Mario Zappadu, termina le pubblicazioni nel 1993. Nord Est, periodico di informazione politica, diretto da Mario Zappadu. Olbia 2000, quindicinale di informazione e cultura, uscı` dal 1993 al 1995. OLIENA Sardegna Mediterranea, semestrale di cultura fondato da Dolores Turchi, esce dal 1997. OLLOLAI Il dibattito, periodico fondato da Michele Columbu nel 1976. ORISTANO Arborea, quindicinale cattolico degli anni Cinquanta. Arbor. Ori` , postano e dintorni, rivista di attualita litica e cultura, fondata nel 1993 da Giampaolo Mele. Biblioteca Francescana Sarda, semestrale di cultura dei Frati minori conventuali di Oristano, fondato nel 1991. Forza Tharros, quindicinale sportivo, compare dal 1993. ` , periodico di cultura e reliFraternita gione della diocesi di Oristano, pubbli-

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Stampa periodica cato dal 1990. Il Corriere di Oristano, quotidiano, organo del Congresso agrario regionale, uscı` dal maggio al giugno 1877 diretto da Gaetano Ghivizzani. Il Giornale di Oristano, settimanale di ispirazione socialista e repubblicana, uscı` dal settembre 1903 al novembre 1904. L’Oristanese, periodico culturale, esce dal 1996. La Gazzetta di Oristano, periodico diretto da G. Ghivizzani, uscı` per pochi numeri nel 1858. La Gazzetta oristanese, mensile di approfondimento della cronaca, esce dal 1995. La Provincia di Oristano, organo dell’Amministrazione provinciale di Oristano, esce dal 1990. Lo specchio, periodico di cronaca e politica, esce dal 1995. Quaderni Oristanesi, rivista quadrimestrale di cultura. Tyrsos, organo di informazione del Comune di Oristano, ` le pubblicazioni nel 1993. cesso OZIERI Bollettino delle parrocchie di Ozieri, mensile di informazione, uscı` dal marzo 1922 al giugno 1932. Il Cittadino, settimanale di informazione di` le pubbliretto da Gavino Sanna, cesso cazioni nel 1993. Il Monte Acuto, bimestrale, uscı` dal febbraio al marzo 1877. L’obiettivo, periodico di opinioni fondato e diretto da Rosario Cecaro, compare nel 1992 cessa nel 1995. La Notizia, periodico di informazione, esce dal 1977. La voce del Logudoro, settimanale cattolico dal 1995. Logudoro, organo ufficiale della diocesi di Ozieri, uscı` dal giugno 1937 al dicembre 1938. Monte ` Acuto, periodico della VI Comunita ` nel 1995. montana, uscı` nel 1990, cesso PALMAS ARBOREA Arci Grighine, pe` montana, comriodico della Comunita pare nel 1992, cessa nel 1996. PERFUGAS L’Anglona, periodico della ` montana, esce dal 1993. II Comunita PIRRI Lo sportivo, settimanale di sport e cultura, esce dal 1995. PORTO ROTONDO Gazzetta di Porto Ro-

` , esce dal tondo, periodico di attualita 1996. PORTO TORRES Corriere Turritano, mensile diretto da Aldo Pinna. Il giornale del golfo, periodico di informa` zione e politica fondato nel 1993, cesso ` , pele pubblicazioni nel 1995. In citta riodico di informazione, esce dal 1996. La mia isola, settimanale di cultura, ambiente e sport, esce dal 1995. QUARTU SANT’ELENA Almanacco di Quartu, fondato nel 1991, diretto da Francesco Lippi. Il Corriere dei Sardi, mensile politico-culturale, fondato nel 1986. Il Manifesto Sportivo, settimanale `, di calcio, esce dal 1996. Quarto citta ` di Quartu Sant’Emensile della citta lena, uscito nel 1993, ha cessato nel 1995. Sa Repubblica, periodico culturale bilingue. Sport 90, periodico di at` sportiva. Vedute Sarde, mensile tualita culturale fondato da Gaetano Gugliotta nel 1977 come Vedute da Quartu. SAN GAVINO MONREALE Il provinciale oggi, periodico di cultura, esce dal 1995. SANLURI La Voce, giornale diocesano, diretto da Sergio Pintus, compare nel 1991 e cessa nel 1995. Sanluri, quindicinale indipendente, esce dal 1985. Sanluri Notizie (L’eco della Marmilla), periodico, esce dal 1996. Su alla vetta!, trimestrale fondato da Francesco Colli Vignarelli, organo del Collegio scolopico di Sanluri, fondato nel 1954. SAN SPERATE Sa Sardigna Nazione Sarda, periodico fondato da Antonello Satta nel 1977. SANTATERESA GALLURA La Boci, mensile a carattere scientifico, uscı` nel 1993. Quattro Mori, settimanale di informazione degli anni Ottanta. SARDARA Testimoniare, mensile di cultura a cura della parrocchia, fondato dal 1992. SASSARI Alle urne!, numero unico pubblicato nel 1910. Altre Voci, mensile

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Stampa periodica di politica pubblicato nel 1990, cessa nel 1995. Amsicora, settimanale indipendente di ispirazione patriottico-repubblicana, uscı` dal marzo 1887 a tutto il 1888, diretto da Giacomo Dettori. An` di Agraria nali, periodico della Facolta ` di Sassari, cessa nel dell’Universita 1995. Archivio storico sardo di Sassari, rivista culturale fondata dall’Associazione Archivio storico sardo di Sassari nel 1975. Archivio storico e giuridico ` sardo di Sassari, rivista dell’Universita fondata nel 1993. Arredo S, mensile di ` a essere pubarredamento, comincio blicato nel 1990: era distribuito gratuitamente in tutta la Sardegna. Associazione storica sassarese, rivista storica che compare nel 1994 diretta da Renato Pintus, cessa nel 1995 e riprende sotto il nuovo titolo Sacer nello stesso 1995. Ave Idea, numero unico a cura del circolo ‘‘Bruno Giordano’’, pubblicato nel 1902. Bollettino degli interessi sardi, periodico della Camera di Commercio di Sassari fondato da Gavino Alivı`a nel 1923. Bollettino dell’ordine dei medici della provincia di Sassari, mensile pubblicato tra il 1913 e il 1914. Bollettino elettorale dell’Isola, numero unico pubblicato nel 1924. Bollettino mensile, pubblicato nel 1902 dall’Associazione pedagogica sarda. Brigata Sassari, numero unico pubblicato nel 1937. Il Buco della Serratura, umoristico. A Bustianu, numero unico in onore di Sebastiano Satta a cura del Circolo giovanile ‘‘Barbagia’’ di Nuoro, uscito nel 1919. Caddhos, rivista di sport equestri, fondata e diretta da Salvatore Ligios. Caleidoscopio, rivista monografica di medicina fondata da Sergio Rassu. Caprera, settimanale democratico di ispirazione anticlericale, uscı` tra il 1887 e il giugno 1894 diretto da Pietro Paolo Siotto Elias. Container, mensile di at` e cultura, pubblicato dal 1995 tualita al 1996. Corriere dell’Isola, quotidiano

di informazione edito dalla Democrazia Cristiana, uscito tra il 1947 e il 1957, diretto da Francesco Spanu Satta. Da capo, mensile delle ACLI di Sassari, esce dal 1995. Esperienze Giuridiziarie, rivista fondata e diretta da Carlo Delfino. Giovinezza, trimestrale letterario, uscı` dal dicembre 1923 al febbraio 1924. Ichnusa, rivista di cultura uscita in due serie: la prima dal 1949 al 1964, diretta da Antonio Pigliaru, la seconda dal 1982 al 1993, diretta da Alberto Pinna. Il Corriere sardo, quotidiano liberale filomonarchico, uscı` dal novembre 1900 al maggio 1901. Il diavolo zoppo, settimanale politico satirico, uscı` dal luglio 1899 al dicembre 1913. Il Giornale di Sardegna, quotidiano di ispirazione monarchico-costituzionale, uscı` dal marzo 1896 al 22 settembre 1900. Il Giornale di Sassari, settimanale di ispirazione giolittiana, vicino alle posizioni dell’on. Abozzi, uscı` dal 18 febbraio al settembre 1909. Il mecenate, bimestrale letterario pubblicato nel 1990. Il nuovo giornale di Sassari, settimanale liberale su posizioni giolittiane, uscı` dal luglio 1913 al settembre 1914, diretto da Lare Marghinotti. Il popolano, bisettimanale culturale e politico, uscı` dall’aprile 1860 all’aprile 1872. Il popolo di Sardegna, settimanale socialista, uscı` dall’agosto 1921 a tutto il 1922 diretto da Massimo Stara. Il progresso, bisettimanale di informazione, uscı` dal maggio 1869 a tutto il 1870. Il quotidiano di Sassari, quotidiano di cronaca, uscito dal 1996 al 1998. Il sardo, settimanale politico, uscı` dal novembre al dicembre 1888. Il Tamburino Sardo, periodico fondato da Giovanni Francesco Saba, compare nel 1992, cessa nel 1995. Il Sassarese, settimanale di cronaca, fondato e diretto da Enrico Porqueddu dal 1976. L’Agricoltore, notiziario mensile dell’Unione provinciale fascista Agricoltori di Sas-

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Stampa periodica sari, uscı` tra il 1939 e il 1943. L’Agricoltore sardo, settimanale agricolo-economico-commerciale, pubblicato dal gennaio al dicembre 1907. L’allevatore sardo, mensile di zootecnia, pubblicato tra il 1924 e il 1929. L’Amsicora, numero di saggio, pubblicato nel 1900. L’Aquila sarda, settimanale cattolico, numero unico s.d. L’Armonia Sarda, quotidiano cattolico, uscı` dal 17 giugno 1904 al 31 dicembre 1906: fu in polemica con La Nuova Sardegna. L’asino, settimanale satirico, pubblicato tra il luglio e l’agosto 1914. L’Aurora, periodico, organo dei socialisti sassaresi, uscı` dall’agosto 1901 al luglio 1902. L’avvenire, quindicinale di tendenza giolittiana, uscı` dal dicembre del 1904 al giugno 1905. L’eco di Sassari, bisettimanale, organo del Partito Liberale Costituzionale, uscı` fra il febbraio e l’aprile 1882 diretto da Giommaria Devilla. L’Edera, quindicinale organo della Federazione repubblicana sarda, uscı` tra il gennaio e l’ottobre 1904. L’Epoca, bisettimanale politico e culturale, fondato da Salvatore Manca Leoni, uscı` dal gennaio 1858 al dicembre 1859. L’Isola, quotidiano moderato, uscı` dal dicembre 1893 al luglio 1894 diretto da Gastone Chiesi. L’Isola, quindicinale di cultura, uscı` dal dicembre 1909 al giugno 1910. L’Isola, quotidiano fondato nel marzo del 1924 da un gruppo di fiancheggiatori del fascismo: dopo la chiusura de La Nuova Sardegna divenne l’organo della Federazione provinciale fascista; caduto il regime affidato dal CLN ad Arnaldo ` a essere pubSatta Branca, continuo blicato fino al dicembre 1946. L’Isolano, settimanale di tendenza clericale, uscı` dall’aprile 1857 al giugno 1858 diretto da Gavino Cugia Pilo. L’Operaio, mensile popolare, uscı` dall’ottobre 1877 al gennaio 1878 diretto da Cesare Manca. L’Osservatore, settimanale politico-culturale, uscito dal

maggio 1857 al maggio 1858, diretto da Antonio Manunta. La Battaglia, numero unico pubblicato nel 1904. La Democrazia Sarda, periodico politico uscito dal 28 luglio al 31 agosto 1892. La Democrazia Sassarese, bisettimanale, organo dell’Associazione Democratica, uscı` dal giugno al luglio 1902. La Discussione, bisettimanale politicoculturale diretto da Salvatore Manca Leoni, uscı` dall’agosto al dicembre ` , mensile fem1870. La Donna e la civilta minile diretto da Caterina Faccion Berlinguer, uscı` dal luglio 1875 all’ottobre 1876. La Giovine Sardegna, settimanale di ispirazione repubblicana e anticlericale, diretto da Bardilio Delitala, uscı` tra il 1872 e il 1876. La Nuova Sardegna, quotidiano fondato nel 1891 da Enrico Berlinguer, Pietro Satta Branca e altri repubblicani, soppresso dal fascismo nel 1926, riprese le pubblicazioni nell’aprile 1947. La Provincia di Sassari, mensile dell’Ammini` strazione provinciale di Sassari, cesso nel 1995 dopo alcuni anni. La Riscossa, bimestrale moderato, filomonarchico, uscı` dal settembre 1877 al dicembre 1879. La Sardegna, settimanale moderato diretto da Fulgenzio Delitala, uscı` dall’aprile all’ottobre 1848. La Sardegna, quotidiano fondato dal Giordano Apostoli, uscı` dal maggio 1882 al novembre 1893 diretto da Aniello Alvino e successivamente da Medardo Riccio. La scuola sarda, quindicinale sui problemi dell’istruzione, uscı` dal febbraio all’ottobre 1906. La Stella di Sardegna, settimanale di cultura diretto da Enrico Costa, uscı` dall’ottobre 1875 al dicembre 1886. La Via, settimanale dei socialisti sassaresi, uscı` dal luglio 1907 all’agosto 1909. La Voce dei Combattenti, quindicinale, fu l’organo dell’Associazione degli ex combattenti, diretto da L.B. Puggioni, uscı` dal marzo `, 1919 all’agosto 1921. Lavoro e societa

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Stampa periodica ` politica. Liquindicinale di attualita ` , settimanale cattolico, poi diveberta nuto organo della diocesi di Sassari, fondato da G.B. Manzella nel marzo 1910. Librando, periodico culturale di informazioni editoriali, esce dal 1995. Massinelli, settimanale umoristico indipendente, diretto da Guido Aroca, uscı` dal dicembre 1900 all’aprile 1908. Mater Gratiarum, bollettino del santuario di Nostra Signora delle Grazie, esce dal 1990. Mathesis. Dialogo tra saperi, rivista semestrale dell’Associazione Sassarese di Filosofia e Scienza, esce dal 2003, responsabile Federico Francioni, coordinatore Mariolina Perra. Nella terra dei Nuraghes, quindicinale di cultura diretto da Luigi Falchi, uscı` dal giugno 1892 al febbraio 1894. Noi, settimanale liberale indipendente, uscı` dal novembre 1879 al gennaio 1880. Ai nostri elettori, numero unico pubblicato nel 1913. Otto pagine. Il Rosello, periodico, esce dal 1995. Piccolo giornale della Sardegna, settimanale moderato, uscı` dal gennaio all’ottobre 1862. Quaderni Mediterranei, periodico dell’ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo) diretto da Manlio Brigaglia, uscı` nel 1977, ora a Cagliari come Cooperazione mediterranea. Quaderni dell’economia sarda, periodico del Banco di Sardegna fondato nel 1976, nel 1977 si trasforma in Quaderni sardi di economia e finanza. Quaderni sardi di Filosofia e Scienze umane, rivista fondata da Marisa Buonajuto e Antonio Delogu nel 1977, cessa nel 1993, riprende nel 1995 con altro titolo. Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro, organo della Soprintendenza, diretto dal Soprintendente pro-tempore. Rassegna sarda, mensile di economia, uscı` dal maggio 1920 all’aprile 1921. Riscossa, settimanale di politica e cultura, fondato nel luglio 1944

da un gruppo di intellettuali antifascisti: ispirato dagli Alleati, fu diretto da Francesco Spanu Satta fino al dicembre 1946. Sa Berritta, numero unico umoristico pubblicato nel 1925. Santu Antine, rivista culturale di storia e archeologia del Museo della Valle dei Nuraghi, diretta da Attilio Mastino, uscito nel 1995. Sardegna libera, settimanale organo del Comitato delle Opposizioni uscı` dal settembre 1924 al gennaio 1925 dopo il delitto Matteotti. Sardegna repubblicana, organo della Federazione repubblicana, esce nel 1976. Sardinia, trimestrale di cultura diretto da Giovanni Giganti, uscı` dall’ottobre 1909 all’aprile 1910. Sassari, periodico dell’amministrazione comu` le pubblicazioni nel 1995. nale, cesso Sassari e hinterland, settimanale di cultura e informazione, uscı` nel 1995. Sassari Sera, periodico d’informazione fondato e diretto da Pino Careddu nel 1954. Scuola in Sardegna, bimestrale di politica scolastica, uscito dal 1954 al 1956, diretto da M. Brigaglia e A. Pigliaru. Sesuja, quadrimestrale di cultura locale, diretto da Michele Pinna. Ai Signori membri del Consiglio Comunale di Sassari, numero unico pubblicato nel 1910. Studi Sassaresi, rivista ` Sassarese per le Scienze della Societa giuridiche, non esce dal 1995. Ting, bimestrale di cultura e arte fondato nel 1990. Camineras, bimestrale politicoculturale pubblicato dal 2002 da soci de ‘‘Su Sotziu de sos Sardos-Circolo dei Sardi’’. SELARGIUS Comunicare, rivista sociale del Comune di Selargius, esce dal 1995. Forum Metropolitanum, periodico di informazione e cultura, esce dal 1996. Intragnas, mensile bilingue fondato e diretto da Paolo Pillonca, ` canas, rivista bilingue esce dal 1995. La `, bimestrale, fondato e didelle identita retto dal 2003 da Paolo Pillonca. Sa-

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Stangoni turru banditore di Selargius. Cronache di Selargius, periodico, esce dal 1995. SENORBI` Il giornale della Trexenta, mensile indipendente, esce dal 1995. ` sestese, mensile di culSESTU Il Caffe tura, esce dal 1995. L’occhio del cittadino, periodico di informazione, esce dal 1995. Solo Sport, mensile fondato da Dionisio Mascia. SINISCOLA Verde Sardegna, periodico di ecologia, politica, ambiente. SINNAI Questa Sinnai, periodico di cultura e politica fondato nel 1960. Sardegna... Dietro l’Angolo, periodico di at` , esce dal 1996. tualita ` , periodico TEMPIO PAUSANIA Alala ` fascista, uscı` dal magdella Gioventu gio 1934 al gennaio 1935. Almanacco Gallurese, annuale di cultura fondata e diretta dal 1993 da Giovanni Gelsomino. CMR3, periodico della III Comu` montana, fondato nel 1984, cessa nita le sue pubblicazioni nel 1996. Gallura e Anglona, periodico della diocesi di Tempio-Ampurias, uscı` dal giugno 1927 al dicembre 1932; riprese le pubblicazioni nel 1977. La Gallura, settimanale, uscı` dal gennaio 1883 all’aprile 1884. La Lotta, settimanale socialista, uscı` dall’aprile all’ottobre 1913. Sardegnanord, mensile di informazione, cessa le sue pubblicazioni nel 1993. TERRALBA Terralba ieri e oggi, seme` e cultura uscito nel strale di attualita 1990. ` , pubblicato nel 1992 dall’AsURI Agora sociazione culturale ‘‘Paulis’’, cessa nel 1994. VILLACIDRO Confronto, mensile di at` , fondato e diretto da Angelo Pittualita tau nel 1977. Il Gazzettino del Campi` diretto da dano, mensile di attualita Salvatore Erbı`, cessa nel 1995. Villasor: Meta edizioni, quindicinale di cultura, esce dal 1995.

Stangoni, Pierfelice Uomo politico

(Tempio 1888-Aggius 1964). Consultore nazionale, Alto Commissario per l’avocazione dei profitti del regime. Socialista in giovinezza, convinto antifascista, fu costretto al silenzio negli anni del regime. Riprese a fare politica dopo la caduta del fascismo, quando fu nominato nella Consulta nazionale come rappresentante del Partito Democratico del Lavoro e quindi Alto Commissario per l’avocazione allo Stato dei profitti del regime.

Stangoni, Salvatore Cantadore (Aggius 1902-ivi 2002). Dotato di straordi` sonore, che lo faranno narie capacita definire ‘‘il Galletto di Gallura’’ da G. D’Annunzio quando Gavino Gabriel, ` al Vittonel Natale del 1927, lo portera riale assieme al Coro di Aggius. Negli anni giovanili lavora come operaio in opere pubbliche (costruzione della ` d’Agultu). Nei strada Aggius-Trinita giorni liberi lavora come contadino a ` u, seminare il grano, in quapunı` lu ’ju ` di ghjuagliu (sorta di mezzadria rilita dotta), a scorzare il sughero in foreste d’altri e a curare la sua vigna. Cantore di grande energia, nel 1966 recita al Carignano di Torino nello spettacolo Ci ragiono e canto di Dario Fo. Seguono ´ e in anni diversi, sempre con tourne Dario Fo.

Stanislao Kostka, santo (in sardo, Santu Stanislau) Santo (Rostkow, Polonia, 1550-Roma 1568). Gesuita. Nacque ` a Vienna dai da nobile famiglia, studio Gesuiti e seppure contrastato dal pa` nella Compagnia di Gesu ` , ridre entro velando doni mistici e una forte devozione alla Madonna. Francesco Borgia lo accolse a Roma, dove morı` novizio il 15 agosto 1568. Canonizzato da Benedetto XIII (1726). Patrono degli studenti, dei novizi e dei moribondi. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 13 novembre.

Stara, Salvatore Avvocato, consigliere

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Statuaria nuragica regionale (Sassari 1905-ivi 2000). Dopo aver conseguito la laurea in Legge si ` alla professione di avvocato; dedico combattente durante la seconda guerra mondiale, nel dopoguerra si im` in politica e fu tra i fondatori pegno della Democrazia Cristiana in Sardegna. Nel 1949 fu eletto consigliere regionale per la I legislatura nel collegio di Sassari e in seguito riconfermato ininterrottamente per altre tre legislature fino al 1965. Negli anni del suo impegno istituzionale, tra il 1949 e il 1953 fu assessore al Turismo nelle giunte Crespellani, tra il 1955 e il 1957 assessore alle Finanze nelle giunte Brotzu. ` istituzionali, contiCessate le attivita ` a fare politica ricoprendo altri imnuo portanti incarichi; tra l’altro fu presidente della ‘‘Tirrenia’’ dal 1960 al 1967, membro del consiglio di amministrazione del Banco di Napoli dal 1965 al 1977. Morı` ultranovantenne a Sassari nel 2000.

Stasolla, Maria Giovanna Orientalista (n. Altamura 1952). Dedicatasi alla car` divenriera universitaria, nel 1985 e tata professore di Storia dei Paesi islamici. Attualmente lavora presso la Fa` di Lettere dell’Universita ` di Bocolta logna. Ha scritto un saggio su Arabi e Sardegna nella storiografia araba del Medioevo, ‘‘Studi magrebini’’, XIV, 1982.

Statice Nome generico di molte piante della famiglia delle Plumbaginacee, corrispondente al genere scientifico Limonium. Lo s. comune (Limonium ` un piccolo arbusto con fuvulgaris L.) e sti corti e ramificati, foglie spatolate e allungate, di consistenza carnosa; i fiori sono piccoli, viola, disposti in spighe rade, unilaterali all’apice dei rami; i frutti sono acheni. Pianta che sopporta bene i substrati salmastri (scient. alofita), vegeta diffusamente sulle coste, anche rocciose e nelle gari-

ghe. Dello s. sono state classificate in Sardegna numerosissime specie e sottospecie, ognuna con un areale ristret` dire che ogni tratto di tissimo: si puo costa sarda abbia il suo s. specifico, tanto che nella lista degli endemismi della Sardegna da sottoporre a vincolo di protezione (proposta di L.R. n. 184/ 2001) sono state inserite trenta voci per il genere Limonium. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Statuaria nuragica Nell’ambito della ` nuproduzione materiale della civilta ` nota a tutti la piccola statuaria ragica e ` comunemente riasin bronzo che e sunta col nome improprio di ‘‘bronzetti’’. Meno conosciuta, ma non per questo meno significativa, la produzione in pietra, strettamente legata, come del resto quella della bronzistica ` . Fino a una figurata, alla religiosita trentina di anni fa gli esemplari di statue in pietra si limitavano a una testa di toro dal santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri e ad alcune riproduzioni di nuraghi, come quella ritrovata nella cosiddetta ‘‘curia’’ del villaggio di Su Nuraxi di Barumini. Le ricerche degli ultimi decenni hanno portato al rinvenimento di un numero molto consistente di modelli di nuraghi in pietra, ma soprattutto alla scoperta e allo scavo della necropoli-santuario di Monte Prama (Cabras), nella penisola del Sinis, dove per la prima volta sono venute in luce rappresentazioni della figura umana. I primi frammenti di statue sono stati rinvenuti fortuitamente nel 1974, alle pendici del piccolo rilevamento di Monte Prama; scavi con` ampiamente, nel dotti nel 1977 e, piu 1979, hanno portato alla luce una necropoli ricoperta da centinaia di frammenti di statue di grandi dimensioni, realizzate nell’arenaria gessosa locale. ` composta da un filare di La necropoli e trenta tombe collocate in uno spazio

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Statuti sassaresi ben distinto e delimitato; solo tre ulteriori tombe, evidentemente realizzate in un secondo momento, sono al di fuori dell’allineamento. Le tombe sono del tipo a pozzetto, scavato nella ` coroccia naturale, e ognuna di esse e perta da un lastrone in arenaria. Insieme alle statue sono stati ritrovati numerosi modelli di nuraghi in arenaria e grandi betili in calcare. Le statue, originariamente almeno venticinque in base al calcolo fatto sui frammenti, sono di dimensioni superiori al naturale; sulla base della ricostruzione gra` grandi posfica si pensa che quelle piu sano superare i 2,50 m di altezza. Si articolano in due tipologie fondamentali: guerrieri e pugilatori che si coprono la testa con lo scudo. I piedi hanno le dita ben definite e poggiano su basi quadrangolari. Le caratteristiche stilistiche delle statue evidenziano una visuale frontale e posteriore, senza la mi`. I volti sono nima ricerca di plasticita caratterizzati dallo schema a T dato dalla marcata arcata sopracciliare e dal naso, forte e diritto. Gli occhi sono resi da un grande, doppio cerchiello e la bocca con un breve tratto inciso. Gli arcieri indossano una corta tunica e portano sul torace una placca pettorale a lati concavi per protezione; alcuni hanno gli schinieri e tengono un corto arco nella mano sinistra protetta da un guanto. Dai frammenti si rileva anche la presenza di scudi composti a settori di lacci di cuoio o vimini intrec` preciati e di archi; in alcuni torsi e sente sulla schiena la faretra, a fianco della quale pendeva la spada. I guerrieri, ritratti in piedi e con la mano destra tesa in avanti nel gesto tipico dell’offerta, portano un elmo crestato e munito di corna. Il pugilatore ha, invece, il torso nudo e indossa un corto ` alzato a gonnellino. Il braccio sinistro e reggere lo scudo sopra la testa rivestita

solamente da una sottile calotta che, `, doveva essere di cuoio. Il nella realta ` rivestito da una braccio destro e guaina che parte dal gomito e avvolge ` raffiguil pugno, sul taglio del quale e rato un elemento romboidale spor` conogente. La figura del pugilatore e sciuta anche nella bronzistica nuragica ma solo da pochissimi esemplari. Molto probabilmente rappresenta un personaggio di rilievo operante in giochi sacri, forse anche cruenti, in onore ` , piuttosto che un soldato della divinita armato alla leggera per il combattimento corpo a corpo, come proposto da qualcuno. Il fatto che i frammenti di statue siano stati trovati, in una sorta di discarica, sopra le tombe e che non sia emerso con l’indagine archeologica alcun indizio di altre strutture da rapportare alle statue indica uno stretto nesso tra necropoli e statuaria. La mancanza di elementi di corredo nelle sepolture impedisce una esatta collocazione cronologica della necropoli e delle statue. Il rinvenimento di uno scaraboide egittizzante, databile al secolo VIII a.C., in una delle tombe fornisce l’unico indizio cronologico. Sulla base di questo elemento ma, soprattutto, di analisi stilistiche e di considerazioni storiche, gran parte degli archeologi datano le statue di Monte Prama al secolo VIII a.C., ma non man` cano proposte di datazioni un po’ piu ` reantiche, almeno al secolo IX, o piu centi, nell’ambito del secolo VII. [LUISANNA USAI]

Statuti sassaresi Codice medioevale di leggi comunali. Con lo sviluppo di Sassari si pose il problema dei suoi ordinamenti. Secondo una tradizione riportata dal Lamarmora, Sassari aveva propri ordinamenti fin dal 1212, e dopo la morte di Barisone III, nel 1236, la ` prese a reggersi come un Comune. citta Negli anni successivi la forma della

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Statuto sardo ` definendosi mesua autonomia ando ` , approfittando del clima glio e la citta politico venutosi a creare dopo il secondo matrimonio della giudicessa Adelasia con Enzo figlio di Federico ` il proprio potere arrivando II, aumento a dominare la Fluminargia, la Romangia e buona parte della Nurra. Sassari riuscı` a mantenere la propria autonomia e dopo la morte di Adelasia (1259) riuscı` a conservarla nonostante le pressioni militari e diplomatiche di ` Pisa, che voleva esercitare sulla citta la propria egemonia. Negli anni successivi il nascente Comune si strinse ` a Genova e dopo la battasempre di piu glia della Meloria, mentre Pisa si avviava alla decadenza, Sassari fece con la Superba una convenzione che ebbe un significato politico per la sua storia. Il patto fu stipulato nel 1294: Sassari si ` si costituı` in libero Comune (in realta trattava di un Comune ‘‘pazionato’’, che si governava con proprie leggi, ma sotto la protezione di Genova, che era spesso anche un controllo politico: non per nulla Genova forniva a Sassari il ` e lo staff dirigente dell’ammipotesta ` ). Il Comune venistrazione della citta niva costituito sulla base di un patto giurato di tutti i cittadini sassaresi tra i 14 e i 70 anni (jura de scolca). La jura conferiva a tutti i cittadini di Sassari il diritto di esercitare i propri diritti po` la possibilita ` di partecilitici, e cioe pare al governo del Comune, di far parte delle sue assemblee, di ricoprire uffici per suo conto. Nello stesso anno furono emanati gli statuti sassaresi. Questo documento, del quale conosciamo una versione in sardo logudo` diviso in tre libri nei rese del 1316, e quali vengono regolamentati minutamente tutti gli atti pubblici e tutti gli ` . Il aspetti della vita civile nella citta suo testo ci permette quindi di ricostruire l’organizzazione politica e am-

ministrativa della Sassari della fine ` signifidel secolo XIII e gli aspetti piu cativi della sua economia e degli usi e costumi dei suoi cittadini.

‘‘Statuto, Lo’’ Periodico trisettimanale, divenuto quotidiano nella sua ultima fase, pubblicato a Cagliari dal gennaio 1854 al dicembre 1859. Fu diretto da Giuseppe Todde e in seguito dal Manzini e dal Dessı` Magnetti. Su posizioni ministeriali, espresse una linea tiepidamente liberale; interessante la terza pagina, che accoglieva traduzioni dal libro di viaggio di Tyndale (1840).

Statuto sardo In base all’articolo 116 della Costituzione Italiana «il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Su ¨ dtirol e la ´ e d’Aoste disponValle d’Aosta/Valle gono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costitu´ lo s.s., come quello zionale». Sicche ` una delle altre Regioni speciali, e legge costituzionale e non regionale. Lo statuto speciale per la Sardegna fu discusso dall’Assemblea costituente negli ultimi giorni del gennaio 1948, approvato il 31 gennaio, promulgato con la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3. LA CONSULTA REGIONALE Il processo di formazione dello s.s. aveva avuto inizio nel dicembre 1944, quando il governo centrale, soprattutto per evitare che anche in Sardegna si affermassero tendenze separatiste simili a quelle presenti in Sicilia, stabilı` di istituire la Consulta regionale, composta da 18 membri scelti fra i rappresentanti delle organizzazioni politiche, economiche, sindacali e culturali e tra esperti vari, affidando al nuovo organo anche il compito di formulare proposte per l’ordinamento regionale (D.l.l. 28 dicembre 1944, n. 417). La Consulta re-

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Statuto sardo gionale era presieduta dall’Alto Commissario per la Sardegna, il generale Pietro Pinna (nominato il 27 gennaio 1944 con il regio decreto n. 21). Di essa fecero parte, in posizione di assoluta ` numerica fino alle elezioni del parita 2 giugno 1946, i rappresentanti designati dei partiti antifascisti. Con le elezioni del 2 giugno questa situazione ` radicalmente perche ´ ciascun cambio partito ebbe all’interno della Consulta un numero di seggi proporzionato ai risultati elettorali conseguiti nelle prime elezioni a suffragio universale della storia d’Italia. ALLA COSTITUENTE Il progetto di statuto, elaborato e approvato non senza contrasti dalla Consulta regionale, era tuttavia profondamente diverso da quello che sarebbe poi divenuto lo statuto definitivo della Regione sarda. Trasmesse alla seconda sottocommissione dell’Assemblea costituente, le proposte elaborate dalla Consulta regionale (che pure si possono giudicare oggi tutt’altro che ‘‘rivoluzionarie’’) furono sottoposte a radicali modifiche che portarono a un drastico ridimensionamento degli spazi di autonomia di cui la Regione sarda avrebbe dovuto godere. Alla Regione furono quindi riconosciuti poteri sostanzialmente simili a quelli che il Comitato speciale per le autonomie locali, costituito all’interno dell’Assemblea costituente, aveva originariamente previsto dovessero essere attribuiti alle Regioni ad autonomia ordinaria. Sottoposto all’adunanza plenaria dell’Assemblea costituente (che, a norma della XVII disposizione transitoria della Costituzione, aveva l’obbligo di approvare gli statuti delle regioni ad autonomia speciale entro il 31 gennaio 1948), il testo elaborato dalla seconda sottocommissione fu frettolosamente esaminato e discusso in tre sole sedute (che si svol-

sero fra il 28 e il 29 gennaio 1948), per essere infine approvato il 31 gennaio 1948, senza modifiche di particolare rilievo (salvo che per l’introduzione del` avrebbe avuto tanta l’art. 13, che pero importanza nello sviluppo successivo della politica regionale). L’unico aspetto delle proposte della sottocommissione su cui si aprı` un vero e proprio dibattito fra le diverse forze politiche fu quello concernente l’autonomia finanziaria della Regione. Su esplicita richiesta del governo, fu stabilito che la modifica delle norme contenute nel titolo III dello statuto potesse avvenire ` facendo ricordo al procedinon gia mento di revisione costituzionale previsto per lo statuto ma attraverso una legge ordinaria da adottarsi su iniziativa della Regione o del governo, sentita in ogni caso la Regione. ` suddiviso LO STATUTO SARDO Lo s.s. e in otto titoli. Il titolo I (art. 1-2) sancisce che la Sardegna e le sue isole costituiscono una Regione autonoma, all’interno della ` politica della Repubblica ita«unita liana una e indivisibile» e stabilisce ` Cache il capoluogo della Regione e gliari. ` Il titolo II (art. 3-6) definisce la potesta legislativa e amministrativa della Regione, precisando entro quali limiti e a quali condizioni esse possano esplicarsi. Gli articoli 3, 4 e 5 contengono l’elenco delle materie su cui la Regione sarda ha, con maggiore o minore ` legislativa ossia poampiezza, potesta tere di dotarsi autonomamente di proprie norme legislative, di valore sostanzialmente simile a quelle del potere statale. Lo s.s. riconosce, infatti, ` legislativa: una potetre tipi di potesta ` legislativa detta esclusiva, di cui la sta ` titolare nelle materie indiRegione e cate nell’art. 3 (ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della

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Statuto sardo Regione, ordinamento degli Enti locali, polizia locale urbana e rurale, edilizia e urbanistica, caccia e pesca, turismo, industria alberghiera, agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario ` legislativa detta conecc.); una potesta ` corrente, che la Regione sarda puo esercitare nelle materie indicate nel` detta integrativa e l’art. 4; una potesta attutiva, che ha per oggetto le materie indicate all’art. 5. Tuttavia va precisato, che a seguito della legge costituzionale n. 3 del 2001, il sistema di distribuzione delle competenze legislative fra Stato e Regione sarda (cosı` come ` mutato. per le altre Regioni speciali) e Questa legge ha, infatti, riformato interamente il titolo V della Costituzione ridisegnando la Repubblica delle Autonomie con conseguenze sulla ripartizione delle funzioni legislative fra Stato e Regioni. Il nuovo art. 117 della Costituzione attribuisce infatti alle re` ampie gioni (ordinarie) nuove e piu competenze legislative, prevedendo che lo Stato possa legiferare solo sulle materie ad esso espressamente attribuite. Tuttavia il legislatore costituzionale ha fatto in modo che anche le Regioni speciali potessero beneficiare ` legislative predelle maggiori potesta viste dal nuovo titolo V per le Regioni ordinarie. A questo riguardo l’art. 10 della stessa legge costituzionale n. 3 del 2001 ha previsto che le disposizioni contenute nel nuovo titolo V della Costituzione si applichino anche alle Regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano per le parti in cui prevedono forme di autono` ampia rispetto a quelle gia ` atmia piu tribuite dai rispettivi statuti. La Regione sarda vede quindi crescere le proprie competenze legislative potendo contare non solo sulle previsioni statutarie contenute nel titolo II ma an-

che sui maggiori poteri legislativi previsti dal nuovo art. 117 della Costituzione. L’art. 6 dello s.s. contiene il cosiddetto principio del parallelismo fra ` legislativa e le funzioni ammipotesta nistrative della Regione. In base a questo principio la Regione esercita le funzioni amministrative nelle materie ` legislativa a nelle quali ha potesta norma degli articoli 3 e 4. Secondo autorevole dottrina (fra cui, in primis, la cosiddetta ‘‘Scuola costituzionalistica ` sassarese’’) il principio di sussidiarieta delle funzioni amministrative, contenuto nel nuovo art. 118 della Costituzione, avrebbe portato al superamento del ‘‘parallelismo’’ prevedendo che le funzioni amministrative siano attribuite (dalla Costituzione, e non dallo Stato o dalle Regioni) ai comuni, salvi i casi in cui, per ragioni di adeguatezza, non debbano essere rispettivamente le Province, le Regioni o lo Stato a svolgere quella funzione. Le funzioni amministrative spettano, quindi, al sog` ‘‘vicino al cittagetto istituzionale piu ` che sia adeguato a dino’’, a patto pero garantire il loro efficiente svolgimento. Il titolo III (art. 7-14) disciplina le finanze, il demanio e il patrimonio della Regione, e nell’art. 13 indica il principale strumento attraverso cui anche lo ` chiamato a farsi carico direttaStato e mente delle particolari condizioni economico-sociali della Sardegna (il cosiddetto Piano di Rinascita). Il problema dell’autonomia finanziaria delle Regioni a statuto speciale e dei limiti cui esse avrebbero dovuto sotto` distare fu uno degli argomenti piu scussi in sede di Assemblea costituente. Il poco tempo a disposizione ` l’adozione di soluzioni di comporto compromesso rispetto alle diverse posizioni rappresentate allora da un lato dal governo (in particolare dal mini-

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Statuto sardo stro del Bilancio, Luigi Einaudi), dall’altro dalla maggioranza della sottocommissione che, per bocca dell’on. ` che «senza l’auAmbrosini, sottolineo tonomia finanziaria, vano ed assurdo sarebbe parlare di autonomie». Il governo ottenne che il sistema tributario della Regione potesse venire modificato con legge ordinaria dello Stato, la commissione (a maggioranza) che venisse accettata la propria tesi sull’assetto finanziario complessivo della Regione sarda. Dopo una lunga fase provvisoria, il sistema finanziario della Re` stato oggetto di modifica gione sarda e a opera della L. 122/1983 che ha riformato gli articoli 8, 9 e 12 dello s.s. garantendo, se non una vera e propria autonomia finanziaria, quanto meno la predeterminazione legislativa delle sue risorse finanziarie, che fin dal 1973 erano state affidate a scelte del tutto discrezionali e arbitrarie degli apparati ministeriali. Nell’attuale sistema finanziario della Regione le entrate regionali derivano da cinque fonti diverse, 4 ordinarie e una straordinaria: rientrano nelle entrate ordinarie i proventi dai redditi dei beni demaniali e patrimoniali trasferiti dallo Stato alla Regione ex art. 14 dello s.s., imposte e tasse sul turismo e altri tributi ` istituire in propri che la Regione puo armonia con i princı`pi del sistema tributario dello Stato, quote di partecipazione ai tributi erariali dello Stato ex art. 8 dello s.s. e le entrate regionali di diritto privato; le entrate straordinarie sono invece costituite dai «contributi straordinari dello Stato per particolari piani di opere pubbliche e di trasformazione fondiaria» ex art. 8, lett. m) dello s.s. Inoltre va ricordato che la Regione sarda partecipa anche alla ripartizione dei fondi settoriali, di quelli per i programmi di sviluppo e per gli ´ del interventi straordinari nonche

Fondo sanitario nazionale. Nonostante le previsioni statutarie in materia di ` autonomia finanziaria lo Stato ha pero omesso di ‘‘restituire’’ alla Regione le quote di gettito fiscale che le spettano, ` ficompromettendone cosı` la stabilita nanziaria anche a causa di un eccessivo ricorso all’indebitamento banca` rio. Sulla questione delle entrate si e aperta (2006) una dura vertenza StatoRegione risolta con il riconoscimento (in buona parte) del diritto della Regione al recupero dei crediti pregressi. ` caratterizza il titolo La norma che piu ` III dello s.s. (ma, anzi, l’intero s.s.) e l’art. 13, che prevede che «Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola». ` traccia Questa norma, di cui non vi e negli altri statuti speciali, disegna un modello organizzativo nel quale il potere statale e regionale sono stati chiamati a collaborare in posizione di so` per rimuovere attrastanziale parita verso interventi straordinari le cause dell’arretratezza economica e sociale della Sardegna. Attraverso le leggi statali e regionali, volte a realizzare questa particolare disposizione statutaria, fin dai primi anni Sessanta i rapporti fra lo Stato e la Regione sarda sono stati caratterizzati, almeno in parte e quantomeno sul piano formale, dal principio della reciproca collabora` della amministrazione e l’attivita ` stata collegata al mezione regionale e todo della programmazione. Gli obiettivi che si intendevano perseguire erano quelli di saldare organicamente gli interventi istituzionalmente attribuiti agli organi della amministrazione regionale con gli interventi che rimanevano invece affidati agli organi del ` necessario sottolipotere statale. E neare che l’art. 13 dello s.s., soprattutto nella sua attuazione pratica da parte

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Statuto sardo delle forze politiche e sociali, attiene ` . La all’essenza stessa della specialita ` era rappresentata, oltre che specialita dalla natura di legge costituzionale dello s.s. e quindi dal rapporto singolare tra Stato e Regione, anche dal contenuto economicistico e rivendicazionistico delle sue ragioni: l’autonomia prevista dall’art. 116 della Costituzione e sancita con lo s.s. si sarebbe concretizzata attraverso il superamento delle condizioni di sottosviluppo e margina` dell’isola, realizzando cosı` l’intelita grazione economica della Sardegna con il resto dello Stato italiano. Il titolo IV (art. 15-42), che rappresenta la parte centrale dello s.s., ha subı`to un’importante modifica con la legge costituzionale n. 2 del 2001, la quale ha previsto anche per le Regioni speciali ` statutauna nuova tipologia di potesta ` prevista per le Regioni ordinaria gia rie in base a una prima e parziale modifica del titolo V della Costituzione (con legge cost. 1/99). Ora tutte le Regioni, ordinarie e speciali, attraverso un procedimento legislativo complesso (voto a maggioranza qualificata dell’Assemblea ed eventuale referendum confermativo), possono dotarsi di una legge chiamata Legge statutaria che disciplini la ‘‘forma di governo’’ ` didell’Ente. La Regione sarda potra sporre quindi di due ‘‘statuti’’: 1. lo statuto-legge costituzionale (o statuto speciale) previsto dall’art. 116 della Costituzione, che disciplina la ‘‘posizione costituzionale’’ della Regione regolando i rapporti con lo Stato e l’Unione Europea, e stabilendo precisi campi di azione e garanzie della Regione; questo statuto, data la sua natura di legge ` essere modificato costituzionale, puo (ad eccezione del titolo III che, come ` detto, puo ` essere modificato con si e legge ordinaria dello Stato sentita in ogni caso la Regione) solo con il proce-

dimento aggravato previsto dall’art. ` essere 138 della Costituzione; potra elaborato dal Consiglio regionale con l’ausilio di una apposita Consulta statutaria, recentemente istituita dal Consiglio regionale, e quindi votato dal Parlamento nazionale; 2. lo statuto-legge regionale (o Legge statuta` disciplinare la forma di ria), che dovra governo e dunque, precisamente, la ` di elezione del Consiglio remodalita gionale, del presidente della Regione, i rapporti tra gli organi della Regione, il rapporto di fiducia presidente-Con` siglio regionale, i casi di ineleggibilita ` con queste cariche e di incompatibilita ´ l’esercizio del diritto di inizianonche tiva del popolo sardo e la disciplina dei referendum regionali. La legge costituzionale n. 3 del 2001 ha inoltre previsto che la Legge statutaria debba disciplinare il Consiglio delle Autonomie locali quale organo di consultazione fra la Regione e gli Enti locali. L’oggetto e il procedimento di formazione della Legge statutaria sono disciplinati (per quanto riguarda la Sardegna) dall’articolo 15 dello s.s., che prevede una deliberazione dell’Assemblea sarda a maggioranza assoluta e un eventuale referendum confermativo. L’importanza ` statutaria prevista della nuova potesta dall’art. 15 dello s.s. risiede nella possi` della Regione di dotarsi di un bilita proprio sistema regionale di governo, di definire il ruolo delle istituzioni politiche locali e di stabilire i princı`pi ispiratori della politica regionale senza dover passare per gli angusti percorsi del procedimento di revisione costituzionale, che culmina in una deliberazione del Parlamento nazionale, non sempre attento alle esigenze autonomistiche delle regioni. La Legge statutaria segna quindi un avanzamento dell’autonomia della Regione sarda (lo stesso discorso vale, naturalmente,

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Statuto sardo per tutte le altre Regioni), sicuramente ` cosı` come era a scapito della specialita stata intesa nel passato. Essa, dovendo ridisegnare la forma di governo precedentemente disciplinata dal titolo III dello s.s., sottrae spazio a quest’ultimo segnando inoltre un processo di omologazione della Regione speciale a quella ordinaria, che tradisce quindi `, il concetto tradizionale di specialita fortemente caratterizzato da un rapporto singolare con lo Stato, garantito principalmente dal rango costituzionale dello s.s. I titoli V (art. 43-46) e VI (art. 47-53) hanno per oggetto i rapporti fra la Regione e gli Enti locali infraregionali e fra la Regione e lo Stato. Anche questa parte dello s.s. appare ormai superata dal nuovo quadro istituzionale disegnato dal titolo V della Costituzione. La previsione contenuta negli art. 43 e 45, secondo cui con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le funzioni delle province e dei ` alla volonta ` comuni, in conformita delle popolazioni di ciascuna delle province interessate espressa con re` stata superata, a opera ferendum, e della legge costituzionale n. 2 del 1993, con l’attribuzione alla Regione sarda ` ampia potesta ` legislativa della piu esclusiva in materia di ordinamento degli Enti locali e delle relative circoscri` legizioni. Sulla base di questa potesta slativa la Regione sarda ha recentemente istituito quattro nuove province ` montane. e ridisegnato le Comunita Manca ancora una legge organica sull’intero sistema degli Enti locali, che rimangono disciplinati dal testo unico statale. Il sistema dei controlli sugli ` coerente atti degli Enti locali, non piu ` costitucon il principio di pari dignita zionale degli Enti che compongono la ` venuto meno con la riRepubblica, e forma del titolo V della Costituzione.

Le previsioni (art. 44 dello s.s.) sulla delega di funzioni amministrative dalla Regione agli Enti locali parrebbero essere state superate dal nuovo art. 118 della Costituzione, secondo cui le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Pro` metropolitane, Regioni e vince, Citta Stato, sulla base dei princı`pi di sussi` , differenziazione e adeguatezza. diarieta ` delle competenze ammiLa titolarita nistrative da parte dei comuni discenderebbe quindi non dal meccanismo della delega regionale ma direttamente dalla Costituzione (art. 118), che ha fatto oramai proprio il principio di ` delle funzioni amminisussidiarieta strative. Titolo VII e norme d’attuazione (art. 55-58). Uno degli strumenti principali ` attuata questa attraverso i quali si e concezione dell’autonomia speciale sono le norme di attuazione previste ` contedall’art. 56 dello s.s. L’art. 56 e nuto nel titolo VIII riguardante la disciplina transitoria (non nel VI, che disciplina i rapporti Stato-Regione): ciononostante esso ha influito notevolmente nella determinazione dell’assetto organizzativo della Regione e sulle relative funzioni. La natura giuri` del dica delle norme di attuazione e tutto atipica, in quanto sono dei decreti legislativi che si differenziano da quelli previsti dall’articolo 76 della Costituzione non derivando da una delega da parte del Parlamento ma direttamente dal governo, dotato in questo caso di un potere legislativo «non vincolato alle ´ soggetto ad direttive parlamentari ne alcun limite di tempo» frutto quindi di un «conferimento istituzionale di poteri legislativi permanenti esercitabili dal governo ogniqualvolta si pongano nuovi problemi di attuazione degli statuti speciali». La Corte costituzionale

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Statuto sardo ha ritenuto (sent. 9/57) che il ricorso alle norme di attuazione, e quindi della procedura necessaria per la loro emanazione, sia necessaria non solo per il trasferimento di uffici e del personale, ma anche per l’esercizio delle funzioni ` spettanti allo Stato amministrative gia ma di competenza (piena o ripartita) della Regione sulla base dello s.s. In questo modo la sfera di autonomia ` stata notevolmente della Regione e lesa, dal momento che la mancata emanazione da parte del governo di norme di attuazione privava la Regione delle ` ad essa spettanti in materia e potesta importanti come il credito, lo spettacolo, l’assunzione di pubblici servizi, le linee marittime e aeree ecc. La spe` cosı` intesa (dal governo e dalla cialita stessa Corte costituzionale) ha finito col rivelarsi un freno all’autonomia delle Regioni speciali che, di fatto, si sono trovate in una situazione di svantaggio rispetto alle altre Regioni. La particolare posizione costituzionale della Regione sarda (e delle altre Regioni speciali), caratterizzata dalla fonte costituzionale degli statuti, dalla non assimilazione alle Regioni ordina` di determinate prorie, dalla necessita cedure (quelle previste dalle norme di attuazione) per il trasferimento di funzioni, ha tagliato fuori le stesse Regioni speciali dalle ondate di trasferimenti di funzioni e quindi dall’attuazione del regionalismo italiano. Infatti nel 1972, con l’attuazione delle Regioni di diritto comune (avvenuta due anni prima), venne emanata una serie di decreti delegati che prevedevano il trasferimento di competenze e funzioni, fino ad allora esercitate dallo Stato centrale, alle Regioni ordinarie, che si trovarono pertanto in una situazione di vantaggio rispetto alle Regioni speciali, escluse dalla serie di trasferimenti a causa dei meccanismi perversi

delle norme di attuazione. Solo tre anni dopo, con il d.p.r. 480/75, lo Stato ha provveduto a trasferire alle regioni speciali competenze e funzioni tali da equiparare queste ultime alle Regioni ` veordinarie. Lo stesso fenomeno si e rificato nel 1977 a seguito dell’emanazione del d.p.r. 616/77, che trasferisce alle Regioni ordinarie ulteriori com` le petenze e funzioni, dalle quali pero Regioni ad autonomia speciale resta` detti. Birono escluse per i motivi gia ` quindi attendere il d.p.r. 348/79 sogno per estendere alle Regioni speciali le riforme previste dal d.p.r. 616/77. Il fe` presentato nomeno della rincorsa si e per la terza volta con l’emanazione del decreto 112/98, adottato sulla base della legge 59/97, la cosiddetta legge Bassanini, contenente un «conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali», che non ha ancora trovato effettiva attuazione in Sardegna. An` ha cora una volta, quindi, la specialita costituito un elemento di debolezza delle Regioni ad autonomia speciale, rimaste escluse dai grandi processi riformatori. Mentre le Regioni ordinarie si sono unite nei confronti del potere centrale ottenendo quindi nuovi spazi di autonomia, le Regioni autonome, invece, a causa del loro rapporto singolare con lo Stato, hanno avuto poca forza contrattuale e hanno dovuto quindi rincorrere continuamente le ` in Regioni ordinarie, rimanendo pero una situazione di continuo ritardo. Sebbene le norme di attuazione si siano rivelate uno strumento di ‘‘depotenziamento’’ dell’autonomia, esse sono sempre state difese dalle classi politiche regionali che hanno preferito mantenere fermo il carattere di ` dell’ordinamento regionale specialita anche quando questo avrebbe compor` di autato un sacrificio della capacita

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Statuto sardo togoverno della Regione. Le Regioni autonome hanno preferito rapportarsi singolarmente con lo Stato, affrontando da sole una lotta impari per la conquista di spazi di autonomia da cui sono uscite sconfitte non avendo forza contrattuale sufficiente per contrastare le pretese accentratrici del governo centrale. Le singole Regioni speciali hanno scelto la via della negoziazione con lo Stato interpretando la spe` in un’ottica di garantismo, ma cialita come garanzia di non assimilazione alle altre Regioni. ` L’idea della LA CRISI DELLA SPECIALITA `e ` ormai entrata in crisi per specialita due fattori parimenti importanti: in primo luogo le ragioni di carattere economicistico e rivendicazionistico che stavano a base dell’idea tradizionale ` sono venute meno con della specialita la fine degli interventi straordinari (intervento straordinario per il Mezzogiorno e Piano di Rinascita), volti a recuperare gli storici svantaggi economici e sociali di aree del Paese ormai sostanzialmente rientranti nello standard di benessere dei paesi sviluppati; in secondo luogo il sistema costituzio` presupponeva nale della specialita un’organizzazione istituzionale complessiva di carattere verticistico, in cui lo Stato, secondo la tradizione liberale ottocentesca, occupava una posizione di supremazia rispetto agli altri soggetti istituzionali, che al limite potevano solo ‘‘strappare’’ spazi di autonomia attraverso processi di decentramento o di delega. Con l’avvento della democrazia pluralista l’organizzazione gerarchica ha ceduto il passo a un nuovo modello istituzionale di tipo reticolare (o matriciale) in cui tutte le istituzioni politiche (Stato compreso) si trovano in una situazione di pari di` costituzionale e sono legate fra di gnita loro da processi di integrazione e di di-

pendenza reciproca, e non di separazione e indipendenza. Significativo a ` il primo comma del questo riguardo e nuovo art. 114 della Costituzione ` quando prevede che «La Repubblica e costituita dai Comuni, dalle Province, ` metropolitane, dalle Redalle Citta gioni e dallo Stato», facendo proprio il principio tipico di una democrazia plu` solo uno dei sogralista in cui lo Stato e getti istituzionali che compongono l’ossatura costituzionale complessiva. In questo mutato scenario istituzionale la pretesa delle Regioni speciali di intrattenere da sole, una separata dalle altre, rapporti con lo Stato (spesso in chiave di rivendicazione, di richiesta di garanzie o di assistenza) appare superata. Lo s.s., inizialmente concepito come strumento di privilegio, di necessaria differenziazione e di non assimilazione alle altre Regioni, vincolante la legislazione ordinaria statale data la sua natura di legge costituzionale, ` in grado di soddisfare le nuove non e esigenze del mondo moderno. L’idea ` presuppone la classica di specialita ` che la Regione differenpossibilita ziata intrattenga rapporti privilegiati con il vertice del sistema rappresentato dallo Stato, mentre il nuovo modello della democrazia pluralista ne` cessita di interdipendenza, flessibilita ` fra tutti gli atdi rapporti e pari dignita tori istituzionali, Comune, Provincia, Regione, Stato e Unione Europea. An` apche i contenuti della specialita paiono superati. Non le ragioni di carattere economico che caratterizzano il vecchio statuto e la sua pratica attua` (o le identita ` ) del zione, ma l’identita Popolo sardo potrebbero (o dovrebbero) essere poste a fondamento di un nuovo progetto di salvaguardia, sviluppo e promozione della lingua, delle tradizioni, dell’ambiente e delle risorse locali. Il nuovo progetto di spe-

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Statuto sardo ` non puo ` essere rigido e totalizcialita zante: deve essere, semmai, elastico e adatto agli esiti incerti della democrazia pluralista, in cui i centri decisionali sono plurimi e nessuno dei soggetti ` decisivo per le scelte da istituzionali e ` trattare, quindi, compiere. Si dovra non tanto di un progetto quando di un processo in cui la conoscenza e la valo` e delle risorse rizzazione delle identita regionali e locali dovranno coinvolgere tutte le istituzioni del popolo sardo. [FABRIZIO MUREDDU] Lo statuto oggi Il testo vigente dello statuto contiene le disposizioni della L.Cost. 26 febbraio 1948, n. 3 («Statuto speciale per la Sardegna»), cosı` come sono state da ultimo modificate dalla L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Il tutto va ` introdotte letto alla luce delle novita dalla L.Cost. 18 ottobre 2001, n. 3, che trova applicazione alla Regione Sardegna nella parte in cui introduce forme ` ampie rispetto a di autonomia piu quelle previste dallo statuto stesso. Il ` testo storico dello statuto, inoltre, e stato modificato nel tempo da numerose leggi costituzionali. Titolo I. COSTITUZIONE DELLA REGIONE. ` Art. 1. La Sardegna con le sue isole e costituita in Regione autonoma fornita ` giuridica entro l’unita ` di personalita politica della Repubblica Italiana, una e indivisibile, sulla base dei principi della Costituzione e secondo il presente Statuto. Art. 2. La Regione autonoma della Sardegna ha per capoluogo Cagliari. Titolo II. FUNZIONI DELLA REGIONE. Art. 3. In armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica1 e col rispetto degli obblighi internazionali e degli inte´ delle norme ressi nazionali, nonche fondamentali delle riforme econo-

mico-sociali della Repubblica, la Re` legislativa nelle segione ha potesta guenti materie: a) ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della Regione e stato giuridico ed economico del personale; b) ordinamento degli Enti locali e delle relative circoscrizioni2; c) polizia locale urbana e rurale; d) agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario3; e) lavori pubblici di esclusivo interesse della Regione; f) edilizia ed urbanistica; g) trasporti su linee automobilistiche e tramviarie; h) acque minerali e termali; i) caccia e pesca; l) esercizio dei diritti demaniali della Regione sulle acque pubbliche; m) esercizio dei diritti demaniali e patrimoniali della Regione relativi alle miniere, cave e saline; n) usi civici; o) artigianato; p) turismo, industria alberghiera; q) biblioteche e musei di Enti locali. 1 Le parole ‘‘dello Stato’’ sono state sostituite da ‘‘della Repubblica’’ dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 2 Lettera cosı` sostituita dall’art. 4, L.Cost. 23 settembre 1993, n. 2 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 25 settembre 1993, n. 226. 3 Lettera cosı` corretta da ‘‘Avviso di rettifica’’ pubblicato nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 19 giugno 1948, n. 141. Art. 4. Nei limiti del precedente articolo e dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, la Regione emana norme legislative sulle seguenti materie: a) industria, commercio ed esercizio industriale delle miniere, cave e saline; b) istituzione ed ordinamento degli enti di credito fondiario ed agrario, delle casse di risparmio, delle casse rurali, dei Monti frumentari e di pegno e delle altre aziende di credito di carattere regionale; relative autorizzazioni; c) opere di grande e media bonifica e di trasformazione fondiaria; d) espro-

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Statuto sardo ` non ripriazione per pubblica utilita guardante opere a carico dello Stato; e) produzione e distribuzione dell’energia elettrica; f) linee marittime ed aeree di cabotaggio fra i porti e gli scali della Regione; g) assunzione di pubblici servizi; h) assistenza e benefi` pubcenza pubblica; i) igiene e sanita blica; l) disciplina annonaria; m) pubblici spettacoli. Art. 5. Salva la competenza prevista nei due precedenti articoli, la Regione ha ` di adattare alle sue particolari facolta esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione, sulle seguenti materie: a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi; b) lavoro; previdenza ed assistenza so` e belle arti; d) nelle ciale; c) antichita altre materie previste da leggi dello Stato. Art. 6. La Regione esercita le funzioni amministrative nelle materie nelle ` legislativa a norma dequali ha potesta gli artt. 3 e 4 salvo quelle attribuite agli Enti locali dalle leggi della Repubblica. Essa esercita altresı` le funzioni amministrative che le siano delegate dallo Stato. Titolo III. FINANZE – DEMANIO E PATRIMONIO. Art. 7. La Regione ha una propria finanza, coordinata con quella dello Stato, in armonia con i principi della ` nazionale, nei modi stabisolidarieta liti dagli articoli seguenti. Art. 8.4 Le entrate della Regione sono costituite: a) dai sette decimi del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche e sul reddito delle persone giuridiche riscosse nel territorio della regione; b) dai nove decimi del gettito delle imposte sul bollo, di registro, ipotecarie, sul consumo dell’energia elettrica e delle tasse sulle concessioni go-

vernative percette nel territorio della regione; c) dai cinque decimi delle imposte sulle successioni e donazioni riscosse nel territorio della regione; d) dai sette decimi del gettito delle ritenute alla fonte di cui all’articolo 23, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, operate da imprese industriali e commerciali che hanno la sede centrale nella regione sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera nella sede centrale e negli stabilimenti ed impianti situati nel territorio regio´ di quelle operate da imnale, nonche prese industriali e commerciali che hanno la sede centrale fuori dal detto territorio sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera presso stabilimenti ed impianti ubicati nell’ambito regionale; le ritenute alla fonte operate da imprese industriali e commerciali con sede centrale nella regione sugli emolumenti corrisposti a soggetti che prestano la loro opera in stabilimenti ed impianti situati fuori dal territorio regionale spettano per intero allo Stato; e) dai nove decimi dell’imposta di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati, percetta nel territorio della regione; f) dai nove decimi della quota fiscale dell’imposta erariale di consumo relativa ai prodotti dei monopoli dei tabacchi consumati nella regione; g) da una quota dell’imposta sul valore aggiunto riscossa nel territorio della regione, compresa quella relativa alla importazione, al netto dei rimborsi effettuati ai sensi dell’articolo 38-bis, del decreto del Presidente della Repubblica, 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni da determinarsi preventivamente per ciascun anno finanziario d’intesa fra lo Stato e la regione, in relazione alle spese necessarie a adempiere le funzioni normali della regione; h) dai canoni per le concessioni

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Statuto sardo idroelettriche; i) da imposte e tasse sul turismo e da altri tributi propri che la ` di istituire con legge regione ha facolta in armonia con i principi del sistema tributario dello Stato; 1) dai redditi derivanti dal proprio patrimonio e dal proprio demanio; m) da contributi straordinari dello Stato per particolari piani di opere pubbliche e di trasformazione fondiaria. 4 Art. cosı` sostituito dall’art. 1, L. 13 aprile 1983, n. 122. ` affidare agli orArt. 9.5 La Regione puo gani dello Stato l’accertamento e la riscossione dei propri tributi. La Regione collabora all’accertamento delle imposte erariali sui redditi dei soggetti con domicilio fiscale nel suo territorio.5 ` A tal fine la Giunta regionale ha facolta di segnalare, entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui scade il termine per l’accertamento agli uffici finanziari dello Stato nella regione, dati, fatti ed elementi rilevanti per la determinazione di un maggiore imponibile, fornendo ogni idonea documentazione atta a comprovarla. Gli uffici finanziari dello Stato nella regione sono tenuti a riferire alla Giunta regionale sui provvedimenti adottati in base alle indicazioni dalla stessa ricevute. 5 L’art. 2, L. 13 aprile 1983, n. 122 sostituisce l’originario comma 2 dell’art. 9 con tre commi. Art. 10. La Regione, al fine di favorire ` lo sviluppo economico dell’Isola, puo disporre, nei limiti della propria competenza tributaria, esenzioni e agevolazioni fiscali per nuove imprese. ` di emetArt. 11. La Regione ha facolta tere prestiti interni da essa esclusivamente garantiti, per provvedere a investimenti in opere di carattere permanente, per una cifra annuale non superiore alle entrate ordinarie.

Art. 12. Il regime doganale della Re` di esclusiva competenza dello gione e Stato. Saranno istituiti nella Regione punti franchi6. 6 I commi 3 e 4 dell’articolo 12 sono stati abrogati dall’art. 3, L. 13 aprile 1983, n. 122. Art. 13. Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola. Art. 14. La Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fi´ duri scali restano allo Stato, finche tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, ` di alcuno, che non sono di proprieta spettano al patrimonio della Regione. Titolo IV. ORGANI DELLA REGIONE. Art. 15. Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il Presidente della Regione7, 8. In armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica e con l’osservanza di quanto disposto dal presente Titolo, la legge regionale, approvata dal Consiglio regionale con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, determina la forma di governo della Regione e, spe` di elezione, cificatamente, le modalita sulla base dei principi di rappresenta` e di stabilita `, del Consiglio regiotivita nale, del Presidente della Regione e dei componenti della Giunta regionale, i rapporti tra gli organi della Regione, la presentazione e l’approvazione della mozione motivata di sfiducia nei confronti del Presidente della ` e di inRegione, i casi di ineleggibilita ` con le predette cariche, compatibilita

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Statuto sardo ´ l’esercizio del diritto di inizianonche tiva legislativa del popolo sardo e la disciplina del referendum regionale abrogativo, propositivo e consultivo. Al fine di conseguire l’equilibrio della rappresentanza dei sessi, la medesima ` legge promuove condizioni di parita per l’accesso alle consultazioni elettorali. Le dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il Consiglio regionale comportano lo scioglimento del Consiglio stesso e l’elezione contestuale del nuovo Consiglio e del Presidente della Regione se eletto a suffragio universale e diretto. Nel caso in cui il Presidente della Regione sia eletto dal Consiglio regionale, il ` sciolto quando non sia in Consiglio e ` grado di funzionare per l’impossibilita di formare una maggioranza entro sessanta giorni dalle elezioni o dalle dimissioni del Presidente stesso9. La legge regionale di cui al secondo ` comunicata al Governo comma non e ai sensi del primo comma dell’articolo 33. Su di essa il Governo della Repub` promuovere la questione di blica puo ` costituzionale dinanzi alla legittimita Corte costituzionale entro trenta giorni dalla sua pubblicazione. La legge regionale di cui al secondo ` sottoposta a referendum recomma e ` prevista da gionale, la cui disciplina e apposita legge regionale, qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti del Consiglio regionale. La legge sottoposta a referendum ` promulgata se non e ` approvata non e dalla maggioranza dei voti validi. ` stata approvata a maggioSe la legge e ranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale, si fa luogo a referendum soltanto se, entro tre mesi ` dalla sua pubblicazione, la richiesta e sottoscritta da un trentesimo degli

aventi diritto al voto per l’elezione del Consiglio regionale. 7 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2 in tutto il testo dello Statuto Speciale per la Sardegna. 8 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 9 I commi da 2 a 5 sono stati aggiunti dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` compoArt. 16. Il Consiglio regionale e sto da ottanta consiglieri eletti a suffragio universale, diretto, uguale e segreto10. 10 Art. cosı` sostituito dall’articolo unico, L.Cost. 9 maggio 1986, n. 1 pubblicato nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 15 maggio 1986, n. 111 e successivamente dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` elettore ed eleggibile al ConArt. 17. E ` iscritto nelle liste siglio regionale chi e elettorali della Regione. ` inL’ufficio di consigliere regionale e compatibile con quello di membro di una delle Camere o di un altro Consiglio regionale o di sindaco di un comune con popolazione superiore a diecimila abitanti, ovvero di membro del Parlamento europeo11. 11 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Il comma ` stato abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 3e gennaio 2001, n. 2. ` eletto Art. 18. Il Consiglio regionale e per cinque anni. Il quinquennio decorre dalla data delle elezioni. Le elezioni del nuovo consiglio sono indette dal Presidente della Regione e potranno aver luogo a decorrere dalla quarta domenica precedente e non oltre la seconda domenica successiva al compimento del periodo di cui al precedente comma. Il decreto di indizione delle elezioni deve essere pubblicato non oltre il qua-

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Statuto sardo rantacinquesimo giorno antecedente la data stabilita per la votazione. Il nuovo Consiglio si riunisce entro i venti giorni dalla proclamazione degli eletti su convocazione del Presidente della Regione in carica12. 12 Art. cosı` sostituito dall’art. 2, L.Cost. 23 febbraio 1972, n. 1 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 7 marzo 1972, n. 63 e successivamente dall’art. 2, L.Cost. 12 aprile 1989, n. 3 pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 14 aprile 1989, n. 87. Art. 19. Il Consiglio regionale elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l’Ufficio di presidenza e Commissioni, ` al regolamento interno, in conformita che esso adotta a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Art. 20. Il Consiglio si riunisce di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre. Esso si riunisce in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o su richiesta del Presidente della Giunta regionale o di un quarto dei suoi componenti. Art. 21. Le deliberazioni del Consiglio ` preregionale non sono valide se non e sente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che sia prescritta una maggioranza speciale. Art. 22. Le sedute del Consiglio regionale sono pubbliche. ` deliberare di Il Consiglio tuttavia puo riunirsi in seduta segreta. Art. 23. I consiglieri regionali, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano giuramento di essere fedeli alla Repubblica e di esercitare il loro ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione autonoma della Sardegna. Art. 24. I consiglieri regionali rappresentano l’intera Regione. Art. 25. I consiglieri regionali non pos-

sono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Art. 26. I consiglieri regionali ricevono ` fissata con legge regiouna indennita nale. Art. 27. Il Consiglio regionale esercita le funzioni legislative e regolamentari attribuite alla Regione. Art. 28. L’iniziativa delle leggi spetta alla Giunta regionale, ai membri del Consiglio ed al popolo sardo. Art. 2913. 13 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 30. Ogni disegno di legge deve essere previamente esaminato da una Commissione, ed approvato dal Consiglio, articolo per articolo, con votazione finale. Art. 31. Il Consiglio regionale approva ogni anno il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dalla Giunta. L’esercizio finanziario della Regione ha la decorrenza dell’anno solare. Art. 32.14 14 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 33. Ogni legge approvata dal Consi` comunicata al Governo glio regionale e della Repubblica e promulgata trenta giorni dopo la comunicazione, salvo che il Governo non la rinvii al Consiglio regionale col rilievo che eccede la competenza della Regione o contrasta con gli interessi nazionali. Ove il Consiglio regionale l’approvi di nuovo a maggioranza assoluta dei suoi ` promulgata se, entro componenti, e quindici giorni dalla nuova comunicazione, il Governo della Repubblica non ` promuove la questione di legittimita davanti alla Corte costituzionale o quella di merito per contrasto di interessi davanti alle Camere. Qualora una legge sia dichiarata urgente dal Consiglio regionale a maggio-

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Statuto sardo ranza assoluta dei suoi componenti, la promulgazione e l’entrata in vigore, se il Governo della Repubblica consente, non sono subordinati ai termini sopraindicati. Ove il Governo non consenta, si applica il secondo comma del presente articolo. Le leggi sono promulgate dal Presidente della Regione15 ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della loro pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, salvo che esse stabiliscano un termine diverso. 15 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 34. Il Presidente della Regione, la Giunta ed i suoi componenti sono organi esecutivi della Regione16. 16 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` il Art. 35. Il Presidente della Regione e rappresentante della Regione autonoma della Sardegna17. Un componente della Giunta regionale assume le funzioni di Vicepresidente della Regione18. L’approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione eletto a suffragio universale e ´ la rimozione, l’impedidiretto, nonche mento permanente, la morte o le dimissioni dello stesso comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale. 17 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2.

18 I commi 2 e 3 sono stati aggiunti dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 36.19 19 Art. abrogato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` reArt. 37. 20... La Giunta regionale e sponsabile di fronte al Consiglio. Il voto di sfiducia del Consiglio determina le dimissioni della Giunta. ` stato abrogato dal20 Il primo comma e l’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 38. I membri della Giunta regionale hanno diritto di assistere alle sedute del Consiglio, anche se non ne facciano parte. Art. 39. L’ufficio del Presidente della ` Regione e di membro della Giunta e incompatibile con qualsiasi altro ufficio pubblico21. 21 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Art. 40. I dipendenti di una pubblica amministrazione che siano nominati membri della Giunta regionale sono messi a disposizione della Regione senza assegni, ma conservano gli altri `. diritti di carriera e di anzianita Art. 41. Contro i provvedimenti dei membri della Giunta regionale preposti ai singoli rami dell’amministra` dato ricorso alla Giunta, che zione e decide con decreto del Presidente della Regione22. Tale decreto costituisce provvedimento definitivo. ` stato cosı` modifi22 Il primo comma e cato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` Art. 42. Il Consiglio regionale ha facolta di istituire organi di consulenza tecnica. Titolo V. ENTI LOCALI. Art. 43. Le province di Cagliari, Nuoro

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Statuto sardo e Sassari conservano l’attuale struttura di enti territoriali23. Con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le fun` zioni delle province, in conformita ` delle popolazioni di ciaalla volonta scuna delle province interessate espressa con referendum. 23 Con la L. 16 luglio 1974, n. 306, pubblicata nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’, 22 ` stata istituita novembre 1974, n. 304, e la provincia di Oristano. Con la L.R. n. 9/2001, pubblicata nel B.U.R.A.S., 16 luglio 2001, n. 2, parte I e II, sono state istituite le province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Olbia-Tempio. Art. 44. La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole agli Enti locali o valendosi dei loro uffici. Art. 45. La Regione, sentite le popola` con legge istizioni interessate, puo tuire nel proprio territorio nuovi comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni. Art. 46. Il controllo sugli atti degli Enti ` esercitato da organi della Relocali e gione nei modi e nei limiti stabiliti con legge regionale in armonia coi principi delle leggi dello Stato. Titolo VI. RAPPORTI FRA LO STATO E LA REGIONE. Art. 47. Il Presidente della Regione dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo. Egli interviene alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione24. 24 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2.

Art. 48. Un Rappresentante del Governo sovraintende alle funzioni amministrative dello Stato non delegate e le coordina con quelle esercitate dalla Regione. Art. 49. Il Governo della Repubblica ` delegare alla Regione le funzioni puo di tutela dell’ordine pubblico. Queste saranno esercitate, nell’ambito delle direttive fissate dal Governo, dal Presidente della Regione, che, a tale scopo, ` richiedere l’impiego delle forze potra armate25. 25 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` esArt. 50. Il Consiglio regionale puo sere sciolto quando compia atti contrari alla Costituzione o al presente Statuto o gravi violazioni di legge o quando, nonostante la segnalazione fatta dal Governo della Repubblica, non proceda alla sostituzione della Giunta regionale o del Presidente che abbiano compiuto analoghi atti o violazioni. ` altresı` essere sciolto per ragioni di Puo sicurezza nazionale26. ` disposto con decreto Lo scioglimento e motivato del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentita la Commissione parlamentare per le questioni regionali. ` nominata Col decreto di scioglimento e una Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio regionale, che provvede all’ordinaria amministrazione di competenza della Giunta ed agli atti improrogabili, da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio. Essa indice le elezioni, che debbono aver luogo entro tre mesi dallo scioglimento. ` convocato dalla Il nuovo Consiglio e

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Statuto sardo Commissione entro venti giorni dalle elezioni. Con decreto motivato del Presidente della Repubblica e con l’osservanza ` didelle forme di cui al terzo comma e sposta la rimozione del Presidente della Regione, se eletto a suffragio universale e diretto, che abbia compiuto atti contrari alla Costituzione o reiterate e gravi violazioni di legge. La ri` altresı` essere disposta mozione puo per ragioni di sicurezza nazionale27. 26 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 27 Comma aggiunto dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` preArt. 51. Il Consiglio regionale puo sentare alle Camere voti e proposte di legge su materie che interessano la Regione. La Giunta regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manife` chiestamente dannosa all’Isola, puo derne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constatata la ne` e l’urgenza, puo ` provvedervi, cessita ove occorra, a norma dell’art. 77 della Costituzione. ` rappresentata Art. 52. La Regione e nella elaborazione dei progetti dei trattati di commercio che il Governo intenda stipulare con stati esteri in quanto riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna. ` sentita in materia di legiLa Regione e slazione doganale per quanto concerne i prodotti tipici di suo specifico interesse. ` rappresentata Art. 53. La Regione e nella elaborazione delle tariffe ferroviarie e della regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazione e trasporti terrestri, marittimi ed aerei che possano direttamente interessarla.

Titolo VII. REVISIONE DELLO STATUTO. Art. 54. Per le modificazioni del presente Statuto si applica il procedimento stabilito dalla Costituzione per le leggi costituzionali. L’iniziativa di ` essere esercitata modificazione puo anche dal Consiglio regionale o da almeno ventimila elettori28. I progetti di modificazione del presente Statuto di iniziativa governativa o parlamentare sono comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale, che esprime il suo parere entro due mesi29. Qualora un progetto di modifica sia stato approvato in prima deliberazione da una delle Camere ed il parere del Consiglio regionale sia contrario, il ` indire Presidente della Regione puo un referendum consultivo prima del compimento del termine previsto dalla Costituzione per la seconda deliberazione30. Le modificazioni allo Statuto approvate non sono comunque sottoposte a referendum nazionale31. Le disposizioni del Titolo III del presente Statuto possono essere modificate con leggi ordinarie della Repubblica su proposta del Governo o della Regione, in ogni caso sentita la Regione. 32... 28 Comma cosı` sostituito dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 29 Comma cosı` modificato dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 30 Le parole ‘‘Presidente della Giunta regionale’’ sono state sostituite dalle parole ‘‘Presidente della Regione’’, ai sensi dell’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. 31 Comma aggiunto dall’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. ` stato abrogato dal32 L’ultimo comma e l’art. 3, L.Cost. 31 gennaio 2001, n. 2. Titolo VIII.

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Statuto sardo NORME TRANSITORIE E FINALI. Art. 55. Le funzioni dell’Alto Commissariato e della Consulta regionale sarda durano fino alla prima elezione ` indel Consiglio regionale, che sara detta dal Governo della Repubblica entro dieci mesi dall’entrata in vigore del presente Statuto. La prima elezione del Consiglio regio` luogo in conformita ` all’art. 16 nale avra dello Statuto ed alla legge per l’elezione della Camera dei deputati, secondo le norme che saranno stabilite con decreto legislativo, sentiti l’Alto Commissario e la Consulta regionale. Le circoscrizioni elettorali sono determinate in corrispondenza delle attuali province. Art. 56. Una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo della Repubblica e dall’Alto Commissario per la Sardegna sentita la Con` le norme resulta regionale, proporra lative al passaggio degli uffici e del personale dallo Stato alla Regione, non´ le norme di attuazione del preche sente Statuto. Tali norme saranno sottoposte al parere della Consulta o del Consiglio regionale e saranno emanate con decreto legislativo. Art. 57. Nelle materie attribuite alla competenza della Regione, fino a quando non sia diversamente disposto con leggi regionali, si applicano le leggi dello Stato. Art. 58. La presente legge costituzionale entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. LEGGE COSTITUZIONALE 31 GENNAIO 2001, N 2. NORME TRANSITORIE. Art. 3, comma 2. Fino alla data di entrata in vigore della legge prevista dall’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, come modificato dal

comma 1 del presente articolo, il Presi` eletto a suffragio dente della Regione e ` conuniversale e diretto. L’elezione e testuale al rinnovo del Consiglio regionale. Entro dieci giorni dalla proclamazione il Presidente eletto nomina i ` successicomponenti la Giunta e puo vamente revocarli; attribuisce ad uno di essi le funzioni di Vicepresidente. Se il Consiglio regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti una mozione motivata di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione, presentata da almeno un quinto dei consiglieri e messa in discussione non prima di tre giorni dalla sua presentazione, entro tre mesi si procede a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione. Si procede parimenti a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione in caso di dimissioni, impedimento permanente o morte del Presidente. Fermo quanto disposto ai commi 3 e 4, le disposizioni di cui al presente comma non si applicano al Consiglio regionale in carica alla data di entrata in vigore della pre` alsente legge costituzionale. Se non e trimenti disposto dalla legge regionale prevista dal citato articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, al Consiglio regionale in carica continuano ad applicarsi le disposizioni statutarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale. Art. 3, comma 3. Qualora si debba procedere ai sensi del comma 2 e alla data di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale non siano state approvate le conseguenti modificazioni alla legge elettorale regionale, ai sensi del citato articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, per l’elezione del Consiglio regionale e per l’elezione del Presidente della Regione si osservano, in quanto compatibili, le disposizioni

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Statuto sardo delle leggi della Repubblica che disciplinano l’elezione dei Consigli delle Regioni a statuto ordinario. Le circoscrizioni elettorali previste da tali disposizioni sono costituite dal territorio di ciascuna provincia della Regione Sardegna e, per i consiglieri che sono eletti con sistema maggioritario, dal territorio dell’intera Regione. Sono candidati alla presidenza della Re` gione i capilista delle liste regionali. E proclamato eletto Presidente della Regione il candidato capolista che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Il Presidente della Regione fa parte del Consiglio regionale. La disposizione di cui al quattordicesimo comma dell’articolo 15 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, introdotto dal comma 2 dell’articolo 3 della legge 23 febbraio 1995, n. 43, e la disposizione di cui al penultimo periodo del presente comma si applicano anche in deroga al numero dei consiglieri regionali stabilito dall’articolo 16 dello Statuto, come sostituito dal ` eletto comma 1 del presente articolo. E alla carica di consigliere il candidato capolista alla carica di Presidente della Regione che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente. L’Ufficio centrale regionale riserva, a tale fine, l’ultimo dei seggi eventualmente spettanti alle liste circoscrizionali collegate con il capolista della lista regionale, proclamato alla carica di consigliere, nell’ipotesi prevista al numero 3) del tredicesimo comma dell’articolo 15 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, introdotto dal comma 2 dell’articolo 3 della legge 23 febbraio 1995, n. 43; o altrimenti il seggio attribuito con il resto o con la cifra elettorale minore, tra quelli delle stesse liste, in sede di collegio unico regionale per la riparti-

zione dei seggi circoscrizionali residui. Qualora tutti i seggi spettanti alle liste collegate siano stati assegnati con quoziente intero in sede circoscrizionale, l’Ufficio centrale regionale procede all’attribuzione di un seggio aggiuntivo, del quale si deve tenere conto per la determinazione della conseguente quota percentuale di seggi spettanti alle liste di maggioranza in seno al Consiglio regionale. A questa elezione continuano ad applicarsi, in via suppletiva ed in quanto compatibili con le disposizioni della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e successive modificazioni, e della legge 23 febbraio 1995, n. 43, le disposizioni delle leggi della Regione Sardegna per l’elezione del Consiglio regionale, limitatamente alla disciplina dell’organizzazione amministrativa del procedimento elettorale e delle votazioni. Art. 3, comma 4. Il Consiglio regionale in carica alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale decade quando, entro sessanta giorni dall’approvazione di una mozione di sfiducia o dalle dimissioni del Presidente della Regione, non sia in grado di fun` di formare zionare per l’impossibilita una maggioranza. In tale caso si procede a nuove elezioni e si applicano i commi 2 e 3 del presente articolo. NORME FINALI. Art. 6, comma 3. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, il Governo provvede a compilare, esclusa qualsiasi fa` di apportare modifiche o variacolta zioni, il nuovo testo dello Statuto speciale per la Sardegna, quale risulta dalle disposizioni contenute nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, nella legge costituzionale 23 febbraio 1972, n. 1, nella legge 13 aprile 1983, n. 122, nella legge costituzionale 9 maggio 1986, n. 1, nella legge costitu-

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Statuto sardo zionale 12 aprile 1989, n. 3, e nella legge costituzionale 23 settembre 1993, n. 2, rimaste in vigore, e da quelle di cui all’articolo 3 della presente legge costituzionale. ` la legge regioLa Legge statutaria E nale prevista dall’articolo 15, secondo comma, dello statuto speciale (come modificato dalla legge costituzionale del 31 gennaio 2001, n. 2). Essa disciplina la forma di governo della Re` di gione e in particolare le modalita elezione del Consiglio regionale, del presidente della Regione e dei componenti della Giunta; i rapporti tra gli organi della Regione; la presentazione e l’approvazione della mozione motivata di sfiducia nei confronti del presi` e di indente; i casi di ineleggibilita ` ; l’esercizio di iniziativa compatibilita legislativa del ‘‘popolo sardo’’; la disciplina delle tre forme di referendum previste (abrogativo, propositivo e consultivo). Lo statuto prevede che la Legge statutaria sia adottata dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta dei suoi componenti ed eventualmente sottoposta a referendum confermativo se richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o da un quinto dei componenti del Consiglio regionale. IL TESTO DELLA GIUNTA Rispetto ai contenuti dell’art. 15 dello statuto, il testo presentato dalla Giunta nel novembre 2005 nutriva l’ambizione di costituire uno dei ‘‘due pilastri’’ su cui doveva basarsi il processo di riforma dell’autonomia, anche correndo persino qualche rischio di incostituziona` . L’idea di fondo era di utilizzare lita uno strumento «totalmente nelle mani della Regione» (la Legge statutaria) per introdurre «elementi oggi validi come princı`pi e destinati a diventare efficaci domani» all’atto del compimento del disegno di riforma (cosı` la premessa

alla relazione al disegno di Legge statutaria approvato dalla Giunta), fidando ` su un percorso di elaborazione pacioe rallelo e contestuale anche del nuovo ` alla «capastatuto (tutto affidato pero ` dialettica» e alla «potenzialita ` di cita pressione» della Regione nei confronti degli organi nazionali cui compete l’approvazione del nuovo statuto-legge ` optato costituzionale). Si era percio per un «testo corposo», a cominciare da un preambolo nel quale erano presentati i valori e i princı`pi cui avrebbe dovuto ispirarsi la Regione (a partire da quello relativo alla valorizzazione ` della «comunita ` sarda», dell’identita di un nuovo sviluppo fondato «sulla conoscenza e sull’innovazione», ma an` e coesione sociale). che su solidarieta Gli articoli del progetto erano suddivisi in diversi titoli concernenti: il primo «l’oggetto della legge»; il secondo «la partecipazione popolare», con una inedita attenzione al tema della «democrazia telematica» e a ` tradizionale ma in ogni quello, piu caso innovativo, delle tre forme di referendum; il terzo «la forma di governo», con le regole relative alla composizione e alle funzioni del Consiglio (approvare le leggi e controllare l’atti` del presidente e della Giunta), alvita l’elezione del presidente, alla nomina degli assessori (configurati come «collaboratori diretti» del primo) e alle loro funzioni, ai rapporti tra Consiglio e presidente della Regione (con l’ipotesi della mozione di sfiducia, con il conseguente scioglimento del Consi` e inglio), alle ipotesi di ineleggibilita ` e, infine, all’organismo compatibilita di rappresentanza istituzionale degli enti locali (il Consiglio delle autonomie), con funzioni consultive e di proposta. I successivi due titoli erano dedicati rispettivamente a «Comuni e Province», per delinearne le responsa-

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Stefani ` alla luce dei princı`pi di sussidiabilita ` ; alle fonti, con attenzione alla rieta ` normativa» e con l’attribu«qualita zione del potere regolamentare alla Giunta, anche in funzione di un riequilibrio tra i poteri rispetto all’esperienza storica dell’istituto autonomistico, caratterizzata da un forte squilibrio a sfavore dell’esecutivo. Il titolo sesto, infine, era dedicato agli «organi di garanzia», prevedeva l’istituzione di una Consulta di garanzia statutaria. Nel complesso il progetto disegnava un assetto ordinamentale con funzioni nettamente e strutturalmente distinte tra potere legislativo ed esecutivo, tali da assicurare a quest’ultimo la possibi` di realizzare il programma approlita vato dagli elettori al momento del voto (attraverso l’elezione a suffragio universale e diretto del presidente e del suo programma di governo: anche questa una scelta non scontata rispetto a quanto previsto dall’art. 15 dello statuto, che lascia aperta anche la strada tradizionale dell’elezione successiva a opera del Consiglio). IL TESTO APPROVATO Il testo approvato dal Consiglio il 7 marzo 2007 con` che in gran tiene numerose novita parte sono dovute al lavoro compiuto dalla Commissione consiliare competente (la prima) ma anche a ulteriori modifiche apportate dall’esame finale dell’aula. Le ragioni delle modifiche sostanziali sono da attribuire a consi` ma anche al derazioni di opportunita timore di una possibile impugnazione ` di una serie di per incostituzionalita norme che sembravano travalicare i limiti segnati dal presente statuto (per ` regolamentari in esempio le potesta capo al Consiglio: art. 27 dello statuto). Le modifiche della Commissione mira` a ricondurre la legge ai vano percio contenuti prescritti dall’art. 15 dello statuto, limitandola agli «strumenti es-

senziali» (come messo in evidenza dalla relazione del presidente Stefano Pinna licenziata l’8 gennaio 2007), senza rinunciare ad alcuni istituti «volti a dare maggiore trasparenza alla vita pubblica, a valorizzare e potenziare le funzioni di rappresentanza e di controllo democratico» (rispetto al ` una chiara valotesto della Giunta vi e rizzazione del ruolo del Consiglio regionale), «a individuare strumenti di garanzia per il corretto svolgersi dei rapporti tra gli organi»: in sostanza «un maggior equilibrio nella forma di governo neo-parlamentare introdotta negli ultimi anni nel sistema regionale». Scompaiono cosı` il preambolo e il titolo relativo a Comuni e Province, ma anche norme ritenute invasiva dell’autonomia regolamentare del Consiglio regionale e si rimanda a una successiva legge regionale per la disciplina dei poteri e della composizione del Consiglio della autonomie (che il testo della Giunta invece disciplinava nel dettaglio). Un punto qualificante ` introdotte dalla Commisdelle novita ` la disciplina in materia di consione e ` espliflitto d’interessi, reso ancora piu cito nel testo licenziato dall’aula (art. 29 della Legge statutaria). [FRANCESCO SODDU]

Stefani, Grete Archeologa (n. sec. XX). ` entrata Dopo la laurea in Lettere e nella carriera del Ministero dei Beni culturali. Attualmente lavora come funzionario presso la Soprintendenza ai Beni ambientali e artistici di Cagliari. Tra i suoi scritti: Lo scavo dell’Area archeologica di San Cromazio a Villaspeciosa (con G. Pianu e M. Pinna), ` di Lettere dell’U‘‘Annali della Facolta ` di Perugia’’, XX, 1982-83; Una niversita tomba tardo-antica di Villanova Truschedu, ‘‘Archeologia sarda’’, 1984; Scavi archeologici nella cultura del Seicento in Sardegna (con D. Mureddu), in

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Stefani Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; tre capitoli, La necropoli altomedioevale di Nurachi. Le tombe, tipologia, analisi, corredi, Villanova Truschedu chiesa di San Gemiliano, L’insediamento umano altomedioevale nel territorium tharrense, tutti in Nurachi. Storia di una ecclesia, 1985; La diffusione del mosaico funerario africano in Sardegna: scoperte e riscoperte (con D. Mureddu), in L’Africa romana. Atti del III Convegno di studi, 1986; I cippi a botte della provincia Sardinia, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, II, 3, 1986; Cagliari, Villa di Tigellio, scavi 1980, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; Sancti innumerabiles. Scavi nella Cagliari del ’600, testimonianze e verifiche (con D. Salvi e D. Mureddu), 1988; Riscoperta di alcune iscrizioni rinvenute a Cagliari nel Seicento (con D. Salvi), ‘‘Epigraphica’’, L, 1988; Il materiale lapideo e gli stemmi (con A. Pasolini), in Pinacoteca nazionale di Cagliari, I, 1988; Cippi a botte nella Basilica di S. Saturnino a Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1989; La chiesa di S. Giuliano a Selargius (con A. Pasolini ed E. Strati), 1989; Un’epigrafe medioevale da Capoterra, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; Alcuni contesti funerari cagliaritani attraverso le cronache del Seicento, in Le sepolture in Sardegna tra il IV e il VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e medioevale, Cuglieri 1987, 1990; Microstoria di un sito urbano: la chiesa di S. Nicola nella piazza del Carmine a Cagliari (con A. Pasolini), ` , 1990; Marmoin Omaggio a una citta rari lombardi in Sardegna tra Settecento e Ottocento (con A. Pasolini), ‘‘Arte lombarda’’, XCVIII-XCIX, 3-4, 1991; La chiesa nell’Ottocento: cronaca di un crollo annunciato, in S. Francesco di Stampace 1861-1991, 1991; I materiali

romani e altomedioevali, in L’Antiquarium arborense, 1992; A proposito di Savinus defensor Sardiniae, in L’Africa romana. Atti del IX Convegno di studi, 1992; Gli arredi marmorei (con A. Paso` sarda in Eta ` spagnola lini), in La societa (a cura di Francesco Manconi), II, 1993; Il complesso monastico di Santa Chiara dal Seicento all’Ottocento, in Santa Chiara. Restauri e scoperte, 1996; Inse` punica al diamenti e materiali dall’Eta Medioevo (con D. Salvi), in Quartucciu, 1997.

Stefani, Guglielmo Giornalista (Vene`a zia 1819-Torino 1861). Nel 1845 fondo Padova il periodico ‘‘L’Euganeo’’, di ispirazione letteraria e patriottica, per cui nel 1848 fu arrestato dagli Austriaci e, nel 1849, esiliato. Rifugiatosi a Torino, dal 1850 vi diresse, sotto la protezione di Cavour, ‘‘La Gazzetta Piemontese’’, destinata a diventare la ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia; ` l’Agenzia giornalistica nel 1853 fondo Stefani sul modello delle grandi agen` nate in Europa (Garzie di stampa gia ` poi l’aunier in Francia, 1811, che sara torevole Havas, la Reuter in Gran Bre` tagna nel 1852). La Stefani acquistera presto autorevolezza e, attraversando i ` anche l’agenzia di decenni, sara stampa ufficiale (e unica) del regime ` con esso, lasciando il fascista: finira posto alla ‘‘democratica’’ ANSA. La ` il Dizionario gesua opera principale e nerale geografico-statistico degli Stati sardi, edito a Torino da Pomba nel 1855, sintetico manuale per una consultazione rapida: «Fra le molte opere che andiamo pubblicando – dicono gli editori – il volume mandato oggi da noi ` tale che per immediata e poalla luce e ` forse ogni altro avanza». sitiva utilita Del Dizionario esiste una ristampa, curata dall’editore Delfino nel 1990, con una presentazione di M. Brigaglia: Gu-

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Stefano glielmo Stefani, l’informazione come mestiere.

Stefano Religioso (sec. XIII). Arcivescovo di Torres dal 1249 al 1252. Fu tra i primi compagni di San Domenico, che ` tra i lo accolse nell’ordine e lo accetto ` fervidi collaboratori. In sesuoi piu guito fu mandato in Lombardia come provinciale dell’ordine e nel 1249 fu nominato arcivescovo da papa Innocenzo IV. Egli giunse in Sardegna negli anni in cui Adelasia di Torres viveva ritirata nel castello di Burgos e il giudicato era in balı`a delle lotte tra i Malaspina, i Doria, gli Arborea e il nascente Comune di Sassari. Per il suo notevole ` suo nunzio: prestigio il papa lo nomino ` con energia tutte le diocesi governo dell’antico regno, sino al 1252 (la data ` del tutto sicura, perche ´ alcuni non e documenti registrano nel 1249 un Piacentino arcivescovo di Sassari).

Stefano, santo (in sardo, Santu Stevini, Santu Stevene) Santo (m. 35/37). Diacono protomartire: primo martire, primo testimone – ‘‘martire’’ in greco ` la vuol dire ‘‘testimone’’ – , percio Chiesa lo festeggia il giorno dopo il Natale del Signore. Ebreo ellenizzato, ‘‘corona’’ il significato del suo nome. Fu uno dei primi sette diaconi della Chiesa di Gerusalemme. L’ufficio principale degli apostoli era quello di predicare e di pregare, le altre preoccupazioni erano demandate a sette neoeletti incaricati della diakonı`a, del ser` – si vizio. Stefano, «operoso nella carita legge negli Atti degli Apostoli – pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli». Accusato di aver pro` nunciato parole blasfeme contro Mose ` di un linciaggio e contro Dio – si tratto cui si volle dare una parvenza di lega` procurando i testimoni – si difese lita nel sinedrio con un discorso eloquente. Fu condannato alla lapida` – anzione: «E trattolo fuori dalla citta

cora gli Atti degli Apostoli – lo lapidavano. I testimoni deposero le loro vesti ai piedi d’un giovane chiamato Saulo. E lapidavano Stefano che pregava e di` , accogli il mio spiceva: ‘‘Signore Gesu ` a rito’’. Messosi in ginocchio, grido gran voce: ‘‘Signore, non imputare loro questo peccato’’. Detto questo si `». Il suo corpo fu ritrovato addormento nel 415 da un certo prete Luciano per divina rivelazione e trasportato il 26 dicembre alla chiesa gerosolimitana della Santa Sion; frammenti ossei vennero donati a diverse chiese. Giovenale vescovo di Gerusalemme fece costruire una basilica per le reliquie, dove furono traslate nel 439. La basilica, fatta ampliare dall’imperatrice ` stata distrutta dai musulEudossia, e mani nel 614: le sue rovine sono state ritrovate nel 1882 da alcuni domenicani, i quali hanno provveduto a ricostruirla e a riconsacrarla nel 1900. Una tradizione vuole che il suo corpo sia stato traslato prima a Costantinopoli e poi a Roma. Le pietre del martirio l’hanno fatto diventare patrono dei selciatori e degli spaccapietre. In Sardegna Veneratissimo, molte sono le leggende che lo riguardano, come quella della chiesa di Birori, fatta costruire da una povera vedova che aveva sognato il santo e ricevuto il denaro necessario da alcune mucche. ` il Nello scavare le fondamenta, si trovo simulacro in una nicchia racchiusa da sette vetrate con raffigurate scene del martirio. Un ladro di fave rimasto attaccato al suolo davanti alla chiesa riprese a muoversi dopo essere stato perdonato dal padrone delle fave. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 26 dicembre; la seconda domenica di maggio a Luogosanto, il 3 agosto a Birori e Monteleone Rocca Doria.

Stefano di Maracalagonis, santo (in

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Steri sardo, Santu Stevini) Santo martire. Nacque a Calagonis, villaggio punicoromano; convertito dalle parole del vescovo Avendrace, fu martire a diciotto anni verso il 105, sotto Traiano. Naturalmente si tratta di un santo locale senza riscontri storici. Avendrace, per esempio, leggendario vescovo di Ca` morto quando nacque gliari, era gia Stefano. Certo, le parole potrebbero essere state riferite dalla tradizione orale o anche intendendo gli scritti. Si tratta del solito santo locale secentesco. «Nella chiesa principale di Mara` di Vittorio Angius calagonis – la nota e (1840) – sotto la mensa dell’altar maggiore, giace il corpo del martire Stefano, trovato nella chiesa a lui dedicata tra le rovine di Calagonis. Il teschio del medesimo esponesi alla venerazione in un’urna d’argento». [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Maracalagonis. Festa Si festeggia il 5 luglio.

Stelaya Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria di Posada. Era situato nelle campagne di `. Dopo l’estinzione della dinastia Torpe dei Visconti venne amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e fu compreso nel grande feudo concesso a Berengario Vilademany. I suoi abitanti, approfittando della guerra tra Genova e Aragona, si ribellarono al feudatario e il villaggio subı` gravi danni. Nel 1335 fu incluso nel feudo che Pietro de So andava formando, ma a partire dal 1347 divenne teatro delle guerre che si susseguirono e, dopo il 1366, fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente, e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Stella, Luigia Achillea Filologa clas` sec. sica (Pavia 1904-?, seconda meta XX). Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria. Uno dei suoi primi incarichi importanti fu l’insegnamento della Storia della letteratura ` di Lettere delgreca presso la Facolta ` di Cagliari: S. arrivo ` nell’il’Universita sola negli anni 1945-46, non appena si riaprirono le comunicazioni con la pe` pote ´ rinsanguare nisola e l’Universita le file esangui dei suoi docenti con un robusto manipolo di professori ‘‘continentali’’. Dopo Cagliari, dal 1956 aveva ` di Trieinsegnato presso l’Universita ste. Sulla Sardegna scrisse il saggio Considerazioni sulla religione sarda preistorica alla luce dei testi micenei e orientali, ora in Atti del Convegno di studi religiosi sardi, Cagliari, 1963.

‘‘Stella di Sardegna, La’’ Settimanale letterario uscito a Sassari dall’ottobre del 1875; interruppe le pubblicazioni nel 1885 per riprenderle poco dopo; ` definitivamente nel dicembre cesso 1886. Fondato e diretto da Enrico Costa, ebbe un carattere eminentemente letterario; suo intento era divulgare e far conoscere le problematiche di natura culturale che animavano allora il dibattito fra gli intellettuali isolani. Si avvalse della collaborazione della giovane Grazia Deledda, di Antonio Scano, di Ottone Bacaredda, di Felice Uda, di Pompeo Calvia, di Filippo Vivanet e di ` alcune altri. Paolo Mossa vi pubblico ` belle poesie e, sopratdelle sue piu ` in nututto, Giovanni Spano vi pubblico merose puntate, a partire dal n. 1 del 1876, l’autobiografia Iniziazione ai miei studi. Memorie, poi uscita in volume nello stesso 1876 e nel 1884; ne ha curato una bella riedizione Salvatore Tola, per conto delle edizioni AM&D, nel 1997.

Steri, Giulio Avvocato dello Stato, assessore regionale tecnico (n. Cagliari

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Sterna 1954). Studioso di diritto, dopo aver conseguito la laurea in Giurispru` entrato nell’Avvocadenza, dal 1980 e tura dello Stato segnalandosi per la sua preparazione e per le sue pubblicazioni scientifiche. Dall’agosto 1993 ` stato assessore real settembre 1994 e ` come tecnico nella gionale alla Sanita seconda giunta Cabras.

Sterna = Zoologia della Sardegna Sterpazzo = Zoologia della Sardegna Sterzi, Giuseppe Anatomista e storico della medicina (Cittadella di Padova 1876-Arezzo 1919). Conseguita la lau` all’insegnarea in Medicina, si dedico mento universitario e alla ricerca. Nel 1910 fu nominato direttore dell’Istituto anatomico di Cagliari, nel 1915 partı` volontario per la prima guerra mon` diale. Impegnato nel corpo di Sanita militare, fu nominato direttore dell’Ospedale di Arezzo dove morı` per un tifo contratto nel prestare soccorso ai fe` la sua biblioteca all’Istituto riti. Dono anatomico.

Steuyll, Pietro Uomo d’armi (Alghero, ` sec. XIV-?, prima meta ` seconda meta sec. XV). Nel 1412 difese valorosamente Alghero dal tentativo di conquista del visconte di Narbona. Nel 1413 fu ricompensato con la concessione dei feudi di Dorgali, Lula e Scopeto e di quelli di Ardauli e Sorradile. Morı` ` senza discendenza nella prima meta del secolo XV.

Stevenson, C.M. Archeologo (n. USA, sec. XX). Tra il 1986 e il 1990 ha lavorato nel territorio di Bauladu al progetto ‘‘Maryland Wesleyan’’ con Dyson e Rowlands, e ne ha scritto in Notes on some Obsidian Hydration Dates in Sardinia (con R.J. Rowlands), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1990.

Stiaffini, Daniela Archeologa (n. sec.

XX). Specialista in vetri, allieva di Letizia Pani Ermini, ha scavato a Cornus e ha preso parte ai convegni di Cuglieri sull’archeologia tardoromana e altomedioevale. Tra i suoi scritti: Mensae e riti funerari in Sardegna. La testimonianza di Cornus (con A.M. Giuntella e G. Borghetti), 1985; I materiali vitrei, in Cultura materiale e fasi storiche del complesso archeologico di Cornus, 1986; tre schede, Formazione della collezione del Museo, Storia degli studi, Provenienze e contesti archeologici: analisi della presenza vitrea romana in Sardegna, tutti in I vetri romani nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1986; Ricerche di archeologia postclassica nella Sardegna centro-meridionale. I corredi, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, II, 4, 1988; La suppellettile vitrea nelle aree cimiteriali in Sardegna: IV-VII secolo, in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e altomedioevale, Cuglieri 1987, 1990; I vetri romani del Museo archeologico nazionale, in Mediterraneo tardoantico e medioevale. Scavi e ricerche, 1994.

Stiglitz, Alfonso Archeologo (n. Oristano, sec. XX). Laureato in Lettere a Cagliari, ha iniziato a lavorare con P.B. Serra e G. Tore a Torralba quando era ancora studente; in seguito ha fondato una cooperativa archeologica e collabora con la Soprintendenza di Cagliari e Oristano. Tra i suoi scritti: La distribuzione degli insediamenti, in La penisola del Sinis tra il Bronzo finale e la ` del ferro, 1987; L’insediaprima Eta mento preistorico e protostorico nel Sinis settentrionale. Ricerche e acquisizioni (con G. Tore), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987;

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Stintino Ricerche archeologiche nel Sinis e nel` e trasforl’Alto Oristanese. Continuita mazione nell’Evo Antico (con G. Tore), in L’Africa romana. Atti del IV Convegno di studi, 1987; Gli insediamenti feniciopunici nel Sinis settentrionale e nelle zone contermini. Ricerche archeologiche (1979-1981) (con G. Tore), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1987, 1988; Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese, II, 1980-87 (con G. Tore e M. Dadea), in L’Africa romana. Atti del V convegno di studi, 1988; I siti. Elementi per l’analisi dell’habitat ru` (con G. Tore), rale: necropoli e viabilita in Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese, in L’Africa romana. Atti del V Convegno di studi, 1988; Per una carta del rischio dei Beni culturali e ambientali. Il territorio di San Vero Milis, in Atti del Convegno per una valorizzazione del Bene culturale nell’ambito territoriale del XVI comprensorio, 1991; Archeologia del paesaggio nel Campidano di Milis: elementi per un’indagine, in L’Africa romana. Atti dell’VIII Convegno di studi, 1991; Osservazioni di iconografia nuragica nel Sinis e nell’Alto Oristanese (con G. Tore), in Un millennio di relazioni fra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna e il Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Urbanizzazione e territorio: considerazioni sulla colonizzazione feniciopunica in Sardegna, in L’Africa romana. Atti del X Convegno di studi (1992), 1994.

Stintino Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 1152 abitanti (al 2004), posto a 9 m sul livello del mare nei pressi di capo Falcone, estrema punta nord-occidentale della Sardegna. Regione storica: Nurra. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale,

di forma allungata, corrispondente alla penisola che chiude a occidente il golfo dell’Asinara, si estende per 58,52 km2, comprendenti anche le frazioni di Le Vele, Pozzo San Nicola, Rocca Ruja, Nodigheddu, Pischina Salida, Tonnara ` circondato dal mare a Saline, ed e nord, est e ovest, mentre a sud confina con Porto Torres e Sassari. Si tratta di una parte della Nurra, regione solitaria di pianure e basse colline, ricoperte queste ultime soprattutto di macchia mediterranea. I modesti corsi d’acqua danno luogo a piccoli stagni costieri, uno, detto di Casaraccio, poco a sud del paese, l’altro, di Pilo, al confine col territorio di Porto Torres. S. comunica per mezzo di una sola strada che si dirige verso l’interno, e dividendosi poi in alcuni bracci consente di raggiungere Porto Torres e Sassari, l’Argentiera e Alghero. Dispone anche di porto peschereccio e turistico, utilizzato anche per i collegamenti con la vicina isola dell’Asinara.

Stintino – La rada dei Fornelli nell’isola dell’Asinara vista dalla Terraferma. & STORIA Fu fondato nel 1896 dai pescatori e dai pastori che avevano dovuto abbandonare l’Asinara dopo che, nel 1884, l’isola era stata espropriata ` per impiantarvi la colonia penale. S. e stato frazione di Sassari fino al 1988, anno in cui ha conquistato l’autonomia amministrativa. Il villaggio, per le sue

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Stintino bellezze naturalistiche e il suo stesso isolamento, a partire dagli anni Trenta del secolo XX divenne meta del soggiorno estivo di alcune famiglie dell’aristocrazia sassarese (Segni, Berlinguer, Azzena, Satta Branca) e negli ul` trasformato in un centimi decenni si e tro turistico-balneare di notevole livello, molto frequentato. & ECONOMIA L’attivita ` economica pre` il turismo: vi operano 14 alvalente e berghi con 2720 posti letto, un’azienda agrituristica con 8 posti letto, 7 ristoranti e due porti turistici con 290 posti ` praticate sono la barca. Altre attivita pesca, la piscicoltura, l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una ` industriale limitata modesta attivita alla fabbricazione di mobili e all’edili` discretamente sviluppata la rete zia. E di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e il Museo della Tonnara. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1229 unita di cui stranieri 9; maschi 616; femmine 613; famiglie 676. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 9 e nati 13; cancellati dall’anagrafe 23 e nuovi iscritti 51. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 794 in migliaia di lire; versamenti ICI 3003; aziende agricole 52; imprese commerciali 86; esercizi pubblici 22; esercizi al dettaglio 57; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 352; disoccupati 65; inoccupati 42; laureati 18; diplomati 156; con licenza media

338; con licenza elementare 384; analfabeti 18; automezzi circolanti; abbonamenti TV 285.

Stintino – Porto.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico di S. conserva l’aspetto del piccolo borgo marinaro, con le piccole case, di uno o massimo due piani, con leggere tinte pastello, che si affacciano su un paio di strade rettilinee, dalle quali la vista si apre a ogni momento sul mare. Da ` stato aperto il Museo qualche anno e della Tonnara, ‘‘Il ricordo della memoria’’; si tratta di una costruzione in legno, realizzata dopo il 1980, che riproduce nella sua struttura la rete utilizzata per la mattanza e offre al visitatore un materiale vario e di grande suggestione capace di far rivivere il ricordo ` dei tonnarotti, un tempo dell’attivita molto fiorente nel golfo dell’Asinara. Cosı` Mario Demurtas sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ del 5 agosto 1994: «La struttura di legno, affacciata sul porto vecchio di Stintino, che imita l’aspetto ` in realta ` delle vecchie case del paese, e un museo, il Museo della Tonnara. O meglio, come recita la scritta accanto all’entrata, ‘‘il ricordo della memoria’’: ` , quella la memoria di una comunita stintinese, che proprio nella pesca del ` ad essa legate tonno e nelle attivita &

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Stintino aveva uno dei suoi perni da tempi tutt’altro che recenti, e comunque da as` si trasferisse sai prima che la comunita nell’abitato attuale dall’Asinara, dove aveva il suo nucleo originario. Risale al 1602 il primo documento che registra il numero di tonni catturati, ma ` improbabile che su questa stessa non e ` tre secoli prima pescassero costa gia gli Arabi, con la stessa tecnica qui ` di vent’anni fa. usata fino a poco piu La stessa tecnica che proprio gli Arabi diffusero in tutto il Mediterraneo, insieme ai nomi delle reti e degli strumenti che quell’origine denunciano senza equivoci. Un museo, dunque, sia pure piccolo (una trentina di metri di lunghezza, quattro o cinque di lar` ghezza) o comunque non grande, ma e una dimensione che si sposa con una ` escaratteristica non irrilevante: puo sere smontato e trasportato, e sembra ovvio che un museo che ruota intorno al tonno, animale non sedentario, ne conservi l’inclinazione al nomadismo. Museo e, insieme, tonnara virtuale: la tonnara, il complesso di reti entro le quali i tonni venivano guidati fino alla ‘‘camera della morte’’, dove avveniva ` riprodotta nella strutla mattanza, e tura del museo e nel percorso seguito dai visitatori, i diversi ambienti hanno i nomi delle ‘‘camere’’, ciascuna con una sua specializzazione. Si entra, in un’atmosfera vagamente da acquario (blu marino le pareti, sotto i piedi un pagliolato simile a quello delle barche da pesca, la luce che arriva dalle teche e dagli espositori) nella ‘‘camera grande’’, nella quale sono raccolti oggetti di uso comune, abiti dei tonnarotti, modellini delle imbarcazioni utilizzate e uno in scala 1:200 del complesso di reti della tonnara stintinese, la Tonnara Saline, insieme ad arredi sacri della chiesetta del complesso. Di qui si accede, a destra, alla ‘‘camera

bordonarello’’, dedicata alla biologia del tonno, nella quale fa bella mostra un tonno riprodotto in resina sintetica. Dalla parte opposta, invece, della camera grande si passa a quella di ‘‘bordonaro’’, dove sono conservati i documenti storici della tonnara di Stintino. Nella successiva ‘‘camera bastardo’’, altri documenti storici, a partire dalla riproduzione del mosaico del palazzo ` del Re Barbaro di Porto Torres che e la prima raffigurazione sarda del tonno, alla fotografia di un cratere siceliota del secolo IV a.C. raffigurante un venditore di tonno, e ancora incisioni, fotografie, riproduzioni di testi. Si passa di qui alla ‘‘camera di ponente’’ che ospita una mostra di pittori contemporanei: Stanis Dessy, Ausonio Tanda, Francesco Becciu, Vittorio Calvi, Franco Carenti, Paola Dessy (autrice anche di un grande pannello all’entrata del museo che raffigura i tonni che guizzano verso le reti), Salvatore Fara, Angelo Maggi, Vittorio Mazzanti, Nani Tedeschi. Un’altra sezione raccoglie immagini fotografiche, provenienti da archivi privati, che docu` della Tonnara Samentano l’attivita line dall’Ottocento alla chiusura. La visita si chiude nella ‘‘camera della morte’’, quella di maggior impatto visivo ed emotivo: su uno schermo gigante scorre un video della mattanza, alle pareti grandi fotografie dei pesca` la fase finale della pesca al tori. E ` cruenta e aspra: gli artonno, la piu pioni affondano nei grandi corpi argentei che guizzano disperatamente, il sangue scorre, arrossa l’acqua. Quello ` solo uno della ‘‘camera della morte’’ e dei tre video che, per un’ora di durata complessiva, corredano il museo: nel ` l’ultimo rais (capo dei tonnaprimo e rotti) di Stintino, Agostino Deiana, che guida il visitatore alle fasi della tonnara». Il promontorio su cui si affaccia

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Stocchino S. possiede un notevole sistema di torri litoranee disposte in posizioni strategicamente rilevanti. La prima, detta torre del Falcone, si trova sulla punta esterna del promontorio; fu costruita nel corso del secolo XVI in forma cilindrica in una posizione dalla quale si gode un panorama eccezionale. Al proprio interno conserva un ampio locale a cupola sorretto da un pilastro centrale; aveva una funzione di avvistamento e di difesa ed era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. A poca distanza, nell’isola della Pelosa situata tra capo Falcone e l’Isola Piana, sempre nel corso del secolo XVI fu costruita la torre della Pelosa. ` in discreto stato di conserL’edificio e vazione, ha forma cilindrica e al proprio interno possiede un locale con volta a fungo con pilastro centrale. Era adibita alla difesa dei bracci di mare tra la Pelosa e la Costa, potentemente armata con artiglierie e servita da una guarnigione al comando di un alcaide. Nello stesso periodo in cui furono costruite le prime due torri fu costruita anche la torre dell’Isola Piana, posta a guardia dell’Isola Piana e del braccio di mare che la separa dall’Asinara. ` a forma cilindrica e conL’edificio e serva un ambiente con volta a fungo con pilastro centrale. Era adibita alla difesa ed era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Il sistema ` completato dalla delle torri costiere e torre delle Saline, situata in riva al mare a poca distanza dall’attuale abitato. Anche questa torre, che si trova in discrete condizioni di conservazione, ` fu costruita nel corso del secolo XVI. E a due piani e al proprio interno conserva due ambienti con volte a cupola con pilastro centrale comunicanti tra loro mediante una scala interna. Era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Sotto il profilo naturali-

stico il territorio annovera all’interno ampie distese di macchia mediterranea, ricca di essenze profumate; sulla costa gli stagni, rifugio per la fauna stanziale e migratoria; e le bellissime ´ i fondali marini, di spiagge nonche grande bellezza e frequentati da numerose specie ittiche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante a S. e ` quella della festa piu Madonna della Difesa, che si tiene l’8 settembre. Prevede una processione con sfilata di costumi tradizionali, musiche, albero della cuccagna, fuochi artificiali e varie altre manifestazioni religiose e civili.

Stocchino, Samuele (detto Sa tigre de Arzana) Bandito (Arzana 1895-ivi 1928).

La sua figura ha assunto i contorni della leggenda nell’immaginazione delle popolazioni, che pure per decenni subirono le sue violenze. Era andato ventenne alla prima guerra mondiale, dove aveva compiuto atti di valore che gli avevano meritato decorazioni e atti di ribellione che lo avevano portato davanti al tribunale militare. «Era sottoufficiale decorato con medaglia d’argento – avrebbe detto di lui Emilio Lussu – , umano e mite. Il ban`, dito S. fu poi un’altra personalita un’altra coscienza, non sua, venuta dal di fuori, dentro di lui, dalle lontane tenebre di un mondo bestiale ed estranea alla sua infanzia e alla sua giovinezza». Protagonista terribile di un’autentica, pervicace persecuzione delle famiglie arzanesi Balzano e Ferrai e contro tutti coloro che, durante la sua latitanza, cominciata nei primissimi anni Venti, gli erano divenuti ostili (o che credeva nemici) per scoraggiare ogni reazione aveva l’abitudine di uccidere chiunque ostacolasse i suoi disegni criminosi e di infierire selvaggiamente sul cadavere della vittima. Per ´ un alone di imprencreare attorno a se

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Storiografia della Sardegna ` , aveva l’abitudine di penetrare dibilita nei villaggi del circondario e affiggere nottetempo veri e propri bandi alle popolazioni. Fu questa abitudine a tradirlo: sapendo che si doveva recare ad Arzana, nella notte del 28 febbraio del 1928 i Carabinieri lo attesero al varco e quando oramai era l’alba, ingaggiato con lui un conflitto a fuoco, lo uccisero. Secondo la ricostruzione di Franco Cagnetta (Vita di S.S. di Arzana brigante di Sardegna raccontata da sua sorella Genesia, ‘‘Nuovi Argomenti’’, 4, 1953), sarebbe stato ucciso da gente interessata alla taglia e la sua morte accreditata ai Carabinieri qualche giorno dopo, tanto che Mussolini la ‘‘promise’’ solennemente in una riunione di gerarchi sardi tenuta a Roma nel periodo fra la sua morte vera e l’annuncio ufficiale («Il fascismo mantiene le promesse», avrebbe detto allora il duce). ` Storiografia della Sardegna Le piu antiche interpretazioni della storia sarda si ritrovano in autori greci: un complesso di miti di cui gli autori si servono per narrare le vicende relative al popolamento della Sardegna e all’origine di sardi. ` sparsa in diLE ORIGINI La materia e versi autori, ma nel secolo II Pausania la raccolse in un’unica narrazione, dedicando il X capitolo della sua opera a una trattazione sistematica delle notizie in suo possesso. Nel suo racconto ` le opere di altri autori egli utilizzo greci che avevano parlato della Sardegna a partire dal secolo VI a.C. (testi` monianze greche e romane). Da cio che Pausania espone appare che per gli autori greci la Sardegna fin dalla ` tarda antichita ` ebbe un ruolo impiu portante nel Mediterraneo. Questa tradizione fu sostanzialmente recepita dagli autori latini come Solino e Silio ` la rielaborarono tenItalico, che pero tando di spiegare i rapporti che l’isola

aveva avuto con il mondo fenicio-punico e naturalmente cercando di giustificare la successiva conquista romana. Furono gli autori latini che, per cosı` dire, consegnarono ai compilatori ` tardi una certa immagine mitolopiu gica della prima fase della storia della Sardegna. IL MEDIOEVO La tradizione storiogra` molto framfica medioevale invece e mentaria. Possiamo individuare due gruppi di storiografi: l’annalistica bizantina, con autori come Procopio di Cesarea, che sostanzialmente fornisce una spiegazione della storia dell’isola conforme alla tradizione precedente, ma giungendo fino ai Vandali e agli Arabi, e le cronache di autori come Beda e Paolo Diacono formatisi in ` culturali completamente direalta ` che colpisce e ` che, a partire verse. Cio dal secolo IX, gli storiografi sostanzialmente non dicono niente sulla Sarde` facilgna. Le notizie sull’isola sono piu mente rintracciabili in cronache arabe, peraltro in maggioranza ancora da studiare. La Sardegna ricompare nella storiografia dei secoli successivi in fonti molto diverse tra loro: i pochi testi elaborati in Sardegna da sconosciuti autori operanti presso le corti giudicali, tra cui il Liber judicum Turritanorum, una sorta di cronaca riferita al periodo tra il secolo XI e il XIII, e i condaghes, registri che pur nella loro burocratica freddezza permettono di ricostruire l’amministrazione di alcuni grandi monasteri sardi e la strut` giudicale. Vanno tura della societa inoltre ricordate le cronache comunali di origine pisana e genovese e naturalmente il Liber Majolichinus. Attraverso le cronache elaborate negli ambienti ` un modei Comuni italiani si affermo dello interpretativo secondo il quale, essendo caduta la Sardegna in mano agli Arabi subito dopo il secolo VIII,

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Storiografia della Sardegna nel corso del secolo XI sarebbe stata liberata da una flotta pisana e genovese. I Pisani vi avrebbero formato i giudicati, dividendo l’isola in quattro parti. Contemporaneamente da parte pontificia si accreditava il modello in base al quale l’isola sarebbe stata compresa nella cosiddetta ‘‘donazione co` sui stantiniana’’, per cui la sovranita suoi territori sarebbe stata in effetti propria del papa, che l’aveva delegata ai giudici. Vanno infine ricordate le cronache catalane del secolo XIV, che ` tentano di dimostrare la legittimita della conquista aragonese. In buona sostanza tra il secolo XIV e il XV si ` una tradizione storiografica formo proveniente da fonti diverse, che so` tento ` di dare una stanzialmente pero giustificazione, ovviamente non univoca, delle lotte tra le potenze europee per il possesso dell’isola. Cosı` in Eu` un modello interpretaropa si affermo tivo del Medioevo sardo nel quale si procedette alla falsificazione (o non si tenne conto) delle vicende relative alla nascita o allo sviluppo dei giudicati sardi e della loro cultura. Cosı` tutti gli elementi che provenivano dalle poche fonti elaborate in Sardegna, e che comunque sarebbero stati sufficienti a spiegare in modo meno convenzionale le vicende della storia sarda, o vennero ignorati o caddero nell’oblio. IL RINASCIMENTO Nel corso del secolo XVI, quando ormai il Regno di Sardegna appare consolidato, l’interesse per la ricostruzione della storia dell’isola si riaccende grazie all’opera di tre intellettuali sardi: Sigismondo Arquer, Gian Francesco Fara, e Giovanni Proto Arca. Nelle loro opere essi, affrontando la ricostruzione della storia antica, lasciano trasparire un’impostazione originale, che cerca di non affidarsi per la spiegazione dei fatti soltanto al patrimonio di miti che gli au-

tori precedenti avevano tramandato. Essi sono animati da un interesse nuovo che li porta a tentare di valutare ` dei nuraghi e degli altri monula realta menti preistorici basandosi sulla loro osservazione diretta. Considerando la ` deformazione culturale dei tre, si puo durre che negli ambienti colti dell’isola, dei quali erano in qualche misura rappresentanti, andasse maturando la ` di impostare lo studio della necessita storia della Sardegna entro un’ottica meno convenzionale, che si fondasse sul bisogno di avviare una riflessione sul legame che unisce il passato col presente e la preoccupazione di indivi` storica duare le basi di un’identita della Sardegna che rompesse con lo schema storiografico consolidatosi nei secoli precedenti. La storiografia del secolo XVII, forse a causa della margi` nella quale l’isola era stata colnalita locata, fu invece incapace di proseguire l’impostazione proposta da quegli storici, anzi non fu nemmeno capace di spiegare il ruolo che la Sardegna aveva nei grandi eventi della storia europea del periodo e tanto meno la posizione che essa occupava nell’universo spagnolo, in cui era comunque inserita. Le opere degli storici del secolo XVII appaiono pertanto preoccupate di spiegare fatti di rilievo locale senza analizzarne le ragioni profonde, senza cogliere i loro legami con quanto avveniva in Europa. IL PERIODO SABAUDO Quando nel 1720 ` ai Savoia, agli intella Sardegna passo lettuali e all’opinione pubblica europea l’isola apparve come un mondo chiuso e impenetrabile, misterioso e lontano. Sebbene vi fosse una gran cu` nei suoi confronti, la sua realta ` riosita appariva inaccessibile, con i suoi ordinamenti complessi e inefficienti, condizionati dalla conservazione del sistema feudale e di privilegi giurisdi-

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Storiografia della Sardegna zionali anacronistici. Appariva inoltre ` incomprensibile la non competitivita del suo sistema economico e inspiegabile la carenza di condizioni igieniche ` e il livello culturale della e di viabilita sua popolazione, prevalentemente ignorante e superstiziosa. Mancando, ` detto, una storiografia locale come si e capace di spiegare la situazione, la conoscenza dell’isola si basava su informazioni geografiche e vagamente antropologiche imprecise e piene di luo` cosı` la convinghi comuni; si formo ` senza zione che l’isola fosse una realta ` propria, destoria, priva di una civilta stinata a essere esclusivamente luogo d’esilio e di conquista. Nel corso del ` secolo i Savoia sentirono la necessita di rompere questo cerchio: chiesero a funzionari la redazione di relazioni che finirono per diventare le uniche fonti di conoscenza delle condizioni dell’isola, ma che non riuscirono a inquadrarle correttamente e soprattutto a darne una spiegazione storica. Anzi contribuirono a consolidare l’immagine di una terra povera e di una popolazione ignorante e chiusa al nuovo. Furono cosı` descritti la disgregazione sociale, la mancanza di vie di comunicazione, l’isolamento, l’insofferenza all’ordine, ma non fu fatto alcun tentativo per inquadrare le ragioni di questa situazione. Nei pochi riferimenti alla Sardegna che la storiografia europea ` alcuni faceva si consolidarono percio dei pregiudizi che, in parte, sono ancora oggi alla base di molta storiografia ` nei confronti sull’isola: l’estraneita ` dei della storia europea, l’incapacita `, la consardi a intendere la modernita ` dipendesse vinzione che tutto cio quasi geneticamente dalla loro stessa natura. Dal canto loro, i pochi intellettuali sardi del tempo non furono in grado di contrapporre le proprie conoscenze e le proprie convinzioni al dif-

fondersi di questi pregiudizi; solo nel periodo del riformismo boginiano (1757-1773) si crearono le condizioni ` per la ripresa di una storiografia piu rigorosa per una riconsiderazione del modello interpretativo della storia `. Il decensarda a partire dall’antichita nio finale del secolo XVIII e la drammatica esperienza della Sarda Rivoluzione ebbero l’effetto di scuotere il mondo della cultura sarda e per la storiografia cominciarono a scorgersi ` ampi. orizzonti piu L’OTTOCENTO L’inizio del secolo XIX si apre cosı` con due opere, quella dell’Azuni e quella del padre Napoli, nelle quali si affronta per la prima volta il problema di una interpretazione generale della storia dell’isola; nello stesso periodo Domenico Simon si poneva il problema della pubblicazione delle fonti della storia sarda. Entro la prima ` dell’Ottocento la storiografia meta sarda visse cosı` quella che potremmo ` dell’oro: nel 1825 F.J. definire la sua eta ` un’opera con la quale Mimaut pubblico si prefiggeva di far conoscere la Sardegna all’opinione pubblica europea, ` la pubblicaGiuseppe Manno inizio zione della sua Storia di Sardegna, pubblicata nel 1827 (e seguita nel 1842 dalla Storia moderna della Sardegna dall’anno 1773 al 1799), nel 1826 il La` la prima parte del marmora pubblico Voyage en Sardaigne. Tutte queste opere ruppero la tradizionale impostazione e rimasero per lungo tempo un punto di riferimento per la storiografia successiva; complessivamente esse svilupparono l’ipotesi che il passaggio della Sardegna ai Savoia avesse consentito di sottrarre l’isola alla sua solitudine e di riannodare un discorso storico interrotto a causa della inefficienza dell’amministrazione spagnola. Negli stessi anni l’esigenza di collegare la storia della Sardegna a contesti

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Storiografia della Sardegna ` ampi si manifesto ` anche col bisopiu gno di recuperare la coscienza ‘‘nazionale’’ dei sardi e di proporre agli ambienti culturali piemontesi ed europei gli elementi che servissero a colmare antiche incomprensioni e pregiudizi. L’esigenza fu espressa da quasi tutti gli intellettuali del tempo, la cui formazione culturale si era compiuta in Sardegna: essi elaborarono il concetto di nazione sarda intendendola come ` storico-culturale dei sardi, un unita concetto sul quale impostare un modello di spiegazione della storia della Sardegna preoccupato principalmente (e talvolta anche esclusivamente) di rendere giustizia dei tanti luoghi comuni sull’isola diffusi nella cultura europea. In effetti questa prospettiva fu accolta con entusiasmo dall’opinione pubblica (in particolare da quella borghese) e in breve tempo fu avviata la pubblicazione di alcune opere di grande importanza quali la collaborazione di Vittorio Angius al Dizionario del Casalis (1836-1854), opera di informazione e divulgazione le cui voci sulla Sardegna finirono per occupare quasi un terzo dell’opera, e Pa` la pubblicazione del squale Tola inizio Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna e Pietro Martini la Biografia sarda; tra il 1843 e il 1844 Gio` la Storia vanni Siotto Pintor pubblico letteraria di Sardegna e nel 1845 fu iniziata dal Tola la raccolta degli Historiae Patriae Monumenta. I numerosi storici di questo periodo operarono sotto l’influenza della cultura romantica, orientati a trovare elementi di quel passato in gran parte sconosciuto da contrapporre a un contesto che sembrava misconoscerlo. Sembrava che questi autori volessero ribaltare l’opinione di una condizione di dipendenza culturale che pure si era largamente diffusa e utilizzare le conoscenze del passato

per l’educazione di una coscienza ‘‘patria’’, intendendo per ‘‘patria’’, anche ` di ogni sentimento di fedelta ` al di la allo Stato sardo-piemontese, la ‘‘piccola patria sarda’’. La riflessione su ` nei decenni sucquesto tema continuo cessivi, ma il crescente interesse per gli studi di storia della Sardegna ri` di essere oscurato da due clamoschio rose falsificazioni: la vicenda dei falsi bronzetti (i cosiddetti ‘‘idoletti feniciopunici’’) e l’apparizione delle Carte d’Arborea, che screditarono molti autorevoli rappresentanti della cultura sarda e sembrarono interrompere il fervore che aveva contribuito ai suc` cosı` il cessi precedenti. Tramonto clima di esaltazione nazionalistica che aveva caratterizzato l’opera degli storici precedenti: questo fenomeno ´ freno ` fu tutto sommato un bene, perche l’eccessivo orgoglio ‘‘nazionalistico’’ e ` l’opera di riper fortuna non fermo cerca degli storici e della nascente archeologia scientifica, che diede un notevole contributo all’evoluzione della storiografia sarda. IL NOVECENTO Una nuova stagione di ` nei decenni grande fervore si sviluppo a cavallo tra Otto e Novecento grazie agli studi di quella Scuola giuridica sarda che fiorı` attorno a due giovani storici non sardi, Arrigo Solmi ed Enrico Besta, che ebbero in Sardegna i loro primi incarichi universitari di Storia del Diritto italiano: colpiti dalla ` delle istituzioni isolane, in originalita particolare da quelle giudicali, essi rilanciarono gli studi sul Medioevo sardo, in collaborazione con Francesco Brandileone, Alessandro Lattes, Ugo Guido Mondolfo, il sassarese Giovanni Zirolia e molti altri. Grazie all’opera di questi storici fu cosı` superato il chiuso patriottismo di fine Ottocento e furono recepiti gli influssi della storiografia economico-giuridica italiana: e fu ri-

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Storiografia della Sardegna presa un’indagine sul Medioevo sardo ` attenta a cogliere le diversempre piu ` tra istituzioni sarde, iberiche e itasita ` nella liane. Il nuovo fervore culmino ` fondazione, nel 1905, della ‘‘Societa storica sarda’’ che si prefiggeva lo scopo di promuovere gli studi sulla storia dell’isola. L’AUTONOMISMO Le vicende della prima guerra mondiale, l’inquieto dopoguerra e l’affermarsi del sardismo impressero alla storiografia nuovi e contraddittori stimoli: temi di ispirazione nazionalistica ricomparvero nelle opere di non pochi studiosi, in concomitanza con l’aspirazione a una ` ampia autonomia politica, e la piu stessa ascesa al potere del fascismo ebbe conseguenze ugualmente importanti nei confronti della storiografia ` al suo interno una sarda. Si determino profonda frattura: da un lato si collocarono gli storici legati al regime, portati a interpretare la storia sarda e l’evolversi della cultura in Sardegna come un processo tendente a omologarsi a un unico modello nazionale (la ‘‘fusione perfetta’’, e quello che fu chiamato il ‘‘sardofascismo’’ furono visti come momenti di questo processo); dall’altro lato si schierarono gli storici che, non accettando questo modello di spiegazione, continuarono a richiamare coraggiosamente l’attenzione ` della condisui temi della specialita zione isolana. Ovviamente il fascismo ` di difendere il modello di spiegatento ` concordava zione storiografica che piu con la sua vocazione nazionalistica e accentratrice; lo fece promuovendo alcune iniziative culturali di respiro quali il convegno archeologico del 1926 e il Congresso geografico italiano ` stodel 1934; nel 1935, poi, la Societa rica sarda fu trasformata in Deputazione di Storia patria per la Sardegna. ` di queste iniziative rimase pero ` Al di la

una ricchezza di posizioni che impedı` l’affermazione della tesi storiografica ` la di regime. In particolare continuo tradizione della Scuola giuridica con i lavori di Francesco Loddo Canepa, Antonio Era e Antonio Marongiu, e quella inaugurata da eminenti studiosi sardisti come Camillo Bellieni e Raimondo Carta Raspi. Negli stessi anni fu com` presa l’importanza, anzi la necessita (non solo scientifica) di accedere agli archivi di Pisa e fu pubblicato da Dionigi Scano il Codice dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Sardegna. In piena seconda guerra mondiale, poi, nel 1941 fu pubblicata a Tours l’opera ˆ tres et paydi Maurice Le Lannou, Pa sans de la Sardaigne, che ebbe il merito di proporre una interpretazione complessiva della storia della Sardegna profondamente originale, aperta alla geografia e all’antropologia. IL SECONDO DOPOGUERRA Il clima ‘‘autonomista’’ del secondo dopoguerra ripropose alla ricerca storica i temi che si erano andati delineando nei decenni precedenti. Grazie all’apporto finanziario della Regione autonoma della Sardegna fu possibile organizzare alcune missioni di studio in archivi spagnoli, italiani e francesi che resero possibile avviare la storiografia entro prospettive nuove, grazie alla di` di un enorme materiale sponibilita fino ad allora praticamente sconosciuto. Tra il 1947 e il 1950 Loddo Canepa tenne due corsi universitari nei quali ricostruı` unitariamente la storia della Sardegna moderna, fornendone un’interpretazione che ebbe il merito di suggerire itinerari nuovi. Cominciarono a delinearsi figure nuove di storici come quella di Alberto Boscolo e gli studi sulla storia della Sardegna si aprirono all’apporto di altri studiosi italiani e stranieri. Intensa fu anche la stagione dei convegni di studio che re-

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Storno sero possibile il confronto delle loro reciproche conoscenze; tra tutti i numerosissimi incontri degli anni tra il 1960 e il 1980 ne vanno ricordati in particolare due. Uno si svolse a Nuoro nel 1976 sui Problemi di storia e storiografia della Sardegna, nel quale furono affrontati ` importanti problemi della tutti i piu storiografia sarda che in quegli anni erano stati sollevati e fece emergere tre fondamentali esigenze allora pre` dire, tra tutti gli storici: 1. senti, si puo ` di affermare la presenza la volonta della Sardegna nel contesto nazionale in modo diverso rispetto al passato, con un ripensamento del concetto di ` di pro‘‘nazione sarda’’; 2. la necessita muovere l’approfondimento delle conoscenze sui modi popolari di espressione culturale; 3. il problema della lingua, fattore fondamentale dell’iden` sarda cosı` come si era venuta costitita tuendo attraverso i secoli. La moltepli` delle iniziative che seguirono a cita ` orientare la questo convegno sembro storiografia verso lo scioglimento di un duplice nodo: il primo rappresen` di approfondire tato dalla necessita gli studi sul passaggio della Sardegna ai Savoia, il secondo individuato nell’esigenza di ridefinire i termini della ‘‘questione sarda’’ come problema ` prima dell’unificazione dell’Inato gia talia. Si andarono cosı` ponendo le basi di un modello di spiegazione storiografica incentrata sull’immagine di un popolo sempre in difesa nei confronti di apporti provenienti da culture esterne; venne ripercorso su basi `, supenuove il problema dell’identita rando l’impostazione della storiografia sardista e provando a sperimentarne una capace di sprovincializzare quella stessa prospettiva e di superare il localismo. Il secondo convegno da ri` quello su La ricerca storica in cordare e Sardegna, organizzato dalla Deputa-

zione di Storia patria per fare il punto su tutti i campi nei quali la ricerca era impegnata. I lavori del convegno furono divisi in quattro settori: 1. archeo` medioevale; 3. eta ` logico e antico; 2. eta ` contemporanea. Nemoderna; 4. l’eta ` avuta una notegli ultimi decenni si e vole fioritura di studi sulla storia della ` ancora lontani Sardegna, anche se si e dall’aver trovato quella piattaforma ` stata la meta ideale di unificante che e tutti i ricercatori, dal dopoguerra a oggi.

Storno = Zoologia della Sardegna Strabone Storico e geografo greco (Amasea, Ponto, prima del 60 a.C.Roma, 20 d.C. ca.). Appartenente a una famiglia implicata nelle vicende della ` a Roma Guerra mitridatica, S. arrivo nel 44 a.C., assistette con Ottaviano al tramonto della repubblica e morı` poco dopo l’ascesa all’Impero di Tiberio. Esponente del ceto di intellettuali di estrazione greco-orientale giunti a Roma e integrati nelle e´lite dell’Impero alla fine del secolo I a.C., compose un’opera storica, andata quasi totalmente perduta, in cui si dichiarava continuatore di Polibio e si interessava ` indunque di storia contemporanea. E vece pervenuta l’opera geografica ´ ) in 17 libri, definitiva(Geographika mente conclusa e rimaneggiata nel 18 d.C. Gli scritti di S. sono rivolti a un publico greco ma non escludono la classe dirigente romana, imbevuta di cultura greca; essi adottano quale scenario l’ecumene unificata sotto l’egida impe` anche il fondamentale preriale, che e supposto di un’approfondita cono` lontane. L’apscenza delle regioni piu partenenza a questo quadro storico e culturale spiega l’ascendenza filoromana che pervade gli scritti straboniani: essa si concreta nella convinzione di una funzione civilizzatrice della pax romana. Compiuta sotto il

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Strabone magistero del grammatico Tirannione ` in di Amiso, la formazione di S. maturo un ambito influenzato da uno stoicismo con venature peripatetiche e in un contesto culturale che teorizzava, anche negli studi geografici, il rapporto fra poesia, scienza e filosofia, con un sicuro punto di partenza (di memoria alessandrina) nello studio di Omero, fondamento di tutte le scienze. ` da ` ragione di certe caratteriTutto cio stiche peculiari dell’opera straboniana. L’esposizione geografica rispetta un percorso (reso canonico negli scritti precedenti), che parte dall’Iberia, percorre le coste settentrionali del Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente per giungere in Egitto e in Libia. In questo percorso l’evidente cen` assunta dall’Italia traduce il tralita ruolo politico-culturale egemonico assunto dalla penisola, cardine di ogni discorso storico o geografico. S. dichiara di essersi spinto fino alla terra degli Etruschi, prospiciente la Sardegna. Tuttavia, la descrizione della Sardegna emerge soprattutto dal V libro. ` chiaro perche ´ S. prediliga la deNon e nominazione greca della Sardegna `) rispetto al latino Sardinia, ma (Sardo la scelta, adottata anche altrove, potrebbe forse essere legata a ragioni antiquarie. Rifacendosi a Timeo, include ` la Sardegna nel novero delle sette piu grandi isole del Mediterraneo, privilegiando cosı` il tema delle dimensioni. L’interesse per l’economia e lo studio degli aspetti naturalistici, che vengono talora fondendosi, si sostanzia soprattutto in due passi. Nel primo, si insiste su un elemento topico nella descrizione dell’economia dell’Italia e delle isole, la ricca produzione cerealicola, ` nel caso della Sardegna e ` riche pero cordata a proposito dei saccheggi attuati dai briganti delle montagne. Un ` importante accenno naturalistico e

quello dove si ricorda che in Sardegna crescono i mufloni che portano peli di capra invece che lana.

Strabone – Incisione raffigurante il celebre `. storico e geografo dell’antichita

Emerge anche l’interesse per le vicende storiche, e attraverso le notazioni sulle vicissitudini dell’isola si ricompone una sorta di racconto schematico. Dall’arrivo di Iolao alla guida degli Eraclidi si prosegue fino al controllo dei Cartaginesi e alla domina` anche una fonte zione romana. S. e sulla resistenza dei Sardi dell’interno ` dei magistrati romani e sulla difficolta ad amministrare l’isola, motivo cui si collega anche quello della proverbiale ` della Sardegna. Nella deinsalubrita scrizione della Sardegna S. rimane dunque fedele non solo al suo metodo di indagine geografica, ma l’elemento ` utilizzato a connotare la castorico e ratterizzazione fisica e antropica del contesto geografico descritto. In essa compaiono preponderanti un punto di vista e un parametro di giudizio che

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Strade romane hanno il loro epicentro in Roma e nel potere imperiale. [GIOVANNI MARGINESU]

Strade romane Dopo la stabilizzazione della dominazione romana e la complessiva pacificazione delle popolazioni delle zone interne, i Romani svilupparono un sistema viario che in poco tempo coprı` l’intero territorio della provincia. Essi sfruttarono l’antico sistema delle strade puniche e lo trasformarono secondo i canoni della loro raffinata arte nel costruire le grandi vie di comunicazione. Cosı` tutte ` furono poste in contatto tra loro le citta e furono aperte altre strade che diedero accesso alle zone interne. A partire dal secolo I a.C. il sistema viario ` con la strada che romano si sviluppo da Cagliari (Carales) giungeva a Turris Lybisonis, con altre strade tracciate per sostenere le esigenze di un crescente commercio e con quelle militari destinate a tenere sotto controllo le popolazioni dell’interno. Le strade principali furono sostanzialmente quattro; ` indicata ne vennero oltre a quella gia aperte altre tre: una correva lungo la costa occidentale, una si svolgeva lungo la costa orientale e la terza si sviluppava da Olbia a Turris Lybisonis. Accanto a queste grandi strade si possono individuare numerose strade secondarie delle quali l’archeologia ha restituito e restituisce abbondante documentazione. Questo il tracciato delle strade conosciute: 1. A Carales Turrem: ` importante delle grandi era la piu strade romane in Sardegna. Aveva un tracciato interno molto simile a quello dell’odierna ‘‘Carlo Felice’’: correva attraverso gli attuali villaggi di Decimo, Villasor, Serramanna, Samassi, Sanluri, Aquae Neapolitane (Sardara), Othoca (Santa Giusta, dove si intersecava con la grande strada costiera occidentale proveniente da Neapolis e deviava in direzione di Forum Traiani,

Fordongianus), Ad Medias (Abbasanta), Macopsisa (Macomer), Molaria (Mulargia), Bonorva (dove si intersecava con la strada proveniente da Olbia e proseguiva in direzione di Florinas, Fiulinas) e Turris (Porto Torres). 2. La grande strada costiera occidentale che si sviluppava da Carales per Nora, Bithia (Chia), Tegula (Teulada); quando raggiungeva Sulci (Sant’Antioco) deviava in direzione di Metalla giungendo fino a Neapolis attraverso gli attuali villaggi di Arbus e Guspini; da Neapolis giungeva a Othoca (Santa Giusta), intersecandosi con la strada a Caralibus Turrem e deviando per Tharros, Cornus (Cuglieri), Bosa, Carbia (nei pressi dell’attuale Alghero), Nure (Porto Ferro), da dove giungeva a Turris Lybisonis. 3. La grande strada co` stiera orientale correva da Carales piu o meno attraverso l’attuale tracciato della S.S. Orientale sarda e passava attraverso Ferraria (San Gregorio), Sarcapos (Tertenia), Custodia Nurrensis (Bari Sardo), Sulci (Tortolı`); da lı` attraverso l’attuale valico di Genna Sı`lana giungeva a Viniola (Dorgali), Fanum Carisii (Irgoli), Feronia (Posada), Coclearia (San Teodoro), per giungere infine a Olbia. 4. Da Olbia si sviluppava la strada costiera settentrionale, che attraverso l’attuale Arzachena giungeva a Elephantaria (Porto Pozzo), Tibula (Santa Teresa Gallura), Vignola; da qui attraverso gli attuali Aggius e Bortigiadas giungeva a Erucium e ad Herculem, da dove infine terminava a Turris. 5. La grande strada interna che da Tibula giungeva a Carales passando attraverso Gemellae (Tempio): da questa lo` , attraverso gli altipiani di Bitti e calita ` , giungeva a Caput Tyrsi, proBudduso ` a sud fino a Sorabile seguendo piu (Fonni); da qui la strada, continuando sempre attraverso le zone impervie dell’attuale Barbagia, giungeva ad Au-

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Strana gustis (Austis), Valentia (Nuragus), Biora (nei pressi dell’attuale Serri: tutti questi piccoli centri avevano un marcato carattere militare); da Biora, infine, la strada scendeva attraverso Senorbı`, Ussana, Sestu e giungeva a Cagliari. 6. A Caralibus Sulcos, una strada che poneva in comunicazione ` punica di Carales con l’antica citta Sulci passando per l’interno attraverso una direttrice degli attuali villaggi di Decimo, Siliqua, Villamassargia, Corongiu: questa strada aveva alcune derivazioni interne di cui poco si conosce. 7. Da Olbia a Bonorva c’era una strada interna importante che si innestava con la a Caralibus Turrem; da Olbia giungeva a Luguido (Oschiri), altro centro con caratteri militari, da cui raggiungeva Bonorva (= Itinerario Antoniniano).

` una capsula provvista di cea; il frutto e aculei. Predilige zone incolte e sassose, ruderi e aree antropizzate, dal mare alla zona submontana; fiorisce per tutta l’estate. Interessante notare che nonostante la sua ampia distribuzione attuale in Sardegna, i nomi vernacolari (eiba di denti, erba de dente, stramoniu) non fanno riferimento alla considerazione di pianta magica attribuitale altrove: infatti, originaria dell’America Centrale e diffusa in Europa ` una pianta solo intorno al secolo XVI, e di introduzione relativamente recente e quindi sconosciuta alla dimensione ` antica. In Sardemagico-religiosa piu ` presente anche la specie D. innogna e xia Miller. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Strambi, Jacopo Consigliere del Comune di Pisa (Pisa, sec. XIII-?). Emi` polinente cittadino di grandi capacita tiche, fu spesso impegnato per importanti trattative. Nel 1263 fu nominato castellano di Cagliari; durante il suo ` la costruzione di un armandato avvio senale (tersana) nel porto di Cagliari.

Stramonio Pianta della famiglia delle Solanacee (Datura stramonium L.), famiglia paradigmatica che comprende tanto numerose specie di interesse alimentare (patata, pomodoro, peperone, melanzana) quanto altre specie classificabili come velenose per il loro particolare contenuto di princı`pi attivi alta` un’erbacea annuale, mente tossici. E velenosa e allucinogena; ha fusto robusto, talora cavo, alto fino ad 1 m, con ramificazioni doppie; le foglie dotate di picciolo sono alterne, ovate e con ` evimargine lobato, la nervatura e dente nella pagina inferiore; i fiori solitari e peduncolati, alla biforcazione dei rami, sono grandi con corolla tubolare a 5 petali, bianca o azzurro-viola-

Stramonio – La capsula contenente i semi.

Strana Antico villaggio di origine medioevale, che si trovava nelle vicinanze dell’attuale Dolianova. Faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, nel 1258 fece parte dei territori assegnati ai di Capraia; ` nelle mani alla loro estinzione passo del giudice d’Arborea. Ma nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ` prima della fine del secolo lo che gia

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Stregona amministrava direttamente. Conqui` a far parte stato dagli Aragonesi, entro del Regnum Sardiniae e nel 1324 conti` a decadere e si spopolo ` completanuo mente entro la fine del secolo XIV.

Stregona = Betonica Strillozzo = Zoologia della Sardegna Struglia, Giuseppe Insegnante, studioso di storia (n. Cagliari, sec. XX). Dopo essersi laureato in Filosofia, fu assistente di Ludovico Geymonat ` di Cagliari per alpresso l’Universita ` negli isticuni anni. In seguito insegno tuti superiori. Studioso attento della ` sarda, ha lasciato alcuni pregecivilta voli opere, fra cui Compendio di storia della Sardegna. Con cenni d’arte e di geografia, 1962; La Sardegna. Ambiente, storia, cultura, 1974; Sardegna nostra. ` sarda Compendio di storia della civilta con cenni di geografia fisica e umana, 1983; I nuraghi di Quartu Sant’Elena. Descrizione e guida, 1989; I nomi di luogo del territorio di Quartu Sant’Elena, 1992.

Strumenti della musica popolare In tutta l’area del Mediterraneo la Sarde` ancora una riserva naturale di gna e musica popolare. Il suo repertorio va ` arcaici strumenti fonici e ritdai piu mici da ballo alla nutrita serie di canti monodici e polivocali. Da un esame attento e sereno degli usi e costumi delle varie zone dell’isola si scopre subito che il ballo, il canto e l’uso degli strumenti tradizionali sono una componente essenziale della vita dei sardi. ` , pur esQueste testimonianze, pero sendo state, anche in passato, oggetto d’interesse, non sono state mai considerate sorgente di autentica cultura. Per la cultura ufficiale, infatti, questa ` sumusica, appartenente a una societa balterna, era incomprensibile, ruvida, selvaggia, al massimo da catalogare come patrimonio-divertimento di ´ traclassi sociali trascurabili perche

scurate. Fortunatamente il popolo ` vissuto di questo sardo, che per secoli e tipo di cultura, l’ha conservata gelosamente sino ai giorni nostri e la riafferma dignitosamente, in ogni momento della vita individuale e sociale, anche se la disattenzione degli studiosi in generale (e, nella prassi, la disistima ` isolano) di molti sardi verso quanto e hanno messo questo patrimonio in serio pericolo di scomparire. & STORIA DI UN’INDAGINE Inizial` ad alimentare il mente fu la curiosita ` desiderio di ricercare alcuni fra i piu noti strumenti di musica popolare ` si passo ` a un consarda. Dalla curiosita sapevole impegno di ricerca scientifica, suggerito soprattutto dalla constatazione dello stato di emarginazione e di abbandono nel quale il patrimonio organologico versava, con conseguente pericolo di scomparsa. La ricerca sul campo ebbe inizio negli anni Cinquanta. Nel 1974, con la pubblicazione del volume su Gli strumenti della musica popolare della Sardegna, furono presentati i risultati della prima fase ` dell’indagine. Il campo di ricerca e stata tutta l’isola. Le informazioni sono state raccolte dalla viva voce del popolo, e in particolare dai pastori, contadini e operai. Parallelamente ` iniziata anche alla ricerca di notizie e la raccolta di strumenti. Ho raccolto ` di cui si e ` servito il popolo tutto cio sardo per far musica, dal periodo nuragico ai giorni nostri. Son presenti quindi, nella raccolta ospitata a Tadsuni nel Museo degli strumenti della musica popolare della Sardegna, sia gli strumenti autoctoni sia quelli d’importazione che sono stati talmente assimilati dal popolo da essere giudicati di cittadinanza sarda integrale. Quasi tutti gli strumenti sono stati ricostruiti dalle mani di esperti contadini e pastori, quando gli originali, costruiti

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Strumenti della musica popolare con materiale facilmente deperibile, sono andati distrutti. La serie di strumenti, ordigni e congegni fonici repe` nutrita. Nessun’altra regione itariti e liana, infatti, poteva vantare come la Sardegna, al momento della prima verifica dell’indagine (1974), un complesso di 72 esemplari, cifra quadrupli` nel 1982. cata gia & CATALOGO DEGLI STRUMENTI Una ` attuali, che si pone delle questioni piu dinanzi a una sistematica raccolta di ` la classifistrumenti fonici popolari, e cazione del materiale. Data la com` del problema, ho preferito seplessita guire il criterio elaborato dal direttore del Museo degli strumenti musicali di Bruxelles, Victor Charles Mabillon, e ho classificato gli strumenti in quattro grandi categorie: aerofoni, membranofoni, cordofoni e idiofoni. AEROFONI Sono strumenti nei quali il suono viene prodotto dalle vibrazioni di una colonna d’aria. Questa famiglia comprende: trumbitta, benas, launeddas, pipiolu, flautu ’e linna e de canna, iskeliu, organette, fisarmonica, sonu a bucca, armonium, chı`gula, ossu ’e pruna e ’e sarmentu, corru ’e boe e corru ` ligh’e muru, moliette marinu, trunfa, ca ` sciu. 1. Trum’e canna, muscone, fru bitta. Cannellina d’avena o bocciolo di canna matura, nei quali veniva scavata un’ancia semplice. 2. Benas. Primitivo strumento ad ancia, di canna palustre, formato da una trumbitta che si incastra in un tubo risonatore con tre fori. Consente di modulare il suono. I tipi conosciuti sono: bena semplice; bena a duas cannas; bena a tres cannas; bena cun corru ’e boe; bena cun zucca. Lo strumento, anteriore alle launeddas, ` soun tempo diffuso in tutta l’isola, e pravvissuto solo a Zuri, nella media valle del Tirso. 3. Launeddas, sonus de canna, trubeddas, bisonas, bı`dulas, bı`tzulas, benas. Antico e originale stru-

mento fonico sardo, di canna palustre. Consta di tre tubi, di diversa lunghezza e diametro, provvisti di bocchino con ancia, su due dei quali sono convenientemente scavati cinque fori rettango` lunga viene detta lari. La canna piu tumbu, non ha fori e ha la funzione di ´ da ` in contiun pedale continuo, poiche nuazione la stessa nota. Legata al tumbu con dello spago impeciato abbiamo la mancosa manna (mancina ` s’arrefinu grande), con quattro fori piu (registro), canna sulla quale si sviluppa l’accompagnamento. Sulla terza canna, libera, mancosedda (mancina piccola) o destrina, che ha quattro fori ` il registro, si sviluppa la melodia. piu Ogni canna consta di un cabizzinu (bocchino), e un tubo risonatore. Sulle ance ` presente una ladei vari bocchini e crima di cera vergine, che ha la funzione di consentire al suonatore l’accordatura delle canne tra di loro variando lo spessore della cera. Le tre canne vengono suonate contemporaneamente, mediante la tecnica del fiato continuo. Di launeddas esistono vari temperamenti o impianti di tona` , dei quali i piu ` noti sono: punt’e orlita ganu, fiorassiu, mediana, ispinellu, frassetto, zampogna. I suonatori, numericamente molto pochi, vivono in un ristretto numero di paesi del Sarrabus, della Trexenta e del Campidano di Ori` noti nel 1982 si davano: stano. Tra i piu Luigi Lai di San Vito; Aurelio Porcu di Villaputzu; Pietrino Murtas di Muravera; Dionigi Burranca di Ortacesus; ` Gerrei; Pasqualino Erriu di San Nicolo Francesco Castangia, Giovanni e Daniele Casu di Cabras; Isidoro Fenu noto Buseddu di San Vero Milis; Beppe Cuga di Ovodda; Cesare Carta di Nuoro. Si diventa bravi suonatori non solo per la conoscenza della tecnica d’insufflazione, ma soprattutto per la conoscenza delle modas, nei loro svi-

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Strumenti della musica popolare luppi e concatenamenti, che equivale a conoscere i vari temi musicali tradizionali, nelle loro frasi e periodi, trasmessi per tradizione orale e che si acquisiscono mediante un lungo, attento e furtivo ascolto delle esibizioni dei vecchi maestri. La prima testimo` costituita dal nianza dello strumento e bronzetto nuragico, proveniente da Ittiri, noto col nome di «auleta nudo e itifallico», dal Taramelli datato al secolo VIII a.C. e conservato nel Museo archeologico di Cagliari. 4. Pipiolu. Zufolo pastorale di canna palustre che ha sempre accompagnato la solitaria vita del pastore sardo. In riferimento alla forma, in Sardegna son presenti due tipi fondamentali: quello del Logudoro, a bocca zeppata, col tubo interrotto dal nodo naturale della canna, ` con tre fori frontali per la melodia, piu il registro; e quello delle Barbagie, costituito da un tubo non interrotto dal nodo e con quattro fori frontali per la ` il registro. In rapporto al melodia piu materiale di costruzione, si conoscono il pipiolu ’e ossu, il pipiolu ’e linna, il ` pipiolu ’e canna. Geograficamente e diffuso in tutta l’isola, con la funzione di accompagnare ritmi e canti popolari. 5. Flautu ’e linna, piffaru, pipiriolu. Flauto di sambuco, a bocca laterale, con sei fori liberi, tutti disposti sulla linea anteriore. In campo religioso accompagnava le processioni della Settimana santa e di Ferragosto, mentre in campo profano accompagnava canti e danze paesane. Presente anche a Ca` sogliari sino alla fine dell’Ottocento, e ` a lungo a Sassari, Ossi, pravvissuto piu Ploaghe, Nulvi. Sostituito poi da antichi ottavini, nei quali venivano legate le chiavi. 6. Flautu ’e canna. Variatore del timbro della voce umana, costituito ` da un tubo di canna con un’estremita priva del nodo naturale e chiusa con una membrana di carta velina, che

viene fatta vibrare dalla voce del suonatore, il quale canticchia un motivo, attraverso un foro rettangolare che funge da bocca. Il congegno era conosciuto in tutta l’Europa, tanto che nel secolo XVII, ci riferisce P. Marsenne, consentiva di dare veri e propri concerti a quattro e cinque parti. 7. Iskeliu, ` mia-betu. Richiamo per la caccia scra ` costituito da un semalla damma. E plice bocciolo di canna, chiuso (sola` superiore) dal mente all’estremita nodo naturale. Il cannello viene spaccato in croce, per un terzo della sua lunghezza, costituendo l’unico strumento a fiato basato sul principio dell’ancia quadrupla. Viene suonato imboccando il tubo dalla parte del nodo, ` opposta tra i e chiudendo l’estremita palmi delle mani. Sa cazza a iskeliu fu cantata dal grande poeta sardo Paolo Mossa, nella sua famosa egloga «Luisi e Martina». 8. Chı`gula, foza ’e lavru, foza de edra. Il congegno consta di un rametto di alloro, liberato della corteccia, su tutta la superficie di una estre` , e quindi spaccato longitudinalmita mente per un terzo della sua lunghezza. Nella fenditura viene collocata una foglia d’alloro o di edera, le cui parti eccedenti vengono asportate col temperino, creando cosı` un’ancia vibrante, che viene messa in funzione appoggiando longitudinalmente il rametto alle labbra e soffiando dentro la spaccatura. Emette dei suoni melodiosissimi, che possono cambiare anche ` a seconda dell’intensita ` del di tonalita fiato. Conosciuto in tutta l’isola, accompagnava lo scacciapensieri (trunfa), col quale formava un originale complesso musicale. 9. Ossu ’e ` cciolo di susina o pruna. Semplice no di albicocca, forato al centro e svuotato del seme. Soffiandovi dentro si ottiene un fischio acuto che, saputo modulare, imita i limpidi trilli di molti uccelli. 10.

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Strumenti della musica popolare Sarmentu. Strumentino a fiato, ad an` formato da cia semplice, senza tubo. E due semplici internodi di tralcio, le` gati parallelamente alle due estremita e con in mezzo una sottile striscia di corteccia della stessa vite. Soffiando nell’interstizio e facendo vibrare la ` striscia di corteccia, si ha la possibilita di imitare vari versi di animali. 11. Caligh’e muru, pinta-pane. L’oggettino sonoro si ricava dalla pianta grassa detta ‘‘ombelico di Venere’’, che cresce sui muri vecchi di fango. Si asporta un pezzo del calice della piantina e lo si incide a semicerchio con l’unghia. Si asporta con delicatezza la parte carnosa delimitata dall’incisione, lasciando libero e integro il velo della parte opposta, che funge da ancia vibrante. Poggiando il congegno sulla lingua, dalla parte concava, con l’ancia rivolta verso l’esterno della bocca e spingendola contro il palato, dopo qualche attimo di regolazione del fiato si possono imitare versi e trilli di uccelli. 12. Corru ’e boe. Corno di bue, liberato dall’anima ossea, convenientemente stagionato e ripulito. Asportando la parte apicale, in genere piena, si ottiene una tromba, di cui l’uomo ha ` remota preistofatto uso fin dalla piu ria. Veniva usato per richiamare e radunare le mandrie, per snidare la selvaggina dai nascondigli e come mezzo di segnalazione nei pericoli e nei divertimenti. 13. Corru marinu, conchizzu, sa corra. Grossa conchiglia marina (buccina o tritone), liberata dalle incrostazioni calcaree, alla quale viene asportato l’ultimo giro della chiocciola, creando cosı` un foro che serve da imboccatura per il congegno sonoro. Veniva usato dai pescatori per i segni convenzionali riguardanti le manovre del loro mestiere e dai pastori, in luogo del corno taurino, per raccogliere le greggi e per divertimenti vari.

14. Trunfa, zampurra, biurdana, ribel` il comune scacciapensieri, difvia. E fuso in tutto il mondo. Consta di una ciambella, comunemente di ferro, talvolta di rame e d’argento, e di una lamella d’acciaio. Il tondino di ferro, ripiegato a forma di tenaglia aperta, viene detta «ciambella»; le sue estre`, che corrono parallele per alcuni mita centimetri, «branghe»; «linguella» viene detta la lamella d’acciaio. Appoggiando le branghe dello strumentino alla rastrelliera dei denti, si urta col medio o con l’anulare della mano destra il grilletto della linguella, le cui vibrazioni vengono amplificate dalla ` orale e modulate da una singocavita ` di allargamento e restrinlare capacita gimento della laringe, oltre che di respirazione. 15. Moliette ’e canna, trodoledda. Originale elichetta di canna. Esponendo il congegno al vento, si mette l’elica in condizione di girare vorticosamente e di produrre un sensibile fruscı`o, accompagnato da un marcato ticchettı`o. Serviva per allontanare gli uccelli dai seminati e dagli alberi da frutta. 16. Muscone. Grosso bottone da cappotto, con due fori nei quali passa un pezzo di filo comune, anno` . Tenendo il filo con dato alle estremita l’indice delle due mani, gli si imprime un movimento rotatorio, in modo che si attorcigli a guisa di cordoncino. Scostando e avvicinando le mani con moto ` e tendera ` brusco e deciso, si mollera alternativamente il filo, che per rea` il bottone a ruotare zione costringera rapidamente su se stesso, ora in un senso ora nell’altro: in questo ruotare continuo il bottone produce un ronzı`o ` essere prolungato cupo e lieve, che puo ` sciu. Congegno soa piacere. 17. Fru noro, costituito da una tavoletta rettangolare, legata per uno dei lati brevi a uno spago. Imprimendo alla tavoletta un movimento rotatorio, si ottiene un

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Strumenti della musica popolare fruscio cupo e prolungato. 18. Harmonium. Strumento ad aria, munito di ance con tastiera, che vengono sollecitate dall’aria di un grosso mantice, azionato da due pedali. Fu ideato, denominato e perfezionato da Dobain nell’Ottocento. Normalmente in dotazione di chiese e cappellanie, veniva spesso usato da sacristi compiacenti per accompagnare le serenate che venivano indirizzate alle ragazze, lungo le strade dei villaggi. 19. Sonetto a bucca. Strumento ad ancia libera e a estensione variabile, ideato nel 1821 dal tedesco Christian Buschmann, nel quale le ance vengono messe in vibrazione dal fiato del suonatore. Il pastore ` al posto dello zufolo pastolo adotto rale. 20. Fisarmonica. Strumento musicale, ad ance con tastiere, inventato dallo stesso C. Buschmann nel 1822. Il suono viene prodotto dall’aria raccolta da un mantice, che per mezzo del movimento delle braccia la sospinge verso le ance metalliche, facendole vibrare liberamente. In Sardegna, come strumento di musica popolare, ha avuto diffusione in questi ultimi decenni; maggiore diffusione ha avuto l’«organetto a madreperla». 21. Organette. Inventato dal viennese Damian nel 1829, venne introdotto e costruito in Italia nel 1863 da Paolo Soprani. Ha due tastiere con diverse serie di ance metalliche, fatte vibrare dall’aria prodotta da un mantice, azionato dalle braccia del suonatore. Adatto per accompagnare le danze sarde, ricevette subito cittadinanza isolana, sostituendo quasi del tutto le launeddas. MEMBRANOFONI Sono strumenti a percussione o tamburi, nei quali il suono viene prodotto da pelli tese su una cassa armonica e percosse con le mani o con bacchette. Gli esemplari appartenenti a questa famiglia sono: tumbarinu de cointrozza, tumbarinu ’e Gavoi,

` ggiu o tumbarineddu, tedazzeddu, mo moizzeddu. 22. Tumbarinu de cointrozza. Tamburo a percussione, usato ad Aidomaggiore per accompagnare l’arcaico ballo sa cointrozza, da cui prende il nome. Consta di un cilindro di sughero o di latta, con le basi ricoperte da membrane di pelle di cane, tese con dei tiranti di spago. Sulla pelle bordoniera scorre una treccia di crine di cavallo (sa ena), che ne prolunga e modula il suono. Viene percosso con due bacchette di legno di melograno. Il tamburo fa parte del complesso formato da organette, triangulu e tumbarinu. 23. Tumbarinu ’e Gavoi. Tamburo a percussione, costituito da un cilindro di legno che ha le basi ricoperte da membrane di pelle di capra. Usato a Gavoi e nella Barbagia per accompagnare danze paesane, viene percosso con bacchette di legno comune. Fa parte del complesso costituito da tumbarinu, organette, triangulu e pipiolu. 24. Tumbarineddu. Piccolo tamburo a percussione, costituito da un corto tubo di canna, privo di nodi, che ha ` ricoperta da una memun’estremita brana di intestino di bue. Percosso dall’indice e dal medio della mano destra, veniva usato assieme allo zufolo pastorale, per accompagnare ritmi paesani. 25. Tedazzeddu. Tamburo a percussione, di pelle di gatto, ha una sola membrana tesa su un piccolo cerchio di legno. Simile al tamburello basco, viene usato a Villaputzu per accompagnare, con lo zufolo pastorale, ritmi popolari. Dai bordi del cerchio di legno pendono piastrine di latta, dette trinazzus. 26. Moggiu, moizzeddu. Tamburo a percussione, costituito da un cilindro di sughero, che ha una sola base ricoperta da una membrana di pelle di cane, sulla quale scorrono due trecce di crine di cavallo, interrotte da un ago. Viene percosso con una bacchetta di

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Strumenti della musica popolare `rriu, momelograno. 27. Trı`mpanu, sco `rriu, tu ` nciu, zumbu zumbu. Oriliaghe, o ginalissimo congegno fonico, usato dai malviventi in Sardegna, sino ai primi del secolo, per disarcionare da cavallo i Carabinieri. Consta di un cilindro di sughero rovesciato, con una sola base ricoperta da una membrana di pelle di cane morto d’inedia, sulla quale scorre una treccia di crine di cavallo. Uno spago impeciato attraversa la membrana dall’esterno verso l’interno; sfregato con un pezzo di orbace o con l’indice e il pollice della mano destra, produce un rumore ruvido e stridente, capace di far innervosire in modo incredibile gli animali, specie i cavalli. CORDOFONI Sono strumenti nei quali il suono viene prodotto da corde tese su cassa armonica, pizzicate o sfregate con l’archetto. Appartengono a questa famiglia: la serraggia, la ghitarra e la cannada. 28. Serraggia. Originalissimo strumento sardo, a corda sfregata. Consta di un tubo di canna e di una vescica di maiale, rigonfia ed essiccata, che solleva una corda di ottone crudo, tesa da due piroli di legno. Lo strumento viene suonato con un archetto di lentischio, che tende una treccia di crine di cavallo. Viene usato a Bosa e a Sassari per il Carnevale. 29. Ghitarra. La chi` quella sarda. tarra di cui parliamo e ` nel CinquePresente nell’isola gia cento, veniva costruita in Sardegna, di dimensioni un po’ ridotte rispetto al` seml’attuale. Chiamata «quartina», e pre presente nelle bettole, sos zilleris. Accompagna canti e danze. 30. Cannada. Originalissimo congegno fonico, consistente in un recipiente metallico con manico, usato dai pastori per la mungitura del latte. Da questa chitarra dei poveri Gavino Camboni di Ploaghe, unico suonatore vivente nel 1982, riusciva a tirar fuori dei suoni che imitano

e sostituiscono la chitarra e che accompagnano canti e danze paesane. IDIOFONI Sono strumenti a percussione, costruiti con materiale capace di produrre suono senza l’ausilio di corpi estranei. A questa famiglia appartengono: campanas, triangulu, re`gulas, affuente, canna pida, zucca e zucchitas, furrianughe, mumusu, mamuthones, campaneddas ladas, ischiglitos, tabeddas, matracca a roda, matracca, ranas e canna de taula, taulittas, matracca corruda. 31. Campanas. Sono le campane delle chiese sarde, sulle ` ganos) quali abilissimi campanari (gia eseguivano ritmi di balli tradizionali, graditissimi dal popolo, dei quali ancora oggi si conserva il ricordo. 32. Triangulu. Tondino di ferro, ripiegato in forma di triangolo equilatero con un angolo aperto, in modo da consentire al tondino di vibrare. Sostenuto verticalmente con uno spago, viene messo in vibrazione da una bacchetta di ferro, che lo batte internamente. Accompagna danze popolari, quasi sempre con organetto e tamburo. 33. Re` gulas. Grossa ruota di legno, sul cui dorso sono fissati dei campanelli di diversa grandezza. Fatta ruotare mediante il tiraggio di una fune, produce un concerto solenne e festoso. Veniva usata nelle chiese, per sottolineare i momenti principali delle sacre celebrazioni. 34. Affuente. Congegno fonico, costituito da un grosso piatto di rame sbalzato, che viene percosso con una chiave metallica. In passato accompagnava canti e danze in diverse zone dell’isola. Attualmente sopravvive solo a Ottana, dove accompagna l’incedere ritmico delle maschere carnevalesche, ` les e i boes. 35. Zucchitas. Congei merdu gno fonico, costituito da due piccole zucche cave che, svuotate della parte polposa, venivano riempite di pietruzze e semi vari e usate come mara-

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Studi Ogliastrini cas per accompagnare ritmi popolari. 36. Furrianughe. Oggetto sonoro, costituito da uno o due gusci di noce forati, che infilati da una stecca di legno con volano son costretti a girare alternativamente da uno spago che funge da molla di richiamo. Riproduce voci della natura. 37. Mumusu. Ordigno a corda sfregata, costituito da un corto tubo di canna, privo di nodi, con un’e` chiusa da una membrana esstremita siccata di intestino di bue, il cui centro ` attraversato da una treccia di crine di e cavallo o spago impeciato. Facendo ruotare il tutto si costringe lo spago a ` legato, sfregare su un legnetto a cui e producendo un ronzı`o caratteristico che, trasmesso dallo stesso spago, viene amplificato dal tubo di canna. 38. Mamuthones. Serie di campanacci che pendono sul petto e sul dorso delle maschere di Mamoiada. Di chiara origine apotropaica, vengono usate nel Carnevale per sottolineare il ritmico e cadenzato incedere delle maschere. 39. Campaneddas ladas. Gruppo di due piccole campane di bronzo, con collana di pelle, che vengono appese al collo dei buoi in occasione di sagre campestri o feste paesane. 40. Ischiglittos. Serie di sonagli metallici tondi, sistemati su policrome collane di broccato, che vengono appese al collo dei cavalli in occasione di sagre paesane o gare carnevalesche. 41. Mommodinu. Con questo termine s’indica il canto del «Mattutino delle tenebre» del triduo che va dal Giovedı` al Sabato Santo, a conclusione dei quali i ministri sacri e il popolo facevano dello strepito, percuotendo libri, banchi, predelle, confessionali e soprattutto agitando gli strumenti fonici della Settimana santa. In questo triduo di silenzio delle campane, i segni dell’Angelus e delle sacre funzioni venivano dati dalle matraculas, le ranas e le taulittas, suonate dai

bambini lungo le vie dei paesi: la ma` una tavoletta rettangolare, di tracca e legno, sulla quale son fissati dei batacchi di ferro, in numero di uno o due per ` di oscillazione. parte, con possibilita Diretto discendente dei sacra ligna, lo troviamo ricordato nella liturgia cattolica col nome di crepitaculum, crota` l’unico strulum, tabula strepens. E mento di musica popolare che fa parte ` della liturgia ufficiale; in certe zone e presente nelle varianti della matracca a roda e della matracca corruda. Le ranas sono un congegno fonico, costituito da un tubo di canna con ancia, che viene alternativamente sollevata da una ruota dentata, fissata su un perno girevole. Oltre che in canna se ne conoscono anche bellissimi esemplari in legno. Le taulittas sono un altro congegno fonico della Settimana santa, costituito da tre tavolette piatte, tenute in` di sieme da uno spago, con possibilita oscillazione. [GIOVANNI DORE] [Il testo riproduce quello preparato dall’Autore per La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), II, 1982. Sull’argomento vedi anche = Musica e canto popolari].

‘‘Studi Ogliastrini’’ Periodico di storia, arte e scienza, diretto da padre Vincenzo Mario Cannas. Esce dal 1984.

‘‘Studi sardi’’ Biennale dell’Istituto ` di per gli Studi sardi dell’Universita Cagliari, edito a Cagliari dal 1936 in robusti volumi, ospita in genere i saggi degli specializzandi e scritti dei loro insegnanti, tra i quali in particolare Giovanni Lilliu e Giovanna Sotgiu.

‘‘Studi sassaresi’’ Pubblicazione fondata a Sassari nel 1901 da un gruppo di ` di professori universitari della Facolta Giurisprudenza tra i quali Enrico Besta, ha ospitato saggi importanti. Da un ` divisa certo punto della sua storia si e in due sezioni, la sezione di studi giuridici e la sezione di scienze naturali.

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Sualesi Nell’ultimo decennio del Novecento si ` limitata a qualche uscita occasioe nale, in genere in coincidenza con specifici convegni di studio.

Studium et Stadium Societa` sportiva di atletica leggera nata a Sassari nel 1954 per iniziativa di due insegnanti di Educazione fisica del Liceo classico ‘‘Azuni’’: Domenico Fracassi e Tor` la presiquato Pons, che ne assumera ` per parecchi anni. denza e la manterra Inizialmente nascono vari contrasti sull’uso dell’unico impianto esistente `, che e ` di proprieta ` della Torres, in citta mentre da questo sodalizio inizia una emorragia di atleti, maschi e femmine, in gran parte studenti del Liceo ‘‘Azuni’’. I problemi si risolvono nel 1962 quando viene inaugurato il nuovo impianto dello stadio dei Pini, oggi intitolato a Tonino Siddi (=). Tra gli atleti della S. et S. alla fine degli anni Cinquanta si mette in luce il velocista Vittorio Urigo che proprio nel 1962 corre i ` solo la punta di un 100 m in 10’’7, ma e vasto movimento ben organizzato da cui nasceranno ottimi elementi, so` e nel mezzoprattutto nella velocita fondo, come l’ottocentista ozierese Giulio Spanu, il velocista Francesco Meloni, il lanciatore Paolo Pani e altri, tra cui numerose atlete. Nel 1963 Vittorio Urigo muore in un incidente moto` dedicato qualche ciclistico: a lui verra anno dopo il ‘‘Trofeo Urigo’’, un meeting a carattere nazionale, il primo in Sardegna, disputato in numerose edi` degli anni Settanta. zioni fino alla meta Nasce nella S. et S. un altro ottimo velocista, Salvatore Masia (10’’7 nei cento e 21’’6 nei duecento nel 1967), mentre nella sezione femminile, allenata da Giancarlo Manca, i migliori risultati sono di Milena Sanna, campionessa italiana di pentathlon. Questa atleta e tanti altri lasceranno poi la S. et S. quando nei primi anni Settanta nasce

il G.S. San Camillo, fondato dai religiosi camilliani che hanno costruito un Istituto professionale e un ospedale `. Anche alcuni alla periferia della citta allenatori come lo stesso Giancarlo Manca e Mario Casu passeranno alla ` , dotata di notevoli rinuova societa ` contisorse. La vita della S. et S. pero nua e negli anni successivi produce altri atleti di vaglia come il velocista Alberto Figus (21’’6 nei 200 nel 1984), Antonio Dore, che nel 1992 corre a Orvieto i 400 m in 47’’77 e Maurizio Angius che nel 2004 a Eboli corre gli 800 in 1’48’’77. ` la maraAltra iniziativa della S. et S. e tona aperta a tutti che da Sassari porta a Osilo, svolta in innumerevoli edizioni sempre ai primi di maggio. Attual` sassarese e ` presiemente la societa duta da Alberto Pinna e ha nello staff degli allenatori Giovanni Puggioni, grande velocista sassarese. [GIOVANNI TOLA]

Stumpo, Enrico Docente di Storia economica (n. Brindisi 1946). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Ha insegnato Storia economica ` di Sassari; attualmente nell’Universita ` professore nella Facolta ` di Lettere e ` di Siena. Tra i suoi dell’Universita scritti che riguardano la Sardegna, ´, e Storia della modue ‘‘voci’’, I vicere neta, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I e II, 1982; Il problema dei donativi negli stati italiani della monarchia spagnola, in Acta Curiarum Regni Sardiniae. Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna, I, 1986.

Sualesi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Gerrei. Quando nel 1258 ebbe ter` a mine la storia del giudicato, entro far parte dei territori assegnati ai di ` Capraia; alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel

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Subirats 1295 Mariano II lo cedette al Comune ` prima della fine del sedi Pisa, che gia colo lo amministrava direttamente. ` a Conquistato dagli Aragonesi, entro far parte del Regnum Sardiniae; nel ` a decadere ed entro la 1324 continuo ` complefine del secolo XIV si spopolo tamente.

Subirats Famiglia catalana originaria ´ rida (sec. XIV). della provincia di Le Con un Bartolomeo si trasferı` in Sardegna al seguito dell’infante Alfonso. Subito dopo la conquista egli ebbe in feudo, unitamente a Guglielmo di ` Carroz, la curatoria Montgry e a Nicolo della Barbagia di Seulo. I tre ebbero il feudo pro indiviso in ragione di un terzo ` , ebbero delle ciascuno; i loro figli, pero ` nei loro rapporti con i vasdifficolta salli che spesso si ribellarono, e uno di loro, un Gisberto, nel 1337 si impadronı` anche del terzo toccato ai Montgry, ma morı` senza figli nel 1341, lasciando erede una sua cugina che aveva spo` Carroz. sato Nicolo

Subrio Destro, Sesto Cavaliere romano. Tacito racconta che nell’anno 69 d.C., negli ultimi giorni del principato di Galba, Subrius Dexter era tribuno di una coorte pretoria e che per ordine dell’imperatore fu inviato con Cetrio Severo e Pompeo Longino, anch’essi tribuni, negli accampamenti dei pretoriani in rivolta per cercare di placare i loro animi. Lo stato di agitazione delle truppe era tale che ai tre tribuni non fu possibile il compimento dell’incarico assegnato. La carriera di Subrio Destro, comunque, non fu arrestata dalla morte di Galba e cinque anni dopo, sotto Vespasiano, egli si tro` di governavava in Sardegna in qualita tore con il titolo di procurator et praefectus, come si apprende da due miliari rinvenuti a Macomer e datati al 74 d.C. ` imLa testimonianza dei due miliari e ´ in base ad essi si puo ` portante, poiche

affermare che, dopo un periodo di amministrazione senatoria iniziato sotto Nerone, l’isola durante il principato ` nel novero delle di Vespasiano torno province imperiali. [PIERGIORGIO FLORIS]

Succi (o Ciria) Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Era situato tra Settimo San Pietro e Maracalagonis. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori amministrati direttamente da Pisa. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae e nel 1324 fu concesso in feudo a Guglielmo Oulomar, i cui discendenti, nel 1362, lo vendettero a Berengario Carroz.

Succiamele ramoso Pianta della famiglia delle Orobancacee (Orobanche ramosa L.). Conosciuta anche con il ` una pianta parassita annome latino, e nuale, con fusto ramificato; ha pochissime foglie ridotte a squame; i fiori con corolla violacea pelosetta sono riuniti in infiorescenze a spiga, che fioriscono in estate. Tutta la pianta ha colore bruno, senza parti verdi fotosintetiche: vive infatti succhiando la linfa da altre piante, attraverso particolari apparati sotterranei detti austori, e predilige come piante ospiti le graminacee, per ` facile osservarla nei campi di cui e ` infestante perche ´ si grano e di orzo. E ` attraverso diffonde con grande facilita la dispersione dei semi minuscoli, che la pianta produce in gran numero. In Sardegna sono presenti, ma meno diffuse, altre specie dello stesso genere, tra cui gli endemismi O. rigens Loisel. e O. denudata Moris, inseriti nell’elenco delle specie da proteggere in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Succu Minestra, in origine propria del Barigadu. Si ottiene facendo lessare

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Suelli assieme carne di montone castrato (mascu sanau), di manzo e di gallina, ottenendone un brodo insaporito, secondo la ricetta tradizionale sarda, con cipolla, sedano, prezzemolo, basilico, pomodori secchi, zafferano e carota. A parte si preparano tagliatelle caserecce di pasta di farina di grano duro all’uovo confezionate manualmente secondo il sistema tradizionale, che poi si fanno cuocere nel brodo ottenuto precedentemente fino a portarle al dente. Utilizzando poi un grande tegame di coccio si dispongono a strati le tagliatelle cosı` cucinate alternandole con strati di formaggio fresco acido sminuzzato e le si irrora di brodo aggiungendovi aromi e zafferano. Quindi si passa il tutto al forno per una cottura che fa amalgamare i sapori.

Succu, Onorato Bandito (Orgosolo, se` sec. XIX-Muttigunele, Barconda meta bagia, 1927). A partire dagli inizi del Novecento si pose a capo di una banda ` il Nuodi malviventi che terrorizzo rese. Innumerevoli persone furono uccise da lui e fatte uccidere per vendetta. Dopo la breve pausa degli anni ` , aggradi guerra riprese la sua attivita vando progressivamente i suoi com` persino a inviare portamenti: arrivo un ultimatum al governo. Nella notte `, i tra il 29 e il 30 marzo del 1927, pero Carabinieri di Mamojada furono informati che S. e i suoi compagni Antonio Tandeddu, Francesco Carta, Agostino Mele, Giovanni Antonio Succu ed Egidio Salis si trovavano nascosti in un ovile in regione Muttigunele. Dopo una veloce marcia, circondarono l’ovile e ingaggiarono un conflitto a fuoco nel quale rimasero uccisi S., Carta e Salis; gli altri si arresero: «Avanzade puru, semusu resos», gridarono i superstiti; purtroppo era l’ultimo inganno, e ` sul quando ripresero a sparare resto campo il carabiniere Pietro Melis.

Suci Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Guilcier. Agli inizi del secolo XIII la sua chiesa fu donata ai Camaldolesi di ` , decadde Bonarcado: il villaggio, pero ` ed entro la fine del secolo si spopolo completamente.

‘‘Sud Est’’ Rivista mensile di cultura del GUF di Cagliari. Venne pubblicata a Cagliari dal novembre del 1934 al luglio del 1942. Tra il 1934 e il 1935 fu diretta da Francesco Alziator, tra il 1935 e il 1937 da Lino Businco, in seguito da Paolo Loy, fino al 1940, e dopo questa data da Mario Zirano. Si avvalse della ` collaborazione degli universitari piu vivaci, destinati a emergere in ogni campo e ad assumere in seguito un impegno politico lontano dagli ideali del fascismo; tra questi vanno ricordati A. Romagnino, L. Pirastu, G. Brotzu, S. Cambosu, A. Borghesan. Dopo il 1940, ` derivanti dalla a causa delle difficolta guerra, la rivista ridusse il numero ` a svolgere delle pagine, ma continuo la sua funzione di attento osservatorio di tutti i campi della cultura sarda.

Suelli1 Comune della provincia di Ca` gliari, compreso nella XX Comunita montana, con 1180 abitanti (al 2004), posto a 254 m sul livello del mare tra Senorbı` e Mandas. Regione storica: Trexenta. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 19,24 km2 e confina a nord con Mandas, a est con Siurgus Donigala e Senorbı`, a sud ancora con Senorbı` e a ovest con Selegas e Gesico. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, utilizzate da tempo immemorabile per le coltivazioni. I corsi d’acqua che lo attraversano, tra i quali il rio Cannisoni, fanno parte del bacino idrico del rio Mannu, immissario dello ` attraverstagno di Cagliari. Il paese e

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Suelli sato dalla statale 128, che procede da sud a nord; una strada minore si dirige a est, verso Sisini, frazione di Senorbı`, e Siurgus Donigala; e una dal lato opposto, verso Selegas, Guamaggiore e Guasila. S. dispone anche di una stazione lungo la ferrovia a scartamento ridotto Cagliari-Mandas.

Suelli – Chiesa di San Pietro. & STORIA Il territorio e ` ricco di testi` nuramonianze archeologiche di eta gica, che documentano la continua presenza dell’uomo fino al periodo altomedioevale. Apparteneva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria della Trexenta, alla fine del ` secolo XI il giudice di Cagliari lo dono al vescovo Giorgio di S. (=) che ne fece sede della diocesi omonima. Caduto il giudicato, nella divisione del 1257 fu compreso nella parte toccata al conte di Capraia e all’estinzione della sua famiglia prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa; per tutto questo periodo furono rispettati i diritti del vescovo e il villaggio conti` a essere capoluogo della diocesi. nuo Dopo la conquista aragonese S. conti` a restare nelle mani del vescovo. nuo Scoppiata la prima guerra tra Aragona e Arborea fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea fino al 1409 ma con` a essere sede della diocesi. Dopo tinuo la battaglia di Sanluri non fu compreso nel feudo concesso a Giacomo de Be-

` della diosora, ma rimase di proprieta ´ questa fu unita alla diocesi cesi finche di Cagliari agli inizi del secolo XVI. Da ` nelle mani delquesto momento passo l’arcivescovo di Cagliari che tra i suoi titoli prese quello di barone di S. All’arcivescovo S. venne riscattato nel 1838; nel 1821 fu compreso nella provincia di Cagliari. Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una viva testimonianza di questo periodo: «Nel citato censimento del 1846 si notarono in S. anime 990, distribuite in famiglie 227 e in case 201. Distinguevansi poi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 500 in scapoli 303, ammogliati 177, vedovi 20; il totale delle femmine 490 in zitelle 261, maritate 179, vedove 50. I numeri del movimento della popolazione sono nascite 35, morti 17, matrimoni 5. Le donne lavorano il lino e fanno delle tele di semplice tessitura ed operate. La scuola elementare suole avere inscritti da venti a trenta fanciulli; ma ` e con non si frequenta che dalla meta pochissimo profitto. In tutto il paese ` di 15 sanno leggere e scrivere. non piu Agricoltura. I terreni di S. sono di tanta ` quanto i piu ` riputati in questa fertilita regione di Trecenta, che ha i primi ` nell’isola. La quanvanti di fecondita ` di starelli ` ordinaria che si semina e tita 1400 di grano, 250 d’orzo, 450 di fave, 90 di legumi, 70 di lino. La fruttificazione, se non sono disfavorevoli le condizioni della meteorologia, rende per comune ` del grano, altrettanto delil 15 e piu l’orzo e delle fave. L’orticoltura occupa piccoli tratti di terreno, lavorandosi quanto basta per il bisogno delle famiglie proprietarie e per poche altre. La vigna contienesi in circa 200 giornate ` di uve. La vendemed ha molte varieta ` abbondante, ma i vini non sono di mia e ` , si consuma tutto nel particolar bonta paese. Pastorizia. Il bestiame di servi-

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Suelli gio comprende buoi 400, cavalli 60, giumenti 200. Il numero de’ majali che si allevano non oltrepassa i 100. Il pol` copiosissimo. Il bestiame rude lame e numera vacche 120, cavalle 80, pecore ` bugni 2500, porci 300. L’apicultura avra ` a far parte della 350». Nel 1848 S. entro divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita omonima provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una modesta attivita settore alimentare e in quello dell’edi` modestamente organizzata la lizia. E rete di distribuzione commerciale. Vi ` colleopera un ristorante. Servizi. S. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e una casa di riposo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1176 unita di cui stranieri 3; maschi 611; femmine 565; famiglie 384. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 14 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 21 e nuovi iscritti 20. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 074 in migliaia di lire; versamenti ICI 285; aziende agricole 150; imprese commerciali 48; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 17; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 290; disoccupati 49; inoccupati 95; laureati 5; diplomati 108; con licenza media 362; con licenza elementare 326; analfabeti 97; automezzi circolanti 358; abbonamenti TV 279.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` punteggiato di resti del ritorio di S. e periodo nuragico, tra i quali i nuraghi Bega, Bia, Bogas, Malu, Mannu, Nomini, Piscu, Ruina Coa, Saccaionis, ` imScrixiau, Simieri. Tra questi il piu ` il nuraghe Piscu, situato portante e lungo la strada per Mandas, in posizione strategicamente importante per ` il controllo del territorio circostante. E del tipo quadrilobato e consta di una torre con volta interna a tholos, risalente al Nuragico antico, e di quattro torri laterali congiunte da una cortina muraria costruite in una fase succes` stato recentesiva. Il monumento e mente scavato, restaurato e aperto al pubblico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` discretaRALE Il centro storico di S. e ` interesmente conservato, il punto piu ` la piazza nella quale si affacsante e ciano buona parte dei suoi edifici reli` San Pietro, la chiesa giosi. Il primo e che era la sede dell’omonima diocesi. Fu ricostruita agli inizi secolo XIII in forme romanico-pisane di grande ele`, su un’anganza e, con ogni probabilita tica chiesa bizantina di cui rimane qualche elemento nel santuario. Dell’antico impianto romanico a tre navate con abside rimangono pochi elementi nei muri di cinta e nel campa` stato totalmente rinile. L’interno e fatto in forme gotico-catalane agli inizi del secolo XVI e custodisce un magnifico retablo della scuola di Stampace. La facciata fu integralmente ristrutturata nel 1869; attraverso la sacrestia e la cella di base del campanile si entra nel santuario di San Giorgio, dedicato ` al santo vescovo dell’antica diocioe cesi. Nell’edificio, che fu probabilmente costruito prima della chiesa maggiore, si crede sia sepolto il corpo del santo. Ha una pianta a croce greca ` ricco di con volta a botte. L’interno e &

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Suelli ornati di gusto popolare, caratteristici il pavimento con pianelle dai vistosi colori, l’altare di legno intagliato e dorato e la cappella del santo chiusa da un bellissimo cancello in ferro battuto opera di artigiani sardi nel Settecento. Sempre sulla stessa piazza si affaccia anche la chiesa della Madonna del Carmine, che fu costruita alla fine del secolo XV in forme gotiche; ha un’unica navata rettangolare scandita da archi ogivali che sorreggono la volta in legno. ` arricchita da un campaLa facciata e nile a vela e da un portale con modanature gotiche. All’interno conserva un retablo in legno scolpito e dipinto, alcune statue del secolo XVII e sculture ` in pietra. Ai Santi Cosma e Damiano e dedicata invece una vicina chiesa campestre, costruita alla fine del secolo XVI a circa 1 km dall’abitato. Ha l’impianto a una navata scandita da archi a sesto acuto sui quali poggia la copertura in legno. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La festa di San Cosimo e Damiano si celebra l’ultima domenica di settembre nella chiesetta campestre dedicata ai ` quanto due santi taumaturghi; che e resta dell’antico villaggio di Cixi. In precedenza la chiesa era dedicata all’Assunta e la festa in onore dei due santi si svolgeva presso un’altra chie` Sarasi in territorio di setta in localita ` stata Siurgus; solo a partire dal 1804 e spostata nell’attuale chiesetta.

Suelli2 Antica diocesi del giudicato di Cagliari. Da Suelli si stendeva fino alla Barbagia e all’Ogliastra; fu istituita nel secolo XI e fu unita a quella di Cagliari nel 1420. VESCOVI DI SUELLI 1. Giorgio, resse la diocesi nel secolo XI. 2. Giovanni reggeva la diocesi nel 1112. 3. Pietro Pintor resse la diocesi tra il 1114 e il 1130. 4. Alberto reggeva la diocesi nel 1140. 5. Pietro Macis

resse la diocesi tra il 1160 e il 1163. 6. Paolo resse la diocesi tra il 1190 e il 1200. 7. Torgotorio resse la diocesi tra il 1206 e il 1217. 8. Cerchis resse la diocesi tra il 1225 e il 1237. 9. Anonimo, cui scrisse Alessandro IV, reggeva la diocesi nel 1255. 10. Anonimo reggeva la diocesi nel 1263. 11. Anonimo reggeva la diocesi nel 1341. 12. Cuxione reggeva la diocesi prima del 1344. 13. Michele de Fraga apparteneva all’ordine dei Domenicani: resse la diocesi tra il 1344 e il 1346. 14. Giacomo, resse la diocesi tra il 1345 e il 1346. 15. Pietro, reggeva la diocesi prima del 1349. 16. Guglielmo Kos, apparteneva all’ordine dei Domenicani: resse la diocesi tra il 1349 e il 1353. 17. Guglielmo Dominici, apparteneva all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi tra il 1353 e il ` canonico di Suelli, 1363. 18. Pietro, gia reggeva la diocesi nel 1363. 19. Giacomo Aiati apparteneva all’ordine dei Domenicani: nominato dall’antipapa Clemente VII, reggeva la diocesi nel 1384. 20. Giacomo de Marzio apparteneva all’ordine dei Frati minori: fu nominato da Urbano VI in opposizione all’Aiati. 21. Benedetto de Esculle, nominato da Urbano VI. 22. Giacomo Scutiferi apparteneva all’ordine degli Eremitani: resse la diocesi tra il 1386 e il 1387. 23. Domenico, reggeva la diocesi nel 1389. 24. Giacomo, nominato dall’antipapa Benedetto XIII, reggeva la diocesi nel 1399. 25. Pietro Gibert, nominato dall’antipapa Benedetto XIII, reggeva la diocesi nel 1400. 26. Gerardo Vermell era canonico di Dolia quando nel 1409 fu nominato vescovo dall’antipapa Benedetto XIII: resse la diocesi fino al 1415. 27. Elia da Siena apparteneva all’ordine dei Frati minori: nominato dall’antipapa Giovanni XXIII, resse la diocesi dal 1410 al 1420. Il vescovo di Suelli aveva giurisdizione sulle parrocchie dei villaggi di: Ar-

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Sufeti zana, Bari Sardo, Baunei, Durgodor, Elini, Ertili, Esterzili, Gairo, Genossi, Gersalai, Girasole, Guidilasso, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Lentiscu, Lessey, Lotzorai, Manurri de Montibus, Osini, Perdasdefogu, Quirra, Sadali, San Pietro di Quirra, Seui, Seulo, Talana, Tertenia, Tortolı`, Triei, Turbengentilis, Ulassai, Urlo, Urzulei, Ussassai, Villagrande Strisaili, Villanova Strisaili.

Suergiu Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu com` ai Della preso nella parte che tocco Gherardesca: nella divisione cui alcuni anni dopo i due rami della famiglia procedettero tra loro, il villaggio ` al ramo del conte Ugolino. I suoi tocco figli, per vendicare la morte del loro genitore, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa ma furono scon´ alla fine del XIII il villaggio fitti, sicche ` sotto l’amministrazione diretta passo del Comune. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e nel 1328 fu riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸en. Nel 1348 soffrı` ` quasi a causa della peste e si spopolo completamente; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV subı` altri danni. Allo scoppio della seconda guerra tra Arborea e Aragona, essendosi Alibrando de Ac ¸en schierato col giudice, il feudo fu confiscato. Negli anni seguenti fu occupato dalle ` rapidatruppe giudicali e si spopolo mente.

Suergiu, Su Miniera di antimonio in territorio di Villasalto. L’individuazione dei minerali di antimonio nel territorio risale agli inizi dell’Ottocento, ma le vere ricerche furono avviate solo nel 1854 dall’imprenditore Francesco Ferro. Prima del 1880 l’isolamento del luogo non rese possibile lo

sfruttamento, che fu avviato da Carlo Rogier, Giuseppe Carcassi e Carlo Scamiglia: quest’ultimo nel 1882 costruı` anche una fonderia nelle vicinanze della miniera. Nel 1889 i tre la cedet` Anonima Miniere e tero alla Societa Fonderie di Antimonio, ma le oscillazioni dei prezzi sul mercato e la diffi` di estrazione resero precario lo colta sfruttamento. Dopo una effimera ripresa in periodo bellico, nel 1925 la miniera fu rilevata dalla Montevecchio. Furono allora migliorati gli impianti, fu avviata la produzione anche di un ossido chiamato Italox, ma nel 1933 fu accertata la ormai scarsa consistenza dei giacimenti. La miniera nel 1941 ` all’AMMI, societa ` controllata passo dallo Stato che, nel secondo dopoguerra, pur fermando l’estrazione, ` a far lavorare la fonderia con continuo minerali provenienti dalla Turchia e dalla Cina. Tra il 1946 e il 1966 l’impianto fu potenziato con ottimi risul` entro ` in tati, ma ben presto la societa conflitto col Comune di Villasalto, che denunciava un inquinamento. Tra mille polemiche la miniera e la fonderia passarono allora all’ENI e poi alla SIM, che nel 1987 chiese di rinunciare alla concessione.

Sufeti Magistrati punici. Nella Sardegna punica erano posti al vertice del` in sostil’amministrazione delle citta tuzione degli antichi magistrati eletti dal popolo che le governavano prima della conquista cartaginese. La con` fenicie della Sardequista delle citta gna ebbe luogo dopo il 538 a.C.; la loro amministrazione fu riorganizzata sul modello di Cartagine e al vertice di ciascuna furono posti due sufeti. Erano magistrati elettivi, duravano in carica un anno e avevano il compito di prov` dell’amministravedere alle necessita zione civile e giudiziaria. Accanto a loro fu posta l’assemblea degli anziani,

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Sugarello che aveva il potere di condizionarne ` e di influire sulla vita politica l’attivita ` . I S. vennero regolardella comunita mente eletti a Carales, Sulci, Nora, Bithia, Tharros, Cornus, Othoca, Neapolis e Olbia e continuarono a esserlo anche dopo la conquista romana, almeno fino al secolo I a.C.

francesi che sono venuti a stabilirvisi con questo scopo».

Sugarello = Zoologia della Sardegna Sughera = Quercia

Sughero – Una fabbrica di Calangianus. Gran parte della lavorazione del sughero, una volta ‘‘cavato’’ dalle querce, avviene in Sardegna.

Sughero – Deposito di sughero in Gallura.

Sughero Corteccia (tessuto secondario del fusto che, prodotto dal fellogeno, sostituisce l’epidermide con funzione di protezione) della Quercus suber – o su` un’aughera – e della Q. occidentalis. E tentica risorsa della Sardegna, in particolare della Sardegna nord-occidentale, dove fra Tempio e Calangianus opera un ‘‘distretto del sughero’’ che, pure fra anni difficili e annate d’abbondanza o di grande domanda del mercato, assicura in generale un red` di imdito importante a una comunita prenditori, tecnici, operai, proprietari di sugherete e commercianti. «Lo sfruttamento del sughero, di cui l’isola abbonda, – scriveva Alberto Lamar` nel 1839 – comincia ad acquimora gia stare una certa importanza per la Sar´ dovrebbe attirare l’atdegna, sicche tenzione dei governanti e dei privati. Lo sfruttamento regolare del sughero ` cominciato da una decina d’anni in e Gallura, per iniziativa di speculatori

Sandro Ruju, che ha dedicato alla storia del settore un libro molto documentato (Il peso del sughero. Storia e memoria dell’industria sugheriera in Sardegna, 1830-2000, 2002), cita i nomi dei francesi Michel Sartoux e Ognissanti Arnaudon di Marsiglia e Jean-Pierre Rocher di Montpellier come i primi imprenditori francesi che si interessarono all’acquisto di sughero in Gallura. Durante gli anni Sessanta del secolo ` franco-spagnola aprı` a una societa Tempio una fabbrica di turaccioli, gestita da maestranze catalane, che fu forse la prima vera e propria impresa industriale italiana nel settore. Entro la fine del secolo l’industria del turacciolo era ormai diffusa a Tempio: questo sviluppo fu coronato dalla nascita ` a capitale italiano ma di una societa prevalentemente ‘‘continentale’’, ‘‘Il Sughero’’, che nel 1913 aprı` a Tempio una grande fabbrica moderna (la frab` all’inizio degli bica noa), chiusa pero ` anni Venti, dove comunque acquisto forza il movimento dei lavoratori del ` si era venuto organizsughero, che gia zando sul finire del secolo XIX. L’industria del s., dopo la parentesi del ven` ripresa con vitennio e della guerra, e

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Sulci gore, approntando moderne attrezzature e allargando il mercato: in questo ` periodo il primato nella produzione e passato da Tempio a Calangianus, diventata oggi una delle capitali italiane del sughero, mentre la Regione sarda ha provveduto a fornire assistenza tecnica e soprattutto strutture di ricerca scientifica nel settore creando la Stazione Sperimentale del Sughero, con sede a Tempio (L.R. 6 febbraio 1952, n. 5). Nel 1992 operavano in Gallura nel settore del s. 156 aziende, di cui 134 artigiane (100 a Calangianus) e 22 industriali (11 a Calangianus), con altre ` della meta ` del totale 1000 addetti (piu italiano). Il fatturato globale delle 12 maggiori aziende industriali del s. in provincia di Sassari nel 1989 era di 44,3 miliardi di lire. Oggi le fabbriche sarde sono in condizione di lavorare ` sughero di quanto non se ne propiu ` uno dei problemi duca in Sardegna: e del settore, al quale l’intelligenza di imprenditori che sono all’avanguardia ` sicuramente offrire soin Italia sapra luzioni.

Sughero – Selezione dei tappi di sughero.

Suia, santa (o Santa Suina, Santa Suinua) = Cecilia, Suinua e Ginia, sante e = Sofia, santa

Sulas Famiglia di Tresnuraghes (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVII; nel 1640 ottenne il cava` con un lierato ereditario e la nobilta

Gregorio che nel 1643 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Avellano. I suoi discendenti continuarono a risiedere a Tresnuraghes e a prendere parte a tutti gli altri parlamenti. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Sulci Antica denominazione dell’insediamento urbano (in fenicio Slky), localizzato nella Sardegna sud-occidentale e identificabile con l’odierna Sant’Antioco. Si ricava da un’iscrizione incisa lungo l’orlo di una coppa d’argento dell’originario peso di 59 sicli (circa 440 gr) dedicata al dio Baal Addir dalle ` politiche e religiose massime autorita del secolo III a.C. La datazione agli ` del secolo anni finali della prima meta VIII a.C. (770-50 a.C.), comprovata dalle indagini stratigrafiche e dallo studio dei materiali provenienti dall’abitato, qualifica Sulky come il centro urbano ` arcaico della di fondazione fenicia piu Sardegna. I livelli di vita dei secoli VIII e VII a.C., indagati fin dal 1983 nella cosiddetta Area del Cronicario, hanno restituito numerosi elementi della cultura materiale fenicia, tra cui ceramiche e uova di struzzo, cui si affiancano prodotti importati di ambito euboico relativi alla sfera del simposio e produzioni pienamente fenicie. La presenza di articolati ambienti a schema ortogonale con una serie di pozzi, una cisterna e un silos per derrate evidenzia ` urbanistica fin una raggiunta maturita dalle prime fasi della presenza coloniale, avvenuta nel segno di una compartecipazione della componente autoctona di cultura nuragica. Anche attraverso i dati raccolti durante le indagini condotte nel locale santuario tofet, che conosce un lunghissimo periodo di utilizzo dalla fine del secolo VIII a.C. ai secoli II-I a.C., si percepisce appieno il carattere multietnico degli antichi abitanti di Sulky, alcuni dei quali dovet-

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Sulcis tero certamente essere di cultura nuragica e particolarmente attenti alla conservazione delle proprie tradizioni. Attualmente si conosce un’unica sepoltura fenicia della fine del secolo VII a.C., rinvenuta in modo occasionale e i cui elementi di corredo sono confluiti in collezioni private, che permette di ipotizzare la localizzazione ` fenicia in un’adella necropoli di eta rea prossima alla costa e in posizione marginale rispetto all’abitato. Il suc` documentato cessivo periodo punico e in maniera egregia dall’impianto se` che si sviluppa a polcrale della citta partire dalla fine del secolo VI a.C. dall’attuale via Belvedere fino alla loca` di Is Pirixeddus, per raggiungere la lita ` romana, quando numerosi piena eta ipogei saranno riaperti e riutilizzati ` per le deposizioni. Alla prima meta del secolo IV a.C. (375-50 a.C.) si datano le fortificazioni edificate con la consueta tecnica del bugnato rustico ed eseguite con grossi massi trachitici. Gli stessi leoni monumentali in arenaria, esposti nel Museo Comunale di Sant’Antioco, sono da considerarsi in connessione con la cinta muraria e dovevano verosimilmente fiancheggiare una monumentale porta d’accesso, sebbene alcuni studiosi tendano a considerarli come elementi scultorei di un santuario e pertinenti alla fase fenicia. A seguito dell’annessione della Sardegna, S. rivestı` un ruolo strategico nel quadro della politica mediterranea ro` desumibile dalle stesse mana, come e fonti antiche che ricordano come la ` fu severamente punita e multata citta nel 46 a.C. da Cesare per essersi schierata al fianco di Pompeo, avendo accolto nel porto la flotta navale di L. Nasidio e avendo rifornito di armi e metalli Q. Cecilio Metello Pio Scipione, ` resuocero dello stesso Pompeo. In eta pubblicana il centro abitato ricalcava

probabilmente l’estensione dell’anteriore circuito urbano punico, come si deduce dalla dislocazione del mausoleo funerario detto Sa Presonedda. Per ` romana imperiale si la successiva eta segnala il rinvenimento di un bel mosaico del secolo II d.C. dalla regione di Is Solus e di numerose statue di notabili, magistrati cittadini ed esponenti della famiglia Giulio-Claudia (una probabile galleria di ritratti imperiali) ` Su Narboni. Allo stesso dalla localita imperatore Claudio, proprietario di vasti latifondi nell’area, si deve con ` l’elevazione a municitutta probabilita ` pium. Altre importanti strutture di eta romana sorgevano nel settore dell’acropoli, alle cui pendici si trova localizzato l’Anfiteatro, mentre le Catacombe furono costruite a partire dal secolo IV d.C. riutilizzando alcune tombe puniche e ampliando e collegando tra loro i precedenti ipogei. [MICHELE GUIRGUIS]

Sulcis, arcipelago del Arcipelago della Sardegna sud-occidentale che comprende le isole di Sant’Antioco (=) e di San Pietro (=).

Sulcis, curatoria del (o curatoria di Sols) Antica curatoria del giudicato di Cagliari. Si stendeva su una superficie di 1511 km2, situata a ovest di quella del Sigerro. Aveva una conformazione montagnosa, era densamente popolata e aveva un’economia molto sviluppata, ` agropastorali e fondata sulle attivita ` mineraria. Comprendeva i sull’attivita villaggi di Arenas, Barettas, Baromela, Bau de Cannas, Baustiri, Flumentepido, Garamatta, Giba, Gibasturba, Margalu, Murdedu, Murrecci, Nepos, Nulacadu, Nuxis, Palmas de Sols, Pardu, Pesus, Petrargius, Petralonga, Piscinas, Santadi, Sirai, Sirri, Suergiu, Teulada, Trailis, Tratalias, Tului, Urratile, Villama, Villaperuccio. Dopo la divisione seguita alla caduta del giudi-

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Sulis cato (1257), il territorio fu compreso nella parte toccata ai Della Gherardesca del ramo del conte Ugolino, e dopo la guerra scatenata dai suoi figli contro il Comune di Pisa per vendicarne la ` morte, alla fine del secolo XIII passo al Comune che la fece amministrare direttamente da suoi funzionari. Dopo la conquista aragonese il suo territorio fu diviso in numerosi piccoli feudi. Scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, il territorio divenne teatro delle operazioni militari e fu occupato dalle truppe giudicali fino alla battaglia di Sanluri. Successivamente il suo terri` completamente spopolato, fu torio, gia incluso nel grande feudo degli Aragall Bellit che nel XVII divenne il marchesato di Palmas. A partire dalla fine del secolo XVIII, con la formazione dei furriadroxius e dei boddeus, i pastori che ne frequentavano il territorio avviarono il processo di ripopolamento della regione, dando vita agli attuali centri abitati.

Sulcis, provincia del = Carbonia-Iglesias, provincia di

` noto anche un Vitale S., vescovo; gio; e non sappiamo invece da quale Sulci giungesse il sulcitano ricordato fra i testimoni in calce a un diploma militare da Anela (68). [ANTONIO IBBA]

Sulci tirrenica (o Sulsi) Insediamento collocato nell’area dello stagno di Tortolı`, nei pressi dell’attuale centro di Arbatax nella costa centro-orientale della Sardegna. La specifica topografia del sito in questione, unita a un’indagine tesa alla ricostruzione dell’antica linea di costa, documenta un tipico paesaggio di tipo precoloniale. Un’importante prospezione archeologica intrapresa attorno alle originarie rive ` antica era cerdello stagno, che in eta tamente un golfo, ha condotto all’individuazione di alcune strutture parzialmente coperte dal castello di Medusa, presso Lotzorai. Tuttavia la datazione non anteriore al secolo III a.C. consente di collocare queste strutture nella fase cronologica di passaggio tra gli ultimi anni della dominazione punica e la conquista romana della Sardegna nel 238 a.C. [MICHELE GUIRGUIS]

Sulcitani Secondo Tolomeo, nome di

Sulis Famiglia di Muravera (sec. XVII-

due distinti gruppi etnici sardi (Solkita`i). Il primo era localizzato lungo la cono sta ogliastrina, a nord dei Rubrenses, il ` secondo vicino ai Noritani, all’estremita meridionale dell’isola, in una regione corrispondente in gran parte al moderno Sulcis. Si trattava verosimilmente di popolazioni rurali insediate sui territoria controllati dalle due Sulci; Plinio il Vecchio annovera i S. fra i celeberrimi populi oppidani, ma in questo ` probabile che si riferisse ai soli caso e ` peregrina occiabitanti della comunita ` faceva l’adentale, come d’altronde gia nonimo autore del De bello Africano; a Sant’Antioco, inoltre, i S. sono ricordati in alcune dediche all’imperatore Adriano (118), al notabile Lucio Cornelio Marcello e a un anonimo personag-

esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII, quando ottenne il cavalierato ` con un Francesco ereditario e la nobilta nel 1691. Nel 1698, unitamente ai suoi numerosi figli, fu ammesso allo Stamento militare nel parlamento Montellano; di essi Francesco Antioco conti` la discendenza. Era sposato con nuo una Esgrecho. La famiglia possedeva i diritti della scrivania del vicario reale ` il di Cagliari; nel 1731 egli ne rivendico possesso imbarcandosi in una inconcludente lite con il fisco e con gli altri pretendenti. I suoi discendenti svilupparono una grande azienda agricola alla quale diede impulso soprattutto un Maurizio, vissuto nell’Ottocento. Egli fu per cinquant’anni sindaco di Muravera e consigliere provinciale; con i suoi figli

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Sulis la famiglia si trasferı` a Cagliari, dove attualmente risiede.

Sulis, Bachisio Poeta (Aritzo 1795-ivi 1836). Interrotti per motivi familiari i ` ad Aritzo suoi studi a Cagliari, torno dove aprı` una piccola scuola elemen` a scrivere versi in lintare e si dedico gua sarda carichi di pathos e di grande significato politico. Fu ingiustamente accusato di omicidio e costretto a darsi alla macchia, dove visse per dieci anni. Durante tutto questo tempo visse con i latitanti, ne condivise le pene e ne ` il mondo con versi penetranti. canto Riabilitato, gli fu possibile tornare in ` poco dopo fu assassipaese, dove pero nato nel 1836. I suoi versi furono pubblicati postumi nella raccolta Poesie sarde, uscita a Lanusei nel 1906.

Sulis, Francesco1 Mercedario (?-Cagliari 1894). Conosciuto per la sua vasta cultura, fu studioso della vita dei santi sardi. Tra i suoi scritti: Cenni storici sul simulacro della Vergine SS. di Bonaria, 1856; Cenni brevi sulla istituzione, anti` ed eccellenza dell’archidiocesi di chita Cagliari, 1871; Il cavalier Pasquale Tola, 1874; Anno del martirio di S. Efisio e sua vita, 1881; Culto religioso dei santi martiri cagliaritani provato con documenti, 1883.

Sulis, Francesco2 Docente di Diritto, deputato al Parlamento (Sassari 1817Roma 1878). Figlio di Giovanni, si lau` in Giurisprudenza nel 1838 e nel reo ` ‘‘Il Promotore’’ (=), perio1840 fondo dico di intonazione liberale. Subito dopo si trasferı` a Torino, dove prese parte al dibattito sulla ‘‘fusione’’; tornato in Sardegna per insegnare Diritto ` di Sassari, fu pubblico nell’Universita eletto deputato per sei legislature consecutive fino alla morte. Schierato ` , oltre che dei nella Sinistra, si occupo problemi della Sardegna, anche delle questioni di politica generale. Negli stessi anni proseguı` la sua carriera ac-

cademica a Sassari, dove divenne preside; successivamente, dal 1860, inse` a Pavia; dal 1870, infine, fu chiagno mato a insegnare Diritto costituzionale a Roma, dove si stabilı`. Tra i suoi scritti: Della vita e delle opere di Gerolamo Araolla, ‘‘Il Promotore’’, I, 1840; Discorso alle donne gentili. Osservazioni preliminari, ‘‘Il Promotore’’, I, 1840; Parnaso sardo, ‘‘Il Promotore’’, I, 1840; ` Rassegna delle memorie della R. Societa agraria ed economica di Cagliari, ‘‘Il Promotore’’, I, 1840; Delle riforme del re e dell’isola di Sardegna, 1847; Per l’Anno milleottocentoquarantotto, 1848; Degli stamenti sardi, 1854; Dei moti politici dell’isola di Sardegna dal 1793 al 1821, 1857; Il barone Giuseppe Manno e il suo ultimo libro, 1868; Influenza poli` nei tempi antichi e tica dell’Universita nei moderni, 1871; Tola Pasquale. Note biografiche, 1874; Ferrovie sarde, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1876.

Sulis, Giovanni Studioso di diritto canonico (Nuoro 1792-Sassari 1842). Ni` i suoi studi pote di Vincenzo, completo a Cagliari laureandosi in Legge nel 1810. Subito dopo si trasferı` a Sassari ` dove si fece notare per la profondita della sua preparazione; nel 1916 fu chiamato a insegnare Diritto canonico ` . Continuo ` il suo in quella Universita insegnamento per anni, acquistando notevole fama; morı` immaturamente a Sassari nel 1842. La sua opera principale sono le Institutiones canonicae, pubblicate a Sassari nel 1840.

Sulis, Giuseppe Avvocato, uomo poli` sec. XIX-?, tico (Cagliari, seconda meta ` sec. XX). Dopo la laurea in prima meta ` alla professione di avLegge si dedico vocato; fu eletto consigliere provinciale di Cagliari ininterrottamente dal 1889 al 1914.

Sulis, Vincenzo Agitatore politico (Cagliari 1758-La Maddalena 1834). Compiuti i primi studi, dopo un tentativo

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Suni fallito di farsi frate, nel 1790 fu nominato appaltatore della gabella del vino di Cagliari. Divenuto in seguito notaio, ` fu protagonista della difesa della citta contro il tentativo di invasione francese del 1793. Acquistata una straordi` , negli anni successivi naria popolarita ` la milizia di Stampace; nel capeggio 1796 fu sospettato di aver congiurato contro i Savoia, fu arrestato e condannato al carcere a vita in un processo di cui molti elementi restano ancora sconosciuti. Dopo aver passato vent’anni carcerato ad Alghero nella torre spa` reyal’’, che gnola detta ‘‘de l’Espero dalla sua lunga detenzione ha ricevuto l’attuale denominazione di ‘‘Torre di Sulis’’, e per qualche periodo a Sassari, tra avventurosi inutili tentativi di fuga, fu liberato nel 1821 e mandato in esilio a La Maddalena. Qui – come scrive Pasquale Tola – «si diede interamente alle pratiche religiose ed alle opere di ` . E nel febbraio del 1934 cesso ` di pieta vivere nella suddetta isola della Mad´ tal nome, che dalena, lasciando di se ` piu ` singolare nella sarda istoria sara che raro». Lo stesso Tola, bloccato a La Maddalena durante una traversata per il continente, aveva avuto modo di in` contrarlo e di riceverne (allora o piu tardi) una Autobiografia che il tribuno aveva scritto proprio nell’isola nel 1832 ´ le sue me«di proprio pugno», perche morie «non perissero nella ricordanza ` ». Conservata fra le della posterita carte Tola depositate nella Biblioteca comunale di Sassari, l’Autobiografia – di non facile lettura, per l’approssimativa conoscenza dell’italiano da parte dell’autore (che pure ha un suo personalissimo, suggestivo modo di espressione) – fu pubblicata nel 1964 da Fran` di recente, da Giucesco Alziator e, piu seppe Marci (nel 1994 e quindi nel 2004) nella collana del Centro Studi Filologici Sardi.

Sulla1 Antico villaggio di origine molto antica, che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria di Posada. Estinta la dinastia dei Visconti venne amministrato direttamente da funzionari pisani. Subito dopo la con` a far parte del quista aragonese entro Regnum Sardiniae e fu concesso in feudo a Bernardo De Poses, ma i suoi abitanti, approfittando della guerra tra Genova e Aragona, gli si ribellarono e il villaggio subı` gravi danni. Nel 1335 ` a Ughetto di de Poses morı` e S. passo Pegaria, che nel 1346 vendette a Pietro de So. Cosı` anche questo villaggio fu incluso nel feudo che questi andava formando, ma a partire dal 1347 fu teatro delle guerre che si susseguirono sul suo territorio, e dopo il 1366 fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Sulla2 Pianta della famiglia delle Leguminose (Hedysarum coronarium L.). Erbacea, ha fusti eretti o striscianti, ricoperti di peluria rada; le foglie sono composte con 5-11 segmenti ovali, glabri nella pagina superiore, pelosetti su quella inferiore; i fiori sono riuniti in una vistosa infiorescenza cilindrica, di ` un lecolore rosso carminio; il frutto e gume appiattito. Cresce nei campi e ai bordi delle strade, che ricopre di intense fioriture rosso cupo per tutta la primavera. Pianta mellifera, il suo ` terapeutimiele ha notevoli proprieta ` dai Romani. Nome che, conosciute gia sardo: basolu colorinu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Suni Comune della provincia di Nuoro, ` moncompreso nell’VIII Comunita tana, con 1219 abitanti (al 2004), posto a 340 m sul livello del mare nel retroterra di Bosa. Regione storica: Planargia. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale,

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Suni di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 47,32 km2 e confina a nord con Pozzomaggiore, a est con Sindia, a sud con Sagama, Tinnura e Modolo e a ovest con Bosa. Si tratta di una regione al confine tra la parte occidentale dell’altipiano di Campeda e il pendio che conduce alla vallata del Temo e al litorale marino. S. si trova lungo la statale 129 bis Macomer-Bosa, e costituisce ´e ` attraversato annodo stradale perche che dalla 292 che procede da sud a nord. A breve distanza passa anche la ferrovia a scartamento ridotto Macomer-Bosa. & STORIA Pur conservando nel suo territorio alcuni nuraghi, l’attuale centro ` di origini medioevali. Faceva abitato e parte del giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Planargia che da lungo tempo apparteneva ai Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, nel 1308 i Malaspina lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea. Dopo la conquista aragonese, nel 1328 S., malgrado le proteste dei Malaspina, fu concesso in feudo della Corona d’Aragona a Ugone II d’Arborea che lo unı` formalmente al giudicato d’Arborea. Dopo la battaglia di Sanluri il villaggio ebbe una storia identica a quella della Planargia cui fu indissolubilmente legato. Nel corso dei secoli S. ` ai Carroz da cui nel 1430 fu compasso preso nel feudo concesso ai Moncada ` nel 1453 fu loro confiscato. che pero Nel 1469 fu nuovamente concesso ai Vilamarı` che si estinsero nel 1569. Allora ` sotto il diretto controllo reale e S. torno fu abbandonato a se stesso; visse nel perenne terrore delle incursioni dei cor` a spoposari barbareschi e comincio ` di larsi. Dopo che inutilmente la citta ` di farsi infeudare la PlanarBosa tento ` gia, nei cui territori peraltro i suoi piu facoltosi cittadini andavano impiantando allevamenti, nel 1629 il villaggio fu concesso ai Brondo. Nel 1652 soffrı` a

` quasi causa della peste e si spopolo completamente; la diminuzione degli ` la crisi dell’amminiabitanti provoco strazione feudale per cui nel 1670 fu ` agli tolto ai Brondo. In seguito passo Olives ai quali fu sequestrato dopo il 1717. Fu infine compreso nel feudo concesso ai Paliacio nel 1756 e ad essi riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri; quando nel `a 1848 le province furono abolite, entro far parte della divisione amministrativa di Nuoro e nel 1859 della ricostituita provincia di Sassari. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in S. anime 863, distribuite in famiglie 215 e in case 202. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale di maschi 442 in scapoli 270, ammogliati 164, vedovi 8; il totale delle femmine 421, in zitelle 210, maritate 163, vedove 48. Il movimento della popolazione ha i seguenti numeri: nascite 32, morti 12, matrimoni 6. I sunesi coltivano l’agraria e la pastorizia con non ordinario studio, e sono tra essi molti proprietari e non pochi vivono agiatamente. Sono applicati all’agricoltura circa 220 persone, alla pastorizia 140, nel che sono serviti da uomini di altri paesi che sogliono locare l’opera loro. La scuola elementare ` poco frequentata perche ´ non vi cone ` di 15 fanciulli, e siccome corrono piu ` poco diligente, l’opera del maestro e ` il profitto e ` quasi nullo. Agricolpero ` molto tura. Il territorio in generale e idoneo alla vigna e ai fruttiferi e medio` ordinacremente a’ cereali. La quantita ` di starelli 1600 ria della seminagione e di grano, 800 d’orzo, 100 di fave, 30 di legumi, 60 di lino, 10 di meliga. La frut` dall’8 al 10, tificazione del grano e quella dell’orzo del 14 ecc. La coltivazione delle specie ortensi non merita ´e ` ristretta soltanto al notazione perche

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Suni ` bisogno di alcune famiglie. La vigna vi e molto prospera ed estesa con molte qua` di uve, le quasi sono le cosı` dette, lita ` , panzali nieddu, tromoscatello, giro badu, barriadorja, cannonao, malvasia, retalladu nieddu e biancu, muristellu, albaranzelu, ossia laconarju. Pastorizia. I pascoli naturali in tanta estensione di territorio sono abbondanti, se non si `; i medesimi prolunghi troppo la siccita `. Il bestiame rude che sono di gran bonta si educa ha nelle seguenti specie questi numeri: vacche 2500, pecore 7000, porci 3500, capre 4500, cavalle 600. Il bestiame manso e domestico sono buoi e vacche 360, cavalli 110, giumenti 140, majali 90». Nel 1927, quando fu formata ` a farne la provincia di Nuoro, S. entro parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, equini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale limitata ai settori alimen` modesta la rete tare, tessile e edile. E di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee e dalla ferS. e ` rovia agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e una Casa museo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1263 unita di cui stranieri 11; maschi 604; femmine 659; famiglie 506. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 16 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 32 e nuovi iscritti 17. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 487 in migliaia di lire; versa-

menti ICI 608; aziende agricole 221; imprese commerciali 61; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 19; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 319; disoccupati 20; inoccupati 105; laureati 33; diplomati 112; con licenza media 366; con licenza elementare 387; analfabeti 90; automezzi circolanti 409; abbonamenti TV 393. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio di S. conserva tracce del periodo prenuragico, tra le quali le domus de janas di Crisconis. Del successivo periodo nuragico restano i nuraghi Aldeu, Assi, Cannedu, Chirisconis, Ferralzos, Fra Farinas, Fralgada, Giolzinu, Lighedu, Maggiore, Mannu, Narbonittu, Nuraddeo, Sa Chessa, Sa Idda Bezza, Salisarda, S’Ena de Sos Ulimos, Seneghe, Simammaro, Sirone, Sulu` importante tra tutti medu, Zurra. Piu il Nuraddeo, situato nella piana di Perda Selta, lungo la strada per Padria ` a qualche chilometro dall’abitato. E una costruzione imponente, articolata in una pianta trilobata costituita da una torre centrale a due piani cui si congiungono altre due torri laterali. Di un certo rilievo anche il nuraghe Seneghe, risalente al primo periodo della ` nuragica e situato a poca dicivilta stanza dalla strada per Bosa. Ha la ` attraversato da un pianta ellittica ed e corridoio che conduce a tre celle. Durante gli scavi in una di queste celle furono trovati alcuni piccoli busti di Cerere e alcune lucerne. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Nel centro storico si trova la Casa museo ‘‘Tiu Virgiliu’’, che raccoglie oggetti della vita contadina e delle ` artigiane locali dei secoli attivita scorsi. L’edificio religioso di maggior ` la chiesa di San Narciso, sirilievo e tuata a qualche chilometro dall’abitato; fu costruita nel secolo XVII per ringraziare dello scampato pericolo di

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Sun˜ier una invasione di cavallette, che minacciava il raccolto. L’edificio ha l’impianto a una navata e la copertura del tipo a capanna; all’esterno i muri perimetrali sono sorretti da contrafforti. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` a S. quella di festa piu San Pancrazio. Ha inizio 1’11 maggio, quando i cavalieri dell’arciconfraternita raggiungono la casa del priore da dove, con i vessilli del santo, si recano ` dedicata. Il nella chiesetta che a lui e giorno successivo nella stessa chiesa si svolgono le cerimonie religiose; i festeggiamenti culminano con spettacolari esibizioni di cavalieri in costume.

˜ ier, Antonio Signore di Sorso (AlSun ` sec. XV-ivi 1435). ghero, seconda meta Apparteneva a una famiglia originaria della Catalogna e aveva impiantato in ` commerAlghero una solida attivita ` il feudo di Sorso ciale. Nel 1434 acquisto con Gennor e Uruspe, ma morı` prematuramente poco dopo ad Alghero, nel 1435, senza lasciare discendenza.

Suppa cotta Piatto tipico dei pastori della Sardegna centrale, proprio dei periodi invernali. Si ottiene preparando un brodo sostanzioso con carne di pecora e qualche osso di maiale condito con prezzemolo, pomodori secchi e cipolle. In un grande tegame di terracotta spalmato di strutto liquido e spolverato sul fondo con pecorino grattugiato si dispongono a strati fette di pane di semola abbrustolite alternandole con fette di pecorino stagionato piccante, arricchito con qualche chicco di pepe nero macinato; quindi si versa il brodo bollente, in modo che inzuppi il tutto. Si tappa il tegame con il coperchio e si rimette al fuoco fino a far assorbire il brodo e fondere gli aromi.

Suppa cuata Piatto tipico della Gal` antica tradilura, che risale alla piu zione degli stazzi. Si dispongono in una terrina spalmata di burro fuso o di

strutto strati di fette di pane casereccio del tipo moddizzosu (in gallurese, pani di tricu ruiu, grano duro) un po’ raffermo, alternati a strati di fette di caciocavallo vaccino fresco (casizzolu, in gallurese paneddha o buttoni) e arricchite con un trito di prezzemolo, pepe macinato, noce moscata ed erbette aromatiche disposte in modo che alla fine si possa cospargere il pecorino ben stagionato grattugiato. Sul tutto si versa un brodo di carne insaporito da cipolla, sedano, pomodori secchi e carote secondo la ricetta tradizionale sarda, avendo cura che inzuppi tutti gli ingredienti. Si introduce per circa mezzora la terrina nel forno in modo che la cottura amalgami tutte le sostanze formando una falsa zuppa, la suppa cuata, dove cuata `, sotto sta per ‘‘nascosta’’ (nascosta, cioe gli strati di formaggio e condimenti). Un tempo il piatto era tipico dei pastori negli stazzi galluresi, ma si preparava solo in occasioni solenni, prima fra tutte la festa di nozze (di qui anche l’altro nome `iu, ‘‘zuppa di nozze’’). Atdi suppa di co ` considerato il piatto ‘‘natualmente e zionale’’ della Gallura e fa normal` della ristoramente parte dei menu zione turistica del nord-est sardo.

Supremo Consiglio d’Aragona Istituzione nata nel 1494 per garantire il coordinamento dell’azione di governo del re. Aveva un carattere territoriale in relazione ai problemi di governo dei diversi regni della Corona d’Aragona. Nel corso del Cinquecento la sua strut`: durante il regno di tura si perfeziono Filippo II raggiunse la forma definitiva. Composto da sette membri, era presieduto di fatto dal Vicecancelliere d’Aragona, un magistrato che dipendeva direttamente dal re, ed era coadiuvato da cinque consiglieri (detti reggenti) e dal tesoriere generale della Corona d’Aragona; alle riunioni prendevano parte, senza diritto di voto, anche un protono-

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Surbau tario e un avvocato fiscale. Il protonotario dirigeva la Cancelleria, composta da quattro segretari (uno per ogni regno della Corona: Valencia, Aragona, Catalogna, Sardegna e Baleari), che avevano il compito di smistare la corrispondenza e di istruire le pratiche. Fin dall’istituzione dell’organismo, quindi, il Regno di Sardegna rimase aggregato alla Corona d’Aragona unitamente agli altri; quando nel 1555 fu istituito il Supremo Consiglio d’Italia la posizione del Regno di Sardegna non fu modificata. A partire dal 1624 uno dei reggenti fu obbligatoriamente sardo. I suoi membri, che avevano il privilegio di camminare a fianco del sovrano nelle cerimonie pubbliche, erano chiamati ad assolvere compiti complessi non solo di natura amministrativa ma anche di natura politica. Il Consiglio riceveva una marea di carte di ogni tipo inviate da ´ , in chiunque, a cominciare dal vicere cui venivano prospettati problemi della ` varia natura. Il segretario smistava piu le carte e istruiva le pratiche che venivano discusse dai reggenti nella forma dei consulats, sorta di verbali che erano specchio fedele delle discussioni: il re se ne serviva per prendere le sue decisioni. Generalmente il re si atteneva al parere della maggioranza, ma spesso prima di assumere una delibera definitiva sottoponeva la questione al Consiglio di Stato. Da Barcellona, dove ini` a funzionare, nel zialmente comincio corso del secolo XVI il S.C. d’A. fu spo` a operare stato a Madrid, dove continuo nei secoli successivi.

Supremo Consiglio di Sardegna Istituzione sabauda. Passato il Regno di Sardegna dapprima nelle mani degli Asburgo e dal 1720 in quelle dei Savoia, ´ l’assetto costituzionale del Repoiche gno non era stato modificato (la Sardegna restava un regno autonomo unito alla Corona esclusivamente in unione

personale tramite il sovrano, che temporaneamente era anche re di Sardegna), i problemi che in passato avevano portato alla costituzione del Supremo Consiglio d’Aragona si riproposero negli stessi termini ai nuovi signori e pertanto, dapprima a Vienna e successivamente a Torino, fu creato il S.C. di S. Questa istituzione aveva gli stessi compiti del disciolto Supremo Consiglio d’Aragona: era organo supremo di giurisdizione ma soprattutto organo politico di consultazione per gli affari della Sardegna. Era costituito da un primo presidente, due reggenti di cui uno di toga e l’altro di spada, entrambi sardi, da altri due consiglieri scelti dal re e da un avvocato fiscale generale.

Surake Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria della Balariana. Era posto a pochi chilometri da Bassacutena. Estinta la dinastia dei Visconti, fu amministrato direttamente da funzionari pisani. Subito ` a far dopo la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae, ma i suoi ´ nel 1330 il abitanti si ribellarono, sicche villaggio fu investito dalle truppe di Raimondo Cardona. Nel 1331 fu compreso nel feudo concesso allo stesso ` morı` nel 1337. A Cardona, il quale pero partire da quel momento il villaggio fu teatro delle guerre che si susseguirono, e dopo il 1366 fu occupato dalle truppe giudicali. La sua popolazione diminuı` rapidamente e prima della fine del secolo era completamente spopolato.

Surbau Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Trexenta. Era posto nelle campagne di Ortacesus. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu assegnato ai Capraia e alla loro estinzione ` nelle mani del giudice d’Arbopasso rea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al

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Surgora ` prima della Comune di Pisa, che gia fine del secolo lo faceva amministrare ` poda propri funzionari. Ma si spopolo chi anni dopo e scomparve.

Surgora Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Cabudabbas. Nel secolo XII venne in possesso dei Doria in seguito a matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Dopo l’estinzione della dinastia di Torres, essi lo inclusero nel piccolo stato feudale che formarono nella parte nord-occidentale del cessato giudicato. Dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al re d’Aragona, ` a far parte del Regnum Sardiniae. entro ` la ribellione del 1325, Scoppiata pero divenne teatro della lunga guerra tra Doria e Aragona, subı` gravi danni e prima della fine del secolo scomparve.

Surlongo Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gerrei. Dopo la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu ` ai conti compreso nella parte che tocco di Capraia, e dopo la loro estinzione ` nelle mani del giudice d’Arborea. passo Nel 1295 Mariano II lo cedette al Co` prima della fine mune di Pisa, che gia del secolo lo faceva amministrare da propri funzionari. Dopo la conquista ` a far parte del Regnum aragonese entro Sardiniae; nel 1333 fu concesso in feudo a Raimondo Zatrillas, ma i suoi abitanti, mal tollerando la dipendenza feudale, si ribellarono. Nel 1348 soffrı` a ` quasi causa della peste e si spopolo completamente; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV ` a spopolarsi, subı` altri danni e continuo ´ prima della fine del secolo fu abfinche bandonato dagli ultimi abitanti.

Survei Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di

` Cabudabbas. Era situato in prossimita di Mara. Nel corso del secolo XII fu compreso nei territori pervenuti ai Doria attraverso matrimoni con principesse della famiglia giudicale. Estinta la dinastia, il villaggio fu incluso nello stato che i Doria avevano formato con i loro domini. Dopo la conquista aragonese, avendo i Doria prestato omaggio ` a far parte del al re d’Aragona, entro Regnum Sardiniae. Scoppiata la ribellione del 1325 divenne uno dei caposaldi della loro resistenza agli Aragona: in conseguenza, fu spesso investito da violente operazioni militari che ne determinarono la scomparsa ` del secolo. entro la meta

Susalei Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Era posto in vicinanza di Villasimius. Dopo la conquista del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori amministrati direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese subı` gravi danni a causa della pe` in pochi anni. ste del 1348 e si spopolo

Susanna, santa Santa, vergine e martire. Passio del secolo VI: romana, figlia di San Cabrino, nipote di San Caio papa e pronipote dell’imperatore Diocleziano. Era ancora una bambina quando morı` la madre. Forse convertita da una schiava della famiglia. Dio` i fratelli Claudio e Mascleziano invio simo per comunicarle che aveva deciso di farle sposare il nobile Massimo Galerio. Lei disse no al matrimonio, ` , e conavendo fatto voto di verginita vertı` i due fratelli. Arrestata con il padre, torturata, condannata alla decapitazione, colse la palma del martirio a Roma nel 295. Anche Claudio e Massimo subirono la stessa sorte. Un’altra leggenda la vuole figlia del presbitero Gabinio, fratello del vescovo Gaio e cu-

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Susini gino di Diocleziano: per aver rifiutato il matrimonio con il figlio di Diocleziano, Massimiano, fu uccisa nella sua stessa casa, subito diventata luogo di ` non ebbe figli. culto. Diocleziano pero ` stata cancellata dal calendaNel 1969 e rio, il suo culto limitato alla basilica eretta in suo onore a Roma. ` arriIn Sardegna Patrona di Osini. E vata con i Bizantini. Giovanni Spano (1872) ricorda «la parrocchia di Santa Susanna del villaggio distrutto di Moddamini presso Busachi, dove nel 1871 ` un astuccio nel disfarsi l’altare si trovo d’argento con dentro una pergamena, da cui risulta che la chiesa era stata consacrata dal vescovo di Terralba, Giovanni Rubeo, nell’1 ottobre del 1349» Chiesa lungo la strada per Santa Margherita di Pula. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia l’11 agosto a Busachi e Osini.

Susini Famiglia di La Maddalena (sec. XVIII-esistente). Fu legata a Garibaldi ` di vedute da solidi affetti e da identita politiche con molti suoi membri. ` di un’occasione il Presso di essa in piu ` sostegno e rifugio nei Generale trovo momenti difficili della sua vita, a cominciare dal 1849, quando, in viaggio coatto verso la Tunisia, fu sbarcato a ` ospitalita ` nella La Maddalena e trovo casa di Francesco S., eminente cittadino dell’isola, padre di Antonio e Nicola, suoi compagni d’armi in America Latina e in Italia. «A La Maddalena – hanno scritto I. Montanelli e M. Nozza – per la prima volta in vita sua Garibaldi ` la gioia di un completo riassaporo ` a caccia, gioco ` alle bocce, e poso. Ando sarebbe stato ben felice di restare lı`». In quella occasione il Generale fu per la prima volta a Caprera; e nel 1855 furono i fratelli Susini a consigliargli di scegliere l’isoletta come luogo di residenza.

Susini, Antonio Garibaldino (La Mad-

` sec. XIX-?). Amico dalena, prima meta ´ con lui in Urudi Garibaldi, combatte guay come ufficiale d’artiglieria. A lui, partendo nel 1845 per la spedizione di Salto, Garibaldi aveva affidato la Legione italiana e, dopo la partenza del Generale per l’Italia nel 1848, ne fu nominato comandante.

Susini, Giancarlo Storico di Roma (Bologna 1927-ivi 2000). Intrapresa la car` diventato profesriera universitaria e sore di Storia romana. Ha insegnato ` di Fiper alcuni anni all’Universita ` di Bolorenze e poi presso l’Universita gna. Legato ai romanisti dell’Univer` di Sassari, ha scritto due saggi sita sulla Sardegna, Studi recenti sulla Sardegna e l’Africa romana, in L’Africa romana. Atti del VII Convegno di studi, 1990, e Chiosa epigrafica turritana, in Sardinia antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo 70º compleanno, 1992.

Susini, Giuseppe Giornalista, critico letterario (Sant’Antioco 1905-?, seconda ` sec. XX). Fece i suoi studi a Cameta gliari, dove finı` per stabilirsi e dove esordı` giovanissimo con una raccolta di versi pubblicata nel 1933. Liberale, subito dopo la caduta del fascismo suben` a Giuseppe Musio nella direzione de tro ` ‘‘L’Unione Sarda’’ quando la proprieta ` ai Sorcinelli. Nel 1946 lancio ` torno ‘‘L’informatore del Lunedı`’’, la cui dire` nel 1949. Tra i suoi scritti: zione lascio Dono mattutino, versi, 1933; La crisi politica, ‘‘Rivoluzione liberale’’, 1945; Storia e arte dei bronzetti nuragici, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1956; La vita letteraria, 1989.

Susini, Pietro Capitano marittimo (La ` sec. XIX-ivi, Maddalena, prima meta dopo 1882). Fratello di Antonio, legato da profonda amicizia con Garibaldi, lo sostenne in tutte le principali imprese. Fu da lui spesso inviato ad acquistare le armi e a procurare i mezzi che erano necessari alle imprese dell’Eroe: a tal

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Susini punto che una credenza popolare affermava che le donne di La Maddalena ` della battaglia intuissero la prossimita vedendolo sbarcare lungo le coste. Durante le assenze di Garibaldi da Caprera veniva da lui incaricato di custodire la casa di Caprera. Nel 1867 fu lui ` Garibaldi nella casa dei siche aspetto ` a Palau e gnori Collins e lo accompagno attraverso la Gallura sino all’imbarco da Porto San Paolo, da dove il Generale partı` per l’impresa che pochi giorni dopo si sarebbe conclusa con la sconfitta di Mentana. La lunga amicizia tra i ` fino alla morte dell’eroe, alla due duro quale fu tra i pochi ad assistere.

` coltivate derivano (pruina). Le varieta da specie diverse di Prunus o dai loro incroci. In Sardegna Agabbio individua 13 tipi ancora coltivati di s. a fronte ` citate nel catalogo gedelle 69 varieta nerale del vivaio di Villa d’Orri (1842): di queste 9 sono sarde ma ascrivibili a ` una colspecie diverse di Prunus. E tura rimasta sempre limitata nell’estensione. Il nome sardo, diffuso ovun` pruna. [TIZIANA SASSU] que nell’isola, e

Susini, Stefano Letterato e poeta (Sant’Antioco 1882-ivi 1962). Diplomatosi in ragioneria, fece carriera in banca arrivando al grado di condirettore della Banca Commerciale Italiana di Cagliari. Intellettuale di vasta cultura letteraria, fu poeta delicato e autore di alcune opere teatrali. Tra i suoi scritti: Intrepidi sardi, 1919; Plenilunio sardo, ‘‘Rivista sarda’’, II, 3, 1920; Germinale sardo, poema, 1921; Sardi alla mola, tragedia, 1923; Nausicaa, poema drammatico, 1924; Beo, terzine, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 1925; Frammento dell’ultimo canto dell’aedo, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 31-32, 1925; Madre, sonetto, ‘‘Sardegna Scolastica’’, III, 1925; La coperta, terzine, ‘‘La Sardegna’’, IV, 9-10, 1926; La musa mia, ‘‘Il Nuraghe’’, IV, 42-43, 1926; I canti del nomade, 1928; Frate Francesco, ‘‘Il Nuraghe’’, VI, 6, 1928.

Susino Pianta arborea della famiglia delle Rosacee, sottofamiglia delle Prunoidee (Prunus domestica L.) con radici poco profonde e molto ramificate. Ha foglie ellittico-oblunghe, fiori bianchi che compaiono prima delle foglie. ` una drupa globosa o ellissoiIl frutto e ` , da dale di colore vario a maturita giallo a blu scuro, con buccia liscia, ricoperta di una sostanza cerosa

Susino – Un esemplare nel Supramonte di Orgosolo.

Sussarello Famiglia corsa molto antica, originaria di Bonifacio (sec. XVIesistente). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna con i fratelli Giovanni, Martino, Francesco e Stefano. Di loro Giovanni, Francesco e Martino lasciarono l’isola dopo qualche anno, Stefano invece si stabilı` definitivamente in Sardegna distinguendosi nella difesa delle coste dalle incursioni dei Turchi per cui nel 1539 fu creato cavaliere aurato da Carlo V. Furono suoi figli Gerolamo, la cui discendenza si stabilı` a Cossoine dove si estinse nel corso del secolo XVII, e Agostino, guardia delle marine di Alghero e di Bosa e dal 1559 regidor del feudo di Thiesi. I suoi figli

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Sussarello Martino e Pietro Paolo furono i capostipite di tutti i Sussarello sardi. Ramo di Martino. In occasione delle nozze di suo figlio Agostino Angelo con ` da FranAnna Boyl, Martino, acquisto cesco e Pietro Boyl la baronia di Putifigari. Dal matrimonio nacquero solo due figli, Angela e Margherita, che ` Matteo Pilo. sposo Ramo di Pietro Paolo. Pietro Paolo si stabilı` a Sedini, dove fu nominato luogotenente del maestro razionale; furono suoi nipoti Angelo, Diego e Martino che lasciarono tutti discendenza. Discendenza di Diego Diego si stabilı` a Cagliari e nel 1644 fu ammesso allo Stamento mi` notoria durante il parlitare per nobilta lamento Avellano: i suoi discendenti continuarono a vivere a Cagliari e presero parte a tutti gli altri parlamenti, estinguendosi alla fine del secolo XVII. Discendenza di Angelo Anche Angelo si stabilı` a Cagliari dove, nel 1642, prese in appalto la riscossione delle rendite della Barbagia di Belvı`. Anche lui fu ammesso allo Stamento militare nel 1644, nel 1649 prese in appalto anche la riscossione delle rendite del Mandrolisai: i suoi discendenti si stabilirono a Villasor dove amministrarono il feudo per conto degli Alagon e si estinsero nel corso del secolo XIX. Discendenza di Martino Martino, sposata una Satta, si stabilı` a Ozieri; come i fratelli fu ammesso allo Stamento militare nel 1644. I suoi figli Giovanni Matteo e Pietro ` del secolo Paolo nella seconda meta XVII formarono due rami della famiglia: Giovanni Matteo fu il capostipite dei Sussarello Satta che continuarono a risiedere a Ozieri e si estinsero nel corso del secolo XIX, mentre Pietro Paolo si stabilı` a Ittiri. I suoi discendenti, variamente diramati, attualmente risiedono a Sassari.

Sussarello, Giovanni Maria Ufficiale di carriera, uomo politico (Ozieri,

` sec. XIX-Sassari, dopo prima meta 1860). Deputato al Parlamento subalpino, sindaco di Sassari. Entrato giovanissimo in Accademia e divenuto uffi` in contatto con ciale di carriera, entro gli ambienti carbonari e ne fu profondamente colpito. Coinvolto nei moti del 1821, fu incarcerato; riuscito a libe` nell’America Meridiorarsi si rifugio ` a combattere per nale, dove continuo ` di quei popoli. Torno ` in Sarla liberta degna prima del 1848, guardato con dif´ per le sue idee libefidenza dal vicere rali. Dopo il 1848 fu eletto deputato al Parlamento subalpino ininterrottamente dalla prima alla IV legislatura; nel corso di quest’ultima il mandato gli ´ era stato nominato fu revocato perche commissario di leva. Stabilitosi a Sas` la vita politica e sari, non abbandono ` (il sedal 1852 fu sindaco della citta condo dei sindaci di un Consiglio comunale dalla cittadinanza). Fu lui a proporre l’erezione di un monumento a Domenico Alberto Azuni, poi realizzato nel 1862, e a far fare i primi studi per l’acquedotto cittadino.

Sussarello, Otto Pentatleta (n. Sassari, sec. XX). Cresciuto nella SEF Torres dei tempi d’oro di fine anni Quaranta, si cimentava in varie discipline come la scherma, il tiro a segno, ma anche nel ` podismo e nel nuoto: tutte specialita che gli permisero di conquistare nel 1947 a Roma il titolo italiano di pentathlon moderno. In quella occasione il fratello Sergio giunse 13º, permettendo alla Torres di vincere la medaglia di bronzo a squadre. Questa difficile pratica sportiva di origine militare comprende il tiro a segno (pistola), il salto a ostacoli di equitazione, il nuoto, la scherma e si chiude con una gara podistica. S. si distinse anche nelle prove individuali tanto da diventare nel 1952 campione italiano di III categoria di scherma (spada) con i colori del glorioso

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Sussua Circolo Schermistico Sassarese che gli permise anche di incrociare le armi con i migliori schermidori italiani. Nel ` a Bologna il titolo 1953, poi, conquisto nazionale assoluto di tiro con la pistola ` a automatica. Atleta eclettico, gioco lungo come mezzala nella squadra di ` anche altre calcio della Torres e pratico ` dell’atletica e della scherma, specialita seguendo la lunga tradizione sassarese in questa disciplina. [GIOVANNI TOLA]

Sussua Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Con la capitolazione del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nella parte che venne concessa ai conti di Capraia, e alla loro estin` nelle mani del giudice d’Arzione, passo borea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al ´ gia ` prima Comune di Pisa, cosicche della fine del secolo veniva amministrato direttamente da Pisa. Dopo la `a conquista aragonese il villaggio entro far parte del Regnum Sardiniae e fu concesso in feudo a Berengario Carbonell, ` nel 1329 fu costretto a venderlo che pero a Martino Carbonell per far fronte ai debiti che aveva contratto. I discendenti di quest’ultimo, spesso lontani dalla Sardegna, lo fecero amministrare da persone di fiducia, ma infine ne perdettero ` e il villaggio fu nuovala disponibilita mente concesso a Raimondo di Montpavon. Nel 1348 soffrı` a causa della peste e ` quasi completamente; subı` si spopolo altri danni nel 1353 a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV e finı` per spopolarsi definitivamente.

Sustana Antico villaggio di origine bizantina, che nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Cabudabbas. Era posto in ` di Thiesi. Nel secolo XII prossimita ` ai Doria in seguito a un matrimopasso nio; dopo l’estinzione della famiglia giudicale questi lo inclusero nel loro

stato. Dopo la conquista aragonese, avendo i Doria prestato omaggio al re ` a far parte del Red’Aragona, entro `, a gnum Sardiniae. In seguito, pero causa delle continue guerre tra Doria e Aragona il villaggio subı` gravi danni; dal 1364 fu occupato dalle truppe arborensi che lo tennero fino alla caduta del giudicato nel 1409. Tornato in possesso del re d’Aragona, fu compreso nel feudo concesso a Giacomo Manca ` nel 1436, e nei secoli successivi passo dai Manca ai Cariga e infine ai Ravaneda. Dopo la peste del 1652 i suoi abitanti si trasferirono a Bessude.

Suttamonte Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Monteleone. Era posto non lontano da Monteleone Rocca Doria, nei territori pervenuti ai Doria nel corso ` di alcuni matridel secolo XII in virtu moni con principesse della casa giudicale. Estinta la dinastia giudicale, il villaggio fu da loro incluso nel piccolo stato feudale che andavano formando nella Sardegna nord-occidentale; quando nel 1325 si ribellarono agli Aragonesi divenne teatro delle operazioni ` rapidamente. militari e si spopolo

Svasso maggiore = Zoologia della Sardegna

Switsur, V. Roy Archeologo (n. Regno Unito, sec. XX). Nel 1982, durante il I Simposio internazionale sul carbonio 14, tenutosi a Strasburgo, propose con David Trump una cronologia della preistoria sarda, di cui scrisse in A radiocarbon chronology of the early prehistory of Sardinia (con H.D. Trump), in Proceedings of First International Symposium 14C and Archaeology, 1983, e Radiocarbon ages and dates in Sardinian Prehistory, in Appendix I di Nuraghe Noeddos and Bonuighinu Valley, 1990.

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T Tabacco Pianta erbacea annuale o pluriennale della famiglia delle Solanacee (Nicotiana tabacum L.). Arriva fino a 3 m di altezza, ha fusto eretto, cilindrico, erbaceo nelle specie annuali, semilegnoso nelle specie pluriennali. Le foglie sono semplici, alterne a lamina espansa, i fiori sono tubulosi con petali di colore variabile dal bianco al rosa ` una capsula difino al rosso; il frutto e visa in setti, ovato-conica, contenente numerosi piccoli semi. Il nome scientifico deriva da Jean Nicot de Vellemain, ambasciatore francese in Portogallo, ` a Caterina de’ Meche nel 1560 invio dici e Francesco II dei semi di t. van` curative. La pianta e ` tandone le virtu originaria dell’America e viene coltivata per le foglie che vengono essiccate per produrre sigari, sigarette e t. sfuso. Il genere Nicotiana comprende quasi cinquanta specie, ma a scopo industriale se ne coltivano solo tre: la Nicotiana tabacum, che fornisce quasi tutti i tabacchi da fumo, la N. rustica, che fornisce t. da fiuto, e la N. quadrivalvis, che fornisce un t. molto aromatico. Ampiamente coltivata anche in Italia, la pianta ha il suo massimo accrescimento vegetativo in estate. La raccolta delle foglie si effettua quando esse cambiano di colore, virando dal verde ` cupo al verde chiaro per i tabacchi piu scuri e dal verde chiaro al verde-gialla-

stro per i tabacchi biondi. Le foglie basali vengono raccolte e messe a essiccare man mano che la pianta si accresce fino a che, a stagione avanzata, si vedono i lunghi steli sfrondati alla base, su cui rimangono solo le foglie ` imporapicali e l’infiorescenza. Il piu ` la nicotante principio attivo del t. e tina, un alcaloide che viene assorbito dall’organismo durante il consumo, procurando effetti piacevoli e stimolanti ma nel contempo generando assuefazione e dipendenza. La nicotina ` distribuita in modo ineguale, non e solo tra una pianta e l’altra, ma anche tra parti diverse della stessa pianta. Infatti il contenuto di nicotina aumenta dal basso verso l’alto della pianta. Nella stessa foglia il contenuto varia anche tra la base e la punta e tra la nervatura centrale e i bordi. La pianta di t. ` particolarmente sensibile alle condie zioni ambientali, al punto che le caratteristiche del prodotto finito dipendono direttamente dal clima e dal suolo su cui viene coltivata: ad esempio i tabacchi aromatici si ottengono in presenza di una temperatura media elevata, di piogge frequenti soprattutto nel periodo di sviluppo della pianta e di un terreno ricco di sali potassici, che non deve essere assolutamente fertilizzato con concimi fecali che darebbero al t. un sapore acre e disgustoso.

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Tabellionale L’epoca di introduzione del t. in Sarde` ancora incerta, l’Angius ritiene gna e che sia stato introdotto nel secolo XVI, dati i rapporti stretti con la Spagna; nel secolo XVIII era largamente coltivato soprattutto nei Campidani, ma anche nella zona di Sassari, a Sorso, Sennori, Tissi, Ossi, Usini, Uri, Ittiri, dove si ottenevano i migliori prodotti dell’isola, ` fini tacapaci di competere con i piu bacchi d’Europa, e ancora in aree come Ghilarza, Laconi, Paulilatino e ` addirittura persa Meana, dove oggi si e la memoria di tale coltivazione. Sotto il dominio piemontese la coltura fece notevoli progressi grazie a provvedimenti legislativi che ne imposero il miglioramento e alla dotazione di una Manifat` di Sassari. tura Tabacchi nella citta Purtroppo, a causa dell’adozione di errate tecniche di lavorazione e concia delle foglie, il prodotto scadde di qua` e non trovo ` piu ` riscontri positivi di lita ` mercato, cosı` verso la seconda meta del Settecento la produzione subı` una notevole contrazione. La decadenza ` della tabacchicoltura isolana continuo nell’Ottocento a causa dei forti dazi doganali imposti dal governo piemontese che, seguendo una politica contraddittoria, da una parte incentivava la coltivazione e dall’altra la tassava pesantemente, fin quando nell’isola non se ne ` piu ` neanche una parcella per il coltivo consumo famigliare. [TIZIANA SASSU]

Tabellionale, Segno Particolare tipo di simbolo col quale nel Regno di Sardegna il notaio pubblico segnava i suoi atti conferendo loro valore pubblico. ` derivava loro dal fatto che i La facolta notai sardi si sentivano eredi degli antichi scrivani pubblici che i Romani chiamavano tabelliones o notarii e che godevano di una particolare condizione giuridica che in Sardegna comin` a essere regolamentata fin dal 1327. cio Il segno tabellionale (signum) era ap-

posto a mano dal notaio e faceva fede dell’autorevolezza del notaio (= Notariato).

Tacchi (o to´neri) Altipiani isolati, localizzati nella fascia occidentale dell’Ogliastra attorno al bacino dell’alto e medio Flumendosa. Si ergono su impressionanti pareti a strapiombo, quasi ciclopiche mura che li fanno apparire come fantastiche fortezze. Il loro vertice pia` ricoperto da foreste seconeggiante e lari in cui abbonda la tipica fauna sarda; la loro superficie frastagliata presenta magnifiche guglie e obelischi di pietra di straordinario effetto sceno` caratteristici sono: 1. la grafico. I piu Perdaliana, che si erge a 1293 m sul li` vello del mare a nord-est di Seui ed e considerata il mitico luogo di riunione ` montanare; 2. la punta Codelle tribu rongiu e il monte Arquerı`, posti nelle campagne di Seui, che richiamano alla mente antiche storie di fate che in tempi lontani avrebbero frequentato le loro foreste e le fantastiche grotte che si aprono nelle loro viscere; 3. la Scala di San Giorgio, spettacolare tacco che si trova nelle campagne di Ulassai, accessibile soltanto da una strada panoramica e legato a una leggenda riferita a San Giorgio vescovo; 4. i tacchi di Ussassai, circondati da foreste rigogliose sulle cui pareti nidificano i rapaci; 5. il Texile, il tacco calcareo che domina Aritzo in posizione quasi inaccessibile; 6. il Taccu Mannu, che sovrasta Tertenia, imponente e suggestivo con le sue pareti che sembrano emergere dal verde circostante; 7. il Tachixeddu, posto anch’esso nelle ` a sud del campagne di Tertenia piu Taccu Mannu; 8. il tacco di Ticci, nelle campagne di Seulo, di grande interesse archeologico ma di difficile accesso e circondato da foreste; 9. il monte Lusei, posto nelle campagne di

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Tadasuni ` dali in un ambiente ricco di grotte Sa naturali e di boschi di rara bellezza.

Taccola = Zoologia della Sardegna Taccula Nome con cui sono chiamati nei dialetti sardi, indifferentemente, il merlo e il tordo, uccelli che abbondano nell’isola a partire da settembre, oggetto di una caccia, un tempo molto sviluppata, praticata in genere con la rete tesa strategicamente tra due alberi. Ora esiste tutta una serie di limi` tazioni, e l’uccellagione con le reti e proibita. Gli uccelli catturati venivano spennati e lessati in acqua salata senza sventrarli; si ottenevano cosı` le grive, conservate per giorni sotto uno strato di mirto e poi unite in gruppi da otto (is ` ccula), che vengivano lepillonis de ta gati tra loro da un giunco e che costituivano una apprezzata leccornia. Secondo alcuni studiosi, taccula sarebbe parola punica che significa appunto ‘‘otto’’.

era inospitale: a cuor leggero sotto Tiberio (19 d.C.), in seguito a un senatoconsulto, furono relegati 4000 liberti, «adepti dei culti egiziani e ebraici», per reprimere i briganti (gli Iliensi?) che la infestavano; i Sardi, infine, riconobbero Otone augusto dopo una sua clamorosa vittoria navale in Gallia Narbonense sui soldati di Vitellio (69). ` di queste informazioni e ` La casualita dovuta sia al naufragio di gran parte dell’opera di T., sia al suo metodo di lavoro, attento solo agli eventi esemplificativi della crisi sociale e privilegiante gli avvenimenti dell’Urbe su quelli delle province. [ANTONIO IBBA]

Tacito, Cornelio Storico romano (Gallia Narbonense?, 55-Roma 120). Brillante avvocato, legato a Giulio Agricola e Plinio il Giovane, fu autore di nume` un’analisi rosi scritti nei quali tento delle cause che avevano portato al progressivo declino morale, culturale e ` ricorpolitico di Roma. La Sardegna e data appena 5 volte negli Annales (opera forse in 18 libri, scritti dopo il 116 e dedicati a episodi accaduti fra Tiberio e Nerone) e una volta nelle Histo` abbozzati nel riae (forse in 12 libri, gia 105-106, incentrati sul periodo fra Galba e Domiziano o Nerva). Inciden` Vipsanio Lenate, talmente T. menziono il rapace governatore processato per aver taglieggiato i Sardi (57.); l’isola fu terra d’esilio nel 62 per il prefetto della ` flotta del Miseno Aniceto (in realta complice di Nerone nella congiura contro Ottavia), per l’anziano Caio Cassio Longino e per il prefetto del pretorio Rufrio Crispino (65); il suo clima

Cornelio Tacito – Nelle sue opere lo storico romano accenna brevemente alla Sardegna.

Tadasuni Comune della provincia di ` Oristano, compreso nella XV Comunita montana, con 190 abitanti (al 2004), posto a 180 m sul livello del mare sul versante occidentale della vallata del Tirso, affacciato sul lago Omodeo. Re-

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Tadasuni gione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 4,62 km2 e confina a nord con Ghilarza, a est con Sorradile, a sud con Ardauli e a ovest con Boroneddu. Il paese si trova su un piccolo poggio a poca distanza dal lago, in un pendio riparato e ricco di acqua che ha inizio dal margine dell’altipiano di Abba` attraversato dalla strada che santa. E da Ghilarza si dirige, attraverso un ponte sul lago, verso i paesi del versante opposto della valle. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico; in periodo romano vi sorse il centro di Boele le cui rovine sono attualmente sommerse dal lago Omodeo. Nel Medioevo apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Guilcier. Nel secolo XII fu incluso nel territorio donato dai giudici ai Camaldolesi di Bonarcado. Nei secoli successivi la sua esistenza ` nel trascorse tranquilla; quando pero secolo XIV la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV giunse alla sua fase cruciale, il villaggio fu compreso nei territori che provocatoriamente Pietro IV concesse in feudo a Valore de Ligia (=) per ricompensarlo di aver abbandonato il giudice. Chiaramente il De Ligia non riuscı` a entrare in possesso di T. che rimase saldamente nelle mani del giudice; dopo che nel 1409 il giudicato cadde, la sua popolazione ` a rimanere in uno stato di tencontinuo sione nei confronti degli Aragonesi. In particolare, quando fu chiaro che i De Ligia dopo il 1412 pretendevano di esercitare i loro diritti feudali, essi si ribellarono e nel 1415 concorsero all’organizzazione dell’imboscata che a ` alla loro uccisione. Nel Zuri porto 1417 il villaggio fu concesso in feudo a

` nel 1420 lo ceBarisone Cano che pero dette al marchese d’Oristano. Entrato a far parte del marchesato d’Oristano vi rimase fino alla sua caduta; dopo che il grande feudo fu tolto a Leonardo Alagon, T. nel 1485 fu compreso nel feudo concesso a Galcerando Requesens (=). Alla sua morte nel 1507 fu ereditato dalle figlie che lo trasmisero ai Cardona. Questi ultimi, nel 1537, vendet` Torresani che tero il villaggio a Nicolo ` lo unı` al feudo del Parte Barigadu, gia in suo possesso. Estinti i Torresani nel ` ai Cervellon che lo ten1595, T. passo nero fino all’estinzione avvenuta nel 1723. Dopo alcuni anni, nel 1737, il vil` a far parte del marchesato laggio entro di Sedilo acquistato dal canonico Francesco Solinas che, a sua volta, lo trasmise ai suoi nipoti Delitala del ramo di Chiaramonti. Questi ultimi continuarono a possedere il villaggio fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 T. fu incluso nella provincia di Oristano; ` a far parte della divinel 1848 entro sione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima e ricostituita provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo, della quale riportiamo questo frammento: «Popolazione. Erano in T. quando si fece il censimento pubblicato nel 1846 anime 299, distribuite in case 78 e in famiglie 83. Quindi il totale de’ maschi 156, distinguevasi in 91 scapoli, ammogliati 58, 7 vedovi; e il totale delle femmine 143, in zitelle 74, maritate 58, vedove 11. De’ 119 uomini che sono in istato di lavorare, sono applicati all’agricoltura 90, alla pastorizia 12, i rimanenti attendono ad altro. La ` contare 8 fanscuola primaria puo ciulli. In tutto il paese solo in 7 san leggere e scrivere. Agricoltura. Nel territorio di T. sono terre ottime per i cereali, per le viti, per gli orti. La seminagione de’ cereali suol essere ne’ nu-

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Tadasuni meri seguenti, grano starelli 350, orzo 50, fave 30, legumi 20. Si seminano poi circa 25 starelli di lino. La fruttifica` del 10. La vigna vi zione ordinaria e ` buoni vini, se il mosto prospera e da ` pero ` poco sia bene manipolato. E estesa. L’orticoltura occupa in fondo alla valle, presso al fiume, alcuni tratti di terreno, sebbene non considerevoli. ` molto ristretta nelle L’arboricoltura e specie e negli individui. In totale non ` di 3000 ceppi». Nel 1927 si avranno piu T. divenne frazione di Ghilarza e solo nel 1958 riuscı` a riacquistare la propria autonomia. Quando poi, nel 1974, fu definitivamente ricostituita la pro` a farne parte. vincia di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` ovini e suini. Non si registrano attivita industriali e la rete di distribuzione ` poco sviluppata. Sercommerciale e ` collegato da autolinee agli alvizi. T. e ` dotato di tri centri della provincia. E scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 208 unita di cui stranieri 1; maschi 98; femmine 109; famiglie 90. In base ai dati posseduti la tendenza complessiva rivelava una lieve diminuzione della popolazione. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 160 in migliaia di lire; versamenti ICI 90; aziende agricole 72; imprese commerciali 15; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 1; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 49; disoccupati 11; inoccupati 6; laureati 1; diplomati 10; con licenza media 61; con licenza elementare 90; analfabeti 8; automezzi circolanti 66; abbonamenti TV 77. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-

ritorio conserva testimonianze che do` dell’insediacumentano la continuita mento a partire dal periodo prenura` riferibile un gico. A questo periodo e gruppo di domus de janas dette di Sas ` della Perderai, situate in prossimita chiesa di San Michele; si tratta di otto tombe ipogeiche scavate nella roccia, alle quali si accede da una porta che immette in una camera di maggiori dimensioni. Di un certo interesse sono anche i siti riferibili al periodo nuragico: tra questi il nuraghe Su Pranu, posto sul ciglio dell’altipiano che domina la vallata del Tirso; si tratta di un nuraghe del tipo monotorre parzialmente crollato. Infine Giovanni Spano e il Taramelli danno notizia del rinve` imprecisata di nimento in una localita un ripostiglio di monete puniche di cui si sono perse le tracce entro la prima ` del Novecento. meta & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con le strade tortuose sulle quali si affacciano le caratteristiche case in pietra. La costru` importante e ` la parrocchiale zione piu di San Nicola di Bari, costruita in stile neoclassico con conci di basalto scuro; ha una sola navata absidata e la copertura a volta. Al suo interno si conservano la statua lignea della Madonna di Boele del secolo XIV e alcuni pregevoli pezzi di argenteria tra cui un ostensorio in oro e argento del secolo XIX. Poco oltre si trova il Museo degli strumenti della musica popolare della Sardegna; ha sede nella Casa parroc` il frutto di una chiale, in via Adua, ed e paziente ricerca sul campo effettuata in molti anni da don Giovanni Dore, parroco del villaggio. Raccolta unica nel suo genere, comprende oltre quattrocento strumenti provenienti da ` cotutto il mondo: la maggior parte e munque costituita da strumenti musi-

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Taddei cali sardi che consentono una ricca documentazione sull’evoluzione della musica locale. Si tratta di strumenti della musica tradizionale; prevalentemente sono esposti strumenti a fiato (launeddas, pipiolos, benas, sulittus), ma anche organetti, scacciapensieri (trunfas), campanacci, un raro e antico esemplare di affuentes (piatti di rame da percuotere con una chiave utilizzati per il Carnevale a Ottana), chitarre sarde (ghitarras), alcuni esemplari di serraggias (strumento ottenuto da una canna cui sono unite una vescica di maiale e una corda di ottone che, suonato con un archetto di legno di lentisco e crine di maiale, produce un suono simile a quello del violoncello) ecc. La collezione comprende anche la cannada, strumento costituito da un recipiente metallico usato un tempo per raccogliere il latte durante la mungitura, battendo sul quale i pastori accompagnano i loro canti. Accanto agli strumenti musicali la mostra contiene oggetti fonici come su tunchiu (o scorriu), un oggetto di sughero a forma di cilindro con la base chiusa da una membrana di pelle di cane e da uno spago cosparso di pece; muovendo questo spago si ottiene un suono sgradevole capace di atterrire i cavalli; secondo la tradizione questo oggetto veniva usato dai banditi per disarcionare le loro vittime. Il museo raccoglie inoltre tutti gli strumenti fonici usati durante la Settimana santa: matraccas, taulittas, raneddas. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che meglio conservano l’antico patrimonio di tradizioni ` quella in onore di Sandel villaggio c’e t’Antonio Abate che si svolge il 16 e 17 `gennaio e che, similmente a quanto ca pita negli altri centri del Ghilarzese, culmina con l’accensione di un grande ` in piazza. Altra festa importante e ` falo

quella in onore di San Nicola di Bari che si celebra il 6 dicembre presso la chiesa parrocchiale e prevede numerose manifestazioni folcloristiche e un’asta pubblica (sa ditta) basata sull’offerta ai partecipanti di dolci e frutta. Una delle manifestazioni che si ` tengono in concomitanza della festa e la rassegna di musica tradizionale conosciuta come ‘‘Espressioni della cultura sarda’’, occasione per ascoltare la musica etnica.

Taddei, Paolo Avvocato, deputato al Parlamento (n. Roma 1949). Conseguita ` stato per la laurea in Giurisprudenza, e qualche anno assistente di Diritto in` di Caternazionale presso l’Universita ` poi dedicato alla profesgliari ma si e sione di avvocato nel foro di Oristano. Impegnato in politica, simpatizzante ` stato eletto deper la Destra, nel 1994 e putato di Forza Italia per la XII legislatura repubblicana. Nel 1995 ha rotto clamorosamente col suo partito, votando la fiducia al governo Dini. Nel 1996, allo scadere della legislatura, ` stato rieletto e ha ripreso la sua non e professione a Oristano.

Taffureria Termine con cui nel primo periodo immediatamente successivo alla conquista aragonese venivano chiamate le bische a Cagliari e ad Alghero. L’amministrazione reale ne aveva la privativa e ne concedeva la licenza mediante pubblico appalto; vi si praticavano il gioco delle carte e dei dadi ed erano rette da un funzionario chiamato Re Arlot o alcaide della taffureria o della ribalderia (con questo termine le bische venivano chiamate a Bosa e a Sassari). Per quanto pubbliche, le case da gioco attiravano personaggi di cattiva reputazione e su richiesta dei consiglieri di Cagliari finirono per essere abolite. Il gioco d’az` , continuo ` a essere pratizardo, pero cato e solo dopo il passaggio dell’isola

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Talana ai Savoia fu nuovamente sottoposto a una rigorosa regolamentazione.

Tafoni Anfratti naturali, scavati dalla pioggia e dal vento nelle masse granitiche, soprattutto in Gallura, utilizzati in genere nel Nuragico recente: in Gallura ne sono stati individuati una settantina. Questi anfratti, di dimensioni medio-piccole, venivano chiusi da muretti che in certi casi integravano e modificavano i vani naturali dell’anfratto trasformandoli in tomba (tombe in tafoni). Le tombe potevano essere utilizzate per diverse generazioni: bastava infatti svuotarle del contenuto e dopo alcuni anni sostituirlo.

Tagliaferri, Tonio Sacerdote, giornalista (n. Villasalto 1932). Ordinato sacerdote nel 1959, ha avuto significative esperienze pastorali ma soprattutto si ` dedicato all’attivita ` giornalistica e iscrivendosi all’albo professionale nel 1982. Divenuto direttore del periodico della diocesi di Cagliari ‘‘Nuovi Orientamenti’’ gli ha dato un notevole impulso facendogli assumere una nuova veste editoriale che ne ha rilanciato la ` delegato regionale della diffusione. E Conferenza Episcopale sarda per le Comunicazioni sociali. Ha al suo attivo il volume Accanto a Papa Woytyla dentro la Sardegna, edito nel 1990.

interessi, continua a rimanere profondamente legato a Cagliari, dove risiede, contribuendo ad animarne la vita culturale. Interessato ai sistemi e ai valori della comunicazione globale (si veda Epistemologia del Cyberspazio, 1997), negli anni Novanta ha contribuito allo sviluppo delle esperienze di Nicola Grauso nel campo della infor` autore di molti mazione elettronica. E lavori, tra cui I rapporti tra scienza e filosofia in Urss, pubblicato a Milano nel 1976. Tra gli altri suoi scritti: L’interpretazione materialistica della meccanica quantista in Urss, 1972; La genetica sovietica e la scienza, 1977; Il seque` , 1997; La politica che stro dell’identita `. Idee guida per un progetto tra non c’e ` e valori, 1997. razionalita

Tagliagambe, Silvano Filosofo della scienza (n. Legnano 1945). Allievo di Ludovico Geymonat, dopo essersi lau` specializzato a Mosca e si e ` reato si e dedicato all’insegnamento universitario. Ha iniziato la sua carriera accade` di Cagliari nel mica presso l’Universita ` diventato professore 1973 e nel 1977 e ` di Storia della Filosofia. In seguito e ` di Magistato preside della Facolta stero tra il 1983 e il 1989. Ha poi inse` ‘‘La gnato per anni presso l’Universita Sapienza’’ di Roma, e attualmente ha ` di Architetcattedra presso la Facolta tura di Alghero. Uomo dai molteplici

Talana – Vedute del centro abitato.

Talana Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1100 abitanti (al 2004), posto a 682 m sul livello del mare, alle

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Talana pendici sud-orientali del massiccio del Gennargentu. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 117,92 km2 e confina a nord con Orgosolo e Urzulei, a est con Triei e Lotzorai, a sud e a ovest con Villagrande Strisaili. Si tratta di un territo` rio montano che anche in prossimita dell’abitato supera di molto i 1000 m di altitudine (il monte Pisucerbu raggiunge i 1348 m), mentre a oriente declina lentamente verso la piana ogliastrina. In direzione di questa si dirigono anche i corsi d’acqua che scorrono nella zona, compreso il rio Gurue. T. comunica per mezzo di una strada che raggiunge Lotzorai e la vicina Tortolı`, e con altre due che si dirigono rispettivamente a nord, sino a Urzulei e alla statale 125, e a sud, fino a Villagrande Strisaili e gli altri centri dell’Ogliastra interna. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico. L’at` origini metuale centro abitato ha pero dioevali; appartenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando nel 1257, dopo la caduta del giudicato, il suo territorio fu diviso tra i partecipanti alla spedizione, T. fu incluso nei territori toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Con l’estinzione dei Visconti prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa; dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz. Nel ` a far parte della contea di 1363 entro Quirra, ma subito dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri, nel 1410 il villaggio fu recuperato dai Ber-

` tran Carroz; nei secoli successivi passo da questi ultimi ai Centelles, ai Borgia, ` e infine agli Osorio ai quali fu ai Catala riscattato nel 1835. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in T. anime 387, distribuite in famiglie 99 e in case 80. Le professioni comuni sono l’agricoltura o la pastorizia, nelle quali ` la popolazione lasi spartisce per meta ` necessari voriera. Per i mestieri piu sono pochissime persone che li pratichino. Le donne si occupano ne’ telai, i quali sono di forma antica e circa 100. Si fabbricano panni comuni e pezze di pelo caprino, per il proprio fabbisogno e per il commercio. Agricoltura. Gli uomini applicati alla medesima non sono ` di 50. Si hanno terreni idonei ad piu ogni maniera di coltivazione, e sono siffatti quelli segnatamente della regione che dicono sa mola de S. Efisi (la mola di S. Efisio). Si semina ordinariamente ` di 40 starelli di in complesso non piu frumento, 80 d’orzo, 10 di fave, 4 di legumi. La cultura delle patate occupa ` di 30 starelli di terreno. Il forse piu grano rende spesso il 10, l’orzo il 15 e anche il 20, le fave il 5, i legumi altrettanto. Sono alcuni piccoli orticelli, e la ` computare di loro area totale si puo circa 12 starelli. Si coltivano varie specie, e anche le patate. Pastorizia. I talanesi addetti alla cura del bestiame sono 50 in circa. Solo in quattro luoghi sono erette capanne stabili, le altre ` di 30. Si sono temporarie e non piu hanno pascoli per tutte le diverse specie di bestiame, e sono a notare tre prati naturali, uno dei quali solamente cinto a muro barbaro (a secco), come

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Talana dicono. I capi del bestiame domito sono numerati a buoi 60, cavalli 50, giumenti per la macinazione 20, majali 50. Si contano poi nel bestiame rude vacche 400, capre 4000, pecore 3500, porci ` piu ` lodato il vac700. De’ formaggi e cino». Quando nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu compreso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, bovini e suini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, l’olivicoltura e viticoltura. Alcuni posti di lavoro sono assicurati an` di forestazione e anche dalle attivita tincendio boschivo. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una modesta ` industriale nei settori alimenattivita ` sufficientemente orgatare e edile. E nizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 50 posti letto, a sostegno di un ` collenascente turismo. Servizi. T. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, guardia medica, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1153 unita di cui stranieri 5; maschi 553; femmine 600; famiglie 415. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 12 e nati 10; cancellati dall’anagrafe 27 e nuovi iscritti 14. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 044 in migliaia di lire; versamenti ICI 195; aziende agricole 215; imprese commerciali 12; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 20. Tra gli indicatori sociali: occupati 215; disoccupati 167; inoccupati 33; laureati 1; diplomati 70; con licenza media 474;

con licenza elementare 314; analfabeti 46; automezzi circolanti 332; abbonamenti TV 268. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze che documentano la presenza continuativa dell’uomo a partire dal ` riconperiodo prenuragico. A questo e ducibile il menhir di Is Cannas: si tratta di un monolito levigato e squadrato, che emerge dal suolo per circa 8-10 m. Al periodo nuragico risalgono invece i nuraghi Bau ’e Tanca, Buruntacu, Cardotufu, Munduguia, Nercone, Odrollai, Rubiu, Spendinia, Tortari e la Tomba di giganti di Bau ’e Tanca. Il ` interessante e ` quello di Bau ’e sito piu Tanca, complesso archeologico situato a qualche chilometro dall’abitato in ` costituito una posizione incantevole. E da un nuraghe del tipo a torre circondato dai resti di alcune capanne e da tre Tombe di giganti situate a breve distanza l’una dall’altra ma in cattivo stato di conservazione. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato l’impianto tradizionale con le strade strette e tortuose sulle quali si affac` ciano le tipiche case in granito a piu piani; l’insieme delle strade converge sulla chiesa di Santa Marta, parrocchiale fatta costruire dal cardinale Cadello (=) agli inizi dell’Ottocento, completata nel 1916 e recentemente restaurata. Ha impianto a una navata cui si uniscono alcune cappelle laterali e il presbiterio. Conserva numerose statue lignee del secolo XVI e del XVII, non´ un pregevole crocifisso del Setteche cento. Altra chiesa di grande interesse ` quella di Sant’Efisio, situata in mezzo e ai boschi lungo la strada per Lotzorai. Si tratta di una costruzione semplice con l’impianto a una navata, legata alla leggenda secondo la quale l’edificio sarebbe stato costruito dal padre di

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Talaniana un bambino scomparso, al quale sarebbe apparso il santo che lo avrebbe aiutato a ritrovare il figlio. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ` suggestive, legata all’andelle feste piu tica leggenda del bambino scomparso, ` quella che si svolge la prima domee nica di maggio in onore di Sant’Efisio nei pressi dell’omonima chiesetta. Ha inizio il venerdı`, quando la statua del santo viene condotta in processione dalla parrocchia alla chiesetta; i festeggiamenti prevedono un pro gramma intenso tra cui il canto a tenore. Altra tipica manifestazione affer` la mostra del matasi negli ultimi anni e prosciutto. Sulla scorta di un’antica e rinomata tradizione locale, nella prima domenica d’agosto la Pro Loco organizza una mostra regionale di que` sto prodotto, nel corso della quale e possibile gustare e acquistare il famoso prosciutto sardo ottenuto da maiali magri di montagna, spesso incrociati con cinghiali.

Talaniana Antico villaggio di origine medioevale, probabilmente situato nelle campagne di Tempio Pausania. Faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria della Gallura Gemini. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti venne amministrato direttamente dai funzionari del Comune di Pisa; subito dopo la conquista ` a far parte del Rearagonese entro gnum Sardiniae, ma i suoi abitanti continuarono a resistere ai nuovi padroni e si arresero solo dopo l’intervento militare di Raimondo Cardona nel 1330. Subito dopo fu incluso nel feudo concesso a Guglielmo Pujalt; i suoi abi`, continuarono a mantenersi tanti, pero ostili e allo scoppio della guerra tra Genova e Aragona si ribellarono. Quando il Pujalt, alcuni anni dopo, morı` senza lasciare eredi, la situazione non ac` a normalizzarsi. Percio ` nel 1347 cenno

il territorio fu concesso in feudo a Gio´ lo pacificasse; vanni d’Arborea perche ma negli anni successivi l’esistenza del ` a essere resa piccolo villaggio continuo difficile dalle circostanze che seguirono l’arresto del suo sfortunato signore. A partire dal 1353 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea, in` ulteriori difficolta ` ed entro la contro ` completafine del secolo si spopolo mente.

Talavera Famiglia spagnola (secc. XVXVI). Un suo ramo si trasferı` in Sarde` del secolo XV gna nella seconda meta con un Gondisalvo, che prese parte alla ` Carfase finale della guerra tra Nicolo roz e Leonardo Alagon. Dopo la battaglia di Macomer, quando il marchesato di Oristano fu posto sotto sequestro, nel 1480, gli furono concessi in enfiteusi i salti di Pittinuri e di Muro Con` poco dopo, prima di giato. Morı` pero riuscire a designare il suo erede; il re, ` Pittinuri alla fiallora, nel 1484 dono glia del defunto, Fernanda, e a suo ma˜ ol. Per venire in posrito Egidio Espan ` i due dovettero afsesso dell’eredita `, frontare una lite con Oristano: la citta infatti, considerando il salto come parte dei propri territori, si era oppo´ la lite si prosta alla donazione; poiche traeva a lungo, nel 1500 i due coniugi finirono per vendere Pittinuri agli Zatrillas.

Tallada, Giuliano Religioso (Valencia, ` sec. XIV-Barcellona seconda meta 1445). Vescovo di Bosa dal 1435 al 1445. Apparteneva all’ordine dei Domenicani; profondo conoscitore della Teo` per anni acquistando logia, la insegno grande reputazione. Provinciale del suo ordine, fu nominato inquisitore del Regno d’Aragona da papa Martino V e nel 1432 vescovo titolare di Laodicea. Molto legato ad Alfonso V, nel 1435 fu nominato vescovo di Bosa, ma fece amministrare la sua diocesi da dele-

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Talos ` a rimanere a gati; egli infatti continuo corte e nel 1439 fu inviato al concilio di Basilea come nunzio del re. Morı` senza mai aver posto piede in Sardegna.

Tallarinus Tipo di pasta fresca tradizionale ottenuta dalla lavorazione manuale (in genere domestica) di un impasto di semola di grano duro condito con uova e zafferano. L’impasto cosı` ottenuto veniva ridotto dalle donne di casa con l’aiuto del matterello in sottili sfoglie che venivano tagliate in strisce fini (tallarinu) servendosi di una rotella metallica (sa serretta). Queste rudimentali (ma saporitissime) tagliatelle venivano poi esposte e fatte seccare su una canna e si utilizzavano in occasioni di feste importanti.

Taloro – Diga lungo il corso del fiume.

` il maggiore affluente Taloro Fiume. E del Tirso; nasce dalle montagne a nord ` lungo circa 65 del Gennargentu ed e km. Il suo percorso si snoda dalla Barbagia di Ollolai fino ad Abbasanta, dove si immette nel Tirso, lungo il fiume sono stati costruiti alcuni sbarramenti che hanno formato i laghi artificiali di Gusana, Cucchinadorza e Benzone. I tre laghi hanno una notevole importanza per le loro centrali idroelettriche e per la trasformazione che hanno prodotto nell’assetto dell’ambiente circostante, stimolando lo ` agropastorali e di sviluppo di attivita ` turistica. strutture per la ricettivita

Talos Automa bronzeo della tradizione mitografica egeo-cretese e sarda che ´ le caratteristiche racchiudeva in se dell’eroe primordiale, violento, espressione della forze incontrollabili della natura. Secondo la versione canonica del mito, T., forgiato nel bronzo da Efesto (Vulcano), fabbro divino dall’inclita arte, venne posto dal re Minosse a guardia dell’isola di Creta, oppure questo compito gli venne affidato dallo stesso Zeus che contemporanea` la custodia dell’emente gli assegno roina da lui amata, Europa. Il collega` attestato da mento con la Sardegna e una variante della narrazione mitica, trasmessa dal paremiografo (autore di una raccolta di proverbi) greco Zenobio (sec. II d.C.) e risalente, secondo questo autore, a Simonide di Ceo, poeta lirico greco del secolo VI a.C. Nella narrazione di Simonide, una versione antichissima del mito, risalente forse al secolo VII a.C. (presente in autori come Cinetone e Ibico), l’automa bronzeo sarebbe nato in Sardegna, dove avrebbe a lungo dimorato prima di spostarsi a Creta, al servizio di Minosse. Nell’isola che gli avrebbe dato i natali T. si rese protagonista dell’uccisione di molti Sardi che, per le moda` violente con le quali venivano elilita minati, al momento del decesso digrignavano i denti in una smorfia di dolore, il cosiddetto ‘‘riso sardonico’’. L’immagine e la conseguente espres` presente sione ‘‘riso sardonico’’, gia nel XX libro dell’Odissea con riferimento al riso sarcastico indirizzato da Ulisse ai Proci, sarebbero dunque collegati al mito di T. Secondo Giulio Paulis l’accostamento, ritenuto dallo studioso abbastanza artificioso, tra il ‘‘riso sardonico’’ e il mito di T. rappresenta la trasposizione mitografica degli effetti e del nome dell’erba sardo` nia, l’Oenanthe crocata, confusa pero

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Tamaini dai mitografi con la cosiddetta ‘‘erba di Efesto’’ (Ranunculus sceleratus), con benefici effetti terapeutici nella cura dell’ischialgia ma che d’altro canto generava estese ulcerazioni e fenomeni infiammatori. Nel mito di T. e in questo suo porsi come ponte tra la Sardegna e Creta sono racchiusi, a ogni modo, elementi che rimandano a contatti tra la ` nuragica e quella minoico-micivilta cenea, soprattutto in rapporto allo sviluppo della produzione metallurgica e ai commerci nel bacino del Mediterraneo lungo la direttrice che muoveva dall’Egeo orientale verso il Mediterraneo occidentale e la Sardegna. Questi contatti risultano ben documentati dal materiale archeologico di matrice micenea rinvenuto nell’isola: pani di rame del tipo cretese cipriota (ox-hide hingots) dalla caratteristica forma quadrangolare a pelle di bue essiccata o meglio ‘‘a barella’’, per facilitarne il trasporto (Nuragus, Villanovaforru, Lanusei, Tertenia, Ozieri ecc.); ceramica micenea del Miceneo III A (sec. XIV a.C.) da Orroli, Tharros, Decimoputzu; ceramica micenea del Miceneo III B/C dal nuraghe Antigori di Sarroch. Secondo alcuni studiosi (Fulvia ` supporre in SardeLo Schiavo) si puo gna la presenza di tecnici specializzati nella fusione e forgiatura dei metalli, provenienti dall’area cretese-cipriota, che avrebbero istruito i Sardi nella tecniche metallurgiche, in base ad accordi che prevedevano in cambio una ` di metallo da riportare nelle quantita sedi di origine. Le connotazioni negative che fanno di T. un eroe primordiale e violento, nemico della Sardegna che pure, in una versione del mito, gli aveva dato i natali, vanno inserite nel quadro di una polemica ideologica ` un caso che la greca antipunica: non e testimonianza di Simonide di Ceo, riportata da Zenobio, si collochi nel se-

colo VI a.C., alla vigilia dell’occupazione cartaginese dell’isola. [PAOLA RUGGERI]

Talos – La morte dell’automa in un particolare di un cratere a figure rosse del secolo Va.C.

Tamaini, Mohammed Generale arabo (sec. IX). Nell’821, postosi al comando di una flotta, partı` dalle coste della ` uno sbarco in SardeSpagna e opero ` , trovarono gna. Le sue truppe, pero una forte resistenza da parte dei Sardi, che finirono per respingerlo e lo co` esstrinsero ad allontanarsi; la sua puo sere considerata l’ultima delle spedizioni che gli Arabi fecero in Sardegna durante il secolo IX.

Tamarikes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, situato nella curatoria del Coros. Era posto a poca distanza da `a Usini. Agli inizi del secolo XIII entro far parte dei territori toccati ai Malaspina in seguito a un matrimonio; dopo l’estinzione della dinastia giudicale essi lo inclusero nel loro piccolo stato.

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Tamassia Avendo poi prestato omaggio al re d’Aragona, riuscirono a conservarne il possesso anche dopo la conquista, e quando essi nel 1325 si allearono con i Doria ribelli il villaggio divenne uno dei capisaldi della loro resistenza. Nei decenni successivi fu danneggiato dalle guerre tra Doria e Aragona e co` a perdere popolazione. Nel mincio 1342, dopo la morte del marchese Giovanni, ultimo dei Malaspina sardi, ` a Pietro IV d’Aragona, cui il depasso `. Confunto lo aveva lasciato in eredita ` pero ` a soffrire a causa della tinuo guerra e prima della pace del 1388 si ` completamente. spopolo

Tamarispa Antico villaggio medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria di Posada. Sorgeva nelle campagne di `. In seguito all’estinzione della Torpe ` al Comune dinastia dei Visconti passo di Pisa che lo fece amministrare da suoi funzionari. Dopo la conquista ara` a far parte del Regnum gonese entro Sardiniae e fu concesso in feudo a Pie`, tro Lopez de Luna. I suoi abitanti, pero si mantennero ostili nei confronti del ` la feudatario. Quando nel 1334 scoppio guerra tra Genova e Aragona e il territorio fu assalito da truppe genovesi, essi si ribellarono apertamente. Nel 1335 il Lopez de Luna morı` e il villaggio fu venduto a Pietro de So che, quando ` termila guerra con Genova sembro nata, nel 1336 lo incluse nel grande feudo che andava formando in Gallura. Ma scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio subı` al` tri danni e la sua popolazione comincio a diminuire. Quando nel 1357 Pietro de ` a Berengario Bados, So morı`, T. passo ` non riuscı` a conservarne il che pero possesso. Nel 1362 fu concesso a Oliviero Cogorres che morı` pochi mesi dopo, proprio quando stava per scoppiare la seconda guerra tra Mariano

IV e Pietro IV. Nella fase iniziale delle ` il villaggio fu occupato da ostilita truppe del giudice d’Arborea; negli ` completaanni successivi si spopolo mente a causa delle vicende belliche.

Tamarit Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Nel corso del secolo XII fu compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo erano pervenuti ai Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formavano nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese essi prestarono omaggio al re d’Ara` a far parte del gona, per cui T. entro `, Regnum Sardiniae. Poco dopo, pero ´ nel 1325 la essi si ribellarono, sicche Nurra fu loro sequestrata. Il villaggio fu investito dalle successive fasi della guerra che i suoi signori dovettero sostenere contro l’Aragona, subı` gravi ` del secolo danni e prima della meta era completamente spopolato.

Tamaro Pianta delle famiglia delle Dioscoreacee (Tamus communis L.), nota anche con il nome di viticella. Erbacea rampicante, ha fusti striati; le foglie sono a forma di cuore, a volte con apice allungato, alterne sui fusti; i fiori sono gialli, riuniti in racemi; il ` una bacca rossa. Cresce sulle frutto e siepi e nei boschi e fiorisce in tarda primavera. Se ne conoscono diverse ` officinali: antireumatica e proprieta antidolorifica in uso esterno, diuretica e purgativa in uso interno; una poltiglia di radici applicata sulla pelle e sul ` un valido rimedio cuoio capelluto e per la caduta dei capelli e l’alopecia. ` gina de margiani, aspaNomi sardi: a ragi de cannitu, brodau coluvrinu, ligadolza. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tamassia, Nino Storico del diritto, senatore del Regno (Revere 1860-Padova

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Tamburini 1931). Intrapresa la carriera universi` taria fu professore presso le Universita di Pisa e di Padova. Nel 1919 fu nominato senatore e nel 1926 accademico dei Lincei. Ha al suo attivo un ampio saggio su Barbaricini. Note per una storia della Sardegna, ‘‘Archivio storico italiano’’, XXXI, 1903.

Tamburini, Gino Bibliotecario (Pesaro 1884-Genova 1950). Fu direttore della Biblioteca Universitaria di Cagliari dal 1928 al 1932; provvide alla schedatura dei manoscritti e degli incunaboli; tra i suoi scritti: La tipografia in Sardegna, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1930; Sassari: R. Biblioteca universitaria, in Inventario dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, LXXIII, 1941.

mofila. Molto diffusa sulle coste, nei pressi di stagni e di ruscelli, fiorisce da febbraio a maggio. Nomi sardi: framaritu, tamarı`e, tamariziu, tramaricciu. 2. La t. comune, o t. gallica (Tamarix ` un arbusto o piccolo algallica L.), e bero di dimensioni maggiori della specie precedente, anche per il portamento espanso della chioma; ha piccole foglie squamiformi verde chiaro; si distingue dalla t. africana per i fiori ` piccoli e numerosi; il frutto rosati, piu ` una capsula piramidale. Comune, e cresce su terreni sabbiosi e assolati, vicino ai corsi d’acqua, in associazione con le altre tamerici, dalla costa alla collina; fiorisce da aprile a giugno. Per ` e la sua resistenza ai la sua adattabilita ` usata nel verde di venti salmastri e strade litoranee. Nomi sardi: tamarı`e, tamaricciu, tamariziu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tamis Antico villaggio di probabili ori-

Tamerice – Esemplari sull’isola di Caprera.

Tamerice Nome generico di piante della famiglia delle Tamaricacee, sinonimo di tamericio. 1. La t. africana, o tamericio maggiore (Tamarix africana ` un arbusto o piccolo albero, Poiret), e raggiunge i 5 m di altezza; le foglie squamiformi, con margine traslucido, sono aderenti ai rami; i fiori sono bianchi, in infiorescenze a racemo; il frutto ` una capsula, i semi hanno un ciuffo di e peli che ne facilita la diffusione ane-

gini romane, che sorgeva a poca distanza da Masullas. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Parte Montis. ` del secolo XIV il giuNella prima meta dice d’Arborea vi favorı` l’insediamento di un’abbazia vallombrosana. Caduto il giudicato d’Arborea, dopo il ` a far parte del Regnum Sar1409 entro diniae e venne amministrato direttamente da funzionari del re d’Aragona. Prima del 1430 fu compreso nei territori donati in feudo a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran. Cosı` fu incluso nella contea di Quirra, ma nel corso ` a decadere e a del secolo XV comincio spopolarsi; quando poi l’abbazia val` la propria attivita `, il lombrosana cesso villaggio fu abbandonato completamente entro la fine del secolo XVI.

Tamponi, Giovanni Agostino Insegnante, consigliere regionale (n. Olbia ` dedicato al1935). Dopo la laurea si e

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Tamponi ` politica. l’insegnamento e all’attivita Militante nel Partito Comunista Ita` stato eletto consigliere liano, nel 1979 e regionale del suo partito per l’VIII legislatura nel collegio di Sassari. Al ter` stato rimine della legislatura non e confermato.

Tamponi, Pietro1 Archeologo (Tempio 1850-Olbia 1898). Mandato a studiare a Pistoia, nel 1867 fuggı` dal collegio per seguire Garibaldi a Mentana. Dopo la sfortunata impresa fu arrestato e rispedito in Sardegna dove si diede a studi di letteratura, tradusse le opere di alcuni poeti inglesi e intrattenne rapporti epistolari con il Tommaseo. ` agli studi di arIn seguito si dedico cheologia, che diventarono lo scopo stesso della sua vita: per anni fu ispet` e approfondı` lo tore per le antichita studio di Olbia e del suo territorio conducendo alcuni scavi fondamentali. Condusse anche scavi in diverse altre ` della Sardegna e porto ` a terlocalita mine una Silloge epigrafica di Olbia che fu molto apprezzata anche a livello internazionale, soprattutto dal Mommsen che rese possibile l’iscrizione del Tamponi all’Accademia Germanica ` delle Scienze; della sua intensa attivita diede notizia con una lunga serie di comunicazioni di buon livello scientifico nella rivista ‘‘Notizie degli Scavi di An`’’ a partire dal 1880; tra il 1882 e tichita ` anche al quotidiano il 1895 collaboro sassarese ‘‘La Sardegna’’. Nella sua vastissima bibliografia si segnalano Terranova Pausania. Scoperte presso la stazione della strada ferrata, ‘‘Notizie de` ’’, 1880; tre gli Scavi di Antichita schede, Terranova Pausania. Scoperta di antico edificio termale presso la casa del Sig. B. Tamponi, Scavi nella villa Tamponi presso il porto ed altre anti` olbiensi rinvenute in contrada Acchita cioradolzu, Terranova Pausania. Urne cinerarie con iscrizione rinvenuta nel

fondo Giuanne Canu, tutte in ‘‘Notizie `’’, 1881; Terradegli Scavi di Antichita ` varie trovate nova Pausania. Antichita nel territorio del comune, ‘‘Notizie degli ` ’’, 1882; Terranova Scavi di Antichita Pausania. Iscrizione miliaria scoperta in contrada Pedra Zuccada, ‘‘Notizie `’’, 1883; Strada degli Scavi di Antichita romana Karalibus-Olbiae, ‘‘Arte e Storia’’, III, 1884; sette schede, Terranova Pausania. Tombe romane ed epigrafi riconosciute nel quartiere Villanova, Oggetti vari scoperti in Villa Tamponi, Necropoli romana, Colonna miliare inscritta ed epigrafi sepolcrali riconosciute in vari punti della regione Telti, Colonne miliarie con iscrizioni latine scoperte nel territorio di Olbia, Resti di antichi edifici riconosciuti nel porto di Terranova nella isoletta denominata Friare, Tomba in opera laterizia rinvenuta presso la chiesa di San Simplicio, Sarcofago marmoreo figurato scoperto nel fondo della chiesa di San Simplicio, tutte in ‘‘Noti` ’’, 1888; dozie degli Scavi di Antichita dici schede, Resti di antico edificio ed oggetti vari ritrovati nella casa di Martino Marras nella parte orientale del paese, Terranova Pausania, Frammenti di vasi fittili rinvenuti a Villa Tamponi, Terranova Pausania, Parte di urna cineraria riconosciuta in via San Paolo, Terranova Pausania, Avanzi di costru` Tuzioni laterizie esistenti in localita nitta nella vigna Puzzu Susini in regione Bunale, Urna cineraria in marmo riconosciuta nella chiesa di San Simplicio, Terranova Pausania, Monete raccolte nel Predio Campesi, Terranova Pausania, Terranova Pausania. Scoperte nel nuraghe di Putzolu nell’agro olbiense, Resti di costruzioni con mosaici, Nuove scoperte nel territorio dell’antica Olbia, Nuove colonne miliarie ed altre anti` nell’agro olbiense, Nuove scoperte chita nell’abitato di Terranova ed in regione Trabucconi, Tombe antichissime sco-

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Tamponi perte in regione Monte Albu di Terranova, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di ` ’’, 1889; sei schede, Tombe scoAntichita perte in Telti in agro olbiense, Nuove scoperte a Campu Longu nel territorio olbiense, Costruzioni vetustissime a Pedra Zaccada e Albitroni nell’agro olbiense, Terranova Pausania, Nuove scoperte di ` nell’area dell’antica Olbia, antichita Nuove scoperte nella regione Telti in Terranova Pausania, Indagini intorno al` l’ubicazione dell’antica Cares in localita Caresi, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di ` ’’, 1890; otto schede, Scoperte Antichita nel predio Cunzadu di Terranova, Nuraghe di Santa Reparata in comune di Ozieri. Vasi fittili contenenti pezzi di rame, Ozieri. Resti di muri laterizi e di pavimenti a mosaico rinvenuti in contrada Selzu, Anfora con monete enee rimessa in luce nell’interno del nuraghe di Burghidu a Ozieri, Anfora fittile raccolta alle falde del monte Bischiddi a Pattada, Anfore fittili e resti di nuraghi e pietre granitiche, rimessi in luce nella contrada Istela, Frammento d’iscrizione greca rinvenuto ad Oristano, Oristano. Frammenti fittili dell’epoca romana, monete di bronzo e avanzi di muri in la` Deliterizi posti in luce nella proprieta tala in via Re Ugone, tutte in ‘‘Notizie ` ’’, 1891; ventidegli scavi di Antichita cinque schede, Tomba con oggetti di suppellettile funebre rinvenuta in loca` S. Pietro a Torpe ´, Grotta artificiale di lita ´, Avanzi rinPelosinu in comune di Torpe venuti presso il nuraghe di Uliana a ´, Iscrizione militare scoperta nella Torpe necropoli dell’antica Olbia rinvenuta presso la basilica medioevale di S. Simplicio, Ruderi di antichi edifici, frammenti di vasi fittili, tombe formate da tegoloni ed altre formate da anfore di terracotta rinvenute nel predio Cuguttu, Avanzi di selciato e colonna miliaria dell’antica via da Cagliari ad Olbia riconosciuta nella contrada Pasana, Scoperte

nella necropoli dell’antica Tibula a Capo Testa, Iscrizioni miliarie della strada antica da Cagliari a Porto Torres. ` Santa Marras o Planu Busachi-localita Maiore, Busachi. Avanzi di antichissime costr uzioni in luogo denominato Trempu, Resti di un antico acquedotto esistenti presso Fordongianus, Scoperte ` varie in localita ` Bona di antichita Fraule presso Siniscola, Tombe antichissime scavate nella roccia riconosciute sul colle denominato Cuccuru Eiana a Siniscola, Scoperte di antiche costru` Molimentos. Terranova zioni in localita Pausania, Muro di pietre granitiche e tegoloni iscritti scoperti in Sinnai, Terranova Pausania, Ripostiglio di monete imperiali romane scoperto nella regione Balloru. Terranova Pausania, Frammenti di vasi aretini fittili tornati in luce nella villa Tamponi. Terranova Pausania, Terranova Pausania. Resti di antiche costruzioni riconosciuti entro l’abitato, Tombe romane scoperte alle falde del colle di Domma Muscas a Telti nell’agro olbiense, Tracce dell’antica via da Cagliari a Olbia riconosciute presso la regione Saraina a Telti, Scoperte di ` in regione Francisca Nieddu antichita di Tempio, Muraglie laterizie e monete imperiali scoperte presso la chiesa di S. Maria a Tempio, Resti di antiche abita` romana scoperti in contrada zioni di eta Oliva nel territorio olbiense, Avanzi di ` romane e monete imperiali antichita nell’altipiano di Telti nel territorio olbiense, Antiche tombe in muratura ed oggetti della suppellettile funebre tornati in luce nell’altipiano stesso. Telti, Resti di antiche terme e monete imperiali di bronzo scoperte presso il fiume Spaduleggia. Terranova Pausania, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1892; sei schede, Monete impechita riali romane ed ago crinale rinvenuti nella collina di S. Simplicio. Terranova Pausania, Tombe a tegole, vasetti e lu-

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Tamponi cerne fittili rinvenute nel predio Isca Mariana a Terranova Pausania, Vasi vitrei, lucerne fittili, tombe alla cappuccina ed oggetti d’oro rinvenuti nel predio Giuanne Canu a Terranova Pausania, Resti di costruzioni romane e fittili vari scoperti in Verrasolu a Terranova Pausania, Pavimento a mosaico, resti di fab` romana e cunicoli di drebriche di Eta ` Prenaggio riconosciuti nella localita ziosa Carta a Terranova Pausania, Ter` romana ranova Pausania. Tombe di Eta scoperte nella necropoli dell’antica Olbia, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di An`’’, 1893; quindici schede, Tombe tichita in muratura, frammenti di vasi fittili e monete di bronzo scoperte in La Conca di Lu Puddu. Terranova Pausania, Tracce di antico acquedotto nella regione Frati Zinnia. Terranova Pausania, Tombe costruite con pietre e cemento tornate in luce nel predio vocato Sticcatu, Terranova Pausania. Avanzi di antiche costruzioni, monete imperiali romane e frammenti epigrafici rinvenuti in vari punti dell’abitato, Frammento di diploma militare scoperto nella Villa Tamponi, Tombe in laterizi scoperte nel predio denominato Isca Mariana, Tomba di bambino rinvenuta presso la collina di San Simplicio, Monete in bronzo e frammenti di embrici romani tornati in luce nel predio Abbefrittu in Terranova Pausania, Sepolcreti con oggetti della suppellettile funebre rinvenuti nel predio Acciaradolzu-Terranova Pausania, ` romana e resti di costruTombe di Eta zione laterizia tornati in luce alla collina di Provania-Terranova Pausania, Cassa sepolcrale di piombo e stoviglie scoperte presso la chiesa rurale di Cabbu Abbas a Terranova Pausania, Tombe romane con oggetti di suppellettile funebre rinvenute nella piazzetta del Burchile. Terranova Pausania, Urne ossuarie e fittili trovati nella collina di San Simplicio, Nuraghi Belvighile, Nuragadena, Chi-

donza, Crissula, Resti di antiche costru` Pietralzioni riconosciuti nelle localita veddu, Tamara e Pedra Bianca, tutte in ` ’’, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1894; Sepolcreto romano appartenente alla necropoli dell’antica Olbia riconosciuto ed esplorato in contrada Acciaradolzu, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1895; Silloge epigrafica olbiense, chita 1895; quindici schede, Tombe romane con fibule e monete imperiali scoperte nel luogo detto Giaruzzeddu. Terranova Pausania, Urne cinerarie fittili scoperte presso la basilica di San Simplicio, Monete romane e sicule trovate alla cantoniera ferroviaria di Tilibbas. Terranova Pausania, Terranova Pausania. Tombe romane della necropoli olbiense scoperte ` Iscamarina, Vaso di rame nella localita contenente un ripostiglio di monete romane imperiali scoperto nella Villa Negri. Terranova Pausania, Tombe di pietre granitiche con oggetti di suppellettile funebre scoperte nel fondo urbano di Giovanni Pippeddu. Terranova Pausania, Terranova Pausania. Tomba antica scoperta nel predio Donnu Jolzu, Avanzi di antiche costruzioni scoperti nella Casa Pintus. Terranova Pausania, Grotta sepolcrale con oggetti di suppellettile funebre riconosciuta nella collina ` romana di San Simplicio, Tomba di Eta rinvenuta in predio Solineddas, Aureo ` Mattaudi Leone I raccolto in localita Terranova Pausania, Tomba in muratura con cineraria fittile scoperta nel luogo detto Pasana. Terranova Pausania, Cunicolo in calcestruzzo e vasi vitrei scoperti nel luogo detto Riu Gadduresu. Terranova Pausania, Scavi fatti nella necropoli dell’antica Cares nella regione denominata Caresi, nel Comune di Terranova, Tempio. Di un fittile d’industria primitiva rinvenuto nel territorio del comune, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di ` ’’, 1896; Necropoli romana riAntichita conosciuta a Sa Tanca de Sas Piras di

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Tamponi Terranova, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1897; tre schede, Scoperte di anchita ` in una necropoli romana dell’atichita ` in regro olbiense, Scoperte di antichita gione Abba e Sa Ide di Terranova, Terranova Pausania. Antica vasca di pietra scoperta presso la stazione ferroviaria, tutte in ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1898; due schede, Tombe della chita necropoli olbiense scoperte nel colle di S. Simplicio, Tombe dei giganti a Monte Alvu, entrambe in ‘‘Notizie degli Scavi ` ’’, 1899; Terranova Pausadi Antichita nia. Sepolcreto romano appartenente alla necropoli dell’antica Olbia riconosciuto ed esplorato in contrada Acciera Dolza, ‘‘Notizie degli Scavi di Anti` ’’, 1905. chita

Tamponi, Pietro2 (detto Piero) Commercialista, uomo politico (n. Calangianus 1947). Consigliere regionale, senatore della Repubblica. Dopo aver conse` dediguito la laurea in Economia, si e cato alla professione di commercialista. Cattolico, sensibile ai problemi so` impegnato in politica schieciali, si e ` rato nella Democrazia Cristiana, ed e stato per alcuni anni sindaco di Flori` stato eletto consigliere nas. Nel 1984 e regionale per la IX legislatura nel collegio di Sassari; riconfermato per la X, ` dimesso dal nell’aprile del 1994 si e Consiglio regionale per candidarsi al ` stato Parlamento. Nello stesso anno e eletto senatore della Repubblica per la XII legislatura, ma allo scadere del ` stato riconfermato per mandato non e la XIII.

Tam Tam Casa editrice fondata nel ` spe1990 a Cagliari da Giusi Papoff, si e cializzata nella pubblicazione di opere per i ragazzi e di veri e propri strumenti didattici, come atlanti, sussidi per la conoscenza dell’archeologia, manuali per la corretta nutrizione ecc. [MARIO ARGIOLAS]

Tamula Antico villaggio che faceva

parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu amministrato dal Comune ` prestato di Sassari. Avendo la citta omaggio al re d’Aragona, il villaggio en` a far parte del Regnum Sardiniae e tro ` il controllo. Sassari ne conser vo Quando scoppiarono le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio divenne teatro delle operazioni militari e scom` del secolo XIV. parve prima della meta

Tana di Santena, Tommaso Francesco Vicere´ di Sardegna (Torino 1698ivi 1781). In carica dal 1758 al 1762. Uf´ nella ficiale di carriera, combatte Guerra di successione austriaca. Nel 1757 fu promosso generale e nel 1758 ´ di Sardegna. Durante il suo govicere ` di combattere la verno si preoccupo ` di potenziare l’Unimalavita e cerco ` di Cagliari con l’istituzione versita della cattedra di Chirurgia e la crea` il zione dell’Orto Botanico. Miglioro ` i terreni reservizio postale, bonifico trostanti le spiagge di Cagliari, Pula e ` la Sardegna Quartu Sant’Elena. Lascio nel 1762 e in seguito fu nominato governatore di Cuneo. Dopo alcuni anni divenne comandante della provincia di Torino. Nel 1771 fu insignito del Collare dell’Annunziata.

Tanca Termine di origine catalana (tancar, ‘‘chiudere’’, anche nella lingua ` riferito a un podere chiuso da sarda), e muro a secco o da siepe (cresura). Viene usato per la prima volta nella traduzione spagnola del condaghe (=) di ` San Michele di Salvenor. Col tempo e entrato nell’uso comune e ha sostituito l’antico termine di cungiau o cunzadu, che veniva usato nella lingua sarda per definire il podere chiuso.

Tanca, Andrea Giudice di Torres (Sassari, inizi sec. XI-?, dopo 1063). Nel Libellus judicum Turritanorum viene ricordato come primo giudice di Torres.

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Tanca Regia ´ anni Avrebbe regnato per ben trentatre e alla sua morte avrebbe lasciato erede suo figlio Mariano minorenne. Recen` stata motemente questa tradizione e dificata da una documentata ipotesi genealogica che vuole T. figlio di Barisone Torchitorio I giudice di Torres e d’Arborea, il quale alcuni anni prima della morte di Andrea gli avrebbe affidato il governo del giudicato di Torres, lasciando quello del giudicato d’Arborea all’altro figlio Mariano I de Zori. Andrea, per altro, morı` lasciando il regno al figlio Mariano I minorenne sotto la tutela del vecchio Barisone Torchitorio.

Tanca Marchesa Piccola localita` abitata della provincia di Oristano, situata ` fralungo la strada per Arborea di cui e zione.

Tanca Regia Allevamento di cavalli pregiati posto nel sito di Matta Ittiri in agro di Abbasanta: Giovanni Francesco Fara lo chiama Equile Regium. Era compreso nei territori della antica curatoria del Guilcier, dove plausibil` giumente era stato impiantato in eta dicale, ma dopo la fine del giudicato d’Arborea era andato in rovina. L’impianto fu probabilmente ripristinato ` l’amdai marchesi di Oristano; fu pero ministrazione reale che, nel corso del ` importante secolo XVI, ne fece il piu centro di allevamento equino del Regno di Sardegna. Lo stabilimento era amministrato da un funzionario nominato direttamente dal re (cavallerizzo maggiore) e servito da un certo numero di addetti specializzati che provvedevano alle operazioni necessarie per il suo funzionamento. L’impianto era considerato una risorsa di importanza ´ potesse funzionare strategica e perche bene tutti gli abitanti del Parte Ocier furono obbligati a pagare tributi in natura e in denaro per il suo mantenimento. I cavalli allevati nella T.R. co-

minciarono ad acquistare rinomanza per la loro bellezza e per la loro eleganza; purtroppo lo stabilimento ebbe un periodo di decadenza nel corso del secolo XVII, quando i suoi edifici semiabbandonati andarono parzial` che l’azienda mente in rovina e sembro dovesse def initiv amente ess ere chiusa. Nel corso del secolo XVIII, in`a vece, ebbe un notevole rilancio: gia partire dal 1706 furono stanziate alcune somme per la riparazione delle stalle, dei magazzini e della cappella. ` dello Passata l’isola ai Savoia, l’attivita stabilimento fu ulteriormente incrementata; nel 1731 vi erano ospitate 115 cavalle e 25 puledri. Col tempo il go` di ampliare e rinnovare verno progetto gli edifici, di costruirne dei nuovi e di dotare l’allevamento di stalloni. Cosı` nel 1761 ospitava 6 stalloni, 157 cavalle ` di 100 tra puledri e pulefattrici e piu ` a esdre. Negli stessi anni comincio sere curata con particolare attenzione la selezione dei cavalli nati nell’allevamento e si procedette a marchiarli con le insegne reali; ben presto gli esemplari provenienti dalla T.R. cominciarono a essere apprezzati a livello europeo e spesso vennero regalati a principi e sovrani. Nei primi decenni dell’Ottocento lo stabilimento fu ulteriormente potenziato; particolarmente in` teressato al suo sviluppo si mostro Carlo Felice, che fece arrivare alcuni stalloni delle scuderie reali di Torino ` la cura al conte di San Plae ne affido cido. Ben presto anche i proprietari di cavalle dei villaggi vicini chiesero e ottennero di poter fare ingravidare le loro bestie dagli stalloni della T.R., creando cosı` le premesse per lo sviluppo dell’allevamento su larga scala. ` , lo sviluppo Con Carlo Alberto, pero dello stabilimento subı` un improvviso e inspiegabile arresto; nel 1833 fu staccato dal patrimonio reale e fu decisa la

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Tanchis vendita del bestiame. Questo provvedi` la sua fine: lo stabilimento segno mento, dopo alcuni infelici tentativi di rilancio a opera di privati, fu affittato per pascolo. Nel 1873 il Ministero delle Finanze lo vendette a un imprenditore privato. Riprese a funzionare dopo la ` del Novecento, quando fu riattimeta vato su iniziativa dell’Istituto per l’Incremento Ippico della Sardegna, che vi ` parte del suo patrimonio alloggio equino. Elenco dei 21 cavallerizzi maggiori: Ranieri Bellit dal 1575 al 1590; Michele Dominguez dal 1591 al 1595; Pietro Longo dal 1595 al 1601; Gerolamo Delitala dal 1601 al 1603 e dal 1604 al 1605; Bernardino Manca dal 1603 al 1604; Giovanni Carrillo dal 1605 al 1608; Antioco Cani dal 1608 al 1609; Onofrio Fois dal 1609 al 1624; Ranieri Bellit dal 1625 al 1644; Giuseppe Delitala dal 1644 al 1648; Angelo Delitala dal 1648 al 1652 e dal 1653 alla sua morte; Pietro Cataneo dal 1652 al 1653; Vincenzo Bacallar dal 1703 al 1708; Antonio Geno` s dal 1708 al 1711; Michele Bonfant ve `s dal 1711 al 1721; Bernardino Genove marchese della Guardia, dal 1721 al 1732 e dal 1740 al 1746; Teodoro de Haro dal 1732 al 1738; Antioco Spano dal 1746 al 1750; Domenico Paderi dal 1760 al 1778; il barone di Saint Amour dal 1778 al 1800; il conte Manca di San Placido fu l’ultimo cavallerizzo maggiore.

Tanchis, Aldo Scrittore, sceneggiatore ` (n. Lei 1955). Laureato in Lettere, si e occupato di arte contemporanea, in particolare in due saggi: L’arte anomala di Bruno Munari (1981) e Bruno Munari (1986), tradotto in diversi paesi. Ha scritto anche i testi e le canzoni dell’operetta Il brutto anatroccolo, musicata da Giorgio Gaslini. Ha firmato la sceneggiatura del film Pesi leggeri, regia di Enrico Pau, e nel 2001 ha pubbli-

cato un romanzo dallo stesso titolo. Nel 2003 ha curato per l’editore Carlo Delfino, con Gavino Sanna (=), l’antologia di caricature Lo sguardo inquieto.

Tanchis, Vinia Pittrice, poetessa (n. Sassari, sec. XX). Dotata di notevoli ` naturali, si e ` sempre interesqualita sata di pittura. Dopo aver conseguito la laurea in Lingue ha per molti anni insegnato nelle scuole secondarie. Col tempo, da autodidatta, ha affinato le ` artistiche riuscendo a sesue qualita gnalarsi soprattutto nella tecnica dell’acquerello.

Tanda, Ausonio Pittore (Sorso 1926Roma 1988). Compiuti gli studi a Sassari, si trasferı` ancora giovanissimo a ` la sua residenza. Nel Roma dove fisso ` di 1950 ottenne il primo premio ‘‘Citta Sassari’’ organizzato dall’Ente provinciale per il turismo, suscitando – come hanno scritto Giuliana Altea e Marco Magnani – «reazioni contrastanti, di diffidenza e di appassionato consenso». I suoi modelli iniziali sono indicati in Pietro Antonio Manca, suo ` indietro in Giucompaesano, e piu seppe Biasi: «Dell’ultimo Biasi T. ap` esistenziale, cosı` prezza la profondita come di Manca lo interessa l’uso lirico ` dal del colore; si differenzia pero primo per lo sfaldamento tonale delle ` coforme, dal secondo per la volonta struttiva che lo porta a consolidare la stesura cromatica». Da questo momento si sviluppa la sua vicenda artistica, che si inserisce in una corrente sostanzialmente tradizionalistica, anche se radicalmente rinnovata dal grande talento di T., specialmente nelle nature morte e nel paesaggio – in genere quello marino visto «non tanto come tema paesistico quanto come emblema del difficile rapporto tra l’uomo e la natura». Inserito negli ambienti artistici della capitale, prese parte a numerose mostre tra le quali quella dei

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Tanda ‘‘Pittori Italiani in Medio Oriente’’ organizzata nell’ambito della Quadrien` nale; espose anche in molte altre citta italiane e all’estero. Non interruppe comunque i suoi rapporti con la Sardegna, tanto che tra il 1967 e il 1969 fu chiamato a dirigere il Liceo artistico di Cagliari (in questo periodo si avvici` alle esperienze dell’avanguardia, nera messe alla prova nella serie dei suoi Cyborg). Negli anni che seguirono orga` con successo alcune mostre in nizzo Italia e all’estero.

Tanda, Francesco Pittore, organizzatore culturale (Sorso 1931-Lucca 1987). Dopo un’esperienza romana come tecnico del cinema, conseguı` il diploma dell’Istituto d’Arte e la laurea in Lettere. Nel 1950 aveva partecipato per la prima volta a una mostra a Sassari, ` fino al 1981, quando si dove insegno trasferı` alla cattedra dell’Istituto d’Arte di Lucca. Attento alle manife` a stazioni dell’avanguardia, esercito Sassari anche un notevole ruolo come promotore di cultura, soprattutto nelle gallerie ‘‘L’Angolo’’ e ‘‘Il Basilisco’’ che diventarono sotto la sua direzione luoghi di dibattito non solo sulle arti visive. Nel 1976 fu tra i fondatori della rivista ‘‘Quaderni sardi di Filosofia’’. ` conosciuti, ha Nei suoi lavori piu scritto Giuliana Altea, «alla presenza di un’accentuata significazione etica fa riscontro la voluta freddezza del materiale tecnologico e della pratica riproduttiva», visibile soprattutto nelle sue serigrafie su metallo.

Tanda, Giuseppina Archeologa, docente universitario (n. Benetutti 1942). Allieva di Giovanni Lilliu, dopo essersi ` specializzata in laureata in Lettere si e ` dedicata alla carArcheologia e si e riera universitaria. Ha insegnato per ` di Sassari e atanni presso l’Universita ` professore presso l’Unitualmente e ` di Cagliari dove dirige l’Istituto versita

di Archeologia. Studiosa di ricono`, ha condotto numerose sciuta autorita ` campagne di scavo in diverse localita della Sardegna; tra l’altro ha scavato le domus de janas di Lochele a Sedilo, Molia di Illorai e Sos Furrighesos di Anela, e ha operato in molte altre loca` ` della Sardegna e della Liguria. E lita autrice di molti scritti, tra i quali sette `-Cargeghe, schede di Notiziario: Giorre Sa Binza Manna-Ploaghe, Monte Dominigu-Uri, Sos Furrighesos-Anela, Tisiennari-Bortigiadas, Su Campu LontanuFlorinas, Serrugiu, tutte in ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXX, 1-2 1975; quattro schede, Sa Binza Manna, Monte d’Accoddi, tomba II, Tomba di giganti B ` Tamuli Macomer, Grotta in localita Verde di Alghero, tutte in Nuove testimonianze archeologiche della Sardegna centro-settentrionale, Catalogo della mostra, 1976; undici schede di Notiziario: Grotta Verde-Alghero, Runala-Ittiri, Olbia, Monte Majore-Thiesi, Sa Ucca de Su Tintirriolu-Mara, Sant’AmbrogioSassari, San Giuseppe-Padria, Crastu de Santu Lisci-Bonnanaro, Santa Maria di Paulis, Tanca Manna-Laerru, Tomba Maggiore-Ossi, tutte in ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXXI, 1, 1976; Arte preistorica in Sardegna. Le figurazioni taurine scolpite dell’Algherese nel quadro delle rappresentazioni figurate degli ipogei sardi a domu de janas, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 5, 1977; cinque schede di Notiziario: Ortachis-Bolotana, Pabud-Bolotana, Molia-Illorai, Noeddale-Ossi, S. Caterina-Usini, tutte in ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXXII, 1-2, 1977; La tomba dipinta di Mandra Antine, in Guida alle escursioni della XXII Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria (1978), ¨stlichen Mittel1980; Beziehungen zum o meer, in Kunst und Kultur Sardiniens

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Tanda vom Neolitikum bis zum Ende der Nuraghenzeit, 1980; Il Neolitico antico e medio nella Grotta Verde-Alghero, in Atti della XXII Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria (1978), 1980; Alcune considerazioni sul sito archeologico di Molia-Illorai, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, VI, 1980; Analisi chimico-mineralogiche di un campione di parete dipinta della domus de janas I di Molia-Sassari (con F. Cariati, G. Piredda e R. Serri), ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXXVI, 2, 1981; Il Neolitico antico della Sardegna, in Actes du ´histoire: le Colloque international de Pre ´olitique ancien me ´diterrane ´en, MontNe pellier 1981, 1982; Arte e religione in Sardegna. Rapporti tra i dati monumentali e gli elementi di cultura materiale (nota preliminare), in Atti del Valcamonica Symposium III (1979), The intellectual Expression of Prehistoric Man: Art and Religion, 1983; Arte e religione della Sardegna preistorica nella necropoli di Sos Furrighesos-Anela, voll. 2, 1984; sette schede, La provincia di Sassari, Al` Sos ghero-Grotta Verde, Anela-localita ` Maone, Furrighesos, Benetutti-localita ` Molia, Ossi-Noeddale, Illorai-localita Thiesi-Mandra Antine, tutte in I Sardi. ` roLa Sardegna dal Paleolitico all’eta mana, 1984; L’arte delle domus de janas: stato delle ricerche, in L’arte delle domus de janas nelle immagini di Ingeborg ` nuragica, Mangold, 1985; Il carro in Eta in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986. La Sardegna e il Mediterraneo tra il secondo e il primo millennio a.C., 1987; Noveaux elements pour une definition culturelle des materiaux de la Grotte `res commuVerde-Alghero, in Premie ´s paysannes en Me ´diterrane ´e occinaute dentale. Actes du Colloque international du CNRS, 1987; Sicilia, Sardegna, vol. ` grande mostra X, di Museo Italia. La piu

d’arte all’aria aperta, 1987; A proposito delle figurine a clessidra di Tisiennari e Bortigiadas, in Studi in onore di Pietro Meloni, 1988; Microfossili vegetali dalla necropoli a domus de janas di Molia presso Illorai (con L. Sadori e M. Folleri), ‘‘Giornale italiano di Botanica’’, 123, 1-2, 1989; Sull’origine della Cultura di Ozieri. Contributo di indagini chi` sarde. Studi e mico-fisiche, ‘‘Antichita Ricerche’’, 1, 1988; Valore e consistenza del patrimonio archeologico del Goceano, ‘‘Sesuja’’, IV, 7, 1988; Il villaggio di Serra Linta a Sedilo, in La cultura di Ozieri. Problematiche e nuove acquisizioni. Atti del I Convegno di studio, Ozieri 1986, 1989; L’arte del Neolitico e ` del rame in Sardegna: nuovi dell’eta studi e recenti acquisizioni, in Atti della XXVIII Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria in memoria di Paolo Gregori, 1990; Saggio di analisi del territorio nella Sardegna centrale (con A. Depalmas), in Arte militare e architettura nuragica, 1991; La tomba n. 2 di Sas Arzolas de Goi a Nughedu S. Vittoria, in Sardinia antiqua. Studi in onore di Piero Meloni per il suo 70º compleanno, 1992; La tomba n. 2 di Iloi a Sedilo. Nota preliminare alla campagna 1987, in La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente, ` del 1992; L’arte del Neolitico e dell’Eta rame in Sardegna: nuovi studi e recenti acquisizioni, in Atti della XXVIII Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria, Pisa 1992, 1992; Dalla preistoria alla storia, in Storia della Sardegna (a cura di Manlio Brigaglia), 1995; I siti del Neolitico antico e ´ gional Prehistoire l’ambiente, ‘‘Interre Corse-Sardaigne’’, 1995; La necropoli a domus de janas di Lochele-Sedilo (con A. Depalmas e M.G. Melis) in Preistoria e Protostoria in Etruria, 1995; Presenze senza volto. La donna nelle culture pre` . Percorsi del nuragiche, in Insularita

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Tanda Carta femminile in Sardegna, 1996; L’insediamento di Serra Linta (con A. Depalmas), in La cultura di Ozieri. La Sardegna e il Mediterraneo tra il IV e il III millennio a.C., 1997.

Tanda, Ines Soprano (Cagliari 1909-ivi 1990). Dopo essersi diplomata in pianoforte a Cagliari si trasferı` a Roma. Qui ` canto e si perfeziono ` in pianostudio forte frequentando l’Accademia di Santa Cecilia. Era dotata di eccezio` come una nali mezzi vocali e si segnalo delle promesse della lirica italiana. Purtroppo, scoppiata la seconda guerra mondiale, durante i bombardamenti di Cagliari nel febbraio 1943 perse il marito, il pittore Tarquinio ` al Teatro dell’OSini. Nel 1946 debutto pera di Roma nella Traviata ottenendo un grande successo; quando ormai sembrava avviata a una grande car` dalle scene deriera, nel 1948 si ritiro dicandosi esclusivamente all’insegnamento.

Tanda, Nicola Storico della letteratura ` de(n. Sorso 1929). Dopo la laurea si e dicato all’insegnamento universitario. ` stato per tre decenni professore di E Letteratura e di Filologia presso l’Uni` di Sassari. Si e ` occupato della versita storia della letteratura in Sardegna approfondendo tra i primi il problema del bilinguismo e portando importanti contributi all’azione di difesa e di valorizzazione della lingua sarda e delle ` memesperienze letterarie isolane. E bro di numerose istituzioni culturali nazionali e internazionali e ha contribuito alla realizzazione del progetto ` culturale del premio letterario ‘‘Citta ` attualmente presidi Ozieri’’, di cui e dente. Ha fatto parte della giuria del premio ‘‘Giuseppe Dessı`’’ di Villaci` autore di numerose pubblicadro. E ` zioni di elevato livello scientifico ed e collaboratore del Dizionario Biografico degli Italiani. Ha al suo attivo nume-

rose pubblicazioni fra cui: Narratori di Sardegna (con Giuseppe Dessı`), 1965; Pandolfo Collenuccio, il dramma della ` e memoria della saviezza, 1968; Realta narrativa contemporanea, 1970; Contemporanei. Proposte di Lettura, 1972; Cultura illuministica e linguaggio neoclassico, 1979; Il teatro di idee del Monti, 1979; Letteratura e lingue in Sardegna, 1984; Dal mito dell’isola all’isola del mito, 1992; Un’odissea de rimas nobas. Verso la letteratura degli italiani, 2003; Introduzione alla letteratura. Questioni e strumenti, (con Dino Manca), 2007. Nel 1995 ha dato vita alla collana di letteratura sarda plurilingue ‘‘La Biblioteca di Babele’’, che conta una trentina di titoli; nel 2001 ha creato la collana ‘‘I quaderni della memoria’’ (anch’essa di ` uscita letteratura plurilingue), di cui e una decina di titoli.

Tanda Carta, Giovanni Maria Giure` sec. consulto (Cagliari, prima meta ` gli interessi di alcuni feuXVII-?). Curo datari in complicate controversie giurisdizionali; le sue opere sono fondamentali per la storia dei feudi. Tra le altre: Por don Francisco de Castelvı` `s de Lacono contra don Salvador marque de Castelvı` su hermano sobre la impu´n di una obligacio ´n y auto che firgnacio maron ambas partes, 1629; Pro barone de las Plac ¸as contra Johannem Michaelem Serra vassallum regium, 1636; Pro `s de Lad. Joannes de Castelvı` marque cono contra marchiones de Palmas, 1638; Pro nob. D. Joannes Duran et ` domino villarum Baroniae de Ossi Guio et Muros, contra illius creditores in dicta Baronia, 1639; Pro d. Margarita de Erill Torresani et Cervellon comtissa de Erill contra D. Mariam Annam de Cervellon et Ferrera comtissam de Sedilo, 1641; Pro d. Marchesia Cetrillas y Cervellon cum D. Maria de Castelvı`, 1645; Por don Francisco de Castelvı` marque`s de Lacono contra su hermano D. Alberto de

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Tandalo` Castelvı` sobre el pleyto de las quarenta mil libras, s.n.t.

` Piccolo agglomerato gia` faTandalo cente parte della provincia di Sassari, attualmente compreso in quella di Ol` posto a qualche chilomebia-Tempio. E ` su un altipiano un tro da Budduso tempo ricco di foreste. Fin dal Medioevo fu frequentato da carbonai che ne sfruttarono per secoli l’ambiente. At` deserto per buona parte tualmente e dell’anno, si anima solo in occasione di alcune feste tradizionali che si svolgono presso la sua chiesetta.

Tangheroni, Marco Storico del Medioevo (Pisa 1946-ivi 2004). Allievo di Al` di Caberto Boscolo nell’Universita gliari, conseguita la laurea intraprese la carriera universitaria. Dopo aver avuto esperienze di insegnamento ` di Barcellona, insepresso l’Universita ` a Cagliari e a Sassari, dove fu angno ` di Magistero. che preside della Facolta In seguito si trasferı` presso l’Univer` di Pisa, dove creo ` una delle misita gliori scuole italiane di studi medievistici. Precocemente malato, non permise mai che la malattia impedisse la ` . Particoplarmente sua intensa attivita interessato alla storia del Medioevo ` una parte considerevole sardo, dedico dei suoi lavori ad approfondire i legami tra Pisa e la Sardegna e tra la Sardegna e il mondo catalano-aragonese. Tra le sue opere vanno ricordati i molti studi sul feudalesimo nella Sardegna prearagonese, gli studi sul commercio dei cereali nei paesi della Corona d’Aragona, la collaborazione alla ricostruzione delle genealogie delle famiglie giudicali sarde, in particolare di quelle di origine toscana (Capraia, Della Gherardesca, Visconti), e il bellissimo studio sul Medioevo a Iglesias, ` dell’argento’’. Tra i suoi la ‘‘citta scritti: Su un memoriale di Pietro IV relativo alla riforma della Sardegna 1338,

‘‘Studi sardi’’, XX, 1968; Alcuni aspetti della politica mediterranea di Giacomo II alla fine del suo regno, ‘‘Annali della ` di Lettere e di Filosofia dell’UFacolta ` di Cagliari’’, 1969; Gli Alliata. niversita Una famiglia pisana del Medioevo, 1969; Sui rapporti tra il Comune di Pisa e il ` del regno d’Aragona nella seconda meta secolo XIV, ‘‘Studi sardi’’, XXI, 1971; Per lo studio dei villaggi abbandonati a Pisa in Sardegna, ‘‘Bollettino storico pisano’’, XL-XLI, 1971; Su un contrasto tra feudatari in Sardegna nei primissimi tempi della dominazione aragonese, in ` Moderna. Saggi in onore Medioevo Eta di Alberto Boscolo, 1972; Vescovi e nomina di vescovi in Sardegna 1323-1355. Ricerche, 1972; Il feudalesimo in Sarde` aragonese, ‘‘Annali della gna in Eta Scuola normale superiore di Pisa’’, III, 3, 1973; Due documenti sulla Sardegna non aragonese del Trecento, ‘‘Medioevo Saggi e Rassegne’’, 2, 1976; Archeologia e storia di Sardegna, topografia e topologia, alcune riflessioni, in Atti del Colloquio internazionale di Archeologia medioevale, I, 1976; Note sulla storiografia sarda degli ultimi trent’anni dal Neolitico alla conquista aragonese, ‘‘Nuova Rivista storica’’, LXI, I-II, 1977; La Sardegna prearagonese: una ` senza feudalesimo?, ‘‘Collection societa ´ cole franc de l’E ¸aise de Rome’’, XLIV, 1980; Aspetti del commercio dei cereali nei paesi della corona d’Aragona, 1981; Il feudalesimo, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Sardegna mediterranea, vol. XXIII della collana ‘‘Fonti e Studi del Corpus Membranarum Italicarum’’, 1983; Le coste del Mediterraneo medioevale: alterne vicende della vita e dell’economia, in Sardegna. L’uomo e le coste (a cura di Angela Terrosu Asole), 1983; Produzione ed esportazione del piombo in Sardegna. Secoli XIII-XV. Prime ricerche, ‘‘Ricerche storiche di Piombino’’, 14,

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Taniga 1984; Gli uomini e la pianura nel Medioevo, in La Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di Angela Terrosu Asole), 1984; voci nelle Genealogie medioevali di Sardegna, 1984: Capraia giudici d’Arborea (con L.L. Brook), Donoratico della Gherardesca (1-2-3) (con L.L. Brook), Gherardesca di Bolgheri (con L.L. Brook), Gualandi-Cortevecchia (con L.L. Brook), Saraceno, Caldara, Embriaci (con L.L. Brook), Visconti di Gallura (con L.L. Brook); Il feudalesimo, in I Catalani in Sardegna (a cura di Jordi Carbonell e Francesco Manconi), 1984; ` della memoria storica Note sulla vitalita nella Sardegna spagnola, in Arte e cultura nel ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Pisa e Sarde` di un rapporto e laceragna. Profondita zione di un distacco, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del secondo Convegno internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 1981, 1984; La ` dell’argento. Iglesias dalle origini citta alla fine del Medioevo, 1985; Le fonti per lo studio della vita quotidiana nella Iglesias aragonese, in Studi su Iglesias medioevale, 1985; La Sardegna montuosa estranea e incompresa, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di Angela Terrosu Asole), 1985; L’economia sarda nel XIV secolo: nuovi dati e nuove interpretazioni, in Assetti della vita economica medioevale, 1985; Produzione ed esportazione del piombo in Sardegna nei secoli XIII-XV. Prime ricerche, ‘‘Ricerche storiche’’, 14, 1985; Le istituzioni, la vita civile, le radici di una men` urbana, e Nascita e affermazione talita ` : Sassari dal XII al XIV sedi una citta colo, in Gli Statuti sassaresi. Economia, ` e istituzioni a Sassari nel Mediosocieta ` Moderna (a cura di Antoevo e nell’Eta nello Mattone e T.), 1986; I Parlamenti ` della conquista aragosardi e la societa nese, in Acta Curiarum Regni Sardiniae. Istituzioni rappresentative nella

Sardegna medioevale e moderna, vol. I della collana ‘‘Acta Curriarum Regni Sardiniae’’, 1986; Di alcuni ritrovati capitoli della Carta de Logu cagliaritana, in Studi in onore di Giovanni Todde, XXXV, ‘‘Archivio storico sardo’’, 1986; ` medioevale, in Le miLe miniere in Eta niere e i minatori della Sardegna (a cura di F. Manconi), 1986; L’economia e la so` della Sardegna XI-XIII secolo, in cieta Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di Massimo Guidetti), II, 1988; ` pisana e genovese, in La SardeL’eredita gna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), III, 1988; L’economia giudicale, in La provincia di Oristano, I, 1989; I diversi sistemi economici: rapporti e interazioni. Considerazioni generali e analisi del caso sardo, in Le Italie del Tardo Medioevo, 1990; Il ‘‘Regnum Sardiniae et Corsicae’’ nell’espansione mediterranea della Corona d’Aragona. Aspetti economici, in Atti del XIV Congresso della Corona d’Aragona, I, 1993; Medioevo tirrenico. Sardegna Toscana e Pisa, ` utile studiare i documenti di 1993; E Cancelleria? Un interessante esempio sardo, in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico nella storia. Studi storici in memoria di Alberto Boscolo, I, 1993; La Sardegna e Alghero nel sistema dell’economia catalana, in Alghero, la Catalo` gna il Mediterraneo. Storia di una citta e di una minoranza catalana in Italia (XV-XX sec.) (a cura di A. Mattone e P. Sanna), 1994.

Taniga Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della ` di Romangia. Era situato in prossimita ` San Giacomo. Dopo Sassari in localita l’estinzione della famiglia giudicale, fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Sassari. Avendo la ` prestato omaggio al re d’Aragona, citta ` a far subito dopo la conquista entro parte del Regnum Sardiniae. Quando

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Tanit ` nel 1325 scoppio ` la prima delle pero ribellioni dei Doria, subı` gravi danni e nel 1330, dopo la breve campagna di Raimondo Cardona, fu concesso in ` feudo a Pietro di Montpavon che pero morı` poco dopo senza lasciare figli. Nel 1331 fu concesso in feudo a Raimondo Cardona, che morı` carico di debiti nel 1337. I suoi eredi inclusero il villaggio nel territorio che nel 1339 cedettero ad Arnaldo Bastida e Berengario Ferrer. I ` , intimoriti per la crescente due, pero inquietudine che i Doria lasciavano trasparire nei loro rapporti con gli Aragonesi, nel 1346, poco prima dello scoppio della seconda ribellione, vendettero il villaggio a Gerardo Lull. Poco dopo T. fu gravemente provato dalla nuova ribellione e nel 1348 subı` altri danni a causa della peste. Nei decenni successivi fu occupato dalle truppe arborensi e prima della fine del secolo XIVera completamente spopolato.

Tanit – Il simbolo della dea in un’incisione ritrovata nel tofet di Sant’Antioco.

Tanit Divinita` fenicio-punica, in pu` stata a nico Tnt ovvero Tynt o Tmt. E lungo ritenuta originaria del Nord ` ampiamente Africa, dove il suo culto e attestato a partire dalla fine del secolo ` recente ne V a.C., mentre la critica piu ` antiche ha a ragione collocato le piu attestazioni nel Vicino Oriente: in par` stato scavato un ticolare a Sarepta e tempio da cui proviene una dedica a

Tanit-Astarte, incisa su avorio e datata al secolo VII a.C. Come ciascuna divi` domina su fondamentali aspetti nita della vita dell’uomo sui quali questi ` il poliedrico prinnon ha controllo, T. e cipio femminino che controlla la na` e quindi la sfera sestura, la fertilita ` in generale la vita e la morte; suale, piu ` per questi ultimi aspetti il culto e spesso testimoniato nelle iscrizioni dei tofet. Come in tutte le religioni politeistiche, anche in quella semitica accade che una figura divina sia sempre soggetta ad alterazioni per cui nel tempo e nei luoghi possa inglobare in ´ altre divinita ` i cui nomi vanno a cose ` acstituirne gli epiteti, cosı` come puo cadere, al contrario, che singoli aspetti ` organica quale e ` T. vendi una divinita gano scissi andando a rappresentare ` autonome. Cosı`, nell’ecumene divinita ` spesso, ma non fenicio-punico, T. e esclusivamente, associata ad Astarte o ad ’Anat (madre e vergine); quando viene importata a Roma, il suo culto va a fondersi con quello di Diana, signora della natura, ma anche con quello di ` Afrodite-Venere e di Caelestis, divinita dell’oltretomba, che a sua volta compare come un tratto della figura divina di Iuno. In Sardegna il culto di T., me` testimoniato in diato da Cartagine, e tutta l’isola, e in particolare nelle iscrizioni di Nora, Sulci e Tharros. Trattan` cosı` mutevole, andosi di una divinita che la sua iconografia mostra notevoli ` rapprevarianti; per questa ragione e sentata sia mediante uno schematico simbolo triangolare sovrastato da una linea orizzontale e un semplice cerchio, detto appunto ‘‘segno di Tanit’’ (ma che mostra anch’esso qualche variante), sia con l’idolo a bottiglia, sia come figura femminile nuda che si porta le mani ai seni, secondo un’iconografia che ricorre continuamente nella rappresentazione della Grande

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Taramelli Dea Madre in tutto il Mediterraneo fin dalle epoche preistoriche e che si intreccia con la rappresentazione di Astarte. [BARBARA SANNA]

Tano, El = Mastinu, Martino Taphros Casa editrice fondata nel 1996 ` alimento a una collana sulle a Olbia; da tradizioni popolari della Gallura, ma si occupa anche di temi riguardanti le altre parti dell’isola. Ha dato vita ad alcuni libri a fumetti e ha una collana di storia locale che comprende volumi illustrati su Golfo Aranci, Aggius, Telti ecc. [MARIO ARGIOLAS]

Tappa di insinuazione Ufficio del Regno di Sardegna. Con la sua istituzione ` di risolvere il problema della si cerco conservazione e della registrazione degli atti dei notai pubblici a garanzia degli interessi dei cittadini. Fin dal 1543 nel parlamento Cardona venne ` testabilito che i consiglieri delle citta nessero un elenco aggiornato dei notai morti e dei detentori dei loro registri. In seguito, durante il parlamento Moncada del 1583, venne stabilita l’istitu` reali di archivi retti zione nelle citta da un notaio pubblico, nei quali conservare i registri dei notai morti; nel 1598 la decisione fu estesa anche ai vil` , la dilaggi. Negli anni successivi, pero sposizione fu poco applicata fino a quando, nel 1641, durante il parlamento Avellano, fu stabilito l’obbligo per i notai pubblici di depositare o insinuare in un archivio pubblico gli atti in cui fossero implicate somme superiori a 100 scudi. Con questa disposi` in Sardegna la pratica zione si avvio della registrazione degli atti dei notai presso un ufficio pubblico che ne garantisse la conservazione e la veridi` ; la diffusione della registrazione, cita `, fu possibile solo nei decenni sucpero ´ essere definitivamente cessivi e pote regolamentata con l’avvento dei Savoia da un editto pubblicato nel 1738.

L’editto sancı` la costituzione delle Tappe di insinuazione con il compito di formare archivi per la conservazione degli atti pubblici e privati di natura patrimoniale riguardanti i resi` e nei villaggi del Redenti nelle citta gno. Furono cosı` istituite nel Capo di Cagliari e Gallura le tappe di Cagliari, Iglesias, Oristano, Nurri, Ghilarza, Masullas, Ogliastra, Sorgono, Oliena, Goceano e Tempio; nel Capo di Sassari le tappe di Sassari, Bosa, Nuoro, Cuglieri, Alghero. Le Tappe facevano capo all’Ufficio del Conservatore generale del Tabellione per il Capo di Cagliari e all’Ufficio del vice-conservatore per il Capo di Sassari. Esse vennero affidate a un insinuatore di nomina regia, cui spettava il compito di organizzare la conservazione e la registrazione degli atti nel territorio di sua competenza. Egli assumeva immediatamente le funzioni di notaio, tenuto a osservare scrupolosamente le disposizioni contenute nell’editto ed era sottoposto a ispezione triennale da parte del Conservatore generale. Per questa ` godeva di diritti che gli consenattivita tivano di incamerare rendite notevoli; la sua posizione venne assimilata a quella dei nobili e molto spesso ottenne che l’ufficio divenisse ereditario nella sua famiglia. Con la costituzione delle Tappe di insinuazione il governo ` la liquidazione dell’ansabaudo avvio tico sistema delle scrivanie (=).

Tarabuso = Zoologia della Sardegna Taramelli, Antonio Archeologo (Udine 1868-Roma 1939). Allievo del Pigorini, ` nella carriera dopo la laurea entro delle Soprintendenze archeologiche. Nel 1903 giunse giovane in Sardegna, dove rimase ininterrottamente fino al 1935, dapprima come direttore del Museo archeologico e in seguito come So` della Sarprintendente alle Antichita degna. Come direttore del Museo di Ca-

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Taramelli gliari, nel 1905 ne trasferı` la sede nell’edificio appositamente costruito da Dionigi Scano in piazza Indipendenza. Negli anni successivi intraprese alcune campagne di scavo nei principali siti archeologici dell’isola: in partico` nelle campagne di lare nel 1909 opero Alghero, dove da poco era stata scoperta la necropoli di Anghelu Ruju, ` lo studio della Giara di nel 1914 avvio ` del vasto Serri, nel 1917 si interesso territorio compreso nel golfo di Sant’Antioco, nel 1918 condusse interessanti esplorazioni presso Cuglieri e Sardara, nel 1919 nel territorio di Bonorva e infine nel 1924 nei territori del golfo di Cagliari. Con la sua instanca` fu degno continuatore delbile attivita l’opera dello Spano, del Nissardi e del Vivanet, imprimendo un impulso decisivo alla conoscenza della preistoria e della storia antica della Sardegna. Fu ` storica tra i fondatori della Societa sarda e tra il 1925 e il 1927 provvide a pubblicare 10 dei 30 fogli previsti della Carta Archeologica della Sardegna. Di ` rimanquesta sua portentosa attivita gono le centinaia di comunicazioni ` nella rivista dell’Acche egli pubblico cademia dei Lincei ‘‘Notizie degli ` ’’ tra il 1903 e il 1931 Scavi di Antichita e che recentemente sono state raccolte ` di 2000 pain quattro volumi, per piu gine, a cura di Alberto Moravetti. Per i primi decenni del Novecento quasi ogni fascicolo delle ‘‘Notizie’’ conteneva informazioni sui progressi e le scoperte dell’archeologia in Sardegna: un eccezionale panorama del lavoro di ` un uomo infaticabile in un’isola che e un autentico ‘‘museo all’aperto’’. T. fu accademico dei Lincei e per anni tenne l’insegnamento di Archeologia ` di Cagliari. Nel presso l’Universita ` in pensione a Roma. Tra i 1935 si ritiro suoi scritti, quasi tutti dedicati alla preistoria sarda: Cavernicoli eneolitici

di Nebida, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXI, 7-12, 1905; Archeologia sarda, ‘‘Archivio storico sardo’’, I, 1905; Grotte funebri di Busachi, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXI, 7-12, 1905; Necropoli preistorica di Anghelu Ruju, ‘‘Rendiconto del Regio Istituto lombardo di Scienze e Lettere’’, XXXIX, 1906; Incisioni sopra monumenti preistorici del Sulcis, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXII, 1-5, 1906; Cagliari romana, ‘‘Archivio storico sardo’’, II, 1906; Dolmen Sa Perda ’e S’Altare a Birori, ‘‘Bollettino di Paletnologia Italiana’’, XXXII, 10-12, 1906; Di alcuni monumenti epigrafici bizantini della Sardegna, e I nuraghi della Sardegna, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, III, 1907; Altipiano della Giara di Gesturi in Sardegna e i suoi monumenti preistorici (con Filippo Nissardi), ‘‘Monumenti della R. Accademia dei Lincei’’, XVIII, 1, 1907; Note sull’architettura dei nuraghi in Sardegna, e Scavi nella necropoli punica di S. Avendrace, entrambi in ‘‘Archivio storico sardo’’, IV, 1908; Problemi archeologici della Sardegna. I Nuraghes, ‘‘Memnon. Zeitschrift fu ¨ r die Kunst und Kulturgeschichte des Allen Orients’’, II, 1908; Il nuraghe Palmavera presso Alghero, ‘‘Monumenti antichi della R. Accademia dei Lincei’’, XIX, 1909; Notizie archeologiche, ‘‘Archivio storico sardo’’, V, 1909; Alghero. Nuovi scavi nella necropoli preistorica a grotticelle artificiali di Anghelu Ruju, ‘‘Memorie dell’Accademia dei Lincei’’, XIX, 1909; Notiziario archeologico della regione sarda, ‘‘Archivio storico sardo’’, VI, 1910; Il nuraghe Lugherras presso Paulilatino, ‘‘Memorie dell’Accademia dei Lincei’’, X, 1910; Grotta sepolcrale di Martı`-Tonara, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXVIII, 1912; Note di preistoria sarda, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXVIII, 5-8, 1912;

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Taramelli Notiziario archeologico della regione sarda per il 1912, e Ripostiglio di monete puniche in bronzo da Tadasuni, ‘‘Archivio storico sardo’’, VIII, 1912; La necropoli punica di Predio Ibba-S. Avendrace Cagliari. Scavi 1908, ‘‘Monumenta Antiqua dell’Accademia dei Lincei’’, XXI, 1912; Tomba arcaica con statuette in bronzo dell’arte protosarda scoperta a Sardara, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XXXIX, 6-12, 1913; Guida del Museo nazionale di Cagliari, ‘‘Archivio storico sardo’’, X, 1-4, 1914; La colle` sarde dell’ing. Leone zione di antichita ¨ in, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero Gou della P.I.’’, VIII, 8, 1914; Il tempio nuragico e i monumenti primitivi di S. Vitto` ria di Serri, ‘‘Monumenti dell’Antichita dell’Accademia dei Lincei’’, XXIII, 1914; Notiziario archeologico per l’anno 1914, ‘‘Archivio storico sardo’’, X, 1-4, 1915; Scoperte paletnologiche in Sardegna nel 1914, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XLI, 1-6, 1915; Note sulla ` protosarda, ‘‘Bollettino di Paletcivilta nologia italiana’’, XLI, 7-12, 1915; Se` nuragica, ruci presso Gonnesa. Citta ‘‘Monumenti Antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXIV, 1915; Ripostiglio di grandi bronzi imperiali di Villaurbana, ‘‘Rivista italiana di Numismatica e Scienze affini’’, XXVIII, 1915; Guida del Museo nazionale di Cagliari, ‘‘Archivio storico sardo’’, X, 1-4, 1915; I problemi archeologici della Sardegna primitiva, ‘‘Rivista di Antropologia’’, XX, 1916; Notiziario archeologico, ‘‘Archivio storico sardo’’, XI, 1916; Gonnesa. Indagini nella cittadella nuragica di Seruci, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXIV, 1917; Forma in pietra per fondere accette a doppio tagliente proveniente dalla grotta di Urzulei, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XLII, 1917; Ripostiglio di monete spagnuole d’argento rinvenuto presso la Madonna del Rimedio, ‘‘Rivista italiana

di Numismatica e Scienze affini’’, XXX, 1917; Il tempio nuragico di S. Anastasia in Sardara, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXV, 1918; L’officina fusoria di Ortu Comidu, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXV, 1918; Fortezze, recinti, fonti sacre e necropoli preromane nell’agro di Bonorva, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXV, 1919; Culti e riti protosardi e protosiculi, ‘‘Archivio storico per la Sicilia orientale’’, XVI, 1920; Protosardi ed Etruschi, ‘‘Atti della Regia Accademia dei Lincei’’, XXX, 1921; Nuove scoperte sull’altipiano nuragico di S. Vittoria a Serri, ‘‘Rendiconti della R. Accademia dei Lincei’’, XXX, 1921; Nuovo ripostiglio di bronzi imperiali romani rinvenuto in Sardegna, ‘‘Rivista italiana di Numismatica e Scienze affini’’, XXXIV, 1921; Ripostiglio di bronzi nuragici di Monte Sa Idda Decimoputzu, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXVII, 1921; Chiesa sotterranea detta il Carcere di S. Efisio in Cagliari, ‘‘Rinascenza’’, 1921; Note d’arte mili` : i nuraghe e i nuragici tare nell’antichita in Sardegna, ‘‘Rivista militare’’, I, 8, 1922; Gioielli del nostro Museo archeologico, ‘‘Sardegna nova’’, 1, 1922; Ripristino del Museo lapidario olbiense nella chiesa di San Simplicio, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, I, 1923; Ripostiglio di armi e di strumenti in ` nuragica rinvenuto in rebronzo di eta gione Chilivani (Ozieri) in provincia di Sassari, ‘‘Bollettino di Paletnologia Italiana’’, XLIII, II-III, 1923; Nuovi scavi sull’acropoli nuragica della Giara di Serri, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero ` dei Sardi. Rinvedella P.I.’’, II, 1924; Ala ` nuragica nimento di bronzi votivi di eta in regione Pedrighinosu, 1925; Culti e riti protosardi e siculi, ‘‘Il Nuraghe’’, III, 31-32, 1925; Scavi archeologici nella Sardegna durante l’anno 1924, ‘‘Bollet-

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Tarantola tino d’Arte del Ministero della P.I.’’, 1925; La ricerca archeologica in Sardegna, in Atti del II Convegno archeologico in Sardegna, 1926; Scavi nel nuraghe Sa Domu ’e S’Orku in Sarroch, ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia nazionale dei Lincei’’, XXXI, 1926; Alberto ` della SardeLa Marmora e le antichita gna, ‘‘Il Nuraghe’’, III-IV, 35, 1926; Nuovi bronzi votivi protosardi nella prov. di Sassari, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XLVI, 1926; Relazione ` svolta dalla direzione del dell’attivita Museo e degli scavi di Dorgali nel trimestre luglio-settembre 1927, ‘‘Bollettino d’Arte’’, VII, 1927; Un eroe sardo del se` nostra, ‘‘Mediterranea’’, colo VI dell’eta I, 9, 1927; Ripostiglio di bronzi nuragici scoperti a Nule, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XLVII, 1927; Aggius. Ripostiglio di denari romani rinvenuto nei lavori della strada di Badesi, 1927; Omaggio delle civitates Barbariae di Sardegna ad Augusto, in Atti del I Congresso di Studi romani, I, 1928; Rela` svolta dalla direzione zione dell’attivita del Museo e degli scavi di Dorgali nel trimestre luglio-settembre 1927, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, VII, 1928; Penetrazione militare e politica romana nel centro della Sardegna, in Atti del II Congresso di Studi romani, I, 1929; Il santuario nuragico di Serri e rapporti tra la Sardegna e la Penisola iberica, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, XLIX, 1929; Sardi ed Etruschi, ‘‘Studi etruschi’’, III, 1929; Ripostiglio di bronzi sardi scoperti a Nule, 1929; Cagliari. Cenni storici, 1930; Ripostiglio di monete bolognesi, spagnuole, milanesi e sarde scoperto a Gesturi, ‘‘Rivista dell’Istituto italiano di Numismatica’’, IV, 1930; I nuraghi e i loro abitatori, 1930; ` romana rinveIscrizioni funerarie di eta nute nelle necropoli calaritane, 1930; Nuove ricerche nel santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri, ‘‘Monumenti

antichi dell’Accademia dei Lincei’’, XXXIV, 1931; Cronache di scavi e restauri in Sardegna, ‘‘Bollettino dell’Arte del Ministero della P.I.’’, XXV, 1931; Scavi e restauri in Sardegna, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXV, 5, 1931; Alcuni rapporti tra la ci` nuragica e quella minoica, ‘‘Bolletvilta tino di Paleontologia italiana’’, LII, 2, 1931; Il Regio Museo G.A. Sanna in Sassari, ‘‘Mediterranea’’, VI, 2, 1932; Scavi archeologici in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, VI, 5-6, 1932; Il Regio Museo G.A. Sanna di Sassari, 1933; Tempietto protosardo nel camposanto di Olmedo, ‘‘Bollettino di Paletnologia italiana’’, LIII, 1933; Scavi nell’antica Bithia a Chia, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXVII, 1934; Passato che torna, ‘‘Sud’’, 1934; Antichissime vicende dell’uomo sardo, in Atti del XII Congresso geografico italiano, 1934; Le fonti classiche ricordano i nuraghi?, ‘‘Studi sardi’’, I, 1934; Cagliari. Chiesa di S. Saturnino poi dei Ss. Cosma e Damiano, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXVIII, 1935; Restauri e monumenti della Sardegna, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXVIII, 1935; Il nuraghe di S. Antine di Torralba, ‘‘Bollettino d’Arte’’, XXVIII, 1935; Cosa insegna una carta archeologica della Sardegna, in Atti del XII Congresso geografico italiano, 1935; Il Regio Museo nazionale e la Pinacoteca di Cagliari, 1936; ` , in Atti L’uso del sughero nell’antichita del Congresso nazionale del sughero, 1936; Relazioni di Roma con l’elemento punico in Sardegna, ‘‘Rivista romea’’, XV, 1936; Roma ricostruttrice in Sardegna, ‘‘Sardegna romana’’, I, 1936; Il nuraghe di S. Antine nel territorio di Torralba, ‘‘Memorie dell’Accademia dei Lincei’’, XXXVIII, 1939; Chi i Romani trovarono in Sardegna?, ‘‘Sardegna romana’’, II, 1939.

Tarantola = Zoologia della Sardegna

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Taris

Taras Famiglia di Ozieri (secc. XVIIIXIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII; ottenne il cavalierato ereditario ` nel 1743 con un dottor Gioe la nobilta vanni. La sua discendenza si estinse nel corso del secolo XIX.

Taras, curatoria di Antica curatoria del giudicato di Gallura. Situata nella parte settentrionale della Gallura, era ` periferica delle curatorie al conla piu fine con il giudicato di Torres. Si stendeva su un territorio montagnoso e scarsamente abitato che comprendeva i villaggi di Agugari, Guardosu, Lappia, Melataras, Montecarello, Montevargiu, Villadanno e Vignola. A partire dalla fine del secolo XIII, dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti, il territorio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. La conquista aragonese non fu facile: le popolazioni del T. resistettero lungamente e solo nel 1330, dopo che le truppe di Raimondo Cardona lo aggredirono con grande durezza, il territorio si arrese. Nei secoli successivi vi fu sviluppato un sistema ` fino al riscatto feudale che si conservo dei feudi. Le operazioni militari che lo investirono senza soluzione di conti` nel corso del secolo XIV determinuita narono il suo spopolamento totale.

renne con radice scura, grossa, allun` cilindrico; le gata; lo stelo del fiore e foglie, disposte in una rosetta basale, sono oblungo-ovate con margine inciso; i fiori formano un grande capolino giallo dorato; i frutti sono semi alati riuniti in un pappo piumoso e si liberano al soffio del vento (da cui il nome volgare ‘‘soffione’’). Secondo una tradizione popolare sarda si possono trarre auspici dal numero di semi che rimangono sullo stelo dopo averci soffiato sopra. Vegeta diffusamente nei campi su tutti i substrati e fiorisce dall’inverno alla primavera, a tutte le altitudini. Molto apprezzata sin ` come pianta officinale, dall’antichita ` diuretiche le si riconoscono proprieta e depurative. Le foglie vengono utilizzate in cucina come insalata, o cotte in zuppe e frittate, i boccioli dei fiori vengono conservati sott’aceto. Nomi sardi: cicoria burda (campidanese); pabanzolu (gallurese). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tarcisio, san (o San Tarsicio; in sardo, Santu Tarcisiu) Santo martire (secc. III-IV). Nacque a Tarso, l’odierna Tar` chiamato Tarsisus in Turchia, percio cio, diventato T. dopo la sua morte. Diacono dei secoli III-IV, probabilmente martire a Roma, il pontefice Damaso ` l’iscrizione tombale: (366-384) detto «Mentre portava i sacramenti ai cristiani incarcerati, una mano criminale ` di profanarli ed egli preferı` latento sciarsi massacrare piuttosto che consegnare ai cani arrabbiati il corpo del Signore». Patrono dei chierichetti. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 15 agosto; l’8 ottobre a Pirri. Tarassaco – I fiori e i tipici pappi piumosi.

Taris Famiglia cagliaritana (sec. XVII).

Tarassaco (o dente di leone , soffione ) Pianta della famiglia delle Composite (Taraxacum officinale Weber). Erba pe-

Le sue notizie risalgono al secolo XVII: ottenne il cavalierato ereditario nel 1646 con un Francesco, che l’anno successivo ebbe anche il riconoscimento

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Tarquini `. La famiglia continuo ` a ridella nobilta siedere a Cagliari e si estinse nel corso del secolo.

Tarquini, Achille Medico, consigliere regionale (n. Nuoro 1928). Allievo del celebre chirurgo Dogliotti, dopo essersi laureato in Medicina ha intra` preso la carriera universitaria. Piu volte libero docente, dal 1963 ha lavo` di Cagliari, rato presso l’Universita dove ha insegnato Clinica chirurgica e diretto l’Istituto di Chirurgia oncologica. Repubblicano, ha sempre unito il suo lavoro di ricercatore all’impegno ` stato politico. A partire dal 1984 e eletto consigliere regionale nel collegio di Cagliari per la IX legislatura, al ` stato riconfertermine della quale e ` autore di alcuni tratmato per la X. E tati di chirurgia e di numerosissime pubblicazioni che gli hanno dato considerazione nazionale.

` Famiglia algherese di origine Tarrago catalana (secc. XVII-XVIII). Si trasferı` in Sardegna nel 1620 con un Giuseppe che era stato ufficiale maggiore e segretario dell’ambasciata spagnola a Genova. Nel 1628 chiese che gli venisse ` ma concesso il privilegio della nobilta non riuscı` a ottenerlo. Fu invece suo figlio Cosimo che nel 1647 ottenne il cavalierato ereditario; a loro volta i suoi figli nel 1666 furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Camarassa. La loro discendenza prese parte a tutti gli altri parlamenti e si estinse nel corso del secolo XVIII.

Tartaruga = Zoologia della Sardegna Tasca, Cecilia Storica (n. Cagliari, sec. XX). Allieva della professoressa Luisa ` D’Arienzo, insegna presso l’Universita ` studiosa di epigrafia medi Cagliari. E dioevale e della presenza ebraica in Sardegna. Tra i suoi scritti: L’influenza pisana nella produzione epigrafica sarda e catalana del XIV secolo, in Studi storici in memoria di Giovanni Todde,

‘‘Archivio storico sardo’’, XXXV, 1986; La situazione idrica di Cagliari nei secoli ` di LetXV-XVIII, ‘‘Annali della Facolta ` di Catere e Filosofia dell’Universita gliari’’, 1988; Nuovi documenti sugli argentieri cagliaritani tardo-medioevali, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVI, ` ebraiche nella Sarde1989; Le comunita gna medioevale, in La storia degli ebrei nell’Italia medioevale, 1989; La comu` ebraica di Alghero tra 1300 e 1400, nita ‘‘Revista de l’Alguer’’, I, 1990; Gli ebrei ` , culin Sardegna nel XIV secolo. Societa tura, istituzioni, 1992; Portoghesi in Sar` delle scoperte, ‘‘Archivio degna nell’eta storico sardo’’, XXXVII, 1992; Presenza ebraica in Sardegna nel secolo XVIII, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVIII, 1995; Una nota sulla presenza ebraica in Sardegna, in Atti del XIV Congresso di studi della Corona d’Aragona, II, 1995; Le pergamene di Ferdinando II il Cattolico relative alla Sardegna nell’Archivio della Corona d’Aragona di Barcellona, in Studi di geografia e storia in onore di Angela Terrosu Asole, 1996.

Tasso Pianta sempreverde della famiglia delle Taxacee (Taxus baccata L.). ` avere portamento arbustivo, con Puo ` anche alla base, o arboforte ramosita reo, e raggiungere i 20 m di altezza con una chioma espansa. Le foglie, disposte su due file, sono lineari, verde ` chiare scuro alla pagina superiore, piu in quella inferiore. La fioritura avviene in aprile-maggio, i fiori sono unisessuali e sono portati da individui diversi (dioicismo), le infiorescenze maschili sono globose e verdognole, i fiori femminili sono solitari e portati all’ascella delle foglie. Il frutto compare a ` un arillo fine estate-inizio autunno, e circondato da un involucro carnoso, rosso, aperto in alto cosı` da lasciare intravedere il seme, duro e bruno-oliva` distribuita in tutta Eustro. La specie e ropa, Africa del Nord e Caucaso; in

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Tatti ` diffusa, oggi e ` passato era molto piu ` sporadica e rarefatta. In Sardegna e presente con individui isolati, in popolamenti puri o in formazioni miste con altre latifoglie, nelle aree montane del Marghine, Goceano, Gennargentu, Montiferru e nelle zone calcaree oltre i 700 m. Notevoli, per dimensioni ed ` , gli esemplari presenti nella zona eta di Mularza Noa, nel comune di Bolotana, dove si combina con altrettanto notevoli esemplari di agrifoglio in una foresta mista che assume colorazioni autunnali intense anche grazie ad aceri trilobi, ciavardelli e roverelle; sicuramente da conservare il boschetto di sos Niberos sulla catena del Goceano e il relitto boschivo che cresce sulla paleofrana di Su sciusciu tra Aritzo e Desulo. Testimone di periodi climatici ` freddi, il t. esige ambienti freschi, piu umidi e ombrosi e suoli profondi e ricchi di humus, predilige i substrati calcarei ma vegeta bene anche su altri tipi ` una pianta molto longeva e a di suolo. E ` pollonicrescita lenta, con capacita fera; sopporta bene potature energi`e ` particolarmente apprezche e percio zato come elemento di arte topiaria. Ha un legno molto compatto, resistente e incorruttibile, molto utilizzato in passato per la fabbricazione di vari manufatti; proprio la pregevolezza del legname ne ha provocato la rarefazione. ` una pianta velenosa in quanto conE tiene in ogni sua parte, tranne che nel frutto, la tassina, una sostanza tossica con azione anestetico-narcotica che ` provocare asfissia e paralisi carpuo diaca, anche se alcuni studi recenti ` antitendono a dimostrarne proprieta tumorali. I nomi sardi della pianta sono molti e diversi, secondo Paulis alcuni appartengono al sostrato preromano. Nell’area del Marghine-Goceano il t. viene chiamato come il ginepro rosso, nı´beru; altre denominazioni

sono: linnarrubia (Campidano); longufresu (Barbagia di Seulo); e´nis (Oliena); ´ suru (Sarcidano). [TItassu (Gallura); ta ZIANA SASSU]

Tasso – Un esemplare arboreo.

Tata Principe vandalo (sec. VI). Era fratello del re Gelimero e da lui fu inviato in Sardegna a reprimere la sollevazione di Goda, il governatore a suo tempo incaricato di governare l’isola. Quest’ultimo, infatti, avendo avuto notizia dell’avvicinarsi dell’esercito bizantino, aveva intavolato trattative con gli invasori per salvare la propria posizione cercando di fare della Sarde` gna un principato autonomo. T. sbarco a Cagliari nel 533 e sconfisse Goda ri`, l’estabilendo l’ordine; frattanto, pero sercito bizantino comandato da Belisario era giunto in Africa e aveva iniziato ` contro Gelimero. Appresa la le ostilita ` la Sardegna e corse in notizia T. lascio aiuto del fratello, ma i due furono sconfitti e morirono in battaglia.

Tatti Famiglia cagliaritana (sec. XVII335

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Tatti esistente). Le sue notizie risalgono alla ` del secolo XVII. Nel 1692 seconda meta ottenne il cavalierato ereditario e la ` con il dottor Giovanni Maria, nobilta protomedico della Sardegna. I suoi figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1698 durante il parlamento Montellano. Nel corso del secolo XVIII la famiglia si divise in alcuni rami, alcuni dei quali sussistono tuttora.

sesso di un rilevante patrimonio. Nel 1564 ottenne il cavalierato ereditario con un Gavino, i cui figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1573 durante il parlamento Coloma. I loro discendenti continuarono a prendere parte agli altri parlamenti e a ricoprire ` uffici pubblici fino alla seconda meta del secolo XVII, quando la famiglia si estinse.

Tatti, Luigi Scultore e pittore (n. Villa-

Tavera, Antonio Funzionario, studioso

` affermar, sec. XX). Autodidatta, si e mato come scultore lavorando la pietra e come pittore di murales. Ha preso parte a numerose mostre in Italia e all’estero.

di tradizioni popolari (n. Ittiri, 1942). Accanto alla carriera di dirigente nel sistema sanitario isolano (attualmente ` direttore amministrativo degli Ospee ` dedicato agli studi dali di Alghero), si e di storia delle tradizioni popolari isolane, compiendo, in collaborazione con la moglie Gerolama Carta Manti` specialista glia, numerose ricerche. E del mondo del gioiello sardo (= Gioielli della Sardegna). Tra i suoi scritti: La seta in Sardegna (con G. Carta Mantiglia), 1992; Il ballo nella so` tradizionale sarda. Notizie storiche cieta e antropologiche (con G. Carta Mantiglia), 1994.

Tavera1 Antico villaggio di probabile origine romana, ubicato nei pressi di ` a far parte Sassari. Nel Medioevo entro del giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria della Fluminargia. Quando la famiglia giudicale si estinse, fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Sassari. Nella fase iniziale della conquista aragonese, avendo Sassari prestato omaggio feudale al re d’Aragona fin dal 1323, ` a far parte del Regnum Sardientro ` , non tennero niae. I nuovi venuti, pero conto della situazione e T. nel 1324 fu infeudato a Marabottino Marabotti. ` le vibrate proL’infeudazione provoco `, che solo nel 1325 riuscı` teste della citta ad averne nuovamente il controllo. `, Sassari si ribello ` e il Poco dopo, pero villaggio subı` gravi danni; nel 1330 fu concesso in feudo a Dalmazio de Avi`, la cui discendenza si estinse nel nyo 1342. Allora pervenne a Raimondo di Montpavon ma, scoppiata la nuova ribellione dei Doria, dovette subire altre gravi devastazioni: dopo il 1354 era completamente spopolato.

Tavera2 Famiglia sassarese (secc. XVIXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI; apparteneva all’oligarchia ` ed era in posmercantile della citta

Tavera, Gavino Archivista (n. Ittiri, sec. XX). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera degli Archivi di Stato; attualmente lavora presso l’Archivio di ` occupato della siStato di Sassari. Si e stemazione dell’Archivio comunale di Alghero. Ha scritto un saggio sulle Fonti per la storia di Alghero esistenti nell’Archivio comunale, in Alghero, la Catalogna e il Mediterraneo. Storia di ` e di una minoranza catalana una citta in Italia (XV-XX sec.) (a cura di Antonello Mattone e Piero Sanna), 1994.

Taverna Antico villaggio di origine romana situato nelle campagne di Gu` a far parte spini. Nel Medioevo entro del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Monreale. Quando nel 1258 il giudicato cadde e fu diviso tra i nuovi signori, fu incluso nella por-

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Tavolara zione toccata al conte di Capraia entrando definitivamente a far parte del giudicato d’Arborea. Dopo la conquista aragonese rimase in mano al giudice d’Arborea ma, data la sua posizione, divenne teatro delle continue guerre che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Arborea, per cui la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo il villaggio scomparve.

Tavola di Esterzili = Esterzili, tavola di

Tavola di Usellus Epigrafe in bronzo del 158 d.C. ritrovata nelle campagne di Usellus che fa riferimento alla colonia romana di Iulia Augusta Uselis. Il testo riporta il patto di patronato e di clientela tra un cittadino romano e i suoi discendenti e gli abitanti del centro. Attualmente si trova presso il Museo archeologico nazionale di Cagliari.

Tavolara, Eugenio Scultore e critico ` d’arte (Sassari 1901-ivi 1963). Completo gli studi superiori nel 1918 e si iscrisse `, ma attirato dall’arte coall’Universita ` a segnalarsi con disegni, carimincio cature e decorazioni. A Cagliari conobbe il sassarese Tosino Anfossi e con lui decise di abbandonare gli studi per dedicarsi completamente all’atti` artistica. Nel 1925 comparvero i vita primi pupazzi in legno realizzati dai due amici, che li inviarono alla Esposizione Internazionale di Parigi, dove ottennero un grande successo e molta attenzione da parte della critica. Cosı` poco dopo i due impiantarono una fabbrica di pupazzi, giocattoli e arazzi, riscuotendo un crescente consenso a livello internazionale. Nel 1932 il sodali`a zio con Anfossi fu sciolto; T. continuo ` a prestare lavorare da solo e seguito particolare attenzione alle problematiche suscitate negli ambienti artistici dalla scoperta dell’artigianato sardo e ` di produrre industrialalla possibilita

` mente oggetti di artigianato; realizzo cosı` molti pupazzi, soldatini e altri pic` a coli personaggi. Nel 1933 comincio dedicarsi alla scultura, e in questo ` per intero tutti i suoi campo dispiego ` come il talenti. In pochi anni si affermo maggiore scultore operante in Sarde` a gna e, a partire dal 1937, comincio collaborare con Pasquale Tilloca, raffinato artigiano del legno, suo assistente presso l’Istituto d’Arte di Sassari, dove fu chiamato a insegnare da Filippo Figari. Proseguı` nella produzione di sculture di grande effetto anche se nei difficili anni della seconda guerra ` subı` un rallenmondiale la sua attivita ` anche a occuparsi tamento. Continuo dei problemi dell’artigianato artistico, denunciando lo scadimento del livello ` dei suoi prodotti. Finita la di qualita ` la sua battaglia guerra, dal 1949 inizio per il rilancio dell’artigianato artistico, collaborando come critico d’arte alla rinata ‘‘Nuova Sardegna’’, a ‘‘Ichnusa’’ e ad altre importanti riviste. ` a ricevere riconoscimenti Continuo ` soper le sue sculture, ma si dedico prattutto all’artigianato artistico, che divenne la principale delle sue preoccupazioni. Questo suo impegno, in cui ebbe come compagno di viaggio l’architetto cagliaritano Badas, raggiunse l’obiettivo e, a partire dal 1953, l’artigianato sardo riprese a svolgere un ruolo importante anche a livello nazionale, soprattutto grazie alla nascita dell’ISOLA (Istituto Sardo per l’Organizzazione del Lavoro Artigiano, creato nel 1957), di cui T. fu per lungo tempo il direttore artistico, capace di fornire centinaia di modelli agli artigiani disseminati in tutta la Sardegna e di controllare tutte le fasi della produzione. Nel 1956, su impulso della Regione, fu realizzato a Sassari il grande Padiglione dell’Artigianato destinato a ospitare una grande rassegna biennale

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Tavolara e mostre permanenti (oggi il Padi` intitolato a T.). Nello stesso peglione e ` a operare come riodo egli continuo ` molti importanti scultore e realizzo pannelli, tra i quali quelli della sede della Olivetti e del Banco di Sardegna a Sassari, e quello del palazzo dell’ENEL a Cagliari che fu anche l’ultima delle sue opere. A Nuoro aveva realizzato, nel 1959, il portale della Chiesa della Solitudine, restaurata per accogliere la sepoltura di Grazia Deledda, e a Sassari, qualche anno prima, la grande colonna di Porta Sant’Antonio, ` . Un dedicata alla storia della citta ` a Sassari male incurabile lo stronco nel 1963.

Medioevo rimase totalmente deserta e inaccessibile, mentre a partire dalla ` del secolo XVIII prese a seconda meta essere frequentata da gruppi di pastori corsi e galluresi. Nell’Ottocento vi soggiornava tra gli altri un pastore di nome Bertoleoni, che vi possedeva alcuni terreni e che ricevette con grande slancio Carlo Alberto quando il so` per la prima volta l’isola. vrano visito Nell’andar via Carlo Alberto gli conferı` il titolo di ‘‘re di Tavolara’’, che da quel ` con grande dimomento egli porto ` , trasmettendolo ai suoi discengnita denti fino ai giorni nostri. Attualmente ` compresa nel territorio del col’isola e mune di Olbia e con le vicine isolette di Molara e di Molarotto costituisce una riserva naturale di 1075 ha, protetta per la sua fauna stanziale, ricca di molte specie tra cui alcuni esemplari di capra selvatica.

Taylo Antico villaggio di origine medio-

Isola di Tavolara – Veduta delle alture dell’isola.

Tavolara, isola di Isola dalla forma ´ rettangolare, situata a sud pressoche ` di Olbia, di fronte a Porto San Paolo. E lunga 6 km e larga 1 km, ha una natura aspra con numerosi rilievi che giungono sino a 565 m sul livello del mare nella punta Cannone. Domina il paesaggio circostante con i suoi alti picchi sul mare e ha l’aspetto di una imponente tavola che emerge dalle acque creando scenari di suggestiva bellezza quali la Roccia del Papa, con una parete di 110 m, o l’arco naturale detto‘‘di ` di 50 m. Tolomeo la Ulisse’’, alto piu chiamava Ermea; sull’isola sarebbe stato esiliato San Ponziano. Per tutto il

evale, posto a poca distanza da Torralba. Faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Meilogu. Quando nel corso del secolo XIII la famiglia dei giudici di Torres si estinse fu acquisito dai Doria che lo inclusero nello stato che avevano formato nella parte centro-occidentale del disciolto giudicato. Dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato ` a far omaggio al re d’Aragona, entro parte del Regnum Sardiniae. Quando `, nel 1325, i Doria si ribellarono e pero iniziarono una lunga guerra contro gli Aragona, il villaggio fu gravemente danneggiato dalle operazioni militari. Rimase comunque nelle loro mani, e ` la seconda quando nel 1363 scoppio guerra tra Arborea e Aragona fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea. Di fatto rimase in possesso degli Arborea anche negli anni in cui Gu` a Sassari. glielmo di Narbona si rifugio ` ulteriormente indebolito dalle Fu pero

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Teclada guerre che si susseguirono e nel 1420, `a dopo la partenza del visconte, torno far parte del Regnum Sardiniae. Dopo il 1421, ormai quasi completamente spopolato, fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles, ma pochi anni dopo scomparve definitivamente.

Tazenda Gruppo musicale. Si formo` a Sassari nel 1987 dopo la cessazione del gruppo ‘‘Coro degli Angeli’’, assumendo un nome provocatorio derivato dalla corruzione dell’espressione inglese stars end (la fine delle stelle). Ebbe un successo rapidissimo e si af` nel mercato nazionale della canfermo zone nel giro di pochi anni, proponendo una felice rielaborazione dei temi tradizionali della musica sarda ` e forme attuali espressi con modalita attraverso un uso intelligente dell’elettronica e della musica campionata. Il primo grande successo del gruppo fu l’album Misterios, che lo impose a livello internazionale, ottenendo il terzo posto nella classifica del miglior disco dell’anno. Nell’album in particolare il ` le straorbrano Carrasegare consacro dinarie doti vocali di Andrea Parodi, la voce del gruppo. Negli anni seguenti i successi si moltiplicarono e le loro interpretazioni di canzoni ‘‘storiche’’ della tradizione sarda come No potho reposare e Dios ti gheriat Maria si imposero all’attenzione generale. Negli anni Novanta, dopo la vittoria nel programma ‘‘Gran Premio’’ e la partecipazione, col cantautore Piergiorgio Bertoli, al Festival di Sanremo, sono dive` interessanti gruppi nuti uno dei piu ` recenti musicali italiani. In anni piu Parodi uscı` dal gruppo, ma in seguito la formazione ha avuto occasioni per ricomporsi prima della scomparsa dello stesso Parodi.

Tazzetta = Narciso

Santa Tega) Santa martire. Originaria di Iconio, l’odierna Konya nell’Asia Minore, si convertı` ascoltando San Paolo ` quanto si legge nei fantasiosi Acta –e Pauli et Theclae (sec. II), – seguı` gli apostoli travestita da ragazzo, morı` a Se` sorto un monastero in leucia, dove e suo onore. Considerata la prima mar` stata canceltire cristiana. Nel 1969 e lata dal calendario. Quadro nella parrocchiale di Nulvi, firmato da Baccio Gorini (1604). [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 23 settembre.

Santa Tecla – La santa prega per la liberazione di Este dalla pestilenza. Dipinto di Giambattista Tiepolo.

Teclada Antico villaggio di origine me-

Tecla, santa (in sardo, Santa Tecla,

dioevale che faceva parte del giudicato

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Tedde di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Era posto nelle campagne di Cossoine. A partire dal secolo XII fece parte dei territori pervenuti ai Doria in seguito a matrimoni con principesse della casa giudicale di Torres. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi costituirono nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato ` a far omaggio al re d’Aragona, entro parte del Regnum Sardiniae. Nel 1325 si ribellarono e il villaggio divenne una delle basi del loro sistema difensivo; data la sua posizione, fu spesso teatro delle operazioni militari che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Doria. In conseguenza di questi eventi la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo scomparve.

Tedde Famiglia di Nulvi (secc. XVIIXX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII; i suoi membri possedevano un ingente patrimonio terriero e nel 1693 ottennero il cavalierato ereditario e la ` con un Andrea Tedde Amoga, nobilta che nel 1698 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Montellano. Nel corso del secolo XVIII la famiglia si divise in diversi rami e, pur mantenendo la loro sede principale a Nulvi, alcuni T. si trasferirono a Sassari dove ricoprirono importanti uffici pubblici. La famiglia si estinse nel corso del secolo XX.

Tedde, Angelino Storico dei sistemi educativi (n. Chiaramonti 1937). Conseguita la laurea in Lettere ha insegnato ` denegli istituti secondari e quindi si e dicato alla ricerca universitaria insegnando Storia della Scuola presso l’U` di Sassari. Studioso in partiniversita colare della storia dell’istruzione in Sardegna, ha scritto: Note sulla famiglia in Sardegna (con Gianfranco Nu-

voli), 1978; Proposte per una storia dello sviluppo urbano in Sardegna, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, IX, 1983, e ha curato con Luciano Caimi gli atti di un conve` tra gno su Infanzia, educazione e societa Otto e Novecento. Interpretazioni, prospettive di ricerca, esperienze in Sardegna, 1997.

Tedde, Antonio1 Religioso (Sorso 1906Ales 1982). Vescovo di Ales e Terralba dal 1948 al 1982. Dopo essere stato ordi` in Teologia. Fu nato sacerdote si laureo per anni parroco di San Donato a Sassari, segnalandosi per la sua grande ` per i problemi sociali. Nel sensibilita 1948 fu nominato vescovo di Ales e Ter` la sua diocesi con ralba. Governo ` , cercando di aprire grande sensibilita un dialogo costruttivo con tutte le istituzioni sui gravi problemi che il mondo del lavoro andava ponendo. Fu autore di pregevoli pubblicazioni e promotore di alcune opere di grande importanza sociale.

Tedde, Antonio2 Ufficiale di carriera, scrittore (Torralba 1905-Sassari 1987). Appartenente a una famiglia di piccoli proprietari terrieri, si arruola negli Alpini. Frequentata l’Accademia di Modena, nel 1936 partecipa alla campagna d’Etiopia. Nella seconda guerra ` capo dell’Ufficio operamondiale e zioni nel comando del XXXI Corpo d’armata in Africa settentrionale; ` deconella battaglia di El Alamein e rato da Rommel con la croce di ferro. ` in Sardegna Ferito, l’8 settembre e presso il comando della divisione ‘‘Calabria’’ e sino al febbraio 1944 capo dell’Ufficio informazioni delle Forze Armate dell’isola. Nel 1944 partecipa alla guerra di Liberazione come capo di Stato Maggiore di una brigata del Corpo Italiano di Liberazione. Nel ` tardi 1947 lascia il servizio attivo, piu ` promosso generale; l’anno precesara dente ha scritto Il profilo morale dell’uf-

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Telargiu ficiale, che diventa uno dei testi adottati nella Scuola di guerra. Nel 1962 pubblica Fiamme nel deserto. Da Tobruk a El Alamein. Milita nel PLI sardo, ` editorialista della ‘‘Nuova Sardee gna’’. Un altro volume, scritto nel 1964 ma non gradito allo Stato Maggiore ` stato pubblicato nel 2002: d’allora, e Un ufficiale scomodo. Dall’armistizio alla guerra di liberazione (1943-45) (a cura di Daniele Sanna, prefazione di Giorgio Rochat).

Tedde, Francesco Studioso di storia locale (n. Ardara 1941). Insegnante di Lettere nelle scuole secondarie supe` autore di diverse opere fra cui: riori, e Ardara capitale del giudicato di Torres, 1985, e Un giorno a Selargius, 1990.

Tedesco, Antonio Insegnante, consigliere regionale (Catona, Reggio Calabria, 1925-Sassari 2000). Laureato in ` all’insegnamento e Lettere, si dedico ` preside della dopo alcuni anni divento ` nel sindacascuola media. Si impegno lismo scolastico come dirigente del Sindacato Nazionale Scuola Media ` in politica della CISL. In seguito entro schierato nella Democrazia Cristiana. Nel 1974 fu eletto consigliere regionale del suo partito nel collegio di Sassari ` e diresse per la VII legislatura. Fondo alcuni periodici di vita scolastica e scrisse alcuni interessanti saggi e raccolte di versi, tra i quali: Ricordi e pensieri, versi, 1980; Canti della mia terra, versi, 1882; Futuro d’ombra, 1993; Un paese qualunque, 1995.

Tedicio Religioso (Pisa, seconda meta` sec. XIII-Sassari 1322). Arcivescovo di Torres dal 1298 al 1322. Dopo essere stato ordinato sacerdote fu per diversi ` anni priore di San Sisto nella sua citta natale; nel 1298 fu nominato arcivescovo di Torres da papa Bonifacio ` VIII. Giunto in Sardegna si adopero per far costruire a Sassari una residenza episcopale nell’intento di trasfe-

rirvi la sede della diocesi. Fu soprat` tutto interprete fedele della volonta pontificia di facilitare il passaggio della Sardegna a Giacomo II d’Aragona. Unitamente ai vescovi suffraganei dell’archidiocesi negli anni se` volte sollecito ` il sovrano a guenti piu recarsi in Sardegna; nel 1308 prese parte al concilio di Vienne.

Tegula Centro romano di cui si fa menzione nell’Itinerario Antoniniano lungo la strada da Sulci a Nora. Si ritiene che le rovine di questo insediamento siano localizzabili nell’istmo di Sant’Isidoro che congiunge il capo Teulada alla terraferma. T. fu probabilmente una pic` situata in posizione stratecola citta gica che aveva un porto di grande rilevanza per il traffico locale; scomparve nel periodo delle incursioni degli Arabi. Attualmente i pochi resti si trovano nel perimetro del poligono militare.

Tegulata Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, incluso nella curatoria di Dolia. Era situato a sud dell’attuale abitato di Dolianova. Quando il giudicato fu debellato, nella divisione del ` a far parte dei territori asse1258 entro gnati ai conti di Capraia. Alla loro ` ai giudici d’Arborea, estinzione passo ma nel 1295 Mariano II lo cedette al Co` prima della fine mune di Pisa, che gia del secolo XIII lo fece amministrare da propri funzionari. Subito dopo la con` a far parte del quista aragonese entro Regnum Sardiniae e nel 1328 fu incluso nella parte di territorio concessa in feudo a Clemente Salavert. Negli anni seguenti soffrı` a causa del continuo stato di tensione che le guerre provoca` del secolo si spovano, ed entro la meta ` completamente. polo

Telargiu Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria

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Tellez Giron della Balariana. Era situato in prossi` di Luogosanto. Dopo l’estinzione mita della dinastia dei Visconti fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa, che lo tennero fino alla conquista aragonese. Terminate ` a far parte le operazioni militari, entro del Regnum Sardiniae e fu incluso nella parte del territorio della curatoria che fu riconosciuta come feudo a ` dopo il 1325 Guantino Catoni, che pero ` a fianco dei Doria ribelli. si schiero ` a Catonetto Doria, Poco dopo T. passo nipote del Catoni, e nel 1330 fu occupato dalle truppe di Raimondo Car` la dona. Quando nel 1334 scoppio guerra tra Genova e Aragona il villag` nuovamente e negli anni gio si ribello seguenti soffrı` molti danni cominciando a spopolarsi. Prima della fine del secolo era completamente deserto.

Tellez Giron Famiglia feudale (secc. XV-XIX). Discendeva dalle nozze di Teresa Tellez Giron con Martino Vasquez d’Aucuma conte di Valencia, celebrate nel secolo XV. I loro discendenti, in seguito al matrimonio del duca Pietro con Maria Giuseppa Pimentel, nella ` del secolo XIX ereditarono prima meta la contea d’Oliva e il ducato di Mandas con tutti gli altri feudi che la famiglia possedeva in Sardegna. I T.G. diven` potenti feudatari sardi, nero cosı` i piu e quando nel 1838 si avviarono le procedure del riscatto dei feudi cedettero complessivamente 57 villaggi con 75 152 abitanti.

Telti Comune della provincia di Olbia` Tempio, compreso nella IV Comunita montana, con 1970 abitanti (al 2004), posto a 332 m sul livello del mare 15 km a occidente di Olbia. Regione storica: Terranova. Diocesi di TempioAmpurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 84,65 km2 e confina a nord

con Calangianus, a est con Olbia e Bud` , a sud con Budduso ` e Ala ` dei duso Sardi e a ovest con Monti. Si tratta di una regione di colline ricoperte in parte di boschi e pascoli, alle falde orientali del monte Limbara, che stanno a ridosso della piana di Olbia. Il rio Taroni, che passa a breve distanza dal paese, si dirige appunto verso la piana, dove confluisce nel fiume Padrogiano. T. si trova lungo la statale 127, che proviene da Tempio Pausania e Calangianus, si dirige verso Olbia e nelle vicinanze si collega con la ` . La piu ` 389, che proviene da Budduso vicina stazione ferroviaria, lungo la ` quella in comune Chilivani-Olbia, e con Monti, a 8 km di distanza. & STORIA Sul territorio sorgeva in pe`, riodo romano, con ogni probabilita una stazione militare (Tertium) situata lungo la strada che portava da Olbia a Gemellae. Da questo piccolo centro nel ` probacorso del secolo VI si sviluppo bilmente Tertis o Tercis che nel Medio` intorno alle chiese di evo si consolido Santa Vittoria e di Sant’Anastasia, en` a far parte del giudicato di Gallura tro e fu incluso nella curatoria del Fundimonte. Nei secoli successivi i giudici di Gallura vi fecero costruire l’importante castello di Pedreso, oggi completamente distrutto. All’estinzione della ` nelle dinastia dei Visconti T. passo mani di Pisa che lo fece amministrare da propri funzionari. Dopo la conqui` a far parte del Resta aragonese entro gnum Sardiniae e fu incluso nel grande feudo concesso a Berengario di Anglesola, i cui discendenti lo fecero passare ai Senesterra. Nel 1331, durante la guerra tra Genova e Aragona, il suo territorio fu messo a ferro e a fuoco. Tra il 1343 e il 1347 i Senesterra cedettero il villaggio a Giovanni d’Arborea che ` fu arrestato poco dopo da suo frapero tello Mariano IV. Negli anni seguenti il

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Telti `a villaggio subı` altri danni e comincio spopolarsi a causa della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Le devastazioni e la fuga degli abitanti continuarono per tutto il secolo XIV e subito dopo la battaglia di Sanluri il villaggio ` in possesso dei Carroz, eredi di torno Giovanni d’Arborea, ma ormai aveva pochissimi abitanti. Nel 1418 fu completamente distrutto da un’incursione di corsari nordafricani; il territorio fu ` dimenticato e la vegetazione cancello la memoria del piccolo centro. Nei se`a coli successivi il territorio continuo rimanere deserto e seguı` le sorti del restante patrimonio feudale che i Car` ai Maza roz avevano in Gallura. Passo de Lic ¸ana e da questi, dopo la divisione del 1571, ai Ladron e via via agli Hur˜ iga, ai Pimentado de Mendoza, agli Zun tel e infine ai Tellez Giron, ai quali fu riscattato nel 1838. A partire dalla fine del secolo XVII prese a essere frequen` non vi si stabitato da pastori che pero lirono; i primi segni della ricomparsa di una popolazione stabile risalgono agli inizi dell’Ottocento quando sul territorio posto a sud della chiesa di Santa ` a formarsi uno Vittoria comincio stazzo. Nel 1821 T. fu incluso nella pro` a far vincia di Tempio; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Il nuovo villaggio, ` del sesoprattutto nella seconda meta ` rapidamente dapcolo XIX, si sviluppo prima come frazione di Olbia e finalmente, dal 1963, come comune autonomo. Quando ebbe inizio il dibattito per la costituzione delle nuove province T. aderı` a quella di Olbia-Tempio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ul-

timi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nei settori alimenl’attivita tare, estrattivo, della lavorazione del ` sufficientelegno e dell’edilizia. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche quattro aziende agrituristiche con 20 ` posti letto e due ristoranti. Servizi. T. e collegato da autolinee e dalla ferrovia ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2032 unita di cui stranieri 26; maschi 1036; femmine 996; famiglie 860. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 18; cancellati dall’anagrafe 48 e nuovi iscritti 29. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 943 in migliaia di lire; versamenti ICI 713; aziende agricole 242; imprese commerciali 98; esercizi pubblici 10; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 26; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 568; disoccupati 77; inoccupati 91; laureati 11; diplomati 169; con licenza media 511; con licenza elementare 679; analfabeti 64; automezzi circolanti 841; abbonamenti TV 483. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo romano che ricordano la stazione militare (Tertium) situata lungo la strada che portava da Olbia a Gemellae. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il suo assetto urbani` dell’Otstico risale alla seconda meta tocento, lungo le sue strade si affac` piani tipiciano le case in granito a piu che della Gallura. L’edificio di maggior ` la chiesa di Santa Vittoria, parpregio e rocchiale costruita nel secolo XVIII.

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Telti L’edificio un tempo sorgeva in aperta campagna e fu uno dei due poli di ag` gregazione attorno ai quali si sviluppo un piccolo borgo. Interamente ristrut` le origiturata, la chiesa conserva pero narie forme settecentesche. Altro inte` la chiesa di San ressante monumento e Bachisio, posta a qualche chilometro dall’abitato; le forme farebbero pensare a una costruzione molto antica; ha una sola navata completata da ab` in legno; la facciata side, la copertura e ` ingentilita da un campaniletto a vela. e Nelle sue vicinanze si trova un edificio ` antisingolare che si riallaccia alle piu che tradizioni della vita pastorale; si tratta di un chjappittu, vale a dire una piccola costruzione leggermente interrata in cui, nei secoli passati, venivano deposte le salme dei pastori erranti che morivano nella zona. Altro monu` il castello di Padulacmento di rilievo e cio, fortezza di probabili origini bizantine riutilizzata dai giudici di Gallura ` situato sulla strada nel Medioevo. E per Olbia a qualche chilometro dall’a` Mont’a Telti. Aveva bitato, in localita una funzione difensiva da eventuali attacchi che provenissero dall’interno; fu probabilmente dopo l’estinzione della dinastia giudicale dei Visconti, quando la Gallura prese a essere amministrata dal Comune di Pisa, che il castello fu distrutto. Aveva una forma quadrangolare e le cortine murarie erano state adattate alle sporgenze della roccia. Attualmente allo stato di rudere, conserva qualche tratto delle mura, la porta d’accesso, gli avanzi di due poderose torri d’angolo, di alcuni ambienti e di un camminamento. Di grande interesse naturalistico sono le foreste ricche di sorgenti che si stendono alle falde del monte Limbara in ` dell’abitato. prossimita & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Mag` il mese nel quale si svolgono le gio e

maggiori feste popolari del villaggio; la prima domenica si svolge quella di Santa Vittoria e di Sant’Anatolia, patrone del villaggio. I festeggiamenti si protraggono per tre giorni e prevedono un fitto programma di manifestazioni che si svolgono presso la parrocchia. La festa di maggiore richiamo si svolge ` nella seconda settimana di maggio, e dedicata a San Bachisio e ha luogo nella chiesetta omonima. Ha un ricco programma che culmina con un pranzo offerto a tutti i partecipanti; questa festa viene ripetuta anche a ottobre. Da qualche anno si svolge, ad agosto, la sagra del mirto, pianta tipica delle campagne circostanti che produce la bacca utilizzata come base per la produzione del pregiato liquore. Di questa manife` occupata Martine Frey stazione si e sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ nell’agosto 1998: «La sagra del mirto ha preso il via giovedı` sera in piazza della chiesa San Vittorio. Degustazione di dolci, prodotti agrituristici e mirto lungo tutte le vie del paese. Quattro i punti di attrazione nel salone parrocchiale: tappeti, sughero lavorato, ferro battuto, legno intarsiato. Due testate di ` solo letto che attirano l’attenzione: ‘‘E lamiera’’ dice Cristina Ferraro, argentina d’origine ma residente a Calangianus, autrice del capolavoro. Ha portato la sua arte nell’isola e da allora lavora anche alla ceramica fredda decorata con gusto. Gioie per i palati fini: due ` in la `, salsiccia, prosciutto ‘‘al passi piu gusto di una volta’’, miele biscotti. E poi mirto, ancora mirto, di tutte le mar` . Nelle scuole medie spache e qualita zio a legno lavorato (Valeria Oliva: arte della natura secondo immaginazione), ` soprattutto flora, fauna. L’attenzione e per l’arte della liuteria in Sardegna. Strumenti preziosi, delicati, ricostruiti alla perfezione: mandulinu, launeddas, trumbittu, pipalu, benas. Quasi

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Tempio commoventi i vecchi strumenti di lavoro come il bucciu, contenitore d’acqua il terracotta, o i nappeddhi, boccali e bicchierini di rame anneriti al tempo. E poi gli strumenti di lavoro dei nonni come il vecchio aratro o lu striglioni (sedile posteriore per una donna a cavallo), o la culla del ’900».

Tema Casa editrice fondata a Cagliari nel 1989 da Aldo Brigaglia, in collega` dello studio pubmento con l’attivita blicitario omonimo. Tra le diverse pubblicazioni di storia e cultura sarda la collana che raccoglie le opere dello scrittore francese Edouard Vincent (tradotte dallo stesso Brigaglia), quindi quelle edite per conto dell’AIED, dell’ANPPIA Sarda, dell’Istituto Gramsci ´ la collana che della Sardegna, nonche ` del premio letteraderiva dall’attivita rio ‘‘Michelangelo Pira’’ di Quartu Sant’Elena. [MARIO ARGIOLAS]

Temo – Il fiume a Bosa.

` importanti Temo Fiume. Uno dei piu della Sardegna, sgorga da numerose sorgenti in territorio di Villanova Monteleone ai piedi del monte Teppero e segue un percorso tortuoso di circa 60 km attraverso i territori dei comuni di Romana, Padria, Monteleone Rocca Doria, Mara, Cossoine e infine Bosa. All’altezza della stretta di Monte Crispu, in comune di Monteleone Rocca ` stata realizzata una diga che Doria, e forma un lago artificiale di medie pro-

porzioni. Il corso del fiume si sviluppa in un paesaggio caratterizzato da gole profonde e strapiombi, ricco di una flora e di una fauna di grandissimo interesse naturalistico per cui il com` stato dichiarato riserva natuplesso e rale. Prima di sfociare in mare nelle vicinanze di Bosa Marina, dove forma un grande estuario, il fiume, caso unico in Sardegna, diventa navigabile per circa 4 km.

Tempanelli, Odimundo Castellano di ` sec. XIII-?). Cagliari (Pisa, prima meta Era un eminente cittadino pisano appartenente a famiglia di popolo. Nel 1263 fu inviato a Cagliari come castellano, e durante il suo mandato si ado` per la costruzione di un arsenale pero `. nel porto della citta

` di Educazione FiTempio, Societa ` sportiva di calcio nata in sica Societa forma amatoriale nei primi anni Trenta del Novecento. Le partite si giocavano in campi rudimentali, prima nel piazzale del Cimitero, quindi tra i ´ capannoni della Pischinaccia, finche ` il primo stadio della citta ` , intinascera tolato al tenore Bernardo Demuro. La ` azzurra, diretta da Mario prima societa Cabella (ideatore anche del logo con il Gallo di Gallura sulle magliette), fu iscritta alla Federazione solo nel 1946, quando in Sardegna venne organizzato un campionato regionale cui partecipavano le maggiori squadre isolane, compreso il Cagliari. Nei primi anni tra i ‘‘galletti’’ si distinsero giocatori come Tullio Tranu, portiere, l’ala Francesco Orecchioni (famoso per le rovesciate) e il centravanti Nino Manconi. I primi due andarono poi alla Torres, mentre Manconi rimase sempre al ` dedicato il nuovo stadio Tempio: a lui e recentemente costruito. Altro giocatore di spicco era il portiere Gianni ` il presidente dei Monteduro, che sara tempi d’oro. Promosso in IV serie, il

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Tempio e Ampurias Tempio (allora si chiamava Sef Tempio ed era presieduto da Mario Ricetto) vi rimase per quindici stagioni consecutive con l’intermezzo della partecipazione a una serie D ‘‘di Eccellenza’’ ` i galletti a un passo dalla seche porto rie C. I campionati successivi furono ricchi di soddisfazioni con sei affermazioni nella Coppa ‘‘Cossu Mariotti’’ (assegnata alla migliore squadra sarda di D) e il primo posto nel campionato 1961-62 a pari merito con l’Empoli: nello spareggio per la promozione in C il Tempio perse per 1-0 nello spareggio. La presidenza di Gianni Monteduro, ` il Tempio ad durata fino al 1970, porto apportare vari miglioramenti al ‘‘Demuro’’. In seguito, dopo un periodo buio contrassegnato da una doppia retrocessione tra i dilettanti nei primi anni Ottanta, sotto la presidenza di Mego Baltolu e poi di Antonello Ganau e con il succedersi di allenatori come Tore Serra, Angelino Fiori e Vanni Sanna, l’Unione Sportiva Tempio (cosı` ` da ora in poi) raggiunse la si chiamera promozione in C2 (1987). In questo periodo si misero in luce giocatori come Marco Sanna (in seguito col Cagliari in A), la punta Francolino Fiori e Gigi Corellas. L’8 dicembre 1988 venne inaugurato il nuovo stadio ‘‘Nino Manconi’’; la squadra rimase in C2 per ben 13 stagioni consecutive fino al 2000, quando retrocesse dopo un drammatico spareggio con il Sora, giocato proprio al ‘‘Manconi’’. Attualmente l’Unione Sportiva Tempio, dopo un’ulteriore retrocessione, milita nell’Eccellenza regionale. [GIOVANNI TOLA]

Tempio e Ampurias, diocesi di Titolatura che, a partire dal 1986, ha assunto l’antica diocesi di Ampurias e Tempio. Il primo vescovo ad assumere la nuova intitolazione fu Pietro Meloni (1983-1992), seguito da Paolo Atzei, consacrato nel 1992, rimasto in carica fino

` stato nominato al 2004, anno in cui e arcivescovo di Sassari. Nel giugno ` stato nominato vescovo Seba2006 e stiano Sanguinetti.

Tempio Pausania – Veduta dal Limbara.

Tempio Pausania Comune capoluogo, insieme a Olbia, della provincia di Ol` bia-Tempio, sede della III Comunita montana, con 13 996 abitanti (al 2004), posto a 566 m sul livello del mare nella ` interna della Gallura. Reparte piu gione storica: Gemini. Sede della diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 209,62 km2, comprendenti anche la frazioni di Bassacutena, Nuchis e San Pasquale, e confina a nord con Aglientu e Luogosanto, a est con Luras e Calangianus, a sud con Berchidda, Oschiri e Tula, a ovest con Perfugas, Bortigiadas e Aggius. Si tratta di un territorio di alta collina e montagna che culmina nel massiccio del Limbara (1359 m). I corsi d’acqua che ne discendono in questo versante settentrionale confluiscono in parte verso il Liscia, a nord-est, in parte nel Coghinas, a sudovest. T.P. comunica attraverso la 127 a ovest con Sassari (ma in questa parte ` aggiunta una strada a alla statale si e scorrimento veloce) e a est con Olbia; a sud la 392 conduce a Oschiri; a nord la 133 raggiunge Palau e Santa Teresa Gallura. T.P. era punto di arrivo e di

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Tempio Pausania partenza per i treni a scartamento ridotto da e per Sassari e Palau. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico; nel pe` la citta ` di riodo romano vi si sviluppo Gemellae che diede il nome a tutto il territorio circostante. Dopo l’inva` decadde e si sione dei Vandali la citta ridusse a un piccolo villaggio: potrebbe essere il medioevale Villa Templi che compare citato per la prima ` del secolo volta nella seconda meta XII, apparteneva al giudicato di Gallura ed era incluso nella curatoria del Gemini alto, di cui potrebbe essere stato il capoluogo. Dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Guglielmo Pujalt ma la popolazione, approfittando dello stato di tensione creatosi a causa della guerra tra Ge` non accettare nova e Aragona, sembro la dipendenza feudale. Dopo la morte del Pujalt il villaggio fu incluso nel territorio donato nel 1347 a Giovanni d’Arborea che lo avrebbe dovuto pacificare. Ma il suo successivo arresto, a ` opera del fratello Mariano IV, continuo a tenere la popolazione in tensione e il territorio in una situazione di estrema ` . Il villaggio subı` altri danni precarieta durante la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Le devastazioni continuarono per tutto il secolo XIV durante le guerre successive. Subito dopo la battaglia di Sanluri, quando il villaggio ` in possesso dei Carroz, eredi di torno Giovanni d’Arborea, Tempio non aveva molti abitanti ma la sua posizione geografica ne favorı` lo sviluppo; infatti per ` del suo clima e per la lonla salubrita tananza dalle coste, molti degli abitanti dei centri costieri, tormentati dalle continue incursioni dei corsari, presero a risiedervi. Nei secoli successivi il centro abitato seguı` le sorti del restante patrimonio feudale che i Car-

roz avevano in Gallura. Alla loro estin` ai Maza de Lic zione passo ¸ana e da questi, dopo la divisione del 1571, ai Portugal. Dai Portugal alla fine del Cinque` ai De Silva che entro il 1630 cento passo lo inclusero nel marchesato di Orani. Sebbene il regidor del feudo risiedesse a Orani, a Tempio nel corso del secolo fu istituito il tribunale baronale di prima istanza per cui in pochi anni il villaggio divenne il principale centro della Gallura superiore. Con la decadenza di Terranova divenne residenza stabile del vescovo della diocesi di Ampurias e Civita e molte famiglie nobili presero ad abitarvi stabilmente. Dai loro bei palazzi in granito che cominciavano ad abbellire l’abitato facendogli assumere con gli anni forme urbane, questi cavalieri finirono per con` , rilevanti trollare immense proprieta mandrie e greggi, e anche la vita dei pastori e spesso quella dei briganti che vivevano nei nascenti stazzi. A par` del secolo XVII tire dalla seconda meta ` a chiedere il titolo di Tempio comincio ` ; la richiesta era sostenuta, oltre citta che dai cavalieri, dal capitolo della cattedrale e dall’amministrazione baronale, e fu rinnovata in tutti i parla´ il governo menti fino al 1698 ma, poiche pretendeva il pagamento di una forte ´ mai essere appagata. somma, non pote Agli inizi del secolo XVIII la posizione assunta dall’aristocrazia tempiese in occasione della guerra di successione spagnola, quando sostenne con ogni mezzo il passaggio dell’isola agli ` rinforzare la posiAsburgo, sembro zione di Tempio nei confronti di tutta ` con la Gallura e la situazione non muto il passaggio dell’isola ai Savoia. La lontananza dei feudatari, che oramai risiedevano stabilmente in Spagna, il sicuro rifugio che Tempio rappresentava per molti rispetto all’insicurezza che dominava la vita nelle campagne

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Tempio Pausania percorse da bande di briganti, di contrabbandieri e di pastori ribelli, di fatto ne fece la capitale della Gallura. ` , oltre che dalla presenza La sua societa di numerose famiglie nobiliari e del vescovo, fu arricchita da quella di numerose scuole e dagli ordini religiosi che le diedero fama di centro vivace e intellettualmente all’avanguardia. Nel 1821 fu inclusa nella provincia di Ozieri ma nel 1831 divenne capoluogo dell’omonima provincia; nel 1836 ottenne finalmente il sospirato titolo di ` . Nel 1838 si libero ` dalla dipencitta denza feudale dei De Silva e dal 1839 divenne sede della diocesi di Ampurias. Nel 1848 fu inclusa nella divisione amministrativa di Sassari e dal 1859 della omonima ricostituita provincia. Di questo periodo abbiamo la testimonianza lasciata da Vittorio Angius: ` dato il nu«Popolazione di T. Io ho gia mero della medesima nell’articolo Gal´ dopo tanti anni da che lura, ma perche io stesso compilai la statistica della Gallura non posso qui ripresentare gli ` anche mio malstessi numeri, pero grado, nella ragionevole diffidenza che ho della esattezza del censimento pubblicato nel 1846, devo servirmi dei dati del medesimo. Dunque nel sud` supposta in Temdetto censimento si e pio una popolazione di 4500 anime, divise in case 470, e famiglie 705. Eviden` sbaglio, dovendo le fatemente qui c’e ` pure miglie essere dalle 900 in su. E erroneo il numero delle case che non pare meno di 700. Distribuivasi in seguito il totale de’ maschi 2209, in scapoli 1415, ammogliati 708, vedovi 86; il totale delle donne 2291 in zitelle 1271, maritate 710, vedove 310. Finalmente si notarono i nativi della provincia e gli stranieri, e si determinarono nativi di T., maschi 1918, femmine 2143, estranei alla provincia maschi 154, femmine 139, e stranieri maschi 137, femmine 9.

Scuola elementare. Fu aperta forse nove anni dopo che dal governo ne era stata ordinata la istituzione, e si fece per molto tempo in altro modo dal pre` chiusa per altri sei scritto: poi resto anni. Riaperta nel 1842 col favore del ´ lo zelo dell’intengoverno e merce ` le redente avvocato Vitelli che supero nitenze degli oscurantisti, procedette ` frequencon migliori auspici, ed ora e tata da circa 90 ragazzi, governata dal prete Demuro, intelligente e zelante. Il frutto del suo insegnamento rallegra i padri, ma contrista qualcuno, che sente come abbiam detto che sentissero quegli ottimati, i quali credean di ` se i lumi si perdere la loro venerabilita diffondessero nel popolo, e che poi dimostrava cotesto barbarico sentimento vessando quel sacerdote, che dovrebbe essere accarezzato e confortato. L’istruzione elementare non ha migliorato come in T. negli altri comuni della Gallura, e sono anzi tre paesi (Longone, Terranova, e Nuches) dove mancano i maestri. Il provveditore della provincia e l’ispettore dovrebbero adoperarsi ´ l’istruzione non restasse mai perche interrotta. Nell’articolo Gallura ho indicato quanti fossero gli studenti delle diverse discipline; ora porremo qui altri numeri, che meglio forse si approssimano al vero. Nella scuola di grammatica italiana elementare, 30; di ` e retgrammatica latina, 60; di umanita torica, 25; di filosofia, 20; di teologia, 10. Agricoltura. Gli uomini attempati che possono comparare il presente col passato, potranno dire quanto a mezzo ` risecolo addietro l’agricoltura era piu stretta e meno pratica dell’arte. Indi a ` andata sviluppandosi ed poco a poco e ora si trova in tale stato, che se ancora sia ben lungi dalla perfezione, molto ` siasi levata sopra l’antiche misere pero condizioni in cui l’aveva tenuta la pre` dominante pastorizia. Il che apparira

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Tempio Pausania chiaro dall’esposizione che imprendiamo dello stato attuale. La semina` tuttora poco considerevole. La gione e ` ordinaria anche dai primari quantita agricoltori non sorpassa gli starelli cagliaritani 3 e ½ (li setti cuppi) di grano, e ´ si creda che sia gli starelli 2 d’orzo. Ne cosı` scarso il lavoro della seminagione, ´ i terreni sieno sterili. Il vero si e ` perche ` generalmente che la fruttificazione e tanta, che molti coloni in altre regioni ´ i solne sarebbero soddisfatti, perche chi rendono ordinariamente il 12 per uno, e se la seminagione siasi fatta in un novale accade comunemente che la semente sia moltiplicata al 30. L’orzo ` grani di buona suol produrre il 20 e da ` . Che se la semenza del fruqualita ` molle e mento sia di quella varieta bianca, che dicono grano corso, allora ` averne ordinariamente anche il si puo 50. Ma di questo poco si semina, per´ , se il pane della sua farina piace che recente, provasi ingrato dopo il secondo giorno; quindi si preferisce per la panificazione il pane sardo, che resta compatto e conserva il gusto anche ` dopo sette giorni. Il grano gallurese e `. La vera ragione perdi ottima qualita ´ la coltura de’ cereali sia ancora che ` in questo, che vuolsi tanto ristretta, e gran fatica a svellere dal suolo le larghissime radici del lentisco, del mirto e di altri arbusti; nel rischio di perdere le fatiche, se gli armenti e le greggie entrino a pascolare ne’ seminari aperti, e nel difetto delle braccia. Il prodotto della seminagione del grano, che si fa nelle terre vicino a T. e nelle altre vidazzoni che gli appartengono in varie vidazzoni della Gallura, non basta alla consumazione. Pastorizia. Qui ` che pare notevole soproporremo cio pra quest’arte esercitata da’ tempiesi nel territorio circostante. I pascoli per gli animali delle diverse specie sono prodotti in copia dal suolo. Sono sparsi

per tutti i ghiandiferi delle tre specie, dei cui frutti si ingrassano grossi armenti del paese ed esteri. Le capre vogliono la loro parte di ghiande, e le ` . Il lentisco e il mangiano con avidita mirto che sono frequentissimi alimentano le capre e le vacche. A questi si aggiungano i germi dei rovi e degli altri cespugli, e gli olivastri, i quali in certe regioni sono la specie dominante. Noto che non tutte affatto le specie degli oli´ alcuni ne vastri vanno perdute, perche fanno raccolta per estrarne l’olio, come praticano in un modo troppo semplice, quale suol essere nella barbarie dell’arte. Gli olivastri cominciano a trovarsi nella pendice dei monti, e nelle valli a ponente verso il Termo, a levante verso Terranova, ` della catena della Pulquindi in la chiana, nella regione di Luogosanto. Dopo gli olivastri sono a indicare le ` dei perastri, de’ cui frutti molte varieta si satolla molto bestiame. Per le pecore ` comune di tutte sono molte erbe, e piu il trifoglio. Nel Limbara trovasi pure il serpillo (armidda) pascolo delizioso alle pecore e alle vacche. Il bestiame ` comunemente si educa sono, che piu vacche, capre, pecore e porci. Alcuni hanno armenti di cavalle e di asine. Il numero de’ capi che hanno insieme tutti i proprietari e i pastori ne’ territori che sono intorno al paese, io non lo ´ su questo non mi potrei fissare, perche si seppe rispondere, e non vi ha probabilmente in T. chi lo sappia per propria ` ben tenersi come prosscienza. Puo simo al vero, che le vacche non sieno meno di capi 5000, le capre 10 000, le pecore 8000, le cavalle 1200, le asine ` 2000». A partire dalla seconda meta ` del secolo XIX l’economia della citta ` notevolmente grazie all’insi sviluppo dustria del sughero e alla lavorazione ` che le fecero assudel granito, attivita mere un rilievo regionale. Tra la fine

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Tempio Pausania dell’Ottocento e gli inizi del Novecento queste trasformazioni fecero nascere a Tempio le prime organizzazioni socia` liste e nel primo dopoguerra la citta ` il contrasto tra socialisti e sperimento fascisti. Nel corso del Novecento ac` economiche tradicanto alle attivita ` una notevole attizionali vi si sviluppo ` turistica; contemporaneamente la vita ` divenne uno dei centri del movicitta ` per ottemento che la Gallura attivo nere la costituzione di una provincia autonoma. Nel dibattito sull’autono` Tempio dovette affrontare mia pero una situazione nuova: la crescita notevole di Olbia (=) ha ormai modificato profondamente quella funzione di lea` aveva avuto nei dedership che la citta cenni precedenti. & ECONOMIA L’attivita ` di base della sua economia, a partire dagli ultimi de` l’industria discretamente svicenni, e luppata nei settori alimentare, tessile, della lavorazione del legno e del sughero, della gomma, del vetro, della metallurgia, dei laterizi e della lavorazione del granito. Ancora importante l’agricoltura, in particolare la viticoltura, la frutticoltura, l’olivicoltura e l’orticoltura; discreto l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e caprini. Ben sviluppata la rete di distribuzione commerciale, che serve anche gli abitanti degli altri centri della Gallura interna. Vi operano anche otto alberghi con 255 posti letto, quattro aziende agrituristiche con 40 posti letto, cinque ristoranti e un centro per il turismo equestre. Servizi. T.P. ` collegato da autolinee e dalla ferroe ` via agli altri centri della provincia. E dotata di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, ospedale, medico, guardia medica, farmacie, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo classico, Istituto tecnico, Istituto professionale, Liceo artistico), sportelli

bancari. Possiede una Biblioteca comunale, corsi decentrati dell’Univer` di Sassari e il Museo ‘‘Bernardo sita De Muro’’. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 13 972 ` , di cui stranieri 78; maschi 6827; unita femmine 7145; famiglie 5066. La tendenza complessiva rivelava una lieve diminuzione della popolazione, con morti per anno 114 e nati 113; cancellati dall’anagrafe 199 e nuovi iscritti 193. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 667 in migliaia di lire; versamenti ICI 5494; aziende agricole 809; imprese commerciali 869; esercizi pubblici 119; esercizi all’ingrosso 19; esercizi al dettaglio 449; ambulanti 79. Tra gli indicatori sociali: occupati 4588; disoccupati 441; inoccupati 742; laureati 587; diplomati 2240; con licenza media 4166; con licenza elementare 3904; analfabeti 367; automezzi circolanti 6481; abbonamenti TV 3960.

Tempio Pausania – Nuraghe Majori.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche risalenti alle ` antiche culture del prenuragico piu ` dell’inche testimoniano la continuita sediamento dell’uomo. Al periodo prenuragico risalgono le grotte di Montagnana, di Monte Limpas di Santa `. Al periodo nuraChiara e di Azzanido &

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Tempio Pausania gico sono riferiti i nuraghi Careddu, Culbinu, Fradi Falchi, Izzana, Li Schifosi, Lu Nuraghe, Lu Polcu, Maiori, Monte de Littu, Monte Limpas, Nieddu, Punta la Chexia, Punta Montiglione, Santu Jaccu, Sa Prisone de Siale, Tanca Manna, Zappali Mannu, ´ il recinto nuraZappali Minori, nonche gico di Sa Cantaredda. Tra questi di ` il nuraghe Maiori, grande interesse e situato a nord-ovest dell’abitato; inte` caratteramente costruito in granito, e rizzato dall’esistenza al suo interno di due camere cui si giunge dall’ingresso attraverso un corridoio. Una delle camere ha la volta cupoliforme ottenuta da pietre sovrapposte e sporgenti gradualmente verso l’interno. Particolarmente importanti sono infine i siti di epoca romana: si tratta di resti di strade, cisterne e di altre costruzioni ` , oltre a affioranti in diverse localita tombe, cippi e miliari. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha mantenuto intatto l’assetto tradizionale con un complesso di strade sulle quali si affacciano numerosi palazzotti ` piani costruiti in granito tra il a piu Settecento e l’Ottocento. Cuore del ` la piazza Gallura, concentro storico e tornata da alcuni bei palazzi di rappresentanza tra cui il Palazzo comunale, ` dell’Ottocostruito nella prima meta cento con qualche pretesa di eleganza. Attraverso una scalinata la piazza Gal` collegata a piazza San Pietro, anlura e ch’essa chiusa da alcuni palazzi in granito e dalla chiesa di San Pietro, il ` ; fu edificato nel Duomo della citta Quattrocento ma profondamente ristrutturato nel corso dei secoli successivi fino alla quasi totale ricostruzione dell’Ottocento, che del vecchio edificio ha conservato solo il portale e il campanile. L’interno conserva notevoli ar-

redi in legno intagliati e dorati risalenti al secolo XVIII.

Tempio Pausania – Cattedrale di San Pietro.

Di fronte al Duomo sorge l’oratorio del Rosario, costruito in forme gotico-aragonesi e nel Settecento radicalmente restaurato e portato alle forme attuali. Dalla piazza San Pietro, attraverso la ` la piu ` importante della via Roma che e ` , si giunge alla piazza d’Italia e, citta proseguendo, al Museo Bernardo De Muro, ospitato nei locali della Biblioteca comunale nel Parco della Rimembranza. Vi sono esposti ritratti, costumi di scena, diari, onorificenze e altri oggetti appartenuti al grande tenore tempiese Bernardo De Muro (=) compresi in un percorso ben strutturato; in ` possibile anche un’apposita saletta e ascoltare l’intero patrimonio di incisioni dell’artista e ripercorrere cosı` la sua biografia musicale. Dalla stessa piazza d’Italia, percorrendo le strade in direzione opposta, si giunge al bel parco di San Lorenzo e alla chiesa omonima, in mezzo a una suggestiva pineta, in posizione dominante rispetto

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Tempio Pausania all’abitato. Fu costruita in granito nel secolo XVIII in forme estremamente semplici e in un successivo restauro fu aggiunto alla facciata il campanile a vela. Al suo interno conserva un’interessante statua del santo. Poco oltre, al termine di un viale, al centro di un bel parco si trova la fonte di Rinaggiu, dalla quale sgorga l’acqua minerale curativa rinomata in tutta l’isola e nota ` per le sue proprieta ` fin dall’antichita diuretiche. La fonte fin dalla seconda ` dell’Ottocento era meta di permeta sone con problemi di vario genere che venivano per ‘‘passare le acque’’, come si diceva. Per molti anni lo sfruttamento della fonte avvenne senza alcun ` controllo; oggi il prelievo dalla fonte e regolamentato; e la costruzione di uno ` stabilimento idropinico ha reso piu agevole il suo impiego a scopi curativi. ` San Tra gli altri edifici d’interesse c’e Francesco, chiesa costruita nel 1543 dai Minori osservanti in forme gotiche. Ha l’impianto a un’unica navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali coperte da un’elegante volta in granito. Al suo interno conserva un ci` clo di interessanti pitture; alla chiesa e annessa la sacrestia, coperta da una volta a botte e riccamente arredata. Ai margini del centro storico si trova Sant’Antonio da Padova, chiesa situata sul colle omonimo; fu costruita nel secolo XVII in forme tardogotiche. Ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e da un locale adibito a sacrestia. Alle falde del Limbara, a poca distanza dall’abitato, sorge la chiesa di San Bachisio, molto antica, che ha l’impianto a una sola navata completata dall’abside; all’esterno i muri perimetrali sono sorretti da contrafforti laterali e la facciata culmina con un campaniletto a vela. All’origine aveva il pavimento in cotto, la copertura in legno a capriate e un bel

portale in legno; in un maldestro restauro effettuato dopo il 1960 copertura e portale sono stati sostituiti con anonimi prodotti industriali. Lungo la strada per Calangianus, in un fitto bosco di sughere sorge invece Santa Lucia, chiesa che ha l’impianto a una navata e la copertura in legno a capriate; al suo interno conserva alcuni affreschi e una statua lignea di buona fattura. Non molto lontano sorge anche la chiesa della Vergine Assunta: molto ` conosciuta anche come Maantica, e donna di Mezaustu; ha l’impianto a una navata e la copertura in legno a capriate. All’esterno i muri perimetrali sono sorretti da barbacani laterali ` sore da piccoli porticati. La facciata e montata da un rustico campaniletto a vela e si affaccia su un ampio spiazzo dolcemente declinante nel quale il 15 agosto si svolge una festa campestre in onore della titolare. A brevissima distanza infine si trova la chiesa della `, conosciuta come Santissima Trinita ` i; fu costruita nel Medioevo La Trinita ed era probabilmente la parrocchia di un villaggio poi scomparso. Nel corso dei secoli ha subı`to notevoli modificazioni e ampliamenti. Attualmente ha l’impianto a una navata e la copertura in legno a capriate; sulla facciata, completata da un campaniletto a vela, si aprono due ingressi. Infine la chiesa ` Scudi San Gavino, costruita in localita petu, a qualche chilometro da T.P., nel secolo XVII; nel corso dei secoli successivi ha subı`to numerose modifiche e oggi ha impianto a una navata e la copertura del tipo a capanna. Da T.P si possono compiere agevolmente escursioni alla falde del Limbara, che offre ampie distese di bosco, corsi d’acqua e fontane, e naturalmente ampi scorci di paesaggio. Dalla strada per Oschiri si distacca una comoda carrozzabile che ` di Vallicciola, nei raggiunge la localita

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Templi a pozzo pressi della cima, di recente dotata di due alberghi; la strada si collega ad una analoga che sale dal versante opposto, con inizio a Berchidda (=). & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di grande rilievo sono numerose ricor` possibile rirenze attraverso le quali e costruire il patrimonio di tradizioni popolari e la memoria storica della `. In primo luogo il Carnevale, che citta si svolge con un denso programma di ` perballi in maschera durante i quali e messo che la donna inviti l’uomo; i divertimenti culminano con un corteo al quale partecipano carri allegorici e migliaia di maschere; al centro del cor` il fantoccio di re Giorgio, che al teo e termine dei festeggiamenti viene bruciato. A maggio si svolgono alcune suggestive feste campestri tra le quali, il primo giorno del mese, quella di San ` Padulo e Giovanni: si tiene in localita culmina con una suggestiva corsa a cavallo. Il 17 maggio la festa dello Spirito ` Tisiennari ed Santo si svolge in localita ` occasione per una suggestiva gara e ` setpoetica. Altro mese ricco di feste e tembre, in particolare in concomitanza con quella dedicata al patrono San Paolo Eremita che prevede una serie di riti in cattedrale. Il 6 settembre si svolge una solenne processione in onore di Sant’Isidoro con la partecipazione di carri addobbati e di cavalieri ` il costume. in costume. Bellissimo e L’abbigliamento tradizionale femmi` costituito da una blusa di brocnile e cato di seta nera chiusa al centro da bottoni rivestiti della stessa seta e ` dalla gonna di broccato di seta nera; e completato da un velo bianco di pizzo che, fermato sul capo con una spilla, circonda il viso e copre la gola e il petto. Sopra questo si indossa come copricapo una seconda gonna di velluto di seta nera (capitta o faldetta), rigirata sulle spalle, posta sul capo sopra il velo

e fermata da una spilla. L’abbiglia` costimento tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela bianca ricamata sui polsini e sul colletto, e dai calzoni di tela bianca; sopra la camicia si indossa un gilet (lu cansciu) di panno rosso per i giovani, di panno nero per gli anziani; sopra i calzoni si indossano il gonnellino di orbace nero e le ghette ` dello stesso tessuto. L’abbigliamento e completato dalla berritta di panno nero.

Templi a pozzo Tipici luoghi del ‘‘culto ` nuragica. Se delle acque’’ nella civilta ne conoscono tra i 30 e i 40, ubicati in tutto il territorio della Sardegna. Sono costituiti da un edificio costruito in superficie detto ‘‘atrio’’ o ‘‘vestibolo’’, di forma rettangolare o trapezoidale, provvisto di piccoli stipetti dove veniva deposta la ciotola necessaria per attingere l’acqua o presentare qualche piccola offerta; ad esso si accede da una porta che si apre su una facciata riccamente decorata con simboli geometrici ` oltre si scende, e piccole sculture. Piu attraverso una scalinata costituita da una sola rampa ricoperta da un tetto ad architravi, a un ambiente sotterraneo con cupola a tholos e chiave di volta ` circolare e riapribile. L’ambiente e corda un nuraghe interrato: vi si apre la sorgente le cui acque si raccolgono in un deposito sottostante. Il pozzo era ´ nella religione nuragica sacro perche l’acqua era considerata l’elemento attraverso il quale comunicare con le di` ctonie, cioe ` sotterranee. Una vinita ` ospivolta entrati nell’ambiente ove e tato il pozzo si offrivano vittime e doni votivi e si compivano libagioni alla di`. vinita PRINCIPALI TEMPLI A POZZO Abba` santa: Nuraghe Losa, Calagastea; Ala dei Sardi: Su Posidu, Sos Nurattolos; Ballao: Funtana Cuperta; Bonorva: Cantaru Addes, Funtana Sansa, Re-

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Tempo beccu; Cabras: Cuccuru S’Arriu; Calangianus: Li Paladini; Domusnovas: Pedru Cossu; Dorgali: Gonone; Gairo: Sa Presoni; Golfo Aranci: Puttu Milis; `: San Salvatore, Korona ArGonnosno rubia; Guasila: Gutturu Caddi; Guspini: Mitza de Nieddinu, Is Trigas; Lanusei: Funtana Padente; Mogoro: Pani ` : CucAtzuvau; Nughedu San Nicolo curu Mudeju; Nuoro: Noddule; Nuragus: Coni, Forraxi Nioi; Nurri: Is Murdegus; Nuxis: Tattinu; Olbia: Sa Testa, Su Trambuccone, L’Arancia; Olmedo: Camposanto; Orosei: Sa Linnarta; Orune: Su Tempiesu, Lorana; Orroli: Su Putzu; Paulilatino: Santa Cristina; Perfugas: Predio Canopoli, Niedda; ` Ploaghe: Frades Mereos; San Nicolo Gerrei: Santu Iacci; Sardara: Sant’Anastasia; Serri: Santa Vittoria; Settimo San Pietro: Cuccuru Nuraxi; Silanus: Santa Sarbana; Teti: Abini; Villacidro: Matzanni.

‘‘Tempo, Il’’ Giornale ‘‘politico letterario’’, pubblicato a Cagliari nel 1880; si ` subito in difficolta ` finanziarie, trovo ´ uscı` solo per 15 numeri, dal sicche marzo al giugno.

Tennant, Robert Uomo politico (Londra 1828-ivi 1900). Deputato alla Camera dei Comuni, fece parte di una commissione nominata dal Parlamento britannico incaricata di studiare le risorse della Sardegna mentre si discuteva di una partecipazione inglese alla costruzione del sistema ferroviario isolano. Nel 1885 venne in Sar´ condegna dove, per la sua carica, pote sultare numerosi documenti e registri pubblici. Sulla base di questa esperienza scrisse il libro Sardinia and its resources, pubblicato nel 1885 a Londra da Spithover, una interessante analisi ` socioeconomica dell’isola della realta ` dell’Ottocento. nella seconda meta ` stata traUna parte, Le ferrovie sarde, e

dotta nei ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XIII, 1987.

Tennis Sport di origine inglese. Era ` nei primi praticato in Sardegna gia anni del Novecento, col nome di lawn tennis, soprattutto nelle famiglie nobili ` sarda di e benestanti. La prima societa t. nasce a Cagliari nel 1925; nel 1928 diventa Tennis Club e nell’occasione organizza i primi campionati sardi. Compie la prima trasferta nel continente partecipando alla Coppa Luzzato con gli atleti Pellerano, Prunas, Binaghi e Clavuot. Il primo risultato individuale ` il terzo posto conseguito da di rilievo e Giulio Binaghi ai campionati italiani universitari di Roma del 1930. A Sassari questo sport viene curato dalla SEF Torres, tanto che negli anni ` tre campi accanto Trenta possiede gia allo stadio ‘‘Acquedotto’’. Mentre anche a Nuoro e Oristano nascono club del t., a Sassari, grazie alla presenza del commissario della Federazione ` l’avvocato Emanuele Pilo, si otche e tengono i maggiori successi organizzativi, come i campionati sardi del 1934 vinti sia nel ‘‘singolo’’ che nel doppio dal sassarese Antonio Bozzo. Nel periodo che precede lo scoppio della ` tennistica sarda si riguerra l’attivita duce di molto, per riprendere con una ` capillare dopo il organizzazione piu conflitto. Comunque nel 1940 il miglior ` sempre Antonio tennista sardo e Bozzo, che conquista a Roma il titolo italiano di seconda categoria. La grande diffusione di campi da t. nel dopoguerra ha permesso una grande diffusione dello sport; in questo periodo si svolgono in Sardegna numerose ` maggiori, sfide fra i club delle due citta ` ma anche di Oristano e Nuoro; si da vita al campionato sardo, vinto per quattro stagioni consecutive (19541957) dalla squadra della Torres, che ottiene anche lusinghieri successi in

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Teodoro Corsica e in Tunisia e anche in campo femminile. Della squadra maschile ` volte fanno parte Gian Felice Pilo (piu campione sardo), Andrea Bozzo, Raimondo Angioni (attualmente giornalista sportivo della ‘‘Nuova Sardegna’’). ` forte tennista cagliaritano di Il piu ` Angelo Murtas, portaquesto periodo e colori del glorioso Tennis Club ed eterno rivale dei sassaresi. Tra le donne si mettono in luce nei primi anni Sessanta le torresine Lalla Dessy ` , mentre nel 1964 il e Antonella Leda tradizionale incontro con la rappresentativa corsa viene vinto dai rosso` col contributo dei giovani Mino blu Piu e Maurizio Solinas. Gli anni Settanta, sebbene fino al 1972 in Sardegna ` di una trentina di imnon vi siano piu pianti, vedono una crescita esponenziale del numero dei praticanti, anche sulla scia dei risultati italiani in Coppa Davis e nei tornei internazionali. Mentre negli anni Settanta in una Torres Tennis ormai svincolata dalla vecchia Sef si era messo in luce Maurilio Cossu, nel decennio successivo Cagliari si di` il migliore stingue con colui che sara tennista sardo di tutti i tempi: Angelo Binaghi, figlio d’arte, che nel 1981, in coppia con Ricci Bitti, vince l’oro del doppio alle Universiadi di Bucarest; negli anni Duemila, in un periodo di grande crisi del t. italiano agonistico, ` chiamato a dirigere la Federasara zione. [GIOVANNI TOLA]

sandria d’Egitto nel secolo V, nobile, tradı` il marito e per espiare la colpa ` con il nome di Teodoro e in abiti entro maschili in un monastero, dedicandosi ` umili e faticosi. Accusata ai lavori piu da una donna di averla messa incinta e di essere il padre della sua creatura, ` la propria identita ` . Accetto ` non rivelo ` il figlio della colpa nel l’accusa e allevo monastero. Solo quando morı` la sua ` venne scoperta. Di la ` dalla legidentita genda, simile a quella di Santa Marina del monastero di Cenobino in Siria, rimangono alcuni Detti attribuiti alla ` stata cancellata dal santa. Nel 1969 e calendario. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia l’11 settembre a Laerru.

Teodoro Governatore bizantino. Dux

praticato nel periodo giudicale, di quel bestiame incustodito che avesse invaso i terreni coltivati di un villaggio. ` minutamente regolamenLa pratica e tata nel codice di Mariano IV e nella Carta de Logu; ad essa sovrintendeva il majore de pardu (=), che vi provvedeva servendosi dei barracelli.

Sardiniae nel 591-594, Gloriosus magister militum, probabilmente onorario, T. era membro del Senato bizantino. Il suo malgoverno viene denunciato in tre epistole di Gregorio Magno (591): nella prima (giugno) il papa invitava T. a intervenire nella lite che opponeva l’officialis Donatus all’abbatissa Iuliana per il monastero di San Vito e a convalidare il testamento del ricco Epiphanius in favore della suocera Pompeiana, una notabile che a Carales aveva fatto della sua casa un cenobio dedicato a Sant’Erma; nella seconda, sollecitato dalla visita romana di Gianuario vescovo di Carales, chiedeva a Honoratus, rappresentante della Chiesa presso la corte, di suggerire all’imperatore Maurizio provvedimenti contro T., reo di aver violato le disposizioni imperiali in materia fiscale; nella terza invitava l’esarca d’Africa Gennadio a porre fine ai soprusi degli uomini di T. ai danni dei pauperes e dei religiosi di Turris Lybisonis e del loro vescovo Mariniano. [ANTONIO IBBA]

Teodora, santa (in sardo, Santa Dia-

Teodoro, san (in sardo, Santu Teodoru,

dora) Santa penitente. Nacque ad Ales-

Santu Tiadori, Santu Diadoru, Santu

Tentura Termine riferito al sequestro,

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Teodoro cagliaritano Teru, Sant’Eru) Santo martire (m. 306). Forse di Eraclea del Ponto, genericamente viene fatto nascere nell’Asia Minore, soprannominato Tyro, recluta, ´ in forza nella leva obbligatoria perche dell’esercito romano. Diventato ufficiale, gli venne affidato il comando di una legione del Ponto. Si convertı` e an` il Vangelo, denunciato e connuncio dotto al governatore di Amasea, da` un discorso vanti al quale pronuncio contro l’idolatria. Il governatore lo la` libero, invitandolo a riflettere. Riscio prese ad annunciare il Vangelo, ad ` il tempio Amasea o a Euchaita brucio della dea Cibele. Arrestato, mentre veniva torturato si rivolse ai suoi aguzzini ` il Signore in ogni dicendo: «Benediro tempo». Arso vivo: «Con il fuoco aveva distrutto il tempio di Cibele, con il fuoco doveva morire». Morı` martire il 9 febbraio del 306. I pochi resti salvatisi dal rogo furono dai cristiani seppelliti a Euchaita, nel secolo XII traslati a ` uno dei tre santi militari Brindisi. E della Chiesa orientale, T., Giorgio e Demetrio. Dal 1969 culto limitato a calendari locali o particolari. In Sardegna Patrono di Paulilatino (insieme a Santa Maria Maddalena) e ` stato diffuso San Teodoro. Il suo culto e dai Bizantini. Nel paese che porta il ` l’usanza di offrire, il 9 nosuo nome c’e vembre, il pranzo dell’amicizia nella tradizionale suprastantı`a, bancata. A Paulilatino un tempo in suo onore si correva S’ardia. A Senorbı` la festa di Santu Teru si svolgeva nella chiesa campestre, distrutta. Diffuso dai Bizantini anche il culto di San T. Studita, caduto nel dimenticatoio. Dell’abate di Costantinopoli (759-826), del grande personaggio del monachesimo, difensore del culto delle immagini, la tradizione popolare ricorda un suo miracolo: un sardo devoto al santo e soste` opinione nitore dei suoi scritti, cambio

dopo averne sentito parlar male. La ` subito ad andar sua vita comincio male, colpito dalla ‘‘maledizione del santo’’. Chiese perdono, riprese a lo` la salute, il benessere, la darlo e torno ` . [ADRIANO VARGIU] felicita Festa Si festeggia il 9 novembre; il 19 maggio a Ruinas, la prima domenica di giugno a San Teodoro, il 22 luglio a Paulilatino, il 20 agosto a Esterzili e Siurgus Donigala, l’8 settembre a Sorso, il 9 settembre a Sindia.

Teodoro cagliaritano, san = Reparata, santa

Teodosia, santa Santa (Cesarea, ?-?, 307). Vergine e martire, fu arrestata mentre confortava i cristiani condannati a morte per fede – secondo Eusebio di Cesarea (260-339) – dilaniata e ` di diciotto gettata in mare, all’eta ` anni. Il suo culto, ormai scomparso, e stato diffuso in Sardegna dai Bizantini. Nel Seicento dei ‘‘santi a iosa’’ vi si sovrappose quello di Santa T., martire sarda, festa il 6 aprile, le cui reliquie furono rinvenute a Cagliari nella basilica di San Saturno il 6 ottobre 1621. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 2 aprile.

Teodosio I Imperatore romano (Cauca, Spagna, 346?-Milano 395). Militare, fu nominato magister equitum contro i Goti da Graziano (378), dal quale fu proclamato Augusto (379) con l’incarico di ` Alani, governare l’Oriente. Affronto Unni, i Visigoti di Fritigerno e Atala` un trattato acrico, con il quale stipulo ` entro i confini delcogliendone le tribu l’Impero; in campo religioso dapprima d’accordo con Graziano nell’usare tolleranza verso le eresie, dopo che quest’ultimo riconobbe con un editto per l’Occidente la supremazia della Chiesta cattolica (379), estese all’Oriente tale provvedimento (febbraio 380: editto di Tessalonica); nello stesso anno si fece battezzare. In Sardegna T.

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Tercio de Serden˜a ` oggetto con Graziano e Valentiniano Ie II di una dedica mutila da Cornus (379383), introdotta dalla formula Salvis DDD. NNN., ove si ricordano i restauri di terme urbane e della relativa conduttura d’acqua, derivata da una fons. Riconobbe l’usurpatore Magno Massimo (383), a favore del quale si schierarono alcune province tra cui la Sardegna (387). In seguito T. I lo sconfisse a Siscia e Poetovio e lo uccise ad Aquileia. Da questo momento di fatto T. I ` su tutto l’Impero e si trattenne governo in Italia fino al 391. Nel 389 si data una lettera di Simmaco a Nicomaco Flaviano nella quale si accenna ad Ampelio e ad altri senatori sardi, processati forse per aver appoggiato Massimo. `e Tornato in Occidente (393), affronto sconfisse al Frigido l’usurpatore Eugenio (6 settembre 394): la Sardegna non riconobbe quest’ultimo, come si evince dall’epitaffio di Musa da Turris Lybisonis, che in calce riporta i nomi dei figli di T. I, Arcadio e Onorio consoli (1 giugno 394). Durante i soggiorni a Milano ebbe molti contatti con Sant’Ambrogio, ` l’operato contro gli che ne influenzo eretici. Alla sua morte l’Impero di fatto fu diviso in due parti. [MARCELLA BO-

puoi tanto, – in questa valle di pianto – gli afflitti cristiani – supplicano con le ´ li limani [giunte o levate] – affinche beri dal peccato). [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 25 ottobre; il terzo lunedı` dopo Pasqua a Sindia.

Teopisto, san = Eustachio, santo Terchiddu Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Costavall. Era situato nelle campagne di Bonorva. Appartenente da tempo immemorabile ai Malaspina, dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu compreso nel piccolo stato che essi formarono. Nel 1308 lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea e, subito dopo la conquista aragonese, cercarono inutilmente di tornarne in possesso. Negli anni successivi, avendo essi aderito alla prima ribellione dei Doria, non poterono evitare che il villaggio nel 1328 fosse definitivamente riconosciuto dal re d’Aragona al giudice d’Arborea. Nei decenni seguenti subı` nuove gravi devastazioni; occu` prima pato dalle truppe arborensi, gia della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

˜ a Corpo militare Tercio de Serden

NELLO LAI]

Teodosio, san (in sardo, Santu Teodosiu) Santo martire (m. 269). Battezzato dal pontefice Dionisio, uno dei cinquanta martiri a Roma il 25 ottobre del 269, sotto l’imperatore Claudio II il Gotico, sepolto nelle catacombe di Priscilla, il suo corpo fu esumato il 30 gennaio 1611 con breve di Paolo V. In Sardegna A Sindia nella parrocchiale si venera il Sacro Corpo di San Teodosio, «sas sagradas reliquias», le sacre reliquie. «In sos chelos soberanu, / a tie chi podes tantu, / in custa valle de piantu / sos afflittos cristianos / ti supplican cun sas manos / chi los liberes dae peccadu» (Nei cieli sovrano, – a te che

creato da Carlo V nel 1538. Costituito quasi interamente da soldati arruolati in Sardegna, era formato da 12 compagnie di 250 uomini ciascuna per un totale di 3000 uomini. Era posto sotto il comando di un maestro di campo, mentre ciascuna delle compagnie era comandata da un capitano. Sembra che l’organico fosse costituito prevalentemente da soldati volontari arruolati in Sardegna, ma che gli ufficiali comandanti fossero tutti spagnoli. Durante il regno di Filippo II fu impegnato in diversi teatri di guerra europei nei quali ` coinla monarchia spagnola si trovo volta: in particolare nelle guerre di `, nella Fiandra e, con ogni probabilita

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Terebinto battaglia di Lepanto. In questa fase il ` un’occasione di evatercio rappresento ` sione dalla condizione di perifericita nella quale la Sardegna si trovava e fu ` di un sardo la via per cercare per piu fortuna al di fuori dell’isola. Nella ` del secolo XVII, quando prima meta anche in Sardegna si affermarono gli ideali della Union de Armas, la fisionomia e la struttura del tercio mutarono radicalmente: il corpo fu costituito da soldati interamente arruolati in Sardegna, con il concorso di alcuni gentiluo` importanti famiglie feumini delle piu dali sarde; affidato al comando di ufficiali sardi prese parte a quasi tutte le campagne della Guerra dei Trent’anni.

Terebinto – Le drupe maturano alla fine dell’estate.

Terebinto Pianta della famiglia delle Anacardiacee (Pistacia terebinthus L.). Arbusto o albero molto ramoso, in condizioni ambientali buone cresce sino a oltre 10 m di altezza. Molto simile al lentisco, se ne differenzia per le maggiori dimensioni e per le foglie impari` da un numero pennate, composte cioe pari di foglioline ovato-lanceolate (il ` paripennato); i fiori sono a lentisco e sessi separati su piante diverse e riuniti in pannocchie allungate e vistose di colore verde o rossastro; i frutti sono mazzi di piccole drupe rosse, che maturano alla fine dell’estate in corrispondenza dell’arrossamento delle fo-

glie. In tale periodo i terebinti sono un elemento caratterizzante degli ambienti di montagna e dei ripidi pendii del centro Sardegna, dove vegetano ab` bondanti. Il legno duro e resistente e usato per lavori di ebanisteria. Le galle prodotte dalla puntura di un parassita (Aphis pistaciae) sono ricche di tannino e venivano usate per la concia delle pelli. Nella cucina tradizionale, i frutti di t. vengono usati per aromatizzare le carni e la selvaggina. Nomi sardi: accodro, chessa era, modditzi ’e monti, soperi. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Teresa, santa (o Santa Teresina di Lisieux, Santa Teresa del Bambin Gesu`, Santa Teresa del Buon Gesu`, Santa Teresa del Volto Santo;

in sardo, Santa Teresa, Santa Teresina, Santa Tiresa) Santa (Alenc ¸on, Francia, 1873-Lisieux, Francia, 1897). Carmeli´re ` se tana scalza, Marie Franc ¸oise The Martin, ultima di nove figli di Giuseppe ´ rin, Stanislao Luigi Martin e Zelia Gue nacque in Francia il 2 gennaio 1873. Carmelitana scalza a Lisieux (1888), voti l’8 settembre 1890. Esuberante, in` telligente, volenterosa, umile, maturo il suo programma spirituale, la sua ‘‘piccola via’’ per la gloria del Signore. Scrisse Storia di un’anima (1895-1897), in Italia pubblicata integralmente nel 1956. L’autobiografia «della piccola santa – cosı` Giuseppe Dalla Torre (1939) – che doveva far cadere sulla terra una pioggia di rose; la pioggia delle sue grazie la promise come una perenne pioggia di rose sul mondo». Consumata dalla tisi, assistita dalle tre sue sorelle anch’esse carmelitane, Paolina, Maria e Celina, morı` il 30 settembre 1897, mormorando: «Mio Dio, vi amo». Proclamandola beata (1910) ` grande santa Pio X la definı` «La piu dei tempi moderni» e Pio XI, proclamandola santa (1925), «La stella del nostro pontificato». Patrona delle missioni carmelitane e dal 1927, con San

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Tergu Francesco Saverio, di tutte le missioni; ` compatrona con Santa Giodal 1944 e vanna d’Arco della Francia. Il 18 ottobre 1997 proclamata dottore della Chiesa da Giovanni Paolo II. [ADRIANO

laggio inaugurato nel 1812». [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 15 ottobre a Gesturi e Santa Teresa Gallura.

VARGIU]

Festa Si festeggia il 1º ottobre; la terza domenica di maggio a San Pantaleo, frazione di Olbia.

´ vila, santa (o Santa Teresa di Teresa d’A Gesu`; in sardo, Santa Teresa, Santa Ti-

´ vila, Spagna, 1515-Alba resa) Santa (A de Tormes, Spagna, 1582). Vergine e dottore della Chiesa, nacque il 28 marzo 1515 da una famiglia nobile e ricca, Alfonso de Cepeda il padre, Bea` trice de Ahumada la madre. Studio ` (1536) nell’ordalle Agostiniane, entro dine delle Carmelitane dell’Incarna` (1560) l’ordine delle Carzione. Fondo melitane Scalze, aprendo dal 1562 una quarantina di case, tanto da essere soprannominata la ‘‘monaca vagabonda’’. Con San Giovanni della Croce ` la riforma dell’ordine maschile. avvio Mistica, dal 1588 ebbe il dono delle rivelazioni. Scrisse opere «nelle quali – ` di Leone XIII – vi e ` una virtu ` la nota e ` che umana, un’efficacia celeste piu meravigliosa per promuovere la perfezione della vita»: Libro de la vida (1562), ´n (1565), ExclamaCamino de perfecio ´s (1566-1569), Liciones de alma a su Dio bro de las fundaciones (1573-1582), El castillo interior (1577). Morı` il 4 ottobre (15 ottobre nella correzione del calendario gregoriano) 1582. Canonizzata da Gregorio XV (1622). Proclamata dottore della Chiesa da Paolo VI (1970). In Sardegna Patrona di Gesturi e, insieme a San Vittorio, di Santa Teresa ` stato diffuso dai Gallura. Il suo culto e piemontesi, i quali nel 1808 fondarono Santa Teresa Gallura, «nome dato da Vittorio Emanuele I, che impose il nome della moglie Maria Teresa al vil-

´ vila – Dipinto spagnolo Santa Teresa d’A anonimo del secolo XVI raffigurante la santa che scrive sotto ispirazione divina.

Teresa Margherita Redi, santa (Anna Maria Redi ) Santa (Firenze 1747-ivi 1770). Carmelitana scalza, condusse una vita d’intensa fede e di penitenza. Canonizzata da Pio XI (1930). [ADRIANO VARGIU]

Tergu Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella II Comunita tana, con 575 abitanti (al 2004), posto a 280 m sul livello del mare nell’immediato retroterra di Castelsardo. Regione storica: Ampurias. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale si estende per 36,49 km2, comprendenti anche le frazioni di Bacile Corte e Caldeddu, e confina a nord con Castelsardo, a est con Nulvi, a sud ancora

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Tergu con Nulvi e Osilo, a ovest con Osilo. Il ` formato in un bel pianoro paese si e riparato, tutt’intorno si stendono colline di media elevazione (la punta mas` il monte Tudderi, 435 m) che si sima e prestano da tempo immemorabile sia all’agricoltura che all’allevamento. T. ` collegato da una breve bretella die retta a nord sia alla statale 20 SassariCastelsardo sia al tratto della nuova Sassari-Santa Teresa Gallura, mentre due strade si dirigono a sud, rispettivamente verso Nulvi e verso Osilo. & STORIA Il villaggio ha origini recenti; sorse infatti su un territorio che apparteneva ai comuni di Castelsardo, Osilo e Nulvi come complesso di sette agglomerati distribuiti in modo discontinuo attorno alle rovine del monastero benedettino che sorgeva vicino alla chiesa di Santa Maria di T. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Sassari e nel ` dalla dipendenza feudale 1838 si libero ` a far dei Tellez Giron; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della provincia ricostituita. Nel corso dell’Ottocento il ` aumennumero dei residenti ando tando e la popolazione si distribuı` in alcuni piccoli centri che dipendevano da Castelsardo, Nulvi e Osilo. A partire dal secondo dopoguerra gli abitanti di questi piccoli centri cominciarono ad aspirare all’autonomia, ma solo nel ` divenuto comune autonomo. 1980 T. e & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` industriale nel settore alimentivita ` poco organizzata la rete di ditare. E stribuzione commerciale. Vi operano anche quattro aziende agrituristiche con 32 posti letto. Artigianato. Di an-

` la lavorazione dei cetica tradizione e stini ottenuti con l’intreccio di fibre ve` collegato da autoligetali. Servizi. T. e nee agli altri centri della provincia. Dispone di medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 585 unita di cui stranieri 9; maschi 295; femmine 290; famiglie 216. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 7 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 17 e nuovi iscritti 13. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 766 in migliaia di lire; versamenti ICI 197; aziende agricole 67; imprese commerciali 28; esercizi pubblici 2; esercizi al dettaglio 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 159; disoccupati 16; inoccupati 30; laureati 4; diplomati 34; con licenza media 160; con licenza elementare 157; analfabeti 21; automezzi circolanti 201; abbonamenti TV 127. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche che dimostrano la conti` della presenza dell’uomo a parnuita ` prenuragica e nuragica. A tire dalle eta quest’ultimo periodo appartengono alcuni nuraghi molto danneggiati tra cui quelli di Monte Alias, Riu Riu e Sudari. Al periodo romano appartiene invece la necropoli di Monte Rizzu che ha restituito alcune stele funerarie e una lastra tombale con epigrafe. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE L’edificio di maggior pregio po` la chiesa sto nel territorio comunale e di Santa Maria, oggi utilizzata come parrocchiale. Fu fatta costruire in stile romanico prima del 1117 dai giudici di Torres e donata ai monaci di Montecassino, i quali le costruirono accanto un grande monastero che nel 1444 fu in-

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Terracini corporato nei beni della mensa arcivescovile di Torres. La chiesa fu costruita in conci di trachite rosa in due fasi: originariamente aveva un impianto a unica navata completata da un’abside; ` la forma a croce dopo il 1117 acquisto commissa con copertura a volte a botte restaurate nel 1664. La facciata fu completata nel secolo XII, manca del fron` partita in due specchi scantone ed e ` abbellita da diti da lesene e archetti, e un grande portale lunettato e architravato. Al fianco si leva il campanile a canna quadrata; tutt’intorno si stendono i resti del grande monastero, di recente oggetto di scavi che hanno restituito importanti reperti. Festa Si festeggia il 7 marzo.

grande effetto. L’artista sa di avere di fronte un’opera di grande significato simbolico proporzionata alla grandio` della basilica. ‘‘Nelle mie creasita ` una continua rizioni’’, sostiene, ‘‘c’e `, di forme, di plasticerca di spiritualita ` , di movimento. Le 15 opere vercita ranno sistemate, una ogni 50 metri, lungo un percorso di 600 metri. Le piazzole vengono realizzate allargando con una curva morbida la strada e verranno accompagnate da una sistemazione e verde con piante mediterranee e con fioriture primaverili». & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` caratteristica si festa popolare piu ` in onore di Notiene il 1º maggio ed e stra Signora, patrona del paese. Si svolge nel suggestivo ambiente circostante alla chiesa romanica e prevede numerose manifestazioni; la festa si ripete l’8 settembre. Da qualche anno va assumendo una crescente importanza la Mostra dell’artigianato, occasione per promuovere la conoscenza dei prodotti locali e del territorio.

Terlizzo, Bruno Insegnante, intellet-

Tergu – Chiesa di Santa Maria.

Nel piazzale attiguo alla basilica culmina il percorso della Via Crucis in trachite realizzata dallo scultore Stefano Chessa, opera di cui parla Mauro Tedde sulla ‘‘Nuova Sardegna’’ del 24 febbraio 2000: «Le figure realizzate da blocchi di trachite rosa di Ittiri e ancora sistemate nel piazzale attiguo alla basilica, offrono un insieme di

tuale (n. Latina 1937). Dopo la laurea ` stato assistente di in Giurisprudenza e ` di Diritto comune presso l’Universita Macerata. Trasferitosi in Sardegna, si ` dedicato all’insegnamento della filoe sofia e della storia nei licei e ha collaborato per alcuni anni con l’Istituto di ` di CaStudi storici dell’Universita gliari. Giornalista pubblicista dal ` stato eletto ripetutamente con1984, e ` stato sigliere comunale di Cagliari ed e anche assessore provinciale ai servizi sociali. Tra i suoi scritti: La Democrazia Cristiana, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), II, I problemi della scuola e il clima politico di Cagliari alla fine dell’800, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1985.

Terracini, Benvenuto Linguista (Torino 1886-ivi 1968). Dopo aver conse-

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Terragona guito la laurea intraprese la carriera universitaria; nel 1925 fu nominato professore di Storia comparata di lin` di gue classiche nella rinata Facolta ` di Cagliari, ma Lettere dell’Universita dopo appena un anno fu trasferito a Pa` il suo insegnadova. Nel 1929 inizio ` di Milano, mento presso l’Universita ` nel 1938, in conseguenza da dove pero della legislazione antirazziale, fu costretto a rifugiarsi in Argentina. Tra il ` presso l’Univer1941 e il 1946 insegno ` di Tucuma ´ n. Finita la guerra torno ` sita ` in Italia e dal 1947 al 1959 insegno ` di Torino. Studioso presso l’Universita di altissimo livello, accademico della Crusca e accademico dei Lincei, alcune delle sue numerosissime opere sono dedicate ai problemi della lingua sarda, come Gli studi linguistici sulla Sardegna preromana, uscito nel 1936, ` e grecita ` nei documenti in e Romanita volgare sardo, pubblicato in Pagine e appunti di linguistica storica, 1957. Tra gli altri suoi scritti: Osservazioni sugli ` antichi della toponomastica strati piu sarda, in II Convegno archeologico in Sardegna, 1927.

Terragona Famiglia di origine siciliana (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie ` del secolo risalgono alla seconda meta XVII, quando alcuni membri si stabilirono ad Alghero. Nei primi decenni del secolo XVIII un Ferdinando si stabilı` a Cagliari e nel 1739 ottenne il cavalie`. La sua dirato ereditario e la nobilta scendenza si estinse nel corso del secolo XVIII.

Terralba1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Nora. Sorgeva nelle vicinanze di Pula. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori assegnati ai Della Gherardesca e ` quando la famiglia, alcuni anni piu tardi, fece un’ulteriore divisione fra i

` a far parte dei posdue suoi rami, entro sedimenti assegnati ai discendenti del conte Gherardo. Dopo la conquista aragonese il villaggio fu incluso nel Re` a rimagnum Sardiniae, ma continuo nere in loro possesso avendo essi prestato omaggio al re d’Aragona. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, nel 1353 fu confiscato a un secondo conte Gherardo, accusato di ` in possesso del re tradimento, e passo ` a d’Aragona. Subito dopo comincio spopolarsi; nel 1355 fu concesso in ` feudo a Raimondo Montagut, che pero nel 1362 lo vendette a Emanuele de Entenc ¸a; poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, fu investito dalle operazioni militari e subı` molti danni. Fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea e conti` a spopolarsi. Quando nel 1409 il nuo giudicato cadde, era ormai completamente deserto.

Terralba2 Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 10 101 abitanti (al 2004), posto a 9 m sul livello del mare 25 km a sud di Orsitano. Regione storica: Monreale. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma molto irregolare, si estende per 34,87 km2 compresa la frazione di Marceddı`, e confina a nord con Arborea e Marrubiu, a est con Uras, a sud ` d’Arcidano e Guspini e con San Nicolo a ovest con lo stagno di San Giovanni e Arborea. Si tratta di una porzione della piana campidanese, un tempo sommersa da paludi e oggi, dopo la bonifica che ha portato alla nascita di Arborea, fertile e ricca di acque: a sud del paese scorrono il rio Mogoro e il Mannu, che si gettano negli stagni costieri. T. si trova a breve distanza dalla ` colsuperstrada Cagliari-Sassari, cui e legato con due bretelle (di 4 e 7 km), ` una delle quali passa per Marrubiu; e

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Terralba attraversato dalla statale 126 che da Oristano si dirige verso l’Iglesiente. A Marrubiu, a 3 km di distanza, si trova anche la stazione lungo la linea ferroviaria Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dai periodi punico e romano. L’attuale centro sorse nel Medioevo, quando divenne rifugio degli abitanti di Neapolis (=) che vi cercarono scampo dalle continue scorrerie degli Arabi; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Bonorcili. Nel corso del secolo XII il cen` e divenne sede dell’otro si sviluppo monima diocesi e inoltre succedette a Neapolis come capoluogo della curatoria. Nel corso del secolo XIV fu spesso teatro delle operazioni militari negli anni in cui si svolsero le guerre tra Arborea e Aragona. Caduto il giudicato, prima del 1430 fu incluso nei territori concessi a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario ` cosı` a far parte Bertran Carroz. T. entro della contea di Quirra, ma nel corso del ` fatalmente a decasecolo XV continuo ` di esdere. Quando poi nel 1503 cesso sere sede di diocesi la sua involuzione ` accentuata; frattanto, fu ancora piu estinti i Bertran Carroz, fu ereditato dai Centelles. Nel 1527 venne devastato da un’incursione di corsari nordafricani che fecero anche molti schiavi. Nei decenni successivi il fla` e T. si spopolo ` quasi gello continuo completamente. Nel corso del secolo ` dai Centelles ai XVII il villaggio passo ` e inBorgia e da questi ultimi ai Catala fine agli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano e divenne capoluogo ` a far di mandamento; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Vittorio Angius ci ha la-

sciato, nell’ambito del Dizionario del Casalis, una preziosa testimonianza di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in T. 3008 anime, distribuite in case 777, e in famiglie 777. Quindi distinguevasi secondo lo stato domestico, il totale de’ maschi 1573, in scapoli 871, ammogliati 517, vedovi 185; il totale delle femmine 1435, in zitelle 781, maritate 521, vedove 133. Le donne attendono alla filatura e tessitura. Il numero de’ telai che sono sempre in azione per tessuti di lana e di ` meno di 460. La scuola prilino non e ` pochissimo frequentata, non maria e ` di 20 fanciulli. Il intervenendovi piu numero delle persone che nel paese sanno leggere e scrivere non eccede i 30. Agricoltura. La natura del suolo di T. ` riconosciuta felicissima per le viti e e per gli olivi, non per tanto vi si fa una seminagione estesa, la quale potrebbe essere molto ampliata, se quei popolani volessero riacquistare sulle acque ` mila giornate che quele quattro e piu ste occupano con danno dell’agricoltura e della salute. Ho detto se voles´ le difficolta ` naturali sasero, perche rebbero vinte senza grandi dispendi e ` solita della semifatiche. La quantita ` di starelli di grano 2500, di nagione e fave 400, d’orzo 350, di legumi 60. La fruttificazione ordinaria e comune del frumento al 10, delle fave al 14, dell’orzo al 12, de’ legumi al 10. L’orticoltura occupa forse 40 giornate. Le spe` comunemente coltivate sono cicie piu polle, bietole, cardi, cavoli e appi. Di lino si semina e raccoglie pochissimo, ´ i terreni idonei sono molto anperche gusti. Pastorizia. Sarebbero nel terral` larghi spazi, come all’agricolbese piu tura, cosı` alla pastorizia, se non fossero quelle molte paludi che abbiamo indi` necessario che si cato. Per questo e prenda in fitto dalla casa Villahermosa

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Terralba ` contiguo il salto di Pompongias, che e alle terre di T. dalla parte di libeccio. Il bestiame appartenente a’ terralbesi consiste in buoi domiti 450 per servigio dell’aratro e del carro, in cavalli 220 per sella e per basto; quindi in 300 vacche rudi, in vari armenti di cavalle, che avranno complessivamente capi 250, e in 2500 pecore. Molti branchi, se non trovano pascoli sufficienti in Pompongias, vanno in altri territori aperti o tancati. Il prodotto delle greggie lodasi, e quello che sopravanza alla consumazione del paese vendesi a’ genovesi, che frequentano il porto di Santadi o di Marceddi. La cultura delle ` cura di alcuni pochi». Nel 1927 api e furono aggregati a T., come frazioni, i ` d’Arcidano e di comuni di San Nicolo Marrubiu, che riuscirono a riacquistare la propria autonomia rispettivamente nel 1946 e nel 1948. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano, T. vi fu incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’orticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori alimentare, tessile, dell’abbigliamento, della chimica e dei laterizi. ` discretamente sviluppata la rete di E distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 14 posti ` colletto e dieci ristoranti. Servizi. T. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico commerciale), cinque sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del

2001 la popolazione contava 10 590 ` , di cui stranieri 65; maschi 5297; unita femmine 5293; famiglie 3540. La tendenza complessiva rivela una diminuzione della popolazione, con morti per anno 83 e nati 88; cancellati dall’anagrafe 164 e nuovi iscritti 105. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 422 in migliaia di lire; versamenti ICI 3655; aziende agricole 1256; imprese commerciali 611; esercizi pubblici 58; esercizi al dettaglio 206; ambulanti 33. Tra gli indicatori sociali: occupati 2760; disoccupati 440; inoccupati 829; laureati 92; diplomati 867; con licenza media 3237; con licenza elementare 3413; analfabeti 286; automezzi circolanti 3408; abbonamenti TV 2718. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricchissimo di testimonianze ritorio e archeologiche che a partire dal Neoli` dell’insetico attestano la continuita diamento dell’uomo nel territorio. Al Neolitico sono riconducibili i resti di quattro villaggi di capanne. Al periodo nuragico risalgono alcuni nuraghi molto danneggiati, tra i quali quelli di Furca, Nuraxeddu e Priogu. Le testi` interessanti risalgono al monianze piu periodo punico e romano: nelle loca` di Bau Angius, Coddu ’e Damas, lita Candelaris, Murera, Sa Ussa e Su Cungiuau de Is Domus Beccias sono stati individuati numerosi nuclei abitativi e ben 13 necropoli. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il tessuto urbano ha conservato l’assetto tradizionale con ` diri) le case in mattoni di terra cruda (la affacciate alla corte, anche se negli ultimi decenni ha subı`to profonde modifiche strutturali. Unico edificio che ricorda il passato medioevale del centro ` la chiesa di San Pietro, attuale sede e della parrocchia, ma che fu l’antica cattedrale della soppressa diocesi di

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Terralba ` del seT. Fu edificata nella prima meta colo XII in forme romaniche dal vescovo Mariano. Era di notevoli proporzioni e aveva un impianto a tre navate; nel corso dei secoli successivi, a cominciare dal XVII, fu ripetutamente restaurata e ampliata. A partire dal 1820 fu interamente ricostruita in forme tar` ridobarocche; vi lavorarono a piu prese architetti come il Basso e il Cima e i lavori furono ultimati solo nel 1833. Dell’antico edificio rimane l’abside e qualche altro elemento lungo le mura perimetrali; all’interno sono conservate alcune statue lignee del secolo XVII, gli altari lignei della demolita chiesa degli Scolopi di Oristano, un polittico del 1676 e l’antico battistero. ` la chiesa Altro interessante edificio e di San Ciriaco, probabilmente settecentesca: fu costruita sui resti di un nuraghe e si trova alla periferia del villaggio; a costruirla sarebbe stato un sacerdote, un certo don Piloni, che cadendo dal cavallo imbizzarrito avrebbe invo´ gli salvasse la cato il santo affinche vita. Nel corso dell’Ottocento divenne un lazzaretto e fu utilizzata per ospitarvi persone affette da malattie contagiose. L’edificio fu poi ricostruito nel 1949 e i lavori furono completati solo ` il sito nel 1978. Di grande interesse e ` situata a qualche di S’Arrideli, localita ` stato richilometro dall’abitato dove e trovato un ripostiglio che ha restituito ` ricchi corredi di bronzi riuno dei piu ` nuragica. In particosalenti alla civilta lare sono state ritrovate undici asce con margini rialzati e numerose figurette maschili e femminili riccamente panneggiate. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La memoria delle antiche tradizioni si conserva in alcune feste popolari tra cui il Carnevale, che vede la partecipazione di centinaia di maschere e che culmina con una spettacolare sfilata.

` quella di San Altra festa tradizionale e Ciriaco, l’8 agosto, che ha il suo momento culminante in una solenne processione alla quale partecipano gruppi di cavalieri in costume. Subito dopo all’interno della chiesa si svolge il rito in onore del santo durante il quale vengono cantate le litanie tradizionali (gosos) in sardo. Il primo lunedı` di settembre si fa invece festa per Santa Vitalia; la manifestazione fu istituita circa due secoli fa da per sciogliere il voto fatto da una famiglia agiata che dopo un giorno di ricerche spasmodiche aveva ritrovato l’unica figlia, una bambina di tre anni, che si era smarrita. La festa si protrae per tre giorni con un ricchissimo programma di manifestazioni.

Terralba, diocesi di Antica diocesi del giudicato d’Arborea, istituita nella ` del secolo XII e nel 1503 prima meta unita a quella di Ales. VESCOVI DI TERRALBA 1. Mariano, reggeva la diocesi nel 1144; 2. Alibrandino, reggeva la diocesi nel 1146. 3. Mariane Zorrachi, resse la diocesi tra il 1182 e il 1206. 4. Torgotorio de Muru, resse la diocesi dal 1210 al 1224, anno in cui fu nominato arcivescovo di Oristano. 5. Guantino de Siuru, resse la diocesi tra il 1238 e il 1248. 6. Anonimo, nominato in una lettera di Innocenzo IV nel 1252. 7. Anonimo, nominato dallo stesso Innocenzo IV in una lettera del 1254. 8. Anonimo, ricordato da Federico Visconti nel 1263. 9. Furato, reggeva la diocesi nel 1300. 10. Oddone Sala, appartenente all’ordine dei Domenicani, era priore a Pisa quando fu nominato vescovo nel 1300; nel 1302 fu trasferito a Pola. 11. Roberto Vacca, appartenente all’ordine dei Frati minori, fu nominato vescovo nel 1302, resse la diocesi fino al 329. 12. Martino, apparteneva all’ordine degli Agostiniani, era priore di Santa Lucia di Iglesias quando nel 1329 fu nominato vescovo,

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Terralba de Montes resse la diocesi fino al 1332. 13. Giovanni Rubeo, apparteneva all’ordine dei Carmelitani ed era maestro di Teologia, resse la diocesi tra il 1332 e il 1356. 14. Guglielmo d’Aragona, apparteneva all’ordine dei Domenicani, nominato vescovo nel 1356 resse la diocesi fino al 1364. 15. Giovanni, era vescovo di Bisaccia quando nel 1364 fu trasferito, resse la diocesi fino al 1389. 16. Pietro Ferrari, apparteneva all’ordine dei Frati minori, fu nominato dall’antipapa Clemente VII e resse la diocesi tra il 1389 e il 1412; tra il 1409 e il 1411 ebbe in antitesi Francesco. 17. Francesco De Roma, appartenente all’ordine degli Eremitani, fu nominato dall’antipapa Giovanni XXIII nel 1411. 18. Guglielmo, appartenente all’ordine dei Domenicani fu nominato dall’antipapa Benedetto XIII nel 1412, resse la diocesi fino al 1419. 19. Matteo Serra, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi tra il 1419 e il 1425. 20. Domenico di Giovanni, appartenente all’ordine dei Domenicani, resse la diocesi tra il 1425 e il 1436. 21. Giacomo Fortesa, era canonico di Cagliari quando fu nominato nel 1436, resse la diocesi fino al 1443. 22. Biagio Pyn, appartenente all’ordine dei Frati minori, fu nominato dall’antipapa Felice V e confermato poi nel concilio di Basilea, reggeva la diocesi nel 1441. 23. Giovanni de Aranda, appartenente all’ordine degli Eremitani, resse la diocesi tra il 1443 e il 1444. 24. Anonimo, nominato in una lettera del 1455 da Callisto III. 25. Anonimo, nominato in una lettera del 1462 da Pio II. 26. Anonimo, nominato da Pio II in una lettera del 1463. 27. Giovanni Pellis, resse la diocesi dal 1475 al 1484, quando fu di` . 28. Giovanni spensato per illegittimita Orient, appartenente all’ordine dei Frati minori, reggeva la diocesi nel 1484.

La diocesi estendeva la propria giurisdizione sulle parrocchie dei villaggi ` di: Arbus, Arcidano Magno (San Nicolo Arcidano), Architano Parvo, Cansella, Cracargia (Cargi), Fluminimaggiore, Fontana de Urgo, Forru (Collinas), Genna, Genusi, Gonnosfanadiga, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Gozula, `, Guspini, Marrubiu, Monreale, Gulsue Pabillonis, Pardu, Pompu, San Gavino Monreale, Sardara, Serdis de Monte, Serru, Serzela, Sey, Simala, Tamis, Taverna, Terralba, Uras, Uta Passaris, Villa d’Abbas, Villa Jaca, Zuradili.

Terralba de Montes Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Parte Montis. Era ` non identificata. La situato in localita ` a diminuire sua popolazione comincio nel corso del secolo XIVe dopo la peste ` compledel 1376 il villaggio si spopolo tamente e scomparve.

Terrale Categoria sociale. Il termine era riferito a tre distinte categorie nominate nei documenti del periodo giudicale; Terrale: colono, persona di con` tenuta a lavorare dizione servile che e una terra per conto del signore da cui ` colui che ha dipende; Terrale de fitu: e in affitto un terreno da un signore e che ` tenuto a pagare annualper questo e mente una somma detta terraticu. Non si tratta di persona di condizione servile ma piuttosto – come dice il Solmi – di un piccolo proprietario in grado di prendere in affitto e di gestire altre terre dal signore; Liberi terrales ab equo: personaggi che compaiono nel corso del secolo XIII; con questo termine sono indicati i liberi de caballo, investiti del possesso di appezzamenti di terra che gestiscono unitamente al ` . Con l’avpatrimonio di loro proprieta vento degli Aragonesi la figura del t. ` a esistere e a godere dei suoi continuo diritti nella gestione della terra. Nel

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Terresoli ` , i suoi privicorso del secolo XIV, pero legi non furono rispettati dai feudatari, ` spesso in conflitto. con i quali si trovo

Terramaini (o Mammarranca) Canale ar-

del bestiame, in particolare di bovini e suini, ma si pratica anche l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e l’orticoltura.

tificiale che prolunga il Riu Saliu e sfocia nel golfo di Cagliari. Nasce dallo stagno di Bellarosa Minore (= Molentargius) e raccoglie anche molti scarichi abusivi.

‘‘Terra sarda’’ Quindicinale ‘‘agricoloindustriale’’ pubblicato a Sassari dal 1901 al 1903, diretto da Italo Piras Soli` la diffusione di uno spinas. Propugno rito imprenditoriale in agricoltura e l’introduzione della pratica di moderne tecniche agricole; propose l’introduzione dell’insegnamento dell’agricoltura nella scuola popolare.

Terraseo Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Narcao (da cui dista 7 km), con circa 400 abitanti, posto a 312 m sul livello del mare a nord-ovest del comune capoluogo, in una zona collinare interna. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla parte interna dei rilievi dell’Iglesiente, ricoperti per buona parte dalla macchia mediterranea. La punta mag` il monte Santu Miai, 614 m; nei giore e pressi della frazione scorre il rio Monte S’orcu, che va a gettarsi nell’invaso di Monte Pranu. Le comunicazioni sono assicurate da due strade secondarie, una che giunge dal capo` luogo, l’altra da Perdaxius. Il centro e collegato da autolinee agli altri centri della provincia. & STORIA Il piccolo centro ha origini ` il frutto dell’evoluottocentesche ed e zione di un insediamento di pastori che avevano l’abitudine di frequentare stagionalmente il territorio. & ECONOMIA L’attivita ` principale e ` costituita ancora oggi dall’allevamento

Terraseo – Resti del tempio fenicio-punico.

PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio circostante conserva alcune testimonianze di rilievo; in particolare, ` Bagoi, il tempio fenicio-puin localita nico dedicato a Demetra e Core recen` stato temente scoperto e del quale e avviato lo studio. T. conserva anche numerose altre testimonianze del periodo nuragico e del periodo punico ` dell’inche documentano la continuita sediamento dell’uomo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE L’unico edificio di qualche pre` la chiesa di San gio nel centro abitato e Gioacchino, costruita alla fine del secolo XX in forme moderne con un impianto a una navata. La festa tradizio` quella che si nale del piccolo centro e svolge nella prima domenica di agosto in onore dello stesso San Gioacchino, patrono del villaggio. &

Terresoli Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Santadi (da cui dista 2 km), con circa 900 abitanti, posto a 127 m sul livello del mare a est del comune capoluogo, lungo la strada per Assemini. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla vallata del rio Mannu, che scorre

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Terrisonio da ovest a est diretto verso l’invaso di Monte Pranu, mentre a nord e a sud si stendono i rilievi dell’Iglesiente, con punte anche oltre i 1000 m (monte Nieddu, 1041; punta Maxia, 1017). Le comunicazioni sono assicurate da un’unica strada, quella che da Santadi si dirige verso oriente per raggiungere la zona industriale di Assemini. & STORIA Questo villaggio si e ` sviluppato in un territorio ricco di boschi e di selvaggina, probabilmente da un medau (=), antico rifugio di pastori erranti che nel corso del secolo XVIII finirono per stabilirvisi. Nei secoli successivi ha continuato a svilupparsi. & ECONOMIA Ha un’economia basata sull’agricoltura, in particolare la viticoltura e la frutticoltura; vi si pratica anche l’allevamento del bestiame, ` collegato da autoliovini e caprini. E nee agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE L’unico edificio di qualche pre` la chiesa di San Giovanni Bosco, gio e edificata in forme moderne ed essenziali dopo il 1970 ed eretta in parrocchia.

Terrisonio, Ugo Religioso (sec. XIV). Vescovo di Ploaghe dal 1370 al 1373. Apparteneva all’ordine dei Domenicani; nel 1370 fu nominato vescovo di Ploaghe da Urbano V. Prese possesso della diocesi negli anni in cui il suo territorio era in mano alle truppe arborensi; rimase legato alla Curia romana e nel 1373 fu trasferito alla diocesi di Castellamare di Stabia.

Terrosu Asole, Angela Geografa (n. Nuoro 1920). Laureata in Lettere a Ca` dedicata alla rigliari nel 1942, si e cerca e ha iniziato a insegnare Geografia dal 1951 come incaricata nelle Fa` di Magistero e di Lettere. Divecolta ` stata dinuta professore ordinario, e rettore dell’Istituto di Geografia dal 1969 al 1992. Tra il 1971 e il 1980 ha pub-

blicato con Roberto Pracchi l’Atlante della Sardegna, che rappresenta il coronamento dei suoi studi di geografia umana. Negli anni seguenti ha coordinato la redazione di tre importanti volumi sul rapporto dell’uomo con le coste, la pianura e le montagne in Sardegna e numerose altre pubblicazioni. Tra i suoi scritti: Le variazioni di popolazione nella Barbagia di Ollolai, 1948; Le variazioni di popolazione in Sardegna tra le due guerre mondiali, ‘‘Studi sardi’’, X-XI, 1952; Carlo De Candia e la cartografia geodetica della Sardegna, ‘‘Contributi alla Geografia della Sardegna’’, 3, 1956; Catalogo ragionato delle carte geografiche della Sardegna esistenti nella Biblioteca comunale di Cagliari, ‘‘Studi sardi’’, XIV-XV, 1958; Il movimento migratorio dei Siciliani in ` Sardegna, ‘‘Bollettino della Societa geografica italiana’’, VIII-XI, 1958; L’immigrazione nella Sardegna di agricoltori italiani profughi dalla Tunisia, ` geografica ‘‘Bollettino della Societa italiana’’, IX, vol. VI, 1965; L’insediamento umano medioevale e i centri abbandonati tra il secolo XIV e il secolo XVII, in Atlante della Sardegna, II, supplemento 1974; Sedi umane medioevali nella curatoria di Gippi, 1974; La nascita di abitati in Sardegna dall’Alto Medioevo ai nostri giorni, in Atlante della Sardegna, II, supplemento, 1979; Abitati nati o abbandonati tra l’Alto Medioevo e i nostri giorni, in Atlante della Sardegna, II, supplemento, 1979; Sardegna, 1980; I paesaggi della Sardegna, le regioni storiche, i nomi regionali, ‘‘La Geografia nelle scuole’’, 1, 1981; La Sardegna nel Kitab-i Bahriyye di Piri Rais, ‘‘Geografia’’, V, 1982; quattro capitoli, La morfologia cantonale e i nomi regionali, I paesaggi di pianura e il mondo cittadino, I paesaggi di montagna e il mondo boschivo, I paesaggi di altipiano e il mondo pastorale, tutti in

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Tertenia La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Stato attuale della ricerca geografica e cartografica in Sardegna, in La ricerca storica sulla Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIII, 1982; L’isola dimenticata si apre al Mediterraneo, in Sardegna (a cura di A. Terrosu Asole), 1983; Cartografia e territorio nei secoli (con G. Arena e C. Palagiano), 1984; Attorno ai santuari campestri le cumbessias dei novenanti, in Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di A. Terrosu Asole), 1985; Le operazioni di contrabbando nella Gallura del secolo XVIII, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVI, 1990; L’immagine della Sardegna nelle carte nautiche di Giovanni Antonio Maiolo (1575) e di Joannes Oliva (1622), in Sardegna, Mediter` raneo ed Atlantico tra Medioevo ed Eta Moderna. Studi in memoria di Alberto Boscolo, I, 1993; Le vicende dell’insediamento umano nella Sardegna sud-occi` Moderna, in dentale tra Medioevo ed Eta Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995.

Terrubia Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Narcao (da cui dista 6 km), con circa 80 abitanti, posto a 160 m sul livello del mare a nord-est del comune capoluogo, alla falde del monte Rosas (609 m), non lontano dalla strada di comunicazione tra la statale 293 e Carbonia. Regione storica: Sulcis. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla parte interna dei rilievi dell’Iglesiente, che poco a sud della frazione si interrompono per lasciare spazio alla vallata del rio Mannu. Le comunicazioni sono assicurate da un brevissimo collegamento della frazione con la strada con Carbonia, che serve anche per raggiungere il capoluogo. & STORIA Il piccolo centro ebbe origine nell’Ottocento dallo sviluppo di un furriadroxiu (=) di contadini che fi-

nirono per stabilirvisi definitivamente. & ECONOMIA La sua economia e ` basata sull’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e la viticoltura; vi si pratica anche l’allevamento del bestiame, ` collegato da autoliovini e caprini. E nee agli altri centri della provincia.

Tertenia Comune della provincia dell’Ogliastra, compreso nell’XI Comu` montana, con 3708 abitanti (al nita 2004), posto a 121 m sul livello del mare a ridosso della costa tirrenica. Regione storica: Quirra. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 117,77 km2 e confina a nord con Jerzu e Gairo e con un’isola amministrativa di Orune, a est col mare Tirreno, a sud con isole amministrative di Loceri e di Elini, e a ovest con Ulassai. Si tratta di una regione solitaria di colline che si spingono sino al mare, salvo la piana costiera di Sarrala. Il paese si trova nella vallata del Rio di Quirra che scorre con direzione da nord verso sud. Il paese comunica per mezzo della ` collestatale 125 Orientale sarda, ed e gato per mezzo di una strada secondaria con la piana di Sarrala, dove ha alcuni insediamenti balneari. & STORIA L’attuale paese ha probabilmente origini dal centro punico-romano di Saralapis; nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari all’interno della curatoria dell’Ogliastra. Quando nel 1257, dopo la spedizione voluta da Pisa per debellare il giudicato, il territorio fu smembrato, T. fu incluso nei territori toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Con la loro estinzione fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz. ` a far parte della contea Nel 1363 entro

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Tertenia di Quirra e subito dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e passarono al giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri fu recuperato dai Bertran Carroz; nei secoli successivi il ` da questi ultimi ai Cenvillaggio passo ` e infine agli telles, ai Borgia, ai Catala Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di ` a far parte Lanusei; nel 1848 entro della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo possediamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in T. anime 1123, distribuite in famiglie 362, e in altrettante case. Noto al lettore che il totale delle anime, secondo altri dati, deve ritenersi inferiore al vero. Distinguevasi poi secondo la condizione domestica, il totale de’ maschi 581, in scapoli 316, ammogliati 240, vedovi 25; il totale delle donne 542, in zitelle 223, maritate 240, vedove 79. Il movimento ` raccogliere della popolazione si puo dalle seguenti medie: nascite 40, morti 28, matrimoni 10. L’istruzione elemen` mal data, e quasi nessuno dei potare e chissimi giovani che vi concorrono ne profitta. Le donne lavorano pannilani ` che vogliasi all’uopo e lini, ma non piu delle rispettive famiglie. I telai sono circa 340. Agricoltura. In questo territorio sono regioni adattate a tutte le diverse specie di coltivazione, e se fosse ` d’industria, maggior diligenza e piu potrebbero avere notevoli guadagni, quali si hanno ne’ vicini paesi. Ordinariamente si seminano di grano starelli circa 800, d’orzo poco meno di 300, di fave 50, di fagiuoli, di ceci, ed altri legumi 30. La fruttificazione comune del ` al 10, quella dell’orzo al 14, grano e quella delle fave al 12, quella dei le` di gumi al 10. Di lino se ne semina piu

` essere sufficiente al lavoro quanto puo delle donne; il rimanente vendesi alle popolazioni che ne scarseggiano. Il terreno, come nelle altre parti dell’Oglia` qui attissimo alle vigne, e vi prostra, e ` sperano mirabilmente tutte le varieta delle uve. Ma a nuovo argomento della poca industria di questi paesani, diremo, che le terre vignate sono tanto ristrette, che appena si ha il sufficiente per la consumazione interna, sı` che, mentre gli altri paesi dell’Ogliastra hanno nelle viti un ramo di produzione e di lucro, T. non ne ha alcun lucro. E in altro tempo le cose erano in peggior ´ doveasi comperare condizione, perche gran parte del vino della provvista. Pastorizia. Nel territorio vastissimo di T. abbondano i pascoli per tutte le specie di bestiame, ma se ne profitta pochissimo; sono in molti siti de’ prati naturali, dove potrebbe falciarsi il fieno; ma le erbe crescono, e poi disseccate si calpestano dal bestiame. Il bestiame manso de’ terteniesi consiste in buoi per l’agricoltura 400, che servono pure al carreggio, cavalli per sella e basto 65, giumenti 150. Si nutrono quindi ma` di pollame. Il jali 90, e gran quantita bestiame rude componesi di capi 700 vacche, 3500 capre, 200 pecore, 1100 porci, 80 cavalle. I formaggi sono ordinari e bianchi, come dicono, e si vendono a’ napoletani». Nel corso del se` un’economia bacolo XIX T. sviluppo sata sullo sfruttamento delle molte miniere presenti nel suo vasto territorio. ` fu di breve durata L’esperienza pero ´ ben presto le miniere furono perche chiuse a causa dell’esaurimento dei filoni da sfruttare. Quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu compreso nel suo territorio. Nel 1940 il villaggio subı` una disastrosa al` gravi danni all’aluvione che provoco ` del bitato; a partire dalla seconda meta

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Tertenia secolo XX il villaggio ha avuto un discreto sviluppo turistico e balneare. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, caprini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svi` industriale luppando anche l’attivita nei settori lattiero-caseario, alimentare, della produzione di mobili e della ` sufficientelavorazione del vetro. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un campeggio con 440 posti letto e quattro ristoranti, a sostegno del turismo ` collegato da autoliestivo. Servizi. T. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3705 unita di cui stranieri 5; maschi 1845; femmine 1860; famiglie 1419. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 32 e nati 40; cancellati dall’anagrafe 46 e nuovi iscritti 33. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 344 in migliaia di lire; versamenti ICI 1231; aziende agricole 621; imprese commerciali 194; esercizi pubblici 24; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 63. Tra gli indicatori sociali: occupati 847; disoccupati 131; inoccupati 357; laureati 28; diplomati 225; con licenza media 1167; con licenza elementare 1054; analfabeti 106; automezzi circolanti 1044; abbonamenti TV 866. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nu` ricchissimo di ragico, in particolare e

nuraghi: Aleri, Arbei, Arbutzu, Baccu Ortu, Barisoni, Bidd’e Monti, Calavrigus, Casadas, Cresia, de Accu, de Lua, de Sa Teria, Erbeis, Floris, Foxi Manna, Gabrieli, Genna Didu, Genna Pira, Gilla, Giuliva, Gruttas, Lignaggi, Longu, Marosini, Marrani, Murcu, Murta Arba, Nastasi, Orrubiu, Perdu Pabali, Pideddu, Pittiu, Punta Moros, Sa Cannera, Sa Domu ’e S’Orcu, San Nicola, Sant’Elia, Santu Perdu, Su Concali, S’Ulumu, Su Predi e Taccu. Tra tutti, quelli di Aleri, Nastasi e Longu hanno una qualche importanza scientifica. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE L’abitato, sebbene abbia subı`to negli ultimi anni notevoli trasformazioni strutturali, conserva ancora numerose case tradizionali costruite in pietra, molto suggestive. ` la L’edificio di maggiore interesse e chiesa della Vergine Assunta, parrocchiale completamente ricostruita dopo la disastrosa alluvione del 1940 nella quale il vecchio edificio (risalente al secolo XVII) era andato com` stata pletamente distrutto. La chiesa e costruita tra il 1946 e il 1953 in forme romaniche che riecheggiano i motivi architettonici del vecchio campanile, grazie all’impegno del parroco e pit` inintertore Egidio Manca che vi opero rottamente dal 1935 al 1957. Ha la ` divisa in tre navate pianta basilicale, e scandite da imponenti colonne in granito e ha la copertura in legno a capriate. Anche l’arredo della chiesa, ` di particolare opera di Egidio Manca, e ` formato pregio; il portale di bronzo e da 10 pannelli con scene dell’Antico Testamento; al suo interno sono anche custodite alcune pitture e sculture di don Manca e da lui donate al paese. Al` la chiesa di tro edificio interessante e ´ vila, costruita nel seSanta Teresa d’A colo XVII in forme baroccheggianti.

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Tertenia Ha l’impianto a una navata completata ` a volte a dal presbiterio, la copertura e ` molto semplice e conbotte. L’interno e serva qualche statua lignea di pregevole fattura. Nelle campagne circostanti si trova la chiesa di Santa Sofia, ` Bidda ’e Susu, che sorge in localita dove secondo la tradizione si sarebbe ` sviluppato l’antico villaggio da cui e ` a una derivato l’attuale T. La chiesa e sola navata senza abside, con la copertura in legno sorretta da due archi a ` anche sesto acuto. Molto interessante e la torre di San Giovanni di Sarrala, situata lungo la spiaggia di Melisenda a qualche chilometro dall’abitato; la costruzione, di forma cilindrica, durante la seconda guerra mondiale fu adattata a fortino e subı` molte manomissioni. ` del SeiFu costruita nella prima meta cento, ha due piani e all’interno conserva ambienti con volta a cupola comunicanti attraverso una scala interna. Era potentemente armata con artiglierie e servita da una guarni` suggestiva e ` la gione. Tra le localita Marina, lungo la costa, facilmente raggiungibile dal villaggio: vi si succedono i piccoli centri di Foxi Manna, San Giovanni di Sarrala, Melisenda e Barisoni, che si sono sviluppati prodigiosamente negli ultimi decenni grazie all’uso di vecchie casette di minatori ristrutturate e sono divenuti centri di vacanze estive che, per la bellezza delle loro spiagge, attirano un numero crescente di turisti. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` interessante e ` le feste popolari la piu quella di Santa Sofia, che si svolge il 1º settembre e ha il culmine in una solenne processione in costume nella quale viene trasportata la statua della santa. Durante i festeggiamenti si svolgono una gara poetica e gare di ballo ` anche il costume. sardo. Bellissimo e L’abbigliamento tradizionale varia a

seconda delle circostanze; quello fem` di due tipi. Quello delle grandi minile e ` occasioni, detto anche della sposa, e costituito da una camicia di tela bianca (camisa), finemente ricamata e ornata da inserti di pizzo, e da una gonna (sa unnedda) plissettata di raso Bemberg viola. Sopra la camicia si indossa una giacca dello stesso tessuto della gonna (su gipponi), molto aderente, con una scollatura ovale chiusa sul davanti da ganci, mentre la maniche lasciano fuoriuscire i polsini della camicia; sopra la gonna si indossa il grembiule (s’antalene) di raso nero guarnito con tre pieghe orizzontali. L’abbigliamento di ` completato dalle scarpe (is tiggala e gias) a stivaletto, dai gioielli e da una cuffia di pizzo nero (su turbanti) legata dietro la nuca su cui si indossa sa mantiglia, di pizzo nero e molto ampia, foderata dallo stesso tessuto della giacca e della gonna e portata in modo da avvolgere il viso, fermata da una spilla. Il costume che veniva indossato tutti i ` costituito da una camicia di giorni e tela bianca (camisa) semplice e plissettata sul davanti, con polsini di pizzo, fermata alla vita da una sottogonna (su suntanu), e da una gonna (sa unnedda) di panno o orbace nero a pieghe larghe arricchita da una balza rossa. Sopra la camicia si indossa il busto (su corsettu) di panno nero con rifiniture rosse e sopra la gonna il grembiule (s’antalene) ` comdi raso nero. L’abbigliamento e pletato da una breve cuffia di pizzo nero (su turbanti) legata dietro la nuca su cui si indossa su mantu di panno nero bordato di raso rosso, a forma di mezzaluna e chiuso con catenelle d’argento. Anche l’abbigliamento tradizio` di due tipi. Quello di nale maschile e ` costituito da una camicia di tela gala e bianca plissettata ricamata sui polsini, col colletto chiuso da due bottoni d’oro, e dai calzoni di tela bianca. Sopra la

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Testa camicia si indossano un gilet di velluto azzurro stinto, a doppio petto, con scollatura rotonda e chiuso con sei bottoni, e la giacca di panno o di velluto nero. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (su ragotti nieddu) di panno nero bordato di viola e le ghette dello stesso ` completato tessuto. L’abbigliamento e dalla berritta di panno nero. Il costume ` costituito da una camicia giornaliero e di tela bianca, semplice e a collo basso; e dai calzoni (sa raga) di tela bianca. Sopra la camicia si indossano un gilet (su gileu) di panno nero con bordo rosso e la giacca (su moleschinu) di stoffa color grigio ferro. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (su ragotti) di panno nero e le ghette (is ghettas) dello stesso tessuto. Anche in questo caso l’abbi` completato dalla berritta gliamento e di panno nero.

` siciliano (o camedrio bianco) Pianta Te della famiglia delle Labiate (Prasium majus L.); arbusto di piccole dimensioni, sempreverde, molto ramificato; ha il fusto a sezione quadrangolare, rampicante; le foglie, di bel verde lucido, sono ovate o a forma di cuore, con margine dentato; i fiori sono bianchi, alle ascelle fogliari. Per la lanugine che ricopre tutta la pianta, tranne la pagina superiore delle foglie, in sardo il t.s. viene chiamato e´iva crapa (erba capra), mentre un altro nome dialettale, menta de conillus, si riferisce al ` un’erba gradita ai conigli. fatto che e Diffuso, cresce nelle garighe e nella macchia bassa, preferibilmente nelle zone costiere. Fiorisce in tarda primavera. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tesoriere reale (o reggente della Reale Tesoreria) Magistrato. Fu istituito nel se-

colo XVI: precedentemente le sue competenze erano esercitate dal mae` dopo la stro razionale (=). Quando pero morte di Ferdinando il Cattolico, venne meglio definito l’assetto del-

l’amministrazione finanziaria del Regno e venne precisato che il compito del maestro razionale era essenzialmente quello di registrare e controllare i conti pubblici, per amministrare le finanze reali venne introdotta la figura del t.r. Egli aveva il compito di amministrare tutte le entrate reali in Sardegna, rendendo possibile la distribuzione delle risorse finanziarie fra le va` politiche e amministrative rie attivita del Regno. Era affiancato da una serie di funzionari minori come il cassiere della Reale Cassa, il custode della Reale Tesoreria, gli ispettori e i commissari generali. Egli, unitamente al procuratore reale (=) e al maestro razionale, costituiva il Consiglio del Reale Patrimonio, che era presieduto ´ e lo assisteva nelle sue comdal vicere petenze in materia finanziaria.

Tespiesi (o Tespiadi) Colonizzatori della Sardegna al seguito di Iolao. Generati da Eracle e dalle 50 figlie del re di Te` della Beozia, in Grecia), in 40 spie (citta o 41 giunsero in Sardegna, 7 rimasero a Tespi e in 2 vissero a Tebe. Secondo Pausania i T. (Tespiadi in Diodoro) ` di Olbia e avrebbero fondato la citta avrebbero vissuto il resto della loro vita nell’isola, dove furono anche sepolti. Sicuramente in relazione al mito dei T. devono essere considerate le fon` sarde di imprecidazioni di due citta sata ubicazione: Eraclea e Tespie, menzionate da Stefano di Bisanzio (prima ` sec. VI d.C.). I T. sono conosciuti meta dalle fonti antiche anche come Iolei, che Strabone (sec. I a.C.-sec. I d.C.) conosce ai suoi tempi col nome di Diaghesbei. [ANTONELLO SANNA]

Testa Famiglia di probabile origine pisana (secc. XIV-XV). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna nel corso del secolo XIV; legati agli Aragonesi, i T. furono investiti di alcuni piccoli feudi. La fa-

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Testa miglia si estinse probabilmente nel secolo XV.

Testa, Francesco Mercante (sec. XIV). Questo personaggio, di cui si conosce ` il feudo di Sulpoco, nel 1348 acquisto ` di Oliena, e morı` pothi in prossimita chi anni dopo senza lasciare discendenza.

Testimonianze greche e romane Nell’ambito della cultura greca e di quella ` antichi latina sono individuabili i piu tentativi di ricostruzione e di interpretazione della storia e della cultura della Sardegna. Si tratta di notizie relative alle origini della storia sarda, tratte da un complesso di miti attraverso i quali gli autori propongono una ricostruzione delle vicende dei primi abitatori della Sardegna secondo una tradizione ininterrotta che inizia dal secolo VI a.C. e che senza sostanziali mutamenti si ripropone fino al tramonto del mondo antico (sec. VI d.C.) continuando a essere utilizzata nel Medioevo e nel Rinascimento. Il ` esvasto complesso di materiali puo sere ricondotto a tre diversi nuclei di tradizioni: 1. quella greco-orientale, probabilmente maturata a partire dal secolo VI a.C. in ambienti ionici, quando si prese in considerazione l’ipotesi di dedurre colonie in Sardegna; ` alla tradizione 2. un nucleo che si rifa culturale ateniese, espressione di un ambiente che, a partire dal secolo V a.C., aveva legami con Cartagine; 3. un nucleo risalente alla tradizione dei Greci di Sicilia, che ripropone varianti della tradizione ionica. Il complesso di questi miti, di cui si servı` la storiografia greco-romana, contribuı` a formare un’immagine della Sardegna molto diversa da quella dei periodi successivi. L’isola vi appare inserita in un contesto di traffici marittimi di rilievo internazionale e considerata come base importante per le grandi rotte tra Oriente

e Occidente. Essi sono: Agatemero, geografo (Grecia, sec. III), autore di una Descrizione compendiosa della Terra, che rifacendosi a Dicearco contribuı` a definire la collocazione geografica della Sardegna; Ammiano Marcellino, storiografo (Antiochia 330-Roma 400), continuatore delle storie di Tacito, autore di Rerum gestarum libri XXXI, dove si fa qualche riferimento alla so` sarda; Apollodoro, scrittore e filocieta logo (Atene, sec. II a.C.), autore di opere in versi e di un trattato di mitologia, Bibliotheca, in 24 libri, nel quale fa riferimento ad alcuni dei miti che narrano le origini della Sardegna (Ercole e i Tespiadi); Apollonio Rodio, poeta epico (295-210 a.C.), allievo di Calli` una scuola di retorica a maco, fondo Rodi, scrisse il poema le Argonautiche e opere erudite come il Lexicon Homericum, che contengono qualche riferimento alla Sardegna; Appiano Alessandrino, storiografo (Alessandria 95-161), scrisse una Storia romana in 24 libri, organizzata in monografie, che attinge da Polibio e integra la parte perduta di quella di Livio, con frequenti riferimenti alle vicende dell’isola dalla conquista romana alle guerre civili; Aristofane, commediografo ateniese (444-388 a.C.), si riferı` incidentalmente alla Sardegna nella commedia Le vespe, rappresentata ad Atene nel 422 a.C., parlandone come di una terra sconosciuta ai confini del mondo; Aristotele, filosofo ateniese (384-322 a.C.), fu il primo a riferire del rito nuragico dell’incubazione; Artemidoro, geografo (Grecia, ` molto nel Medisecc. II-I a.C.), viaggio terraneo, nel Mar Rosso e in Atlantico, ` una relazione su questi viaggi, e lascio contribuendo a definire la posizione geografica della Sardegna; Asconio Pedanio, letterato (sec. I), scrisse In Scaurianam, commento all’orazione di Cicerone, in cui descrive il processo con-

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Testimonianze greche e romane tro Scauro; Aulo Gellio, letterato (sec. ` ad Atene e scrisse le NocII), soggiorno tes Acticae, opera di grande erudizione, in cui riporta notizie del governo di Caio Sempronio Gracco (=) in Sardegna; Aurelio Olimpio Nemesiano, poeta (Cartagine, sec. III-283), imitatore di Virgilio, autore di Ecloghe, parla dell’erba sardonia; Aurelio Simmaco, oratore di famiglia patrizia (340-402), ultimo difensore del paganesimo, fa riferimento alla situazione politica sarda; Aurelio Vittore, storico (sec. IV), governatore della Pannonia, scrisse tra l’altro De viris illustribus, in cui racconta della repressione della rivolta degli Iliesi e dei prigionieri che Tiberio ` dall’isola Sempronio Gracco (=) porto e fece vendere come schiavi (sardi venales); Beda il Venerabile, erudito, dottore della chiesa, santo (Monkton 673Jarrow 735), introdusse il sistema del computo degli anni dalla nascita di ` , fu il massimo esponente della Gesu cultura latina in Inghilterra, scrisse tra l’altro Chronica minora, in cui parla della Sardegna durante la dominazione dei Vandali; Blossio Emilio Draconzio, poeta (Cartagine, sec. V), cristiano, nei Carmina profana narra dei tofet e dell’usanza dell’infanticidio sacro nella Sardegna punica; Caio Giulio Cesare, scrittore, uomo politico (Roma, 100 a.C.-ivi, 44 a.C.), nel De bello civili fa frequenti riferimenti alla situazione della Sardegna durante la guerra civile; Cassio Dione, storico (Nicea, 160Roma, sec. III), scrisse una Historia romana in 80 libri di cui rimangono 25 libri, in cui fa molti riferimenti alle vicende che riguardano la Sardegna; Cassiodoro, uomo politico e letterato (Squillace 490-Vivario 583), sovrintese alla segreteria di Teodorico e dopo la sua morte, prefetto del pretorio, scrisse tra l’altro Historia ecclesiastica; Cicerone Marco Tullio, uomo politico,

letterato (Arpino, 106 a.C.-Formia, 43 a.C.), nei suoi scritti si riferisce spesso alla Sardegna, in particolare nel De natura deorum, De divinatione, Epistula ad Quintum fratrem (parecchi riferimenti, con giudizi sprezzanti), Pro Scauro (tutta ambientata in Sardegna), De officiis, Tusculanae disputationes; Claudio Claudiano, poeta (Alessandria d’Egitto, sec. IV-Roma, sec. V), scrisse in greco e in latino, nel suo poema storico De bello gildonico fa riferimenti alla Sardegna e a Cagliari; Cornelio Nepote, scrittore (100-30 a.C.), amico di Catullo, scrisse il De viris illustribus di cui ` rimasto il Liber de excellentibus duci e ` nocibus exterarum gentium, in cui da tizia del passaggio della Sardegna ai Romani dopo la fine della prima guerra punica; Dicearco, filosofo (Messina, sec. IV a.C.), autore tra l’altro di opere di geografia, contribuı` a definire la collocazione geografica della Sardegna; Diodoro Siculo, storiografo (Sicilia, sec. I a.C.), scrisse Bibliotheca historica, una sintesi sistematica di autori precedenti nella quale fornisce una versione circostanziata dei miti riferiti alla Sardegna preistorica attingendo da Timeo e da altri autori; Diogeniano Grammatico (Eraclea, sec. II), autore, tra l’altro, di un Dizionario geografico con molti riferimenti alla Sardegna; Dione Crisostomo, retore (Prusa, 40114), di cui ci rimangono circa 80 Orationes di vario argomento: parla dell’erba sardonica e del riso sardonico; Dionigi di Alicarnasso, scrittore (Alicarnasso, 60-7 a.C.), scrisse un’opera sto` romane, in 20 libri di rica, Antichita cui rimangono i primi 11: riporta la sollevazione di Amsicora durante la seconda guerra punica; Dionisio il Periegeta, poeta (sec. II), autore del poema epico didascalico Periegesi della terra, contribuı` alla definizione geografica della Sardegna; Dioscoride Pedanio,

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Testimonianze greche e romane medico greco (Anazerba, sec. I), scrisse in greco il De medicinali materia in 5 libri, opera di carattere farmacologico in cui si parla dell’erba sardonica e dei suoi effetti; Drepano Pacato, scrittore (Gallia, sec. IV), riporta notizie sull’erba sardonica e sui suoi effetti; Ecateo di Mileto, viaggiatore (sec. VI a.C.), ` la carta di Anassimandro: perfeziono autore di una grande opera nella quale descrisse tutti i paesi e i popoli da lui conosciuti, compresa la Sardegna; Eliano Claudio, letterato e filosofo (Preneste 170-Roma 235), scrisse opere erudite in greco tra le quali De natura animalium in 17 libri nella quale descrive, tra l’altro, l’usanza sarda della soppressione degli anziani; Ennio Quinto, poeta (239-169 a.C.), vicino agli ` in Sardegna per alScipioni, milito meno 11 anni: scrisse il poema epico Annales in 18 libri, che fu probabilmente una delle fonti di Tito Livio; Eratostene, erudito (Cirene 275-195 a.C.), bibliotecario di Alessandria, studioso di geografia fisica e di cronolo` del passaggio della Sardegna gia, tratto ai Romani; Erodoto, grande storico (484-425 a.C.), ebbe conoscenza indiretta della Sardegna, che cita nella sua Storia delle guerre persiane; Esichio, letterato (sec. V), nel suo Lexicon chiama la Sardegna Sandaliotis, rifacendosi a Timeo di Tauromenio; Esiodo, poeta (secc. VIII-VII a.C.), scrisse tra l’altro la Teogonia in esametri e Le Opere e i Giorni, con qualche riferimento alla Sardegna; Esuperanzio, letterato (sec. I), autore di un Opusculum, in cui narra della fine di Lepido in Sardegna; Eutropio, storico (sec. IV), segretario dell’imperatore Valente, scrisse, attingendo da Livio e da Svetonio, il Breviarium ab urbe con` notizie della dita in 10 libri, in cui da Sardegna durante la prima guerra punica; Fabio Pittore, storiografo (260-190

a.C.), prese parte alla seconda guerra punica, scrisse una storia in greco, Rerum gestarum libri, che fu fonte per Livio, Polibio e altri per le notizie sui Cartaginesi; Festo Rufo Avieno, storico (sec. IV), scrisse un Breviarium rerum gestarum populi romani nel quale fa riferimento alle campagne di Metello per pacificare l’interno dell’isola; Filopono, filosofo e grammatico (Grecia, sec. VI), scrisse In Aristotelis physicorum libros quinque posteriores commen` le notitaria, in cui riprese ed elaboro zie sul rito dell’incubazione; Frontino Sesto Giulio, scrittore e uomo politico (30-103), console, legato in Britannia, scrisse l’opera di arte militare Strata` notizie gemata in 4 libri, nella quale da sulla prima guerra punica in Sardegna; Gaio Licinio Calvo, poeta e oratore (Roma 82-47 a.C.), autore di epigrammi e di epitalami, fa riferimenti a Tigellio; Gaio Lucilio, poeta (Sessa Aurunca 168102 a.C.), vicino agli Scipioni, scrisse 30 libri di satire di cui rimangono 1300 versi raccolti in Reliquiae Carminum, con un richiamo alla fauna della Sardegna in periodo punico; Giorgio Ci` prio, geografo (secc. VI-VII), viaggio molto e scrisse la Descriptio orbis ro` comani in cui si parla di alcune citta stiere della Sardegna; Giovanni Crisostomo, padre della Chiesa (Antiochia 344-Comana 407), moralista, fu esiliato da Eudossia: fa alcuni riferimenti alla storia della Sardegna; Girolamo, padre della Chiesa (Stridone 347-Betlemme 420), eremita, autore della Vulgata dell’Antico Testamento e di altre opere, tra cui il Liber de viris illustribus: pole` con San Lucifero, usando spesso mizzo espressioni contro i costumi dei Sardi; Giuseppe Flavio, storiografo (Gerusalemme 37-102), portato prigioniero a Roma dopo la guerra giudaica, fu protetto da Vespasiano: autore tra l’altro di Antiquitates Iudaicae in 20 libri, rife-

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Testimonianze greche e romane risce dell’esilio di 4000 ebrei in Sardegna; Giustino, scrittore cristiano (Fla` di via Neapolis 100-Roma 165), tento conciliare il Cristianesimo con la cultura greca, fu martirizzato: scrisse un’epitome delle Historiae Philippicae di Pompeo Trogo, in cui riporta notizie sui primi tentativi di colonizzazione cartaginese della Sardegna; Gregorio Magno (=), papa; Idazio, vescovo (Lamego, sec. V), scrisse un Chronicon che comprende il periodo da Teodosio al 490: vi riferisce all’invasione della Sardegna da parte dei Vandali; Ierocle Synecdemo; Irzio, uomo d’armi (sec. I a.C.), legato a Cesare, fu console, prese parte alla conquista della Gallia e alla guerra civile: scrisse il VII libro del De bello gallico, descrivendo lo sbarco di Cesare in Sardegna durante la guerra contro Pompeo; Isidoro di Siviglia, vescovo e santo (sec. VI), erudito autore di un’opera enciclopedica Etymologiae sive origines, nella quale compendia ` che era ai suoi tempi conoscitutto cio bile sulla Sardegna; Lattanzio Firmiano, scrittore (250-324), maestro di retorica, convertito al Cristianesimo, scrisse tra l’altro il De mortibus persecutorum, con diversi riferimenti alla Sardegna; Livio Tito, storico (Padova, 59 a.C.-17 d.C.), scrisse Historiae ab urbe condita, in cui riferisce molte notizie sulla situazione della Sardegna dal 218 al 171 a.C., e nel XXIII libro narra la vicenda di Amsicora; Lucano Marco Anneo, poeta epico (Cordova 39Roma 65), nipote di Seneca, fu autore di un Bellum civile o Pharsalia in 10 libri, in cui viene descritta la guerra tra Cesare e Pompeo con riferimenti alla Sardegna; Luciano, scrittore (Samosata 121-181), esponente della Seconda sofistica, di cui ci sono rimaste circa 70 opere: riferimenti al riso sardonico; Lucio Ampelio, scrittore (sec. III), autore del Liber memorialis, un reperto-

rio enciclopedico in 50 capitoli nel quale illustra le ragioni che spinsero Roma a impadronirsi della Sardegna; Lucio Anneo Floro, scrittore (Africa, secc. I-II), amico di Adriano, autore di Epitome de gestis romanorum che ha come fonti Livio, Sallustio e Cesare: in ` notizie della Sardegna durante essa da la prima guerra punica; Lycofrone, poeta tragico (Calcide 325-250 a.C.), scrisse un trattato sulla commedia: ci ` rimasto il monologo epico-lirico Alee xandra in 1474 trimetri giambici, in cui si parla dell’erba sardonica; Marco Aurelio Nemesiano, poeta (sec. III), autore di poemi sulla caccia e sulla pesca andati perduti e di 4 Eclogae, dove fa riferimenti all’erba sardonica e al riso sardonico; Marco Manilio, poeta (sec. I), scrisse il poema Astronomica, rimasto incompiuto, nel quale fa riferimenti alla Sardegna e alla sua posizione nel Mediterraneo; Marciano di Eraclea, geografo (sec. III), scrisse l’epitome della Geografia di Artemidoro, con alcuni riferimenti alla Sardegna; Marziale Marco Valerio, poeta (Bibilis 40104), autore degli Epigrammi, dove fa alcuni riferimenti alla Sardegna e al suo clima malsano; Marziano Capella, scrittore (Madaura, secc. IV-V), scrisse l’opera De nuptiis Mercurii et Philologiae in 9 libri, un’enciclopedia dell’erudizione classica: contribuı` all’identificazione geografica della Sardegna; Minucio Felice, scrittore cristiano (secc. II-III), fece l’avvocato a Roma e scrisse l’Octavius, apologia del Cristianesimo: alcuni riferimenti alla Sarde` Damasceno, storico (Damagna; Nicolo sco, sec. I a.C.), segretario di Erode il Grande, fu autore delle Historiae, una storia universale in 144 libri di cui restano frammenti, nella quale fa qualche riferimento ai costumi dei Sardi; Ninfodoro, storico (Siracusa, sec. IV a.C.), scrisse Il periplo dell’Asia e Le me-

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Testimonianze greche e romane raviglie della Sicilia: riferisce sulle condizioni economiche della Sardegna in periodo cartaginese e fu il primo a parlare della mastruca; Nonio Marcello, grammatico e filosofo (Tivoli, sec. I a.C.), scrisse il De compendiosa doctrina di cui rimangono frammenti: con riferimenti alla fauna della Sardegna; Nonno Panopolitano, poeta (Panopoli, sec. V), scrisse il poema Dionysiaca in 48 libri, si convertı` al Cristianesimo e scrisse una parafrasi del Vangelo di San Giovanni in esametri: riferimenti all’erba e al riso sardonico; Omero (sec. VII a.C.), nelle sue opere sono contenuti diversi riferimenti alla Sardegna, in particolare Odissea, XIV canto (la colonizzazione fenicia) e XX (riso sardonico); Ovidio, poeta (Sulmona, 43 a.C.Tomi, 17 d.C.), scrisse tra l’altro i Fasti ` del calendario romano: sulle festivita qualche riferimento alla Sardegna; Orazio, poeta (Venosa, 65-Roma, 27 a.C.), nelle sue Satyrae fa riferimenti a `; Tigellio, descrivendone la personalita Palladio Rutilio Tauro, scrittore (sec. IV), autore di Opus agriculturae in 11 libri, con riferimenti alla Sardegna del suo tempo; Paolo Diacono (Varnefrido), storico (Cividale 720-Montecas` sino 799), monaco benedettino, insegno nella Scuola palatina di Carlo Magno e fu autore della Historia Langobardorum, che reca qualche riferimento alla Sardegna; Paolo Orosio, scrittore cristiano (secc. IV-V), visse in Africa e fu in rapporti con Sant’Agostino: scrisse la storia universale Historiarum adversus paganos libri septem, ` notizia della colonizzanella quale da zione cartaginese della Sardegna; Pausania, letterato (117-180), non conobbe direttamente la Sardegna che descrive nel suo Periegesi e sulla quale fa una lunga e dettagliata relazione mettendo a fuoco il patrimonio di miti che riguardano l’isola da autori come Erodoto,

Ecateo, Ellanico e altri; Platone, filosofo (Atene 427-347 a.C.), nella Repubblica fa qualche riferimento alla Sardegna; Plinio Secondo (Plinio il Giovane), scrittore (Como 61-113), console, amico di Traiano, scrisse il Panegyricus e le Epistulae, con diversi riferimenti alla Sardegna; Plinio il Vecchio, scrittore (Como 23-79), procuratore imperiale, comandante della flotta del Miseno, scrisse la Naturalis historia in 37 libri, in cui sono riportate numerose notizie sulle usanze e sulla flora della Sardegna; Plutarco, storico (Cheronea 48sec. II), educato ad Atene, contemporaneo di Seneca, autore di biografie di illustri personaggi greci e romani, riporta notizie sulla presenza di Catone in Sardegna; Polibio, storico (Megalopoli 202-118 a.C.), legato a Scipione Emiliano, assistette alla distruzione di Cartagine: autore delle Storie in 40 li` bri di cui rimangono 5 libri, in essi da notizie sui rapporti tra Roma e Cartagine prima della battaglia di Alalia, attinse da Fabio Pittore e Filino d’Agrigento; Polluce, grammatico, protetto di Commodo (secc. II-III), scrisse l’Onomasticon in 10 libri, una sorta di lessico, con riferimenti alla Sardegna, in particolare alla conservazione del pesce sotto sale; Pompeo Festo, glosso` il grafo (Narbona, sec. II), compendio De verborum significatione di V. Flacco, con alcuni riferimenti alla Sardegna: ` della solifuga, mistetra l’altro parlo rioso animale micidiale per l’uomo; Pompeo Mauro, grammatico (sec. IV), scrisse il Commentum Artis Donati con qualche riferimento ai costumi dei Sardi, in particolare alla mastruca; Pompeo Trogo, letterato (Roma, sec. I a.C.), scrisse le Historiae Philippicae, una storia universale che rielabora un ` informazioni testo ellenistico e da sulla penetrazione cartaginese in Sardegna (da lui attinse Giustino); Pompo-

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Testimonianze greche e romane nio Mela, geografo (sec. I), nel suo Chorographia, un’opera descrittiva dei vari paesi del Mediterraneo, ha pochi riferimenti alla Sardegna riportati da Erodoto, Eratostene e altri; Posidonio, ` la cirscienziato (131-51 a.C.), calcolo ` la Sardeconferenza della terra, visito gna, fu una delle fonti di Strabone; Porfirione Pomponio, letterato (sec. III), autore del trattato Ad satyras, un commento a Orazio in cui traccia un profilo di Tigellio; Prisciano, grammatico (Ce` a Costantisarea, secc. V-VI), insegno nopoli, scrisse le Institutiones gramma` completa ticae, considerate la piu `: fa opera di grammatica dell’antichita riferimento al culto delle acque in Sardegna; Procopio, storico (Cesarea 500Costantinopoli 565), fu consigliere di Belisario, nelle sue opere fa riferimento all’erba sardonica e ai suoi effetti; Pr udenzio Aurelio Clemente, poeta cristiano (Calagurris 347-Roma 405), avvocato, dopo una brillante car` a vita ascetica e scrisse riera si ritiro tra l’altro Contra Symmacum in 2 libri: alcuni riferimenti alla ricchezza di grano della Sardegna; Pseudo Aristotele, scrittore (sec. IV a.C.), fu il primo, in De mirabilibus auscultationibus, ad attribuire alla Sardegna il nome di Ichnussa, successivamente utilizzato fino al secolo VI; Pseudo Scilace, geografo (sec. IV a.C.), autore del Periplus maris interni, probabilmente un rimaneggiamento dell’opera di Scilace, vissuto tra i secoli VI e V a.C.: un intero paragrafo ` dedicato alla Sardegna; Quintiliano, e scrittore (35-95), avvocato e retore, scrisse l’Institutio oratoria in 12 libri, con alcuni riferimenti alla Sardegna; Rutilio Namaziano, poeta (Gallia, sec. V), scrisse il poema in distici De reditu suo in 2 libri, dove fa riferimento alla Sardegna e alla sua ricchezza di metalli; Sallustio Crispo, storico (86-35 a.C.), nella Historia Romana, riferen-

dosi ai fatti che riguardano la fine di Lepido e l’invio di Pompeo in Spagna si riferisce alla Sardegna, facendo un excursus storico-geografico sull’isola; Salviano di Marsiglia, scrittore cristiano (Treviri 400-Marsiglia 480), monaco, scrisse il De gubernatione Dei in 8 libri, in cui sviluppa il tema della decadenza di Roma di fronte ai barbari, descrivendo l’insediamento dei Vandali in Sardegna; Seneca, filosofo (Cordova, 50 a.C.-Roma, 40 d.C.), scrisse tra l’altro Epistulae morales ad Lucilium, con riferimenti alla Sardegna; Servio Onorato, grammatico (sec. IV), autore di un dettagliato commento alle opere di Virgilio, parla dell’erba sardonica e dei suoi effetti; Sesto Pomponio, giurista (sec. II), autore del trattato Enchiridion contenuto nel Digesta, con riferimenti alla Sardegna; Sidonio Apollinare, poeta (Lione 430-480), genero dell’imperatore Avito, vescovo di Alvernia, autore tra l’altro di 24 Carmina in cui fa riferimento alla ricchezza ddi minerali della Sardegna; Sileno, storico (Sicilia, ` in tre libri, sec. IVa.C.), scrisse Sikelika ` rimasto qualche frammento: di cui ci e riprende il problema del riso sardonico; Silio Italico, poeta (23 ca.-101), vissuto ai tempi di Nerone e di Vespasiano, nel suo poema Bella Punica fa diversi riferimenti alla Sardegna, destinata a essere sottomessa a Roma; Simonide di Ceo, poeta lirico (556-467 ` molto e fu alla corte di Gea.C.), viaggio rone in Sicilia: riferisce del mito di Talos (=); Simplicio, filosofo (Cilicia, sec. VI), neoplatonico, commentatore di Aristotele, nel suo In Phisycorum riprende le notizie sul rito dell’incubazione; Solino, scrittore (secc. III-IV), autore di Collectanea rerum memorabilium, un’opera che riporta notizie curiose nella quale si parla diffusamente della Sardegna e di altre regioni italiane: riprende i miti tradizionali per

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Testini spiegare le origini dell’isola; Strabone, geografo (Ponto, 63 a.C.-21 d.C.), nella sua opera Geographica fornisce numerose notizie sulla Sardegna servendosi di Timeo, Polibio, Apollodoro e altri; Svetonio Tranquillo, scrittore (Roma 75-140), sovrintendente alle biblioteche imperiali, segretario di Adriano, scrisse tra l’altro il De vita Caesarum in 8 libri, in cui riferisce delle vicende del governo di Caio Giulio Cesare Strabone (=) in Sardegna; Tacito, storico (56-120), nei suoi Annales e Historiae fa alcuni riferimenti alla Sardegna durante il secolo I d.C.; Teodoreto, scrittore (Antiochia 393-Cirro 466), vescovo, prese parte alle dispute teologiche del suo tempo: scrisse tra l’altro Ecclesiasticae Historiae libri quinque, con qualche riferimento alla Sardegna; Teofrasto, filosofo (Ereso 371-Atene, 287 a.C.), succedette ad Aristotele nella direzione del Peripato e scrisse, tra l’altro, la Historia Plantarum in cui fa riferimento all’erba sardonica; Tertulliano, scrittore (Cartagine 160-220), si convertı` al Cristianesimo: nel suo De anima riprende la notizia dei riti di incubazione; Timeo di Tauromenio, storico (Sicilia, sec. IV a.C.), fu il primo a parlare a lungo della Sardegna e della sua colonizzazione nella Storia di Sici` la fonte citata da altri autori (Diolia: e doro, Pausania, Plutarco e altri); Tolomeo, geografo (Alessandria d’Egitto, sec. II), scrisse Introduzione geografica, un’opera in 8 libri in cui tra l’altro descrive minuziosamente la geografia della Sardegna; Tucidide, storico (Atene 460-400 a.C.), autore di Le Guerre del Peloponneso in 8 libri: alcuni riferimenti alla Sardegna; Valerio Massimo, scrittore (sec. I), autore del trattato in 9 libri Factorum et dictorum memorabilium dedicato a Tiberio, in cui ` notizie della Sardegna durante la da prima guerra punica; Varrone Marco

Terenzio, poligrafo erudito (Rieti 116Roma, 27 a.C.), legato a Pompeo e poi a Cesare, sovrintendente della biblioteche pubbliche, scrisse 74 opere in 620 libri in gran parte perdute: tra queste il De re rustica in 3 libri, in cui riferisce sulla cerealicoltura nella Sardegna cartaginese; Velleio Patercolo, storico ´ in Germania (19 a.C.-30 d.C.), combatte con Tiberio, scrisse Historiae ad Marcum Vinicium libri duo, in cui parla della sottomissione della Sardegna a Roma tra la prima e la seconda guerra punica; Vipsanio Agrippa, geografo (sec. I), autore di un’opera geografica, ` la visse ai tempi di Augusto: determino distanza della Sardegna dalla Libia; Virgilio, poeta (Andes 70-Brindisi, 19 a.C.), fa riferimenti alla Sardegna in alcune delle sue opere; Vittore Vitense, vescovo (sec. V), scrisse Historia persecutionis Africanae provinciae temporibus Genserici, con frequenti riferimenti alla Sardegna; Zosimo, storico (sec. IV), scrisse la Storia nuova, in cui esalta il paganesimo e Giuliano l’Apostata: riferimenti alla Sardegna sotto Diocleziano.

Testini, Pasquale Archeologo (n. Ruvo di Puglia 1924). Dopo essersi laureato ` dedicato alla ricerca e ha intrasi e preso la carriera universitaria. Specialista in archeologia medioevale, nel ` interessato a quadro dei suoi studi si e fondo delle chiese paleocristiane della Sardegna e dal 1977 ha diretto con Letizia Pani Ermini le campagne di scavo nell’area paleocristiana di Cornus. Tra i suoi scritti: Il Battistero di Tharros, in Atti del XIII Congresso di storia dell’Architettura, 1963, 1966; Il complesso paleocristiano di Cornus, in Actas del VIII Congreso internacional de Arqueologı´a cristiana, 1972; Basilica paleocristiana a Tharros, in Atti del IX Congresso internazionale di Archeologia cristiana, 1975, 1978; Il complesso paleocristiano

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Teti di Cornus. Considerazioni e prospettive, in Cultura, materiali e fasi storiche del complesso archeologico di Cornus. Primi risultati di una ricerca, 1986; Cor` cristiana, in Ampsicora nus e l’antichita e il territorio di Cornus, in Atti del II Convegno su ‘‘L’Archeologia romana e altomedioevale nell’Oristanese’’, Cuglieri 1985, 1988.

Testoni, Piero Giornalista, deputato al Parlamento (n. Sassari 1951). Dopo es` trasfesersi laureato in Filosofia si e rito a Roma, dedicandosi al giornalismo. Politicamente schierato con la ` stato eletto deputato Destra, nel 2001 e per la XIII legislatura repubblicana in un collegio del Lazio per Forza Italia ` stato riconfermato nelle elezioni ed e del 2006. Ha pubblicato una lunga intervista a Francesco Cossiga, La passione e la politica, 2000.

Testuggine = Zoologia della Sardegna

Teti – Lago di Cucchinadorza.

Teti Comune della provincia di Nuoro, ` moncompreso nella XII Comunita tana, con 791 abitanti (al 2004), posto a 714 m sul livello del mare alle falde nord-occidentali del Gennargentu. Regione storica: Austis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 43,91 km2 e confina a nord con Olzai, a est con Ollolai e Ovodda, a

sud con Tiana e Austis e a ovest ancora con Austis. Si tratta di una regione montuosa, ricoperta in parte di boschi, tagliata dalle profonde vallate scavate dai corsi d’acqua. A breve distanza dal paese scorre il fiume Tino, che confluisce nel lago Cucchinadorza, quello intermedio dei tre formati dal Taloro. T. comunica attraverso strade secondarie: una che si dirige verso nord e raggiunge Olzai; e tre che vanno a sud, rispettivamente verso Tiana, verso Austis e verso la strada che unisce Tiana a Neoneli. & STORIA Il centro abitato attuale ha origini medioevali; apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria di Austis. Dopo la caduta del giudicato fu amministrato direttamente da funzionari reali ma la sua popolazione mantenne la propria autonomia. Nel 1461 T. con tutto il territorio di Austis fu acquistato dal marchese di Oristano e rimase incluso nel marchesato fino a quando non fu sequestrato a Leonardo Alagon. Nel 1478 fu concesso ` in feudo a Pietro Pujades che pero morı` senza figli nel 1503. Nel 1504 T. fece parte del feudo acquistato da Matteo Arbosich, ma i suoi abitanti avevano ancora profondo il senso della loro autonomia e nel 1514, unitamente agli abitanti di Tiana, entrarono in conflitto con gli abitanti di Ovodda per il controllo dei pascoli costringendo l’Arbosich a intervenire con energia per porre fine alla controversia. In seguito ` dagli Arbosich ai De il villaggio passo Sena, che si estinsero nel 1580 con un ` T. in Matteo la cui figlia Filippa porto dote al marito Bernardino Cervellon. Nel corso del secolo XVII i nuovi feudatari definirono il sistema amministrativo del villaggio e l’ammontare dei suoi carichi fiscali. Estinti i Cervellon nel 1718, T. fu ereditato da Pietro Manca Guiso, la cui discendenza si

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Teti estinse nel 1788 con un Raffaele la cui sorella Maria Maddalena fece passare il villaggio agli Amat. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Secondo il censimento del 1846, constava essa di anime 401, distribuite in famiglie 92, e in altrettante case. Professioni. Non se ne possono notare altre, che la pastorizia e l’agricoltura, non essendo chi eserciti un qualche particolar mestiere. Sono applicati all’agricoltura uomini 74, ed altrettanti alla pastorizia. Le donne lavorano per provveder la famiglia, e per venderne la tela e il panno, e si occupano pure in tessere canestri e corbe, che si smer` ciano pure ne’ paesi d’intorno e piu lungi. Alla scuola elementare non con` di 5 fanciulli, e pochissimi corrono piu profittano. In tutto il paese soli 6 sanno leggere e scrivere, tutti compresi. Agricoltura. Se T. avesse una popolazione ` numerosa potrebbe dieci volte piu avere dal territorio sufficienti sussi´ la meta ` si potrebbe ristenze, perche ` da sette a otto midurre a coltura, cioe glia quadrate, lasciando il restante alla ` di pastura. La seminagione ordinaria e starelli di grano 100, d’orzo 300, di fave 10 ed altrettanto di diversi legumi. I due ultimi articoli si sogliono coltivare nelle vigne, e negli orti. Si semina men ´ credesi che di grano che d’orzo, perche il clima sia men propizio alla prima, che alla seconda specie, e deve questo ´ il grano non tenersi per vero, perche ` del 3, l’orzo da ` ordinasuol rendere piu ` riamente l’8 per uno. L’orticoltura e molto ristretta, e le specie che si coltivano sono cavoli, pomidoro, cipolle e ` zucche. Pastorizia. La contrada di T. e propria per il pascolo del bestiame, e

produce per tutte le specie che si vogliono educare. Si potrebbe fare il taglio del fieno per l’inverno, per mantenere almeno quella parte di bestiame che non si manda in regione di clima ` mite; ma scorreranno ancora molti piu anni, prima che i tetini imparino a usare dei benefici, di cui finora gli ha favoriti inutilmente la natura. Il bestiame manso che si ha nel paese numera buoi 150, e vacche mannalite 60, cavalli e cavalle per la sella e per il basto 70, giumenti 10, majali 40. Il bestiame rude numera vacche 550, capre 1200, porci 900, pecore 3500. I formaggi ` e una parte si sono di mediocre bonta consuma nel paese; l’altra si vende a’ negozianti, come si vendono i montoni, gli agnelli, i caproni, e qualche capo grosso». Quando nel 1927 fu definitivamente ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu incluso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, suini e bovini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei comparti edile e della ` produzione dell’energia elettrica. E poco organizzata anche la rete di di` stribuzione commerciale. Servizi. T. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di stazione della provincia. E dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e un Museo archeologico. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 841 unita di cui maschi 421; femmine 420; famiglie 355. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 4 e nati 10; cancellati dall’anagrafe 17 e nuovi

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Teti iscritti 12. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 790 in migliaia di lire; versamenti ICI 104; aziende agricole 123; imprese commerciali 24; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 226; disoccupati 16; inoccupati 50; laureati 3; diplomati 74; con licenza media 142; con licenza elementare 214; analfabeti 20; automezzi circolanti 355; abbonamenti TV 234. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nuragica, nianze archeologiche di eta in particolare i nuraghi Alineddu, Funtana Bona, Istei, Stecori e Turria, il villaggio e santuario nuragico di Abini (=), le Tombe di giganti di Azzadolai e di Perdalonga, i villaggi nuragici di S’Urbale, Su Carrazzu e Su Ballu, tutti di grandissima importanza. Tra questi ` Abini, localita ` siti di grande interesse e nella quale nel 1865 fu rinvenuto un ripostiglio con numerosi bronzetti che vennero comprati da un Timon di Cagliari, dal quale passarono al Museo archeologico nazionale di Cagliari. Nel 1878 fu rinvenuto un altro ripostiglio che restituı`, oltre a bronzetti, asce, spade e altre suppellettili, anche questi acquisiti dal Museo di Cagliari. Subito dopo il sito fu visitato da Filippo ` un grande reVivanet che vi identifico cinto sacro e i resti di alcuni fabbricati; nel 1909 Taramelli e Pais vi fecero una nuova ricognizione, ma solo tra il 1929 e il 1930 vi fu avviata una campagna di ` il recinto precedentescavi che libero ` alla scomente individuato e porto perta dei resti di un pozzo sacro coperto da una cupola. Nel 1931 fu scoperto il villaggio contiguo al recinto sacro; nel 1981, infine, vi fu condotta una nuova campagna di scavi che mise in evidenza numerose capanne circolari collegate tra loro da edifici di altra ` il villagforma. Altro importante sito e

gio nuragico di S’Urbale che fu scoperto nel 1931; gli scavi nel suo territorio furono avviati nel 1981 e continuati fino al 1984 a cura della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro. Furono ritrovate numerose capanne a pianta circolare comunicanti tra loro.

Teti – Villaggio nuragico.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE L’abitato ha avuto uno sviluppo notevole e in gran parte ha perso il suo assetto tradizionale; la co` caratteristica e ` la chiesa struzione piu di San Sebastiano, parrocchiale che ` di architettura domina l’abitato; e molto semplice, con un impianto a una ` posto il Munavata. A breve distanza e seo archeologico comprensoriale, situato in via Roma, destinato a raccogliere i materiali provenienti anche dal territorio circostante, in particolare della Barbagia-Mandrolisai. Vi sono esposti materiali bronzei prove` recenti scavi del villagnienti dai piu gio nuragico di Abini e quelli provenienti dal villaggio nuragico di S’Urbale. Di particolare bellezza sono i bronzetti raffiguranti esseri demoniaci e guerrieri. Altro edificio di ` la gualchiera grande interesse e Zedda: si tratta di un impianto (cracchera) per la follatura dei tessuti, in particolare dell’orbace (su furesi). Sorge a poca distanza dall’abitato &

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Tetti lungo le rive del torrente Tino, un affluente del Taloro, la cui corrente ve` niva usata per il suo funzionamento. E ` fino agli anni Sessanta stato in attivita ` ancora in buone condizioni. ed e Quando il villaggio era centro di produzione dell’orbace, lungo le rive del torrente sorgevano numerosi impianti simili, purtroppo andati in rovina. Gra` anche la chiesa campestre di ziosa e San Sebastiano che sorge ad 1 km dall’abitato in una valle riparata. La loca` piu ` suggestiva e ` il lago Cucchinalita dorza, situato a 382 m di livello sul ` giungere dall’abitato semare; vi si puo guendo la strada per Olzai. Si tratta del secondo dei laghi artificiali ottenuti mediante lo sbarramento del Taloro (=) utilizzato per l’alimentazione di una centrale idroelettrica. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le feste del Carnevale serbano memoria ` suggestiva di antiche usanze pagane; e la cerimonia di chiusura, che si tiene il Mercoledı` delle Ceneri e culmina con una sfilata di maschere nel corso della quale viene simbolicamente ucciso un fantoccio che rappresenta il Carnevale. Il 5 agosto si svolge la festa della Madonna della Neve che prevede un ricco programma di manifestazioni e culmina con una spettacolare processione. Sempre ad agosto si svolge, presso la chiesa omonima, la festa di ` imSan Sebastiano, considerata la piu portante della zona. Ha inizio, dopo ` stata trasporche la statua del santo e tata dalla parrocchiale alla chiesa campestre, con un novenario che precede i veri e propri festeggiamenti che avranno il loro culmine l’ultima domenica di agosto. Tra le molte manifestazioni previste sono di particolare interesse il tiro alla candela, una gara che prevede che il tiratore tenti di colpire una candela accesa a 50 m di distanza con un fucile armato di un solo colpo, e

su ballu de su ferrere, nel corso del quale l’uomo finge di ballare da solo con passo claudicante avvicinandosi alla dama prescelta alla quale consegna un’offerta destinata al suonatore; se l’offerta viene accettata i due potranno continuare a ballare in coppia, ` continuare a altrimenti l’uomo dovra ballare da solo.

Tetti, Virgilio Studioso di storia della Sardegna (Bonorva 1927-Sassari 2003). ` all’inseConseguita la laurea si dedico gnamento negli istituti di istruzione secondaria. L’insegnamento non gli impedı` di dedicarsi allo studio dei nomi di luogo durante tutta la sua vita, accompagnando l’analisi delle fonti a si` stematiche ricognizioni sul campo. E autore di numerose pubblicazioni di elevato livello scientifico, tra cui: Appunti sulle strade romane nella zona di Bonorva, ‘‘Studi sardi’’, XXIII, 1975; Il tracciato della strada romana per Olbia in agro di Mores, Ittireddu e la stazione di Hafa, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, IX, 1983; Sea, un toponimo da chiarire, ‘‘S’Ischiglia’’, IV, 2, 1983; La battaglia di Aidu ’e Turdu, ‘‘Bollettino dell’Associazione dell’Archivio storico sardo di Sassari’’, 1985; Antiche vie romane in Sardegna, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, XII, 1985; Una scoperta archeologica nel Goceano, ‘‘La Grotta della Vipera’’, 42-43, 1988; Osservazioni critiche su alcune ipotesi riguardanti la fine del dominio bizantino e la nascita dei giudicati, ‘‘Sacer’’, I, 1, 1994; Sant’Efis? Chi era? Contributo alla sco` di un santo guerriero, perta dell’identita ‘‘Sacer’’, II, 2, 1995; Il condaghe di San Michele di Salvennor. Patrimonio e atti` dell’abbazia Vallombrosana, 1997. vita

Teulada Comune della provincia di Ca` mongliari, sede della XXII Comunita tana, con 3928 abitanti (al 2004), posto a 50 m sul livello del mare a ridosso della

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Teulada costa sud-occidentale. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias.

Teulada – Veduta del centro abitato.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 245,59 km2 e confina a nord con Giba e Santadi, a est con Domus de Maria, a sud col mare Mediterraneo e a ovest con Sant’Anna Arresi. Si tratta di una parte dei rilievi del Sulcis, che si mantengono piuttosto alti anche in questa fascia costiera: intorno al paese si levano il monte Culurgioni, 443 m, il ` attraPerdaia, 437, e il Maria, 477. T. e versato dal rio de Monti, che si dirige verso sud-ovest per gettarsi in mare nei pressi del porto. Il paese si trova lungo la statale 195 Sulcitana, che qui passa nella zona interna mentre un’altra strada segue il litorale della Costa del Sud; una secondaria si dirige verso Santadi, mentre un’altra consente di raggiungere il litorale e il porto. Qui si trovano il porto peschereccio e quello turistico. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico; fu fre` punica, e in eta ` romana quentato in eta ` di Tegula le cui rovine vi sorse la citta affiorano nell’istmo che collega il capo Teulada alla terraferma, attualmente compreso nel territorio gravato da ser` militare. Nel Medioevo apparvitu tenne al giudicato di Cagliari ed era in&

cluso nella curatoria del Sols (Sulcis). ` in localita ` Da Tegula l’abitato si sposto Sant’Isidoro e, dopo che il giudicato di ` del Cagliari fu debellato per volonta Comune di Pisa, nella divisione che nel 1257 ne seguı` fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Quando poi, alcuni anni dopo, fu fatta una nuova divisione tra i due rami ` al ramo del della famiglia, T. tocco ` noto, i figli di conte Ugolino. Come e quest’ultimo, per vendicare la morte del padre, alla fine del secolo XIII scatenarono una guerra contro Pisa, furono sconfitti e persero tutto; allora il villaggio prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, nel 1329 T. fu concesso in feudo, unitamente ai salti di Sirri, Murrecci e Margalu, a Bernardo Cespujades. Negli anni seguenti i rapporti della sua popolazione con i feudatari furono abbastanza tesi e T. riuscı` a conservare una certa auto` per l’epidemia di penomia; soffrı` pero ste del 1348 e la sua popolazione diminuı` di molto. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e il territorio ne fu duramente provato; tornata la pace il ` , come appare malcontento non cesso dalle lamentele che i suoi rappresentanti manifestarono durante il Parlamento del 1355. I tormenti per T. ripresero con lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV e il ` completamente. territorio si spopolo Agli inizi del Quattrocento, quando i Cespujades erano ormai estinti, il vil` Sant’Isidoro non esilaggio in localita ` , l’intero territorio era desosteva piu lato e le coste erano divenute un comodo rifugio per i corsari che spesso vi approdavano. Tra il 1464 e il 1514 il ` a rimanere deserto territorio continuo ` spesso di mano, sino a quando e passo fu concesso a Pietro Porta il cui figlio,

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Teulada ` del anche lui di nome Pietro, a meta ` il ripopolamento, secolo XVI ne inizio ` dapprima utilizzando la stessa localita ` una tondi Sant’Isidoro dove impianto nara e fece costruire alcune torri litoranee. Estinti i Porta agli inizi del Sei` ai Sanna alla cento, il villaggio passo ` cui tragica estinzione, nel 1668, passo `. Con questa famiglia entro la ai Catala fine del secolo XVII l’abitato di T. fu ` spostato nell’attuale sito, ritenuto piu sicuro e meglio difendibile. Estinti i ` , T. fu ereditato dai Sanjust che Catala lo tennero fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia ` a far parte di Cagliari; nel 1848 entro della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in T. anime 2070, distinte in famiglie 515, e in case 514. Professioni. I ` numerosa, pastori sono la classe piu ´ nella medesima si contano per perche lo meno 400 persone tra pastori e gar` quelli che zoni. Gi agricoltori, cioe principalmente sono dedicati a questo, sono circa 330. Le persone applicate a’ diversi mestieri, che sono necessari in una popolazione, massime quando essa resta lontana da altre, dalle quali si possa provvedere ne’ bisogni, sono circa 50. Agricoltura. Sebbene in gran parte montuoso il territorio di T., non pertanto ha molti terreni ottimi per la coltivazione de’ cereali, non solo nelle valli, ma ancora nelle pendici facili dei colli. Del resto basterebbero i soli piani che abbiamo notato alla parte di ` da notare che ponente-libeccio. Qui e la seminagione non si fa solo da quelli che abbiamo annoverato nell’arte degli agricoltori, ma anche dai pastori, i

quali sogliono seminare i campicelli, che chiudono presso alle loro capanne, o case campestri, le quali hanno una rassomiglianza alle cascine, come i furriadorjius de’ vicini sulcitani. La quan` che si semina e ` di starelli 2800 di tita grano, 450 d’orzo, 200 di fave, 60 di le` gumi, 120 di lino. La fruttificazione e del 10 del grano, del 16 per l’orzo, del 12 per le fave, del 10 per i legumi. Il lino occupa starelli di terreno 300 in circa, ` buoni prodotti; il canape e ` coltie da ` pravato da pochissimi. L’orticoltura e ticata, e si hanno molti siti per ampliarla e per introdurre la coltivazione della meliga. La vigna prospera, e dove ` ben situata produce ottimi frutti. Si e ` di uva, ed e ` imhanno circa 20 varieta piegata in questa cultura un’area di circa 260 giornate. Pastorizia. La massima parte de’ pascoli del territorio di T. sono divisi in distretti, in ciascuno ` una casa pastorale con dei quali vi e alcuni campicelli intorno e delle piccole tanche. Queste case sono circa 90, e in molte di esse soggiornano le fami` abitazione glie, le quali hanno pero propria nel paese. Il bestiame di servigio, o manso, come dicono, componesi di buoi per l’agricoltura ed il carreggio 560, di cavalli e cavalle per sella e basto 180, di giumenti 360, che servono per la ` i momacinazione. Non mancano pero lini idraulici. Si hanno quindi circa 200 ` di majali, e si nutre una gran quantita pollame. Il bestiame rude che pascola in tutto il territorio si computa nel modo seguente: vacche 2500, capre 9500, pecore 12 000, porci 3500, cavalle 250. I pascoli sono copiosi per tutte le specie, e solo mancano per le pecore e scarseggiano per le altre quando sieno ritardate le pioggie autunnali». Nel corso del secolo XX l’economia di T. si ` sviluppata notevolmente grazie alle e ` della pesca, dell’itticoltura e attivita `, soprattutto del turismo. La comunita

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Teulada il cui vastissimo territorio si estende ` degli anni per quasi 250 km2, a meta Cinquanta dovette cedere 7000 ha per la costituzione del Poligono militare; nel corso degli anni ha imparato a con` vivere con questa importante realta ` diventata uno degli elementi che e della sua economia, anche se la sua ` di un ostacolo ad alpresenza crea piu cuni settori della vita del centro. A partire dal 2006 il governo ha intensificato ` regionali e i i colloqui con le autorita rappresentanti locali sul tema delle ` militari nella zona. servitu

Teulada – Dune di sabbia lungo il litorale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini e caprini; notevole sviluppo hanno anche la pesca e la piscicoltura. Negli ultimi decenni si sta ` insviluppando anche discreta attivita dustriale nei settori della metallurgia ` discretamente svilupe dell’edilizia. E pata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche tre alberghi con 621 posti letto, tre aziende agrituristiche con 37 posti letto, un campeggio con 720 posti letto e cinque ristoranti. ` la traArtigianato. Antica e rinomata e dizione del ricamo (punto Teulada) e quella della produzione delle pipe in terracotta. Di discreto livello sono anche gli arazzi, i tappeti tessuti a casa e i

gioielli realizzati dagli artigiani locali. ` collegato da autolinee agli Servizi. T. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico industriale), sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 4108 unita di cui stranieri 8; maschi 2093; femmine 2015; famiglie 1377. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 55 e nati 22; cancellati dall’anagrafe 142 e nuovi iscritti 49. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 108 in migliaia di lire; versamenti ICI 1558; aziende agricole 182; imprese commerciali 203; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 81; ambulanti 3. Tra gli indicatori sociali: occupati 1236; disoccupati 369; inoccupati 156; laureati 39; diplomati 421; con licenza media 1560; con licenza elementare 1207; analfabeti 169; automezzi circolanti 1430; abbonamenti TV 1145. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico, in particolare i nuraghi Barussa, de Crabili, de Frois, de Mesu, de Monte Arbus, de Sa Canna, Domenico, Don Antiogu, Giovanni Matta, Is Crabus, Is Orbais, Maledetta, Malfatano, Mannu, Maxinas, Pioa, Pittia, Sa Patera, Sa Tuerredda, Su Zippiri, Turrita, Zafferanu e Ziu Giuanneddu. Si trovano anche tracce di pre` punica e in eta ` senza dell’uomo in eta romana. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il tessuto urbano ha subı`to negli ultimi decenni radicali trasformazioni e in gran parte ha perso la

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Teulada sua fisionomia tradizionale con le strade sulle quali si affacciano case la cui corte spesso racchiude lussureggianti giardini. L’edificio di maggiore ` la chiesa della Vergine importanza e del Carmelo, l’attuale parrocchiale; fu costruita nel Seicento e successivamente ristrutturata. L’interno ha una navata e conserva alcuni altari ricoperti di marmo policromo proveniente dalle cave che sono numerose nei dintorni e potrebbero essere sfruttate. La ` arricchita facciata, molto semplice, e da un rosone e da un portale che si affaccia su una piazza attraverso una scenografica scalinata. Altro bell’edificio ` la chiesa di San Francesco, costruita e nel secolo XVI in forme tardogotiche; ha l’impianto a una sola navata completata da alcune cappelle laterali e ` in legno dal presbiterio; la copertura e a capriate. La facciata, animata da un ` affiangrande finestrone ottagonale, e cata da un campanile a vela. Di grande ` il sito di Sant’Isidoro, locainteresse e ` a poca distanza dall’attuale centro lita nella quale si trovano i resti dell’antico villaggio. In particolare una torre a pianta quadrata, probabilmente fatta costruire prima del secolo XIV e suc` aragocessivamente utilizzata in eta nese. Attualmente conserva il piano terra e due piani in elevazione ed era protetta da una cinta muraria oggi par` comuzialmente crollata. L’edificio e nemente conosciuto come ‘‘castello di Pietro Porta’’, il primo barone di Teulada (=), la cui bellissima figlia sarebbe stata rapita dal bey di Tunisi che, per quanto vecchio, se ne inna` e la condusse in Africa per spomoro sarla. Al momento dello sbarco a Tunisi ` sarebbe stata vista dall’ambasciapero tore spagnolo che, non potendola riscattare per l’opposizione del prin` in Spacipe, la rapı` a sua volta, la porto ` . Per ricordare il fatto, gna e la sposo

accanto alla torre sarebbe stata co` il struita la chiesa. Suggestivo infine e sistema delle torri costiere; il tratto di costa compreso nel territorio del co` difeso da una serie mune di Teulada e di torri situate in posizioni strategiche e che a partire dal secolo XVI consenti` dei tonrono lo sviluppo delle attivita narotti e la ripresa del villaggio. La ` la torre di Pixini, situata su un prima e ` ; si promontorio nell’omonima localita tratta di un edificio in buone condizioni di conservazione, costruito in ` forma troncoconica nella prima meta del Seicento. Al proprio interno ha un ambiente con la volta a cupola sorretta da un pilastro. Armata con un cannone e servita da una piccola guarnigione, la torre assolse compiti di difesa e di avvistamento. Poco oltre, posta sul promontorio che chiude il porto di T., si trova la torre del Budello, costruita attorno al 1601. L’edificio ha una forma cilindrica e al proprio interno ha un ambiente con volta a cupola sorretta da un pilastro. Era armato con un cannone e servito da una guarnigione comandata da un alcaide; svolgeva funzioni di avvistamento e di difesa. Lungo la costa, circa 10 km a sud dell’abitato, nel territorio attualmente occu` situata la pato dalla base militare e torre di Porto Scuro, edificio costruito in forma troncoconica nella prima ` in cattive condi` del Seicento. E meta zioni di conservazione, al suo interno conserva un ambiente con volta a cupola. Era armata con una spingarda e servita da una piccola guarnigione; svolgeva prevalentemente compiti di avvistamento. Accanto alla torre, su uno spazio pianeggiante del promontorio, sono stati identificati i resti di una fortezza punica a pianta rettangolare costruita nel secolo V a.C. A sud del capo Teulada, che si protende dopo ` situata, sempre nel terPorto Scuro, e

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Teulada ritorio della base militare, la torre di Cala Piombo. Anche questa risale alla ` del secolo XVII ma attualprima meta ` ridotta allo stato di rudere. mente e Svolgeva essenzialmente una funzione ` ricco di di avvistamento. Il territorio e bellezze naturali, in particolare la zona del Capo che comprende la penisola di Corte Arresi, l’estrema punta meridionale della Sardegna. Si potrebbe dire un’isola, collegata alla terraferma dall’istmo di Bocca Forti dove secondo gli ` archeologi sono le rovine di Tegula. E caratterizzata da una costa rocciosa con pareti a picco sul mare, rotta da calette e da spiagge bellissime con dune spettacolari. Buona parte del ` occupata dal Poligono suo territorio e militare.

Teulada – Il capo Teulada conclude un breve tratto della estrema costa meridionale dell’isola, frastagliato da rias e punteggiato di stagni.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le feste popolari che tra-

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mandano la memoria di tradizioni di ` ricco. Suggestivi sono cui il villaggio e i riti della Settimana santa, durante i quali si svolge una singolare cerimonia che conserva l’influsso di lontane usanze spagnole. Dopo la celebrazione della Coena Domini le donne provvedono a vestire di nero la statua della Vergine per la processione de Sa Cruxi (La Croce), durante la quale viene fatta sfilare una croce del secolo XVII portata dai membri dell’Arciconfraternita del Rosario in costume. La processione sfila per le strade del villaggio accompagnata dal suono dei crepitacoli chiamati matraccas e arraineddas. Nel pomeriggio successivo si svolge in forma solenne il rito de s’Iscravamentu (Deposizione) con personaggi in costume (is varonis) in una vera e propria spettacolare sacra rappresentazione; al termine la statua della Vergine Addolorata e il Cristo Morto vengono portati in processione per le strade di T. da penitenti scalzi. Altro importante mo` la sagra del pescatore, che si mento e ` orsvolge il primo sabato di luglio ed e ganizzata dalla parrocchia, dalla cooperativa dei pescatori e dalla Pro Loco; ha avuto inizio nel 1979. Il suo ` costituito da momento culminante e una processione di barche che da Porto Teulada, dopo la celebrazione di una messa, trasferisce la statua della Madonna a Porto Budello. Durante il tragitto viene lanciata in mare una corona in memoria dei caduti; al ritorno vengono offerti ai presenti pesci arrosto e vino. Poco dopo, in concomitanza con il Ferragosto, si svolge la Settimana teuladina, occasione durante la quale ` possibile ammirare i prodotti dell’are ` tigianato locale e gustare le specialita gastronomiche. Il mese di agosto si chiude con la festa di Sant’Isidoro, che ` omonima a parsi svolge nella localita tire dal 1700 la seconda domenica del

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Thaon di Revel mese o l’ultima di settembre. Nell’occasione la statua del santo viene portata dalla parrocchia alla chiesetta su un cocchio dorato accompagnato da un gran corteggio di carri a buoi (traccas) e di cavalieri in costume. Di grande bel` il costume. L’abbiglialezza infine e mento tradizionale, che ricorda i le` con la Spagna, vagami della comunita ria a seconda delle circostanze. Quello ` di due tipi. Quello delle femminile e grandi occasioni (detto della sposa o ` costituito da una camicia di festivo) e tela bianca (camisa), molto ricamata e ornata da inserti di pizzo (sa randa) sul collo e ai polsini, e da una gonna (sa foldetta a introlladu) di panno rosso con balza di broccato. Sopra la camicia si indossano un busto (su cossu) di broccato guarnito di trine e chiuso sul davanti con un laccio di seta, e una giacca (su gipponi) di velluto nero con paramano di broccato; sopra la gonna si indossa il grembiule (sa vascadroxia) di panno rosso con una bordatura di broc` complecato. L’abbigliamento di gala e tato da un da una cuffia di tela rossa (sa scuffia) su cui si indossa un fazzoletto (su mucadori biancu) di tulle o di filet, ´ dai gioielli. Quello indossato nonche ` costituito da una camicia tutti i giorni e di tela bianca (camisa) con il pizzo al collo e ai polsini, e da una gonna (sa foldetta de bordau) di bordatino rosso e blu. Sopra la camicia si indossa il busto (su cossu) di broccato rifinito con trine e chiuso sul davanti da un laccio di seta; sopra il petto si porta un ampio fazzoletto di seta viola con frange (su mucadori ’e seda); sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di tela ` comfantasia. Questo abbigliamento e pletato da una cuffia di tela rossa (sa scuffia) sulla quale si appunta un fazzoletto bianco di filet. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela bianca col collo

molto alto e inamidato (sa zughera), e dai calzoni di tela bianca o di lino. Sopra la camicia si indossano un gilet (su cossettu) di velluto color vino scuro e con le spalle di tela nera, guarnito con ricami a colori vivaci e bordato con nastro verde, e la giacca (su gipponi) di orbace nero con il cappuccio bordato di rosso e di verde. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (su crazzoni de orbaci) di orbace nero lungo fino alle ginocchia, sostenuto in vita da un laccio di pelle da cui pende un fazzoletto rosso, e le ghette dello stesso tessuto. ` completato da su L’abbigliamento e cappeddu, un cappello simile a un sombrero, di panno grigio a larghe falde. ´ di SarThaon di Revel, Ignazio Vicere degna (Nizza 1760-Torino 1835). In carica dal 1818 al 1820. Destinato alla carriera diplomatica, convinto reazionario, scoppiata la guerra contro la Fran` nell’ecia rivoluzionaria nel 1792 entro sercito e percorse una brillante carriera nelle guerre contro Napoleone. `a Dopo la battaglia di Marengo si ritiro vita privata. Amico di Carlo Felice, ` a far parte dopo la restaurazione entro del Consiglio di reggenza e fu ministro plenipotenziario a Parigi. Nel 1818 fu incaricato dallo stesso Carlo Felice di ´ in Saresercitare le funzioni di vicere degna in sua vece. Rimase a Cagliari fino al 1820, governando con burocratica precisione. Tornato in terraferma, fu nominato governatore di Torino: scoppiati i moti del 1821, fu incaricato del governo provvisorio fino al ritorno di Carlo Felice e riuscı` a porre fine al disordine.

Thaon di Sant’Andrea, Carlo Francesco Vicere´ di Sardegna (Nizza 1725Cagliari 1807). In carica dal 1787 al 1790 e nel 1804. Ufficiale di carriera, fu promosso generale nel 1780 e nel 1781 nominato comandante di Nizza. ´ di Sardegna nel 1787; Divenne vicere

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Tharros ` con riinsediatosi a Cagliari governo gore militare, impegnandosi a promuovere la pubblica istruzione e a costruire alcune buone strade attorno a Cagliari e a Sassari. Tornato in Piemonte nel 1790, fu nominato governatore di Tortona; nel 1796 ebbe il Collare dell’Annunziata; nel 1797 fu nominato governatore di Torino. Subito dopo, ` , fu costretto dall’avanzata dei pero francesi a fuggire: nel 1799 fu nominato Luogotente del Regno e dopo la battaglia di Marengo dovette riparare in Sardegna. Nel 1804, per l’assenza del ´ re, fu nuovamente nominato vicere per breve periodo.

Tharros – Orecchino fenicio in oro del secolo VII-VI a.C. proveniente dagli scavi archeologici.

Tharros Citta` antica localizzata all’e` meridionale della penisola stremita del Sinis, sulla costa occidentale dell’isola, presso San Giovanni di Sinis. Il ` attestato per la prima toponimo T. e volta nelle Historiae di Sallustio nel se-

colo I a.C. nella forma plurale Tarrhos. Non casualmente, infatti, il corrispet` rrai in Tolomeo e in Giortivo greco Ta gio Ciprio impone una forma latina Tarri, attestata nell’Anonimo Ravennate e in Guidone, o Tharri, data in accusativo (Tharros) nell’Itinerario Anto` giustificata niniano. La forma plurale e dall’esistenza di due poli urbani fenici distinti, serviti da due necropoli, la prima presso San Giovanni, la seconda sul capo San Marco. L’origine di T., articolata nei due distinti stanziamenti, si pone alla fine del secolo VIII a.C.` alla principio del secolo VII a.C., eta ` antiquale si assegnano i materiali piu chi dell’area del tofet (santuario con` dei bamnesso all’offerta alla divinita bini defunti), sul colle di Muru Mannu, nell’area di un villaggio nuragico abbandonato. I corredi delle due necropoli documentano la ricchezza dei traf` arcaica al periodo elfici di T. dall’eta lenistico. Hanno particolare rilievo le oreficerie, i sigilli-scarabei, le terrecotte figurate e le ceramiche d’impor` cotazione greche ed etrusche. La citta nobbe una fase di depressione amministrativa ed economica a partire dalla conquista romana del 238/237 a.C. a causa della prevalente politica filopunica della sua classe dirigente e dei mutati equilibri commerciali che privilegiarono, naturalmente, le rotte tirreniche rispetto a quelle del Mediterraneo occidentale e meridionale. Nel ` 77 a.C. una fugace menzione della citta in Sallustio parrebbe alludere a un ruolo giocato da Tarrhi nel conflitto tra ottimati e popolari. Nel periodo repubblicano in Tarrhi parrebbero persistere le correnti culturali puniche, in particolare in ambito cultuale. Il culto di Baal Hammon attestato insieme a quello di Tanit nelle epigrafi del tofet persiste sino al secolo I a.C. Il dio feni`’’, appare cio Melqart, il ‘‘Re della citta

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Tharros S.G. venerato in uno dei templi principali `, di T. ancora nel secolo III a.C. La citta amministrata dai sufeti, funzionari di tradizione punica, ancora nei primi tempi del dominio romano, dovette aprirsi progressivamente alle componenti anche culturali romano-italiche, cosı` da acquisire un nuovo assetto urbanistico e politico con l’Impero. Nel ` un santuario a secolo I a.C. si realizzo terrazze sulle falde orientali del colle di Torre di San Giovanni, remota eco dei grandi santuari ellenistici e italici, con un sacello distilo in antis e altare a bancone di tipo punico. Un tempio con pomarium (frutteto) venne eretto verso la fine del secolo I a.C. da Fundania Galla, la moglie di Varrone, il famoso scrittore latino di agronomia. Forse in ` cesariana, al piede orientale della eta collina di San Giovanni, fu edificata una struttura con un prospetto corinzio-italico, forse di carattere religioso. ` imperiale sono documentate deIn eta diche a imperatori, tra cui Geta e Co` anche testantino. Il culto imperiale e stimoniato dai ritratti marmorei di Li` romana via, Nerone e Adriano. La citta da un lato si adegua, per le caratteristiche geomorfologiche della penisoletta ` estrema del Sinis, agli spazi della citta cartaginese, dall’altro propone profonde riqualificazioni degli spazi in funzione del nuovo modello urbano, ` imperiale. soprattutto durante l’eta Nascono cosı` tre edifici termali, un acquedotto e un anfiteatro. Lo statuto cit´ sia postadino appare incerto benche sibile che T. divenisse colonia onoraria entro la fine del II-inizi del secolo III ` cristiana, documend.C. La comunita tata da iscrizioni funerarie sin dal tardo secolo IV-inizi del secolo V d.C., appare organizzata con un suo vescovo ` vandalica, a partire dalla tarda eta ` documentato un Johannes quando e tarrensis episcopus, cui deve riferirsi il

complesso episcopale con basilica e ` battistero presso le terme n. 1. In eta bizantina accanto alla sede episcopale ` menzionato il castrum di T., di Sinis e forse localizzabile alle falde del colle ` venne abbandi San Giovanni. La citta donata definitivamente nel 1070 a favore di Aristanis (Oristano). [BARBARA SANNA]

Tharros S.G. Societa` sportiva nata a Oristano nel 1905 su iniziativa dell’avvocato Antonio Andria, originario di Seneghe, che ne diviene presidente. ` quello di «curare l’educaL’intento e zione fisica e culturale dei giovani», come recita lo statuto. La prima atti` svolta dagli atleti e ` la ginnastica, vita che unisce lo spettacolo all’agonismo: ` tardi l’atletica ad essa si aggiunge piu ` leggera. Dopo qualche anno la T. S.G. e ` entrata nel novero delle ‘‘grandi’’ gia sarde e nel 1910 organizza una delle prime edizioni dei campionati regionali di atletica leggera con contorno di gare di lotta ed esibizioni ginniche. Anche se i vincitori delle gare sono di Cagliari o di Sassari, il successo organiz` grande ed e ` subito seguito zativo e dalla prima trasferta in continente, a Genova. Gli oristanesi, accompagnati dallo stendardo biancorosso e dalla fanfara e guidati dal maestro Teodoro Onorato, si comportano in modo digni` continua con entusiatoso. L’attivita smo mentre comincia a fare capolino il foot-ball con partite estemporanee `, soprattutto dopo la cogiocate in citta struzione dello stadio sociale, la cui inaugurazione avviene nel 1926. Due anni dopo i biancorossi partecipano al concorso ginnastico di Milano dove si distingue lo specialista Severino Ibba, ` . Con punta di diamante della societa l’avvento del fascismo nascono le associazioni di regime: la T. S.G. ne soffre ` ginnastiche, come tutte le altre societa che godevano di una grande autono-

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Thermes mia. Intanto prende piede il pugilato e anche la T. S.G. organizza vari tornei sul ring allestito all’interno del cinema Ideal. Subito dopo la guerra la squadra di calcio viene iscritta al campionato regionale assieme alle altre ‘‘grandi’’ sarde, mentre negli anni Cinquanta e Sessanta la T. S.G. si specializza nell’atletica e nel ciclismo. Si mettono in luce gli atleti Piras e Fantoni e i ciclisti Cannas, Attene e Atzei. Tra gli atleti di quel periodo figura anche il centometrista Ignazio Abis, che in seguito di` il massaggiatore ufficiale e ventera che nel 2005 ha festeggiato il mezzo secolo di attaccamento ai colori biancorossi. Nel corso degli anni il calcio prende via via il sopravvento sugli altri sport e la squadra disputa varie stagioni nella quarta serie (due secondi posti il miglior piazzamento, a un passo dalla serie C). Nella stagione calcistica 1950-51 aveva militato nella T. S.G. l’ex campione del mondo Gino Colaussi ` della Triestina. Col (1914-1991), gia tempo le varie sezioni lentamente lasciano il posto al solo calcio: attualmente i biancorossi militano nel campionato ‘‘di Eccellenza’’ regionale. [GIOVANNI TOLA]

Thelle, Giovanni Religioso (sec. XII). Vescovo di Bisarcio dal 1170. Probabilmente nipote di Mariano, fu nominato vescovo di Bisarcio nel 1170, quando Barisone II e suo fratello Pietro iniziarono una politica filogenovese. Prese parte attiva agli avvenimenti politici del suo tempo, rimanendo fedele a Pisa.

Thelle, Mariano Religioso (sec. XII). Vescovo di Bisarcio dal 1139 al 1146. Canonico turritano, fu nominato vescovo di Bisarcio nel 1139, nel momento in cui il giudicato di Torres veniva attaccato dal giudice Comita III d’Arborea. Terminata la guerra, nel 1146 prese parte come rappresentante

del giudice Gonario di Torres al convegno intergiudicale di Santa Maria di Bonarcado, ma pochi mesi dopo morı`.

Thermes, Attilio Ufficiale di carriera (Cagliari 1863-Valdibrana 1925). Terminati gli studi in Accademia, prese parte alle campagne in Eritrea e in seguito alla prima guerra mondiale. Nel corso ` una medaglia del conflitto guadagno d’argento al V.M. e la promozione a generale di brigata. Nel dopoguerra raggiunse il grado di generale di divisione ed ebbe il comando territoriale di Roma.

Thermes, Cenza Scrittrice (n. Sinnai 1913). Dopo essersi laureata in Lettere, ` dedicata all’insegnamento e dopo si e ` diventata preside nelle alcuni anni e scuole medie. Studiosa della storia e delle tradizioni di Cagliari, ha pubblicato alcune interessanti opere nelle quali ha approfondito aspetti partico` , contrilari della vita della sua citta buendo cosı` a salvarne la memoria. Tra i suoi scritti: Cagliari amore mio, voll. 2, 1980; Sant’Efisio story, 1982; La congiura di Calle de Los Caballeros, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1983; Un illustre cagliaritano vittima della santa Inquisizione: Sigismondo Arquer, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1983; C’era una volta la fabbrica di Sant’Anna, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1984; Il servetto studente. Una singolare figura di inurbato nel passato ` : i majolus, ‘‘Almadella nostra citta nacco di Cagliari’’, 1984; Cagliari del Seicento nei disegni di Juan Francisco Carmona, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; Con le regie patenti del 2 dicembre 1806 Vittorio Emanuele I punı` severamente il matrimonio con sorpresa, ‘‘Almanacco di Cagliari’’ 1989; Nel 1824 anche in Sardegna lutto collettivo per la morte di Vittorio Emanuele I, ‘‘Almanacco della Sardegna’’, 1990.

Thermes, Giovanni Pittore e incisore (Cagliari 1921-Napoli 1995). Formatosi

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Thermes a Roma, dove si era trasferito insieme alla sorella Rita per dedicarsi alla pittura, esordı` nel 1946 con una mostra personale a Cagliari; in seguito prese parte a numerose rassegne in Italia e all’estero e all’VIII Quadriennale. Si ` soprattutto come disegnatore, affermo ` importanti rivicollaborando alle piu ste italiane e curando le illustrazioni della famosa collana dei Penguins ` Books di Londra. Tra le sue cose piu note, una cartella di 25 tavole, Ballata di Cagliari, pubblicata nel 1971 con prefazione di Francesco Alziator (=): ` si annunciano con i colori «Certe citta e con i profumi – scriveva Alziator – Ca` una citta ` che per prima cosa si gliari e ` questo suo carattere di movede. E della sempre in posa che da secoli attira disegnatori e pittori».

Therol Famiglia valenzana (secc. XVIII-XIX). Si trasferı` a Cagliari nella ` del secolo XVIII con un seconda meta dottor Felice, chiamato come podatario dal marchese di Villacidro. Nel 1760 ottenne la cittadinanza cagliari` un considerevole patritana e acquisto monio. Suo figlio, il dottor Giovanni Battista, nel 1786 ottenne il cavalierato ` . La famiglia si ereditario e la nobilta estinse nel corso del secolo XIX.

Thermes, Mario Magistrato (Cagliari 1897-ivi 1976). Quando era ancora studente universitario partı` volontario nella prima guerra mondiale, durante ` volte e si guadala quale fu ferito piu ` numerose decorazioni. Nel 1920 si gno ` in Giurisprudenza ed entro ` in laureo magistratura percorrendo una luminosa carriera nelle sedi di Trieste, Firenze, Cagliari e Milano. Giunse al grado di presidente onorario della Corte di Cassazione e fu autore di numerosi lavori di carattere giuridico, soprattutto in materia di diritto corporativo.

Thermes, Rita Pittrice (Cagliari 1920` negli ambienti Roma 2006). Si formo artistici romani e cagliaritani tra le ` alla fine degli due guerre e si affermo anni Cinquanta, facendosi conoscere attraverso una serie di mostre personali e collettive dapprima a Cagliari e in seguito in altri centri dell’isola e in ` alla tradicontinente. Il suo stile si rifa ` densa zione sarda e la sua tavolozza e di colori forti con la predominanza del rosso.

Thiesi – Veduta del centro abitato.

Thiesi Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella V Comunita tana, con 3082 abitanti (al 2004), posto a 461 m sul livello del mare una trentina di chilometri a sud di Sassari. Regione storica: Cabudabbas. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da oriente a occidente, si estende per 63,83 km2 e confina a nord con Ittiri e Bessude, a est con Bessude e Borutta, a sud con Cheremule, Giave, un’isola amministrativa di Cheremule e una di Cossoine, a ovest con Romana. Si tratta di una regione di colline di media dimensione, dominata dalla massa di maggiore altezza ed estensione del monte Pelao (730 m). A breve distanza dal paese `a scorre il rio Bidighinzu, che poco piu ` luogo a un lago artificiale dallo nord da stesso nome. T. si trova a breve distanza dalla superstrada ‘‘Carlo Felice’’, alla

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Thiesi quale si collega con una bretella a nord, che passa anche per Bessude e ` in efSiligo, e una a sud-est; questa e fetti un tratto della 131 bis che prosegue poi per Ittiri e Alghero. La stazione ` vicina e ` quella di Giave, ferroviaria piu a 9 km, lungo la linea Oristano-Chilivani. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico. Il villaggio attuale ha origini medioevali, apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria del Cabudabbas. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio, unitamente al territorio dell’intera curatoria, cadde in mano ai Doria che lo unirono al Monteleone e, dopo la conquista aragonese, ne fecero una delle loro basi di resistenza agli invasori. Il villaggio, nel corso del secolo XIV, fu spesso teatro delle operazioni militari durante le molte guerre tra i Doria e l’Aragona, tra i Doria e Arborea, tra Arborea e l’Aragona e soffrı` molti danni. Pur essendo spesso occupato dalle truppe del giudice d’Arborea, sostanzial` a rimanere in possesso mente continuo dei Doria. Dopo la caduta del giudicato ` Doria che rimase in possesso di Nicolo ` a tenerlo fino alla caduta del continuo castello di Monteleone. Nello stesso anno il villaggio fu incluso nel feudo di Montemaggiore (=) che era stato costituito dai Manca (=). Estinto il ramo principale della famiglia, nella se` del secolo XVI T. fu erediconda meta tato dai Cariga (=). Da questi ultimi nel ` ai Ravaneda (=), che si 1604 passo estinsero nel 1726. Dopo la conclusione di una complessa vicenda ereditaria il ` in possesso dei villaggio nel 1728 torno Manca del ramo di Mores. I Manca continuarono a possederlo fino al riscatto dei feudi nel 1838. I contrasti furono tuttavia forti nel periodo della spedi-

zione di Gio Maria Angioy, quando il paese si unı` a quelli vicini per ribellarsi contro il dominio feudale. Al saccheggio e alla distruzione del Palazzo ` un cosı` difbaronale si accompagno fuso atteggiamento di rivolta che il go` contro il villaggio verno, nel 1800, invio ` una colonna di militari che lo espugno dopo una vera e propria battaglia con molti morti (l’episodio resta nella me` come S’annu de moria della comunita s’attaccu). Nel 1821 T. fu incluso come capoluogo di mandamento nella pro` a far vincia di Sassari; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della omonima provincia. Per questo periodo disponiamo della preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 anime 2887, distribuite in famiglie 670 e in case 615. Professioni. Secondo le differenze di queste, i tiesini si distribuiscono in diversi corpi: gli agricoltori, che sono il mas´ tra grandi e picsimo numero, perche coli, tra proprietari, giornalieri e garzoni, non sommano a meno di 650; i pastori, che parimente tra grandi e piccoli, proprietari e garzoni non sono meno di 130; i muratori circa 22; i ferrai 18; gli scarpari 12; i sarti 8; i negozianti e pizzicagnoli 14; i cavallanti che trasportano le derrate 20. Sono poi a numerare notai 10, medico 1, chirurghi 2, flebotomi 4, farmacista 1; quindi preti 14, frati 18. Agricoltura. Dicesi tra gli agricoltori ` piu ` idotiesini che il loro territorio e neo alla pastura, che alla cultura, e la ` questa, gran ragione degli stupidi e ´ il loro agro non e ` cosı` piano perche come un Campidano; ma chi ben conosce le cose, vede che se essi sapessero conoscere i terreni, i siti, e avessero quell’arte che non poterono imparare, quella diligenza nel lavoro, che manca, non avrebbero a invidiare altre regioni ` dunque fertilissime in cereali. Egli e

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Thiesi ´ non sanno coltivare i campi, e perche ´ sono negligenti nel lavoro, acperche cade che i solchi non producono molto, ` per poca benignita ` della nanon gia tura. La seminagione che si fa ordinariamente in T., comprende le seguenti ` di semenza, di grano starelli quantita 2400, d’orzo 500, di fave 100, di ceci, fagioli, lenticchie, piselli ed altri legumi quasi altrettanto. La semenza del grano rende ordinariamente e in comune il 7, dell’orzo il 12, delle fave e de’ legumi dal 10 al 25. Pastorizia. I pascoli sono abbondanti per ogni specie, e solo scarseggiano verso l’autunno, quando ritardano le pioggie. Alla ab` . Il bebondanza corrisponde la bonta stiame manso dei tiesini componesi di buoi 530 per il servigio dell’agricoltura e pel carreggio; di vacche mannalite 50, di cavalli 230 per sella e per basto, di giumenti 570 per la macinazione, e di un piccol numero di majali. Si educa ` di pollame pel serviuna gran quantita gio della famiglia, o per venderne i prodotti. Il bestiame rude numera segni di pecore 60 e capi 4100, segni di vacche 40 e capi 1800, segni di capre 45 e capi 2500, segni di porci 60 e capi 3730, segni di cavalle 30 e capi 300. Pascolano nelle regioni incolte e boscose dal novembre alla primavera, indi entrano nel maggese, e dopo la messe nelle stoppie, ` ne’ campi segati». Nel corso del cioe secolo XIX il villaggio divenne uno dei ` importanti dell’industria cacentri piu ` del sesearia ma nella seconda meta colo dovette affrontare una grave crisi. Nel Novecento, superata la crisi, la vocazione industriale e commerciale del ` definitivamente affervillaggio si e mata. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’industria casearia, in subordine l’agricoltura, in particolare la viticoltura, la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’alle-

vamento del bestiame, in particolare di ovini, bovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche un’atti` industriale nel settore dell’edilivita ` discretamente sviluppata la rete zia. E di distribuzione commerciale, che viene utilizzata anche dagli abitanti dei paesi circostanti. Vi operano anche due alberghi con 31 posti letto, un’azienda agrituristica con 8 posti letto e ` collegato da due ristoranti. Servizi. T. e autolinee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, ospedale, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico commerciale), sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3159 unita di cui stranieri 69; maschi 1566; femmine 1593; famiglie 1171. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 38 e nati 30; cancellati dall’anagrafe 64 e nuovi iscritti 33. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 607 in migliaia di lire; versamenti ICI 1574; aziende agricole 195; imprese commerciali 245; esercizi pubblici 23; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 76; ambulanti 8. Tra gli indicatori sociali: occupati 993; disoccupati 170; inoccupati 174; laureati 91; diplomati 457; con licenza media 985; con licenza elementare 1134; analfabeti 58; automezzi circolanti 1424; abbonamenti TV 954. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il suo ` ricco di testimonianze arterritorio e cheologiche che documentano la conti` dell’insediamento umano a parnuita ` retire dal periodo prenuragico piu moto. Ascrivibili a questo periodo sono la grotta di Monte Majore, conosciuta anche come grotta di Sa Korona:

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Thiesi si trova a circa 10 km dall’abitato lungo la strada che conduce a Romana. Di fa` costituita da una vastiscile accesso, e sima sala con suggestive colonne di stalattite e di stalagmite di sicuro effetto scenografico. La grotta ha un notevole interesse archeologico, infatti nel 1955 vi furono condotti importanti scavi che ` hanno restituito una discreta quantita di reperti della cultura di Bonuighinu (Neolitico medio 4000-3400 a.C.) e di quella di Ozieri (Neolitico recente 3400-2800 a.C.). Moltissime sono anche le domus de janas nei siti di Borgusa, Cua Cua, Gorini, Montigiu Bianco, Salighes, San Giovanni, Sa Perdascia, ` un Sennis. Tra tutte Mandra Antine e complesso di domus de janas a ipogeo riconducibile al periodo Eneolitico (2800-1800 a.C.), situato a sud-ovest dell’abitato. Di particolare interesse la tomba III, detta ‘‘Tomba dipinta’’ per´ le pareti del suo vano maggiore che sono dipinte con colori molto accesi; vi sono rappresentati motivi ornamentali tra cui quello delle due coppie di corna taurine da cui pendono due globi discoidi di colore bruno, molto caratteristici e ritenuti un simbolo solare; altro motivo raffigurato, quello della clessidra, interpretato come simbolo della Dea Madre. Al periodo nuragico sono riconducibili i nuraghi di Fonte Moia, Larista, Monte Folte, Monte Frimmaghe, Monte Pizzinu, Pabis, Possilva, Sa Mura, Santu Iorzi, Sa Pia Rosa, S’Ilvarezzu, Sueredu, Su Rumighe, Tuccaresi e la Tomba di giganti di Bighinza. Nel territorio a poca distanza dal nuraghe Possilva sono state trovate anche alcune tombe romane. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il tessuto urbano, a partire dalla ` dell’Ottocento, ha subı`to seconda meta ` arricprofonde trasformazioni e si e chito di numerosi palazzotti appartenenti a una borghesia agraria ricca e

` coindustriosa; il suo asse principale e stituito dal corso lungo il quale si apre uno slargo sul quale si affaccia la chiesa di Santa Vittoria, parrocchiale costruita nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi. L’interno ha una navata sulla quale si aprono la cappella maggiore e sei cappelle laterali, la coper` a volta a costoloni; conserva altura e ` cacuni pregevoli dipinti. La facciata e ratterizzata da un bel portale gigliato. ` la chiesa di Altro edificio di rilievo e Sant’Antonio da Padova, costruita nel ` di una no1650 grazie alla generosita bile famiglia del villaggio che vi eser` il patronato. Ha l’impianto a una cito navata completata dall’abside, la co` a volta a botte. Va infine ripertura e cordato il moderno edificio delle scuole medie che al proprio interno conserva un grande murale di Aligi Sassu raffigurante S’annu de s’attaccu. Ricchi di monumenti i dintorni: tra tutti spicca la Chiesa della Madonna di Seunis del Settecento che sorge nel territorio dove un tempo era il villaggio di Seunis oggi scomparso. Ha un impianto a tre navate con abside centrale, la copertura a volte a botte; al suo interno nell’abside si conservano una coreografica Gloria di angeli in stucco e un tronetto in marmo dell’Ottocento. Secondo la leggenda sarebbe nata ` di un contadino che, intento dalla pieta ` ai lavori in un campetto in prossimita delle rovine del villaggio, avrebbe trovato una cassa con dentro la statua della Madonna. Ispirato dalla Vergine e incitato dai compaesani, egli avrebbe avviato la costruzione della chiesa che nei secoli successivi fu sempre viva ` degli abitanti di Thiesi. A nella pieta poca distanza dall’abitato sorge la chiesa di San Giovanni Battista, posta all’interno di un pittoresco e alto recinto; fu costruita nel secolo XVII. Ha l’impianto a una navata arricchita dal-

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Thilikennor ` a l’abside, la copertura della volta e ` completata da un botte; la facciata e campaniletto a vela. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le molte feste popolari che tramandano il patrimonio di tradizioni del grosso centro, di particolare sugge` la festa di Santa Vittoria che si stione e svolge nella seconda domenica di mag` organizzata dalle donne nubili gio ed e ` importante e del paese. La festa piu ` e ` la sagra della Masuggestiva pero donna di Seunis. La festa si svolge ` lepresso la chiesetta omonima ed e gata alla leggenda del ritrovamento della statua della Madonna da parte di un contadino. I festeggiamenti durano diversi giorni e culminano l’8 settembre con una solenne processione in costume.

Thilikennor Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Montes. Sorgeva nei pressi di ` Achettas. Agli inizi Osilo in localita ` ai Malaspina gradel secolo XIII passo zie a un fortunato matrimonio; quando si estinse la dinastia dei giudici di Torres, essi lo inclusero nel loro piccolo stato. Avendo questi prestato omaggio al re d’Aragona, al momento della con` a far parte del Regnum quista entro Sardiniae. Essi riuscirono a conservarne il possesso, ma quando, dopo la ribellione dei Doria del 1325, si schierarono al loro fianco, fu coinvolto nelle ` prima lotte che seguirono. Si spopolo del 1348 e scomparve.

Thitari Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Romangia. ` di Bosove nella Sorgeva in prossimita attuale periferia di Sassari. Tra il secolo XII e il XIII fu uno dei villaggi che ` di Sassari, per diedero vita alla citta cui il suo abitato fu assorbito dalla nascente urbanizzazione.

Tholos Termine che viene utilizzato per indicare la caratteristica struttura di un edificio a pianta circolare ottenuta mediante la disposizione delle pietre della muratura in cerchi dal diametro decrescente dei filari; la costru` completata dall’accostamento zione e delle pietre che costituiscono il filare ` piccolo o da un lastrone che chiude piu la costruzione. Questo tipo di edificio era largamente diffuso nel mondo greco e orientale fin dal Neolitico e venne utilizzato largamente in Sardegna nelle diverse fasi di evoluzione ` nuragica. La t., infatti comdella civilta pare nei nuraghi, di cui rappresenta la struttura caratterizzante la cupola fin ` antichi a monotorre. dai modelli piu Compare anche nei templi a pozzo (= ` recenti Pozzo sacro). Secondo le piu teorie, la presenza della T. in Sardegna ` spiegabile con l’influsso che esercitae rono nell’isola culture provenienti da popoli del mare Egeo, che avrebbero ` raggiunto la Sardegna durante l’Eta del rame.

Thomas, Joanne Archeologa americana (n. USA, sec. XX). Allieva di P.T. ` con lui nel 1986 a Nicholson, scavo Ortu Comidu, su cui ha scritto Refiring experiments on Material from Nuraghe Ortu Comidu: some aspects of Ceramic Technology (con P.T. Nicholson), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.

Thomas, Raphael Pittore (Catalogna, sec. XV-?). Maestro di fama internazionale, unitamente a Joan Figuera sog` a Cagliari tra il 1455 e il 1477, giorno dipingendo il retablo di San Bernardino, ma soprattutto animando con la presenza sua e del Figuera il mondo artistico isolano e avviandone la meravigliosa fioritura nei secoli XV-XVII.

Thorel, Carlo Ammiraglio (Cagliari 1908-Roma 1975). Conclusi i suoi studi

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Tiana presso l’Accademia navale di Livorno, divenne ufficiale di carriera raggiun` alti. Compı` numerosi gendo i gradi piu viaggi intorno al mondo e, scoppiata la ` in seconda guerra mondiale, si occupo particolare del corpo dei sommozza` importanti tori, partecipando alle piu imprese nel Mediterraneo e ottenendo diverse decorazioni. Addetto militare del presidente della Repubblica Giulio Einaudi, fu per qualche tempo anche sottosegretario alla Marina mercantile. Studioso di notevole livello, ha lasciato alcuni lavori sulla storia della Marina militare.

Thorpe, W. Archeologo (n. sec. XX). Nel 1982 ha preso parte al XX Congresso di ` studioso dei rapporti antropologia, e tra la Sardegna e il sud della Francia durante il IV millennio. Su questo tema ´historiques entre ha scritto Relations pre la Sardaigne et le Midi de la France (4. `s millenaire), in Actes du XX Congre d’Anthropologie, 1982, e The distribution and sources of archaeological obsidian from Southern France, ‘‘Journal of Archaeological Science’’, II, 1984.

Thurpos Maschere tradizionali del ` coCarnevale di Orotelli. Il costume e stituito da un sacco nero, completato da un cappuccio che copre gli occhi e impedisce di vedere (thurpu significa infatti ‘‘cieco’’), oppure senza cappuccio: chi indossa questa versione della maschera si cosparge il volto di fuliggine. Le maschere si dispongono a gruppi di tre: due indossano il costume col cappuccio, sono aggiogati tra loro al modo di un giogo di buoi e vengono condotti dal terzo che rappresenta il contadino, che li guida servendosi di corde per le strade del paese. La sfilata dei t. richiama antichissime leggende, probabilmente legate al mito di su boe (=); in passato prevedeva che i personaggi incappucciati fossero di fatto padroni del paese e potessero muoversi a

loro piacimento nelle ore della mascherata.

Tiana Comune della provincia di ` Nuoro, compreso nella XII Comunita montana, con 572 abitanti (al 2004), posto a 564 m sul livello del mare alle falde nord-occidentali del Gennargentu. Regione storica: Austis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 19,35 km2 e confina a nord con Ovodda, a est con Desulo, a sud con Tonara e Sorgono e a ovest con Austis e Teti. Si tratta di una regione montuosa, ricoperta in parte da boschi e tagliata da alcune profonde valli scavate dai fiumi. A breve distanza dal paese scorre il Torrei-Tino, un tempo affluente del Taloro e oggi immissario del lago artificiale di Cucchinadorza, ` a nord. T. si trova che si trova poco piu lungo la statale 128 Centrale sarda, nel tratto tra Tonara e Gavoi; da questa si distaccano all’altezza dell’abitato due deviazioni, una a nord-ovest per Teti, una a ovest per Neoneli. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche di ` prenuragica e nuragica. Il centro eta abitato attuale ha origini medioevali, faceva parte del giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria di Austis. Dopo la caduta del giudicato prese a essere amministrato direttamente da funzionari reali. Nel 1461 T. fu acquistato dal marchese di Oristano unitamente al resto della curatoria e fece parte del marchesato fino al suo sequestro nel 1477. Nel 1478 fu concesso in ` morı` feudo a Pietro Pujades che pero senza figli nel 1503. Nel 1504 il villaggio fu compreso nel feudo acquistato da Matteo Arbosich ma i suoi abitanti avevano ancora un profondo senso di autonomia. Nel 1514, unitamente agli abitanti di Teti, entrarono in conflitto con

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Tiana gli abitanti di Ovodda per il controllo dei pascoli costringendo l’Arbosich a intervenire con energia per porre fine ` ai alla controversia. In seguito T. passo De Sena che si estinsero nel 1580 con ` un Matteo la cui figlia Filippa lo porto in dote a suo marito Bernardino Cervellon. Nel corso del secolo XVII i nuovi feudatari definirono il sistema amministrativo del villaggio e l’ammontare dei suoi carichi fiscali; favorirono anche lo sviluppo della lavorazione dell’orbace per cui il villaggio ebbe una notevole rinomanza. Estinti i Cervellon nel 1718, T. fu ereditato da Pietro Manca Guiso; la sua discendenza si estinse nel 1788 con un Raffaele la cui sorella Maria Maddalena lo fece passare agli Amat. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notano per T. anime 571, distribuite in famiglie 151 e in case 135. Le donne attendono alla tessitura e vendono i loro panni a’ gavoesi che lo portano in tutte le parti dell’isola per rivenderlo. Lavorano anche della tela, ma per i bisogni propri. La scuola elementare ha otto fanciulli, ad alcuni dei quali appena sanno leggere e scrivere il maestro mette in mano la grammatica latina per prepararli alle scuole dei ginnasi. Quelli che il maestro intro` per instanza dei loro duce alla latinita genitori sono destinati da costoro alla chiesa per essere poi d’appoggio alla famiglia. Agricoltura. I terreni di T. sono veramente poco idonei alla coltura dei cereali, siccome quelli che sono pietrosi e sabbionosi. Tuttavolta i coltivatori studiano a trarne qualche frutto. Il grano riuscendo meno del` di orzo che di l’orzo, si semina piu

` di grano. La seminagione dell’orzo e circa starelli 340, quella del grano non ` di 100 o di 120, non potendosi far di piu ` per la poca idoneita ` del suolo, maspiu sime per le pietre che vietano il lavoro. ` molto La fruttificazione dell’orzo e soddisfacente se abbia moltiplicato al 5, quella del grano al 3. L’orzo serve per il pane comune, il grano per il pane ` agiate e delle grandi delle famiglie piu feste. Si seminano fave e legumi, ma in ` , perche ´ ristrettispochissima quantita simi i luoghi, dove queste specie possono coltivarsi. Il prodotto di massime ` aversene de’ legumi lodasi ottimo. Puo l’otto per uno. Nella sponda del Tino e in quelle del Rio di Tonara si formano ` di irridegli orti avendosi la comodita garli. Oltre i legumi vi si coltivano i cavoli bianchi, i pomidoro e le lattughe. ` molto Le patate, alle quali il suolo e favorevole, occupano la massima parte del suolo. Pastorizia. Il bestiame manso che hanno i tianesi consiste in buoi 130, in cavalli e cavalle da sella e da basto ´ la 55. Non si hanno giumenti, perche macinazione dell’orzo e del grano si fa ne’ ventuno molini che si hanno lungo la corrente del Tino, i quali bastano non solo al servigio delle famiglie del ` detto, ma a paese, come abbiam gia molte dei paesi vicini. Il bestiame rude componesi di vacche 250, capre 1500, porci 600, pecore 3000». A partire dagli inizi del Novecento la diminuzione della domanda di orbace deter` la crisi del settore che porto ` a una mino progressiva diminuzione della popolazione. Quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu incluso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, bovini e suini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la ´ la coltura dei cafrutticoltura, nonche

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Tibaud stagni. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche qualche modesta atti` industriale nel settore edile; e alvita cuni posti di lavoro vengono dalle atti` di rimboschimento e di prevenvita zione degli incendi boschivi. La rete di ` scarsadistribuzione commerciale e ` collemente sviluppata. Servizi. T. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 587 unita di cui stranieri 3; maschi 294; femmine 293; famiglie 347. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 7 e nati 6; cancellati dall’anagrafe 10 e nuovi iscritti 13. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 177 in migliaia di lire; versamenti ICI 238; aziende agricole 139; imprese commerciali 32; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 6; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 171; disoccupati 71; inoccupati 22; laureati 10; diplomati 57; con licenza media 213; con licenza elementare 189; analfabeti 24; automezzi circolanti 206; abbonamenti TV 165. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e logiche, soprattutto del periodo prenuragico e nuragico; in particolare al primo periodo risalgono le domus de janas di Is Forreddus. Al periodo nura` ascrivibile il nuraghe di Mandra gico e Loi. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato l’impianto tradizionale con numerose case in pietra a due piani, addossate le une alle altre e affacciate su ` strade strette e tortuose. L’edificio piu ` la chiesa di Sant’Elena, importante e parrocchiale costruita nel secolo XVII

in stile tardogotico. Nel corso dei se` in rovina; fu radicoli successivi ando calmente ricostruita alla fine dell’Ottocento in forme che richiamano le precedenti. Ha un impianto a una navata completata dal presbiterio e da al`a cune cappelle laterali; la copertura e volte a crociera. Altro interessantis` costituito simo riferimento al passato e da una gualchiera per la follatura dell’orbace, ancora in buone condizioni a breve distanza dal paese: uno dei pochi esemplari oggi visibili in Sardegna, mentre un tempo queste apparecchia´ legate ture erano molto diffuse, perche alla realizzazione artigianale dei tessuti, in particolare l’orbace. Di partico` il territorio monlare suggestione e tuoso attorno al lago di Cucchinadorza, ricco di boschi nei quali vive la fauna sarda tradizionale composta di cinghiali, conigli, lepri, martore, donnole ecc. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la memoria delle antiche tradizioni; tra queste quella in onore di San Leo che si svolge la seconda settimana di settembre e culmina in una spettacolare processione a cavallo.

Tibaud Famiglia algherese di ricchi mercanti (secc. XVI-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI, nel corso del quale i T. raggiunsero una considerevole posizione economica e costrui` bei palazzi della citta `. rono uno dei piu Nel 1600 ottennero il cavalierato ereditario con un Antioco il cui figlio Anto` , e nel nio nel 1621 ottenne la nobilta 1624 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Vivas; suo fratello Gerolamo nel 1626 fu nominato capitano della cavalleria di Alghero, ma nel 1634 rimase ucciso in duello. I suoi discendenti continuarono a prendere parte agli altri parlamenti fino

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Tiberio alla fine del secolo, quando la famiglia si estinse.

Tiberio Imperatore romano (Roma, 42 a.C.-Miseno, 37 d.C.). Figlio del senatore Tiberio Claudio Nerone e di Livia Drusilla, abile generale e diplomatico, genero di Augusto, senza entusiasmo fu da questi adottato e nominato Cesare, grazie anche alle pressioni della madre. Proclamato imperatore (14 d.C.), seguı` le linee politiche del suocero e si distinse per un’iniziale collaborazione con il Senato, del quale sti` l’attivita ` giudiziaria, elettiva e lemolo gislativa anche a scapito dei Comizi. Secondo Tacito, fu infatti un senatoconsulto (19 d.C.) a decretare l’allontanamento da Roma di ebrei (e forse egiziani) e l’esilio in Sardegna di 4000 libertini per reprimervi il brigantaggio; Flavio Giuseppe correla l’episodio a intricate vicende di ordine pubblico e attribuisce ai consoli la decisione di inviare nell’isola gli ebrei arruolati, mentre il solo Svetonio scarica tutta la ` su T. Se queste notizie responsabilita permettono di supporre una provincia ufficialmente controllata dal Senato ma sorvegliata da reparti militari ausiliari (nello stesso periodo operarono in Sardegna le cohortes di Aquitani, Corsi ` il veterano Ti. e Lusitani; T. congedo Iulius Capito, sepolto a Iscia Cunzada, presso Luguido), una dedica da Fordongianus forse per T. (meno probabilmente per Augusto) permette di ipotizzare la successiva pacificazione dell’isola (20-25?) e la decisione di affidare la Sardegna a un praefectus equestre, scelto da T. Durante il suo principato (35) fu dedicato a Turris Lybisonis un ` tardi altare per la dea Bubastis; piu (41?) un ritratto e una statua di T. furono realizzati a Sulci nell’ambito di un monumento celebrativo della famiglia imperiale. [ANTONIO IBBA]

Tiboni, Fernando Pittore (n. Urbino

1932). Dopo aver completato i suoi ` natale, si e ` trasferito studi nella citta in Sardegna dove per anni ha insegnato nelle scuole secondarie. Ha preso parte a numerose mostre in Italia e all’estero. Alcune sue opere si trovano in edifici pubblici della Sardegna.

Tibula (Tibula oppidum) Centro che Tolomeo elenca nella costa settentrionale dell’isola; corrisponde alla Tibulas che l’Itinerario Antoniniano designa quale centro della costa settentrionale, origine di due strade dirette a Carales: la costiera occidentale (via Turris, Tharros, Sulci) e quella centrale (via Hafa). Un riferimento a T. si ha anche in un cippo sepolcrale rinvenuto a capo Testa, che ricorda una Cornelia Tibullesia. L’identificazione di Tibula con l’odierna Santa Teresa Gallura, per lungo tempo comunemente accet` nei tata dagli studiosi (anche in virtu notevoli rinvenimenti di epoca ro` ora messa in discussione, premana), e ferendo invece l’ipotesi della localizzazione presso Castelsardo, dove sono tracce di notevoli insediamenti romani; questa si accorderebbe con le coordinate della T. di Tolomeo, anche se riuscirebbe difficile far coincidere le distanze dell’Itinerario, le quali tuttavia presentano insormontabili problemi anche nel caso dell’ubicazione a ´ Rebuffat Santa Teresa Gallura. Rene ha ritenuto di poter risolvere il problema distinguendo fra T.-Santa Teresa e Portus Tibulae-Castelsardo, in modo tale da far coincidere le distanze dell’Itinerario: l’ipotesi ha tuttavia il difetto di ignorare le coordinate di Tolomeo, e di ubicare a ovest l’origine delle vie orientali e viceversa. [PAOLO MELIS]

Tibulati (Tiboulatioi) Popolazione della Sardegna ricordata da Tolomeo. Procedendo da est a ovest e da nord a sud, i T.

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Tifu aprono la lista e ad essi seguono immediatamente i Corsi: si tratta quindi, rispettivamente, dei popoli dell’estremo nord-ovest e dell’estremo nord-est dell’isola. L’appellativo fa chiaramente ri` di Tibula, citata ferimento alla citta dallo stesso Tolomeo e dall’Itinerario Antoniniano: quest’ultimo ricorda anche un Portus Tibulas. Il fatto che Tolomeo collochi i T. a est dei Corsi, che popolavano la Gallura, ben si accorda con l’ubicazione di Tibula presso Castelsardo o alla foce del Coghinas. Il territorio dei T. dovrebbe quindi corrispondere alla fascia costiera dell’Anglona e all’immediato entroterra: in pratica la regione che, a partire dal se` il nome di Ampucolo XII, prendera ` tuttavia escluso che i T. porias. Non e polassero anche le regioni della Gallura costiera immediatamente a est del Coghinas, sino a capo Testa. Di que` Rene ´ Rebuffat, che colloca sto avviso e agli estremi del territorio due diverse ` dei T.: Tibula oppidum a Castelcitta sardo e Portus Tibulas a Santa Teresa Gallura. [PAOLO MELIS]

portanti compiti in seno alla Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2006 ha lasciato la carica episcopale per rag`. giunti limiti di eta

Tidore, Camillo Sociologo (n. Bonorva 1962). Studioso di problemi di sociologia politica, nel 1991 ha preso parte a una ricerca sul localismo politico pro` di Milano, Gemossa dalle Universita nova e Sassari. Ha al suo attivo il saggio Il decennio sardista 1979-1989, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XVIII, 1992.

Tidu, Antonio Funzionario, consigliere regionale (n. Bortigiadas 1932). Cattolico impegnato nelle ACLI, associa` attualmente presidente, zione di cui e interessato sin da giovane alla politica, ` stato eletto consigliere renel 1979 e gionale della Democrazia Cristiana per l’VIII legislatura nel collegio di Cagliari e successivamente riconfermato per la IX e la X legislatura fino al 1994, ` presentato la sua quando non ha piu candidatura. Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna.

Tifu, Anna Musicista (n. Cagliari 1986).

Tiburzio, san = Cecilia, santa Festa Si festeggia il 14 aprile.

Tiddia, Piergiuliano Arcivescovo di Oristano dal 1985 al 2006 (n. Sarroch ` stato ordinato sacerdote nel 1929). E ` laureato in Di1951, e poco dopo si e ritto canonico al Laterano di Roma e ` stato parroco della Catin Teologia. E tedrale di Cagliari per diversi anni, occupandosi anche della formazione dei ` giovani seminaristi. Creato canonico, e diventato vicario generale della dio` stato nomicesi di Cagliari. Nel 1975 e nato vescovo titolare di Minturno e ausiliario di Cagliari, dove ha continuato a svolgere i suoi compiti pastorali fino al 1985, contribuendo allo sviluppo del` l’archidiocesi. Nello stesso anno e stato nominato arcivescovo di Oristano. Negli anni seguenti ha svolto im-

Figlia di un musicista romeno titolare nell’orchestra dell’Ente lirico, a 6 anni inizia lo studio del violino sotto la guida di suo padre. A 8 anni vince la prestigiosa rassegna di Vittorio Ve` neto, a 10 anni il concorso della Societa Umanitaria di Milano, a 11 anni il concorso internazionale di Kloster Schontal, in Germania. Nello stesso anno debutta come solista con l’Orchestra National des Pays de la Loire per una serie di concerti in Francia. A 12 anni debutta alla Scala di Milano con il Concerto n. 1 di Max Bruch sotto la direzione di Stefano Ranzani, a 14 vince il primo premio al concorso internazionale ‘‘Viotti-Valsesia’’ (suonando in finale il Concerto di Sibelius) e il primo premio al concorso internazionale ‘‘Michelangelo Abbado’’. Nel 2001 si di-

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Tigellio ploma, a 15 anni, con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale, al Conservatorio di Cagliari. «Uno dei ta` straordinari che mi sia capilenti piu tato di incontrare. Quello che impres` la masiona, in maniera particolare, e ` del suono, la capacita ` di intenditurita ` di apprendimento, mento e la velocita che sono assolutamente al di fuori dell’ordinario», cosı` Salvatore Accardo, suo maestro. Suona alternativamente un violino Jacques Boquay del 1786 e un Carlo Ferdinando Landolfi del 1751.

Tigellio Musico sardo (?-39 a.C.). Ignoriamo numerosi particolari della sua vita. Non era stimato dagli intellettuali contemporanei; la prima menzione ` in Licinio (prima del 54?), malevola, e Calvo: Sardi Tigelli putidum caput venit (‘‘viene’’ o ‘‘si vende il putrido capo del sardo Tigellio’’). Da Cicerone, Orazio, Pseudo Acrone e Porfirione (commentatori di Orazio) si apprende che era sardo, amico di Cesare, Ottaviano e Cleopatra. Cicerone lo dice nepos, bellus tibicen et sat bonus cantor di Famea, ricco personaggio che aveva aiutato l’oratore per le elezioni del 64; sempre Cicerone se lo era inimicato nel 52: ` nutriva timori, come risulta da percio alcune lettere del 45, per l’influenza che T. avrebbe potuto esercitare su Cesare, che stava per tornare dalla Spa` con gna. La fortuna di T. non tramonto la morte del dittatore. Orazio ne de` : generoso (perscrive la personalita fino eccessivamente), incoerente, incostante, capriccioso, esagerato, sregolato, stravagante. Ai pittoreschi funerali parteciparono molte persone umili che in vita lo avevano amato quippe benignus erat: prostitute, ciarlatani, medici, attrici di bassa categoria, balatroni. Nell’Ottocento gli archeologi sardi diedero il suo nome (la ‘‘Villa di Tigellio’’) al complesso abitativo sca-

vato a Cagliari, presso l’odierno corso Vittorio Emanuele. [MARCELLA BONELLO LAI]

Tiglio – Apprezzato come pianta ornamentale, in Sardegna non e` presente allo stato spontaneo.

Tiglio Pianta arborea della famiglia delle Tigliacee (Tilia platyphyllos Scop., sin. Tilia europaea L.), alta fino a 20 m, con chioma espansa e ovoidale, molto longeva, tipicamente europea ma poco diffusa allo stato spontaneo. ` robusto, e alla base si svilupIl tronco e pano numerosi polloni (rami giovani e vigorosi che si sviluppano da gemme poste alla base del tronco). Le foglie sono decidue, semplici, alterne, picciolate, cuoriformi, con apice acuto e margine finemente seghettato; la pa` leggermente pubegina inferiore e scente. I fiori sono raccolti in infiorescenze pendenti formate da 2-5 fiori ermafroditi, forniti di una brattea (ala) lunga 8 cm; molto profumati e di colore bianco-giallastro, fioriscono a maggiogiugno e sono particolarmente ricer´ ricchi di sostanze cati dalle api perche zuccherine. I frutti sono piccole noci recanti 5 marcate costolature; a matu` si staccano assieme alla brattea e rita sono quindi facilmente trasportabili dal vento. Il t. vegeta nei boschi di latifoglie dalla pianura fino a circa 1200 m di quota, in luoghi freschi e ombreg` di ibrigiati. Possiede grande capacita

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Timelea dazione con altre specie del genere Tilia: di conseguenza la classificazione dei singoli individui risulta poco age` un alvole senza l’indagine genetica. E bero particolarmente apprezzato come pianta ornamentale, nei giardini e per le alberature stradali; i fiori vengono impiegati in erboristeria per la preparazione di infusi ed estratti fluidi per´ dotati di proprieta ` sudorifere, anche ticatarrali e calmanti. In Sardegna non ` presente allo stato spontaneo, gli e esemplari presenti nelle aree urbane non sono degni di nota e soffrono per le temperature estive eccessive. [TI-

un suo laboratorio per il quale ottenne la collaborazione di Claudio Pulli; ne` la collaborazione gli stessi anni avvio con Eugenio Tavolara e nel 1956 parte` alla decorazione del Padiglione cipo ` dell’Artigianato a Sassari. Organizzo ` italiane, ottemostre in molte citta nendo prestigiosi riconoscimenti.

Tilocca, Pietro Paolo Scrittore, stu-

tagliatore (Alghero 1912-Sassari 1994). Ancora giovanissimo fu tra i primi assistenti di laboratorio (nello specifico, di taglio e tarsia) della neonata Scuola d’Arte sassarese. Qui divenne collaboratore infaticabile e raffinato di Eugenio Tavolara, di cui negli anni tra` i progetti in opere d’arte in lesformo gno o in altri materiali. Fra le altre, il grande fregio del Palazzo dell’ENEL a Cagliari, il portale della chiesa della Solitudine a Nuoro, i pannelli del Padiglione dell’Artigianato a Sassari, il portale del cimitero a Sassari, il modello in legno della colonna di Porta Sant’Antonio a Sassari, le ‘‘madonnine’’ dell’ETFAS, numerosi ‘‘pupazzi’’ e altre figurine.

dioso di storia e giornalista (Esporlatu 1927-Sassari 2005). Dopo aver conse` guito la laurea in Giurisprudenza si e dedicato all’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole secondarie ` morto a Sassari, e al giornalismo. E dove viveva, nel 2005. Pubblicista e studioso della storia del Goceano, sua re` autore di numerosi gione d’origine, e saggi, tra cui Il ricordo di Adelasia e del bandito Barzolo nelle pietre del munito castello di Burgos, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1959; A Bultei, paese fondato dai pisani intorno al 1100, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1964; Benetutti fu cosı` chiamata dai Pisani, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1964; Il Goceano ieri e oggi, 1987; Borticoro, Burgos, Esporlatu, 1988; I moti antifeudali in Sardegna, 1989; Avvenimenti e personaggi benemeriti della Sardegna, 1990; Il ragazzo di Talai, romanzo, 1995; Il castello di Burgos, 1997; Esporlatu. Luoghi, storie, tradizioni, prospettive, 1998; Alla ricerca della ve` , 2003; Botta e risposta, 2004; Giomrita ` illustre martire maria Angioy, il piu laico sardo, s.d.

Tilocca, Gavino Ceramista e scultore

Timelea Nome generico di piante della

` presso (Sassari 1911-ivi 2000). Studio l’Accademia di Belle Arti di Carrara con il Dazzi ed esordı` giovanissimo come scultore nel 1933. Nel 1935 si stabilı` a Cagliari, dove aprı` uno studio dedicandosi all’insegnamento della scultura. Nel 1940 si trasferı` a Sassari dove, sollecitato dagli amici Aligi Sassu e ` con crescente Vico Mossa, si interesso successo alla ceramica. Nel 1955 aprı`

famiglia delle Timeleacee. 1. La t. tartonraira (Thymelea tartonraira (L.) All.) ` una piccola pianta arbustiva con fusti e legnosi; le foglie, senza picciolo, sono coriacee, di forma ovata arrotondata, con margine liscio; hanno un caratteristico colore verde-grigiastro madreperlaceo nella pagina superiore, e sono pelosette in quella inferiore; i fiori sono piccoli e gialli, a gruppetti

ZIANA SASSU]

Tiliguerta = Zoologia della Sardegna Tilloca, Pasquale (detto Pasqualino) In-

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Timeo all’ascella fogliare. Comune nei luoghi asciutti e in terreni rocciosi, anche in ambienti montani. Fiorisce in primavera. Nomi sardi: skobile, truvutzu. 2. La t. barbosa, o spazzaforno (Thymelea ` una pianta con porhirsuta (L.) Endl.), e tamento cespuglioso; foglie ovate, acute, succolente, verde scuro, glabre alla pagina inferiore, pelose alla pagina superiore; i fiori, giallastri o bianchi, possono essere solitari o raggrup` pati all’ascella delle foglie; il frutto e una drupa liscia. Pianta tipica degli ambienti caldo-aridi, sostituisce la specie precedente negli ambienti costieri. Nel dialetto carlofortino viene ` il nome a una chiamata nasca e da ` piu ` suggestive dell’isola delle localita di San Pietro. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Timeo Storico greco vissuto (seconda ` sec. IV a.C.-prima meta ` sec. III meta a.C.). Figlio di Andromaco, fondatore ` bandito nel 315 dal di Tauromenio, e tiranno siracusano Agatocle e trova rifugio ad Atene, dove vive per circa cinquant’anni per ritornare poi a Siracusa sotto Gerone II. Allontanato dalla ` all’attivita ` storica vita politica, si da sotto il magistero di Filisco, influenzato soprattutto dal modello isocrateo. Fra le opere attribuitegli deve essere ricordata la lista dei vincitori delle Olimpiadi, un’opera di contenuto cronografico che corregge e completa quella del suo predecessore Ippia di Elide. Di T. sono pure le Storie Sici` liane, opera divisa in 38 libri dall’eta mitica alla morte di Agatocle (289/8). Come ha rilevato Attilio Mastino, T. costituisce anche la fonte principale sulla Sardegna confluita negli scritti di Diodoro e dello Pseudo-Aristotele, e sarebbe all’origine della presenza di elementi siciliani collocati sullo sfondo delle vicende mitiche relative all’isola. L’influsso dello storico su altri

rami della tradizione (Pausania e Sal` sufficientemente chiaro. lustio) non e [GIOVANNI MARGINESU]

Timo Nome generico di piante della famiglia delle Labiate. 1. Il t. arbustivo (Thymus capitatus (L.) Hofmgg. et Lk.) ` una pianta arbustiva con fusti lee gnosi, di ridotte dimensioni; i rami giovani sono ricoperti di una leggera peluria; le foglie sono piccole, appuntite, poco espanse e fittamente addossate ai rami; i fiori, di colore rosa scuro, sono riuniti in dense infiorescenze globose all’apice dei rami. Vegeta nella macchia bassa di luoghi aridi e fiorisce tra la primavera e l’estate. La pianta, molto aromatica, fiorisce da aprile a luglio, predilige pendii aridi e zone a ` diffusa, e macchia. Molto aromatica, e usata in cucina, in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, mentre in Sardegna cresce soltanto in alcuni areali nei dintorni di Sassari e Cagliari, in ambienti calcarei, come sul promontorio della Sella del Diavolo-Calamosca. Nomi sardi: isopu, timu, tumbu, tumu. 2. Il t. erba-barona (Thymus herba-barona ` una piccola pianta con fusti Loisel.) e legnosi striscianti o appena staccati dal terreno, formanti dei piccoli cespugli arrotondati a cuscino (scient. pulvini); le foglie molto piccole sono lanceolate e appuntite; i fiori sono piccoli, rosa e ricoprono completamente la pianta a fine primavera. Questa specie intensamente aromatica cresce endemica nei pianori assolati e sassosi della Sardegna centrale, oltre i 600 m, caratterizzati spesso dal suo intenso ` un miele profumo. Pianta mellifera, da ` molto usata anche profumatissimo; e nella cucina tradizionale per aromatizzare diverse pietanze, tra cui il sangui` naccio. Le sono riconosciute proprieta terapeutiche disinfettanti. Viene chiamata anche ‘‘serpillo’’, in confusione con una specie simile, il Thymus serpyl-

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Tinie`res lum, diffusa nel resto d’Italia. Pianta inserita nell’elenco delle specie da proteggere in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. Nomi sardi: alba barona, armidda, tumu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Timon Famiglia di artigiani (sec. XIX). ` a Cagliari una tipografia che Impianto nel corso del secolo XIX ebbe un’im` la sua attivita ` portanza notevole. Inizio nel 1817 con la denominazione di ‘‘Stamperia Civica’’ per impulso di Carlo, che nel 1832 le fece assumere la denominazione di ‘‘Tipografia Carlo Timon e figli’’. Suo figlio Antonio diede all’azienda un carattere industriale migliorandone i macchinari e le tecniche di stampa, affiancandole persino una fonderia per i caratteri. Grazie a lui, per quarant’anni l’azienda divenne ` edipunto di riferimento dell’attivita toriale isolana e punto di incontro di letterati e intellettuali. Tra le opere principali pubblicate la Guida della ` e dintorni di Cagliari di Giovanni citta Spano, la Storia letteraria di Sardegna di Giovanni Siotto Pintor e le annate del Calendario generale del Regno di ` anche Sardegna. La tipografia stampo il ‘‘Bullettino Archeologico sardo’’ e ‘‘L’Indicatore sardo’’. Morto Antonio, i suoi eredi nel 1883 cedettero la tipografia a Carlo Brundu che in pochi ` la decadenza. anni ne determino

Tinca = Zoologia della Sardegna ` , Santo Archeologo (n. Canicattı` Tine 1927). Dopo la laurea ha intrapreso la ` carriera universitaria. Attualmente e ` egee e dirige l’Iprofessore di Civilta stituto di Scienze archeologiche della ` di Lettere dell’Universita ` di Facolta Genova. In Sardegna ha guidato diverse campagne di scavi a Monte d’Accoddi (=), aggiungendo nuove conoscenze alla storia del monumento. Tra i suoi scritti: Nuovi scavi nel santuario di Monte d’Accoddi, ‘‘Annali del Dipar-

timento di Studi del Mondo classico e del Mediterraneo antico. Sezione di Archeologia e di Storia antica’’, IX, 1987; Monte d’Accoddi e la cultura di Ozieri (con S. Bafico, G. Rossi e T. Mannoni), in La cultura di Ozieri. Problematiche e nuove acquisizioni, 1989; Sassari. ` Monte d’Accoddi-altare prenuLocalita ragico, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 4, 1991; diversi capitoli di Monte d’Accoddi. 10 anni di nuovi scavi, 1992; Dati di scavo 1979-1987, Lo scavo del sacello (1988-1989) (con I. Lokosek), Interpretazione storica dei dati (con S. Traverso), Il restauro delle strutture (con S. Traverso), Note aggiuntive alla relazione preliminare, La cronologia assoluta di Monte d’Accoddi, Un frammento di stele dal santuario di Monte d’Accoddi, tutti ` in L’Arte in Italia dal Paleolitico all’eta del bronzo, 1992; Monte d’Accoddi, un santuario preistorico (con S. Traverso), ` di un’isola mediterin Sardegna. Civilta ranea, Catalogo della mostra, 1993; La stele di Monte d’Accoddi, in Statuaria antropomorfa in Europa dal Neolitico alla romanizzazione, 1994; I due santuari di Monte d’Accoddi, in Archeologia e astronomia. Esperienze e prospettive future. Atti del Convegno internazionale di Roma, 1994, 1995.

` res, Pietro Visconte di Narbona Tinie ` sec. XV-ivi (Narbona, seconda meta 1450). Fratello uterino di Guglielmo III di Narbona (era nato dalle seconde nozze di Guerina de Beaufort, vedova di Guglielmo II di Narbona, con Gu` res), signore di Apglielmo di Tinie chon, seguı` il suo fratellastro in Sardegna nella fase conclusiva della sua avventura nell’isola. Guglielmo III di Narbona nel 1424, dopo la morte di lui, divenne visconte di Narbona sotto tutela di suo padre e, secondo alcuni storici, assunse anche il titolo di giudice d’Arborea fino al 1328. Recentemente ` stata smentita. l’ipotesi e

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Tinnura

Tinnura Comune della provincia di Ori` stano, compreso nell’VIII Comunita montana, con 273 abitanti (al 2004), posto a 328 m sul livello del mare, nell’immediato retroterra di Bosa. Regione storica: Planargia. Diocesi di AlgheroBosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 3,79 km2 e confina a nord con Suni, a est e a sud con Sagama, a sud con Flussio e a ovest con Magomadas. Si tratta di una regione al confine tra l’ultima parte occidentale dell’altipiano di Campeda e il pendio che conduce alla vallata del Temo e al litorale marino. T. si trova lungo la statale 292, tra Flussio e Suni; nei pressi di un ´ proprio a Suni nodo stradale, perche la 292 si incrocia con la 129 bis Macomer-Bosa. Il paese dispone anche di una stazione ferroviaria lungo la linea a scartamento ridotto Macomer-Bosa. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche di ` nuragica ma il villaggio attuale e ` di eta origine medioevale. Apparteneva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Planargia il cui territorio almeno dal secolo XI era in possesso dei Malaspina (=). Dopo l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres, i Malaspina inclusero T. in un vero e proprio piccolo stato feudale e nel 1308 lo inclusero nel territorio che cedettero in pegno al giudice d’Arborea. In seguito inutilmente tentarono di riavere il territorio, anzi, dopo la conquista aragonese, nel 1328 esso fu riconosciuto dal re d’Aragona come feudo del ` stabilgiudice d’Arborea. Cosı` T. entro mente a far parte del giudicato arborense e vi rimase fino alla sua fine nel 1409. Poco dopo il villaggio fu incluso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu confiscato nel 1453. A partire dal 1468

fece parte del feudo concesso a Giovanni Vilamarı` la cui discendenza si estinse nel 1563. Tornato sotto la diretta amministrazione reale, il villaggio fu abbandonato a se stesso, il suo territorio fu spesso danneggiato da spedizioni di corsari barbareschi che ` sbarcavano lungo le coste con facilita incustodite della Planargia e si inoltravano all’interno compiendo razzie e facendo degli schiavi; il suo territorio era inoltre spesso utilizzato arbitrariamente dai cittadini di Bosa come pascolo. Cosı` gli abitanti di T., costretti a ` vivere in una situazione di precarieta perenne che aveva ridotto l’economia del villaggio a livello molto basso, cominciarono a fuggire spopolandolo. ` a far parte del feudo Nel 1629 entro concesso ad Antonio Brondo, nel 1652 soffrı` a causa della peste e la sua popolazione diminuı` ulteriormente. In se` agli Olives ai guito, dai Brondo passo quali fu sequestrato dopo la spedizione del cardinale Alberoni. Nel 1756 infine fu incluso nel territorio del grande feudo concesso ai Paliacio che continuarono a tenerlo fino al riscatto dei feudi nel 1838. L’ultimo periodo del regime feudale fu particolarmente gravoso per gli abitanti di T., che furono costretti a pagare i tributi fiscali in mi´ nel 1761 presero sura eccessiva, sicche parte alla ribellione generale della Planargia. Anche nel 1795, durante i moti angioyani, essi aderirono alla sollevazione e tentarono inutilmente di scuotere il giogo feudale. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cuglieri. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius nel Dizionario del Casalis: «Nel censimento del 1846 si numeravano in T. anime 172, distribuite in famiglie 42 e in case 38. ` quella dell’agriL’unica professione e ` chi eserciti alcun parcoltura, e non v’e ticolare mestiere, e chi ha bisogno ser-

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Tinnura vesi di Tresnuraghes. Si volle stabilire l’istruzione elementare, ma per man` chiusa la canza di studenti resto ` piu ` scuola. Agricoltura. Il terreno e atto alla seminagione dell’orzo, che a quella del grano per essere molto leggero, come qualificano quegli agricoltori. Si hanno 35 gioghi di buoi da la` arare circa voro, ed ogni giogo puo dieci starelli d’orzo e di grano. E in questa resta compresa tutta la semina` quale la nogione. La fruttificazione e tammo per Sagama e Suni. La vigna prospera con molto lusso sino ad anni 15 o 20, poi invecchia e insterilisce. Le ` nere, perche ´ queste uve sono per lo piu vengono meglio che le altre. I vini neri, e qualche parte bianchi, sono piuttosto ` . Si cuoce alcun poco di buona qualita mosto per sapa. Gli alberi fruttiferi sono fichi e ciriegi, il cui totale non sopravanza i cento individui. Si hanno pochissimi chiusi per seminarvi e tenervi a pastura il bestiame di servigio. L’ara complessiva forse non eccede le ` de’ no100 giornate. Pastorizia. Ai piu tati gioghi o coppie di buoi si hanno circa 50 vacche mannalite, ed una quarantina di porci che si prendono piccoli e si nutrono nei cortili delle case, e pascolano nel prato comunale». Nel ` a far parte della divisione 1848 T. entro amministrativa di Nuoro e nel 1859 della provincia di Sassari; quando ` nel 1927 fu ricostituita la provinpero cia di Nuoro, il villaggio fu nuovamente incluso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nei una modesta attivita ` scarsasettori alimentare e edile. E mente sviluppata la rete di distribu-

zione commerciale. Artigianato. Tradizionale e dalle origini molto antiche ` la lavorazione dei cestini di asfodelo. e ` collegato da autolinee agli Servizi. T. e altri centri della provincia. Dispone di medico e scuola dell’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 271 unita di cui maschi 130; femmine 141; famiglie 103. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 5 e nati 1; cancellati dall’anagrafe 1 e nuovi iscritti 6. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 459 in migliaia di lire; versamenti ICI 185; aziende agricole 73; imprese commerciali 10; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 61; disoccupati 10; inoccupati 9; laureati 3; diplomati 26; con licenza media 72; con licenza elementare 95; analfabeti 4; automezzi circolanti 87; abbonamenti TV 81. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e logiche, in particolare del periodo nuragico; tra queste i nuraghi Chirisconis, Fontaneddus, Nuracale, Seneghe, ´ il complesso nuSorres e Troia, nonche ragico Tres Bias, costituito da un nuraghe polilobato molto rovinato e da una Tomba di giganti. Sono interessanti anche le Tombe di giganti di Su Crastu Coveccadu e di Su Figante. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio ha mantenuto l’assetto tradizionale con le tipiche case in pietra affacciate su strade strette e tortuose. L’edificio di mag` la chiesa di Sant’Anna, giore pregio e parrocchiale del secolo XVII. Si tratta di un edificio con l’impianto a una sola navata arricchita da un complesso di pregevoli affreschi; la facciata ha forme di una qualche eleganza. Di particolare bellezza sono le vallate dei rii

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Tinti Crabalza e Mannu, ricche di sorgenti e di boschi. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante, che coinvolge festa piu `, e ` quella in onore di l’intera comunita Sant’Anna, la patrona, e di Sant’Antonio da Padova, che prevede un ricco programma di manifestazioni folcloristiche. Fino al 1986 la festa si articolava in due momenti distinti, quella di Sant’Anna organizzata dalle donne e quella di Sant’Antonio organizzata dagli uomini; poi sono stati unificati.

Tinti, Andrea Pittore (n. Cagliari 1975). Dopo aver completato i suoi studi nella ` natale si e ` trasferito in Olanda, citta dove ha frequentato la scuola di So` Rijnink. gedo sotto la guida di Rene Ha esposto a Cagliari e in numerose al` italiane. tre citta

Tipografia Arcivescovile1 Laboratorio di stampa attivo a Cagliari dal 1832 ` Giacomo al 1893, derivato dalla societa ` diverse Saggiante e soci. Pubblico ` opere di carattere religioso, ma la piu nota fu il Nou dizionariu universali sardu-italianu di Vissentu Porru, 18321834.

Tipografia Arcivescovile2 Laboratorio di stampa attivo a Sassari dal 1835 al 1878. Secondo gli studi di Tiziana ` l’attivita ` nel 1835 con la Olivari inizio ragione sociale di Gio. Battista Checcucci, negoziante, e Gio. Battista Parodi, tipografo, entrambi di origine ligure. L’anno successivo fu rilevato dal Checcucci, alla cui morte (1840) fu ereditato dal genero Raimondo Azara. ` (anche con altre denominaPubblico zioni) una cinquantina di titoli.

Tipografia Cattolica Laboratorio di stampa attivo a Cagliari dal 1872 al 1876. Secondo gli studi di Tiziana Oli` cattolica vari, fu fondato dalla Societa cagliaritana creata nel 1872 da don Raimondo Massenti e un gruppo di

laici a lui collegati. «Fu la prima tipografia isolana – dice la Olivari – a favorire la diffusione della stampa cattolica; per statuto qualunque scritto non poteva essere stampato senza la revi` ecclesiastica». Pubsione dell’autorita ` una ventina di titoli, in genere di blico carattere religioso, e i due settimanali `’’ (1872-73) e ‘‘L’Operaio cat‘‘La Lealta tolico’’ (1873), poi fusi ne ‘‘L’Unione cattolica’’.

Tipografia Civica Laboratorio di stampa attivo a Cagliari per alcuni anni sino al 1802. Era stato creato dal tipografo marsigliese Bernardo Titard e dal negoziante cagliaritano Andrea Navoni.

Tipografia del Commercio Tipografia attiva a Cagliari dal 1842 al 1898. Fon` di Giuseppe Mondata da una societa teverde, Michele Fresco e Francesco ` in proPerra Baille, nel 1869 passo ` a Felice Muscas. Trasferitosi a prieta ` la geTorino nel 1889, Muscas ne affido `s, che nel 1894 la stione a Pietro Valde ` . Stampo ` soprattutto moduliacquisto stica per uffici, ma anche i periodici ‘‘Ichnusa’’ e ‘‘Il Risveglio’’ (1882), ‘‘periodico sardo politico religioso’’, redatto dal canonico Luca Canepa, su posizioni radicalmente anticonciliazioniste.

Tipografia Dessı` = Dessı`, Giuseppe Tipo-litografia Commerciale Laboratorio di stampa attivo a Cagliari dal ` di Me1891 a dopo il 1898. Di proprieta loni e Aitelli (di cui aveva anche portato il nome), fu – secondo gli studi di Tiziana Olivari – la prima tipografia isolana a eseguire stampe litografiche ´ zincografici. Nel e a realizzare cliche ` , di Enrico Vacca-Od1898 pubblico done, Itinerario guida ufficiale dell’isola di Sardegna, in 2 volumi.

Tiragallo, Felice Demo-antropologo (n. Cagliari 1955). Ricercatore di disci-

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Tiragallo pline demo-etnoantropologiche ` di Cagliari, ha stupresso l’Universita diato, seguendo Michelangelo Pira, il banditismo sociale in Sardegna e la storia degli intellettuali sardi del secondo dopoguerra. Si interessa al tema della crisi demografica nelle so` rurali del Mediterraneo e ai procieta blemi teorici e metodologici della ricerca etnografica. Ha realizzato diversi film etnografici su temi di cultura materiale, di memoria popolare e di fe` religiose della Sardegna. Attualstivita mente insegna Storia della Cultura ma` di Lettere e Filoteriale nella Facolta ` di Cagliari e tiene sofia dell’Universita un corso di Antropologia visiva presso ` Ca’ Foscari di Venezia. Tra l’Universita i suoi scritti: Antropologia e ideologia in ‘‘La delinquenza in Sardegna’’ di Al` di fredo Niceforo, ‘‘Annali della Facolta ` di Scienze Politiche dell’Universita Cagliari’’, V, 1980; Michelangelo Pira e l’oggetto Sardegna, ‘‘La Grotta della Vipera’’, VI, 21, 1981; Per uno studio sugli intellettuali della Rinascita, in AA.VV., La ragione dell’utopia. Omaggio a Michelangelo Pira, 1984; Il criminologo positivista e la patologia del corpo sociale 1890-1900 (con Maria Gabriella Da Re), ` e societa ` . Sicilia e Sarin AA.VV., Sanita degna (a cura di Calogero Valenti e Gianfranco Tore), 1988; Vendetta e competizione sociale in Sardegna: sviluppi recenti e interpretazioni, in Banditisme ´te ´s me ´diet violence sociale dans les socie ´ennes, Actes du Colloque de Baterrane ´ tudes Corses’’, stia (27-29 mai 1993), ‘‘E 40-41, XXIII, 1993; Cinema etnografico a Nuoro, ‘‘Ossimori’’, 5, 1994; Michelangelo Pira pubblicista, in AA.VV., La Sardegna nell’opera di Michelangelo Pira, 1997; Restare paese. Antropologia dello spopolamento nella Sardegna sudorientale, 1999; Introduzione a Marrai, messai, pudai. Memorie di vita e di lavoro in Marmilla (a cura di T.), 2000;

‘‘Sentivo le pernici cantare nel territorio di Armungia’’. Note su una documentazione audiovisiva dei mutamenti nel territorio del Gerrei, in F. Lai, C. Maxia, F. Tiragallo, L. Draetta, Il senso dei luoghi. Pratiche e rappresentazioni dello spazio nella Sardegna sud-orientale, 2001; Le ` di Michelangelo Pira, diverse attualita ` e culin Atti del Convegno su ‘‘Identita tura nella globalizzazione. A vent’anni dalla scomparsa di Michelangelo Pira’’, Pisa 2000, 2001; L’incorporazione dello sguardo. Visione, progetto e tessitura fra etnografia filmica e tecnologia culturale, in Alberto Caocci (a cura di), Bella s’idea, mellus s’opera. Sguardi incrociati sul lavoro artigiano, 2005; Costruire uno sguardo etnografico sulla ` , post-fazione all’edizione materialita italiana di Warnier J.-P., La cultura materiale (a cura di T.), 2005; Artefatti filmici e musei locali, ‘‘Antropologia Museale’’, IV, 10, 2005. Nella sua filmografia (salvo diversa indicazione T. ha curato la fotografia e la regia), Le tecniche della tosatura (in coll. con F. Lai e M. Benoni), 1987; Il pane d’orzo (con Giannetta Murru Corriga), 1991; Tre caprili. Allevamento e insediamento caprino ad Armungia (con M. Gabriella Da Re) 1993; Il piede sulla coda del diavolo. La festa di N.S. di Valverde a Dorgali (con Giannetta Murru Corriga) 1997; Eleonora nella memoria popolare (con G. Angioni, M.G. Da Re, I. Meloni), 1997; Il lavoro fabbrile ad Armungia (con G. Dore), 1999; Ordire. La preparazione della tessitura ad Armungia (con M.G. Da Re), 1999; Su pistoccu. Il pane estivo di Armungia (con M.G. Da Re), 1999; Nostra Sennora del Baluvirde. La festa come dono (con Giannetta Murru Corriga), 2002; Warping. The preparatory phase of weaving at Armungia (con M.G. Da Re), 2005.

Tiragallo, Luigi Magistrato e letterato (Cagliari 1751-ivi 1839). Dopo la laurea

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Tiriccas ` in magistratura e perin Legge entro corse una brillante carriera. Nel 1799 fu nominato avvocato generale a Torino e nel 1810 intendente generale del Regno. Fu autore di alcune iscrizioni latine di circostanza e di alcuni discorsi celebrativi in occasione della morte di principi di casa Savoia, pubblicati in una Raccolta di poesie e iscrizioni.

Tiriccas Dolci tradizionali, diffusi soprattutto nel Logudoro, in origine preparati per la festa di Ognissanti. La ` costituita da una delicata sfoglia base e di pasta al burro che viene farcita con ` essere di sapa una marmellata che puo o di miele e mandorle. Se ne conoscono due tipi: t. de saba, la cui marmellata si ottiene facendo riscaldare la sapa con l’acqua e gli aromi; quando il liquido comincia a fumare si unisce la semola, rimescolando il tutto a fuoco lieve, quindi si lascia raffreddare in un recipiente di coccio la massa cosı` ottenuta, che poi si versa nelle sfoglie appositamente preparate utilizzando una siringa: una volta pronte le t. vengono passate al forno a temperatura mite e decorate con i tipici diavoletti variopinti (traggea); t. de meli e de mendulas, in cui la marmellata si ottiene facendo squagliare il miele e versandovi acqua calda, sino a ottenere un impasto nel quale si versano semola, mandorle e scorza di limone da far cuocere a fuoco moderato: la seconda fase della proce` simile a quella adottata per le t. dura e de saba.

‘‘Tirreno, il’’ Settimanale politico, diretto da Efisio Contini (=), pubblicato a Cagliari da giugno a dicembre 1861. ` il maggiore fiume della SardeTirso E gna; nasce nel Montacuto sull’alti` col nome di Su riu piano di Budduso de su Golostiu e a partire dalle campagne di Osidda, in provincia di Nuoro, acquista il suo nome. Il corso, lungo

159 km, si snoda attraverso tutta la Sardegna centrale ricevendo numerosi affluenti e sfocia nel golfo di Oristano. Lungo il suo percorso sono state co` struite tre dighe, una prima in localita Sos Canales, a pochi chilometri dalle ` importante, sorgenti, la seconda, e piu ` Santa Chiara di Ula, che nel in localita 1923 ha formato il lago Omodeo. Alla ` stata realizzata a fine del Novecento e valle una nuova diga, battezzata ‘‘Eleonora d’Arborea’’. Ultimata nel 2000 e alta 110 m, ha creato un nuovo invaso ` la diga di che col tempo sommergera Santa Chiara.

Tirso – Il fiume nei pressi di Fordongianus.

Tiscali1 Villaggio nuragico situato in territorio di Dorgali sull’altipiano di Lanaittu, all’interno di un enorme riparo sotto roccia costituito da una gigantesca dolina che gli conferisce un aspetto di grande e suggestiva bellezza. Raggiungibile soltanto a piedi e dopo una faticosa salita di due ore, vi si accede da un unico ingresso attraverso scale volanti; le capanne, prevalentemente a pianta circolare con la copertura in legno, sono disposte lungo la parete in due complessi distinti: al centro ` situata una stele naturale venerata e

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Tiscali come un menhir. Gli abitanti raccoglievano l’acqua che filtrava dalle pareti, costituendo cosı` delle riserve sufficienti per lunghi periodi. T., probabilmente costruito nel periodo del Nuragico finale, era facilmente difendibile ` romana rappree probabilmente in eta ` un comodo rifugio per le popolasento zioni del territorio circostante, impegnate in una strenua resistenza all’invasore. Alcuni edifici quadrangolari e l’esistenza di porte con architravi di legno dimostrano che il villaggio fu uti` tarda, probabillizzato in epoca piu mente fino all’Alto Medioevo. Nel corso dei secoli se ne perse la memoria ` esclupubblica, anche se non si puo dere che continuasse a dare asilo a banditi e a gruppi di pastori. Fu riscoperto nel 1911 e in seguito saccheggiato da spregiudicati ricercatori di tesori. ` in attesa di uno scavo Attualmente e ` approfonditi studi sistematico e di piu che ne svelino i segreti.

Tiscali 2 Societa` fondata a Cagliari come operatore telefonico e Internet Service Provider regionale il 9 giugno 1997 da Renato Soru: dalla grotta silenziosa, sepolta in due millenni e mezzo ` veloce mezzo di codi solitudine, al piu municazione e di collegamento fra gli uomini di tutto il mondo, la scelta del ` casuale. Dal gennaio 1998, nome non e ` entrata in servizio, la societa ` quando e ha conosciuto successi e momenti di ` , diventando pero ` nel giro di difficolta pochi anni il secondo operatore Internet d’Europa dopo T-Online. La sua ` raccontata da Gian Giastoria – come e como Nieddu nel suo Chi e` della Sardegna 2004-2005 – vede la compagnia ` all’intero estendere le proprie attivita territorio nazionale nel giro del primo anno: «Nel novembre del 1998 il fondo Kiwi I, gestito da Elserino Piol, sottoscrive un aumento di capitale per 4 miliardi, acquisendo il 10% del valore

` . Nel marzo delazionario della societa l’anno successivo viene lanciato T. FreeNet, il primo servizio di accesso gratuito a Internet in Italia, che fa da trampolino per la quotazione in borsa `. Nel giro di pochi del 23% della societa ` che in pochi potevano mesi succede cio prevedere: il valore dei titoli schizza dai 46 euro del collocamento a oltre 1000, e T. arriva a capitalizzare quanto ` tardi la quotazione subira ` la Fiat. Piu un deciso ridimensionamento, ma resta il fatto che alla fine del giugno 2000 ` di quanto T. vale oltre dieci volte di piu valeva al momento dell’entrata in ` borsa». A questo punto – la citazione e sempre dal libro di Nieddu – «inizia la scalata europea: T. acquisisce prima ` francesi, Nets e A-Te ´ le ´ com, due societa poi l’80% di Datacomm, uno dei principali Isp svizzeri, e subito dopo la ceca CD TelekomuniKace, Link Line belga, Nikoma Beteilungungs tedesca, e infine Interweb Sprl, primo gestore del ` free Internet in Belgio. Tutte le societa acquisite all’estero si fondono presto in un marchio unico, Tiscali, che ha lo scopo dichiarato di distribuire e vendere servizi su tutto il territorio del vecchio continente». Nel settembre 2001 T. si fonde con World Online, Isp olandese, diventando il secondo operatore Internet a livello europeo. Nell’agosto 2003 Soru annuncia l’intenzione di entrare in politica, nel giugno ` eletto presidente della Regione 2004 e e subito dopo si dimette da T., che in` in Norve` e attivita tanto cede societa gia, Svizzera, Svezia, Sud Africa, Danimarca, Austria e Repubblica Ceca (i giornali evidenziano che il titolo, che valeva 115,9 euro nel 2000 ne valeva solo 2,391 nell’agosto 2004): queste dismissioni fruttano 250 milioni di euro con cui far fronte a prestiti obbligazionari e permettono a T. di abbandonare mercati non redditizi. Attualmente la

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Tissi ` continua a fronteggiare gli imsocieta pegni assunti durante la sua ‘‘marcia’’ europea. Il 17 settembre 2007 le azioni erano quotate 2,063 euro.

` Sa Tiscali – Sede dell’azienda in localita Illetta (Cagliari).

Tissi Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 1965 abitanti (al 2004), posto a 225 m sul livello del mare una decina di chilometri a sud di Sassari. Regione storica: Coros. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 10,35 km2 e confina a nord con Sassari, a est e a sud con Ossi e a ovest con Usini. Si tratta di un territorio di colline calcaree di media altezza, ma tagliate da alcune profonde vallate, tra le quali quella del Mascari, che separa T. e i centri confinanti da Sassari. Il paese comunica attraverso due strade secondarie, una che passando per Ossi scende a collegarsi con la superstrada proveniente da Cagliari, e una che dalla parte opposta si connette con la direttissima Sassari-Ittiri; nei pressi della connessione si trova la stazione lungo la linea ferroviaria Chilivani-Sassari che serve T. e Usini. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche di ` prenuragica e nuragica. L’attuale eta villaggio deriva da un piccolo centro

`a abitato dell’Alto Medioevo che entro far parte del giudicato di Torres, fu incluso nella curatoria del Coros e fece parte dei territori che dipendevano dall’abbazia vallombrosana di San Michele di Plaiano. Agli inizi del secolo XIII il villaggio fu compreso nei territori che entrarono in possesso dei Malaspina dopo il matrimonio del marchese Corrado (=). I suoi discendenti, dopo l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres, compresero T. nel piccolo stato feudale che organizzavano e per il quale, quando oramai furono certi dell’invasione aragonese, prestarono omaggio al re d’Aragona. Dopo la conquista aragonese fu cosı` loro possibile conservare il villaggio e il territorio come feudo; T. comunque soffrı` gravi danni a causa delle guerre che tormentarono il territorio nei decenni successivi e nel 1353 fu definitivamente sequestrato agli antichi signori. Subito dopo una parte considerevole dei suoi territori fu concessa in feudo a Giunta Cherchi. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. In seguito, trascorsi gli anni nei quali rimase nelle mani del visconte di Narbona, nel 1421 fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nel 1439, quando i Centelles vendettero ad Angelo Cano la baronia di Osilo, vi compresero anche una parte della curatoria del Coros con i villaggi di Ossi, T., Usini, Uri, Ittiri e Muros. Da questo momento T. rimase in possesso dei Cano dai quali agli inizi ` ai Cedrelles del Cinquecento passo alla cui estinzione, per il matrimonio di Isabella con Andrea Manca, nella se` del secolo XVI passo ` ai conda meta Manca che lo inclusero nella baronia di Usini. Nel corso dei secoli successivi

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Tissi il villaggio soffrı` a causa della peste del ` quasi completa1652 e si spopolo ` del secolo mente. Entro la prima meta XVIII il villaggio fu dai feudatari fatto ricostruire nel sito attuale secondo una pianta razionalmente concepita. Estinti nel 1758 i Manca di Usini con un Antonio, dopo una complessa lite ` a quello dei Manca giudiziaria, T. passo di Mores ai quali fu riscattato nel 1838. In questo periodo i suoi abitanti soffrirono molto per l’eccessivo carico dei tributi feudali e per il pesante fiscalismo col quale questi venivano richiesti, per cui nel corso del secolo XVIII crebbe la tensione con i feudatari. Nel 1795 la popolazione prese parte ai moti ` riuscire a libeantifeudali senza pero rarsi dalla dipendenza. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sas` a far parte della disari; nel 1848 entro visione amministrativa di Sassari e nel 1859 della ricostituita provincia. Di questo periodo ci ha lasciato una preziosa testimonianza Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, di cui riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono sotto T. anime 1038, distribuite in famiglie 252 e in ` case 242. Le donne emulano l’attivita degli uomini, e si occupano nel filare e nel tessere per i bisogni della famiglia. ` lavorano sempre per venAlcune pero dere le tele e il panno forese. La scuola elementare vi fu stabilita sin da’ primi ` molto, e se nel tempi; ma non si profitto ` di 50 che san leggere e paese sono piu scrivere, i tre quarti hanno imparato in Sassari. Agricoltura. Il terreno general` attissimo alla semenza del mente e grano e dell’orzo, e ne’ siti vallivi ed irrigati a quella del granone e d’ogni genere di legumi. Le terre stanno poco in riposo, e non essendo mai concimate, tuttavolta fruttificano comune` dell’8 mente ed ordinariamente piu

per uno. Il lino che si raccoglie annualmente somma a trecento decine, che sarebbero libbre comuni 3000. L’ordi` di stanaria seminagione del grano e relli 1500, dell’orzo 500, delle fave, len` varieta `, comticchie, e fagiuoli di piu ´ non plessivamente starelli 150, perche ` di quello che vuole la si semina piu consumazione delle famiglie rispet` pure praticata in tive. L’orticoltura e quanto vuolsi da’ bisogni particolari ` estesa, e delle famiglie. La vigna vi e prospera a meraviglia, mostrando ne’ ` di 25 varieta ` di uve. suoi grappoli piu Pastorizia. In tanta ristrettezza di territorio avendosi pochissimi pascoli non ` che educare che pochissimo besi puo stiame. Il bestiame manso o di servigio si riduce a buoi 350, ed a cavalli 100, de’ quali molti si servono per portar legna ` due o in Sassari. Il bestiame rude avra tre segni di vacche, e capi 180, dieci segni di pecore e capi 1200, tre segni di capre e capi 300, porci tre segni e capi 110, cavalle tre segni e capi 160. L’api` annoverare 500 alveari». cultura potra & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la frutticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e l’orticoltura; e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando an` industriale che una modesta attivita nei settori alimentare, tessile e della ` sufficientefabbricazione dei mobili. E mente organizzata la rete di distribu` collezione commerciale. Servizi. T. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1769 unita di cui stranieri 7; maschi 878; femmine 891; famiglie 625. La tendenza com-

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Tiziano plessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 10 e nati 14; cancellati dall’anagrafe 35 e nuovi iscritti 60. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 089 in migliaia di lire; versamenti ICI 668; aziende agricole 225; imprese commerciali 61; esercizi pubblici 11; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 406; disoccupati 58; inoccupati; 106 laureati 30; diplomati 164; con licenza media 465; con licenza elementare 508; analfabeti 33; automezzi circolanti 527; abbonamenti TV 422. & PATRIMONIOARCHEOLOGICO Il maggiore monumento archeologico del ter` l’ipogeo di Sas Puntas: si tratta ritorio e di una tomba ipogeica situata nell’o` a breve distanza dalmonima localita ` scavata nella roccia e riprol’abitato; e duce integralmente una Tomba di giganti sia nella facciata a esedra sia all’interno, con il vano di sepoltura ellittico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva l’assetto tradizionale con alcune case dalla tipica architettura a palattu; l’edificio ` il complesso di cui di maggior pregio e fa parte Sant’Anastasia, chiesa parrocchiale costruita in forme romaniche nel secolo XI e completata nel secolo XII con l’adiacente oratorio. L’im` a una sola navata absidata e pianto e ascrivibile a maestranze toscane. La ` scandita da lesene che infacciata e quadrano il portale e da archetti che la dividono in due campi. Il complesso subı` molti rifacimenti e nel secolo XVII il suo interno fu completamente rifatto: all’originale navata furono affiancate le cappelle laterali e i corpi che unirono la chiesa all’oratorio. L’esterno, la facciata e uno dei fianchi conservano ancora alcuni elementi dell’originario impianto romanico.

` L’adiacente oratorio di Santa Croce e un edificio a pianta rettangolare, at` collegato alla chiesa e tualmente e funge da sacrestia. Altro importante ` Santa Vittoria, chiesa comonumento e ` del secolo struita nella seconda meta XII in forme romaniche; all’origine aveva un impianto mononavato con abside semicircolare e la copertura lignea. Nel corso del secolo XVII fu completamente rifatta e all’aula furono aggiunti il presbiterio e le cappelle laterali, e la copertura fu ricostruita con volte a botte. Dell’originario impianto si conserva attualmente solo la facciata, peraltro ritoccata nel secolo XVI, quando fu aggiunto il campanile a vela. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` festa popolare di maggiore rilievo e quella che si svolge a settembre in onore di Sant’Anastasia e si protrae per due giorni con un ricco programma di manifestazioni folcloristiche.

Tiziano, san = Crescentino, san e = Emiliano e Priamo, santi

Tizon Famiglia originaria della Murcia (sec. XVII). Si trasferı` a Cagliari agli inizi del secolo XVII con un Alonso, vi`. Sposata una Nacario reale della citta harro de Ruecas riuscı` a entrare nella cerchia dell’aristocrazia cagliaritana, e nel 1622 fu nominato sergente maggiore del Capo di Cagliari e Gallura. I suoi figli nel 1628 ottennero il ricono` in Sardegna ed scimento della nobilta ereditarono l’ufficio di sergente maggiore. La famiglia si estinse entro la fine del secolo.

Tobler, Adolf Filologo (Hirzel 1835Berlino 1910). Laureatosi giovanissimo, intraprese la carriera universitaria. Profondo studioso di lessicografia, nel 1867 fu nominato professore di Fi` di lologia romanza presso l’Universita Berlino. Nel 1870 fece parte della commissione che fu incaricata dall’Acca-

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Toda y Gu¨ell demia delle Scienze di Berlino di accertare la natura delle Carte d’Arborea e contribuı` alla stesura della relazione nella quale i manoscritti vennero dichiarati falsi (Allegato B alla relazione sui manoscritti d’Arborea, ‘‘Archivio storico italiano’’, III, vol. XII, 1870).

Tocco, Efisio Luigi Architetto (Ca` sec. XIX-?). Impiegliari, prima meta gato nell’amministrazione civica di Cagliari, studioso di archeologia, nel 1852 ` per primo il traffico di falsi denuncio ` delbronzetti sardo-punici che a meta l’Ottocento si svolgeva in Sardegna, suscitando la sdegnata reazione del Lamarmora, che invece li riteneva autentici. Egli rispose allora pubblicando nel 1853 il libretto Degli idoli che si vendono in Sardegna con risposta ad una nota del cav. Della Marmora. In seguito ` e coinvolse anla polemica non si placo che il Cara, allora direttore del Museo archeologico. Tra gli altri suoi scritti: ` della Sardegna, Opinioni sulle antichita 1860; Memorie sugli scavi dei SS. Cosma e Damiano, ‘‘Annali dell’Istituto di Corrispondenza archeologica’’, 1867; L’antica Gabi studiata nei libri e sul luogo, 1886.

Tocco, Giuseppe Insegnante, uomo politico (Iglesias 1912-Cagliari 2006). Consigliere regionale, deputato al Parlamento. Dopo essersi laureato in Let` dedicato per alcuni anni all’intere si e segnamento. Combattente nella seconda guerra mondiale, di idee socialiste, dopo il 1943 ha fatto parte del CLN della Toscana, prendendo parte alla guerra di Liberazione. Tornato in Sardegna riprese l’insegnamento, impegnandosi nel rilancio del suo partito. Eletto consigliere comunale di Iglesias, nel 1949 fu eletto consigliere regionale del Partito Socialista Italiano per la I legislatura; si dimise nell’agosto 1952 dopo essere stato eletto sin`. Continuo ` a essere daco della sua citta

riconfermato come sindaco fino al 1964 quando, rieletto consigliere regionale ` in Consiglio per la V legislatura, torno regionale. Tra l’agosto 1965 e il feb` stato assessore regionale braio 1967 e all’Industria; nel novembre dello ` , si e ` dimesso dal Constesso anno, pero siglio regionale per candidarsi al Parlamento. Eletto deputato nel 1968 per ` stato la V legislatura repubblicana, e successivamente riconfermato fino all’VIII legislatura nel 1983. In Parla` sempre occupato dei promento si e blemi dell’industria mineraria. Ces` istituzionale, per molti sata l’attivita ` stato presidente dell’Universita ` anni e ` di Cagliari, imprimendella Terza Eta dole un notevole sviluppo.

Toda y Gu ¨ ell, Eduardo Diplomatico e scrittore (Reus, Spagna, 1852-Tarragona 1941). Studioso delle relazioni tra Spagna e Italia, fu per anni presidente dell’Accademia di Belle Lettere di Barcellona. Sul finire dell’Ottocento compı` un viaggio in Sardegna nel quale, giungendo ad Alghero, scoprı` gli antichi legami linguistici che uni` alla Catalogna. Di questa vano la citta ` rimasto uno stimosua esperienza e ` d’Italia: lante volume Un poble catala ` nel 1889. L’espel’Alguer, che pubblico rienza e il prestigio di T. y G. fecero accelerare il movimento algherese per la rinascita dello studio del catalano e dei rapporti con Barcellona. A lui inoltre si deve l’importante Bibliografia espan ˜ ola de Cerden ˜ a, uscito nel 1890. Tra gli altri suoi scritti d’argomento ‘‘sardo’’, Cansons populars catalanes ` Catalana’’, en Sardenya, ‘‘Illustracio VIII, 171, 1887; Poesia catalana en Sardenya. Les cobles del visconte de Nar` Catalana’’, VIII, 174, bona, ‘‘Illustracio 1887; Recorts catalans de Sardenya, ` stata tra1903. La sua opera maggiore e dotta nel 1980 dal catalanista algherese Raffaele Caria.

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Todde Famiglia originaria di Iglesias (sec. XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII, quando un Diego ebbe nel 1728 il cavalierato ereditario e la ` . I suoi figli acquisirono i feudi nobilta della Minerva e il marchesato di San Vittorio, ma si estinsero nel 1776.

Todde, Antonio Marchese di San Vittorio, conte della Minerva (Iglesias, ` sec. XVIII-Alghero 1776). prima meta Nel 1763 ebbe in feudo il territorio di Montresta col titolo di marchese di San ´ lo popolasse e vi faCristoforo perche cesse sorgere un centro abitato. In pochi anni vi costruı` il villaggio di San ` con una colonia Cristoforo e lo popolo di greci provenienti dalla Corsica. Nel ` da suo fratello anche la 1770 eredito contea della Minerva, comprendente il vasto salto omonimo. Il villaggio da `, soffrı` per le continue lui fondato, pero incursioni di bande di pastori che facevano fuggire i nuovi coloni; inoltre ebbe una lite con Bosa che pretendeva di esercitare la giurisdizione sul territorio compreso nel feudo. Per tutti que` all’investitura nel sti motivi rinuncio 1772 ed ebbe in cambio i villaggi di Sorradile, Bidonı` e Nughedu che unı` al salto della Minerva col titolo di marchese di San Vittorio. Morı` senza lasciare figli, nominando eredi del salto della Minerva i suoi nipoti Maramaldo e del marchesato i suoi nipoti Pes.

Todde, Giovanni Storico e paleografo (Cagliari 1930-ivi 1984). Laureato in Giurisprudenza nel 1955, nel 1956 en` nell’amministrazione degli Archivi tro di Stato. Dal 1959 al 1972 diresse l’Archivio di Nuoro, dal 1961 al 1966 quello di Sassari, in seguito fu nominato soprintendente archivistico regionale, ritornando cosı` a Cagliari. Studioso di grande talento, nel 1978 fu eletto presidente della Deputazione di Storia patria per la Sardegna e direttore della prestigiosa rivista ‘‘Archivio storico

sardo’’. Morı` prematuramente a Cagliari nel 1984; ha lasciato numerosi studi di notevole livello scientifico e unanime rimpianto per le sue doti umane. Tra i suoi scritti: L’esportazione dei cavalli dalla Sardegna nel sec. XV, in Atti del VI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1957, 1959; Su un provvedimento di Alfonso il Magnanimo, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa, I, 1959; Su una peste in Sardegna 1652-56, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 19, 1959; Istruzioni di Ferdinando il Cattolico a Giovanni Dusay, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 22, 1959; Un vittorioso scontro della squadra sarda contro i corsari, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 24, 1959; Le celebrazioni religiose cagliaritane in occasione dell’annessione dell’Emilia e della Romagna, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 27, 1960; Un donativo straordinario richiesto da Ferdinando il Cattolico, ‘‘Studi sardi’’, XVII, 1961; Sul contributo religioso in Sardegna alla prima guerra di indipendenza, in La Sardegna nel Risorgimento, 1962; Pietro IV d’Aragona e la Sardegna dopo la sconfitta d’Oristano, in Studi storici in onore di E. Martinez Ferrando, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVIII, 1962; Los mercaders catalanes de Cerden ˜ a en el siglo XIV, ‘‘San Jorge’’, 1962; Sardegna, ‘‘Acta italica’’, 1962; La disciplina giuridica del gioco d’azzardo in Sardegna, in Studi storici e giuridici in onore di Antonio Era, 1963; Nuove chiese rurali in Sardegna sotto Vittorio Amedeo III, in Atti del Convegno di Studi religiosi sardi,1963; La peste in Sardegna. Un nuovo muro di fango per arginare l’epidemia, ‘‘Mediterranea’’, 2, 1963; Protesta degli stamenti contro ` del Governo piemontese nella l’attivita ` del sec. XVIII, in Liber meseconda meta morialis Antonio Era, 1963; Alcune disposizioni nell’Ottocento per tutelare la

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Todde Sardegna dai morbi contagiosi, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 49-50, 1964; Disposizioni legislative sull’edilizia a Cagliari nel sec. XIV, in Atti del XIII Congresso di storia dell’Architettura, I, 1966; Documenti per lo studio ` in Sardegna. Catalodella criminalita ghi dei banditi, ‘‘Rivista sarda di Criminologia’’, III, 1-2, 1967; Un tentativo di coltivazione di cotone nella vecchia provincia di Cagliari, ‘‘Rivista di Storia dell’Agricoltura’’, 1, 1967; Le condizioni dell’agricoltura nella provincia di Cagliari nel periodo 1860-1870, ‘‘Rivista di Storia dell’Agricoltura’’, 2-3 1968; I fondi costituenti l’Archivio di Stato di Nuoro, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 61, 1968; Rilevamenti sulla prostituzione a Cagliari nel 1888, ‘‘Rivista sarda di Criminologia’’, IV, 2, 1968; L’Archivio del Comune di Iglesias, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 64, 1969; Storia di Nuoro e delle Barbagie, 1971; Un inventario dei beni esistenti nel Palazzo regio di Cagliari, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 75, 1972; ` Relazione sull’apertura dell’Universita degli studi di Cagliari, 2 novembre 1764, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 76, 1972; Il servizio di cavalleria in Sardegna all’inizio della dominazione aragonese, ‘‘Nuovo Bollettino bibliografico sardo’’, 82, 1973; La formazione nuorese di Grazia Deledda. Luci e ` , in Atti del Conveombre di una societa gno di Studi deleddiani, Nuoro 1972, 1974; Le fonti archivistiche per una ricerca sull’agricoltura in Sardegna, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino ed autonomistico’’, 6-7, 1976; Alcuni capitoli degli statuti di Bosa, ‘‘Medioevo Saggi e Rassegne’’, 2, 1976; Sono stati i piemontesi a calarci una benda sugli occhi, ‘‘Nazione sarda’’, 3-4, 1977; Il canto del cigno. A cinquecento anni dalla battaglia di Macomer, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1979;

` in Sardegna nel XIV Politica e societa secolo, in Il mondo della Carta de Logu, 1979; Classe di ferro 1216; tra i quartieri ` ancittadini il Castello `e senz’altro il piu tico, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1981; Cagliari. Sei secoli di amministrazione cittadina (con Giancarlo Sorgia), 1981; La ` drammarapina di Tortolı`. Uno dei piu tici episodi della storia del banditismo sardo, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1982; Maestro razionale e amministrazione in Sardegna alla fine del ’400, in Atti del IX Congresso di storia della Corona d’Aragona, Napoli 1973, I, 1982; La storia della Sardegna negli archivi europei, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I,1982; Il barracellato, in Le opere e i giorni. Contadini e pastori nella Sardegna tradizionale (a cura di Giulio Angioni e Francesco Manconi), 1983; due capitoli, Le saline, e La pesca del tonno, in Francesco Manconi, Il lavoro dei sardi, 1983; Castel de Bonayre: il primo insediamento catalano aragonese in Sardegna, in Atti dell’XI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1982, 1984; L’edilizia e la cultura a Cagliari nel XVII e XVIII secolo, in Arte e cultura del ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Momenti di vita sarda nella corrispon` , in denza di G. Siotto Pintor con R. Orru Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, 1985; Strutture abitative a Cagliari dal Quattrocento al Seicento, in La famiglia e la vita quotidiana in Europa dal ’400 al ’600, 1986; Fonti per la storia di Sassari nel XIVe XV secolo nell’Archivio di Stato di Cagliari, in Gli Statuti sassaresi. Eco` , istituzioni a Sassari nel nomia, societa ` Moderna (a cura di Medioevo e nell’Eta Antonello Mattone e Marco Tangheroni), 1986; Modifiche strutturali dello stagno di Santa Gilla dal 1500 al 1800, in Atti del Convegno ‘‘Storia, ambiente fisico e insediamenti umani nel territorio di Santa Gilla’’, 1986.

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Todde, Giuseppe Economista (Villaci` in dro 1829-Cagliari 1897). Si laureo ` di Giurisprudenza presso l’Universita Cagliari nel 1850; in seguito si trasferı` a Torino per perfezionarsi in economia. A Torino fu allievo prediletto e in seguito amico di Francesco Ferrara. Nel ` in Sar1853, terminati gli studi, torno degna, dove ottenne l’incarico di Di` di ritto pubblico presso l’Universita Cagliari e nel 1854 anche la cattedra di Diritto costituzionale e di Economia. ` anche a impegnarsi in poliComincio ` la rivista ‘‘Lo Statica e nel 1854 fondo tuto’’ (=), dalle cui colonne, riprendendo i temi del dibattito sulla ‘‘fusione’’, ne propose una visione nuova e innovativa. Nel 1856 si trasferı` all’U` di Sassari, dove insegno ` Econiversita nomia politica e Diritto commerciale `a fino al 1860; successivamente passo ` definitiModena e dopo due anni torno vamente a Cagliari, dove ebbe cattedra fino al termine della sua carriera. Tra il 1888 e il 1890 fu eletto rettore. Negli stessi anni scrisse numerosi lavori di grande rilievo. Il suo impegno accade` di studioso lo pormico e la sua attivita tarono a trattare i problemi che nella ` dell’Ottocento avviaseconda meta rono la crisi della concezione classica ` il del liberismo economico e affronto problema dei rapporti tra economia in` , tentando di legdividuale e societa ` gere in questo contesto le difficolta della Sardegna. La natura dei temi che approfondı` aiutano a capire anche i motivi del suo instancabile impegno ` volte eletto consigliere politico. Fu piu comunale di Cagliari e consigliere pro` anche due volte di farsi vinciale; tento eleggere deputato ma in entrambe le ` l’elezione di pochi occasioni manco voti. Morı` lasciando la sua grande biblioteca alla Biblioteca Universitaria. ` importante resta, sul La sua opera piu piano del dibattito politico, l’opuscolo

La Sardegna considerata dal lato economico, pubblicato nel 1895 mentre si svolgeva l’inchiesta di cui il deputato Francesco Pais Serra era stato incaricato dal presidente del Consiglio Crispi: nel lucido elenco di proposte in vista di una legislazione speciale dedicata all’isola, figurava quella della concessione alla Sardegna di un regime d’amministrazione autonoma per venti anni. Tra gli altri suoi scritti: Legislazione e regime forestale nell’isola di Sardegna, 1860; Urgenza della costruzione delle strade ferrate della Sardegna, 1862; Le due scuole d’economia politica, ‘‘Rivista sarda’’, I, 1875; Cose elettorali, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1876; Ademprivi della Sardegna, in Enciclopedia Giuridica Italiana, I, 9-10, 1882; Emigrazione sarda, ‘‘L’Economista’’, XXIII, 1896.

Todde Valeri, Michele Religioso (Cagliari 1789-Lanusei 1851). Vescovo di ` giovaOgliastra dal 1849 al 1851. Entro nissimo nell’ordine degli Scolopi e dopo essere stato ordinato sacerdote ` in Filosofia e in Teologia. Per si laureo ` in diversi collegi alcuni anni insegno della Sardegna e in seguito fu nominato provinciale del suo ordine. Nel 1840 compı` un soggiorno di studio a Milano e nel 1841 fu nominato ispettore delle Scuole normali della Sardegna e dal 1845 al 1848 censore dell’Univer` di Cagliari. Nel 1849 fu nominato sita vescovo di Ogliastra: nel suo breve epi` per promuovere lo scopato si adopero sviluppo della diocesi.

Todini, Giampiero Storico (n. Roma 1950). Allievo di Ginevra Zanetti (=), dopo la laurea ha intrapreso la car` ririera universitaria; attualmente e ` di Sascercatore presso l’Universita sari. Tra i suoi scritti: San Romualdo e l’Ordine camaldolese in Sardegna, ‘‘Frontiera’’, 7, 1973; Il feudo e la sua introduzione in Sardegna, ‘‘La Nuova

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Togliatti Sardegna’’, 1974; Appunti per una sto` di Sassari, ‘‘La ria dell’Universita Nuova Sardegna’’, 1974; Le chiudende nel territorio di Nuoro prima e dopo la pubblicazione del regio editto 6 ottobre 1820 (con Giovanni Murgia), ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, II, 2, 1976; Le chiudende nel territorio di Oliena prima e dopo la pubblicazione del regio editto 6/ 10/1820, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, III, 1977; Gli heretats nella storia del diritto pubblico sardo, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, V, 1979.

Todorake Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria dell’Oppia. Era situato nelle campagne di Mores. Dopo l’estinzione della fami` in mano ai Doria, glia giudicale passo che si erano impadroniti di tutta la curatoria, e fu incluso nel piccolo stato che essi avevano formato nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, scoppiata la prima delle loro ribellioni, il villaggio divenne teatro delle operazioni militari, e subı` gravi danni e in ` completamente. poco tempo si spopolo

nell’urna appositamente predisposta. Il rituale, presente fin dai tempi della ` , fu mantenuto fondazione delle citta almeno fino al secolo V; in seguito si sostituı` al bambino un piccolo animale, ma in certi casi eccezionali il sa` a essere praticrificio umano continuo cato. Entro il recinto di tutti i t. che ` fenisono stati individuati nelle citta ` stata trovata cio-puniche dell’isola e ` di urne cinerarie una grande quantita che contenevano le ceneri delle vittime; dopo il secolo VI a.C. all’urna veniva generalmente accoppiata una stele che ricordava il sacrificio. Di re` , si e ` fatta strada l’ipotesi cente, pero ` non che i bambini offerti alla divinita fossero uccisi, ma che si trattasse di bambini morti di morte naturale: la cerimonia del t. serviva a trasformare la loro morte in un’offerta rituale, volta a favorire la protezione del dio.

Tofet (o tophet) Luogo punico di sacrifi` fenicio e di culto, presente nelle citta cio-puniche della Sardegna. In genere era posto all’estrema periferia dell’abitato o fuori dal circuito delle mura. Nel sito veniva consumato un sacrificio umano chiamato molk, vittima predestinata un bambino che nell’inte` veniva sacrificato resse della comunita ` e subito dopo cremato. Il alla divinita ` poco rito avveniva secondo modalita conosciute, sembra comunque che vi ` di fossero destinati bambini di non piu due anni; la vittima prescelta veniva sgozzata sull’apposito altare e il suo ` per plasangue offerto alla divinita carne l’ira o per impetrarne la benevolenza. Subito dopo il corpo veniva cremato (olocausto) e le ceneri deposte

Tofet – Stele proveniente dal tofet di Monte Sirai.

Togliatti, Palmiro Uomo politico (Genova 1894-Yalta 1974). Deputato all’As-

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Togni semblea costituente e al Parlamento della Repubblica. Da adolescente fre` tra il 1908 e il 1911 il Liceo quento ‘‘Azuni’’ di Sassari dove il padre svolgeva le funzioni di economo del Convitto nazionale ‘‘Canopoleno’’ (nel cui palazzo aveva sede anche il Liceo classico ‘‘pubblico’’; ma la famiglia To` in abitazioni private, gliatti alloggio nel quartiere della Sassari di fine Otto` ricento). T., il cui periodo sassarese e cordato nel documentato studio di Giovanni Maria Cherchi, Sassari giolittiana. Una provincia sarda nel primo novecento (1996: nella prima edizione era intitolato Togliatti a Sassari 1908` a Sassari nel 1949 per un 1911), torno processo contro ‘‘Il corriere dell’isola’’, incontrando gli antichi compagni di scuola di cui aveva conservato nitidi ricordi.

sostenitore del centralismo democratico e particolarmente attento alle vi` il tentativo di Ancende sarde, stronco tonio Cassitta di fondare un Partito Comunista Sardo e negli anni 1945-1947 ` favorevolmente la linea non giudico che in ordine all’autonomia dell’isola andava elaborando il gruppo dirigente ` a una concezione sardo, che indirizzo ` in linea con la polimeno classista, piu tica di democrazia ‘‘progressiva’’ che aveva dettato per il partito in sede nazionale. Due suoi articoli furono pubblicati in quegli anni dal ‘‘Lavoratore’’ ` (=), organo del PCI sardo, Gioventu d’oggi, 1944; Il Partito Comunista partito delle masse sarde, 1947.

Togni, Roberto Storico dell’architettura (n. Tirano 1937). Dedicatosi alla ` diventato procarriera universitaria, e fessore di Architettura e storia degli interni. Ha insegnato storia dell’Arte ` medioevale e moderna nell’Universita di Sassari e attualmente lavora presso ` di Lettere dell’Universita ` di la Facolta Trento. Tra i suoi scritti: Collegio e casa professa dei Gesuiti a Sassari, in Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984.

Tognotti, Eugenia Storica della medi-

Palmiro Togliatti – Il celebre uomo politico in una foto del 1919.

Tornato in Italia dopo il lungo esilio subı`to in quanto antifascista, fu a Cagliari in diverse occasioni. Convinto

cina, giornalista (n. Olbia 1944). Laureata in Scienze politiche nell’Univer` di Sassari, ha intrapreso la carsita riera universitaria. Ricercatrice di Storia contemporanea e quindi professore associato, dopo un primo periodo in cui si era dedicata alla storia della Sardegna e alla Storia contemporanea, ` di che ha insegnato presso la Facolta ` di Scienze politiche dell’Universita ` specializzata nella storia Sassari, si e ` attualmente della medicina, di cui e ` di Mediprofessore presso la Facolta cina di Sassari. Ha al suo attivo numerose opere che hanno ottenuto diversi riconoscimenti (fra cui il ‘‘Premio Iglesias’’ di saggistica nel 1996); giornalista

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Tola ` collaboratrice pubblicista dal 1981, e fissa – soprattutto sui temi medici – de ‘‘La Stampa’’ e ‘‘Panorama’’ e collaboratrice de ‘‘La Nuova Sardegna’’. Tra i suoi scritti: La campagna sarda nel regime fascista 1927-1939, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 8-10, 1977; Il caso della bonifica di Terralba 19111940, 1981; La base elettorale del PSd’Az nel primo dopoguerra 1919-1924, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 14-16, 1981; La base sociale del PSd’Az nel primo dopoguerra (1919-1924), in Lotte sociali, antifascismo e autonomia in Sardegna, 1988; Olbia, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; L’esperienza democratica del combattentismo nel Mezzogiorno: il movimento degli ex combattenti e il PSd’Az a Sassari 1918-24, 1983; Una fonte per la storia del movimento di occupazione delle terre. La commissione provinciale per le terre incolte, il caso di Sassari 1977-1950, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, numero speciale, 1985; Una santa a Orgosolo. Storia di Antonia Mesina, 1987; due capitoli, Storia delle bonifiche, e I partiti di destra in Sardegna, in La Sardegna. Enciclopedia, III, 1988; Le aree di bonifica, in La Provincia di Oristano. Il territorio, la natura, l’uomo, 1989; Giovanni Battista Tuveri e la questione femminile, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 26-28, 1989; ` , studenti, maestri. Contributi Universita alla storia della cultura in Sardegna, 1990; La colonizzazione sabauda in Sardegna. Il caso di S. Teresa di Gallura 1803-1824, ‘‘Storia urbana’’, XV, 1991; La malaria in Sardegna allo specchio delle prime inchieste sanitarie, in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, ` algheII, 1993; L’economia e la societa

rese tra le due guerre (1919-1939). La bo` nifica della Nurra e la nascita della citta nuova di Fertilia, in Alghero, la Catalo`e gna il Mediterraneo. Storia di una citta di una minoranza catalana in Italia (XV-XX sec.) (a cura di Antonello Mattone e Piero Sanna), 1994; Contesto urbano, epidemie e organizzazione sanitaria nella Sardegna preunitaria. Il caso di Bosa, ‘‘Quaderni internazionali di `’’, Storia della Medicina e della Sanita III, 2, 1994; Olbia. Una storia iniziata duemila cinquecento anni fa, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1995; Tecnocrazia e ruralismo. Il Sardofascismo e l’esperienza della bonifica integrale, in Il Sardofascismo tra politica, cultura, economia, 1995; Americani, comunisti e zanzare 1946-1950, 1995; Tra scienza e politica. Il piano di erdicazione della malaria della Rockefeller Foundation in Sardegna negli anni della guerra fredda 1946-50, 1995; La malaria in Sardegna. Per una storia del paludismo nel Mezzogiorno (1880-1950), 1996; Il contributo del mondo medico scientifico sassarese agli studi e alle ricerche sulla malaria, ` multiet‘‘Sacer’’, IV, 4, 1997; Olbia, citta nica (con Bachisio Bandinu e Giovanni Murineddu), 1997.

Tola1 Illustre famiglia del giudicato di Torres (sec. XII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XII: una tenace e appassionata ipotesi genealogica la vorrebbe di origine asturiana, dello stesso ceppo dei De Toulon. La sua genealogia diviene certa a partire dagli inizi del secolo XV con un Comita Folco de Tola che fu inviato dai cittadini del Montacuto come loro procuratore al Parlamento del 1421 per discutere ` di pagamento di una sulle modalita somma che essi avrebbero dovuto versare per concorrere al riscatto della curatoria dal visconte di Narbona. Fu suo nipote Leonardo, dai cui figli, Sal-

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Tola vatore Leonardo e Antonio, derivano tutti gli altri Tola. Ramo di Salvatore Leonardo. Salvatore Leonardo fu alcaide di Porto Torres; da lui discese un ramo che si stabilı` ad Alghero e si estinse nel 1609 e un ramo ` a risiedere a Ozieri e a che continuo ` nella quale acquisto ` un Sassari, citta ` crescente prestigio tra le famiglie piu in vista. Da questo ramo discese un Matteo, che nel 1597 fu riconosciuto nobile sardo. Fra i suoi figli, Diego e Giovanni Maria ebbero entrambi discendenza. Con i matrimoni di Diego ebbero inizio le fortune feudali della famiglia; i suoi discendenti, infatti, ereditarono la baronia di Pozzomaggiore, la signoria di Planu ’e Murtas e la contea di Bonorva, ma si estinsero nel 1701. Gio` la linea resivanni Maria continuo dente a Ozieri, dove i suoi discendenti ricoprirono importanti uffici nell’amministrazione baronale e si estinsero nel 1823 dopo aver espresso alcune di`. stinte personalita Ramo di Antonio. Antonio fu riconosciuto nobile nel 1518; si formarono con i suoi nipoti Antonio e Giovanni altri due rami della famiglia: Antonio fu regidor del Montacuto per i Borgia, e i suoi discendenti continuarono a ricoprire ereditariamente l’ufficio e si estinsero nel 1680; Giovanni fu il capostipite dei Tola Quiridoni che, a loro ` del secolo volta, nella seconda meta XVII si divisero in altri due rami con un altro Giovanni e con un Giacomo Raimondo. Giovanni ebbe numerosa discendenza; con i suoi nipoti, vissuti nel secolo XVIII, si formarono altre due linee: da un terzo Giovanni venne la linea dei baroni Tola, alla quale appartenne il celebre Pasquale e che si estinse con un Cosimo nel 1902; da Salvatore discese un ramo che si stabilı` a ` tuttora fiorente. Giacomo Siligo e che e ` a risiedere a Raimondo continuo

Ozieri dove ebbe l’ufficio di regidor del ` il capostipite di tre rami Montacuto: e Tola attualmente residenti a Sassari, Ozieri e Cagliari, discesi dai suoi nipoti Antonio, primogenito, e Giacomo, secondogenito. Dal primogenito Antonio, morto nel 1791, attraverso i suoi nipoti derivano i primi due: quello di Antonio Giuseppe, morto nel 1817 e pronipote di ` considerato il Giacomo Raimondo, e ramo primogenito e risiede attualmente a Sassari; da Giorgio Giuseppe, morto nel 1816, fratello di Antonio Giuseppe, deriva il ramo secondogenito, i cui discendenti risiedono a Sassari e a Cagliari. Da Giacomo, nipote di Giacomo Raimondo, morto nel 1796, deriva il ramo cadetto, i cui discendenti risiedono fuori dalla Sardegna.

Tola2 Famiglia della borghesia cagliaritana (secc. XVI-XVIII). Le prime notizie risalgono al secolo XVI; nella se` del secolo espressero alconda meta `. Nel 1630 otcuni consiglieri della citta tennero il cavalierato ereditario con un Cosimo i cui figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1653 durante il parlamento Lemos. Imparentatisi con i Castelvı`, alla fine del secolo XVII si trasferirono a Laconi, e lı` si estinsero nel corso del secolo XVIII.

Tola, Agostino Scrittore (Cagliari, ` sec. XVI-Roma, 1660 ca.). prima meta ` Attirato dalla vita ecclesiastica, entro in Seminario e fu ordinato sacerdote. Dopo essersi laureato in utroque fu nominato canonico della Cattedrale di Bosa e giudice di gravami. In seguito compı` lunghi viaggi in Italia e in Spagna e finı` per stabilirsi a Roma, dove ricoprı` l’ufficio di protonotaro. Seppe inserirsi negli ambienti culturali della ` e fu autore di alcune interessanti citta opere di carattere sacro. I suoi due scritti principali, collegati fra loro, sono il Thesoro escondido de la religion christiana en el qual se prueva con mu-

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Tola chos y fuertes fundamentos que el emperador Costantino Magno es santo, stampato a Roma nel 1656; e la Corona de los triumphos de los santos del reyno de Serden ˜ a en el qual se prueva con 24 razones que santa Elena madre dell’emperador S. Costantino el Magno fue` de Serden ˜ a, stampato a Roma nel 1658.

Tola, Angelo Gentiluomo (Ozieri 1736ivi?, 1801). Uomo di buona cultura, appassionato studioso di musica, sposatosi con una cugina visse a Ozieri dedicandosi da autodidatta alla composizione. Ha lasciato alcuni pezzi di musica sacra e di musica da camera.

Tola, Antonio Uomo d’armi (sec. XVI). Nipote di Salvatore Leonardo, dopo aver lungamente servito nell’esercito reale, tornato in Sardegna si stabilı` ad Alghero, dove nel 1567 fu nominato vicario reale. Per le sue notevoli capa` politiche divenne luogotenente cita del governatore del Capo del Logudoro Francesco De Sena e diede inizio a una polemica con Sassari, tendente a conservare ad Alghero la residenza del governatore.

Tola, Ciriaco Antonio (detto Chirc’ Antoni) Poeta (Bitti 1785-ivi 1868). Figlio di un notaio, seguı` gli studi sino all’U` per poi fare ritorno al paese, niversita ` dove oltre a occuparsi delle proprieta di famiglia fu esattore e amministra` la poesia in tore comunale. Coltivo sardo trattando i generi amoroso, religioso, moraleggiante e scherzoso, con ` la preoccupazione di indurre i in piu pastori della Barbagia a ingentilirsi e a introdurre nuove tecniche agrarie. Michelangelo Pira lo ha accostato a Paolo Mossa per la comune dedizione a una poesia «borghese e progressista» che tende ad affiancarsi a quella «edificante dei canonici e dei pievani». La sua unica raccolta di versi, Cantones e ` stata mutos, uscı` postuma nel 1913 ed e riedita nel 1997.

Tola, Comita Folco de Gentiluomo (Ozieri, sec. XV-?). Il suo nome compare nel momento in cui il re Alfonso V impose agli abitanti del Montacuto di pagare una parte della somma occorrente per il riscatto del Montacuto dal ´ essi si rivisconte di Narbona. Poiche fiutavano, il re fu costretto a inviare un contingente di truppe; allora egli fu scelto dai concittadini, assieme a Giovanni De Feno, come procuratore della curatoria, e nel 1421 inviato al Parlamento convocato da Alfonso V per trattare i termini del pagamento.

Tola, Diego Gentiluomo (Sassari 1565ivi 1645). Figlio di Matteo, conseguita ` volersi dedicare alla la laurea sembro carriera della pubblica amministrazione, ma i suoi due matrimoni ne tra` una prima sformarono la vita. Si sposo volta con Margherita Delitala, signora del salto di San Vittorio, dalla quale ebbe una figlia. Rimasto vedovo, si ` nuovamente con Vittoria Virde sposo vedova Tavera. Quando nel 1621 morı` il barone di Pozzomaggiore Andrea Virde suo fratello, ella pretese la successione nel feudo e in quello di Pranu ` sua moglie nella ’e Murtas. T. tutelo controversia giudiziaria che vedeva impegnati Caterina Virde, figlia del de` eredi di Giovanna Virde, funto, e i Leda sorella di sua moglie. Nel 1623 riuscı` a chiudere la controversia con un compromesso in base al quale ottenne per sua moglie la baronia di Pozzomaggiore.

Tola, Efisio Militare, martire mazzi´ ry 1833). niano (Sassari 1803-Chambe Fratello di Pasquale, dopo aver completato gli studi in Accademia fu nominato sottotenente. Mazziniano fervente, fu coinvolto nei moti del 183031: accusato di aver diffuso gli scritti del Mazzini e il giornale ‘‘La giovine Italia’’, fu arrestato, processato, condannato a morte; rinchiuso nel castello

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Tola ´ ry, affronto ` con grande ferdi Chambe mezza la fucilazione nel giugno 1833.

nel 1791 fu nominato canonico teologale della diocesi di Bosa. Negli anni successivi divenne vicario generale e nel 1819, quando il vescovo Gavino Murru fu trasferito a Sassari, fu incaricato della reggenza della diocesi. Nel ` per 1823 fu nominato vescovo; governo vent’anni, occupandosi di restaurare alcune delle chiese di Bosa e di migliorare le condizioni del clero.

Tola, Gabriele Storico dell’architet-

Efisio Tola – Ritratto del patriota condannato ´ry per aver diffuso la a morte a Chambe stampa della Giovine Italia.

tura (n. Cagliari 1951). Dopo aver con` diventato funzionaseguito la laurea e rio del Ministero dei Beni culturali; attualmente lavora presso la Soprintendenza per le province di Cagliari e Oristano. Ha studiato con notevole impegno le fortificazioni medioevali della Sardegna, scrivendo diversi saggi, tra cui La casa forte di Villasor, in Atti del XII Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1985; La casa forte di Villasor. Storia ed evoluzione d’uso, in Atti del II Convegno internazionale sul riuso dei castelli, 1985; Pittura del Cinquecento a Cagliari e provincia (con G. Zanzu), 1992.

Tola, Giovanni Antonio Magistrato, Tola, Francesco Barone di Pozzomaggiore (Sassari 1600-ivi 1666). Figlio di Diego, divenuto barone alla morte di sua madre, in base al compromesso del 1623 per quindici anni avrebbe dovuto rinunciare alle rendite del feudo per soddisfare gli altri pretendenti, ma nel 1636 riuscı` a chiudere la questione con un altro compromesso in base al ` il salto quale cedette a Francesco Leda di Pranu ’e Murtas. Prese parte ai parlamenti Avellano e Lemos schierato nel partito degli Alagon, e nel 1647 sostenne con mezzi finanziari ingenti la partecipazione della Sardegna alla repressione dei moti napoletani.

Tola, Francesco Maria Religioso (Bosa 1758-ivi 1843). Vescovo di Bosa dal 1823 al 1843. Laureato in Teologia,

deputato al Parlamento, poeta (Sassari 1793-ivi 1865). Fratello di Pasquale, percorse una brillante carriera giudiziaria fino a giungere al grado di giudice della Reale Udienza e, dopo la ‘‘fusione’’, a quello di consigliere di Corte di Cassazione. Nel 1848 fu eletto deputato per la I legislatura del Parlamento subalpino; rieletto per la III legislatura non ebbe convalidata l’elezione. Fu rieletto ancora una volta per la V legislatura e in Parlamento si ` sempre a favore del governo. schiero Delicato poeta d’occasione, fu autore ` di numerosi componimenti. Lascio una raccolta di Poesie varie e nel 1824 tradusse in terzine il Giudizio di Pallade di Francesco Pintor.

Tola, Giovanni Battista Barone di Poz-

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Tola zomaggiore, conte di Bonorva (Sassari 1639-ivi 1701). Nel 1658, all’estinzione `, recupero ` il salto di Planu ’e dei Leda Murtas che suo padre aveva loro ce` Giovanna duto nel 1636. Nel 1665 sposo ` e in suo nome prese Maria Manca Leda a rivendicare il feudo di Bonorva, entrando in contrasto con Maria Manca ` sposata Aymerich. Nel 1667 vinse Leda la causa e cosı` riunı` nelle sue mani Pozzomaggiore e Bonorva, unificando l’amministrazione dei due feudi di cui ` a Bonorva la capitale. fisso

Tola, Giovanni Maria Uomo d’armi (Ozieri 1566-ivi 1631). Figlio di Matteo, percorse una brillante carriera militare in Spagna; tornato in Sardegna, nel 1624 fu nominato vicario reale di ` ai Borgia, e in conseAlghero. Si lego guenza di questo rapporto, per il fatto che i suoi parenti del ramo di Antonio erano impegnati in una lite familiare, fu nominato regidor del Montacuto e si stabilı` a Ozieri.

Tola, Leonardo Uomo d’armi (Ozieri, ` sec. XV-ivi?, 1503). Nipote prima meta di Comita Folco, fu un valoroso guer` a fianco di riero. Nel 1470 si schiero Leonardo Alagon e, organizzato un contingente di armati del Montacuto, prese parte alla battaglia di Uras e alle successive imprese del marchese con` Carroz. Quando nel 1475 tro Nicolo ` che la pace tra Nicolo ` Carroz e sembro Salvatore Alagon fosse cosa fatta, ot` a Ozieri a tenne l’indulto reale e torno curare il suo patrimonio; ma quando ` , fu ancora una ripresero le ostilita volta a fianco dell’Alagon e prese parte alla battaglia di Macomer. In seguito ottenne per la seconda volta il perdono ` reale e si trasferı` in Spagna dove entro nell’esercito reale. Fu alla conquista di Granada, dove si dice abbia ucciso in duello un gigantesco re moro; in se` in Sardegna. guito torno

Tola, Luigi Insegnante, consigliere re-

gionale (Sassari 1934-ivi 1993). Dopo ` all’insegnaessersi laureato si dedico mento. Interessato alla politica, dirigente del Partito Socialdemocratico a ` alle eleSassari, nel 1974 si presento zioni regionali per la VII legislatura nel collegio di Sassari ma non fu eletto. ` , subentro ` Nella stessa legislatura, pero in Consiglio regionale, nel 1979, a Pietro Pigliaru. Al termine della legislatura non fu riconfermato.

Tola, Matteo I Vicario reale di Alghero (Sassari 1541-Alghero 1617). Nipote di Salvatore Leonardo, fu personaggio di spicco, ben inserito nell’aristocrazia di Sassari; nel 1595 fu eletto alcaide di Porto Torres e nel 1596 vicario reale di Alghero. Nel 1597 fu riconosciuto no` la polebile sardo. Riprese e continuo mica con Sassari per ottenere che la residenza del governatore fosse spostata ad Alghero. Ritenendo che il proprio appannaggio fosse troppo basso, ottenne di integrarlo con le rendite dei piccoli feudi di Cala Bona e monte Albo, due salti nel territorio di Alghero.

Tola, Matteo II Signore del Fangario (Alghero 1683-ivi 1741). Dopo la laurea ` fama di buon giurista in Legge acquisto e divenne professore presso l’Univer` di Sassari. Morendo lascio ` la sasita ` di Alghero. lina del Fangario alla citta

Tola, Nino Giornalista, consigliere regionale (Mamoiada 1906-?). Dopo la ` la professione laurea in Legge esercito di avvocato nel foro di Nuoro e si de` anche al giornalismo. Aderı` da dico giovane al fascismo e dal 1934 al 1943 fu redattore del quindicinale ‘‘Nuoro Littoria’’ e corrispondente di altri pe` riodici. Nello stesso periodo fu podesta di Nuoro per alcuni anni. Caduto il fa` a occuparsi di poliscismo, continuo ` tica e prese parte al dibattito che porto alla costituzione del Movimento Sociale Italiano, ma finı` per schierarsi

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Tola col Movimento Popolare Monarchico, diventandone uno dei maggiori espo` alle elezioni nenti. Nel 1957 si presento regionali per la III legislatura nel collegio di Nuoro, ma non fu eletto. Nel ` in Consicorso della legislatura entro glio regionale nel 1960, dopo la morte dell’on. Antioco Porcu Ruju. Nel 1961 non fu riconfermato per la IV legislatura.

Pasquale Tola – Magistrato sassarese, e` autore di opere essenziali come il Corpus diplomaticus Sardiniae e il Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna.

Tola, Pasquale Storico, deputato al Parlamento subalpino (Sassari 1800Genova 1874). Dopo aver conseguito la laurea in Legge fu aggregato al Collegio di Belle Arti di Sassari dal 1824 al ` la carriera giudi1827. Nel 1829 inizio ziaria, continuando a coltivare i suoi studi sulla storia e la cultura della Sardegna. Attento osservatore dei problemi che affliggevano l’isola, di idee liberali moderate, sostenne la neces` di abolire il feudalesimo che ritesita neva la principale remora al suo sviluppo. Poco dopo la sua vita fu sconvolta dalla fucilazione di suo fratello ´ry nel 1833. Questo traEfisio a Chambe

` traccia anche sullo gico evento lascio sviluppo della sua carriera giudiziaria. ` i 3 volumi Tra il 1837 e il 1838 pubblico del suo celebre Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, nel ` una riflessione sullo sviquale avvio luppo della cultura isolana entro una prospettiva diversa da quella indicata dal Manno. Nello stesso anno fu nominato assessore della Regia Governa` zione di Sassari; nel 1842 accompagno il re Carlo Alberto nel suo viaggio in Sardegna; in seguito prese parte al dibattito sulla ‘‘fusione’’ e fu eletto deputato di Sassari per la I legislatura del Parlamento subalpino nel 1848. La sua ` , non fu convalidata a elezione, pero causa dello scioglimento anticipato della Camera. Rieletto anche nelle legislature successive, la sua elezione fu ancora annullata. Frattanto si era trasferito a Genova, dove la sua carriera giudiziaria ebbe modo di proseguire con il crescente apprezzamento di tutti ` . Nel 1853 finalgli ambienti della citta mente la sua elezione a deputato per la V legislatura fu convalidata e cosı` fece il suo ingresso in Parlamento; dopo il ` , si ritiro ` definitivamente 1857, pero dalla vita politica. Frattanto la sua fama di studioso era cresciuta grazie ai suoi numerosi lavori di storia; nel 1845 ebbe l’incarico dalla Deputazione di Storia patria di Torino, di cui era socio, di compilare il X (e poi anche il XII) volume degli ‘‘Historiae Patriae ` Monumenta’’; da questo lavoro derivo il suo celebre Codice diplomatico della ` i primi due Sardegna, di cui pubblico volumi che uscirono soltanto nel 1861 e ´ un primo tentativo del 1862, perche 1845 (intitolato Codice diplomatico di Sardegna con altri documenti storici, raccolto, ordinato e illustrato dal cav. P.T.) era stato interrotto dopo 128 pa` consergine (il terzo, manoscritto, e vato, ancora inedito, fra le Carte Tola,

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Tola ` del Comune di Sassari, dedi proprieta positate presso quella Biblioteca comunale). Nello stesso periodo la sua carriera giudiziaria ebbe un ulteriore sviluppo e raggiunse il grado di presidente della Corte d’Assise. Morı` a Genova ed ebbe a Sassari funerali solenni. Presto nacque l’idea di dedicargli un monumento: la raccolta della somma necessaria (decurtata dal fallimento della banca presso cui era depo` diversi anni, fino a sitata) occupo ´ essere collocato, quando nel 1903 pote al centro della piazza su cui si affacciava il palazzo di famiglia, la statua eseguita a fine Ottocento da Filippo Giulianotti. La stessa piazza (l’antica Carra manna dei sassaresi) fu intitolata a lui e al fratello Efisio, ricordato anche in due lapidi, non senza polemiche fra il gruppo moderato e il circolo dei giovani mazziniani. Tra i suoi scritti: Dissertazione italiana sull’origine e progressi e vari generi della poesia, 1824; La processione dei candelieri e ` di Epoche e fatti memorabili della citta Sassari, entrambi in Almanacco sassarese per l’anno 1835, 1835 (la pubblicazione comprende anche, sempre di T., Serie degli arcivescovi turritani, Serie dei governatori di Sassari sotto il dominio della regnante Casa dei Savoia); Sulla patria di Carlo Buragna. Risposta alla lettera del cav. Ludovico Baille, 1838; Dizionario biografico sardo annesso al ‘‘Dizionario degli uomini illustri di Sardegna’’, 1839; Discorso accademico sulla scienza universitaria, 1841; Rassegna critica della ‘‘Storia moderna della Sardegna’’ del barone Giuseppe Manno, ‘‘Meteora’’ I, 18, 1843; Relazione del viaggio fatto in Sardegna nel 1842 da S.M. il re Carlo Alberto e da suo figlio secondogenito S.A.R. Ferdinando Maria duca di Genova, 1843; Parole dette ai soci del Casino di Sassari nell’adunanza generale del 1º aprile 1848, 1848; Codice

degli Statuti della repubblica di Sassari, 1850 (poi intitolato nel vol. X degli ‘‘Historiae Patriae Monumenta’’); Vita di Domenico Alberto Azuni, 1862; Notizie ` degli Studi di storiche della Universita Sassari, 1866; Feste popolari di mezzagosto a Sassari, 1871. Interessante lo scritto inedito Il carattere nazionale dei sardi, pubblicato a cura di Salvatore Deledda, ‘‘Mediterranea’’, VI, 2, nel 1932; seguı` la riproduzione di La processione dei Candelieri, ‘‘Mediterranea’’, VI, 9, 1932. Le opere di T. sono state spesso ristampate: in particolare, il Codice fu ristampato nel 1984 dall’editore sassarese Carlo Delfino in tre volumi di grande formato, a cura di Francesco Cesare Casula, e il Dizionario ripubblicato nel 2001 in tre volumi nella collana ‘‘Bibliotheca sarda’’ della nuorese Ilisso, a cura di Manlio Brigaglia.

Tola, Pietro Militare (Thiesi 1905-Sassari 1979). Arruolatosi giovanissimo ` servinella Guardia di Finanza, presto ` della penisola. Nel zio in varie localita corso della seconda guerra mondiale fu incluso nei reparti di stanza nei territori francesi occupati dalla Germania. Subito dopo l’8 settembre, catturato con i compagni dai tedeschi, ri` l’adesione alla Repubblica di fiuto ` e fu inviato nei campi di concenSalo tramento, dove rimase fino alla liberazione da parte degli Alleati, nell’aprile del 1945. Nel corso di questi mesi tenne ` stato pubblicato poun diario, che e stumo dai figli Giovanni e Salvatore, per iniziativa dell’ISSRA (Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia): Il Lager nel bosco (2001). Manlio Brigaglia lo giudica ´ tra le poopera straordinaria perche che del genere scritte non come memo` riale ma giorno per giorno, e per di piu `, da un «autodidatta di grande volonta

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Tola ma uomo non obbligatoriamente dedito alla scrittura».

Tola, Salvatore Scrittore e pubblicista (n. Faenza 1940). Laureato in Pedago` di Cagliari con una gia all’Universita tesi di storia della cultura sarda, risiede a Sassari, dove ha insegnato nelle scuole elementare e media. Esperto dei problemi dell’editoria, collabora con diverse case editrici della ` segretario dell’AES (AsSardegna. Gia sociazione Editori Sardi) interviene per la promozione della produzione libraria isolana nelle fiere del settore. Studioso della poesia popolare sarda e autore di itinerari turistici, collabora con ‘‘La Nuova Sardegna’’, ‘‘Il Messag` gero Sardo’’ e altri periodici; ed e membro della giuria di alcuni premi letterari in lingua sarda come l’‘‘Ozieri’’, il ‘‘Romangia’’ di Sennori e il ‘‘Michelangelo Pira’’ di Quartu. Tra i suoi scritti: Sassari, in La Sardegna a cura di Manlio Brigaglia, I, La storia, 1982, pp. 241-248; Gli eventi storici e i problemi sociali nella poesia popolare e popolareggiante sarda tra Settecento e ` in Ottocento, in Intellettuali e societa ` d’ISardegna tra restaurazione e unita talia, 1991, II, pp. 19-98; Un’isola e i suoi libri. Notizie ed appunti sull’editoria in Sardegna, 1992; Gli anni di ‘‘Ichnusa’’. La rivista di Antonio Pigliaru negli anni della rinascita, 1994; I canti della controrivoluzione. La tentata invasione della Sardegna del 1793 in alcuni testi poetici popolareggianti in lingua sarda, in Francia e Italia negli anni della rivoluzione, 1996, pp. 300-315; La poesia dei ` alla scrittura, poveri, 1997; Dall’oralita in Storia della Sardegna, a cura di Manlio Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu, 2002, nuova edizione 2006, II, pp. 195-204; La letteratura in lingua sarda. Testi, autori, vicende, 2006. Ha curato la nuova edizione dell’autobiografia di Giovanni Spano, Ini-

ziazione ai miei studi, 1997; con Paolo Pulina Il tesoro del Canonico. Vita, opere ` di Giovanni Spano (1803-1878), e virtu 2005; e numerose raccolte di poesie sarde: Padre Luca Cubeddu, Cantones e versos, 1982; Diego Mele, Satiras, 1984; Pietro Pisurzi, Cantones, 1990; Raimondo Congiu, Su Triunfu. Sa Passione, 1994; (con Rita Cecaro) Cantones de sambene, 1999; Benennidos sos poetas, 1999; Giovanni Spano, Canzoni popolari di Sardegna, 1999, 4 voll.; Cantones de bandidos, 2001.

Tola, Salvatore Leonardo Capitano di Porto Torres (Ozieri 1476-ivi 1551). Fi` si reco ` in glio di Leonardo, in gioventu ´ negli eserciti Spagna dove combatte ` una Centelles, lontana reali. Qui sposo ` in Sarparente del conte d’Oliva; torno degna nel 1512, si stabilı` a Sassari e fu nominato capitano di Porto Torres. Ri` a Ozieri, dove si masto vedovo ritorno ` dell’amministrazione del suo occupo ricco patrimonio.

Tola, villa Edificio di San Sperate in via Umberto I. Fu fatto costruire nel 1848 dal barone Giovanni Antonio Tola su progetto di Gaetano Cima entro i confini di una vasta azienda agricola che ` di sua moglie Elisaera di proprieta betta Cadello, della famiglia dei marchesi di San Sperate. Per la costruzione furono utilizzati i tipici mattoni crudi dell’architettura popolare cam` diri): si sviluppa in due pidanese (la corpi molto semplici, uno quadrangolare con la facciata abbellita da un ele` alla lolla gante porticato che si rifa delle case contadine del Campidano, e un corpo aggiunto ottagonale. Attualmente la villa appartiene alla famiglia dei conti Serra di Uta.

Tola Fortesa, Giacomo Religioso (Cagliari, fine sec. XIV-Terralba 1443). Vescovo di Terralba dal 1436 al 1443. Canonico della cattedrale di Cagliari, nel 1436 fu nominato vescovo di Terralba.

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Tolomeo Prese possesso della diocesi negli anni difficili del concilio di Basilea e rimase fedele al papa di Roma.

Tolo Famiglia di Oliena (sec. XV-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XV. I suoi membri erano legati alla diocesi di Galtellı` e amministravano per conto del vescovo grandi latifondi. Nel corso del secolo XVI acquistarono a loro volta un grande patrimonio; nel 1565 un Sebastiano ottenne in enfiteusi il salto di Biriddo. Nel 1577 suo figlio Monserrato divenne collettore ` una delle rendite della diocesi e sposo ` Manca. Al culmine della potenza avvio la costruzione di un palazzo a Oliena e ` la cappella di famiglia con un maorno ` congnifico dipinto che attualmente e servato nella parrocchiale di Oliena. I suoi figli furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento del duca di Gandı´a. Con loro la famiglia si divise in due rami: da Gabriele di` si estinscesero i T. di Galtellı`, che pero sero nel corso del secolo XVII; da Giovanni Martino discesero i T. che continuarono a risiedere a Oliena. Per tutto il secolo XVII essi presero parte a tutti i parlamenti successivi e si imparentarono con altre nobili famiglie del Nuorese. Nel corso del XVIII si divisero in altri rami, ma tutti risiedettero a Oliena conservando la grande pro` immobiliare della famiglia. Anprieta cor oggi molti dei T. vivono a Oliena, non immemori della tradizione secolare della famiglia.

Tolomeo, Claudio Astronomo, matematico, geografo (138-180). Vissuto in Egitto sotto gli Antonini, fu il massimo esponente della concezione astrono` un mica geocentrica e rappresento punto di riferimento per gli studi astronomici, secondo fra gli antichi solo ad Aristotele. Ispirandosi al suo prede` un’amcessore Massimo di Tiro, creo ´ pia opera geografica, la Geographike

Hyphe´ghesis, nella quale a discussioni di carattere teorico sulla natura, sui limiti e sul contenuto del sapere geogra` fico seguiva un lungo elenco di localita corredato dalle relative coordinate.

Claudio Tolomeo – Raffigurazione dello studioso in un’edizione della Cosmografia del 1482.

Nell’intera Geografia sono censiti circa 8000 toponimi. I manoscritti pervenuti sono poi corredati da circa 27 carte, la ` materia di discussione. cui genesi e Nel III libro il lungo elenco delle loca` della Sardegna costituisce una lita ` complete (e disputate) delle fonti piu per la ricostruzione dell’antica geografia dell’isola, che compare in una riproduzione cartografica nella carta VII insieme alla Sicilia. Per la determi` e coornazione del reticolo di localita dinate, T. sembra assumere a punti di riferimento le costiere Sulci, Carales e Turris Lybisonis e l’interna Gurulis nova. Per quanto la rappresentazione dell’isola soffra della deformazione dovuta a vari fattori (da cui risulta, per

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Tolo Pirella esempio, l’eccessiva estensione in lati` fondatudine), la descrizione di T. e mentale per la ricostruzione schematica della geografia e della toponomastica antica dell’isola, con la menzione di centri costieri (per es. Portus Coracodes, Herculis, Nymphaeum; promontoria Hermaeum e Crassum); delle lo` interne (come Cornus, Bosa), calita delle isole (come le insulae Nymphaea, ` inoltre da Herculis, Ficaria, Hermea). E segnalare la menzione delle popolazioni che abitavano la Sardegna antica. [GIOVANNI MARGINESU]

Tolo Pirella, Bernardino Gentiluomo ` sec. XVI-ivi, (Oliena, seconda meta ` alla carriera mili1644 ca.). Si dedico tare e fu nominato sergente maggiore del Campidano di Milis. Nel 1642 divenne sergente maggiore del Sarrabus e ottenne il privilegio di potere scavare miniere in tutta la Sardegna, con l’unico obbligo di pagare al patrimonio reale una tassa del 5% sul prodotto. La ` di imprenditore minerario, sua attivita `, non ebbe esito, perche ´ egli morı` pero pochi anni dopo.

Tolu, Bernardino Religioso (Cagliari ´ n, Paraguay, 1666). En1589-Asuncio trato nell’ordine dei Gesuiti fu ordi` per anni Teonato sacerdote e insegno logia e Filosofia nei collegi di Cagliari e di Alghero. In seguito partı` missionario nell’America del Sud; dapprima fu in Paraguay e poi in Uruguay, dove con` il suo apostolato fino alla tarda tinuo `. eta

Tolu, Giovanni Bandito (Florinas 1822Nurra di Porto Torres 1896). Era un onesto contadino che nel giorno di Pasqua del 1849, ritenendo che il parroco (‘‘Prete Tulvi’’) gli avesse insidiato la moglie di appena sedici anni, lo assalı` e lo ferı`. Convinto di averlo ucciso, si diede alla macchia; la sua latitanza ` per trent’anni. In tutto questo peduro riodo egli visse circondato da una fama

di bandito imprendibile e uccise parecchie persone, si dice 17 (in gran parte Carabinieri, ma anche compagni di macchia venutigli in sospetto di delatori). Dall’opinione popolare, di volta in volta, fu considerato difensore ` e collaboratore delle delle comunita ` nella cattura di altri delinautorita quenti o vendicatore di torti. In tutto `, questo periodo, protetto dall’omerta egli frequentava i cuiles della Nurra. In uno di questi abitava la figlia con il marito; fu proprio in questa azienda che i Carabinieri lo catturarono nel 1880: «Si era arreso quasi volontariamente», scrive Enrico Costa nel suo Sassari (1885). Rinviato immediatamente a giudizio, fu condotto a Frosinone per subirvi il processo, che si ce` nel 1882 e si concluse con una lebro clamorosa assoluzione. Cosı` gli fu possibile tornare libero e passare i suoi ultimi anni nella fattoria della Nurra e nella casa della figlia a Porto Torres. «Verso gli ultimi di novembre dello scorso anno, rientrando nel mio studio, vi trovai un vecchio, che da mezzora mi aspettava»: comincia cosı` il popolare Giovanni Tolu. Storia di un bandito sardo narrata da lui medesimo, che En` nel 1896. Da quel rico Costa pubblico ` pressoche ´ quotidianagiorno T. visito mente la casa sassarese di Costa dettandogli la sua voluminosa autobiografia. Il vecchio ex bandito morı` improvvisamente di carbonchio poco tempo dopo, mentre attendeva con ansia di vedere pubblicato il ‘‘suo’’ libro, che uscı` a qualche settimana di distanza, nello stesso 1896. In una nota finale il ` cosı` descritto: «Di staprotagonista e tura media, era robusto, tarchiato, diritto nella sua persona, sebbene contasse 74 anni. Aveva grave il portamento, fiero lo sguardo, folta e bianca la barba. Serio, compassato, sentenzioso, di poche parole, egli rideva di

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Tombe di giganti rado, ma sempre pronta la barzelletta e ` sarcastico. il motto di spirito, per lo piu Di carattere piuttosto burbero, tenace delle proprie idee, difficilmente cedeva all’altrui consiglio. Menava vanto, assai spesso, della propria forza e della propria perspicacia, forse per´ troppo magnificate dal volgo. Era che diventato un po’ sordo e inforcava gli occhiali quando voleva leggere o scrivere». Alla sua vita avventurosa sono stati dedicati molti articoli e alcuni libri (fra cui Banditi di Sardegna di Franco Fresi, 1998). Nel suo paese na` intitolato a lui un circolo cultutale e rale.

Tolu, Priamo Fotografo (n. Iglesias 1957). Vive e lavora a Cagliari. Dal 1986 ` iscritto all’albo dei giornalisti come e fotoreporter. Collabora con numerose testate giornalistiche tra le quali ‘‘L’Espresso’’, ‘‘Il Corriere della Sera’’, ‘‘la Repubblica’’ e ‘‘La Nuova Sardegna’’. Ha vinto nel 1984 il concorso na` fotografo di zionale ‘‘Chia Laguna’’. E scena nella Fondazione del Teatro Comunale di Cagliari. Le sue immagini – foto di moda, costume, scatti di feste e tradizioni popolari – sono state esposte in varie mostre (a Cagliari presso il Teatro Comunale ‘‘Artisti’’ nel 1996; al centro culturale Man Ray, l’esposizione ‘‘Cinque fotografi per un’isola’’, nel 2000, allestita poi a Bellinzona in Svizzera; e ‘‘Sardinna-Cymrum-England: Photography and our Cultural Heritage’’, promossa dal British Council).

fu costretto a ritirarsi a Sassari mentre l’amministrazione della diocesi fu affidata a monsignor Piovella.

Tomassini Barbarossa Famiglia marchigiana originaria di Macerata (sec. XX-esistente). Le sue notizie risalgono ` a Cagliari al secolo XIII; si trapianto ` del Novecento con nella prima meta un matrimonio di un conte T.B. con una Serra Rossi erede delle sostanze e delle tradizioni della famiglia dei baroni Rossi di Cagliari. I T.B. del ramo cagliaritano hanno dato vita a impor` nel settore dell’imprenditanti attivita toria e hanno contribuito a salvare al ` il Papatrimonio artistico della citta lazzo Boyl, ereditato dai Serra Rossi.

Tomassini Barbarossa, Antoncarlo Imprenditore, studioso di storia (n. Ca` gliari 1931). Dopo essersi laureato si e dedicato a curare gli interessi patrimo` divenuto imprenniali di famiglia ed e ditore. Ha dato impulso a importanti iniziative nel campo dell’edilizia; uomo di grande cultura, ha scritto alcuni saggi di carattere storico e alcuni romanzi, Il barone Salvatore Rossi e la ` dell’800, vita sarda nella prima meta 1947; Leonardo Alagon, il prigioniero di ` tiva, romanzo, 1990. Ja

Tolu, Salvatore Religioso (Cargeghe 1848-Sassari 1914). Arcivescovo di Oristano dal 1899 al 1910. Ordinato sacer` in Teologia, disciplina dote, si laureo ` per molti anni nel Seminache insegno rio di Sassari. Nel 1899 fu nominato arcivescovo, resse la sua diocesi con grande impegno e senza risparmiarsi. Nel 1910 fu colpito da paralisi, per cui

Tombe di giganti – Tomba di giganti a Quartucciu (Is Concas).

Tombe di giganti Denominazione popolare acquisita poi, per convenzione, anche nella terminologia archeologica

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Tombe di giganti di singolari monumenti megalitici della Sardegna nuragica. Sono sepolture collettive destinate a contenere decine di individui e, in alcuni casi, anche un centinaio di inumati. Appaiono ` dalle nella loro forma definitiva gia ` nuragica, nelprime fasi della civilta l’ambito del Bronzo medio (1600-1500 a.C.). Queste tombe presentano tutte uno schema di pianta comune: vano funerario rettangolare racchiuso entro un corpo tombale absidato nella parte posteriore e due bracci lunati sulla fronte. La copertura esterna della camera funeraria presenta altezza decrescente dalla fronte verso il fondo. Anche i bracci lunati decrescono dal cen` e racchiudono, a loro tro alle estremita volta, un’area semicircolare, la cosid` marginata, detta ‘‘esedra’’; questa e talvolta, da un bancone-sedile. Sulla base di una diversa tecnica costruttiva si possono dividere le Tombe di giganti in due gruppi fondamentali: le tombe con esedra a ortostati e stele centinata e quelle con facciata a filari e ingresso architravato. Le tombe a struttura ortostatica sono diffuse nella Sardegna centro-settentrionale e solo sporadicamente nel meridione dell’isola. Tra i monumenti con stele centinata meglio conservati vi sono quelli di Coddu Vecchiu di Arzachena e di S’Ena ’e Thomes di Dorgali, mentre le tombe di Domu ’e S’Orcu di Siddi e di Is Concas di Quartucciu sono esempi ben conservati di tombe con facciata a filari. La stele ` formata da una o due centinata e grandi pietre lavorate che costituiscono una grande lastra, arrotondata ` superiore e provvista di nell’estremita cornice sui bordi e listello trasversale ` corpo; alla base e ` scolpito un a meta portello molto angusto. A questo portello, per le dimensioni piuttosto ri` difficile riconoscere un utidotte, e lizzo funzionale; si tratta, piuttosto, di

un elemento di valenza simbolica, probabilmente la rappresentazione dell’ingresso nel regno degli inferi. La camera funeraria, solitamente prece` di duta da un breve andito o dromos, e pianta rettangolare, con pavimento lastricato a piccole scaglie piatte o a grandi lastre perfettamente sagomate e disposte con molta cura. Il vano tom` essere talvolta marginato da bale puo nicchie per deporvi le offerte funerarie; ad analoga funzione erano probabilmente destinati i banconi addossati alla parete di fondo nelle camere funerarie di alcune tombe. Nell’area antistante la tomba, fossette sacrificali e focolari attestano che vi venivano praticati riti per i defunti che non si limitavano al momento della deposizione ` ma probabilmente si ripetevano piu volte in determinate ricorrenze. Nelle vicinanze di numerose T. di g., soprattutto nella Sardegna centro-occidentale, si conservano betili di medie e grandi dimensioni. Queste pietre, di forma conica o cilindrica, talvolta provviste di bozze o di incavi mammillari, simboleggiano la forza fecondatrice del principio maschile e la ferti` di quello femminile e documenlita tano il persistere dell’antico culto delle pietre di tradizione neolitica. Vi ` poi un consistente numero di tombe e che presentano, in facciata, lastre perfettamente sagomate, su cui poggiano ordinati filari di pietre sovrastati dalla cosiddetta ‘‘stele o concio a dentelli’’, un monolito all’incirca trapezoidale ` nuragica, e concon tre incavi. Di eta temporanee alle T. di g., sono le tombe ipogeiche con prospetto architettonico ` correttamente, le T. di g. scavate o, piu nella roccia. In queste tombe la camera ` costituita da una cella piu ` sepolcrale e o meno allungata scavata nella roccia e sul fronte roccioso sono scolpite la stele centinata e l’esedra; non di rado

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Tombe di giganti vengono utilizzate le vecchie domus de janas, adattandole con l’ampliamento ` rare sono degli ambienti originari. Piu le tombe dette ‘‘a poliandro’’, costituite da un semplice cassone o cista megalitica di forma rettangolare allungata. ` nuragica vanno Tra le sepolture di eta segnalate, infine, quelle in tafoni, ca` naturali prodotte da fenomeni erovita sivi del granito, che in Gallura venivano utilizzate come sepolcri senza, per questo, sostituire le classiche T. di g., ugualmente diffuse nella regione. ` nuragica, Nelle ultime fasi della civilta a partire dal secolo IX a.C., sembra cessare la costruzione delle grandi tombe megalitiche collettive e si diffonde l’uso di sepolture individuali, sia del tipo a fossa rivestita e coperta da lastre, sia del tipo a pozzetto scavato nella roccia. [LUISANNA USAI] I LUOGHI Le T. di g. sono distribuite praticamente in tutta l’isola. Abbasanta (18): Aiga, Azzica, Chirighiddu, Losa, Mesu Enas, Mura de Sorighes, Mura Porchinas, Perda Crappida, Sa Tanchitta, S’Atza, Scala ’e Girdu, Sos Ozzastros, Su Cantaru, Su Cutzu, Suei, Su Pranu, Su Tentorzu, Trainnari; Aidomaggiore (5): Iscrallotza, Ozzilo, Padru Longu, Sa Tanca ’e s’Ozzastra, ` dei Sardi (3): Alteri, Doli FiUras; Ala china, S’Ena ’e su Barone; Arbus (1): Bruncu Espis; Aritzo (1): Su Cuadorgiu; Arzachena (4): Coddu ’Ecchju, Li Lolghi, Li Muri, Mara; Arzana (1): Sa Fossa de su Gigante; Bauladu (2): Muraguadu, Zrighidanu; Baunei (11): Alvo, Ertili, Commidu Pira, Fonnacesus, Olivette Cannas, Orgodori, Perdu Saccu, Pianedda, Sollovi, S’Olluli, Su Scusorgiu; Benetutti (5): Iscorra Boe, Merenda Ona, S’Ena ’e sa Mela, S’Ena ’e Sedina, S’Aspru; Birori (7): Lassia, Noazza, Nuscadore, Palatu, Pedra Oddetta, Perda ’e s’Altare, Tomasino; Bitti (9): Badde longa, Birosili, Doddi Arvu, Monte sa

Sea, Nitosila, Oloustes, Ortiddai, Pedra Alva, Solle; Bolotana (7): Badde ’e Su Chercu, Bruncu de Farra, Istarone, ` , Tanca Miccadorgiu, Sedda, Sinniche Manna; Bonarcado (4) Argioledda, Mura ’e Figu, Serra Crastula, Serra Tirias; Bono (1): Pranighedda; Bonorva (2): Baratteddu, Crastu Coveccadu; Borore (4): Castigadu S’Altare, Imbertighe, Santu Bainzu, Sa Perda Longa ’e Figu; Bortigali (1): San Giovanni; Bot` (4): Bitidda (1): Sa Corona; Budduso `, Ianna de su Saccu, Iselle, Loelle; ralo Bultei (4): Pedras Ladas, Sas Presones (2 tombe), Su Coveccu; Bulzi (1): San Pietro; Calangianus (3): Laicheddu, Pascaredda, Rio San Paolo; Collinas (1): Sa Cubedda; Cossoine (2): Crastu ’e Fora, Padru Mores; Cuglieri (3): Oragiana, Oratanda, Sas Presones de Murafaina; Curcuris (1): Santa Maria; Decimoputzu (1): Tomba dei guerrieri; Domusnovas (1): Perdu Cossu; Dorgali (7): Biristeddi, Lottoniddu, San Basilio, Serra Orrios (2 tombe), S’Iscra ’e Lottoni, Thomes; Dualchi (4): Bardalazzu, Biriola, Cubas, Uana; Escalaplano (1): Coa ’e Pratu; Escolca (1): Mitza su Tutturu; Esporlatu (1): Fruschiosu; Esterzili (16): Genna ’e Cusca (3 tombe), Monte Nieddu (4 tombe), Paul’e Trigu, Sa Ucca ’e is Canis, Sa Xea ’e Molas, S’Omu ’e Nannisi, Su Scusorgiu (2 tombe), Taccu ’e Linu (3 tombe); Florinas (1): Urzeghe; Fluminimaggiore (1): capo Pecora; Fonni (13): Bidistili, Gremanu, Madau (5 tombe), Mastala, San Salvatore (3 tombe), Sedda ’e Balloi, `, Tramassunele; Gavoi (2): Talaighe Trutzu; Genoni (3): Is Spiluncheddas, Pala de su Pirastru, Santa Anastasia; Gesturi (1): Ollastedu; Gergei (1): Preganti; Gesturi (3): Ollastedu, Pran’e Pendula, Su Scusorgiu; Ghilarza (2): Mesu Enas, S’Angrone; Giba (3): Meurra (3 tombe); Gonnesa (2): Isarus, Serucci; Gonnosfanadiga (4): Sa Grutta

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Tomich ’e Santu Giuanni, Sa Grutta ’e s’Orsu, San Cosimo, Craddaxius; Guspini (2): Pauli Planu, Rio Cabra; Irgoli (1): Pedralata; Isili (4): Calafrigidadda, Is Pranus, Is Paras, Monte Is Casteddus; Laerru (1): Botipos; Lanusei (2): Seleni (2 tombe); Las Plassas (1): Mesedas; Loculi (2): Pedra Lata Santa Maria, S’Iscu` (3): sorgiu; Lodine (1): Su Gardosu; Lode ` ; Lula (3): Araene, Sos Goellos, Torra Colovros, Fraicatu, Puzzittu; Lunamatrona (1): Nixias; Luras (3): Ladas, Pedrafitta, S’Alzoledda; Macomer (6): Puttu ’e Oes, Solene, Su Ederosu, Tamuli (3 tombe); Mandas (2): Pranu Senis, Ruin ’e Porcu; Narbolia (2): Nuraghe Accas, Nurazzasu Moru; Norbello (2): Perdu Cossu, Suei; Nughedu San ` (1): Sos Padres; Nule (3): Badu ’e Nicolo Porceddu, Ispiro, Sisine; Nuoro (1): `ddule; Nurallao (3): Aiodda, Cigoni No (2 tombe); Nurri (4): Pitzu Ungronis, Perdas de Fogu, Stessei, Trebeza; Olbia (6): Belveghile, Castel Pedresu, Pedra Zoccada, Sa Tumba, Siala, Su Monte de S’ape; Oliena (9): Cattedu Crispu, Grim`, Lanaittu, Lotti, padu, Jumpadu, Inise Otticone, Sa Pera Mila, Susuini; Olzai (4): Dedile, Sedili, S’Ena ’e Sa Vacca, Su Puddu; Onanı` (5): Maindreu, Orchiddai, San Bachisio, S’Iscra su Calzone, Tanca Rettorale; Oniferi (1): Ogorthi; Orani (2): Gora, Lasassai; Orgosolo (7): Bentosu, Coda ’e s’Ena, Ena Longa, Giganti di Olai, Lochore, Mannurri, Senepida; Orosei (2): Linnarta, Nererie; Orotelli (1): Sa Pedra Rizza; Orroli (4): Cranaxiolu, Su Pranu (2 tombe), Taccu Coronas; Ortueri (1): Carra Salis; Orune (1): Fila Fila; Osidda (2): Sa Raighina, Usanis; Ossi (1): Ena ’e Muros; Ottana (14): Badde Suergiu, Barbizzone, Bellezze, Bidinannari, Binza Cresia, Bisolio, Donnigheddas, Figu Bianca, Ispraghe, Nuraghe Pireddu, S’Ogolio, Su Mucrone, Tiddiris, Toccori; Ovodda (1): Nieddio; Ozieri (4):

Conca Nicolittu (4 tombe); Padria (2): Peddalzos, Sas Concas; Palau (2): Li Mizzani, Sjacciu; Paulilatino (10): Atzara, Goronna (2 tombe), Minda de Figu, Mura Filighes, Muraguada, Muriscroa, Nissiu, Oschina, Perdu Pes; Posada (1): Pedru Pascale; Pozzomaggiore (2): Pedra Ladas, Sas Magalinas; Quartucciu (1): Is Concas; Sagama (1): Crastu Covaccadu; Sant’Antonio di Santadi (1): Perda Piccada; Santu Lussurgiu (4): Crasta, Piriccu, Sa Bucolica, S’Elighe Onna; Sarule (2): Inuteu, S’Altare ’e Logula; Scano di Montiferro (4): Beranula, Nueddas, Perdas Doladas, Su Crastu Iscrittu; Sedilo (8): Batos, Busoro, Iloi (2 tombe), Melas, Monte Isei, Oliai, Santu Antine ’e Campu; Seneghe (1): Domu de Zane; Sennori (1): Oridda; Settimo San Pietro (1): Santa Introxia; Seulo (1): Ticci; Siddi (1): Domus S’Orku; Silanus (18): Bolude, Iorzi Oinu, Lechiri, Madrone, Mercuri, Murartu, Navras, Orreddo, Padru, Perdas Doladas (3 tombe), Mura Ruja, Pedra Pinta, Perda Longa, Santa Sarbana, Tippari, Zoddoro; Sindia (3): Nela, Sa Sedda ’e sa Cadrea, Su Furrihesu; Siniscola (1): San Giacomo; Sorgono (3): Funtana Morta, Ispilunca, Sedda ’e su Pritanu; Suni (2): Furrighesu, Ghigantolu; Talana (1): Bau ’e Tanca; Teti (2): Azzadolai, Perdalonga; Thiesi (3): Baddiu Pirastru, Bighinas, Campu ’e Rios; Tinnura (1): Su Gigante; Torpe` (2): Sa Menta, Santu Perdu; Tula (1): Nostra Signora de Coros; Ula Tirso (1): Su Gigante; Uri (1): Sa Perda Longa; Urzulei (6): Mannucone, Oddai, Prunareste, Sa Carcara, Sa Tinnargia, Su Casiddu; Usellus: Motrox ’e Bois; Villagrande Strisaili (4): Campu Pira Onni, Lotzoracesus, Porku Abba, Serra Carcana.

Tomich Famiglia cagliaritana originaria della Catalogna (secc. XIV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XIV. ` importanti mercanti di Erano tra i piu

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Tommaso ` e avevano interessi grano della citta anche nel commercio del sale. Costi` con gli Xarch ed tuirono una societa estesero i propri traffici anche fuori ` del secolo XV, dalla Sardegna. A meta disinteressatisi al commercio, investirono una parte dei loro capitali acquistando nel 1442 il feudo di Serdiana con un Francesco. I suoi discendenti acquistarono anche il feudo di Donori nel 1506, ma pochi anni dopo si dilaniarono in una lite ereditaria che ne ro` le sostanze. Si estinsero prima vino del 1546.

` a Corfu ` e vi duta la repubblica si rifugio rimase fino al 1854, anno in cui si spo` a Torino; nel 1859 riuscı` a stabilirsi sto definitivamente a Firenze. Di lui possediamo uno Scritto inedito: lettera a Maria Fiorito sopra Nino giudice di Sar` ne parli Dante Alidegna, come cioe ghieri, pubblicato in ‘‘Rivista sarda’’, I, nel 1875.

Tomich, Giacomo Signore di Serdiana ` e di Donori (Cagliari, seconda meta ` sec. XVI). sec. XV-ivi?, seconda meta Quando nel 1530 morı` Marziale Tomich lasciando erede di Serdiana e di Do` in nori sua sorella Antonia, egli cito giudizio la cugina rivendicando il diritto a succedere nel feudo. Tra i due si aprı` allora una lunga e dispendiosa lite che T. finı` per vincere; ottenne la ` dei feudi, ma morı` pochi disponibilita anni dopo senza lasciare discendenti.

Tomich, Giovannotto Signore di Ser` sec. XVdiana (Cagliari, seconda meta ` sec. XVI). Alla fine del ivi?, prima meta ` il ripopolamento di Quattrocento avvio ` il feudo di Serdiana e nel 1506 acquisto Donori, unendo i due territori.

` Letterato (SebeTommaseo, Niccolo ` a Panico 1802-Firenze 1874). Studio ` giovanissimo nel dova, dove si laureo 1822. Visse quindi a Milano, dove conobbe il Manzoni. Nel 1827 si stabilı` a ` con l’‘‘Antologia’’ Firenze e collaboro ` al suo Dizionario del Vieusseuxe lavoro dei Sinonimi. Dopo la soppressione ` in Francia, da dell’‘‘Antologia’’ riparo ` la sua opera di scrittore dove continuo patriottico. Quando fu amnistiato si stabilı` a Venezia; nel 1847 fu arrestato, ma liberato nell’insurrezione del 1849 fu nominato ministro e ambasciatore della Repubblica Veneta a Parigi. Ca-

` Tommaseo – Ritratto del patriota e Niccolo letterato.

Tommaso1 Religioso, arcivescovo di ` di arciveCagliari (sec. VIII). In qualita scovo di Cagliari era considerato il metropolita di tutta la Chiesa sarda, indicato nei documenti come arcivescovo della Sardegna. Attento alle controver` un sie teologiche del suo tempo, mando suo rappresentante al II concilio di Nicea, assumendo posizioni di stretta osservanza dell’ortodossia cattolica.

Tommaso2 Religioso (sec. XIII). Vescovo di Bosa dal 1259. Apparteneva al-

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Tommaso l’ordine dei Benedettini ed era abate di Santa Maria di Paulis quando nel 1259 fu nominato vescovo di Bosa da papa Alessandro IV. Uomo di grande equilibrio, fu spesso incaricato dal pontefice di risolvere controversie tra diversi enti ecclesiastici.

Tommaso 3 ( Francesco Antonio Mossa , detto fra Tommaso da Calangianus) Missionario, martire (Calangianus 1780-Damasco 1840). Medico, attirato dalla ` in Seminario e una vita religiosa entro volta ordinato sacerdote partı` missionario. Giunto in Oriente, stabilitosi a Damasco, si diede con successo alla ` scoperto e arrepredicazione; fu pero stato. Caduto in mano a una setta di fanatici, nel 1840 subı` il martirio: il suo corpo fu tagliato a pezzi. Il caso diede avvio a un contenzioso internazionale e a una serie di ipotesi di ogni genere sulle cause della sua morte, in cui furono chiamate in causa diverse religioni: in particolare fu evocato lo spettro dei ‘‘sacrifici di sangue’’ di cui di tempo in tempo venivano accusati gli ebrei.

In Sardegna Un tempo era veneratis` un santo dimenticato, simo, adesso e messo da parte, arrimau, polveroso nelle domus de is santus. Il proverbio: «Fai che Santu Tommasu: toccai e biri po creiri» (Fare come San Tommaso: toccare e vedere per credere). Oppure: «Fai cumenti Santu Tommasu, chi no hiat cretiu finzas a chi no nc’hiat postu su nasu» (Fare come San Tommaso, che non aveva creduto fintanto che non ci aveva messo il naso). [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 3 luglio; la terza domenica di maggio a Berchiddeddu, frazione di Olbia.

Tommaso, san (in sardo, Santu Tommasu, Santu Tommeu, Santu Tummeu, Santu Didimu) Santo apostolo. Dall’ebraico to’am, gemello, didimo, Didi` l’apostolo scetmus, nella Volgata. E tico e realista che nell’ultima cena do` a Gesu ` : «Signore, non sapmando piamo dove vai, come possiamo cono` scere la via?». «Io sono la via e la verita ` – nessuno va e la vita – gli rispose Gesu al padre se non attraverso di me» (Giovanni 14,5-6). Dopo la risurrezione, cre` gli fece toccare dette solo quando Gesu ` il Vangelo in India le piaghe. Annuncio – secondo gli Atti di San Tommaso, apocrifi del secolo III – morendo martire a Mylaporre nei pressi di Madras. Alcuni agiografi lo fanno martire a Edessa in Turchia. Patrono dei geometri, carpentieri, muratori, spaccapietre, giudici.

` del santo in San Tommaso – L’incredulita un dipinto di Cima da Conegliano.

Tommaso d’Aquino, san (in sardo, Santu Tommasu) Santo (Roccasecca 1225-Fossanova, Roma, 1274). Sacerdote, dottore della Chiesa, nacque nel castello di Roccasecca vicino ad Aquino da una nobile famiglia longo` a Napoli, Cobardo-normanna. Studio ` il desiderio di lonia e Parigi, manifesto entrare nell’ordine domenicano e i

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Tonara suoi, che lo volevano abate a Montecas` d’un anno sino, lo segregarono per piu in un loro castello. Domenicano (1244), ` teologia a Parigi, Orvieto, Viinsegno terbo, Napoli e Roma. Dal 1259 teologo ` a Naufficiale di Alessandro IV. Fondo poli (1272) lo Studium domenicano. Autore di molte opere teologiche e filosofiche, monumentale la Summa Theologica. Morı` nell’abbazia cistercense di Fossanova il 7 marzo 1274, mentre si recava al concilio di Lione. Canonizzato da Giovanni XXII (1323), dichiarato da Pio V (1567) dottore angelico, proclamato da Leone XIII (1880) pa` e degli studenti trono delle Universita ` anche patrono dei teologi, cattolici. E filosofi, architetti, artisti, librai. Festa Si festeggia il 28 gennaio. Prima della riforma del calendario (1969) ve´ caniva festeggiato il 7 marzo; poiche deva in Quaresima e non si potevano celebrare memorie obbligatorie la sua ` stata trasferita al 28 gennaio, festa e data della traslazione del suo corpo a Tolosa nel 1369. [ADRIANO VARGIU]

Tonara – Veduta del centro abitato.

Tonara Comune della provincia di ` monNuoro, sede della XII Comunita tana, con 2323 abitanti (al 2004), posto a 900 m sul livello del mare alle falde nord-occidentali del Gennargentu. Regione storica: Mandrolisai. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale,

di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 52,12 km2, comprese le frazioni di Teliseri e Stazione Desulo-Tonara, e confina a nord con Tiana, a est con Desulo, a sud con Arzana, Aritzo e Belvı` e a ovest con Sorgono. Si tratta di una regione montuosa, dove anche a breve distanza dal paese si trovano punte che vanno molto oltre i 1000 m: monte Mungianeddu, 1468; Genna Flores, 1496. T. si trova lungo la statale 295 che proviene da Aritzo e poco a nord si connette alla 128; nei pressi di T. se ne distacca la deviazione montana per Desulo e Fonni. A 5 km dal paese si trova, sempre lungo la 295, la stazione lungo la linea ferroviaria Mandas-Sorgono destinato a servire T. e Desulo. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, l’attuale villaggio ` si e ` formato nel corso del secolo pero XVI dalla fusione dei villaggi di Ara`, Toneri e Teliseri. Nell’Alto Mesule dioevo i tre villaggi erano separati e disposti a scala lungo il pendio del Gen` alto in quota e poponargentu: il piu ` , dove era anche la loso era Arasule chiesa parrocchiale dedicata a Sant’A` in basso erano dinastasia, poco piu sposti gli altri due; poco distante da Te` che liseri era poi il villaggio di Ilala ` a essere autonomo fino al Setcontinuo tecento quando i suoi abitanti si trasferirono a T. I villaggi appartennero al giudicato di Arborea ed erano inclusi nella curatoria del Mandrolisai. Subito dopo la caduta del giudicato, nel 1410 furono compresi nel feudo concesso a Giovanni Deana suocero del marchese di Oristano e, estinti i Deana, entrarono a far parte del marchesato fino alla sua estinzione nel 1477. Da quel momento passarono sotto il controllo diretto del re e nel 1507 ottennero il privilegio di essere definitivamente incorporati nel patrimonio regio e di es-

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Tonara sere amministrati da un official eletto annualmente tra i capifamiglia del territorio. Nello stesso periodo il processo di integrazione dei primi tre villaggi nell’attuale T. fu portato a termine rapidamente e intorno all’abitato furono sviluppati i castagneti e i noccioleti che diedero all’economia del villaggio caratteri che ancora lo distinguono. Il privilegio fu rispettato fino al passaggio della Sardegna agli Asburgo; nel 1716, infatti, la riscossione delle rendite civili del Mandroli` a far parte del feudo concesso sai entro ai Valentino (=) e fu cosı` che gli abitanti di T., loro malgrado, dovettero subire il vincolo feudale al quale non erano abituati. Nel corso del secolo tentarono di liberarsene arrivando in ` di un’occasione ai ferri corti con gli piu amministratori baronali, ma tutto fu inutile e i Valentino continuarono a esercitare il loro privilegio fino all’abolizione dei feudi nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Ori` a far parte della stano; nel 1848 entro divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Di questo periodo Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza nell’ambito del Dizionario del Casalis, della quale riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in T. anime 2476, distribuite in famiglie 648 ed in case 472. L’opera assidua delle donne ` la filatura e la tessitura, e con la loro e diligenza procurano alle famiglie un lucro talvolta notevole da’ tessuti, che vendono a rigattieri gavoesi, o cillonari. La scuola elementare vi fu aperta prossimamente alla parrocchia, poco dopo l’editto del 23 giugno 1824, e qual` di 80 che volta fu frequentata da piu ` andato fanciulli. Poi questo numero e ` andata stanin diminuzione, come e

candosi la vigilanza del parroco e la cura del maestro. Le persone che in tutto il paese sanno leggere e scrivere forse non sorpassano i 65. Agricoltura. Credono i tonaresi che il loro territorio ` atto alla coltura degli alberi, sia piu che a quella dei cereali, e molti vorreb´ non si dobero che fosse cosı`, perche vrebbe faticare sull’aratro, e sulla vanga, e forse non desidererebbero ` che pane di castagne o di ghiande, piu delle quali si nutrivano i loro maggiori. Contrariamente a codesta loro asser` buono pure alle zione, il territorio e viti, e se fosse meglio coltivato produrrebbe maggior copia di cereali. La ` ordinaria che si semina anquantita ` di circa 700 nualmente da’ tonaresi e starelli di grano, 500 d’orzo, e di circa 70 starelli di legumi. La fruttificazione ` del 7 per uno. L’orticoltura si comune e restringe a pochi articoli, tra’ quali sono principali le zucche e i cavoli. Pastorizia. Il bestiame manso numera gioghi 80, cavalli 170, majali 216. Il bestiame rude consiste in pecore 14 000, capre 7000, vacche 1250, porci 1600. I pecorai ed i caprai vanno a svernare ` miti, perche ´ discendono in luoghi piu dal paese nei primi di novembre, e non vi risalgono che ai primi di maggio, quando i nuovi pascoli sono in piena vegetazione. Le altre specie restano nel paese. I formaggi sono di mediocre `, e i piu ` comuni o bianchi che poi bonta si smerciano in Napoli, salati nelle cantine». Nel corso del secolo XIX l’e` ulteriorconomia di T. si sviluppo ` mente e alla fine del secolo comincio anche a manifestarsi la sua vocazione per un turismo montano. Quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di ` a farne parte. Nuoro, T. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la coltura dei castagni, dei noci e dei noccioli, la viticoltura e la

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Tonara frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` induluppando anche qualche attivita striale nei campi alimentare (produzione del rinomato torrone), tessile e ` suffidella lavorazione del legno. E cientemente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche cinque alberghi con 61 posti letto, tre aziende agrituristiche con 27 posti letto e un ristorante. Artigianato. ` la lavorazione dei camTradizionale e panacci per greggi e mandrie, rinomati in tutta la Sardegna; molto noti sono anche gli oggetti in legno intagliato. ` collegato da autolinee e Servizi. T. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico industriale), sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2432 unita di cui stranieri 34; maschi 1188; femmine 1244; famiglie 961. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 21 e nati 22; cancellati dall’anagrafe 54 e nuovi iscritti 38. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 043 in migliaia di lire; versamenti ICI 1102; aziende agricole 705; imprese commerciali 213; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 5; esercizi al dettaglio 48; ambulanti 42. Tra gli indicatori sociali: occupati 839; disoccupati 57; inoccupati 93; laureati 39; diplomati 331; con licenza media 757; con licenza elementare 644; analfabeti 79; automezzi circolanti 846; abbonamenti TV 688. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita

dell’insediamento umano a partire dal periodo prenuragico. A quest’ultimo periodo appartengono la grotta funeraria di Pitzu ’e Toni e la domus de janas di Is Forreddus, situata lungo la strada per Sorgono, a breve distanza dall’abitato. Si tratta di una tomba interamente scavata nella puddinga e articolata in tre vani comunicanti tra loro. Al periodo nuragico risalgono i nuraghi Su Nurazze e Su Pranu. Infine sono da ricordare i ruderi di epoca romana di Tonnai. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE L’impianto urbanistico antico era articolato in quattro rioni che con il tempo si sono fusi in un unico agglomerato che conserva ancora numerose case tradizionali costruite in schisto e legno; tra queste la casa Porru, molto vasta e complessa, che in ` stata adibita anche a pripassato e ` importante e ` la gione. L’edificio piu chiesa di San Gabriele, parrocchiale costruita nel secolo XVII e andata progressivamente in rovina; venne completamente ricostruita nell’Ottocento. Ha l’impianto a una navata completata da cappelle laterali e dal presbiterio, ` a volte a botte. Poco dila copertura e stante si eleva il campanile costruito nel 1607, unico avanzo della chiesa originaria. Altra chiesa di qualche inte` quella di Sant’Antonio, del Cinresse e quecento, con l’impianto a una navata che al proprio interno conserva un pulpito ligneo di notevole interesse. Di grande suggestione sono le montagne che circondano l’abitato, ricche di boschi e di castagneti. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` la samanifestazione piu gra del Torrone, che fu istituita nel 1979 anche per ricordare il poeta locale Peppino Mereu (=) e si svolge la seconda domenica di luglio. Ha lo scopo di pubblicizzare il torrone che si

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Tonnara produce in abbondanza artigianalmente nel villaggio; la festa prevede diversi spettacoli folcloristici, la degustazione del prodotto e la dimostrazione dei metodi di fabbricazione. Dal ` stato abbi1984 alla sagra del torrone e nato il concorso il Campanaccio d’oro che consiste in una gara tra artigiani che fabbricano il campanaccio, altra produzione quasi esclusiva per cui T. e giustamente famosa. Altra grande festa ` quella in onore di San Gabriele che si e svolge il 2 agosto, si protrae per tre giorni e culmina in una suggestiva processione in abiti tradizionali. Di parti` il costume. L’abbicolare suggestione e gliamento varia a seconda delle circo` di due tipi. stanze; quello femminile e Quello delle grandi occasioni, detto an` costituito da una cache della sposa, e micia di mussolina bianca (sa camisa), molto ricamata e ornata da inserti di pizzo e con le maniche molto ampie, e da una gonna plissettata (s’abbrazzeddu) di orbace rosso arricchita da una balza di raso o di seta nera, rifinita nella parte alta con nastro a fiori colorati e in basso con nastro nero. Sopra la camicia si indossano il busto (is palettas) di broccato di vari colori, guarnito con trine dorate e bordato di seta nera o blu, chiuso sul davanti con ganci; e la giacca di broccato con bordo di seta nera (su zippone), con le maniche che lasciano fuoriuscire i polsini della camicia chiusi con nastri. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa chinta) di orbace o panno rosso guarnito con nastro a fiori (s’arrefettu), con nastro di broccato (s’infertoriu) e una cornice di tulle nero (s’orrollu), legato in vita con nastro doppio e bloccato da due ganci ` d’argento. L’abbigliamento di gala e completato da un fazzoletto di tibet marrone con frange ricamato a fiori colorati e dai gioielli. Quello indossato ` costituito da una camicia tutti i giorni e

di mussolina bianca e da una gonna uguale a quella della sposa. Sopra la camicia si indossa il busto di velluto o di broccatello; sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di ` stoffa qualsiasi. L’abbigliamento e completato da un fazzoletto di tibet nero a fiori stampati. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela bianca a doppio petto e dai calzoni di lino bianco (sos carzones); sopra la camicia si indossano la giacca di orbace o di panno rosso con bordo di velluto nero a doppio petto e chiusa con legacci di cuoio; e il gilet (sa este ’e pedde) di pelle di capretto o di agnello nero, pelo all’esterno e pelle conciata all’interno. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa cardagula) di orbace nero bordato di panno nero e le ghette dello stesso ` tessuto (sas carzas). L’abbigliamento e completato dalla berritta longa di panno nero, da sa brentera, una cinta con borse indossata solo dai maggiorenti, e da un cappottino (su gabbanellu) di orbace nero con cappuccio lungo fino al ginocchio.

Tonnara Stabilimento per la pesca del tonno ubicato nei punti di passo dei pesci. Il fenomeno si verifica a maggiogiugno, quando i tonni (detti tonni di corsa) si radunano in branchi numerosi e intraprendono le migrazioni che, con tappe molto lunghe, li portano verso le zone di riproduzione nel Mediterraneo o nel Golfo del Messico; terminata la ` riproduttiva, i tonni (detti loro attivita allora tonni di ritorno) si disperdono. Nel Mediterraneo mete preferite da queste migrazioni sono le coste dell’Africa settentrionale, quelle settentrionali e orientali della Sicilia e quelle occidentali della Sardegna; le mete vengono raggiunte annualmente secondo percorsi che possono variare se-

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Tonnara condo il variare della temperatura e delle correnti. ` praLA TECNICA La pesca del tonno e tica antica, conosciuta fin dal tempo dei Fenici: nei secoli venne frequentata con metodi e tecniche differenti. ` Quello considerato generalmente piu ` costituito da un impianto redditizio e di reti a mare (la t. vera e propria), sistemato strategicamente nei punti di transito dei branchi dei tonni. Le reti formano una gabbia nella quale i tonni vengono sospinti in modo da consentire l’effettuazione della pesca; l’im` peraltro appoggiato a un inpianto e sieme di edifici a terra che consentono la lavorazione del pescato, immediata` a mare culmente successiva. L’attivita mina nella mattanza, adeguatamente preceduta dalla sistemazione delle ` un’attivita ` reti che costituiscono la t.; e stagionale che si esaurisce tra giugno e luglio in concomitanza del passo dei `, e ` branchi dei tonni. Questa fase, pero resa possibile dall’esistenza di uno stabilimento a terra che consente la custodia delle barche necessarie e delle reti nei mesi in cui non si verificano le migrazioni dei tonni; in passato esso talvolta era anche il centro di lavorazione del pesce pescato: attualmente solo in alcuni casi vi viene avviata la ´ la maggior parte lavorazione, perche del pescato viene stivata congelata e quindi trasportata ai luoghi di lavora` ubicato in pozione. Lo stabilimento e sizione strategica, vicino al punto dove vengono calate le reti; in passato sor` sageva nelle vicinanze di una o piu line, il cui prodotto era necessario per ` la conservazione del pescato. L’attivita a mare si impernia sull’organizzazione delle reti, tenute a galla da un sistema di galleggianti e saldamente ancorate al fondo e alla costa. Le reti vengono calate e disposte in modo da catturare il flusso dei tonni e condurlo verso la

rete finale, detta ‘‘camera della morte’’, dove avviene la mattanza. La ` molto semrete delle tonnare sarde e ` formata da tre elementi: la plice ed e ‘‘coda’’ che viene ancorata a terra mediante il ‘‘pedale’’ (denominazione di una robusta gomena con un’ancora fis` costisata al fondo). In effetti la coda e tuita da una rete profonda alcune de` la cine di metri e lunga tanto quanta e distanza dalla terra del secondo elemento che costituisce la tonnara (detto ‘‘isola’’). La ‘‘coda’’, quindi, rappresenta un muro invalicabile che ha il compito di interrompere il flusso dei tonni e di obbligarli a seguire un tracciato verso le sei camere che formano ` anl’isola. Quest’ultima, a sua volta, e corata al fondo da due braccia (una a ponente e l’altra a levante) dette ‘‘testa’’ e da un sistema di ancore. L’isola ` costituita un insieme di reti di forma e rettangolare con al loro interno una serie di reti trasversali che formano le varie camere, dalla prima, detta ‘‘camera grande’’, all’ultima, la ‘‘camera della morte’’, nella quale avviene la mattanza. Anche le reti dell’isola sono molto profonde: i tonni, una volta che siano entrati nella camera grande, non ` a uscirne e gradatamente riescono piu giungono all’ultima camera, che ha il fondo chiuso da una grossa rete. Il la` organizzato in voro nella tonnara e modo molto preciso, con una divisione ` molto ardi compiti e di responsabilita ticolate, secondo una rigorosa gerarchia le cui origini sono antichissime. ` collocato il rais, cui spetta Al vertice e ` il compito di decidere quando dovra avere inizio la mattanza. Prima di dare il via pronunciando la frase «Domani si va in alto», che i tonnarotti attendono con ansia nei giorni precedenti, egli compie diverse ispezioni all’impianto cercando di valutare preventivamente il numero dei tonni pre-

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Tonnara senti nell’isola. All’alba del giorno stabilito la flotta della tonnara (barcareccio) si muove e prende posizione attorno all’isola secondo un ordine prestabilito dal rais: ai lati minori prendono posto il caporais, un barcone lungo dai 20 m ai 27 m, e il ‘‘vascello’’, ` lunga che ha il un’imbarcazione piu compito di raccogliere i tonni pescati; lungo i lati maggiori si dispongono le barche dei tonnarotti (bastarde) affiancate da piccole imbarcazioni (palischermotti), che hanno il compito di trasportare il pescato al ‘‘vascello’’. Al segnale convenuto, la barca sulla quale monta il rais (musciara) si dispone al centro dell’isola per dirigere le operazioni. Il rais impartisce ordini che vengono eseguiti nel massimo silenzio: le reti trasversali vengono aperte o chiuse, segnando cosı` il fatale cammino dei tonni verso la ‘‘camera della morte’’. Quando il rais ritiene che il numero dei tonni entrato nella camera della morte sia sufficiente, le reti vengono calate di nuovo, precludendo la fuga ai poveri animali. A questo punto i tonnarotti tirano il fondo della rete, restringendo lo spazio ai tonni che, ` pressati, emergono e susempre piu bito vengono uncinati e catturati in un turbinio di acqua e di sangue, che in genere provoca una grande emozione negli spettatori. ` della pesca del LA STORIA L’attivita tonno fu praticata lungo le coste della Sardegna fin da tempi molto antichi, ma le prime tonnare cominciarono a essere impiantate a partire dagli inizi del secolo XVI da pescatori di prevalente origine ligure o siciliana e solo ` pescatori dal secolo XVIII interesso sardi. Le prime concessioni di tonnare ` del secolo risalgono alla prima meta XVI; la pesca venne praticata dapprima nel tratto di costa tra capo Carbonara e capo Pula, negli anni in cui si

andavano stanziando a Cagliari esperti pescatori dotati delle attrezzature cantieristiche. La loro presenza servı` come base d’appoggio per l’impianto ` di pesca stagionale, di una attivita ` avveniva in Sicilia. Ma le teccome gia niche della pesca del tonno vennero introdotte su larga scala in Sardegna da Pietro Porta, che dopo il 1554 ottenne da Filippo II l’assenso a impiantare le prime sei tonnare disposte lungo le coste dell’isola con l’esclusione delle coste orientali. Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento suo figlio omonimo Pietro riuscı` a convincere il ´ Michele Moncada della opportuvicere ` di continuare a impiantare altre nita tonnare Cosı` il loro numero crebbe durante il secolo XVII e un ulteriore sviluppo gli stabilimenti ebbero nel corso del secolo XVIII. Agli inizi dell’Ottocento le tonnare in funzione lungo le coste sarde erano 22: alcune di queste, come Porto Paglia, Isola Piana e Porto ` ricScuso, erano considerate tra le piu che del Mediterraneo. Il sistema delle tonnare sarde ebbe una prima fase di regresso in seguito alla crisi econo` dell’Ottomica della seconda meta cento: alcune di esse dovettero chiu´ non furono in grado di regdere perche gere la concorrenza delle tonnare spagnole, che potevano immettere sul ` di promercato una maggiore quantita dotto sott’olio a prezzi inferiori, grazie al minor costo e alla maggior disponi` dell’olio. Agli inizi del Novecento bilita ` una diminuzione del numero si noto dei tonni nelle tonnare impiantate lungo le coste del Sulcis: si scoprı` che il fenomeno era provocato dagli scarichi inquinanti delle miniere; ne nacque una controversia giudiziaria che si concluse nel 1915 con il riconoscimento di un indennizzo alle tonnare. ` semLa crisi delle tonnare sarde pero ` irreversibile e nel secondo dopobro

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Tonnara guerra tutti gli impianti, entro il 1975, chiusero. Dopo questo periodo, a partire dal 1990, l’entusiasmo e il coraggio di alcuni hanno portato al ripristino di alcune delle tonnare che attualmente si stanno riprendendo e ogni anno ripropongono con immutato ritmo l’emozione della mattanza.

Tonnara – Una vecchia tonnara a Porto Paglia.

TONNARE LUNGO LE COSTE DELLA SARDEGNA : 1. t. di Argentiera, situata lungo le coste della Nurra, fu impiantata nel secolo XVIII e rimase in funzione fino alla fine dell’Ottocento; 2. t. di Argentina, situata a sud della foce del Temo alla fine del secolo XVI; nel 1626 fu appaltata ai Nuseo di Sassari. Rimase in funzione per tutto il secolo; 3. t. di Cala Augustina, situata in prossi` di Castelsardo, fu impiantata nel mita corso del secolo XVII e rimase in funzione fino al secolo XVIII; 4. t. di Cala

Domestica, situata lungo le coste del Sulcis, fu impiantata nel secolo XVIII ` nel corso del secolo XIX; 5. t. di e cesso Calamosca, situata a capo San Marco nei pressi di Oristano, fu impiantata nel corso del secolo XVII; 6. t. di Cala Regina, impiantata nel secolo XVI in ` Is Mortorius, era in funzione localita ancora nel secolo XIX; 7. t. di Cala Sapone, situata nell’isola di Sant’Antioco, ` fu impiantata nel secolo XVIII e opero fino al secolo XIX; 8. t. di Calavinagra, situata a nord di Carloforte, fu impiantata nel secolo XVIII da genovesi: usufruiva di uno stabilimento di lavorazione a La Punta; 9. t. di Capobianco, situata vicino a Catelsardo, fondata ` di Filippo II dopo il 1560 per volonta da Pietro Porta: nel corso del secolo XVII fu appaltata a diversi imprendi` di operare nel corso del setori e cesso colo XIX; 10. t. di capo Cacciaiu, situata a sud di Bosa, fu impiantata nel secolo ` di funzionare nel corso XVIII e cesso del secolo XIX; 11. t. di capo Pecora, situata a sud di Flumentorgiu, fu impiantata nel secolo XVIII: era ancora attiva nel secolo XIX; 12. t. di Carbonaria, fu impiantata alla fine del secolo XVI in ` del capo Carbonara e approssimita ` Pintor, che in seguito paltata da Nicolo la cedette ai Martin, che costruirono uno stabilimento a terra: era in funzione ancora nel secolo XIX; 13. t. di Flumentorgiu, situata a sud di capo Frasca, fu impiantata nel 1600 da Batti` nel 1668 ai Brusta Brunello: passo nengo e dal 1671 agli Asquer, che la tennero fino agli inizi del Settecento, quindi dal 1766 al 1779 fu gestita dai Baylle e dai Callamand e nel 1818 dai Poddighe fino al 1828; chiusa nel 1898, era dotata di uno stabilimento per la lavorazione; 14. t. dell’Isola Piana, situata a nord dell’isola di San Pietro, era dotata di un grandioso stabilimento per la lavorazione: concessa nel

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Tonno 1698 a Giuseppe Cavassa, dal 1711 ` ai Pes di Villamarina, che nel passo 1853 la affittarono ai Penco; da questi ` ai Carpaneto fino al 1898: interpasso ` nel 1980; 15. t. di Marruppe l’attivita ` di capo fata, impiantata in prossimita Malfatano nel corso del secolo XVI, non diede buoni risultati e fu presto abbandonata; riprese a funzionare nel ` alla fine del XIX; secolo XVIII e cesso 16. t. di Pelosu (isola di Mal di Ventre), situata lungo le coste dell’Oristanese, ` a funzioimpiantata nel 1696 continuo nare fino al secolo XIX; 17. t. di Perdas Nieddas, situata presso l’isola di Sant’Antioco, impiantata nel secolo XVIII ` a operare nel secolo XIX; 18. continuo ` di t. di Pixini, impiantata in prossimita capo Teulada da Pietro Porta, che nel ` Pintor; 1594 cedette il 50% a Nicolo ` le attivita ` nel secolo XVIII; 19. t. cesso di Portixiol (Porticciolo), situata in ` di capo Caccia, impiantata prossimita ` le attinel corso del secolo XVII, cesso ` nello stesso secolo; 20. t. di Porto vita Palla, situata vicino all’antico villaggio di Conesa, fu fondata dopo il 1560 per ` di Filippo II da Pietro Porta, i volonta cui eredi nel 1594 ne appaltarono il ` Pintor: continuo ` con suc50% a Nicolo cesso per secoli, dotata di uno stabilimento a La Punta di Carloforte, ancora operante; 21. t. di Portu Parma, situata lungo le coste della Nurra in prossi` dell’Argentiera: fu impiantata mita ` di funzionare nel secolo XVII e cesso alla fine del secolo; 22. t. di Porto Pino, impiantata nel corso del secolo XVI a Porto Pino, rimase in funzione fino al secolo XIX; 23. t. di Porto Scusi, fondata ` di Filippo II da dopo il 1560 per volonta Pietro Porta, nel 1595 fu ceduta a Stefano Satta Aquenza, che ebbe il diritto di operare fino a capo Teulada: nel ` ai Natter e successivamente 1630 passo ai Vivaldi e ai Brunengo. Nel 1804 ` al demanio e nel 1865 fu venduta torno

ai Carpaneto e ai Ghibellino; nel 1880 dovette confrontarsi con i problemi de` considegli scarichi delle miniere. E ` pescosa della Sarrata la tonnara piu degna; 24. t. di Pula, impiantata nel secolo XVII presumibilmente in prossi` della torre di Sant’Efisio, rimase mita in funzione fino al secolo XIX; 25. t. delle Saline o della Nurra, fu impiantata a Stintino da Pietro Porta per concessione di Filippo II dopo il 1554. Rimase in funzione fino al 1974, e fu fer` dei mata a causa della non economicita suoi impianti: disponeva di un importante stabilimento per la lavorazione del prodotto vicino alla torre delle Saline. Dopo il 1994 ha ripreso la sua atti` con una tecnologia largamente invita novativa; 26. t. di Santa Catalina de Pitinuri, fu impiantata dopo il 1560 per ` di Filippo II da Pietro Porta, volonta rimase in funzione fino al secolo XIX; ` 27. t. di Sant’Elia, calata in prossimita di Cagliari a capo Sant’Elia nel secolo ` l’attivita ` nel corso dello XVII, cesso stesso secolo; 28. t. di Scale Sale, situata ` di Capo Mannu vicina in prossimita alle Saline, fu impiantata nel corso del secolo XVII e rimase in funzione fino al secolo XIX; 29. t. di Spalmatore, situata nell’isola di Sant’Antioco, fu impian` a funtata nel secolo XVII e continuo zionare fino al secolo XIX; 30. t. di Trabucato, situata nell’isola di L’Asinara, fu impiantata alla fine del secolo XVI ` a funzionare fino al secolo e continuo XIX; 31. t. di Vignola, situata in Gallura, ` di fu fondata dopo il 1560 per volonta `a Filippo II da Pietro Porta, e continuo funzionare fino al secolo XIX. A Stintino un Museo della memoria, realizzato negli anni finali del Novecento, ricostruisce il mondo della tonnara con il ricordo delle strutture, delle tecni` che e degli uomini. Un museo simile e stato istituito a Carloforte.

Tonno = Zoologia della Sardegna

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Torchitorio

Tophet = Tofet Topo = Zoologia della Sardegna Torbato1 Vitigno a bacca bianca di ori` coltivato solo nel tergine spagnola. E ritorio di Alghero, dove veniva allevato ` ad alberello. Nel corso dei secoli si e perfettamente ambientato e viene utilizzato per la produzione del vino omonimo.

Torbato 2 Vino denominato Torbato secco, prodotto esclusivamente con le uve del vitigno omonimo, provenienti ` da una zona dell’Algherese di non piu di 90 ha di superficie. Ha colore giallo paglierino, limpido e brillante, profumo vinoso, sapore secco e armonico con un leggero retrogusto amarognolo. ` raggiungere i 12º. Viene prodotto Puo ` molto limitate. in quantita

Torbeno d’Arborea Giudice d’Arborea (sec. XI-prima del 1102). Apparteneva alla famiglia dei Lacon Zori; era figlio ` la politica di Orzocco I e ne continuo filopisana, consentendo una profonda penetrazione di mercanti pisani nel territorio del suo piccolo regno.

Torbeno di Cagliari Giudice di Ca` sec. XII). Dopo la gliari (m. prima meta morte di suo fratello Costantino Salu` di suo nisio II, durante la minore eta ` le pote, il giudice Mariano II, esercito funzioni di giudice di fatto nel difficile momento in cui certi ambienti cagliaritani volevano liberarsi dall’eccessiva dipendenza da Pisa. Quando suo nipote assunse la pienezza dei poteri cercando di accentuare questa politica, a partire dal 1103 T. di C. lo depose e assunse il titolo di giudice, probabilmente sostenuto dagli ambienti filopisani. Nel 1107 fu rovesciato a sua volta ` a vivere alla corte di anche se continuo suo nipote.

Torchiani, Bernardo Poeta (Milano 1791-Sassari 1835). Si trasferı` in Sardegna giovanissimo dopo la caduta del

Regno d’Italia per non aderire al Regno lombardo-veneto. Si stabilı` a Sas` sari, dove si fece notare per la vivacita del suo ingegno; scrisse numerose poesie stampate in diverse occasioni tra il 1818 e il 1833 e raccolte in un volume di Poesie varie.

Torchitorio1 Arconte di Sardegna (sec. ` menzionato, unitamente a sua X). E moglie Geti o Getite, in un’iscrizione di San Giovanni di Assemini (=). Il suo titolo di arconte di Sardegna fa pensare che governasse tutta l’isola e che probabilmente il suo potere non fosse ` in nessun modo condizionato da Bipiu sanzio. Probabilmente in Sardegna si era venuta a creare una situazione simile a quella che si era creata in altri piccoli stati, dove i sovrani portavano ancora titolature bizantine ma di fatto ` consierano indipendenti. Da molti e derato il capostipite della famiglia Lacon Gunale.

Torchitorio2 Protospatario e arconte di Cagliari (fine sec. X). Menzionato in alcune iscrizioni di Assemini e di Villasor, unitamente a sua moglie Nispella e a un altro arconte, Salusio, probabilmente suo figlio. Questo arconte, il cui potere oramai era circoscritto a Cagliari, dovrebbe quindi essere riferibile al periodo in cui i giudicati erano ` formati; potrebbe essere lo stesso gia personaggio che unitamente a sua moglie costituı` la diocesi di Barbagia.

Torchitorio3 Giudice di Gallura (?, se` sec. XI-Civita?, 1113 ca.). conda meta Appartenente alla famiglia Zori, salı` sul trono di Gallura al termine del confuso periodo che seguı` la morte del giudice Costantino. Espressione degli ambienti antipisani, dopo il 1080 ruppe ` con l’imperacol pontefice e si schiero tore Enrico IV. Quando nel 1085 divenne papa Urbano II, fu scomunicato ´ godeva del sostegno del ma, poiche ` a regnare, clero del suo stato continuo

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Torchitorio consolidando la struttura del suo territorio.

grande efficienza e nel 1837 fu creato arcivescovo di Cagliari.

Torchitorio 4 Arcivescovo di Torres

Tore, Donato Fotografo (n. Nuoro

(sec. XIII). Ordinato sacerdote fu nominato canonico turritano. In seguito divenne arcivescovo di Torres nel momento di maggiore decadenza della `. Seguı` con attenzione lo sviluppo citta di Sassari, che ormai stava diventando il punto di riferimento per l’intero giudicato. Fu lui che nel 1276 istituı` le cin`, seque parrocchie urbane della citta gnale del concretarsi di un disegno ur` facilmente individuabile. banistico gia

1950). Negli anni Ottanta lavora presso lo studio milanese ‘‘Neon’’; in seguito si perfeziona nel settore della fotografia di soggetto artistico e architettonico. Ha curato la documentazione fotografica per alcuni volumi della Storia dell’arte in Sardegna, editi dalla Ilisso con il patrocinio del Banco di Sarde` occupato di lavori gna. Da ultimo si e intorno alla figura umana, ritraendo gli abitanti del borgo di Lollove e le donne di Orune.

Tordo = Zoologia della Sardegna Tordo di mare = Zoologia della Sardegna

Tordora, Pietro Religioso (Majorca, ` sec. XIV-Iglesias 1410). Veprima meta scovo di Sulci dal 1388 al 1410. Apparteneva all’ordine dei Mercedari ed era superiore del convento di Majorca quando, nel 1388, fu eletto vescovo di Sulci dall’antipapa Clemente VII. L’elezione, con un preciso significato politico, fu fatta nel momento in cui il territorio della sua diocesi, occupato dalle truppe del giudice d’Arborea, sarebbe dovuto tornare agli Aragonesi in base alla pace di Sanluri. Iglesias, `, continuo ` a rimanere in mano al pero giudice d’Arborea: il vescovo non la` la sua sede di Majorca e non riuscı` scio a prendere possesso della diocesi se ` torno ` non dopo il 1409, quando la citta al re d’Aragona.

Tore, Antonio Raimondo Religioso (Tonara 1781-Cagliari 1840). Vescovo di Ales e Terralba dal 1828 al 1837, arcivescovo di Cagliari dal 1837 al 1840. Dopo essere stato ordinato sacerdote, si lau` in Teologia. Passati alcuni anni fu reo creato canonico e divenne vicario capitolare di Oristano. Nel 1828 fu nominato vescovo di Ales e Terralba: preso ` con possesso della sua sede, governo

Tore, Gianfranco Storico (n. Tonara 1946). Allievo di Giuliano Procacci e di ` enGalante Garrone, dopo la laurea e ` trato come contrattista all’Universita ` diventato ricerdi Cagliari. Nel 1980 e catore di Storia contemporanea e in seguito professore associato. Insegna Storia contemporanea nel Dipartimento di Studi storici e geografico-ar` di Scienze della tistici della Facolta ` di CaFormazione dell’Universita ` autore di interessanti studi su gliari. E alcuni aspetti dell’evoluzione della so` sarda nell’eta ` moderna e contemcieta ` poranea. Tra i suoi scritti: Le societa operaie di mutuo soccorso e la previdenza in Sardegna (1850-1900), ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 1, 1973; Territorio, igiene e infrastrutture nella Sardegna del secolo XIX, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 4-5, 1975; Ricerche sull’alimentazione e sul consumo alimentare nella Sardegna del XVIII e XIX secolo, ´ cole franc ´ langes de l’E ‘‘Me ¸ aise de Rome’’, LXXXVII, 2, 1975; Problemi storiografici ed organizzazione della ricerca, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, ` : la difesa 6-7, 1976; Pestilenze e societa epidemiologica in Sardegna dal XVIII

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Tore ` di al XIX secolo, ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, Magistero dell’Universita II, 1977-78; Malattie e popolazione in Sardegna nel XIX secolo, ‘‘Annali della ` di Lettere e di Filosofia dell’UFacolta ` di Cagliari’’, III, 1978-79; niversita Aspetti della produzione cerealicola in Sardegna 1770-1848 (con Giuseppe Serri e Maria Lepori), ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 11-13, 1979; I monti di soccorso e nozioni di agricoltura, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 11-13, 1980; ` nel regno di SarClero, decime e societa degna 1750-1850, ‘‘Archivio storico ` e territorio, sardo’’, XXXI, 1980; Citta in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Da contadino a minatore. Gli operai delle miniere dal` all’eta ` giolittiana, in Francesco l’unita Manconi, Il lavoro dei sardi, 1983; Intellettuali e potere, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 20-22, 1984; Bracciantato e ` coltivatrice tra blocco piccola proprieta agrario e lotte per la terra, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, numero speciale, 1985; Gli imprenditori minerari dell’Ottocento, in Le miniere e i minatori della Sardegna (a cura di F. Manconi), ` nella Sardegna 1986; Malaria e societa moderna e contemporanea. Problemi e verifiche in Aspetti storici e sociali delle infezioni malariche in Sicilia e in Italia. Atti del II Seminario di studi, Palermo 1986, 1987; Tra centro e periferia: autonomia e programmazione economica nella Sardegna contemporanea 19601980, in Le autonomie etniche e speciali in Italia e nell’Europa. Atti del Conve` gno di studi, 1988; Storia dell’universita dal Settecento ad oggi, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), III, 1988; Dalle epidemie alle vaccina` e societa ` in Sizioni di massa, in Sanita

cilia e Sardegna secoli XVI-XX, 1988; ` rurale nella SardeEconomia e societa gna moderna e contemporanea, 1989; ` e dissimulazione: aspetti di Tra realta vita politica e privata della carriera politica di Giuseppe Manno, in Giuseppe Manno, politico storico e letterato, 1989; ` . La gestione della vigna Terra e nobilta ` Amat 1797-1812, ‘‘Annali della Facolta ` di Cadi Magistero dell’Universita gliari’’, XIII, 1989; Dal mutualismo alla cooperazione (1860-1900), in Storia della cooperazione in Sardegna. Dalla mu` al solidarismo d’impresa 1851tualita ` e buon1983, 1991; Ceti sociali, fiscalita governo nella Sardegna spagnola (16201642), in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1990; Terra e vigneto nella Sardegna meridionale: l’azienda Pisano Tronchy (1790-1810), ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 32-34, 1990; Tecnici letterati ed economia agricola: il dibattito sulla nuova agricoltura nella Sardegna del primo Ottocento, in ` in Sardegna tra reIntellettuali e societa ` d’Italia (a cura di staurazione e l’unita G. Sotgiu, A. Accardo, L. Carta), I, 1991; ` nel Seicento, e Terra e Stato e fiscalita lavoro: il caso della viticoltura, in La so` sarda in eta ` spagnola (a cura di F. cieta Manconi), I, 1992; Il regno di Sardegna ` dell’Olivares: assolutismo monell’eta narchico e parlamenti, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e au´ lites e tonomistico’’, 41-43, 1993; E ascesa sociale nella Sardegna spagnola (1600-1650), in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, II, 1993; La fabbrica del vino. Terra azienda e vigneto nella Sardegna moderna, 1995; La Sardegna ` di Filippo IV. Centralismo monell’eta narchico, guerra e consenso sociale (1620-1630), 1995; Grano, annona e com` namercio tra i moti antifeudali e l’eta poleonica 1790-1812, in Francia e Italia negli anni della rivoluzione (a cura di

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Tore Aldo Accardo e Giovanni Murgia), ´ lites, progetti di sviluppo ed ege1996; E monia urbana, in Cagliari (a cura di A. Accardo e altri), 1996; Guerra, politica fiscale e crisi della pesca: il caso delle tonnare 1620-1640, in La pesca nel Mediterraneo occidentale sec. XVI-XVIII. Atti del Convegno di studi: Bosa 1994, 1996; Governo e modernizzazione econo` sabauda, in La Camera di mica in eta Commercio di Cagliari, I, 1997.

Tore, Gianpaolo Studioso di storia (n. sec. XX). Laureato in Giurisprudenza, ` funzionario di banca. Si dedica con e ` aupassione alla ricerca storica, ed e tore di pregevoli ricerche di storia delle istituzioni. Tra i suoi scritti: Av´ vertenze al duca di San Giovanni vicere di Sardegna prima di entrare in carica 1668, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXI, 1980; Il ricevitore del riservato in Sardegna 1497-1560, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 6, 1981; Il conservatore del patrimonio regio nella Sardegna aragonese (1415-1421), ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXII, 1981; Il documento istitutivo dell’ufficio di luogotenente del tesoriere d’Aragona del regno di Sardegna, 1387, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, 1984; Le origini dell’istituto viceregio nella Sardegna aragonese, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 11, 1986; I sardi a Lepanto: analisi di una leggenda, 1987.

Tore, Giovanni (detto Gianni) Archeologo (Tonara 1935-Cagliari 1997). Lau` a lungo con reato in Lettere, collaboro la Soprintendenza archeologica di Cagliari e di Oristano. Tra il 1965 e il 1976 ` con Ferruccio Barreca a Pani Loscavo riga, nel 1983 a Othoca e in molte altre `. Per la sua riconosciuta autolocalita revolezza, fu chiamato a insegnare ` di Roma, ma nel presso l’Universita 1997 morı` improvvisamente a Cagliari `. Fu autore di nel pieno della maturita moltissimi lavori: tra questi, in partico-

lare, vanno ricordati i suoi studi sugli scambi commerciali dal periodo nuragico, lo studio sui bronzi figurati fenicio-punici in Sardegna e il saggio di bibliografia fenicio-punica. Tra i suoi scritti: Due cippi trono del tophet di Tharros, e Su alcuni amuleti di Tharros, entrambi in ‘‘Studi sardi’’, XXII, 1973; Per una rilettura del complesso nuragico S’Uraki loc. Su Pardu S. Vero Milis, in The Deya conference of Prehistory, ‘‘British Archaeological Report International Series’’, 229, 1974; Notiziario archeologico. Ricerche puniche in Sardegna: scoperte e scavi a Pani Loriga di Santadi, e Notiziario archeologico. Ricerche puniche in Sardegna: scoperte e scavi a S. Giuseppe-Padria, entrambi in ‘‘Studi sardi’’, XXIII, 1975; Les steles puniques du tophet de Tharros: note preliminaire, in Actes du XXIX Congre`s international des Orientalistes, Paris 1973, 1975; Su alcune stele funerarie sarde di ` puni co - roman a, ‘‘Latomus’’, eta XXXIV, 2, 1975; Di un vaso a beccuccio zoomorfo da Nora nel Museo nazionale Sanna di Sassari, ‘‘Bollettino dell’Associazione Archivio storico sardo di Sassari’’, I, 1, 1975; Le stele puniche del tophet di Tharros. Nota preliminare, ‘‘Annali dell’Istituto universitario orientale di Napoli’’, XXXVI, 1, 1975; Di alcuni reperti dell’antica Bithia (con ´ cole ´ langes de l’E Michel Gras), ‘‘Me franc ¸aise de Rome’’, 1976; Nota sulle ` arcaica, importazioni in Sardegna in eta in Les ce´ramiques de la Gre`ce de l’est et leur diffusion en Occident, ‘‘Centre Jean ´ rard, Institut Franc Be ¸ais de Naples’’, 1976, 1978; Due stele votive da Sulci, ‘‘Annali dell’Istituto universitario orientale di Napoli’’, XXXVIII, 1, 1978; Elementi culturali semitici nella Sardegna centro-settentrionale, in Atti della XXIII Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria (1978), 1980; Le opere dell’arte, e Gli

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Tore scambi commerciali, entrambi in Nur. ` dei Sardi (a cura di La misteriosa civilta Dino Sanna), 1980; Elementi sulle relazioni commerciali della Sardegna nella ` del ferro, in La Sardegna nel prima eta mondo mediterraneo. Atti del primo Convegno internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 1978, I, 1981; Bronzetti fenici dalla Nurra (con M. Gras), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 9, 1981; Corredi da tombe puniche di Bidd’e Cresia, in Ricerche archeologiche in territorio di San` dei punici, in La Sardeluri, 1982; L’eta gna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Cabras-Cuccuru S’Arriu settore H e zone contermini, in Tharros VIII, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, X, 1, 1982; Osservazioni sulle fortificazioni puniche in Sardegna, in Les fortifications dans l’histoire du mond grec, 1982; La penetrazione fenicia e punica nella Sardegna centro-settentrionale. Elementi di discussione e aggiornamento, ‘‘Sardigna antiga’’, I, 1983; Testimonia antiqua uticensia. (Ricerche a S. GiustaOristano) (con Raimondo Zucca), ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, I, 1983; I bronzi figurati fenicio-punici in Sardegna, in Atti del I Congresso internazionale di Studi fenici e punici, II, 1983; Cippo antropoide, in Lilibeo. Testimonianze archeologiche dal IV sec. a.C. al V sec. d.C., 1984; sei capitoli, Santadi` Pani Loriga, San Vero Milis-lolocalita ` Su Pardu, Padria-localita ` Pacalita lattu, Oristano. Antiquarium arborense, Sant’Antonio Ruinas. Collezione comunale, La provincia di Oristano, tutti in I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico al` romana, 1984; Pendente bronzeo l’eta antropomorfo da Tharros, ‘‘Annali della ` di Lettere e di Filosofia dell’UFacolta ` di Perugia’’, XIX, V, 1984; niversita Santa Giusta, ‘‘Studi etruschi’’, LII, 1984; Di alcune stele funerarie dal Sinis.

` romana in Persistenze puniche di eta Sardegna e in Africa, in L’Africa romana. Atti del II Convegno di studi, II, 1985; tre capitoli, La necropoli punica: i vetri, La necropoli punica: i fittili figurati, e Le stele del tophet, tutti in Nora. Recenti studi e scoperte, 1985; Di un bronzo di Beirut nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, in Studi in onore di Giovanni Lilliu per il suo 70º compleanno, 1985; due voci, Cagliari (con Raimondo Zucca), e Chia, entrambi in Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, IV, 1985; Di alcuni frammenti fittili vascolari da S. Gilla, pressi via Brenta Cagliari, in Santa Igia capitale giudicale, 1986; Intorno ad un torcione bronzeo di tipo cipriota da San Vero Milis, in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del I Convegno di studi, Selargius 1985: ‘‘So` e cultura in Sardegna nei periodi cieta orientalizzante e arcaico (VIII sec. a.C.480 a.C.)’’, I, 1986; Insediamento preistorico e protostorico nel Sinis settentrionale. Ricerche e acquisizione (con A. Stiglitz), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Alto Ori` e trasformazione stanese (continuita nell’Evo Antico) (con A. Stiglitz), in L’Africa romana. Atti del IV Convegno di studi, II, 1987; Sui materiali del tempio a pozzo di Cuccuru Nuraxi di Settimo San Pietro (Cagliari) (con Paolo Bernardini) in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Padria. I materiali punico-romani, in L’Antiquarium arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, 1988; Gli

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Tore insediamenti fenicio-punici nel Sinis settentrionale e nelle zone contermini (con A. Stiglitz), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; tre voci, S. Antioco (con Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti), Padria. Origine e assetto del Museo (con Vincenzo Santoni e Francesca Galli), e Padria. Territorio e materiali (con V. Santoni e F. Galli), tutte in L’Antiquariun arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, 1988; Ricerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese II 1980-1987 (con A. Stiglitz e M. Dadea), in L’Africa romana. Atti del V Convegno di studi, 1988; I siti. Elementi per l’analisi dell’` . Rihabitat rurale: necropoli e viabilita cerche archeologiche nel Sinis e nell’Oristanese (con A. Stiglitz), II, in L’Africa romana. Atti del V Convegno di Studi, 1988; due voci, Sant’Antioco. I materiali fenicio-punici della necropoli, e Sant’Antioco. La produzione lapidea sulcitana e i materiali del tophet, entrambi in L’Antiquarium arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, ` fenicio-pu1988; due schede, La civilta nica. Arte e Cultura (con Enrico Ac` fenicio-punica. Catequaro), e La civilta gorie artistiche e artigianali, entrambi in Il Museo archeologico nazionale di ` semitica in Cagliari, 1989; Religiosita Sardegna attraverso la documentazione archeologica: inventario preliminare, in ` , teologia e arte. La religiosita ` Religiosita sarda attraverso l’arte dalla preistoria a oggi, Convegno di studio, Cagliari 1987, 1989; Furtei, ‘‘Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche’’, VII, 1989; Sardinia antiqua. Saggio di bibliografia fenicio-punica, ‘‘Biblioteca francescana sarda’’, III, 2, 1989; Viaggio preistorico tra menhir e nuraghi, ‘‘Sardegna economica’’, 22, 1989; I generi artigianali suntuari e l’ambito magico. La moneta-

` fenicia e punica. Arte zione, in La civilta e cultura (con Enrico Acquaro), in Il Museo archeologico nazionale di Ca` fenicio-punica, in Otgliari, 1989; L’eta tana. Archeologia e territorio, 1990; Au´poque carthaginoise tels fune´raires d’e en Sardaigne, in VIe`me Colloque du Gruppe de Contact interuniversitaire ´ tudes phe´ niciennes et puniques, d’E 1990; Testimonianze archeologiche nel Sulcis orientale e nell’antica curatoria di Nora, in Gutturu Mannu, 1990; Ricerche fenicio-puniche nel Sinis, in Atti del II Congresso internazionale di studi fenici e punici (1987), 1991; Archeologia del paesaggio nel Campidano di Milis: elementi per un’indagine, in L’Africa romana. Atti dell’VIII Convegno di studi, 1991; Testimonianze fenicio-puniche ` di nell’Algherese, ‘‘Annali della Facolta ` di Lettere e Filosofia dell’Universita Cagliari’’, XII, 1991; Cippi, altarini e stele funerarie nella Sardegna feniciopunica: alcune osservazioni preliminari ad una classificazione tipologica, in Sardinia antiqua. Studi in onore di Piero Meloni per il suo 70º compleanno, 1992; Cippi, altarini e stele funerarie nella Sardegna fenicio-punica, in Riti funerari e di olocausto nella Sardegna fenicia e punica, 1992; Osservazioni di iconografia nuragica nel Sinis e nell’Alto Oristanese. Ricerche 1980-1987 (con A. Stiglitz), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo antico e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; La Sardegna fenicio-punica. Aspetti e problemi, in La prehistoria de les illes de la Mediterrania occidental, 1992; Notulae punicae Sardiniae (con M.A. Amucano, P. Filigheddu), in L’Africa romana. Atti del IX Convegno di studio, 1992; Urbanizzazione e territorio: considerazioni sulla colonizzazione fenicio-punica in

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Torpe` Sardegna, in L’Africa romana. Atti del X Convegno di studio 1992, 1994; I paesaggi dell’archeologia, in Il Tirso, 1995; L’insediamento fenicio-punico di Pani Loriga di Santadi, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; Recenti ricerche nel territorio di Usellus (con C. Del Vais), in L’Africa romana. Atti dell’XI Convegno di Studio, III, 1996; Il Museo civico di Cabras, in Guida ai musei e alle collezioni della Sardegna, 1997.

` Famiglia originaria di Majorca Torello (secc. XV-XVI). Un suo ramo si trasferı` a Cagliari nel secolo XV con Galcerando, che era stato nominato saliniere del Regno, e i suoi fratelli Giovanni e Guglielmo. Nel 1442 i tre acquistarono da Giordano de Toulon il feudo di Villaspeciosa e quello di Soleminis. Nel corso degli anni Giovanni e Guglielmo morirono senza lasciare discendenti e Galcerando finı` per restare unico proprietario dei due feudi. Nel 1490 vendette Villaspeciosa agli Aragall. Morı` alcuni anni dopo; suo figlio Onofrio nel 1500 vendette Soleminis a Pietro Maza de Lic ¸ana.

Tornielli di Vergano, Giuseppe Vi´ di Sardegna (Novara 1764-Torino, cere dopo 1840). In carica dal 1825 al 1829. Valoroso funzionario, nel 1794 fu nominato gentiluomo di camera del re e capitano reggente di Novara. Quando nel 1798 il Piemonte fu occupato dai francesi, rimase al suo posto e nel 1811 fu creato barone dell’Impero francese. Dopo la Restaurazione, nel 1816 fu nominato intendente generale della Savoia e nel 1820 direttore generale del debito pubblico. Nel 1825 fu nominato ´ ; sotto il suo governo fu promulvicere gato il Codice feliciano e fu effettuata la famosa spedizione contro Tripoli. ` Carlo Alberto nella Nel 1829 ospito sua prima visita in Sardegna e contribuı` a richiamare l’attenzione del prin-

` di promuovere alcipe sulla necessita tre riforme fondamentali. Poco dopo ` l’isola. Nel 1831 fu nominato milascio nistro di Stato e grande della Corona; nel 1836 ottenne il Collare dell’Annunziata.

Toro, Antonio Religioso (?, seconda ` sec. XV-Alghero 1509). Vescovo di meta Castra dal 1501 al 1503 e di Alghero dal 1503 al 1509. Apparteneva all’ordine francescano dei Frati minori ed era maestro di Teologia. Nel 1501 fu nominato vescovo di Castra da papa Giulio II e fu l’ultimo vescovo di quella diocesi, che lo stesso Giulio II nel 1503 soppresse e insieme a quella di Bisarcio unı` alla diocesi di Ottana, la cui sede fu spostata ad Alghero.

` – Diga sul rio di Posada. Torpe

` Comune della provincia di Torpe ` Nuoro, compreso nella X Comunita montana, con 2745 abitanti (al 2004), posto a 24 m sul livello del mare 7 km a nord di Siniscola, a ridosso della costa tirrenica. Regione storica: Posada. Diocesi di Nuoro. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo ovale, si estende per 92,30 km2, comprese le frazioni di ` , Concas e Su Cossu, e Brunella, Talava confina a nord con San Teodoro e Budoni, a est con Posada, a sud con Sini` e Budduso `. Si scola e a ovest con Lode tratta di un territorio di colline, con qualche punta oltre i 500 m (Cuccuru

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Torpe` de Luna, 513 m; Punta Gortomedda, 555 m), attraversata al centro, da ovest a est, dalla vallata del Rio di Posada, che sfocia poco a valle del paese, mentre a monte forma l’invaso artificiale che porta il suo stesso nome. T. si trova a breve distanza sia dalla statale 125 Orientale sarda sia dalla nuova superstrada Abbasanta-Siniscola-Olbia: a ` collegato grazie a una entrambe e strada secondaria che continua poi verso l’interno e, dopo aver toccato il lago Posada, prosegue, in una zona di ` dei Sardi e alla folti boschi, sino ad Ala statale 389. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del` nuragica; il villaggio attuale e ` tutl’eta tavia di origini medioevali, appartenne al giudicato di Gallura e fu incluso nella curatoria di Posada; quando il giudicato, alla fine del secolo XIII, prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa, T. era un villaggio di un certo rilievo con una discreta popolazione. Subito dopo la conquista aragonese fu compreso nel feudo concesso a Berengario Vilademany ma i suoi abitanti, che mal tolleravano la dipendenza feudale, approfittarono della guerra tra Genova e Aragona per ribellarsi. Dopo la morte del Vilademany, il villaggio nel 1351 ` a Pietro de So e negli anni sepasso guenti subı` molti danni a causa della ripresa della guerra tra Genova e Aragona; poco dopo Pietro de So morı` senza eredi. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, T. fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea e fu spesso teatro di violente operazioni militari data la vicinanza del castello della Fava (=) che gli Aragonesi riuscirono a conservare fino al 1382. Dopo la battaglia di Sanluri i suoi abitanti, istigati dal visconte di Narbona, continuarono a resistere alle

truppe aragonesi e anche quando nel 1413 l’intero territorio fu concesso in feudo a Sancio de Hermo, tennero un `. atteggiamento di diffidente ostilita Nel 1431 fu incluso nel territorio acqui` Carroz; i rapporti col stato da Nicolo nuovo feudatario non furono felici a causa del suo disinteresse e della durezza con cui pretese il pagamento dei diritti feudali. Negli stessi anni cominciarono a comparire lungo le coste i corsari nordafricani che per gli abitanti divennero un tormento fisso. All’estinzione dei Carroz il villaggio nel 1503 fu incluso nel territorio lasciato agli ospedali di Saragozza e di Barcellona, che non riuscirono a tutelare gli abitanti dalle scorrerie dei corsari. Gli abitanti di T., pur vivendo in una situazione di perenne tensione, cercarono di organizzare una qualche forma di autodifesa soprattutto dopo la terribile incursione del 1514 che colpı` la vicina ` Siniscola. Nel 1562 il villaggio passo dai due ospedali ai Clement e nel 1579 ai Portugues. I nuovi feudatari tentarono di organizzare la difesa e di svilupparvi la coltura della canna da zuc` T. fu ceduta ai Machero; nel 1646 pero sons e inclusa nella contea di Montalvo. All’estinzione dei Masons il vil` ai Nin che lo tennero fino laggio passo al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Nuoro; nel ` a far parte della omonima 1848 entro divisione amministrativa e nel 1859 della provincia di Sassari. Proprio a questo periodo risale la testimonianza lasciataci da Vittorio Angius nell’ambito del Dizionario del Casalis, della quale riportiamo qualche significativo frammento: «Popolazione. Il comune di T. constava nell’anno 1848 di anime 798, distribuite in famiglie 228 e in case 209. Alla scuola ordinaria non in` di cintervengono ordinariamente piu ` per incuria de’ genique fanciulli, e cio

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Torpe` tori, che credono inutile quella istruzione. Le professioni principali sono l’agricoltura e la pastorizia, quindi ben pochi esercitano le arti delle quali si ha maggior bisogno. Le donne si occupano in maggior numero nella tessitura delle tele, onde devesi comprare da’ galluresi non poco di panno forese, e da mercanti viaggiatori que’ tessuti esteri, che servono per le persone di condizione agiata. Agricoltura. La se` computare minagione del grano si puo di starelli 200, quella dell’orzo di altrettanto, quella delle fave di 40, quella ` , e di 25 tra’ diversi del lino di poco piu legumi. Si semina pure nelle tre indi` e Su cate regioni di Brunella, Talava Cossu in proporzione dei bisogni delle ` per averne famiglie, ed anche di piu profitto con la vendita. Le specie ortensi sono coltivate per quanto basti a’ ´ non bisogni delle famiglie, giacche ` avrebbero nessun utile da una piu estesa coltivazione. Le vigne occupano ` forse di 30 giornate, ed hanno non piu frammiste molte specie di fruttiferi, i cui individui non sorpassano complessivamente i 4000 ceppi. Pastorizia. In tanta estensione di territorio silvestre potrebbe aver pascolo una gran quan` di bestiame nelle solite specie, tuttita ` molto notevole il numero tavolta non e dei capi. Si potranno numerare vacche 400, capre 2500, pecore 4000, porci 1000. Si fanno formaggi fini e ordinari, che vendonsi nell’isola e all’estero. Oltre le notate frazioni, o casali, dove principalmente si esercita la pastorizia, si possono indicare nel territorio di T. circa 60 stazi, grandi capanne o case, dove i pastori, che pretendono ` nella circostante reaver proprieta gione, tengono al pascolo le varie specie di bestiame, cosı` come si fa nella Gallura e nelle prossime regioni di ` e di Montenero. Le famiglie Ovidde de’ pastori vi passano sei mesi, andan-

dovi nel gennajo e ritornando al paese ` non restavano nel luglio. Finora pero ´ , quando in una resempre fissi perche gione si faceva coltivazione essi dovean passare nell’altra, che si teneva a maggese, ed alternatamente mutavano stanza». Quando nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, il villaggio fu compreso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’agrumicoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nei una modesta attivita settori estrattivo, metallurgico e edile. ` poco organizzata la rete di distribuE zione commerciale. Vi operano anche tre aziende agrituristiche con 19 posti ` collegato da autoliletto. Servizi. T. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2763 unita di cui stranieri 13; maschi 1402; femmine 1361; famiglie 859. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 20 e nati 27; cancellati dall’anagrafe 46 e nuovi iscritti 59. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 162 in migliaia di lire; versamenti ICI 621; aziende agricole 352; imprese commerciali 105; esercizi pubblici 16; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 43; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 623; disoccupati 163; inoccupati 134; laureati 23; diplomati 167; con licenza media 749; con licenza elementare 880; analfabeti 147; automezzi circolanti 817; abbonamenti TV 592.

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Torpe` PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nianze che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo. In particolare al periodo prenuragico risalgono le domus de janas di Casa Diana, Concheddas, Galise Orgolesi, Pedra Ruja, Rias e Sa Rocca; in genere si tratta di sepolture scavate nella roccia con delle porte di grande eleganza. Numerosi sono anche i nuraghi tra cui quelli di Oliena, Pedra Ruja, Rampinu, Sa Menta, San Pietro, Tilibbas. Tra ` importante e ` quello di San tutti il piu Pietro, di notevole rilievo archeolo` angico, riconducibile al periodo piu ` nuragica. Al suo intico della civilta terno ha restituito materiali dell’estremo periodo di fioritura della cul`a tura di Bonnanaro. La costruzione e ` situata nella pianta complessa ed e ` a qualche chilomeomonima localita tro dall’abitato. Nel corso dei secoli IX-VIII a.C. fu utilizzato come luogo di culto; durante scavi archeologici condotti al suo interno sono stati trovati i resti di un rogo sacrificale con un ricco corredo funerario composto da utensili in bronzo e argento e da vasi rituali in terracotta. Degne di nota sono anche le Tombe di giganti di San Pietro e di Sa Menta. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha mantenuto il suo aspetto tradizionale ` accentrato attorno alla chiesa ed e della Madonna degli Angeli, parrocchiale fatta costruire nel 1793 dal parroco Antonio Fadda Mameli sull’edificio precedente oramai completamente rovinato. Di forme semplici ma eleganti, custodisce alcune statue lignee del secolo XVII di buona fattura; l’edificio si affaccia su un’ampia piazza delimitata da un muro di grande effetto. Di grande bellezza sono le montagne della Tepilora ricche di luoghi selvaggi &

` e ricoperte di boschi, dove le cime piu alte costituiscono l’habitat dell’aquila reale. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la me` antiche tradizioni; tra moria delle piu queste quella in onore di Sant’Antonio Abate che la sera del 16 gennaio culmina con l’accensione di un grande ` in piazza (su fogulone). Suggestiva falo e di grande effetto anche la festa del 1º maggio durante la quale si svolge un travolgente palio con spericolate esibi` anche il zioni a cavallo. Molto bello e costume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e di trambicche bianca (sa camisa), molto ricamata sul collo e sulla pettina e ornata da inserti di pizzo, e da una gonna plissettata (sa unnedda) di panno nero o marrone arricchita da due tasche (sas bucciaccas) e da una balza a strisce di broccato di vario colore. Sopra la camicia si indossano un piccolo busto (su cossu grogu) di panno giallo legato sul davanti e interamente coperto dal busto (su giustigliu) di terziopelo; e la giacca di terziopelo (su zippone) guarnita con nastri di seta ricamata. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa falda) di seta viola con ricamo ` completato ai bordi. L’abbigliamento e da un fazzoletto di tibet nero con frange ricamato a fiori. L’abbigliamento tradi` costituito da una cazionale maschile e micia di tela bianca con ricami al collo, nelle spalline e nei polsini, e con le maniche molto ampie; e dai calzoni di tela bianca (sas ragas biancas). Sopra la camicia si indossano il gilet (su cossu) di velluto blu con bordo di velluto rosso e una fascia di panno rosso in vita, a doppio petto, con scollatura ampia che lascia intravedere la camicia; e la giacca di orbace (su cappotto) con cappuccio e guarnita sul davanti con fasce di velluto. Sopra i calzoni si indossano il gon-

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Torralba nellino (sas ragas) di orbace nero bordato di panno rosso e le ghette dello stesso tessuto (sas calzittas). L’abbiglia` completato dalla berritta di mento e panno nero.

chilometri a sud-est di Sassari. Regione storica: Meilogu. Archidiocesi di Sassari.

` Ispertu Antico villaggio di oriTorpe gine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria di Galtellı`. Era situato nei pressi di Posada. Dopo l’estinzione ` nelle della dinastia dei Visconti passo mani del Comune di Pisa, che lo fece amministrare da propri funzionari. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae; i rapporti tra i suoi abitanti e i nuovi arrivati si mantennero ostili e quando nel ` la guerra tra Genova e 1334 scoppio Aragona i primi si ribellarono apertamente e quando il territorio fu devastato il villaggio subı` gravi danni. Nel 1350 fu concesso in feudo a Bernardo ` la prima Ladrera; scoppiata pero guerra tra Mariano IV e Pietro IV, nel 1353 subı` altri danni e la sua popola` a diminuire. Quando zione comincio ` la nuova guerra poi nel 1360 scoppio tra Genova e Aragona, il villaggio fu occupato da truppe del giudice d’Arbo` a subire danni e si sporea, continuo ` completamente. polo

Torracorte Nomignolo con cui era conosciuto il bandito Michele Moro, che ` a lungo con Liberato Onano. opero ` dell’Ottocento riuNella seconda meta scirono ad agire in coppia per ben 28 anni; colpiti da 18 mandati di cattura e da una taglia di 5000 lire ciascuno, furono catturati senza spargimento di sangue nelle campagne di Aritzo solo nell’agosto del 1899, quando mancava poco alla prescrizione dei reati loro ascritti.

Torralba Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 5, con 1017 abitanti (al 2004), posto a 430 m sul livello del mare una trentina di

Torralba – Vigneti nei pressi del nuraghe di Santu Antine.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 36,75 km2, compresa la frazione dello Scalo Ferroviario, e confina a nord con Bonnanaro, a est con Mores, a sud con Bonorva e Giave e a ovest con Cheremule e Borutta. Si tratta di un territorio di colline che ha a occidente la massa allungata del monte Pelao (730 m) e a oriente la piana di Santa Lucia, ribattezzata di recente Valle dei Nuraghi; qui scorre il rio Pizzinnu che confluisce nel Mannu di Ozieri, immissario del lago Coghinas. Il paese comunica attraverso due brevi bretelle che lo collegano con la vicina superstrada Cagliari-Sassari. Altre arterie locali lo uniscono ai vicini Thiesi, Borutta, Bonnanaro e Mores. Nella piana, a 5 km di distanza, si trova la stazione lungo la linea ferrata OristanoChilivani. & STORIA Villaggio di probabile ori` a far gine romana, nel Medioevo entro parte del giudicato di Torres e fu in&

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Torralba cluso nella curatoria del Meilogu, sviluppandosi grazie all’insediamento di un monastero benedettino. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il vil` nelle mani dei Doria, che laggio passo lo inclusero nello stato che avevano formato nella parte nord-occidentale della Sardegna. Avendo essi prestato omaggio al re d’Aragona T., dopo la con` a far parte del Regnum quista, entro ` , nel 1325 i DoSardiniae. Quando, pero ria si ribellarono, divenne uno dei centri della loro resistenza. Nel 1330 fu investito dalle truppe di Raimondo Cardona e subı` molti danni; rimase comunque in possesso dei suoi signori; nel ` a di1348 la sua popolazione comincio minuire a causa della peste e dopo il ` la seconda 1366, quando scoppio guerra tra Mariano IVe Pietro IV, fu assalito dalle truppe del giudice d’Arborea, nemico dei Doria, e di fatto annesso all’Arborea. Con la pace del 1388 ` che T. dovesse passare sotto il sembro controllo aragonese, ma dopo appena tre anni, nel 1391, fu nuovamente occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Su` al visconte bito dopo il villaggio passo di Narbona, ultimo giudice d’Arborea, che nel 1420 vendette al re d’Aragona i ` a essuoi diritti. Cosı` il villaggio torno sere amministrato da funzionari reali; nel 1445 fu concesso in feudo ad Angelo Marongio, la cui discendenza maschile si estinse nel 1479. A questo punto la sua vedova, Rosa Gambella, sostenuta ´ Xime ´n Pe ´rez, che aveva spodal vicere ` di ensato in seconde nozze, tento `, il re trarne in possesso. Nel 1480, pero lo concesse a Enrico Henriquez, suo lontano parente, al quale entro il 1482 concesse anche tutto il territorio del ` dagli HenriMeilogu. Nel 1506 T. passo quez ad Alfonso Carrillo i cui discendenti si estinsero nel 1630; allora il vil` a Michele Comprat, che laggio passo

nel 1631 ebbe il titolo di marchese di T. ` l’amministrazione del vilEgli riformo laggio, restringendone l’autonomia e aumentando l’incidenza dei tributi feudali; si servı` inoltre di funzionari senza scrupoli che provocarono uno stato di tensione tra gli abitanti. Nel ` a Isabella Trelles 1672 il villaggio passo e nei secoli successivi ai suoi discendenti, fino a quando, nel 1838, fu riscattato ai De Queralt. In tutto questo periodo la lontananza dei feudatari, che risiedevano in Spagna, e la condotta degli amministratori avevano fatto aumentare il disagio nella popolazione per cui, quando nel 1795 scoppiarono i moti antifeudali, T. vi prese parte con decisione. Ristabilito l’ordine, le prepotenze dei feudatari continuarono anche dopo il 1821, anno in cui fu incluso nella provincia di Sassari. Di questo periodo abbiamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «La popolazione di T. constava nel 1848 di anime 1184, distribuite in famiglie 306, e in case 305. La scuola primaria ha profittato nulla, e le persone che nel paese sanno leggere e scrivere sono pochissime; quelli che sanno non impararono alla scuola del villaggio. Agricoltura. La massima parte di questi paesani sono coltivatori. Seminano annualmente di grano circa 2000 starelli di frumento, 600 d’orzo, 250 di fave, 30 di meliga, di lino 150, di legumi 40. La ` contrafruttificazione, se il cielo non e ` abbastanza copiosa, come conrio, e ` del suolo, e sarebbe cede la benignita ` abbondevole se si usassero molto piu ` migliori metodi e si lavorasse con piu diligenza. La vigna vi prospera, ed i vini comuni e gentili sono di cono`. Una parte della vendemsciuta bonta mia si consuma nel paese dando la provvista alle famiglie che ne abbisognano, e somministrando a’ molti passeggieri; un’altra, e notevole, si manda

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Torralba fuor del paese in altri villaggi; un’altra parte si mette nei lambicchi (poco meno di 10), se ne fa acquavite e spirito, che si cangia in rosolio, che si vende parimente a’ passeggieri. L’orticoltura ` molto estesa e svariata. Le specie non e ` comuni sono fichi, mandorli, supiu sini, peschi, meli diversi, massime co` rare gli aranci, i meligratogni. Le piu nati, i noci. Il numero totale degli individui non eccede forse i sette mila ` questa parte poco ceppi. Pastorizia. E notevole, e il numero dei capi del be` minore di quanto potrebstiame rude e bero alimentare i pascoli. Si hanno di vacche 10 segni, od armenti, di porci 5, di pecore 20, di capre 4. Ogni segno di vacche ha per media capi 55; di porci, capi 100; di pecore, capi 400; di capre capi da 150 a 200. I formaggi di T. han del pregio, e si vendono principalmente a Sassari». Nel corso dell’Ottocento il villaggio trasse un notevole vantaggio dall’apertura della ‘‘Carlo Felice’’: divenne infatti stazione di cambio dei cavalli di diligenze e carrozze e seppe catalizzare una parte del traffico che si svolgeva sulla grande strada. Liberata dalla dipendenza feu` una fiodale, la popolazione sviluppo ` entro ` in rente agricoltura, che pero crisi alla fine dell’Ottocento, provocando un’ondata di emigrazione. Nel corso del Novecento le condizioni del villaggio non si sono modificate di molto. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nel settore alimentare e in ` poco organizzata quello dell’edilizia. E la rete di distribuzione commerciale.

` collegato da autolinee e da Servizi. T. e ferrovia agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1055 unita di cui stranieri 4; maschi 510; femmine 545; famiglie 365. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 15 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 15 e nuovi iscritti 13. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 478 in migliaia di lire; versamenti ICI 473; aziende agricole 230; imprese commerciali 49; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 18. Tra gli indicatori sociali: occupati 307; disoccupati 29; inoccupati 78; laureati 9; diplomati 120; con licenza media 302; con licenza elementare 395; analfabeti 43; automezzi circolanti 466; abbonamenti TV 308. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo. Al periodo neolitico sono riconducibili i dolmen di Crastu Covaccadu e di Lendine, e il menhir di Pedra Longa. Allo stesso periodo appartengono le domus de janas di Santu Iorzi e di Su Siddadu. Numerosi sono anche i nuraghi tra cui quelli di Banzalzas, Barateddu, Cabu Abbas, Calzu, Cassule, Corona Turolia, Cuguronnero, Fraigas, Fumari, Funtana Maiore, Lendine, Longu, Murighenti, Nieddu, Oes, Padru, Planu Altu, Porcu Inzu, Pule, Ruju, Santu Antine, Spirito Santo, Su Tou, Tipireddu, ` Trigia, Tulis, Tulvaru. Tra questi il piu ` quello di Santu Antine, nuraghe noto e trilobato che sorge a poca distanza dall’abitato; imponente nella sua strut-

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Torralba tura viene, come il nuraghe di Barumini, indicato come ‘‘reggia nuragica’’.

Torralba – Interno del nuraghe di Santu Antine.

La sua torre centrale, alta attualmente ` di 17 m ma che all’origine raggiunpiu geva i 21, fu costruita intorno al secolo IX a.C.; in seguito, tra il secolo VIII a.C. e il VII a.C., fu rinforzata e circondata da un bastione che poggia su tre torri minori e forma un grande cortile dagli spazi molto mossi. Alla torre centrale si accede da una porta che si apre all’in` nel suo terno del cortile. L’edificio e complesso ricco di sale con volte a tholos e di altri ambienti, di scale e di camminamenti di ronda che danno l’im` di un pressione per la loro complessita ` conovero e proprio labirinto. Gia ` , il nuraghe agli sciuto nell’antichita inizi del Novecento fu tra i primi a essere fotografato; solo a partire dal 1934 fu scavato dal Taramelli che vi condusse studi sistematici. Una nuova campagna di scavo vi fu condotta nel ` anche il 1965. Di notevole interesse e Nuraghe Oes, anch’esso a struttura po-

lilobata, situato a sud dell’abitato vi` dotato di cino alla linea ferroviaria. E ` che lo distingue dalla una peculiarita maggior parte degli altri nuraghi complessi: il pavimento degli ambienti situati al piano superiore non era costituito dalla volta del tholos ma da un robusto tavolato di cui resta lo sporto circolare in pietra. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con alcune case in pietra a palattu di grande effetto. Tra le costruzioni di maggiore interesse la chiesa di San Pietro, parrocchiale costruita nel 1616 in forme tardogotiche; ha l’impianto a una sola navata completato da cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto all’aula. Al suo interno conserva l’altare maggiore in legno policromo intagliato e arricchito da statue, il fonte battesimale e alcuni dipinti su tavola dei secoli XV-XVI. Nella campagna si trova la chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas, edificata in forme romaniche e costruita in due fasi, tra il se` in trachite colo XII e il XIII. L’edificio e ` a scura e calcare bianco. L’interno e una navata completata dall’abside, la copertura in legno a capriate. La fac` essenziale, arricchita da un mociata e tivo ornamentale ad archetti che corre uniformemente; il timpano conserva una curiosa scultura antropomorfa dai caratteri primitivi. Alla chiesa fu annesso un importante monastero cassi` per alcuni secoli. Di nese che opero ` il Museo della grande importanza e Valle dei Nuraghi, costituito dopo il 1970 per valorizzare i reperti provenienti dal ricchissimo territorio circostante; con i suoi oltre 20 000 visitatori all’anno rappresenta un elemento importante dell’economia del villaggio, che dopo lo spostamento della ‘‘Carlo Felice’’ soffre di un nuovo isolamento.

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Torrellas ` situato nei locali della vecchia casa E comunale, ospita numerose collezioni ` compledistribuite su due piani ed e tato da un suggestivo giardino-lapidario allestito nel 1988. Di grande interesse sono i reperti del periodo prenuragico e quelli relativi agli scavi del nuraghe di Santu Antine. Inoltre alla periferia dell’abitato sorge la chiesa di Sant’Andrea, edificata in due fasi. All’origine aveva una pianta rettangolare, costruita in pietra vulcanica scura, ed era completata da un’abside; tra secolo XI e il XII fu prolungata in forme romaniche con conci in calcare bianco che creano un singolare contrasto nell’edificio. A poca distanza dall’abitato, su un ciglione roccioso da cui si ammira la vallata del Cabudabbas, si trova il complesso di Sant’Antonio Abate: a pochi metri l’una dall’altra vi si trovano due chiese, entrambe dedicate a Sant’Antonio Abate, che docu` del culto di questo mentano l’antichita santo nel territorio. La prima, ormai ridotta a rudere, fu costruita nel Medioevo, ha una sola navata completata dall’abside. La seconda fu costruita nel secolo XVII con un impianto a croce la` sormontata da un tina; la facciata e ` sorretta da barbacani latimpano ed e terali di grande effetto. Al suo interno conserva un altare ligneo intagliato e dorato del secolo XVIII. Infine la chiesa dello Spirito Santo, costruita nel secolo XVII a qualche chilometro a sud dall’attuale abitato in un sito che conserva anche, a brevissima distanza, il basamento di un nuraghe oramai distrutto. Ha l’impianto a una navata e la copertura a capanna; all’esterno i muri laterali sono affiancati da ampi con` stata rifatta totaltrafforti; la facciata e mente in tempi recenti e decorata con motivi ispirati a Nostra Signora di ` di T. si veCapu Abbas. In prossimita dono anche i resti del castello di Sorra

(Sorres), fatto costruire dagli Aragonesi dopo il 1324 sul colle omonimo. La fortezza era sorta per sorvegliare gli irrequieti possedimenti dei Doria, dai quali essi avevano scatenato l’estenuante guerra contro gli invasori. Nel tormentato periodo che seguı` la fortezza fu spesso teatro di operazioni mi` nelle mani litari ed entro il 1347 passo dei Doria stessi, che ne fecero una loro roccaforte. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV la fortezza fu occupata dalle truppe arborensi che la tennero fino alla caduta del giudicato nel 1409. Nel corso del secolo XV perse la sua importanza mi` in rovina; fu definitivalitare e ando ` mente smantellata nella seconda meta dell’Ottocento. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di grande tradizione sono le due feste in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano che si celebrano rispettivamente il 17 e il 20 gennaio; entrambe culminano con l’accensione in piazza ` attorno al quale si di un grande falo balla.

Torrellas Famiglia spagnola originaria di Santander (secc. XVI-XVIII). Trapiantata in Sardegna nella seconda ` del secolo XV con Ausia, che esermeta ` l’arte medica accumulando grandi cito ricchezze e investendo i suoi capitali nell’acquisto del feudo di Capoterra, completamente spopolato. Nel corso del secolo XVI i suoi discendenti presero parte alle fazioni che divisero l’aristocrazia cagliaritana: furono tra i ´ Carprincipali oppositori del vicere dona e furono ripetutamente eletti con` . Nel corso del secolo siglieri della citta XVII avviarono il ripopolamento di Capoterra ed ereditarono anche il feudo di Gesturi. Si estinsero nel 1710 con un Agostino.

Torrellas, Agostino Barone di Capoterra e di Gesturi (Cagliari, prima

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Torrellas ` sec. XVII-ivi 1710). Figlio di Gerometa ` Agostina Ponti, erede lamo II, sposo del feudo di Gesturi, e dopo la morte di suo padre, invocando il rispetto del fedecommesso istituito dal nonno Melchiorre II come unico maschio della famiglia, nel 1667 si impadronı` di Capoterra, estromettendone sua nipote Maria Fulgenzia. Subito dopo tra i due si accese una lunga lite che fu conclusa nel 1675 a suo favore.

Torrellas, Ausia Signore di Capoterra ` sec. (Santander, Spagna, prima meta XV-Cagliari 1520). Esercitava la profes` grandi ricsione di medico e accumulo ` del sechezze, che nella seconda meta colo lo portarono ad acquistare alcuni feudi. Dopo essere riuscito ad acquisire, nel 1475, il feudo di Olmedo, lo cedette quasi subito ai Ros. Si stabilı` al` da lora a Cagliari e nel 1494 acquisto ˜ ans il territorio comIsabella Castan pletamente spopolato di Capoterra, ` alle porte di Cagliari. Nel 1500 acquisto dai Royg anche il territorio, ugualmente spopolato, di Sarroch, che unı` a quello di Capoterra formando un feudo piuttosto esteso, sul quale impose la riscossione di alcuni diritti di pascolo. A ` di questa sua pretesa si oppose la citta Cagliari, che invece lo considerava sottoposto alla propria giurisdizione.

Torrellas, Caterina Baronessa di Ca` sec. poterra (Cagliari, seconda meta XVII-ivi 1730). Figlia di Agostino, sposata con Giuseppe Zonza Vico, alla morte di suo padre fu designata erede della baronia ma fu chiamata in causa dalla cugina Maria Fulgenzia (=) che riuscı` ad avere la meglio. Dopo l’improvvisa morte di quest’ultima, Caterina si immise nel possesso dei feudi di famiglia, ma dovette sostenere una ` Machin, che rivendilite con Nicolo cava la successione come discendente di Vincenza Torrellas, sorella del barone Agostino.

Torrellas, Filippo Fratello di Mel` sec. chiorre I (Cagliari, prima meta XVI-?). Uomo violento e privo di scru` il fratello nei suoi disepoli, assecondo gni e nel 1552 fece bastonare pubblicamente Bartolomeo Selles che, vestito degli abiti da cerimonia, si recava in cattedrale. Fu arrestato, ma dopo es` ad assesere stato liberato continuo condare suo fratello: fu tra i protagonisti dell’assalto notturno al convento di San Domenico nel quale fu ucciso Gerolamo Selles. Nel 1554 fu eletto consigliere di Cagliari.

Torrellas, Gerolamo I Gentiluomo (Ca` sec. XVI-ivi 1596). gliari, prima meta ` politiche, Dotato di notevoli capacita fu escluso dalla successione nel feudo ´ cadetto: si occupo ` delle viperche ` e finı` cende amministrative della citta per dominarne la vita amministrativa nel periodo finale del lungo regno di Filippo II. In tutti questi anni fu eletto consigliere capo nel 1581, nel 1586 e nel 1591.

Torrellas, Gerolamo II Barone di Capoterra (Cagliari 1598-ivi 1666). Figlio secondogenito di Melchiorre I, uomo di grande cultura e senso politico, nel 1631 fu nominato vicario reale di Ca´ Avellano, nel gliari. Legato al vicere 1643 fu nominato visitatore e commissario generale del Regno. Dopo la morte di suo fratello Francesco, nel ` i feudi, ma per entrarne 1647 eredito in possesso dovette sostenere una lite ` il ripopolacol fisco; nel 1655 avvio mento di Capoterra, ma sentendosi ` nel 1659 oramai troppo vecchio lascio ` il feudo a suo figlio Fulgenzio, che pero morı` prima di lui nel 1664. Negli ultimi ` dell’educazione anni si preoccupo della nipote Maria Fulgenzia.

Torrellas, Ignazio Gentiluomo (Ca` sec. XVII-Cagliari gliari, prima meta 1667). Pronipote di Gerolamo I, fu ` politica, legato uomo di grande abilita

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Torrellas agli ambienti governativi; nel 1650 fu nominato vicario reale di Cagliari e prese parte al parlamento Lemos schierandosi nel partito degli Alagon. Nel 1651 fu eletto consigliere capo ` e successivamente riconferdella citta mato nel 1656 e nel 1663.

Torrellas, Maria Fulgenzia Baronessa ` sec. di Capoterra (Cagliari, prima meta XVII-ivi, dopo 1710). Figlia di Fulgenzio, quando suo padre nel 1664 morı` ` la baronia e prematuramente eredito fu affidata alle cure del nonno. Ma alla morte di Gerolamo II non riuscı` a conservarne il possesso; nel 1667, infatti, fu estromessa dal feudo da suo zio Ago` del fedecommesso ististino in virtu tuito dal bisnonno Melchiorre II. M.F. resistette, ma nel 1675 perse la causa; ` con Giunegli anni successivi si sposo seppe Otger. Quando poi, nel 1710, lo zio Agostino morı`, si oppose alla successione della cugina Caterina e riuscı` a entrare in possesso dei feudi, che ` di destinare a suo figlio Francepenso ` morı` poco dopo. sco Otger, che pero

Torrellas, Melchiorre I Barone di Ca` sec. XVIpoterra (Cagliari, prima meta `, continuo ` la ivi 1557). Figlio di Nicolo ` di Cagliari per la giulite con la citta risdizione sul territorio del suo feudo. Era legato agli Aymerich e agli Zapata, ´ e fu tra i maggiori oppositori del vicere Cardona, che riteneva il maggiore responsabile delle sue traversie giudi´ prese a ziarie. Ovviamente, col vicere osteggiare anche le famiglie degli Arquer e dei Selles, che lo sostenevano. Nel 1546 fu eletto consigliere capo di Cagliari e fu rieletto nel 1551. Ma poco dopo perse la causa per il pagamento dei diritti sui territori di Sarroch e ri` la convinzione che principali recavo sponsabili della condanna fossero i Selles. Questa convinzione divenne la scintilla dell’odio profondo che lo mosse negli anni seguenti a combat-

tere con ogni mezzo i rappresentanti di quella famiglia. Nel 1552 il contrasto lo fece anche arrestare dal governatore per avere reagito duramente a una presa di posizione di Bartolomeo Selles nei suoi confronti. Negli anni se´ tentasse guenti, per quanto il vicere una pacificazione tra i contendenti, ` a tramare con i suoi amici Aycontinuo merich contro i suoi avversari Selles e Arquer.

Torrellas, Melchiorre II Barone di Ca` sec. poterra (Cagliari, seconda meta ` XVI-ivi 1625). Uomo di grande abilita politica, nel 1604 fu eletto consigliere capo di Cagliari sebbene la sua condizione di feudatario lo rendesse ineleggibile. Nello stesso anno venne inviato al parlamento Elda a rappresentare gli ` . Per evitare di diviinteressi della citta dere il patrimonio di famiglia istituı` un fedecommesso a favore del primogenito della famiglia, o in caso di sua morte di altro maschio.

` Signore di Capoterra Torrellas, Nicolo ` sec. XVI-ivi (Cagliari, seconda meta 1547). Dopo la morte di suo padre ere` il territorio sul quale nel maggio dito del 1520 ottenne l’investitura feudale a favore di suo figlio Melchiorre. L’investitura pose fine all’antica controversia con Cagliari che il padre Ausia aveva iniziato. Negli anni seguenti i ` migliorarono suoi rapporti con la citta e nel 1534 fu mandato ambasciatore a corte per risolvere una controversia ` e il governagiurisdizionale tra la citta tore. In seguito, tornato in Sardegna, divenne tra i principali oppositori del ´ Antonio Cardona, che aveva rivicere ` del pepreso a contestare la legittimita daggio che i Torrellas facevano pagare sui territori del loro feudo.

Torrellas, Pietro Luogotenente e capitano generale del Regno (Catalogna, ` sec. XIV-Alghero 1410). seconda meta Uomo di grande prestigio politico, fu

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Torrent inviato in Sardegna dopo la morte di Martino il Giovane nel difficile momento in cui si apriva la crisi dinastica a causa della mancanza di eredi maschi del re Martino il Vecchio. Quando giunse in Sardegna la situazione generale era tutt’altro che stabilizzata: e quando anche Martino il Vecchio ` che la fase di transizione morı`, sembro da una dinastia all’altra rendesse an` precaria la situazione. Con cor piu ` egli nomino ` suo grande tempestivita luogotenente l’arcivescovo di Cagliari e, postosi alla testa dell’esercito, nel gennaio del 1410 riuscı` a ottenere la ` su resa di Bosa. Subito dopo si sposto ` tardi Oristano che cinse d’assedio. Piu riuscı` a concludere con Leonardo Cubello la capitolazione con la quale ebbe termine il giudicato e fu istituito il marchesato d’Oristano. Dal giugno prese a risiedere ad Alghero, dove morı` alcuni mesi dopo.

Torrent Famiglia catalana originaria della provincia di Barcellona (sec. XIV). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna con un Pietro al seguito dell’infante Alfonso. Subito dopo la conquista ebbe il grande feudo di Dorgali nella curatoria di Galtellı` e negli anni seguenti gli furono anche concessi i feudi di Scopeto nell’Unali e di Sifilionis nel Canhain. La sua discendenza si estinse dopo il 1361 e i feudi pochi anni dopo furono occupati dalle truppe del giudice d’Arborea.

Torrent, Gherardo Signore di Dorgali ` sec. XIII-Ter(Catalogna, seconda meta ranova Pausania 1350). Personaggio di ` politica, fu nominato grande capacita subdelegato della Gallura e dopo la seconda ribellione dei Doria, nel 1347, fu incaricato con Raimondo di Montpavon di trattare con i ribelli. In seguito fu nominato luogotenente del governatore generale.

Torrent, Sibilla Moglie di Gherardo

` sec. XIV-Sar(Catalogna, prima meta degna, dopo 1362). Rimasta vedova nel 1350, dovette curare il patrimonio feudale per conto di suo figlio Marco ancora minorenne. Poco dopo il ragazzo morı` e T. dovette far fronte da sola a una situazione difficile proprio negli anni in cui la ripresa della guerra tra Genova e Aragona rendeva precaria la situazione in Gallura. Per garantire meglio la difesa del territorio, nel 1362 Pietro IV le tolse i feudi e li concesse a Ludovico Lombart, che dovette assumersi l’impegno di corrisponderle una rendita annua di 100 alfonsini. Il Lom` non riuscı` a onorare l’impebart pero gno per cui i feudi tornarono a T., ma allo scoppio della guerra furono occupati dalle truppe giudicali.

Torrente, Alfredo Insegnante, consigliere regionale (Potenza 1919-Oristano 1990). Conseguita la laurea in ` all’insegnamento; Lettere si dedico dopo la caduta del fascismo aderı` al Partito Comunista Italiano e nel dopoguerra fu tra i principali protagonisti del rilancio del partito in Sardegna. Nel 1949 fu eletto consigliere regionale nel collegio di Cagliari per la I legislatura e successivamente riconfermato senza interruzione fino alla V legislatura.

Torres, giudicato di (o giudicato di Logudoro) Giudicato che si estendeva nella

parte nord-occidentale dell’isola e comprendeva le seguenti curatorie: Fluminargia, Romangia, Nurra, Coros, Montes, Figulinas, Cabudabbas, Nulauro, Meilogu, Oppia, Montiferru, Planargia, Costavall, Marghine, Dore, Montacuto, Goceano. La sua storia, oscura fino al secolo XI, probabilmente prese corpo nel corso del secolo ` di TurX: sua capitale fu l’antica citta ris Lybisonis (l’attuale Porto Torres), ` in piena decadenza a causa delle gia continue incursioni degli Arabi. Se-

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Torres condo quanto afferma il Libellus judicum Turritanorum, un’antica cronaca del secolo XII, il piccolo stato era retto da un giudice, eletto dai notabili e confermato dal papa. Lo scenario cambia nel secolo XI: alla guida dello stato giunge la famiglia dei Lacon Gunale che, secondo quanto afferma il Fara, reggeva anche il giudicato d’Arborea. Fu essa che riuscı` a imporre il principio della successione dinastica sul trono giudicale. Di fronte alla totale decadenza di Turris Lybisonis i suoi abitanti abbandonarono l’abitato: si andarono cosı` formando alcuni villaggi ` da cui nel corso del secolo XII nascera Sassari. I giudici, intanto, nel secolo XI, fecero costruire ad Ardara un castello accanto a una magnifica cappella palatina e ne fecero la loro resi` denza prediletta. Nella seconda meta del secolo i giudici di T. portarono avanti una politica di apertura alla cultura occidentale ma dovettero affrontare i difficili rapporti col papa, che pretendeva di esercitare la sua preminenza nei confronti del piccolo stato e con Pisa e Genova, i cui mercanti fre` massicciaquentavano sempre piu mente il giudicato, sperando di trasformare la loro presenza commerciale in dipendenza politica delle rispettive Repubbliche. Alla fine del secolo, durante il regno di Costantino I, la dipendenza dalla Chiesa e da Pisa si accen` anche perche ´ il pontefice affido ` altuo l’arcivescovo di Pisa l’ufficio di legato pontificio nell’isola. Alla morte del giudice Costantino una parte dell’aristocrazia turritana, istigata da Genova, ` di rovesciare la situazione cotento stringendo il giovane giudice Gonario a fuggire e avviando un avvicinamento del piccolo regno a Genova. Gonario, ` , trovo ` asilo a Pisa, da dove, pero quando fu adulto, fu in grado di tornare nell’isola e di riprendere il governo,

rovesciando il partito filogenovese. Ristabilito sul trono, respinto anche un tentativo di invasione del giudice d’Arborea, riprese la sua politica filopi` per aprire il piccolo stato sana e opero agli influssi della cultura europea; prese parte alle crociate e favorı` l’insediamento dei Benedettini di Montecassino e di Camaldoli e dei Cistercensi nel territorio del giudicato. Suo figlio Barisone II, uomo di grande acume politico, ispirato dai Doria che si erano imparentati con la dinastia giudicale, ` di modificare la politica tradicerco zionale del giudicato avvicinandosi a Genova. Ma i suoi figli non furono in grado di continuarla e cosı` il piccolo stato cadde nuovamente in preda alle fazioni interne istigate, a seconda delle circostanze, da Genova o da Pisa. Nel corso del secolo XIII il giudicato decadde: alcune delle sue curatorie andarono perdute e la discendenza maschile della famiglia giudicale si estinse con l’assassinio del giovane giudice Barisone III. L’erede designata, la giudicessa Adelasia, non fu in ` del giudigrado di mantenere l’unita cato; in pochi anni il processo di decadenza divenne inarrestabile e dopo la sua morte il piccolo regno scomparve per sempre. Sassari, che ormai era divenuta il centro economico della Sardegna nord-occidentale, prese a reggersi come comune autonomo e finı` per accettare la protezione di Genova; i Doria, che controllavano il territorio tra Castelsardo e Alghero, si impadronirono di alcune altre curatorie e formarono un vero e proprio stato feudale; analogamente si comportarono i Malaspina, che controllavano Bosa e la Planargia e, dal loro castello di Osilo, le tre curatorie di Montes, Coros e Figulinas.

` di Educazione Fisica Torres, Societa ` sportiva nata a Sassari nel 1903 Societa

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Torres su iniziativa di un gruppo di appassionati tra i quali l’avvocato Italo Faccion, primo presidente, Pasquale Ghera, Giunio Salvi e Antonino Diana, in se` dell’Amsicora guito a una visita in citta di Cagliari. Finanziata da oltre 600 soci, pratica la ginnastica, l’atletica leggera, il foot-ball e via via tutti gli altri sport, forte di una perfetta organizzazione e dell’appoggio della cittadinanza in un ambiente culturalmente vivo. Le prime manifestazioni si svolgono al Politeama ‘‘Verdi’’ e nel campo sociale in regione Porcellana. In pochi ` una vera e propria istianni diventera tuzione cittadina, soprattutto dopo la storica trasferta a Venezia dove vince il primo premio nella ginnastica a squadre, oltre a onorevoli piazzamenti di atleti come Federico Oggiano e Antonino Mannu. In seguito organizza un centro di avviamento all’educazione fisica per bambini, che raggiunge in breve i 300 iscritti. Nel 1922 costruisce su un terreno acquistato con capitali propri un vero e proprio impianto sportivo (inaugurato nel 1923 da Benito Mussolini): lo stadio ‘‘Acquedotto’’ in viale Adua. In quegli anni si mette in luce Carlo Clemente, recordman italiano di lancio del giavellotto. Intanto si sviluppa il calcio, che in seguito as` tutte le energie della societa `. sorbira Negli anni Trenta si mettono in luce la squadra di calcio nella I divisione nazionale (l’attuale serie C), il campione italiano di giavellotto Mario Bossalino e il pugile Gavino Matta. Nel dopo` conosce i maggiori guerra la societa successi, soprattutto organizzativi, in numerose discipline: tra il 1945 e gli interi anni Cinquanta le ‘‘sezioni’’ sono dieci; la squadra di calcio milita nella prima divisione regionale: viene promossa prima nella quarta serie (1952) e poi in serie C (1959). Resta in questo campionato per tutti gli anni

` famosi Marzio Sessanta: accanto ai gia Lepri, Umberto Serradimigni, Vanni Sanna, si valorizzano giovani come Comunardo Niccolai e Antonello Cuccureddu, ma nel frattempo tutte le altre sezioni o si reggono autonomamente o si sciolgono, come l’atletica leggera, la ginnastica e il pugilato, mentre sono nate altre sezioni come la pallacanestro, lo judo e la pallavolo, che in seguito si rendono autonome. Nei primi anni Settanta la retrocessione in serie ` un segno della precaria situazione De ` la finanziaria che avvicina sempre piu Torres al fallimento. Nella stagione 1975-76 la squadra rischia la retrocessione nel campionato regionale e si salva solo nell’ultima partita. Finalmente, nel 1980-81, sotto la presidenza di Giacomo Olla e la guida tecnica di Vanni Sanna, avviene il ritorno in serie ´ i campionati sono C (nella C2, perche stati ristrutturati). Negli anni successivi, con l’arrivo alla presidenza del vulcanico Bruno Rubattu e con la guida tecnica di Bebo Leonardi, nel 1987 si arriva alla storica promozione in C1, grazie anche a giocatori sardi come Gianfranco Zola e Mario Piga, quest’ultimo lanciato nel grande calcio assieme al gemello Marco qualche anno prima proprio dalla Torres. Dopo quattro stagioni in C1 viene di`, chiarato il fallimento della societa ` erano stati acmentre gli impianti gia quisiti dal Comune. Si deve ripartire dalla serie D: dopo due anni di ‘‘purga` un ex giocatore, Eppe Zolo, torio’’ sara a riportare la squadra tra i professionisti in un drammatico spareggio giocato a Roma contro L’Aquila. Ora la Torres ha cambiato il nome in ‘‘Sassari Torres’’. Con l’avvento alla presidenza di Rinaldo Carta, sotto la guida tecnica di Bebo Leonardi arriva alla nuova promozione in C1; l’anno successivo la ` rossoblu ` sfiora la progloriosa societa

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Torri costiere mozione in serie B. Attualmente la Tor` tornata in C2, e deve fronteggiare res e ` di un problema finanziario. [GIOpiu VANNI TOLA]

Torresani Famiglia cagliaritana di probabili origini toscane (secc. XVXVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV; i suoi membri possedevano la signoria delle scrivanie del vicariato reale di Cagliari e del capitanato di Iglesias, dalle quali traevano notevoli profitti. Agli inizi del secolo XVI con un Tommaso vendettero ai Massa la scrivania del capitanato di Iglesias. Nel corso del secolo i loro discendenti si disfecero anche della scrivania del vicariato reale di Cagliari e impegnarono una parte dei capitali che ne avevano ricavato nell’acquisto dei feudi del Barigadu e di Sedilo. Nel 1566 ottennero il titolo di conte e si estinsero nel 1598.

Torresani, Gerolamo Conte di Sedilo ` sec. XVI-ivi (Cagliari, prima meta `, dopo aver eredi1598). Figlio di Nicolo tato il feudo del Barigadu, nel 1558 ac` dai Mora la loro parte del Canaquisto les, che unı` all’altro feudo creando ` di vaste proporzioni. Nel un’entita 1566 ottenne il titolo di conte; non avendo avuto discendenza maschile, ` il feudo all’unica figlia nel 1586 dono Marchesia, riservandosi l’uso del titolo ` , gli premorı`; di conte. Marchesia, pero ` dell’educazione egli allora si occupo del nipote Bernardino Cervellon, erede della contea. Morı` molto anziano nel 1598.

Torresani, Marchesia Contessa di Se` sec. XVIdilo (Cagliari, seconda meta ivi 1596). Sposata con Guglielmo Cervellon, nel 1586 ebbe in dono da suo padre il feudo di famiglia, che prese a governare con grande energia. Purtroppo morı` prima di suo padre, designando come erede il proprio figlio Bernardino.

` Signore della scrivaTorresani, Nicolo nia del vicariato di Cagliari (Cagliari, ` sec. XVI-ivi 1551). Abile seconda meta ` con uomo d’affari, nel 1518, in societa ` il feudo del BaCarlo Alagon, acquisto rigadu; nella divisione che i due fecero ` il Barigadu Jossu con nel 1520 gli tocco Busachi, Fordongianus e Allai. Nel 1533 vendette la signoria della scrivania a Pietro Mora, col quale poi nel ` il feudo del Canales con 1537 acquisto Sedilo e alcuni altri villaggi.

Torres Calcio Femminile Societa` sportiva nata a Sassari negli anni Ottanta per dare sfogo alla crescente passione per il calcio da parte delle donne; prende il nome di ‘‘Woman’’ e, con elementi quasi tutti provenienti dal vivaio cittadino, nel 1990 conquista per la prima volta la serie A. In Italia questo sport stenta a decollare, ci vorranno anni prima che la sua federazione entri a far parte della storica FIGC. Il primo risultato prestigioso viene ottenuto nel 1991 con la conquista della Coppa Italia. Negli anni successivi avviene il cambio di nome in ` l’ingaggio della piu ` T.C.F.; del 1993 e forte giocatrice del momento, Carolina Morace, punta della Nazionale. L’anno successivo la T.C.F. ottiene il primo di una lunga serie di scudetti, che sono da sommare alle vittorie nella Coppa Italia e alla positiva partecipazione alle coppe europee. Sotto la presidenza di ` stata realizzata Leonardo Marras e un’alleanza con la Torres maschile: le sedi delle due squadre si trovano entrambe nelle dipendenze del ristrutturato stadio ‘‘Vanni Sanna’’. Attual` allenata da Michele mente la T.C.F. e ` della squadra di Pintauro, ex rossoblu calcio. [GIOVANNI TOLA]

Torri costiere L’esigenza della difesa delle coste da nemici che venivano dal mare e soprattutto dai pirati si manife` fin dai tempi piu ` antichi. Per porvi sto

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Torri costiere rimedio nel 1333 il re Alfonso IV stabilı` che i feudatari avrebbero dovuto provvedere a proprie spese a costruire lungo le coste delle strutture difensive coinvolgendo anche i villaggi del loro feudo. Solo pochissimi obbedirono, per cui nei secoli successivi le coste dell’isola continuarono a essere facile preda delle incursioni; solo agli inizi ` a pensare a del secolo XVI si inizio porre decisamente rimedio alla situazione, facendo intervenire lungo le coste della Sardegna alcune navi da guerra con l’intento di pattugliare il mare e scoraggiare la presenza dei cor` di cosari. Nel 1581 Filippo II penso ` la Reale Ammistruire delle t.c. e creo nistrazione delle Torri con il compito di organizzare e gestire un sistema di torri costiere edificato per l’avvistamento di navi corsare e per la difesa delle popolazioni dalle incursioni. Le somme necessarie per la loro edificazione furono ricavate da un dazio sulle ` interamente merci esportate che gravo sulle popolazioni della Sardegna; l’amministrazione doveva provvedere alla manutenzione, all’armamento e al reclutamento del personale di guardia. ´ Questa istituzione rimase pressoche inalterata anche quando la Sardegna ` ai Savoia e svolse il suo compito passo fino ai primi anni dell’Ottocento, quando cessarono le incursioni. Da quel momento le t.c. persero la loro importanza e solo alcune continuarono a essere utilizzate come fortini a difesa della costa; la Reale Amministrazione ` la propria attivita ` nel delle Torri cesso 1867. Si calcola che il sistema delle ` di 105 siti ditorri comprendesse piu stribuiti lungo tutte le coste dell’isola, e che esse fossero classificate in tre categorie: le torri gagliarde, destinate alla difesa pesante, dotate di artiglieria di grosso calibro e di piccole spingarde, con una guarnigione composta

da un alcaide, un artigliere e quattro soldati; le torri senzillas (o semplici), destinate alla difesa leggera, dotate di artiglieria di medio calibro con un presidio composto da un alcaide, un artigliere e due soldati; le torrecillas, desti` picnate all’avvistamento, erano le piu cole, dotate di una spingarda e presidiate da due soldati. Il sistema difensivo era completato da piccoli distaccamenti di soldati detti atalayas, che avevano il compito di perlustrare le parti della costa prive di torri; nel periodo piemontese questi distaccamenti furono sostituiti con dei punti fissi di vedetta che trasmettevano segnali alle torri servendosi di fuochi. Le coste della Sardegna vennero divise in distretti, comprendente ciascuno una porzione delle coste guardate dalle torri situate in posizioni strategiche. A ciascuno dei distretti faceva capo un responsabile: in caso di attacco la difesa sarebbe stata integrata con il concorso della cavalleria mili` viziana, proveniente dai villaggi piu cini al tratto di costa compreso in ciascun distretto.

Torri costiere – La torre di Cortellazzo, costruita a difesa dalle incursioni barbaresche, sorge presso Nora, in un sito `. popolato fin dall’antichita

Distretti I DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da Cagliari alla punta di Sarri, con queste torri: 1. torre di La Scafa

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Torri costiere (detta impropriamente della Quarta Regia), Cagliari, era una torre di guardia servita da una guarnigione di due ` in funzione nella seuomini; entro ` del secolo XVI con il manconda meta tenimento posto a carico di Cagliari; modificata nel corso dei secoli successivi, fu abbandonata nel 1721; rimessa in funzione durante il tentativo di sbarco francese, in seguito fu nuovamente abbandonata; crollata a causa dell’alluvione del 1898 fu ricostruita nelle forme attuali; 2. torre degli Ulivi (detta anche della Maddalena), posta a guardia della foce del rio Su Loi con compito di vedetta e di guardia; in funzione dal 1578, dipendeva dalla torre Zavorra, subı` diversi restauri nel corso dei secoli e fu definitivamente abbandonata nel 1843; 3. torre di Antigori (detta anche torre di Mezzo), terminata nel 1591, che aveva un compito di guardia sulle spiagge di Orri; il suo mantenimento era affidato a Cagliari e dipendeva dalla torre Zavorra; nel corso ` di avere la guardel secolo XVIII cesso nigione e decadde progressivamente; ` ricrollata dopo il 1956, attualmente e dotta a un rudere; 4. torre Zavorra, costruita nel 1578, inizialmente fu torre di guardia servita da una guarnigione di tre soldati: data la sua posizione poteva controllare le coste circostanti; nel 1698 le fu aggiunto un rivellino, fu armata con tre cannoni e prese a dirigere anche le torri di Su Loi e di Anti` a gori, nei secoli successivi continuo essere ulteriormente rinforzata e quando alla fine del secolo XVIII la ` i Savoia, fu sede di villa d’Orri ospito un distaccamento di dragoni; disarmata nel 1835, fu fatta demolire dal Genio Militare nel 1916; attualmente ne sono visibili pochi ruderi; 5. torre del Diavolo (detta anche di Punta dello Scoglio), torre di guardia, posta su una punta a picco sul mare a un livello di

70 m a poca distanza da Sarroch. Costruita nel 1639, era in grado di dominare l’intero golfo di Cagliari; alla fine del secolo era servita da un solo soldato e fu abbandonata nel corso del se` in precarie colo XVIII; attualmente e condizioni; 6. torre dell’isola di San Macario, situata lungo le coste di Pula in ` della foce del rio Pula, con prossimita compito di difesa armata; fu costruita tra il 1580 e il 1595, era dotata di tre cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e quattro soldati; poteva controllare le altre torri della parte orientale del Golfo ed era dotata di una barchetta per raggiungere la terraferma. ` in piu ` di un’occasione tentativi Svento di sbarco presso la foce del torrente; ` dal servizio nel 1843, ma durante cesso la seconda guerra mondiale fu sede di una batteria antisbarco; 7. torre di Cortellazzo (detta anche di Sant’Efisio), situata nel promontorio di Nora, controllava i tre porti di Nora ed era in contatto con le altre torri; costruita tra il 1580 e il 1589, era del tutto simile a quella di San Macario; era dotata di due cannoni, dotata di dormitori e di locali di servizio; comandata da un alcaide e servita da un artigliere e quattro soldati il cui mantenimento era affidato al marchese di Quirra; nel corso del secolo XVIII fu rinforzata con un ` dal servizio nel 1843 e rivellino; cesso fu trasformata in stazione semaforica; ` stata dismessa dal desolo nel 2000 e manio militare e affidata alla Soprintendenza; 8. torre di Cala Ostias, situata sulla punta di Santa Margherita di Pula, in vista della torre di Cortellazzo, per guardare un tratto di costa esposto a possibili sbarchi. Costruita tra il 1601 e il 1602, era dotata di un cannone e servita da un alcaide, un artigliere e ` in rovina tre soldati: con gli anni ando ` nel 1772; fu immediatamente e crollo ricostruita da ingegneri sabaudi in un

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Torri costiere ` interno; cesso ` dal servizio punto piu nel 1843; 9. torre di Chia (detta dei Santi Quaranta), torre di guardia situata nella parte alta della zona archeologica di Chia; costruita tra il 1592 e il 1594 per difendere un territorio esposto a possibili sbarchi, era dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati; nel corso ` volte e dei secoli fu restaurata piu ` dal servizio con lo scioglimento cesso dell’Amministrazione delle Torri; fino ` della Guaral 1950 fu base dell’attivita ` sede di dia di finanza; attualmente e mostre; 10. torre di Las Gagnas (detta anche di Sant’Isidoro), fatta costruire ` della chiesetta dedicata in prossimita al santo da Pietro Porta alla fine del Cinquecento a guardia delle sue tonnare di capo Spartivento e del territorio di Teulada. Dipendeva dall’alcaide ` una delle poche torri a di Chia ed e pianta quadrangolare; fu spesso teatro ` dal servidi tentativi di sbarco e cesso zio con lo scioglimento dell’Amministrazione delle Torri; 11. torre di capo Malfatano (detta fortezza di San Francesco), costruita nel 1639 sulla punta del capo a un’altezza di 60 m sul livello del mare; controllava le altre torri di Porto Scudo, Budello e Cala Piombo ed era in contatto con quella di Chia; dotata di tre cannoni, servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati, nel corso dei se` volte; cesso ` il sercoli fu restaurata piu ` in discreto stato di convizio nel 1847; e servazione; 12. torre di Pixini, situata tra capo Malfatano e capo Teulada, fu fatta costruire alla fine del Cinquecento unitamente alla torre di Sant’Isidoro da Pietro Porta a difesa delle sue tonnare; era dotata di due cannoni e servita da un alcaide e due soldati; fu ` il suo ripetutamente restaurata e cesso servizio nel 1847; 13. torre di Budello, sopra Porto Teulada; anch’essa fu fatta costruire tra il 1601 e il 1604 da Pietro

Porta per difendere le sue tonnare e la baia di Teulada; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, da un artigliere e quattro soldati, nel corso dei secoli fu ` volte; cesso ` dal servizio restaurata piu nel 1843; 14. torre di Porto Oscuro (o Porto Scudo), posta a difesa del capo Teulada, fu fatta costruire tra il 1598 e 1601 da Pietro Porta; dotata di un cannone e servita da un alcaide e tre soldati, fu teatro di alcuni fatti d’arme contro navi barbaresche; restaurata ri` dal servizio nel petutamente, cesso 1846; 15. torre di Cala Piombo (o di capo Teulada), fu fatta costruire tra il 1598 e il 1601 da Pietro Porta per difendere le tonnare di Pixinnı` e di Porto Pino; posta a 193 m di quota aveva un orizzonte di 50 km ed era in contatto con capo Malfatano e con la torre di Canai; dotata di due cannoni e servita da un alcaide e un soldato, in seguito fu ridotta ` dal servizio a torre di guardia; cesso ` molto mal rinel 1846; attualmente e dotta. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Assemini, Capoterra, Chia, Domus de Maria, Pula, Sarroch, Teulada e Uta. II DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla punta di Sarrı` alla torre di Portoscuso: 16. torre di Palmas, proba` che resta dell’antico cabilmente cio stello medioevale; era posta a difesa di un territorio esposto a frequenti attacchi dei barbareschi; 17. torre di Canai, nell’isola di Sant’Antioco, fu costruita nel 1740 e rinforzata entro il 1754; servita da un alcaide, un artigliere e quattro soldati, proteggeva le ` tonnare e le saline; fu restaurata piu ` dal servizio dopo il 1843; volte e cesso ` di proprieta ` del Comune attualmente e di Sant’Antioco; 18. torre di Calasetta, costruita tra il 1737 e il 1752 per difendere le coste e lo specchio di mare tra Sant’Antioco, San Pietro e la terra-

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Torri costiere ferma; posta a 30 m sul livello del mare era in contatto visivo con le torri di Portoscuso e di Gonnesa; dotata di una volta a cupola era servita da un alcaide e da due soldati e aveva due grandi ` volte recannoni e una spingarda; piu ` dal servizio nel 1846; 19. staurata, cesso torre di Portoscuso, imponente torre destinata alla difesa pesante, costruita nel 1577 e successivamente restaurata; dotata di sei cannoni e tre spingarde, era servita da un alcaide, un artigliere e cinque soldati; situata in posizione strategica, fu teatro di numerosi scon` dal servizio dopo il tri a fuoco; cesso 1846; nel 1850 divenne caserma della Guardia di finanza e subı` alcune modi` all’amministrafiche; nel 1970 passo ` utilizzione comunale; attualmente e zata dalla Pro Loco per mostre e atti` culturali. In caso di sbarco di corvita sari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Villamassargia, Siliqua, Domusnovas, Musei. III DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da Portoscuso alla torre di Flumentorgiu: 20. torre di Porto Paglia, nel golfo di Gonnesa, costruita nel 1598 a opera di Pietro Porta per difendere la sua tonnara; fino al 1682 i feudatari continuarono a mantenervi la guarnigione; era dotata di un cannone e servita da un alcaide, un artigliere, quat` all’Amminitro soldati; dal 1682 passo strazione delle Torri, progressiva` in rovina e non fu piu ` remente ando staurata; 21. torre di Cala Domestica, costruita tra il 1765 e il 1778 a guardia di Cala Domestica per proteggere un porticciolo d’imbarco dei minerali provenienti dalle miniere circostanti; ` dal serrestaurata diverse volte, cesso vizio dopo il 1843; fu nuovamente utilizzata come punto di osservazione durante la seconda guerra mondiale; 22. torre di Sarbatzai, posta a sud della ma-

rina di Arbus, fu costruita nel 1582 per difendere le coste circostanti; a 233 m sul livello del mare, aveva la funzione di vedetta su un larghissimo tratto di costa; era presidiata da squadre di uomini provenienti dalla Marmilla e dal Monreale, che vi si alternavano setti` manalmente; fu abbandonata a meta del Seicento; attualmente ne restano pochi ruderi; 23. torre di Flumentorgiu, destinata alla difesa leggera, edificata nel 1577; era dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e cinque soldati. Serviva alla difesa delle tonnare omonime ed era posta in collegamento con il capo Pecora, dove nel secolo XVIII fu costruito un punto di avvistamento detto Sa guardia de is Turcus; nel corso dei secoli successivi fu teatro di numerosi episodi di ` volte rinnovata, cesso ` guerra; fu piu ` stata restaurata dal servizio nel 1846; e nel 1995. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Iglesias e Fluminimaggiore. IV DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla torre di Flumentorgiu alla torre di Oristano: 24. torre di Marceddı`, costruita nel 1577 per difendere l’ingresso alla peschiera di Marceddı`, era in grado di controllare un ampio tratto di costa sul quale gravitavano Ter` d’Arcidano; ralba, Uras e San Nicolo era dotata di due cannoni e servita da un alcaide, due artiglieri e quattro soldati, cui provvedevano le incontrade di Parte Montis e di Parte Usellus; nel corso dei secoli fu ripetutamente re` dal servizio nel 1843; staurata e cesso durante la seconda guerra mondiale fu nuovamente utilizzata come punto di avvistamento; 25. torre di capo Frasca, costruita nel 1577 a difesa delle peschiere sul promontorio a sud del golfo di Oristano ed era collegata a vista alle torri di Marceddı` e di Torre Grande; 26.

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Torri costiere torre Grande di Oristano, un imponente manufatto posto alla foce del Tirso in collegamento visivo con tutte le altre torri del golfo di Oristano; destinata alla difesa pesante, fu costruita tra il 1545 e il 1554 con una architettura adeguata; era dotata di sei cannoni e quattro spingarde e servita da un alcaide, ` volte reun artigliere e sei soldati; piu staurata, divenne teatro di eventi militari di rilievo; nell’Ottocento sul suo terrazzo fu costruito un edificio neoclassico e fu disarmata nel 1850; nella ` del secolo divenne caseconda meta serma della Guardia di finanza e in seguito della Marina militare fino al 2004. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Guspini, Uras, Arbus, Pabillonis, Terralba, Gonnosfanadiga, San Gavino. V DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla torre di Oristano a Scala di Sale: 27. torre di capo San Marco, posta a guardia dell’omonimo approdo, costruita quasi sul mare nel 1577, a contatto visivo con Torre Grande e la torre ` in rodi San Giovanni; nel 1720 ando vina e non fu recuperata; 28. torre di San Giovanni di Sinis, costruita tra il 1600 e il 1623 sul promontorio che domina l’area di Tharros, in posizione di controllo dell’intero golfo di Oristano; dotata di due cannoni, aveva una guarnigione di un alcaide, due artiglieri e quattro soldati; nel corso dei secoli fu ` volte e cesso ` dal servizio restaurata piu nel 1846; in seguito fu utilizzata dalla Guardia di finanza; 29. torre di Seu (detta anche del Sevo), posta nella penisola del Sinis a nord della torre di San Giovanni, con la quale era in contatto visivo, fu costruita prima del 1639; era una torre di guardia, servita da un al` caide e due soldati; fu restaurata piu volte; nel 1801 fu dotata di un cannone e la sua guarnigione incrementata da

un artigliere; respinse un attacco di ` dal servibarbareschi nel 1812 e cesso zio nel 1846.

Torri costiere – Dalla torre di capo Mannu, all’ingresso settentrionale del golfo di Oristano, si poteva spingere lo sguardo verso sud, da dove giungevano i pirati.

30. torre di Capo Mannu, posta a 51 m sul livello del mare a nord di Putzu Idu a ridosso di Su Pallosu, costruita tra il 1572 e il 1578 a guardia di un vasto tratto di costa che va dalla parte nord del Sinis alla torre di capo Nieddu; era una torre di guardia servita da un alcaide e due soldati; restaurata nel corso dei secoli successivi, uscı` dal ser` ridotta vizio nel 1846; attualmente e allo stato di rudere; 31. torre della Mora, posta a 31 m sul livello del mare, costruita anch’essa tra il 1572 e il 1578, posta a nord di quella di Capo Mannu a difesa di una tonnara e dell’approdo delle Saline; aveva un orizzonte di 25 km ed era servita da un alcaide e due soldati; nel 1801 alla sua guarnigione fu aggiunto anche un artigliere; uscı`

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Torri costiere ` in dal servizio nel 1846; attualmente e discrete condizioni; 32. torre di Scala de Sali, situata a Putzu Idu a poche centinaia di metri delle altre due, fu costruita nel 1580 per sorvegliare le saline e le coste circostanti; era servita da due uomini pagati da Oristano; col tempo la vicinanza delle torri di Capo ´ Mannu e della Mora rese pressoche inutile la sua funzione e prima del ` in 1720 fu abbandonata; attualmente e pessime condizioni. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Oristano e dei villaggi del Campidano di Oristano. VI DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla torre di Scala de Sali a capo Cacciaiu: 33. torre di Su Puttu (detta di Orfano Puddu), situata a nord della torre di Scala de Sali nelle vicinanze di Santa Caterina di Pittinuri, fu costruita tra il 1580 e il 1584 per sorvegliare le calette dove si svolgeva l’atti` dei corallari; servita da un comanvita dante e da due uomini a spese di Oristano, dopo la costruzione della torre di Pittinuri divenne inutile ed entro il ` ri1720 fu abbandonata; attualmente e dotta allo stato di rudere; 34. torre di Pittinuri, torre di guardia che, grazie all’impegno di Angelo Zatrillas, fu costruita tra il 1578 e il 1584 a poca distanza da quella di Su Puttu, con la stessa funzione; servita da un alcaide e due soldati pagati dall’incontrada di Montiferru, nel secolo XVIII fu dotata di un cannone; la sua entrata in servizio rese praticamente inutile la torre di Su Puttu; restaurata ripetutamente, rimase in servizio fino al 1843; 35. torre di capo Nieddu, situata a Orsale Cuglieri a nord di quella di Pittinuri su una costa scoscesa, fu costruita per impulso di Angelo Zatrillas tra il 1578 e il 1580 per vigilare le coste del suo feudo del Montiferru; servita da due uomini

` il pagati dai villaggi del feudo, cesso ` del Seicento; attualservizio a meta ` ridotta allo stato di rudere; mente e 36. torre di Foghe d’Oglia, posta sul promontorio di capo Foghe a Tresnuraghes a 70 m sul livello del mare, con un ` di 30 km, fu raggio d’orizzonte di piu costruita tra il 1578 e il 1584 per difen` dere la foce del rio Mannu e l’attivita dei corallari; era una classica torre di guardia servita da due uomini, cui fu aggiunto alla fine del secolo XVIII un alcaide e un altro cannone; restaurata ` dal servizio nel ripetutamente, cesso ` in discrete condi1843; attualmente e zioni; 37. torre di Iscala Ruja, costruita a nord di quella di punta Foghe con il compito di proteggere le coste della Planargia, fu portata a termine tra il 1580 e il 1584; era servita da una guarnigione di due soldati pagati dai villaggi della Planargia; in seguito fu armata di un cannone e fu ripetutamente restaurata nel corso del secolo XVIII; ` dal servizio nel 1842; 38. torre di cesso Columbargia, situata a Porto Alabe a nord di quella di Iscala Ruja, in vista di quella di Bosa, fu costruita nel 1577 sul promontorio omonimo a 40 m sul livello del mare, con un campo visivo ` di 20 km; era servita da un aldi piu caide e due soldati; nel corso dei secoli ` volte e uscı` dal servifu restaurata piu zio dopo il 1843; 39. torre dell’Isola Rossa (detta di Bosa), imponente torre destinata alla difesa pesante; costruita in forma troncoconica nel 1519 su interessamento degli abitanti di Bosa con ` lo scopo di proteggere il porto, l’attivita dei corallari e la foce del Temo, era `; alla fine mantenuta a spese della citta ` all’Amministrazione del secolo passo delle Torri e venne dotata di una volta a cupola con nervature e pilastro; aveva sei cannoni ed era servita da un alcaide, un artigliere e sei soldati; restaurata nel corso dei secoli successivi,

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Torri costiere uscı` dal servizio nel 1846 e fu adibita a caserma della Guardia di finanza; da ` passata al Comune di qualche anno e ` usata per attivita ` culturali. Bosa ed e In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Cuglieri, Flussio, Scano di Montiferro, Sennariolo, Santu Lussurgiu, Pozzomaggiore e i villaggi della Planargia. VII DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da capo Cacciaiu alla punta Argentera: 40. torre di Argentina, costruita tra il 1580 e il 1584 a nord di Bosa sull’omonimo capo lungo la strada per Alghero; aveva il compito di sorvegliare eventuali attacchi su Bosa ` dei corallari; dotata di un e l’attivita cannone e servita da una guarnigione con un alcaide e due soldati, nelle sue vicinanze fu impiantata una tonnara che rimase in funzione anche nel se` riprese, ricolo XVII; riparata a piu mase in servizio fino al 1843; 41. torre di Villanova (detta di Badde Jana), costruita tra il 1580 e il 1584 sull’altipiano di Villanova Monteleone a 355 m di quota con un orizzonte che va da capo Marargiu a capo Caccia, aveva il compito di sorvegliare le coste a sud di Alghero; fu voluta dal conte di Monteleone e edificata a spese degli abitanti del feudo, che provvedevano anche a fornire gli uomini della guarnigione; servita da due soldati, fu abbandonata ` ridotta a un entro il 1720; attualmente e `glina, costruita rudere; 42. torre di Po per sorvegliare le coste a sud di Alghero, poco a nord di quella di Villanova; sorse nel 1553 a spese di Alghero, fu servita da due uomini pagati dai pe` ; agli inizi del XVII scatori della citta ` all’Amministrazione delle Torri; passo nel corso dei secoli successivi fu re` dal serstaurata ripetutamente e cesso ` ridotta a vizio nel 1846; attualmente e un rudere; 43. torre di capo Galera, ad

Alghero, costruita tra il 1572 e il 1580 a ` per difendere il Capo spese della citta e la spiaggia delle Bombarde, a nord di quella di Poglina; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati, fu ripetutamente ` dal servizio nel restaurata e cesso ` di proprieta ` pri1867; attualmente e vata; 44. torre dello Stagno, a guardia dell’ingresso dello stagno di Calich a nord di Alghero, fu costruita agli inizi del Seicento per difendere l’imboccatura dello stagno e fu abbandonata prima del 1720; attualmente non ne esiste traccia; 45. torre del Giglio, situata a punta del Giglio a poca distanza da Maristella, fatta costruire da Alghero nel 1529 a tutela del fiordo di Porto Conte, era servita da due uomini pagati dalla ` ; nel 1608 passo ` all’Amministracitta zione delle Torri, ma divenuta inutile fu disarmata dopo la costruzione della torre di Porto Conte e quindi abbandonata; ridotta allo stato di rudere, fu demolita durante la seconda guerra mondiale per lasciar posto a una batteria; 46. torre di Buru (detta anche di Cala Genovese), situata a capo Caccia, costruita nel 1585 a guardia di Porto ` posta a 35 m sul livello del Conte; e mare in vista delle torri di punta Giglio, Porto Conte, Tramariglio, della Pegna e della Torre Nuova, con un raggio visivo di 27 km; dotata di un cannone e servita da una guarnigione con un alcaide e due soldati, fu presa dai barbareschi nel 1637; successivamente ` volte restaurata; ripristinata e piu ` dal servizio prima del 1843; atcesso ` in buono stato di conservatualmente e zione; 47. torre de la Pen ˜ a, ad Alghero, situata a capo Caccia a una quota di 272 m, spazia sul mare per 60 km a partire ` da capo Cacciaiu; costruita per volonta di Alghero nel 1572 per proteggere l’at` dei corallari che ne pagavano il tivita ` all’Ammantenimento, nel 1608 passo

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Torri costiere ministrazione delle Torri e rimase in ` funzione fino al 1754; attualmente e completamente in rovina; 48. torre Nuova (detta di Porto Conte), costruita ` di Alghero nel 1583 a difesa per volonta di Porto Conte, controlla tutta la rada; era dotata di due cannoni e servita da una guarnigione con un alcaide, due artiglieri e quattro soldati; rimase in ` servizio fino al 1846; in ottimo stato, e gestita da privati; 49. torre di Tamariglio, costruita nel 1585 su di un promontorio lungo la strada di capo Caccia per ` di Alghero; destinata alla divolonta fesa pesante, era dotata di due cannoni e una spingarda e servita da un al` caide, un artigliere e tre soldati; cesso dal servizio nel 1843; in seguito fu inclusa nel territorio della colonia pe` nel 1983; attualmente e ` nale che cesso inclusa nella riserva naturale; 50. torre di Porticciolo, posta a nord di Alghero ` omonima, fu costruita nel in localita ` dei corallari che vi fa1572 per volonta cevano riposare le barche; in seguito protesse anche una tonnara; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un soldato, una guardia a cavallo, fu re` volte e cesso ` dal servizio staurata piu ` ridotta a runel 1846; attualmente e dere; 51. torre di Bantine Sale, situata a ` di Porto Ferro, fu costruita per volonta Sassari nel 1548 per proteggere l’atti` dei corallari che si appoggiavano vita alla cala. Era posta a 25 m sul livello del mare, con una visuale di 17 km; guar`, fu data da un uomo pagato dalla citta abbandonata nel corso del secolo ` ridotta a un rudere; 52. XVIII e oggi e torre di Airadu (detta torre Bianca), situata nell’immediato retroterra di Porto Ferro, fu costruita nel 1548 da Sassari unitamente a quella precedente per gli stessi motivi; abbando` ridotta a nata nel 1754, attualmente e rudere; 53. torre Negra, situata a Porto ` Ferro, costruita anch’essa per volonta

di Sassari per gli stessi motivi che portarono alla costruzione delle due precedenti; ebbe la stessa storia, attual` gravemente danneggiata. In mente e caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Alghero, Ittiri, Villanova Monteleone, Usini, Romana, Tissi, Monteleone. VIII DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da punta Argentiera alla torre di Abba Currente: 54. torre del Falcone, situata sul capo omonimo a 190 m sul livello del mare presso Stintino, controlla tutta l’Asinara e il tratto di costa del golfo; costruita nel 1580 con funzione di avvistamento di eventuali navi corsare, era servita da un alcaide e da tre soldati; nel corso dei secoli fu ` volte e cesso ` dal servizio restaurata piu ` in buono stato nel 1846; attualmente e di conservazione; 55. torre della Pelosa, ` delposta su uno scoglio in prossimita l’omonima spiaggia di Stintino; fu costruita nel 1590 con lo scopo di proteggere il passaggio nel golfo ed era in contatto visivo con quella di capo Falcone; dotata di tre cannoni e servita da un alcaide, un artigliere, tre soldati e un carratore, nel 1637 fu devastata da un’incursione barbaresca; successivamente ripristinata, rimase in servizio ` in mediocre fino al 1846; attualmente e stato di conservazione; 56. torre di Cala d’Arena, costruita all’Asinara per vo` di Sassari tra il 1609 e il 1610 per lonta difendere il golfo dai barbareschi; per portare a termine la costruzione fu necessaria la presenza sull’isola di un drappello di miliziani che dissuadessero i barbareschi dal disturbare i muratori; servita da due soldati, nel 1637 ` refu distrutta dai corsari e non piu staurata; 57. torre di Cala d’Olivo, costruita all’Asinara tra il 1609 e il 1610 in contemporanea con quella di Cala d’Arena; era posta a una quota di 21 m

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Torri costiere sul livello del mare, dotata di un cannone e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati; fu anch’essa devastata dai corsari nel 1367, ma in seguito ` dal servizio dopo il fu restaurata; cesso ` attualmente in buone condi1848; e zioni; 58. torre di Trabucato, all’Asinara, posta a una quota di 41 m sul livello del mare, fu costruita tra il 1609 e il 1610 unitamente alle altre due; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e da tre soldati, subı` gravi danni nel 1637 e nel 1638, ` dal ma in seguito fu restaurata; cesso servizio dopo il 1846; 59. torre del Castellaccio, cosı` venne chiamata l’omonima fortezza situata nell’isola dell’Asinara presso Fornelli a una quota di 212 m sul livello del mare; costruita tra il 1592 e il 1596, aveva un orizzonte ` di 50 km che permetteva di condi piu trollare l’intero golfo; nel 1637 fu occupata dalle truppe francesi e in seguito restaurata ripetutamente; rimase in ` in servizio fino al 1846; attualmente e discrete condizioni; 60. torre dell’Isola Piana, situata sull’omonima isola a nord di Stintino, fu costruita tra il 1518 e il 1538 per interessamento dello stesso Carlo V per difendere il golfo dai corsari, che tentarono di impedire che fosse portata a termine; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati, fu teatro di numerosi episodi bellici e nel 1637 fu distrutta da corsari barbareschi e da soldati francesi; ricostruita in seguito, rimase in servizio fino al 1846; 61. torre delle Saline di Stintino, edificata in riva al mare, fu costruita su richiesta di Sassari tra il 1567 e il 1572 per difendere tonnare e saline; dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e quattro soldati pagati da Sassari, nel 1617 fu assalita dai corsari e devastata; restaurata in pochi anni, nel corso dei secoli successivi fu ulterior-

` dal servizio nel mente rinforzata; cesso 1843; 62. torre del Porto (detta di Porto Torres), grande edificio ottagonale posto a difesa del porto di Torres, co` struito nel 1325 da Francesco Carroz, e ` antica della Sarla torre litoranea piu degna; nel corso dei secoli ha subı`to numerosi restauri e in alcune occa` stato teatro di imprese belliche; sioni e era dotata di quattro cannoni, due spingarde e servito da un’adeguata guarnigione che comprendeva un alcaide, quattro artiglieri e 12 soldati; nel 1842 fu convertita in faro e nel ` dell’Ottocorso della seconda meta cento le furono addossate la nuova dogana e la capitaneria di porto; nel No` stata nuovamente liberata e vecento e nel 1980 malamente restaurata; 63. torre di Abba Currente, situata lungo la spiaggia di Platamona per difenderla, fu costruita tra il 1590 e il 1595; servita da un alcaide e due soldati, fu abban` donata prima del 1767; attualmente e in rovina. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Sassari, Codrongianos, Osilo, Cargeghe, Ploaghe, Florinas, Ossi. IX DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla torre di Abba Currente all’Isola Rossa: 64. torre del Frignano, costruita presso il porto di Frigiano sotto Castelsardo tra il 1590 e il 1598, aveva il compito di difendere il porto e le cale circostanti; quando le artiglierie della ` furono potenziate divenne inutile citta e fu abbandonata, riducendosi progressivamente a un rudere. Dopo il ` stata malamente restaurata. In 1990 e caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Castelsardo, Sorso, Sennori, Sedini e Bulzi. X DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dall’Isola Rossa alla punta San Paolo: 65. torre dell’Isola Rossa, situata

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Torri costiere lungo le marine della Gallura in pros` di Trinita ` d’Agultu; costruita tra simita il 1590 e il 1595 per sorvegliare la costa `, era dotata di tra Castelsardo e Trinita un cannone e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati; nel 1671 fu teatro dell’infelice sbarco del marchese di Cea e degli altri protagonisti della congiura contro il marchese di Camarassa; uscı` dal servizio nel 1846; attualmente ` in discrete condizioni; 66. torre di Vie gnola, situata tra Portobello e Vignola, costruita tra il 1605 e il 1606 per difendere il porto e la tonnara di Vignola, era dotata di un cannone e servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati; nel corso dei secoli fu restaurata in di` dal servizio con verse occasioni e cesso la soppressione dell’Amministrazione ` ancora in buone condidelle Torri; e zioni; 67. torre di Longonsardo, situata sul promontorio di Santa Teresa Gallura a guardia del canale di accesso al porto, fu costruita durante il regno di Filippo II; posta sotto il comando di un alcaide, era servita da un artigliere e da quattro soldati; fu teatro di numerose imprese, l’ultima delle quali il fallito tentativo ‘‘rivoluzionario’’ del ` dal serviSanna Corda nel 1802; cesso ` a essere utizio nel 1846, ma continuo lizzata per scopi militari fino alla fine della seconda guerra mondiale; restaurata e tornata al Comune, ospita un locale d’esposizione; 68. torre di capo Testa, posta sulla punta di La Turri a 130 m sul livello del mare in ` del capo, era destinata alla prossimita difesa leggera; spaziava per oltre 40 km ` smantellata nel su tutto il golfo; fu pero 1719 e attualmente se ne distinguono pochi resti. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Nulvi, Tempio Pausania, Calangianus, Laerru, Bortigiadas, Perfugas, Chiaramonti, Luras, Martis, Aggius.

XI DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da punta San Paolo a capo Comino: 69. torre di San Giovanni, torre di guardia situata nelle marine di Po` sada, costruita nel 1605 in prossimita del castello della Fava; aveva una visuale di una decina di chilometri e fu abbandonata entro il 1720; riattata nel 1792-93 per far fronte al tentativo di sbarco francese e poi definitivamente ` in condiabbandonata; attualmente e zioni mediocri; 70. torre di Santa Lucia di Siniscola, costruita tra il 1605 e il ` situata 1607 per difendere la tonnara, e a sud di quella di San Giovanni e controlla le coste da capo Comino a punta la Batteria; era dotata di un cannone e servita da un alcaide e da due soldati, nel 1720 era in rovina; fu restaurata nel 1776 e rimase in servizio fino al 1843; nel 1885 fu venduta a un privato; le sue opere murarie esterne sono attualmente in buone condizioni. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Terranova, Posada, Sini`, Lode `. scola, Torpe XII DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da capo Comino alla torre di Santa Maria Navarrese: 71. torre di ` Santa Maria Navarrese, in prossimita della chiesetta omonima, ha una visuale di circa 17 km; destinata alla difesa pesante e costruita tra il 1578 e il 1584, era dotata di due cannoni e tre spingarde; era servita da un alcaide, un artigliere e da tre soldati; nel corso dei secoli subı` numerose incursioni e fu restaurata in diverse occasioni; uscı` dal servizio nel 1843 e fu destinata a ` uffici; a partire dalla seconda meta dell’Ottocento subı` alcune modifiche che ne alterarono parzialmente la fisionomia. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Dor-

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Torri costiere gali, Onifai, Orosei, Irgoli, Galtellı`, Loculi. XIII DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla torre di Santa Maria Navarrese alla punta del Palmere: 72. torre di Arbatax, edificio troncoconico costruito nel 1553 e posto a guardia del porto, era destinata alla difesa pesante; dotata di due cannoni e due spingarde, era servita da un alcaide, un artigliere e tre soldati pagati dal marchese di Quirra; fu teatro di diversi tentativi di sbarco e nel corso dei secoli ` fu restaurata ripetutamente; ando ` fuori servizio nel 1846; in seguito passo alla Guardia di finanza e fu adibita a ` ancora in uso caserma; attualmente e alla Guardia di finanza; 73. torre di Larga Vista (o di Bellavista), situata sull’omonimo capo a una quota di 150 m sul livello del mare, aveva una visuale ` di 45 km e controllava buona di piu parte delle coste dell’Ogliastra; costruita dalle popolazioni dell’incontrada prima del 1639, era servita da un alcaide e due soldati; fu ripetutamente restaurata e uscı` dal servizio nel 1843; nel 1862 venne decisa la costruzione di un faro sullo stesso sito e la vecchia torre fu inglobata nella nuova costruzione; 74. torre del Soccorso (detta di San Gemiliano), situata nei pressi di Tortolı` a sud di quella di Bellavista, aveva una visuale di 25 km; costruita prima del 1639, era dotata di un cannone e servita da un alcaide e due soldati; fu restaurata in diverse occasioni ` dal servizio nel 1843; attuale cesso ` in mediocri condizioni; 75. mente e torre di Barı`, situata a sud di quella di San Gemiliano, controllava la costa fino a capo Sferracavallo; fu costruita tra il 1590 e il 1594 dall’incontrada dell’Ogliastra; dotata di due cannoni e servita da un alcaide e due soldati; fu teatro di numerosi tentativi di sbarco di ` di un’occacorsari; restaurata in piu

` dal servizio nel 1843; nella sione, cesso ` dell’Ottocento fu adibita seconda meta ad altri usi e durante la seconda guerra mondiale fu usata come posto di vedetta; 76. torre di San Giovanni di Sar` , situata in localita ` Marina di Terrala tenia a guardia di Cala Francese; costruita nel 1764 su progetto del Belgrano, era dotata di quattro cannoni e servita da un alcaide e quattro soldati; fu teatro di una disperata difesa dai ` il suo servizio corsari nel 1812 e cesso nel 1843; in seguito fu adibita ad altri usi e durante la seconda guerra mondiale trasformata in fortezza antisbarco. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di tutti i villaggi dell’Ogliastra. XIV DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa dalla punta del Palmere a Calapira: 77. torre di Quirra (detta anche torre Murtas), situata sulla costa di Villaputzu a 67 m sul livello del mare a sud di quella di San Giovanni, era adibita alla difesa di una peschiera e delle coste tra Ogliastra e Sarrabus; fu co` in struita tra il 1792 e il 1798 e resto ` stata restaurata servizio fino al 1843; e nel 1995; 78. torre di San Lorenzo, situata nella marina di Villaputzu a sud della torre di Quirra sull’omonimo capo a 130 m sul livello del mare, con una visuale di 40 km; costruita prima del 1639, era servita da due soldati; fu ` volte e cesso ` dal servizio restaurata piu ` compresa nel nel 1843. Attualmente e ` in recinto del poligono di Quirra ed e precarie condizioni; 79. torre di Monte Rubio, situata nella marina di San Vito tra il salto di Quirra e Porto Corallo; fu costruita a 150 m sul livello del mare tra il 1590 e il 1639; era servita da due soldati e aveva una visuale di 44 km; fu ` volte ma nel 1776, riterestaurata piu nuta inutile, fu dismessa e lasciata an` molto dare in rovina; attualmente e

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Torri costiere danneggiata; 80. torre di Porto Corallo, ` di Villaputzu a situata in prossimita ` sud di quella di Monte Rosso, era gia in funzione nel 1599; servita da un al` volte, caide e due soldati, riparata piu nel 1812 fu teatro di un tentativo di sbarco tunisino che fu respinto; fu ` stata reesclusa dal servizio nel 1843; e staurata nel 1984; 81. torre di La Puerta (detta de Is dexi cuaddus), situata nella marina di Muravera alla foce del Flumendosa, fu costruita nella seconda ` del Seicento prima del 1681, e ` cameta ratterizzata da un basamento che la sorregge, sul quale si apre una famosa porta: aveva sostanzialmente una funzione di difesa e di presidio antisbarco, ` volte e abbandonata fu restaurata piu ` stata nuovanel 1776; recentemente e mente restaurata; 82. torre di Capofer` di Muravera; in porato, in prossimita sizione strategica sul monte Ferru a 294 m sul livello del mare, aveva una visuale amplissima di oltre 60 km; costruita tra il 1590 e il 1598 era servita da due soldati col compito di vigilare su tutte le coste del Sarrabus; restaurata ` volte, cesso ` dal servizio nel 1843; piu ` in discrete condizioni; attualmente e 83. torre di Calapira (detta anche di Columbaras), situata nelle vicinanze di Castiadas, fu iniziata prima del 1599 e terminata entro il 1639; era dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un artigliere e quattro soldati; fu teatro ` di alcuni fatti d’arme, restaurata piu ` dal servizio nel 1846; poco volte, cesso ` dopo fu venduta a privati; nel 1994 e stata restaurata. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Villaputzu, San Vito, Muravera, Perdasdefogu. XV DISTRETTO Comprendeva il tratto di costa da Calapira a Cagliari: 84. torre dell’isola di Serpentara (detta anche Fortezza di San Luigi), iniziata nel 1599

e portata a termine nel 1606, era dotata di tre cannoni e servita da un alcaide, un artigliere, quattro soldati e due marinai con una barchetta per raggiungere la terraferma; nel corso dei secoli fu teatro di fatti d’arme e nel 1812 fu ` saccheggiata; dismessa nel 1843, passo a famiglie private; durante la seconda guerra mondiale divenne un punto di osservazione antisbarco; 85. torre dell’isola dei Cavoli, costruita nel 1595 con la funzione di difendere le coste di capo Carbonara, era dotata di due cannoni e servita da un alcaide, un arti` una barca gliere e quattro soldati, piu per i collegamenti con la terraferma; fu teatro di numerosi fatti d’arme e nel 1812 fu saccheggiata; dismessa dal servizio nel 1854, fu trasformata in faro; 86. torre di Cala Catalina, posta sul ` alto di capo Carbonara, con punto piu ` di 40 km; una vista che spazia per piu costruita nel 1581 al posto di una torre precedente, era servita da un alcaide e ` di Cadue soldati pagati dalla citta ` volte, resto ` in sergliari; restaurata piu vizio fino al 1846; nel 1854 fu trasformata in semaforo per la Marina militare; 87. torre di Fortezza Vecchia, a Carbonara nelle campagne di Villasimius, ` prima del 1599; doera funzionante gia tata di due cannoni era servita da un alcaide, un artigliere e due soldati; nel corso dei secoli fu restaurata e ampliata e fu teatro di diversi fatti d’arme; ` dal servizio nel 1847; 88. torre di cesso Porto Junco, a Villasimius, sul promontorio di Carbonara, col compito di difendere il porto e la spiaggia del Giunco; fu costruita tra il 1578 e il 1584; dotata di un cannone e servita da un alcaide e tre soldati, nel 1812 respinse un attacco di barbareschi; fu abbandonata nel 1846; 89. torre di capo Boi, sull’omonimo promontorio lungo la strada per Villasimius; costruita nel 1584, era servita da due soldati pagati

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Torroja ` di Cagliari; dal 1601 fu cudalla citta rata direttamente dall’Amministra` volte, zione delle Torri; restaurata piu ` dal servizio nel 1843; 90. torre di cesso Monte Fenugu (detta anche torre delle Stelle), situata lungo la strada per Villasimius su un promontorio a 71 m sul ` livello del mare, con una visuale di piu di 40 km che consentiva di controllare buona parte del golfo di Cagliari; costruita tra il 1564 e il 1578, era servita da una guarnigione di due soldati pa` di Cagliari; cesso ` dal gati dalla citta ` inservizio nel 1843; attualmente e clusa nei territori dell’omonimo comprensorio turistico; 91. torre di Cala Regina, su un promontorio sopra l’omonima cala; costruita tra il 1578 e il 1584, era servita da due soldati pagati ` di Cagliari; fu piu ` volte redalla citta ` il servizio nel 1843; atstaurata e cesso ` di proprieta ` privata; in tualmente e buone condizioni; 92. torre di Is Mortorius, lungo la strada per Villasimius prima della torre di Cala Regina, fu costruita prima del 1591 e nelle sue vici` per un certo periodo una nanze opero tonnara; era servita da due soldati e fu dismessa nel 1843; 93. torre di Sant’Andrea, sopra l’omonima punta alla foce del rio Sant’Andrea; costruita tra il 1578 e il 1584, era servita da due soldati pagati dagli abitanti di Selargius; fu di` nel 1970; 94. smessa nel 1793 e crollo torre di Carcangiola (detta anche torre Serra Pauli), costruita prima del 1591 ` dello stagno di Quartu; in prossimita era servita da due soldati pagati dalla ` di Cagliari; dismessa nel 1843, necitta gli anni successivi il suo territorio fu ` a eroso dal mare che nel 1953 arrivo lambirne le fondamenta facendola in` nel 1980; 95. torre di Foxi, clinare; crollo costruita nel 1578 nelle vicinanze del rio Foxi, fu teatro di numerose imprese fino allo sbarco dei francesi del 1793; abbandonata nel 1867. fu restaurata

nel 1990; 96. torre di Mezza Spiaggia, sulla riva del Poetto, non lontano dall’Ospedale Marino, fu costruita prima ` ancora in buone condizioni; del 1639; e 97. torre di Sant’Elia, a 100 m sul livello del mare domina tutto il golfo di Cagliari; fu costruita nel 1572, ma nel corso dell’Ottocento fu abbandonata; 98. torre di Calamosca, sopra la spiaggiola omonima a 54 m sul livello del ` attualmente inglobata nel faro mare, e di Sant’Elia. In caso di sbarco di corsari la difesa avrebbe dovuto essere integrata dalle cavallerie miliziane di Quartu Sant’Elena, Settimo San Pietro, Quartucciu, Sinnai, Pirri, Maracalagonis, Selargius, Monserrato.

Torroja, Raimondo Gentiluomo (Cata` sec. XII-Oristano logna, prima meta 1196). Cognato di Agalbursa e di Ugo Poncio di Bas, era sposato con Gaya de Cervera, loro sorella; seguı` i cognati quando si stabilirono a Oristano. Dopo la morte di Ugo Ponzio e di Agalbursa divenne il tutore e il principale consi` gliere del giovane Ugone I e ne guido sapientemente le scelte politiche fino alla sua ascesa sul trono giudicale.

Tortolı` – Lo stagno.

Tortolı` Comune capoluogo, insieme a Lanusei, della provincia dell’Oglia` monstra, compreso nell’XI Comunita tana, con 10 130 abitanti (al 2004), posto a 13 m sul livello del mare a ridosso della costa orientale. Regione storica:

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Tortolı` Ogliastra meridionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 39,97 km2, compresa la frazione di Arbatax, e confina a nord con Girasole, a est col mare Tirreno, a sud con Bari Sardo e a ovest con Ilbono, un’isola amministrativa di Elini, Arzana e Villagrande Strisaili. Si tratta di una piana costiera alluvionale, che ha ai margini occidentali i primi contrafforti dei rilievi ogliastrini, mentre a oriente si spinge in mare con la tozza penisola che si conclude col capo Bel` attraversata dal lavista. La piana e tratto finale di alcuni corsi d’acqua provenienti dalla montagna, uno dei ` vita allo stagno quali, il rio Mirenu, da di T. Il paese comunica per mezzo della S.S. costiera 125 Orientale sarda, dalla quale si distacca a est una traversa per la frazione di Arbatax, mentre a occidente si connette con la 198 che proviene da Mandas. T. e Arbatax costituiscono anche il capolinea della strada ferrata a scartamento ridotto che proviene ugualmente da Mandas. Ad Arbatax si trova il porto, utilizzato anche dalle navi di linea, e nella vicina piana ` in funzione un aeroporto. e & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo prenuragico e nuragico, il sito fu abitato anche nel periodo romano e altomedioevale. L’attuale villaggio nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Dopo che il giudicato di Cagliari fu debellato in seguito alla spedizione voluta da Pisa nel 1257, il territorio fu smembrato tra le famiglie che avevano concorso all’impresa e T. fu incluso nei territori toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura, divenendo anche capoluogo della curatoria. Dopo la loro

estinzione, a partire dalla fine del secolo XIII, fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz. ` a far parte della contea Nel 1363 entro di Quirra e, subito dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e passarono al giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri il villaggio fu recuperato dai Bertran Carroz; nei secoli ` da questi ultimi ai successivi passo ` e infine Centelles, ai Borgia, ai Catala agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Divenne il capoluogo del distretto e sede dell’amministrazione baronale e di tutti i traffici dell’Ogliastra, lungo le sue coste che furono protette da numerose torri di avvistamento e di difesa dagli attacchi dei corsari, si svilupparono alcune saline e peschiere. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Lanusei; nel 1824 divenne sede della ricostituita diocesi di Ogliastra; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo possediamo la testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, della quale riportiamo qualche brano sognificativo: «Popolazione. Nel 1838 si numeravano in T., secondo il censimento di quell’anno, anime 1766; nella numera` zione del 1848 non se ne trovarono piu che 1725, distribuite in famiglie 403 ed in case 398. Agricoltura. Il terreno corrisponde facile ad ogni maniera di col` fertile se tivazione, e sarebbe assai piu fosse coltivato con maggior diligenza e con metodi di miglior arte. Tuttavolta una sua regione, quella che resta alla parte settentrionale, ha minor forza produttiva per la natura del suolo che ` sabbioso, sebbene del resto non sia vi e

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Tortolı` ´ con le inutile alla popolazione, perche grandi macchie di lentisco somministra della legna per le fornaci delle tegole e de’ mattoni, e per i forni del pane. Alcuni approfittano de’ corimbi di questa pianta per far olio. Gli uomini applicati all’agricoltura sono circa 400. ` alLa maggior parte de’ terreni da l’anno un doppio frutto di grano, e quindi di meliga o di legumi. Pastorizia. Si ha un piccol numero di vacche, ` bisogna comprare da altri paesi e pero i tori, dei quali si abbisogni per coltivare i terreni, e per il carreggiamento. ` di 30. I pastori principali non sono piu Formano delle capanne temporarie e spesso mutano quando manca il pascolo nella regione. Il numero delle vacche si computa di circa 550, quello ` determide’ buoi di 300; quindi si puo nare il numero delle pecore a capi 5300, quello delle capre a 2500, quello de’ porci a 400. Non si hanno armenti di cavalle, e di giumenti di questa specie che sono necessari per sella o per basto si comprano da altre parti; questi in ` di uno ed altro sesso non saranno piu 40 capi». Nel corso del secolo XIX T. ` ulteriormente la propria ecosviluppo nomia basata sullo sfruttamento delle sue molte risorse e dell’approdo di Arbatax (=); la sua popolazione prese a ` crescere rapidamente. Nel 1925 cesso ´ a di essere sede di diocesi poiche causa del clima i vescovi preferirono risiedere a Lanusei; quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu compreso nel suo territo` del rio. A partire dalla seconda meta secolo XX il grosso centro ha avuto un grandissimo sviluppo con alcune importanti imprese industriali, con l’aeroporto e con un crescente flusso di turisti. & ECONOMIA Tra le attivita ` di base dell’economia ci sono quelle industriali, che negli ultimi anni si sono ampia-

mente sviluppate nei settori alimentare, estrattivo, della pesca, della carta, dell’elettronica, della lavorazione del vetro e della gomma. Discre` anche l’agricoltamente sviluppata e tura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, l’agrumicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` discretamente ovini, suini e caprini. E sviluppata anche la rete di distribuzione commerciale, che viene utilizzata dagli abitanti dei centri vicini. Vi operano anche 13 alberghi con 2544 posti letto, un’azienda agrituristica con 16 posti letto, tre campeggi con 2502 posti letto, 11 ristoranti, il porto turistico da 300 posti barca e tre centri per il ` collegato turismo equestre. Servizi. T. e da autolinee e dalla ferrovia agli altri ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale, un Museo d’arte contemporanea e tre emittenti radiotelevisive. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 9728 unita di cui stranieri 61; maschi 4854; femmine 4874; famiglie 3397. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 65 e nati 79; cancellati dall’anagrafe 219 e nuovi iscritti 260. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 19 281 in migliaia di lire; versamenti ICI 3365; aziende agricole 188; imprese commerciali 579; esercizi pubblici 94; esercizi all’ingrosso 8; esercizi al dettaglio 316; ambulanti 26. Tra gli indicatori sociali: occupati 2794; disoccupati 499; inoccupati 505; laureati 279; diplomati 1335; con licenza media 2920; con licenza elemen-

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Tortolı` tare 2602; analfabeti 167; automezzi circolanti 3445; abbonamenti TV 2130. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze del peritorio e riodo nuragico tra cui i nuraghi Monti Terli, Nurta, Santu Sarbadori, Turuddis. Conserva anche alcune Tombe di giganti tra cui quelle di Bingias, Monti de Forru, Perda Abbas, Santu Gioanni, Santu Sarbadori. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Nel centro storico si trova la chiesa di Sant’Andrea, parrocchiale costruita al posto della precedente dedicata a Sant’Elia nel secolo XVII. Nel corso del secolo XVIII, quando fu certa la ricostituzione della diocesi di Ogliastra, la chiesa fu ristrutturata nella prospettiva che potesse diventare cattedrale della nuova diocesi. L’edificio assunse la forma attuale a croce latina su tre navate con l’aggiunta dell’altare maggiore, del coro e della sacrestia. Anche la facciata fu completamente ridisegnata e abbellita da tre portali inquadrati in quattro lesene che identificano le tre navate interne; anche il ` arioso e originale. L’incampanile e terno conserva l’altare maggiore e altri decori in marmo eseguiti nel Settecento, e il coro ligneo di grande compostezza, costituito da due ordini di scanni finemente intagliati. L’edificio custodisce anche diverse statue lignee del Seicento e del Settecento e qualche buon dipinto tra cui il frammento di un polittico di Andrea Lusso del secolo ` stata cattedrale fino XVII. La chiesa e ` un complesso al 1965. San Francesco e costituito da una chiesa e un convento, costruiti agli inizi del secolo XVIII dai ` fu Francescani; il convento pero chiuso per ordine del governo nel 1776 ` una e fu abbandonato. Sant’Anna e chiesa costruita nel secolo XVIII, ma che dopo alcuni restauri nel 1881 venne praticamente ricostruita ex

novo. Ha l’impianto a una sola navata ` completata dall’abside; la copertura e ` arricchita a volte a botte. La facciata e da un rosone; al suo interno conserva una statua lignea di scuola napoletana dell’Ottocento. Quella di Sant’Antonio ` una chiesa costruita nel secolo Abate e XVI e successivamente annessa al convento degli Agostiniani. Ha un impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e da una tribuna sorretta da un ampio arcone posto al` dil’ingresso dell’aula. La facciata e visa in due specchi da un cornicione; in quello superiore, ad andamento mistilineo, si aprono tre ampie finestre; ` posto sul muro perimetrale destro e un campaniletto a vela a trifora cuspidata. Al proprio interno custodisce una tela della Madonna della Mercede di autore ottocentesco ignoto e alcune statue lignee di bottega napoletana del se` una chiesa colo XVIII. San Giuseppe e parrocchiale moderna, costruita interamente in cemento a vista nel 1985 su progetto di Giorgio Cavallo (=). Ha un impianto ad aula unica di forma romboidale, completata dal presbiterio sul quale si innalza una cupoletta pirami` a volta a cassettoni dale; la copertura e quadrati. La facciata ha il corpo superiore totalmente a vetri, sulla sinistra si eleva un campaniletto di notevole ` per le vie e le piazze eleganza. Qua e la del paese si possono vedere le sculture che fanno parte del Museo d’arte contemporanea Su Logu de S’Iscultura (Il Luogo della Scultura): sono state lasciate dagli artisti che hanno partecipato alla manifestazione omonima che si svolge a maggio e a ottobre e ha visto la presenza di autori di fama internazionale come Mauro Staccioli, Hidetoshi Nagasawa, Alfredo Pirri. La chiesa di San Lussorio sorge a 3 km dal ` suggestiva a poca paese in una localita distanza dal mare; il 21 agosto vi si

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Tortolı` svolge una importante festa. In riva al ` Marina di San Gemimare, in localita liano a pochi chilometri dall’abitato si trova la torre di San Gemiliano. Fu co` del Seicento struita nella prima meta ` in cattivo in forma troncoconica ed e stato di conservazione. Aveva una funzione di avvistamento e di difesa ed era servita da una piccola guarnigione.

Tortolı` – Paesaggio lungo la costa.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Nella chiesa campestre omonima si tiene il 21 agosto la festa di San Lussorio, organizzata da un comitato presieduto da un obriere maggiore. Questi indice tra i concittadini un rito singolare detto s’imbidu che risale a tempi molto antichi; consiste in una vera e propria gara, tra coloro che devono sciogliere ` per acquiun voto, a chi offre di piu stare il diritto di guidare il giogo dei ` il carro del santo. buoi che tirera L’asta avviene all’imbrunire nella piazza della cattedrale. Al vincitore (s’imbidadori) vengono riservati onori particolari, ed egli per la durata dei fe` ospite dell’obriere e steggiamenti e viene accompagnato alla propria abitazione in processione con lo stendardo del santo e al suono delle launeddas. Il rito de s’imbidu viene ripetuto la prima domenica di settembre in occasione della festa di San Gemiliano. La ` una delle feste piu ` festa di Sant’Anna e sentite dell’Ogliastra, si svolge nel lido &

di Orri il 26 luglio con una partecipazione notevole di popolo. Ha radici pagane che la riallacciano al culto della `; i festeggiamenti prevedono maternita diverse manifestazioni folcloristiche e in particolare la distribuzione di culurgiones, dei ravioli tipici, ripieni di patate e mentuccia, che sono simbolo ap` . Di notevole inpunto della maternita teresse anche il costume. L’abbiglia` esmento tradizionale femminile puo ` antico sere di due tipi. Quello piu (detto sa mantilla), che fu indossato ` costituito da una cafino a 70 anni fa, e micia di tela di cotone bianca (sa camisa), molto ricamata e ornata da inserti di pizzo, cosı` lunga che fungeva anche da sottogonna, e da una gonna (sa faldetta) di raso nero a fiori blu o bordeaux. Sopra la camicia si indossava la giacca di raso nero a fiori blu o bordeaux (su cippone). Sopra la gonna si indossava il grembiule (s’antallene) di seta nera stampata, legato in vita con nastro di seta nera. L’abbigliamento antico era completato da un fazzoletto di seta nera cangiante e da un panno (sa mantilla) di velluto rosso con trina gialla e bianca. Il costume di uso ` costituito da comune, detto su cosse, e una camicia di tela di cotone bianca (sa camisa), molto ricamata e ornata da inserti di pizzo, anche questa molto lunga, tanto che funge anche da sottogonna, e da una gonna (sa faldetta) di raso nero a fiori blu o bordeaux. Sopra la camicia si indossa un busto (su cosso) di velluto rosso. Sopra la gonna si indossa il grembiule (s’antallene) di seta nera stampata, legato in vita con un na` stro di seta nera. L’abbigliamento e completato da un fazzoletto (su mucadori) coi lembi riportati sul capo. L’ab` bigliamento tradizionale maschile e costituito da una camicia di trambicche semplice e dai calzoni di tela di cotone bianca (sa braga bianca); sopra la

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Touffani camicia si indossano un primo gilet (su cosso ruiu) di panno rosso a doppio petto e un secondo gilet di panno nero. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa raga) di panno nero e le ghette dello stesso tessuto (is calzas). L’abbi` completato dalla berritta gliamento e di panno nero.

Tortora = Zoologia della Sardegna Toscano, Mario A. Sociologo (n. Abriola 1941). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria, insegnando per alcuni anni nella neonata ` di Magistero dell’Universita ` di Facolta ` rimasto a lungo in Sassari, con cui e rapporto, attraverso anche gli allievi che vi ha indirizzato agli studi sociolo` professore di Sogici. Attualmente e ` di ciologia generale nella Facolta ` di Scienze politiche dell’Universita Pisa. Ha scritto, sulla Sardegna, Struttura e cultura dello sviluppo. Il progetto Sardegna venti anni dopo, ‘‘Quaderni di Ricerca. Dipartimento di Economia ` di Sassari’’, 1984. dell’Universita

Toschi, Paola Sportiva, surfista (n. Ca` in un gliari, sec. XX). Inizia l’attivita periodo in cui lo sport del windsurf, di origine americana, ha un grande sviluppo in Italia e particolarmente in Sardegna. Iscritta al glorioso Yacht Club di Cagliari, nel 1979 conquista a Stintino il suo primo titolo italiano. L’anno successivo, dopo il titolo italiano e quello europeo, conquista alle Bahamas anche il mondiale nella ` classe mistral e completa questa, che e la sua stagione d’oro, con la vittoria nei campionati italiani a squadre. Dopo alcuni altri titoli italiani, conclude la sua carriera negli anni Novanta. [GIOVANNI TOLA]

Toso, Sabina Archeologa (n. sec. XX). Nel 1992 ha fatto parte della missione ` di Padova che ha partedell’Universita cipato agli scavi a Nora e ne ha dato conto in Nora III. Lo scavo delle aree A

e B, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.

Totila Re degli Ostrogoti (?, prima meta` sec. VI-Gualdo Tadino 552). Divenuto ` l’ere degli Ostrogoti nel 541, guido strema resistenza del suo popolo contro i Bizantini durante la guerra greco` a gotica. Riuscı` con grande abilita porre sotto controllo buona parte del` una l’Italia centrale e nel 552 invio flotta in Sardegna facendo sbarcare nell’isola un forte contingente militare che riuscı` a conquistare Cagliari e a tenerla per un certo tempo, resistendo al contrattacco bizantino guidato dal ` duca Giovanni. Questa vittoria scateno una ribellione dei sardi contro le truppe bizantine. Pochi mesi dopo, `, T. fu sconfitto e ucciso alla battapero glia di Tagina (Gualdo Tadino 552) e il contingente delle sue truppe dovette lasciare la Sardegna.

Touffani Famiglia di mercanti cagliaritani originaria di Marsiglia (secc. XVIII-XIX). Si trasferı` in Sardegna ` del secolo XVIII; il nella prima meta ` noto era un Gupersonaggio piu glielmo, ricchissimo, che risulta tra i maggiori creditori del conte Nin del Castillo, che si era caricato di debiti per far fronte a una serie di arrischiate speculazioni. Quando il conte manife` l’intenzione di vendere il feudo di sto Asuni e di Nureci a Michele Guillini, Guglielmo, unitamente agli altri creditori, si mosse per tutelare i propri crediti e mise alle strette il Nin e il Guillini. Cosı` nel 1753 i due gli proposero di cedergli il feudo per soddisfare i suoi ` . Non essendo, crediti ed egli accetto ` , Guglielmo nobile ed essendo pero stato il feudo venduto senza l’assenso ` a dover affrontare l’opreale, si trovo posizione del fisco. La causa si protrasse a lungo e si concluse nel 1758 con un compromesso; il T. fu creato no-

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Tracca bile e conte dopo un congruo esborso e cosı` finalmente il fisco gli consentı` di entrare in possesso del suo feudo. La sua discendenza, cui il feudo fu riscattato nel 1838, si estinse nel 1874.

Tracca Particolare tipo di carro campidanese, trainato prevalentemente da un giogo di buoi. In passato, date le sue grandi proporzioni, era il mezzo che i contadini utilizzavano per i loro spostamenti in campagna e da centro a ´ da una parte consentiva centro, perche di caricare tutto quanto poteva essere utile durante il viaggio e dall’altra durante le soste notturne poteva trasformarsi in un comodo spazio per dormire. In passato la t. veniva utilizzata anche per trasportare il corredo della sposa nella sua nuova abitazione durante il corteo matrimoniale. Attualmente le traccas appaiono solo durante le grandi feste campidanesi, riccamente addobbate e trainate da buoi anch’essi adorni nelle corna e nel collo.

‘‘Tracca, Sa’’ Giornale di ‘‘vita cagliaritana’’, uscito il 30 dicembre 1900, con l’ambiziosa data di «Secolo I, n. 1». In ` pare che non abbia avuto un n. 2. realta

Tracina = Zoologia della Sardegna Traiano, Marco Ulpio Imperatore romano (Italica, 53?-Selinunte di Cilicia 117). Brillante generale iberico, fu inaspettatamente adottato e nominato correggente da Nerva (97) mentre ancora governava la Germania Superiore. Divenuto Augusto (98), raggiunse Roma solo nell’autunno (?) 99. Con T. l’Impero raggiunse la massima espansione territoriale. T. promosse la roma` ria nizzazione dei Sardi della Barba trasformando le Aquae Ypsitanae nel ` autonomo Forum Traiani; fece repiu staurare la a Caralibus Sulcos (anni 106-113), forse per incentivare lo sfruttamento delle miniere del Sulcis Iglesiente, tuttavia documentato solo con Adriano; dal foro di Olbia giunge un ri-

tratto di T., forse legato a un potenziamento dei traffici fra Sardegna e Italia con il nuovo porto di Centumcellae; nel ` ai proconsules l’ammini110 (?) affido strazione dell’isola: uno di questi, C. Asinius Tucuranius, fece lastricare una platea a Sulci e pose una dedica forse a Esculapio nel santuario delle Aquae Calidae Neapolitanorum; potrebbe essere invece anteriore al 110 una dedica a Diana e Silvano da Sorabile, posta dal procurator Caio Ulpio Severo. Sempre da Olbia giunge infine il diploma militare di un marinaio della flotta da guerra del Miseno, imbarcato sulla quadrireme Ops e congedato nel ` T. 114 (dopo agosto): la nave trasporto da Brindisi a Seleucia di Pieria in Siria ` la spedi(114), dove l’imperatore guido zione contro i Parti; nelle operazioni a terra furono impiegati anche i distaccamenti navali confluiti a Seleucia. ` improbabile che alle prime opeNon e razioni abbia partecipato anche il nauta sardo. [ANTONIO IBBA]

Trailis Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca; alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia procedettero a una divisione tra loro, ` al ramo del conte Ugolino. I figli tocco del conte, per vendicare la morte del loro genitore, alla fine del secolo XIII scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma, sconfitti, perdettero tutto quello che possedevano in Sardegna. Il villaggio pertanto fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, al ` termine delle operazioni militari entro a far parte del Regnum Sardiniae. Poco dopo fu concesso in feudo a Pietro de Stagno, i cui eredi nel 1330 lo vendet-

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Tramariglio tero a Raimondo de Entenc ¸a che a sua volta morı` senza eredi. Il fisco allora cedette nuovamente il villaggio a Bernardo de C ¸ori, ma poco dopo, a causa ` comdell’epidemia di peste, si spopolo pletamente e scomparve.

Trainito, Egidio Fotografo (n. Porto San Paolo, sec. XX). Istruttore di immersione e di fotografia e archeologia subacquea, proprietario e amministra` Centro tore, fino al 2000, della societa ` di Sub Tavolara – che svolge attivita scuola e servizi per il turismo subacqueo – ha all’attivo numerose pubblicazioni su riviste a interesse naturalistico: ‘‘Aqua’’, ‘‘Airone’’, ‘‘Mondo Sommerso’’, ‘‘Oasis’’. Tra le sue monografie Guida ai relitti del Mediterraneo, e Sardegna: guida alle immersioni, 1995, per la Withe Star di Vercelli. Per Portoria ha pubblicato la guida Sardegna, l’isola delle isole, mentre per la Mondadori, in ` di consulente, ha curato la requalita visione della collana ‘‘Coste e mari d’Italia’’.

Trainito, Stefano Illustratore (n. Padova, sec. XX). Illustratore e grafico, utilizza le tecniche di computer graphics, le chine, gli acquerelli e l’aero´ le altre tecniche pittorigrafo, nonche che per realizzare, per diverse case editrici nazionali – la Trevisini di Milano, la Piccolo di Padova, la Mondadori e la Rusconi; in Sardegna, ha lavorato per Il Maestrale – , libri di testo per le scuole inferiori e superiori, libri illustrati per ragazzi, guide scientifiche e tecniche, fumetti.

‘‘Tra i nuraghes’’ ‘‘Periodico settimanale di Sardologia, agricoltura, pastorizia, commercio, industria, ecc.’’. Fu pubblicato a Sassari il 1º gennaio 1895, direttore e proprietario Giuseppe Senes, originale figura e intellettuale molto presente nel campo della cultura sulla Sardegna dell’Ottocento. Proprio il carattere del suo fondatore

autorizza a ipotizzare che sia uscito solo questo primo numero.

Tramaloni, Peppino Scrittore (n. Mamoiada 1945). Laureato in Medicina, vive a Sassari, dove esercita la profes` masione di pediatra. Giunto in eta ` stato condotto dalla morte della tura, e madre, accompagnata dalla scomparsa prematura di un fratello, a una rivisitazione degli anni duri dell’infanzia e della prima giovinezza, trascorse nel paese natale. Da qui il romanzo autobiografico La casa del pane, 1998, per il quale Salvatore Mannuzzu ha parlato di un «giro dei ricordi concentrico: dalla casa materna e paterna si estende al vicinato, poi a tutto il paese di Mamoiada. ‘‘Scegliere’’ vuol dire scegliere quell’intero mondo, gremito ` e di vita: stare dalla sua di poverta parte, ritrovarsene anzi parte insepa` venuto poi I tre melograni, rabile». E 2003, «una serie di racconti – ha scritto Salvatore Morittu – che attingono ancora in buona parte da momenti ed emozioni della sua infanzia e della sua adolescenza ma, con tratto soave ed ardito, anche da personaggi e temi di as` . Una scrittura verasoluta attualita mente godibile che mai cede al banale».

Tramariglio Centro abitato della provincia di Sassari, frazione di Alghero (da cui dista 20 km), con 14 abitanti, posto a 12 m sul livello del mare a nordovest del comune capoluogo, affacciato sulla riva occidentale della rada di Porto Conte. Regione storica: Nurra. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito dalla penisola calcarea che chiude a occidente la rada di Porto Conte e termina con l’inconfondibile punta di capo Caccia, alla base della quale si apre – tra l’altro – la celebre Grotta di Nettuno. La frazione si affaccia sulla statale 127 bis, che unisce Alghero alla

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Tramatza punta di capo Caccia. A breve distanza si apre un piccolo porto, sul quale si leva la torre omonima (= Alghero). & STORIA Il centro si sviluppo ` nella ` dell’Ottocento come coseconda meta lonia penale; in seguito dopo il 1950 il comprensorio fu interessato da un intervento di riforma agraria da parte dell’ETFAS (=) e vi furono costruite numerose case coloniche che negli ultimi decenni del Novecento sono state trasformate in abitazioni residenziali utilizzate soprattutto nel periodo balneare.

Tramatza Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 1010 abitanti (al 2004), posto a 22 m sul livello del mare una dozzina di chilometri a nord-est di Oristano. Regione storica: Campidano di Milis. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 16,79 km2 e confina a nord con Milis, a est con Bauladu e Solarussa, a sud con Siamaggiore e a ovest con Zeddiani e San Vero Milis. Si tratta ` settentrionale della della parte piu piana campidanese, ai confini con le prime propaggini del monte Ferru, a nord. A breve distanza dal paese scorre il rio Cispiri, uno degli affluenti del Rio di Mare Foghe, immissario dello stagno di Cabras. Il paese si trova a breve distanza dalla superstrada Cagliari-Sassari; vi si collega con una brevissima bretella che poi prosegue verso nord, per Milis, mentre un’altra secondaria raggiunge San Vero Milis; dalla parte opposta una strada di 5 km raggiunge Solarussa; qui, oppure anche a Bauladu, raggiungibile con la superstrada (a 4 km), si trova una stazione lungo la linea ferroviaria OristanoChilivani. & STORIA Il territorio conserva alcune testimonianze archeologiche del pe-

riodo nuragico. L’attuale villaggio ha comunque origini altomedioevali, appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Campidano di Milis. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea fu incluso nel marchesato di ` a farne parte fino Oristano e continuo al 1477, quando il grande feudo fu sequestrato a Leonardo Alagon. Nei secoli successivi il villaggio fu governato direttamente da funzionari reali e i suoi abitanti difesero gelosamente questo loro privilegio; a causa delle incursioni dei corsari nordafricani e del progressivo spopolamento si impoverı` notevolmente. Quando nel 1767 fu costituito il marchesato d’Arcais, concesso a Damiano Nurra (= Nurra3 ), T. ` a farne parte e a nulla valsero le entro proteste dei suoi abitanti che avrebbero voluto liberarsi dalla dipendenza feudale. Agli inizi dell’Ottocento il vil` dai Nurra ai Flores, ai laggio passo quali fu poi riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Ori` a far parte della stano; nel 1848 entro divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Proprio di questo periodo Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Le anime che compongono il comune di T. erano prima del 1848, come notasi nel censimento ufficiale, 649, distribuite in 180 famiglie ed in egual numero di case. La massima parte de’ tramazzesi sono applicati all’agricoltura, e pochi attendono a quelle professioni che voglionsi in una popolazione. Le donne lavorano ne’ telai, e di questi se ne annoverano quasi tanti, quante sono le famiglie. Vi sono pochissimi che vivono in una certa agiatezza. La scuola primaria ha poco o nulla giovato. Non vi accorrono che due o tre fanciulli, ai quali il maestro poco attende. L’agri-

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Tramatza ` quale l’abbiamo gia ` accencoltura e nata in altri paesi dei campidani arbo` ordinaresi o di Oristano. La quantita ria della seminagione nelle diverse ` di starelli 800 di grano, 200 specie e d’orzo, 80 di fave, 50 di meliga, 50 di fagiuoli, 120 di lino. La produzione, se ` non sia contrariata dalle meteore, e tale, che ne restano satisfatti i coltiva` in proporzione del nutori. Il vigneto e mero degli abitanti assai esteso, e molto produce per la consumazione ` notevole, perde’ medesimi, la quale e ´ bevono piu ` volentieri il vino, che e ` che ottimo e salutare, che l’acqua dei pozzi, ` grave e malsana. Pastorizia. Il beche e ` in piccol numero. Le vacche stiame e possono sommare a capi 250, le pecore a capi 1600, i porci a capi 80, i quali pascolano nei prati, e di rado si portano ad ingrassare nelle selve. De’ prodotti del bestiame si fa smercio principalmente in Oristano, dove pure si ` che sopraporta la gran parte di cio vanza de’ prodotti agrari alla consumazione del paese, l’altro vendendosi ne’ paesi circonvicini od a negozianti giro` al commervaghi. T. ha molta comodita cio trovandosi sulla grande strada di ponente». Nel 1928 T. perse la propria autonomia e divenne frazione di Milis; ` la sua autonosolo nel 1950 riconquisto mia. Quando nel 1974 fu ricostituita la ` a esservi provincia di Oristano, T. torno incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale nei settori dell’edilizia e ` poco organizzata la rete alimentare. E di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 20 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi. T. e

gato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1013 unita di cui stranieri 4; maschi 497; femmine 516; famiglie 364. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 063 in migliaia di lire; versamenti ICI 412; aziende agricole 125; imprese commerciali 43; esercizi pubblici 8; esercizi al dettaglio 13; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 266; disoccupati 70; inoccupati 39; laureati 6; diplomati 68; con licenza media 326; con licenza elementare 303; analfabeti 39; automezzi circolanti 346; abbonamenti TV 288. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Nel territorio si trovano i resti dei nuraghi Mannu, Pissidi e Zira. Sono state individuate anche alcune tombe del periodo punico e romano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato alcune case tradizionali costruite in ` diri) e abbelmattoni di terra cruda (la lite da una corte interna circondata da porticati (lollas). Il monumento di mag` la chiesa di San Saturgiore rilievo e nino. All’ingresso del paese si trova, sul rio Cispiri, un ponte romano in buone condizioni. Fino a qualche decennio fa serviva ancora per il traffico, ` stato sostituito da non solo locale, poi e un ponte moderno che lo affianca; di ` stato restaurato, e nella parte recente e ` stato riportato alla luce il superiore e pavimento originario. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la me-

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Trano moria delle antiche tradizioni; tra queste quella di Sant’Efisio che, secondo la tradizione, risale al voto fatto da uno sconosciuto che avrebbe acceso un ` per riscaldare gli abitanti grande falo del villaggio tanto poveri da morir dal freddo; risale agli inizi del Settecento e si svolge a partire dalla mattina del 14 gennaio quando viene iniziata la raccolta della legna da ardere. Per racco` di legna vengliere la maggior quantita dono adoperati dei carri riccamente bardati, ciascuno dei quali inalbera una pandera, ossia un antico fazzoletto legato in cima a una canna, offerto dalla prioressa del comitato organizzatore e dalle sue collaboratrici. La raccolta viene fatta nelle campagne circo` curata dai giovani con il constanti ed e corso della popolazione e spesso anche degli abitanti dei villaggi vicini. Nel pomeriggio, terminata la raccolta della legna, il pittoresco corteo dei carri torna in paese, guidato da colui che of` maggiore di Vernaccia fre la quantita da consumare durante la serata, al quale viene consegnato un pungolo ornato con fiori variopinti (su strumbu). Subito dopo viene formata la catasta e ` che la sera viene acceso un grande falo dura fino all’alba del giorno successivo, mentre attorno la gente veglia tra canti e balli e abbondanti bevute di ` Vernaccia. Altro momento rilevante e la festa della Candelora, o della purificazione della Vergine, che si celebra la mattina del 2 febbraio e prevede una processione che parte dalla chiesa parrocchiale con la statua della Madonna, che per l’occasione viene incoronata con un’antica corona d’argento e paludata da un manto in tessuto d’argento; con la destra regge una candela accesa e ai suoi piedi viene posto un cesto con due colombe. Il corteo, con i fedeli dietro la statua, recanti ciascuno una candela accesa, si muove dalla chiesa e si

dirige verso l’edificio del Monte grana` tre giri. Il rito ha vatico dove compira lore di un auspicio per il raccolto del ` favorevole se la cangrano, che sara ` acdela in mano alla statua rimarra cesa e le colombe non spiccheranno il volo.

Trano, san = Nicolo` e Trano, santi Trasamondo Re dei Vandali (Carta` sec. V-ivi 529). Fragine, seconda meta tello di Gundamondo, ariano convinto, ` radicate tradidepositario delle piu zioni del suo popolo, salı` al trono nel ` di 496 alla morte di suo fratello. Tento piegare all’arianesimo i vescovi orto` in dossi del suo regno e nel 507 invio esilio in Sardegna tutti quelli che gli resistevano. Fu allora che giunse nell’isola Fulgenzio da Ruspe, unitamente ad altri vescovi e che, secondo la tradizione, furono portate nell’isola le spoglie di Sant’Agostino. Dopo alcuni anni ` in Africa Fulgenzio, che pero ` richiamo ` alle sue pressioni, sicche ´ non si piego ` nuovamente. nel 519 lo esilio

Trasporti in Sardegna Il problema dei trasporti ha rappresentato uno dei fattori determinanti nella storia della ` legato al problema Sardegna. Esso e ` e a quello della viabilita ` dell’insularita interna, e ha rappresentato per secoli il principale nodo per affrontare la questione dell’isolamento della Sardegna rispetto al resto d’Europa e all’Africa, ma anche dell’isolamento delle varie regioni dell’isola tra loro. Fin dall’epoca punica la sua soluzione fu individuata in due azioni tra loro complementari: un sistema di trasporti marittimi integrato in un sistema di grandi vie di comunicazione interna. LA STORIA I trasporti marittimi furono sviluppati in modo molto articolato: al` costiere, in particolare Cacune citta rales, Nora, Sulci, Tharros e Olbia, furono sedi dei traffici che dalla Sardegna facevano giungere le merci ad altri

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Trasporti in Sardegna porti mediterranei e viceversa, ed ` erano quindi considerate le sedi piu importanti del movimento di esportazione e importazione dell’isola. I porti ` , inoltre, erano anche di queste citta collocati strategicamente lungo le rotte dei grandi traffici internazionali ` che collegavano tra loro alcune citta del Mediterraneo: ad esempio, Tharros era collocata lungo le rotte per Marsiglia, Olbia era collocata lungo le rotte ` della Francia meriper altre localita dionale, Carales era strategicamente importante per le rotte verso l’Africa, Nora e Sulci per quelle verso la Spagna. Accanto a questi porti nacque anche una serie di approdi meno importanti, come Bithia, Sarcapos, Bosa, Neapolis, Othoca, che erano sede di traffici marittimi locali e che soprattutto facilitavano il trasporto delle merci locali da un punto all’altro dell’isola: questo sistema di porti era perfettamente integrato a un complesso di vie di comunicazione interna che erano razionalmente strutturate, ben custodite ed eventualmente ben difese. Questo sistema di trasporti fu sostanzialmente conservato e sviluppato dai Romani almeno fino al secolo V. Con le invasioni barbariche e in seguito con i Bizantini il sistema sardo dei trasporti decadde completamente. L’insicurezza del Mediterraneo a causa dell’incalzante ` la espansionismo arabo determino fine di buona parte dei traffici commerciali: si ha la sensazione che nel periodo tra il VII e il secolo XI l’isola sia divenuta una fortezza preoccupata solo di resistere alle continue incursioni degli Arabi. La quasi totale mancanza di documenti scritti non ci permette di conoscere se in questo periodo il sistema di trasporti commerciali da e per l’isola sia stato mantenuto e in che misura. Gli unici elementi in nostro possesso ci permettono tutta-

via di affermare che i porti andarono decadendo rapidamente, anche se un certo movimento commerciale non scomparve del tutto lungo le coste dell’isola: una migliore conoscenza dei rapporti della Sardegna con Bisanzio ` docue con il mondo arabo e una piu mentata conoscenza del periodo in cui nacquero i giudicati ci permetteranno certamente di affrontare meglio il problema. Negli stessi secoli il sistema ` interna ando ` completadella viabilita mente compromesso: le grandi strade di comunicazione, pur continuando a essere utilizzate, andarono progressivamente in rovina per l’assoluta mancanza di interventi di manutenzione, accentuando la separatezza tra le varie zone dell’isola. A partire dal secolo XI, dopo la sconfitta di Mugahıˆd, la Sardegna appare nuovamente inserita in un contesto di traffici internazionali entro la grande area del Mediterraneo occidentale. Una rete di rapporti com` e di vario tipo merciali di varia entita tra la Sardegna, Pisa, la Provenza e la Catalogna restituisce una qualche vita` ai porti di Cagliari, Turris Lybisolita nis, Olbia e la nascente Oristano. Poco si sa, invece, sul sistema dei trasporti interni e sul traffico marittimo di piccolo cabotaggio. Con la conquista catalano-aragonese e fino al secolo XV il sistema dei trasporti da e per la Sardegna assunse un carattere molto definito: furono individuati due porti principali, quello di Cagliari e quello di Alghero, che divennero le principali sedi dei traffici internazionali lungo le grandi rotte che i catalano-aragonesi svilupparono nel Mediterraneo. Accanto a questi due grandi porti, che furono potenziati e adeguatamente fortificati, si conosce l’esistenza di altri porti di minore importanza tra cui quelli di Oristano, di Bosa, di Olbia (Terranova), di Orosei, che furono an-

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Trasporti in Sardegna ch’essi sede di traffici locali di una ` . Nello stesso periodo alcerta entita cuni di questi porti divennero sede sta` di navi corsare; poco o bile di attivita nulla conosciamo, invece, del sistema dei traffici interni, ma di certo le grandi strade romane erano oramai completamente distrutte e i trasporti interni tra i vari centri si svolgevano lungo tratturi molto improbabili ed estremamente rischiosi. Quando fu inserita nell’Impero spagnolo, nel corso del secolo XVI, la Sardegna divenne ` a essere centro periferia di esso e torno militare per la guerra contro i Turchi. In quel contesto politico e militare internazionale il sistema dei trasporti da e per l’isola subı` un grave colpo. I porti decaddero rapidamente, anche per´ il governo si preoccupo ` di curare che solo il mantenimento di un servizio postale ragionevolmente celere (il viaggio durava mediamente un mese) tra Alghero e la Spagna; per il resto, l’atti` mercantile, ridotta a una modesta vita frequentazione dei porti di Cagliari, Alghero, Oristano e Bosa, era quasi totalmente in mano a imprenditori stranieri, controllori di commerci o armatori di navi (o anche le due cose insieme). La stessa decadenza dei moli e delle banchine rendeva gli scali quasi totalmente inagibili, mentre la preca` delle condizioni di vita, forterieta mente compromesse dalle continue scorrerie dei corsari barbareschi, sembrarono compromettere definitivamente il sistema dei trasporti da e per la Sardegna, accentuando cosı` l’isola` ai mento. Quando nel 1720 l’isola passo Savoia il sistema dei trasporti esterni e interni era completamente dissestato: l’isola sembrava condannata a una insuperabile solitudine. Per tutto il secolo XVIII la nuova dinastia si preoc`, percio ` , di istituire almeno un recupo golare servizio postale tra la Sardegna

e la terraferma: nel 1721 fu avviato il servizio regolare con una feluca sulla rotta Cagliari-Villafranca e ritorno. Tra il 1739 e il 1763 il servizio fu organizzato con speronare e golette che lo re` celere e affidabile. Solo, pero `, sero piu dopo la Restaurazione, con l’introduzione dei primi piroscafi, il servizio conobbe sensibili miglioramenti. Nello stesso periodo la nuova amministra` ad avviare una radizione si impegno cale ristrutturazione dei maggiori porti dell’isola sia per rispondere alle ragioni militari della difesa che per incrementare i commerci, legati ad ` di facilitare l’eesempio alla necessita sportazione del sale, il cui intenso com` la Sardegna al resto mercio riavvicino d’Europa. Nei primi anni dell’Ottocento fu studiata anche la costruzione di un sistema di strade interne che ponesse finalmente fine alla precaria situazione dei collegamenti tra i diversi ` centri dell’isola. Lo sforzo culmino nella costruzione della ‘‘strada reale’’ intitolata a Carlo Felice che, comple` i tata fra il 1822 e il 1829, semplifico trasporti tra Cagliari e Porto Torres e consentı` l’istituzione di un regolare servizio di diligenze che compivano il tragitto tra i due capi in 36 ore, durata che entro il 1853 fu ridotta a una sola giornata. Dopo la costruzione della ‘‘Carlo Felice’’ per tutto il secolo XIX il problema dei trasporti fu affrontato da tre diverse prospettive: 1. la prosecuzione della costruzione del sistema di strade interne, che in effetti fece progressi notevoli: nel 1887 la Sardegna poteva contare su 1463 km di strade nazionali, 1900 km di strade provinciali e su 840 km di strade comunali. L’isolamento di buona parte delle zone interne era finito e la circolazione delle merci e delle persone fu resa finalmente possibile; 2. la grande battaglia, che coinvolse vasti strati – soprattutto

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Trasporti in Sardegna `a urbani – della popolazione e mobilito lungo la rappresentanza politica e cul` con la costruzione di un sistema mino di ferrovie; 3. lo sviluppo delle linee marittime, che furono pensate in connessione col sistema delle ferrovie e delle strade, ormai non solo per il trasporto della posta ma anche per quello di passeggeri e merci. Il primo trasporto di passeggeri e merci tra Genova e Cagliari fu istituito nel 1829 a opera di ` un serBattista Torrazza, che assicuro vizio con frequenza settimanale attraverso l’utilizzazione del piroscafo a ruote Carlo Felice. Nel 1835 il servizio dei passeggeri e della posta fu assunto direttamente dallo Stato che mise in linea le navi Gulnara, Ichnusa e Tripoli, che assicuravano 6 corse al mese con approdi a Cagliari e a Porto Torres. Il trasporto delle merci fu lasciato invece ad armatori privati. I traffici aumentarono rapidamente e oltre ai due porti principali cominciarono a operare alcuni altri porti tra cui Sant’Antioco, Carloforte, Oristano, Bosa, Alghero, Castelsardo, La Maddalena, Terranova (Olbia), Orosei, Siniscola e Muravera. Lo sviluppo dei collegamenti marittimi fu ulteriormente in` del secrementato nella seconda meta colo XIX; furono attivati collegamenti regolari con la Corsica, la Sicilia e la Tunisia, ma soprattutto, dopo la presa di Roma (1870), fu istituito un regolare servizio tra Cagliari e Civitavecchia e in seguito fra Civitavecchia e il golfo di Olbia (dove Golfo Aranci e Terranova si disputarono a lungo l’approdo del ‘‘po´ trasporstale’’ – cosı` chiamato perche tava la posta da e per il continente – fino al 1920, quando esso fu definitivamente trasferito a Terranova). Lo svi` progressiluppo dei trasporti continuo vamente fino alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ai tre settori tradizionali dopo la fine della prima guerra

mondiale si aggiunse quello del trasporto aereo. La prima linea aerea, servita da idrovolanti, fu istituita nel 1928 tra Ostia ed Elmas. Dopo la parentesi della seconda guerra mondiale, in cui ` tornare al suo isola Sardegna sembro lamento storico, a partire dal 1945 si ` una crescente ripresa del siregistro stema dei trasporti in Sardegna, che nel corso degli anni, con lo sviluppo ` della podel turismo e della mobilita polazione residente, fece emergere nuovi problemi. LO SVILUPPO ATTUALE Il settore dei trasporti negli ultimi cinquant’anni ` sviluppato secondo del secolo XX si e quattro prospettive. ` interna, che 1. Il sistema della viabilita nel 1950 aveva una rete complessiva di 4700 km di strade, di cui solo 592 bitu` di infrastrutturamati, con una densita zione del territorio pari a solo un terzo di quella nazionale, fu completamente bitumato; furono anche raddoppiate le carreggiate di alcune strade di grande comunicazione, alcune furono tracciate ex novo consentendo cosı` dei per` razionali e piu ` adatti al trafcorsi piu fico automobilistico crescente. In particolare al 1998 la rete sarda aveva: strade nazionali, 3981 km con una media di 18,1 km ogni 10 000 abitanti; strade provinciali, 5452 km con una media di 32,8 km ogni 10 000 abitanti; strade comunali ed extraurbane, 12 912 km con una media di 77 km ogni 10 000 abitanti. Lo sviluppo della rete stra` rimasto comunque cadale sarda e rente rispetto a quello nazionale per´ nell’isola mancano le autostrade e che ´ i tempi di percorrenza sono superche periori rispetto a quelli consentiti dalle condizioni del resto della rete nazionale. La rete stradale della Sardegna deve inoltre sopportare un crescente numero di veicoli circolanti: in ` passati dai 95 986 autoparticolare, si e

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Trasporti in Sardegna veicoli circolanti nel 1965 al 1 004 023 del 1999. Ai dati dei veicoli appartenenti ai residenti vanno aggiunti quelli relativi ai mezzi dei turisti soprattutto ` in particolare, nel nei mesi estivi. Piu 1999 la rete stradale della Sardegna ha sopportato la circolazione di 823 432 autovetture, 2663 autobus, 81 718 autocarri, 50 732 motocicli, 15 983 motocarri. Nell’anno 2000 la rete stradale permetteva di smistare un movimento di 24 800 000 t di merci e registrava 4079 incidenti stradali con una media 165 morti e 6108 feriti all’anno. ` quello che 2. Il sistema delle ferrovie e ha registrato i minori progressi (= Fer` praticarovie in Sardegna). Esso e mente rimasto immutato rispetto agli inizi del Novecento, anzi ha perduto nel corso del secolo i numerosi tronchi minori e ‘‘complementari’’, che permettevano l’irradiamento del trasporto ferroviario anche nelle zone ` defilate dell’isola: in alcuni casi le piu linee sono state soppresse, altre sostituite col trasporto di passeggeri a mezzo autobus, alcune, infine (quelle ` rilevante interesse paesaggidi piu stico), coperte – ma solo in periodi particolari – dal cosiddetto ‘‘trenino verde’’. 3. I trasporti marittimi, a partire dagli anni Cinquanta, vennero sviluppati notevolmente con l’istituzione di un numero crescente di linee e di nuove navi e a partire dalla fine degli anni Sessanta con l’istituzione delle navitraghetto per far fronte al crescente movimento dei residenti e soprattutto dei turisti. Parallelamente allo sviluppo delle comunicazioni sono stati fatti notevoli interventi per il miglioramento del sistema dei porti della Sardegna. Attualmente nel complesso nei vari porti dell’isola si registra mediamente il seguente movimento: Alghero: navi arrivate 4, sbarco di merci in ton-

nellate 20 160, imbarco di merci in tonnellate 24 643, sbarco di passeggeri 702, imbarco di passeggeri 702. Arbatax: navi arrivate 396, sbarco di merci in tonnellate 41 500, imbarco di merci tonnellate 62 500, sbarco di passeggeri 61 500, imbarco di passeggeri 73 800. Cagliari: navi arrivate 2936, sbarco di merci in tonnellate 2 629 000, imbarco di merci in tonnellate 4 636 000, sbarco di passeggeri 742 611, imbarco di passeggeri 755 805. Calasetta: navi arrivate 1100, sbarco di merci in tonnellate 62 147, imbarco di merci in tonnellate 44 432, sbarco di passeggeri 205 000, imbarco di passeggeri 247 000. Carloforte: navi arrivate 6541, sbarco di merci in tonnellate 150 680, imbarco di merci in tonnellate 144 000, sbarco di passeggeri 323 000, imbarco di passeggeri 341 000. Golfo Aranci: navi arrivate 2353, sbarco di merci in tonnellate 1 536 000, imbarco di merci in tonnellate 2 168 000, sbarco di passeggeri 416 000, imbarco di passeggeri 413 000. Isola di Santo Stefano: navi arrivate 674, sbarco di merci in tonnellate 21 992, imbarco di merci in tonnellate 21 000. La Maddalena: navi arrivate 17 800, sbarco di merci in tonnellate 775 000, imbarco di merci in tonnellate 673 000, sbarco di passeggeri 1 104 000, imbarco di passeggeri 1 104 000. Olbia: navi arrivate 3300, sbarco di merci in tonnellate 3 269 000, imbarco di merci in tonnellate 2 712 000, sbarco di passeggeri 1 076 000, imbarco di passeggeri 1 070 000. Palau: navi arrivate 17 500, sbarco di merci in tonnellate 495 000, imbarco di merci in tonnellate 760 000, sbarco di passeggeri 970 000, imbarco di passeggeri 986 000. Porto Foxi: navi arrivate 1301, sbarco di merci in tonnellate 14 486 000, imbarco di merci in tonnellate 11 598 000, sbarco di passeggeri 24, imbarco di passeggeri 25. Porto Torres: navi arri-

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Tratalias vate 1785, sbarco di merci in tonnellate 4 256 000, imbarco di merci in tonnellate 3 199 000, sbarco di passeggeri 649 000, imbarco di passeggeri 687 000. Porto Vesme: navi arrivate 6700, sbarco di merci in tonnellate 4 037 000, imbarco di merci in tonnellate 1 071 000, sbarco di passeggeri 252 000, imbarco di passeggeri 252 000. Sant’Antioco: navi arrivate 356, sbarco di merci in tonnellate 436 000, imbarco di merci in tonnellate 446 000, sbarco di passeggeri 1414, imbarco di passeggeri 1408. Santa Teresa Gallura: navi arrivate 2500, sbarco di merci in tonnellate 116 000, imbarco di merci in tonnellate 165 000, sbarco di passeggeri 114 000, imbarco di passeggeri 110 000. Torregrande (Oristano): navi arrivate 463, sbarco di merci in tonnellate 865 000, imbarco di merci in tonnellate 505 000. 4. I trasporti aerei hanno avuto un incremento notevole se si pensa che nel 1950 la Sardegna era collegata con soli 2100 voli annuali. Attualmente nei diversi aeroporti si registrano i seguenti dati: Alghero Fertilia: aerei arrivati 4581, passeggeri sbarcati 267 087, passeggeri imbarcati 263 233, merci sbarcate in quintali 1623, merci caricate in quintali 972, posta sbarcata in quintali 8334, posta caricata in quintali 4343; Cagliari-Elmas: aerei arrivati 11 226, passeggeri sbarcati 859 651, passeggeri imbarcati 855 203, merci sbarcate in quintali 22 113, merci caricate in quintali 8538, posta sbarcata in quintali 12 795, posta caricata in quintali 5645; Olbia-Costa Smeralda: aerei arrivati 7768, passeggeri sbarcati 571 410, passeggeri imbarcati 574 295, merci sbarcate in quintali 13 672, merci caricate in quintali 8147, posta sbarcata in quintali 1764, posta caricata in quintali 902.

Tratalias – Coltivazioni.

Tratalias Comune della provincia di Carbonia-Iglesias, compreso nella ` montana, con 1127 abiXXII Comunita tanti (al 2004), posto a 17 m sul livello del mare all’interno della costa che fronteggia l’isola di Sant’Antioco. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo pentagonale, si estende per 30,96 km2, comprese le frazioni di Medau Is Lais, Medau Trecasi e Tratalias Vecchio, e confina a nord con Carbonia, a est con Perdaxius e Villaperuccio, a sud con Giba e a ovest con San Giovanni Suergiu. Si tratta di una piana affacciata sul mare a occidente, e circondata dagli altri lati dalle prime propaggini dei monti dell’Iglesiente. A breve distanza dal paese scorre il rio Palmas, emissario del vicino lago artificiale di Monte Pranu. T. si trova a breve distanza dalla statale 195 Sulci` unito da una strada tana, alla quale e secondaria che poi si divide in due bracci, uno dei quali si dirige a nord, verso Perdaxius, l’altro a sud, per raggiungere Giba. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico e dei periodi successivi. Nel Medioevo il villaggio fu compreso nel giudicato di Cagliari, curatoria del Sols (Sulcis), e divenne rifugio di una parte degli abitanti dell’agoniz-

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Tratalias zante Sulci (=) che sfuggivano agli attacchi degli Arabi; a partire dal 1213 divenne cosı` sede della stessa diocesi sulcitana. Quando il giudicato di Ca` del Cogliari fu debellato per volonta mune di Pisa, nella divisione che nel 1257 ne seguı`, fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, quando fu fatta una nuova divisione tra i due rami della famiglia, ` al ramo del conte Ugolino. T. tocco ` noto i figli di quest’ultimo, per Come e vendicare la morte del padre, alla fine del secolo XIII scatenarono una guerra contro Pisa, ma furono sconfitti e persero i loro domini; da quel momento il villaggio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, nel 1328 fu riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸ en; negli anni seguenti la sua popolazione fu decimata dalla peste del 1348. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV i suoi abitanti si ribellarono e T. fu duramente provato; tornata la pace il ` , come appare malcontento non cesso dalle lamentele che i suoi rappresentanti manifestarono durante il Parlamento del 1355. Con lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV il villaggio subı` altri duri colpi e, dopo che il suo feudatario Alibrando ` , fu occupato dalle de Athen si ribello truppe giudicali. Terminate le guerre, agli inizi del Quattrocento il villaggio era quasi completamente spopolato, ridotto a poche case attorno all’antica cattedrale dove oramai i vescovi si sentivano mal sicuri. L’intero territorio era desolato: si andava trasformando in una landa boscosa frequentata da pastori e le sue coste erano divenute un comodo rifugio per i corsari che spesso vi comparivano. Agli inizi del Cinquecento la diocesi fu trasferita a Iglesias, il villaggio scomparve e il territorio, completamente spopolato,

` nelle mani dell’arcivescovo di passo Cagliari da cui la diocesi di Iglesias dipendeva. Il villaggio attorno all’antica ` a riprendersi nel cattedrale comincio corso del secolo XVIII quando la diocesi di Iglesias fu ricostituita e il vescovo riconosciuto signore feudale del territorio. I vescovi favorirono l’insediamento dei coloni e l’antica cattedrale divenne cosı` la parrocchiale del `i nuovo centro che in poco tempo tocco 1000 abitanti. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella pro` a far vincia di Iglesias; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. Nel corso del secolo XIX il centro decadde nuovamente e parte della sua popolazione ` , attirata dall’attivita ` delle viemigro cine miniere. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Il luogo che si nomina Tratalias ` un gruppo notevole di abitazioni, e e non sono molti giorni che fu istituito il ` da molto invocomune, per legge gia cata. Sono frazioni dello stesso comune `, le seguenti borgate: Arenas, Coremo Tracasi, Tulleri-Bastuppa. La popolazione complessiva notasi di anime 959. Non possiamo notare le distinzioni per ` e professioni, perche ´ il sesso, eta nuovo spartimento non concorda in tutto con le circoscrizioni delle antiche ` esercitata cappellanie. L’agricoltura e con qualche diligenza, e pare che vada ` pero ` traprendendo incremento. Vi e scurata la coltivazione delle viti e an` che che quella de’ fruttiferi, meno pero altrove in Arenas, dove sono coltivate molte specie, e riescon ottimamente gli ` noteolivi e gli agrumi. Tra le fonti e vole quella che trovasi prossima, dalla quale comincia uno de’ rivoli, diconsi di Tratalias. La pastorizia, che era in ` molto altri tempi predominante, ora e ridotta. Mancano i particolari per no-

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Tratalias tare il numero ordinario de’ capi nelle diverse specie, vacche, capre, pecore e ` agevole trovanporci. Il commercio e dosi a poca distanza dal mare». Finita la seconda guerra mondiale, quando nel 1951 fu creato il lago artificiale di Monte Pranu, si rese necessario, a causa delle infiltrazioni d’acqua, spostare l’abitato di T. su un’altura a nord del vecchio centro, di cui rimase solo un gruppo di case non danneggiate dalle acque, attorno alla vecchia cattedrale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, bovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta at` ` industriale nel settore edilizio. E tivita poco organizzata la rete di distribu` collezione commerciale. Servizi. T. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1139 unita di cui maschi 564; femmine 574; famiglie 362. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 11 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 25. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 440 in migliaia di lire; versamenti ICI 365; aziende agricole 119; imprese commerciali 43; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 19; ambulanti 3. Tra gli indicatori sociali: occupati 229; disoccupati 57; inoccupati 115; laureati 1; diplomati 26; con licenza media 310; con licenza elementare 426; anal-

fabeti 27; automezzi circolanti 397; abbonamenti TV 324. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico, tra le quali i nuraghi Barcilis, Carroccia, de Corrogu, Cramilanu, Is Arus, Is Meurras, Martini, Pannanges, Pernazzedda, ` interesTratalias e Tronu. Il sito piu ` il complesso nuragico di Is sante e Meurras, situato a poca distanza dalla ` costituito da un diga sul rio Palmas. E nuraghe che sorge su un’altura; la costruzione era originariamente mono` tarda fu aggiunto torre, in epoca piu un bastione rafforzato da altre due ` il nuraghe in struttorri che trasformo tura polilobata con un cortile interno. ` completato da Il sistema difensivo e una cinta di mura costruita in massi di media dimensione situata a mezza costa che al suo interno racchiude anche i resti di un vasto villaggio a capanne circolari disposte tutt’intorno al nuraghe. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` stato ricoE AMBIENTALE Il villaggio e struito completamente negli ultimi de` il quartiere di T. cenni; rimane pero Vecchio con le tipiche case in mattoni ` diri) oramai quasi di terra cruda (la completamente disabitato. L’edificio ` la chiesa di di maggior importanza e Santa Maria, romanica, costruita tra il 1213 e il 1282, che divenne sede della diocesi di Sulci dopo il suo trasferi` in rovina a mento dall’antica citta causa delle incursioni degli Arabi. La chiesa ha un’aula a tre navate scandite da arcate poggianti su pilastri in muratura e chiusa da un’abside; la coper` in legno a capriate, l’interno e ` tura e sobrio e severo, con il presbiterio lie` custodito vemente sopraelevato; vi e un retablo cinquecentesco con la Ma` donna e figure di santi. La facciata e arricchita da un portale architravato e

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Trataliu ` sormonlunettato e da un rosone, ed e tata da un timpano. La facciata e i muri perimetrali sono ornati lungo l’intero perimetro da archetti. Di grande sug` il lago di Monte Pranu, che gestione e ` formato nel 1951 in seguito allo si e sbarramento del rio Palmas, che si raggiunge facilmente dalla periferia di T., da cui dista 2 km. Percorrendo poi una strada bianca si raggiunge la diga, alta 44 m, e ci si inoltra in un ambiente palustre molto gradevole, ricco di una flora lussureggiante che ospita numerose specie di uccelli rari. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari si riallaccia maggiormente alle tradizioni del paese quella di Santa Maria di Monserrato, che si svolge la domenica successiva all’Ascensione presso la chiesa omonima: secondo una credenza tradizionale sa` antica della Sarderebbe la sagra piu gna, anteriore persino a quella di Sant’Efisio. Essa sarebbe legata al fatto ` del seche, quando nella prima meta colo XV la statua della Madonna, che si trovava nel Duomo di T., fu spostata a Iglesias in seguito al trasferimento della diocesi, per vincere il malumore e le resistenze della popolazione fu stabilito che tutti gli anni per la festa dell’Ascensione la statua facesse ritorno al paese. In passato per il trasferimento veniva utilizzato un carro riccamente addobbato che partiva da Iglesias il giovedı` e giungeva a T. per la festa della domenica. ` antica Trataliu Piatto tipico della piu ` l’arrosto tradizione dei pastori sardi. E allo spiedo delle interiora di un capretto o un agnello da latte, che i pastori un tempo confezionavano nelle loro pinnetas in particolari periodi dell’anno, quando questi piccoli animali venivano macellati in occasione delle grandi feste. Dopo aver pulito accuratamente le interiora, si prendono le

frattaglie e si tagliano a fettine da infilare in uno spiedo (possibilmente di legno aromatico) alternandole con fettine di patate (o di cipolle, o di lardo, o di salsiccia semistagionata) in modo da occupare tutto lo spazio disponibile dello spiedo. Subito dopo il tutto viene accostato al fuoco del camino o meglio di un fuoco all’aperto, e fatto arrostire avendo cura di farlo girare continuamente (furria furria) in modo da portarlo ai tre quarti di cottura. A questo punto si dispongono gli intestini accuratamente incrociati in modo che si formi una specie di rete che racchiude ´ il ‘‘pieno’’ dello spiedo e la si fain se scia con l’omento sottile e candido di grasso (sa nappa), avendo cura di legare il tutto con l’intreccio degli intestini. Si sala adeguatamente la schidionata e la si rimette al fuoco vivo sino a completarne la cottura.

Travaccio da Trio, Serafino Religioso (sec. XIV). Vescovo di Santa Giusta nel 1387. Apparteneva all’ordine francescano dei Frati minori. Nel 1380 era stato nominato vescovo di Reggio Emi` , lo lia; nel 1387 papa Urbano VI, pero trasferı` in Sardegna, dove peraltro non ` certo che sia mai arrivato. e

Traverso, Antonella Archeologa (n. Busalla 1962). Ha lavorato con Santo ` a Monte d’Accoddi; nel 1990 ha Tine preso parte al Colloquio di Sassari. Ha scritto su questi temi: Lo scavo dell’area del menhir 1988-1989, e La pulizia delle strutture affioranti (1988), entrambi in Monte d’Accoddi. 10 anni di nuovi scavi, ´XXIII, 1992; Monte d’Accoddi: la se ´ramique des sondages cochites quence ce pre`s du sanctuarie, in The sections of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996.

Tredici, Vittorio Funzionario, uomo politico (Iglesias 1892-Roma 1967). Deputato al Parlamento, consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle

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Trentin ` di Cagliari. Corporazioni, podesta Scoppiata la prima guerra mondiale vi prese parte comportandosi con valore. ` alla poliNel dopoguerra si avvicino tica: nel 1922 aderı` al Partito Sardo d’azione e fu collaboratore de ‘‘Il Solco’’, ma nel 1923 fu tra i dirigenti che aderirono al fascismo. Commissario prefettizio di Cagliari dal 1924 al 1926, pode` dal 1927 al 1928, nel 1929 fu eletto sta deputato al Parlamento per la XVIII legislatura e in seguito riconfermato nel 1934 fino al 1939, quando divenne segretario federale del PNF cagliaritano; dal 1934 per oltre un decennio fu presidente dell’Azienda Mineraria Metallurgica Italiana, nel 1944 presi` Italiana Potassa. dente della Societa ` alcun Dopo il 25 luglio non ebbe piu rapporto con il fascismo e durante l’occupazione nazista di Roma, a rischio ` della vita sua e dei suoi cari, ospito nella sua casa ebrei e ricercati politici. Nella sentenza istruttoria di proscioglimento del maggio 1946 si dichiara ´ facesse parte dell’appache T., benche rato fascista, aveva svolto prevalente` la vita mente funzioni tecniche. Salvo al rabbino italo-americano Ernest Brown (o Braun) e a quattro membri della famiglia Funaro, ricercati dai nazisti. Nel 1997 l’ambasciatore d’Israele ` ai suoi familiari una in Italia consegno medaglia e un attestato che gli attribuiva il titolo di ‘‘Uomo giusto fra le Nazioni’’. Con una solenne cerimonia nel 1998 il nome di T., unico sardo, fu inciso sul muro dei Giusti nel memoriale dell’Olocausto, a Gerusalemme. Tra i suoi scritti: Emigrazione e la Sardegna, 1920; Due anni di amministra` di Cagliari, zione fascista della citta 1925; L’industria mineraria e le sue ne` , ‘‘L’Unione sarda’’, 1929. cessita

Trelles Famiglia feudale spagnola (sec. XVII). Apparteneva ad essa il marchese Alfonso del Sorribo marito di

Teodora Comprat, che nel 1633 si era impadronita del feudo di Ittiri rivendicando la restituzione della dote di sua madre Ippolita Artes e che, alla estinzione dei Comprat, divenne marchesa di Torralba. Dal matrimonio nacque Isabella che, dopo il suo matrimonio con Lope Miranda marchese di Valdecalzana, fece passare il feudo in quella famiglia.

Trenchs Odena, Josep Storico (n. Spagna, sec. XX). Allievo del Saez, fu ` di Vaprofessore presso l’Universita lencia. Profondo conoscitore dell’ar` per un certo chivio valenzano, lavoro periodo negli archivi cagliaritani nel ` quadro degli accordi tra le Universita di Cagliari e di Barcellona. Tra i suoi scritti: Il manuale della collectoria di Matteo Rapa in Sardegna (1396-1408), ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 7, 1983; Documentos pontificios sobre Cerden ˜a de la epoca de Alfonso el Benigno (13271336), 1983; La chiesa di Alghero, Pietro IVe l’arcivescovo di Torres, in Alghero, la Catalogna, il Mediterraneo. Storia di ` e di una minoranza catalana una citta in Italia (XV-XX sec.) (a cura di Antonello Mattone e Piero Sanna), 1994.

Trentin, Nicola Atleta (n. Iglesias 1974). Figlio di un buon triplista degli anni Sessanta, da studente pratica vari ´ si appassiona al salto in sport, finche lungo e, allenato dal padre e con i colori della Jolao di Iglesias, partecipa con successo alle gare regionali e nazionali. La sua prima gara internazionale sono i campionati europei giovanili di San Sebastian (Spagna), dove si classifica quarto. Passato nel 1994 al gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre (polizia penitenziaria), nel 1999 partecipa ai suoi primi campionati mondiali e nel 2001 vince la medaglia d’argento ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi. ` secondo nella Coppa EuL’anno dopo e ropa e nel 2003 stabilisce a Padova il

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Tresnuraghes suo record personale di 8,20 m. Nono` stante varie interruzioni dell’attivita per infortuni al piede di battuta, partecipa ai Mondiali del 2003 e alle Olimpiadi di Atene del 2004 (dove giunge 19º). Nel frattempo vince vari campionati italiani sempre con la maglia delle Fiamme Azzurre. [GIOVANNI TOLA]

Tresnuraghes – Veduta del centro abitato.

Tresnuraghes Comune della provincia di Oristano, compreso nella XIV ` montana, con 1262 abitanti Comunita (al 2004), posto a 257 m sul livello del mare a sud-est di Bosa. Regione storica: Planargia. Diocesi di AlgheroBosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 31,55 km2, compresa la frazione di Porto Alabe, e confina a nord con Magomadas e Flussio, a est con Scano di Montiferro, a sud con Sennariolo e Cuglieri e a ovest col mare Mediterraneo. Mentre il paese si trova in ` poi il margine occiun pianoro, che e dentale dell’altipiano di Campeda, il ` parte in pendio resto del territorio e verso il mare, parte affacciato sul litorale con un’alta falesia. T. si trova lungo la statale 292, che segue tutta la costa occidentale; dal paese due strade secondarie conducono rispettivamente a Porto Alabe e, passando per la chiesa campestre di San Marco, a Foghe, dove

si trovano una torre spagnola e la foce del rio Mannu. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma il villaggio at` di origine medioevale. Appartetuale e neva al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Planargia il cui territorio, almeno dal secolo XI, era in possesso dei Malaspina (=). Dopo l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres, essi inclusero il villaggio in un piccolo stato feudale. Pres` finanziarie, nel 1308 sati da necessita lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea unitamente a tutta la Planargia. In seguito inutilmente tentarono di ottenerne la restituzione, anzi, con la conquista aragonese, nel 1328 esso fu riconosciuto dal re d’Aragona come feudo del giudice d’Arborea. Cosı` T. en` a far parte del giudicato arborense tro rimanendovi fino al 1409. Poco dopo fu incluso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu confiscato nel 1453. A partire dal 1468 fece parte del feudo concesso a Giovanni Vilamarı`, la cui discendenza si estinse nel 1563. Sotto i Vilamarı` la sua importanza crebbe poi´, dopo che la citta ` di Bosa fu resa che autonoma rispetto alla Planargia (= ` imVilamarı`), T. divenne il centro piu portante dell’antica curatoria. Estinti i ` sotto la diVilamarı` il villaggio torno retta amministrazione reale e fu abbandonato a se stesso, il suo territorio fu spesso devastato da spedizioni di ` corsari barbareschi che con facilita sbarcavano lungo le coste incustodite della Planargia e si inoltravano all’interno compiendo razzie e facendo molti schiavi. T. inoltre ebbe a soffrire a causa dei cittadini di Bosa che pretendevano di utilizzarne arbitrariamente i terreni a pascolo. Cosı` i suoi abitanti, costretti a vivere in una situa-

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Tresnuraghes ` , cominzione di continua precarieta ` a far ciarono a fuggire. Nel 1629 entro parte del feudo concesso ad Antonio Brondo, nel 1652 soffrı` a causa della peste e la sua popolazione diminuı` ul` dai teriormente. In seguito T. passo Brondo agli Olives, ai quali fu sequestrato dopo la spedizione del cardinale Alberoni. Nel 1756 infine fu incluso nel territorio del feudo concesso ai Paliacio che continuarono a tenerlo fino al riscatto nel 1838. L’ultimo periodo del regime feudale fu particolarmente gravoso per i suoi abitanti, che furono costretti a pagare i tributi in modo eccessivo e fiscale per cui nel 1761 presero parte alla ribellione generale della Planargia. Anche nel 1795 aderirono ai moti angioyani e tentarono inutilmente di scuotere il giogo feudale. Nel 1821 T. fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Cu` a far parte della glieri; nel 1848 entro divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo, della quale riportiamo alcuni frammenti significativi: «Popolazione. Nel censimento officiale del 1846 si notarono in T. anime 1504, distribuite in case 353, ed in famiglie 363. In una ` di nota del 1829 la popolazione si noto capi 1664. Delle donne un certo numero attende alla tessitura delle tele, e del panno forese, ma sempre con quella antica macchina di telajo, nel ` che si quale si lavora men della meta farebbe co’ telai di forma migliore. In questo particolare si sarebbe dovuto lasciare l’antico per adottare il nuovo, eppure si persiste tenacemente nell’antico. Agricoltura. Sono nella circo` scrizione di T. molte parti, dove si puo fare e si fa con molto frutto la coltiva` parti sono zione de’ cereali; ma le piu piuttosto idonee alla coltura degli al-

beri fruttiferi. Non mancano poi nelle valli ottimi siti per le specie ortensi. Da una nota ufficiale, ma certamente niente esatta, rilevo che intorno al 1836 si seminarono nei territori di T. starelli 1500 di grano, 60 d’orzo, 80 di fave. I veri numeri per quello ch’io so, sono superiori, massimamente quelli dell’orzo 200, di fave altrettanti. La ` del fruttificazione ordinaria o media e 10 per uno. Non credo che ora la seminagione siasi estesa ad altre specie, al ´ nessuno vuol lino, ai legumi, perche uscire dall’antico uso, e si fa sempre ` fatto, ne ´ molto lusinga quello che si e ` la speranza del profitto. L’orticoltura e ` degna di essere cosı` ristretta, che non e notata, ed appena alcune famiglie la praticano in quanto basti al loro biso` poco gno. Pastorizia. Questa industria e considerevole, sebbene i pascoli non sieno scarsi, essendo nel tempo stesso ` di ottimi. La specie vaccina non ha piu 400 vacche rudi comprese le mannalite. I buoi sono per il servigio dell’agricoltura e del carreggio: non oltrepassano i capi 260. I diversi branchi di pecore possono dare in totale capi 2000, e quelli delle capre capi 900. Le altre specie mancano. Essendosi ristretta ` che i pastori godalle leggi la liberta deano di andare dove loro piacesse, si ` sperare che finalmente provvepuo dano i proprietari alla sussistenza del bestiame, di cui si voglia aver servigio o frutto, e si raccolga il fieno e si formino prati per averne copia ne’ bisogni che possono occorrere. Se ottengasi questo intento, i pastori saranno contenti della riforma delle pessime consuetudini del pascolo libero ne’ terreni di maggese, dove non si poteva avere ` , che sola perquella vera proprieta suade al miglioramento dei fondi, per´ sara ` men precaria l’esistenza delle che ` men fregreggie e degli armenti, sara ` delle bestie, e piu ` quente la mortalita

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Tresnuraghes copioso il loro frutto. I formaggi sono di ` per la qualita ` del paqualche bonta scolo, e sarebbero di maggior pregio se si studiasse meglio nel manipolare il latte». Quando, nel 1927, fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu nuovamente incluso nel suo territorio.

Tresnuraghes – Foce del rio Mannu. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una discreta attivita settore alimentare e in quelli della pla` sufficientestica e dell’edilizia. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 54 posti letto, quattro aziende agrituristiche con 20 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi. T. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, staprovincia. E zione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1359 unita di cui stranieri 4; maschi 640; femmine 719; famiglie 564. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita

anno 17 e nati 10; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 30. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 985 in migliaia di lire; versamenti ICI 1088; aziende agricole 230; imprese commerciali 65; esercizi pubblici 16; esercizi al dettaglio 28; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 318; disoccupati 55; inoccupati 72; laureati 31; diplomati 151; con licenza media 325; con licenza elementare 518; analfabeti 40; automezzi circolanti 460; abbonamenti TV 449. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un patrimonio archeologico di notevole importanza, con testimonianze che documentano ` dell’insediamento della continuita l’uomo. Al periodo neolitico risalgono il dolmen di Malmuradu e le domus de janas di Bantineddu, Santu Marcu e Su de S’Olia. Al periodo nuragico risalgono i nuraghi Andula, Benas, Binzas de Ulimu, Calcherai, Magomadas, Martine, Nanni, Pedras de Riu, Porcos, Santu Marcu, Scala, Tipparo, Tirrula e Tresnuraghes; allo stesso periodo risalgono una Tomba di giganti con betilo e il recinto nuragico di Albareddu, un imponente campo trincerato posto sull’altipiano di Sa Sea, che era difeso da un muro spesso 4 m. Tra i siti di mag` anche quello di Santu giore interesse e Marcu, composto da un nuraghe parzialmente in rovina e da un insieme di domus de janas scavate nella trachite, una delle quali consta di cinque ambienti finemente lavorati. Di notevole ` anche il ponte romano di importanza e Olgiame che era collocato lungo la strada per Turris Lybisonis (l’odierna Porto Torres). & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con le case in pietra; l’edificio di maggior

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Trexenta ` San Giorgio, chiesa parrocrilievo e chiale costruita nel secolo XVe successivamente andata in rovina. Nel corso dei secolo subı` diversi restauri e nell’Ottocento fu praticamente rifatta in forme neoclassiche. Ha l’impianto a una navata completata da cappelle laterali e dal presbiterio molto ampio; la ` a volte a botte. La facciata, copertura e ` scanche si apre su un’ampia piazza, e dita da sei lesene con capitelli dorici ` completata da un timpano triangoed e lare e da un portale architravato. Nella parte posteriore dell’edificio sono poggiate due torri campanarie gemelle a canna quadrata con cupola a cipolla di grande effetto scenografico. La lunga fascia costiera prospiciente T. si ` di 9 km, compresa tra le stende per piu ` balneari di Porto Alabe e di localita Porto Foghe, che per le loro attrezzature turistiche vanno assumendo cre` ricca di belscente importanza, ed e lezze naturali e di significativi monumenti. Vi sorgono infatti, strategicamente collegate, la torre di Foghe, situata presso il capo omonimo, 11 km a sud dall’abitato quasi a picco sul mare in posizione panoramicamente magnifica. Si tratta di una costruzione del 1591 a forma cilindrica in non buone condizioni statiche. Al suo interno ha un vasto ambiente con copertura a cupola ed era adibita a compiti di osservazione e di difesa e servita da una pic` a cola guarnigione. A circa 3 km piu nord sorge la torre di Ischia Ruja: costruita probabilmente negli stessi anni della precedente; ha caratteristiche si` in cattivo stato di conservamili ed e zione. Aveva una funzione di difesa ed era armata con una spingarda e servita da una piccola guarnigione. A circa 1 km di distanza, su un picco roccioso ` situata la che guarda Porto Alabe, e ` antica torre di Colombargia, la piu delle tre. Fu costruita nel 1577 in forma

` in discrete condizioni di cilindrica ed e conservazione. Al suo interno conserva un ampio locale con copertura a cupola rinforzata da un pilastro centrale; aveva funzioni di difesa ed era armata con artiglierie e servita da una guarnigione al comando di un alcaide.

Tresnuraghes – Il ‘‘trenino verde’’ tra le querce da sughero. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A T. si fa festa per Sant’Antonio Abate, il 16 e 17 gennaio, e le celebrazioni hanno il ` dal signiloro culmine nel grande falo ficato rituale: di propiziazione della nuova annata e di ‘‘invito’’ alla sta´ affretti l’arrivo del bel gione perche tempo. Il 25 aprile si festeggia San Marco nella chiesa campestre omonima; in questo caso il momento sa` la processione che si muove liente e dal paese verso il luogo delle celebrazioni e dei divertimenti. Allo stesso santo e nello stesso luogo viene organizzata una seconda festa la prima domenica di settembre.

Trexenta Antica curatoria del giudicato di Cagliari. Si stendeva nella parte centro-settentrionale del giudicato, ai confini con il giudicato d’Arborea, su un territorio collinoso e densamente popolato, con un’economia incentrata prevalentemente sulla coltura intensiva del grano. Aveva una superficie di circa 282 km2 e includeva i villaggi di Aliri, Aluda, Arcu, Arixi, Bangiu de

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Tribunale delle appellazioni e dei gravami Arili, Bangiu Donigo, Barrali, Dei, Donigala Alba, Frius, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, San Basilio, Sarassi, Sebera, Segariu, Segolai, Selegas, Senorbı`, Seuni, Simieri, Sioco, Sisini, Suelli, Turri. Subito dopo la conquista del giudicato di Cagliari, nella divisione del 1257 il territorio fu incluso nella porzione toccata al conte di Capraia, e all’estinzione della sua discendenza venne amministrato direttamente dal Comune di Pisa, che ne fece uno dei territori di maggiore produzione del grano. Subito dopo la conquista catalano-aragonese, cessate le prime operazioni, i nuovi signori cominciarono a formarvi alcuni piccoli feudi. Il processo di feudalizzazione, `, fu interrotto dallo scoppio della pero seconda fase della guerra. Conclusesi le operazioni nel 1326, la T., nel successivo trattato di pace, fu nuovamente concessa in feudo al Comune di Pisa ` a sfruttarne il territorio che continuo per la produzione del grano. Nei de` , in piu ` di una cenni successivi, pero circostanza i rapporti tra i funzionari di Pisa e gli Aragonesi non furono dei migliori a causa di controversie sui confini del territorio e sui limiti della giurisdizione. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV, le popolazioni della T. si ribellarono e cacciarono i funzionari pisani consentendo alle truppe del giudice d’Arborea di occupare le proprie terre. Pisa ` a tornare in posnon riuscı` mai piu sesso del territorio, che per tutto il secolo XIV soffrı` per i danni provocati dalle continue guerre, per la peste e per le carestie: molti dei suoi villaggi si spopolarono e la sua economia fu profondamente colpita. Dopo la batta` sotto glia di Sanluri il territorio passo il controllo reale e in seguito fu infeudato; nei secoli successivi la sua storia ` quella delle famiglie che la tennero e

in feudo fino al riscatto. Il territorio, ` culcomunque, mantenne la sua unita turale e grazie a una sostanziale tran` riuscı` a sviluppare una florida quillita economia basata sull’agricoltura.

Trexenta – Coltivazioni.

Tribunale delle appellazioni e dei gravami Tribunale ecclesiastico istituito da Pio II nel 1460 per venire incontro agli abitanti della Sardegna, che per riuscire a vedere definite in appello molte cause di competenza delle diverse giurisdizioni ecclesiastiche avrebbero dovuto affrontare un non facile e pericoloso viaggio a Roma.

Tributi feudali Tributi che costituivano l’insieme di prestazioni che i vassalli erano tenuti a corrispondere al signore feudale dal quale dipendevano. Essi venivano determinati all’atto dell’investitura, quando il feudatario riceveva dal re tutti i poteri e i diritti che egli stesso vi esercitava, salvo quelli il cui esercizio il sovrano si riservava. Dall’investitura conseguiva, anche nel sistema feudale sardo, il potere riconosciuto al feudatario di imporre al vassallo una serie di prestazioni di carattere personale, di carattere reale, miste o di carattere giurisdizionale, la mag-

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Tributi feudali gior parte delle quali erano configurate come tributi. Le prestazioni di carattere personale erano dovute dal vassallo al signore per il solo fatto di vivere nel feudo; le prestazioni di carattere reale erano riferite all’uso di alcuni beni situati nel feudo e dei quali il vassallo poteva godere; le prestazioni miste erano quelle la cui natura era riferibile sia all’uso di un determinato bene feudale sia alla condizione del vassallo; le prestazioni giurisdizionali erano quelle che il vassallo doveva pagare per sostenere la giurisdizione baronale. Il potere che il feudatario aveva di imporre queste prestazioni era quindi radicato nello stesso atto di concessione del feudo: in teoria, quindi, aveva limiti ben precisi, ma spesso i feudatari derogavano imponendo ai loro vassalli prestazioni pesantissime. Fin dal momento dell’instaurazione del primo sistema feudale (secolo XIV), l’insieme dei tributi era comunque notevole e incideva pesantemente sulla condizione economica dei vassalli: Ugo Guido Mondolfo ne definı` l’insieme come ‘‘il martirologio del popolo sardo’’. Tributi personali. Vanno ricordati: 1. il feudo o feu, che era costituito da una somma di denaro che tutti gli anni a scadenze fisse doveva essere pagata al feudatario come riconoscimento della sua supremazia in diretta conseguenza dell’investitura. Le forme di riscossione di questo tributo variavano da feudo a feudo; possiamo distinguere la forma del feudo aperto, che consisteva nel pagamento per quote personali uguali per tutti; il feudo chiuso, che prevedeva il pagamento di una somma della quale rispondeva solidalmente ` , per cui il suo aml’intera comunita montare variava in rapporto al numero `; e infine, dei componenti la comunita terzo caso, in cui l’ammontare del tri-

buto veniva ripartito in quote individuali variabili a seconda della condizione patrimoniale dei vassalli, che venivano distribuiti in classi sulla base del reddito o dello status sociale; 2. il diritto di gallina, che veniva pagato per testatico in denaro o in natura (una gallina, un agnello, un capretto, un maia` di formaggio) letto o una certa quantita a seconda del feudo; 3. il diritto di presente, un tempo offerto in natura (una vacca, un montone, una o due galline) che si faceva al feudatario in qualche occasione solenne, ma presto trasformato in un tributo fisso in denaro; 4. altre prestazioni personali, talvolta molto umilianti e gravose, dalle quali i vassalli avrebbero voluto liberarsi convertendole in un pagamento in denaro. Erano prestazioni di vario genere a seconda della situazione del feudo. Le ` note sono il diritto del sale, la roapiu ` la disponibilita ` a lavorare per dı`a, cioe il feudatario per un determinato numero di giorni, e ancora il dovere di alloggiarlo gratuitamente, accompagnarlo nella visita del feudo, fargli da guardiacaccia, trasportare al palazzo del barone i tributi dovutigli e molti altri. Tributi reali. Erano legati all’esercizio ` che i vasdi alcune categorie di attivita salli svolgevano nel territorio del feudo; essi quindi in teoria avrebbero dovuto essere corrisposti solo da quei vassalli che fossero impegnati in que` ; spesso, pero ` , i feudatari, ste attivita prevaricando i termini della concessione, pretendevano il pagamento dei vari tributi da tutti i vassalli indistintamente, trasformandoli quindi da tri` difbuti reali in tributi personali. I piu fusi tra i tributi reali erano: 1. il laor de corte o terratico, un tributo in natura cui erano tenuti tutti i vassalli di un ` ne rispondeva in sofeudo; la comunita lido, i parametri utilizzati per la sua

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Tributi feudali definizione erano diversi da feudo a feudo; 2. diritto di vino, che riguardava la produzione del vino ed era determinato in forme diverse a seconda del feudo; 3. il diritto di paglia, che consisteva nell’obbligo di portare al barone ` di paglia; 4. il deuna certa quantita ghino o sbarbagio, che riguardava l’atti` dell’allevamento e della pastorivita zia: era pagato in natura ed era stabilito in relazione al numero dei capi posseduti che pascolavano nei territori del feudo; 5. i diritti che colpivano ` economiche e commerciali le attivita che si svolgevano nel feudo: cosı` venivano tassati la vendita del vino, il diritto di macelleria (machizie), il diritto `; 6. la portadı`a o di pesca e altre attivita ` dei portatico, versamento della meta cereali seminati nei terreni demaniali. Tributi di natura giurisdizionale. Era una categoria di tributi particolarmente redditizi per il feudatario. Tra i ` noti vanno ricordati: 1. l’incarica, piu una multa che gli abitanti del villaggio dovevano pagare per eventuali danneggiamenti dolosi commessi nel territorio del feudo e di cui non si fosse scoperto l’autore; ne rispondevano solidalmente tutti gli abitanti, ma col tempo il pagamento del tributo divenne un obbligo fisso anche nella misura; 2. il diritto di carcelleria, dovuto per il pagamento del carcere baronale e degli ufficiali di giustizia; 3. il diritto di peso, che serviva per pagare il pubblico pesatore del formaggio; 4. il diritto di regalia, che derivava dall’obbligo giuridico per i vassalli di utiliz` delzare i forni e i mulini di proprieta l’amministrazione baronale; 5. il laudemio, che veniva pagato quando si vendeva un immobile, 6. il diritto di porto, pagato da tutti coloro che si servivano di un impianto portuale nei feudi che comprendevano zone di costa e di approdo; 7. la scolca, tributo pa-

gato per i guardiani che dovevano impedire il pascolo abusivo. Il sistema dei tributi feudali rimase ´ immutato fino all’abolipressoche zione dei feudi (1838). A partire dalla fine del secolo XVI i sistemi per la loro riscossione furono modificati profon´ quando prevalse la damente, perche concezione che il feudo fosse un bene patrimoniale del feudatario si tese a fare del complesso dei tributi una rendita fissa. Furono cosı` definiti gli ` quelle categorie di vassalli esenti, cioe che non dovevano pagare i tributi feudali: in tutti i feudi gli esenti erano gli ecclesiastici, i nobili e i cavalieri e tal` il personale) delvolta i familiari (cioe l’Inquisizione. Nel corso del secolo XVII furono poi formate tre categorie di contribuenti, a seconda delle loro ` economiche. La tendenza potenzialita dei feudatari a trasformare l’ammontare delle somme riscosse in una ren` a cedere l’amminidita fissa li porto strazione dei feudi ad appaltatori della riscossione dei tributi che, per garan` della rendita, utilizzatirsi la stabilita vano spesso metodi di riscossione inumani, contribuendo cosı` a provocare tra i vassalli un crescente malessere che spesso sfociava in ribellione. La distribuzione territoriale dei tributi feudali nei vari comuni al momento del riscatto dei feudi era la seguente: Abbasanta (incontrada di Parte Ocier Real, appartenente al re). Aggius (incontrada di Gallura, appartenente al marchese di Orani). Tributi personali: il feudo in denaro; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e dei maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso.

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Tributi feudali Aidomaggiore (incontrada di Parte Ocier Real, appartenente al re). Ales (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, da pagarsi in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio, pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Allai (marchesato di Busachi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo in denaro e in grano, pagato da tutti i vassali divisi in classi; tributi reali: il laor de corte in grano, la decima per le pecore; tributi giurisdizionali: il diritto di angheria, le machizie come tributo fisso. ` dei Sardi (ducato del Montacuto, Ala appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte, da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla co`, il diritto del vino, da pagare in munita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia, da pagarsi in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Anela (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da ogni vassallo al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le

capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Arbus (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano, orzo pagato per quota fissa da ogni vassallo al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ardali (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, da pagarsi in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ardara (marchesato di Mores, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste 2 lire per la prima classe, 1 per la seconda classe e 10 soldi per l’ultima); il diritto di gallina, pagato dalla comu` , annualmente fissato in 18 galline nita o 5 lire e 8 soldi; tributi reali: il laor de corte in grano come quota fissa in rapporto al numero dei gioghi impegnati ` , il diritto del vino, il dalla comunita fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro. Ardauli (marchesato di Neoneli, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali:

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Tributi feudali il diritto di portadı`a in grano, le decime delle pecore e delle capre, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia pagato in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Aritzo (Barbagia di Belvi, appartenente al conte di Santa Sofia). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro, grano e orzo da tutti i vassalli in quote fisse; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre in proporzione al numero dei capi posseduti, la decima per i branchi di maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia pagato in denaro. Arixi (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, pagato al momento del raccolto in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli, divisi in 4 classi (in particolare ogni vassallo che seminava pagava lire 1,72), il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Armungia (incontrada del Gerrei, appartenente al marchese di Villaclara). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1,15 al momento del raccolto, la partecipazione annuale alla caccia del feudatario, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia pagato in denaro. Arzana (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, da pagarsi in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di

carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Assemini (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo pagato in quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Assolo (baronia di Senis, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste da lire 1,16 per la prima classe a 10 soldi per l’ultima); il diritto di gallina in denaro, pagato in quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, la decima in natura per pecore, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Asuni (contea di Nureci, appartenente all’omonimo conte). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in quattro classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 8 soldi); il diritto di gallina, pagato in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da tutti i vassalli; tributi reali: la decima per le mucche, le pecore e i maiali da pagarsi in natura, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Atzara (incontrada del Mandrolisai,

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Tributi feudali appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. Austis (incontrada di Austis, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano o in orzo in proporzione ai terreni che ciascun villaggio seminava (coinvolgeva tutti i capifamiglia), le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso in denaro. Ballao (incontrada del Gerrei, appartenente al marchese di Villaclara). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa di lire 2,12 al momento del raccolto, la partecipazione annuale alla caccia del feudatario, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime in natura per il bestiame, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro. Banari (contea di Montesanto, appartenente all’omonimo conte). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, diritto di gallina, pagato in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, dovuto solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri adoperati per preparare l’aratura, il di` ritto del vino, in rapporto alla quantita dell’uva vendemmiata, le decime per le pecore, le capre e i porci, il fitto dei terreni demaniali destinati a pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio, pagato in grano e orzo come supplemento allo stipendio dei funzionari baronali. Bannari (incontrada di Usellus, appar-

tenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Bantine (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto. Baradili (nella curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Baratili San Pietro (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, pagato da tutti i capifamiglia, il diritto ` del vino, in proporzione alla quantita prodotta, la decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Baressa (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Barrali (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, pagato il de-

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Tributi feudali naro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia, in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Barumini (baronia di Barumini, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (1 lira e 5 soldi per la prima classe, 10 soldi per la seconda), il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina), pagato da tutti i vassalli; tributi reali: il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e in orzo. Barı` (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Bauladu (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo da tutti i capifamiglia, il diritto del vino in proporzione ` prodotta, la decima per i alla quantita maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Baunei (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le

decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Belvı` (Barbagia di Belvi, appartenente al conte di Santa Sofia). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre in proporzione al numero dei capi posseduti, la decima per i branchi di maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Benetutti (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Berchidda (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino, pagato in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Berchiddeddu (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu-

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Tributi feudali ` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Bessude (marchesato di Montemaggiore, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 15 soldi, per la seconda 10 soldi e per l’ultima 7 soldi e 6 denari), il diritto di gallina in denaro, pagato da tutti i vassalli in quota fissa (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano pagato in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del vino, le decime per le pecore, le capre, i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Bidonı` (marchesato di Neoneli, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Birori (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro per quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero ` , il didegli aratri usati dalla comunita ritto del vino, pagato in rapporto alla ` di uva vendemmiata, le dequantita cime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari.

Bitti (incontrada di Bitti, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Bolotana (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Bonarcado (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quota fissa da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino, pagato in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Bonnanaro (marchesato di Torralba, appartenente al marchese di Valdecalzana). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano; pagato in percentuale rispetto al prodotto, il diritto del vino, versato in percentuale rispetto al prodotto, la decima in de-

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Tributi feudali naro per le pecore e per i maiali; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Bono (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quota fissa da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Bonorva (contea di Bonorva, appartenente al marchese di Villarios). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in quattro classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 10 soldi), il diritto di gallina, pagato in denaro (3 soldi) in quota fissa per tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in proporzione al prodotto, il diritto del vino in percentuale rispetto al prodotto, la decima in denaro delle pecore e dei maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Boroneddu (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in natura dalla comu` di villaggio (3 vitelle, 6 porcetti, 6 nita capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo; le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto dei terreni demaniali per il pascolo in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Borore (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rap-

porto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino, pagato in comunita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Bortigali (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di presente, pagato in denaro per quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino, pagato in comunita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Bortigiadas (incontrada di Gallura, appartenente al marchese di Orani). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa (lire 1,92) da tutti i vassalli (i vecchi lire 2,6, i miliziani e i membri dell’amministrazione 1,2); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Borutta (marchesato di Torralba, appartenente al marchese di Valdecalzana). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte pagato in grano, in percentuale rispetto al prodotto; il diritto del vino in percentuale rispetto al prodotto, la decima in denaro per le

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Tributi feudali pecore e per i maiali; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Bottidda (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. ` (ducato del Montacuto, apBudduso partenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Budoni (Parte Barigadu, appartenente al marchese di San Vittorio). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Bultei (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Bulzi (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato per quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi

reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino pagato in comunita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Burcei (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino; le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Burgos (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Busachi (marchesato di Busachi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo in denaro e in grano per un ammontare fisso, pagato da tutti i vassalli divisi in 6 classi; tributi reali: il laor de corte in grano, decime per le capre e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: diritto di angheria in denaro, le machizie come tributo fisso. Cabras (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto a quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifa-

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Tributi feudali miglia, il diritto del vino in propor` prodotta, la decima zione alla quantita per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Calangianus (incontrada di Gallura, appartenente al marchese di Orani). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto per quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Calasetta (Commenda di Sant’Antioco, appartenente all’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto in quote fisse da ogni vassallo. Capoterra (baronia di Capoterra, appartenente all’omonimo barone). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa di 1 lira al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro (4 soldi) o una gallina, pagato da tutti i vassalli ammogliati, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, la decima delle mucche, delle capre, delle pecore e dei maiali da pagare in natura. Cargeghe (baronia di Ploaghe, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo, pagato al momento del raccolto in quote fisse da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte in grano, denaro e orzo per una quota fissa in relazione al numero dei gioghi `, impegnati nell’aratura dalla comunita il diritto del vino, le decime per le pecore, le capre e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura da pagare in grano e in orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia;

tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Carloforte (ducato di San Pietro, appartenente all’omonimo duca). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto in quote fisse da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di porto. Cheremule (marchesato di Montemaggiore, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 15 soldi, per la seconda 10 e per l’ultima 7 soldi e 6 denari), il diritto di gallina in denaro, pagato in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano, pagato per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del vino, le decime per le pecore, le capre, i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Chiaramonti (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati `, il diritto del vino, padalla comunita ` di uva gato in rapporto alla quantita vendemmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Codrongianos (baronia di Ploaghe, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato al momento del raccolto in quote fisse da ogni vassallo; tributi

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Tributi feudali reali: il laor de corte in grano, denaro e orzo per quota fissa in relazione al numero dei gioghi impegnati nell’aratura ` , il diritto del vino, le dalla comunita decime per le pecore, le capre e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura da pagare in grano e in orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Cossoine (baronia di Giave, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di gallina pagato in denaro per quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano in base al territorio seminato, pagato da tutti i vassalli, la decima in natura per le mucche, per maiali e per capre. Cuglieri (contea di Cuglieri, appartenente al duca di San Pietro). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto per quota fissa (5 soldi per capofamiglia), il diritto di gallina, pagato in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) per quota fissa da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte, il diritto del vino. Curcuris (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro per quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Decimomannu (marchesato di Villacidro, appartenente al marchese omo-

nimo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro a quote fisse per fasce di vassalli (lavoranti, nativi, elettivi), il diritto di gallina, pagato in denari (2 soldi) da ogni vassallo, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo da pagare in proporzione al prodotto, il diritto del vino in propor` prodotta, il fitto dei zione alla quantita terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: diritto del peso del formaggio, le machizie come tributo fisso. Decimoputzu (marcheato di Villasor, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro, da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, fitto in denaro per i terreni demaniali per la pastorizia. Desulo (incontrada del Mandrolisai, appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. Domus de Maria (baronia di Pula, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro, grano e orzo al momento del raccolto a quote fisse da ogni vassallo, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Domusnovas (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del

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Tributi feudali sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, decime delle pecore e dei maiali, diritto del formaggio, la portadı`a; tributi giurisdizionali: multe per le machizie. Domusnovas Canales (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in natura dalla ` di villaggio (3 vitelle, 6 porcomunita cetti, 6 capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Donigala (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,94 per la prima classe e 14 soldi per l’ultima), il diritto di gallina, pagato in denaro per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, pagato in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori delle vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Donigala Fenughedu (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro a quote fisse ad agosto da parte di tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo.

Donori (baronia di Serdiana, appartenente al marchese di San Tommaso). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli secondo la classe di appartenenza, il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina o un agnello dai pastori), pagato da tutti i vassalli, il donativo per l’investitura del nuovo feudatario, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le mucche, le pecore e le capre da pagare in natura, la portadı`a, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Dorgali (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro, grano e orzo per quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto del vino, pagamento del fitto dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Dualchi (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di ` pagato in denaro in quota presente e fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte, pagato in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino, pagato in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Elini (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le

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Tributi feudali decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Elmas (baronia di Furtei, appartenente al conte di San Lorenzo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 3 classi (erano previste lire 1,15 per la prima, 1 lira e 5 soldi per la seconda, 15 soldi per la terza), il diritto di gallina, pagato in denaro in quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: le decime per le pecore, le capre e i maiali, il diritto del vino dovuto dai venditori del vino; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Escalaplano (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (era prevista per la prima 1 lira e per l’ultima 11 soldi), il diritto di gallina pagato in denaro, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, pagato come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori delle vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Escolca (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,7 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, pagato in

quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori delle vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Escovedu (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente, pagato in denaro per quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Esporlatu (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Esterzili (Barbagia di Seulo, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) pagato da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Figu (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi

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Tributi feudali personali: il feudo in denaro, grano e orzo, pagato in quote fisse da tutti i vassalli, il diritto di presente, pagato in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Florinas (baronia di Ploaghe, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, denaro e orzo per una quota fissa in relazione al numero dei gioghi impegnati nell’aratura dalla co` , il diritto del vino, le decime munita per le pecore, le capre e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura da pagare in grano e in orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Fluminimaggiore (viscontado di Fluminimaggiore, appartenente all’omonimo visconte). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di 2,16 da versare al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in relazione ai gioghi, il diritto del vino, le decime in natura e in denaro per mucche, le pecore e le capre, i fitti in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Flussio (marchesato di Sietefuentes, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da tutti i vassalli

al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in denaro, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di porto per Pittinuri. Baronia del Montiferru (villaggi di Santu Lussurgiu, Sennariolo e salto di Pittinuri); Tributi personali, il feudo in denaro; tributi reali: il laor de corte in denaro. Fonni (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in denaro per quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna pagato da tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Fordongianus (marchesato di Busachi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro e in grano per un ammontare fisso pagato da tutti i vassalli divisi in 6 classi; tributi reali: il laor de corte in grano, decime per le capre e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: diritto di angheria in denaro, le machizie come tributo fisso. Forru (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria.

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Tributi feudali Furtei (baronia di Furtei, appartenente al conte di San Lorenzo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 4 classi (erano previste lire 1,15 per la prima e 15 soldi per l’ultima), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da parte di tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino. Gadoni (Barbagia di Belvı`, appartenente al conte di Santa Sofia). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre in proporzione al numero dei capi posseduti, la decima per i branchi di maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Gairo (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Galtellı` (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo, da pagarsi a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento in denaro del fitto dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Gavoi (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli

al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne; il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Genoni (marchesato di Laconi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina dai contadini, un agnello dai pecorai, un capretto dai caprai, un porchetto dai porcari) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime in natura per le pecore, per le capre, per le mucche e i maiali, i fitti in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Genuri (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, da pagarsi in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Gergei (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,7 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il

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Tributi feudali diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Gesico (baronia di Gesico, appartenente al marchese di San Tommaso). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 5 classi (erano previste lire 1,15 per la prima e 5 soldi per l’ultima), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (6 soldi o una gallina o un agnello) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo pagato da tutti i vassalli a seconda della classe, la decima delle pecore, il fitto in grano dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: le machizie come diritto fisso. Gesturi (signoria di Gesturi). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli secondo la classe di appartenenza; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Ghilarza (incontrada di Parte Ocier Real, appartenente al re). Giave (baronia di Giave, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro come quota fissa da tutti i vassalli, il diritto di gallina da pagarsi in denaro per quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano in base al territorio seminato e fatto pagare a tutti i vassalli, la decima in natura per le mucche, per maiali e per capre. Girasole (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore,

i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Goni (baronia di Gesico, appartenente al marchese di San Tommaso). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da parte di tutti i vassalli divisi per 5 classi (erano previste lire 1,15 per la prima classe e 5 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina dai contadini, un agnello dai pecorai, un capretto dai caprai, un porchetto dai porcari) da pagarsi da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo pagato da tutti i vassalli a seconda della classe, la decima delle pecore, il fitto in grano dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: le machizie come diritto fisso. Gonnesa (viscontado di Fluminimaggiore, appartenente all’omonimo visconte). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1,15 al momento del raccolto, il diritto di gallina, in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in relazione ai gioghi, il diritto del vino, le decime per mucche, le pecore e le capre in natura e in denaro, i fitti in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Gonnoscodina (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai posses-

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Tributi feudali sori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Gonnosfanadiga (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. ` (incontrada di Usellus, apGonnosno partenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Gonnostramatza (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Gorofai (incontrada di Bitti, appartenente al re). Tributi personali: il feudo,

pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto. Guamaggiore (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo pagato il denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Guasila (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Guspini (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in dieci classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 2 soldi), il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ilbono (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di

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Tributi feudali carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Illorai (contea del Goceano, appartenente al re). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le mucche, le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Irgoli (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo per quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento in grano dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Isili (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,7 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina da pagarsi in denaro per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Ittireddu (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte, da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla co-

`, il diritto del vino da pagare in munita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Ittiri (contea di Ittiri, appartenente all’omomimo conte). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro indistintamente da tutti i vassalli come quota fissa di 1 lira al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano e in orzo pagato come quota fissa in relazione al numero dei gioghi impegnati dal villaggio, le decime per le mucche e i maiali in natura e in denaro; il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano, in denaro per la pastorizia. Jerzu (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Laconi (marchesato di Laconi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina dai contadini, un agnello dai pecorai, un capretto dai caprai, un porchetto dai porcari) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime in natura per le pecore, per le capre, per le mucche e i maiali, i fitti in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tri-

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Tributi feudali buti giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Laerru (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino da pagare comunita ` di uva venin rapporto alla quantita demmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Lanusei (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Las Plassas (baronia di Las Plassas, appartenente al marchese di Barumini). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (lira 1 e soldi 5 per la prima classe, 10 soldi per la seconda), il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il fitto in grano e in orzo dei terreni demaniali per l’agricoltura. Lei (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro

per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Loceri (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Loculi (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento del fitto dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Lodine (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali

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Tributi feudali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. ´ (baronia di Posada, appartenente Lode al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Lollove (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Lotzorai (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali; il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Lula (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Lunamatrona (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di

Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Luras (incontrada di Gallura, appartenente al marchese di Orani). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Macomer (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Magomadas (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro ugualmente per quota fissa da pagare da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizio-

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Tributi feudali nali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Mamojada (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Mandras (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste da lire 1,7 per la prima classe a 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Mara (baronia di Bonvehı`, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura (un agnello); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto

dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Maracalagonis (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi a seconda della classe di appartenenza (erano previste lire 2,10 per quelli della prima, lire 1,10 per quelli della seconda), il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Marrubiu (appartenente al marchese di San Carlo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli in relazione a tre classi di appartenenza (erano previsti 4 soldi per la prima, 2 soldi per la seconda classe, 1 soldo per l’ultima); tributi reali: la decima per il bestiame in natura; il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Martis (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino da pagare comunita ` di uva venin rapporto alla quantita demmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tri-

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Tributi feudali buti giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Massama (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Masullas (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Meana Sardo (Barbagia di Belvı`, appartenente al conte di Santa Sofia). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre in proporzione al numero dei capi posseduti, la decima per i branchi di maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Milis (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Modolo (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in

denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa da parte di tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali; il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Mogorella (baronia di Senis, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro indifferentemente da tutti i vassalli per quota fissa, il diritto di gallina in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, la decima per pecore in natura, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Mogoro (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Monastir (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 5 classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste da lire 1,15 per la prima classe a 1 soldo per l’ultima), il diritto di gallina da pagare in denaro in quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e in orzo, le decime per le pecore e gli altri animali.

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Tributi feudali Monteleone Rocca Doria (incontrada di Monteleone, appartenente al marchese di San Saverio). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto per tutti i vassalli divisi in categorie; nel dettaglio: 21 soldi per i seminanti con giogo, 31 soldi per i pastori che non pagavano il laor de corte, 10 soldi per i figli di famiglia, il diritto di gallina da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Monti (baronia di Monti, appartenente all’omonimo barone). Mancano i dati. Montresta (signoria di Montresta, appartenente a Bosa). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto. Mores (marchesato di Mores, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste 2 lire per la prima classe, 1 lira per la seconda classe e 10 soldi per l’ultima); il diritto di gallina veniva pagato ` ed era annualmente dalla comunita fissato in 36 galline o 10 lire e 16 denari; tributi reali: il laor de corte in grano come quota fissa in rapporto al numero `, il dei gioghi impegnati dalla comunita diritto del vino, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro. Morgongiori (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del

raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Mulargia (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Muravera (incontrada del Sarrabus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Muros (marchesato di Montemuros, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da parte di tutti i vassalli come quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in proporzione al seminato secondo un canone

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Tributi feudali fisso che diveniva gravosissimo a seconda delle annate, le decime per le pecore, le capre e le mucche in proporzione ai capi posseduti; tributi giurisdizionali: le machizie da pagare come tributo fisso. Musei (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro per quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli ammogliati (4 soldi) o da vedovi e celibi (10 soldi), il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per le pecore e i maiali da pagare in natura. Narbolia (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsiq in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Neoneli (marchesato di Neoneli, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il diritto di portadı`a in grano, le decime delle pecore e delle capre, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Noragugume (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rap-

porto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino da pagare comunita ` di uva venin rapporto alla quantita demmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Norbello (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura dalla co` di villaggio (3 vitelle, 6 porcetti, munita 6 capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Nughedu (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla co`, il diritto del vino da pagare in munita ` di uva vendemrapporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Nughedu (Parte Barigadu, appartenente al marchese di Sorradile). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le capre e i maiali; tributi giurisdizionali: il diritto di angheria, le machizie come tributo fisso. Nule (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi

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Tributi feudali personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto. Nulvi (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati ` , il diritto del vino da dalla comunita ` di uva pagare in rapporto alla quantita vendemmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Nuoro (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Nurachi (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Nuragus (marchesato di Laconi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di

gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina dai contadini, un agnello dai pecorai, un capretto dai caprai, un porchetto dai porcari), da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per le pecore, per le capre, per le mucche e i maiali in natura, i fitti in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Nurallao (marchesato di Laconi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina dai contadini, un agnello dai pecorai, un capretto dai caprai, un porchetto dai porcari) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime in natura per le pecore, per le capre, per le mucche e i maiali, i fitti dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Nuraminis (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro per quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina da pagarsi in denaro per quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e in orzo, la portadı`a, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura e la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Nuraxinieddu (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quota fissa al momento del raccolto da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in

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Tributi feudali ` prodotta, la proporzione alla quantita decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Nureci (contea di Nureci, appartenente all’omonimo conte). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in quattro classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 8 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da parte di tutti i vassalli; tributi reali: la decima per le mucche, le pecore e i maiali da pagarsi in natura, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto del peso del formaggio. Nurri (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,7 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Oliena (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi

posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ollastra Simaxis (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto ` del vino in proporzione alla quantita prodotta, la decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Ollastra (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ollolai (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro per quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Olmedo (signoria di Olmedo, appartenente al barone di Sorso). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in

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Tributi feudali quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il fitto delle terre demaniali per l’agricoltura in grano e in denaro per la pastorizia. Olzai (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Onanı` (incontrada di Bitti, appartenente al re). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Onifai (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagarsi in quota fissa da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Oniferi (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali,

il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Orani (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Orgosolo (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Orosei (baronia di Orosei, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagarsi in quota fissa al momento del raccolto da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: diritto sul vino, pagamento dei terreni da adibire all’agricoltura; tributi giurisdizionali: diritto del porto di Orosei. Orotelli (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il di-

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Tributi feudali ritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Orroli (curatoria di Siurgus, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,70 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Ortacesus (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Ortueri (incontrada del Mandrolisai, appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da parte di tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. Orune (incontrada di Bitti, appartenente al re). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura

del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Oschiri (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Osidda (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Osilo (contea di Osilo, appartenente all’omonimo conte). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli ` , il diritto aratri usati dalla comunita del vino da pagare in rapporto alla ` di uva vendemmiata, le dequantita cime per le pecore, le capre, i porci, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari.

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Tributi feudali Osini (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Ossi (baronia di Ossi, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da parte di tutti i vassalli in quota fissa di 1 lira al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi da tutti i vassalli egualmente in denaro in quota fissa (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in proporzione al seminato secondo un canone fisso che diveniva gravosissimo a seconda delle annate, le decime per le pecore, le capre e le mucche in proporzione ai capi posseduti; tributi giurisdizionali: le machizie da pagare come tributo fisso. Ottana (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Ovodda (incontrada della Barbagia di Ollolai, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da dividersi tra tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il

diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Ozieri (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Pabillonis (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Padria (baronia di Bonvehı`, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro (6 lire); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto dei terreni demaniali

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Tributi feudali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Palmas Arborea (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto ` del vino in proporzione alla quantita prodotta, la decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Pattada (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Pau (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da parte di tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Pauli Arbarei (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di

Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Pauli Gerrei (incontrada del Gerrei, appartenente al marchese di Villaclara). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1,17 al momento del raccolto, la partecipazione annuale alla caccia del feudatario, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Pauli Pirri (baronia di Furtei, appartenente al conte di San Lorenzo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 4 classi (erano previste lire 1,15 per la prima e 15 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli ammogliati; tributi reali: le decime per le pecore, le capre e i maiali, il diritto del vino, dovuto dai venditori del vino; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Paulilatino (incontrada di Parte Ocier Real, appartenente al re). Perdasdefogu (incontrada del Sarrabus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Perfugas (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in de-

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Tributi feudali naro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente pagato in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla ` , il diritto del vino da pagare comunita ` di uva venin rapporto alla quantita demmiata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Pimentel (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Pirri (baronia di Quartu, appartenente al marchese di Villamarina). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per la seconda 10 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di beccheria. Ploaghe (baronia di Ploaghe, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, denaro e orzo per quota fissa in relazione al numero dei gioghi impegnati nell’aratura dalla co` , il diritto del vino, le decime munita per le pecore, le capre e i maiali, il fitto

dei terreni demaniali per l’agricoltura da pagare in grano e in orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Pompu (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Portoscuso (baronia di Portoscuso, appartenente al duca di San Pietro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di porto. Posada (baronia di Posada, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Pozzomaggiore (baronia di Pozzomaggiore, appartenente al marchese di Villarios). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Pula (baronia di Pula, appartenente al marchese di Quirra). Tributi perso-

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Tributi feudali nali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagare in quota fissa da tutti i vassali al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Putifigari (marchesato di Putifigari, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in quota fissa da tutti i capifamiglia (mezzo scudo). Quartu Sant’Elena (baronia di Quartu, appartenente al marchese di Villamarina). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima classe, detta dei vassalli benestanti, 1 lira e per la seconda classe 10 soldi), il diritto di gallina da pagare in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di beccheria. Quartucciu (baronia di Quartu, appartenente al marchese di Villamarina). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima classe, detta dei vassalli benestanti, 1 lira e per la seconda classe 10 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di beccheria. Rebeccu (contea di Bonorva, appartenente al marchese di Villarios). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i

vassalli divisi in quattro classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 10 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa per tutti i vassalli (3 soldi); tributi reali: il laor de corte in proporzione al prodotto, il diritto del vino in percentuale rispetto al prodotto, la decima in denaro delle pecore e dei maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Riola (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Romana (incontrada di Monteleone, appartenente al marchese di San Saverio). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto per tutti i vassalli divisi in categorie (21 soldi per i seminanti con giogo, 31 soldi per i pastori che non pagavano il laor de corte, 10 soldi per i figli di famiglia), il diritto di gallina da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi o una gallina); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Ruinas (baronia di Senis, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste da lire 1,16 per la prima classe a 10

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Tributi feudali soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da parte di tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, la decima per pecore in natura, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Sadali (Barbagia di Seulo, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina pagato in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Sagama (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa da parte dei possessori di terre feudali e di vigne (5 lire); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Samassi (marchesato di Samassi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima lire 1,2 e per la seconda 9 soldi e 1 denaro), il diritto di gallina da pagarsi in denaro per quota fissa (mezzo reale) da parte di tutti i

vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte da pagare in grano e in orzo, il fitto per i terreni demaniali per l’agricoltura e la pastorizia, il diritto del vino, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Samatzai (baronia di Samatzai, appartenente all’omonimo barone). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e in orzo, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura e la pastorizia. Samugheo (incontrada del Mandrolisai, appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. San Basilio (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. San Gavino (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 8 soldi), il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai

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Tributi feudali possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. ` d’Arcidano (baronia di San Nicolo Uras, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. San Pantaleo (baronia di Suelli, appartenente all’arcivescovo di Cagliari). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro per quota fissa (13 soldi) pagato da tutti i vassalli. San Pietro Pula (baronia di Pula, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo in denaro, grano e orzo da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. San Sperate (marchesato di San Sperate, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in sei classi in relazione alla classe di appartenenza (si andava dalle 4,10 lire per quelli della prima classe a 1,10 lire per

quelli dell’ultima classe), il diritto di gallina da pagarsi per quota fissa da tutti i vassalli che pagavano il feudo, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino in denaro in proporzione al prodotto, la portadı`a; il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie da pagare come tributo fisso. San Vero Congius (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto ` del vino in proporzione alla quantita prodotta, la decima per i maiali, il pagamento del fitto per i terreni a pascolo in denaro. San Vero Milis (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto ` del vino in proporzione alla quantita prodotta, la decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. San Vito (incontrada del Sarrabus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Sanluri (viscontado di Sanluri, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro ad agosto da tutti i vassalli in rela-

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Tributi feudali zione alle due classe di appartenenza (9 soldi per la prima, 5 soldi per la seconda), il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o un agnello per i pecorai, un capretto per i caprai, un porchetto per i porcari) da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore e per le vacche, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso, il diritto della pesatura del formaggio. Santadi (baronia di Santadi, appartenente all’omonimo barone). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre, il fitto in denaro per i terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Sant’Andrea Frius (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Sant’Antioco (commenda di Sant’Antioco, appartenente all’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto in quote fisse da ogni vassallo. Sant’Antonio (baronia di Senis, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro indifferentemente da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de

corte in grano e orzo, la decima in natura per le pecore, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Santa Giusta (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in ` prodotta, la proporzione alla quantita decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Santa Sofia (contea di Santa Sofia, appartenente al conte Lostia). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: le decime per le pecore e per le capre in proporzione al numero dei capi posseduti, la decima per i branchi di maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Santu Lussurgiu (marchesato di Sietefuentes, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in denaro, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di porto per Pittinuri. Baronia del Montiferru (villaggi di Santu Lussurgiu, Sennariolo e salto di Pittinuri): tributi personali, il feudo in denaro; tributi reali: il laor de corte in denaro. Sardara (baronia di Monreale, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di

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Tributi feudali carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Sarroch (baronia di Capoterra, appartenente all’omonimo barone). Tributi personali: il feudo in denaro, pagato da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1 al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro (4 soldi o una gallina) pagato da tutti i vassalli ammogliati, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, la decima delle mucche, delle capre, delle pecore e dei maiali da pagare in natura. Sarule (marchesato di Orani, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il diritto del vino, la decima per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Scano di Montiferro (contea di Cuglieri, appartenente al duca di San Pietro). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto per quota fissa (5 soldi per capofamiglia), il diritto di gallina da pagarsi per quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte, il diritto del vino. Sedilo (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura dalla comu` di villaggio (3 vitelle, 6 porcetti, 6 nita capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria.

Sedini (principato di Anglona, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente in quota fissa in natura e in denaro da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Segariu (baronia di Furtei, appartenente al conte di San Lorenzo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 4 classi (erano previste lire 1,15 per la prima e 15 soldi per l’ultima), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino. Selargius (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, grano e orzo al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Selegas (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare al momento del raccolto in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi

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Tributi feudali in 4 classi (vassalli di prima e seconda e vassalli di mera grazia che pagavano lira 1,86, gli scapoli che pagavano lire 3,26, i nuovi vassalli che pagavano 9 soldi), il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Semestene (contea di Bonorva, appartenente al marchese di Villarios). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in quattro classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima 1 lira e per l’ultima 10 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa (3 soldi) per tutti i vassalli; Tributi reali: il laor de corte in proporzione al prodotto, il diritto del vino in percentuale rispetto al prodotto, la decima in denaro delle pecore e dei maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Seneghe (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Senis (baronia di Senis, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste da lire 1,16 per la prima classe a 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, la decima per pecore in natura, il

fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Sennariolo (marchesato di Sietefuentes appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in denaro, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: il diritto di porto per Pittinuri. Baronia del Montiferru (villaggi di Santu Lussurgiu, Sennariolo e salto di Pittinuri); tributi personali: il feudo in denaro; tributi reali: il laor de corte in denaro. Sennori (incontrada di Romangia, appartenente al barone di Sorso). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli in quota fissa, il diritto di gallina da pagarsi in denaro ugualmente in quota fissa di 6 soldi da tutti i vassalli (2 soldi se ammogliati); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, le decime per le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Senorbı` (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare al momento del raccolto in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Serdiana (baronia di Serdiana, appartenente al marchese di San Tommaso). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro da tutti i vassalli secondo la classe di appartenenza, il diritto di gallina (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina o un agnello dai pastori) da pagarsi da tutti i vassalli, il donativo per l’investitura del nuovo feudatario,

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Tributi feudali il diritto del sale; tributi reali: le decime per le mucche, le pecore e le capre da pagare in natura, la portadı`a, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Serramanna (marchesato di Villacidro, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in grano per i terreni demaniali per l’agricoltura e in denaro per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso, il diritto della pesatura del formaggio. Serrenti (marchesato di Samassi, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previste per la prima lire 1,2 e per la seconda 9 soldi e 1 denaro), il diritto di gallina da pagarsi in quota fissa (mezzo reale) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte da pagare in grano e in orzo, il fitto per i terreni demaniali per l’agricoltura e la pastorizia, il diritto del vino, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio. Serri (curatoria di Siurgus nel ducato di Mandas, appartenente al duca omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,70 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il

diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Sestu (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Settimo San Pietro (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Setzu (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Seui (Barbagia di Seulo, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali:

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Tributi feudali il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Seulo (Barbagia di Seulo, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Seuni (incontrada della Trexenta, appartenente al marchese di Villasor). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Siamaggiore (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in

` prodotta, la proporzione alla quantita decima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Siamanna (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Siapiccia (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Sicci (baronia di Sicci, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Siddi (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Silanus (marchesato del Marghine, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli

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Tributi feudali al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da ogni vassallo; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Siligo (contea di Montesanto, appartenente all’omonimo conte). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli in quote fisse al momento del raccolto, il diritto di gallina pagato in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano era dovuto solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri adoperati per preparare l’aratura, il diritto del ` dell’uva vino in rapporto alla quantita vendemmiata, le decime per le pecore, le capre e i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali destinati a pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio pagato in grano e orzo come supplemento allo stipendio dei funzionari baronali. Siliqua (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa (3 soldi) da tutti i vassalli ammogliati, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, laor de corte in grano e orzo, decime delle pecore e dei maiali, il diritto del formaggio, la portadı`a; tributi giurisdizionali: multe per le machizie. Silius (incontrada del Gerrei, appartenente al marchese di Villaclara). Tri-

buti personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1,14 al momento del raccolto, la partecipazione annuale alla caccia del feudatario, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Silı` (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Simala (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Simaxis (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Sindia (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa (5 lire) da parte di tutti i posses-

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Tributi feudali sori di terre feudali o di vigne; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Sini (curatoria della Marmilla, apparteneva al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Siniscola (baronia di Posada, appartenente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1 al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e i maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro. Sinnai (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previsti per la prima 15 soldi e per la seconda 13), il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Siris (incontrada di Parte Montis, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi

posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Sisini (incontrada del Gerrei, appartenente marchese di Villaclara). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro, in grano e in orzo da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Siurgus (curatoria di Siurgus nel ducato di Mandas, appartenente al duca omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,14 per la prima classe e 10 soldi per l’ultima), il diritto di gallina in denaro da pagarsi per quota fissa (2 soldi) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Soddı` (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura dalla comu` di villaggio (3 vitelle, 6 porcetti, 6 nita capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Solanas (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in de-

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Tributi feudali naro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Solarussa (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Soleminis (marchesato di Soleminis, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi (per la prima 2 lire e 3 soldi, per la seconda 1 lira e 13 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro da tutti i vassalli divisi in due classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Sorgono (incontrada del Mandrolisai, appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. Sorradile (Parte Barigadu, appartenente al marchese di Sorridile). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Sorso (incontrada di Romangia, appartenente al barone di Sorso). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i

vassalli in quota fissa, il diritto di gallina da pagarsi in denaro ugualmente in quota fissa di 6 soldi da tutti i vassalli (2 soldi se ammogliati); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, le decime per le pecore e le capre; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Suelli (baronia di Suelli, appartenente all’arcivescovo di Cagliari). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro ugualmente per quota fissa (13 soldi) da tutti i vassalli; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore e le capre. Suni (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa (5 lire) da tutti i possessori di terre feudali o di vigne; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Tadasuni (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura dalla ` di villaggio (3 vitelle, 6 porcomunita cetti, 6 capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto dei terreni demaniali per il pascolo in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Talana (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in de-

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Tributi feudali naro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Tempio Pausania (incontrada di Gallura, appartenente al marchese di Orani). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, il diritto del vino, la decima per le pecore e dei maiali, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto della pesatura del formaggio, il diritto di carcelleria, le machizie come tributo fisso. Terralba (baronia di Uras, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo per quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Terranova (marchesato di Terranova, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro e in grano a quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il di-

ritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Tertenia (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Teti (incontrada di Austis, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano o in orzo da tutti i capifamiglia in proporzione ai terreni che ciascun villaggio seminava, le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso in denaro. Teulada (baronia di Teulada, appartenente all’omonimo barone). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto, diritto di gallina pagato in denaro (4 soldi o una gallina) da tutti i vassalli ammogliati; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore e le capre in natura, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso; il diritto di porto. Thiesi (marchesato di Montemaggiore, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in base alla classe di reddito (erano previsti per la prima 15 soldi, 10 soldi per la seconda e per l’ultima 7 soldi e 6 de-

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Tributi feudali nari), il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano, pagato per una quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del vino, le decime per le pecore, le capre, i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Tiana (incontrada di Austis, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano o in orzo in proporzione ai terreni che ciascun villaggio seminava (coinvolgeva tutti i capifamiglia), le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso in denaro. Tinnura (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa (5 lire) da tutti i possessori di terre feudali o di vigne; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Tissi (contea di San Giorgio, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da parte di tutti i vassalli in quote fisse al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in proporzione al seminato secondo un canone fisso che diveniva gravosissimo a seconda delle annate, le decime per le pecore, le capre e le mucche in proporzione ai capi posseduti; tributi giurisdizionali: le machizie da pagare come tributo fisso. Tonara (incontrada del Mandrolisai,

appartenente al conte di San Martino). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa il 1º ottobre. ` (baronia di Posada, apparteTorpe nente al conte del Castillo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa di lire 1 al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia. Torralba (marchesato di Torralba, appartenente al marchese di Valdecalzana). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano da pagare in percentuale rispetto al prodotto, il diritto del vino in percentuale rispetto al prodotto, la decima per le pecore e per i maiali in denaro; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria. Tortolı` (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Tramatza (Campidano di Milis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in pro` prodotta, la deporzione alla quantita cima per i maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Tresnuraghes (marchesato della Planargia, appartenente all’omonimo

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Tributi feudali marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa (5 lire) da tutti i possessori di terre feudali o di vigne; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime delle pecore e dei maiali, il fitto delle terre demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di orzalina, il diritto di porto. Triei (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Tuili (contea di Tuili, appartenente al marchese di Neoneli). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per quota fissa al momento del raccolto; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame. Tula (ducato del Montacuto, appartenente al duca di Benavente). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro per quota fissa da tutti i vassalli al momento del riscatto; tributi reali: il laor de corte da pagarsi in grano solidalmente da tutti i vassalli in rapporto al numero degli aratri usati dalla comu` , il diritto del vino da pagare in rapnita ` di uva vendemporto alla quantita miata, le decime per le pecore, le capre, i porci, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di scrutinio in grano e orzo per i funzionari. Turri (curatoria della Marmilla, apparteneva al marchese di Quirra). Tributi

personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Ula Tirso (marchesato di Neoneli, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto. Ulassai (giudicato di Ogliastra appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in relazione alla classe di appartenenza al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Uras (baronia di Uras, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime per le pecore, i maiali e gli altri animali in natura, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Uri (contea di Ittiri, appartenente all’omomimo conte). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro indistintamente da parte di tutti i vassalli come quota fissa di lire 1 al momento del raccolto, il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo in proporzione al seminato secondo un canone fisso che dive-

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Tributi feudali niva gravosissimo a seconda delle annate, le decime per le pecore, le capre e le mucche in proporzione ai capi posseduti; tributi giurisdizionali: le machizie da pagare come tributo fisso. Urzulei (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Usellus (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Usini (contea di San Giorgio, appartenente al duca dell’Asinara). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro indistintamente da tutti i vassalli come quota fissa, il diritto di gallina; tributi reali: il laor de corte in grano e in orzo pagato come quota fissa in relazione al numero dei gioghi impegnati dal villaggio, le decime per le mucche e i maiali in natura e in denaro, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano, per la pastorizia in denaro. Ussana (baronia di Ussana, appartenente al marchese di Albis). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in de-

naro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 7 classi in base alla classe di appartenenza (si andava da lire 2,2 per quelli della prima classe a 2 soldi per quelli dell’ultima), il diritto del sale; tributi reali: le decime per le pecore da pagare in natura, il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano, per la pastorizia in denaro. Ussaramanna (curatoria della Marmilla, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli. Ussassai (Barbagia di Seulo, appartenente al duca di Mandas). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro e in grano in quote fisse da tutti i vassalli, il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (2 soldi o una gallina) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Uta (baronia di San Michele, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro, grano e orzo in quote fisse da tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Vallermosa (marchesato di Villasor, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi

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Tributi feudali in denaro da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, fitti in denaro per i terreni demaniali per la pastorizia. Valverde (marchesato di Valverde, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli al momento del raccolto. Villacidro (marchesato di Villacidro, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per le pecore e i maiali, il fitto per i terreni demaniali per l’agricoltura in grano e per la pastorizia in denaro; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso, il diritto della pesatura del formaggio. Villagrande Strisaili (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Villagreca (baronia di Furtei, appartenente al conte di San Lorenzo). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 4 classi (erano previste lire 1,15 per la prima e soldi 15 per l’ultima), il diritto di gallina da pagarsi in denaro o in natura (3 soldi o una gallina) da parte di tutti i vassalli, il diritto

del sale; tributi reali: le decime per le pecore e le capre, il diritto del vino. Villamar (contea di Villamar, appartenente al marchese di Laconi). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in 3 classi in relazione alla classe di appartenenza (erano previste lire 1,15 per la prima, 12 soldi per la seconda, per la terza classe pagavano 12 soldi chi aveva la casa, 8 soldi chi non l’aveva), il diritto di gallina in denaro (3 soldi o una gallina) da tutti i vassalli ammogliati; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime in natura per le pecore, le capre, le mucche e i maiali; il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Villamassargia (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagare in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina in denaro da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, laor de corte in grano e orzo, le decime delle pecore e dei maiali, il diritto del formaggio, la portadia; tributi giurisdizionali: multe per le machizie. Villanovaforru (baronia di Barumini, apparteneva all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (lire 1 e soldi 5 per la prima classe, soldi 10 per la seconda classe), il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il fitto dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e in orzo. Villanovafranca (baronia di Las Plas-

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Tributi feudali sas, appartenente al marchese di Barumini). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in tre classi in relazione alla classe di appartenenza (lire 1 e soldi 5 per la prima classe, soldi 5 per la seconda), il diritto di gallina in denaro (quota fissa di 6 soldi) o in natura (una gallina) da pagarsi da tutti i vassalli; tributi reali: il fitto in grano e in orzo dei terreni demaniali per l’agricoltura. Villanova Monteleone (incontrada di Monteleone, appartenente al marchese di San Saverio). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto per tutti i vassalli divisi in categorie; nel dettaglio: soldi 21 per i seminanti con giogo, 31 soldi per i pastori che non pagavano il laor de corte, 10 soldi per i figli di famiglia, il diritto di gallina da pagarsi in quota fissa da tutti i vassalli (6 soldi o una gallina); tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per le pecore, le capre e i maiali in proporzione al bestiame posseduto, il fitto in denaro dei terreni demaniali per l’agricoltura in grano e orzo, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Villanova Strisaili (giudicato di Ogliastra, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Villanova Truschedu (marchesato di Busachi, appartenente all’omonimo

marchese). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro e in grano per un ammontare fisso da tutti i vassalli divisi in 6 classi; tributi reali: il laor de corte in grano, decime per le capre e i maiali, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: diritto di angheria in denaro, le machizie come tributo fisso. Villanovatulo (curatoria di Siurgus nel ducato di Mandas, appartenente al duca omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro al momento del raccolto da tutti i vassalli divisi in due classi in base alla classe di reddito (erano previsti per la prima 1 lira e per la seconda 10 soldi), il diritto di gallina da pagarsi in denaro per quota fissa da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino da pagarsi come quota fissa per tutti i vassalli, il diritto di vigna per tutti i possessori di vigne, il fitto in denaro dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria, le machizie pagate come tributo fisso, il diritto di scolca, il diritto di gastalderia. Villaperuccio (baronia di Villaperuccio, appartenente al barone Otger). Tributi personali: il feudo, in denaro e grano; tributi reali: le decime per le pecore e le capre, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia; tributi giurisdizionali: le machizie come tributo fisso. Villaputzu (incontrada del Sarrabus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi

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Trichinellosi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Villasalto (incontrada del Gerrei, appartenente al marchese di Villaclara). Tributi personali: il feudo, pagato in denaro da tutti i vassalli per una quota fissa di lire 3,16, la partecipazione annuale alla caccia del feudatario, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, il fitto dei terreni demaniali per la pastorizia in denaro. Villasor (marcheato di Villasor, appartenente al marchese omonimo). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli divisi in 4 classi, il diritto di gallina, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano, le decime per il bestiame, i fitti in denaro per i terreni demaniali per la pastorizia. Villaspeciosa (baronia di Monastir, appartenente al marchese di Villacidro). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote per categorie di vassalli (naturali, elettivi, celibi lavoranti, elettivi non lavoranti), il diritto di gallina da pagarsi in denaro in quota fissa di 3 soldi da tutti i vassalli ammogliati, il diritto del sale; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo da pagare in proporzione al prodotto, il diritto del vino ` prodotta, in proporzione alla quantita il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: diritto del peso del formaggio, le machizie come tributo fisso. Villaurbana (Campidano di Simaxis, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in proporzione alla ` prodotta, la decima per i quantita maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Zeddiani (Campidano Maggiore, appar-

tenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in proporzione alla ` prodotta, la decima per i quantita maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Zeppara (incontrada di Usellus, appartenente al marchese di Quirra). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro in quote fisse da parte di tutti i vassalli al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in denaro in quota fissa (1 soldo) da tutti i vassalli, il diritto del sale; tributi reali: il diritto del vino, le decime in natura per le pecore, i maiali e gli altri animali, il diritto di carriaggio pagato dai possessori dei buoi in rapporto al numero dei capi posseduti; tributi giurisdizionali: il diritto di porto, il diritto di carcelleria. Zerfaliu (Campidano Maggiore, appartenente al marchese d’Arcais). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro; tributi reali: il laor de corte in grano e orzo per tutti i capifamiglia, il diritto del vino in proporzione alla ` prodotta, la decima per i quantita maiali, il pagamento in denaro del fitto per i terreni a pascolo. Zuri (marchesato di Sedilo, appartenente all’omonimo marchese). Tributi personali: il feudo, da pagarsi in denaro da tutti i vassalli in quota fissa al momento del raccolto, il diritto di presente da pagarsi in natura dalla comu` di villaggio (3 vitelle, 6 porcetti, 6 nita capretti, 6 agnelli, 25 galline, 25 uova); tributi reali: il laor de corte in grano e orzo, le decime per il bestiame, il diritto del vino, il fitto in denaro dei terreni demaniali per il pascolo; tributi giurisdizionali: il diritto di carcelleria.

Trichinellosi Malattia parassitaria, causata da Trichinella spiralis (un ne-

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Trichinellosi matode o verme tondo), che nelle condizioni naturali colpisce suini e carnivori domestici, ma anche numerose altre specie animali (che fungono da veri e propri serbatoi del parassita in natura) e l’uomo. Nelle regioni a clima temperato, come la nostra, l’infestione ` di norma distribuita tra carnivori sele vatici (volpi, lupi, martore), carnivori domestici (cani, gatti), roditori, animali onnivori come il maiale e il cinghiale e occasionalmente il cavallo. Il parassita svolge in genere un ciclo sil` infesta animali selvatici), vestre (cioe ` trasferirsi al ma da questi focolai puo suino e all’uomo, compiendo cosı` un ciclo rurale o rurale-urbano. Le vie di diffusione in natura di questi nematodi sono molteplici. Il contagio av` di frequente con l’ingestione viene piu ` contenente le di carne trichinata, cioe larve di trichinella. Una volta ingerite, le larve, superata la barriera gastrica, procedono nell’intestino in cui si insediano, diventando in brevissimo tempo adulte e sessualmente mature. Hanno dimensioni cosı` piccole da poter essere viste a malapena a occhio nudo. I maschi misurano 1,5 mm di lunghezza, mentre le femmine possono raggiungere i 4. Esse iniziano, a partire dal 5º giorno, il parto delle larve, le quali abbandonano l’intestino per migrare nei vasi linfatici e poi nel sistema circolatorio ematico per raggiungere, come ultima sede, le fibre muscolari. I muscoli maggiormente infestati, soprattutto nel suino, sono il diaframma, la lingua e l’esofago. Nelle settimane seguenti la larva raggiunge 1 mm di lunghezza e viene circondata da un invo` lucro di forma ovale che col tempo puo anche calcificare, proteggendola per lungo tempo. In Italia la t. riveste parti´e ` colare importanza nel suino, poiche proprio il maiale che di norma veicola il contagio all’uomo (con l’ingestione di

carni di maiale trichinato crude o poco cotte). Il suino a sua volta contrae l’infestione ingerendo cadaveri di animali (ratti, volpi) colpiti, oppure residui di macellazione contaminati o alimenti inquinati da feci di animali affetti da t. intestinale. Nel suino la malattia decorre con quadri clinici legati all’en` della carica infestante: a volte e ` tita asintomatica, senza segni clinici apparenti, a volte invece ha sintomatologia evidente. In questo caso il suino, 3-4 giorni dopo il contagio, presenta i segni ` febbre, dell’infestione intestinale, cioe vomito, diarrea e sintomi di colica. Se non sopraggiunge la morte per la ` di larve presenti nelgrande quantita l’intestino, dopo qualche giorno compaiono i sintomi della parassitosi muscolare, e quindi il suino si muove poco ` , ha la voce rauca, proe con difficolta blemi a masticare e ingoiare. A questa fase segue quella dell’incistamento delle larve, durante la quale il suino, dopo una lunga convalescenza, si rista` molto bilisce. La diagnosi di malattia e difficile da eseguire sull’animale vivo: ` sospettare la t. se ci al massimo si puo si trova in una zona con larga diffusione di contagio. Gli animali possono essere trattati, sia nella fase intestinale della malattia che in quella dell’incistamento muscolare, con farmaci antielmintici (tiabendazolo, oxfenda` zolo) o con ivermectina. Nel 2005 e stato segnalato in Sardegna il primo caso di t. umana, che ha colpito i componenti di una famiglia in provincia di Nuoro in seguito al consumo di salsicce prodotte in casa con carne di maiali provenienti dall’allevamento familiare. Finora il parassita non era mai stato segnalato anche se la sua ricerca viene effettuata sui suini e i cavalli portati alla macellazione. Se quindi le carni degli animali macellati regolarmente si possono considerare

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Triei ` dire per sicure, altrettanto non si puo tutti quegli animali, soprattutto suini, che vengono allevati e macellati clandestinamente, senza essere sottoposti a visita veterinaria. La Regione e le ASL si sono attivate per predisporre una serie di controlli che portino all’individuazione delle carni e derivati potenzialmente contaminati. La collabo` razione da parte della popolazione e fondamentale per evitare il consumo di questi alimenti non controllati. L’ingestione di carni fresche, surgelate o comunque preparate (salsicce, pancetta, prosciutti), contenenti le larve della trichinella rappresentano la principale causa del contagio umano. La sintomatologia decorre, nell’uomo, sotto diverse forme, nelle quali si distinguono tre fasi: fase intestinale, caratterizzata da vomito, febbre, diarrea e dolori addominali; fase muscolare, che compare dopo circa una settimana e si manifesta con forti dolori musco` , febbre, difficolta ` nella lari, rigidita deglutizione e manifestazioni cutanee; fase di convalescenza, con la graduale remissione dei sintomi in un arco di tempo molto ampio. Anche nel caso ` del quadro e ` variadell’uomo la gravita ` del soggetto bile in base alla reattivita ` e al numero di larve ingerite. Si puo andare cosı` da un quadro clinico poco evidente a forme gravi con esito anche letale. [FRANCESCATOLA]

Triei Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1141 abitanti (al 2004), posto a 140 m sul livello del mare nei pressi di Baunei, all’interno rispetto alla costa orientale. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da oriente a occidente, si estende per 28,54 km2, compresa la frazione di Ardali, e confina a

nord e a est con Baunei, a sud con Lotzorai e a ovest con Talana. Si tratta di una grande vallata che si apre tra il Supramonte di Baunei e i contrafforti del Gennargentu. Alcuni corsi d’acqua, uno dei quali scorre nei pressi del paese, si dirigono verso sud per riunirsi nel rio Pramaera, che si getta in ` mare nei pressi di Lotzorai. Il paese e collegato alla vicina statale 125 Orientale sarda per mezzo di una bretella che se ne distacca poco a nord di Lotzorai e, passando anche per la frazione di Ardali, vi fa ritorno all’altezza di Baunei. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. L’attuale villaggio ` ha origini medioevali: appartepero neva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando nel 1257, dopo la fine del giudicato di Cagliari, il territorio fu smembrato, T. fu incluso nei possedimenti toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Una volta estinta questa famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a `a Berengario Carroz e nel 1363 entro far parte della contea di Quirra. Subito dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e passarono al giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di ` in possesso dei Bertran Sanluri torno Carroz; nei secoli successivi il villaggio ` da questi ultimi ai Centelles, ai passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito

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Triei del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si sono notate per T. anime 321, distribuite in 72 famiglie e case. Quindi secondo la condizione domestica si distinguevano i maschi 164 in scapoli 108, ammogliati 47, vedovi 9; e le 157 femmine in zitelle 91, maritate 47, vedove 19. L’ordinario ` di namovimento della popolazione e scite 15, morti 8, matrimoni 5. Le professioni principali sono l’agricoltura e la pastorizia. Degli altri mestieri pochissimi si occupano; ma per la como` e la copia delle acque potendosi dita conciar le pelli, sono in gran numero quelli che praticano la concia delle pelli e de’ cuoi del proprio bestiame. Le donne lavorano in circa 50 telai di lino e la lana, e tingono questa in nero od in rosso. Agricoltura. Essendo pochi i terreni, che a questi paesani sembrino idonei al frumento, vanno in altri territori a seminarne una parte. In totale semineranno 120 starelli di grano, 200 d’orzo, e poco di fave, di legumi e di lino. Il frumento rende l’8 e spesso il 10, ` un po’ cul’orzo il 15. L’orticoltura e rata, e si coltiva molte specie, anche la meliga. Va estendendosi la coltivazione dei pomi di terra. La vigna vi prospera mirabilmente, e si coltivano ` di uve. La pastorizia e ` rimolte varieta stretta, e il numero de’ capi non sorpassa li 2500 tra vacche, capre, pecore e porci. Il bestiame di servigio si riduce a 50 gioghi, che servono per l’agricoltura e pel carreggio; e 20 tra cavalli e cavalle per sella e basto. Apicultura. Essendo il luogo attissimo per le pecchie, alcuni attendono con qualche diligenza alla medesima, e vi sono da 15 orti, in ciascuno de’ quali si hanno da 200 bugni, in totale 3000». Quando nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, T. fu compreso nel suo territorio, per essere compresa infine nella nuova provincia dell’Ogliastra.

& ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nei una modesta attivita comparti alimentare e edile. Poco sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Artigianato. Di vecchia e rinomata tradizione la produzione del` coll’acquavite (fil’e ferru). Servizi. T. e legato da autolinee agli altri centri ` dotato di medico, della provincia. E scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1185 unita di cui stranieri 4; maschi 601; femmine 584; famiglie 417. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 27 e nuovi iscritti 11. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 638 in migliaia di lire; versamenti ICI 320; aziende agricole 581; imprese commerciali 44; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 13; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 359; disoccupati 42; inoccupati 73; laureati 3; diplomati 53; con licenza media 390; con licenza elementare 345; analfabeti 60; automezzi circolanti 345; abbonamenti TV 297. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Bau Nuraghi, Figu, Fratta, Nunnucoli e Pitzu ’e Serra, tutti notevolmente danneggiati. Interessante anche la Tomba di giganti di S’Iscusorgeddu. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico conserva il suo assetto tradizionale con alcune case in

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Trifone ` piani affacciate su strette pietra a piu ` interessante e ` la viuzze. L’edificio piu chiesa dei Santi Cosma e Damiano, parrocchiale costruita tra il secolo XVI e il ` XVII; ha un impianto a croce latina, e sormontata dalla cupola e coperta da una volta a botte. All’interno conserva un ciclo di pitture a fresco monocrome, nelle volte delle cappelle e del coro, nell’arco trionfale e nelle vele del presbiterio: raffigurano scene delle vite dei santi e dell’antico Testamento. Vi si trovano anche un altare e il tabernacolo in marmo del 1781 e alcune statue lignee del secolo XVII. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` note e ` le feste popolari una delle piu quella in onore alla Madonna del Rosario che si svolge nella prima domenica ` organizzata da una priodi maggio ed e ressa, che riceve mazzi di rose dalle prioresse degli anni precedenti. Queste poi, il giorno della festa, si recano alla casa parrocchiale con un canestro abbellito da una tovaglietta ricamata nel quale vengono sistemate le rose che successivamente vengono benedette e distribuite ai fedeli durante la messa solenne; dopo la messa la prioressa in carica offre un rinfresco a casa sua. Il villaggio dedica una seconda festa alla Madonna nella prima domenica di ottobre. Un’altra festa caratteristica si svolge il 13 dicembre in onore di Santa Lucia e viene organizzata dagli scapoli (is bagadı`us), si protrae per due giorni e ha un programma ricco di manifestazioni che si concludono con `. un grande falo

Trifoglio Nome generico di piante della famiglia delle Leguminose. 1. Il t. bituminoso (Psoralea bituminosa L.) ` una pianta erbacea perenne, con fue sti coperti da corti peli. Foglie alterne composte da 3 foglioline lanceolate, ognuna lunga circa 60 mm. Infiorescenza a capolino su lunghi peduncoli.

Fiori di colore blu-porpora o biancoporpora. Baccello appiattito con rostro a becco. Fiorisce da marzo a giugno. Emana un forte e caratteristico odore di bitume. Predilige i bordi stradali e i terreni incolti. Nomi sardi: trivozu malu, truvullu malu. 2. Il t. di Moris (P. ` una morisiana Pignatti et Metlesics) e pianta perenne con rami significati. Foglie picciolate, formate da tre segmenti lineari-lanceolati, con pagina inferiore tomentosa. Infiorescenza a capolino, fiori bianchi posti su lunghi pe` un legume tomenduncoli. Il frutto e toso, con un lungo becco. Il periodo di fioritura va da maggio a luglio. Endemico della Sardegna, vegeta sulle montagne calcaree centro-orientali, fra cui il monte Albo (Lula-Siniscola) e il ` inserito nelmonte Corrasi (Oliena). E l’elenco delle piante da sottoporre a vincolo di protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. Nome sardo: truvullu malu. 3. Il t. rosso, noto anche come t. incarnato (Trifolium incarna` una pianta erbacea biennale tum L.), e con scapo tomentoso. Foglie picciolate, ternate con singoli segmenti obovati. Infiorescenze formate da fiori rossi a forma di capolino allungato. La fioritura va da aprile a maggio. Predilige i bordi stradali, i terreni incolti, i prati. Nomi sardi: trivozzu, truvullu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Trifone, san (in sardo, Santu Trifoni) Santo martire (m. Nicea, sec. III). Allevava oche nel villaggio di Campsada, ` di Apamea in Sinei pressi della citta ria, martire a Nicea nella prima sistematica persecuzione contro i cristiani ordinata da Decio nel 249. Ricordato nel Martirologio Romano assieme ai Santi Respicio e Ninfa, con i quali subı` il martirio in Frigia nel 251. Ma gli agiografi dissentono: Respicio e Ninfa sarebbero stati aggiunti al suo nome nel secolo XI. Nel 1969 i tre santi sono

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Triglia s t a t i c a n c e l l a t i d a l c a le n d a r i o . [ADRIANO VARGIU]

In Sardegna Patrono di Onanı`. Festa Si festeggia il 10 novembre.

Triglia = Zoologia della Sardegna Trigu cottu Dolce popolare di antichissima tradizione: in passato veniva distribuito ai bambini nella mattinata del Capodanno in un rituale di buon auspicio, probabilmente legato agli antichissimi riti pagani delle Calende di gennaio. Il grano, del tipo Triticum durum (il grano duro sardo), veniva scelto durante le cerimonie propiziatorie della sera di San Silvestro; lo si lavava accuratamente, lo si asciugava mon` e subito dandolo da tutte le impurita dopo lo si faceva bollire in una pentola di terracotta, quindi lo si scolava e lo si riponeva in un ampio recipiente di coccio (sa scivedda), conservandolo per dodici ore entro un ampio cesto di canne (scarteddu), ricoperto di paglia per non disperdere il calore. La mattina di Capodanno lo si levava e si ver` elegante, insava in un recipiente piu saporendolo con alcuni mestoli di sapa o di latte tiepido e miele.

Trincas, Ignazio Mercedario (Cagliari, ` sec. XVII-ivi, prima seconda meta ` sec. XVIII). Entro ` nell’ordine dei meta Mercedari e compı` i suoi studi in Sardegna, dove fu ordinato sacerdote. ` la guerra di successione Quando inizio spagnola si trasferı` in Spagna stabilendosi a Saragozza e nel 1704, dopo l’occupazione di Madrid da parte delle ` nel partruppe portoghesi, si schiero tito filoasburgico. Siccome sembrava imminente l’arrivo nella capitale di Carlo d’Asburgo, redasse una lista di sostenitori sardi dell’arciduca e insieme una lista di partigiani di Filippo V nell’isola con l’intenzione di farle pervenire al principe asburgico. I due elenchi erano stati compilati sulla base di valutazioni personali e senza

alcun fondamento politico: disgraziatamente il documento cadde in mano a ´ Valero Filippo V che scrisse al vicere per avere informazioni in proposito. L’imprudenza di T. fu cosı` la causa di una vera e propria epurazione posta in ´ e molte illustri persone atto dal vicere pagarono innocenti, come il giudice Salvatore Locci.

` d’Agultu e Vignola – Il litorale di Trinita Isola Rossa.

` d’Agultu e Vignola Comune Trinita sparso della provincia di Olbia-Tem` monpio, compreso nella III Comunita tana, con 2037 abitanti (al 2004), posto tra 0 e 693 m sul livello del mare affacciato sulla costa settentrionale. Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 136,43 km2 comprese la borgata di Vignola e le frazioni di Costa Paradiso, Isola Rossa, La Marinedda, Lu Colbu, Tinnari e Paduledda, e confina a nord col mare Mediterraneo, a est con Aglientu, a sud con Aggius e a ovest con Badesi. Si tratta di una regione di colline granitiche, ultime propaggini dei rilievi interni della Gallura, che arrivano spesso sino al litorale, dando luogo a una costa alta e frastagliata, lungo la quale si aprono solo di tanto in tanto le spiagge. La borgata ` si trova qualche chilometro a di Trinita

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Trinita` d’Agultu e Vignola monte rispetto alla strada costiera Sas` sari-Santa Teresa Gallura: a questa e collegata con una breve bretella che poi si divide in due bracci, uno che si dirige a Badesi, l’altro ad Aggius; Vignola si trova praticamente lungo la litoranea, nel punto in cui viene raggiunta dalla strada interna proveniente da Tempio Pausania e Aglientu. ` scendere, per Dalla litoranea si puo una breve strada panoramica, fino al borgo di Isola Rossa, sviluppatosi negli ultimi anni in un attrezzato e animato centro balneare. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche; nel Medioevo appartenne al giudicato di Gallura ed era incluso nella curatoria del Taras (=): e vi sorgevano alcuni villaggi, tra cui Vignola (=). La conquista aragonese fu la causa di una catastrofica crisi per il territorio; gli abitanti resistettero lungamente agli invasori e solo nel 1330, dopo che le truppe di Raimondo Cardona lo investirono con grande durezza, si arrese. Le successive guerre che lo interessarono senza ` nel corso dei soluzione di continuita decenni seguenti ne determinarono lo spopolamento totale. Nel 1421 il territorio fu compreso nel feudo concesso a ` poi ai CarRambaldo Corbera e passo roz del ramo di Mandas. Successiva` ai Maza de Lic mente passo ¸ana, ai Portugal e infine agli inizi del secolo XVII ai De Silva che lo unirono ai territori della Gallura Gemini e lo inclusero nel feudo di Orani (=). In questo lungo periodo il territorio rimase deserto, era periodicamente frequentato da pastori e da banditi. Nel corso del secolo XVIII gli stanziamenti dei pastori si fecero stabili con la formazione degli stazzi, che dipendevano amministrativamente da Aggius. In questo modo en` l’attro la fine dell’Ottocento si formo ` d’Agultu che nel tuale centro di Trinita

` rapidasecolo successivo si sviluppo mente grazie al fiorire di alcune atti` agricole. Con la costruzione della vita chiesa, che divenne la parrocchia, la ` buona parte degli borgata polarizzo abitanti e nel 1958 ottenne l’autonomia amministrativa diventando il comune sparso di T. d’A. e V. A partire dagli anni Sessanta del secolo XX il turismo ` divenuto un ulteriore fattore dello e ` stato sviluppo del piccolo centro; ne e investito tutto il territorio e sono state valorizzate le sue risorse ambientali molto singolari. Infatti il complesso delle spiagge e, in particolare, il borgo di Isola Rossa, che si possono raggiungere dal vivace centro lungo una strada litoranea raccordata a tronchi secondari, offre un insieme suggestivo di distese sabbiose interrotte da complessi di scogli e di rocce rosse di notevole pregio ambientale. Le correnti turistiche hanno dato vita negli ultimi anni al centro balneare di Costa Paradiso e al porto di Vignola che si sviluppa in una caratteristica insenatura guardata da una torre spagnola. Negli ultimi de` stato interescenni l’intero territorio e ` turistiche sato da numerose attivita promosse da consorzi privati, che hanno sviluppato estese lottizzazioni e hanno valorizzato le notevoli risorse naturali di cui le coste dispongono in un suggestivo insieme di spiagge di rocce e di scogliere. La strada SassariSanta Teresa, che corre nell’immediato retroterra, parallela alla costa in posizione panoramica, ha consentito l’innesto di tronchi stradali trasversali che portano alle molte cale e piccole ` ricca, e ai censpiagge di cui la costa e tri residenziali affacciati sul mare. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono, oltre a quelle legate al turismo, l’agricoltura, in particolare la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del be-

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Trinita` d’Agultu e Vignola stiame, in particolare di ovini, caprini e bovini. Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale nel settore alimentare e in ` sufficientequello dell’edilizia. E mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche dieci alberghi con 273 posti letto, un’azienda agrituristica con 20 posti letto e dieci ristoranti. Servizi. I nuclei principali di T. d’A. e V. sono collegati da autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stacia. Il paese e zione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale.

` d’Agultu e Vignola – Chiesa di San Trinita Pietro. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2033 unita di cui stranieri 5; maschi 1024; femmine 1009; famiglie 760. La tendenza complessiva rivelava un lieve aumento della popolazione, con morti per anno 19 e nati 21; cancellati dall’anagrafe 22 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 303 in migliaia di lire; versamenti ICI 2741; aziende agricole 234; imprese commerciali 186; esercizi pubblici 54; esercizi al dettaglio 80; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 545; disoccupati 146; inoccupati 79; laureati 32; diplomati 240; con

licenza media 511; con licenza elementare 639; analfabeti 81; automezzi circolanti 600; abbonamenti TV 550. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha una caratteristica tipica della Gallura, dato che il suo tessuto urbano non ha un carattere unita` distribuito in tanti piccoli cenrio ed e tri sviluppatisi in tempi relativamente recenti. Gli edifici di maggior pregio sono la chiesa di San Giuseppe che ` Cucurenza, a qualche sorge in localita chilometro dall’abitato maggiore; fu costruita nel Medioevo e completamente ristrutturata nel secolo XVIII. Ha l’impianto a una sola navata rettangolare e la copertura in legno. All’esterno i muri perimetrali sono raffor` sorzati da contrafforti e la facciata e montata da un campaniletto a vela. Un’altra chiesa campestre, dedicata a ` situata in localita ` TarraSan Michele, e padeddha a breve distanza da un’altra, intitolata a Sant’Antonio; fu costruita probabilmente nel Medioevo, ma le sue forme attuali rimandano al secolo XVIII. Ha l’impianto a una navata e la copertura del tipo a capanna; recente` stata restaurata. La chiesa di mente e ` posta a breve distanza dal San Pietro e ` d’Agultu; fu costruita nucleo di Trinita ` sui nell’Ottocento con ogni probabilita ` antica. Ha l’imresti di una chiesa piu pianto a navata unica rettangolare, la copertura in legno, la facciata del tipo a capanna e culmina con un campaniletto a vela. La chiesa di Sant’Antonio ` situata in localita ` Li Colti da Padova e (Sant’Antoni di Li Colti), lungo la strada per Aggius. L’edificio fu costruito nel Settecento, ha l’impianto a una navata, la copertura a capanna e la facciata in granito decisamente austera. Il borgo marino di Isola Rossa ha una torre in granito porfirico edificata nel secolo XVI. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 13

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Trogodori giugno si tiene nella chiesa campestre omonima la festa di Sant’Antonio da Padova, molto suggestiva e organizzata in modo molto singolare; infatti ad essa provvedono tre comitati (‘‘sopra` d’Astanti’’) uno che si forma a Trinita gultu, uno ad Aggius e uno a Badesi; ciascuno di essi cura la celebrazione di una messa e di un banchetto comunitario e avviene come se si celebrassero nello stesso giorno tre feste distinte. Una singolare manifestazione ` svolta in occasione dell’ultimo giusi e bileo, per riparare un torto portato dai galluresi, due secoli e mezzo fa, a una chiesa della Corsica: da questa sarebbe stata infatti trafugata la statua che campeggia sull’altare maggiore ` d’Agultu. della parrocchiale di Trinita Come racconta Tonio Biosa in un articolo del 1999 sulla ‘‘Nuova Sardegna’’, ` stato riparato con una lo ‘‘sgarbo’’ e spedizione a cavallo: «Da queste parti ` del si racconta che intorno alla meta 1700 i capi delle bande di fuorilegge, datisi convegno nella vasta area a ridosso del litorale da Isola Rossa a Vignola a Capo Testa, avendo deciso di erigere una cappella per il soddisfaci`e mento del loro spirito di religiosita anche per eventuale riparo in caso di inseguimento di gendarmi e nemici personali, si procurarono una statua prelevandola dall’eremo presso Bonifacio e facendola sbarcare nell’insenatura di Tinnari. Di qui un giogo di buoi l’avrebbe condotta nella contrada d’A` del gultu. Qui appunto, data l’identita simulacro a disposizione, sarebbe ` , intorno sorta la chiesa della Trinita alla quale, nel corso dei due secoli, si sarebbe formato il paese omonimo. ` quanto si racconta: e non inQuesto e verosimilmente, dati e il clima dell’epoca e le vicende svoltesi nel passato nell’impervio e incontrollato territorio che va da Aggius fino al litorale di

fronte alla Corsica. Ma ecco il Giubileo del 2000 con tutti i suoi significati e le varie iniziative. Simbolo di tale ricon` uno stendardo riproduciliazione sara ` e le due cente la statua della Trinita chiese, quella gallurese e quella corsa. Portato dai cavalieri dell’ippovia del ` il percorso Giubileo, lo stendardo fara inverso di quello indicato dalla leg` genda per il simulacro: dalla Trinita ´ di Bonifacio, d’Agultu alla Trinite ` per sempre». dove dimorera

Trivulzio, Teodoro Vicere´ di Sardegna (Milano 1597-ivi 1657). In carica dal 1649 al 1651. Principe di Musocco, fu avviato giovanissimo alla carriera mi´ per l’imperatore Ferlitare; combatte dinando II in Ungheria. Divenuto ve` e si stabilı` a dovo nel 1622, si laureo Roma dove, dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1629 fu creato cardinale. Ma poco tempo dopo riprese la vita mi´ per il re di Spagna in litare e combatte Francia durante la Guerra dei Trent’anni. In seguito, nel 1642 fu nominato ´ di Valencia, nel 1647 capitano vicere generale del Regno di Sicilia e nel ´ di Sardegna. Governo ` con 1649 vicere energia, al punto da entrare ben presto in conflitto con Bernardino Mattia Cer` di isolare politicavellon, che cerco mente; ma la vita gli fu resa cosı` diffi` l’isola. Nel 1653 cile che nel 1651 lascio fu inviato come ambasciatore di Spagna alla corte pontificia; il suo secondo ` nel 1654 soggiorno a Roma termino quando fu nominato governatore di Milano.

Trogodori Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria di Dolia. Era situato nelle campagne a sud di Samatzai. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato al conte di Capraia, e all’estin` al zione della sua discendenza passo

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Trogu ` , Magiudice d’Arborea. Nel 1295, pero riano II lo cedette al Comune di Pisa, ´ gia ` prima della fine del secolo cosicche venne amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. Dopo la conquista ` a far parte catalano-aragonese entro del Regnum Sardiniae e nel 1328 fu concesso a Mariano de Ammirato, il ` in dote a sua figlia. quale lo assegno ` Mariano morı`, nel 1343, Quando pero ` il feudo e lo conil fisco le sequestro cesse a Bernardo Cruilles, provocando una lite tra i due. La controversia si concluse nel 1344 a favore della figlia dell’Ammirato, che a sua volta morı` poco dopo; a questo punto il villaggio fu nuovamente concesso ad Alibrando de Ac ¸en. Poco dopo il villaggio fu inve` stito dalla peste del 1348 e si spopolo completamente.

Trogu Famiglia di Oristano (secc. XVIXVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI, quando i suoi membri cominciarono a ricoprire uffici pubblici nel` e l’amministrazione reale della citta ad accumulare un discreto patrimonio. Nel 1615 ottennero il cavalierato ereditario con un Giovanni Antonio e nel ` con suo figlio Giovanni. 1630 la nobilta Quest’ultimo, unitamente ai suoi fratelli, Antonio, pesatore reale della ` , e Sisinnio, nel 1643 venne amcitta messo allo Stamento militare durante il parlamento Avellano. La famiglia fu continuata dai figli di Sisinnio che presero parte a tutti gli altri parlamenti, ma si estinse nel corso del secolo XVIII.

Trois Famiglia cagliaritana di editori (sec. XIX-esistente). Le sue notizie ri` del secolo salgono alla prima meta XIX. Iniziatore della tradizione fu un Costante, tipografo nel quartiere della Marina agli inizi dell’Ottocento. Suo figlio omonimo apprese l’arte come compositore presso la tipografia Timon e ` a continuare l’attivita ` iniquindi passo

ziata da suo padre. Nel corso delle generazioni i suoi discendenti svilupparono la tipografia di famiglia e nel 1970 fondarono la casa editrice 3T. Negli ul` resa benemerita timi decenni essa si e soprattutto per avere ristampato al` importanti opere di arcune delle piu gomento sardo pubblicate tra Otto e Novecento, contribuendo cosı` a far conoscere al grosso pubblico alcuni libri ´ introvache erano diventati pressoche bili. Tra le molte riedizioni, vanno ricordate le due opere di Alberto Ferrero della Marmora, il Viaggio in Sardegna e L’itinerario dell’isola di Sardegna, la Storia di Sardegna di Giuseppe Manno, le opere del poeta desulese ‘‘Montanaru’’, la Guida di Cagliari di Francesco Corona, i vocabolari di Giovanni Spano e molte altre. L’editrice ha anche reso possibile la pubblicazione di alcune opere di Francesco Alziator, Oliviero Maccioni, Francesco Corda e di altri protagonisti della cultura sarda del Novecento.

Trois, Gianni Editore (Cagliari 1924-ivi 2001). Erede delle tradizioni familiari, ` la casa editrice 3T, nel 1970 fondo dando cosı` ulteriore impulso allo sviluppo dell’azienda tipografica di famiglia. Giornalista, uomo di cultura e sen` , fu condirettore della rivista sibilita letteraria ‘‘S’Ischiglia’’. Per la sua atti` ottenne nel 1977 il premio ‘‘Lao Sivita lesu’’ di Iglesias e nel 1981 il premio ` di Ozieri’’. ‘‘Citta

Trompa Famiglia sassarese di mercanti (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1461 ottenne ` con il riconoscimento della generosita un Filippo, la cui discendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Trona Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sarrabus. Era posto a poca distanza da San Vito. Dopo la caduta del giudi-

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Tronchetti cato, con la divisione del 1258 fu assegnato ai Visconti che lo annetterono ai loro territori del giudicato di Gallura. Alla loro estinzione venne amministrato direttamente dal Comune di ` a spopolarsi. Con la Pisa e comincio `a conquista catalano-aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae, ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile nei confronti dei nuovi venuti; le vicende della guerra e la continue incursioni di bande di pastori ne determinarono il totale abbandono en` del secolo. tro la prima meta

Troncarelli, Fabio Paleografo (n. Roma 1948). Intrapresa la carriera universi` diventato professore di Paleotaria, e ` di Lettere mografia nella Facolta ` della Tuscia. Ha derne dell’Universita al suo attivo il saggio Manoscritti, libri e stampa e tradizione orale in Sardegna dal XIV al XVI secolo, in Vestigia Vetustatum. Documenti manoscritti e libri a stampa in Sardegna dal XIV al XVI secolo. Fonti d’archivio: testimonianze e ipotesi, Catalogo della mostra, 1984.

Tronchetti, Carlo Archeologo (n. Pisa ` speci1948). Conseguita la laurea, si e ` enlizzato in Archeologia punica ed e trato nella carriera delle soprintendenze archeologiche. In Sardegna, ha concorso a impiantare il Museo archeologico di Pula e ha preso parte a numerose campagne di scavo sulle quali ha scritto interessanti articoli scientifici. Attualmente dirige il Museo archeologico di Cagliari. Tra i suoi scritti: Un Dionisos Tauros in Bosa, ‘‘Studi sardi’’, XXIV, 1977; Problema´ramiques tica della Sardegna, in Les ce de la Gre`ce de l’est et leur diffusion en ´rard, Institut Occident, ‘‘Centre Jean Be Franc ¸ais de Naples’’, 1978; I materiali di epoca storica nella collezione Spano, in Contributi su Giovanni Spano 18031878, 1979; Per la cronologia del tofet di S. Antioco, ‘‘Rivista di Studi fenici’’,

VII, 7 1979; Contributo allo studio del commercio tharrense: i vasi attici a figure nere nel Museo archeologico nazio´ cole ´ langes de l’E nale di Cagliari, ‘‘Me franc ¸aise de Rome’’, 91, 1979; Un nuovo vaso di cultura Bonu Ighinu, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXXV, 1-2, 1980; La ceramica di importazione. Catalogo, in La necropoli di Nora, 1981; due schede, Scavi e scoperte: Monte Prama (comune di Cabras) e Torre di Chia. (Comune di Domus de Maria), entrambi in ‘‘Studi etruschi’’, XLIX, 1981; La necropoli di Nora (con Piero Bartoloni), ‘‘Collezione di Studi fenici’’, 12, 1981; S. Maria: situazione e problemi. Lo scavo, in Villasimius. Prime testimonianze archeologiche nel territorio, 1982; La presenza di ceramica attica arcaica nella Sardegna fenicio-punica, in Atti del I Congresso internazionale di Studi fenicio-punici, II, 1983; Nora, collana ‘‘Sardegna archeologica’’, 1, 1984; Inquadramento della ceramica greco-orientale in Sardegna, in I Focei dall’Anatolia all’oceano, ‘‘La Parola del Passato’’, CCIV-CCVIII, 1984; The cities of roman Sardinia, in Studies in Sardinian Archaeology, I, 1984; La Sardegna, gli Etruschi e i Greci (con P. Bernardini), in Sardegna Preistorica. Nuraghi a Milano, 1985; Archeologia urbana a Cagliari: lo scavo di via Brenta (con I. Chessa e M. Ventura), ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1985; sei schede, La necropoli fenicia arcaica, La necropoli punica: la ceramica d’importazione, La necropoli romana, Le terme a mare, Il tempio romano, Le ricerche subacquee: le anfore, tutte in Nora. Re` centi studi e scoperte,1985; Sulci citta eterna, ‘‘Archeologia Viva’’, 5, 1985; Il ` romana, territorio dell’Oristanese in eta in Atti del primo Convegno sull’archeologia romana e altomedioevale nell’Oristanese, Cuglieri 1984, 1986; I greci e la Sardegna, ‘‘Dialoghi di Archeologia’’,

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Tronchetti III, 3, 1986; I rapporti tra il mondo greco e la Sardegna: note sulle fonti, ‘‘Egitto Vicino Oriente’’, IX, 1986; Tomba punico -romana a S. Sperate, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; I segni dell’anti` , in Assemini. Storia e societa `, chita 1986; I rapporti di Sulci (Sant’Antioco) con le province romane del Nord Africa, in L’Africa romana. Atti del III Convegno di studi, 1986; Nora: la ceramica a vernice nera non attica, ‘‘Quaderni del Museo archeologico di Pula’’, I, 1987; Bithia I: la tomba 49 della necropoli romana, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; I Sardi. Traffici, relazioni, ideologie nella Sardegna arcaica, 1988; Bithia II. La ceramica a vernice nera a pasta grigia, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica di Cagliari’’, 5, 1988; S. Antioco: area del Cronicario (campagne di scavo 1983-86) (con P. Bartoloni e P. Bernardini), ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XVI, 1, 1988; S. Antioco. Materiali greci e romani nella necropoli, in I civici musei archeologici della provincia di Cagliari, 1988; tre schede, Pula, S. Antioco. L’origine del Museo, S. Antioco. Itinerario, tutte in L’Antiquarium arborense e i civici musei della Sardegna, 1988; Sant’Antioco romana, 1989; La ceramica attica nelle necropoli puniche di IV sec. a.C. della Sardegna meridionale, in Riti funerari e di olocausto nella Sardegna fenicia e punica. Atti dell’Incontro di studio, S. Antioco 1986, supplemento al n. 6 dei ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1989; S. Antioco, collana ‘‘Sardegna archeologica’’, 12, 1989; Per la topografia di Sulci romana, in Atti del Convegno su ‘‘Materiali per una forma urbana tra Tardo Antico e Alto Medioevo’’, 1989; La necropoli romana di Sulci. Scavi 1978: relazione preliminare, ‘‘Quaderni della Soprinten-

denza archeologica per le province di ` puCagliari e Oristano’’, 7, 1990; L’eta nica, in Sardegna archeologica, 1990; sei schede, Santu Benittu, Cuccuru Spinniau, Turretta, Ponte Ferru, Nuraghe su Nuraxi (con V. Santoni), Funtana de Meurra, tutte in Il Museo Sa Domu Nostra 1990; L’iconografia del potere nella Sardegna arcaica, in Papers of the Fourth Conference of Italian Archaeology, 1990; La ceramica a vernice nera di Cagliari tra IV e III sec. a.C. Importazioni e produzioni locali, in Atti del II Congresso internazionale di studi fenici e punici 1987, 1991; dieci schede, Premessa: la zona prima dello scavo, Le fasi ` arcaica, l’eta ` punica, l’eta ` di vita: l’eta ` altomedioevale, La repubblicana, l’eta ceramica etrusca, La ceramica attica a vernice nera, La ceramica attica di via Brenta: considerazioni generali, L’atelier des petites estampilles, La ceramica Campana A, La ceramica a vernice nera centro italica, Le anfore dell’Italia meridionale, La ceramica a vernice nera di produzione locale, tutte in Lo scavo di via Brenta a Cagliari, supplemento al n. 9 di ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1992; Osservazioni sulla ceramica attica della Sardegna, in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; Le testimonianze archeologiche, in Torre Canai-S. Antioco. Ambiente e storia, 1994; La ceramica attica a vernice nera di IV sec. a.C. della Sardegna, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995; Nora III. Quattro anni di scavi e ricerche, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995; La ‘‘machaira’’ e la ‘‘kylix’’. Tombe tardo-puniche di Santa Lucia di Gesico, in Alle so` . Il Mediterraneo tra glie della classicita tradizione e innovazione. Studi in onore

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Trudda di Sabatino Moscati, 1995; Le problema` rotiche del territorio del Sulcis in Eta mana, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; La ceramica della Sardegna romana, 1996; La ceramica a vernice nera di importazione e produzione locale, in Tuvixeddu tomba su tomba, 1998.

Tronci, Leonardo Funzionario, consigliere regionale (n. Ortacesus 1927). Dopo essersi laureato in Giurispru` entrato nell’amministrazione denza e ` deregionale. Cattolico impegnato, si e dicato anche alla politica schierato nella Democrazia Cristiana. Nel 1969 ` stato eletto consigliere regionale per e la VI legislatura nel collegio di Cagliari; successivamente riconfermato anche per la VII.

Tronci, Paolo Storico (Pisa, sec. XVII` ?). Era canonico del Duomo e studio appassionatamente la storia della sua ` , scrivendo alcune opere nelle citta quali fece riferimento alle vicende della Sardegna. In particolare vanno ricordati due manoscritti sul primato della chiesa pisana nei quali, intervenendo nella ben nota polemica tra Ca` la gliari e Sassari che caratterizzo ` del Seicento, rivendico ` i prima meta diritti della diocesi pisana che nel Medioevo aveva avuto la legazia pontificia sulla Sardegna. Altra opera impor` un trattato nel quale riprende tante e l’ipotesi che i giudicati siano stati istituiti da Pisa subito dopo la sconfitta di ` di Migahid: Memorie istoriche della citta Pisa, 1682; Annali pisani rifusi, arricchiti di molti fatti e seguitati fino all’anno 1839 da Giuseppe Tabani, 18681871; Due manoscritti di Paolo Tronci sul primato della chiesa pisana, pubblicati da A. Manghi, 1906.

Tronci, Vittorio Ingegnere, imprendi` sec. XIXtore (Cagliari, seconda meta ?). Dopo essersi laureato in Ingegneria divenne uno dei maggiori protagonisti

` dello sviluppo industriale della citta agli inizi del Novecento. Impegnato nelle costruzioni ferroviarie, a lui si deve la linea secondaria tra Isili e Villacidro; ma soprattutto egli si rese benemerito per aver introdotto in Sardegna la telefonia: nel 1900 diede l’avvio al servizio telefonico pubblico a Cagliari.

Trota = Zoologia della Sardegna Trova, Assunta Storica (n. Alghero 1952). Intrapresa la carriera universi` diventata ricercatrice taria, nel 1980 e di Storia contemporanea e in seguito professore associato di Storia del Risorgimento. Attualmente insegna ` di Scienze politiche presso la Facolta ` di Sassari. Ha al suo atdell’Universita ` occupata tivo numerose opere: si e principalmente di storia del movimento cattolico e di storia dell’Ottocento in Italia. Tra i suoi scritti: Alle origini dello scoutismo cattolico in Italia, 1986; Coscienza nazionale e rivoluzione democratica: l’esperienza risorgimentale di Cesare Correnti, 1996; I congressi enologici italiani nell’Ottocento, in La vite e il vino. Storia e diritto (secoli XI-XIX); Cattaneo, Garibaldi e il mondo risorgimentale sardo, in Cattaneo e Garibaldi. Federalismo e Mezzogiorno (a cura di A. Trova e Giuseppe Zichi), 2004. E inoltre Alghero, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982.

Trudda, Gianfranco Impiegato, studioso di cultura locale (n. Torino 1935). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza ha intrapreso la carriera della ` stato per pubblica amministrazione. E anni direttore amministrativo della USL di Olbia. Studioso attento e pro` fondo dei problemi delle comunita marginali, ha dedicato alcuni dei suoi lavori allo studio della loro storia. A Enas, nella campagna di Olbia, ha curato la creazione di una pubblica bi-

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Trudu blioteca, specializzata in temi sardi. Ha scritto Ammentos. Un mondo sconosciuto ai confini della Gallura, 1982; ´ e i lodeini, 1990. Lode

Trudu, Antonio Storico della musica ` (n. Cagliari 1947). Dopo la laurea si e dedicato all’insegnamento universita` diventato ricercatore di rio. Nel 1980 e Storia della Musica moderna e quindi professore associato della disciplina. Attualmente insegna presso il Dipartimento di Studi storici e geografico-ar` di Scienze della tistici della Facolta ` di CaFormazione dell’Universita ` antica istitugliari. Ha scritto La piu zione musicale cagliaritana: la Cappella civica, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1983; La scuola municipale di musica di Cagliari, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1984; La banda cittadina, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985; Un’antica istituzione cittadina: l’orchestra civica, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; A Cagliari la musica strumentale ha messo radici alla fine dell’Ottocento, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1987; Il conservatorio di Cagliari nacque il 30 novembre 1939, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1989; Il Conservatorio di musica dal 1939 ai nostri giorni, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1990; ` delIl secondo quinquennio di attivita l’Accademia dei concerti: 1931-1935, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1992; L’accademia dei concerti al terzo quinquennio ` : 1936-1940, ‘‘Almanacco di di attivita Cagliari’’, 1993; L’istituzione dei concerti di Cagliari dal 1940 al 1947, ‘‘Alma` delnacco di Cagliari’’, 1994; L’attivita l’istituzione dei concerti dal 1947 al 1952, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1995; L’istituzione dei concerti P.L. da Palestrina nel quinquennio 1952-1957, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1996; L’istituzione dei concerti P.L. da Palestrina dal 1957 al 1961, ‘‘Almanacco di Cagliari’’ 1997.

Trudu, Lucilla Storica (?, sec. XX-Cagliari 2004). Dopo la laurea in Lettere

` dedicata alla carriera universitasi e ` stata professore associato di Storia. E ` di ria contemporanea presso la Facolta ` di Cagliari. Magistero dell’Universita ` morta prematuramente nel 2004. E Tra i suoi scritti: Cultura e socialismo in Sardegna alla fine dell’Ottocento, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 1, 1973; Il partito politico e il problema della terra in Sardegna: la risposta del Partito Sardo d’Azione 1920-1949, ‘‘Studi e ri` di Magistero delcerche della Facolta ` di Cagliari’’, 1, 1981; l’Universita Aspetti e problemi del Fascismo in Sardegna, ‘‘Studi di Storia moderna e contemporanea’’, 23, 1983; Aspetti del dopofascismo e della ripresa democratica in Sardegna (1943-46), ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, II, 1984; L’impossibile rivoluzione dei patrioti sardi nel 1802, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 2931, 1990, ora anche in La Rivoluzione sulle Bocche. Francesco Cillocco e Francesco Sanna Corda «giacobini» in Gallura (a cura di M. Brigaglia e L. Carta), 2003.

´ ville, Laurent-Jean-FranTruguet-Tre c ¸ ois Ammiraglio francese (Tolone 1752-Parigi 1839). Quando nel 1792 la Convenzione decise di occupare la Sardegna per evitare che l’isola cadesse in mano agli inglesi, gli fu affidato il comando della spedizione. La flotta, forte ` da Tolone di 45 navi da guerra, salpo nel dicembre del 1792 e dopo una navigazione relativamente tranquilla si av` alle coste sarde; il 29 dicembre vicino T.-T. fece entrare sette navi nella rada di Cagliari, ma esse furono respinte dai cannoni del forte di Sant’Elia. L’ammi` le sue navi nel raglio allora concentro golfo di Palmas da dove, l’8 gennaio ` l’occupazione delle isole 1793, ordino di San Pietro e di Sant’Antioco. Sembrava l’inizio di una facile impresa,

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Trump per cui, riassettate le navi, fece muovere la flotta in direzione di Cagliari; il 22 gennaio giunse nel golfo e fece schierare in ordine di battaglia tutte le navi, dividendole in due gruppi. Dopo aver tentato inutilmente lo sbarco il 27 e il 28 gennaio, fece bom`, ma anche le artiglierie bardare la citta sarde colpirono ripetutamente le sue ` un secondo navi. Ritirate le navi, tento ` violento bombardamento a pare piu tire dal 14 febbraio e finalmente fece sbarcare un contingente lungo la spiag` di Lluc. La gia di Quartu, nella localita disperata resistenza dei sardi ebbe la meglio sulle truppe da sbarco, infliggendo loro notevoli perdite, e il 19 febbraio, raccolti i resti del corpo da ` definitivasbarco, l’ammiraglio lascio mente il golfo di Cagliari.

Trullas Antico villaggio di origine romana situato nelle campagne di Seme` a far parte stene. Nel Medioevo entro del giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria del Costavall. Nel se` un monastero di colo XII vi si insedio ` tardi passo ` ai MalaCamaldolesi, e piu spina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale di Torres, fu compreso nel piccolo stato che essi formarono nella Sardegna nord-occidentale. Nel 1308 essi lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea, ma in seguito non riusci` a tornarne in possesso. Subito rono piu dopo la conquista aragonese, avendo prestato omaggio al re d’Aragona, cercarono persino l’aiuto del sovrano per riacquistarlo, ma inutilmente. Negli anni successivi, infatti, avendo aderito alla prima ribellione dei Doria, non poterono evitare che nel 1328 il villaggio fosse definitivamente riconosciuto dal re d’Aragona al giudice d’Arborea. Nei decenni successivi, subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi; prima della fine del

secolo XIV era completamente spopolato.

Trump, H. David Archeologo (n. sec. ` con LoXX). Tra il 1969 e il 1971 scavo ria a Sa Ucca de Su Tintirriolu e nel 1972 nella Grotta Verde di Alghero. Tra i suoi scritti: Ozieri (con W. Bray), voce in Dizionario di Archeologia, 1973; The Neolithic in Northern Sardinia, in ´sume´ des comunications de le IXe Re Congre`s de L’Union international des ´historiques et protohistoriSciences pre que, 1976; Le scoperte a Sa Ucca de Su Tintirriolu e il Neolitico sardo (con R. Loria), ‘‘Monumenti antichi dell’Accademia dei Lincei’’, serie miscellanea, XLI, II, 2, 1978; The grotta Filiestru´olithique Bonu Ighinu-Mara, in Le Ne ´diterrane ´en. Actes du Colloancien me que international de Prehistoire, 1982; La grotta di Filiestru a Bonu IghinuMara (con A. Foschi e M. Levine), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 13, 1983; A radiocarbon chronology of the early prehistory of Sardinia (con V.R. Switsur), in Proceedings of First International Symposium 14C and Archaeology, 1983; The Bonu Ighinu project: results and prospects, in The Deya conference of Prehistory: ‘‘Early Settlement in the Mediterranean Islands and Peripheral Areas’’, ‘‘British Archaeological Report’’, 229, 1984; The Bonu Ighinu project and the Sardinian Neolithic, in Studies in Sardinian Archaeology, I, 1984; Bonu Ighinu. Site and setting, in Papers in Italian Archaeology IV. The Cambridge Conference Part I: ‘‘The human Landscape’’, ‘‘British Archaeological Reports International Series’’, 242, 1985; Beyond Stratigraphy. The Bonu Ighinu project, in Studies in Sardinian Archaeology, II, ‘‘Sardinian in the Mediterranean’’, 1986; La cultura di Ozieri a Sa Ucca de Su Tintirriolu e Filiestru in loc. Bonu

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Tsong Ighinu, in La cultura di Ozieri: problematiche e nuove acquisizioni. Atti del I Convegno di Studio, Ozieri 1987, 1989; Nuraghe Noeddos and the Bonu Ighinu Valley. Excavation and survey in Sardinia, 1990; Militarism in Nuragic Sardinia, in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; The nuraghi of Sardinia, territory and power. The evidence from the comune of Mara, 1997.

Tsong, I.T.S. Archeologo (n. USA, sec. XX). Professore della Pennsylvania State University, studioso dell’ossidiana sarda e della sua datazione. Nel 1984 ha preso parte alla I Sessione di studi sull’archeologia sarda organizzata dalla professoressa Silvia Bal` del Michigan. muth per l’Universita Ha scritto Obsidian Hydration dating in Sardinia (con E. Atzeni, J.W. Mitchels e G.A. Smith), in Studies in Sardinian Archaeology, 1984.

rensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Tufani, Mario Impiegato, consigliere regionale (Ascoli Piceno 1917-Cagliari 1999). Di idee liberali, nel secondo dopoguerra fu tra i protagonisti della ripresa del Partito Liberale Italiano in Sardegna. Dopo essere stato per diversi anni consigliere comunale di Cagliari, nel 1969 fu eletto consigliere regionale nel collegio di Cagliari per la VI legislatura, al termine della quale non fu riconfermato.

Tuca Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Coros. Era situato nelle campagne di Usini. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XIII erano pervenuti ai Malaspina in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio al re d’Aragona. T. ` a far parte del Regnum Sarcosı` entro diniae, ma, scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, i Malaspina vi presero parte, per cui il villaggio subı` gravi danni pur continuando a restare in loro possesso. Solo nel 1353 fu defi` nelle nitivamente sequestrato e passo mani del re; poco dopo fu gravemente danneggiato dalla prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arbo-

Tuia – Diffusa come pianta ornamentale, e` impiegata spesso nelle siepi.

Tuia Denominazione comune di un genere di piante sempreverdi della famiglia delle Cupressacee. 1. La t. occiden` una pianta tale (Thuja occidentalis L.) e ` raggiungere i 15 m di altezza che puo ` impiegata come siepe ornamened e tale o frangivento. I rametti sono disposti secondo un piano orizzontale. Le foglie sono squamiformi e appressate ai rametti, di colore verde scuro alla pagina superiore, verde-giallastro a quella inferiore. I fiori, unisessuali, sono raccolti in infiorescenze, piccole e apicali quelle maschili, prima gialle e poi brune quelle femminili, la fioritura avviene a marzo-aprile. I frutti sono galbuli (pigne) ovoidali, legnosi, formati da circa 10 squame, arroton` date e prive di uncini, che a maturita si aprono a rosetta liberando numerosi

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Tuia ` una pianta ad accrescipiccoli semi. E mento piuttosto lento. Originaria del ` stata inNordamerica e del Canada, e trodotta in Europa nell’Ottocento a scopo ornamentale. Questa t. si adatta meglio della congenere t. orientale ai climi freddi, predilige terreni calcarei e argillosi e tollera discretamente gli ambienti urbani. 2. La t. orientale ` raggiungere i (Thuja orientalis L.) puo 15 m di altezza, si adatta a substrati di´ ben drenati. I rametti versi, purche sono disposti secondo un piano verticale. Le foglie sono squamiformi, ` o meno ovoidali, molto piccole, piu verde brillante su entrambe le pagine.

I fiori sono unissessuali e sono portati dallo stesso individuo; i fiori maschili sono piccoli e di colore ocraceo, quelli femminili sono piccoli coni verdastri. I frutti sono galbuli formati da 6-8 ` squame con apice a uncino, a maturita si aprono a calice liberando piccoli ` una specie originaria delle resemi. E gioni orientali del continente asiatico; ` dei Setintrodotta in Europa alla meta ` rapidamente diffusa trotecento, si e vando impiego come pianta ornamen´ tollera tale per siepi e divisori, poiche ` prebene la potatura. In Sardegna e sente dal 1819 nel parco di Villa d’Orri. [TIZIANA SASSU]

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