Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 10 (Tuili - Zurru e Cronologia) [2 ed.]

La "Grande Enciclopedia della Sardegna", edita e distribuita da "La Nuova Sardegna", è nata con l�

2,189 394 4MB

Italian Pages 574 Year 2007

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Grande Enciclopedia della Sardegna, vol. 10 (Tuili - Zurru e Cronologia) [2 ed.]

Citation preview

LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 10

Tuili - Zurru Cronologia

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 1

LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA

Volume 10: Tuili-Zurru

Edizione speciale e aggiornata per La Nuova Sardegna § 2007 Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. dell’edizione originale La Grande Enciclopedia della Sardegna a cura di Francesco Floris § 2002 Newton & Compton Editori S.r.l.

Supplemento al numero odierno de La Nuova Sardegna Direttore responsabile: Stefano Del Re Amministratore delegato: Odoardo Rizzotti Reg. Trib. di Sassari nº 4 del 19/6/1948

I contenuti della presente edizione speciale sono stati rielaborati, aggiornati, arricchiti e completati da La Nuova Sardegna. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo ` essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, eletvolume puo tronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio e televisione, ` perseguita a termini di legge. senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sara

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007 presso ILTE S.p.A., Moncalieri (TO)

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 2

LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLA SARDEGNA a cura di Francesco Floris

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 3

Per l’edizione speciale:

Progetto e consulenza editoriale: Manlio Brigaglia

Opera a cura di Francesco Floris

Coordinamento redazionale: Salvatore Tola

Progetto grafico e impaginazione: Edigeo s.r.l., Milano

Collaboratori: Mario Argiolas, Piero Bartoloni, Marcella Bonello Lai, Aldo Borghesi, Aldo Brigaglia, Maria Immacolata Brigaglia, Antonio Budruni, Paolo Cabras, Gerolama Carta Mantiglia, Rita Cecaro, Ercole Contu, Fabrizio Delussu, Roberto Dessanti, Giovanni Dore, Piergiorgio Floris, Federico Francioni, Piero Frau, Sergio Frau, Franco Fresi, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Giovanni Gelsomino, Michele Guirguis, Antonio Ibba, Marcello Madau, Giovanni Marginesu, Attilio Mastino, Antonello Mattone, Lucia Mattone, Gianluca Medas, Francesco Melis, Paolo Melis, Giuseppe Meloni, Vico Mossa, Fabrizio Mureddu, Anna Maria Nieddu, Francesca Nonis, Francesco Obinu, Gianni Olla, Pietro Pala, Giampiero Pianu, Tomasino Pinna, Enrico Piras, Giuseppe Piras, `, Paolo Pulina, Marco RenNatalino Piras, Giuseppe Podda, Valentina Porcheddu, Franco Porra deli, Paola Ruggeri, Sandro Ruju, Antonello Sanna, Barbara Sanna, Mauro Giacomo Sanna, Piero Sanna, Pietro Sassu, Tiziana Sassu, Simone Sechi, Giuseppe Serri, Francesco Soddu, Piergiorgio Spanu, Alessandro Teatini, Marco Tedde, Eugenia Tognotti, Francesca Tola, Giovanni Tola, Dolores Tomei, Raimondo Turtas, Esmeralda Ughi, Luisanna Usai, Adriano Vargiu, Massimiliano Vidili, Bepi Vigna, Gianna Zazzara, Raimondo Zucca

Consulenza iconografica: Giancarlo Deidda

Referenze iconografiche: pagg. 1, 3, 10, 13, 21, 23, 27, 64, 75, 93, 95, 96, 100, 101, 117, 126, 135, 147, 148, 149, 150, 153, 160, 163, 167, 181, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 216, 218, 222, 225, 230, 236, 242, 247, 252, 253, 258, 261, 263, 278, 279, 280, 302, 306, 312, 314, 322, 323, 340, 354, 361, 363, 370, 375, 379, 380, 381, 384, 387, 388, 389, 390, 391, 395, 398, 399, 400, 401, 402, 408: De Agostini Picture Library (Novara) pag. 169: Giancarlo Deidda (Cagliari) Immagine di copertina: De Agostini Picture Library

Si ringraziano per la collaborazione tutti gli artisti, gli archivi fotografici e gli enti di conserva` a dispozione che hanno dato permesso di riproduzione. L’Editoriale La Nuova Sardegna S.p.A. e sizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e testuali non individuate. Si ringraziano le Edizioni Della Torre per la collaborazione.

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 4

Guida alla consultazione Ordine alfabetico ` stata La sequenza alfabetica dei lemmi e fissata trascurando i caratteri non alfabetici. Quando il lemma contiene una virgola – come avviene nei nomi propri di persona tra cognome e nome – l’ordinamento considera solo la parte del lemma che precede la virgola, passando alla parte successiva solo in caso di omografia:

*

– Voci dedicate ai santi. Subito dopo l’attacco del lemma e, se presente, il nome al secolo, vengono indicate le varianti sarde del nome che differiscono dall’italiano: Lorenzo da Brindisi, san (Giulio Cesare Russo; in sardo, Santu Lorenzu, Santu Lorentu, Santu Larentu, Santu Laurentu) ...

San Benedetto San Carlo Sanchez Sanchez de Calatayud, Pietro Sanchez Martinez, Manuel

Dopo l’esposizione generale della vita e delle opere del santo sono spesso presenti i paragrafi In Sardegna, in cui si ` patrono e citano i centri di cui egli e dove possono essere descritti i suoi legami col mondo della storia o delle tradizioni sarde, e Festa, nel quale ven` che gono elencate le date e le localita hanno particolari ricorrenze dedicate al suo culto:

Struttura delle voci ` evidenziato in carattere neIl lemma e retto. ` alcuni lemmi di santi riPer comodita mandano a quelli dedicati a un altro personaggio con cui i primi hanno avuto rapporti e all’interno della cui voce sono citati. ` possibile Nei casi di lemmi complessi e che sia presente una suddivisione in paragrafi. Per le voci di alcune categorie `, generalmente, specifiche la struttura e la medesima. *

Andrea, santo ... In Sardegna Patrono di Birori, Giave, Gonnesa, Modolo, Sant’Andrea Frius, Sedini, Sennariolo, Tortolı`, Ula Tirso e Villanova ` il nome al mese di novemTruschedu. Da bre, Sant’Andria. Patrono dei pescatori e dei pescivendoli, invocato contro i tuoni e per guarire gli animali dal mal di ventre. I proverbi: «Po Sant’Andria si toccat sa pibizia» (Per Sant’Andrea si spilla, si assaggia, il vino nuovo); «Seu cumenti sa perda de Sant’Andria, beni stemmu e mellu stau» (Sono come la pietra di Sant’Andrea, bene stavo e meglio sto): persona che si adatta a tutto. Festa Si festeggia il 30 novembre; il 24 maggio a Sant’Andrea Frius. Sagre estive e in altre date durante l’anno.

– Voci dedicate ai comuni. Vengono forniti alcuni dati essenziali come popolazione, superficie, posizione geografica, suddivisioni amministrative e storiche di appartenenza, seguiti dai paragrafi: TERRITORIO, STORIA, ECONOMIA, DATI STATISTICI, PATRIMONIO ARCHEOLOGICO (solo se rilevante), PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE (e AMBIENTALE, solo se rilevante), FESTE E TRADIZIONI POPOLARI.

– Voci dedicate a botanica e zoologia. Vengono di norma indicati i nomi scienti-

V

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 5

` un formaggio a pasta ... Bonassai. E ... ` dell’insediamento rurale Precarieta ... Villaggi abbandonati GIUDICATO D’ARBOREA Nel giudicato d’Arborea sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Abbagadda, villaggio che sorgeva ... 2. Almos, villaggio che sorgeva ... GIUDICATO DI GALLURA Nel giudicato di Gallura sono stati individuati i seguenti villaggi abbandonati: 1. Agiana ... ... Villaggi i cui abitanti si trasferirono altrove ... GIUDICATO D’ARBOREA ... GIUDICATO DI GALLURA ... ...

fici delle specie citate e una classificazione sistematica generale. Nel caso in cui il lemma faccia riferimento a spe` essere presente un cie diverse puo ` semelenco interno per rendere piu plice la consultazione. I nomi sardi, se presenti, sono dati in corsivo e con l’eventuale specificazione del dialetto tra parentesi: Cicerchia Genere di piante erbacee perenni della famiglia delle Leguminose, rappresentato in Sardegna da diverse specie, caratterizzate da fusti lunghi, spesso rampicanti: 1. la c. a foglie larghe (Lathyrus latifolius L.) ... 2. la c. porporina (Lathyrus articulatus L.) ... Nomi sardi: che´rigu (logudorese); letı´tera (Sardegna centrale); piseddu, pisu de coloru (campidanese); pisu de coloru (Sardegna meridionale).

– Voci dedicate a elementi del patrimonio storico e tradizionale sardo. Il testo viene spesso ordinato secondo paragrafi, attinenti alla categoria degli elementi trattati, o in elenchi:

– Voci dedicate alle famiglie storiche. Nel caso in cui la famiglia si sia divisa in ` rami essi vengono solitamente piu elencati distintamente:

Formaggi della Sardegna ... &

IL FORMAGGIO NELLA STORIA

` il centro della produFin dall’antichita zione ... & TIPI DI FORMAGGIO Attualmente i tipi ` diffusi sono: di formaggio sardo piu ` un formaggio ... Biancospino. E

VI

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 6

Amat Illustre e antica famiglia ... ` la baronia di Ramo di Pietro. Pietro eredito Sorso ... ` la Ramo di Francesco. Francesco continuo linea dei marchesi di Villarios ... Ramo di Francesco (San Filippo). Da Francesco, figlio cadetto del marchese Gavino di Villarios, discende ... Rami collaterali. Attualmente, oltre al ramo marchionale primogenito ...

Tuili

Tuili Comune della provincia del Medio Campidano, compreso nella XXV Co` montana, con 1157 abitanti (al munita 2004), posto a 208 m sul livello del mare alla base del versante sud-occidentale della Giara di gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales.

Tuili – Villa Asquer.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 24,50 km2 e confina a nord con Gesturi, a est con Barumini, a sud con Las Plassas e Pauli Arbarei e a ovest con Turri e Setzu. Si tratta di una regione in parte di modeste colline arrotondate – quelle tipiche della Marmilla – , in parte costituito dall’alti` di 500 m piano della Giara (di poco piu di altitudine) e dal pendio intermedio. Lungo quest’ultimo scende, per poi attraversare il paese, uno degli affluenti che danno vita al rio Mannu, che si dirige a sud per gettarsi nello stagno di ` collegato da due bretelle Cagliari. T. e alla statale 197 Sanluri-Nurallao, che passa a breve distanza; altre strade minori lo collegano con i villaggi circostanti. & STORIA Il territorio conserva numerose stazioni di lavorazione dell’ossidiana che testimoniano come il territorio fosse abitato fin dal periodo prenuragico; vi sono anche monumenti del periodo nuragico e testimonianze del periodo punico. L’attuale villaggio de&

riva probabilmente da un centro romano; nel Medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si ` furono insediati in Sardegna, continuo a rimanere in possesso del giudice anche se durante le guerre tra Aragona e Arborea fu spesso danneggiato dalle operazioni militari. Subito dopo la battaglia di Sanluri, nel 1409, venuto in possesso del re d’Aragona fu concesso in feudo a Gherardo Dedoni i cui di` nel 1481 a causa dei descendenti pero biti non furono in grado di opporsi al suo sequestro. Il villaggio fu allora venduto all’asta e acquistato da Giovanni Santa Cruz, munifico signore che abbellı` la chiesa parrocchiale del villag` un bel retablo dipinto dal gio e le dono Maestro di Castelsardo (=). Nel secolo ` a rimanere in successivo T. continuo possesso dei Santa Cruz che furono ` costretti, per conservarlo, a sostepero nere una costosissima lite col fisco, che considerava il feudo devoluto, e con gli eredi dei Dedoni che avrebbero voluto ritornare in possesso di T. I Santa Cruz ` e nel non riuscirono a risollevarsi piu 1659 il villaggio fu nuovamente venduto all’asta e acquistato da Ambrogio Martin (=) la cui unica figlia Marianna nel 1665, col suo matrimonio, lo fece passare a Gerolamo Cervellon. Estinti i Cervellon, dopo essere venuto in mano di alcuni altri feudatari, nel 1774 T. fu ereditato dai Ripoll (=) che ottennero anche il titolo di conte. I rapporti tra gli abitanti del villaggio e i nuovi feudatari furono subito tesi a ` nel pretendere il pacausa dell’esosita gamento dei tributi feudali; nel 1776 il contrasto spinse la popolazione a rifiutarsi di pagare i tributi. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Ori` a far parte della stano; nel 1848 entro divisione amministrativa di Cagliari e

1

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 7

Tuili nel 1859 della omonima provincia. Vittorio Angius ci ha lasciato di questo periodo una precisa testimonianza: «Popolazione. Nel censimento della popolazione dell’isola pubblicato nel 1846 si notarono in T. anime 1190, distribuite in famiglie 287 ed in case 264. ` stata finora La scuola elementare e ´ il maestro era mal esercitata, e perche ignorante e non curante della educa´ zione morale de’ fanciulli, sı` perche molti padri non vi mandano i figli. Nes` anni suno de’ pochi studenti che da piu frequentano la scuola sa leggere e scrivere. Tolti i sacerdoti e le altre persone che hanno una professione liberale, in tutto il restante della popolazione soli 13 sanno leggere e scrivere; altri sette sanno segnare il proprio nome. Agricol` questa quasi l’unica profestura. E sione. I nobili e gli esercenti arti liberali hanno essi pure le loro rispettive famiglie agricole. I terreni sono generalmente feraci. L’ordinaria semina` di 600 ettolitri, delgione del grano e l’orzo 25, delle fave 150, dei ceci 50. Si semina pochissimo lino e niente di meliga. Il grano di T. ha sempre goduto la riputazione del migliore dell’isola, e per la sua purezza, senza mescolanza di altre specie di sementi o grani infe`e riori, e per la sua compita maturita lucidezza, e forse solo meglio pel suo ` abbondante promaggior peso e piu dotto nella panizzazione e nelle paste. Nel mercato di Cagliari, ove se ne porta ` , vendesi a patti mimaggior quantita gliori, che si facciano a’ grani d’altri ` preferito ad essi. paesi, od almeno e L’ordinaria fruttificazione del grano, ` del 10 per starello di orzo e fave si e semenza, de’ ceci meno per lo spesso. ` di Pastorizia. Attualmente non sono piu 20 le persone applicate alla pastorizia non compresi i loro servi: e dico pastori di vacche 1, di cavalle 1, di pecore 9, di porci 2, di capre 2. Di questi due

2

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 8

ultimi uno ha sede fissa e casa sul piano della Giara. Il bestiame manso o di servigio consiste in 200 gioghi di buoi, 70 cavalli, 180 giumenti per la macinazione e 120 majali. Nel bestiame rude si numerano vacche 122, cavalle 113, pecore 2000, porci 150, capre 200. ` ben provveduta in tutte La beccheria e le stagioni tanto di bestiame del territorio, che di capi comprati da altri paesi. Le vacche danno poco latte a’ ´ pochi le mungono. I formaggi, perche ` . Le formaggi sono di conosciuta bonta lane si vendono in gran parte, come pure le pelli e le cuoja, non avendosi comodo per conciarle». Nel corso del` l’Ottocento l’economia di T. si sviluppo sorretta, oltre che dagli Asquer (=), da alcune altre famiglie della borghesia agraria. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare ovini, bovini, caprini ed equini (i cavallini della Giara). Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale nei settori edile ed alimen` sufficientemente organizzata la tare. E rete di distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la lavorazione del ferro battuto e i lavori a in` collegato taglio nel legno. Servizi. T. e da autolinee agli altri centri della pro` dotato di Pro Loco, medico, vincia. E guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1201 unita di cui stranieri 8; maschi 601; femmine 600; famiglie 441. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 11 e nati 7; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indica-

Tuili tori economici: imponibile medio IRPEF 12 135 in migliaia di lire; versamenti ICI 418; aziende agricole 228; imprese commerciali 77; esercizi pubblici 5; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 277; disoccupati 55; inoccupati 100; laureati 14; diplomati 125; con licenza media 307; con licenza elementare 417; analfabeti 99; automezzi circolanti 387; abbonamenti TV 395.

Tuili – Pastore con gregge. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Di ` la logrande interesse archeologico e ` di Santa Elisa, situata a qualche calita chilometro dall’abitato sul ciglio della Giara. Agli inizi del Novecento vi fu individuata e scavata una officina per la lavorazione dell’ossidiana – di cui il vicino monte Arci abbonda – risalente al Neolitico antico (6000-4600 a.C.). Durante gli scavi furono rinvenuti cuspidi di freccia, lame e altri utensili e nuclei di ossidiana lavorata; la gran parte di ` esposta al Museo questo materiale e nazionale di Cagliari. Nello stesso sito, a breve distanza dall’officina, si trova l’omonimo nuraghe monotorre oramai molto rovinato. L’edificio era posto a guardia della strada che da Tuili porta alla Giara. A poche decine di metri emergono i resti di un centro romano che ha restituito resti di torchi (torcularia) legati alla produzione dell’olio. Il

territorio comunale annovera anche alcuni nuraghi disposti secondo un unico progetto di difesa; si tratta prevalentemente di nuraghi monotorre con camera a tholos, posti sul ciglio della Giara a protezione dell’altipiano e delle sue vie di accesso: si tratta dei nuraghi Monti Leonaxi, Nuridda, Santa Tecla, Santu Liori, Tutturuddu e ` completato da due altri. Il sistema e nuraghi polilobati situati ai piedi della ` Perdu Meloni e TuGiara in localita riga. Il sito dove sorge il nuraghe Nu` a essere abitato anche ridda continuo nel secolo IV a.C., durante il periodo ` ropunico e successivamente in eta mana. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico conserva numerose case a due piani, costruite in pietra e abbellite dal porticato interno (la lolla) e dalla corte alla quale si accede da un portone monumentale. L’edificio ` la chiesa parrocdi maggiore pregio e chiale di San Pietro, costruita nel secolo XV in forme gotico-catalane e abbellita alla fine del secolo da Giovanni Santa Cruz; successivamente subı` numerosi restauri che ne alterarono completamente le forme originarie, delle quali rimangono oggi solo pochi elementi. Ha un impianto a una sola navata su cui si affacciano diverse cap` chiusa da una zona pelle laterali ed e presbiteriale sopraelevata; l’interno, e ` ricco in particolare l’altare maggiore, e di pregiati marmi policromi del Settecento. Vi sono anche custoditi il famoso retablo donato dal Santa Cruz, opera del Maestro di Castelsardo, e un altro retablo cinquecentesco proveniente da una chiesa campestre, raffigurante episodi della vita della Madonna. Nella chiesa inoltre sono custoditi altri dipinti di scuola napoletana del Seicento e diverse statue lignee. Nei locali ` esposta una piccola e della sacrestia e

3

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 9

Tuili pregevole collezione di argenti, paramenti sacri, gioielli. Altro edificio im` la chiesa di Sant’Antonio portante e Abate, costruita nel 1582 per il convento dei Minori osservanti che in seguito fu distrutto. Ha forme tardogotiche e interno a croce latina con volte a botte; custodisce un bell’altare ligneo del Seicento e un organo del 1753. ` circondato da uno scenoL’edificio e grafico recinto cui sono addossati i portici (lollas) nei quali, durante la sagra in onore del santo, i venditori ambulanti sistemano le loro mercanzie. Infine sono da ricordare la Villa Asquer, palazzina la cui costruzione risale al secolo XVII, e che era sede dell’amministrazione feudale. Agli inizi dell’Ot` agli Asquer che ne affitocento passo darono la ristrutturazione al Cima (=). Attualmente si presenta come una residenza signorile con elegante facciata in stile neoclassico. E ancora il Palazzo ` Pitzalis, costruito nella prima meta dell’Ottocento per una distinta famiglia del villaggio. Il suo progetto viene generalmente attribuito al Cima che lo avrebbe eseguito nello stesso periodo ` in in cui operava a Villa Asquer; e ` forme neoclassiche. Ultimamente e passato al Comune per essere destinato a centro culturale. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella che e ` defesta piu dicata al patrono Sant’Antonio Abate; si svolge il 16 e 17 gennaio e culmina ` con l’accensione di un grande falo nello spiazzo antistante alla chiesa, mentre i fedeli ballano e traggono dalle fiamme auspici sul raccolto futuro. L’ultima domenica di luglio, inoltre, viene celebrata un’altra festa sempre in onore dello stesso santo. Questa se` organizzata da conda manifestazione e un comitato composto esclusivamente ` us) e scapoli (bada uomini sposati (coia gadius) guidati da un obriere. Prima

della celebrazione della festa il comitato gira per il paese per raccogliere le offerte (is froccus de is bagadius) necessarie per la realizzazione della festa. ` la marAltra grande manifestazione e chiatura dei cavallini della Giara che ` si svolge a fine agosto a T. e a Genoni. E ` eselegata a quella della cattura gia guita a luglio (= Giara di Gesturi); gli stessi spericolati cavalieri che sono riusciti a portarli nei pascoli della pianura attraverso i passaggi lungo i fianchi del monte (scalas) predispongono i recinti dove vengono fatti affluire i cavallini. La marchiatura riguarda i nuovi nati. Alcuni dei cavalieri (isocatores) servendosi di un laccio di cuoio (sa soca) catturano il cavallo e lo costringono a forza a buttarsi per terra dove viene marchiato sulla coscia destra con un ferro arroventato che reca la sigla del proprietario e il comune di appartenenza; mentre sulla coscia sinistra gli viene apposto il marchio ‘‘G’’ come attestato della purezza della razza. Terminata la marchiatura con uno spettacolare rodeo i cavallini vengono nuovamente sospinti sulla Giara. Interessante il costume. L’abbiglia` costimento tradizionale femminile e tuito da una camicia di tela bianca con ricamo applicato nella pettorina e nei polsini, e da una gonna (sa unnedda) di tibet marrone ornata da una striscia di velluto. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato viola con bordo di velluto rosso chiuso anteriormente da un laccio di pelle che passa entro dei ganci (su groppettu). Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di broccatello o raso a fiori viola ornato ` con trine a frange. L’abbigliamento e completato da un fazzoletto bianco legato dietro la nuca sopra il quale si porta uno scialle nero di tibet. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di cotone e dai

4

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 10

Tula calzoni di cotone bianco (is crazzonis). Sopra la camicia si indossa un gilet (su groppettu) di velluto marrone e verde con guarnizioni di velluto verde sul colletto e sulle tasche. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa roda) di panno nero con bordino di velluto, e le ghette dello stesso tessuto (is crazzas). ` completato dalla L’abbigliamento e berritta di panno nero e da un gilet di pelle di agnello o di montone (sa ’este bianca) con ricami a intaglio eseguiti con pelle di vitello che d’inverno si indossa col pelo all’interno e d’estate con il pelo all’esterno.

Tula Comune della provincia di Sas` monsari, compreso nella VI Comunita tana, con 1671 abitanti (al 2004), posto a 275 m sul livello del mare a ovest del lago Coghinas. Regione storica: Montacuto. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 65,51 km2, comprese le frazioni di Sa Sia, Sos Saliceddos e Su Montiju, e confina a nord con Perfugas e Tempio Pausania, a est con Oschiri, a sud con Ozieri e a ovest ancora con Ozieri e Chiaramonti. Si tratta di un territorio di colline che hanno al centro una parte della piana di Chilivani, a ovest i rilievi in forma di piccola catena del monte Sassu (640 m) e a est la vallata del Coghinas, occupata dal lago artificiale le cui rive distano pochi chi` collegato con un lometri dal paese. T. e raccordo di 8 km alla direttissima Sassari-Olbia, che passa a sud; altre strade secondarie lo collegano con Erula a nord e con la statale 132 Ozieri-Chiaramonti a ovest. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche risalenti al periodo prenuragico e nuragico, ma il villaggio attuale ha origini medioevali; appartenne al giudicato di Torres ai confini col giudicato di Gal-

lura e fu incluso nella curatoria del ` protetto dal caMontacuto; si sviluppo stello d’Orvei. Dopo che si estinse la famiglia giudicale di Torres il territorio fu lungamente conteso tra Doria, Arborea e i giudici di Gallura; alla fine del secolo XIII T. finı` per essere occupato da truppe arborensi. Con l’arrivo in Sardegna degli Aragonesi la contesa tra Doria e Arborea non era ancora terminata e il territorio del villaggio fu teatro di aspre contese. Nel 1339 fu compreso nel feudo concesso a Giovanni d’Arborea e dopo che lo sfortunato principe fu cacciato in prigione da suo fratello Mariano IV, il territorio ` a essere al cendel villaggio continuo tro di aspre contese. Dopo il 1366 finı` per essere occupato stabilmente da truppe arborensi che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Caduto il giudicato, dopo la breve parentesi del visconte di Narbona, nel 1421 T. fu compreso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. I suoi abitanti mal tolleravano la spregiudicata condotta dell’amministrazione feudale e nel 1458 si ribellarono apertamente; per ristabilire l’ordine fu necessario addi´ . Nei derittura l’intervento del vicere `a cenni successivi il fermento continuo serpeggiare almeno fino alla battaglia di Macomer nel 1478; successivamente i Centelles, consolidata la loro posizione, riuscirono a vincere ogni resistenza delle popolazioni, che presero ad amministrare con durezza. Nel ` dai Cencorso del secolo XVI T. passo ´ risiedetelles ai Borgia che, poiche vano in Spagna, fecero governare il territorio da funzionari tratti da famiglie del luogo. Nel corso del secolo XVII le popolazioni furono vessate da queste persone appartenenti a famiglie legate a interessi locali e per quanto riuscissero a evadere massicciamente il peso dei tributi feudali, subirono ingiustizie

5

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 11

Tula che determinarono un sotterraneo perenne ribellismo. Il territorio di T. cosı`, data la vicinanza del monte Sassu, fu percorso da bande di ribelli che trovavano nel monte un imprendibile rifugio. Nel corso del secolo XVIII, passata ` dai Borl’isola ai Savoia, il feudo passo ˜ iga, ai Pimentel e infine ai gia agli Zun ` Tellez Giron: la sua situazione pero `. Il suo territorio continuo ` non cambio a essere percorso da banditi, ribelli, contrabbandieri che dall’imprendi` di un’occasione bile monte Sassu in piu ingaggiarono vere e proprie battaglie con le truppe che il governo inviava per snidarli. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Ozieri, nel 1838 riuscı` a liberarsi dalla dipendenza feudale dei ` a far parte Tellez Giron. Nel 1848 entro della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della omonima provincia. Relativa a questo periodo, abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius nel Dizionario del Casalis: «Popolazione. Si numerava nel censimento del 1846 di anime 926, distribuite in famiglie 229 ed in case 218. Si deve poi aggiungere la popolazione silvestre di anime 119, distinte in famiglie 23, case 22, sı` che il totale delle anime sarebbe di 1045. Queste sono famiglie galluresi, che per poter fruire de’ pascoli si avvassallano, come usasi dire, ossia si sottomettono a tutte le gravezze degli abitanti. Le donne lavorano ne’ telai il lino e la lana per l’uopo delle rispettive famiglie e pel lucro. L’istruzione elementare ha poco o nulla giovato, per´ forse una decina di persone in che trent’anni hanno imparato a leggere ed a scrivere. I fanciulli che accorrono all’istruzione quando sono in maggior numero non sorpassano la quindicina. Agricoltura. Nella circoscrizione di T. sono ottimi terreni per tutti i generi di coltivazione, e principalmente per quella de’ cereali, e sono tanto ampi,

che potrebbe quadruplicarsi il lavoro se avessero braccia sufficienti. L’ordi` di circa starelli naria seminagione si e 500 di grano, 200 d’orzo, 100 di fave, e ` di legumi. una indeterminata quantita ` L’ordinaria fruttificazione del grano e del 10 per uno, ed in annate ubertose del 20. Il lino riesce bene, e sono seminate larghe aree. Per poco che se ne faccia si ottengono 1000 cantaretti di ` trafibra ben pettinata. L’orticoltura e ´ vi scurata, e con gran danno, perche hanno molti siti bene idonei, e le famiglie che abbisognano di quei prodotti devono provvedersi da Ozieri. Anche la vite ha regioni favorevoli, produce ` di uve, ed abbonda nella molte qualita vendemmia. Pastorizia. Educano i tulesi le solite specie, ma preferentemente quella delle vacche, il cui numero sopravanza di molto il migliajo. Le cavalle, le capre, le pecore, i porci sono pochi, che potrebbero essere per l’ampiezza de’ pascoli montani e campestri. I cavalli sono belli e vivaci, ma di piccola taglia, i giovenchi forti, pingue e saporito il formaggio, principalmente quello che si fa nella stagione ` molto ricercato. autunnale, il quale e La regione montana del territorio, che ` computarsi due terzi di tutto il terpuo ` in parte occupata dai pastori, ritorio, e che hanno per loro un certo distretto, in altra aperto al pascolo comune, ed in altra occupata da tanche». Quando si ` il dibattito per le nuove prosviluppo vince, T. aderı` con entusiasmo a quella di Olbia-Tempio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e bovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una discreta at` industriale nei comparti della lativita ` vorazione del legno e dell’edilizia. E

6

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 12

Tula discretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un’azienda agrituristica con 13 po` in corso sti letto; e sulle rive del lago e la valorizzazione di un Centro velico e di canottaggio di recente realizza` collegato da autolizione. Servizi. T. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1673 unita di cui stranieri 5; maschi 838; femmine 835; famiglie 591. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 16 e nati 12; cancellati dall’anagrafe 22 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 222 in migliaia di lire; versamenti ICI 654; aziende agricole 154; imprese commerciali 99; esercizi pubblici 14; esercizi al dettaglio 15; ambulanti 10. Tra gli indicatori sociali: occupati 532; disoccupati 84; inoccupati 65; laureati 27; diplomati 147; con licenza media 447; con licenza elementare 642; analfabeti 34; automezzi circolanti 577; abbonamenti TV 473. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, soprattutto del periodo prenuragico e nuragico. Al primo periodo si possono ricondurre le domus de janas de Sa Mandra Manna, scavate in una roccia di trachite e scolpite con finezza; al secondo i nuraghi Badde de Forru, Badde ’e Tuvu, Cherchiles, Mandra Manna, Mannu, Mazzone, Nieddu, Ruju, S’Alza, Sa Mola, Sa Picalva, Sa Piga Alva, Sa Sorighina. Di tutti questi il ` interessante e ` quello di Badde ’e piu Tuvu, scoperto nel 1869 dal canonico

Spano; vi furono rinvenuti armi, asce, picconi in bronzo. Altri scavi vi furono fatti tra il 1871 e il 1873 e furono recuperati numerosi altri oggetti. Interes` anche una Tomba di giganti posante e sta nelle vicinanze della chiesa di Coros. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato le tipiche case in pietra e diverse chiese, tra cui Santa Maria di Coros, chiesa romanica costruita nel secolo XII in forme lombarde per i monaci ` in conci di vallombrosani. L’edificio e trachite rossa e grigia e nel corso dei ` volte restausecoli successivi fu piu rata per cui conserva ben poco dell’impianto originario. Si compone di una navata completata dall’abside e ha la copertura in legno. Conserva al suo interno un retablo del secolo XVI e una statua lignea della Madonna molto an` la tica. Sant’Elena imperatrice e chiesa parrocchiale, costruita nel Medioevo e andata completamente in rovina nei secoli successivi. Nella se` dell’Ottocento fu decisa la conda meta sua ricostruzione e l’edificio, progettato dal Cabella in forme romaniche, fu terminato nel 1890. Ha un impianto a tre navate completate dal presbiterio e scandite da archi a sesto acuto poggianti su colonne di trachite che delimitano le cappelle laterali. La facciata, partita da lesene in tre specchi, ` ricca di decorazioni e comprende e due nicchie con statue di santi in marmo; si affaccia su un’ampia scali` connata di accesso. Al suo interno e servato un retablo del 1557. Poco lontano dal centro abitato sorgono le rovine del castello di Orvei, costruito ` del secolo XIII da nella seconda meta Mariano II d’Arborea quando, dopo l’estinzione dei giudici di Torres, il Montacuto, dopo un’aspra contesa con i Doria, fu occupato quasi completamente

7

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 13

Tulipano ` situato su uno dalle truppe giudicali. E sperone a settentrione dell’abitato attuale, costruito in un sito dove in precedenza era un nuraghe sul quale romani e bizantini avevano strutturato una fortezza; rimase in mani arborensi per tutto il secolo XIV quindi, caduto il `a giudicato, fu abbandonato e comincio crollare. Attualmente rimangono i resti della cinta muraria, una parte del torrione centrale, alcuni ambienti a pianta quadrata e quelli di una cisterna e di un deposito di viveri. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante si svolge l’8 setfesta piu tembre in onore di Santa Maria di Coros presso l’omonima chiesa romanica. Sono previsti solenni riti religiosi e alcuni spettacoli folcloristici; il giorno successivo si svolge la festa di San Giuseppe, che prevede un grande ballo in piazza.

Tulipano Pianta erbacea della famiglia delle Liliacee (Tulipa sylvestris). Da un bulbo piriforme con tuniche cartacee e scure cresce uno scapo flessuoso di circa 30 cm, con 1 o 3 fiori; le foglie, generalmente 3, sono chiare, lanceolate, allungate, con nervature paral` una lele; i fiori sono gialli; il frutto e capsula cilindrica. Fiorisce da marzo ad aprile. Specie selvatica, un tempo era diffusa nei campi, ma la sempre ` di reperimento fa maggiore difficolta temere per la sua scomparsa. Capita ` spesso, invece, di ossersempre piu vare specie coltivate o non appartenenti alla flora sarda, come la Tulipa australis dai fiori arancio-viola, che si naturalizzano dopo essere sfuggite alla coltivazione. Nome sardo: tulipanu grogu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Tului Antico villaggio di probabile origine romana, ubicato nelle campagne tra Giba e Tratalias. Nel Medioevo fu incluso nel giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols).

Situato in posizione strategicamente importante, era protetto da un castello (= Tului, castello di) fatto costruire nel corso del secolo XII dai giudici. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e quando i due rami della famiglia, alcuni anni dopo, procedettero a una nuova divi` al ramo del conte sione tra loro, tocco ` , alla fine Ugolino. I suoi figli, pero della sfortunata guerra che combatterono contro il Comune di Pisa per vendicare la morte del loro padre, furono sconfitti e ne persero il controllo. Da quel momento fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae: il tro castello fu affidato a una guarnigione reale e il villaggio fu tenuto a provvedere al suo mantenimento. Negli anni ` rapidamente: successivi si spopolo dopo l’epidemia del 1348 scomparve.

Tului, castello di Fortezza costruita nel periodo giudicale, probabilmente nel secolo XI, per difendere le coste del Sulcis dalle incursioni arabe. Nel secolo XII, quando la diocesi fu spostata ` di Sulci a Tratalias, fu in dalla citta qualche occasione sede della residenza vescovile. Quando scomparve il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1258 fu assegnato ai Della Gherardesca e da quel momento la sua storia fu legata a quella dell’omonimo villag` in rogio (=). Dopo il secolo XV ando ` persa completamente vina e oggi se n’e la memoria.

Tunis, Gianfranco Funzionario, uomo politico (n. Ales 1940). Cattolico impe` entrato gnato, conseguita la laurea e nell’Amministrazione della Regione autonoma. Da sempre schierato nella ` stato sindaco Democrazia Cristiana, e ` di Narcao dal 1976 al 1997. Nel 1994 e stato eletto consigliere regionale per

8

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 14

Turighe l’XI legislatura nel collegio di Cagliari; ` stato riconfermato per la XII nel 1999 e ` dimesso per legislatura ma nel 2001 si e ` stato seessere candidato al Senato. E natore per la XIII legislatura repubbli` ricandidato per le cana, ma non si e elezioni dell’aprile 2006.

Tunis, Marco Funzionario, consigliere regionale (n. Narcao 1943). Fratello di ` stato rivale in Gianfranco, del quale e politica, dopo essersi laureato in ` entrato nella pubScienze politiche e blica amministrazione arrivando a essere direttore della biblioteca del Consiglio regionale per alcuni anni. Interessato alla politica, ha militato nella ` stato eletto Democrazia Cristiana ed e consigliere provinciale tra il 1985 e il ` passato a Forza Italia 1995. In seguito e ` stato eletto consigliere ree nel 1994 e gionale per l’XI legislatura nel collegio di Cagliari; rieletto nel 1999 per la XII ` stato riconfermato legislatura, non e per la XIII.

Turbengentilis Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, incluso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Era situato nelle campagne di Ussassai. Quando il giudicato fu conquistato, nella divisione del 1258 fu incluso nel territorio toccato ai conti di Capraia. ` All’estinzione della famiglia, passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune ´ prima della fine del di Pisa, cosicche secolo XIII era amministrato da funzionari del Comune. Subito dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e fu incluso nel ` Carroz, Bartofeudo concesso a Nicolo lomeo Subirats e Guglielmo di Mont` totalmente gry, ma entro il 1345 passo nelle mani del Carroz. La sua popola` comincio ` a diminuire ed enzione pero tro la fine del secolo XIV il villaggio si ` completamente. spopolo

Turchi, Dolores Scrittrice (n. Oliena 1935). Studiosa di tradizioni popolari, ` giornalista pubblicista dal 1984. Aue trice di vari volumi in cui affronta i ` complessi della cultura sarda, temi piu ha scritto Oliena, Barbagia Sardegna, 1977; Dalla culla alla bara, 1981; Statuaria nuragica in Barbagia, ‘‘Sardigna antiga’’, 1, 1982; Leggende e racconti popolari della Sardegna, 1984 (7ª edizione 1999); Dai al sardo! Polemiche antisarde, ‘‘L’Ortobene’’, 1, 1984; Maschere, miti e feste della Sardegna, 1990; Vecchia Oliena in epoca bizantina, ‘‘L’Ortobene’’, 1, 1985; Samugheo, 1992; Grazia Deledda, Tradizioni popolari in Sardegna (a cura di D. Turchi), 1995; Ventisette pippias. Reminiscenze neolitiche nel rito funerario odierno, ‘‘Sardigna antiga’’, 1992; Proverbi sardi, 1997; Lo sciamanesimo in Sardegna, 2001.

Turighe Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Coros. Era ubicato nelle campagne di Ittiri. Fin dagli inizi del secolo XIII era pervenuto ai Malaspina, con tutto il Coros, in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omag` gio al re d’Aragona. Il villaggio entro cosı` a far parte del Regnum Sardiniae, ma i Malaspina presero parte alla prima delle ribellioni dei Doria e T. `a subı` gravi danni. Tuttavia continuo restare in loro possesso. Solo nel 1353 ` nelle mani del fu sequestrato e passo re; poco dopo fu gravemente danneggiato dalla prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

9

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 15

Turismo in Sardegna

Turismo in Sardegna – Il porto di Cagliari.

Turismo in Sardegna A partire dalla ` dell’Ottocento alcune loseconda meta ` della Sardegna furono meta di calita un modesto turismo interno, che ben presto le fece assurgere a una certa no` in seno alla nascente borghesia torieta locale; cosı`, ad esempio, Alghero fu meta del turismo estivo di parte della borghesia del centro-nord dell’isola, Aritzo e Villacidro furono meta del turismo montano della borghesia cagliaritana. Subito dopo la prima guerra mondiale alcuni imprenditori intui` che un turismo su rono le potenzialita larga scala avrebbe potuto avere in Sardegna, ma la presenza della mala` qualsiasi iniziativa. ria scoraggio L’isola rimase sostanzialmente un luogo inaccessibile, circondato da un alone di mistero, al quale s’avvicinava solo una ristretta e´lite di aristocratici, scrittori e intellettuali che continuarono la tradizione instaurata agli inizi dell’Ottocento dai viaggiatori e solo po` come Stintino divenche altre localita nero meta del turismo estivo della borghesia (in questo caso, quella sassarese). Nel secondo dopoguerra la scomparsa della malaria rese possibile l’avvio del turismo su larga scala, atti` che la neocostituita Regione provita mosse con una certa energia individuandola come uno dei fattori capaci di stimolare lo sviluppo dell’economia dell’isola. Tra il 1949 e il 1956 il numero

dei turisti, e soprattutto di quelli stra` rispetto a quello nieri, si quadruplico del periodo precedente allo scoppio della guerra. Per incrementare il turismo si iniziarono a valorizzare il patrimonio storico-archeologico dell’isola e le tradizioni popolari e ne fu promossa la conoscenza con documentari cinematografici, libri, articoli di divulgazione sui grandi organi di stampa. Venne inoltre istituito l’ESIT (Ente Sardo Industrie Turistiche), che coor` le attivita ` promozionali a livello dino centrale, affiancato anche dagli Enti Provinciali per il Turismo (EPT) e dalle Aziende Autonome di Soggiorno. ` Subito dopo il 1950 la Regione tento anche di promuovere direttamente lo ` ricettive delsviluppo delle possibilita l’isola: nel 1955 la Sardegna aveva una ` di soli 3750 posti letto, disponibilita ` a far fronte a che non riuscivano piu 352 000 presenze annue di turisti; fu cosı` varato un vasto piano di costruzione di alberghi e di altre strutture turistiche dell’ESITa Tonara, Desulo, Alghero, San Leonardo di Sietefuentes, Santa Caterina di Pittinuri, Nuoro, Bosa, Cagliari, Santa Teresa Gallura, La Maddalena, Sorgono, Villacidro. Essi svolsero la funzione promozionale per cui erano stati creati, ma non si riuscı` a gestirli in modo economicamente produttivo anche per la mancanza di ` . Agli tutta una serie di professionalita inizi degli anni Sessanta l’unica loca` nella quale il movimento turistico lita sembrava essere in via di sviluppo era Alghero, che, sorretta da un buon li` ad assuvello di strutture, comincio ` a livello internaziomere notorieta ` , un piu ` denale. Negli stessi anni, pero ciso incremento al turismo lo diede l’Agha Khan con la sua Costa Smeralda. Accanto a questa iniziativa entro il 1970 sono da collocare anche altre im` prese minori quali quella dei Dona

10

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 16

Turismo in Sardegna delle Rose a Porto Rotondo presso Olbia e di altri imprenditori. Negli anni successivi lo sviluppo del turismo lungo le coste della Sardegna assunse ` molto concreta, gli aspetti di una realta sebbene si sia trattato di una crescita senza alcuna programmazione. Entro ` ricettiva dell’iil 1981 la potenzialita sola era stimata attorno alle 300 000 ` tra gli alberghi, che avevano unita 31 529 posti letto, i campeggi, i villaggi ` , e le turistici, gli ostelli per la gioventu seconde case che finirono per costellare una considerevole sequenza di ` terreni sulle coste attorno alle localita di maggiore richiamo. Sulla base di ` , negli stessi anni questa disponibilita il flusso turistico venne stimato in circa 1 250 000 presenze annue, in condizioni ormai di determinare un notevole reddito. Nel corso dei decenni successivi e fino ai giorni nostri il movimento turistico ha continuato a cre` venuto differenziando; acscere e si e canto al crescente ulteriore successo ` andato gradadel turismo balneare si e tamente affermando l’interesse per le zone interne, sorretto dallo sviluppo, dopo il 1990, dell’agriturismo e dalla dilatazione della stagione turistica estiva attraverso il turismo congressuale e delle presenze di particolari categorie di turisti dovute al favorevole clima della Sardegna. Dai 375 al` passati ai 635 alberberghi del 1981 si e ghi attuali con 61 138 posti letto e una presenza stimata di oltre 5 500 000 ` . L’industria turistica sta cerunita cando di superare alcune debolezze relative all’incidenza negativa dei trasporti, alla debolezza delle azioni promozionali, al maggiore richiamo del turismo straniero. RISORSE TURISTICHE Il turismo ha toccato, nell’ultimo decennio, quasi tutti i centri della Sardegna, ognuno dei quali mette a frutto le sue risorse

storiche e naturalistiche. (I dati di questo rilevamento, che viene da dati del 2005, possono, nel frattempo, essere variati, tanto nel numero quanto nel nome degli esercizi). Abbasanta (Oristano): Alberghi 2 (Flora, OK Corral) con 11 posti letto. Agriturismi 1 (Mandra Edera). Ristoranti 2 (Toscano Sardo km 128 S.S. 131, Su Carduleu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX in stile neoclassico e due case del secolo XVI; patrimonio archeologico (cinque dolmen tra cui quello di Cannigheddu, circa 20 domus de janas, nuraghi Losa e Aiga, una decina di Tombe di giganti, il pozzo sacro di Calagastea, avanzi della ` di escurstrada romana); possibilita sioni alla chiesa campestre di Sant’Agostino con le muristenis e il parco; la Tanca Regia, antico centro per l’allevamento dei cavalli; gastronomia, in particolare formaggi. Aggius (Olbia-Tempio): nessun esercizio alberghiero. Agriturismi 1 (Il Muto di Gallura) con 21 posti letto. Ristoranti 1 (Le Ginestre). Risorse: centro storico con le caratteristiche case in granito; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi ` di tra cui quello di Izzana); possibilita escursioni ai boschi e ai roccioni di granito dei dintorni; gastronomia, in particolare suppa cuata (piatto nuziale), mazzafrissa, i bruglioni (ravioli), i chjusoni (un tipo particolare di gnocchetto). Aglientu (Olbia-Tempio): Pro Loco in via Mare 40. Alberghi 3 (Torre Vignola, Gioca in Birdi, Marechiaro) con 402 posti letto. Campeggi 3 (Marina delle Rose, Saragosa, Tortuga) con 4218 posti letto. Agriturismi 10 (Nuraghe Tuttusoni, Stabbiacciu, Stazzo Montiruiu, Doro, Campesi, La Macciona, La Tegghja, Li Casareddi, Maccia Mala, Stazzo Bazzino) con 35 posti letto. Ri-

11

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 17

Turismo in Sardegna storanti 6 (Il Pentagono, Acquazzurra loc. Portobello, Stangoni, S’Historia, Lu Fraili, Fadda). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Pancrazio del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tuttusoni e di Finucchiaglia perfettamente conservati); spiagge ricche di scogli e di sabbia bianca finis` di escursioni ai numesima; possibilita rosi stazzi nella campagna circostante. Aidomaggiore (Oristano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la chiesa di Santa Maria Orraku; patrimonio archeologico (betili del Neolitico, le domus de janas di Tu` di settanta nuravamene e Putzolu, piu ghi tra cui quello di Bolessene intatto, 28 Tombe di giganti tra cui quelle di Sa Tanca ’e S’Ozzastru); gastronomia, in particolare vino e formaggio; possibi` di veder ballare durante il Carnelita vale sa cointrotza al suono della fisarmonica, del piffero e del tamburo. ` dei Sardi (Olbia-Tempio): nessun Ala esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Leoni). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (il dolmen di Lughia Arrajosa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Marchesine e Nuri, e i resti di un santuario nuragico a Pedrighinosu); ` di escursioni ai boschi di possibilita querce e agli enormi massi di granito nelle campagne circostanti; gastronomia, in particolare la minestra di carne, il miele e i formaggi. Albagiara (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile barocco, cimitero monumentale; patrimonio archeologico (nuraghi di Bingias, di Lea, di San Lussorio riutilizzato nel periodo ` di escursioni al romano); possibilita

bosco di Su Padenti con roverelle, lecci e sughere. Ales (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con il Duomo, il Palazzo vescovile, il Seminario, la casa natale di Gramsci; patrimonio archeologico (officine per la lavorazione dell’ossidiana, il nuraghe di Pard’e Casteddu, le rovine del castello di Barumele). Alghero (Sassari): Azienda Autonoma di Soggiorno in piazza Porta Terra. Alberghi 38 (Villa Las Tronas, Angedras, Carlos V, Continental, Florida, La Playa, El Faro, Calabona, dei Pini, Catalunya, Riviera, Light Blue, Residence Europa, Baia di Conte, Bellavista, Fertilia, Capo Caccia, El Balear, Il Gabbiano, Green Sport Club, Tarragona, Villa Piras, Internazionale, Miramare, Mistral, Oasis, Punta Negra, San Giuan, San Marco, San Francesco, Soleado, IAL Sardegna, Normandie, Pi`, La Margherita, Rina Residence, cale Corte Rosada, Portoconte) con 6378 posti letto distribuiti in 2573 camere. Campeggi 4 (Calik, Camp Nurral, La Mariposa, Torre del Porticciolo) con 3990 posti letto. Agriturismi 21 (Agave, Baida Santos, Correddu, Da Gino, Granja Rosa, Il Mirto, La Valle del Mirto, Lamon, Le Tre Grazie, Li Misterj, Nuraghe Bianco, Saride, Sa Mandra, Una Casa nella Natura Sarda, Zia Maria, Sardu, Piras, Loi, Deligios, Carboni, Cuccureddu) con 170 posti letto. Ristoranti 43 (Al Tuguri, Arduini, Ba` , Calella, Canu, Contini, Daga, De stio Santis, Evergreen, Fadda, Gli Eucalipti, Da Bruno loc. Fertilia, Il Pesce d’Oro, La Conchiglia spiaggia Maria Pia, Luci del Golfo, Mureddu loc. Piscina Salida, Palau Real, Paolino loc. Fertilia, La Lanterna, Alguer Mia, Bella Napoli, Da Ninetto, Da Pietro, Marrosu, La Baia loc. Porto Conte, La

12

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 18

Turismo in Sardegna Lepanto, La Nuvola loc. Tramariglio, La Palafitta pineta Maria Pia, La Speranza loc. La Speranza, Mazzini, Borgo Antico, Acquario, La Brezza loc. Carboneddu, Corsaro, El Pultal, Il Pavone, Posada del Mar, Sabor Latino, Santa Tecla, Soletta reg. Poglina, The New Dream loc. Maristella, Maristella). Risorse: centro storico con le mura, la cattedrale, la chiesa di San Francesco, la casa Albis e altri bei palazzi del Cinquecento, Seicento e Settecento; patrimonio archeologico (la necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, la necropoli di Cuguttu, il nuraghe e il villaggio nuragico di Palmavera, resti punici, resti romani a Porto Conte); spiagge della ri` di escurviera del Corallo; possibilita sioni a capo Caccia e alla Grotta di Nettuno, allo stagno di Calich col suo pittoresco ponte medioevale; gastronomia, in particolare l’aragosta e i vini pregiati; di grande interesse sono i riti della Settimana santa; porti turistici ad Alghero con 160 posti barca, a Ferti` di praticare lia con 90 posti; possibilita il turismo equestre (Club dell’equitazione, via Tarragona 2). Anela (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Nostra Signora di Mesumundu; patrimonio archeologico (domus de janas e la necropoli di Sos Furrighesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sianu e di Torru, i resti della fortezza altomedioevale di San Giorgio ` di escursioni di Aneletto); possibilita alla voragine di Tuvu de Carru, a punta Masiennara con i suoi boschi, alla foresta di Anela. Allai (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case del secolo XVI e XVII, i murales, la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (menhir, al-

cuni nuraghi tra i quali quelli di Arasedu e di Oriolu, resti di un ponte ro` di escursioni alla mano); possibilita valle del rio Massari. Arborea (Oristano): Alberghi 11 (5 Ala Birdi: Castello, Medar, Ribot, Fortezza, Villini; Le Torri, Il Canneto, Don Bosco, Gallo Bianco, Il Pavone, La Pineta), con 1186 posti letto distribuiti in 464 camere. Campeggi 1 (S’Ena Arrubia) con 780 posti letto. Agriturismi 1 (Le Mimose) con 10 posti letto. Ristoranti 7 (Cau strada 26, Il Pavone strada 14, La Pineta strada provinciale 49, Peterle strada 14 ovest, Da Pietro, La Frisona strada 6, L’Olimpo). Risorse: centro storico con la chiesa e gli edifici del centro direzionale in stile razionalista; spiagge di Ala Birdi, Marina di Arbo` di escursioni agli Starea; possibilita gni di Corru de S’Ittiri e di Sant’Andrea; gastronomia, in particolare produzione di vini, formaggi e latticini; ` di turismo equestre (Cirpossibilita colo Ippico, Hotel Ala Birdi).

Turismo in Sardegna – Cappella sul monte Arcuentu.

Arbus (Medio Campidano): Pro Loco in via Repubblica 132. Alberghi 6 (Le Dune, Sabbie d’oro, La Quercia Verde, Meridiana, Costa Verde, Hotel La Ca-

13

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 19

Turismo in Sardegna letta) con 639 posti letto distribuiti in 215 camere. Campeggi: 2 (Costa Verde, Scipadroxiu) con 160 posti letto. Agriturismi 5 (La Quercia, Sa Perda Marcada, Rocce Bianche, L’Aquila, L’Oasi del Cervo) con 28 posti letto. Ristoranti 11 (Floris loc. Sa Lolla, Da Lello, Marina di Arbus, Torre dei Corsari loc. Flumentosu, Aste loc. Portu Maga, Muntoni & Piccardi, Pusceddu loc. Funtanazza, Titano Resto Service loc. Portu Maga, Il Corsaro Nero loc. Portu Maga, Soffio di Vento loc. Genna Frongia, Traversari loc. Grutta de Frumini). Risorse: patrimonio archeologico (i nuraghi e i relativi villaggi di Bidda Erdi, Bidda Zei e Bidda Sciatta, i resti del castello di Arcuentu); spiagge con ` suggestive (Costa Verde); poslocalita ` di escursioni nelle montagne sibilita circostanti, in particolare ad Arcuentu; archeologia industriale (Ingurtosu). Ardara (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cappai). Risorse: centro storico con la basilica romanica di Nostra Signora del Regno con il grande polittico, i resti del castello residenza dei giudici di Torres; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi e ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare produzione di formaggi. Ardauli (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-catalano; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas tra cui quelle di Scala Murada e di Moruddu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Irau e di Sirighinzu, Tombe di giganti, villaggi ` di escursioni al nuragici); possibilita lago Omodeo.; gastronomia, in particolare produzione di olio d’oliva.

Arixi (Cagliari): non possiede esercizi ` una possibilita ` alberghieri, offre pero di ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi). Aritzo (Nuoro): Alberghi 4 (Sa Muvara, Castello, La Capannina, Moderno) con 286 posti letto distribuiti in 123 camere. Ristoranti 1 (S’Iscriscione). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la prigione spagnola, il castello Arangino; patrimonio archeologico (le domus de janas di Furros, la Tomba di giganti di Su Cuador` di escursioni lungo la giu); possibilita valle del rio Perdesi e alle falde del ` di visitare la Gennargentu; possibilita grotta di Su Canali; gastronomia, in particolare produzione di castagne, noci e nocciole. Armungia (Cagliari): nessun esercizio ` la alberghiero, il villaggio offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, la casa natale di Emilio Lussu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Palla, di ` di escursioni Coilide Bois); possibilita lungo la valle del Flumendosa; gastronomia, in particolare ravioli (culungionis cun patata e casu), pane (pistoccu), dolci (caschettas, pani ’e saba, piricchittus). Arzachena (Olbia-Tempio): Azienda Autonoma di Soggiorno in piazza Risorgimento. Alberghi 63 (Albatros, Casa Mia, Delfino, Citti, Airone, Club, Cormorano, Smeraldo Beach, Grande Relais, Dei Nuraghi, Grazia Deledda, La Bisaccia, La Rocca, Li Graniti, Mon Repos, Porto Piccolo, Pulicinu, Punta Est, Residence Park Hotel, Tre Botti, Delle Vigne, La Jacia, Olimpia, Ringo, Tre Monti, Villa Gemella, Villaggio Forte Cappellini, Cala di Falco, Sporting, Stelle Marine, Villa del Golfo, Club Hotel Li Capanni, Hotel Del Porto, Laconia, Micalosu, Riva Az-

14

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 20

Turismo in Sardegna zurra, Cala di Volpe, Pitrizza, Romaz` Poltu Quatu, Yacht zino, Cervo, Melia Club, Balocco, Colonna Park Hotel, Gli Oleandri, Golf Hotel, Grand Hotel, I Fenicotteri, Petra Bianca, I Ginepri, Le Ginestre, Le Magnolie, Le Palme, Luci di la Muntagna, Nibaru, Il Ruscello, Capriccioli, Piccolo Golf, Piccolo Pevero, Residenza Capriccioli, Selis, Valdiola, Pinocchio, Villa Sopravento) con 7500 posti letto distribuiti in 3197 camere. Campeggi 2 (Golfo di Arzachena, Insuledda) con 3400 posti letto. Agriturismi 8 (Agri Holidays, Barrastoni, Ca’ la Somara, Cudacciolu, La Punga, Lu Branu, Rena, Lu Pastruccioleddu bed & breakfast) con 78 posti letto. Ristoranti 54 (Azzurra, Casalloni, Inzaina & Ranedda, Quattro Mori, Grazia Deledda, Zoroddu, MaGiCa, APC loc. Cannigione, La Zattera loc. Cannigione, Aym loc. Porto Cervo, Il Pulcino loc. Porto Cervo, Il Peperone loc. Porto Cervo, Il Pescatore loc. Porto Cervo, La Gazzella loc. Pevero, Clipper loc. Porto Cervo, La Briciola loc. Porto Cervo, Cervo Grill loc. Porto Cervo, Pedrinelli loc. Porto Cervo, El Peyote loc. Porto Cervo, La Petronilla loc. Porto Cervo, Budroni loc. Baja Sardinia, Cavallino Bianco loc. Baja Sardinia, Il Gheriglio loc. Baja Sardinia, L’Ap` loc. prodo loc. Baja Sardinia, L’Oblo Baja Sardinia, Ristor loc. Porto Cervo, Pevero Golf Club loc. Pevero, Piccolo Ciuchedda loc. Liscia di Vacca, Baia Blu loc. Baja Sardinia, Ragnedda loc. Baja Sardinia, Il Ginepro loc. Cannigioni, Il Boschetto loc. Cascioni, La Mola loc. Pevero, La Vecchia Costa loc. La Punga, L’Oasi loc. Riolta, Lu Pisantinu loc. Liscia di Vacca, Lu Stazzu loc. Porto Cervo, Mura loc. Porto Cervo, Pes loc. Cascioni Mirialveda, Porru loc. Cala di Volpe, Riccio loc. Laconia, Pinocchio loc. Cascioni, Spinnaker loc. Porto Cervo, Salaris loc. Baja Sardinia,

Sangaino loc. Porto Cervo, Scarabeo loc. Isuledda, Selis loc. Cascioni, Sottovento loc. Porto Cervo, Tatoo Restaurant loc. Porto Cervo, TCS 2000 loc. Cannigione, Tiana loc. Tiana). Risorse: centro storico con il nucleo abitativo antico e la parte moderna sviluppata dopo l’affermazione della Costa Smeralda; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, necropoli di Li Muri, con tombe a circolo espressione della cultura di Arzachena, le Tombe di giganti di Coddhu ’Ecchju e ` interessanti dell’iLi Solghi, tra le piu ` balneari di sola); spiagge e localita Baja Sardinia, Cannigione, Porto Cervo con strutture turistiche tra le mi` di gliori del Mediterraneo; possibilita escursioni alle numerose spiagge, calette, scogliere e promontori della costa; porti turistici a Cannigione con 220 posti barca, a Cala Bitta (Baia Sardinia) con 180 posti barca, a Marina dell’Orso loc. Poltu Quatu con 450 posti barca, a Marina di Porto Cervo con 700 ` di praticare il posti barca; possibilita turismo equestre (Centro Ippico Arzachena, viale Costa Smeralda). Arzana (Ogliastra): Alberghi 2 (Albergo Ristorante D, Murru) con 94 posti letto distribuiti in 47 camere. Ristoranti 1 (Nieddu). Risorse: centro storico che conserva la tipica casa barbaricina in ` piani; patrimonio archeopietra a piu logico (le domus de janas di Conca Murtas, il villaggio nuragico di Ruinas, la Tomba di giganti di Fossa de Su Gigante, i resti delle terme romane di Is ` di escursione a Bangius); possibilita punta La Marmora, al bosco di tassi di Tedderieddu; gastronomia, in particolare formaggi, miele e olio d’oliva. Assemini (Cagliari): Alberghi 3 (Argentina, Il Grillo, Il Teatrino) con 276 posti letto distribuiti in 142 camere. Agriturismi 1 (Riu Sa Murta). Ristoranti 12 (Il Bivio, Vittoria, Picciau, Su Forru, Su

15

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 21

Turismo in Sardegna Zaffaranu km 10 S.S. 130, Mallocci, Margine Rosso, Murgia, New Butterfly, Butterfly, Russo, Sa Lolla Manna loc. Cuccuru Mereu). Risorse: centro storico con la chiesa bizantina di San Giovanni Battista, la parrocchiale del secolo XV in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (resti punici, resti di una villa romana a Ischionis); ` di escursioni alla zona possibilita umida dello stagno di Santa Gilla e la valle di Gutturu Mannu per il turismo montano; vi si possono inoltre visitare le botteghe dei celebri maestri ceramisti; gastronomia, in particolare sa panada. Assolo (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con antiche case in pietra, la parrocchiale in stile barocco; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ungrone e di Planu Narbonis, resti ro` di escurmani di terme); possibilita sioni ai boschi che circondano l’abitato. Asuni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nuraxi, Casteddu e S’Arcu, le rovine del castello di Medusa); vi si pratica la pesca della trota lungo i torrenti. Atzara (Nuoro): Agriturismi 1 (Su Zeminariu) con 13 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico, alcune case goticheggianti; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Fenugu e di Abbagadda, le domus de janas di Corongiu Senes); la Pinacoteca d’Arte moderna e contemporanea, che ricorda il gruppo di pittori spagnoli che vissero e lavorarono ad Atzara all’inizio del ` di escursione Novecento; possibilita

all’area naturalistica di Serra Sa Costa; gastronomia, produzione di vini e di formaggi. Austis (Nuoro): Alberghi 1 (Frores de Monte) con 28 posti letto distribuiti in 14 camere. Agriturismi 4 (Carale, Da Valore, La Quercia, Zedda e Pisano) con 86 posti letto. Risorse: patrimonio archeologico (un dolmen, i villaggi nu` romana); possibilita ` ragici, resti di eta di escursione all’area del roccione di Sa Crabarissa. Badesi (Olbia-Tempio): Alberghi 7 (Delphina, Ilenia, La Duna Sarda, Panorama, Marina, Marina di Chirigoni, Spezzigu) con 730 posti letto distribuiti in 202 camere. Campeggi 1 (Li Parisi) con 640 posti letto. Ristoranti 1 (Li Scalitti). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XX e le belle residenze balneari sorte negli ultimi decenni; patrimonio archeologico (i resti di alcuni nuraghi, resti romani); spiagge con sabbia finissima e dune; ` di escursioni all’Isola possibilita Rossa, al Monte di Campo. Ballao (Cagliari): nessun esercizio al` offre possiberghiero, il villaggio pero ` di ristorazione. Risorse: centro bilita storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (il pozzo sacro di Funtana Coperta, alcuni nuraghi tra cui quelli di Siliquas, Trafori e ` zona di S’Arcu ’e Santu Damianu); e ` di escurcaccia e di funghi; possibilita sioni naturalistiche e di pratica dello sport della canoa lungo il corso dei fiumi. Banari (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni palazzi dei secoli XVII e XVIII e le chiese romaniche di San Michele e di Santa Maria di Cea; patrimonio archeologico (necropoli di domus de janas, alcuni nuraghi tra cui Mannu e Sa Tanchitta).

16

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 22

Turismo in Sardegna Baradili (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchia del secolo XV; patrimonio archeologico (nuraghe, Tombe di giganti, villaggi nuragici); gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, pasta (is crugurgionis), il ‘‘porcetto’’ arrostito con uno spiedo di legno di mandorlo. Baratili San Pietro (Oristano): Agriturismi 3 (Agricampeggio Muras, Da Annuccia, Su Fassoni) con 25 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, antiche case riccamente decorate dai picaparderis; patrimonio archeologico (resti punici); lo stagno di Mare Foghe, la peschiera ` di escurdi Pischeredda; possibilita sioni all’oasi naturalistica di Seu; gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, bottarga, merca; durante ` di veder il Carnevale si ha la possibilita danzare sa zappitta. Baressa (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-catalano che custodisce una statua del Cinquecento; patrimonio archeologico (nuraghi de Is Molas e di Codinas, resti punici, resti romani, rovine del villaggio ` di medioevale di Atzeni); possibilita escursioni alla chiesa campestre di Santa Rosalia; gastronomia, in particolare produzione di mandorle. Bari Sardo (Ogliastra): Alberghi 12 (Il Cantuccio, Mirella, Nuraghe Kortiakas, Il Fico, La Torre, Azzurra, Baia Azzurra, Hotel Domus de Janas, Meloni, Mulas, Cort’e Accas, Usai) con 367 posti letto distribuiti in 186 camere. Campeggi 3 (Ultima Spiaggia, Domus de Janas, La Pineta) con 1554 posti letto. Ristoranti 4 (Loi loc. Torre di Barı`, Meloni loc. Corte Ocos, Orchidea Blu, Principe d’Ogliastra). Risorse: centro

storico, conserva numerose case tradizionali in pietra, la parrocchiale del secolo XVIII con un dipinto del Mainas del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas tra cui quelle di Su Pranu e di Bruncu Stampu, alcuni nuraghi e villaggi nuragici, le Tombe di giganti di Canali e di Ulı`); spiagge (Marina di Barı`, Tramalitza); gastronomia, produzione di vini, le anguille. Barrali (Cagliari): nessun esercizio al` offre possiberghiero; il villaggio pero ` di ristorazione. Risorse: patribilita monio archeologico (ruderi prenura` di gici a Su Mausoleu); possibilita escursioni (Monte Uda); gastronomia e produzione di vini (Nuragus e Monica). Barumini (Medio Campidano): Alberghi 1 (Sa Lolla). Agriturismi 1 (Su Boschetu) con 14 posti letto distribuiti in 7 camere. Ristoranti 4 (Pintori, Cavallino della Giara, Su Nuraxi provinciale per Tuili, Sa Lolla). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che custodisce un’ancona del secolo XVI, casa Zapata del secolo XVII; patrimonio archeologico (nuraghe e villaggio nuragico di Su Nuraxi, il nuraghe trovato sotto casa Zapata, tombe puniche tra cui quelle di Bau Marcusa, ` ); muresti romani in diverse localita ` di escurseo archeologico; possibilita sioni alla Giara di Gesturi. Bauladu (Oristano): Alberghi 1 (Su Pausu) con 12 posti letto. Agriturismi 4 (Atza, Deriu, Marongiu, Matzuzi) con 30 posti letto. Ristoranti 1 (Laconi 108 km S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (complesso nuragico di Cabria, il tempio a pozzo e il nuraghe di Zinnuri, Tombe di giganti); gastronomia, in particolare produzione di formaggi e carne di pecora per gustare la quale a giugno si svolge una sagra. Baunei (Ogliastra): Alberghi 5 (Mediterraneo, Santa Maria di Erittu, Ghi-

17

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 23

Turismo in Sardegna roni, Agugliastra, Stella di Mare) con 102 posti letto distribuiti in 58 camere. Ristoranti 1 (La Fontana loc. Santa Maria Navarrese). Risorse: centro storico con il dipinto di Andrea Lusso nella parrocchiale del Settecento; patrimonio archeologico (le domus de janas di Coa de Stampu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Genna de Lioni e Cugumacei, Tombe di giganti tra cui quelle di S’Ollovi e di Su Scusorgiu); spiagge di ` di Santa Maria Navarrese; possibilita escursioni a Cala Sisine e a Cala Luna; porto turistico a Santa Maria Navar` di rese con 300 posti barca; possibilita turismo equestre a Santa Maria Navarrese (Agriturismi dell’Ogliastra). Belvı` (Nuoro): Alberghi 1 (Edera) con 24 posti letto distribuiti in 12 camere. Risorse: patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di ` di Tomitzo e di Nadelis); possibilita escursioni lungo le vallate del Gennargentu ricche di fauna e di flora tipiche; gastronomia, noci, nocciole e rinomati torroni. Benetutti (Sassari): Alberghi 2 (Aurora Terme, S’Astore) con 136 posti letto distribuiti in 76 camere. Ristoranti 1 (Il Giardino). Risorse: centro storico con la parrocchiale che conserva il Retablo dell’Invenzione della Croce; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Molimentos e di Mandra ’e Grosso, numerosi nuraghi tra cui quello di S’Aspru con una Tomba di giganti, resti di terme, ville romane e alcune tombe); lo stabilimento delle terme Aurora. Berchidda (Olbia-Tempio): Alberghi 2 (Nuovo Limbara, Sos Chelvos) con 50 posti letto distribuiti in 32 camere. Agriturismi 1 (La Quercia Verde) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (i dolmen di Albiazos, le domus de janas, alcuni nuraghi

tra cui quelli di Castru e di Monte Acuto, i ruderi del castello di Monta` di escursioni al lago cuto); possibilita del Coghinas, alle foreste circostanti; gastronomia, in particolare il vino Vermentino (esiste una cantina sociale intitolata a questo vino, con annesso museo enologico), il miele di corbezzolo, la tipica seada; di particolare interesse la rassegna internazionale ‘‘Time in jazz’’ che si svolge ad agosto. Bessude (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanico-gotica di San Leonardo, la chiesa di San Martino con la tomba del poeta Francesco Carboni; patrimonio archeologico (domus de janas tra cui la necropoli di Eas de Cannula con la Tomba a pilastri, alcuni nuraghi tra cui quelli di Cojuala e di Barzachiarzu, Tombe di giganti); possibi` di escursioni al monte Pelao. lita Bidonı` (Oristano): nessun esercizio al` di ` la possibilita berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con cappella romanica del cimitero; patrimonio archeologico (resti romani con rovine di un tempio dedicato a Giove); ` di escursioni al lago Omopossibilita deo e alla chiesa romanica di Santa Maria di Ossolo. Birori (Nuoro): nessun esercizio alber` possibilita ` di ristoro. ghiero, offre pero Risorse: patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Perd’e S’Altare, alcuni nuraghi tra cui quelli di Nieddu, Arbu ` di escure Santu Giorni); possibilita sioni sull’altipiano di Campeda, alla grotta di Lassia. Bitti (Nuoro): Alberghi 2 (Calvisi, Su Lithu) con 87 posti letto. Agriturismi 2 (Ertila, Ramanzesu) con 8 posti letto. Ristoranti 3 (Sa Pineta, Su Lithu loc. Sa Pineta, Il Pomodoro). Risorse: nel centro storico le tipiche case barbaricine in pietra; patrimonio archeolo-

18

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 24

Turismo in Sardegna gico (le domus de janas di Concas de Jana, numerosi nuraghi tra cui quelli di Intelai, Siddu, Orvai, numerose Tombe di giganti tra cui quelle di Ortiddai, di Birioli, il pozzo sacro di Romanzesu, i villaggi di Domestica e di Dure, i resti romani di Luvunneri); museo della vita contadina e pastorale; possi` di escursione all’area di Littos, bilita ` di alla cascata S’Illorai; possibilita percorrere gli antichi sentieri dei carbonai. Bolotana (Nuoro): Alberghi 2 (Bidderosa, Su Bardosu) con 37 posti letto distribuiti in 31 camere. Ristoranti 2 (Dedola loc. Barrosu, Badde Rosa loc. Badde Rosa). Risorse: centro storico con la parrocchia del secolo XIX e alcuni palazzotti dell’Ottocento; la chiesa di San Bachisio del secolo XV; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Muros e di Sos Furreddos, alcuni nuraghi tra cui quello di Tittiola, Tombe di giganti tra cui quelle di Micadorgiu e di Sedda, alcuni villaggi nuragici tra cui quelli di Bingia de Cresia e Bardosu); possibi` di escursioni a Badde Salighes, lita villa Piercy; escursioni lungo le rive ` del Tirso e pesca fluviale; possibilita ` di turismo equestre presso la Societa ippica bolotanese. Bonarcado (Oristano): Alberghi 3 (Centro Salute ‘‘Su Lare’’, Sa Mola Albergo e Residence) con 88 posti letto distribuiti in 33 camere. Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria del secolo XII, la chiesa bizantina della Madonna di Bonacattu; patrimonio archeologico (betili in regione Perdu Pes, alcuni nuraghi tra cui quello di Ziligherto sull’altipiano verso Paulila` di tino, Tombe di giganti); possibilita escursioni al bosco di Cadennaghe, alla vallata di Pabarile ricca di ginestre e di lecci, alla cascata di Sos Molinos.

Bonnanaro (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le tradizionali case a palattu; patrimonio archeologico (l’ipogeo di Corona Moltana inquadrabile nella cultura di Bonnanaro, i resti di alcuni nuraghi tra cui quelli di Taeddas e di Penternu, Tombe di giganti, i resti del castello e ` della chiesetta di Capula); possibilita di escursioni al lago di Bidighinzu, alla fonte minerale di Sassu; gastronomia, in particolare produzione di ciliegie per le quali si tiene una sagra pri` di praticare il tumaverile; possibilita rismo equestre (via Tola 1). Bono (Sassari): Alberghi 1 (Monterasu) con 18 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Hotel Monterasu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce preziose argenterie, la chiesa di San Raimondo legata alla rivolta popolare antifeudale, il territorio del Campo delle 5 chiese dove sorgeva il villaggio medioevale di Lorthia; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Badde Cherchi e di Tanca ` di escursioni alla foNoa); possibilita resta di tassi di Sos Nibaros, al monte Rasu con la fattoria Giannasi e l’antico monastero francescano. Bonorva (Sassari): Agriturismi 1 (Coronas). Ristoranti 1 (Senes). Risorse: centro storico con alcune costruzioni a palattu e con la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (il recinto megalitico di Funtana Sansa, le domus de janas di Riu Mulinu, la necropoli di Sant’Andrea Priu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Pazza, Sa Sea, Monte Saba, la fonte sacra di Lumarzu presso Rebeccu attigua ai ruderi della chiesa romanica di San Lorenzo, resti della strada consolare di ` di escursioni a Barraghe); possibilita Campeda, alla piana di Santa Lucia

19

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 25

Turismo in Sardegna con i resti della chiesa romanica e delle sue catacombe del secolo VI e la fonte di acqua minerale. Boroneddu (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patrimonio lita archeologico (le domus de janas di San Michele, numerosi nuraghi tra cui quelli di Spinosu, Su Montiju); possibi` di escursioni alla chiesa campestre lita di San Salvatore; gastronomia, in particolare produzione di asparagi, di finocchi selvatici e di fichi d’India per i quali a marzo e a settembre si svolgono sagre. Borore (Nuoro): Alberghi 1 (Ulmos) con 12 posti letto distribuiti in 6 camere di cui 4 con bagno. Ristoranti 1 (Zoncheddu). Risorse: centro storico con la chiesa di San Lussorio in stile neoclassico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Imbertighe e di Bighinzone); escursione ai dolmen di Perda Longa e Perda ’e S’Altare. Bortigali (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX e le case tradizionali perfettamente conservate; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Orolo e di ` di escursione alla Meuddu); possibilita cima Santo Padre; il complesso religioso di Santa Maria di Sauccu; possi` di praticare il turismo equestre bilita presso l’Associazione bortigalese, con sede al Municipio. Bortigiadas (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Golden Gate) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Agriturismi 2 (Alghidda, La Valle del Verde) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con le caratteristiche costruzioni in granito; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, alcuni nuraghi tra cui quelli di Russugliu, Brancacciu, Nuracheddu e

` di escurdi Lu Nuracu); possibilita sioni ai monti Tumburu e Salici, alla fonte di Giovanni Muraglia; gastronomia, in particolare formaggi di squisita fattura. Borutta (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: la cattedrale di ` San Pietro di Sorres del secolo XI gia sede di diocesi, un’abbazia benedettina e un centro di accoglienza oggi ristrutturati; patrimonio archeologico (la grotta di Ulari, sito riconducibile alla cultura di Ozieri, alcuni nuraghi tra cui quello di Tanca Noa, tombe del ` di San Piesecolo VI d.C. in prossimita ` di escursioni al monte tro); possibilita Pelao e alle sue foreste, al rio Bidighinzu.

Turismo in Sardegna – Stazione del ‘‘trenino verde’’ a Bosa.

Bosa (Oristano): Alberghi 12 (Perry Clam, Fiori, Sa Pischedda, Al Gabbiano, Turas, Bassu, Miramare, Pirino, Mannu, Club Malaspina, Costa Corallo, Sa Luminera) con 382 posti letto distribuiti in 199 camere. Campeggi 1 (Turas) con 200 posti letto. Ristoranti 8 (Arru, Oliva, Chelo loc. Bosa Marina, Nieddu, Cossu, La Margherita, Borgo Sant’Ignazio, Gambero Rosso). Risorse: centro storico col Duomo, il complesso del Corso, il castello di Serravalle; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Furru); la basilica di

20

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 26

Turismo in Sardegna San Pietro in Calmedia, romanica; spiagge (Bosa Marina, la costa di capo Cacciaiu); porto turistico a Bosa Marina con 100 posti barca; gastronomia, ` possibile in particolare la Malvasia; e osservare le donne intente a ricamare ` di praticare il turiil filet; possibilita smo equestre (Associazione ippica Planargia, corso Vittorio Emanuele). Bottidda (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Mastru Porcu, Tanca Noa e Pala ’e Ruches, una ` di escurTomba di giganti); possibilita sioni a punta Manna con le sue foreste; gastronomia, in particolare i tipici formaggi. ` (Olbia-Tempio): Alberghi 1 Budduso (La Madonnina) con 50 posti letto distribuiti in 23 camere. Agriturismi 1 (Santa Reparata) con 18 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa di San Quirico del secolo XV e numerosi palazzotti ottocenteschi di una qualche eleganza, la parrocchiale con tele del Ruffino, alcune belle sculture in granito disposte lungo le strade principali; patrimonio archeologico (menhir e dolmen nell’area di Loelle, molte domus de janas, numerosi nuraghi, Tombe di giganti, villaggi nuragici, i re` di sti di una statio romana); possibilita escursioni alla Fonte della Salute, alle punte di Ziu Caralu e Ololviga con i loro panorami sul Goceano; gastronomia, in particolare vini e formaggi; vi si possono ammirare anche i maestri intagliatori del legno e le officine di lavo` che a luglio razione del granito, attivita trovano lo sbocco nel Festival internazionale della lavorazione del legno e del granito. Budoni (Olbia-Tempio): Alberghi 18 (Motel Isabella, Solemar, Da Giovanni

Giudia, Li Cugutti, Villaggio Agrustos, Villaggio Malamurı`, La Conchiglia, Residence Mattu ’e Peru, La Pineta, Villaggio Porto Ainu, Pedra Niedda, Eleonora, Blu Hotel, Cala Fiorita, Cala Blu, Hotel Eurovillage, Gennargentu, Sciabecco Residence) con 1931 posti letto distribuiti in 838 camere. Campeggi 4 (Sa Marina, Pedra ’e Cupa, Malamurı`, Thaiti) con 3870 posti letto. Agriturismi 3 (Lu Stillicioni, Muru Idda, Su Cuile) con 36 posti letto. Ristoranti 23 (Cocciu loc. Agrustos, Concu loc. Tanaunella, Eleonora loc. Tanaunella, Fiori Porto Ainu, Miscera, Sa Bertula loc. Tanaunella, La Risacca loc. Porto Ottiolu, La Rosa dei Venti loc. Porto Ottiolu, La Tavernetta loc. Marina di Budoni, Il Portico, L’Anfora loc. Malamurı`, La Perla loc. Limpiddu, Lu Nibaru loc. Marina di Budoni, Clipper, Il Giardinetto, La Volpe, Sa Brasia loc. Ottiolu, Baja del Sol loc. Tanaunella, San Paolo loc. Ta`, naunella, Sos Nuraghes loc. Birgalavo Stella Marina, Su Gustu, La Maggiorana loc. Agrustos). Risorse: gli insediamenti residenziali minori lungo le ` di conoscere gli spiagge; possibilita stazzi; patrimonio archeologico (nuraghi). Buggerru (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Sardus Pater loc. Portixeddu). Campeggi 1 con 20 posti letto. Agriturismi 1 (Su Ladiri Marru) con 8 posti ` loc. San letto. Ristoranti 7 (San Nicolo ` , Da Natalino, La Privilegiata, Nicolo La Terrazza sul Mare loc. Portixeddu, L’Ancora loc. Portixeddu, Bora Bora loc. Portixeddu, Il Basilico loc. Portixeddu). Risorse: spiagge (Cala Domestica, Portixeddu); la zona di Gutturupala ricca di boschi con roccioni alti fino a 350 m. Bultei (Sassari): Alberghi 1 (Terme di San Saturnino) con 25 posti letto distribuiti in 15 camere. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo

21

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 27

Turismo in Sardegna XVII e alcune tipiche costruzioni a palattu; patrimonio archeologico (i dol´e couverte, men di cui uno del tipo alle numerosi nuraghi tra cui quelli di Nur` , Tombe di giganti, chidda e di Boniro resti di terme romane presso la chiesa romanica di San Saturnino); possibi` di escursioni alla punta della Malita siennera, al parco di Sa Fraigada. Bulzi (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale, la chiesa romanica di San Pietro di Simbranos; patrimonio archeologico (alcuni dolmen, un villaggio megalitico del periodo prenuragico, numerosi nuraghi tra cui quelli di Bonosa, Sarula, Bacca de Arados, ` San PieTombe di giganti in localita tro); spiagge che si affacciano al golfo dell’Asinara raggiungibili con escur` possibile ammirare gli artisioni; e giani che fabbricano i cesti. Burcei (Cagliari): Alberghi 2 (Sant’Angelo, Riserva di caccia loc. Monte Accuzzu). Ristoranti 2 (La Montanara, Riserva di Caccia). Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico su progetto del Cima; patrimonio archeologico (il nuraghe di Su Nuraxi, archeologia mineraria nelle vec` di chie miniere d’argento); possibilita escursioni alle vecchie miniere d’argento. Burgos (Sassari): Agriturismi 3 (Cunzadu Mannu, Foresta Burgos, Solinas) con 12 posti letto. Risorse: centro storico dominato dal castello del Goceano, la chiesa parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Sa Toa e di Su Trailei); possi` di escursioni ai boschi di Foresta bilita Burgos; gastronomia, in particolare produzione di formaggi. Busachi (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero

di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, i resti del collegio gesuitico; patrimonio archeologico (domus de janas di Campu Majore, di Montigu e di Grugos, nuraghe di Santa Marra polilobato e riutilizzato in periodo punico e ro` di escursioni al lago mano); possibilita Omodeo e alla chiesa e al villaggio di Santa Susanna; gastronomia, in particolare su succu, per il quale a giugno si svolge una sagra. Cabras (Oristano): Alberghi 5 (El Sombrero, Summertime, Villa Canu, Sinis Vacanze, Sa Pedrera) con 104 posti letto distribuiti in 65 camere. Campeggi 1 (Arutas) con 660 posti letto. Agriturismi 21 (Bonesu, Cera, Ferrari, Manca, Marongiu, Mureddu, Nardi, Piras, Vargiu, Sanna, Scintu, Simbula, Turnu, Tanca Is Murtas, Da Domenico, Da Nino e Anna Maria, Pala Noeddas, Paui, Perda Cruxi, Sa Roia Travessa) con 184 posti letto. Ristoranti 12 (Il Caminetto, El Sombrero, Pinna, Sa Punta, S’Aligusta loc. San Giovanni di Sinis, Turroi loc. San Giovanni, Flore, Focus, Il Veliero, La Lanterna, Le Dune loc. San Giovanni, L’Oliveto). Risorse: centro storico ` diri, il con le caratteristiche case in la Museo archeologico; patrimonio archeologico (villaggi neolitici di Cuccuru is Arrius e di Conca Aillonis, nuraghe e villaggio nuragico di Muru Mannu, resti ` di Tharros, santuario punici: la citta ipogeico di San Salvatore); spiagge nella marina di Cabras, l’isola di Mal di ` di escursioni allo staVentre; possibilita gno di Cabras, alla chiesa di San Giovanni di Sinis; gastronomia, in particolare produzione di vini pregiati (Nieddera e Vernaccia), di bottarga, di merca; ` possibile ammirare la a settembre e suggestiva corsa degli scalzi.

22

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 28

Turismo in Sardegna

Turismo in Sardegna – Bar lungo la spiaggia del Poetto.

Cagliari: Ente provinciale per il Turismo in piazza Deffenu 9. Alberghi 16 (Caesar’s, Mediterraneo, Panorama, Regina Margherita, Sardegna, Calamosca, I Hotel,Italia, Jolly, Ulivi e Palme. A&R Bundes Jack, La Terrazza, Quattro Mori, Aurora, La Perla, Miramare, Palmas) con 2441 posti letto di` offre anche stribuiti in 1163. La citta numerosi bed and breakfast. Ristoranti 88 (A Carraxiu e Sizzigoru, Antica Hostaria, Al Solito Posto, Anelli, Angius, Apex, Aresu, Al Piccolo, Bassu, Ber` , Buda, Buffalo Ranch, Caddeo, nabo Cannas, Carat, Carta, Casula, Dolmen, Porta Cavana, Samba, Congia loc. Pirri, Cortis loc. Pirri, Crakers, Lo Spiedo Sardo via Palomba 43, Lo Spiedo Sardo loc. Poetto, Giulietta e Romeo, Buongustaio, Balena, Dal Corsaro viale Regina Margherita 28, Dal Corsaro loc. Poetto, Gnarlys Tribe, Grecale, Il Pepe Rosa, Mameli, Manca, Mediterranea, Monni, Nieddu, Il Viale, Incani, Incostante, Italia, Laconi, La Dolce Vita, La Griglia d’Oro, Lai, La Vecchia Maremma, Lobizza, Deidda, Del Monte, El Rancho, Food Service, GEME di Murtinu, Il Gatto, Italia, La Fattoria, La Pineta via della Pineta 108, La Rosetta, Lo Scoglio loc. Sant’Elia; Da Lillicu, Da Salvatore, Ottagono loc. Poetto, Pappa e Citti, Paradiso, Piper, Al Porto, Da Fabio, Da Noi Due, Da Pi-

nuccio, Dulche Mele, Flora, Giardino, Il Molo, I 4 Mori, Piludu & Porcu, Quadrifoglio, Saint Pierre, San Crispino, Sa Forredda loc. Poetto, Santa Rita, Slowfood, Solinas, Spazio Newton, Speedy Gonzales, Gennargentu, La Damigiana, i Tre Archi, La Mola Sarda, Next Door). Porti turistici: Marina Piccola con posti barca 290, Motomar Sarda con 120 posti barca, Marina di Bonaria con 270 posti barca. Turismo equestre (Associazione Provinciale Al` Ippica levatori, via Cadello 48, Societa di Cagliari, Ippodromo del Poetto, So` Iniziative Agrituristiche, via Cacieta stiglione 70, Circolo ippico P. Dettori, campo ostacoli Rossi, Circolo Ippico CEP). Risorse: spiagge (Poetto, Giorgino); bellezze naturalistiche (Santa Gilla, Molentargius); archeologia, monumenti, musei, teatro lirico, anfiteatro, stadi e impianti sportivi che consentono di praticare tutti i tipi di sport, yacht club, porticciolo turistico (Marina Piccola). Calangianus (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Briantinu) con 24 posti letto. Agriturismi 1 (Li Licci) con 11 posti letto. Ristoranti 1 (Atzara). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI ricca di affreschi, di marmi e di due dipinti del Davera e di Andrea Lusso, convento del secolo XVI e la Fontana Nuova; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di La Pilea, Agun); ` di escursioni alla valle del possibilita rio Carana, all’altipiano di Li Conchi; gastronomia, in particolare il rinomato miele amaro. Calasetta (Carbonia-Iglesias): Alberghi 5 (Fyby Hotel, Stella del Sud, Bellavista, Luci del Faro, Cala di Seta) con 281 posti letto distribuiti in 135 stanze. Campeggi 2 (Camping Vacanze, Le Saline) con 602 posti letto. Agriturismi 1 (Tupei). Ristoranti 10 (Bellavista, Il

23

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 29

Turismo in Sardegna Giunco, L’Anfora, La Torre, Zucca, Il Gabbiano, L’Approdo, Da Pasqualino, La Fornace, Mangiabarche loc. Spiaggia Grande). Risorse: centro storico con impianto settecentesco e la torre costiera del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Burich e Sisineddu); spiagge divenute sicuro richiamo per il turismo estivo; gastronomia, in particolare i vini. Capoterra (Cagliari): Alberghi 3 (Rosa Hotel, Mallei, Tanca Irde) con 56 posti letto distribuiti in 37 stanze. Agriturismi 4 (Francesco Piga, Pierpaolo Piga, Aricantus, Santa Lucia) con 19 posti letto. Ristoranti 8 (Sa Cardiga e Su Schironi bivio strada per Cagliari, Capriccio, Farigu, Farlei, Inconis, Maccioni, Murgia, Pireddu). Risorse: turismo equestre (Centro ippico Sebba). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Domu Antiga e Cuccureddus, i resti romani di Bau Mannu); bellezze naturali nelle montagne circostanti tra cui la chiesa romanica di Santa Barbara, l’antica miniera di San Leone; gastronomia, i ` ccula (=). famosi pillonis de ta Carbonia (Carbonia-Iglesias): Alberghi 4 (Centrale, Sardegna, Tanit loc. Sirai, Aquarius) con 87 posti letto. Ristoranti 20 (Bovo, Gianni, L’Oste Sardo, Olimpo, Sa Forredda, Il Caminetto, La Lanterna, Popys, Sa Panara, Tamarindo Blu, Sotto Torre, Su Medau loc. Flumentepido, Sirai, Tanit loc. Sirai, Vesuvio, Il Ristoro loc. Cortoghiana, Cera, Corona, Roller 2000 loc. Bacu Abis, Sais). Risorse: centro storico, conserva l’impianto urbanistico originario con chiese, strade e abitazioni tipiche dell’architettura di regime, il Museo archeologico ‘‘Villa Sulci’’; patrimonio archeologico (il nuraghe di Sirai, la

`-fortezza fenicio-punica di Monte citta Sirai); archeologia industriale (numerose miniere di carbone). Cardedu (Ogliastra): Alberghi 2 (Genna ` Turistica) con 224 ’e Masoni, Societa posti letto. Agriturismi 3 (Deiana, Murgia, Ligas) con 25 posti letto. Ristoranti 1 (Gangi loc. Buoncammino). Risorse: centro storico; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, nuraghi, Tombe di giganti, villaggi nuragici, resti punici, resti romani); ` di escursioni; gaspiagge; possibilita stronomia, in particolare vino Cannonau e miele. Cargeghe (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria ’e Contra, la parrocchiale del secolo XVIII con un dipinto di Baccio Gorini; patrimonio archeologico (le domus de janas scavate in grotticelle naturali di Peschialzu, le necropoli di Pedras Serradas e di S’Elighe Entosu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Cherchizzos e di ` di escursioni Santa Maria); possibilita nelle campagne circostanti. Carloforte (Carbonia-Iglesias): Pro Loco, corso Repubblica 1. Alberghi 8 (Hieracon Albergo e Residence, Paola, Galman, La Valle, Guardia dei Mari, Mezzaluna, California) con 218 posti letto distribuiti in 148 stanze. Campeggi 1 (La Caletta) con 300 posti letto. Ristoranti 18 (Da Nicolo, Al 1º Maggio loc. Tacca Rossa, Da Enzo, Da Vittorio, Hieracon, Mare, Miramare, Boccone, Giordano, Guardiamori loc. Nassetta, La Cantina, Le Colonne loc. Burzun, Dau Bobba loc. Segni, La Conca loc. Bue Marino, Tonno di Corsa, Galaia, Osteria della tonnara, L’Oasi). Risorse: centro storico con il sistema delle mura, la parrocchiale del secolo XVIII, il complesso degli antichi carruggi; patrimonio archeologico (necropoli ro-

24

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 30

Turismo in Sardegna mana a Lo Spalmatore); spiagge, scogliere, escursioni lungo le coste; ga` , cucina del tonno; stronomia, il casca tonnare; porto turistico con 160 posti barca. Castelsardo (Sassari): Alberghi 13 (Baga Baga, Nadia, Costadoria Albergo e Residence, Pedra Ladda, Castello, Riviera, La Marina, Pinna, Baja Ostina, Ampurias Albergo e Residence, La Rosa dei Venti) con 1102 posti letto distribuiti in 490 camere. Ristoranti 19 (Aquarius loc. Lu Bagnu, Bianco loc. Lu Bagnu, Sa Ferula, Rocca ’Ia, La Guardiola, Da Ugo loc. Lu Bagnu, Lo Scoglio, Ampurias, Hotel Castello, Vela Blu loc. Lu Bagnu, Le Palme loc. Lu Bagnu, La Multa Bianca, Demontis, La Trattoria, La Ventola, Mistral, Pinna, Pinna loc. Lu Bagnu, il Cavalluccio, Guardiola). Risorse: centro storico con le mura, la cattedrale con i dipinti del Maestro di Castelsardo, il castello dei Doria con il museo, alcuni palazzi dei secoli XVI e XVII; patrimonio archeologico (la domus de janas dell’Elefante, alcuni nuraghi tra cui quelli di Elpighia e di Cala Ostina, la villa romana di Pedras de Fogu, la necropoli di Tibula); spiagge circostanti; lungo le strade si possono osservare le donne intente alla confezione dei cesti e le ricamatrici di merletto; porto turistico a Marina di Frigiano con 400 posti barca. Castiadas (Cagliari): Alberghi 6 (Is Ortixeddus, Santa Giusta Albergo e Dipendenza Agritur, S’Obrescida, Sant’Elmo Beach Hotel, Le Ginestre Residence) con 1278 posti letto distribuiti in 546 camere. Campeggi 5 (Limone Beach, Garden Cala Sinzias, GTre, Le Dune, New Gold Sardinia) con 1972 posti `: Maloccu letto. Agriturismi 14 (localita [2], Masone Partu, L’Annunziata, Olia ` , San Speciosa, Masone Murtas, Sito Pietro [4], Ortedusu, Monte Gruttas)

con 124 posti letto. Ristoranti 10 (Is Ortixeddus, Il Giardino, Il Peperoncino Marino, Le Anfore, Maistu Andria, Tropical, Su Crogallu, Sa Cardaesu Pisci, Da Gianni loc. San Pietro, Il Vascello v i l l a g g i o Re i M a r i n a ) . R i s o r s e : ` di escursioni alle spiagge; possibilita foreste di Buddui e di S’Acqua Callenti; le strutture ottocentesche del ` di prativecchio carcere; possibilita care il turismo equestre (Circolo ippico Cala Sinzias). Cheremule (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (la stazione eneolitica di San Pietro, le domus de janas con pareti incise di Sos Furrighesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Majore e di Monte Code, ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al bosco di Su Tippiri. Chiaramonti (Sassari): Agriturismi 1 (Sas Damas) con 7 posti letto. Ristoranti 1 (GAM). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI e il castello dei Doria in rovina; patrimonio archeologico (le cinte megalitiche di Punta S’Arrocu e di Corrales, i dolmen di Padru Grossu, numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello detto Ruju costruito con trachite rossa, ` di escursioni resti romani); possibilita alle chiese campestri di Santa Giusta e Santa Maria Maddalena entrambe romaniche; gastronomia, in particolare tipici formaggi e pregiate ricotte. Codrongianos (Sassari): Albergo 1 (Funtanarena) con 19 posti letto distribuiti in 8 camere. Ristoranti 1 (Saccargia loc. Saccargia). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII che custodisce dipinti di scuola spagnola, napoletana e toscana; patrimonio archeologico (le domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello di Niedda,

25

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 31

Turismo in Sardegna Tombe di giganti); la famosa basilica ` di Saccargia romanica di SS. Trinita con un ciclo di affreschi e molte opere d’arte; gastronomia, in particolare vini pregiati e formaggi. Collinas (Medio Campidano): nessun ` esercizio alberghiero, possiede pero ` di ristorazione. Risorse: la possibilita chiesa rurale di Santa Maria di Bagnaria con resti di terme romane; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sueddi e di S’Egua); la grande sagra di San Rocco. Cossoine (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-aragonese e la chiesa bizantina di Santa Maria Iscalas; patrimonio archeologico (le domus de janas di Crastu de Fogu e di Filigosa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Nieddu e di Elighinzos, resti ` di escursioni a romani); possibilita Campu Giavesu; gastronomia, in particolare produzione di formaggi tipici. Cuglieri (Oristano): Alberghi 3 (Desogus, La Baia, La Scogliera) con 87 posti letto distribuiti in 46 camere. Campeggi 1 (Europa) con 1200 posti letto. Agriturismi 2 (Chidonzas, Pittinuri) con 23 posti letto. Ristoranti 3 (Desogus, Kely, La Villa loc. Pedras Longas). Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria della Neve in stile barocco, museo nel convento dei Cappuccini; patrimonio archeologico (i nuraghi di Oragiana e Orakeri, Maggiore, necropoli punico-romana di Fanne Mossa, resti di un ponte romano, area paleocristiana di Cornus e di Columbaris); spiagge di Santa Caterina di Pitti` di nuri e di S’Archittu; possibilita escursioni alla foresta di Pabarile, ai resti di Casteddu ’Ezzu. Curcuris (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (La Vecchia Stazione). Risorse: centro storico con

la chiesa dell’Assunta in stile romanico, Sa Banghixedda, antico banco per la vendita della carne, la casa Pinna Spada che ospita una collezione di oggetti etnografici; patrimonio archeologico (quattro nuraghi tra cui quello di Soru, Tomba di giganti di Santa Maria, resti punici e romani); ` di escursioni alla valle del possibilita rio Mannu. Decimomannu (Cagliari): Alberghi 1 (Rial) con 10 posti letto distribuiti in 7 camere. Ristoranti 1 (Casa Cortina). Ri`sorse: centro storico con le case in la diri e la parrocchiale del secolo XV in stile gotico-aragonese; la chiesa di Santa Greca presso la quale si svolge la grande sagra; patrimonio archeologico (resti dell’acquedotto romano di Cagliari). Decimoputzu (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 5 (Camedda statale 196, Il gufo, Piras, Podda, Tiffany). Risorse: centro storico con le ` diri e i resti di un nuraghe orcase in la mai inglobato nell’abitato; patrimonio archeologico (il nuraghe di Monte Idda, dove fu rinvenuto un importante deposito di bronzetti). Desulo (Nuoro): Alberghi 2 (La Nuova, Lamarmora) con 75 posti letto distribuiti in 37 camere. Agriturismi 1 (Girgini) con 15 posti letto. Ristoranti 1 (Floris). Risorse: centro storico con le tipiche case dai balconi in legno fioriti, la parrocchiale del secolo XV; patrimo´ nio archeologico (i nuraghi di Nuraghe e di Girgini, i villaggi nuragici di Bo` e di Notuedia); possibilita ` di stua escursioni a punta Lamarmora, al taccu di Girgini; gastronomia, in particolare castagne, torroni, le famose salsicce e i prosciutti. Dolianova (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 6 (Is Paulis, Meloni, Murgia loc. San Giorgio, Pittau, Pizza Bruno, Trogu loc. Maida-

26

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 32

Turismo in Sardegna neddu). Risorse: centro storico con la cattedrale di San Pantaleo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Pranu Ollasteddu e del rio Matta, resti di tombe romane); possibi` di escursioni sui Sette Fratelli; galita stronomia, in particolare dolci, vini pregiati e il rinomato olio d’oliva. Domus de Maria (Cagliari): Pro Loco in via Chiesa; alberghi 5 (Villaggio Baiachia, Su Giudeu Hotel, Le Meridien Chia Laguna, Spartivento loc. Chia, Il Gabbiano loc. Chia) con 1260 posti letto distribuiti in 536 camere. Campeggi 1 (Torre di Chia) con 746 posti letto. Ristoranti 7 (Congiu loc. Sa Colonia Chia, Culurgioni loc. Spartivento Chia, Granella loc. Su Portu Chia, Bar del Sole, Crar’e Luna, Il Chiostro, Mirage). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Riu Perdosu e di Perdu Mulas, ` di Bithia a Chia); i resti della citta spiagge di Chia con le dune, quelle di Malfatano con le torri costiere del se` di escursioni alla colo XVII; possibilita riserva naturalistica di Is Cannoneris con flora e fauna di rilievo (cervo sardo).

Turismo in Sardegna – La spiaggia di Chia.

Domusnovas (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Trattoria Pinna, Perd’e Cerbu loc. grotte San Giovanni). Risorse: centro

storico con pochi avanzi del borgo medioevale, la chiesa parrocchiale del secolo XIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sa Dom’e S’Orcu e di Pardu S’Ieru, la Tomba di giganti di Perdu Cossu); archeologia industriale (le antiche miniere di Barraxiutta, Maciurru, San Giovanni); pos` di escursioni alla Grotta di San sibilita Giovanni, alla foresta demaniale di Marganai Oridda. Domusnovas Canales (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: pala possibilita trimonio archeologico (alcuni nuraghi, una Tomba di giganti, il villaggio nuragico di Sella); i resti di un castello giudicale. Donigala Fenughedu (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la la possibilita chiesa rurale di Santa Petronilla, romanica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi semidiroccati). Donori (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Noce loc. Terra Is Orgius). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (i nuraghi di Sa Dom’e S’Orcu Mannu e di Guntru` di escursioni a punta xia); possibilita Perdu Crobu. Dorgali (Nuoro): Pro Loco in via Lamarmora 189. Alberghi 26 (Palmasera Village Resort, Bue Marino, Cala Luna, La Favorita, La Playa, Miramare, Gabbiano, La Ginestra, L’Oasi, Piccolo Hotel, Costa Dorada, Su Forti, Il Querceto, Monteviore, Sant’Elena, Costa Dorada, Villa Gustui Maris, Il Borgo, I Ginepri, Parco Blu, Smeraldo, Ispingoli, Nettuno, Hotel Pop, La Conchiglia, Hotel S’Adde) con 1914 posti letto distribuiti in 939 camere. Campeggi 1 (Cala Gonone) con 1100 posti letto. Agriturismi 7 (Biriddo, Iloghe, Muristene, Nuraghe Mannu, Osalla,

27

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 33

Turismo in Sardegna Gorropu, Su Tiresi) con 51 posti letto. Ristoranti 13 (La Plaja loc. Cala Gonone, Il Giardino, Mereu e Ungredda, Da Gennaro loc. Cala Gonone, Il Cormorano loc. Cala Gonone, Il Tritone, Ispinigoli S.S. per Orosei, Il Brigantino, La Terrazza loc. Cala Gonone, San Francisco, Sant’Elene loc. Sant’Elene, Tre Ruote loc. Cala Gonone, Romano loc. Cala Gonone). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (il dolmen di Motorra, le domus de janas di Concas de Fada, numerosi nuraghi tra cui quelli di Purgatorio, Su Casteddu e di Iloghe, la Tomba di giganti di Thomes, il villaggio nuragico di Serra Orrios, i resti romani di San Bartolomeo e di Iloghe, la strada romana in regione ` balneare di Cala GoGalloi); la localita none, da cui si possono fare escursioni alla Grotta del Bue Marino, a Cala Luna, a Cala Mariolu, a Cala Sisine e a ` di fare escurCala Biriola; possibilita sioni sul Supramonte; gastronomia, in particolare formaggi (taedde), vini (Cannonau) e dolci (su pistiddu); porto turistico a Cala Gonone con 120 posti barca. Dualchi (Nuoro): nessun esercizio al` berghiero, offre comunque possibilita di ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Piddi e di Cadderas, villaggi nuragici, ` necropoli fenicio-punica); possibilita di escursioni nelle campagne circostanti ricche di macchia mediterranea. Elini (Ogliastra): nessun esercizio al` berghiero, offre comunque possibilita ` di di un ristoro. Risorse: possibilita escursioni alle foreste di lecci che circondano l’abitato; escursione al Parco del Carmine ricco di boschi e macchia mediterranea; patrimonio archeologico (nuraghe); dipinto di Andrea Lusso nella chiesa parrocchiale.

Elmas (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Il vagabondo, Pani e Casu). Risorse: centro storico ` diri, la parrocchiale con le case in la del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti di edifici romani, ruderi della chiesetta di San Giorgio del se` di escursioni colo XIV); possibilita alla laguna di Santa Gilla; gastrono` rmia, in particolare dolci (gueffus, pa dulas). Erula (Sassari): Agriturismi 1 (Panu) con 18 posti letto. Risorse: centro storico con costruzioni a palattu; patrimonio archeologico (le domus de janas di Bulgunis e di Su Bullone, numerosi nuraghi tra cui quelli di Erula, Soggiu e ` di escursioni Nuragheddu); possibilita alla chiesa campestre romanica di Santa Vittoria di Gavazzana, al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare formaggi. Escalaplano (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la pos` di un ristoro. Risorse: centro sibilita storico con parrocchiale in stile rinascimentale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Sa Fossada prossime all’omonimo nuraghe, alcuni altri nuraghi tra cui quelli di Perdaussei e Libiriu, ruderi romani di Sa Rauta); ` di escursioni al lago del possibilita Flumendosa. Escolca (Cagliari): nessun esercizio al` di un riberghiero, offre la possibilita storo. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI in stile tardogotico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ruinale Cortis e di Ruinale Cuccuru, resti di ` romana); possibilita ` di escursioni eta alla Giara di Serri col parco archeologico di Santa Vittoria, e al villaggio abbandonato di San Simone. Esporlatu (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico

28

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 34

Turismo in Sardegna con costruzioni a palattu e la chiesa parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Tione, Fuschiosa, Orrios, Tombe di gi` di escursioni al rio ganti); possibilita Mulinu, alla foresta di Runcumulu, al monte Rasu, al parco naturale de Sa Figu Niedda; gastronomia, in particolare produzione di latticini. Esterzili (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la possibi` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con le case in pietra tipiche della montagna; patrimonio archeologico (tempio a megaron di Orgia Rajosa di Cuccureddu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santa Vittoria e di Conca Zo` di escursioni al lago peria); possibilita del Flumendosa, al monte Santa Vittoria dove fu trovata la Tavola di Esterzili. Escovedu (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Nurara). Figu (Oristano): nessun esercizio al` offrire un ristoro. berghiero, ma puo Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Silibena e di Terr’e Monti). Florinas (Sassari): nessun esercizio al` pero ` offrire un ristoro. berghiero, puo Ristoranti 1 (La Canonica). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la chiesa di San Francesco in stile gotico; patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quelli di Corvos e di Oppia, Tombe di giganti di Campu Lontanu, resti di edifici romani). Fluminimaggiore (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Vittorio Emanuele. Alberghi 1 (Hotel Golfo del Leone) con 28

posti letto distribuiti in 14 camere. Agriturismi 7 (Perdaba, Pubusinu, Canu, Sedda, Bauedda, Aru, Il Ginepro) con 38 posti letto. Ristoranti 7 (Da Natalino, Massole, Pinna loc. Portixeddu, Pirisi loc. Portixeddu, La Terrazza sul mare loc. Portixeddu, Ristorante A.G., Su Ziccheddu). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (grotta sepolcrale neolitica di S’Orreri, il complesso punico-romano del tempio di Antas); archeologia mineraria (le miniere abbandonate di galena, piombo e zinco); spiagge di capo Pe` di escursioni alle cora; possibilita grotte di Su Mannau. Flussio (Oristano): nessun esercizio al` berghiero, offre tuttavia la possibilita di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Caddares e di Murciu); possi` di escursioni nelle foreste circobilita stanti. Fonni (Nuoro): Alberghi 2 (Cualbu, Il Cinghialetto) con 100 posti letto distribuiti in 57 camere. Agriturismi 2 (Separadorgiu, Muggiana) con 16 posti letto. Ristoranti 3 (Il Pergolato, Barbagia, Miramontes loc. Surunele). Risorse: centro storico con le caratteristiche case di montagna, il convento e il santuario della Vergine dei Martiri, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (i dolmen di San Michele, di Rio Aratu, alcuni nuraghi tra cui quello di San Cristoforo, Tombe di giganti, i villaggi nuragici, i resti della ` statio romana di Sorabile); possibilita di escursioni sul Bruncu Spina, pratica di sport invernali. Fordongianus (Oristano): Alberghi 1 (Grand Hotel Terme Sardegna) con 180 posti letto distribuiti in 90 camere, e un centro termale presso le sorgenti ad ` utilizzate dai Roalta temperatura gia mani. Agriturismi 1 (Piras) con 16 posti

29

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 35

Turismo in Sardegna letto. Ristoranti 1 (Il Naviglio). Risorse: centro storico con la casa aragonese del secolo XV, la chiesa romanica di San Lussorio; patrimonio archeologico (domus de janas di Donnigheddas, nuraghe di Casteddu Ezzu riutilizzato in epoca romana e medioevale, i resti romani di Forum Traiani, necropoli di San Lussorio). Furtei (Medio Campidano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale di Santa Barbara che custodisce la Crocifissione del Mainas; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Cumossariu e di Bangius, tombe romane di S’Occidroxiu). Gadoni (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (il nuraghe Arcu Nuraxi); archeologia mineraria (miniera di Funtana Raminosa); possibi` di escursioni alla valle del Flumenlita dosa e ai Tacchi. Gairo (Ogliastra): Alberghi 1 (Su Sirboni). Campeggi 1 (Coccorocci) con 732 posti letto. Risorse: i resti del paese antico ora abbandonato; patrimonio archeologico (il complesso di Serbissi di ` nuragica, alcuni nuraghi tra cui eta quelli di Arsu e Masciu); spiagge della ` di escurMarina di Gairo; possibilita sione alla vallata del rio Pardu e alla Perdaliana. Galtellı` (Nuoro): Alberghi 1 (Bellavista) con 16 posti letto distribuiti in 8 stanze. Ristoranti 2 (Hotel Ristorante, Cosseddu). Risorse: centro storico col Parco deleddiano, la parrocchiale con gli affreschi, il celebre Crocifisso e la necropoli altomedioevale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Olevesche, il nuraghe di Su Cardu, resti ` di escursioni alla romani); possibilita

vallata del Cedrino, all’arco naturale di Perda Istampada. Gavoi (Nuoro): Alberghi 3 (Gusana, Sa Valasa, Taloro) con 279 posti letto distribuiti in 143 camere. Agriturismi 3 (Antichi Sapori, Fuego, Sedda) con 38 posti letto. Ristoranti 2 (Murru, Podda). Risorse: centro storico con le case barbaricine in granito, il Palazzo Satta; la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (le domus de janas e il ` , rovine del Castel nuraghe di Talaigo ´ ); il lago di Gusana; Corallo a Meridde ` di escursioni all’altipiano possibilita di Pratobello e alla vallata del Taloro; gastronomia, in particolare formaggi e ` di praticare il turiciliegie; possibilita smo equestre (Centro ippico dell’al` ippica gavoese). bergo Gusana, Societa Genoni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (dolmen di Spiluncas Mannas, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Antinu, con vasto recinto megalitico, e di Cixius, Tombe di giganti di Pala de su Pirastru ` di e di Sant’Anastasia); possibilita escursioni alla Giara di Gesturi. Genuri (Medio Campidano): nessun ` esercizio alberghiero, possiede pero ` di ristorazione. Risorse: papossibilita trimonio archeologico (alcuni nuraghi ` di molto danneggiati); possibilita escursioni alla Giara di Gesturi; gastronomia, in particolare i dolci con le mandorle (gattou, amarettus). Gergei (Cagliari): Alberghi 1 (Fratelli Dedoni) con 25 posti letto distribuiti in 12 camere. Ristoranti 1 (Manis). Risorse: centro storico con le tipiche case in pietra, i dipinti della Scuola di Stampace e la collezione di pitture e di statue custodite nella parrocchia; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Perdu e di Santu

30

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 36

Turismo in Sardegna Iriu con l’attiguo villaggio nuragico, Tombe di giganti di Preganti, tombe ro` di mane di Prabazzedda); possibilita escursioni alla Giara di Serri. Gesico (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV, chiesa di Santa Maria del secolo XIV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Columbus e di Accas). Gesturi (Medio Campidano): Alberghi 1 (Fra Nicola). Ristoranti 2 (MATI, via Nazionale 11, Fra Nicola). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVII ricca di marmi del secolo XVIII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Nied` di dosa e Peppi Pinna); possibilita escursioni alla vicina Giara. Ghilarza (Oristano): Alberghi 1 (Su Cantaru) con 39 posti letto distribuiti in 23 camere. Ristoranti 1 (Marchi). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Palmerio, la torre aragonese del secolo XV, la Casa museo di Antonio Gramsci; patrimonio archeologico (il complesso nuragico di Su Cantaru riutilizzato in periodo romano, resti della fontana romana di ` di escursioni Su Cantaru); possibilita alla chiesa romanica di San Serafino. Giave (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con alcuni edifici in pietra del tipo a palattu, la parrocchiale di Sant’Andrea del secolo XVI, la chiesa di Santa Croce del secolo XVII, i murales di Franco Farina; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Oes e di San Sisto quadrilobato con la vicina chiesetta romanica, resti romani di Monte Fuguini); il colle di Roccaforte ` il con i resti del castello e in sommita santuario dei Santi Cosimo e Damiano; ` di escursioni alla conformapossibilita

zione rocciosa vulcanica di Pedramendalza. Giba (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (La Rossella) con 20 posti letto. Ristoranti 2 (Pruna, Su Nuraghe). Risorse: centro storico con la chiesa di San Pie` tro; ricco patrimonio archeologico (eta nuragica); spiaggia e complesso palu` di escurstre di Porto Botte; possibilita sioni al lago artificiale di Monte Pranu. Girasole (Ogliastra): Alberghi 3 (l’Ulivo, Residence Girasole, Santa Lucia) con 35 posti letto distribuiti in 21 camere. Agriturismi 1 (Santa Rommasa). Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tomboli e di Scomajorcu); le bellissime spiagge; ` di escursioni alla zona possibilita umida del rio Mineru; i resti del castello di Medusa; gastronomia, in particolare il vino Cannonau. Golfo Aranci (Olbia-Tempio): Alberghi 9 (Baja Caddinas, Castello, Colonna Beach e Resort, Baia Aranzos, Tabby, La Lampara, Gabbiano Azzurro, King’s, Margherita) con 1297 posti letto distribuiti in 742 camere. Ristoranti 15 (Vip Group, Vitiello, Scroccu, Servini, La Lampara, Manconi, Costa, Del Giudice loc. Terza Spiaggia, Due Emme, Fratelli Pisano loc. Punta Marana, Hippocampus, Maddaluno, Modde, Meloni, Frau). Risorse: centro storico con edifici moderni che testimoniano il suo recente sviluppo; patrimonio archeologico (i pozzi sacri di Milis e di Sa Testa, resti romani); spiagge di Cala Sabina e di capo Sassari e di Cala Mo` di escursioni a capo resca; possibilita Figari, a punta Marana e al golfo della Marinella con altre belle spiagge; porto turistico a Porto Rotondo con 635 posti barca, di punta Marana con 300 posti barca. Goni (Cagliari): nessun esercizio alber` di ghiero, offre tuttavia la possibilita un ristoro. Ristoranti 1 (Padre Pa-

31

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 37

Turismo in Sardegna drone). Risorse: patrimonio archeologico (il complesso megalitico di Pranu Mutteddu, il nuraghe di Goni); possibi` di escursioni alla vallata del Flulita mendosa; gastronomia, in particolare formaggi. Gonnesa (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in corso Matteotti. Alberghi 1 (Frau) con 11 posti letto distribuiti in 7 camere. Campeggi 1 (Plag’e mesu) con 700 posti letto. Agriturismi 3 (Le Sorgenti, Lo Sperone, Piedra del Sol) con 35 posti letto. Ristoranti 4 (Sa Panara loc. Funtanamare, SOGE Tur, Al Vecchio Nuovo, Da Rosy loc. Funtanamare). Risorse: patrimonio archeologico (costruzioni megalitiche di Is Bangius, il villaggio nuragico di Serucci, resti romani presso la chiesa romanica di Flumentepido); il litorale con le spiagge e la torre di Porto Paglia; pos` di escursioni alla Grotta di sibilita Santa Barbara; archeologia mineraria (vecchie miniere di Monte Anixeddu). Gonnoscodina (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Il Gatto Sardo). Risorse: centro storico con la chiesa di San Daniele; patrimonio archeologico (il ponte romano); gastronomia, in particolare le mandorle. Gonnosfanadiga (Medio Campidano): Alberghi 1 (Il Cavallino Bianco) con 20 posti letto distribuiti in 11 camere. Ristoranti 4 (Meloni & Garau, Sotgiu, Il Cavallino Bianco, Da Lello). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Cuccuru Gibbas e di Palapardu, le Tombe di giganti di Sa Grutta de S’Orsu e Sa Grutta de Santu Giuanni, resti romani di Is Mongisas, le rovine del villaggio me` di escurdioevale di Serru); possibilita sioni al monte Linas con boschi e fauna; il parco di Perd’e Pibera. ` (Oristano): nessun esercizio Gonnosno ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero

un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni magnifici portali in pietra e le case a corte, la chiesa di San Salvatore del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Salibera e di Maratiu, Tombe di giganti e tempio a pozzo di San Salvatore di Figu, il complesso di Bruncu Sergiu con resti d’epoca nuragica, punica e romana, il complesso di Monte Maiori); ` di escursioni ai boschi del possibilita Bruncu Sergiu e alla Giara. Gonnostramatza (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita ` diri e il polittro storico con le case in la tico di Lorenzo Cavaro custodito nella parrocchiale, la chiesa romanica di San Paolo; patrimonio archeologico (le stazioni per la lavorazione dell’ossidiana di Bruncu S’Arbia, Su Seddargiu, Scaba Axeddu e altre, i resti ro` di mani di Santu Giuanni); possibilita escursioni alla regione di Serzela con la chiesa romanica e i resti del villaggio medioevale. Guamaggiore (Cagliari): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la chiesa di Santa Maria Maggiore, antica parrocchia che conserva un’iscrizione greca; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Margianu e quello di Accas, che fungeva anche da officina fusoria); ` di gustare le gastronomia, possibilita famose lumache (sizzigorrus). Guasila (Cagliari): Agriturismi 1 (Macronna). Ristoranti 2 (L’Airone, Il Ritrovo). Risorse: la chiesa parrocchiale (progetto del Cima) con sculture del Lonis; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Corrogas e di Pau, villaggi nuragici, resti ro` di escursioni in cammani); possibilita pagna. Guspini (Medio Campidano): Alberghi

32

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 38

Turismo in Sardegna 2 (Italia, Santa Maria) con 84 posti letto distribuiti in 40 camere. Agriturismi 5 (Nuova Agricoltura, La Miniera Fiorita, Sa Tanca, Sa Tella, Su Medau) con 14 posti letto. Ristoranti 13 (Steri, Sa Rocca, La Bruschetta, Tre Botti, A Tutta Pizza, Bakunin, Oasi, Vida Loca, Bistrot, Il Viale, Italia, Alex, Villa di Chiesa). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XV, la chiesa romanica di Santa Maria, il Palazzo comunale e altri edifici dell’Ottocento; patrimonio archeologico (dolmen di Perdas Longas e di San Simplicio, cinta megalitica di Saurecci, alcuni nuraghi tra cui quelli di Melas e Urradili, le Tombe di giganti di Riu Cabra e di Pauli Planu, le rovine di Neapolis); archeologia mineraria (miniera di Montevecchio); gastronomia, in particolare formaggi pecorini e torrone. Ilbono (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la piazza di Funtana Idda; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Texiri e di Praidas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sieri, di ´ ); possibilita ` di escurTedili e di Mutale ´ e borghi e al lago sioni ai monti Tare del Flumendosa. Iglesias (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Roma. Alberghi 4 (Artu, Pan di Zucchero, Leon d’Oro, Il Sillabario) con 128 posti letto distribuiti in 68 ca`, mere. Ristoranti 7 (Artu, Gargantua Ardau loc. Funtana Marzu, Liggia, Pisano, Italia, Sedda). Risorse: centro storico con il Duomo, la chiesa di San Francesco, le mura, il castello di Salvaterra, la chiesa di Valverde; spiagge (Funtanamare, Nebida); manifestazioni tradizionali (Candelieri, Settimana santa); archeologia mineraria (la miniera di Monteponi, quella di Sa Duchessa). Illorai (Sassari): nessun esercizio al-

` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le antiche case a palattu, la parrocchiale di San Gavino che custodisce alcune statue secentesche; patrimonio archeologico (le domus de janas di Molia, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Montigu e Sa Corona, Tombe di giganti, villaggi nuragici, resti punici, resti ro` di escursioni alle mani); possibilita rive del Tirso col ponte medioevale detto Pont’Ezzu. Irgoli (Nuoro): Alberghi 1 (Baronia) con 54 posti letto distribuiti in 25 camere. Agriturismi 3 (Lattas, Sant’Elene, Settile) con 27 posti letto. Ristoranti 1 (Sos ` di escurArcos). Risorse: possibilita sioni al monte Senes e alla vallata del Cedrino; patrimonio archeologico (domus de janas, menhir, nuraghi, Tombe di giganti e resti del periodo romano); gastronomia, in particolare produzione di salumi. Isili (Cagliari): Alberghi 4 (Cardellino, Del Sole, Giardino, Il Pioppo) con 102 posti letto distribuiti in 59 camere. Ristoranti 2 (Coni, Contini). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI e la chiesa di San Giuseppe del XVII, alcuni palazzotti del secolo XIX di una qualche eleganza; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Funtana Manna, di Ordinaxius, di Tanca de Margiani, alcuni nuraghi tra cui quelli di Is Paras e di Adoni, la Tomba di giganti di Nuraxi de ` di villeggiatura Is Paras); possibilita ` di escursioni alla collinare; possibilita Giara di Serri. Ittireddu (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa bizantina di Santa Croce e quella di San Girolamo; Museo archeologico e delle tradizioni popolari; patrimonio archeologico (le domus de janas di Partulesi, alcuni nuraghi tra cui

33

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 39

Turismo in Sardegna quello di Funtana e di Domu ’e S’Orcu, resti romani della cisterna di Pont’Ezzu; resti del castello medioevale di ` di escursioni Monte Jughe); possibilita nelle campagne circostanti; gastrono` bude per mia, in particolare dolci (ka l’Epifania, i papassinos, le tiriccas, gli amaretti). Ittiri (Sassari): Alberghi 1 (Coros) con 21 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Umana, Simula). Risorse: centro storico con antiche abitazioni dalle facciate in trachite decorate, chiesa parrocchiale del secolo XVII, la chiesa romanica di Santa Maria di Coros; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Paulis e di Elighe); la basilica romanica di ` di Santa Maria di Paulis; possibilita escursioni al lago del Cuga; gastronomia, in particolare formaggi, dolci tipici. Jerzu (Ogliastra): Alberghi 2 (Sul Rio, Chillotti) con 48 posti letto distribuiti ` di in 27 camere. Risorse: possibilita escursione ai Tacchi, alla vallata del rio Pardu con le sue vigne; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui S’Ollasteddu e Is Cresinus, le domus de janas di Sa Coa de Pardu, il villaggio nuragico di Corongiu); rinomata produzione del vino Cannonau. Laconi (Oristano): Alberghi 1 (Sardegna) con 17 posti letto distribuiti in 10 camere. Agriturismi 1 (Genna ’e Corte) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Paradiso). Risorse: il parco Aymerich con le rovine del castello; il Palazzo Aymerich; il Museo archeologico con la collezione dei menhir; la casa di Sant’Ignazio e il relativo museo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Mamusi e di Genna Corte). Laerru (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa del Rosario in stile tardogo-

tico, la chiesa di Santa Margherita del secolo XVIII; patrimonio archeologico (il dolmen di monte Medolesi, le domus de janas di monte Ultana utilizzato in seguito in periodo paleocristiano, alcuni nuraghi tra cui quelli di Colomba e di Pazza, la Tomba di giganti di Bolitos, i resti romani di Gemellae e di ` di escursioni Santa Maria); possibilita alla foresta pietrificata. La Maddalena (Olbia-Tempio): Alberghi 14 (Excelsior, Il Gabbiano, Nido d’Aquila, Da Raffaele, Delle Isole, Cala Lunga, Garibaldi, Valtur Santo Stefano, Villa Marina, Miralonga, Riccio Hotel, Arcipelago, Villa al Parco, La Conchiglia) con 1328 posti letto distribuiti in 645 camere. Campeggi 2 (Il Sole, Maddalena) con 2289 posti letto. Villaggio turistico del Touring Club Italiano. Ristoranti 16 (Antolini, Cala Gavetta, Cattenari, Degortes, Di Meglio, La Terrazza, Loi, Mistral, Pirina, Il Mirto loc. Punta Gatta, La Roca, Spalmatore loc. Spalmatore, Sabatini, Tarantella, La Grotta, Valdarnini). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX nella quale sono conservati una croce d’argento e due candelabri donati da Nelson, il palazzo dell’Ammiragliato e alcuni palazzotti dell’Ottocento, il sistema di fortezza ` di escurdel secolo XVIII; possibilita sioni a Caprera, con centro velico del TCI, e alle altre isole dell’arcipelago; porto turistico a Cala Gavetta con 90 posti barca, a Porto Palma (Caprera) con 100 posti barca. Ma la grande attrazione di La Maddalena resta, oltre la straordinaria scenografia dell’arcipelago, il Compendio garibaldino di Caprera, con la casa e la tomba dell’Eroe. Lanusei (Ogliastra): Alberghi 2 (Villa Selene, Belvedere) con 170 posti letto distribuiti in 81 camere. Ristoranti 3 (Belvedere, Da Giancarlo loc. Coroddis, La Verace). Risorse: centro storico

34

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 40

Turismo in Sardegna con la cattedrale, il Museo diocesano, il palazzo del Collegio salesiano; patrimonio archeologico (dolmen di Perd’e Sorris; domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Selassu e di Ursu Puliga); il complesso di boschi di Seleni ` di con il villaggio nuragico; possibilita escursioni al monte Cresia e al monte Ferru; gastronomia, in particolare la cagliata detta casu axedu. Las Plassas (Medio Campidano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la possibilita escursione alle rovine del castello della Marmilla; Museo etnografico; parco della ‘‘Sardegna in miniatura’’; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Perdedu e di Pranu Sonallosa; resti romani in regione S’Arcu ’e Sena). Lei (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni alla vallata del rio Canales e all’altipiano del Marghine; patrimonio archeologico (le domus de janas di Su Furrighesu, il protonuraghe di Ozzastros, nuraghi e Tombe di giganti); la chiesa romanica di San Michele. Loceri (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Casargiu e Serra Uleri); ` di escursioni alla vallata possibilita del rio Mannu; gastronomia, in particolare i famosi fichi. Loculi (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni alla vallata del Cedrino e al roccione di Sa Perda Longa; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Su Pauleddu e di Pedru Arbus; alcuni nuraghi tra cui quelli di Iddu e di Callistru; Tombe di gi-

ganti); gastronomia, in particolare miele e formaggi tipici. ´ (Nuoro): Alberghi 2 (Deiana, SanLode t’Anna) con 45 posti letto distribuiti in 33 camere. Ristoranti 2 (Canu, Sant’Anna loc. Sant’Anna). Risorse: centro storico con alcune antiche abitazioni in pietra; patrimonio archeologico (qualche domus de janas, nuraghi e ` di escurTombe di giganti); possibilita sioni al monte Albo e all’altipiano di Sa Ena ’e Cupetti. Lodine (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ` di escurristoro. Risorse: possibilita sioni al lago di Gusana e alle foreste di lecci; patrimonio archeologico (nuraghi di cui uno contiguo alla chiesa parrocchiale, Tombe di giganti); la piazza panoramica di San Giorgio; gastronomia, in particolare le famose patate di montagna. Loiri Porto San Paolo (Olbia-Tempio): Alberghi 7 (Don Diego, Borgo di Campagna, Fenicottero Rosa, Lu Nibareddu, Vista Village Albergo e Residence, San Paolo) con 343 posti letto distribuiti in 179 camere. Campeggi 1 (Tavolara) con 1650 posti letto. Agriturismi 4 (Caldosa, Gli Oleandri, Le Macine, Zabata) con 33 posti letto. Ristoranti 7 (Condominio Vecchio, Faro, Sa Liccia Manna loc. Lu Graniatoggiu, Sassano, Il Portolano, Malesa loc. Porto Taverna, Calajunco). Risorse: il santuario di Monti; spiagge di Porto San Nicola, punta Turchese, Costa Do` di rata e Porto Taverna; possibilita escursioni a Cala Girgolu e a punta Corallina. Lotzorai (Ogliastra): Alberghi 4 (Venezia, Mediterraneo, Stella di Mare, Cauli) con 104 posti letto distribuiti in 62 camere. Campeggi 4 (Cavallo Bianco, Le Cernie, Mareblu, Solemar) con 1416 posti letto. Ristoranti 3 (Mocco, L’Isolotto, Tancau loc. Tancau).

35

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 41

Turismo in Sardegna Risorse: le spiagge, in particolare Santa Maria Navarrese, inserita nel ` di Parco dell’Ogliastra; possibilita escursione all’isolotto omonimo e ai resti del castello della Medusa; patrimonio archeologico (domus de janas di Sa Capriola, alcuni nuraghi tra cui quelli di Genna Tramontis e di Perda Manna). Lula (Nuoro): Agriturismi 3 (Calanzanesu, Montalbo, Untana ’e Deus) con ` di 27 posti letto. Risorse: possibilita escursioni alle cime e alle foreste di lecci del monte Albo per osservare i mufloni e altre specie rare; archeologia mineraria (miniere di Guzzurra e Argentaria); patrimonio archeologico (domus de janas di Sas Concheddas, nuraghi, Tombe di giganti, il villaggio nuragico di Punta su Casteddu; miniera romana di Sos Enattos utilizzata anche nel Medioevo); il santuario di San Francesco e la sua festa. Lunamatrona (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero, offre ` la possibilita ` di un ristoro. Ripero sorse: consorzio turistico Sa Corona Arrubia, Casa Serpi Santa Cruz con raccolta etnografica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sattola e Bruncu Amus; tombe romane di Su Canali). Luogosanto (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (San Trano) con 128 posti letto distribuiti in 64 camere. Agriturismi 3 (Sole ´ limu, Canu) con 14 poe Terra, Vaddidu sti letto. Risorse: centro storico con numerose chiese dei secoli XVI e XVII, la chiesa romanica di San Leonardo, l’eremo di San Trano; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi, una Tomba di giganti, i resti del castello di Balaiana); ` di escursioni alle rocce di possibilita granito traforato che si trovano nelle campagne circostanti. Luras (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Samel). Agriturismi 1 (Agrisulana) con 12

posti letto. Risorse: centro storico con alcuni edifici di tipo a palattu, la parrocchia del Settecento; patrimonio archeologico (i dolmen di Alzoledda e di Ladas e Billella, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Nuragone e di Su Nuragheddu, la Tombe di giganti di Ladas); l’olivastro di San Nicola vecchio di ` di escursioni 3000 anni; possibilita alla chiesa campestre della Madonna del Buon Cammino e al lago del Liscia. Macomer (Nuoro): Alberghi 3 (Motel Macomer, Marghine, Su Talleri) con 70 posti letto distribuiti in 49 camere. Agriturismi 1 (Montiferru loc. Monte Sant’Antonio). Ristoranti 8 (Il Grifone, Marghine, L’Impero, Manghini, Mignon, Su Talleri, Italia, Woody). Turismo equestre (Centro ippico, viale Sant’Antonio). Risorse: centro storico che conserva alcune antiche abitazioni, la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (caverna di Marras con reperti del III millennio a.C. tra cui la statuetta della Venere di Macomer; i betili di Tamuli; alcuni nuraghi tra cui quello di Santa Barbara e quelli di Boes, Fontana Menta e De Iscrocca; Tombe di gi` di escursioni a Camganti); possibilita peda; produzione di formaggi. Magomadas (Oristano): Alberghi 1 (Sa Lumenera) con 38 posti letto distribuiti in 20 camere. Agriturismi 2 (Frus, Pisturri) con 8 posti letto. Ristoranti 3 (Ristorante Pizzeria loc. Pischinas, Da Sergio, Da Riccardo). Risorse: possibi` di escursioni alle vicine spiagge di lita Bosa e a Monte Lorio; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Binu Mancu, e tempio a pozzo di Su Puttu); luogo di produzione della Malvasia. Mamoiada (Nuoro): Agriturismi 1 (Padru Ebbas) con 4 posti letto. Ristoranti 2 (Becconi, Montisci). Risorse: possibi` di escursioni al Pranu Mele e alla lita

36

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 42

Turismo in Sardegna punta Crapinu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui il Ruju, ` e di quasi intatto, e quelli di Orgoru Macru, domus de janas di Concheddas de Istevene; menhir monolitico di Sa Matta chiamato Sa Perda Pizzinna); il santuario di San Cosimo; turismo ` ippica mamoiadina, equestre (Societa piazza Indipendenza). Sfilata di Ma` originale muthones e Issokatores, la piu manifestazione del Carnevale isolano. Mandas (Cagliari): Alberghi 1 (Mulliri) con 17 posti letto. Ristoranti 2 (Putzu e Mulas, Da Ignazio). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Angiu e di Simoni; le Tombe di giganti di Santa Barbara e di Su Padru); escursioni nelle campagne circostanti; turismo equestre (Circolo ippico Is Briglias, Azienda Boi). Mara (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile barocco con un campanile poligonale; patrimonio archeologico (le grotte di Sa Ucca de Filiestru e Sa Ucca de Su Tintirriolu del ` antico Neolitico, sede della cultura piu di Bonuighinu; alcuni nuraghi tra cui quelli di Cabonis e di Cugurunti; i resti del castello di Bonvehı`); il santuario di Nostra Signora de Bonuighinu in stile `; possibilita ` di escursioni al rio rococo Mulini e alla valle di rio Sos Istrampos con i suoi boschi secolari. Maracalagonis (Cagliari): Pro Loco in via Garibaldi 2. Alberghi 2 (Cala Serena Village, Il Saraceno) con 924 posti letto distribuiti in 347 camere. Agriturismi 1 (Is Alinos) con 9 posti letto. Ristoranti 3 (Il Saraceno loc. Torre delle Stelle, Atzeri, Pusceddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che conserva pitture di scuola sarda del secolo XVI e quadri del pit-

tore cagliaritano Francesco Massa; nella chiesa si trova anche una reliquia venerata come il teschio di Santo Stefano; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Beduzzu e Sa Mardina; i resti del villaggio di San Pietro in Paradiso); centri di villeggiatura costieri (Geremeas, Torre delle Stelle); turismo equestre (Circolo ´ linos). ippico Is A Marrubiu (Oristano): Alberghi 1 (Maccioni Residence). Agriturismi 1 (Sa Carroccia) con 6 posti letto. Ristoranti 4 (Schirru, Su Pausu 108 km S.S. 131, Su Tasaru loc. Su Tasaru, Todde). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti di terme e di una villa romana in ` Bangios); possibilita ` di escurlocalita sioni alle spiagge del golfo di Oristano e al vicino stagno di Marceddı`; gastronomia, in particolare miele e a Marceddı` frutti di mare. Martis (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa di San Pantaleo del secolo XIV, la parrocchiale che custodisce una tela di Andrea Lusso; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Buridu e di Monti Franco); ` di escursioni alla foresta possibilita pietrificata di Carrucana risalente a 15 milioni di anni fa. Masainas (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Des Gourmets) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Des Gourmets). Risorse: spiaggia di Solinas; archeologia del periodo nuragico; gastronomia, in particolare paste lavorate artigianalmente. Massama (Oristano): non possiede esercizi alberghieri ma offre un possibile ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (resti della strada romana tra Carales e Turris Lybisonis). Masullas (Oristano): nessun esercizio

37

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 43

Turismo in Sardegna ` alberghiero ma vi si trova la possibilita di un ristoro. Ristoranti 1 (Grussu). Risorse: centro storico con la chiesa di San Sebastiano in stile coloniale spagnolo e di San Leonardo in stile romanico adibita nei secoli scorsi a Monte granatico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Su Para, resti punici, resti romani nei siti di Arruinas e di Tamis dove si trovano anche i resti dell’abbazia medioevale ` di dei Vallombrosani); possibilita escursioni al territorio di Tamis con le sue rovine, i boschi e la sorgente di Sonnixeddu. Meana Sardo (Nuoro): Alberghi 1 (Funtana Manna), 17 posti letto distribuiti in 9 camere. Risorse: centro storico che conserva alcune antiche abitazioni molto decorate e la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nolza e di Maria Incantada, i resti di un oppidum romano a Genna Sa Pira, di una ` ); necropoli romana in regione Arda ` di escursioni sul Gennarpossibilita gentu. Milis (Oristano): Agriturismi 1 (S’Aranzu) con 5 posti letto. Risorse: centro storico con la villa dei Pilo Boyl, la chiesa romanica di San Pietro con la tavola della Crocifissione in stile gotico-catalano, la chiesa romanica di San Paolo; patrimonio archeologico (i ` nuraghi Cobulas e Tronza); possibilita di escursioni alla Vega di Milis, il complesso degli agrumeti delle campagne circostanti. Modolo (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` berghiero, possiede pero di offrire un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quello di Albaganese, alcune domus de janas). Mogorella (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con

le case che hanno conservato il carattere tradizionale con le lollas e la corte, la parrocchiale in stile gotico-aragonese (custodisce argenterie del secolo XVIII); patrimonio archeologico (i nu` di raghi Friorosu e Luas); possibilita escursioni al monte Grighine. Mogoro (Oristano): nessun esercizio al` di riberghiero, ma esistono possibilita storo. Ristoranti 1 (Da Egisto km 62,5 S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale e la chiesa del Carmine in stile gotico e quella romanica di Sant’Antioco, le botteghe dove si lavorano i meravigliosi arazzi; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Murdegu e di Su Cunventu, e soprattutto quello di Cuccurada, messo in luce di recente; villaggi nura` documentata la riutigici, in alcuni e lizzazione in periodo romano). Monastir (Cagliari): Alberghi 1 (Palladium) con 46 posti letto distribuiti in 22 camere. Ristoranti 3 (La Nuova Posada 18,8 km S.S. 130, Da Franco, Papillon Blu km 18,8 S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Olladiri, le rovine del castello di Baratuli e dei villaggi di Segavano e di Santu Sadurru). Monserrato (Cagliari): nessun esercizio ` ampie possibialberghiero, offre pero ` di ristoro. Ristoranti 3 (Capperi e lita Acciughe, Cogoni Franco km 6,2 S.S. 554, Mallus). Risorse: centro storico ` diri con la lolla, con numerose case in la la parrocchiale del secolo XV; manifestazioni folcloristiche (la sagra del Redentore, l’Estate Monserratina); gastronomia, in particolare produzione di vini. Monteleone Rocca Doria (Sassari): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la parrocchiale in stile romanico, la chiesa di Sant’Antonio

38

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 44

Turismo in Sardegna Abate del secolo XII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Nie e Mannu); i resti del ` di escurcastello dei Doria; possibilita sioni al lago del Temo. Monti (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Su Pinu) con 9 posti letto distribuiti in 22 camere. Campeggi 1 (La Pineta) con 140 posti letto. Agriturismi 2 (Il Vermentino, Su Furreddu) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Tre Stelle). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Concanu Colvu e di Pertuncas); i resti del castello di Castra; il santuario di San Paolo Eremita (Santu Paulu di Monti); ` di escursioni nella parte possibilita collinare e boscosa del territorio; gastronomia, in particolare vini (il Vermentino prodotto da una delle prime cantine sociali dell’isola). Montresta (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: possibilita escursioni al bosco di Silva Manna e alle vicine montagne di Nervino e Pittada; patrimonio archeologico (domus de janas e il nuraghe di Badu de Sa Rughe); i resti del santuario della Madonna di Interrios del secolo XIII. Mores (Sassari): Alberghi 1 (Asfodelo) con 20 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Asfodelo loc. Baddingusti, Le Arcate). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo ` alto della SarXVIII e il campanile piu degna progettato nell’Ottocento da Salvatore Calvia; patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Coveccada, consi` grande del Mediterraneo, derato il piu le domus de janas di Lachesos, alcuni nuraghi tra cui quelli di Ranas, Sos ` Istanes, Tombe di giganti); possibilita di escursioni a Sa Ena Frisca. Festa religiosa nel santuario campestre di San Giovanni.

Morgongiori (Oristano): Agriturismi 1 (Sa Lorighitta) con 11 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Maria Maddalena del secolo XVII; patrimonio archeologico (le stazioni per la lavorazione dell’ossidiana di Sa Domu ’e S’orcu, il menhir e il tempio ipogeico di Sa Grutta de Is Caombus, le domus de janas di Su Furru de Luxia Arrabiosa, i molti nuraghi tra cui quelli di Arridele e di Scovera, i villaggi nuragici, i resti romani di Fun` di escursioni tana Majori); possibilita ´ binas, sul monte alle punte delle Tre Arci, alle foreste di Capudacquas. Gastronomia, uno speciale tipo di pasta lavorata a mano, le lorighittas (anellini). Muravera (Cagliari): Azienda Autonoma di Soggiorno in via Europa 22. Alberghi 8 (Vera Club Costa Rei, Alba Ruja Albergo e Residence, Colostrai, ´ rula, Free Beach Club, Corallo, Sa Fe Torre Salina) con 1981 posti letto distribuiti in 761 camere. Campeggi 5 (Capo Ferrato, Piscina Rei, Porto Pirastu, Torre Salinas, 4 Mori) con 3546 posti letto. Agriturismi 2 (Centro Ippico Agrituristico del Sarrabus, Il Nuraghe) con 129 posti letto. Ristoranti 12 (Su Nuraxi, Il Greco loc. Costa Rei, Monte Nai, Pilia loc. Costa Rei, Da Giovanni loc. Torre Salinas, Holiday loc. Torre Salinas, L’Escargot, Sa Cardiga e Su Pisci loc. Monte Nai, Saurwein loc. Monte Nai, Su Nuraxi, Tango Pub, Tropical). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI e molte anti` diri; che case a corte costruite con i la patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Monti Cannas e di Casteddu); spiagge di Colostrai, di San Giovanni con la rinomata peschiera; le torri litoranee tra cui quella ` di escursioni delle Saline; possibilita alla foce del Flumendosa, allo stagno

39

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 45

Turismo in Sardegna di Colostrai; turismo equestre (Centro ippico Sant’Isidoro). Muros (Sassari): nessun esercizio al` berghiero, ma il paese offre possibilita di ristoro. Ristoranti 2 (Cubeddu, Rio Antico loc. Campomela). Risorse: centro storico con parrocchiale in stile tardogotico e campanile cuspidato, le rovine di Tattareddu; patrimonio archeologico (la Grotta dell’Inferno che ha restituito materiali del Neolitico, domus de janas, alcuni nuraghi); possi` di escursioni agli altipiani delbilita l’Anglona. Musei (Carbonia-Iglesias): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con chiesa di Sant’Ignazio in stile barocco; patrimonio archeologico (resti romani di Arriunalis). Narbolia (Oristano): Campeggi 2 (Is Arenas, Nurapolis) con 1768 posti letto. Agriturismi 3 (Il Meleto, Manca, Zucca). Risorse: centro storico con la chiesa di Santa Caterina di origine bizantina, la parrocchiale in stile goticoaragonese; patrimonio archeologico (i nuraghi Trafori, Araganzolu quadrilobato, Zoddias, i resti delle terme romane di Funtana Fraigada che in seguito fu trasformata in chiesa paleocristiana); la spiaggia di Is Arenas; possi` di escursioni alle falde del Monbilita tiferru. Narcao (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Hotel Rosas) con 128 posti letto distribuiti in 64 camere. Ristoranti 2 (G.M., Piccolo Ranch). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di rio Pruna e di San Simplicio, il tempio punico di Demetra e Core, le tombe romane di Ollastra Fragheri); archeologia mineraria (miniera di Rosas); gastronomia. Neoneli (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero

un ristoro. Risorse: centro storico con le tipiche case in trachite dalle decorazioni di impronta aragonese, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (domus de janas, molti nuraghi tra cui quelli di Prunai e di Nucurelli con il relativo villaggio, Tombe di giganti, altri villaggi nuragici, resti ` di escursioni al romani); possibilita monte di San Vittorio con le rovine del castello giudicale di Orisetto, alla fonte di Alasi, all’oasi faunistica di Assai. Noragugume (Nuoro): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (il menhir di Perda ’e Talleri, le domus de janas, i molti nuraghi tra cui quelli di Maresune e di Tridolo); ` di escursioni lungo le rive possibilita del rio Bidiene. Norbello (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con le case in basalto decorate con elementi catalani lavoro dei picaparderis locali che operarono nel secolo XVII, la chiesa romanica della Mercede, le sculture e i murales che abbelliscono strade e piazze; patrimonio archeologico (i molti nuraghi tra cui quelli di Orene e di Perdu Cossu, le Tombe di giganti di Suei). Nuchis (Olbia-Tempio): non possiede ` la posesercizi alberghieri, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro sibilita storico con le tipiche case in granito; patrimonio archeologico (il nuraghe di Narcao). ` (Sassari): nessun Nughedu San Nicolo ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con le antiche case a palattu e con altane, la parrocchiale modernissima; patrimonio archeologico (il nuraghe di Orvenza, il villaggio nuragico ` di escurdi Su Soldanu); possibilita

40

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 46

Turismo in Sardegna sioni ai colli basaltici coperti da boschi che circondano l’abitato, al monte Carde con i suoi panorami; gastronomia, in particolare il pane detto poddine e i formaggi pecorini e vaccini detti pirittas e paneddas. Nughedu Santa Vittoria (Oristano): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: cenpossibilita tro storico con la chiesa di Santa Vittoria in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (domus de janas scavate e ornate dall’epitome taurina, alcuni nuraghi tra cui quello di Su Ca` di escursioni al steddu); possibilita lago Omodeo e al massiccio granitico di Lochele. Nule (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale e il suo singolare campa` che nile, la parrocchiale della Nativita conserva bei dipinti di pittore sardo, la chiesa di Santa Croce del secolo XVI, la chiesa dell’Assunta del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Ederosu, Murchidda e Boes, le Tombe di giganti di ` di escursioni Laonidde); possibilita ` possibile vealla vallata del Tirso; e dere la lavorazione dei famosi tappeti. Nulvi (Sassari): Alberghi 1 (Piccolo Mondo) con 12 posti letto. Agriturismi 2 (Monte Entosu, Sa Figu Salida). Ristoranti 3 (Cargiaghe, Piana, Piccoi Ruzzu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII ricca di marmi e di quadri, la chiesa del Rosario barocca, le chiese di Santa Tecla e di San Bonaventura con i relativi conventi del secolo XVII, l’oratorio di San Filippo; patrimonio archeologico (le domus de janas di Orria, molti nuraghi tra cui quelli di Ortu, di Irru riutilizzato in periodo romano, di Alvu del tipo quadrilobato, alcune Tombe di gi` di ganti a Monte Orria); possibilita

escursioni al monte Alma col santuario della Madonna, alla vallata di Santa Lucia con i ruderi della chiesa romanica di San Nicola. Nuoro: Alberghi 5 (Euro Hotel, Paradiso, Sandulia, Grillo, Residence La Pineta) con 295 posti letto distribuiti in 199 camere. Agriturismi 3 (Testone, Castiolu, Roccas) con 14 posti letto. Ristoranti 13 (Deiana, Nuovo Grillo, Ciensi, Pizzalandia, Da Jessica, Europa 92 loc. Biscollai, Italia, Canne al Vento, Il Gambero Rosso, Il Gatto, Hostaria Da Massimo, Nanu, Sandulia). Risorse: centro storico, la cattedrale, la chiesa delle Grazie, le case di Grazia Deledda e di Sebastiano Satta, il Museo archeologico, il Museo etnografico, il Museo d’arte moderna, il monte Ortobene con la chiesa della Solitudine e la statua del Redentore; la sagra del Redentore; patrimonio archeologico (molte domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ugolio, di Tecode); ` di escursioni all’Ortobene; possibilita la bellissima festa del Redentore di fine agosto che consente di vedere migliaia di costumi provenienti da tutta la Sardegna; turismo equestre (Club ippico nuorese via Ciusa 14, Gruppo ippico nuorese via Fiume). Nurachi (Oristano): Agriturismi 5 (Da Giovanna, Gli Ulivi, Mocci, Sotgiu, Trogu Scalas) con 52 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa paleocristiana di San Giovanni Battista con le sue tombe; patrimonio archeologico (villaggio eneolitico del III millennio a.C. sul quale sorge un nuraghe polilobato); spiagge dell’oasi di Seu; pos` di escursioni allo stagno di Casibilita bras. Nuragus (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Vecchia Valenza). Risorse: centro storico che conserva alcune case riccamente decorate (Casa Carboni Boy); patrimonio ar-

41

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 47

Turismo in Sardegna cheologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Turri, di Matta e di Crobu, il pozzo sacro di Santu Millanu, il recinto di Feraxi Nioi che ha restituito numerosi bronzetti, i resti della necropoli del centro ` di romano di Valentia); possibilita escursioni lungo il rio Mannu. Nurallao (Cagliari): nessun esercizio alberghiero, offre comunque la possi` di un ristoro. Risorse: centro stobilita rico che conserva alcune antiche abitazioni e il suo assetto medioevale; patrimonio archeologico (menhir, il sito di Aiodda, domus de janas e alcuni nuraghi tra cui quelli di Tramalia e di Su ` di escursioni Casteddu); possibilita alla fontana de Is Arinus. Nuraminis (Cagliari): Alberghi 1 (Garden Hotel) con 24 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Farris). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Segafenu e di Sa Corona); gastronomia, in particolare i dolci a base di mandorle. Nuraxinieddu (Oristano): non possiede ` offre la posesercizi alberghieri, pero ` di un ristoro. Risorse: centro sibilita `storico con le case tradizionali in la diri; patrimonio archeologico (un nuraghe in basalto nero); i resti del villaggio di Biddalunga. Nureci (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case tradizionali con le lollas; patrimonio archeologico (il recinto megalitico di Corona ’e Crobu del III millennio a.C., domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Sini e di Addari); possi` di escursioni a monte Maiori con bilita i suoi roccioni granitici, alla Giara. Nurri (Cagliari): Alberghi 1 (Lago di Mulargia). Agriturismi 1 (Sa Barracca). Risorse: centro storico con la parroc-

chiale del secolo XVI, la chiesa e il convento secentesco di Santa Rosa; patrimonio archeologico (alcune domus de janas a Is Canaglias, Fundalis, Genna Maria, molti nuraghi tra cui quelli di Cangialis e di Latti Puddu, i resti della ` romana di Biora sull’altipiano di citta ` di escursioni al Guzzini); possibilita lago del Flumendosa; gastronomia, in particolare i formaggi e i vini. Nuxis (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Monte Tamara, Letizia). Risorse: ricco patrimonio archeologico, prenuragico (grotta di S’Acqua Cadda) e nuragico; spiagge, escursioni a cavallo; gastronomia. Olbia (Olbia-Tempio): Azienda autonoma di Soggiorno in via Catello Piro 5. Alberghi 44 (President, De Plam, Me´ Olbia, diterraneo, Hotel Cavour, Melia Royal, Cabu Abbas, Centrale, Gallura con rinomato ristorante, Il Pellicano d’Oro, Martini, Mastino, Moderno, Terranova, La Corte, Li Cuncheddi, Luna Lughente, Abi d’Oru, Ollastu, Palumbalza Sporting Hotel, Park Hotel, Pozzo Sacro, Abbaruia, Residence Pellicano, Sporting Club Porto Rotondo, Stefania, San Marco, San Pantaleo, Rocce Sarde, Mare Blue, Savoia, Stella 2000, Costa Ruia, Le Sirene, Il Timone, Monti Tundu, Baia del Sole, Daniel, Green Park Hotel, S’Astore, Residence Hotel Nuraghe, Stella di Gallura, Borgo Antico, Sant’Andrea Albergo e Residence) con 4588 posti letto distribuiti in 1651 camere. Campeggi 2 (Cugnana, Marina Maria) con 1862 posti letto. Agriturismi 15 (Isabella, La Campagna, `sima, La Tanca, Li La Falatedda, La Sa Sitagli, Monti Tundu, Muru Alvata, Pilielzu, Sa Crescia Ezza, Sa Fossa, Sa ´ ndhula, Stazzo Burriolu, Su PiraMe stru, Fratelli Zarra) con 99 posti letto. Ristoranti 68 (Addis loc. Portisco, Al Pez, Asara, A Pranzo e Cena loc. Multa

42

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 48

Turismo in Sardegna Maria, Bertoleoni isola di Tavolara, Bi` di Sisto, Bonaventura, By Night, stro Cadoni, Calcina, Cancedda, Casula, Corbu, De Candia, Dejana loc. Murta Maria, Le Terme, Il Baretto, Gaias S.S. ` Pizza, 125, Giagoni Mazzuccu, Gio Grandi Iniziative loc. Sa Marinedda, Il Botticelli villaggio Ginepro, Il Gheriglio, Il Pirata villaggio Bia de Bahas, Il Tetto Rosso loc. Pittulongu, La Rucola loc. Portisco, La Vecchia Posta, Lino loc. Marinella, Mazzarella loc. Pittulongu, Meloni, Antica Trattoria, Molinas loc. Berchiddeddu, Old Street, Angels, Ortu, Piredda, Primo Villaggio, Punta Marana, Barbagia, La Corona isola di Tavolara, Canne al Vento, Da Bartolo, Il Pomodoro, Isola Bianca, Kahjurao loc. Multa Sabida, Ninos loc. Pittulongu, Casablanca loc. Pittulongu, Trocadero, Terminal, Zhanto, Ballabio, Spano, Stefanowa, Su Rudigliu, Taras, Rossi loc. Pittulongu, Tucano loc. Murta Maria, Varose loc. Cugnana, A e S loc. Porto Rotondo, Alfa loc. Porto Rotondo, Antonella e Gigi loc. Porto Rotondo, Bonas Dies loc. Porto Rotondo, Effemme loc. Porto Rotondo, Grecu loc. Porto Rotondo, Il Mangianotte loc. Porto Rotondo, Logaservice loc. Porto Rotondo, L’Ovile di Orgosolo loc. Porto Rotondo, Piemme loc. Porto Rotondo, Prem Legnodipinto loc. Porto Rotondo, Il Pirata loc. Su Terrabinu). Risorse: centro storico con la cattedrale romanica di San Simplicio, il Palazzo comunale e altri edifici dell’Ottocento e del primo Novecento; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Scisu, Sa Mola e Chidonza, il complesso nuragico di Cabu Abbas, la Tomba di giganti di Pedra Zaccada, i resti delle mura punicoromane a Iscia Marianna e Vidazzonedda, i resti di una grande necropoli punico-romana, resti di strade, dell’acquedotto, di tombe romane in diversi

luoghi); le numerose spiagge, le Grotte del Papa, del Bue Marino e dei Fiori ` di escursioni ai d’Arancio; possibilita ruderi del castello di Pedreso e a quello di Padulaccio; porto turistico a Marina di Portisco con 350 posti barca, allo Yacht Club nel Porto interno con ` di prati258 posti barca; la possibilita care il turismo equestre (Associazione equestre F. Noce in via Porto Romano 25, Club ippico Anna via Goceano 1, So` ippica di Olbia zona Santa Macieta riedda). Oliena (Nuoro): Alberghi 3 (Su Cologone, Ci Kappa, Monte Maccione) con 175 posti letto distribuiti in 90 camere tutte col bagno. Agriturismi 2 (Camisadu, Enatuda). Ristoranti 3 (Su Cologone loc. Su Cologone, Ristorante Pizzeria C.K., Misiloghi, Sa Corte). Risorse: centro storico con le tipiche case a corte; il collegio dei Gesuiti, la chiesa parrocchiale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Lucurulla e di Venosu, numerosi nuraghi tra cui quelli di ´ , Dadu Ruju e di Mugialios, le Inite Tombe di giganti di Sussuini, Giumpadu e di Catteddu Crispu, i villaggi nuragici di Tiscali, di Serra Orrios); Gastronomia, in particolare i famosi macarrones de busa, pasta lavorata a ` di escursioni alla valmano; possibilita lata di Lanaittu e alle grotte di Sa Oche e Su ’Entr, al Supramonte e allo straordinario villaggio nuragico di Tiscali; ` di turismo equestre (Centro possibilita turistico Su Cologone, Club ippico via Gennargentu 22). Ollastra (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico ` diri, la parrocchiale con le case in la del secolo XVII riccamente decorata; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di S’Orcu e Santa Vittoria).

43

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 49

Turismo in Sardegna Ollolai (Nuoro): Agriturismi 1 (Palai) con 12 posti letto. Ristoranti 1 (Az` Ipzurra). Turismo equestre (Societa pica via Taloro 48). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, le antiche fontane di Funtana ’e Padres; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Unerte e di Lucumoro); artigianato di tappeti di ` di lana e cesti di asfodelo; possibilita escursioni al monte di Gonare. Olmedo (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Fadda, La Risacca). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XII; patrimonio archeologico (il complesso neolitico di Monte Baranta, numerosi nuraghi tra cui quelli di Talia con il relativo ` di villaggio e di S’Elighe); possibilita escursioni nella Nurra. Olzai (Nuoro): Agriturismi 2 (S’Erulargiu, Su Pinnettu) con 30 posti letto. Risorse: centro storico con case antiche e la parrocchiale di possibile origine bizantina che custodisce interessanti dipinti, il dipinto del Maestro di Olzai nella chiesa di Santa Barbara; patrimonio archeologico (dolmen di S’Ena’e Sa Vacca, alcuni nuraghi tra cui quello di Puddu, la Tomba di giganti di S’Al` di escurtare ’e S’Ogula); possibilita sioni al monte e al santuario di Gonare. Onanı` (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con chiesa parrocchiale romanica, i murales; patrimonio archeologico (le domus de janas di S’Ena presso l’omonimo nuraghe, alcuni altri nuraghi tra cui quelli di Santu Pedru vicino alla omonima chiesa romanica, di Collovras e di Nuragheddu, le Tombe di giganti di San Bachisio e di Tanca Rettorale); ` di escursioni al monte Albo possibilita ricco di fauna e di boschi di lecci; a La Preta Forata roccione eroso dagli agenti atmosferici.

Onifai (Nuoro): Agriturismi 1 (Palas de Serra) con 17 posti letto. Risorse: centro storico con abitazioni medioevali; patrimonio archeologico (le domus de janas di Concu de Janu, numerosi nuraghi tra cui quelli di Osanu Gollei e di Porchetta, villaggio di Punta Linnarta); le rovine del castello di Pontes; ` di escursioni all’area bopossibilita schiva di Su Gullei; gastronomia, in particolare il miele. Oniferi (Nuoro): nessun esercizio al` berghiero, offre tuttavia la possibilita di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (domus de janas decorate di Is Concas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Badu de Biddu, Badu Petresu e di Pedru Tuscu, rovine romane lungo la strada che porta a Orotelli); possibi` di escursioni al monte Gonare; i lita santuari di San Francesco e di San Paolo. Orani (Nuoro): Alberghi 2 (Monte Gonare, Sos Eliches) con 32 posti letto distribuiti in 17 camere. Agriturismi 1 (Usurtala) con 5 posti letto. Ristoranti 1 (Sa Pasada). Risorse: centro storico con la parrocchiale affrescata da Stanis Dessy e da Mario Delitala e un polittico del secolo XVI; patrimonio archeologico (le domus de janas di Noduli, alcuni nuraghi molto danneggiati, villaggi nuragici e pozzi sacri, le terme romane di Oddini); museo dedicato allo scultore Costantino Nivola; possi` di escursioni a Monte Gonare, bilita con la sagra a marzo e a settembre. Orgosolo (Nuoro): Alberghi 2 (Petit Hotel, Sa ’e Jana) con 72 posti letto distribuiti in 43 camere. Ristoranti 2 (Corbeddu, Assunta). Risorse: centro storico con abitazioni tradizionali, i murales (oltre cento, straordinaria caratteristica del paese), la chiesa e la statua dell’Assunta del secolo XVII; patrimonio archeologico (domus de janas di Tettene, alcuni nuraghi tra cui quelli

44

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 50

Turismo in Sardegna di Mereu, di Funtana Fritta e di Ruju); ` di escursioni al Suprapossibilita monte con le sue grotte e i suoi boschi, alla vallata di Locoe. Oristano: Alberghi 7 (Isa, Piccolo Hotel, Il Duomo, Villa delle Rose Albergo e Residence, Mistral, Mistral 2) con 569 posti letto distribuiti in 287 camere. Campeggi 1 (Torre Grande) con 400 posti letto. Agriturismi 6 (Bentu ’e Soi, Villa Flore, Dessı`, Meli, Secci, Serra) con 58 posti letto. Ristoranti 23 (Atzeni, Barilari, Carta, Casu, Catapano, Fratelli Fadda, Fois, Guidi e Pulisci, La Capanna, La Capricciosa, Maestrale, Marcis, Mocci, Pippia, Cocco & Dessı`, Il Faro, Il Tucano, Centro commerciale Mirella, La Forchetta d’Oro, Da Andrea, Santelia, Acquamarina loc. Porticciolo turistico, Da Fabio, Gino). Risorse: centro storico con Duomo, chiesa di San Francesco, chiesa e convento di Santa Chiara, resti del sistema delle mura, la torre di Mariano, Museo archeologico, Antiquarium Arborense chiesa di San Martino, palazzi dei secoli XVII e XVIII, il Palazzo comunale, il Palazzo Carta Corrias, il Palazzo Colonna, il Palazzo Flores; patrimonio archeologico (resti bizantini del sec. VI d.C.); spiaggia della Gran Torre; possi` di escursioni allo stagno di Cabilita bras, alla penisola del Sinis con i resti ` fenicio-punicadell’importante citta romana di Tharros; gastronomia, in particolare Vernaccia, merca, mostac` possibile assicioli; per il Carnevale e stere al famoso palio della Sartiglia; porto turistico a Torregrande con 400 ` di turismo posti barca; possibilita equestre (Associazione Giara piazza Mariano, Associazione Sa Sartiglia Palazzo SAIA, Club ippico Serra Arena ` di Equitazione via Canepa 34, Societa oristanese via Tirso 126). Orosei (Nuoro): Pro Loco in piazza del Popolo 54. Alberghi 21 (Centro: Maria

Rosaria, Anticos Palathos, Su Barchile, S’Ortale; Marina: Club Hotel Marina Beach, Club Hotel Marina Country, Baia Marina; Cala Liberotto: I Giardini di Cala Ginepro, Cala Ginepro, Club Hotel Torre Moresca, Bidderosa, Hotel Le Palme, Quasar, S’Ustiarvu; Residenziali: Marina Palace, Alba Dorata, Le 4 Lune, Tirreno, Gli Ontani, Sos Alinos) con 4397 posti letto distribuiti in 1758 camere. Campeggi 3 (Sos ´ linos, Sa Prama, Cala Ginepro) con A 2864 posti letto. Agriturismi 4 (Donna Lina, Fortiches, Funtanas Cartesas, Juanne Soro) con 42 posti letto. Ristoranti 11 (CarPe loc. Su Rimediu, S’Ortale, Da Mario, Da Vincenzo loc. Cala Liberotto, Il Palombaro loc. Cala Liberotto, La Taverna, Mariposa loc. Cala Liberotto, Sa Marina, Sa Mola, Su Malune, S’Ustiarvu loc. Su Crastu). Risorse: centro storico con caratteristica parrocchiale, chiese e palazzi dei secoli XVII e XVIII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Orgoi molto ben conservato, resti ro` imperiale); i resti del camani di eta stello di Orosei; la riserva marina per la tutela della foca monaca con le cale di Fuili, Osalla e Ziu Martine e le spiagge di Cala Luna, Cala Sisine, Ma` di escursioni riolu, Biriola; possibilita al Supramonte con le grotte di Biddiributtai e dei Colombi. Orotelli (Nuoro): Alberghi 2 (Lo Spiedo, Mussinzua) con 20 posti letto distribuiti in 21 camere. Risorse: centro storico con chiesa romanica di San Giovanni; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Picanu, Aeddi, Ovores, Lozzue); possibi` di escursioni ai boschi della Serra lita di Orotelli; a Carnevale sfilata dei thurpos (i ‘‘ciechi’’, maschere caratteristiche). Orroli (Cagliari): Alberghi 1 (Hotel Igalan) con 24 posti letto distribuiti in 21

45

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 51

Turismo in Sardegna camere. Agriturismi 1 (Sa Sienda). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui il Nuraghe Orrubiu polilobato e quelli di Sa Serra e di San Nicola, il villaggio ` di nuragico di Su Putzu); possibilita escursioni al lago di Mulargia, al bosco di roverelle di Su Motti. Ortacesus (Cagliari): Alberghi 1 (Rubiedda) con 58 posti letto distribuiti in 29 camere. Risorse: centro storico con le case dotate di lolla e corte; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Sa Domu ’e S’Orcu, i resti medioevali di Sioce). Ortueri (Nuoro): Alberghi 1 (Sa Funtana) con 15 posti letto distribuiti in 8 camere. Agriturismi 1 (Su Creccu) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con vecchie abitazioni tradizionali, parrocchiale del XVIII su progetto del Maina; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ena Longa e Antine Usache, i resti di un vil` laggio di origine romana); possibilita di escursioni al parco di Mui Muscas creato per la conservazione della specie in estinzione dell’asino sardo. Orune (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Goddi). Risorse: centro storico con la parrocchiale del ´ e disecolo XIX su progetto di Galfre pinti di Antonio Camboni; patrimonio archeologico (dolmen di Istithi, il pozzo sacro di Su Tempiesu, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu ` di escurGiuliu e di Galile); possibilita sioni alla Valle di Marreri e all’altipiano di Bitti Sa Serra. Oschiri (Sassari): Alberghi 2 (Italy, Su Campu) con 32 posti letto distribuiti in 21 camere. Agriturismi 2 (Su Cantareddu, Villa del Lago Coghinas) con 15 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX e alcuni palazzotti dello stesso periodo; patri-

monio archeologico (domus de janas di Santo Stefano, alcuni nuraghi tra cui quello di Cugatu con un ampio recinto posto accanto ai ruderi del castello di Castro, quelli di Spinalba, Mannu e Pibizzone, resti romani presso la chiesetta romanica di Nostra Signora di ` sede delOtti); la basilica di Castro gia ` di escurl’antica diocesi; possibilita sioni al lago del Coghinas; gastronomia, in particolare il miele e il pane carasau, la panada e i rinomati casizzo` di turismo equestre (Solus; possibilita ` di equitazione oschirese in cieta piazza Regina Elena 5). Osidda (Nuoro): Agriturismi 2 (Locu Fine, Su Palattu) con 20 posti letto. Risorse: centro storico con il Palazzo Delogu del secolo XVIII; patrimonio archeologico (il gigantesco menhir detto Sa Perda Longa de Santu Paulu, il villaggio nuragico di Santu Elisei, reperti `); il pontile di romani in diverse localita ` di ` ; possibilita Pontiza sul rio Malo escursioni ai tafoni granitici di Sa Contra ’e Senis e al monte Impiccadolzu. Osilo (Sassari): Agriturismi 1 (Donnigheddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV, la chiesa del Rosario del secolo XVII, numerose case a palattu dei secoli XVIII e XIX, il Monte granatico, il grande castello dei Malaspina; patrimonio archeologico (le domus de janas di Ittiari, numerosi nuraghi tra cui quelli di Baiolu, di Pala ` di escursioni e di Martine); possibilita ai ruderi della chiesa romanica di Santa Maria Iscalas, alla vallata di San Lorenzo con i mulini ad acqua, al colle di Bonaria e a quello di Sant’Antonio con le relative chiese del secolo XVII; gastronomia, in particolare i formaggi, i dolci (papassinos e tiriccas); possibi` di praticare il turismo equestre lita (Associazione equestre ‘‘Gavino Altea’’ ` Abealzu). in localita Osini (Ogliastra): nessun esercizio al-

46

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 52

Turismo in Sardegna ` possibilita ` di riberghiero, offre pero storo. Risorse: l’antico villaggio abbandonato; patrimonio archeologico (le domus de janas di Trugultu, numerosi nuraghi tra cui quelli di S’Armidda e di ` romana a Su CaUrceni, resti di eta steddu); la grotta di Su Marmuri. Ossi (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Oasi, S’Ispidu due). Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Vittoria del secolo XVI, il Palazzo baronale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Noeddale, di Mesu e Montes, i nuraghi di Birai e di Sa Mandra ’e Sa Giua); ` di escursioni alla vallata di possibilita Gioscari; gastronomia, in particolare i rinomati formaggi Fiore Sardo e Nurache. Ottana (Nuoro): Alberghi 1 (Funtana ’e Donne) con 62 posti letto distribuiti in 36 camere. Ristoranti 2 (Denti, Mura). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Nicola, antica cattedrale che custodisce il polittico di San Francesco; patrimonio archeologico ` (nuraghi, villaggi nuragici); possibilita di escursioni ai monti Cuccureddus e alla valle del Tirso. Ovodda (Nuoro): Agriturismi 3 (Perughe, Badu ’e Fonne, Frau) con 23 posti letto. Risorse: centro storico con antiche case caratteristiche; patrimonio archeologico (menhir di Domusnovas, domus de janas di Titisoni, numerosi nuraghi molto danneggiati, Tombe di ` giganti, villaggi nuragici); possibilita di escursioni al lago di Cucchinadorza. Ozieri (Sassari): Alberghi 1 (Mastino) con 53 posti letto distribuiti in 21 camere. Ristoranti 5 (Satta loc. Chilivani, Dettori loc. Chilivani, Il Sipario, Manca loc. Badde Aini, Peru). Risorse: centro storico con il Duomo del secolo XV, ristrutturato dal Cima, che custodisce dipinti e altre opere d’arte, la chiesa di Santa Lucia, la Fontana Gri-

xoni, altri palazzi del XVIII e del secolo XIX; patrimonio archeologico (la Grotta di San Michele culla della cultura di Ozieri, alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Burghidu, di Porcos e il Nuraghe Mannu, le Tombe di giganti di Tanca Salis); la basilica di Sant’Antioco di Bisarcio del secolo XIII oltre il rio Mannu; possibi` di escursioni a Chilivani col suo falita moso ippodromo; gastronomia, in particolare i formaggi pecorini e i casizzolus, il pane (‘‘spianata’’ di Ozieri) e i dolci a base di mandorle conosciuti come Sospiri di Ozieri. Pabillonis (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Vargiu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Santu Luxuri, di Fenu, resti romani presso la chiesa romanica ` di escurdi San Lussorio); possibilita sione nel territorio a Domu Su Campu ` medioevale; e ` possicon ruderi di eta bile osservare gli artigiani che lavorano le stoviglie di terracotta. Padria (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cappai). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XV in stile goticoaragonese, i resti di Gurulis Vetus che spesso si trovano sotto l’abitato attuale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Cannas de Cheggia e di Badde Usai, numerosi nuraghi tra cui quelli di Longu e di Scala Nughes, la Tomba di giganti di Peddalzos, i villaggi nuragici di Mura Upidos, Cae de Mesu, Giuanne Buldu, le necropoli romane di Sos Canales e di Campusantu). Padru (Sassari): Agriturismi 11 (Casteddu, Il Cavallino, Le Sughere, Fratelli Muzzu, Padru Intro, Sa Punta Ruja, Sa Serra, Sas Concas, Asara, Fideli, Fumu) con 96 posti letto. Risto-

47

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 53

Turismo in Sardegna ranti 1 (La Foresteria). Risorse: patrimonio archeologico (alcune domus de janas e numerosi nuraghi); gastronomia, in particolare formaggi pecorini e vaccini. Palau (Olbia-Tempio): Azienda Autonoma di Soggiorno in via Nazionale 94. Alberghi 15 (Palau, Posada, Altura, Del Molo, Excelsior Vanna, La Roccia, Murru, Piccada, Serra, Cala di Lepre, Capo d’Orso, Portu Mannu, Club Santa Clara, Costa Serena, Le Dune) con 1726 posti letto distribuiti in 638 camere. Campeggi 4 (Capo d’Orso, Acapulco, Baia Saraceno, Isola dei Gabbiani) con 5594 posti letto. Agriturismi 2 (Lu Stazzareddu, Stazzo Lurisincu) con 4 posti letto. Ristoranti 22 (Bulciolu loc. Stazzo Pulcheddu, Vecchia Gallura loc. Scopa, Stazzo Pulcheddu loc. Stazzo Pulcheddu, La Gritta loc. Porto Faro, Quadrifogio, Pisciottu, Piras, Palau, Orca, La Piazzetta, La Scopa loc. La Scopa, La Taverna, Filigheddu, Filippeddu, Panariello, Inzaina, La Capannaccia loc. Capannaccia, Derosas, Piazzetta dei Fiori loc. Porto Rafael, Da Franco, Da Robertino, Faro loc. Porto Faro). Risorse: centro storico con moderne costruzioni adatte al turismo residenziale; patrimonio archeologico (qualche nuraghe semidistrutto), Tomba di giganti di Li Mizzani, frequentata come fonte di energia terapeutica; spiagge di Porto Rafael, punta Sardegna, Porto Puddu; possibi` di escursioni a capo d’Orso, all’ilita sola dei Gabbiani; porto turistico a Palau con 290 posti barca, a Porto Rafael con 50 posti barca, a Cala Capra con 50 posti barca. Palmas Arborea (Oristano): Agriturismi 1 (La Ginestra) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale di Sant’Antioco Martire; patrimonio archeologico (un nuraghe). Pattada (Sassari): Alberghi 1 (La Pi-

neta) con 72 posti letto distribuiti in 28 camere. Agriturismi 1 (Cresta) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con numerosi edifici a palattu, la parrocchiale di Santa Sabina del secolo XVI, la chiesa di San Giovanni; patrimonio archeologico (alcune domus de janas e numerosi nuraghi tra cui quelli di Lerno, Sa Cadrei e Su Puzzininu, al` di cune Tombe di giganti); possibilita escursioni al monte Lerno con le sue ` di vedere all’opera foreste; possibilita gli artigiani che forgiano la celebre ‘‘pattadesa’’, coltello a serramanico; turismo equestre (Centro ippico, via Giovanni XXIII). Pau (Oristano): Campeggi 1 (Sennisceddu) con 170 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (le stazioni di lavorazione dell’ossidiana di Sa Telluri, Fustiolau, nuraghe di Punta Su Nuraxi, resti romani di Pitzu Sa Campana dove, secondo la leggenda, sorgeva l’antica Pau); possibi` di escursioni alla valle di Fustiolita lau, alla punta Su Ventosu. Pauli Arbarei (Medio Campidano): nes` la sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patripossibilita monio archeologico (il nuraghe di ` di escurBruncu Mannu); possibilita sione alla zona di Sitzamus dove si trovano i resti dell’omonimo villaggio medioevale. Paulilatino (Oristano): Agriturismi 1 (Sedda) con 5 posti letto. Risorse: centro storico con le case costruite in basalto, tra le quali il palazzetto Atzori del secolo XVIII, la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (numerosissimi nuraghi: Sonnu, Perdosu ecc., il santuario nuragico con pozzo sacro di Santa Cristina, la Tomba di giganti di ` grande della Goronna, ritenuta la piu ` di escursioni alSardegna); possibilita

48

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 54

Turismo in Sardegna l’altipiano di Paulilatino con le sue leccete. Perdasdefogu (Ogliastra): Alberghi 1 (Mura) con 26 posti letto. Ristoranti 3 (La Ruota, La Trattoria, La Lanterna). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, i resti della chiesa altomedioevale di San Salvatore; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Arrus, di Orcu, il pozzo sacro di Peddi di Cani); ` di escursioni al monte Carpossibilita diga e al rio Flumineddu; gastronomia, in particolare i formaggi e la cagliata detta casu axedu. Perdaxius (Sulcis): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: chiesa romanica di San Giacomo. Perfugas (Sassari): Alberghi 2 (Deiana, Domo de Janas) con 18 posti letto. Agriturismi 1 (Pani) con 14 posti letto. Ristoranti 1 (Anglona). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese che custodisce il Retablo di San Giorgio, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (i siti del Paleolitico sardo a rio Altana, le domus de janas tra cui quella decorata detta dell’Ariete, il pozzo sacro trovato al centro dell’abitato, numerosi nuraghi tra cui quelli di Tirocco, Alvu e di Trifide); i resti del castello Rosso su un colle alla periferia ` di escursioni dell’abitato; possibilita alla chiesa romanica di San Giorgio, di grande bellezza, al lago di Casteldoria. Pimentel (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (in particolare le domus de janas). Piscinas (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Hotel Le Dune). Risorse: patrimonio archeologico; il villino Salazar; grandi spiagge con dune imponenti. Ploaghe (Sassari): Alberghi 1 (Da Nico

e Lello) con 11 posti letto. Agriturismi 1 (Sa Pala ’e Su Frassu). Ristoranti 2 (Diana, Sini corso Cesare Battisti). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV che custodisce una tavola del secolo XIV e preziosi arredi, gli oratori di Santa Croce e del Rosario del secolo XV, il cimitero monumentale con lapidi dettate in lingua sarda; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Crabas e di Attentu); la chiesa romanica di San Michele di Salvennor; la chiesa romanica di Sant’Antonio di Salvennor; pos` di escursioni al lago del Coghisibilita nas e al monte Santa Giulia. Pompu (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case in pietra a corte e i portali monumentali, la chiesa parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (nuraghe di Su Sensu, la Tomba di giganti de Su Meli lavorata finemente, la domus de janas di Su Stabi de Luxia Arrabiosa, il villaggio nuragico di Pranu Domus, resti romani di Cuccuru ` di escursioni alla Domus); possibilita valle del rio Laccus lungo le cui rive vi ` una ricca vegetazione. e Portoscuso (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via 1º Maggio 13. Alberghi 3 (Panorama, La Ghinghetta con rinomato ristorante, Don Pedro) con 180 posti letto distribuiti in 90 camere. Risto` , La ranti 6 (Gaimar, Cocco, Jommiro Ghinghetta, Sa Musciara, Dom Pedro). Risorse: centro storico con la torre del secolo XVI; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Crixionis e di Attori); spiagge e scogliere (Portopaleddu, capo Altano); possibi` di escursioni allo stagno di Boi Cerlita bus; porto turistico con 390 posti barca; ` di praticare il turismo la possibilita equestre (Associazione ippica Caval` Su Cannoni). vespa, localita

49

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 55

Turismo in Sardegna Porto Torres (Sassari): Alberghi 4 (Hotel Libyssonis, Torres, Da Elisa, Royal) con 229 posti letto distribuiti in 126 camere. Agriturismi 1 (Solinas) con 5 posti letto. Ristoranti 10 (Cilia, Cristallo, La Tana, Scoglio Lungo, Sardinia Restaurant loc. Cala Lupo, Satta, Secchi, Farina, Li Lioni loc. Li Lioni, Ma.Se.). Risorse: centro storico con la basilica romanica di San Gavino, la chiesa di Balai, la torre del porto del secolo XVI, il Museo archeologico ‘‘Antiquarium turritano’’; patrimonio archeologico (la necropoli neolitica di Su Crucifissu Mannu, i resti di Turris Lybisonis con il palazzo del Re Barbaro e gli altri edifici residenziali e monumentali, il ponte romano), le spiagge di San Gavino a Mare, di Balai, di Platamona; ` di escursioni all’isola delpossibilita l’Asinara; porto turistico a Porto Torres con 140 posti barca. Posada (Nuoro): Alberghi 4 (Donatella, Sa Rocca, Corallo, Fior di Sardegna) con 166 posti letto divisi in 89 camere. Campeggi 1 (Ermosa) con 620 posti letto. Agriturismi 1 (Gupparza) con 26 posti letto. Ristoranti 7 (Antica Feronia, La Nuova Torre loc. San Giovanni, Carpe Diem, La Foce loc. San Giovanni, Sa Tiria loc. Su Tiriarzu, Satta loc. Montelongu, Il Gobbo). Risorse: Il castello della Fava; patrimonio archeologico (nuraghe di Monte Idda); spiagge con lo stagno di Posada. Pozzomaggiore (Sassari): Alberghi 1 (Don Diego) con 18 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 1 (Fratelli Mette). Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile gotico-aragonese del secolo XVI, la chiesa di Sant’Antonio Abate e il convento degli Agostiniani del secolo XVIII; patrimonio archeologico (le grotte di Filiestru e di Su Guanu importanti stazioni del Neolitico, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ala, di Figos, di Santu Migheli); pos-

` di escursioni a Planu ’e Murtas, sibilita alla chiesa romanica di San Nicola di ` di BonuiTrullas, alla chiesa rococo ghinu; gastronomia, in particolare i famosi formaggi. Pula (Cagliari): Alberghi 26 (Castello, Le Dune, Villa del Parco, Abamar loc. Santa Margherita, Baia di Nora, Costa Dei Fiori, Flamingo, Forte Village loc. Santa Margherita, Il Borgo, Is Molas, Is Morus loc. Santa Margherita, Lantana Hotel e Residence, La Pineta, New Barcavela, Nora Club, Rocca Dorada, Sant’Efis, I Giardini di Alice, Mare e Pineta, Baia delle Palme, Pintadera, Sa Launedda, Sandalyon, Su Guventeddu) con 3782 posti letto distribuiti in 1664 stanze. Campeggi 2 (Cala d’Ostia, Flumendosa) con 1200 posti letto. Agriturismi 2 (Bingia Bonaria, S’Atra Sardigna) con 18 posti letto. Ristoranti 16 (Acropoli, Su Cunventeddu, Dessı`, ESTI Trasport loc. Santa Margherita, Faa km 35 S.S. 195, Frongia, Immoildata, Monti loc. Su Cunventeddu, Piras, Polinesia km 39,7 S.S. 195, Il Piatto d’Oro, Sa Launedda 34,7 km S.S. 195, Terme di Nora, Sa Macinera di Baldino, Sos Chelos, Urru). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX, la villa Santa Maria dello stesso periodo, la casa Frau degli inizi del Novecento, il Museo archeologico; patrimonio archeologico (di grande importanza il vasto complesso della ` punico-romana di Nora); spiagge citta di San Macario, di Sant’Efisio con la chiesetta paleocristiana luogo della passione del santo; i ruderi del castello ` di medioevale di Pula; possibilita escursione all’oasi naturalistica dello stagno di Nora; porto turistico di Calaverde con 100 posti barca; turismo equestre (Centro Ippico Is Molas). Putifigari (Sassari): Agriturismi 1 (S’Incantu) con 6 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo

50

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 56

Turismo in Sardegna XVIII, il Palazzo baronale; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Siseri, alcuni nuraghi); possibi` di escursioni a Monte Maiore, al lita lago di Cuga. Quartu Sant’Elena (Cagliari): Pro Loco in via Regina Margherita 59. Alberghi 13 (Il Califfo, Setar Hotel, Grand Hotel ‘‘Quattro Torri’’, Sighientu, Califfo Dipendenza, Il Monastero, Su Meriagu, Best Western Italia Albergo e Residence, Gardenia, Pensione Centrale, Villa Serena, Il Gambero) con 1222 posti letto distribuiti in 553 camere. Campeggi 1 (Camping Pini e Mare) con 400 posti letto. Ristoranti 19 (Su Meriagu strada Villasimius, Sa Barracca km 11,6 S.S. 554, Brughitta, Clipper, Albachiara, Hartweg, Hibiscus, La Marinella, Mameli, Melis, Passaparola, PBC, Piludu, Bellavista loc. Foxi, Eugenio loc. Faccheri, Il Ciclope, Il Gabbiano loc. Margine Rosso, Lido Mediterraneo, Sant’Andrea). Risorse: cen` diri con le tro storico con le case in la lollas; Museo etnografico ‘‘Il ciclo della vita’’; la parrocchiale di Sant’Elena del secolo XVII; il Palazzo municipale modernissimo; la chiesa romanica di Sant’Agata; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monti Aguzzu e di Cuccureddus); spiagge (il Poetto di Quartu, Flumini); escursioni al parco dei Sette Fratelli; gastronomia, in particolare vini e dolci (is candelaus, altri dolci di mandorla); porto turistico a Marina di Capitana con 450 posti barca. Quartucciu (Cagliari): Alberghi 1 (I Ginepri) con 20 posti letto distribuiti in 20 camere. Agriturismi 2 (Sarita, Simbirizzi). Ristoranti 5 (Campus & Pinna, Da Gabry, Lorusso, Mancini, Vecchia Stazione). Risorse: centro storico con ` diri con le lollas e alcune le case di la chiese tra cui la parrocchiale del se-

colo XV; patrimonio archeologico (il nuraghe di Mela Murgia). Riola Sardo (Oristano): Alberghi 1 (Lucrezia) con 17 posti letto distribuiti in 7 camere. Agriturismi 5 (Il Melograno, Su Barraccu, Su Lau, Tradori, Camedda) con 52 posti letto. Ristoranti 1 (Marongiu). Risorse: centro storico con ` diri e la parrocle case costruite in la chiale del secolo XV; patrimonio archeologico (domus de janas de Sa Conca de S’Omini, il nuraghe Zuaddias, Nurache de Priogu; i resti del villaggio medioevale di Donnicala); spiagge dell’oasi di Seu, le peschiere ` di dello stagno di Cabras; possibilita escursioni alla penisola del Sinis e al golfo di Oristano; gastronomia, in particolare produzione di Vernaccia, bottarga, muggini e anguille. Romana (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Chilchirios e di Pibirra); il santuario ` rupestre di San Lussorio; possibilita di escursioni alle sorgenti di acqua minerale di Lettigheddu, alle grotte di Monte Magone, alla montagna della Minerva. Ruinas (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case costruite in trachite, munite di lolla e di bei portali, la chiesa romanica di San Giorgio, la chiesa bizantina di San Teodoro; patrimonio archeologico (domus de janas de Su Fossu; i nuraghi di Nurampei e Serra Olia, resti romani del villaggio di Ghentiana, utilizzato ` anche in epoca bizantina); possibilita di escursioni al monte Grighine. Sadali (Cagliari): Agriturismi 1 (Su Coili). Ristoranti 2 (Ristorante Bar, Su Stori). Risorse: centro storico con al-

51

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 57

Turismo in Sardegna cune case tradizionali e la cascata di Su Stampu de Su Turrunu, parrocchiale del secolo XII; patrimonio archeologico (la domus de janas di Grutta de Janas, alcuni nuraghi tra i quali quelli di Istria e Pala Nuraxi); possibi` di escursioni al bosco di Addali e lita alla Grotta delle Janas. Sagama (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII ` e della Pieta ` con i dipinti della Nativita dello stesso periodo; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Funtaneddas e di Mulineddi, Tomba di giganti di Su Crastu Iscrittu); ` di escursioni al rio Crapossibilita balzu. Samassi (Medio Campidano): Alberghi 1 (Il Campidano) con 14 posti letto distribuiti in 9 camere. Ristoranti 2 (Mocambo, Il Campidano). Risorse: chiesa romanica di San Gemiliano. Samatzai (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce alcune reliquie, il Monte granatico; patrimonio archeologico (nuraghi, domus de janas, Tombe di giganti, menhir). Samugheo (Oristano): Agriturismi 3 (Castel Medusa, Da Dino, Su Pinnatzu) con 9 posti letto. Ristoranti 2 (Bittu, Perdighe). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale di Santa Vittoria del secolo XVI, le case in pietra con le caratteristiche porte e finestre piccole, vivacemente colorate, Museo regionale del tappeto e della tessitura artigianale; patrimonio archeologico (necropoli eneolitica costituita da domus de janas di varie tipologie, numerosi nuraghi tra cui quelli di Pirarba e di Taccu, la fortezza tardopunica di ` di escurSanta Vittoria); possibilita

sioni alla valle del rio Mannu; gastronomia, in particolare i famosi casigio` possibile anche vedere all’opera lus; e le tessitrici che praticano la tecnica di un’indente grazie alla quale l’ordito risulta nascosto; durante il Carnevale sfilate della tipica maschera dei Mamuthones. San Basilio (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Alla tavola di zia Chiara). Risorse: patrimonio archeologico (il nuraghe di Sa Domu ’e S’Orcu, i resti delle terme romane e del cimitero); escursioni alle zone montane di Bruncu Arrideli, Cuccuru Fenugu; patrimonio archeologico (nuraghi, terme romane). San Gavino Monreale (Medio Campidano): Alberghi 1 (Italia) con 20 posti letto distribuiti in 16 camere. Ristoranti 2 (Oasi Santa Lucia, S’Aposentu). Risorse: la chiesa di San Gavino martire, presunto mausoleo arborense, la parrocchiale del secolo XV che custodisce sculture del Lonis; patrimonio archeologico (resti punici e romani); ` di escursione alle rovine possibilita ` di del castello di Monreale; attivita promozione dello zafferano. San Giovanni Suergiu (Carbonia-Iglesias): Alberghi 1 (Sa Perda Arrubia). Ristoranti 1 (Sa Perda Arrubia). Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Palangini e de Is ` romana). Paras, resti di eta Sanluri (Medio Campidano): Pro Loco in via Carlo Felice. Alberghi 2 (Motel Ichnusa, Mirage) con 47 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 4 (Deidda, La Deliziosa, Podda, Rosy). Risorse: centro storico con il castello Villasanta e il museo; chiesa e convento dei Cappuccini del secolo XVIII con annesso Museo storico etnografico, la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi

52

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 58

Turismo in Sardegna molto danneggiati tra cui quelli di Gutturu Sa Corti ’e Fenu, le tombe romane di Mereidda e di Bruncu Fulgheri); la rievocazione della battaglia di Sanluri e la festa del borgo. ` d’Arcidano (Oristano): AgriSan Nicolo turismi 1 (Rio Scixoris) con 9 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico; patrimonio archeologico (i nuraghi Peppi Tzappus polilobato, di Urradili, di Medas; resti romani delle terme di Sa Cresia di Santa Maria di Nabui); possibi` di escursioni al rio Mannu e al rio lita ` possibile praticare la Mogoro, dove e pesca delle anguille. ` Gerrei (Cagliari): AgrituriSan Nicolo smi 2 (Sa Tjrja, Gerrei) con 9 posti letto. Risorse: centro storico con abitazioni tradizionali e la parrocchiale di San Nicola; escursioni a Pranu Sanguni, alla foresta naturale di Riu Tolu; gastronomia, in particolare formaggi tipici. San Sperate (Cagliari): Alberghi 1 (Sagittario) con 12 posti letto distribuiti in 8 camere. Ristoranti 2 (Cossu, Sagittario). Risorse: centro storico con i murales e le sculture di Pinuccio Sciola, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (tombe puniche e romane che hanno restituito numerose suppellettili). San Teodoro (Olbia-Tempio): Pro Loco in via del Tirreno 3. Alberghi 17 (Bungalow Hotel, Pamela, Al Faro, Li Banditi, Onda Marina, Sandalyon, L’Esagono, La Palma, Le Rose, Alta Marea, Due Lune, Giamaranto Hotels, Bonsai, Chlamis, Le Mimose, Scintilla, Park Hotel Li Suari) con 1877 posti letto distribuiti in 735 camere. Campeggi 3 (Cala d’Ambra, San Teodoro, Calacavallo) con 1853 posti letto. Agriturismi 1 (Li Scopi). Ristoranti 21 (Da Nardino, Frau, Antica Osteria loc. Suaredda, La Taverna degli Artisti, Lu Impostu loc.

Lu Impostu, Domo Murisca loc. Citai, Gallo Blu, Helios loc. Suaredda, Il Giardinaccio, Il Platano, La Cinta, La Columbella loc. Punta Aldia, L’Artista, Miacheddu loc. Miacheddu, Da Silvio loc. Badualga, Alba Chiara, Punta Est loc. Capo Coda Cavallo, Lu Nibareddu loc. Nibareddu, Flamingo, L’Ea Cana loc. Monteprosu, La Taverna di Dante). Risorse: centro storico con i murales nella piazza principale; spiagge di Cala d’Ambra, La Cinta, L’Isuledda; ` di escursioni alla Laguna possibilita di Monte Nieddu e alle famose rocce granitiche dette ‘‘sculture del vento’’; porto turistico a Marina di Puntaldia con 390 posti barca. Turismo equestre (Centro Villa Erika via Suaredda 6). San Vero Congius (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro possibilita ` diri; storico con le case costruite in la patrimonio archeologico (il nuraghe di San Giuliano). San Vero Milis (Oristano): Alberghi 3 (Su Pallosu, Da Cesare, Baia Blu) con 79 posti letto distribuiti in 37 camere. Agriturismi 8 (Angolo Azzurro, La Mimosa, S’Urachi, Santa Barbara, Zenti Arrubia, Lotta, Orro, Piras) con 84 posti letto. Ristoranti 1 (Le Saline loc. Zerrei). Risorse: centro storico con parrocchiale dei secoli XVI-XVII e le tipiche ` diri; patrimonio archeologico case in la (resti di villaggi di capanne di Sa ’e Croccus del IV-III millennio a.C., domus de janas a grotticelle artificiali, numerosi nuraghi tra cui quelli di Ar` grandi cibispu e di S’Urachi, tra i piu della Sardegna, con villaggio nuragico riutilizzato in epoca punica e romana, necropoli punica dei secoli VII-III a.C., ` di escursioni resti romani); possibilita a Sa Tonnara con i suoi stagni; gastronomia, in particolare la tipica zuppa di ceci che alla chiusura del Carnevale viene distribuita anche ai poveri; turi-

53

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 59

Turismo in Sardegna smo equestre (Associazione ippica sanverese, via Eleonora 5). San Vito (Cagliari): Pro Loco in via Nazionale 12. Alberghi 1 (Elisabeth in loc. San Priamo) con 48 posti letto distribuiti in 25 camere. Agriturismi 1 (Sa Perda Arrumbulada) con 4 posti letto. Ristoranti 4 (Bar Ristorante Meloni, Su Crogallu 54,2 km S.S. 125, Pisano, Solinas loc. Maistu Andria). Risorse: centro storico con antiche case a corte, la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Zerbuzi e di Soro, necropoli di Santa Rosa); escursioni lungo la vallata del Flumendosa. Santadi (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Cocco, Mauritania). Risorse: patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Guardia Cristu e di Per` Su dosu, la grotta de Pirosu in localita Benatzu); le grotte de Is Zuddas; possi` di visitare i furriadroxius; produbilita zione di grandi vini nella Cantina sociale (Carignano del Sulcis). Santa Giusta (Oristano): Agriturismi 3 (Bentemare, Matteoli, Meloni) con 29 posti letto. Ristoranti 3 (Abarossa, La Fenice, Musu). Risorse: centro storico con la basilica romana di Santa Giusta ` sede di diocesi, la chiesa romanica gia di Santa Severa; patrimonio archeologico (resti punici: la necropoli di Santa Severa e la necropoli di Othoca); spiagge: la marina di Arborea; possibi` di escursioni allo stagno di Cabras lita e a quello di Mar’e Pontis presso il quale in agosto si svolge la classica regata de is fassonis, le tipiche imbarcazioni utilizzate dai pescatori; gastronomia, in particolare l’arrosto di muggine e di anguilla, i malloreddus o gnocchetti per i quali a settembre si tiene una sagra. Santa Maria Coghinas (Sassari): Alber-

ghi 2 (Montiruju, Doria) con 45 posti letto distribuiti in 20 camere. Ristoranti 1 (Dettori). Risorse: centro storico con la parrocchiale di impianto romanico, il castello dei Doria; il complesso delle terme di Casteldoria; pos` di escursioni alle spiagge della sibilita costa settentrionale. Sant’Andrea Frius (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Su Nuraxi). Risorse: centro storico che conserva le tipiche case a corte, la parrocchiale di Sant’Andrea del secolo XVII; patrimonio archeologico (resti ` prenuragica, il nuraghe di Agus, di eta resti romani nel centro abitato). Sant’Anna Arresi (Carbonia-Iglesias): ` Porto Pino. AlberPro Loco in localita ghi 5 (La Medusa, Porto Pino Club, Cala dei Pini, Punta Giara, Le Palme) con 495 posti letto distribuiti in 237 camere. Campeggi 1 (Camping Sardegna) con 360 posti letto. Agriturismi 1 (Su Baroni) con 12 posti letto. Ristoranti 4 (Casti loc. Porto Pino, Fulgheri loc. Porto Pino, La Peschiera loc. Porto Pino, Sa Carrubedda loc. Sa Carrubedda). Risorse: la spiaggia di Porto Pino, gli stagni de Is Berbais e del Maestrale. Sant’Antioco (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in via Nazionale 175. Alberghi 10 (Capo Sperone, Coa de Quaddus, Hotel del Corso, Hotel Martinelli, Solki Hotel, La Mazza, Scala Longa, Maladroxia, Moderno, Eden) con 349 posti letto distribuiti in 182 camere. Campeggi 1 (Camping Tonnara) con 708 posti letto. `, Ristoranti 10 (Aliucci, Arizona Cafe Boe, Farci, Milia, Monni loc. Calasapone, Pomata, Porcu, Il Cantuccio, Ristoro del Passeggero). Risorse: centro storico con chiesa paleocristiana di Sant’Antioco e le sue catacombe, fortezza del secolo XVIII, Museo archeologico; patrimonio archeologico (diversi nuraghi tra cui quelli di S’Ega de

54

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 60

Turismo in Sardegna Funtana, Monte Noccus, il tofet feniciopunico, la necropoli punico-romana di Solci, il mausoleo romano di Sa Tribuna, altri avanzi romani in diverse lo` ); spiagge tra cui quella di Malacalita droxia; le torri litoranee di Maladroxia e di Canai; archeologia industriale (antiche tonnare); porto turistico sul lungomare De Pompeis con 130 posti barca. Sant’Antonio di Gallura (Olbia-Tempio): Alberghi 1 (Montenero) con 30 posti letto distribuiti in 15 camere. Ristoranti 2 (Angelo e Arcangela, Da Agnese). Risorse: centro storico con la parrocchiale dell’Ottocento che custodisce alcune antiche statue, la chiesa di Sant’Andrea dell’Ottocento; patrimonio archeologico (la cinta prenuragica di Sarra d’Aglientu, alcune domus de janas, alcuni nuraghi molto rovinati); il belvedere di Monte Naracu; ` di escursioni al vallone del possibilita rio Fasciolu, al complesso montano di Serra di Monte Santo con i suoi graniti rosa, al lago del Liscia; gastronomia, in particolare la minestra di brodo di bue, funghi. Santa Teresa Gallura (Olbia-Tempio): Azienda autonoma di Soggiorno in piazza Vittorio Emanuele I. Alberghi 33 (Bacchus, Corallaro, Li Nibbari, Sa Domo, L’Ancora, Shardana, Bellavista, Canne al Vento, Da Cecco, Miramare, Marinaro, Moderno, Al Porto, Quattro Mori, Sandalyon, Sole e Mare, Riva, Belvedere, Confort Inn, Scano, La Funtana, Meta Hotel, Capo Testa e dei Due Mari, Large Mirage Hotel, Bocche di Bonifacio, Majore, Solemar, Arduino, Marmorata Village, La Coluccia, Frassetto, Cala Blu, Valle dell’Erica) con 4126 posti letto distribuiti in 1650 camere. Campeggi 3 (Arcobaleno, La Liccia, Gallura) con 3564 posti letto. Agriturismi 5 (Ciuchesu, Lettu di Vita, Li Nalboni, Saltara, Sardo) con 9 posti

letto. Ristoranti 21 (Azzurra, Battino loc. Porto Pozzo, Berimbau, Casu loc. Capo Testa, Da Thomas, Due Palme, Frassetto loc. Porto Pozzo, Il Delfino Sardo, La Kambusa, La Piana loc. Marazzino, La Torre loc. Rena Bianca, Laura, Maestrale loc. La Ruda, Man` Satan, La Stalla noni, Mistrello, Pape loc. Marazzino, S’Andira loc. Santa Reparata, Salvagnin, Sameri, Villamarina). Risorse: centro storico con la parrocchiale dell’Ottocento, la torre di Longonsardo; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Juntana e di Nuraconi, La Tomba di giganti di Lu Brandali, la cava romana di granito di capo Testa, i ruderi del castello di Longonsardo); spiagge della Marmorata, di Rena Bianca e dell’isola ` di escursioni a di Municca; possibilita capo Testa, alla Baia di Santa Reparata, all’isola di Razzoli e all’arcipelago di La Maddalena con l’oasi relativa; porto turistico a Marina di Santa Teresa con 600 posti barca e diversi traghetti quotidiani per Bonifacio; possi` di praticare il turismo equestre bilita ` Ca(Centro ippico Ruoni in localita pizza di Vacca). Santu Lussurgiu (Oristano): Alberghi 3 (Sas Benas, Mallica, Antica Dimora del Gruccione) con 37 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 2 (Sas Benas, La Bocca del Vulcano). Risorse: centro storico con alcuni palazzetti nobiliari dei secoli XVII e XVIII, la chiesa romanica di Santa Giusta, il Museo della tecnologia contadina; patrimonio archeologico (i dolmen di Matziscula vicini alle domus de janas notevoli per ampiezza e tecnica costruttiva, numerosi nuraghi tra cui quelli di Piriccu Elighe Onna e di Mura Matta, numerose Tombe di giganti, betili e pozzi sacri, villaggi nuragici di Santa Vittoria, di Camputzola, il sito di Banzos frequen` di tato da Fenici e Romani); possibilita

55

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 61

Turismo in Sardegna escursioni a San Leonardo di Siete Fuentes; gastronomia, in particolare produzione di carne del bue rosso allevato nel territorio, caciocavallo casizolu, acquavite filu ’e ferru; durante il ` possibile ammirare la speCarnevale e ricolata giostra equestre di Sa Carrela ’e Nanti; turismo equestre (Centro ippico lussurgese). Sardara (Medio Campidano): Alberghi 4 (Sardara Hotel, Eucalipti Terme, Terme di Sardara, Monreale) con 320 posti letto distribuiti in 179 camere. Ristoranti 1 (Il Pescatore). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, la chiesa romanica di San Gregorio, la chiesa di Sant’Anastasia che racchiude anche un pozzo sacro nuragico, il Museo archeologico; patrimonio archeologico ‘‘Villa Abbas’’ (numerosi nuraghi tra cui quelli di Predi Miali e di Ortu Comidu con i resti delle officine fusorie, la necropoli romana di Blasone Oneddu); il rinomato stabilimento termale con la chiesetta di Santa Maria Is Acquas e i resti romani delle terme Neapolitane; i resti del castello medioevale di Monreale. Sarroch (Cagliari): Alberghi 2 (Villa Rosa, La Lanterna Verde) con 47 posti letto distribuiti in 27 camere. Ristoranti 6 (Cappadonna, Ghiani, La Nuova Trattoria, Palmas loc. Santa Barbara, Dal Pescatore loc. Porto Foxi, Tavernetta ESIT loc. Jenni Auri). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Antigori e di Motti); Villa d’Orri con i ricordi sabaudi e il parco; Villa Siotto e il suo parco; il complesso delle torri costiere di Zavorra e del Diavolo; porto turistico di Perd’e Sali con 260 posti barca. Sarule (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Boneddu). Risorse: centro storico con antiche abita-

zioni di struttura rustica, la parrocchiale di Santa Lucia; patrimonio archeologico (il dolmen detto dell’Altare di Logula, numerosi nuraghi tra cui quelli di Iloe e di Orvanilo, la Tomba di giganti di Inutheo Mozanu); possibi` di escursioni al monte e al santualita rio di Gonare. Sassari: ufficio informazioni dell’Azienda di soggiorno e turismo, via Roma 62. Alberghi 10 (Grazia Deledda, Best Western Carlo Felice, Frank Hotel, Il Vialetto Albergo e Residence, Leonardo da Vinci, Marini 2, Giusy, Sher-Dan, Stella del Mediterraneo) con 1188 posti letto distribuiti in 602 camere. Agriturismi 20 (Azienda Agricola Turra, Cristina, Leonardo Carta, Marisa Loi, Li Misterj, Agliastru, Nuraghe Mandras, Pietro Satta, Marini, Pozzo d’Ussi, Finagliosu, Da Marini, Gavina Pes, Azienda Dettori, Monte d’Accoddi, Il Canneto, Azenda Marongiu, Angela Deligios, Il Silo, Lu Calzu` , Cubeddu, Anlaggiu, Il Mirto, Agliado tichi Sapori, Conzimu, Monte Casteddu, Piras, Ottavio Deligios, CheloCareddu, Margherita, Sechi-Tilocca) con 140 posti letto. Ristoranti 48 (Il Frantoio, Amphora, Brustia loc. Ottava, Cassaforte, Ernesto loc. Platamona, Casu, Casula, Cossu, Coutsopulos, Da Gesuino, Dessı`, Farina, Fiori, Il Giamaranto, Il Pizzicotto, Il Pomodoro, Il Posto, Il Saraceno, L’Acquario, La Fenice, L’Antica Hostaria, La Pinta, L’Asfodelo, La Spiga, L’Eliseo, M.P.M., Mulas, Nonne, Oggiano, Pinna, Pira, Pirodda, Porto Palmas loc. Argentiera, Pruneddu loc. Lampianu, Puliga, Castello, Da Remo, La Maison, Da Leo, La Cascina loc. Ottava, Liberty, Sanna loc. Platamona, Sa Posada loc. Ottava, Soriga, Tony’s [Il Quirinale], Usai, White & Green, La Vela Latina). Risorse: centro storico con il Duomo, Palazzo ducale, Palazzo della Provincia e

56

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 62

Turismo in Sardegna piazza d’Italia, le chiese di San Sisto, di San Pietro di Silki, dei Cappuccini, il Museo archeologico nazionale ‘‘G.A. Sanna’’, il Teatro civico, palazzi dal secolo XVI al XIX, i resti delle mura medioevali, la fontana del Rosello, la chiesa di Santa Maria di Betlemme, la chiesa di San Donato; patrimonio archeologico (numerose domus de janas `, numerosi nutra cui quelle di Molafa ` di ammirare la Caraghi); possibilita valcata sarda la penultima domenica di maggio, e la ‘‘Faradda’’ o discesa dei Candelieri la vigilia di Ferragosto; gastronomia, in particolare la favata, le formaggelle pasquali (casgiadini), le lumache (giogga, monzette, coccoidu), ´; la schiacciata di farina di ceci o faine ` di turismo equestre (Assopossibilita ciazione ippica Alessandra, via Roma 94), campo di golf (Ippodromo Pinna). Scano di Montiferro (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro possibita storico con le tipiche case in basalto con finestre e porte riccamente decorate dai piccapietre locali, la chiesa parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (circa 40 nuraghi tra cui quelli di Nuracale quadrilobato e di Abbauddi quasi intatto, le grandi Tombe di giganti di Nuracale e Perdas Doladas, il sito di Sulu con resti punici ` di escursioni alle e romani); possibilita sorgenti di Leari, Amenta, Pattola, e a quelle grandiose di Sant’Antioco; gastronomia, in particolare l’acquavite filu ’e ferru, rinomatissima; durante il ` possibile ammirare la Carnevale e cursa ’e puddas, una spettacolare corsa a pariglias. Sedilo (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (I 4 Assi loc. Talasai). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII, la cappella Manca Zonchello del secolo XVIII, il santuario di Santu Antine

dove si svolge l’ardia; patrimonio archeologico (dolmen, numerose domus de janas tra cui quelle di Sas Loggias e di Su Noi de Ziu Marcu, molti nuraghi tra cui quello di Iloi con tre Tombe di ` di escursioni al giganti); possibilita lago Omodeo; durante il Carnevale si corre Sa Cursa a su puddu, una spericolata pariglia che si conclude con una ‘‘zippolata’’, ovvero distribuzione di ` vedere S’arfrittelle; a giugno si puo zola, rievocazione degli antichi metodi di mietitura, a luglio la spettacolare ` animata sagra giostra dell’ardia, la piu ` di turireligiosa dell’isola; possibilita smo equestre (Associazione ippica sedilese, via Mazzini 13). Sedini (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con molte antiche abitazioni ricavate dalla riutilizzazione delle domus de janas, la parrocchiale in stile gotico-aragonese che conserva dipinti di Andrea Lusso; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Paddu e di Monti Falcadu, i resti dell’antico villaggio di Spelun` di escursioni ai resti cas); possibilita dell’abbazia benedettina di San Nicola di Silanis e alla chiesa di San Pancrazio con i resti del convento presso cui si trova un dolmen. Segariu (Medio Campidano): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con una chiesa romanica; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Fraga Morus e di Su Ca` di escursione alla steddu); possibilita ` Rocca Su Casteddu dove si trolocalita vano i resti di un castello medioevale. Selargius (Cagliari): Pro Loco in via Confalonieri. Alberghi 2 (Il Quadrifoglio, Hotel Hinterland) con 276 posti letto distribuiti in 150 camere. Ristoranti 2 (Melis, Ortu). Risorse: centro

57

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 63

Turismo in Sardegna ` diri storico con le case tradizionali in la e munite di lolla, la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di San Giuliano, il carcere aragonese; patrimonio archeologico (il sito prenuragico di Su Coddu); la chiesetta roma` possibile assinica di San Lussorio; e stere alla cerimonia del ‘‘matrimonio selargino’’. Selegas (Cagliari): nessun esercizio al` possibilita ` di riberghiero, offre pero storo. Risorse: chiesa gotica del secolo XIII; patrimonio archeologico (il nuraghe di Meloni Mannu). Semestene (Sassari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Giorgio iniziata nel secolo XII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Codes, Pedrania e di Scolca di enormi proporzioni e grande com` ); possibilita ` di escursioni alplessita l’abbazia romanica di Sa Nicola di Trullas. Seneghe (Oristano): Agriturismi 1 (Il Leccio) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con alcuni palazzotti medioevali, una casa aragonese e la chiesa di Santa Maria della Rosa; patrimonio archeologico (villaggio prenuragico di Narbu, domus de janas di Sa Domo ’e Sa Zana, alcuni nuraghi tra cui quelli ` di di Littu e di Campu); possibilita escursioni al monte Rassu ’e Mesu; gastronomia, in particolare il rinomato olio d’oliva per la cui valorizzazione a maggio si svolge il premio nazionale ‘‘Montiferru’’. Senis (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII con ricche sculture, il Palazzo baronale, la torre dell’antico castello di Senis; patrimonio archeologico (le statue neolitiche antropomorfe di Bidda ’e Perda,

alcuni nuraghi tra cui quello di Senismannu, i resti di un villaggio romano ` di escura Santa Vittoria); possibilita sioni nelle campagne circostanti. Sennariolo (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con le tipiche case in pietra addossate in strette stradine di particolare suggestione, il campanile a cipolla della parrocchiale; patrimonio archeologico (numerose domus de janas e Tombe di giganti, molti nuraghi tra cui quelli di Liortinas polilobato, Fro` di migas, S’ena ’e Tiana); possibilita escursioni alle falde del monte Ferru. Sennori (Sassari): Agriturismi 1 (Lodde). Ristoranti 4 (Senes, Da Franco, Fois, Da Vito). Risorse: centro storico con la parrocchiale che conserva un dipinto del secolo XVI di artista cagliaritano; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Sa Pattada e di Chercos, le rovine del villaggio medio` di escurevale di Geridu); possibilita sioni al territorio di Monte Onzano e alle sue rovine, a Monte Cau, alle spiagge del golfo dell’Asinara; gastronomia, in particolare l’olio d’oliva, i formaggi. Senorbı` (Cagliari): Alberghi 2 (Sporting Hotel, Trexenta) con 76 posti letto distribuiti in 32 stanze. Ristoranti 2 (Da Severino, Cassinelli). Risorse: nel centro storico conservate alcune tipiche casse trexentesi, la parrocchiale in ` , il Museo ‘‘Sa Domu Nostile rococo stra’’; patrimonio archeologico (le domus de janas di Monte Luna, alcuni nuraghi tra cui quelli di S’Arcu, la necropoli punica di Santu Teru); chiesa romanica di Santa Mariedda. Serdiana (Cagliari): Agriturismi 1 (Brogi) con 5 posti letto. Ristoranti 2 (Su Stazzu, Puddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV;

58

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 64

Turismo in Sardegna patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quello di Sa Domu ’e S’Orcu); la chiesa romanica di Santa Maria di Sibiola del secolo XII; possi` di escursione allo stagno di Serbilita diana con interessante avifauna. Serramanna (Medio Campidano): Alberghi 1 (Sa Serra) con 8 posti letto. Ristoranti 4 (Su Stazzu km 2,5 S.S. 196, Conti, La Tana del Professore, Midnight). Risorse: centro storico con tipiche case ottocentesche e parrocchiale in stile gotico-aragonese, la Raccolta museale delle memorie e tradizioni religiose serramannesi, i mercati ottocenteschi; patrimonio archeologico (tombe puniche e i resti romani in regione Santa Maria). Serrenti (Medio Campidano): Alberghi 1 (Campidano) con 18 posti letto distribuiti in 11 camere. Ristoranti 3 (Sa Bertula, Medi Mark km 40 S.S. 131, Ristorante Snack Bar km 40,200 S.S. 131). Risorse: centro storico con parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Crabu e Gutturu Olleri, alcuni insediamenti romani a Gutturu Rosa e Conca Manna). Serri (Cagliari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Basilio in stile romanico-pisano; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi e il grande santuario nuragico di Santa Vittoria, una ` piu ` importanti della Sardelle localita ` di escursioni alla degna); possibilita Giara di Serri. Sestu (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 4 (Happy Pizza, Il Ghiottone km 8,2 S.S. 131, Da Eugenio e Nicola, Su Stentu). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XV; la chiesa campestre di San Gemiliano del secolo XIII. Settimo San Pietro (Cagliari): nessun

esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Murtas). Risorse: chiesa parrocchiale in stile gotico-aragonese del secolo XVI; patrimonio archeologico (un nuraghe semidiroccato nei pressi della stazione). Setzu (Medio Campidano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: nel centro lita storico le case a corte con la lolla; patrimonio archeologico (domus de janas del periodo prenuragico, la stazione neolitica di San Gemiliano, alcuni nuraghi tra cui quelli di Surragu e di Nu` di escursioni sulla razzasu); possibilita Giara di Gesturi; gastronomia, in particolare formaggi, lumache, funghi. Seui (Ogliastra): Alberghi 1 (Moderno) con 16 posti letto distribuiti in 12 camere. Ristoranti 1 (Mascia). Risorse: centro storico con case tipiche di architettura barbaricina, la parrocchiale del secolo XVI, l’intelligente Percorso museale seuiense (palazzina Liberty con esposizione archeologica e documentale), casa Farci; Pinacoteca; il carcere spagnolo, il Museo etnografico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ardasi, col relativo villaggio, e di Casteddu, pozzi sa` cri e altri villaggi nuragici); possibilita di escursioni alla Foresta demaniale di ` di percorsi sul Montarbu; possibilita ‘‘trenino verde’’; gastronomia, in particolare noci, nocciole e castagne. Seulo (Cagliari): Alberghi 1 (Moi) con 24 posti letto distribuiti in 12 camere. Agriturismi 2 (Su Zipiri, S’Armidda) con 8 posti letto. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Nuraxeddu e di Gastea); ` di escursioni ai Monti Orru possibilita ` di percorsi sul e Perdidu; possibilita ‘‘trenino verde’’; gastronomia, in parti-

59

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 65

Turismo in Sardegna colare i formaggi e le patate di montagna. Siamaggiore (Oristano): Agriturismi 1 (Casu) con 9 posti letto. Ristoranti 1 (Corona 99 km S.S. 131). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo ` diri, la parrocchiale XVII e le case in la del secolo XVI; patrimonio archeologico (le tombe altomedioevali dei secoli VI-VII di San Pietro); gastronomia, in particolare i carciofi, per i quali a febbraio si svolge una sagra. Siamanna (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con ` diri e la parrocchiale del le case in la secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di ` di escursioni Pala ’e Sole); possibilita nelle campagne circostanti; durante la festa di Santa Lucia il 22 giugno si corre la corsa ‘‘de su pannu’’, molto simile all’ardia; gastronomia, in particolare i formaggi. Siapiccia (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico ` diri e la Funtana Macon le case in la jori, sorgente di acqua calda; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Don Pauli e di Concu); pos` di escursioni alle sugherete cirsibilita costanti. Siddi (Medio Campidano): nessun eser` la possibicizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico lita con la parrocchiale del secolo XVII e il campanile; patrimonio archeologico ` prenuragica, alcuni nuraghi (siti di eta tra cui quelli di S’Orcu e di Sa Corruaia); chiesa romanica di San Mi` di chele del secolo XIII; possibilita escursioni sulla Giara. Silanus (Nuoro): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con case tradizionali in pietra; patrimonio

archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Madrone e di Padru, le Tombe di giganti di Madrone e di Tuttarighe, pozzi sacri, villaggi nuragici); la chiesa di Santa Sabina del secolo XI con il nuraghe perfettamente conservato; la chiesa romanica di San Lorenzo con affreschi del Trecento; gastronomia, in particolare il pane confezionato in svariati modi. Silı` (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI. Siligo (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con case tradizionali a palattu; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Putta Ruja e di Ortulu, il santuario nuragico di Monte Sant’Andrea, resti romani tra cui quelli significativi di Santa Maria di Mesumundu che da impianto termale romano sono stati ` di trasformati in chiesa); possibilita escursioni al monte Santo. Siliqua (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Ziu Boicu). Risorse: centro storico con le tipiche co` diri e la chiesa parrocstruzioni in la chiale del secolo XV; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Miali e di Domu de Pedra); i ruderi del castello di Acquafredda. Silius (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: i resti del castello ` di medioevale di Sassai; possibilita escursioni alla gola del rio Padenti e ` di alle sorgenti di Is Alinus; possibilita reperire minerali nelle miniere abbandonate. Simala (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con alcuni palazzotti del secolo XIX e la parrocchiale del XVII che conserva

60

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 66

Turismo in Sardegna una statua del Lonis; patrimonio archeologico (stazioni per la lavorazione dell’ossidiana tra cui quelle di Pappoi, Ossu ’e Procus, Funtana Cadena, numerosi nuraghi, i resti romani dei villaggi di Genna Fossa e Santu Sadurru, quest’ultimo utilizzato in periodo paleocristiano). Simaxis (Oristano): Agriturismi 2 (Serra, Serusi) con 20 posti letto. Risorse: centro storico con il Monte granatico dell’Ottocento (Sa domu ’e su Monti), la parrocchiale ricostruita nell’Ottocento; patrimonio archeologico (villaggi del III millennio a.C., a Su Cungiau de is Fundamentus e a Campu ’e Cresia, il nuraghe di Su Pauli Mannu). Sindia (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con un nuraghe inglobato in un’abitazione privata, la chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Montecodes e di Sos Bandidos); i resti dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Corte; pos` di escursioni al Parco Banza, sibilita ricco di boschi di querce. Sini (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII, gli ulivi millenari che si trovano alla periferia dell’abitato; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Sca` l’e Berbeis e Santu Giorzi); possibilita di escursioni nelle colline circostanti; gastronomia, in particolare vari tipi di pane, olio d’oliva. Siniscola (Nuoro): Pro Loco in via Monfalcone 17. Alberghi 7 (La Caletta, L’Ancora, Hotel Meloni, Fresu, Villa Pozzi, Vela Sole, L’Aragosta, Sardinia) con 436 posti letto distribuiti in 219 camere. Campeggi 4 (Selema, Le Ginestre, La Mandragola, Cala Pineta) con 2110 po-

sti letto. Agriturismi 4 (Punta Lizzu, Sa Tanca ’e Bore, Su Meriacru, Talaspru) con 12 posti letto. Ristoranti 10 (Contu loc. Capo Comino, Del Monte loc. Capo Comino, Meloni e Fresu loc. La Caletta, La Cambusa loc. La Caletta, Eucaliptus loc. Capo Comino, Comino Rosso loc. Capo Comino, La Villa, Il Tucano loc. La Caletta, Maxim loc. La Caletta, Sanna loc. La Caletta). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Giovanni Battista del secolo XVII, la chiesa delle Grazie del secolo XVII, i resti di due torri dell’antica cinta muraria, la grotta di Gortoe dove scorre un ruscello; patrimonio archeologico (la grotticella neolitica di Cuccuru ’e Janas, le domus de janas di Duas Vuccas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Piberas e di Sulapatu, il villaggio nuragico di ´ rchida, le dune Lututai); spiagge di Be di capo Comino e il sistema delle torri ` di escursioni al costiere; possibilita monte Albo e alle grotte di Peirone e di Duas Vaccas; i porti turistici a Porto Ottiolu con 400 posti barca, di La Caletta con 140 posti barca, di Sa Veletta loc. Sa Pretta Ruja. Sinnai (Cagliari): Alberghi 1 (Abbablu Residence) con 114 posti letto distribuiti in 32 camere. Ristoranti 8 (Casu, Cortis loc. Solanas, Incostante, La Meteora, Planet Pizza, Da Barbara loc. Solanas, San Basilio loc. San Basilio, Si.Com loc. Torre delle Stelle). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII che custodisce dipinti dello Scaletta; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di ` di Crabiolu e di Drugali); possibilita escursioni al monte Serpeddı` e al Parco dei Sette Fratelli; le chiese romaniche di Santa Barbara e di Santa Forada. Siris (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con le

61

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 67

Turismo in Sardegna caratteristiche case in pietra con portali monumentali; patrimonio archeologico (stazione di lavorazione dell’os` svisidiana di Procilis sulla quale si e luppato l’omonimo nuraghe utilizzato ` romana; molti nuraghi tra anche in eta cui quello di De Inu con tracce di un villaggio nuragico, resti romani); possi` di escursioni alle rupi di Su Cobilita lumbariu, alla grotta di Su Bangiu. Sisini (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: le rovine del villaggio medioevale. Siurgus Donigala (Cagliari): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con le parrocchiali dei due villaggi originari del secolo XVII; patrimonio archeologico (il nuraghe Parrocchia); ` di escursioni al lago di Mupossibilita largia. Soddı` (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Maria Maddalena; patrimonio archeologico (domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Paiolu e di Bingias Pilicas, Tombe di giganti, resti punici, resti ro` di escursioni al lago mani); possibilita Omodeo e alla chiesetta di Santa Maria Maddalena sul cui sagrato sono disposti i resti di una foresta pietrificata ora sommersa dal lago. Solanas (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: la parrocchiale che custodisce alcune statue del secolo XVII. Solarussa (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Trogu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIX che custodisce due pregevoli dipinti, l’oratorio delle Anime del secolo XV; patrimonio archeologico (i resti di una chiesetta pa-

leocristiana del secolo V con tombe e altre strutture presso la chiesa di San ` di escursioni alla Gregorio); possibilita chiesa romanica di San Gregorio e alle sue tombe; gastronomia, in particolare la Vernaccia. Soleminis (Cagliari): Agriturismi 2 (Santu Marcialis, Su Leunaxiu) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con ` diri, la casa Corda tipiche case in la Spada che custodisce una ricca collezione etnografica; archeologia mineraria (miniera di Terra Mala). Sorgono (Nuoro): Alberghi 2 (Da Nino, Villa Fiorita) con 63 posti letto distribuiti in 36 camere. Agriturismi 1 (Pranu) con 8 posti letto. Ristoranti 1 (Il Ghiottone). Risorse: centro storico con la casa Serra e altre abitazioni antiche, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (menhir e dolmen nel parco archeologico di Badd’e Carros, alcuni nuraghi tra cui quelli di ` e di Creccas, le Tombe di giganti Belo di Funtana Morta, il villaggio nuragico di Buinarzos); il santuario campestre di San Mauro in stile gotico-aragonese; ´ ; gale rovine del villaggio di Spasule stronomia, in particolare sa minestra de lampazzu e i dolci (pan’e saba, pilichittos, amaretti). Sorradile (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con case riccamente decorate dai piccaparderis e la chiesa parrocchiale ugualmente decorata da loro; patrimonio archeologico (molte decine di domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Iscorva e di Sa Tanca); possi` di escursioni al lago Omodeo. bilita Sorso (Sassari): Alberghi 7 (Del Golfo, La Plata, Maristella, Romangia, Villaggio dei Pini, Belo Horizonte Albergo e Residence) con 1659 posti letto distribuiti in 624 camere. Campeggi 1 (Cristina) con 2054 posti letto. Ristoranti 3

62

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 68

Turismo in Sardegna (Polo, Fratelli Peru, La Chicca Piperita). Risorse: centro storico con diversi palazzotti ottocenteschi di una qualche eleganza, la parrocchiale del secolo XIX su progetto del Cano, il Palazzo baronale, la fontana della Billellera, la chiesa barocca di Sant’Anna; patrimonio archeologico (menhir, il recinto megalitico di Monte Cau, alcune domus de janas tra cui quelle di S’Abbiu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Cau con officine fusorie, resti di una villa romana); spiagge di Platamona e della Marina di Sorso; gastro`e nomia, in particolare i vini di qualita l’olio d’oliva. Stintino (Sassari): Alberghi 18 (Ancora Albergo e Residence, Cala Reale, Cala Regina, Cala Rosa, Eolo, Geranio Rosso, Rocca Ruja, I Velici, La Corte Golf e Country Village, Lina, Silvestrino, La Pelosetta Village Albergo e Residence, La Tonnara Albergo e Residence, Sporting, La Chiocciola) con 2720 posti letto distribuiti in 1006 camere. Agriturismi 1 (Depalmas). Ristoranti 7 (A & C, Iacono loc. Capo Falcone, La Pelosetta loc. Capo Falcone, La Perla del Golfo loc. Nudigheddu, Maddau, Pilo loc. Ezzi Mannu, Da Antonio). Risorse: centro storico con le tipiche casette dei pescatori e una grande piazza; spiagge della Pelosa e ` di dell’isola dei Porri; possibilita escursioni allo stagno di Cesaraccio, all’isola dell’Asinara, all’Isola Piana; porti turistici Ancora Yacht Club con 150 posti barca, a Porto Mannu con 140 posti barca. Suelli (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Casa Ruda). Risorse: centro storico con la parrocchiale di San Pietro, antica sede episcopale, che custodisce un’opera del Cavaro, l’oratorio di San Giorgio adibito a Monte granatico, la casa Ruda; patrimonio archeologico (alcuni nura-

ghi tra cui quelli di Scrisciau e di Piscu). Suni (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Nuraddeo e di Ardeu, i villaggi nuragici di Idda Ezza e Su Bigiale, la necropoli punica di Chirisconis); i resti del monastero benedettino ` di escurdi Sant’Ippolito; possibilita sioni al rio Crobalza e al Badu de Mola. Tadasuni (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con le caratteristiche case in pietra, la parrocchiale che custodisce argenteria e statue del secolo XVII, la collezione Dore di strumenti della musica popolare sarda; patrimonio archeolo` gico (il nuraghe Su Pranu); possibilita di escursioni al lago Omodeo. Talana (Nuoro): Alberghi 2 (Tegas, Sant’Efisio) con 50 posti letto distribuiti in 27 camere. Risorse: centro storico con antiche case in granito; patrimonio archeologico (il dolmen di Sa Perda Longa, alcuni nuraghi tra cui quelli di Bau e Tanca e di Baccu de Paule, le Tombe di giganti di Sa Mola e di Sa Iba ` di escursioni de is Cortes); possibilita alla sorgente di Funtana Filixi circondata da boschi di lecci, alle pendici del Gennargentu. Telti (Olbia-Tempio): Agriturismi 4 (Campulledda, Lu Lisandru, Monte Pino, Ligas) con 30 posti letto. Ristoranti 2 (Bua, Angelo e Arcangela loc. Monte Pino). Risorse: centro storico con la parrocchiale di Santa Vittoria, la chiesetta campestre di San Bachisio del secolo XVII e il suo caratteristico ` di cimitero dei pastori; possibilita escursioni al Limbara e al Rio di San Simone; gastronomia, in particolare il liquore tratto dal mirto. Tempio Pausania (Olbia-Tempio): Al-

63

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 69

Turismo in Sardegna berghi 5 (Petit Hotel, Delle Sorgenti, L’Agnata, Borgo Saraceno, Pausania Inn) con 369 posti letto distribuiti in 179 camere. Agriturismi 3 (Agripausania, Montilatu, Stazzo Angiola Ruja) con 16 posti letto. Ristoranti 6 (Tre A, Vagnozzi, Il Giardino di Fiori, Maneggio Lo Sperone loc. Massima 700, Monteduro, Purgatorio). Risorse: centro storico con il Duomo, una serie di palazzi dei secoli XVII e XVIII costruiti in granito, la fonte di Rinaggiu, l’oratorio del Rosario, la chiesa di San Francesco con i suoi affreschi; patrimonio archeologico (alcune domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Finucchiaglia, Fusi e il Nuraghe Majore); ` di escursioni al Limbara; possibilita gastronomia, in particolare i vini Ver` di turimentino e Moscato; possibilita smo equestre (Baby Ippica gallurese, via Demartis 19). Tergu (Sassari): Agriturismi 4 (Addis, Cossu, Ruzza, Satta) con 32 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria e i resti dell’antico monastero; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sudari, Riu Riu e Monte Alias, la necropoli romana di Monte Rizzu); spiagge del golfo dell’Asinara; gastronomia, in particolare il salame di Tergu. Terralba (Oristano): Alberghi 1 (Mura) con 14 posti letto distribuiti in 9 camere. Ristoranti 10 (Camerada loc. Tanca Marchesa, Mura, Miramare loc. Marceddı`, Il Buongustaio, La Lan` , Pinna, 4 Esse loc. terna, Olimpia, Orru Marceddı`, Da Lucio loc. Marceddı`). Risorse: centro storico con l’antica cattedrale di impianto romanico ma profondamente modificata, la chiesa di San Ciriaco; patrimonio archeologico (sei necropoli e quattro villaggi del Neoli` antico, alcuni nuraghi tra cui tico piu quelli di Priogus e di Furca, i resti pu-

nico-romani segnalati in 141 siti tra vil` di escurlaggi e necropoli); possibilita sioni a Marceddı` e allo stagno di San Giovanni con le loro torri litoranee; gastronomia, in particolare vini di qua` , pesci (muggini, anguille). lita Tertenia (Ogliastra): Campeggi 1 (Camping Sferracavallo) con 440 posti letto. Ristoranti 4 (Depau loc. Foxi Manna, L’Arcade loc. Sarrala, Mereu e Depau loc. Sarrala, Augusto). Risorse: centro storico con la parrocchiale ricostruita in stile romanico; patrimonio archeologico (numerose domus de janas tra cui quelle di Magalau e di Bardino, alcuni nuraghi tra cui quelli di Aleri e di Nastasi); spiagge della Marina di Tertenia, di San Lorenzo e di Sarrala con la torre costiera; gastronomia, in particolare ravioli, ossia culungionis, dolci (gattou, su pani pintau, pistoccu). Teti (Nuoro): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (L’Oasi). Risorse: patrimonio archeologico (il santuario e il villaggio nuragico di Abini, alcuni nuraghi tra cui quelli di Funtana ’Ona e di Alinedu, Tombe di giganti di Alinedu, villaggi nuragici di S’Urbale e di ` di escursioni al Carrazzu); possibilita lago del Flumendosa e ai monti Sedussai.

Turismo in Sardegna – Ombrelloni sulla spiaggia di Portu Tramatzu.

Teulada (Carbonia-Iglesias): Pro Loco in piazza Mazzini 12. Alberghi 2 (Baia

64

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 70

Turismo in Sardegna delle Ginestre, Sebera) con 221 posti letto distribuiti in 55 camere. Campeggi 1 (Portu Tramatzu) con 720 posti letto. Agriturismi 3 (Fenu, Foxi, Matteu) con 37 posti letto. Ristoranti 5 (L’Airone loc. Sa Portedda, La Mezza Luna km 62,3 S.S. 195, L’Antica Trattoria del Vico, Loi loc. Porto Budello, La Grotta Azzurra). Risorse: centro storico con il Palazzo baronale, la parrocchiale del secolo XVII ricca di marmi provenienti dalle cave locali; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Monte Arrubiu e di Antoni Piu); spiagge della Costa del Sud con il sistema di torri litoranee del secolo XVII; escursioni alla foresta di Gutturu Mannu. Thiesi (Sassari): Alberghi 1 (Cavallino Rosso) con 31 posti letto distribuiti in 15 camere. Agriturismi 1 (Sa Tanca de Santu Bainzu) con 8 posti letto. Ristoranti 2 (Anedda, Ai Carrubi). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XV e alcuni palazzotti dell’Ottocento; patrimonio archeologico (le grotte di Bidighinzu e di Monte Majore importanti siti dell’Eneolitico, le domus de janas decorate e dipinte di Mandra Antine, alcuni nuraghi tra cui quello di Monte Mola quadrangolare); ` di escursioni ai crateri vulpossibilita canici del Meilogu; gastronomia, in particolare i rinomati formaggi. Tiana (Nuoro): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con una gualchiera per la follatura dell’orbace unica in Sardegna; patrimonio archeologico (le domus de janas di Is Furreddas, Tombe di giganti, una tomba ` medioevale del secolo XII); possibilita di escursioni al lago di Cucchinadorza; gastronomia, in particolare il pane (pane ’e fresa), i dolci (papassinos). Tinnura (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero

di un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale con un ciclo di affreschi; patrimonio archeologico (il complesso nuragico di Tres Bias, Tombe di giganti di Su Crastu Cova` di escursioni al rio cadu); possibilita Crabalza. Tissi (Sassari): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile romanico del secolo XII, la chiesa romanica di Sant’Agata; patrimonio archeologico (le domus de janas scolpite di Sas Puntas, alcuni nuraghi). Tonara (Nuoro): Alberghi 2 (Belvedere 2, Muggianeddu) con 99 posti letto distribuiti in 46 camere. Agriturismi 3 (Mattale, Monte Susu, Sa Rosa Burda) con 27 posti letto. Ristoranti 1 (Gli Asfodeli). Risorse: centro storico con antiche case tradizionali (Casa Porru), la parrocchiale del secolo XIII; patrimonio archeologico (la grotta funeraria di Putzu ’e Tori, domus de janas, nuraghi, il villaggio nuragico di Intra Errios); ` di escursioni a punta Mugpossibilita gianeddu, alla valle del rio Torrei, alla montagna di Tepilora. ` (Nuoro): Alberghi 1 (Su Varu) con Torpe 18 posti letto distribuiti in 9 camere. Agriturismi 3 (Predas Rujas, Sa Diga, Sos Rios) con 19 posti letto. Risorse: i resti del monastero di San Martino; patrimonio archeologico (alcune domus de janas tra cui quelle di Caradiana e di Galise Orgolesi, il nuraghe di San Pietro riutilizzato dai Romani); la laguna di Cuccuru Ozzastru con la pineta ` di escursioni alla di Sa Dea; possibilita montagna di Tepilora. Torralba (Sassari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce alcuni pregevoli dipinti del Cinquecento e del Settecento; patri-

65

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 71

Turismo in Sardegna monio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Oes, di Cabu d’Abbas e di Santu Antine polilobato, Tombe di giganti); l’abbazia romanica di Santa Maria di Cabu Abbas; possibi` di escursioni ai crateri vulcanici lita del Meilogu. Tortolı` (Ogliastra): Pro Loco in via Garibaldi. Alberghi 13 (Il Giardino, Victoria, Splendor, Sole, Arbatax Due, La Bitta, La Perla, Monte Turri, Il Vecchio Mulino, Verde Mare, Ventasarda, Villaggio Telis, Villaggio Saraceno) con 2544 posti letto distribuiti in 1202 camere. Campeggi 3 (Orri, Sos Flores, Telis) con 2502 posti letto. Agriturismi 1 (Su Calonigu) con 16 posti letto. Ristoranti 11 (Boi e Cubeddu, Nautilus loc. Porto Ottiolu, Fantozzi loc. Arbatax, Marci, Piras, Lo Spiedo d’Ogliastra, Il Gambero loc. Arbatax, La Baia loc. Arbatax, Sapore di Mare loc. Arbatax, Victoria, Saba). Risorse: centro storico con la cattedrale di Sant’Andrea del secolo XVIII; patrimonio archeologico (alcuni dolmen tra cui quelli di Santu Sarbadori e di Pala Niedda, numerose domus de janas tra cui quelle di Monti de Terli e di Pala Niedda, alcuni nuraghi tra cui quelli di Santu Sarbadori e di Monti de Terli, numerose Tombe di giganti tra cui quelle di Terra Abbas e di Santu Giuanni); spiagge di Arbatax con le Rocce rosse, il capo Bellavista, Cala Moresca con il sistema di torri del secolo XVII; porto turistico ad Arbatax ` di pracon 300 posti barca; possibilita ticare il turismo equestre (Centro equestre del villaggio Telis, Centro ippico Ogliastra Tortolı`). Tramatza (Oristano): Alberghi 1 (Carlo Felice) con 31 posti letto distribuiti in 16 camere. Ristoranti 1 (Sanna km 103 S.S. 131). Risorse: centro storico con la `chiesa di San Saturnino, le case in la diri; patrimonio archeologico (alcuni

nuraghi tra cui quelli di Pissidi e di Zira, un ponte romano). Tratalias (Carbonia-Iglesias): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro possibilita storico con chiesa romanica di Santa ` sede vescovile; patrimonio Maria gia archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Meurra e di Pannanges); pos` di escursioni all’area del lago sibilita artificiale di Monte Pranu. Tresnuraghes (Oristano): Alberghi 2 (Piccolo Hotel Alabe, I Cedri) con 63 posti letto distribuiti in 29 camere. Agriturismi 4 (Monte Pira, S’Ena Lonzina, S’Ortu ’e Su riu, Su Laccheddu) con 26 posti letto. Ristoranti 1 (Da Felice loc. Porto Alabe). Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale del secolo XVIII, le tipiche case in pietra; patrimonio archeologico (il dolmen di Malmuradu, alcune domus de janas e numerosi nuraghi tra cui quelli di Porcos e di Carchera, Tombe di giganti e betilo, il ponte romano di Olgiame); spiagge di Porto Alabe e di Marina di ` di escursioni al giarFoghe; possibilita dino botanico di Porto Alabe, il percorso sul ‘‘trenino verde’’ della Macomer Bosa; gastronomia, in particolare Malvasia. Triei (Ogliastra): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII con le sue argenterie; patrimonio archeologico (nuraghi, le Tombe di giganti di ` di escurS’Isensangeddu); possibilita sioni al monte Mannu, a Bissicoro, a Munduguia; gastronomia, in particolare formaggi pecorini e caprini, torrone, miele amaro. ` d’Agultu e Vignola (Olbia-TemTrinita pio): Alberghi 11 (Li Rosi Marini, Da Comita, Da Paolino, Corallo, Vitty, Mediterraneo, Marinedda, Lu Naragu, Gabbiano, Torre Ruja, Smeraldo) con

66

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 72

Turismo in Sardegna 1185 posti letto distribuiti in 461 camere. Agriturismi 1 (Lu Colbu) con 20 posti letto. Ristoranti 8 (Vadis loc. Lu Falzaggiu, Ser.Is. loc. Costa Paradiso, La Torre loc. Isola Rossa, Maia loc. Costa Paradiso, La Paduledda loc. Paduledda, Il Geranio loc. Cascabraga, Linaldeddu loc. Isola Rossa, Muzzigoni). Risorse: centro storico con la parrocchiale di origine imprecisata; patrimonio archeologico (alcune domus de janas e qualche nuraghe); spiagge di `, Tinnari e Costa Paradiso. Baia Trinita Tuili (Medio Campidano): nessun eser` possibilita ` cizio alberghiero, offre pero di ristoro. Risorse: parrocchiale con retablo del Maestro di Castelsardo, Museo parrocchiale, Palazzo baronale; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Tuttureddu e di Turiga). Tula (Sassari): Agriturismi 1 (Sa Pigalva) con 13 posti letto. Risorse: centro storico con le tradizionali case in granito; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Sa Sorighina e Sa Pira Alva, la Tomba di giganti di Coros); l’abbazia vallombrosana di Nostra Signora di Coros, l’abbazia cistercense di San Pietro di Butule; ` di praticare la pesca d’acpossibilita qua dolce sul lago del Coghinas; gastronomia, in particolare il miele amaro del Montacuto. Turri (Medio Campidano): nessun eser` possibilita ` cizio alberghiero, offre pero di ristoro. Risorse: chiesa parrocchiale del XVI in stile tardogotico; patrimonio archeologico (il nuraghe Coboni). Ulassai (Ogliastra): Alberghi 2 (Da Emilio, Su Marmuri) con 24 posti letto distribuiti in 15 camere. Risorse: la chiesa di Santa Barbara con le cumbessı`as che formano un villaggio; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Pranu e di Nuragheddu);

` di escursioni alla grotta di possibilita Su Marmuri, alle cascate di Lacarici e Lequerei, alla zona della Scala di San Giorgio; gastronomia, in particolare il miele. Ula Tirso (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la struttura di case medioevali, la parrocchiale in stile gotico-aragonese; patrimonio archeologico (numerose domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quello di San Tuselo, numerose Tombe di giganti, alcuni resti romani); possi` di escursioni alla diga del Tirso. bilita Uras (Oristano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Dedoni km 67,3 S.S. 131). Risorse: centro storico ` diri, la parroccon le case costruite in la chiale in stile barocco; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quello di Mitza Manna, di Santu Giuanni e di Sa Domu Beccia polilobato, alcune Tombe di giganti, resti ro` mani di Coddu Boinargius); possibilita di escursioni alle spiagge della Marina di Arbus; durante la festa di San Salva` di vetore ad aprile si ha la possibilita dere la corsa di Su Pannu, una sorta di ardia in piccolo. Uri (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Cadeddu). Risorse: centro storico con la parrocchiale della Madonna della Pazienza, la fonte di Funtana Manna; patrimonio archeologico (le domus de janas di Santu Pedru, alcuni nuraghi tra cui quelli di Su Entu e di Labiolu e quelli dell’area archeologica di Santa Cedrina con alcune Tombe di giganti); l’abbazia romanica di Nostra Signora ` di escursioni al di Paulis; possibilita lago del Cuga con la chiesetta romanica di San Leonardo; ai monti Miale Spina e Casillone. Urzulei (Ogliastra): Alberghi 1 (Hotel Silana) con 18 posti letto distribuiti in

67

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 73

Turismo in Sardegna 9 camere di cui 6 con bagno. Ristoranti 1 (Sant’Anghelu loc. Manurri). Risorse: centro storico con la parrocchiale che custodisce dipinti del Seicento; patrimonio archeologico (la grotta di Punta, il santuario ipogeico di Sa Domu ’e S’Orcu, alcuni nuraghi tra cui quelli di Lovotzai e di Giustizieri, alcune Tombe di giganti tra cui quelle di Seminador` di escurgiu e di Sa Figu); possibilita sioni al Supramonte e alle pareti a picco di Codula di Luna, al passo di Genna Sı`lana, alla lecceta di Codula Orbis, al canyon di Flumineddu. Usellus (Oristano): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con le case con le lollas e i portali monumentali in pietra, la parrocchiale del secolo XVIII; patrimonio archeologico (menhir, dolmen, domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Bruncu Putzu e di Stampasia, Tombe di giganti, resti romani dell’antica colonia). Usini (Sassari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Canu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVIII, la chiesa romanica di Santa Croce (S’Ena Frisca); patrimonio archeologico (alcune domus de janas e qualche nuraghe); la abbazia romanica di San Giorgio di Oleastreto; possibi` di escursioni al lago del Cuga; galita stronomia, in particolare i vini. Ussana (Cagliari): nessun esercizio al` la possibilita ` di berghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa parrocchiale in stile barocco; patrimonio archeologico (l’ipogeo di Bruncu sa Turre); la chiesa romanica di San Saturno del secolo XII. Ussaramanna (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero, offre ` possibilita ` di ristoro. Risorse: pero centro storico con le tipiche case tradizionali; patrimonio archeologico (nuraghe polilobato di San Pietro).

Ussassai (Ogliastra): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con alcune case padronali del secolo XIX e alcuni torchi di legno molto antichi; patrimonio archeologico (domus de janas di Origa e Perdaia, alcuni nuraghi tra cui quelli di Seddorili e di Lappei, Tombe di giganti, villaggi nu` di escursioni alla ragici); possibilita Scala di San Giorgio, al monte Arcuerı`, alle grotte di Sa Brecca e di Gutturumannu. Uta (Cagliari): Alberghi 1 (Monte Arcosu) con 28 posti letto. Ristoranti 1 (Il Grappolo d’Oro). Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Santa Maria (secolo XII); escursioni all’area del monte Arcosu con fauna e flora di grande interesse. Valledoria (Sassari): Pro Loco in via Ampurias 2. Alberghi 9 (Baia Verde Albergo e Residence, Sole e Mare, Cogas, La Ciaccia, Marina Manna, Anglona, La Vela, Park Hotel) con 633 posti letto distribuiti in 234 camere. Campeggi 3 (International, Valledoria, Baia dei Ginepri) con 2200 posti letto. Agriturismi 1 (Crabileddu) con 6 posti letto. Ristoranti 7 (Spanu, SABSNC di Sanna Massimo & C, Rigoletto, Gestione Risto` ). Riranti, La Fazenda, La Vela, Orru sorse: centro storico con la chiesetta romanica di Santa Maria Coghinas; patrimonio archeologico (resti di un ponte romano); resti del castello dei Doria; spiagge di San Pietro a Mare; ` di escursioni alle terme di possibilita Casteldoria, lungo il corso del Coghinas. Vallermosa (Cagliari): Alberghi 1 (Wunder) con 20 posti letto distribuiti in 8 camere. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XIX; patrimonio archeologico (complesso di Matzanni; escursioni al parco di Gutturu Mannu).

68

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 74

Turismo in Sardegna Viddalba (Sassari): Alberghi 2 (Termo, Gallura) con 119 posti letto distribuiti in 32 camere. Ristoranti 1 (Santa Margherita). Risorse: centro storico con la chiesetta di San Leonardo circondata da olivastri millenari, la chiesa romanica di San Giovanni; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi, resti di una necropoli romana); la spiaggia di Li Caldani lungo il Coghinas; possibi` di escursioni alla foce del Coghilita nas. Villacidro (Medio Campidano): Alberghi 3 (Sa Spendula, Cuevador, Ester) con 95 posti letto distribuiti in 55 camere. Agriturismi 1 (Monti Mannu) con 10 posti letto. Ristoranti 5 (Aru, Cuevador, Mocci, Sa.Gi, Va loc. Seddanus). Risorse: centro storico con la parrocchiale, il Palazzo civico, il lavatoio in stile liberty; il Museo parrocchiale; patrimonio archeologico (il pozzo sacro di Mazzanni, alcuni nuraghi, la necropoli romana di Frontiera); il parco e ´ ndula. la cascata di Sa Spe Villagrande Strisaili (Ogliastra): Alberghi 2 (Del Lago, Aragonese) con 27 posti letto distribuiti in 12 camere. Agriturismi 2 (Menhir, Nuraghe Murtarba) con 12 posti letto. Ristoranti 1 (Il Bosco loc. Santa Barbara). Risorse: patrimonio archeologico (tomba megalitica di Monte Abbruxiau, il tempio a megaron di Porcu Ruju, il menhir di Su Stumpu, le domus de janas di Cuili Bruxiau, numerosi nuraghi tra cui quelli di Marrosu, Orezi e Canargiu, il villaggio nu` di ragico di Monte Guaro); possibilita escursioni al bosco di Santa Barbara, agli altipiani di Villanova Strisaili, a punta La Marmora, al lago dell’alto ` Flumendosa; gastronomia; possibilita di turismo equestre (Associazione villagrandese, via Roma 132). Villagreca (Cagliari): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico

con la parrocchiale in barocchetto piemontese. Villamar (Medio Campidano): nessun ` possiesercizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: centro storico bilita con la parrocchiale del secolo XVI che custodisce il retablo di Pietro Cavaro, la chiesa di Santa Maria di Antiochia, la chiesa romanica di San Pietro, alcuni palazzetti dell’Ottocento, il quartiere majorchino; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Ceni e di Bruncu e Figu, la necropoli punica nel centro abitato, diverse tracce di insediamenti romani tra cui quelli di Sant’Antiogu e di Riulixi). Villamassargia (Carbonia-Iglesias): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 2 (Pietragialla strada prov. per Carbonia, Pilittu). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XIV, la chiesa di Nostra Signora del Pilar del secolo XIV; patrimonio archeologico (il nuraghe di Meloni, resti dell’acquedotto romano); escursioni di grande interesse geologico ai calcari di Corongiu Acca e Monte Ollastu; la grotta di Impera Freis; i ruderi del castello di Gioiosaguardia. Villanovaforru (Medio Campidano): Alberghi 3 (Le Colline, I Lecci, Funtana Noa) con 169 posti letto distribuiti in 90 stanze. Ristoranti 1 (Ariu). Risorse: centro storico con il grande, moderno Museo archeologico ospitato nell’edificio del Monte granatico; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Genna Maria, Sa Lopera, riutilizzato in periodo romano, e Corti Marini con il vicino villaggio romano); gastronomia, in particolare i dolci (pistoccus de cappa, pastissus, amarettus). Villanovafranca (Medio Campidano): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (La Perla). Risorse: centro storico con la parrocchiale romanica di San Lorenzo; patrimonio archeologico

69

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 75

Turismo in Sardegna (complesso nuragico di Su Molinu, il nuraghe quadrilobato di Tuppedili). Villanova Monteleone (Sassari): Alberghi 1 (Sa Serra) con 40 posti letto. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVI, gli oratori di Santa Croce e del Rosario del secolo XVII; patrimonio archeologico (la necropoli di domus de janas di Puttu Codinu, alcuni nuraghi, tra cui Appiu, con intorno un villaggio molto esteso); eventi culturali e rassegne a Su Palatu ’e Sas Iscolas; la chiesetta campestre di Nostra Signora di Interrios roma` di escursioni alla nica; possibilita montagna della Minerva e alla valle de ` di turismo Sa Cozzala; possibilita equestre (Allevatori Equini di Villanova, via Nazionale). Villanova Strisaili (Ogliastra): Alberghi 2 (Il Nido d’aquila, La Strega Hotel). Agriturismi 1 (S’Arroali Manna) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con case tradizionali in pietra; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi e Tombe ` di escursioni al di giganti); possibilita lago del Flumendosa; gastronomia, in particolare prosciutti. Villanova Truschedu (Oristano): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: la possibilita centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Dominigu Porru, Corbu e quello di Santa Barbara, pentalobato). Villanovatulo (Cagliari): nessun esercizio alberghiero. Ristoranti 1 (Su Forraxi). Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVI, i murales di Pinuccio Sciola; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Adoni e di Santu Sebastianu); possibi` di escursioni al lago del Flumenlita dosa. Villaperuccio (Carbonia-Iglesias): nes` sun esercizio alberghiero, offre pero

` di ristoro. Risorse: patrimopossibilita nio archeologico (la necropoli di Montessu, alcuni nuraghi molto danneggiati); il festival della gara poetica. Villaputzu (Cagliari): Alberghi 2 (Il Castello, Seralapis) con 52 posti letto distribuiti in 29 camere. Campeggi 1 (Porto Corallo) con 1000 posti letto. ` ApiAgriturismi 2 (Marongiu, Societa coltori Sarrabus) con 10 posti letto. Ristoranti 5 (Concas, L’Alga Blu loc. Porto Tramatzu, Musiu loc. Porto Corallo, Su Talleri loc. Santa Maria, Top Sound loc. Porto Corallo). Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (numerosi nuraghi tra cui quelli di Su Franzesu, Perdu Su Luasciu, Costa Funtanas); spiagge di Porto Corallo con torre relativa; archeologia mineraria (miniere di Gibas e di S’Aqua Arrubia con ricchi depositi di minerali e di fossili); possi` di escursione ai resti del castello bilita di Quirra; la chiesa romanica di San Nicola; gastronomia, in particolare i celebri ravioli (culungionis). Villasalto (Cagliari): nessun esercizio ` possibilita ` di rialberghiero, offre pero storo. Risorse: centro storico con la parrocchiale in stile neoclassico; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi ` di molto danneggiati); possibilita escursioni alla foresta di monte Genis con fauna di grande interesse; archeologia mineraria (miniere di Su Suergiu, Martalai). Villa San Pietro (Cagliari): Alberghi 1 (Sa Prenda) con 20 posti letto distribuiti in 11 camere. Agriturismi 2 (Monti Mereu, Schirru Mario) con 17 posti letto. Ristoranti 1 (Tropical Garden). Risorse: centro storico con chiesa romanica di San Pietro; patrimonio archeologico (la domus de janas di Monte, il nuraghe Mereu e due Tombe di gi` di escursioni e trekganti); possibilita

70

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 76

Turismo in Sardegna king alla riserva naturale di Monte Arcosu. Villa Sant’Antonio (Oristano): nessun ` la esercizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: patripossibilita monio archeologico (menhir antropomorfi di Cuccuru Tundu, numerosissime necropoli di domus de janas di varia tipologia, alcuni nuraghi tra cui ` di escurquelli di Caio); possibilita sioni al canyon della valle del rio Imbessu, ai porfidi rossi di Cuccuru Tundu. Villasimius (Cagliari): Pro Loco in piazza Incani. Alberghi 31 (Cala Caterina, Capo Boi, Capo Boi Dipendenza, Cormoran, Sofitel Timi Ama, Simius Playa, Stella Maris, Tanka Village, Le Residenze del Cormoran, Blu Marlin, Hotel dell’Ancora, Le Anfore, L’Oleandro, Tre Lune, Su Giganti, Su Sergenti, Altura, Apart-Hotel, Fenicia, La Chimera, La Chimera Dipendenza, Le Bouganville, Le Dune, Le Zagare Albergo e Residence, Palm Village, Verdemare Sardegna 1, Verdemare Sardegna 2, Stella d’Oro, Porto Giunco, Fiore di Maggio) con 5799 posti letto distribuiti in 2231 camere. Campeggi 1 (Spiaggia del Riso) con 900 posti letto. Agriturismi 1 (I Carrubi). Ristoranti 13 (La Pagina, Cortina, Il Giardino, Il Ragno Blu loc. Santo Stefano, Non Solo Pizza, Pisano, Pizzeria Ristorante Santa Maria loc. Campus, La Lanterna, La Pergola loc. Su Lillu, Lo Sciabecco loc. Su Pranu, Nuova Giulietta, Belvedere Su Giganti loc. Campus, Sabrina loc. Is Traias). Risorse: il sistema delle torri costiere; spiagge ed escursioni a capo Carbonara, all’isola dei Cavoli, ai Sette fratelli per osservare il cervo sardo; porto turistico con 740 posti barca. Villasor (Cagliari): Alberghi 1 (Mondial Hotel) con 12 posti letto distribuiti in 10 camere. Ristoranti 2 (Da Antonello,

Valdes). Risorse: centro storico con la Casa Forte degli Alagon; la parrocchiale del secolo XV; escursione alla pineta di Su Pardu. Villaspeciosa (Cagliari): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di ristoro. Risorse: escursione al lita lago artificiale del Cixerri, chiesa romanica di San Platano. Villaurbana (Oristano): nessun eserci` la possibizio alberghiero, offre pero ` di un ristoro. Risorse: centro stolita rico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (menhir, domus de janas, numerosi nuraghi tra cui quelli di Procilis e di Sa Mitza, Tombe di giganti, resti romani); possi` di escursioni alle foreste di subilita ghere vicine al paese; gastronomia, in particolare tipi pregiati di pane rustico. Villa Verde (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` di alberghiero, offre pero un ristoro. Risorse: centro storico con la parrocchiale del secolo XVII; patrimonio archeologico (stazioni per la lavorazione dell’ossidiana, domus de janas, numerosi nuraghi tra cui Trutto` di escurris, resti romani); possibilita sioni a punta Arenas e al picco di Cuccuru Aspru. Zeddiani (Oristano): nessun esercizio ` ` la possibilita alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di Sant’Antonio Abate, la parrocchiale del secolo XVI; patrimonio archeologico (una domus de janas, alcuni nuraghi tra cui quelli di Urrai e di Gosu, alcune Tombe di giganti). Zeppara (Oristano): nessun esercizio ` la possibilita ` alberghiero, offre pero di un ristoro. Risorse: centro storico con parrocchiale del secolo XVII. Zerfaliu (Oristano): Agriturismi 1 (L’Oliveto) con 10 posti letto. Risorse: centro storico con la chiesa romanica

71

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 77

Turletti di San Giovanni Battista; patrimonio archeologico (alcuni nuraghi tra cui quelli di Cogotti e di Su Stampu, resti ` impedi una necropoli romana di eta riale). Zuri (Oristano): nessun esercizio alber` la possibilita ` di un ghiero, offre pero ristoro. Risorse: centro storico con la chiesa romanica di San Pietro.

Turletti Famiglia piemontese (secc. XVIII-XIX). Si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVIII con un Giorgio Andrea, che nel 1750 fu nominato commissario di guerra. Nel 1774 l’ufficio ` a suo figlio Pietro, che nel 1794 passo fu nominato reggente dell’Ufficio del soldo del Regno e nel 1799 ottenne il ` . Nel cavalierato ereditario e la nobilta corso del secolo XIX i T. si imparentarono con altre famiglie dell’aristocrazia ed espressero alcune distinte figure. Attualmente risiedono a Genova.

Turner, Olga Studiosa di letteratura ` sec. XX-Londra (Spagna, prima meta 1963). Professore di Letteratura spagnola presso la London University, stu` con il Vicens Vives nell’Universita ` dio di Barcellona, specializzandosi in Storia moderna. Interessata alla storia ` in Sardegna medioevale sarda, si reco per la prima volta nel 1955. Sulla Sardegna ha scritto Don Juan Coloma poeta y virrey de Cerden ˜ a por los an ˜ os 1570-1576, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, 1962.Turri Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 508 abitanti (al 2004), posto a 164 m sul livello del mare a occidente della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 9,64 km2 e confina a nord con Baressa e Genuri, a est con Baradili e Tuili, a sud con Pauli Arbarei e a ovest con Ussaramanna. Si tratta di un

pianoro di media grandezza che ha a occidente la piccola Giara di Siddi e a ` imponente di Georiente quella piu sturi. Da quest’ultima discende il Rio di Baressa, che scorre nei pressi dell’abitato per poi confluire nel Rio di Mogoro. Il paese si trova a breve distanza dalla strada principale della regione, la Villamar-Usellus: vi si collega con una breve bretella che poi continua per Setzu e Tuili. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico e dei periodi successivi. Il villaggio attuale probabilmente ` sviluppato da uno dei piccoli centri si e romani di cui si trova traccia in diversi siti. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si fu`a rono insediati in Sardegna, continuo rimanere in possesso del giudice d’Arborea ma durante le guerre tra Aragona e Arborea fu spesso investito dalle operazioni militari. Subito dopo ` la battaglia di Sanluri, nel 1421 T. entro a far parte del grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454. Subito dopo il villaggio, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta e acquistato da Simone Royg, il quale, a sua volta, lo vendette a Pietro ` . Come e ` noto il Besalu ` per far di Besalu fronte ai debiti di cui si era caricato dovette chiedere il soccorso finanziario di suo suocero, il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute a suo tempo e, non es` in condizione di pasendo il Besalu gare, senza molti scrupoli gli tolse buona parte della Marmilla. Cosı` T. dal ` a far parte della contea di 1477 entro Quirra e nel corso dei secoli successivi ` dai Carroz ai Centelles, ai Borpasso

72

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 78

Turri ` e infine agli Osorio, ai gia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza relativa a questo periodo, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento officiale del 1846 si notarono in T. anime 430, distribuite in famiglie 122 ed in case 121. I turresi sono quasi tutti applicati all’agricoltura; rarissimi ` necessari. esercitano de’ mestieri piu In sui primi tempi si mandavano quasi tutti i fanciulli alla scuola elementare; poi i padri avendo veduto che i figli non imparavano nulla cessarono di mandarli, e la scuola deserta fu chiusa. ` di una gran Agricoltura. Il territorio e ` , e molto produce, sebbene fecondita l’arte e la diligenza non sieno degne di tanto. L’annuale ordinaria semina` di starelli 700 di grano, 120 gione e d’orzo, 150 di fave, 60 di legumi. La frut` del 10 per uno: tificazione mediocre e negli anni ubertosi si duplica e meglio ` di piu `. ancora. I legumi rendono pero ` ancora La coltivazione della meliga e in sui primi esperimenti. Coltivasi pure lo zafferano, ma questo basta al bisogno della famiglia. Anche di lino ` che vogliasi per provnon si semina piu vedere le tele necessarie, che si lavorano in casa, avendo ogni casa il suo telajo. L’orticoltura occupa parte de’ cortili ed alcuni tratti di terreno idoneo, e sono molte le specie che sono coltivate. Pastorizia. Il bestiame che si ` nelle specie e possiede dai turresi e nell’approssimativo numero de’ capi che noto: buoi da lavoro 140; cavalli 20 per sella e basto; somari 50 per macinare il grano; pecore 1000; porci 150. Ne’ cortili delle case non si educa del pollame altro che le galline ed i colombi. Il formaggio, passabilmente buono, basta appena per la consumazione del paese. Le lane servono per il

telajo, facendosi da queste il panno, che serve per i gabbani degli uomini, e per le gonnelle delle donne. Il rimanente serve per coperte da letto. Si fanno pure de’ tappeti con lane di diversi colori ed in vari disegni, come parimente si fanno delle tovaglie e tovagliuoli da tavola, coperte da letto di lino e cotone, dove sono rilevati de’ fiori e figure di uccelli e piante. In ` quanto al numero de’ telai esso si puo ` che eguagliare a quello delle case, gia ` donna, che passi alla celebranon vi e zione del matrimonio, che non abbia mandato con gli altri arredi nella casa nuziale anche questo utensile». Nel ` a far parte della divisione 1848 T. entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e bovini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modesta ` industriale nel settore alimenattivita ` poco organizzata la rete di ditare. E ` stribuzione commerciale. Servizi. T. e collegato con autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 555 unita di cui maschi 282; femmine 273; famiglie 223. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 5 e nati 3; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 760 in migliaia di lire; versamenti ICI 201; aziende agricole 143; imprese commerciali 29; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 10; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 137;

73

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 79

Turri disoccupati 32; inoccupati 26; laureati 3; diplomati 58; con licenza media 154; con licenza elementare 174; analfabeti 20; automezzi circolanti 207; abbonamenti TV 187. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Del periodo prenuragico restano nel territorio due stazioni per la lavorazione dell’ossidiana, a Turriga e a Mitza Salida. Si annoverano quindi i nuraghi monotorre Bruncu Monti Ari, Guramu, Saduru, Sieru, Sirissi e Turriga, e due complessi, Cabonu (quadrilobato) e Su Sensu. Di particolare rilievo quest’ultimo, costituito da due torri costruite in tempi diversi e collegate da alcune murature di raccordo. Tracce di insediamenti medioevali si segnalano a Cabonu, Sioru e Sirissi. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato un certo numero di case a corte alle quali si accede da un portale monu` importante e ` mentale. L’edificio piu San Sebastiano, chiesa parrocchiale costruita nel 1500 in stile tardogotico, con impianto a una navata completata da un presbiterio e copertura in legno. Nel 1927 la copertura del presbiterio fu fatta a volta ed entro il 1948 anche la navata fu coperta con volta a botte. La ` molto semplice ed e ` arricfacciata e chita da un campaniletto a vela; all’interno sono conservati l’altare maggiore in marmo, opera dello Spazzi del 1783, e numerose statue lignee dei secoli XVII e XVIII. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La festa che meglio si riallaccia alle tradizioni antiche si svolge a giugno in onore di Sant’Isidoro, protettore dei contadini, e culmina nella sagra della mietitura, durante la quale viene rievocata la raccolta tradizionale del grano con tutte le fasi del taglio a mano e confezione dei covoni, quindi trebbiatura e pulitura del grano senza

ricorso alle macchine agricole. Di ` sono anche la sagra grande vivacita del melone, che si svolge a settembre e offre l’occasione per gustare il frutto coltivato a secco, offerto a tutti i partecipanti; e la sagra dello zafferano, che si svolge a novembre.

Turri, Ludovico Religioso (sec. XIV). Vescovo di Dolia nel 1410. Apparteneva all’ordine francescano dei Minori ed era legato all’antipapa Benedetto ` vescovo di XIII, che nel 1410 lo nomino Dolia. La sua presenza in Sardegna fu brevissima: infatti dovette competere con Goffredo Sigarla, che apparteneva al suo stesso ordine ed era stato nominato dall’altro antipapa Giovanni XXIII. Morı` agli inizi del secolo XV.

Turriga1 Stazione preistorica. Nel territorio denominato T., posto nelle campagne tra Senorbı` e Selegas, sono stati individuati i resti di un villaggio risalente al periodo della cultura di Ozieri. Gli scavi hanno riportato alla luce una statuina in marmo fortemente stilizzata, alta 42 cm, raffigurante una Dea Madre. Attualmente conservata nel ` consideMuseo nazionale di Cagliari, e rata un documento archeologico di grande importanza, divenuta ormai fa´ la sua mosa in tutto il mondo perche ` il logo del celebre vino riproduzione e Turriga.

Turriga2 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria della Trexenta. Era situato nell’omo` tra Senorbı` e Selegas. nima localita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella porzione di territori toccata ai Capraia, e ` nelle mani alla loro estinzione passo del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa, ´ gia ` prima della fine del secolo cosicche veniva amministrato direttamente dal Comune. Con la conquista aragonese

74

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 80

Turri Segazo ` a far parte del Regnum Sardiniae entro e nel 1326 fu incluso nel grande feudo della Trexenta concesso dal re al Comune di Pisa. Allo scoppio della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV subı` molti danni a causa delle operazioni ` a spopolarsi. militari e comincio

` Gentiluomo (Gallura, Turrigiti, Nicolo ` sec. XIV-Oristano, dopo seconda meta 1425). Trasferitosi a Oristano agli inizi del secolo XV, fu tra coloro che sostennero Leonardo Cubello nella delicata fase che precedette la capitolazione del giudicato d’Arborea, convincendolo a deporre le armi. Nel 1410 ebbe come ricompensa un grande feudo che comprendeva le curatorie di Bitti e del Dore: un territorio non completamente pacificato e oggetto di continue scorrerie da parte delle truppe del visconte di Narbona, che egli comunque riuscı` a conservare. Morı` a Oristano dopo il 1425.

Turris Antico villaggio di origine me-

Turriga – Bottiglie delle annate 1997 e 1998.

Turriga3 Vino prodotto dalla cantina ` Argiolas di Serdiana. Tra i vini sardi e quello che ha avuto il maggior successo a livello nazionale e internazionale. Nasce dall’uvaggio tra il 70% di Cannonau e un 30% di Carignano, Bovale sardo e Malvasia nera. La prima annata di produzione fu il 1988; da allora ` andato rapidain poi il suo prestigio e mente crescendo.

Turrigiti Famiglia gallurese (secc. XIVXV). Le sue notizie risalgono al secolo XIV con un Mariano partigiano di Pietro IV d’Aragona. Egli prese parte alle fasi salienti della prima guerra tra il re e Mariano IV d’Arborea; i suoi discendenti si stabilirono a Oristano e nel 1410 ebbero in feudo le curatorie di Bitti e del Dore, che nel 1430 vendettero al marchese d’Oristano. La famiglia si estinse nel 1437.

dioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai conti di Capraia; all’estinzione della loro discen` nelle mani del giudice denza passo d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo ce´ gia ` dette al Comune di Pisa, cosicche prima della fine del secolo veniva amministrato direttamente da funzionari del Comune. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e nel 1328 fu concesso a Clemente Salavert, i cui discendenti nel 1342 lo vendettero a Giacomo Camos. Poco dopo fu investito dalla peste del ` quasi completa1348 e si spopolo mente. Subito dopo il villaggio, ormai quasi deserto, fu ceduto dal Camos al fisco che lo concesse nuovamente ad Alibrando de Ac ¸en. In seguito, scoppiate le guerre tra Mariano IV e Pietro ` completamente e scomIV, si spopolo parve.

Turri Segazo (o Turri de Casu) Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Dolia. Sor` di Serdiana, nella geva in prossimita

75

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 81

Turris Lybisonis ` di Santa Lucia. Dopo la caduta localita del giudicato, nella divisione del 1258 ` ai Capraia. Alla loro estinzione tocco ` nelle mani del giudice d’Arbopasso rea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al ´ gia ` prima Comune di Pisa, cosicche della fine del secolo veniva governato direttamente da funzionari del Comune. Avvenuta la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese, entro diniae e nel 1328 fu concesso in feudo a Clemente Salavert, i cui eredi, nel 1340, lo vendettero a Giacomo Camos. Pochi anni dopo il villaggio soffrı` a causa ` a spodella peste del 1348 e comincio polarsi; quando poi, nel 1353, fu investito dalle operazioni militari della prima guerra tra Pietro IV e Mariano ` definitivamente. IV, si spopolo

Turris Lybisonis Colonia di cittadini romani dedotta al centro della fascia costiera che si affaccia sul golfo dell’Asinara, presso la foce del rio Mannu, corrispondente all’odierna Porto Torres. I numerosi monumenti preistorici e protostorici, nuraghi soprattutto, distribuiti nel suo territorio avvalorano l’ipotesi dell’esistenza in questo sito di ` antica. insediamenti umani fin da eta ` inAncora da stabilire con certezza e vece la presenza di uno stanziamento fenicio-punico. Per l’epoca romana, i ` recenti dati archeologici paiono inpiu ` orgadicare che vi fosse una comunita ` in una fase anteriore a nizzata gia quella cui si riferiscono le fonti letterarie. Queste sono rappresentate dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio ` sec. I d.C.), in cui T.L. viene ricor(meta data quale unica colonia di cittadini romani della provincia Sardegna. Il toponimo T.L. riportato da Plinio si compone di due distinti elementi: il primo sarebbe l’esito latino di un precedente *tyrsis riconducibile al sostrato mediterraneo, mentre nel secondo, di di` ravretta origine mediterranea, si puo

visare il legame con la denominazione antica del Nord Africa (Libya). Altre forme documentate sono Turris Lybisonis nel Codex Vindobonensis e Turris Librisonis per l’Anonimo Ravennate e Guidone, i quali attestano anche la sua condizione giuridica di colonia Iulia. Questo appellativo nella titolatura della colonia rimanderebbe a Giulio Cesare o a Ottaviano, prima del 27 a.C., quando quest’ultimo assunse il titolo di Augusto. Verosimilmente fu proprio Cesare a promuovere la deduzione della colonia attraverso l’invio di proletari provenienti da Roma o dalla penisola, decisione presa forse in seguito al suo scalo in Sardegna nel 46 a.C., all’indomani della battaglia di Tapso e la conclusione del Bellum Africum. Il suo territorio (pertica) doveva comprendere le attuali Romangia, Nurra e Flumenargia, regioni adatte alle colture cerealicole (come confermano le numerose villae rusticae ritrovate) e ricche di risorse minerarie. Oltre a essere centro di raccolta dei prodotti agricoli provenienti dall’entroterra attraverso la rete stradale isolana (soprattutto la a ` impeTurre Caralis), T.L. assunse in eta riale un ruolo primario come scalo per i traffici commerciali tra la Sardegna settentrionale e la penisola italica. Importanza testimoniata dall’affidamento a un funzionario imperiale, il procurator ripae, del controllo delle at` portuali e dalla presenza di un tivita ufficio degli armatori di T.L. nel porto di Ostia, ove nel foro delle Corporazioni si conserva il mosaico dei Navic(ularii) Turritani (sec. II d.C.). La documentazione epigrafica (in totale oltre 160 epigrafi, delle quali due in lingua greca) attesta l’iscrizione di numerosi ` urturritani a una delle quattro tribu bane, la Collina, e la suddivisione della popolazione in 23 curiae o sezioni di voto per l’elezione dei magistrati della

76

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 82

Turtas colonia. Questi erano, in ordine ascendente: i seviri, i decemviri, gli aediles, i duoviri iure dicundo che ogni cinque anni provvedevano anche al censimento con la qualifica di duoviri quinquennales. Vi era poi l’ordo dei decurioni, il Senato cittadino. Sono ricordate anche cariche religiose, in particolare sacerdoti addetti al culto impe` (da riale e in onore delle varie divinita segnalare la diffusione a T.L. di alcuni culti egizi, come quelli di Iside, di Bubastis, di Serapide, di Giove Ammone). ` antica si concentrano I resti della citta ` nell’area del Parco Archeoper lo piu logico vicino alla vecchia stazione ferroviaria. Qui, accanto all’Antiquarium, sorge il complesso delle terme centrali, noto come ‘‘palazzo di Re Barbaro’’ e sono visibili parti del reticolato viario di cardines e decumani lungo i quali si aprono spesso porticati sorretti da colonne su cui si affacciavano edifici pubblici e botteghe (tabernae). Nei pressi, i resti di due impianti termali minori: a est le terme Maetzke e a ovest le terme Pallottino, precedute da un peristilio e seguite dall’imponente ponte sul rio Mannu (inizi sec. I d.C.). Le necropoli si estendevano soprattutto a est fino alle alture di Balai, a ovest oltre la foce del fiume e a sud nella zona del colle Monte Agellu sulla ` venne eretta nel secolo XI cui sommita la basilica dedicata a San Gavino, soldato che a T.L. sotto Diocleziano nel 303-4 d.C. subı` il martirio insieme a Proto e Gianuario. Il culto dei martiri ` del appare professato fin dalla meta ` crisecolo IV dalla fiorente comunita `, che gia ` nel 484 risulta stiana della citta sede episcopale col vescovo Felice. La crisi dell’Impero e l’occupazione vandalica del 456 influirono sull’assetto politico, sociale ed economico di T.L. ma grazie al porto e alla ricchezza del ` mantenne nella sucterritorio la citta

` bizantina una posizione di cessiva eta rilievo rispetto agli altri centri della Sardegna settentrionale. [GIUSEPPE PIRAS]

Turris Lybisonis – Il mosaico di Ostia dei Naviculari Turritani testimonia di intensi rapporti commerciali con Roma.

Turtas, Raimondo Storico della Chiesa (n. Bitti 1931). Entrato nell’ordine dei Gesuiti, fu ordinato sacerdote. Dopo la laurea intraprese la carriera ` diventato prouniversitaria. Nel 1980 e fessore associato di Storia del Cristianesimo e della Chiesa: ha insegnato ` di Lettere sino al 2003 nella Facolta ` di Sassari. Studioso audell’Universita ` autore di importanti lavori torevole e di rilevante interesse scientifico. Tra i suoi scritti: L’abolizione delle decime in Sardegna e un progetto dei parlamentari sardi per la riforma del clero 18411853, ‘‘Studi sassaresi’’, XXIII, 1974; Introduzione a ‘‘Rivoluzione Liberale’’, volume VII della collana ‘‘Stampa periodica in Sardegna 1943-1949’’, 1974; ‘‘L’Ortobene’’ 1926-1976. Una voce per il Nuorese, 1976; Un tentativo di intrapresa mineraria nella Sardegna centro` dell’Ottoorientale intorno alla meta cento, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del I Convegno internazionale di Studi geografico-storici 1978, II, 1981; La questione linguistica nei collegi gesuitici in Sardegna, ‘‘Quaderni sardi di Storia’’, 2, 1981; due voci, Nuoro e

77

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 83

Turtas Breve storia della Chiesa in Sardegna, entrambi in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Un con` di tributo per la storia dell’Universita ` spagnola, in La proSassari, 1982; L’eta vincia di Sassari. I secoli e la storia, 1983; Nuovi documenti sulla biografia asproniana (con M. Brigaglia), in Atti del Convegno nazionale di studi, Nuoro 1979, 1983; Alcuni rilievi sulle comunicazioni della Sardegna col mondo ` del Cinesterno durante la seconda meta quecento, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del II Convegno internazionale di Studi geografico-storici, IV, ` 1984; due saggi, Appunti sull’attivita teatrale nei collegi gesuitici sardi nei secoli XVI e XVII, e Il disegno di Jacopo Paleario Fratino per il sistema fortificato di Cagliari (con S. Casu e A. Dessı`), entrambi in Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Precisazioni sulla fonda` di Sassari, ‘‘Lizione dell’Universita `’’, 44, 1984; La vocazione storiograberta fica di G. Siotto Pintor e G. Asproni, e Due corrispondenti di Giorgio Asproni del 1847-48: G. Siotto Pintor e G. Pasella, in Giovanni Siotto Pintor e i suoi tempi, 1985; Amministrazioni civiche e istruzione scolastica nella Sardegna del Cinquecento, ‘‘Quaderni sardi di Storia’’, 5, ` . La poli1986; La casa dell’Universita ` tica edilizia della Compagnia di Gesu nei decenni di formazione dell’Ateneo sassarese 1562-1632, 1986; L’afascismo dell’‘‘Ortobene’’ e i cattolici nuoresi (1933-1943), in L’antifascismo in Sardegna (a cura di M. Brigaglia, F. Manconi, ` A. Mattone, G. Melis), I, 1986; L’attivita del collettore pontificio a Sassari nel 1354-55, in Gli Statuti sassaresi. Econo` a Sassari nel Memia, istituzioni, societa ` Moderna (a cura di A. dioevo e nell’Eta Mattone e M. Tangheroni), 1986; Note sul monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio e Gregorio Magno, ‘‘Rivista di

Storia della Chiesa’’, XLI, 2, 1987; La ` in Sardegna: la nascita dell’Universita politica culturale dei sovrani spagnoli nella formazione degli atenei di Sassari e di Cagliari (1543-1632), 1988; La riforma tridentina nelle diocesi di Ampurias e Civita. Dalle relazioni ad limina dei vescovi Giovanni Sanna, Filippo Marymon e Giacomo Passamar (15661622), in Studi in onore di Pietro Meloni, 1988; La Chiesa durante il periodo aragonese, in Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di Massimo Guidetti), II, 1988; Il monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio da Ruspe e Gregorio Magno, in Archeologia paleocristiana e altomedioevale in Sardegna: studi e ricerche recenti, 1988; Pastorale vescovile e suo strumento linguistico: i vescovi sardi e la parlata locale durante la dominazione spagnola e sabauda, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa’’, XLII, 1 1989; Alle origini delle visite pastorali in Sardegna, in Edificare evangelizzando. Prima vi` sita pastorale di mons. Salvatore Isgro alla Chiesa turritana (1985-1986), 1989; Umanisti sassaresi del ’500 (con Enzo Cadoni), 1989; Missioni popolari in Sardegna tra il ’500 e il ’600, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa in Italia’’, XLIV, 2, 1990; tre capitoli, La Chiesa durante il periodo spagnolo, La Chiesa durante il periodo sabaudo, e Le vicende della Chiesa dal 1871 al primo dopoguerra, tutti in Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di M. Guidetti), II-IV, 1990; Erezione, transazione e unione di diocesi in Sardegna durante il regno di Ferdinando II d’Aragona 1479-1516, ‘‘Italia sacra. Studi e documenti di storia ec` , stuclesiastica’’, 44, 1990; Universita denti, maestri. Contributi alla storia della cultura in Sardegna (con Angelo Rundine ed Eugenia Tognotti), 1990; Missioni popolari in Sardegna tra il ’500 e il ’600, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa italiana’’, LXIV, 2, 1990; due capitoli,

78

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 84

Tusceri La difesa del Regno: le fortificazioni (con S. Casu e A. Dessı`), e La Chiesa, en` sarda in Eta ` spatrambi in La societa gnola (a cura di Francesco Manconi), I, 1992; Alcuni inediti di Antonio Parragues de Castillejo arcivescovo di Cagliari, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVII, 1992; Rapporti tra Africa e Sardegna nell’epistolario di Gregorio Magno 590-604, in L’Africa romana. Atti del IX Convegno di studi, 1992; Gregorio VII e la Sardegna, ‘‘Rivista di Storia della Chiesa italiana’’, XLVI, 1992; Statuto della Congregazione mariana del Collegio di Lanusei, ‘‘Archivium Historicum Societatis Jesu’’, LXII, 1993; Note sui rapporti tra i vescovi di Alghero e il patrimonio regio, in Alghero, la Catalogna e il Mediterraneo. Storia di una ` e di una minoranza catalana in Itacitta lia (XV-XX sec.) (a cura di A. Mattone e P. ` in Sanna), 1994; Scuola e Universita Sardegna tra ’500 e ’600. L’organizzazione dell’istruzione durante i decenni ` di Sassari, formativi dell’Universita 1995; Le piazzeforti sarde durante il regno di Ferdinando il Cattolico 1479-1516 (con S. Casu e A. Dessı`), in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995; Cronotassi dei vescovi sardi, in L’organizzazione della Chiesa in Sardegna 1995, 1995; Antonio Parragues de Castillejo e Sigismondo Arquer a confronto, in Studi storici in memoria di Giancarlo Sorgia, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIX, 1998; Alcune costanti nelle visite pastorali in Sardegna durante il periodo spagnolo, in Studi in onore di Ottorino Pietro Alberti, 1998; Storia della Chiesa in Sardegna dalle origini al Duemila, 1999; Gosos. Poesia religiosa popolare della Sardegna centro-settentrionale (a cura di R. Turtas e Giancarlo Zichi, prefazione di Salvatore Tola), 1999, ristampato nella collana ‘‘I grandi poeti in lingua sarda’’,

2004; Pregare in sardo (a cura di G. Lupino), 2006.

Turublum minus Stazione romana registrata nell’Itinerario Antoniniano. Di incerta localizzazione, nell’elenco del` contemplata subito dopo l’Itinerario e Portus Tibulas. Si trovava dunque senz’altro lungo la via a Portus Tibulas Caralis, nel tratto che congiungeva il ` stata primo insediamento con Ulbia. E variamente identificata in un centro nei pressi di Luogosanto o in un insediamento nel golfo di Arzachena. Altri studiosi pensano a un errore dei codici per Tibula minus. [ANTONELLO SANNA]

Tusacciu, Edoardo Imprenditore (n. Calangianus 1958). Nato da una famiglia tradizionalmente impegnata nell’industria del sughero. Nel corso degli anni ha inventato un sistema di barrette metalliche calamitate con le quali ha sviluppato un gioco di costru` stato in zioni rivoluzionario che e grado di far concorrenza con successo alla ‘‘storica’’ LEGO. Ha fondato la so` Plastwood, e riuscendo a piazcieta ` di trenta paesi zare il suo gioco in piu nel mondo ha raggiunto cosı` un successo a livello internazionale, salvo dovere poi affrontare il difficile mondo ` della concorrenza estera. Nel 2005 e stato per un breve periodo presidente ` di calcio Torres di Sasdella societa sari.

Tusceri, Giovanni Carlo (detto Giancarlo) Poeta e scrittore (n. La Madda` stulena 1944). Pubblicista dal 1973, e ` . Ha dioso della storia della sua citta scritto in prosa e in versi nel dialetto maddalenino. Tra i suoi scritti: Dall’anno del Signore 1767, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1967; Orazio Nelson a La Maddalena, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1967; I fatti dell’8 settembre 1943 a La Maddalena, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1973; I rapporti tra la Sardegna e la Corsica dal 1790 al 1794, ‘‘La Nuova Sardegna’’,

79

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 85

Tussilagene 1974; La Maddalena tra potere civile e potere militare, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1979; Per Dio e per il re. La battaglia del 22-25 febbraio 1793, 1993; La battaglia di La Maddalena (con Rita Arpelli), 1993; Ilva 1903-1993. Fascino e leggenda biancoceleste, 1997; Sette schegge di luna; Memorie della guerra, 1993; L’isulu du sprufundu, romanzo, 1994 (Premio ‘‘Romangia’’).

Tussilagene = Farfaro Tuttavilla, Francesco Vicere´ di Sarde` sec. XVII-Magna (Napoli, prima meta drid 1679). In carica dal 1668 al 1669. Duca di San Germano, ufficiale di car´ di Variera, dopo essere stato vicere lencia e di Catalogna, fu nominato vi´ di Sardegna nel 1668, subito dopo cere ´ Camarassa. l’assassinio del vicere Giunse nell’isola pensando che potesse scoppiarvi una ribellione simile a quella della Catalogna e col preciso scopo di punire i responsabili della morte del suo predecessore. Mandato in esilio Bernardino Mattia Cervellon, che aveva assunto le funzioni di Presidente del Regno, fece condannare a morte Francesca Zatrillas e Silvestro Aymerich come responsabili della morte di Agostino Castelvı`, marchese di Laconi, e Giacomo Artale Castelvı`, Antonio Brondo, Francesco Cao, Francesco Portugues e Gavino Grixioni come responsabili della morte del Camarassa. Subito dopo pose in atto la repressione nei confronti dei possibili fiancheggiatori dei congiurati arrivando a mandare in prigione o in esilio ` una sessantina di nobili sardi. Mostro poi una grande energia nel condurre una vera e propria caccia ai congiurati, che si concluse con la tragica esecuzione del vecchio marchese di Cea. ` l’isola. Poco tempo dopo lascio

Tutti i Santi (o Ognissanti; in sardo, Dogniassantu, Dognissantu). Festa di precetto (1º novembre) che la Chiesa de-

dica ai santi che non hanno una ricorrenza nell’anno liturgico e a tutti i beati. In origine ogni Chiesa aveva i propri martiri, dei quali festeggiava il dies natalis, il giorno della nascita al cielo. I primi calendari e martirologi cristiani risalgono al secolo III, compilati secondo le prescrizioni di San Cipriano vescovo, con la data e il luogo ` anticamente la fedella morte. Percio sta di Tutti i Santi veniva celebrata in date diverse, da Gregorio IV (827-844) fissata al 1º novembre. Nel calendario ` sardo Dogniassantu o Dognissantu e l’altro nome, con quello di Sant’Andria, del mese di novembre. [ADRIANO VARGIU]

‘‘Tuttoquotidiano’’ Quotidiano diretto ` le sue da Piercarlo Carta (=). Inizio pubblicazioni a Cagliari nel 1974 e fu costretto a interromperle nel 1978. Il quotidiano nacque per infrangere il monopolio di Nino Rovelli, magnate dell’industria petrolchimica sarda, che tra il 1967 e il 1968 aveva acquistato i pacchetti azionari dei due maggiori organi di stampa dell’isola, condizionando, per la prima volta nella storia della stampa sarda, la tradizionale indipendenza degli organi di informazione isolani. Il quotidiano si avvalse dell’opera di un gruppo di redattori de ‘‘La Nuova Sardegna’’, usciti dal quotidiano sassarese in polemica con Ro` in velli, ma dopo poco tempo si trovo cattive acque. Per salvarne l’esistenza fu costituita una cooperativa tra giornalisti e tipografi, che riuscı` a far uscire il giornale in regime di autogestione ancora fino al 1978, quando dovette chiudere.

Tuveri, Caterinella Geologa (n. Collinas 1955). Tra il 1979 e il 1980 ha studiato il Paleolitico in Anglona. Tra i suoi scritti: Il deposito quaternario con industria del Paleolitico inferiore in Sa Pedrosa-Pantallinu , ‘‘R ivista d i Scienze preistoriche’’, XXXVII, 1-2,

80

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 86

Tuveri 1982; Il Paleolitico nell’Anglona (Sardegna Settentrionale). Ricerche 1979-1980, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 12, 1982; Sa Perdosa-Pantallinu, in I primi abitanti d’Europa 1 500 000-100 000 a.C.’’, Catalogo della mostra, 1984; Le tecniche edilizie del periodo nuragico nell’architettura delle acque presenti nel territorio della Barbagia (con G. Murru e M.A. Fadda), in Sardinia in the Mediterranean: A Footprint in the Sea, 1992.

Tuveri, Giovanni Battista Filosofo, deputato al Parlamento subalpino (Forru 1815-Collinas 1887). Rimasto subito orfano di padre, crebbe sino a 12 anni a Oristano in casa del nonno materno, magistrato integerrimo ma rigido, alla ` attribuiva la timidezza del cui severita ` per sei proprio carattere. Frequento anni il Seminario di Cagliari, «un misto di convento e caserma»; nel 1833 si ` , ma si ritiro ` iscrisse all’Universita dopo due anni. Dal 1837 al 1848 visse nel paese natale, occupandosi dell’amministrazione dei suoi pochi beni, ma soprattutto studiando e mettendo insieme una biblioteca molto ricca per quei tempi (e per il suo reddito). Nel 1848, nel rinnovato clima politico, divenne popolare per un pamphlet contro Giovanni Siotto Pintor, indicato come un campione delle posizioni moderate e conservatrici se non addirittura reazionarie (in vecchiaia il T. avrebbe riconosciuto i suoi eccessi e fatto pace con lui). La fama venutagli dal Saggio delle opinioni politiche del signor deputato sardo Giovanni Siotto Pintor lo fece candidare ed eleggere ` , ma il 15 nel novembre; non accetto gennaio fu di nuovo eletto. In Parlamento, nel pieno della ripresa della ` una guerra contro l’Austria, presento mozione contro l’ex presidente del Consiglio Gioberti, accusandolo di ca-

lunnie e offese alla Camera. La mozione non fu discussa, e la vicenda fu sempre considerata un infortunio che ` la carriera politica di T., pure segno eletto diverse volte fino al 1856, quando si dimise da deputato per l’ultima volta. La profondissima vocazione ` a Mazzini, anrepubblicana lo avvicino che se sulla base di una personale interpretazione del rapporto fra indi`. Pubblico ` nel 1849 i pendenza e liberta quattro Specifici di Gio. B. Tuveri contro il Codinismo a 24 centesimi, feroce polemica contro il Lamarmora (allora commissario straordinario per la Sardegna) e l’‘‘Indicatore sardo’’ dei fratelli Michele, Antonio e Pietro Martini, indicati come i capi della camarilla cagliaritana. Da questo momento si de` alla professione di giornalista, dico partecipando, come collaboratore ma spesso anche come direttore, a numerose imprese editoriali cagliaritane. Nel 1850 Giuseppe Sanna Sanna lo ` a collaborare con la ‘‘Gazzetta chiamo ` la sua popolare’’; nel 1852 pubblico ` conosciuta, Del dritto delopera piu l’uomo alla distruzione dei cattivi governi, che ne fece quel ‘‘monarco` intitolata maco’’ del secolo XIX cui e una famosa conferenza sul suo pen` Il Governo e i Comuni, siero. Del 1860 e nato dalla sua costante attenzione ai problemi dei piccoli comuni e dei piccoli proprietari, vessati, nel caso specifico, dal catasto provvisorio, «una delle ` vergognose del governo macchie piu piemontese», cui seguirono La questione barracellare, 1861, e nel 1864 gli articoli confluiti poi in volume Della li` e delle caste, 1871. Interrotta nel berta 1863 la collaborazione con la ‘‘Gazzetta popolare’’, nel 1871 fu chiamato a dirigere ‘‘Il Corriere di Sardegna’’ e quindi, nel 1876, il ‘‘Movimento sardo’’. Conclusa quella esperienza, mentre continuava a collaborare con le testate

81

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 87

Tuveri ` importanti d’Italia, mazziniane piu ` a Forru, dove fu sindaco dal 1870 torno fino alla morte: nel 1863 aveva scritto la petizione in base alla quale il comune ` nome in Collinas. Nel 1883 cambio uscirono i suoi Sofismi politici. «Con lui – ha scritto G. Solari – scompariva ` belle figure del risorgiuna delle piu mento sardo. L’aver contribuito a dare a un popolo che ne era privo una coscienza politica costituisce il titolo di maggior gloria per il T.». Tra il 1990 e il 2002 tutte le opere di T. sono state pubblicate in 6 volumi dall’editore Delfino di Sassari, su iniziativa della Regione sarda. Tra gli altri suoi scritti: Agli elettori del primo collegio di Cagliari, 1848; Ai redattori dell’‘‘Indicatore sardo’’, 1849; Risposta di G.B. Tuveri all’Indicatore, 1849; Nuovo proclama al signor Alberto La Marmora, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1850; Osservazioni sulle contribuzioni prediali in Sardegna secondo il programma del ministro delle Finanze, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1850; Memorie sull’origine, scopi, importanza, progresso dei monti di soccorso, sugli abusi invalsi nell’amministrazione di essi e sulle riforme che se ne rendono necessarie, 1850; Nuova legge sui monti di soccorso, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1851; Proposta per il ripristinamento dei carabinieri reali in Sardegna, 1851; La legge del 15 aprile del 1851, 1852; Un processo di stampa e la cessione della Sardegna, ‘‘Gazzetta popolare’’, 1861; Esazioni e compulsioni in Sardegna, 1861; Petizione a favore dei Comuni, 1863; Condizioni economiche della Sardegna, ‘‘La Cronaca di Cagliari’’, 1867; Della Sardegna, ‘‘Il Dovere’’, 1867; Ferrovie nostre, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1874; Il Governo e i comuni di Sardegna, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1875; Il decentramento, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1876; Giorgio Asproni, ‘‘Corriere di Sardegna’’, 1876; Triste incidente parlamentare, ‘‘Cor-

riere di Sardegna’’, 1876; Ferrovie sarde, ‘‘La Squilla di Sassari’’, 1879; XX Settembre. Per Guglielmo Oberdan, 1882.

Tuveri, Igor (noto con lo pseud. Igort) Illustratore, editore (n. Cagliari 1958). Trasferitosi non ancora ventenne a Bologna, ha iniziato la sua carriera professionale come autore di fumetti. Ne ` prestigiose riha pubblicato per le piu viste internazionali, come ‘‘Linus’’, ‘‘Frigidaire’’, ‘‘Metal hurlant’’, ‘‘Vanity’’. Dall’inizio degli anni Novanta pubblica in Giappone con Kodansha, Hon Hon do e altre case minori. Nel ` trasferito a Parigi, dove ora 2001 si e vive e dove ha aperto la nuova sede della Coconino Press, la casa editrice ` a Bologna con altri amici e fondata gia soci. Dedicatosi al lavoro di editore, ha fondato negli anni Ottanta numerose riviste, tra le quali ‘‘Pinguino’’, ‘‘Dolce vita’’, ‘‘Fuego’’, ‘‘Due’’, ‘‘Black’’, tutte di non lunga vita ma di successo internazionale. Autore e conduttore radiofonico, scrive sceneggiature per il cinema e si occupa di animazione. Ha pubblicato diversi volumi, uno dei ` stato prequali, 5 e` il numero perfetto, e miato alla Buchmesse di Francoforte come libro dell’anno. Uscito in 13 edizioni in diverse parti del mondo, alla ` stato ripubblicato nella fine del 2006 e collana dei fumetti della ‘‘Repubblica’’.

Tuveri, Marcello Intellettuale (n. Cagliari 1929). Di formazione sardista, amico di Antonio Simon Mossa, ha lasciato il Partito Sardo d’Azione in seguito alla scissione del 1968 e ha ade` dedirito al Partito Repubblicano. Si e cato allo studio dei maggiori problemi ` audell’isola; pubblicista dal 1980, e tore di numerosi importanti lavori, tra cui La pianificazione economica regionale in Sardegna, in Interventi settoriali e programmazione regionale nelle re-

82

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 88

Tykot gioni a statuto speciale, 1973; La scissione sardista del 1968. Una testimonianza, ‘‘Archivio trimestrale’’, XI, 1985.

Tuveri, Mariano Prefetto (n. Barumini, ` sec. XX-?). Laureato in prima meta ` nella carriera Giurisprudenza, entro del Ministero dell’Interno giungendo al grado di prefetto. Uomo di grande ` della storia della cultura, si interesso Marmilla. Scrisse Viaggio a San Giovanni di Sinis, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942; Il castello di Las Plassas, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942; Nella Giara di Serri, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1942.

Tuveri, Pierpaolo Fotografo (n. Cagliari, sec. XX). Assistente dei restauratori genovesi Aguzzi e Carboni, ha curato la parte fotografica del restauro da loro eseguito sul trittico di Clemente VII nella cattedrale di Cagliari e sul retablo del Maestro di Castelsardo nella parrocchiale di Tuili. Realizza fotografie di documentazione, relativa ai restauri, di quadri e polittici con la Soprintendenza BAAAS di Cagliari e Oristano; sono sue le foto della guida La Cattedrale di Cagliari, e il libro Quartu S. Elena, arte religiosa dal Medioevo al Novecento.

Tuviois Miniera di piombo e di argento situata nel Sarrabus in territorio di Sinnai. Secondo una leggenda, il giacimento sarebbe stato trovato agli inizi dell’Ottocento da un sacerdote appassionato della ricerca di tesori. Nella ` lo sfruttamento del giacimento realta ebbe inizio alla fine del secolo a cura ` di Lanusei. I lavori fudella Societa rono diretti dall’ingegner Giovanni Battista Traverso, che fece scavare ` di 2 km di gallerie; in pochi anni T. piu ` ricche divenne una delle miniere piu ` a essere sfrutdel Sarrabus e continuo tata fino al 1920, quando il filone si esaurı` e la miniera fu chiusa.

Tuzano Antico villaggio di origine me-

dioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Era situato nelle campagne di Pozzomaggiore. A partire dal secolo XI fece parte dei territori pervenuti ai Doria per i matrimoni che alcuni membri della famiglia avevano contratto con principesse della casa giudicale di Torres. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale T. fu incluso nel piccolo stato che essi costituirono nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, avendo essi prestato omaggio al ` a far parte del Rere d’Aragona, entro gnum Sardiniae. Nel 1325 i Doria si ri` a far parte bellarono e il villaggio entro del loro sistema difensivo. Data la sua posizione, divenne teatro delle continue guerre che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Doria: la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo il villaggio scomparve.

Tykot, Robert H. Archeologo (n. USA 1960). Professore della Harvard University, Massachusetts, tra il 1986 e il 1989 ha lavorato con la Gallin e ha collaborato alla ipotesi di una nuova cronologia della preistoria della Sardegna. Ne ha scritto in The sources and distribution of Sardinien obsidian, in Sardinia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; Metallurgy at nuraghe S. Barbara-Bauladu (con L.J. Gallin), ‘‘Journal of Field Archaeology’’, 20, 1993; Radiocarbon dating and absolute cronology in Sardinia and Corsica in Radiocarbon dating in Italian Prehistory. Proceedings of the Conference, Rome 1991, ‘‘Archaeological Monographs of the British School at Rome’’, ` metallurgica al nura8, 1994; L’attivita ghe Santa Barbara-Bauladu, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995; A dinamic view of obsi-

83

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 89

Tyndale dian exploitation in Western Mediterranean, in The Sections of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996.

Tyndale, John Warre Avvocato (Londra 1811-Canford Cliffs, Regno Unito, 1897). Dopo il college a Eton e la laurea ` la profesin Legge a Oxford, esercito sione di avvocato. Viaggiatore appassionato, fu anche scrittore. Dopo essersi accuratamente documentato con ` conola lettura degli autori sardi piu sciuti, nel 1843 fece un viaggio in Sar` a conoscere tutta degna che lo porto ` a Lonl’isola. Sei anni dopo pubblico dra sotto forma di resoconto di viaggio The Island of Sardinia, including pictu-

res of the Manners and Costums of the Sardinians, voll. 3, che finı` per essere una trattazione enciclopedica di tutti ` delgli aspetti della complessa realta l’isola. Il libro (di circa 1000 pagine), tradotto integralmente per la prima volta da Lucio Artizzu per la ‘‘Bibliotheca sarda’’ della Ilisso (L’Isola di Sar` , secondo Myriam Cadegna, 2002), e biddu, «una summa che per il suo rigore e per il suo stile piacevole, per i divertenti episodi in essa contenuti, soddisfaceva l’archeologo ed il geografo, l’etnologo ed il commerciante, lo storico e il lettore non specializzato».

84

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 90

U Uberti, Maria Luisa Archeologa (n. Zagarolo 1941). Allieva di Sabatino Moscati, dopo la laurea ha intrapreso la ` dicarriera universitaria. Nel 1980 e ventata professore associato di Storia del Vicino Oriente antico. Attualmente ` di Lettere insegna presso la Facolta ` di Bologna. Nel 1966 dell’Universita ha scavato a Monte Sirai e dal 1973, in collaborazione col maestro, ha studiato i gioielli punici dei musei sardi. Tra i suoi scritti: Le stele puniche di Nora nel Museo nazionale di Cagliari (con S. Moscati), ‘‘Studi semitici’’, 35, 1970; La collezione punica Don Armeni (Sulcis), ‘‘Oriens antiquus’’, X, 4, 1971; Le figurine fittili di Bithia, ‘‘Collana di Studi fenici’’, 1, 1973; Le stele, in Tharros I, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, III, 1, 1975; Anecdota tharrica (con Enrico Acquaro e S. Moscati), ‘‘Collana di Studi fenici’’, 5, 1975; Saggi Fenici I, ‘‘Collezione di Studi fenici’’, 6, 1975; Le stele, in Tharros II, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, III, 2, 1975; Tanit in un’epigrafe sarda, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IV, 1, 1976; La ` puniche di S. collezione Biggio, antichita Antioco (con E. Acquaro e S. Moscati), ‘‘Collana di Studi fenici’’, 9, 1977; schede su Le stele, La statuina di legno, Le terrecotte, Gli scarabei in steatite e in pasta, Gli scarabei in pietra dura, I gioielli, Gli amuleti; Horon ad Antas e Astarte a Mozia, ‘‘Annali dell’Istituto

universitario orientale di Napoli’’, n.s., XXVIII, 1978; Le stele puniche in Sardegna e le coltri litiche locali, ‘‘Antiqua. Archeologia, architettura, urbanistica dalle origini al Medioevo’’, II, 10, 1978; Le stele e le epigrafi, in Tharros IV, ‘‘Rivista di Studi fenici’’,VI, 1, 1978; Ausgrabungen in Tharros (Sardinien) (con E. Acquaro), ‘‘Archiv fu ¨ r Orientforschung’’, XXVI, 1979; Le stele degli altari, in Tharros V, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, VII, 1, 1979; Una dedica a Sid (con A.M. Costa), ‘‘Rivista italiana di Epigrafia’’, XLII, 1980; Le stele, in Tharros, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, VIII, 1, 1980; Ceramica greco-orientale da Tharros, ‘‘Oriens antiquus’’, XX, 4, 1981; Le stele e le botteghe lapidee, in Tharros VII, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IX, 1, 1981; Le stele, in Tharros VIII, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, X, 1, 1982; Le stele, in Tharros IX, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XI, 1, 1983; Dati di epigrafia fenicio-punica in Sardegna, in Atti del I Congresso internazionale di Studi fenici, Roma 1979, III, 1983; La campagna del 1983 (con E. Acquaro), in Tharros X, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XII, 1, 1984; La stele di Monte Sirai e l’artigianato lapideo votivo della Sardegna punica, in Studi in onore di Edda Bresciani, 1985; Scavi al tofet di Tharros. I monumenti lapidei (con S. Moscati), voll. 2, ‘‘Collana di Studi fenici’’, 21, 1985; Fenici e punici in Sarde-

85

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 91

Uberto gna, in Il Museo Sanna di Sassari, 1986; Le terrecotte, in Iocalia punica. La collezione del Museo nazionale G.A. Sanna di Sassari, 1987; Qualche nota sull’alimentazione fenicia e punica: i principali costituenti energetici, ‘‘Rivista di Storia antica’’, 17-18, 1987-88; La coppetta in faı¨ence della tomba n. 132 di Predio Ibba-Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Testimonianze fenicio-puniche a Oristano (con S. Moscati), ‘‘Memorie dell’Accademia dei Lincei’’, serie VIII, vol. XXXI, 1988; Storia di un’epigrafe sulcitana perduta, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 6, 1989; Ancora ` ombre sulla fase formativa della civilta fenicia nella Sardegna dei secoli XIIVIII a.C., in Incontro i Fenici, 1990; La stele a specchio. Artigianato popolare nel Sassarese (con S. Moscati, F. Lo Schiavo e G. Pitzalis), 1992; I vetri preromani del Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1993; L’offerta di una testina egiziana nel tempio di Antas, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995.

Uberto, santo (in sardo, Sant’Ubertu) Santo vescovo (?, 655 ca.-Tervueren, Fiandre, 727). Franco, nacque verso il ´ristal. 655, cortigiano di Pipino II di He Si convertı`, narra la leggenda, durante una partita di caccia di Venerdı` santo, vedendo un cervo con una croce lumi` la stessa visione nosa fra le corna: e ch’ebbe Sant’Eustachio, con il quale condivide il simbolo del cervo con la croce fra le corna. Vedovo, sacerdote, da Sergio I consacrato vescovo di Maastricht nei Paesi Bassi, trasferı` la sede ` chiamato l’‘‘apostolo delle a Liegi. E Ardenne’’. Morı` a Tervueren, fu traslato a Liegi. Nel secolo XVI durante le guerre di religione il suo corpo ` perduto; fu rivenne trafugato e ando

trovato nel 1919 nei pressi di Du ¨ sseldorf. Patrono dei cacciatori, invocato contro l’idrofobia. In Sardegna A Florinas, nella parrocchiale, quadro Visione di Sant’Uberto (per qualcuno Visione di Sant’Eustachio) firmato da Baccio Gorini (1604). [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 3 novembre.

Uccelli = Zoologia della Sardegna Uccheddu, Valentina Atleta (n. Oristano 1966). Specialista nel salto in lungo, inizia la sua lunga carriera nel 1980 nel gruppo sportivo del Liceo ‘‘De Castro’’ di Oristano e stabilisce il nuovo record italiano allieve (5,50 m). Negli anni successivi con i colori dell’Atletica Oristano vince due titoli italiani juniores e con il nuovo record italiano assoluto nel 1988 (6,64 m) inizia ` a stabilire un decennio che la portera per altre due volte il primato nazionale, prima nel 1991 con 6,77 m (medaglia d’oro nella Coppa Europa, in Olanda) e poi nel meeting del Sestriere nel 1994 con 6,80 m (poi battuto dall’inglese naturalizzata italiana Fiona May). L’atleta oristanese al termine ` totalizzato 6 tidella sua carriera avra toli italiani assoluti (quattro all’aperto), partecipato a due Olimpiadi (Barcellona 1992 e Atlanta 1996), a due campionati mondiali (Stoccarda 1993 e Go ¨ teborg 1995, dove si classifica quinta assoluta), a quattro edizioni della Coppa Europa per nazioni (tra il 1989 e il 1996), conseguendo la vittoria nel 1991. Conclude la sua prestigiosa carriera nel 2000. [GIOVANNI TOLA]

Uccheddus, Is Localita` abitata in ter` svilupritorio di Sant’Anna Arresi. Si e ` non precisabile, e comunpata in eta que non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito da pastori su un territorio concesso a una famiglia Uccheddu che ha dato il nome al piccolo centro.

86

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 92

Uda

Uda, Antonio1 Religioso, vescovo di Bosa (Milis 1771-Bosa 1845). Ordinato ` in Teolosacerdote nel 1799, si laureo gia a Cagliari nel 1802. Tornato nella sua diocesi di Oristano fece alcune esperienze pastorali e nel 1830 divenne canonico arborense; nel 1842 fu nominato vicario generale e nel 1845 vescovo di Bosa, ma morı` pochi mesi dopo nella sua nuova sede.

Uda, Antonio2 Sindacalista (n. Bortigali 1942). Giornalista pubblicista, dirige alcuni periodici della CISL. Dal ` stato segretario nazio1973 al 1979 e nale del sindacato dei Telefonici di ` trasferito a Cagliari Stato; quindi si e ` diventato segretario redove dal 1981 e ` stato regionale della CISL. Nel 1985 e sponsabile delle politiche organizzative del settore della formazione e nel ` entrato a far parte della segrete1999 e ria nazionale del suo sindacato.

Uda, Felice Giornalista e critico letterario (Cagliari 1832-Roma 1900). Si tra` sferı` a Genova nel 1850 dove entro come impiegato nell’amministrazione ` ligure codelle Finanze. Nella citta nobbe letterati come Barrili e Revere e fece le sue prime esperienze giornalistiche e letterarie, pubblicando anche un volume di Studi letterari, 1858. In seguito si trasferı` a Milano, dove ebbe contatti con la Scapigliatura, conobbe Verga, Cavallotti, Fortis e divenne redattore del ‘‘Pungolo’’ e critico letterario di ‘‘Lombardia’’. Pub` tra l’altro una raccolta di versi, blico Memorie ed affetti (1861). Negli anni se` a scrivere intensaguenti continuo mente e a pubblicare. Nel 1878 si trasferı` a Napoli e in seguito ad Agrigento, ` storia al Liceo. In questa dove insegno `, ha scritto Raimondo Bonu, «nel citta 1884 diede alle stampe un romanzo archeologico (Plautea d’Agrigento), con l’intento di fare rivivere la storia e la ` siciliana, quale vita della libera citta

poteva presentarsi circa ventidue secoli prima. Vasta dottrina emerge dalle note, profuse in fondo al volume». ` in Sardegna e curo ` Dopo il 1884 torno con Antonio Scano la pubblicazione di ‘‘Avvenire di Sardegna della Domenica’’. In seguito si trasferı` a Roma, dove morı`. Tra gli altri suoi scritti, Voti e speranze, canti, 1853; L’otto Settembre, carme, 1855; Quadri umoristico-sociali, 1863; La Dora,1866; La Grotta della Vipera in Cagliari, 1867; Racconti sociali e artistici, 1873; Melodie intime, 1877; Carloforte, ‘‘Avvenire di Sardegna’’ 1879; ` degno e durevole sentimento Del piu ` , 1881; L’antiquario, della propria citta melodramma, 1882; Serate letterarie. Effemeridi quindicinali, 1882; Mario De Candia tenore, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1883; Novelle e bozzetti,1883; A Quintino Sella, versi, 1885; Poesie varie, ‘‘Stella di Sardegna’’, IX, 1885; Giovanni Battista Tuveri, 1888; una densa serie di articoli nell’‘‘Avvenire di Sardegna’’: Sigismondo Arquer, 1889; I Selles e i Torrellas, 1890; Cagliari di notte nel 1792, 1890; Usurai in Cagliari 400 anni orsono, 1890; Il movimento intellettuale sardo sotto il governo di Spagna, 1890; La Sardegna sotto Vittorio Amedeo III, 1890; Colonna miliare a Carlo Felice, ` , 1890; Concetto 1890; Le due universita della rivoluzione francese in Sardegna, ‘‘Vita sarda’’, I, 1891; Critica storica: particolari della cosiddetta invasione dei francesi, ‘‘Vita sarda’’, 16-24, 1891; Particolari della cosiddetta invasione dei francesi in Cagliari desunti da documenti inediti, ‘‘Vita sarda’’, II, 21-22, 1892; La Sardegna e un cronista catalano del sec. XIII, ‘‘Vita sarda’’, III, 1893.

Uda, Michele Letterato (Cagliari 1830Napoli 1898). Fratello di Felice, giovanissimo esordı` scrivendo il lavoro teatrale Lena degli Strozzi, pubblicato nel ` Cagliari per se1850. Poco dopo lascio

87

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 93

Udella guire una compagnia teatrale per la quale scrisse alcuni lavori. Dopo molte ` a Milano e prese peregrinazioni si fisso a frequentare gli ambienti della Scapigliatura unitamente a suo fratello: sulle colonne di ‘‘Panorama’’ tenne la rubrica Quel che si vede e non si vede, che divenne occasione di satira contro il governo del Lombardo-Veneto. Negli anni successivi, comprendendo la crisi ` la pubblicadel romanzo storico, avvio zione di romanzi a sfondo sociale dando un contributo al rinnovamento del romanzo in Sardegna. Nel 1863 ` sul ‘‘Pungolo’’ tre bozzetti, pubblico Un povero diavolo, Da Erode a Pilato e Maestro Cornelius, poi raccolti in volume, che gli attirarono l’attenzione degli ambienti letterari. Poco dopo ` i romanzi Il cuore di una bepubblico ghina e Un povero diavolo che furono accolti favorevolmente. Subito dopo si trasferı` a Napoli. Sulla sua forma` stato notato, influı`, nell’eta ` mazione, e tura, la consorte, l’americana Mary Scott, che fu valente musicista e apprezzata corrispondente di giornali americani. Come ha scritto Raimondo Bonu, «in arte fu manzoniano per la so` delle tinte e la temperanza dei brieta sentimenti. Facile a divagare dal tema con i molti e inopportuni intrecci av` spesso (e sono sue paventurosi, rivelo role) ‘‘slegature abbastanza visibili a occhio nudo’’. Nella prefazione a Un ` espressamente povero diavolo osservo ` ‘‘stizzoso, scapiche il suo romanzo e gliato ed un tantino anche paradossale’’». Tra gli altri suoi scritti: Racconti del popolo, 1857; Volto e maschera, commedia, 1858; Arte e artisti, 1900.

Udella, Franco Pugile (n. Cagliari 1947). Distintosi giovanissimo, fa parte della nazionale azzurra per i giochi ` del Messico olimpici del 1968 a Citta come peso mosca, ma viene subito eli` negli anni successivi minato. Si rifara

con due titoli nazionali dilettanti consecutivi e le medaglie d’argento ai campionati europei di Bucarest, 1971, e di Madrid, 1972. Da professionista, dopo aver fallito la scalata al titolo mondiale dei mosca nel 1974 contro Gonzales, conquista la corona europea battendo Pedro Molledo. Nel 1975 riesce a conquistare finalmente la corona mondiale WBC dei minimosca superando a Milano il messicano Valentin Martı´nez per squalifica. Perde il titolo l’anno successivo a opera di Luis ` quello europeo Estaba. Mantiene pero dei mosca fino al 1979, quando viene sconfitto a Londra da Charlie Magri. [GIOVANNI TOLA]

` , Antoni Storico (n. SpaUdina i Abello gna, sec. XX). Professore presso l’Uni` autonoma di Barcellona, nel versita 1990 ha preso parte al XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltosi ad Alghero, dove ha presentato una comunicazione su Les carts catalanes i la guerra de Sardenya, ora anche in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II 1995.

Udina y Martorell, Federico Storico (Barcellona, sec. XX-?). Illustre storico catalano, dal 1960 ha diretto l’Archivio ` della Corona d’Aragona e in seguito e divenuto presidente della commissione permanente per i Congressi di storia della Corona d’Aragona. A partire dal 1957, con il VI Congresso della Corona d’Aragona svoltosi a Cagliari, ha avuto frequenti contatti di studio con la Sardegna, su cui ha scritto Un ´n economica sarda aspecto de la evolucio en el siglo XIV, in Atti del VI Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1959, e Fuentes documentales del Archivo del real patrimonio relativas a Cerden ˜ a, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXVIII, 1962.

Ugas, Giovanni Archeologo (n. Monastir 1944). Dopo la laurea ha scavato le domus de janas di Pranus Espis a Pi-

88

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 94

Ugas mentel e di Riu Sa Mela a Guasila, nel 1973 a Mandas e dal 1974 al 1978 a San Sperate; nel 1981 ha scoperto un insediamento punico a Is Argioleddas, Samassi; nel 1982-84 ha scavato a Villamar; nel 1987 ha scoperto il villaggio prenuragico di Pranu Sisinni a Sar` divenuto ricercatore dara. Nel 1993 e di Preistoria e protostoria; attualmente insegna nel Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-arti` di Lettere dell’Ustiche della Facolta ` autore di nume` di Cagliari. E niversita rosi articoli che documentano la sua ` , tutti pubblicati in importanti attivita riviste scientifiche. Tra gli altri: Altare modellato su castello nuragico del tipo trilobato con figura in rilievo dal Sinis di Cabras, ‘‘Archeologia sarda’’, I, 1980; Le scoperte e gli scavi lungo i secoli, in ` dei Sardi (a Nur. La misteriosa civilta cura di Dino Sanna), 1980; La tomba megalitica I di San Cosimo di Gonnosfanadiga; un monumento del Bronzo me` antica attestazione micedio con la piu nea in Sardegna. Notizia preliminare, ‘‘Archeologia sarda’’, II,1981; A proposito dei rapporti fra i Lidi, gli Etruschi e i Sardi nuragici, ‘‘Archeologia sarda’’, II, 1981; Le ceramiche di Monte Olladiri e le attestazioni greche, fenicie, etrusche in contesti nuragici della Sardegna meridionale, in Atti della Tavola rotonda su Ceramiche arcaiche e d’importazione da Tharros, Nuoro 1981, 1981; Testimo` prenuragica, e Il villagnianze dell’Eta gio di fase Monte Claro di Corti Beccia e reperti della capanna 10 ovest, in Ricerche archeologiche in territorio di Sanluri, Catalogo della mostra grafica e fotografica, 1982; San Cosimo-Gonnosfanadiga, in Magna Grecia e mondo miceneo. Nuovi documenti. Atti del XXII Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto 1982, 1982; Il commercio arcaico in Sardegna. Importazioni etrusche e greche (620-480 a.C.) (con Rai-

mondo Zucca), 1984; Vicende storiche del territorio dal Neolitico al Medioevo. ` punica, in Guasila un paese della L’Eta Sardegna, 1984; quattro schede, Gonnosfanadiga. San Cosimo, Monastir. Monte Olladiri, Sanluri. Pardu Jossu, Sardara. Sant’Anastasia, tutte in I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico al` romana, 1984; Influssi greco orienl’Eta tali nei centri tardo-nuragici della Sardegna meridionale, in I Focei dall’Anatolia all’oceano, ‘‘La Parola del Passato’’, CCIV-CCVII, 1984; Elementi culturali prenuragici e nuragici da S. Giovanni Battista, in Nurachi. Storia di un’ecclesia, 1985; I rapporti di scambio tra Etruschi e i Sardi. Considerazioni alla luce delle nuove indagini a Santu Brai Furtei, in Atti del II Congresso internazionale etr usco, Firenze 1985, 1986; La produzione materiale nuragica. Note sull’apporto etrusco e greco, in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del I Convegno di studi di Selargius 1985: ` e cultura in Sardegna nei pe‘‘Societa riodi orientalizzante e arcaico’’, 1986; Barumini. Su Nuraxi. Intervento di restauro, in Atti del Convegno ‘‘Problemi della tutela ambientale e aspetti statici e funzionali del restauro’’, 1986; Nota sulla metallurgia del piombo e dell’argento, in Catalogo della mostra triennale ‘‘Il luogo del lavoro’’. Sezione ‘‘L’uomo e le miniere in Sardegna’’, Milano, 1986; Un nuovo contributo per lo studio della tholos in Sardegna. La fortezza di Su Multinu Villanovafranca, in Studies in Sardinian Archaeology III, ‘‘British Archaeological Reports International Series’’, 3, 87, 1987; Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara (con L. Usai), e I primi scavi nel sepolcreto nuragico di Antas (con G. Lucia), entrambi in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di

89

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 95

Uggias studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Considerazioni sullo scavo e sui reperti delle capanne 1 e 5, in Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara, 1987; tre schede, Sardara. Il Civico Museo archeologico di Sardara (con M.C. Paderi), Sardara. Siti e monumenti, I materiali in esposizione: i materiali del territorio di Sardara, tutte in L’Antiquarium arborense e i civici musei archeologici della Sardegna, 1988; Le domus de janas di Anghelu Ruju, in Riti funerari nel mondo prenuragico, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1, 1988; La facies campaniforme di Pardu Jossu ` del rame in Europa. Sanluri, in L’Eta Atti del Congresso internazionale, Viareggio 1987, ‘‘Rassegna archeologica’’, 7, 1988; Indagini su interventi di scavo lungo la S.S. 131 tra il 15 km e il km 32, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari ` nuragica. e Oristano’’, 4, 1988; L’Eta Bronzo medio e recente, in Il Museo archeologico nazionale di Cagliari, 1989; Le facies campaniformi di Pardu Jossu Sanluri, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, 7, 1989; L’insediamento prenuragico di Su Coddu-Selargius. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1983, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1989; La tomba dei guerrieri di Decimoputzu, collana di studi archeologici ‘‘Norax’’, 1, 1990; Complesso sepolcrale bizantino nel mastio del nuraghe su Nuraxi di Siurgus Donigala (con P.B. Serra) in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo. IV Convegno sull’Archeologia tardoromana e medioevale, Cuglieri 1987, 1990; Persistenze rituali e ` punica e romana nel sacultuali in Eta cello del vano della fortezza di Su Mulinu Villanovafranca (con M.C. Paderi), in L’Africa romana. Atti del III Convegno

`. Localita ` Is di studio, 1990; Gonnosno Lapideddas. Necropoli nuragica, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 3, 1990; Considerazioni sullo sviluppo dell’architet` nuragica, in Sarditura e della societa nia in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, 1992; Note su alcuni contesti del Bronzo medio e recente della Sardegna meridionale. Il caso dell’insediamento di Monte Zara-Monastir, in Un millennio di relazioni fra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Tomba a poliandro nuragica con 289 individui e ipogeo di cultura M. Claro a Su Fraigu San Sperate, in San Sperate dalle origini ai baroni, ‘‘Norax’’, 2, 1992; Ricerche nell’ambito di Mara. Notizia preliminare della necropoli punica di San Pietro (con M.C. Paderi e A. Siddu), in Villa` e la sua storia, mar. Una comunita 1993; La metallurgia del piombo, dell’argento e dell’oro nella Sardegna prenuragica e nuragica, in L’uomo e le miniere in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1993; La ceramica del Bronzo finale e ` del ferro nell’Oristanese, in della I Eta Atti del Convegno ‘‘La ceramica artistica e d’uso e da costruzione dal Neolitico ai nostri giorni’’, 1995.

Uggias, Giomaria Avvocato, consigliere regionale (n. Olbia 1961). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza si ` dedicato alla professione di avvocato e ` impegnato in politica: cattolico, si e si e ` schierato nella Democrazia Cristiana e e in seguito, dopo aver aderito al Par` entrato a far parte tito Popolare, e della Margherita. Dopo essere stato sindaco di Olbia dal 1995 al 1997, nel ` presentato alle elezioni regio2004 si e ` nali per la XIII legislatura ma non e ` entrato in Consistato eletto; nel 2005 e glio regionale per il suo partito.

Ugo1 Religioso (?, prima meta` sec. XII-

90

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 96

Ugone I d’Arborea Oristano 1185). Vescovo di Santa Giusta dal 1164 al 1185. Uomo di grande abi` , appartenente probabilmente alla lita cerchia delle famiglie vicine alla fami` vescovo glia giudicale, figura gia ` Barisone quando nel 1164 rappresento I d’Arborea presso Federico Barbarossa per ottenergli il titolo di re di Sar` degna. Negli anni successivi continuo a essere legato al suo signore e ne seguı` la politica.

Ugo2 Religioso (secolo XIV). Arcivescovo di Oristano dal 1307 al 1308. Domenicano, era stato nominato vescovo ` a Oristano poco prima di Biblos. Arrivo della fine del governo di Leonardo Aragall e gli succedette nel 1307. Nel ` , fu trasferito a Pola. 1308, pero

Ugo I Religioso (sec. XI). Arcivescovo di Cagliari intorno al 1089-1090. Resse la ` massiccia diocesi negli anni in cui piu si fece la presenza di mercanti stra` ai nieri a Cagliari. Nel 1090 confermo Vittorini le donazioni fatte dal giudice Costantino Salusio nell’anno precedente. Morı` agli inizi del secolo XII.

Ugo II (o Ugone) Religioso (Pisa, prima ` sec. XIII-Cagliari 1276). Arcivemeta scovo di Cagliari dal 1260 a prima del novembre 1276. Era canonico a Pisa quando nel 1260 fu nominato arcivescovo di Cagliari, subito dopo la distruzione di Santa Igia, nella fase in cui il dominio politico di Pisa sull’antico giudicato di Cagliari divenne definitivo. ` il trasferimento della sede epiCuro scopale dall’antica chiesa di Santa Cecilia all’attuale sede di Santa Maria di Castello.

Ugo, Ranieri Avvocato, letterato (Iglesias 1857-Sestu 1942). Laureatosi in ` la profesGiurisprudenza, esercito sione di avvocato a Cagliari, dove per i suoi interessi letterari divenne uno degli animatori della vita culturale della ` tra Otto e Novecento. Nel 1898 citta ` e diresse ‘‘La piccola Rivista’’, fondo

pubblicata fino al 1900, e fu corrispondente di quotidiani e periodici nazionali (tra gli altri il ‘‘Corriere della Sera’’ e ‘‘La Tribuna’’, per i quali scrisse diversi articoli con lo pseudonimo di Paolo Hardy). Fu autore di numerosi scritti, tra cui la raccolta di versi Boghes de Barbagia pro Muntanaru, pubblicata nel 1904 e il notissimo saggio Alla scoperta della Sardegna. I primi Argonauti, uscito nel 1909, nel quale rievoca il viaggio di Pascarella, D’Annunzio e Scarfoglio in Sardegna nel 1882, durante il quale i tre personaggi erano stati accompagnati da lui, entrando in rapporti cosı` amichevoli ` parti si e ` sostenuto che la che da piu ´ndula, la falirica dedicata a Sa spe mosa cascata ai bordi di Villacidro, che circola sotto il nome di D’Annun` scritta da lui. zio, fosse stata in realta

Ugolino, santo = Daniele, san2 Ugone = Ugo II Ugone I d’Arborea Giudice d’Arborea (Oristano 1178-ivi 1211). Figlio del visconte di Basso Ugo Ponzio della famiglia dei Bas Serra, e di Sinispella, sorella del giudice Barisone I, crebbe alla corte d’Arborea col titolo di curatore del Bonorcili, protetto da sua zia Agalbursa. Dopo la morte di Barisone I, i catalani presenti a Oristano lo contrapposero come pretendente al trono a Pietro I di Lacon Serra, figlio del defunto, sostenendo che il diritto di regnare spettasse a lui in quanto discendente da figlia di primo letto del giudice. Dopo una serie di complesse vicende, sostenuto da Raimondo Torroja e da Genova, nel 1192 riuscı` a diventare condomino del giudicato con Pietro I. ` , subı` l’attacco del giuNel 1194, pero dice Guglielmo di Cagliari, il quale, istigato da Pisa, invase il giudicato d’Arborea: mentre Pietro veniva fatto prigioniero, riuscı` a fuggire. Dopo la morte di Pietro, concluse la pace con

91

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 97

Ugone II d’Arborea ` la figlia PreGuglielmo, di cui sposo ziosa. Nel 1206 divenne nuovamente condomino d’Arborea, governando con suo suocero; negli anni seguenti, mentre Guglielmo era impegnato a fronteggiare la minaccia della politica aggressiva dei Visconti, assunse una ` autonoma nel posizione sempre piu suo piccolo stato.

Ugone II d’Arborea Giudice d’Arborea ` sec. XIII-ivi (Oristano, seconda meta 1335). Figlio di Mariano III della famiglia dei Bas Serra, nel 1321 gli succedette continuando la sua politica filoaragonese nel tentativo di liberarsi dell’opprimente presenza pisana. Nel 1323, durante la prima fase della guerra di conquista, invase il Campidano col suo esercito, sconfisse le truppe pisane a Sanluri e si unı` all’esercito dell’infante Alfonso che era ` sbarcato nel golfo di Palmas. Continuo a prendere parte a tutte le altre operazioni militari fino alla conclusione della seconda pace con Pisa nel 1326. Si era dichiarato vassallo del re d’Ara` godeva largo prestigio gona e percio presso i vincitori, che ne apprezzavano anche la esperienza politica. Negli ` i suoi rapporti anni successivi rinsaldo con la corte d’Aragona, inviandovi due dei suoi figli, Mariano e Giovanni, e favorendo alcuni matrimoni di membri della sua famiglia con gentildonne catalane.

Ugone III d’Arborea Giudice d’Arborea (Oristano 1337-ivi 1383). Figlio di Mariano IV della famiglia dei Bas Serra, dopo aver seguito suo padre nelle guerre contro gli Aragonesi, gli ` la succedette nel 1376 e ne continuo politica, accentuando l’aspro con` nell’orfronto. Egli inoltre si impegno ganizzazione unitaria dei territori in suo possesso, in cui introdusse alcune riforme che modificarono la condizione della classe dei servi. Il suo ri-

gido modo di governare e il suo quasi continuo pensiero della guerra, di cui agognava la conclusione vittoriosa, gli ` una parte considerealienarono pero vole dell’aristocrazia del giudicato. Alcune famiglie come i De Ligia ruppero con lui e passarono apertamente dalla parte del re d’Aragona, altre cominciarono a tessere le trame della congiura che nel 1383 si concluse con il tragico assassinio suo e di sua figlia, trucidati a Oristano.

Ulargiu, Vincenzo Giornalista e poligrafo (Furtei 1871-Iglesias 1953). A causa delle ristrettezze economiche della famiglia non fu in grado di completare gli studi di lettere a Roma. Tornato in Sardegna, dal 1903 al 1922 si de` all’insegnamento come supplente dico nelle scuole secondarie di diversi centri dell’isola e divenne corrispondente de ‘‘L’Unione Sarda’’, su cui scrisse molti pezzi sulla storia e la cultura ` la sua residenza della Sardegna. Fisso ` i suoi a Bosa, dove nel 1924 pubblico Saggi di archeologia e di letteratura sui nuraghi. Nel 1930 si trasferı` a Oristano e infine, nel 1944, a Iglesias. Tra i suoi scritti: Il monte granatico di Furtei, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1895; La psicologia d e l l a S a r d e g n a d i Pa o l o O r a n o , ‘‘L’Unione Sarda’’, 1896 (sei articoli); Pe r u n a n u o v a i n d u s t r i a s a r d a , ‘‘L’Unione Sarda’’, 1903; La storia sarda nelle scuole, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1914 (cinque articoli); Martiri ed eroi sardi, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1915-1919 (sei articoli); Paolo Orano e la Sardegna, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1919-1920 (undici articoli); P ro com batt ent i sa rd i, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1919 (tre articoli); Lo stemma sardo e i quattro mori, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1923; Karales o Caralis, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1923 (tre articoli); Saggi di archeologia e di letteratura. Parte I. I Nuraghi, 1924; Sull’au` delle Carte d’Arborea, tenticita

92

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 98

Ulassai ‘‘L’Unione Sarda’’, 1925 (tre articoli); Pergamene d’Arborea, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1925 (tre articoli); Pergamene d’Arborea, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1925 (quattro articoli); Etimologia della parola nuraghe, ‘‘Giornale di Sardegna’’, 1925; Dopo il Convegno archeologico sardo: i nuraghi, ‘‘Corriere d’Italia’’, 1926; Intorno ai nuraghi, ‘‘Fontana Viva’’, II, 1927; Pergamene d’Arborea, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1927 (otto articoli); Dalla terra dei nuraghi. Almanacco sardo, 1928; Sull’etimologia di launeddas, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1928; Sant’Antioco patrono di Iglesias. Storia e leggenda, ‘‘Annuario del Liceo scientifico ` pareggiato di Iglesias’’, 1932-33; I piu antichi uomini della Sardegna, ‘‘Sardegna’’ , 19 34; Ancora sui nuraghi, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1938.

Ulassai – Veduta del centro abitato.

Ulassai Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1621 abitanti (al 2004), posto a 775 m sul livello del mare alle falde sud-orientali del Gennargentu. Regione storica: Ogliastra meridionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma molto allungata da nord a sud, si estende per 122,11 km2 e confina a nord con Osini e Gairo, a est con Jerzu e Tertenia e un’isola amministrativa di Elini, a sud con un’isola amministrativa di Jerzu e con Villaputzu, a ovest

con Perdasdefogu, Esterzili, Seui e Ussassai. Si tratta di una regione montuosa, caratterizzata da cime anche oltre i 1000 m (punta Corongiu, 1008); nella parte settentrionale comprende ` a sud le pendici del Gennargentu, piu ` modene fanno parte alcuni rilievi piu sti ma molto estesi del salto di Quirra. Il paese si affaccia dal versante meridionale sulla profonda incisione scavata dal rio Pardu, che confluisce poi nel fiume Pelau. U. si trova, come Osini e Jerzu, lungo una strada che in una quindicina di chilometri di percorso collega la statale 198, a nord, con la 125 Orientale sarda, a sud-ovest; nei pressi del paese se ne distacca la secondaria che si dirige nella regione poco popolata a sud per raggiungere Perdasdefogu ed Escalaplano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. L’attuale villaggio, di origine medioevale, appartenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando ` di esistere il giudicato di nel 1257 cesso Cagliari e il suo territorio fu smembrato, U. fu incluso nella parte toccata ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Una volta estinta questa famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, il villaggio fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz e nel ` a far parte della contea di 1363 entro Quirra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la batta` in possesso dei glia di Sanluri U. torno Bertran Carroz; nei secoli successivi ` da questi ultimi ai Centelles, ai passo ` e infine agli Osorio ai Borgia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel

93

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 99

Ulassai ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Di questo periodo storico abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Notasi nel censimento del 1846 il numero di anime 1288, distribuite in famiglie e case 332. Si distinguono poi i totali de’ maschi e delle femmine secondo la condizione domestica in quest’altro modo: il totale maschi 677 in scapoli 414, ammogliati 236, vedovi 27; il totale femmine 611 in zitelle 320, maritate 229, vedove 52. Le medie del movimento della popolazione sono: nascite 55, morti 25, matrimoni 12. Agricoltura. L’ampia esten` divisa in sione che si coltiva a cereali e tre parti, su ciascuna delle quali si semina successivamente per due anni, per poi lasciarla quattro anni a maggese. Cosı` praticossi finora; ma pare ` che portarono le che per le novita ` tenore. La nuove leggi si cangiera ` ordinaria della seminagione quantita annuale si computa di starelli 800 di grano, 400 d’orzo, 100 di fave. La frutti` dall’8 al 16, secondo che la ficazione e ` o meno propizia. meteorologia sia piu Si semina in alcune parti del lino, tanto che si abbia quello che domandasi dal bisogno delle rispettive famiglie. Delle diverse specie di legumi poche son col` di quello che tivate, e non si vuol piu vuolsi per la consumazione. Anche l’or` ristretta a poche specie ed ticoltura e al quanto amasi nel vitto della famiglia. Le vigne sono distese in una mite pendenza solcata in molte parti al levante del paese. Le uve vi prosperano e producono abbondantemente. La ` circa 200 carratelli. Il vendemmia da superfluo della consumazione si trasporta in Tortolı` per venderlo ai genovesi e ad altri che frequentano quel porto. Se ne suol vendere una parte ai ` stipaesi bassi della Barbagia. Il vino e

` come quello di mato per la sua bonta Jerzu e di altri paesi dell’Ogliastra. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in circa 350 buoi per l’aratro ed il carreggio, cavalli e cavalle per basto ed alcuni per sella 100, giumenti 120. Il bestiame rude ha nelle solite specie i seguenti particolari numeri: vacche 1200, cavalle 150, capre 6000, pecore 4000, porci 1000. I formaggi, sebbene non lavorati con buon metodo, hanno `. Se ne fa gran quantita ` di della bonta bianchi per venderli ai napoletani». Quando nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, U. fu compreso nel suo ` il dibatterritorio. Quando poi inizio tito sulle nuove province U. aderı` alla provincia dell’Ogliastra.

Ulassai – Paesaggio nei pressi della grotta di Su Marmuri. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, suini e bovini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura, la cerealicoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita ` dustriale nei settori edile e tessile. E poco organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 24 posti letto. Artigia` la tessitura nato. Di antica tradizione e di tappeti, coperte e arazzi di grande ` collegato da aueleganza. Servizi. U. e

94

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 100

Ulassai tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, stazione dei CaE rabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1646 unita di cui stranieri 1; maschi 782; femmine 864; famiglie 750. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 18 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 17 e nuovi iscritti 15. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 277 in migliaia di lire; versamenti ICI 462; aziende agricole 209; imprese commerciali 80; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 27; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 446; disoccupati 122; inoccupati 78; laureati 57; diplomati 197; con licenza media 445; con licenza elementare 470; analfabeti 28; automezzi circolanti 615; abbonamenti TV 395. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze archeologiche del periodo nuragico; in particolare conserva i nuraghi Cea Arcis, Cea Usasta, Comida Caboni, Crabas, Cresia, de Seoni, Fiorentina, Forru, Luccheddu, Lesse, Nuragheddu, Pauli, Pittu, Pranu, Sano, Santa Maria, Sterzu e S’Ulimu. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico, addossato pittorescamente alle pendici dei ‘‘tacchi’’, ha conservato numerose anti` piani; nel cuore che case in pietra a piu del paese sorge la parrocchiale di Sant’Antioco, che fu costruita nel 1503. In origine aveva un’aula a tre navate con copertura in legno a capriate; a partire dal 1948 ha subı`to una radicale modi` stato trasformato in un fica, l’interno e impianto a navata unica con copertura a volta a botte; la facciata e l’esterno sono attualmente in forme di romanico moderno. Nell’interno custodisce una

statua lignea di scuola spagnola del Seicento e i bellissimi pannelli della Via Crucis di Maria Lai (=), artista nativa del luogo. Altro interessante mo` la chiesa di San Sebastiano, numento e costruita nel 1776 nello stesso luogo in cui nel secolo XIVera stata costruita la chiesa di Santa Margherita da Cortona. Nel 1908 l’edificio fu sottoposto a un radicale rifacimento; oggi ha l’impianto a una navata e la copertura a volte a botte. La facciata ha un coronamento a doppia curvatura e si apre su una suggestiva piazzetta. Poco fuori dal paese, alle pendici dei ‘‘tacchi’’, si trova la chiesetta di Santa Barbara, circondata da ripari per i novenanti (cumbessı`as) e da casette che nel complesso formano un suggestivo villaggio religioso. Le campagne sono ricche di siti pieni di fascino come la grotta di Su Marmuri, che si apre con le sue meravigliose stalattiti e stalagmiti e le sue alte pareti di grande effetto subito dopo l’abitato, in un territorio dominato dai ‘‘tacchi’’ di Bruncu Pranedda e Tisiddu, in uno scenario panoramicamente suggestivo. Altro luogo di ` Baccu de S’Assa Argrande bellezza e ruda, strapiombo che si apre a poca di` percorribile atstanza dall’abitato; e traverso un impervio tratturo lungo il ` udire una eco particolare quale si puo che secondo una leggenda popolare sarebbe l’urlo di una donna che sarebbe stata schiacciata da un masso gigantesco. Hanno valore panoramico e pae´ gli stessi ‘‘tacchi’’, pasaggistico in se reti calcaree che si levano in verticale ` punti e costituiscono la carattein piu ristica dominante di questa parte dell’isola. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ` suggestive si delle feste popolari piu tiene la terza domenica di maggio in onore di Santa Barbara; si svolge presso l’omonima chiesetta e dura due

95

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 101

Ula Tirso giorni durante i quali il complesso delle cumbessı`as si anima. La festa, le` antiche tradizioni pastogata alle piu rali, culmina con una suggestiva cerimonia nel corso della quale viene offerto ai fedeli del latte.

Ulassai – Un’opera di Maria Lai.

Ula Tirso Comune della provincia di ` Oristano, compreso nella XV Comunita montana, con 628 abitanti (al 2004), posto a 348 m sul livello del mare, affacciato sul lago Omodeo dal versante orientale della vallata del Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 18,76 km2, compresa la frazione di Santa Chiara del Tirso, e confina a nord con Ardauli, a est con Neoneli e Ortueri, a sud con Busachi e a ovest con Ghilarza. Si tratta di una regione di valle, dove le ultime propaggini occidentali del Gennargentu declinano per lasciare spazio alla vallata scavata dal Tirso. A monte del paese scorre il rio Tannaghe, che si dirige a sud-ovest per gettarsi nel lago. Il paese ` collegato da tre brevi bretelle alla e statale 388, che provenendo da Oristano si dirige a Sorgono; un’altra strada scende ad attraversare il vecchio sbarramento sul Tirso, oggi sostituito da un ponte, per toccare la frazione di Santa Chiara e raggiungere

poi con un braccio Paulilatino, con l’altro Abbasanta e Ghilarza. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. L’attuale villaggio e di origini medioevali; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Barigadu. Dopo la caduta del giudicato entro il 1420 Ula (come si chiamava allora) unitamente a tutto il Barigadu pervenne al mar´ al suo chese d’Oristano che lo annette grande feudo. Dopo che il marchesato fu confiscato a Leonardo Alagon, nel ` a far parte del 1481 il villaggio entro feudo concesso a Gaspare Fabra, i cui ` Toreredi nel 1519 vendettero a Nicolo resani e a Carlo Alagon. Nella successiva spartizione che i due fecero tra loro, U. fu compreso nel Barigadu Susu toccato a Carlo Alagon. Estinti gli Alagon, nel 1547 il villaggio fu ereditato da Fabrizio de Gerp sposato con una Alagon, la cui discendenza si estinse nel 1579. U. allora, dopo una ` complicata vicenda giudiziaria, passo agli Alagon del ramo di Villasor che, a loro volta, si estinsero nel 1765 con la marchesa Emanuela sposata De Silva. ` allora sotto l’amminiIl villaggio torno strazione reale e invano i De Silva tentarono di averlo; nel 1774 fu compreso nel marchesato di Neoneli e concesso ` ai Ripoll. I suoi abitanti entrarono pero subito in conflitto con i nuovi feudatari e nel 1776 si rifiutarono apertamente di pagare i tributi feudali. Nei decenni successivi il difficile rapporto conti` a sussistere; estinti i Ripoll il vilnuo ` ai Sanjust, ai quali fu rilaggio passo scattato nel 1838. Nel 1821 U. fu incluso nella provincia di Oristano; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Di questo periodo storico abbiamo la precisa testimonianza di Vittorio Angius:

96

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 102

Ula Tirso «Popolazione. Giusta il censimento del 1846 erano allora in questo paese anime 586, distribuite in famiglie 161 ed in case 152. Secondo le condizioni domestiche distinguevasi il totale dei maschi 302, in scapoli 162, ammogliati 120, vedovi 20; il totale delle femmine, che erano 284, in zitelle 140, maritate 120, vedove 24. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie, nascite 24, morti 17, matrimoni 4. La prin` l’agricoltura, pocipale occupazione e chi attendendo alla pastorizia. Le donne lavorano tutte al telajo impiegando il lino e vendono un gran numero di pezze di tele principalmente nel Campidano. L’istruzione primaria ` poco curata. I ragazzi che vi qui pure e intervengono quando sono molti non sopravanzano i sedici. Forse neppure ` istituita otto dopo trent’anni da che e uscirono sapendo leggere e scrivere. Agricoltura. Il terreno non pare molto idoneo a’ cereali, e la fruttificazione lo prova. Nelle terre basse si semina grano e legumi, nelle alte l’orzo. La se` di circa 350 minagione del grano sara starelli, quella dell’orzo di 150, quella delle fave di circa 60. Il prodotto co` del 7. L’orzo rende il mune del grano e ` le fave. I legumi che ser10, e poco piu vono per provvista della casa si coltivano negli orti con molte specie, principalmente zucche, cipolle, cavoli. La ` molto prospera, ma forse di vite non e `e ` causa piuttosto il pessimo metodo cio e la negligenza che la natura del luogo. I vini sono deboli per la stessa causa e ` la sufficienza per la vendemmia non da tutto l’anno: il che prova come questi paesani sieno stolidi, che vogliono comprare da altri una derrata, della quale potrebbero abbondare ed avere guadagno. Pastorizia. Ho detto che pochissimi sono applicati alla pastorizia e da questo s’intenda lo scarso numero di capi, che compongono gli armenti e

le greggie degli ulesi. Le vacche non eccederanno i capi 200, le capre possono sommare a 450, le pecore a 800, i porci a 150. I cavalli e le cavalle manse ` di 60, i buoi 100, i non sono in totale piu giumenti 45». Nel 1870 il paese assunse l’attuale denominazione di U.T.; nel 1928 perse la propria autonomia e fu aggregato come frazione a Busachi. ` l’autonomia nel 1946 e nel Riacquisto 1974, quando fu ricostituita la provin` a farne parte. cia di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una modesta attivita settore alimentare e in quello dell’e` poco organizzata la nergia elettrica. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee Servizi. U.T. e ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 658 unita di cui maschi 318; femmine 340; famiglie 247. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 543 in migliaia di lire; versamenti ICI 242; aziende agricole 151; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 3; esercizi al dettaglio 9. Tra gli indicatori sociali: occupati 161; disoccupati 26; inoccupati 95; laureati 7; diplomati 56; con licenza media 227; con licenza elementare 269; analfabeti 39; automezzi circolanti 209; abbonamenti TV 192.

97

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 103

Ullo PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche che documentano la conti` dell’insediamento umano a parnuita tire dal periodo prenuragico: in particolare a quest’ultimo periodo appartengono le domus de janas di Niu Crobu che sono state sommerse dal lago; erano scavate nella trachite ed erano piuttosto numerose. Al periodo nuragico risalgono invece alcuni nuraghi tra i quali quelli di Filighe e di Tuselo. Quest’ultimo, abbastanza ben conser` particolarmente suggestivo. Invato, e ` anche la Tomba di giganti teressante e di Su Gigante, molto danneggiata. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE In posizione marginale rispetto al centro storico si trova la chiesa di Sant’Andrea, parrocchiale la cui costruzione fu avviata nel 1628 e ultimata oltre un secolo dopo. L’edificio fu co` struito al posto della precedente e piu antica parrocchia in uno stile composito di elementi tardogotici e barocchi; l’interno ha una navata e la copertura ` abbellita con volte a botte. La facciata e da un portale ogivale e da un grande ` completato da un rosone; l’edificio e campanile molto alto impostato con le stesse caratteristiche stilistiche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A U.T., cosı` come in molti altri paesi della zona, si festeggia Sant’Antonio Abate, il 16 e 17 gennaio; anche qui il culmine ` costituito dal delle celebrazioni e ` pubblico. Il 22 luglio si fa grande falo invece festa grande per Santa Maria Maddalena: con processione, ballo pubblico in piazza, spettacoli folcloristici, gara poetica ecc. &

Ullo Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Quirra. Sorgeva a pochi chilometri da Villagrande. Caduto il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1258 fu asse-

gnato ai Visconti, che lo unirono al giudicato di Gallura. Alla loro estinzione fu amministrato direttamente da Pisa fino alla conquista aragonese. Entrato a far parte del Regnum Sardiniae, nel 1327 fu concesso in feudo a Diego Zapata; negli anni seguenti la sua storia fu simile a quella del castello fino a ` nelle mani di quando, nel 1332, passo ` a spopoBerengario Carroz. Comincio larsi, ed entro la fine del secolo era deserto.

Ullu, Dante Direttore d’orchestra (n. Cagliari 1917). Dopo aver compiuto ` in Composistudi classici, si diplomo zione e in direzione d’orchestra a Roma. Fu per molti anni professore di Composizione nell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Apprezzato direttore d’orchestra presso i maggiori teatri italiani, fu direttore musicale ` anche a della rivista ‘‘Idea’’; collaboro ‘‘Melodramma Italiano’’ e al quoti` le rubridiano ‘‘Il Tempo’’, di cui curo che musicali.

Ulpio Vittore, Marco Governatore della Sardegna (sec. III). Funzionario di rango equestre, fu procurator pro legato della Mauretania Tingitana (239241? d.C.), stringendo relazioni di pace ` berbera dei Baquates e orcon la tribu dinando i restauri forse del pretorio di Volubilis. Trasferito in Sardegna (244` di vir egregius, 245), U.V., in qualita praefectus Sardiniae, procurator Augusti, pose dei cippi sulle a Caralibus Olbiam per Hafam (3), a Tharros Cornus, a Nora Bithiae, a Nora Caralibus che inneggiavano all’imperatore Filippo l’A` inoltre rabo. A Turris Lybisonis ordino un vasto programma di restauri (tempio della Fortuna, della basilica giudiziaria, del tribunal), mirante a rinnovare il foro della colonia: i lavori furono diretti da Lucio Magnio Fulviano, forse un ufficiale (tribunus militum) del suo seguito. [ANTONIO IBBA]

98

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 104

Umana

Ultero Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII erano pervenuti nelle mani dei Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu incluso nel pic` colo stato che la dinastia ligure formo nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese i Doria si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Il villaggio subı` gravi danni a causa delle operazioni militari ` che ne seguirono, e prima della meta ` completamente spodel secolo era gia polato.

Ulzega, Antonio Geologo (n. Roma 1941). Dedicatosi dopo la laurea alla ` diventato procarriera universitaria, e fessore di Geografia fisica presso la Fa` di Scienze dell’Universita ` di Cacolta ` anche direttore gliari. Attualmente e del Centro universitario interdipartimentale sulle coste e l’ambiente marino. Studioso di geografia fisica, ha scritto numerosi saggi che documentano l’elevato livello delle sue ricerche. Di particolare importanza sono i suoi studi sul Paleolitico e sugli effetti ` sul popolamento della dell’insularita Sardegna. Tra i suoi scritti: Il deposito quaternario con industria del Paleolitico inferiore di Sa Perdosa-Pantallinu Sassari, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XXVII, 1-2,1982; Il Paleolitico nell’Anglona (Sardegna Settentrionale). Ricerche 1979-80, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 12, 1982; Sa Perdosa-Pantallinu, in I primi abitanti d’Europa, 1 500 000-100 000 a.C., Catalogo della mostra, 1984; La fine del Pleistocene nella grotta Corbeddu in Sardegna, ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, `ne en XLI, 1-2, 1990; L’homme pleistoce Sardaigne (con F. Martini, Y.P. Sondaar

e G. Klein Holmeyer), ‘‘Anthropologie’’, ` e i suoi effetti sul po5, 1991; L’insularita polamento umano delle isole del Mediterraneo nel Pleistocene e nel primo Olocene (con F. Martini), ‘‘Rivista di Scienze preistoriche’’, XLII, 1-2, 1992; El mas antiguo poblamento humano de ´ neo (con F. Marlas islas del Mediterra tini), ‘‘Trabajos de Prehistoria’’, 49, 1992; Sa Coa de sa Multa e Sa PerdosaPantallinu: due paleosuperfici clactoniane in Sardegna (con C. Bini, F. Martini e G. Pitzalis), in Paleosuperfici del Pleistocene e del primo Olocene in Italia, 1993.

Umana Famiglia originaria di Sanremo (sec. XVII-esistente). Si trasferı` a Cagliari nel corso del secolo XVII con un Giovanni Agostino per curare i propri interessi commerciali. Egli riuscı` a in` ligure che domiserirsi nella comunita `; suo nava la vita economica della citta ` una Ventimifiglio Francesco sposo ` ricca, ebbe glia, e cosı` la famiglia, gia modo di entrare nel giro dell’aristocrazia. Dal matrimonio nacquero tre figli, ciascuno capostipite di un ramo diverso: da Agostino discese un ramo ` a dedicarsi al commercio che continuo e che si estinse nel corso del secolo XVIII; da Francesco discese un ramo che si estinse in poco tempo; da Giu` importante. seppe discese il ramo piu Egli divenne titolare dell’ufficio di depositario del Monte nummario, che gli consentı` di accrescere notevolmente le proprie sostanze; nel 1753 ottenne il cavalierato ereditario. Suo figlio Michele nel 1793 si distinse nella difesa di Cagliari contro il tentativo d’invasione dei francesi e nel 1799 ottenne il ` . Nel riconoscimento della nobilta corso del secolo XIX la famiglia ` espresse alcune distinte personalita tra cui il deputato Pasquale. Attualmente risiede a Cagliari.

Umana, Giuseppe Ufficiale dei mili99

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 105

Umana ziani (Cagliari 1768-ivi 1808). Si mise in luce durante il tentativo d’invasione francese del 1793 collaborando validamente con Vincenzo Sulis. In seguito prese parte attiva alle sedute degli Stamenti e nel 1794 fu promosso comandante delle milizie del quartiere della ` al partito Marina. Dopo il 1795 si lego dei moderati e nel giugno del 1796 fu posto a capo del corpo militare che fu inviato a bloccare Giovanni Maria Angioy a Oristano. Quando poi nel 1799 i ` nell’emiliziani furono sciolti, entro sercito regolare.

Umana, Pasquale Medico, deputato al Parlamento (Sassari 1830-ivi 1887). ` alla carriera Dopo la laurea si dedico universitaria. Divenne professore di ` di SasMedicina presso l’Universita sari e dal 1861 in quella di Cagliari, dove scrisse un importante lavoro sulla malaria. Dopo alcuni anni si trasferı` ` di Roma. Nel 1870 presso l’Universita fu eletto deputato di Alghero e successivamente riconfermato in diversi collegi fino al 1886; schierato con la Sini` dei prostra costituzionale, si occupo blemi della pubblica istruzione e delle ferrovie. Tra i suoi scritti: Colera morbus in Sassari nel 1855, 1855; In miasma palustre febresque periodicas Sardiniae perexiguae animadversiones, 1869; Agli elettori del collegio di Alghero, 1874; Sardegna in Parlamento, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1874; Discorso pronunciato alla Camera dei Deputati circa il proseguimento delle Ferrovie sarde, 1875; Interpellanza Salaris, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1875; Lettera all’‘‘Avvenire di Sardegna’’ sugli idoli fenici e sulle Carte d’Arborea, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, 1883; Pasquale Tola, ‘‘La Stella di Sardegna’’, VII, 4, 1886.

Umberto I Re d’Italia (Torino 1844Monza 1900). Divenuto re nel 1878, fu sostenitore della politica di Francesco Crispi e dopo il 1896 della linea auto-

ritaria dei governi che seguirono alla sconfitta di Adua e alla caduta di Crispi. I suoi contatti con la Sardegna si limitarono ad alcuni viaggi: una prima ` volta nel 1890, quando in agosto visito le fortificazioni di La Maddalena e l’isola di Caprera; una seconda volta nell’aprile 1899, nel difficile momento della recrudescenza del banditismo, quando, accompagnato dalla regina ` di Margherita, si trattenne per piu dieci giorni nell’isola assistendo alla posa della prima pietra del nuovo Municipio di Cagliari e all’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II a Sassari. Venne ucciso a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci.

Umberto I – Il re d’Italia in una foto d’epoca.

Umberto II Re d’Italia (Racconigi 1904Ginevra 1983). Il padre lo tenne lontano dal potere fino al maggio 1944, quando, nominato luogotenente del regno, assunse poteri sovrani e, dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele III nel mag-

100

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 106

Uneritani gio 1946, divenne re. Il suo fu un regno brevissimo che lo fece chiamare ‘‘il re ´ dovette infatti abdidi maggio’’, perche care subito dopo il referendum del 2 giugno. Morı` in esilio.

San Giuseppe, e assistette con la moglie a una Cavalcata sarda, in ricordo di quella che aveva salutato Umberto I e la regina Margherita nel 1899. L’ultimo suo drammatico viaggio lo fece nel breve periodo in cui fu re, impegnato in un rapido giro ‘‘elettorale’’ poco prima del referendum. Morı` a Ginevra dopo una lunga dimora in Portogallo, durante la quale fu spesso visi` altato dai monarchici sardi e rilascio `. cuni diplomi di nobilta

Unale Antica curatoria del giudicato di

Umberto II – Il figlio di Vittorio Emanuele III ` di un mese nel 1946. fu re per poco piu

` Molto legato alla Sardegna, la visito una prima volta con i suoi genitori nel ` in veste ufficiale e 1929. Nel 1934 torno ` come principe di Piemonte inauguro l’azienda agraria di Cuguttu (Alghero), primo nucleo del futuro progetto di bonifica integrale della Nurra algherese: l’azienda venne intitolata a Maria Pia, sua primogenita. Nella stessa occa` a Sassari il palazzo sione inauguro ` di Veterinaria e il grande della Facolta ‘‘viadotto del Littorio’’ sulla vallata di Rosello. Alcuni anni dopo fu ancora in ´ ; in Sardegna con la moglie Maria Jose questa occasione la coppia principe` un profondo ricordo: a Sassca lascio ` il nuovo teasari il principe inauguro tro della GIL, di fronte alla chiesa di

Gallura. Situata nella parte settentrionale della Gallura, contigua alla Montangia e al Fundimonte, si stendeva lungo le coste bellissime e frastagliate, frequentate allora solo da pescatori e da contrabbandieri. Comprendeva i villaggi di Albagnana, Arzachena, Budelli, Castro, Corruaro, Orto Murato e Scopeto. Estinta la dinastia dei Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII il territorio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. La conquista aragonese lo fece precipitare in un periodo di tragici e ininterrotti conflitti che ne determinarono il completo ` prima della fine del spopolamento gia secolo XIV. Dopo la battaglia di Sanluri il territorio, completamente spopolato, ` in possesso dei catalano-aragotorno nesi e fu incluso nel rinnovato sistema feudale.

Unali, Anna Studiosa di storia medioevale (n. Roma 1938). Dopo aver conse` dedicata all’inseguito la laurea si e gnamento universitario; attualmente ` di Lettere insegna presso la Facolta ` ‘‘La Sapienza’’ di dell’Universita ` in Roma. Tra i suoi scritti: La servitu Sardegna dal XI al XIII secolo, ‘‘Critica storica’’, X, 1973; Marinai, pirati e corsari catalani nel Basso Medioevo, 1983.

Uneritani Antica popolazione della Sardegna. Ricordati su un’iscrizione da Las Plassas (Marmilla), gli U. abita-

101

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 107

Unione cattolica ` sec. I d.C.?) un distretto ruvano (meta rale (pagus) il cui fulcro politico ed economico era verosimilmente rappresentato da un templum di Giove, edificato dagli stessi pagani. Gli U., forse aggregati amministrativamente a Uselis, erano verosimilmente dei Sardi privi di cittadinanza romana e soggetti al pagamento dello stipendium o della decima, insediati in villaggi (vici) e case sparse del pagus. [ANTONIO IBBA]

‘‘Unione cattolica, L’’’ Trisettimanale religioso, politico e letterario, che fu pubblicato a Cagliari dal 1874 al 1875.

‘‘Unione sarda, L’’’ Quotidiano pubbli` il piu ` cato a Cagliari dal 1889 a oggi. E antico quotidiano che attualmente si pubblichi in Sardegna. L’uscita del ` in preparazione giornale era gia quando, il 5 ottobre 1889, un disastroso ciclone e lo straripamento di alcuni torrenti devastarono il Campidano di Cagliari: l’‘‘Unione’’ uscı` il giorno dopo con un numero di saggio, e dopo alcune uscite settimanali a dicembre ` a essere pubblicato quotidiacomincio namente. Il giornale era stato fortemente voluto dalla borghesia liberale ` , di cui divenne l’espressione della citta ` viva. Inizialmente i principali propiu motori furono Francesco Cocco Ortu e il Cao Pinna, che pur essendo entrambi esponenti del liberalismo sardo erano schierati su posizioni differenti. Que` non consentı` al giornale sta ambiguita di avere una linea culturale e politica ` nel 1903 a una ben precisa e porto prima rottura in seno alla compagine che lo aveva fatto nascere. La polemica fu avviata da Marcello Vinelli, che si dimise dalla direzione per contrasti col Cao Pinna, il quale a sua volta, nel ` . La crisi 1904, uscı` dalla proprieta ` alla direzione di Raffa Garzia, porto ` lo sviluppo del giornale fino che guido al 1913 contribuendo a definire una li-

nea editoriale decisamente anti-Cocco Ortu e appoggiando Ottone Bacaredda. Nel 1914 il quotidiano fu interventista e nel dopoguerra espresse posizioni di crescente antisocialismo; nel 1920 il vecchio gruppo editoriale ne cedette ` all’industriale minerario la proprieta Ferruccio Sorcinelli, il quale impresse al giornale una linea politica antisardista e di deciso sostegno alle posizioni del fascismo, specialmente negli anni della direzione di Francesco Caput. Le posizioni di Sorcinelli e di Caput, nettamente contrarie alla ‘‘fusione’’ tra fascisti e sardisti patrocinata dal prefetto Asclepia Gandolfo, misero il giornale in una posizione difficile che – attraverso un’operazione di polizia pilo` alla sua chiutata dal prefetto – porto sura nel gennaio 1924. Il quotidiano riprese a uscire nell’aprile dello stesso anno ma nel 1925, con la morte di Sorcinelli e l’allontanamento di Caput, divenne espressione del Partito fascista ‘‘sardistizzato’’. Diretto da Raffaele ` con rigore queContu, ‘‘L’U.s.’’ osservo sta linea fino al 1943 collocando sotto la testata la parola d’ordine ‘‘Dove il Duce vuole’’. Dopo i primi terribili bombardamenti di fine febbraio 1943 il giornale interruppe le pubblicazioni: gli impianti della tipografia furono smontati e messi al riparo. Solo nel novembre il giornale ricomparve in una situazione totalmente mutata: i Sorcinelli (e il PNF, l’ultimo proprietario) erano stati estromessi, e il controllo del giornale era passato al Comitato di Concertazione Antifascista (nome del CLN in Sardegna). Tra i direttori che si avvicendarono sino al 1946 vi furono il socialista Jago Siotto, il comunista Luigi Pirastu e il liberale Giuseppe Musio. Ma subito dopo la fine ` del quotidella guerra la proprieta ` alla famiglia Sorcinelli e il diano torno giornale, diretto da Fabio Maria Cri-

102

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 108

Universita` in Sardegna velli, succeduto al conte Spetia, divenne espressione degli ambienti democratico-liberali di Cagliari. Nel ` del giornale passo ` 1967 la proprieta nelle mani della SIR dell’ingegner Nino Rovelli, nel momento in cui il potente petroliere lombardo volle garantirsi – attraverso l’acquisto di due quotidiani isolani – il sostegno alle sue operazioni industriali. Alla caduta dell’‘‘impero petrolchimico’’ il giornale ` in mani sarde, acquistato – intorno torno al 1980 – dal giovane editore emergente cagliaritano Nicola Grauso. Negli anni successivi il giornale ebbe come direttore Gianni Filippini e nel 1986 nuovamente F.M. Crivelli, a suo tempo licenziato durante il periodo rovelliano. Altri direttori (fra cui Massimo Loche dal 1988, Mario Sechi, Arturo Clavuot dal 1989, Antonangelo Loiri dal 1994) si alternarono prima ` del giornale passasse, che la proprieta al giro di boa del 2000, all’immobiliarista cagliaritano Sergio Zuncheddu. ` Paolo Figus. La tiL’attuale direttore e ratura si aggira intorno alle 80 000 copie.

Unione Sportiva Nuorese Societa` sportiva nata nel 1930 nel capoluogo barbaricino dalla fusione dell’Avanguardia con il Club e dedicata esclusi` si praticava vamente al calcio. In citta ` in precedenza il foot-ball, ma la gia prima squadra fu iscritta al campionato regionale dopo l’inaugurazione dello stadio ‘‘Quadrivio’’, nel 1932, e vi ` con alterne vicende fino allo partecipo scoppio della guerra. Dal 1945 la N.U.S. proseguı` nel campionato di 1ª divisione per poi approdare qualche anno dopo nella serie D. Dopo campionati onorevoli e qualche retrocessione, negli anni Ottanta ottenne la storica promozione in C2, sotto la guida di Vanni Sanna. Dopo due anni in questa categoria e l’avvio al calcio che conta

di due campioni come Pietro Paolo ` nelVirdis e Gianfranco Zola, ritorno l’anonimato della quarta serie e poi del campionato regionale. Nella stagione 2004-2005, dopo una ristruttura` zione della dirigenza della societa ` sotto la presidenza di Goveani, torno di nuovo in serie D con l’apporto di alcuni grandi giocatori come Gianluca Festa, ex Cagliari ed ex Middlesbrough. Ottenuta la promozione in serie C2 nell’anno sportivo 2005-2006, l’U.S.N., allenata da Mario Petrone, si avvale del contributo di un altro ` ’’ grande giocatore ex Cagliari, ‘‘Lulu Oliveira, sardo d’adozione, e nel campionato 2006-2007 occupa una posizione di vertice. [GIOVANNI TOLA]

` in Sardegna Il primo passo Universita ` fu fatto da Caper avere l’Universita gliari e da Sassari separatamente durante il Parlamento del 1543, nell’intento di porre fine alla situazione di grave ritardo in cui l’istruzione superiore si trovava nell’isola e al disagio di quei giovani che, volendo studiare filosofia, medicina, diritto e teologia, dovevano recarsi necessariamente sul continente affrontando spese rilevanti, precluse alla maggior parte dei sardi, e grandi pericoli connessi al dif` ficile viaggio per mare. Le due citta chiesero che una quota del donativo fosse destinata all’istituzione dell’Uni` , impegnandosi a integrare la versita somma con un loro contributo; Sassari, inoltre, offrı` anche il contributo finanziario dell’arcivescovo per sostenere l’impresa. La richiesta rimase senza una risposta da parte di Carlo V, impegnato nelle sue guerre, ma non fu dimenticata. Durante il Parlamento del ` fu nuo1553 l’apertura dell’Universita vamente sollecitata, ma anche questa volta senza esito. ` o meno negli stessi A SASSARI Cosı`, piu ´ la risposta da parte del re anni, poiche

103

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 109

Universita` in Sardegna non arrivava, sia l’arcivescovo di Cagliari che quello di Sassari tentarono di raggiungere l’obiettivo rivolgendosi ai Gesuiti, sostenuti in questo da Alessio Fontana, un importante funzionario della segreteria di Carlo V che addirit` ogni suo tura, morendo nel 1559, lascio ` avere per la creazione dell’Universita ` natale. Il testaa Sassari, sua citta mento di Fontana prevedeva che la nuova istituzione fosse posta sotto l’alto patronato dell’arcivescovo di Sassari e del Comune, mentre gli insegnanti avrebbero dovuto essere forniti ` vodai Gesuiti. La compagnia accetto ` presso lentieri la proposta e cosı` avvio il pontefice le pratiche per l’apertura del collegio. L’autorizzazione pontifi` , tardava, per cui per accelecia, pero rare il procedimento intervennero direttamente l’arcivescovo Alepus e il governatore del Capo di Sassari e Logudoro Antioco Bellit. I due infatti erano sufficientemente introdotti negli ambienti romani; seppero trovare ` la giusta strada e il papa Pio IV firmo l’autorizzazione per l’apertura del Collegio di Sassari. Dopo un febbrile lavoro organizzativo, nel 1562 furono attivati i corsi di Lettere e di Filosofia, e ´ dopo alcuni anni sembrava che poiche il loro funzionamento avesse raggiunto un buon livello, nel 1589 fu chiesta la trasformazione del collegio in Univer` . Il beneficio fu negato, ma il Cosita ` al suo mune di Sassari non rinuncio ` progetto e nel 1602 e nel 1616 rinnovo la richiesta: l’autorizzazione fu ancora una volta negata, sebbene le risorse finanziarie per sostenere i costi dell’U` fossero, negli stessi anni, auniversita mentate. Infatti il celebre medico sassarese Vico Guidone e il cavalier Marongiu Gambella avevano lasciato il `. loro patrimonio alla futura Universita ` cosı` a premere per otSassari continuo ´ Fitenere il riconoscimento finche

` lippo III nel 1617 riconobbe la Facolta di Teologia e quella di Filosofia. La strada sembrava finalmente aperta e dopo ulteriori pressioni nel 1632 la ` ottenne l’autorizzanuova Universita zione a rilasciare titoli dottorali secondo le norme che regolavano il loro ` sparilascio nelle altre Universita gnole. Nel 1634, infine, furono approvati gli statuti e l’Ateneo sassarese prese a funzionare regolarmente; la cura dell’istituto venne affidata al Con` , che aveva il compito siglio della citta di designare il sovrintendente, mentre la presidenza onoraria fu attribuita all’arcivescovo. A CAGLIARI Negli stessi anni anche Ca` una lunga battaglia per otgliari inizio ` . Infatti anche tenere la sua Universita nei confronti del futuro Ateneo cagliaritano furono avanzate molte riserve, tanto che solo nel 1606 Filippo III diede l’assenso per la sua costituzione. ` di Cagliari avrebbe Anche l’Universita potuto rilasciare titoli dottorali e funzionare conformemente alle norme ` spagnole, che regolavano le Universita ma la mancanza dei fondi necessari ad ` attivarne il funzionamento ne ritardo l’apertura. La situazione sembrava non sbloccarsi ancora quando Martin Carrillo fu mandato in Sardegna come visitatore generale. Comprendendo il grave disagio di Cagliari, egli si ado` per sbloccare la situazione, popero nendo in evidenza i pericoli sociali che si sarebbero potuti correre qualora l’Ateneo non fosse stato attivato. Altri anni trascorsero inutilmente: solo nel 1620 finalmente giunse l’atto definitivo di fondazione. Nel 1626 il giureconsulto Giovanni Dexart fu in grado di redigerne le Costituzioni e ` del Seicento cosı` entro la prima meta ` cominciarono a funle due Universita zionare. Ma nel pieno della grande crisi che colpiva l’Impero spagnolo,

104

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 110

Universita` in Sardegna ` in difficolta ` quella di Sassari si trovo ´ le risorse finanziarie a disia perche ´ sposizione erano esaurite sia perche si aprı` una lunga controversia per determinare a chi spettasse il suo con` addirittura trollo; dopo il 1650 sembro ` dovesse cessare del che la sua attivita ` di Cagliari, invece, tutto. L’Universita pareva destinata a migliori fortune: la ` di insegnanti di buon lidisponibilita ` un crescente numero di stuvello attiro denti che sembrava garantire la stabi` dei corsi e renderne possibile la lita `. continuita ` una LA CRISI Anche questa fu pero breve parentesi: negli ultimi decenni ` di Cadel Seicento anche l’Universita ` ecogliari dovette affrontare difficolta ` a sonomiche e la delusione comincio stituirsi all’entusiasmo col quale inizialmente aveva preso a funzionare. Alla fine del secolo, quindi, i due Atenei sardi si trovarono ad attraversare una crisi profonda e nel 1682 fu loro inferto un colpo mortale, quando il vi´ con un suo provvedimento stabilı` cere che i fondi ad esse destinati dovevano essere utilizzati per far fronte alle esigenze del governo dell’isola. Era questo il segno dei tempi: la grave crisi nella quale si dibatteva la Spagna finı` ` di un per compromettere la possibilita regolare funzionamento delle due istituzioni che tanto erano state desiderate dai sardi. La vita dei due Atenei si ` quasi completamente, e in quefermo ste condizioni essi furono trovati dalla nuova dinastia quando nel 1720 il Re` ai Savoia. In un gno di Sardegna passo ` che le cose primo momento sembro non dovessero cambiare; infatti la nuova dinastia regnante, impegnata nel tentativo di sbarazzarsi dell’isola ` le poche per via diplomatica, destino risorse finanziarie disponibili ad altri ` , cambiarono settori. Le cose, pero quando gli affari di Sardegna furono

affidati al conte Giambattista Lorenzo Bogino. Agendo in un contesto in cui la permanenza della Sardegna nelle mani dei Savoia sembrava ormai con` un vasto pro solidata, egli avvio gramma di riforme, tra cui era com`. Il ripresa quella delle due Universita lancio dei due Atenei ebbe inizio nel 1759, e fu talmente radicale che molti affermarono addirittura che si trattava di una nuova fondazione; infatti fu aperta a Cagliari la Scuola di chirurgia, che venne affidata al grande chirurgo Michele Plazza; negli anni successivi il Bogino istituı` una commissione per studiare i termini della riforma dei due Atenei. Fu presa come ` di Torino e dopo modello l’Universita tre anni, nel 1764, un decreto reale pra` l’Universita ` di Caticamente rifondo gliari e nel 1765 con analogo decreto fu ‘‘restaurata’’ quella di Sassari, la cui riapertura era stata chiesta insistentemente dal Consiglio civico. DOPO LA RESTAURAZIONE L’Univer` cagliaritana fu articolata nelle Fasita ` di Teologia, Giurisprudenza, Mecolta ` fu dicina, Filosofia e Arti; alle Facolta aggiunta la Scuola di chirurgia. L’Uni` di Sassari fu articolata nelle Faversita ` di Filosofia e Arti, Diritto, Teolocolta `, gia e Medicina. Le due Universita inoltre, furono sottratte al controllo ecclesiastico e divennero istituzioni scolastiche governative dotate di autonomia; in linea di massima gli insegnamenti furono affidati a professori piemontesi scelti tra religiosi che risiedevano in Sardegna e la cui autorevolezza era fuori discussione. In questo modo entrambi gli Atenei riuscirono a dotarsi di un corpo docente di buon livello, cui con una certa frequenza si aggiungevano professori provenienti dalla terraferma, attirati in Sardegna dal governo con la promessa di particolari benefici (ad esempio, il professor

105

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 111

Universita` in Sardegna ´ fu Corte giunse in Sardegna perche `, creato nobile). Il rinnovamento, pero fu solo strutturale: infatti le due Uni` nel complesso non seppero racversita cogliere se non in piccola parte i nuovi impulsi che venivano dalla cultura illuministica e continuarono in genere a trasmettere contenuti tradizionali. Al` fu la cronica scarsita ` di tra difficolta mezzi finanziari necessari per pagare gli stipendi, per comprare le attrezzature didattiche e per rinnovare i locali. ` si trovarono cosı` in diffiLe Universita ` e per farvi fronte furono costrette colta a chiedere il sostegno finanziario dei Comuni e degli ordini religiosi. Si de` quindi una situazione abbatermino stanza strana che finı` per consentire che la vita culturale dei due Atenei fosse controllata dall’esterno limitando la loro autonomia. L’ordinamento dei due Atenei rimase immutato ` dell’Ottocento: questa fino alla meta ` finı`, pero `, per fasostanziale stabilita vorire alcuni interventi che contribuirono a migliorarne il funzionamento. In particolare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento furono acquisite nuove attrezzature e fu avviata la costituzione di musei e di biblioteche che contribuirono a elevare il livello degli ` , con la ‘‘fusione studi. Dopo il 1848 pero perfetta’’, i due Atenei corsero nuovi pericoli: infatti nel nuovo contesto nel quale la Sardegna fu collocata erano divenuti centri periferici di istruzione superiore. NUOVI PERICOLI Al governo centrale essi cominciarono ad apparire onerosi ` e di difficile gestione, per cui comincio a farsi strada l’idea di una loro radicale ristrutturazione o addirittura di una loro soppressione. Si aprı` un animato dibattito in proposito, che diede luogo in seno all’opinione pubblica sarda al formarsi di due schieramenti contrapposti. Nel 1859, con l’entrata in vigore

della legge Casati, fu soppressa l’Uni` di Sassari e nel 1862 quella di versita Cagliari fu classificata di seconda cate` in goria. Sembrava che l’Universita Sardegna fosse giunta a un punto morto, ma con la stabilizzazione del processo di unificazione nazionale la ` e il pericolo di prospettiva miglioro ` ; fu infatti trovata soppressione cesso una soluzione per Sassari e l’Ateneo ` a vivere grazie anche alla cocontinuo stituzione di un consorzio con il contributo finanziario del Comune e della ` , pero `, Provincia. Le due Universita erano considerate di secondo livello, per cui continuarono ad avere una vita stentata: la maggior parte dei finanziamenti che il governo stanziava ` finiva agli Atenei di per l’Universita primo livello. Alla fine dell’Ottocento, poi, a causa della crisi finanziaria nella quale l’Italia si dibatteva, il governo decise di operare ulteriori tagli al finanziamento; in questo contesto tutti i tentativi fatti per ribaltare la situazione e far inserire le due Univer` tra quelle di primo livello fallisita rono. IL NOVECENTO Solo ai primi del Novecento, col governo di Giolitti e il concorso di eminenti politici e studiosi si ottenne il sospirato pareggiamento e le ` furono ammesse nel due Universita numero degli Atenei di primo livello. In pochi anni furono cosı` istituiti nuovi insegnameni, costruiti nuovi edifici, potenziate le attrezzature didattiche e le biblioteche. Con la riforma Gentile ` di Cagliari fu innel 1923 l’Universita ` il serita nel novero delle 10 Universita cui funzionamento fu posto totalmente ` di a carico dello Stato. Per l’Universita Sassari, che aveva schivato solo nel 1925 l’ultima minaccia di soppressione, i due enti che costituivano il consorzio (Comune e Provincia) furono infine in grado di destinare maggiori ri-

106

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 112

Universita` in Sardegna sorse e di ottenere un robusto finanziamento integrativo dallo Stato. I due Atenei si svilupparono ulteriormente: in particolare il settore della Medicina ` agli ospedali e furono aperte si lego ` . A Cagliari nacque cosı` nuove Facolta ` di Lettere e a Sassari quelle la Facolta di Veterinaria e di Agraria. Durante la seconda guerra mondiale la vita dei due Atenei sembro paralizzarsi a causa degli eventi bellici; un intelligente de` nel territocentramento delle Facolta rio e il prudente trasferimento di attrezzature e di biblioteche evitarono ` il peggio, soprattutto all’Univerpero ` di Cagliari, piu ` direttamente misita nacciata dai massicci bombardamenti alleati. I due Atenei continuarono cosı` a funzionare, sia pure frammentariamente, e, terminata la guerra, ripresero a pieno ritmo. Nel dopoguerra, con l’avvio dell’autonomia regionale, ebbero un ulteriore impulso e crebbero sino a raggiungere l’assetto attuale. ` DI CAGLIARI UNIVERSITA ` di Cagliari nell’anno accaL’Universita demico 2005-2006 aveva 36 837 studenti, 1218 professori, 44 dipartimenti. Gli insegnamenti che vengono impar` di corsi di lautiti offrono la possibilita rea triennali e specialistici in base alla recente legislazione universitaria. L’Ateneo si avvale anche di numerose scuole di specializzazione post-laurea, che garantiscono un ulteriore livello di preparazione; sono attivati anche diversi dottorati di ricerca. ` di Economia. Corsi di laurea Facolta triennali: Economia e amministrazione delle imprese (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione aziendale); Economia e gestione aziendale (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione aziendale); Economia e gestione dei servizi turistici (classe 17, Scienze dell’economia e della gestione

aziendale); Economia e finanza (classe 28, Scienze economiche). Corso di laurea specialistica: Economia manageriale (classe 84/S, specialistica in Scienze economico-aziendali). ` di Farmacia. Corsi di laurea Facolta triennali: Scienze e tecnologie erboristiche (classe 24, Scienze e tecnologie farmaceutiche); Tossicologia dell’ambiente, del farmaco e degli alimenti (classe 24, Scienze e tecnologie farmaceutiche). Corsi di laurea specialistica: Chimica e tecnologia farmaceutiche (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale); Farmacia (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale). ` di Giurisprudenza. Corsi di lauFacolta rea triennali: Servizi giuridici (classe 02, Scienze dei servizi giuridici); Scienze giuridiche (classe 31, Scienze giuridiche). ` di Ingegneria. Corsi di laurea Facolta triennali: Ingegneria edile (classe 04, Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria edile); Ingegneria civile (classe 08, Ingegneria civile e ambientale); Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (classe 08, Ingegneria civile e ambientale); Ingegneria elettronica (classe 09, Ingegneria dell’informazione); Ingegneria chimica (classe 10, Ingegneria industriale); Ingegneria elettrica (classe 10, Ingegneria industriale); Ingegneria meccanica (classe 10, Ingegneria industriale); Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali (classe 41, Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali). Corsi di laurea specialistica biennali: Ingegneria edile (classe 4/S, specialistica in Architettura e Ingegneria edile); Ingegneria chimica (classe 27/S, specialistica in Ingegneria chimica); Ingegneria civile (classe 28/ S, specialistica in Ingegneria civile); Ingegneria elettrica (classe 31/S, specialistica in Ingegneria elettrica); In-

107

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 113

Universita` in Sardegna gegneria elettronica (classe 32/S, specialistica in Ingegneria elettronica); Ingegneria energetica (classe 33/S, specialistica in Ingegneria energetica e nucleare); Ingegneria meccanica (classe 36/S, specialistica in Ingegneria meccanica); Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (classe 38/S, specialistica in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio). Corso di laurea specialistica a ciclo unico quinquennale: Ingegneria edile-Architettura (classe 4/S, specialistica in Architettura e Ingegneria edile). ` di Lettere e Filosofia. Corsi di Facolta laurea triennali: Lettere (classe 5, Lettere); Storia e Informazione (classe 5, Lettere); Beni culturali (classe 13, Scienze dei Beni culturali); Filosofia (classe 29, Filosofia); Operatore culturale per il Turismo (classe 39, Scienze del Turismo). Corsi di laurea specialistica biennali: Archeologia (classe 2/S, specialistica in Archeologia); Culture e ` (classe 15/S, Letterature dell’Antichita specialistica in Antropologia culturale ed etnologica); Letterature moderne (classe 16/S, specialistica in Filologia moderna); Lingua, Letteratura e Cultura della Sardegna (classe 16/S, specialistica in Filologia moderna); Filosofia e Storia delle Idee filosofiche (classe 18/S, specialistica in Filosofia ` (classe 94/ teoretica); Storia e Societa S, specialistica in Storia contemporanea); Storia dell’Arte (classe 95/S specialistica in Storia dell’Arte). ` di Lingue e Letterature StraFacolta niere. Corsi di laurea triennali: Lingue e Culture europee ed extraeuropee (classe 11, Lingue e Culture moderne); Lingue e Comunicazione (classe 14, Scienze della Comunicazione). ` di Medicina e Chirurgia. Corsi Facolta di laurea specialistica (corsi a numero programmato): Medicina e Chirurgia (classe 46/S, Medicina e Chirurgia, du-

rata 6 anni); Odontoiatria e Protesi dentaria (classe 52/S, Odontoiatria e Protesi dentaria, durata 5 anni). ` di Scienze della Formazione. Facolta Corsi di laurea triennali: Scienze dell’Educazione e della Formazione (classe 18, Scienze dell’Educazione e della Formazione); Scienze e Tecniche psicologiche applicate all’Apprendimento e alla Salute psicosociale (classe 34, Scienze e Tecniche psicologiche). Corso di laurea quadriennale: Scienze della Formazione primaria; Corso di laurea specialistica: Psicologia (classe 58/S, specialistica in Psicologia). ` di Scienze Matematiche, Fisiche Facolta e Naturali. Corsi di laurea triennali: Biotecnologie industriali (classe 1, Biotecnologie); Biologia sperimentale (classe 12, Scienze biologiche); Bioecologia applicata (classe 12, Scienze biologiche); Scienze della Terra (classe 16, Scienze della Terra); Chimica (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Scienza dei Materiali (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Fisica (classe 25, Scienze e Tecnologie fisiche); Informatica (classe 26, Scienze e Tecnologie informatiche); Scienze naturali (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura); Matematica (classe 32, Scienze matematiche). Corsi di laurea specialistica: Biochimica (classe 6/S, specialistica in Biologia); Biologia marina (classe 6/S, specialistica in Biologia); Neuropsicobiologia (classe 6/S, specialistica in Biologia); Fisica (classe 20/S, specialistica in Fisica); Matematica (classe 45/S, specialistica in Matematica); Chimica (classe 62/S, specialistica in Scienze chimiche); Scienza dei Materiali (classe 62/S, specialistica in Scienze chimiche); Rilevatore di Ambienti Naturali (classe 68/S, specialistica in Scienze della Natura); Geologia tec-

108

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 114

Universita` in Sardegna nica e ambientale (classe 86/S, specialistica in Scienze geologiche); Scienze geologiche (classe 86/S, specialistica in Scienze geologiche). ` di Scienze Politiche. Corsi di Facolta laurea triennali: Scienze politiche (classe 15, Scienze politiche e delle Relazioni internazionali); Economie e Politiche europee (classe 28, Scienze economiche); Scienze Sociali per lo Sviluppo (classe 35, Scienze sociali per la Cooperazione, lo Sviluppo e la Pace). Corsi di laurea specialistica: Relazioni internazionali (classe 60/S, specialistica in Relazioni internazionali); Scienze politiche (classe 70/S, specialistica in Scienze della Politica); Scienze sociali e Cooperazione allo Sviluppo (classe 88/S, specialistica in Scienze per la Cooperazione allo Sviluppo). ` . Corsi di Corsi di laurea Interfacolta laurea triennali: Amministrazione, Governo e Sviluppo locale (classe 19, S c i e n z e d e l l ’ A m m in i s t r a z i o n e ) ; Scienze motorie (classe 33, Scienze ` motorie e sportive). delle Attivita Corso di laurea specialistica: Scienze economiche (classe 64/S, specialistica in Scienze dell’Economia); Scienze e Tecnica dello Sport (classe 75/S, specialistica in Scienze e Tecnica dello Sport); Scienze dell’Amministrazione pubblica (classe 71/S, specialistica in Scienze delle pubbliche Amministrazioni). ` DI SASSARI UNIVERSITA ` di Sassari nell’anno accaL’Universita demico 2005-2006 aveva 20 844 studenti, 730 docenti, 23 dipartimenti. Vi si possono seguire corsi triennali e corsi specialistici; l’Ateneo inoltre si avvale di scuole di specializzazione post-laurea e di dottorati di ricerca. ` di Agraria. Corsi di laurea Facolta triennali: Progettazione e Pianificazione del Territorio rurale (classe 7, Urbanistica e Scienze della Pianifica-

zione territoriale e ambientale); Produzione e Protezione delle Colture agrarie (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze e Tecnologie agrarie (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze e Tecnologie forestali e ambientali (Nuoro) (classe 20, Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Scienze zootecniche (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Tecnologie alimentari (Oristano) (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali); Viticoltura ed Enologia (Oristano) (classe 20, Scienze e Tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali). Corsi di laurea specialistica: Produzioni zootecniche mediterranee (classe 79/S, Scienze e Tecnologie agrozootecniche); Pianificazione e Gestione dell’Ambiente e del Territorio rurale (classe 54/S, Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale); Progettazione e Gestione dei Sistemi forestali e ambientali (Nuoro) (classe 74/S, Scienze e Gestione delle Risorse rurali e forestali: 1. curriculum controllo dei sistemi forestali e ambientali; 2. curriculum produzione in ambiente forestale); Produzioni vegetali e Difesa in Ambiente mediterraneo (classe 77, Scienze e Tecnologie agrarie: 1. curriculum agrotecnologie per il territorio e l’ambiente rurale; 2. curriculum produzioni vegetali e difesa); Biotecnologie agrarie e ambientali (classe 7/S, Biotecnologie agrarie); Produzioni vegetali biologiche (classe 77/S, Scienze e Tecnologie agrarie). ` di Architettura. (corsi a numero Facolta programmato). Corsi di laurea triennali: Scienze dell’Architettura (Alghero) (classe 4, Scienze dell’Architettura e dell’Ingegneria edile); Pianificazione territoriale, urbanistica e am-

109

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 115

Universita` in Sardegna bientale (Alghero) (classe 7, Urbanistica e Scienze della Pianificazione territoriale e ambientale). ` di Economia. Corsi di laurea Facolta triennali: Economia (classe 28, Scienze economiche); Economia aziendale (classe 17, Scienze dell’Economia e della Gestione aziendale); Economia e Imprese del Turismo (Olbia) (classe 17, Scienze dell’Economia e della Gestione aziendale). ` di Farmacia. Corsi di laurea Facolta triennali: Tecniche erboristiche (Tempio Pausania) (classe 24, Scienze e Tecnologie farmaceutiche); Tossicologia degli Inquinanti ambientali (Tempio Pausania) (classe 24, Scienze e Tecnologie farmaceutiche). Corsi di laurea specialistica: Chimica e Tecnologia farmaceutiche (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale); Farmacia (classe 14/S, Farmacia e Farmacia industriale). ` di Giurisprudenza. Corsi di lauFacolta rea triennali: Diritto delle Amministrazioni e delle Imprese pubbliche e private (classe 2, Scienze dei Servizi giuridici); Scienze giuridiche (classe 31, Scienze giuridiche). Corso di laurea specialistica: Giurisprudenza (classe 22/S, Giurisprudenza). ` di Lettere e Filosofia. Corsi di Facolta laurea triennali: Filosofia (classe 29, Filosofia); Lettere (classe 5, Lettere: 1. curriculum classico, percorso filologico-letterario; 2. curriculum classico, percorso storico-antico; 3. curriculum moderno, percorso filologico-letterario; 4. curriculum moderno, percorso storico-antico); Scienze dei Beni culturali (classe 13, Scienze dei Beni culturali: 1. curriculum beni archivistici e librari; 2. curriculum beni demoetnoantropologici e ambientali; 3. curriculum beni storico-artistici e archeologici; 4. curriculum archeologia subacquea, Oristano, corso a numero pro-

grammato); Scienze delle Professioni educative di Base (corso a numero programmato) (classe 18, Scienze dell’Educazione e della Formazione: 1. curriculum educatore e animatore); Teoria e Tecniche dell’Informazione (classe 14, Scienze della comunicazione). Corsi di laurea specialistica: Antropologia culturale ed Etnologia (classe 1/S, Antropologia culturale ed etnologia); Archeologia (classe 2/S, Archeologia: 1. curriculum archeologia classica e orientale; 2. curriculum archeologia preistorica e protostorica; 3. curriculum archeologia tardoantica e medioevale); Letterature e Storia del Mondo antico (classe 15/S, Filologia e lettera` ); Programmazione ture dell’antichita e Gestione dei Servizi educativi e formativi (classe 56/S, Programmazione e Gestione dei Servizi educativi e formativi: 1. curriculum progettazione e coordinamento dei servizi socioeducativi); Filologie e Culture della Moder` (classe 16/S, Filologia moderna); nita Filosofia e Forme del Sapere (classe 18/S, Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica, attivato in conven` di Pisa). zione con l’Universita ` di Lingue e Letterature straFacolta niere. Corsi di laurea triennali: Lingue e Culture straniere moderne (classe 11, Lingue e Culture moderne); Mediazione linguistica (classe 3, Scienze della Mediazione linguistica). Corso di laurea specialistica: Lingue straniere per la Comunicazione internazionale (classe 43/S, Lingue straniere per la Comunicazione internazionale). ` di Medicina e Chirurgia (corsi a Facolta numero programmato). Corsi di laurea triennali: Infermieristica (l’attiva` subordinata alla stipula del zione e protocollo d’intesa per la costituzione dell’Azienda sanitaria mista Univer` -Regione; abilitante alla professita sione sanitaria di infermiere) (classe

110

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 116

Upupa SNT/1, Professioni sanitarie, infermieristiche e Professione sanitaria oste` sutrica); Fisioterapia (l’attivazione e bordinata alla stipula del protocollo d’intesa per la costituzione dell’A` -Rezienda sanitaria mista Universita gione; abilitante alla professione sanitaria di fisioterapista) (classe SNT/2, Professioni sanitarie della Riabilitazione). Corsi di laurea specialistica: Medicina e Chirurgia (classe 46/S, Medicina e Chirurgia); Odontoiatria e Protesi dentaria (classe 52/S, Odontoiatria e Protesi dentaria). ` di Medicina veterinaria. Corsi Facolta di laurea triennali: Produzioni animali (Nuoro) (classe 40, Scienze e Tecnologie zootecniche e delle Produzioni animali: 1. curriculum gestione e allevamento degli ovini e dei caprini). Corso di laurea specialistica (corso a numero programmato): Medicina veterinaria (classe 47/S, Medicina veterinaria). ` di Scienze matematiche, fisiche e Facolta naturali. Corsi di laurea triennali: Chimica (classe 21, Scienze e Tecnologie chimiche); Scienze biologiche (classe 12, Scienze biologiche: 1. curriculum bio-molecolare; 2. curriculum bio-nutrizionistico; 3. curriculum bio-sanitario; 4. curriculum biologico ambientale); Scienze ambientali e naturali (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura: 1. curriculum marino; 2. curriculum terrestre; 3. curriculum ambientale, Nuoro); Scienze dell’Ambiente e delle Produzioni marine, (Alghero) (classe 27, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura). Corsi di laurea specialistica: Biologia sperimentale e applicata (classe 6/S, Biologia: 1. curriculum ambientale; 2. curriculum biomedico); Gestione dell’Ambiente e del Territorio (classe 82/ S, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio: 1. curriculum bacini `; idrografici; 2. curriculum biodiversita

3. curriculum scienze della terra; 4. curriculum sistemi marini); Biotecnologie molecolari (classe 8/S, Biotecnologie industriali). ` di Scienze politiche. Corsi di lauFacolta rea triennali: Scienze della Comunicazione e Giornalismo (classe 14, Scienze della Comunicazione); Scienze dell’Amministrazione e Gestione delle Risorse umane (classe 19, Scienze dell’Amministrazione); Scienze politiche (classe 15, Scienze politiche e delle Relazioni internazionali: 1. curriculum `; 2. curriistituzioni economia e societa culum studi europei e internazionali). Corsi di laurea specialistica: Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo (classe 13/S, Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo: 1. curriculum comunicazione multimediale per l’editoria e l’impresa; 2. curriculum comunicazione multimediale, politica e sociale); Scienze politiche (classe 70/S, Scienze della politica: 1. curriculum amministrazione e politiche pubbliche; 2. curriculum istitu`; 3. curriculum zioni economia e societa studi europei e internazionali). ` . BiotecnoCorsi di Laurea Interfacolta logie (classe 1, Biotecnologie: Scienze matematiche, fisiche e naturali, Medicina veterinaria, Medicina e Chirurgia, Agraria, Farmacia); Servizio sociale a Indirizzo europeo (corso a numero programmato) (classe 6, Scienze del Servizio sociale: Lettere e Filosofia, Giurisprudenza, Scienze politiche, Medicina e Chirurgia).

Unnerico Re dei Vandali (Cartagine, sec. V-ivi 484). Figlio di Genserico, continuatore della politica anticattolica, salı` al trono dopo la morte di suo padre ` nel 477. In Sardegna, tuttavia, si mostro ` tollerante nei confronti dei cattopiu lici, ai quali consentı` di vivere pacificamente senza eccessive persecuzioni.

Upupa = Zoologia della Sardegna 111

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 117

Uralossi

Uralossi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Sorgeva nelle vicinanze di Sassari ed era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII erano pervenuti ai Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese i Doria si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Nel 1330 il villaggio fu concesso ` che ne in feudo a Gilberto di Montbru ` la perse il controllo quando scoppio prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV; negli stessi anni subı` gravi danni a causa delle operazioni militari e prima ` del secolo XV era gia ` comdella meta pletamente spopolato.

evale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Cabudabbas. Era situato nelle campagne di Cheremule, nei territori pervenuti ai Doria nel corso del secolo XII per matrimonio. Estinta la dinastia giudicale, il villaggio fu da loro incluso nello stato feudale che andavano formando. Dato che avevano prestato omaggio al re d’Aragona, dopo la conquista U. en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma quando nel 1325 essi si ribellarono agli Aragonesi, divenne teatro delle ` rapidaoperazioni militari e si spopolo mente.

Uranno Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria della Balariana. Era probabilmente ubicato nelle campagne di Luogosanto. Subito dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma i suoi abitanti continuarono a mantenersi ostili ai conquistatori e presero parte alla prima ribellione dei Doria. ´ erano ancora in riNel 1330, poiche volta, il villaggio fu occupato dalle ` truppe di Raimondo Cardona ed entro a far parte del feudo a lui concesso. ` nel 1334 scoppio ` la Quando pero guerra tra Genova e Aragona e il territorio fu assalito da truppe genovesi, essi si ribellarono nuovamente. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi eredi rinunciarono al feudo, per cui il villaggio ` coinvolto nel grande disordine si trovo che investı` tutta la Balariana. Negli anni seguenti soffrı` ulteriormente ed ` del secolo si spopolo ` entro la meta completamente.

Uras1 Antico villaggio di origine medio-

Uras – Pecore al pascolo nei dintorni del paese.

Uras2 Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 3077 abitanti (al 2004), posto a 23 m sul livello del mare a sud-ovest del monte Arci. Regione storica: Monreale. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo pentagonale, si estende per 39,36 km2 e confina a nord con Marrubiu e Morgongiori, a est con Siris e Masullas, a sud con Mogoro e ` d’Arcidano e a ovest con San Nicolo Terralba. Si tratta di una porzione della piana campidanese che soltanto nella parte orientale inizia dolcemente a sollevarsi, in corrispondenza delle prime pendici del vicino monte Arci (812 m). Nei pressi del paese

112

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 118

Uras scorre il rio Mogoro, che dopo aver formato un invaso artificiale all’altezza del paese omonimo, si dirige verso gli stagni di Marceddı`. Il paese si trova lungo la superstrada Cagliari-Sassari, dalla quale si distaccano a quest’altezza due strade: verso est la statale 442 per Laconi; verso ovest un breve ` d’Arcicollegamento con San Nicolo dano e la statale 126. U. dispone anche di stazione lungo la linea ferroviaria Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico; fu abitato anche in epoca romana e con ogni ` l’attuale centro deriva da probabilita una villa altomedioevale evolutasi da un insediamento romano. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Bonorcili. Nel corso del secolo XIV, quando i giudici d’Arborea entrarono in conflitto con gli Aragonesi, fu spesso teatro di operazioni militari; nel 1376 la popolazione fu decimata dalla peste. Caduto il giudicato d’Arborea, prima del 1430 il villaggio fu compreso nei territori donati dal re a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Be` cosı` rengario Bertran Carroz. U. entro a far parte della contea di Quirra ma, data la sua posizione di confine col marchesato d’Oristano, nel 1470 fu investito dalle truppe di Leonardo Alagon e fu teatro della celebre battaglia tra le truppe del marchese e quelle di ` Carroz nella quale quest’ultimo Nicolo fu sconfitto. Tornata la pace, il villaggio ` a far parte della contea di continuo ` Quirra e, estinti i Bertran Carroz, passo ai Centelles. A partire dagli inizi del `, soffrı` per un altro flasecolo XVI, pero gello: il suo territorio prese a essere ripetutamente devastato dalle incursioni dei corsari barbareschi che nel 1527 lo distrussero quasi completa-

mente riducendolo a uno sparuto gruppo di 12 case, tanto che la sede della parrocchia fu trasferita a Gonnosfanadiga. Solo nel corso della seconda ` del secolo XVII la popolazione rimeta prese a crescere e nel 1754 fu nuovamente costituita la parrocchia autonoma. Frattanto il villaggio era passato dai Centelles ai Borgia e successiva` e infine agli Osorio ai mente ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Oristano; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Di questo periodo storico Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza: «Popolazione. Si numeravano nel censimento del 1846 anime 1896, distribuite in famiglie 486, ed in case 446. Distinguevasi quindi secondo le condizioni domestiche il totale maschi 894 in scapoli 445, ammogliati 368, vedovi 83; il totale delle femmine 1002 in zitelle 487, maritate 410, vedove 105. ` le Il movimento della popolazione da seguenti medie: nati 64, morti 32, matrimoni 20. Le donne lavorano a tessere il lino e la lana, ma sono pochissime che ne facciano smercio. La scuola ele` frequentata non piu ` che da mentare e dieci a dodici fanciulli, e finora non ha ` dato il frutto desiderato, come si puo vedere da che in tutto il paese non sono forse trenta che sappiano leggere e scrivere, compresi quelli, che hanno studiato nei collegi. Agricoltura. I territori di U. sono bene idonei ai cereali, e producono con abbondanza, se il cielo sia favorevole, dando le pioggie oppor` in tunamente, e se quando la messe e fiore non vengano quelle nebbie perniciose, che annichilano i frutti. Si semina attualmente starelli di frumento 1200, di orzo 250, di fave 300, di legumi

113

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 119

Uras 100. La fruttificazione nelle annate or` del 10. La seminagione del dinarie e lino non sopravanza gli 80 starelli. L’or` molto ristretta, non impieticoltura e gandosi che piccole aree per poche ` bastare alla specie, e per quanto puo particolare famiglia. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in trecento buoi per l’agricoltura ed il carreggio, in 100 tra cavalli e cavalle per sella, basto e tiro, in 150 giumenti per la macina e trasporto di legna pel focolare. Il bestiame rude numera capi vaccini 450, cavalle 160, pecore 4000, capre [sic], porci 800, majali 70. La lana in massima parte serve al paese, e solo vendesi alcun poco formaggio, il quale, ` supporsi, non e ` di gran come puo ` ». Quando nel 1974 fu nuovabonta mente costituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, U. entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nel pando anche l’attivita settore alimentare e in quelli dell’abbi` discretagliamento e dell’edilizia. E mente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ` albergo con 35 posti letto. Servizi. U. e collegato da autolinee e dalla ferrovia ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la sua popolazione contava 3233 ` , di cui stranieri 15; maschi 1605; unita femmine 1528; famiglie 1111. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti

per anno 36 e nati 19; cancellati dall’anagrafe 67 e nuovi iscritti 47. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 171 in migliaia di lire; versamenti ICI 1385; aziende agricole 563; imprese commerciali 153; esercizi pubblici 16; esercizi al dettaglio 56; ambulanti 18. Tra gli indicatori sociali: occupati 822; disoccupati 174; inoccupati 224; laureati 23; diplomati 334; con licenza media 1002; con licenza elementare 1175; analfabeti 140; automezzi circolanti 1064; abbonamenti TV 917. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico tra cui i nuraghi Arrubiu, Bia Moguru, Crobis, de Cuaddus, de Santa Suia, Domu Beccia, S’Acqua de Sa Baira, Santu Giuanni, Serdis, Su Corrasi, Thamis. ` il Tra questi di particolare interesse e Domu Beccia (Casa Vecchia), imponente nuraghe polilobato situato a poca distanza dall’attuale abitato. Ha una torre centrale dalla quale si accede attraverso un corridoio al vano centrale, ricoperto da una volta a tho` contornata da una podelos. La torre e rosa cortina antemurale, costituita da tratti perfettamente rettilinei e rafforzata da dieci torri, che complessivamente misura 84 x 76 m. Il territorio conserva anche qualche traccia della presenza romana. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato numerose abitazioni costruite in mat` diri) e ingentilite toni di terra cruda (la dal porticato (lolla) che si affaccia sulla corte interna. L’edificio di maggior ri` la chiesa di Santa Maria Maddalievo e lena, parrocchiale molto antica, ricostruita tra il 1664 e il 1719 da capomastri locali; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto

114

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 120

Uras ` a volte a botte all’aula; la copertura e scandita da quattro archi a tutto sesto. ` divisa in due specchi da La facciata e una cornice che in quello inferiore inquadra il portale d’accesso; lo spec` a coronamento curvichio superiore e lineo. Appoggiata alla facciata, sulla ` la torre campanaria a canna destra, e quadrata. All’interno conserva alcuni dipinti di Carlo Contini del 1930, l’altare maggiore e il fonte battesimale in marmi policromi del Settecento, opera del Piazzi, alcune statue lignee dello stesso periodo e alcuni notevoli ar` la chiesa di genti. Altro bell’edificio e Sant’Antonio, costruita nel secolo XVI ` posto e ricostruita nel 1676; l’edificio e all’interno di un grande recinto cui si accede da un cancello monumentale. Ha l’impianto a una navata completata ` da una piccola abside; la copertura e del tipo a capanna, mentre la facciata, ` nella quale si aprono due ingressi, e completata da un portico con archi a tutto sesto. All’interno custodisce alcune statue lignee e l’altare maggiore di legno intagliato del Seicento. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` caratteristica e ` festa popolare piu quella di San Salvatore: si svolge il mar` legata al ricordo tedı` dopo Pasqua ed e della battaglia di U., quando Leonardo ` Carroz. La feAlagon sconfisse Nicolo sta culmina in una processione nel corso della quale la statua del santo viene trasferita alla chiesetta a lui dedicata, situata alla periferia del paese, nel luogo dove il 13 aprile del 1470 si svolse la battaglia. Subito dopo il pas` fuoco a saggio della processione si da ` formato con la legna ofun grande falo ` ferta da tutti gli abitanti di U.; il falo ricorda uno stratagemma al quale Leonardo Alagon ricorse ordinando ai suoi soldati di far finta di danzare attorno a dei fuochi per far credere al nemico di essere stanchi. Dal 1988 la festa pre-

vede anche lo svolgimento di una gara equestre, Sa Cursa de su Pannu (La Corsa del Panno), al cui vincitore viene offerto uno stendardo con le insegne ` anche il cod’Arborea. Molto bello e stume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e di tela bianca con la pettina, il collo e i polsini ricamati; ha la scollatura qua` molto lunga, cosı` che funge drata ed e ` poi una anche da sottogonna. Vi e gonna plissettata a mano in vita (sa unnedda), di grossa tela di cotone color rosso vino, che ha nella parte inferiore due trine nere distanziate. Sopra la camicia si indossa il busto attillato in vita e sagomato di broccato (su cossettu), abbottonato sul davanti sotto il seno con legacci viola a fiori. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su panneddu) di raso nero a fiori viola ornato con bordature di broccatello, seta e pizzo viola, legato in vita con un nastro di ` compleraso verde. L’abbigliamento e tato da un fazzoletto (su turbanti) di seta rossa legato dietro la nuca sopra il quale si porta uno scialle nero di tibet a fiori colorati e con frange. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca con collo alto ricamato e pettina e polsini di pizzo, e dai calzoni di tela rigata doppia arricciati in vita (is crazzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su groppettu) di panno nero foderato di panno grigio, a doppio petto con file di bottoni e tasche, e la giacca di velluto nero senza cappuccio. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino di panno nero con bordino di velluto e le ghette dello stesso tessuto (is crazzas). ` completato dalla L’abbigliamento e berritta di panno nero guarnita con un fazzoletto nero a fiori rossi.

Uras3 Famiglia di Bosa (sec. XV-esistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XV. Di condizione bor-

115

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 121

Uras ghese, molto ricca, appare tra le fami` in vista, imparentata con espoglie piu ` . Alla nenti dell’oligarchia della citta fine del secolo i suoi membri ottennero anche l’ufficio di saliniere di Oristano, ma continuarono a risiedere a Bosa dove espressero alcuni distinti personaggi, come Costantino che fu sindaco ` nel 1501. Da lui discese un della citta Francesco, anche lui sindaco nel 1559, padre di Antonio e di Bantino, con i quali si formarono i due rami della famiglia. Ramo di Antonio. Da Antonio discese il ` a tenere l’ufficio di ramo che continuo saliniere di Oristano e che agli inizi del `. secolo XVII si stabilı` in questa citta Suo nipote Giovanni, saliniere nel 1611, nel 1634 e nel 1635, ottenne rispettivamente il cavalierato ereditario ` . I suoi figli nel 1643 furono e la nobilta ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Avellano, ma la loro discendenza si estinse nel corso del secolo XVII. Ramo di Bantino. Da Bantino, vissuto ` del Cinquecento, nella seconda meta ` a risiediscende il ramo che continuo dere a Bosa. Egli divenne collettore della dogana della Planargia e si impa` con gli Ursena. I suoi nipoti, il rento dottor Francesco e il dottor Valentino, ottennero il cavalierato ereditario e la ` , rispettivamente nel 1646 e nel nobilta 1648. I loro figli furono ammessi allo Stamento militare nel 1644 durante il parlamento Avellano, ma la discendenza di Valentino si estinse nel corso del secolo XVII; quella di Francesco, ` a presenziare a tutti invece, continuo gli altri parlamenti e ottenne l’ufficio di castellano di Bosa. Da uno di essi, un Giovanni Battista Uras Milia, discendono tutti gli Uras attuali che risiedono a Cagliari e a Roma.

Uras, Antonino Operaio, consigliere regionale (n. Solarussa 1936). Militante

comunista, dopo aver ricoperto diversi ` stato uffici nel suo partito nel 1979 e eletto consigliere regionale per l’VIII ` legislatura nel collegio di Oristano. E stato riconfermato per la IX legislatura ` nello stesso collegio, ma nel 1989 non e stato rieletto.

Uras, Luciano Giudicalista, consigliere regionale (n. Iglesias 1954). Comunista, esperto dei problemi del lavoro, dopo essere stato per molti anni sindacalista e responsabile dell’Agen` zia Regionale del Lavoro, nel 2004 e stato eletto consigliere regionale per la XIII legislatura nel collegio di Cagliari.

Urasanna Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Sorgeva nelle campagne di Solarussa. Il villaggio, abbastanza fiorente a partire dal secolo XII, nel corso del secolo XIV ebbe a soffrire a causa della peste e dopo il 1350 fu abbandonato dalla popolazione.

Urban, Maria Bonaria Studiosa di storia (n. ?, 1969). Laureata in Lettere nel 1992, nel 1995 ha ottenuto il diploma di ` divenuta dotarchivistica e nel 1997 e tore di ricerca in Storia medioevale. Tra i suoi scritti: Le monete della Sardegna vandalica. Storia e numismatica (con G. Lulliri), 1996; Concessioni enfiteutiche a Castel di Cagliari nel XV secolo, in Atti del XV Congresso di storia della Corona d’Aragona, 1996; Joan Guerau maestro razionale del Regno di Sardegna 1459-1474, ‘‘Medioevo. Saggi e Rassegne’’, 21, 1997.

Urbano II Papa (Chaˆtillon-sur-Marne, Francia, 1042-Roma 1099). Eletto nel 1088, ha legato il suo nome alla lotta contro Enrico IV, che condusse con decisione ispirando la costituzione della Lega Lombarda, ma soprattutto alla indizione della prima crociata. Nelle fasi

116

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 122

Urgias ` concitate della lotta contro l’impepiu ratore, nel 1089 concesse all’arcivescovo di Pisa la legazia in Sardegna, che sancı` il primato della chiesa pisana sulla Chiesa sarda: un fatto di estrema importanza per la storia dell’i´ la supremazia dell’arcivesola, perche scovo di Pisa col tempo favorı` la trasformazione della presenza pisana nell’isola da commerciale a politica.

Urbano II – Il papa che indisse la prima crociata raffigurato in un’incisione.

Urcone Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Fluminargia. Era posto nelle vicinanze di Sassari. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu conteso tra il Comune di Sassari e i Doria. Dopo alcuni anni il Comune ebbe la meglio, ma con la conquista aragonese, essendo il villaggio entrato a far parte del Regnum Sardiniae, ne perse il controllo. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio ne fu investito, subı` gravi

` danni e scomparve prima della meta del secolo XIV.

Urgeghe Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Figulinas. Sorgeva nelle vicinanze di Florinas. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XIII erano entrati in possesso dei Malaspina in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio al re d’Aragona. Come noto, scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, i Malaspina si schierarono al loro fianco, per cui il ` villaggio subı` gravi danni ma continuo a restare in loro possesso. Solo nel 1353 ` fu definitivamente sequestrato e passo nelle mani del re. Poco dopo fu concesso in feudo a Giovanni Pujalt e fu gravemente danneggiato nel corso della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Il Pujalt perse definitivamente il controllo del villaggio nel 1364 quando, dopo lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il Figulinas fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e rimase occupato dalle truppe arborensi fino alla pace del ` nelle 1388, in seguito alla quale torno mani del re. Nel 1391 fu nuovamente ` infeudato a Pascasio Vegner, che pero ne perse il controllo alla ripresa delle operazioni. Il villaggio fu nuovamente occupato dalle truppe arborensi, ma prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Urgias, Antonio Michele Sacerdote, storico (Alghero 1771-ivi 1826). Nato in ` con una famiglia molto povera, studio grandi sacrifici riuscendo a divenire sacerdote. Valoroso latinista, fu maestro di grammatica e dal 1813 maestro

117

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 123

Urgu di Umane lettere; tra i suoi allievi ebbe anche Giuseppe Manno. Nel 1817 fu nominato canonico della cattedrale di Oristano; studioso scrupoloso, fu instancabile raccoglitore di documenti storici sulle diocesi della Sardegna, che riunı` nel manoscritto Nuove aggiunte alla ‘‘Sardegna sacra’’ di Mattei. Tra i suoi scritti: Serie dei vescovi d’Alghero, 1806; Notizie compendiose sulla ` , 1815; Sardegna ad uso della gioventu Nuove aggiunte alla ‘‘Sardegna sacra’’ di Mattei, in manoscritti Baille 1820, Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Urgu, Benito Cantante e cabarettista (n. Oristano 1939). Ha esordito giovanissimo in un circo; passato al mondo dello spettacolo, ha percorso una brillante carriera giungendo ai primi successi col gruppo I Barrittas grazie ai famosi pezzi Gambale twist e Su conti, su baroni e s’autista. I suoi monologhi in ` naziosardo gli hanno dato notorieta ` annale; ha collaborato con la RAI. E che autore di canzonette e di testi per teatro.

Uri Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 3030 abitanti (al 2004), posto a 150 m sul livello del mare 18 km a sud-ovest di Sassari. Regione storica: Coros. Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 56,72 km2 e confina a nord con Sassari e Usini, a est con Ittiri, a sud ancora con Ittiri e con Putifigari e a ovest con Putifigari e Olmedo. Si tratta di una regione di colline calcaree tagliate da profonde valli. A nordest del paese scorre il rio Mannu, che si dirige verso Porto Torres; a sud il rio ` stato imbrigliato per dar vita al Cuga e ` unito bacino artificiale omonimo. U. e da una breve bretella alla direttissima Sassari-Ittiri, che passa a oriente dell’abitato, e dalla parte opposta alla sta-

` ‘‘vecchia’’ delle tale 127 bis, la piu strade che collegano Sassari con Alghero. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma l’attuale villag` di origine medioevale: appargio e tenne al giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria del Coros. Agli ` a far parte inizi del secolo XIII entro del territorio acquistato dai Malaspina dopo il matrimonio del marchese Corrado. Estinta la famiglia dei giudici di Torres, i discendenti dei Malaspina compresero U. nel loro piccolo stato feudale per il quale, quando furono certi dell’invasione aragonese, prestarono l’omaggio feudale nella speranza di conservarne il possesso. Dopo la conquista aragonese, pur rimanendo in loro possesso, U. soffrı` gravi danni a causa delle guerre che tormentarono il territorio nei decenni successivi e nel 1353 fu definitivamente sequestrato agli antichi signori. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. In seguito, nel 1421, fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nel 1439, quando i Centelles vendettero ad Angelo Cano la baronia di Osilo, il villaggio fu compreso in quella parte della curatoria del Coros che fu ceduta unitamente a Osilo. Da quel momento U. rimase in possesso dei Cano, dai quali agli inizi del Cin` ai Cedrelles. Nel 1543 quecento passo ` Galcerando Cedrelles, per far pero fronte ai propri debiti, vendette il vil` (=). Estinti i laggio a Bernardo Simo ` U. passo ` ai Carrillo che ne riforSimo marono l’amministrazione rendendo ` pesante per gli abitanti il carico piu dei tributi feudali. Estinti i Carrillo nel 1630, dopo una lite ereditaria U. fu

118

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 124

Uri ` che pero ` dovettero assegnato ai Leda affrontare una nuova lite con Teodora Comprat che rivendicava il pagamento di alcuni crediti. La lite si protrasse ` per decenni e solo nel 1719 U. passo `. definitivamente nelle mani dei Leda Successivamente rimase in possesso di questi ultimi. In questo periodo i suoi abitanti soffrirono molto per l’eccessivo carico dei tributi feudali e per l’eccessivo fiscalismo col quale questi venivano richiesti dai feudatari per ` cui, nel corso del secolo XVIII, si creo ` . Nel una tensione crescente con i Leda 1795 la popolazione prese parte ai moti ` riuscire a libeantifeudali senza pero rarsi dalla dipendenza. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sas` a far parte della disari; nel 1848 entro visione amministrativa di Sassari. Proprio a questo periodo risale la testimonianza lasciataci da Vittorio Angius nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si computarono anime 1017, distribuite in famiglie 252 e in case 242. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 518, in scapoli 323, ammogliati 187, vedovi 8; il totale delle femmine 499, in zitelle 255, maritate 181, vedove 74. Il movimento della popolazione si rappresenta dalle seguenti medie, nati 40, morti 22, matrimoni 8. La scuola elementare si fre` di 10 fanciulli. Le quenta da non piu persone che nel paese sanno leggere e scrivere sono 18. Le donne lavorano tutte su’ telai, che non sono meno di 220. Fabbricano tele e panni. Gli uresi sono gente vivacissima e coraggiosa `. Agricoltura. In quefino alla temerita ` terreni otsto territorio sono qua e la timi per la coltivazione di cereali, e si ha un buon prodotto se le stagioni non ` pero ` imperdisfavoriscono. L’arte e fetta e la diligenza non da lodar molto. ` ordinaria della seminaLa quantita

` come nelle seguenti cifre: stagione e relli 1200 di grano, 350 d’orzo, 100 di fave, 50 di legumi. Il prodotto ordinario ` del 10. Il terreno e ` molto idoneo a’ e lini, i quali sono pregiatissimi, e facilmente si smerciano a’ galluresi. Il che ` ad estendere questa coltura piu ` animo che si faccia nelle terre vicine. Il ` notevole e molte prezzo che ricavasi e famiglie povere si provvedono con esso ` necessarie, altre pagano delle cose piu i debiti. Pastorizia. I terreni incolti sono fertilissimi di pascolo per le ca´ sparsi di pre e per le vacche, perche frequentissime macchie, e se questi paesani sapessero usare de’ benefici della natura, potrebbero formare de’ prati, e ottenere maggior guadagno dalla educazione delle varie specie. Il ´ bestiame, che dicono manso, perche serve per l’agricoltura e pel trasporto de’ prodotti, consiste in circa 350 buoi, in cavalle e cavalli 80, in giumenti 140. Aggiungeremo un centinajo di majali. Il bestiame rude numera vacche 450, cavalle 200, capre 140, pecore 4000, porci 1000. Vendonsi giovenchi e pule` di formaggio di dri, e non poca quantita ` ». Nel 1859 U. entro `a mediocre bonta far parte della ricostituita provincia di Sassari. & ECONOMIA Tra le attivita ` di base della sua economia viene prima di tutto l’agricoltura: si praticano la cerealicoltura, la viticoltura, l’olivicol` tura e la frutticoltura, ma il posto piu importante spetta all’orticoltura, specie per quanto riguarda la produzione dei carciofi, pregiata e molto diffusa. Si pratica anche l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` industriale luppando anche l’attivita nel settore alimentare e in quelli della ` lavorazione del legno e dei laterizi. E sufficientemente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Servizi. U.

119

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 125

Uri ` collegato da autolinee agli altri cene ` dotato di Pro tri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3106 unita di cui stranieri 20; maschi 1576; femmine 1430; famiglie 1082. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 21 e nati 33; cancellati dall’anagrafe 50 e nuovi iscritti 39. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 384 in migliaia di lire; versamenti ICI 955; aziende agricole 475; imprese commerciali 140; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 744; disoccupati 96; inoccupati 224; laureati 24; diplomati 212; con licenza media 901; con licenza elementare 891; analfabeti 147; automezzi circolanti 910; abbonamenti TV 748. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` particolarmente ricco di testiritorio e monianze del periodo nuragico, tra le quali i nuraghi Bilianu, Bunnanaro, Colzolu, Elvegalzu, Labiolu, Monte ` Bilianu, Nieddu, Pezzu Ladu, Mossu Maria, Sa Covaccada, Sa Mandra, S’Aliderarzu, S’Altaruzzu, Sas Iscalas de Su Padru, Scala, Sonnaiolus, Su Cuttu, Su Multizzu, Su Padru, Teriu. A questi si aggiunge il nuraghe a corridoio di Peppe Gallu, di forma circolare, al quale si accede da due ingressi sopraelevati un tempo raggiungibili con scale. Durante gli scavi effettuati ha re` di restituito una notevole quantita perti riconducibili al Nuragico medio e al quadro della cultura di Bonnanaro ` anche il nuraghe ChesII. Suggestivo e seddu, polilobato, costruito in due momenti diversi e situato a qualche di-

` antico stanza dall’abitato. Il nucleo piu ` rappresentato dalla torre centrale e dal cui ingresso si accede all’ambiente centrale con volta a tholos. Nell’ultima ` nuragica l’edificio fu fase della civilta ampliato con la costruzione di due torri minori e di una possente cortina muraria di rinforzo. Recenti scavi condotti nel suo perimetro hanno restituito numerose suppellettili in pietra e in bronzo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con alcune case del tipo a palattu e la chiesa della Madonna della Pazienza del secolo XVI. Va inoltre ricordata la chiesa romanica di San Leonardo, che quando fu creato il lago del Cuga fu smontata e ripristinata in un luogo diverso da quello d’origine, rimasto sommerso. ` Santa Altro singolare monumento e Maria di Paulis, chiesa con abbazia situata a qualche chilometro dall’abitato e costruita in forme romaniche alla fine del secolo XII. Il giudice Comita ` nel 1205 e ne fece II di Torres la fondo dono ai Cistercensi. Dopo aver avuto un momento di grande fulgore, l’abbazia decadde e nel secolo XV la chiesa ` in rovina. Rimasero in piedi l’abando side a pianta quadrata, il transetto e parti del colonnato e del monastero. Dopo un silenzio di secoli tra il 1980 e il 1982 furono intrapresi imponenti lavori di restauro che servirono se non altro a salvaguardare l’impianto della chiesa e parte degli ambienti monastici. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ricorrenza molto singolare che si ` la sagra del carciofo, svolge a marzo e occasione nella quale vengono offerti i tipici piatti della cucina tradizionale. Il 20 maggio presso la omonima chiesa si festeggia la Madonna di Paulis; si tratta di una festa molto importante,

120

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 126

Urra che prevede un programma intenso e culmina in una spettacolare proces` il sione in costume. Molto suggestivo e costume locale. L’abbigliamento tradi` di due tipi, a sezionale femminile e conda delle circostanze. Quello da ` costituito da una camicia di sposa e tela bianca con ricamo sulla pettorina e lungo la scollatura, completata da uno scialletto di seta bianca (sa pintera ’e ananti) e da una gonna di panno nero plissettata in vita (sa munnedda) guarnita da una balza di terziopelo a colori. Sopra la camicia si indossa il busto di terziopelo a sfondo viola e fiorellini neri (sa vanteria), guarnito con trina dorata e irrigidito con stecche di palma nana. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su pannellu) di seta a fiori cangianti color caffellatte, viola o mar` completato da rone. L’abbigliamento e un fazzoletto di tela marrone o crema (su mucaloru accorru) e da un fazzoletto di tela bianca traforata (su mucaloru ipartu). Il costume di uso quoti` costituito da una camicia di diano e tela bianca semplice e da una gonna plissettata (sa teletta) di stoffa a righe. Sopra la camicia si indossa il busto di stoffa semplice. Sopra la gonna si indossa un grembiule. Il tutto viene completato con due fazzoletti di tela fantasia, uno legato e l’altro sciolto. L’abbi` cogliamento tradizionale maschile e stituito da una camicia di tela bianca con collo basso chiuso da due bottoncini, e dai calzoni di orbace nero. Sopra la camicia si indossano un gilet (su cossu) di panno nero a doppio petto con due file di bottoni, e la giacca di orbace nero (su cappottino) con cappuccio. Infine si infila in testa la berritta di panno nero.

Urigus, Is Localita` abitata in territorio ` facente di San Giovanni Suergiu. Gia parte della provincia di Cagliari, attualmente di quella di Iglesias-Carbo-

` nel corso del secolo nia. Si sviluppo XVIII da un antico insediamento di pa` centro di attivita ` stori; attualmente e ` notevolmente popolato. agricole ed e

Urlu Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Quirra. Era posto nelle campagne di Villaputzu. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e da loro annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, e nel 1327 fu concesso in feudo a Diego Zapata, che con le sue rendite avrebbe dovuto contribuire al mantenimento del castello di Quirra e della sua guarnigione. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa dello stato di tensione tra gli Zapata e i castellani di Quirra e per le continue scorrerie delle popolazioni vicine. All’estinzione degli Zapata nel 1350, il villaggio ` a decadere e in pochi anni si continuo ` completamente. spopolo

Urra Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. Era situato nelle campagne di Padru. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, il villaggio, a conclusione di una lunga contesa tra Doria, Arborea e giudici di Gallura, finı` per essere occupato dalle truppe arborensi, che continuarono a tenerlo anche dopo che, nel 1308, Giacomo II, alla ricerca di alleati che lo aiutassero a conquistare la Sardegna, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente nel Montacuto contro l’Arborea, il villag-

121

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 127

Urraci ` gio, subı`ti danni gravissimi, si spopolo completamente.

` completamente a causa 1348 si spopolo della peste.

Urraci, Antonio Operaio agricolo, con-

Urri Antico villaggio di origine medio-

sigliere regionale (Samassi, prima ` sec. XX-ivi 1965). Militante comumeta nista, fu tra i protagonisti delle lotte contadine degli anni Cinquanta. Nel 1961 fu eletto consigliere regionale del suo partito per la IV legislatura nel collegio di Cagliari. Riconfermato per la V legislatura nello stesso collegio, morı` ` nel 1965 prima della fine della pero stessa.

evale che faceva parte del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Guilcier. Era posto nelle campagne di Ghilarza. Dopo la conquista aragonese, scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, fu spesso teatro di operazioni militari e subı` gravi danni, tanto che entro la fine del secolo XIV la sua `. popolazione lo abbandono

Urraci, Maria Francesca Impiegata, consigliere regionale (n. Samassi 1935). Figlia di Antonio, impiegata, militante nel Partito Comunista e interessata fin da giovanissima alla politica, dopo essere stata consigliere comunale e sindaco del suo paese, nel 1989 ` stata eletta consigliere regionale del e suo partito per la X legislatura nel col` legio di Cagliari. Al suo termine non e stata riconfermata.

Urratile Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Era posto nelle campagne di Carbonia. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, nella ulteriore divisione tra i due rami ` al ramo del conte della famiglia, tocco Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, il villaggio fu amministrato direttamente dal Comune dell’Arno. ` a Dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e nel 1328 fu riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸en. Alla sua morte il villaggio ` a suo figlio Alibrando, ma nel passo

Urru Famiglia di Sorgono (sec. XVI-esistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVI, quando i suoi membri, considerati pubblicamente nobili, erano in possesso di un notevole patrimonio fondiario. Nella prima ` del secolo XVII il personaggio meta ` in vista fu Melchiorre che, unitapiu mente ai suoi figli, fu ammesso allo Stamento militare nel 1643 durante il parlamento Avellano. Egli infine nel 1651 ottenne il riconoscimento del cavalierato ereditario; i suoi figli nella se` del secolo formarono due conda meta rami della famiglia. Ramo di Salvatore. Da Salvatore di` a risiedere scese un ramo che continuo a Sorgono e che si estinse entro la fine del secolo. Ramo di Gian Tommaso. Da Gian Tommaso discese il ramo principale. I suoi figli, quando le rendite del Mandrolisai furono infeudate ai Valentino, non assunsero un atteggiamento ostile nei confronti dei feudatari e cosı` uno di essi, Giuseppe, nel 1733 fu nominato ufficiale di giustizia dell’incontrada. Suo figlio Francesco Giuseppe, personaggio di notevole prestigio, fu nominato subdelegato dell’Intendenza per il Mandrolisai e nel 1747 ottenne il ri` . I suoi diconoscimento della nobilta scendenti continuarono a mantenere l’ufficio fino agli inizi del secolo XIX.

122

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 128

Uruspe La famiglia attualmente risiede a Cagliari e in Umbria.

Urru, Carlo Religioso (Todi 1915-Perugia 2002). Vescovo di Tempio dal 1971 al 1982. Nato in Umbria da famiglia sarda, ordinato sacerdote nel 1942, fu per anni direttore del Seminario di Assisi. Nel 1971 fu nominato vescovo di ` la sua diocesi per Tempio: amministro undici anni, promuovendone con impegno lo sviluppo. Nel 1982 fu trasfe` di Castello. rito a Citta

Ursana Famiglia di Bosa (secc. XVXVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XV, quando i suoi membri, autorevoli mercanti, compaiono tra le fami` ricche della citta ` . Il personagglie piu ` in vista fu un Giovanni Saturgio piu nino, che nel 1450 fu in grado di prendere in appalto la dogana di Bosa per l’allora notevole somma di 2000 lire. I suoi discendenti continuarono a occupare una posizione di primo piano nella vita pubblica e divennero procuratori dei Vilamarı`, feudatari di Bosa. Nel 1566 Saturnino, procuratore di Isabella Vilamarı`, ottenne il riconosci` . Ebbe due figli: mento della generosita Antonio, che nel 1570 ottenne il cava` , e Giulierato ereditario e la nobilta liano, che fu personaggio di grande rilievo. Egli fu ammesso allo Stamento militare nel 1583 durante il parlamento Moncada e fu ripetutamente `. I giurato capo e sindaco della citta suoi discendenti presero parte agli altri parlamenti, ma si estinsero nel corso del secolo XVIII.

Urso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sigerro. Era situato nelle campagne di Musei. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando alcuni anni dopo fu fatta un’ulteriore divisione tra i due

` al ramo del rami della famiglia, tocco conte Ugolino. Poco dopo la morte del conte i suoi figli, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa e furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, U. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae e fu concesso in feudo a Pietro Oller, il quale nel 1328 lo rivendette a Guglielmo de Abbadia, che negli anni successivi dovette difenderlo dalle scorrerie di Arnaldo Meschal. In se` completaguito il villaggio si spopolo mente a causa della peste.

Urtado Famiglia cagliaritana (secc. XVII-XVIII). Di origine spagnola (Hurtado), le sue notizie risalgono al secolo XVII con un Salvatore Urtado de Montesa che fu ammesso allo Stamento militare nel 1613 durante il parlamento ` notoria. del duca di Gandı´a per nobilta I suoi discendenti continuarono a partecipare agli altri parlamenti e nel 1698 un suo pronipote, Antonio Efisio, ebbe il riconoscimento del cavalierato ereditario nel Regno di Sardegna. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Uruspe Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria della Romangia. Era situato nelle campagne di Sennori. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, il villaggio fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Sassari. Subito dopo la conquista ara` a far parte del Regnum gonese entro Sardiniae ma, scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, il villaggio subı` gravi danni e solo con una breve campagna di Raimondo Cardona vi fu ristabilita la pace nel 1330. Nello stesso anno fu concesso in feudo a Pietro di ` morı` poco dopo Montpavon che pero senza lasciare figli. Nel 1331 fu con-

123

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 129

Urvei cesso nuovamente a Raimondo Cardona, che morı` carico di debiti nel 1337. I suoi eredi inclusero il villaggio nel territorio che nel 1339 cedettero ad Arnaldo Bastida e Berengario Ferrer. I ` , temendo per la crescente indue, pero quietudine che i Doria lasciavano trasparire, nel 1346, poco prima dello scoppio della seconda ribellione, vendettero il villaggio a Gerardo Lull. Poco dopo fu gravemente danneggiato dalla ribellione e nel 1348 subı` altri danni a causa della peste. Nei decenni successivi il villaggio soffrı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Urvei Antico villaggio che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. Era posto nelle vicinanze di Tula. Il suo territorio, quando la famiglia giudicale si estinse, fu aspramente conteso tra Doria, Arborea e giudici di Gallura, e finı` per essere occupato dalle truppe arborensi. Esse continuarono a tenere il villaggio anche dopo che nel 1308 Giacomo II, alla ricerca di alleati per la conquista della Sardegna, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente nel Montacuto con l’Arborea, il villaggio, ` subı`ti danni gravissimi, si spopolo completamente.

Urzulei Comune della provincia dell’O` gliastra, compreso nell’XI Comunita montana, con 1412 abitanti (al 2004), posto a 511 m sul livello del mare una quarantina di chilometri a nord-ovest di Tortolı`. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 129,92 km2 e confina a nord

con Dorgali, a est con Baunei e Triei, a sud con Talana e a ovest con Orgosolo. Si tratta di una regione di montagna, tra le propaggini orientali del Gennargentu e l’impervio territorio calcareo denominato Supramonte di Urzulei. Il paese, che sta ai piedi del monte Pisaneddu, alto oltre 1250 m, si trova in ` orienun’ampia e amena vallata che e tata da nord a sud, al centro della quale scorre il rio Gurue, affluente del Pramaera. U. si trova a breve distanza dalla statale 125 Orientale sarda, nel tratto montano tra Dorgali e Baunei; vi si collega con una strada secondaria che poi procede verso sud dividendosi ` interno per Tain due bracci: uno piu lana, l’altro che scende verso la costa per terminare a Lotzorai.

Urzulei – Formazioni rocciose. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico, ma ` di origine mediol’attuale villaggio e evale, appartenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando il giudicato di Cagliari fu conquistato da una spedizione voluta da Pisa e il suo territorio nel 1257 fu smembrato, U. fu incluso nella parte toccata ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Estinti i Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la

124

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 130

Urzulei conquista aragonese il villaggio nel 1338 fu concesso in feudo a Lorenzo de C ¸ ori; scoppiata la prima guerra tra Aragona e Arborea subı` gravi danni e ` a far parte del prima del 1363 entro grande feudo dei Carroz. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri il vil` in possesso dei Bertran laggio torno ` da Carroz; nei secoli successivi passo questi ultimi ai Centelles, ai Borgia, ai ` e infine agli Osorio, ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza di questo periodo, di cui riportiamo qualche brano significativo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 fu computata di anime 480, distribuita in famiglie 116, e in case 109. Quindi secondo le condizioni domestiche distinguevasi il totale de’ maschi 244, in scapoli 154, ammogliati 71, vedovi 19; il totale delle femmine 236, in zitelle 128, maritate 71, vedove 37. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie: nascite 18, morti 14, matrimoni 3. ` supporre, Agricoltura. Come si puo ` esposto, gli ursuleini dopo quanto si e ` poco attendono alla medesima; eppero restano inoperosi immensi tratti di territorio, che potrebbero bastare ad una popolazione trenta o quaranta volte ` ordinarie della maggiore. Le quantita seminagione sono starelli di grano 80, d’orzo 150. A dispetto della nessuna cura il grano rende ordinariamente il dieci, l’orzo anche il venti. Di altra specie si semina poco o nulla. Pastorizia. Ricordando l’immensa estensione incolta di questo territorio, e conside` del bestiame, non si rando la quantita ` non istupire e non riconoscere puo

quanto poco disti dalla barbarie questo popolo. La nota ch’io nel viaggio tenni del numero de’ capi delle diverse specie furono i seguenti: vacche 800 quasi tutte manse, pecore 2000, capre 3200, porci 500, cavalle manse 30, cavalli ´ in tutto mansi 60, 11 giumenti, perche il paese vi erano solo undici macine pel grano e per l’orzo. Abbiam notato il numero del bestiame del paese; tuttavolta se ne vide una molto maggior ` , perche ´ i pastori ursuleini quantita prendono anche la cura di armenti e greggie di altri paesi, capre, cavalle, pecore, ma principalmente porci, dei quali si trova spesso un totale superiore ai 4000 capi. Il contratto dicesi a ` te´ il pastore e parte obbligata, perche nuto a rendere il numero de’ capi consegnati, tolti dal numero quei che muojono naturalmente, ed hanno il 20 per ` a far parte della 100». Nel 1859 U. entro ricostituita provincia di Cagliari. Quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, fu compreso nel suo territorio. Nata la provincia dell’O` entrato a farne parte. gliastra, e & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, la frutticoltura, la cerealicoltura e l’olivicoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando an` industriale che una modesta attivita con poche piccole aziende nel settore ` discretamente svilupedile e tessile. E pata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche due aziende agrituristiche e un ristorante. Artigia` la lavorazione dei nato. Tradizionale e formaggi pecorini e caprini, notissima ` prala cagliata, chiamata casu axedu. E ticata anche la tessitura artigianale di tappeti e tende da arredamento. Ser` collegato da autolinee agli alvizi. U. e ` dotato di tri centri della provincia. E

125

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 131

Urzulei Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1456 unita di cui stranieri 4; maschi 693; femmine 763; famiglie 750. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 24 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 10 e nuovi iscritti 22. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 300 in migliaia di lire; versamenti ICI 299; aziende agricole 295; imprese commerciali 56; esercizi pubblici 12; esercizi al dettaglio 17; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 334; disoccupati 53; inoccupati 145; laureati 24; diplomati 147; con licenza media 503; con licenza elementare 358; analfabeti 86; automezzi circolanti 490; abbonamenti TV 309. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nianze che documentano la continuita della presenza dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo infatti sono riconducibili la grotta naturale di Panzale e il menhir di Oddai. Al periodo nuragico appartengono invece i nuraghi Punta Chirudorgia, Punta Cugutzos, Punta Monte Orosei, Punta Prineddu, Sa Domu ’e S’Orcu, S’Ansalargiu, Sa Paule, Sa Pischina, Serra Lovotzai, Su Casteddu, Su Cugutzau, Su Nuraxi. Alla stessa epoca appartiene il santuario di Sa Domu ’e S’Orcu, una grande grotta dove sono state ritrovate matrici per fusione, la celebre statuetta della Madre dell’ucciso e alcune navicelle con protomi di bue e di muflone databili tra il secolo VIII e il VII a.C. Il complesso delle statuette era evidentemente parte del deposito di ex voto del santuario. Il terri-

torio annovera infine le Tombe di giganti di Oddai, Sa Tinnargia, Su Casiddu, Su Mamuccone, Sa Curcara, Prunareste, Sant’Onorau, Sas Ruinas, Sos Murales.

Urzulei – Lecci sulle pendici di punta Is Gruttas nel Supramonte di Urzulei.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato il suo assetto tradizionale con ` piani. le grandi case in pietra a piu ` la chiesa parrocCuore dell’abitato e chiale di San Giovanni Battista. L’edificio fu costruito nel secolo XVII e divenne parrocchiale nell’ultimo quarto del secolo XVIII. All’origine aveva un’unica navata completata da cappelle laterali; nel 1880 fu aggiunta la sacrestia e nel 1958 la chiesa fu allungata e le cappelle laterali furono rese comunicanti tra loro. Nel 1989 la fac` stata arricchita da quattro mociata e saici e da una vetrata che richiama la Gloria del Bernini. All’interno sono conservati un mosaico del 1988 e alcune statue lignee del secolo XVII. ` stato allestito nel sottotetto Nel 1958 e delle navate laterali un museo che comprende tra l’altro un tabernacolo ligneo del secolo XVII, un crocifisso &

126

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 132

Usai del secolo XVII, alcune pregevoli argenterie di scuola cagliaritana del secolo XVI, un tabernacolo ligneo intagliato collocabile tra il XVII e gli inizi del secolo XVIII, un crocifisso ligneo del secolo XVII e alcune argenterie tra cui un turibolo di scuola cagliaritana del secolo XVI. Altro interessante ` San Giorgio, chiesa che fu edificio e per un certo periodo parrocchiale. Fu costruita nel 1523 su una chiesa precedente, in forme gotico-catalane. L’impianto ha una sola navata scandita in tre campate da archi a sesto acuto che ` stata resorreggono il tetto in legno; e centemente restaurata. All’interno custodisce una bella statua lignea del secolo XVI di scuola napoletana. Completa il patrimonio artistico Sant’Antonio, chiesa costruita nel secolo XVI in forme tardogotiche. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio; ` a volta, la facciata e ` arla copertura e ricchita da un campaniletto a vela. Al suo interno conserva una tela del secolo XVII raffigurante il santo titolare. Va infine ricordata la chiesa campestre di San Basilio, costruita nel secolo XVI in forme tardogotiche, che era la parrocchia del villaggio di Manurri (=) oggi scomparso. Dopo che il villaggio fu abbandonato, nel corso del secolo ` in rovina; e ` stato XVIII, l’edificio ando ricostruito nel secolo XX. Tra le molte bellezze delle campagne circostanti va ricordata la cantoniera di Giustizieri, che si trova in posizione panoramica a pochi chilometri dall’abitato lungo la strada Orientale sarda in direzione di Dorgali; attorno agli anni 1948-1950 fu testimone delle gesta della banda del celebre bandito Liandru (=) e di conflitti a fuoco con i Carabinieri. Oltre la cantoniera, in uno scenario di incomparabile bellezza, la strada giunge al passo di Genna Sı`lana, da dove si domina la valle del Flumineddu e la ma-

gnifica gola di Gorroppu. Strade minori si inoltrano nell’area del Supramonte, prediletta dai turisti che amano il trekking in ambienti selvaggi e incontaminati. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Una ` caratteristiche si svolge delle feste piu il 18 giugno in onore di San Basilio Magno, presso la chiesetta omonima, e ` l’occasione per ricordura tre giorni. E dare l’antico legame tra U. e Manurri, oramai scomparso, e prevede un ricco programma di manifestazioni.

Usai Famiglia di Mara Arbarei (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Ottenne il cavalie` nel rato ereditario nel 1633 e la nobilta 1637 con un Pietro. I suoi figli Francesco e Gregorio nel 1643 furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Avellano; i loro discendenti presero in seguito parte a tutti gli altri parlamenti. Da loro derivarono i due rami principali della famiglia: il ramo ` a Seledisceso da Francesco si sposto ` del secolo, i gas e, nella seconda meta suoi figli si trasferirono a Cagliari e a Iglesias, ma nel corso del secolo XVIII le loro condizioni economiche decaddero; da Gregorio discese la linea che ` a risiedere a Mara Arbarei e continuo che nel corso dei secoli successivi si ` in molti centri della Marmilla. diramo

Usai, Alessandro Archeologo (n. Cagliari 1959). Conseguita la laurea in ` perfezionato in Lettere, nel 1986 si e ` archeologia a Cagliari. Attualmente e ispettore presso la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Tra i suoi scritti: Ceramica a vernice rossa, in La Villa di Tigellio. Mostra degli scavi, 1980; La stazione preistorica di Su Pirastu Ussana, ‘‘Almanacco della Sardegna’’, 1985; Cagliari, Villa di Tigellio. Campagna di scavo 1980, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; La stazione nuragica di Sa Serra-Ser-

127

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 133

Usai renti, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica delle province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1988; Il nuraghe sa Domu ’e S’Orku di Donori, ‘‘Studi sardi’’, XXVIII, 1989; Il nuraghe Altoriu di Scano Montiferro, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 6, 1989; Il nuraghe Mesu ’e Rios di Scano Montiferro, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1991; Scavi nell’isolato B del villaggio nuragico di Bruncu Maduli-Gesturi. Campagna 1990, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 8, 1992; Note sulla so` della Sardegna nuragica e sulla cieta funzione dei nuraghi, in Settlement and Economy in Italy 1500 BC to AD 1500. Papers of the Fifth Conference of Italian Archaeology, 1992; Considerazioni sulle relazioni tra la Sardegna e l’Egeo durante il Neolitico Calcolitico, ‘‘Studi sardi’’, XXX, 1996.

Usai, Andrea Scultore (Sassari 1870-ivi ` a 1951). Fratello di Antonio, studio Roma, dove fu allievo dell’Andreoni. Tornato a Sassari nel 1903, vi aprı` due studi e diede vita a una vera e propria scuola, contribuendo a formare nume` interesrosi giovani. Fu uno dei piu santi interpreti del liberty nella sua ` e molte delle sue opere ornano citta tombe gentilizie nel cimitero monumentale, tra cui in particolare il monumento della famiglia Ardisson.

Usai, Angelino Militare, scrittore, consigliere regionale (Lanusei 1906-ivi 1986). Ufficiale di carriera, combat` al grado tente e pluridecorato, arrivo di generale. Diresse per sette anni la Polizia stradale della Sardegna; ricco ` gli di interessi culturali, non trascuro studi storico-letterari divenendo un profondo conoscitore dell’Ogliastra. ` volte consigliere Fu anche eletto piu

regionale per la Democrazia Cristiana. Tra i suoi scritti: L’Ogliastra, 1956; Andrea Lusso. Pittore ogliastrino del Seicento, ‘‘L’Ogliastra’’, 1, 1964; Fascino di Tertenia, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1964; Il villaggio nuragico di Seleni, 1966; Baunei. Un paese attraverso i secoli, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1967; Baunei, 1968; Il pane di ghiande e la geofagia in Sardegna, 1969; La diocesi di Ogliastra, 1970; Il villaggio nuragico di Lanusei, 1970; Canti e balli tradizionali di Lanusei, 1972; L’opera salesiana in Sardegna: Lanusei, ` dei Mameli e le origini 1973; La sardita ogliastrine di Cristoforo e Goffredo, 1974; L’ex convento francescano di Lanusei tra storia e tradizioni, 1975; Tortolı` nei monumenti dell’antico culto fallico, 1977; Lanusei, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di Manlio Brigaglia), I, 1982; Giovanni Antiogo Maria Mameli di Gairo, ‘‘Quaderni ogliastrini’’, 1, 1984; Lanusei cristiana, 1985; Le torri costiere, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1985.

Usai, Antonio Scultore (Sassari 1873ivi 1949). Fu allievo di Giuseppe Sartorio e, completati gli studi, esordı` in un’esposizione a Sassari nel 1896, riscuotendo un buon successo. Subito dopo fu chiamato dal bey a Tunisi, dove si trattenne fino al 1897 eseguendo diverse opere per il sovrano. ` a Sassari dove aprı` bottega; Torno molte delle sue opere sono custodite in abitazioni di privati e nel cimitero `. monumentale della citta

Usai, Domenico Notaio sassarese (m. ` autore di un imporSassari 1725). E ` gli avvetante diario nel quale annoto nimenti di Sassari e in parte anche della Sardegna dei primi decenni del ` esattamente, dal 3 agoSettecento (piu sto 1710 al 7 aprile 1715, «con preziose notizie del tempo della dominazione tedesca», scrive Enrico Costa). Il Diario del notaro Domenico Usai sassarese, ` consermanoscritto del secolo XVIII, e

128

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 134

Usai vato nella biblioteca di Sassari fra le carte provenienti, attraverso il figlio Cosimo, da Pasquale Tola.

Usai, Edoardo Avvocato, consigliere regionale (n. Ardauli 1944). Dopo es` sersi laureato in Giurisprudenza si e dedicato alla professione di avvocato. Da sempre interessato alla politica, ` stato schierato nella Destra, nel 1970 e eletto consigliere comunale di Selargius e nel 1975 consigliere comunale di Cagliari. Riconfermato nel Consiglio comunale di Cagliari fino al 1990, ` stato eletto consigliere renel 1989 e gionale per il MSI per la X legislatura ` nel collegio di Cagliari. In seguito e stato riconfermato nello stesso collegio per l’XI e XII legislatura, al termine ` stato rieletto. Attualdella quale non e ` assessore al Comune di Camente e gliari con funzioni di vicesindaco.

Usai, Emerenziana Archeologa (n. Cagliari 1950). Dopo essersi laureata in Lettere ha intrapreso la carriera delle Soprintendenze archeologiche. Attual` funzionaria presso la Soprinmente e tendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Ha portato a termine diversi scavi a Cagliari e in al` ; nel 1983 ha lavorato con tre localita Raimondo Zucca a Magomadas, portando alla luce un centro militare punico. Ha scavato anche a Pimentel. Tra i suoi scritti: Dorgali e il suo territorio in ` fenicia e punica, in Dorgali. DocuEta menti archeologici, 1981; Su alcuni gioielli della necropoli di Monte LunaSenorbı`, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, IX, 1981; La formazione del Museo archeologico di Cagliari. Sintesi storica, ‘‘Studi sardi’’, XXV, 1981; Una domu de jana dipinta della necropoli di S’Acqua Salida di Pimentel, in Proceedings of the Second International Congress of Mediterranean Pre- and Protohistory. Interaction and Acculturation in the Mediterranean, Amsterdam 1980, 1981; La

preistoria, in La provincia di Cagliari. Ambiente, storia, cultura, 1983; Su alcuni gioielli della necropoli di Monte Luna, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XI, 2, ` S’Acqua Salida, 1983; Pimentel, localita in I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico ` romana, 1984; Ceramica di culall’Eta tura Monte Claro, in Il territorio di Gesturi. Censimento archeologico, 1985; Testimonianze archeologiche nell’area di Santa Gilla dal periodo punico al periodo altomedioevale (con R. Zucca), in Santa Igia, capitale giudicale, 1986; Elementi di cultura materiale, in Colonia Iulia Augusta Uselis, ‘‘Studi sardi’’, XXVI, 1986; Note sulla necropoli di Tharros (con R. Zucca), ‘‘Annali della ` di Lettere e Filosofia dell’UniFacolta ` di Cagliari’’, XII, n.s., V, 1986; versita ` del ferro in Marmilla, Materiali dell’Eta in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; La necropoli eneolitica di cultura di Monte Claro di Simbirizzi-Quartu S. Elena, in Preistoria d’Italia alla luce delle ultime scoperte. Atti del IV Convegno nazionale di Preistoria e Protostoria, Pescia 1985, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, IV, 1987; Testimonianze di cultura materiale antica, in Domus et Carcer Sanctae Restitutae. Storia di un santuario rupestre a Cagliari, 1988; Tomba ipogeica a Siddi (con U. Badas), in Atti del Congresso internazionale sul` del rame in Europa, Viareggio l’Eta 1987, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, VII, 1988; Necropoli eneolitica di cultura ` Monte Claro a Quartu S. Elena. Localita Simbirizzi, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, II, 7, 1988; Gli idoli sardo-fenici, in Falsi e falsari della Sardegna, 1988; Aspetti della cultura eneolitica di Monte Claro, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 1, 1988; Armun-

129

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 135

Usai ` gia: nuraghe Armungia, in L’attivita della Soprintendenza nel campo dell’Archeologia tardoromana e altomedioevale, 1988; Santa Gilla e Marceddı`, 1988; La cultura di Ozieri a Pimentel e Siddi, in La cultura di Ozieri: problematiche e nuove acquisizioni. Atti del I Convegno, 1989; Santu Teru, Monte Luna (con A.M. Costa), in Il Museo ‘‘Sa Domu Nostra’’, 1990; Ceramica di cultura Monte Claro, in Soleminis. Un paese e la sua storia, 1991; La cultura e i materiali prenuragici, in Antiquarium arborense, Oristano, 1992; Monte Sirai prima dei Fenici, in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; Una tomba ipogeica di Scaba e Arriu-Siddi, in The Workshops and the Posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996.

Usai, Enzo Urologo (n. Cagliari 1932). ` Dopo essersi laureato in Medicina si e dedicato alla ricerca e alla carriera universitaria. Professore ordinario, tra il 1975 e il 2004 ha diretto la Clinica ` di Cagliari, urologica dell’Universita ` segnalato per i suoi interventi dove si e e per aver affinato una tecnica di trapianto del rene che lo ha fatto apprezzare a livello internazionale. Ha creato a Cagliari una scuola presso la quale si sono formati molti urologi italiani e ` autore di numerose imporstranieri. E tanti pubblicazioni.

Usai, Ettore1 Scultore (Sassari 1889Rio de Janeiro 1989). Figlio di Antonio, ` a Roma, dove fu allievo del Bozstudio zano e del Dazzi; tornato a Sassari, si inserı` negli ambienti culturali della ` legandosi a Giuseppe Biasi e Macitta rio Mossa Demurtas. Nel 1927 decise di trasferirsi in Brasile, dove ebbe un no` una fabtevole successo e impianto brica per lo sfruttamento dei marmi colorati, che gli fece vivere una interes` imprensante esperienza nella realta ditoriale di quel paese.

Usai, Ettore2 Commerciante, deputato al Parlamento (Cagliari 1892-fronte di guerra 1942). Aderı` subito al fascismo e dal 1934 al 1938 fu presidente della Federazione dei proprietari e affittuari coltivatori. Nello stesso anno fu eletto deputato per la XXIX legislatura e nel 1939 confermato nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni per la XXX legislatura. Scoppiata la seconda guerra mondiale partı` per il fronte dove morı` in combattimento.

Usai, Giuseppe1 (detto Pino) Economi` sta (n. Cagliari 1937). Dopo la laurea si e dedicato all’insegnamento universita` di Cagliari, rio presso l’Universita ` stato anche preside della Fadove e ` au` di Economia e Commercio. E colta tore di numerose pubblicazioni in materia di impresa e di sviluppo economico come L’approvvigionamento dei materiali, pubblicato nel 1968, e il noto Le imprese minori e il loro ambiente, pubblicato nel 1981. Federalista ed eu` presidente dell’asropeista convinto, e sociazione dei federalisti europei. Tra gli altri suoi scritti: Oligopolio e crescita economica: il passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo in Sardegna (con Giulio Bolacchi e Gianfranco Sabattini), 1985.

Usai, Giuseppe2 Matematico (Cagliari ` sec. XX). 1880-Catania, prima meta Dopo aver conseguito la laurea intraprese la carriera universitaria. Inse` per alcuni anni a Cagliari e succesgno sivamente divenne professore di Mate` matica finanziaria presso l’Universita di Catania, dove si stabilı`. I suoi studi sulle equazioni differenziali e sul calcolo delle variazioni gli diedero noto` internazionale. rieta

Usai, Giuseppina Storica (n. Arbus 1951). Dopo essersi laureata in Lettere, ha intrapreso la carriera negli Archivi ` funzionaria di Stato. Attualmente e presso la Soprintendenza archivistica

130

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 136

Usai della Sardegna. Tra i suoi scritti: L’Archivio arcivescovile di Cagliari, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 4, 1985; Il barracellato, un istituto vecchio di secoli, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1986; ` naturali in Sardegna: l’ecceCalamita zionale nevicata dell’inverno 1788-89 (con Maria Bonaria Lai), in Studi storici in memoria di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXV, 1986; La lunga battaglia dei piemontesi per introdurre l’italiano nell’isola, ‘‘Almanacco di Cagliari’’, 1990; Le confraternite, in ` sarda in Eta ` spagnola (a La societa cura di Francesco Manconi), I, 1992; sedici schede sull’Archivio comunale di Busachi (con C. Palomba), Cuglieri (con C. Palomba), Curcuris, Marrubiu (con C. Palomba), Masullas (con C. Palomba), Neoneli (con C. Palomba), Pau (con C. Palomba), Santa Giusta (con C. Palomba), Scano Montiferro, Seneghe (con C. Palomba), Sennariolo (con C. Palomba), Siamanna (con C. Palomba), Solarussa (con C. Palomba e M.B. Lai), Usellus, Zeddiani, Zerfaliu (con C. Palomba), tutte in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Usai, Luisanna Archeologa (n. Cagliari ` diven1950). Laureatasi in Lettere, e tata funzionario della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e di Oristano. Nel 1977 ha scavato a Monte Luna a Senorbı`, dove ha contribuito ad allestire il museo; nel 1983 ha lavorato a Cuccuru Ibba; nel 1988 ha allestito il Museo di Villa Sulcis a Carbonia e ha concorso all’allestimento del Museo archeologico nazionale di Cagliari. Tra i suoi scritti: due schede, Materiale litico nel territorio di Dorgali e Il villaggio nuragico di Serra Orrios: i materiali litici, entrambe in Dorgali. Documenti archeologici, 1981; Vicende storiche del territorio dal Neolitico al Me` romana, in Guasila. Un dioevo. L’Eta paese di Sardegna, 1984; Reperti litici di

` prenuragica e nuragica, in TerritoEta rio di Gesturi. Censimento archeologico, 1985; Il gruppo di capanne 16 e il gruppo 16 F, in L’insediamento prenuragico di Su Coddu. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1984, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1985; Tracce di insediamenti dalla prei` Corte Auda storia al Medioevo in localita di Senorbı`, ‘‘Studi per l’Ecologia del Quaternario’’, 8, 1987; Il villaggio di ` neolitica di Terramaini presso Pirri, Eta in Preistoria d’Italia alla luce delle ultime scoperte. Atti del IV Convegno nazionale di Preistoria e Protostoria, Pescia 1984, 1987; Il villaggio di Terramaini presso Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 3, 1987; Nuovi scavi nel santuario nuragico di S. Anastasia di Sardara (con G. Ugas), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Strutture ` nuragica in localita ` S. Maria Is di Eta Acquas Sardara, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Un monumento preistorico nel territorio di Cornus (con D. Cocco), in Ampsicora e il territorio di Cornus. Atti del secondo Convegno di archeologia romana e altomedioevale nell’Oristanese, Cuglieri 1985, 1988; La tomba ipogeica di facies Abealzu Filigosa, ‘‘Rassegna di Archeologia’’, 7, 1988; La necropoli di Li MuriArzachena, e Sepolture eneolitiche nel territorio di Cagliari, ‘‘Quaderni didattici della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, ` nuragica in lo1, 1988; Strutture di Eta ` S. Maria Is Acquas Sardara, calita ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 4, 1988; Museo di Villa Sul-

131

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 137

Usai cis. Primi documenti (con P. Bernardini, D. Cocco e V. Santoni), 1988; Il villaggio prenuragico di Pranu Sisinni Sardara, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 5, 1989; L’insediamento prenuragico di Su Coddu-Selargius. Notizia preliminare sulle campagne di scavo 1981-1984 (con G. Lai e G. Ugas), in ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 2, 1989; Su alcuni vasi di cultura Bonnanaro del Museo archeologico nazionale di Cagliari, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 7, 1990; sei schede, Pranu Massidda, Su Fangu, Is Forreddus, Corte Auda (con D. Salvi), Ruina Lari (con D. Salvi), Santa Barbara, tutte in Il Museo Sa Domu Nostra, 1990; Sant’Antioco: area del cronicario. Campagne di scavo 1983-1986. La ceramica preistorica, ‘‘Rivista di Studi fenici’’, XVIII, 1, 1990; Tomba megalitica ` Perda ’e Acuzzai. Nota preliin localita minare (con D. Cocco), in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del III Convegno di studi di Selargius 1987: ‘‘La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XIII sec. a.C.)’’, 1992; Gallura. Dolmen, nuraghi, castelli: itinerari di archeologia nella provincia di Sassari (con Salvatore Pirisinu), 1992; Museo archeologico nazionale di Cagliari. Le radici della memoria (con C. Tronchetti e D. Salvi), 1993; L’archeologia dell’isola di S. Antioco, in Le isole sulcitane, 1994; Museo archeologico nazionale di Cagliari (con Vincenzo Santoni), in Sardegna, vol. II della collana ‘‘Guide archeologiche. Preistoria e Protostoria in Italia’’, 1995; Domus de ` Cannas di sotto-Carbojanas in localita nia (con V. Santoni), in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; due ` capitoli, Testimonianze culturali di Eta ` su nuragica: la grotta Pirosu in localita

Benazzu di Santadi (con F. Lo Schiavo), e Le ceramiche, in Testimonianze cultu` nuragica: la grotta Pirosu in rali di Eta ` Su Benazzu di Santadi, enlocalita trambi in Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, 1995; The aeneolithic settlement in South Western Sardinia (con V. Santoni), in The Workshops and the Posters of the XIII International Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Il Neolitico superiore di Cuccuru S’Arriu (con V. Santoni), in The sections of the XIII international Congress of Prehistoric and Protohistoric Sciences, 1996; Un Museo per l’isola dei sardi, ‘‘Archeologia viva’’, XV, 59, 1996; Struttura abitativa di cultura Bonnanaro a Su Stangioni di Portoscuso (Ca` gliari), Atti del Convegno ‘‘L’antica eta del Bronzo in Italia’’, 1996; Narcao, loc. Nuraghe Atzei (prov. di Cagliari), Villaperuccio, loc. Marchiana e loc. Argiola Beccia (prov. di Cagliari), ‘‘Notiziario. Rivista di Scienze Preistoriche’’, XLVII, 1995-96; ciqnue contributi, Portoscuso (Cagliari). Loc. Su Stangioni. Stazione del Neolitico Antico e struttura abitativa del Bronzo Antico, Piscinas (Cagliari). Loc. Cungiau Su Tuttui o Sa Tutta. Necropoli ipogeica prenuragica, Villaper uccio (Cagliari). Loc. Marchiana. Necropoli ipogeica prenuragica, Villaperuccio (Cagliari). Loc. Argiola Beccia. Villaggio nuragico, Narcao (Cagliari). Loc. Monte Atzei. Nuraghe a corridoio, tutti in ‘‘Bollettino d’Archeologia’’, Ministero B.A.C., 41-42, 1996; Le testimonianze preistoriche, in AA.VV., Quartucciu. Il suo patrimonio culturale, 1997; Una sepoltura di cultura Abealzu dal territorio di Gesturi (con Ornella Fonzo), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 14, 1997; Testimonianze di cultura Monte Claro nella Sardegna sud-occidentale, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica

132

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 138

Usai per le province di Cagliari e Oristano’’, 14, 1997; Nuovi dati materiali per una definizione dell’Eneolitico Antico in Sardegna, Atti del Colloquio Internazionale ‘‘Sardinian Stratigraphy and Mediterranean Chronology’’, 1998; L’inse` eneolitica nella Sardediamento in eta gna sud-occidentale: le testimonianze di cultura Monte Claro, Atti del XIII Congresso UISPP, Forlı` settembre 1996, 1998; Contributi al catalogo della mostra Simbolo ed Enigma, 1998; La pro` duzione vascolare miniaturistica di eta nuragica, Atti del II Convegno di Studi ‘‘La ceramica racconta la storia: la ceramica del Sinis’’, Oristano-Cabras 2526 ottobre 1996, 1998; Cagliari. Museo Archeologico Nazionale. Guida alla visita (con C. Tronchetti), 1999; Il Neolitico in Sardegna, Atti del Congresso ‘‘Criteri di nomenclatura e di terminologia inerente alla definizione delle forme vascolari del Neolitico/Eneolitico e del Bronzo/Ferro’’ (con P. Basoli et alii), I, 1999; Il sito preistorico di Su Stangioni – Portoscuso (CA): i materiali del Bronzo Antico, ‘‘Studi Sardi’’, XXXI, 1999; Percorso prenuragico e Percorso nuragico, Guida del Museo archeologico nazionale di Cagliari, 2000; Contributi al catalogo della mostra ‘‘El ` nia’’, 2000; ContriToro i la Mediterra buti al catalogo della mostra fotografica Immagini del passato. La Sardegna archeologica di fine Ottocento nelle fotografie inedite del padre domenicano inglese Peter Paul Mackey, 2000; La tomba n. 2 di ‘‘Cungiau Su Tuttui’’ in territorio di Piscinas (Cagliari). Nota preliminare, Atti del Congresso Internazionale ‘‘L’ipogeismo nel Mediterraneo. Origini, sviluppo, quadri culturali’’, Sassari-Oristano 23-28 maggio 1994, 2000; Frammenti campaniformi dalla necropoli di Marchiana di Villaperuccio (Cagliari), Atti del Colloquio Internazionale Bell Beakers Today, Riva del

Garda 11-16 maggio 1998, 2001; Mate` del Bronzo dal Sulcis-Igleriali dell’eta siente, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 17-2000; La tomba di Serra Ması` a Siliqua (CA) nell’ambito del megalitismo campaniforme, Atti dell’Incontro di studio Sardegna-Spagna ‘‘Aspetti del megalitismo preistorico’’, 2001; Sardegna: Articolazioni cronologiche e differenziazioni locali (con F. Lo Schiavo et alii), Atti del Congresso ` del Bronzo recente in nazionale ‘‘L’eta Italia’’, Lido di Camaiore, 2000; Il Museo Archeologico di Cagliari. Guida per adulti pazienti e bambini intraprendenti (con M. Frau), 2003; S. Anastasia: l’area archeologica e Le testimonianze archeologiche del territorio di Sardara, in Archeologia a Sardara. Da S. Anastasia a Monreale, Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano, ‘‘Quaderni didattici’’, 11, 2003; L’abitato nuragico di Corte Auda ` (Senorbı`), Atti del Convegno ‘‘La civilta nuragica: nuove acquisizioni’’, Senorbı` 14-16 dicembre 2000, Quaderni. Atti e Monografie, 1, 2005, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano; Il villaggio prenuragico di Pabaranca (Sorso – SS). Nota preliminare, Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, III, 2004; Pre-nuragic metallurgy records, ‘‘Archaeometallurgy in Sardinia from the origin to the Early Iron Age’’ (Monographies instrumentum), 2005; La stazione del Neolitico Antico di Su Stangioni (Portoscuso), ‘‘L’Isola di San Pietro dalla Preistoria alla Storia, Iº Seminario sull’archeologia e sulle prospettive di sviluppo turistico dell’isola di San Pietro’’ (con M. Migaleddu), 2004 (in stampa); Materiali prenuragici da alcune grotte del territorio di Alghero (Sassari), Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, IV, 2006 (in stampa).

133

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 139

Usai

Usai, Pietro Geometra, consigliere regionale (n. Arzachena 1953). Geometra, sin da giovane impegnato nella Sini` stato consigliere comunale e asstra. E sessore nel suo paese natale dal 1975; ` stato eletto consigliere renel 1994 e gionale nella circoscrizione regionale per l’XI legislatura, al termine della ` stato riconfermato. quale non e

Usai, Sandro Avvocato, consigliere regionale (n. Elini 1933). Dopo essersi ` dedilaureato in Giurisprudenza si e ` cato alla professione di avvocato e si e impegnato in politica schierato nelle file della Democrazia Cristiana. Ha rivelato eccellenti doti di manager nel ` stato per 20 settore dell’industria: e anni, fino al 1993, presidente della Camera di Commercio di Cagliari. Nel ` stato eletto consigliere regio1989 e nale per la X legislatura nel collegio di ` ripreCagliari, ma al termine non si e sentato; ha continuato invece a occuparsi di problemi industriali divenendo uno dei maggiori sostenitori dello sviluppo del porto industriale di ` presidente del Cagliari; attualmente e CASIC (Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Cagliari).

Usai, Ulisse Impiegato, consigliere regionale (Cagliari 1926-ivi 1993). Impiegato, sin da giovane impegnato nel Par` tito Comunista Italiano; si presento alle elezioni per la V legislatura regionale nel collegio di Cagliari: non eletto ` in Consiglio regionale nel 1967 entro subentrando a Umberto Cardia, dimissionario. In seguito fu riconfermato nello stesso collegio per la VI e per la VII legislatura.

Uselis Citta` romana della Sardegna centro-occidentale interna, situata nell’area del colle di Santa Reparata presso l’odierna Usellus. La sua origine risale probabilmente al secolo II a.C. per rispondere all’esigenza militare di controllo delle popolazioni

` ria. Fu importante anche della Barba sotto il profilo economico, vista la sua collocazione in un’area a colture cerealicole di tipo latifondista. Tolomeo e una tabula patronatus del 158 d.C. le attribuiscono la condizione giuridica di colonia romana. La tabula patronatus fornisce il nome completo della `, Colonia Iulia Augusta Uselis, e la citta testimonianza di alcune istituzioni cittadine. Secondo un recente emendamento di Leandro Polverini (1998) della formula provinciae Sardiniae di ` in questa fonte Plinio il Vecchio, gia U. risulterebbe una colonia in aggiunta a Turris Lybisonis. In tal caso l’acquisizione dello status di colonia, probabilmente dedotta, per U. dovrebbe essere attribuita ad Augusto. [FRANCO PORRA`]

Uselis, tavola di Tavola bronzea iscritta con parte terminale superiore timpanata rinvenuta a Cagliari. I fori presenti in ciascuno dei quattro angoli dimostrano che la tavola, attualmente conservata nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, doveva essere affissa alla parete di un edificio. Si tratta di un documento importante sia per´ costituisce attualmente il solo che esempio di tabula patronatus rinve´ fornisce il nuto in Sardegna sia perche nome ufficiale di Uselis (l’odierna Usellus): Colonia Iulia Augusta Uselis. L’iscrizione, datata 1 settembre 158 ` un decreto del Senato della citta ` d.C., e di Uselis sulla base del quale M. Aristius Balbinus Atinianus, probabilmente cittadino cagliaritano, viene cooptato come patrono della colonia. A sua volta Aristius Balbinus accetta nella clientela sua e dei suoi la colonia con la sua discendenza. Viene quindi confermata per Uselis la condizione giuridica di colonia dichiarata da Tolomeo e attribuita da Plinio il Vecchio nella formula provinciae della Sardegna alla sola Turris Lybisonis. [FRANCO PORRA`]

134

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 140

Usellus

Usellus Comune della provincia di Ori` stano, compreso nella XVII Comunita montana, con 908 abitanti (al 2004), posto a 289 m sul livello del mare a est del monte Arci e a nord della Giara di Gesturi. Regione storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales-Terralba.

Usellus – Vedute del centro abitato.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 35,10 km2, compresa la frazione di Escovedu, e confina a nord con Villaurbana, a est con Mogorella e Albagiara, a sud con Ales e a ovest con Villa Verde. Si tratta di una regione di colline arrotondate, di non grande altezza, che si sollevano tuttavia, non lontano da U., nella Giara di Gesturi (574 m) e nel monte Arci (812 m). Nei pressi del paese scorre il rio Coiamma, che si immette poi nell’Imbessu, affluente di sinistra del Tirso. U. si trova a breve distanza dalla statale 442 Uras-Laconi: vi si collega con una strada secondaria

&

che prosegue poi verso nord per toccare Villaurbana e Simaxis. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. Il villaggio attuale e di origine romana: fu fondato nella ` repubblicana e poco dopo ditarda eta venne la colonia Iulia Augusta Uselis che si stendeva alle pendici del colle di Donigala. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Usellus. Caduto il giudicato, prima del 1430 fu incluso nei territori concessi a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Carroz. U. cosı` ` a far parte della contea di Quirra entro ` fae nel corso del secolo XV continuo talmente a decadere per cui fu deciso di spostare l’abitato alla sede attuale. Frattanto, estinti i Bertran Carroz, fu ereditato dai Centelles; nel 1527 fu devastato da un’incursione di corsari nordafricani che fecero anche molti schiavi. Nel corso del secolo XVII il vil` dai Centelles ai Borgia e laggio passo ` e infine agli da questi ultimi ai Catala Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di ` a far parte Oristano; nel 1848 entro della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo storico abbiamo la testimonianza preziosa lasciataci da Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, della quale riportiamo qualche passo significativo: «Popolazione. Notossi questa nel censimento del 1846 di anime 634, distribuite in famiglie e case 136. Distinguevasi quindi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 327 in scapoli 187, ammogliati 125, vedovi 15; il totale delle femmine 307 in zitelle 164, maritate 124, vedove 19. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie: nascite 22, morti 13, matrimoni 4. Quasi in tutte le case le

135

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 141

Usellus donne si occupano della tessitura della lana e del lino per panni e tele. Lavorasi generalmente in proporzione ` della famiglia, ma aldelle necessita cune vendono nel paese e fuori quello ` superfluo alla propria casa. che e ` a circa L’istruzione elementare si da 20 fanciulli. Il numero delle persone che nel paese sanno leggere e scrivere ` stimisi il non sorpassa li dodici. Da cio frutto della predetta scuola in 30 anni. Agricoltura. I terreni di U. sono bene idonei alla coltura de’ cereali, delle ` viti e degli alberi, e se vi fossero piu braccia e maggior diligenza si avrebbe molto frutto da’ grandi spazi, che restano inculti. La seminagione impiega ordinariamente starelli di grano 450, d’orzo 100, di fave 120, ed una non pic` di lino. La fruttificazione cola quantita del grano suol essere del dieci, quella dell’orzo al 12, quella delle fave al 16. Il lino produce bene e si ottengono da otto a diecimila fascicoli. L’orticoltura usa poche specie ed impiegasi sopra una piccola superficie. Le vigne sono molte, ma essendo il luogo stato male scelto le uve non possono maturare ´ nella manipoperfettamente. E perche lazione non si usa un metodo che possa emendare questo difetto, il vino non ha ` che potrebbe avere e che quella bonta ha quello di siti migliori. Pastorizia. Nel bestiame di servigio sono tori per l’aratro e il carro 140, cavalli e cavalle per sella e basto 42, giumenti per la macina 130. Si aggiungono majali 45. Nel bestiame rude si trovano capi vaccini 200, pecorini 3000, caprini 800, porcini 500. Questi potrebbero essere assai ` , come concederebbe la quantita ` piu degli alberi ghiandiferi, i quali formano una selva spessa. Le vacche non danno latte per i formaggi, riservandosi esso intieramente al nutrimento de’ vitelli e delle vitelle, come generalmente usano fare nella parte meridio-

` che si munge dalle nale. Da quello pero pecore e dalle capre si ottiene tanta ` di formaggio, che se ne ha per quantita vendere a’ negozianti di Cagliari e Ori`e ` mediocre per causa stano. La bonta ` della manipolazione. L’apicultura e molto curata, e il numero de’ bugni `a non supera li 150». Nel 1859 U. entro far parte della provincia di Cagliari. Nel 1927 gli furono aggregati come frazioni i comuni di Bannari di Usellus (Villa Verde), Ollastra Usellus (Albagiara) ed Escovedu. Bannari e Ollastra recuperarono la propria autonomia rispettivamente nel 1947 e nel 1959. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano, U. vi fu incluso. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel una modesta attivita settore alimentare e in quello dei ma` poco organizteriali per l’edilizia. E zata la rete di distribuzione commer` collegato da autoliciale. Servizi. U. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 949 unita di cui stranieri 6; maschi 492; femmine 457; famiglie 363. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 15 e nati 10; cancellati dall’anagrafe 29 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 146 in migliaia di lire; versamenti ICI 414; aziende agricole 209; imprese commerciali 51; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 15; ambu-

136

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 142

Usellus lanti 3. Tra gli indicatori sociali: occupati 251; disoccupati 52; inoccupati 56; laureati 6; diplomati 79; con licenza media 279; con licenza elementare 339; analfabeti 55; automezzi circolanti 297; abbonamenti TV 285. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` dellogiche che attestano la continuita l’insediamento dell’uomo a partire dal periodo nuragico, in particolare i nuraghi Bruncu, Carru, Fenugu, Ilixi, Nu`, Pardu, Pinna, Pizu, Santa Lucia, rafa Stampasia e Tara. Tra questi molto in` quello di Santa Lucia, del teressante e tipo trilobato, con le torri riunite da una possente muratura e circondato da un villaggio di capanne. Altro monu` la Tomba mento del periodo nuragico e di giganti di Motrox’e Bois, situata non lontano dall’abitato; lunga 11 m, ha l’accesso attraverso una galleria lastricata che sbuca nella camera composta da pietre di marna molto ben rifinite. Gli scavi hanno restituito ossa di circa 20 individui con un ricco corredo di gioielli e altri oggetti personali di ornamento; pochi i frammenti di ceramica. Tutti i reperti sono databili ai secoli VII-VI a.C. e sono in gran parte importati dall’Etruria o dall’Oriente. Infine sono da considerare le tracce della colonia romana Iulia Augusta Uselis, che sorgeva alle pendici del colle di Donigala; fu fondata nel corso del secolo I a.C. e rimase abitata fino al secolo VII d.C. Durante gli scavi sono stati trovati materiali ceramici, monete, frammenti di mosaico ma soprattutto le fondamenta di numerose costruzioni realizzate con pietre squadrate e una tavola bronzea del 158 d.C. (= Uselis, tavola di). & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha conservato numerose case che si affacciano su una corte munita di portico (lolla) cui

si accede da portali in pietra, talvolta ` interesmonumentali. L’edificio piu ` San Bartolomeo, chiesa parrocsante e chiale chiamata cattedrale in ricordo dell’antica diocesi trasferita ad Ales. ` molto antico ma e ` L’attuale edificio e ` riprese nel corso stato restaurato a piu dei secoli. Ha l’impianto a una navata scandita in tre campate poggianti su pilastri e completata da alcune cappelle laterali intercomunicanti tra ` a volte a botte. La loro; la copertura e facciata, arricchita da un timpano triangolare, si apre su una scenografica piazzetta alla quale si accede da una bella scalinata; a poca distanza dalla chiesa si erge la torre campanaria a canna quadrata completata nel 1950. All’interno conserva una statua del santo titolare, opera di Francesco Canova del 1750, un altare in marmo policromo trasferito nel 1779 dalla cattedrale di Ales, la balaustra e il fonte battesimale in marmo degli inizi dell’Ottocento. Altro monumento di ri` Santa Reparata, chiesa romalievo e nica costruita nel secondo quarto del secolo XII. Aveva in origine un imponente impianto a tre navate ed era completata dall’abside; probabilmente era la chiesa cattedrale dell’antica diocesi. Nel corso del secolo XVIII fu completamente ristrutturata e as` sunse l’attuale assetto liturgico, che e ` inverso rispetto a quello originario. E infine da segnalare il castello di Murgunulis, fortezza costruita dai Romani per difendere la colonia di Uselis e il confine con le zone interne. Nei secoli successivi fu utilizzato e ripetutamente ristrutturato fino all’epoca giudicale quando presumibilmente fu ab` in rovina. I suoi resti bandonato e ando erano situati in cima al colle di Santa Reparata a poca distanza dall’attuale centro abitato, ma oggi non sono ora` leggibili. mai piu

137

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 143

Usellus FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le tradizioni popolari conservano la memoria storica dell’antico borgo, in particolare il Carnevale, che prevede un ricco programma di balli in piazza e alcune sfilate con carri allegorici e maschere. A maggio si svolge la festa di Sant’Isidoro con un ricco programma di festeggiamenti che culmina con l’ac` ; in concomitanza si censione di un falo svolge la sagra della pecora. Altra festa ` quella di Santa Lucia, che importante e si svolge la prima domenica di settembre e prevede il trasporto in processione della statua della santa dalla parrocchiale alla chiesetta campestre con il concorso della popolazione, e si conclude con una gradevole scampagnata. La festa di Santa Reparata si svolge l’8 ottobre presso la chiesetta omonima e dura tre giorni; in passato era legata a un mercato degli attrezzi agricoli. &

Usellus, curatoria di Antica curatoria del giudicato di Arborea. Situata tra il Campidano di Simaxis e la Marmilla, si estendeva per 121 km2 su un territorio collinare, dall’agricoltura molto ben sviluppata; comprendeva i villaggi di Ales, Banari, Barumela, Curcuris, `, Escovedu, Funtana, Figu, Gonnosno Ollastra, Pau, Usellus, Zeppara. Finite le guerre tra Arborea e Aragona, dopo la battaglia di Sanluri cadde nelle mani dei catalano-aragonesi e prima ` a far parte dei territori del 1430 entro donati a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Carroz. Entrata cosı` nel grande feudo di Quirra, ne condivise le vicende fino al riscatto dei feudi (1838).

Usignolo = Zoologia della Sardegna Usini Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 3854 abitanti (al 2004), posto a 200 m sul livello del mare 10 km a sud di

Sassari. Regione storica: Coros. Archidiocesi di Sassari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 30,68 km2 e confina a nord con Sassari, a est con Tissi e Ossi, a sud con Ittiri e a ovest con Uri. Si tratta di una regione di colline calcaree, non molto alte ma tagliate da alcune profonde vallate, tra le quali quella del rio Mascari, affluente del Mannu di Porto Torres, che divide U. e i paesi vicini dal tavolato su cui si stende Sas` vicinissimo alla nuova sari. Il paese e direttissima per Ittiri; nella valle del Mascari passa la ferrovia ChilivaniSassari che ha anche una stazione riservata a Tissi e U. & STORIA Il territorio possiede numerose testimonianze archeologiche, a partire dal Neolitico recente, che dimostrano che fu abitato continuativamente fino all’Alto Medioevo. Il villaggio fece parte del giudicato di Torres e fu incluso nella curatoria del Coros; in quell’epoca vi fu edificato un ospedale. Agli inizi del secolo XIII fu compreso nei territori che passarono nelle mani dei Malaspina dopo il matrimonio del marchese Corrado (=). I suoi discendenti, dopo l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres, compresero U. nel piccolo stato che organizzarono e per il quale prestarono omaggio al re d’Aragona. Dopo la conquista aragonese fu loro possibile conservarlo come feudo della Corona. U. comunque soffrı` gravi danni a causa delle guerre che furono combattute nel territorio circostante nei decenni successivi; nel 1353 fu definitivamente sequestrato agli antichi signori e una parte considerevole dei suoi territori fu concessa in feudo a Marco de Sori. Poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio fu occupato dalle truppe del giudice d’Ar-

138

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 144

Usini borea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. In seguito, nel 1421 fu incluso nel grande feudo concesso a Bernardo Centelles. Nel 1439, quando i Centelles vendettero ad Angelo Cano la baronia di Osilo, vi compresero anche una parte della curatoria del Coros. Da quel momento U. rimase in possesso dei Cano dai quali, agli inizi del ` ai Cedrelles che Cinquecento, passo ` nel 1544 lo vendettero ai Manca pero che entro la fine del secolo ne trasformarono l’amministrazione rendendo i tributi molto gravosi per i vassalli. Nel corso dei secoli successivi il villaggio soffrı` a causa della peste del 1652 e si ` quasi completamente; nel spopolo 1758 la discendenza dei Manca di U. si estinse con un Antonio, e dopo una complessa lite giudiziaria il villaggio ` al ramo dei Manca di Mores. In passo questo periodo i suoi abitanti soffrirono molto per il gravoso carico dei tributi feudali e per l’eccessivo fiscalismo col quale venivano richiesti i pa` una tensione gamenti, per cui si creo crescente con i feudatari. Nel 1795 gli usinesi presero parte ai moti antifeu` riuscire a liberarsi dali senza pero dalla dipendenza, cosa che sarebbe avvenuta soltanto col riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 il villaggio fu incluso nella provincia di Sassari. Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis, ci ha lasciato una preziosa testimonianza su quel periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in U. anime 1472, distribuite in famiglie 396 ed in case 372. Distinguevasi poi secondo la condizione domestica il totale de’ maschi 737, in scapoli 479, ammogliati 271, vedovi 27; il totale delle femmine 735, in zitelle 380, maritate 265, vedove 90. Il movimento della popolazione rappresentavasi dalle medie seguenti, nascite 55, morti 27, matrimoni 12. La principal

` l’agricoltura, alla quale professione e sono studiosamente applicati. Una trentina di persone attende ai mestieri necessari e quaranta circa sono applicate alla pastorizia. Le donne lavorano al telajo per provveder la famiglia di panni e tele. I possidenti non sono meno di 315. Si annoverano nel tempo scorso 4 notai. La scuola elementare vi ` aperta, ma giova poco. Nel paese e sono circa 30 persone che san leggere ` hanno imparato ne’ e scrivere; ma i piu collegi. Agricoltura. Il terreno chiuso ` per vigne, orti e piccoli campi, si puo computare di circa 500 giornate; l’aperto per la seminagione ha giornate 2275 incirca, e quello per il pascolo altrettante. Tutti i terreni aperti erano demaniali. I terreni hanno molta ido` per i cereali, ed in alcuni siti sono neita ` . La qualita ` solita di una rara fecondita ` di starelli 1750 di della seminagione e grano, 450 d’orzo, 100 di fave, 100 di le` del 10 gumi. La produzione comune e pel grano, del 14 per l’orzo, del 16 per le fave. Di lino si seminano circa 90 sta` circa sesrelli. L’orticoltura occupera santa giornate, e si coltivano molte specie, il prodotto delle quali si porta in Sassari. Pastorizia. I pascoli sono in certe stagioni abbondantissimi, in altre scarseggiano, sebbene sieno molti tratti, dove si potrebbero formar de’ prati facendo servire per l’innaffiamento l’acqua inutile dei due fiumi, che abbiamo notati, ed alcuni siti, quelli che volgarmente appellano Benas o Enas (Vene), terreni acquitrinosi, ` nutrisce la vegetazione, dove l’umidita ` pur quando pe’ calori estivi essa e spenta nelle altre parti. Si hanno alcuni armenti di cavalle con capi 250 in circa, e greggie di capre e di pecore, le prime in numero di 600, le altre di 2300. ` . Il I formaggi sono di mediocre bonta bestiame di servigio consiste in buoi 340, cavalli e cavalle per basto e sella

139

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 145

Usini `a 65, giumenti 200». Nel 1848 U. entro far parte della divisione amministrativa di Sassari e nel 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di suini, bovini, ovini ed equini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una mo` industriale nel settore desta attivita alimentare e in quello della lavora` poco organizzata la zione del legno. E rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ristorante. Servizi. U. ` collegato da autolinee e dalla ferroe ` via agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3784 unita di cui stranieri 20; maschi 1914; femmine 1870; famiglie 1166. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 27 e nati 54; cancellati dall’anagrafe 105 e nuovi iscritti 55. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 676 in migliaia di lire; versamenti ICI 1283; aziende agricole 414; imprese commerciali 111; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 12. Tra gli indicatori sociali: occupati 910; disoccupati 79; inoccupati 179; laureati 31; diplomati 290; con licenza media 1122; con licenza elementare 1243; analfabeti 99; automezzi circolanti 1353; abbonamenti TV 906. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze ` dell’inche documentano la continuita sediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo

appartiene infatti la necropoli di S’Elighe Entosu, costituita da 8 domus de janas scavate nella roccia e molto ben la` l’ipogeo vorate. Altra domus de janas e di Chercos, riconducibile alla cultura di Bonnanaro I; ha pianta rettangolare e al suo interno sono una fossa per la deposizione del cadavere e una piccola banchina che consentiva di introdursi nella tomba per depositarvi offerte senza calpestare le salme. Attraverso un’apertura ogivale si entra in ` piccola, decorata con mouna cella piu ` tivi concentrici, mentre la facciata e ornata da motivi architettonici. La tomba ha restituito anche ceramiche del periodo della cultura di Ozieri. Di grande interesse per il periodo nuragico sono i resti del nuraghe Filighe, unico del territorio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` la chiesa RALE Cuore del villaggio e di Santa Maria, costruita in due tempi ` del secolo XIII e il tra la seconda meta primo quarto del XIV. Aveva in origine un impianto romanico con una sola navata completata dall’abside, e la facciata arricchita da un portale lunettato e architravato e da un motivo ad archetti nel frontone. Nella seconda fase fu aggiunto il transetto in forme gotiche caratterizzato da ampie finestre ogivali. In successivi interventi furono aggiunte le cappelle laterali, la sacrestia e il campanile. Nei dintorni sorge San Giorgio di Oleastreto, edificio religioso situato a qualche chilometro dell’abitato e oggi ridotto allo stato di rudere; fu edificato nel secolo XII in forme romaniche, aveva una navata completata dall’abside e la copertura era in legno a capriate; nelle sue vicinanze sorgeva un ospedale affiliato a quello di San Leonardo di Pisa. Nel corso dei secoli ebbe molta importanza e quando nel secolo XVII il feudo di U. fu trasformato in contea, gli diede il ti-

140

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 146

Ussana tolo; molto considerata tra gli abitanti, ` a essere officiata la chiesa continuo nell’Ottocento. Abbandonata dopo il riscatto del feudo, nel corso di pochi decenni si ridusse nelle condizioni attuali di rudere. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La maggiore delle feste popolari si svolge l’8 settembre in onore di Maria Bambina, si protrae per tre giorni e prevede un intenso programma di festeggiamenti e numerose manifestazioni folcloristiche.

Usolvisi Antico villaggio di origini romane. Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria di Goceano. Sorgeva in prossi` di Nule. Dopo l’estinzione della mita famiglia giudicale di Torres fu lungamente conteso tra Doria e Arborea. ` a far parte del giudicato Nel 1272 entro d’Arborea e nei secoli successivi condivise le sue vicende fino alla caduta nel 1409. Nel 1410 fu concesso in feudo ` non al marchese d’Oristano, che pero riuscı` a entrarne in possesso, per cui nel 1421 il re ne concesse le rendite a ´ lo pacifiBernardo Centelles perche casse. In quella occasione il villaggio fu assalito dal bandito Bartolo Manno `; solo alcuni anni dopo il che lo devasto marchese d’Oristano riuscı` a conquistarlo cacciandone il Manno. L’abitato del villaggio, duramente provato, si ` completamente, ed entro la spopolo ` del secolo XV i suoi abitanti si meta trasferirono a Bultei.

Ussana Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 20, con 3827 abitanti (al 2004), posto a 97 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord di Cagliari. Regione storica: Parte Olla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 32,85 km2 e confina a nord

con Samatzai, a est con Donori e Serdiana, a sud ancora con Serdiana e a ovest con Monastir e Nuraminis. Si tratta di una regione al confine tra le ultime propaggini dei rilievi del Sarrabus e la piana campidanese; il centro abitato in particolare si trova nella vallata del rio Flumineddu, che provenendo da oriente si dirige a sud-ovest, verso lo stagno di Cagliari. Il paese si trova a breve distanza dalla superstrada Cagliari-Sassari, cui si collega con una strada secondaria che prosegue poi per Serdiana. Un’altra strada assicura il collegamento con Sestu, ` 10 km piu ` a sud. che e & STORIA Nel territorio e ` documentata la presenza dell’uomo a partire dal Neolitico. Il villaggio ha origini romane, deriva da un importante centro posto poco distante dalla via che da Cagliari conduceva alle zone interne. Nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria di Dolia. Dopo la caduta del giudicato, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, fu compreso nella parte assegnata al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese nel 1328 fu concesso a Clemente Salavert i cui discendenti continuarono a possederlo; quando nel 1348 fu investito dalla peste ` quasi completamente, per si spopolo cui i suoi abitanti chiesero e ottennero dai Salavert una riduzione dell’am` montare dei tributi. Subito dopo pero essi vendettero U. agli Estaper (=); il villaggio oramai quasi spopolato conti` a restare nelle loro mani. Nel 1355 nuo i suoi abitanti riuscirono a inviare i loro rappresentanti al Parlamento. Nel 1361 gli Estaper si estinsero e il villaggio fu donato a Raimondo Montpa-

141

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 147

Ussana von; in seguito, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il vil` ulteriormente e fu oclaggio si spopolo cupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia `, di Sanluri. Al termine delle ostilita molto danneggiato e quasi spopolato, nel 1416 fu concesso a Pietro Gomis che nel 1436 lo rivendette ad Antonio De Sena (=). Questi lo incluse nella dote che costituı` in occasione delle nozze di sua figlia con Francesco Erill (=). Il villaggio rimase cosı` in mano ` nel 1541 se ne disfeagli Erill che pero cero; U. fu acquistato da Gabriele Bonfill (=) i cui discendenti nel 1580 lo vendettero a Giuseppe Montaner. Nel ` i Montaner vendettero U. ai 1594 pero Manca Guiso che si estinsero nel 1788. ` agli Amat ai Allora il villaggio passo quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 era stato incluso nella provincia di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato una preziosa testimonianza sul villaggio in questo periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si numerarono in U. anime 1154, distribuite in famiglie 273 ed in case 266. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche il totale de’ maschi 569 in scapoli 333, ammogliati 222, vedovi 14; il totale delle femmine 585 in zitelle 291, maritate 229, vedove 65. Il movimento della ` le seguenti medie, napopolazione da scite 40, morti 22, matrimoni 10. La pro` l’agricoltura. fessione generalissima e Sessanta persone attendono alla sartoreria, alla muratura, a’ lavori in legno e ferro. U. ha circa 20 persone esperte della musica delle zampogne, i quali sono condotti a certi patti in altri paesi, per servire alla pubblica ricreazione ` . Le donne si occupano della gioventu ne’ tessuti di lino e lana, e si hanno ` di annon meno di 220 telai, tutti pero tica forma. La scuola primaria vi fu aperta, ma con poco profitto. Nelle

terre de’ campidani intendesi il beneficio dell’istruzione popolare meno che altrove. Agricoltura. I terreni di U., come gli altri vicini, sono di una gran `, se non contrari la vegetazione fertilita e la condizione atmosferica. La solita ` di starelli misura della seminazione e 3000 di grano e 500 tra fave e legumi. Di ` che vogliasi dal lino si semina non piu bisogno delle famiglie. La fruttifica` meno zione ordinaria comune non e del decuplo. Le specie ortensi sono coltivate in una estensione considerevole di terreno non solo per la consumazione del comune, ma per venderne altrove, e massime nella capitale. Le vigne occupano uno spazio minore di quello che parrebbe giusto per il solo approvvigionamento del paese, onde devono domandar ad altri paesi quello ´ questo dipende da che che manca. Ne ´ non vi sieno terreni buoni, giacche nelle piccole colline che sono prossime al fiume, ed in quella maggiore, che sorge a circa mezz’ora dal paese alla parte di greco si trovano le condizioni ` felici, che domanda questa specie piu `; ma perche ´ non e ` per la sua prosperita molto idoneo il terreno circostante al paese, dove si sogliono piantar le viti. Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in circa 250 gioghi, o capi 500, in cavalli e cavalle da sella e da basto 50, in giumenti 120, i quali pascolano ne’ territori particolari e nel prato comu´ si provnale, ma non sempre, perche vede alla loro sussistenza con provviste sufficienti per il caso che manchi il pascolo naturale. Il bestiame rude numera vacche 130, porci 300, pecore 7000. Il prodotto si smercia nel Campi` dano e nella capitale. L’apicoltura e praticata da pochissimi, e si avranno ` 500 alveari». Nel 1848 U. entro `a al piu far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima.

142

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 148

Ussana & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, l’orticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini, suini ed equini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nel settore alimentare e in quelli della lavorazione del legno, del` suffil’edilizia e della metallurgia. E cientemente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Artigianato. ` antica la tradizione della confezione E ` rdudi dolci tipici, in particolare le pa ` collelas e is piricchittus. Servizi. U. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3652 unita di cui stranieri 10; maschi 1829; femmine 1823; famiglie 1065. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 29 e nati 30; cancellati dall’anagrafe 101 e nuovi iscritti 84. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 649 in migliaia di lire; versamenti ICI 1074; aziende agricole 371; imprese commerciali 155; esercizi pubblici 20; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 47; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 975; disoccupati 177; inoccupati 281; laureati 5; diplomati 140; con licenza media 1116; con licenza elementare 1077; analfabeti 185; automezzi circolanti 1344; abbonamenti TV 857. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva poche testimonianze ` al archeologiche, risalenti per lo piu periodo romano; in particolare le terme di San Lorenzo. Si tratta di un complesso termale risalente al secolo

` tarde, che fu II. ma con aggiunte piu scavato nel 1949 da Giovanni Lilliu (=). Probabilmente faceva parte di ` costituito da una una grande villa. E sala rettangolare che doveva costituire il tepidarium, delimitata a est da un altro ambiente ad absidi diviso in altri vani che costituiva il calidarium, e a nord da un terzo ambiente con due vasche che era il frigidarium. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato nel centro storico il suo assetto tradizionale con le case in mattoni di terra ` diri) affacciate sulla corte incruda (la ` abbellita da un porticato terna che e ` interessante e ` la (lolla). L’edificio piu chiesa di San Sebastiano, parrocchiale ` del secostruita nella seconda meta colo XVI; ha un impianto a tre navate ` a volte a con transetto, la copertura e ` in forme barocbotte. La facciata e cheggianti. Poco distante sorge la torre campanaria a canna quadrata. All’interno conserva un pulpito ligneo con baldacchino finemente intagliato, un sarcofago romano e due sculture di probabile origine bizantina; in sacre` custodita un’interessante collestia e zione di oggetti liturgici d’argento, dono del cardinale Luigi Amat (=), e un reliquiario con circa 400 reliquie (una per ogni giorno dell’anno). Accanto alla parrocchiale sorge l’oratorio, chiesa di piccole dimensioni costruita nel Settecento; ha l’impianto a una navata e la copertura a volta. La ` divisa in due specchi scanfacciata e diti da una cornice: quello inferiore diviso in tre parti da paraste; quello superiore concluso in alto da un fastigio con due volute sormontate da un campanile a vela. Altro edificio interes` la chiesa di San Saturno che sante e sorge poco fuori dall’abitato su una modesta altura. Fu costruita in forme romaniche nel secolo XII dai Vittorini.

143

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 149

Ussaramanna Originariamente aveva un’aula a due navate di diversa ampiezza chiuse da due absidi scandite da arcate e la copertura con la volta a botte. Nel secolo XIII, dopo un crollo parziale della volta, i muri d’ambito furono sopraelevati e l’aula fu coperta in legno a capriate. Nel XVIII la chiesa fu radicalmente ristrutturata modificandone l’orientamento: nella vecchia facciata vennero chiusi gli ingressi e vi venne ricavata la nicchia per l’altare, furono demolite le absidi e cosı` la testata orientale fu ricostruita come facciata con un unico ingresso, ampia finestra e campanile a vela. Recenti restauri le hanno parzialmente restituito le antiche forme romaniche. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari che conser` particolarvano le antiche tradizioni, e mente importante quella del Carnevale che culmina nella sfilata delle maschere e col processo a un pupazzo che invariabilmente alla fine viene bru` quella ciato. Altra importante festa e dell’Assunta che si svolge il 15 agosto con un denso programma di canti tradizionali, balli in piazza e fuochi d’artificio, culminando in una solenne processione con la partecipazione di fedeli in costume.

Ussaramanna Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 604 abitanti (al 2004), posto a 158 m sul livello del mare a occidente della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 9,75 km2 e confina a nord con Baradili, a est con Turri, a sud con Pauli Arbarei e a ovest con Baressa. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate, che ha la Giara di Gesturi a oriente e la Giara di Siddi a occi-

dente. Il paese si trova lungo la strada che unisce Villamar a Usellus, nel punto in cui se ne distacca una traversa che, dividendosi in due, raggiunge Tuili e Pauli Arbarei. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico. L’attuale centro deriva da una statio romana situata lungo la strada che da Cagliari portava a Usellus. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si furono insediati in Sarde` a rimanere in possesso gna, continuo del giudice d’Arborea ma nel corso delle guerre tra Arborea e Aragona fu spesso investito dalle operazioni militari. Subito dopo la battaglia di Sanluri, nel 1421 U. fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada, ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454. Subito dopo il villaggio, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg il quale, a sua volta, ven` . Per far fronte dette a Pietro di Besalu ai molti debiti di cui si era caricato, il ` dovette chiedere il soccorso fiBesalu nanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute. Il poveretto ` non fu in condizione di pagare e, pero senza molti scrupoli, Dalmazio Carroz gli tolse buona parte della Marmilla. ` a far parte della Cosı` U. dal 1477 entro contea di Quirra e nel corso dei secoli ` dai Carroz ai Centelsuccessivi passo ` e infine agli les, ai Borgia, ai Catala Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Vittorio Angius ci ha lasciato nel Dizionario del Casalis una preziosa testimonianza relativa a questo periodo: «Popolazione. Nel censimento del 1846

144

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 150

Ussaramanna si notarono in questo paese anime 544, distribuite in famiglie 153 ed in case 148. Si distinguevano poi secondo la condizione domestica, il totale de’ maschi 275 in scapoli 157, ammogliati 103, vedovi 15; il totale delle donne 269 in nubili 159, maritate 103, vedove 27. Il ` le semovimento della popolazione da guenti medie, nascite 22, morti 11, ma` trimoni 5. La professione principale e l’agricoltura, pochissimi attendono ` pochi a’ mestieri. alla pastorizia, piu Le donne si occupano di solito sul te` lajo. La scuola elementare non ha piu di sei fanciulli. Quelli che nel paese san leggere e scrivere forse non sono 7. Agricoltura. Molte parti di questo terri`, di cui e ` torio sono di quella fecondita lodata la Marmilla. Per la seminagione si consumano ordinariamente starelli di grano 850, d’orzo 200, di fave 250, di legumi 25, 90 di lino. La fruttificazione ` dal 12 al 15. L’orcomune ed ordinaria e ` molto curata e usa poticoltura non e che specie. Il vigneto non occupa grande spazio di terreno, sebbene vi sieno regioni che, poco idonee a’ cereali, renderebbero assai se fossero ` delle uve piantate a viti. Le varieta ` di 10; la vendemmia e ` abnon sono piu bondante, tenuto conto dell’area pro` pregiato e lo sarebbe duttiva, il vino e ` se fosse fatto con maggiore medi piu todo. Anche per gli alberi fruttiferi il ` ben favorevole: ma gli ussaresi suolo e trascurano questa coltura, ed il numero de’ ceppi forse di poco sorpassa i ` comuni sono olivi, 3000. Le specie piu mandorli, ficaje ecc. Pastorizia. Il bestiame manso o di servizio per l’agricoltura e per il trasporto consiste in buoi 220, cavalli e cavalle 34, giumenti 140. Il bestiame rude si computa di vacche 80, porci 300, pecore 1200. L’apicol` generalmente negletta. Il comtura e ` poco considemercio degli ussaresi e revole. Essi trasportano le loro derrate

in Selluri, donde distano circa 11 mi` a far parte della glia». Nel 1848 U. entro divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima provincia. Di ` entrata nel novero dei centri recente e compresi nella nuova provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e caprini. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare (produzione di formaggi), metallurgico e ` poco organizzata la rete di diedile. E stribuzione commerciale. Artigianato. Ha antica origine la lavorazione dei cestini di fibre vegetali, di particolare ` collegato da aueleganza. Servizi. U. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, scuola E dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 609 unita di cui stranieri 2; maschi 309; femmine 300; famiglie 222. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 10 e nati 4; cancellati dall’anagrafe 13 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 743 in migliaia di lire; versamenti ICI 253; aziende agricole 110; imprese commerciali 33; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 11; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 195; disoccupati 27; inoccupati 39; laureati 9; diplomati 84; con licenza media 185; con licenza elementare 193; analfabeti 39; automezzi circolanti 220; abbonamenti TV 182. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze del periodo nuragico, tra cui i nuraghi Ca-

145

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 151

Ussarella bonu, Senzu, Molas, San Pietro e Si` interessante e ` rissi. Tra tutti il piu quello di San Pietro, nuraghe quadrilobato inserito oramai nel tessuto urbano; nelle sue vicinanze nel 1956, durante una campagna di scavi, furono individuati i resti di un villaggio ro` imperiale. Altri resti di comano di eta struzioni romane sono stati rinvenuti presso la chiesa di San Lorenzo e in ` stata regione Bingias Beccias, dove e scoperta una necropoli con tombe a inumazione che hanno restituito numerose suppellettili. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico conserva ancora numerose case tradizionali abbellite dal porticato interno (lolla) e affacciate alla corte cui si accede da un por` interessanti c’e ` tale. Tra gli edifici piu San Quirico, chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI e trasformata nelle attuali forme barocche nella se` del XVII, quando sostituı` conda meta l’antica chiesa di San Pietro che in seguito divenne Monte granatico. Ha un ` stata impianto a una sola navata ed e ` riprese: nel 1726 fu completata a piu costruito il campanile, nel corso del secolo XVIII fu completata la copertura a volta e nel 1789 la cupola fu rivestita con tessere di ceramica; nel 1817 furono costruiti la sacrestia e i cappelloni. All’interno sono conservati molti arredi in marmi policromi opera dello Spazzi, di Santino Franco e di altri ` una maestri marmorai. San Pietro e chiesetta che sorge nei paraggi del nuraghe omonimo: agli inizi dell’Ottocento divenne Monte granatico. Infine la chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel 1649 da maestranze locali in forme tardogotiche. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio e da alcune cappelle laterali, mentre la ` a volta a botte. copertura e & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra

le manifestazioni popolari va ricordata la mostra delle erbe che si tiene tra aprile e maggio, ha carattere regionale ` attira moltise per la sua singolarita ` simi visitatori. La festa religiosa piu importante si svolge in onore di San Lorenzo, il patrono, tra il 10 e il 13 agosto e si apre con una solenne processione in costume nel corso della quale la statua del santo viene trasportata alla chiesetta, unica testimonianza dello scomparso villaggio di Ussarella, dove si svolge un intenso programma di festeggiamenti. Altra singolare manifestazione si svolge a settembre, si tratta della sagra del dolce tipico del paese (e della zona), una formaggella detta sa `rdula. pa

Ussarella Antico villaggio del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria della Marmilla. Dopo la conquista ` la aragonese, quando nel 1364 scoppio seconda guerra tra Mariano IVe Pietro IV divenne teatro delle operazioni, per ` dimicui la sua popolazione ando nuendo. Dopo la battaglia di Sanluri nel 1421 fu incluso nel feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada, il cui figlio se lo vide sequestrare nel 1454. Poco dopo fu venduto all’asta e acquistato da Simone Royg, il quale, a sua volta, lo incluse nei territori che ce` . Le vicende di dette a Pietro di Besalu questo squattrinato personaggio sono note: nel 1477 il villaggio fu compreso in quella parte della Marmilla che en` a far parte del grande feudo di tro Quirra. Nei secoli successivi il villag` dai Bertran Carroz ai Centelgio passo les e da questi ai Borgia. Agli inizi del secolo XVIII i suoi abitanti, ormai ridotti di numero e tormentati dalle continue angherie di bande di malviventi che infestavano le campagne vicine, si rifugiarono a Ussaramanna. L’antico sito ospitava la chiesa e la festa di San ` l’unico avanzo del Lorenzo. La chiesa e

146

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 152

Ussassai villaggio d’un tempo. Il 10 agosto vi si svolge la festa: la statua di San Lorenzo vi viene accompagnata da Ussaramanna con una solenne processione in costume. Terminati i riti sacri, la statua fa il suo ritorno in parrocchia al suono struggente delle launeddas. La chiesa ha l’impianto a una navata e la copertura del tipo a capanna: nella facciata, molto semplice, si apre un unico grande portale a tutto sesto. Nel corso ` andata in rovina, ma nel dei secoli e ` stata completamente restau1999 e rata; durante recenti scavi archeologici nelle sue vicinanze sono stati individuati i resti di un insediamento ru` romana. rale di eta

Ussassai – Veduta del centro abitato.

Ussassai Comune della provincia dell’Ogliastra, compreso nell’XI Comu` montana, con 725 abitanti (al nita 2004), posto a 670 m sul livello del mare alle pendici meridionali del Gennargentu. Regione storica: Barbagia di Seulo. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si

estende per 47,30 km2 e confina a nord con Seui e Gairo, a est con Osini e Ulassai, a sud e a ovest con Seui. Si tratta di una regione montuosa, con punte che sfiorano e superano i 1000 m di altitudine (monte Mela, 974 m; monte Arbo, 1051 m). A breve distanza dal paese scorre il rio San Girolamo, che ha ori` a monte e si dirige a sud per gine piu confluire nel Flumineddu. U. si trova lungo la statale 198, che ha origine nei pressi di Serri, unisce i paesi di questo versante meridionale del Gennargentu e si conclude a Tortolı`; lungo questa stessa strada, 8 km a ovest dall’abitato, si trova la stazione di U., lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Mandas-Arbatax. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico. Il villaggio attuale e ` di origini medioevali. Apparpero tenne al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria della Barbagia di Seulo. Dopo la caduta del giudicato, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, fu compreso nella parte assegnata al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il villaggio fu in` cluso in un feudo concesso a Nicolo Carroz, Bartolomeo Subirats e Guglielmo Montgry. Cosı` i tre si divisero ` tuttavia il feudo che entro il 1345 passo completamente nelle mani del Carroz. Da questo momento U. rimase unito per sempre a questo feudo e nel corso dei secoli la sua storia coincise con quella delle famiglie che possedettero ` nel la Barbagia di Seulo (=). Percio ` a Giovanni Carroz che lo in1352 passo cluse nel suo feudo di Mandas e succes` ai sivamente, estinti i Carroz, passo Maza de Lic ¸ana, ai Ladron, agli Hur-

147

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 153

Ussassai ˜ iga, ai Pimentado de Mendoza, agli Zun tel e infine ai Tellez Giron ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili. Di questo periodo storico resta la testimonianza di Vittorio Angius, nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Popolazione. Il censimento del 1846 portava il totale degli abitanti di U. a 449, distribuiti in famiglie 152, ed in case 143. Distinguevasi poi secondo le condizioni domestiche, il totale de’ maschi 267 in scapoli 159, ammogliati 94, vedovi 14; il totale delle donne 232 in zitelle 111, maritate 95, vedove 26. Il movimento della popolazione dava le seguenti medie nascite 20, morti 9, matrimoni 4. La scuola ele` di 4 mentare fu frequentata da non piu ` anni da che fanciulli. Forse in 30 e piu questa istituzione fu ordinata, non uscı` da questa scuola un solo ragazzo che sapesse leggere e scrivere. Agricoltura. ` uno de’ luoghi in cui l’agricoltura e ` U. e poco o nulla cresciuta. Non mancano terreni che potrebbero dare a sufficienza a sei volte il numero attuale degli abitanti; ma si lasciano incolti, e le ` delle seminagioni sono le sequantita guenti, starelli di grano 120, d’orzo 70, di fave 2, di legumi 2, di lino 5, di meliga pochissimo. La fruttificazione ordina` del sette per uno. La reria comune e ` ottima per la vite, ma la coltivagione e ` ristretta e le specie sono poche. zione e ` non e ` molta e la quantita ` non La bonta molto considerevole, sı` che ne han poco guadagno. Gli alberi fruttiferi non sorpassano i quattromila ceppi. ` comuni sono ficaje, peri, Le specie piu susini, ciriegi, castagni, pomi. La pa` ancor allo stato selvaggio. Il storizia e bestiame di servigio numera buoi 100 per l’agricoltura, cavalli e cavalle 50, giumenti 80. Si aggiungono circa 40 majali. Il bestiame rude ha capi vaccini 300, capre 3500, pecore 5000. I formaggi ` conferita da’ hanno pregio per la bonta

` numerare 500 pascoli. L’apicoltura puo alveari. Si ha pure del miele amaro». ` a far parte della diviNel 1848 U. entro sione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima, ma nella recente ristrutturazione delle ` stata compresa nella province sarde e nuova provincia dell’Ogliastra.

Ussassai – Paesaggio della Barbagia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini e suini, e l’agricoltura, in particolare la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura (produzione di mele pregiate). Negli ultimi decenni si sta svi` luppando anche una modesta attivita industriale con alcune piccole aziende ` poco nei settori alimentare e edile. E organizzata la rete di distribuzione commerciale. Artigianato. Di antica tradizione la tessitura dei tappeti e la lavorazione dei formaggi, con la produzione tra l’altro della cagliata nota come casu axedu; rinomata la produzione del miele e della cera. Servizi. U. ` collegato da autolinee e dalla ferroe ` via agli altri centri della provincia. E dotato di stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 792 unita di cui stranieri 2; maschi 395; femmine

148

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 154

Ussassai 397; famiglie 453. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 9 e nati 6; cancellati dall’anagrafe 13 e nuovi iscritti 8. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 633 in migliaia di lire; versamenti ICI 386; aziende agricole 220; imprese commerciali 31; esercizi pubblici 4; esercizi al dettaglio 12. Tra gli indicatori sociali: occupati 218; disoccupati 39; inoccupati 33; laureati 18; diplomati 76; con licenza media 240; con licenza elementare 233; analfabeti 50; automezzi circolanti 232; abbonamenti TV 213. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo sono riconducibili le domus de janas di Coster’e Gianas, Arruaci, Orgia e Perdona. Al periodo nuragico sono riconducibili invece i nuraghi Arcu, Casteddu, Is Coccoronis, Manurri, Marighedda, Pistolurci, Seddo´ alrili Lappei e Taccu Addai, nonche cune Tombe di giganti e villaggi nuragici.

Ussassai – Chiesa di San Gerolamo. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha mantenuto il suo assetto tradizionale, raccolto entro uno scenario alpestre, e conserva le ti-

` piani. Cuore piche case in pietra a piu ` la chiesa di San Giovanni dell’abitato e Battista, parrocchiale costruita nel 1649 in forme tardogotiche da mae` stata radistranze locali; dopo il 1970 e calmente ristrutturata. Dell’impianto ` rimasta la sola facciata, originario e sormontata da una cornice aggettante e da un campanile a vela. Il campanile che si trova sulla sinistra della facciata ` stato costruito nel 1987. Al suo ine terno la chiesa conserva un tabernacolo del secolo XVI, due statue lignee del XVII e alcuni pezzi di argenteria di bottega cagliaritana dello stesso periodo. Altri interessanti edifici sono le case padronali ottocentesche dei Mura e dei Belluti che consentono di avere una documentazione della vita contadina. Nei dintorni sorgono poi alcune altre chiese tra cui quella di San Salva` San Gerotore, che si trova in localita lamo, a pochi chilometri dall’abitato; fu edificata nel secolo XII in forme romaniche. La chiesa di San Girolamo, detta anche del Santissimo Salvatore, sorge alle falde del monte Arquerı`. Fu costruita nel secolo XI in forme bizantine; nei secoli successivi fu ripetutamente ristrutturata. Infine sono da considerare le rovine del castello di Fissilo, fortezza fatta costruire dai Bizantini in cima al monte Su Casteddu a breve distanza dall’abitato, a 1000 m di quota. Grazie alla sua posizione il castello controllava l’unica via d’accesso alla Barbagia e tutto il territorio circostante. In seguito divenne uno dei centri di difesa dei confini orientali del giudicato di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato nel 1258 fu compreso nella parte assegnata ai Capraia e alla loro estinzione venne in mano a Pisa. ` il castello aveva perso la Oramai pero sua importanza militare ed era andato in rovina; attualmente sono ancora vi-

149

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 155

Ussi sibili alcuni resti della base della sua cinta muraria. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 12 settembre presso la chiesa omonima si svolge la festa di San Salvatore che culmina in una processione solenne in cui la statua del santo viene accompagnata dalla parrocchia. A contorno si svolgono per tre giorni numerose manifestazioni tra le quali canti e balli tradizionali. Da alcuni anni si tiene a ottobre la sagra delle mele, con lo scopo di valorizzare uno dei prodotti tipici del luogo, coltivato con metodi biologici; la manifestazione viene arricchita con convegni ed esposizioni varie e ultima` stata abbinata una mostra mente le e dei funghi spontanei locali.

che dopo che nel 1308 Giacomo II, alla ricerca di alleati, aveva riconosciuto il Montacuto come feudo ai Doria. Subito dopo la conquista aragonese, quando nel 1325 i Doria si ribellarono e combatterono aspramente con l’Arborea, Usulufe, subı`ti danni gravissimi, si ` completamente. spopolo

Ussi Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria della Nurra. Era compreso nei territori che fin dagli inizi del secolo XII pervennero ai Doria in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella Sardegna nord-occidentale. Subito dopo la conquista aragonese, essi si ribellarono e nel 1325 la Nurra fu loro sequestrata. Il villaggio subı` gravi danni a causa delle ` operazioni militari e prima della meta del secolo era completamente spopolato.

Ustedu Antico villaggio del giudicato d’Arborea, incluso nella curatoria del ` Guilcier. La sua popolazione comincio a diminuire dopo la peste del 1376 ed ` entro la fine del secolo XIV si spopolo completamente.

Usulufe Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Montacuto. All’estinzione della famiglia giudicale, dopo una lunga contesa tra Doria, Arborea e giudici di Gallura per il controllo del Montacuto, finı` per essere occupato dalle truppe arborensi. Esse continuarono a tenerlo an-

Uta – Lottatori, bronzetto nuragico proveniente da monte Arcosu.

Uta Comune della provincia di Cagliari, ` moncompreso nella XXIII Comunita tana, con 6692 abitanti (al 2004), posto a 6 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 134,46 km 2 e confina a nord con Villaspeciosa e Decimomannu, a est con Assemini, a sud con Capoterra e con un’isola amministrativa di Assemini, a ovest con Siliqua e un’isola amministrativa di Decimomannu. Si tratta di una regione che si estende in parte, a oriente, nella piana campidanese e in parte, a sud-ovest, nelle prime propaggini dei monti del` precisamente del l’Iglesiente, piu monte Arcosu (948 m). Il paese si trova tra due fiumi, il Mannu che arriva da nord, il Cixerri da ovest, entrambi diretti versi lo stagno di Cagliari. U. si trova a breve distanza dalla super-

150

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 156

Uta strada 130 Cagliari-Iglesias: vi si collega con una breve bretella che poi si raccorda a sud con la strada che unisce la 131 a Villamassargia. A 2 km si trova la stazione ferroviaria lungo la linea Cagliari-Iglesias; a Decimomannu, a 5 km, quella lungo la linea Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo prenuragico e nuragico e fu abitato continuativamente dall’uomo ` successive. Nel Medioanche nelle eta evo l’abitato era diviso in due villaggi, Uta Susu e Uta Jossu, apparteneva al giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria di Decimomannu. I due ` del secolo villaggi nella seconda meta XI furono donati dai giudici di Cagliari ai Vittorini che vi fecero costruire le chiese di San Genesio nel 1089 e di Sant’Ambrogio nel 1090, oggi entrambe distrutte. Caduto il giudicato di Cagliari, quando nel 1257 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, furono compresi nella parte assegnata ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia fecero una divisione tra loro, i due villaggi toccarono al ramo del conte Gherardo i cui discendenti, prima della spedizione dell’infante Alfonso, prestarono omaggio al re d’Aragona riuscendo cosı` a conservare il possesso dell’intera curatoria. Essi ` da tempo un contrasto avevano pero con i De Ac ¸en (=) proprio per i due villaggi, che nel 1325 finirono per essere concessi a Pietro de Ac ¸en. Poco dopo ` essi furono occupati militarpero mente da Berengario Carroz che li unı` al suo feudo di San Michele. Negli anni successivi soffrirono a causa della pe` ste del 1348 e quando, nel 1353, scoppio la prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV furono occupati dalle truppe del giudice d’Arborea e subirono altri

gravi danni. Nel 1363 furono inclusi nella contea di Quirra, ma negli anni successivi, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, furono occupati dalle truppe arborensi e subirono nuovi danni. Dopo la battaglia di Sanluri il territorio, devastato e ` in mano ai Bersemispopolato, torno tran Carroz, ma dei due villaggi era ri`o masto solo un agglomerato di case piu meno corrispondente all’antico Uta Jossu, da cui deriva l’attuale U. Nei se` coli successivi il villaggio si sviluppo attorno alla chiesa di Santa Giusta e ` ai Centelles, da questi ai Borgia, passo ` e infine agli Osorio ai quali fu ai Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento pubblicato nel 1846 si annoverarono in U. anime 1359, distribuite in famiglie 330 e in case 325. Nell’anno ` secolari e si sa 1833 v’erano alcuni gia ` non che gli esempi di tanta longevita furono mai rari. Distinguevasi poi il totale de’ maschi 706 in scapoli 416, ammogliati 268, vedovi 22; il totale delle femmine 653 in nubili 329, maritate 259, vedove 65. Il movimento della po` rappresentare dalle polazione si puo seguenti medie (che si riferiscono ad un altro totale), nascite 52, morti 36, matrimoni 13. Agricoltura. Si riconosce e confessa che il territorio nella pia` atto ad ogni sorta di coltura, nura e che la semenza del frumento cresce sovente al trenta; si computa che in quella larghissima regione campestre siavi un’area di ettari 13 765 o di giornate 34 400, e tuttavolta il terreno che si coltiva per i cereali non sopravanza le giornate 1200!!! Alle quali se aggiungasi altre mille giornate di maggese avremmo la totale superficie della coltivazione campestre di 2200 giornate, il quale ci fa conoscere quanto terreno

151

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 157

Uta coltivabile resti incolto, e non tutto per ´ posti colmancanza di braccia, perche tivatori 300 e gioghi 300 essi potreb` giorbero lavorare quattromila e piu ` circa il quadruplo di quello nate, cioe che fanno. Sopra questa considerazione si stimi di quanto il guadagno che essi hanno sia inferiore a quello che potrebbero ottenere. Una vera ra` di tante terre, che gione dell’inutilita ` la dipotrebbero essere utilissime, e stanza dell’abitato dalle medesime: ma questa ragione sarebbe tolta se un certo numero di famiglie, un centinajo, si distribuisse in due, o tre, o quattro regioni in mezzo alle terre che si vorrebbero rendere produttive. E potreb` del besi una colonia stabilire in la fiume Sijerro, ove comincia la catena indicata di colline, un’altra all’altro capo della stessa collina, un’altra presso la chiesa rurale di Santa Lucia. ` evidente che la produzione creEgli e scerebbe, andrebbe aumentandosi la popolazione, e il deserto incolto sa` stato rebbe diminuito. Pastorizia. U. e nei secoli passati un paese, dove la pa` comune storizia era la principale e piu ` certo che attualprofessione, ed e mente l’agricoltura non la bilancia ancora e che prepondera la classe pastorale. In questa prevalenza del pasto` la ragione per cui in tanta rame e estensione di territorio fertilissimo si ´ il vigneto e ` semina cosı` poco, perche ´ l’arboricoltura ancora angusto, perche ` negletta. I pascoli naturali sono abe bondantissimi e cosı` svariati, come richiedesi dalle varie specie. Con un poco d’arte si potrebbero formare de’ prati artificiali. Il bestiame di servigio consiste in circa 160 gioghi per l’aratro ed il carro, 40 vacche, 60 cavalli per sella e per basto, 120 giumenti per la macinazione del frumento. Il bestiame rude comprende vacche 2000, cavalle 200, capre 4000, pecore 4500, porci

` a far parte 5000». Nel 1848 U. entro della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. & ECONOMIA Le attivita ` di base dell’economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nei settori agroalimenvita tare, della lavorazione del legno, dei laterizi, della lavorazione della ` digomma, della plastica e del vetro. E scretamente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 26 posti letto e ` collegato da un ristorante. Servizi. U. e autolinee e dalla ferrovia agli altri cen` dotato di Pro tri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 6785 unita di cui stranieri 85; maschi 3444; femmine 3341; famiglie 2135. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 35 e nati 65; cancellati dall’anagrafe 135 e nuovi iscritti 136. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 496 in migliaia di lire; versamenti ICI 1552; aziende agricole 640; imprese commerciali 204; esercizi pubblici 17; esercizi al dettaglio 106; ambulanti 28. Tra gli indicatori sociali: occupati 1600; disoccupati 310; inoccupati 679; laureati 21; diplomati 393; con licenza media 2094; con licenza elementare 1872; analfabeti 303; automezzi circolanti 2287; abbonamenti TV 1400. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze che do-

152

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 158

Uta cumentano la presenza dell’uomo fin ` prenuragica. Infatti in localita ` dall’eta Santa Maria sono state individuate le tracce di una piccola stazione risalente alla cultura di Ozieri che ha restituito ` di ceramica. Al peuna certa quantita riodo nuragico risalgono i nuraghi Corti d’Estadi, Giba Connugas, Niu, Pillosu, Sa Guardia, Sinzidu, Su Cuc` Poceddus sono curu. Infine in localita stati ritrovati resti risalenti al periodo fenicio-punico e a quello romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico ha conservato numerose abitazioni tradizionali, costruite con mattoni di terra ` diri), che conservano il tradicruda (la zionale porticato (lolla) affacciato sulla ` la chiesa corte interna. Interessante e parrocchiale del secolo XVI in stile gotico-aragonese, ma l’edificio di mag` la chiesetta di Santa Magiore pregio e ria, romanica, che sorge ai margini dell’abitato. Fu edificata a Uta Susu dai Vittorini nel secolo XII con un impianto a due navate absidate nel tipico stile utilizzato dall’ordine per le altre chiese, frutto del lavoro di maestranze provenzali. Nel corso del secolo XIII l’edificio fu completamente ristrutturato da maestranze pisane e assunse l’attuale impianto a tre navate scandite da arcate e antiche colonne probabilmente provenienti da edifici ro` absidata e mani; la navata centrale e ha la copertura a capriate in legno. La ` in conci calcarei e in marmo, facciata e di grande eleganza; lungo il perimetro dell’edificio corre un fregio ad archetti sorretti da mensole ornate di sculture di animali, persone e simboli di grande bellezza e suggestione. Di particolare ` il monte Arcosu, territorio interesse e collinare posto a qualche chilometro dall’abitato, di grande interesse natu` ricoperto ralistico e archeologico. E dalla macchia mediterranea e da fitti

boschi dove trovano il loro habitat cervi, daini, cinghiali e altre rare specie della fauna sarda. Il WWF vi ha istituito un’oasi naturale protetta riservata in particolare alla conservazione del cervo sardo. Nel suo territorio fu ` importanti depositi trovato uno dei piu di bronzetti nuragici della Sardegna, tra i quali la celebre statuetta del Capo` , considerata la piu ` importante tra tribu quelle ritrovate; sono notissime anche alcune figurette femminili e di guerrieri.

Uta – Interno della chiesa di Santa Maria.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari va ricordata quella in onore di Sant’Isidoro che si svolge a maggio e culmina in una scenografica processione alla quale prendono parte numerosi carri a buoi (traccas) riccamente addobbati. Analogo lo svolgimento della festa in onore di Santa Lucia che si svolge dopo Ferragosto con la partecipazione delle traccas infiorate e con una cornice di balli e canti tradi` importante e ` zionali. Ma la festa piu

&

153

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 159

Utalis quella di Santa Maria, che si tiene l’8 settembre presso la chiesa omonima. Dedicata a Santa Maria di Monserrato, ` stata introdotta in periodo spagnolo, e ma fino all’Ottocento riproponeva l’antichissimo culto bizantino della Odighetrı`a, consistente nell’immersione degli ammalati in una piscina sacra (aghiasma); per l’occasione veniva usato un vecchio pozzo che si trova nel cimitero adiacente alla chiesa le cui acque secondo la tradizione erano rite` anche il nute miracolose. Importante e costume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e di tela di cotone bianca con ampio collo a pizzo e le maniche stirate a pieghe orizzontali (a sonettu), e da una gonna plissettata in vita (sa gunnedda) di panno marrone guarnita da una trina fiorita e rifinita ai bordi con nastro verde. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato rosso o nero, ornato da trine e da lustrini (su cossu), completato sul davanti da un fazzoletto di tela sul quale puntare gioielli (su panneddu). Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di raso nero a fiori con frange e una cornice di pizzo ` completato da nero. L’abbigliamento e una cuffia di panno bianco sopra la quale si indossa un fazzoletto di raso nero a fiori con frange (su mucadori). Il ` costicostume tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela bianca col collo e i polsini trapuntati e pizzo applicato nella pettina, e dai calzoni di tela bianca. Sopra la camicia si indos`) di broccato e raso sano un gilet (su gile nero chiuso al centro da una fila di bottoni rivestiti di broccato, e la giacca di panno nero (su giubbinu) rifinita con velluto nelle maniche e bordata con passamano nero. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino (sa gunnedda) di panno nero e le ghette (is crazzas) dello

` comstesso tessuto. L’abbigliamento e pletato dalla berritta di panno nero.

Utalis Antico villaggio del giudicato di Torres, incluso nella curatoria di Montes. Fin dagli inizi del secolo XIII il villaggio era compreso nei territori passati per matrimonio ai Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu compreso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale, subito dopo la conquista aragonese, prestarono omaggio feudale al re d’Aragona. Negli anni successivi il villaggio subı` gravi danni a causa delle ribellioni dei Doria ma comunque rimase in possesso dei Malaspina fino al 1353, quando fu definitivamente confiscato dagli Aragonesi. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Uta Passaris Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Monreale. Quando nel 1257 il giudicato cadde, nella divisione successiva fu incluso nella porzione toc` deficata al conte di Capraia ed entro nitivamente a far parte del giudicato d’Arborea. Dopo la conquista aragonese, pur continuando a rimanere in mano al giudice d’Arborea, data la sua posizione di confine divenne teatro delle guerre che durante il secolo XIV furono combattute tra Aragona e Arborea. Cosı` la sua popolazione diminuı` progressivamente ed entro la fine del secolo scomparve.

Utheri Antico villaggio del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Romangia. Era situato alle porte di Sassari. Fu uno dei villaggi che nella ` del secolo XIII diedero prima meta ` : il suo abitato fu inglovita alla citta bato nel tessuto urbano.

Uva turca = Fitolacca

154

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 160

V Vacca1 Famiglia di mercanti sassaresi (secc. XV-XVII). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1441 ottenne il ` con riconoscimento della generosita un Bartolomeo i cui discendenti si estinsero nel corso del secolo XVII.

Vacca2 Famiglia di Milis (sec. XVII-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. I suoi membri erano grandi proprietari terrieri che nel corso del secolo XVIII si dedicarono con successo alla coltivazione degli agrumi. Nel 1777 ebbero il cavalierato eredita` con un Pietro, che aveva rio e la nobilta soccorso i suoi concittadini durante una carestia e aveva fatto costruire alcuni ponti per migliorare l’accesso al villaggio. Nel corso del secolo XIX i V. si divisero in alcuni rami ed espressero ` . Attualmente ridistinte personalita siedono a Cagliari.

Vacca3 Famiglia di Villasor (sec. XVIesistente). Originaria di Escolca, le sue notizie risalgono alla seconda ` del secolo XVI, quando viveva un meta Francesco, interessato al commercio del grano. Egli si trasferı` a Cagliari ` una sorella di Benedetto dove sposo Nater; dal matrimonio nacque Salvatore, che nel 1643 ottenne il cavalierato ` e fu ammesso ereditario e la nobilta allo Stamento militare durante il parlamento Avellano. I suoi discendenti presero parte a tutti gli altri parla-

menti e, pur mantenendo stretti legami con Villasor dove avevano una vasta ` , si stabilirono a Cagliari, proprieta dove continuarono a risiedere.

Vacca, Antonio Religioso (n. Quartu Sant’Elena 1934). Vescovo di Alghero dal 1994 al 2006. Dopo essere stato ordi` laureato in nato sacerdote nel 1957 si e Teologia. Ha svolto funzioni pastorali presso importanti parrocchie, e nel ` divenuto presidente dei parroci 1980 e ` stato nourbani di Cagliari. Nel 1991 e minato Cappellano pontificio e nel 1994 vescovo di Alghero, dove ha esercitato il suo incarico fino al 2006.

Vacca, Cicito Studioso di storia locale ` sec. XX). Entro ` (n. Milis, prima meta nella carriera militare come sottufficiale dell’esercito. Uomo dai molte` la biblioteca plici interessi, riordino del Comando militare a Cagliari e si ` allo studio della storia del suo dedico paese natale. Tra i suoi scritti: Le biblioteche sarde e la Biblioteca militare di Cagliari, 1948.

Vacca, Elias Avvocato, deputato al Parlamento (n. Alghero 1951). Nella con` stato sultazione dell’aprile 2006 e eletto alla Camera dei deputati nella lista dei Comunisti Italiani

Vacca, Gian Vittorio = Gianvittorio Vacca, Mattia Fotografo (n. Monserrato, sec. XX). Dopo una prima fase di

155

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 161

Vacca interesse per gli spettacoli di teatro e di teatro-danza, alla fine degli anni Ottanta, con la nascita dell’interesse per ` escursiola speleologia e per le attivita nistiche in genere, consolida la sua reputazione di fotoreporter sportivo. Insieme a Maurizio Oviglia, arrampicatore di fama, pubblica Sardegna non solo mare, Pietra di luna, Gennargentu, ultimo Paradiso e, nel 1997, per conto del CAI, Sardegna della collana ‘‘Guida dei monti d’Italia’’. Parallelamente collabora con riviste specializzate del settore italiane e straniere.

Vacca, Paolo Pugile dilettante (n. Cagliari, sec. XX). Distintosi da giovanissimo in campo regionale e nazionale, nel 1961 conquista il titolo assoluto dei pesi mosca a Bologna. Convocato in nazionale a Belgrado, si laurea brillantemente campione europeo nella sua categoria. Rimasto sempre dilettante, ` medaglia di bronzo agli eunel 1963 e ropei di Mosca e con la maglia azzurra partecipa a vari tornei nazionali e internazionali. Nel periodo che va dal 1960 al 1963 viene giudicato il miglior peso mosca dilettante italiano. [GIOVANNI TOLA]

Vaccarella Famiglia pisana di popolo (secc. XIII-XIV). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Alcuni dei suoi membri ricoprirono uffici nell’amministrazione pisana in Sardegna tra la ` fine del secolo XIII e la prima meta del XIV.

Vaccarella, Branca Rettore di Villa di ` sec. XIIIChiesa (Pisa, seconda meta ivi 1320). Eminente cittadino, prese parte attiva alla vita politica del Comune di Pisa; nel 1313 fu eletto tra gli Anziani. Nel 1319 fu inviato in Sardegna come rettore di Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias); durante il periodo del suo governo fece riparare il castello di ` di avviare Acquafredda e si preoccupo il rafforzamento delle opere di difesa

di Villa di Chiesa. Tornato in patria, morı` dopo il 1320.

Vaccarella, Puccio Camerario del Gippi e della Trexenta (sec. XIV). Eminente cittadino pisano, dopo che nel 1326 fu stipulata la pace tra Pisa e Aragona, fu nominato camerarius del Comune dell’Arno nei feudi di Trexenta e di Gippi che Pisa aveva ottenuto dal re d’Aragona. Giunto in Sardegna, ne` di opgli anni del suo mandato tento porsi alle prepotenze aragonesi cercando di impedire che nei territori concessi al Comune venissero fatte nuove concessioni feudali a favore di aragonesi e protestando per l’eccessivo carico fiscale. ` abitata in territorio Vaccas, Is Localita ` sviluppata in eta ` non di Santadi. Si e precisabile, e comunque non prima del secolo XVII, da un furriadroxiu costruito da pastori su un territorio concesso in enfiteusi a una famiglia Vacca che ha dato il nome al piccolo centro.

Vacquer Famiglia aragonese (sec. XVII-esistente). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna nel secolo XVII con Francesco de Rejna. I suoi discendenti si stabilirono a Villasor ponendosi al servizio degli Alagon; col tempo accumularono un grande patrimonio e acquistarono una notevole reputazione. Nel 1797 ottennero il cavalierato eredita` con un Francesco che e ` rio e la nobilta da considerare il capostipite di tutti i V. attuali stabiliti ancora a Villasor, Nuraminis e Cagliari.

Vadilonga, Giuseppe Mercedario (Cagliari 1684-ivi 1762). Attirato dalla vita ` nell’ordine dei Mercereligiosa, entro dari e, completati gli studi, fu ordinato `, sacerdote. Dotato di notevoli capacita fu ripetutamente nominato commendatore del convento di Bonaria; in seguito ricoprı` l’ufficio di vicario generale del suo ordine in Sardegna e nel

156

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 162

Vaiolo 1750 divenne il primo provinciale della Provincia sarda.

Vaglieri, Domenico Archeologo (sec. ` XIX). Alla fine dell’Ottocento lavoro per qualche tempo a Cagliari alla dire` zione degli scavi. Nel 1897 collaboro con Filippo Vivanet. Tra i suoi scritti: Note sopra la nuova iscrizione cagliaritana, e Frammento di iscrizione onoraria imperiale rinvenuto a Santa Caterina del Sulcis-Iglesias, entrambi in ` ’’, V, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1897.

Vagnetti, Lucia Archeologa (n. sec. XX). Allieva di Sabatino Moscati, dopo la laurea in Lettere ha intrapreso la ` esperta dei carriera universitaria. E rapporti tra mondo miceneo e mondo nuragico. Tra i suoi scritti: Micenei in Sardegna? (con Fulvia Lo Schiavo), ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, s. VIII, vol. XXXV, 5-6, 1980; Late Cypriot imports to Italy and their influence on local bronzework (con F. Lo Schiavo ed E. MacNamara), ‘‘Papers of British School at Rome’’, 53, 1985; Frammento di un vaso miceneo da Pozzomaggiore: il rinvenimento (con F. Lo Schiavo), in Atti del Convegno ‘‘Traffici micenei nel Mediterraneo: problemi storici e documentazione archeologica’’, 1986; Minoici, Micenei e Ciprioti in Sar` recenti scoperte degna alla luce delle piu (con Maria Luisa Ferrarese Ceruti e F. Lo Schiavo), in Atti del Convegno ‘‘Nuragic Sardinia in the Mycenean World. Studies in Sardinian Archaeology’’, ‘‘British Archaeological Report International Series’’, III, 387, 1987; Late Bronze Age long distance trade in the Mediterranean: the role of the Cypriots (con F. Lo Schiavo ed E. MacNamara), in Proceedings of the International Conference ‘‘Early Society in Cyprus’’, 1988; A Sardinian Askos from Crete, ‘‘British Studies of Archaeology’’, 84, 1989; Alabastron miceneo dal nuraghe Arrubiu di

Orroli (con F. Lo Schiavo), ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, s. IX, IV, 1993.

Vaguer, Pietro Religioso, presidente ` sec. XVIdel Regno (Jaca, prima meta Alghero 1562). Vescovo di Alghero dal 1541 al 1562, presidente del Regno dal 1543 al 1545. Ordinato sacerdote si lau` in utroque a Salamanca, e acquisto ` reo presto fama di persona dotta e prudente. Fu nominato vescovo di Alghero nel marzo 1541, alcuni mesi prima della celebre visita di Carlo V ad Alghero. Nel 1543 fu nominato visitatore del Regno e incaricato di indagare sulla complicata situazione che si era ´ Antonio creata a Cagliari tra il vicere Cardona e una parte dell’aristocrazia ` . Giunto a Cagliari, poiche ´ il della citta ´ dovette allontanarsi dall’isola vicere per recarsi a corte, fu nominato presidente del Regno e assunse le funzioni ´ interino. Governo ` fino al 1545 di vicere con molta prudenza, smontando le ´ , al cui squallide trame contro il vicere ritorno partı` per Sassari tornando subito dopo nella sua diocesi. In seguito ` al concilio di Trento, dove sogsi reco ` per sette anni. Morı` dopo essere giorno tornato in Sardegna.

Vaiolo Nessuna malattia aveva il potere di terrorizzare la popolazione ` di ‘‘secome il v., per la sua capacita gnare’’ per sempre coloro che riuscivano a sopravvivere, indicati come ‘‘guasti’’ persino nelle relazioni ufficiali. Non esistono documenti che consentano di precisare in quale epoca questa tremenda malattia fece la sua ´ la freprima comparsa in Sardegna, ne `. Cenni a vampate quenza e la mortalita epidemiche di vajuolo, nelle diverse zone, si trovano nelle storie generali dell’isola, come quella di Giuseppe Manno, che racconta dell’impressione suscitata, nel 1747, da un’epidemia di v. ` di Cagliari uccise che nella sola citta

157

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 163

Valde´s 500 bambini. Affermatasi in ritardo, la pratica della vaccinazione si diffuse ` . Ma la macdapprima nelle grandi citta china organizzativa per la profilassi si era appena avviata con l’editto sull’in` un’ondata nesto del vaccino che arrivo epidemica, introdotta nel 1829 da una barca corallina approdata ad Alghero su cui pare si trovasse un marinaio livornese affetto dal v.: nella sola provincia di Sassari si dovettero registrare 7807 morti. La diffusione della vacci` a produrre i nazione cominciava pero suoi effetti. L’epidemia del 1846, infatti, fu assai meno distruttiva della precedente. A Sassari, ad esempio, i colpiti furono 389, i morti 99, di cui non vaccinati 96. Arrivata a circa vent’anni dall’istituzione delle condotte e dall’organizzazione del servizio della ` un imporvaccinazione, rappresento tante banco di prova: vedere salvarsi dal vaiolo coloro che erano stati vacci` effinati rappresentava la lezione piu cace. A morire erano i non vaccinati, `, dati alla mano. Nel come si dimostro distretto di Nulvi erano stati colpiti dall’epidemia 989 individui, dei quali 766 non vaccinati e 223 vaccinati. Di questi ne morirono 7, mentre le vittime tra i primi furono 38. Nel distretto di Bosa i colpiti furono 494 (18 i morti): nessuno di essi era stato vaccinato. Nonostante la diffidenza popolare e le carenze organizzative, le campagne di vaccinazione continuarono negli anni successivi, per quanto con una percentuale lontanissima dal numero dei nati e senza raggiungere numerosi piccoli centri nelle aree rurali. Lentamente, tuttavia, nel corso dell’Ottocento la pratica si diffuse con un continuo aumento della percentuale dei vaccinati ´ delle rivaccirispetto ai nati, nonche nazioni. La legge sanitaria del 1888, con l’introduzione della vaccinazione obbligatoria entro il sesto mese dalla

nascita e della rivaccinazione entro gli `, aprı` una nuova fase undici anni di eta che vide la Sardegna avvantaggiarsi dei benefici assicurati dall’azione profilattica attuata dai servizi sanitari pubblici. Stando ai dati ufficiali, anzi, la percentuale di diminuzione della ` per vaiolo, morbillo e scarmortalita ` che colpivano, lattina – malattie cioe in misura maggiore, i bambini – era in Sardegna superiore a quella nazionale nel confronto tra i periodi 1887-1890 e 1901-1904. Qualche isolato focolaio tuttavia continuava ad alimentare un’antica paura che solo gli sviluppi della ` dell’Otmedicina nella seconda meta tocento riuscirono a dissipare. [EUGENIATOGNOTTI]

´ s Famiglia cagliaritana di origine Valde spagnola (sec. XVII-esistente). Si tra` sferı` in Sardegna nella seconda meta del secolo XVII con un Pietro, valente giureconsulto. I suoi discendenti lega` rono il nome della famiglia all’attivita dell’omonima tipografia fondata nel 1894 a Cagliari da un altro Pietro. I ` , ragsuoi figli continuarono l’attivita giungendo un elevatissimo livello tecnico.

´ s, Ciro Industriale tipografico Valde (Cagliari 1896-ivi 1976). Figlio di Pie` dal padre lo stabilimento tro, eredito tipografico, cui diede un notevole impulso modernizzandone le strutture. ` la Uomo di grande cultura, continuo tradizione paterna pubblicando opere di notevole livello scientifico.

´ s, Pietro Industriale tipografico Valde ` (Cagliari 1851-ivi 1923). Nel 1894 fondo lo stabilimento tipografico che porta il nome della famiglia. Fu uomo di ` culturale e favorı` la grande sensibilita pubblicazione di opere di notevole livello e di argomento sardo. Si preoc` di sorreggere adeguatamente lo cupo sviluppo della tipografia da lui creata.

158

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 164

Valentini Fu anche autore di una Guida pratica di Cagliari, stampata nel 1902.

´ s Carboni, Marina Storica (n. CaValde ` gliari 1950). Dopo la laurea in Lettere e entrata nella carriera degli Archivi di ` funzionario Stato. Attualmente e presso la Soprintendenza archivistica della Sardegna. Tra i suoi scritti: Disposizioni legislative sull’edilizia a Cagliari nel ’600 e nel ’700, in Arte e cultura nel ’600 e ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; L’isola di San Simone nella laguna di Santa Gilla, in Studi storici in memoria di Giovanni Todde, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXV, 1986; Lo statuto del gremio dei falegnami di Cagliari del 1675, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 5-6, 1986; Acquisizione e consolidamento del patrimonio feudale attraverso logiche familiari: gli Amat, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXVIII, 1995; L’aristocrazia cagliaritana a tavola: cultura e abitudini alimentari tra ’700 e ’800, ‘‘Archivio per la Storia dell’Alimentazione’’, III, 1996; tre schede sull’Archivio comunale di Fordongianus (con A.P. Loi), Samugheo (con A. Castellino), e Tadasuni (con A.P. Loi), tutte in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Valente Imperatore romano (Cibalae, 328?-Adrianopoli 378). Ufficiale di Giuliano e Gioviano, dal fratello Valentiniano I fu associato al potere e nominato Augusto a Nicomedia (364). Poco dopo gli fu affidata la parte orientale dell’Impero e con essa quei soldati che in precedenza avevano servito con Costanzo II. Impegnato in una serie di guerre contro Goti e Persiani, alla morte del fratello (375) divenne maxi` nomimus Augustus, con un’autorita nale superiore a quella del nipote Graziano. Morı` in battaglia contro i Goti. V. ` ricordato come secondo degli augusti e in un cippo della a Caralibus Olbiam per Hafam posto da Massimino (sulla

` leggibile la formula bono rei pietra e publicae natis: nati per il bene dello Stato) e su una costituzione del 375 inviata a Laodicio preside della Sardegna. [ANTONIO IBBA]

Valente, Giuliana Soprano (n. Ca` sec. XX). Dotata di gliari, prima meta eccezionali mezzi vocali, dopo aver studiato presso il Conservatorio intraprese una brillante carriera. Vinse numerosi concorsi internazionali e si esibı` nei maggiori teatri italiani ed europei, ottendo grandi successi di critica e di pubblico.

Valentia Centro abitato della Sardegna romana localizzato nel pressi di ` tramandato Nuragus. Il suo ricordo e dal nome della curatoria medioevale di Parti ’e Alenza e da quello della chiesa di Santa Maria ’e Alenza. La documentazione archeologica e la tipologia del nome V. fanno pensare che essa sarebbe stata fondata dai Romani nel secolo II a.C. soprattutto per rispondere alle esigenze militari di controllo delle aree interne abitate ` ria. Il carattere dai popoli della Barba ` confermato dalla strategico del sito e sua ubicazione presso la via di interesse militare interna che collegava Cagliari con Olbia e dall’epitaffio di ` imperiale di un soldato di un reeta parto ausiliario ignoto. L’importanza ` augustea e ` dimostrata dal di V. in eta fatto che i suoi abitanti, i soli di un centro interno, sono citati da Plinio il Vecchio nella formula provinciae Sardiniae. La documentazione epigrafica, pur non dando informazioni sulla condizione giuridica del centro, permette di affermare grazie all’onomastica che in esso l’elemento indigeno coesisteva con quello romano o romanizzato. [FRANCO PORRA`]

Valentini Abitanti di Valentia, centro non di diritto romano, come risulta da Plinio il Vecchio. Lo stesso status

159

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 165

Valentiniano I ` riservato dalla fonte a giuridico e Sulci, Neapolis e Bithia. Tolomeo li colloca assieme ai Neapolitani a sud di Scapitani e Siculensi e a nord di Sulcitani e Noritani. Mentre per Sulci e Neapolis la documentazione epigrafica consente di affermare con sicurezza l’acquisizione della condizione di centri di diritto romano, per Valentia e Bithia non siamo in grado di conoscere eventuali mutamenti di status. [FRANCO PORRA`]

sponsabile delle scuderie imperiali, fu lapidato per aver cercato di sottrarre illegalmente in Sardegna ca` inolvalli destinati all’esercito. Tento tre di frenare la liberalizzazione delle miniere isolane, voluta da Giuliano ma dannosa per il fisco, comminando multe alle navi che illegalmente trasportavano dei metallarii (cercatori di metalli) nell’isola (369). ` al governatore della SarNel 375 vieto degna di accogliere la testimonianza di quei criminali che, non avendo ancora scontato la pena, attribuivano agli accusatori il loro stesso crimine. [ANTONIO IBBA]

Valentiniano III Imperatore romano

Valentiniano I – Moneta del secolo IV con l’effigie dell’imperatore.

Valentiniano I Imperatore romano (Cibalae 321-Brigetio 375). Generale dell’imperatore Gioviano, alla sua morte fu acclamato Augusto dalle truppe ` il fratello Va(Nicea 364); si associo lente e, pur conservando il primato ` direttamente nel collegio, controllo solo la parte occidentale dell’Impero. In Sardegna, il governatore Massi` un miliario della a camino gli dedico laribus Olbiam per Hafam; la coppia V. ` invece ricordata su un I-Valente e cippo della a calaribus Olbiam per mediterranea. Impegnato in lunghe e dispendiose guerre contro i Barbari, attento al bilancio e alle esigenze del ` una stretta colpopolo, nel 369 inizio laborazione con Massimino: forse su suo suggerimento Constantianus, re-

(Ravenna 419-Roma 455). Figlio di Galla Placidia e del generale Costanzo, ` a Raalla morte di Onorio (423) rientro venna e dopo complesse vicende fu proclamato Augusto (425). Irresponsa` Licinia Eudosbile e dissoluto, sposo ` sia (437), figlia di Teodosio II, e celebro le nozze condonando anche ai Sardi le tasse non pagate nel periodo 31 agosto 436-8 luglio 438. La perdita di Cartagine (439) e le annuali scorrerie dei Vandali nel Mediterraneo resero difficili i collegamenti con l’isola. Su pres` il versasione del Senato, cancello mento degli arretrati d’imposta dal 31 agosto 447 ma escluse dal provvedi´ i suoi mento la sola Sardegna, giacche governatori trattenevano le somme riscosse, destinandole forse alla difesa (p.e. le mura di Turris Lybisonis): un testo da Nora (425-450) ricorda comunque il restauro dell’acquedotto locale ordinato dal governatore Flaviolus. ` in deCon un’altra legge (452) permuto naro il quantitativo di carne suina de´ le navi onestinato all’annona, giacche rarie non potevano raggiungere la Sardegna, evidentemente a causa dei Vandali. Fu ucciso da due patrizi durante

160

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 166

Valentino una parata militare nel Campo Marzio. [ANTONIO IBBA]

Valentinis, Pia Illustratrice (n. Udine 1965). Si diploma all’Istituto d’Arte di Udine e si perfeziona ai corsi di illustrazione tenuti da Stephan Zavrel, Sergio Toppi ed Emanuele Luzzati. Trasferitasi a Cagliari nel 1987, oltre ` di illustratrice di libri per all’attivita l’infanzia conduce da oltre un decennio laboratori di arte visiva per bambini. Tra i libri che ha illustrato, Alice dei bambini, per la torinese Sonda, Il grande libro dei diritti dei bambini per Amnesty International, Tottoi e i cavallini della Giara per la Giunti e altri, ` pubblicati in Giappone e a Taiwan. E stata selezionata alla ‘‘Mostra degli Illustratori’’ alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna del 1990, 1995 e 1998.

Valentino Famiglia di Tempio Pausania (secc. XVI-XIX). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVI. I suoi membri esercitavano tradizionalmente la professione di notaio o di av` del secolo vocato: nella prima meta XVII accumularono un discreto patrimonio e si divisero in diverse linee di ` possibile ricodiscendenza. Non e struire i nessi genealogici tra tutti i rami, due dei quali ottennero il riconoscimento del cavalierato ereditario e ` nel corso del Seicento. della nobilta Ramo di Antonio. Discendeva dal dottor Antonio che, entrato nell’amministrazione finanziaria del Regno, divenne coadiutore del maestro razionale e si trasferı` a Cagliari, dove nacquero i suoi figli. Nel 1692 ebbe la concessione dei privilegi e nel 1701 fu nominato luogotenente del maestro ra`a zionale; la sua discendenza continuo vivere a Cagliari, dove si estinse nel corso del secolo XVIII. Ramo di Andrea. Rimase a Tempio e nel 1642 ottenne i privilegi con un An-

drea che nel 1643 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Avellano; i suoi due figli, Martino e Giovanni Andrea, ebbero entrambi discendenza. Discendenza di Martino. Martino, sposata una Roych, si trasferı` a Castellaragonese dove divenne luogotenente del maestro razionale; i suoi figli presero parte a tutti gli altri parlamenti e uno di essi, Nicola, nel 1715 divenne a sua volta luogotenente del maestro razionale; da Castelsardo questi V., nel corso del secolo XVIII, si diramarono a Osilo e a Sedini, e si estinsero agli inizi del secolo XIX. Discendenza di Giovanni Andrea. Gio` a risiedere a vanni Andrea continuo Tempio Pausania, e i suoi discendenti presero parte agli altri parlamenti; ` la guerra di succesquando scoppio sione spagnola uno di loro, Giovanni, ` accesi sostenitori del pasfu tra i piu saggio dell’isola agli Asburgo e nei tumulti che si verificarono a Tempio ebbe distrutto il suo palazzo: per questi meriti Carlo d’Asburgo nel 1711 gli concesse la baronia di Minutadas e nel 1716 i redditi civili dell’incontrada del Mandrolisai con il titolo di conte di San Martino. Per quanto anche i Savoia poco tempo dopo gli confermassero l’investitura, gli abitanti del Mandrolisai tentarono di liberarsi dalla dipendenza feudale radicalizzando il confronto con i suoi di` continuarono a scendenti, che pero possedere il feudo fino al riscatto nel 1838. Trasferitasi a Oristano, la famiglia si estinse alla fine dell’Ottocento.

Valentino, Giovanni Conte di San Mar` sec. XVIItino (Tempio, seconda meta ivi 1730). Scoppiata la guerra di successione spagnola, fu tra i principali sostenitori del passaggio dell’isola agli ` a Vienna per convinAsburgo. Si reco cere l’arciduca Carlo a tentare una

161

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 167

Valentino spedizione in Sardegna e nel 1708 ` nell’isola con l’ammiraglio Lake, torno prendendo parte all’occupazione di Cagliari. Poco dopo fu in Gallura per sostenere la ribellione della popolazione in favore degli Asburgo; fu ricompensato di questo suo impegno col titolo di conte di San Martino. Quando nel 1717 l’isola fu invasa dalle truppe ` spagnole del cardinale Alberoni, tento inutilmente di resistere e fu costretto ad andare in esilio. Riuscı` a tornare ` ai Sasolo quando la Sardegna passo ` fedelta ` , ottenenvoia, ai quali giuro done la conferma dei titoli e dei privilegi.

Valentino, Giuseppe Magistrato (Tem` sec. XVIII-Sassari pio, seconda meta ` nella car1808). Dopo la laurea entro riera giudiziaria, giungendo a essere nominato giudice della Reale Udienza. Contrario alle idee dell’Angioy, nel 1796 fu nominato presidente del collegio di giudici chiamato a giudicare i seguaci dell’Alternos dopo l’espatrio di questi. Insediatosi a Sassari con pieni poteri, svolse il suo compito con infles` , tanto da guadagnarsi l’epiteto sibilita di ‘‘carnefice e giudice dei suoi concittadini’’ coniato da Giovanni Siotto Pintor; dette inizio a un’orribile sequenza di impiccagioni, che avrebbe fatto scrivere a Pietro Martini: «I patiboli innalzati in Sassari contro i seguaci dell’Angioi faranno mai sempre onta, non solo a Giuseppe Valentino, ma anche agli Stamenti e al governo di Cagliari che li comandava o li tollerava». V. Presie` dette anche il tribunale che condanno Vincenzo Sulis.

Valentino, san (in sardo, Santu Valentinu, Santu Balentinu) Santo martire. Sono due i San V. che si contendono la festa degli innamorati: uno vescovo di Terni, l’altro romano, entrambi martiri sotto Claudio II il Gotico (268270). Ma gli agiografi ritengono che si

tratti di un unico santo, sdoppiato nel corso dei secoli. Riprendendola dalla fantasiosa Passio Mariae et Marthae del secolo II, Jacopo da Varagine o da Varazze nella sua Legenda aurea (1253-1266) diffuse la vita del romano: sacerdote zelante e caritatevole, stimato persino dai pagani, si prodigava nel soccorrere i cristiani incarcerati per fede. Claudio II il Gotico, cosiddetto per aver vinto i Goti in Tracia e in Mesia, volle conoscerlo. Sentendolo, ammirato dalle parole e dalla ` : «Romani, forza della fede, esclamo ` un saggio!». Ma i sacerquest’uomo e doti pagani e il prefetto presenti al colloquio lo richiamarono al dovere di pontefice massimo della religione romana. V., giudicato un bestemmiatore, venne consegnato al prefetto ` al Calpurnio, che a sua volta lo affido giudice Asterio, con l’ordine di pu` nirlo severamente. In carcere, dono la vista alla figlia di Asterio, nata cieca: il giudice si convertı`, e con lui l’intera famiglia, oltre quaranta persone ricevettero il battesimo. L’imperatore avrebbe voluto ridargli la li` , ma temendo disordini chiese berta al prefetto Calpurnio d’intervenire. Torturato, convertı` i suoi aguzzini. Martire a Roma il 14 febbraio del 269, decapitato al secondo miglio della via Flaminia. Sul luogo del martirio sorse una chiesa in suo onore, dove agli inizi del Novecento sono state ritrovate le reliquie. Storicamente la chiesa venne fatta costruire da Giulio I con il denaro di un facoltoso, appellatur Valentini, chiamato V., che le diede, secondo la tradizione dell’epoca, il proprio nome. Quello di Terni, passio dei secoli VI-VII: vescovo, taumaturgo. Cratone, un cri` a Roma per guarirgli stiano, lo invito il figlio da un’artrosi deformante. Denunciato, il prefetto Placido lo fece

162

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 168

Valerio Domiziano arrestare; V. non volle sacrificare agli dei e venne decapitato il 14 febbraio del 269. Sulla sua tomba sorse una ba` silica. Le reliquie del santo: sono piu di venti le chiese che vantano di possedere i suoi resti, corpo, scheletro, ` famose, la reliquie varie. Fra le piu chiesa di San Samuele di Venezia e la chiesa di Sant’Antonio di Madrid, che nel 1988 sostenne di aver ritrovato i veri resti del santo, esponendoli alla venerazione il 14 febbraio del 1989. Santo degli innamorati. Alla base di ` forse un culto questa tradizione c’e pagano connesso al risveglio della natura dopo il sonno invernale: festeggiato a febbraio, mese che con i primi fiori annuncia i colori della primavera, l’aprirsi della dolce stagione. O ´ segretamente sposava i forse perche ´ procusoldati romani. O forse perche rava la dote alle ragazze povere. O ´ s’innamoro ` della figlia forse perche del carceriere. In Sardegna Patrono di Sadali. Il suo ` stato diffuso, anche nell’isola, culto e dai Benedettini, custodi in epoca medioevale della basilica di Terni. Il santo dei valentini, come vengono chia` diventato mati i bigliettini d’amore, e un santo dell’industria consumistica, ` limitato anche se dal 1969 il suo culto e a calendari locali o particolari. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 14 febbraio; l’8 maggio e il 6 ottobre a Sadali, il 24 luglio a Nuraxinieddu, frazione di Oristano.

Valeriano, san (in sardo, Santu Valerianu, Santu Balerianu) Santo martire, marito di Santa Cecilia (=). In Sardegna non manca la chiesa in onore del marito di Santa Cecilia: si trova a Monserrato, fatta costruire nel primo dopoguerra da un devoto, Valeriano Spiga. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 14 aprile.

San Valeriano – I santi Cecilia, Valeriano e Tiburzio in un dipinto di Orazio Gentileschi. (Pinacoteca di Brera, Milano)

Valerio Domiziano, Galerio Governatore della Sardegna nel 305?. Praeses e praefectus, vir perfectissimus, pur essendo difficile stabilire la sua permanenza nell’isola fu testimone in Sardegna del passaggio fra prima e seconda ` infatti una dedica al tetrarchia: curo Cesare Galerio, realizzata dai magistrati di Turris Lybisonis (prima del 1º maggio 305), mentre in seguito pose due miliari della a Caralibus Olbiam per Hafam per Costanzo Cloro Augusto (in uno di questi D. fu anacronisticamente indicato come procurator vir egregius). A. Boninu e A.U. Stilow gli attribuiscono un terzo cippo (di difficile lettura) sempre della a Caralibus

163

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 169

Valerio Orca Olbiam, dedicato al secondo collegio tetrarchico. [ANTONIO IBBA]

del sovrano del Ponto Mitridate VI. [PIERGIORGIO FLORIS]

Valerio Orca, Quinto Generale ro-

Valerio Triario, Publio Oratore ro-

mano (sec. I a.C.). Fu propretore dell’Africa Vetus nel 56 a.C.; allo scoppio della guerra civile (12 gennaio 49), come luogotenente (legatus) di Cesare fu inviato probabilmente con una legione in Sardegna per sottrarre a Pompeo l’isola e il controllo delle sue risorse cerealicole, importanti per i rifornimenti di Roma. Saputo del suo arrivo, gli abitanti di Carales insorsero contro il governatore Marco Aurelio Cotta e lo cacciarono ` (ex oppido), prima ancora dalla citta che O. vi fosse sbarcato: Cotta fuggı` in Africa lasciando a O. un’isola sguarnita ` e priva di difese, che in breve passo dalla parte di Cesare; forse qui eser` le funzioni di governatore. Abbancito donata la Sardegna (48), fu incaricato dal dittatore di distribuire ai veterani delle terre in Etruria. [ANTONIO IBBA]

mano (sec. I a.C.). Figlio di L. Valerio Triario, assunse il ruolo di difensore dei Sardi nel processo che questi nell’estate del 54 a.C. intentarono a Roma contro l’ex governatore M. Emilio Scauro per il suo malgoverno nell’isola. Il presidente del tribunale M. Porcio Catone concesse a T. trenta giorni per raccogliere le prove contro l’imputato; T. preferı` invece ricorrere ai 120 testimoni sardi presenti a Roma, temendo che se nel frattempo Scauro, candidato alle imminenti elezioni per il consolato, fosse stato eletto, il processo sarebbe stato insabbiato. Scauro, difeso da un collegio di importanti avvocati tra i quali Cicerone, fu assolto; dopo la sentenza T. fu a sua volta accusato di calunnia ai danni di Scauro, ma fu riconosciuto non colpevole. Poco ` Scauro di broglio tempo dopo T. accuso elettorale; il processo si tenne nel 52 a.C. e, nonostante la difesa di Cicerone, l’ex governatore questa volta fu con` in esilio. [FRANCO dannato e ando

Valerio Triario, Lucio Funzionario romano (secc. II-I a.C.). Questore urbano nell’81 a.C. Dopo essere stato pretore (78 a.C.) fu propretore in Sardegna nel 77 a.C.. Si tratta del primo governatore ` l’isola posteriornoto che amministro mente alla riforma sillana dell’81 riguardante i governi provinciali. Nel 77 a.C. respinse con successo il tentativo dell’ex console M. Emilio Lepido di impadronirsi dell’isola. Fu verosimilmente a causa dell’aiuto ricevuto in ` alcuni quest’occasione che T. premio Sardi con la concessione della cittadinanza romana. Dopo il governo in Sar` degna, dal 73 a.C. al 67 a.C. partecipo come legato di L. Licinio Lucullo alla ` inizialguerra mitridatica. Riporto mente diversi successi e nel 68 a.C. ebbe l’incarico della difesa del Ponto, mentre Lucullo si dedicava all’invasione dell’Armenia; all’inizio dell’anno seguente subı` una disastrosa sconfitta nei pressi di Zela da parte

`] PORRA

Valguarnera Famiglia feudale catalana (secc. XIV-XV). Originaria dell’Alto Ampurdan, nel corso dei secoli si divise in molti rami uno dei quali, alla fine del secolo XIV, si stabilı` in Sicilia con i fratelli Simone, Francesco e Vitale, figli di Uberto. Da Francesco nacque Alamanno, che giunse in Sardegna al seguito di Martino il Giovane; dopo la battaglia di Sanluri, nel 1410 ebbe il feudo di Nuraminis, che a causa delle guerre precedenti era completamente spopolato. La sua discendenza, `, si estinse nel 1436 con suo figlio pero ` cosı` al fisco. Francesco, e il feudo torno

Valguarnera, Adolfo Ispanista (n. Catania 1941). Dopo la laurea ha insegnato Lingua francese negli istituti su-

164

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 170

Valle ` stato segretario periori di Cagliari. E nazionale dell’Associazione degli Insegnanti di lingua straniera e per anni ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione per il settore delle Lingue. Autore di interessanti studi di carattere pedagogico didattico, ha al suo attivo anche il volume Cerden ˜ a. Aspectos geograficos, historicos y turisticos (con Luigi Spanu), pubblicato a Cagliari nel 1975.

Valguarnera, Emanuele Vicere´ di Sardegna (Catania, fine sec. XVII-Torino 1770). In carica dal 1748 al 1751. Ufficiale di carriera nella fanteria spa` ai gnola di Sicilia, quando l’isola passo ` a far parte delle Savoia nel 1714 entro guardie del corpo di Vittorio Amedeo II. Da allora rimase fedele ai Savoia, e ` ai Borbone si quando la Sicilia torno trasferı` a Torino, percorrendo una brillante carriera militare nell’esercito sabaudo. Nel 1742 fu inviato in Spagna come ambasciatore, e al suo ritorno, nel 1745, fu nominato generale della ´ di Sardegna cavalleria. Divenne vicere ` con molta prudenza nel 1748: governo ` sofacendosi benvolere; si adopero prattutto per la repressione del banditismo e per lo sviluppo della colonizzazione, favorendo la crescita di Carloforte e l’afflusso di altri coloni. Al termine del triennio fu chiesto il rinnovo ` declino ` del suo incarico, che egli pero per motivi di salute. Tornato a Torino, fu creato ciambellano del re e Collare dell’Annunziata.

Valino, Carlo Ingegnere (Piemonte 1756-?, 1808). Poco conosciuto per altri lavori – nel 1756 un ingegnere dello stesso nome aveva lavorato alla sistemazione del ‘‘molo vecchio’’ di Porto Torres – , viene considerato il progettista e il direttore dei lavori del Palazzo ducale di Sassari, costruito fra il 1775 e il 1805 da capimastri lombardi della famiglia Marini (cosı` Vico Mossa), gli

stessi che aveva diretto nella costruzione della cosiddetta ‘‘Casa di Maramaldo’’ di don Antonio Fois, nella stessa Sassari.

Valle, Giuseppe Generale dell’aeronautica (Sassari 1886-Mar Tirreno ` nell’Accademia Militare e 1938). Entro ` in Ingegneria. Nel 1912 prese si laureo parte alla guerra italo-turca facendo esperienza di volo su un dirigibile, co´ , scoppiata la prima guerra monsicche diale, gli fu affidato il compito di organizzare il servizio dei dirigibili. Per il suo valore gli furono conferite due medaglie d’argento. Terminata la guerra, nel 1926 gli fu affidata la direzione del` tardi l’Accademia Aeronautica, e piu fu promosso generale di Brigata aerea; nel 1930 prese parte con Italo Balbo alla trasvolata Italia-Brasile. In seguito succedette allo stesso Balbo come capo di Stato Maggiore dell’Aero` per rinnovare le nautica e si impegno dotazioni dell’arma. Morı` in seguito a un incidente aereo durante un volo dell’idrovolante di linea tra Cagliari e Civitavecchia nel luglio 1938 (perirono tutti i 16 passeggeri).

Valle, Nicola Scrittore e organizzatore di cultura (Pirri 1904-Cagliari 1995). ` la Scuola municipale di MuFrequento sica, dove a soli tredici anni conseguı` il ´ subito diploma di violino, cosicche dopo la fine della prima guerra mon` un’intensa attivita ` di diale comincio ` italiane. orchestrale in diverse citta ` brillantemente in Nel 1926 si laureo Lettere a Cagliari sotto la guida del Tof` alfanin e a partire dal 1927 si dedico l’insegnamento negli istituti superiori. ` a coltivare interessi nel Continuo campo musicale e a esibirsi come violinista nei maggiori teatri italiani. La ` di intellettuale, negli sua personalita ` completando attrastessi anni, si ando verso studi nel campo dell’estetica musicale e della critica letteraria. In que-

165

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 171

Valle sto periodo egli scrisse approfonditi saggi su Gavino Gabriel e su altri musi` ai maggiori lettecisti sardi e si accosto rati del suo tempo dedicandosi allo studio di Lino Masala, Mercedes Mundula, Filippo Addis e soprattutto Grazia Deledda. Nel 1942 fu incaricato di dirigere la Biblioteca Universitaria di Cagliari: intuendo i possibili pericoli cui l’ingente patrimonio librario poteva andare incontro a causa degli eventi bellici, con una intensissima at` riuscı` a salvarne una buona parte tivita sottraendo alle devastazioni dei bom` prezioso. bardamenti il materiale piu ` l’associazione ‘‘Amici Nel 1943 fondo del libro’’ che, finita la guerra, divenne uno dei centri di riaggregazione della ` . Nel dopovita culturale della citta ` nel suo insegnamento guerra continuo ` e arricchı` la Biblioteca Unie riordino versitaria, dando inoltre impulso al Gabinetto delle stampe, una presti` giosa raccolta che documenta l’attivita degli incisori sardi del Novecento in maniera completa ed esauriente. Nel ` la rivista ‘‘Il Convegno’’, 1946 fondo che divenne l’organo degli ‘‘Amici del libro’’; probabilmente nello stesso pe` la formazione della sua riodo inizio grande collezione di stampe. La sua vita trascorse tra la scuola e ‘‘Gli Amici del Libro’’, in cui fu animatore di indimenticabili cicli di Lecturae Dantis che attiravano un numeroso pubblico di studenti. Morı` lasciando la sua rac` . Tra i suoi colta di stampe alla Citta scritti: Le caricature del Sini, ‘‘Fontana Viva’’, II, 1927; La musica della ‘‘Jura’’, ‘‘Fontana Viva’’, III, 1927; Chiarimenti all’opera di Filippo Addis, ‘‘Mediterranea’’, 5, 1930; La Sardegna alla XVIII biennale di Venezia, ‘‘Mediterranea’’, 8, 1930; Mattino sugli asfodeli, 1932; Stanis Dessy nella mostra personale della galleria Palladino, ‘‘Mediterranea’’, 5-6, 1932; Eugenio Tavolara fabbricante di

artistici pupazzi, ‘‘Mediterranea’’, 4, 1933; una serie di ritratti di artisti in ‘‘Mediterranea’’, 1933: Antonio Scano, 5, Cambosu Salvatore, 5, Melkiorre Melis, 6, Felice Melis Marini,7, Rafaele Contu, 7, Gavino Gabriel e Antioco Casula, 8-9; Variazioni sul tema, versi, 1933; Le origini del melodramma in Italia, 1936; Sardegna e Italia ieri, ‘‘Riscossa’’, 1945; Coscienza nazionale e autonomia, ‘‘Riscossa’’, 1945; Scritti e discussioni sui problemi sardi, ‘‘Riscossa’’, 1945; Albori del movimento autonomistico in Sardegna, ‘‘Riscossa’’, 1945; Egidio Pilia, ‘‘Riscossa’’, 1945; L’idea autonomistica in Sardegna, 1947; Letteratura sarda, ‘‘Il Ponte’’, VII, 9-10, 1951; Le incisioni di Carmelo Floris, 1960; Goffredo Mameli: poeta eroe sardo, ‘‘Il Convegno’’, 1961; Incisori di Iglesias, 1961; Scompare un’isola. Viaggio in Sardegna, 1964; Antichi e moderni. Saggi, 1971; Breve storia della Galleria d’arte moderna di Cagliari, 1973; Filippo Figari. La vita e le opere, 1973; Ritratti letterari, 1978; Nel 1882 Cesare Pascarella, Edoardo Scarfoglio e Gabriele d’Annunzio visitarono l’isola, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1980; Cagliari del passato. Ricordi di vita culturale, quotidiana e musicale, 1983; Paese che vai. Note di viaggio, 1985; Persone e personaggi, 1987; Nuovi saggi. Letteratura, ` , 1989. musica, arte, attualita

Valle, Raimondo Sacerdote, poeta (Cagliari 1761-ivi 1837). Dopo una giovi` in Seminario, nezza scapestrata entro e divenuto sacerdote ebbe vari incari` chi e fu nominato canonico. Insegno ` di per alcuni anni presso l’Universita Cagliari. Autore molto prolifico, tra le sue opere vanno ricordati il poema didascalico ‘‘in sciolti’’ I Tonni, pubblicato nel 1800, il dramma in dodici scene L’anno fatidico, scritto in occasione delle nozze di Carlo Felice con Maria Cristina di Borbone (e musicato

166

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 172

Valledoria ` di dal Piticchio), e una gran quantita componimenti in versi sciolti stampati per varie occasioni e inni spesso ‘‘messi in musica’’, tra cui liriche ‘‘pel dı` natale di Maria Teresa d’Austria, Regina di Sardegna’’, scritti poco meno che ogni anno dal 1806 al 1820. Amico di Francesco Carboni ne tradusse il poemetto De coraliis nel 1822 (I Coralli). Tra i suoi scritti: Innu a su martiri Sant’Efis, 1796; Il giubbilo [sic] del Regno di Sardegna per le grazie concessegli da S.S.R.M. nel 1796, 1796; L’isola dei sogni, ‘‘Per nozze del marchese Pasqua colla damigella di Sorso’’, 1798; Primo giorno di maggio, versi, 1799; Pel venerdı` santo. La madre affannosa, 1801; Deliri per le faustissime nozze del cav. De Quesada colla damigella di Uri, versi, 1804; Il peccator riconosciuto, sonetto, 1805; Gli orti d’Armida. ‘‘Pel dı` natale di Maria Teresa, Regina di Sardegna’’, versi, 1806; Cantata nel giorno natalizio di S.R.M. Maria Teresa, arciduchessa d’Austria, Regina di Sardegna, 1806; La paralisi fortunata. ‘‘A S. Giorgio vescovo di Suelli’’, 1807; Sonetto in morte del cardinal Cadello, arcivescovo di Cagliari, 1807; Ma` . ‘‘Pel dı` natale di Maria Tegnanimita resa d’Austria, regina di Sardegna’’, versi, 1810; L’augurio rispettoso pel dı` natale di S.R.M. Maria Teresa d’Austria, Regina di Sardegna, 1811; L’Imitazione felice, versi, 1812; La cessione, versi, 1813; Camilla e Polidoro. ‘‘Episodi di inedito’’, poema, 1814; L’estro. Pel dı` natale di Maria Teresa, Regina di Sardegna, 1815; I voti. A S. Giorgio, vescovo di Suelli, ode, 1815; Polidoro Tirsiade e Glaucilla Eurotea, versi, 1816; La gratitudine, versi, 1818; Inezie canore per gli ultimi giorni di carnovale, 1818; Gli eroi, poema, 1819; Asilo di Minerva. Pel dı` natale di Maria Teresa d’Austria, versi, 1820; La Pace mandata dal Capitolo cagliaritano a mons. Ferdiani, nuovo ve-

scovo di Iglesias, 1820; Miscellanea amatoria, 1827; Tempio del destino, poema in versi sciolti, 1833; Al Filopatrida Carboni, Valle patriotida. Sopra le acque naturali quasi miracolose della Sardegna, 1836.

Vallebona, Giuseppe Insegnante, scrittore (Carloforte 1923-ivi 1986). Maestro elementare per oltre quarant’anni, ha lasciato traccia della sua azione educativa in alcune generazioni di concittadini. Incline alla scrittura e studioso della storia e della cultura della sua piccola isola, ha lasciato opere a carattere letterario e di natura storico-saggistica. Tra le prime: Quell’anima canta, 1954; Paese mio, 1975; Quell’isola verde e lontana, 1986. Tra le seconde: Carloforte. Storia di una colonizzazione, 1962, 1974 e 1988; Don Pagani. Una vita per il popolo, 1965; Evo` carolina, 1975. Ha luzione della societa lasciato anche un Dizionario tabarkinoitaliano, 1988 (postumo).

Valledoria – Paesaggio nei dintorni del centro abitato. In alto, la torre dei Doria.

Valledoria Comune sparso della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 2, con 3727 abitanti (al 2004),

167

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 173

Valledoria posto a 0-378 m sul livello del mare, affacciato sul golfo dell’Asinara nei pressi della foce del Coghinas. Regione storica: Anglona. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord a sud, si estende per 24,43 km2, comprendenti il nucleo centrale di Codaruina e quelli minori di La Ciaccia, La Muddizza, Maragnani e San Pietro a Mare, popolato solo durante l’estate; confina a nord con Badesi, a est con Viddalba, Bortigiadas e Santa Maria Coghinas, a sud con Perfugas e a ovest con Bulzi, Sedini e Castelsardo. Si tratta di una parte consistente della piana del Coghinas, e nella parte sud-occidentale comprende alcuni piccoli rilievi che danno inizio alle colline interne dell’Anglona. A breve distanza da Codaruina scorre il tratto finale del Coghinas, che subito dopo si getta in mare con un lungo estuario. Sia Codaruina che La Muddizza e La Ciaccia si trovano a breve distanza dalla strada SassariSanta Teresa Gallura, che in questa ` stata ultimamente sostituita da parte e un percorso moderno. Altre strade secondarie assicurano i collegamenti diretti con Santa Maria Coghinas a sud e Castelsardo a ovest. & STORIA Il suo sviluppo e ` recente, legato alla bonifica del territorio del Coghinas e alla formazione dell’omonimo lago. Questi interventi modificarono radicalmente l’ambiente e resero disponibile una grande estensione di terra fertile nella quale fu possibile impiantare coltivazioni irrigue di note` come i carciofi. Nel vole produttivita 1961 dalle frazioni di La Muddizza e La Ciaccia (provenienti dal comune di Castelsardo) e da Codaruina, Santa Maria Coghinas e Villanova Li Punti (provenienti dal comune di Sedini) nasceva il nuovo comune di Valledoria,

con capoluogo Codaruina; ma la convi` solo fino al 1983, quando da venza duro una parte Santa Maria Coghinas e dall’altra Codaruina (che manteneva il ‘‘nuovo’’ nome di Valledoria) ripresero ciascuna la propria autonomia. V. ha continuato a crescere negli anni successivi e recentemente lo sviluppo del turismo, favorito dalle belle spiagge di ` ricco, gli cui il territorio circostante e ha impresso un’ulteriore accelerazione. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, con la coltivazione del carciofo e del pomodoro, la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori dell’ortofrutta, lattiero-caseario, della fabbricazione di mobili e del` discretamente sviluppata l’edilizia. E la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche 8 alberghi con 661 posti letto, un’azienda agrituristica con 6 posti letto, tre campeggi con 2200 ` posti letto e sette ristoranti. Servizi. V. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto tecnico commerciale), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3770 unita di cui stranieri 20; maschi 1941; femmine 1729; famiglie 1327. La tendenza complessiva rivelava un incremento della popolazione, con morti per anno 19 e nati 28; cancellati dall’anagrafe 69 e nuovi iscritti 85. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 416 in migliaia di lire; versamenti ICI 2150; aziende agricole 221;

168

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 174

Vallermosa imprese commerciali 240; esercizi pubblici 46; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 107; ambulanti 20. Tra gli indicatori sociali: occupati 1005; disoccupati 159; inoccupati 239; laureati 35; diplomati 312; con licenza media 1079; con licenza elementare 1117; analfabeti 173; automezzi circolanti 1685; abbonamenti TV 969. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva i resti di un ponte romano di un qualche interesse archeologico.

in legno. Al proprio interno conserva una statua lignea del secolo XVII. Di particolare bellezza sono le spiagge di La Ciaccia e di San Pietro a Mare e quelle della foce del Coghinas, dotate di sabbie finissime e di acque limpidissime dai colori spettacolari. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose le feste popolari; quella in onore di San Giuseppe artigiano si svolge il 19 marzo presso l’omonima chiesa e dura quattro giorni con un programma ricco di manifestazioni folcloristiche. Ad aprile si tiene da molti anni la sagra del carciofo, occasione ` tiper gustare il prodotto che oramai e pico del villaggio e per conoscere i piatti della tradizione locale.

Vallermosa Comune della provincia di

Valledoria – Foce del fiume Coghinas.

PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio ha un assetto urbanistico moderno sviluppatosi negli ultimi decenni e si articola in diversi piccoli centri residenziali. Uno degli edifici di maggiore interesse ` la cappella di San Giuseppe, chiesa e situata alla periferia del villaggio; fu costruita nel XIX dalla famiglia Stan` in rovina nel Novecento ed e ` goni, ando stata restaurata recentemente. Ha l’impianto a una navata, la copertura in legno e la facciata sormontata da un campaniletto a vela. Altro interessante ` San Pietro a mare, chiesa siedificio e tuata alla foce del Coghinas in prossi` del luogo dove, secondo la tradimita zione, sorgeva Ampurias (=). Fu co` riprese struita nel Medioevo e poi a piu rimaneggiata nei secoli successivi; ha l’impianto a una navata e la copertura &

Cagliari, compreso nella XVIII Comu` montana, con 2010 abitanti (al nita 2004), posto a 70 m sul livello del mare alle falde sud-orientali del monte Linas. Regione storica: Parte Ippis Giossu. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 61,81 km2 e confina a nord con Villacidro, a est con Villasor e Decimoputzu, a sud con Siliqua, a ovest ancora con Siliqua e con un’isola amministrativa di Iglesias. Si tratta di una regione che si estende in parte nella piana campidanese, a oriente, e in parte, a occidente, sulle pendici del monte Linas (1236 m). A nord del paese scorre il rio Pau, che va a confluire nel Mannu di Cagliari, a sud il Perdu Locci, affluente di sinistra del Cixerri. V. si trova lungo la statale 293 che collega il Sulcis con Sanluri; altre strade minori mettono in comunicazione diretta il paese con Decimoputzu a oriente e con Domusnovas a occidente. & STORIA Il territorio conserva importanti vestigia che dimostrano come sia stato continuativamente frequentato

169

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 175

Vallermosa ` prenuragica. Nel dall’uomo fin dall’eta Medioevo apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria del Parte Ippis che a partire dalla fine del secolo XV fu compresa nel feudo di Villasor appartenente agli Alagon (=). Testimonianze archeologiche docu` sorto vimentano che l’attuale centro e cino al villaggio scomparso di Pau Josso; fu fondato nel 1640 dal marchese di Villasor che vi fece insediare alcuni nuclei di famiglie provenienti da altri centri dei suoi feudi invogliandole con la concessione di particolari privilegi ed esentandole dal pagamento dei tributi feudali per un certo numero di anni. Nel periodo successivo il villag` un’economia gio crebbe e vi si sviluppo basata sull’agricoltura; dagli Alagon ` ai De Silva ai quali fu riscattato passo nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari. Di questo periodo storico possediamo la preziosa testimonianza di Vittorio Angius: «Popolazione. Nel censimento del 1846 si notarono in V. anime 1076, distribuite in famiglie 267 ed in case 237. Si distingueva poi secondo la condizione domestica il totale de’ maschi 568 in scapoli 339, in ammogliati 215, in vedovi 14; il totale delle femmine 508 in zitelle 259, in maritate 215, in vedove 34. Questa ` notevolmente cresciuta popolazione e ´ nel censimento dal 1824 in qua, perche di quest’anno furono numerate anime 718, e nel 1834 sommavano a 997. La ` l’agriloro occupazione principale e ` coltura e la pastorizia. I mestieri piu necessari sono professati da pochissimi e pessimamente. Le donne lavorano sui telai. La scuola elementare fu ` che altrove, e non pertrascurata piu tanto pagavasi. Era un puro aggravio, ´ non dava nessuna utilita ` . Agriperche coltura. Le regioni di questo territorio `, sono in massima parte di gran fertilita `, e alcune di una particolare fecondita

vi si potrebbero tentare molte coltivazioni. La canna a zucchero vi riuscirebbe, e gli agrumi vi prospererebbero ` favorevoli a quequanto nei climi piu sta specie. La coltivazione de’ cerali prende incremento. Nel 1831 non si se` di 450 starelli di grano; ora minava piu ` ben cresciuto. Coltiquesto numero e vansi pure l’orzo, le fave, i legumi, il ` accorta, l’opera e ` lino. L’arte non e poco diligente, e non pertanto rende la ` merita del colono. L’orticolterra piu tura avrebbe nelle valli amplissimi spazi: ma questi paesani poco se ne cu´ coltivano poche specie. rano, perche Pastorizia. Il bestiame di servigio consiste in 70 gioghi di tori, in alcune vacche, in circa quaranta cavalli e cavalle, ed in una sessantina di giumenti. Il bestiame rude numera vacche 400, capre 1600, pecore 2500, porci 700. I pascoli sono copiosi, e potrebbero bastare ad ` volte maggiore. I un numero tre e piu formaggi, sebbene male manipolati, ` . L’apicoltura e ` hanno qualche bonta generalmente negletta, sebbene il cielo sia molto propizio alla medesima. Il commercio si fa con la capitale». Nel ` a far parte della divisione 1848 V. entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini e pollame. Negli ultimi decenni si sta ` insviluppando una modesta attivita dustriale nei settori della lavorazione ` poco orgadei mobili e dell’edilizia. E nizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un albergo ` collegato con 20 posti letto. Servizi. V. e da autolinee agli altri centri della pro` dotato di Pro Loco, stazione vincia. E dei Carabinieri, medico, farmacia,

170

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 176

Vallero Usai scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2079 unita di cui stranieri 25; maschi 1050; femmine 1029; famiglie 604. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 14 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 37 e nuovi iscritti 42. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 517 in migliaia di lire; versamenti ICI 568; aziende agricole 270; imprese commerciali 85; esercizi pubblici 12; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 474; disoccupati 54; inoccupati 233; laureati 15; diplomati 192; con licenza media 596; con licenza elementare 685; analfabeti 101; automezzi circolanti 632; abbonamenti TV 533. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documen` dell’insediamento a tano la continuita partire dal periodo nuragico, in particolare il sito di Matzanni con i suoi tre templi a pozzo del periodo nuragico inseriti in un ambiente naturale di rara ` quello bellezza. Altro importante sito e delle terme romane. Il complesso sorge ` Santa Maria vicino a una in localita chiesa campestre. Gli scavi hanno evidenziato l’impianto di un grande edificio termale costruito nel secolo I con la ` con i tecnica dell’opus mixtum, cioe muri costituiti da filari alterni di mat` stato identificato in toni e di pietre. E particolare l’ingresso dell’edificio, contraddistinto da un arco a tutto se` delle terme sono sto. In prossimita state inoltre identificate alcune necropoli che hanno restituito molti reperti ceramici, iscrizioni latine e un cippo funerario. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU-

RALE L’abitato ha conservato il suo tradizionale impianto con le case a corte abbellite dal porticato interno (lolla) alle quali si accede da portali in pietra, talvolta monumentali. L’edifi` interessante e ` la chiesa di San cio piu Lucifero, parrocchiale costruita nello stesso periodo in cui fu fondato il villaggio, in forme vagamente rinascimentali. Ha un impianto a una sola navata sulla quale si affacciano le cappelle laterali e il presbiterio; la coper` con volte a botte sorretta da artura e ` abbellita chi a tutto sesto. La chiesa e dall’altare maggiore ricco di una decorazione in marmi policromi risalente al secolo XVIII e custodisce un’interessante e rara macchina processionale del Seicento con una statua di San Lucifero. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella in onore festa piu di San Lucifero, il patrono, che si svolge il 20 maggio; i festeggiamenti durano 2 giorni con un programma molto ricco di manifestazioni folcloristiche.

Vallero Usai, Stefano Funzionario comunale, archeologo (Cagliari, prima ` sec. XIX-Sassari, prima meta ` meta sec. XX). Laureato in Giurisprudenza, ` alla professione di avvocato. si dedico Trasferitosi a Sassari, vi fu dal 1885 segretario comunale. Uomo dai molte` a fondo alcuni plici interessi, studio aspetti dell’archeologia sarda prendendo parte a numerosi scavi e scrivendo interessanti saggi. Fu nominato ` e nel ispettore onorario delle antichita ` sto1905 fu tra i fondatori della Societa rica sarda. Tra i suoi scritti, otto schede: Bonorva. Antiche tombe presso la chiesa rurale di Santa Lucia, Sassari. Tombe antiche scoperte nel sobborgo di Sant’Anna, Sassari. Monete trovate nella regione Trincea Reale, Ossi. Anti` scoperte nella vigna Biosa e nel terchita

171

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 177

Valles ritorio limitrofo, Senorbı`. Antichi oggetti trovati in regione Su Pratu, Scoperta di un anello d’oro e di un frammento di bronzo nella regione della Nurra, Porto Torres. Scavi sull’antica necropoli, Sepolcro con iscrizione latina trovato presso la casa Gervasio, tutte in ‘‘Noti` ’’, VI, 1881; zie degli Scavi di Antichita Porto Torres. Resti di edifici ed oggetti rinvenuti nel territorio del comune, `’’, VII, ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita 1882; Rara moneta della famiglia Quintia con tre contromarche, ‘‘La Stella di Sardegna’’, IX, 1885.

Valles Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Costavall. Sorgeva nelle vicinanze di Rebeccu. Apparteneva ai Malaspina, che lo inclusero nel loro piccolo stato quando la dinastia giudicale di Torres si estinse. Nel 1308 lo cedettero in pegno al giudice d’Arborea e non riusci` a tornarne in possesso. Infatti, rono piu dopo la conquista aragonese, nel 1328 il giudice ne ottenne l’investitura dal ´ al proprio rere d’Aragona e lo annette gno. Scoppiate le guerre tra Aragona e Arborea, fu teatro delle operazioni mi` entro la fine del selitari e si spopolo colo XIV.

Vallicciola Centro abitato della provincia di Olbia-Tempio, frazione di Tempio Pausania (da cui dista 13 km), con circa 10 abitanti, posto a 1053 m sul livello del mare a sud-est del comune capoluogo, a breve distanza da punta Balisteri, la vetta del monte Limbara (1359 m). Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da un pianoro ad alta quota, con tratti a bosco spontaneo, tratti rimboschiti, altri a macchia oppure caratterizzati dall’affioramento della roccia granitica. Le comunicazioni sono assicurate da una strada che si distacca dalla Tem-

pio-Oschiri e si inerpica sul monte, raggiunge V. e poi continua sin nei pressi della vetta. Il numero degli abi` molto ridotto nel periodo invertanti e nale, limitato praticamente agli agenti della Forestale che frequentano la loro caserma; durante la stagione estiva vi si stabiliscono, soprattutto in tende, camper e roulotte, numerosi villeggianti. Dal 2007 ospita anche due alberghi, di cui da tempo si avvertiva l’uti`. lita & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` l’ambiente E AMBIENTALE Magnifico e circostante, ricco di secolari foreste. ` frequentata Tra le passeggiate, la piu ` quella per raggiungere la punta Balie streri, lungo un sentiero immerso tra i boschi e contornato da fantastici roccioni di granito.

Valonga Famiglia originaria di Saragozza (secc. XVII-XVIII). Tradizionalmente impegnata, in patria, nella magistratura, un suo ramo si trasferı` a Cagliari nel 1673 con il dottor Martino, figlio di Giacinto, consigliere del Supremo Consiglio d’Aragona, giudice della Reale Udienza. Nella nuova sede fu nominato avvocato fiscale nel 1678 e nel 1694 ottenne il cavalierato ereditario. Nel 1698 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Montellano. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Valperga di Masino, Carlo France´ di Sardegna (Torino, prima sco Vicere ` sec. XVIII-Masino, Torino, 1811). meta In carica dal 1780 al 1782. Uomo di Stato e diplomatico, fu ministro plenipotenziario in Portogallo e successivamente in Spagna. Tornato in Piemonte fu nominato ministro di Stato e nel ´ di Sardegna. Giunto a Ca1780 vicere ` con molto equilibrio, ingliari governo troducendo per la prima volta i biglietti di credito e favorendo la creazione di una ‘‘Giunta dei Ponti e delle

172

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 178

Vandali Strade’’, che si prefisse il migliora` nell’isola. Lascio ` mento della viabilita la Sardegna nel 1782. In seguito fu nominato Ambasciatore.

Valsecchi, Franca Docente di Botanica (n. Alghero 1931). Laureata in ` Scienze Biologiche presso l’Universita di Sassari e in Scienze Naturali presso ` di Perugia, professore orl’Universita ` dinario di Botanica presso la Facolta ` di di Scienze M.F.N. dell’Universita ` stata direttore dell’Istituto Sassari, e di Botanica dell’Ateneo di Sassari, pre` sarda di Scienze sidente della Societa naturali e direttore del Bollettino della `; ha indirizzato le sue ricerche Societa allo studio della flora e della vegetazione della Sardegna (analisi della flora e vegetazione di ambienti salsi, zone prative, litoranee e montane, indagini monografiche sulle piante endemiche della Sardegna, revisione tassonomica biologica ed ecologica di generi e specie critiche per la flora sarda, italiana e mediterranea). Tra le sue numerose pubblicazioni: Vegetazione e morfologia della piana dei ‘‘Grandi Sassi’’ di Aggius (Sardegna) (con A. Pietracaprina), ‘‘Studi Sassaresi’’, Sez. 3, 14, 1966; Ricerche sui pascoli della Sardegna. Un pascolo presso la Foresta di Burgos (Sardegna centrale). ‘‘Studi Sassaresi’’, Sez. 3, 1969; Osservazioni sulla ` della Quercus suber L., variabilita Mem., 32 1-14, Stazione Sperimentale del Sughero, Tempio Pausania, 1972; Sui principali aspetti della vegetazione costiera della Nurra nord-occidentale (Sardegna settentrionale), ‘‘Giornale Botanico Italiano’’, 110, 1976; Contributo alla conoscenza del genere Echium. I: Echium della Sardegna, Webbia, 32, 1977; Carta della vegetazione della Nurra di Alghero (Sardegna nord-occidentale) (con B. Corrias e S. Diana Cor` rias), Collana ‘‘Promozione Qualita Ambiente’’, AQ/1/229, 1983; Alberi ed ar-

busti spontanei della Sardegna (con I. Camarda), 1983; Osservazioni su alcune formazioni psammofile nella Sardegna Settentrionale (con R. Filigheddu), ‘‘Colloques phytosociologiques’’, 1991; Garighe costiere e montane a Genista della Sardegna, ‘‘Fitosociologia’’, 27, 1994; Una caratteristica formazione nel singolare paesaggio vegetale dell’Asinara, in M. Gutierrez, A. Mattone ed E. Valsecchi, L’isola dell’Asinara. L’ambiente, la storia, 2000; Botanica e territo` rio, prolusione dell’a.a. dell’Universita di Sassari 1999-2000, 1999.

Valsecchi, Franco Storico (Milano 1903-Carate Brianza 1992). Professore ` italiana nelle di Storia della civilta ` di Lipsia nel 1932 e di Universita Vienna dal 1934 al 1939, divenuto professore ordinario di Storia moderna ` di Palermo torno ` presso l’Universita in Italia; nel 1942 fu a Pavia e successivamente dal 1947 a Milano. Infine dal ` a Roma. Nel 1972 1959 al 1973 insegno fu nominato presidente della Commissione italiana per l’UNESCO. Scrisse sulla Sardegna, Una grande regina: Eleonora d’Arborea, ‘‘Epoca’’, V, 17, 1954.

Vandali Popolo germanico che si stan` in Spagna durante il regno di Valenzio tinano III. Nel 429 erano stati chiamati in Africa dal generale Bonifacio che si era ribellato all’imperatore e che sperava di costituirsi un principato. Una volta arrivati, sotto la guida di Genserico, conquistata Ippona estesero il loro dominio ed entro il 432, liquidato Bonifacio, diedero vita a un nuovo regno. In pochi anni le loro flotte finirono per controllare il mar Tirreno, interrompendo le comunicazioni di Roma con le isole. La Sardegna, cosı` isolata, dovette provvedere autonomamente alla propria difesa; per poterlo fare i suoi abitanti ottennero la riduzione ` di destinare dei tributi e la possibilita

173

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 179

Van de Borg le somme ricavate alle opere di difesa. Dopo l’assassinio di Valentinano III, nel 455, assalirono Roma e dopo averla espugnata la saccheggiarono per quattordici giorni. Poco dopo avviarono la conquista della Sardegna, sbarcandovi un forte contingente di truppe che ben presto ebbe ragione della resistenza locale. Nel 460 inutilmente l’impera` tore Giulio Valerio Maggiorano tento di organizzare una spedizione per cacciarli; prima ancora che l’impresa avesse inizio la flotta vandala sorprese la flotta imperiale a Cartagena e la distrusse. Poco dopo Maggiorano fu sostituito da Antemio, ma anche i suoi tentativi di cacciare i Vandali dalla Sardegna fallirono. Cosı` l’isola nel 466 fu definitivamente acquisita da questi bar` fortuna sembro ` avere un bari. Piu ` nuovo tentativo che Antemio organizzo nel 468: alleatosi con l’imperatore d’O` in Sardegna un riente Leone I, invio contingente di truppe al comando del conte Marcellino che, sostenuto anche da una ribellione degli abitanti, riuscı` a conquistare l’isola. Ma Genserico ` nuovamente in Sardegna con sbarco una fulminea azione e in poco tempo ` Marcellino. L’isola fu stacne caccio cata dall’Italia e annessa amministrativamente all’Africa, cuore del regno vandalo. Nei suoi rapporti con i sardi Genserico fu meno duro che con i latini ` il d’Africa: in materia religiosa tollero loro cattolicesimo, politicamente si ap` ai grandi latifondisti, accontenpoggio ` costiere, tandosi di controllare le citta che gli servivano come basi per le sue flotte, e le zone agricole di produzione ` la precedente orgadel grano. Rispetto nizzazione della produzione, introdu` in alcuni territori forme di cendo pero uso collettivo della terra, che annualmente veniva distribuita in lotti a persone, prive di altri beni, che assumevano l’obbligo di lavorarla. I suoi di-

scendenti continuarono in Sardegna la sua politica e con Trasamondo nel 507 vi esiliarono Fulgenzio da Ruspe e altri vescovi africani che non volevano piegarsi alla politica religiosa che la dinastia aveva sviluppato in Africa. La Sardegna trasse indubbiamente vantaggio dalla presenza di questi vescovi, che concorsero ad animarne gli ambienti culturali fino al 530 quando, dopo la morte di Trasamondo, furono richiamati in Africa dal nuovo re Ilderico, che cercava di conciliare le posizioni degli ariani con quelle dei catto`, il regno vandalo anlici. Intanto, pero dava indebolendosi per una serie di ` lotte intestine. Giustiniano approfitto ` contro i della situazione e nel 533 invio Vandali una flotta al comando di Belisario, avviando la fine del regno e del dominio vandalo in Sardegna. Il governo dell’isola era stato affidato a Goda, il quale, quando seppe dell’imminente arrivo della flotta bizantina, ne chiese la protezione, sperando cosı` di potersi costituire un principato in` formalmente l’idipendente. Stacco sola dal regno vandalo e se ne pro` sovrano, dichiarandosi fedele clamo `, fu di Giustiniano; il suo progetto, pero demolito dall’arrivo di un forte contingente vandalo al comando del principe Zazo, fratello del re Gelimero. Egli ` Cagliari, uccise Goda e subito espugno ` la Sardegna; ormai, dopo riconquisto `, il dominio vandalo sull’isola era pero alla fine. Poco dopo, infatti, le flotte bizantine attaccarono direttamente Cartagine debellando Gelimero. Zazo, nel disperato tentativo di portare aiuto al ` nuovamente in fratello, si sposto ` giunse troppo tardi. Africa, dove pero A quel punto una flotta bizantina al comando del duca Cirillo si diresse verso ` senza colpo la Sardegna e la conquisto ferire.

Van de Borg, K. Archeologo (n. Olanda,

174

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 180

Vannucci sec. XX). Nel 1989 ha collaborato con Y. Sondaar allo studio dell’industria litica del Pleistocene in Sardegna, e ne ha scritto in Indication of Pleistocene man in Sardinia, ‘‘Physical Research’’, B. 29, e in Dating of the upper Pleistocene lithic industry of Sardinia, ‘‘Radiocarbon’’, 31, 3, 1989.

Van der Bergh, G. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman, che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo un articolo sulla Grotta Corbeddu, in I primi uomini in ambiente insulare, Oliena 1988, Libro guida delle escursioni, 1988.

Van de Velde, P. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo l’articolo Insediamento rurale e organizzazione politica: il progetto Riu Mannu in Sardegna (con B. Annis e P. Van Dommelen), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 13, 1996.

Van Dommelen, P. Archeologo (n. Olanda, sec. XX). Negli anni Novanta del Novecento ha fatto parte del ` di gruppo di lavoro dell’Universita Leida coordinato da Annis Greetman che ha ripreso gli scavi a Neapolis. Ha al suo attivo i saggi Insediamento rurale e organizzazione politica: il progetto Riu Mannu in Sardegna (con B. Annis e P. Van De Velde), ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 13, 1996, e Inse` punica nella diamento rurale in Eta Sardegna centro occidentale, in Atti del IV Congresso di Studi fenici e punici, 1999.

Vannelli, Siro Studioso di agronomia

(Montecatini Terme 1925-Cagliari 2000). Dopo essersi laureato a Firenze ` in Agricoltura tropicale si specializzo ` . Entro ` presso la stessa Universita quindi nella carriera del Ministero dell’Agricoltura e dopo alcuni anni si ` neltrasferı` in Sardegna, dove entro l’amministrazione regionale. Studioso profondo dei problemi dell’ambiente e ` a fondo per la delle piante, si impegno tutela del verde. Scrisse numerosi interessanti saggi di alto valore scienti` importanti furono i fico, ma anche piu suoi testi divulgativi, che contribuirono a risvegliare il rispetto per le piante e l’intero patrimonio vegetale dell’isola. Tra i suoi scritti: Il verde di Cagliari, 1986; Grandi alberi della Sardegna. Monumenti verdi, 1994; Dal 1842 al 1859 nell’Ateneo cagliaritano una cattedra di Agricoltura, ‘‘Sardegna fieristica’’, 1999.

Vanni, Alida Fotografa (n. Cagliari 1952). Si occupa di moda e fotografia pubblicitaria. Risiede a Milano, ma la ` svolta a Cagliari sua formazione si e prima, e a Madrid poi, dove ha frequentato la Scuola Cinematografica con la specializzazione di direttore di fotografia. Collabora attivamente con riviste femminili. Ha personalmente curato la cartellonistica delle campagne pubblicitarie nazionali per l’intimo della ‘‘Lovable’’ e per il marchio ‘‘El ´ s’’, nonche ´ , in Sardegna, Corte Ingle per il marchio ‘‘Sansonite’’ e per il Cagliari Calcio.

Vannucci, Atto Storico, senatore del Regno (Trebbiana 1810-Firenze 1883). Di idee liberali, prese parte ai moti del 1848 in Toscana. Dal 1859 diresse la Biblioteca Magliabecchiana di Firenze; fu amico di Pietro Martini e di` delle Carte d’Arbofese l’autenticita rea. Nel 1865 fu nominato senatore, nel 1875 accademico dei Lincei. ` dell’isola Scrisse l’articolo Le antichita

175

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 181

Vaquer di Sardegna illustrate da Alberto della Marmora e da Giovanni Spano. Memoria, ‘‘Archivio storico italiano’’, serie II, XII, 1, 1857.

Vaquer (o Baquer) Famiglia cagliaritana (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1461 ottenne il ricono` con un Franscimento della generosita cesco. La sua discendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Varaldo, Carlo Storico (n. Savona 1948). Allievo di Geo Pistarino, dopo la ` dedicato all’insegnamento laurea si e ` diventato prouniversitario. Nel 1985 e fessore associato di Archeologia medioevale; nei primi anni di carriera in` presso la Facolta ` di Magistero segno ` di Sassari. Attualdell’Universita ` di mente ha cattedra presso la Facolta ` di Genova. Nel Lettere dell’Universita 1978 ha preso parte al primo Convegno internazionale di studi geografico-storici sulla Sardegna nel Mediterraneo svoltosi a Sassari con una relazione su La topografia medioevale di Sassari. Prospettive di studio, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. Atti del secondo Convegno internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 1981, 1984.

Vardabasso, Silvio Geologo (Buie d’Istria 1891-Vicenza 1966). Dopo essersi ` laureato a Padova nel 1912 si dedico alla ricerca. Intrapresa la carriera universitaria, diede un contributo determinante alla redazione della Carta geologica delle Tre Venezie. Nel 1928 conseguı` la libera docenza e dal 1931 fu no` minato professore presso l’Universita di Cagliari. Nel 1935 redasse la Carta geologica della Sardegna e fu eletto pre` di Scienze, alla side della Facolta quale diede un notevole impulso, avviando la formazione del Museo geominerario. Approfondı` lo studio sistematico della geologia della Sardegna, che divenne la sua seconda patria. Fu membro del CNR e dal 1948 accade-

mico dei Lincei e socio di numerose altre prestigiose istituzioni. Benemerito del turismo, intuendo tra i primi le po` della Sardegna in questo tenzialita ` l’Ente provinciale per il campo, fondo turismo di Cagliari. Tra i suoi scritti: Contributo alla conoscenza della struttura geologica del massiccio sardo, 1933; Giacitura e struttura del nucleo granitico del massiccio sardo-corso, 1933; Riflessi morfogenetici dell’eprogenesi del massiccio sardo nel settore del Gennargentu, 1933; Cenni geologici ` della Sardegna, sulla permeabilita 1934; Genesi della configurazione dell’Isola, 1934; Profilo geomorfologico del massiccio sardo, in Atti del XII Congresso Geografico Italiano in Sardegna, II, 1934; Origine ed evoluzione del rilievo del massiccio sardo-corso, 1935; Geologia, nella voce Sardegna dell’‘‘Enciclopedia Italiana’’, 1936; Contributo alla conoscenza del vulcanismo recente in Sardegna, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, XXVI, 1937; Il Permico dell’Ogliastra in Sardegna, 1938; L’industria mineraria in Sardegna al tempo della dominazione romana, in Sardegna romana, II, 1939; Laghi pliocenici e pleistocenici di sbarramento vulcanico in Sardegna, 1939; Le grandi metallizzazioni entro il paleozoico in Sardegna, 1939; Schema geochimico dei giacimenti metalliferi sardi, 1939; Qual `e il profilo normale del cambrico sardo?, ‘‘Rendiconti dell’Associazione Mineraria Sarda’’, XLV, 3, 1940; Osservazioni sulla tettonica dell’Iglesiente, ‘‘Rendiconti dell’Associazione Mineraria Sarda’’, LVI, 5, 1941; Vulcanesimo permico e vulcanesimo oligocenico in Gallura, 1942; Distribuzione dei giacimenti ercinici in Sardegna, 1948; Il Mesozoico della Sardegna orientale, 1948; Il Paleozoico dell’Iglesiente, 1948; Inquadratura geologica dei giacimenti sardi, in Atti del II Congresso minerario, 1948; Schema

176

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 182

Varesini strutturale e profili geologici della Sardegna orientale, 1948; Geologia dei giacimenti ercinici piombo-zinciferi della Sardegna, 1949; Il Permico in Sardegna, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, VIII, 8, 1950; Il problema stratigrafico del Cambrico sardo, 1950; Tentativo di sintesi grafica della geologia della Sardegna, 1951; Sull’origine paleoclimatica dei giacimenti di ferro dell’Ogliastra, 1952; Analogie geologiche tra la Sardegna e l’Africa Minore, ‘‘Rendiconti dell’Accademia dei Lincei’’, VIII,14, 1953; Il Quaternario della Sardegna, 1955; Sardegna speleologica, ‘‘Rassegna Speleologica Italiana’’, VII, 3, 1955; La fase sarda dell’Ologenesi Caledonica, 1956; Scavi e ricerche nel territorio del Monte Albo (Lula-Nuoro) e della Barbagia di Seulo (Nuoro). Scavi in territorio di Ossi (con Carlo Maxia), ‘‘Quaternaria’’, 3, 1956; Il mesozoico epicontinentale della Sardegna, 1959; Questions concerning the Caledonian era in Sardinia, in Atti del XXI Congresso Internazionale di Geologia, 1960; Tentative of a Paleogeographical Reconstruction of Sardinia from Cambrian to Quaternari, 1960; Ricerche sull’Arcipelago di La Maddalena. La geologia, 1961; Cenni geologici sulla Gallura, 1962; Questioni paleogeografiche relative al Terziario in Sardegna, 1962; Il verrucano sardo, 1966; I lineamenti geologici della Sardegna fu ristampato a Cagliari nel 1976.

` Religioso (?, Vare, Benedetto Nicolo ` sec. XIII-Bosa 1327). Veseconda meta scovo di Bosa dal 1304 al 1327. Canonico della cattedrale di Bosa, nel 1304 si fece eleggere vescovo dal Capitolo metropolitano. In seguito il papa Gio` illegittima la sua vanni XXII reputo ` a Roma elezione e nel 1319 lo convoco per chiarire la questione. Tornato in ` a reggere la dioSardegna, continuo cesi negli anni difficili seguiti alla conquista aragonese.

Vare, Nicola Religioso (sec. XIV). Vescovo di Castra dal 1362 al 1327. Apparteneva all’ordine francescano dei Frati minori, ed era particolarmente legato alla famiglia dei Bas Serra. Nel 1362 fu nominato vescovo di Castra da papa Innocenzo IV; nel 1364 fu procuratore di Mariano IV d’Arborea a Narbona per la stesura del contratto di nozze tra Benedetta d’Arborea e Amerigo di Narbona. ` a goverTornato in Sardegna, continuo nare la sua diocesi negli anni seguiti alla stabilizzazione dell’occupazione arborense. Si pensa che sia morto intorno al 1372.

Varela Rodriguez, Elija Storica (n. Spagna, sec. XX). Studiosa di storia medioevale, nel 1990 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltisi ad Alghero, in cui ha presentato una comunicazione sui Viajes a Cerden ˜ a en el libro de ´ n Jaume Tacuentas del mercader catala rasso, ora in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, II, 1995.

Varesini, Alessandro Domenico Re` ligioso (Casal Cermelli, seconda meta sec. XVIII-Quargnento 1864). Arcivescovo di Sassari dal 1838 al 1864). Ordinato sacerdote, divenne prevosto della cattedrale di Aosta; nel 1838 fu nominato arcivescovo di Sassari. Si impe` per far restaurare il Seminario e gno per sviluppare l’Ospedale e altre istituzioni di assistenza. Nel 1842 fu a To` ; al suo rino per sostenere l’Universita ritorno offrı` i locali per la creazione di ` per abbelun orfanotrofio e si adopero lire la basilica di San Gavino, dove fece ricostruire a sue spese le tombe della cappella sotterranea che custodivano le ossa dei Martiri turritani, e nel 1840 ` anche i restauri dell’altare ordino maggiore. Nel 1848 ebbe diverse noie a causa dei partigiani del tribuno Antonico Satta, che propose e fece approvare da un’assemblea popolare l’espul-

177

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 183

Vargas di Kiel sione dell’arcivescovo da Sassari; durante una contro-manifestazione, di cui fu promotore Pasquale Tola, il corteo dei manifestanti (fra i quali lo stesso V.) fu aggredito dai partigiani di Satta in piazza Santa Caterina (l’attuale piazza Azuni). Solo l’ordine d’arresto del Satta e la sua partenza per il continente misero fine ai disordini. Nel 1850, per la posizione assunta nei confronti della legge Siccardi, fu condannato a un mese di carcere, che dovette scontare, per una circolare manoscritta inviata ai parroci della diocesi contro il comportamento dei funzionari del governo, che chiedevano la lista dei beni della diocesi. Oltre alcune lettere pastorali come Ad clerum et populum Turritanum epistola pastoralis, 1898, la Lettera pastorale per la Quaresima del 1843, 1843, le Lettere pastorali 1843-1864, fece pubblicare anche, sotto l’intestazione «V. Dumminigu, arcivescomu turritanu», un Brevi catechismu traduziddu da l’italianu a usu dilli fideli di Sassari, 1857.

Vargas di Kiel, Eduardo Imprenditore ` minerario (Portogallo, seconda meta ` sec. XIX). sec. XVIII-?, prima meta Abile imprenditore nel settore minerario, agli inizi dell’Ottocento riuscı` a ottenere in concessione le miniere della Sardegna. Circondato da grande fama ` e sostenuto da grandi speranze, fondo ` in cui coinvolse anche aluna societa ` cuni commercianti cagliaritani e avvio lo sfruttamento di alcuni filoni nell’I` , la societa ` glesiente. Nel 1808, pero fallı` ed egli fu costretto a lasciare l’isola.

Vargiu, Adriano Insegnante, scrittore (n. Cagliari 1941). Da diversi anni insegna a Cagliari. Ha esordito nel 1968 con un romanzo, cui seguı` nel 1969 una rac` autore anche di alcuni colta di versi; e penetranti saggi sulla storia contemporanea della Sardegna e su alcuni suoi

personaggi. Pubblicista dal 1976, collabora con diversi periodici; ha ottenuto il premio ‘‘Salvatore Cambosu’’ e molti altri riconoscimenti. Tra i suoi scritti: Dialoghi dopo il Centenario, romanzo, 1968; Sonata senza pianoforte, versi, 1969; Tradizioni popolari dell’Iglesiente, ‘‘Lares’’, XXXVIII, 1972; Sardegna ci` . Cultura sarda per le scuole, 1974; vilta Aspetti della cultura sarda campidanese, 1974; Un’isola tra passato e presente, 1976; Lussu 1944. I discorsi del ritorno, 1977; Destinazione Sardegna, 1980; Guida ai detti sardi, 1981 (nuova edizione 1992); Sardegna, 1983; Il culto dell’Assunta in Sardegna, 1984; Dizionario dei santi venerati in Sardegna, 1994.

Vargiu, Francesco A. Insegnante, studioso di storia (n. sec. XX). Dopo la lau` dedicato all’insegnamento rea si e ` stato docente nelle scuole superiori. E presso il Liceo scientifico di Macomer e nel 1987 ha promosso una ricerca sui Cistercensi in Sardegna. Ha al suo attivo il volume San Lorenzo, Santa Sabina in Silanus, edito nel 1987.

Vargiu, Joseph Giornalista (Iglesias 1907-ivi 1983). Completati gli studi ` , si trasferı` a Cagliari nella sua citta ` giovanissimo nella redadove entro zione de ‘‘L’Unione Sarda’’. Cronista sportivo, specializzato nelle cronache di pugilato, con i suoi pezzi efficaci fu testimone dell’evoluzione dello sport in Sardegna nel secondo dopoguerra.

Vargiu, Mario Insegnante, scrittore (n. Orroli 1937). Laureato in Pedagogia, ` dedicato all’insegnaper anni si e mento nelle scuole elementari. Delicato poeta e studioso della lingua sarda, con la traduzione in sardo campidanese di importanti opere ha rilanciato nel mondo culturale dell’isola la ` dello studio della lingua necessita nelle scuole. Ha tradotto il Pinocchio di Collodi intitolandolo Opineddu e ne-

178

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 184

Vasco ` cimentato nella tragli ultimi anni si e duzione degli Atti degli Apostoli (Is Evange´lius e is attus de is Apostolus, «tradusius in sardu campidanesu», 1990) e dei Salmi, rivelando grandis`. sima sensibilita

Vargiu, Pierpaolo Medico, consigliere regionale (n. Cagliari 1957). Di cultura liberale, dopo essersi laureato in Me` dedicato alla libera profesdicina si e ` ` impegnato in politica. E sione e si e stato consigliere e assessore provinciale di Cagliari per il Partito Liberale ` Italiano. Passato ai Riformatori, si e presentato alle elezioni regionali per ` stato eletto. la XII legislatura, ma non e `, e ` entrato Nella stessa legislatura, pero in Consiglio nel 2000 subentrando al` stato riconfermato l’on. Demontis. E anche per la XIII legislatura.

Vargiu, Pietro Religioso (Isili, fine sec. XVIII-Ales 1866). Vescovo di Ales e Terralba dal 1842 al 1866. Ordinato sacerdote, fu dottore in Diritto canonico e ` Teologia per anni a Cagliari insegno dove fu nominato canonico metropolitano e vicario generale. Nel 1842 fu nominato vescovo di Ales e Terralba; go` la diocesi tra mille difficolta ` e fu verno spesso in contrasto col governo per difendere i beni della diocesi, in particolare i vasti territori che la curia possedeva nel Sulcis. Furono pubblicate a stampa le sue Lettere pastorali al clero e popolo della diocesi di Ales, scritte fra il 1843 e il 1852.

Varsi, Mario Archeologo (Sorso 1922ivi 1951). Laureato in Lettere con Giovanni Lilliu. Nel 1945-1946 condusse ` scavi a Sorso, suo paese natale e dono al Museo di Sassari la sua collezione. Morı` prematuramente negli anni Cinquanta. Ha al suo attivo la scheda Domus de janas presso l’Abbiu di Sorso, ‘‘Studi sardi’’, VII, 1-3, 1947.

Vascellari, Guido Architetto (Battaglia Terme 1912-Cagliari 2005). Compiuti

gli studi a Venezia, si trasferı` a Cagliari ` profondamente nell’amdove si radico ` tanto da esbiente culturale della citta sere comunemente conosciuto come l’‘‘Architetto di Cagliari’’. Fu tra i pro` tagonisti della ricostruzione della citta nel secondo dopoguerra: molti dei palazzi da lui progettati sono distribuiti ` (piazza Gariin diverse parti della citta baldi, piazza Repubblica, via Bonn). Fece da maestro al figlio Massimo e a molti altri progettisti degli ultimi cin` a Cagliari quant’anni. Nel 1958 fondo ` nato l’atun Liceo artistico da cui e tuale Liceo artistico statale, nel quale ` fino al 1976. insegno

Vasco, Giovanni Battista Pensatore illuminista (Torino 1733-Rocchetta Tanaro 1796). Precocissimo negli studi, si ` in Leggi all’Universita ` di Torino laureo a 17 anni. Entrato nell’ordine dei Domenicani, fu a Bologna e a Genova, quindi, proposto al ministro Bogino per l’insegnamento della Teologia sco` di lastico-dogmatica nell’Universita Cagliari, giunse nell’isola nel 1764 e vi rimase per due anni. Anche durante ` i suoi corsi al questo periodo ispiro pensiero illuministico. Dai due volumi manoscritti di lezioni oggi conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari emerge la sua attenzione per pensatori come Locke, Campanella, D’Alembert, Diderot e Condillac. Franco Venturi ha scritto che anche in quel periodo emergeva «l’inquietudine del suo temperamento, il continuo scontento che lo pervadeva di fronte ai suoi compiti di professore». «Intellettualmente e moralmente V. dimostrava a Cagliari quel ‘‘genio fervido’’ che il ministro Bogino aveva notato e subito paventato in lui»; il suo pensiero era troppo libero e avanzato ` dominante nel regno per la mentalita dei Savoia, e infatti al ritorno nella pe` in dissidio con la corte pienisola entro

179

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 185

Vaso campaniforme montese, anche in seguito all’arresto dei fratelli Dalmazzo e Nicola, che condividevano le sue idee.

Vaso campaniforme, cultura del Cultura d’epoca preistorica che prende il nome da un bicchiere in ceramica a forma di campana rovesciata, alto tra i 9 cm e i 15 cm, detto anche con termine inglese beaker. Gli studiosi ritengono che abbia avuto origine nella penisola iberica, da dove si diffuse poi in tutta l’Europa occidentale. Nello spostarsi da una terra all’altra i suoi portatori facevano conoscere le tecniche per la lavorazione del rame. In Sardegna ` attestata in una questa cultura, che e quarantina di siti, compare intorno al 2200 a.C. e si protrae per alcuni secoli, inserendosi nei contesti delle culture ` di Monte Claro e di Bonnanaro. Non e caratterizzata da un particolare tipo di ` interessanti sepoltura. I reperti piu comprendono le punta di freccia in selce o in ossidiana e i brassards, placche di pietra usate a protezione del polso dai ritorni della corda dell’arco, che hanno fatto pensare a un popolo di arcieri; sono stati rinvenuti anche dei pugnali in rame di forma triangolare e ` di collane realizuna grande varieta ` diversi, dall’azate con i materiali piu vorio alla steatite, dall’osso alla pietra ai materiale preziosi.

Vassallo, Giovanni Battista Gesuita (Dogliani 1691-Cagliari 1774). Uomo di `, grande cultura e di profonda pieta giunse in Sardegna dopo il 1725 con l’incarico di insegnare l’italiano ai giovani Gesuiti sardi: vi rimase fino alla ` con passione alla premorte. Si dedico dicazione, percorrendo l’isola in lungo e in largo e accattivandosi per il suo zelo e la sua passione gli animi degli ` interne e isoabitanti delle zone piu late. Per poter meglio comunicare la ` il sardo, che utisua missione imparo ` per comporre facili inni religiosi lizzo

` una raccolta di cui nel 1733 pubblico dal titolo Canzoni spirituali per le Sante Missioni. Fu anche autore di Discursos familiares traductos dae idioma italianu in sardu per ater u sacerdote amigu, pubblicati postumi nel 1777 col titolo Su parocu in s’altare promotore de sa devocione de Maria SS.ma. A lui Raimondo Turtas attribuisce l’introdu` popolare inno zione nell’isola del piu mariano sardo, Deus ti salvet Maria: il testo originale dell’inno, in italiano, sostiene Turtas, si deve al gesuita Innocenzo Innocenti di Todi (1624-1697), ` nel 1681 a Macerata alche lo pubblico l’interno della sua Dottrina spiegata in versi. Nessun dubbio, afferma, che la redazione sarda sia un calco fedele di quella italiana (Dio ti salvi, o Maria, che sei di grazia piena / e di grazie la vena / e la sorgente...). Nel frontespizio di un registro battesimale di Torralba, del 1613, ne esiste peraltro una versione in castigliano, scritta «da una mano del secolo XVIII». Negli ultimi anni della sua vita si stabilı` a Cagliari.

Vassallo, Walter Sindacalista, consigliere regionale (n. Genova 1949). Cresciuto politicamente a Porto Torres, comunista militante, protagonista delle lotte operaie alla SIR, a partire ` stato eletto consigliere codal 1978 e munale, assessore e vicesindaco della `. Nel 1994 e ` stato eletto consigliere citta regionale per l’XI legislatura nel collegio di Sassari, nella lista del Partito ` stato della Rifondazione Comunista; e riconfermato anche per la XII legislatura, ma non rieletto per la XIII.

Vaterra Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Sols. Era posto a non molta distanza dall’attuale Carbonia. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nella parte toccata ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo essi procedet-

180

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 186

Veccia tero a un’ulteriore divisione tra di loro ` ai discendenti del conte Ghee V. tocco rardo. Dopo la conquista aragonese ` alla Corona d’Aessi giurarono fedelta ragona e riuscirono a conservare il ` nei depossesso del villaggio, che pero ` a spopocenni successivi comincio larsi. Nel 1353 ne persero il controllo a causa dell’infelice vicenda toccata a un altro conte Gherardo; tornato in possesso reale, il villaggio fu concesso in feudo ad Alibrando de Ac ¸ en. Egli ` , scoppiata la seconda guerra tra pero ` e il Mariano IV e Pietro IV, si ribello villaggio fu confiscato. Poco dopo fu occupato dalle truppe arborensi e in ` completamente. poco tempo si spopolo

tipiche dei climi temperati, preferiscono terreni alluvionali e ben si adattano sia ai terreni argillosi che a quelli sabbiosi, rifuggendo dai terreni umidi. Possono essere destinate alla raccolta del seme, allo sfalcio delle porzioni vegetative oppure per il sovescio (pratica agronomica finalizzata alla fertilizzazione del terreno, che prevede l’interramento dell’intera pianta).

Vatin, Fernando Scrittore, viaggiatore ` la Sardegna (secc. XIX-XX). Visito ` del Novecento e ne nella prima meta scrisse un reportage, Sardaigne ou pays des nuraghi, edito a Parigi nel 1927.

Vecchi, Augusto Vittorio Scrittore (Marsiglia 1842-Forte dei Marmi 1932). Autore di numerosi volumi di argomento marinaro, divenne popolare sotto lo pseudonimo di Jack La Bolina. Scrisse anche gli articoli L’assalto all’isola di La Maddalena nel 1793 secondo i documenti di Napoleone Bonaparte, ‘‘Rivista marittima’’, 1892, Nuovi documenti sull’attacco dei Francesi contro La Maddalena, ‘‘Rivista marittima’’, 1896, e alcune pagine su Garibaldi a Caprera (marzo e agosto 1881), in appendice al suo La vita e le gesta di Giuseppe Garibaldi, 1910. Alla Sardegna sono dedicate alcune pagine tanto ne L’Italia marinara e il lido della Patria. Lazio, Campania e Sardegna, 1901, quanto nella Storia generale della marina militare, 1-2, 1892.

Veccia Nome generico di piante erbacee della famiglia delle Leguminose largamente impiegate come foraggio per il bestiame. Le veccie sono piante

Veccia – Fiore di veccia comune.

` la spe1. La v. comune (Vicia sativa L.) e ` docie di maggior rilievo economico. E tata di fusto lungo, esile e angoloso; i fiori sono portati all’ascella delle foglie, possono essere solitari o appaiati e sono composti, come in tutte le leguminose, da vessillo, carena e ali, il co` variabile dal bianco al rosso violore e laceo. I frutti sono legumi compressi, dritti, pubescenti o glabri, contenenti semi globoso-compressi, neri, grigi, variegati, bianchi, giallo scuro, di sapore ` inadatti all’alisgradevole e percio mentazione umana. Nomi sardi: basolu gaddinu (fagiolo per cavalli), pisu de goloru (pisello di serpe, logudorese); pappasolu (campidanese). 2. La v. di Pan` una nonia (Vicia pannonica Crantz) e specie dotata di buona resistenza al ` adatta ai suoli pesanti e argilfreddo, e losi e agli ambienti umidi. 3. La v. di Narbona (Vicia narbonensis L.) ha grossi semi, globosi e neri. 4. La v. vel` una specie lutata (Vicia villosa Roth) e

181

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 187

Vedovina vellutata rustica, particolarmente adatta alle zone fredde e con un grande sviluppo erbaceo. I fiori sono di colore rossoviolaceo, raccolti a grappolo. I frutti sono legumi, compressi, contenenti da 2 a 4 semi neri, tondi e di piccole dimensioni. [TIZIANA SASSU]

Vedovina vellutata Pianta della famiglia delle Dipsacacee (Scabiosa olosericea Bertol.). Erbacea perenne, ha fusto eretto e ricoperto di fitta peluria; le foglie basali, riunite in una rosetta, hanno la lamina allungata con margini incisi; le foglie superiori sono profondamente incise in setti; i fiori viola sono riuniti in capolini. Frequente in terreni umidi come in quelli sassosi, fiorisce all’inizio dell’estate. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Veguer Famiglia algherese originaria della Catalogna (secc. XIV-XV). Le sue notizie risalgono al secolo XIV, quando ` da Gunel 1381 un Pascasio acquisto glielmo Vilella l’appalto per la riscossione dei diritti di cabesagio e del ven` , che consistevano nella teno della citta tassa sui macelli (cabesagio) e della ventesima parte sul valore delle merci `. Lo stesso Pascain entrata nella citta sio nel 1391 ebbe in feudo il villaggio di Urgeghe ma non riuscı` a entrarne in ´ era occupato dalle possesso perche truppe del giudice d’Arborea. I suoi discendenti ottennero che l’appalto per la riscossione dei due tributi divenisse un feudo della famiglia, ma nel 1423 lo vendettero a Pietro De Ferraria.

Vela Sport. Le navicelle votive rinvenute nei nuraghi ci ricordano che anche gli antenati dei sardi probabilmente navigavano e usavano la vela. ` dei nuraghi Era proprio dalla sommita che potevano assistere all’arrivo di navi straniere. Cosı` nei secoli fu un succedersi di vele fenicie, puniche, etrusche, romane (che sospingevano navi da guerra o da trasporto di grano,

vino e olio), che si avvicendavano in vista delle coste sarde, le cui innumerevoli insenature servivano da rifugio ´ all’orizdurante le tempeste. Finche zonte apparvero i grandi velieri spagnoli, le navi da guerra francesi, la piccola flotta d’invasione con Napoleone (1793), la grande flotta dell’ammiraglio Nelson. Infine le vele della Marina dei Savoia del primo Ottocento. I sardi, dopo secolari invasioni, avevano perso dimestichezza col mare a forza di fuggire verso l’interno: i pochi centri marinari dell’isola erano utilizzati quasi esclusivamente per la pesca e per i collegamenti. Ancora fino agli anni Venti del Novecento, in piena era del vapore, alcune linee per il continente utilizzavano vecchi trealberi soprattutto per il trasporto dei militari. E ancora: erano i navicelli di costruzione toscana muniti di vela triangolare a trasportare il minerale estratto all’Argentiera (ancora priva di collegamenti terrestri) fino a Porto Torres ed erano bellissime imbarcazioni a vela latina che portavano la posta e i villeggianti in una Stintino appena fondata. Molte di queste barche stintinesi sono state riprodotte e ogni fine estate si cimentano in una regata patrocinata dal presidente della Repubblica, ormai diventata internazionale. Anche per le isole di San Pietro e Sant’Antioco si usavano barche a vela, cosı` come le usarono i pescatori di Ponza che nell’Ottocento si stabilirono sulla costa orientale sarda. Nonostante tutto questo le gare veliche in Sardegna iniziano in tempi abbastanza recenti, ma le condizioni ideali dei venti e lo sviluppo del turismo ne hanno fatto la sede privilegiata di competizioni di tutte le categorie: dalle regate riservate ai velieri d’epoca ai campionati delle classi olimpiche, dalle tappe del ‘‘Giro del Mediterraneo’’ alla ormai mitica ‘‘Settimana delle

182

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 188

Venere Bocche’’, dalle regate per esordienti alla ‘‘Rolex Cup’’ riservata ai grandi yacht. L’avvento della Costa Smeralda e la costruzione di innumerevoli porti turistici hanno permesso la fondazione ` londi scuole di vela, tra le quali la piu ` quella del Touring Club Italiano geva e che opera nell’arcipelago della Maddalena, mentre famosi skipper come Cino Ricci fungono da maestri. Tra i velisti sardi che si sono messi in luce nelle classi olimpiche sono da ricordare Antonello Ciabatti, campione europeo nel 1981 della classe 420 in coppia con Andrea Mura; e poi Paolo Brighetti, Gepi Coiana, campione italiano nel 1987 nella 470 e tanti altri. Un’altra ` sportiva che ha la vela come specialita ` di nascita recente e ` il ‘‘attrezzo’’ ed e windsurf, che ha trovato nelle acque sarde l’ambiente ideale dal punto di vista logistico e per la presenza continua dei venti. Atleti sardi, soprattutto in campo femminile, hanno conquistato vittorie in tutto il mondo, specialmente negli anni Settanta e Ottanta: sopra tutti Paolo Brianda, dello Yacht Club Cagliari, campione europeo nel 1980, Sandro Mamusa, Paola Toschi, Emanuela Mascia, Gigi Barrella e molti altri. Attualmente in Sardegna sono presenti una ventina di scuole di vela e di windsurf, poste nei maggiori centri tu` blasonata e ` sicuraristici, ma la piu mente il Centro Velico Caprera, nato nel 1967, che in quarant’anni ha avviato alla pratica dello sport velico non meno di 50 000 appassionati. Altro ` quello di Cagliari, Yacht Club storico e ` anche con sede a Marina piccola, che e ` antico. [GIOVANNI TOLA] il piu

conventi del suo ordine e nel 1686 fu nominato vescovo di Alghero da papa ` la diocesi con Innocenzo XI. Governo energia e promosse un sinodo diocesano. Morı` ad Alghero nel 1692.

Velez de Guevara, Bertran Vicere´ di ` sec. Sardegna (Aragona, prima meta XVII-Cagliari 1652). In carica dal 1651 al 1652. Marchese di Campo Reale, di antica famiglia aragonese, gentiluomo di camera del re e membro del suo Con´ di Sardegna siglio, fu nominato vicere nel 1651. Giunse nell’isola nel momento di maggiore tensione seguito al clamoroso gesto posto in atto da Bernardino Mattia Cervellon nei confronti di Pietro Martinez Rubio. Preso possesso del suo ufficio, immediatamente ` in esidestituı` il Cervellon e lo mando `, lio a Minorca. Alcuni mesi dopo, pero il povero marchese di Campo Reale contrasse la peste e morı` dopo un brevissimo periodo di governo.

Velixandre Famiglia di mercanti marsigliesi (sec. XVIII). Vi appartenevano i fratelli Felice e Giacomo Giuseppe che nel 1778 ottennero in feudo l’isola dell’Asinara col titolo di marchese. Essi si impegnarono a ripopolarla costruendovi un villaggio nel quale fecero con` dispafluire numerosi coloni dalle piu rate provenienze. Dopo alcuni anni, ` , i rapporti tra i vari gruppi conpero dussero a uno stato di continua tensione: molti dei coloni furono uccisi, altri fuggirono. Nello stesso periodo, inoltre, la popolazione fu decimata dalle malattie. L’isola rapidamente si ` e ai due sfortunati fratelli fuspopolo rono tolti concessione e titolo marchionale.

Velasco, Giovanni Religioso (Burgos,

Venere Divinita` latina. Le sue origini

` sec. XVII-Alghero Spagna, prima meta 1692). Vescovo di Alghero dal 1686 al 1690. Entrato nell’ordine benedettino, ` in fu ordinato sacerdote e si laureo Teologia. Resse come abate numerosi

non sono del tutto chiare, per quanto si consideri una sua derivazione dalla sfera religiosa italica. Era associata, in base anche al suo nome (venus si legherebbe a un’idea di forza imperscruta-

183

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 189

Venero bile e prodigiosa), al favore ultraterreno, ma anche alla natura, ai giardini in genere e soprattutto all’amore e al desiderio sessuale. La personificazione al femminile e la sua assimilazione con la dea greca Afrodite risali` al secolo IVa.C., come atterebbero gia sta l’esistenza del santuario di Lavinio nel Lazio in cui si praticava un culto in ` nota a partire suo onore. A Roma V. e dagli inizi del secolo III a.C., quando fu edificato un tempio per Venus Obsequens (attributo che ne svela l’ance` propiziatrice) presso il strale attivita Circo Massimo. Al 217 a.C. risale l’introduzione del culto di Venere Ericina (sorto sulla scia di quello esistente a Erice, nella Sicilia occidentale, per l’o` di origine femologa Astarte, divinita ` nel 215 a.C. alla conicia), che porto struzione di un tempio sul Capitolium. ` il mito che vuole V. madre di Celebre e Enea, l’eroe troiano giunto nel Lazio, padre di Ascanio (o Iulo) e antenato di Romolo e Remo, i fondatori di Roma. In relazione a questa tradizione, so` ritenuta prattutto dal secolo II a.C., e la capostipite di famiglie importanti, in particolare di quella gens Iulia che rivendicava una discendenza da Enea. Il culto di V. era sicuramente molto diffuso in tutta la Sardegna. Un teatrotempio di tipo italico (c.d. teatro di via Malta) dedicato alla dea fu edificato a Carales fra il secolo III a.C. e il II a.C. Questo edificio sarebbe raffigurato anche in una moneta di bronzo coniata in ` cesariana o durante il Sardegna in eta secondo triumvirato. Nel dritto il pezzo presenta due teste rivolte a destra e il nome che identifica i due personaggi, Aristo e Mutumbal Ricoce, con il loro titolo, sufetes, che precede certamente l’elevazione municipale di Carales, che potrebbe essere avvenuta nel 38 a.C. per iniziativa di Ottaviano. Nel verso si ha l’immagine del tempio

tetrastilo con la leggenda Veneris, la dea progenitrice della gens Iulia. Due statuine fittili (l’isola in totale ne ha ` di una decina) conservate poco piu provengono rispettivamente da Nora e da Carales. La prima reca l’iscrizione ` Veneris sacrum, mentre la seconda e rappresentativa di una V. Anadiomene, ossia ‘‘che nasce dalle onde del mare’’; ` anche un busto rindello stesso tipo e ` venuto a Turris Lybisonis. In prossimita di questo centro, precisamente a Bio` stato rinvenuto un nis, nella Nurra, e signaculum bronzeo con inscritto Veneris Obsequentis, che rimanda all’arcaico culto laziale. [ANTONELLO SANNA]

Venero, san (o San Venerio, San Venereo) = Avendrace, santo

Ventaglina Curiosa indennita`, introdotta dall’amministrazione piemontese del Regno di Sardegna per tutti i ´ . In funzionari, a cominciare dal vicere base ad essa veniva corrisposta annualmente una somma di denaro per l’acquisto di un ventaglio, strumento ritenuto indispensabile durante la stagione calda.

Ventimiglia Nobile famiglia ligure (secc. XVII-XVIII). Un suo ramo si trasferı` da Genova a Cagliari nel secolo XVII con un Giovanni Andrea. Egli di` e nel sponeva di una notevole liquidita 1640 ottenne l’appalto delle rendite del Mandrolisai per sei anni e nel 1643 quello della dogana di Sassari, anch’essa per sei anni. I suoi discendenti, ` genovese ben inseriti nella comunita ` del sedi Cagliari, nella seconda meta colo XVII si interessarono anche del commercio del grano e ricoprirono l’ufficio di console di Genova. Nel secolo XVIII, ormai profondamente radi` cagliaritana, presero cati nella societa a usare il titolo comitale; si estinsero entro la fine del secolo.

Ventura Famiglia di Tempio Pausania (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risal-

184

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 190

Venturi gono al secolo XVIII. Apparteneva alla borghesia agiata e nel 1794 ottenne il ` con cavalierato ereditario e la nobilta Antonio, un avvocato che si era segnalato nella difesa dell’isola contro il tentativo di sbarco dei francesi a La Maddalena nel 1793. La famiglia si estinse nel corso del secolo XIX.

Ventura, Marcello Archeologo (n. sec. XX). Ha lavorato con Vincenzo Santoni e, tra il 1984 e il 1985, ha collaborato con Carlo Tronchetti negli scavi di via Brenta a Cagliari. Ha al suo attivo due articoli, Archeologia urbana a Cagliari: lo scavo di via Brenta, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico sardo’’, 1985, e La necropoli romana di Cea Romana-agro Villasalto, in Le sepolture in Sardegna dal IVal VII secolo, 1990.

ispettore della Galleria Estense di Modena. Fattosi apprezzare, fu chiamato ` a lavorare al a Roma e dal 1888 inizio Catalogo degli oggetti d’arte di pro` dello Stato. Nel 1890 conseguı` prieta la libera docenza in Storia dell’Arte e fu nominato professore della materia ` di Roma, dove presso l’Universita tenne la cattedra fino al 1931. Dal 1901 ` la Storia dell’Arte itaal 1936 pubblico liana in 22 volumi, nella quale inserı` alcuni studi sulla Sardegna. Nel 1926 fu nominato accademico dei Lincei. All’isola sono dedicati i capitoli Architettura romanica in Sardegna, III, 1904, Pulpito di Guglielmo nel Duomo di Cagliari, VII, parte IV, 1915, Pittura spagnola del Quattrocento in Sardegna, VIII, parte II, tutti nella Storia dell’Arte italiana, 1922.

Venturi, Franco Storico (Roma 1914-

` Adolfo Venturi – Lo studioso emiliano dedico alcuni capitoli della sua Storia dell’Arte italiana alla Sardegna.

Venturi, Adolfo Storico dell’arte (Modena 1856-Santa Margherita Ligure 1941). Autodidatta, nel 1878 divenne

Torino 1994). Figlio del grande storico dell’arte Lionello, a sua volta figlio di ` Adolfo, conseguita la laurea si dedico alla ricerca e intraprese la carriera universitaria. Antifascista, aderı` al ` , per movimento di Giustizia e Liberta cui nel 1931 fu arrestato. Uscito dal car` in esilio a Parigi. Dopo la secere ando conda guerra mondiale, durante la quale prese parte alla Resistenza in Piemonte, nel 1951 fu nominato professore di Storia moderna presso l’Uni` di Cagliari, da dove in seguito versita ` nelle Universita ` di Genova e di passo Torino. Socio corrispondente dei Lincei dal 1970, diresse per alcuni anni la ‘‘Rivista storica italiana’’. Fu autore di numerosi saggi di storia moderna tra i quali alcuni dedicati alla Sardegna, come Giovanni Battista Vasco all’Uni` di Cagliari, ‘‘Archivio storico versita sardo’’, XXV, 1-2, 1957; Il conte Bogino, il dottor Cossu e i monti frumentari, ‘‘Rivista storica italiana’’, LXXVI, 1964; Giuseppe Cossu e Francesco Gemelli,

185

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 191

Venturini entrambi in Illuministi italiani, VII, 1965.

Venturini, Alain Archivista (n. Francia, sec. XX). Lavora presso l’Archivio nazionale di Parigi; nel 1991 ha preso parte ai lavori del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, presentando una relazione su Les ´etats angeˆte aragonaise de la Sarvins et la conque ´actions des Provenc¸aux daigne: les re 1323-1382, ora in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1996.

Venturone = Zoologia della Sardegna

in una grande rosetta alla base della pianta, sono ovali con apice appuntito e margine ondulato, ricoperte, come tutta la pianta, di una lanugine spessa che conferisce un aspetto polveroso; i fiori gialli sono riuniti in una vistosa infiorescenza nella parte terminale dell’unico stelo e si stagliano in estate nei campi e ai bordi delle strade, con il tripico portamento a candelabro. Nomi sardi: cadumbu, trovodda. 2. Il v. del patriarca (Verbascum creticum (L.) ` una pianta erbacea bienne, con Cav.) e fusto eretto, ricoperta di tomento; differisce dal Verbascum pulverulentum ` scuro; le foglie per il colore verde piu basali sono picciolate, con lamina lo` bata e margine dentato; i fiori sono piu addensati nell’infiorescenza, che non ha, a differenza della precedente, ` una carami fiorali laterali; il frutto e psula. L’ambiente e il periodo di fioritura, come anche i nomi sardi, sono gli stessi del v. a candelabro. 3. Il v. di Sardegna (Verbascum conocarpum Moris) ` un endemismo sardo-corso e dell’ie sola di Montecristo: rispetto alle precedenti ha dimensioni minori e foglie ` inovate, allargate, di colore verde piu tenso, ricoperte di peluria; i fiori, sempre gialli, sono riuniti a fascetti distribuiti sullo stelo e avvolti da brattee simili alle foglie, per cui l’infiorescenza risulta meno densa ed evidente. Cresce nei campi incolti e sassosi, senza preferenze di substrato e di altitudine. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Verbasco – Un esemplare di verbasco a candelabro.

Verbena Pianta della famiglia delle

Verbasco Nome generico di piante della famiglia delle Scrofulariacee. 1. Il v. a candelabro (Verbascum pulverulentum Vill.), detto anche tasso bar` un’erbacea con ciclo vegetabasso, e tivo biennale; raggiunge 1,5 m di altezza, ha fusto eretto con ramificazioni nella parte superiore; le foglie, riunite

Verbenacee (V. officinalis L.). Erba perenne a portamento cespuglioso o prostrato; le foglie sono consistenti, ruvide, e di differente forma a seconda della posizione sul ramo: intere con picciolo le inferiori, divise in tre segmenti le mediane, con margine crenato le superiori; i fiori sono lilla e sono riuniti in spighe allungate e rade. Sponta-

186

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 192

Vermentino ` diffusa in tutta la Sardegna nea, e lungo i margini delle strade, negli incolti calpestati, lungo le siepi; fiorisce alla fine della primavera e d’estate. Ha ` analgesiche, febbrifughe e proprieta astringenti. L’omonima pianta coltivata appartiene a un’altra specie (V. triphylla), ricca di essenza profumata ma ` officinali. Nome priva di proprieta sardo: brebena. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

grave carestia. Nel 1683 fu trasferito alla sede di Cagliari, ma nel 1685, tra` la sferito alla diocesi di Zamora, lascio ` viSardegna. Poco dopo il re lo nomino ´ di Sardegna ma egli, forse per cere `, rifiuto ` l’incarico dicendosi inaumilta deguato.

` , La’’ Settimanale politico-am‘‘Verita ministrativo, uscito a Cagliari dal 1870 al 1875, nel formato 4º fino al dicembre 1871, in folio dal gennaio 1872 alla cessazione delle pubblicazioni. Con lo stesso titolo uscı` a Guspini un numero unico per il 1º maggio 1910.

Vermell, Pietro Religioso (?, seconda ` sec. XIV-Cagliari 1422). Vescovo meta di Suelli dal 1409 al 1414 e arcivescovo di Cagliari dal 1414 al 1422. Dottore in ` lo scisma Decretali, quando scoppio d’Occidente, nel 1412 fu nominato dal papa di Avignone Benedetto XIII vescovo di Suelli, sebbene avesse solo gli ordini minori. Nel 1414 fu nominato ar`a civescovo di Cagliari, dove continuo rimanere fedele ai papi di Avignone. Nel 1420 la diocesi di Suelli fu unita a quella di Cagliari.

Vermentino Vitigno e vino tipici della

Verbena – Spighe e fiori.

Verdone = Zoologia della Sardegna Vergara, Antonio Religioso (Siviglia, ` sec. XVII-Zamora, Spagna, prima meta 1693). Arcivescovo di Sassari dal 1680 al 1683, arcivescovo di Cagliari dal 1683 al 1685. Entrato nell’ordine domeni` all’insegnamento della cano si dedico Teologia e fu nominato predicatore del re, acquistando grande reputazione. Nel 1680 fu nominato arcivescovo di ` Sassari; nella sua diocesi mostro ` e profonda carita ` impegrande pieta gnando generosamente le proprie rendite per sostenere i poveri durante una

` Sardegna. Il vitigno, a bacca bianca, e ` diffuso peculiare della Gallura, ma e anche in altri territori dell’isola; introdotto nell’Ottocento, proveniva dalla Corsica, tanto che il Cettolini, che fu il primo a descriverlo, lo chiamava Brustiano di Corsica. In effetti si tratta di un vitigno di origine spagnola che ha trovato il suo habitat ideale nei vigneti impiantati su terreni di disfacimento granitico come quelli galluresi (e della Corsica meridionale). Un tempo veniva allevato ad alberello, ma attualmente viene impiantato nelle moderne forme espanse. Garantisce una produzione costante e abbondante. Il vino bianco che se ne produce ha un colore giallo paglierino con riflessi verdolini, e un profumo fruttato che ricorda le

187

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 193

Vernaccia mele mature, i fiori di campo e le mi` secco morbido e raggiunge una mose. E gradazione minima di 12 gradi. In passato la sua produzione era limitata alle vigne galluresi, ma negli ultimi de` prodotto anche in altre zone cenni e ` e ` dell’isola. Di particolare qualita quello delle tre Cantine sociali della Gallura (Berchidda, Monti, Tempio) e di apprezzati produttori locali.

Vermentino – Grappolo di uva vermentino.

Vernaccia Vitigno e vino. Il vitigno e` tipico della valle del Tirso, dove se ne ` antitrova menzione fin dai tempi piu chi. Secondo un’ipotesi abbastanza diffusa, si tratterebbe di un vitigno introdotto addirittura dai Fenici all’atto della fondazione di Tharros e da essi ` l’amdiffuso nell’entroterra dove trovo ` un vitibiente ideale per svilupparsi. E gno a bacca bianca che predilige i terreni alluvionali costituiti da degradazione di materiale roccioso. Il vino ha un colore dorato carico tendente all’ambrato e un profumo intenso e pene` trante di fiori di mandorlo; al gusto e secco, sapido, intenso e persistente. Il metodo di lavorazione, descritto minu` nel secolo tamente in disciplinari gia XVII, prevede il suo invecchiamento

in botte come minimo per due anni; si ottiene il meglio se viene fatto invecchiare per tre-quattro anni nelle tipiche cantine oristanesi dal tetto in coppi poggiati su cannicciato. Per lungo tempo le popolazioni dell’Oristanese, che lo conoscono come Cranaccia, gli attribuirono doti terapeutiche contro la malaria.

Vernazza di Freney, Giuseppe Paleografo (Alba 1745-Torino 1822). Acquistata fama di profondo studioso, nel periodo napoleonico fu nominato biblio` di Torino. Dopo tecario dell’Universita la Restaurazione divenne professore `. di Paleografia nella stessa Universita ` alla Sardegna il saggio Diploma Dedico di Adriano, pubblicato nel 1818 nelle ‘‘Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino’’ (si tratta di un congedo militare spedito dall’imperatore Adriano al soldato sardo Decimo Numitorio Terrammone Fifens ex Sardinia, che faceva parte della flotta del Miseno), e insieme gli scritti: Lettera a D. Giambattista Simon arciprete canonico turritano, 1779; Sigillo di Gillito vescovo di Ampurias, tre Lettere a Giamb. Simon, 1786; Medaglia di Cagliari, ‘‘Epitaffio dei bassi tempi’’, 1792; Lapidi romane in Cagliari inedite, ‘‘Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino’’, 1818. Alcune sue lettere a Lodovico Baylle del 1820 sono conservate nella collezione Baille, portaf. VIII bis, 12, della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Vero, san (in sardo, Santu Veru, Sant’Eru) Santo martire. Secondo la tradizione locale, San Vero deriverebbe dalla corruzione del nome sardo di San Teodoro, titolare in passato della parrocchia di San Vero Milis: Santu Diadoru, Santu Teru, Santu Veru, Sant’Eru. Toponimo diffuso dai Bizantini attraverso il culto di Santa Vera, per la

188

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 194

Vescicaria Chiesa latina Santa Fede (San Vero Milis e San Vero Congius). [ADRIANOVARGIU] Festa Si festeggia il 30 settembre.

vive nei riti della Settimana santa. Patrona delle lavandaie, delle guardarobiere e (per l’immagine sul panno) dei fotografi. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 12 luglio.

Verro Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Montiferru. Sorgeva a poca distanza da Cuglieri, attiguo al castello di Montiferru (Casteddu Ezzu). Estinta la famiglia giudicale di Torres, il villaggio, unitamente al castello, cadde in mano ´ al al giudice d’Arborea, che lo annette suo regno. Dopo la battaglia di Sanluri, poco prima della caduta del giudicato, ` il caquando Pietro Torrelles espugno stello, probabilmente il villaggio fu distrutto.

Verzella, Emanuela Storica (n. Torino,

Santa Veronica – La santa raffigurata mentre ` in un dipinto di L.G. asciuga il volto di Gesu Boschi. (Sant’Andrea delle Fratte, Roma)

Veronica, santa Santa. Personaggio ` la donna, cosı` vuole della Via Crucis: e ` il volto insanla leggenda, che asciugo ` , caduto sotto guinato e sudato di Gesu il peso della croce, lungo la via del Calvario; l’immagine del volto santo rimase impressa nel panno. Panno che, ` a Clemente I, papa morendo, V. lascio dall’88 al 97. Altre leggende la identifi`, cano con l’emorroissa guarita da Gesu ricordata dagli evangelisti Matteo e Luca, e in epoca medioevale con una delle pie donne ricordate da Luca. Compare nei testi a partire dal secolo III col nome di Berenice o Beronice: V. ` stato ricavato erroneamente da vera e eikone, vera immagine. Il significato ` ‘‘apportatrice di esatto del suo nome e vittoria’’, dal greco Pherenı´ke. Culto diffuso dai Bizantini, in Sardegna ri-

` dedicata sec. XX). Dopo la laurea si e all’insegnamento universitario. At` professore nella Facolta ` tualmente e di Scienze della Formazione dell’Uni` di Verona. Ha dedicato alla Sarversita ` di Vittorio Amedeo degna il saggio L’Eta ` III in Sardegna: il caso dell’Universita di Sassari, ‘‘Annali della fondazione Luigi Einaudi’’, XXIV, 1990, e il volume ` di Sassari nell’Eta ` delle riL’Universita forme (1763-1773), pubblicato dal Centro interdisciplinare per la Storia del` di Sassari nel 1992. l’Universita

Vesala Antico villaggio di probabile origine romana, situato nelle immediate vicinanze di Milis. Faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano di Milis. Alla fine del secolo XII fu donato alla chiesa di Bonarcado e decadde ra` entro la fine del pidamente; si spopolo secolo XIII.

Vescicaria (o sena falsa) Pianta della famiglia delle Leguminose (Colutea arborescens L.), conosciuta anche con i nomi di sena falsa o schioppetti; arbu` raggiungere i 4 m sto rado ma che puo

189

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 195

Vesos di altezza. Le foglie sono composte da un numero dispari (7-11) di foglioline ellittiche; i fiori gialli con macchia bruna alla base formano un’infiore` un legume riscenza vistosa; il frutto e gonfio, con parete traslucida che lascia intravedere i semi rossicci, simile a una vescica: aspetto, questo, che giustifica sia il nome volgare, sia quello sardo erba de bolluccas. Vegeta diffusamente nei terreni scoscesi, con preferenza per substrati calcarei e argillosi; fiorisce a fine primavera. Altri nomi sardi: erba de bucciaccas, sena, tiria agreste. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

tali e balcaniche. Riconosciuto anche dal Senato, pose termine alle guerre civili con la lex Vespasiani de imperio, che stabiliva le competenze degli Au` inoltre una decisa opera gusti; inizio di risanamento e consolidamento dei vari settori della res publica.

Vesos Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del Nulauro. Era situato nelle vicinanze di Alghero. Il villaggio era compreso nei territori che erano pervenuti ai Doria per matrimonio fin dal secolo XII. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono nella parte nord-occidentale dell’isola. Subito dopo la conquista aragonese, scoppiata la prima delle ribellioni, il villaggio subı` gravi ` a spopolarsi. Pochi danni e comincio anni dopo fu gravemente danneggiato dalla seconda ribellione e nel 1348 altri danni subı` a causa della peste. Nel 1353, quando il territorio fu investito dall’esercito reale che assediava Al` nuove gravi ghero, il villaggio sopporto devastazioni: prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Vespasiano Imperatore romano (Falacrinae 9-Aquae Cutiliae 79). Figlio di un cavaliere, fece una brillante carriera militare con Tiberio, Claudio e Nerone, ` di reprimere la rivolta che lo incarico giudaica (67). Schieratosi con Galba, poi con Otone e Vitellio, fu acclamato imperatore ad Alessandria d’Egitto (69) con l’appoggio delle legioni orien-

Vespasiano – Busto dell’imperatore.

` il proconsul In Sardegna forse incarico Secundus di tracciare la a Caralibus Sulcos (1 gennaio-30 giugno 70) e durante la sua censura (73) tolse l’isola al ` a un procurator et Senato e l’affido praefectus per ragioni economiche (le risorse sarde erano indispensabili al fiscus dissanguato dalle lotte civili) e politico-militari (la provincia era troppo vicina a Roma per lasciarne la gestione a senatori non sempre leali). Il primo di questi governatori, Subrio ` i restauri della a CaraliDestro, ordino bus Turrem; a lui si deve probabilmente l’istituzione di un culto impe` incerto se riale provinciale, mentre e abbia concesso a Cornus delle istituzioni romane. Ammalatosi di febbri in

190

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 196

Viale ` in Sabina per le cure Campania, si reco termali ma morı` nella sua villa (23 giugno 79). [ANTONIO IBBA]

Vestaris Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria ` di di Nora. Era situato in prossimita Pula. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca; alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia procedettero a ` al un’ulteriore divisione tra loro, tocco ramo dei discendenti del conte Gherardo. I Della Gherardesca di questo ramo poco prima dell’inizio della conquista aragonese resero omaggio feudale al re d’Aragona per cui, al termine delle operazioni militari, riuscirono a conservare in feudo una parte del territorio della curatoria con V. Quando `, scoppiata la prima guerra tra Mapero riano IVe Pietro IV, il conte Gherardo II fu accusato di tradimento, il feudo fu sequestrato. V. fu quindi concesso in ` feudo a Francesco Marsell, che pero ebbe subito dei contrasti con Emanuele de Entenc ¸a, signore di Nora, per questioni inerenti la giurisdizione. ´ i contrasti non si sanavano, nel Poiche 1363 il Marsell gli cedette V. In seguito il villaggio subı` notevoli danni durante la seconda guerra tra Mariano IVe Pie` completamente tro IV e si spopolo prima della fine del secolo.

Vetrano, san (in sardo, Santu Vidranu) Santo di difficile identificazione. Giovanni Spano (1872): «San Vetrano, villaggio distrutto nella regione di Quartu, oggi Su Idanu». Francesco Alziator (1972): «Villaggio che si trovava tra Cagliari e Quartu Sant’Elena, nell’area dove oggi sorge la chiesa di Sant’Alenixedda». Documenti resi noti nel 1985 danno ragione all’Alziator. San Vetrano o San Vidrano o Savetrano era un villaggio sorto nel luogo d’una forti-

ficazione romana, distrutto non si sa quando. Storicamente nel 1442, come si legge in un legato, nell’area sorgeva ` in Viun «romitorio unito a San Nicolo drano», che era la parrocchia di Pirri, ´ costruita al limite e cosiddetta perche con materiale ricavato dal villaggio. [ADRIANO VARGIU]

Vetriola = Parietaria ´ di SarVeuillet d’Yenne, Pietro Vicere ` sec. degna (Torino, seconda meta XVIII-Genova 1830). In carica dal 1820 al 1822. Ufficiale di carriera, prese parte alle guerre contro Napoleone ottenendo vari riconoscimenti. Dopo la restaurazione nel 1816 fu nominato governatore di Cuneo e nel 1820 fu promosso generale e incaricato di svol´ in sostitugere le funzioni di vicere zione di Carlo Felice. Quando nell’aprile del 1821 il principe salı` al trono, assunse pienamente i poteri viceregali. Durante il suo governo dovette affrontare le tensioni sociali conseguenti alla notizia dell’emanazione dell’editto delle chiudende e i moti di ` la Sardegna Alghero del 1821. Lascio nel 1822 e fu nominato governatore di Genova e insignito del Collare dell’Annunziata.

‘‘Via, La’’ Settimanale della sezione socialista pubblicato a Sassari dal 1907 al 1909. Vi scrisse un gruppo di giovani intellettuali che propugnava la nascita di una Sinistra rinnovata, capace di prendere le distanze dalla ‘‘sinistra borghese’’. Fu quindi spesso in polemica con ‘‘La Nuova Sardegna’’, divenendo cosı` il banco di prova di giovani come Attilio Deffenu e Giovanni Antonio Mura.

` romana in Sardegna = ItineViabilita rario Antoniniano

Viale Famiglia cagliaritana di origine genovese (secc. XVII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVII, quando un

191

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 197

Viale ramo si trasferı` a Cagliari per curare le ` commerciali. Essi sue fiorenti attivita non interruppero i loro rapporti con Genova, dove facevano spesso lunghi soggiorni. Nel corso del secolo XVIII ebbero l’appalto di alcune saline a Porto Pino e nel 1786 ottennero il cava` con un lierato ereditario e la nobilta Francesco, agiato negoziante che si era reso benemerito durante la carestia del 1785. Un suo discendente, Giovanni Battista (=), nel 1838 fu creato conte. Entro la fine del secolo XIX la famiglia si trasferı` a Genova, dove attualmente risiede.

Viale, Giovanni Battista Imprenditore e filantropo (Cagliari 1767-Genova ` una 1856). Generosamente impegno parte del suo ingente patrimonio in fa` al fine di vore dei sordomuti della citta far sorgere a Cagliari un istituto che li ospitasse. Contribuı` anche all’abbellimento della chiesa di Sant’Anna di Stampace. Nel 1838 gli fu conferito il titolo comitale.

Viana, Gabriella Fotografa (n. Quartu Sant’Elena, sec. XX). Perfezionatasi con Otto Hoernish e Jed Devine della New York State University, espone le sue foto in alcune mostre presso l’associazione culturale Italia-Inghilterra. Pubblica un suo servizio fotografico sulle opere di Pinuccio Sciola sulla rivista americana d’arte ‘‘Performing Arts Journal’’ di New York, e nel 1993 fornisce le immagini per il volume Genna Maria, il deposito votivo del ma` stio e del cortile, curato dall’Universita di Cagliari.

Viana, Giuseppe Architetto (Piemonte 1735-ivi, inizi del sec. XIX). Allievo di Benedetto Alfieri e del Birago di Bor` a Torino. Entrato nel corpo garo, studio degli ingegneri militari, nel 1771 fu inviato a Cagliari, unico in Sardegna a fregiarsi del titolo di architetto regio. ` , in SarConvinto assertore del rococo

` all’edificazione del Semidegna lavoro ` di ornario, mostrando grandi capacita ganizzatore. Nel 1774 gli fu affidata la costruzione della chiesa di Carloforte, ` alla sistemazione della nel 1778 lavoro ` basilica di Bonaria e nel 1785 progetto la chiesa (e il convento) del Carmine di Oristano, definita da Corrado Maltese «un vero gioiello dell’architettura ro` in Italia». Le sue raffinate capacoco ` progettuali sulle morfologie del cita ` – dice Salvatore Naitza – semrococo brano riemergere nello straordinario Portale campestre di ‘‘Vitu sotto’’, «sim` perbolo concreto, artisticamente piu fezionato, di un nuovo modo di concepire il rapporto con la campagna da parte dei suoi proprietari». Nel 1785 fu posta la prima pietra della chiesa di Sant’Anna, in Stampace, a lui attribuita da Naitza (fu inaugurata nel 1817). Nel 1775 fu nominato Misuratore generale per la Sardegna, diventando praticamente il responsabile per l’acquisizione del titolo di architetto e di misuratore, il che – ha ricordato S. ` una vera e propria Naitza – gli attiro sollevazione «degli uomini dell’edilizia». Nel 1784 fece definitivamente ritorno in Piemonte, dove morı` all’inizio dell’Ottocento.

Viancini, Giulio Cesare Religioso (Savigliano, inizi sec. XVIII-Biella, dopo 1773). Arcivescovo di Sassari dal 1763 al 1773. Ordinato sacerdote, si pose in luce per la sua grande cultura; nel 1763 fu nominato arcivescovo di Sassari. ` per dieci anni impegnandosi Governo in un’opera di sviluppo della diocesi e `, di modernizzazione della religiosita introducendo molte radicali riforme liturgiche per cui nel popolo si guada` la nomea di ‘‘nemico dei santi’’ e gno fu definito anche ‘‘giansenista e di dop´ ostile ai Gesuiti. pio carattere’’ perche Promosse anche lo sviluppo dell’Uni` e del Seminario. Durante il suo versita

192

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 198

Vicere´ di Sardegna soggiorno a Sassari, nel 1765 fu ‘‘re` turritana. Nel staurata’’ l’Universita 1773 fu trasferito alla diocesi di Biella, dove morı` negli ultimi decenni del secolo.

Viburno Pianta arbustiva a foglie persistenti della famiglia delle Caprifogliacee (Viburnum tinus L.), conosciuta anche con i nomi di laurotino o lentaggine. Le foglie, simili nella forma a quelle dell’alloro (da qui uno dei nomi volgari della specie), sono coriacee, opposte, ovali, a margine intero; la pa` glabra, leggermente gina superiore e rugosa, di colore verde scuro, mentre ` pubescente e di un quella inferiore e ` chiaro; i fiori sono raccolti verde piu in infiorescenze a corimbo, hanno petali bianchi o rosati e compaiono da dicembre ad aprile; i frutti sono bacche che maturano in autunno assumendo una bella colorazione nero metallica. Specie tipicamente mediterranea, in ` diffusa dalle zone costiere Sardegna e alla montagna, predilige gli ambienti ` particolarmente freschi e riparati. E apprezzata come pianta ornamentale per la fioritura invernale e per il bel colore delle bacche; si presta sia per la formazione di siepi che per essere allevata in vaso. [TIZIANA SASSU]

Vicario, Angelo Architetto (n. Roma 1900). Nel 1933 giunse in Sardegna per lavorare presso la Soprintendenza dei Beni culturali ed ebbe l’incarico di reggerla dal 1935 fino all’arrivo di Doro Levi. Trasferito nel 1936 a Roma, mantenne i legami con la Sardegna, cui de` alcuni suoi scritti, La chiesa di S. dico Saturnino a Cagliari, in Atti del V Congresso di Studi bizantini, 1936; Uno sguardo all’architettura sarda del principio del sec. XVII, ‘‘Bollettino d’Arte del Ministero della P.I.’’, XXX, 4, 1936; Particolari caratteri del gotico aragonese in Sardegna, in Atti del II Convegno nazionale di storia dell’Architettura,

` nell’archi1937; Influssi della romanita tettura in Sardegna, ‘‘Sardegna romana’’, I, 1939.

Vicario reale (o veghiere) Ufficiale nominato dal re di Sardegna come suo rap` regie del Representante nelle citta gno. Aveva poteri giurisdizionali, militari e amministrativi abbastanza estesi. Il primo vicario reale, conosciuto come veguer, in Sardegna fu nominato quando fu fondata Barcello` voluta dai catalano-aranetta, la citta gonesi che assediavano Cagliari, in ` pisana. contrapposizione alla citta Quando Cagliari fu conquistata e popolata da catalani e aragonesi, il vicario divenne il rappresentante del re anche qui. I suoi poteri furono definiti nel Ceter um (=) e la sua competenza fu estesa anche ai territori assegnati alla ` . Si ha notizia dell’esistenza di citta ` questo magistrato anche in altre citta della Sardegna: a Sassari assunse il ` ’’, a Villa di Chiesa nome di ‘‘podesta quello di ‘‘capitano’’.

´ di Sardegna Magistrato posto Vicere al vertice dell’amministrazione reale nel Regno di Sardegna. Fu introdotto agli inizi del secolo XV, posto al di sopra dei due governatori dei Capi di Cagliari e Gallura e di Sassari e Logudoro. Era l’alter ego del sovrano e aveva gli stessi poteri del re in materia politica, giudiziaria e militare; da lui dipendevano tutti gli altri funzionari reali residenti nell’isola, con la sola eccezione del procuratore reale, che dipendeva direttamente dal re. Nel corso ´e del secolo XV il rapporto tra il vicere il procuratore reale non fu semplice, ´ le loro reciproche sfere di comperche petenza spesso si sovrapponevano creando momenti di conflitto. Nel ` , man mano che corso del secolo, pero ´ furono le funzioni e i poteri del vicere meglio definiti, il procuratore reale fu posto in una posizione di subordina-

193

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 199

Vicere´ di Sardegna zione nei suoi confronti. Questo processo fu completato nel corso della se` del secolo, per cui a partire conda meta dal secolo XVI la figura di questo fun` una fisionomia stazionario acquisto bile che si mantenne immutata fino alla fine della dipendenza del Regno di Sardegna dalla casa reale spagnola. ´, a In estrema sintesi, quindi, il vicere partire dal secolo XVI, rappresentava il re nell’isola, governava ed esercitava la prerogativa regia. Come rappresentante del re egli era quindi considerato nel Regno il suo luogotenente: avrebbe dovuto bilanciare la sua lontananza e ` . Nell’azione interpretarne la volonta di governo, in quanto luogotenente, si avvaleva della ‘‘prerogativa regia’’, in base alla quale poteva esercitare i suoi poteri senza i limiti posti agli altri funzionari, con una sfera di discreziona` che trovava freno solo nella costilita tuzione del Regno e nei privilegi che le ` reali e i ceti avevano avuto dal re citta nei secoli precedenti. Era nominato in carica per tre anni (ma la regola venne spesso derogata); prendeva possesso del suo ufficio giurando di osservare la costituzione del Regno; dipendeva direttamente dal re, che nel nominarlo gli dava istruzioni scritte. Di fatto, `, i suoi rapporti col re erano purapero mente nominali: infatti quando fu costituito il Supremo Consiglio d’Aragona (=), le principali questioni che riguardavano il Regno di Sardegna furono trattate direttamente da questo ´ aveva organismo, col quale il vicere rapporti costanti e dal quale veniva assecondato nell’azione di governo. Egli aveva competenze estesissime che possono essere ricondotte sostanzialmente ad alcune sfere di azione: 1. Competenze politiche: la principale delle sue competenze politiche era rappresentata dalla convocazione del Parlamento, che egli decideva sulla

base di precise istruzioni che gli venivano dal re o dal Supremo Consiglio d’Aragona; per la sua posizione era in grado di condizionarne pesantemente i lavori e di determinarne le richieste che formulava al re (= Capitoli di corte); altre competenze di rilievo politico le aveva nei rapporti con i governatori dei due Capi, con i vicari reali ` regie, con i feudatari, delle varie citta con le gerarchie ecclesiastiche e con i grandi ordini religiosi, nel presiedere la Reale Udienza: in tutte queste funzioni egli veniva assistito dal reggente della Reale Cancelleria (=), che era nominato direttamente dal re. 2. Com´ aveva il popetenze legislative: il vicere tere di emanare atti legislativi con la forma delle grida o pregoni (=) su materie di amministrazione, di ordine pubblico, di igiene e di commercio. ` acquistavano efficacia Questi atti pero di legge solo se venivano controfirmati dall’avvocato fiscale e dal reggente della Reale Cancelleria. 3. Competenze ´ era al vertice amministrative: il vicere dell’amministrazione reale, aveva un proprio apparato amministrativo centrale da cui dipendevano gli organismi periferici distribuiti su tutto il territo´e rio del Regno. I rapporti tra il vicere tutti questi funzionari non erano molto ´ la natura e i limiti semplici, poiche delle reciproche sfere di competenza spesso non erano ben definiti, il che provocava conflitti di non facile soluzione. 4. Competenze giudiziarie: era al vertice dell’organizzazione giudiziaria del Regno; per svolgere questa sua funzione era assistito, prima della istituzione della Reale Udienza, dal Reale Consiglio; la Reale Udienza era presieduta da lui o dal reggente della Reale Cancelleria, ed era l’organismo di seconda istanza, le cui competenze erano vastissime; nell’esercizio di queste ´ naturalmente encompetenze il vicere

194

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 200

Vicere´ di Sardegna trava spesso in conflitto con tutti gli altri organismi che avevano poteri giurisdizionali e spesso era chiamato a dirimere controversie tra la giurisdizione reale e le giurisdizioni ecclesiasti` regie, che, feudali e quelle delle citta ciascuna delle quali era gelosissima delle proprie prerogative in materia. 5. Competenze patrimoniali e finanziarie: in questo settore egli presiedeva il Consiglio del Reale Patrimonio, di cui facevano parte il procuratore reale, il maestro razionale e il tesoriere reale, ` finanziache sovrintendeva all’attivita ria del Regno; anche in questo ambito i conflitti di competenza e i conflitti giurisdizionali erano molto frequenti. 6. Competenze militari: come capitano ge´ era al vertice nerale del Regno il vicere dell’organizzazione militare e della Reale Amministrazione delle torri (=). In questo suo compito era assistito dai commissari generali (= Organizzazione militare del Regno di Sardegna) e dal capitano delle torri. Con il passaggio del Regno alla dinastia dei Savoia e fino alla ‘‘fusione’’ con gli stati della ´ fu manteterraferma (1848), il vicere nuto al vertice del governo del Regno con poteri e funzioni sostanzialmente `, le immutati. Nel corso degli anni, pero sue funzioni politiche vennero sempre ` circoscritte e definite. Sia i vicere ´ piu spagnoli che quelli sabaudi provenivano in gran parte dai ranghi dell’ari` vicina al re e agli amstocrazia piu bienti di corte; in pochissime occasioni la loro nomina fu fatta tenendo conto di eventuali competenze di carattere amministrativo. ´ DELLA DINASTIA TRASTAMARA VICERE 1. Ugo Rosanes. Fu nominato governatore di Cagliari e Gallura nel gennaio del 1406 e rimase in carica fino al 1408; ebbe funzioni di luogotenente del Regno. 2. Marco Montbuy. Cavaliere, fu nominato governatore generale nel-

l’ottobre 1408 e rimase in carica fino al marzo 1409. 3. Pietro Torrellas. Cavaliere, fu nominato luogotenente e capitano generale nel 1409 e rimase in carica fino alla morte, nel novembre 1410. 4. Berengario Bertran Carroz. Conte di Quirra, fu nominato rettore e capitano del Capo di Cagliari e Gallura nel dicembre 1410; in seguito assunse funzioni di governatore generale e rimase in carica fino al 1416. 5. Ludovico ` essere consiPontons. Cavaliere, puo ´ : fu nominato derato il primo vicere nel 1417, rimase in carica fino al 1418. 6. Giovanni Corbera. Fu nominato vi´ il 2 novembre 1418 e rimase in cacere rica fino al novembre 1420. 7. Ram´ nel baldo Corbera. Fu nominato vicere novembre 1420 e rimase in carica per pochi mesi. 8. Bernardo Centelles. Fu ´ nel marzo 1421 e rinominato vicere mase in carica fino alla morte avvenuta nel febbraio 1433. 9. Luigi Aragall. Come governatore di Cagliari e Gallura ` le funzioni di vicere ´ interino esercito nel 1422 in assenza di Bernardo Centelles, nel 1430 in assenza di Bernardo Centelles, e dal febbraio 1433 al 1434 dopo la morte del Centelles. 10. Giacomo de Besora. Procuratore reale, fu ´ nel 1434, rimase in canominato vicere rica fino al 1437. 11. Francesco de Erill. ´ nel Barone di Erill, fu nominato vicere 1437, rimase in carica fino al 9 febbraio 1448. 12. Nicola Antonio de Montes. Dot´ il 9 tore in legge, fu nominato vicere febbraio 1448 e rimase in carica fino al 29 luglio 1450. 13. Goffredo de Ortaffa. ´ il 29 luCavaliere, fu nominato vicere glio 1450 e rimase in carica fino al 1453. 14. Giacomo Bertran Carroz. Conte di ´ nel 1453, riQuirra, fu nominato vicere mase in carica fino all’ottobre 1454. 15. Giacomo Aragall. Cavaliere, fu nomi´ interino nell’ottobre 1454 nato vicere in sostituzione di Giacomo Bertran Carroz, rimase in carica fino al settem-

195

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 201

Vicere´ di Sardegna ` . Cavaliere, bre 1455. 16. Pietro Besalu ´ il 10 settembre fu nominato vicere 1455, rimase in carica fino al 27 luglio 1458. 17. Giovanni de Flors. Cavaliere, ´ il 5 agosto 1458, rifu nominato vicere mase in carica fino al 22 ottobre 1459. ` Carroz. Signore di Mandas, fu 18. Nicolo ´ nell’agosto 1460, rinominato vicere mase in carica fino alla morte avvenuta il 7 gennaio 1479. 19. Dalmazio Carroz. ´ inConte di Quirra, fu nominato vicere ` terino in assenza di suo padre Nicolo tra il 1473 e il 1477. 20. Pietro Maza de Lic ¸ana. Signore di Moxent, fu nomi´ interino dal 1477 al 1479 in nato vicere ` Carroz; nel gensostituzione di Nicolo ´, rimase in canaio 1479 divenne vicere rica fino al maggio dello stesso anno. ´n Pe´rez Escriva ´ de Romanı´. Ca21. Xime ´ una prima valiere, fu nominato vicere volta il 20 maggio 1479, rimase in carica fino al 20 febbraio 1483 quando fu sospeso; fu reintegrato nell’ufficio di vi´ il 15 dicembre 1484 e rimase in cere carica fino al 1487. 22. Guglielmo Peralta. Procuratore reale, fu nominato ´ il 20 febbraio 1483, rimase in cavicere rica fino al 15 dicembre 1484. 23. Pietro ´ Fortesa. Cavaliere, fu nominato vicere interino nel 1487, rimase in carica fino ˜ igo Lopez. 24. In all’arrivo di In ˜ igo Lopez Mendoza. Conte di Tendilla, fu no´ nel 1487, rimase in caminato vicere rica fino alla morte nel 1491. 25. Alvaro ´ interino Carrillo. Fu nominato vicere nel 1491 durante gli ultimi mesi di vita del conte di Tendilla, rimase in carica fino all’arrivo del Dusay. 26. Giovanni Dusay. Dottore in utroque, fu nominato ´ una prima volta nel 1491 e rivicere mase in carica fino al 25 agosto 1501. ´ nel 1502, Riprese le funzioni di vicere rimase in carica fino al 1507. 27. Benedetto Gualbes. Maestro razionale, fu no´ interino il 25 agosto minato vicere 1501, rimase in carica fino al 1502. 28. Giacomo Amat. Cavaliere, fu nominato

´ interino l’11 marzo 1507, rimase vicere in carica fino al 20 gennaio 1508. 29. Fernando Giron de Rebolledo. Cava´ nel gennaio liere, fu nominato vicere 1508, rimase in carica fino all’aprile 1514. VICERE´ DELLA DINASTIA ASBURGO DI SPAGNA 30. Angelo Vilanova. Cava´ nell’aprile liere, fu nominato vicere 1514 da Ferdinando il Cattolico; confermato da Carlo V, rimase in carica fino al 17 agosto del 1529. 31. Martino ´ Cabrera. Cavaliere, fu nominato vicere il 17 agosto 1529, rimase in carica fino alla morte il 7 novembre 1532. 32. Antonio Cardona. Maggiordomo maggiore dell’imperatrice Maria, fu nominato ´ il 20 gennaio 1534, rimase in cavicere rica fino al 14 settembre 1549; tra il 1543 e il 1545 fu sostituito da Pietro Vaguer. 33. Pietro Vaguer. Vescovo di Alghero, fu nominato presidente del Regno nel 1543 e sostituı` il Cardona fino al 1545. 34. Gerolamo Aragall. Cavaliere, ´ interino per la fu nominato vicere prima volta il 14 settembre 1549 e rimase in carica fino al 1550; fu nominato ´ interino per la seconda volta nel vicere 1556 e rimase in carica fino all’arrivo ´ intedel Madrigal; fu nominato vicere rino per la terza volta nel febbraio 1577, rimase in carica fino al giugno 1578. 35. Lorenzo Fernandez de Heredia. ´ nel 1550, Cavaliere, fu nominato vicere rimase in carica fino al 1556. 36. Alvaro Madrigal. Cavaliere, fu nominato vi´ il 26 agosto 1556, rimase in carica cere fino alla morte il 6 settembre 1569. 37. Giovanni Coloma. Barone di Elda, fu ´ nel 1570, rimase in canominato vicere rica fino al 1577. 38. Michele Moncada. ´ nel giuCavaliere, fu nominato vicere gno 1578, rimase in carica fino al 1590; ` dal regno tra il 1584 e il 1586. si assento 39. Gaspare Vincenzo Novella. Arcive´ scovo di Cagliari, fu nominato vicere interino nel 1584, rimase in carica fino

196

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 202

Vicere´ di Sardegna al 1586. 40. Gastone Moncada. Mar´ chese di Aytona, fu nominato vicere nel 1590, rimase in carica fino al 1595. 41. Antonio Coloma. Conte di Elda, fu ´ nel 1595, rimase in canominato vicere ` rica fino al maggio del 1604; si assento dal Regno tra il 1597 e il 1599 e ancora tra il 1601 e il 1603. 42. Alonso Lasso Seden ˜ o. Arcivescovo di Cagliari, fu nomi´ interino in sostituzione di nato vicere Antonio Coloma nel 1597, rimase in carica fino al 1599. 43. Giovanni Zapata. ´ interino Cavaliere, fu nominato vicere in sostituzione di Antonio Coloma nel 1601, rimase in carica fino al 1602. 44. Diego I Aragall. Cavaliere, fu nominato ´ interino in sostituzione di Antovicere nio Coloma nel 1602, rimase in carica fino al 1603. 45. Pietro Sanchez de Calatayud. Conte di Real, fu nominato vi´ il 3 maggio 1604, rimase in carica cere fino all’aprile 1610. 46. Giacomo Ara´ ingall. Cavaliere, fu nominato vicere terino nell’aprile 1610, rimase in carica fino al giugno del 1611. 47. Carlo Borgia. Duca di Gandı´a, fu nominato ´ nel giugno 1611, rimase in carica vicere fino al 1617. 48. Alonso de Erill. Conte di ´ nel luglio Erill, fu nominato vicere 1617, rimase in carica fino al 1622. 49. Luigi de Tena. Vescovo di Tortosa, fu ´ interino nel 1623, rinominato vicere mase in carica pochi mesi. 50. Giovanni Vives de Canyamas. Cavaliere, fu nomi´ nell’aprile 1622 ma prese nato vicere possesso dell’ufficio nel 1623, rimase in carica fino alla morte nel settembre 1625. 51. Diego II Aragall. Cavaliere, fu ´ interino per la prima nominato vicere volta nel settembre 1625, rimase in carica fino al novembre dello stesso ´ interino per anno; fu nominato vicere la seconda volta il 16 aprile 1631, rimase in carica fino al 24 maggio dello ´ intestesso anno; fu nominato vicere rino per la terza volta nel 1637, rimase in carica fino al marzo 1638; fu nomi-

´ interino per la quarta volta nato vicere nel maggio 1639, rimase in carica fino ´ al settembre 1640; fu nominato vicere interino per la quinta volta nell’agosto 1644 e rimase in carica per alcuni mesi. 52. Pietro Raimondo Saforteza. Procuratore reale di Majorca, fu nominato ´ interino nel novembre 1625, rivicere mase in carica fino al 12 gennaio 1626. 53. Gerolamo Pimentel. Marchese di ´ il 24 diBayona, fu nominato vicere cembre 1625, rimase in carica fino alla morte il 15 aprile 1631. 54. Gaspare Prieto. Vescovo di Alghero, fu nominato ´ interino nel maggio 1631, rimase vicere in carica fino al 1632. 55. Antonio Jimenez de Urrea. Marchese di Almonacir, ´ nel 1632, rimase in fu nominato vicere carica fino al 1637. 56. Giovanni Andrea Doria. Principe di Melfi, fu nominato ´ nel marzo 1638, rimase in carica vicere fino alla morte nell’aprile 1639. 57. Fabrizio Doria. Duca di Avellano, fu nomi´ il 3 settembre 1640, rimase nato vicere in carica fino alla morte il 6 agosto 1644. 58. Luigi Guglielmo Moncada. ´ Duca di Montalto, fu nominato vicere nel 1644, rimase in carica fino al 1649. 59. Bernardino Mattia Cervellon. Cava´ interino per liere, fu nominato vicere la prima volta nel 1649, rimase in carica per alcuni mesi fino all’arrivo del ´ Trivulzio; fu nominato vicere ´ invicere terino per la seconda volta il 28 gennaio 1665 e rimase in carica fino all’ar´ Camarassa. 60. Teodoro rivo del vicere Trivulzio. Principe di Musocco, cardi´ nel 1649, rinale, fu nominato vicere mase in carica fino al 1651. 61. Bertrando Velez de Guevara. Marchese di ´ nelCampo Reale, fu nominato vicere l’agosto 1651, rimase in carica fino alla morte il 20 febbraio 1652. 62. Pietro ´ inMartinez Rubio. Fu nominato vicere terino nel 1652, rimase in carica fino all’arrivo del conte di Lemos. 63. Francesco Fernandez de Castro Andrade.

197

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 203

Vicere´ di Sardegna ´ il Conte di Lemos, fu nominato vicere 15 aprile 1653, rimase in carica fino al giugno 1657. 64. Francesco de Moura y Cortereal. Marchese di Castel Rodrigo, ´ il 21 giugno 1657, fu nominato vicere rimase in carica fino al 15 marzo 1662. 65. Pietro Vico. Arcivescovo di Cagliari, ´ interino nel marzo fu nominato vicere 1662, rimase in carica fino all’11 giugno dello stesso anno. 66. Nicola Ludovisi. Principe di Piombino, fu nominato vi´ nel novembre 1662, rimase in cacere rica fino al 1664. 67. Emanuele de los Cobos. Marchese di Camarassa, fu no´ nel marzo 1665, rimase minato vicere in carica fino alla morte il 22 luglio 1668. 68. Francesco Tuttavilla. Duca di ´ il 13 San Germano, fu nominato vicere agosto 1668, rimase in carica fino al 20 gennaio 1673. 69. Fernando Gioacchino Fajardo. Marchese de Los Velez, fu no´ il 20 gennaio 1673, riminato vicere mase in carica fino al 27 agosto 1675. 70. Melchiorre Sisternes de Oblites. Fu ´ interino per la prima nominato vicere volta nel settembre 1675 e rimase in carica fino al 16 dicembre 1675; fu nomi´ interino per la seconda nato vicere volta il 25 novembre 1678 e rimase in carica fino al 15 aprile del 1680. 71. Francesco Benavides. Marchese di Las ´ il 16 dicemNavas, fu nominato vicere bre del 1675, rimase in carica fino alla ´ de Funes Villalmorte nel 1677. 72. Jose pando. Marchese di Ossera, fu nomi´ nell’aprile 1680, rimase in nato vicere carica fino al 10 ottobre 1680. 73. Filippo Egmont. Conte di Egmont, fu no´ il 30 marzo 1680, rimase minato vicere in carica fino alla morte il 17 marzo 1682. 74. Diego Ventura Fernandez de Angulo. Arcivescovo di Cagliari, fu no´ interino il 20 marzo 1682, minato vicere rimase in carica fino al 10 dicembre dello stesso anno. 75. Antonio Lopez de Ayala. Conte di Fuensalida, fu nomi´ il 10 dicembre 1682, rimase nato vicere

in carica fino al 27 marzo 1687. 76. Giuseppe Delitala Castelvı`. Fu nominato vi´ interino nel marzo 1687, rimase in cere carica fino al maggio dello stesso anno. 77. Nicola Pignatelli. Duca di Monte´ nell’ottobre leone, fu nominato vicere 1686, rimase in carica fino al 1690. 78. Carlo Omodei. Marchese di Castel Ro´ nel 1690, ridrigo, fu nominato vicere mase in carica fino al 10 novembre dello stesso anno. 79. Luigi Moscoso Osorio. Conte di Altamira, fu nominato ´ il 10 novembre 1690, rimase in vicere carica fino al 28 novembre 1696. 80. ´ de Solis. Conte di Montellano, fu Jose ´ il 26 febbraio 1696, rinominato vicere mase in carica fino al 30 settembre 1699. ´ DELLA DINASTIA BORBONE, I VICERE 81. Fernando Moncada. Duca di San ´ nel setGiovanni, fu nominato vicere tembre 1699, rimase in carica fino al marzo 1703. 82. Francesco Genesio Fernando Riz de Castro. Conte di Lemos, fu ´ nel marzo 1703, rinominato vicere mase in carica fino al febbraio 1704. 83. Baldassarre Zun ˜ iga Guzman. Mar´ chese del Valero, fu nominato vicere nel febbraio 1704, rimase in carica fino al 1706. 84. Pietro Nun ˜ o Colon de Portugal. Marchese della Giamaica, fu ´ nell’aprile 1707, rinominato vicere mase in carica fino al 1708 quando fu costretto alla fuga dalla flotta angloolandese. ´ DELLA DINASTIA ASBURGO VICERE D’AUSTRIA 85. Fernando de Silva. ´ Conte di Cifuentes, fu nominato vicere il 2 agosto 1708, rimase in carica fino al marzo 1710. 86. Giorgio de Heredia. ´ Conte di Fuentes, fu nominato vicere nel marzo 1710 e rimase in carica fino al luglio 1711. 87. Andrea Roger de Erill. ´ nel Conte di Erill, fu nominato vicere luglio 1711, rimase in carica fino al dicembre 1713. 88. Pietro Emanuele. ´ Conte di Atalaya, fu nominato vicere

198

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 204

Vicere´ di Sardegna nel dicembre 1713, rimase in carica ´ Antonio de fino al marzo 1717. 89. Jose Rubi. Marchese di Rubi, fu nominato ´ nel marzo 1717, rimase in carica vicere fino allo sbarco delle truppe dell’Alberoni nello stesso anno. ´ DELLA DINASTIA BORBONE, II VICERE 90. Giovanni Francesco de Bette. Mar´ nelchese di Leida, fu nominato vicere l’agosto 1717, rimase in carica fino al `n. Cavamarzo 1718. 91. Gonzalo Chaco ´ nel marzo liere, fu nominato vicere 1718, rimase in carica fino al passaggio dell’isola ai Savoia. VICERE´ DELLA DINASTIA SAVOIA 1. Filippo Pallavicino. Barone di Saint´my, nominato vicere ´ per due volte: Re la prima il 20 maggio 1720, rimase in carica fino al 7 settembre 1723; la seconda il 26 marzo 1726, rimase in carica fino al 20 settembre 1727. 2. Alessandro Doria del Maro. Abate di Vezzolano, no´ il 4 agosto 1723, rimase minato vicere in carica fino al 15 aprile 1726. 3. Tommaso Ercole Roero. Marchese di Cor´ il 20 settembre tanze, nominato vicere 1727, rimase in carica fino al 29 settembre 1731. 4. Gerolamo Falletti. Marchese di Castagnole e di Barolo, nomi´ il 29 settembre 1731, rimase nato vicere in carica fino al 5 luglio 1735 (morı` a Cagliari). 5. Carlo Amedeo Battista San Martino d’Aglie´. Marchese di Rivarolo, ´ il 20 agosto 1735, rinominato vicere mase in carica fino al 23 agosto 1738. 6. Francesco Luigi d’Alligne. Conte d’A´ il 23 agosto premont, nominato vicere 1738, rimase in carica fino al 1º settembre del 1741. 7. Ludovico de Blonay. Ba´ il 1º settembre rone, nominato vicere 1741, rimase in carica fino al 13 aprile 1745. 8. Giuseppe Maria del Carretto. Marchese di Santa Giulia, nominato vi´ il 13 aprile 1745, rimase in carica cere fino al 24 agosto 1748. 9. Emanuele Valguarnera. Principe di Valguarnera, no´ il 24 agosto 1748, rimase minato vicere

in carica fino al 3 settembre 1751. 10. Giovanni Battista Cacherano. Conte di ´ il 3 setBricherasio, nominato vicere tembre 1751, rimase in carica fino al 25 aprile 1755. 11. Vittorio Amedeo Co` , nominato vista. Conte della Trinita ´ il 25 aprile 1755, rimase in carica cere fino al 4 maggio 1758. 12. Francesco Tana. Conte di Santena, nominato vi´ il 4 maggio 1758, rimase in carica cere fino al 6 maggio 1762. 13. Giovanni Battista Pellegrino Alfieri di Cortemiglia. ´ il 6 maggio Cavaliere, nominato vicere 1762, rimase in carica fino al 1º aprile 1763 (morı` a Cagliari). 14. Carlo Giuseppe Solaro di Govone. Cavaliere, no´ il 1º aprile 1763, rimase minato vicere in carica fino al 13 settembre dello stesso anno. 15. Francesco Luigi Costa ` . Balio, nominato vicere ´ il della Trinita 5 settembre 1763, rimase in carica fino al 10 maggio 1767. 16. Vittorio Ludovico d’Hallot des Hayes. Conte di Dorzano, ´ il 10 maggio 1767, rinominato vicere mase in carica fino al 18 luglio 1771. 17. Antonio Francesco Gaetano dei Caissotti. Conte di Robbione, nominato vi´ il 18 luglio 1771, rimase in carica cere fino al 2 novembre 1773. 18. Filippo Francesco Ferrero. Conte della Mar´ il 2 novembre mora, nominato vicere 1773, rimase in carica fino al 13 settembre 1777. 19. Francesco Ventimiglia Lascaris. Conte di Castellar, nominato vi´ il 13 settembre del 1777, rimase in cere carica fino al 1º dicembre 1780. 20. Carlo Francesco Valperga di Masino. ´ Marchese di Caluso, nominato vicere il 1º dicembre 1780, rimase in carica fino al 27 novembre 1782. 21. Angelo Maria Solaro della Moretta. Cavaliere, ´ l’8 luglio 1783, rimase nominato vicere in carica fino al 1º maggio 1787. 22. Carlo Francesco Thaon. Conte di San´ il 1º maggio t’Andrea, nominato vicere 1787, rimase in carica fino al 6 agosto 1790. 23. Vincenzo Balbiano. Balio, no-

199

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 205

Vico ´ il 6 agosto 1790, rimase minato vicere in carica fino al 28 aprile 1794 (cacciato dal popolo cagliaritano). 24. Filippo Vivalda di Castillino. Marchese di Po´ il 2 maggio gliano, nominato vicere 1794, rimase in carica fino al 3 marzo 1799. 25. Carlo Felice di Savoia. Duca ´ il 3 del Genevese, nominato vicere marzo 1799, rimase in carica fino al 19 aprile 1821. 26. Giacomo Pes di Villamarina. Cavaliere, incaricato di funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice nel 1816. 27. Ignazio Thaon di Revel. Conte di Pratolungo, incaricato di funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice dal 9 settembre 1818 al 22 settembre 1820. 28. Ettore Veuillet d’Yenne. `re, incaricato di Marchese de la Saunie funzioni viceregie in sostituzione di Carlo Felice dal 9 novembre 1820; dal ´ effettivo, rimase 4 maggio 1821 vicere in carica fino al 25 maggio 1822. 29. Giuseppe Galleani. Conte d’Agliano, nomi´ il 20 maggio 1822, rimase in nato vicere carica fino al 12 aprile 1823. 30. Gennaro Roero. Conte di Monticelli, nomi´ il 12 aprile 1823, rimase in nato vicere carica fino al 27 luglio 1825. 31. Giuseppe Tornielli. Conte di Vergano, nomi´ il 27 luglio 1825, rimase in nato vicere carica fino all’11 luglio 1829. 32. Giuseppe Roberti. Conte di Castelvero, no´ l’11 luglio 1829, rimase minato vicere in carica fino al 14 luglio 1831. 33. Giuseppe Montiglio d’Ottiglio e Villanova. ´ il 14 luglio Cavaliere, nominato vicere 1831, rimase in carica fino al 7 luglio 1840. 34. Giacomo de Asarta. Conte, in´ il 28 caricato della funzione di vicere aprile 1840, rimase in carica fino al 24 maggio 1843. 35. Gabriele de Launay. ´ l’8 aprile 1843, Conte, nominato vicere rimase in carica fino al 30 settembre 1848.

Vico Famiglia sassarese (sec. XVII). Originaria della Corsica, affermava di discendere dagli antichi Prefetti di

Vico della Roma medioevale. Il primo personaggio conosciuto a Sassari fu un Gaspare, che morı` nel 1606 lasciando il ´ istisuo patrimonio ai Gesuiti perche ` di Legge e di Medituissero le Facolta ` . Poco dopo comparvero a cina in citta Sassari altri due personaggi, un Giovannangelo, contemporaneo di Gaspare, e il celebre medico Andrea Vico ` pero ` possibile sapere Guidone; non e se i tre fossero tra loro parenti. Giovan` una Artea appartenente nangelo sposo `; suo fia un’antica famiglia della citta ` il feudo di Soglio Francesco acquisto leminis, ma la famiglia si estinse nel 1676.

Vico, Giovannangelo Collettore del Sant’Uffizio (Sassari, sec. XVI-?). Era probabilmente laureato in Legge: si ` al marchese di Terranova che, aplego ` , gli prezzando le sue grandi capacita ` l’ufficio di official di giustizia affido ` nella curatoria di Bitti. Nel 1575 torno a Sassari e fu nominato collettore del Sant’Uffizio.

Vico, Pietro1 Gesuita, teologo (Sassari, ` sec. fine sec. XVII-ivi, seconda meta XVIII). Fratello di Francesco, attirato ` nell’ordine dalla vita religiosa entro ` in Teologia. In dei Gesuiti e si laureo breve fu reputato teologo di grande levatura e resse per alcuni anni il collegio maggiore del suo ordine. Inaugu` di Sassari, rata nel 1765 l’Universita dopo poco ne divenne rettore.

Vico, Pietro2 Religioso (Sassari, fine sec. XVI-Cagliari 1676). Arcivescovo di Oristano dal 1641 al 1657 e arcivescovo di Cagliari dal 1657 al 1676. Figlio di Francesco, entrato in Seminario fu ordinato sacerdote e si trasferı` a Cagliari. In breve divenne canonico e decano del Capitolo di Cagliari; nel 1635 fu nominato vescovo di Amicia e coadiutore dell’arcivescovo di Oristano. In questa veste, quando nel 1637, durante la Guerra dei Trent’anni, si veri-

200

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 206

Vidal ` l’improvviso sbarco di un corpo di fico spedizione francese che prese terra di sorpresa presso la Gran Torre e invase ` , si mise in luce contribuendo a la citta organizzare il contrattacco che ricac` a mare i francesi. Nel 1641 fu nomicio nato arcivescovo di Oristano e si ado` per restaurare le chiese che pero erano state danneggiate dall’invasione; diede anche un forte impulso alla crescita spirituale della diocesi. Nel 1657 fu trasferito a Cagliari, dove prese parte al dibattito politico che in quegli anni animava gli Stamenti. Condivise le posizioni del partito dei Castelvı`; nel 1662, prima dell’arrivo del ` le funprincipe di Piombino, esercito ´ interino per un breve zioni di vicere ` defilarsi, e periodo. In seguito sembro assistette da testimone al dramma politico culminato nel giugno-luglio 1668 con l’uccisione di Agostino Castelvı` e del marchese di Camarassa. Nel 1669 ` a far restaurare il Duomo di Cainizio ` , fu accusato di esgliari. Nel 1670, pero sere stato tra i partigiani del marchese di Cea e per questo fu mandato in esilio ` in Spagna. Liberato dall’accusa, torno in Sardegna dopo due anni e riprese a governare la sua diocesi.

Vico, Salvatore Religioso (La Maddalena 1896-Tempio Pausania 1991). Incoraggiato al sacerdozio dallo zio Antonio Vico, parroco di La Maddalena, entra nel Seminario di Tempio nel 1906; compiuti gli studi a Sassari, sacerdote ` parroco della cattenel 1918, nel 1923 e drale di Tempio e direttore di quel Seminario. Nel 1922 per trovare casa a ` vita alla quattro piccoli orfani da prima cellula di un orfanotrofio destinato a crescere nel tempo. Nel 1925 fonda la Pia Associazione delle Figlie ` Crocifisso. Fra le prime quatdi Gesu ` Pietrina Brigaglia (suor tro suore e ` a lungo la supeMaddalena) che sara riora generale e viene considerata la

co-fondatrice dell’istituto, riconosciuto nel 1957 come congregazione di diritto pontificio. Dal 1968 riceve e educa giovani religiose provenienti dal Brasile e dallo Zaire, destinate a ritornare nel loro paese per svolgervi il servizio missionario.

Vico Guidone, Andrea Medico (secc. ` XVI-XVII). «Medicus A.V.G. corsicus» e ` alla chiesa detto nel ritratto che regalo di Sant’Andrea, a Sassari, che aveva fatto costruire a proprie spese e donato all’Arciconfraternita del SS. Sacramento. Laureato probabilmente a Bologna, ebbe fama di medico abile e ` dal molto preparato. Per questo lavoro 1616 al 1636 nell’Ospedale sassarese e, chiamato come professore di Medicina ` di Sassari, pronunpresso l’Universita ` la prolusione del primo ‘‘nuovo’’ cio anno accademico, nel 1635. Nel 1630 fu inviato in Corsica ad accertare se vi fosse la peste; nel 1636 fu mandato a `. Madrid come sindaco della sua citta Fu anche autore di molti scritti di medicina molto apprezzati negli ambienti scientifici europei, tra i quali Apologeticus sermo: de morbis in civitate sassaritana vagantibus consultum anno 1638, 1639; Iudiciale sacoma ad trutinam apologeticorum Antonii Galcerini, Sarrochi, Mari, Anelii et Francisci Martis doctorum, 1639; Syncera excellentissimi Vaionensium marchionis anthrace laborantis historia, tum curatis a calaritanis medicis instituta eiusdemque disquisitio, 1639; Apodixis contra apologiam Michaelis Scofferii, 1639; Ad prestantissimos archygimnasii Turrenae primariae Universitatis doctores pro vulgari febre dignoscenda et curanda consultatio, s.d.

Vidal Famiglia originaria di Perpignano (sec. XIV). Prese parte con un Bernardo alla spedizione dell’infante ` a sue spese alcune Alfonso. Egli armo navi della flotta, e in premio nel 1326

201

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 207

Vidal gli fu concesso il feudo di Nurgi nella curatoria di Dolia. Stabilitosi a Cagliari divenne anche procuratore di Guglielmo Oulomar, ma i suoi figli non riuscirono a conservare il feudo, che prima del 1350 vendettero a Francesco Estaper.

Vidal, Salvatore (o S. Vitale) Religioso (Maracalagonis 1581-Roma 1647). Al secolo Giovanni Andrea Contini. Dopo aver conseguito la laurea in Legge, attirato dalla vita religiosa fu ordinato sacerdote. Fu per alcuni anni parroco di Muravera e in seguito di Maracala` nell’ordine frangonis. Nel 1615 entro cescano e nel 1617 fu inviato in Spagna, dapprima ad Alcoraz e poi a Cartagena. ` fama di persona di In breve acquisto grande cultura e di profonda spiritua` . Fu quindi mandato a Roma a stulita diare le lingue orientali, e negli anni ` molto attraverso successivi viaggio ` diverse citta ` e alterno ` l’Europa; visito queste sue peregrinazioni a brevi soggiorni nell’isola, cui era rimasto sem` anche trascinare pre legato. Si lascio nella controversia sul primato tra la diocesi di Cagliari e quella di Sassari, per cui ebbe una lunga polemica con Francesco Vico, alle cui critiche rispose in modo aspro e fortemente personalistico nel (Clypeus aureus excellentiae calaritanae, pubblicato a Firenze nel 1641). Tra il 1637 e il 1640 pub` le decisioni della Sacra Rota che blico sembravano dar ragione a Cagliari. Infine si stabilı` definitivamente a Roma, dove ebbe fama di persona di grande ` e dove morı` in odore di sanspiritualita ` . Fu autore di grande prolificita `e tita per i suoi Annales Sardiniae, tre volumi ` eupubblicati nel 1645, ebbe notorieta ropea. Ma il Tola, riprendendo la nomea di scrittore disordinato e affastellatore di notizie non di rado fantasiose, racconta che «Giacomo Perizonio, critico di gran nome ed estero scrittore,

´ studio di parti ne ´ altra sinel quale ne ` supporre, avnistra prevenzione si puo venutosi per caso in alcune opere del V., e specialmente negli Annali di Sardegna, ebbe a perdere di un tratto la pazienza, e ad esclamare che ‘‘autore ` inetto e piu ` pazzo di questo non piu vide il sole giammai’’». Tra i suoi scritti: Floretum angelicum, 1637; Urania Sulcitana, de sa vida, martiriu et morte de su benaventuradu S.’Antiogu, 1638 (il Ciasca lo dice «poema in ottave sardo-logudorese, mescolate a voci meridionali e spagnole», ripubblicato con traduzione italiana da Sergio Bullegas nel 2004); Madriperla serafica della vita et miracoli del B. Salvatore da Orta, 1639; Propugnaculum triumphale in adnotationes, sive censuras authoris innominati, contra Annales Sardiniae, 1643; Respuesta al historico Vico, 1644; Historia de la antiquedad romana de la provincia de Sarrabus, s.d.

Vidazzone Sistema di sfruttamento comunitario della terra durato sino alla ` dell’Ottocento. Introdotto in Sarmeta degna a partire dal secolo XIV, subito dopo la fine del lungo periodo di guerre, serviva a sfruttare enormi estensioni di territorio senza proprietario che erano entrate a far parte del demanio dei vari feudi. Le terre del v. furono utilizzate dal bracciantato proletario che costituiva la maggior parte della popolazione del feudo. Esso era diviso diviso in due parti, una destinata alla coltivazione (seminerio o anche vidazzone in senso stretto), l’altra destinata al pascolo (paberile), che si alternavano tutti gli anni secondo la tecnica della rotazione. Nella parte destinata alla semina i vassalli potevano coltivare o comunitariamente o facendosi assegnare annualmente un lotto singolo, del quale naturalmente non divenivano proprietari. Il sistema si ` compiutamente nel corso del sviluppo

202

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 208

Viddalba Quattrocento e fu utilizzato dai feudatari per attirare nel feudo gente che venisse a popolarlo, vista la penuria d’uomini che le continue guerre, le epidemie e le carestie avevano determinato. D’altra parte per i contadini ridotti alla ` squallida miseria, per i diseredati i piu cui villaggi erano andati distrutti durante le guerre, il v. appariva come un’ancora di salvezza. Lo svilupparsi ` profondi di questo sistema determino mutamenti nell’assetto sociale dei villaggi, la cui popolazione finı` per essere formata prevalentemente da una massa di contadini nullatenenti, ` estranee spesso provenienti da realta ai centri abitati, sopravvissuti al grande spopolamento del secolo precedente, che attirati in un primo tempo dal nuovo sistema di sfruttamento della terra ne furono col tempo quasi ridotti a prigionieri. Infatti nel corso del secolo XVI i contadini furono chiamati a rispondere collettivamente delle lavorazioni e al pagamento del laor de corte (un tributo in natura il cui pagamento ricadeva comunitariamente su tutti i membri del villaggio). In questo modo furono praticamente costretti a lavorare all’interno del feudo a vantaggio del barone, e quello ` che era apparso un beneficio si rivelo ` della gleba. una nuova forma di servitu Quando nel corso del secolo XVII i poteri dei feudatari crebbero e lo sfruttamento delle rendite del feudo assunse un carattere patrimoniale, il sistema ` opdel v. fu definito in modo ancor piu primente con un provvedimento di Filippo IV. L’uso delle terre che costituivano il v. venne regolamentato minutamente, accentuandone il carattere costrittivo, che finı` per incidere pesantemente sullo sviluppo del sistema di conduzione della terra in Sardegna anche dopo l’abolizione dei feudi (= ademprivi e = chiudende).

Viddalba Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 2, con 1719 abitanti (al 2004), posto a 30 m sul livello del mare sulle rive del fiume ` interna della Coghinas, nella parte piu piana omonima. Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 53 km2, comprese le frazioni di Giuncana, Giagazzu, L’Avru, Li Reni e Tungoni, e confina a nord con Badesi, a est con Aggius, a sud con Bortigiadas e a ovest con Valledoria. Si tratta di una regione che si estende in parte nella fertile piana del Coghinas, ` stretta vallata del in parte nella piu fiume, delimitata a monte dai rilievi granitici e porfirici. Le coltivazioni usufruiscono dell’irrigazione resa possibile dal lago artificiale di Casteldoria (il secondo sul corso del Coghinas) che si trova a monte del paese. V. comunica con gli altri centri abitati per mezzo di una bretella, che si distacca dalla Sassari-Santa Teresa Gallura a Codaruina e vi si ricollega a Badesi, e di due strade secondarie che si dirigono rispettivamente ad Aggius e a Bortigiadas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che dimostrano come fosse frequentato dall’uomo a partire dal periodo nuragico. Nel Medioevo appartenne al giudicato di Torres ed era incluso nella curatoria dell’Anglona ai confini con il giudicato di Gallura. Vi sorgevano la ` vescovile di Ampurias e diversi citta piccoli centri tra i quali lo scomparso ` non e ` possibile loVilla Alba che pero calizzare con certezza. Il territorio apparteneva ai Doria e nel corso del secolo XIV subı` gravi danni a causa delle continue guerre, fino a spopolarsi completamente. Dopo la scomparsa di Ni` Doria nel corso del secolo XV il colo

203

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 209

Viddalba vasto territorio disabitato finı` per essere incluso nel grande feudo di Oliva del quale fece parte fino al riscatto nel 1838. Nei secoli XV-XVIII, scomparsa ogni traccia degli antichi abitati, la piana, identificata come piana del Coghinas, si ridusse a una plaga deserta e paludosa frequentata solo da gruppi di pastori che, sfidando la malaria, periodicamente vi conducevano le loro greggi al pascolo. Nuovi tentativi di insediamento stabile risalgono all’Ottocento, quando si andarono formando alcuni stazzi da cui agli inizi del Novecento prese vita il villaggio attuale che divenne frazione di Aggius. Un deciso impulso al suo ulteriore sviluppo lo diedero la bonifica del territorio avviata negli anni Trenta e la formazione del lago del Coghinas. Negli ultimi de` cresciuto grazie allo cenni il villaggio e sviluppo di un’agricoltura moderna e ` delle terme di Casteldoria dell’attivita (=). Dopo lunga lotta, nel 1975 il nuovo ` riuscito a staccarsi da Aggius e centro e a divenire un comune autonomo. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura (coltivazione del pomodoro e del carciofo), la viticoltura, l’olivicoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini e pollame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore alimentare vita e in quelli della lavorazione del legno, dei materiali per l’edilizia e della me` scarsamente sviluppata la tallurgia. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 16 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi V. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di medico, farmaprovincia. E cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale e un Museo archeologico.

DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1733 unita di cui stranieri 8; maschi 892; femmine 841; famiglie 595. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 20 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 25 e nuovi iscritti 24. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 14 281 in migliaia di lire; versamenti ICI 522; aziende agricole 106; imprese commerciali 95; esercizi pubblici 6; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 515; disoccupati 67; inoccupati 90; laureati 13; diplomati 132; con licenza media 533; con licenza elementare 557; analfabeti 80; automezzi circolanti 571; abbonamenti TV 483. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio comprende alcune testimonianze del periodo nuragico e una necropoli del periodo romano che si svi` nello stesso sito dell’insedialuppo mento nuragico. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio poco con` caserva del suo antico impianto ed e ratterizzato da un’architettura moderna e funzionale. Conservano memoria della sua storia alcune chiese tra cui quella di San Giovanni, romanica, costruita nel secolo XI da maestranze lucchesi; con un impianto a tre navate scandite da cinque colonne, era di dimensioni piuttosto grandi, con la copertura in legno. Secondo alcuni potrebbe trattarsi della cattedrale della scomparsa diocesi di Ampurias. Nel corso dei secoli l’incuria la ridusse a un rudere; nel 1929 fu sottoposta a un radicale restauro con il rifacimento completo della facciata e dei fianchi. Dell’antico edificio romanico rimane integro il prospetto con l’abside. Alla ` di un vicino colle si trova la sommita chiesa campestre di San Gavino a &

204

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 210

Vigna Monte, molto antica e risalente con ` al Medioevo; famosa molta probabilita ´ nell’Ottocento fu teatro anche perche di alcune delle gesta del Muto di Gallura, famoso bandito di Aggius. L’edificio ha un’unica navata scandita da tre campate irregolari, mentre l’esterno presenta un aspetto molto rustico; al suo interno si conserva un armadio in legno del secolo XVIII sulle cui ante sono raffigurati i Santi Proto e Gianua` intagliata la firio mentre all’interno e gura di San Gavino. Infine la suggestiva chiesa di San Leonardo, situata ` del cimitero alla perifein prossimita ria del villaggio e circondata da un complesso di olivi plurisecolari. Costruita nel Medioevo in forme romani` stata comche, nei secoli successivi e pletamente modificata; attualmente ha l’impianto a una sola navata rettan` completata da un golare. La facciata e ampio portico che si apre sul fronte con un arco a sesto acuto. Di grande ` anche il Museo archeolointeresse e gico, situato nei locali della Biblioteca comunale in via Giovanni Maria An` costituito da un’unica ampia gioy; e sala espositiva che si sviluppa attorno a una sorta di fossato. Ospita collezioni di reperti provenienti da scavi effettuati nel territorio circostante (= Musei della Sardegna). Di particolare bel` la spiaggia di Li Caldani, situata lezza e sulla riva del Coghinas e circondata da una folta vegetazione con molti esem` resa plari di palma nana; la spiaggia e suggestiva anche dalle rocce rosse del sovrastante monte Ruju. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le feste principali sono concentrate nel mese di maggio e conservano la memoria delle antiche tradizioni pastorali del villaggio. Il ciclo si apre il 1º maggio con la festa in onore di San Gavino; prosegue la seconda domenica del mese con la festa in onore della Madonna di

Pompei e si chiude l’ultima domenica con quella in onore di San Leonardo, la ` suggestiva, che si svolge per due piu giorni presso l’omonima chiesetta.

Videmari, Agostino Tommaso Religioso (Milano 1861-ivi?, 1935). Vescovo di Ogliastra dal 1923 al 1925. Sacerdote ` , fu per molti anni di grande spiritualita parroco a Milano. Nel 1923 fu nominato vescovo di Ogliastra: fu l’ultimo di quei vescovi a risiedere a Tortolı`. Colpito da una profonda depressione, divenuto incapace di reggere la diocesi, nel 1925 fu costretto a rinunciare. Resta di lui una Prima litera pastoralis ad clerum Oleastrense in Sardinia, stampata a Milano nel 1923 al momento dell’investitura.

Vidini Famiglia sassarese (secc. XVIXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XVI, quando i suoi membri compaiono in buona posizione economica. Uno di essi, Gerolamo Vidini Melone, giurato di Sassari, nel 1577 ottenne il ` . La fariconoscimento della generosita miglia si estinse nel corso del secolo XVII.

Vieri, Giovanni Religioso (secc. XIIIXIV). Vescovo di Galtellı` dal 1329 al 1330, vescovo di Ales dal 1330 al 1367. Canonico, pur essendo sardo durante ` Raila conquista aragonese aiuto mondo Sentmenat a prendere possesso dei territori della Gallura meridionale. Nel 1329 fu eletto vescovo di Galtellı` dal Capitolo metropolitano, confermato e consacrato, ma la sua elezione fu annullata l’anno dopo da papa Giovanni XXII. Egli allora si rivolse ad Alfonso IV per ottenere una nuova diocesi e pochi mesi dopo fu nominato dal papa vescovo di Ales, dove rimase sin verso il 1367.

Vigna, Bepi Scrittore e disegnatore di fumetti (n. Baunei 1957). Dopo essersi ` dedilaureato in Giurisprudenza si e cato alla professione di avvocato e con-

205

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 211

Vigna Maggiore ` impegnato temporaneamente si e come pubblicitario e disegnatore. La` dedicato sciata la professione, si e completamente ai fumetti, ottenendo ` a livello nariconoscimenti e notorieta ` uno degli autori zionale. Tra l’altro e dei testi e della sceneggiatura di Dylan `re, ed e ` l’ideatore Dog e di Martin Myste di Nathan Never, per cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 1993 ha fondato a Cagliari la prima scuola sarda di fumetto (=). Tra i suoi scritti: L’isola dei fumetti. Le storie, i disegnatori, i personaggi del fumetto in Sardegna (con Graziano Origa), 1994; Il fumetto franco-belga, 1998; Editoria e ` sarda’’, fumetti in Sardegna, ‘‘Societa 9, 1998; Cento anni di fumetti, 1997; La pietra antica, 1999.

Vigna Maggiore Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria della Balariana. Era situato probabilmente a poca distanza da Luogosanto. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti fu amministrato direttamente dai funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro diniae, ma i suoi abitanti si ribellarono ai nuovi venuti e presero parte alla prima ribellione dei Doria. Per sedare la rivolta, nel 1330 il villaggio fu occupato dalle truppe di Raimondo Car` a far parte del dona e poco dopo entro ` nel feudo a lui concesso; quando pero ` la guerra tra Genova e 1334 scoppio Aragona e il territorio fu assalito da truppe genovesi, gli abitanti si ribellarono nuovamente. Nel 1337 il Cardona morı` e i suoi eredi rinunciarono al ` coinvolto feudo, per cui V.M. si trovo nella grande confusione che investı` tutta la Balariana. Negli anni seguenti ` soffrı` ulteriormente ed entro la meta ` spopolato completadel secolo era gia mente.

Vignola Centro abitato della provincia di Olbia-Tempio, parte del comune ` d’Agultu e Vignola (=) sparso Trinita (distante 26 km dal centro maggiore ` d’Agultu), con un numero di Trinita abitanti molto variabile dall’inverno alla stagione balneare, posto a 3 m sul livello del mare a nord-est della sede del comune capoluogo, affacciato sul litorale settentrionale. Regione storica: Gemini. Diocesi di Tempio-Ampurias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da modesti rilievi granitici, ricoperti per la maggior parte da macchia mediterranea, che giungono sino nei pressi del litorale facendo spazio ad alcune bellissime spiagge. Le comunicazioni sono assicurate dalla strada litoranea Sassari-Santa Teresa Gallura, che passa a brevissima distanza. Il villaggio ebbe vita per la prima volta in epoca romana: era situato lungo la strada che univa Turris Lybisonis, l’attuale Porto Torres, al porto detto oggi di Lungoni, nel fiordo di Santa Teresa. & STORIA Nel Medioevo faceva parte del giudicato di Gallura ed era incluso nella curatoria del Taras. Era un centro importante con un porto molto attivo; subito dopo la conquista aragonese i suoi abitanti continuarono a combattere contro i nuovi venuti e presero parte alla prima ribellione dei Doria. Per sedare la rivolta, nel 1330, il villaggio fu occupato dalle truppe di `a Raimondo Cardona. Poco dopo entro far parte del feudo concesso a Giacomo Carroz (=) insieme al diritto di sfrut` nel 1334 tare il porto. Quando pero ` la guerra tra Genova e Aragona scoppio e il territorio fu assalito da truppe genovesi, gli abitanti si ribellarono nuovamente. Poco dopo Giacomo Carroz morı` e i suoi eredi persero il controllo del villaggio, che nei decenni succes` coinvolto nei disordini desivi si trovo

206

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 212

Vigo terminati dalle continue guerre e si ` completamente. Il territorio spopolo ` a rimanere deserto nei secoli continuo successivi. Solo a partire dal secolo XVIII vi si stanziarono, dapprima periodicamente e in seguito stabilmente, ` di pastori che diealcune comunita dero vita ad alcuni stazzi che finirono per essere amministrati da Aggius e da Tempio Pausania. Nel corso dell’Ottocento la popolazione di alcuni di questi ` sino a formare l’attuale stazzi aumento centro abitato che nel 1958, unita` d’Agultu, ha mente a quello di Trinita ` formato il nuovo comune di Trinita d’Agultu e Vignola. & ECONOMIA La sua economia e ` stata sempre basata sull’agricoltura, in particolare la viticoltura (produzione di Vermentino) e sull’allevamento del bestiame, ma da qualche tempo un altro importante aspetto dell’economia del ` rappresentato dal turismo. villaggio e & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Alcuni edifici ricordano l’antico passato del villaggio; si tratta in particolare di Santa Maria, chiesa situata al confine col territorio di Aglientu. Fu costruita nel Medioevo in forme romaniche ed era annessa a un romitorio di monaci benedettini. Quando nel secolo ` ad XV il romitorio fu chiuso comincio andare in rovina e fu ripetutamente rimaneggiata nel corso dei secoli successivi. Ha l’impianto a una navata completata da una piccola abside; la coper` del tipo a capanna. Nei pressi tura e del nucleo principale si trova la torre del Porto, costruita su un promontorio che domina il litorale di V., dalla quale si osserva uno splendido panorama delle coste circostanti. Fu costruita nel 1572 in forma cilindrica e al suo interno al primo piano conserva un ampio locale con volta a cupola rinforzato da un pilastro centrale. La torre aveva funzioni di avvistamento e di difesa,

era armata con artiglierie e servita da una guarnigione. Nei pressi si trova la chiesa di San Silverio, costruita nel Novecento dai pescatori del borgo (di origine ponzese e campana), priva di particolari pregi architettonici ma situata in un luogo incantevole, tra le macchie a brevissima distanza dal mare. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Il 20 giugno nei pressi della chiesa di San Silverio si svolge la festa principale di V., che si protrae per due giorni con un programma ricco di manifestazioni folcloristiche.

Vigo, Chiara Artigiana, artista (n. Calasetta 1955). Vive e lavora a Sant’Antioco. Nipote di Leonilde Mereu, ultima maestra della lavorazione del ` dedicata fin da giovane bisso (=), si e allo studio del Pinna nobilis, il grande mollusco da cui il bisso si ricava. Quando una direttiva dell’Unione Eu` stata resa operativa in ropea del 1992 e Italia da un decreto del Presidente della Repubblica del 1997 che proteggeva quella specie animale, ne ha studiato la vicenda biologica attraverso una lunga serie di ricerche sul campo. Partendo dalla constatazione che ai primi di maggio il limo dei fondali in ` ‘‘fissato’’ il mollusco diventa piu ` cui e molle, ha messo a punto un metodo che le permette di staccarlo dal fondo, estrarre parte del bisso e di rimettere in sede il Pinna nobilis, assicurando la continuazione del suo ciclo biologico. Il bisso viene quindi lavorato con materie diverse e in differenti fasi (bagni di succo di limone, speciali erbe selvatiche, latte di capra) che permettono alla fine di filarlo e tesserlo. Nascono cosı` tessuti preziosi e arazzi, tra i quali ` famoso e ` quello intitolato, dal il piu soggetto che rappresenta, ‘‘il Leone di Tiro’’. Nel 1996 V. ha vinto il premio

207

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 213

Viguino ‘‘Donna sarda’’. Ha scritto con Luciana Basciu I colori dei sogni, 1997.

Viguino Famiglia sassarese (sec. XV). Di probabile origine corsa, le sue notizie risalgono al secolo XV. Godeva di un grande prestigio e spesso i suoi membri ricoprivano importanti uffici pubblici. Probabilmente si estinse nel corso del secolo.

` Podesta` di Sassari Viguino, Nicolo ` la signoria (sec. XV). Nel 1444 acquisto di Banari e Siligo da Cristoforo Manno, ma l’anno successivo la rivendette a ˜ ans. Serafino di Montan

Vilademany, Berengario Cavaliere catalano (Catalogna, fine sec. XIII-ivi 1337). Prese parte alla spedizione dell’infante Alfonso, e subito dopo il termine delle operazioni militari ebbe in feudo Posada, Guerrenolenero, Stella´ e Siniscola. I ria, Locoe, Ossio, Lode suoi eredi lasciarono la Sardegna e non riuscirono a conservare il feudo.

Vilamarı` Famiglia catalana originaria di Gerona (secc. XIII-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XIII. Nel 1468 ebbe il feudo di Bosa e della Planargia con un Giovanni, ammiraglio reale che ebbe anche il titolo di barone. I suoi discendenti diedero un grosso impulso ` di Bosa e nel allo sviluppo della citta 1556 la liberarono dalla dipendenza feudale consentendo la sua trasforma` reale. La famiglia si zione in citta estinse nel 1561 con una Maria.

Vilamarı`, Bernardo Signore di Bosa e ` sec. XV-Bosa della Planargia (?, meta 1512). Nipote di Giovanni, era conte di Capudan e ammiraglio reale. Succeduto a Giovanni, nel 1494 ottenne per Bosa l’estensione della legislazione sui diritti del commercio che consentı` un ` del notevole sviluppo dell’attivita ` in conporto. Per questo motivo entro flitto con Oristano, che pretendeva di avere il monopolio dei traffici por-

` riuscı` a spuntarla e nel tuali; egli pero 1502 ottenne dal re anche il diritto di ` ulteriorcaricamento che incremento ` del porto. mente l’attivita

Vilamarı`, Giovanni Signore di Bosa e ` sec. XVdella Planargia (prima meta dopo 1488). Ammiraglio reale, nel 1468 ottenne in feudo Bosa e la Planargia. La concessione comprendeva anche il porto, di cui favorı` lo sviluppo, con i diritti di importazione e di esportazione. Dopo la battaglia di Macomer riuscı` a bloccare la fuga di Leonardo Alagon e dei suoi familiari, li fece pri` ai rappresengionieri e li consegno tanti del re. Per questo nel 1479 fu ricompensato con l’investitura della curatoria dell’Oppia. Nel 1488 riuscı` a ottenere che i suoi feudi fossero trasformati in allodio (=).

Vilamarı`, Isabella Signora di Bosa e ` della Planargia (Bosa, seconda meta sec. XV-ivi 1562). Figlia di Bernardo, ` alla morte di suo padre ebbe in eredita Bosa e la Planargia, mentre il feudo ` a sua sorella Anna. dell’Oppia tocco ` col principe di SaPoco dopo si sposo ` lerno e alla morte di sua sorella eredito anche il feudo dell’Oppia. Nel 1536 ottenne da Carlo V la conferma dei privilegi sulla pesca del corallo che Bosa ` ulteaveva avuto in passato e sviluppo riormente il commercio del porto. Nel 1547 vendette il feudo dell’Oppia, nel ` Bosa dalla Planargia e con1554 stacco sentı` che si liberasse dal vincolo feudale.

Vilanova, Angelo Vicere´ di Sardegna ` sec. XV-Spa(Valencia, seconda meta ` sec. XVI). In carica gna, prima meta dal 1514 al 1529. Appartenente a una antica famiglia, era consigliere reale ´ di quando nel 1514 fu nominato vicere Sardegna da Ferdinando il Cattolico e successivamente riconfermato da ` l’isola fino al 1529; in Carlo V. Governo questo lungo periodo tra il 1518 e il

208

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 214

Villacidro ` il Parlamento ordinario; 1523 celebro ` l’isola per un breve subito dopo lascio `. periodo, sostituito da Bernardo Simo Tornato in Sardegna, nel 1528, subito dopo l’impresa dei francesi a Sassari, ` un Parlamento straordinario e celebro nel 1529 ottenne di lasciare l’isola.

Vilanova, Girolamo Religioso (Valencia 1497-Cagliari 1532). Arcivescovo di Cagliari dal 1524 al 1532. Figlio di Angelo, ordinato sacerdote, fu nominato canonico d’Arborea a soli 23 anni. Poco dopo fu nominato amministratore apostolico dell’archidiocesi di Cagliari con la clausola che sarebbe divenuto arcivescovo compiuti i 27 anni. Divenuto arcivescovo nel 1524, nel 1527 ottenne da Clemente VII la reliquia della Santa Spina venerata nel Duomo di Cagliari.

Vilaragut, Ponzio Cavaliere valenzano (Catalogna, fine sec. XIII-?, 1332). Prese parte alla spedizione dell’infante Alfonso, e terminate le operazioni militari ebbe in feudo Agugari, Guardosu, Lappia e Melataras nella curatoria del Taras.

Vilella Famiglia algherese (sec. XIV). Originaria della Catalogna, si trasferı` in Sardegna dopo la conquista della ` nel 1353. Nel 1367 un Guglielmo, citta ` il diritto di orricco mercante, acquisto ganizzare la riscossione della tassa sui macelli (cabesagio) e della tassa detta venteno (la ventesima parte sul valore ` ). I delle merci in entrata nella citta ` , nel 1383 vendettero suoi figli, pero tutto ai Veguer.

Villa, Lorenzo Religioso (?, prima meta` sec. XVI-Ales 1585). Vescovo di Ales dal 1576 al 1585. Apparteneva all’ordine dei Minori osservanti e fu nominato vescovo di Ales nel 1576. Uomo di grande rigore morale, particolarmente legato al pontefice, nel 1582 fu da lui incaricato di verificare se alcuni vescovi

sardi avessero effettivamente destinato fondi al restauro delle chiese.

Villa, Michele Religioso (Sassari, ` sec. XVII-Castellaragoprima meta nese 1700). Vescovo di Ampurias dal 1688 al 1700. Sacerdote del clero turritano, dopo avere retto per anni alcune parrocchie della diocesi, nel 1688 fu nominato vescovo di Ampurias. Go` la diocesi con grande dinamismo verno ` un sinodo a Castellae nel 1695 celebro ragonese (oggi Castelsardo), facendone pubblicare gli atti.

Villa Atzei Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria di Monreale. Sorgeva non lontano da Arbus. Dopo la conquista aragonese, per la sua posizione al confine ` la prima del giudicato, quando scoppio guerra tra Aragona e Arborea, divenne ` rateatro delle operazioni e si spopolo pidamente.

Villabruna Famiglia cagliaritana (secc. XV-XVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Nel 1495 ottenne il riconosci` con un Nicolo `, mento della generosita la cui discendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Villacidro Comune capoluogo, insieme a Sanluri, della provincia del Medio Campidano, compreso nella XVIII Co` montana, con 14 732 abitanti (al munita 2004), posto a 267 m sul livello del mare alle falde orientali del monte Linas. Regione storica: Parte Ippis Susu. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 183,55 km2 e confina a nord con Gonnosfanadiga e con San Gavino Monreale, a est con Sanluri e Serramanna, a sud con Villasor, Vallermosa e un’isola amministrativa di Iglesias, a ovest con Domusnovas. Si tratta di un vasto compendio che si estende per

209

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 215

Villacidro una parte, a oriente, nella piana campidanese e per la restante sulla vasta area del monte Linas (1236 m). A sud del paese scorre il rio Leni, che dopo aver formato un invaso artificiale prosegue il suo corso nella pianura per confluire nel Mannu di Cagliari. V. si trova lungo la statale 196 che unisce Cagliari a Guspini; dall’abitato ha inizio a sud una strada che si inerpica sul Linas e a nord una per i collegamenti con San Gavino Monreale e Sardara, e quindi anche con la superstrada Cagliari-Sassari. A San Gavino si trova in` vicina vece la stazione ferroviaria piu (8 km), lungo la linea Cagliari-Oristano.

Villacidro – Chiesa di San Sisinnio. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che dimostrano come fosse abitato con conti` dall’uomo. Il centro attuale denuita riva da un insediamento romano i cui resti sono stati messi in luce nella piazza del Municipio; nel Medioevo si ` dalla fusione di due nuclei: sviluppo

uno costituito da edifici in pietra e distribuito sui pendii attorno alla parroc` a valle e comchiale; l’altro situato piu ` modesti, costruiti posto da edifici piu ` diri). Appartenne con mattoni crudi (la al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Parte Ippis (Gippi). Quando nel 1257 il giudicato di Cagliari fu debellato e diviso, il centro fu incluso nei territori che andarono al conte di Capraia; all’estinzione della sua discendenza prese a essere amministrato da funzionari del Comune di Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Bernardo ` nel 1326 fu coCespujades che pero stretto a cederlo nuovamente al Comune di Pisa dopo la seconda pace con l’Aragona. V. rimase cosı` compreso `a nel grande feudo che Pisa continuo sfruttare fino allo scoppio della prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV nel 1353. Allora i suoi abitanti si ribellarono e passarono con il giudice d’Arborea; per tutto il restante periodo del secolo XIV il villaggio rimase possesso giudicale e soffrı` notevoli danni a causa delle guerre tra Arborea e Aragona. Caduto il giudicato d’Arborea, nel 1420 fu concesso in feudo a Giovanni Civiller che lo unı` al suo feudo ` di Villasor. Successivamente V. passo dai Civiller ai De Besora alla cui estinzione, dopo una complessa vicenda giudiziaria durata alcuni anni, nel 1506 pervenne a Eusebio de Gerp (=). Nei decenni successivi i nuovi feudatari svilupparono la coltura degli agrumi; estinti i De Gerp nel 1582, V. nel 1594 fu venduto ai Brondo. Questi nel corso del secolo XVII diedero un ulteriore impulso allo sviluppo del villaggio che divenne capoluogo dell’omonimo marchesato. Dai Brondo ` ai Bou Crespi ai quali fu riscatpasso tato nel 1838. Nell’ultimo periodo della sua lunga storia feudale il villaggio fu

210

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 216

Villacidro centro, a partire dal secolo XVIII, di ` numerose imprese legate all’attivita mineraria e in particolare fu sede della fonderia creata dal Mandel (=) ` dopo alcuni anni fu chiusa. che pero ` a essere Nello stesso periodo comincio sfruttato l’ingente patrimonio forestale del vicino Monti Mannu. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Iglesias; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato di questi anni, nell’ambito del Dizionario del Casalis, una preziosa testimonianza: «Popolazione. Nell’anno 1837 constava questo popolo di anime 6043, in 1480 famiglie. I registri parrocchiali presentarono in un sessennio matrimoni 420, nascite 1086, morti 824. Scuole. Alla istruzione ` stabilita una scuola primapubblica e ria, cui soglion concorrere da circa 50 ` fra quelli che continuafanciulli. I piu rono e compirono il corso prescritto sono passati alle scuole inferiori di Cagliari e Ales. Senza quelli che uscirono da questa istruzione appena un centinaio di persone sanno leggere e scrivere. Agricoltura. Fino agli ultimi anni ` indel secolo scorso i cidresi erano piu tenti alla coltura delle viti e dei fruttiferi, che alla seminazione. Veduto finalmente che non migliorava mai la loro fortuna, mentre quanto ritraevano dalle vigne e dai giardini dovea darsi per la provvista del grano necessario alla famiglia, si sono rivolti alla coltivazione de’ cereali, e sembrano studiarvi ` . Di questi agricoltori ogni anno di piu altri coltivano con l’aratro, altri con la zappa. I primi arano nel territorio proprio e in alcune regioni straniere. Nel territorio proprio o lavorano i chiusi, o seminano nella regione di Guttur-eforru, niente nelle altre regioni del piano per essere le medesime destinate a’ prati pel bestiame manso e pel

rude. Nel territorio straniero hanno le due vidazzoni dell’Acqua cotta e di Seboddus. La prima cosiddetta da una ` di pertinenza del gran fonte termale e barone di Villasor; l’altra che ebbe ` questo nome da una popolazione gia da molto spenta spetta a quello di Serramanna. Hannosi queste in enfiteusi. Servono all’agricoltura 1200 buoi. Nel 1836 sono stati seminati starelli di grano 2500, d’orzo 200, di fave 200, di lino 250. La fruttificazione ordinaria tienesi nella comune del cinque per il grano, del dieci per l’orzo, dell’otto per le fave, del due in semenza, e duecento manipolo in fibra per lino. I cosı` detti Paladeris, che coltivano con la zappa, ` da terreni nuovi che hanno assai piu dissodano e concimano bene con le ceneri. Pastorizie. Nel prospetto delle cose agrarie e pastorali dato al censor generale nel maggio 1830 si notavano buoi 1200, de’ quali morivano 40 per la rigidezza dell’inverno, e altri 40 da malattie; vacche e tori 2000, dei quali morivano 100; pecore 1800, delle quali perivano 450; capre 2600, delle quali perivano 400; porci 1200, dei quali perivano 200. Nel maggio del 1838 un viaggiatore che esplorava queste terre, conobbe esservi 20 ovili, capi 4500, governati da uomini 60; caprili 12, capi 4000, governati da uomini cinquanta. Le vacche proprie dei cidresi erano 600, i tori 800, gli uomini che governavano gli armenti 15; i porci 1500, i pastori 15; le cavalle 200, appartenenti a 25 padroni; i cavalli 300; i giumenti 400. Le pecore hanno buoni pascoli quando nelle stagioni temperate e calde si possono condurre a pascolare il serpillo nel Cocina, S. Michele, Cucurdone, Casu-salin, Saroni. Allora si fa un formaggio delicatissimo che si smercia fresco nel villaggio. Il prodotto d’una pecora si calcola a lire nuove 3,50 per anno, men` puo ` valere lire nuove sei. tr’essa al piu

211

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 217

Villacidro Le capre hanno ottima e abbondante pastura, ma il frutto di ciascuna non si stima eguale del segnato per una pecora» [Il brano fin qui riportato fa parte della voce Cidro di mano dell’Angius; la voce Villa-Cidro contiene invece un ´ a quel rapido rimando, anche perche punto l’editore aveva deciso di non aspettare il contributo dell’Angius, in ` a far parte ritardo]. Nel 1859 V. entro della provincia di Cagliari. Nel corso del secolo XIX l’economia di V. si svi` notevolmente e il centro diluppo venne sede della villeggiatura di molte famiglie dell’aristocrazia e della borghesia cagliaritana. Durante la seconda guerra mondiale, la presenza nelle sue campagne di un campo d’a` notevoli danni; nel doviazione causo poguerra il centro ebbe un ulteriore deciso sviluppo, soprattutto alla fine degli anni Sessanta, con la costituzione del polo industriale. La crisi del polo negli anni Ottanta non ha fatto venir meno l’economia di V. grazie alla sua evolutissima agricoltura. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura (mandorle, pesche, ciliegie, agrumi) e l’olivicoltura; e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini, equini e pollame. Negli ultimi decenni ` si sta sviluppando una discreta attivita industriale nei settori alimentare, lattiero-caseario, tessile, chimico, metallurgico, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno e del vetro, della fabbricazione di oggetti di plastica, di la` sufficientemente terizi e di mobili. E organizzata la rete di distribuzione ` utilizzata anche commerciale, che e dagli abitanti dei paesi circostanti. Vi operano anche tre alberghi con 95 posti letto, un’azienda agrituristica con 10 posti letto e cinque ristoranti. Ser-

` collegato da autolinee e dalla vizi. V. e ferrovia agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Liceo classico e Istituto professionale agrario), quattro sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale, una Biblioteca dell’Istituto di Scienze religiose e due istituzioni museali. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la popolazione contava 14 927 ` , di cui stranieri 25; maschi 7447; unita femmine 7480; famiglie 4897. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 112 e nati 146; i cancellati dall’anagrafe 209 e nuovi iscritti 122. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 509 in migliaia di lire; versamenti ICI 3665; aziende agricole 1581; imprese commerciali 549; esercizi pubblici 88; esercizi all’ingrosso 8; esercizi al dettaglio 295; ambulanti 166. Tra gli indicatori sociali: occupati 3642; disoccupati 709; inoccupati 1392; laureati 182; diplomati 1382; con licenza media 5050; con licenza elementare 3973; analfabeti 693; automezzi circolanti 5087; abbonamenti TV 3504. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianza di al` nuragica tra cui il nuracuni siti di eta ghe Nuraxi e il sito di Matzanni: si tratta di un complesso nuragico di grande importanza situato ai confini del territorio di V. con quello di Vallermosa. Edificato probabilmente nel se` costituito da tre templi a colo XI a.C., e pozzo, due dei quali sono costruiti in pietre di scisto molto irregolari e sono ` antichi del terzo, la cui struttura e ` piu in blocchetti di scisto squadrati. Accanto ai tre pozzi si sviluppa un villaggio nuragico di capanne circolari; gli

212

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 218

Villacidro scavi che vi sono stati effettuati hanno restituito un bronzetto di fabbricazione etrusca e altri reperti ceramici. Sono stati individuati anche alcuni siti romani tra cui Seddanus e Frontiera, dove sono state scoperte alcune tombe che hanno restituito suppellettile. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE La cittadina conserva il suo assetto tradizionale nel centro storico, con le grandi case a corte alle quali si accede da portali talvolta imponenti; di qualche interesse sono anche alcuni palazzotti ottocenteschi lungo le strade principali. L’edificio ` interessante e ` Santa Barbara, piu chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI in stile gotico-aragonese; suc` stata ristrutturata in cessivamente e diverse occasioni e dell’impianto originario rimangono pochi elementi nel campanile e nella cappella maggiore. Ha una sola navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali comunicanti tra loro con arcate e la cappella maggiore nell’area presbiteriale sopraelevata rispetto al resto della ` a botte; chiesa. La volta della navata e le cappelle laterali sono invece coperte da caratteristiche cupole emisferiche senza tamburo. All’interno la ` riccamente adorna di marmi chiesa e policromi e custodisce un reliquiario in argento del secolo XVII e un organo del 1754. Poco distante dalla chiesa, in piazza dei Mille, sorge il Lavatoio pubblico, che fu edificato nel 1893 e rappresenta il simbolo dello sviluppo urbanistico e dell’evoluzione della so` villacidrese in quegli anni. Si cieta tratta di una struttura di fattura industriale in ghisa: consta di due padiglioni a pianta quadrata raccordati da un corpo centrale; era alimentato da una fontana a tre bocche che faceva scorrere l’acqua nelle 16 vasche del corpo centrale e nelle 10 dei corpi late-

` della parrali. Sempre in prossimita rocchia sono gli Oratori. Si tratta di due piccole chiese risalenti a epoche ` dedicato alla Madiverse. Il primo e donna del Rosario, fu costruito nel se` situato accanto alla chiesa colo XVed e parrocchiale. Ha pianta quadrata coperta da una cupola a squame rosse, ` completata da verdi e oro; la facciata e un loggiato poggiante su cinque pesanti pilastri. All’interno conserva al` cuni ingenui affreschi. Attualmente e sede del Museo d’arte sacra, nel quale sono esposti argenterie, arredi, paramenti, statue e dipinti provenienti dalla parrocchia di Santa Barbara. Il ` l’oratorio delle Anime, posto secondo e di fronte alla parrocchia e addossato al Monte granatico, che risale al secolo XVI. Ha un’interessante facciata completata da una cornice a doppia inflessione armonica e semplice; all’interno custodisce un altare in legno intagliato e alcune statue, anch’esse di legno, molto antiche. Tra gli altri edifici importanti la chiesa di Sant’Antonio, costruita nel secolo XVI e successivamente ristrutturata. Nel 1769 fu dichiarata sussidiaria di Santa Barbara e in seguito eretta a seconda parrocchia di V. Ha l’impianto a una navata arricchita da cappelle laterali e dal presbi` a volta a botte. La terio, la copertura e facciata, rifatta nell’Ottocento, cul` mina con un timpano triangolare ed e affiancata da due spettacolari campanili a vela; si affaccia su una scalinata inserita in un’ampia piazza. La Ma` una chiesa dalla donna del Rosario e struttura modernissima progettata da Fernando Spada e costruita dopo il 1970. Nel 1981 fu istituita come terza ` compleparrocchia urbana; l’interno e tamente arredato con sculture, ceramiche e dipinti di Efisio Cadoni (=). Tra gli altri edifici significativi il palazzo del Seminario, costruito nel 1770

213

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 219

Villacidro dal vescovo Giuseppe Maria Pilo (=) sulle rovine di un antico palazzo sede dell’amministrazione, residenza del feudatario e destinato poi a residenza estiva del vescovo di Ales. Fu completato agli inizi del secolo XIX dal vescovo Aymerich; nel 1939 fu adibito a Seminario diocesano. All’interno conserva alcune belle sale riccamente arredate e la Cappella della Beata Vergine Madre di Dio che custodisce un bel quadro dipinto da Giovanni Marghinotti (=). La casa dello scrittore Giuseppe Dessı`, situata nel centro sto` la classica casa parico, in via Roma, e dronale degli inizi dell’Ottocento; vi si accede da un ampio portale che immette in un grande cortile attorno al quale si aprono gli ambienti della casa. Al suo interno conserva ancora alcuni cimeli della famiglia dello scrittore che V. ricorda tutti gli anni con un premio letterario di rilievo nazionale. ` un’elegante costruLa villa Todde e zione in stile liberty fatta edificare come sua residenza dal grande economista Giuseppe Todde (=). L’antico ` illustri viaggiaproprietario vi ospito tori tra i quali Gabriele d’Annunzio durante la sua breve visita in Sardegna. Di grande interesse, all’interno dell’a` il Farmamuseo, bitato, in via Roma, e costituito dalla ricostruzione ideale della farmacia Fanni dei primi del Novecento, che allinea negli antichi scaffali oggetti e apparecchiature dell’arte farmaceutica degli inizi del secolo XX. Nei dintorni dell’abitato si trova la chiesa di San Giuseppe, che fu co` conostruita nel 1744 nella localita sciuta come Villa Scema; fu distrutta da un incendio nel 1921 e ricostruita con il concorso di tutta la popolazione l’anno successivo. La chiesa di San Si` un’altra chiesa campestre sisinnio e tuata non lontano dal santuario di Mat` zanni; fu edificata nella prima meta

del secolo XVII probabilmente su un ` antico; ha una navata altro edificio piu ` e la copertura in legno. L’edificio e cinto da tre lati da un loggiato poggiante su pilastri con capitelli di foggia diversa. E infine la chiesa di San Pietro, situata sulla riva sinistra del rio Leni in regione Cuccuru Eremilis. Fu costruita nel secolo XIV e successiva` riprese. Ha mente rimaneggiata a piu l’impianto a una navata e la copertura ` conosciuta in legno a capriate. La piu delle bellezze naturali del vasto terri´n` la cascata di Sa Spe torio montano e dula, situata a breve distanza dall’abitato nel comprensorio del monte Li` una nas; formata dal rio Coxinas, e delle poche cascate sarde che conservano l’acqua anche nei mesi estivi; compie uno spettacolare balzo in una gola con pareti di trachite rosa di grande effetto e suggestione. La bellezza del luogo colpı` anche Gabriele ` dei versi che D’Annunzio e gli ispiro oggi, fissati sulla roccia con lettere di bronzo, ricordano il suo breve soggiorno a V. (= anche Ugo, Ranieri). & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le manifestazioni che testimoniano del ricco patrimonio di tradizioni e della cultura della cittadina; tra queste la festa di San Sisinnio, che si tiene la prima domenica d’agosto presso la chiesa omonima. Il culto di ` legato a una superstiquesto santo e zione antichissima, in base alla quale quando nasce un bambino il padre affigge alle porte di casa la sua immagine per impedire l’accesso alle streghe ed evitare gli influssi malefici. Ma sugge` anche la sagra delle ciliegie che stiva e si tiene, per valorizzare un prodotto tipico delle campagne, l’ultima domenica di maggio o la prima di giugno presso la chiesa di San Giuseppe, abbinata alle celebrazioni per il santo titolare. A ottobre si svolge infine il Premio

214

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 220

Villafranca d’Erice letterario intitolato a Giuseppe Dessı` (=); si tratta di un’importante manifestazione a livello nazionale, riservata alla narrativa (ma con un premio speciale spesso attribuito ad opere di poesia), che si conclude con la cerimonia di premiazione degli autori vincitori.

Villa d’Abbas Antico villaggio che sorgeva nelle campagne di Sardara, cono` nel periodo romano come sciuto gia Aquae Neapolitanae, dipendente pro` di Neapolis. Da babilmente dalla citta ` nel Mequesto piccolo centro derivo dioevo V. d’A. (Santa Maria de Is Acquas), posto ai confini tra il giudicato d’Arborea e quello di Cagliari e compreso nella curatoria di Monreale. Il villaggio era protetto dal castello di Monreale, fatto costruire nel secolo XII a difesa della curatoria omonima ed era probabilmente compreso nel giudicato di Cagliari. Quando nel 1258 il giudicato cadde, nella divisione successiva fu incluso nella porzione toccata al conte di Capraia. All’estinzione ` ai giudici della sua discendenza passo d’Arborea e fu incluso definitivamente nel giudicato. Il vecchio abitato, ritenuto insicuro, fu abbandonato dalla maggior parte della popolazione, probabilmente nel secolo XIV, per il sito dove sorge attualmente Sardara. Entro il secolo XV, comunque, anche gli ultimi abitanti si trasferirono a Sardara.

Villadauno Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria ` non determinadel Taras in localita bile. Dopo l’estinzione della dinastia ` nelle mani del Codei Visconti passo mune di Pisa, che lo fece amministrare da propri funzionari. Subito dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae, ma i suoi abitanti continuarono a combattere contro gli invasori. Nel 1330 fu investito dalle truppe di Raimondo Cardona e

gravemente danneggiato. Pochi anni ` completamente. dopo si spopolo

Villa de Archiepiscopo Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Sorgeva nelle vicinanze dello stagno di Colostrai. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae, tro ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile nei confronti dei nuovi arrivati e favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa di questo stato di tensione continuo e co` a spopolarsi. Nel 1354 fu conmincio ` si cesso in feudo ai Dalmau, che pero estinsero nel 1362; l’anno dopo il villaggio venne concesso ai Carroz, che lo unirono al loro grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea il villaggio fu occupato dalle truppe arborensi e in pochi anni si spo` completamente. polo

Villafranca d’Erice Antico villaggio di origine medioevale, nelle campagne di Osilo. Faceva parte del giudicato di Torres, incluso nella curatoria del ` Montes. Agli inizi del secolo XIII entro a far parte dei territori che per matrimonio vennero in possesso dei Malaspina. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale il villaggio fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio feudale al re d’Aragona. Rimase in loro possesso fino al 1353, quando fu loro sequestrato definitivamente. Negli anni seguenti

215

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 221

Villaggi nuragici appartenne al re, ma nel 1361 fu concesso in feudo a Berengario Esparech. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, nel 1366 fu occupato dalle truppe giudicali che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Con ` , il villaggio si spopolo ` gli anni, pero completamente e prima della fine del secolo XIV scomparve.

Villaggi nuragici – Su Nuraxi a Barumini.

Villaggi nuragici Agglomerati di capanne nelle quali le popolazioni nuragiche vivevano fuori dal nuraghe. Allo stato attuale delle nostre informazioni si conoscono circa 500 villaggi, di cui 400 sono concentrati nel Nuorese e gli altri sparsi nel restante territorio del` , il loro nul’isola. Probabilmente, pero ` piu ` elevato e molti attendono mero e ancora di essere portati in luce da appositi scavi. Sono costituiti da un numero variabile di capanne (da un minimo di 40 a un massimo di 200), quasi sempre circolari, e potevano ospitare dai 90 ai 1000 individui. Prevalentemente situati tra i 200 m e i 700 m di altitudine, sono disposti in posizioni facilmente difendibili: abbastanza spesso il villaggio sorge in stretta connessione con un nuraghe che ha chiaramente funzioni difensive per i suoi abitanti. Nei v.n. ascrivibili alle ultime ` nurafasi di evoluzione della civilta gica possono comparire al loro interno o alla loro periferia elementi partico-

lari in funzione di culto come pozzi sacri o tempietti; spesso vi compaiono anche edifici dedicati al culto dei morti come le Tombe di giganti. Gli agglomerati di capanne non sono disposti secondo un disegno organico che faccia pensare a uno sviluppo urbanistico definito: essi sono piuttosto un insieme di diversi gruppi di capanne, ciascuno dei quali forma un isolato e si affaccia su uno spazio centrale. I vari isolati, ` , sono mal collegati tra loro e pero spesso disposti in modo molto discontinuo, per cui manca un centro di raccolta comune per tutti i gruppi che costituiscono il villaggio. Questa disposizione fa pensare che la struttura che dava vita ai vari villaggi fosse costituita da gruppi di famiglie distinti tra loro, ciascun gruppo familiare abitante in uno degli isolati che costituivano il vil` conosciuti sono: Allaggio. I v.n. piu ghero (Nuraghe Palmavera); Arbus: Bidda Erdi, Bidda Sciarpa, Bidda Zei; Arzana (Ruinas); Barumini (Su Nuraxi); Cabras (Su Muru Mannu); Dorgali (Cala Gonone, Nuraghe Arvu, Serra Orrios, Tiscali); Gergei (Su Iriu); Gesturi (Brunku Madugui); Gonnesa (Serucci); Lanusei (Seleni); Las Plassas (Medesas); Monastir (Monte Olladiri, Monte Zara); Muros (Sa Turricola); Nuoro (Noddule); Oliena (Sedda Sos Crastos); Orroli (Su Putzu); Sardara (Santa Anastasia); Sarroch (Monte Arrubiu); Serri (Santa Vittoria); Teti (Abini, S’Urbale); Torralba (Santu Antine); Villanova Strisaili (Pira Onni).

Villagrande Strisaili Comune della provincia dell’Ogliastra, compreso nel` montana, con 3697 abil’XI Comunita tanti (al 2004), posto a 700 m sul livello del mare sul versante orientale del massiccio del Gennargentu. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale,

216

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 222

Villagrande Strisaili di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 210,80 km2, comprese le frazioni di Villanova Strisaili e di Flumendosa Primo Salto, e confina a nord con Fonni e Orgosolo, a est con Talana, Lotzorai, Girasole ed Elini, a sud con Arzana e a ovest con Desulo. Si tratta di un territorio montano, che va da quote piuttosto basse, al confine con i comuni costieri, sino alle parti ` alte del Gennargentu. Il maggior piu ` il Flumendosa, che corso d’acqua e nei pressi della frazione di Villanova Strisaili forma il Lago Alto, il primo dei laghi artificiali ricavati lungo il suo corso. Il paese si trova 4 km a oriente della direttissima Nuoro-Lanusei; vi si collega con una strada secondaria che continua per poi dividersi in due bracci, uno diretto a nord, per Talana, l’altro a sud-est, per Tortolı`. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche di ` prenuragica e di eta ` nuragica rifeeta ribili all’intero arco della sua evolu` essere identificato zione, tanto che puo come una delle zone in cui maggior` la resistenza della cimente si verifico ` nuragica a influssi esterni fino al vilta periodo romano, quando apparteneva ` dei Rubrensi. L’attuale cenalla tribu ` nel Medioevo, secondo tro si sviluppo una leggenda attorno a tre ovili (tres ailes); appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria dell’Ogliastra. Quando nel 1257, dopo il crollo del giudicato di Cagliari, il suo territorio fu smembrato, V.S. fu incluso nei territori toccati ai Visconti e unito al giudicato di Gallura. Una volta estinta questa famiglia, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel feudo concesso a Berengario Carroz e ` a far parte della contea nel 1363 entro

di Quirra. Subito dopo, quando ebbe inizio la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono col giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di San` luri, caduta l’Arborea, il villaggio torno in possesso dei Bertran Carroz; nei se` da questi ultimi ai coli successivi passo ` e infine Centelles, ai Borgia, ai Catala agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provin` a far cia di Lanusei; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la rapida schedatura di Vittorio Angius: «Villagrande Estrisaili o Strisaili; comune della Sardegna nel mandamento e nella provincia di Lanusei, dal cui intendente dipende; trovasi compreso nella diocesi d’Ogliastra; va soggetto alla giurisdizione del tribu` nale di prima cognizione di Lanusei; e compreso nel distretto esattoriale ` ; e per l’insinuazione della stessa citta nella tappa di Tortolı`. V.S. sta nel Capo ` . Quedi Cagliari, a greco di questa citta sto comune ha 225 case; 263 famiglie; e 1114 abitanti. I prodotti territoriali ne ` , grano, orzo, lesono in poca quantita gumi, lino, uve ed ortaggi. Villagrande era compresa nell’Incontrada, e nel Judicato di Ogliastra; e facea parte della ` diocesi di Cagliari». Nel 1859 V.S. entro a far parte della ricostituita provincia di Cagliari; quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, V.S. fu compreso nel suo territorio. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, suini, bovini ed equini; e l’agricoltura, in particolare l’olivicoltura, la viticoltura e la frutticoltura. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una di` industriale nel settore screta attivita alimentare e in quelli della produzione dell’energia elettrica e dell’edi-

217

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 223

Villagrande Strisaili ` scarsamente sviluppata la rete lizia. E di distribuzione commerciale. Vi operano anche due alberghi con 27 posti letto, due aziende agrituristiche con ` la pos12 posti letto e un ristorante; vi e ` di praticare il turismo equesibilita ` stre. Artigianato. Antica e rinomata e la produzione di prosciutti. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V.S. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, guardia medica, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale.

Villagrande Strisaili – Veduta del centro abitato.

& DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3758 unita di cui stranieri 6; maschi 1884; femmine 1874; famiglie 1275. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale ` della popolazione, con morti stabilita per anno 35 e nati 31; cancellati dall’anagrafe 45 e nuovi iscritti 54. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 335 in migliaia di lire; versamenti ICI 844; aziende agricole 676; imprese commerciali 159; esercizi pubblici 19; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 58; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 941; disoccupati 145; inoccupati 303; laureati 85; diplomati 488; con licenza media 1128; con licenza elemen-

tare 1101; analfabeti 84; automezzi circolanti 1461; abbonamenti TV 851. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze che do` dell’insediacumentano la continuita mento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A questo periodo appartengono un dolmen in regione Tetti, un menhir sul colle Abbruxiau e le domus de janas di Su Stampu e di Cuili Bruxiau. Al periodo nuragico risalgono i nuraghi Arrubiu, Biddedenu, Giuoro, ´ , Lotzoracesus, MarruGoorgio, Istoge scu, Nieddu, Niu Abila, Orgi, Orezi, Ortu, Ortuntaccu, Palancaddu, Pauli Costi, Pira Onna, Sa Conca, Scala, Serra ’e Trocculu e Canargiu, Su Pradu, Surzase, Su Stampu, Zoppia. Allo stesso periodo risalgono le Tombe di giganti di Serra Curcara e di Lotzoracesus e i villaggi nuragici di Monte ` Giuoro. Tra tutti di grande interesse e il nuraghe Serra ’e Trocculu, del tipo a ` antica corridoio, risalente alla fase piu ` nuragica. Di grande imdella civilta ` anche il tempio a megaron portanza e di Porcu Abba che ha le stesse caratteristiche di altri che sorgono nel territorio circostante, tra cui quello conosciuto come Domo de Argia. Di grande ` il deposito di Sa Carcainteresse e redda che conservava numerosi bronzi votivi. Altro sito di grande suggestione ` quello di S’Arcu ’e Is Forros, tempio e ` nuragico situato nell’omonima localita a pochi chilometri dall’abitato. Si tratta di una costruzione a pianta rettangolare, oggetto qualche anno fa di alcuni scavi archeologici esplorativi; di notevoli dimensioni, 15 x 5 m, al suo interno conserva quattro celle rettangolari comunicanti tra loro. La sua struttura piuttosto singolare attende ` apdi essere studiata in maniera piu profondita. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il villaggio conserva il

218

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 224

Villagreca suo assetto tradizionale, lungo strade tortuose si affacciano grandi case in pietra, tipiche della montagna, addossate le une alle altre e incastonate entro rilievi di granito rossastro di grande effetto. L’edificio di maggior ` la chiesa di San Gabriele Arpregio e cangelo, parrocchiale costruita a fine Settecento per ordine dell’arcivescovo di Cagliari Vittorio Melano di Portula. L’edificio, in forme neoclassiche, ha una pianta a tre navate e la copertura con volta a botte. La facciata ha due lesene laterali che incorniciano il bel portale in bronzo realizzato nel 1988 ` sormondallo scultore Ugo Centi, ed e tata da un timpano. All’interno custodisce alcune statue lignee di scuola napoletana del Settecento e alcune argenterie di scuola cagliaritana del secolo XVI, e la bellissima pala d’altare dell’Annunciazione realizzata da Anto` ricco di luoghi nio Mura. Il territorio e di particolare bellezza tra cui il parco di Santa Barbara, bosco di querce che si trova a circa 4 km dall’abitato: vi si possono ammirare numerosi esemplari di quercia vecchi di molti secoli. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste caratteristiche conservano le antiche tradizioni del villaggio; tra queste quelle in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano che si svolgono rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 gennaio; entrambe culminano con l’accensione in piazza di un grande ` alla presenza della popolazione falo ` che balla. Altra festa tradizionale e quella di Santa Barbara, che si svolge nell’omonimo parco la seconda domenica di luglio. La statua della santa viene trasportata su un carro intarsiato e dorato, trainato da un giogo di buoi dal villaggio al parco e vi rimane per tutto il periodo dei festeggiamenti che prevedono numerosi spettacoli di danza e di canto tradizionale.

Villagreca Centro abitato della provincia di Cagliari, frazione di Nuraminis (da cui dista 2 km), con circa 250 abitanti, posto a 102 m sul livello del mare a nord-ovest del comune capoluogo, lungo la superstrada Cagliari-Sassari. Regione storica: Nuraminis. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito a ovest dalla piana campidanese, fertile e ricca di acque, e a est dalle prime propaggini dei rilievi della Trexenta. A ovest della frazione scorre il rio Malu, affluente di sinistra del rio Mannu di Cagliari. Le comunicazioni sono assicurate dalla superstrada, che anzi passa sin troppo vicino all’abitato, tanto da rappresentare un pericolo. & STORIA Il territorio circostante conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma l’at` di origine altomedioetuale villaggio e vale. Appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Nuraminis. Dopo che nel 1257 il giudicato cadde, nella divisione che seguı` fu incluso nella porzione toccata al conte ` a far definitivadi Capraia ed entro mente parte del giudicato d’Arborea. Dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Rambaldo de Mur i cui discendenti, nel 1331, lo cedettero a Raimondo Cardona, alla cui morte, avvenuta nel 1337, fu venduto ad Andrea Sanjust. Nei decenni successivi il villaggio subı` danni durante l’epidemia di peste del 1348 e durante la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, e la popolazione diminuı` sensibilmente. Nel 1355 comunque fu in grado di mandare propri rappresentanti al Parlamento celebrato da Pietro IV; in seguito, poco dopo l’inizio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea che lo tennero fino alla battaglia di Sanluri. Da quel momento il

219

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 225

Villa Jaca ` in possesso dei Sanjust villaggio torno e vi rimase ininterrottamente fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia. La sua popolazione, che nel 1821 era di 259 abi` tanti, nei decenni successivi continuo a calare e nel 1871 il villaggio fu aggregato come frazione a Nuraminis. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, suini e bovini. Negli ultimi decenni si sta svi` induluppando una modesta attivita striale nei settori agro-alimentare e ` scarsamente sviluppata la edile. E ` rete di distribuzione commerciale. V. e collegato da autolinee agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il mo` importante del suo patrinumento piu ` il protonuraghe monio archeologico e di Sa Corona. Si tratta di un edificio situato sull’altipiano vicino all’abitato, che nelle sue forme anticipa il nura` costituito da una torre rotonda ghe; e con una camera circolare senza la cu` contiguo al villaggio pola a tholos ed e di Santa Maria, riconducibile alla cultura di Monte Claro. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro abitato ha conservato alcune case costruite con mattoni di ` diri). L’edificio piu ` signiterra cruda (la ` la chiesa di San Vito, parrocficativo e chiale costruita nel secolo XVI in stile gotico-aragonese e completamente ristrutturata nel secolo XVIII. Attualmente ha una facciata in stile barocchetto piemontese, mentre il presbiterio ha conservato le originali forme gotico-catalane. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La

terza domenica di maggio nella chiesa di San Vito si svolge la festa del santo che risale al secolo XVII e sarebbe stata spostata a questa data dal 15 giugno per ringraziarlo di un miracolo compiuto. La tradizione infatti narra di un fuoco inavvertitamente acceso da un pellegrino che non fu in grado di controllarlo e che il santo avrebbe spento miracolosamente prima che si propagasse ai campi di grano che a quella data erano pronti per la mietitura. Le manifestazioni si protraggono per due giorni.

Villa Jaca Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Monreale. Sorgeva in prossi` di Arbus. Quando nel 1258 il giumita dicato cadde, nella divisione che seguı` fu incluso nella porzione toccata al conte di Capraia. All’estinzione della ` a far parte defisua discendenza entro nitivamente del giudicato d’Arborea, ma divenne teatro delle continue guerre del secolo XIV e la sua popola` diminuendo; entro la fine zione ando del secolo scomparve completamente.

Villa Josso Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia procedettero a una divisione tra ` al ramo del conte Ugolino. loro, tocco Dopo la tragica morte del conte i suoi figli, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII pertanto V.J. fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro parte del Regnum Sardiniae ma si spo` completamente in pochi anni. polo

220

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 226

Villamajore de Ponte

Villalonga Antico villaggio di origini punico-romane, situato tra Nuraxinieddu e Siamaggiore. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Arborea, compreso nella curatoria del Campidano Maggiore. Caduto il giudicato, nel 1410 fu incluso nei territori che costituirono il marchesato di Oristano concesso a Leonardo Cubello. Nei secoli successivi il villaggio condivise le vicende del grande feudo e quando questo fu confiscato a Leonardo Alagon, dal 1479 fu amministrato direttamente da funzionari reali. Nel corso ` in crisi e fu abdel secolo XVII entro bandonato dai suoi abitanti, che si rifugiarono a Solarussa. I loro discendenti mantennero viva la memoria dell’antico abitato e nel secolo XVIII tentarono, ma senza successo, di farlo rivivere.

Villama Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca, e quando alcuni anni dopo fu fatta la divisione tra i due ` al ramo del rami della famiglia, tocco conte Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae ma si ` completamente e se ne perse spopolo la memoria.

Villamaggiore Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Gallura, incluso nella curatoria del Fundimonte. Era situato nelle campagne di Telti. Dopo l’estinzione della dinastia dei Visconti, il vil-

laggio venne amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Subito ` a dopo la conquista aragonese entro far parte del Regnum Sardiniae e fu incluso nel grande feudo concesso a Be` dopo rengario Anglesola, al quale pero pochi anni fu sequestrato per debiti e venduto all’asta. Nel 1331 il villaggio fu restituito alla figlia dell’Anglesola e a suo marito Bernardo Senesterra; i suoi abitanti, comunque, continuarono a mantenersi ostili e presero parte alla ´ guerra tra Genova e Aragona. Poiche la situazione non accennava a normalizzarsi, nel 1343 i Senesterra cedettero il villaggio e una parte del Fundimonte a Giovanni d’Arborea (=) che nel 1347 lo unı` al suo feudo di Terranova. Le vicende dell’infelice principe arborense provocarono nuovi gravi danni. A partire dal 1353 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea ed ` del secolo si spoentro la seconda meta ` completamente. polo

Villamajore de Ponte Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Era si` di San Priamo. tuato in prossimita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese, i suoi abitanti favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia: il villaggio soffrı` a causa di questo stato di tensione continuo e co` a spopolarsi. Nel 1353 fu conmincio cesso in feudo a Berengario Carroz, che lo unı` al suo grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e ` occupato dalle truppe Arborea fu pero

221

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 227

Villamar ` arborensi e in pochi anni si spopolo completamente.

Villamar – Chiesa di San Pietro.

Villamar Comune della provincia del Medio Campidano, sede del Comprensorio n. 25, con 2960 abitanti (al 2004), posto a 108 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord-est di San` in V. l’antico nome luri. Nel 1857 cambo di Mara Arbarei. Regione storica: Marmilla. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 38,64 km2, compresa la frazione di Sa Staillada, e confina a nord con Pauli Arbarei e Las Plassas, a est con Villanovafranca e Guasila, a sud con Segariu e Furtei e a ovest con Sanluri e Lunamatrona. Il paese si trova nella vallata del rio Mannu di Cagliari, che costituisce la parte centrale del territorio, mentre a oriente e a occidente si levano le colline modeste e arrotondate tipiche di questa parte dell’isola. V. si trova lungo la S.S. 197, che partendo dalla superstrada CagliariSassari, nei presi di Sanluri, si dirige verso Nurallao; in questo punto se ne distaccano due deviazioni, una a sud per Segariu, una a nord che attraversando la Marmilla arriva sino a Usellus. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche e fu continuativamente abitato fin dal Neo-

litico finale. L’attuale villaggio deriva da un centro punico-romano documentato nell’attuale rione attorno alla chiesa di San Pietro; nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla di cui era capoluogo. La sua posizione strategica, al confine col giudicato di Cagliari, indusse il giudice a costruirvi una residenza e la fortezza di Cuccuru Casteddu oggi distrutta. Nel corso delle guerre che tormentarono l’isola durante il secolo XIV, data la sua posizione, V. subı` gravi danni. Dopo la battaglia di Sanluri il villaggio, nel 1409, fu concesso in feudo a Gherardo Dedoni (=) i cui discendenti, caricatisi di debiti, nel 1480 non riuscirono a evitare che V. venisse venduto all’asta e acquistato da Pietro Aymerich (=). Da questo momento il villaggio rimase agli Aymerich fino al riscatto dei feudi nel 1838; essi lo predilessero come luogo di periodica residenza per la quale adattarono l’antica fortezza giudicale oggi scomparsa (al suo posto oggi sorgono le scuole elementari). Il rapporto tra gli Aymerich e gli abitanti di V. fu spesso turbato da momenti di tensione e nel 1562 essi si ribellarono una prima volta per l’eccessivo carico fiscale. Nel corso del secolo XVII, subito dopo l’elevazione del villaggio a contea, nel 1652 si ribellarono una seconda volta costringendo i feudatari a concedere nuovi Capitoli di grazia (=). Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari. Vittorio Angius ci ha lasciato questo ricordo: «Popolazione. Si notarono nel 1830 anime 1695, nell’anno seguente 1743, nel prossimo 1849, e nel 1838 giungevano a 1931. Le famiglie erano 421, e distinguevasi tutti i maresi in maggiori di anni 20, maschi 711, femmine 655, e in minori maschi 213, femmine 252.

222

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 228

Villamar ` stabilita in Mara la scuola Istruzione. E primaria, alla quale concorrono non ` di venti fanciulli quando sono piu ` questo numero de’ molti. Che parte e 110 giovinetti che vi potrebbero studiare, non essendo ancora idonei al lavoro? Agricoltura. I terreni di Mara sono in gran parte di prima forza, e coltivati studiosamente producono tanto, se la stagione favorisca, che bene siano compensati i lavori. Si sogliono annualmente seminare starelli di grano 3100, d’orzo 600, di fave 500, di altri legumi 200. Il grano moltiplica comunemente al 16, l’orzo al 20, le fave al 12. ` L’orticoltura, come permette il luogo, e molto estesa e vedesi in tutte le specie ` una superba vegetazione. Il granone e poco curato; invece studiasi sopra il zafferano che viene ottimo e in tanta copia, che sia non il menomo articolo delle decime. Di lino se ne coltiva quanto domandano i particolari bisogni delle famiglie. Anche le viti prosperano, e si fa una grossa vendemmia, ´ spesso non minore di quartieri perche cagliaritani 100 mila. Tra’ vini gentili ` meritatamente riputata. la malvagia e Come accade ne’ paesi di clima umido e di aria malsana, consumasi in Mara molto vino, e amansi pure i liquori. L’acquavite che danno i lambicchi del ` una piccola parte della quanpaese e ` che abbisogna: i villacidresi provtita vedono al resto. Pastorizia. Si avranno buoi per l’agricoltura 740, majali 250, ´ quasi giumenti 415, cavalli 230, perche ogni agricoltore ha il suo e ben pa` nelle sole sciuto. Il bestiame rude e due specie, la vaccina e la pecorina. In due armenti saranno vacche 160, e ne’ vari segni di pecore capi 1500. Il be` ben nutrito con paglia, stiame domito e ` non appare cosı` fave ed orzo, e pero degenerato come in altre regioni, dove si lascia alla Provvidenza la cura di ali` a far parte mentarli». Nel 1859 V. entro

della ricostituita provincia di Cagliari. Due anni prima aveva abbandonato il nome di Mara Arbarei e assunto la denominazione attuale. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini ed equini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in ` suffiquello dei materiali edilizi. E cientemente organizzata la rete di di` stribuzione commerciale. Servizi. V. e collegato da autolinee agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3020 unita di cui stranieri 4; maschi 1504; femmine 1516; famiglie 979. La tendenza complessiva rivelava una netta diminuzione della popolazione, con morti per anno 24 e nati 20; cancellati dall’anagrafe 64 e nuovi iscritti 33. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 824 in migliaia di lire; versamenti ICI 806; aziende agricole 283; imprese commerciali 167; esercizi pubblici 15; esercizi al dettaglio 40; ambulanti 10. Tra gli indicatori sociali: occupati 849; disoccupati 123; inoccupati 168; laureati 32; diplomati 226; con licenza media 993; con licenza elementare 904; analfabeti 165; automezzi circolanti 962; abbonamenti TV 750. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico tra cui i nuraghi Bruncu Sa Figu, Ceni, Faurras, Murtaxiu, Rio

223

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 229

Villamar Lixi, Sa Domu ’e S’Orcu, Riulixi. Tra ` interessante e ` quello di questi il piu Murtaxiu, polilobato, situato nella lo` omonima a qualche chilometro calita dall’abitato. L’edificio fu ristrutturato ` punica; recenti scavi e utilizzato in eta condotti entro il suo recinto hanno restituito ceramica attica a vernice nera ` del secolo V a.C. Di grande interesse e anche una necropoli punico-romana ` venuta alla luce alcuni anni fa in che e pieno centro abitato e che attende di essere scavata completamente. Sono stati individuati anche alcuni piccoli centri di origine romana sparsi nel territorio. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva un impianto urbanistico di grande interesse; lungo le sue strade si affacciano tradizionali case a corte costruite in mattoni ` diri) e pretenziosi padi terra cruda (la lazzotti ottocenteschi. Molti gli edifici di rilievo: tra questi la chiesa di San Giovanni Battista, parrocchiale fatta costruire nel secolo XIII in forme romaniche; fu completamente ricostruita nel secolo XVI in forme goticocatalane che pure hanno conservato qualche elemento che permette di risalire al primitivo impianto. L’interno ` a una navata nella quale si affacciano e alcune cappelle laterali e il presbite` in legno rio; la copertura della navata e sorretta da archi a tutto sesto, quella del presbiterio e delle cappelle laterali a volta stellare con elementi go` consertico-catalani. Nel presbiterio e vato un magnifico retablo di Pietro Cavaro del 1518: commissionato dagli Aymerich, raffigura scene della vita del ` completato Cristo e di alcuni santi ed e da una mirabile cornice gotica intagliata. Vicino dalla parrocchia sorge Santa Maria di Antiochia, chiesa medioevale (Sa cresia de Antocha). Ha l’impianto a una navata e la facciata

del tipo a capanna completata da un campaniletto a vela. Fu testimone di momenti importanti della vita del villaggio ed era particolarmente cara agli Aymerich. Prospiciente la grande piazza della parrocchia sorgeva nel lontano passato il castello, che era stato fatto costruire dai giudici d’Arborea probabilmente nel corso del secolo XI per difendere i confini meridionali del giudicato e per controllare una delle grandi vie di accesso alle zone interne. In seguito il castello divenne residenza giudicale e probabilmente fu danneggiato durante le guerre tra Aragona e Arborea nel corso del secolo XIV; era comunque ancora in piedi quando il villaggio fu concesso a Giordano de Toulon. Dopo la caduta del giudicato perse la sua importanza e divenne sede dell’amministrazione feudale decadendo rapidamente. Dopo l’abolizione dei feudi, nell’area prospiciente la chiesa parrocchiale era ancora possibile vedere gli imponenti resti del castello che inopinatamente furono distrutti dopo il 1950 per lasciar posto al moderno edificio delle scuole elementari. Rimane ancora nella memoria popolare la denominazione Cuccuru ’e Casteddu che designa l’area dove sorgeva; e i resti di una possente muraglia alla base della scarpata che sorregge la scuola potrebbero essere l’ultima traccia dell’antico maniero. ` anche la chiesa di Di grande bellezza e San Pietro, costruita nella seconda ` del secolo XIII in forme romanimeta che, con elementi che si ispirano all’arte islamica, da maestranze provenienti dalla Spagna. Ha un impianto a due navate, entrambe absidate, scandite da tre archi sorretti da pilastri; la ` in legno. La facciata ricopertura e specchia la struttura dell’interno, ha ` decodue portali partiti da lesene ed e

224

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 230

Villamassargia rata sugli spioventi da un motivo ad archetti e da un campanile a vela.

Villamar – Costume tradizionale.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Sin` la festa di San Sebastiano, che golare e si svolge il 19 e 20 gennaio in ricordo del martirio del santo; il momento cul` costituito da una sfilata di minante e giovani in costume che tengono rami d’arancio intrecciati a cerchio per ricordare che il santo fu martirizzato legato a un albero d’arancio. Subito dopo nella piazza principale si accende un ` . Altra celebrazione carica grande falo ` la festa di Santa di antiche memorie e Vitalia che si svolge il 1º ottobre e che prevede una grande processione in costume con cavalieri e carri a buoi (traccas) riccamente addobbati e si conclude con uno spettacolo di fuochi d’ar` anche il cotificio. Interessantissimo e stume. L’abbigliamento tradizionale ` di due tipi, a seconda delle femminile e ` lussuoso, desticircostanze. Quello piu ` costituito da una canato alla sposa, e &

micia di tela bianca con collo molto alto, ricamato e inamidato, e la pettina ricamata con pizzo, e da una gonna plissettata (sa unnedda) di bordatino con bordature di velluto nero. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato nero a fiori rossi o rosa (su cossu), chiuso con un legaccio di pelle. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di broccatello nero a fiori viola, guarnito di trina e pizzo. L’abbiglia` completato da uno scialle mento e nero di tibet ricamato a fiori. Il co` costistume per la vita di tutti i giorni e tuito da una camicia di tela bianca semplice e da una gonna plissettata di broccatello. Sopra la camicia si indossa il busto di terziopelo. Sopra la gonna si indossa il grembiule di broc` comcatello nero. L’abbigliamento e pletato da uno scialle di tibet nero a fiori. L’abbigliamento tradizionale ma` costituito da una camicia di schile e tela bianca (sa camisolla) con collo basso guarnito di pizzi e maniche molto ampie, e dai calzoni di tela bianca (is carzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su cropettu) di velluto nero guarnito di trina dorata al collo e alle tasche; e un mantello nero ` comcon cappuccio. L’abbigliamento e pletato dalla berritta di panno nero.

Villamassargia Comune della provincia di Carbonia-Iglesias, compreso ` montana, con nella XIX Comunita 3713 abitanti (al 2004), posto a 121 m sul livello del mare 10 km a sud-est di Iglesias. Regione storica: Cixerri. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 91,47 km2, compresa la frazione Ferrovie dello Stato, confina a nord con Domusnovas e Musei, a est con Siliqua, a sud con Narcao e a ovest con Iglesias. Il paese si trova nella vallata del Cixerri, che costituisce la parte

225

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 231

Villamassargia settentrionale del territorio; quella ` occupata dalle prime meridionale e propaggini dei rilievi dell’Iglesiente. Il paese si trova lungo una strada che seguendo la valle unisce la super` unito strada 131 con Carbonia, ma e con una bretella anche alla superstrada 130 Cagliari-Iglesias, che passa a 4 km di distanza. Una strada secondaria crea un collegamento diretto con Iglesias, mentre la stazione ferrovia`a ria, lungo la linea Cagliari-Iglesias, e 2 km, in comune con Domusnovas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal periodo nuragico, che do` della precumentano la continuita senza dell’uomo. Il villaggio attuale ha origini medioevali, appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Sigerro. Caduto il giudicato di Cagliari, nella divisione del 1257 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e quando i due rami della famiglia fecero un’ulteriore ` al ramo del divisione tra loro tocco conte Ugolino. Rendendosi conto della sua posizione strategica a custodia del bacino minerario, essi fecero costruire il castello di Gioiosaguardia che domina il territorio circostante e cinsero il villaggio di mura di cui oggi si individuano pochi resti. I figli del conte, per vendicarne la morte, alla fine del secolo XIII mossero guerra al Comune di ` sconfitti e persero Pisa; furono pero tutto: da allora V. fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese il villaggio e il castello entrarono a far parte del Regnum Sardiniae; nel castello di Gioiosaguardia fu stanziata una guarnigione reale, il villaggio invece fu riconosciuto come feudo di Ranieri e Bonifacio della Gherardesca ` del ramo dei Donoratico, che pero poco ne godettero. Terminata la se-

conda guerra con Pisa, nel 1326 infatti il villaggio fu loro confiscato e riconosciuto come feudo a Pietro de Ac ¸en; il ` incastello di Gioiosaguardia passo vece sotto la diretta amministrazione reale. Nei decenni successivi i suoi abitanti ebbero rapporti difficili con il feudatario e nel 1348 furono decimati dalla peste. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV si ribellarono, il castello invece rimase in possesso della Corona; in questa situazione il villaggio fu al centro delle operazioni militari e subı` gravi danni. Nel 1355 gli abitanti mandarono i loro rappresentanti al parlamento di Pietro IV celebrato a Cagliari. Negli anni succes` la seconda guerra sivi, quando scoppio tra Pietro IV e Mariano IV, i De Ac ¸en persero il controllo di V. che fu occupato da truppe arborensi e subı` altri gravissimi danni. Quando nel 1409, con la battaglia di Sanluri, la guerra ebbe termine V., gravemente danneggiato, fu reso all’ultimo De Ac ¸en, Guantino, che morı` senza discendenti nel ` il villaggio e 1424. Entro il 1432 pero tutto il territorio furono acquistati dagli Aragall che dal 1484 portarono il titolo di barone di Gioiosaguardia. Nei ` dagli Aragall secoli successivi V. passo ai Bellit, ai Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Iglesias. Nell’ambito del Dizionario ` inclusa una sintetica indel Casalis, e formazione, di cui riportiamo qualche passo significativo: «Il territorio di V., ` di starelli 99 322, si la cui superficie e estende in vaste e folte selve, popolate di ghiandiferi, che i pastori sulcitani vanno improvvidamente tratto tratto devastando con gli incendi. Nel terri` compresa la prebenda maggiore torio e (dell’arciprete) del capitolo sulcitano, che producea circa lire nuove 2500. Vi

226

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 232

Villamassargia si rinviene: trachite con cristalli d’anfibola nella collina del castello, e manganese in istato di trisossido. Presso Cabudacquas vedonsi vestigie di anti` che fonderie, ed un acquedotto che e tuttora in buono stato. Alla distanza di ` della rupe e un miglio circa da V., appie collina pittoresca dell’olivastro, sgorga una fonte detta Cabudaqua, che ha tre ` una delle otto parrocdiversi getti. V. e chie, onde componesi la diocesi di Iglesias. In occasione della festa solenne di N.D. del Pilar (dessu Pı`lai) che si celebra nella terza domenica di ottobre si tiene una fiera che dura per quattro giorni, concorrendovi molta gente da tutte le parti per godervi i soliti sollazzi del ballo e del canto, lo spettacolo della corsa dei berberi e l’incendio del gran `; catasta immensa di capannello o falo grossi tronchi che rischiara intorno le ` allegrie dei festeggianti, e dura piu ` bello il vedere gli stragiorni accesa. E nieri accorsi, quando nel triduo festivo si appressano all’ardente mucchio della brace, ed ivi in lunghi spiedi ar` o i quarti dei monrostiscono le meta toni, dei capretti, dei porchetti, degli ` piccoli. agnelli, ed intieri i corpi piu Otto giorni dopo si ripete, anche con grande concorso della gente, la festa che dicono dessu Pilaieddu». Nel 1848 ` a far parte della divisione amV. entro ministrativa di Cagliari e dal 1859, una volta ricostituita, della provincia omonima. Nella recente ristrutturazione del sistema provinciale della Sarde` risultato compreso nella provingna, e cia di Carbonia-Iglesias. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’orticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini, equini e pollame. Negli ultimi decenni ` insi sta sviluppando anche l’attivita

dustriale nei settori alimentare, lattiero-caseario, tessile, metallurgico, edilizio e della lavorazione del legno. ` sufficientemente organizzata la rete E di distribuzione commerciale. Vi ope` rano anche due ristoranti. Servizi. V. e collegato da autolinee e dalla ferrovia ` doagli altri centri della provincia. E tato di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto professionale agrario), sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 3803 unita di cui stranieri 10; maschi 1912; femmine 1891; famiglie 1233. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 17 e nati 21; cancellati dall’anagrafe 89 e nuovi iscritti 57. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 194 in migliaia di lire; versamenti ICI 1200; aziende agricole 245; imprese commerciali 174; esercizi pubblici 15; esercizi all’ingrosso 5; esercizi al dettaglio 52; ambulanti 15. Tra gli indicatori sociali: occupati 1081; disoccupati 144; inoccupati 216; laureati 36; diplomati 337; con licenza media 1151; con licenza elementare 1242; analfabeti 149; automezzi circolanti 1370; abbonamenti TV 924. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni nuraghi, in particolare quelli di Margani, Margodi, Meloni e Monte Scorra. Nelle vicinanze del rio Cabudacquas sono inoltre i resti di un acquedotto e di alcune fonderie del periodo romano. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il tessuto urbano ha ` antico con alconservato il nucleo piu cune case a corte costruite in mattoni ` diri) che hanno al cendi terra cruda (la tro la chiesa di Santa Maria della Neve,

227

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 233

Villaminar parrocchiale edificata agli inizi del secolo XIII in forme romaniche; aveva tre navate scandite da tozzi pilastri poggianti su arcate. Alla fine del secolo i Della Gherardesca ne modificarono l’assetto sopraelevando la navata centrale, che fu coperta in legno a capriate. Un terzo intervento, nel corso ` alla modifica deldel secolo XVI, porto l’assetto interno e della facciata dell’edificio in forme gotico-catalane. Al suo interno conserva alcuni retabli lignei riccamente intagliati e dipinti e un altare ligneo del secolo XVII. Altro edifi` la chiesa di San cio di notevole pregio e Ranieri, oggi intitolata alla Vergine del Pilar; fu costruita nel 1318 da Arzocco de Garna in forme tardoromaniche. ` a una navata con copertura L’interno e in legno sorretta da archi; nel corso del secolo XVI fu modificata e attualmente presenta caratteri gotici; vi si conservano un grande dipinto sull’altare maggiore e un’acquasantiera del Seicento. Fuori dal paese, sulla cima di un colle vulcanico, si trovano i ruderi del castello di Gioiosaguardia: rimangono pochi resti della cinta e una torre molto danneggiata. Di particolare sug` il sito di Is Seddas de Andria gestione e Cannas, dove si trova la grotta di Impera Freis che si apre nel calcare pa` leozoico. Si tratta di un grande cavita profonda 50 m, un tempo ricca di concrezioni che fino a qualche anno fa erano integre. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste popolari la maggiore ` in onore della Madonna della Neve, e patrona del paese, che si celebra il 7 agosto e dura due giorni; prevede alcune manifestazioni che culminano in una spettacolare processione a cavallo. Altra importante festa si svolge in onore della Madonna del Pilar la do` vicina al 12 agosto presso la menica piu chiesetta di San Ranieri.

Villaminar, Antonio Ingegnere, atleta ` fu (Cagliari 1903-ivi 1980). In gioventu un atleta possente, e si impose in campo nazionale nel nuoto e in altre `. Dopo la laurea insegno ` per specialita alcuni anni negli Istituti tecnici ed `. ebbe anche un incarico all’Universita Combattente nella seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero in Africa; nel dopoguerra, entrato nella ` carriera dei Lavori pubblici, lavoro presso il Genio Civile di Cagliari che diresse per anni. Fu uno dei protagonisti della ricostruzione di Cagliari dopo i bombardamenti: a lui si devono il restauro della basilica di Bonaria e del convento di San Domenico e l’ampliamento delle banchine e dei moli del porto di Cagliari.

Villana Famiglia di origine pisana (secc. XIII-XIV). Imparentata con i giudici d’Arborea, probabilmente dal secolo XIII possedeva il territorio di Capoterra. Dopo la spartizione del giudicato voluta da Pisa nel 1257 essi per` del loro possedisero la disponibilita mento, che fu amministrato da funzionari del Comune. Uno dei suoi membri, `, prese parte alla spedizione delpero l’infante Alfonso e cosı` nel 1324 riuscı` a riprendere in feudo Capoterra. Suo figlio Giovanni nel 1344 cedette il feudo a Timbora di Rocaberti, moglie di Mariano IV.

Villanova1 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria di Nora. Sorgeva nelle campagne di Pula. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando i due rami della famiglia fe` cero una nuova divisione tra loro, tocco al ramo dei discendenti del conte Gherardo, i quali, poco prima dell’inizio della conquista aragonese, resero omaggio feudale al re d’Aragona, per

228

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 234

Villanova de Concas cui al termine delle operazioni militari riuscirono a conservare in feudo una parte del territorio della curatoria con ` , scoppiata la prima V. Quando pero guerra tra Mariano IV e Pietro IV, l’ultimo di essi, conte Gherardo II, fu accusato di tradimento, il villaggio fu sequestrato e quindi concesso al sardo ` ebbe dei Marciseto Dardo. Egli pero contrasti con Emanuele de Entenc ¸a, signore di Nora, per questioni che ri´i guardavano la giurisdizione. Poiche contrasti non si sanavano, nel 1362 Marciseto Dardo cedette il villaggio a Emanuele de Entenc ¸a. In seguito subı` notevoli danni durante la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV e ` prima della fine del secolo si spopolo completamente.

Villanova2 Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Monteleone. Sorgeva nelle campagne di Siligo. A partire dal secolo XII il villaggio fece parte dei territori pervenuti ai Doria in seguito a matrimoni con principesse della casa giudicale di Torres. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu incluso nel piccolo stato che essi costituirono nella parte nord-occidentale dell’isola. Avendo essi prestato omaggio al re d’Aragona, ` a far subito dopo la conquista entro ` nel parte del Regnum Sardiniae; pero 1325 i Doria si ribellarono e il villaggio divenne uno dei capisaldi del loro sistema difensivo. Data la sua posizione, divenne teatro delle continue guerre che nel corso del secolo XIV furono combattute tra Aragona e Doria, per cui la sua popolazione diminuı` progressivamente e prima della fine del secolo scomparve.

Villanova, Giacomo Religioso (Ca` sec. XIV-Ales gliari, seconda meta 1439). Vescovo di Ales dal 1425 al 1439. Entrato nell’ordine dei Francescani,

fu ordinato sacerdote e si pose in evi` . Era denza per le sue grandi qualita priore della provincia quando nel 1425 fu nominato da Martino V vescovo di Ales. Uomo di grande prudenza, nel 1435 fu incaricato da papa Eugenio IV di dirimere il contrasto tra il vescovo di Santa Giusta e il marchese di Oristano.

Villanova de Castiades Antico villaggio di probabile origine romana, situato lungo la strada Carales-Sarcapos. Nel Medioevo fece parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Colostrai. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Visconti e quindi annesso al giudicato di Gallura. All’estinzione della famiglia, alla fine del secolo XIII, fu amministrato dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu incluso nel Regnum Sardiniae e concesso in feudo a Bernardo Dalmau, ma i suoi abitanti mantennero un atteggiamento ostile nei confronti dei nuovi signori e favorirono le scorrerie di bande di pastori provenienti dall’Ogliastra e dalla Barbagia. Negli anni successivi il villaggio soffrı` a causa di questo stato di ten` a spoposione continuo e comincio larsi: nel 1362 era quasi deserto. L’anno dopo venne concesso ai Carroz, che lo unirono al loro grande feudo. Scoppiata la seconda guerra tra Aragona e Arborea, fu occupato dalle truppe arborensi e in pochi anni si spo` completamente. polo

Villanova de Concas Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Sorgeva sulle rive del Cixerri in prossi` del castello di Acquafredda. mita Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando si procedette

229

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 235

Villanova de Sirussi a una nuova divisione tra i due rami ` al ramo del conte della famiglia, tocco Ugolino. I Della Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. de C. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese en` a far parte del Regnum Sardiniae e tro nel 1324 fu affidato all’amministrazione del castellano di Acquafredda, al quale i suoi abitanti avrebbero dovuto pagare il feudo per provvedere al sostentamento della guarnigione. Per questo motivo gli abitanti lo abbandonarono e prima del 1348 era completamente scomparso.

Villanova de Sirussi Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Era situato tra Villaspeciosa e Siliqua in lo` San Giovanni. Dopo la caduta del calita giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca. Quando, alcuni anni dopo, si procedette a una nuova divisione tra i due rami della famiglia, ` al ramo del conte Ugolino. I Della tocco Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa, ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, V. de S. prese a essere amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo ` a far la conquista aragonese entro ´ parte del Regnum Sardiniae; poiche era situato vicino a Villanova de Concas, nel 1324 anche questo villaggio fu affidato all’amministrazione del castellano di Acquafredda. I suoi abitanti furono tenuti a pagare il feudo per provvedere al mantenimento della guarnigione del castello e pertanto la-

sciarono rapidamente il villaggio, che ` prima del 1348 era completamente gia spopolato.

Villanovaforru – Villaggio nuragico di Genna Maria.

Villanovaforru Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 700 abitanti (al 2004), posto a 310 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord di Sanluri. Regione storica: Marmilla. Diocesi di Ales-Terralba. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo rettangolare, si estende per 10,97 km2 e confina a nord con Collinas, a est con Lunamatrona, a sud con Sanluri e a ovest con Sardara. Si tratta di una regione di colline basse e arrotondate che si estendono verso oriente, mentre verso occidente vanno digradando verso la piana campidanese. Nei pressi del paese ha origine il rio Bruncu Fenugu, affluente del Mannu, che finisce negli stagni di Marceddı`. V. si trova pochi chilometri a est della superstrada Cagliari-Sassari: vi si collega con una bretella di 6 km e una di 11; altre strade interne lo collegano a Collinas a nord-ovest e a Lunamatrona a nord-est. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal Neolitico recente e fu abitato continuativamente in epoca nuragica fino al secolo VIII a.C. quando

230

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 236

Villanovaforru l’importante insediamento di Genna Maria fu distrutto; in epoca punico-romana fu realizzata sul complesso nuragico una favissa in onore di Demetra e Core, riferibile all’esistenza di un centro abitato popolato fino alla tarda an` e dal quale presumibilmente si tichita ` nel Medioevo l’attuale villagsviluppo gio che appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Nel corso del secolo XIV, dopo che gli Aragonesi si furono inse` a rimadiati in Sardegna, V. continuo nere in possesso del giudice d’Arborea ma fu spesso investito dalle operazioni militari delle guerre tra Aragona e Arborea. Caduto il giudicato, alcuni anni dopo la battaglia di Sanluri, nel 1421 il villaggio fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454 e, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg. Questi, a sua volta, lo ven` ; per far fronte dette a Pietro di Besalu ai molti debiti di cui si era caricato, il ` dovette chiedere il soccorso fiBesalu nanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire le somme avute. Il poveretto ` non fu in condizione di pagare e pero Dalmazio Carroz, senza molti scrupoli, gli tolse buona parte della Marmilla. ` a far parte della Cosı` V. dal 1477 entro contea di Quirra e nel corso dei secoli ` dai Carroz ai Centelsuccessivi passo ` e infine agli Osoles, ai Borgia ai Catala rio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili; ` a far parte della divinel 1848 entro sione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la sintetica informazione del Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna nel mandamento di Lunamatrona, nella provincia d’Isili e nella diocesi di Ales. Di-

pende dal tribunale di prima cognizione e dell’intendenza d’Isili; dall’uf` comfizio d’insinuazione di Masulla: e preso nel distretto esattoriale di Forru. Questo comune ha 120 case, 121 famiglie e 460 abitanti. V., che sta nel Capo di Cagliari, a tramontana di questa `, veniva compreso nell’incontrada citta ` a far di Marmilla». Nel 1859 V. entro parte della provincia di Cagliari. Nel periodo successivo il villaggio mantenne il carattere fondamentale di borgo agricolo; a partire dal 1960 la scoperta e gli scavi del complesso di Genna Maria hanno proiettato il villaggio nella dimensione del turismo culturale che progressivamente va modificando la sua cultura e l’assetto sociale. Nella recente ristrutturazione del si` stato stema provinciale nell’isola, e compreso nella provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando una ` industriale nei settori modesta attivita ` scaralimentare e lattiero-caseario. E samente sviluppata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 25 posti letto e un ristorante. Artigianato. Rinomata e molto ` la tradizione del ricamo degli antica e scialli e delle tovaglie, della lavorazione della ceramica e dell’intaglio del legno. Negli ultimi anni si sta sviluppando anche una particolare forma di artigianato in base alla quale vengono riprodotte suppellettili nuragiche mediante antiche tecniche di la` collegato da autolivoro. Servizi. V. e ` nee agli altri centri della provincia. E dotato di Pro Loco, medico, farmacia, scuola dell’obbligo. Possiede una Bi-

231

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 237

Villanovaforru blioteca comunale e un Museo archeologico. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 705 unita di cui stranieri 1; maschi 351; femmine 354; famiglie 265. La tendenza complessiva rivelava una sostanziale stabi` della popolazione, con morti per lita anno 7 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 6 e nuovi iscritti 9. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 183 in migliaia di lire; versamenti ICI 303; aziende agricole 136; imprese commerciali 46; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 11; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 215; disoccupati 39; inoccupati 45; laureati 6; diplomati 68; con licenza media 223; con licenza elementare 225; analfabeti 29; automezzi circolanti 238; abbonamenti TV 207. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva importanti testimonianze archeologiche, soprattutto del periodo nuragico; in particolare si tratta dei nuraghi Corti Marini, Genna Maria, Marramutta, Morisilique e Sa Lopera. Tra questi di assoluta rile` il complesso di Genna Maria, vanza e costituito da un nuraghe trilobato e da un villaggio nuragico. Al centro sta una ` del Bronzo metorre costruita nell’Eta dio (1600-1300 a.C.), racchiusa da un bastione triangolare con relativo cortile, parzialmente rinforzato da un rifascio, ai cui vertici si trovano tre torri dotate di feritoie costruite nella fase del Bronzo finale (1150 a.C.) unitamente a un antemurale esagonale con cortine murarie rettilinee rinforzato da torri (di cui quattro visibili). In vetta al colle e nello spazio tra il rifascio e l’antemurale si trova un esteso villaggio di capanne circolari, modificato radical` del Ferro con costrumente nell’Eta zioni nuove per la cui edificazione dovette abbattersi una parte dell’ante-

murale. Alcune di queste fungevano da officine fusorie (1000-900 a.C.). Il villaggio venne abbandonato nel secolo VIII a.C. probabilmente in seguito a un evento catastrofico, come lasciano supporre le tracce di incendio che sono state rinvenute. Dopo alcuni secoli il sito venne riutilizzato come luogo per il culto di Demetra e Core. Le campagne di scavo che hanno riportato alla luce l’imponente complesso hanno avuto inizio nel 1969 e si sono succedute per diversi anni. Di notevole interesse sono anche i nuraghi Corti Marini e Sa Lopera, nei pressi dei quali sono stati ritrovati i ruderi di villaggi romani che hanno restituito numerosa e varia suppellettile di ceramica e alcuni vetri. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha mantenuto l’impianto urbanistico tradizionale, conserva molte case col porticato interno (lolla) e con la corte alla quale si accede ` da grandi portali in pietra. L’abitato e disposto attorno alla chiesa di San Francesco d’Assisi, la parrocchiale costruita agli inizi del secolo XVII in forme goticheggianti; ha l’impianto a una navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali e il presbiterio sopraelevato rispetto all’aula; la co` con volte a botte. Al suo inpertura e terno conserva un altare ricco di marmi pregiati della fine del Settecento e una Via Crucis realizzata dal ceramista Claudio Pulli alcuni anni fa; il pavimento ha rivelato un complesso di undici tombe le cui lastre di copertura sono state poste in bella evidenza. ` il Museo arAltro edificio di rilievo e cheologico, ricavato nei locali dell’ex Monte granatico in piazza Parrocchia, ` una costruzione del 1892. Il museo e stato inaugurato invece nel 1982. Le ricche collezioni che documentano gli scavi e le fasi di evoluzione del monu-

232

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 238

Villanovafranca mento sono distribuite su due piani: al piano terra sono esposte collezioni di ceramiche, di bronzetti, di oggetti di pietra e gli strumenti necessari alle at` artigianali del villaggio; al piano tivita superiore i materiali del periodo pu` collegato nico e romano. Al museo e un laboratorio che sovrintende alla manutenzione delle collezioni ma so` prattutto svolge un’importante attivita ` la didattica. Degna di considerazione e chiesa di Santa Marina, chiesetta campestre costruita in stile romanico nel secolo XIII su una collina a poca distanza dall’abitato. Nel corso dei secoli subı` numerosi restauri e attualmente solo pochi elementi ricordano il primitivo impianto. Il culto fu introdotto agli inizi del secolo XVIII dagli spagnoli che portarono dalla Galizia una statua della santa. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari che conservano la memoria delle antiche tradizioni va ricordata quella di Santa Marina che si svolge il 16 luglio presso la chiesetta omonima. Per l’occasione la statua viene portata nella chiesetta dove nei tre giorni successivi si svolgono i festeggiamenti e al volgere del terzo giorno viene riaccompagnata a V. con una suggestiva fiaccolata.

Villanovafranca Comune della provincia del Medio Campidano, incluso nel Comprensorio n. 25, con 1491 abitanti (al 2004), posto a 300 m sul livello del mare una decina di chilometri a sud di Barumini e della Giara di Gesturi. Regione storica: Marmilla. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 27,46 km2 e confina a nord con Las Plassas e con Barumini, a est con Gergei, Gesico e Guasila, a sud e a ovest con Villamar. Si tratta di una regione di colline, dove alture arroton-

date di non grande altezza si alternano a tavolati; terreni per la maggior parte adatti all’agricoltura, e utilizzati da lungo tempo per la cerealicoltura. A ovest del paese scorre il rio Mannu, che si dirige a sud per gettarsi nello stagno di Cagliari. Il paese comunica attraverso una strada secondaria che funge da raccordo tra la statale 197 Sanluri-Nurallao e la 128 Centrale sarda. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo a partire dal periodo nuragico per giungere fino al periodo bizantino. Nei secoli successivi il territorio rimase disabitato, faceva parte del giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria della Marmilla. Caduto il giudicato, nel 1421 fu compreso nel grande feudo concesso a Guglielmo Raimondo Moncada ai cui discendenti fu sequestrato nel 1454 e, unitamente a buona parte della Marmilla, fu venduto all’asta a Simone Royg; questi, a sua volta, lo vendette a ` . Per far fronte ai molti Pietro di Besalu ` debiti di cui si era caricato il Besalu dovette chiedere il soccorso finanziario di suo suocero il conte di Quirra; quando questi morı`, suo cognato Dalmazio Carroz gli ingiunse di restituire ` non le somme avute. Il poveretto pero fu in condizione di pagare e Dalmazio Carroz, senza molti scrupoli, gli tolse buona parte della Marmilla lasciandogli solo Las Plassas, Barumini e il territorio circostante, dove nella seconda ` del secolo XV sorse V. ai confini meta col feudo di Villamar. Il nome del villaggio fa pensare a un insediamento nato dalla concessione di alcuni privilegi agli abitatori nel quadro delle iniziative che i feudatari negli stessi anni prendevano per vincere nei loro feudi la penuria d’uomini. In seguito il vil` nel 1539, torno ` laggio, estinti i Besalu

233

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 239

Villanovafranca al fisco; nel 1541 fu acquistato da Azore Zapata, ai cui discendenti rimase nei secoli successivi fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella ` a far provincia di Isili; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari. Di questo periodo abbiamo la sintetica informazione contenuta nel Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna nel mandamento di Barumini, nella provincia d’Isili e diocesi di Oristano. Dipende dal tribunale di prima cognizione e dall’intendenza ` compreso nella tappa d’insid’Isili; e nuazione e nel distretto esattoriale di Mandas. Questo comune ha 330 case, 337 famiglie e 1198 abitanti. Nel suo territorio scorre il rio Mannu, che ha ` no. origine nel pianoro dell’Arcida ` del secolo XVII s’introCirca la meta dussero in questo luogo i religiosi Paolotti. V., che sta nel Capo di Cagliari, a ` , veniva tramontana di questa citta compresa nella baronia di Plassas». ` a far parte della proNel 1859 V. entro vincia di Cagliari, ma di recente, nella ristrutturazione del sistema provin` stata compresa nella ciale isolano, e provincia del Medio Campidano. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e caprini. Negli ultimi decenni si sta svilup` indupando una modestissima attivita striale nel settore dell’edilizia. Modesta la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche un ristorante. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del

`, 2001 la popolazione contava 1527 unita di cui stranieri 2; maschi 762; femmine 767; famiglie 549. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 19 e nati 15; cancellati dall’anagrafe 41 e nuovi iscritti 20. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 204 in migliaia di lire; versamenti ICI 602; aziende agricole 356; imprese commerciali 77; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 27; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 409; disoccupati 58; inoccupati 67; laureati 12; diplomati 99; con licenza media 439; con licenza elementare 536; analfabeti 127; automezzi circolanti 410; abbonamenti TV 443. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze del peritorio e riodo nuragico: tra queste i nuraghi Baracca Dragonis, Launesu, Paberi, Pedru Atzeni, Pranu, Riu Stangiu, Ruinali Sa Figu, Salamai, Sergai, Su Mu` linu, Trattasi, Tuppedili. Tra tutti il piu ` il complesso di Su Muinteressante e ` recentemente dichiarata linu, localita parco archeologico del comune di V., situata a circa 1 km dall’abitato su un’altura che domina la valle del rio Mannu. Vi si trovano un imponente nuraghe e i resti di un insediamento punico-romano che dimostrano come sia stata ininterrottamente frequentata dall’uomo dal II millennio a.C. fino al secolo VII d.C. Il nuraghe, del tipo poli` lobato, fu costruito in tre fasi. Nella piu antica, risalente al II millennio a.C., fu costruito un complesso su due piani che comprende una struttura muraria, tipica dei cosiddetti ‘‘pseudonuraghi’’, di forma triangolare, al cui interno vi sono locali di forma ellittica disposti su due piani e collegati da un labirinto di gallerie. Nella seconda fase questa costruzione fu interrata, per cui figura attualmente sotto il livello del suolo, e

234

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 240

Villanovafranca fu costruito un baluardo con due torri difensive collegate al livello sottostante con dei corridoi. In una terza fase fu raccordata alle prime due torri un’imponente opera muraria difensiva con quattro torri e poderose cortine. Il ` posto in posizione dominuraghe e nante rispetto a un vasto villaggio nuragico di cui affiorano abbondanti rovine e che ha restituito ceramica nura` a essere abigica. Il villaggio continuo tato nel periodo punico, nel periodo romano e nel periodo altomedioevale, fino al secolo VII d.C. Anche il nuraghe di Tuppedili, posto su un colle lungo la ` importante; si strada per Mandas, e tratta di un nuraghe quadrilobato che attende di essere studiato completamente, e che ha restituito una gran ` di suppellettili collocabili tra quantita il periodo nuragico e il romano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con grandi case a corte abbellite dal porticato interno (lolla) e da portali di accesso in pietra. ` la chiesa di San Al centro dell’abitato e Lorenzo, parrocchiale costruita tra la fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII in forme baroccheggianti; ha l’impianto a croce latina con una sola navata completata da cappelle laterali, il transetto e il presbiterio. La copertura ` a volte a botte completata da una e grande cupola poggiante su un tamburo ottagonale. Al suo interno conserva ricche decorazioni in marmi policromi del Settecento; addossato alla ` il campanile a canna quafacciata e drata. Poco distante, nei pressi della piazza principale, si trova la chiesa di San Sebastiano, detta Sa Cresiedda, ossia ‘‘Chiesetta’’, costruita tra la fine del XVII e gli inizi del secolo XVIII in forme tardogotiche; ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio; ` a volte a botte. La facla copertura e

` arricchita da un coronamento ciata e inflesso e da un portale a timpano di sicuro effetto scenografico. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le molte feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tradi` la sagra della mandorla che si zioni e ` occasione per assvolge a maggio ed e saggiare gli squisiti dolci che le donne del paese confezionano con le mandorle, la cui produzione abbonda nelle campagne circostanti. Molto bello il costume. L’abbigliamento tradizionale ` costituito da una camicia femminile e (sa camisa) di tela bianca con pizzo applicato sulla pettorina e sulle maniche e da una gonna plissettata in vita (sa unnedda) di seta fine rosso vino a disegni floreali. Sopra la camicia si indossa il busto di raso nero a fiori stampati (su groppettu), bordato con trina dorata. Sopra la gonna si indossa il grembiule (su deventali) di raso nero con ricamo ` di seta e pizzo nero tutto intorno, piu ` corto della gonna. L’abbigliamento e completato da uno scialle di tibet nero riccamente ricamato con motivi a fiori. L’abbigliamento tradizionale maschile ` costituito da una camicia di tela di e cotone bianca, con pizzo applicato al collo, nelle maniche e nella pettina, e dai calzoni di robusta tela di cotone trapuntata (is carzonis de arroda). Sopra la camicia si indossano un gilet (su croppettu) di panno nero bordato di velluto rosso vino e una fila di bottoni centrali, e un mantello di orbace nero (su sereniccu) con cappuccio chiuso al collo con una catena. Sopra i calzoni si portano il gonnellino (sa roda) di panno nero con bordo di velluto rosso vino, e le ghette (is crazzas) di panno nero con bordo di velluto rosso vino. L’abbiglia` completato dalla berritta di mento e panno nero, da un fazzoletto rosso da portare intorno alla fronte e da un fazzoletto rosso vino (su mucadori de ta-

235

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 241

Villanova Monteleone baccai) da infilare all’altezza della vita nel gilet.

Villanova Monteleone – Veduta del centro abitato.

Villanova Monteleone Comune della provincia di Sassari, incluso nel Comprensorio n. 1, con 2549 abitanti (al 2004), posto a 567 m sul livello del mare 25 km a sud-est di Alghero. Regione storica: Bosa o Monteleone (o Nurcara). Diocesi di Alghero-Bosa. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 202,58 km2 e confina a nord con Alghero, Putifigari e Ittiri, a est con Thiesi, Romana, Monteleone Rocca Doria e Padria, a sud con Padria, Montresta e Bosa e a ovest col mare Mediterraneo. Si tratta di una regione di colline, a tratti anche piuttosto alte (Pedra Ettori, 718 m; monte Minerva, 644 m), che si spingono sin sul litorale, determinando una costa alta e frasta` il Temo, che gliata. Il maggior fiume e lungo il suo corso in direzione sud, ` luogo a un invaso artifiverso Bosa, da ciale. V.M. si trova lungo la statale 292 Bosa-Alghero, dalla quale si distaccano due strade secondarie, una a nord per Putifigari e Sassari, una a sud per Montresta. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del` nuragica. Secondo una radicata l’eta tradizione il villaggio attuale venne

fondato dopo la distruzione del castello di Monteleone nel 1436. La di` anche la struzione del castello segno fine del dominio dei Doria, e infatti i territori a loro appartenuti furono divisi tra coloro che avevano preso parte alla spedizione. Il primo nucleo del nuovo villaggio sarebbe stato costruito da un gruppo di superstiti dell’antico borgo che si fissarono nei territori spopolati finiti con la spartizione in pos` di Sassari e Alghero. sesso delle citta Il nuovo villaggio, che probabilmente ` persone che volevano sfuggire al attiro ` rapidavincolo feudale, si sviluppo mente e alla fine del secolo XV era discretamente popolato; nel corso del se` pero ` a essere espocolo XVI comincio sto alle incursioni dei corsari barbare` schi e subı` molti danni. Nel 1537 la citta ` di Alghero lo cedette a Bernardo Simo (=), che lo incluse nel grande feudo che andava costituendo attorno alle rovine del vecchio castello. Nella se` del secolo il villaggio fu conda meta ereditato dai Carrillo (=), i quali furono costretti a cederlo per far fronte ai troppi debiti, cosı` nel 1575 fu venduto all’asta e acquistato da Agostino Rocamarti. Pochi anni dopo, nel 1582, subı` una disastrosa incursione da parte dei barbareschi che uccisero molti dei suoi abitanti. Estinti i Roca` ai Brumarti nel 1704, il villaggio passo nengo; il rapporto con i nuovi feudatari ` non fu sereno a causa della loro pero ` . Estinti i Brunengo estrema fiscalita ` a Giovanna Carcassona alla V.M. passo quale fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella provincia di Alghero; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Sassari. Relativa a questo periodo storico disponiamo di una sintetica informazione contenuta nell’ambito del Dizionario del Casalis: «Questo villaggio, che sta nel Capo di

236

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 242

Villanova Monteleone `, trovasi Sassari, ad ostro di questa citta nel Nurcara, cantone del Logudoro. Come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Monteleone e Romana. I giusdicenti di Minotadas e di Minerva risiedono in Villanuova. Il territorio di ` bagnato da Temo ed anche dal Rio V. e di Minerva, per cui le sue campagne sono ricche di bella vegetazione. Parte ` montuoso ed imdi questo territorio e ´ vi venne stabilito un boschito; il perche guardaboschi. I prodotti principali di questo comune sono il grano, l’orzo, i legumi, il granone, il lino e fieno in tanta copia, che serve al mantenimento di circa 1000 buoi, 1700 vacche, 4200 capre, 18 250 pecore e 600 cavalli. I terrazzani di V. mantengono pure circa 1200 majali; allevano con gran ` di 1000 cura le api, e vi si contano piu alveari. Questo comune ha 818 case, 900 famiglie, e novera 3950 abitanti. Vi s’innalza verso occidente una torre da lunga pezza abbandonata, la quale serviva per ricevere i segnali del Capo di Marargio e trasmetterli ad altre torri. V. era compresa nel contado di Monteleone, e facea parte della diocesi di ` a far parte Bosa». Nel 1859 V.M. entro della provincia di Sassari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare cerealicoltura, viticoltura, olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare bovini, suini, ` stata conosciuta nel ovini; ma V.M. e tempo come grande allevatrice di cavalli. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori alimentare, lat` poco ortiero-caseario, dell’edilizia. E ganizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera anche 1 albergo con ` di turismo 40 posti letto; possibilita ` ancora pratiequestre. Artigianato. E cata la tessitura tradizionale di tappeti e altri manufatti con l’impiego di telai

` collegato da domestici. Servizi. V.M. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, stazione dei cia. E Carabinieri, medico, guardia medica, farmacia, scuola dell’obbligo, sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e il Palatu ’e Sas Iscolas (Palazzo scolastico), che ospita esposizioni temporanee di fotografia, un Museo etnografico e diverse importanti manifestazioni culturali, che fanno di ` viV.M. uno dei centri extraurbani piu vaci della Sardegna. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la sua popolazione contava 2613 ` , di cui stranieri 6; maschi 1256; unita femmine 1357; famiglie 528. La tendenza complessiva rivela una sostan` della popolazione infatti ziale stabilita anche se annualmente i morti (39) superano i nati vivi (20), i cancellati dall’anagrafe (28) sono inferiori agli iscritti (37). Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 929 in migliaia di lire; versamenti ICI 1165; aziende agricole 448; imprese commerciali 136; esercizi pubblici 21; esercizi all’ingrosso 1; esercizi al dettaglio 57; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 773; disoccupati 140; inoccupati 173; laureati 34; diplomati 275; con licenza media 725; con licenza elementare 897; analfabeti 108; automezzi circolanti 975; abbonamenti TV 761. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze archeologiche che documentano la ` dell’insediamento delcontinuita l’uomo a partire dal periodo prenura` gico: in particolare a questo periodo e riferibile il complesso di domus de ja` nas di Puttu Codinu, situato in localita Badde Rosas; si tratta di nove sepolture scavate nella roccia che presentano una singolare pianta a T e hanno restituito numerosi frammenti di cera-

237

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 243

Villanova Monteleone mica e una statuetta della Dea Madre. Al periodo nuragico sono riconducibili alcuni nuraghi tra cui quelli di Ala Tennera, Appiu, Attalzolu, Badde Chera, Calaresu, Calchina, Culzu, de Ozzastru, de Sa Serra, Frades Delogu, Giagu, Lua, Margine Gherchi, Partibaris, Pizzinnu, Tolu. Quelli di Calchina, Culzu, Tolu e Pizzinnu formano il complesso della Minerva, un insieme di nuraghi posto a guardia degli accessi all’altipiano del monte Minerva. Si tratta di nuraghi monotorre, alcuni dei quali distrutti e altri in buono stato di conservazione. Lungo la strada per Montresta si trova invece il nuraghe Appiu, del quale sono in corso gli scavi: il suo in` dato dalla grande estensione teresse e del villaggio circostante. Al confine col territorio di Monteleone Rocca Doria si trovano i resti del villaggio di Coros, con l’omonima chiesa in stile romanico presso la quale sono state rinvenute tombe romane che hanno restituito ceramiche. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` rimasto immutato RALE Il villaggio e nel suo impianto medioevale, caratterizzato da stretti vicoli lastricati ai quali si alternano rampe di scale; su questi vicoli si affacciano delle belle case in pietra del tipo a palattu. L’edifi` importante e ` San Leonardo di cio piu Limoges, chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVI in forme goticocatalane; nel secolo XVIII fu radicalmente trasformata e il suo interno assunse cosı` l’aspetto attuale, conservando pochi elementi del primitivo impianto. Ha una sola navata sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali e il presbiterio, conserva alcuni pregevoli altari lignei e molti marmi policromi. A qualche chilometro dall’abitato sorge inoltre la chiesa campestre di Nostra Signora di Interrios, costruita nel Seicento lungo la strada

per Montresta. Ha l’impianto a una navata completata dal presbiterio coperto da una cupoletta poligonale; la ` a volta a botte. copertura della navata e ` semplice, arricchita da La facciata e ` un grande portale; sul lato sinistro e addossato un elegante porticato. La chiesa si affaccia su un grande sagrato circondato da alberi secolari e da alcuni ripari per i fedeli (cumbessı`as). Tra le molte attrattive del territorio ` intedal punto di vista naturalistico e ressante il monte Minerva, le cui pendici sono interamente ricoperte di fitte foreste di roverelle e di lecci secolari. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Numerose sono le feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tra` impordizioni del villaggio. Tra le piu tanti quella che si svolge l’11 giugno in onore di San Leonardo, patrono del villaggio. Dura due giorni e prevede un nutrito programma di canti e balli tra´ l’esibizione di dizionali, nonche gruppi folcloristici. Sempre in onore del patrono si svolge un’altra festa il 6 di settembre. Particolarmente ricco di ` il mese di luglio; l’ulmanifestazioni e tima domenica di questo mese si svolge la festa di Sant’Antonio Abate alla quale sono abbinati uno spettacolare concorso ippico e la mostra del cavallo anglo-arabo-sardo, gloria degli allevamenti del paese. Altra importante ri` la festa di Nostra Signora correnza e di Interrios che si svolge l’8 settembre; per l’occasione ha luogo una pittoresca processione in costume a cavallo. Di ` anche il costume. grande bellezza e L’abbigliamento tradizionale femmi` di due tipi, a seconda delle circonile e ` costituito da stanze. Quello da sposa e una camicia di tela bianca guarnita con pizzo Sangallo, e da una gonna di panno rosso plissettata in vita e guarnita da trine dorate e perline. Sopra la camicia si indossano il busto di broc-

238

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 244

Villanova Strisaili cato rosso guarnito con perline nere, irrigidito da un telaio di stecche e chiuso sul davanti da un nastro di seta (s’imbustu), e la giacca di panno rosso (su corittu) guarnita di trine dorate e bordata di velluto nero, da portare aperta sul davanti. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa falda) di tulle ` complericamato. L’abbigliamento e tato da un velo di tulle ricamato (su mucaloru). L’abbigliamento femminile di ` costituito da una camicia tutti i giorni e di tela bianca semplice e da una gonna di stoffa nera. Sopra la camicia si indossa una giacca di velluto nero. Sopra la gonna si indossa il grembiule (sa falda) di tulle nero o viola. L’abbiglia` completato da un velo di tulle mento e ricamato nero o viola. L’abbigliamento ` costituito da tradizionale maschile e una camicia di tela di cotone bianca semplice e dai calzoni di tela bianca. Sopra la camicia si indossano un gilet (su corittu) di panno rosso e nero bordato di velluto nero, e la giacca di orbace nero (su cappottinu) con cappuccio. Sopra i calzoni si indossano il gonnellino di orbace nero bordato di velluto rosso e le ghette dello stesso tes` completato suto. L’abbigliamento e dalla berritta di panno nero.

Villanova Montesanto Contea costituita dal territorio dei villaggi di Siligo e Banari situati nel Meilogu, concessa nel 1741 a Giacomo Musso, che si impe` a costruirvi il villaggio di Villanova gno Montesanto entro sette anni dalla concessione. Egli inoltre si dovette accollare tutti i debiti che gravavano sulle rendite dei due villaggi fin dai tempi dei Fortesa, precedenti feudatari.

Villanova San Basilio Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Campidano di Cagliari. Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei

territori che furono amministrati di` rettamente dal Comune di Pisa e ando spopolandosi rapidamente. Dopo la ` a far parte conquista aragonese entro del Regnum Sardiniae e nel 1323 fu incluso nella baronia di San Michele concessa a Berengario Carroz. Pochi anni dopo era completamente spopolato.

Villanova Strisaili Centro abitato della provincia dell’Ogliastra, frazione di Villagrande Strisaili (da cui dista 7 km), con circa 500 abitanti, posto a 845 m sul livello del mare a ovest del comune capoluogo, lungo la statale 389 Nuoro -Lanusei. Regione storica: Ogliastra settentrionale. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio e ` montuoso, costituito dalle falde orientali del Gennargentu; a non molta distanza dal paese si trovano punte di oltre 1000 m: Cuccuru ’e Mufloni, 1232; Perda` liana 1293. Il maggiore corso d’acqua e il Flumendosa, che a breve distanza dall’abitato forma un primo invaso, il Lago Alto del Flumendosa. Il paese comunica attraverso la statale 389, di recente ammodernata; da questa ha inizio una secondaria che si spinge a costeggiare la riva nord del lago e prosegue poi lungo le pendici del Gennargentu. & STORIA Il villaggio fu fondato nel secolo XVI da un gruppo di immigrati nel territorio del grande feudo di Quirra; all’origine era costituito da un gruppo di case sperduto in mezzo ai monti attorno a una chiesa dedicata a San Basilio, quando il grande feudo ap` e infine parteneva ai Borgia, ai Catala agli Osorio ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 la sua popolazione era ridotta a 51 abitanti e fu incluso nella `a provincia di Lanusei; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima provincia. Dal 1857 di-

239

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 245

Villanova Truschedu venne frazione di Villagrande Strisaili; quando poi nel 1927 fu ricostituita la provincia di Nuoro, V.S. fu compreso nel suo territorio, sempre come frazione di Villagrande Strisaili: nella recente ristrutturazione del sistema ` entrato a far delle province sarde, e parte della provincia dell’Ogliastra. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la costruzione del Lago Alto del Flumendosa ha trasformato la vita del piccolo villaggio che da qualche decen` divenuto centro di turismo estivo. nio e ` di base della sua economia Le attivita sono l’agricoltura, in particolare la frutticoltura e la viticoltura, e soprattutto l’allevamento del bestiame: ovini, ` collegato da autolicaprini e suini. E nee agli altri centri della provincia. Il paese, che ha mantenuto il caratteri` stico assetto delle case in pietra a piu ` arroccato attorno alla chiesa di piani, e San Michele Arcangelo, parrocchiale ` del secolo costruita nella prima meta XVI; ha un impianto a croce latina e ` stata ripetutanel corso dei secoli e mente modificata. La facciata attual` in stile neoclassico. A 3 km di mente e distanza si trova il Lago Alto del Flumendosa, uno dei bacini artificiali costruiti lungo il corso di questo fiume, realizzato tra il 1948 e il 1949; la diga fu costruita nella stretta di Bau Mugge` di 61 000 000 ris e l’invaso ha la capacita di m3 d’acqua. La grande riserva viene utilizzata, mediante un sistema di condotte forzate, per l’alimentazione di tre centrali idroelettriche sotterranee. Dal 1960 l’acqua del lago viene utilizzata anche per l’approvvigionamento di acqua potabile ai centri del Gerrei e del Sarrabus. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` sentita dalla comufesta popolare piu ` e ` quella di San Basilio, che si nita svolge la terza domenica di giugno presso il santuario campestre dedicato

al santo; in questo sono conservati numerosi ex voto che ne tappezzano le pareti. Detta localmente di Santu Asile de ` considerata una delle feste Idda Noa, e ` importanti del territorio, anche piu ´ tradizionalmente in questa ocperche casione le genti dell’alto Flumendosa si incontrano con quelle dell’Ogliastra e perfezionano scambi di prodotti dell’allevamento e dell’artigianato e prendono parte a una rinomata fiera del cavallo.

Villanova Truschedu Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 321 abitanti (al 2004), posto a 56 m sul livello del mare lungo il fiume Tirso. Regione storica: Parte Barigadu. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 16,56 km2 e confina a nord con Paulilatino, a est con Fordongianus, a sud con Ollastra e a ovest con Zerfaliu. Si tratta di una parte della ` vallata del Tirso, in questo punto gia piuttosto larga; a nord hanno inizio i rilievi che preludono all’altipiano di Abbasanta, a sud quelli iniziali del monte Grighini (673 m). Il paese si trova lungo la statale 388 che ha inizio a Oristano e si dirige verso Sorgono. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico, ma l’attuale paese e di origini medioevali; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Parte Barigadu. Dopo la caduta del giudicato entro il 1420, uni` nelle tamente a tutto il Barigadu, passo mani del marchese d’Oristano. Dopo che il marchesato fu confiscato a Leonardo Alagon, nel 1481 il villaggio en` a far parte del feudo concesso a Gatro spare Fabra, i cui eredi nel 1519 ven` Torresani e a Carlo dettero a Nicolo Alagon. Nella successiva spartizione

240

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 246

Villanova Truschedu che i due fecero tra loro, V.T. fu compreso nel Barigadu Jossu toccato a Ni` Torresani. Estinti i Torresani, alla colo fine del secolo XVI, il villaggio fu ereditato dai Cervellon che nel corso del secolo XVII riorganizzarono il sistema di riscossione dei tributi feudali. Estinti i Cervellon agli inizi del Settecento, V.T., dopo una complicata vi` ai Manca cenda giudiziaria, passo Guiso. Questi, a loro volta, si estinsero nel 1788 con un Raffaele. Dopo un inutile tentativo di venire in possesso del villaggio da parte di Maria Maddalena Manca Amat, sorella di Raffaele, il vil` sotto l’amministrazione laggio torno reale e nel 1791 fu compreso nel feudo concesso a Teresa Deliperi. I suoi abi` non ebbero rapporti felici tanti pero con la nuova signora e dal 1795 per alcuni anni si rifiutarono di pagare i tributi feudali. Le succedette la figlia Stefania sposata con Andrea Manca conte di San Placido (= Manca1 ), ai cui discendenti il villaggio fu riscattato nel 1838. Nel 1821 V.T. fu incluso nella pro` a far vincia di Oristano; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima ricostituita provincia. Nel 1928 perse la propria autonomia e fu aggregato come frazione a Fordongianus. Riac` l’autonomia nel 1950 e quando quisto nel 1974 fu ricostituita la provincia di ` a farne parte. Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche una modestissima at` industriale nei settori estrattivo tivita ` modee dei materiali per l’edilizia. E stamente organizzata la rete di distri` buzione commerciale. Servizi. V.T. e collegato da autolinee agli altri centri

` dotato di scuola deldella provincia. E l’obbligo. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 336 unita di cui maschi 170; femmine 166; famiglie 124. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 5 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 4. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 103 in migliaia di lire; versamenti ICI 142; aziende agricole 101; imprese commerciali 19; esercizi al dettaglio 7; ambulanti 4. Tra gli indicatori sociali: occupati 83; disoccupati 15; inoccupati 7; laureati 1; diplomati 29; con licenza media 90; con licenza elementare 123; analfabeti 17; automezzi circolanti 86; abbonamenti TV 107. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimo` nuragica tra cui i nuraghi nianze di eta Campu ’e Cubas, Crabu, De Mesu, Dominigu Porru, Nuragheddu, Pischina Andria, Ruinas, Santa Barbara, Serra` interesvesa, Zoppianu. Di questi il piu ` quello di Santa Barbara, dalla sante e pianta complessa con cinque torri collegate tra loro da un’imponente mura` un monumento nel suo insieme glia; e molto ben conservato. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico ha mantenuto il suo assetto tradizionale con alcune case tipiche, costruite in mattoni di ` diri) e affacciate sulla terra cruda (la corte alla quale si accede da un grande ` significativo e ` la portale. L’edificio piu chiesa parrocchiale costruita nel secolo XVII con l’impianto a una navata e un interno disadorno. Di particolare ` anche la chiesa di San Geinteresse e miliano, che sorge a 3 km dall’abitato; fu edificata nel secolo XVII in forme che richiamano il gotico-catalano. Ha una sola navata completata da una

241

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 247

Villanovatulo zona presbiteriale che ha la copertura a volta a botte; la navata ha invece la copertura in legno sorretta da quattro archi a tutto sesto; vi si conserva un bell’altare di legno del Seicento. La ` arricchita da un bel rosone facciata e ` stata restaurata in pietra. La chiesa e ` stata riaperta al alcuni anni fa ed e culto in occasione dei festeggiamenti in onore del santo. Desta interesse anche lo spazio circostante: vi sorgono infatti numerosi muristenes, cellette di pietra abitate sino ad alcuni decenni fa da fedeli ‘‘novenanti’’ presso il santuario, e molti nuraghi, fra cui quello di San Gemiliano. Altra chiesa da ricor` quella campestre di San Costandare e ` sviluppato tino, attorno alla quale si e un pittoresco complesso di cumbessı`as. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le numerose feste che conservano me` moria delle antiche tradizioni vi e quella di San Gemiliano, che si svolge il 16 settembre presso l’omonima ` caratterizzata da una prochiesa ed e cessione in costume (sa rassigna) che si svolge la vigilia.

trova 3 km a monte della statale 198, che si dirige verso Tortolı`; vi si collega con una strada secondaria che continua poi verso nord-ovest, per connettersi con la 128 alla cantoniera di Ortuabis. Lungo la statale 198 si trova anche la stazione lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Mandas-Arbatax, utilizzata oggi soprattutto a scopo turistico.

Villanovatulo Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XIII Comu` montana, con 1208 abitanti (al nita 2004), posto a 571 m sul livello del mare a nord del lago del Flumendosa. Regione storica: Siurgus. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 40,31 km2 e confina a nord con Gadoni e con Seulo, a est con Sadali, a sud con Nurri e a ovest con Isili. Si tratta di una regione di colline e modeste montagne, con punte intorno e oltre i 700 m (punta Su Crobu 722 m), tagliata a oriente del paese da una profonda incisione, la vallata del Flumen` a valle, daldosa, occupata, poco piu l’invaso artificiale che si allunga poi per una quindicina di chilometri. V. si

Villanovatulo – Veduta del centro abitato. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. Il paese attuale ha origini relativamente recenti: ` del venne fondato nella seconda meta secolo XV dai Carroz, nel territorio del feudo di Mandas, probabilmente con l’intento di controllarne i confini orientali. Nel corso dei secoli succes` ai Maza de Lic sivi dai Carroz passo ¸ana, dopo il 1571 ai Ladron e poi agli Hur˜ iga, ai Pimentado de Mendoza, agli Zun tel e infine ai Tellez Giron ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso `a nella provincia di Isili; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omo-

242

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 248

Villanovatulo nima provincia. Queste le brevi note che appaiono nel Dizionario del Casalis: «Comune della Sardegna, nel mandamento di Nurri, nella provincia di Isili, e nella diocesi di Cagliari; dipende dal tribunale di prima cognizione, dall’intendenza d’Isili; e dall’uf` comficio d’insinuazione di Mandas: e preso nel distretto esattoriale d’Isili. Sta nel Capo di Cagliari, a tramontana `. V. ha il vantaggio di una di questa citta strada difficile e tortuosa ma carreg` digiabile, che mette ad Isili, da cui e stante tre ore. Questo comune novera 156 case; 159 famiglie; e 591 abitanti. V. era compresa nell’Incontrada della Curadaria Siurgus; e facea parte della diocesi di Bonavoglia». Un’immagine del paese nei primi anni del Novecento, tra il primo dopoguerra e il fa` Benvenuto Lobina scismo, ce la da (1914-1993), poeta e romanziere nato a V., in un’intervista del 1989 pubblicata sulla ‘‘Nuova Sardegna’’: «Era un vil` di 1000 abitanti, comlaggio di poco piu pletamente isolato dal resto del Sarcidano e del mondo. L’unica strada di ac` stata rifatta da cesso era quella che e poco, e che conduce all’abitato, dalla ` ra nella pianura, cantoniera di Stuppa in quattro chilometri di curve in salita. ` Questa strada allora finiva a V.; percio aveva grande importanza la vicina linea delle ferrovie secondarie: in cinque ore si potevano percorrere i 100 km che ci separano da Cagliari. Questa ` continuo ` a essere per noi il piu ` citta importante punto di riferimento, anche quando il nostro paese, nel 1927, ` a far parte della provincia di entro ` difficile raggiunNuoro: era molto piu gere il capoluogo barbaricino, e chi doveva far acquisti o emigrare continuava a dirigersi a Cagliari. Per noi era una metropoli: basti pensare che il paese ha avuto la corrente elettrica soltanto dopo la seconda Guerra mon-

` impervio, si pratidiale. Il territorio e cava soprattutto l’allevamento brado con sistemi primitivi. C’erano molte capre, allora, ma poi furono assoggettate ad una fortissima tassa – venti lire a capo, nel 1928 – e rapidamente scom` ra conparvero. Solo la piana di Stuppa sentiva coltivazioni di una certa ampiezza: si applicava la classica rota` rizione fava-grano. In altre zone piu strette, ricche d’acqua, si coltivavano ortaggi, ortalizia, soprattutto i fagioli, che, conosciuti nel circondario, erano oggetto di scambio con alcuni prodotti della montagna: castagne di Aritzo, truddas e tazeris di Desulo. Si misuravano con s’imbudu, un recipiente di su` di tre litri. Oltre ai ghero della capacita pastori e ai contadini c’erano nel paese i giorronaderis, uomini e donne che venivano assunti in alcuni periodi per la sarchiatura delle fave e del grano, e altri lavori stagionali. Alla coltivazione delle vigne, che erano di tipo familiare, ognuno provvedeva invece per conto proprio. C’erano poi altre risorse minori, che tuttavia avevano una loro importanza nell’economia del villaggio. Nelle zone boscose si produceva il carbone vegetale che poi con i carri a buoi veniva portato nei paesi del Campi` al Flumendosa alcuni andano. E giu davano a pescare le trote e soprattutto le anguille, nei nassargius: per queste si attendevano le prime piene autunnali, dentro piccole capanne. Ma, anche quando era abbondante, il pesce non diveniva oggetto di commercio, lo si regalava a parenti e amici. Alcuni piccoli traffici si accentravano invece alla stazione ferroviaria: in particolare le nostre ottime ciliegie, le amarene, sa cerexia ghinda, e poi i tordi che, catturati col laccio, venivano lessati, profumati col mirto e confezionati a mazzi: ` ccula. Questi commerci pillonis de ta con i viaggiatori erano importanti an-

243

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 249

Villanovatulo ´ se ne ricavava del denaro che perche liquido, cosı` raro in quel tempo. Quando ero bambino c’era un gruppo di sardisti che circolavano in camicia grigia, pantaloni grigio verdi e stemma dei Quattro Mori sul petto. Le stesse persone, dopo quattro anni, portavano la camicia nera: avevano tutte seguito Paolo Pili nella scissione del ’23. Quando, in occasione delle elezioni del ’24, Emilio Lussu venne per tenere ` un comizio, in paese non c’erano piu sardisti, e fu organizzata una chiassata, a suon di matraccas e strocciarranas, per impedirgli di parlare. In quel periodo V. ha prodotto anche un ben noto archeologo: Ercole Contu. Anche chi possedeva qualcosa non aveva svaghi, c’era soltanto la bettola, e poi il ballo in piazza, la domenica pomeriggio e a Carnevale; e una volta l’anno la festa del patrono, San Giuliano. Guardavamo con invidia i centri della pianura ` ricchi e fortunati. A circostante, piu piedi o a cavallo dovevamo recarci di tanto in tanto a Nurri, sede dell’esattoria, o a Isili, mandamento. A Nurri andavamo anche per la festa di Santa Rosa, a settembre; e a Nuragus per quella di Sant’Elias, in luglio: qui trovavamo le albicocche, frutto sconosciuto per noi. A Mandas si andava per acquistare il legname da costruzione. Erano tutti centri collegati gli uni con gli altri, formavano un circuito dal quale noi eravamo esclusi. Per questo toccava sempre a noi muoverci: in paese veniva qualcuno solo per la festa ` giugno. Gli offridel patrono a meta vamo le ciliegie. Le scuole elementari arrivavano sino alla quarta, ma molti bambini non le frequentavano: a sei anni dovevano occuparsi degli agnelli, o dei buoi. Non c’era un’edicola, una sola copia dell’‘‘Unione Sarda’’ arrivava al Comune. Le cose che ho letto da ragazzo le avevo in prestito dalla

vecchia maestra e dai suoi figli. Molti giovani cercavano di evadere: chi si arruolava nei corpi militari, chi andava a servizio a Cagliari, nelle case, nelle trattorie. E anche io, a diciotto anni, ho preso il trenino». Quando nel 1927 fu nuovamente costituita la provincia ` a farne parte; di redi Nuoro, V. entro cente ha optato per tornare un’altra volta in quella di Cagliari. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, bovini e suini, e l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nei settori estrattivo e edile. ` poco organizzata la rete di distribuE zione commerciale. Vi opera anche un ` collegato da auristorante. Servizi. V. e tolinee e dalla ferrovia agli altri centri ` dotato di Pro Loco, della provincia. E stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1212 unita di cui stranieri 9; maschi 637; femmine 575; famiglie 453. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 14 e nati 11; cancellati dall’anagrafe 14 e nuovi iscritti 27. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 518 in migliaia di lire; versamenti ICI 538; aziende agricole 152; imprese commerciali 55; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 303; disoccupati 69; inoccupati 66; laureati 10; diplomati 72; con licenza media 334; con licenza elementare 330; analfabeti 75; automezzi circolanti 249; abbonamenti TV 308. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter-

244

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 250

Villaperuccio ritorio conserva alcuni nuraghi tra cui quelli di Adoni, Corongiu Maria, Santu Sebastianu, Stuppara, Tiriccu. Di par` visitato e ticolare rilievo l’Adoni, gia descritto dal Lamarmora, e oggi inserito in un parco comunale di 180 ha. ` di 800 m Situato su un cocuzzolo a piu di altitudine, offre la veduta di una vasta porzione del territorio circostante. Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno rivelato che si tratta di un nuraghe a struttura polilobata, costituita da una torre centrale e da altre quattro disposte intorno e unite l’una all’altra da un antemurale; il complesso comprende anche una serie di capanne. I reperti venuti alla luce hanno dimostrato che l’edificio venne eretto circa 1300 anni prima di Cristo e fu poi utilizzato a lungo, sino all’epoca bizantina. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE L’assetto urbanistico del paese conserva ancora un complesso di strade tortuose e alcune case ` piani, tipiche delle zone in pietra a piu ` importante e ` la montane. L’edificio piu chiesa di San Giuliano, parrocchiale costruita nel 1663 su un precedente ` antico. Ha forme tardogoedificio piu tiche parzialmente alterate da un restauro effettuato nel 1950; ha l’impianto a una navata completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto all’aula. Altra ricchezza del paese sono alcuni murales di Pinuccio Sciola che abbelliscono in diversi punti l’abitato. Di particolare bellezza sono le campagne attorno al lago del Flumendosa con i loro fitti boschi di essenze spontanee. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le non molte feste che tramandano la memoria delle antiche tradizioni, di ` quella in onore particolare rilievo e del patrono San Giuliano, che si svolge la prima domenica di giugno. In concomitanza si svolge anche la sagra delle

` grande produtciliegie di cui il paese e ` possitore. Durante i festeggiamenti e bile ancora vedere gli antichi balli in piazza (ballu tundu) al suono delle launeddas e delle fisarmoniche.

Villaperuccio Comune della provincia di Carbonia-Iglesias, compreso nella ` montana, con 1317 abiXXII Comunita tanti (al 2004), posto a 68 m sul livello del mare 5 km a nord-ovest di Santadi. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo ovale, si estende per 36,30 km2 e confina a nord con Perdaxius e Narcao, a est con Santadi, a sud con Giba e a ovest con Tratalias. Si tratta di una regione di colline non molto alte (monte Narcao, 481 m) e tagliate dalle vallate nelle quali scorrono modesti corsi d’acqua: il paese si trova nel punto in cui il rio Mannu riceve un affluente di sinistra, il Tatinnu, per poi continuare verso il lago artificiale di Monte Pranu, che si trova pochi chilo` a un paio di metri a ovest. Il paese e chilometri dalla statale 293 che da Giba si dirige verso Siliqua; vi si collega con una strada secondaria che poi si divide in due bracci: uno si dirige a nord, verso Narcao, l’altro a ovest, in direzione di Perdaxius. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche, a partire dal Neolitico, che documentano la presenza continuata dell’uomo fino al periodo punico e romano. Il ` ha origini mediopaese attuale pero evali; fu inizialmente compreso nel giudicato di Cagliari e incluso nella curatoria del Sols (Sulcis). Quando il giudicato di Cagliari fu debellato per vo` del Comune di Pisa, nella divilonta sione del suo territorio che nel 1257 ne seguı` fu incluso nei territori toccati ai Della Gherardesca. Alcuni anni dopo, quando i due rami della famiglia fe-

245

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 251

Villaperuccio cero tra loro una nuova divisione, V. ` al ramo del conte Ugolino. Come passo ` noto i figli di quest’ultimo, alla fine e del secolo XIII, scatenarono una guerra contro Pisa per vendicare la morte del padre, ma furono sconfitti e persero i loro domini. Da quel momento il villaggio fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu affidato al ´ governo del castellano di Tului perche con le sue rendite provvedesse al mantenimento del castello, ma la sua popolazione fu decimata dalla peste del 1348. Scoppiata la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV gli abitanti si ribellarono e il villaggio subı` gravi danni. Tornata la pace V. riuscı` a inviare i suoi rappresentanti al Parlamento del 1355. Con lo scoppio della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV V. subı` altri duri colpi e fu occupato dalle truppe giudicali. Terminate le guerre, agli inizi del Quattrocento il paese era ridotto a poche case, quasi completamente spopolato e il suo territorio si andava trasformando in una landa boscosa rifugio di pastori; cosı`, nel 1421 fu compreso nel grande feudo concesso agli Otger (=) che continuarono a possederlo nei secoli successivi fino alla loro estinzione avvenuta nel 1819. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Iglesias come frazione di Santadi; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e nel 1859 della provincia omonima che fu ricostituita. Nel 1979 divenne finalmente comune autonomo. Con la recente istituzione delle nuove province ha optato per il passaggio a quella del Sulcis. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, suini, ovini e pollame.

Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale con piccole imprese nei set` poco tori metallurgico e dell’edilizia. E organizzata la rete di distribuzione ` collegato da commerciale. Servizi. V. e autolinee agli altri centri della provin` dotato di Pro Loco, medico, cia. E scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1141 unita di cui stranieri 1; maschi 572; femmine 569; famiglie 381. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 7 e nati 9; cancellati dall’anagrafe 12 e nuovi iscritti 23. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 033 in migliaia di lire; versamenti ICI 297; aziende agricole 152; imprese commerciali 46; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 22; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 282; disoccupati 47; inoccupati 100; laureati 6; diplomati 57; con licenza media 398; con licenza elementare 337; analfabeti 60; automezzi circolanti 354; abbonamenti TV 253. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio custodisce testimonianze di particolare importanza archeologica che riguardano il periodo prenuragico, a partire dal III millennio a.C. In particolare, vicino all’attuale abitato, si trovano numerosi menhir e i resti di un esteso villaggio di capanne attribuibile alla cultura di Ozieri. Di grande rilievo ` poi la collina di Montessu, dove si e trova una necropoli rupestre costituita da ben 40 domus de janas, tutte scavate nella roccia e allineate lungo una me` desima parete rocciosa. La necropoli e ` grande della Sardeconsiderata la piu gna e presenta alcune tombe che gli archeologi definiscono dei veri e propri santuari; ad esse in genere si accede da

246

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 252

Villaputzu un portale, finemente lavorato, che immette in ambienti ampi, talvolta caratterizzati anche da rudimentali colonne. Nel territorio si trovano anche i resti di alcuni nuraghi semidistrutti. ` stato inaugurato il Parco arNel 1996 e cheologico; la stampa ne diede notizia con un articolo firmato G.D., Parco in collina fra le domus de janas: «Scommettere sul passato per dare un futuro ` un gioco di parole, al territorio: non e ma la nuova politica economica del basso Sulcis. Da ieri infatti V. ha il suo Parco archeologico. Adesso, dopo aver ` di cinque miliardi, c’e ` una speso piu breve strada asfaltata, al termine della ` stato costruito il Centro servizi. quale e Una grande casa dai muri in pietra che ` le guide, i servizi, la rivendita ospitera di guide ed opuscoli, probabilmente un bar. Da lı` partono brevi strade in cemento che conducono fino al limitare della necropoli. Potranno accedervi anche i portatori di handicap. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva alcune ` diri) case in mattoni di terra cruda (la arricchite da una grande corte. L’edifi` importante e ` la chiesa della cio piu Beata Vergine del Rosario, parrocchiale costruita tra il 1909 e il 1913 e completamente restaurata nel 1995. Ha l’impianto a una navata scandita da archi a sesto acuto su cui poggia la ` comcopertura del tipo a capanna ed e ` alto ripletata dal presbiterio, piu spetto all’aula. La facciata, alla quale si appoggia la torre campanaria che ` culmina con un campaniletto a vela, e stata interamente rifatta nel corso del restauro del 1995. Al suo interno conserva una statua lignea del Settecento e un quadro dell’Ottocento attribuito ad Antonio Caboni (=). Altro documento notevole del passato del paese ` il sito di Is Meddas, furriadroxiu sie ` di 5 km dall’abitato e contuato a piu

servato intatto. Fu costruito nel secolo XVIII attorno a una vasta corte a pianta quadrata sulla quale ancora si affacciano il palazzotto del proprietario e le basse case dei contadini. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di particolare importanza per le feste po` il mese di giugno, nel corso del polari e quale si svolge l’oramai famoso Festival della gara poetica in campidanese. Durante la manifestazione si esibi` rinomati cantadores, impescono i piu gnati in suggestive tenzoni poetiche, generalmente in ottava rima, su temi prescelti dalla giuria. Un’altra grande ` quella che si svolge il 22 agosto festa e in onore della Beata Vergine del Rosario, patrona del paese; dura due giorni e prevede un intenso programma di manifestazioni.

Villaputzu – Torre di Porto Corallo.

Villaputzu Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXI Comu` montana, con 4832 abitanti (al nita 2004), posto a 8 m sul livello del mare lungo il tratto finale del Flumendosa. Regione storica: Sarrabus. Diocesi di Lanusei. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma molto allungata da nord-ovest a sud-est, si estende per 181,28 km2, comprese le frazioni di Santa Maria e di Porto Tramatzu, e confina a nord con ` le isole Perdasdefogu e Ulassai, piu amministrative di Jerzu e di Arzana; a

247

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 253

Villaputzu est col mare Tirreno, a sud con Muravera e a ovest con San Vito, Villasalto, Armungia e Ballao. Si tratta di una re` collinare e mongione che all’interno e tuosa, con qualche punta oltre i 600 m (monte Parredis, 630 m, Baccu Scovas, 613 m), mentre nella fascia costiera i rilievi si riducono, per lasciare spazio, ` vicina al paese, almeno nella parte piu a una piana alluvionale, formata dal Flumendosa e da corsi d’acqua minori, dove si stende anche uno stagno. Il paese si trova lungo la statale 125 Orientale sarda, dalla quale si distacca, a breve distanza dall’abitato, una diramazione per raggiungere ` litoraPorto Corallo e le altre localita nee; verso l’interno si dirige la statale 387, che raggiunge Cagliari dopo aver toccato Ballao e gli altri paesi del Gerrei. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo prenuragico che documentano la continua presenza ` romana nel cendell’uomo fino all’eta tro di Sarcapos (=) che fu abitato fino al secolo VII. Nel Medioevo il villaggio appartenne al giudicato di Cagliari, fu incluso nella curatoria del Sarrabus e crebbe protetto dal castello di Quirra (=). Dopo che il giudicato fu conqui` del Comune di Pisa, stato per volonta nella divisione del 1257 il villaggio fu incluso nei territori toccati ai Visconti ` a far parte del giudicato di ed entro Gallura. Estinti i Visconti, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a Guglielmo c ¸aCosta ed ebbe l’obbligo di rifornire di frumento il vicino castello di ` tennero un Quirra; i suoi abitanti pero atteggiamento ostile nei confronti del feudatario e spesso si unirono alle bande di pastori ribelli che infesta-

vano il territorio. Quando il Sarrabus nel 1332 fu concesso a Berengario Car´ lo pacificasse, tra il c roz perche ¸aCosta ` e il Carroz si aprı` una lite che termino dopo qualche anno a favore di Beren` a far parte del gario. Cosı` V. entro grande feudo dei Carroz e dal 1363 della contea di Quirra. Scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, i suoi abitanti si ribellarono e passarono al giudice d’Arborea. Solo dopo la battaglia di Sanluri fu recuperato dai Bertran Carroz; nei secoli successivi il villaggio subı` numerose aggressioni da parte dei corsari barbareschi cui gli abitanti riuscirono sempre a resistere ` subı` valorosamente. Purtroppo pero gravi danni a causa degli straripamenti del Flumendosa, il cui alveo non era assolutamente protetto da alcun argine. Dopo l’estinzione dei Ber` ai Centelles, ai tran Carroz V. passo ` e infine agli Osorio, Borgia, ai Catala ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Lanusei; ` a far parte della divinel 1848 entro sione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della ricostituita omonima pro` dell’Otvincia. A V. nella seconda meta ` dedicata una breve nota nel tocento e Dizionario del Casalis, dove si legge: «Il ` uno dei piu ` fertili della territorio di V. e Sardegna, e produce in copia grano, orzo, legumi, lino, ortaggi e frutta d’o` irrigarsi e ` gni specie: la parte che puo ` sorprendente, ma fidi una prosperita nora ristretta a starelli 456. Ordinariamente si seminano starelli 800 di grano, 400 d’orzo, 125 di legumi e 100 di lino. I colli aprichi verdeggianti di pampini, danno ottimi vini bianchi e neri, che sono la principal sorgente di lucro dei villapuzzesi: il terreno occu` uguale a starelli 4140. pato dai vigneti e Nel distretto di questo villaggio l’ordi` della vendemmia e di naria quantita carratelli 1550, che contengono quar-

248

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 254

Villaputzu tare 465 000. Nel comune di V. si man` vactengono circa 600 buoi, 700 e piu che, 70 cavalli, 50 cavalle, 380 giumenti, 2500 capre, 1500 pecore ed oltre a 2000 ` per cio ` il proporci; considerevole e dotto della pastorizia. I distrettuali di V. da’ formaggi venduti traggono annualmente per cantare 2800, lire nuove 42 000; dalla vendita delle pelli e cuoja ricavano per capi di animali di pastura 4000, lire 2000; per capi selvatici 150, lire 300. Anche le api sono allevate con ´ si novediligenza dai villapuzzesi; che rano 3500 alveari, dai quali ridonda un superfluo vendibile in miele, di libbre 250. Nel territorio di V. in sulla strada per Tertenı`a fu scoperta l’antracite, la ` nus, sta in quale come quella di Sila uno scisto che cangiasi nel grauwacke a grana fina. Il generale Lamarmora riconobbe il lignite presso la Petrailiana. Nelle spiagge del Sarrabus, presso la foce del Dosa, in territorio di V., evvi un luogo destinato per l’espor` il porto Corallo, aperto tazione, cioe dal lato di levante e scirocco, ma coperto da quello di tramontana per una piccola prominenza. Nel distretto di V., ` contavansi piu ` di alcuni anni sono, gia 1500 famiglie possidenti; e V. novera 954 case; 610 famiglie; e 2391 abitanti. I quali sono dediti parte all’agricoltura, parte alla pastorizia, e parte sono tessitori: alcuni di essi ottengono un lucro vistoso dalle sanguisughe che pescano nel Sarrabus, e vendono ai contrabbandieri, i quali le pagano grassamente. I villapuzzesi vivono una vita ` fabagiata; amano l’allegria, e percio bricaronsi una casetta (posada) in un’isola per ivi ricrearsi e far festa. V. ha il vantaggio di un Monte granatico dotato di starelli 1000, L. 750. Ad onore dei V. dobbiamo qui ricordare come, avendo nel 1801 pirati africani assalita la torre di Porto Cavallo, e non potendo i torrieri per mancanza di polvere valersi

delle artiglierie, correvano pericolo di cader nelle mani di quei feroci corsari; ` accortisi i paesani di V. accorma di cio sero tosto e li salvarono rovesciando in mare quei barbari» [come si sa, le voci finali del Dizionario del Casalis non poterono essere redatte dall’Angius. Di qui la sciatteria, il disordine e anche l’approssimativa toponomastica di questi ultimi lemmi]. Nel corso del se` un’econocolo XIX il villaggio sviluppo mia basata sullo sfruttamento di alcune miniere presenti nel suo vasto ` fu di territorio. L’esperienza pero ´ in pochi anni le breve durata perche miniere furono costrette a cessare la ` a causa dell’esaurirsi dei loro attivita filoni da sfruttare. Il territorio conti` a essere danneggiato dagli strarinuo pamenti del Flumendosa: di partico` fu l’alluvione del 1950. lare gravita & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura, l’orticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, caprini e suini. Negli ultimi decenni si ` industa sviluppando anche l’attivita striale nel settore alimentare e in quelli della piscicoltura, delle calzature, della carta e dei materiali per l’e` sufficientemente organizzata dilizia. E la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 52 posti letto, due aziende agrituristiche con 10 posti letto, due campeggi con 1000 posti letto e cinque ristoranti. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V. e ` dotato di Pro centri della provincia. E Loco, stazione dei Carabinieri, medico, scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore (Istituto professionale industriale), tre sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 5014 unita

249

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 255

Villaputzu di cui stranieri 18; maschi 2525; femmine 2489; famiglie 1648. La tendenza complessiva rivelava una lieve diminuzione della popolazione, con morti per anno 48 e nati 47; cancellati dall’anagrafe 114 e nuovi iscritti 111. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 657 in migliaia di lire; versamenti ICI 1708; aziende agricole 625; imprese commerciali 247; esercizi pubblici 49; esercizi all’ingrosso 6; esercizi al dettaglio 119; ambulanti 11. Tra gli indicatori sociali: occupati 1764; disoccupati 444; inoccupati 276; laureati 35; diplomati 475; con licenza media 1751; con licenza elementare 1229; analfabeti 300; automezzi circolanti 1728; abbonamenti TV 1311. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di nuraghi, tra cui quelli ritorio e di Costa Funtanas, Crobecadas, Cresia, Cruxi, Cuili Gureu, Gruttas, Guardia Manna, Marcialis, Meurru, Molas, Moros, Murvia, Nurresu, Perdu Su Luasciu, Santu Lorenzu, Santu Micheli, Sa Pudda ’e Uledu, Serbiola, Su Franzesu. Si tratta di nuraghi monotorre, la maggior parte dei quali semidistrutti. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il paese conserva nel suo centro storico numerose vecchie case costruite in mattoni di terra cruda ` diri) e abbellite dalla corte, alla (la quale si accede da ampi portali in pie` importante e ` la tra. La costruzione piu chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, parrocchiale la cui costruzione fu avviata agli inizi del secolo XVII, ma i cui lavori andarono a rilento e furono completati solo nel 1753. La chiesa ha una sola navata sulla quale si affacciano le cappelle laterali; la co` a volte a botte retta da archi pertura e impostati su pilastri e da una cupola ottagonale. All’interno sono custoditi l’altare maggiore in marmo bianco con

intarsi di grande pregio, alcune statue lignee di scuola napoletana del Seicento e una bella lampada di argentiere cagliaritano del Settecento. Altri edifici di un qualche interesse sono la chiesa di Santa Brigida, costruita nel secolo XVI in forme gotico-catalane e successivamente ristrutturata, con l’impianto a una sola navata scandita da archi a sesto acuto e completata da alcune cappelle laterali e dal presbiterio sopraelevato rispetto all’aula, men` stata notevolmente ritre la facciata e ` tarda; e l’oramaneggiata in epoca piu torio del Rosario, piccola chiesa costruita nel 1797. Ha l’impianto rettangolare e copertura a volta a botte. Nella ` completata da un timfacciata, che e pano triangolare che culmina con un campanile a vela, si apre un ampio portale lunettato. Va inoltre ricordato il castello di Malvicino o del Sarrabus, fortezza situata in zona Cuccuru Perd’e ` del centro abitato; fu Sali in prossimita probabilmente costruita dopo la spartizione del giudicato di Cagliari nel 1258 a opera dei Visconti allora giudici di Gallura. Aveva una importante fun´ la sua posizione strategica perche zione consentiva di sorvegliare la foce del Flumendosa, il corso del fiume e la strada di comunicazione allora percorsa da intensi traffici. Nel confuso periodo che seguı` l’estinzione della dinastia dei Visconti e il passaggio dei territori al Comune di Pisa il castello fu abbandonato e cadde in rovina prima della conquista aragonese. Attualmente i suoi ruderi sono ben visibili e attendono una ricognizione ar` notevole anche la chiesa cheologica. E di San Nicola di Quirra che sorge a circa 15 km dall’abitato sulla statale 125 Orientale sarda. L’edificio ha ` stato singolarforme romaniche ed e mente costruito in mattoni cotti di colore rosso scuro, probabilmente tra la

250

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 256

Villarios ` del secolo XII e gli inizi seconda meta del XIII. Ha una sola navata chiusa dal` divisa in due l’abside. La facciata e parti, spartita da sette archetti molto semplici, con un portale centinato con un largo ventaglio di mattoni sfalsati. La chiesa si trova ai piedi del castello di Quirra, costruzione del secolo XIII oggi in rovina, che fu sede delle vicende della famosa contessa Violante e di altri personaggi della famiglia dei conti di Quirra. Infine sono da ricordare le torri di San Lorenzo, di Murtas, di Monte Rosso e di Porto Corallo, lungo il litorale compreso entro il territorio del comune, che si stende dai confini del salto di Quirra (=) a Porto Corallo. Le torri costiere sono situate in luoghi strategicamente importanti e di grande bellezza per i panorami che ` la vi si possono godere. La prima e torre di Murtas, posta circa 13 km a nord dell’abitato; si tratta di una co` del Setstruzione della seconda meta tecento, di forma cilindrica, in buono stato di conservazione. Al suo interno conserva un grande ambiente con la volta a botte e le feritoie per i cannoni di cui la torre era armata. La torre aveva la funzione di difesa ed era servita da una guarnigione. A circa 7 km a sud, proprio dove il capo San Lorenzo ` posta la torre di strapiomba sul mare, e San Lorenzo. L’edificio, di forma tron` del coconica, risale alla prima meta ` in cattive condizioni di Seicento ed e conservazione. Al suo interno conserva un ambiente con la volta a botte; svolgeva essenzialmente funzioni di avvistamento ed era servito da una pic` a sud, cola guarnigione. Ancora piu poco prima di Porto Corallo, su un colle ` posta che domina il mare circostante e in una posizione inaccessibile la torre del Monte Rosso. L’edificio, costruito in ` il piu ` anforma cilindrica nel 1578, e tico dei tre citati sinora e si trova in

cattivo stato di conservazione. Aveva un compito di vigilanza ed era servito ` la torre da una guarnigione. L’ultima e di Porto Corallo: prende il nome da una ` abitata a 16 m di quota sul lilocalita vello del mare a qualche chilometro da V., proprio sulla foce del Flumendosa. La torre fu costruita in forma troncoco` del secolo XVII nica nella prima meta ` in buono stato di conservazione. ed e ` imponente ed era potenteL’edificio e mente armato con artiglierie e servito da una guarnigione comandata da un alcaide. Di particolare interesse sono le discariche delle antiche miniere d’argento di Giba e di S’Acqua Arrubia, presso le quali si trovano rilevanti depositi di fossili. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Le antiche tradizioni del paese vengono ricordate in molte manifestazioni reli` suggestiva delle giose e civili, la piu ` quella in onore dei Santi Vittoquali e ria e Narciso che si svolge in ottobre. La festa prevede delle gare poetiche a tema libero, nelle quali i cantadores improvvisano con grande maestria. Durante la festa si possono anche ammirare le esibizioni in costume di alcune versioni particolari del ballo sardo, il ballu tundu e il ballu torrau. ` di grande Tra le manifestazioni civili e rilievo la Mostra dell’artigianato sarrabese che si svolge nei mesi estivi e consente di ammirare, oltre ai pezzi di produzione recente, rarissimi pezzi di artigianato antico. Negli stessi mesi estivi si svolge la sagra del ballo sardo con launeddas, durante la quale si esibiscono i maggiori complessi dell’isola.

Villarios Centro abitato della provincia di Carbonia-Iglesias, frazione di Giba (da cui dista 5 km), con circa 500 abitanti, posto a 56 m sul livello del mare a sud-ovest del comune capoluogo, a pochi chilometri dal litorale del golfo

251

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 257

Villarios di Palmas. Regione storica: Sulcis. Diocesi di Iglesias. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una piccola piana costiera, che confina a nord col lago artificiale di Monte ` delimitata a oriente dalle Pranu ed e ultime propaggini delle alture dell’Iglesiente e a occidente dallo stagno di Porto Botte e dal mare. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che si distacca dalla statale 195, raggiunge la frazione e prosegue poi per ricongiungersi alla stessa statale.

Villarios – Veduta del centro abitato. & STORIA Il territorio conserva nume` punico-romana. rosi monumenti di eta ` di origine medioIl villaggio attuale e evale, faceva parte del giudicato di Cagliari ed era compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo che il giudicato fu debellato, nella divisione del 1258 il villaggio fu assegnato ai Della Gherardesca e quando, pochi anni dopo, la fa` un’ulteriore divisione tra miglia opero ` al conte Ugolino. I i suoi rami, tocco ` lo dovettero cedere a suoi figli pero Pisa alla fine del secolo XIII, dopo essere stati sconfitti nella guerra che avevano scatenato per vendicare la morte del padre. Per alcuni anni fu amministrato direttamente dal Comune, che ne perdette il possesso con la conquista aragonese. Negli anni successivi il villaggio divenne teatro delle

guerre tra Aragona e Arborea e fu abbandonato dalla popolazione nel corso del secolo XIV. Il suo territorio, ormai ` a meta ` completamente deserto, entro del secolo XV a far parte del grande feudo di Gioiosaguardia degli Aragall. ` ai Bellit e Nei secoli successivi passo da questi ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Il ter` frequentato da ritorio era stato gia gruppi di pastori che nel corso del secolo XVIII vi si stabilirono dando vita all’attuale centro abitato. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Iglesias e ` a nel 1848, abolite le province, entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari. Nel 1853 divenne comune autonomo e con la ricostituzione delle province nel 1859 fu incluso in quella di Cagliari. Nel 1866 fu unito a ` il nuovo coMasainas con cui formo mune di Villarios Masainas; perse ` di importanza e la sede amminipero strativa fu trasferita a Masainas. Nel 1929, unitamente ad Arresi, Masainas e Piscinas, concorse a formare il nuovo comune di Giba. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura (carciofi, pomodori), la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` sufficientemente orgasuini e ovini. E nizzata la rete di distribuzione com` collegato da autolinee merciale. V. e agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni ruderi del periodo punico-romano e le rovine della chiesa romanica di Santa Maria. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il centro storico del villaggio conserva alcune case costruite con ` diri) e abbelmattoni in terra cruda (la lite da un’ampia corte anteriore. Il fab` importante e ` la chiesa di bricato piu San Giuseppe, la parrocchiale, che ha

252

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 258

Villasalto un impianto a una sola navata. Altro ` la torre di Palinteressante edificio e mas, che sorge a poca distanza dall’abitato; fu costruita in forma cilindrica ` attualmente ridotta a nel 1577 ed e ` che un rudere. Aveva una funpoco piu zione di avvistamento e di difesa e probabilmente era guardata da una modesta guarnigione. La festa principale si svolge il 20 marzo in onore di San Giuseppe operaio, patrono del villaggio.

Villasalto Comune della provincia di ` Cagliari, sede della XXI Comunita montana, con 1353 abitanti (al 2004), posto a 502 m sul livello del mare una ventina di chilometri a nord-ovest di Muravera. Regione storica: Gerrei. Archidiocesi di Cagliari.

Villasalto – Il fiume Flumendosa nei dintorni del paese.

TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo romboidale, si estende per 130,72 km 2 e confina a ` Gerrei e Armunnord con San Nicolo gia, a est con Villaputzu e San Vito, a sud con Burcei e Soleminis e a ovest con Dolianova. Si tratta di una regione solitaria di colline e montagne. Le cime maggiori sono sui 600-700 metri: monte Su Piroi, 605 m; monte Casar&

gius, 735 m; Sa Matt’e Abramu, 733 m. Profonde le cesure tracciate dai fiumi, ` il Flumendosa, tra i quali il maggiore e che scorre 5 km a oriente del paese. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che si distacca dalla statale 387 Muravera-Cagliari e vi si ri` a occidente. collega piu & STORIA Il territorio fu abitato fin dal periodo prenuragico e conserva resti riferibili all’intero arco di evoluzione ` nuragica, per cui puo ` esdella civilta sere identificato come una delle zone ` la resiin cui maggiormente si verifico ` nuragica a influssi stenza della civilta esterni fino al periodo romano. Allora nel territorio erano stanziati i Galillensi, ricordati nella Tavola di Esterzili (=), che compivano spesso delle incursioni nei confronti delle popolazioni circostanti. Nel Medioevo il villaggio appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Gerrei. Dopo che il giudicato fu con` del Comune di quistato per volonta Pisa, nella divisione del 1257 V. fu incluso nei territori toccati al conte di Capraia. Estinta la sua discendenza, a partire dalla fine del secolo XIII fu amministrato direttamente da funzionari del Comune di Pisa. Con la conquista aragonese il villaggio avrebbe dovuto essere amministrato dal castellano della fortezza di Orguglioso (o Sassai) ma i suoi abitanti, sfruttando la sua posizione, mantennero un atteggiamento ostile nei confronti degli invasori e tennero il territorio in un continuo stato di tensione. Scoppiate le guerre tra Mariano IVe Pietro IV, si ribellarono apertamente e favorirono la penetrazione delle truppe del giudice d’Arborea nel territorio, che solo dopo la battaglia di ` sotto il controllo reale. Sanluri torno Gli abitanti rimasero in questa situazione fino al 1493, quando l’intero territorio fu acquistato dagli Zatrillas e

253

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 259

Villasalto unito al loro feudo. Gli Zatrillas possedettero V. fino alla loro estinzione nel 1814 e dal 1701 portarono il titolo di conti di V.; dopo il 1814 il villaggio ` ai Vivaldi Pasqua ai quali fu ripasso scattato nel 1838. Nel 1821 fu inserito `a nella provincia di Isili; dal 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 dell’omonima ricostituita provincia. A partire ` dell’Ottocento le dalla seconda meta numerose miniere del suo territorio cominciarono a essere sfruttate inten` provoco ` una notevole trasamente; cio sformazione del suo tessuto sociale e ` nei moti del una tensione che sfocio 1906 che provocarono l’intervento della forza pubblica e alcuni morti. ` del NoveNel corso della prima meta cento a V. le miniere vennero chiuse e il ` alle tradizionali attivita ` paese torno agropastorali. Del paese nella prima ` dell’Ottocento ci parla il Dizionameta rio del Casalis: «Nel territorio di V. ha principio un ruscello detto Spigulu, il quale, nascendo dal monte Spiniadorgiu, scorre tra Ballao e Armungia, e si versa nel Dosa: questo ruscello alimenta trote squisite ed anguille. Nelle parti montuose e boschive, fra i ghian` comunissimo: vi abdiferi il leccio vi e bonda il selvaggiume; daini, cervi e cinghiali son facili prede al vigile cac` assai fertile, e si ciatore. L’agro di V. e fanno buone ricolte di cereali: ordinariamente si seminano starelli 1200 di grano, 100 d’orzo, 100 di fave, 9 di legumi e 60 di lino. Il grano suol rendere il 6, l’orzo il 7, le fave l’8, i legumi il 4, e il lino meno del 2 in seme e un cantaro di fibra per starello. Le vigne occupano circa 400 starelli di terreno; ed i vini che se ne fanno sono assai riputati. Vi allignano piante di frutta d’ogni spe` comuni sono i peri, i meli, i cie; le piu susini ed i mandorli; i noci vi fanno buonissima prova. I terrazzani di V.

mantengono numeroso bestiame, per´ abbondano quelle piante delle cui che frondi sono ghiotte le capre e le vacche; per le pecore e le altre bestie v’ha in copia fieno, trifoglio ed avena. Alcuni anni addietro noveravansi 500 vacche, 150 giovenche, 1400 buoi, 5000 pecore, 3600 capre, 1600 cavalli, 100 cavalle e 300 giumenti; anche i majali ´ quasi in sono in gran novero, poiche ogni casa se ne alleva uno che poi uccidono a suo tempo. Il commercio del vario bestiame si fa cogli abitanti del Campidano. Vi si tiene un’annua fiera nella prima domenica di giugno, in occasione della festa di s. Barbara. Il comune di V. conta 340 case; 361 famiglie; e 1472 abitanti, i quali sono specialmente dati all’agricoltura ed anche alla pastorizia: le donne tessono pannolani di molta durata che vendono soldi 10 il palmo; e dividono al tempo delle messi coi loro mariti la fatica con la falce che sanno ben maneggiare. I villasaltesi godono una complessione robusta; vivono sobriamente, e presso loro non sono rari i casi di una straor` ; sono affaticanti, redinaria longevita ` acculigiosi e ospitali; vengono pero sati di essere litigiosi, e tenaci delle ` frequenti malatloro opinioni. Le piu tie vi sono le infiammazioni del torace, e le febbri reumatiche ed intermit` dotenti. V., siccome paese montuoso, e minato da tutti i venti; le pioggie vi sono quasi continue dal principio di ` di primaautunno fin verso la meta vera; e bene spesso vi cade il fulmine». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta svi` inluppando una modestissima attivita dustriale nel settore lattiero-caseario. Modesta la rete di distribuzione com-

254

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 260

Villasalto ` collegato da aumerciale. Servizi. V. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, stazione dei CaE rabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1401 unita di cui maschi 683; femmine 718; famiglie 550. La tendenza complessiva rive` della polava una sostanziale stabilita polazione, con morti per anno 17 e nati 13; cancellati dall’anagrafe 19 e nuovi iscritti 26. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 189 in migliaia di lire; versamenti ICI 559; aziende agricole 321; imprese commerciali 100; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 342; disoccupati 49; inoccupati 116; laureati 10; diplomati 126; con licenza media 405; con licenza elementare 535; analfabeti 74; automezzi circolanti 510; abbonamenti TV 470. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcuni nuraghi tra cui quelli di Currulia, De Gruppa, Pala Perixi. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il centro storico conserva alcune tipiche case in pietra a ` piani ed e ` sviluppato attorno alla piu parrocchiale di San Michele Arcangelo. La chiesa, anticamente dedicata a Santa Barbara protettrice dei mina` tori, fu costruita con ogni probabilita nel Medioevo; secondo la tradizione popolare sarebbe stata eretta nel luogo in cui cadde un grosso macigno lanciato da Santa Barbara, impegnata in una gara con Santa Caterina d’Alessandria per chi tra le due avesse scagliato ` lontano un masso. Nel 1601 venne piu dedicata a San Michele Arcangelo e ` volte restaurata, successivamente, piu perse le sue caratteristiche originarie:

attualmente ha forme neoclassiche. ` a una navata, arricchita L’impianto e da alcune cappelle laterali e dal presbiterio, sopraelevato rispetto all’aula; ` con volte a botte. Al suo la copertura e interno conserva alcune statue in legno del Seicento e due tele dello stesso ´ un periodo molto danneggiate, nonche organo a canne del Settecento. Poco fuori dall’abitato, su di un colle, sorge la chiesa di Santa Barbara con la struttura di basilica. Fu costruita nella se` del Settecento, ha l’imconda meta pianto a una navata e la copertura del ` legata alle memorie tipo a capanna. E ` care degli abitanti del villaggio e piu secondo una tradizione non documentata essi la fecero costruire sul luogo dove la popolazione era riuscita a fermare e a ricacciare un’invasione di pastori provenienti da Armungia. Di par` la ticolare bellezza nel territorio e grotta di Sa Grutta ’e Scusi, nella quale ` possibile trovare il geotritone sardo. e & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari conservano la memoria delle tradizioni del paese, in particolare le feste di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano, che si svolgono rispettivamente il 16 e 17 e il 19 e 20 gennaio. Entrambe culminano con ` nella l’accensione di enormi falo piazza principale, alla presenza della popolazione che balla. Dalla buona ` i vecchi del paese soriuscita del falo gliono trarre auspici per il raccolto, rinnovando cosı` un’antica credenza ` dedicata a pagana. Un’altra festa e Santa Barbara. La prima domenica di giugno una processione partita dalla parrocchia trasporta nella chiesa a lei dedicata la statua della santa e per quattro giorni vi si svolge una festa ricca di funzioni e di manifestazioni folcloristiche. Il momento culminante ` costituito dai riti di liberazione degli e spiritati, ossia le persone ritenute in-

255

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 261

Villasambuich vasate che vi vengono accompagnate da tutta la Sardegna.

Villasambuich Famiglia originaria di Majorca (secc. XVII-XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVII. Si trasferı` a Cagliari nel 1660 con il dottor Marino giudice della Reale Udienza. ` una Prunas Suo figlio Angelo sposo erede del feudo di Minutadas e nel ` in possesso. Nel 1688 i 1675 ne entro loro figli furono ammessi allo Stamento militare durante il parlamento Monteleone. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVIII.

Villa San Pietro Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXIII ` montana, con 1778 abitanti Comunita (al 2004), posto a 37 m sul livello del mare nel retroterra di Sarroch e Pula. Regione storica: Nora. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-ovest a sudest, si estende per 39,61 km2 e confina a nord con un’isola amministrativa di Assemini, a est con Sarroch, a sud con Pula e a ovest ancora con Pula e per un breve tratto con Santadi. Si tratta di un’area distribuita per piccola parte nella piana costiera nei pressi di Pula, per la restante tra i rilievi del retroterra, tra i quali la punta Sa Caxia, 495 m, e il monte Su Baraccone, 584 m. Dai monti discendono alcuni corsi d’acqua, tra i quali il Rio di Pula che scorre a breve distanza dall’abitato. Le comunicazioni sono assicurate dalla statale 195 Sulcitana, che in questa parte ha un duplice tracciato: quello originario, ` piu ` vicino alla costa e attraversa i che e ` moderno, che centri abitati, e uno piu passa all’interno. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico, ma l’attuale paese ha origini medioevali: risale presumibilmente agli inizi del

secolo XV, quando una parte dell’antica curatoria di Nora (=) fu concessa a Berengario Bertran Carroz che la unı` al suo vastissimo feudo. Il villaggio si ` attorno all’omonima chiesa, sviluppo popolato dai superstiti dei villaggi costieri che fuggivano dalle periodiche incursioni dei corsari barbareschi. Nel corso dei secoli successivi il villaggio, che allora era conosciuto come ` dai Bertran CarSan Pietro Pula, passo roz ai Centelles, che nel corso del secolo XVII diedero un ulteriore impulso allo sviluppo del piccolo centro. In se` dai Centelles ai Borgia, ai guito passo ` e infine agli Osorio ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Cagliari; nel 1848 en` a far parte della divisione amminitro strativa di Cagliari e dal 1859, ricostituite le province, della provincia di Cagliari. Nel Dizionario del Casalis il ` chiamato ‘‘S. Pietro’’: «La tempaese e ` mitissima nelperatura di s. Pietro e l’inverno, mite per lo spesso anche nell’estate per i venti marini, che vi sono ` vi e ` senperiodici a certe ore: l’umidita tita non minore che a Pula, e l’aria meno insalubre che in altri tempi, quando la coltivazione era ancora ` rara molto ristretta. La nebbia non e ` perniciosa a’ semimeteora; talvolta e nati ed a’ frutti. Il territorio coltivato ` compreso in quello che dagli uomini e descrivemmo nell’articolo Pula. Popolazione. Nel 1800 nel luogo di s. Pietro erano abitanti 174, nel 1826 erano cresciuti a 307, nel 1839 si notarono 448, e si distinguevano in maggiori d’anni 20, maschi 116, femmine 126, e minori maschi 100, femmine 106, distribuiti in famiglie 97. S. Pietro che da molti anni fu ` stato sempre costituito in comune, e considerato come un sobborgo e dipendenza di Pula. Questi coloni si dicono pulesi, come quelli che abitano il borgo cosı` detto. Quando per timore delle in-

256

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 262

Villa San Pietro ` afvasioni de’ barbareschi Pula resto fatto deserta, il luogo di s. Pietro con` sempre un certo numero di famiservo glie pastorali e agricole, che approfit` del suolo e della tavano della fertilita abbondanza dei pascoli, e facean guadagno sulla legna che tagliavano e ven` dire devano a Cagliari. Sı` che si puo che la popolazione pulese, che successe a quella di Nora, siasi perpetuamente, sebbene in piccolissimo numero, conservata in questo luogo, meno esposto alle incursioni degli africani. Un quarto degli uomini di s. Pietro attende esclusivamente alla pastorizia, il resto all’agricoltura. L’istru` negletta. Agricoltura. zione primaria e ` di starelli L’ordinaria seminagione e 220 di grano, 60 d’orzo, 100 di fave, 20 di lino. La fruttificazione ordinaria de’ ` dal 12 al 25, secondo che piu `o cereali e meno sian favorevoli le stagioni. La vigna e i fruttiferi se non sono curati, ` negletti. come in Pula, non sono pero Potrebbesi trarre maggior profitto dal comodo che ha l’orticoltura. Pastorizia. Si hanno nel bestiame manso, buoi per l’agricoltura e carreggio 70, cavalli 20, giumenti 80, porci 35. Nel bestiame rude, vacche 300, cavalle 60, capre 1200, pecore 1500, porci 350. I pulesi di s. Pietro vendono in Pula o nel suo porto ai negozianti di Cagliari le loro ` e riderrate, e ignorano le difficolta sparmiano le spese, che sono necessarie per il trasporto de’ prodotti a’ punti commerciali». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini, suini e caprini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche l’atti` industriale nel settore alimentare vita e in quelli dell’abbigliamento, metal` sufficientelurgico e dell’edilizia. E

mente organizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 20 posti letto, un’azienda agrituristica con 10 posti letto e ` colledue ristoranti. Servizi. V.S.P. e gato da autolinee agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1811 unita di cui stranieri 11; maschi 893; femmine 918; famiglie 578. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 11 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 56 e nuovi iscritti 81. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 17 397 in migliaia di lire; versamenti ICI 526; aziende agricole 81; imprese commerciali 53; esercizi pubblici 7; esercizi al dettaglio 16. Tra gli indicatori sociali: occupati 431; disoccupati 96; inoccupati 106; laureati 4; diplomati 145; con licenza media 495; con licenza elementare 515; analfabeti 66; automezzi circolanti 576; abbonamenti TV 360. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva testimonianze archeologiche che documentano la conti` dell’insediamento dell’uomo. Al nuita periodo prenuragico appartiene la domus de janas di Monte; a quello nuragico il nuraghe di Mereu e due Tombe di giganti. & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E AMBIENTALE Il paese nel suo centro storico ha conservato le case costruite ` diri), con in mattoni di terra cruda (la muri che si basano tuttavia su fonda` impormenta in pietra. L’edificio piu ` la parrocchiale dedicata a San tante e Pietro. Costruita in forme tardoromaniche nel secolo XIV, ha una sola navata, scandita da tre campate con archi

257

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 263

Villasanta a tutto sesto e chiusa dall’abside; la co` lignea a spiovente. La facpertura e ` arricchita da un campanile a ciata e vela e da una teoria di archetti che corrono sotto gli spioventi. Di particolare ` nella regione interna il interesse e parco di Gutturu Mannu che conserva una ricca flora mediterranea e un importante patrimonio faunistico che attira molti appassionati di trekking e di fotografia naturalistica. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante e ` quella di San festa piu Pietro, patrono del paese; si svolge il 29 giugno e ha un carattere solenne, dura tre giorni e presenta un ricco programma di manifestazioni.

Villasanta Famiglia di Villamar (sec. XVIII-esistente). Di probabile origine spagnola, le sue notizie risalgono al secolo XVIII. I suoi membri esercitavano tradizionalmente la professione di notaio ed erano in possesso di un discreto patrimonio. Nel corso della seconda ` del secolo XIX la famiglia si trameta sferı` a Cagliari. Uno dei suoi membri, il generale Nino, nel 1946 ottenne il titolo comitale. La famiglia attualmente risiede a Cagliari e a Sanluri.

una corrispondenza inedita di Francesco d’Austria Este con un gentiluomo sardo, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 14, 1991.

Villasanta, Nino Ufficiale di carriera, generale (Cagliari 1884-Sanluri 1960). Dopo aver frequentato l’Accademia di Modena prese parte come volontario alla Guerra di Libia, dove ottenne una medaglia d’argento. Subito dopo si lau` in Legge e successivamente comreo ` i suoi studi presso la Scuola di pleto guerra. Prese parte alla prima guerra mondiale ottenendo altri riconoscimenti e divenne segretario del duca d’Aosta. Nel dopoguerra fu a capo dell’Ufficio dell’Ispettorato di fanteria. Promosso generale, nel 1935 prese parte alla guerra d’Etiopia; nel 1939 fu promosso generale di corpo d’armata e presidente del Supremo tribunale militare. Nel 1946 fu creato conte. Uomo ` e restauro ` di grande cultura, acquisto il castello di Sanluri, e in quel centro ` un’azienda agricola modello. impianto

Villasanta, Alberto Studioso di storia locale, ufficiale di marina e imprendi` stato tore (sec. XX). Figlio di Nino, e vicepresidente dell’Unione Agricoltori della provincia di Cagliari e ha guidato il consiglio di reggenza della sede cagliaritana della Banca d’Italia. Proprietario, curatore e animatore del Museo del castello di Sanluri, dal 1982 ` stato responsabile dell’Istial 1991 e tuto Italiano dei castelli. Uomo di ` autore di interesgrande cultura, e santi studi di carattere storico.

Villasanta, Cristina Studiosa di storia (n. Cagliari, sec. XX). Laureata a Ca` studiosa di storia del gliari nel 1984, e Risorgimento; ha scritto, tra gli altri, il saggio La Sardegna e i suoi abitanti in

Villa Sant’Antonio – Veduta del centro abitato.

Villa Sant’Antonio Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 17, con 454 abitanti (al 2004), posto a 249 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord della Giara di Gesturi. Regione storica: Parte Valenza. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale,

258

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 264

Villa Sant’Antonio di forma grosso modo rettangolare, si estende per 19,13 km2 e confina a nord con Ruinas, a est con Asuni e Senis, a sud con Assolo e Albagiara e a ovest con Mogorella. Si tratta di una regione di colline di non grande altezza, nella ` interna dell’Oristanese. A parte piu oriente del paese scorre il rio Imbessu, che si dirige verso Fordongianus per gettarsi nel Tirso. Il paese comunica per mezzo di una strada secondaria che si distacca dalla statale 442 UrasLaconi e si dirige verso nord-ovest, per innestarsi sulla via di collegamento tra Mogorella e Ruinas. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze del periodo nuragico e del periodo romano, ma il paese ha origini relativamente recenti: infatti fu fondato col nome di Sant’Antonio nel corso del secolo XVII nei territori della baronia di Senis che allora apparteneva ai Nin. Il villaggio conti` ad appartenere ai Nin fino al rinuo scatto del feudo nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Isili; abolite ` a far le province nel 1848 il paese entro parte della divisione amministrativa di Cagliari; nel 1859 infine della ricostituita provincia di Cagliari. Furono questi anni difficili, infatti, per quanto formalmente il villaggio fosse stato riscattato dagli antichi feudatari, i suoi abitanti dovettero lottare con gli eredi per stabilire l’ammontare delle somme da pagare per il riscatto. La controversia ebbe termine solo nel 1863, anno in cui il villaggio assunse il nome di Sant’Antonio Ruinas. Nel Dizionario del ` Casalis si dice di questo paese, che e ancora chiamato ‘‘s. Antonio’’: «Siede incontro a ponente-libeccio nella estrema falda dell’eminenza piana sulla quale trovasi il paese di Ruinas. Essendo intorno a varia distanza rilevato notevolmente il suolo, pochi venti ` vi sono sentiti in quella forza, con cui e

` sentito il maestrale. Vi si patisce pero `e molto calore nell’estate, e l’umidita la nebbia nelle stagioni di mezzo per il rivolo della valle e per quello non lontano, che dicono Flumini Imbessu. ` poco salubre in certe stagioni. L’aria e ` parte nelIl territorio di s. Antonio e l’anzidetto altipiano, parte nella regione bassa circostante, dove sono alcune colline poco notevoli e grandi tratti piuttosto piani. Il colle che di` coperto di bosco cono Cuaddezuru e ceduo, e gli uomini del luogo, quando vacano da altri lavori, fanno de’ tagli e vendono le legna ne’ paesi vicini che ` asne hanno bisogno. La cacciagione e sai scarsa, e consiste in daini e cinghiali, volpi e lepri, pernici ecc. La po` di anime 530 polazione di s. Antonio e distinte in maggiori d’anni 20 maschi 155, femmine 158, e minori maschi 110, femmine 107, divise in famiglie 127. Le principali professioni sono l’agraria e la pastorizia, le arti meccaniche sono esercitate da poche persone, le quali fanno insieme l’agricoltura. La scuola ` frequentata da otto fanprimaria e ` fecondo ciulli. Agricoltura. Il terreno e e compensa largamente le fatiche del `, per nebbie colono, quando per siccita perniciose o per troppa abbondanza di pioggie che fan marcire i germi nei luoghi bassi, o per venti caldi nel tempo della maturazione de’ frutti, questi non sieno diminuiti. L’ordinaria semi` di starelli 300 di grano, 120 nagione e d’orzo, 50 di fave, 20 di legumi, 25 di ` lino. La coltura delle specie ortensi e ` proporzionaquasi negletta. La vigna e tamente estesa, le viti producono copiosi frutti, e i vini comunemente bianchi, se ben manipolati, sono di qualche pregio. I fruttiferi sono compresi in tre o quattro specie e in un ristretto numero di individui. Si annoverano circa ottanta campi chiusi (in questi paesi si dicono congiaus o congiadus), i quali

259

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 265

Villa Sant’Antonio hanno complessivamente un’area di ` notare una circa starelli 200. Si puo sola tanca dell’estensione di starelli ` ettari 290). Tanto questa tanca 100 (cioe come gli anzidetti campi sono adoperati per agricoltura e per pastura del bestiame domito. In due di quei chiusi si conservano ancora degli alberi ghiandiferi. Pastorizia. I luoghi incolti del comune di s. Antonio abbondano di pascoli, i quali sarebbero sufficienti a maggior numero di capi. Nel bestiame manso si annoverano buoi per l’agricoltura 80, cavalli 20, giumenti 100, majali 35. Nel bestiame rude vacche 200, pecore 3000, porci 300, cavalle 50. ` ristretta a piccol numero L’apicoltura e di alveari. I paesani di s. Antonio vendono le loro derrate a’ Barbaricini ed a’ negozianti di Oristano. I trasporti sono difficili per alcuni tratti delle vie». Quando nel 1928 fu costituito il comune di Mogorella Ruinas, Sant’Antonio Ruinas perse la sua autonomia ` a far parte del nuovo comune ed entro `. Nel 1974 e solo nel 1950 la riacquisto ` a far parte della ricostituita proentro vincia di Oristano e nel 1985 assunse l’attuale nome di V.S.A. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini ` indue suini. Non si segnalano attivita striali salvo una piccola impresa per la lavorazione del legno. Modesta la rete di distribuzione commerciale. Servizi. ` collegato da autolinee agli altri V.S.A. e centri della provincia. Dispone di Pro Loco, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 455 unita di cui maschi 222; femmine 243; famiglie 178. La tendenza complessiva rive-

lava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 7 e nati 2; cancellati dall’anagrafe 14 e nuovi iscritti 6. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 880 in migliaia di lire; versamenti ICI 710; aziende agricole 111; imprese commerciali 24; esercizi pubblici 1; esercizi al dettaglio 9; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 119; disoccupati 36; inoccupati 23; laureati 2; diplomati 45; con licenza media 118; con licenza elementare 191; analfabeti 34; automezzi circolanti 120; abbonamenti TV 157. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un importante patrimonio archeologico con testimonianze ` dell’inche documentano la continuita sediamento umano a partire dal periodo prenuragico. Di particolare importanza sono i molti menhir, tra i quali quello imponente di Cuccuru Tundu, alto 6 m, posto a breve distanza dall’a` tra i piu ` alti bitato sul colle omonimo; e della Sardegna. Allo stesso periodo appartengono moltissime domus de janas, in particolare quelle di Brentoni, Cuccuru Tundu, Genna Salixi e Riu ` interessante Imbessu. Tra tutte la piu ` quella di Genna Salixi, una necropoli e di domus de janas situata in un’amena valle lungo la strada per Senis. Vi si trovano 12 sepolture scavate in un costone di roccia calcarea, alcune delle quali sono caratterizzate da un ampio ambiente d’ingresso dove si aprono altre celle. Il complesso venne utilizzato ` punica. Sono da rialmeno fino all’eta cordare inoltre gli ipogei di Is Forrus, Funtanossu, Is Padrillonis; appartengono invece al periodo nuragico alcuni nuraghi tra cui quelli di Bruncu Mannu, Genna Piras, Caiu ’e Spei. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio ha conservato il suo assetto tradizionale con le case in pie-

260

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 266

Villasimius tra, abbellite dal porticato interno (lolla) e affacciate su una corte alla quale si accede da un portale, talvolta monumentale. L’edificio di maggior ` la chiesa di Sant’Antonio, parpregio e rocchiale costruita nel secolo XVII. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste conservano la memoria ` impordelle antiche tradizioni; la piu tante si svolge la prima domenica di ` dedicata a Sant’Antonio giugno ed e da Padova; si protrae per due giorni e prevede numerose manifestazioni. Un’altra caratteristica festa si svolge ` conosciuta come Valle dei ad agosto, e Menhir e offre l’occasione per degustare i prodotti tipici della zona.

vano sin vicino alla costa, tanto che ` per lunghe parti alta e solo in questa e qualche breve tratto si aprono piccole pianure litoranee, e quindi spiagge. V. comunica per mezzo di una strada costiera che proviene da Cagliari e prosegue poi, divisa in due bracci, verso nord per collegarsi, dopo aver toccato Castiadas, alla statale 125 nei pressi di San Priamo. A ovest del paese scorre, per gettarsi subito dopo in mare, il rio Muredda che scende dal monte Minniminni.

Villasclars Famiglia di Oristano di probabile origine spagnola (secc. XVXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XV. Erano in possesso di un notevole patrimonio ed erano pubblicamente considerati nobili; nel corso del secolo XVI molti di loro ebbero l’ufficio di saliniere o ricoprirono altri importanti incarichi nell’amministrazione reale. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVII.

Villasimius Comune della provincia di Cagliari, compreso nella XXIV Comu` montana, con 2887 abitanti (al nita 2004), posto a 41 m sul livello del mare nei pressi di capo Carbonara, l’estrema punta nord-orientale dell’isola. Regione storica: Campidano di Cagliari. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo triangolare, si estende per 58,02 km2 e comprende le ´ frazioni di Simius e di Noteri, nonche le piccole isole Serpentara e dei Cavoli; confina a nord con Castiadas, a est e a sud col mar Tirreno, a ovest con un’isola amministrativa di Sinnai e con Maracalagonis. Si tratta di una regione tutta di colline, estreme propaggini del massiccio dei Sette Fratelli, che arri-

Villasimius – Veduta della costa con una torre spagnola. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che documentano la presenza continuativa dell’uomo. Nel periodo punico vi si svi` un importante centro, le cui roluppo ` vine sono state individuate in localita ` a essere Is Cuccureddus, che continuo abitato anche in periodo romano fino al secolo V. Nel Medioevo, quando il territorio apparteneva al giudicato di Cagliari ed era incluso nella curatoria ` il villaggio del Colostrai (=), vi si formo di Carbonara (=). Dopo che questo villaggio scomparve il territorio rimase deserto, frequentato solo da corsari e da bande di pastori che ne sfruttavano i pascoli. Nel corso del secolo XVII, ` sicuri quando i litorali si fecero piu con la costruzione delle torri litoranee,

261

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 267

Villasimius nei territori dell’antico villaggio fu im` dopo piantata una tonnara che pero ` ogni attivita `. Il terripoco tempo cesso ` a essere deserto nei setorio continuo coli successivi fino al 1821, quando il generale Antonio Incani (=) ne ottenne la concessione per ripopolarlo. Egli ebbe dal marchese di Quirra la concessione di buona parte dell’antica curatoria del Colostrai e con un nucleo di contadini in gran parte provenienti da Settimo San Pietro costituı` il centro abitato che riprese il nome di Carbonara. Il nuovo villaggio, costruito secondo un piano urbanistico studiato ` rapidadallo stesso Incani, si sviluppo ` agricole mente grazie a fiorenti attivita nelle quali si impegnarono i suoi abitanti. Fu incluso nella provincia di Cagliari come frazione di Sinnai; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e nel 1853 con quasi 1000 abitanti fu reso comune autonomo. Con la ricostituzione delle province, dal 1859 fece parte di quella di Cagliari e dopo il 1862 prese la deno` detto anminazione attuale. Di V., che e cora Carbonara, ci parla Vittorio Angius, nella relazione scritta per il Dizionario del Casalis, dove si dice: «Agricoltura. Nella seminagione si spandono starelli di grano 300, d’orzo altrettanti, di fave 150, di linseme 15. Non coltivasi specie alcuna di civaje. La generazione delle locuste scemava di molto i ` gia ` da quattr’anni sofprodotti; pero ´ come va distenfronsi pochi danni, che dendosi la coltura restano felicemente oppresse le uova depositate ne’ terreni sodi. Fruttifica il grano al decuplo, l’orzo al quarantuplo, le fave al quattrodecuplo. Il lino viene assai bello. Nel vigneto sono in piena vegetazione ` il triplo viti 500 000, ed il loro prodotto e di quanto ottengasi nel restante del ` li (ordine di 125 Campidano. Un giua ` i 60 quartieri. Conosciuta nel viti) da

terreno cotanta attitudine a questa specie amano tutti di piantar vigne, e provvedere in copia al bisogno e al piacere. Si fabbrica vini ordinari e gentili. Le specie de’ secondi sono state notate nell’articolo Cagliari, provincia. Gli ordinari sono buoni a pasto (per istoma` maggiore lor bonta ` chi forti) e sara ` maturino le vigne. Traesi dai come piu medesimi acquavite eccellente, ed in ´ mentre altrove da dieci copia; che quartieri di mosto di forza mediocre non ricavasi che una sola cotal misura ` di due ove ottimo di spirito; e non piu sia; in questo se ne ottengono due e ´ il vino che bruciasi mezzo comecche non sia scelto. Si coltivano alcuni orti: le patate vi hanno una terra propria allo sviluppo, e sono un cibo gradito. Di alberi fruttiferi sono molte specie, ´ in piccol numero, e vi procomecche sperano mirabilmente. Gli olivastri ri´ mal corrisponcevono gli innesti, ne dono alle speranze. Gran danno! che i narbonatori abbiano incenerite innumerevoli piante di questa specie. Pastorizia. Buoi per l’agricoltura 200; vacche domestiche 12; rudi 200; pecore 2000; capre 1000; porci 600; cavalli 10; giumenti 150. Rendon di formaggio all’anno per individui le pecore libbre 15; le capre 20; le vacche, che non da ` a mugnere, 40. Il teguari si comincio nue prodotto delle pecore, che appena ` di quello che solitaeguaglia la meta mente producano le sarrabesi, accusa la scarsezza del pascolo. Cominciossi ` hannosi la coltivazione delle api, e gia da 1000 arnie. Pesca. I pescatori cagliaritani mareggiano tutti i giorni in questi paraggi, e prendon in molta copia le ` notate nell’articolo Cagliari, specie gia provincia, e delle foche». Nel paese, a ` del Novepartire dalla seconda meta ` agricole cento, alle tradizionali attivita si sono affiancate quelle turistiche; V. ha saputo sfruttare con slancio le note-

262

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 268

Villasimius voli bellezze delle sue coste e ha creato un’attrezzatura alberghiera e residenziale di prim’ordine divenendo in po` turichi anni una rinomata localita stica. & ECONOMIA L’attivita ` di base della ` oramai il turismo. Vi sua economia e operano 11 alberghi con 4940 posti letto, un’azienda agrituristica con 14 posti letto, un campeggio con 900 posti letto e 11 ristoranti. Anche l’agricol` ben sviluppata, in particolare la tura e frutticoltura, l’orticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura; viene praticato l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ovini e suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale nel settore alil’attivita mentare e in quelli della pesca, metalmeccanico e dei materiali da costru` discretamente sviluppata la zione. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, due sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale.

Villasimius – Porto. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 2880 unita di cui stranieri 89; maschi 1453; femmine 1427; famiglie 1072. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 19 e

nati 18; cancellati dall’anagrafe 52 e nuovi iscritti 98. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 932 in migliaia di lire; versamenti ICI 3639; aziende agricole 56; imprese commerciali 223; esercizi pubblici 60; esercizi al dettaglio 97; ambulanti 6. Tra gli indicatori sociali: occupati 657; disoccupati 384; inoccupati 112; laureati 20; diplomati 215; con licenza media 893; con licenza elementare 714; analfabeti 146; automezzi circolanti 950; abbonamenti TV 687. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il ter` ricco di testimonianze archeoritorio e ` logiche che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo nuragico; sono infatti presenti alcuni nuraghi tra cui quelli di Cilixianu, Giardoni e S’Orcu. Ma i siti ` significativi risalgono al periodo piu fenicio-punico, in particolare quello ` situata a di Is Cuccureddus, localita qualche chilometro dall’abitato dove, a partire dal 1970, sono stati condotti scavi archeologici che hanno portato alla luce un importante insediamento. Sono stati individuati resti di edifici di una certa consistenza e di scalinate che lungo il pendio della collina conducevano probabilmente a un’acropoli. Importante anche la necropoli di ` stata individuata Is Trajas, che e ` ed e ` del tipo presso l’omonima localita misto; vi si trovano infatti tombe a fossa, nelle quali si procedeva alla sepoltura per inumazione, tombe a inci`s. Le nerazione e tombe a enkytrismo tombe a inumazione hanno una pianta rettangolare e le pareti foderate con lastre di calcare, mentre le tombe a en`s sono costituite da una grossa kytrismo anfora che contiene i resti ossei del defunto. Considerevoli sono alcuni siti del periodo romano tra cui le terme di Santa Maria. Si tratta di un complesso ` imperiale costituito da termale di eta

263

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 269

Villasimius tre ambienti intercomunicanti, costruiti in pietra e mattoni alternati (opus vitatum mixtum); di particolare ` il calidarium, composto da interesse e ` absidato. due vani, uno dei quali e & PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE ` rimasto del cenE AMBIENTALE Poco e tro storico originario. Le case sono disposte attorno alla chiesa di San Raffaele Arcangelo, la parrocchiale costruita nel 1820 e ricostruita completamente dopo il 1950. Ha l’impianto a una navata e al suo interno conserva alcuni pregevoli dipinti dell’Ottocento. Altro ` il Centro interedificio interessante e nazionale sperimentale di arti visive, ospitato nei locali del Comune dal 1982. Si tratta di un museo di arte con` andato formando temporanea che si e su iniziativa dell’amministrazione comunale con il concorso di numerosi artisti di livello internazionale. Tra le molte opere che vengono ospitate nella palazzina comunale vanno ricordati i murali della sala consiliare, alcune opere di Maria Lai e di altri importanti pittori e scultori. Di grande interesse sono le torri costiere di capo Boi, della Fortezza Vecchia, di Cala Caterina, dell’isola dei Cavoli, di Porto Giunco, di San Luigi, di Columbaria, di Cala Pira. Il tratto di costa che fa parte del territorio del comune di V. si estende da Cala Pira a capo Boi e comprende il ` un promontorio di capo Carbonara. E tratto di costa accidentato, ricco di isolotti e di scogliere di spettacolare bel` stato istituito un lezza, lungo il quale e parco nazionale marino (= Parchi Na` guardato da una serie di zionali). E torri litoranee, poste in posizioni stra` la torre tegiche, delle quali la prima e di Cala Pira, situata 10 km a nord del` . L’edifil’abitato nell’omonima localita ` del cio fu costruito nella prima meta ` attualmente in buone Seicento ed e condizioni; al suo interno aveva un am-

pio locale con volta, rafforzato da un pilastro centrale; era armato da una spingarda e servito da una piccola guarnigione. A poca distanza, collocata sulla prospiciente isola di Serpentara, si trova la torre di San Luigi, posta nel ` elevato dell’isola, dalla punto piu quale si gode un panorama eccezionale. L’edificio, di forma troncoconica, ` del Seifu costruito nella prima meta ` in cattivo stato di conservacento ed e zione. Al suo interno conserva un ampio locale con volta a cupola, rafforzato da pilastri e costoloni; era potentemente armato con cannoni e servito da una guarnigione comandata da un al` a sud, in prossimita ` di Porto caide. Piu Carbonara, sorge la torre di Porto Giunco, costruzione del 1578 in discrete condizioni di conservazione. L’edificio ha forma troncoconica e conserva al proprio interno un ambiente con volta a cupola; era adibito all’osservazione, armato con una spingarda e servito da una piccola guarnigione. ` a sud si trova la torre dell’iAncora piu ` sola dei Cavoli, situata nel punto piu alto dell’isola omonima dal quale si gode un panorama eccezionale. L’edi` di noteficio fu costruito nel 1591 ed e voli dimensioni; il suo stato di conser` mediocre. Ha tre piani e al vazione e primo conserva un locale con volta a cupola, rafforzato da un pilastro; era potentemente armato con cannoni e servito da un’adeguata guarnigione. Nell’Ottocento, quando la torre fu dismessa, le fu addossato l’edificio del faro. Prospiciente l’isola dei Cavoli, lungo la costa, si trovava la torre di Cala Caterina, costruita nel 1591 e oramai completamente distrutta. Ancora ` avanti, sul porticciolo di V., e ` posta piu la torre della Fortezza Vecchia, si tratta di un edificio imponente costruito nel secolo XVIII a cui nel 1800 fu aggiunta una struttura a stella. Il nucleo origina-

264

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 270

Villasor rio aveva una pianta triangolare nella quale la struttura aggiunta, consistente in tre spuntoni triangolari, uno per vertice, si inserisce perfettamente, conferendo al complesso l’aspetto di ` apuna piccola fortezza. Alla torre e poggiata una cortina muraria piuttosto ampia, che culmina con un camminamento di ronda. Al suo interno la fortezza conserva diversi ambienti, era armata da un adeguato numero di cannoni e servita da una grossa guarnigione. Il sistema delle torri del litorale ` chiuso dalla torre di Capo Boi, 10 di V. e km a ovest dell’abitato, posta in posizione panoramica in direzione di Cagliari. L’edificio fu costruito nel 1591 ` in discrete condizioni di conservaed e zione. Ha una forma troncoconica, svolgeva una funzione di osservazione ed era servito da una piccola guarnigione. Nelle acque marine prossime al paese si trova la Madonna del Naufrago, grande statua in trachite rosa, alta 3,20 m e opera dello scultore Pinuccio Sciola (=), che nel luglio del 1979 fu collocata su un fondale marino ` in prossimita ` delle a 11 m di profondita coste dell’isola dei Cavoli per invocare la protezione della Madonna sui naufraghi e sugli appassionati del mare. In occasione della ricorrenza, nella seconda domenica di luglio, nel quadro della sagra della Madonna del Naufrago la statua viene raggiunta da un gruppo di sub che vi depongono una corona di fiori. Nel 1985 vi fu deposta una lampada sempreviva in acciaio inossidabile benedetta da papa Giovanni Paolo II in occasione del suo viaggio in Sardegna. L’intero complesso di spiagge che caratterizzano i ` di grande bellitorali del villaggio e lezza; in particolare il complesso che comprende il promontorio del Capo Carbonara con l’isola di Serpentara e lo scoglio di Piscadoreddus.

FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Alcune feste popolari tramandano il patrimonio delle tradizioni del villaggio; tra queste quella della Candelora che si svolge il 2 febbraio. Per l’occasione la Purificazione della Madonna viene ricordata con una messa durante la quale si svolge un rito singolare con l’offerta, a cura di un comitato femminile, di alcuni doni simbolici. I doni (un grosso cero, un dolce di pasta di mandorle che riproduce la chiesa, del vino e alcuni piccioni) vengono portati in chiesa dalla prioressa, dalla sua vicaria, da alcune assistenti, queste ultime non sposate, e da una madrina che `. porta il simulacro del Bambino Gesu Il piccolo corteo giunge all’altare dove il Bambino e il cero vengono deposti ai piedi della statua della Madonna. Subito dopo ha inizio la messa durante la quale vengono benedette altre candele che vengono distribuite ai fedeli e accese; subito dopo gli stessi conducono in processione il cero e gli altri doni. Un tempo gli agricoltori traevano dalla maggiore o minore vivezza delle fiamme delle candele gli auspici per il raccolto. Un’altra suggestiva e significativa festa si svolge nella seconda domenica di luglio in onore della Madonna del Naufrago. La festa ha avuto inizio nel 1979; per l’occasione numerosi subacquei raggiungono la statua sommersa per deporle sul capo corone di fiori.

&

Villasor Comune della provincia di Cagliari, incluso nel Comprensorio n. 20, con 7065 abitanti (al 2004), posto a 25 m sul livello del mare al centro della piana campidanese, una trentina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Parte Ippis Giossu. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da oriente a occidente, si estende per 86,61 km2 e con-

265

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 271

Villasor fina a nord con Villacidro, Serramanna e Nuraminis, a est con Monastir e San Sperate, a sud con Decimomannu, Decimoputzu e Vallermosa, a ovest ancora con Vallermosa. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque. A breve distanza dal paese il rio Mannu riceve il Malu, affluente di sinistra, e prosegue il suo tragitto verso gli stagni di Cagliari. V. comunica per mezzo della statale 196 che da Decimomannu si dirige verso Sanluri; da questa si distaccano inoltre, verso est, una strada per Monastir, e verso ovest una per Villacidro. Il paese dispone anche di stazione ferroviaria lungo la linea Cagliari-Oristano. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo prenuragico che documentano come fosse continuativamente frequentato dall’uomo. Il centro attuale ha probabili origini romane; nel Medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria del Parte Ippis (Gippi). Quando nel 1258 il giudicato di Cagliari fu debellato e diviso, il villaggio fu incluso nei territori che andarono al conte di Capraia; all’estinzione della sua di` nelle mani del giuscendenza passo ` Mariano dice d’Arborea. Nel 1295 pero II lo cedette al Comune di Pisa e prima della fine del secolo il villaggio venne amministrato da funzionari pisani. Su` bito dopo la conquista aragonese entro a far parte del Regnum Sardiniae; ` nel 1326 fu stipulata la sequando pero conda pace tra Pisa e Aragona, il villaggio fu nuovamente concesso in feudo al Comune di Pisa. V. rimase cosı` compreso nel grande feudo che Pisa conti` a sfruttare fino allo scoppio della nuo prima guerra tra Mariano IVe Pietro IV nel 1353. Allora i suoi abitanti si ribellarono e si schierarono con il giudice d’Arborea; per tutto il restante periodo

del secolo XIV il villaggio rimase in suo possesso ma soffrı` notevoli danni a causa delle guerre. Caduto il giudicato d’Arborea, nel 1420 fu concesso in feudo a Giovanni Civiller che vi fece costruire la Casa Forte. Successiva` dai Civiller ai De Besora mente V. passo alla cui estinzione, dopo una complessa vicenda giudiziaria durata alcuni anni, nel 1506 pervenne a Giacomo Alagon (=). Nei secoli successivi ` a rimanere agli il territorio continuo Alagon che nel 1537 ebbero il titolo di conti di V.; nel 1580 regolamentarono i loro rapporti con gli abitanti del villaggio emanando i Capitoli di grazia. Nel 1593 V. divenne marchesato e fu la capitale amministrativa del feudo degli ` notevolmente per Alagon; si sviluppo la presenza del regidor e degli altri uffici dell’amministrazione baronale. Al` del l’estinzione degli Alagon, alla meta ` ai De Silva, che secolo XVIII, V. passo continuarono a tenerlo fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 fu incluso come capoluogo di mandamento nella `a provincia di Cagliari; nel 1848 entro far parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita omonima provincia. Della situazione economica e sociale del paese ` dell’Ottocento ci nella prima meta parla il Dizionario del Casalis: «L’agro ` fecondo, e produce copia di cene e reali e civaje, uve e frutta di ogni spe` di cie. L’ordinaria seminagione ne e starelli 18 000. Le piante fruttifere si ` possono calcolare a 1500. Il bestiame e anche un prodotto considerevole di V. ´ da quei terrazzani vi si manperocche tengono 500 vacche, 540 buoi, 300 capre, 7500 pecore, 250 cavalli, 500 asini e 500 majali. In questo territorio evvi una sorgente di acqua minerale e termale detta Acqua Cotta. Presso ad un’eminenza in cui termina la catena delle colline Guttur-e-Forru scaturisce a

266

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 272

Villasor larga vena un’acqua limpida e calda, la quale dopo breve tratto va a mescolarsi con quelle d’un vicino rio. Il Fara fa menzione di questa sorgente, e ne loda ` medicinali. La sua tempele sue virtu ratura si mantiene costantemente al 32ºB. L’analisi chimica scoprı` in quest’acqua la presenza del solfato di calce, di soda, del muriato di calce e del jodio. In occasione di feste popolari, si tengono in V. alcune annue fiere, nelle quali per altro non si fanno che piccole contrattazioni. Dal commercio delle derrate e del vario bestiame ne ridondano a favore dei villasoresi lire nuove 65 000. Tra il selvaggiume portato dagli abitanti di V. sui mercati di Cagliari vi si veggono fagiani, specie per l’addietro ignota nell’isola; vuolsi sian essi di ` dalla quelli che il re Carlo Felice porto Sicilia in Sardegna, e che qui, riacqui`, abbiano fistata la nativa loro liberta gliato. I Frati minori dell’osservanza della provincia di Cagliari, denominata di s. Saturnino, furono nel 1610 introdotti in V., e ne ebbero la chiesa dell’arcangelo s. Michele. Questo comune novera 435 case, 486 famiglie e 2061 ´ tutti abitanti, i quali sono pressoche dediti all’agricoltura ed alla pastorizia. Vi sorge un castello che venne fabbricato nell’anno 1415: di esso si fa menzione in una pergamena esistente nell’archivio arcivescovile di Cagliari, nella quale leggesi che Pietro, arcive` , col suo capitolo scovo di questa citta concedeva a Giovanni Sinelleris, signore della spopolata villa di Sorres, ` di fabbricare sui ruderi della facolta l’antica chiesa parrocchiale un castello in difesa dei nuovi abitanti che questi voleva stabilirvi. Da un tal documento si riconosce, che il luogo di Sorres, sulle cui rovine sorse poi V., era stato ridotto a deserto per l’accanita guerra che da oltre 50 anni ardea tra gli arboresi e gli aragonesi». A partire

` dell’Ottocento la dalla seconda meta ` florida agricoltura si sviluppo ` a V. gia ulteriormente e fu affiancata da al` manifatturiere. cune attivita & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare l’orticoltura (carciofi, barbabietola), la frutticoltura, la viticoltura e la cerealicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto bovini, ovini, suini, equini e pollame. Negli ultimi decenni si sta sviluppando ` industriale nei settori anche l’attivita alimentare, lattiero-caseario, dei mangimi per la zootecnia, della lavorazione del legno, della metallurgia, dei ` discretamente sviluppata la laterizi. E rete di distribuzione commerciale. Vi operano anche un albergo con 12 posti ` colleletto e un ristorante. Servizi. V. e gato da autolinee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. Dispone di Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, due sportelli bancari. Possiede una Biblioteca comunale e quella del circolo culturale e teatrale Fueddu e Gestu. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 7169 unita di cui stranieri 71; maschi 3592; femmine 3577; famiglie 2296. La tendenza complessiva rivelava una diminuzione della popolazione, con morti per anno 55 e nati 45; cancellati dall’anagrafe 199 e nuovi iscritti 127. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 16 418 in migliaia di lire; versamenti ICI 2121; aziende agricole 698; imprese commerciali 263; esercizi pubblici 30; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 106; ambulanti 6. Tra gli indicatori sociali: occupati 2075; disoccupati 400; inoccupati 503; laureati 46; diplomati 613; con licenza media 2332; con licenza elementare 2119; analfabeti 176; automezzi circolanti 2636; abbonamenti TV 1865.

267

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 273

Villasor PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio comprende numerose testimo` nianze che documentano la continuita dell’insediamento dell’uomo a partire dal periodo prenuragico. A quest’ultimo periodo risale il sito di Cresia Is Cuccurus, un villaggio piuttosto esteso ` stato individuato in localita ` Crache e bai, a qualche chilometro dall’attuale abitato, riconducibile a un periodo tra il Neolitico recente e l’Eneolitico (3240-2300 a.C.), nell’ambito della cultura di Ozieri e di quella di Monte ` stata trovata Claro. Durante gli scavi e la celebre statuina in marmo della Dea Madre, attualmente esposta al Museo nazionale di Cagliari. Sono interessanti anche alcuni siti del periodo nuragico, tra cui il nuraghe Su Sonatori, che si trova nei pressi delle sorgenti di ` costituito da un nuS’Acquacotta ed e raghe monotorre circondato dai resti di un villaggio con numerose capanne. E ancora il sito di Bruncu ’e Su Laccu, complesso archeologico di grande interesse, costituito da un nuraghe del tipo a torre, attorno al quale sono stati individuati i resti di un insediamento romano che ha restituito tracce di edifici e qualche tomba. Infine il territorio conserva alcuni insediamenti del periodo romano. Le campagne oggi comprese nel territorio del comune furono sfruttate in quel periodo come zona granaria di grandissima importanza. ` porto ` all’insediamento di piccoli Cio nuclei abitati, destinati a residenza di schiavi e coloni, fornita di un piccolo centro termale. Quest’ultimo era si` S’Acquacotta, in prostuato in localita ` della sorgente d’acqua minesimita rale, lungo la strada per Samassi. Gli altri insediamenti sono stati individuati a Sa Coranduedda, Santu Jaccu, Santu Pedru, Santa Luxia, Santa Vida Beccia e Santu Miali; si tratta di minuscoli insediamenti che hanno resti&

tuito tracce di abitazioni, costruite con tecnica rudimentale, e tombe del tipo a cassone con interessanti corredi. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese conserva ancora numerose case tradizionali costruite in mat` diri) e abbellite toni di terra cruda (la dal porticato interno (lolla) che si affaccia sulla corte cui si accede dal portale ` posta la in pietra. Al centro del paese e chiesa di San Biagio, parrocchiale fatta costruire dagli Alagon nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi. Pur avendo subı`to numerosi restauri nel corso dei secoli successivi, dell’impianto primitivo conserva al suo interno due cappelle e all’esterno un portale e l’imponente torre campanaria. A poca distanza dalla chiesa sorge la Casa Forte, un edificio che fu fatto costruire da Giovanni Civiller signore di V. nel 1415 per difendere il territorio del Parte Ippis dalle continue scorrerie dei pastori barbaricini che terrorizzavano le popolazioni circostanti. In seguito fu utilizzato da tutte le famiglie che possedettero il feudo di V. come sede dell’amministrazione baronale e talvolta come temporanea residenza. Dopo il riscatto dei feudi nel corso del secolo XIX fu acquistato da privati e adibito a deposito di grano e a casa rurale; dopo il 1980 l’amministrazione comunale lo ha finalmente acquistato, fatto restaurare e adibito a centro culturale. Si tratta di una costruzione con una pianta a U, dai muri molto spessi, cinta da una cortina merlata. Sulla facciata si aprono un grande portale e al primo piano alcune eleganti finestre in stile catalano-aragonese, finemente lavorate. Nell’abitato sorgono anche la chiesa e il convento di Sant’Agostino: un complesso del secolo XVII dei Cappuccini che lo possedettero fino allo scioglimento dell’ordine. Infine la chiesetta di Santa Vitalia, del secolo

268

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 274

Villaspeciosa XV, che fu chiusa al culto nel 1888 per´ la struttura era in precarie condiche `. zioni di stabilita & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Di particolare importanza sono alcune feste popolari che tramandano la memoria delle antiche tradizioni della comu` . Tra queste quella in onore di San nita Biagio si svolge il 3 febbraio con un intenso programma di manifestazioni che culminano nella benedizione dei fedeli con i ceri incrociati e nella distribuzione del ‘‘pane di San Biagio’’. ` quella in Altra grande festa popolare e onore di Sant’Antioco che si svolge 15 giorni dopo Pasqua e si conclude con una spettacolare sfilata di gruppi in costume e di carri a buoi (traccas) riccamente addobbati. Infine di suggestiva ` il costume. L’abbigliamento bellezza e ` costituito da tradizionale femminile e una camicia bianca in panno con ricamo ai polsi, cosı` lunga che serve anche da sottogonna, e da una gonna plissettata (sa unnedda) di seta a linee verticali di color paglierino o marrone di ` diverse, arricchita da cinque tonalita una balza di velluto nero. Sopra la camicia si indossa il busto di broccato e seta a sfondo verde, guarnito con trina dorata e stoffe di colori vari. Sopra la gonna si indossa il grembiule di seta viola ornato con un ricco pizzo nero. ` completato da uno L’abbigliamento e scialle di lana o di seta color viola o verde e dai ricchi gioielli. L’abbiglia` costimento tradizionale maschile e tuito da una camicia di tela e dai calzoni ugualmente di tela. Sopra la camicia si indossa un gilet di panno nero; sopra i pantaloni il gonnellino di panno nero e le ghette dello stesso tes` completato dalla berritta suto. Il tutto e di panno nero.

Villaspeciosa1 Comune della provincia di Cagliari, compreso nel Comprensorio n. 20, con 1947 abitanti (al 2004),

posto a 12 m sul livello del mare nella piana campidanese, una ventina di chilometri a nord-ovest di Cagliari. Regione storica: Decimo. Archidiocesi di Cagliari. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 27,35 km2 e confina a nord con Decimoputzu, a est con Decimomannu, a sud con Uta e con un’isola amministrativa di Decimomannu e a ovest con Siliqua. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque. A breve distanza dal paese scorre il rio Mannu, che si dirige verso lo stagno di Cagliari. Il paese si trova a breve distanza dalla superstrada 130 Cagliari-Iglesias, cui si collega con una breve bretella che poi prosegue verso nord, sino a raggiun` vicina stagere Decimoputzu. La piu ` a Decimomannu (2 zione ferroviaria e km), dove la linea in arrivo da Cagliari si divide in due rami, uno per Oristano e l’altro per Iglesias. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico che documentano la presenza continuativa dell’uomo almeno fino al secolo VIII. Tra il secolo VIII e il X, con l’abbandono, per motivi finora sconosciuti, del centro di San Cromazio, il territorio si spo`; rimase deserto fino al secolo XI. polo Apparteneva al giudicato di Cagliari e fu incluso nella curatoria di Decimo` del secolo mannu. Nella seconda meta XI fu donato dai giudici di Cagliari ai Vittorini che vi fecero costruire la chiesa di San Platano, attorno alla ` l’attuale paese. Caquale si sviluppo duto il giudicato di Cagliari, quando nel 1258 fu fatta la divisione del suo territorio tra i partecipanti alla spedizione, il villaggio fu compreso nella parte assegnata ai Della Gherardesca e alcuni anni dopo, quando i due rami

269

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 275

Villaspeciosa della famiglia fecero una divisione tra ` al ramo del conte Gheloro, V. tocco rardo i cui discendenti, prima della spedizione dell’infante Alfonso, prestarono omaggio al re d’Aragona riuscendo cosı` a conservarne il possesso. ` avevano da tempo un contraEssi pero sto con i De Ac ¸en (=) sul possesso di alcuni territori nella curatoria. Il contrasto fu chiuso nel 1328 e il villaggio finı` per essere riconosciuto a Pietro de ` gli fu sequestrato Ac ¸en. Poco dopo pero e nel 1331 assegnato a sua nipote Preziosa che si era sposata con Matteo Montpalau. Negli anni successivi la sua popolazione diminuı` a causa della peste del 1348 e quando nel 1353 scop` la prima guerra tra Mariano IV e pio Pietro IV V. fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea e subı` gravi danni. Negli stessi anni il villaggio ` a Giacomo de Ac torno ¸en che si era sposato con una delle figlie del Montpalau; poco dopo, scoppiata la seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, Gia` col giudice e il villagcomo si schiero gio fu occupato dalle truppe arborensi e subı` nuovi danni. In questo confuso periodo, nel 1374 fu concesso a Giordano de Toulon (=), che aveva sposato la figlia ed erede di Giacomo de Ac ¸en ` riuscı` a venirne in pos(=); egli pero sesso solo dopo la pace di Sanluri nel ` il paese fu nuova1388. Nel 1391 pero mente occupato dalle truppe giudicali e nuovamente danneggiato; dopo la battaglia di Sanluri i De Toulon riuscirono a rientrarne in possesso ma nel ` che, a 1442 lo vendettero ai Torello loro volta, nel 1464 lo vendettero a Giacomo Aragall. L’Aragall unı` V. al suo grande feudo sulcitano; nei secoli suc` dagli Aragall ai Bellit, ai cessivi passo Gualbes, ai Brondo e infine ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 V. fu incluso nella provincia di Ca` a far parte della gliari; nel 1848 entro

divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia omonima. Brevi le note inserite nel Dizionario del Casalis, dove si legge: «I ` notevoli di V. sono i ceprodotti piu reali, le civaje, frutta d’ogni specie, ed il vario bestiame. Questo comune novera 122 case, 123 famiglie e 467 abitanti. In questo territorio compajono frequenti traccie dell’antico e celebre acquedotto cagliaritano, dalle quali si ` di leggieri riconoscere la parte inpuo feriore del condotto, l’ampiezza dello speco e la spessezza delle mura late` il maggiore rali. Quest’acquedotto e fra quanti furono aperti in Sardegna, siccome quello che percorreva una li` dalla sorgente di nea di 45 000 m, cioe San Giovanni de Ucch-e-rutta (Bocca di ` la porta Ge `sus grotta) sino a dove oggi e in Cagliari. Questa grand’opera venne eseguita durante la dominazione romana; e dalla forma triangolare dei mattoni, v’ha chi la riferisce agli estremi tempi della repubblica o ai ` nella sua inprimi dell’imperio. Duro ` fino alle invasioni o dei barbari tegrita del settentrione, o degli arabi africani e spagnuoli, che ne distrussero quanto ` molto era apparente. Questo villaggio e antico. In vecchie carte troviamo che nel 1441 Galzerando Guglielmo e Giovanni Torrellon comperarono con molte altre terre V. da Giordano de Tolo, catalano, alla cui famiglia era stato infeudato con altri villaggi dal re D. Alfonso V, con diploma del 4 marzo 1421, speditogli da Palermo in rimunerazione dei servigi prestati. V. veniva compreso nella baronia di Monastir». & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura, la viticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup-

270

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 276

Villaspeciosa ` industriale nei pando anche l’attivita settori estrattivo, alimentare, lattierocaseario, dei laterizi e della metallur` sufficientemente organizzata la gia. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee e Servizi. V. e dalla ferrovia agli altri centri della ` dotato di Pro Loco, meprovincia. E dico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1865 unita di cui stranieri 16; maschi 926; femmine 939; famiglie 583. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 13 e nati 17; cancellati dall’anagrafe 48 e nuovi iscritti 59. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 15 714 in migliaia di lire; versamenti ICI 569; aziende agricole 213; imprese commerciali 64; esercizi pubblici 8; esercizi all’ingrosso 2; esercizi al dettaglio 24; ambulanti 5. Tra gli indicatori sociali: occupati 471; disoccupati 100; inoccupati 140; laureati 11; diplomati 149; con licenza media 588; con licenza elementare 532; analfabeti 64; automezzi circolanti 649; abbonamenti TV 588. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo fin dal periodo nuragico, in particolare il com` dove, plesso di Cuccureddus, localita in cima alla collinetta omonima, sorge il complesso nuragico di Cilixianu. ` costituito da un nuraghe monoEsso e ` stato indivitorre attorno al quale e duato un villaggio nuragico composto da capanne circolari, vicino alle quali si trova un tempio a pozzo che sfrutta una falda tuttora esistente. Ma il sito di ` quello di San Cromaggiore interesse e mazio, centro tardoromano che comin-

` a essere abitato a partire dal secolo cio ` III e rimase in vita fino all’VIII. Il sito e stato scavato recentemente e ha restituito un villaggio rurale che consta di due parti separate da una strada: in quella a est sono stati riportati alla luce i muri perimetrali di un gruppo di abitazioni modeste, in quella a ovest sono stati individuati un cimitero con numerose tombe singole o a gruppi, una chiesa e una zona termale. Di particolare interesse sono i resti della chiesa, che conserva un pavimento ornato da due mosaici, uno del secolo IVe l’altro del VI, ornati con simboli cristiani, e un battistero anch’esso con pavimento a mosaico.

Villaspeciosa – Decorazioni lapidee della chiesa di San Platano. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva l’assetto tradizionale con molte case costruite ` diri) e afin mattoni di terra cruda (la facciate sulla corte alla quale si accede da un portale in pietra. Al centro dell’abitato si trova la parrocchiale della Vergine dell’Assunta, chiesa secentesca con l’impianto a una navata. La co` pero ` la struzione di maggior pregio e chiesa di San Platano, romanica, situata alla periferia del villaggio in ` dell’antico centro di San prossimita Cromazio. Fu costruita nel corso del secolo XII dai Vittorini che si servirono di maestranze provenzali e di altre

271

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 277

Villaspeciosa maestranze che concorsero a dare alla chiesa un aspetto singolare rispetto agli altri edifici fatti costruire da questi monaci nello stesso periodo. L’interno ha una pianta a due navate scandite da solidi pilastri e chiuse da due ` in legno a caabsidi; la copertura e priate. La facciata ha due portali che richiamano la struttura dell’interno ed ` arricchita da un campanile a vela. e ` arricchita Costruita in conci bicolori, e da materiale lapideo in marmo probabilmente proveniente dal contiguo centro di San Cromazio. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` memoria delle antiche tradizioni e conservata in alcune feste popolari tra cui quella in onore di San Platano, che si svolge l’ultima domenica di agosto presso la chiesetta omonima. I festeggiamenti hanno inizio sin dalla settimana precedente: il martedı` alcuni carri trainati da buoi si recano lungo le rive del Cixerri e caricano i paletti e le frasche con i quali vengono costruite attorno alla chiesa delle tettoie dove troveranno riparo i partecipanti ai festeggiamenti, che si concluderanno in una gigantesca maccarronada (distribuzione di pastasciutta). Altra festa im` quella della Madonna del portante e Rosario: si svolge la terza domenica di novembre e viene celebrata per sciogliere un voto in onore alla Madonna del Rosario. Viene detta festa de su dixiasetti in riferimento alla data del 17 novembre del 1892, giorno in cui si ve` una terribile alluvione che corifico strinse la popolazione a lasciare le case e a rifugiarsi sul sagrato della chiesa parrocchiale dove miracolosamente fu risparmiata.

Villaspeciosa2 Area archeologica in lo` San Cromazio, nel comune di Vilcalita laspeciosa, dove nel 1973 fu identificato un grande mosaico pavimentale policromo, di circa 14 x 8 m. Nell’area

si sono svolti scavi regolari nel 1974, nel 1977, negli anni 1980-1982 e ininterrottamente dal 1998 al 2005. Queste ultime campagne di scavo sono state effettuate grazie all’intesa fra il Diparti` di Sasmento di Storia dell’Universita sari, la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano e il Comune di Villaspeciosa. Allo stato attuale delle ricerche possiamo dire che sul sito sorgeva un piccolo villaggio ` romana, con ogni probabilita ` una di eta mansio, collegata ovviamente al sistema viario del Basso Campidano. Sono presenti resti di abitazioni, fra cui spicca una casa strutturata intorno a un cortile su cui affacciano quattro stanze, molto simile alle attuali case campidanesi; sono stati identificati anche un cortile con la presenza di vasche a tenuta idrica, forse relative a una fullonica (laboratorio per la tintura delle stoffe) e alcune stalle con pavimento basolato. In questo contesto ` forse gia ` da epoca alto-im(in attivita periale) vengono a inserirsi dapprima un piccolo impianto termale (sec. III) e successivamente il vano mosaicato che ` pertinente alla pavimentazione di e una chiesa. La chiesa fu edificata alla fine del secolo I-inizi del secolo V e ristrutturata nel corso del secolo VI. Attorno alla chiesa sorge un piccolo cimitero che conta al momento poco meno di settanta tombe. Della chiesa esiste una menzione tarda, del secolo XIV, che la identifica come la iglesia de San Gromar. L’intero complesso appare tuttavia abbandonato prima, almeno attorno ai secoli X-XI. [GIAMPIERO PIANU]

Villaurbana Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVI Comu` montana, con 1794 abitanti (al nita 2004), posto a 84 m sul livello del mare una ventina di chilometri a oriente di Oristano. Regione storica: Campidano di Simaxis. Archidiocesi di Oristano.

272

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 278

Villaurbana TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 58,48 km2 e confina a nord con Siamanna, a est con Ruinas e Mogorella, a sud con Usellus e Villa Verde e a ovest con Palmas Arborea e Oristano. Si tratta di una regione di basse colline che a nord e a ovest confinano con la piana campidanese e a sud si sollevano gradatamente verso i maggiori rilievi della regione, il monte Arci e la Giara di Gesturi. A est del paese scorre il rio San Crispo, affluente del Tirso, e a ovest il Tumboi, che si dirige invece verso gli stagni di ` attraversato Santa Giusta. Il paese e dalla strada secondaria che da Simaxis si dirige verso Usellus. & STORIA Il suo territorio conserva numerose testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico. Il ` di origine punico-rocentro attuale e mana; secondo la tradizione deriva da un insediamento sorto lungo la strada che da Neapolis portava a For um Traiani. Nel Medioevo appartenne al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Campidano di Simaxis, ai confini con quelle di Bonorcili e di Usellus. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, nel 1409 fu incluso nel marchesato di Oristano, del quale fece parte fino al 1477 quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon. A partire dal secolo XVI prese il nome attuale di V. e difese orgogliosamente il privilegio di essere amministrato direttamente da funzionari ` nel 1767 fu costireali. Quando pero tuito il marchesato d’Arcais per Da` a farne miano Nurra (= Nurra3 ) entro parte. Invano i suoi abitanti protestarono per questa limitazione arrivando anche a rifiutare apertamente il pagamento dei tributi; il vincolo fu mante` dai Nurra ai nuto e V. nel 1804 passo Flores d’Arcais ai quali fu riscattato &

nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella pro` a far vincia di Oristano; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima e ricostituita provincia. Brevi le note nel Dizionario del Casalis: «Il territorio di ` bagnato da un rio che si scarica nel V. e Tirso. I prodotti principali ne sono il grano, l’orzo, le fave, il lino, le frutta ` considerevole ed il vario bestiame. E il prodotto che si trae dalla coltivazione degli olivi. Nell’agro di V. sono compresi molti terreni arativi di spet` di Oritanza dell’Ospedale di carita stano. Nell’estesa giogaja dell’Arci, in molte parti coperta di folte selve, annidano daini, cinghiali, volpi e lepri, che compensano largamente le fatiche del cacciatore. Le montagne anzidette sono ricche di minerali. Questo comune novera 277 case, 287 famiglie e ´ 1010 abitanti, i quali sono pressoche tutti agricoltori e pastori. V. nell’ultima ` del secolo XIV, quando Leonora meta insieme coi sardi conchiuse la pace col re d’Aragona, concorse cogli altri comuni del dipartimento all’elezione del sindaco della curatoria, che coi sindaci degli altri cantoni dovea giurar la pace e sottoscrivere il trattato». Nel 1928 V. ebbe come frazioni i villaggi di Siamanna e di Siapiccia che solo nel 1947 riacquistarono la propria autonomia. Quando poi nel 1974 fu ricostituita ` a la provincia di Oristano, V. entro farne parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, suini. Negli ultimi decenni si sta sviluppando anche ` industriale una molto modesta attivita nel settore dell’edilizia. Modesta la rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. V. e

273

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 279

Villa Verde ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, stazione dei Carabinieri, medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1859 unita di cui stranieri 4; maschi 930; femmine 929; famiglie 636. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 17 e nati 16; cancellati dall’anagrafe 27 e nuovi iscritti 41. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 355 in migliaia di lire; versamenti ICI 754; aziende agricole 363; imprese commerciali 91; esercizi pubblici 9; esercizi al dettaglio 30; ambulanti 7. Tra gli indicatori sociali: occupati 483; disoccupati 84; inoccupati 117; laureati 14; diplomati 159; con licenza media 601; con licenza elementare 528; analfabeti 116; automezzi circolanti 632; abbonamenti TV 544. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva un ricco patrimonio di testimonianze archeologiche che documentano la presenza dell’uomo dal periodo neolitico. In particolare, di grande interesse sono i nuraghi di Bamendula, Bidella, Bingias Beccias, Cabras, Craddaxius, Mendula, Modo, Peru Enna, Pranu Putzu, Procilis, Sa Mitza, Vittus. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato il suo assetto caratteristico con le grandi case in pietra abbellite dal porticato (lolla) che si affaccia sulla corte. L’edificio di ` la chiesa parrocmaggior pregio e chiale di Santa Margherita: fu costruita tra il 1715 e il 1717 in forme barocche sulle rovine di una chiesa precedente di stile romanico databile ` del secolo XIII. Delnella prima meta l’antico edificio rimane il fonte battesimale, che presenta una vasca ovale

nella quale sono scolpiti la Madonna, ` Bambino e San Giovanni Battista. Gesu Nella chiesa sono inoltre conservati due simulacri della santa, uno dei quali (Santa Mragaida Manna) secondo una leggenda sarebbe stato ritrovato nel periodo dell’iconoclastia, quando le statue si nascondevano sottoterra per evitarne la profanazione. La statua ` collocata in una nicchia dalla quale e ` essere levata solo quando sia la puo stessa santa a chiederlo, pena lo scatenarsi de S’ira de Deus su chi disobbe` piccola (Santa Mradisse. L’altra, piu ` quella che in occasione gaidedda), e della festa viene portata in processione. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra le feste popolari va ricordata in particolare quella in onore di Santa Margherita che si svolge il 20 luglio. Per l’occa` piccola della santa sione la statua piu viene accompagnata in processione per le vie del villaggio riccamente addobbate con arazzi e rami verdi.

Villa Verde Comune della provincia di Oristano, compreso nella XVII Comu` montana, con 395 abitanti (al nita 2004), posto a 204 m sul livello del mare alle falde orientali del monte Arci. Regione storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 17,34 km2 e confina a nord con Villaurbana, a est con Usellus, a sud con Ales e a ovest con Pau e con Palmas Arborea. Si tratta di una regione collocata tutta alle pendici del monte Arci, che culmina a ovest con la punta Trebina Longa, 812 m; mentre a ovest si stende il breve avvallamento che separa questo rilievo dalla Giara di Gesturi. Nei pressi del paese scorre il rio Mannu, che va a confluire nel bacino artificiale realizzato nei pressi di Mogoro per avviare la bonifica di Arbo-

274

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 280

Villa Verde rea. Il paese comunica per mezzo di una breve bretella che si distacca dalla statale 442, nei presi di Ales, e tocca anche Pau. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico ma l’attuale centro e di origine medioevale. Appartenne al giudicato d’Arborea, fu incluso nella curatoria dell’Usellus ed era conosciuto come Bannari. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, prima del 1430 fu incluso nei territori donati a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Bertran Car` a far parte roz. Cosı` il villaggio entro del grande feudo di Quirra; nei secoli successivi, estinti i Bertran Carroz ` ai Centelles e poi ai Borgia, ai passo ` e infine agli Osorio ai quali fu Catala riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia omonima. Lo studioso Vittorio Angius scrive del paese, che chiama ancora Bannari, delle note che si riferiscono alla sua situazione ` economica e sociale nella prima meta dell’Ottocento (nel Dizionario del Casalis): «Componesi questo paese di 103 case disposte lungo cinque strade niente regolari, delle quali alcune solamente sono selciate. La popolazione numerossi nel 1805 di 331, nel 1826 di 421, nel 1833 di 450 anime distribuite in famiglie 100. Nascono ordinariamente 20, muojono 14, e ogni due anni si con` frequenti traggono 5 matrimoni. Le piu malattie sono le perniciose, e le pleurisie. Pochissimi sono quelli che oltrepassino il 60º. Le donne maritate e ve` del solito fazzoletto portano dove al piu quando si abbigliano una mantellina di ` nero in forma di grembiule con i taffeta nastri pendenti alla guancia destra. Il comune divertimento sono i balli. Sti-

mansi questi contadini gente laboriosa e parca. Sono pochissimi quei che eser` necessarie. La comocitino le arti piu ` delle acque ha fatto che si stabilisdita sero quattro concie, in cui sono manifatturate le pelli e i cuoi del mandamento, della Marmilla, e di molti paesi del Campidano d’Oristano. Le donne tessono panni lani e lini per uso proprio in 30 telai. La scuola normale conta 8 fanciulli. Il territorio di dotazione di questo comune riconoscesi molto adatto ai cereali. Il suo monte di soccorso per l’agricoltura fu stabilito di starelli 500 (litr. 24 600), e di lire sarde 495 (lire nuove 950.40); e nello stato del 1833 il primo avanza a starelli 500, il secondo era ridotto a lire sarde 495.11. Oltre del grano si semina pure orzo, fave e lenticchie, e l’ordinaria ` del quindecuplo. Il fruttificazione e raccolto del lino avanza a cantara 100 (ch. 4065). Coltivano cavoli, lattughe, cardi, cipolle, melingiane, zucche, aglio, rape, e ravanelli. Nelle vigne ` di 16 varieta ` d’uve, sono mescolate piu e se ne hanno vini assai preziosi, principalmente la malvasia, la vernaccia, il ` ne, il semidano, e moscatello, il giro ` piccola la quanmara: essendone pero ` , non se ne ha che ben tenue guadatita gno. Le piante fruttifere sparse nelle vigne sono ulivi, fichi, melogranati, mandorli, meli, susini, e peri. Di questi se ne annoverano da trentaquattro va` , che nel generale producono rieta ` spesso tanta la frutti di ottimo gusto. E copia delle pere, come delle susine, ` vendere nel che quanto non si puo Campidano d’Oristano, e nei dipartimenti di Parte-montis e di Marmilla, basta a ingrassare i molti majali che si hanno nel popolato. Frondeggiano ` quercie, roveri e lecci, pure qua e la ed un considerevole numero di ulivastri. Le tanche e i chiusi occupano ` del territorio. Vi si sequasi la meta

275

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 281

Villa Verde mina, o vi si introduce a pascolo il be` stiame. In generale questa superficie e ondeggiata a facili eminenze, che tutte sopportano l’aratro. Il solo colle che ` il denonon paja adattato ai cereali e ´ ha minato Monte-e su planu, perche ` distesa in una bella pianura. sommita ` aridissimo, e ricopresi di Il terreno e una sabbia rossastra. Vi si trova la roccia calcarea, della terra buona per istoviglie, e nel sito detto Su-pizzu deis ` lis del piombo solforato (galanza cungia ` tradizione del commercio), del quale e traessero vantaggio i Pisani nel tempo di lor dominazione. Ben poco nume` il bestiame grosso e minuto che roso e ´ anche a si educa, non sommando ne 2000 capi: i buoi e le vacche nel 1833 erano 500, i porci 80, le capre 400, le pecore 300, le cavalle 20, i giumenti 300. I formaggi riescono secondo la manipolazione. I giovenchi, capretti, agnelli si vendono agli agricoltori dei ` paesi vicini, ed ai macellai esteri, gia provveduto la beccheria del paese. Non manca il selvaggiume, e ai cacciatori nella vicina selva ben soventi occorrono cinghiali, daini e cervi. Degli uccelli sono assai numerosi i tordi, i merli, i colombi selvatici, le tortori, oltre alcune specie di rapina. Il canto degli usignoli in primavera risuona dolcemente da per tutto ove sia un po’ di `. Siccome non vi ristagnano acamenita ` la quantita ` di uccelli que, cosı` piccola e ` il Banarese a suffipalustri o fluviali. E cienza irrigato. Molte sono le sorgenti, appellate Mizzas dai campidanesi, ` copiosa e ` Mizza-edelle quali la piu ` ni». Nel 1868 il villaggio asmargia sunse il nome di Bannari di Usellus e nel 1927 fu aggregato come frazione a ` la propria autonoUsellus. Riacquisto mia solo nel 1947 e nel 1954 assunse il nome attuale di V.V. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Ori` a farne parte. stano, entro

& ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura, la frutticoltura e l’orticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini e suini. Non vi si ` industriali. sono sviluppate le attivita Modesta la rete di distribuzione com` collegato da aumerciale. Servizi. V.V. e tolinee agli altri centri della provincia. ` dotato di Pro Loco, medico, farmaE cia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 406 unita di cui maschi 197; femmine 209; famiglie 155. La tendenza complessiva rivelava un lieve aumento della popolazione, con morti per anno 1 e nati 0; cancellati dall’anagrafe 7 e nuovi iscritti 13. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 11 233 in migliaia di lire; versamenti ICI 184; aziende agricole 114; imprese commerciali 17; esercizi pubblici 2; esercizi al dettaglio 5; ambulanti 1. Tra gli indicatori sociali: occupati 89; disoccupati 34; inoccupati 39; laureati 3; diplomati 37; con licenza media 102; con licenza elementare 164; analfabeti 30; automezzi circolanti 113; abbonamenti TV 148. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio offre interessanti testimonianze che documentano la presenza dell’uomo fin dal periodo prenuragico. Al Neolitico infatti risalgono le numerose stazioni sparse nel territorio e utilizzate per la lavorazione dell’ossidiana. Numerosi anche i nuraghi tra cui quelli di Giualli ’e Bruncu ’e Omu, Crabus, Gergui, Mannu, Rualis, San Mauro, Trutturis. Numerosi sono i siti riconducibili al periodo romano, tra questi Bruncu S’Ena che conserva i resti di un piccolo villaggio, probabil-

276

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 282

Vilucchio mente un accampamento militare posto a guardia della vicina strada. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese conserva nel suo nucleo ` antico alcune case tradizionali abpiu bellite dal tipico porticato interno (lolla) e affacciate sulla corte cui si accede da un portale in pietra. La costru` importante e ` la parrocchiale zione piu di Santa Prisca, di origini molto antiche ma ricostruita recentemente in forme moderne. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI Tra ` caratterile molte feste popolari la piu ` quella in onore dell’Assunta, stica e patrona del paese, che si svolge la domenica dopo Ferragosto e si protrae per due giorni.

Villa Verri Antico villaggio del giudicato di Gallura, compreso nella curatoria del Fundimonte. Subito dopo la conquista aragonese fu incluso nel grande feudo concesso a Berengario ` , dopo pochi Anglesola al quale pero anni, fu sequestrato per debiti e venduto all’asta. Nel 1331 fu reso a Saurina, figlia dell’Anglesola, e a suo marito Bernardo Senesterra; quando nel ` la guerra tra Genova e 1334 scoppio Aragona, i suoi abitanti vi presero parte ribellandosi apertamente ai feu´ la situazione col trascordatari. Poiche rere degli anni non accennava a normalizzarsi, nel 1343 i Senesterra cedettero V.V. e una parte del Fundimonte a Giovanni d’Arborea, che nel 1347 lo unı` al suo feudo di Terranova. Le vicende dell’infelice principe arborense provocarono nuovi gravi danni al villaggio. A partire dal 1353 fu occupato dalle truppe del giudice d’Arborea ed entro ` del secolo si spopolo ` la seconda meta completamente.

Villedieu, Franc ¸ oise Archeologa (n. Marsiglia 1950). Professore nell’Uni` della Provenza, ha avuto espeversita rienze di studio e di scavo a Porto Tor-

res con Attilio Mastino. Tra i suoi scritti: Porto Torres, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; Turris Lybisonis. Fouilles d’un site tardif a Porto Torres, ‘‘British Archaeological Report International Series’’, 224, 1984; Turris Lybisonis. Porto Torres. Il contesto delle mura, in Gli insedia` romana e impero tarmenti. Societa doantico, III, 1986; Relations commerciales ´etablies entre l’Afrique et la Sar`me au VIe`me sie`cle, in daigne du IIe L’Africa romana. Atti del III Convegno di studi, 1986.

Villena, Pietro Religioso (?, fine sec. XIV-Santa Giusta 1453). Vescovo di Ales dal 1433 al 1453. Minore Osservante, fu nominato vescovo di Santa Giusta nel 1433, ma per prendere possesso della sede dovette superare l’opposizione del marchese di Oristano.

Vilucchio Nome generico di piante della famiglia delle Convolvulacee. 1. Il v. marittimo (Calystegia soldanella ` un’erbacea perenne, ha fu(L.) R.Br.) e sti striscianti, che crescono da rizomi sotterranei, in grado di propagare la pianta; le foglie sono carnose, a forma di rene, verde lucenti; i fiori sono campanulati, rosa con marcate striature ` chiare; crescono grandi e solitari piu ` una all’ascella delle foglie; il frutto e capsula. Molto comune sui litorali e ` utile per trattenere e sulle spiagge, e consolidare la sabbie; fiorisce in estate. Nomi sardi: campaneddas de mari, mimila marina. 2. Il v. rosso (Convolvulus althaeoides L.), simile al precedente, ha foglie pelose, ovali o divise in lobi profondi e irregolari; i fiori sono ` grandi con corolla rosa intenso, piu ` una capsula scura al centro; il frutto e sferica. Vegeta comunemente negli incolti aridi e su substrati sabbiosi; fiorisce in primavera. Nomi sardi: aligadorza, campaneddas, ligadorza, melamida. 3. Il v. comune (Convolvulus ar-

277

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 283

Vinati vensis L.) ha fusti erbacei, striati, e cresce sino a 20 cm; le foglie, provviste di breve picciolo, hanno lamina astata, di ` di verde; i fiori campadiverse tonalita nulati sono rosa pallido. Comune nei pascoli e nelle siepi, fiorisce in primavera e in estate. Nomi sardi: melamida pitı`ca, mimı`ra. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Vilucchio – Fioritura a Capo Mannu.

Vinati, Giovanni Battista Religioso (Piacenza 1847-Roma 1917). Vescovo di Bosa dal 1906 al 1916. Ordinato sacer` per anni nel Sedote nel 1870, insegno ` , dove venne anminario della sua citta che nominato canonico e vicario generale. Nel 1906 fu nominato vescovo di Bosa; preso possesso della diocesi, fu anche nominato amministratore apostolico delle diocesi di Iglesias e di Al` a Bosa e si righero. Nel 1916 rinuncio ` a vivere a Roma. tiro

Vincent, Edouard Scrittore (Grenoble 1916-Colombia 2003). Nato da famiglia operaia e operaio egli stesso, aveva poi ` tipoavviato con un cognato un’attivita grafica. Dall’iniziale formazione cattolica era passato all’adesione al Partito Comunista. Sin da giovane aveva ini` ziato ad allontanarsi dalla sua citta ` lunper spingersi, in viaggi sempre piu ` di un caso avventurosi, nei ghi e in piu continenti extraeuropei. Ben presto aveva accompagnato queste esperienze con la stesura di libri dai quali

emerge come non fosse attratto da panorami o da altri dati esteriori ma dal desiderio di conoscere meglio l’uma` , vedere come il concetto di uomo nita si modifica e si arricchisce a mano a mano che si varcano i mari e si percorrono i chilometri. Col tempo si era dato una concezione ideale di ‘‘uomo’’ e da quel momento si era mosso per trovarla inverata in quello che chiamava ` che ‘‘popolo’’, un tipo di umanita avesse conservato una sua essenza e una sua energia originarie, sottraendosi alla tendenza all’appiattimento e allo ‘‘snaturamento’’ indotti dal dominio della classe capitalistica borghese. Sul finire degli anni Cinquanta l’inesausta passione per questa ricerca lo condusse nel mondo mediterraneo. Si ` per qualche tempo in Sicilia e fermo subito gli giunse notizia della Sarde` ben presto segna, dove approdo guendo tre guide d’eccezione: il libro Viaggio in Italia di Guido Piovene, l’inchiesta su Orgosolo di Franco Cagnetta (=) e il film che ne aveva tratto ispirazione, Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta (=). Fu seguendo queste tracce ` a raggiungere Orgosolo che non esito per poi vivere come orgolese tra gli orgolesi, stringendo amicizie nel corso di lunghi soggiorni, frequentando case, osterie e ovili. Ebbe cosı` la materia per il suo primo libro sulla Sardegna, ben presto tradotto in italiano, La passione di Orgosolo, 1970, in cui una trama narrativa gli offrı` il pretesto per cogliere il clima umano del luogo. La sua ` la scrittura di un osservatore partecie pante e in qualche misura anche preoccupato; una scrittura alimentata da una conoscenza dell’ambiente e delle ` tutta sua, frutto di frepersone che e quenza e immedesimazione. Per dare un’idea del suo rapporto con l’isola, V. ` definito e´tranger sympathisant (fosi e restiero simpatizzante); e quando gli si

278

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 284

Vincenzo de’ Paoli chiese cosa trovava tra i sardi rispose: «Perdiana, ci trovo me stesso!». In Sardegna aveva finalmente scoperto quel ‘‘popolo’’ che aveva cercato nel corso dei lunghi viaggi in tutto il mondo. E cosı` ha continuato per il resto della sua vita, trascorrendo nell’isola pe` lunghi, a descriverne riodi sempre piu la gente in libri che, anche se si presentavano come reportage, ha scritto Man` piccoli lio Brigaglia, sono «in realta saggi antropologici, conditi sempre non solo dal rispetto ma dalla simpatia per gli oggetti della sua osservazione»; ` stata «il suo ultimo la Sardegna e ` uscito Il paese. Tacamore». Nel 1985 e cuino di Orgosolo 1964-1984, traduzione di Luisa Selis Delogu; quindi, tradotti da Aldo Brigaglia: A proposito di Sardegna. Turismo e affari: il caso di Belvı`, 1991; Il treno. La Sardegna del Duemila tra mercato europeo e vocazione mediterranea, 1992; Terre interne, 1995; Una notte sulla Tirrenia, 1996; Lettere di Barbagia, 1997; Il pranzo e` servito, 1998; Lucienne Martin, 1998; Barbagia universale, 1999; La festa, 2000; L’esistenza, 2001; L’ultima stagione, 2002. Alla Sardegna ha dedicato anche altri libri pubblicati in Francia che non sono stati tradotti in italiano. [SALVATORE TOLA]

Vincenzo, san1 (in sardo, Santu Vissentu, Santu Bissenti) Santo (Huesca, Spagna, ?-Valencia 304). Diacono della Chiesa di Saragozza, morı` martire il 22 gennaio 304, vittima della persecuzione di Diocleziano. Gli Spagnoli lo chiamano San Lorenzo della Spagna e lo considerano protomartire. Due chiese di Parigi vantano dal 542 le sue reliquie: Saint-Vincent e Saint-Germain-des-Pres. Patrono di Vicenza. In ` stato difSardegna, dove il suo culto e ` patrono dei vifuso dagli spagnoli, e gnaioli. [ADRIANO VARGIU] In Sardegna Patrono di Pauli Arbarei.

Festa Si festeggia il 22 gennaio.

Vincenzo, san2 = Anastasio, santo

San Vincenzo de’ Paoli – Il santo in un dipinto di Louis Galloche. (Chiesa di Sainte-Marguerite, Parigi)

Vincenzo de’ Paoli, san (in sardo, Santu Bissenti, Santu Vissentu) Santo (Pouy, Francia, 1581-Parigi 1660). Sacerdote, nacque a Pouy, l’odierna Saint-Vincent-de-Paul, il 24 aprile ` in campagna con i geni1581. Lavoro tori, fece i suoi primi studi dai France` a Tolosa. Fu orscani (1595) e si laureo dinato sacerdote (1600) e compı` studi di perfezionamento in diritto canonico a Roma (1623). Secondo documenti poco attendibili, durante un viaggio da Marsiglia a Narbona (1605) venne fatto prigioniero da pirati barbareschi, i quali lo condussero a Tunisi e lo ven` attraverso tre padroni, dettero. Passo dall’ultimo riuscı` a fuggire (1607). Incaricato dal papa d’una missione diplomatica alla corte di Enrico IV, si stabilı` a Parigi, divenne cappellano della regina Margherita, Margot di Valois (1610-1612). Curato di Clichy (1612), al servizio della famiglia del governatore

279

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 285

Vincenzo Ferreri delle galere Philippe Emmanuel de ˆ tilGondi (1613-1625). Parroco di Cha lon-sur-Chalaronne, diede vita alla ` (1617). Missionario fra i prima Carita forzati, cappellano generale delle ga` la ‘‘Congregazione lere (1619). Fondo dei preti della Missione’’ (1625), i Vincenziani, o, dalla sede nel priorato di Saint-Lazare, Lazzaristi. Con la colla` borazione di Louise de Marillac fondo ` ’’ (1629), le Vinle ‘‘Figlie della Carita cenziane, votate al servizio dei bisognosi. Assistette Luigi XIII in punto di morte (1643). Riformatore del clero, come presidente del ‘‘Consiglio di co` dalla Chiesa miniscienza’’ allontano stri senza vocazione o con poca fede, dai costumi libertini o equivoci, istituı` le conferenze ecclesiastiche dei martedı` (1633), fu conciliante verso i protestanti, intransigente con i giansenisti. Definito il ‘‘rivoluzionario della ca`’’, lavoro ` sempre per i condannati rita alle galere, gli schiavi cristiani, i sofferenti della Guerra dei Trent’anni; ` e si prese cura dei bambini absalvo bandonati. Morı` il 27 settembre 1660. Canonizzato da Clemente XII (1737). Proclamato da Leone XIII (1885) patrono universale di tutte le opere di ca`. rita In Sardegna A Cagliari, le pitture murali sulla vita del santo, nella cappella dell’ottocentesco Istituto vincenziano progettato da Gaetano Cima, sono di Aurelio Galleppini, Galep (1947). In Sardegna la presenza vincenziana divenne particolarmente popolare nella ` del Novecento, grazie soprima meta prattutto alla predicazione misericordiosa di padre G.B. Manzella: nel congresso di Parigi del 1927 la Sardegna fu definita ‘‘l’isola vincenziana’’. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 27 settembre.

Vincenzo Ferreri, san (Vincenzo Ferrer; in sardo, Santu Bissenti, Santu Vis-

sentu) Santo (Valencia 1350-Vannes, Francia, 1419). Domenicano, nacque da una nobile e ricca famiglia; padre inglese, Guglielmo Ferrer, e madre aragonese, Costanza Miguel. Domeni` in Filosofia e Teocano (1367), si laureo ` all’Universita ` di Valenlogia e insegno cia (1385). Confessore e consigliere della regina Iolanda d’Aragona.

San Vincenzo Ferreri – Il santo in un’incisione di Martin Engelbrecht.

Fu contro Urbano VI, papa di Roma dal 1378 al 1379, schierandosi con l’antipapa Clemente VII, papa d’Avignone dal 1378 al 1394, alla morte del quale successe l’antipapa Benedetto XIII, cardinale Pedro de Luna, suo amico ` al fraterno. Ebbe una visione, rinuncio cappello cardinalizio offertogli dall’amico antipapa e partı` missionario e ` a lungo, sempellegrino (1399). Viaggio pre a piedi: solo negli ultimi anni, a causa d’una ferita alla gamba, a dorso d’asino. Fu considerato il maggior pre-

280

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 286

Vincis ` dicatore del suo tempo e uno dei piu grandi di tutte le epoche, soprannominato l’‘‘angelo dell’Apocalisse’’. Con` processioni di flagelvertı`, organizzo ` miracoli, mediatore di lanti, opero pace, ottenne una tregua nella Guerra dei Cent’anni. Quando si rese conto «che il papa d’Avignone era in torto, ` di porre fine allo scisma, ma non cerco riuscı` a fare incontrare papa e antipapa» (1408). Prese parte al concilio di Costanza (1414). Autore di opere filosofiche, sermoni e di un Trattato della spi` . Morı` il 5 aprile 1419. Canonizritualita zato da Pio II (1458). In Sardegna Patrono di Orroli. Il suo ` ` stato diffuso dagli spagnoli. E culto e invocato contro tutte le malattie, protettore dei campi e del bestiame, patrono degli sterratori. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 5 aprile; a Orroli anche l’ultima domenica di settembre, l’ultima domenica d’agosto ad Arzana, il 30 agosto a Siamanna, la seconda domenica di settembre a Siligo.

Vincetossico comune Pianta della famiglia delle Asclepiadacee (Vincetoxicum hir undinaria Med.). Erba perenne, ha il rizoma giallo dotato di un caratteristico odore nauseante. Diffusa a tutte le altitudini, cresce preferibilmente su terreni sassosi e fiorisce da maggio a settembre. Specie presente soltanto in Sardegna, Corsica e ` una pianta velesul Carso trentino, e nosa, anche se a piccole dosi ha pro` depurative e diuretiche. Nome prieta sardo: linu burdu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Vinchi Famiglia di Oristano (secc. XIVXVI). Le sue notizie risalgono al secolo XIV. Godeva di una grande considerazione ed era in possesso di un vistoso patrimonio, come dimostra il fatto che una strada della Oristano medioevale portasse il suo nome. I suoi membri, nel corso del secolo XVI, ricoprirono

spesso l’ufficio di saliniere, ma si estinsero prima della fine del secolo.

Vinci, Luciano Pseudonimo utilizzato da Manlio Brigaglia (=) nel volumetto Vent’anni di politica in Sardegna 19431963, pubblicato a Sassari nel 1963.

Vinci, Vanna Illustratrice, disegnatrice di fumetti (n. Cagliari 1964). Ha illustrato libri per ragazzi per Mondadori, Fabbri e per la cagliaritana Tam Tam. La bambina filosofica 1 e 2 sono i suoi ` conosciuti: «Rappresenta fumetti piu ` vera e complicata di me», la parte piu dice.

Vincis, Marina Studiosa di storia (n. ` entrata Cagliari 1955). Dopo la laurea e nella carriera degli Archivi di Stato. ` funzionario presso la Attualmente e Soprintendenza archivistica regionale della Sardegna. Ha al suo attivo numerosi scritti, fra cui Archivistiche: edifici pubblici, strutture abitative (con E. Gessa), in Cagliari. I quartieri storici: il Castello, 1985; Le fonti dell’Archivio comunale di Cagliari riguardanti l’area di Santa Gilla (con E. Gessa), in Santa Igia, capitale giudicale, 1986; Il veto del tipografo Timon ad una lettera di Efisio Siotto Pintor al fratello Giovanni (con E. Gessa), ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 5-6, 1986; Uno sguardo al passato. Ricerche storiche su Monserrato, 1989; L’amministrazione comunale (con E. Gessa), in La Corona d’Aragona, un patrimonio comune per Italia e Spagna (secc. XIV-XV), 1989; La fine del Regnum Sardiniae: la fusione perfetta, con documenti inediti, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 17, 1993; L’acquedotto di Cagliari dall’idea al progetto, dalla realizzazione alla rete distri` : documentazione e carbutiva nella citta tografia tecnica (con E. Gessa), in Atti del Convegno internazionale di Desenzano 1991, 1995; Le fonti archivistiche (con E. Gessa), in Cagliari. I quartieri storici: Stampace, 1995; La riforma dei

281

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 287

Vindiguinoris ` del Regnum Consigli civici delle citta Sardiniae nel 1836, I, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, I, 21, 1996, 22, 1997; sei schede sugli Archivi comunali di Arborea, Narbolia, Oristano, Santu Lussurgiu, San Vero Milis, Terralba, tutte con E. Gessa, in Gli archivi comunali della provincia di Oristano, 1999.

Vindiguinoris Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria del Coros. Era situato nelle campagne di Ossi. Il villaggio era compreso nei territori che agli inizi del secolo XIII erano passati ai Malaspina in seguito a un matrimonio. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, fu incluso nel piccolo stato che essi formarono e per il quale subito dopo la conquista aragonese prestarono omaggio al re d’Aragona. Scoppiata la prima delle ribellioni dei Doria, i Malaspina vi presero parte, per cui il villaggio ` a restare subı` danni gravi, ma continuo in loro possesso. Solo nel 1353 fu defi` nelle nitivamente sequestrato e passo mani del re. Poco dopo il villaggio fu gravemente danneggiato dalla prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV. Nei decenni successivi subı` nuove gravi devastazioni e fu occupato dalle truppe arborensi. Prima della fine del secolo XIV era completamente spopolato.

Vinelli, Marcello Giornalista (Cagliari 1866-ivi 1942). Ancora studente divenne redattore de ‘‘L’Avvenire di Sardegna’’, facendosi notare per le sue ca` e per la buona preparazione. pacita Dopo essersi laureato, nel 1889 assunse la direzione de ‘‘L’Unione Sarda’’ e la tenne fino al 1903, dando un deciso impulso allo sviluppo del giornale. Tra il 1898 e il 1907 fu anche redattore de ‘‘L’agricoltura sarda’’; in` , fondo ` e diserito nella vita della citta

resse l’Associazione della Stampa e la ` Ginnastica Arborea. Negli Societa ` allo studio dell’estessi anni si dedico conomia ottenendo anche l’incarico dell’insegnamento di Economia poli` di Sassari. Fu tica presso l’Universita autore di numerosissimi articoli sulla Sardegna comparsi su diversi periodici e di pregevoli studi di economia tra cui: La Sardegna nel problema economico. Studio storico-economico, pubblicato nel 1896; Appunti intorno ad un istituto economico: i monti frumentari, pubblicato nel 1899; Note sull’industria, la mano d’opera e la legislazione delle miniere in Sardegna, uscito nel 1914. Tra gli altri suoi scritti: Un lato del problema economico in Sardegna, 1895; Un episodio della colonizzazione in Sardegna, 1896; Trattato di commercio con la Francia e gli interessi agrari sardi. Studio economico, 1897; La popolazione e il fenomeno migratorio in Sardegna, 1898; I monti frumentari nella storia e nella giurisprudenza, 1907; Cinquant’anni di vita economica sarda, 1915; Produzione e consumo durante la ` ecoguerra in Sardegna, 1917; Attualita nomiche. Calmieri antichi e recenti, ‘‘Rassegna nazionale’’, 1919; Le grandi opere idroelettriche in Sardegna: l’impianto idroelettrico del Coghinas, ‘‘Le Vie d’Italia e d’America latina’’, XXXII, 9, 1926; Quintino Sella e l’industria mineraria in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, I, 8, 1927; Abbigliamenti maschili e femminili in Sardegna, ‘‘Le Vie d’Italia’’, XXXIII, 5, 1927; Imposta progressiva in Sardegna sui primi del sec. XIX, ‘‘Mediterranea’’, II, 1, 1928; Giornali sardi di questi e d’altri tempi: ‘‘L’Unione Sarda’’, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1928; Aspetti singolari della figura di A. La Marmora, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1928; ` di storia sarda, ‘‘L’Unione Curiosita Sarda’’, 1928; Desulo e Fonni rocche del costume sardo, ‘‘Le Vie d’Italia’’,

282

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 288

Viniolae XXXIV, 9, 1928; Episodi di colonizzazione in Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, III, 3, 1929; I cimeli di S. Francesco di Oristano, ‘‘Mediterranea’’, IV, 8, 1930; ` fondiaIl vizio organico della proprieta ria in Sardegna, 1931; Mussolinia nuovo comune di Sardegna, ‘‘Mediterranea’’, 5, 1931; Mezzi di comunicazione in Sardegna. Un tempo e oggi, ‘‘Mediterranea’’, X, 4, 1932; Carloforte. Aspetti di un esperimento di colonizzazione in Sardegna, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1941.

Viniola Stazione romana in agro di Dorgali, documentata unicamente nell’Itinerario Antoniniano nella via a Portu Tibulas Caralis, la strada lungo la costa orientale della Sardegna, tra Fanum Carisi e Sulci. Per quanto riguarda l’individuazione dell’ubicazione di V. all’interno del territorio di Dorgali, resa possibile dalla valutazione delle distanze contenute nell’Itinerario, sono state avanzate finora due proposte. La ` stata sostenuta da Alberto Laprima e marmora, che ha identificato il sito antico nella valle di Oddoene, nei pressi della chiesa secentesca di Nostra Signora di Buon Cammino. La seconda, sostenuta da Antonietta Boninu e basata su rinvenimenti di superficie, ipotizza che la stazione sia da collocare a nord-ovest del moderno abitato di Dorgali, nella zona delimitata dalle loca` di Golloi, Baluvirde, Oroviddo, lita Locu Secau, Osolai, Sas Predas Ladas, Su Camminu Ezzu. Alla tesi del Lamarmora ha recentemente aderito Walter Bellodi sulla base di considerazioni di carattere toponomastico: il toponimo locale Iniodda, Finiodda (e le altre varianti attestate nella stessa zona: Su Cantaru ’e Iniodda, S’atta ’e Iniodda), localizzato a breve distanza dalla chiesa di Buon Cammino, deriverebbe dal toponimo pre-latino Viniolla che avrebbe anche dato origine al nome della stazione romana, non tanto per

una corrispondenza semantica tra i due nomi quanto per la stretta somiglianza fonetica. Per valutare le due ` necessario considerare che ipotesi e nel territorio di Dorgali sono stati indi` romana, alviduati numerosi siti di eta cuni dei quali presentano strutture murarie chiaramente leggibili sul piano di campagna, distribuiti preva` del tracciato lentemente in prossimita teorico dell’Iter a Portu Tibulas Caralis e presso i due diverticula (diramazioni trasversali) verso l’interno (in direzione della valle di Isalle e di Oliena). ` evidente che solo la ricerca archeoE logica, una volta appurata l’esatta loca` tenlizzazione di Fanum Carisi, potra tare di localizzare V. con sufficiente sicurezza. [FABRIZIO DELUSSU]

Viniolae (o Viniolas , Viniolis ) Stazione menzionata due volte nell’Itinerario ` a due centri Antoniniano, riferita pero differenti: uno sulla costa settentrionale e un altro lungo la costa orientale dell’isola. Nel primo caso si incontra Viniolas lungo la strada che da Tibula conduceva a Turris: si trattava della prima stazione, a 12 miglia (o 15, secondo un altro codice) dal caput viarum; la stazione successiva, dopo altre 22 miglia, era Erucio. Gli studiosi sono stati a lungo concordi nell’identificare ` di Torre Viniolae con l’attuale localita di Vignola, fra l’Isola Rossa e Santa Teresa Gallura. Una tale localizzazione ben si adatta all’ubicazione di Tibula a ´ sarebbe giustifiSanta Teresa, poiche cata la sua posizione lungo la strada ` stata per Porto Torres. Di recente e avanzata invece l’ipotesi che Viniolae (o Viniolis) possa essere collocata nei pressi del monte Vignoli, poco a ovest di Viddalba, dove sono state effettivamente segnalate tracce di insediamenti di epoca romana e di tracciati stradali. In questo caso sarebbero plausibili non soltanto l’identifica-

283

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 289

Vino zione fra la Viniolae dell’Itinerario e la Iuliola di Tolomeo, ma anche la localizzazione di Tibula a Castelsardo o Valledoria e quella di Erucio a Perfugas, lungo una strada interna diretta a Turris. [PAOLO MELIS]

Vino La coltivazione della vite ha sempre ricoperto un ruolo di rilievo nell’economia agricola della Sardegna. La posizione geografica dell’isola e le sue caratteristiche climatiche ne fanno un luogo particolarmente adatto allo svi` rappresentaluppo della coltura piu ` agricola mediterrativa della civilta nea. STORIA In questa antica tradizione vitivinicola si possono individuare cinque periodi fondamentali: fenicio, romano, bizantino-giudicale, spagnolo e piemontese. Sebbene la presenza della vite in Sardegna si faccia risalire a epoche antecedenti alla colonizzazione dei Fenici, questi furono senza ` raziodubbio gli artefici di una sua piu nale coltivazione e di un primo sviluppo del consumo e del commercio del vino nell’isola. Agli stessi Fenici si deve inoltre l’introduzione di alcuni ` caratteristici vitigni della Sartra i piu degna: il Nuragus, il Vernaccia e, secondo alcuni studiosi, anche il Carignano. La dominazione romana segna la storia vitivinicola dei secoli successivi. Ai Romani si devono l’affinamento delle tecniche colturali ed enologiche, ´ la diffusione dei vitigni Mononche scato e Nasco. L’epoca bizantina vede una rinascita della coltivazione della vite – a opera dei monaci di rito greco – dopo le devastazioni vandaliche che fanno seguito alla caduta dell’Impero romano. In quell’epoca si colloca l’in` di vite di troduzione di nuove varieta origine greca come la Malvasia. Nel periodo giudicale si assiste a un ulteriore incremento e consolidamento della coltivazione della vite, con l’adozione

di una serie di regolamenti volti a proteggere questo tipo di coltura e il commercio del vino. Altra tappa fondamen` quella legata alla lunga dominatale e zione spagnola, caratterizzata, tra alterne vicende, da un ulteriore sviluppo della viticoltura con l’introduzione di ` di origine iberica che alcune varieta arricchiscono il patrimonio ampelo`, il grafico sardo come il Bovale, il Giro Torbato e, soprattutto, il Cannonau. L’avvento dei Savoia e la nascita del Regno sardo-piemontese favorirono la maggiore espansione della coltiva` , alla fine zione della vite che arrivo del secolo XIX, a estendersi su una superficie di circa 70 000 ha. In quegli anni i vini sardi iniziano inoltre a proporsi anche al di fuori del mercato regionale e a farsi apprezzare per le loro ` organolettiche, partecipando qualita con lusinghieri riconoscimenti ad al` prestigiose esposizioni cune tra le piu internazionali. Questo periodo di svi` bruscamente interluppo venne pero rotto dalla comparsa della fillossera (=) negli anni fra Ottocento e Novecento. La distruzione dei vigneti sardi che seguı` alla diffusione nell’isola di questo micidiale insetto arrivato dall’America fu di tali proporzioni che in ` l’inizio di una qualche modo segno nuova era per la vitivinicoltura isolana. La ricostruzione del vigneto sardo fu molto graduale: furono neces´ la coltivasari diversi decenni perche zione della vite ritornasse alle dimensioni del periodo prefillosserico. Una espansione produttiva, sostenuta anche dal sorgere di numerose Cantine ` il suo apice alla sosociali, che segno glia degli anni Ottanta del Novecento, quando la superficie vitata raggiunse i 75 000 ha e la produzione di vino circa i 2 500 000 hl. Peraltro a questa crescita ` un quantitativa non si accompagno pari aumento della produzione di qua-

284

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 290

Vino ` ; come dimostra il fatto che ancora lita negli anni Settanta una significativa quota della produzione sarda (45%) fosse rappresentata da vino cosiddetto ‘‘da taglio’’ destinato all’esportazione. ` ben Questa politica produttiva porto presto a una crisi dell’intero comparto che – complici gli incentivi comunitari all’espianto – indusse molti produttori ad abbandonare i vigneti, determinando una drastica riduzione della superficie vitata e della produzione vinicola regionale. SITUAZIONE ATTUALE Attualmente la superficie coltivata a vigneto in Sarde` pari a circa 25 900 ha cosı` ripartiti gna e tra le quattro province ‘‘storiche’’: Cagliari 9200 ha, Nuoro 6780 ha, Sassari 6670 ha e Oristano 3250 ha. A queste cifre si devono aggiungere circa 2500 ha di diritti di reimpianto disponibili e non utilizzati e una quota di sommerso stimabile intorno ai 4000 ha. Una superficie, comunque, ancora troppo limitata che inevitabilmente condiziona lo sviluppo della vitienologia in Sardegna, anche in considerazione del fatto che l’estensione media ` inferiore ad 1 ha. La base per azienda e ampelografica della Sardegna, nonostante l’estinzione di alcuni vitigni conseguente all’attacco della fillos` invece ancora piuttosto ampia. sera, e ` consigliate dall’AssessoTra le varieta rato regionale competente figurano 35 vitigni, dei quali ben 25 possono considerarsi a buon diritto ‘‘autoctoni’’, al` ampia meno secondo l’accezione piu ` le varieta ` di vite del termine. In realta maggiormente diffuse nell’isola, vale a dire Cannonau, Nuragus, Monica, Vermentino e Carignano, rappresentano da sole il 70% della superficie vitata della Sardegna. La ripartizione dei principali vitigni nelle quattro province vede il predominio del Cannonau e del Vermentino rispettivamente

in provincia di Nuoro e Sassari, mentre Nuragus, Monica e Carignano caratterizzano il vigneto della provincia di Cagliari e Nuragus e Monica, insieme a Bovale e Vernaccia, quello della provincia di Oristano. La produzione annua di uva – che negli anni Settanta aveva raggiunto i massimi storici di 4 000 000 ` attestata nel quinquennio di q – si e 2000-2004 su valori medi di circa 880 000 q che rappresentano appena l’1,3% della produzione nazionale e collocano la Sardegna al 13º posto tra le regioni italiane. La produzione di vino, nel medesimo quinquennio, ha raggiunto un volume medio di circa 640 000 hl, equamente ripartiti tra produttori privati e Cantine sociali. Particolarmente interessante – per l’idea che dovrebbe darci sulla crescita qualitativa del vino sardo – appare il dato relativo alla ripartizione tra Vini di ` (DOC e DOCG) e Vini da Tavola: Qualita i primi infatti rappresentano una percentuale del 36% della produzione complessiva, dato che pone la Sardegna al di sopra della media delle regioni italiane. Del resto il riconosci` un fatto mento delle D.O. in Sardegna e relativamente recente, che ha avuto inizio con l’approvazione del disciplinare della Vernaccia di Oristano nel 1971. Nel corso degli anni le DOC sarde ` agsono diventate 19, alle quali si e giunta nel 1996 la DOCG Vermentino di Gallura: un importante riconoscimento, se si considera che le DOCG in Italia erano allora appena 17 (delle quali ben 11 divise tra Piemonte e Toscana) e che attualmente sono soltanto 33. Tuttavia se si passa a esaminare i dati relativi alla media delle produzioni degli anni recenti (2000-2003) il panorama diventa meno edificante. Si scopre per esempio che le prime cin` di vino prodotto que D.O. per quantita rappresentano da sole oltre il 78%

285

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 291

Vino della produzione totale di VQPRD ` Prodotti in Regioni De(Vini di Qualita terminate) e che i soli vini ottenuti da uve Vermentino coprono oltre il 42% dell’intera produzione. Dagli stessi dati emerge inoltre che diverse DOC che appartengono alla storia enoica della Sardegna sono oggi ridotte a produzioni limitatissime, quando non sono del tutto scomparse come la gloriosa Monica di Cagliari. Ciononostante ` innegabile che negli ultimi 10-15 anni e la produzione enologica sarda abbia fatto enormi passi nella direzione ` . Sul piano puramente della qualita commerciale la produzione di vino di massa destinato al commercio sfuso ha lasciato gradualmente il campo al vino in bottiglia rivolto a un consumatore ` attento ed esigente. Definitivapiu mente archiviata la scellerata esperienza enologica che imponeva di smagrire i vini sardi considerati troppo pesanti, condannandoli a un inevitabile ` attrezzate anonimato, le aziende piu hanno introdotto tecniche di vinifica` evolute che – ponendo rimezione piu dio a difetti che sembravano ormai endemici e che avevano sempre condizio` dei vini tradizionali – nato la qualita ` moderni, puhanno prodotto vini piu liti ed equilibrati che non rinnegano ` i caratteri piu ` esclusivi della tipipero ` sarda. Parlando dei vini della Sarcita ` quindi innanzitutto sottodegna andra lineato lo stretto legame che essi ` hanno con il territorio di origine. Si e ` detto che la maggior parte dei vini gia della regione ha una base ampelografica che comprende soprattutto le va` autoctone. Cio ` ha fatto sı` che, pur rieta modificandosi nel tempo – anche per adeguarsi al mutare del gusto del consumatore – , i vini sardi abbiano comunque mantenuto una sostanziale fe` alla loro identita ` . Un’identita ` delta che, nelle migliori espressioni, eviden-

zia grande concentrazione e struttura non prive di eleganza nei vini rossi e un originale profilo aromatico nei vini ` e persibianchi, mentre complessita stenza gusto-olfattive non comuni caratterizzano i vini da dessert. La tipi` della produzione enologica della cita ` dirsi neppure miSardegna non puo nacciata dalla recente introduzione nell’isola di alcuni vitigni internazionali quali i Cabernet (sauvignon e franc), il Merlot, lo Chardonnay e il Sauvignon. Utilizzati dapprima come viti` a colmare gni miglioratori, adatti cioe ` le lacune congenite di alcune varieta indigene, questi vitigni hanno poi trovato un proprio spazio ottenendo, per alcuni, anche il riconoscimento della D.O. nella denominazione ‘‘Alghero’’. ` far teLa loro diffusione non deve pero mere un tradimento della tradizione enologica sarda. Al contrario, essi rappresentano un’interessante opportu` di sperimentazione che trova il nita suo naturale campo di applicazione nei vini da tavola a IGT (Indicazione Geografica Tipica). Inoltre, se correttamente utilizzati, anche in sinergia con ` piu ` tradizionali, i vitigni le varieta ‘‘stranieri’’ possono aiutare la produzione enologica sarda a trovare maggiori spazi nel mercato mondiale. Tra i vitigni nostrani infatti soltanto il Cannonau, il Vermentino e forse il Carignano si ritiene possiedano i numeri ` significaper affermarsi con quantita tive nel mercato nazionale e interna` zionale, mentre gli altri sono per lo piu destinati al consumo interno e comun` ristretto. Si pensi que a un mercato piu in particolare a quel turismo enogastronomico di cui spesso si parla come ` per l’econoimportante opportunita mia isolana. L’acceso dibattito oggi in corso tra i sostenitori dei vitigni internazionali e i fautori dell’autoctonia a oltranza potrebbe comporsi semplice-

286

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 292

Vino mente riconoscendo ai vitigni autoctoni e alloctoni missioni diverse: da ` di un una parte testimoniare l’identita territorio e la tradizione enologica sarda e dall’altra aprire nuovi orizzonti produttivi e nuove prospettive di mercato alla produzione isolana. Appare opportuno, in conclusione, pas` rapsare in rapida rassegna le DOC piu presentative della tradizione enolo` disponigica sarda indicando, dove e bile il dato, la produzione media del quinquennio 2000-2004. ` VINI BIANCHI Il ruolo da protagonista e senz’altro interpretato dal Vermentino: prodotto in tutta l’isola sotto la denominazione Vermentino di Sardegna (54 200 hl), ha trovato la sua espressione migliore nei terreni granitici della Gallura, ottenendo il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Vermentino di ` detto, Gallura, 37 500 hl) che, come si e ` riservata a un ristretto numero di vini e italiani che dovrebbero rappresentare ` . Caratteri organoletil top della qualita tici di eccezione tra i quali spiccano ` olfattiva, equilibrio e percomplessita sistenza gustativa, ne fanno un vino di valore assoluto, capace di confrontarsi con le migliori produzioni nazionali e internazionali. Il Nuragus di Cagliari (18 500 hl): ottenuto dall’omonimo vitigno, rinomato soprattutto per le sue ec` produttive (una cezionali capacita delle espressioni dialettali lo definisce ‘‘scacciade`ppidus’’, ‘‘scaccia-debiti’’), sta conoscendo in questi ultimi anni un netto riscatto dovuto a una rivisitazione improntata a maggiore eleganza. Sardegna Semidano (953 hl): costituisce una piacevole riscoperta; l’omonimo vitigno, un tempo decisamente ` diffuso in Sardegna, fu infatti grapiu dualmente soppiantato dal Nuragus. ` stata consacrata dalLa sua rinascita e l’approvazione nel 1995 di un discipli-

nare di produzione della DOC che peraltro non ne favorisce la migliore rispondenza alla tradizione. Alghero Tor` bato (7185 hl): la diffusione del vitigno e praticamente limitata al solo territorio di Alghero; quasi sconosciuto nel resto d’Europa, compresa la Spagna dalla ` un vino particolare quale proviene, e che ha mostrato buone doti anche nella versione spumante.

Vino – Un antico torchio.

VINI ROSSI Cannonau di Sardegna ` senza dubbio il vino sardo (42 670 hl): e ` conosciuto fuori dalla regione e piu ` di altri puo ` assumere il ruolo che piu di ambasciatore della tradizione enoica sarda. Il disciplinare ne consente la produzione in tutto il territorio regionale, dando luogo a prodotti spesso molto diversi. Tuttavia le zone di elezione rimangono quelle comprese nelle sottodenominazioni Oliena, capo Ferrato e Jerzu, cui potremmo aggiungere la zona di Mamoiada. In questi territori il vino

287

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 293

Vino ` intensi, esprime profumi fruttati piu ` pur maggiore struttura e complessita rimanendo inadatto a un lungo invecchiamento. Carignano del Sulcis (8790 hl): di buona struttura e gradevole tan`, e ` forse il vino sardo che piu ` si nicita presta a un moderato invecchiamento; un tempo destinato al mercato francese come vino da taglio, in questi ` stato notevolmente rivalutato anni e tanto da imporsi come uno dei protagonisti della rinascita enologica della Sardegna, mostrando di potersi confrontare alla pari con i migliori rossi italiani. Monica di Sardegna (17 110 hl): appartiene alla tipologia di vini di media struttura, non troppo impegnativi ma gradevoli, molto apprezzati dal mercato anche per la particolare dutti` nell’abbinamento. Mandrolisai (424 lita hl): vino generoso e austero, frutto dell’uvaggio dei tre vitigni tradizionalmente presenti nei vigneti della omonima zona d’origine, Cannonau, Mo` nica e Bovale sardo. La produzione e ancora piuttosto limitata ma decisamente in crescita anche dal punto di vista qualitativo. Cagnulari (2000 hl): ` il frutto della piacevole questo vino e riscoperta del vitigno omonimo, il cui merito deve essere attribuito alla ca` di un appassionato viticoltore parbieta e produttore di Usini. Tra gli autoctoni ` senza dubbio un emergente di suce cesso. Nel 1995 ha ottenuto la DOC sotto la denominazione Alghero. Campidano di Terralba (3220 hl): ottenuto per l’80% da Bovale sardo e Bovale di Spagna, questo vino di pianura, un tempo utilizzato soprattutto per il ta` ora oggetto di un tentativo di vaglio, e lorizzazione legato al rinnovato interesse per i vitigni tradizionali. VINI DA DESSERT Le condizioni pedoclimatiche rendono la Sardegna terra ideale per la coltivazione delle uve adatte alla produzione di vino da des-

` ampia sert, inteso nell’accezione piu del termine. In questa tipologia l’isola vanta infatti una grande tradizione che ben si sposa con la straordinaria va` di dolci tipici regionali e che ha rieta dato vita a una serie di DOC che comprendono tutta la gamma dei vini da dessert. Per contro negli ultimi venti anni questo settore ha conosciuto un’innegabile crisi dalla quale ancora ` il caso per esemoggi stenta a uscire. E pio della Malvasia di Bosa (108 hl) e della Vernaccia di Oristano (1281 hl), che per ragioni diverse attraversano ` leentrambe un periodo di difficolta gate, nel primo caso, a una carenza di prodotto e, nel secondo, a una crisi di immagine e alle mutate condizioni del mercato, tra le quali, non ultima, una disaffezione dello stesso consumatore sardo verso questo vino. Tuttavia resta intatto il fascino che questi due autentici gioielli della cultura enoica sarda sono in grado di suscitare soprattutto ` attento. Un fanel consumatore piu scino che consiste innanzitutto nella ` di esprimere il terroir di loro capacita provenienza: con quella marcata sapi` che il maestrale regala alla Malvadita sia di Bosa e quelle particolari nuances organolettiche che la Vernaccia di Ori` favorestano concede nelle annate piu voli e che alcuni definiscono con ` i’’. Malvaespressione locale ‘‘murrua sia di Cagliari (258 hl): pur avendo in ` del vitigno, il dicomune la varieta verso territorio di origine e una differente tecnica di vinificazione e maturazione distinguono questo vino dal ` rinomato cugino di Bosa, carattepiu rizzandolo con sensazioni gusto-olfattive meno complesse ma altrettanto fini. Il vitigno Moscato coltivato in tutto ` origine a vini il territorio regionale da assolutamente diversi: il Moscato di ` conosciuto con Sardegna (1445 hl), piu la sottodenominazione Moscato di Tem-

288

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 294

Vino ` un vino spumante dolce, leggero pio, e di corpo ma gradevole e profumato; de` complesso e strutturato cisamente piu si presenta il Moscato di Cagliari (541 hl), tra le cui tipologie va privilegiata quella liquorosa, nella quale si esalta il richiamo aromatico all’uva di origine; ` il Moscato di Sorsoancora diverso e Sennori (26 hl), le cui uve subiscono un leggero appassimento in pianta che concentra le caratteristiche tipiche di questo vino (un tempo molto apprez` rizato, mentre oggi la produzione e dotta al lumicino). Nasco di Cagliari (315 hl): vino di straordinaria finezza, ` stato tra i primi vini sardi a imporsi e all’attenzione degli esperti internazionali. Travolto, al pari degli altri, dalla crisi che seguı` la diffusione della fillos` stato riprosera, in questi ultimi anni e posto soprattutto nella versione dolce. Forte dei consensi ottenuti anche ` qualificate, guida la presso le sedi piu riscossa dei vini dolci della Sardegna indicando la strada da seguire per riconquistare gli spazi perduti. Concludiamo questa rapida rassegna con tre vini rossi che ci riportano alle influenze spagnole nella nostra tradizione enologica. Ci riferiamo in parti` di Cagliari (54 hl) e alla colare al Giro Monica di Cagliari: due vini di indubbio pregio, un tempo molto apprezzati, conoscono oggi una grave crisi che nel caso della Monica di Cagliari ha fatto ` prodotta. sı` che da anni non venga piu La tradizione, pur con i dovuti distinguo, viene tenuta viva da un altro vino ` conosciuto come Anghelu dolce, piu Ruju, che ritroviamo come tipologia ‘‘rosso liquoroso’’ nell’ultima nata DOC Alghero. [ROBERTO DESSANTI] VINI SARDI DOC Nell’elenco che segue le province di produzione dei singoli vini sono indicate secondo la passata quadripartizione del territorio isolano. Le zone in-

dicate andranno quindi ‘‘lette’’ anche secondo la recente ristrutturazione in ` territoriali. otto diverse entita Arborea (Sangiovese e Trebbiano), riconosciuto DOC l’11 maggio 1987. Tipica produzione della provincia di Oristano nei tipi del Sangiovese rosso, ottenuto col vitigno omonimo (85%) e altri vitigni rossi raccomandati o autorizzati in provincia di Oristano (15%); Sangiovese rosato, ottenuto con identica composizione; Trebbiano bianco, ottenuto col vitigno omonimo (85%) e altri vitigni bianchi raccomandati o autorizzati in provincia di Oristano (15%). Campidano di Terralba, riconosciuto DOC il 15 novembre 1975. Tipica produzione delle province di Cagliari e Oristano nel territorio dei comuni di Arbus, Baressa, Collinas, Gonnosfanadiga, Gonnoscodina, Marrubiu, Masullas, Mogoro, Morgongiori, Pabillonis, Palmas Arborea, Pompu, Sardara, San Gavino Monreale, Santa Giusta, San ` Arcidano, Simala, Siris, TerNicolo ralba, Uras, Villanovaforru, Guspini, Gonnostramatza nei tipi del Rosso, ottenuto con vitigni Bovale grande (80%) e Pascale di Cagliari, Gregu Nieddu, ` (20%); Rosato, di idenMonica e Giro tica composizione. Cannonau di Sardegna, riconosciuto DOC il 21 luglio 1972 con successive modifiche del 29 giugno del 1982. Tipica produzione che riguarda l’intero territorio della Sardegna nelle sottodenominazioni di Oliena o Nepente di ` ottenuto da uve proOliena, quando e venienti dal territorio dei comuni di Oliena e Orgosolo; di Capo Ferrato, ` ottenuto da uve provenienti quando e dal territorio dei comuni di Muravera, San Vito, Villaputzu, Villasimius; di ` ottenuto da uve proveJerzu, quando e nienti dal territorio dei comuni di Jerzu e Cardedu. Il Cannonau di Sarde` essere immesso al congna non puo

289

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 295

Vino sumo prima del 1º giugno dell’anno ` ottesuccessivo alla vendemmia, ed e nuto nei tipi del: Rosso, ottenuto esclusivamente col vitigno omonimo o con una tolleranza fino al massimo del 10% di bacca nera come raccomandato dalla Regione sarda; Rosato, ottenuto con identica composizione mediante fermentazione in bianco nella misura massima del 5% da vitigni Vernaccia sarda, Arversinadu, Malvasia, Vermentino; Superiore naturalmente amabile, ottenuto con identica composizione da uve che assicurano al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 14º e un contenuto di zuccheri ` di 10 g a 25 g per litro: deve esda piu sere immesso al consumo dopo due anni di invecchiamento obbligatorio a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; Superiore naturalmente dolce, ottenuto con identica composizione da uve che assicurano al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 13º e un contenuto minimo di zuccheri di 40 g per litro: deve essere immesso al consumo dopo due anni di invecchiamento obbligatorio a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; Superiore naturalmente secco, ottenuto con identica composizione da uve che assicurano al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 15º e un contenuto massimo di zuccheri di 10 g per litro: deve essere immesso al consumo dopo due anni di invecchiamento obbligatorio a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; Superiore secco, amabile e dolce denominato riserva, con lo stesso periodo di invecchiamento previsto per i tipi Superiore, di cui almeno sei mesi in botti di rovere; Liquoroso dolce, ottenuto con identica composizione da uve che assicurano la produzione del tipo superiore o riserva usando nella preparazione al-

cool di origine viticola da aggiungere al mosto o al vino naturale in base che assicurano al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 16º e un contenuto massimo di zuccheri di 50 g per litro: deve essere immesso al consumo dopo due anni di invecchiamento obbligatorio a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; Liquoroso secco, ottenuto con identica composizione da uve che assicurano la produzione del tipo superiore o riserva usando nella preparazione alcool di origine viticola da aggiungere al mosto o al vino naturale in base che assicurano al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 18º e un contenuto massimo di zuccheri non superiore ai 10 g per litro: deve essere immesso al consumo dopo due anni di invecchiamento obbligatorio a decorrere dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia. Carignano del Sulcis, riconosciuto DOC il 1º giugno 1977 con successive modifiche del 30 dicembre 1989. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni di Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Carbonia, Perdaxius, Narcao, Nuxis, Santadi, Tratalias, Masainas, ` Giba, Sant’Anna Arresi, Teulada. E prodotto nei tipi: Rosso, ottenuto esclusivamente col vitigno omonimo o con il ` del 15% di complemento per non piu vitigni Pascale e Alicante Bouschet, e ` essere immesso al conche non puo sumo prima del 1º marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve; Rosato, ottenuto con la stessa composizione, la cui fermentazione deve avvenire senza il contatto prolungato ` essere imcon parti solide: non puo messo al consumo prima del 1º dicembre dell’anno di produzione delle uve; ` essere immesso al consumo anche puo nel tipo frizzante.

290

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 296

Vino ` di Cagliari, riconosciuto DOC il 21 Giro luglio 1972 con successive modifiche del 9 aprile 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della provincia di Cagliari e della provincia di Oristano con esclusione di quelli del Montiferru e della Planargia in vigneti composti esclusivamente da ` , con una presenza tollevitigno Giro ` del 5% di vitigni diversi. rata di non piu `e ` prodotto nei tipi: Secco o Dolce Il Giro naturale, ottenuto esclusivamente dal vitigno omonimo con una eventuale tolleranza al massimo del 5% di altri vitigni utilizzati per altri vini DOC; le uve devono assicurare una gradazione alcolica complessiva minima di 13º e possono essere lievemente appassite ` su pianta o su stuoia: il vino non puo essere immesso al consumo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione dell’uva; Liquoroso secco o dolce, ottenuto esclusivamente dal vitigno omonimo con una eventuale tolleranza al massimo del 5% di altri vitigni utilizzati per altri vini DOC; le uve devono assicurare una gradazione alcolica complessiva minima di 13º e possono essere lievemente appassite su pianta o su stuoia; il vino di questo ` ottenuto mediante alcolizzatipo e zione dei vini di base o dei mosti utilizzati per ottenere il tipo precedente con una gradazione minima di 17,5º: non ` essere immesso al consumo prima puo del 1º luglio successivo all’annata di produzione dell’uva; Liquoroso secco o dolce riserva: si ottiene con un invecchiamento di almeno due anni, di cui uno in botti di rovere o di castagno. Malvasia di Cagliari, riconosciuto DOC il 21 giugno 1972 e successive modifiche del 6 gennaio 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della provincia di Cagliari e della provincia di Oristano con esclusione di quelli del Montiferru e della

Planargia in vigneti composti esclusivamente da vitigno Malvasia di Sardegna con una presenza tollerata di non ` del 5% di vitigni diversi. La Malvapiu ` prodotta nei tipi: Secco sia di Cagliari e e Dolce naturale, da uve che devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di ` consentito un minimo ap13º, di cui e passimento sulla pianta o su stuoia; ` essere immesso al consumo non puo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso secco e dolce, ottenuto da uve che devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima na` consentito un miturale di 13º, di cui e nimo appassimento sulla pianta o su ` consentita l’aggiunta di alcool stuoia; e di origine vinicola al mosto o al vino di ` essere immesso al conbase; non puo sumo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso riserva, quando ha un invecchiamento di almeno due anni di cui uno ottenuto in botti di rovere o di castagno. Malvasia di Bosa, riconosciuto DOC il 21 giugno 1972. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni di Bosa, Flussio, Suni, Tinnura, Magomadas, Tresnuraghes, Modolo, in vigneti composti esclusivamente da vitigno Malvasia di Sardegna con una pre` del 5% di visenza tollerata di non piu ` protigni diversi. La Malvasia di Bosa e dotta nei tipi: Secco (gradazione minima 15º), e Dolce naturale (gradazione minima 15º) da uve che devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 14,5º; ` essere immesso al consumo se non puo ` stato sottoposto a un periodo di non e invecchiamento di almeno 2 anni, a partire dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia; Liquoroso secco o dry e Liquoroso dolce naturale (gradazione mi-

291

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 297

Vino nima 17,5º), da uve che devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 14,5º, ` essere al cui mosto o vino di base puo aggiunto alcool di origine viticola; non ` essere immesso al consumo se non puo ` stato sottoposto a un periodo di invece chiamento di almeno 2 anni a partire dal 1º dicembre dell’anno della vendemmia. Mandrolisai, riconosciuto DOC il 6 giugno 1981. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni di Ortueri, Atzara, Sorgono, Tonara, Desulo, Meana Sardo e Samugheo nelle province di Nuoro e di Oristano. Deve essere prodotto in vigneti composti esclusivamente da vitigni di Bovale Sardo (35%), Cannonau (dal 20% al 35%), Monica (dal 20% al 35%). Il Man` prodotto nei tipi: Rosso e Rodrolisai e sato, ottenuto esclusivamente da vitigni di Bovale Sardo (35%), Cannonau (dal 20% al 35%), Monica (dal 20% al 35%) che assicurino al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di 11º; Superiore, ottenuto esclusivamente da vitigni di Bovale Sardo (35%), Cannonau (dal 20% al 35%), Monica (dal 20% al 35%) che assicurino al vino una gradazione alcolica comples` siva minima naturale di 11,5º: non puo essere immesso al consumo senza una gradazione alcolica complessiva di 12,5º e invecchiato di almeno due anni, di cui almeno uno in botti di legno. Monica di Cagliari, riconosciuto DOC il 21 giugno 1972 con successive modifiche del 18 aprile 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della provincia di Cagliari e della provincia di Oristano con esclusione di quelli del Montiferru e della Planargia in vigneti composti esclusivamente da vitigno Monica con una ` del 5% di presenza tollerata di non piu

vitigni diversi utilizzabili per la preparazione di altri vini DOC. La Monica di ` prodotta nei tipi: Dolce natuCagliari e rale, ottenuto esclusivamente da uve del vitigno omonimo con una tolleranza del 5% di uve provenienti da altri vitigni DOC; le uve devono assicurare al vino una gradazione alcolica com` plessiva minima naturale di 13º e ne e consentito un leggero appassimento su ` espianta o su stuoie. Il vino non puo sere immesso al consumo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso secco o dolce, ottenuto esclusivamente da uve del vitigno omonimo con una tolleranza del 5% di uve provenienti da altri vitigni DOC al cui mosto o vino di base si aggiunge alcool di origine vinicola. Il ` essere immesso al convino non puo sumo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso riserva, sottoposto a un invecchiamento di almeno due anni di cui uno in botti di rovere o di castagno. Monica di Sardegna, riconosciuto DOC il 1º settembre 1972 con successive modifiche del 22 giugno 1987. Tipica produzione da uve coltivate nel territorio della Sardegna in vigneti composti esclusivamente da vitigno Monica con ` del una presenza tollerata di non piu 15% di vitigni a bacca nera raccomandati o autorizzati dalla Regione. La Mo` prodotta nei tipi: nica di Sardegna e Secco o amabile, ottenuto da uve del vitigno omonimo con una tolleranza del 15% di uve di bacca rossa; le uve devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale ` essere immesso di 11º: il vino non puo al consumo prima del 31 marzo successivo all’annata di produzione delle ` essere otuve; Frizzante naturale, puo tenuto da uve della medesima compo` otsizione dei precedenti; Superiore, e tenuto dalle stesse uve utilizzate per la

292

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 298

Vino produzione del tipo secco tranquillo che garantiscano una gradazione alcolica complessiva minima di 12º venga immesso al consumo con una gradazione minima di 12,5º non prima del 1º settembre della vendemmia dell’anno precedente. Moscato di Cagliari, riconosciuto DOC il 21 giugno 1972 con successive modifiche del 10 gennaio 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della provincia di Cagliari e della provincia di Oristano in vigneti composti esclusivamente da vitigno Moscato bianco, con una presenza tol` del 5% di vitigni dilerata di non piu versi utilizzabili per la preparazione di altri vini DOC. Il Moscato di Cagliari ` prodotto nei tipi: Dolce, ottenuto da e uve del vitigno Moscato con una pre` del 5% di visenza tollerata di non piu tigni diversi utilizzabili per la preparazione di altri vini DOC. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate all’interno della zona di produzione; le uve destinate alla vinificazione devono assicurare al vino una gradazione alcolica ` complessiva minima di 13º, di cui e consentito un leggero appassimento ` su pianta o su stuoia; il vino non puo essere immesso al consumo prima del 1º marzo successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso dolce, ottenuto da vitigni dalle stesse caratteristiche del precedente mediante alcolizzazione del vino di base o del mosto; ` il vino liquoroso dolce sottoRiserva e posto a un periodo di invecchiamento di almeno un anno. Moscato di Sardegna, riconosciuto DOC il 13 dicembre 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della Sardegna in vigneti composti esclusivamente da vitigno Moscato bianco con una presenza tollerata di ` del 10% di vitigni diversi di non piu

uve bianche raccomandate dalla Re` gione sarda. Il Moscato di Sardegna e prodotto nel tipo Spumante da uve che devono assicurare una gradazione minima naturale di 9º e deve essere vini` coficato nel territorio della regione. E nosciuto anche con la sottodenomina` zione di Tempio o di Gallura quando e prodotto con uve provenienti dai territori di Tempio Pausania, Aggius, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Santa Teresa Gallura, San Francesco d’A` d’Agultu, Budoni glientu, Telti, Trinita e San Teodoro nelle province di Sassari e di Nuoro e vinificato in Gallura. Moscato di Sorso-Sennori, riconosciuto DOC il 31 marzo 1972. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della Sardegna in vigneti composti esclusivamente da vitigno Moscato bianco con una presenza tolle` del 5% di vitigni diversi rata di non piu di uve bianche utilizzate per la produzione di vini DOC e provenienti dai territori dei comuni di Sorso e di Sennori. ` proIl Moscato di Sorso e Sennori e dotto nei tipi: Dolce, da uve provenienti da vigneti composti esclusivamente da vitigno Moscato bianco con una pre` del 5% di visenza tollerata di non piu tigni diversi di uve bianche utilizzate per la produzione di vini DOC vinificate entro i territori di produzione e tali da garantire una gradazione alcolica minima di almeno 14,5º. Questo ` essere immesso al convino non puo sumo prima del 1º marzo dell’anno successivo alla vendemmia; Liquoroso dolce, ottenuto da uve dello stesso tipo con l’aggiunta di alcool rettificato buon gusto di origine viticola. Nasco di Cagliari, riconosciuto DOC il 21 giugno 1972 con successive modifiche del 18 aprile 1979. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei

293

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 299

Vino comuni delle province di Cagliari e di Oristano in vigneti composti esclusivamente da vitigno Nasco con una pre` del 5% di visenza tollerata di non piu tigni diversi utilizzabili per la preparazione di altri vini DOC. Il Nasco di Cagliari deve essere vinificato e invec` chiato nella zona di produzione ed e prodotto nei tipi: Dolce naturale, ottenuto da uve di vitigno Nasco con una ` del 5% di presenza tollerata di non piu vitigni diversi che assicurino al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di almeno 13º, di cui ` consentito un leggero appassimento e ` su pianta o su stuoie; il vino non puo essere immesso al consumo prima del 1º luglio successivo all’annata di produzione delle uve; Liquoroso secco e dolce, ottenuto da uve dello stesso tipo usato per la produzione del precedente tipo mediante alcolizzazione dei ` il vini di base o dei mosti; Riserva, e Nasco liquoroso sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno due anni di cui uno in botti di rovere e castagno. Nuragus di Cagliari, riconosciuto DOC il 28 ottobre 1974 con successive modifiche del 19 giugno 1979 e del 20 ottobre 1987. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni della provincia di Cagliari, della provincia di Oristano e dei seguenti comuni della provincia di Nuoro: Orroli, Nurri, Nuragus, Serri, Escolca, Gergei, Isili, Nurallao e Genoni in vigneti composti esclusivamente da vitigno Nuragus ` con una presenza tollerata di non piu del 15% di vitigni a bacca bianca raccomandati per le province di Cagliari e Nuoro. Il Nuragus di Cagliari deve essere vinificato e invecchiato nella zona ` prodotto nei tipi di produzione ed e Secco, Amabile e Frizzante. Vermentino di Sardegna, riconosciuto DOC il 23 febbraio 1988. Tipica produ-

zione da uve coltivate nei territori dei comuni della Sardegna in vigneti composti esclusivamente da vitigno Vermentino con una presenza tollerata di ` del 15% di vitigni diversi di uve non piu bianche raccomandate o autorizzate per le singole province. Il Vermentino ` prodotto nel tipo Spudi Sardegna e mante da uve che devono assicurare una gradazione minima naturale di 10º e deve essere vinificato nel territo` ammesso anche il rio della regione. E Vermentino di Sardegna spumante. Vermentino di Gallura, riconosciuto DOC il 24 marzo 1975. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei comuni di Aggius, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Santa Teresa Gallura, Aglientu, Telti, Tempio Pausania, Tri` d’Agultu, Budoni, San Teodoro nita nelle province di Sassari (Olbia-Tempio) e di Nuoro in vigneti composti esclusivamente da vitigno Vermentino ` con una presenza tollerata di non piu del 5% di vitigni diversi di uve bianche raccomandate o autorizzate per le singole province. Vernaccia di Oristano, riconosciuto DOC l’11 agosto 1971. Tipica produzione da uve coltivate nei territori dei seguenti comuni della provincia di Oristano: Siamaggiore, Zeddiani, Baratili San Pietro, Nurachi, Riola Sardo, Oristano e frazioni, Silı`, Santa Giusta, Palmas Arborea, Cabras, Simaxis, Solarussa, Ollastra Simaxis, Zerfaliu, Tramatza, Milis, San Vero Milis, Narbolia in vigneti composti esclusivamente da vitigno Vernaccia di Oristano. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate nella zona di produzione. La Vernaccia di Oristano viene prodotta nei seguenti tipi: Normale, ottenuto con uve che abbiano una gradazione naturale non in-

294

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 300

Vino ` essere immesso al feriore ai 14º. Puo consumo solo dopo che siano trascorsi due anni di invecchiamento dal marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia; Superiore, ottenuto con uve che abbiano una gradazione natu` essere rale non inferiore ai 15º: puo immesso al consumo solo dopo che siano trascorsi tre anni di invecchiamento dal marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia; Liquoroso, ottenuto dopo il primo travaso mediante la pratica dell’aggiunta di alcool da vino o da materie vinose o di acquavite di vino e il trasferimento in botti di rovere o castagno per un invecchiamento di almeno due anni.

Vino – Un momento della vendemmia.

PRINCIPALI VINI SARDI A DENOMINAZIONE SEMPLICE ` di vitigni, in Data la notevole quantita Sardegna si producono e sono stati prodotti molti vini a denominazione ` recente e ` semplice. La produzione piu accompagnata da una intensa ‘‘invenzione’’ di vini nuovi e soprattutto di nuove, inedite denominazioni. L’elenco che segue tiene conto di quelle presenti al 2004. Abbaı`a, vino rosso ottenuto da vitigni Malaga, Pascale e Vermentino; prodotto dalla Cantina sociale del Vermentino di Monti con uve provenienti dal territorio comunale. Ha 12,5º e va bevuto giovane. Aloysia, vino bianco da tavola ottenuto da uve Bovale selezio-

nate e vinificate in bianco, provenienti dal territorio del Campidano di Terralba e prodotto dalla Cantina sociale di Terralba. Raggiunge una gradazione ` da bere giovane. Amadeus, di 11,5º ed e vino rosso da tavola ottenuto da uve Bovale provenienti dal Campidano di Terralba e prodotto dalla Cantina sociale di Terralba. Raggiunge la gradazione di 12º e va bevuto giovane. Viene prodotto come rosato sotto il nome di ` da bere giovane. AmNuove Terre ed e bra, vino bianco liquoroso da tavola prodotto in Ogliastra con uve Cannonau provenienti dai vigneti del territorio. Raggiunge una gradazione di 17º ` invecchiato in botti di rovere per ed e 2 anni. Anghelu Ruju, vino rosso liquoroso prodotto dalla Sella & Mosca di Alghero con uve Cannonau fatte essiccare per una settimana e provenienti dalla tenuta I Piani: raggiunge una gradazione di 18º e viene invecchiato in botti di rovere per almeno 5 anni. Aragosta, vino bianco da tavola secco conosciuto anche come Vermentino di Al` un vino prodotto da uve Verghero. E mentino per il 90% Malvasia e per il 10% provenienti da vigneti della Nurra: raggiunge una gradazione di 11,5º e viene invecchiato in botti di rovere per almeno 3 anni. Balari, vino bianco frizzante ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio della Gallura e prodotto dalla Cantina sociale di Monti: raggiunge una grada` da bere entro l’anno zione di 10,5º ed e successivo alla vendemmia. Barbagia, vino rosso da tavola ottenuto da uve Cannonau e altre locali provenienti dal territorio di Mamoiada e prodotto dalla Cantina sociale di Mamoiada: ` raggiunge una gradazione di 14,5º, puo essere conservato per 3 anni. Barbera, vino rosso da tavola ottenuto un tempo da uve Barbera provenienti dal territorio del Parteolla: fu prodotto dalla Can-

295

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 301

Vino tina sociale di Dolianova, raggiungeva una gradazione di 14º ed era invecchiato fino a 5 anni. Barberino Rose´, vino rosato frizzante ottenuto da uve Barbera provenienti dal territorio di Olbia, prodotto dalla cantina Mancini di Olbia: raggiunge una gradazione di 10,5º, da bere giovane. Bianco di Collinas, vino bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus provenienti dal territorio di Collinas e prodotto dalla Cantina sociale di Marrubiu: raggiunge una gra` da bere entro dazione di 10,5º ed e l’anno successivo alla vendemmia. Biriola, vino rosato da tavola ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territorio dell’Ogliastra, prodotto dalla Cantina sociale di Tortolı`: raggiunge una gradazione di 12º, va bevuto giovane. Cagnulari di Usini, vino rosso da tavola prodotto da uve Cagnulari provenienti dalle colline attorno a Usini: raggiunge una gradazione di 12º, si beve preferibilmente giovane. Cala Luna, vino bianco da tavola ottenuto da uve Cannonau, Vermentino e Trebbiano provenienti dal territorio di Dorgali, Galtellı`, Orosei, Siniscola e prodotto dalla Cantina sociale di Dorgali: raggiunge ` da bere giouna gradazione di 11,5º, e vane. Calameda, vino bianco da tavola ottenuto da uve locali provenienti dal territorio della Planargia e prodotto dalla Cantina sociale della Planargia: raggiunge una gradazione di 10,5º, va bevuto nell’annata di produzione. Cannonau di Jerzu, vino rosso da tavola ottenuto da uve Cannonau provenienti da Jerzu, Cardedu, Gairo e Lanusei e prodotto dalla Cantina sociale di Jerzu: raggiunge una gradazione di 12º, viene imbottigliato nel novembre successivo alla vendemmia va consu` prodotto anche come mato giovane; e rosato e va bevuto giovane. Cantavigna, vino rosato frizzante ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territo-

rio della Nurra di Alghero, prodotto dalla Cantina sociale di Santa Maria La Palma: raggiunge una gradazione di 11º, deve essere bevuto giovane. Cantos, vino rosso novello prodotto dalla cantina di Dolianova da uve Cannonau, Carignano e Sangiovese provenienti dal Campidano di Cagliari: viene fermentato parzialmente in macerazione carbonica, raggiunge una ` da bere giovane. gradazione di 11,5º, e Colle Albo, vino bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus provenienti dal territorio del Campidano di Cagliari e prodotto dalla Cantina sociale di Monserrato: raggiunge una gradazione di 10,5º e va bevuto giovane. Colle Rubiu, vino rosso da tavola ottenuto con uve Monica e altri vitigni provenienti dal Campidano di Cagliari, prodotto dalla Cantina sociale di Monserrato: rag` giunge una gradazione di 12,5º e puo essere conservato in bottiglia per qualche anno. Viene prodotto anche come rosato (Colle Rosa), raggiunge una gradazione di 11º e deve essere bevuto giovane. Dolicante, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vermentino, Nasco, Clairette e Nuragus provenienti dalle colline del Parteolla e prodotto dalla Cantina sociale di Dolianova: raggiunge una gradazione di 11º, deve essere consumato entro i due anni dalla produzione. Elibaria, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia provenienti dal territorio della bassa valle del Tirso e prodotto dalla cantina Contini di Cabras: raggiunge una grada` invecchiato fino a 6 zione di 12º ed e mesi in barrique. Embarcador, vino liquoroso rosso prodotto nel tenimento Mugoni di Porto Conte da uve Canno` di Spagna 30%, Monau per il 50%, Giro nica 10% e Vermentino 10% provenienti dai propri vigneti: raggiunge ` invecchiato una gradazione di 21º ed e ` in botti di rovere per 3 anni. Espero

296

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 302

Vino Real, vino bianco che viene prodotto dalla Sella & Mosca con uve Vermentino provenienti dalla tenuta ‘‘I Piani’’: ` raggiunge una gradazione di 12º ed e invecchiato per 2 anni in botti di rovere. Falconaro, vino rosso da tavola ottenuto con uve Cannonau, Sangiovese e Bovale provenienti dalle colline del Parteolla e prodotto dalla Cantina sociale di Dolianova: raggiunge una gradazione di 12,5º e viene invecchiato per 6 mesi in botte e per altri 6 mesi in bottiglia. Fenicotteri, vino rosato da tavola ottenuto da uve Cannonau 85%, Cabernet 10%, Bovale 5% provenienti dal territorio di Decimomannu e di Villasor, prodotto dalla cantina Golfo degli Angeli di Selargius: raggiunge una gradazione di 12º, deve essere consumato entro il secondo anno dalla vendemmia. Filieri, vino rosso o rosato da tavola conosciuto anche come Cannonau di Dorgali: viene prodotto dalla Cantina sociale di Dorgali da uve Cannonau, raggiunge una gradazione di ` invecchiato in bottiglia per 1 o 12º ed e 2 anni. Viene prodotto anche come rosato e va bevuto giovane. Frius, vino bianco frizzante naturale ottenuto da uve Vermentino 85%, Chardonnay 10%, Pinot 5% provenienti dal territorio tra Senorbı` e Sant’Andrea Frius e prodotto dalla cantina Golfo degli Angeli di Selargius: raggiunge una grada` essere conservato zione di 10,5º e puo ` na, vino in bottiglia per due anni. Gala bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus e Pinot Grigio provenienti dal territorio della Marmilla e prodotto dalla Cantina sociale di Sanluri: raggiunge ` da bere una gradazione di 11,5º ed e entro l’anno di produzione. Goccio, vino bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus provenienti dal territorio della Marmilla e prodotto dalla Cantina sociale di Sanluri: raggiunge una ` da bere entro gradazione di 10º ed e

l’anno di produzione. Gologone, vino rosato da tavola ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territorio di Oliena e di Orgosolo, prodotto dalla Cantina sociale di Oliena: raggiunge una gradazione di 14º e va bevuto giovane. Gregorius, vino bianco da tavola prodotto dalla Cantina sociale di Mogoro da uve Nuragus provenienti dalle colline dell’Alta Marmilla: le uve vengono lavorate in prefermentazione e vinificate a temperatura controllata; raggiunge la gradazione di 10,5º e si deve consumare entro un anno dalla vendemmia. Gregorius Rose´, vino rosato secco ottenuto da uve Monica vendemmiate anticipatamente e provenienti dal territorio della Marmilla, prodotto dalla Cantina sociale di Mogoro: raggiunge una gradazione di ` da bere entro l’annata di pro10,5º ed e duzione. Gregu Nieddu, vino rosso da tavola ottenuto da uve Gregu Nieddu provenienti dal territorio del Campidano di Terralba: era prodotto dalla Cantina sociale di Terralba, raggiungeva una gradazione di 14º e poteva essere conservato fino a 5 anni. I Piani, vino rosso da tavola prodotto da uve Carignano e Sangiovese della tenuta ‘‘I Piani’’ della Sella & Mosca di Alghero: raggiunge una gradazione di 12º e va bevuto giovane. Karemio, vino bianco secco ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio del Meilogu e prodotto dalla Cantina sociale di Bonnanaro: raggiungeva una gradazione di 12º, da bere entro l’anno di produzione. Karmis, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia provenienti dal territorio della Valle del Tirso e prodotto dalla cantina Contini di Cabras: raggiunge una gradazione di ` essere conservato per qual12,5º, puo che anno in bottiglia. Korona, vino rosso da tavola ottenuto da uve Pa` e Cannoscale, Bovale, Cagnulari, Giro

297

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 303

Vino nau provenienti dal Meilogu e prodotto dalla Cantina sociale di Bonnanaro: raggiungeva una gradazione di 12º e poteva essere conservato in bottiglia per alcuni anni. Ladas, vino bianco frizzante da tavola prodotto dalla Cantina sociale della Gallura con uve Vermentino provenienti dal territorio di Calangianus: le uve vanno vendemmiate in anticipo; raggiunge una gradazione di 10,5º e va imbottigliato nel gennaio successivo alla vendemmia. Le Bombarde, vino rosso secco prodotto da uve Cannonau della zona delle Bombarde lungo la strada per Porto Conte dalla Cantina sociale di Santa Maria La Palma: raggiunge una gradazione di 13º e viene invecchiato per un anno in botti di rovere. Viene prodotto anche come rosato (Punta Rosa) e raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere entro l’annata di produzione. Le Vigne del Sole, vino bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus 70% e Vermentino provenienti dalle colline della Trexenta, prodotto dalla Cantina sociale di Senorbı`: raggiunge una gradazione di 11º, da bere entro l’anno della vendemmia. Mamuntanas, vino rosso da tavola ottenuto da uve Carignano per 80%, ` 5% provenienti Cannonau 15%, Giro dal territorio di Alghero: era prodotto dalla cantina di Fernando Serra e raggiungeva una gradazione di 15º, invecchiato per almeno 4 anni in botti di rovere. Maroneo, vino rosso liquoroso ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territorio di Dorgali e prodotto dalla Cantina sociale di Dorgali: raggiunge una gradazione di 20º, invecchiato per 2 anni in botti di rovere. Naeli, vino bianco da tavola prodotto con uve Nuragus e Vermentino delle colline del Parteolla dalla Cantina sociale di Dolianova: raggiunge la gradazione di 10,5º, deve essere consumato entro l’anno della vendemmia. Na-

´, vino rosso secco ottenuto da starre uve Pascale, Malaga, Monica e Cagnulari provenienti dal territorio di Berchidda, prodotto dalla Cantina sociale di Berchidda: raggiunge una gradazione di 12º e non si presta all’invecchiamento, va consumato entro tre anni dalla vendemmia. Nasco di Ortueri, vino bianco dolce conosciuto anche come Tormedusa, ottenuto da uve Nasco provenienti dal territorio di Ortueri, prodotto dalla Cantina sociale di Samugheo: raggiunge una gradazione di 14º, resiste per qualche anno in bottiglia. Nebbiolo di Luras, vino rosso secco ottenuto con uve Nebbiolo piemontese provenienti dal territorio di Luras, prodotto dalla Cantina sociale di Tempio: raggiunge una gradazione di 12º e se travasato in bottiglia resiste tre anni oltre la vendemmia. Nieddera, vino rosso ottenuto da uve Nieddera provenienti dal territorio della Valle del Tirso: era prodotto dalle cantine Contini e Cossu di Oristano, raggiungeva una gradazione di 14º, invecchiato per almeno 5 anni in botti di rovere. Nieddera della Valle del Tirso, vino rosato ottenuto da uve Nieddera provenienti dal territorio della bassa valle del Tirso, prodotto dalla cantina di Josto Puddu di San Vero Milis: raggiunge una gradazione di 11º, da bere entro l’anno successivo alla vendemmia. Nulvara, vino rosato secco ottenuto da uve Pascale, Malaga, Monica e Retagliadu provenienti dal territorio di Berchidda, prodotto dalla Cantina sociale di Berchidda: raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere entro l’annata di produzione. Nurello, vino bianco frizzante ottenuto da uve Nuragus di allevamenti espansi provenienti dal territorio del Campidano di Cagliari, prodotto dalla Cantina sociale di Serramanna: raggiunge una gradazione di 9,5º, da bere giovane. Oleandro, vino ro-

298

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 304

Vino sato secco ottenuto da uve Cabernet Sauvignon e Cannonau provenienti dall’azienda ‘‘I Piani’’ della Sella & Mosca: raggiunge una gradazione di 11º, da bere entro l’estate successiva alla vendemmia. Palmı`, vino bianco frizzante ottenuto da uve Vermentino vendemmiate anticipatamente e provenienti dal territorio della Nurra di Alghero, prodotto dalla Cantina sociale di Santa Maria La Palma: raggiunge una gradazione di 10º e va bevuto entro l’anno della vendemmia. Panthe`o, vino rosato da tavola ottenuto da uve Pascale e Cannonau provenienti dalla Romangia e prodotto dalla Cantina sociale di Sorso: raggiunge una gradazione di 11,5º, va bevuto giovane. Pedrera, vino rosso da tavola ottenuto da uve Nieddera, Cannonau, Carignano del territorio del Sinis, prodotto dalla cantina Contini di Cabras: rag` esgiunge una gradazione di 12,5º, puo sere invecchiato per 10 mesi in botti di ` castagno e in barrique; in bottiglia puo essere conservato per altri 5 anni. Perda Rubia, vino rosso secco da tavola ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territorio di Cardedu, prodotto dalla cantina del dottor Mereu di Cardedu: raggiunge una gradazione di 15º, invecchiato in botti di castagno o di rovere per due anni. Plata, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia provenienti dal territorio della Valle del Tirso, prodotto dalla cantina di Josto Puddu di San Vero Milis: raggiunge una gradazione di 10º, da bere entro l’anno di produzione. Prima Goccia, vino rosso secco da tavola prodotto da uve Bovale e Cannonau provenienti dal Campidano di Cagliari dalla cantina Picciau di Cagliari: raggiunge una ` gradazione di 12º e se imbottigliato puo essere conservato per due anni. Rocca Mada, vino rosso da tavola ottenuto da ` uve Bovale, Barbera e altre varieta

provenienti dalle colline della Marmilla e prodotto dalla Cantina sociale di Sanluri: raggiunge una gradazione di 12,5º e resiste per tre anni dopo l’imbottigliamento. Rocca dei Malaspina, vino rosso ottenuto da uve Cannonau 90% e Bovale, Monica e Pascale, per il resto provenienti dalla Planargia e dal Montiferru, prodotto dalla Cantina sociale di Flussio: raggiunge una gradazione di 13º, invecchiato per 18 mesi in botti di rovere e successivamente per altri 6 mesi in bottiglia. Rosato di Marrubiu, vino rosato secco ottenuto da uve Bovale provenienti dall’alto Campidano di Oristano e prodotto dalla Cantina sociale di Marrubiu: raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere entro l’anno successivo alla vendemmia. Rosso di Calasetta, vino rosso secco da tavola ottenuto da uve Carignano allevate in alberello provenienti dal territorio di Calasetta e prodotto dalla Cantina sociale di Calasetta: raggiunge una gradazione di 13º e resiste per qualche anno in bottiglia, da bere entro l’anno successivo alla vendemmia; prodotto anche come rosato. Rosso di Dorgali, rosso da tavola prodotto da uve Cannonau, gradazione di 13º; Rubicante, vino rosso novello prodotto da uve Cannonau e Sangiovese provenienti dalla tenuta ‘‘I Piani’’ della Sella & Mosca di Alghero: raggiunge una gradazione di 11º, non resiste all’invecchiamento. Saccaja, vino rosso da tavola prodotto da uve Cabernet Sauvignon, Cannonau e Malaga provenienti dalla Gallura, prodotto dalla cantina Mancini di Olbia: rag` esgiunge una gradazione di 12º, puo sere conservato in bottiglia per qualche anno. Saghia, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia provenienti dal territorio della Valle del Tirso, prodotto dalla cantina di Josto Puddu di San Vero Milis: raggiunge una grada-

299

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 305

Vino zione di 10º, da bere entro l’anno della produzione. San Giacomo, vino rosso novello ottenuto da uve Carignano e Bovale provenienti dal territorio di Santadi, prodotto dalla Cantina sociale di Santadi: raggiunge una gradazione di 11,5º e viene imbottigliato entro il novembre dell’anno di vendemmia. Santa Caterina, vino rosso novello ottenuto da uve Bovale e Cannonau provenienti dal territorio di Dorgali, prodotto dalla Cantina sociale di Dorgali: raggiunge una gradazione di 11º e deve essere imbottigliato entro il mese di novembre dell’anno di vendemmia. Segolai, vino rosso da tavola ottenuto con uve Monica 50%, Bovale 20%, Cannonau 20%, Carignano 10% provenienti dalle colline della Trexenta, prodotto dalla Cantina sociale di Senorbı`: rag` esgiunge una gradazione di 12º e puo sere conservato in bottiglia per qualche anno; prodotto anche come vino bianco da tavola da uve Nuragus della Trexenta, raggiunge una gradazione di 10º e va bevuto entro l’anno della vendemmia; prodotto infine come vino rosato da uve Monica 70% e Bovale, raggiunge una gradazione di 11º e va bevuto entro l’anno della vendemmia. Selvatico, vino rosso da tavola ottenuto da uve Cannonau 85%, Bovale 10% e Cabernet 5% prodotte in territorio di Decimomannu dalla cantina Golfo degli Angeli di Selargius: raggiunge una ` essere consergradazione di 13º e puo vato in bottiglia per 5 anni. Semidano di Mogoro, vino bianco da tavola ottenuto da uve Semidano 85% e Vermentino o Trebbiano provenienti dal territorio dell’Alta Marmilla, prodotto dalla Cantina sociale di Mogoro: raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere entro due anni dalla vendemmia. Sibiola, vino rosso da tavola, prodotto nei comuni di Serdiana e Soleminis, raggiunge i 10º col bianco, 11º rosso e novello. Silis,

vino bianco da tavola ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio di Sorso e Sennori, prodotto dalla Cantina sociale di Sorso: raggiunge una gradazione di 10,5º, da bere giovane. Sinis della Valle del Tirso, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia allevate a spalliera e vendemmiate in anticipo provenienti dal territorio del Sinis, prodotto dalla Cantina sociale di Oristano: raggiunge una gradazione di 10,5º, da bere giovane. Soletta, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio di Florinas, prodotto dalla cantina di Battista Soletta di Florinas; raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere entro l’anno successivo alla vendemmia. ` , rosso da tavola superiore Tanca Farra prodotto da uve Cannonau e Cabernet Sauvignon provenienti dall’omonima vigna inclusa nella tenuta ‘‘I Piani’’ dalla Sella & Mosca: raggiunge una gradazione di 12,5º, viene invecchiato per tre anni di cui 2 in botti di rovere. Terra Nova, vino bianco secco ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio di Olbia, prodotto dalla cantina Mancini di Olbia: raggiunge una gradazione di 10,5º, da bere giovane. Terre Bianche, vino bianco secco ottenuto da uve Torbato provenienti dalle vigne Sella & Mosca di Alghero: raggiunge una gradazione di 11,5º, da bere giovane. Terre Brune, vino rosso superiore da tavola ottenuto da uve Carignano provenienti dal territorio del Sulcis, prodotto dalla Cantina sociale di Santadi: raggiunge una gradazione di 12,5º, invecchiato per 9 mesi in barrique di rovere della Slovenia e successivamente per un anno in bottiglia. Thaora, vino rosato secco ottenuto da uve Malaga, Pascale e Vermentino provenienti dal territorio di Monti e prodotto dalla Cantina sociale di Monti: raggiunge una gradazione di 12,5º, va

300

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 306

Violacciocca bevuto giovane. Tholos, vino bianco da tavola ottenuto da uve Nuragus provenienti dal territorio della Marmilla, prodotto dalla Cantina sociale di Sanluri: raggiunge una gradazione di 11º, va bevuto entro l’anno di produzione. Tiu Sebiu, vino rosso liquoroso ottenuto da uve Cannonau provenienti da uve dell’Ogliastra, prodotto dalla Cantina sociale di Tortolı`: raggiunge una gradazione di 17º e viene invecchiato per 2 anni in botti di rovere. Tormedusa, vino rosso da tavola conosciuto anche come Cannonau di Ortueri, ottenuto da uve Cannonau provenienti dal territorio di Ortueri e prodotto dalla Cantina sociale di Samugheo: raggiunge una gradazione di 13,5º, invecchiato per almeno un anno in botti di rovere. Vermentino di Usini, vino bianco secco ottenuto da uve Vermentino provenienti dal territorio di Usini, prodotto dalla cantina Cherchi di Usini: raggiunge una gradazione di 13º, da bere giovane. Vernaccia di Villasor, vino bianco da tavola ottenuto da uve Vernaccia provenienti dal territorio del Campidano di Cagliari, prodotto dalla Cantina sociale di Serramanna: raggiunge una gradazione di 14º e se imbottigliato resiste per qualche anno. Vernago, vino bianco frizzante ottenuto da uve Vermentino e Nuragus provenienti dal territorio della Sardegna, prodotto dalla cantina Isola di Terralba: raggiunge una gradazione di 9,5º, da bere giovane. Villa Solais, vino bianco secco ottenuto da uve Nuragus 45%, Vermentino e Trebbiano per il resto, vendemmiate in epoca anticipata, provenienti dal territorio di Santadi, prodotto dalla Cantina sociale di Santadi: raggiunge una gradazione di 10,5º, da bere giovane. ` recenti = [Per i vini e le cantine piu Viticoltura in Sardegna]

Viola Nome generico di piante della fa-

miglia delle Violacee. 1. La v. bianca (V. alba Besser ssp. dehnhardtii (Ten.) ` una pianta erbacea peW.Becker) e renne, ha foglie pelosette disposte in rosetta basale, di forma rotondeggiante con apice acuto; i fiori sono viola, con sperone evidente, su un ` una calungo peduncolo; il frutto e psula liscia. Il periodo di fioritura va da febbraio ad aprile; vegeta spontanea nel sottobosco montano, spesso in associazione con il ciclamino, con cui crea macchie di colore contrastante che risaltano sul verde del muschio o sul marrone della lettiera di foglie sec`bas. 2. La v. sardoche. Nome sardo: frio corsa (V. corsica Nym. ssp. limbarae Merxm. et Lippert) ha fusti sottili e ramificati, si differenzia dalla prece` allundente per le foglie di forma piu ` ingata e appuntita e per il colore piu tenso dei fiori. Vegeta spontanea sui pianori montani, con preferenza per i substrati silicei, come nel massiccio del Gennargentu, e fiorisce tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Per il suo interesse botanico, la v. sardo-corsa viene inserita nell’elenco delle piante da sottoporre a vincolo di protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Violacciocca Pianta della famiglia delle Crocifere (Matthiola tricuspidata). Cespuglio compatto, con nume` completarose ramificazioni basali, e mente rivestito di una fitta peluria; le foglie sono divise in lobi con un apice arrotondato; i fiori sono rosa-violacei, ` chiari nella parte centrale; il frutto piu ` un caratteristico achenio a forma di e bacchetta con tre espansioni triangolari. La v. cresce spontanea sulla sabbia e fiorisce tra la fine dell’estate e l’inizio della primavera. Dalla specie selvatica sono state selezionate cultivar a fiori grandi, doppi e di diversi co-

301

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 307

Viora lori, utilizzate come piante ornamentali. Nomi sardi: bascu biancu (logudorese); bascu marinu; berbera. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Viora, Mario Enrico Storico del diritto ` sec. (Alessandria 1903-?, seconda meta XX). Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria e nel 1930 divenne ` di Trieprofessore presso l’Universita ste, dove nel 1942 fu eletto rettore; resse l’incarico fino al 1944. Successi` di vamente si trasferı` all’Universita Padova e infine alla Cattolica di Milano. Diresse per anni la ‘‘Rivista di Storia del diritto italiano’’. Tra i suoi suoi scritti: L’origine delle istituzioni processuali della Sardegna medioevale, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1928; Sui vicere´ di Sicilia e di Sardegna, ‘‘Rivista di Storia del Diritto italiano’’, III, 1930.

Viperina – Infiorescenze di viperina azzurra.

Viperina Nome generico di piante della famiglia delle Boraginacee. 1. La v. az` un’erbacea zurra (Echium vulgare L.) e biennale con fusto eretto; le foglie basali sono lineari-lanceolate, disposte in rosetta, quelle superiori piccole e

ovate; i fiori azzurri-violetti sono riuniti in una infiorescenza a spiga; i frutti sono acheni rugosi. Vegeta diffusamente nei campi e ai bordi delle strade e fiorisce in primavera e d’estate. Nomi sardi: cotonosa, libuda; succiameli (gallurese). 2. La v. maggiore (E. ` un’erbacea biennale, coitalicum L.) e perta da uno strato compatto di setole biancastre; molto simile alla precedente, si differenzia nel colore del ` essere azzurro chiaro, fiore che puo quasi bianco o rossastro e nella forma piramidale delle infiorescenze. Habitat e periodo di fioritura come la precedente. Nomi sardi: coa de margiani, coa de mazzoni. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Viramunt Famiglia catalana (secc. XVXVI). Legata a Ferdinando II, si trasferı` a Sassari alla fine del secolo XV quando, dopo l’istituzione del monopolio del sale (= Saline), alcuni dei suoi membri riuscirono a ottenere ereditariamente l’ufficio di saliniere. Nel 1519 un Bernardo fu nominato alcaide del castello del Goceano e nel 1528 fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Vilanova. Fu suo figlio un altro Bernardo, abile uomo ` a Bernardo Simo `e d’affari che si lego a Giacomo Manca per trattare l’acquisto dei feudi dei Cedrelles. Nel 1545 ac` da Galcerando Cedrelles i vilquisto laggi di Ossi e di Muros, ma morı` poco dopo senza discendenti, per cui la sua ` opportuno rinunciare al vedova reputo feudo su cui gravava il peso di moltissimi debiti.

Virde 1 Famiglia di Bosa (secc. XVXVII). Le sue notizie risalgono al secolo XV, quando alcuni dei suoi membri compaiono in discreta posizione sociale. Uno di essi, un Comita che nel 1444 aveva ottenuto in enfiteusi una peschiera sul Temo, nello stesso anno ottenne il riconoscimento della gene-

302

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 308

Virdis ` . Agli inizi del secolo XVI i suoi rosita discendenti, legatisi agli Zatrillas, ebbero la signoria della scrivania del Montiferru. Continuarono a tenere questo ufficio per tutto il secolo. La famiglia si estinse nel corso del secolo XVII.

Virde2 Antica famiglia del giudicato di Torres (secc. XII-XVII). I suoi membri compaiono fin dal secolo XII nei condaghes, investiti di importanti uffici pubblici come un Presnake majore de scolca e altri presenti come testimoni ` posin alcuni processi. Anche se non e sibile ricostruire un filo genealogico tra tutti questi personaggi, i V. appaiono in possesso di un discreto patrimonio fondiario. Con la conquista aragonese sono a Sassari come autorevoli membri dell’oligarchia che governava `. A partire dalla seconda meta ` la citta del secolo XV la genealogia si fa certa: nel 1547 acquistarono in feudo la curatoria dell’Oppia e in seguito ereditarono la baronia di Pozzomaggiore; nel 1580 acquistarono Planu ’e Murtas e nel 1585 il salto della Minerva. La famiglia si estinse nel 1621 con un Angelo.

Virde, Andrea Gentiluomo (Sassari, inizi sec. XVI-?, 1580). Figlio cadetto di ` Francesca Melone, che Antioco, sposo ` in lite con sua sorella Gerolama entro per la baronia di Pozzomaggiore. Ebbe il grande salto di Planu ’e Murtas.

Virde, Antioco Gentiluomo (Sassari, sec. XVI-?). Figlio di Andrea, ricco ` da Isabella mercante, nel 1541 acquisto Vilamarı` il feudo dell’Oppia, una delle ` ricche ed evolute del Locuratorie piu gudoro.

Virde, Caterina Gentildonna (Sassari, ` sec. XVII-?). Figlia di Anprima meta gelo, sposata con Giacomo Giuseppe `, alla morte di suo padre la succesGujo sione fu contestata dalle zie Giovanna e Vittoria, sorelle di Angelo. Le tre trovarono un accordo in base al quale V.

ebbe i feudi della Minerva e di Planu ’e ` , morı` laMurtas; poco dopo, pero sciando il salto della Minerva alla Confraternita del Rosario di Sassari e Planu ’e Murtas a sua zia Vittoria.

Virde, Giovanni Francesco Barone di Pozzomaggiore (Sassari, sec. XVI-?). ` il Figlio di Andrea, nel 1580 eredito salto di Planu ’e Murtas e nel 1585 ac` il salto della Minerva. Uomo di quisto grande prudenza, nel 1597 fu nominato ` di Sassari e nel 1599, alla podesta ` anche la morte di sua madre, eredito baronia di Pozzomaggiore.

Virde, Pietro Podesta` di Sassari (sec. XVI). Laureato in Legge, nel 1541 fu armato cavaliere da Carlo V in persona durante la sua visita ad Alghero. Perso` naggio di spicco, fu nominato podesta di Sassari nel 1567.

Virde, Vittoria Baronessa di Pozzomaggiore (Sassari, fine sec. XVI-ivi, prima ` sec. XVII). Si sposo ` giovanissima meta ` con un Tavera; rimasta vedova, sposo in seconde nozze Diego Tola. Quando suo fratello Angelo morı`, pretese di succedergli, entrando il contrasto con sua sorella Giovanna e con sua nipote Caterina. Nel 1623 riuscı` a spuntarla ed ebbe il feudo di Pozzomaggiore e alla morte di Caterina anche il Planu ’e Murtas.

Virdis Famiglia di Cossoine (sec. XVIII). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII; i suoi membri erano in possesso di un notevole patrimonio e nel 1734 ottennero il cavalierato eredita` con un Salvatore. I suoi rio e la nobilta discendenti continuarono a risiedere a Cossoine, ma si estinsero entro la fine del secolo.

Virdis, Antonio Storico della Chiesa (n. Ittiri 1926). Dopo essere stato ordinato ` dedicato allo sacerdote nel 1949, si e studio e alla ricerca, approfondendo soprattutto alcuni aspetti della cultura

303

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 309

Virdis sarda del secolo XIX. Ha ricoperto diversi incarichi nella curia turritana ed ` divenuto canonico turritano. Ha insee ` teologica di Cagnato presso la Facolta gliari; studioso della storia della cul` autore di numetura religiosa sarda, e rose pubblicazioni, tra le quali Per una introduzione alla storia delle fonti del Diritto canonico sardo, in Dottrina sacra. Saggi di teologia e di storia, 1977; Il sinodo diocesano dell’arcivescovo Giovanni Morello y Velarde, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, IV, 1978; Pagine del Duecento ecclesiastico turritano, ` ’’, 1979; Edictu a su cleru e su ‘‘Liberta populu de Saliguera. Inedito logudorese del sec. XVII, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, VIII, 1982; Per una storia delle fonti del diritto canonico sardo. Inedito sinodale algherese del 1567-1570, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, X, 1984; Il sinodo algherese del vescovo Fargo 1572, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, XI, 1985; Sos battudos. Movimenti religiosi penitenziali in Logudoro, 1987; Ipotesi di ricerca per una storia dell’associazionismo confraternale in Sardegna, ‘‘Ricerche di Storia sociale e religiosa’’, XXXVII-XXXVIII, 1990; L’edicto general dell’arcivescovo Siccardo, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, XVII, 1991; Alcune figure del clero sardo nei moti rivoluzionari della fine del Settecento attraverso gli Atti processuali dell’Archivio arcivescovile di Sas` in Sardesari, in Intellettuali e societa ` d’Italia (a gna tra restaurazione e unita cura di G. Sotgiu, A. Accardo, L. Carta), II, 1991; Escursus storico su catechesi e catechismi in Sardegna tra i secoli XVI e XX, ‘‘Theologica’’, I, 1992; Fatti universitari nella Sassari del Settecento, ‘‘Sacer’’, III, 1996.

Virdis, Bruno Architetto (Cagliari 1919ivi 1975). Laureato a Roma nel 1946, si ` alla carriera universitaria. Studedico dioso di storia dell’architettura, dal

` presso l’Universita ` di Ca1949 lavoro gliari; nel 1953 conseguı` la libera docenza in Disegno e nel 1958 quella in Composizione architettonica. Nel 1968 fu nominato professore di Architettura e direttore dell’Istituto di Architettura e Disegno. Fu membro della Deputazione di Storia patria. Morı` prematuramente a Cagliari nel 1975. Tra i suoi scritti: Bastioni e torri di Carloforte. Contributo alla storia dell’architettura militare, 1954; Santa Maria di Siurgus, ‘‘Ichnusa’’, 13, 1956; S. Michele di Stampace a Cagliari, ‘‘Palladio’’, 2-3, 1957; ` di Profilo storico urbanistico della citta Cagliari, in Case popolari a Cagliari, 1961; Rilievi di tre chiese sarde. S. Giovanni di Assemini, S. Antonio Abate e S. Lorenzo di Cagliari, ‘‘Palladio’’, n.s., XII, 1962; L’architettura neoclassica in Sardegna meridionale, in Atti del XIII Congresso internazionale di storia dell’Architettura, I e II, 1966.

Virdis, Davide Fotografo (n. Pontassieve, sec. XX). Laureato in Architet` spetura con una tesi in Fotografia, e cializzato in architettura del paesaggio e autore di vari articoli – tutti pubblicati su riviste del settore – sul ruolo della fotografia nella rappresenta` e delle periferie urzione delle citta bane, sul suo rapporto con la progettazione architettonica, e sulla fotografia virtuale. Ha in corso di pubblicazione un libro sul Nuovo Teatro di Olbia progettato da Giovanni Michelucci e un libro su Michelucci stesso, riguardante l’ultima lezione da lui tenuta nella Fa` di Architettura a Firenze nel colta 1990. Nel 1993 fonda, con altri 5 professionisti, l’associazione culturale OGROS Fotografi Associati, che realizza due mostre itineranti dal titolo Il Carnevale in Sardegna e La Settimana Santa.

Virdis, Marina Pittrice (n. Cagliari, sec. XX). Ha completato la sua formazione

304

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 310

Virdis Prosperi presso l’Accademia di Belle Arti di ` specializzata in pittura di Roma. Si e fiori e piante servendosi della tecnica dell’acquerello: nel 2000 ha ottenuto la Gold Medal della ‘‘Royal Horticular Society’’ di Londra.

Virdis, Maurizio Filologo (n. Roma 1949). Figlio di Bruno, dopo aver conseguito la laurea ha intrapreso la carriera universitaria; attualmente insegna Discipline linguistiche e filologi` di Cagliari. Si che presso l’Universita ` dedicato allo studio della lingua e ` autore di numerose pubblisarda ed e cazioni, tra le quali spicca l’edizione critica del condaghe di Santa Maria di Bonarcado, pubblicata nel 1982.

Virdis, Pierfortunato Archeologo (n. Cagliari, sec. XX). Conseguita la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Divenuto professore di Scienza dei Materiali, insegna nel Dipartimento di Ingegneria chimica e Materiali della Fa` di Ingegneria dell’Universita ` di colta Cagliari. Tra i suoi scritti: Archeometallurgia nuragica nel territorio di Villanovaforru, in Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi di Selargius 1986: la Sardegna nel Mediterraneo tra il II e il I millennio a.C., 1987; Bronze metalworking at nuragic site of Santa Barbara, Sardinia, Italy, ‘‘Journal of the Historical Metallurgy Society’’, 26, 1992; Some metallurgical remarks of Sardinian Bronzetti, in Sardinian in the Mediterranean: a Footprint in the Sea, Atti del Convegno di Selargius, ` metallurgica al nuraghe 1992; L’attivita Santa Barbara-Bauladu, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano’’, 11, 1995.

Virdis, Pietro Paolo Calciatore (n. Sindia 1957). Scoperto dalla Nuorese, nella stagione 1973-74 partecipa al campionato di serie D dimostrando le

` di realizzatore con 11 gol. sue qualita L’anno successivo passa al Cagliari in serie A, dove totalizza soltanto 19 presenze. Inizia a giocare regolarmente nella stagione della retrocessione dei ` in serie B, segnando 6 reti, e rossoblu ` atletica nella raggiunge la maturita stagione 1976-77, quando mette a segno 18 gol e viene subito contattato dalla Juventus. Contrariamente alla opinione di tutti, in un primo momento rifiuta il trasferimento, creando molto scalpore: vuole rimanere legato alla squadra della sua regione. Dopo un lungo tira e molla accetta, ma nella stagione successiva viene utilizzato saltuariamente. Rimane alla squadra torinese per tre stagioni segnando in tutto 19 gol, prima che una malattia lo ` e metta in dicostringa all’inattivita scussione il proseguimento della carriera. Tornato al Cagliari, viene poi ceduto al Milan, dove rimane per quattro stagioni, vincendo uno scudetto nel 1987-88 e la classifica marcatori nel 1986-87 con 17 gol. Conta anche 15 pre` il senze e 9 reti nella nazionale B. E calciatore sardo che ha segnato il maggior numero di gol in un campionato di serie A. [GIOVANNI TOLA]

Virdis Prosperi, Salvatore Giurista (Ozieri 1822-Sassari 1896). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza fu chiamato a insegnare Diritto commer` di Sassari e in ciale presso l’Universita seguito Economia politica. A partire ` Diritto rodal 1858, invece, insegno ` volte preside della Famano. Fu piu ` e, avendo protratto il suo insegnacolta mento fino al 1895, ne divenne il decano. Particolarmente popolare tra i suoi studenti, ebbe l’onore d’un epigramma firmato da Sebastiano Satta che diceva: «Prosperus Viridis, qui numquam prosperus nec viridis fuit». Negli stessi anni prese parte alla vita

305

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 311

Virgilio politica di Sassari e fu spesso eletto consigliere e assessore comunale.

Virgilio, Emanuele Religioso (Venosa 1868-Lanusei 1923). Vescovo di Ogliastra dal 1910 al 1923. Ordinato sacerdote, si fece notare per la sua prepara` sociale. zione e per la sua sensibilita Nel 1910 fu nominato vescovo di Ogliastra e, preso possesso della diocesi, de` la propria azione pastorale a dare dico risposta alle esigenze sociali del suo popolo, promuovendo con instancabile attivismo opere di assistenza sociale e iniziative di promozione dello sviluppo civile e religioso dell’Ogliastra. ` ad Arzana un ‘‘Seminario agriCreo colo’’ per il progresso e la modernizzazione dell’agricoltura. Tra i suoi scritti: Le bellezze e i bisogni dell’Ogliastra, ‘‘L’Unione Sarda’’, 1913; La difesa del patrimonio morale, civile, religioso dei contadini nel programma del seminario agricolo di Arzana, 1916; Lettere pastorali al popolo e al clero dell’Ogliastra dal 3 ottobre 1910 al 1923, 1923.

Vischio – Le caratteristiche foglie spatolate.

Vischio Pianta della famiglia delle Lorantacee (Viscum album L.). Sempreverde, vive semiparassita sulle latifo` dicotoma, cioe ` glie. Tutta la pianta e sia i rami che le foglie crescono sempre a due a due; ha caratteristiche foglie allungate, spatolate, coriacee con nervature parallele; i fiori sono poco evidenti e verdastri; i frutti sono roton-

deggianti, perlacei, a gruppi nell’ascella dei rami. Fiorisce in primavera e fruttifica in dicembre: con i suoi co` una delle lori contrastanti e lucidi e piante natalizie per eccellenza, a cui la tradizione popolare attribuisce pro` magiche e propiziatorie. Diffusa prieta in tutti gli ambienti montani europei, in Sardegna cresce soltanto in un areale ristrettissimo, sul massiccio del Gennargentu. Dal v. si estrae una colla usata per catturare piccoli uccelli, mentre i suoi frutti sono tossici. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Visconti Famiglia giudicale della Gallura, originaria di Pisa (secc. XII-XIV). Le sue prime notizie risalgono al secolo XI, ma la sua genealogia si fa certa solo nel secolo XII, quando appare nel no`. vero delle famiglie consolari della citta ` del secolo XII coNella seconda meta minciarono a interessarsi della Sardegna con un Eldizio, che aveva sposato una figlia del giudice Pietro di Cagliari. Tra i suoi molti figli Lamberto e Ubaldo, con una politica aggressiva, riuscirono in pochi anni a ottenere il controllo di buona parte dell’isola e dal 1207 a occupare il trono di Gallura con Lamberto, che aveva sposato la giudicessa Elena. I discendenti di Lamberto continuarono a conservare il piccolo stato e nel 1257 presero parte alla spedizione voluta da Pisa che condusse alla conquista del giudicato di Cagliari. Essi ottennero cosı` la signoria di un terzo del regno cagliaritano, che annetterono al giudicato di Gallura. Nei decenni successivi si lasciarono coinvolgere nelle fazioni che tormentarono la vita del Comune di Pisa e finirono per perdere la Gallura. Si estinsero nel 1298 con la morte del giudice Ugolino (Nino, il «giudice Nin ` un’unica figentil» di Dante), che lascio glia, Giovanna, moglie di Rizzardo II da Camino, morta nel 1339, considerata ` l’ultima giudicessa di Gallura (in realta

306

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 312

Visconti il giudiccato era finito con la morte del padre).

Visconti, Eldizio Console di Pisa (Pisa, ` sec. XII-Sardegna, dopo seconda meta 1201). Figlio di Alberto, fu eletto con` sole di Pisa nel 1184. Nel 1187 sposo una figlia del giudice Pietro Torchito` conrio di Cagliari, dalla quale eredito ` in Sardegna, per siderevoli proprieta ` a interessarsi dell’intricui comincio cata politica isolana.

Visconti, Federico Religioso, arcivescovo di Pisa (Pisa, inizi sec. XIII-ivi 1277). Sacerdote del clero di Pisa, fu nominato arcivescovo nel 1254 e quindi come tale divenne anche primate di Sardegna e di Corsica. Nel 1263 fu inviato come legato in Sardegna da papa Urbano IV e vi compı` una visita pastorale tra l’aprile e il giugno dello stesso anno. Durante il suo soggiorno ebbe modo di cogliere gli aspetti salienti ` della Sardegna e dei prodella realta blemi che incontrava il dominio di Pisa su buona parte di essa. Di quella visita ` un ampio resoconto, «di grande lascio interesse – scrive Raimondo Turtas – , ´ riferisce molti aspetti relativi alperche ` religiosa e politica del legato l’attivita ´, con le depontificio nell’isola e perche bite proporzioni, consente anche di avere un’idea di come si articolava la visita pastorale che ogni vescovo aveva il dovere di compiere nella sua diocesi, ` manca qualsiasi altro die di cui pero scorso documentario fino ai primi decenni del sec. XV».

Visconti, Galgano Fratello di Lamberto e di Ubaldo I (Pisa, sec. XIII-?). Dopo la morte di suo fratello Ubaldo I ` in Sardegna per nel 1231, si precipito tutelare gli interessi dei suoi nipoti Ubaldo junior e Giovanni. Unitamente al conte Roberto di Capraia, nel tentativo di tutelare gli interessi che i due nipoti avevano sul giudicato di Cagliari, lo invase ma fu respinto dalla re-

sistenza che i Della Gherardesca avevano organizzato a favore del giovane giudice Guglielmo II.

Visconti, Giovanna Erede del giudicato di Gallura (Pisa, fine sec. XIII-Milano 1339). Figlia del giudice Nino, sposata con Rizzardo II da Camino, dopo la ` inutilmente morte di suo padre tento di riconquistare la Gallura.

Visconti, Giovanni Giudice di Gallura ` sec. XIII-Sardegna?, (Pisa, prima meta 1275). Figlio di Ubaldo senior, dopo la morte di suo padre con l’aiuto del vec` di dichio zio Galgano dal 1230 tento fendere gli interessi della famiglia nel giudicato di Cagliari, ma il suo esercito fu fermato nel 1233. Dopo la morte del cugino Ubaldo junior, nel 1238, sempre con l’aiuto di Galgano, divenne giudice di Gallura. Negli anni seguenti conso` la propria posizione in Gallura e lido nel 1257 prese parte alla spedizione ` alla conquista del giudicato che porto di Cagliari, ricevendone in cambio un ´ alla terzo dei suoi territori, che annette Gallura. Tornato a Pisa fu coinvolto nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini e nel 1270 fu mandato in esilio. Dopo molte peregrinazioni in Toscana, nel 1273 ` in Sardegna, dove fu attaccato torno dalle truppe del Comune e vide sgretolarsi il suo dominio.

Visconti, Lamberto Giudice di Gallura ` sec. XII-Cagliari (Pisa, seconda meta 1226). Figlio di Eldizio, sostenuto dal giudice di Cagliari e dal Comune di ` la giudicessa Pisa, nel 1207 sposo ` di Elena di Gallura contro la volonta `. papa Innocenzo III, che lo scomunico ` a impaGiunto in Sardegna comincio dronirsi del piccolo stato e resistette a tutte le minacce; nel 1209 fu assalito dal giudice Comita di Torres, istigato dai Genovesi, ma riuscı` a bloccarne l’avanzata e a fare pace con lui. Negli anni successivi sostenne l’azione dei suoi parenti e in particolare di suo fra-

307

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 313

Visconti tello Ubaldo contro Guglielmo di Massa giudice di Cagliari. Dopo la morte di quest’ultimo, dal 1215 appog` la politica di suo fratello a Cagliari gio che di fatto, catturata la giudicessa Benedetta, si comportava da giudice di Cagliari. Rimasto vedovo, costrinse l’infelice giudicessa a sposarlo.

Visconti, Ubaldo I Podesta` di Pisa ` sec. XII-Sardegna?, (Pisa, seconda meta 1231). Figlio di Eldizio, fu uomo di note` politica: sostenne suo fravole abilita tello Lamberto nella conquista del giu` di dicato di Gallura e, divenuto podesta ` della situazione venuPisa, approfitto tasi a creare nei giudicati di Cagliari e Arborea dopo la morte del giudice Guglielmo di Massa. Giunse in Sardegna come rappresentante del Comune alla testa di un forte contingente di truppe e, catturata la giudicessa Benedetta, la ` a Pisa. Negli costrinse a giurare fedelta anni successivi la tenne di fatto prigioniera e sconfisse il giudice Mariano II di Torres che aveva tentato di liberare l’infelice. Quando Lamberto rimase vedovo ` a sposarla e successivamente lo aiuto seppe intessere una serie di matrimoni tra membri della sua famiglia e quelli ` in delle famiglie giudicali che lo porto pochi anni a essere l’arbitro della vita politica della Sardegna. La sua spregiudicata politica lo pose in conflitto col papa, che avrebbe voluto togliere l’isola ai Visconti; dopo la morte di suo fratello Lamberto, la sua posizione politica ini` a vacillare. zio

Visconti, Ubaldo II Giudice di Gallura ` sec. XII-?, 1238). (Civita, seconda meta Figlio di Lamberto, sotto la tutela dello zio Ubaldo senior nel 1226 succedette a suo padre nel giudicato di Gallura e ` pretese anche su quello di Caavanzo gliari. Dopo la morte dello zio, nel 1233, morto suo suocero il giudice di Torres, per tutelare gli interessi dinastici di

sua moglie Adelasia si dovette occupare anche del giudicato di Torres.

Visconti, Ugolino (detto Nino) Giudice di Gallura (Pisa, sec. XIII-?). Capitano della Taglia guelfa di Toscana, dopo la morte di suo padre, con l’aiuto di suo nonno materno, il celebre conte Ugolino, ottenne la restituzione della Gallura. Dopo la sconfitta della Meloria ` a Pisa, dove suo nonno prese il torno potere. In seguito sostenne l’azione del conte rimanendogli a fianco fino alla tragica conclusione della sua vicenda. ` , fu messo al Dopo la sua morte, pero bando dal Comune e privato del suo piccolo stato. Morı` esule dopo alcuni anni.

Visite dei papi La Sardegna e` stata visitata due volte dal papa. La prima volta da Paolo VI, che giunse a Cagliari il 24 aprile 1970 per la celebrazione del sesto centenario dell’arrivo del simulacro della Vergine di Bonaria, patrona dell’i` ricordata soprattutto sola. La giornata e per la triplice contestazione che accom` la visita del pontefice al Borgo pagno Sant’Elia, quartiere degradato della periferia: degli abitanti, stanchi per le condizioni di abbandono e disagio in cui si trovavano a vivere, di un gruppo di cattolici del dissenso, che avevano proclamato uno sciopero della fame, e di un drappello di ‘‘estremisti’’ giunti dalla penisola per manifestare contro la politica sociale del papa. Si ebbero tafferugli con la polizia e volarono sassi in direzione dell’auto che trasportava Paolo VI. La seconda visita fu quella di Giovanni Paolo II e si protrasse per tre giorni, dal 18 al 20 ottobre del 1985. Il papa fu a Sassari, a Nuoro, dove l’insegnante Eva Cannas lesse la lettera con la quale perdonava gli assassini del fratello, nell’Iglesiente, dove scese nella miniera di Monteponi, e a Cagliari, ` i malati degli ospedali e i dove visito carcerati di Buoncammino. Il suo sog`, con giorno si concluse in questa citta

308

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 314

Vitalia una grande adunata di giovani nel largo Carlo Felice.

Vismara, Cinzia Archeologa (n. Roma ` dedicata all’in1950). Dopo la laurea si e ` segnamento universitario. Nel 1980 e diventata professore associato di Archeologia classica; dopo aver insegnato ` di Lettere dell’Ua lungo nella Facolta ` di Sassari, lavora attualmente niversita ` di Cassino. Studiosa presso l’Universita della Sardegna romana, ha preso parte ` aua diverse campagne di scavo ed e trice di pregevoli lavori che documen` scientifica, tra cui un tano la sua attivita interessante volume su Turris Lybisonis scritto con Attilio Mastino nel 1994. Tra gli altri suoi scritti: Sarda Ceres. Busti ` femminili della Sardefittili di divinita gna romana, ‘‘Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro’’, 2, 1980; Ottava (Sassari). Scavi nella necropoli a enkytri`s, ‘‘Nuovo Bullettino archeologico smo sardo’’, 2, 1989; Sopravvivenze puniche e persistenze indigene nel Nord Africa e in ` romana, in L’Africa roSardegna in Eta mana. Atti del VII Convegno di studi, 1990; Un particolare tipo di sepoltura della Sardegna romana. Le tombe ad en`s, in Le sepolture in Sardegna chytrismo dal IV al VII secolo. IV Convegno sull’archeologia tardoromana e medioevale, Cuglieri 1987, 1990.

Vitalba = Clematide Vitale Religioso, vescovo di Sulci (sec. ` il primo vescovo conosciuto della V). E diocesi sulcitana. Unitamente agli altri ` a Cartagine vescovi sardi nel 484 si reco per prendere parte al concilio indetto da Unnerico re dei Vandali per tentare di affermare le posizioni dell’arianesimo. Nell’occasione difese strenuamente le posizioni dell’ortodossia.

Vitalia, santa (in sardo, Santa Vitalia, Santa Vida, Santa Fida, Santa Ida, Sant’Ida, Santa Fidi, Santa Fini) Santa, vergine e martire. «Nacque a Cagliari –

scrive Felice Putzu (1924) – , niente sappiamo dei suoi genitori, niente della ` immagisua infanzia. Possiamo pero nare con qual trasporto abbia abbracciato la religione cristiana, non appena le fu dato di conoscerla, qual fosse il suo gaudio nel condurre una vita lontana dai rumori del mondo, esercitandosi ` elette fra le domestiche mura nelle piu ` . La preghiera, ch’e ` la mistica virtu chiave che apre il paradiso coi suoi tesori, come dice Sant’Agostino, fu certo il suo pane quotidiano. La mortificazione, delle anime elette indivisibile compa` quest’eroina al martirio. gna, preparo Nel 120 sotto l’imperatore Adriano venne arrestata insieme a un’altra santa di nome Lucifera, erroneamente considerata madre del grande arcivescovo di Cagliari Lucifero (nato nel 290!). Le due eroine professarono la loro fede al cospetto del preside romano e dei suoi ministri, ringraziarono il Signore della somma ventura loro concessa di versare il sangue per Lui e scambiare in questo modo la terra col cielo. La tradizione vuole che Santa Vitalia, condotta prima in carcere carica di catene, sia stata poi esposta nell’anfiteatro di Cagliari in pasto alle fiere, le quali, dimentiche della nativa ferocia, lungi dall’offenderla, rimasero alla presenza di lei quali mansueti agnelli. Venne in seguito sottoposta alla flagellazione dell’aculeo, alle frecce e al rogo, da cui un angelo la li` alla presenza del popolo. Il suo ulbero timo martirio fu quello di venir trafitta da una lancia e poi decollata il 14 novembre 120. Santa Lucifera invece ebbe il cuore trafitto da tre saette, come rilevasi dall’epigrafe trovata sulle sue reliquie. Le due salme, raccolte dai cristiani, vennero portate nell’orto di Placida, vicino alla basilica di San Saturno. L’‘‘invenzione’’ delle reliquie di Santa Vitalia avvenne il 12 novembre 1624, quella di Santa Lucifera il giorno

309

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 315

Vita Nova 15. Furono trasportate nella cripta della cattedrale di Cagliari il 22 marzo 1625. Il loro trionfo fissato al 14 novembre. In tempi non lontani la festa si celebrava il 16 novembre». In Sardegna Patrona di Asuni e Serrenti. Non manca la ‘‘preghiera’’ campanilistica: «Santa Fida de Serrenti, / pregai po nosu sceti / e unu pagu po Samatzai, / ma po Mara no pregheis mai» (Santa Vitalia di Serrenti, – pregate per noi soltanto – e un po’ per Samatzai, – ma per Villamar non pregate mai). Narra la leggenda di una chiesa dimenticata e in rovina in territorio di Genoni. Un servo pastore del luogo lo disse al suo padrone, che era di Serrenti. Insieme, di nascosto, levarono il simulacro e lo portarono a Serrenti, dove su indicazione della santa costruirono un oratorio, diffondendone il culto: «In Serrenti, o Vida Santa, / a tui benint is devotus, / de tui ottenint cunfortus / cuddus chi ti preganta. / Consolaus sindi andanta / de custa bidda amorosa» (A Serrenti, o Santa Vitalia cara, – numerosi accorrono i devoti, – da te ottengono conforto – coloro che ti pregano. – E se ne vanno consolati – da questo paese amoroso). A Villasor, secondo la tradizione locale, la vecchia chiesa di Santa Vitalia, Santa Vida beccia, sarebbe stata costruita sui ruderi di quella di Santa Sofia. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 14 novembre; l’ultimo lunedı` di settembre a Simaxis, il primo lunedı` di ottobre a Serrenti, il lunedı` dopo la prima domenica di ottobre a Gesturi, il 14 ottobre ad Asuni, il secondo lunedı` di ottobre a Villasor.

‘‘Vita Nova’’ Organo della Sezione radicale cagliaritana, fu pubblicato ogni domenica a Cagliari per un breve periodo, da maggio a ottobre 1910. Responsabile Nino Boero. Con lo stesso titolo, ‘‘V.N.’’, esistette un ‘‘Corriere settimanale di Monserrato’’ uscito fra maggio e agosto

` citato nella Bi1906 (andato perduto, e bliografia sarda di R. Ciasca).

‘‘Vita Sarda’’ Rivista quindicinale pubblicata a Cagliari tra il marzo 1891 e il dicembre 1893, diretto da Antonio Scano. Ebbe il carattere di una rivista ` di problemi di caculturale: si occupo rattere letterario, artistico e scientifico, contribuendo a vivacizzare la vita culturale dell’isola in anni difficili. Tra ` importanti collaboratori vi i suoi piu furono Grazia Deledda, Ottone Bacaredda, Felice Uda, Medardo Riccio, Stanis Manca e molti altri. Nel 1978 fu ristampato in volume con una presentazione di Antonio Romagnino.

Vite Nome comune delle piante appartenenti al genere Vitis, famiglia delle Vitacee, comprendente circa 70 specie di origine asiatica, euroasiatica e americana. 1. La v. da vino (Vitis vinifera ssp. ` una pianta lesativa De Candolle) e gnosa, rampicante, con radici ramificate; le foglie sono semplici, alterne, palminervie, intere o lobate, in genere glabre alla pagina superiore e tomentose in quella inferiore; i fiori, ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze a grappolo; i frutti sono bacche, ovoidi o globose, di colore variabile dal giallo chiaro al blu notte, che racchiudono ` una specie che piccoli semi legnosi. E ` partitollera bene i suoli calcarei, ma e colarmente sensibile a diversi patogeni (funghi, insetti e nematodi) che possono ` attaccare tutti gli organi della pianta. E l’unica specie coltivata nel vecchio mondo prima dell’invasione della fillossera (parassita che ha provocato nell’Ottocento la devastazione dei vigneti europei e che ha obbligato i viticoltori a innestare i vitigni locali su portinnesti americani resistenti al patogeno), e forse deriva da una sottospecie selvatica di provenienza eurasiatica, la Vitis vinifera ssp. silvestris Gmel., a seguito di ` uno dei una mutazione. La v. da vino e

310

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 316

Vitellio ` antica introduzione in fruttiferi di piu ` probabile infatti che siano Sardegna: e stati i Fenici a coltivarla per primi nell’isola. Nel periodo romano la coltura della v. subı` una contrazione a favore della cerealicoltura e questo evento rimane nella tradizione orale di alcune aree della Sardegna sotto forma di storia per bambini (la storia di Medusa e della guerra con le api). I vitigni presenti in Sardegna sono circa una qua` puo ` rantina, ma di questi solo la meta essere considerata locale, mentre gli altri sono di introduzione recente e comunque risalenti al periodo della ricostituzione dei vigneti seguita alla devastazione fillosserica. L’88% dell’intero ` costipatrimonio viticolo regionale e tuito da soli 8 vitigni: Bovale sardo, Cannonau, Carignano, Monica, Nuragus, Pascale di Cagliari, Vermentino, Ver`, naccia. Alcuni vitigni tipici sono Giro Malvasia, Moscato, Nasco e Semidano. ` una v. 2. L’uva fragola (Vitis labrusca L.) e americana a fiori ermafroditi, rinomata per i suoi grappoli con acini rossoscuro, piccoli ed estremamente zuccherini, resistente alle malattie crittogamiche e al freddo; infatti viene spesso usata per i pergolati nei paesi delle zone montane della Sardegna. Particolarmente apprezzata in Italia settentrionale per la produzione del vino fra` una golino. 3. La Vitis riparia Michaux e pianta a fiori dioici, resistente al freddo ´ il e ai terreni asfittici e umidi perche suo habitat naturale sono le rive dei corsi d’acqua. 4. La Vitis berlandieri ` uno dei portinnesti piu ` utiPlanchon e ` lizzati per la forte resistenza alla siccita e al calcare. [TIZIANA SASSU]

Vitelli, Antonio Sindaco di Sassari (sec. XIX). Fu uno degli ultimi sindaci di ` Sassari nominato per decreto. Esercito l’ufficio fra il 1878 e il 1881, quando si dimise per le continue diatribe che agitavano la vita politica sassarese. Nel

1880 favorı` l’apertura di un ‘‘Istituto musicale’’ promosso da Luigi Canepa; fu lui a inaugurare il sospirato acque`. dotto della citta

Vitelli, Girolamo Filologo (1849-1935). ` Allievo di Alessandro d’Ancona, studio alla Normale di Pisa e intraprese la carriera universitaria insegnando presso la Scuola di studi superiori di Firenze e in seguito presso la Normale di Pisa. Nell’ambito dei suoi interessi nel 1870 ` prese parte al dibattito sull’autenticita delle Carte d’Arborea: convinto della ` , polemizzo ` aspraloro inattendibilita mente col Baudi di Vesme in un suo lavoro, Delle Carte d’Arborea e delle poesie volgari in esse contenute, uscito nel 1870 nella rivista ‘‘Il Propugnatore, Studi filologici’’, III, con una lettera di Alessandro d’Ancona a Paul Meyer.

Vitellio, Aulo Imperatore romano (?, 15Roma 69). Senatore romano, dopo una prestigiosa carriera amministrativa con Nerone, fu inviato da Galba in Germania Inferior come governatore. Le legioni sul Reno lo acclamarono imperatore (69) e dopo la morte di Galba ebbe l’appoggio delle province dell’Europa Occidentale ma non della Sardegna. Le sue truppe, scese in Italia, sconfissero al Bedriaco Otone; riconosciuto dal senato, solo a questo punto ottenne verosimilmente l’adesione del proconsul sardo Elvio Agrippa: lo stesso Agrippa o il successore Secundus (in carica con Vespasiano) fecero restaurare un tratto ` gli della a Caralibus Turrem. V. elimino ` le sue truppe, amici di Otone, congedo ` di fondare una nuova dinastia imtento periale: con questa ricerca di legittimazione si connette forse la presenza a Carales di un liberto, Aulo Vitellio Urbano, minister dei magistri Augustalium, incaricati del culto imperiale, e legato ai ` le sue vittorie a culti isiaci. V. celebro Lione, quindi si trasferı` in Italia; sconfitto al Bedriaco dalle legioni danu-

311

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 317

Vitelli Simon biane schieratesi con Vespasiano, si ri` a Roma e, abbandonato dai suoi, tiro ` di abdicare mentre in citta ` si scatento tenava la lotta fra Vitelliani e partigiani dei Flavi e veniva incendiato il Campidoglio. All’arrivo delle legioni di Vespasiano fu trascinato fuori dal palazzo, ucciso nel foro e il suo cadavere gettato nel Tevere. [ANTONIO IBBA]

Viticcino Nome generico di piante della famiglia delle Orchidacee. 1. Il v. estivo, ´te´ noto in Francia come Spiranthe d’e (Spiranthes aestivalis (Poiret in Lam.) ` una pianta esile, alta L.C.M.Richard), e circa 20 cm, ha 3-4 radici fusiformi; lo ` cilindrico, verde stelo (scient. scapo) e chiaro; le foglie inferiori sono allungate, quelle superiori ridotte; l’infiore` formata da fiori piccoli e allunscenza e gati disposti a spirale; fiorisce d’estate, lungo i corsi d’acqua. Poco diffuso, ha interesse botanico tale da essere inserito nell’elenco delle specie di interesse comunitario. 2. Il v. autunnale (S. spiralis (L.) Chevall., sin. S. autumnalis ` molto simile al (Balb.) L.C.M.Richard) e ` foglie piu ` larghe e precedente, ha pero ` piccoli e distanziati fiori verdastri piu ` comune, cresce nell’infiorescenza. Piu anche in Sardegna ai margini della ` trovare nelle pinete macchia e si puo ` litoranee, inconfondibile, in quanto e l’unica orchidea che fiorisce in autunno. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Viticcio = Clematide Viticella = Tamaro Viticoltura in Sardegna La Sardegna Aulo Vitellio – Busto in marmo del secolo II raffigurante l’imperatore.

Vitelli Simon, Giovanni Avvocato (Al` sec. XIX-Roma ghero, prima meta ` la 1897). Conseguita la laurea, esercito ` natale, dove professione nella sua citta ricoprı` anche l’ufficio di viceconsole austriaco. Nel 1853 fu eletto deputato al Parlamento subalpino, ma l’elezione ´ era vicefu annullata proprio perche console di una potenza straniera. Rieletto poco dopo, si dimise nel 1855. In ` la vita politica dedicanseguito lascio dosi completamente alla professione. Con Joseph Frank e Antonio Adami fu uno dei protagonisti della prima ‘‘rinascenza’’ algherese.

vanta antiche tradizioni in questo che ` essere considerato uno dei settori puo ` vitali della sua agricoltura. I primi piu documenti archeologici che attestano ` nel settore risalgono all’epoca l’attivita nuragica. Fenici, Cartaginesi, Romani continuarono a sviluppare la viticoltura nei secoli successivi, soprattutto nei fer` costiere. tili territori attorno alle citta Testimonianze evidenti di una grande tradizione vitivinicola emergono anche ` bizantina e nel periodo giudicale in eta fino alla conquista aragonese. Nei se` a essere praticoli successivi continuo cata in tutte le regioni dell’isola, anche se i viticoltori dovettero subire le conseguenze dei gravosi tributi feudali (=) che colpivano il settore dal momento della coltivazione al momento della vi-

312

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 318

Viticoltura in Sardegna nificazione e persino a quello della vendita e del consumo. Nel corso del secolo XVI alcuni provvedimenti consentirono un rilancio della produzione grazie alla concessione in enfiteusi di terre adatte a sviluppare i vigneti. Si costituirono cosı` alcune zone di produzione tipica del vino attorno a Cagliari in tutto il Campidano, nel Campidano Maggiore di Oristano, attorno a Bosa, nel Montiferru, nel Sassarese e nelle Barbagie. Le enfiteusi, infatti, consentirono la concessione ai vignaioli di terre non ´ le milontane dei centri abitati perche gliorassero con l’impianto dei vigneti; la produzione dei vini comuni di cui si ` notefaceva grande smercio aumento volmente accanto a quella dei vini pregiati come il Moscato e la Malvasia, che cominciarono a essere esportati. L’aumento della produzione, nella seconda ` del secolo, pose il problema della meta ` di un numero di botti suffireperibilita ciente a contenere il prodotto: l’arrivo di bottai siciliani consentı` di superare ` e di avviare anche in Sardela difficolta gna un fiorente artigianato nel settore. Nel corso del secolo XVII la viticoltura ebbe un calo ma la produzione, soprat` per tutto dei vini pregiati, continuo tutto il secolo. Il settore fu rilanciato decisamente nel corso del Settecento; la ` gradatamente indiviproduzione ando duando tre tipi di vino: i vini detti semplici, ottenuti da un vitigno di un’unica ` da cui si producevano i vini tiqualita pici di lusso come i moscati, le malvasie ecc.; i vini detti genias, che si ottenevano dal miscuglio di vitigni diversi come ad esempio il vino di Oliena; i vini de passadura, i cui mosti venivano passati nelle vinacce di altri vini per ot` tenere l’ammorbidimento della qualita del prodotto. La produzione complessiva era ormai giunta a un livello notevole e poteva vantare una ricca gamma di vini rossi da pasto, di vini bianchi e

gli ormai notissimi vini fini di tipo tradizionale. Le grandi zone vinicole che si andarono definendo nel corso del se` del secolo colo e fino alla prima meta XIX erano il Terralbese, dove veniva prodotto il rinomato Gregori; il Campidano di Cagliari dove accanto alla tradizionale produzione dei vini da pasto rossi (Monica e Cannonau) e bianchi (Nuragus), fu incrementata la produ`, Moscato, Malvazione dei Nasco, Giro ` imsia, che fecero di quell’area la piu portante delle zone vinicole dell’isola; ` una proil Mandrolisai, dove si sviluppo duzione di rossi da pasto e di moscati ` assai pregiati; l’Ogliastra, che sviluppo la produzione dei vini rossi (il Cannonau in particolare); le Baronie e la Romangia, che si segnalarono per la produzione di vini da pasto e di vini fini. ` dell’OttoNel corso della prima meta cento alla tradizionale produzione familiare si affiancarono i primi esperimenti di produzione industriale. Pioniere fu il marchese Manca di Villaher` uno stabilimento mosa, che impianto nella sua villa d’Orri, seguito poco dopo dal conte Pollini e da moltissimi altri illuminati proprietari. Entro la prima ` dell’Ottocento i vini sardi cominmeta ciarono a essere conosciuti e apprezzati anche fuori dalla Sardegna e nel 1845 fu autorizzata l’esportazione nel Lombardo-Veneto del Cannonau di Quartu. ´ in tutti i Negli anni seguenti pressoche villaggi la viticoltura ebbe uno sviluppo `, a partire prodigioso; purtroppo, pero dal 1863 comparve nell’isola la fillossera (Phylloxera vastatrix), un parassita che nel volgere di qualche decennio mi` di distruggere la viticoltura naccio sarda: la battaglia contro questo flagello fu vinta tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento con l’innesto di vitigni americani. Nel corso del Novecento la produzione fu rilanciata e avviata decisamente verso l’industrializzazione. A

313

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 319

Viticoltura in Sardegna ` cominciarono a sostegno dell’attivita sorgere le Cantine sociali, la prima delle quali nacque nel 1924 a Monserrato. Accanto alle Cantine sociali, a partire dal 1950 furono avviati studi per mi` della produzione dei gliorare la qualita vini sardi, che cominciarono a essere conosciuti e apprezzati a livello internazionale; nel 1972 alcuni vini ebbero la tutela della Denominazione di Origine Controllata (= Vino).

Viticoltura in Sardegna – Vigneti in Gallura.

LE CANTINE Attualmente la produzione media di uva in Sardegna raggiunge 1 600 000 q di uva, di cui 1 500 000 q di uva da vino, con una produzione media ` di 1 000 000 di ettolitri di vino. La di piu ` concentrata principalproduzione e mente nelle seguenti cantine: Argiolas, Serdiana. Fondata dalla famiglia Argiolas nel 1900; negli ultimi decenni ha ` conoprodotto vini di grande qualita sciuti in tutto il mondo, ottenuti in un’azienda di circa 220 ha. In particolare, i vini DOC: il Cannonau di Sardegna Costera rosso, la Monica di Sardegna Perdera rosso, il Vermentino di Sardegna Costamolino bianco, il Vermentino di Sardegna Is Argiolas bianco, il Nuragus di Cagliari, il Selegas bianco; i vini IGT: il vino rosso da tavola Turriga, il vino rosso da tavola Korem, il vino rosato da tavola Serra Lori, il vino bianco da tavola Argiolas, il vino bianco Angialis. Azienda Agricola Andrea Marchi, Ca-

gliari. Operante da pochi anni; vigneti per circa 40 ha in Trexenta, con una produzione di circa 45 000 bottiglie. In particolare, i vini DOC: Cannonau di Sardegna rosso, Monica di Sardegna rosso, Vermentino di Sardegna bianco. Azienda Agricola Pietrino Canudu, Oliena. Fondata nel 1993, opera nella zona di Jumpadu su tre ettari e produce 8-10 000 bottiglie. In particolare, i vini DOC: Cannonau Nepente rosso, Cannonau Nepente riserva rosso (invecchiato 2 anni, di cui uno in barrique); gli altri vini: il bianco amabile Ullana, due tipi di Moscato. Azienda Vinicola Attilio ` fondata nel Contini, Cabras. Societa 1898 da Salvatore Contini, ha sviluppato ` nel corso del Novela propria attivita cento con le successive generazioni della famiglia, ottenendo riconoscimenti a livello internazionale. Ha avuto il grande merito di recuperare il vitigno Nieddera a rischio di estinzione. Ha una ` di produzione media di 3500 hl capacita di vino di cui 1000 di DOC. In particolare, i vini DOC: il vino bianco Vernaccia di Oristano (invecchiata 5 anni in botti di castagno e rovere), il vino bianco Vernaccia di Oristano riserva (invecchiata almeno 10 anni in botti di castagno e rovere), il vino bianco Vernaccia Antico Gregori, il vino rosso Cannonau di Sardegna Tonaghe, il vino rosso Cannonau di Sardegna Inu riserva (coltivato a Oliena); i vini IGT: il vino bianco da tavola Karmis (vitigni di Vernaccia e altri autoctoni); gli altri vini: il vino bianco da meditazione Pontis (Vernaccia), il vino rosso da tavola Nieddera, il vino rosato da tavola Nieddera. Azienda Vitivinicola Giovanni Cherchi, Usini. Fondata nel 1980, produce il bianco secco `es e il Vermentino di da tavola Tuvao Usini; il rosso secco da tavola Cagnulari ` di produzione di Usini. Ha una capacita media di 500 hl di vino. Azienda vitivinicola Fratelli Pala, Serdiana. Fondata

314

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 320

Viticoltura in Sardegna nel 1950 da Salvatore Pala e in seguito sviluppata dalla famiglia su una superficie di 50 ha. In particolare, i vini DOC: il rosso da tavola Monica di Sardegna Elima, il rosso da tavola Cannonau di Sardegna Triente, il bianco da tavola Vermentino di Sardegna, il bianco da tavola Nuragus di Cagliari Salnico; altri vini: il rosso da tavola S’Arai (uve Cannonau, Carignano e Bovale), il rosso da tavola Essentja (uva Bovale). Azienda vitivinicola Ferruccio Dejana, Settimo San Pietro. Fondata da Ferruccio De`e jana, si sta sviluppando con rapidita vigore. In particolare, i vini DOC: il rosso Cannonau di Sardegna Sileno, il rosso Monica di Sardegna Karel, il bianco Vermentino di Sardegna Donnikalia, il bianco Vermentino di Sardegna Arvali; altri vini: il rosso da tavola Ajana, il vino da dessert Oirad. Azienda vitivinicola di Filippo Mura e figli, Porto San Paolo. Fondata 25 anni fa da Filippo Mura, che in seguito ha coinvolto i figli nella conduzione di un’atti` in crescita, che va ottenendo notevita voli riconoscimenti. In particolare, i vini DOC: il bianco Vermentino di Gallura Sienda, il rosso Cannonau di Sardegna Baia; altri vini: il rosso da tavola Nebidu (con uve Cannonau e Carignano). Cantina del Vermentino, Monti. Fondata nel 1956, produce il vino bianco DOC Vermentino di Gallura `ia); il vino bianco frizzante Ba `(Aghilo `ra; il lari; il rosato secco da tavola Thao rosso secco da tavola Abbaı`a. Ha una ca` di produzione media di 16 000 hl pacita di vino, di cui 8500 DOC. Cantina delle vigne di Piero Mancini, Olbia. Fondata nel 1989, produce il bianco secco da tavola Terra Nova; il rosato frizzante da ´; il rosso da tavola tavola Barberino Rose ` di produzione Saccaia. Ha una capacita media di 3500 hl di vino, di cui 1900 DOC. Cantina sociale di Castiadas. Fondata nel 1959, produce il Cannonau co-

nosciuto con la sottodenominazione di ` di produCapo Ferrato. Ha una capacita zione media di 29 000 hl di vino, di cui 2000 DOC. Columbu, Bosa. Cantina sociale della Trexenta, Senorbı`. Fondata nel 1962, produce il vino rosso DOC Monica di Sardegna; il vino bianco DOC Moscato di Sardegna; il vino bianco DOC Nuragus di Cagliari; il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna; il bianco da tavola Vigne del sole; il bianco da tavola Segolaj; il rosato da tavola Segolaj; il rosso da tavola Segolaj. Ha una capa` di produzione media di 63 000 hl di cita vino, di cui 2000 hl DOC. Cantina Giuseppe Sedilesu, Mamoiada. Cantina sociale della Planargia, Flussio. Fondata nel 1964, produce il vino bianco DOC Malvasia di Bosa; il bianco vivace Calameda; il bianco da tavola Malvasia della Planargia; il rosso da tavola Rocca dei Malaspina; il vino spumante bianco demi-sec Malvasia metodo Charmat. ` di produzione media Ha una capacita di 2000 hl di vino, di cui 1000 DOC. Cantina sociale di Marrubiu ‘‘Isola dei 4 Mori’’, Marrubiu. Fondata nel 1957, dal ` fusa con la Cantina sociale di 1988 si e Arborea, fondata nel 1962. Le due cantine producono: a Marrubiu il vino rosso DOC Monica di Sardegna; il vino bianco DOC Nuragus di Cagliari; il bianco da tavola Bianco di Collinas; il rosato secco da tavola Rosato di Marru` di produzione mebiu. Ha una capacita dia di 62 000 hl di vino, di cui 1500 DOC; ad Arborea il vino bianco DOC Bianco del Giudicato (Trebbiano); il vino bianco DOC Vermentino del Giudicato. Ha una ` di produzione media di 15 000 capacita hl di vino, di cui 10 000 DOC. Cantina sociale di Quartu, Quartu Sant’Elena. Fondata nel 1926, produce i vini DOC Monica di Sardegna Tuerra rosso; Vermentino di Sardegna Arenas bianco; Moscato di Cagliari Pascas bianco; Nasco di Cagliari Aparassiu bianco; Malva-

315

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 321

Viticoltura in Sardegna sia di Cagliari Nusca bianco; Nuragus di Cagliari Nuraghe Luas bianco. Produce inoltre vino spumante demi-sec metodo ` di produCharmat. Ha una capacita zione media di 115 000 hl di vino, di cui 7000 DOC. Cantina sociale cooperativa Giogantinu, Berchidda. Fondata nel 1955, produce il vino bianco DOC Vermentino di Gallura; il rosato secco da tavola Nulvara; il rosso secco da tavola Nastarre`; il vino spumante bianco secco metodo Charmat Giogantino Brut. Ha ` di produzione media di una capacita 12 500 hl di vino, di cui 2000 DOC. Cantina sociale ‘‘Il Nuraghe’’, Mogoro. Fondata nel 1955, produce il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna; il vino rosso DOC Monica di Sardegna; il bianco da tavola Gregorius; il bianco da tavola Semidano di Mogoro; il rosato secco da tavola Gregorius Rose´; il vino spumante metodo Charmat Gregorius Brut. Ha ` di produzione media di una capacita 75 000 hl di vino, di cui 2000 DOC. Cantina Pedres, Olbia. Fondata nel 2005. Cantina sociale della Vernaccia, Oristano. Fondata nel 1953, produce il vino bianco DOC Vernaccia di Oristano; il bianco vivace da tavola Sinis della valle ` di produzione del Tirso. Ha una capacita media di 9000 hl di vino, di cui 1500 DOC. Cantina della vernaccia Fratelli Zoncu, Riola Sardo. Fondata nel 1900, produce il vino bianco DOC Vernaccia ` di produdi Oristano. Ha una capacita zione media di 700 hl di vino, di cui 700 DOC. Cantina sociale di Calasetta, Calasetta. Fondata nel 1932, produce i vini da tavola Rosato di Calasetta e Rosso di Calasetta; il vino spumante rosato secco San Maurizio Brut metodo Charmat. Ha ` di produzione media di una capacita 36 221 hl di vino, di cui 100 di spumante. Cantina sociale del Mandrolisai, Sorgono. Fondata nel 1950, produce il vino rosso DOC Mandrolisai (Rosso e rosato). ` di produzione media di Ha una capacita

7000 hl di vino, di cui 1000 DOC. Cantina sociale di Monserrato, Monserrato. Fondata nel 1924, produce i vini DOC Monica di Sardegna rosso; Nuragus di Cagliari bianco; Vermentino di Sardegna bianco; produce inoltre il bianco da tavola Colle Albo; il rosato da tavola Colle Rosa; il rosso da tavola Colle Rubiu. Ha ` di produzione media di una capacita 300 000 hl di vino, di cui quasi 2500 DOC. Cantina sociale Dorgali, Dorgali. Fondata nel 1953, produce il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna; il bianco da tavola Cala Luna; i vini da tavola Filieri Rosso e Filieri Rosato; il rosso liquo´o; il rosso giovane da tavola roso Marone ` di proSanta Caterina. Ha una capacita duzione media di 15 000 hl di vino, di cui 2000 DOC. Cantina sociale Gallura, Tempio Pausania. Fondata nel 1956, produce il rosso da tavola Karana, Nebbiolo dei Colli del Limbara, da uve Nebbiolo; il rosso superiore da tavola Dolmen, da uve Nebbiolo, IGT, maturato in barrique; sei bianchi: il Balajana, da uve Vermentino, IGT, affinato in barrique; il Canayli, Vermentino di Gallura DOCG superiore; il Mavriana, Vermentino di Gallura, DOCG; il Gemellae, Vermentino di Gallura, DOCG; il Piras, Vermentino di Gallura, DOCG; il Ladas, Vermentino frizzante, di cui esiste an´ e uno spumante che una versione rose Brut, da uve Moscato; un rosato dei Colli di Limbara IGT, Campos; un novello dei Colli di Gallura, da uve Nebbiolo, Lunanova; un Moscato di Sardegna DOC, Moscato di Tempio, da uve Mo` di produzione scato. Ha una capacita media di 13 500 hl di vino, di cui 12 000 DOC. Cantina sociale Santa Maria La Palma, Alghero (Santa Maria La Palma). Fondata nel 1959 dall’ETFAS (Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna), produce il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna (I papiri); il bianco Aragosta, conosciuto anche

316

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 322

Viticoltura in Sardegna come Vermentino di Alghero; il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna (Blu); il bianco frizzante da tavola Palmı`; il rosato frizzante da tavola Cantavigna; il rosato secco da tavola Punta Rosa; il rosso secco da tavola Le Bombarde; il vino spumante bianco metodo Charmat Brut di Torbato; il vino spu` di mante dolce Ninfeo. Ha una capacita produzione media di 67 000 hl di vino. Cantina sociale di Santadi, Villaperuccio. Fondata nel 1960, produce il vino rosso DOC Carignano del Sulcis; il vino rosso DOC Monica di Sardegna, ottenuto da vitigni di Monica; il bianco secco da tavola Villa Solais; il rosso novello San Giacomo; il rosso da tavola superiore ` di produTerre Brune. Ha una capacita zione media di 30 000 hl di vino, di cui 5000 DOC. Cantina sociale cooperativa del Parteolla, Dolianova. Fondata nel 1949, produce i vini DOC Cannonau di Sardegna rosso; Monica di Sardegna rosso; Vermentino di Sardegna Naeli bianco; il Moscato di Cagliari bianco; il Nasco di Cagliari bianco; il Nuragus di Cagliari bianco. Produce inoltre i vini ´; Sauvignon; Falconaro IGT Sibiola rose rosso; Cantos novello; Montesicci banco. ` completata dagli altri La produzione e vini: Dolia, Terresicci rosso, Dolicante rosso da tavola, Capidania, Caralis Brut Chardonnay, Scaleri demi-sec; produce inoltre il vino bianco Malvasia del Parte ` di produzione meOlla. Ha una capacita dia di 218 000 hl di vino, di cui 10 000 DOC. Cantina sociale Sardus Pater, Sant’Antioco. Fondata nel 1955, produce il vino DOC Carignano del Sulcis (rosso e rosato); il vino rosso DOC Monica di Sar` di produzione degna. Ha una capacita media di 95 000 hl di vino, di cui 6000 DOC. Cantina Silvio Carta, Baratili San Pietro. Fondata nel 1949, produce il vino bianco DOC Vernaccia di Oristano. ` di produzione media di Ha una capacita 1000 hl di vino, di cui 800 DOC. Cantine

Deidda, Simaxis. Cantine Mugori, Dolianova. Cantina sociale di Terralba, Terralba. Fondata nel 1951, produce il vino rosso DOC Monica di Sardegna; il bianco Aloysia; il bianco frizzante da tavola Vernago; il rosato da tavola Nuove Terre; il rosso da tavola Amadeus; il vino rosso DOC Campidano di Terralba. Ha ` di produzione media di una capacita 58 500 hl di vino, di cui 2500 DOC. Compagnia delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane, San Vero Milis. Cooperativa interprovinciale Frutticoltura, Villasor. Paolo Depperu e figli, Luras. Dettori, Sennori, loc. Badde Nigolos. Fattoria Mauritania, Santadi, loc. Barrua. Feudi della Medusa, Santa Margherita di Pula. Fratelli Serra, Zeddiani. Fondata nel 1900, produce i vini DOC: il bianco Vernaccia di Oristano, il bianco Vernaccia di Oristano riserva (invecchiata per 10 anni); altri vini: il rosso da tavola Korakodes (con uve Montepulciano, Barbera, ` di produCabernet). Ha una capacita zione media di 500 hl di vino, di cui 500 DOC. Giuseppe Gabbas, Nuoro. Gostolai, Oliena. Jerzu Antichi Poderi, Jerzu. Josto Puddu, San Vero Milis. Fondata nel 1965, produce il vino bianco DOC Vernaccia di Oristano; il bianco vivace da tavola Plata; il rosato da tavola Nieddera della Valle del Tirso; il vino bianco DOC Monica di Sardegna. Ha una capa` di produzione media di 1500 hl di cita vino, di cui 500 DOC. Masone Mannu, Monti, loc. Su Canale. Meloni vini, Selargius. Fondata nel 1984, produce il ` di Cagliari; il vino vino rosso DOC Giro bianco DOC Malvasia di Cagliari; il vino rosso DOC Monica di Cagliari; il vino bianco DOC Moscato di Cagliari; il vino bianco DOC Moscato di Sardegna; il vino bianco DOC Nasco di Cagliari. Ha una ` di produzione media di 49 000 capacita hl di vino, di cui 10 000 DOC. Gianvittorio Naitana, Magomadas. Fondata nel ` di produzione me1986, ha una capacita

317

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 323

Viticoltura in Sardegna dia di 100 hl di vino. Cantina sociale cooperativa Vitivinicola, Jerzu. Fondata nel 1950, produce il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna; il rosato da tavola Cannonau di Jerzu; i rossi da tavola Cannonau di Jerzu e Cannonau di Jerzu Dry. ` di produzione media di Ha una capacita 70 000 hl di vino, di cui 9000 DOC. Cantina sociale della Marmilla, Sanluri. Fondata nel 1953, produce il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna, ottenuto da vitigni di Cannonau; il vino rosso DOC Monica di Sardegna; il vino bianco DOC Nasco di Cagliari; il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna; il vino bianco DOC Nuragus di Cagliari; il bianco da tavola Galana; il bianco da tavola Goccio; il bianco da tavola Tholos; il rosso da tavola Rocca Mada; il vino spumante Nur Brut. Produceva anche il vino bianco DOC Malvasia di Sarde` di produzione megna. Ha una capacita dia di 132 500 hl di vino, di cui 5000 DOC. Cantina sociale di Oliena, Oliena. Fondata nel 1955, produce il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna, ottenuto da vitigni di Cannonau; il vino DOC Cannonau conosciuto con la sottodenominazione Nepente di Oliena; il rosato da tavola Go` di produzione logone. Ha una capacita media di 7000 hl di vino, di cui 3000 DOC. Cantina sociale di Sorso-Sennori, Sorso. Fondata nel 1951, produce il vino bianco DOC Moscato di Sorso-Sennori; il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna; il vino rosso DOC Cannonau di Sardegna; il bianco da tavola Silis; il rosato `o. In passato produceva da tavola Panthe il vino bianco liquoroso Dorato di Sorso. ` di produzione media di Ha una capacita 19 000 hl di vino, di cui 2000 DOC. Cantina sociale di Villacidro, Villacidro. ` di Fondata nel 1960, ha una capacita produzione media di 11 000 hl di vino. Pedra Majore, Monti. Picciau, Pirri. Fondata nel 1968, produce il rosso secco ` da tavola Prima Goccia. Ha una capacita

di produzione media di 3600 hl di vino. Porcu, Modolo. Fondata nel 1971, produce il vino bianco DOC Malvasia di ` di produzione Bosa. Ha una capacita media di 500 hl di vino, di cui 500 DOC. Produttori Riuniti di Baratili San Pietro, Baratili San Pietro. Fondata nel 1950, produce il vino bianco DOC Ver` di naccia di Oristano. Ha una capacita produzione media di 1500 hl di vino, di cui 1200 DOC. Giampiero Puggioni, Mamoiada. Sella & Mosca, Alghero. Fondata nel 1899, produce il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna (Cala Viola); il bianco secco da tavola Terre Bianche; il rosato secco da tavola Oleandro; il rosso liquoroso Anghelu Ruju; il rosso novello da tavola Rubicante; il rosso secco superiore da tavola Tanca `; il bianco secco Espero ` Real; il rafFarra finato rosso da tavola Marchese di Villamarina (esiste un bianco secco dello stesso nome); il rosso da tavola Raı´m. Produceva anche il vino bianco Malvasia di Sardegna e il vino bianco Moscato ` di produdi Sardegna. Ha una capacita zione media di 54 000 hl di vino. Su Baroni, Masainas. Tamponi, Calangianus. Fondata nel 1930, produce il vino bianco spumante Tamponi. Ha una ca` di produzione media di 200 hl di pacita vino, di cui 30 di spumanti. Tenute Capichera, Arzachena. Fondata nel 1980, produce il vino bianco DOC Vermentino di Gallura, Capichera; il bianco secco, Vigna angena; il rosso Assaie`. Ha una ca` di produzione media di 1000 hl di pacita vino, di cui 500 DOC. Tenute Soletta, Codrongianos. Valle di Quirra, Tertenia. Villa di Quartu, Quartu Sant’Elena. Vitivinicola Alberto Loi, Cardedu. Zarelli ` Cooperativa vini, Magomadas. Societa Cantina sociale di Nurri, Nurri. Fon` di produdata nel 1963, ha una capacita zione media di 16 500 hl di vino. Cantina sociale di Tortolı`, Tortolı`. Fondata nel 1963, produce il vino rosso DOC Canno-

318

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 324

Vito nau di Sardegna; il vino bianco Ambra; il rosato da tavola Biriola; il rosso liquo` di proroso Tiu Sebiu. Ha una capacita duzione media di 19 000 hl di vino, di cui 2000 DOC. Cantina sociale La Marina, Badesi. Fondata nel 1971, ha una capa` di produzione media di 2000 hl di cita vino. Accanto alle Cantine sociali sono da ricordare anche le produzioni di alcune rinomate cantine private: Atzori di Cabras, fondata nel 1900, produce il vino bianco DOC Vernaccia di Oristano; ` di produzione media di ha una capacita 1000 hl di vino; Zedda & Piras, fondata nel 1903 a Cagliari, produce il vino bianco DOC Malvasia di Sardegna; produceva anche il vino bianco liquoroso dolce Moscato; il vino bianco liquoroso ` di produdolce Nasco; ha una capacita zione media di 1000 hl di vino; Perda Arrubia di Cardedu, fondata nel 1950, produce il vino rosso Perda Arrubia; Te` d’Agultu, nute Giunchizza di Trinita fondata nel 1986, produce il vino bianco DOC Vermentino di Gallura; ha una ca` di produzione media di 1500 hl di pacita vino, di cui 1250 DOC; Mulino Novecento (Mogoro), fondata nel 1990, produce il vino bianco DOC Moscato di Sorso Sennori, il vino bianco DOC Vermentino di Sardegna, il vino spumante ` metodo classico Brut; ha una capacita di produzione media di 120 hl di vino, di cui 50 DOC. Ultima nata, la cantina Mesa di Sant’Anna Arresi: fondata dalla ` servita della consufamiglia Meles, si e lenza di Piero Cella, allievo di Giacomo Tachis, per i suoi vini, tra cui il rosso DOC Carignano del Sulcis Buio (esiste anche un Buio buio barricato), un rosso DOC Malombra, i Vermentini Giunco e Opale. Le etichette, disegnate da Gavino Sanna (anche azionista dell’azienda) ` avuto importanti riconoscihanno gia menti.

Vito, san (in sardo, Santu Idu) Santo martire. Nacque – secondo Lucio Anneo

Floro (secc. I-II) – in Sicilia (la tradizione lo fa nascere a Mazara del Vallo, oggi in provincia di Trapani), da genitori pagani nobili e facoltosi. Aveva pochi anni quando morı` la madre e il pa` al pedagogo Modesto e alla dre l’affido nutrice Crescenzia, non sapendo che erano cristiani. Convertito, a sette anni ricevette il battesimo. Venuto a cono`, il padre riprese con scenza della realta ´ il figlio, cercando di riportarlo alla se religione degli dei con lusinghe e minacce, premi e castighi, inutilmente. Vito, Modesto e Crescenzia furono denunciati al prefetto Valerio. Incarce` e raggiunsero la rati, un angelo li libero ` molti miraLucania, dove Vito opero coli. L’imperatore Diocleziano, cono` a sciuta la fama di Vito, lo chiamo ´ gli guarisse il figlio epiRoma «affinche `, non ebbe filettico [Diocleziano, pero gli]; glielo guarı` e per ricompensa venne arrestato e gettato in una buia prigione». Nuovamente liberato da un angelo, raggiunse Modesto e Crescenzia in Lucania, ma tutti e tre morirono in cir` del costanze misteriose in prossimita ` sostengono che colfiume Sele. Ma i piu sero la palma del martirio il 15 giugno 303. Un’altra passio vuole Vito o Guido, cristiano di dodici anni, martire sotto Diocleziano, senza Modesto e Crescenzia, nomi che sarebbero stati aggiunti successivamente. Nel Sacramentario Gelasiano compare da solo, mentre nel Martirologio Geronimiano con i due. Nel 1969 Modesto e Crescenzia sono stati cancellati dal calendario e il culto di ` stato limitato a calendari loSan Vito e cali o particolari. In epoca medioevale santo ausiliatore. Patrono dei ballerini. In Sardegna Patrono di Escovedu (insieme a San Demetrio), Gergei, San ` venerato fin dal seVito e Villagreca. E ` rea (o ballo colo V, invocato contro la co di San Vito), che si credeva provocato ` si tratta dal morso di un ragno: in realta

319

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 325

Vittore di una malattia nervosa contrassegnata da convulsioni. Invocato anche contro il morso di animali velenosi e idrofobi. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 15 giugno; la terza domenica di maggio a Escovedu e Villagreca.

Vittore, san = Corona, santa Vittore I, san Santo (m. 199). Papa dal 189 al 199, africano, riuscı` a far liberare i cristiani condannati ad metalla, all’estrazione del metallo, nelle mi´ l’ereniere della Sardegna. Combatte sia del prete frigio Montano, il monta` di risolvere la questione nismo. Cerco della data della Pasqua, ma non riuscı` a vincere la protesta e la resistenza delle Chiese contrarie, sulle quali lan` la scomunica. Non si hanno notizie cio sulla sua morte, forse martire, forse sepolto nella basilica vaticana. Una passio lo riporta martire a Milano, confon` con un altro santo. Nel dendolo pero ` stato cancellato dal 1969 il suo nome e calendario. [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 28 luglio.

Vittore III, san (o Desiderio da Montecassino; in sardo, Santu Vittori) Santo (Be-

nevento 1027-Montecassino, Frosinone, 1087?). Papa dal 1086 al 1087. Ai Benedettini si deve la diffusione del culto di San Vittore III, nato con il nome di Danfari a Benevento verso il 1027. Abate con il nome di Desiderio a Montecassino, diede impulso all’abbazia facendola rifiorire religiosamente, culturalmente e artisticamente. Fu papa in una Roma occupata dalle truppe dell’antipapa Clemente III. ` Con lettera del 29 agosto 1087 esorto l’arcivescovo di Cagliari, Giacomo, e altri vescovi dell’isola a restaurare le chiese cadenti, in rovina. Forse morı` nel 1087. Il suo culto con il titolo di beato fu confermato da Benedetto XIII (1727), santo con Leone XIII (1900). [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 16 settembre; la domenica che precede il 15 maggio e la seconda domenica di settembre a Olbia.

Vittoria, santa1 (in sardo, Santa Vittoria, Santa Ittoria, Sant’Ittoria, Sant’Aitroxia) Santa martire (m. Roma 250). Nel Martirologio Geronimiano Vittoria e Anatolia sono sorelle (stessi genitori o sorelle di fede?), ma in alcune leggende sono amiche. Pagane ricche e belle, Vittoria fidanzata con Eugenio e Anatolia chiamata anche Finittı`a con Aureliano. Dopo essersi convertita, Anatolia ruppe ` i propri beni ai il fidanzamento, dono ` poveri e seguendo il Vangelo si dedico completamente al prossimo. Aureliano, disperato, chiese l’intervento di Vittoria, che richiamando la sorella o amica ` amore ed e ` meravidisse: «La vita e glioso amare ed essere amati». Rispose ` il mio grande amore». Anatolia: «Dio e Anche Vittoria si convertı`. Le due donne denunciate e arrestate finirono nel carcere di Rieti o di Tora, dove convertirono la guardia Andrea e operarono molti miracoli: vinsero draghi e serpenti, diedero la vista ai ciechi e l’udito ai sordi. Martiri a Roma nel 250 sotto Decio, dopo essere state torturate. Compaiono nei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. In Sardegna Patrona di Aggius, Santa Vittoria di Osilo, Sarroch, Seuni, Siligo, Telti (insieme a Sant’Anatolia) e Thiesi (insieme alla Beata Vergine di Seunis). Anatolia non figura nel Marti` rologio Romano, Vittoria dal 1969 e stata cancellata dal calendario. A Santa Vittoria, veneratissima in Sarde` gna, nel processo di cristianizzazione e ` grandi censtato dedicato uno dei piu ` nuragica, tri religiosi e politici dell’eta quello a pochi chilometri da Serri (ma per alcuni la titolare del santuario sarebbe Santa Maria della Vittoria e non Santa Vittoria). Nel 1864 Auguste Boullier di Roanne, infaticabile touriste o

320

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 326

Vittorio Amedeo II curieux come amava definirsi, raccolse ` popolare in i versi della religiosita onore della santa: «Ispiju de puridade / martir’ inclit’ e gloriosa, / Vittoria, santa piedosa. / Pro cudd’assediu violentu / chi cuddae bos poniant / cando biver bos faghiant / sidida et senz’alimentu, / longu orribile turmentu / de pius dura calidade. / Pro cudd’estremu cuntentu / chi apezis e allegria / cando affacca a Finittia / superadu ogni tormentu, / benzesit ` su momentu / d’intrar’ in s’eternigia dade. / Vittoria, santa piedosa, / sos afflittos consolade» (O specchio di purezza, – martire inclita e gloriosa, – Vittoria, santa pietosa. – Per la guerra spietata – che allora vi facevano, – costringendovi a vivere assetata e senza alimenti, – lungo e orribile tormento, – della peg` giore efferatezza. – Per l’ultima felicita – che provaste – quando vicina a Finittı`a – superando ogni tormento, – s’ap` il momento – d’entrare nell’eprossimo `. – Vittoria, santa pietosa, – conternita solate gli afflitti). [ADRIANO VARGIU] Festa Si festeggia il 23 dicembre; la prima domenica di maggio a Telti, il 10 maggio a Scano di Montiferro, la seconda domenica di maggio a Bonorva ed Erula, il 15 maggio a Bauladu, Nuraxinieddu, Ollastra Simaxis, Ossi, Perfugas e Santa Vittoria di Osilo, il terzo lunedı` di maggio a Seuni, l’8 settembre a Thiesi, l’11 settembre a Serri, la terza domenica di settembre a Sarroch, la prima domenica di ottobre ad Aggius, la seconda domenica di ottobre a Villaputzu, il 23 dicembre a Siligo.

Vittoria, santa2 (in sardo, Santa Vittoria, a Sinnai Santa Itroxia). Martire cagliaritana. Nacque a Cagliari, martire a Sinnai sotto l’imperatore Adriano, sepolta ` ancora sanguinante, sulla sua tomba e sorta la chiesa in suo onore. A Cagliari nella chiesa di San Mauro, nel novembre 1624, anno che dice tutto, sono state ritrovate le reliquie, traslate e custodite

sotto l’altare maggiore della chiesa di ` conosciuta Sant’Antonio da Padova, piu come chiesa dei Cappuccini. Il 13 giu` stata dogno 1977 parte delle reliquie e nata alla sua chiesa di Sinnai, racchiuse in un’urna sull’altare maggiore. Si tratta certamente della solita contaminatio, ´ la chiesa di Sancta Victoria di poiche Sinnai compare in documenti del 1141 ` dei Vittorini. e del 1218 fra le proprieta Dunque, la santa martire a Roma nel 250, diventata sarda nel Seicento. [ADRIANO VARGIU]

Festa Il 16 giugno a Sinnai.

Vittorio, san Santo. La sua devozione deriva da quella alla Casa Savoia, ai duchi e ai re di Sardegna e d’Italia, i quali motivarono il loro nome con il significato di ‘‘vincitore’’, sotto la protezione di Santa Maria della Vittoria. [ADRIANO VARGIU]

In Sardegna Patrono di Santa Teresa ´ vila. Gallura insieme a Santa Teresa d’A Festa Si festeggia il 7 ottobre ad Aggius, il 15 ottobre a Santa Teresa Gallura.

Vittorio Amedeo II Re di Sardegna (Torino 1668-Rivoli 1732). Figlio di Carlo Emanuele II, abile politico, riuscı` a recitare un ruolo importante nello scacchiere europeo durante la guerra di successione spagnola, per cui ottenne numerosi territori in Piemonte e in Lombardia. Nel 1717 fu creato re di Sicilia ma nel 1720, con il trattato di Londra che concluse l’impresa del cardinale Alberoni, dovette cedere la Sicilia e fu creato re di Sardegna. Durante il suo regno la Sardegna fu governata ´ Pallavicino di Saint-Re ´my dai vicere (=), Doria del Maro (=), Roero di Cortanze (=), Falletti di Barolo (=). Il loro `, fu poco incisivo perche ´ governo, pero il sovrano era vincolato dalle clausole del trattato di cessione e contemporaneamente sperava di potersi disfare dell’isola scambiandola con qualche altro territorio.

321

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 327

Vittorio Amedeo III cerchia di reazionari che operavano a Torino, il re non diede risposte alle famose Cinque domande (=), provocando un progressivo deterioramento della si` nel 1794 con la tuazione che culmino cacciata dei Piemontesi e del Balbiano ` del re, pero `, dall’isola. L’insensibilita non consentı` di porre rimedio alla situazione creatasi in Sardegna nemmeno durante il governo del Vivalda: l’isola fu scossa dai moti angioyani e negli ultimi mesi di vita del re, quando la Francia nel maggio del 1796 lo costrinse a cedere Nizza e la Savoia, visse la drammatica conclusione dei moti e Angioy fu costretto all’esilio.

Vittorio Emanuele I Re di Sardegna Vittorio Amedeo III – Salito al trono nel 1773, ` una politica reazionaria. adotto

Vittorio Amedeo III Re di Sardegna (Torino 1726-Moncalieri 1796). Figlio di Carlo Emanuele III, salı` al trono nel 1773: profondamente reazionario, li` il ministro conte Bogino e non cenzio proseguı` nella politica di riforme fortemente voluta da suo padre. Durante il ´ suo regno l’isola fu governata dai vicere Ferrero della Marmora, Lascaris di Ventimiglia, Valperga di Masino, Solaro della Moretta, Thaon di Sant’Andrea, Balbiano, Vivalda. La sua azione di governo inasprı` i rapporti con i sudditi sardi, soprattutto durante l’inconcludente governo del Balbiano quando, scoppiata la Rivoluzione francese, il re ` nella Prima coalizione. Quando entro l’isola fu attaccata nel 1793 da una flotta francese e i sardi seppero difendersi ricacciando clamorosamente in mare gli invasori, V.A. III non comprese il bisogno che i suoi sudditi sardi avevano di una riforma costituzionale che li ponesse nella condizione di affrontare costruttivamente i problemi dell’isola. Male informato dal Balbiano e dalla

(Torino 1759-Moncalieri 1824). Figlio di Vittorio Amedeo III, nel marzo del 1799 ` in Sardegna quando suo fratello riparo Carlo Emanuele IV fu costretto dalle armate francesi a lasciare precipitosamente il Piemonte. Rimase nell’isola fino a settembre, quando il sovrano ` sulla terraferma nella speranza torno di potere riconquistare i suoi stati. Negli anni successivi condivise la precaria situazione di Carlo Emanuele, e quando ` , dinel giugno del 1802 questi abdico venne a sua volta re di Sardegna. Nei ` a viprimi anni del suo regno continuo ` italiane, sperando vere in diverse citta inutilmente che la situazione europea cambiasse. Fece governare l’isola da suo fratello Carlo Felice, ma nel febbraio 1806, proveniente da Napoli, giunse a Cagliari e vi si stabilı` con tutta la famiglia. Il soggiorno della corte nella ` duro ` fino al maggio del 1814, citta quando, affidata la reggenza a sua mo` a Toglie Maria Teresa d’Austria, torno rino. Fu costretto ad abdicare dai moti costituzionali del 1821.

Vittorio Emanuele II Re di Sardegna e d’Italia (Torino 1820-Roma 1878). Figlio di Carlo Alberto, divenne re di Sardegna nel 1849 dopo l’abdicazione di suo

322

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 328

Vivalda di Castellino padre in seguito alla sconfitta di Novara che chiuse la prima guerra d’indipendenza. Si rese protagonista del processo di unificazione politica della penisola e nel 1861 fu proclamato re d’Italia. Egli conobbe l’isola da principe ereditario, ` ma durante il suo regno non la visito mai. La Sardegna fu trascurata, i suoi problemi non furono compresi e dunque non furono affrontati. La grave situazione dell’isola fece nascere la cosiddetta ‘‘questione sarda’’ (=).

aspettare il 1921, dopo la fine della ` l’iprima guerra mondiale. Egli visito sola nel maggio di quell’anno e fu accolto in modo contraddittorio: mentre a Sassari in suo onore venne organizzata una storica cavalcata, a Guspini i minatori lo accolsero al grido di ‘‘Viva Lenin’’. Nuova visita nell’aprile del 1924 per l’inaugurazione della diga del Tirso, in una Sardegna che si avviava a essere pacificata dal fascismo. A questa visita seguı` quella del maggio del 1929, che fu ` in esilio dopo anche l’ultima. Ando avere abdicato, nel maggio 1946, in favore del figlio Umberto II.

Vittorio Emanuele II – Re di Sardegna dal 1849, nel 1861 fu proclamato re d’Italia.

Vittorio Emanuele III Re d’Italia (Napoli 1869-Alessandria d’Egitto 1947). Figlio di Umberto I, proseguendo nell’atteggiamento dei suoi predecessori, du` a visitare l’irante il suo regno si limito ` mai sola in alcune occasioni senza pero occuparsi dei suoi problemi. Una prima ` nel 1905, visito ` La Madvolta vi si reco dalena e Caprera in occasione delle manovre navali che si svolsero nelle acque dell’arcipelago. Nel maggio del 1910, unitamente a sua moglie, fece una breve visita a Cagliari e in provincia; per una nuova visita i sardi dovettero

Vittorio Emanuele III – Il re d’Italia in una foto d’epoca.

Vivalda di Castellino, Filippo Vicere´ di Sardegna (Mondovı` 1732-Cangiano 1808). In carica dal 1794 al 1799. Diplomatico di carriera, nel 1772 fu mandato come inviato straordinario a Vienna; promosso ministro plenipotenziario, nel 1774 fu trasferito in Olanda. Tornato a Torino, nel 1781 fu nominato tesoriere

323

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 329

Vivaldi dell’ordine dell’Annunziata e gentiluomo di Camera del re. Per le sue doti di consumato diplomatico fu nominato ´ nel maggio del 1794 subito dopo i vicere fatti del 28 aprile (= Sarda Rivoluzione). `, non seppe Durante il suo governo, pero evitare il radicalizzarsi del contrasto tra il partito dei novatori e quello dei ` nei moti del luglio moderati, che sfocio 1795 con l’uccisione del Pitzolo e del Planargia e con l’occupazione di Sassari da parte di un esercito contadino ` di antifeudale. La situazione minaccio sfuggirgli completamente di mano quando l’Angioy, inviato a Sassari come Alternos per comporre la situazione, si pose a capo del moto antifeudale. Per il ` si dovette aspetritorno della normalita tare la sconfitta e l’espatrio dell’Angioy nel 1796. Gli ultimi anni del suo governo furono segnati dalla terribile razzia di Carloforte da parte dei corsari tunisini ` di 800 prigionieri (setche vi fecero piu tembre 1798) e dall’arrivo a Cagliari del re che fuggiva dal Piemonte occupato (3 marzo 1799). Con l’arrivo del re ebbe fine il suo governo.

Vivaldi, villa Edificio in via San Giovanni a Cagliari. Fu costruita nel corso del secolo XVIII dal marchese Pietro Vivaldi in un’area che allora era coperta di vigneti. Utilizzata come luogo di villeggiatura dalla famiglia, la palaz` abbellita da finestre zina a un piano e ornate da stucchi e da balconi in ferro battuto; si affaccia sul giardino che si estende su un terrapieno, delimitato da un portico a cinque arcate cui si accede attraverso una scalinata a doppia rampa.

Vivaldi Pasqua Famiglia genovese molto antica (sec. XVII-esistente). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna alla fine del secolo XVII per curarvi gli interessi che i V.P. avevano nel commercio ` della pesca. Essi del sale e nelle attivita discendevano da un Francesco, figlio di

Leonello, vissuto nel secolo XIV. Un suo discendente, un Gerolamo, potente banchiere genovese nato nella prima ` del secolo XVII, proprietario di meta molte peschiere e tonnare nel Regno di Napoli, nel 1652 ottenne in pegno anche la peschiera di Mar’e Pontis. Da quel momento, pur risiedendo a Napoli, i suoi discendenti cominciarono a frequentare la Sardegna e alla fine del secolo un Giuseppe si trasferı` a Cagliari ` Maria Cutis, una ricca eredidove sposo tiera di origine genovese. Nel corso del secolo XVIII ereditarono il patrimonio del ramo napoletano e nel 1760 il marchesato di Villaclara e la contea di Villasalto dagli Zatrillas. Nel 1816 ereditarono dall’altro ramo degli Zatrillas anche il feudo del Montiferru; nel 1820, `s, tentarono di essendo estinti i Genove ottenere l’investitura del ducato di San Pietro. La causa si concluse nel 1823 con una transazione per cui ottennero il titolo di duca di San Giovanni e alcune terre e tonnare nella Nurra. Poco dopo lasciarono la Sardegna trasferendosi a Genova; nel 1834 vendettero Cuglieri ai Quesada e nel 1838 persero tutti gli altri feudi. Cosı` nel giro di alcuni anni i loro legami con la Sardegna vennero meno; attualmente la famiglia risiede a Genova.

Vivanet, Filippo Archeologo (Cagliari 1836-ivi 1905). Dopo la laurea, dal 1862 fu incaricato dell’insegnamento di Al` di Cagliari; dal gebra nell’Universita 1879 al 1888, succedendo a Gaetano ` Disegno. I suoi interessi Cima, insegno per l’archeologia lo portarono ad avvicinarsi al canonico Giovanni Spano, di cui divenne segretario negli ultimi anni di vita del grande archeologo. Dopo la sua morte nel 1878 fu nominato Com`e missario degli scavi e delle antichita nel 1885 Commissario regionale. Resse l’ufficio fino al 1891, anno in cui divenne direttore dell’Ufficio regionale per la

324

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 330

Vivanet conservazione dei monumenti. Negli stessi anni promosse numerosi scavi in ` dell’isola dandone codiverse localita municazione puntuale a partire dal 1878 fino al 1897 nella rivista ‘‘Notizie ` ’’. Come diretdegli Scavi di Antichita tore dell’Ufficio regionale fu incaricato di scegliere l’area dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo Palazzo municipale di Cagliari, presiedette la commissione per la decorazione del palazzo viceregio e diede ulteriore impulso alla sua atti` di archeologo. Negli stessi anni fu vita eletto ripetutamente consigliere provinciale e divenne anche vicepresidente del Consiglio provinciale. Studioso di grande talento, oltre che di ar` di molti altri cheologia si interesso aspetti della storia della Sardegna, lasciando numerosi lavori di grande livello scientifico. Tra i suoi numerosissimi scritti: Armonie, versi, 1857; Gustavo Jourdan e la Sardegna, 1861; I martiri d’Italia, carme, 1861; 6 Giugno, canto, 1861; Sulla linea da preferirsi nella provincia di Cagliari pel tracciamento d’una ferrovia lungo l’isola di Sardegna, 1861; Elogio del cav. Alberto Ferrero della Marmora, 1862; Ragguaglio delle feste fatte in Cagliari per l’arrivo dei reali Principi Umberto, Amedeo e Ottone, 1862; Del carattere e della storia della geografia descrittiva, 1864; Eleonora d’Arborea e le donne illustri della Sardegna, in Accademia letteraria in onore di E. d’Arborea, 1865; Pietro Martini, la sua vita e le sue opere, 1866; Il barone Giuseppe Manno, 1868; Relazione presentata alla Camera di Commercio di Cagliari sul ` e ricerche canale di Suez, 1870; Curiosita storiche di storia subalpina, 1871; Inno al lavoro, versi, 1871; I fiori, versi, 1871; Due discorsi per l’inaugurazione della Banca Industriale e Commerciale di ` noRoma, sede di Cagliari, 1873; Dei piu tabili progressi della geometria nel cor` rente secolo decimonono, 1873; Curiosita

e ricerche di storia subalpina, 1874; Lettera agli elettori del collegio di Cagliari, 1874; Poesia e prosa, versi, ‘‘Vita Sarda’’, I, 1875; Della scultura in Italia. A proposito di alcune sculture di Giovanni Candiani nel camposanto di Cagliari, ‘‘Rivista Sarda’’, I, 1875; Base monumentale della statua di Eleonora d’Arborea, ‘‘Stella di Sardegna’’, I, 2, 1875; Lettera sulla poesia fanciullesca in Sardegna, 1877; La Sardegna nella Divina Commedia e nei suoi commentatori, 1879; Eleonora e le donne illustri della Sardegna, in Accademia letteraria in onore di Eleonora d’Arborea, 1879; Storia antica della Sardegna, 1881; Due lezioni sui principali processi grafici a base scientifica, 1881; Cagliari antica dalle origini alla ` romana, 1881; Due lettere di fine dell’Eta Giovanni Maria Angioy al ministro francese Talleyrand, ‘‘La Stella di Sardegna’’, IX, 1885; L’arte a Cagliari nel 1887, ‘‘Arte e storia’’, VI, 1887; Rigenerazione economica della Sardegna, ‘‘Avvenire di Sardegna’’, otto articoli fra marzo e aprile 1889; Note per la storia del castello di Acquafredda, ‘‘Bollettino del Club Alpino Italiano’’, 1893; Colonizzazione della Sardegna, 1893; Sardu Italo. Dalla terra dei nuraghi a Margherita di Savoia regina d’Italia, canzone, 1893; Viaggio a Suez e al Cairo nel 1869, 1893; Alberto Lamarmora sul rifugio del Gennargentu, ‘‘Annuario del Club Alpino Sardo’’, 5, 1897; Raggio di luce storica da una pila di acqua benedetta, in Giubileo sacerdotale di Mons. P.M. Serci, 1899; Guida som` di Camaria al R. Museo di antichita gliari, 1899; Cagliari, ‘‘La piccola Rivista’’, I, 9-10, 1899; Giovanni Siotto Pintor nella politica e nelle lettere, ‘‘La piccola Rivista’’, I, sette articoli tra il 1899 e il 1900; Cagliari antica, medioevale e moderna (con E. Sanjust), 1902; Cagliari per Vittor Hugo nel suo primo anniversario: 26 febbraio 1902, 1902; La Sardegna negli archivi e nelle biblioteche della Spa-

325

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 331

Vivanet gna, ‘‘Miscellanea di Storia italiana’’, XLIV, 1906. La bibliografia preparata per questa voce comprende una serie di circa 146 schede di segnalazione di monumenti antichi della Sardegna `’’ nelle ‘‘Notizie degli Scavi di Antichita dal 1872 al 1897 su temi come iscrizioni e scoperte ad Abini-Teti, Aritzo, Asuni, Austis, Bacu Abis, Ballao, Baressa, Bitti, Bonnanaro, Busachi, Cabras, Cagliari, Calangianus, Calasetta, Cheremule, Cuglieri, Decimomannu, Decimoputzu, Dolianova, Domusnovas, Donori, Elmas, Fordongianus, Genoni, Ghilarza, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Isili, Lanusei, Lei, Lunamatrona, Meana Sardo, Mogoro, Mores, Nughedu Santa Vittoria, Nuragus, Nurallao, Nureci, Olzai, Orune, Oschiri, Pattada, Pauli Gerrei, Pauli Monserrato, Paulilatino, Pirri, Porto Botte, Porto Torres, Portoscuso, Sant’Antonio Ruinas, San Giovanni di ` Gerrei, Samugheo, San Sinis, S. Nicolo Sperate, Sanluri, Sant’Antioco, Santadi, Sarroch, Sassari, Senorbı`, Sestu, Settimo San Pietro, Seui, Silanus, Sorabile (Fonni), Sorgono, Spalmatore di Fuori, Terranova Pausania, Tharros, Uta, Vallermosa, Villagrande Strisaili.

Vivanet, Francesco Ufficiale di carriera (Cagliari 1834-Torino 1922). Prese parte alla seconda guerra di indipendenza, ottenendo una medaglia di bronzo; nel 1861 si distinse nella campa` d’Italia. Nel dopoguerra gna per l’unita fu a Torino, ma nel 1866 prese parte alla terza guerra d’indipendenza ottenendo il comando di un reparto di artiglieria. ` alla presa di Roma; Nel 1870 partecipo nel 1879 fu promosso colonnello ed ebbe il comando dell’artiglieria della capitale. Nel 1892 fu promosso generale e ` il presidio di La Spezia. comando

Vives de Canyamas, Juan Vicere´ di ` sec. Sardegna (Valencia, seconda meta XVI-Sassari 1625). In carica dal 1623 al 1625. Signore di numerosi feudi nel Re-

gno di Valencia, ambasciatore spagnolo a Genova, era molto legato agli ambienti di corte e in particolare all’Olivares, di cui condivideva il programma politico. ´ nel 1623; giunto in Fu nominato vicere ` con vigore la Sardegna vi propagando ´n de Armas e convoco ` politica di Unio un Parlamento i cui lavori si aprirono nell’agosto 1623 e si chiusero entro il ` con impegno a repri1624. Si interesso mere il banditismo e a indirizzare le poche risorse del Regno al potenziamento delle fortificazioni dell’isola.

Vivio Toponimo citato nella Cosmographia dell’Anonimo Ravennate (sec. VII) e, con la variante Bibium, nelle cronache del geografo Guidone (secc. XIXII). Nel Ravennate si trova in chiu` pertinenti sura dell’elenco di localita alla via che da Carales conduceva a Turris Lybisonis e, oltre, verso Tibula (Santa Teresa Gallura). Il toponimo compare dopo Turris, Adselona e Sacerci. V. andrebbe dunque localizzato a ´ in pasovest di Turris Lybisonis. Poiche sato si riteneva plausibile per Adselona l’identificazione con Anglona e per Sacerci quella con Ad Herculem, presso Osilo, si riteneva anche che V. fosse l’odierna Vignola a ovest di Santa Teresa ` reGallura. Secondo una ipotesi piu cente dietro questa denominazione si ` Olbia: a questo tocelerebbe in realta ponimo si giunge attraverso una plausibile correzione di V. in Ulvio (si veda Bibium in Guidone), appunto Olbia. [ANTONELLO SANNA]

Vivoli, Carlo Archivista (n. Firenze, sec. XX). Entrato dopo la laurea nella carriera degli Archivi di Stato, attualmente lavora presso l’Archivio di Stato di Firenze. Ha scritto Villaggi, fuochi e abitanti, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982.

‘‘Voce dei Combattenti, La’’ Periodico dapprima quindicinale e poi mensile, pubblicato a Cagliari e poi a Sassari dal

326

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 332

Volpe Rinonapoli marzo 1919 all’agosto 1921. Fu il giornale che meglio espresse le aspirazioni degli ex combattenti nel primo dopoguerra, propugnando i temi di una con` matufusa coscienza regionalistica gia rati durante gli anni dell’esperienza in ` trincea con la Brigata ‘‘Sassari’’. Arrivo ` vivi della a porre con forza i temi piu ‘‘questione sarda’’ cercando di inquadrarla entro la prospettiva meridionalista e di affermare il principio che, avendo i combattenti sardi riscattato la posizione subalterna dell’isola sul campo di battaglia, essi fossero la sola forza legittimata a guidare la Sardegna sulla via dello sviluppo futuro. Tra i col` vivaci del periodico laboratori piu vanno ricordati Luigi Battista Puggioni, che ne fu anche il direttore, Camillo Bellieni e Luigi Oggiano.

‘‘Voce della Sardegna, La’’ Settimanale di ispirazione cattolica pubblicato a Cagliari dal 1876 al dicembre del 1889, diretto da Enrico Sanjust: interessantissima esperienza culturale del mondo cattolico sardo, nei suoi editoriali tocca ` vivi della crisi che colpı` tutti i temi piu la Sardegna negli ultimi decenni dell’Ottocento. Fu la base sulla quale i cattolici sardi cominciarono a definire il loro impegno politico.

Lega sarda, il movimento separatista ` Pirisi, pubblicato a fondato da Bastia Cagliari nel 1946.

Vodret, Antonello Chimico (n. Cagliari 1926). Figlio di Francesco, dopo aver ` dedicato alla conseguito la laurea si e carriera universitaria. Nel 1952 ha con` seguito la libera docenza e in seguito e divenuto professore di Chimica orga` di Sassari, nica presso l’Universita dove ha diretto anche l’Istituto di Industria agraria. Studioso dei problemi ` audella vinificazione in Sardegna, e tore di molte opere tra cui Sardinia insula vini, uscito nel 1993. Tra gli altri suoi scritti: La cultura enoica in Sardegna: storia e prospettive, in Vino di vino, 1992; La vernaccia dalla leggenda alla `, ‘‘Santu Antine’’, I, 1996; Olio sacro realta e profano. Tradizioni olearie in Sardegna e Corsica (con Mario Atzori), 1995.

Vodret, Francesco Luigi Chimico (Ca-

‘‘Voce del Popolo, La’’2 Organo della

gliari 1893-ivi 1962). Volontario nella prima guerra mondiale, dopo essersi ` all’insegnamento e laureato si dedico divenne preside della Scuola Agraria di Cagliari, alla quale diede notevole impulso. In seguito divenne professore ` di Cadi Chimica presso l’Universita gliari. Studioso di livello, fu autore di importanti studi tra cui il saggio Sulla composizione del fondo dello stagno di Sassu, pubblicato nel 1925. Tra i suoi scritti: Ricerche chimiche sui bronzi preistorici della Sardegna, in Atti del V Congresso nazionale di Chimica, 1935; Sui bronzi preistorici di epoca nuragica, ` di Scienze ‘‘Rendiconti della Facolta ` di Cagliari’’, XXIX, 3dell’Universita 4, 1959.

classe lavoratrice sarda, di ispirazione socialista, diretto da Gino Pesci, uscito a Cagliari tra il 1909 e il 1910.

Volpe = Zoologia della Sardegna Volpe Rinonapoli, Luigi Intellettuale

‘‘Voce del Popolo’’ Settimanale socialista, diretto da Antonio Catta, uscito a Sassari nel 1899.

‘‘Voce del Popolo, La’’1 Settimanale politico-amministrativo, diretto da Michele Mura, uscito a Cagliari tra il 1885 e il 1887.

‘‘Voce del Popolo, La’’3 Settimanale cattolico, uscito a Cagliari tra il 1913 e il 1918.

‘‘Voce di Sardegna, La’’ Organo della

e insegnante (secc. XIX-XX). Risiedeva a Cagliari agli inizi del Novecento; amico di Marcello Vinelli, a partire dal 1903 divenne collaboratore de ‘‘L’Unione sarda’’. Tra i suoi scritti:

327

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 333

Volpicella Nell’anfiteatro di Cagliari. Ode (con note storiche e critiche), 1901; L’Aristeo di bronzo del R. Museo archeologico di Cagliari, 1901; Le iscrizioni cuneiformi e la loro importanza per la storia e la mitologia, 1903; A proposito degli haetei pelasgi in Sardegna. Nota e critica, 1905.

Volpicella, Luigi Magistrato, storico del diritto (Napoli 1816-ivi 1881). Dopo aver conseguito la laurea in Legge, nel 1842 ` in magistratura percorrendo una entro brillante carriera. Tra i suoi scritti riguarda la Sardegna l’articolo Una carta d’Arborea e Ponzio Pilato, ‘‘Atti della So` ligure di Storia patria’’, LIII, 1878. cieta

Volpoca = Zoologia della Sardegna Vona, Giuseppe Antropologo (n. Frosinone 1938). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Nel ` diventato professore associato 1980 e di Antropologia; attualmente lavora ` di Scienze dell’Unipresso la Facolta ` di Cagliari. Tra i suoi scritti: versita Stato attuale dei reperti cranici protostorici sardi, ‘‘Antropologia Archeologia Etnologia’’, CXIII, 1984.

Voss, Hermann Storico dell’arte (Luneburg, Germania, 1884-Monaco di Ba`, viera 1969). Critico di grande notorieta fu per anni direttore della Galleria di Dresda. Scrisse un articolo su temi che riguardano la Sardegna, A problem of Sardinian painting, ‘‘The Burlington Magazine’’, LVI, 1930.

Vouillier, Gaston Pittore e scrittore francese (sec. XIX). Oltre che come scrittore fu conosciuto come illustratore elegante ed efficace delle opere di ´ rime ´ e. Nel 1890 Chateaubriand e Me compı` un viaggio attraverso le Baleari, ` la Corsica e la Sardegna, di cui pubblico il resoconto nel ‘‘Journal de Voyages’’, arricchendo il testo con illustrazioni di grande effetto. Particolarmente attratto dalla Sardegna, nel 1891 raccolse le cor-

rispondenze che riguardavano l’isola nel volumetto Impressioni di viaggio in ` tutto il maSardegna. Nel 1893 riordino ´es. Bateriale nel volume Les ˆıles oublie leares, Corse, Sardaigne.

Vulcano Divinita` romana. Dio del fuoco, assimilato al greco Efesto. A Roma era onorato nella festa dei Volcanalia (23 agosto). La tradizione vuole che il suo culto sia stato introdotto da Romolo. Egli avrebbe costruito un santuario in onore di V. utilizzando il bottino dei nemici sconfitti in battaglia. Il rapporto di ` variamente V. con le armi e le guerre e attestato dalle fonti. Tito Livio riferisce che all’indomani della battaglia vinta da Tiberio Sempronio Gracco contro Iliensi e Balari, nel corso delle operazioni condotte nel 177 a.C. per sedare le continue ribellioni contro Roma, i soldati romani bruciarono in onore di V. le armi prese ai nemici. Il culto per questa ` in Sardegna e ` attestato da una divinita lastra marmorea proveniente da Nora che menziona Mulcibero, un attributo tipico di V., dio che dirige e controlla il fuoco che mulcet, ‘‘accarezza’’. [ANTONELLO SANNA]

Vulneraria Nome generico di piante della famiglia delle Leguminose. 1. La v. comune (Anthyllis vulneraria L. ssp. ` una praepropera (A.Kerner.) Bornm.) e piccola erba pelosa, con ciclo vegetativo annuale o biennale; ha foglie basali singole ovate, quelle superiori sono invece composte da un numero ` allunpari, da 2 a 6, di foglioline piu gate; i fiori rossastri sono riuniti in capolini arrotondati con base cotonosa. Cresce diffusamente in luoghi incolti, nelle spaccature delle rocce e tra le pietre dei muretti a secco; fiorisce in tarda primavera. 2. V. barba di giove (=). [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

328

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 334

W Wagner, Max Leopold Glottologo (Monaco di Baviera 1880-Washington 1962). Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria e i suoi interessi di filologo e glottologo lo portarono, giovanissimo, a studiare la lingua della Sardegna. Giunse nell’isola per la prima volta nel 1905, e negli anni successivi scrisse (in tedesco) La poesia popolare sarda, uscito nel 1906, e Gli elementi del lessico sardo, pubblicato nel 1907. ` nell’isola nel 1912 e pubblico ` il Torno famoso testo sardo del secolo XV sul martirio dei Santi Gavino, Proto e Gianuario. I suoi viaggi si susseguirono con ritmo quasi annuale. Girava per l’isola spesso a piedi o si spostava in bicicletta da un villaggio all’altro, riconosciuto da tutti e accolto festosamente, con tutti comunicava in un fluente logudorese. Con una lunga serie di studi, tra i quali vanno ricordati La stratificazione del lessico sardo, uscito nel 1928, Osservazioni sui sostrati etnico-linguistici in Sardegna, pubblicato nel 1933, e moltissimi altri contribuı` ad approfondire la conoscenza della lingua sarda e a raccogliere un immenso patrimonio di forme lessicali e grammaticali. Al culmine di una prestigiosa carriera accademica che lo aveva visto insegnare a Monaco, a Berlino, a Bucarest e a Coimbra, per alcuni anni addi` l’idea di trasferirsi a rittura accarezzo

insegnare a Cagliari, ma l’idea non raccolse sufficienti consensi fra chi aveva il potere di chiamarlo. Prima dello scoppio della seconda guerra mon` in America, dove comdiale si ritiro pose il suo celebre Dizionario Etimologico Sardo e i fondamentali La lingua sarda. Storia, spirito e forma, pubblicato nel 1951, e Fonetica storica del sardo, pubblicato nel 1984; per onorarne l’impegno, nel 1955 Cagliari, Sassari e Nuoro gli conferirono contemporaneamente la cittadinanza onoraria. Tra gli altri suoi numerosi scritti sulla Sardegna, Le perdas marmuradas di Tamuli e un passo del Condaghe di S. Pietro di Silki, ‘‘Archivio storico sardo’’, I, 1905; La poesia popolare sarda, ‘‘Archivio storico sardo’’, II, 1906; Gli elementi del lessico sardo, ‘‘Archivio storico sardo’’, III, 1907; Martirio dei SS. Gavino, Proto e Gianuario di Antonio Cano. Testo del secolo XV, ‘‘Archivio storico sardo’’, VIII, 1912; Malocchio e credenze affini in Sardegna, ‘‘Lares’’, II, 3, ¨ ndliche Leben Sardiniens 1913; Das la im Spiegel der Sprache. Kulturhistorisch-sprachliche Untersuchungen, 1921, tradotto e pubblicato come La vita rustica della Sardegna riflessa nella lingua (a cura di G. Paulis), nella ‘‘Bibliotheca Sarda’’ della Ilisso, 1996; Los elementos espan ˜ ol y catalan en los dialectos sardos, ‘‘Revista de Filologı´a

329

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 335

Warren ˜ ola’’, IX, 1922; Zur Stellung des Espan Galluresisch-Sassaresischen, Aus Anlass von Bottiglioni: ‘‘Saggio di fonetica sarda’’, ‘‘Archiv fu ¨ r das Studium der neueren Sprachen und Literaturen’’, CXLV, 1923, e CXLVI, 1924; Sopra alcune pratiche magiche in Sardegna, ‘‘Il Folklore italiano’’, II, 3-4, 1927; La stratificazione del lessico sardo, ‘‘Revue de Linguistique Romane’’, IV, 1928; Die ¨ ltnis sardische Sprache in ihrem Verha zur sardischen Kultur, ‘‘Volkstum und Kultur der Romanen’’, V, 1932; Die fes¨ ndisch italienischen sprachlichen tla ¨ sse in Sardinien, ‘‘Archivium RoEinflu manicum’’, XVI, 1932; Osservazioni sui sostrati etnico-linguistici in Sardegna, ‘‘Revue de Linguistique Romane’’, IX, 1933; Weitere sardische Tiernamenstudien, ‘‘Archivium Romanicum’’, XVIII, 1934; Flessione nominale e verbale del sardo antico e moderno, ‘‘L’Italia dialet¨ ber die neuen Ausgatale’’, XIV, 1938; U ben und die Sprache der altsardischen ¨ cher von S. Nicola di TrulUrkundenbu las und S. Maria di Bonarcado, ‘‘Vox Romanica’’, IV, 1939; Die Binnenfischerei in Sardinien, ‘‘Volkstum und Kultur der Romanen’’, XV, 1942; La questione del posto da assegnare al gallurese e al sassarese, ‘‘Cultura neolatina’’, III, ¨ osardischen, ‘‘Vox Ro1943; Zum Pala manica’’, VII, 1943-44; La lingua sarda. Storia spirito e forma, 1951 (pubblicato a cura di Giulio Paulis nella ‘‘Bibliotheca sarda’’, 1997); Fonetica storica del sardo, 1984.

Warren, S.E. Archeologo (n. USA, sec. XX). Ha studiato la diffusione dell’ossidiana nel Mediterraneo. Nel 1982 ha preso parte ai lavori del XXII Simposio di Archeometria svoltosi a Bradford. Ha scritto The identification of obsidian sources in the Monte Arci Region of Sardinia, in Proceedings of the 22nd Symposium on Archaeonometry, 1983; The distribution and sources of archaeologi-

cal obsidian from Southern France, ‘‘Journal of Archaeological Sciences’’, II, 1984.

Webster, Jill R. Storico medievista (n. Canada, sec. XX). Professore presso ` di Toronto, nel 1991 ha l’Universita preso parte ai lavori del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona svoltosi ad Alghero con una comunicazione ` d’un captiu sard pels su La manumissio Francescans de Vic 1422, in Atti del XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1996, e The early catalan mendicants in Sardinia, ‘‘Biblioteca francescana sarda’’, II, 1988.

Webster Gray, S. Archeologo (n. USA, sec. XX). Studioso della preistoria ` professore nell’Unidella Sardegna, e ` statale della Pennsylvania. Ha versita al suo attivo, Borore. Loc. Domus Nuraghes, ‘‘Bollettino di Archeologia’’, 1990; Prehistory of Sardinia 2300-50 B.C., 1996.

Weingrod, Alex Antropologo (n. USA ` dedicato alla 1931). Dopo la laurea si e carriera universitaria. Ha insegnato in ` negli USA e a Oxdiverse Universita ford; attualmente insegna nell’Univer` del Negev in Israele. Tra i suoi sita scritti: Post paesants: the character of contemporary Sardinian society, ‘‘Comparative Studies in Society and History’’, XII, 1971; Industrial involution in Sardinia, ‘‘Sociologia Ruralis’’, 1979.

Wenrich, Joannes Georges Storico ` di (Germania, sec. XIX-?). Si interesso diversi temi di storia sarda, da quella nuragica a quella contemporanea. Tra i suoi scritti: Rerum ab Arabibus in Italia insulisque adiacentibus Sicilia maxime, Sardinia atque Corsica gestarum commentarii, 1844; I nuraghi erano acropoli o fortezze?, ‘‘La piccola Rivista’’, I, 21, 1899; Domus de giana e sepolture di giganti, ‘‘La piccola Rivista’’, I, 22, 1899.

330

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 336

Windsurf

Wescher, M.K. Storico (Belgio, sec. ` la carta sarda dell’abate XIX-?). Studio di San Vittore di Marsiglia scritta in caratteri greci, Charte sarde de l’abbaye de Saint Victor de Marseille e´crite en ca´ cole `res grecs, ‘‘Bibliothe ` que de l’E racte des Chartes’’, XXXV, 1874.

Will, E. Archeologo (n.USA, sec. XX). Ha studiato e lavorato con la professoressa Sylvia Balmuth a Ortu Comidu.

Nel 1985 ha preso parte al II Simposio di studi sull’archeologia sarda organizzato dalla stessa Balmuth presso la ` autore Tufts University di Medford. E del saggio Amphoras and trade in Roman Sardinia, in Studies in Sardinian Archaeology II: Sardinian in the Mediterranean, 1986.

Windsurf = Vela

331

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 337

X Xandre Famiglia sassarese (secc. XVXVI). Le sue notizie risalgono al secolo XV. I suoi membri appartenevano all’o` e nel ligarchia mercantile della citta 1479 ottennero il riconoscimento della ` con un Salvatore, la cui digenerosita scendenza si estinse nel corso del secolo XVI.

Xeidi Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Sulcis (Sols). Dopo la caduta del giudicato, nella divisione del 1258 fu compreso nel territorio assegnato ai Della Gherardesca e in seguito alcuni anni ` una nuova dividopo, quando si opero sione tra i due rami della famiglia, ` al ramo del conte Ugolino. I Della tocco Gherardesca di questo ramo, poco dopo la morte del conte, per vendicarlo, scatenarono una guerra contro il Comune di Pisa ma furono sconfitti. Dalla fine del secolo XIII, pertanto, X. fu amministrato direttamente dal Comune di Pisa. Poco dopo la conquista

` a far parte del Rearagonese entro gnum Sardiniae, ma in pochi anni si ` completamente. spopolo

Xella, Paolo Archeologo (n. sec. XX). Allievo di Sabatino Moscati, studioso della religione fenicio-punica, ha fatto parte del comitato organizzatore della mostra I Fenici, tenutasi a Palazzo Grassi a Venezia nel 1988. Ha al suo attivo l’articolo Remarques sur le pan´n phe ´nico-punique de la Sardaigne theo ´es onomastiques, in sur la base des donne `me Congre`s international Actes du IIe ´ tudes des Cultures de la Me ´diterrad’E ´e occidentale, 1978. ne

Xenodochio Termine in origine riferito agli ospizi per i pellegrini che col tempo divennero anche ospedali. I do` antichi che attestano la cumenti piu loro esistenza in Sardegna risalgono alla fine del secolo VI, ma probabilmente la loro organizzazione nell’isola ` piu ` antica. e

332

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 338

Y Yssu Antico villaggio del giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Gippi poco lontano da Villaspeciosa. Caduto il giudicato, nella divisione del 1258 fu incluso nei territori assegnati ` ai Capraia e alla loro estinzione passo nelle mani del giudice d’Arborea. Nel 1295 Mariano II lo cedette al Comune di Pisa da cui, prima della fine del secolo, fu amministrato direttamente da

Pisa. Subito dopo la conquista arago` a far parte del Regnum Sarnese entro ` a restare in posdiniae, ma continuo sesso del Comune come feudo della Corona d’Aragona; scoppiata nel 1353 la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV, il villaggio, gravemente danneggiato, entro il 1360 fu abbandonato dalla popolazione.

333

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 339

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 340

Z Zabarda Duca di Sardegna (sec. VI` sec. VII). Capo dell’ammiprima meta nistrazione militare della Sardegna, dopo il 590 condusse una dura campagna contro i Barbaricini conclusa nel 594. Terminate le operazioni militari, ` Ospitone, uno dei capi di quelle tribu montanare, consentı` che alcuni missionari iniziassero la predicazione nei ` ria. territori della Barba

Zaccagnini, Amedeo Funzionario, consigliere regionale (1905-1986). Cattolico impegnato nelle file della Democrazia Cristiana, nel 1961 fu eletto consigliere regionale nel collegio di Cagliari per la IV legislatura, al termine della quale fu riconfermato per la V; ` rieletto. successivamente non fu piu

Zaccagnini, Margherita Geografa (n. Cagliari 1942). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. Nel ` diventata professore associato 1980 e di Geografia e ha insegnato per anni Geografia umana nel Dipartimento di Studi storici e geografico-artistici ` di Scienze della Formadella Facolta ` au` di Cagliari. E zione dell’Universita trice di numerosi lavori, molti dei quali sui movimenti della popolazione sarda e sull’emigrazione. Tra i suoi scritti: L’isola di S. Antioco. Ricerche di geografia umana, ‘‘Contributi alla Geografia della Sardegna’’, 6, 1972; Il movimento naturale della popolazione, in A. Ter-

rosu Asole, R. Pracchi, Atlante della Sardegna, II, 1980; Mutamenti di popolazione in Sardegna nel periodo 1951` di Magi1971, ‘‘Annali della Facolta ` di Cagliari’’, n.s., stero dell’Universita IV, 1980; Il paesaggio delle isole minori, in La Sardegna. Enciclopedia (a cura di M. Brigaglia), I, 1982; I problemi della ` femminile. I risultati di un simmobilita posio, ‘‘Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico’’, 17-19, 1982; La partecipazione della donna sarda ai movimenti di popolazione: un confronto generazionale, 1983; Immigrazione di pastori barbaricini e recenti trasformazioni nella valle del Cixerri (con A. Leone), ‘‘Annali della ` di Magistero dell’Universita ` di Facolta Cagliari’’, n.s., VII, 1983; Marginalizzazione e riorganizzazione: il caso Sardegna (con Francesco Boggio), in L’Italia emergente. Indagine geo-demografica sullo sviluppo periferico, 1983; Aspetti storico-economici delle isole minori della Sardegna, in Isole minori. Cultura e ambiente, ‘‘Quaderni di Italia Nostra’’, 18, 1985; Pastorizia e razionalizzazione del territorio in alcune aree di pianura della Sardegna (con A. Leone), in La valorizzazione territoriale in Italia, 1986; Pendolarismo industriale e squilibri territoriali nel Sulcis Iglesiente, in La popolazione in Italia. Stato e prospettive ´ volution de socio-economiche, 1986; E

335

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 341

Zafferanastro l’e´levage des moutons dans la montagne sarde (con A. Leone), in Les montagnes `ches de l’Europe du Sud, ‘‘Bulletin de se ´ te ´ languedocienne ge ´ographila Socie que’’, 3-4, 1987; Sardegna. Trasformazioni recenti e nuove configurazioni sub-regionali, in I sistemi locali delle regioni italiane 1970-1985, ‘‘Memorie ` geografica italiana’’, della Societa XLIII, 1989; L’emigrazione sarda in Argentina all’inizio del Novecento, ‘‘Annali ` di Magistero dell’Univerdella Facolta ` di Cagliari’’, XV, 1992; Le molte Sarsita degne. Un’isola tra tradizione e moder` , ‘ ‘A r c h i v i o s t o r i c o s a r d o ’ ’ , nita XXXVIII, 1995; Popolazione e territorio in Sardegna. Un indicatore demografico della modernizzazione, in Studi di Geografia e Storia in onore di Angela Terrosu Asole, 1996; Le migrazioni dei pescatori in Sardegna, in Pesca e pescatori in Sardegna (a cura di G. Mondardini), 1997.

Zafferanastro (o z. giallo) Pianta erbacea della famiglia delle Amarillidacee (Sternbergia lutea (L.) Ker-Gawl.). Perenne, ha bulbo piriforme e fusto eretto alto sino a 30 cm; le foglie sono lineari con margine intero; il fiore ` giallo e compare contemporaunico e neamente alle foglie. In Sardegna cresce preferibilmente nei terreni sas` trovare su prati e sosi, ma la si puo campi incolti; fiorisce in autunno. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Zafferanetto Nome generico di piante della famiglia delle Iridacee. In Sarde` endemico lo z. di Requien (Romugna e lea requienii Parl.), bulbosa con foglie basali lunghe, lineari e strette; i fiori sono viola-porporini di dimensioni ridotte; cresce nei prati erbosi e fiorisce tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Questa specie, insieme al ` raro endemismo R. reveleri, e ` insepiu rita nell’elenco delle piante da sottoporre a vincolo di protezione in base

alla proposta di L.R. n. 184/2001. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Zafferano Nome generico di piante erbacee della famiglia delle Iridacee. 1. ` la specie coltivata, Il Crocus sativus e da cui si ricava lo z.; secondo la leggenda, prende il nome da Crocos, amico di Mercurio, ucciso da questi ` immortalato nel per sbaglio e percio fiore su cui cadde il suo sangue. Bulbosa con foglie filiformi di circa 20 cm, produce fiori con 6 petali viola, tre stimmi rossi e tre stami gialli. Fiorisce tra ottobre e novembre: in questo periodo avviene la raccolta dei fiori, da cui manualmente si separano gli stimmi; questi, dopo qualche giorno di essiccazione al sole, vengono conservati in vasi di vetro che ne preservano ` colore e profumo. Lo z. di Sardegna e rinomato e riconosciuto come ‘‘pro` ’’ nell’apdotto tradizionale di qualita posito elenco stilato dal Ministero delle Politiche agricole e forestali. I maggiori produttori di z. sono San Gavino Monreale e Turri: in entrambi i paesi si tiene a novembre la sagra dello z., con esposizione, vendita e degustazione del prodotto e dei tanti cibi tradi` un ingrezionali di cui questa spezia e diente indispensabile. Durante la sagra, o comunque nei giorni di raccolta, le strade dei paesi sono ricoperte da masse di petali viola: le dimensioni di queste masse si possono immaginare pensando che sono necessari centomila fiori per ottenere 1 kg di z. 2. Lo z. ´doute `) e ` minore (C. minimus DC. in Re una bulbosa spontanea con foglie basali sottili e allungate; i fiori hanno petali allungati di colore viola, evidenti gli stimmi e le antere di colore giallo cupo. Predilige pascoli e luoghi rocciosi e fiorisce da gennaio ad aprile. ` endemica della Sardegna, La pianta e della Corsica e dell’Arcipelago toscano ` inserita nell’elenco delle piante ed e

336

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 342

Zanda da sottoporre a vincolo di protezione in base alla proposta di L.R. n. 184/2001. Nomi sardi: zafferanu aresti, zafferanu burdu. [MARIA IMMACOLATA BRIGAGLIA]

Zambrini, Francesco Filologo (1810` 1887). Nel 1857 sostenne l’autenticita delle Carte d’Arborea e ne scrisse in Carte d’Arborea, in Opere volgari, 1878. Nel 1860 fu nominato dal Farini presidente della Commissione dei testi di ` ‘‘Il Propugnalingua; nel 1868 fondo tore’’, rivista di testi medioevali.

Zampello Famiglia sassarese (secc. XVI-XVII). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVI. Agli inizi del Seicento vivevano a Sassari due personaggi, Antonio e Andrea, parenti tra ` prendendo loro. Andrea si segnalo parte alla difesa delle coste del Logudoro dai continui attacchi dei corsari turchi; nel 1616 chiese il conferimento dei privilegi nobiliari che ottenne nel 1623. Antonio era segretario dell’Inquisizione e ottenne i privilegi nobiliari nel 1635; unitamente ai suoi figli fu ammesso allo Stamento militare durante il parlamento Avellano, nel 1643. Entrambi i rami della famiglia presero parte agli altri parlamenti, ma si estinsero alla fine del secolo.

Zanardelli, Tito Archeologo (sec. XIX). ` in Sardegna scoprendo alcuni Lavoro insediamenti prenuragici a Cabras. Intuı` la funzione militare dei nuraghi. Scrisse il saggio Stazioni preistoriche marensi nel Campidano di Oristano, ‘‘Bullettino di Paletnologia italiana’’, XXV, 1899.

Zancani Montuoro, Paola Archeologa (n. Napoli 1901-?, 1987). Dopo la laurea intraprese la carriera universitaria, `. Nel insegnando in diverse Universita 1956 fu nominata socia dell’Accademia dei Lincei. Alla Sardegna ha dedicato l’articolo Serdaioi?, ‘‘Schweizer Munzblatter’’, XXX, 1980.

Zanche, Michele Gentiluomo (Sassari, ` sec. XIII-ivi 1275). Legato a prima meta Enzo re di Sardegna, potrebbe essere stato uno dei suoi intendenti quando il giovane sovrano decise di abbandonare la Sardegna. Durante i turbinosi anni che seguirono l’estinzione della famiglia dei giudici di Torres avrebbe favorito lo sviluppo dell’autonomia di Sassari, forse per evitare che si rafforzasse il partito filogenovese, guelfo. ` fu espugnata dal conte Quando la citta Ugolino nel 1266, egli avrebbe reso pos` , pur continuando a sibile che la citta rimanere comune autonomo, fosse go` pisani, scontenvernata da podesta tando cosı` il partito filogenovese. Il malcontento nei suoi confronti negli anni successivi crebbe fino a sfociare nel suo assassinio, ordito addirittura da suo genero Branca Doria nel 1275. Tra le leggende fiorite intorno alla sua figura (che Dante, nell’Inferno, colloca fra i barattieri), una lo vuole marito di Adelasia, ultima giudicessa di Torres, che avrebbe costretto a rinchiudersi nel castello del Goceano fino alla morte.

Zanda, Giovanni Battista Farmacologo (Cagliari 1876-ivi 1940). Dopo essersi laureato si trasferı` a Messina, ` la sua carriera accademica dove inizio e dove nel 1906 conseguı` la libera do` per l’opera cenza. Nel 1908 si segnalo di soccorso prestata ai terremotati; in seguito si trasferı` a Genova dove inse` Tecnica farmacologica per 16 anni. gno Dopo un anno di permanenza a Sassari, nel 1934 si trasferı` a Cagliari dove ` di Medidivenne preside della Facolta ` autore di importanti ricerche cina. E ` a livello nache gli diedero notorieta zionale. Tra i suoi studi, L’aloe in Sardegna, ‘‘Bollettino chimico farmaceutico’’, XLVIII, 1928.

Zanda, Giuseppe Scultore (Desulo ` all’Accade1818-Cagliari 1870). Studio

337

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 343

Zanda mia Albertina di Torino mettendosi in luce per le sue doti non comuni. Tornato in Sardegna si stabilı` a Cagliari aprendo uno studio a Stampace e acquistando notevole reputazione per le sue opere. Fu autore di numerose statue, tra le quali vanno ricordate quella di Santa Barbara scolpita nel 1848 per la parrocchia di Villacidro e quelle successive per le chiese di Sedilo e di Pozzomaggiore e molte altre.

ha iniziato una fortunata carriera di manager pubblico che lo ha portato ai vertici di prestigiose istituzioni, tra cui la vicepresidenza del gruppo ‘‘Espresso’’ e la presidenza dell’Agenzia per il Giubileo. Impegnatosi in politica, ha aderito alla Margherita e nel ` divenuto senatore della Repub2003 e blica in una elezione suppletiva; riconfermato nelle elezioni del 2006.

Zanda, Luigi1 Anatonomo-patologo (Desulo 1820-Cagliari 1909). Dopo la ` per molti anni presso laurea insegno ` di Cagliari. Per le sue qual’Universita ` acquisto ` grande reputazione, per lita cui fu per due volte eletto rettore: una prima volta tra il 1881 e il 1883, quando si rese protagonista delle trattative per la costituzione di un consorzio che evitasse il declassamento dell’Ateneo; dopo il rettorato di Antioco Loru fu rettore dal 1886 al 1888. Fu autore di numerosi e importanti lavori di elevato livello scientifico. Tra i suoi scritti: Ricordi clinici sulle febbri intermittenti, 1859; Rendiconto clinico del servizio interno per l’esercizio 1860 nell’Ospedale San Giovanni di Dio in Cagliari, 1864; Parere delle commissioni municipali sui progetti del mercato, 1878.

Zanda, Luigi2 Patologo (Cagliari 1864Roma 1939). Figlio di Luigi, conseguı` giovanissimo la laurea e dopo una lunga esperienza di studio in Germa` presso l’Univernia, dove si specializzo ` di Strasburgo, torno ` a Cagliari, sita dove fu incaricato dell’insegnamento di Patologia generale. Negli stessi anni fu ripetutamente eletto consigliere comunale di Cagliari. Studioso ` numerosi imdi grande rigore, lascio portanti lavori.

Zanda, Luigi Enrico Manager, senatore della Repubblica (n. Cagliari 1942). Dopo essersi laureato in Giuri` trasferito a Roma dove sprudenza si e

Giacomo Zanella – Il poeta ritratto in un’incisione.

Zanella, Giacomo Sacerdote, poeta (Chiampo 1820-Vicenza 1888). Dal 1843 fu insegnante di lettere nel Seminario di Vicenza. Per i suoi sentimenti patriottici fu sospeso, e solo nel 1857 riot` , e fino tenne la cattedra. Dopo l’Unita ` Letteratura italiana al 1876, insegno ` di Padova. Dedico ` presso l’Universita ` letun saggio allo sviluppo dell’attivita teraria in Sardegna tra i secoli XVIII e XIX: Della letteratura sarda dal 1760 ai giorni nostri 1876, ‘‘Atti del R. Istituto

338

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 344

Zanetti veneto di Scienze, Lettere e Arti’’, V, 1879.

Zanet, Silvano Fotografo (n. Olbia, sec. XX). Studia fotografia all’Istituto Europeo di Design di Roma, presso il ` di doquale svolge in seguito attivita cenza. Contemporaneamente inizia la collaborazione con alcune agenzie pubblicitarie romane. Nel 1987 si trasferisce in Sardegna per lavorare con lo studio ‘‘Punto & Basta’’ di Sassari, del quale rimane socio fino al 1995. In ` di freelance quell’anno inizia l’attivita realizzando immagini destinate al settore della fotografia commerciale, per le quali utilizza anche le tecniche dell’elaborazione elettronica.

Zanetti, Ginevra Storica del diritto italiano (Milano 1906-Brescia 1991). Dopo la doppia laurea in Giurisprudenza e in Scienze politiche a Milano intraprese la carriera universitaria. Nel 1935 conseguı` la libera docenza in Sto` a far ria del Diritto italiano ed entro ` Storica Lombarda. parte della Societa Nel 1936 ebbe un incarico d’insegna` di Sassari, mento presso l’Universita ` a insegnare fino al 1970 dove continuo ` di Giurisprudenza, e dinella Facolta ` ordinaria sul finire della carvento ` l’‘‘Archivio storiera. Nel 1975 fondo rico sardo di Sassari’’: la rivista – scriveva Antonio Marongiu nella premessa al primo fascicolo – nasceva come una sorta di atto di «ribellione al troppo prolungato (oltre un decennio!) silenzio dell’organo della Deputazione di Storia patria per la Sardegna». Autrice di numerosissime opere, tra cui il notissimo Il comune di Milano dalla genesi del consolato fino all’inizio del periodo podestarile, scrisse molto anche sulla Sardegna, in particolare sulle istituzioni e gli ordini religiosi, contribuendo con ricerche originali alla conoscenza della storia della Sardegna medioevale. Tra le altre, Prefazione a

Le disposizioni del Diritto agrario nel ‘‘Breve di Villa di Chiesa’’, volume della collana ‘‘Testi e documenti per la storia del Diritto agrario in Sardegna’’, 1938; La legislazione sarda relativa alla pesca corallina. Contributo alla storia del Diritto marittimo, ‘‘Studi sassaresi’’, s., II, XX, 1, 1946; La pesca e l’arte corallina in Sardegna, ‘‘Rinascita sarda’’, 1949; I Longobardi e la Sardegna, in Atti del I Congresso internazionale di Studi longobardi, 1952; Itinerari artistici sardi. Antiche abbazie e cattedrali ` in Sardegna, sarde. Luci di cristianita 1953; Una caratteristica branca del Diritto marittimo sardo al tempo dei re di Aragona: la legislazione relativa alla pesca corallina, in Atti del V Congresso di storia della Corona d’Aragona, III, 1954; Il lombardismo in Sardegna. La chiesa di S. Pietro di Zuri, in Scritti storici e giuridici in memoria di Alessandro Visconti, 1955; Cistercensi in Sardegna, ‘‘Rendiconti dell’Istituto lombardo di Scienze e Lettere’’, 1958; Tipici atteggiamenti del Diritto minerario in Sardegna, ‘‘Rivista di Storia del Diritto italiano’’, 1959; La pesca del corallo in Sardegna. Profilo storico, ‘‘Cuadernos de Historia’’, X-XI, 1960; Giudicato, voce nel Novissimo Digesto Italiano, 1961; Due statuti artigiani sassaresi del sec. XVIII ed una lettera inedita di Pasquale Tola, ‘‘Rivista di Storia del Diritto italiano’’, 1961; Breve storia dell’Univer` di Sassari, in Annuario dell’Universita ` di Sassari 1962-63, 1963; Sassari cinsita quecentesca e la fondazione del Collegio gesuitico di studi, ‘‘Studi sassaresi’’, XXX, 1963; Un’antica industria sarda: il tessuto d’arte per paramenti sacri, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXIX, 1964; Per una storia dei Vallombrosani in Sardegna. Rettifiche storiche e cronologiche preliminari, ‘‘Studi sassaresi’’, XXXI, 1964; I precursori del Collegio universitario, la cultura sassarese del ’500, ‘‘La

339

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 345

Zanfarino Nuova Sardegna’’, 1964; Brevi cenni storici sul Diritto agrario nel territorio di Villa di Chiesa, in Fra il passato e l’avvenire. Saggi storici sull’agricoltura sarda in onore di Antonio Segni, 1965; La Sassari cinquecentesca colta e religiosa, ‘‘Studi sassaresi’’, XXXIII, 1-2, 1966; I Vallombrosani in Sardegna, 1969; Relazioni commerciali tra Longobardi e la Sardegna, in Atti del IV Congresso internazionale di studi sull’Alto Medioevo, 1969; Stamenti, voce in Novissimo Digesto Italiano, 1969; La vicaria o priorato di S. Nicola di Trullas in Sardegna, ‘‘Bollettino storico pisano’’, XLIII, 1974; Appunti per una storia del` di Sassari, ‘‘La Nuova Sarl’Universita degna’’, cinque articoli, 1974; I Camaldolesi in Sardegna, collana dell’‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, 1, 1974; I Cistercensi in Sardegna. Le abbazie di Corte, di Paulis e di Coros, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, II, 1976; Docu` di menti per una storia dell’Universita Sassari, ‘‘Archivio storico sardo di Sassari’’, VI, 1979; Profilo storico dell’Uni` di Sassari, collana ‘‘Pubblicaversita ` di Giurisprudenza, zioni della Facolta Serie storica’’, 1, 1982.

Zanfarino, Antonio1 Medico (Sassari 1853-ivi 1946). Medico oculista, divenne molto popolare per il suo impegno sociale soprattutto nella lotta contro il tracoma, malattia epidemica ` . Da giovanissimo impedella sua citta gnato in politica, fece parte sino alle elezioni del 1900 del gruppo garavettiano: in quell’anno, pare anche per la sua appartenenza alla massoneria (di ` ‘‘venerabile’’), diventa sostenicui sara tore del ‘‘partito’’ giolittiano. In seguito ` piu ` volte, sino al 1920, consigliere sara ` comunale. Suo figlio Maurizio morira giovanissimo al fronte nelle ultime ore di guerra; sua figlia Mariuccia, moglie ` la madre del di Giuseppe Cossiga, sara

futuro presidente della Repubblica, Francesco.

Zanfarino, Antonio2 Studioso di diritto (n. Sassari 1931). Nipote di Antonio, di` presto professore di Storia ventera delle Dottrine politiche, insegnando a ` di Scienze politilungo nella Facolta che ‘‘Cesare Alfieri’’ di Firenze. Legato all’ambiente sassarese della rivista ` e ‘‘Ichnusa’’, ha scritto anche Liberta democrazia in G.B. Tuveri, ‘‘Quaderni sardi di Filosofia e Scienze umane’’, XIII-XIV, 1984-85.

Zanfarino, Maurizio Militare (Sassari 1895-Col della Berretta, Vicenza, 1918). Tenente di fanteria, medaglia d’oro al V.M. alla memoria nella prima guerra mondiale. Dopo gli studi ginna` quelli liceali siali a Sassari, frequento nel Collegio militare di Roma, passando quindi alla Scuola militare di Modena. Sottotenente, nel gennaio 1916 fu inviato in zona di operazioni, destinato al 46º Reggimento Fanteria ‘‘Reggio’’. Nella battaglia del Piave, a Col Fenelon e a Col Moschin (giugno ` una medaglia d’argento 1918) merito al V.M. Per l’ardimento col quale condusse il proprio reparto contro soverchianti forze nemiche in un tentativo di conquista del monte Asolone (giugno 1918) fu decorato con una seconda me` la batdaglia d’argento. Quando inizio taglia di Vittorio Veneto, si trovava in licenza a Sassari. Senza indugio ripartı` per il fronte. Incaricato del servizio di vettovagliamento, immediatamente lo ` non appena seppe che, abbandono nella lotta per la conquista del monte Asolone e Col della Berretta, erano caduti il suo maggiore e tutti gli ufficiali e qui cadde, a poche ore dalla fine della guerra. La medaglia d’oro al V.M. alla memoria gli fu concessa con questa motivazione: «Ufficiale di altissimo ar` distintosi in precedenti dimento, gia ` volontariamente fatti di arme, tronco

340

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 346

Zapata la licenza di cui stava usufruendo, quando seppe che il battaglione era sul punto di iniziare una nuova azione offensiva, e da ufficiale di vettovaglia` per essere portato sulla mento insiste linea del fuoco. In fiero vittorioso combattimento, funzionando da Aiutante maggiore di un battaglione di assalto, ` puro diede prova luminosa del piu eroismo. Acceso da sacro entusiasmo, ` volte il terfieramente percorse piu reno di combattimento, spazzato in modo micidiale dal fuoco di artiglieria e da numerosissime mitragliatrici, per dirigere reparti e consigliare ed incitare i combattenti. Con un pugno di ` contro il nemico miprodi si slancio naccioso, impegnando fierissima lotta corpo a corpo, riuscendo a spezzare l’impeto nemico. Ferito gravemente il ` porta-stendardo del reparto, impugno il tricolore sollevandolo nel fragore della battaglia, a incitamento, come simbolo della vittoria. Colpito a morte da una pallottola di mitragliatrice, che ´ di gli trapassava la gola, si abbatte colpo, ma facendo appello alle sue ul` sulle ginocchia e, time forze, si rizzo con voce rantolante, in faccia al ne` l’ultimo grido: ‘‘Viva l’Itamico lancio lia’’. (Monte Grappa, 29 ottobre 1918)».

Zannetti, Angelico Religioso (Bagno di Romagna 1864-Bosa 1926). Vescovo di Bosa dal 1916 al 1926. Appartenente all’ordine dei Minoriti nel 1913 giunse in Sardegna come commissario dell’ordine. Nel 1916 fu nominato vescovo di Bosa: preso possesso della diocesi, si ` a fondo per far procedere i impegno lavori di completamento della cattedrale.

Zanzu, Giovanni Architetto, storico dell’arte (n. Berchidda 1950). Laurea` entrato nella carriera tosi in Lettere, e del Ministero dei Beni culturali. At` funzionario presso la Sotualmente e printendenza ai Beni ambientali, arti-

stici e culturali per le province di Cagliari e Oristano. Studioso della pittura ` autore di numesarda del Medioevo, e rose pubblicazioni, tra cui Il trittico di Clemente VII del Duomo di Cagliari. Analisi diagnostiche e problemi di attribuzione, ‘‘Kermes’’, V, 13, 1992; Pittura del Cinquecento a Cagliari e provincia (con G. Tola), 1992; La pala dell’Assunta di Villamar, 1995; Pinacoteca nazionale di Cagliari, in Guida ai musei e alle collezioni della Sardegna, 1997; Scultura lignea intagliata e policromata raffigurante Cristo in croce. Sec. XVI, in Crocifissi dolorosi, Catalogo della mostra, 1997; Il retablo della Vergine di Antioco Mainas, 1998; Joan Mates. Retablo dell’Annunciazione, 1999.

Zapata1 Famiglia aragonese (secc. XIVXVI). Con Alberto e Diego figli di Giovanni Pietro si trasferı` in Sardegna al seguito dell’infante Alfonso. Nel 1327 Diego ebbe la concessione del feudo di Ortacesus e di quelli di Quirra e di Tertenia. Poco dopo fu costretto a cedere Ortacesus a causa delle proteste di Pisa, che riteneva il villaggio parte integrante del suo feudo della Trexenta. I suoi discendenti dopo il 1350 non riuscirono a conservare il feudo ` sotto il controllo di Quirra, che passo ` la dei Carroz; essi trasferirono percio residenza a Cagliari, dove ebbero l’ufficio ereditario di alcaide del castello. ` possibile ricostruire con esatNon e tezza la loro genealogia fino a un Azore, alcaide, che prese parte al parlamento Dusay nel 1497. Suo figlio Francesco, ` a alcaide, morto nel 1529, continuo prendere parte ai parlamenti successivi. I suoi figli nel 1541 acquistarono il feudo di Las Plassas e nel 1566 otten`. nero il riconoscimento della nobilta La loro discendenza si estinse nel 1587 ` con un altro Francesco che lascio erede sua figlia Eleonora, sposata con Giuseppe degli Zapata di Madrid.

341

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 347

Zapata

Zapata 2 Famiglia madrilena (secc. XVI-XX). Un suo membro, un Giuseppe, fratello del conte di Boreyas, si trasferı` in Sardegna nella seconda ` del secolo XVI. Egli sposo ` Eleometa nora Z., figlia ed erede del barone Francesco Z. di Las Plassas, e nel 1587, ` alla morte di suo suocero, gli subentro nel feudo e nell’ufficio di alcaide del castello. I suoi discendenti continuarono a possedere il feudo di Las Plassas, ma nel corso del secolo XVII spostarono il centro dell’amministrazione a Barumini, dove fecero costruire un bel palazzo che divenne anche loro prediletta residenza. Nello stesso periodo essi presero parte ai parlamenti Avellano, Lemos e Camarassa e si legarono al partito dei Castelvı`. Scoppiata la guerra di successione spagnola, si mostrarono favorevoli al passaggio dell’isola agli Asburgo e quando infine ` ai Savoia giurarono la Sardegna passo ` alla nuova dinastia. A partire fedelta ` del secolo XVIII si dalla seconda meta impegnarono in una lunga lite per l’e` del feudo di Capoterra: solo nel redita 1832, pochi anni prima del riscatto dei feudi, ne ottennero il possesso. La famiglia si estinse nel 1939 con un Lorenzo.

Zapata, Antonio Barone di Las Plassas (Cagliari, fine sec. XVII-ivi 1749). Brillante ufficiale, dopo il passaggio dell’isola agli Asburgo fu nominato capitano generale della cavalleria miliziana e dal 1713 prese a portare il titolo di marchese di Villafranca, non in seguito a concessione reale ma sulla base di una delibera del Consiglio del patrimonio, organismo che sosteneva l’a´ Carrillo. zione del vicere

Zapata, Azore1 Signore di Las Plassas ` sec. XVI-ivi (Cagliari, prima meta 1567). Divenuto alcaide nel 1529, si ` agli Aymerich e fu nominato eselego ` Carrillo (=). Persocutore dell’eredita

naggio contorto e senza scrupoli, trasse notevoli guadagni dall’esecuzione del mandato. Ottenne anche l’ufficio di tentore e pesatore della contea del Go` nel 1545. L’ufceano, al quale rinuncio ` ficio che gli diede maggiori possibilita di operare a proprio vantaggio e a vantaggio dei suoi amici fu la signoria della scrivania della Procura reale che ottenne nel 1539. Utilizzando le competenze che gli derivavano dall’essere signore della scrivania, si pose al centro di affari poco chiari e fu accusato di falsificare documenti a vantaggio dell’amico Salvatore Aymerich; ` sempre a togliersi d’impacriuscı` pero cio grazie alle sue amicizie e alla protezione di un suo fratello canonico. Nel ` il feudo di Las Plassas. 1541 acquisto Nel 1560 fu inviato a corte come sindaco dello Stamento militare: al ritorno cedette l’ufficio di alcaide a suo figlio Francesco e nel 1566 ottenne il `. riconoscimento della nobilta

Zapata, Azore2 Barone di Las Plassas (Cagliari 1612-ivi 1658). Figlio di Francesco I, prese parte al parlamento ` a Bernardino Mattia Avellano e si lego Cervellon, del quale condivideva le idee, schierandosi nel partito dei Ca´ Trivulzio, stelvı`. Quando poi il vicere all’atto della partenza dall’isola, no` vicere ´ interino Pietro Martı´nez mino Rubio, nel 1651 seguı` il Cervellon ` armato nel Duomo quando si presento di Cagliari cacciandone il Martı´nez. Per questo motivo Azore fu arrestato ´ Velez de Guevara e lidal nuovo vicere berato solo nel 1652 per intervento reale.

Zapata, Efisio Barone di Las Plassas (Cagliari 1782-ivi 1836). Figlio di Lo` del renzo, nel 1831 cedette la proprieta teatro di famiglia (= Zapata, Francesco II) al Comune di Cagliari che ne fece il Teatro civico; nel 1832 riuscı` finalmente a chiudere vantaggiosamente la

342

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 348

Zapata causa per Capoterra e cosı` acquisı` anche questo feudo, ma proprio poco prima che iniziassero le procedure per il riscatto.

Zapata, Francesco I Barone di Las Plassas (Cagliari, fine sec. XVI-ivi 1645). Fratello di Giovanni, con lui gli Zapata iniziarono a valorizzare Barumini: nel 1609 vi fece edificare il con` vento dei Cappuccini e alcuni anni piu tardi il bel palazzo in forme gotico-catalane che fu spesso residenza della famiglia.

Zapata, Francesco II Barone di Las Plassas (Cagliari 1725-ivi 1776). Egli riprese a usare il titolo di marchese di Villafranca; fu un illuminato mecenate ` all’architetto Belche commissiono grano di Famolasco la costruzione di un teatro per pubbliche rappresentazioni. L’opera, per quanto inizialmente ` somme realizzata in legno, costo enormi che Z. estorceva ai vassalli, co´ i suoi rapporti con loro si guasicche starono al punto che essi nel 1771 si rifiutarono di pagare i tributi e gli si ribellarono apertamente.

Zapata, Giovanni Gentiluomo (Ca` sec. XVI-ivi, gliari, seconda meta ` sec. XVII). Persona di prima meta grande equilibrio, luogotenente del governatore del Capo di Cagliari e Gallura Giacomo Aragall, tra il 1601 e il ` funzioni di vicere ´ inte1602 esercito ´ conte rino durante l’assenza del vicere di Elda, preoccupandosi di regolamentare il commercio dei grani. In seguito, quando nel 1610, dopo la morte di Gia` Raimondo como Aragall, il re nomino Zatrillas governatore di Cagliari e Gal` la nomina lura e subito dopo revoco per placare gli Aragall, che pretendevano di ricoprire l’ufficio per diritto ereditario, fu nominato governatore al suo posto. Tenne l’ufficio fino alla mag` di Diego Aragall. giore eta

Zapata, Lorenzo Barone di Las Plassas

(Cagliari 1747-ivi 1784). Figlio di Fran` la costruzione del cesco II, completo teatro di famiglia affidandola al Viana. Fu nominato capitano generale della fanteria miliziana. Avendo sposato ` una causa per Luigia Zonza Vico, avvio entrare in possesso della baronia di ` non riuscı` Capoterra, della quale pero a vedere la conclusione.

Zapata, Palazzo Edificio che sorge in via dei Genovesi a Cagliari. Fu costruito nel corso del secolo XVI in forme gotico-aragonesi che risentono di elementi tardorinascimentali. Il palazzo ha due piani e aveva due corpi, uno dei quali purtroppo crollato durante i bombardamenti del 1943. La ` abbellita da due ordini di fifacciata e nestre con balconi di ferro, sormontate nel primo piano da cornici rettilinee, nel secondo da timpani triangolari.

Zapata, villa Edificio che sorge a Barumini, in piazza Parrocchia. Fu fatta costruire agli inizi del Seicento dal ba` o meno con le rone di Las Plassas piu stesse caratteristiche architettoniche del palazzo che la famiglia possedeva a Cagliari. Ha una pianta a forma di L: nella facciata si apre un solenne portale inquadrato da due colonne corinzie che sorreggono un timpano che racchiude lo stemma della famiglia in marmo e da finestre racchiuse da cornici; una rampa di scale scenograficamente strutturata conduce al secondo piano dell’edificio. La villa fu sede dell’amministrazione baronale e della periodica residenza della famiglia. Dopo la morte della vedova dell’ultimo ba` stato acquistato dal rone l’edificio e Comune di Barumini: nei recentissimi restauri, che hanno restituito a nuova vita il palazzo mettendone in rilievo ` scoperto l’eleganza delle strutture, si e che l’edificio era stato costruito sui resti di un grande nuraghe. La sistemazione della villa a museo del territorio

343

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 349

Zappadu permette di vedere, sotto il pavimento, l’antica costruzione.

Zappadu, Antonello Fotografo (n. Pattada 1957). Si occupa prevalentemente di reportage. Con la sua macchina fotografica ha fatto il giro del mondo all’inseguimento dello ‘‘scatto storico’’, cominciando nei primi anni Settanta con alcuni reportage sul banditismo sardo. Anni dopo si reca in India, poi a Mosca per la morte di Brezhnev, in Corea e in Giappone, a realizzare un reportage a cinquant’anni dalla bomba atomica. Tra il 1992 e il 1997 si reca in Ecuador alla ricerca degli Auca, gli ultimi cannibali, e assiste alla guerra delle Ande. Le sue immagini vengono largamente diffuse grazie alla collaborazione con la Associated Press, l’ANSA e la UK Press.

Zara, Iginio Pittore e incisore (Bitti ` sec. XX). 1909-Sassari, seconda meta Fu dal 1931 il braccio destro di Giuseppe Biasi, del quale, grazie alla pro` tecnica, incideva i pria grande abilita legni delle xilografie e le linoleografie a colori, in particolare le 35 tavole riunite sotto il titolo Vecchia Sardegna (1934-1935), che Biasi definı` «il mio testamento iconografico sulla Sardegna». Esordı` alla mostra sindacale di Sassari del 1932, successivamente si ` nella xilografia e dal 1935 specializzo fece un lungo soggiorno a Urbino dove ` la Scuola del libro, specializfrequento zandosi. Tornato in Sardegna nel 1939, prese parte ad alcune mostre importanti. Dopo la parentesi della seconda guerra mondiale si stabilı` a Sassari, dove fu anche insegnante di storia dell’arte negli istituti superiori, continuando a eseguire diligenti incisioni di buon livello artistico.

Zarbo, Giuseppe Fotografo (n. Selargius, sec. XX). Responsabile della sezione cagliaritana del WWF fino al ` organizzatore e responsabile 1987, e

dei ‘‘Campi di avventura’’ per adole´ dei ‘‘Campi di lavoro’’ scenti nonche nazionali e internazionali per conto ` inoltre l’ideatore dell’inidel WWF; e ziativa del ‘‘trenino Verde’’. Appassionato di fotografia naturalistica, ha pubblicato su diverse riviste e giornali fotografie e testi su animali e ambienti ` il libro di fiabe C’era una sardi. Suo e volta..., rivolto agli studenti delle scuole medie in occasione della campagna antincendi del 1996; ha pubblicato anche un album di figurine sulla flora e la fauna sarde dal titolo Sardegna da scoprire.

Zaru, Mario Archeologo (n. Ardauli 1948). Conseguita la laurea in Lettere, insegna negli istituti secondari. Ha preso parte ad alcuni scavi, prevalentemente nel Barigadu, e ne ha scritto in Le domus de janas di Ardauli, in Musoleos e le chiese di Ardauli, 1992, e Ardauli tra archeologia e toponomastica, 2005.

Zatrillas Famiglia feudale originaria dell’Ampurdan (secc. XIV-XIX). Un suo ramo si trasferı` in Sardegna nel secolo XIV con un Alberto, signore di Muga. Egli prese parte alla spedizione dell’infante Alfonso e pur mantenendo i rapporti con la Catalogna fece lunghi soggiorni in Sardegna, dove morı` nel 1334. Dai suoi figli Alberto e Raimondo derivarono due rami della famiglia. ` in SarRamo di Alberto. Alberto torno degna nel 1354 e vi si stabilı`; nel 1362 fu nominato governatore di Cagliari e Gallura e resse l’ufficio fino al 1374. Fu suo figlio Alberto, valoroso diplo` discendenza. matico, che non lascio Ramo di Raimondo. Raimondo ebbe in feudo alcuni villaggi nella curatoria del Gerrei nel 1333. I suoi discendenti, a causa delle guerre tra Aragona e Ar` del borea, persero la disponibilita feudo e dopo il 1354 si stabilirono ad Alghero. Dopo la battaglia di Sanluri recuperarono il feudo del Gerrei e nel

344

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 350

Zatrillas 1421 ottennero anche quello del Montiferru. Nel corso del secolo XV estesero ulteriormente il patrimonio feudale della famiglia e alla fine del secolo formarono due nuovi rami della famiglia, con Angelo e Raimondo figli di un Gherardo. I signori del Montiferru Angelo fu governatore di Alghero. Nel 1518 ebbe la signoria del Montiferru e i suoi discendenti nel 1593 ottennero il titolo di conte di Cuglieri; agli inizi del Seicento furono tra i maggiori sostenitori ´n de Armas; nel della politica di Unio 1633 ottennero il titolo di marchese di Sietefuentes e si estinsero nella se` del secolo con la celebre conda meta Francesca. I signori del Gerrei Raimondo ebbe il feudo del Gerrei; i suoi discendenti ne estesero ulteriormente i confini, e quando si estinse il ramo del Montiferru tentarono senza successo di ereditare anche quello. Nel 1701 ottennero i titoli di marchese di Villaclara e di conte di Villasalto. Nel corso del secolo XVIII riuscirono a entrare in possesso anche di una parte del Montiferru e si estinsero nel 1814 con un Francesco.

Zatrillas, Alberto I Governatore di Cagliari e Gallura (Muga, Spagna, prima ` sec. XIV-Cagliari, 1374 ca.). Si stameta bilı` in Sardegna nel 1354 al seguito di Pietro IV e prese parte al Parlamento da lui convocato del 1355. Nel 1362 fu nominato governatore di Cagliari e Gallura e resse l’ufficio negli anni in cui le guerre con i giudici d’Arborea resero incerta la sopravvivenza del dominio catalano in Sardegna. Quando ` la seconda guerra tra nel 1364 scoppio Mariano IVe Pietro IV, disponeva di pochi mezzi per organizzare la difesa: cosı` nel 1365 perse Iglesias e nel 1366 il castello di Sanluri. Mentre le truppe arborensi dilagavano verso Cagliari,

` conservare il possesso egli seppe pero dei castelli di Acquafredda (=) e di Gioiosaguardia (=), consentendo un alleggerimento della pressione su Cagliari. Nel 1368 riuscı` a trovare soccorsi alimentari per la popolazione di ` i lavori di riCagliari e nel 1370 avvio strutturazione del Palazzo regio di Cagliari.

Zatrillas, Alberto II Diplomatico ` sec. XIV-Cagliari?, (Muga, prima meta ` sec. XV). Figlio di Alberto prima meta I, la sua educazione fu completata a ` notevoli corte, dove per le sue capacita fu nominato consigliere di Giovanni I. Il sovrano si servı` di lui per trattare delicate questioni nella fase che precedette la stipula del trattato di pace del 1388 con Eleonora d’Arborea e quando ` lo incarico ` nel 1391 ripresero le ostilita ` di una spedidi sondare la possibilita zione in Sardegna. Tornato dopo alcuni anni in Catalogna, prese parte alle campagne di re Martino il Vecchio contro il conte di Foix e nel 1411 ebbe un ruolo importante nella preparazione del concordato di Caspe col quale la dinastia dei Trastamara fu posta sul trono d’Aragona. Nel 1412 fu nominato governatore d’Alghero, ma nel 1415 fu richiamato a corte. In seguito fu impegnato in delicate missioni durante il concilio di Costanza.

Zatrillas, Angelo I Signore del Monti` sec. XVferru (Alghero, seconda meta ivi 1521). Figlio di Gherardo, nella divisione del patrimonio feudale fatta dal padre, pur essendo cadetto, ebbe la signoria del salto di Pittinuri. Alcuni anni dopo, quando morı` suo fratello Pietro, al quale era toccato il Montiferru, riunı` nelle proprie mani i due territori, formando un unico grande feudo. Nel 1518 fu nominato governatore di Alghero e poco dopo, essendo morto anche il fratello primogenito An-

345

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 351

Zatrillas ` di impadronirsi del feudo gelo, tento ` riuscirvi. del Gerrei, senza pero

Zatrillas, Angelo II Conte di Cuglieri ` sec. XVI-ivi?, (Alghero, prima meta 1595). Nipote di Angelo I, valoroso ` a trouomo d’armi, nel 1560 si impegno vare le somme necessarie per poten` ziare le difese del Regno e si adopero per la costituzione di reparti di truppe sarde. Fu tra i protagonisti del parlamento Moncada nel 1584 e nel 1586 fu mandato a Madrid come sindaco dello Stamento militare. Tornato in Sarde` ancora nella difesa gna, si segnalo delle coste dagli attacchi dei corsari barbareschi e nel 1593 ottenne il titolo di conte di Cuglieri.

Zatrillas, Caterina Signora di Gesturi (Cagliari, sec. XVII-?). Sorella di Chiara, dopo la morte di suo padre Sal` in giudizio reclamando il vatore la cito feudo di Gesturi. Chiara morı` prima che il giudizio fosse concluso, lascian` il feudo. Caterina a sua dole in eredita ` alla figlia Agostina Ponti, volta lo lascio natale dal suo secondo marito.

Zatrillas, Chiara Signora del Gerrei e di Gesturi (Cagliari, sec. XVII-?). Suo padre la fece sposare con lo zio Gio` erede dell’invanni Battista, e la lascio tero patrimonio feudale di questo ramo della famiglia. Sua sorella Cate` , contesto ` la decisione rina (=), pero del loro genitore; nelle more del giudizio Chiara morı`, lasciando Gesturi a sua sorella.

Zatrillas, Francesca Marchesa di Sietefuentes (Cagliari 1642-Nizza, dopo ` il 1674). Sorella di Giuseppe, sposo marchese Agostino di Castelvı`. Nel 1661 succedette nel feudo a suo fratello, ma fu chiamata in giudizio dalla cugina Marchesia e dagli Zatrillas dell’altro ramo, che pretendevano di estrometterla. La lite si concluse poco dopo con un accordo tra Francesca e Marchesia: il titolo marchionale e Sie-

tefuentes, Cuglieri e Scano toccarono a Z. Pochi anni dopo, il 20 giugno 1668, a causa della crescente tensione politica interna, apertosi il parlamento Camarassa, suo marito Agostino Castelvı` fu assassinato. Accusato di essere il man´ tento ` aldante dell’omicidio, il vicere lora di avvalorare l’ipotesi che a uccidere il Castelvı` fosse stata proprio Z. in combutta col suo amante Silvestro Aymerich, ma a distanza di un mese esatto un gruppo di congiunti del mar` il vicere ´ . L’accusa nei chese assassino ` prendere corpo confronti di Z. sembro a causa del comportamento che tenne successivamente col suo amante, sposato all’indomani della morte di Agostino. I due dovettero quindi fuggire dapprima a Cuglieri e successivamente, dopo la condanna e la confisca, ` incinta al momento del in Francia. Gia secondo matrimonio, ebbe un figlio, Gabriele, che fu battezzato da un duca di Savoia. Ritiratasi in convento a Nizza dopo la morte del marito, attirato con un tranello in Sardegna e ucciso a tradimento appena sbarcato all’Isola Rossa (1671), vi visse un’esistenza di devozione e di fede, per cui ` . Nel fu circondata da fama di santita ` alla sua vi1942 Dionigi Scano dedico cenda un ampio saggio, Donna Francesca di Zatrillas, marchesa di Laconi e di Sietefuentes, pubblicato in un fascicolo dell’‘‘Archivio storico sardo’’, basato su una vasta documentazione ma scritto con qualche ambizione divulgativa. Il ` stato riedito nel 2003, con qualtesto e che taglio negli apparati documentali, nella ‘‘Biblioteca della Nuova Sardegna’’.

Zatrillas, Gherardo I Signore del Gerrei e del Montiferru (Alghero, seconda ` sec. XV-?, 1515). Figlio di Raimeta mondo IV, fu oculato amministratore del patrimonio feudale per conto di suo fratello Angelo e, quando questi

346

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 352

Zatrillas ` tutti i feudi. morı` nel 1505, eredito ` il salto di Nello stesso anno acquisto Muru Cungiau nel Montiferru; nel 1508 fu nominato governatore di Alghero. Fece costruire buona parte del ` che nel sistema delle mura della citta 1528 permisero di respingere l’attacco della flotta di Andrea Doria.

Zatrillas, Gherardo II Signore del Ger` sec. XVI-Alrei (Cagliari, prima meta geri 1541). Valoroso uomo d’armi, in ` dovette sostenere una lite gioventu con lo zio Angelo, signore del Montiferru, che avrebbe voluto impadronirsi anche del Gerrei. Seguı` Carlo V nelle sue guerre e nel 1541, unitamente a suo fratello Salvatore, prese parte all’impresa d’Algeri, dove i due morirono in battaglia.

Zatrillas, Gherardo III Signore del Gerrei e signore di Gesturi (Cagliari, prima ` sec. XVI-ivi?, 1618). Valoroso meta ` nella difesa uomo d’armi, si segnalo delle coste. Nel 1583 su incarico di suo padre definı` i confini tra il Gerrei e il feudo di Mandas, ottenendo il salto di Murdegu che da allora divenne la ri` serva di caccia della famiglia. Si sposo con Chiara Dedoni, erede del feudo di ´ entrare in posGesturi, del quale pote sesso solo nel 1592 dopo una lunga lite. Nel 1613, infine, succedette a suo padre nel Gerrei.

Zatrillas, Giovanni Battista I Marchese di Sietefuentes, conte di Cuglieri (Alghero 1584-Cagliari 1650). Continuando le tradizioni di famiglia, durante i parlamenti del 1603 e del 1613 fu tra i fautori di un maggiore impegno finanziario per la difesa della Sardegna e aderı` con entusiasmo alla poli´n de Armas. Nel 1620 retica della Unio spinse un attacco di corsari turchi sbarcati nelle spiagge di Quartu e nel 1621 propose la formazione di una squadra navale che fosse di stanza a Cagliari per la difesa delle coste del

` per l’arruoRegno. Nel 1626 si adopero lamento del tercio di Sardegna, stipendiando a sue spese una compagnia. Nel 1628 prese cosı` parte alla Guerra dei Trent’anni unitamente a suo figlio Paolo, il quale morı` durante l’assedio di Mantova. Tornato in Sardegna, nel 1633 ottenne il titolo di marchese di Sietefuentes.

Zatrillas, Giovanni Battista II Signore del Gerrei (Cagliari 1606-ivi, dopo 1670). Per poter continuare la discendenza della famiglia, fu fatto sposare ` cosı` con sua nipote Chiara, ed eredito la signoria del Gerrei. All’estinzione del ramo di Montiferru egli prese il ti` tolo di conte di Sedilo e nel 1661 tento di opporsi alla successione di France` riuscire nel sca Zatrillas senza pero suo intento.

Zatrillas, Giuseppe I Marchese di Sie` sec. tefuentes (Cagliari, prima meta XVII-ivi 1661). Prese parte attivamente alle vicende politiche del suo tempo, e durante il parlamento Avellano nel 1644 condivise le posizioni politiche del partito dei Castelvı`. In seguito si ` a Bernardino Mattia Cervellon, lego che sostenne politicamente; morı` senza lasciare discendenza maschile.

Zatrillas, Giuseppe II Marchese di Villaclara e conte di Villasalto (Cagliari 1648-Tolone, dopo 1715). Elegante scrittore e valoroso uomo d’armi, nel 1671 ` a proprie spese due reggimenti arruolo di fanteria. Scrisse il romanzo Engan ˜ os y desengan ˜ os del profano amor, deduci` este fin dos de la amorosa historia, que a de refiere del duque Federico de Toledo, pubblicato con grande successo a Napoli in due volumi usciti nel 1687 e ` un romanzo storico – scrive Pa1688: e squale Tola – sugli amori del duca don Federigo di Toledo con donna Elvira di Peralta, «gentildonna che si suppone di bellissime forme, di spirito assai colto e di singolare avvenenza». Tutto

347

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 353

Zatrillas ` toambientato nelle case della nobilta ledana, il libro ha, in appendice, un indice delle accademie, dei temi (asumptos) e delle poesie contenute nell’opera e un indice delle sentenze morali (moralidades) sparse nelle sue pagine: «L’avere intarsiato la prosa – dice ancora Tola – di poesie, di ballate, di serenate, e di accademie, non si deve apporre tutto a colpa sua sola, ma molta ve n’ebbero i tempi, e il gusto della nazione allora dominante in Sardegna, la quale si piaceva assai di siffatti mostruosi accoppiamenti». Durante il parlamento Montellano fu eletto sindaco dello Stamento militare e di quello reale e nel 1698 fu inviato a Madrid dove si introdusse negli ambienti di corte. Scoppiata la guerra di succes` accesi partisione spagnola fu tra i piu ` giani di Filippo V, che nel 1701 lo creo marchese di Villaclara e conte di Villasalto. In seguito fu sospettato ingiustamente di tradimento a favore di Carlo d’Asburgo e dovette rifugiarsi a Tolone, dove morı` di dolore dopo il 1715. Tra gli altri suoi scritti: Poema heroyco al merecido applauso del unico oraculo de las musas la sen ˜ ora soror Juana Ines de la Cruz religiosa professa en el monasterio de S. Geronimo de la ciudad del Mexico, edito a Barcellona nel 1926.

Zatrillas, Lucia Gentildonna, religiosa ` sec. XV-Cu(Cagliari, seconda meta glieri 1545). Figlia di Raimondo III, fu animata da profondo spirito religioso e ` a Cuglieri un monastero di Serfondo ` . Visse in meditazione viti dove si ritiro ` e morı` dedicandosi alle opere di carita ` a Cuglieri nel 1545. in odore di santita

Zatrillas, Marchesia Gentildonna (Ca` sec. XVII-ivi?, segliari, prima meta ` sec. XVII). Cugina di Franconda meta ` il conte Matteo Cervellon cesca, sposo di Sedilo. Quando morı` il marchese ` Giuseppe Zatrillas suo cugino contesto a Francesca la successione nel mar-

chesato di Sietefuentes e dopo una ` con la cugina complessa vicenda trovo un compromesso in base al quale sarebbe dovuta entrare in possesso di Cuglieri e Sennariolo. Le vicende personali di Francesca (=) impedirono che il ´ nel concordato avesse effetto, perche 1669 il Montiferru fu sequestrato. Attraverso sua figlia Isabella i diritti riconosciuti a M. passarono ai figli che nacquero dal matrimonio di quest’ultima con il marchese d’Albis.

Zatrillas, Raimondo I Signore del Gerrei (Muga, Spagna, sec. XIV-Cagliari 1375). Fratello di Alberto governatore di Cagliari, nel 1333 ottenne la signoria di Armungia e di altri villaggi nel Gerrei. Nel 1362 fu nominato capitano di Iglesias e, scoppiata la seconda guerra ` inutiltra Mariano IV e Pietro IV, tento mente di fermare l’avanzata delle truppe giudicali. Nel 1365 sostenne il loro assedio, ma fu costretto a cedere la ` e poco dopo assistette impotente citta alla devastazione del suo feudo del ` a Cagliari. Gerrei. Allora si ritiro

Zatrillas, Raimondo II Signore del ` sec. XIVGerrei (Cagliari, prima meta Alghero 1405). Figlio di Raimondo I, valoroso uomo d’armi, prese parte all’ultima fase della guerra contro gli Arbo` la sua residenza ad Alghero, rea. Fisso dove fu accusato di proteggere alcuni corsari che frequentavano il porto `. Nel 1401 fu nominato goverdella citta natore del Capo di Sassari e Logudoro quando la maggior parte del territorio di sua pertinenza era ancora in mano alle truppe arborensi.

Zatrillas, Raimondo III Signore del ` sec. Gerrei (Alghero, seconda meta XIV-ivi, dopo 1432). Valoroso uomo d’armi, prese parte alla battaglia di Sanluri. Dopo la morte di Pietro Torrellas fu nominato governatore di Al` con grande prughero; resse la citta denza e nel 1412 la difese dall’attacco

348

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 354

Zattera del visconte di Narbona. Poco dopo fu sostituito da suo cugino Alberto II. Legatosi ai Trastamara, nel 1416 fu nominato governatore di Sassari e del Logudoro e capitano generale del Regno. Ebbe un ruolo di rilievo con l’arrivo di Alfonso V in Sardegna e nel 1421 acqui` da Guglielmo di Montan ˜ ans il feudo sto ` a governare del Montiferru. Continuo con molta prudenza negli anni che seguirono la partenza del visconte di Narbona e nel 1432 difese Alghero da un tentativo di sbarco di corsari saraceni.

Zatrillas, Raimondo IV Signore del Gerrei e del Montiferru (Alghero, ` sec. XV-ivi, seconda meta ` prima meta sec. XV). Abile amministratore del proprio patrimonio feudale e uomo poli` all’allora tico di buon livello, si lego principe Giovanni del quale condivideva le idee. Nel 1449 fu nominato governatore di Sassari e del Logudoro: estese ulteriormente il patrimonio feudale acquistando nel 1455 i villaggi di Sietefuentes e di Cuglieri dai De Marı` e nel 1457 dai Ferret il vasto salto spopolato di Campo di Bous. Dopo la morte di Alfonso V, quando Giovanni divenne re di Sardegna, il suo potere politico au` notevolmente. Scoppiata la mento ` guerra tra Leonardo Alagon e Nicolo Carroz, per quanto il marchese di Oristano fosse suo cugino (egli era figlio di Nicoletta Cubello), si mantenne fedele al governo. Dopo la battaglia di Macomer ebbe l’ingrato compito di procedere al sequestro del marchesato in nome e per conto del re.

Zatrillas, Raimondo V Governatore di ` sec. Cagliari (Cagliari, prima meta XVI-ivi 1616). Figlio di Gherardo, fu un abile uomo politico, dotato di grande equilibrio. Agli inizi del Seicento si ` al vicere ´ duca di Gandı´a, del quale lego ` la politica. Dopo la morte di assecondo ´ il duca riteGiacomo Aragall, poiche

neva che l’ultimo degli Aragall, Diego, ` , non fosse in data la sua giovane eta condizione di reggere l’ufficio di governatore di Cagliari e Gallura (carica che ` di socomportava anche l’eventualita ´ in caso di sua assenza stituire il vicere o di morte), tra la sorpresa generale no` Z. governatore. Gli Aragall, che si mino sentirono defraudati di un diritto che dichiaravano ereditario, fecero pres´ la situazione fosse sioni a corte perche ` la nomina e sanata; cosı` il re revoco conferı` l’incarico a Giovanni Zapata, in attesa che Diego Aragall divenisse ` a vita maggiorenne. Raimondo si ritiro privata.

Zatrillas, Salvatore Signore di Gesturi ` sec. XVII-?). Fi(Cagliari, prima meta glio secondogenito di Gherardo III, nel 1623 succedette a suo fratello primogenito Baldassarre anche nel feudo del Gerrei. Dal suo matrimonio con Anna Brondo nacquero solo figlie femmine: Chiara e Caterina. Per garantire la continuazione della famiglia egli fece sposare Chiara con il fratello Giovanni Battista II.

Zatrillas, Saturnino Signore del Gerrei (Cagliari 1615-ivi 1670). Fratello di Salvatore (=) e di Giovanni Battista ` e di (=), fu uomo di grandi capacita profonda preparazione giuridica; percorse una brillante carriera nell’amministrazione finanziaria del Regno giungendo nel 1656 al grado di maestro razionale. Quando suo fratello Gio` il Gerrei. vanni Battista morı`, eredito

Zattera, La Casa editrice fondata a Cagliari nel secondo dopoguerra dalla famiglia di librai Cocco: attiva per non molti anni, ha al suo attivo libri importanti come Sculture della Sardegna nuragica, 1956, e I nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna, di Giovanni Lilliu, 1962; gli Scritti inediti di Dionigi Scano, ` del sole di Francesco Alziator e La citta il primo numero dei ‘‘Quaderni di Ra-

349

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 355

Zazzu dio Sardegna’’; Sardegna tra due lingue di Michelangelo Pira.

Zazzu, Gerolamo Scrittore (n. Ploaghe 1936). Impiegato delle ferrovie, ha iniziato a distinguersi negli anni Settanta per i riconoscimenti ottenuti nei concorsi letterari con poesie e racconti in sardo. Ha pubblicato Poesias contados e ` indevinzos, 1984; Paristorias. Le piu belle fiabe di Hans Christian Andersen con traduzione in lingua sarda, 1990; Sarra. Istoria e leggenda de un’eroe sardu, 2000; Poesiende andalas de vida, 2006. Giampiero Marras ha scritto che nelle sue opere si trovano «immagini, fantasie, quadri e figure della Sardegna di ieri e di oggi».

Zedda Famiglia di Sorgono (sec. XVIIIesistente). Le sue notizie risalgono alla fine del secolo XVIII. Nel 1825 ottenne ` il cavalierato ereditario e la nobilta con un Agostino Zedda Carta, i cui discendenti nel corso del secolo si trasferirono a Cagliari.

Zedda, Corrado Paleografo (n. Cagliari, sec. XX). Dopo essersi laureato in Lettere a Cagliari, ha conseguito il diploma di archivista e paleografo e si ` anche specializzato in Storia medioe evale. Tra i suoi scritti: Una curiosa lite tra due vicini di casa nella Cagliari del Quattrocento, ‘‘Bollettino bibliografico della Sardegna’’, 20, 1995; Mariano IV nei ‘‘Procesos contra los Arborea’’, ‘‘Sardegna antiga’’, 8, 1995; Il registro n. 2015 dell’Archivio della Corona d’Aragona, 1996; Il castello del Goceano e la guerra tra Arborea e Aragona, in Milites. Castelli e battaglie nella Sardegna tardomedioevale, 1996; Gli Arborea e gli affreschi della chiesa di Nostra Signora di Sos Regnos Altos, ‘‘Archivio storico giuridico sardo di Sassari’’, 2, 1996; La figura di Mariano IV d’Arborea attraverso la lettura dei ‘‘Procesos contra los Arborea’’, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XXIII, 1997.

Zedda, Daniela Fotografa (n. Cagliari 1959). Fotogiornalista, ha cominciato a occuparsi di fotografia nel 1982. Attualmente collabora con il quotidiano ‘‘L’Unione Sarda’’, intrattenendo rapporti anche con le Agenzie internazionali ANSA e Olympia. Negli ultimi anni ` importanti avveniha seguito i piu menti culturali e di spettacolo della Sardegna. I suoi ritratti costituiscono ` accauna vasta antologia di quanto e duto in Sardegna negli ultimi quindici ` titolare della catanni. Attualmente e tedra di Teoria, Tecnica e Didattica delle Strutture Audiovisive dell’ISEF de L’Aquila, sede di Cagliari.

Zedda, Francesco (noto con lo pseud. Cino di Barbagia) Scrittore (Cagliari 1907Roma 1990). Completati gli studi liceali ` in Lettere e si dedico ` all’insesi laureo gnamento negli istituti superiori. Divenne presto uno dei protagonisti della vita culturale cagliaritana, inserendosi in un ambiente che, nonostante il ` fuori fascismo, mostrava una vivacita dal comune. Prese parte attiva a questo composito mondo; esordı` come poeta pubblicando, a partire dal 1934, alcune raccolte di versi. In seguito, scoppiata la seconda guerra mondiale, visse il dramma dei bombardamenti e dello sfollamento. Nel dopoguerra la sua at` di docente lo porto ` a insegnare tivita italiano al Conservatorio ‘‘Verdi’’ di Milano e in quello di Santa Cecilia a Roma. Operava a contatto con le cor` vive della renti e con le esperienze piu cultura italiana; ma pur essendo lontano dall’isola era portato a riflettere sui problemi che l’autonomismo nascente e la difficile ricostruzione pone` il bisogno di esprivano. Sentı` percio mere la sua visione della storia dell’isola e la sua valutazione dei problemi della sua terra contribuendo cosı`, sia pure da un punto di vista tutto personale, al dibattito che altri intellettuali

350

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 356

Zedda Maccio` conducevano sullo stesso tema. Da questo atteggiamento nacquero alcuni dei suoi romanzi, che pur essendo poco noti in Sardegna contribuirono a farlo conoscere e apprezzare negli ambienti letterari nazionali. Negli ultimi anni della sua vita, pur continuando a scrivere prevalentemente in prosa, riprese anche le composizioni in versi: ` la sua – ha scritto Giuseppe Marci – e «una produzione imponente, disconti` ma che complessivanua per qualita mente segnala Z. quale autore di indubbio pregio». Meno limitativo il giu` stato in grado dizio di Nicola Tanda: «E di interessare e divertire il lettore facendo al tempo stesso i conti con la sto` con la vita e i modi imprevediria, cioe ` delle attese e delle prebili che, al di la tese degli uomini, la governano». Trascorse gli ultimi anni della sua vita tranquillamente. Le sue opere principali, Poema mistico, 1934; Inni amari, 1935; Golfo degli Angeli, 1937; Il canto dell’angelo muto, 1947; C’e` un’isola antica, 1953; Ascanio, 1962; Maracanda, 1971; Idilli, versi, 1972; Rapsodia sarda, 1984; Il cantico del mare, 1986; Sinfonia aurea, 1987.

Zedda, Giovanni Paolo Religioso (n. Arbus 1947). Vescovo di Iglesias dal ` 2007. Ordinato sacerdote nel 1971, e stato rettore del Seminario di Villacidro dal 1983 al 1991, parroco a Gonnosfanadiga, Arbus (San Sebastiano Martini), San Gavino Monreale (Santa Chiara).

Zedda, Giuseppe Giurista (Terralba 1767-Cagliari 1849). Laureatosi in ` alla carriera universiLegge, si dedico taria. Nel 1807 fu nominato professore ` di Istituzioni civili presso l’Universita di Cagliari. Di idee liberali, nel 1812 prese parte alla congiura di Palabanda: scoperto, riuscı` a fuggire in Corsica, ma fu condannato a morte in contumacia. Si stabilı` ad Ajaccio, dove si guada-

` da vivere insegnando italiano. Nel gno ` domanda per ottenere la 1847 inoltro grazia, che gli fu concessa in conside` e della salute cagionerazione dell’eta vole.

Zedda, Tullio Storico (sec. XX). Tra il 1955 e il 1961 ha dedicato una serie di scritti alla storia medioevale di Sardegna, fra cui I Vikinghi in Sardegna. Nuove ricerche e ipotesi sulla storia di Sardegna nell’Alto Medioevo, 1955; La Sardegna nel primo Medioevo, 1956; Studi sulla Sardegna medioevale, voll. 2, 1957-58; Storia della Sardegna nel Medio Evo. I. L’Alto Medioevo, 1961.

` , Isabella Geografa (n. Zedda Maccio Porto Torres 1951). Dopo la laurea ha intrapreso la carriera universitaria. ` diventata professore assoNel 1985 e ciato di Geografia; attualmente insegna Geografia storica presso il Dipartimento di Studi storici e geografico-ar` di Scienze della tistici della Facolta ` di CaFormazione dell’Universita ` prevalentemente occupata gliari. Si e ` autrice di indi geografia storica ed e teressanti lavori apparsi su autorevoli riviste scientifiche. Tra i suoi scritti: L’arciconfraternita dei genovesi in Cagliari nel secolo XVII. Da documenti inediti dei secoli XVI e XVII, 1974; Diocesi e luoghi di culto, in Atlante della Sardegna (a cura di Angela Terrosu Asole e Roberto Pracchi), II, 1980; La pianta della Sardegna nei disegni cartografici del p. Gelasio Floris (1830), ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXII, 1981; La localizzazione di due omonimi villaggi medioevali abbandonati nella Sardegna sud` orientale, ‘‘Bollettino della Societa geografica italiana’’, s., X-XI, 4-9, 1982; ` aziendali, tecniche agrarie e popoUnita lamento rurale nella Sardegna medievale, in Symposium on Historical Changes in Spatial Organization and Experience in the Mediterranean World, 1982; Premessa ad uno studio sul terri-

351

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 357

Zedda Paolone torio delle baronie della diocesi di Iglesias. Documento cartografico inedito del sec. XVIII, in Atti del II Convegno internazionale di Studi geografico-storici, 1983; La genesi di una forma cartografica. Dall’idea all’esperienza, e La pesca, una risorsa poco utilizzata: la storia (con M.P. Nucaro), entrambi in Sardegna. L’uomo e le coste (a cura di A. Terrosu Asole), 1983; Su un equivoco intorno alle figure di Carlo Maino, Giovanni Antonio Maina e Giuseppe Maina, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, 1, 1983; Considerazioni cartografiche e toponomastiche intorno ad una singolare mappa della Giara di Gesturi, ‘‘Archivio storico sardo’’, XXXIV, 2, 1984; I linguaggi della rappresentazione cartografica, in Sardegna. L’uomo e la pianura (a cura di A. Terrosu Asole), 1984; La cartografia e il popolamento della Sardegna nel Settecento, in Arte e cultura del ’600 e del ’700 in Sardegna (a cura di Tatiana Kirova), 1984; Difficile e trascurata la cartografia montana, in La Sardegna. L’uomo e la montagna (a cura di A. Terrosu Asole), 1985; Come vedevano Ca` antiche rappresentazioni gliari le piu ` , ‘‘Almanacco di cartografiche della citta Cagliari’’, 1985; La conoscenza della Sardegna e del suo ambiente attraverso l’evoluzione delle rappresentazioni cartografiche, ‘‘Biblioteca francescana sarda’’, IV, 1990; Teoria e pratica nell’organizzazione del territorio: la costruzione dei ponti in Sardegna fra ’700 e ’800, in Atti del III Convegno internazionale di Studi geografico-storici, 1990; Le miniere in Sardegna: dall’ambiente naturale al paesaggio minerario, in L’uomo e le miniere in Sardegna (a cura di T. Kirova), 1993; A. Ferrero della Marmora: l’homme savant e il cartografo, in Studi di geografia e storia in onore di Angela Terrosu Asole, 1996; Carte e cartografi della Sardegna, in L. Piloni,

Carte geografiche della Sardegna, II ed., 1997.

Zedda Paolone, Anna Pianista (n. Cagliari 1917). Diplomatasi in pianoforte, ha percorso una brillante carriera come concertista ottenendo successi in tutti i teatri d’Europa. Per anni ha insegnato pianoforte presso il Conservatorio di Cagliari divenendo maestra di generazioni di giovani pianisti.

Zedda Piras Famiglia di industriali del settore vinicolo (sec. XIX-esistente). Originaria di Pirri, le sue notizie risalgono ai primi anni dell’Ottocento, quando iniziarono a sviluppare le loro ` di grandi viticoltori. Il fondaattivita ` tore delle fortune della famiglia pero ` essere considerato Antonio (Pirri puo ` e sviluppo ` il 1881-1970), che fondo grande stabilimento per la distillazione a Pirri alla fine dell’Ottocento. Nel corso del secolo XX gli Z.P. si affermarono come produttori di ottimi liquori e in particolare del celebre Mirto ` nazioche ha dato alla casa notorieta nale.

Zeddiani – Chiesa di Sant’Antonio di Cellavane.

Zeddiani Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 1190 abitanti (al 2004), posto a 9 m sul livello del mare una decina di chilometri a nord di Oristano. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano.

352

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 358

Zeddiani TERRITORIO Il territorio comunale, di forma grosso modo trapezoidale, si estende per 11,88 km2 e confina a nord con San Vero Milis, a est con Tramatza, a sud con Siamaggiore e Oristano e a ovest con Baratili San Pietro. Si tratta di una parte della piana campidanese, fertile e ricca di acque. A breve distanza dal paese scorre il rio Mannu, che confluisce nel Rio di Mare Foghe, immissario del grande stagno di Ca` inserito nella fitta rete bras. Il paese e di collegamenti stradali che caratterizza la zona: dal paese si diramano a raggiera i collegamenti con San Vero Milis, con la superstrada 131, con Oristano, con Cabras e con Baratili San Pietro. & STORIA Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del ` periodo nuragico; l’attuale paese e ` di origine altomedioevale; apparpero tenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Campidano Maggiore. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, dal 1409 fu incluso nel marchesato di Oristano, del quale fece parte fino al 1477 quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon. Nei secoli successivi difese orgogliosamente il privilegio di essere amministrato direttamente da funzionari reali. Quando nel 1767 fu costituito il marchesato d’Arcais concesso a Da` a farne miano Nurra (= Nurra3 ), entro parte. Invano i suoi abitanti protestarono per questa limitazione, arrivando anche a rifiutare apertamente il pagamento dei tributi; il vincolo fu mante` dai Nurra ai nuto e Z. nel 1804 passo Flores d’Arcais ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella pro` a far vincia di Oristano; nel 1848 entro parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima e ricostituita provincia. Del paese, per il ` ni, ha quale usa il nome di Ceddia &

scritto lo studioso Vittorio Angius per il Dizionario del Casalis: «Le strade sono irregolari in direzione e ampiezza, e assai fangose, sebbene, come ` dedursi dalla giacitura, sia ben fapuo cile dar uno scolo. Le case sono 150, tutte a mattoni crudi di argilla. Le anime (an. 1834) 473 in famiglie 141. Si celebrano all’anno 7 matrimoni, nascono 30, muojono 15. Nelle malattie ordinarie poni infiammazioni di petto e dell’addomine, febbri periodiche autunnali, dolori laterali, epatiti, reumi ` il calore che si soffre per ecc. Grande e ` di sei mesi, grandissima l’umidita ` piu per le molte acque stagnanti, onde in certe stagioni fuma una nebbia crassa. L’aria sarebbe sempre salubre? A danno della salute cresce la pessima ` delle acque potabili. Sono gli qualita ` ni molto laboriosi: i uomini di Ceddia ` si occupano dell’agricoltura, popiu chissimi si esercitano in qualche arte meccanica quando sia bisogno; le ` donne lavorano il lino in 120 telai. Vi e istituita la istruzione elementare, ma non vi si mandano che pochi fanciulli. Le terre sono molto idonee ai cereali, e dicesi pure al cotone e alle patate. Tra ` assai lodata l’Isca siccome ferl’altre e tilissima di granone, civaie e frutta ortensi. Si semina starelli di grano 1000, d’orzo 30, di fave 80, di legumi 20, di lino 20. Il monte di soccorso distribuisce starelli 800. Le vigne prosperano mirabilmente, e sono molto pregiati i vini cosı` ordinari come gentili. Il prodotto somma a 10 000 quartieri, di cui una parte si brucia per acquavite. Nei ` di 1000 piccoli predi non saranno piu ` in alberi fruttiferi. La maturazione e tutte le specie assai precoce. Non pic` chiusa, e vi si cola parte del territorio e coltivano cereali, o tengon in pastura le bestie. Queste sono nelle seguenti specie e numeri: buoi 240; vacche 100; cavalli 40; pecore 2000; porci 36; giu-

353

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 359

Zeddiani ` che sia che sieno le menti 110. Con cio terre erbifere, e in molti siti umidose anche di estate han tutto l’anno sufficiente alimento. Scorre per esse il fiume che da Bonarcado passa in Tramazza, e congiunto con l’altro da s. Lus` la. Il surgiu, va sotto il ponte di Rio ` dall’altra parte. Questo ribocTirso e cando dall’alveo e versandosi in un concavo forma una palude. Ne troverai altre minori. Nelle quali terre aquidose vegetano bei canneti, onde si prendono le canne per gli steccati delle peschiere. Molte specie di acquatici offronvi facil preda ai cacciatori». Nel 1927 Z. perse la propria autonomia per divenire frazione di San Vero Milis, ` . Quando e solo nel 1947 la riacquisto poi nel 1974 fu ricostituita la provincia ` a farne parte. di Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, suini, ovini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` industriale nei pando anche l’attivita settori alimentare, tessile, della lavorazione del legno, dei laterizi e carta` sufficientemente organizzata la rio. E rete di distribuzione commerciale. ` collegato da autolinee agli Servizi. Z. e ` dotato di altri centri della provincia. E Pro Loco, medico, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del `, 2001 la popolazione contava 1183 unita di cui stranieri 7; maschi 599; femmine 583; famiglie 405. La tendenza complessiva rivelava un aumento della popolazione, con morti per anno 7 e nati 5; cancellati dall’anagrafe 23 e nuovi iscritti 33. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 12 813 in migliaia di lire; versamenti

ICI 505; aziende agricole 131; imprese commerciali 68; esercizi pubblici 3; esercizi al dettaglio 13; ambulanti 2. Tra gli indicatori sociali: occupati 283; disoccupati 62; inoccupati 59; laureati 10; diplomati 96; con licenza media 331; con licenza elementare 373; analfabeti 29; automezzi circolanti 432; abbonamenti TV 321. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze del periodo nuragico tra cui i nuraghi Cossu, Gosu, Urigu e Urrai. A questo proposito dice ancora l’Angius: «Sono vestigia di antica popolazione nel sito che denominano di s. Elena. Presso la chiesa parrocchiale furono in altri tempi riconosciuti gli avanzi d’un edifizio credutosi monisterio». & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha mantenuto il suo assetto tradizionale con le case costruite ` diri) e abin mattoni di terra cruda (la bellite dalla corte con porticato (lolla) cui si accede da un portale in pietra. ` importante e ` la chiesa di L’edificio piu San Pietro, la parrocchiale, costruita nel Cinquecento con assetto a una sola ` anche la navata. Molto interessante e chiesa di Sant’Antonio di Cellavane, edificata nel secolo XIII in forme romaniche. Aveva una sola navata absidata, una facciata con un portale lunettato e architravato, era arricchita da un campanile a vela e da dieci bacini ceramici policromi; la copertura era in legno a capriate. Nel corso del secolo XVII fu completamente ristrutturata, l’aula fu ricostruita totalmente e la facciata fu modificata come pure la sagoma terminale; il campanile a vela fu abbattuto e il portale trasformato. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI A Z. si fa festa il 9 febbraio, per Sant’Apollonia; il 13 giugno per Sant’Antonio da Padova, con processione, balli e altre manifestazioni di folclore; e la terza

354

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 360

Zeppara domenica di settembre per Sant’Isidoro.

Zefirino, san (in sardo, Santu Zefirinu, Santu Zefirini) Santo (m. 217). Papa dal 199 al 217, romano, diede l’incarico al presbitero Callisto – poi suo successore – di costruire il cimitero catacombale sulla via Appia. Volle incontrare ` del suo tutte le maggiori personalita tempo, pagane ed eretiche comprese. Una sua dichiarazione contenuta nei ´ mena d’Ippolito – l’antiPhilosophou papa morto in Sardegna, dov’era stato condannato ad metalla, ai lavori forzati nelle miniere – viene considerata dallo storico e teologo luterano Adolph von ` anHarnack (1851-1930) come «la piu tica di un vescovo romano a noi nota letteralmente». Giovanni Spano (1872) ricorda «il villaggio distrutto di San Zefirino nel Sulcis». Dal 1969 il suo nome ` stato cancellato dal calendario. e [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 26 agosto.

` ixi Nome locale di una Zemı`n de sa zuppa di ceci confezionata esclusivamente a Carloforte. Essa si riallaccia ` antica tradizione di questa coalla piu `: quasi certamente lo z. de s. e ` munita retaggio delle esperienze che la comu` carolina fece nei secoli passati nita quando, stanziata nell’isola di Ta` in contatto con la cultura barca, entro nordafricana. Circa dodici ore prima della consumazione del piatto si provvede a mettere a mollo i ceci nell’acqua intiepidita; una volta ben gonfi e morbidi si sfregano col sale grosso in modo che venga eliminata la pellicola esterna e quindi si immergono in una pentola di coccio, dove si fanno bollire in acqua pulita. La cottura deve essere fatta a fuoco vivo, avendo cura di aggiungervi strisce di lardo, fette di pancetta, tocchetti di carne di maiale, spicchi di cavolo, bietole, pomodori secchi, qualche cucchiaio d’olio d’oliva. Otte-

nuta cosı` la cottura, si dispongono sul fondo di scodelle di coccio delle fette di pane e vi si versa la zuppa caldissima.

Zenone, san = Romualdo e Zenone, santi

Zenucciu Famiglia cagliaritana (secc. XVIII-XIX). Le sue notizie risalgono al secolo XVIII; nel 1739 ottenne il cavalierato ereditario con un Prospero. I suoi discendenti continuarono a vivere ` , e alcuni di essi si distinsero in citta particolarmente, come il dottor Antioco che fu giudice della Reale Udienza. La famiglia si estinse nel corso del secolo XIX.

Zeppara Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Ales (da cui dista 2 km), con circa 300 abitanti, posto a 165 m sul livello del mare a est del comune capoluogo, nei pressi del rio Mannu, che si dirige verso l’invaso realizzato nei pressi di Mogoro per avviare la bonifica della piana di Arborea. Regione storica: Parte Usellus. Diocesi di Ales. & TERRITORIO Il territorio e ` costituito da una serie di colline basse e arrotondate che si stendono tra il monte Arci a occidente e la Giara di Gesturi a oriente. Le comunicazioni sono assicurate da una strada secondaria che ha origine ad Ales e corre parallela alla statale 442, nella quale si immette subito dopo aver attraversato il centro abitato. & STORIA Si sono conservate numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico, ma l’attuale villag` di origine medioevale. Appargio e tenne al giudicato d’Arborea, fu incluso nella curatoria dell’Usellus ed era conosciuto come Bannari. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, prima del 1430 fu compreso nei territori donati a Eleonora Manrique in occasione delle sue nozze con Berengario Ber-

355

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 361

Zerfaliu `a tran Carroz. Il villaggio quindi entro far parte del grande feudo di Quirra; nei secoli successivi, estinti i Bertran ` ai Centelles e poi ai BorCarroz, passo ` e infine agli Osorio ai gia, ai Catala quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel ` a far parte della divisione 1848 entro amministrativa di Cagliari e dal 1859 della ricostituita provincia omonima. Nel 1927 fu aggregato come frazione ` riacquiad Ales e da allora non ha piu stato la propria autonomia. Quando nel 1974 fu ricostituita la provincia di ` a farne parte. Oristano, entro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la frutticoltura e l’olivicoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` collegato da autolinee ovini e suini. Z. e agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva alcune testimonianze archeologiche tra cui una villa romana, i cui resti sono stati individuati agli inizi del Novecento in un sito poco distante dall’abitato; gli scavi successivi hanno restituito embrici, monete di vari periodi e altre suppellettili. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il villaggio conserva il suo assetto tradizionale con le case abbellite dal porticato interno (lolla) e affacciate sulla corte cui si accede da un portale ` importante e ` la in pietra. L’edificio piu chiesa di San Simeone, parrocchiale costruita nel secolo XV in forme gotiche e ampliata nel 1586 con l’aggiunta ` di due cappelle laterali. All’interno e ricca di sculture lignee del secolo XVII e di un bellissimo Cristo a grandezza naturale scolpito nel legno; an` in legno poliche l’altare maggiore e cromo. Di recente la scuola elemen` tare, chiusa per mancanza di alunni, e stata trasformata in un interessante

Museo del Giocattolo tradizionale, nel quale sono messi in mostra i giochi che sino a qualche anno fa i ragazzi dei villaggi sardi – o i loro genitori – realizzavano con materiali poveri come bastoni, tutoli di granoturco, canne, spago, pezzi di stoffa e simili.

Zerfaliu Comune della provincia di Oristano, incluso nel Comprensorio n. 16, con 1152 abitanti (al 2004), posto a 15 m sul livello del mare una quindicina di chilometri a nord-est di Oristano. Regione storica: Campidano Maggiore. Archidiocesi di Oristano. & TERRITORIO Il territorio comunale, di forma allungata da nord-est a sudovest, si estende per 15,46 km2 e confina a nord con Paulilatino, a est con Villanova Truschedu e Ollastra, a sud con Simaxis e a ovest con Solarussa. Si tratta di una porzione della piana campidanese, fertile e ricca di acque; il centro abitato si trova a brevissima distanza dal letto del fiume Tirso. Il paese comunica per mezzo di una strada secondaria che proviene da Solarussa e si divide poi in bracci minori che si dirigono verso Ollastra e San Vero Congius, frazione di Simaxis. A Solarussa, situata a 3 km di distanza, si trova la stazione lungo la linea ferroviaria Oristano-Chilivani. & STORIA Il territorio conserva alcune testimonianze archeologiche a partire ` nuragica e fu continuativadall’eta ` romana e altomemente abitato in eta dioevale. Nel Medioevo il villaggio apparteneva al giudicato d’Arborea ed era incluso nella curatoria del Campidano Maggiore. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, nel 1409 fu incluso nel marchesato di Oristano e vi rimase fino al 1477, quando il grande feudo fu confiscato a Leonardo Alagon. Nei secoli successivi i suoi abitanti difesero orgogliosamente il privilegio di essere amministrati direttamente da funzio-

356

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 362

Zerfaliu ` nel 1767 fu conari reali. Quando pero stituito il marchesato d’Arcais in favore di Damiano Nurra (= Nurra 3 ) en` a farne parte. Invano i suoi abitanti tro protestarono per questa limitazione arrivando anche a rifiutare apertamente il pagamento dei tributi; il vin` colo fu mantenuto e Z. nel 1804 passo dai Nurra ai Flores d’Arcais ai quali fu riscattato nel 1838. Nel 1821 fu incluso nella provincia di Oristano; nel 1848 ` a far parte della divisione ammientro nistrativa di Cagliari e dal 1859 della omonima e ricostituita provincia. Lo studioso Vittorio Angius nelle brevi note che scrisse sul paese (per il quale usa il nome di Cerfallio) nel Dizionario ` caldo; ma del Casalis dice: «Il clima e succede al calore la sensazione d’un maligno freddumido che penetra nelle ` la ventilazione, e pero ` ne ´ ossa. Molta e ´ stagnante la nebmolto frequente ne bia. Le case sono 100, gli abitanti (an. 1843) 241 in famiglie 96, le quali per nuovi matrimoni forse non crescon tutti gli anni di due. Qual incremento `, se nascendo dodici muojono 10, e sara ` ancora se da trista influenza sia capiu ` maggior del sogionata una mortalita lito? Essi soglion patire infiammazioni, febbri intermittenti, fisconie addominali, altri malori. Sono che danno tutta lor opera all’agricoltura 55, alla pastorizia 5, ad arti meccaniche 2. Delle donne solo 36 si occupano a tes` stabilita la scuola prisere in lini. Vi e ` maria, che soglion frequentare non piu di 6 fanciulli. Persone che sappian leggere e scrivere dubito ne trovi 8. Lodasi il terreno di molta forza. Nella seminazione si consumano starelli di grano 200; d’orzo 50; di fave 120; di legumi 8; ` canape e di lino 20; e in minor quantita ` poco granone. La coltura delle viti e ´ il clima sia comodisamata, comeche ` non si ha un prodotto magsimo; pero gior di 5000 quartieri. Sono poche spe-

cie e pochi individui di fruttiferi; di forma che quelle non sorpassano le cinque, questi i 600; si coltivano alcuni ` che altro a poponi, cocomeri. orti e piu I terreni chiusi, e tutti son chiusi con fico d’India, non capirebbero di vantaggio sui 400 starelli. Si nutrono buoi di lavoro 160; vacche domestiche 70, rudi 30; cavalli 30; pecore 300; giumenti 41. Del selvaggiume minuto sono in gran numero le volpi e i conigli. Del grosso occorron rari i cinghiali, rarissimi i daini. Tra le specie volatili frequentissime le pernici, a sciami immensi i passeri. Quelle fan guasto nelle vigne, questi nelle messi. A mezzo miglio dal villaggio scorre il Tirso. In esso ` interdetta la pesca, che volle a proe prio lucro riservata il marchese. Non vi essendo ponte e nell’inverno e primavera essendo pericolosi i guadi fu dal comune provveduto per una barca. Resta sul levante a un miglio e mezzo la piccola peschiera di Arcais. Indi venne il nome al marchesato stato istituito con diploma de’ 27 luglio 1767 in onore e utile di don Damiano Nurra di Oristano. Se gli cedevano i redditi de’ tre campidani per la finanza di scudi sardi 54 mila: ma negavasi la giurisdizione. Di cose antiche in tutto il territorio non troverai che soli sei norachi; quattro dei quali poco meno che disfatti». Nel 1927 divenne frazione di Solarussa e ` la propria ausolo nel 1945 riacquisto tonomia. Quando poi nel 1974 fu ricostituita la provincia di Oristano, Z. en` a farne parte. tro & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura e la viticoltura, e l’allevamento del bestiame, soprattutto di bovini, ovini, suini e pollame. Negli ultimi decenni si sta svilup` inpando anche una modesta attivita dustriale nel settore alimentare e in

357

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 363

Zerro quelli della lavorazione dei prodotti ` poco orgadel petrolio ed estrattivo. E nizzata la rete di distribuzione commerciale. Vi opera un’azienda agrituri` colstica con 12 posti letto. Servizi. Z. e legato da autolinee e dalla ferrovia agli ` dotato di altri centri della provincia. E medico, farmacia, scuola dell’obbligo, sportello bancario. Possiede una Biblioteca comunale. & DATI STATISTICI Al censimento del 2001 la sua popolazione contava 1184 ` , di cui maschi 5; femmine 627; faunita miglie 391. La tendenza complessiva rivelava una lieve diminuzione della popolazione, con morti per anno 13 e nati 8; cancellati dall’anagrafe 18 e nuovi iscritti 18. Tra i principali indicatori economici: imponibile medio IRPEF 13 628 in migliaia di lire; versamenti ICI 389; aziende agricole 147; imprese commerciali 35; esercizi pubblici 5; esercizi al dettaglio 8; ambulanti 3. Tra gli indicatori sociali: occupati 287; disoccupati 71; inoccupati 70; laureati 3; diplomati 69; con licenza media 369; con licenza elementare 445; analfabeti 69; automezzi circolanti 344; abbonamenti TV 300. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva molte testimonianze del periodo nuragico, in particolare i nuraghi Cogotti, de Mesu, de Su ` Stampu e Xana. Di grande interesse e ` imanche una necropoli romana di eta periale che ha restituito molte monete e ceramiche. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Il paese ha conservato il suo assetto tradizionale con le case costruite ` diri) e abcon mattoni in terra cruda (la bellite da una corte. Al centro dell’abi` posta la chiesa parrocchiale di tato e Santa Maria Assunta, di probabili origini cinquecentesche, integralmente rifatta negli ultimi decenni. A poca di` che stanza dall’abitato, in una localita

conserva molte testimonianze archeologiche a partire dal periodo nuragico, sorge la chiesa di San Giovanni, roma` del senica, costruita nella prima meta colo XIII. Aveva un’aula mononavata e ` piu ` tarda la fianabsidata, ma in eta cata settentrionale fu demolita completamente, l’aula fu allargata e la fiancata fu ricostruita con pietrame misto e materiale di recupero. Da questo in` modificata completatervento risulto mente anche la facciata che fu arricchita con un campaniletto a vela. & FESTE E TRADIZIONI POPOLARI La ` importante si tiene a Z. il 6 festa piu agosto in onore della Trasfigurazione di Nostro Signore, detta localmente Santu Domini, con una ricca serie di manifestazioni religiose e civili: processione con sfilata di costumi, ballo pubblico in piazza, spettacoli folcloristici, canti sacri, gara poetica ecc.

Zerro = Zoologia della Sardegna Zervos, Christian Archeologo francese (sec. XX). Di origine greca, direttore dei ‘‘Cahiers d’art’’, divenne amico di Giuseppe Marongiu (=) a Parigi. Interessato da quest’ultimo alla ` allo studio preistoria sarda, si dedico ` nuragica, contribuendo a della civilta farla conoscere a livello internazionale soprattutto per l’elegante fattura grafica del suo La civilisation de la Sar´but de l’e ´ne ´olitique a ` la fin daigne du de ´riode nuragique, 1954. de la pe

Zichi, Giancarlo Storico della Chiesa (n. Milano 1939). Ordinato sacerdote nel 1963, ha ricoperto numerosi incari` diventato canonico turritano; chi ed e ` delegato per la pastoattualmente e rale. Studioso di storia della chiesa, direttore dell’Archivio storico della ar` autore di nuchidiocesi di Sassari, e merosi lavori tra cui: Sorres e la sua diocesi, 1975; Note sul codice di Santa Giusta, ‘‘Sandalion’’, 3, 1980, I monasteri in Sardegna: la presenza dei Bene-

358

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 364

Zı`ppulas dettini, ‘‘Dialogo’’, 1985; Gli statuti conciliari sardi del legato pontificio Goffredo dei Prefetti di Vico 1226, 1988; Le visite pastorali nelle ‘‘Visite ad limina’’ dei vescovi sardi (1590-1921). Repertorio, in Studi in onore di Ottorino Pietro Alberti, 1998.

Zidda, Mario = Mastinu, Martino Ziddini Dolce croccante tipico del Campidano. Confezionato con le mandorle, ` consumato soprattutto nelle feste poe polari. Le mandorle (dolci) vengono immerse nell’acqua bollente e sgusciate, poi tagliate a striscioline e messe al forno per farle diventare dorate e croccanti: quindi vengono impastate con miele fuso, scorza d’arancia e di limone, cannella, semola dorata, avendo cura che l’impasto si amalgami bene in una terrina cuocendo fino all’ebollizione. Subito dopo si versa il contenuto su un tavolo liscio e inumidito curando di disporlo in maniera uniforme e piatta dello spessore di un dito: quindi si taglia in piccoli rombi da decorare con i tipici diavoletti variopinti (sa traggea).

comunicando a tutti l’atmosfera di una festa molto sentita in tutti gli ambienti (= Carnevale). A Cagliari, in particolare, dove le frittelle erano consu` anche nei momate in grandi quantita menti delle grandi sfilate carnevalesche, erano confezionate sulla pubblica via da abili donne (is panetteras), fritte in grandi padelle e vendute agli estasiati consumatori. Nel tessuto urbano dello storico quartiere di Villanova, nell’attuale via Garibaldi, si aprivano in passato (e comunque fino agli inizi del Novecento), le botteghe dove questa deliziosa frittura veniva confezionata, per cui la strada era detta sa ruga de is panetteras.

Zigolo = Zoologia della Sardegna Zipiriu Antico villaggio del giudicato d’Arborea compreso nella curatoria del Campidano di Milis. La sua popolazione venne gravemente colpita dalla peste del 1376, tanto che nel 1388 era ridotta a 6 famiglie. Il villaggio non si ` piu ` e nel corso del secolo XV risollevo scomparve completamente.

Zı`ppulas Tipiche frittelle che, con nomi diversi da paese a paese, si preparano per Carnevale in tutta la Sarde` abbastanza uniformi, gna con modalita ` degli ingredienti data la disponibilita essenziali. Un tempo venivano confezionate dalle donne di casa con una procedura che assomigliava quasi a un rito e che coinvolgeva nelle grandi cucine tradizionali l’intera famiglia,

Zı`ppulas – Un piatto delle tipiche frittelle di Carnevale.

Le z. sono ottenute da un impasto di farina di tipo 00 con la quale viene incorporato il lievito insieme a un pizzico di sale e a spruzzatine di acqua tiepida per mettere capo a una massa morbida e consistente. L’impasto viene lavorato per circa due ore, alternando ` delle pause in modo da lasciarlo pero riposare; subito dopo lo si amalgama a cinque uova frullate e si dispone il tutto in un grande recipiente di coccio (sa scivedda) nel quale si riprende a impastarlo avendo cura di versarvi latte tiepido, acquavite a spruzzi sparsi, zafferano accuratamente tritato e sciolto

359

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 365

Zirano nel liquido caldo. L’impasto manuale viene proseguito fino a trasformare la massa in un tutto morbido e filamentoso. Ottenuto l’amalgama, la scivedda viene coperta da un panno caldo di lana e custodita in un ambiente caldo in modo che lieviti. Completata la procedura, l’impasto viene fritto in una padella d’olio d’oliva bollente, avendo cura di farlo passare da un imbuto che ` forma alle frittelle, che vengono coda sparse da un velo di zucchero. Di tutt’altra forma, ma di uguale impasto e sapore, sono le frittelle di Carnevale ` nella Sardegna settentrionale: le piu note sono li frisgioli longhi (le frittelle lunghe) della tradizione gastronomica gallurese.

Zirano, Francesco Religioso (Sassari 1560-Algeri 1603). Entrato nell’ordine dei Minori conventuali, fu ordinato sa` per anni nel convento cerdote e opero di Santa Maria di Betlem a Sassari. Agli inizi del Seicento fu mandato in Africa come missionario per tentare ` ad di riscattare alcuni schiavi. Arrivo Algeri nel 1602 travestito da mercante, ma fu tradito e arrestato. Per il suo riscatto furono chiesti 3000 ducati, che non furono pagati: pertanto poco dopo fu scorticato vivo (1603). Nel corso dei secoli XVII e XVIII furono avanzate proposte per l’istituzione di un processo di canonizzazione, ma solo nel ` stato effettivamente 1990 il processo e avviato.

Zirolia, Giovanni Storico del diritto, uomo politico (Osilo 1868-Sassari 1935). Laureatosi in Legge nel 1889, ` con successo la professione di esercito avvocato. Cattolico di fortissima fede, amico del padre G.B. Manzella col ` nel 1910 il settimanale ‘‘Liquale fondo ` !’’, che nel corso degli anni soberta stenne anche finanziariamente, fonda` operaia del Sacro tore della Societa Cuore, fu tra gli animatori del ritorno

dei cattolici sassaresi alla politica, contribuendo, in funzione antiradicale, al successo del candidato giolit` nelle elezioni del 1904. Egli tiano gia stesso fu eletto consigliere provinciale di Sassari per trent’anni. Studioso di storia del diritto, nel 1919 assunse la direzione di ‘‘Riscossa popolare’’, periodico del Partito Popolare uscito in occasione delle prime elezioni politiche del dopoguerra. Con l’avvento del ` a vita privata. Tra i fascismo si ritiro suoi scritti: Sugli Stamenti di Sardegna, 1892; Ricerche storiche sul governo dei giudici in Sardegna e relativa legislazione, 1897; Statuti inediti di Castelgenovese, 1898; Note storiche intorno a Castelgenovese all’epoca degli statuti di Galeotto Doria, 1899; Estensione territoriale degli Statuti del comune di Sassari, ‘‘Studi sassaresi’’, I, vol. II, 1902; Gli statuti di Galeotto Doria per Castelgenovese nei frammenti di un codice sardo del secolo XIV illustrati da Domenico Ciampoli, 1908; Stamenti sardi, ‘‘Archivio giuridico’’, 1912; Castelsardo. Impressioni e memorie, 1915.

Zita, santa Santa vergine (Monsagrati, Lucca, 1218-Lucca 1278). Nacque da Giovanni Lombardo, pastore e contadino, e da Bonissa, «una pia donna – scrive Giuseppe Casali (1965) – che aveva un fratello venerato come un ` mentre era in vita, quantunsanto gia que la Chiesa poi non ne abbia celebrato la canonizzazione. Anche una sorella di Zita, Margherita, monaca ci` alte virtu `, stercense, visse nelle piu ` ». Batmorendo in concetto di santita tezzata con il nome di Z. nel significato di ‘‘vergine’’: il diminutivo del nome, zitella, indica una donna nubile. A do` al servizio della famidici anni entro glia Fatinelli, ricchi mercanti di Pisa, benvoluta, vivendo in modo ammire` evangeliche. vole gl’ideali e le virtu «Pagano Fatinelli, il padrone – cosı` il

360

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 366

Zizi Casali – l’aveva preposta alle cure della sua famiglia, autorizzandola a dare ai poveri le elemosine, senza con` o meno. Pero ` trollare se essa desse piu il signor Pagano era di carattere estroso. Secondo come gli veniva detto, cambiava parere e le sue durezze e i suoi nervi li provava anche la paziente domestica.

` burrasca. Il volto e ` severo, la giorno e parola secca: ‘‘Zita, cos’hai in quel grembiule?’’. ‘‘Rose e fiori’’. Non ha mentito Zita. Nella sua mente voleva `, indicare come sia fiorita la carita come sia profumata e soave dinanzi a ` fatto il miraDio, oppure Dio aveva gia ` ricolmo di colo. Apre il grembiule: e rose e fiori. Il padrone le chiede perdono e Zita riprende la sua strada. I poveri che attendono hanno i fiori che si sono cambiati di nuovo in pane». Fu` di cento le opere prodigiose rono piu avvenute durante la sua vita, impossibile contare quelle dopo la sua morte. ` che Morı` il 27 aprile 1278 a Lucca, citta l’ha eletta patrona e che nella chiesa di San Frediano conserva il corpo incorrotto. Dante la cita nella sua Commedia. Canonizzata da Innocenzo XII (1696). Proclamata da Pio XII (1955) patrona universale delle lavoratrici della casa. Non manca nelle chiese della Sardegna il suo simulacro. [ADRIANO VARGIU]

Festa Si festeggia il 27 aprile.

Zizi, Bachisio Scrittore (n. Orune 1925).

Santa Zita – Il miracolo del pane mutato in fiori in un dipinto di Valerio Castello.

Valendosi dei poteri concessi, Zita non tralasciava niente per venire in soccorso ai poveri. Oltre a quelli che andavano a bussare alla porta, essa stessa si partiva ogni giorno per portar soccorso a domicilio a delle povere vedove e ad altri miseri del vicinato. Vi andava dopo le sue faccende, in ore in cui la ` potesse passare piu ` inossersua carita vata. Ecco dunque che un giorno scende le scale col grembiule pieno di pezzi di pane avanzato. I poveri atten` quei fiori di carita `. dono con ansieta Zita incontra il suo padrone. Quel

Dopo la laurea in Scienze Economiche ` entrato in banca, percorrendo una e brillante carriera fino a essere capo area territoriale del Banco di Napoli per l’Italia centrale. Andato in pensione, ha costituito la ‘‘Cosarda’’ (Coo` diventato perativa Sarda Autori) ed e ` cultupromotore di importanti attivita rali. Ha scritto romanzi e saggi che gli ` nazionale. Nel hanno dato notorieta 1998 ha vinto il premio speciale della giuria del premio letterario ‘‘Giuseppe Dessı`’’. Tra i suoi scritti: Marco e il banditismo, 1968; Il filo della pietra, 1971; Greggi d’ira, 1974 (riedito nel 1999); Il ponte di Marreri, 1981; Erthole, 1984; Santi di creta, 1987; Mas complicado. Undici racconti, 1988; Il cammino spezzato, 1994 (ripubblicato nella ‘‘Biblioteca della Nuova Sardegna’’ col titolo

361

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 367

Zola Il brusio dei frangivento), 2003; «Il cammino spezzato – ha scritto M. Brigaglia ` quello d’un grande progetto, real–e mente esistito, interrotto dall’accumularsi di interessi locali e grandi strategie nazionali: la trasformazione della Sardegna nell’‘‘Isola dei laghi’’, secondo l’intuizione dell’ingegner Angelo Omodeo»); Cantare in malas, 1997; Lettere da Orune, 1999; Da riva a riva, 2001; I supplici, 2002.

Zola, Gianfranco Calciatore (n. Oliena 1966). Cresciuto nella squadra del suo paese, la Corrasi, si distingue subito, nonostante la piccola statura, nel ruolo di mezzala destra, dove dimostra ` e fantasia. Viene notato grande agilita e acquistato dalla Nuorese, nelle cui file gioca per due stagioni; subito dopo, nel 1986, viene ingaggiggiato dalla Torres che milita nel campionato di C2. Si tratta di una stagione magica per la squadra sassarese che, allenata da Bebo Leonardi, raggiunge la promozione in C1, grazie anche al decisivo apporto di Z. e di un altro grande giocatore sardo, Mario Piga. Rimane a Sassari fino al 1989, quando viene acquistato dal Napoli: ha la fortuna di vincere il suo primo scudetto proprio con la squadra partenopea dei tempi d’oro di Maradona. Dopo una permanenza a Napoli di quattro anni e l’ingresso nella nazionale di Arrigo Sacchi (ha ` segnato 32 gol in 105 partite), si tragia sferisce al Parma di Nevio Scala prima e Carlo Ancelotti poi. Nel frattempo partecipa ai mondiali statunitensi del 1994, dove una ingiusta espulsione lo taglia fuori dalle partite finali, e poi agli europei del 1996. Quindi la decisione di passare al campionato inglese nelle file del Chelsea, squadra che gli ` le piu ` grandi soddisfazioni. Oltre dara a vincere numerose coppe in quel paese, viene nominato miglior giocatore del campionato inglese nel 1997 e

viene apprezzato anche per le sue notevoli doti umane che gli valgono un grande rimpianto quando nel 2003 decide di tornare in Sardegna, a giocare col ‘‘suo’’ Cagliari. Un campionato di serie B con la squadra del presidente Massimo Cellino, la promozione nella massima serie e poi l’abbandono del` . Intanto arriva dalla Gran l’attivita Bretagna un grande riconoscimento: la nomina da parte della regina Elisabetta a Membro onorario dell’Impero britannico. Ha chiuso la carriera nella ` stabilito in stagione 2004-2005 e si e Sardegna, dimostrando anche un grande attaccamento alla propria ` consulente tecnico terra. Dal 2006 e della nazionale di calcio Under 21. [GIOVANNI TOLA]

Zolo, Francesca Insegnante, studiosa di storia (n. Bolotana 1942). Dopo l’abilitazione magistrale ha insegnato nella ` lauscuola elementare. In seguito si e reata in Lettere e attualmente insegna nella scuola media. Ha scritto il saggio L’istruzione pubblica a Bolotana dal 1863 al 1923, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XI, 1985.

Zolo, Luciana Insegnante, studiosa di storia (n. Bolotana 1947). Dopo la laurea in Lettere insegna nella scuola me` studiosa della storia del suo dia; e paese natale, su cui ha scritto Il marchesato di Busachi, ‘‘Quaderni bolotanesi’’, XV, 1989.

Zolo Senes, Maria Poetessa, studiosa di storia della letteratura (Bolotana, inizi del sec. XX-ivi 1985). Conseguı` l’a` lungabilitazione magistrale e insegno mente a Nuoro. Autrice di poesie in lingua sarda e studiosa di letteratura. Tra i suoi scritti: Elegia nova, versi, ‘‘Il Nuraghe’’, II, 13, 1924; Il castello del Goceano, ‘‘Il Popolo di Roma’’, 1926; Fra storia e leggenda. La prova dell’acqua, ‘‘L’Isola’’, 1926; Al margine, ‘‘Fontana Viva’’, II, 1928; Novellatrici sarde: in

362

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 368

Zonza Vico campagna, ‘‘Il Giornale d’Italia’’, 1929; Il pastore; Conforto; L’animatore, versi, ‘‘Rassegna femminile italiana’’, 1930; Le sirene, ‘‘Rassegna dei Fasci femminili’’, 1930.

Zonara, Giovanni Storico bizantino (secc. XI-XII). Funzionario imperiale e monaco, fu autore di una serie di scritti di argomento religioso e di una Epitome storica dalle origini del mondo fino ai suoi tempi. La storia di Roma (libri VII-XII) era presa in considerazione dall’arrivo di Enea in Italia. L’opera di Z. riveste una notevole im´ riassume i primi venportanza poiche tuno libri, andati perduti, dell’opera di Cassio Dione, conservando i fatti relativi alla Sardegna nel corso della prima guerra punica. [ANTONELLO SANNA]

Zonza, Leonardo Uomo d’armi (Sas` sari, fine sec. XIV-ivi?, prima meta ` passo `, sec. XV). Dopo che la sua citta nel 1409, nelle mani del visconte di Narbona, fu tra i principali suoi oppositori. Nel 1420 seguı` Alfonso V in Corsica e successivamente nel Napoletano. Nel 1428 ottenne il riconosci` e nel 1429 fu manmento della nobilta dato a corte come ambasciatore della `. citta

Zonza, Sebastiano Gentiluomo (Sas` sec. sari, fine sec. XVI-ivi, prima meta XVII). Si diede alla carriera delle armi e fu nominato commissario della cavalleria miliziana del Capo di Sassari e ` Angela Vico, sorella Logudoro. Sposo di Francesco marchese di Soleminis. Nel 1626 fu armato cavaliere insieme ad altri cittadini sassaresi.

Zonza, Tommaso Militare (La Maddalena 1756-ivi 1842). Iº pilota della Real Marina Sarda, medaglia d’oro al V.M. nella guerra contro i barbareschi. Fu decorato tre volte: nel 1795 per essersi «distinto nel combattimento seguito in principio di gennaio del 1794 contro i noti due sciabecchi di cui uno rimase

nostra preda» (era secondo nocchiero ` ); una della Santa Barbara La Fedelta seconda volta nel 1827, con questa motivazione: «Piloto munito di regio brevetto fin dal 31 agosto 1811, per la fe` e lo zelo con cui senza interrudelta zione serve sin dal 1776 e per le prove di coraggio da esso date in vari combattimenti per cui meritossi nel 1795 la medaglia d’argento, e nel 1811 quella d’oro che venne poi contraccambiata nella Croce d’Oro dell’Ordine Militare di Savoia». La motivazione della medaglia d’oro diceva: «Per essersi distinto nel glorioso fatto d’armi tra la flottiglia ove era imbarcato sulla mezza galera Falco contro due legni barbareschi, che con la loro preda furono il frutto della vittoria». Il combattimento si era svolto presso capo Malfatano. Va ricordato, peraltro, che Zonza aveva partecipato nel 1793, con Domenico Millelire, alla difesa della Maddalena contro il tentativo d’invasione francese, e in quella occasione aveva ricevuto una medaglia d’argento con relativa pensione.

Zonza Editori Casa editrice fondata a ` specializzata nella Sestu nel 1996, si e pubblicazione di volumi di storia dell’arte e di guide, ma pubblica anche saggistica, narrativa in sardo e in italiano, e piccole pubblicazioni illustrate destinate al turismo. [MARIO ARGIOLAS]

Zonza Vico Famiglia sassarese di probabile origine corsa (secc. XV-XIX). Si ` agli inizi del secolo XV. Il stabilı` in citta primo personaggio di cui abbiamo no` Leonardo, oppositore del vitizia e sconte di Narbona. Nel 1428 ebbe il ri` ; i suoi conoscimento della generosita discendenti continuarono a vivere a Sassari ricoprendo uffici pubblici e imparentandosi con altre famiglie ` . Agli inizi del secolo XVII della citta ` un Sebastiano, figlio di Angelo, sposo

363

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 369

Zonza Vico Angela Vico; dal matrimonio nacque ` il marchesato Francesco, che eredito di Soleminis nel 1648. I suoi figli trasferirono la famiglia a Cagliari e avviarono una lunga lite per ottenere l’ere` della baronia di Capoterra, che dita ` a far parte del patrimodal 1720 entro nio di famiglia. I loro discendenti nel 1743 ereditarono anche il feudo di Gesturi e ottennero il titolo di marchese di Las Conquistas. La famiglia si estinse nel 1801 con un Francesco.

Zonza Vico, Domenico Francesco

1710, in seguito alla difficile situazione generale determinatasi con la guerra di successione spagnola, non era ancora terminata quando Francesco morı`, a Cagliari, nel 1717.

Zonza Vico, Francesco III Barone di Capoterra e signore di Gesturi (Cagliari 1729-ivi 1762). Figlio di Satur` i nino, alla morte di suo zio eredito feudi di Capoterra e di Gesturi, continuando con successo il ripopolamento di Sarroch.

Zonza Vico, Francesco IV Marchese

Marchese di Soleminis (Cagliari 1686ivi 1748). Figlio di Francesco II, con` del rivinto assertore della necessita torno della Sardegna a Filippo V, nel ` incondizionatamente la 1717 appoggio spedizione del cardinale Alberoni. ` l’isola nel 1720 passo ` ai Quando pero ` fedelta ` alla nuova dinaSavoia, giuro stia e nel 1728 fu nominato Commissario generale della cavalleria miliziana del Regno.

` sec. di Soleminis (Cagliari, prima meta XVIII-ivi 1801). Figlio di Domenico Francesco, sposata Vincenza Cervel` il marchesato di Las Conlon, eredito ` da suo zio Giuquistas; nel 1759 eredito seppe i feudi di Capoterra e di Gesturi e l’ufficio di capitano generale della cavalleria miliziana del Regno. Nel 1774, infine, fu nominato reggente di cappa e spada del Supremo Consiglio di Sardegna a Torino.

Zonza Vico, Francesco I Marchese di

Zonza Vico, Gerolamo Uomo d’armi

Soleminis (Sassari 1618-ivi 1663). Nel ` da suo zio Francesco Vico 1648 eredito ` il il feudo di Soleminis, del quale inizio ripopolamento. Nel 1651 ottenne il titolo di marchese; quando nel 1652 ` l’epidemia di peste, i coloni scoppio che egli aveva fatto stanziare nel feudo furono purtroppo decimati.

(Sassari 1620-ivi, 1680 ca.). Figlio di Sebastiano, entrato nell’esercito reale, ´ valorosamente in Catalogna. combatte ` da suo paTornato in Sardegna eredito dre l’ufficio di commissario della cavalleria miliziana e nel 1650 fu nominato capitano della squadra delle galere reali. Prese parte attiva ai lavori del parlamento Lemos e successiva´ Camarassa, mente di quello del vicere schierato nel partito dei Castelvı`. Par` alla congiura che porto ` all’uccitecipo sione del Camarassa e in seguito fu ´ duca di San fatto arrestare dal vicere Germano (= Tuttavilla, Francesco) e mandato in esilio a Orano. Dopo alcuni anni fu perdonato dal re e gli fu possibile tornare in Sardegna.

Zonza Vico, Francesco II Marchese di Soleminis (Sassari 1662-Cagliari 1717). Fu educato a Cagliari da sua madre ` definitiva(una Masons), e vi fisso mente la residenza della famiglia. Riprese l’opera di ripopolamento di Soleminis interrotta dalla prematura ` morte di suo padre e nel 1678 la porto ` in seconde nozze Caa termine. Sposo terina Torrellas, erede della baronia di Capoterra e del feudo di Gesturi, e la sostenne nella lunga lite per la successione che dovette affrontare contro Ni` Machin. La causa, iniziata nel colo

Zonza Vico, Giuseppe I Barone di Capoterra, signore di Gesturi (Cagliari, ` sec. XVIII-ivi 1759). Figlio prima meta di Francesco I, nel 1730 sua madre Ca-

364

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 370

Zoologia della Sardegna ` la baronia di terina Torrellas gli dono ` omaggio Capoterra, per la quale presto alla nuova dinastia. Alla morte di sua ` anche il feudo di madre, poi, eredito ` il ripoGesturi; negli stessi anni avvio polamento di Sarroch. Nel 1749, dopo la morte di suo fratello il marchese ` l’ufficio Francesco Domenico, eredito di capitano generale della cavalleria miliziana del Regno.

Zonza Vico, Giuseppe II Marchese di Las Conquistas (Cagliari 1735-ivi 1772). Fu il secondo marito di Angela Pilo Manca, signora del feudo di Tuili; signore magnifico, fece costruire il campanile della chiesa parrocchiale di ` di alcune argenTuili e nel 1753 la doto terie. Quando sua moglie morı` trasmise il feudo di Tuili a Pietro Ripoll Manca, nipote di sua moglie, da lei designato erede.

Zonza Vico, Saturnino Ufficiale di carriera (Cagliari 1698-ivi 1743). Fratello ` fedelta ` alla di Giuseppe, nel 1720 giuro nuova dinastia e fu nominato ufficiale del reggimento di Sardegna. Nel 1727 fu nominato trombettiere maggiore del Regno ed ebbe il grado di colonnello. ` gli interessi di sua moNel 1741 tutelo glie Anna Sanjust, creditrice di una forte somma nei confronti di Gregorio Fortesa; per risolvere la questione egli propose di accollarsi il feudo di Banari e Siligo e tutti gli altri debiti di cui le rendite dei due villaggi erano gravati, ma il fisco gli preferı` Giacomo Musso.

Zonza Vico, Vincenzo Religioso (Cagliari 1704-Oristano 1744). Vescovo di Ampurias e Civita dal 1737 al 1741, arcivescovo di Oristano dal 1741 al 1744. Figlio del marchese Francesco II, fu destinato alla carriera ecclesiastica; ordinato sacerdote, dopo essere stato canonico di Iglesias nel 1737 fu nominato vescovo di Ampurias e Civita. Nel 1741 divenne arcivescovo di Oristano: insediato nella nuova diocesi, si de-

` con fervore al suo governo ma dico `. morı` dopo poco in piena maturita

Zoologia della Sardegna Sotto questa espressione sono raccolte alcune osservazioni fondamentali sulla fauna della Sardegna, sulle varie specie ani` diffuse nell’isola e sugli studi mali piu intorno ad essi. Gli studi Il primo grande studioso ` considedella fauna della Sardegna e rato Francesco Cetti, autore, nella se` del Settecento, di tre voconda meta lumi sui quadrupedi, gli uccelli, gli anfibi e i pesci dell’isola, poi raccolti nell’unico volume Naturgeschichte Sardiniens, un’edizione tedesca (1783-1784), da cui il titolo di Storia naturale di Sardegna rimasto anche nelle successive ` recente, edizioni italiane sino alla piu curata da Antonello Mattone e Piero Sanna per la ‘‘Bibliotheca Sarda’’ della nuorese Ilisso (2000). Prima del Cetti alla fauna della Sardegna (e in particolare a quelle che erano, o venivano rac` ’’) contate come tali, le sue ‘‘diversita avevano dedicato la loro attenzione gli ` spagnola, tanto i cinquescrittori d’eta centeschi Sigismondo Arquer, Martino Carrillo e Giovanni Francesco Fara (nel De Corographia Sardiniae) quanto, nel Seicento, Francesco De Vico nella sua Historia general de la isla y reyno de Sarden ˜ a). Quasi tutti si rifacevano ai testi classici greci e latini che, parlando dell’isola, avevano accennato ad ` della sua fauna, a alcune particolarita partire dalla solifuga, il ragno conosciuto come argia o arza, che lo stesso Cetti fece oggetto delle sue primissime indagini. Gli studi naturalistici sull’isola si sono naturalmente intensificati negli ultimi due secoli: particolare stimolo venne anche dalla grande opera del Lamarmora (Voyage en Sardaigne, ` recenti an1826-1857). Tra le opere piu dranno ricordati i tre volumi dedicati rispettivamente ai rettili, ai mammi-

365

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 371

Zoologia della Sardegna feri e agli insetti dagli studiosi cagliaritani Pietro Pisano, Maria Viarengo e Franco Puddu (1988-2003); il volume di Renzo Pirino Guida ai pesci della Sardegna e del Mediterraneo (1988); l’opera di Gianni Sirigu, Rapaci di Sardegna (1992); i volumi dedicati alla natura dell’isola da Domenico Ruiu, fra cui Compagni di viaggio. Vita degli animali ` volte ristamin Sardegna (1986, piu pato); e infine l’accurata Guida alla Flora e alla Fauna della Sardegna di Toto Casu, Gianni Lai e Gianluigi Pinna, edita dall’Archivio Fotografico Sardo di Nuoro (1989, riedita nel 2007). `’’ Furono i classici greci e La ‘‘diversita latini a porre l’accento sulla ‘‘diver` ’’ della fauna sarda, quasi docusita ` mento vivente di tante altre diversita dell’isola, prodotte dalla stessa condizione insulare; anche il Cetti indicava come oggetti preliminari dei suoi studi naturalistici due animali, la cosiddetta solifuga e il muflone. Secondo le teorie evoluzioniste di Buffon, era l’isolamento che aveva prodotto il ‘‘rimpicciolimento’’, ‘‘il decremento di mole’’ e la ‘‘degradazione’’ della fauna sarda: tesi che il Cetti, pur con qualche forte dubbio sulla terza, tenne presenti nella ` , quasi tutta l’intera sua opera. In realta fauna isolana differisce da quella del resto d’Europa e della sponda settentrionale dell’Africa: scomparsi i primi animali che abitarono l’isola, arrivati attraverso i ‘‘ponti’’ prodotti dai sommovimenti della preistoria geologica (si ricordano sempre il Prolagus sardus, un grosso roditore che il Cetti dice vivente a Tavolara nel suo tempo, e l’elefante di cui vennero trovati i resti fossili alcuni decenni fa); gli altri animali sono tutti abbastanza recenti: a quelli presenti in Sardegna alla fine del Miocene (5,7 milioni di anni fa) si aggiunsero, moltiplicandosi, le specie arrivate nel periodo interglaciale Riss-

Wu ¨ rm (150 000 anni fa circa) e, soprattutto, le specie importate in seguito da popoli migratori e dai successivi dominatori. Di quelle specie, alcune sono scomparse nel corso dei secoli, altre hanno subito l’evoluzione di alcuni caratteri specifici: di recente anche i mutamenti climatici, il degrado ambientale, l’inquinamento, gli incendi, la caccia indiscriminata hanno prodotto larghi vuoti fra le specie e danni forse irrecuperabili. Leggi recenti della Regione sarda e la creazione di aree naturalistiche cercano di arrestare un fenomeno degno di ogni attenzione. Le ` recenti e avanzate ricerche scientipiu fiche, basate sull’analisi e il confronto del patrimonio genetico, confermano ` della fauna sarda, con la peculiarita una conseguente riclassificazione delle specie, la maggior parte delle ` solo in quali endemiche, presenti cioe Sardegna. La fauna Qui di seguito elenchiamo gli ` caratteristici della Sardeanimali piu gna, secondo i vari tipi (Molluschi, Echinodermi, Artropodi (insetti e aracnidi), Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli, Mammiferi), ordinate in base alla classificazione scientifica: all’interno di ciascuna suddivisione i soggetti sono elencati secondo l’ordine al` defabetico. Ad alcuni animali sono gia dicate voci specifiche nelle pagine di questa stessa opera. MOLLUSCHI ED ECHINODERMI I molluschi sono animali caratterizzati (come dice il nome) da una parte interna ` protetta da un molle che a sua volta e guscio o conchiglia. Vi appartiene un alto numero di specie, che nel corso dell’evoluzione si sono fortemente differenziate l’una dall’altra: oggi le si divide in Aplacofori, Polipacofori e Conchiferi. Molti molluschi sono commestibili: temono soltanto l’inquinamento e l’antropizzazione eccessiva.

366

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 372

Zoologia della Sardegna Sino a poco tempo fa la Sardegna offriva un panorama faunistico articolato: Gasteropodi, Bivalvi (vongole, cozze, cannolicchi), e Cefalopodi (seppie, calamari, polpi e totani). Tradizionale l’allevamento delle cozze (Mytilus galloprovincialis) nel golfo di Olbia, la cui produzione era, nei primi decenni del secondo dopoguerra, la quarta per importanza in Italia. Tra i molluschi ‘‘spontanei’’ si trovano le patelle sugli scogli e, sul fondo di golfi, in bassi fon` cchere dali di acque calme, le gna (Pinna nobilis), forse il mollusco sardo ` danni dall’accreche ha subı`to piu sciuta (e disordinata) frequentazione delle rive. Attualmente esistono in Sardegna anche allevamenti di ostriche, ` richieste dal gusto dei consempre piu sumatori contemporanei. I ricci di mare, appartenenti agli Echinoidi, una delle classi di invertebrati marini detti Echinodermi, fanno parte della fauna marina spontanea e sono ricercati per la prelibatezza delle loro uova: le leggi regionali di tutela ne permettono la raccolta solo in determinati periodi dell’anno, con limitazioni anche ` . Il mare sardo offriva, e nella quantita in parte offre ancora, altre ‘‘risorse’’ come le ascidie, volgarmente detti ‘‘limoni di mare’’, animali appartenenti ai Cordati. ` una delle 6 classi ARTROPODI Insetti E ` opiin cui sono divisi gli Artropodi. «E nione di molti autorevoli studiosi – scrivono Pietro Pisano, Maria Viarengo e Franco Puddu – che gli insetti ` rappresentino forse addirittura il piu grande successo dell’evoluzione animale: secondo stime attendibili il numero delle specie descritte si aggirerebbe intorno ai 2 milioni, cui apparterrebbero nientemeno che un milione di milioni di milioni di individui». Gli stessi autori distinguono il popolamento della Sardegna da parte dell’en-

tomofauna in 4 fasi: 1. fase premiocenica, interrottasi 25 milioni di anni fa col distacco della placca corso-sarda dalle coste franco-iberiche; 2. fase tardomiocenica, quando, prima di 5 milioni di anni fa, l’abbassamento del li` l’invello del Mediterraneo agevolo gresso nell’isola di altre specie dall’Europa e dal Nord Africa; 3. fase qua` fauna europea atternaria, che porto traverso il ponte corso-toscano (circa 1,8 milioni di anni fa); 4. una fase recente, con l’introduzione di insetti in epoca protostorica o storica. Seguendo la sequenza proposta da Pisano, Viarengo e Puddu, gli ordini degli insetti sono i seguenti: 1. Proturi, Collemboli, Dipluri e Tisanuri, riuniti nella sottoclasse degli Atterigoti, insetti ameta` senza boli e primitivamente atteri, cioe ali: i Proturi sono lunghi da 0,5 a 2 mm, se ne conoscono 230 specie, di cui per la Sardegna si segnalano l’Acerontomon condei, ritrovato a Desulo nel 1982, e l’Acerentulus exiguus, sicuramente presente nella zona di Aritzo e Belvı`. I collemboli sono ritenuti gli in` antichi e la Rhyniella precursetti piu sor del Devoniano (395-345 milioni di ` considerato l’insetto piu ` ananni fa) e tico che si conosca; in Sardegna sono noti due collemboli, di cui l’Arropalites ` cosı` chiamato perche ´ giovannensis e trovato nella grotta di San Giovanni Monte Acqua a Domusnovas; anche dei Dipluri si conosce un abitatore della grotta di San Giovanni, il Compodea patrizii; dei Tisanuri, che risalgono al Permiano inferiore (circa 280 milioni di anni fa), esistono in Sardegna 4 delle 500 specie descritte nel mondo. 2. ` Alla sottoclasse degli Pterigoti, la piu numerosa, appartengono 26 ordini, di cui 2-3 non presenti nell’isola: quello ` di degli Efemerotteri contiene piu 2000 specie, di cui un centinaio segna` di una dozzina late in Italia e poco piu

367

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 373

Zoologia della Sardegna in Sardegna. 3. Agli Odonati appartengono le libellule, di cui vivono in Sardegna una trentina di specie, chiamate con nomi locali molto diversi. 4. I Blattoidei sono insetti esopterigoti (con ali ` allo stadio di ninfa), che compaiono gia eterometaboli (con metamorfosi incompleta) e paurometaboli (con meta` nidi vivono morfosi incompleta, i nea insieme agli adulti); in Sardegna si se` difgnalano quattro specie di cui la piu ` quella della Blatta orientalis, fusa e abitatrice degli ambienti domestici. 5. Ai Mantoidei (1800 specie nel mondo) appartengono in Sardegna la mantide religiosa (camp. sennoredda, gall. caddhu du frati, log. isperramanu), la Iris oratoria e la Empusa pennata che le somigliano. 6. Agli Isotteri appartengono le termiti; delle 2000 specie conosciute, in Sardegna ne esistono solo due, la Kalotermes flavicollis (gall. frummiculoni) e la Reticulitermes luci` composte di fugus, che vive in societa migliaia di individui, presenti non solo nei termitai ma anche nel legno degli ` la specie di isotalberi e degli edifici: e tero – scrivono Pisano, Viarengo e ` dannosa d’Europa, prePuddu – «piu sente in tutte le province della Sardegna». 7. Dei Plecotteri esiste nell’isola una sola specie, endemica, il Protonemoura ichnusae, terrestre e alata nella fase adulta, acquatica in quella preadulta. 8. Degli Embiotteri (200 specie) si conoscono in Sardegna tre specie, l’Haploembia solieri, che comprende solo femmine che si riproducono per partenogenesi, l’Embia tyrrenica e l’endemica Embia nuragica. 9. I Dermatteri sono le forfecchie o forbicine (camp. cugurra, log. forfighi), di cui in Sardegna si conoscono due specie. 10. I Fasmoidei sono i. stecchi che vivono soprattutto sugli alberi e si mimetizzano facilmente per la somiglianza del

loro corpo a un rametto (in Sardegna se ne conoscono due specie).

Zoologia della Sardegna – Grillotalpa.

11. Gli Ortotteri contano 18 000 specie in tutto il mondo, in Sardegna si segnalano le famiglie dei Tettigonidi, Sagidi, Efippigeridi, Grillotalpidi, Grillidi, Acrididi, Catantopidi, Pamfagidi, i cui ` diffusi rappresentanti sono la capiu valletta, il grillo, il grillotalpa. 12. Ai Corrodenti (2000 specie) appartiene in Sardegna solo la Liposcelis divinatoria, che vive nella scorza degli alberi e nelle case. 13. Ai Mallofagi (3000 specie) in Sardegna appartengono due specie di piccoli parassiti, di cui il Me`gu de pudda, nopon gallinae (camp. prio log. pidocciu puddinu) e il Tricodectes ` gu de cani). 14. Gli canis (camp. prio Anopluri sono i pidocchi: delle 400 specie conosciute in Sardegna si segnalano il Pediculus humanus (camp. mundedda, log. mundiola) e il Phitirius pu` ttula, log. bis, la piattola (camp. pia priogu ladu). 15. I Tisanotteri vivono in genere sulle piante, cui recano notevoli danni (due le specie che vivono in Sardegna: particolarmente dannosa la Liothrips olea, che danneggia l’olivo). 16. I Rincoti, detti anche Emitteri, contano nel mondo 70 000 specie, di cui in Sardegna si conoscono le famiglie dei Notonettidi (la Notonecta glauca, che ` detta in camp. vive in luoghi d’acqua, e babballotti de arriu, in log. culifurria),

368

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 374

Zoologia della Sardegna dei Naucoridi (somiglianti ai coleotteri d’acqua), dei Nepidi (lo scorpione ` lixi de d’acqua), dei Gerridi (camp. pu acqua, log. bandidu soldadu), dei Cimicidi, in particolare la cimice umana, in gran parte scomparsa nell’isola (camp. pinnixi, log. chı`mighe), dei Pirrocoridi, dei Ligeidi (dannosi per i cereali, i meli e le altre piante), dei Pentatomidi (cimici arboree, in genere dotate di ghiandole che producono un odore ripugnante e sono dannose per diverse specie di piante), dei Coreidi (il Gonocerus acuteangulatus danneggia i noccioli, il Centrocoris variegatus la canapa e le bietole), dei Pentatomidi (cimici arboree, in genere dotate di ghiandole che producono un odore ripugnante e sono dannose per diverse specie di piante: il Graphosoma linea` conosciuto in camp. come cinnixi tus e de matta, in log. chı`mighe areste), dei Cicadidi, cui appartiene la cicala (camp. cixigraxia, log. chigula), dei Cercopidi (gli insetti di questa famiglia sono detti ‘‘sputacchine’’), degli Afrididi (tra cui l’Aphis fabae, l’afide della ` dannoso fava, diffuso in tutta l’isola e alla coltivazione di fave, altri aggrediscono le piante di agrumi e il lentisco; la Phyllossera vastatrix, colpevole della distruzione della vigna sarda alla fine ` piu ` dannosa dell’Ottocento, oggi non e grazie agli innesti della vite europea su portainnesti di vite americana), dei Coccidi (le cocciniglie dannose per gli agrumeti o per l’olivo o per i gelsi e i peschi). 17. Ai Neurotteri appartengono le famiglie dei Mantispidi, dei Crisopidi, dei Mirmileonidi (conosciuti come formicaleoni) e degli Ascalafidi. 18. Dei Tricotteri (6000 specie) vivono in Sardegna il Mesophylax adspersus e la Licorpterna fissa, entrambi abitatori delle grotte. 19. I Lepidotteri (110 000 specie) comprendono le grandi famiglie delle farfalle (bellis-

simo il Papilio hospiton, endemismo sardo-corso, che vive sopra i 600 m, preferibilmente sulle piante di ferula), di cui Piano, Viarengo e Puddu registrano oltre 55 specie. 20. Ai Ditteri appartengono la zanzara, il pappataci, la mosca domestica, il moscone, la volicella, la mosca olearia, il moscerino del formaggio (marcio), l’estro degli ovini, la cosiddetta mosca del carbonchio, la mosca cavallina, il moscone verde della carne. 21. Gli Afanitteri (circa mille specie) sono le pulci (in Sardegna solo la Pulex irritans, camp. ` lighe). 22. I Coleotteri ` lixi, log. pu pu sono insetti terrestri che vivono sul terreno, tra le piante, sugli alberi, divisi in numerose specie: in Sardegna si registrano i Cincidelidi (7 famiglie, una ` diffusa, e ` quella delle quali, la piu della Cincidela campestris, di cui esiste una sottospecie esclusiva dell’isola di San Pietro); i Carabidi (tra cui il Carabus genei, endemico della Corsica e della Sardegna), i Ditiscidi (acquaioli e zoofagi), i Girinidi, gli Stafilinidi, i Silfidi, i Catopidi, gli Isteridi, gli Idrofilidi, i Lampiridi, i Malachidi (tra cui il Malachius sardous, endemico, diffuso in tutta l’isola), i Coccinellidi (tra cui la Coccinella septempunctata, detta anche ‘‘insetto della Vergine’’ o ‘‘gallinella del Signore’’, camp. babbaiola, log. pibı`a), i Bostrichidi (mangiatori di piante, ma soprattutto del legno degli alberi: delle 500 famiglie italiane, in Sardegna ne vivono 12), gli Anobidi (chiamati is toccos de Santu Giuanni o s’arrelloggiu de sa morti, anch’essi mangiatori di legno); gli Allecudidi, i Meloidi, i Tenebrionidi, i Cerambicidi (fra cui il Macrotoma scutellaris, camp. coipira, log. corrintolu), i Crisomelidi (30 000 specie, 800 in Italia, 7 in Sardegna), i Bruchidi, i Curculionidi (dei ` conosciuto in Sardegna e ` il quali il piu Sitophilus granarius, mangiatore di

369

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 375

Zoologia della Sardegna semi e di chicchi di grano, camp. bab` rru de trigu, log. gruguzone), gli Scobau litidi, gli Scarabeidi (20 000 specie nel mondo, circa 25 in Sardegna, tra cui il ` diffuso e ` lo Scarabeus sacer, camp. piu carrabusu, log. carrameldha). 23. Degli Strepsitteri la Sardegna conosce una specie, la Mengenilla quaesita, che vive intorno a Bosa. 24. Gli Imenotteri sono insieme dannosi (alle colture e ´ consentono alle foreste) e utili perche l’impollinazione di molte piante: fra le famiglie, i Siricidi, i Cefidi, i Trentenidi, gli Icneumonidi, i Braconidi, gli Evanidi (tra cui l’Evania appendigaster, detta Evania dal piccolo ventre, che si nutre di uova di vari blattoidei), i Cinipidi, i Betilidi, i Crisidi, gli Scolidi, i Mutillidi, i Formicidi (cui appartengono le formiche, 7000 specie nel mondo; camp. e log. frummiga), i Vespidi (cui appartengono le vespe), gli Sfecidi (cui appartiene l’insetto che i ` ina, sardi chiamano in camp. espi forra in log. espe terranza, che si nutre di ragni cacciati, paralizzati e portati nel proprio nido, in genere scavato sottoterra, da cui i molti nomi locali), i Pompilidi, gli Apidi, tra cui l’ape legnaiuola, Xilocopa violacea, scambiata nell’isola per il calabrone che invece in Sardegna non esiste; i bombi, l’ape domestica o mellifica (le api sono gli ` alto insetti «che hanno raggiunto il piu grado d’evoluzione nel campo del comportamento sociale e quindi nello scambio di informazioni fra i vari individui», scrivono Pisano, Viarengo e Puddu). Aracnidi A questa classe appartengono diversi ordini tra cui: 1. Gli Scorpioni. ` idi, tra cui il Latrodectes 2. Gli Arane mactans, chiamato comunemente ‘‘vedova nera’’, velenoso, e il L. mactans tredecimguttatus, detto ‘‘vedova nera mediterranea’’, conosciuto in genere ` rgia’’; in molte localita ` col nome di ‘‘a

dell’isola ne venivano distinte tre diverse categorie: l’argia viuda, vedova, nera; l’argia bagadia, nubile, maculata di rosso; l’argia coiada, sposata, maculata di giallastro: il rituale tradizionale ` stato fatto ogper curarne il morso e getto nel tempo di numerosi studi. 3. Gli Acarini (che comprende gli acari e ` soltanto le zecche). Questo paragrafo e una limitatissima sintesi, che introduce a un mondo nel quale la natura `. rivela la sua straordinaria creativita

Zoologia della Sardegna – Argia.

PESCI Si distinguono in due grandi categorie: i pesci delle acque dolci o salmastre e i pesci delle acque marine. Pesci delle acque dolci o salmastre Secondo Renzo Pirino, solo tre delle specie presenti nelle acque dolci della Sardegna sono indigene: la trota, lo spinarello e la bavosa di fiume (Blennus fluviatilis); le altre sono specie dette ‘‘anfibiotiche’’ (quasi dalla dop´ migrano dal mare alle pia vita, perche acque dolci e viceversa): l’anguilla, il latterino, la spigola e le diverse specie di muggini. Pesci importanti delle acque dolci sarde sono la carpa, il pesce persico, le diverse trote, la tinca, il pesce gatto, la gambusia e il persico trota. Nelle acque sarde – continua Renzo Pirino – mancano dunque 34 specie presenti nei corsi d’acqua continentali, fra

370

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 376

Zoologia della Sardegna le quali anche il lettore comune ricor` lo storione, il coregone, il temolo, dera il cavedano, l’alborella, il luccio e il ghiozzo. 1. Anguilla (Anguilla anguilla, camp. filadrotta, log. ambiddha), ha corpo serpentiforme, lungo 1-1,50 m, dorso grigio-verde, ventre giallo o bianco; diffusa in tutti i corsi d’acqua dolce dell’isola, alle foci dei fiumi o e anche nelle acque salmastre. 2. Carpa selvatica (Cyprinus carpio, camp. ` il piu ` grosso dei grappa, log. carpa), e pesci d’acqua dolce, ha colore bronzeo e piccole squame, grandi e lucide nella sottospecie della carpa a specchi, la ` comune: sono pesci non indigeni, piu introdotti nei laghi artificiali. 3. Latterino (o atterina, Atherina boyeri, camp. muscioni, log. latterinu), atterinide di piccole dimensioni (12 cm), dorso grigio scuro con striscia argentea sui fian´ – sechi, si riconosce in acqua perche gnala R. Pirino – i singoli individui volteggiano intorno all’asse longitudinale del corpo. 4. Muggine, nome di varie specie di Mugilidi, provenienti in genere dagli stagni, ma in particolare dalle ricche peschiere oristanesi, tanto che nella Sardegna settentrionale sono conosciuti come pische ’e Oristanis, alimento essenziale del pranzo del venerdı` nella Sardegna dei secoli scorsi (camp. lissa): cefalo (Mugil cephalus), colore bruno sul dorso, profilo superiore del grosso capo (cephalus) brevemente discendente con palpebra ` il piu ` grande dei Muggini adiposa, e presenti nell’isola; pesce gregario, abita anche, come gli altri pesci della specie, in acque salmastre, presso spiagge, coste rocciose, porti; muggine calamita (Liza ramada, con riferimento al colore delle squame distinto da una macchia nera alla base delle pinne pettorali); muggine dorato (Liza aurata, nome riferito anch’esso alla macchia dorata sugli opercoli); mug-

gine bosega (Chelon labrosus); tutti carnivori, si nutrono anche dei rifiuti che trovano nei porti e nei loro dintorni. 5. `rsicu), Persico (Perca fluviatilis, log. pe percide di notevoli dimensioni, colore verde-argento con strisce nere verticali sui fianchi; carnivoro, si ciba anche di piccoli pesci. 6. Tinca (Tinca tinca, camp. e log. tinca), ciprinide di notevoli dimensioni (sino a 50 cm), ha ` della due corti bargigli in prossimita bocca e un dorso verde scuro; importata nell’isola in coincidenza con la creazione dei primi bacini artificiali. 7. Trota sarda (Salmo trutta, camp. e log. trota), salmonide, il cui nome scientifico fa riferimento alle grosse macchie nere sul dorso grigio argentato; abitava un tempo tutti i ruscelli, ora resiste quasi soltanto nei corsi d’acqua montani, in zone difficili da raggiungere; per sopperire alla sua scomparsa sono state introdotte altre specie non indigene come la trota fario (Salmo trutta trutta) e la trota iridea (Salmo gairdneri, possiede una grossa macchia dietro l’occhio). Pesci delle acque marine Tra le centinaia di pesci della Sardegna (e del Me` dedicato il libro di diterraneo) cui e Renzo Pirino, qui di seguito sono elen` comuni nei mari intorno all’icati i piu sola, tanto per i pescatori (di mestiere non meno che dilettanti) quanto per i normali consumatori sardi. 1. Alosa comune (Alosa fallax nilotica, camp. saboga, log. saldinone), clupeide di una certa dimensione (50 cm), con dorso blu, fianchi e ventre argentei; carni` praticamente scomparsa dalla vora, e cucina di mare isolana. 2. Aragna (Trachinus araneus, camp. aragna, log. ragna), il nome scientifico rimanda tanto alla ‘‘cresta’’, la raggiera spinosa sul ` della capo, quanto alla pericolosita puntura delle sue pinne dorsali, simile a quella di un ragno velenoso; trachi-

371

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 377

Zoologia della Sardegna nide di medie dimensioni (40 cm), abita nella sabbia, in cui si nasconde lasciando sporgere solo gli occhi: calpestata, inocula un veleno simile a quello dei serpenti, che produce un dolore fortissimo; la Guida di Casu, Lai, Pinna ` piccolo (15 segnala anche un pesce piu cm), Echiichthys vipera, o Trachinus vi` pericoloso; R. Pipera, ma anche piu rino registra anche un Trachinus radiatus, di colorazione variabile, con macchie scure rotonde, di dimensioni maggiori (sino a 42 cm). 3. Bavosa pavonina (Blennius pavo, camp. piscialettu, log. baosa), blennide dal corpo molto compresso (10 cm), maschio adulto con cresta particolarmente sviluppata, colore ` verdastro con strisce azzurre piu scure; carnivoro, vive in acque molto basse e alla base dei moli; R. Pirino registra anche altre due specie di bavosa (Blennius sanguinolentus e B. zvonimiri), una bavosa occhiuta (B. ocellaris), una bavosa gattoruggine (B. gattorugine), una bavosa cornuta (B. tentacularis), e dieci altri diversi blenni e bavose senza corrispondente nome italiano. 4. Cappone (o scorfano rosso, Scorpaena scrofa, camp. capponi, log. cappone), scorpenide di dimensioni medio-grandi (50 cm), rosso, massiccio e tozzo, col muso rincagnato che richiama (come nel nome scientifico) ` quello del maiale; ha le spine piu grandi collegate e ghiandole velenifere, come i primi raggi della pinna dorsale: le punture sono molto dolorose; carnivoro, vive sino a 2300 m di ` . R. Pirino registra anche profondita uno scorfano bastardo (Helicolenus dactylopter us), uno scorfano nero (Scorpaena porcus) e altre cinque specie senza il corrispondente nome italiano, con lunghezza da 9 a 50 cm. 5. Castagnola (Chromis chromis, camp. castangiola), labride di piccole dimensioni (15 cm), corpo marrone con sca-

glie nere a reticolo, gregario ermafrodita. Abita sui fondali di corallina.

Zoologia della Sardegna – Cernia.

6. Cernia bruna (Epinephelus guaza, `rnia de iscogliu), il gencamp. e log. ce tile nome scientifico la dice, per le macchie del dorso, ‘‘chiazzata di nuvole’’; di colore bruno marrone mar` un grosso percoimorizzato di giallo, e ` ardeo, di peso ragguardevole, che puo rivare ai 2 m; abita alti fondali rocciosi, con preferenza per le secche, dove fa la tana nelle fessure: nelle Bocche di Bonifacio esiste un’area protetta, detta ‘‘La secca delle Cernie’’, dove i grossi pesci vengono a mangiare dalle mani (e perfino dalla bocca!) dei visitatori; elemento prelibato della cucina di mare, un tempo era la preda preferita della ` diventata caccia subacquea, ma ora e ` rara; R. Pirino registra anche la piu cernia dorata (Epinephelus alexandrinus), la cernia bianca (Epinephelus aeneus), la cernia nera (Epinephelus caninus), la cernia rossa (Mycteroperca rubra), con lunghezze che vanno dai 50 cm della cernia bianca ai 2 m della cerniola (Polyprion americanum). 7. Corvina (Sciaena umbra, camp. e log. corbagliu), ha corpo verde molto scuro, come dice anche il nome scientifico; di grosse dimensioni (anche 75 cm); carnivora, abita fondali rocciosi e sabbiosi, nelle praterie di posidonia. 8. `ntixi, Dentice (Dentex dentex, camp. de

372

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 378

Zoologia della Sardegna log. de`ntighe), protagonista della cucina di mare sarda, lungo anche 1 m, ha dorso azzurro, fianchi argentei, ventre bianco, crescendo si sposta verso ` profondi, sino a 200 m, sopratmari piu tutto su prati di posidonia (d’inverno); ` carnivoro e inizialmente ermafroe dita.

brune, i maschi di colore nero con tacca nera sulle pinne dorsali; abita fondi sabbiosi o fangosi in porti e porticcioli; R. Pirino registra il ghiozzo boccarosa (G. cruentatus), il paganello (G. paganellus), il ghiozzo testone (G. cobitis) e diversi altri Gobii, privi di un nome italiano (lunghezze tra 6,5 e 25 cm).

Zoologia della Sardegna – Dentice. Zoologia della Sardegna – Ghiozzo.

9. Donzella (Coris julis, camp. catzurrei, log. catzu ’e re), labride di 18-25 cm, con due livree, una rosso scura e una azzurra-rosso chiaro; abita fondali sab` carnivora biosi e prati di posidonia; e ed ermafrodita. 10. Gattuccio (Scyliorhinus canicula, camp. gatt ’e mari, log. gattu), di notevoli dimensioni (sino a 90 cm), grigio giallastro o rossastro con macchie nere; vive sui fondali profondi, si ciba di gasteropodi e vermi; i due termini del nome scientifico rimandano alla somiglianza del suo muso con quello del pescecane, di cui ` e ` molto piu ` piccolo (canicula, pero ‘‘piccolo cane’’); nelle Baronie il pesce ` chiamato dialettalmente burrida, e ` nella Sardegna merinome che si da dionale a un piatto che utilizza come base il gattuccio, condito con una speciale salsa in agrodolce confezionata con noci tritate e le interiora dello stesso pesce; carnivoro, oviparo. 11. Ghiozzo nero (Gobius niger, camp. jozzo, maccioni, log. matzone), le femmine di questo piccolo gobiide (12 cm) sono

` lixi, 12. Grongo (Conger conger, camp. sa ` log. grongu), anguilliforme, spesso piu lungo di 2 m, vive sino a 1000 m su fondali di roccia o sabbia (allora con co` chiaro del comune grigio lore piu ` carnivoro. 13. Merluzzo (o nascuro); e sello, Merluccius merluccius, camp. e log. merlutzu), ha un corpo allungato sino a 1 m, grigio scuro sul dorso, chiaro sui fianchi e bianco sul ventre; abita su fondi fangosi sino a 400 m e si nutre di piccoli crostacei e altri pesci. 14. Mormora (Lithognathus mormyrus, ` rmura), camp. murmungioni, log. ma sparide ‘‘dalle mascelle di pietra’’, dice il nome scientifico; ha un corpo argenteo con barre verticali scure e una lunghezza sino a 40 cm; abita fondi ` sabbiosi, mai oltre i 20 m; carnivoro, e ermafrodita come tutti gli sparidi. 15. Mostella (Phycis phycis, camp. mustiola, log. mustela), come tutti gli esem` caratterizzata plari della famiglia e dalle due pinne all’altezza della gola, simili in qualche modo a due baffi sot-

373

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 379

Zoologia della Sardegna tili, uniti poi in un lungo peduncolo, ` ; di colore che si biforca all’estremita ` raggiungere la grigio rossiccio, puo lunghezza di 40 cm; abita fondi sabbiosi fra i 100 e i 600 m, si nutre di pesci. 16. Murena (Muraena helena), anguilliforme di notevole lunghezza (sino a 1,30 m), vive isolata in fessure di fondali rocciosi; di colore bruno-nero, ha una grande bocca con denti molto ap` pesce puntiti; per il colore e la forma, e temuto e circondato da leggende nere: lo stesso nome scientifico la dice ‘‘affondatrice di navi’’; il proverbio gallurese «mossu di murena, toccu di campana (a morte)» conferma questa cre` pericoloso anche denza; il suo morso e per i pescatori subacquei, che possono essere trattenuti sott’acqua dalla sua presa ferrea; quando morde l’asta dell’arpione lascia il segno dei denti. La ` saporita e gradevole, ansua frittura e che per la presenza di una sola grande spina centrale, che deve essere asportata con una manovra particolare prima della cottura. 17. Nono (o afanio, Aphanius fasciatus, camp. conch’ ’e mallu, log. gigione), ciprinodontide, comune negli stagni sardi ma assente in ` bluquelli della penisola; il maschio e verde sul dorso con 10-15 fasce verti` gricali scure sui fianchi, la femmina e gio-verde; pesce cosı` piccolo (15-16 cm) che il nome scientifico lo definisce ‘‘invisibile’’. 18. Ombrina (Umbrina cirrosa, camp. umbrina de scogliu, log. umbrina), nel nome scientifico si fa accenno al cirrus, un piccolissimo bargi` carnivora. Ha glio sotto la bocca; e carni ottime. 19. Orata (Sparus aurata, camp. canina, log. orada), ha una macchia dorata fra gli occhi (da cui il nome scientifico); abita tutti gli ambienti vicino alla costa, non oltre i 30 m di pro`; ha corpo grigio argento; e ` carfondita nivora; come tutti gli sparidi (dentice, sarago, occhiata, mormora) nasce er-

mafrodita, evolvendosi nella specifica` . Essendo uno zione sessuale con l’eta ` ricercati per la gastronodei pesci piu mia, viene ora allevato in moltissime parti della Sardegna, ma il sapore ` molto piu ` indelle orate ‘‘selvatiche’’ e tenso. 20. Pagello fragolino (o parago, fragolino: Pagellus erythrinus, camp. pagellu, log. padzellu), l’aggettivo che accompagna tanto il nome comune quanto quello scientifico rimanda al colore rosato del corpo di questo pesce, prelibato ingrediente della cucina di mare di Sardegna; di proporzioni ` pero ` arrivare sino medio-piccole, puo ai 50 cm; abita su fondi sabbiosi sino a 120 m, ma gli esemplari giovani nuotano anche in acque basse di 50 cm; ` ermafrodita come tutti gli carnivoro, e sparidi. R. Pirino registra anche un fragolino occhialone (Pagellus centrodontus: il nome italiano deriva dalla grandezza dell’occhio), il parago (Pagellus bogaraveo), il pagello bastardo (o mafrone, Pagellus acarne). 21. Palamita (o sarda, Scomber sarda, camp. e log. palamita), sgombride di mediograndi dimensioni (fino a 50 cm), corpo affusolato, dorso e fianchi azzurri con ` carnivoro e si avlinee oblique nere; e vicina di frequente alla costa. 22. Pesce pavone (o donzella pavonina, Thalassoma pavo, log. pavonessa), labride ermafrodita di dimensioni medio-piccole (20 cm), coloratissimo. 23. Pesce rondine (o pesce volante, Exocoetus vo` ndini, log. pische litans, camp. pisci arru ` ndine), come tutte le altre specie arru della stessa famiglia effettua voli planati fuori dell’acqua, grazie alle grandi pinne dorsali che aprendosi a ventaglio gli permettono balzi di oltre 10 m; ` carnivoro. 24. Pesce San Pietro (Zeus e faber, camp. pisci Santu Perdu, log. pisc’ ’e Santu Pedru), nel nome scientifico ` nome alla pesce sacro a Zeus, che da piccola famiglia degli Zeiformi; molto

374

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 380

Zoologia della Sardegna appariscente per il suo corpo ovale, fortemente articolato, con bocca protrattile ed enorme pinna dorsale che conta oltre 30 raggi molli e/o spiniformi, ha un colore giallastro con una macchia violacea scura sui fianchi circondata da un anello chiaro: la macchia – spiega la Guida di Casu, Lai, Pinna – «sarebbe l’impronta della moneta che, secondo la leggenda, San Pie` nella bocca di questo pesce tro trovo per poter pagare la tassa imposta dai Romani agli Ebrei»; abita su fondi sab` carnivoro. Otbiosi fra 100 e 200 m; e timo ingrediente della cucina sarda per le sue carni saporite. 25. Rana pescatrice (o pescatrice, rospo: Lophius piscatorius, camp. piscadrixi, log. piscadora), lofioide di notevoli dimensioni ` bruna con screziature (sino a 1,50 m), e rosse e macchie; nel nome scientifico si trova il riferimento alla cresta formata sul capo dalla pinna dorsale; sopra il labbro superiore il primo raggio della dorsale forma l’illicio che serve come esca per le piccole prede, catturate stando nascosta sotto la sabbia. 26. Razza comune (o stellata, Raja asterias, camp. scritta, log. razza), rajsoidea a ` detta ‘‘stellata’’ per le forma di disco, e macchie sul dorso piatto; frequenta i fondali sabbiosi fino a 40 m a breve distanza dalle spiagge; ovipara, si ciba di molluschi e di piccoli pesci; R. Pirino ne elenca 16 specie, la Guida di Casu, Lai, Pinna segnala in particolare le ` comuni, la razza chiodata due piu (Raja clavata, dalle grosse pinne inserite su larghe placche) e la razza quattrocchi (Raja miraletus, distinta da tre serie di pinne caudali. 27. Ricciola (Seriola dumerii, camp. sirviola, log. ritzola), secondo il nome scientifico avrebbe il corpo a forma di piccola brocca; percoide di grandi dimensioni (sino a 2 m), ha dorso grigio azzurro con fascia dorata sui fianchi e sulle

guance, s’avvicina alla costa d’estate; ` carnivora. Ha carni pregiate, simili a e quelle del tonno. 28. Salpa (Sarpa salpa, camp. sarpa, log. salpa), pesce gregario molto comune, lungo sino a 45 cm, ma non pregiato; ha colore verde chiaro e abita anche acque dolci ` ermafrodita. 29. e fondali rocciosi; e Sarago reale (Diplodus sargus, camp. basuccu, log. saragu); anche per la doppia forma dei denti somiglia allo spara` piu ` grande (sino a ` pero glione, di cui e 40 cm); ha colore grigio argenteo e ` , prefeabita sino a 20 m di profondita rendo la sabbia e i prati a posidonia; ermafrodita come tutti gli sparidi; R. Pirino registra anche un sarago Sant’Andrea (Diplodus vulgaris), un sarago faraone (Diplodus cervinus), e un sarago pizzuto (Diplodus puntazzo, che anche il Cetti chiama ‘‘puntazzo’’, come dice di averlo sentito chiamare dai pescatori genovesi); sono ermafroditi come tutti gli sparidi. 30. Occhiata (Oblada melanura, camp. orbara, log. ucciada), di medie proporzioni (circa ` molto amata dai pescatori 30 cm), e che la cercano mentre nuota nella schiuma delle onde sotto gli scogli o la cacciano a traina; ha un corpo argenteo che finisce con una grande macchia nera all’altezza della coda (di qui l’aggettivo nel nome scientifico); gregaria, sta vicino alla costa, in superficie, ma ` durante il letargo forse in profondita invernale; carnivora, si nutre anche di ` ermafrodita. 31. Sardina (Saralghe; e dina pilchardus sardina, camp. sardina, log. saldhina), clupeide, della stessa famiglia dell’alosa, fa parte del cosiddetto ‘‘pesce azzurro’’, cibo della cucina di mare povera ma molto apprezzato; di piccole dimensioni (25 cm), vive in branchi e in branchi viene pescata con reti a strascico (in inverno) e con la lampara (primavera-estate). 32. Serrano comune (Serranus cabrilla,

375

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 381

Zoologia della Sardegna camp. bacca, log. sarrana), pesce di ‘‘due acque’’, abita presso la costa con preferenza per i fondali sabbiosi di posidonia; ha una lunghezza di 25 cm e presenta sul corpo strisce rossastre verticali. 33. Serrano scrittura (o barchetta, boccaccia: Serranus scriba, camp. e log. sarrana), cosı` chiamato per i disegni a geroglifici sulle guance; ` lungo sino a 20 cm e abita presso la e ` carnivoro. costa in fessure di roccia; e 34. Sgombro comune (o maccarello, Scomber scombrus, camp. cavaglia, log. pı`saru), sgombride di dimensioni medio-grandi (fino a 50 cm); ha corpo azzurro-verde con strisce scure, ventre argenteo, si avvicina alla costa in pri` gradito mavera; gregario e carnivoro, e a molti palati; segnalato anche lo sgombro bastardo (o cavallo, Scomber japonicus colias), con strisce verticali a macchie. 35. Sogliola comune (Solea vulgaris, camp. palaia, log. palitta), nel nome scientifico come nella denominazione dialettale si trova il riferimento alla sua forma schiacciata: i due occhi sono ravvicinati, disposti nella parte superiore del corpo; abita in genere in fondi sabbiosi, appoggiata o nascosta nella sabbia, in cui si mime` tizza; ha una lunghezza di 30-40 cm; e carnivora; R. Pirino registra 12 diverse specie di Solea, tra cui la sogliola occhiuta (S. ocellata), la sogliola gialla (S. lutea) e la sogliola dal porro (S. lascaris), tutte intorno ai 20-25 cm. 36. Sparaglione (o sparo, Diplodus annularis, camp. e log. spareddha), prende nome dalla doppia forma dei denti e dall’anello nero verso la coda; grigio argenteo, ha una lunghezza di 20 cm; quando ` in collera o eccitato – nota R. Pirino – e possono apparire barrature verticali scure; frequenta fondi sabbiosi di posidonia presso la costa e anche le lagune; ` ermafrodita come tutti gli sparidi. 37. e Spigola (o branzino, Dicentrarchus la-

brax, camp. lupu, log. arandzolu), serranide, abitatore molto comune di tutte ` raggiungere il le acque costiere, puo metro di lunghezza; ha colore argenteo, il nome scientifico rimanda alle ` carnivoro; attualdue spine sul capo; e mente viene anche allevato. 38. Sugarello (o sorello, Trachurus trachurus, camp. surellu, log. sorellu), percoide di medie dimensioni (50 cm), con dorso grigio-verdastro, fianchi grigio argentei con riflessi iridescenti; gregario, abita presso la costa, spesso dentro i porti. 39. Tonno (Tunnus thynnus, ` uno dei pecamp. tunina, log. tunnu), e ` grandi fra quanti frequentano sci piu la Sardegna; blu-azzurro sul dorso, ha fianchi e ventre argentei (i giovani hanno strisce verticali) abita i fondali fino a 1000 m; specie gregaria e migratoria, percorre in grandi banchi rotte mediterranee consolidate, lungo le quali venivano disposte un tempo le complesse ‘‘macchine da pesca’’ che erano le tonnare, con gli stabilimenti annessi per la lavorazione del prodotto; ora questa pesca, che fu a partire ` dal Cinquecento una delle risorse piu ` molto importanti della Sardegna, si e ridotta, e gran parte delle tonnare sono scomparse: sopravvivono, praticamente, solo quelle collocate nella parte sud-occidentale dell’isola. Sia a Stintino che a Carloforte, ‘‘patrie’’ ` stato creato un della pesca del tonno, e ‘‘Museo della memoria’’ che rievoca fatiche, fasti e leggende di questo antico mestiere del mare. «Il tonno – scrive ` del Settecento il nella seconda meta ` l’un de’ grossi pesci del mare; Cetti – e se esso non arriva a pesare le cento lib` piu ` che uno scampirro; se bre, non e ` non oltrepassa le libbre trecento non e ` che mezzo tonno»: il tonno, infatti, piu ` raggiungere i 3 m di lunghezza e puo pesare sino a 600 kg. R. Pirino registra anche un alalunga (T. alalunga, lun-

376

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 382

Zoologia della Sardegna ghezza 1 m), un tonnetto (Eutynnus alletteratus, 80 cm-1 m, con macchie nere sui fianchi), una tonnina (Eutynnus pelamis, 70 cm), un tambarello (Auxis ihazard, 50 cm). 40. Tordo di mare (o tordo verde, Labrus viridis, camp. arroccali, log. roccale), labride di medie dimensioni (sino a 45 cm), con livrea verde e striscia longitudinale bianca sul dorso; abita vicino alla riva; R. Pirino registra anche un tordo pavone (Labrus bimaculatus), con una lunghezza di circa 25 cm. 41. Tracina (Trachinus draco, camp. aragna, log. ragna), il nome scientifico riecheggia l’impressione di un animale ‘‘crestato’’ per la raggiera spinosa sul capo, e del ‘‘drago’’ cui somiglierebbe quando rizza la pinna dorsale; di dimensioni medio-grandi (fino a 40 cm), ha corpo grigio-giallastro con strisce oblique scure; abita nella sabbia: pericoloso (e temuto) per la sua puntura, tramite la quale inocula un veleno simile a quello dei serpenti, producendo un fortissimo dolore e provocando allergie.

Zoologia della Sardegna – Triglia di fango.

42. Triglia di scoglio (Mullus surmuletus, camp. triglia de scogliu, log. triglia), il nome scientifico segnala la sua abitudine di strisciare sul fondo, sino a 100 m; corpo bruno rossastro, attraversato da due strisce oblique; di medie ` carnivora; piu ` dimensioni (40 cm), e piccola, di colore rosato, con profilo

` la triglia di del capo quasi verticale, e fango (Mullus barbatus, chiamata cosı` ` brevi che nel M. surper i bargigli piu muletus). 43. Zerro (Maena o Spicara smaris, camp. giarrettu, log. giarrette), pesce gregario molto comune e poco pregiato, ma molto usato dalla cucina popolare (Sassari); di piccole dimensioni (fino a 20 cm), ha il dorso grigio scuro, il ventre argenteo e una macchia ` quadrangolare nerastra sui fianchi; e ermafrodita come molto sparidi.

Zoologia della Sardegna – Discoglosso sardo.

ANFIBI Il nome ‘‘anfibi’’, dal greco amfi (‘‘doppio’’) e bios (‘‘vita’’), indica la ‘‘doppia vita’’ di questo tipo animale: larve nell’acqua, adulti in ambienti terrestri. Esistono sulla terra almeno dal Devoniano, 395-345 milioni di anni fa. Quelli presenti in Sardegna appartengono agli ordini degli Urodeli (come le salamandre e i tritoni) e degli ` ‘‘senza coda’’, come le rane Anuri (cioe e i rospi). Essi sono le forme animali ` antiche della Sardegna, certo forse piu antichissime, presto trasformate in endemismi particolari dell’isola. Il Cetti ne elenca 21 specie. I principali sono: 1. Discoglosso sardo (Discoglossus sardus, camp. e log. rana), simile a una ` molto diffuso dell’isola, dal corana, e lorito marrone, abita le zone umide. 2. Euprotto sardo (detto anche tritone sardo, Euproctus plathycephalus, log. tarantula de abba, nuor. tiligherta de

377

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 383

Zoologia della Sardegna abba), grossa lucertola caratterizzata dalla larga testa piatta (di qui il nome latino), abita nei ruscelli montani e nelle grotte vicine. 3. Geotritone sardo ` ‘‘abita(chiamati Speleomantes, cioe tori delle grotte’’, se ne conoscono quattro diverse specie; nuor. tattaruleddha ’e gruttas), abita le zone montuose di tutta l’isola. 4. Ila sarda (detta anche raganella sarda, Hyla sarda, camp. rattixedda, log. rana irde), tipica ` la rana della Gallura e della Corsica, e ` comune dell’isola, caratteristica piu per il verde brillante della pelle. «Ma – dice il Cetti – quella spezie di rana, che si usa comunemente in cibo, e la quale fra le mani d’un dotto cuoco sale infino a diventare un manicare ghiotto, e una miniera di sughi preziosi, quella non esiste in Sardegna». 5. Rospo verde (detto anche smeraldino, Bufo viridis, ` camp. arrana de siccu, log. rulpu), e ` comune dell’isola, caratl’anfibio piu terizzato dalla pelle marrone brillante. RETTILI I rettili sardi appartengono all’ordine dei Testudinati (le tartarughe) ` le lucere degli Squamati (Sauri, cioe ` i serpenti). In tutto si tole, e Ofidi, cioe contano 19 specie. 1. Algiroide tirrenico (o algiroide nano o di Fitzinger, Algyroides fitzingeri, camp. cartuxedda, log. tilighelta), piccola lucertola, di colore bruno scuro, vive nei muretti a secco: sembra una specie in via di estinzione. 2. Biacco (o colubro comune, Coluber viridflavus, camp. co` la biscia comune, di loru, log. colora), e colore giallo-verde scuro (come dice il ` raggiungere annome scientifico); puo che i due metri; come tutti i serpenti ` velenoso. 3. Colubro sardo sardi, non e (o colubro ferro di cavallo, Coluber hippocrepis, camp. pı`bara de siccu, log. colora), di colore marrone scuro, che lo ` temuto del rende popolarmente piu biacco (ma ugualmente non velenoso), ` cosı` chiamato per una macchia a e

forma di ferro di cavallo spesso presente sulla nuca.

Zoologia della Sardegna – Emidattilo verrucoso.

4. Emidattilo verrucoso (Hemydactilus turcicus, camp. pistilloni pintu, log. ta` un piccolo geco dalle rantuleddha), e ` zampe cosı` corte da sembrare a meta (di qui il nome scientifico); originario ` della Turchia, la particolare adesivita delle zampe gli permette di arrampicarsi sui muri delle case e sugli alberi. 5 Geco comune (o tarantola muraiola, Tarentula mauritanica, camp. pistil` ntula) e ` il piu ` comune abiloni, log. tara tatore dei muri (specie esterni) delle case; si ciba di insetti. 6. Lucertola campestre del Cetti (Podarcis sicula cetti, camp. caluxertula, log. tilighelta): «questo animale lo chiamo una spezie ´ di ramarro – scrive il Cetti – perche ` verde come il ramarro, non pero ` esso e senza mischianza di nero, talvolta in forma di macchie, talora in forma di lunghe linee solcanti tutto il dorso». Sua caratteristica rispetto al ramarro, ` che in quello la dice lo stesso Cetti, e ` lunga quanto il corpo, nella specoda e cie sarda arriva invece al doppio. Diffusa in tutta l’isola. 7. Lucertola del Bedriaga (Archaeolacerta bedriagae) co` , localizzate rinosciuta in tre varieta spettivamente sul Gennargentu, sul Limbara e a Capo Testa di Santa Teresa Gallura: si distingue per alcune carat-

378

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 384

Zoologia della Sardegna teristiche che ne indicano l’antichissima origine, tra cui il colore grigio e verde del dorso e la forma slanciata. 8. Lucertola tirrenica (o tiliguerta, Podarcis tiliguerta tiliguerta, camp. caluxertula, log. tilighelta), deriva il nome ` veloce’’) dalla rapidita ` (podarcis, ‘‘pie ` la piu ` diffusa nell’icon cui si muove: e sola, distinta per le due strie lungo il dorso verde a macchie scure. 9. Luscengola (o fienarola, Chalcides chalcides, camp. liscinaerba, log. ischigliafenu), definita come un ‘‘lungo sauro serpentiforme’’ deriva il nome scienti` notato da fico dal colore bronzeo – gia Aristotele – e quelli dialettali dalla ve` con cui scivola sulla terra e solocita prattutto sull’erba. Poco numerosa nell’isola. 10. Natrice dal collare (o del Cetti, Natrix natrix cetti, camp. pibera ’e abba, log. colora ’e abba): «innocente ` questa biscia – dice il Cetti – , lunga e circa due piedi, armata di denti, in amendue le mascelle, e d’una doppia filza di denti pur diretti verso la gola ` in armata nel palato». La femmina e genere lunga due volte (200 cm) il maschio. 11. Natrice viperina (Natrix maura o viperina, camp. coloru ’e acqua, log. colora ’e abba), biscia d’acqua che sarebbe arrivata dalla Mauritania, diffusa in tutta l’isola. 12. Saettone (o colubro di Esculapio, Elaphe longissima, camp. coloru, log. colora pudzonaldza), molto raro in Sardegna a diffe` di colore renza che nella penisola, e giallo bruno con piccole macchie e arriva sino a due metri. Il nome logudorese si riferisce alla sua abitudine di salire sugli alberi per predare uova d’uccelli e piccoli nidiacei. 13. Tarantolino (o fillodattilo, Phyllodactylus europaeus, camp. pistilloneddhu, log. ta` il piu ` piccolo dei gechi rantuleddha), e europei, di cui ha le caratteristiche, ` poco diffuso in Sardegna. 14. Tarma e taruga caretta (tartaruga marina co-

mune, Caretta caretta, camp. tostoini ` ine de mare): abita de mari, log. tosto sulle coste dell’isola, forse in isolotti in cui depone le uova (nell’estate del 2006 una caretta ha depositato le uova nella frequentatissima spiaggia di Geremeas, ma purtroppo non si sono mai schiuse); ha scudo ovale, testa grande non retrattile, arti in forma di pinna per il nuoto. 15. Tartaruga comune (o di Hermann, Testudo hermanni robert`ini de terra, log. tomertensi, camp. tosto `ine de siccu), lunga da adulta sui 20sto 25 cm, ha scudo color bruno con mac` scure. 16. Testuggine d’acqua chie piu dolce (o palustre, Emys orbicularis, `ini de acqua, log. tosto `ine de camp. tosto abba): diffusa in tutto il mondo (da cui ` l’appellativo orbicularis), un po’ piu lunga della tartaruga comune, vive in zone umide, presso ruscelli e sorgenti; ` protetta dalla L.R. 32/1978. 17. Testuge gine greca (Testudo graeca, camp. to`ini, log. tosto `ine), e ` simile alla tartasto ruga comune, ma se ne distingue per la piastra caudale, una solo contro le due ` corta; protetta di quella, e la coda piu dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Testuggine marginata.

18. Testuggine marginata (Testudo mar`ini, log. tosto `ine), ha ginata, camp. tosto scudo grigio nerastro molto allungato, diffusa soprattutto nella Sardegna set-

379

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 385

Zoologia della Sardegna tentrionale; protetta dalla L.R. 32/ 1978. 19. Tiligugu (o gongilo sardo, Chalcides ocellatus tiligugu, camp. sattzagula, log. tiligugu), il colore bronzeo ` rispiega il nome Chalcides, ocellatus e ferito alle piccole macchie diffuse su tutto il corpo; lucertola presente in diverse zone del Mediterraneo, ha il dorso bruno a squame molto lisce. Abita sotto i sassi. ` UCCELLI Secondo l’ordinamento piu recente, gli uccelli sono classificati come un superordine di Rettili arcosauri: per alcuni studiosi essi sarebbero gli ultimi rappresentanti viventi dei dinosauri, in cui gli arti anteriori si sarebbero trasformati in ali mentre il corpo si rivestiva di piume. Diffusi in ogni area del pianeta, gli uccelli sono divisi in 9000 specie viventi; il loro superordine sarebbe a sua volta diviso in (circa) 29 ordini. In Sardegna esistono quasi tutte le specie di uccelli del Mediterraneo; molte si sono evolute sino a dar luogo a una specie sarda, altre si sono estinte o corrono rischio di estinzione. L’elenco che segue comprende oltre 120 degli uccelli presenti in Sardegna. 1. Airone cinerino (Ardea cinerea cinerea, camp. menga, log. perdezor` l’airone ronadas), uccello acquatico, e ` grande d’Europa; l’aggettivo gli piu viene dal colore del piumaggio; il nome popolare logudorese scaturirebbe dall’osservazione della sua ` , in attesa del tuffo lunga immobilita per la pesca; migratore, non nidifica nell’isola; molto simili sono l’airone rosso (Ardea purpurea purpurea, che nidifica negli stagni dell’Oristanese e caccia allo scoperto anche ranocchie e piccoli mammiferi), l’airone bianco maggiore (Egretta alba alba) e l’airone guardabuoi (Ardeola ibis o Bubulcus ibis ibis: il nome deriva dalla sua curiosa abitudine di sostare in genere presso mandrie di buoi); gli ultimi

due, prima molto rari nell’isola, sono ` frequenti, specie il sediventati piu ` di greggi al pacondo in prossimita ` protetta dalla L.R. scolo (la specie e 32/1978). 2. Allodola (Alauda arvensis arvensis, camp. e log. accuccaditta), ` detto nel nome scientiabita, come e fico, i campi coltivati, dove si mimetizza con la sua livrea di diverse sfumature del beige e grazie anche alle piccole dimensioni; il nome sardo si riferirebbe alla sua abitudine di accuc` resi) quando si avvicina ciarsi (accucca qualcuno; specie migratoria, caccia¨tus fabile. 3. Aquila del Bonelli (Hierae sciatus, camp. achiloneddhu, log. abila` bila stru), detta in Barbagia anche a barja, «bellissima, altezzosa e distaccata – scrve D. Ruiu – , riesce ancora a sopravvivere in qualche parte della Sardegna. Caccia di tutto, a terra e in volo, e sempre con maestria. Cattura i colombacci con i modi del falco pellegrino e le lepri con la potenza dell’aquila reale»; stanziale, nidifica nell’isola; protetta dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Aquila reale.

¨tos chry4. Aquila reale (Aquila chrysae ` chila, log. a ` bila), e ` un sae¨tos, camp. a grande rapace, che nella femmina arriva al metro di lunghezza e ai 6,5 kg di peso: di colore marrone scuro tendente al rossiccio, abita in montagna, preferibilmente nei pascoli d’alta quota; si nutre di piccoli mammiferi,

380

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 386

Zoologia della Sardegna quasi mai di carogne (a differenza degli avvoltoi); bella da vedersi nel volo, «con queste sue picchiate e planate – scrive G. Sirigu – l’aquila reale, giustamente chiamata ‘‘la regina delle montagne’’, costituisce un elemento caratteristico ed insostituibile dei territori del Supramonte, tra le vallate del Gennargentu, sui tacchi calcarei dell’Alta Ogliastra»; protetta dalla L.R. 32/1978, si pensa ne esistano nell’isola una cinquantina di coppie nidificanti. 5. Assiolo di Sardegna (Otus scops vincii, ` piccolo camp. tzonca, log. tonca), il piu tra gli strigiformi isolani; disco facciale grigio chiaro con ciuffi auricolari detti ‘‘orecchie’’; migratore parziale, si nutre di insetti ma anche di piccoli roditori, piccoli rettili e piccoli uccelli; protetto dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Astore.

6. Astore di Sardegna (Accipiter gentilis arrigonii, camp. stori, log. astore), rapace elegante (come indica anche il ` piu ` nome scientifico), in Sardegna e piccolo degli esemplari continentali; abita i boschi in alcune zone, dove ni-

difica; ormai ridotto a non molti esem` specie protetta dalla L.R. 32/ plari, e 1978. 7. Averla capirossa baia (Lanius senator badius), nel nome scientifico senator allude al colore del capo, come quello di una toga senatoriale romana, badius al suo colore rosso; di piccola taglia, migratrice, nidifica in Sardegna in zone alberate; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 8. Averla piccola (Lanius collurio collurio, camp. passariargia, log. manteddhada), nel nome scientifico – spiega la Guida di Casu, Lai, Pinna – lanius significa ‘‘macellaio’’, ´ l’averla infilza nei rovi gli inperche setti che cattura, e collurio ‘‘cappuccio’’, per il disegno del piumaggio sulla testa e sul dorso; passeraceo minuto, abita la campagna; specie migratoria, nidifica in Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. 9. Avocetta (Recurvirostra avosetta, camp. filippa, log. paisana), uccello acquatico, il nome scientifico ` , strurimanda al becco ricurvo all’insu mento essenziale della pesca: simile a una lesina da calzolaio, le ha meritato il nome dialettale di sabatteri (‘‘calzolaio’’); ha piumaggio bianco striato di ` specie migratrice che nidifica nero; e in Sardegna, ma si trova a rischio di estinzione; protetta dalla L.R. 32/1978. 10. Avvoltoio comune (o monaco, Aegyp i u s m o n a c h u s, c a mp . b en t r u xu nieddhu, log. bentuldzu), anch’esso di notevoli dimensioni come il grifone, di ` anzi piu ` grande e piu ` pesante, ha cui e nel nome scientifico l’indicazione del colore scuro del piumaggio; unico in ` conEuropa, nidifica sugli alberi, ma e siderato estinto, anche se – scrive D. Ruiu – «ogni tanto ci sono segnalazioni di singoli individui erratici». 11. Avvoltoio degli agnelli (o gipeto, Gypaetus barbatus aureus, camp. guntruxu, log. benturdzu), in Barbagia detto anche ´ si ciba di ossa gunturju ossarju perche ` ) di animali; si rico(carogne, in realta

381

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 387

Zoologia della Sardegna nosce per il collo ricoperto di penne e il piumaggio descritto come ‘‘aran` considerato estinto cione sporco’’; e come specie nidificante, protetto (forse inutilmente) dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Grifone.

12. Avvoltoio grifone (Gyps fulvus fulvus, camp. bentruxu, log unturdzu), di ` il rapace piu ` grandi dimensioni, e grande d’Italia; testa e collo sono coperti da piccole piume bianche, men` fulvo; abita tre il piumaggio del corpo e nella montagna sarda, in particolare sulle pareti rocciose tra Bosa e Alghero; si ciba di carogne di animali, ´ la loro rarefazione sui pascoli sicche ha messo in crisi le poche colonie presenti nell’isola, al cui approvvigionamento provvedono in genere volontari ambientalisti; specie protetta dalla L.R. 32/1978, ha visto diminuire negli ultimi anni il rischio dell’estinzione, ´ la LIPU e la Regione sarda – perche scrive Gianni Sirigu – «hanno varato un piano di ripopolamento con esemplari provenenti dalla Spagna e dalla ` Francia. Capita cosı` sempre piu spesso, a chi si inoltra nella zona del Montiferru o visita le coste di Bosa o di Alghero, di scorgere il grifone volteg` giare solo o a gruppi alto nel cielo; e facilmente riconoscibile per le notevoli dimensioni, con un’apertura alare

` toccare i tre metri e un peso che puo che oscilla tra i sei e gli otto chilogrammi». 13. Balestruccio (Delichon ur` ndini, log. ru ` nbica urbica, camp. arru dine), il nome scientifico fa riferimento all’abitudine di abitare nei centri urbani, dove nidifica sotto i cornicioni e le grondaie; specie migratoria, protetta dalla L.R. 32/1978. 14. Ballerina bianca (Motacilla alba alba), somiglia alla ballerina gialla, con lo stesso dorso ` ha con faccia e parti infegrigio, pero riori bianche; abita le zone umide, ` prodove nidifica; specie migratoria, e tetta dalla L.R. 32/1978. 15. Ballerina gialla (Motacilla cinerea cinerea, camp. ` ida), il nome medixedda, log. culisa scientifico (‘‘ballerina’’, in latino) accenna al moto della lunga coda e al color cenere delle strisce sul piumaggio giallo; specie migratoria, nidifica in Sardegna nelle zone umide; protetta dalla L.R. 32/1978. 16. Barbagianni di Sardegna (Tyto alba ernesti, camp. ` il piu ` grande e anche stria, log. istria), e ` diffuso degli strigiformi nidifiil piu canti in Sardegna, dove abita nei centri abitati (campanili, edifici abbandonati) o in campagna; caratteristico il disco facciale dal robusto becco giallino; di abitudini notturne, si ciba di piccoli roditori; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 17. Beccaccia (Scolopax rusticola, camp. caboni de murdegu, log. biccatza), di taglia media, deve il nome al becco lungo e sottile; si mimetizza con il suo piumaggio screziato marrone; non nidifica nell’isola; molto cacciata. 18. Beccaccino (Gallinago gallinago gallinago, camp. e log. biccaccinu), simile alla beccaccia non solo nel nome, con piumaggio mimetico e becco altrettanto lungo; come quella non nidifica nell’isola; cacciabile. 19. Beccamoschino sardo (Cisticola juncidis carmelae, camp. topi de matta, log. ciddhi), i primi due termini del nome

382

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 388

Zoologia della Sardegna scientifico rimandano al suo habitat, gli arbusti di cisto e i cespugli di ` di 10 giunco; piccolo silvide (non piu cm), abita in genere in zone umide; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 20. Berta maggiore (Calonectris diomedea ` rru), uccello madiomedea, camp. giau rino simile al gabbiano, abita e nidifica nelle alte scogliere dell’isola; il nome scientifico fa riferimento a due sue ca` nel ratteristiche: calonectris all’abilita nuoto, diomedea al suo richiamo notturno che sarebbe, secondo un’antica leggenda, il pianto dei compagni di Diomede per la morte dell’eroe; protetta dalla L.R. 32/1978. 21. Berta minore (Puffinus puffinus yelkouan, ` rru), dalle caratteristiche camp. giau simili a quelle della berta maggiore, come quella abita e nidifica nelle alte scogliere dell’isola e come quella depone un solo uovo per volta; il nome comune italiano ‘‘puffino’’ deriva dall’inglese puffin; protetta dalla L.R. 32/ 1978. 22. Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus scirpaceus, camp. topi de matta), piccolo uccello palustre, nel suo nome scientifico rimanda alla forma del capo (acron, ‘‘punta) e ai giunchi, luogo del suo habitat; specie migratoria, nidifica in Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. 23. Capinera sarda (Sylvia atricapilla pauluccii), il nome scientifico ripete l’indicazione del colore nero del capo; piccolo passeraceo, abita luoghi con alberi; specie migratoria, nidifica in Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. 24. Cardellino di Sardegna (Carduelis carduelis tschusii, camp. cardanera, log. galdeglinu), passeraceo molto diffuso nell’isola, dove abita siepi e giardini; la testa rosso scuro finisce in un corto, forte becco triangolare; migratrice, nidifica nell’isola; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 25. Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus himantopus, camp. tzurrulı`u de

acqua, log. zurulı`u pei longu), uccello acquatico, «zampe incredibilmente lunghe rispetto al corpo, colorate di un rosso violento, sottili ma rigide tanto da sembrare veri e propri trampoli; piumaggio candido che contrasta vivacemente con il nero delle ali; portamento straordinariamente elegante ` la tessera e distinto – scrive D. Ruiu –: e di riconoscimento del C. d’I.»; specie migratrice, nidifica nell’isola; protetta dalla L.R. 32/1978. 26. Cicogna bianca `(Ciconia ciconia ciconia, camp. cicco ` nia), grande tramponia, log. tziucco liere, ha un’apertura alare di oltre un metro e mezzo, non nidifica in Sarde` spesso, negli ultimi gna ma sempre piu anni, si ferma su campanili e comignoli dell’isola; protetta dalla L.R. 32/1978. 27. Cinciallegra di Corsica (Parus major corsus, camp. accuntzaferru, log. ` grande cinciallegra cincipasca), la piu presente nell’isola; riconoscibile per il capo che appare colorato a spicchi bianchi e neri, con strisce dello stesso tipo anche sul resto del piumaggio bruno chiaro; vive nei boschi e tra gli ` specie protetta dalla L.R. 32/ alberi; e 1978. Il Cetti riconosceva in Sardegna solo due delle specie di cingallegre presenti in Europa, il morione nero ` «tempia bianche, e liston pur nero giu per l’addomine in campo giallo, la quale i Toscani chiamano Cingallegra reale» e «la spezie piccolina dalla testa cilestre nomata da’ naturalisti Parus caeruleus». 28. Civetta di Sardegna (Athene noctua sarda, camp. cuccumeu, log. cuccumiau), rapace notturno di piccola taglia, il cui nome scientifico rimanda alla dea cui era sacro; disco facciale simile a quello dell’assiolo, ma senza ciuffi auricolari; abita nei boschi ma anche in zone abitate con edi` protetta fici; stanziale in Sardegna, e dalla L.R. 32/1978. 29. Colombaccio di Sardegna (Columba palumbus ghigii,

383

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 389

Zoologia della Sardegna ` il piu ` grosso camp. tidori, log. tidone). E dei colombi europei; si distingue per due grandi macchie bianche sulla parte anteriore delle ali; migratore, nidifica in Sardegna dove abita boschi di lecci; cacciabile e, secondo gli ambientalisti, fin troppo cacciato. 30. Colombo torraiolo (o piccione selvatico, Columba livia livia, camp. columbu, log. culumbu), il nome scientifico fa riferimento al grigio (livia) del piumaggio; stanziale nell’isola, nidifica in pareti scoscese sul mare o sui fiumi; specie protetta dalla L.R. 32/1978. La Guida di Casu, Lai, Pinna segnala la colombella (Columba oenas), molto rara, frequentatrice di zone selvagge, anch’essa protetta. 31. Cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis, camp. crobu anguiddhargiu, log. malgone), uccello marino, il nome scientifico rimanda a tre caratteristiche del ‘‘corvo marino’’: la lucentezza del piumaggio, specie dopo le rapide immersioni a caccia di cibo (i nomi popolari sardi accennano alle anguille), il colore nero carbone, l’origine cinese; migratore, ma nidifica nell’isola; protetto dalla L.R. 32/1978. 32. Cormorano dal ciuffo (o marangone: Phalacrocorax aristotelis desmaresti, camp. crobu anguiddhargiu, log. malgone), uccello marino, abita e nidifica nell’isola; il Cetti lo chiama ‘‘corbo acquatico’’, ma segnala che nel golfo di Alghero veniva detto, come il cormorano, ‘‘corvo marino’’; protetto dalla L.R. 32/1978. 33. Cornacchia grigia di Sardegna (Corvus corone sardonius, camp. corroga, log. corronca), completamente grigia nel becco e nel piumag` gio, diffusa in tutta la Sardegna, dove e stanziale: «fa suoi nidi di legno per gli alberi, e in ogni stagione si vede per i campi», scrive il Cetti. Cacciabile. 34. Corriere piccolo (Charadrius dubius curonicus, camp. tzurrulioteddhu, log. tzirriolu pitticcu), il nome scientifico

ne segnala l’habitat alle foci dei fiumi e l’origine dalla Curlandia, in Lettonia (secondo la Guida di Casu, Lai, Pinna, l’aggettivo dubius indicherebbe che chi lo descrisse non era sicuro della sua collocazione sistematica); depone le uova nella sabbia delle rive in cui abita; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. 35. Corvo imperiale di Sardegna (Corvus corax sardus, camp. crobu, log. ` il piu ` grande corvide europeo; `ivu), e co tutto nero, al tempo del Cetti era raro, ´ – diceva lo stesso Cetti – forse perche gli avvoltoi gli toglievano il cibo preferito, le carogne degli animali: «questa medesima divorazione obbliga i corvi di rivolgersi ai fichi, de’ quali, principalmente nel Campidano, sono tenuti il flagello, a segno che non solo si guarniscono contro di essi gli alberi di spaventacchi, ma si dispongono ancora sentinelle con arme da fuoco»; abita la montagna, spesso disputando ai grifoni i carnai predisposti dagli ambientalisti; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 36. Cuculo di Sardegna (Cuculus canorus sardus, camp. e log. cuccu), ha piu` maggio scuro, coda lunga (la femmina e grigia); migratore, nidifica in Sardegna in boschi e zone cespugliate; depone le uova nei nidi di altri uccelli ` piccoli, che covano e allevano i pulpiu cini (i quali poi cacciano dal nido i membri della covata ‘‘legittima’’); protetto dalla L.R. 32/1978; nella campagna sarda le fanciulle chiedevano al canto del cuculo un responso sul tempo del loro matrimonio; il Cetti riferisce la credenza secondo cui il cuculo, appena comincia a mangiare, mangia un uccellino al giorno, fin quando il giorno di San Giovanni tutti gli uccellini si uniscono e lo assalgono, lasciandolo spennato e dolente. La Guida di Casu, Lai, Pinna ricorda anche il cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius glandarius), frequentatore dell’isola,

384

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 390

Zoologia della Sardegna di cui il Cetti aveva letto in Linneo, ma senza mai trovarne in Sardegna. 37. Falco della regina (Falco eleonorae ´, camp. stori, log. astore), rapace di gene ` il ditaglia media ma molto elegante, e scendente dei falconi che Eleonora d’Arborea faceva allevare ed esercitare alla caccia, limitandone il commercio con le norme severe della Carta de Logu; «un ospite eccezionale dell’isola – ha scritto D. Ruiu – , che arriva addirittura dal Madagascar dove passa l’inverno». Nidifica nell’isola di San Pietro e nell’area rocciosa della costa di Baunei; protetto dalla L.R. 32/1978. La Guida di Casu, Lai e Pinna ricorda altre specie dell’ordine dei Falconiformi che frequentano la Sardegna: il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus, cosı` ´ si nutre delle api chiamato perche delle arnie), il biancone (Circaetus gallicus), l’albanella reale (Circus cyaneus cyaneus), il falco di palude (Circus aeroginosus aeroginosus) e «il piccolo Falco cuculo (Falco vespertinus) che arriva come migratore in grandi stormi» ` primavera, D. Ruiu racconta di a meta averne contati oltre duecentocinquanta in una colonia vicina al mare di Siniscola. 38. Falco pellegrino (Falco peregrinus brooke, camp. stori perdighinu, log. falcu), rapace di media taglia, abita le pareti rocciose sul mare, dove nidifica: «nei primi giorni di vita dei pulcini – scrive D. Ruiu – un adulto li accudisce e li riscalda costantemente, mentre l’altro pensa alla caccia; spesso i due adulti si scambiano i ` salutato ruoli e l’arrivo del partner e con grida prolungate»; specie protetta dalla L.R. 32/1978. «Attualmente la fal` uno deconeria, la caccia col falcone, e gli sfoghi preferiti dai signorotti degli emirati arabi; cosı` pagano cifre enormi ` adper acquistarli, possibilmente gia destrati (uno dei paesi europei dove ` la Germania), e persoquesto avviene e

naggi spregiudicati, per accontentarli, depredano i nidi».

Zoologia della Sardegna – Falco pellegrino.

¨tus 39. Falco pescatore (Pandion haliae ` chili de pisci, log. haliae¨tus, camp. a ` bila marina), rapace di notevoli dia mensioni, detto ‘‘divino’’ nel nome scientifico, migratore, soggiorna in laghi, lagune e stagni dell’isola, dove un tempo nidificava: «forse l’ultima coppia – scrive D. Ruiu – ha nidificato in ` tardi, Sardegna nel 1968 o forse piu forse una coppia riesce ancora a riprodursi; purtroppo dobbiamo considerare questo splendido rapace, che si alimenta solo col pesce che cattura con tuffi spettacolari in picchiata, come specie estinta, anche se la regolare comparsa di diversi soggetti nel periodo del passo lascia aperta la speranza»; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. 40. Fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber roseus, camp. zent’arrubia, log. mangone), tutti i tre termini del nome rimandano al colore rosso del piumaggio (da cui anche il bel nome

385

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 391

Zoologia della Sardegna popolare campidanese, ‘‘il popolo rosso’’); grande trampoliere, dimora soprattutto negli stagni cagliaritani di Molentargius e di Santa Gilla e in quelli dell’Oristanese, dove negli ultimi anni ha anche nidificato, ma ormai si trova in tutte le zone umide dell’isola: «quando la lunga estate sarda volge al termine – scrive D. Ruiu – , giungono dalle lagune francesi della Camargue; passeranno l’inverno nelle acque lattiginose e turchesi degli stagni della Sardegna»; specie protetta dalla L.R. 32/1978.

scientifico ne segnala l’habitat alle foci dei fiumi e l’origine da Alessandria d’Egitto; piccolo uccello di ripa, abita e nidifica in Sardegna; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 44. Fringuello tirrenico (Fringilla coelebs thyrrenica, `u de monti, log. alipintu), camp. curcule ` piccolo del fratello europeo, che piu ´ migrava Linneo definı` ‘‘celibe’’ perche solo il maschio.

Zoologia della Sardegna – Frosone.

Zoologia della Sardegna – Fenicotteri rosa nello stagno di Sale Porcus.

`41. Folaga (Fulica atra atra, camp. pu liga, log. puddha de riu), tutta nera (atra), simile alla gallinella d’acqua; specie migratrice, nidifica nell’isola; cacciabile. 42. Fraticello (Sterna albifrons albifrons, camp. caixeddha ` ndine marina), uccello bianca, log. ru acquatico, somiglia alla rondine di ` piu ` piccolo, anzi e ` la mare di cui e ` piccola fra le specie eurosterna piu pee; abita e nidifica negli arenili, deponendo le uova in piccoli mucchi di ` conchiglie, per sottrarli alla voracita dei gabbiani; nel nome scientifico si segnala la grande macchia triangolare sulla fronte; protetto dalla L.R. 32/ 1978. 43. Fratino (Charadrius alexandrinus alexandrinus, camp. tzurrulı`u, conca ’e molenti, log. tzirriolu), il nome

45. Frosone di Sardegna (Coccothraustes coccothraustes insularis, camp. piz` il fringilzugrussu, log. bicchirussu), e ` grosso; lo caratterizza lide europeo piu il becco, cosı` forte e compatto che il nome scientifico lo definisce ‘‘atto a rompere noccioli’’; abita tra gli alberi; specie migratrice protetta dalla L.R. 32/1978. 46. Gabbiano comune (Larus ridibundus ridibundus, camp. cau, log. ` piccola delle gabbianu), di taglia piu altre specie di gabbiano, ha la testa e il collo densamente neri, tanto che in ` detto cau conca ’e moro; il Barbagia e nome scientifico rimanda al verso gutturale del gabbiano, che somiglierebbe a una risata; abita lagune e stagni costieri; specie migratrice, nidifica nell’isola; protetta dalla L.R. 32/1978. 47. Gabbiano corso (Lar us audouini, ` – scrive camp. cau, log. colvu marinu), e ` raro gabbiano d’EuD. Ruiu – «il piu ropa. Compreso nella ‘‘Lista rossa degli animali in via d’estinzione’’ dell’U-

386

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 392

Zoologia della Sardegna nione Internazionale Conservazione ` leggeri dei reali; piu ` abili Natura; piu per aria, paion danzare nel vento e urlano molto meno». Vive sulle coste, nidifica in quelle sarde, specie della Sardegna settentrionale; specie protetta dalla L.R. 32/1978. Il Cetti dedica una simpatica pagina a tutte le specie di gabbiani, di cui sottolinea soprattutto `, che li chiama a l’insaziabile voracita grandi stormi sopra le tonnare nel tempo della mattanza; cita anche un gabbiano mezzano, che gli Oristanesi chiamavano coaghedda, «g rosso quanto un buon colombo». 48. Gabbiano reale (Larus cachinnans michae` lis, camp. cau, log. colvu marinu), il piu grande gabbano europeo, nel nome scientifico il rimando al suo grido, somigliante a una cupa risata; abita e ni` ormai presente difica sulle coste, ma e ` in maniera massiccia anche nelle citta e nelle zone interne dell’isola, dove si reca in cerca di cibo, popolando soprattutto le discariche; protetto dalla L.R. 32/1978. 49. Gabbiano roseo (Larus genei, camp. cau, log. colvu marinu), simile al gabbiano comune, ma un po’ superiore in taglia, ha piumaggio leggermente sfumato in rosa, la Guida di Cau, Lai, Pinna segnala una colonia perma` numerosa del Mediterranente, la piu neo, nello stagno cagliaritano di Santa Gilla; protetto dalla L.R. 32/1978. La stessa Guida ricorda altre specie presenti ma meno frequenti in Sardegna: il gabbianello (Larus minutus), la gavina (Larus canus), il gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla). 50. Gallina prataiola (Otis tetrax tetrax, camp. e log. puddha campina). «Gli oristanesi – scrive il Cetti, che le dedica una lunga trattazione – la chiamano pidrasciu e pitarra; e gli oristanesi sono quelli che la possiedono con maggiore abbondanza nella loro pianura, che va fino a ` Bauladu», gruiforme di taglia media, e

stanziale, ma rara, nell’isola (attualmente si trova soltanto nella zona centro settentrionale), dove abita nei campi e nidifica deponendo le uova in piccole buche; la L.R. 32/1978 ne ha proibito la caccia.

Zoologia della Sardegna – Gallina prataiola.

51. Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus chloropus, camp. puddixeddha de acqua, log. puddighina ’e abba), nel nome scientifico chloropus rimanda al colore verde delle zampe, che spiccano, insieme al becco rosso vivo, sul fondo nero del piumaggio; abile nel ` l’uccello nuoto, impacciata nel volo, e ` comune nell’isola; cacacquatico piu ciabile.

Zoologia della Sardegna – Gallinella d’acqua.

52. Gazza (Pica pica), non ha nome ´ di recente acquisizione: sardo perche ` del Settecento il nella seconda meta Cetti negava che esistesse in Sardegna; attualmente popola soprattutto l’isola

387

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 393

Zoologia della Sardegna dell’Asinara, dove avrebbe ‘‘sfrattato’’ la ghiandaia, appartenente alla stessa famiglia dei Corvidi; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 53. Germano reale (Anas platyrhyncos platyrhyncos, camp. concabirdi, log. conchirde), grossa anatra con testa e collo verdi, largo becco (cosı` il nome scientifico), sulle ali il cosiddetto ‘‘specchio alare’’, un rettangolo blu bordato di bianco e di nero; migratore, ma nidifica nell’isola; a Bonassai (presso Alghero) soggiorna tutto l’anno; cacciabile.

Zoologia della Sardegna – Gheppio.

54. Gheppio (Falco tinnunculus tinnunculus, camp. tzerpeddheri, log. tzilibriccu, rapace di non grandi dimensioni (apertura alare intorno ai 70 cm), ` presente anche nei centri abitati, e «rossastro di colore – scrive D. Ruiu – , questo predone in miniatura passa gran parte della giornata appollaiato sui pali e sui fili elettrici; caccia insetti, piccoli rettili e topi»; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 55. Ghiandaia di Sardegna (Garrulus glandarius ichnusae, camp. e log. piga), passeraceo di discrete dimensioni, il Cetti la considera la quarta specie dei corvi, ha cresta erettile e tipici mustacchi; abita boschi e zone coltivate;caratteristica la ` di riprodurre i versi di alsua capacita tri animali; specie stanziale, cacciabile. 56. Gruccione (o merope: Maerops

apiaster, camp. marragau, log. apiolu), nel nome scientifico si fa allusione al cibo preferito, le api; piumaggio fortemente policromo («non ha forse l’Eu` bello della merope – ropa uccello piu scrive il Cetti –: i suoi colori sono vari, vivi, ottimamente assortiti»); abita in campagna, nidifica in gallerie scavate negli arenili; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 57. Magnanina sarda (Sylvia sarda affinis, camp. topi de matta, log. muschitta), silvide di piccole dimensioni con becco giallo minuto e sottile, presenta un piumaggio grigio nel maschio; stanziale, abita nella campagna sarda, dove nidifica; protetta dalla L.R. 32/1978. 58. Martin pescatore (Alcedo atthis atthis, camp. pilloni de Santu Perdu), piccolo coraciforme con dorso e ali verde-blu; stanzia preso l’acqua di ruscelli e stagni, nidifica in gallerie che scava negli arenili; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 59. Merlo (Turdus ` rra, log. memerula merula, camp. meu rula), passeriforme di media taglia, diffuso fra la vegetazione di tutta la Sardegna, dove si mimetizza in parte col suo piumaggio tutto nero nel maschio e grigio screziato nella femmina; migratore, nidifica in Sardegna; cacciabile, era oggetto in passato anche delle forme tradizionali di uccellagione, cosı` come altri uccelli di passo di taglia e famiglia molto simili (a cominciare dal tordo); la caccia con le reti e simili ` proibita. e 60. Mestolone (Anas clypeata clypeata, camp. gragallu, log. cucciarone), anatra di una certa dimensione, becco a forma di mestolo o di scudo (di qui il nome comune e quello scientifico); migratore, non nidifica in Sardegna; il piu` molto piu ` appamaggio del maschio e riscente di quello della femmina, che ` in ha bisogno di mimetizzarsi quando e cova, scrive D. Ruiu; cacciabile. Alla stessa famiglia degli Anatidi apparten-

388

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 394

Zoologia della Sardegna gono anche il codone (Anas acuta), la canapiglia (Anas strepera), l’alzavola (Anas crecca), la marzaiola (Anas querquedula), il fischione (Anas penelope), la moretta (Aythya fuligula), il moriglione (Aythya ferina), tutti cacciabili, mentre la volpoca (Tadorna tadorna), «bellissima ed elegante», il gobbo rugginoso (Oxyura leucocephala) e il fistione turco (Netta rufina) sono protetti dalla L.R. 32/1978; D. Ruiu distingue le anatre in anatre di superficie, che si nutrono procedendo a pelo d’acqua e immergendo solo le parti superiori per nutrirsi, e le anatre tuffatrici, che si immergono completamente e nuotano sott’acqua per prendere il cibo sul fondo.

dieta il pesce, fresco o morto da parec` il piatto forte»; specie protetta chio, e dalla L.R. 32/1978. 62. Occhiocotto (Sylvia melanocephala melanocephala, camp. e log. filumena de matta), piccolo silvide dalla testa nera; abita la campagna sarda, e qui nidifica; specie protetta dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Fischione.

Zoologia della Sardegna – Fistione turco.

61. Nibbio reale (Milvus milvus milvus, camp. tzurulı`a, log. atturulı`a), rapace di ragguardevoli dimensioni, abita il bosco in poche zone dell’isola. «A volte ruba galline – scrive D. Ruiu – , per questo lo chiamano astore furapuddas; lunga coda a rondine, vola leggero lanciando il suo grido stridulo, che pare ` detto anquasi un nitrito»: per questo e che runchininu, ‘‘che nitrisce’’; «col ritorno del bel tempo arriva ogni anno un suo stretto parente, il Nibbio bruno (Milvus migrans), grande, maestoso e scuro, con la coda leggermente ar` cuata; gira soprattutto in prossimita ´ nella sua dei corsi d’acqua perche

63. Occhione (Burhinus oedicnemus oedicnemus, camp. ciurlina, log. tiriolu), il nome scientifico rimanda al becco simile a un naso ‘‘bovino’’ e alle zampe rigonfie, il nome popolare fa cenno ai due occhi gialli e grandi: col bruno piumaggio si mimetizza nell’erba secca dei campi dove vive; specie stanziale e nidificatrice nell’isola, protetta dalla L.R. 32/1978. 64. Passera mattugia (Passer montanus montanus), lo distingue dal passero sardo una pettorina molto ` piccola e un piumaggio meno piu scuro; abita in campi e case; migratore, nidifica in Sardegna; cacciabile. Passeriforme di piccola taglia, ha il dorso bruno chiaro e le ali a strisce bianche e nere; specie migratrice, nidifica nell’isola, dove abita campi e alberi; protetta dalla L.R. 32/1978. 65. Passero sardo (Passer hispaniolensis arrigonii, ` il camp. curcule`u, log. fulferaldzu), e ` diffuso nell’isola; il tipo di passero piu maschio ha una grande pettorina nera, la femmina piumaggio bruno; stanziale nell’isola, dove nidifica, abita un po’

389

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 395

Zoologia della Sardegna dappertutto; ama i campi aperti, ma non disdegna il rumore dei centri abi` sempre pretati. Secondo D. Ruiu, «e `o sente ovunque ci sia l’uomo. In citta in paese s’infila dappertutto, fruga ` lestissimo ad approfitogni angolo ed e tare di ogni briciola. Nelle vigne, nei frutteti e nei seminati della periferia diventa un vero disastro quando, a folti gruppi, miete e vendemmia prima del contadino»; cacciabile. 66. Passero solitario (Monticola solitarius solitarius, ` rra ’e arrocca, log. solitariu), camp. meu ` uno dei piccoli passeriformi che poe polano la campagna sarda e abitano spesso anche in case abbandonate dei centri urbani; tutto blu brillante, colpisce per l’eleganza della linea; il nome scientifico lo dice ‘‘abitatore delle montagne’’ e poco propenso a riunirsi in stormi, a differenza di altri della grande famiglia cui appartiene; stan` specie protetta dalla L.R. 32/ ziale, e 1978. 67. Pavoncella (Vanellus vanellus, camp. le` peri de argiola, log. pibiaghena), uccello che – scrive il Cetti – ` rinomata «fa il suo nido nel norte, ed e ` che i Fiamminghi hanno la avidita delle sue uova; dovunque vi sono campi lavorati s’incontrano truppe di pavoncelle, e dovunque stagnano acque le pavoncelle pasturano negli orli fangosi»; specie migratrice, non nidifica nell’isola. Il Cetti dice che i sassaresi la chiamano gavı`-gavı` a imitazione della sua voce; cacciabile. 68. Pernice sarda (Alectoris barbara barbara, camp. perdixi, log. perdighe), detta barbara ´ proveniente dalla Barberia perche (Africa settentrionale), galliforme di taglia media, con il dorso e le ali castani, il ventre a strisce bianche e nere su un piumaggio marrone chiaro; inconfondibile abitatrice della Sardegna, per secoli protagonista della caccia praticata nell’isola da sardi e ‘‘ospiti’’ del continente; drasticamen-

` del tre diminuita nella seconda meta ` ancora specie cacciabile, Novecento, e seppure con una serie di limitazioni calendariali. 69. Pettirosso di Sardegna (Erithacus rubecula sardus, camp. pettiruiu, log. pettiruggiu), piccolo passeriforme riconoscibile per il rosso brillante della vasta macchia sul petto; stanziale e diffuso in tutto il territorio dell’isola; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. 70. Picchio rosso maggiore di Sardegna (Dendrocopos major harterti, camp. e log. biccalinna), unica specie isolana delle cinque conosciute, il nome scientifico rimanda alla sua ca` di scavare il legno degli alberi, pacita martellandolo col becco robustissimo, alla ricerca di insetti di cui si nutre: il Cetti segnala anche il nome popolare ` ‘‘toccatrice’’; piumagtoccadorza, cioe gio bianco e nero; stanziale, per nidificare pratica dei fori nei tronchi degli alberi; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. Rarissimo, secondo la Guida di Casu, Lai, Pinna, il picchio rosso minore (Dendrocopos minor buturlini). 71. Pigliamosche tirrenico (Muscicapa striata tyrrenica, camp. studa candelas, log. beccafigu), piccolo passeriforme dalla testa rotonda e il becco adatto a catturare insetti in volo; migratore, soggiorna in Sardegna in zone con alberi e vi nidifica; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 72. Piro-piro piccolo (Tringa hypoleucos, camp. tzurrulı`u de ispiaggia, log. culubiancu), il nome scientifico rimanda al bianco del ven` bruno il dorso; uccello di tre, mentre e ripa, abita e nidifica nell’isola; il Cetti, che descrive la beccaccia e due beccaccini (‘‘reale’’ e ‘‘terzo’’), lo rassomiglia a quest’ultimo, segnalando le penne tutte banche della coda, da cui ` anche il nome di culbianco con cui e conosciuto. 73. Poiana di Sardegna (Buteo buteo arrigonii, camp. stori ’e puddhas, log. astore puddhaldzu), ra-

390

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 396

Zoologia della Sardegna pace di medie dimensioni (apertura alare intorno ai 120 cm), abita in quasi tutte le parti della Sardegna, specie quelle meno popolate; protetta dalla L.R. 32/1978. 74. Pollo sultano (Porphyrio porphyrio porphyrio, camp. caboni de acqua, log. puddhone): uccello acquatico, lo chiamano porphyrio porphyrio «in omaggio alla sua appariscente bellezza – scrive D. Ruiu –: il piumaggio ` blu brillante, il becco e le zampe di un e rosso acceso; raro uccello, bellissimo e ` fitto misterioso, che fa del canneto piu il suo regno incontrastato, la Sardegna ` l’unica regione italiana ad avere l’oe nore di ospitarlo; grazie soprattutto alla creazione di diverse zone protette. ` in continua espansione: un classico E fiore all’occhiello naturalistico della nostra isola»; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 75. Porciglione (Rallus rallus aquaticus, camp. puddixeddha de acqua, log. puddighina de abba), uccello acquatico di medie dimensioni, con dorso bruno striato e becco rosso vivo; stanziale in Sardegna dove abita e nidifica in paludi e stagni costieri; specie cacciabile. 76. Quaglia selvatica europea (Coturnix coturnix coturnix, `), e ` il piu ` piccamp. circuri, log. treppode colo galliforme europeo, cacciabile e molto cacciato; la quaglia sarda ha sapori sconosciuti alle sue ‘‘sorelle’’ d’allevamento. 77. Rondine comune (Hi` ndini, rundo rustica rustica, camp. arru ` ndine), abitatrice dei campi, log. ru ` caratcome vuole il nome scientifico, e terizzata dalla coda, lunga e biforcuta; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 78. Rondine di mare (o sterna comune, Sterna hirundo hirundo, camp. caixeddha, log. rundine de mare), di di` ridotte dei gabbiani, cui mensioni piu somiglia, «ha la figura slanciata – scrive D. Ruiu – , con lunghe ali appuntite e coda forcuta; cappuccio nero sul capo, becco e zampe rosse; nidifica in

colonie numerose sugli isolotti emergenti al centro degli stagni»; la Guida di Casu, Lai, Pinna ricorda anche il beccapesci (Sterna sandvicensis sandvicensis); protetta dalla L.R. 32/1978. 79. Rondine montana (Ptyonoprogne ` ndini de arrocca, rupestris, camp. aru ` ndine areste), ha coda a ventalog. ru glio, come dice il nome scientifico; abita in piccole colonie sulle pareti delle scogliere; specie protetta dalla L.R. 32/1978. «Fino a qualche anno fa – segnala la Guida di Casu, Lai, Pinna – era numeroso in Sardegna (dove nidifica ancora) il topino (Riparia riparia riparia), detto anche Rondine di fiume». 80. Rondone alpino (Apus melba melba, camp. vardzı`a, log. babbarrottu), ha il nome del gabbiano (melba), a simiglianza del quale fa il nido nelle pareti a picco sul mare; specie migratoria, nidifica in Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. 81. Rondone comune (Apus apus apus, camp. vardzı`a, log. babbarrottu), il nome scientifico accenna alla mancanza di ` esistono, ma molto zampe (in realta ` piu ` grosso della rondine, e ha corte); e piumaggio screziato marrone scuro; specie migratoria, nidifica nell’isola; protetta dalla L.R. 32/1978. 82. Saltimpalo (Saxicola torquata rubicola, camp. conca de moru, log. conch ’e moro), piccolo passeriforme, i tre termini del nome scientifico rimandano all’abitudine di abitare le rocce e i rovi, e al collare bianco che spicca sul bruno scuro del piumaggio; il nome italiano, ` riferito alla sua posizione piu ` invece, e frequente, in cima a pali o rocce; abita zone con alberi; specie stanziale, diffusa in tutta la Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. 83. Scricciolo di Sardegna (Troglodytes troglodytes koenigi, camp. oghioi, log. pisinattu), prende il nome scientifico dall’abitudine di fare i nidi ` l’uccello piu ` piccolo nelle caverne; e

391

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 397

Zoologia della Sardegna della Sardegna; ha un piumaggio con varie sfumature del bruno; stanziale, nidifica nell’isola; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 84. Sparviero sardo (Accipiter nisus wolterstorffi, camp. stori, log. astore futtientu), detto anche astoreddhu per la sua taglia, minore di ` chiamato quella degli altri rapaci, e popolarmente futtientu, ‘‘imbroglia ´ nel suo volo sembra regvento’’, perche gersi sulle dinamiche delle correnti ascensionali, quando solca il cielo con le sue lunghe planate o sta immobile in una posizione detta ‘‘dello spirito ` diventato santo’’. D. Ruiu scrive: «E ` il predone dei grandi bomolto raro. E schi e costruisce un grosso nido sugli alberi; ha fama di essere molto fe` detto pure astore leporaju perroce». E ´ caccia anche prede grosse come le che lepri; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. 85. Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata conspicillata, camp. ogu ’e oi, log. muschitta), somiglia all’occhiocotto, un altro silvide: il nome scientifico rimanda agli ‘‘occhiali’’, il bordo bianco intorno al rosso dell’occhio; specie stanziale, protetta dalla L.R. 32/1978. 86. Sterpazzolina (Sylvia cantillans cantillans), il nome scientifico s’appunta sulla dolcezza del suo ` alcanto; di piccola taglia, somiglia piu l’occhiocotto che alla sterpazzola; stanziale nell’isola. Abita un po’ dappertutto nei campi, dove anche nidifica; protetta dalla L.R. 32/1978. 87. Storno comune (Sturnus vulgaris vul` rulu), ha garis, camp. sturru, log. istu piumaggio che tende al nero, d’inverno picchiettato di bianco, da cui, secondo il Cetti, il nome sardo grandinadu; specie migratoria, viaggia in grandi stormi; non nidifica nell’isola; cacciabile. 88. Storno nero (Sturnus unicolor, camp. sturru nieddhu), il nome scientifico viene dall’osservazione che durante l’inverno il suo piumaggio resta

tutto nero, senza picchiettatura; al contrario dello storno comune, nidifica nell’isola, dove abita in campagna e nei centri abitati; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 89. Strillozzo (Emberiza calandra calandra, camp. orzali, log. cincirru), appartiene alla famiglia degli Emberizidi, come dice il nome ` segnala anche la scientifico, che pero sua somiglianza con la calandra; di medie dimensioni, abita e nidifica in aperta campagna; specie protetta dalla L.R. 32/1978. «L’abito di voler ` nette degli sempre stare nelle cime piu arbusti, e quindi vociferare senza tregua – dice il Cetti – che, in Piemonte il fe’ pure denominare l’uccello predicatore, il fe’ pure denominare macottu in ´ macottu vien a dire Sardegna, poiche ‘‘matterello’’».90. Svasso maggiore (Podiceps cristatus cristatus, camp. gangorra, log. margone), uccello acquatico di grossa taglia; il nome scientifico fa riferimento a due sue caratteristiche, podiceps alle zampe molto arretrate rispetto al corpo, cristatus alla cresta nera sul capo; di taglia notevole, nidifica in lagune, stagni e laghi dell’isola; ` protetto dalla L.R. 32/1978. Nell’isola e ` presente anche lo svasso piccolo (Poe diceps nigricollis nigricollis), meno frequente del maggiore. 91. Taccola (Corvus monedula spermologus, camp. e log. ` ccula), il nome scientifico da ` conto ta della sua preferenza per i semi, di cui si ciba; il Cetti la chiama ‘‘corbicino’’, ` piccolo corvo nero; ancora diffusa cioe in tutta la Sardegna; al tempo del Cetti «le rocche dei Doria e dei Malespini, le bastite de’ Pisani e quelle de’ Giudici, onde tutta la Sardegna era incastellata, tutte, con rara eccezione, sono oggi desolazione e albergo di taccole; come il palagio d’Ardara, cosı` la corte del Giudice d’Oristano d’altro non risuona oggi se non del cicaleccio delle taccole»; cacciabile. 92. Tarabuso (Bo-

392

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 398

Zoologia della Sardegna taurus stellaris stellaris, camp. caboni de canna, log. cabon’’e abba), grosso uccello acquatico, abita nella vegetazione di riva, specie degli stagni; il nome scientifico traduce il primo termine dal francese butor, il secondo dal ` protetta greco; specie molto rara, e dalla L.R. 32/1978; esiste anche un tarabusino (Isobrychus minutus minu` frequente nell’isola.93. Tordo tus), piu bottaccio (Turdus philomelos philomelos, camp. murtidu, log. immurtiddu), passeriforme di medie dimensioni, vive sugli alberi dove si mimetizza col suo piumaggio dalle diverse sfumature di bruno e si esibisce nel canto di cui parla il suo nome scientifico; preferi` sce le zone a olivi, dei cui frutti e ghiotto: questo suo tipo di nutrimento lo fa oggetto di caccia lungo i ‘‘passi’’ della sua breve transumanza quotidiana da un luogo all’altro e un protagonista della gastronomia isolana, a onta di tutte le limitazioni poste dalla L.R. 32/1978; comunque, cacciabile. 94. Tordo sassello (Turdus iliacus, camp. murtidu, log. immurtiddu), si distingue dal tordo bottaccio, cui assomiglia in tutto, per le macchie ventrali e il colore ruggine dei fianchi; abita come quello fra gli alberi (con preferenza per gli oliveti, come segnala lo stesso nome scientifico); non stanziale, neppure nidifica nell’isola; cacciabile. La Guida di Casu, Lai, Pinna segnala altri due turdidi, la cesena (Turdus pilaris), migratore invernale, e la tordella sarda (Turdus viscirosus deichleri), stanziale. 95. Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto), il primo termine del nome scientifico richiama le macchie intorno al collo, il secondo forse il verso dell’animale; abita orti e giardini, e come segnala la Guida di Casu, Lai, Pinna, una colonia di un centinaio di individui soggiorna a Bonassai,

sulla Sassari-Alghero; protetta dalla L.R. 32/1978. 96. Tortora di Sardegna (Streptopelia turtur moltonii), il primo termine del nome scientifico si riferisce alle macchie che ha intorno al collo; presenta un piumaggio grigio cenere; migratrice, nidifica in Sardegna in zone con alberi e arbusti; cacciabile.

Zoologia della Sardegna – Tortora dal collare.

97. Tottavilla di Sardegna (Lullula arborea familiaris, camp. calandria, log. ghilandra) appartiene alla famiglia ` piu ` piccola di delle allodole, ma e quella comune; abita nei campi, in cui nidifica; cacciabile. La Guida di Casu, Lai, Pinna ricorda altre due specie della famiglia degli Alaudidi che frequentano la Sardegna: la calandrella (Calandrella brachydactyla) e la calandra (Melanocorypha calandra calandra); il Cetti chiama le tre sole specie di allodole conosciute ai suoi tempi nell’isola col nome di ‘‘calandra’’ (la ` grande delle allodole), ‘‘pantepiu rana’’ (camp. pispanti), ‘‘mattolina’’ (log. accuccadita). 98. Tuffetto (Tachybaptus ruficollis ruficollis, camp. accabussoni, log. sorigh’’e riu); uccello acquatico di piccola taglia, abbastanza comune nell’isola, dove soggiorna e nidifica; il nome scientifico fa riferimento a due sue caratteristiche: tachy` nel tuffarsi (ricorbaptus alla velocita data anche dal nome comune) e ruficol-

393

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 399

Zoologia della Sardegna lis per il colore rosso del collo; protetto dalla L.R. 32/1978. 99. Upupa (Upupa epops epops, camp. pubusa, log. pubusa ` dida), caratteristica la cresta di culipu penne rosate mobili che si aprono a ventaglio; diffusa in tutto il territorio ` specie protetta dalla L.R. 32/ isolano, e 1978. 100. Usignolo (Luscinia megarhyncos megarhyncos, camp. passirillanti, log. rissignolu), piccolo passeriforme caratterizzato dal grande becco cui fa riferimento anche il nome scientifico; vive, nascondendosi, fra i rami degli alberi; specie migratrice, nidifica in Sardegna; protetta dalla L.R. 32/1978. «Iglesias – scriveva il Cetti – a ` cagione delle sue vallette rugiadose e tenuta per l’una delle Tempi della Sardegna e questa Tempe si celebra a preferenza per la quantia de’ suoi usignuoli». 101. Venturone corso (Serinus ` riu de citrinella corsicana, camp. cana ` riu areste), il nome monti, log. cana scientifico segnala il colore citreo (giallo) del piumaggio e l’origine corsa ` si tratta di uno stesso passeri(in realta forme presente nelle due isole); specie stanziale, abita e nidifica nelle zone di montagna; protetto dalla L.R. 32/1978. 102. Verdone di Sardegna (Carduelis chloris madaraszi, camp. birdoni, log. birdarolu), il nome scientifico fa riferimento al suo colore verde, che vira al giallo; fringillide di piccola taglia, abita ovunque ci siano boschi o alberi: secondo il Cetti, «la copia de’ melaranci fornisce al verdone grato albergo in Sardegna, ed esso fra quel color di foglie sı` simile al suo nidifica a prefe` »; specie migratrice, renza e in quantita ` protetta dalla L.R. 32/1978. 103. Zigolo e nero sardo (Emberiza cirlus nigrostriata, camp. orgiali, log. tzitzı`), piccolo passeriforme bruno, striato di nero sul petto (come dice il suo nome scientifico, che con cirlus accenna anche al suo verso): diffuso in tutta l’isola, «si

trova abbondantemente – scriveva il Cetti – , comunque sia poco conosciuto e quasi senza nome»; stanziale, abita la campagna, dove nidifica; specie protetta dalla L.R. 32/1978. MAMMIFERI I mammiferi sono animali a sangue caldo, vertebrati, con il corpo ben distinto in capo, tronco e appendici, quasi sempre coperto di peli; in genere quadrupede, il mammifero prende nome dalle ghiandole mamma` provvisto. In Sardegna non rie di cui e esistono molte specie di mammiferi, e meno ancora sono quelle indigene: nella maggior parte dei casi, piuttosto, i mammiferi sardi sono sottospecie degli animali della penisola e dell’Europa occidentale; non poche specie sono in via d’estinzione, per altre (il cervo sardo, il muflone) sta dando frutti una diligente politica di ripopolamento. La foca monaca, il cosiddetto ‘‘bue marino’’, un tempo attrazione e ` ’’ isoquasi simbolo della ‘‘specificita ` (e in parte lana, figlia dell’insularita dell’isolamento), considerata scomparsa alla fine del Novecento, proprio negli ultimissimi anni del secolo pare sia stata avvistata: il suo eventuale ritorno potrebbe essere interpretato come una lezione e un augurio.

Zoologia della Sardegna – Asino domestico. Gli asinelli bianchi dell’Asinara sono una specie rara.

394

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 400

Zoologia della Sardegna 1. Asino domestico (Equus asinus, ` inu), umile strucamp. burriccu, log. a mento del lavoro quotidiano del conta` dino, conformato dall’ambiente in piu piccole dimensioni ma dotato anche di maggiore resistenza, l’‘‘asinello sarde` stato per lungo tempo anche gnolo’’ e occasione di regali a importanti personaggi del continente, che li mettevano a disposizione dei propri bambini. Declinata l’economia contadina, ha conosciuto un drastico, rapidissimo decremento. Nell’isola dell’Asinara una razza di asinelli albini vive in gruppi allo stato brado, ma protetta dai regolamenti del Parco nazionale. «Il padre Cetti – scriveva nel 1826 Alberto Lamarmora – non ha dimenticato il modesto asinello, che in Sardegna si designa ` cosı` notevole col nome di molenti ed e per la statura piccola e il pelo lungo». Il suo compito fondamentale era quello di far funzioanre il mulino domestico: di qui il nome di molenti dato all’asino ` nella Sardegna settentrionale (cioe ‘‘che macina, che fa girare la mola’’). Allo spuntare del giorno – scrive ancora il Lamarmora – «il modesto e paziente molenti, cacciato fuor di casa la ` ricondotto dalla pasera prima, vi e drona, che gli mette introno alla testa un panno, detto faccili, e lo riattacca ` condannato alla piccola macina che e a girare per tutto il giorno. Queste macine son quasi tutte della stessa grandezza, non superiore a 8 decimetri, e son fatte d’una roccia vulcanica nerastra, compattta e spesso porosa; se ne fanno pure di porfido trachitico, ma ` troppo dura per le maquesta pietra e cine piccole. Gli si fa anche girare in certi luoghi una specie di molino idraulico d’origine moresca, conosciuta in Sardegna col nome di molinu de acqua. Non si adopera a tiro e nem` di Sasmeno a soma, eccetto nella citta sari dove si carica di due barili d’acqua

e serve come principale fornitore di ` ; gli questa sostanza di prima necessita asini fuor delle loro funzioni non ´ stalla ne ´ riparo e dormono a hanno ne cielo scoperto: nella maggior parte dei villaggi pascolano in greggi sotto la guardia d’un asinaio che li riunisce con un corno di fiato o con una grande conchiglia». 2. Cavallino della Giara (Equus caballus), prende il nome dal vasto altipiano di Gesturi, dove questi animali (se siano selvatici o inselvati` un dubbio a cui esistono rispochiti e ste diverse) vivono allo stato brado, controllati e marchiati una volta all’anno; protetti dalla Regione e dall’Istituto per l’Incremento ippico della Sardegna, che ha anche tentato la creazione del giarab, incrocio fra il cavallino della Giara e il Cavallo angloarabo sardo (= anche Cavallini della Giara). 3. Cavallo (Equus caballus, camp. quaddhu/egua, log. caddhu/ ebba), protagonista nei secoli della ` vita quotidiana e della stessa socialita tradizionale, segno anche di distinzione («riccu est andare a caddhu, / poveru a sa molentina», dice un proverbio riferito da Salvatore Cambosu), il ca` l’animale delle feste (= Cavallo e vallo). 4. Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus, camp. sulone, log. cherbu, ´ scomparso dalla animale pressoche Sardegna centrale e settentrionale: secondo D. Ruiu l’ultimo fu ucciso nel 1951 in un boschetto poco distante dalla marina di Santa Lucia; originario (forse) della Corsica, come dice il nome ` estinto anche lı`; derivato scientifico, e ` piu ` piccolo e con il dal cervo europeo, e ` scuro; il maschio ha impomanto piu ` priva; il nenti corna, la femmina ne e WWF ha creato un’oasi protetta di 3000 ettari sul Monte Arcosu, e provvede anche al censimento degli animali presenti nell’isola, che si calcolano oggi intorno a 1000 esemplari, peraltro con-

395

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 401

Zoologia della Sardegna tinuamente insidiati dal bracconaggio; a Maidopis, nel Sarrabus, nella caserma dell’Azienda regionale delle Fo` stato creato il Museo reste demaniali e del cervo sardo. 5. Cinghiale sardo (Sus scrofa meridionalis, camp. sirboni, log. ` piccolo del confratello porcavru), piu europeo, lungo al massimo 1,20 m e del peso di 80 kg, ha zanne molto sviluppate; diffuso in tutta la Sardegna abita in boschi e nella macchia; la caccia al ` per eccellenza la ‘‘caccia cinghiale e grossa’’ sarda, praticata da gruppi di amici che, nei centri minori, si chiamano ‘‘compagnie’’; vive sotto la pressione del bracconaggio e dello stesso aumento della sua popolazione, per´ , spingendosi sempre piu ` frequenche temente in luoghi abitati (particolarmente prese di mira le case e ville di campagna che restino disabitate per il periodo invernale) dove tende a ra` spare il terreno alla ricerca di umidita o di radici, provoca danni che spingono ` nei cona chiedere ulteriore severita fronti dell’animale, pure divenuto cosı` domestico da poterlo vedere lungo i bordi delle strade di comunicazione seguito dai suoi piccoli; cacciabile, ` essere pericoloso se ferito e sopuo prattutto se di mole robusta.

Zoologia della Sardegna – Cinghiale.

6. Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus huxlei, camp. conillu, log. cunigliu), il nome scientifico accenna alla

sua abitudine di scavarsi la tana sottoterra, a differenza della lepre; il colore ` bruno rossastro, piu ` chiaro del manto e e screziato di peli neri rispetto a quello della lepre; un tempo diffuso tanto nella Sardegna settentrionale (il nome di Insulae cuniculariae con cui nel Medioevo erano conosciute le isole dell’Arcipelago della Maddalena farebbe riferimento a questo) quanto in quella meridionale: l’abitudine di allevarlo trasformandolo in coniglio domestico ne ha moltiplicato il numero, grave` , di tempo in mente minacciato pero tempo, da una malattia specifica, la mixomatosi; «il pel del coniglio – scriveva ` giudicato d’una bonta ` media il Cetti – e fra ’l siciliano e lo spagnolo», e proponeva di popolare di conigli le isolette intorno alla Sardegna, in attesa di vederle popolate di uomini, come sperava la politica colonizzatrice dei Savoia. 7. Crocidura minore sarda (Crucidura suaveolens sarda, camp. topi` righe ’e nuscu), leggerxeddu, log. so mente minore della crocidura rossic` di colore bruno giallastro, cia sarda, e abita le siepi in campagna e ha abitudini notturne. 8. Crocidura rossiccia sarda (Crocidura russula ichnusae, `righe ’e nuscu), camp. topixeddu, log. so il nome scientifico richiama la forma della coda (a fiocco) e il colore del man` di piccole dimensioni tello; il corpo e (massimo 9 cm), abita tra le siepi in campagna, ha abitudini notturne; «l’animale vive – notava il Cetti, che lo chiama ‘‘toporagno’’ (‘‘dentatura medesima, quel medesimo allungamento di muso, que’ medesimi invisibili occhiolini’’) – profuma quanto tocca di muschio puro; e (una volta morto) que’ corpetti disseccati si tengono per le casse e i forzieri a profumare mobili e vestiti»; lo scienziato piemontese dava conto dell’esistenza anche di un toporagno conosciuto come sorighe d’a-

396

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 402

Zoologia della Sardegna ranzu, ‘‘ingordo divoratore’’ dei frutti degli agrumeti di Milis e dell’Oristanese, distinto dal primo per l’assenza di profumo (nuscu). 9. Daino (Dama dama, camp. e log. crabolu), estinto «un giorno qualsiasi del 1968 – ha scritto D. Ruiu – in un angolo impervio dei monti dei Sette Fratelli, un ometto qualsiasi ha premuto il grilletto sull’ultimo daino sardo»: quelli oggi esistenti sono il risultato di diverse iniziative di importazione e di allevamento da parte di istituzioni pubbliche; protetto dalla legge sino al 1939, ha cominciato ` rapidamente a scomparire sempre piu ` nei primi decenni della seconda meta del Novecento: secondo D. Ruiu, accanto al disboscamento e al bracconaggio, va posta anche la cattura di esemplari da vendere fuori dell’isola: «molte riserve del Continente – scrive – sono ricche di daini, alcuni importati proprio dalla Sardegna».

Zoologia della Sardegna – Donnola.

10. Donnola (Mustela nivalis boccamela, camp. buccameli, log. anna ’e muru), mustelide che il nome scientifico vorrebbe abitatrice delle nevi, non facili da reperire in Sardegna, mentre boccamela fa riferimento alla sua preferenza ` una spezie di mustela – per il miele; «e scrive il Cetti che la chiama ‘‘boccamele’’ – primieramente in quel troppo general senso, e improprio, che comprende ancora la martora, la faina, il furetto, ogni animale a gambe corte,

corpo lungo, vorace, vivo, che corre a ` ancora mustela tronco incurvato, ma e ` vero e proprio, in quanto nel senso piu mustela significa un animale vivo, ` notaastutto, simile alla martora pero ` piccolo»; di abitudini notbilmente piu turne, abita zone cespugliate con muri a secco; cacciabile.

Zoologia della Sardegna – Foca monaca.

11. Foca monaca (Monachus monachus o albiventer, camp. boi marinu, log. vitellu marinu), immagine fortemente ` ’’ rappresentativa della ‘‘specificita della fauna sarda, a forte rischio di estinzione nell’isola, o forse definitivamente estinta. Cosı` chiamata per il colore della sua pelle, che richama quello d’una tonaca monastica (l’aggettivo albiventer si riferisce invece al colore del suo ventre), ha abitato per secoli, si pensa, molte grotte costiere ` a meta ` della Sardegna, anche se gia del Novecento la si poteva vedere soltanto presso la Grotta del Bue Marino, nella costa di Dorgali (e nelle spiagge ` scomparsa intorno vicine), da dove e agli anni Novanta del secolo; nulla hanno potuto i (tardivi) provvedimenti di protezione presi dal governo nazionale, e la recente segnalazione di un ` stata accolta con suo avvistamento e ` un certo scetticismo. La foca monaca e ` tipica della fauna della una varieta Sardegna, ma non esclusiva dell’isola, con caratteri abbastanza comuni a

397

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 403

Zoologia della Sardegna ` conoquelli di altre specie. La piu ` la foca comune (Phoca vitusciuta e lina), che abita lungo le coste del Mediterraneo: il maschio misura sino a 2 m di lunghezza e raggiunge un peso di 150 kg. Predilige le acque poco profonde, in cui nuota sino a raggiungere litorali e brevi spiagge in cui di preferenza si riposa. La foca monaca, che esisteva ` anche nelle acque siciliane, da cui e ` tempo che dalla Sarscomparsa da piu ` essere lunga fino a 3 m e degna, puo pesare fino a 300 kg. La Guida di Casu, Lai Pinna segnala altri cetacei osservabili nei mari sardi: in particolare il delfino comune (Delphinus delphis), lungo anche 2,5 m, dal corpo lucido e slanciato con rostro boccale detto becco; il tursiope (Tursiops truncatus); il globicefalo nero (Globicephalus me` essere lungo fino a 8,50 laena), che puo m; il grampo grigio (Grampus griseus). Fra i cetacei che frequentano il Mediterraneo e che a volte si ‘‘spiaggiano’’ nell’isola sono compresi il capodoglio (Physeter catodon) e la balenottera co` mune (Balaenoptera physalus) che puo raggiungere anche i 25 m di lunghezza. 12. Gatto selvatico sardo (Felis lybica sarda, camp. gattu aresti, log. attu marrosu), felide creduto proveniente dalla Libia, come dice il suo nome scientifico, di medie dimensioni (sino a 60 ` cm), simile al gatto domestico ma piu robusto; abita in terreni cespugliati, ha abitudini notturne; protetto dalla L.R. 32/1978, ma in costante pericolosa diminuzione. 13. Ghiro sardo (Glis glis melonii, camp. ghirixeddu, log. ghiru), ` roditore arboricolo come il quercino e ` grande del suo – eccezionalmente – piu confratello europeo; secondo il Cetti era conosciuto nell’isola non come ‘‘ghiro’’ ma come ‘‘can di serra’’; raro, allo scienziato ci erano voluti due anni ` paruto aniper riceverne uno: «mi e male non difficile a prendere qualche

grado di dimestichezza; mangia volentieri latte, frutta fresche e carne; uccide gli uccelli di un colpo di denti alla testa; poi li fora lateralmente e mangiasene prima di tutto le interiora»; arboricolo di abitudini notturne, si sta ` rarefacendo, pur essendo sempre piu cessata l’abitudine delle popolazioni delle zone boscate in cui abitava di cacciarlo e cibarsi della sua carne; specie protetta dalla L.R. 32/1978. 14. Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus, camp. le`pori, log. le`ppere), lagomorfo che, secondo il nome scientifico, proverrebbe dal capo di Buona Speranza; vive in campagna sul nudo terreno; pregiato bersaglio dei cacciatori (essendo dichiarato cacciabile), preferisce uscire di notte a procurarsi il cibo: sino a qualche tempo fa era abitudine (e vizio) di cattivi automobilisti investirlo mentre, attraversando la strada, restava abbagliato dai fari.

Zoologia della Sardegna – Martora.

15. Martora sarda (Martes o Mustela martes latinorum, camp. schirru, log. assile), mustelide di medie proporzioni (sino a 50 cm) con manto di colore marrone scuro; di abitudini notturne, abita ` ghiotta di i boschi di sughere e lecci; e

398

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 404

Zoologia della Sardegna miele; «sembra – dice il Cetti – un de’ pochi quadrupedi che si sottraggono al generale impicciolimento; senza uguagliare le martore canadesi, ritengono ` queste martore finezza, spespero sezza, lustro di pelo: onde sono ricercati dagli estranei, ove vanno ugualmente indosso alle gentildonne, e a’ gravi padri de’ Senati»; protetta dalla L.R. 32/1978. 16. Muflone (Ovis musimon, camp. e log. mufrone; = Muflone). 17. Mustiolo (Suncus etruscus, camp. `righe ’e nuscu), con le topixeddu, log. so sue misure (corpo massimo 5 cm, coda ` il piu ` piccolo mammifero euro3 cm) e peo; soricida, somiglia al topo, mentre la crescita dei peli sul mantello, di colore bruno rossastro, lo avvicina al riccio; vive in campagna, circola di notte; specie non protetta.

glianza col topo ma anche per le ali, arratapignata, dallo spagnolo, ‘‘topo con le ali’’). La Guida di Casu, Lai, Pinna segnala la presenza nell’isola di almeno altre 14 specie di questi appartenenti al sottordine dei Microchirot` il Cetti aveva notato questa abteri; gia ` e di dimensioni, a bondanza di varieta partire dal ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), elencandone quattro o forse cinque. 19. Quercino sardo (Elyomis quercinus sar`righe ’e dus, camp. topi ’e sonnu, log. so ` grande del chelcu), roditore un po’ piu topo selvatico, riceverebbe il nome scientifico dal fatto di vivere alla luce del giorno (elios, ‘‘sole’’) e di avere scelto come habitat preferito la quer` caratterizzato cia; vive sugli alberi, e dalla macchia scura intorno agli occhi detta ‘‘mascherina’’; specie protetta dalla L.R. 32/1978.

Zoologia della Sardegna – Un pipistrello ferro di cavallo maggiore mentre cattura una falena. Zoologia della Sardegna – Riccio europeo.

18. Pipistrello. Ne esistono numerose specie: rinolofo di Mehely (Rhinolophus mehely), vespertilio maggiore (Myotis myotis), orecchione (Plecotus auritus), molosso di Cestoni (Tadarida ` frequenti in Sardeteniotis) sono i piu ` dei tipi si accomgna, dove alla varieta ` dei pagna la straordinaria varieta nomi locali dell’animale, ricavati dalle sue caratteristiche (alipeddhe per il cosiddetto patagio, la membrana alare che permette al piccolo mammifero di `righe pinnadile per la somivolare, so

20. Riccio (Erinaceus europaeus itali` cus, camp. arritzoni, log. erittu), varieta sarda del riccio europeo, con la consueta diminuzione delle dimensioni (lunghezza intorno ai 25-30 cm); sul corpo tozzo e compatto i peli si son trasformati, indurendosi, in aculei: questa caratteristica e il muso che ricorda in piccolo quello del maiale sono all’origine del nome italiano comune, ‘‘porcospino’’; vive in campagna, si difende dagli attacchi di eventuali nemici ap-

399

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 405

Zori pallottolandosi e trasformando gli aculei in una corazza impenetrabile all’aggressore; specie protetta dalla L.R. 32/ 1978. 21. Topo selvatico (Apodemus syl`rivaticus dicrurus, camp. topi, log. so ghe), roditore che, come dice il nome ` selvascientifico, abita in campagna, e tico e di due colori, variazioni del grigio e del bruno chiaro; distinto dal topo domestico (Mus musculus, camp. mer`righe, soridona, merdonnedda, log. so ghittu) soprattutto per le diverse abitudini di vita e di caccia, direttamente ` uno dei legate all’habitat prescelto, e ` piccoli roditori d’Europa; la Guida piu di Casu. Lai, Pinna segnala anche il ratto nero (Rattus rattus) e il ratto bruno o delle chiaviche (Rattus norvegicus) di dimensioni maggiori; negli ul` timi tempi il topolino delle case si e moltiplicato anche per le condizioni igieniche prodotte da inurbamenti disordinati, e lo stesso ratto delle chiaviche ha prosperato soprattutto nei maggiori centri abitati.

Zoologia della Sardegna – Ratto bruno.

22. Volpe sarda (Vulpes vulpes ichnusae, camp. margiani, log. matzone, groddhe), canide di medie dimensioni (intorno ai 30 cm), con coda molto lunga e grossa, pelliccia marrone rossastro; abita i terreni a macchia alta; dalla tradizione ` considerata figurapopolare sarda e zione del demonio, che infatti viene chiamato (per non essere evocato at-

traverso il suo vero nome) con le decine di nomi diversi che ha la volpe; cacciabile.

Zoologia della Sardegna – Topo selvatico.

Zori Famiglia di majorales del Logudoro (sec. XI-esistente). Le sue notizie risalgono al secolo XI. Era tra quelle di maggior spicco nel giudicato di Torres; i suoi membri, spesso investiti di importanti funzioni pubbliche, erano in possesso di un notevole patrimonio im` probabile mobiliare. Il capostipite piu della famiglia dovrebbe essere il giudice Mariano figlio del giudice Barisone I di Torres e lui stesso giudice d’Arborea. La famiglia avrebbe avuto origine dalle sue tre figlie: Maria, sposata con Torchitorio de Lacon, Susanna, sposata con Mariano I giudice di Torres, e Giorgia, sposata con Gitimel de Zori. Tutte e tre queste principesse ebbero discendenza, i cui membri continuarono a chiamarsi Zori. ` facile ricostruire con certezza la Non e ` genealogia delle tre discendenze. E `, che da Giorgia molto probabile, pero e Gitimel de Zori sia discesa la famiglia logudorese dei De Thori, proprietaria di immensi latifondi nei territori tra Padria e Pozzomaggiore.

Zosimo Storico romano (secc. V-VI). Funzionario dell’imperatore d’Oriente, fu elogiato da Fozio per lo stile conciso, chiaro e puro. Scrisse in greco `a (6 libri), poco dopo il una Historı`a Ne

400

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 406

Zucca 507, un sunto della storia imperiale da Augusto al secondo assedio di Roma compiuto da Alarico: polemico con i cristiani, Z. si presenta come il nuovo ` la progresPolibio, che descrive pero siva decadenza di Roma. La Sardegna viene ricordata solo nel II libro (anni 305-354). Nel descrivere l’esercito di Massenzio al Ponte Milvio (312), Z. ricorda Romani, Italici, Tirreni, Cartaginesi (Africani) e Siculi ma non Sardi, ´ in quel momento avevano forse perche ` abbandonato l’usurpatore. [ANTONIO gia IBBA]

Zucca Nome generico di piante erbacee annuali, originarie dei paesi tropicali, della famiglia delle Cucurbitacee, appartenenti al genere Cucurbita. Hanno fusto rampicante e angoloso; le foglie sono lunghe e lungamente picciolate; i fiori sono grandi, gialli; i frutti hanno dimensioni, forme e colorazioni molto varie. 1. La z. ritorta invernale (Cucurbita moschata Duch.) `, che hanno presenta numerose varieta frutti allungati o clavati, pieni di polpa fibrosa e gialla, con buccia costoluta o bitorzoluta, frequentemente impiegati per la produzione di marmellate. Nomi sardi: korkorı´ga arrungiosa (z. grinzosa), korkorı´ga spagnola (z. di Spagna). 2. La z. tonda invernale (C. maxima L.) produce frutti che vengono largamente impiegati sia per l’alimentazione umana che per quella del bestiame, e che possono conservarsi a lungo come quelli della Cucurbita pepo L. Nomi ´ddu de bredi (cappello di sardi: kappe ´ mbaru (arnia prete, campidanese); tu vuota, logudorese). 3. La z. per zuc` la specie che offre chine (C. pepo L.) e ` le zucchine. Se ne le zucche estive, cioe consumano anche i fiori, ottimi se fritti dorati in una pastella di acqua e farina. I frutti hanno colorazioni che vanno dal verde scuro al verde pallido quasi bianco e vanno conservati in ambienti

asciutti e a temperature non inferiori ` di questa specie sono ai 5 ºC. Le varieta molto produttive e possono fornire anche 1500-2000 q per ettaro in produzione scalare. Nomi sardi: korkorı´ga ´ za (campidanese e logudorese); kurku (Oliena). 4. La z. da vino (Lagenaria vul` una specie con frutti allungaris Ser.) e gati o a forma di fiaschetta con collo ` di questa strozzato; proprio in virtu forma le zucche venivano utilizzate, dopo l’eliminazione della polpa e l’essiccazione, come recipienti per le bevande e per tale utilizzo vengono chiamate in sardo krokkorı´ga de binu (zucchetta da vino) o krokkorı´ga de stregiu (zucchetta da recipiente). [TIZIANA SASSU]

Zucca, Antioco Filosofo (Villaurbana 1870-ivi 1960). Completati gli studi li` di Lettere ceali si iscrisse alla Facolta ` di Bologna e in seguito dell’Universita ` a Roma, dove nel 1894 pubblico ` studio il suo primo lavoro filosofico e dove nel ` in Lettere e in Filosofia. 1896 si laureo ` in Sardegna, dove Subito dopo torno ` nel Ginnasio di Santu Lussurinsegno giu. Negli anni seguenti si trasferı` a Oristano e di lı` a Cagliari, a Bari e infine a Roma. Nella capitale risiedette per vent’anni, mentre la sua fama di `, filosofo andava crescendo; egli, pero ` alcuni incon grande modestia rifiuto viti che gli venivano anche da Univer` straniere. Andato in pensione, presita ferı` ritirarsi a Villaurbana dove conti` i suoi studi, restando in intensa nuo corrispondenza con importanti riviste filosofiche di circolazione internazionale. Tra i suoi scritti: L’uomo e l’infinito, 1894 (II ediz. migliorata, 1895); Il lamento del Genio, 1898; Dopo il dolore, canto, 1909; Il grande enigma, 1910; Le lotte dell’individuo, ‘‘Rivista di filosofia’’, IV, 1911; La lotta morale, ‘‘Rivista di filosofia’’, I, 1913; Essere e non essere, ‘‘Rivista di filosofia’’, V, 1919; Pensieri,

401

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 407

Zucca ` ‘‘Rivista sarda’’, I, 1919; Roberto Ardigo e il vescovo di Mantova, 1922; Cenno autobiografico, ‘‘Confidenze’’, 1925; Il filosofo di un filosofo, ‘‘Mediterranea’’, II, 1928; I rapporti tra l’individuo e l’infinito, 1937.

Zucca, Armando Imprenditore, consigliere regionale (n. Usellus 1922). Dopo ` essersi laureato in Giurisprudenza si e dedicato alla politica, schierandosi a fianco di Lussu nel Partito Sardo d’A` presenzione Socialista. Nel 1949 si e tato alle elezioni regionali per la I legi` slatura; pur non essendo stato eletto, e entrato in Consiglio nello stesso anno subentrando a Lussu, dimessosi per´ eletto deputato. Successivamente che ` stato riconfermato senza interrue zione nel collegio di Cagliari come rappresentante del Partito Socialista Ita` stato rieletto liano. Passato al PSIUP e nello stesso collegio anche per la V e per la VI legislatura, al termine della quale, dopo lo scioglimento del PSIUP, ` piu ` ripresentato non avendo non si e voluto aderire al Partito Comunista Italiano.

Zucca, Giovanni Medico (Cagliari 1781-ivi 1865). Allievo di Pietro Antonio ` Leo, dopo essersi laureato si dedico alla carriera universitaria e divenne ` di Caprofessore presso l’Universita ` Istituzioni medigliari, dove insegno che dal 1819 al 1833 e Clinica medica ` anche la lidal 1833 al 1857. Esercito bera professione, raggiungendo notevole fama. Nel 1828 fu nominato direttore delle Condotte mediche della Sardegna e introdusse un regolare servizio di vaccinazioni nell’isola. Per la sua fama fu chiamato a Torino come medico di corte, ma per non lasciare la ` declino ` l’invito. Fu socio della sua citta Reale Accademia di Medicina di Torino e autore di interessanti studi tra i quali Vaiolo arabo sopravvenuto ai vaccinati nell’influenza del 1845, in Pro-

gressi della vaccina in Sardegna, ‘‘Indicatore sardo’’, 24, 1845.

Zucca, Raimondo Archeologo e sto` (n. Oristano 1954). rico dell’antichita Formatosi presso l’Ateneo cagliaritano alla scuola di G. Lilliu, M. Torelli, F. Barreca, P. Meloni, G. Sotgiu, ispettore archeologo presso la Soprintendenza cagliaritana (1980` romane 1990), professore di Antichita ` di Sassari dal 1998, nell’Universita direttore del Centro di Studi interdisciplinari sulle Province Romane dal 1998, curatore dell’Antiquarium Arborense di Oristano dal 1992, ha promosso l’attivazione degli insegnamenti di Archeologia subacquea ` di Sassari (sede presso l’Universita di Oristano). Ha effettuato scavi archeologici in Sardegna, Etruria, Tunisia e Marocco e prospezioni archeologico-epigrafiche in varie regiones d’Italia, in Corsica, nelle Baleari e nelle province romane della Iberia, della Gallia, dell’Africa, della Grecia. Si occupa di commercio mediterraneo, di topografia antica e della storia delle isole mediterranee ` au`. E e dell’Atlantico nell’antichita tore di numerosi volumi di storia antica e archeologia tra cui Neapolis e il suo territorio, 1987; La Corsica romana, 1996; Insulae Baliares, 1998; Sufetes Africae et Sardiniae, 2004. [ATTILIO MASTINO]

Zucca, Salvatore Insegnante, consigliere regionale (n. Narbolia 1941). Dopo essersi laureato in Filosofia a ` dedicato all’insegnamento Pisa si e ` stato per negli istituti superiori ed e molti anni preside nei licei. Uomo di ` dedicato da giovanissimo sinistra, si e ` alla politica militando nel PSIUP. E stato consigliere comunale del suo paese natale e dopo aver aderito al ` stato eletto consigliere regioPDS e nale per la X legislatura nel collegio

402

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 408

Zuncheddu ` stato di Oristano; successivamente e riconfermato per l’XI legislatura, al ` stato rietermine della quale non e letto.

Zucca, Umberto Storico (n. Baressa 1937). Francescano, dirige la ‘‘Biblio` giornalista teca francescana sarda’’. E pubblicista dal 1984. Tra i suoi scritti: La consacrazione della chiesa di S. Chiara in Oristano da documentazione inedita del monastero, ‘‘Biblioteca francescana sarda’’, I, 1987.

Zuddas, Enrico Militare (Dolianova 1911-Roma 1944). Brigadiere dei Carabinieri, medaglia d’oro al V.M. della Resistenza. Sfuggito combattendo al tentativo dei tedeschi di catturare il suo reparto nei giorni dell’armistizio, costituiva un gruppo partigiano. Dopo una serie di azioni, incaricato di comandare la scorta del capo di Stato Maggiore della Resistenza, riusciva a salvarlo ma, ferito, veniva catturato. Moriva poco dopo in ospedale in seguito alle ferite ricevute.

Zuddas, Gianni Pugile (Monserrato ` giovanis1925-Cagliari 2001). Inizio ` pugilistica da diletsimo l’attivita ` sospendere tante che dovette pero col sopravvenire della guerra. Al termine del conflitto si mise in luce nella categoria dei pesi gallo a livello nazionale e nel 1948 fu convocato per le Olimpiadi londinesi, dove ottenne la medaglia d’argento. Nello stesso anno a Milano divenne campione italiano e ` tardi gli fu assegnato il poco piu Guanto d’oro. L’anno successivo vinse a Oslo il campionato europeo, sempre ` nei pesi gallo, e a Firenze si confermo campione italiano. Passato al profes` a Casionismo, nel 1952 conquisto gliari il titolo italiano dopo un duro combattimento contro Amleto Falcinelli, titolo che mantenne per alcuni ` piu ` volte la scalata al tianni. Tento

tolo europeo, ma senza successo. [GIOVANNI TOLA]

Zuddas, Giuseppe Operaio antifascista (Monserrato 1898-monte Pelato, Spagna, 1936). Sardista, nel primo dopoguerra divenne presidente della gio` sardista e fu tra gli oppositori ventu alla fusione del suo partito col Pnf. Nel 1924 fu costretto a emigrare in Francia dove per vivere fece il muratore e il meccanico. Membro del Comi`. tato centrale di Giustizia e Liberta Scoppiata la guerra civile in Spagna, fu tra i primi ad accorrere a Barcellona come volontario della colonna ‘‘Ascaso-Rosselli’’. Morı` nel combattimento di monte Pelato sul fronte di Huesca, il 28 agosto 1936. «Nel suo portafogli – scrisse Monti sul settimanale del movimento – fu trovata la tessera del PSd’Az».

Zuncheddu, Sergio Imprenditore immobiliare, editore (n. Burcei 1952). Vive a Milano, dove ha iniziato la sua carriera, ricca di successi. Ha esordito ` nel settore immobiliare con la societa ` amImmobiliarEuropea spa, di cui e ministratore unico. Ha realizzato numerosi centri commerciali in diverse parti d’Italia e particolarmente in Sar` impordegna, dove la struttura piu ` il ‘‘Santa Gilla’’ (la Citta ` Mertante e cato ‘‘Auchan’’) di Cagliari, 1992. Socio fondatore del giornale ‘‘Il Foglio’’ nel ` presidente 1995, dal novembre 1999 e del consiglio di amministrazione del quotidiano cagliaritano ‘‘L’Unione Sarda’’ rilevato dall’editore Nicola Grauso, insieme con l’emittente televisiva Videolina e l’emittente radio Ra` subito impegnato in un’adiolina. Si e zione di rafforzamento e di rilancio del giornale, per il quale nel 2002 ha costruito un nuovo centro stampa, in cui vengono impressi, oltre a ‘‘L’Unione’’, diversi quotidiani nazionali teletrasmessi.

403

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 409

Zunchini

Zunchini Antico villaggio compreso nel

˜ iga, Emanuele Duca di Mandas Zun

giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Fluminargia. Dopo l’estinzione della dinastia giudicale fu conteso tra il Comune di Sassari e i Doria. Dopo alcuni anni il Comune ebbe la meglio ma ne perse il controllo in seguito alla conquista aragonese. Scoppiate le guerre tra Doria e Aragona, il villaggio ne fu investito, subı` gravi danni e scomparve prima della ` del secolo XIV. meta

´ jar, Spagna, 1657-Budapest 1686). (Be Dopo la morte di suo fratello Baldas` i feudi che la famiglia sarre eredito possedeva in Sardegna. Era ancora bambino, sotto tutela di sua madre: della situazione tentarono di approfittare i Borgia, eredi dei conti di Albatera, che lo trascinarono in una lunga causa contestandone la successione e a un certo punto, nel 1662, occuparono il ` , la ducato di Mandas. Poco dopo, pero causa si risolvette a favore di Z. Divenuto maggiorenne, il giovane duca en` nell’esercito reale e si distinse tro nella guerra delle Fiandre; in seguito ` in Ungheria a combattere contro passo i Turchi e morı` in battaglia a Budapest nel 1686.

˜ iga Famiglia feudale castigliana Zun (secc. XVI-XVIII). Di probabile discendenza reale, nel corso dei secoli si divise in molti rami: uno di questi fu interessato alla Sardegna, in seguito ˜ iga, al matrimonio di Teresa Zun ´ jar, con Franceerede del ducato di Be sco Sotomayor, conte di Belcasar, ce` del secolo lebrato nella prima meta XVI. I figli nati dal matrimonio pre˜ iga e un loro nisero a chiamarsi Zun ´ jar, spopote, il duca Francesco di Be sata la duchessa Anna dell’Infantado, ` il ducato di Mandas e tutti gli eredito altri feudi che la famiglia della sposa possedeva in Sardegna. I loro discendenti dovettero affrontare una lite con i conti di Albatera e in seguito con i Borgia, loro eredi, che contestavano la successione e rivendicavano ´ il possesso dei feudi. La lite per se ebbe termine dopo il 1662, quando agli Z. furono pienamente riconosciuti i loro diritti. Passata l’isola ai ` alla nuova Savoia, giurarono fedelta dinastia e nel 1740 ereditarono anche la contea di Oliva, diventando cosı` i ` potenti feudatari della Sardegna. piu ` , fu conteLa loro successione, pero stata tanto da alcuni parenti quanto dal fisco che mirava a incamerare i feudi: il duca Gioacchino, ultimo rappresentante di questo ramo della fa` la sua vita, chiusasi nel miglia, passo 1777, in estenuanti liti giudiziarie.

˜ iga, Gioacchino Duca di Mandas Zun (Madrid 1713-?, 1777). Subito dopo la ` in morte di suo padre, nel 1748 rientro possesso del ducato di Mandas, ma ` anquando morı` sua madre ed eredito che il feudo d’Oliva si vide trascinato nuovamente in una complicatissima lite. Il fisco riteneva che il feudo d’Oliva fosse devoluto, la sorella di sua madre pretendeva la contea d’Oliva e infine Pr udenziana Portocar rero, marchesa d’Orani, ritenendo che il duca non potesse succedere all’intero patrimonio, appartenuto ai Maza La` anche Mandas. In dron, rivendico queste condizioni il re, nel 1750, fece nuovamente sequestrare i feudi; Z. resistette, aprendo una lite che si protrasse fino al 1758 quando, dopo l’intervento del re di Spagna presso il re di Sardegna, fu riconosciuto finalmente duca di Mandas. Nel 1777 ere` da Maria Giuseppa Pimentel andito che la contea di Oliva, ma morı` nello stesso anno.

˜ iga, Giovanni Emanuele Duca di Zun ´ jar, Spagna, Mandas (Madrid 1680-Be 1747). Succedette a suo padre Ema-

404

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 410

Zurfuru nuele quando era ancora bambino e fu posto sotto tutela di sua madre. Scoppiata la guerra di successione spagnola, rimase fedele a Filippo V e ` ai quando nel 1720 la Sardegna passo ` fedelta ` alla nuova dinaSavoia giuro ` di prendere l’investistia. Si rifiuto tura del feudo che aveva in Sardegna ´ riteneva che fosse in effetti un perche ` in lite allodio, per cui nel 1729 entro col fisco che invece pretendeva il pagamento dell’investitura. Nel 1740 sua moglie Maria Anna Borgia fu riconosciuta erede della contea d’Oliva, per cui i suoi interessi in Sardegna aumentarono. L’unione dei patrimoni delle due famiglie faceva del duca il ` potente feudatario dell’isola; i piu suoi burrascosi rapporti col fisco non si erano ancora composti quando nel 1744 re Carlo Emanuele III fece sequestrare tutti i feudi che i feudatari stranieri possedevano in Sardegna temendo che essi potessero organizzare un ritorno dell’isola alla Spagna.

˜ iga Guzman, Baldassarre Vicere´ Zun ` di Sardegna (Spagna, seconda meta ` sec. XVIII). sec. XVII-ivi, prima meta In carica dal 1704 al 1706. Marchese di Valero, allo scoppio della guerra di successione spagnola rimase fedele a Filippo V e nel 1704 fu nominato vi´ . Governo ` negli anni che prececere dettero la caduta dell’isola in mano agli Asburgo in un clima di crescente tensione in seno all’aristocrazia ` numerosi disarda, dove sempre piu venivano i favorevoli al passaggio del` di utilizl’isola agli Asburgo. Cerco zare le poche risorse finanziarie di cui disponeva per aumentare le di` dal suo incarico fese dell’isola; cesso nel 1706.

Zunnui Casula, Francesco Religioso (Fonni 1824-Oristano 1898). Vescovo di Ales dal 1867 al 1893, arcivescovo di Oristano dal 1893 al 1898. Ordinato

sacerdote, si mise in luce e fu nominato vicario capitolare della diocesi di Nuoro. Nel 1867 divenne vescovo di Ales e come tale prese parte attiva al concilio Vaticano I nel 1869. Sorpreso a Roma il 20 settembre 1870 ` al Fadalle truppe italiane, si rifugio tebenefratelli nell’isola Tiberina dove soccorse il padre Bonfiglio Mura; poco dopo ottenne dall’auto` militare un salvacondotto e riuscı` rita a scortare il Mura fino a Cagliari. Ne` a govergli anni successivi continuo nare con grande fermezza la sua diocesi; nel 1893 fu nominato arcivescovo di Oristano.

Zurfuru, Su Miniera di piombo, zinco e fluoro in territorio di Fluminimaggiore. I primi permessi di ricerca nel ` di sito risalgono al 1870, ma le attivita estrazione cominciarono nel 1889 a ` The Victoria Miopera della societa ning Limited, della quale il maggior azionista era Giorgio Henfery. Nei primi anni vi lavorarono circa 40 minatori; il prodotto veniva imbarcato a Portixeddu. I lavori furono affidati alla direzione dell’ingegner Carlo Marx, ma ben presto si rivelarono difficili per le frequenti frane. Nel 1891 la Victoria cedette le sue quote alla The United Mines Company Limited, ` la produzione e nel 1900 che miglioro scoprı` nuovi ammassi facilmente sfruttabili. Nel 1905 la miniera, nella quale lavoravano ormai 260 operai, ` alla Pertusola, che miglioro ` gli passo impianti e costruı` una ferrovia per il trasporto dei materiali. L’impianto, ` , fu posto dalla nuova societa ` pero sotto la dipendenza della grande miniera di Ingurtosu; ben presto trascu` in crisi determinando la rato, entro fermata dei cantieri nel 1921. Le atti` non furono riprese fino al 1943: vita entro il 1950 tutti i cantieri della mi` . Fu pero ` niera erano in piena attivita

405

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 411

Zuri un fuoco di paglia; ormai i giacimenti si andavano esaurendo. Nel 1969 la ` la mano alla Societa ` Pertusola passo Piombozincifera Sarda a capitale pubblico, controllata dall’EMSA, e da questa nel 1987 alla SAMIN. Ma ormai quasi tutti i cantieri erano chiusi. Attualmente l’impianto funziona nel solo cantiere di Gutturu Pala, con pochissimi operai.

Zuri Centro abitato della provincia di Oristano, frazione di Ghilarza (da cui dista 4 km), con circa 130 abitanti, posto a 265 m sul livello del mare a est del comune capoluogo, affacciato sul lago Omodeo. Regione storica: Gilciber. Diocesi di Alghero-Bosa.

Zuri – Chiesa di San Pietro.

` costiTERRITORIO Il territorio e tuito dal versante occidentale della vallata del Tirso, occupata in questo ` ampia del bapunto dalla parte piu cino artificiale. Le comunicazioni sono assicurate da una breve traversa che si connette alla strada tra Ghilarza e Sorradile da un lato, con Soddı` dall’altro. Ad Abbasanta, a 7 km di di-

&

` vicina stazione stanza, si trova la piu ferroviaria, lungo la linea OristanoChilivani. & STORIA Il villaggio attuale e ` di origine medioevale; appartenne al giudicato d’Arborea e fu incluso nella curatoria del Gilciber. Nel corso della seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV, quando il confronto tra i due ` duro, il villaggio sovrani si fece piu fu compreso nei territori che provocatoriamente Pietro IV concesse a Valore de Ligia (=) per ricompensarlo di aver abbandonato il giudice ed essere passato dalla sua parte. La concessione non ebbe effetto e Z. conti` a rimanere nelle mani del giunuo dice fino alla fine del giudicato. Dopo la battaglia di Sanluri la sua po` a rimanere in uno polazione continuo stato di tensione nei confronti degli Aragonesi, in particolare dopo il 1412, quando fu chiaro che i De Ligia sarebbero tornati in Sardegna per tentare di esercitare i loro diritti feudali. Nel 1415 gli abitanti, considerando i De Ligia traditori, quando questi si presentarono, aiutati dagli abitanti degli altri villaggi, li assalirono per strada e li uccisero. Nel 1417 il villaggio fu concesso in feudo ` nel 1426 a Giovanni Corbera che pero lo cedette al marchese d’Oristano. Entrato a far parte del marchesato, il villaggio vi rimase fino alla sua ca` a far parte del duta; nel 1485 entro feudo che fu concesso a Galcerando Requesens (= Requesens). Alla sua morte, nel 1507, fu ereditato dalle figlie che lo trasmisero ai Cardona. Questi ultimi nel 1537 lo vendettero, unitamente a tutto il distretto del Ca` Torresani che lo unı` al nales, a Nicolo ` posfeudo del Parte Barigadu che gia sedeva. Estinti i Torresani nel 1595, ` ai Cervellon che lo tennero Zuri passo fino all’estinzione nel 1723. Dopo al-

406

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 412

Zurradili `a cuni anni, nel 1737, il villaggio entro far parte del marchesato di Sedilo concesso al canonico Francesco Solinas che, a sua volta, lo trasmise ai nipoti Delitala del ramo di Chiaramonti. Questi ultimi continuarono a possederlo fino al riscatto dei feudi nel 1838. Nel 1821 Z. fu incluso nella ` provincia di Oristano; nel 1848 entro a far parte della divisione amministrativa di Cagliari e nel 1859 della omonima e ricostituita provincia. Nel 1919, quando fu avviata la costruzione dell’invaso del lago Omodeo, il vecchio abitato di Z. e l’antica chiesa di San Pietro corsero il rischio di rimanere sommersi. Tra il 1922 e il 1923 fu costruito il nuovo abitato in posizione sopraelevata e gli abitanti vi si trasferirono; e cosı` anche la chiesa fu smontata concio per concio e riedificata nella posizione attuale. Nel 1927 Z. divenne frazione di Ghilarza e quando poi, nel 1974, fu ricostituita ` a farne la provincia di Oristano, entro parte. & ECONOMIA Le attivita ` di base della sua economia sono l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura, la viticoltura e la frutticoltura, e l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini, ` collegato da auovini e suini. Il paese e tolinee e dalla ferrovia agli altri centri della provincia. & PATRIMONIO ARCHEOLOGICO Il territorio conserva numerose testimonianze archeologiche del periodo nuragico. & PATRIMONIO ARTISTICO E CULTU` RALE Il monumento di gran lunga piu ` la chiesa di San Pietro, importante e che fu fatta edificare in forme romanico-lombarde da Mariano II d’Arborea. Alla costruzione, realizzata in conci di trachite dal gradevole colore rosato, sovrintese il maestro Anselmo ` a una navata da Como. L’impianto e

chiusa da un’abside semiottagonale ` di forme gotiche; la coche risente gia ` in legno a capriate. Molto pertura e ` la facciata, arricchita da suggestiva e tre robuste arcate, da un portale e da un campanile a vela.

Zuri, Giuseppe = Mannuzzu, Salvatore Zurita, Gerolamo Storico (Saragozza 1502-ivi 1570). Particolarmente benvoluto da Carlo V, fu uomo di profondi studi e di grande cultura. Divenuto segretario del Senato di Madrid, nel 1543 fu inviato in Germania a trattare alcuni affari presso l’imperatore. Poco dopo ebbe l’incarico di ordinare tutti i brevi pontifici riguardanti l’Inquisizione Spagnola. Tornato in patria, nel 1548 fu incaricato dagli stati d’Aragona di scrivere la storia del regno. Per il resto della sua vita attese alla stesura degli Annales de la Co´ n, opera imponente in rona de Arago cui parla diffusamente, e talvolta in modo fazioso, della conquista e del governo della Sardegna.

Zurradili Antico villaggio del giudicato d’Arborea, compreso nella curatoria del Bonorcili. Dopo la caduta del giu`a dicato, la sua popolazione comincio diminuire rapidamente a causa delle continue incursioni dei corsari barbareschi, cui il territorio fu esposto a partire dal secolo XV. Nel corso del secolo XVI era ormai deserto; il suo territorio si ridusse a una grande palude, rifugio abituale di pericolosi banditi in grado di disturbare le comunicazioni tra Ori`, fu constano e Cagliari. Nel 1644, pero cesso a Filippo Lepori e a Pietro Deidda ´ lo ripopolassero e ne avviasperche sero la bonifica. L’abitato di Zuradili fu ricostruito ma poco dopo il Lepori morı`, per cui nel 1659 fu nuovamente ` abbandonato a causa dell’insalubrita dell’aria: i suoi abitanti, guidati da Antioco Caboni, si spostarono nei salti di Marrubiu.

407

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 413

Zurru

Zurru, Giovanni Battista Imprenditore agricolo, consigliere regionale (n. Gonnosfanadiga 1938). Cattolico impegnato in politica, dopo essere stato esponente di punta della Democrazia ` stato Cristiana, a partire dal 1974 e eletto consigliere regionale per la VII legislatura e poi ininterrottamente rie` diletto per altre tre legislature. Si e messo nel gennaio 1993 dopo essere

stato eletto presidente della SFIRS. Durante gli anni di permanenza in ` stato assessore Consiglio regionale e ai Lavori pubblici dal dicembre 1978 al giugno 1979 nella giunta Soddu, assessore all’Agricoltura dal giugno 1983 al giugno 1984 nella giunta Rojch, assessore all’Industria dal settembre 1989 all’ottobre 1992 nelle giunte Floris e Cabras.

408

Enciclopedia della Sardegna – Volume 10

pag. 414

Cronologia della Sardegna 1. Cronologia della Sardegna preistorica e protostorica Ercole Contu Introduzione

La Preistoria e la Protostoria sarda sono raccontate nelle singole voci di questa Enciclopedia e sintetizzate nella tabella alle pagine qui di seguito. Per un inquadramento ulteriore, si rimanda all’o` recente, i due volumi pera generale piu de La Sardegna preistorica e nuragica di Ercole Contu, editi dal sassarese Carlo Delfino nel 2006. «Sulla base delle acquisizioni tecniche dei popoli antichi, e per gli eventi che da esse derivano – scrive Contu nella Premessa all’opera – la Preistoria (che nel ` ampio comprende anche la senso piu ` essere divisa in varie Protostoria) puo ` od epoche: eta ` della Pietra; Paleolitico o Antica Eta Mesolitico o Periodo intermedio del` della Pietra; l’Eta ` della Pietra; Neolitico o Nuova Eta ` del Rame) Calcolitico (o Eneolitico o Eta ` della Pietra e dei Primi Metalli; o Eta ` del Bronzo (prosecuzione dell’Eta ` Eta dei Metalli con sviluppo delle leghe del rame, da cui il bronzo); ` del Ferro (comparsa e sviluppo della Eta lavorazione del ferro). Le prime suddivisioni rientrano a loro ` ampia detta volta in una divisione piu ` della Pietra; mentre quelle che seEta ` dei Metalli che guono rientrano nell’Eta giunge sino all’epoca storica propriamente detta. Mentre il Paleolitico e il Mesolitico sono caratterizzati da un’economia di caccia, pesca e raccolta, nel Neolitico iniziano

quasi ovunque, ed assumono preminente importanza, anche la pastorizia e l’agricoltura. Anzi in qualche luogo questi cam` nel Mesolitico. biamenti avvengono gia Lo sfruttamento dei metalli, infine, com` di produrre strumenti porta la possibilita ` adatti per i vari scopi pratici, sempre piu il che accelera il corso dello sviluppo economico e sociale. Il Neolitico corrisponde spesso anche all’utilizzazione, accanto alla pietra levigata (prima era solo scheggiata), della creta per la costruzione ` all’indi recipienti ed altri oggetti, cioe venzione della ceramica, tramite la cottura della creta; il che facilita anche la cottura dei cibi ed allarga il campo delle risorse alimentari. Nel passaggio dallo sfruttamento diretto delle risorse naturali alla produzione delle medesime, ` all’agricoltura e all’allevamento, si cioe ` per l’uomo realizza anche la possibilita di stanziamenti fissi; nasce cosı` il primo ` il germe della citta `e villaggio che sara ` , nel senso piu ` preciso del della Civilta ` Urbana (da civis, che termine di Civilta vuol dire appunto cittadino). Non fa per` meraviglia se gli antichi abitatori cio della Sardegna non useranno la scrittura, che pure altrove era stata inventata alcuni millenni prima: e questo proprio ´ mai si raggiunse nell’isola il liperche ` Urbana, dato che lo svivello della Civilta ` al livello del villaggio: le luppo si fermo ` sarde saranno quelle impianprime citta tate alcuni secoli dopo il 1000 av. C. dai conquistatori fenicio-punici.»

409

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 415

Cronologia della Sardegna preistorica e protostorica DATE ETÀ

CIVILTÀ

P A L E O L I T I C O

CALIBRATE RADIOE METRICHE STORICHE

500 000/ 500000? 300 000;

INFERIORE (clactoniano)

250 000; 120 000

circa 90000 35000

35000

10000

10000

6000

6000

25000

SUPERIORE

4000

A N T I C O

CERAMICA IMPRESSA E “CARDIALE”

M E D I O

BONUIGHINU

R E C E N T E

1400 4600

5800 2000

3240

3800

SAN MICHELE (o OZIERI)

900 2360

2900

2300

2850

2130

2400

FILIGOSA E N E O L I T I C O

circa 400 000

120000

MEDIO

MESOLITICO

N E O L I T I C O

DURATA

ABEALZU

Filigosa 900

Abealzu 220 MONTE CLARO

CAMPANIFORME

A B (= Bonnanaro I)

410

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 416

2200

2630

2100

2550

2000 1650 1600

2350 2000 1800

Monte Claro 350 Campanif. 850 500(A)+350(B)

Cronologia della Sardegna preistorica e protostorica DATE ETÀ

CIVILTÀ

CALIBRATE RADIOE METRICHE STORICHE

I

(Campaniforme B =)

E T À

BONNANARO

D E L B R O N Z O E T À D E L F E R R O C I V I L T À U R B A N A

1600

1800

1500

1600

1300

1500

II

Nuraghi semplici

N U R A G I C A

Bonnanaro I, II, III 700

III

Nuraghi semplici e complessi; tombe megalitiche; ceramiche a pettine; importazioni micenee C I V I L T À

DURATA

N U 1200

1200

Stessi nuraghi e tombe; capanne circolari semplici; pozzi sacri; bronzi vari; ceramiche pregeometriche

R A G I C

850 Nuraghi; tombe monosome e a “tafone”; pozzi sacri; capanne a settori; statuaria e bronzetti figurati; ceramica geometrica a cerchielli e a spina di pesce; askoi; brocche piriformi; bronzi vari

850

O

1400 o 1000

750

750

720

720

C F O E

ORIENTALIZZANTE: ceramica con decorazioni a falsa cordicella, a cerchielli e dipinta; askoi, bronzi

L N O I

Feniciopunici

N C I I

580

580

E E

518/500

askoi ecc. ceramica tardonuragica rozza, anche dipinta; askoi, brocche, vassoi, fiasche

535

535

238 a.C

238 a.C.

CIV. PUNICA

ETÀ ROMANA

476 d.C. 476 d.C.

Roma 710

411

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 417

Cronologia della Sardegna preistorica e protostorica Glossario archeologico-preistorico

` quella che stabiliDatazione relativa E sce in quale relazione di tempo (prima o dopo) un dato fatto si debba situare rispetto a un altro e a una serie di altri, ´ senza necessariamente individuare ne ´ l’anno in cui e ` avvenuto. il secolo ne Sono queste le date solitamente fornite dalla stratigrafia. Si osservi anche che ` estalora la differenza fra gli strati puo sere completamente individuata solo con l’uso del computer e viene espressa sotto forma numerica (percentuale) o ` comunemente si tramite grafici. Piu tratta invece di indicazioni come: III ` nuragica; Troia strato; Eneolitico; eta VI ecc. ` quella che indica Datazione assoluta E in modo preciso o molto approssimativo ` avla data in cui un determinato fatto e venuto, indicandola in anni, secoli ecc., rispetto alla nostra era. Sono di questo tipo tutte le datazioni (calibrate o meno) col radiocarbonio (vedi sotto), oppure datazioni come: VI millennio a.C., 1250 a.C. ecc. Datazione col radiocarbonio o 14C Un isotopo radioattivo del carbonio, il 14C, che si produce (in rapporto anche col 12C) ` alti dell’atmosfera terrenegli strati piu stre per effetto dei raggi cosmici, viene incorporato nell’anidride carbonica. ` utilizzata, come e ` risaQuest’ultima e puto, dalle piante e conseguentemente dagli animali erbivori; noi mangiamo ` anche gli animali e le piante, e percio noi assorbiamo il 14C. Il carbonio radioattivo, fissatosi cosı` nei tessuti animali e vegetali, rimane in proporzione presso´ costante finche ´ la pianta o l’animale che sono vivi. Dopo la morte, invece, non es` rinnovati, gli atomi del 14C si sendo piu disintegrano progressivamente emettendo radiazioni (qualcosa di simile, in un certo senso, a quello che avviene in una batteria elettrica che si scarica). A ` , dopo circa 5730 anni la racausa di cio

` si riduce della meta ` e contidioattivita nua a diminuire con lo stesso ritmo. Ba`, con un apposito contatore di sta percio radiazioni (ma si tratta di un’operazione piuttosto complessa), effettuare delle misure su campioni organici per sapere con buona approssimazione da quanto ` morto l’organismo vivente che tempo e ` corli ha generati. Questa data va pero retta, o meglio, ‘‘calibrata’’, sulla base di ` speciali tabelle, con un’altra ben piu precisa, ottenuta, soprattutto in America, con la dendrocronologia (vedi sotto). Dendrocronologia Il termine significa datazione per mezzo degli alberi (dal greco cronos, tempo, e dendron, albero). ` basata sui cerchi di crescita (uno o piu ` E ogni anno, e sempre diversi) che si trovano tagliando in sezione il tronco degli alberi: talvolta si tratta di alberi antichissimi, tipici di certe zone del Nordamerica, che possono risalire al 4740 ` dei cerchi, soprattutto a.C. La diversita ` dovuta principalmente in spessore, e alle notevoli variazioni climatiche fra un anno e l’altro; questo permette di ricostruire un intero calendario e di individuare lo stesso anno anche in alberi ` parzialmente contemporanei ma di eta diversa, proprio come se si trattasse di una specie di messaggio in codice, simile a quello espresso con i bit e i byte da un moderno computer. Datazione col potassio-argo (40K = 40Ar) ` antichi di Si usa solo per materiali piu 400 000 anni e si basa sulla progressiva trasformazione, o meglio, disintegrazione, del potassio radioattivo (presente nelle rocce vulcaniche e nei minerali) in ` un materiale non radioattivo. argo, che e Esistono altri analoghi sistemi di datazione per epoche molto antiche, come quello dell’uranio (235U e 238U) o del torio (232Th) ecc. Datazione e provenienza delle ossidiane

412

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 418

Cronologia della Sardegna preistorica e protostorica ` una pietra vulcanica veL’ossidiana e trosa, molto ricercata nella preistoria ´ utilissima per produrre armi e perche ` strumenti; l’ acqua e la stessa umidita dell’aria producono sulla sua superficie ` in un sottile strato di idratazione che e ` escontinuo accrescimento e che puo sere misurato in micron (millesimi di millimetro), o meglio, in micron qua` lo spessore, maggiore drati. Maggiore e ` il tempo trascorso dal momento della e lavorazione a oggi. Altre analisi microscopiche, basate sull’attivazione dei neutroni, permettono di riconoscere gli elementi in traccia che costituiscono le caratteristiche distintive fra i cinque giacimenti mediterranei di ossidiana (Melo a oriente, Lipari, Palmarola, isole Pontine e monte Arci in Sardegna a occi` di gran lunga il dente). Quello sardo e ` importante, anche se il giacimento piu ` minore. raggio d’azione commerciale e ` l’insieme degli strati soStratigrafia E vrapposti del terreno. Il termine – e si ´–e ` preso in prestito capisce bene perche dalla geologia, in cui indica i vari strati di rocce sovrapposte: comunemente, le ` profonde sono le piu ` antiche. Anche piu la frequentazione di un sito da parte dell’uomo in tempi successivi lascia nella successione degli strati terra, pietre, ossa, resti di pasti, oggetti e monumenti

` famoso il prodotti in diversi periodi. E ` di Troia, l’una cocaso delle nove citta struita sulle rovine dell’altra, ma in ge` modesti, nere si tratta di resti molto piu anche se non per questo meno significativi. Fossile guida Per individuare l’epoca di uno strato e collegare cosı` anche stratigrafie di luoghi diversi e lontani, la geologia si serve dei fossili che caratterizzano i vari periodi (certe conchiglie, gli ammoniti e gli stessi dinosauri, scom` paiono ad esempio nel Cretacico, cioe intorno a 140-80 milioni di anni fa). Analogamente gli archeologi usano gli oggetti fatti dall’uomo per individuare e datare vari periodi della preistoria. In ` percio ` parlare, in entrambi i casi si puo senso proprio o in senso figurato, di ‘‘fossile guida’’. Ma i ‘‘fossili guida’’ archeologici possono essere invalidati da somiglianze non significative o da fenomeni di convergenza che avvengono, ad esempio, quando lo stesso tipo di oggetto viene prodotto in luoghi e tempi diversi indipendentemente, sotto la spinta di ` . Esempi di ‘‘fossili analoghe necessita guida’’ archeologici sono il primo uso dei metalli, la decorazione a segmento dentellato della cultura di San Michele, gli idoli di tipo cicladico, il vaso campaniforme ecc.

413

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 419

Cronologia della Sardegna romana 2. Cronologia della Sardegna romana Attilio Mastino Introduzione

La cronologia della Sardegna romana ` essere sostanzialmente fissata puo sulla base delle fonti letterarie e soprattutto della documentazione epigrafica, numismatica, archeologica oltre che, per il tardo impero, sui testi giuridici. L’anno iniziale della provincia, il 227 a.C., non risulta essere stato utilizzato per un autonomo computo di un’era lo` invece probabile che gli anni cale. E venissero individuati partendo dalla fondazione di Roma (754 a.C.) oppure con l’indicazione dei due consoli eponimi, alcuni dei quali hanno anche operato in Sardegna per reprimere le rivolte. Per il periodo repubblicano in particolare, la Sardegna compare di frequente citata nei Fasti triumphales Capitolini, dove sono elencati i trionfi riportati dai generali romani contro i Cartaginesi e contro i Sardi, nel corso di una resistenza durata oltre tre secoli. Il primo ` gia ` del 258 trionfo in ordine di tempo e a.C. (L. Cornelio Scipione); l’ultimo ri` quello del 111 a.C. portato nei Fasti e (M. Cecilio Metello), per quanto operazioni militari contro le popolazioni indigene della Barbaria sarda siano proseguite per tutto il secolo I a.C. e nei ` in primi decenni della nostra era. E particolare Polibio (200-120 a.C. circa) che illustra il ruolo svolto dalla Sardegna nel grande conflitto tra Roma e Cartagine e sui primi anni della provin` dettagliata, cia; un’informazione piu con l’elenco dei magistrati che anno per anno si sono succeduti in Sardegna, ` dovuta a Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.), e che si sofferma in particolare sulla grande rivolta di Ampsicora del 215 a.C. Altri dati compaiono in Dione Cas-

sio (161-229 d.C. circa) e in una serie di altri autori della fine della repubblica e dell’impero. ` delle guerre civili ci e ` piu ` nota L’eta grazie alle lettere e alle orazioni di Cicerone, in particolare alla Pro Scauro (con il commento di Asconio), pronunciata il 2 settembre 54 a.C. a difesa del figliastro di Silla, che aveva governato l’isola l’anno precedente. Sappiamo delle visite effettuate in Sardegna da Catone il Censore (nel 204 a.C. e nel 198 a.C.), Gaio Gracco (tra il 126 a.C. e il 124 a.C.), Pompeo Magno (nel 67 a.C. e ` nel 56 a.C.), Cesare (nel 46 a.C.) e, in eta imperiale, da Settimio Severo (nel 173 d.C.) e da Quintillo (nel 268 d.C.). Conosciamo alcuni dei provvedimenti adot` tardi da Tiberio tati da Ottaviano e piu per riportare l’ordine nelle zone interne, come la costruzione di accampamenti fortificati, l’invio di reparti legionari, la dislocazione di coorti di ausiliari, la nomina di praefecti militari (e ` tardi con tutta probabilita ` civili) piu per il controllo delle civitates indigene della Barbaria. I diplomi militari ci informano sul congedo dei veterani e sul` dei marinai della flotta da l’attivita guerra che aveva proprie basi a Carales e a Olbia. ` imperiale ci aiutano sopratPer l’eta tutto le iscrizioni, un migliaio in tutto, che presentano una congerie di dati sulla situazione sociale ed economica, i traffici commerciali, lo sfruttamento delle miniere e delle saline, la costruzione di grandi opere pubbliche (piazze, terme, acquedotti), la fortuna dei diversi culti religiosi indigeni, punici, romani, lo sviluppo del culto imperiale. I miliari stradali in particolare consentono di seguire passo passo la

414

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 420

Cronologia della Sardegna romana costruzione del grande sistema viario che collegava Carales a Turris Lybisonis e a Olbia, a partire dall’epoca di Augusto. I primi restauri di strade romane in Sardegna sono datati al 74 d.C., durante il regno di Vespasiano. Ma i miliari consentono anche di conoscere la posizione assunta dalla provincia in occasione delle diverse usurpazioni, in particolare nel corso dell’anarchia militare del secolo III. Gli ultimi miliari a noi pervenuti sono riferiti al regno di Magno Massimo e di Flavio Vittore (387-388 d.C.). Il tessuto cronologico deve fondarsi naturalmente anche sulla serie dei governatori che si sono succeduti a partire dal 227 a.C. e quindi dalla costituzione della provincia: pretori (ma anche consoli o magistrati con imperium prorogato) fino ` tardi alle riforme di Silla dell’81; piu proconsoli e propretori, fino al secondo triumvirato. A partire dal 27 a.C. la Sardegna, inizialmente affidata da Augusto al Senato e governata da proconsoli ex ` ripetutamente condipretori, cambio zione e fu trasferita sotto il diretto con` a gotrollo dell’imperatore, che inizio ` tardi con vernarla con prolegati e piu prefetti, procuratori o presidi appartenenti all’ordine equestre. Ci restano i nomi di molti di questi magistrati provinciali, assistiti da una serie di altri funzionari di grado e di condizione differenti, incaricati della tenuta del catasto, degli archivi, della cassa, dell’amministrazione della giustizia. Conosciamo il funzionamento dei diversi organi di governo della provincia e possiamo seguire anche la serie di processi per concussione, che furono intentati nei confronti dei magistrati infedeli o responsabili di abusi. Le iscrizioni e alcune emissioni monetali forniscono poi tutta una serie di informazioni dettagliate sul processo di elevazione delle antiche civitates

sardo-puniche, amministrate da sufeti, al rango di municipi di cittadini romani; emerge con rilievo il ruolo svolto ` tardi dagli da Cesare e da Augusto e piu imperatori Flavi nel processo di pro` indigene e di fondamozione delle citta zione di nuove colonie, dedotte o anche onorarie. Si acquisiscono notizie sulle magistrature cittadine, sulla nomina di curatores rei publicae, sulla costruzione di opere pubbliche, in particolare templi e basiliche. Lo sviluppo del Cristianesimo nell’i` noto, oltre che attraverso la sola ci e documentazione epigrafica e archeologica, anche dal Catalogo Liberiano, dal Liber Pontificalis, dalle diverse Pas` sioni dei martiri (il cui valore storico e limitato), che ricordano, spesso in accordo con il Martirologio Geronimiano, alcuni episodi accaduti in Sardegna. L’isola mantiene evidentemente per tutto l’impero quel carattere di terra ` in eta ` di esilio che aveva assunto gia repubblicana. Per il tardo impero ci soccorrono soprattutto il Codice Teodosiano (438 d.C.) e il Codice Giustinianeo (534 d.C.), che ricordano ripetutamente l’isola e i provvedimenti adottati nei confronti dei provinciali. Alcuni di questi documenti sono espressamente datati con giorno, mese e anno ` cosı` possibile fissare una consolare. E trama cronologica che, per quanto indubbiamente difettosa a causa delle oscillazioni del calendario in epoca precedente alla riforma di Giulio Cesare del 46 a.C. e alla sistemazione promossa da Varrone, oltre che per le divergenze esistenti tra la cronologia di Livio e ` comunque coquella di altre fonti, puo stituire un elemento di partenza di una `. certa utilita

415

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 421

Cronologia della Sardegna romana Cronologia AVANTI CRISTO

565

Fondazione di Alalia (Aleria) in Corsica da parte dei Focesi di Marsiglia. ` battuto in Sardegna. 545-535 Il generale cartaginese Malco e ` ioi stringono un’alleanza con i Sibariti, garanti Zeus, 540-530 I Serda ` di Posidonia. Apollo e gli altri dei e la citta 535 ca. Battaglia di Alalia: Etruschi e Cartaginesi sconfiggono i Focesi di Marsiglia nel Mare Sardo. Fine della colonia greca di Olbia (?). 520-510 I cartaginesi Asdrubale e Amilcare conquistano parte della Sardegna. 509 Primo trattato tra Roma e Cartagine: limitazioni al commercio romano in Sardegna. 378 I Romani, nell’ambito del predominio etrusco di Cere, deducono una colonia di 500 proletari in Sardegna (?). ` del secolo IV I Romani inviano una flotta in Corsica per fondare una citta `. Meta 348 Secondo trattato tra Roma e Cartagine: i Romani esclusi dal commercio in Sardegna. 306 Terzo trattato tra Roma e Cartagine. 278 Quarto trattato tra Roma e Cartagine (alleanza contro Pirro). 264-241 Prima guerra punica. 262 Secondo Zonara, Cartagine raccoglie un forte esercito in Sardegna minacciando uno sbarco nel Lazio. 259 Il console L. Cornelio Scipione occupa Aleria e forse Olbia, ritirandosi all’arrivo di una flotta cartaginese. Annone ucciso in combattimento a Olbia. 23 dicembre. L. Cornelio Scipione dedica a Roma un tempio alle Tempeste. 258 11 marzo. Trionfo sui Cartaginesi, sui Sardi e sui Corsi, ottenuto ` il primo della serie dei dal console del 259 L. Cornelio Scipione. E trionfi riportati per vittorie in Sardegna. Annibale, vinto dal console C. Sulpicio Patercolo, si chiude a Sulci, ma viene crocifisso dai Cartaginesi. 6 ottobre. Trionfo del console C. Sulpicio Patercolo sui Cartaginesi e sui Sardi. 256-255 M. Atilio Regolo dopo la vittoria di Adys in Africa chiede ai Cartaginesi di sgomberare la Sicilia e la Sardegna (Dione Cassio). 241 Falerii distrutta: un collegio di Falisci che si trasferisce in Sardegna effettua una dedica a Giove, Giunone e Minerva. Il console C. Lutazio Catulo batte Amilcare alle isole Egadi: nel ` previsto che i Cartaginesi sgomberino la Sicilia trattato di pace e e le isole circostanti (tra l’Italia e la Sicilia). 240? I mercenari cartaginesi stanziati in Sardegna si accordano con Spendio, Mathos e Autarito (a Utica) e uccidono Bostare. Annone, ` crocifisso dai mercenari cartaginesi sopraggiunto con rinforzi, e in rivolta. 239 Dopo la battaglia di Prione i mercenari cartaginesi in Sardegna

416

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 422

Cronologia della Sardegna romana

238

238-237 236

235 234

233

232

231

230 227 226 225

218-201 218-217 217

217-216 216

` respingono la richiesta. I chiedono l’aiuto dei Romani, che pero Punici liberano 500 mercanti italici. Dopo la morte di Mathos e la riconquista di Tunisi, Utica e Hippo Diarrhytus, i mercenari cartaginesi in Sardegna invitano per la seconda volta i Romani a prendere possesso dell’isola. 1 maggio. Il console Ti. Sempronio Gracco entra in carica e si appresta a intervenire in Sardegna. I Cartaginesi rinunciano alla Sardegna e alla Corsica. Operazioni di Ti. Sempronio Gracco sulle coste: Sardi venales (?). Rivolta in Sardegna, domata dal console C. Licinio Varo. Intervento in Corsica del legato M. Claudio Cinea, che stringe una pace ignominiosa, e quindi dello stesso C. Licinio Varo. Vittorie in Sardegna del console T. Manlio Torquato. I cartaginesi sobillano i Sardi alla rivolta. 10 marzo. Trionfo sui Sardi (il terzo) del consolare T. Manlio Torquato. ` sostituito dal Il pretore P. Cornelio, morto per un’epidemia, e console Sp. Carvilio Massimo. 1 aprile. Trionfo sui Sardi del consolare Sp. Carvilio Massimo. Operazioni in Sardegna del console Manio Pomponio Mathone. Ambasceria romana a Cartagine, contro le ingerenze puniche nell’isola. 15 marzo. Trionfo sui Sardi del consolare Manio Pomponio Mathone. I consoli M. Emilio Lepido e M. Publicio Malleolo combattono in Sardegna ma, attaccati dai Corsi, perdono buona parte del bottino. Il console C. Papirio Masone ottiene dei successi sui Corsi e ringrazia il dio Fonte per averlo aiutato, dedicandogli un tempio. Il console M. Pomponio Mathone si vale di segugi per scovare i Sardi. 5 marzo. Il console C. Papirio Masone trionfa presso il monte Albano sui Corsi. Nasce la provincia romana della Sardegna-Corsica. Il primo pre` M. Valerio (Levino?). tore e Nuova campagna contro i Sardi dell’interno che si sono ribellati. 1 maggio. Il console C. Atilio Regolo arriva in Sardegna con due ` richiamato per combattere contro i Galli a Talalegioni, ma e mone. Seconda guerra punica. I Romani rinforzano la guarnigione che controlla la Sardegna. 70 navi cartaginesi pattugliano le coste sarde; il console Cn. Servilio Gemino, a capo di una flotta di 120 navi, partendo da Lilibeo, prende ostaggi in Sardegna. Governo in Sardegna del pretore A. Cornelio Mamulla. Dopo la battaglia di Canne anche i Sardi si ribellano. Mamulla comunica al Senato la minaccia di una insurrezione generale e le

417

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 423

Cronologia della Sardegna romana

215

215-206 212 211 210

208 206 205 204

204-203 203

202

` nelle quali si trova l’esercito romano, privo di rifornidifficolta menti. Primavera. Ambasceria di principi sardi a Cartagine. Asdrubale ` spinto dalla tempeil Calvo, spedito con una flotta in Sardegna, e sta sulle Baleari. ` ammalato; viene inviato Giugno. Il pretore Q. Mucio Scevola e nell’isola il proconsole T. Manlio Torquato, che batte Osto presso Cornus mentre Ampsicora si trova tra i Sardi Pelliti. Asdrubale il Calvo riesce a sbarcare le truppe in Sardegna; Ampsicora, Magone Barca, Annone vinti nel Campidano; Osto ucciso in battaglia (dal poeta Ennio?); Ampsicora si suicida; assedio e conquista di Cornus. T. Otacilio Crasso vince la flotta di Asdrubale il Calvo nelle acque sarde e affonda 7 navi. Due legioni presidiano la Sardegna contro le minacce cartaginesi. ` ammassato a Pozzuoli per apAssedio di Capua: il grano sardo e provvigionare l’esercito romano durante la stagione invernale. L. Cornelio Lentulo arriva in Sardegna con ulteriori rinforzi. Il pretore P. Manlio Vulsone respinge uno sbarco di Amilcare ` bottino a giunto a Olbia con 40 navi; i Cartaginesi fanno pero Carales. Il propretore C. Aurunculeio riceve una flotta di 50 navi da P. Cornelio Scipione. Ti. Claudio Asello conduce in Sardegna una legione di reclute. Il pretore Cn. Ottavio intercetta 80 navi onerarie cartaginesi che trasportano uomini, armi e vettovaglie per Annibale. Il propretore Ti. Claudio Nerone invia a Utica con Cn. Ottavio ` di grano sardo da costringere a costruire nuovi una tale quantita granai. Tuniche e toghe per l’esercito africano. Il questore M. Porcio Catone si ferma in Sardegna, conosce il ´ a Roma. poeta Ennio e lo conduce con se Il propretore Cn. Ottavio pattuglia le coste sarde con 40 navi. Il propretore Cn. Ottavio sorprende Magone, fratello di Annibale, che gravemente ferito rientra in Africa dalla Liguria. Morte di Magone. Il pretore P. Cornelio Lentulo fornisce 2000 uomini per la difesa delle coste e manda a Scipione 100 navi onerarie scortate da 20 navi da guerra. Il propretore P. Cornelio Lentulo con 100 navi onerarie e 50 da guerra raggiunge Utica in ottobre. Il prezzo del grano sardo, dirottato a Roma dopo Zama, copre solo le spese di trasporto. Il console Ti. Claudio Nerone, al comando di un convoglio diretto ` sorpreso da una tempesta lungo la costa a Cartagine da Roma, e orientale della Sardegna all’altezza dei Monti Insani e si rifugia a Carales per riparare le navi. Rientra poi a Roma alla fine dell’anno consolare.

418

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 424

Cronologia della Sardegna romana 200 ` del Prima meta secolo II 198

191 190 189 181

178

177

176

175 174

173 172

171-169 171 163

162

Un contingente di 5000 latini arruolati dal pretore M. Valerio ` inviato in Sardegna. Faltone e ` Gerrei ricorda Un’iscrizione trilingue rinvenuta a San Nicolo ` di Cleone, servo di una societa ` di appaltatori per lo l’attivita sfruttamento delle saline di Carales. Dedica a Eshmun Merre. Il pretore M. Porcio Catone caccia gli usurai dall’isola e abolisce ` indigene. il frumentum in cellam praetoris imposto alle comunita Arriva un altro contingente di 2000 latini. ` di Roma. Guerra siriaca. Due decime sarde alimentano la citta ` inviata in Etolia, un’altra a Guerra siriaca. Una decima sarda e Roma. Guerra siriaca. Una decima sarda viene spedita in Etolia per l’esercito composto da 75 000 uomini; la seconda in Asia. Il pretore M. Pinario Rusca, autorizzato ad arruolare 8000 fanti e 300 cavalieri latini, per combattere una rivolta di Corsi e di Iliensi, a causa di un’epidemia deve ricorrere alle legioni stanziate a Pisa. Vittorie in Sardegna. Il pretore T. Ebuzio (Caro) invia in Senato il figlio con gli amba` sarde per segnalare la ribellione di Iliensi e sciatori delle citta Balari. ` tolta al pretore L. La Sardegna, dichiarata provincia consolare, e Mummio. Il console Ti. Sempronio Gracco col propretore T. Ebuzio vince Iliensi e Balari con nuove truppe legionarie: 12 000 ` (Floro). morti. Punita Carales con altre citta Il pretore M. Popilio Lenate acconsente a una proroga per Ti. Sempronio Gracco e T. Ebuzio, che battono Iliensi e Balari; 15 000 morti; prendono ostaggi e raddoppiano il vectigal agli antichi possessori. 23 febbraio. Ti. Sempronio Gracco celebra il trionfo sui Sardi venales. Ti. Sempronio Gracco dedica nel tempio della Mater Matuta una tavola con la forma dell’isola e la rappresentazione delle battaglie (80 000 nemici uccisi o catturati). Il pretore M. Atilio Serrano passa in Corsica; in Sardegna resta il propretore Servio Cornelio Silla. Il pretore C. Cicereio batte i Corsi: M. Atilio Serrano propretore in Sardegna. Il pretore Spurio Cluvio combatte in Sardegna; il propretore C. Cicereio continua la sua campagna in Corsica. ` celebrato eccezional1 ottobre. Il trionfo di C. Cicereio sui Corsi e mente sul monte Albano. Terza guerra macedonica. Seconda decima sarda inviata in Macedonia. Il console Manio Iuvenzio Thalna con due legioni vince i Corsi. ` sostituito dal collega Ti. Sempronio Muore dopo la vittoria ed e ` operato in Sardegna tra il 177 e il 176. Gracco, che aveva gia Il console P. Cornelio Scipione Nasica deve dimettersi dal go-

419

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 425

Cronologia della Sardegna romana verno della Sardegna per violazione del diritto augurale. Ti. Sempronio Gracco resta come proconsole in Sardegna. 126-122 Campagne in Sardegna del console L. Aurelio Oreste. 126-124 Questura in Sardegna di C. Gracco, benvoluto dai provinciali. 125 Micipsa, re della Numidia, invia grano in Sardegna per amicizia verso C. Gracco. 122 Primavera. Gaio Gracco fonda la colonia Iunonia a Cartagine. 8 dicembre. Trionfo sulla Sardegna del proconsole L. Aurelio Oreste. 115-111 Campagne del console M. Cecilio Metello. Viene tracciato il confine tra Patulcenses Campani e Galillenses sull’alto Flumendosa. 111 15 luglio. Il proconsole M. Cecilio Metello trionfa sui Sardi. 104? Il propretore T. Albucio celebra una specie di trionfo in Sardegna ` quindi accusato di per una vittoria sui mastrucati latrunculi; e concussione da C. Giulio Cesare Strabone per conto dei Sardi ed ` condannato all’esilio in Grecia. e Cn. Pompeo Strabone, questore in Sardegna, tenta di assumere ` rifiutato dai Sardi. l’accusa contro Albucio, ma e Fine del secolo II Delimitazione dei territori dei Giddilitani e degli Euthiciani presso Cornus. 82 L. Marcio Filippo, legato di Silla, vince e uccide il pretore mariano Q. Antonio Balbo. ` dichiarato nemico pubblico subito 78 Il console M. Emilio Lepido e dopo i funerali di Silla. 77 L’ex console popolare M. Emilio Lepido, vinto presso Roma, si ritira in Sardegna e attacca Tharros; vasto reclutamento di indigeni promosso dal propretore L. Valerio Triario, che concede la cittadinanza a molti Sardi. Lepido, sconfitto, muore in Sardegna dopo esser riuscito a interrompere gli approvvigionamenti granari verso Roma. Il suo legato M. Perperna conduce in salvo le truppe a Uesca, nell’Hispania Citerior, dal capo popolare Sertorio. 67 Marzo-maggio. Pompeo Magno affida la Sardegna a P. Atilio per la lotta contro i pirati. Prima visita di Pompeo in Sardegna. 62 P. Nasidio in Sardegna: preoccupazioni di Cicerone. 59? Governo di M. Azio Balbo nonno di Ottaviano. Concessioni della cittadinanza a isolani a titolo individuale. 56 Q. Tullio Cicerone, legato di Pompeo a Olbia, cura la spedizione di grano verso Roma. All’indomani dell’incontro di Lucca per il rinnovo del triumvirato con Cesare e Crasso, Pompeo Magno visita per la seconda volta la Sardegna. Concessioni di cittadinanza a titolo individuale ai notabili isolani. ` condannato Prima del 55 Il governatore Gaio Megabocco, accusato dai Sardi, e per concussione. ` sottoposta al malgoverno di M. Emilio Scauro, figliastro 55 L’isola e di Silla, che riscuote tre decime, avvelena Bostare di Nora, insidia e costringe al suicidio la moglie di Arine.

420

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 426

Cronologia della Sardegna romana 54

28 giugno. Scauro presenta la candidatura per il consolato del 53. Processo a Scauro. Accusato da P. Valerio Triario per conto dei ` difeso da Q. Ortensio Ortalo e da M. Tullio Cicerone. Sardi, e ` 2 settembre. Cicerone pronuncia la Pro Scauro: il governatore e ` perseguire per calunnia i suoi accusatori. assolto ma non puo ` coSubito dopo, accusato di corruzione elettorale da Triario, e stretto all’esilio. ` del secolo I Il senato di Sulci delibera la costruzione di un tempio a ElatMeta Tanit. 49 12 gennaio. Cesare passa il Rubicone. Scoppia la guerra civile tra lui e Pompeo. Q. Valerio Orca spedito da Cesare in Sardegna; i Caralitani cacciano il governatore pompeiano M. Aurelio Cotta, che si rifugia in Africa, a Utica. 48 Sesto Peduceo in Sardegna. Incursioni dei pompeiani dell’Africa sull’isola. 47 Sulci accoglie il prefetto della flotta pompeiana L. Nasidio, che ` forniture di armi e ferro non lavorato dalle michiede alla citta niere presso Metalla. 46 Gennaio. Cesare chiede alla Sardegna truppe, vettovaglie e frumento contro i pompeiani d’Africa. 15-27 giugno (= 16-28 aprile.). Cesare arriva a Carales da Utica, ` diventa municiall’indomani della battaglia di Tapso: la citta ` punita con l’elevazione della pium civium Romanorum (?). Sulci e decima a un ottavo; venduti all’asta i beni dei pompeiani sardi. 27 giugno-25 luglio (= 28 aprile-25 maggio. Viaggio di Cesare verso Roma: decisa la deduzione di una colonia di cittadini romani a Turris Lybisonis (?). 45 Cesare rientra dalla Hispania; Cicerone cerca di tornare in buoni rapporti col sardo Tigellio. 44 15 marzo. Morte di Cesare in Senato. 43 Convegno di Bologna tra i triumviri Antonio, Ottaviano e Lepido: ` affidata a Ottaviano. la Sardegna e 42 Sesto Pompeo intercetta i rifornimenti di grano spediti dalla Sardegna all’esercito popolare in Macedonia. Dopo la battaglia di Filippi (23 ottobre), Ottaviano si vede assegnata la Sardegna. 42-40 Carales municipio romano (?). I sufeti Aristo e Mutumbal Ricoce (oppure 38-36) collaborano alla fondazione del municipio (?). Costruzione del tempio di Venere e della gens Iulia. 40 Occupazione della Sardegna e della Corsica da parte di Sesto Pompeo. Menodoro assedia Carales e caccia M. Lurio. Dopo l’incontro di Brindisi (ottobre), Ottaviano si vede ancora assegnata la Sardegna. Il suo liberto C. Giulio Eleno caccia dal` l’isola Menodoro, che subito dopo la rioccupa. Eleno, catturato, e reso a Ottaviano.

421

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 427

Cronologia della Sardegna romana 40-38 40-39 39 38

37 36 32 27

27 a.C.-14 d.C. 25-12

La Sardegna con Sesto Pompeo. Menodoro intercetta i convogli di grano dall’Africa verso Roma. ` tardi descritti da Orazio Muore Tigellio: i funerali saranno piu (nel 37-36). Accordo di Miseno: Sesto Pompeo riconosciuto proconsole (?) della Sardegna e della Corsica. Menodoro tradisce Sesto Pompeo, consentendo al liberto di Ottaviano, Filadelfo, di prendere vettovaglie. Micilione concorda la consegna della provincia per conto di Menodoro. Monete del Sardus Pater che ricordano il felice governo del nonno di Ottaviano M. Atius Balbus nel 59 (?). Varrone esalta la Sardegna come provincia frumentaria. Dopo la battaglia di Nauloco, finisce la supremazia navale di Sesto Pompeo, vinto da Agrippa. Coniuratio Italiae et provinciarum contro Antonio; la Sardegna ` a Ottaviano. giura fedelta 13 gennaio. Augusto divide con il Senato il governo delle pro` lasciata da Augusto vince. La Sardegna, provincia pacificata, e ` amministrata da proconsoli. al Senato ed e ` di Uselis. Provvedimenti di Augusto a favore della citta Composizione dei Commentarii Geographici di M. Vipsanio Agrippa, fonte di Plinio il Vecchio.

DOPO CRISTO

Primi decenni del secolo I Secolo I

Prima del 6 6

6-19 13-14

19

` stanziato a Luguido Un reparto della terza corte di Aquitani e ` della Barbaria. (Oschiri) e in altre localita Altri reparti ausiliari in Sardegna: Lusitani, Sardi, Mauri e Afri, Corsi, Liguri ecc. Fondazione di alcuni accampamenti militari nella Barbaria sarda. ` completata nel territorio a nord di Cornus la delimitazione dei E territori degli Eutychiani. Cippi di confine con gli Uddadhaddar e gli altri gruppi di coloni di origine punica nelle terre della gens Numisia. Q. Cecilio Metello Cretico costruisce a Carales un campus e delle ambulationes. Disordini nell’isola causati da briganti e predoni; episodi di pirateria nel Tirreno. La Sardegna passa all’amministrazione im` affidato a un equestre col titolo (probaperiale; il suo governo e bile) di prolegato; inviato un reparto legionario. ` di stanza a Carales. Un reparto della flotta da guerra e Truppe legionarie in Sardegna combattono il brigantaggio. Sotto Augusto si inizia la costruzione della strada da Carales a Turris Lybisonis. Il prefetto della prima coorte di Corsi, Sesto Giulio Rufo, controlla le civitates Barbariae. 4000 liberti di religione ebraica e alessandrina inviati da Seiano in Sardegna a combattere il brigantaggio.

422

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 428

Cronologia della Sardegna romana 19-37 19-67 31 35 41-49 46 54-68

55 62

65

65-67 67

67-69 68

69

69-96

70 71-73 72

73 ca.

Omaggio a Tiberio delle civitates Barbariae; il governo dell’isola affidato a un prefetto. Un governatore sardo stabilisce i confini dei Balari a occidente di Olbia. 18 ottobre. Morte di Seiano. Cessa la persecuzione degli ebrei. Dedica dell’ara di Bubastis da parte del sacerdote C. Cuspio Felice a Turris Lybisonis. Esilio di Seneca in Corsica. Lavori sulla strada da Carales a Turris. ` in Sardegna (specie a Olbia) delle fabbriche di laterizi di Attivita Atte, liberta e amante di Nerone. Dedica di un tempio di Cerere a Olbia. Il decurione della coorte di Liguri C. Cassio Blesiano, prin` sepolto a Olbia. ceps equitum, e ` governata da Vipsanio Lenate, che l’anno dopo e ` condanL’isola e nato per concussione. Aniceto, prefetto della flotta di Miseno, uccisore di Agrippina e ` inviato in esilio in Sardegna, dove falso adultero con Ottavia, e muore di morte naturale. Il celebre giurista C. Cassio Longino, discendente dell’uccisore ` relegato in Sardegna, da dove sara ` richiamato da di Cesare, e Vespasiano. Rufrio Crispino, primo marito di Poppea Sabina, esule in Sardegna, muore suicida dopo la congiura di Pisone. M. Iuvenzio Rixa, primo procuratore attestato in Sardegna. ` alla Grecia, Nerone trasferisce la 1 luglio. In cambio della liberta Sardegna al Senato, che l’amministra con proconsoli ex pretori. ` Cn. Caecilius Simplex. Il primo e Lavori sulla strada da Carales a Turris promossi da Nerone e Vitellio. La liberta Atte si occupa dei funerali di Nerone. 22 dicembre. Galba congeda i veterani della legio I Adiutrix, tra i quali l’ex classiario sardo Ursaris Tornalis f. Diploma ad Anela. 18 marzo.Il proconsole L. Elvio Agrippa ordina lo sgombero dei Galillenses dai territori dei Patulcenses Campani e conferma le precedenti sentenze di Metello, Iuvenzio Rixa, Cecilio Semplice. Otone controlla la Sardegna e la Corsica. Provvedimenti dei Flavi a favore dei municipi di Nora e di Sulci; probabile promozione alla condizione di colonie di cittadini romani di Cornus e forse di Tharros. Lavori sulla strada da Carales a Sulci. Il proconsole C. Asinio Tucuriano completa la pavimentazione della platea di Sulci. 12 ottobre. Lettera di Vespasiano ai magistrati e ai senatori dei Vanacini in Corsica: l’imperatore conferma i benefici concessi da Augusto e provvede a dare disposizioni al procuratore in merito alla controversia con gli abitanti di Mariana. ` alla Grecia. La Sardegna ritorna Vespasiano revoca la liberta

423

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 429

Cronologia della Sardegna romana

74 83 88 96 98-117

` del Prima meta secolo II

106-107 107

114 116 ca. 118 122 127 134 138-140 154

158 169-180

all’amministrazione imperiale sotto un procuratorAugusti et praefectus dal 74. ` trasferita in Germania. Un continLa cohors III Aquitanorum e ` incaricato di presidiare Luguido. gente della cohors I Sardorum e Primi restauri della strada da Carales a Turris. Sotto Domiziano, Sesto Lecanio Labeone spiana e lastrica strade e piazze e costruisce fognature. Vengono congedati i veterani delle due coorti gemine di recente costituite, la I di Sardi e di Corsi e la II di Liguri e di Corsi. 10 ottobre. Congedo di veterani delle due coorti gemine: tra essi un anonimo sardo, figlio di un Tunila, della gente dei Caresii. Il centro di Aquae Hypsitanae diventa Forum Traiani. Dedica a Silvano nel bosco di Sorabile (Fonni). Il governatore C. Ulpio Se` alla costruzione di un cavero provvede con tutta probabilita strum nella Barbaria interna. Viene costruito il grande anfiteatro di Carales con oltre 10 000 posti a sedere e il teatro di Nora, per circa 700 spettatori. Cn. Cornelio Clado, sopravvissuto a una tempesta nel mare di Turris Lybisonis, dedica un’ara a Iside-Trermuthis. Il liberto imperiale T. Elio Vittore nominato procurator ripae a Turris Lybisonis. Dedica della Grotta della Vipera a Carales: iscrizioni in ricordo di Atilia Pomptilla poste dal marito M. Cassio Filippo. Restauro della strada da Carales a Sulci. 24 novembre. Sono congedati i veterani della prima coorte di Nur` ritani, di stanza in Mauretania Cesariense, con tutta probabilita originari della Barbaria sarda. Congedo a Olbia di un marinaio della flotta di Miseno. La Sardegna nuovamente sotto amministrazione senatoria (con proconsoli). Dedica dei Sulcitani in onore di Adriano. La seconda coorte di Sardi, di stanza in Mauretania Cesariense, fonda l’accampamento di Rapidum. 11 ottobre. Congedo di un marinaio della flotta di Ravenna a Ilbono: C. Fusius Curadronis f. 15 settembre. Congedo di D. Numitorio Tarammo, Fifense e sardo, marinaio della flotta di Miseno, a Tortolı`. Dedica a Bosa di quattro statue d’argento in onore di Antonino Pio, Faustina, M. Aurelio e L. Vero. Il cavaliere turritano Q. Allio Pudentillo comanda in Egitto la I coorte Augusta pretoria di Lusitani, composta di fanti e di cavalieri. 1 settembre. Accordo di patronato tra la Colonia Iulia Augusta di Uselis e M. Aristio Balbino Atiniano. Regno di Marco Aurelio: ultima attestazione dei sufeti in Sardegna, a Bithia.

424

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 430

Cronologia della Sardegna romana 173

189-192

190 ca.

190-200

195 198-209

Secolo III?

200-209 204

207 209-211 211-212 212

212-217 212-217 213

213-217

222-235

` questore in Sardegna, Il futuro imperatore Settimio Severo e proveniente dalla Betica, passando per Leptis Magna. 20 ottobre. Dedica a Ostia di una statua a M. Giulio Fausto, mercante frumentario, a cura degli appaltatori di trasporto marittimo dell’Africa e della Sardegna. Marcia, concubina di Commodo, riesce a liberare un gruppo di cristiani condannati alle miniere in Sardegna; tra essi il presbitero Giacinto trova anche il futuro vescovo di Roma Callisto, esiliato in Sardegna per altri motivi. La Sardegna torna, ormai definitivamente, all’amministrazione ` inviato un procuratore di rango imperiale, sotto Commodo. Vi e ducenario. Apertura di uffici di rappresentanza degli appaltatori di trasporti marittimi (navicularii et negotiantes) di Carales e di Turris a Ostia. Primo miliario della strada da Carales a Olbia per Hafam. Lucretius, tabularius provinciale, incaricato di sovraintendere agli archivi imperiali di Carales, dedica una statua in onore del governatore Q. Cosconius M.F. Poll(ia) Fronto. Quest’ultimo magistrato effettua una dedica a Forum Traiani in onore delle Ninfe santissime. Fissati i confini tra i Maltamonenses e i Semilitenses. C. Giulio Ponticlo, negotians Gallicanus, opera nel porto di Carales. M. Domizio Tertullo restaura le Terme Rufiane di Carales. Il procuratore Recio Costante rovescia le statue di Plauziano, prefetto del pretorio di Settimio Severo e suocero di Caracalla. ` condannato. E La II coorte di Sardi lascia Rapidum per Altava, ai confini occidentali della Mauretania Cesariense. Un dispensator in Sardegna. Dedica a Giove Santo Dolicheno a Ossi per la vittoria di Caracalla e Geta (?); dedica a Caracalla a Forum Traiani. Anche i Sardi ottengono la cittadinanza romana da Caracalla (Constitutio Antoniniana de civitate). 13 maggio. L’ex gregale G. Tarcutio Ospitale di Carales, congedato, si ritira nella Barbagia di Seulo. Composizione dell’Itinerario Antoniniano (prima versione). L. Ceionio Alieno restaura o costruisce gli horrea di Carales. Caracalla gravemente ammalato interpreta l’oracolo di Apollo Clario ed effettua a Nora una dedica in onore degli dei e delle dee. Diploma di un marinaio della flotta di Ravenna a Fonni. Restauro del tempio del dio Sardus Pater Babai ad Antas a opera di Caracalla, sostenitore dei culti locali. Dedica a Severo Alessandro a Forum Traiani.

425

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 431

Cronologia della Sardegna romana Prima del 227 235

244

253 257-260 268 270 270-275 286 293-305 301 303 303-304

305 305-306 306-308 308-311 ca. 312 314 315

Il governatore sardo prende il titolo di procurator Augusti praeses provinciae Sardiniae. Massimino il Trace esilia in Sardegna il papa Ponziano e il presbitero Ippolito. 28 settembre. Ponziano rinuncia al pontificato e muore poco dopo. Il governatore M. Ulpio Vittore restaura a Turris il tempio della Fortuna e la basilica col tribunale. ` finanziarie La colonia di Turris Lybisonis conosce gravi difficolta ` nominato un curator rei publicae (L. Magnio Fulviano) per ed e ` urgenti. provvedere agli interventi piu Restauro in Sardegna di numerose strade durante il regno di Filippo l’Arabo: da Tharros a Cornus, da Carales a Olbia, da Nora a Bithia, da Bithia a Carales. Restauri di numerose strade in Sardegna promossi durante il regno di Emiliano dal governatore M. Calpurnio Celiano. Gli abitanti di Nora dedicano una statua a Salonino. Il futuro imperatore Quintillo, fratello di Claudio il Gotico, governa la Sardegna. Suo miliario a Mores. ` governatore della Sardegna, e ` acclamato imperaQuintillo, gia tore ma muore dopo pochi mesi. Lo sostituisce Aureliano. ` affidata a praesides equestri, egregii oppure perfecLa Sardegna e tissimi. ` unita da Diocleziano alla diocesi italiciana. La Sardegna e ` affidata a Massimiano AuNella prima tetrarchia la Sardegna e gusto. Editto dei prezzi. Calmierate le tariffe dei trasporti commerciali da e per la Sardegna. 1 maggio. Martirio di Sant’Efisio a Nora. 15 maggio. Martirio di San Simplicio a Olbia (?). 21 agosto (o 26 settembre). Martirio di San Lussorio con Cesello e Camerino a Forum Traiani (?). 25 ottobre. Martirio di San Gavino a Turris. 27 ottobre. Martirio di Proto e Gianuario a Turris (?). 13 novembre. Morte a Sulci di Sant’Antioco. 23 novembre. Martirio a Carales di San Saturno. Il governatore Valerio Domiziano dedica a Turris una statua a Galenio e agli altri tetrarchi. ` affidata a Cesare Severo. Nella seconda tetrarchia, la Sardegna e La Sardegna con Massenzio per alcuni anni. La Sardegna riconosce la rivolta dell’usurpatore L. Domizio Alessandro in Africa, legato a Costantino. 28 ottobre. Dopo la battaglia di Ponte Milvio, la Sardegna passa con Costantino. Concilio di Arles contro i Donatisti: vi partecipa Quintasio, vescovo di Carales, accompagnato dal presbitero Ammonio. Costantino reprime gli abusi nell’organizzazione del cursus publicus.

426

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 432

Cronologia della Sardegna romana

316

325

330 332-337

334

337 340 344 350 350-353 351-352 354

355 360 362

364 364-375 365 369

370 ca.

Decennali di Costantino: la Sardegna unita alla Sicilia e alla Corsica sotto l’aspetto fiscale (Exactor auri et argenti provinciarum trium). (?) Statua dedicata a Turris a Licinio e a Olbia a Costantino dal governatore della Sardegna T. Settimio Gianuario. Inizia la serie dei presidi clarissimi, appartenenti all’ordine se` del regno di Costantino. natorio, durante la prima meta Ventennali di Costantino: esazioni di oro e argento in Sardegna, in Sicilia e in Corsica; l’isola nella prefettura d’Italia, alle dipendenze del vicario di Roma. Rationalis trium provinciarum. Disposizioni di Costantino sull’esazione dei tributi in Sardegna: i versamenti possono essere fatti in unica soluzione e in qualunque momento dell’anno. ` nuovamente indiFondazione di Costantinopoli. Il grano sardo e spensabile per l’approvvigionamento di Roma. ` governatore della Sardegna e sostenitore L. Papio Pacaziano, gia ` premiato da Costantino dell’usurpatore L. Domizio Alessandro, e con la nomina a prefetto del pretorio. Disposizioni di Costantino sulle famiglie di schiavi, che vanno ricostituite; i conduttori in enfiteusi sostituiscono via via la gestione diretta dei latifondi imperiali; donazioni a papa Silvestro. 22 maggio. Morte di Costantino. La Sardegna con Costantino II. Morte di Costantino II. La Sardegna con Costante. Vescovi sardi partecipano al concilio di Serdica. 18 gennaio. Morte di Costante. ` ripresa La Sardegna riconosce l’usurpazione di Magnenzio, ma e da Costanzo II. Dedica a Serri a Ercole da parte dei Martenses. I sardi Eusebio, vescovo di Vercelli, e Lucifero, vescovo di Carales, sono inviati ad Arles presso Costanzo II per incarico del pontefice Liberio. Concilio di Milano: Lucifero ed Eusebio in esilio per decisione di Costanzo II. La Sardegna abbandona Costanzo per Giuliano. Il Concilio di Alessandria propone una politica di compromesso tra i cristiani. Scisma degli integralisti luciferiani. Provvedimenti di Giuliano sul trasporto pubblico: limitate le autorizzazioni, proibito il trasporto di materiali per l’edilizia, abolito il servizio celere. Restauro della strada interna da Carales a Olbia per mediterranea. Valentiniano I fa lapidare lo strator Costanziano, ladro di cavalli. ` dei metallarii in Sardegna. Valentiniano I autorizza l’attivita Provvedimenti di Valentiniano I sulle miniere. Il prefetto del pretorio riceve disposizioni che impongono il divieto di trasporto via mare per i metallarii fuggitivi. Lucifero muore a Carales.

427

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 433

Cronologia della Sardegna romana 375 378 379-381 387-388 390-391

393-394 395 397

398 402 ca. 405-407 409-431

410

413 425-450 429 438 439 440 450 452 455

Graziano autorizza i metallarii a spostarsi in Sardegna. Graziano revoca la concessione agli aurileguli. Restauro delle terme estive di Cornus. La Sardegna e l’Africa riconoscono l’usurpazione di Magno Massimo e del figlio Flavio Vittore: ultimi miliari stradali nell’isola. Aurelio Simmaco scrive a Nicomaco Flaviano per raccomandare Ampelio e altri senatori originari della Sardegna, che forse avevano parteggiato per Massimo. La Sardegna riconosce l’usurpazione di Eugenio. 17 gennaio. Morte di Teodosio e divisione dell’Impero romano tra Oriente e Occidente. La Sardegna con Onorio. Aurelio Simmaco esalta il governatore Benigno per aver rifornito la capitale durante la rivolta di Gildone in Africa. La flotta inviata da Stilicone al comando di Mascezel contro Gil` dispersa da una tempesta e si rifugia a Sulci e a Olbia; done e Claudiano descrive l’incontro delle navi a Carales. Partenza da Carales della flotta di Mascezel. Sconfitta di Gildone in Africa sul fiume Ardalio. Prudenzio, nel Contra Simmachum, esalta il ruolo della Sardegna per gli approvvigionamenti della capitale. Blocco delle coste sarde deciso da Stilicone e Onorio contro l’imperatore d’Oriente. San Paolino di Bordeaux, vescovo di Nola, ricorda il naufragio in ` Sardegna del navicularius cristiano Secondiniano nella localita Ad Pulvinos. Febbraio. Onorio assediato da Alarico a Ravenna, chiede agli honorati sardi il pagamento dell’aurum tironicum per le reclute. 24 agosto. Sacco di Roma a opera dei Visigoti di Alarico. La Sardegna terra di rifugio. ` Il comes Africae Eracliano si ribella a Onorio e sbarca nel Lazio. E ` sconfitto presso Otricoli. pero Il principalis et primor di Nora, Valerio Euhodio, restaura l’acquedotto. I Vandali attraversano lo stretto di Gibilterra e sbarcano in Africa. L’imperatore Valentiniano III condona gli arretrati di imposte fino all’anno 435-6. 19 ottobre. Occupazione di Cartagine da parte dei Vandali. Iniziano gli assalti dei Vandali da Cartagine verso la Sardegna. Valentiniano III esclude la Sardegna dal condono delle tasse arretrate fino al 447-8. Incertezza nella navigazione anche d’estate; le contribuzioni in natura (carne suina) sostituite da contribuzioni in denaro. 2 giugno. Secondo sacco di Roma a opera di Genserico e dei Vandali, dopo la morte di Valentiniano III; Genserico rivendica il controllo della Sardegna.

428

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 434

Cronologia della Sardegna romana 456-466 459 461 468 ca. 476

484

484-496 498 507

514 517 519 523 533

534

La Sardegna occupata dai Vandali di Genserico; deportazione di Mauri (Barbaricini) nell’isola. I Vandali sono sconfitti nelle acque della Corsica. ` eletto vescovo di Roma. Morira ` nel 24 febbraio. Il sardo Ilario e 468. Marcellino, signore della Dalmazia, libera per qualche tempo la Sardegna dai Vandali. Gli imperatori Zenone e Romolo Augustolo riconoscono i diritti dei Vandali sulla Sardegna. 28 agosto. Morte di Oreste. Odoacre depone Romolo Augustolo. Caduta dell’Impero romano d’Occidente. 1 febbraio. Concilio di Cartagine promosso dal re vandalo Unnerico; partecipano tra gli altri i vescovi sardi Felice di Torres, Lucifero di Carales, Martiniano di Forum Traiani, Vitale di Sulci e Bonifacio di Sanafer. Primo esilio di vescovi africani in Sardegna (?). Regno di Gundamondo. Vitula di Sitifis sposa Giovanni di Carales e si trasferisce in Sardegna. Epitalamio composto da Draconzio. ` eletto papa. 29 luglio. Il sardo Simmaco e Molti vescovi africani esiliati da Trasamondo in Sardegna. Tra essi Feliciano di Cartagine e Fulgenzio di Ruspe. Il vescovo di ´ la salma di Sant’Agostino, che viene seIppona conduce con se polta a Carales. Morte di papa Simmaco. ` richiamato in Africa per partecipare a una disputa Fulgenzio e teologica. Fulgenzio, nuovamente esiliato in Sardegna, fonda a Carales un monastero presso il martyrium di San Saturno. Ilderico richiama in Africa i vescovi cattolici esiliati da Trasamondo. Goda si dichiara re dei Vandali in Sardegna e chiede l’intervento di Giustiniano contro Gelimero. Dicembre. I Vandali sconfitti da Belisario a Tricamari. Il duca bizantino Cirillo libera la Sardegna dai Vandali, comandati da Tzazon. Prime spedizioni contro i Barbaricini sardi ordinate da Solomone, prefetto del pretorio d’Africa.

429

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 435

Cronologia della Sardegna medioevale 3. Cronologia della Sardegna medioevale Giuseppe Meloni Introduzione

Elaborare una stesura cronologica schematica degli avvenimenti succedutisi in Sardegna nei dieci secoli che caratterizzano il Medioevo non appare im` semplici. Il pericolo presa delle piu ` principale al quale si va incontro e quello di isolare l’avvenimento da tutto il resto della problematica storica, trascurando cosı` gli aspetti sociali, quelli economici, se si vuole quelli istituzionali, del periodo che si tratta, e fissando la propria attenzione principalmente – ed esclusivamente in certi casi – solo sul dato cronologico, sull’avvenimento politico, sui suoi risvolti militari, diplomatici, sulla storia dei personaggi, delle guerre, delle battaglie, delle date. Solo se intesa come strumento d’uso pratico e, quindi, necessitante di tutta una serie di approfondimenti ulteriori da parte del lettore, l’esposizione crono` avere un logica degli avvenimenti puo senso concreto: e in effetti lo ha, se siamo coscienti di questi limiti. La cronologia degli avvenimenti medioevali della Sardegna ci offre immediatamente un quadro dell’equilibrio – o meglio dello squilibrio – esistente fra i diversi periodi che si avvicendano nel millennio che va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476) alla salita al trono spagnolo dei re Cattolici (1479). Scarsi, rari, talvolta imprecisi e approssimativi i dati che le fonti ci offrono sui primi secoli del Medioevo sardo: quello caratterizzato dal dominio vandalico, dal passaggio a quello bizantino, dalle incursioni arabe. Le testimonianze si ` scarne per quanto rifanno ancora piu guarda gli ultimi due secoli del primo millennio: quei secoli IX e X nei quali ` sviluppando quello che repure si ando

sta l’unico periodo di reale assoluta indipendenza dell’isola dalle dominazioni o influenze straniere; il periodo ` di formazione dei giudicati, forse il cioe ` interessante ma anche il meno conopiu sciuto dell’intera storia sarda della nostra era. Con il secolo XI riprende la documenta` approfondita diventa zione scritta e piu la conoscenza che oggi abbiamo dei pe` giudicale, di influenza riodi di maturita delle repubbliche marinare tirreniche (Pisa e Genova) all’interno dei quattro giudicati, di crisi dinastiche e della fine di quelle esperienze istituzionali nel Cagliaritano, nel Logudoro, nella Gallura. Questa maggior mole di notizie che oggi possediamo la possiamo trarre dalle fonti narrative italiane, pisane e genovesi, e dalla documentazione d’archivio conservata negli archivi della penisola (ancora Pisa e Genova soprat` studiata abbondantetutto), e oggi gia mente, anche se non in forma definitiva. ` gli ultimi due secoli del MeSono pero dioevo – il XIV e il XV – che ci appaiono ` documentati, grazie sopratcome i piu tutto alla straordinaria abbondanza di testimonianze relative alla Sardegna conservate negli archivi iberici e, di riflesso, alle iniziative di ricerca organizzate e portate avanti in maniera sempre ` sistematica e massiccia da Alberto piu Boscolo prima e da Francesco Cesare Casula poi, e dalla loro scuola. ` oggi possibile Grazie a queste ricerche e avere, soprattutto sulla Sardegna catalana, idee abbastanza precise. In prospettiva futura, poi, mentre non appaiono semplici ulteriori consistenti approfondimenti circa la storia dei periodi precedenti alla conquista aragonese, per quanto riguarda quella dei

430

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 436

Cronologia della Sardegna medioevale due secoli di dominazione catalana e di confronto con la costante presenza di una Sardegna arborense sono tuttora in corso numerosi interventi di investigazione negli archivi italiani e iberici che contribuiranno, in un immediato futuro, a puntualizzare con ancora maggiore precisione tutti gli aspetti caratterizzanti questo periodo. A questo proposito sono a disposizione di chi studia gli argomenti che stiamo trattando varie raccolte documentarie, in regesto o in trascrizione, dei documenti tratti dagli archivi iberici. Una

analisi di queste pubblicazioni offre un ` preciso che nel pasquadro ancora piu sato sulla presenza catalana nell’isola, sui suoi rapporti con l’elemento locale, sulla spesso difficile fusione di questo con l’elemento iberico. Allo stesso modo, tramite una serie di aggiornate ` gia ` possibile seguire con monografie, e soddisfacente precisione l’evoluzione degli avvenimenti internazionali che riguardano la Sardegna nel Basso Medioevo ed esaminare la complessa successione cronologica.

Cronologia

477-485 484

485-496 498-514 507

523-530 530 533

534 552 565-578 590-604 594 599

` e semplici feIl re vandalo Unnerico deporta numerose autorita deli cattolici dell’Africa in Sardegna. 1 febbraio. Al Concilio di Cartagine promosso da Unnerico intervengono cinque vescovi sardi e tre delle Baleari; questi ultimi dipendevano probabilmente dal vescovo di Cagliari. Re Guntamondo permette ai cattolici deportati in Sardegna di far ritorno in Africa. Pontificato di San Simmaco, sardo. Re Transamondo deporta in Sardegna da 120 a 220 vescovi africani, tra i quali Feliciano di Cartagine e Fulgenzio di Ruspe. Quest’ultimo porta a Carales la salma di Sant’Agostino. Re Ilderico permette che i cattolici deportati in Sardegna rientrino in Africa. Gelimero depone Ilderico e affida la Sardegna a Goda, dietro pagamento di un tributo. Goda si ribella a Cartagine e viene sconfitto. Dicembre. Battaglia di Tricamari: i Bizantini sconfiggono i Vandali e occupano la Sardegna. Fine del dominio vandalico. La Sardegna diventa con la Corsica e le Baleari una delle sette province dell’Africa bizantina. Momentanea occupazione del meridione dell’isola da parte degli Ostrogoti di Totila. All’epoca di Giustino II si verifica un momentaneo calo della pressione tributaria bizantina sulla Sardegna. Pontificato di San Gregorio Magno. In Sardegna si verifica un notevole risveglio culturale. Pace tra i Bizantini e i Barbaricini di Ospitone, grazie alla forza militare del duca Zabarda e alla persuasione di Gregorio Magno. Primavera. Incursione longobarda sulle coste del Cagliaritano, respinta dagli stessi sardi.

431

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 437

Cronologia della Sardegna medioevale 603

642 669-673 698 711

721 721-725 733-736

760 807 815

816-817 821-822 827 828

934-935 941 947 Secolo XI

1015

1016

L’inviato papale Vitale viene incaricato dai possessores sardi di recarsi a Costantinopoli per chiedere all’imperatore Foca una diminuzione della pressione fiscale, ritenuta troppo gravosa. Gli Arabi iniziano le operazioni di conquista dell’Africa bizantina. Gli Arabi assediano Bisanzio. Gli Arabi conquistano Cartagine. Sicilia e Sardegna accolgono gli esuli africani. Musah ibn Nusayr conduce la prima consistente incursione araba contro la Sardegna; queste spedizioni continueranno funeste per tutto l’Alto Medioevo. Nuova scorreria saracena in Sardegna. Il re longobardo Liutprando trasporta da Cagliari a Pavia le spoglie di Sant’Agostino, portate nell’isola dai vescovi africani. Abd ibn Ziyad e poi Ubayd Allah compiono incursioni in Sardegna. In Africa settentrionale sorgono due centri chiamati Sardaniyah, destinati ad accogliere i sardi catturati dagli Arabi. Provvedimenti dell’imperatore bizantino Costantino V per la difesa militare della Sardegna e della Sicilia. Una flotta saracena viene distrutta presso il golfo di Oristano. ` alla corte di Ludovico il Pio, re dei FranUn’ambasceria sarda e chi, per chiedere aiuti. Probabilmente in questo periodo l’isola ` piu ` sotto il diretto governo di Bisanzio; in questo vuoto di non e potere si avvia la formazione dei giudicati autonomi. Gli Arabi saccheggiano Cagliari, ma la loro flotta viene sorpresa da una tempesta e subisce gravi perdite. Ennesima incursione araba in Sardegna. Gli Arabi iniziano l’occupazione della Sicilia. Ai Bizantini resta solo il possesso della Sardegna. Il conte Bonifacio, incaricato della difesa dei possessi marittimi carolingi, passa dalla Corsica in Sardegna, diretto verso le coste africane, e viene accolto amichevolmente. Yakbub ibn Kasem incendia numerose navi sarde. Una flotta bizantina occupa la base araba di Frassineto, presso Marsiglia, e annienta l’armata saracena. ` dovuto agli acInizia per la Sardegna un periodo di tranquillita cordi stipulati tra Bisanzio e il califfato di Cordova. Risalgono agli anni a cavallo tra il secolo X e l’XI i primi documenti scritti che attestano la presenza in Sardegna di quattro ` formati e indipendenti: Cagliari, Torres, Arborea, giudicati gia Gallura. ˆ h al Amiri, che la tradizione sarda chiaMugahid ibn Abd Alla ` Museto, guida un’incursione araba in Sardegna, probabilmera mente nel Cagliaritano. Pisa e Genova, incoraggiate e sostenute da papa Benedetto VIII, intervengono in Sardegna armando una grande flotta contro i

432

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 438

Cronologia della Sardegna medioevale

1063

1070 1073 1079 1080 1104 1107

1113 1113-1115

1131

1133

1138 1146 1147 1151

1157

1163

1164

Saraceni. Nasce la collaborazione-soggezione dei giudici sardi verso le repubbliche marinare tirreniche. Barisone I di Torres chiede all’abate Desiderio di Montecassino l’invio di un gruppo di monaci per la colonizzazione del giudicato. La capitale del giudicato d’Arborea viene trasferita da Tharros a Oristano. Papa Gregorio VII raccomanda ai quattro giudici di seguire, come i loro predecessori, i precetti del cattolicesimo. Torchitorio, giudice di Cagliari, concede vari possedimenti ai monaci Vittorini di Marsiglia. Mariano, giudice di Torres, concede numerosi privilegi a Pisa. Li ` dopo il 1088. rinnovera Torbeno, giudice di Cagliari, concede a Pisa numerosi privilegi, che saranno rinnovati dal giudice Costantino nel 1130. Mariano, giudice di Cagliari, concede alla cattedrale di San Lorenzo di Genova vaste estensioni di terreno ed esenzioni tributarie, che saranno rinnovate e ampliate nel 1120. Il monastero annesso alla chiesa di San Nicola di Trullas viene ceduto dalla famiglia degli Athen ai Camaldolesi. I Pisani, alleati dei Genovesi e rafforzati da un contingente di militari sardi, logudoresi e cagliaritani (Saltaro, figlio di Costantino di Torres; Torbeno, giudice di Cagliari) guidano con successo una spedizione contro i Saraceni di Majorca. Comita, giudice d’Arborea, concede numerosi privilegi a Genova. Comita Spanu, giudice di Gallura, concede privilegi ai Pisani operanti nel suo territorio. Il pontefice Innocenzo II riesce a far accordare temporaneamente Genovesi e Pisani, divisi dai rispettivi interessi in Sardegna. Riprendono le lotte tra Arborea e Logudoro; l’esito volge a favore dell’Arborea. Il giudice d’Arborea invita gli altri tre giudici a un convegno a Bonarcado per risolvere la controversia relativa alla Gallura. Il giudice Comita II firma un’alleanza con Genova. Primi contatti tra i giudici sardi e i signori catalani. Barisone d’Arborea funge da intermediario tra Raimondo Berengario IVe il Comune di Pisa per un’azione comune contro gli Arabi delle ` luogo). Baleari (ma la spedizione non avra Barisone d’Arborea sposa la catalana Agalbursa de Bas, sorella del conte di Barcellona. Inizia la presenza mercantile iberica in Sardegna. Ottobre. Le truppe di Barisone d’Arborea occupano il Logudoro provocando la reazione di Pisa e il suo fruttuoso contrattacco al fianco dei giudici di Torres. 10 agosto. Barisone I d’Arborea tenta senza successo di diventare

433

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 439

Cronologia della Sardegna medioevale

1165

1166 1168 1175 1180 1184 1187

1194 1195 1199 1205 1216

1232

1235 1237 1238

1245 1249

re di Sardegna facendosi incoronare a Pavia grazie all’appoggio genovese e nonostante le proteste pisane. Settembre. Barisone di Torres e Pietro di Cagliari invadono contemporaneamente l’Arborea. Barisone d’Arborea lascia Genova per far rientro in Arborea, sollecitare garanzie da parte della moglie Agalbursa e far rientro a Genova. 12 aprile. L’imperatore Federico Barbarossa investe a Francoforte il Comune di Pisa del dominio sulla Sardegna, causando le proteste genovesi. Accordo tra Barisone di Torres, Pietro figlio del giudice d’Arborea e Pietro di Cagliari con il Comune di Genova. Barisone d’Arborea rientra provvisoriamente in Sardegna. ´ di6 novembre. Pisa e Genova si rivolgono all’imperatore perche rima le controversie che le dividono; tregua fino al 1180. Barisone d’Arborea riprende le armi contro il giudicato di Cagliari, che resiste grazie all’appoggio pisano. Muore Barisone I d’Arborea, rappacificato con i giudici di Torres e di Cagliari. Il pisano Guglielmo di Massa, nipote del giudice Costantino, diventa giudice di Cagliari, iniziando cosı` la serie di giudici non sardi. Guglielmo di Massa invade il Logudoro e cattura la moglie del giudice. Guglielmo di Massa invade e occupa temporaneamente l’Arborea. Mariano, erede di Torres, sposa Agnese di Massa, figlia di Guglielmo, succeduto a Pietro nel controllo del Cagliaritano. Elena di Gallura, erede del giudicato di Gallura, sposa il pisano Lamberto Visconti. Lamberto Visconti invade il giudicato di Cagliari. Benedetta di Massa cede al Comune di Pisa il castello di Castro, primo nucleo della Cagliari pisana. Muore Benedetta di Massa; a rivendicare i diritti sul trono di Cagliari restano Guglielmo II di Massa e Giovanni Visconti. ` di dieci anni al padre Mariano II sul Barisone II succede all’eta trono logudorese. Sassari si dichiara indipendente dal potere giudicale. Alcuni sto` al 1213. rici fanno risalire l’indipendenza del Comune gia Aprile. Accordo generale fra le varie famiglie pisane interessate alla Sardegna, promotore lo stesso Comune di Pisa. Adelasia di Torres, vedova di Ubaldo Visconti, sposa Enzo, figlio di Federico II di Svevia. Il giovane, assunto il titolo di re di Sardegna, rimane nell’isola solo alcuni mesi. Il pontefice annulla le nozze tra Adelasia di Torres ed Enzo. Enzo, re di Sardegna, viene catturato dai Bolognesi nella batta` in carcere nel 1272. glia di Fossalta. Morira

434

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 440

Cronologia della Sardegna medioevale 1257 1259 1267

1268 1272 1282 1284 1294 1296 1297

1302

1308 1316 1323

1323-1324 1324

1325 1326

Fine del giudicato di Cagliari, che viene smembrato tra le famiglie pisane dei Visconti, della Gherardesca e dei Capraia. Morte di Adelasia e fine del giudicato di Torres che viene diviso tra Doria, Malaspina, Spinola e Arborea. Mariano d’Arborea, appoggiato da Pisa, invade il Logudoro, difeso dai Genovesi, e occupa il castello del Goceano annettendo i territori confinanti con l’Arborea. Il pontefice Clemente IV riconosce Mariano IV d’Arborea vicario della Chiesa per il Turritano. ` a Sassari: e ` il pisano Arrigo da Prima attestazione di un podesta Caprona. 7 aprile. Durante i Vespri Siciliani Pietro III il Grande, re d’Aragona, viene acclamato re di Sicilia. Genova sconfigge Pisa nella battaglia navale della Meloria; inizia la decadenza politica e militare del comune toscano. 24 marzo. Il Comune di Sassari conclude una convenzione con la Repubblica di Genova, ponendosi sotto la sua protezione. Morte di Nino Visconti e fine del giudicato di Gallura; il territorio viene amministrato direttamente da Pisa. 4 aprile. Il pontefice Bonifacio VIII infeuda il Regno di Sardegna e Corsica a Giacomo II d’Aragona, in cambio della sua rinuncia al trono siciliano. Stesura definitiva del Breve di Villa di Chiesa a opera di un gruppo di esperti e giuristi pisani. Termina con la pace di Caltabellotta la guerra dei Vespri siciliani. I Malaspina, signori della Lunigiana, cedono Bosa all’Arborea. Gli Statuti di Sassari vengono tradotti dal latino in volgare. 11 aprile. L’esercito di Ugone II d’Arborea attacca un contingente pisano che aveva sconfinato. La notizia scatena la caccia ai Pisani a Bosa, in Gallura e in altre zone dell’isola. 12 giugno. L’esercito catalano sbarca in Sardegna, a Palma di Sulcis. 26 giugno. Inizia l’assedio di Iglesias da parte dei Catalani. Ter` con la resa della villa il 7 febbraio 1324. minera L’infante Alfonso d’Aragona guida la spedizione di conquista della Sardegna, appoggiato dalle forze arborensi. 1 marzo. Battaglia di Lutocisterna, presso Elmas: i Pisani sono rovinosamente sconfitti dai Catalani. 19 giugno. Primo trattato di pace tra Aragona e Pisa; quest’ultima mantiene a titolo feudale il possesso del castello di Cagliari e delle saline. Iniziano le rivolte dei Doria, che proseguiranno per tutto il secolo XIVe parte del XV. Luglio. Sassari si ribella per la prima volta al dominio aragonese. 9 giugno. Trattato di pace che pone fine alla guerra di conquista catalana e segna l’uscita della Sardegna dalla sfera d’influenza pisana e il suo ingresso in quella iberica.

435

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 441

Cronologia della Sardegna medioevale 1327

1329

1331 1333 1336

1342 1343 1346

1347

1348 1351

1353

1354

25 agosto. Gi ordinamenti barcellonesi vengono estesi agli abitanti iberici di Cagliari. 2 novembre. Muore Giacomo II d’Aragona. Gli succede il figlio Alfonso IV il Benigno. ` sanguinosa ribellione di Sassari, capeg26 settembre. Terza e piu giata dai Pala e dai Catoni. Rappresaglia catalana e ripopola` con elementi di nazionalita ` iberica. mento della citta Scoppia la prima guerra tra Genova e Aragona. Carestia e conseguente crisi economica in tutto il Mediterraneo e particolarmente in Catalogna e in Sardegna. 24 gennaio. Muore Alfonso IV il Benigno. Gli succede Pietro IV il Cerimonioso. 19 settembre. Trattato di pace tra Genova e Aragona. Primavera. Muore Giovanni, marchese di Malaspina, lasciando i ` all’Aragona. suoi possedimenti sardi, fra i quali Osilo, in eredita ` del loro fratello Federico e Azzo Malaspina rivendicano l’eredita Giovanni. 31 dicembre. Pietro IV d’Aragona invia le sue rimostranze al doge ´ l’aiuto ligure ai rivoltosi di Genova Giovanni de Murta perche nell’isola crea al governo centrale seri problemi. Mariano IV succede sul trono arborense al fratello Pietro. Agosto. I Doria sconfiggono le forze aragonesi ad Aidu de Turdu. Provvidenziale aiuto arborense ai superstiti. ` un senInfuria anche in Sardegna la ‘‘peste nera’’; ne conseguira sibile decremento demografico e una grave crisi economica. 16 gennaio. Firma di un trattato di alleanza tra Venezia e Aragona in funzione antigenovese. Scoppia il secondo conflitto tra Genova e Aragona. 27 agosto. Nella battaglia di Porto Conte la flotta genovese viene duramente sconfitta da quella catalana rafforzata da un contingente veneziano. 30 agosto. Alghero si arrende alle truppe d’assedio catalane agli ordini dell’ammiraglio Bernat de Cabrera. 1 ottobre. Bernat de Cabrera affida Alghero a Gispert de Castellet ` e si dirige verso Cagliari; nelle campagne di Quartu si scontrera con le truppe ribelli. Novembre. Bernat de Cabrera rientra in Catalogna mentre in Sar` da degna la situazione precipita per l’apertura delle ostilita parte di Mariano IV d’Arborea e la ribellione di Alghero e dei Doria. 14 giugno. La flotta catalana, forte di circa 45 galee e 50 navi al comando dello stesso Pietro IV, salpa da Roses diretta in Sardegna. 24 giugno. Iniziano le operazioni di assedio di Alghero da parte dell’armata catalana, giunta in vista dell’isola tre giorni prima. 29 giugno. Azione dimostrativa della flotta genovese nei mari di Catalogna. Grande apprensione a Barcellona e in Sardegna.

436

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 442

Cronologia della Sardegna medioevale

1355

1357

1360

1361

1364 1366 1367

1368 1369 1370

1374

Luglio. La flotta genovese si presenta nelle acque di Alghero ma rifiuta lo scontro armato e si ritira verso Marsiglia. Villa di Chiesa (Iglesias), sede della zecca aragonese, si schiera con le forze ribelli. Agosto. Iniziano le trattative di pace tra Aragona e Arborea, condotte da Pedro de Exerica, marito di Bonaventura d’Arborea, sorella del giudice Mariano. 4 novembre. La flotta genovese sconfigge pesantemente quella veneziana nella battaglia di Porto Longo, nell’isola della Sapienza. 16 novembre. Pietro IVentra in Alghero e ne prende possesso. 6 gennaio. Dopo un difficile viaggio di trasferimento da Alghero Pietro IV giunge col suo seguito a Cagliari. 10 marzo. Vengono promulgate le prime costituzioni del primo Parlamento sardo. 11 luglio. Pace di Sanluri tra Aragona e Arborea. 6 settembre. Pietro IV parte dalla Sardegna per far rientro in Ca` il 12 settembre, pronto a fronteggiare l’etalogna; vi approdera spansionismo castigliano. Muore Matteo Doria, principale esponente della casata genovese in questo periodo. 16 marzo. Accordo tra i Catalani e Brancaleone Doria mirante a isolare il nobile dal resto della casata e guadagnarlo alla causa aragonese. 21 giugno. Giovanni II, marchese di Monferrato, pronuncia la ` tra Gesentenza arbitrale che dovrebbe porre fine alle ostilita nova e Aragona nel Mediterraneo e in Sardegna: ma la sentenza ` inoperante. restera Nonostante l’inefficacia della mediazione di Giovanni II di Monferrato, riprende la presenza mercantile genovese in Sardegna e particolarmente a Sassari. Il papa Urbano V minaccia di infeudare la Sardegna a Mariano IV d’Arborea. Gennaio. Il castello di Sanluri e altre postazioni passano in mani arborensi; riprende l’offensiva anticatalana. Castelpedres si arrende all’offensiva arborense. Novembre. Araone, Luca e Damiano Doria rompono l’intesa con Mariano d’Arborea e passano sotto la giurisdizione regia. Maggio. L’esercito catalano, agli ordini di Pedro de Luna, viene sconfitto a Oristano dalle truppe arborensi. Le truppe arborensi rioccupano momentaneamente Sanluri. 28 marzo. Le truppe giudicali occupano Osilo. Aprile. Brancaleone Doria conduce al fianco delle forze aragonesi una campagna militare contro quelle arborensi nel nord dell’isola. Mariano IVoccupa quasi tutta l’isola; gli Aragonesi sono ridotti al possesso di Alghero, Cagliari e pochi altri castelli.

437

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 443

Cronologia della Sardegna medioevale 1376

1378

1383 1386

1387

1388 1390 1391 1392 1397 1402-1404 1407 1408

1409

1410

1412 1414

Muore di peste Mariano IV; gli succede il figlio Ugone III, che continua la sua lotta. Con un ingente stanziamento finanziario gli Aragonesi procedono al rafforzamento delle difese di Cagliari. Settembre. Il fallimento di una missione angioina in Arborea lascia lo Stato sardo in una condizione di totale isolamento diplomatico. 11 ottobre. Ratifica da parte aragonese di un nuovo trattato di pace con Genova. 3 marzo. Ugone III viene assassinato con la figlia Benedetta durante una rivolta nobiliare; prende il potere la sorella Eleonora. 9 maggio. Trattato di pace tra Bonifacio e Alghero relativo al regolamento dei traffici commerciali tra Sardegna e Corsica. 31 agosto. Trattato di pace tra Aragona e Arborea: non rispettato, ` ripreso integralmente nel trattato del 1388. sara 22 novembre. Nuovo trattato di pace tra Genova e Aragona. Tra i punti trattati, la suddivisione delle rispettive sfere di influenza in Corsica e Sardegna. 5 gennaio. Muore Pietro IV d’Aragona. Gli succede il figlio Giovanni I. Mariano V viene eletto giudice d’Arborea. 24 gennaio. Trattato di pace tra Aragona e Arborea. 1 gennaio. Brancaleone Doria viene liberato. ` contro l’Aragona. Eleonora d’Arborea riprende le ostilita Eleonora d’Arborea promulga la Carta de Logu. Martino il Vecchio, re d’Aragona, transita in Sardegna durante un viaggio di ritorno in Catalogna dalla Sicilia. Eleonora d’Arborea muore di peste. La «Corona de Logu» d’Arborea offre lo scettro giudicale a Guglielmo III di Narbona. Leonardo Cubello, discendente di Ugone II d’Arborea, viene eletto vicario giudicale suscitando l’opposizione di Brancaleone Doria. 13 gennaio. Guglielmo III di Narbona viene incoronato ufficialmente giudice d’Arborea. Muore Brancaleone Doria. 30 giugno. L’esercito catalano sconfigge definitivamente quello arborense nella battaglia di Sanluri. 29 marzo. Pace di San Martino: Leonardo Cubello d’Arborea diventa feudatario aragonese e il giudicato viene trasformato in marchesato d’Oristano. 31 maggio. Con la morte di Martino il Vecchio si estingue la casata aragonese. 28 giugno. Ferdinando I d’Antequera, della stirpe castigliana dei Trastamara, sale sul trono aragonese. 25 maggio. Guglielmo III di Narbona si impegna a rinunciare ai

438

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 444

Cronologia della Sardegna medioevale

1415

1420 1421

1427 1436 1447 1470

1477

1478

1479

suoi diritti sul giudicato d’Arborea in cambio del versamento di 100 000 fiorini d’oro d’Aragona. ` definitivamente rinnovato il 17 agosto 1420. L’impegno sara ` e Cassano DoTentativo di insurrezione antiaragonese di Nicolo ria, ai quali il marchese di Oristano Leonardo Cubello nega il proprio appoggio. ` aragonesi sedano gli ultimi focolai di rivolta. Le autorita 26-29 gennaio. Alfonso V il Magnanimo indice il secondo Parlamento sardo. La Carta de Logu viene estesa a tutta la Sardegna con esclusione ` regie: Cagliari, Iglesias, Bosa, Alghero, Sassari e Cadelle citta ` in vigore fino al 1827. stelsardo. Restera Muore Leonardo Cubello. Gli succede il figlio Antonio. Antonio Cubello, marchese di Oristano, appoggia le truppe ara` Doria. gonesi contro Nicolo Filippo Maria Visconti lascia in testamento ad Alfonso V il Magnanimo i diritti di successione al giudicato di Gallura. Leonardo Alagon succede allo zio Salvatore nel marchesato di Oristano. 14 aprile. Scontro armato nei pressi di Uras. Le truppe aragonesi ´ Nicolo ` Carroz vengono sconfitte da quelle arborensi. del vicere Inizia la rivolta di Leonardo Alagon. 15 ottobre. Giovanni II, re d’Aragona, pronuncia la sentenza di morte e confisca dei beni per Leonardo Alagon e per i suoi discendenti. Leonardo Alagon viene sconfitto e catturato nella battaglia di ` incamerato nei beni della Macomer; il marchesato di Oristano e Corona. Nell’incendio degli archivi marchionali di Oristano viene distrutta ogni forma di documentazione indigena scritta. 19 gennaio. Muore Giovanni II d’Aragona. Gli succede il figlio ` da dieci anni con Isabella di Castiglia. Ferdinando II, sposato gia Inizia il periodo della dominazione spagnola.

439

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 445

Cronologia della Sardegna spagnola 4. Cronologia della Sardegna spagnola Giuseppe Serri Introduzione

La storia della Sardegna ‘‘spagnola’’ ha inizio con la morte di Giovanni II (1479) e l’unione delle due monarchie di Spagna, la castigliana e quella catalano-arago` in qualche modo preannunnese, gia ciata dal matrimonio (1469) tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. Da questo momento il Regnum Sardiniae, pur conservando la sua struttura politico-amministrativa derivantegli dal sistema unionista della Corona d’Aragona, entra a far parte del complesso degli Stati dipendenti dalla Corona di Spagna, subendo in questo passaggio alcune modificazioni rilevanti per la storia dell’isola. ` importanti di Ripercorrere le tappe piu questa storia, dalla fine del Quattrocento ` terall’inizio del Settecento, quando avra ` la funmine la dominazione spagnola, e zione di questa cronologia che, come ogni cronologia, presenta non pochi problemi di ordine metodologico. Prima di ` da chiedersi, come e ` ovvio, che tutto c’e senso attribuire al concetto stesso di tappa, o fatto, o avvenimento ‘‘importante’’, inteso come momento di un certo sviluppo storico, nel nostro caso plurisecolare. La tendenza oramai diffusa nella storiografia a ridimensionare l’approc´nementiel per privilegiare l’anacio e´ve lisi strutturale-dinamica dei processi storici – chi, tra gli addetti ai lavori, non ha letto Marc Bloch? – porta a una immediata diffidenza nei confronti del ‘‘fatto’’ ` che l’avvenistorico. Sappiamo tutti cioe ´ conta poco, poiche ´ la sua vamento in se ` data dal rapporto che il singolo lenza e storico instaura tra quell’avvenimento e le situazioni precedenti, contemporanee e successive: in altre parole, un avvenimento assume una sua rilevanza – sempre a parere dello storico – quando sia

collocato nel contesto di un processo sto` ampio ed entro un sistema di rerico piu lazioni fra variabili di ordine diverso (sociali, economiche, politiche ecc.). ` stessa della D’altra parte, l’ambiguita nozione di ‘‘fatto storico’’ comporta, specie nella stesura di una cronologia, un problema non facile. Qualunque momento storico, anche se di breve periodo e anche se relativo a una zona ter` ridursi a un ritoriale ristretta, non puo ` sempre un condenfatto singolo, ma e sato di avvenimenti diversi, contempo` ranei o succedentisi nel tempo, tra cui e spesso difficile stabilire una gerarchia di rilevanza. Pertanto, la scelta dello storico, costretto ad assegnare a un determinato avvenimento un ruolo centrale in una congerie di avvenimenti ` che avere un valore eterogenei, non puo esemplificativo e un carattere necessariamente arbitrario. Per queste ragioni – a parte la questione ` e della parzialita ` deldella soggettivita l’interpretazione storica, che diamo per ` maggiore sta proscontata – la difficolta prio nel far emergere un processo in atto attraverso il richiamo di un dato, di un fatto, di un momento determinato di ` tale processo. Ad esempio, come si puo evidenziare, in una tabella cronologica, un processo demografico, evolutivo o regressivo che sia? oppure lo sviluppo, o la stagnazione, delle strutture produttive? o, ancor peggio, i mutamenti nella ` colcultura materiale o nella mentalita ` quello di lettiva? Il pericolo evidente e ` apparire isoproporre un dato che puo lato dal processo di cui rappresenta un momento, come una semplice tessera di ´ priva di significato un mosaico, di per se `, o, per usare se estrapolata dalla totalita un’immagine di Braudel, come una luc-

440

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 446

Cronologia della Sardegna spagnola ciola che illumina soltanto se stessa e ` circostante. Insomma, il non la realta ` pericolo della logica e´ve´nementielle e sempre presente, cosı` come il pericolo di privilegiare i tempi brevi degli accadimenti rispetto alle onde lunghe della storia strutturale. ` chieD’altronde, a parte che non si puo ` di quanto quedere a una cronologia piu ` neppure nesta possa dare, non si puo gare del tutto al singolo avvenimento un suo valore ermeneutico e degradarlo a semplice dato nozionistico: credo che gli vada comunque riconosciuta una funzione di segnale, di traccia, di indicazione spesso preziosa, quando la si sappia interpretare. Proprio per le dif` e i problemi di metodo che abficolta biamo brevemente richiamato, ci paiono necessarie alcune veloci avver` da dire, prima di tutto, che la tenze. E storia della Sardegna ‘‘spagnola’’ non costituisce, sul piano degli avvenimenti, un piatto molto ricco. Le vicende e i mutamenti di ordine istituzionale, politico o militare sono assai pochi, riducibili quasi esclusivamente all’avvicendarsi ´, alle riunioni dei Parlamenti dei vicere e alle incursioni barbaresche, che costituiscono delle costanti plurisecolari, oltre a qualche ritocco nelle strutture amministrative e culturali isolane. Questo ha, ovviamente, ridotto il problema delle scelte e ha facilitato il nostro intento di inserire nella cronologia – pe-

raltro senza alcuna pretesa di esausti` – alcuni riferimenti a quei processi vita ` fatto cenno. Ad esemsociali a cui si e pio, la segnalazione dei censimenti fiscali della popolazione e dei loro risul` dei donatati, o la citazione dell’entita tivi parlamentari, hanno questa fun` zione di indicatore, con tutti i limiti gia richiamati, di situazioni generali e di processi in atto. Abbiamo segnalato alcuni momenti di ` generale, non direttamente storia piu connessi con la storia regionale, quando abbiamo ritenuto che i loro riflessi sulla situazione isolana, a breve o lungo termine, siano stati significativi. ` Siamo partiti dal 1479 per le ragioni gia dette, e abbiamo chiuso col 1720, includendo quindi anche il breve periodo ‘‘austriaco’’, come fase di passaggio dalla dominazione spagnola a quella sabauda. Per la storia cinque-secentesca della ` imSardegna, la documentazione piu ` conservata nell’Archivio di portante e Stato di Cagliari e nell’Archivo de la Co´ n di Barcellona. Per querona de Arago sta cronologia abbiamo utilizzato anche la produzione storiografica esistente sulla Sardegna ‘‘spagnola’’ che, anche se meno copiosa della saggistica sulla ` tuttavia da Sardegna medioevale, e qualche tempo in una fase di notevole espansione.

Cronologia

1479

1481

Muore Giovanni II d’Aragona: gli succede Ferdinando il Cattolico (1479-1516). Si realizza cosı` l’unione sotto un unico trono della Castiglia e dell’Aragona. I corsi residenti in Sardegna sono scacciati dall’isola. ´ D. Xime ´ n Pe ´ rez convoca il Parlamento a Oristano. Il Il vicere Parlamento vota un donativo decennale di 15 000 lire sarde annue. Si riafferma il carattere contrattuale dei rapporti tra Parlamento e Corona. Vengono accordate alcune importanti prerogative ai membri dello Stamento militare.

441

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 447

Cronologia della Sardegna spagnola 1484 1485 1487 1491

1492

1494 1495 1497 1498 1500 1501 1503 1504

1507 1508 1509 1514 1515

1516 1518

1520 1524

Vengono restaurate le saline dell’isola e ne vengono create delle nuove. Un censimento della popolazione stabilisce l’esistenza di 26 263 ‘‘fuochi’’ (circa 104 000 abitanti). ´ D. Inecio Lopez Si crea il reggente la Reale Cancelleria. Il vicere de Mendoza limita il traffico di merci nei porti sardi. Ferdinando il Cattolico riserva alla Corona il sale prodotto nell’isola. Soltanto Cagliari ne conserva l’uso gratuito. Si attua l’unificazione nell’isola dei pesi, delle misure, del valore delle monete. ` istituito a Viene ordinata l’espulsione degli ebrei dall’isola. E ` trasferito a Cagliari il tribunale dell’Inquisizione (nel 1563 sara Sassari). Viene istituito il Consiglio d’Aragona, che affianca il sovrano nel governo dei regni catalano-aragonesi, le Baleari e la Sardegna. Costituzione di una lega antifrancese cui partecipa anche la Spagna. Hanno inizio le guerre per la conquista dell’Italia. ´ D. Giovanni Dusai convoca il Parlamento (si svolgera ` in Il vicere ` nel 1511). varie sessioni e si chiudera Muore Carlo VIII di Francia; gli succede Luigi XII (1498-1515). ` approvato un donativo di 45 000 lire da pagarsi in tre anni. E L’arcivescovo di Sassari, D. Francesco Pellicer, convoca due sinodi diocesani. Le diocesi sarde vengono ridotte di numero: da 18 diventano 7. Trattato di Lione. Napoli passa sotto il dominio della Spagna. Viene inaugurato il Palazzo municipale di Cagliari. Il Parlamento conferma il donativo di 15 000 lire annue per altri tre anni. Viene proibito agli ufficiali regi di vendere o contrattare i propri uffici. Il Parlamento vota il donativo decennale di 150 000 lire. Incursione barbaresca a Cabras. Novembre. Incursione barbaresca a Siniscola. Vengono uccisi 17 abitanti e fatti oltre 100 prigionieri. Muore Luigi XII; gli succede Francesco I (1515-47). Riprendono le guerre per la conquista dell’Italia, che dureranno sino al 1559. Tentativi di incursione da parte dei barbareschi vengono respinti ad Alghero e nel golfo di Oristano. 13 gennaio. Muore Ferdinando il Cattolico; gli succede il nipote Carlo I (dal 1519 imperatore col nome di Carlo V). ` di Sassari i privilegi di cui godeva e ne Carlo I conferma alla citta ´ D. Angel de Vilanova convoca il Parlaconcede di nuovi. Il vicere ` nel 1523). Il Parlamento vota il donativo mento (che si chiudera decennale di 150 000 lire. Incursioni barbaresche in Gallura, a Oristano, a Sant’Antioco, a Pula e a Carbonara, respinte dalle popolazioni. Numerose scorrerie di pirati genovesi lungo le coste nord-occidentali dell’isola.

442

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 448

Cronologia della Sardegna spagnola 1525 1527

1528

1530

1534 1535 1538 1540 1541 1543

1545 1546

1549 1550

1553

1555 1556 1558 1559

Diciotto navi turche naufragano presso Sant’Antioco. Due sole si salvano. Incursioni barbaresche sulle coste nord-orientali. Dicembre. Incursione di una flotta al comando di Andrea Doria, alleato della Francia. Circa 4000 uomini saccheggiano Sassari. Parlamento straordinario convocato da D. Angel de Vilanova. Il ` (60 000 lire) del donativo. Parlamento vota quattro annualita Una pestilenza si diffonde nella parte settentrionale dell’isola. Periscono 15-20 000 persone. ´ D. Martin de Cabrera convoca il Parlamento a Sassari. Il Il vicere Parlamento vota il donativo di 150 000 lire, da pagarsi in dieci anni a partire dal 1532. Undici galee turche naufragano nel golfo di Palmas. Ottocento schiavi cristiani vengono liberati. Giugno. Carlo V, diretto con la flotta verso Tunisi, sbarca a Cagliari. Tunisi viene occupata. `. Viene riconosciuta dal papa la Compagnia di Gesu Una grave carestia e una moria di bestiame colpiscono l’intera isola. Ottobre. Carlo V, diretto verso Algeri, sbarca ad Alghero. La spedizione contro Algeri ha un esito disastroso. ´ D. Antonio de Cardona convoca il Parlamento, che si Il vicere ` chiude nello stesso anno. Il tradizionale donativo decennale e portato a 100 000 ducati. ` sino al Si apre il Concilio di Trento che, in varie sessioni, durera 1563. ` nominato visitatore del D. Pietro Vagnier, vescovo di Alghero, e Regno di Sardegna. ` distrutto dai barbareschi, guidati dal Aprile. Il villaggio di Uras e pirata Barbarossa. I barbareschi saccheggiano e distruggono Orosei. Viene pubblicata a Basilea, nella Cosmographia universalis del Mu ¨ nster, la Sardiniae brevis historia et descriptio di Sigismondo Arquer. I duri giudizi sul clero e sullo Stato della Chiesa in Sardegna renderanno l’autore sospetto all’Inquisizione. ´ D. I barbareschi saccheggiano e distruggono Terranova. Il vicere Lorenzo de Heredia convoca il Parlamento a Cagliari (si chiu` l’anno successivo). Viene rinnovato il donativo decennale dera di 100 000 ducati. In uno scontro presso il porto di San Paolo truppe galluresi uccidono 44 pirati. Abdicazione di Carlo V. La corona di Spagna passa al figlio Filippo II (1556-98). ´ D. Alvaro de Madrigal convoca il Parlamento (si chiuIl vicere ` nel 1561). dera ´sis: alla Spagna vengono definitivamente Pace di Cateau-Cambre

443

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 449

Cronologia della Sardegna spagnola

1560 1562 1563

1564 1566 1567

1569 1571

1572

1573

1582 1582-83 1583

1584 1587 1587-88

riconosciuti i possessi italiani. Viene aperto a Sassari il collegio dei Gesuiti. Il Parlamento vota il donativo decennale di 100 000 ducati, da pagarsi a partire dal 1563. Papa Pio IVautorizza i Gesuiti a insegnare a Sassari. I Gesuiti aprono scuole pubbliche a Sassari. L’insegnamento viene impartito anche in lingua locale. Un contingente di sardi, al comando di Consalvo Bracamonte, combatte in Fiandra al servizio del duca d’Alba. ` trasferito da Cagliari a Sassari. Il tribunale dell’Inquisizione e Viene istituita, con sede a Cagliari, la Reale Udienza. Si istituisce a Cagliari il Seminario. ` Canelles, fonda a Cagliari una tipograIl vescovo di Bosa, Nicolo fia. Il generale dell’ordine dei Gesuiti, Francesco Borgia, vieta ai membri dell’ordine l’uso del sardo, imponendo l’uso del castigliano. Nello stesso anno viene stampata a Madrid un’edizione della Carta de Logu con i commentaria e le glosse del giurista sardo Girolamo Olives, avvocato fiscale del Consiglio d’Aragona. I barbareschi riprendono Tunisi. 4 giugno. Sigismondo Arquer, accusato di luteranesimo dall’In` arso vivo a Toledo. quisizione, e Ottobre. Battaglia di Lepanto. 400 archibugieri sardi avrebbero partecipato alla battaglia. Si apre a Sassari la prima scuola di Teologia. Vengono pubblicati a Cagliari a cura di Francesco Bellit i Capitols de Cort del Stament militar de Sardenya. Il volume, aggiornato da ` ripubblicato nel 1591. Pietro Giovanni Arquer, verra D. Giovanni d’Austria, con una flotta, rioccupa Tunisi. Partecipa all’impresa un contingente di sardi. ´ D. Juan Coloma convoca il Parlamento (si chiudera ` Il vicere l’anno successivo). Viene confermato il donativo decennale di 100 000 ducati. Incursione dei barbareschi che saccheggiano Villanova Monteleone e, successivamente, Quartu, Quartucciu, Pirri e Pauli Pirri. Una violenta pestilenza colpisce Alghero e Sassari, provocando decine di migliaia di morti. ´ D. Miguel de Moncada convoca a Cagliari il Parlamento, Il vicere ` rinnovato il donativo decenche si chiude nello stesso anno. E ` per gli abitanti dei nale di 100 000 ducati. Si stabilisce la liberta villaggi di acquistare merci in ogni parte dell’isola, senza alcuna limitazione. Incursioni barbaresche a Portoconte, Gonnosfanadiga e Pabillonis. Ha inizio la costruzione delle torri litoranee per la difesa contro i barbareschi. Nuove incursioni barbaresche in diverse parti dell’isola.

444

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 450

Cronologia della Sardegna spagnola 1589

1592

1593 1594

1598 1600 1603

1605

1606 1608 1611

1613

1615

1616

1617 1618

Viene organizzato un censimento della popolazione isolana, per ‘‘fuochi’’. Risultano censiti 65 540 ‘‘fuochi’’ (circa 260 000 abitanti). ´ D. Gastone de Moncada convoca a Cagliari il Parlamento Il vicere ` nel 1598). Il donativo decennale ordinario viene au(chiudera mentato e portato a 125 000 ducati. Viene istituito a Sassari il Seminario. Un capitolo di corte approvato dal Parlamento riforma gli articoli della Carta de Logu relativi al diritto penale. Muore a Sassari Giovanni Francesco Fara (nato nel 1543), autore del De Rebus Sardois e del De Chorographia Sardiniae. Muore Filippo II; gli succede Filippo III (1598-1621). `. Viene istituita la Giunta di Sanita ´ D. Antonio Coloma, conte di Elda, convoca a Cagliari il Il vicere Parlamento, che si chiude nello stesso anno. Viene confermato il donativo decennale di 125 000 ducati. Vengono presi importanti provvedimenti in materia di agricoltura e pastorizia, sugli scrutinii del grano, sui diritti degli abitanti dei villaggi, sulle riparazioni delle vie di comunicazione. Si decide la costruzione di nuove torri litoranee. Gli Stamenti chiedono l’istituzione dell’U` a Cagliari. niversita Con decreto reale si impone ai contadini delle ville infeudate l’obbligo di seminare ogni anno almeno due starelli di grano e uno di orzo, se privi di buoi; il doppio se dotati di animali da ` lavoro. Si impone anche l’obbligo di innestare una certa quantita di olivastri. ` in SardeIl papa Paolo V approva l’istituzione di una Universita gna. ` dei medici, dei Viene emanato un nuovo regolamento sull’attivita chirurghi e degli speziali. Viene inviato in Sardegna Martin Carrillo come visitatore e com` per piu ` di un anno nelmissario generale del Regno. Si tratterra l’isola, stendendo due importanti relazioni sulle condizioni generali della Sardegna. ´ D. Carlo Borgia, duca di Gandı´a, convoca a Cagliari il Il vicere ` l’anno successivo. Il donativo decenParlamento, che si chiudera nale ordinario viene portato a 150 000 ducati. Vengono approvati nuovi criteri di ripartizione del donativo tra i vassalli. Viene deciso di raccogliere e stampare le Prammatiche regie. ` affidato al giurista sassarese Francesco de Vico (che L’incarico e ` nel 1640). le pubblichera ` di Cagliari e ` scossa da un terremoto. 4 giugno. La citta Antonio Canopolo, arcivescovo di Oristano, crea a Sassari la prima tipografia. Gravi incursioni barbaresche in varie parti dell’isola. ` , in varie fasi, sino Inizia la guerra dei Trent’anni, che si protrarra al 1648.

445

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 451

Cronologia della Sardegna spagnola 1620

1621

1623

1624 1626

1627

1628

1628-29 1631

1632 1634 1636 1637

`. Filippo III approva l’istituzione a Cagliari dell’Universita Viene creata una corsa mensile tra Cagliari e Barcellona per il servizio della corrispondenza viceregia. Si decide di condurre a Cagliari l’acqua della grotta di Domusnovas con una tubazione sotterranea. Vengono approvate nuove Costituzioni sull’amministrazione ` di Cagliari. della citta Muore Filippo III; gli succede il figlio Filippo IV (1621-65). Il conte-duca Olivares diventa primo ministro di Spagna. Il suo ´n de armas comportera ` nuovi impegni militari e progetto di Unio finanziari anche per la Sardegna. ´ D. Giovanni Vivas convoca a Cagliari il Parlamento, che Il vicere ` l’anno successivo. Viene confermato il donativo desi chiudera cennale ordinario di 150 000 ducati. ` nominato reggente nel Supremo Consiglio D. Francesco De Vico e di Aragona. ´ D. Gerolamo Pimentel, marchese di Baiona, convoca a Il vicere Cagliari un Parlamento straordinario, che si chiude nello stesso anno. Viene approvato un donativo straordinario di 80 000 scudi annui (200 000 lire sarde), da pagarsi per un quinquennio e destinati a finanziare la guerra nel Milanese. ` degli Studi. Si inaugura a Cagliari l’Universita Viene fatto un nuovo censimento fiscale dei ‘‘fuochi’’. Risultano censiti 77 406 ‘‘fuochi’’, con un aumento, rispetto al censimento del 1589, di circa il 18%. Nuove incursioni barbaresche a Porto Torres e San Gavino. Una devastante invasione di cavallette causa una pesante carestia in tutta l’isola. Un’epidemia di vaiolo provoca numerose vittime. ` di Cagliari, Sassari e OriIl governo spagnolo impone alle citta stano vari prestiti, per un totale di circa 670 000 lire sarde. ´ marchese di Baiona convoca a Cagliari il Parlamento (si Il vicere ` nel 1633). Viene confermato il donativo ordinario dechiudera cennale di 150 000 ducati. Viene anche confermato, per un decennio, il pagamento del donativo straordinario di 80 000 scudi annui. Il giurista cagliaritano Giovanni Dexart viene incaricato di rac` nel cogliere e pubblicare i Capitoli di Corte (che pubblichera 1645). Si diffonde ad Alghero una pestilenza che provoca numerose vittime. ` degli Studi, affidata ai Gesuiti. Si inaugura a Sassari l’Universita Vengono restaurate le fortificazioni di Cagliari. Febbraio. Una squadra francese, composta da 47 navi, bombarda Oristano. Successivamente truppe francesi sbarcano e saccheg` . Contingenti militari sardi convergono a Oristano e giano la citta

446

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 452

Cronologia della Sardegna spagnola

1638

1639 1640 1642

1643

1644

1645

1647 1648 1649

1650 1651 1652

1653 1654 1655

le truppe francesi vengono costrette a imbarcarsi e ad allontanarsi dall’isola. L’annoso progetto di costituzione di una flotta sarda di 8 galee viene realizzato, ma parzialmente: vengono armate soltanto due ` armata nel 1660). galee (una terza verra ´ D. Giovanni Andrea Doria ordina la riorganizzazione Il vicere delle milizie sarde. Iniziano le rivolte in Catalogna e in Portogallo. ´ , duca di Avellano, convoca a Cagliari il Parlamento, che Il vicere ` l’anno successivo. Si approva un solo donativo di si chiudera 70 000 scudi annui per dieci anni. ` allontanato dal governo. Il conte-duca Olivares e La sconfitta di Rocroi segna il declino della potenza militare spagnola. Un corpo di cavalleria di 1000 uomini e un contingente di fanti, tutti sardi, vengono inviati in Spagna per contribuire a domare la sollevazione della Catalogna. Vengono catturate due navi francesi sulle coste dell’isola. Una carestia colpisce l’intera isola. A Sassari scoppiano tumulti per la svalutazione della moneta di vellon. Due navi francesi sono catturate ad Alghero. Si teme un’invasione francese e si tenta di rinforzare le difese dell’isola. Si inviano in Catalogna altri 600 uomini e una forte somma di danaro in aiuto del re di Spagna. Una invasione di cavallette distrugge i raccolti. L’invasione si ` per vari anni, sino al 1652. ripetera La Pace di Westfalia chiude la guerra dei Trent’anni. Viene inviato in Sardegna come visitador Pedro Martinez Rubio. ` nell’isola sino al 1655 indagando sulla corruzione Si tratterra della pubblica amministrazione e sulle speculazioni nell’esportazione del grano. Resse il governo del Regno nel 1652 dopo la ´ D. Beltran Ve ´ lez de Guevara. morte del vicere Filippo IV proibisce le rappresentazioni delle commedie in Sardegna. Scoppia un dissidio tra il governatore D. Bernardino Mattia de ´ D. Pedro Martinez Rubio. Cervellon e il vicere Con la presa di Barcellona ha fine la rivolta della Catalogna. Ad Alghero si propaga un’epidemia di peste. L’epidemia si diffonde nella parte settentrionale dell’isola. Continua il cammino della peste. ´, conte di Lemos, convoca il Parlamento. Viene approvato Il vicere il donativo decennale di 70 000 scudi annui. Viene indetto un censimento dei ‘‘fuochi’’, da cui si rileva che il ` calato, anche per effetto della peste, a 58 085, con loro numero e un decremento di circa il 25% rispetto al censimento del 1627.

447

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 453

Cronologia della Sardegna spagnola 1655-57 1657 1658 1660 1665 1666

1667

1668

1670

1674-78 1677

1678

1680-81 1684 1685 1686 1687

1688

La peste devasta l’intera isola; arriva a Cagliari nel novembre del 1655, per spegnersi nell’ottobre del 1657. 1 maggio. A Cagliari viene istituita la festa di Sant’Efisio, come ringraziamento per la fine della pestilenza. Vengono restaurate le saline di Cagliari. Viene armata una terza galea per la difesa costiera. Muore Filippo IV; gli succede Carlo II (1665-1700). ` nominato vicere ´. Il marchese di Camarassa e ´, marchese di Camarassa, convoca il Parlamento (si chiuIl vicere ` nel maggio del 1668). Viene riproposta l’annosa richiesta di dera riservare gli uffici e le prelature ai sardi. Viene prorogato per un quinquennio il donativo ordinario. ` sarda, Si accentuano tensioni e fratture, all’interno della nobilta tra fazioni diverse. La Corte sospetta l’esistenza di forze antispagnole. 20 giugno. D. Agostino di Castelvı`, marchese di Laconi, viene assassinato a Cagliari. ´ , marchese di Camarassa. 21 luglio. Viene assassinato il vicere ´ D. Francesco Tutavilla, duca di San GerViene nominato vicere mano, che ottiene l’invio di truppe da Napoli e da Milano. Con la pace di Aquisgrana la Spagna riconosce l’indipendenza del Portogallo. Muore a Napoli il giurista algherese Giovanni Battista Buragna (nato nel 1598), padre del poeta Carlo, nato a Cagliari e morto a Napoli (1634-1679). Rivolta di Messina. Numerose compagnie di fanti sardi sono inviate in Sicilia per sedare la rivolta. ´ , marchese di Las Navas, convoca a Cagliari il ParlaIl vicere ` l’anno successivo. Viene approvato il domento, che si chiudera nativo decennale ordinario di 70 000 scudi annui. Viene indetto un censimento dei ‘‘fuochi’’, che risultano aumentati a 74 822, con un incremento di circa il 29% rispetto al censimento precedente. Una terribile carestia colpisce l’intera isola, provocando gravi perdite nella popolazione. Si susseguono diverse incursioni barbaresche. Muore in Sicilia lo storico cagliaritano Giorgio Aleo. Una pesante carestia colpisce le campagne di Iglesias. Viene pubblicato a Napoli il primo tomo del romanzo Engan ˜ os y desengan ˜ os dei profano amor dello scrittore cagliaritano Giuseppe Zatrillas Vico. ´ , duca di Monteleone, convoca a Cagliari il Parlamento, Il vicere ` confermato il donativo decenche si chiude nello stesso anno. E nale ordinario di 70 000 scudi. Viene indetto un nuovo censimento per ‘‘fuochi’’ e ‘‘anime’’: i ‘‘fuochi’’ risultano 61 645, con un decremento di circa il 19% rispetto al censimento precedente. Le ‘‘anime’’ sono 230 321.

448

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 454

Cronologia della Sardegna spagnola

1689 1691-93-94 1694-95 1698

1700

1701 1702

1703 1707

1708

1711 1713 1714

1717

Si crea il reggente di cappa e spada che, col reggente di toga, siede nel Supremo Consiglio di Aragona. ` catturata dai barbareschi e l’equipaggio viene Una galea sarda e condotto schiavo ad Algeri. La carestia colpisce le campagne di Iglesias e l’Ogliastra. Si verificano abbondanti raccolti in quasi tutta l’isola. ´ , conte di Montellano, convoca a Cagliari il Parlamento, Il vicere ` l’anno successivo. che si chiudera ` approvato il donativo decennale, che e ` pero ` ridotto a 60 000 E scudi annui. ` i seguenti risultati: Viene indetto un nuovo censimento, che da 66 778 ‘‘fuochi’’ (con un incremento di circa l’8%) e 260 551 ‘‘anime’’ (con un incremento di circa il 13%). ´ de Moncada, duca di San Giovanni, il Viene emanato dal vicere Pregon general in materia di amministrazione della giustizia, di pubblica sicurezza, di agricoltura. Muore Carlo II senza eredi. Gli succede sul trono di Spagna Filippo V, appoggiato dalla Francia. L’imperatore d’Austria appoggia l’arciduca Carlo d’Asburgo. Una flotta inglese tenta, senza successo, di impadronirsi della Sardegna. ` sino al 1714. Si apre la guerra di successione spagnola, che durera In Sardegna si formano due fazioni, una favorevole a Filippo V e l’altra favorevole a Carlo d’Asburgo. Nuovo tentativo di occupazione da parte degli inglesi. Gli austriaci conquistano il Milanese e il Regno di Napoli. Pur senza convocazione del Parlamento, viene prorogato per un triennio il donativo di 60 000 scudi annui. Agosto. Una flotta anglo-olandese bombarda Cagliari. Un reggimento inglese occupa Cagliari senza incontrare resistenza. Il ´ in conte di Sifuentes assume il comando dell’isola come vicere nome di Carlo d’Asburgo. ` pretenMuore l’imperatore Giuseppe II e gli succede Carlo, gia dente al trono di Spagna. ` austriaca sulla Trattato di Utrecht. Viene ratificata la sovranita Sardegna. ` riconosciuto re di Spagna. Trattato di Rastadt. Filippo Ve Viene introdotta in Sardegna la gabella sul tabacco. Tumulti a Sassari. Viene pubblicata a Boulogne l’opera anonima La Sardaigne pa` ranymphe de la paix aux souverains de l’Europe. Il volumetto verra ristampato all’Aia nel 1725. Agosto.-settembre. Il cardinale Alberoni, ministro di Spagna, invia una flotta per riconquistare la Sardegna. Truppe spagnole occupano Cagliari. La Sardegna torna momentaneamente sotto il regime spagnolo.

449

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 455

Cronologia della Sardegna spagnola 1718 1719

1720

` ceduta a Vittorio Ame2 agosto. Trattato di Londra: la Sardegna e deo II di Savoia. Appare a Genova il primo volume della Monarchia Hebrea del cagliaritano Vincenzo Bacallar y Sanna, ambasciatore di Spagna presso la Repubblica di San Giorgio. L’opera esprime il pensiero del diplomatico sardo, teorico del regalismo e dell’assolutismo. ` nominato vicere ´ in nome di 20 maggio. Il barone di Saint Remy e Vittorio Amedeo II.

450

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 456

Cronologia della Sardegna sabauda 5. Cronologia della Sardegna sabauda Piero Sanna Introduzione

Costruire una cronologia della Sardegna sabauda presenta una serie di diffi` : prima fra tutte la difficolta ` di apcolta plicare uno strumento intrinsecamente predisposto a evidenziare eventi, fatti e ` quella della svolte, a una storia com’e Sardegna sette-ottocentesca, che appare invece caratterizzata da lente trasformazioni e insieme da una fonda` ai repentini mutamentale refrattarieta menti della coeva storia politica europea. ` peraltro dimenticare che Non si puo ` generali caratteristiche queste piu della storia dell’isola – la ‘‘lunga du` rata’’ delle strutture e la refrattarieta alle vicende esterne – sono anche le condizioni che hanno consentito di uti` moderna lizzare le costanti dell’eta per ricostruire, attraverso una sorta di lettura a ritroso, la fisionomia della ` per esempio Sardegna medioevale. E con questa formula che John Day arriva a estendere il suo lungo Medioevo sardo fino alle riforme della prima ` dell’Ottocento. La storia della meta Sardegna sabauda presenta indubbia` con mente forti momenti di continuita il periodo spagnolo. Vi sono permanenze ultrasecolari che investono gli stessi elementi costitutivi della so` : cosı` il sistema feudale, il cui cieta lento tramonto fa quasi pensare al ‘‘nuovo servaggio’’ dei paesi dell’Est europeo, determina la storia dell’isola per gran parte del periodo considerato. ` significativo peraltro che il diritto E consuetudinario sardo, che aveva tro` alta espressione nella vato la sua piu Carta de Logu d’Arborea, rimanga in vigore fin quasi all’avvio del riscatto ` per tutto il periodo dei feudi. In realta

sabaudo perfino le istituzioni di vertice e gli apparati di governo del regno ´ immutato il loro conservano pressoche originario impianto spagnolo: il vi´ , i governatori dei due Capi dell’icere sola, il reggente la Reale Cancelleria, l’intendente generale, la Reale Udienza e, a Torino, il Supremo Consiglio di Sardegna al posto del Consiglio d’Aragona. Si sbaglierebbe tuttavia a considerare ` spagnola come una sorta di l’eredita controprova del presunto immobilismo della Sardegna sabauda. A ben vedere, fin dai primi decenni della dominazione piemontese accanto ai persistenti condizionamenti del passato e spesso perfino attraverso la rifunzionalizzazione delle stesse strutture ereditate dalla monarchia spagnola, cominciano a manifestarsi – ancora prevalentemente per via amministrativa – alcune tendenze tipiche dello Stato assoluto: un giurisdizionalismo fermo anche se in parte obbligato; una politica di contenimento dei particolari` di accentramento del smi; una volonta potere nelle mani del sovrano che trova la sua prima espressione nella netta subordinazione e nella stretta di` rezione a cui viene sottoposta l’attivita viceregia. Certamente mancano ancora alla monarchia sabauda quel disegno orga` di nico e quella pronunciata volonta intervento che la caratterizzeranno – come ha lucidamente dimostrato Giuseppe Ricuperati – negli anni del ministero Bogino. Tuttavia gli impulsi che il regno riceve dall’esterno lasciano chiaramente intravedere la portata ` ormai deobiettiva della svolta che si e terminata con il passaggio dell’isola

451

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 457

Cronologia della Sardegna sabauda dal vasto universo della Corona spagnola alla piccola, ma serrata compagine degli stati sabaudi. In questo quadro i ceti dirigenti locali partecipano al potere in modo limitato ` cone subalterno (il Parlamento sara vocato soltanto alla fine del secolo, e in una situazione tutta particolare) mentre si rafforzano gli apparati statali, il governo viceregio e soprattutto, con la nascita del Ministero per gli affari di Sardegna, l’influenza diretta, sulle cose isolane, del governo di Torino. Si continua ancora a discutere sulla portata della esperienza boginiana: alcuni sostengono che le riforme di quegli anni non hanno neppure scalfito la dura scorza della so` sarda, mentre altri contrapponcieta gono il periodo della tensione riformatrice ai periodi precedente e successivo, ritenuti privi di qualsiasi spinta ` talvolta al innovatrice. Il riferimento e periodo spagnolo segnato da un ormai improponibile giudizio liquidatorio, ` attentacosı` come deve essere piu mente rivista la valutazione del regno di Vittorio Amedeo III. Nella cronolo` tentato di ponderare attentagia si e

mente sia il peso delle durate che il significato delle svolte. In questo senso ` stata concepita come un’operaessa e zione tesa a cogliere i diversi muta` menti dell’evoluzione della societa sarda, ma anche come una rilettura e ` d’un punto come una rivalutain piu zione di quegli interventi sia legislativi sia amministrativi che hanno teso a modernizzare e a razionalizzare la vita economico-sociale dell’isola. Di solito per la periodizzazione del ` alla classica Settecento sardo ci si rifa opera di Giuseppe Manno, che fissa alcuni precisi momenti di svolta. ` d’un caso molte datazioni appaIn piu riranno, di poco o talvolta perfino di molto, discordanti da quelle reperibili ` frequentata, nella storiografia piu ` quella ottocentesca (che peraltro e stata sempre messa a frutto). Nel caso di discordanza, bisogna precisare, le date accolte in questa cronologia sono in genere il risultato di riscontri incrociati, spesso eseguiti direttamente sulla documentazione esistente nell’Archivio di Stato di Torino e nell’Archivio di Stato di Cagliari.

Cronologia

1720

19 gennaio. Le nazioni della Quadruplice Alleanza (Inghilterra, Francia, Austria, Province Unite) ripropongono alla Spagna le condizioni del trattato di Londra. I termini sono ultimativi: cade l’ipotesi coltivata a Madrid di staccare la Francia dagli alleati. 26 gennaio. Filippo Vannuncia l’adesione spagnola. 17 febbraio. Pace dell’Aia: il re Cattolico rinuncia alle sue pretese in Italia e si obbliga a restituire la Sardegna all’imperatore d’Au` cederla a Vittorio Amedeo II. stria, che a sua volta dovra 18 marzo. Assistiti dai plenipotenziari delle nazioni mediatrici i rappresentanti di Madrid e di Torino firmano all’Aia il primo atto per l’attuazione del trattato. 8 maggio. A Palermo il marchese de Leide per la Spagna, il conte di Mercy per l’Austria e l’ammiraglio Byng per l’Inghilterra sotto` dello sgombero della Sardegna. scrivono le modalita 20 maggio. Filippo Guglielmo Pallavicino, barone di Saint Remy,

452

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 458

Cronologia della Sardegna sabauda

1721

´ di Sardegna. viene nominato vicere 25 maggio. Il contadore generale Fontana viene inviato nell’isola come primo fiduciario sabaudo. 3 giugno. Un perentorio dispaccio di Filippo V ordina a don Gonzales Chacon y Orillana, ultimo capitano generale di Spagna in `. Sardegna, di evacuare l’isola senza opporre difficolta 13 giugno. Nella prima lettera da Cagliari il contadore Fontana comunica a Torino che fino al suo arrivo i sardi ignoravano che il regno era stato ceduto ai Savoia. 22 giugno. Filippo V ribadisce il diritto di reversione del Regno di Sardegna alla Corona spagnola nel caso venissero a mancare discendenti maschi nella dinastia sabauda. 13 luglio. A Genova Giuseppe dei Medici, principe d’Ottaiano, plenipotenziario dell’imperatore, e il barone Federico Levino di ` del traSchulemburg, inviato da Torino, concertano le modalita sferimento del regno dagli Asburgo ai Savoia. Il commissario austriaco si impegna a tutelare il diritto del re sabaudo a ricevere l’isola con le artiglierie e le munizioni in essa esistenti prima dell’occupazione spagnola del 1717. 17 luglio. Provenienti dalla Sicilia, le prime truppe piemontesi sbarcano a Cagliari. 22 luglio. L’ammiraglio Byng, sollecitato dal governo piemontese a fornire la sua speciale protezione, entra con due vascelli da guerra nella rada di Cagliari. 31 luglio. Arriva a Cagliari con due galere piemontesi il commissario imperiale, principe d’Ottaiano. 4 agosto. Il capitano Chacon consegna l’isola al rappresentante dell’imperatore. 8 agosto. Il luogotenente Luigi Desportes in rappresentanza di Vittorio Amedeo II e il principe d’Ottaiano per Carlo VI d’Asburgo firmano l’atto di cessione. Sono presenti le prime voci degli Stamenti: l’imperatore scioglie i sardi dal giuramento precedentemente prestatogli e il sovrano sabaudo promette di rispettare le leggi del regno. 22 agosto. Dopo un ventennio di lotte intestine il primo pregone viceregio pubblica l’indulto generale concesso dal nuovo sovrano alle popolazioni dell’isola. 2 settembre. In forma solenne nella cattedrale di Cagliari i mem` al nuovo sovrano. Per bri del Parlamento sardo giurano fedelta ´ giura di osservare i privilegi e gli statuti del parte sua il vicere regno. 9 settembre. A Marsiglia infuria la peste: in Sardegna un editto vieta l’attracco ai bastimenti provenienti da porti infetti. 7 gennaio. Il re comunica di voler ridurre il presidio militare dell’isola (all’epoca 2460 uomini). ´ protesta per la paventata riduzione delle 18 febbraio. Il vicere truppe.

453

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 459

Cronologia della Sardegna sabauda

1722

1723

19 febbraio. Il sovrano presenta al papa le candidature per i vescovadi vacanti. Si apre un lungo contenzioso con la Santa Sede: Innocenzo XIII rifiuta di procedere alle nomine e subordina l’applicazione del patronato regio al riconoscimento del diritto d’investitura del pontefice sul Regno di Sardegna. `. 12 marzo. Il re ordina di congelare le spese di sanita ´ replica a Torino e chiede nuove disposizioni 15 aprile. Il vicere `. per la sanita 23 aprile. Il re domanda agli Stamenti la concessione del donativo ordinario nella misura e nella forma adottate sotto le dominazioni precedenti. Il contingente militare dell’isola viene ridotto ` le guarnigioni delle due galere: e ` maggiore di a 2000 uomini, piu ` quello che gli spagnoli vi tenevano in tempo di pace e rimarra ´ stabile fino alla data della fusione. pressoche 12 maggio. Un insetto «che si vuole sia la cavalletta» – scrive il ´ – fa gran danno e, insieme alla siccita ` , fa temere per il vicere raccolto. ` 24 maggio. La notizia portata da alcuni mercanti che la peste si e diffusa ad Antibes e si avvicina a Nizza suscita grande panico. ´: gli Stamenti hanno deliberato 27 luglio. Soddisfazione del vicere di confermare il donativo ordinario di 60 000 scudi annuı` per il triennio in corso. A Cagliari giungono notizie di un raccolto dimezzato: si sospendono le esportazioni. ´ dispone che ogni agricoltore semini due 1 settembre. Il vicere starelli d’orzo per ogni giogo di buoi. 3 settembre. Il sovrano raccomanda cautela nella sospensione ´ individui altri due o delle tratte dei grani e chiede che il vicere tre luoghi, oltre a Cagliari, per farvi svolgere le quarantene. 15 ottobre. Preoccupazione negli ambienti viceregi: con vascelli ` giunta notizia di preparativi per una flotta da maiorchini e guerra in Spagna. 31 dicembre. Vittorio Amedeo II istituisce a Torino il Sacro Supremo Regio Consiglio di Sardegna. 22 aprile. Il giudice della Reale Udienza Francesco Melonda, incaricato di condurre un’inchiesta sull’amministrazione capitolare dei frutti di un beneficio vacante, viene scomunicato per ` locale e personale. aver violato i diritti ecclesiastici di immunita ` soltanto nel 1724, e ` emblemaLa controversia, che si concludera tica delle tensioni in atto tra i poteri ecclesiastici e quelli secolari. ` confermato nella carica di vicere ´ seb15 luglio. Il Saint Remy e bene sia trascorso il tradizionale triennio. 4 agosto.. Il sovrano raccomanda di non adottare alcun provvedimento per introdurre l’italiano in luogo dello spagnolo. 16 novembre. Entra in vigore negli stati di terraferma (ad eccezione che nella Valle d’Aosta e nei territori valdesi) la generale riforma della legislazione che, fortemente voluta da Vittorio

454

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 460

Cronologia della Sardegna sabauda

1724

1725

1726

1727

1728

Amedeo II, segna una tappa decisiva nel processo di unificazione del diritto negli stati sabaudi. 23 maggio. A Genova i ministri di Torino e di Madrid firmano la convenzione in base alla quale il re di Spagna si obbliga a pagare 100 000 scudi a titolo di indennizzo per le artiglierie portate via dall’isola. 17 novembre. Il re smentisce le voci circolate durante il Congresso di Cambrai su una prossima cessione dell’isola a don Carlo di Spagna o alla Corona inglese. 10 febbraio. A Roma la Sacra congregazione dei vescovi e regolari ´ reprimano i rivolge un invito ai vicari capitolari dell’isola perche numerosi abusi invalsi fra i chierici. 30 aprile. Il primo trattato di Vienna, concluso fra Spagna e Austria, riconosce il diritto di reversione dell’isola a favore dei Borboni di Spagna e conferma indirettamente il possesso dei Savoia. Nello stesso anno il tipografo cagliaritano Pietro Borro ristampa la Carta de logu d’Arborea (commenti e glosse del giurista cinquecentesco Girolamo Olives) e i Capitula sive acta curiarum regni Sardiniae, raccolti dal giurista seicentesco Giovanni Dexart. 11 gennaio. Sebbene la Spagna non abbia ancora saldato il debito di guerra, il generale di Castellalfiere viene inviato nell’isola per organizzarvi i lavori di fortificazione, che saranno eseguiti a spese dell’erario regio. 19 maggio. Mutamento di linea sul problema della lingua: il so´ e il gesuita Antonio Falletti studino vrano dispone che il vicere un piano per la diffusione dell’italiano. 11 giugno. Muore all’Aia il cagliaritano Vincenzo Bacallar (era nato nel 1669); marchese di San Filippo e ambasciatore di Fi` l’autore dei Commentarios de la guerra de Espan lippo V, e ˜a e della Monarchia Hebrea. ´ denuncia l’afflusso di moneta calante: quarti 26 agosto. Il vicere di scudo messicani vengono introdotti nel regno dagli appaltatori dei grani, che sono ancora in gran parte spagnoli. 25 ottobre. Dichiarandolo compreso nella bolla di Bonifacio VIII, e con questa formula riconoscendolo finalmente re di Sardegna, Benedetto XIII concede a Vittorio Amedeo II il diritto di patronato sulle chiese sarde e di presentazione dei vescovi dell’isola. 24 maggio. Il governo sabaudo e la Santa Sede concludono il concordato per gli stati di terraferma: delusione a Torino negli am` aperti. bienti intellettuali piu 27 maggio. Nel dar corso alle bolle di nomina dei prelati sardi la Reale Udienza dichiara come non apposte le clausole pregiudi` del regno. zievoli alla liberta ´ di utilizzare le galere per 16 gennaio. Il sovrano consente al vicere azioni di corsa. 8 aprile. Il piemontese Giovanni Battista Lomellini, vescovo di

455

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 461

Cronologia della Sardegna sabauda

1729

1730

1731

Alghero, celebra il sinodo diocesano. Inizia la serie dei sinodi sabaudi. 31 maggio. Il conte Guglielmo Beltramo, reggente la Reale Cancelleria, porta a termine la sua fondamentale Raccolta degli usi ecclesiastici del regno. ´ ordina il censimento del raccolto nei villaggi e 20 giugno. Il vicere convoglia le eccedenze sul mercato della capitale. 5 ottobre. Per far fronte alla grave carestia il sovrano decide di inviare nel regno 100 000 starelli di grano acquistati con somme anticipate dall’erario regio. 18 dicembre. Un pregone contro il banditismo prevede la sospensione dei privilegi di casta per i nobili che favoriscano dei banditi. Nello stesso anno il censimento ordinato per la redistribu` una popolazione di 310 000 abitanti, zione dei carichi fiscali da distribuiti in 82 500 ‘‘fuochi’’. ` ai rei che favoriscano 31 marzo. Un pregone promette l’impunita la cattura dei banditi ricercati per delitti di uguale o maggiore `. gravita 29 luglio. Negli stati sabaudi entra in vigore la raccolta delle Leggi e costituzioni di S.M., riveduta e ampliata rispetto a quella del 1723. ´ comunica che le galere sarde si sono spinte a 31 luglio. Il vicere corseggiare fino alle coste della Barberia. Nello stesso anno in Piemonte il governo sottrae agli ordini religiosi il monopolio dell’istruzione secondaria, chiamandoli a collaborare all’interno di un nuovo e riformato ordinamento scolastico. 21 febbraio. Muore a Roma il cardinale Antonio Pipia, protettore della Corona di Sardegna presso la Santa Sede (era nato a Sene` del secolo precedente). ghe nella seconda meta 14 luglio. A Cagliari muore il dotto canonista Diego Cocco De Haro, cancelliere regio apostolico, curatore di un’importante raccolta di carte reali in materia ecclesiastica. ´ scrive a Torino che gli ecclesiastici condizio5 agosto. Il vicere nano l’operato degli ufficiali di giustizia minacciando pene spirituali. 3 settembre. Vittorio Amedeo II abdica a favore del figlio Carlo Emanuele. 16 marzo. Secondo trattato di Vienna: l’imperatore riconosce i diritti di don Carlos in Italia. 5 maggio. Portando a compimento l’opera paterna Carlo Emanuele III pubblica in Piemonte l’editto di perequazione dei tributi fondiari. 6 agosto. Clemente XII annulla i concordati stipulati col Piemonte dal precedente pontefice. ´ a difendere le prerogative 30 ottobre. Il sovrano invita il vicere regie e a sostenere contemporaneamente il riordinamento della Chiesa sarda.

456

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 462

Cronologia della Sardegna sabauda 1732 1733

1734

1735

1736

1737

1738

1739

15 dicembre. Una carta reale promulga il regolamento del Supremo Consiglio di Sardegna. 1 febbraio. Scompare Augusto II re di Polonia, si apre la guerra di successione polacca. 26 settembre. Col trattato di Torino la Francia promette al Piemonte l’annessione della Lombardia. 11 dicembre. Carlo Emanuele III entra trionfalmente a Milano. Don Carlos conquista il Regno di Napoli e la Sicilia. Piemontesi, francesi e spagnoli sconfiggono gli austriaci a Parma e a Guastalla. 21 maggio. Il Consiglio delle finanze di Torino approva l’appalto delle saline di Cagliari, che dal 1720 erano amministrate in economia diretta. 30 ottobre. Francia e Austria definiscono i preliminari di pace: i ritagli territoriali previsti per il re di Sardegna sono assai modesti. ´, marchese di Rivarolo, inaugura la serie delle grandi Il vicere spedizioni militari disposte per la repressione del banditismo nell’isola. ´ appoggia il progetto di una societa ` francese 17 febbraio. Il vicere per lo sfruttamento delle miniere sarde. 16 agosto. Carlo Emanuele III aderisce ai preliminari di pace. Il tipografo sassarese Giuseppe Centolani pubblica l’Index libri vitae, raccolta di versi religiosi in latino, spagnolo e sardo, di Giovanni Delogu Ibba, rettore di Villanova Monteleone. ´ Marzo. Il marchese di Rivarolo intraprende – primo fra i vicere sabaudi – una visita generale del regno. 1 aprile. Pregone per l’unificazione dei pesi e delle misure. 30 aprile. Pregone per lo sviluppo dell’agricoltura nel dipartimento della Gallura: alcune disposizioni prefigurano i futuri orientamenti della politica agraria sabauda. 31 luglio. Regolamento per le milizie emanato dal Rivarolo: pene severissime sono previste per i reati commessi dalle truppe. ` s Cervellon, marchese della 17 ottobre. Don Bernardino Genove Guardia e barone di Portoscuso, firma il contratto d’infeudazione ` il ducato di San Pietro e Carloforte. che gli fruttera 15 maggio. Un regio editto istituisce le Tappe d’insinuazione per la registrazione degli atti ricevuti dai notai. 24 maggio. Gli abitanti di Tabarca, insediatisi nell’isola di San ` al sovrano di fronte Pietro, fondano Carloforte e giurano fedelta ´ : sara ` , oltre che il primo, uno dei pochi esempi di coloal vicere nizzazione riuscito. 22 novembre. Il Rivarolo invia a Torino la sua relazione della visita nel regno. 1 giugno. La pace generale di Vienna chiude la guerra di successione polacca: il Piemonte acquista i territori di Novara e Tortona.

457

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 463

Cronologia della Sardegna sabauda

1740

1741

1742

1743

1744

1745

` istituito un servizio regolare di posta all’interno del13 luglio. E l’isola. ` diretta dal console svedese Carlo Gustavo 30 luglio. La societa Mandel ottiene il monopolio trentennale dell’estrazione di ogni tipo di minerali nell’isola. 16 dicembre. Federico II invade la Slesia. Si apre la guerra di successione austriaca. Il Piemonte partecipa a fianco dell’Au` alle spese di stria e dell’Inghilterra. La Sardegna contribuira ` donativi straordinari. guerra e fornira 5 gennaio. Il Piemonte stipula nuovi concordati con la Santa Sede. 18 giugno. Le truppe del bey di Tunisi assaltano l’isoletta di Ta` 840 barca di fronte alla costa africana e riducono in schiavitu abitanti. ´ De Blonay prescrive il censimento dei ter6 novembre. Il vicere reni incolti e ripropone l’istituzione spagnola del censore dell’agricoltura. 23 febbraio. A Torino il ministero dell’Interno, a cui fanno capo anche gli affari di Sardegna, passa dal marchese d’Ormea al conte di Saint-Laurent. Si riparano le fortificazioni dell’isola per paura di uno sbarco spagnolo. 12 febbraio. Si mettono in vendita gli uffici d’insinuazione: per quasi un secolo saranno concessi come feudi impropri e soltanto nel 1839 saranno richiamati al demanio regio. ´ di Sardegna da parte del 20 febbraio. Primo dispaccio al vicere conte Giambattista Lorenzo Bogino, che inizia a occuparsi dell’isola come primo segretario del ministero per gli Affari di Guerra e Marina a cui erano uniti anche gli affari economici dell’isola. 13 settembre. Trattato di Worms fra Austria, Inghilterra e Stato sabaudo. Vienna promette ai Savoia alcune zone della Lombar` Piacenza e Finale: si fa balenare l’eventualita ` di un loro dia piu ritorno in Sicilia. Incombe la minaccia della peste di Messina: gli Stamenti concor`. rono alle spese per la sanita 26 agosto. Tramite il suo rappresentante all’Aia, Federico I di Svezia chiede a Carlo Emanuele III di far costruire dei magazzini a Cagliari per agevolare i vascelli svedesi nelle operazioni di ` il concarico del sale. Nello stesso periodo s’istituisce nella citta solato svedese. 30 giugno. Il governo di Torino confisca per rappresaglia i vasti ` termine, a guerra feudi dei baroni spagnoli. Il sequestro avra finita, nel dicembre 1748. ` sarda viene creato il reggimento ‘‘SarSu richiesta della nobilta ` affidato al duca di San Pietro. degna’’: il comando e 3 maggio. L’arcivescovo Giovanni Costantino Falletti celebra il sinodo della diocesi di Cagliari.

458

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 464

Cronologia della Sardegna sabauda

1746

1747

1748

1749

1750

1751

1752

Si registra in Gallura una nuova ondata di massicce repressioni. Fine anno. Francesco Giuseppe conte di Viry, da due anni intendente generale nell’isola, porta a termine la sua Relation histori´ographique du Royaume de Sardaigne et des principales que et ge ˆıles adjacentes. 16 giugno. Una carta reale regolamenta le ‘‘estrazioni dei grani’’: ` le quantita ` esportabili in relaun’apposita commissione stabilira zione al fabbisogno del regno calcolato intorno al milione di starelli. A Torino il sovrano passa per la prima volta in rassegna il ` combattuto ad Acqui, Venreggimento ‘‘Sardegna’’ che aveva gia timiglia e Nizza. Nello stesso mese le truppe austro-sarde vincono la decisiva battaglia di Piacenza. 8 ottobre. Una carta reale disciplina i rifornimenti granari delle `. citta Nel corso dell’anno a Cagliari imperversa il vaiolo. 18 agosto. La pace di Aquisgrana chiude la guerra di successione austriaca: il Piemonte deve rinunciare a Finale, ma estende i suoi confini a est acquisendo i territori dell’Alto Novarese, di Vigevano e di Voghera. 14 agosto. Il sovrano sollecita l’eliminazione degli ultimi ufficiali e servienti del Sant’Uffizio ancora presenti in alcune curie vescovili: tre anni prima anche il Regno di Napoli aveva abolito il suo tribunale del Sant’Uffizio. 16 dicembre. Il duca di San Pietro e il cavalier Bongino presentano il progetto per l’impianto della prima fabbrica di sapone nell’isola. Dopo una battaglia campale nel nord dell’isola presso Chiaramonti, 300 ‘‘malfattori’’ fuggono verso la Corsica e circa 200 muoiono in combattimento o vengono fatti prigionieri. 14 maggio. Finalmente, dopo le insistenti richieste del governo di Torino, il pontefice decide di separare dalla Provincia d’Aragona i sette conventi sardi dei Mercedari. Il primo accordo fra il re sabaudo e il bey di Tunisi permette la liberazione (un cristiano contro due maomettani) di 240 tabarchini che, dopo nove anni di prigionia, si uniscono alla colonia di Carloforte. 16 marzo. In Spagna il governo dei Monti granatici viene accentrato nelle mani del ministro di grazia e giustizia che assume le ´sitos del Reyno. funzioni di Superintendente general de todos los po 10 giugno. Il re approva i patti per la fondazione del villaggio di San Cristoforo, creato nella zona di Montresta, fra Alghero e Bosa, con l’insediamento di 22 famiglie greche provenienti dalla Corsica. ´, le due 20 marzo. In una riunione tenuta a Cagliari presso il vicere sale della Reale Udienza, l’intendente generale e l’avvocato fiscale patrimoniale approvano un importante ‘‘Progetto’’ che in-

459

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 465

Cronologia della Sardegna sabauda

1753 1754

1755

1756

1758

1759

` , convoca il concorso degli ecclesiastici «per la pubblica utilita servazione ed aumento dell’agricoltura» nell’isola. 4 giugno. Nasce a Firenze l’Accademia dei Georgofili. 4 aprile. La stipula dei patti per l’insediamento di una colonia di greco-corsi a Sant’Antioco apre un aspro conflitto fra il governo di Torino e l’arcivescovo di Cagliari che, aspirando alla signoria di quell’isola, contrappone un suo progetto di ripopolamento. A Cagliari, caduta ormai l’idea di aprire un lungo canale fra la ` finalmente inizona di Bonaria e le saline di Molentargius, si da zio alla costruzione di un grande magazzino del sale. 12 aprile. Il Regolamento di Carlo Emanuele III per il governo della Sardegna riordina la normativa sulle magistrature e gli uffici amministrativi del regno: espressione del disegno accentratore ` in vigore fino ai primi decenni del secolo sabaudo, esso restera ` , per oltre mezzo secolo, le coordinate essenziali XIX e offrira all’iniziativa regia, ministeriale e viceregia nell’isola. Nella stessa data viene soppressa la seicentesca Giunta del morbo e `. viene invece istituito il Magistrato di sanita ` pre17 maggio. Il piemontese Luigi Emanuele Del Carretto, gia side del Collegio reale di Superga e ora arcivescovo di Oristano, apre il sinodo della diocesi arborense. 13 luglio. Pasquale Paoli viene eletto ‘‘capo generale della Nazione corsa’’. 29 agosto. Federico II invade la Sassonia: inizia la guerra dei Sette Anni. Per la prima volta dalla guerra di successione spagnola gli spazi italiani non sono direttamente attraversati dal conflitto, che assume invece dimensioni mondiali. 29 settembre. Il conte Bogino chiede di poter disporre di alcune balle di lana sarda per una prova di lavorazione a Biella: a espe` che la lana dell’isola sara ` sempre rimento compiuto stabilira ´ non si trovera ` il modo di allevare le pecore troppo ruvida finche al coperto. 10 ottobre. Il giudice della Reale Udienza Francesco Cadello presenta al conte Bogino il primo progetto per estendere l’istituto del Monte granatico a tutti i villaggi dell’isola. Viene ancora ridotto il numero dei miliziani sardi: i fanti passano da 39 300 (nel 1752) a 22 800, i cavalieri da 8000 a 5900. 13 marzo. Senza intaccare il complesso delle prerogative baronali un editto regio riordina l’amministrazione della giustizia segnando una svolta nella politica legislativa sabauda. 21 marzo. Clemente XIII, assecondando le richieste del sovrano ` ecclesiastiche locali. sabaudo, restringe le immunita 30 agosto. Istituita a Cagliari la cattedra di Chirurgia: a ricoprirla ` chiamato il piemontese Michele Plazza, collegiato dell’Univere ` di Torino. sita 12 settembre. A Torino il conte Bogino riceve l’incarico di dirigere la nuova Segreteria per gli Affari di Sardegna.

460

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 466

Cronologia della Sardegna sabauda 1760 1761

1762

1763

1764

30 luglio. Un nuovo regolamento riordina il servizio di posta, tanto all’interno dell’isola quanto fra questa e la terraferma. ` dei chierici e comu14 gennaio. Clemente XII riordina le attivita nica ai vescovi sardi le nuove disposizioni che, introducendo nel` in vigore in Piemonte e nel Regno di l’isola alcune norme gia Napoli, delimitano a categorie e a casi ben determinati il privile` personale. gio del foro ecclesiastico e dell’immunita ´n para los censores il vicere ´ conte 25 giugno. Nella sua Instrucio Tana di Santena prescrive la formazione dei Monti granatici e fissa uno stipendio per i censori dell’agricoltura. ´ e alla Reale Udienza la 27 luglio. Il sovrano raccomanda al vicere rigorosa applicazione della prerogativa regia dell’exequatur a tutti i provvedimenti della Santa Sede che non siano di carattere strettamente spirituale. 13 novembre. Il piemontese Giuseppe Agostino Delbecchi, ve` tardi arcivescovo di Cagliari), giunge a scovo di Alghero (piu Roma con istruzioni del Bogino per trattare l’attribuzione delle ` di Cagliari rendite di alcune prebende canonicali all’Universita ` di Torino) e ai Seminari e collegi di (sull’esempio dell’Universita chierici. I barbareschi compiono diverse incursioni nei litorali orientali dell’isola. 18 maggio. Su proposta del re, Clemente XIII ripristina la diocesi di Iglesias. 12 luglio. Con la bolla Divinas humanasque scientias Clemente ` di Cagliari e attribuisce XIII approva il rilancio dell’Universita la prebenda di Assemini alle cattedre di Scienze ecclesiastiche. 13 luglio. Due speronare vengono destinate al servizio di posta sulla tratta Porto Torres-Livorno. 15 luglio. La bolla Decet Romanum pontificem sancisce l’assegnazione di diverse prebende a Seminari ecclesiastici. 9 settembre. L’ospedale di Cagliari riceve un nuovo regolamento. 10 settembre. Una carta reale istituisce l’Archivio regio. Nell’autunno la carestia comincia a serpeggiare negli Stati della penisola. ` di 28 giugno. Un regio diploma approva la riforma dell’Universita Cagliari: le nuove ‘‘costituzioni’’ sono modellate su quelle dell’Ateneo torinese. 29 luglio. Per frenare le esportazioni clandestine e i contrabbandi un regio editto ordina che annualmente tutti i ‘‘capi di casa’’ facciano le denunce delle persone e dei grani e legumi, seminati e raccolti. 6 agosto. La squadra navale maltese posta provvisoriamente al ´ approda a Cagliari con tre galeotte tunisine e servizio del vicere 155 prigionieri catturati in un conflitto navale al largo dell’isola. `gne i rappresentanti della RepubNello stesso giorno a Compie blica di Genova e della monarchia francese stipulano una nuova

461

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 467

Cronologia della Sardegna sabauda

1765

1766

1767

convenzione in base alla quale 3000 soldati francesi si uniranno ai genovesi nel presidio delle piazzeforti costiere della Corsica. 13 settembre. Un pregone dell’intendente Vacca ridisegna la mappa dei porti, spiagge e rade abilitati per l’esportazione dei grani dal regno. ´ pubblica il nuovo regolamento per l’ammi30 settembre. Il vicere ` di Cagliari. nistrazione e il riordino dei bilanci della citta 23 gennaio. L’arcivescovo Delbecchi viene nominato visitatore apostolico e riformatore della Provincia degli Osservanti di Ca` di Torino e di Roma gliari: la stretta collaborazione fra le autorita ` all’intervento sul clero regolare. conferisce nuova sistematicita ` di Sassari. 4 luglio. Il sovrano approva la riforma dell’Universita 6 agosto. Clemente XIII dispone che un terzo degli spogli dei vescovi defunti e delle rendite delle prelature vacanti sia devoluto a favore dei Seminari dell’isola. 16 gennaio. Carlo Emanuele III fa pubblicare il nuovo regolamento per la reale amministrazione delle torri: elaborato in ` in vigore fino base a precise direttive del Bogino, esso restera alla abolizione dell’azienda disposta nel 1842. 1 febbraio. Il sovrano detta nuove disposizioni per la lotta al contrabbando e alle ‘‘furtive vendite’’ dei coralli. 8 maggio. Castellaragonese cambia nome: d’ora innanzi, in base a ` Castelsardo. un provvedimento regio, si chiamera 28 luglio. L’atto di transazione fra il fisco regio e la duchessa di Benavente e Gandı´a mette fine alla lunga lite giudiziaria che si era instaurata nel 1741 per il problema della successione nei vasti feudi, in seguito sequestrati, degli Stati d’Oliva: l’Anglona (caso unico nel regno) viene eretta in principato, il Monteacuto in ducato, il Marghine in marchesato, il villaggio di Osilo in contea; lo Stato sabaudo indennizza le due eredi e impegna per iniziative a favore dei vassalli di quei feudi la somma di 10 000 lire annue per venticinque anni. ´ des Hayes riordina mi4 settembre. Un ampio pregone del vicere ` dei Monti granatici, affidando contemponuziosamente l’attivita raneamente la loro amministrazione a un complesso sistema di giunte locali e diocesane, composte da ecclesiastici e secolari, dirette da una giunta generale istituita a Cagliari. In forza del concordato del 1741 anche nel Regno di Napoli i Monti frumentari erano ormai sottoposti a un tribunale misto. 18 settembre. Il granduca di Toscana attua la prima parziale liberalizzazione del commercio dei grani. ` impegnata a combattere la rivolu22 settembre. Mentre Genova e ´ alle truppe a zione corsa, con le istruzioni diramate dal vicere Cagliari entra nella fase operativa il piano per l’occupazione militare dell’arcipelago della Maddalena. 14 ottobre. Un felucone regio con 40 soldati approda a Caprera e ne prende possesso in nome di Carlo Emanuele III. L’anno suc-

462

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 468

Cronologia della Sardegna sabauda

1768

1769

1770

1771

cessivo La Maddalena viene dichiarata piazza marittima di rifornimento. 13 febbraio. Il regolamento dell’ospedale di Cagliari viene esteso agli altri ospedali dell’isola (Sassari, Oristano, Alghero, Bosa, Ozieri). 2 marzo. L’editto «per la moderazione degli interessi del denaro nel Regno di Sardegna» introduce nuove norme contro le usure. 20 marzo. L’editto «per la nuova monetazione» riordina le monete del regno stabilendone peso, titolo e valore e fissandone il cambio con le monete degli altri Stati. 15 maggio. Il trattato di Versailles sancisce la cessione della Corsica alla Francia. 8 maggio. La battaglia di Pontenovo (tra Bastia e Corte) segna la definitiva sconfitta della rivoluzione paolina. 21 settembre. Sollecitato dal governo di Torino, il pontefice adotta nuovi provvedimenti per la Chiesa sarda e li comunica ai prelati dell’isola con le encicliche Inter multiplices e Decet quam maxime: la prima rivaluta la congrua dei parroci e punta a ristabilire l’autonomia delle chiese parrocchiali, la seconda riordina la delicata materia dei tributi e delle tasse spettanti agli ecclesiastici. 29 novembre. Il capitano Porcile, il reggente la Reale Cancelleria e i rappresentanti dell’Ordine mauriziano sottoscrivono i capitoli per il secondo tentativo di colonizzazione dell’isola di Sant’Antioco, il cui dominio utile era passato con una transazione del 1758 dalla mitra di Iglesias all’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. 9 dicembre. Speciali agevolazioni vengono concesse alla Reale stamperia di Torino per impiantare una tipografia nell’isola. `» – in li15 gennaio. L’editto sulle «disposizioni d’ultima volonta nea con la normativa da tempo in vigore negli stati di terraferma – restringe gli spazi di applicazione dell’antico istituto del fedecommesso. 18 aprile. Il ministro Bogino propone il dottor Giuseppe Cossu per l’incarico di censore generale dei Monti granatici. ´, conte d’Hallot des Hayes, conclude la sua vi2 giugno. Il vicere sita generale del regno che, preparata e sollecitata dal Bogino, era iniziata il 3 marzo dello stesso anno. 30 agosto. Vengono estese all’isola le norme che nel 1723 erano state emanate in materia di giurisdizione commerciale per gli stati di terraferma: a Cagliari e a Sassari vengono istituiti i consolati. Nello stesso anno negli stati sabaudi viene promulgato il nuovo testo delle Leggi e costituzioni di S.M., che entra in vigore ` del anche nei territori continentali acquistati nella prima meta secolo. 19 febbraio. Il Collegio dei Nobili di Cagliari riceve un nuovo regolamento. 10 luglio. Vengono pubblicate le Istruzioni generali a tutti li censori

463

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 469

Cronologia della Sardegna sabauda

1772

1773

1774

del regno, che, pensate ed elaborate dal dottor Giuseppe Cossu come una sorta di testo unico della legislazione agraria, prefigurano un sistema di governo delle campagne tutto imperniato sulla figura del censore. Il provvedimento suscita una dura reazione del Bogino, che il 18 settembre ne ordina la sospensione. 17 agosto. Una scossa di terremoto avvertita nelle prime ore della ` di Cagliari. notte diffonde il panico nella citta 24 settembre. Un editto istituisce i consigli comunitativi nei vil` e abroga le Istruzioni laggi, riforma i consigli civici delle citta generali del 10 luglio in tutte le parti incompatibili con esso. I feudatari, ritenendo che l’editto violi i loro privilegi di giurisdizione, non esiteranno a rivolgersi alla Corona spagnola. 26 settembre. Il re chiede ai vescovi sardi di impedire l’ammissione ai monasteri di fanciulle con meno di sette anni. ´ , conte Tana, ordina un’indagine sulle terre 5 ottobre. Il vicere ` di Sassari. coltivabili della Nurra, feudo della citta 19 dicembre. Carlo Emanuele III decreta l’abolizione della feuda` in Savoia. lita 19 maggio. Vengono trasmessi alla corte di Torino i risultati dell’indagine compiuta a Cagliari sui privilegi e sui rifornimenti ` regie dell’isola. annonari delle sette citta 22 giugno. Sollecitato dai feudatari dell’isola l’ambasciatore di Spagna a Torino protesta per le restrizioni sui fedecommessi che modificando le leggi del regno violano i patti di Vienna. Nello stesso mese una flotta di 28 navi barbaresche incrocia nel golfo di Cagliari predando diversi battelli. Nello stesso anno escono a Cagliari i primi due libri del poemetto in esametri De sardoa intemperie del giovane gesuita e latinista sardo Francesco Carboni. 20 febbraio. Muore Carlo Emanuele III, gli succede il figlio Vittorio Amedeo. 26 febbraio. Il nuovo sovrano congeda il ministro Bogino e affida al nuovo segretario di gabinetto, cavalier Chiavarina, la reggenza della Segreteria di Guerra con l’incarico di seguire provvisoriamente gli affari di Sardegna. 21 luglio. Il breve pontificio Dominus ac redemptor meus decreta `. lo scioglimento della Compagnia di Gesu ´ e la Reale Udienza nel 12 ottobre. Il sovrano ordina che il vicere concedere l’exequatur ai provvedimenti di scioglimento della ` escludano le parti relative alla destinazione Compagnia di Gesu dei beni patrimoniali e alla giurisdizione ordinaria dei vescovi, per le quali si riserva di dare proprie disposizioni. 1 gennaio. Muore a Cagliari il gesuita piemontese Giovanni Battista Vassallo (era nato a Dogliani, presso Saluzzo, nel 1691 e nel ` ottenuto 1726 era stato inviato in Sardegna, nonostante avesse gia di partire per le colonie portoghesi del Paraguay). Predicatore di grande fama, apparteneva a quella pattuglia di religiosi conti-

464

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 470

Cronologia della Sardegna sabauda

1775

1776

1777

1778 1779

1780

` degli anni Venti erano stati spenentali che nella seconda meta diti nell’isola per contribuire alla diffusione dell’italiano. 16 agosto. Il re approva l’atto con cui vengono riscattate dall’in´ , della Reale Cancelleria e feudazione le scrivanie del vicere della Reale Udienza: a compenso dei proventi perduti il loro titolare, don Pietro Ripoll, ottiene in feudo diversi villaggi e peschiere. Il gesuita comasco Francesco Cetti, docente di Matematica all’U` di Sassari, pubblica a Sassari il primo volume della sua niversita Storia naturale della Sardegna. 24 aprile. A nome dei baroni dell’isola, il marchese di Laconi consegna al governo di Torino un’articolata rappresentanza in ` feudale e il ritorno alla situacui chiede il ripristino dell’autorita `. zione precedente all’editto sui consigli di comunita 27 aprile. Accogliendo alcune istanze dei feudatari il sovrano apporta significative modifiche all’editto sui consigli comunitativi. 6 giugno. Negli stati di terraferma il Regolamento dei pubblici, che ` in vigore fino al 1848, completa la riforma delle amminirimarra strazioni locali realizzata con gli editti del 1733 e del 1738. 24 agosto. In Toscana il granduca Pietro Leopoldo abolisce l’annona ed estende il libero commercio dei grani. Si conclude a Cagliari la pubblicazione degli Editti e pregoni, raccolti e tradotti in italiano dal giurista Pietro Sanna Lecca, reggente di toga nel Supremo Consiglio di Sardegna. ´ rende noti i quantitativi di grano di scrutinio 30 luglio. Il vicere ` di Cagliari per il che i villaggi sono tenuti a inviare alla citta rifornimento dell’annona. Viene pubblicato a Torino il Rifiorimento della Sardegna, del gesuita piemontese Francesco Gemelli, che era stato professore di ` di Sassari dal 1768 al 1771. Eloquenza all’Universita 3 aprile. Un manifesto del Magistrato sopra gli Studi informa che ` stata istituita una classe di Matematica presso la Facolta ` di e ` di Cagliari. Filosofia dell’Universita Esce a Cagliari la Storia della Sardegna di Michele Antonio Ga` segretario del vicere ´ a Cagliari dal 1748 al 1754): e ` la zano (gia prima storia della Sardegna scritta da un piemontese. ´ emana un pregone sulla censura dei libri. 5 febbraio. Il vicere 2 ottobre. Un biglietto regio riconosce l’istituzione della diocesi di Galtelly, disposta dal pontefice, con sede episcopale a Nuoro: prosegue l’azione di ripristino delle antiche diocesi soppresse dopo il tracollo demografico del secolo XIV. Nello stesso anno la Reale stamperia di Cagliari pubblica Le piante, poema in ottave dell’algherese Domenico Simon, e Il tesoro di Sardegna ne’ bachi e gelsi (Su tesoru de sa Sardigna), in sardo campidanese, con traduzione italiana a fronte, dell’ex gesuita Antonio Purqueddu. 23 aprile. Scoppia a Sassari una sollevazione popolare per la mancanza di pane e di viveri: la folla saccheggia i magazzini della

465

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 471

Cronologia della Sardegna sabauda

1781

1782

1783

1784

Frumentaria e assalta il Palazzo civico bruciandone gli archivi. Il `, il marchese nizzardo Allı` di Maccarani, governatore della citta ` sostituito per compartecipe delle speculazioni sui grani, verra ordine regio; l’inchiesta, affidata all’intendente generale e a ` con la condanna due giudici della Reale Udienza, si concludera a morte dei capi della sommossa. ´ 22 agosto. La riforma dei Monti, ideata e progettata dal vicere Lascaris e dal censore generale Giuseppe Cossu, dispone che in ogni villaggio, con i fondi eccedenti la dotazione del Monte frumentario e con le prestazioni di lavoro gratuito delle roadı`e, sorga un Monte di soccorso in denaro destinato a prestiti all’1,5% per acquisto di buoi e attrezzi da lavoro. 20 settembre. Un editto ordina la prima emissione di biglietti di credito verso le regie finanze: sono previsti 30 000 titoli per 300 000 lire sarde. Nello stesso anno una gravissima carestia colpisce i Campidani: l’arcivescovo di Oristano, Giacomo Tommaso Astesan, e il vescovo di Ales, il sassarese Giuseppe Maria Pilo, sono al centro dell’azione di soccorso. Vengono stampate, a Napoli, l’Agricoltura di Sardegna, opera agronomica del proprietario terriero sassarese Andrea Manca dell’Arca e, a Lipsia, le Nachrichten aus Sardinien del pastore protestante tedesco Joseph Fuos. `) 12 ottobre. Il Monte nummario di Cagliari (poi Monte di pieta riceve un nuovo regolamento modellato sul Monte San Paolo di Torino. 17 ottobre. Nel Regno di Napoli Ferdinando di Borbone riordina i Monti granatici e istituisce la Colonna frumentaria o Monte frumentario generale. In Spagna viene pubblicata una raccolta delle principali disposi´sitos del zioni date dal Superintendente general de todos los po Reyno. A Sassari il tipografo Giuseppe Piattoli ristampa la raccolta di Leyes y pragmaticas reales del Reyno de Serden ˜ a pubblicata a Napoli nel 1640 da Francesco Angelo de Vico. 9 aprile. Un breve pontificio dispone che ai nuovi vescovi siano riservati i due terzi dei frutti delle mitre vacanti. 29 ottobre. Istituzione della Giunta ponti e strade incaricata del ` nell’isola. miglioramento della viabilita Viene pubblicato a Cagliari il Ripulimento della lingua sarda dell’ex gesuita ozierese Matteo Madao. Secondo il nuovo censimento ` intanto passata a 436 700 abitanti. la popolazione dell’isola e 30 ottobre. Nasce a Torino la Reale Accademia delle Scienze. ` Giuseppe Angelo SaPrincipale protagonista dell’iniziativa e luzzo, vivace intellettuale e funzionario della monarchia sabauda. Nello stesso anno il tipografo J.G. Muller stampa a Lipsia la traduzione tedesca della Storia naturale del Cetti. ´ di appoggiare 23 giugno. La segreteria di Stato ordina al vicere

466

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 472

Cronologia della Sardegna sabauda

1786

1787

1788

1789

1790

con le truppe l’esazione dei diritti baronali. D’ora in poi l’inter` una covento armato durante la riscossione dei tributi diverra stante della politica viceregia nell’isola. 5 settembre. Su proposta del ministro Acton il nobile cagliaritano Girolamo Bologna viene nominato viceammiraglio della flotta napoletana. Mentre un progetto francese ipotizza uno scambio fra la Sardegna e la Corsica, un memoriale ispirato dalla corte di Torino e fatto pervenire alla diplomazia di Vienna prospetta la cessione della Sardegna in cambio di alcuni territori della pianura padana. ´ fa pubblicare un nuovo ‘‘catalogo 25 febbraio. A Cagliari il vicere generale dei banditi’’, tipico provvedimento di polizia adottato ` sabauda per censire e denunciare, villaggio per villaggio, nell’eta ‘‘discoli’’ e latitanti. ´ adotta nuovi provvedimenti per prevenire la 7 luglio. Il vicere diffusione del «contagio esistente in Barberia». ` d’incorag19 ottobre. Un biglietto regio insiste sull’opportunita giare nell’isola la coltura dei gelsi e dei bachi da seta. La Reale stamperia di Cagliari pubblica il Discorso georgico indicante i vantaggi che si possono ricavare dalle pecore sarde del censore generale Giuseppe Cossu. ´ accorda particolari incentivi per la coltiva29 gennaio. Il vicere ` la zione dei gelsi (nello stesso anno Giuseppe Cossu pubblichera Moriografia sarda ossia catechismo gelsario). ´ riordina le disposizioni «riguardanti le felu24 maggio. Il vicere che pescatrici di corallo». 5 maggio. A Versailles si riuniscono gli Stati generali. 8 luglio. Le buone notizie sull’andamento del raccolto consentono di autorizzare l’esportazione dall’isola di 100 000 ettolitri di frumento. 21 luglio. Guidati dal parroco, gli abitanti di Thiesi, importante villaggio del Capo Settentrionale, si ribellano al feudatario don Antonio Manca duca dell’Asinara. Agosto. Donigala e Solanas, villaggi del Campidano Maggiore, infeudati al marchese d’Arcais, si rifiutano di pagare i tributi. I soldati sono costretti a ritirarsi, ma i promotori della ribellione saranno condannati alla galera. 4 novembre. Il nobile Giovanni Maria Angioy, dinamico imprenditore, magistrato della Reale Udienza e docente di Pandette all’U` di Cagliari, trasmette a Torino una relazione sulle posniversita ` della coltura del cotone nell’isola. sibilita 30 novembre. Una circolare viceregia incoraggia la coltivazione del cotone. Giuseppe Cossu pubblica l’Istituzione olearia e la Seriografia sarda ossia catechismo del filugello. 9 febbraio. Il governo di Torino cerca di potenziare il patrimonio

467

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 473

Cronologia della Sardegna sabauda

1792

1793

zootecnico dell’isola alleggerendo i vincoli amministrativi sul mercato delle carni e del bestiame. 11 agosto. Il ministro Graneri rinuncia al progetto di fondare a ` di agricoltura simile alla Reale Accademia Cagliari una societa d’agricoltura operante a Torino. 1 dicembre. Un editto rinnova la proibizione dei giochi d’azzardo. 24 agosto. I sindaci di 31 villaggi di Parte Monti, Usellus e Mar´ per l’esosita ` dei tributi pretesi dal feumilla ricorrono al vicere datario, lo spagnolo marchese di Quirra. 30 ottobre. Con lettere pastorali gli arcivescovi di Cagliari e di Sassari esortano i fedeli a combattere le idee francesi. 19 novembre. A Parigi la Convenzione approva l’unione dei territori occupati: Nizza e la Savoia, oltre al Belgio e alla Renania tedesca, sono annesse alla Repubblica francese. 29 dicembre. Il console francese a Cagliari Alphonse Guys viene espulso dall’isola. Nello stesso giorno 7 navi francesi compaiono nella rada di Cagliari. 3 gennaio. Vittorio Filippo Melano, arcivescovo di Cagliari, offre 10 000 scudi e gli argenti delle chiese per la difesa dell’isola. 8 gennaio. Le truppe francesi occupano l’isola di San Pietro e vi ` repubblicana. Al seguito delle innalzano l’albero della liberta armate francesi giunge anche Filippo Buonarroti, che ispirandosi ai modelli russoviani redige una costituzione per ‘‘l’isola `’’. della liberta ` e popolo cagliaritano partecipano alla 22 gennaio. Clero, autorita solenne processione indetta per invocare la protezione di Sant’Efisio contro il pericolo francese. Nello stesso giorno una squadra navale francese composta da 11 vascelli, 6 fregate e 3 corvette e comandata dal contrammiraglio Truguet compare al largo di Cagliari. 28 gennaio. Cagliari viene bombardata per sei ore di fila. La pioggia di proiettili (40 colpi al minuto) fa solo 5 vittime e pochi danni. 16 febbraio. I francesi, che nei giorni precedenti erano riusciti a sbarcare a Quartu, vicino a Cagliari, vengono respinti dai miliziani sardi che, sotto il comando di Girolamo Pitzolo, li costringono a una fuga disordinata. Lo scontro si risolve in un eccidio ai danni dei numerosi invasori che non fanno in tempo a reimbarcarsi. 25 febbraio. L’impresa francese fallisce anche alla Maddalena, ` organizzata da Domenico Millelire: la formazione dove la difesa e francese, in cui il giovane Napoleone Bonaparte comanda l’artiglieria dei battaglioni volontari di Corsica, rinuncia allo sbarco e abbandona le acque dell’arcipelago. 29 aprile. Gli Stamenti concordano su cinque fondamentali richieste al re e decidono di inviare una deputazione a Torino. Ne faranno parte l’avvocato Girolamo Pitzolo e il giurista Domenico

468

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 474

Cronologia della Sardegna sabauda

1794

Simon per il braccio militare, il canonico Sisternes e il vescovo di Ales Michele Aymerich per il braccio ecclesiastico, gli avvocati Sircana di Sassari e Ramasso di Cagliari per il braccio reale. 25-26 maggio. Gli spagnoli, sopraggiunti nei mari della Sardegna con una flotta di 23 navi e 6 fregate, sbarcano a Carloforte. L’isola di San Pietro viene restituita ai Savoia. 3 dicembre. Da Torino il ministro Graneri, preoccupato per le agitazioni che hanno investito numerosi villaggi, suggerisce al ´ di «frenare in qualche modo» le prepotenze dei feudatari. vicere 1 aprile. Il sovrano decide sulle Cinque domande degli Stamenti: accolta quella per un Consiglio di Stato, le altre vengono sostanzialmente respinte. 28 aprile. A Cagliari l’arresto dei prestigiosi avvocati Vincenzo Cabras e Bernardo Pintor scatena la sollevazione antipiemon´ si rifugia nel palazzo arcivescovile. La Reale tese. Il vicere Udienza, riunita in seduta permanente, assume il governo del regno. ´ e i 514 piemontesi, savoiardi e nizzardi arre7 maggio. Il vicere stati nei giorni precedenti vengono costretti a imbarcarsi e sono cacciati dall’isola a furor di popolo. Nei giorni successivi Alghero e Sassari seguiranno l’esempio della capitale. 20 maggio. Di ritorno da Torino arrivano in Sardegna i deputati Pitzolo e Sircana. Girolamo Pitzolo, accolto a Cagliari come padre della patria, loda il re, ma si scaglia contro i collaboratori del ´ Balbiano e soprattutto contro il ministro Graneri, che si vicere ` nei giorni successivi, mentre il suo allontanamento e ` dimettera chiesto anche dagli Stamenti. 25 giugno. Il re approva l’istituzione della terza sala della Reale ` assumere le funzioni del Consiglio di Stato Udienza, che dovra invocato dagli Stamenti. 8 luglio. Rinnovando la promessa di amnistia per i fatti del 28 aprile, il sovrano raccomanda ai sardi di riservare un’adeguata ´, il marchese Filippo Vivalda. accoglienza al suo nuovo vicere 22 luglio. Il re accetta l’istanza della convocazione delle Corti e concede ai sardi il privilegio di nomina a tutti gli impieghi subalterni. Alcuni sardi, intanto, sono stati chiamati a ricoprire importanti cariche rimaste vacanti dopo la sollevazione antipiemon` nominato intendente generale, Gavino tese: Girolamo Pitzolo e Cocco reggente la Reale Cancelleria, Antioco Santuccio governatore di Sassari e il marchese Gavino Paliaccio della Planargia generale delle armi e governatore di Cagliari. 15 agosto. Tumulti a Oristano per la mancanza di pane e viveri: ` era avvenuto per le analoghe agitazioni di Iglesias e come gia ` ristabilito con l’intervento delle truppe, inBosa, l’ordine sara viate, questa volta, dalla Reale Udienza. ´ Vivalda e il generale Paliaccio arrivano a 6 settembre. Il vicere Cagliari e prendono possesso delle loro cariche.

469

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 475

Cronologia della Sardegna sabauda 1795

31 marzo. Nei sobborghi di Cagliari scoppia un tumulto per la ´ riceve i manifestanti e mancata distribuzione del pane. Il vicere promette di destituire alcuni consiglieri civici. 2 luglio. Il generale Paliaccio ordina di puntare i cannoni del Castello sui turbolenti sobborghi di Cagliari. 6 luglio. Gli Stamenti chiedono l’arresto dell’intendente Pitzolo e ´ prende tempo, ma il Pitzolo, fatto del generale Paliaccio. Il vicere prigioniero dai manifestanti, viene ucciso durante il trasferimento in carcere. 22 luglio. Le carte sequestrate al generale Paliaccio vengono lette pubblicamente negli Stamenti, suscitando grandissima emozione: poche ore dopo il generale Paliaccio, trascinato fuori dalla ` carcerato, viene trucidato sulla via. torre dell’Elefante dove e 8 agosto. Le aspirazioni secessionistiche dei feudatari del Capo di sopra diventano esplicite: a Sassari il clero con l’arcivescovo, i nobili capeggiati dal duca dell’Asinara e i consiglieri civici approvano un memoriale da inviare a Torino in cui accusano il vi´ di essersi fatto irresponsabile strumento degli Stamenti orcere mai in preda al disordine e alla rivoluzione. ´ invita i sindaci dei villaggi infeudati a rivol10 agosto. Il vicere ` per avere giustizia contro gli gersi direttamente alla sua autorita abusi dei feudatari. 13 agosto. Esce a Cagliari il primo numero del ‘‘Giornale di Sardegna’’, portavoce dei gruppi progressisti degli Stamenti. 29 agosto. Il sovrano autorizza il governatore di Sassari a sospendere l’esecuzione degli ordini vicereali qualora gli sembrino contrari al pubblico bene. 18 settembre. Baroni ed ecclesiastici di Sassari chiedono al re la perfetta separazione dei due Capi dell’isola e la concessione di truppe da opporre, eventualmente, alla capitale. 25 settembre. I feudatari residenti a Cagliari, nel dichiarare sospesi tutti i diritti feudali che siano oggetto di ragionevoli controversie, invitano i vassalli a solidarizzare con la capitale. 28 settembre. Gli Stamenti fanno stampare un nuovo memoriale: ` consegnarlo al sovrano l’arcivescovo di Cagliari a cui e ` dovra stata affidata la delicata missione di chiedere alla corte di Torino, insieme alla pacificazione con l’isola, il pieno accoglimento delle «cinque domande» presentate dalla deputazione del 1793. 24 novembre. Nel Capo di sopra i villaggi di Thiesi, Bessude, Borutta e Cheremule stipulano uno ‘‘strumento d’unione’’: le 113 persone che lo firmano invocano il riscatto dei feudi, si obbligano a impedire la nomina degli agenti baronali e giurano «di non ` alcun feudatario». L’esempio viene subito sericonoscere piu guito da altri villaggi. 7 dicembre. Proveniente da Roma dove ha ottenuto la mediazione di Pio VI, l’arcivescovo di Cagliari giunge a Torino per presentare al sovrano le istanze dei sardi.

470

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 476

Cronologia della Sardegna sabauda

1796

29 dicembre. Un esercito di 13 000 contadini, guidati da Gioachino Mundula e da Francesco Cillocco, assedia ed espugna Sassari. ´, 13 febbraio. Giovanni Maria Angioy, nominato Alternos del vicere parte da Cagliari per sedare la ribellione antifeudale del Capo di sopra. 28 febbraio. Con 1000 cavalieri e con un foltissimo seguito di contadini l’Alternos entra trionfalmente a Sassari. 2 marzo. Scoppia a Sorso una sommossa antibaronale. 17 marzo. Circa 850 persone sottoscrivono lo ‘‘strumento d’unione’’ stipulato dai villaggi di Ittiri e Uri. ` rurali del Capo di sopra si alleano 19 marzo. Quaranta comunita contro i feudatari. 28 aprile. Napoleone Bonaparte e Vittorio Amedeo III firmano l’armistizio di Cherasco: cadono le speranze di un intervento francese in Sardegna. 15 maggio. Le truppe napoleoniche dilagano nella pianura padana e occupano Milano. 2 giugno. L’Alternos parte alla volta di Cagliari con il suo ‘‘esercito’’ antifeudale. 8 giugno. Vittorio Amedeo III accoglie le domande degli Stamenti e convoca il Parlamento. 9 giugno. Da Oristano l’Alternos propone agli Stamenti di chiedere alla Repubblica francese di farsi interprete presso il governo di Torino del malessere del Capo settentrionale. Nello ´ Vivalda, che col consenso degli Stamenti stesso giorno il vicere ha destituito l’Alternos, invia contro di lui una colonna di 2500 cavalieri. 12 giugno. Rivolta a Oristano: Giovanni Maria Angioy, isolato e ` costretto a rifugiarsi a Sasinseguito dalle truppe cagliaritane, e ` per Livorno. sari da dove s’imbarchera ´ pubblica l’indulto 20 giugno. Su istanza degli Stamenti il vicere generale. Il provvedimento esclude i capi del movimento, sui quali continua a pendere la taglia stabilita il 9 giugno. 11 agosto. Nonostante la fine dei moti alcuni villaggi trovano ancora la forza di ribellarsi ai feudatari: i vassalli di Tissi, Ossi e Usini insorgono rifiutando di pagare i diritti feudali. Il giorno successivo anche la popolazione di Osilo scende in lotta. Le truppe ristabiliranno dappertutto l’ordine feudale. 23 settembre. A Sassari il giudice della Reale Udienza Giuseppe Valentino, incaricato di dirigere i processi contro il partito angioiano, fa eseguire l’impiccagione (con decapitazione del cadavere ed esposizione della testa mozza) dell’avvocato sassarese ` la prima delle esecuzioni Gavino Fadda, seguace di Angioy: e ordinate ed eseguite fra il 1796 e il 1797 in aperta violazione dell’amnistia prevista dal trattato di pace tra la Francia e il Regno di Sardegna.

471

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 477

Cronologia della Sardegna sabauda

1797

1798

1799

16 ottobre. Muore Vittorio Amedeo III, gli succede il figlio Carlo Emanuele IV. 7 dicembre. Angioy giunge a Torino confidando di poter giustificare il proprio operato di fronte al re. Viene stampato alla macchia in Corsica l’inno Su patriottu sardu a sos feudatarios, composto dal cavaliere ozierese Francesco Ignazio Mannu. 5 aprile. Trattato di alleanza tra Piemonte e Francia: il re sa` nel corso delle trattative aveva autorizzato un’ebaudo, che gia ventuale cessione della Sardegna, concede alla Repubblica francese le isole di San Pietro e Sant’Antioco. 26 settembre. Angioy, fuggito da Casale a Genova, rinnova la sua richiesta di giustizia al sovrano sabaudo. Di lı` a pochi mesi, per` per Parigi. duta ogni speranza, partira 17 ottobre. Pace di Campoformio: Napoleone cede all’Austria il Veneto fino all’Adige e ottiene il riconoscimento della Repubblica cisalpina. 2 settembre. Circa 1000 pirati tunisini, arrivati nell’isola di San Pietro con due sciabecchi, due polacche e una galeotta, colgono di sorpresa gli abitanti di Carloforte e ripartono con 830 prigionieri. 8 dicembre. Carlo Emanuele IV firma la resa: rinuncia alla regia ` sui sudditi del Piemonte e si appresta a lasciare Torino. potesta 31 dicembre. A Cagliari i tre rappresentanti eletti dagli Stamenti partono per Livorno per invitare il sovrano a trasferirsi nell’isola: in caso di guerra con la Francia la missione prevede che i tre deputati prendano contatto con l’ammiraglio Nelson per chiedergli protezione. Domenico Alberto Azuni pubblica a Parigi l’Essai sur l’histoire ´ographique politique et naturelle du Royaume de Sardaigne. ge 1 gennaio. Il console francese a Cagliari, Jean Franc ¸ois Coffin, temendo un’occupazione inglese, lascia clandestinamente l’isola. 3 marzo. Arrivano a Cagliari su 7 navi scortate da una nave da guerra inglese il re e la famiglia reale: entusiastiche accoglienze. 6 marzo. Il sovrano promulga l’amnistia per i reati politici e grazia gli imputati di delitti comuni. 26 maggio. Le truppe austriache entrano vittoriose a Torino. 5 giugno. Un editto fissa la ripartizione del contributo straordinario di 165 000 scudi approvato dagli Stamenti per concorrere alle spese eccezionali per la permanenza della corte nell’isola. 20 giugno. Corso forzoso dei biglietti di credito. La Regia Segreteria di Stato comunica l’avvio di un’indagine per individuare e abolire le prestazioni feudali illegittime. 28 agosto. In una solenne ‘‘rappresentanza’’ gli Stamenti fanno ` e di ubbidienza al sovrano e, rinunciando alle conatto di umilta cessioni ottenute, chiedono al re l’autorizzazione a riunirsi nel

472

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 478

Cronologia della Sardegna sabauda

1800

1801

` decennio di sospensione delle Corti e la deroga alla esclusivita ` di concorrere delle cariche in cambio di un’astratta possibilita agli impieghi negli stati di terraferma. 9 settembre. Carlo Felice, governatore di Cagliari e generale delle armi, offre una taglia di 500 scudi per la cattura del ‘‘tribuno’’ cagliaritano Vincenzo Sulis, accusato di aver progettato una congiura antimonarchica. 18 settembre. Il sovrano crea la commissione, preannunciata nella circolare del 28 giugno, per l’indagine sugli abusi feudali. 19 settembre. Carlo Emanuele IV parte da Cagliari a bordo di una nave inglese con l’obiettivo di riprendere possesso degli stati di terraferma. 9 novembre. Colpo di stato del 18 brumaio in Francia. Fine marzo. Il governo sabaudo, provvisoriamente stabilitosi a Firenze, chiede l’intervento dell’armata inglese per difendere l’isola dall’imminente pericolo di una invasione franco-corsa. 25 maggio. Al termine di un processo svoltosi in un clima di ter` condannato al carcere a vita e rinchiuso rore, Vincenzo Sulis e ` soltanto nel 1820. nella torre dello Sperone ad Alghero. Ne uscira 10 giugno. Minacciata dall’avanzata delle truppe francesi la corte ` a Napoli, dopo diversi trasfesabauda lascia Firenze: s’insediera rimenti, verso la fine di novembre. In Sardegna Carlo Felice riceve i pieni poteri. 16 giugno. La vittoria di Marengo riporta il Piemonte sotto il potere di Napoleone. 2 agosto. Un pregone viceregio, poi ratificato dal sovrano, alleg` gravose prestazioni feudali. gerisce o abolisce alcune delle piu ´ il raccolto si riveli particolarmente scarso, la 3 settembre. Benche Giunta generale, di fronte alle crescenti esigenze finanziarie del regno, dispone che i Monti frumentari e quelli nummari anticipino all’erario rispettivamente un settimo e un decimo delle loro dotazioni. 23 settembre. A Thiesi i vassalli del duca dell’Asinara insorgono contro gli abusi e le vessazioni del loro signore. 6 ottobre. Le truppe regie stroncano la rivolta antibaronale di Thiesi: dopo un aspro combattimento (16 contadini e 2 militari uccisi) i soldati mettono a ferro e fuoco il paese. Nei giorni successivi, dopo un’analoga sommossa antibaronale, gli abitanti di Santulussurgiu eviteranno, all’arrivo delle truppe, il saccheggio `. del paese facendo atto di sottomissione all’autorita 7 febbraio. Tutti i villaggi dell’isola vengono chiamati a ricostituire i fondi dei Monti con prestazioni collettive di lavoro gratuito. 14 aprile. Prime disposizioni tendenti a ristabilire nell’isola un `. nucleo della Compagnia di Gesu 29 luglio. Nuove, pesanti contribuzioni vengono imposte ai Monti granatici e nummari.

473

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 479

Cronologia della Sardegna sabauda 1802

1803

1804

Maggio. Fallisce la prima spedizione in Gallura organizzata da Francesco Cillocco e Francesco Sanna-Corda, fuorusciti angioiani in Corsica. 3 giugno. Carlo Emanuele IV abdica a favore del fratello Vittorio Emanuele, duca d’Aosta. 18 giugno. Un proclama del conte di Moriana, governatore del Capo settentrionale, esorta i sardi alla difesa del trono e promette grosse taglie per la cattura di Cillocco e Sanna-Corda, la ` di nuovo segnalata in Gallura. Nello stesso giorno cui presenza e Sanna-Corda viene ucciso sotto la torre di Longonsardo in un ` catturato successivamente. Saconflitto a fuoco. Cillocco verra ranno tutti processati sommariamente e impiccati. Nello stesso anno esce a Parigi, e a Strasburgo in edizione tedesca, l’Historie ´ographique, politique et naturelle de la Sardaigne di Domenico ge Alberto Azuni. 18 marzo. Con un’epistola indirizzata al clero diocesano, l’arcivescovo di Cagliari, Diego Cadello, recentemente promosso alla porpora cardinalizia, difende pubblicamente il provvedimento che abolisce il privilegio ecclesiastico dell’esenzione dalle prestazioni per il servizio barracellare. Per far rientrare la riottosa ` pero ` un ulteriore interresistenza di diversi prelati occorrera vento del sovrano. 20 aprile. L’arrivo a Cagliari del commissario generale delle relazioni commerciali della Francia in Sardegna riapre un canale di comunicazione con la Repubblica francese contribuendo a collocare il regno in una posizione di equidistanza delle potenze belligeranti. 6 giugno-3 luglio. Dopo cinque anni di prigionia trascorsi a Tunisi arrivano a Cagliari 755 abitanti di Carloforte liberati grazie alle mediazioni di Napoleone e al pagamento di un cospicuo riscatto. 30 settembre. Un breve pontificio concede alla cassa regia i due terzi delle rendite dei benefici vacanti e un nuovo sussidio di 15 000 scudi posto a carico del clero. 31 ottobre. La flotta inglese, al comando dell’ammiraglio Nelson, ` in quei mari getta le ancore di fronte a La Maddalena: incrocera per circa quindici mesi. ` del vicere ´ gli Stamenti conce7 marzo. Assecondando la volonta dono al Tesoro un sussidio straordinario di 400 000 lire sarde, adottando per la nuova imposizione il criterio progressivo in luogo del tradizionale criterio proporzionale. 21 aprile. Il sovrano ordina di applicare ai reggitori dei feudi dei signori spagnoli la normativa che preclude agli stranieri l’amministrazione della giustizia. ` Agraria 24 luglio. Il re approva la fondazione della Reale Societa ed Economica di Cagliari. 15 settembre. La squadriglia navale sarda cattura due vascelli barbareschi nei mari della Tunisia. Nell’autunno dello stesso

474

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 480

Cronologia della Sardegna sabauda

1805

1806

anno cominciano a manifestarsi i segni di una gravissima carestia. 12 marzo. Infuria la carestia. La Segreteria di Stato autorizza il sequestro dei carichi di frumento sui bastimenti di passaggio nei porti dell’isola. La flotta di Nelson lascia improvvisamente La Maddalena per lanciarsi all’inseguimento della squadra navale francese che, al comando dell’ammiraglio Villeneuve, ha abbandonato il porto di Tolone per dirigersi verso l’Atlantico. 8 maggio. Muore a Parigi il medico e scienziato cagliaritano Pietro Leo (era nato ad Arbus nel 1766), autore della Lezione fisicomedica sulla sarda intemperie (Cagliari, 1801). 26 maggio. A Milano Napoleone viene incoronato re d’Italia. 20 ottobre. Battaglia di Trafalgar. 2 dicembre. Battaglia di Austerlitz. Il re sabaudo, che aveva sperato di riprendersi il Piemonte sull’onda di un trionfo della terza coalizione antinapoleonica, deve affrettarsi ad abbandonare la penisola. Il tipografo Antonio Fulgoni ristampa a Roma la Carta de logu, «colla traduzione letterale dalla sarda all’italiana favella», annotata dall’avvocato cagliaritano Giovanni Maria Mameli de Mannelli. 17 febbraio. Provenienti da Napoli, a bordo di una nave russa, il re e la famiglia reale arrivano a Cagliari. ` diretta dal conte Edoardo Romeo de Vargas, 22 aprile. La societa esperto in mineralogia, ottiene la concessione venticinquennale delle miniere di Monteponi, Montevecchio e Sa Fraiga, ma poco ` l’isola e il contratto restera ` lettera dopo il conte abbandonera morta. 23 aprile. Vittorio Emanuele I parte da Cagliari per una visita nel regno. 6 giugno. Settecento pirati tunisini penetrati nel cuore della notte nel villaggio di Orosei, sulla costa orientale dell’isola, vengono messi in fuga dalla popolazione e dai miliziani che ne uccidono un’ottantina. 9 agosto. Un editto per l’amministrazione della giustizia e per la repressione dei ‘‘torbidi’’ istituisce due ‘‘colonne mobili’’ (una per il Capo di sopra e l’altra per quello di sotto), composte da volontari, che agli ordini di un comandante militare, di un magistrato e di un avvocato fiscale, hanno il potere di fare giustizia sommaria ovunque si trovino. 3 ottobre. Gli Stamenti istituiscono un donativo straordinario annuo a favore della regina Maria Teresa. 14 ottobre. Battaglia di Jena. Alcuni giorni dopo Napoleone proclama il ‘‘blocco continentale’’. 3 dicembre. Un editto teso a promuovere la coltura dell’olivo con` a coloro sente la recinzione dei terreni e promette titoli di nobilta

475

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 481

Cronologia della Sardegna sabauda

1807

1808

1809

1810

1811

` di 4 000 alberi. Il provvedimento, che piantano o innestano piu che riprende gli schemi tipici dell’iniziativa politica boginiana, segna un’importante tappa nella affermazione sul piano legislativo della linea delle ‘‘chiusure’’. 4 maggio. Il sovrano istituisce nell’isola le prefetture. Insediati nei capoluoghi delle 15 province in cui viene suddiviso il territorio del regno, i prefetti sono chiamati a svolgere funzioni non solo giudiziarie e amministrative, ma anche economico-finanziarie e di controllo politico, fiscale e perfino sanitario. 11 maggio. Il ducato di San Pietro ritorna al demanio regio. 19 giugno. Con una ricca dote in gran parte costituita dalle rendite ecclesiastiche concesse da Pio VII (breve pontificio del 28 ` aprile) nasce a Cagliari il Monte di riscatto. Al nuovo istituto e assegnato il compito di attuare una graduale estinzione del debito pubblico e insieme di accentrare la distruzione e il cambio dei biglietti di credito. 12 marzo. Il patrimonio ex gesuitico, ormai impoverito dagli scorpori e dalle cessioni degli anni precedenti, viene attribuito al Monte di riscatto. 22 marzo. Muore in esilio a Parigi Giovanni Maria Angioy. 1º aprile. Il sovrano riordina i corpi miliziani suddividendoli in 12 reggimenti di fanteria e 6 di cavalleria e ne affida la leva ai consi`. gli delle comunita 20 aprile. Estendendo l’ordine di sequestro dei bastimenti sardi ` impartito nel mese di gennaio, Napoleone Bonaparte digia chiara l’embargo ai legni battenti bandiera sarda. 6 luglio. Vittorio Emanuele I ordina il sequestro dei bastimenti francesi e chiude loro i porti del regno. Isolata da Marsiglia, Napoli, Genova e Livorno, la Sardegna scivola sotto la piena protezione inglese, mantenendo un collegamento soltanto con Malta e Gibilterra. Luglio. La Gallura si solleva compatta contro il servizio militare disposto con la riforma del corpo dei miliziani. Valutati i rischi di un intervento armato di cosı` vaste proporzioni, il governo avvia ` ritrattative con i consigli comunitativi: il provvedimento verra ` applicato anche in Gallura. toccato, ma sara 1 gennaio. Una nuova riforma dei consigli civici, che si propone di rafforzare il peso della componente nobiliare nel governo delle ` , riduce da tre a due le classi dei cittadini eleggibili e recitta stringe il numero dei consiglieri ordinari. 22 settembre. Muore a Cagliari Gemiliano Deidda (vi era nato nel 1721), laureato in Medicina, illustre matematico, cultore di astronomia. 25 luglio. Di fronte ai pessimi risultati del raccolto, il governo ripristina obblighi di denunce e divieti annonari. 28 luglio. Nelle acque di Capo Malfatano, all’estremo sud dell’isola, la squadriglia navale sarda attacca e sconfigge, dopo un

476

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 482

Cronologia della Sardegna sabauda

1812

1813

aspro combattimento, tre legni barbareschi armati dal bey di Tunisi. 14 settembre. Il re ordina una spedizione militare nelle turbolente province della Gallura, dove nel giro di pochi mesi sono stati uccisi diversi ufficiali regi. 18 settembre. Il governo fissa un limite massimo per il prezzo del grano, che ormai scarseggia dappertutto. Viene stampato a Cagliari il Saggio di grammatica del dialetto sardo meridionale del sacerdote Vincenzo Raimondo Porru. ` ormai in preda alla carestia e 21 marzo. A Cagliari, in una citta invasa da schiere di contadini affamati, viene aperto un ospizio per i poveri. 26 marzo. Il sovrano nomina una commissione speciale per indagare su una congiura scoperta a Sassari. I cittadini arrestati saranno scarcerati soltanto nel 1815, quando la stessa commissione ` ammettere l’infondatezza dell’accusa. dovra 10 aprile. A Malta il mercante cagliaritano Salvatore Rossi, membro della commissione incaricata di acquistare grano sui mercati ` maltese un prestito di 730 esteri, ottiene dalla piccola comunita salme di frumento e 200 barili di farina americana che saranno la salvezza di Cagliari. 26 giugno. Nonostante il buon andamento del raccolto riprendono le incette di grani: il governo rinnova le severe disposizioni date nell’anno precedente. 31 agosto. Un manifesto del governo mette in stato d’allarme le popolazioni costiere, preparandole a mobilitarsi contro eventuali attacchi barbareschi; negli stessi giorni una squadra alge` piccoli) rina (quattro fregate, una corvetta e quattro legni piu percorre i mari sardi alla caccia della flotta del bey di Tunisi, che con nove legni da guerra compie incursioni sulla costa dell’isola. 30 ottobre. Fallisce a Cagliari un complotto antipiemontese: i congiurati si ritirano al momento convenuto per l’azione, ma ormai i loro progetti sono stati scoperti. Per la cospirazione, espressione di un ceto medio inquieto e politicamente insoddisfatto, saranno condannati, insieme ad alcuni popolani, diversi esponenti della vita pubblica locale, avvocati, professori, magistrati; fra essi, indicato come l’ispiratore della congiura, un protagonista dei movimenti del 1793-94, l’anziano e stimato avvocato Salvatore Ca` sulla forca nel maggio del 1813. deddu. Morira L’arciduca Francesco d’Austria Este (futuro duca di Modena), ospite dell’isola (dove sposa la primogenita di Vittorio Emanuele I), comincia a scrivere la sua Descrizione della Sardegna (resti` pubblicato tuito dall’Austria all’Italia dopo il 1918, il testo sara nel 1934). 27 febbraio. Prima emissione per la zecca di Cagliari istituita nel-

477

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 483

Cronologia della Sardegna sabauda

1814

1815

l’anno precedente: un editto l’autorizza a coniare reali d’argento per un valore complessivo di 4 000 lire sarde. ` pubblica nel 6 marzo. Stato di all’erta per la tutela della sanita regno. Il pericolo maggiore proviene dalla peste che imperversa ` scoppiata un’epidein Oriente, ma nella Spagna meridionale e mia di febbri contagiose. Fine maggio. Pirati provenienti da Tripoli tentano uno sbarco presso la tonnara di Cala Sapone. Per la Sardegna inizia un periodo drammatico: i pirati tunisini e poi quelli algerini si aggiungono ai libici. Per la prima volta nella sua storia l’isola subisce il contemporaneo attacco delle tre reggenze africane; le incursioni e le razzie di schiavi non risparmiano neppure le protette coste settentrionali della Nurra e di Alghero. 11 giugno. Divieto d’approdo per tutte le imbarcazioni provenienti da Malta, flagellata dalla peste bubbonica. 18 ottobre. Battaglia di Lipsia. ` di Cagliari ottiene un grosso prestito dai Monti 31 ottobre. La citta ` rurali il grano di soccorso per pagare ai mercanti e alle comunita fornitole durante la carestia. 13 febbraio. Un editto riduce da 15 a 12 le circoscrizioni amministrative del regno. 31 marzo. Le truppe russe e prussiane entrano a Parigi. 13 aprile. Napoleone rinuncia al trono francese e sottoscrive il trattato di Fontainebleau. 2 maggio. Vittorio Emanuele I, affidata la reggenza del Regno di Sardegna alla consorte Maria Teresa d’Austria, parte da Cagliari per riprendere possesso degli stati di terraferma. 20 maggio. Il sovrano sabaudo entra a Torino. Il giorno successivo ´on e ristabilisce nei territori di terraferma abolisce il Code Napole le ‘‘leggi e costituzioni’’ del 1770. 27 maggio. A Torino viene di nuovo istituita la Segreteria di Stato per gli affari di Sardegna: sono escluse dalla sua competenza soltanto le materie attinenti la Segreteria di guerra e marina. 9 giugno. I rappresentanti degli Stati europei sottoscrivono gli accordi scaturiti dal Congresso di Vienna: nella nuova geografia politica della penisola lo Stato sabaudo si rafforza con l’annessione dei territori della Repubblica di Genova. 18 giugno. Battaglia di Waterloo. 12 agosto. In Sardegna un editto sopprime i reggimenti di fanteria e cavalleria a base provinciale e reintegra i corpi miliziani. 16 agosto. La regina Maria Teresa lascia l’isola: il governo del regno passa a Carlo Felice, duca del Genevese. 16 ottobre. Un ingente convoglio di navi barbaresche (3 fregate, 3 ` piccoli), dopo gabarre, 3 sciabecchi, 3 brigantini e 6 legni piu avere spadroneggiato per diverse settimane nei mari dell’isola, approda nei pressi di Sant’Antioco sbarcandovi oltre un migliaio

478

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 484

Cronologia della Sardegna sabauda

1816

1817

1818

1819

1820

di tunisini. I pirati mettono a ferro e fuoco il centro abitato e ripartono con un bottino di 125 schiavi. 1 marzo. Nelle province del Campidano viene fissato un prezzo ` in atto una terribile carestia, massimo per la vendita del grano. E ` ovunque introvabile. il grano e 3 aprile. Ad Algeri l’ammiraglio Exmouth, nella duplice veste di mediatore inglese e di delegato del re sabaudo, impone al bey una convenzione che lo vincola a pacifiche relazioni con il Regno di Sardegna. Analoghe convenzioni verranno firmate nelle settimane successive dalle reggenze di Tunisi e di Tripoli. Per la storia della Sardegna si chiude l’epoca delle incursioni barbaresche. ` di Cagliari e ` colpita da una grave epidemia. Nei 10 aprile. La citta porti del Mediterraneo i bastimenti provenienti dall’isola sono dichiarati sospetti. 10 maggio. Muore in esilio a Parigi Matteo Luigi Simon, magistrato e letterato algherese (era nato nel 1761). 10 giugno. Carlo Felice parte dalla Sardegna per far ritorno a Torino, lasciando il governo del regno al luogotenente Giacomo Pes di Villamarina. 17 settembre. Una nuova carestia minaccia la Sardegna: un pregone offre premi ed esenzioni fiscali alle navi che porteranno grani nell’isola. Per annientare una banda di malfattori che opera nella zona tra Oristano e Uras il Pes di Villamarina fa dare alle fiamme la vasta foresta di Sant’Anna. 14 marzo. A Torino il manifesto camerale che pubblica la nuova tariffa generale delle dogane prescrive che per alcuni prodotti sardi il dazio d’importazione negli stati di terraferma sia ridotto a un quarto di quello dovuto per i prodotti della stessa specie provenienti dagli Stati esteri. Nel settembre del 1819 il provvedi` adottato anche per i grani. mento sara ´ 10 novembre. Riutilizzando l’antico istituto della roadı`a il vicere ` rurali dell’isola eseguano coltivadispone che tutte le comunita zioni collettive gratuite a favore dei Monti di soccorso. Il provvedimento inaugura una decisa politica di rilancio delle istituzioni montuarie. 27 febbraio. Un editto proibisce il «porto di armi da fuoco e da taglio lunghe». ´ impegna le Giunte locali dei villaggi a promuo31 agosto. Il vicere vere la coltura del cotone. 28 dicembre. Muore ad Alghero Gian Francesco Simon (vi era nato nel 1762), abate di Salvenero e di Cea, letterato di vasta cultura e proprietario di una ricca biblioteca. 6 ottobre. Viene promulgato l’editto «sopra le chiudende»: il provvedimento rappresenta il primo organico tentativo di potenziare

479

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 485

Cronologia della Sardegna sabauda

1821

1822

1823

1824 1825

la dimensione proprietaria all’interno di un sistema economicosociale che resta ancora fondamentalmente feudale. 30 ottobre. Il sovrano dispone che fino al giugno 1821 i grani importati dalla Sardegna negli stati di terraferma siano completamente liberati dai dazi doganali. 10 marzo. Ad Alessandria gli ufficiali della guarnigione si impa`: iniziano i moti costituzionali in Piemonte. droniscono della citta 12 marzo. Vittorio Emanuele I abdica a favore del fratello Carlo Felice. 24 marzo. Ad Alghero scoppia una sommossa popolare per il ca` ucciso dalla folla. Alla roviveri: un ricco mercante di grano e ` seguito il processo che si concludera ` con la prorepressione fara nunzia di una sentenza severissima: fra le pene comminate 36 condanne a morte (di cui 12 eseguite) e 18 ai lavori forzati. 8 aprile. Le truppe costituzionali vengono sconfitte dagli austriaci presso Novara. ´ fa pubblicare un’organica sintesi della nor30 settembre. Il vicere mativa sui Monti di soccorso: una sorta di testo unico integrato da ` ampie nuove disposizioni che estendono ulteriormente le gia competenze dei censori. 24 dicembre. Un editto potenzia le funzioni economico-fiscali delle prefetture, portando contemporaneamente da 12 a 10 le circoscrizioni provinciali dell’isola. 27 dicembre. In Sardegna vengono stabilite 10 Intendenze provinciali dipendenti dall’Intendenza generale di Cagliari alla quale resta subordinata anche la nuova Vice-intendenza generale per il Capo di Sopra. 22 gennaio. Un biglietto regio autorizza i Gesuiti a ristabilire la Compagnia in Sardegna. Nello stesso anno viene istituito un nuovo donativo straordinario in favore della regina Maria Te` a carico dell’isola fino al 1832. resa: restera 25 febbraio. Esplode a Cagliari il polverificio di Castello: muoiono 11 operai. ´ fa pubblicare l’editto «sopra le chiudende»: 4 aprile. Il vicere ` di due anni dalla sua promulgazione. sono passati piu 24 giugno. Carlo Felice dispone l’istituzione delle scuole normali (le elementari) in tutti i villaggi dell’isola. 10 novembre. Editto sulle dogane: con un meccanismo simile a quello adottato circa cinquant’anni prima in Toscana le esportazioni di grano dall’isola e il relativo prelievo fiscale vengono agganciati al prezzo medio registrato per l’afforo del grano in base ai dati che saranno forniti dagli intendenti provinciali. Il censimento registra nell’isola una popolazione di circa 460 000 abitanti. 20 gennaio. Muore a Cagliari il padre scolopio Tommaso Napoli (era nato a Tunisi nel 1743), discusso poligrafo, autore di una

480

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 486

Cronologia della Sardegna sabauda

1826 1827

1828

1829

imprecisa carta geografica del regno e della Compendiosa descrizione corografico-storica della Sardegna. 25 agosto. Un editto separa definitivamente la carica di intendente da quella di prefetto, rendendo le competenze dei due uf` simili a quelle dei corrispondenti uffici piemonfici sempre piu tesi. Mentre J.F. Mimaut, ex console francese a Cagliari (1814-1817), pubblica a Parigi l’Histoire de la Sardaigne ou la Sardaigne ancienne et moderne, esce a Torino il primo volume della Storia della Sardegna dell’algherese Giuseppe Manno. Esce a Parigi il Voyage en Sardaigne di A. Della Marmora. 16 gennaio. Vengono promulgate le Leggi civili e criminali del re` il cosiddetto Codice feliciano che conservera ` gno di Sardegna: e ` fino al 1848. Alla compilazione della raccolta che la sua validita ha avuto come modello le costituzioni piemontesi del 1723, 1729, 1770, ha lavorato una nutrita schiera di giudici e magistrati sardi operanti a Torino. 24 gennaio. Muore a Cagliari Domenico Alberto Azuni (era nato a Sassari nel 1749), storico e giurista di fama internazionale. ` , nei centri minori 31 maggio. Su proposta del Magistrato di sanita ` a carico della vengono istituiti i medici condotti; il loro salario e `. comunita 1 luglio. Compare il primo numero del ‘‘Giornale di Cagliari’’, diretto da Stanislao Caboni. Nello stesso anno escono a Torino gli ultimi volumi delle Theologiae moralis institutiones del sardo Giovanni Maria Dettori, docente di Teologia morale nell’Ateneo ´verin, funzionario della Bibliosubalpino, e a Lione C. de Saint Se ´jour en Sardaiteca nazionale, pubblica i suoi Souvenirs d’un se gne. 8 febbraio. Un editto raccomanda la somministrazione del vaccino per l’immunizzazione antivaiolosa: inizia finalmente a diffondersi nell’isola l’efficace pratica usata in Inghilterra dalla fine del Settecento. Viene pubblicato a Cagliari il Catechismo agrario pei fanciulli di campagna a uso delle scuole normali di Sardegna e a Londra W.H. ` alle stampe il suo Sketch of Smyth, ufficiale della flotta inglese, da the present state of the island of Sardinia. ` a Torino il giurista, letterato e poeta 10 gennaio. Muore in poverta sardo Domenico Simon (era nato ad Alghero nel 1759); trasferitosi nella capitale sabauda nel 1793 come delegato degli Sta` ritorno nell’isola per non aver avuto menti, non aveva fatto piu risposta dal re alle Cinque domande. 18 aprile. Il principe di Carignano arriva a Cagliari per visitare ` il generale Alberto Della Marmora. l’isola: al suo seguito c’e 26 dicembre. Con la rappresentazione della Francesca da Rimini di Silvio Pellico viene solennemente inaugurato a Sassari il nuovo teatro civico. Nello stesso anno viene portata a termine la

481

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 487

Cronologia della Sardegna sabauda

1830

1831

1832

1833

1835

costruzione della strada Carlo Felice che, attraversando longitudinalmente l’isola, congiunge Cagliari a Porto Torres. Il percorso ` calcolato in 234 km e 820 m, con una differenza di 979 m in meno e rispetto al tracciato dell’antica strada romana. 5 maggio. Il Supremo Consiglio di Sardegna risponde ai «vari dubbi» sollevati dalla Reale Udienza e dall’avvocato fiscale generale sull’interpretazione di alcuni articoli del Codice feliciano, ribadendo con forza il valore di fonte primaria attribuito alle Leggi civili e criminali contro ogni interferenza di normative particolari e statuti locali. 27 aprile. Muore Carlo Felice, gli succede Carlo Alberto. Maggio. In Sardegna un raccolto che si preannunciava abbon` dante viene distrutto dalle piogge: si profilano gravi difficolta economiche e alimentari. 18 agosto. Carlo Alberto istituisce il Consiglio di Stato per gli stati di terraferma. 6 dicembre. Gregorio XVI vara la riforma del clero regolare concordata con il governo di Torino. 8 giugno. Nel Nuorese i pastori, riuniti in ‘‘quadriglie armate’’, ` l’iniprocedono alla sistematica demolizione delle recinzioni: e zio della prima grande sollevazione contro le chiudende. I tumulti dilagheranno nelle Barbagie arrivando a nord fino al Logudoro e investendo a sud le zone del Guspinese e del salto di ` soffocata con durissime repressioni. Quirra. La rivolta sara Agosto. Un provvedimento di abolizione del feudalesimo in Sar` approvato dal Supremo Consiglio e consegnato alle degna, gia stampe, viene ritirato per disposizione del sovrano; il repentino ` dovuto a una dura nota di protesta delcambiamento di rotta e l’Austria, che invocando la convenzione di Vienna contesta a Carlo Alberto il diritto di riscattare i feudi. Escono i periodici ‘‘La Gazzetta di Sardegna’’ e l’‘‘Indicatore sardo’’ e appare a Cagliari il primo tomo del Nou dizionariu universali sardu-italianu del sacerdote Vincenzo Porru. 14 aprile. A Torino viene ristabilita la Segreteria di Stato per gli affari di Sardegna. ´ry il tenente sassarese Efisio 13 giugno. Muore fucilato a Chambe Tola, accusato di diffondere il foglio mazziniano ‘‘Giovine Italia’’. Appare nella capitale sabauda il primo volume del Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna di G. Casalis: le voci sull’isola sono affidate al padre scolopio Vittorio Angius. 20 novembre. Un parere del Supremo Consiglio di Sardegna di` dei Savoia sul regno, proclamando, in fende la piena sovranita contrasto con la tesi austriaca, l’incontestabile diritto del re di Sardegna – come un tempo lo era del re d’Aragona – di revocare a sua totale discrezione le concessioni feudali. 19 dicembre. Il sovrano crea la prima Delegazione feudale, e in-

482

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 488

Cronologia della Sardegna sabauda

1836

1837

1838

tima ai feudatari dell’isola di presentare, entro un termine stabilito, la denuncia dei beni, diritti e redditi dei loro feudi. Sebbene lo scopo non sia ufficialmente dichiarato, il provvedimento rappresenta il primo atto politico volto all’abolizione del sistema feudale nell’isola. ` l’ıˆle d’Elbe et en Viene pubblicato a Parigi il Voyage en Corse, a Sardaigne di A.C. Pasquin Valery. 21 maggio. Abolita in Sardegna la giurisdizione feudale: il provvedimento prevede il riscatto dei feudi attraverso indennizzi pattuiti caso per caso con i feudatari. 26 giugno. Il governo tenta di contenere le spinte antifeudali che si sviluppano nell’isola: una circolare viceregia chiarisce che il re non intende privare i baroni dei loro redditi e chiama gli ufficiali di giustizia a sostenere le ragioni dei feudatari contro i debitori che vogliono sottrarsi al pagamento dei tributi. ` dell’isola. 16 agosto. Il sovrano riforma i consigli civici delle citta 30 giugno. Viene istituita la seconda Delegazione feudale: ha la ` integrata da un giustessa composizione della precedente, ma e ` pervenire alla liquidazione dice della Reale Udienza. Dovra ` costituiranno la delle prestazioni feudali. I dati che raccogliera base di un contraddittorio fra la parti interessate (feudatari e comuni). La prestazione annua del riscatto in caso di accordo ` stabilita dal giudice della Reale Udienza; in caso di disacsara ` l’intera Delegazione. cordo deliberera 2 ottobre. Con la rappresentazione dell’opera Belisario di Donizetti si inaugura a Cagliari il teatro civico appena restaurato da Gaetano Cima. Nello stesso anno, esce a Cagliari la Biografia sarda di Pietro Martini e a Torino il primo volume del Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna dello storico sassarese Pasquale Tola. 1 gennaio. Negli stati di terraferma entra in vigore il nuovo codice civile (Codice albertino): vengono definitivamente abrogate le Leggi e costituzioni rimesse in vigore dopo il periodo napoleonico. 5 maggio. Viene approvato il riscatto del vasto feudo del marchese d’Arcais. 12 maggio. Una carta reale enuncia il programma e gli obiettivi ` di della eversione del feudo: il sovrano proclama la sua volonta liberare i sudditi sardi dalle «tante e varie prestazioni feudali» ` percon il proposito di consolidare, per questa via, le «proprieta fette» e abolire ogni vincolo feudale nelle terre private, in quelle comunali e in quelle demaniali. Ma il 30 giugno una nuova carta reale introduce il ricorso al Supremo Consiglio contro le sen` tenze della Regia Delegazione, e riconosce ai feudatari la facolta ` quindi di condi rigettare l’offerta di riscatto con la possibilita servare immutato il possesso del feudo. 27 luglio. Il sovrano approva una generale riforma dell’ordinamento giudiziario e dell’amministrazione della giustizia nell’i-

483

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 489

Cronologia della Sardegna sabauda

1839

1840

1841

1842

1843

sola: vengono aboliti i tribunali d’eccezione, come quello del Regio Patrimonio; s’istituiscono i tribunali collegiali e i giudici mandamentali; si attribuiscono alla Reale Udienza funzioni di Corte suprema, mentre si ridisegna l’intero sistema, strutturandolo in 6 tribunali da cui dipenderanno 85 mandamenti distribuiti su tutto il territorio dell’isola: l’organizzazione giudiziaria ` somigliante a quella degli stati di del regno diventa sempre piu terraferma. 21 dicembre. Un editto regola il problema della ripartizione fra gli ex vassalli delle spese dei riscatti poste a carico dei singoli comuni. 14 marzo. Muore Lodovico Baylle (era nato a Cagliari nel 1764), direttore della Biblioteca universitaria di Cagliari, segretario ` Agraria ed Economica. della Reale Societa ´ detta i criteri per la ripartizione dei terreni ex 15 marzo. Il vicere ` feudali passati al demanio. Il provvedimento viceregio diventera il testo normativo di riferimento del successivo assetto fondiario dell’isola. 1 gennaio. Negli stati di terraferma entra in vigore il nuovo Codice penale. 27 maggio. Per contrastare le numerose eccezioni invocate dal clero il sovrano ribadisce l’abolizione del privilegio delle esenzioni nella contribuzione richiesta dai comuni per il riscatto dei feudi. Viene pubblicata a Cagliari l’Ortografia sarda nazionale dell’archeologo e linguista Giovanni Spano. ´ detta nuove norme contro gli abusi e le irre5 gennaio. Il vicere ` nelle amministrazioni dei Monti. In particolare il provgolarita ` rivolto contro quegli amministratori che, con il prevedimento e testo del «cessante lucro delle crescimonie», riscuotono illegittimamente una tangente di uno o due imbuti di grano per ogni starello sui prestiti restituiti in ritardo. 27 marzo. Negli stati di terraferma una convenzione stipulata con ` persola Santa Sede riduce entro limiti assai ristretti l’immunita nale del clero e il privilegio del foro ecclesiastico. 17 aprile. Carlo Alberto arriva a Cagliari, da dove inizia la sua seconda visita nel regno. ` del 15 maggio. Nuova riforma dei consigli civici: in tutte le citta regno viene istituita una classe unica, fatta eccezione per Sassari e per Cagliari dove viene soltanto ridotto il numero dei consiglieri. 1 luglio. Il sovrano adotta il provvedimento che introduce il si` in vigore nel 1847. stema metrico decimale: entrera 30 dicembre. Negli Stati continentali viene pubblicato il nuovo Codice di commercio. Nello stesso anno esce a Torino la Storia moderna di Sardegna dal 1773 al 1799 di Giuseppe Manno. 15 luglio. Il servizio di vetture tra Cagliari e Sassari passa da due a

484

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 490

Cronologia della Sardegna sabauda

1845

1846

1847

tre corse settimanali. Nello stesso anno esce a Cagliari la monumentale Storia letteraria di Sardegna di Giovanni Siotto Pintor. 28 gennaio. Un regolamento approvato dal sovrano impone agli amministratori dei Monti di far assicurare i fondi sia granatici che nummari dal corpo dei barracelli. Suscita grande interesse e molte discussioni la ‘‘scoperta’’ delle ` piu ` tardi provata la falsita `. Carte d’Arborea, di cui sara 21 aprile. Carlo Alberto decreta l’incameramento dei feudi di Sardegna. Il censimento dell’anno registra in Sardegna una popolazione di 543 200 abitanti. 20 marzo. A Sassari viene fondata la Cassa di Risparmio. 29-30 ottobre. Carlo Alberto concede le riforme. ` 30 ottobre. S’istituisce in Sardegna il Consiglio superiore di sanita ` per il servie si abolisce la giurisdizione dei Magistrati di sanita zio marittimo. 2 novembre. Giuseppe Manno viene nominato primo presidente del Senato di Torino. 6 novembre. Il Consiglio generale del Comune di Cagliari chiede al sovrano che i popoli sardi siano «compresi nella lega italica doganale» e «pareggiati ai sudditi del Continente». 19 novembre. A Cagliari e a Sassari si svolgono grandi manifestazioni pubbliche per ottenere l’estensione delle riforme al Regno di Sardegna e per chiedere la ‘‘fusione perfetta’’ con gli stati di terraferma. La mobilitazione popolare continua nei giorni successivi. 30 novembre. Carlo Alberto, accogliendo le istanze dell’isola presentategli da una speciale delegazione degli Stamenti, sottoscrive a Genova l’atto di fusione. ´ De Launay annuncia ai sardi 3 dicembre. Un pregone del vicere che il sovrano, «deferendo alle calde istanze delle Deputazioni ` del Regno», ha deciso «di formare degli Stamenti e di varie Citta ` una sola famiglia di tutti i suoi amati sudditi con perfetta parita di trattamento».

485

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 491

Cronologia della Sardegna contemporanea 6. Cronologia della Sardegna contemporanea Manlio Brigaglia, Antonio Budruni, Rita Cecaro, Lucia Mattone, Simone Sechi Introduzione

` luogo comune che «la cronologia e ` la E materia prima degli storici». Un luogo ` essere anche un princomune che puo cipio metodologico. La cronologia richiama severamente a quella rigorosa seriazione dei fatti senza il rispetto ` cedere piu ` della quale lo storico puo facilmente alle suggestioni di riordinare gli eventi secondo una sua tesi pregiudiziale. D’altra parte, la cronologia da sola non ‘‘spiega’’ la storia, che ` il lavoro (il mestiere) proprio dello e storico. ` eserMettere a punto una cronologia e cizio modesto, quasi un’operazione di manovalanza a petto del ‘‘grande’’ lavoro storiografico: modesto e, nonostante la dispersione delle date da raccogliere e ordinare, abbastanza sem` , comunque, non plice. Della sua utilita dubita almeno chi ha messo a punto quella che si legge in queste pagine. Un’operazione semplice, dunque. An` dove – come per i periodi piu ` antiche la ` molto scarsa: chi – la documentazione e ´ allora bastera ` dichiarare l’operche biettiva limitazione delle informazioni e sottoporre al lettore quel poco di cui si dispone. ` dove la doSemplice, infine, anche la cumentazione comincia a diventare non solo abbondante, ma addirittura ` il caso, appunto, straripante: come e ` contemporanea. Si potrebbe dell’eta ` una qualche diffiaffermare che c’e ` a orientarsi in una serie cosı` pulcolta viscolare, frammentata e intrigante di ` una difnotizie grandi e piccole: ma e ` , in fondo, di facile soluzione, ficolta una volta che si sia individuata una griglia (meglio, un crivello) attraverso cui setacciare la gran massa di informazioni.

` l’operazione La scelta di questa griglia e ` si avviattraverso cui la cronologia piu cina ai metodi dell’esercizio storiografico maggiore. ´ anche qui, piu ` di quanto non si Perche creda, occorre ridurre a una qualche ` gli elementi di cui si diprima unita spone, avere (o farsi) un’idea di quello ` veramente accaduto, indiviche e duare alcune linee essenziali d’una interpretazione unitaria del lungo pe` lungo, rispetto alla brevita ` riodo, che e ` degli eventi, a e quasi microscopicita loro modo spesso ‘‘quotidiani’’, con cui ci si trova a confrontarsi mettendo insieme questi inventari cronologici, anche quando il suo arco appare – rispetto alla storia maggiore – di relativa ` , nel caso nostro, il limitatezza (come e secolo e mezzo da poco compiuto che separa la ‘‘fusione perfetta’’ della Sardegna con gli stati ‘‘sardi’’ di terraferma dal momento in cui scriviamo). ` stata qui usata come uniLa linea che e ` quella della ‘‘questione ficante e ` presente anche nei pesarda’’ che, gia ` riodi precedenti, diventa sempre piu chiara alla coscienza della classe dirigente isolana proprio a partire da quel ‘‘fatale’’ 1847 che innesca in Sardegna con un anticipo di quindici anni – secondo un noto giudizio di Franco Venturi – quel rapporto diseguale fra un nord e un sud d’Italia che il resto del ` su scala peninsulare Paese conoscera dopo l’unificazione. Questa scelta porta a privilegiare, soprattutto nel periodo che va dalla ‘‘fusione’’ alla prima guerra mondiale, la legislazione prima ‘‘sarda’’ e poi dello Stato unitario che riguarda direttamente o indirettamente la Sardegna: e le risposte, in termini di opinione poli-

486

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 492

Cronologia della Sardegna contemporanea tica ma anche di movimenti sociali, di processi economici e di eventi civili, ` isolana. che vengono dalla realta Naturalmente, non tutto entra in questo ´ potevano, d’altra parte, esschema: ne sere trascurati eventi che, magari svoltisi al di fuori o ai margini di quella corrente centrale, pure aiutano per qualche loro specifico carattere a capire meglio il quadro generale di questo particolare periodo. ` piu ` facile Questo tipo di prospettiva e da perseguire e da tenere presente anche per l’ultimo sessantennio della no` stra storia, in cui l’ottica prescelta e quella del rapporto fra autonomia regionale e sviluppo economico e sociale. Anche questa ottica, i cui due termini sembrano avere il loro spazio deputato esclusivamente nell’isola, ri` discorso ovvio, che manda invece (ed e si fa solo per lo scrupolo di dichiarare ` dell’operazione) a l’intenzionalita quel quadro nazionale di riferimento ` naturalmente preche sembra piu sente per le due fasi precedenti in cui ` pensato di periodizzare questa che si e chiamiamo la storia della Sardegna contemporanea. Si potrebbe dire anzi ` la dinamica dei proche quanto piu cessi isolani appare legata, nella fase autonomistica, a decisioni e svolgi` menti tutti interni all’isola, tanto piu essa rimanda dialetticamente a un ‘‘fuori’’ della Sardegna che per gli altri periodi (fossero i dominatori di turno, o fossero, nell’ultima fase, i governi di Torino e di Roma) appariva non sol` obiettivamente dato, ma antanto gia che obiettivamente determinante. Anche la cronologia, dunque, pure nella

sua dichiarata modestia, «esorta alle ` l’auguistorie». O per lo meno, questo e rio. ` all’interno di un’opera Collocata com’e ` ampia, questa raccolta di date e di piu eventi rimanda ad altre date e altri eventi contenuti in tanti singoli lemmi di questa enciclopedia: per esempio, alle elezioni e alle rappresentanze politiche lungo tutto il periodo del 1848-2006 oppure alla successione dei governi regionali nel periodo autonomistico. Le fonti di una fase storica cosı` ravvici` vero nata sono soprattutto i giornali. E che di una stampa quotidiana in senso stretto, che assume come suo obbligo istituzionale la registrazione di tutti gli eventi d’un qualche significato (e che sostanzialmente parifica, nella sua attenzione intenzionale, cronaca politica e cronaca locale, bianca e nera, perfino eventi mondiali ed eventi di villaggio), ` parlare soltanto con la fine delsi puo l’Ottocento, quando, a cavallo del 1890, nascono i due quotidiani ‘‘storici’’ dell’isola. Ma anche nella miriade di piccoli e grandi ‘‘fogli’’ dei quarant’anni precedenti (la storia della stampa sarda inizia sostanzialmente dallo Statuto albertino) si trova l’eco dei fatti che attra` versavano e interessavano la realta sarda. ` superfluo citare qui gli altri struSara ` serviti: dallo spoglio menti di cui ci si e della letteratura (anche non soltanto storiografica) sull’Ottocento e sul nostro secolo alla vasta documentazione di ` ufficiale (atti parlamentari, tipo piu pubblicazioni dello Stato o della Re` oggi disponibile per gione Sarda) che e un lavoro di questo tipo.

487

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 493

Cronologia della Sardegna contemporanea Cronologia DALLA ‘‘FUSIONE’’ ALLA GRANDE GUERRA

1848

´ De Launay pubblica in Sarde4 gennaio. Un pregone del vicere gna il regio biglietto del 20 dicembre 1847 che sanziona la ‘‘fusione’’ fra l’isola e gli Stati sardi di terraferma. 14 febbraio-14 marzo. Manifestazioni popolari, iniziate dagli studenti, a Cagliari e Sassari si concludono con la cacciata dei Gesuiti dall’isola. 4 marzo. Promulgazione dello Statuto albertino. 17-18 marzo. Moti a Sassari contro il carovita e la disoccupazione. Manifestazioni analoghe anche a Oristano e, in aprile, ad Alghero, quindi a Tempio e Nuoro. 24 marzo. Il Regno sardo dichiara guerra all’Austria. 4 aprile. Partono da Cagliari, fra grandi manifestazioni, i primi volontari per la guerra contro l’Austria: gli entusiasmi si spegneranno presto. 17-18 aprile. Prime elezioni al Parlamento subalpino, dove la Sardegna manda 24 deputati. Gli elettori iscritti sono meno di 6000. 28 aprile. Viene costituita a Genova, per iniziativa del sardo Anto` mineraria Massone che ottiene la concesnio Sanna, la societa sione di 1200 ettari a Montevecchio. Maggio. Sbarca da una nave inglese a Porto Torres Antonico ` proSatta, una curiosa figura di ‘‘tribuno’’ democratico che sara tagonista della vita politica sassarese. 7 maggio. Il decreto luogotenenziale n. 319 estende alla Sardegna la coscrizione obbligatoria. 28 maggio. Viene innalzata in Sardegna la bandiera tricolore, ` stata ancora formalmente attuata. anche se la ‘‘fusione’’ non e Fine maggio. Effetti della ’’fusione’’: cessa il regime doganale separato. Agosto. Effetti della ‘‘fusione’’: vengono estesi alla Sardegna i codici civile e penale degli Stati sardi di terraferma. 9 agosto. Armistizio Salasco. ` del 6 settembre. La legge mineraria n. 789 che separa la proprieta suolo da quella del sottosuolo segna l’inizio della penetrazione del capitalismo minerario italiano e straniero nell’isola. Ottobre. Inaugurato a Cagliari il nuovo ospedale civile, su progetto di Gaetano Cima. 1º ottobre. Effetti della ‘‘fusione’’: vengono soppresse la carica di ´ e la R. Segreteria di Stato e Guerra. vicere ` divisa in 11 province, raggruppate in 3 7 ottobre. La Sardegna e divisioni (Cagliari, Sassari e Nuoro). ` Azuni di Sassari, 17 novembre. Antonico Satta, arrestato al caffe ` liberato a furor di popolo. In dicembre ‘‘ordinera ` ’’ all’arcivee `. scovo Varesini di abbandonare la citta 31 dicembre. Il censimento registra una popolazione di 574 102 ` del 97,7%). abitanti nell’isola (il tasso di analfabetismo e

488

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 494

Cronologia della Sardegna contemporanea 1849

1850

1851

15-22 gennaio. Elezioni per la seconda legislatura subalpina. A Cagliari vota il 12,3% degli iscritti, a Nuoro il 7,6%. ` nominato commissario straor3 marzo. Alberto Della Marmora e dinario per la Sardegna. 19 marzo. Al Parlamento subalpino G.B. Tuveri, deputato di Cagliari I, propone la messa in stato d’accusa del presidente del Consiglio Gioberti per «ingiurie alla Camera». 20-26 marzo. Ripresa della guerra contro l’Austria, battaglia di Novara, armistizio di Novara. I caduti sardi della guerra 1848-49 sono 33. 23 marzo. Abdicazione di Carlo Alberto, gli succede Vittorio Emanuele II. Aprile. Arrestato presso Porto Torres Antonico Satta. 19 settembre. Approda a Cagliari la nave Tripoli, comandata dal cavalier Francesco Millelire, che porta Garibaldi in esilio. Ripar` subito per la Maddalena, dove Garibaldi vedra ` per la prima tira volta Caprera. ` ministro 26 dicembre. L’avvocato e deputato Cristoforo Mameli e della Pubblica Istruzione nel ministero De Launay. 9 aprile. La legge Siccardi abolisce il foro ecclesiastico e il diritto d’asilo. Nello stesso giorno esce a Cagliari la «Gazzetta popolare» ` diretta da G.B. Tuveri, V. Brudi Giuseppe Sanna Sanna, che sara sco Onnis e lo stesso Sanna Sanna. 16-28 aprile. L’episcopato sardo, riunito a Oristano, protesta contro le leggi Siccardi. Subito dopo l’arcivescovo di Sassari Varesini ` arrestato per aver emesso una circolare contro le leggi e sara ` sara condannato a un mese di carcere. 10 giugno. A Sassari conflitto a fuoco fra le bande dei Saba e dei ` : 3 morti e 4 feriti. Careddu alle porte della citta 18 novembre. L’isola perde l’autonomia del servizio postale. Dal 1º gennaio verranno introdotti i francobolli. Febbraio. Nuovo agguato ai Saba durante il Carnevale: 3 morti (tra cui altri due fratelli Saba). 15 aprile. La legge n. 1192 abolisce il pascolo comune, istituisce l’imposta fondiaria e detta norme per la redazione del catasto provvisorio. A Genova viene ucciso da un avversario politico Antonico Satta, `. che si era trasferito in quella citta ` di Mutuo Soccorso 25 maggio. Viene fondata a Sassari la Societa degli operai, su iniziativa del pittore piemontese Pietro Bossi, in Sardegna dal 1827. 15 maggio. Nuova legge sui Monti frumentari: aboliti il Censorato generale e le Giunte diocesane e locali, i Monti vengono affidati a commissioni comunali. 10 giugno. Una nuova convenzione marittima migliora i collegamenti di Cagliari e Porto Torres con Genova (le navi Virgilio e Lombardo compiranno 3 corse al mese).

489

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 495

Cronologia della Sardegna contemporanea

1852

1853

1854

1855

20 luglio. Muore a Posada il canonico Melchiorre Dore, autore de Sa Gerusalemme vittoriosa. 26 luglio. S’inaugura il servizio di diligenza fra Sassari e Cagliari con corse giornaliere. Viene pubblicata a Cagliari l’opera di G.B. Tuveri Del diritto dell’uomo alla distruzione dei cattivi governi. Febbraio. Disordini studenteschi a Cagliari: il governo scioglie il Consiglio universitario. 24 febbraio. Nella sera di martedı` grasso scoppiano in aperto conflitto malumori di vecchia data fra i cittadini di Sassari e i bersa`: un caporale ucciso, 30 feriti. glieri di stanza nella citta 29 febbraio. Il generale Durando, comandante militare dell’isola, pone Sassari in stato d’assedio, ordina il disarmo di tutti i cittadini e scioglie la Guardia Nazionale. ` e il circondario di Tempio sono posti in 9 aprile. Anche la citta stato d’assedio. I primi mesi dell’anno hanno registrato numerosi ` gravi dei quali a Bortigiadas (ucciso l’esataltri disordini, i piu tore) e a Iglesias (contro il sistema di pesi e misure). ` abrogato lo stato d’assedio a Sassari. 9 dicembre. E 23 marzo. La legge n. 1485 abolisce le decime in favore del clero e fissa nella durissima aliquota del 10% l’imposta fondiaria. ` della costituzione 22 maggio. Abolita per legge l’obbligatorieta ` di ristabilirle o soppridelle compagnie barracellari: la facolta ` demandata ai Comuni. merle e Dicembre. Il governo ritira il disegno di legge di Cavour per l’istituzione di una banca di circolazione, di sconto e di deposito con succursale a Cagliari. Dicembre. Fondata a Cagliari, su iniziativa del fabbro Stefano ` di Mutuo Soccorso fra artigiani: sara ` costiRocca, una Societa tuita legalmente nel marzo 1855. 10 aprile. La legge n. 1693 abolisce i diritti d’ademprivio sui boschi del demanio dello Stato. 18 agosto-31 ottobre. Epidemia di colera nel Cagliaritano: 96 morti a Cagliari, 26 a Capoterra, 110 a Sanluri. Solo 23 morti nel Sassarese. 6 febbraio. S’inaugura il collegamento telegrafico fra Sassari e Cagliari. 15 febbraio. Affonda nelle Bocche di Bonifacio, presso l’isola di Lavezzi, la nave da trasporto Semillante, carica di soldati francesi diretti in Crimea. Centinaia di morti. 3 marzo. S’inaugura la strada carrozzabile Sassari-Alghero. 15 maggio. Per conto del governo inglese si getta un cavo telegrafico sottomarino fra Cagliari e Bona, in Algeria. 29 maggio. La legge Rattazzi sopprime i conventi degli ordini religiosi. In Sardegna ricadono sotto la legge 87 case religiose con 578 membri. Stato d’assedio a Oschiri per l’uccisione di un ingegnere.

490

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 496

Cronologia della Sardegna contemporanea

1856

1857 1858 1859

1860

1861

23 giugno. Ucciso dai carabinieri alle porte di Sassari il famoso bandito Pietro Cambilargiu, di Osilo. 8 luglio. Si registrano a Porto Torres i primi due morti per colera. ` sino all’inizio dell’autunno, colpendo 99 coL’epidemia infierira muni e facendo 12 538 vittime (circa 8000 nella sola Sassari). 1 dicembre. Si celebra solennemente a Sassari la festa dei Candelieri, sospesa alla data tradizionale (14 agosto) a causa del colera. 15-30 dicembre. Breve soggiorno di Garibaldi a La Maddalena: ` dell’isoletta di Caprera. acquisto di meta 1º gennaio. Esce a Cagliari ‘‘Ichnusa’’, giornale dei cattolici sardi. 10 febbraio. Il demanio sottoscrive una convenzione con i fratelli Bolmida e altri capitalisti piemontesi per la cessione, a scopo di colonizzazione, di 60 000 ettari di terreni ademprivili. Cavour ri` il progetto il 23 aprile. tirera 27 febbraio. La legge n. 1500 istituisce a Cagliari una succursale ` gli sportelli il 3 maggio 1857. della Banca Nazionale, che aprira Nel corso dell’anno viene aperto a Cagliari l’asilo infantile ‘‘Carlo Felice’’, prima scuola materna dell’isola. (Un asilo vincen` aperto a Sassari due anni dopo). ziano sara 24 maggio. Si getta un cavo telegrafico sottomarino fra Cagliari e Malta. 10 gennaio. L’ultimo censimento degli ‘‘antichi Stati sardi’’ registra in Sardegna 573 115 abitanti (gli analfabeti sono il 93,6%). 29 aprile. Seconda guerra contro l’Austria. 11 luglio. Armistizio di Villafranca. I sardi caduti nella guerra sono 97. 23 ottobre. La legge Rattazzi divide la Sardegna in due sole province (Cagliari e Sassari), con 9 circondari. ` di Sassari 13 novembre. La legge Casati sopprime l’Universita ` pero ` restaurata l’anno successivo). (che sara 20 novembre. Il Parlamento subalpino approva una nuova legge mineraria che liberalizza ulteriormente la ricerca e lo sfruttamento. 4 aprile. Una statua bronzea di Carlo Felice, opera dello scultore Andrea Galassi, viene collocata a Cagliari sul piedistallo disegnato da G. Cima. 22 luglio. Comincia a circolare un ‘‘trattato segreto’’ per la cessione della Sardegna alla Francia: il testo del documento, apo` inviato da crifo, opera forse di agenti austriaci e napoletani, e Cavour a Costantino Nigra. 9 novembre. Garibaldi, conquistato il Regno delle due Sicilie, s’imbarca a Napoli sul vapore Washington e torna a Caprera. 30 dicembre. Un regio decreto cancella Cagliari dal novero delle piazze fortificate, aprendo la strada alla sua espansione urbanistica. 17 marzo. Una delegazione del Comune di Sassari si reca a Ca-

491

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 497

Cronologia della Sardegna contemporanea

1862

1863

1864

prera a portare a Garibaldi la deliberazione consiliare che lo nomina cittadino onorario. Nello stesso giorno, proclamazione del Regno d’Italia. 26 aprile. Pubblicato sulla ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ il regio decreto che approva i due piani regolatori di Cagliari redatti da G. Cima. ` la prima citta ` d’Italia a dotarsi di piano regolatore. Cagliari sara ` Italiana’’ tre articoli di Mazzini 1º-11 giugno. Escono su ‘‘L’Unita contro la progettata cessione della Sardegna alla Francia. 10 luglio. Il nuovo presidente del Consiglio Ricasoli riafferma nel discorso programmatico alla Camera che «il Governo del Re non conosce un palmo di terra italiana da cedere». ` operaie a Firenze 27-29 settembre. Al IX Congresso delle Societa ` degli operai di Cagliari chiede che le societa ` italiane la Societa protestino contro la progettata cessione della Sardegna. Nel corso dell’anno il Liceo classico di Cagliari viene intitolato a G.M. Dettori, teologo tempiese. Il censimento registra nell’isola 588 064 abitanti. ` 24 marzo. Muore in miseria a Torino lo storico Vittorio Angius, gia deputato dell’isola (era nato a Cagliari nel 1798). 31 marzo. Si apre a Sassari la succursale della Banca Nazionale. 4 luglio. Si inaugura a Cagliari, sulla spiaggia detta ‘‘Sa Perdixedda’’ (battigia di Sant’Agostino), il primo stabilimento balneare della Sardegna. 14 luglio. Approvata la convenzione per la costruzione della rete ` italo-inglese che fa capo ferroviaria in Sardegna con una societa al finanziere Gaetano Semenza. ` di Cagliari e ` classificata di seconda cate31 luglio. L’Universita goria. 13 agosto. S’inaugura a Sassari la statua marmorea di D.A. Azuni, opera dello scultore Carlo Rubatto. 29 novembre. S’inaugura ad Alghero il teatro civico. 1 º gennaio. Comincia a funzionare, a Cagliari e a Sassari, la Camera di Agricoltura, Commercio ed Arti. ` il via alla costruzione delle ferrovie 4 gennaio. La legge n. 1105 da ` di G. Semenza 200 000 ettari in Sardegna, concedendo alla societa di terreni ademprivili. 2 giugno. Costituita a Londra la Compagnia reale delle ferrovie ` di G. Semenza ‘‘gira’’ la propria concessione. sarde, cui la societa 6 giugno. Muore a Cagliari (dove era nato nel 1805) il generale Carlo De Candia, collaboratore del La Marmora nella redazione della grande carta geografica della Sardegna. Nel corso dell’anno si getta un cavo telegrafico sottomarino fra Cagliari e la Sicilia. Maggio. Manifestazioni a Cagliari per sollecitare la costruzione delle ferrovie. 21 maggio. Abolite le corporazioni di arti e mestieri, i gremi sassaresi sono costretti a darsi nuove norme.

492

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 498

Cronologia della Sardegna contemporanea

1865

1866

1867

22-23 agosto. Disordini popolari a Sassari per la protesta degli zappadori contro il dazio sui consumi. 13-19 dicembre. Incidenti a Oristano e Cagliari fra gli operai ‘‘continentali’’ addetti alla costruzione del primo tratto della linea ferroviaria. 20 gennaio. Muore a Cagliari (dov’era nato nel 1798) il pittore Giovanni Marghinotti. Gennaio-febbraio. Nuovi incidenti fra gli operai che lavorano alla linea ferroviaria: a Decimomannu i carabinieri sparano sugli ` operai (un morto e un ferito), a Cagliari un operaio (di Erba) e ucciso da un caposquadra. 20 marzo. La legge n. 2245 unifica amministrativamente il nuovo regno, riformando l’ordinamento provinciale e comunale. 23 aprile. La legge n. 2232 abolisce in tutta l’isola i diritti di ademprivio e di cussorgia, dopo quasi vent’anni di discussioni e polemiche sul problema. I Comuni sono obbligati a vendere entro tre anni i terreni ex ademprivili loro assegnati. 14 maggio. S’inaugura a Sassari il Liceo classico intitolato a D.A. Azuni. 27 gennaio. Con un comizio a Cagliari dei deputati Fara e Sulis si apre l’agitazione legale per la ripresa dei lavori ferroviari, interrotti nel giugno precedente. 17 febbraio. Muore a Cagliari (dov’era nato nel 1800) Pietro Martini, storico, che aveva legato il suo nome al ‘‘caso’’ delle Carte d’Arborea. 1 giugno. Istituito il corso forzoso. 23 giugno.12 agosto. Terza guerra contro l’Austria. I caduti sardi sono 30. 20 luglio. S’inaugura a Sassari l’illuminazione pubblica a gas. 12 settembre. Muore a Cagliari il vescovo monsignor Emanuele Marongio Nurra, tornato solo in marzo nell’isola dopo un lungo esilio a Roma dovuto ai contrasti fra Stato e Chiesa. 23 febbraio. Nel suo articolo Della Sardegna su ‘‘La Cronaca’’, G.B. Tuveri usa per la prima volta l’espressione ‘‘questione sarda’’. Marzo. Viene inaugurato a Cagliari l’acquedotto. ` eletto deputato nel collegio di Ozieri. Si 10 marzo. Garibaldi e ` nell’agosto 1868 e sara ` rieletto nel 1870. dimettera 28 maggio. Fra Bonorva e Macomer la diligenza Cagliari-Sassari viene aggredita da banditi: nello scontro, muoiono un luogotenente dei bersaglieri e uno dei fuorilegge. ` anche Giugno. Terribile invasione di cavallette, che si ripetera nella primavera successiva. 15 agosto. Nuova legge sull’asse ecclesiastico. 3 novembre. Battaglia di Mentana. Muore il garibaldino maddalenino Andrea Viggiani. Nel corso dell’anno viene inaugurato l’ospedale civile di Ozieri.

493

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 499

Cronologia della Sardegna contemporanea 1868

1869

1870

25 gennaio. Muore a Torino lo storico Giuseppe Manno (era nato ad Alghero nel 1786). 26 aprile. Moto nuorese de Su Connottu. Un centinaio di pastori e contadini poveri, per protestare contro la vendita di terre comu` alle fiamme i piani nali ex ademprivili, invade il Municipio e da di lottizzazione dei terreni. 20 giugno. La Camera elegge una Commissione parlamentare ` presieduta da d’inchiesta sulle condizioni della Sardegna: sara Agostino Depretis. 1º agosto. Viene aperta a Sassari la succursale del Banco di Napoli. 24 agosto. Salta in aria il polverificio di Cagliari: 7 morti, 2 feriti. 13 settembre. A Selargius un’alluvione fa straripare il torrente, che abbatte cento case e distrugge i raccolti. 22 novembre. ‘‘Paci’’ solenni ad Aggius fra due gruppi di famiglie dilaniate da decenni da una sanguinosa faida. 1º gennaio. Entra in vigore in tutta Italia la tassa sul macinato, che ` anche i piccoli molini domestici. in Sardegna colpira 13 febbraio. Ultima esecuzione capitale per impiccagione a Sassari. 24 febbraio. Arriva a Cagliari la Commissione parlamentare d’in` nell’isola sino al 25 chiesta presieduta da Depretis. Si tratterra ` mai presentata al marzo, ma la relazione conclusiva non sara Parlamento. Maggio-giugno. Quintino Sella, che non aveva potuto partecipare al viaggio della Commissione, visita con l’ingegner E. Marchese ` la sua relazione alla Camera il 3 le miniere dell’isola. Presentera maggio 1871. 21 giugno. La legge Castagnola istituisce il credito agrario. Nel corso dell’anno viene fondato il Banco di Cagliari. Entro il 1883 saranno nove gli istituti di credito fondati in Sardegna. 18 gennaio. Terremoto nella notte (ma senza danni) a Sassari e dintorni. 4 luglio. Scossa di terremoto a Bitti. ` di primo promotore della Societa ` 19 luglio. Garibaldi, in qualita Anonima Nazionale di Bonificazione, Colonizzazione e Coltivazione della Sardegna, chiede al governo di cedere a scopo agri` dei terreni ex ademprivili che dovrebbero essere colo la meta dati alla compagnia ferroviaria. 18-22 agosto. Le leggi n. 5839 e 5858 dettano nuove norme sui terreni ex ademprivili. 20 settembre. Presa di Roma. Muore a Porta Pia il tempiese Andrea Leoni. 25 ottobre. A Sassari, alle 17, l’inconsueto spettacolo dell’aurora boreale. Durante quest’anno, il carico fondiario sardo arriva a toccare «l’enorme cifra» (Loddo Canepa) di 3 409 843,91 lire.

494

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 500

Cronologia della Sardegna contemporanea 1871

1872

1873 1874

1875

10 gennaio. Esce a Cagliari ‘‘L’Avvenire di Sardegna’’, «giornale politico internazionale», «organo della colonia italiana in Tuni` pubblicato sino al sia». Diretto da Giovanni De Francesco, sara dicembre 1893. 22 marzo. Il finanziere Giovanni A. Sanna fonda a Sassari la Banca Agricola Sarda. 10 maggio. Entra in funzione il tronco delle Ferrovie Reali Ca` a San Gavino in settembre). gliari-Villasor (arrivera 15 giugno. Il canonico F. Miglior fonda a Cagliari il circolo cattolico S. Saturnino, presieduto da Enrico Sanjust di Teulada. ` nominato senatore 15 novembre. L’archeologo Giovanni Spano e ` mai in Senato). del Regno (ma, sacerdote, non andra 10 dicembre. Fondata a Iglesias la Scuola capi minatori e periti agrari, caldeggiata da Quintino Sella nella sua relazione. 31 dicembre. Il censimento registra in Sardegna una popolazione di 636 660 abitanti (26,4 per km2). Gli analfabeti sono l’88%. 9 aprile. Inaugurazione dei tronchi delle Ferrovie Reali DecimoIglesias, San Gavino-Oristano, Sassari-Porto Torres. 1º maggio. Esce ‘‘La Gazzetta di Sassari’’, primo quotidiano sassarese, diretto da Francesco Mariotti. 31 dicembre. Il Consiglio comunale di Sassari delibera la cessione gratuita di un’area in piazza d’Italia per la costruzione del Pa` posata il 18 ottobre lazzo della Provincia (la cui prima pietra sara dell’anno dopo). Marzo. Inizia a Sassari la demolizione del Castello aragonese. 1º marzo. Fondata a Sassari la Banca Commerciale Sarda. 17 febbraio. Un regio decreto istituisce a Ozieri l’Istituto per l’Allevamento ippico. 15 agosto. S’inaugura il tronco delle Ferrovie Reali Sassari-Ploaghe. 25 agosto. Muore a Genova Pasquale Tola, magistrato e storico (era nato a Sassari nel 1800). 9 febbraio. Muore a Sassari, a soli 56 anni, il finanziere Giovanni ` il A. Sanna; la sua collezione d’archeologia e d’arte costituira nucleo originario del Museo nazionale di Sassari, a lui intitolato. 29 marzo. Terminata la costruzione delle linee ferroviarie di ‘‘primo periodo’’, inizia con un grande comizio a Cagliari una ` guidata da F. Cocco Ortu, per seconda agitazione legale, che sara ` organizzato da il completamento del sistema isolano (il comizio e un comitato presieduto dal senatore Ignazio Aymerich, marchese di Laconi). 29 maggio. Nuova linea telegrafica sottomarina fra la Sardegna e la Penisola. 31 ottobre. Esce a Sassari il periodico ‘‘La Stella di Sardegna’’, ` nel settembre 1879 e riappapromosso da Enrico Costa. Cessera ` ancora nel 1885-86. rira

495

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 501

Cronologia della Sardegna contemporanea

1876

1877

1878

1879 1880

1881

30 novembre. Un uragano provoca gravi danni agli abitati e alle campagne dell’Oristanese. 23 gennaio. Muore a Roma Giuseppe Musio (era nato a Bitti nel 1797), magistrato, senatore dal 1848, uno degli artefici della legislazione sull’abolizione del feudalesimo nell’isola. 30 aprile. A pochi giorni dalla ‘‘rivoluzione parlamentare’’ che ha provocato la caduta dell’ultimo governo della Destra, muore a Roma Giorgio Asproni (era nato a Bitti nel 1807), giornalista e deputato, leader della Sinistra democratica sarda e personaggio di spicco della politica italiana. 5 novembre. Nelle elezioni politiche viene eletto deputato per la prima volta, nel collegio di Lanusei, Francesco Cocco Ortu: sie` alla Camera ininterrottamente per 14 legislature, sino al dera 1924. Marzo. Nuova convenzione ferroviaria. Riprendono i lavori, interrotti da lungo tempo. ` di Sassari e ` equiparata alle Universita ` di Giugno. L’Universita secondo ordine. 29 giugno. Muore a Roma Francesco Sulis (nato a Sassari nel 1817), docente universitario di diritto e deputato, autore del Dei moti politici dell’isola dal 1793 al 1821 (1857). 9 gennaio. Muore Vittorio Emanuele II, gli succede il figlio Umberto I. 4 febbraio. Muore a Cagliari (dove era nato nel 1805) l’architetto Gaetano Cima, autore di numerose opere e ideatore dei piani `. regolatori della citta ` nominato 24 marzo. Nel primo ministero Cairoli Cocco Ortu e segretario generale (l’attuale sottosegretario) del ministero di Agricoltura, Commercio e Industria. 3 aprile. Muore a Cagliari il canonico Giovanni Spano, senatore, padre dell’archeologia sarda (era nato a Ploaghe nel 1803). ` 19 dicembre. Nel terzo governo Depretis il deputato sardo Nicolo ` nominato ministro della Marina. Ferracciu e 20 dicembre. Inaugurato il tronco delle Ferrovie Reali SassariGiave. 11 luglio. Inaugurata a Cagliari la stazione delle Ferrovie Reali. 13 dicembre. Si apre a Sassari la filiale della Banca Fondiaria. 31 marzo. Muore a Oristano (dov’era nato nel 1817) il canonico Salvator Angelo De Castro, storico, deputato. 1º luglio. Con l’apertura del tronco delle Ferrovie Reali OristanoGiave si inaugura solennemente, presente il ministro Baccarini, la linea Sassari-Cagliari. 15 agosto. Inaugurato a Sassari l’acquedotto. 22 settembre. Viene arrestato nelle campagne della Nurra Gio` famosi banditi sardi. A 57 vanni Tolu, di Florinas, uno dei piu anni, era alla macchia da 29 anni e 9 mesi. 7-19 gennaio. Sciopero dei battellieri di Carloforte che traspor-

496

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 502

Cronologia della Sardegna contemporanea

1882

1883

1884

tano i minerali di Malfidano e Buggerru al porto dell’isola: 45 arresti, molte condanne. 4 aprile. Il Parlamento approva la nomina d’una commissione incaricata di provvedere all’utilizzo dei fondi ricavati dalla vendita dei terreni ex ademprivili (bonifica e colonizzazione). 22 aprile. Con l’apertura del tronco delle Ferrovie Reali MontiTerranova (il tronco Fraigas-Monti era stato aperto il 10 luglio dell’anno precedente) si completa il collegamento di Sassari e Cagliari con Terranova. 22 maggio. S’inaugura a Oristano il monumento marmoreo a Eleonora d’Arborea, opera dello scultore Ulisse Cambi. 7 agosto. Sanguinosi tumulti a Sanluri contro l’oppressione fiscale: muoiono una donna, uccisa dai carabinieri, e il sindaco del paese, trucidato dalla folla. In uno scontro a fuoco successivo restano uccisi altri 4 cittadini, numerosi i feriti. Nel processo per i fatti, 44 condanne, di cui 17 all’ergastolo. 24 ottobre. Il censimento registra in Sardegna 680 450 abitanti (28,4 per km2). 22 gennaio. Muore a Torino Giovanni Siotto Pintor, scrittore, ma` volte deputato, senatore dal 1861 (era nato a Cagliari gistrato, piu nel 1805), autore della Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848 (1877). 1-21 maggio. Viaggio turistico-letterario in Sardegna di Gabriele D’Annunzio, Cesare Pascarella ed Edoardo Scarfoglio. 2 giugno. Muore a Caprera, alle 6,22 del pomeriggio, Giuseppe Garibaldi. 27 ottobre. Torna a Sassari, accolto da gran folla, l’ex bandito Giovanni Tolu, che la Corte d’Assise di Frosinone ha assolto (per legittima difesa) dall’accusa di omicidio nei confronti di tre carabinieri. 12 aprile. Abolito il corso forzoso. 1º luglio. Inaugurato il tronco delle Ferrovie Reali TerranovaOlbia Nuova (Golfo Aranci). Estate. Compare nei vigneti sassaresi la fillossera, che ne distrug` gran parte, estendendosi alle altre parti della Sardegna. gera 11 dicembre. Muore a Roma il celebre tenore ‘‘Mario’’, Giovanni De Candia, mazziniano e patriota (era nato a Cagliari nel 1810). ` autoriz4 maggio. L’Amministrazione provinciale di Cagliari e zata con regio decreto ad acquistare dal demanio statale il Pa` viceregio: prezzo fissato, 151 633,62 lire. lazzo gia 27 agosto. Muore Francesco M. Serra (nato a Uta nel 1804), magi` volte deputato, ministro di Stato nel 1861, vicepresistrato, piu ` dente del Senato dal 1873 al 1876, conte dal 1875, uno dei piu potenti rappresentanti del partito ‘‘del governo’’ a Cagliari e nell’isola. 23 ottobre. Con un grande concerto vocale, s’inaugura a Sassari il Politeama ‘‘Verdi’’.

497

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 503

Cronologia della Sardegna contemporanea 1885

1886

1887

1888

1889

1891

Maggio. Viene pubblicato il XII volume dell’inchiesta agraria Jacini, dedicato alla Sardegna (relatore Francesco Salaris). 7 giugno. Inaugurato a Iglesias il monumento a Quintino Sella, opera dello scultore Giuseppe Sartorio. 29 aprile. Traslate a Cagliari da Pisa le ossa di Sant’Efisio: il quin` celebrato solennemente dicesimo centenario del suo martirio e nella prima settimana di maggio. 23 gennaio. La legge Grimaldi introduce alcune importanti innovazioni nel credito agrario. 23 febbraio. Scossa di terremoto a Sassari, Alghero e dintorni. 6 marzo. Il Credito Agricolo Industriale Sardo chiude gli spor` dichiarato fallito e il suo principale azionitelli: il 27 giugno sara ` condannato a 7 anni sta, l’ex deputato Pietro Ghiani Mameli, sara di carcere per una serie di malversazioni. 8 dicembre. Muore a Collinas (che si chiamava Forru quando vi era nato nel 1815) G.B. Tuveri, giornalista e scrittore, deputato al Parlamento subalpino. 31 dicembre. Si aprono a Roma le difficili trattative per il rinnovo del trattato commerciale con la Francia; quando si interrompe` inizio la cosiddetta ranno, senza esito, nel febbraio del 1888, avra ` soprattutto le ‘‘guerra delle tariffe’’ con la Francia, che colpira esportazioni meridionali (e fra queste, in modo massiccio, quella dei prodotti sardi). 15 febbraio. S’inaugurano i primi tronchi delle Ferrovie secondarie in Sardegna, Cagliari-Isili e Monti-Tempio. 21 febbraio. Muore a Milano il giornalista Vincenzo Brusco Onnis, repubblicano e grande amico di Mazzini (era nato a Cagliari nel 1822). 25 gennaio. Continua l’entrata in servizio dei tronchi delle Ferrovie secondarie: alla Tirso-Orotelli seguiranno i tronchi OrotelliNuoro (6 febbraio), Sassari-Alghero (10 aprile), Meana-Sorgono (3 novembre), Isili-Sorgono (18 novembre 1890). 16 agosto. Umberto I, accompagnato dal principe ereditario, visita le fortificazioni di La Maddalena e l’isola di Caprera. 5 ottobre. Un ciclone devasta i villaggi del Campidano di Cagliari. 6 ottobre. Esce a Cagliari, con un numero di saggio, prima settimanale poi, da dicembre, quotidiano, ‘‘L’Unione Sarda’’, espressione del gruppo coccortiano, diretto da Marcello Vinelli. Durante l’anno lo studente Claudio Demartis fonda a Tempio un ` la prima organizzazione d’ispirazione Fascio operaio che sara socialista in Sardegna. 19 gennaio-2 febbraio. Primo viaggio nell’isola di Felice Cavallotti, che inaugura a Sorso la bandiera del circolo Il popolo sovrano, promosso dall’avvocato socialista Antonio Catta. Caval` ancora nell’isola dal 15 al 23 novembre 1896. lotti tornera 27 giugno. Chiude gli sportelli la Cassa di Risparmio di Sassari. Luglio. Rapina alla stazione di Chilivani.

498

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 504

Cronologia della Sardegna contemporanea

1892

1893

1894

1895

1896

9 agosto. Esce a Sassari, prima settimanale poi, dal marzo 1892, quotidiano, ‘‘La Nuova Sardegna’’, espressione di un gruppo di borghesi progressisti d’ispirazione repubblicana. ` Ferracciu (nato a Calangia2 marzo. Muore a Roma l’on. Nicolo nus nel 1819), professore universitario di Diritto, deputato dal 1848 per 14 legislature, due volte ministro con Depretis. ` , nella campagna di Bonorva, Paolo 6 agosto. Ucciso a Nurape ` «classico» poeta in lingua sarda dell’OttoMossa, 71 anni, il piu cento. 20 ottobre. Un ciclone devasta molti villaggi del Campidano di Cagliari. ` di SasGennaio. Nuove minacce di soppressione dell’Universita sari. 1º aprile. Aperti nuovi tronchi delle Ferrovie secondarie: OzieriTirso, Gairo-Tortolı`, Mandas-Nurri. 2 settembre. S’inaugura la tramvia a vapore del Campidano di Cagliari, sulla linea Cagliari-Quartu Sant’Elena. 29 novembre. Un ciclone danneggia Cagliari e il suo Campidano. 22 aprile. Completata, col tronco Nurri-Gairo, la rete ferroviaria secondaria della Sardegna sud-orientale. 29 maggio. Catturati nei pressi di Sassari i famigerati banditi Angius e Derosas: nel conflitto muore un maresciallo dei carabinieri. 24 ottobre. Umberto I e il principe ereditario visitano La Maddalena e Caprera. 13-14 novembre. ‘‘Grassazione’’ di Tortolı`: durante la notte una banda di oltre 50 fuorilegge aggredisce e saccheggia la casa del possidente cavalier Pau. Muoiono un domestico del Pau e un carabiniere, un bandito resta ucciso. 12 dicembre. Con D.M. il deputato Francesco Pais Serra viene incaricato di compiere un’inchiesta «sulle condizioni economiche e sulla sicurezza pubblica in Sardegna»: causa immediata la ‘‘grassazione’’ di Tortolı` e altri episodi di banditismo (fra cui, nell’anno, il sequestro, in Barbagia, di due commercianti francesi). Chiude, durante l’anno, la Banca Agricola Industriale Sarda, che ` restituira ` i depositi dei risparmiatori. pero Agosto. 12 fuorilegge assaltano la diligenza in servizio fra la stazione di Oniferi e Orani-Gavoi: nel conflitto restano uccisi un capitano dei barracelli e un carabiniere. 29 dicembre. Il Regio Secondo Ginnasio di Cagliari, ‘‘regificato’’ nel 1889, viene intitolato a Giovanni Siotto Pintor. 23 febbraio. Fondata l’Associazione Mineraria Sarda, organo scientifico-sindacale degli imprenditori minerari. Giugno. L’on. Pais Serra presenta la relazione della sua inchiesta sulle condizioni della Sardegna. Durante l’anno prende consi-

499

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 505

Cronologia della Sardegna contemporanea

1897

1898

1899

1900

stenza anche in Sardegna il fenomeno migratorio: nel 1896 emigrano 2510 sardi. 28 febbraio. A Oristano, primo Congresso regionale del PSI. 24 delegati rappresentano circa 355 iscritti di 15 comuni. 18 aprile. Esce a Cagliari il primo periodico socialista, ‘‘L’Idea ` il 28 novembre). socialista’’ (chiudera 23 aprile. Conflitto a fuoco a Meanasardo fra una banda di circa 60 fuorilegge penetrati nella casa del parroco del paese e cinque carabinieri appoggiati dai barracelli locali. 2 agosto. La legge 382 inaugura la legislazione speciale per la Sardegna. ` ministro dell’Agricoltura (sino al 14 dicembre. F. Cocco Ortu e giugno 1898) nel ministero Di Rudinı`. 25 dicembre. Inaugurato a Cagliari, con l’opera Africana, il Politeama ‘‘Regina Margherita’’. 18 maggio. Un ciclone danneggia l’abitato di Cagliari e le campagne dei dintorni. 5 giugno. Sciopero a Ozieri dei muratori che costruiscono i Laboratori di artiglieria. 12 operai arrestati e condannati. 2 ottobre. Un regio decreto riforma la legislazione sulle compagnie barracellari, affidando ai prefetti la nomina dei capitani. 7-9 ottobre. Gravi danni in tutta l’isola per le piogge torrenziali. A Cagliari le acque dello stagno in piena distruggono sette ponti sull’istmo di La Plaia. 2 aprile. Ucciso in un conflitto a fuoco in territorio di Ozieri il bandito Salvatorangelo Dettori. 12-23 aprile. I reali d’Italia visitano la Sardegna, assistendo a numerose cerimonie fra cui la posa della prima pietra del Palazzo civico di Cagliari, il 14, e l’inaugurazione della statua marmorea di Vittorio Emanuele II, opera dello scultore Giuseppe Sartorio, a Sassari, il 19. 16 aprile. Primo sciopero dei minatori di Lula. 14-15 maggio. A Nuoro, in Barbagia e nel Goceano, ‘‘notte di San ` chiamata dagli autori di quella ‘‘caccia Bartolomeo’’ (cosı` sara grossa’’): nel quadro della lotta al banditismo, arrestate in una colossale battuta di esercito e carabinieri diverse centinaia di sospetti. Saranno in tutto 642. 14-15 agosto. ‘‘Battaglia di Morgogliai’’, nel Nuorese; muoiono in un conflitto a fuoco, in cui perde la vita anche un carabiniere, quattro fuorilegge, fra cui i fratelli nuoresi Serra-Sanna. 11 dicembre. Inaugurata a Sassari l’Unione Popolare, associazione politico-culturale d’ispirazione democratica. ` Dicembre. Sciopero dei battellieri di Carloforte contro le societa ` quattro mesi). minerarie (durera 18 maggio. Muore a Cagliari Francesco Salaris, avvocato, dal 1861 ` volte deputato (era nato a Sassari nel 1822). piu

500

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 506

Cronologia della Sardegna contemporanea

1901

1902

1903 1904

29 luglio. L’anarchico Gaetano Bresci uccide a Monza Umberto I. Gli succede il figlio Vittorio Emanuele III. 10 ottobre. S’inaugura a Cagliari il servizio telefonico urbano. Novembre. Apertura a Sassari della filiale del Banco di Napoli. 3 aprile. A Nuoro primo congresso degli universitari sardi. ` ministro di Grazia e Giustizia (sino 14 febbraio. F. Cocco Ortu e all’ottobre 1903) nel ministero Zanardelli. 1º giugno. Un gruppo di ciclisti, guidati dall’on. Brunialti, inizia da Caprera il giro dell’isola. 4 giugno. Sciopero a Cagliari delle operaie della Manifattura tabacchi. 7 luglio. La legge n. 334 concede l’esercizio del credito agrario nel Mezzogiorno e nelle isole alla Cassa di Risparmio del Banco di Napoli e incoraggia il credito locale. 16 luglio. Sciopero di tutto il personale ferroviario dell’isola. 19 luglio. Ucciso nel bosco di Monserrato (Oliena) il bandito Giuseppe Lovicu. Nello stesso giorno viene assassinato per errore, in un agguato contro l’esattore di Sorso, l’editore sassarese, cagliaritano di nascita, Giuseppe Dessı`. 28 agosto. S’inaugura sul monte Ortobene di Nuoro la statua bronzea del Redentore, opera dello scultore Vincenzo L. Jerace. 22 settembre. La sezione cagliaritana del Club Alpino Italiano inaugura sul Gennargentu il rifugio Lamarmora. 24 ottobre. S’inaugura a Sassari il primo Congresso regionale del PRI. 27 ottobre. Inaugurazione a Ozieri dell’acquedotto civico. 14 novembre. Primo tentativo della «traversata» Sassari-Cagliari ` piu ` volte a causa del cattivo stato delle in automobile: fallira strade. 31 dicembre. Il censimento registra in Sardegna 791 748 abitanti (33 per km2). 28 luglio. La legge n. 342 continua la legislazione speciale per la Sardegna. 17 settembre. Inaugurata in agro di Macomer la borgata «Villa Piercy», intitolata all’ingegner Benjamin Piercy, pioniere dell’agricoltura moderna in Sardegna, scomparso a Londra nel 1888. Luglio. A Iglesias secondo Congresso regionale del PSI. 26 aprile-16 maggio. Il direttore generale del Touring Club Italiano, Federico Johnson, compie un giro della Sardegna su una ` Attraverso la Sardegna in automobile. Isotta Fraschini. Scrivera 3 settembre. Sciopero dei minatori di Buggerru. In uno scontro con i soldati chiamati a fronteggiarli dal direttore della miniera, restano uccisi 3 lavoratori, feriti 11. In quest’anno viene costituita a Iglesias la Federazione regionale dei minatori, segretario Giuseppe Cavallera.

501

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 507

Cronologia della Sardegna contemporanea 1905

1906

1907

1908

` Storica Sarda, che Marzo. Viene fondata a Cagliari una Societa ` poi la Deputazione di Storia patria per la Sardegna. sara 2 ottobre. Vittorio Emanuele III visita La Maddalena e Caprera in occasione delle manovre navali nelle acque dell’arcipelago. 14 maggio. Il malessere operaio (sciopero dei portuali in febbraio, dei commessi dei negozi e dei fornai in marzo, quindi degli operai della Manifattura tabacchi) e la protesta contro il carovita sfociano in una serie di disordini a Cagliari: 2 morti e numerosi feriti negli scontri fra forze dell’ordine e dimostranti. Vengono devastati gli edifici della stazione ferroviaria e degli uffici daziari, divelti i binari del tram. I disordini continuano fino al 16 provocando le dimissioni della giunta Bacaredda. Maggio. I moti contro il carovita si diffondono in tutta l’isola: nel Campidano, nell’Iglesiente (il 21 maggio 2 morti e 17 feriti a Gonnesa, 2 morti a Nebida), nel Sarrabus, a Macomer, in molti centri della provincia di Sassari (un morto a Bonorva). A Villasalto, a fine mese, 5 morti e 12 feriti. ` ministro dell’Agricoltura (sino al di29 maggio. F. Cocco Ortu e cembre 1909) nel terzo ministero Giolitti. 23 gennaio. Grave conflitto a fuoco, a Bitti, tra fuorilegge e carabinieri. Restano sul terreno 2 morti. 13 giugno. Il tribunale di Cagliari condanna a gravi pene i responsabili dei moti popolari dell’anno precedente: 110 condanne per 170 imputati (4 anni e 4 mesi all’avvocato socialista Efisio Orano). 1º luglio. La Camera approva il disegno di legge che dichiara monumento nazionale l’isola di Caprera e la casa di Garibaldi. 11 luglio. Inaugurazione del collegamento telefonico fra Cagliari e Sassari (in novembre di quello fra Cagliari e Iglesias). 14 luglio. La legge n. 562 reca modificazioni e aggiunte alla legislazione speciale per la Sardegna del 1897 e del 1902. 16 novembre. Il R.D. n. 844 riunisce e riorganizza in un testo unico i provvedimenti speciali per la Sardegna. 20 febbraio. Il piroscafo della Civitavecchia-Golfo Aranci fa scalo anche a Terranova, sebbene solo quattro volte alla settimana. 9 marzo. Condannato il socialista Giovanni Antioco Mura, di Bonorva, per «eccitamento all’odio di classe». 1º aprile. Pioggia devastatrice su Cagliari e dintorni. 10 aprile. Il ministro della Marina germanica Alfred Von Tirpitz approda ad Alghero con la nave Hohenzollern per visitare i suoi vasti possedimenti nella Sardegna settentrionale. 12 aprile. Prima mostra zootecnica a Ozieri, inaugurata dal ministro Cocco Ortu. 27-29 aprile. Primo congresso cattolico regionale. 7 maggio. Giunge a Iglesias la commissione governativa d’inchiesta sulle condizioni di vita e di lavoro dei minatori. 8 agosto. Inaugurata la linea telefonica Sassari-Tempio.

502

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 508

Cronologia della Sardegna contemporanea

1909

1910

1911

12 agosto. Arresti in massa a Benetutti e a Ozieri. La delinquenza ` cresciuta anche in conseguenza della carestia. e 6-8 settembre. A Sassari terzo Congresso regionale del PSI. 19 settembre. Assassinato nel centro di Nuoro da uno squilibrato l’avvocato Giuseppe Pinna, deputato della Sinistra. 7 marzo. Elezioni politiche. Vince lo schieramento democraticoliberale. 25 marzo. Muore a Sassari, a 68 anni, Enrico Costa, storico e letterato. Maggio. Un’invasione di cavallette distrugge i raccolti nel Campidano. 7 novembre. Cominciano con un comizio a Cagliari le manifestazioni a favore della statizzazione della rete ferroviaria sarda. `’’, battagliero periodico catto13 marzo. Esce a Sassari ‘‘Liberta lico. 24 maggio. Vittorio Emanuele III e consorte giungono a Cagliari, da turisti, a bordo dello yacht Trinacria. Breve visita in provincia. 28 maggio. La Camera approva il progetto di legge sulle convenzioni marittime. La legge consente il sovvenzionamento – in attesa dell’istituzione di linee marittime statali – di imprese private che garantiscano stabili collegamenti tra le isole e il continente. 14 luglio. Il sindaco, la giunta e l’intero consiglio comunale di Cagliari si dimettono per protesta contro la mancata istituzione di un normale collegamento ferroviario tra i principali centri dell’isola. Proteste anche a Oristano e Iglesias. 28 luglio. Entra in funzione la terza coppia di treni da Golfo ` in vigore, inoltre, il servizio cuAranci a Sassari e a Cagliari. E mulativo ferroviario-marittimo. Garantiti i collegamenti giornalieri tra la Sardegna e il continente. Entrano in funzione i piro` di Cagliari, Citta ` di Sassari e Caprera. Istituito un treno scafi Citta ` diretto Sassari-Cagliari. Il tragitto da Golfo Aranci a Cagliari e coperto in 9 ore. 16 agosto. Assassinato in un agguato il sindaco di Orune. 12 marzo. Imponente manifestazione popolare a Nuoro per l’istituzione della linea ferroviaria Nuoro-Orosei e di quelle per Sorgono-Oniferi e Nuoro-Bitti-Fonni. 26 marzo. Inaugurata la linea automobilistica Terranova-OroseiNuoro. ` grande del 1º maggio. Si inaugura a Torino lo ‘‘Stadium’’, il piu ` demomondo, costruito dall’impresa del sardo Porcheddu; verra lito nel secondo dopoguerra. 10 giugno. Il censimento registra nell’isola 868 000 abitanti. 12-13 luglio. 150 operai sardi assunti per i lavori della linea ferroviaria Roma-Napoli vengono aggrediti dalla popolazione locale, istigata dalla camorra. Vengono trucidati 9 lavoratori, decine i feriti.

503

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 509

Cronologia della Sardegna contemporanea

1912

1913

25 settembre. L’Italia dichiara guerra alla Turchia. Inizia la ` sino al 12 ottobre 1912 (pace di Loguerra di Libia, che durera sanna). ` posta in stato di guerra. Da Ottobre. La piazza della Maddalena e Sassari e da Cagliari partono per la Tripolitania i contingenti del 45º e 46º Fanteria. Ottobre. Costituita a Roma la Lega di resistenza fra gli operai sardi. 21 dicembre. 800 cavalli sardi vengono inviati in Africa per essere impiegati in operazioni militari. 16-18 gennaio. Due mercantili francesi diretti a Tunisi, il Chartage e il Manouba, vengono fermati da una nave da guerra italiana e condotti a Cagliari. L’arresto di 29 militari turchi presenti a ` scoppiare un incidente diplomatico con la Francia. bordo fara 21 gennaio. Debutta con grande successo alla Scala di Milano nell’Isabeau di Mascagni il tenore tempiese Bernardo Demuro. Febbraio. Epidemia di vaiolo a Bosa. 14 aprile. Si apre a Cagliari il X Congresso Operaio Sardo di Coo` . Sono presenti circa 200 soperazione, Previdenza e Mutualita `. cieta 17 maggio. Esce il giornale ‘‘Il Risveglio dell’Isola’’, socialista ` sino al settembre riformista. Settimanale, poi quotidiano, uscira 1922. 29 luglio. Ozieri. Sequestrate dai banditi 7 persone. Chiesto un riscatto di 75 000 lire. 10 novembre. Cominciano a Terranova i lavori per la costruzione del nuovo porto. 25 gennaio. Alghero. Si costituisce la prima cooperativa tra pescatori dell’isola. Vi aderiscono circa 3000 soci. 22 febbraio. Gravi inondazioni in Gallura e nel Nuorese. Il Coghinas e il Cedrino rompono gli argini allagando centinaia di ettari. 9 marzo. Nove barche da pesca naufragano nel golfo dell’Asinara e 11 nel mare di Alghero. 4 le vittime. 11 luglio. La legge n. 985 reca «Provvedimenti relativi alla costruzione di serbatoi e laghi sul Tirso e sul fiume Sibari». 7 agosto. Pietro Are, l’eroe sardo ferito a Sciara Sciat nella guerra di Libia, cantato in un poema da D’Annunzio, rifiuta la decora´ non corrisponzione della medaglia di bronzo al valore perche dente al suo eroismo. 7 agosto. Continua la disamistade di Orgosolo. Taglia da 30 000 lire ` pericolosi latitanti. Il paese e ` presidiato da 300 tra gensui 5 piu darmi, bersaglieri e soldati di fanteria. 18-24 agosto. Orune. Manifestazioni popolari per la divisione e la cessione in affitto delle terre pubbliche. Il consiglio comunale ` presidiato da reparti di carabirassegna le dimissioni. Il paese e nieri e dell’esercito.

504

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 510

Cronologia della Sardegna contemporanea

1914

25 ottobre. Elezioni politiche. Viene eletto per la prima volta un deputato socialista, Giuseppe Cavallera. Gennaio. Esce a Tempio il primo numero di ‘‘Sardegna’’,la rivista ` per altri tre fascicoli stampati a di Attilio Deffenu: comparira Milano. 27 aprile. Un’invasione di cavallette distrugge i campi delle Baro` mette in ginocchio l’intera nie. Contemporaneamente, la siccita isola: morie di bestiame, raccolti perduti, assenza di acqua potabile. 10 maggio. Roma. Inaugurato nella sala di Castel Sant’Angelo il primo Congresso Regionale Sardo. 13 maggio. Muore a Sassari, a 65 anni, il musicista Luigi Canepa. 22 giugno. Conflitto a fuoco nelle campagne di Olzai tra carabinieri e latitanti orgolesi. Restano uccisi il superlatitante Onorato Succu e Giovanni Corraine. Morto anche un appuntato dei carabinieri. 3 luglio. La Camera approva il progetto di legge Casavola contenente provvedimenti per la Sardegna. Tra gli altri: creazione di bacini artificiali sul Tirso e sul Coghinas; esonero per i sardi dal pagamento dell’imposta sui terreni; provvedimenti a favore degli `. agricoltori e dei pastori colpiti dalla siccita Ottobre. La chiusura, per oltre 70 giorni, delle miniere di Buggerru getta sul lastrico centinaia di famiglie. Su 3500 abitanti, i disoccupati ammontano a oltre 1000. 29 novembre. Muore il poeta Sebastiano Satta (era nato a Nuoro nel 1867). Grandiosi funerali civili a Nuoro e commemorazioni in tutta l’isola. 12-13 dicembre. Giunge a Sassari il deputato trentino Cesare Battisti, acclamato da una grande folla di cittadini.

DAL PRIMO DOPOGUERRA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

1915

Gennaio.febbraio. Tumulti contro il caro-vita in numerosi centri della Sardegna. Il 2 febbraio a Porto Torres durante gli incidenti viene ucciso per errore un bambino. 14 febbraio. Un regio decreto concede la costruzione e l’esercizio ` Imprese idrauliche del serbatoio artificiale sul Tirso alla societa ed elettriche del Tirso, fondata nel 1913 dalla Banca Commerciale e dalla Bastogi. Gennaio.maggio. Si aggrava la crisi mineraria iniziata nel 1914. In Sardegna vengono licenziati oltre 5 000 operai su 9 000. 13-21 maggio. Partono da Cagliari e Porto Torres i due reggimenti, 151º e 152º, della Brigata ‘‘Sassari’’, formata in gennaio. 24 maggio. L’Italia dichiara guerra agli Imperi centrali. 25 luglio. Primo giorno di guerra per la Brigata ‘‘Sassari’’ schierata sul Carso. 15 novembre. La Brigata ‘‘Sassari’’ conquista le trincee dei Razzi

505

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 511

Cronologia della Sardegna contemporanea

1916

1917

1918

e delle Frasche: il bollettino 173 del Comando supremo cita «gli intrepidi Sardi della Brigata ‘‘Sassari’’». 3 dicembre. Il comando della III Armata, in seguito a una disposizione del Comando supremo, dispone che tutti i militari sardi dei reggimenti di fanteria siano trasferiti alla Brigata ‘‘Sassari’’, e cosı` gli ufficiali che ne facciano domanda. 5 marzo. Antonio Cassitta e Luigi Polano organizzano a Sassari il primo Congresso regionale giovanile socialista. 5 giugno. Grande offensiva austriaca conosciuta come Strafe-Ex` in linea sull’Altipiano dei Sette pedition. La Brigata ‘‘Sassari’’ e ` inutilmente all’assalto delle Comuni. Tra giugno e luglio andra munitissime posizioni austriache, con gravissime perdite. ` della provincia, si Agosto. A Posada, presenti tutte le autorita celebrano le ‘‘paci’’ fra le famiglie di Orgosolo protagoniste della grande disamistade, iniziata il 3 aprile 1905. 5 agosto. Il re concede motu proprio la medaglia d’oro al V.M. alla bandiera di ciascuno dei due reggimenti della ‘‘Sassari’’: altre due medaglie saranno concesse alla fine della guerra. 18 giugno. Il sottotenente Fusconi compie in 105 minuti il primo volo in idrovolante da Terranova a Cagliari. 25 giugno. Sassari. Sentenza finale al grande processo (12 000 pagine di atti istruttori) per la disamistade di Orgosolo: tutti assolti. 10 luglio. Finisce il terribile ‘‘anno sull’Altipiano’’ della ‘‘Sassari’’. 25 ottobre. La XIV armata austro-tedesca sfonda il fronte italiano a Caporetto. 20-30 gennaio. Battaglia dei Tre Monti (monte Valbella, Col del ` una Rosso, Col d’Echele), protagonista la Brigata ‘‘Sassari’’. E delle prime vittorie italiane dopo Caporetto. 17 marzo. Il piroscafo Tripoli, in navigazione fra Golfo Aranci e ` affondato alle 22,20 da un sommergibile tedesco: Civitavecchia, e 280 vittime. 28 aprile. Un sommergibile tedesco emerge davanti al porto di Carloforte e spara sull’abitato alcune cannonate: un MAS lo mette in fuga. Maggio. Appare a Cagliari, sotto lo pseudonimo Y.K., l’opuscolo ` considerato il primo manifesto del riPer l’autonomia!, che sara ` Umberto Cao, vendicazionismo sardo del dopoguerra (l’autore e ` deputato dei combattenti e poi del PSd’Az). che sara ` duramente impegnata in 16-19 giugno. La Brigata ‘‘Sassari’’ e aspri combattimenti sul Piave: muore Attilio Deffenu, 27 anni, arrivato volontario in trincea. 4 novembre. Nelle ultime ore di guerra muore sul Piave Alberto Riva di Villasanta, 18 anni, volontario negli Arditi (fratello di Peppino, morto nel 1915, e figlio del maggiore della ‘‘Sassari’’ ` medaglia d’oro al V.M. La SardeGiovanni, morto nel 1916). Sara

506

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 512

Cronologia della Sardegna contemporanea

1919

1920

gna ha avuto nel conflitto 13 652 caduti (138,6 ogni mille uomini ` di 104,9 caduti). chiamati alle armi, mentre la media nazionale e Autunno-inverno. Si diffonde anche in Sardegna una terribile ` molte vittime. epidemia di ‘‘spagnola’’, che fara 29 marzo. Agitazioni e proteste in tutta la Gallura contro la decisione governativa di importare il sughero dalla Spagna. 25 maggio. Nuoro. Primo Congresso regionale dell’Associazione Nazionale Combattenti. Luglio. Agitazioni in molti comuni dell’isola contro il carovita. ` trasferita a Roma da Torino, dove 14 luglio. La Brigata ‘‘Sassari’’ e era stata trasportata in febbraio in funzione antioperaia. Gramsci aveva fatto propaganda tra i ‘‘fratelli sardi’’ in divisa. 2 agosto. Il Senato approva la legge per la statizzazione delle ferrovie, fino ad allora in concessione alla Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde. 15 settembre. Si tiene a Macomer il II Congresso regionale del` compol’ANC. La giunta esecutiva della federazione regionale e sta da Bellieni, Lussu, Curreli, Adami, Paglietti, Corbu. Presi` il professor Mameli. dente e 6 ottobre. Si costituisce a Sassari un comitato di agitazione che chiede la revoca del decreto che vieta l’esportazione del pecorino. 22 ottobre. I combattenti di Villacidro e delle zone limitrofe occupano le terre della tenuta Vittorio Emanuele, di Sanluri. 26 ottobre. Muore a Sassari, a 64 anni, l’on. Angelo Roth, deputato `. di Alghero e per molti anni rettore dell’Universita 16 novembre. Elezioni politiche: prime affermazioni del partito dei Combattenti. Vengono eletti deputati Mastino, Angioni e Orano. 23 novembre. La prima pagina del quotidiano ‘‘La Nuova Sardegna’’ esce in bianco con una grande scritta: «censura». 12 dicembre. Sciopero dei minatori nel bacino dell’Iglesiente. ` assicurato dall’82º battaglione Fanteria che L’ordine pubblico e dispone di 6 sezioni di mitragliatrici. 24 gennaio. Cagliari. Gli studenti universitari, quasi all’unani`, costituiscono un Comitato di difesa sociale contro gli sciomita peri nei servizi pubblici. 28 gennaio. La popolazione di Terranova saluta festante l’ap` di Cagliari, in servizio sulla prodo del primo piroscafo, il Citta linea diretta con Civitavecchia. 22-23 febbraio. Oristano. IV Congresso regionale del PSI, con l’intervento di 50 delegati. Nicola Spano direttore di ‘‘Sardegna ` in aprile. Avanti!’’, che uscira 26 aprile. Pubblicato sulla G.U. il decreto di liberalizzazione dell’esportazione del pecorino. 11 maggio. Iglesias. I carabinieri sparano sui minatori in sciopero, uccidendo 7 lavoratori e ferendone molti altri.

507

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 513

Cronologia della Sardegna contemporanea

1921

1922

8-9 agosto. Macomer. III Congresso regionale dell’ANC, che conta ormai oltre 30 000 iscritti in 246 sezioni. Il Programma di Maco` la piattaforma politica del futuro Partito Sardo d’Amer sara zione. Novembre. Dimostrazioni popolari in tutta l’isola contro la scarsezza di generi alimentari. 8 marzo. Scontri a Tempio tra comunisti e fascisti. 16-17 aprile. Oristano. Nasce, al IV Congresso regionale dell’ANC, il Partito sardo d’Azione. 7 maggio. Sciopero dei 1400 lavoratori del bacino artificiale del ` appaltatrice licenzia tutti gli operai. Tirso. La societa 15 maggio. Nelle elezioni politiche si registra la vittoria del ‘‘blocco’’ che elegge 6 deputati: Cocco Ortu, Sanna Randaccio, Carboni Boy, Congiu, Lissia e Murgia. Il PSd’Az elegge 4 deputati: Mastino, Cao, Orano e Lussu; il PSI, Corsi; il PPI, Aroca. 22-27 maggio. Vittorio Emanuele III giunge in Sardegna per una visita nell’isola. A Sassari, in suo onore, viene organizzata una Cavalcata sarda. A Gonnesa viene accolto dai minatori al grido di «Viva Lenin». 12 settembre. Spaventoso nubifragio sulla Barbagia. Molte case di Olzai vengono spazzate via dai torrenti in piena. 16 novembre. Inaugurata dal piroscafo Tripoli la linea marittima Cagliari-Civitavecchia. 1º dicembre. Il censimento registra in Sardegna 868 000 abitanti come nel 1911. Dicembre. Istituito il servizio radiotelefonico Roma-Tempio. 2 agosto. Sciopero dei ferrovieri. Deraglia per un attentato il treno di Porto Torres. Ferito il macchinista. Vengono arrestati alcuni ferrovieri comunisti e il segretario del sindacato ferrovieri di Sassari, professor Massimo Stara. 10 ottobre. In uno scontro tra fascisti e comunisti, a Ittiri, rimane ferito il segretario del fascio. 12 ottobre. Si svolge a Iglesias il primo Congresso regionale fascista. 15 ottobre. Cagliari. Frequenti scontri tra fascisti e comunisti. 28 ottobre. Marcia su Roma. Mussolini incaricato di formare il nuovo governo. 28-29 ottobre. Si svolge a Nuoro il secondo Congresso regionale del PSd’Az 7 novembre. Dichiarazione di Mussolini sulla Sardegna: «Amo la Sardegna, che tutto ha dato senza nulla chiedere. Oggi aggiungo con piena coscienza e ferma fede che l’avvento del fascismo al ` a soluzione i molti problemi che travagliano la potere condurra vostra isola». 8 novembre. Gonnesa. I dirigenti comunisti e socialisti del co` ‘‘rosso’’ dell’isola sono costretti a firmare l’adesione al mune piu fascismo.

508

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 514

Cronologia della Sardegna contemporanea

1923

13 novembre. Il sottosegretario Lissia arriva a Cagliari per trat` ferito alla tare la fusione fra PNF e PSd’Az. A tarda sera Lussu e testa col calcio del moschetto da una guardia regia. 26 novembre. Incidenti a Ittiri fra comunisti e fascisti. Il sardista ` ucciso a Cagliari in incidenti scoppiati durante una Efisio Melis e festa fascista. Venti feriti. 3 dicembre. Spedizione di 120 squadristi di Civitavecchia su Terranova: locali saccheggiati, socialisti percossi e costretti a bere l’olio di ricino. 8 dicembre. Tafferugli e incidenti a Sorso tra la popolazione e gruppi di fascisti giunti da Sassari e Porto Torres. Rimane ucciso un giovane fascista di Porto Torres e resta ferito l’avvocato Luigi Pilo, uno dei massimi dirigenti sardi del fascismo. 20 dicembre. Cagliari. I fascisti devastano la Camera del Lavoro. 20-23 dicembre. Cagliari. I fascisti occupano tutte le sedi dei partiti democratici e di sinistra e chiudono il giornale sardista ‘‘Il Solco’’. Numerosi dirigenti e semplici iscritti ai partiti di Sinistra vengono costretti, a manganellate, a bere olio di ricino. Il depu`. In una tato sardista Cao viene costretto ad abbandonare la citta spedizione punitiva a Portoscuso gli squadristi di Iglesias uccidono i due fratelli Fois. 31 dicembre. Sbarca a Cagliari il nuovo prefetto, il generale Asclepia Gandolfo. 18 gennaio. Muore a Sassari il direttore della «Nuova Sardegna», Medardo Riccio. Gennaio. Il generale Gandolfo invita alla pacificazione fascisti e sardisti, proponendo la fusione tra le due formazioni politiche. Da Roma, Camillo Bellieni si dissocia apertamente e critica l’operato dei suoi compagni di partito. 14 febbraio. Il prefetto Gandolfo viene nominato ‘‘governatore della Sardegna’’. 28 febbraio. Esce ‘‘Il Nuraghe’’, rivista mensile di cultura diretta ` sino al 1932. da Raimondo Carta Raspi. Uscira 30 aprile. Una parte dei sardisti decide di confluire nel PNF; tra questi, i dirigenti Paglietti, Pili e Putzolu. 12 maggio. Un violento incendio distrugge il Politeama ‘‘Verdi’’ di Sassari. 10-11 giugno. Mussolini approda a Terranova e si reca in visita a Caprera, La Maddalena, Sassari e Cagliari, attraversando la Sardegna. 14 luglio. Muore improvvisamente a Sassari Pietro Satta Branca, fondatore e proprietario de ‘‘La Nuova Sardegna’’, deputato e sindaco di Sassari. Agosto. Vengono firmati i decreti di scioglimento, per «gravi motivi di ordine pubblico», dei consigli comunali di Cagliari, Sassari e di tutti quei comuni dove non ci sono maggioranze fasciste.

509

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 515

Cronologia della Sardegna contemporanea

1924

1925

1º dicembre. Sassari. La minoranza fascista provoca lo scioglimento del Consiglio provinciale. 19 gennaio. Cagliari. Sospende le pubblicazioni ‘‘L’Unione Sarda’’, coinvolto nelle lotte fra fascisti di diverse «ondate»: ` sino al 26 aprile col titolo ‘‘Il Popolo sardo’’. uscira Gennaio.marzo. A Ittiri scontri e feriti tra fascisti e sardisti. A Quartucciu fra gruppi di fascisti della ‘‘prima’’ e della ‘‘seconda’’ ora: un morto e alcuni feriti gravi. Ad Arbus arrestati i principali esponenti del fascismo accusati di minacce e violenze ai danni dei socialisti di Guspini. 2 marzo. Esce a Sassari, in opposizione a ‘‘La Nuova Sardegna’’, il ` le quotidiano ‘‘L’Isola’’, diretta emanazione del PNF. Cessera pubblicazioni nel 1946. Marzo. Nel corso della campagna elettorale i fascisti causano disordini ovunque, impedendo lo svolgimento dei comizi delle liste non fasciste. 6 aprile. Le elezioni si svolgono in un clima di gravi intimidazioni da parte dei fascisti. La lista del PNF ottiene il 61% dei voti; quella sardista il 17% e 2 deputati (Lussu e Mastino); la lista della ‘‘stella’’ (Opposizione costituzionale) ottiene l’8% dei suffragi ed elegge Mario Berlinguer; i popolari eleggono Palmerio Delitala; socialisti e demosociali non eleggono nessun deputato. 28 aprile. Il re inaugura la diga sul Tirso. 18 maggio. Viene emanato il R.D. n. 753, «Provvedimenti per le trasformazioni fondiarie di pubblico interesse», noto come ‘‘legge Serpieri’’. ` rapito e poi ucciso. Inizia un 10 giugno. Roma. L’on. Matteotti e lungo periodo di crisi per il PNF. 23 agosto. Si celebra a Sassari il primo Congresso eucaristico regionale. 10 settembre. Muore a Roma l’on. Francesco Pais Serra, per molte legislature deputato di Ozieri. Era nato a Nulvi nel 1837. 9 dicembre. Pubblicato sulla G.U. il R.D. n. 1931 che autorizza la spendita di un miliardo di lire per opere pubbliche in Sardegna ` ‘‘legge del miliardo’’). (si chiamera 29 dicembre. Tempio. Processo contro i maggiori esponenti del fascismo locale imputati di violenza privata e danneggiamenti, per aver bruciato le copie del giornale ‘‘La Nuova Sardegna’’ e bastonato due redattori dello stesso quotidiano. 20-21 gennaio. Ierzu. Trucidata durante la notte una famiglia di otto persone. 1 febbraio. La Maddalena. Alle elezioni comunali si afferma la lista delle opposizioni, nonostante le intimidazioni fasciste e il divieto di comizi. 11 marzo. Rivolta popolare a Oschiri contro il progetto di trasferimento a Terranova degli stabilimenti della Montecatini. La po-

510

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 516

Cronologia della Sardegna contemporanea

1926

1927

1928

polazione accoglie a fucilate la truppa inviata a ristabilire l’ordine. 27 settembre. Macomer. Al V Congresso del PSd’Az Ruggiero Grieco porta un appello dell’Internazionale Contadina, probabilmente ispirato da Gramsci. 1 gennaio. Le linee di navigazione statali per la Sardegna ven` private, tra cui la gono affidate in gestione ad alcune societa Ubaldo Sommaruga di Cagliari. Gennaio. Esce a Nuoro, su ispirazione del vescovo Fossati, il periodico cattolico ‘‘L’Ortobene’’. 18 febbraio. Vasta operazione di polizia in Ogliastra per «epurare la regione dai deliquenti». Arrestate in pochi giorni 112 persone. 14 marzo. Sassari. Costituita la Banca Popolare Cooperativa Anonima di Sassari. 29 maggio. Il re visita la Sardegna. 18 agosto. Mussolini pronuncia a Pesaro il discorso detto della ` du‘‘quota novanta’’. La politica deflazionista del regime colpira ramente l’agricoltura e la pastorizia sarde. 31 ottobre. Fallito attentato a Mussolini, a Bologna. Si scatena in tutta Italia la caccia agli oppositori. Lussu, assediato e poi aggre` dito nella sua casa di Cagliari, uccide uno degli assalitori ed e arrestato. 5 novembre. Il Consiglio dei ministri avvia la legislazione eccezionale volta a liquidare ogni forma di opposizione. ´ protetto dall’immunita ` parlamentare, 8 novembre. Roma. Benche Gramsci viene arrestato. Il 4 giugno del 1928 il tribunale speciale ` a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione. lo condannera 1 gennaio. Esce a Cagliari ‘‘Mediterranea’’, rivista di cultura, di` sino retta da A. Putzolu, leader del fascismo isolano. Comparira al 1937. 2 gennaio. Il R.D. n. 1 abolisce i circondari e istituisce nuove ` province: fra queste la provincia di Nuoro. Ora la Sardegna e divisa in tre province: Cagliari (189 comuni, 9218 km2), Sassari (75 comuni, 7519 km2), Nuoro (100 comuni, 7272 km2). 10 novembre. Assegnato alla scrittrice nuorese Grazia Deledda il premio Nobel 1926 per la letteratura. ` il banditismo 18 febbraio. Mussolini dichiara che stronchera ` che Samuele Stochino, detto la Tigre di Arzana, sardo, ma sa gia ` stato ucciso da qualche giorno. La notizia sara ` data soltanto il e giorno dopo. 21 marzo. Inaugurata l’aviolinea con idrovolanti Ostia-Cagliari. ` condannato 28 marzo. Il comunista cagliaritano Giovanni Lay e dal tribunale speciale a 7 anni e 6 mesi per cospirazione antifa` compagno di carcere, a Turi, di Gramsci e Pertini. I scista: sara sardi processati dal tribunale speciale saranno 208, quelli assegnati al confino 260.

511

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 517

Cronologia della Sardegna contemporanea

1929

1930

1931

Giugno. Luogosanto. Celebrate, alla presenza del vescovo di Tempio, le solenni ‘‘paci’’ tra due famiglie nemiche da 27 anni. Dicembre. Orgosolo. Ucciso in un conflitto a fuoco il latitante Santino Succu. 7 dicembre. San Gavino Monreale. Catturato il bandito Raimondo Atzeni, noto Pabedda, autore di numerose ‘‘vendette’’. 14 dicembre. Viene emanato il R.D. n. 3134 «Provvedimenti per la bonifica integrale», noto come ‘‘legge Mussolini’’. Comincia la ` piu ` storia della bonifica integrale in Sardegna, che interessera di un terzo del territorio isolano. 14 marzo. Muore a Cagliari, a 87 anni, l’on. Francesco Cocco Ortu, ` volte ministro. deputato dal 1876 al 1924, piu 24 marzo. Si svolgono le ‘‘elezioni plebiscitarie’’. 29 marzo. Uccisi in un conflitto a fuoco a Sa Fossas i latitanti Onorato Succu di Orgosolo, 44 anni, Eligio Salis, 46, e Francesco Carta, 31. Sul primo pendeva una taglia di 30 000 lire. 29 aprile.4 maggio. I reali d’Italia visitano l’isola. 5 luglio. Pattada. Crolla la volta della chiesa durante la messa: due morti, diversi feriti. ` 27 luglio. Emilio Lussu fugge avventurosamente da Lipari, dove e stato confinato, insieme a Carlo Rosselli e F.F. Nitti. Qualche settimana dopo fonderanno a Parigi, con altri fuorusciti italiani, il ` , di cui Lussu sara ` uno movimento antifascista Giustizia e Liberta dei leader. 7 settembre. Disastrosa alluvione nel Campidano. Distrutte a Uta 150 case. 3 morti e danni per decine di milioni. 8 ottobre. Inaugurata la linea ferroviaria Tempio-Palau. 17 novembre. Un violento nubifragio si abbatte sul Sassarese. A Osilo, a causa del crollo di una casa, perdono la vita 8 persone. Inondazioni e allagamenti in diversi comuni della provincia. 11 febbraio. Allagamenti nel Campidano. Numerosi paesi isolati. 20 marzo. Muore l’avvocato sassarese Filippo Caravetti, per molte legislature deputato della Sinistra, sindaco di Sassari e senatore. 5 maggio. Mogoro. Nel corso di una dimostrazione popolare contro il commissario comunale, i carabinieri sparano uccidendo un dimostrante. 8 giugno. La motonave Olbia entra in servizio sulla linea Civitavecchia-Terranova. 29 dicembre. Col R.D. n. 1869 viene creato, tra Terralba e Marrubiu, il nuovo comune di Mussolinia. Nel corso dell’anno vengono censiti in Sardegna 233 000 bovini e 2 054 000 ovini (nel 1918 erano rispettivamente 337 000 e 2 018 000). 5 febbraio. Arrestato a Roma l’anarchico Michele Schirru, di Padria, giunto in Italia dagli USA per attentare alla vita di Musso-

512

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 518

Cronologia della Sardegna contemporanea

1932

1933

1934

1935

` fucilato il 29 lini. Condannato a morte dal tribunale speciale, sara maggio. 21 aprile. Il censimento registra in Sardegna 984 000 abitanti. 27 giugno. In uno dei processi contro i dirigenti del centro interno `», i sardi Francesco Fancello e Cesare Pindi «Giustizia e Liberta tus sono condannati a 10 anni di carcere. 3 luglio. Ultimata la linea ferroviaria Sassari-Palau. 14 agosto. Guglielmo Marconi sperimenta da Golfo Aranci le onde ultracorte. 7 ottobre. Un terribile fortunale si abbatte sulla Sardegna settentrionale. Gravemente danneggiata la flotta peschereccia di Alghero (15 barche affondate); una persona muore a Bonorva in seguito al crollo di un’abitazione. 28 ottobre. Nell’anniversario della marcia su Roma, vengono inaugurati a Sassari il museo ‘‘G.A. Sanna’’ e l’acquedotto cittadino. 28 ottobre. Sassari. Inaugurato il servizio di autobus cittadino. 13 novembre. Approvato il T.U. che coordina tutte le disposizioni sulla bonifica integrale. In Sardegna i comprensori interessati si estendono per 884 615 ettari. 3-4 gennaio. Si riunisce a Cagliari e a Sassari il Consiglio Nazionale del PNF 25 marzo. Si svolge anche nell’isola il «plebiscito» fascista. 2 maggio. Cagliari. Si apre, alla presenza del duca d’Aosta, il Congresso Nazionale Geografico. 10 ottobre. Giungono ad Alghero le prime 8 famiglie di coloni ferraresi che prendono possesso delle abitazioni dell’Azienda Agricola Maria Pia di Savoia. L’avvenimento segna l’inizio della vasta opera di bonifica della Nurra, affidata all’Ente Ferrarese di Colonizzazione. 13 ottobre. Il principe di Piemonte inaugura a Sassari la nuova ` di Veterinaria e il nuovo viadotto del Rosello, sede della Facolta ` audace d’Europa». definito «il piu 1 febbraio. Sassari. Realizzato il primo elaiopolio d’Italia. 14 marzo. L’intera isola sconvolta dal maltempo. Il bacino artificiale del Tirso si svuota allagando diversi paesi dell’Oristanese. Due morti ad Alghero e Ittireddu, in conseguenza delle inondazioni. Interrotto il traffico ferroviario. 6-7 giugno. Partono da Cagliari alla volta dell’Africa orientale i fanti della divisione ‘‘Sabauda’’. Mussolini e lo stato maggiore del fascismo (Ciano, Starace, Valle ecc.) in Sardegna per salutare i reparti. Mussolini visita la Sardegna. 24 giugno. La critica tedesca elogia il compositore sardo Ennio Porrino per la sua opera Sardegna. 3 ottobre. Alle cinque del mattino, senza dichiarazione di guerra, le truppe italiane passano il Mareb e invadono l’Etiopia.

513

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 519

Cronologia della Sardegna contemporanea

1936

1937

Ottobre. Sassari. I fratelli Usai-Leoni aprono il primo calzaturificio dell’isola. Gennaio. In risposta alle sanzioni, il regime intensifica lo sfruttamento delle risorse minerarie sarde. 8 marzo. Inaugurazione della nuova borgata di Fertilia. 21 aprile. Censimento straordinario detto ‘‘dell’Impero’’. La Sardegna ha ora 1 036 000 abitanti, in 278 comuni (118 in provincia di Cagliari, 72 in provincia di Sassari, 88 in provincia di Nuoro). I comuni sono stati drasticamente diminuiti in base a leggi del 1927-1928. 9 maggio. Conquistata Addis Abeba, Mussolini annuncia che il ` diventato un Impero. I caduti sardi nella guerra Regno d’Italia e sono 95. Giugno. Fucilato a Pratosardo (Nuoro) il bandito Antonio Pintore, di Bitti (suo fratello era stato ucciso in conflitto l’8 settembre del 1934): fra i crimini addebitatigli, il rapimento e l’uccisione della ` di Bono (luglio piccola Maria Molotzu, 7 anni, figlia del podesta 1933). 17 luglio. Tentativo di colpo di stato dei generali ribelli per rovesciare il governo popolare della Repubblica spagnola. Inizia la guerra civile. 12 agosto. Terranova. Sbarcano le prime ‘‘littorine’’ destinate alla rete ferroviaria sarda. 17 agosto. Muore a Roma, a 65 anni, Grazia Deledda. 28 agosto. La ‘‘colonna’’ formata da Carlo Rosselli con gli antifascisti italiani entra in combattimento presso Huesca, in Aragona: tra i 7 morti, Giuseppe Zuddas, 38 anni, di Monserrato, compo` ; Pompeo Frannente del Comitato centrale di Giustizia e Liberta ` chi, anarchico, 31 anni, di Nuoro, ferito in combattimento, morira subito dopo in ospedale. Il censimento del bestiame registra nell’isola una notevole diminuzione del patrimonio zootecnico: i bovini sono 200 000, gli ovini 1 177 000. 27 aprile. Muore a Roma, a 47 anni, Antonio Gramsci. 16 maggio. Inaugurato il nuovo aereoporto militare di Fertilia. 1 luglio. Inaugurata la prima linea aerea Alghero-Roma. Il velivolo, un trimotore S66, partito dall’idroscalo di Porto Conte alle ` di 170 lire. 8,35, arriva a Roma alle 10,35. Il costo della traversata e 9 agosto. Un vasto incendio doloso distrugge 2000 ettari di bosco `. nella foresta di Fiorentini, nei pressi di Nughedu San Nicolo 7 settembre. L’ingegner Dino Giacobbe, uno dei primi dirigenti ` Lussu a Padel PSd’Az, espatria clandestinamente: raggiungera ` a combattere in Spagna. rigi e andra 15 ottobre. Si chiudono le celebrazioni dei Grandi Italiani di Sardegna alla presenza del duca di Bergamo e del ministro Pavolini. 23 ottobre. Muore a Sassari, a 82 anni, il missionario vincenziano ` poi proclamato beato. Giovanni Battista Manzella, che sara

514

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 520

Cronologia della Sardegna contemporanea 1938

1939

1940

1941

1942

28 marzo. Inaugurazione dell’aeroporto civile di Fertilia. 4 luglio. Perfugas. In alcuni campi si raccolgono fino a 44 quintali di grano per ettaro. 14 luglio. Cade in mare l’idrovolante della linea Cagliari-Civitavecchia. Muoiono tutti i 16 passeggeri. 3 ottobre. La linea aerea Porto Conte-Roma diventa giornaliera; quella Porto Conte-Cagliari da giornaliera diventa trisettimanale. 11 ottobre. 4 docenti di origine ebrea vengono privati dell’inse` sarde. gnamento nelle Universita ` giovane co18 dicembre. Mussolini inaugura Carbonia, «il piu mune d’Italia». 29 marzo. Muore a Roma Ettore Pais, storico e senatore del Regno (era nato nel 1856). 28-30 marzo. Resa di Madrid, fine della guerra di Spagna. I caduti sardi sono 219 nelle file del CTV fascista, e oltre 20 nelle file internazionaliste. 7 luglio. Entra in funzione la ruota del lotto di Cagliari. 1 settembre. Le truppe tedesche invadono la Polonia. Inizia la seconda guerra mondiale. 4 ottobre. Per effetto del R.D. 1464 del 4 ottobre viene ripristinato l’antico nome di Olbia in luogo di Terranova. 12 gennaio. In un naufragio al largo dell’isola di Caprera muoiono 9 persone. 10 giugno. L’Italia dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. 12 giugno. 21 bombardieri partiti da Elmas compiono un’incursione su Biserta: inizia la vicenda bellica della Sardegna, ‘‘portaerei del Mediterraneo’’. 16 giugno. Primo attacco contro il territorio isolano: 5 bombardieri francesi colpiscono l’aeroporto di Elmas. Novembre. Il generale Antonio Basso assume il comando militare ` per tutta la durata della guerra. dell’isola, che terra 27 novembre. Grande battaglia aeronavale al largo di Capo Teulada. 30 luglio. Cade subito dopo il decollo l’idrovolante Ostia-Cagliari. Muoiono 5 dei 25 passeggeri: tra loro Anna Marongiu, pittrice e incisora cagliaritana. 10-16 maggio. Visita di Mussolini in Sardegna. Da Alghero a Sassari, La Maddalena, Nuoro, Oristano e Cagliari, accolto dovunque da grandi folle. 2-3, 7-8 giugno. Primi bombardamenti notturni sull’abitato di Cagliari. 7-8 novembre. Grande sbarco alleato in Africa settentrionale. Ini` minaczia l’assalto finale alla Fortezza Europa: la Sardegna e ciata da vicino.

515

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 521

Cronologia della Sardegna contemporanea

1943

19-20 novembre. Cagliari. Durante la notte un incendio distrugge completamente il Politeama ‘‘Regina Margherita’’. 11 gennaio. L’avvocato Salvatore Mannironi, di Nuoro, e il dottor Ennio Delogu, di Bitti, vengono arrestati con l’accusa di spionaggio. 7 febbraio. Bombardamenti inglesi e americani nei dintorni di Cagliari: prime vittime civili dei bombardamenti americani. 17 febbraio. Iniziano i grandi bombardamenti diurni di Cagliari (97 morti). Spezzonamento di Gonnosfanadiga (83 morti, molti bambini). 26-28 febbraio. Nuovi grandi bombardamenti di Cagliari (oltre 125 morti il 26, oltre 640 il 28). La popolazione civile abbandona in `. Il 31, nuova incursione (20 morti). massa la citta 19 marzo. Riprende le pubblicazioni ‘‘L’Unione Sarda’’, che le ` nuovamente l’11 aveva interrotte il 26 febbraio. Le interrompera maggio. 10 aprile. Una formazione di 84 quadrimotori affonda l’incrociatore Trieste alla fonda davanti a Palau. Moltissimi i marinai morti. 13 maggio. Ultimo grande bombardamento di Cagliari, colpita da ` dioltre 450 tonnellate di bombe. Gran parte dell’abitato sara ` assegnata alla citta ` strutto (oltre 40 morti). Il 19 maggio 1950 sara la medaglia d’oro. 14-17 maggio. Bombardamenti su Olbia (24 morti) e su Alghero (50 morti). 3 giugno. Comincia a circolare il primo numero dattiloscritto del giornaletto clandestino antifascista ‘‘Avanti Sardegna!’’, redatto da Mario Berlinguer. Ne usciranno altri 4 numeri, sino al 21 agosto. 23 luglio. Lettera autografa di Mussolini al generale Basso: ` un bastione della Patria». «Ognuno sappia che la Sardegna e 25 luglio. Dimissioni e arresto di Mussolini. 28 luglio. A Nuoro alcuni giovani, guidati dal comunista Antonio Dore, inscenano una dimostrazione antifascista. 7-28 agosto. Mussolini prigioniero a Villa Webber di La Maddalena. 8 settembre. Armistizio fra l’Italia e gli Alleati. In Sardegna il generale Basso raggiunge un accordo in base al quale la 90a divi` lasciare l’isola indisturbata. sione corazzata tedesca potra 9 settembre. Scontri fra truppe tedesche e soldati italiani al Ponte Mannu sul Tirso, a Oristano. Morti e feriti. I tedeschi occupano La Maddalena con un colpo di mano. 10 settembre. Presso Macomer un ufficiale della ‘‘Nembo’’, a capo di un gruppo di paracadutisti che vogliono seguire i tedeschi, uccide il tenente colonnello Alberto Bechi Luserna (poi medaglia d’oro al V.M.). 13 settembre. Battaglia di La Maddalena. Scontro a fuoco fra tedeschi e marinai, soldati e carabinieri italiani, comandati dal capi-

516

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 522

Cronologia della Sardegna contemporanea

1944

tano di vascello Carlo Avegno, che cade in combattimento (poi medaglia d’oro al V.M.): restano sul campo 24 italiani e 8 tedeschi. 17 settembre. Sbarcano a Cagliari i primi soldati alleati. 24 ottobre. Convegno regionale a Macomer dei Comitati sardi di concentrazione antifascista. 14 novembre. Riprende le pubblicazioni ‘‘L’Unione Sarda’’, sotto il controllo del Comitato di concentrazione: la dirige l’avvocato ` diJago Siotto, socialista. A Sassari ‘‘L’Isola’’ defascistizzata sara ` direttore de ‘‘La Nuova Sarderetta da Arnaldo Satta Branca, gia gna’’ 1923-26. 12-14 gennaio. ‘‘Moti del pane’’ a Ozieri e Sassari. A Ozieri la popolazione scende in piazza: 58 case saccheggiate, un dimostrante ucciso dai soldati, 182 denunce. Il 13 a Sassari diversi gruppi di dimostranti assaltano i forni del pane: la forza pubblica interviene con i carri armati. Fra i 38 arrestati diversi esponenti del circolo giovanile comunista, fra cui Enrico Berlinguer, 22 anni. 18 gennaio. Una folla di giovani protesta in piazza Jenne a Cagliari contro la chiamata alle armi. Viene lanciata una bomba, muore un soldato, alcuni feriti. 27 gennaio. Il R.D. n. 21 crea l’Alto Commissariato per la Sardegna, cui vengono trasferiti tutti i poteri amministrativi, civili e militari. Il 29 il generale Pietro Pinna, di Pozzomaggiore, viene nominato Alto Commissario. Inaugurazione di Radio Sardegna, che ha cominciato le sue trasmissioni il 3 ottobre da Bortigali: discorsi dei generali Webster, ` Armando Rossini. Dunlop e Magli. Direttore e 28 gennaio. Bari. Primo congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale: i due delegati sardi, Angelo Corsi e Francesco Cocco Ortu jr., sono gli unici ad astenersi sull’odg finale. 17 febbraio. Il R.D. n. 68 cambia il nome del comune di Mussolinia in Arborea. 11 marzo. Si apre a Iglesias il primo Congresso regionale del PCI. 16 marzo. Il R.D. n. 90 affianca all’Alto Commissario una giunta ` costituita solo in settembre). consultiva di 6 membri (che sara 1-3 maggio. A Oniferi i pastori occupano i pascoli ex demaniali, ora di privati: nello scontro con le forze dell’ordine, un morto e numerosi feriti. 28 maggio. Primo Congresso regionale della DC a Oristano. 30 giugno. Sbarca a Cagliari, dopo 18 anni di assenza forzata, ` in molti centri dell’isola. Emilio Lussu. Parlera 24 luglio. Esce a Sassari il primo periodico democratico del dopo` guerra, ‘‘Riscossa’’, diretto da Francesco Spanu Satta. Chiudera nel dicembre 1946. Fine luglio. Macomer. Il Congresso regionale del PSd’Az fissa i termini dell’accordo politico col PdA. ` sottose4 dicembre. Nel nuovo governo Bonomi Antonio Segni e gretario all’Agricoltura.

517

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 523

Cronologia della Sardegna contemporanea

1945

1946

1947

25 dicembre. A Mamoiada, dopo un comizio, viene ucciso un dirigente sardista. 28 dicembre. Il R.D. n. 417 modifica le competenze dell’Alto Commissario e crea una Consulta regionale di 18 membri. ` 23 gennaio. Costituita a Cagliari, con capitali sardi, la societa ` gestire i servizi aerei fra la Sardegna e il contiAirone, che dovra nente. 7 marzo. Si conclude nel bacino minerario il primo grande sciopero del dopoguerra: 6 000 operai protestavano contro gli attentati al sindaco comunista di Sanluri e a due dirigenti socialisti di Iglesias. 25 aprile.-8 maggio. Caduta della Repubblica Sociale Italiana, fucilazione di Mussolini, caduta di Berlino: finisce la guerra in Europa. 29 aprile. Cagliari. Si riunisce a Palazzo Viceregio la Consulta regionale. Messaggio augurale del presidente Bonomi. Fra i compiti della Consulta, la predisposizione dello Statuto d’autonomia della Sardegna. 25-27 maggio. Cagliari. Al II Congresso regionale del PCI si afferma la ‘‘svolta autonomistica’’ dettata da Togliatti nel Consiglio nazionale del partito, in aprile. Agosto. I membri della Consulta regionale vengono portati a 44. 13 settembre. Il governo concede facilitazioni speciali agli agri` e da una coltori sardi per far fronte ai danni causati dalla siccita grande invasione di cavallette. 17-24 marzo. Prime elezioni amministrative del dopoguerra nei tre capoluoghi sardi. 12 aprile. Un decreto del governo istituisce, come agenzia spe` , l’ERLAAS, Ente regiociale dell’Alto Commissariato alla Sanita nale per la lotta antianofelica in Sardegna. 9 maggio. La Consulta regionale respinge la proposta di Lussu di ` far estendere dal governo alla Sardegna lo Statuto speciale gia concesso alla Sicilia. ` 321 555 voti 2 giugno. Al referendum istituzionale la Sardegna da alla monarchia (60,9%), 206 192 alla repubblica (39,1%). Nelle elezioni per la Costituente la DC ottiene il 41,1% dei voti, il PSd’Az il 14,8%, il PCI il 12,5%, il Fronte dell’Uomo Qualunque il 12,4%, il PSIUP 18,9%. 20 giugno. Varata la motonave Azuni, ammiraglia della Sarda` di navigazione fondata con capitale sardo. mare, la societa 28 giugno. Il generale Basso, accusato di «omessa esecuzione di ` assolto dal tribunale incarico» per i fatti del settembre 1943, e militare di Roma. 15 febbraio. Esce a Sassari ‘‘Il Corriere dell’Isola’’, quotidiano ` nel dicembre del 1957. ispirato dagli ambienti DC. Chiudera 14 aprile. Primo volo degli aerei dell’Airone da Cagliari e Alghero per Roma e Milano.

518

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 524

Cronologia della Sardegna contemporanea 27 aprile. Riprende le pubblicazioni a Sassari ‘‘La Nuova Sardegna’’. 21 giugno. La Costituente approva l’art. 116 della Costituzione della Repubblica che include la Sardegna fra le regioni cui vengono riconosciute «forme e condizioni particolari di autonomia». 21 luglio. La Costituente discute in seduta plenaria una mozione di Lussu che invita la Commissione competente dell’Assemblea a ` breve tempo possibile il progetto di Statuto esaminare nel piu speciale per la Sardegna. 31 luglio. Un decreto dell’Alto Commissario per la Sardegna approva il ‘‘piano di ricostruzione’’ di Cagliari. IL DOPOGUERRA E L’AUTONOMIA REGIONALE

1948

1949

25 gennaio. L’Assemblea costituente inizia la discussione sul progetto di Statuto speciale per la Sardegna e lo approva dopo solo tre sedute il 31 gennaio. ` promulgato lo Statuto speciale della 26 febbraio. Con L.Cost. n. 3 e Regione autonoma della Sardegna. 18 aprile. Vittoria della DC nelle elezioni politiche. Nell’isola ottiene il 51,19% dei voti. ` ministro del22 maggio. Nel governo De Gasperi Antonio Segni e l’Agricoltura e Foreste. 4 luglio. Il IX Congresso del PSd’Az, che si tiene a Cagliari, si ` vita al Partito conclude con la scissione guidata da Lussu che da Sardo d’Azione Socialista. 15 luglio. Sciopero generale dopo l’attentato a Togliatti. A Carbonia sono incendiate le sedi del MSI e delle ACLI. 17 novembre. Il Consiglio dei ministri approva il testo della ‘‘legge Segni’’ sui contratti agrari. 24 novembre. Scosse sismiche in Gallura, con danni solo agli edifici. 4 gennaio. A sud-est di capo Spartivento si scontrano due caccia americani in volo di esercitazione. Incidenti simili si ripeteranno negli anni seguenti. 8 maggio. Prime elezioni per il Consiglio regionale: forte ridimensionamento del voto democristiano del 1948 a favore della Destra e della Sinistra. 28 maggio. Seduta inaugurale del Consiglio regionale con il giu` allo Stato e alla Repubblica. ramento di fedelta ` il primo presidente del Con31 maggio. Anselmo Contu (PSd’Az) e siglio regionale. 25 giugno. Cessa la gestione alto-commissariale con il saluto del generale Pinna al Consiglio regionale. Entra in carica la prima giunta (DC e PSd’Az). 11 agosto. Il governo respinge le prime due leggi regionali che saranno riapprovate dal Consiglio e diventeranno definitive alla scadenza dei termini di impugnativa del governo.

519

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 525

Cronologia della Sardegna contemporanea

1950

1951

1952

2 ottobre. Invasioni di terre incolte, soprattutto in provincia di Sassari, da parte di organizzazioni bracciantili e contadine. 4 dicembre. Entrano in funzione le nuove centrali elettriche del Flumendosa. 6 maggio. Promosso dal PCI e da alcune organizzazioni sindacali si svolge a Cagliari il primo Congresso del popolo sardo per la Rinascita. 19 giugno. I quattro mori diventano il simbolo della Regione per voto del Consiglio regionale. 23 luglio. Giovanni Battista Liandru, considerato il ‘‘Giuliano’’ ` arrestato nei pressi di Orgosolo. Il paese vive della Sardegna, e una lunga stagione di omicidi, scontri a fuoco con le forze dell’ordine, rapine alle macchine e agli autobus. 9 settembre. A Sa Ferula, nel Nuorese, una camionetta dell’ER` assalita da una banda di fuorilegge che aprono il fuoco LAAS e sui carabinieri di scorta, uccidendone 4. 8 ottobre. Si apre a Cagliari il Convegno regionale per la Rinascita della Sardegna. La richiesta di un Piano di Rinascita in attua` approvata all’unanimita ` dal Conzione dell’art. 13 dello Statuto e siglio regionale. 20 ottobre. Promulgata la legge n. 841 che reca «Norme per la espropriazione, bonifica, trasformazione e assegnazione dei ter` l’avvio della riforma agraria. reni ai contadini». E 25 ottobre. Un decreto del presidente del Consiglio fissa nel 35% la quota dell’IGE raccolta nell’isola da destinarsi alla Regione che ne chiedeva, invece, il 90%. 1 dicembre. Si intensifica nelle miniere del bacino carbonifero l’agitazione contro lo smantellamento e la drastica riduzione dei livelli occupativi. 9 maggio. Nuovi episodi di banditismo. A Dorgali restano uccisi in un conflitto a fuoco 2 carabinieri. 27 maggio. Il DPR n. 2645 istituisce l’Ente per la trasformazione fondiaria e agraria della Sardegna (ETFAS). 18 giugno. Inizia i suoi lavori il Comitato di studio del Piano di Rinascita nominato d’accordo fra governo nazionale e Regione. 10 agosto. La dimissione degli assessori sardisti provoca la prima crisi regionale. Nasce una giunta monocolore DC con l’appoggio dei monarchici. I sardisti passano all’opposizione. ` cano11 ottobre. Il cappuccino Ignazio da Laconi (1701-1781), gia nizzato il 16 giugno 1940, viene proclamato santo. 18 ottobre. Nubifragi e alluvioni con gravi danni in tutta l’isola. Pochi giorni dopo giunge a Cagliari, a bordo della corazzata Andrea Doria, il presidente Einaudi che visita le zone colpite. 4 novembre. Il censimento registra in Sardegna 1 276 000 abitanti. 27 febbraio. Sciopero di 48 ore nel bacino carbonifero. ` la prima importante stagione dei 19 giugno. L’estate del 1952 e ` Angelo Busia, fonnese. Il sequestri di persona. La prima vittima e

520

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 526

Cronologia della Sardegna contemporanea

1953

1954

1955

1956

` di 10 milioni. Per il nuorese Battistino Dessolis, riscatto chiesto e ` di 3 milioni. sequestrato in luglio, la richiesta sara 24 giugno. Muore il senatore Giuseppe Cavallera, pioniere del socialismo in Sardegna (era nato a Villar San Costanzo, in Piemonte, nel 1873). 9 luglio. Discussione in Senato sul banditismo sardo. 9 gennaio. Cerimonia di pacificazione a Orgosolo con la presenza ` politiche isolane, del prefetto di Nuoro e del vedelle autorita scovo. Anche il papa fa pervenire un suo telegramma. Pochi ` ucciso in paese mengiorni dopo, il 29 gennaio, un carabiniere e ` in corso una riunione del Comitato per la pace. tre e 4 maggio. Radio Sardegna inizia dalla sede di Cagliari le trasmissioni quotidiane del ‘‘Gazzettino Sardo’’. 7 giugno. Elezioni politiche: sensibile crescita della Destra, soprattutto nelle zone urbane, lieve crescita della Sinistra e calo sensibile della DC. 14 giugno. Elezioni regionali. Si confermano i voti delle politiche con un recupero dei sardisti. 2 luglio. Mano pesante dei giudici nel primo grande processo al banditismo del dopoguerra. Per i fatti di Monte Maore e Sa Ferula 13 imputati sono condannati all’ergastolo. 25 luglio. Con un solo voto di maggioranza il Consiglio regionale approva la giunta DC-PLI presieduta da Luigi Crespellani. Astenuti sardisti e socialdemocratici. 24 agosto. Due ministri sardi nel governo Pella: Azara alla Giustizia e Segni alla Pubblica Istruzione. 5 novembre. Sequestrato presso Orgosolo l’ingegner Davide Capra, che dirige un’impresa cagliaritana di lavori stradali. Il 26 ` ucciso in un conflitto a fuoco fra sequestrati e carabinieri, restera che uccidono l’orgolese Emilianeddu Succu. 16 dicembre. Il Senato discute una mozione sul banditismo in Sardegna, con interventi di Emilio Lussu, Velio Spano e altri senatori sardi. 2 gennaio. Cinquecento agenti di PS rastrellano l’intero paese di Orgosolo alla ricerca di armi e latitanti. 8 gennaio. Dimissioni della giunta Crespellani. Il 22 gennaio il DC ` vita prima a una Giunta regionale di centroAlfredo Corrias da destra e successivamente a un’altra DC-PSd’Az. 28 novembre. In un conflitto a fuoco con i carabinieri muore Pa` sanguinano dei fuorilegge squale Tandeddu, considerato il piu orgolesi. 7 giugno. Dimissioni della giunta Corrias. 13 luglio. Fiducia del Consiglio regionale alla giunta Brotzu, monocolore DC. 19 luglio. La Camera vota la fiducia al governo presieduto da Antonio Segni. 22 gennaio. A Cagliari, nella Conferenza regionale del movimento

521

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 527

Cronologia della Sardegna contemporanea

1957

1958

1959

1960

per la Rinascita, vengono messe a punto le proposte del movimento operaio per il Piano di Rinascita, sul quale la Giunta regionale sta predisponendo il disegno di legge. 19 marzo. Nel congresso provinciale della DC sassarese, vittoria del gruppo dei ‘‘Giovani turchi’’ guidato da Francesco Cossiga. 6 ottobre. Il Consiglio regionale, con il voto di socialisti, comunisti e monarchici, approva la proposta di legge sulla costituzione della zona industriale di Sassari-Porto Torres. ` collegata con la rete televisiva nazio23 dicembre. La Sardegna e nale, ma ancora nei primi mesi del 1959 i teleabbonati saranno soltanto 19 373. 29 marzo. Il Consiglio regionale inizia la discussione sulla relazione presentata dalla Commissione per il Piano di Rinascita. 16 giugno. Elezioni del terzo Consiglio regionale. Calo delle sinistre e successo della lista monarchico-popolare di Lauro. 28 luglio. Fiducia dei partiti di centro-destra alla giunta monocolore DC presieduta da G. Brotzu. Agosto. Vasti incendi in tutte le zone dell’isola. 2 febbraio. Il presidente della Repubblica Gronchi visita l’isola. 9 marzo. Il Consiglio regionale insedia la Commissione per il Piano di Rinascita. 25 maggio. Elezioni politiche: successo della DC che ridimensiona l’avanzata della Destra nelle precedenti elezioni. ` eletto presidente del Consiglio 14 novembre. Agostino Cerioni e regionale. 28 novembre. Fiducia alla Giunta regionale DC-PSd’Az presieduta da Efisio Corrias. 23 gennaio. Il Consiglio dei ministri prevede nel bilancio preventivo 1959-60 il primo accantonamento finanziario per il Piano di Rinascita. 2 febbraio. Muore a Caprera, a 92 anni, Clelia Garibaldi, ultima figlia del Generale. 27 febbraio. Fiducia della Camera al secondo governo Segni. 21 maggio. Iniziano a Roma i lavori del comitato misto Stato-Regione per la predisposizione degli strumenti legislativi di attuazione del Piano di Rinascita. 3 luglio. Il ministro Pastore insedia il Gruppo di lavoro per la definitiva formulazione del Piano di Rinascita. 24 agosto. Diviene giornaliera la linea Genova-Porto Torres. 18 novembre. Il ministro Pastore consegna al presidente Segni il programma del Piano di Rinascita. 11 febbraio. Presentato a Sassari il libro La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico di Antonio Pigliaru. ` ministro delle 2 aprile. Nel governo Tambroni Antonio Maxia e Poste e Salvatore Mannironi sottosegretario al Lavoro. ` ucciso il commerciante sequestrato 18 luglio. Vicino a Orgosolo e Pietrino Crasta.

522

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 528

Cronologia della Sardegna contemporanea

1961

1962

` ministro degli Esteri e 5 agosto. Nel governo Fanfani Segni e Mannironi sottosegretario alla Marina mercantile. 27 agosto. Ad Iglesias iniziano le occupazioni dei pozzi delle miniere e gli scioperi contro i licenziamenti: dureranno 92 giorni. 29 settembre. Dato il via alla costruzione della centrale termoelettrica di Portovesme. 22 ottobre. Seduta straordinaria del Consiglio regionale per l’esame del Piano di Rinascita. 12 gennaio. Lanciato dal poligono di Perdasdefogu il primo razzo italiano. 17 gennaio. Il Consiglio dei ministri approva il Piano di Rinascita, che prevede una spesa di 400 miliardi in 15 anni. 28 gennaio. Inizia in Senato la discussione sul disegno di legge «Programma straordinario per favorire la rinascita della Sardegna in attuazione dell’art. 13 della legge 26 febbraio 1948, n. 3». 15 marzo. Il Consiglio regionale emenda e approva un nuovo testo del Piano di Rinascita che propone alle Camere. 29 aprile. Per la prima volta giunge in Sardegna l’Aga Khan. Giugno. La processionaria (il bruco della farfalla Taumetopoea processionaria L.) distrugge boschi secolari. 18 giugno. Elezioni regionali: incremento dei voti democristiani e sardisti. 26 luglio. Fiducia del Consiglio regionale alla Giunta regionale DC-PSd’Az presieduta da E. Corrias. 25 agosto. Successo al Festival di Venezia del film Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta. 28 ottobre. Consegnata a Cagliari la targa 50 000. Secondo dati ACI le auto circolanti nell’isola sono 26 969. 24 novembre. Il Senato approva il Piano di Rinascita con i soli voti contrari di socialisti e comunisti. 6 dicembre. Prima manovra militare di vaste proporzioni nelle basi militari dell’isola: in un’azione di guerra simulata 2000 marines sbarcano a Capo Teulada. ` Italiana Resine, assume le prime 21 gennaio. La SIR, Societa maestranze per lo stabilimento di Porto Torres. 22 gennaio. Il presidente della Giunta regionale Corrias riceve l’Aga Khan per il progetto turistico ‘‘Costa Smeralda’’. ` eletto presidente della Repubblica. 7 maggio. Antonio Segni e 11 maggio. La Commissione Bilancio della Camera approva il Piano di Rinascita che ritorna alle Commissioni del Senato in sede deliberante. 11 giugno. La ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ pubblica la legge n. 588 sul Piano di Rinascita. ` di Nuoro. 16 giugno. Varata la turbonave Citta 11 luglio. Il Consiglio regionale approva la legge regionale n. 7 sull’attuazione del Piano di Rinascita> 40 voti a favore, 3 contrari, 23 astensioni (PLI e PSI).

523

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 529

Cronologia della Sardegna contemporanea

1963

1964

1965

14 luglio. Inaugurato il complesso turistico di Baia Sardinia. 28 ottobre. Due turisti inglesi sono uccisi lungo la strada NuoroOrgosolo. Subito dopo due orgolesi di famiglie avverse verranno trovati uccisi. 13 febbraio. Il presidente Corrias presenta al Consiglio regionale lo Schema generale di sviluppo e il primo Programma esecutivo del Piano di Rinascita. 27 febbraio. I minatori dell’Iglesiente e del Guspinese in lotta contro i licenziamenti bloccano il Giro d’Italia. 29 aprile. Elezioni politiche: aumentano, anche se in modo lieve, i voti dei partiti d’opposizione. 10 maggio. Il Consiglio regionale approva il Programma dodecennale e il primo Programma esecutivo del Piano di Rinascita. 14 maggio. Primo sciopero nella SIR-Gulf di Porto Torres contro il licenziamento di 6 operai. 28 luglio. Scontri fra polizia e pescatori delle cooperative di pesca nello stagno di Cabras. 24 settembre. Alla disastrosa annata cerealicola fanno seguito nel Campidano proteste e manifestazioni dei contadini, che si recano con i trattori in corteo sotto il Palazzo della Regione. 14 dicembre. Fiducia alla nuova giunta Corrias con 36 voti a favore; votano contro comunisti, socialisti, liberali e missini. 21 dicembre. Con la fiducia del Senato entra in carica il primo governo Moro di centro-sinistra organico. Mannironi sottosegretario ai Trasporti, Pintus alla Marina mercantile. 20 febbraio. Prodotto il primo rullo di carta nella Cartiera di Arbatax. 9 marzo. I minatori di Carbonia occupano i pozzi per sollecitare il passaggio della Carbosarda all’ENEL. 27 maggio. Il Senato approva la legge sui patti agrari. 1 agosto. Fiducia al secondo governo Moro: Mannironi sottosegretario ai Trasporti. ` colpito da trombosi. 8 agosto. Il presidente Segni e 10 agosto. Inaugurato il porto turistico di Porto Cervo. 23 agosto. Vasti incendi in tutta l’isola. 6 dicembre. Antonio Segni si dimette da presidente della Repubblica; gli succede Giuseppe Saragat. 16 gennaio. Inizia la produzione alla raffineria Saras di Sarroch. 8 aprile. Michele Columbu, sindaco di Ollolai, inizia una marcia a piedi da Cagliari a Sassari in segno di protesta per la situazione economico-sociale dell’isola. 14 aprile. L’ENEL delibera l’acquisizione della Carbosarda. 15 aprile. Con l’arrivo del primo carico di virgin nafta inizia alla SIR di Porto Torres la produzione con il procedimento dello steam-cracking. ` dedicata ai pro17-18 maggio. Un’intera seduta della Camera e blemi della Sardegna.

524

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 530

Cronologia della Sardegna contemporanea

1966

1967

22 maggio. Inizia a Villacidro la costruzione dello stabilimento della Tessili Sarde (previsti 3500 posti di lavoro). ` 13 giugno. Elezioni del Consiglio regionale: sostanziale stabilita dell’elettorato. 26 agosto. Governo di centro-sinistra alla Regione: Efisio Corrias presiede una giunta DC-PSI-PSDI-PSd’Az. 30 agosto. L’alto flusso di turisti verso l’isola dimostra l’inadeguatezza dei trasporti marittimi. 2 novembre. Il Comune di Orgosolo viene occupato da manifestanti contro la disoccupazione. 3 febbraio. La Procura della Repubblica di Cagliari fa sequestrare il film sulla Sardegna Una questione d’onore di Luigi Zampa per´ «offensivo al comune senso del pudore». che 9 febbraio. Animata discussione del Consiglio regionale sul primo rapporto d’attuazione del Piano di Rinascita. Presentato il Piano quinquennale 1965-69. ` sottosegretario alla Difesa nel nuovo go8 marzo. F. Cossiga e verno Moro. 29 marzo. Manifestazioni contro la disoccupazione nei paesi del centro-Sardegna. A Ottana scontri fra polizia e dimostranti. Pochi giorni dopo molti paesi saranno isolati da blocchi stradali. 22 aprile. Fiducia alla Giunta regionale di centro-sinistra presieduta da P. Dettori (41 voti a favore, 30 contrari). 5 maggio. Sequestrato a Olbia l’ingegnere F. Palazzini, direttore ` il primo di una serie di sequestri che della fabbrica Nuratex. E ` parlare di ‘‘nuovo corso’’ del banditismo sardo. fara 26 maggio. Il Consiglio regionale approva il Piano quinquennale 1965-69. 15 giugno. Il ministro Andreotti inaugura la raffineria di Sarroch. 25 agosto. Il ministro degli Interni annuncia una legge speciale contro il banditismo sardo. Misure eccezionali sono invocate da molti giornali continentali dopo una cruenta estate di sequestri e ` escluso da omicidi in tutta l’isola. Il ricorso alla legge speciale e Taviani, in visita nell’isola il 2 settembre. 7 settembre. Emilio Lussu chiede al Ministero dell’Interno la so` 453. spensione delle misure di confino. I sardi al confino sono gia 11 settembre. Graziano Mesina e l’ex legionario spagnolo Miguel Atienza evadono dal carcere di Sassari. 5 novembre. A Cagliari l’assemblea dei sindaci dell’isola convocata dalla Giunta regionale sviluppa una larga convergenza sulla «politica contestativa» nei confronti dello Stato. 16 dicembre. Il Parlamento discute dei finanziamenti alla SIR di ` stato regoPorto Torres. Il ministro Pastore afferma che tutto e lare. 3-6 gennaio. 600 agenti di PS del reparto Celere di Padova e 300 carabinieri giungono in Sardegna per la lotta contro il banditismo.

525

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 531

Cronologia della Sardegna contemporanea

1968

24 gennaio. Dimissioni della giunta Dettori. Occupata a Cagliari ` di Chimica per protesta contro il ‘‘Piano Gui’’. la Facolta 10 febbraio. Prime elezioni della Commissione interna sindacale alla SIR di Porto Torres: i candidati sono tutti della CISL. Manifestazioni di minatori nell’Iglesiente. 22 febbraio. Nel Goceano muoiono per il freddo e l’insufficiente nutrizione 8000 capi ovini e 500 vaccini. 11 marzo. Fiducia alla giunta DC-PSU presieduta da Giovanni Del Rio. 23 aprile. L’ingegner Nino Rovelli, presidente della SIR, acquista ` Editrice ‘‘La Nuova Sardela quota di maggioranza della Societa gna’’. Altri industriali operanti in Sardegna (e lo stesso Rovelli) ` dell’altro quotidiano isolano, partecipano alla proprieta ‘‘L’Unione Sarda’’. 8 maggio. Saragat presenzia a Nuoro al funerale di un agente di PS ucciso in uno scontro a fuoco con i banditi. La situazione del` aggravata negli ultimi mesi: omicidi, sequel’ordine pubblico si e stri, scontri a fuoco riempiono la cronaca. 19 maggio. All’alba le forze dell’ordine circondano e perquisi` scono casa per casa il paese di Orgosolo. Pochi giorni dopo sara la volta di Orune. 18 giugno. In ripetuti scontri con la polizia nel Supramonte di Orgosolo i banditi fanno uso di mitra, bombe a mano, bengala. Muoiono due agenti e Miguel Atienza, luogotenente di Mesina. 17 luglio. Giornata di protesta indetta dal Consiglio regionale con scioperi e manifestazioni in tutte le zone. La Rai vieta al presidente Del Rio di trasmettere nell’occasione un messaggio ai sardi da Radio Cagliari. 21 luglio. Il Senato approva definitivamente il Piano quinquen` approvata dalla Camera e che nale di Rinascita nella versione gia non tiene conto delle richieste di modifica avanzate dalla Giunta e dal Consiglio regionale. 10 agosto. Estesi incendi in tutta la Sardegna. 7 ottobre. Arrestati a Sassari i responsabili della squadra mobile di PS accusati di abusi compiuti nella lotta contro il banditismo. Processati, saranno assolti. 4 gennaio. Il ministro degli Interni Taviani visita la Sardegna. 18 gennaio. L’assessore alla Rinascita, in una relazione sulla situazione economica presentata al Consiglio regionale, denuncia la profonda regressione economica in atto nell’isola dal 1966. 26 marzo. Catturato Graziano Mesina. Una folla di giovani lo applaude quando esce dalla Questura di Nuoro. 10 aprile. Il ministro Taviani rimane tre giorni in Sardegna per i problemi del banditismo. 20 maggio. Elezioni per la Camera e per il Senato. Progresso di DC, PCI, PSIUP e calo delle destre. Il PSd’Az non ha eletti.

526

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 532

Cronologia della Sardegna contemporanea

1969

1970

` eletto presidente del Consiglio regionale 9 luglio. Paolo Dettori e dopo la morte di A. Cerioni. 4 ottobre. Manifestazioni di protesta in tutta la Baronia. 5 ottobre. Inaugurati da Andreotti gli stabilimenti tessili della SNIA a Villacidro. 11 novembre. Manifestazioni popolari e occupazione degli edifici comunali nel Goceano e in Barbagia per protesta contro la disoccupazione e la mancanza di interventi pubblici. 12 novembre. I parlamentari sardi della DC presentano una proposta di legge sulla Commissione d’inchiesta sul banditismo. Con la proposta Togni, quella del PCI, del PSIUP e del MSI, le proposte di legge sono quattro: le prime tre saranno in seguito unificate. 10 febbraio. Rumianca e SIR sono le prime industrie dell’isola ad abolire le zone salariali per i propri dipendenti. ` 27 marzo. Muore a Sassari, a 47 anni, Antonio Pigliaru, il piu significativo intellettuale sardo del secondo dopoguerra. 17 aprile. Il Senato approva l’istituzione della Commissione d’inchiesta sul banditismo. 15 giugno. Elezioni del sesto Consiglio regionale, senza notevoli variazioni. Nella prima seduta il consigliere decano Dessanay pronuncia un polemico discorso affermando che «l’autonomia ` ancora cominciata». non e ` eletto presidente del Consiglio regio9 luglio. Felicetto Contu e nale, giunta di centro-sinistra presieduta da Del Rio. 30 ottobre. Approvata la legge per il Piano della pastorizia. 11 novembre. Con la firma dell’atto costitutivo nasce ufficialmente il Consorzio per il nucleo industriale di Ottana. 11 dicembre. Dimissioni della giunta: fra le cause, la travagliata ` in atto la rottura interna al gruppo vita interna della DC, dove e dei ‘‘Giovani turchi’’ sassaresi. 21 febbraio. Fiducia alla giunta di centro-sinistra presieduta da Lucio Abis. 15 aprile. Si apre in Corte d’Assise la sessione di processi per i sequestri di persona: in oltre sei mesi di udienze sfileranno davanti ai giudici 37 imputati e 700 testimoni, ma le condanne saranno appena 4. 24 aprile. Papa Paolo VI visita la Sardegna in occasione del sesto centenario della Vergine di Bonaria. Durante la visita al quartiere popolare di Sant’Elia a Cagliari scoppiano gravi disordini fra polizia e un gruppo di anarchici che contestano la politica sociale della Chiesa. Maggio. Il Cagliari-calcio conquista lo scudetto nel massimo campionato italiano. 27 ottobre. La giunta Abis si dimette per protesta contro il ‘‘decretone’’ del ministro Colombo che interviene anche sulle entrate della Regione diminuendole.

527

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 533

Cronologia della Sardegna contemporanea 1971

1972

1973

1974

27 gennaio. Fiducia del Consiglio alla giunta monocolore DC presieduta da Nino Giagu De Martini. 12 marzo. Incontro a Cagliari fra la Commissione parlamentare d’inchiesta sul banditismo e gli esponenti del Consiglio e della Giunta regionale. 13 aprile. I lavoratori occupano tutte le miniere del Sulcis-Iglesiente. 16 luglio. Il Consiglio regionale approva la legge sul diritto allo studio. 24 ottobre. Il censimento registra in Sardegna 1 474 000 abitanti. 8 novembre. A Bologna si tiene il primo convegno nella penisola sul tema dell’emigrazione sarda. 26 dicembre. L’ENEL chiude le miniere di Carbonia senza nem` regionali meno informare le autorita 29 dicembre. Giovanni Leone presidente della Repubblica. 24 marzo. Fiducia alla giunta presieduta da Salvatorangelo Spano con i voti favorevoli di DC e PLI. 29 marzo. Presentata dal presidente Medici la relazione della ` in SarCommissione parlamentare sui fenomeni di criminalita degna. 7-8 maggio. Elezioni politiche: senza notevoli variazioni il voto sardo. 14 agosto. Migliaia di ettari in fiamme. Gli incendi continuano per tutto il mese. 8 settembre. La giunta approva il primo programma esecutivo del piano per la pastorizia. 28 settembre. Dimissioni della giunta Spano. 26 settembre. Presentato al Senato il disegno di legge 509 per il rifinanziamento del Piano di Rinascita e il riassetto del settore agropastorale. 1 dicembre. Muore Antonio Segni: era nato a Sassari nel 1891. 16 gennaio. Fiducia del Consiglio alla giunta Giagu composta da DC, PSI, PSDI, PSd’Az. 19 giugno. Approvata dal Consiglio regionale la legge contro l’inquinamento delle acque. 25 ottobre. Approvato dal Consiglio regionale il Piano per la pastorizia. 24 novembre. Le Confederazioni sindacali CGIL-CISL e UIL aprono a Cagliari la ‘‘vertenza Sardegna’’ con la quale si propongono di porre un argine all’invadenza dell’industria petrolchimica e di favorire l’utilizzo e lo sviluppo delle risorse locali. 22 dicembre. Fiducia del Consiglio alla giunta di centro-sinistra presieduta da Del Rio. 29 aprile. La Giunta regionale si impegna a chiedere al governo la revoca della concessione della base militare di La Maddalena `. agli USA se verranno scoperte tracce di radioattivita

528

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 534

Cronologia della Sardegna contemporanea

1975

1976

12 maggio. Si vota per il referendum sul divorzio. In Sardegna i ‘‘no’’ raccolgono il 55,2% dei voti (media nazionale 59,1%) 30 maggio. Approvata definitivamente la legge n. 509, che stanzia 600 miliardi per il rifinanziamento del Piano di Rinascita. 1 luglio. Inaugurato l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda. 2 luglio. La Commissione Interni della Camera approva in via definitiva la legge per l’istituzione della quarta provincia in Sardegna. 30 agosto. Un aereo NATO mitraglia 3 pescatori al largo di Capo Frasca. 24 settembre. Muore a Pavia l’on. Salvatore Cottoni, 60 anni, deputato e sottosegretario, leader del PSDI in Sardegna. ` ministro 23 novembre. Nel governo Moro, Francesco Cossiga e della Riforma amministrativa, Ariuccio Carta sottosegretario alla Marina mercantile, Lucio Abis al Tesoro. 10 febbraio. Chiudono gli stabilimenti di Ottana e Porto Torres dopo una serie di scioperi violenti. Riapriranno, ma la crisi sembra senza rimedi. 5 marzo. Muore a Roma, a 85 anni, Emilio Lussu. 28 aprile. Inaugurata a Ghilarza la casa-museo dedicata a Gramsci. ` 14 giugno. Muore a Sassari l’on. Paolo Dettori, 48 anni, DC, gia presidente della Regione e del Consiglio regionale. 4 luglio. L’on. Columbu, deputato del PSd’Az, presenta alla Camera una proposta di legge per l’istituzione della zona franca in Sardegna. A fine mese ne presenteranno una analoga in Consiglio regionale dieci consiglieri della DC. 15 novembre. Di ritorno da un giro elettorale viene rapito il depu` piu ` ritrovato. tato DC Pietro Riccio: non sara 9 dicembre. Muore a Napoli Camillo Bellieni, 82 anni, uno dei padri storici dell’autonomismo sardo. 3 gennaio. Inaugurato dal ministro Spadolini il rinnovato museo garibaldino di Caprera. ` mini21 febbraio. Nel nuovo governo Moro, Francesco Cossiga e stro degli Interni, Ariuccio Carta sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. 6 luglio. Muore l’on. Giovanni Battista Melis, 72 anni, uno dei leader storici del PSd’Az. 9 luglio. Dichiarata fallita l’editrice SEDIS, inizia l’autogestione ` il 28 novembre 1978 con la di ‘‘Tuttoquotidiano’’ (si concludera chiusura del giornale). ` cat20 agosto. Graziano Mesina evade dal carcere di Lecce. Sara turato a Trento il 16 marzo successivo. 28 ottobre. Muore a Sassari Arnaldo Satta Branca, direttore della ‘‘Nuova Sardegna’’ dal 1923 al 1926 e per oltre vent’anni nel secondo dopoguerra.

529

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 535

Cronologia della Sardegna contemporanea

1977

1978

1979

22 novembre. Straripa il fiume Temo. Danni per miliardi a Bosa, invasa dall’acqua. 27 maggio. Trionfa al Festival di Cannes il film dei fratelli Taviani, Padre padrone, tratto dal romanzo omonimo di Gavino Ledda. 6 luglio. Muore a Roma lo scrittore Giuseppe Dessı`, 65 anni. 28 febbraio. In seduta straordinaria il Consiglio regionale inaugura le celebrazioni del XXX anniversario dell’autonomia. Il decano Giuseppe Masia apre il suo discorso con alcune frasi in lingua sarda. 9-10 maggio. Ritrovato a Roma il cadavere dell’on. Moro, sequestrato il 16 marzo dalle Brigate Rosse. Cossiga, riconfermato ministro degli Interni nel governo Andreotti, si dimette dall’incarico. 3 novembre. Un gruppo armato che dice di chiamarsi Barbagia Rossa assalta una stazione radar dell’esercito presso Oristano. 4 febbraio. Al XIX Congresso del PSd’Az il segretario Carlo Sanna annuncia l’accettazione esplicita della rivendicazione indipendentista. 21 febbraio. Nubifragio su Olbia, gravissimi i danni. 9 maggio. Formato il Consorzio di banche per il salvataggio della SIR. 3 giugno. Elezioni politiche nell’isola: perdono voti i grandi partiti e aumentano sensibilmente i minori. 10 giugno. Elezioni per il Parlamento europeo: i sardi eletti sono ` Ligios, DC, e Umberto Cardia, PCI. Giosue ` eletto presidente del Consiglio re19 luglio. Armando Corona e gionale. 24 luglio. Estesi incendi in tutta l’isola. 11 agosto. Fiducia della Camera al governo Cossiga. 14 settembre. Precipita a Capoterra un DC-9 dell’ATI diretto a Elmas: 31 morti. 19 settembre. Fiducia alla giunta DC presieduta da Mario Puddu, ` lunga crisi regionale. nel pieno della piu 2 ottobre. Sommossa nel carcere speciale dell’Asinara dove sono rinchiusi numerosi terroristi. Distrutte suppellettili e strutture della sezione di Fornelli. 3 ottobre. Fiducia alla giunta di centro-sinistra presieduta dal socialdemocratico Alessandro Ghinami. 26 ottobre. DC, PSI, PRI e PSDI votano in Consiglio regionale un ordine del giorno unitario per il rilancio dell’autonomia e la soluzione della questione sarda. 16 novembre. Il Consiglio regionale vota un ordine del giorno contro l’installazione dei missili nucleari NATO nell’isola. 29 novembre. Le confessioni del ‘‘pentito’’ L. Gregoriani portano agli arresti dei componenti della nuova ‘‘Anonima sequestri’’.

530

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 536

Cronologia della Sardegna contemporanea

1980

6 dicembre. I lavoratori metalmeccanici in cassa integrazione marciano pro su trabagliu da Sassari a Cagliari. 3 gennaio. Manifestazione di migliaia di giovani a Cagliari. Assunti negli uffici pubblici con la legge n. 285, ora chiedono la sicurezza del lavoro e l’inserimento nei ruoli. 17 gennaio. Passa per intero all’ENI il pacchetto di azioni della Chimica e Fibra del Tirso di Ottana. Un gruppo elettrogeno della centrale termoelettrica di Porto Vesme funziona a carbone per la prima volta. 23 gennaio. Vasta operazione antisequestro dei carabinieri che arrestano 16 persone accusate dei sequestri di persona avvenuti nell’isola e comprese in un gruppo di 39 mandati di cattura emessi dal giudice istruttore di Cagliari Lombardini. Molti degli arrestati hanno una provenienza diversa da quella del mondo pastorale: si parla di ‘‘Superanonima Sequestri’’. 8 febbraio. Il presidente del Consiglio Cossiga presenta al Senato il decreto-legge per l’aumento di 160 miliardi del fondo di dotazione ENI. Il provvedimento ha il fine di permettere all’ENI un rapido intervento nella situazione dell’ANIC di Ottana acquistando le azioni Montedison e approvvigionando lo stabilimento di materie prime per permetterne la ripresa. 15 febbraio. A Cagliari, dopo una sparatoria tra la folla, sfuggono agli agenti della Digos Antonio Savasta ed Emilia Libera, brigatisti rossi venuti in Sardegna per costituire una colonna isolana dell’organizzazione. 19 febbraio. Nuovo clamoroso blitz dei carabinieri nel Nuorese: arrestate 11 persone accusate del sequestro di Pasqualba Rosas. 14 marzo. Grave crisi alla Cartiera di Arbatax: la direzione dello stabilimento annuncia la cassa integrazione per gli 800 dipendenti. In risposta, gli operai attuano l’autogestione. 28 marzo. Dimissioni della giunta Ghinami sconfitta nella votazione sul bilancio di previsione (40 voti contro, 38 favorevoli). 4 aprile. Nel nuovo governo Cossiga i sardi Lucio Abis, Giovanni Nonne e Giuseppe Tocco sono sottosegretari. 22-23 aprile. Nuova giunta Ghinami. Nettamente contrari si dichiarano PCI, PSd’Az, PR, MSI e PLI mentre i socialisti parlano ` ’’. di ‘‘stato di necessita 6 maggio. Il Consiglio regionale approva un disegno di legge che autorizza l’amministrazione regionale ad acquisire dagli attuali proprietari gli stagni di Cabras e il relativo patrimonio per la somma di 2 miliardi e 800 milioni. 5 giugno. Muore improvvisamente a Cagliari l’antropologo Mi` conosciuto e ` La rivolta chelangelo Pira, 52 anni. Il suo libro piu dell’oggetto. Antropologia della Sardegna, del 1978. 19 maggio. Al Congresso regionale della CGIL vengono resi noti dati impressionanti sull’occupazione nell’isola: 50 000 disoccupati, 15 000 operai in cassa integrazione, 25 000 giovani in attesa

531

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 537

Cronologia della Sardegna contemporanea

1981

1982

` di prima occupazione, 60 000 braccianti che lavorano per non piu di 50 giorni l’anno. 1 luglio. Sciopero generale a difesa dell’occupazione nel gruppo SIR. 16 settembre. Dimissioni della giunta Ghinami. Durante l’estate il ` stato percorso dal fuoco. 22% dell’intero territorio regionale e 27 ottobre. Nel supercarcere di Nuoro rivolta dei detenuti politici. Trovati uccisi due detenuti comuni. 24 dicembre. Fiducia del Consiglio regionale alla giunta di sinistra composta da PCI, PSI, PSDI, PSd’Az, presieduta dal socialista Franco Rais. Gennaio. Freddo record e neve su tutta la Sardegna con paesi isolati e paralisi dei trasporti. A Cagliari la temperatura ha raggiunto i -5 ºC. 21 gennaio. Il presidente del Consiglio regionale decide di non ` che nei dibattiti in Consiglio gli interventi siano consentire piu svolti in sardo. L’uso del sardo nei discorsi era stato inaugurato dal DC Giuseppe Masia. 20 febbraio. Il Consiglio regionale approva la riforma sanitaria ` l’unica regione a non avere che istituisce le USL. La Sardegna e ancora applicato la riforma. ` eletto pre25 marzo. Il socialdemocratico Alessandro Ghinami e sidente del Consiglio regionale. 9 aprile. Il Consiglio regionale approva la legge di iniziativa popolare che istituisce il bilinguismo nell’isola e la trasmette per competenza al Parlamento. 13 maggio. F. Rais rieletto presidente della Giunta regionale con i voti della coalizione di sinistra e l’astensione di DC e PRI. 17 giugno. Il Consiglio della Toscana prende posizione contro l’applicazione della legge antimafia ai sardi residenti nella regione. 31 luglio. Assassinato a Nuoro dall’organizzazione terroristica Barbagia Rossa l’appuntato dei carabinieri Santo Lanzafame. 31 agosto. Dal 10 luglio al 31 agosto gli incendi nell’isola sono stati 4160 contro i 20 del 1950 e i 700 del 1960. 25 ottobre. Il censimento registra in Sardegna 1 586 000 abitanti. 5 dicembre. Il XX Congresso del PSd’Az di Porto Torres si pronuncia apertamente per l’ipotesi indipendentista e federalista. Fischiati i rappresentanti dei partiti ‘‘nazionali’’. 20 dicembre. L’inchiesta contro un gruppo di indipendentisti accusati di attentati e banda armata porta ai primi arresti. ` due bambini di 11 e 14 anni sgozzano le 81 8 febbraio. A Budduso pecore del gregge del padre che custodivano: non vogliono vivere in campagna. 30 aprile. Per un solo voto di differenza, 38 ‘‘sı`’’ contro 39 ‘‘no’’, il Consiglio regionale boccia la nuova giunta presentata da Rais e

532

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 538

Cronologia della Sardegna contemporanea

1983

composta da PCI, PSI, PSDI e PSd’Az, con l’appoggio esterno dei radicali. 1º giugno. Il presidente della Repubblica Pertini arriva in visita a Sassari. Inaugura il monumento alla Brigata ‘‘Sassari’’ e presen` . Il giorno zia alla commemorazione di A. Segni all’Universita ` Caprera. dopo visitera ` eletto presidente della Giunta regionale 6 luglio. Il DC Roich e con i voti di DC, PSI, PRI, PLI e PSDI. 31 luglio. Dopo quasi quattro secoli gli stagni di Cabras ritornano in mano pubblica. 27 settembre. Nuova retata antisequestri: il giudice istruttore Lombardini spicca 51 ordini di cattura contro quella che i mezzi di informazione definiranno ‘‘l’Anonima gallurese’’, accusata di cinque omicidi e di 28 sequestri. 3 dicembre. Arrestate 12 persone accusate di aver complottato per commettere alcuni atti terroristici a fini indipendentisti. Fra gli arrestati il professor Bainzu Piliu e alcuni esponenti del PSd’Az. Non eseguito il mandato di cattura contro il cittadino libico A.M. Tabet accusato di aver finanziato i separatisti. 17 dicembre. Divorzio fra ENI e Occidental Petroleum: sciolta la ` comune per il salvataggio degli impianti SIR, l’ENI si societa assume l’intero carico della ristrutturazione e della ripresa produttiva degli impianti. 20 dicembre. Sentenza della Corte d’Assise di Cagliari contro la Superanonima accusata di vari sequestri; nessun ergastolo e 28 assoluzioni. 7 gennaio. Il papa proclama beata suor Maria Gabriella Sagheddu di Dorgali, morta a 25 anni nel 1959. 28 gennaio. Sciopero regionale dei lavoratori chimici che protestano contro le decisioni di ulteriori ridimensionamenti dell’industria chimica dell’isola, annunciati dal ministro De Michelis in un incontro a Cagliari. 1 febbraio. Firmato l’accordo fra Regione e Consorzio della Costa Smeralda per un programma di sviluppo turistico e produttivo di circa 1000 miliardi. Opposizione del Comune di Arzachena. 30 marzo. Con l’approvazione del Senato la legge che stabilisce la ` nuova normativa sul Titolo III dello Statuto speciale aumentera notevolmente il gettito fiscale incamerato dalla Regione. ` eletto presidente del Consi31 maggio. Il socialista Franco Rais e glio regionale. 3 giugno. Ha applicazione il decreto presidenziale n. 348 approvato nel 1979 che trasferisce alla Regione una lunga serie di com`. petenze in materia di servizi, istruzione professionale, sanita 26-27 giugno. Elezioni politiche: pesante perdita di voti per la DC, mentre il PCI mantiene i risultati del 1979. Crescono il PSd’Az e i partiti minori. ` il nuovo presidente del Senato. 12 luglio. Francesco Cossiga e

533

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 539

Cronologia della Sardegna contemporanea

1984

1985

` 28 luglio. Dopo una settimana di incendi di boschi e delle zone piu suggestive dell’isola, a Tempio otto volontari perdono la vita nell’opera di spegnimento di un vasto incendio che circonda la cittadina. 12 agosto. Fiducia della Camera al governo pentapartito Craxi. Il ` ministro della Marina mercantile. senatore DC Ariuccio Carta e 16 ottobre. Celebrati a Bortigali i quarant’anni di «Radio Sardegna», la prima emittente dell’Italia libera. 19 gennaio. La L.R. n. 5 trasforma l’Ente di sviluppo nato dall’ETFAS in Ente regionale per lo sviluppo e l’assistenza tecnica (ERSAT). 3 febbraio. Muore a Nuoro Dino Giacobbe, 88 anni, fondatore del PSd’Az, combattente per la Spagna repubblicana, figura di spicco dell’antifascismo isolano. 3 aprile. In visita ufficiale nell’isola il presidente del Consiglio Craxi e altri sette ministri. Si incontrano con le forze politiche e sociali e prendono impegni per tempestivi interventi sul piano del rilancio produttivo e dell’occupazione. 5 maggio. Si apre a Carbonia il XXI Congresso del PSd’Az che ` di linea e d’immagine del movimento sardista sancisce la novita e fissa in 13 punti il programma di ‘‘alternativa sardista’’. 11 giugno. Muore improvvisamente a Padova Enrico Berlinguer, segretario nazionale del PCI. Era nato a Sassari nel 1922. 25 giugno. Elezioni per il Consiglio regionale: recupero dei partiti di governo rispetto alle elezioni europee. ` eletto presidente del 2 agosto. Il comunista Emanuele Sanna e Consiglio regionale con i voti di PCI e PSd’Az. ` eletto presidente della giunta 24 agosto. Il sardista Mario Melis e con i voti di PCI, PSd’Az, PSI, PSDI, PRI. 18 ottobre. Il ministro degli Interni Oscar Luigi Scalfaro in un vertice sull’ordine pubblico a Sassari propone l’estensione della legge antimafia ai sequestri di persona in Sardegna. 8 gennaio. Grandi nevicate e gelo in tutta l’isola: danni alle colture e agli allevamenti. 16 gennaio. Si apre a Cagliari il processo contro 27 imputati accusati di cospirazione contro lo Stato per separare la Sardegna dall’Italia. 17-18 gennaio. Sequestrato a Oliena un piccolo imprenditore. La popolazione di Oliena si mobilita per liberarlo; in un conflitto a fuoco a Osposidda, sul Supramonte, muoiono un agente di PS e 4 dei sequestratori: 3 di essi sono di Orgosolo (due erano evasi da poco dal carcere di Oristano). 20 gennaio. A Quartu Sant’Elena si tiene l’assemblea costituente della Confederazione sindacale sarda, d’ispirazione sardista. 12 aprile. Graziano Mesina non fa ritorno in carcere dopo un per` catturato dopo pochi giorni. Era messo per visitare i parenti: sara una fuga d’amore.

534

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 540

Cronologia della Sardegna contemporanea

1986

18 maggio. Sentenza per il ‘‘complotto separatista’’: 16 condanne e 9 assoluzioni. Piliu e Meloni indicati come capi. Non provate le interferenze di Gheddafi nel separatismo sardo. 29 maggio. Bruxelles. Tragici incidenti allo stadio Heysel in occasione della finale di Coppa Campioni di calcio. Tra i 39 morti, 4 sardi: Barbarina Lusci, di Domusnovas, 57 anni, emigrata in Belgio; Mario Spano, 41 anni, di Perfugas, emigrato a Novara; Giovanni Casula, 44 anni, di Cagliari, e il figlioletto Andrea, di 11 anni. ` eletto presidente della Repub24 giugno. Francesco Cossiga e blica al primo scrutinio con 752 voti su 977 votanti. Nei giorni successivi si reca in visita privata nell’isola. 23 luglio. Il governo rinvia la legge regionale sull’abusivismo e sul condono edilizio. 9 agosto. Fiducia alla nuova giunta di sinistra e laica di Mario Melis. 18 ottobre. Papa Giovanni Paolo II si reca in Sardegna per una ` con le autorita ` relivisita pastorale di tre giorni: si incontrera giose, politiche e culturali. 15 novembre. Trovati in una tomba nuragica, risalente a 3200-3300 anni fa, gli scheletri di 136 sardi. Desta stupore la probabile altezza dei protosardi: anche un metro e ottanta e una corporatura robusta. 27 dicembre. Terroristi arabi compiono un attentato all’aeroporto internazionale di Fiumicino. Tra i passeggeri feriti nella sparatoria un’insegnante di Sassari, Caterina Brau. 13 gennaio. Cagliari. Demolite a Marina Piccola 18 villette dichiarate abusive dalla Capitaneria di Porto. Altre demolizioni sul litorale di Arbus (marzo), Buggerru (aprile) e allo stesso Poetto di Cagliari. 17 gennaio. Il presidente Melis cita il presidente Reagan davanti al tribunale amministrativo regionale per l’ampliamento della base USA di La Maddalena ritenuto illegittimo dalla Regione. Il 5 febbraio saranno sospesi i lavori nel grande cantiere aperto da un anno. Gli operai prima occuperanno il cantiere e poi saranno collocati in cassa integrazione. Muore a Cagliari, a 84 anni, Sebastiano Dessanay, cinque volte consigliere regionale, assessore regionale, consigliere comunale, assessore e vicesindaco di Cagliari. 25-28 gennaio. La Sardegna stretta nella morsa del gelo. La neve ` dappertutto nella prima quindicina di febbraio: un pentornera sionato muore assiderato, molti paesi restano isolati. 15 febbraio. Violentissimi temporali sull’Oristanese, il Nuorese e il Sulcis. Danni per miliardi nella peschiera di Cabras. 19-20 febbraio. Dimostrazioni di operai: perduti 5 000 posti di lavoro nel Guspinese-Arburense; i disoccupati a Siniscola sono 800.

535

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 541

Cronologia della Sardegna contemporanea 1986 (segue)

23 febbraio. Campagne di Arzachena. Due killer sparano su tre ` piccolo, di 15 anni: un epifratelli di Benetutti, uccidendo il piu ` fatto 12 morti. sodio della faida di Benetutti, che ha gia 1 marzo. Fabio Maria Crivelli sostituisce Gianni Filippini nella direzione dell’‘‘Unione Sarda’’, acquistata dall’imprenditore Nicola Grauso. 15 marzo. Muore in un ospedale di Cagliari una ragazza di 20 anni: ` la prima vittima dell’Aids in Sardegna. e 22 marzo. Costituita a Cagliari, presente il ministro della Difesa ` Spadolini, una Commissione mista Stato-Regione sulle servitu militari. 15 aprile. Attacco di aerei USA su Tripoli. A Maracalagonis un ` accoltellato dal fratello per una lite su bambino di 10 anni e Gheddafi. A Porto Torres revolverate in un bar a un marinaio portoghese al grido di «Non vogliamo libici!». 3 maggio. Pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione il bando per concorrere al monte mutui di 85 miliardi all’interesse dell’8% messo a disposizione dalla Regione per gli acquirenti della prima casa. 30 maggio. Cagliari. Finisce il processo per il ‘‘caso Manuella’’. ` molti straAssolti i tre avvocati coinvolti nell’affare, che lascera scichi, denunce e tensioni nel rapporto fra avvocati e magistrati cagliaritani. 7 giugno. A quaranta giorni di distanza dall’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl, disposti nuovi controlli. In Sardegna ` pericolosa. non sarebbe risultata nessuna radioattivita 2 luglio. Oniferi. Assassinata a raffiche di mitra la moglie del sindaco del paese, Giampiera Marceddu, 35 anni. ` l’assenso di massima al piano dell’ENI 29 luglio. Il Parlamento da ` metallurgica in Sardegna. per le miniere e l’attivita 26 agosto. Uccisa a Dorgali una delle ultime foche monache presenti nel Mediterraneo. 19 settembre. Nuoro. Vertice sull’ordine pubblico in Prefettura, dopo il sequestro del capo dell’Ispettorato agrario Giovanni Sanna. Altri sequestri seguiranno nei due anni successivi. 24 settembre. Madre Teresa di Calcutta visita il quartiere di Sant’Elia a Cagliari. 1 ottobre. Disastrosa alluvione in Ogliastra e nel Sarrabus: chiesta `. la dichiarazione dello stato di calamita 3 ottobre. Animata discussione in Consiglio regionale: contestata la decisione della Corte dei Conti di sottoporre a controllo i regolamenti approvati dal Consiglio. 6 ottobre. Violenti nubifragi: due morti, miliardi di danni. Il ministro della Protezione civile in Sardegna. 18 ottobre. Dopo una polemica sulle infiltrazioni della Massoneria nelle istituzioni locali in Sardegna, si dimette il sindaco di Cagliari Paolo De Magistris.

536

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 542

Cronologia della Sardegna contemporanea

1987

22 ottobre. Muore a Cagliari, a 62 anni, Salvatore Ferrara, primo `. sindaco socialista della citta 31 ottobre. Efisio Zanda, impiegato cagliaritano, 48 anni, operato ` il primo sardo col ‘‘cuore nuovo’’. a Harefield (GB): e 18 dicembre. Le azioni del Banco di Sardegna vengono quotate in borsa. 22 dicembre. Formata ad lglesias la nuova giunta comunale, la prima del dopoguerra senza la partecipazione del PCI. ` sequestrato 27 dicembre. Dino Marteddu, un tecnico di San Vito, e ` in Africa da guerriglieri etiopici nel cantiere di Tana Beles: sara liberato il 5 febbraio. 29 dicembre. Muore a Cagliari Ferruccio Barreca, 63 anni, soprin` di Cagliari, grande studioso della Sardetendente alle Antichita gna fenicia e punica. 10 gennaio. Freddo eccezionale (Fonni -4 ºC, Cagliari -3 ºC). Bufere di vento e neve colpiranno la Sardegna per un’intera settimana. A Villasimius affondano 20 pescherecci; mezza Sardegna al buio per un blackout elettrico. 23 gennaio. Manifestazione a Nuoro dei sindaci della Barbagia fatti segno ad attentati intimidatori. Ma la tecnica della violenza ` a macchia d’olio in tutta la Sardegna dinamitarda si diffondera centrale, con attentati a sindaci, assessori, sindacalisti, dirigenti di partito a Orgosolo, Orani, Lula, Ottana, Mamoiada, Baunei, Desulo, Tonara, Fonni e Benetutti; il Consiglio comunale di Oni` dimesso a fine dicembre, quello di Lula si dimette il 16 feri si e gennaio. 24 gennaio. Italia Nostra raccoglie 14 000 firme contro un progetto di cementificazione turistica dell’arcipelago di La Maddalena. 26 febbraio. Demolita a Palumbalza, presso Olbia, una villa abusiva: vi ha passato le vacanze l’on. Gava, DC. In base al piano predisposto dalla Regione, dovranno essere demoliti 240 000 m3 ` 130 000. di edifici abusivi: le domande di condono sono pero 3 febbraio. I consiglieri DC non votano, all’Assemblea regionale, ` la prima volta un documento unitario sul Piano di Rinascita: e nella storia dell’autonomia. 16 febbraio. A Terre Haute (Indiana) muore John A. Logan, il manager che aveva diretto la campagna antianofelica nell’isola (1946-50). ` economiche il consorzio delle cooperative 4 marzo. Per difficolta dei pescatori di Cabras (290 soci) restituisce alla Regione la gestione degli stagni. 20 marzo. Escono dai pozzi di Funtana Raminosa, a Gadoni, i minatori che li occupavano da 18 giorni per protesta contro la ` mineraria dell’ENI. SIM, societa 25 marzo. Approvato dalla Giunta regionale un ‘‘Piano delle acque’’ che prevede una spesa di 15 000 miliardi. 22 aprile. La giunta approva un progetto di zona franca che pre-

537

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 543

Cronologia della Sardegna contemporanea

1988

` produttive e di servizi per le vede esenzioni fiscali per attivita esportazioni. 26-27 maggio. Una commissione del Consiglio superiore della Magistratura esamina a Cagliari e Nuoro i gravi problemi della giustizia in Sardegna: su 1089 posti previsti in organico 214 sono scoperti; gli avvocati nuoresi sono in sciopero per protesta dal 7 gennaio. 14-15 giugno. Elezioni politiche: in Sardegna crescono DC (34,3%), PSd’Az (11,9%), PSI (11,4%), cala il PCI (25,3%). 27 luglio. Il ministro dell’Ambiente Pavan firma un decreto che vieta la pesca di ogni tipo e la navigazione da diporto nella zona della costa orientale dove si pensa abitino le ultime foche monache. 30 luglio. Nel governo Goria tre sottosegretari sardi: Contu al Tesoro, Ghinami ai Trasporti, Pisanu alla Difesa. 6 agosto. Il Consiglio regionale vota la fiducia alla terza giunta Melis (con assessori PCI, PSd’Az, PSI, PSDI e PRI). Agosto. Stagione degli incendi: bruciano 7067 ettari di bosco, devastati 35 749 ettari di territorio. 21 agosto. Muore improvvisamente a Roma il professor Alberto Boscolo, 67 anni, il maggiore studioso della storia sarda del Medioevo. 5 settembre. Dopo 25 anni, l’Aga Khan Karim lascia la presidenza del Consorzio della Costa Smeralda: gli succede l’avvocato Franzo Grande Stevens. 15 ottobre. Secondo una rilevazione ISTAT, dall’aprile 1986 all’a` aumentata in Sardegna del 3,9%. Ma i prile 1987 l’occupazione e ` alta senza lavoro sono ancora 17 000, la percentuale regionale piu d’Italia. 20 ottobre. Durante una battuta della polizia sfugge ai banditi, che la tenevano sequestrata da 120 giorni, l’insegnante nuorese Cristina Berardi. 2 novembre. Torna a casa l’ozierese Piera Demurtas, segretaria comunale di Pattada, sequestrata il 7 luglio sulla strada PattadaOzieri. 3 gennaio. A Cagliari, presso l’ospedale Brotzu, viene effettuato il primo prelievo d’organi nell’isola. Il 17 dello stesso mese il primo trapianto. ` il nuovo arcivescovo 24 gennaio. Monsignor Ottorino Alberti e della diocesi di Cagliari. 26 gennaio. La Sardegna indicata come zona a rischio durante il vertice mondiale sull’AIDS a Londra: i casi accertati sono 54. 20 febbraio. Muore a Oristano, a 80 anni, Antonio Garau. Era considerato il padre del teatro dialettale isolano. ` sostituito da Massimo Loche 1º maggio. Fabio Maria Crivelli e alla direzione dell’ ‘‘Unione Sarda’’. 4 maggio. Sciopero generale in Sardegna per la Terza Rinascita.

538

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 544

Cronologia della Sardegna contemporanea

1989

A Cagliari 70 000 persone ascoltano i leaders sindacali Pizzinato, Crea e Benvenuto. 6 maggio. Muore a New York, dove viveva dal 1939, lo scultore Costantino Nivola, nato 77 anni prima a Orani. 7 maggio. Muore a Roma, dove viveva, il pittore Ausonio Tanda, nato a Sorso nel 1926. 9 maggio. Si inaugura il ponte tra Gadoni e Seulo. Costruito dagli ingegneri Giovanni Piredda e Giovanni Rocca, con i suoi 105 m ` l’opera tecnicamente piu ` avanzata della Sardegna. d’altezza e ` ’’ per 8 giugno. Il Consiglio regionale boccia la legge sulla ‘‘parita le donne con 33 voti contro 31. 12 giugno. Rapito a Porto Cervo il costruttore romano Giulio De ` liberato il 31 ottobre dopo circa 120 giorni di priAngelis: verra gionia e la mutilazione di un orecchio. 17 luglio. Il TAR annulla il decreto Pavan: nel vuoto legislativo che si determina le coste restano senza tutela. 22 luglio. Riformato lo Statuto regionale. Limitato il ricorso al ` degli asvoto segreto, garantito un maggior controllo sull’attivita sessori, resi possibili interventi in lingua sarda, ridotte le commissioni. Le nuove norme entreranno in vigore nel luglio 1989. 4 agosto. Gravi incendi in tutta l’isola. A Bessude muore un ragazzo, a Viddalba una donna. Una famiglia inglese riporta gravi ustioni. 14 agosto. Sequestrato a Cala Gonone Michelangelo Mundula, fi` liberato il 29 dicembre. glio del farmacista. Verra 16 ottobre. Il sedilese Peppino Pes, scontati 26 anni di carcere, ` grazie alla riforma carceraria. Era stato arriacquista la liberta restato dopo dieci anni di latitanza nel 1962. 13 dicembre. Il Consiglio regionale si insedia ufficialmente nella nuova sede di via Roma, a Cagliari. `: e ` la crisi peggiore che si sia avuta gennaio. Dramma della siccita ` lo stato di calamita ` natudal dopoguerra. La Regione chiedera rale stanziando 600 miliardi. 2 gennaio. Omicidi a Mamoiada e Oniferi. Le faide che insanguinano la Barbagia continueranno tutto l’anno. 27 gennaio. Inaugurata a Cagliari la mostra La corona d’Aragona. Nella stessa occasione riaperta dopo 40 anni la Pinacoteca nazionale. 31 gennaio. Rapito a Olbia l’imprenditore genovese Luca Di Li` liberato dai carabinieri il 7 marzo presso Lula. berto. Verra 1 marzo. A Nuoro risolta dopo quattro mesi la crisi comunale. La giunta anomala formata da DC, PCI e PSd’Az diviene un caso nazionale. 15 marzo. Sequestrato a Nebida Franco Cugia, ufficiale sanitario. ` liberato vicino a Seui il 19 aprile, dopo uno scontro a fuoco Verra con le forze dell’ordine. ` sconvolta dalla violenza: a Oniferi viene 18 marzo. La Barbagia e

539

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 545

Cronologia della Sardegna contemporanea

1989 (segue)

ucciso Gianni Brau, a Nuoro bombe esplodono in Comune e in prefettura. 8 aprile. Festeggiata a Sassari la ricostituzione, dopo 46 anni, della Brigata ‘‘Sassari’’. 5 maggio. Arrestato a Sassari, a Palazzo Ducale, il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Piretta, esponente del PSd’Az, vice`, accusato di truffa, concussione e corruzione. sindaco della citta 5 maggio. Dopo 16 anni di prorogatio, si insedia il nuovo presidente del Banco di Sardegna, l’economista sassarese Lorenzo Idda. 11-12 giugno. Elezione della decima legislatura regionale. Votanti 58,13%. Calano PCI e PSd’Az; buona tenuta della DC, successo del PSI. 18 giugno. Elezioni europee. Eletti Felice Contu (DC), Andrea Raggio (PCI), Mario Melis (PSd’Az). ` depu30 giugno. Salvatore Mannuzzu, scrittore, magistrato, gia tato della Sinistra indipendente, vince la 60ª edizione del Premio Viareggio con il romanzo Procedura. ` eletto presidente 17 luglio. Il socialista Salvatorangelo Mereu e del Consiglio regionale con 68 voti su 80. 1 agosto. 5 morti e decine di feriti in Gallura per gli incendi. Case e attrezzature distrutte, Loiri e Porto San Paolo sono i luoghi maggiormente colpiti. 7 agosto. Il democristiano Mario Floris viene eletto presidente della Giunta regionale. 28 agosto. Ancora drammatici incendi sconvolgono la Gallura nelle zone costiere. Muoiono 12 persone, 4 feriti gravissimi, nu` un merose residenze turistiche evacuate. La Regione imporra ` di quindici anni sui terreni incendiati. vincolo di inedificabilita ` presidente del 8 settembre. L’economista sardo Paolo Savona, gia ` nominato direttore generale della Banca Nazionale del CIS, e Lavoro. 14 settembre. La giunta Floris ottiene la fiducia: dopo cinque anni torna il pentapartito. 25 settembre. Presso Orune, nell’ovile di Sa Serra, vengono uccisi i tre fratelli Coccone. Il numero degli uccisi in Barbagia in nove mesi sale a 16. 13 ottobre. ‘‘L’Unione Sarda’’ compie 100 anni di vita. 24 ottobre. Primo trapianto di cuore nell’isola: l’intervento viene eseguito all’ospedale Brotzu di Cagliari e, primo caso in Italia, `. senza l’autorizzazione del Ministero della Sanita 11 novembre. Il Consiglio regionale approva a larghissima mag` gioranza la legge urbanistica. Previsto il divieto di inedificabilita fino a 2 km dal mare per le nuove lottizzazioni, entro i 300 m in assoluto. La legge, approvata in aprile ma bocciata dal governo, ` resa esecutiva in dicembre. sara 18 novembre. Violento nubifragio sull’isola. Particolarmente col-

540

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 546

Cronologia della Sardegna contemporanea

1990

pite Gallura e Sarrabus. A Olbia campi allagati, straripa il Flumendosa. ` il nuovo direttore dell’‘‘Unione 28 novembre. Arturo Clavuot e Sarda’’. 3 dicembre. Neve e gelo in tutta l’isola. Neve a Fonni, 3 ºC ad ` continua. Alghero. Ma l’emergenza siccita ` viene portata in processione 14 gennaio. Per combattere la siccita a Cagliari la Madonna di Bonaria: l’ultima volta era stata nel 1656 per allontanare la peste. 22 gennaio. Esplode anche in Sardegna la protesta degli studenti. ` di Lettere e Filosofia e di A Cagliari vengono occupate le Facolta ` nei giorni seguenti, con cortei e Magistero. La protesta dilaghera assemblee. 12 febbraio. Nella notte attentato alla villa dell’ex presidente della Regione Mario Melis a San Teodoro. ` italo-svizzera l’isola di 1 marzo. Messa in vendita da una societa ` dichiarata in venBudelli. Prezzo: 11 miliardi. Il 18 marzo sara dita anche Spargi. La preoccupazione di speculazioni porta all’incontro tra il ministro dell’Ambiente G. Ruffolo, il ministro della Marina Vizzini e il presidente Floris. Si progetta l’istituzione di un parco. 31 marzo. A Cagliari primo trapianto di midollo su un malato di AIDS 4 maggio. Continua la faida a Oniferi: assassinato Pietro Goddi. Nel Nuorese si verificano 17 omicidi in quattro mesi. 6 maggio. Elezioni amministrative. Si registra un calo sensibile dell’affluenza (-3,8%). Vittoria del PSI, tenuta della DC, frana del PSd’Az, calo limitato del PCI. ` eletto presi25 maggio. Il sassarese Sergio Siglienti, 64 anni, e dente della Banca Commerciale. 3-4 giugno. Referendum su caccia e pesticidi: decide la scarsa affluenza alle urne (32,%). 11 giugno. Al Sant’Elia di Cagliari la partita Inghilterra-Eire inaugura i mondiali di calcio. Gli hooligans inglesi causano gravi ` sara ` in stato d’assedisordini: 9 agenti feriti. Il 16 giugno la citta dio; per due ore disordini e violenza. 1 luglio. Nel PSd’Az si dimette dopo 12 anni il segretario Carlo ` eletto segretario nazionale Efisio Pilleri. Sanna. Il 15 luglio e 10 luglio. Muore in un incidente sulla ‘‘Carlo Felice’’ l’ex senatore socialista Nino Castellaccio, sassarese. 27 luglio. Nel rimpasto del governo Franco Piga, originario di ` ministro delle Partecipazioni statali e Giovanni MaVillacidro, e rongiu, di Cabras, per gli Interventi straordinari per il Mezzogiorno. 28 agosto. Muore a Sassari il pittore di Orani Mario Delitala. Avrebbe compiuto 103 anni il 17 settembre. Nel 1938 aveva vinto la Biennale di Venezia per l’incisione.

541

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 547

Cronologia della Sardegna contemporanea

1991

5 settembre. A Caprera un incendio doloso (cui segue a breve un ´ diterrane ´ e. Evasecondo) costringe alla chiusura del Club Me cuati i 1400 ospiti. 20 ottobre. Rapito a Dolianova il possidente Giovanni Murgia. La ` liberato l’11 gennaio sepopolazione scende in piazza; verra guente vicino a Teti. 6 novembre. A Cagliari i pastori in sciopero protestano per il prezzo del latte lanciando contro il Palazzo della Regione le pecore vive. 11 novembre. L’inchiesta sui servizi segreti paralleli porta alla scoperta di una base sarda di Gladio a Poglina, presso Alghero, usata fino a tempi recentissimi. Numerosi sardi tra i ‘‘gladiatori’’. 28 novembre. Crisi anche in Costa Smeralda: sciopera il perso` alberghiera, acquistata nale del settore immobiliare. La societa ` un lungo periodo di difficolta `. dalla Ciga, affrontera 24 dicembre. Sequestrato a Sassari l’imprenditore Salvatore ` liberato nel Supramonte il 30 maggio seguente Scanu. Verra dopo aver subito la mutilazione di un orecchio. 1 gennaio. Messaggio di fine anno del presidente Francesco Cos` la ` dell’operazione Gladio. E siga, che rivendica la legittimita prima di una lunga serie di esternazioni che caratterizzeranno tutto l’anno. 3 gennaio. Muore a Cagliari Giovanni Lay, 86 anni. Comunista, era stato compagno di carcere di Antonio Gramsci e Sandro Pertini. 22 gennaio. Liberato a Volterra il piccolo Augusto De Megni, sequestrato per 111 giorni. Accusati del reato il fratello e il cognato di Annino Mele. 4 aprile. 70 sindaci si riuniscono a Orotelli per rispondere all’on` contro data di violenza contro i comuni. L’ondata di criminalita ` in molti centri: Orune, gli amministratori pubblici continuera Fonni, Oschiri, Orgosolo, Nuoro, Serri, Sedilo, Bonarcado, Lanusei, Gavoi e Silanus. 9 aprile. Il presidente della Banca Popolare di Sassari, Vincenzo Simon, licenzia il direttore generale Mario Giglio. Si apre uno ` la vittoria di scontro tra opposti schieramenti. Il 28 aprile vedra Giglio con l’elezione di Peppino Angius a presidente della Banca (Simon si era dimesso il 22, in polemica con la gestione dell’istituto). 10 aprile. A Livorno collisione nella nebbia tra il traghetto della Navarma Moby Prince diretto a Olbia e una petroliera. Nell’incendio della nave muoiono 141 persone, di cui molti sardi. 26 aprile. Cambio di guardia alla direzione del Banco di Sarde` direttore di importanti filiali della COgna: Danilo Mattei, gia MIT, subentra ad Angelo Giagu Demartini, direttore dal 1960. 25 maggio. Il Giro d’Italia torna in Sardegna dopo trent’anni: la manifestazione prende il via da Olbia. 8 giugno. Catturato a Orgosolo il latitante Antonio (Totoni) Corria.

542

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 548

Cronologia della Sardegna contemporanea

1992

` accusato di numerosi sequestri (Schild, Alla macchia dal 1987, e De Angelis, Scanu). 9 giugno. Referendum sulla preferenza unica. In Sardegna la vit` schiacciante come nel resto d’Italia. Il democritoria dei ‘‘sı`’’ e ` il leader del Comitato promotore. stiano sassarese Mario Segni e 16 giugno. Nuovi dati sulla diffusione dell’AIDS in Sardegna: 500 casi accertati, di cui 70 nell’ultimo anno. I morti, a partire dal 1985, sono 220. 29 giugno. Giorgio Ladu sostituisce Efisio Pilleri (dimessosi il 15 giugno) alla direzione del PSd’Az. 7 luglio. Gli incendi minacciano Olbia. Evacuato l’intero quartiere di Sa minda noa. 19 luglio. Giganteschi incendi devastano la provincia di Nuoro. Bruceranno nell’isola 8000 ettari, il doppio dell’estate 1990. 22 luglio. Livio Liuzzi sostituisce Sergio Milani nella direzione della ‘‘Nuova Sardegna’’. 9 agosto. ‘‘La Nuova Sardegna’’ (uscita nell’agosto 1891 come settimanale) compie 100 anni. 10 settembre. Ucciso nei pressi di Mamoiada in un conflitto a fuoco con la polizia Gianni Cadinu, latitante da 10 anni, coinvolto in numerosi sequestri e omicidi. 24 settembre. Durissimi scontri a Cagliari fra pastori e forze dell’ordine: 20 fermi, 15 feriti. 7 ottobre. Commissariata la Banca Popolare di Sassari: scoperte ` nella gestione. irregolarita 8 novembre. Catena umana da Cagliari a Porto Torres, lungo i 231 ` km della ‘‘Carlo Felice’’, per protestare contro la pericolosita della strada: ogni anno un morto ogni 7 km. 12 novembre. Muore in un attentato ad Auriol, in Francia, Alberto Balia, il superpentito dell’‘‘Anonima gallurese’’. 13 novembre. In base a un accordo del 1989, Antonello Cabras, PSI, avvicenda Mario Floris alla presidenza della Giunta regio` eletto presidente del Consiglio regionale il 26 nale. Floris sara successivo 20-21 dicembre. Il maestrale a 140 km all’ora mette in ginocchio l’isola: aereoporti chiusi, voli dirottati, bloccate le navi a Porto Torres, blackout. Sassari due giorni senz’acqua. Gennaio. Si apre nella basilica di Bonaria a Cagliari l’ottavo Concilio plenario della Chiesa sarda: si cercano nuove vie pastorali unitarie, nell’evoluzione dei rapporti sociali e del progresso scientifico. 15 gennaio. Sequestrato a Porto Cervo un bambino di 7 anni, Fa` liberato il 10 luglio, dopo 177 giorni di prigiorouk Kassam. Verra nia e dopo aver subito la mutilazione dell’orecchio. La libera` preceduta da un vasto movimento di solidarieta ` che zione sara ` il suo culmine nella ‘‘domenica delle lenzuola bianche’’ apavra pese alle finestre in molti paesi della Sardegna (28 giugno)

543

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 549

Cronologia della Sardegna contemporanea 1992 (segue)

22 febbraio. Incendio alla cartiera di Arbatax: chiude anche l’unica linea rimasta in produzione. 400 operai in cassa integra` in crisi, non sara ` stata ancora zione. A fine anno la fabbrica, gia riaperta. 16 marzo. Si festeggiano i 100 anni dell’uscita del primo numero della ‘‘Nuova Sardegna’’ come giornale quotidiano. 23 marzo. Floriana Bifulco, una ragazza di 17 anni, viene sequestrata alla periferia di Oristano ma dopo due giorni sfugge ai carcerieri. 26 marzo. L’ISTAT fornisce i primi dati regionali del settimo cen` simento. L’incremento della popolazione sarda rispetto al 1981 e ` della media nazionale, ma molto meno della credel 3,6%; piu scita rilevata nel decennio 1971-1981 (+8%). 4 aprile. Muore a 101 anni il generale Giuseppe Musinu, eroe della Brigata ‘‘Sassari’’ nella prima guerra mondiale. 5 aprile. Elezioni politiche. Mentre a livello nazionale crollano i partiti tradizionali, in Sardegna aumenta il PSI, cala la DC, sconfitti PDS e PSd’Az. 23 giugno. Nell’ambito di un’inchiesta su Tangentopoli in Sardegna arrestati l’ex vicesindaco e due dipendenti comunali di `. Le indagini della magistratura sarda sulle tangenti si alTorpe largheranno nel corso dell’anno a Palau, Iglesias, Cagliari, Sassari, Olbia, Luogosanto. 15 luglio. Inizia l’operazione Forza Paris. Le manovre militari nel ` di due mesi coinvolgeranno 5 000 Nuorese, che nell’arco di piu soldati, scatenano forti polemiche. 19 luglio. Muoiono a Palermo, in un agguato di mafia, il giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della scorta. Tra le vittime un’agente di PS sarda, Emanuela Loy. 22 luglio. Dopo 22 giorni gli operai di Fiumesanto scendono dalla ` alta della centrale ENEL (218 m), occupata in difesa del torre piu posto di lavoro. L’accordo raggiunto prevede la revoca dei licenziamenti e nuove prospettive di lavoro, ma crisi occupativa e protesta operaia continueranno a lungo. 8 agosto. Feriti a Mamoiada 5 alpini in un attentato contro l’operazione Forza Paris. Il 16 una bomba ferisce 5 soldati a Lula, dove si verificano anche altri attentati in seguito ai quali si dimette la giunta comunale. Le rivendicazioni sono firmate Sos istentales. 20 ottobre. Si insedia alla Regione la giunta Cabras (DC, PDS, PSI, PSDI e PRI). Dopo 34 anni, un altro assessore donna: Marisa Mar`. rosu alla Sanita 2 dicembre. Primi gravi episodi di Tangentopoli in Sardegna. Arresti di amministratori e imprenditori a Quartu. A fine mese arrestati a Sassari i segretari provinciali di DC, PSI e PSDI in riferimento alla compravendita di un terreno sulla costa algherese. Saranno scarcerati il 4 marzo. 9 dicembre. Manifestazioni di lavoratori in tutta l’isola. Sono mi-

544

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 550

Cronologia della Sardegna contemporanea

1993

gliaia i posti di lavoro a rischio. A Roma i minatori del Sulcis sono ricevuti dal papa. AVillacidro gli operai, saliti a fine novembre su una ciminiera alta 118 m, scenderanno solo dopo 59 giorni. 19 febbraio. La Magistratura confisca a Nuoro le case abusive di ` la distruzione). Inizia un Testimonzos (il 19 giugno ne ordinera ` locali e regiolungo braccio di ferro fra gli abitanti e le autorita nali. 24 febbraio. Gli operai dell’ENICHEM e della Carbosulcis occupano i portici del palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. 3 marzo. Il presidente del Consiglio regionale chiede l’intervento del presidente della Repubblica a favore delle miniere del Sulcis-Iglesiente. Il giorno dopo dibattito a Montecitorio, il 18 marzo delegazione del Consiglio al Quirinale. ` nominato commissario re10 marzo. Il deputato Pietro Soddu e gionale della DC per preparare il passaggio al nuovo Partito Popolare. 15 marzo. Il congresso straordinario del PSd’Az approva un nuovo ` quattro i consiglieri regionali che hanno abstatuto. Ma sono gia bandonato il partito. 19 marzo. Odg-voto al Parlamento per il nuovo Piano di Rinascita: lo vota il Consiglio regionale in seduta solenne con parlamentari e forze sociali dell’isola. 24 marzo. Nasce in Consiglio regionale il gruppo Rinascita e sardismo, con consiglieri ex PDS ed ex PSd’Az, leader Luigi Cogodi. 29 marzo. Il deputato Mario Segni abbandona la DC e fonda il raggruppamento dei Popolari per le riforme. 31 marzo. I disoccupati sardi sono 232 500; il tasso di disoccupa` del 19,7% (20,5% in provincia di Nuoro, 22,5% a zione regionale e Cagliari). ` Pasqua: il vescovo di Iglesias visita i minatori barri11 aprile. E cati nei pozzi. 16 aprile. Il Consiglio regionale abolisce i Comprensori, creati con la legge n. 33 del 1976. 17 aprile. Ribellione dei sindaci galluresi contro la legge che impone ferrei vincoli alla cementificazione delle coste (niente costruzioni a meno di 300 m dal mare). Il 20 ‘‘marcia’’ su Cagliari. 18 aprile. Si vota anche nell’isola per otto referendum. Vota il 72,5% degli aventi diritto, trionfano i ‘‘sı`’’ abrogazionisti. ` dal 22 aprile. I vincoli paesaggistici sono approvati all’unanimita ` di accordi di programma con i Consiglio regionale: la possibilita grandi investitori piace ai sindaci galluresi. 23 aprile. Forti ristrutturazioni industriali all’ENICHEM di Macchiareddu, alla Cartiera di Arbatax e nel Sulcis. 24 aprile. Aperta sul monte Arcosu l’area protetta di 3000 ettari (riserva del cervo sardo) acquistata dal WWF con una sottoscrizione fra i cittadini italiani. 25 aprile. L’assemblea degli azionisti sigla la fine della Banca

545

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 551

Cronologia della Sardegna contemporanea

1993 (segue)

` passa al Popolare di Sassari. La maggioranza della proprieta Banco di Sardegna, che il 4 maggio la trasforma in Banca di Sassari. 28 aprile. Nel nuovo governo di tecnici, presieduto da Carlo Aze` presidente del CIS, e ` ministro dellio Ciampi, Paolo Savona, gia l’industria; Giorgio Carta, PSDI, e Nino Giagu De Martini, DC, sottosegretari. 12 maggio. Secondo la Doxa il 37,8% degli italiani farebbe volentieri le vacanze in Sardegna. 17 maggio. Paolo Portoghesi presenta a Nuoro il nuovo piano re`. golatore della citta 30 maggio. Strage nella campagna di Orgosolo: uccisi il popolare ristoratore Vanni Ruggiu, sua moglie Caterina Podda e il figlio Pier Cosimo, assolto il 25 febbraio nel processo per il sequestro del commerciante sassarese Salvatore Scanu. ` quello del Limbara: lo 31 maggio. Il primo Parco regionale sara annuncia l’assessore all’Ambiente, ma subito dopo comincia l’opposizione nei 10 comuni interessati al progetto. 1 giugno. La Giunta regionale vuole ridurre le USL da 23 a 7 (quante dovrebbero essere le province). Ma la strada per la rea` molto lunga. lizzazione del progetto e 6 giugno. Elezioni in 96 comuni: Assemini, Carbonia, Porto Torres e Quartu, in base alla nuova legge, scelgono il loro sindaco al ballottaggio. Nove le donne sindaco. 5 luglio. Chiudono le miniere carbonifere. Due giorni dopo cancelli chiusi alla Gencord di Macchiareddu (430 operai). 15 luglio. Rapita nella sua casa di Olbia Miria Furlanetto Giuliani, ` liberata il 15 novembre. moglie di un notaio. Sara 16 luglio. Nuovi disordini al Palazzo della Regione, per la protesta dei minatori del Sulcis-Iglesiente, ormai in lotta da mesi contro la crisi dell’occupazione. 24 luglio. Inaugurato a Cagliari il nuovo Museo archeologico alla Cittadella dei Musei, ma aperto solo in parte. 29 luglio. Arrestato ad Asti Graziano Mesina, nella cui abitazione ` revocata la liberta ` condivengono ritrovate delle armi. Gli sara zionale. ` la 3 agosto. Il Consiglio regionale approva quasi all’unanimita ` legge sulla lingua e la cultura sarda; respinta dal governo, sara riapprovata il 7 ottobre; il governo la respinge ancora, il Consiglio la approva per la terza volta il 3 novembre. Il governo ricorre alla Corte costituzionale. 4 agosto. Una legge approvata dal Consiglio regionale fissa al 28 aprile (in ricordo della cacciata dei Piemontesi, nel 1794) Sa die de sa Sardigna. 5 agosto. Incredibile tragedia a Portovesme; per il risucchio di un collettore annegano sei persone: padre, madre, tre figli e un piccolo amico di questi.

546

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 552

Cronologia della Sardegna contemporanea 6 agosto. La Giunta regionale licenzia i piani paesistici. 8 agosto. La Regione proclama lo stato d’emergenza per gli in` cendi, che imperversano da tre mesi in tutta l’isola e hanno gia fatto 4 vittime: un geologo nuorese il 6, due turisti romani, marito e moglie, e un turista barese fra Olbia e Golfo Aranci il 7. A fine mese saranno stati registrati 3165 incendi, 67 000 gli ettari colpiti. Le terre devastate dai roghi saranno dichiarate inedificabili. 20 agosto. A Cala Girgolu dei turisti imbarcati su uno yacht ‘‘decapitano’’ lo scoglio di granito detto La Tartaruga e si portano via la testa. Responsabile un manager milanese di 61 anni. 2 settembre. Inaugurato a Cagliari il nuovo Teatro civico: dopo la sfarzosa cerimonia d’apertura si riscontrano problemi a propo` dell’edificio. sito dell’agibilita 10 settembre. Approvata dal Parlamento la legge che istituisce il Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. 20 settembre. Riaprono le miniere di piombo e zinco: tornano al ` difficile, invece, la situalavoro 360 operai della SIM. Sempre piu zione della Cartiera di Arbatax, gravemente danneggiata da un incendio. 27 settembre. Dall’inizio del mese agitazioni e occupazioni di municipi in diversi comuni dell’isola per protestare contro il cosiddetto decreto ‘‘tagliaclassi’’. ` Manca, 51 anni, di Ortueri, e ` il 28 settembre. Il generale Nicolo primo sardo a comandare la Brigata ‘‘Sassari’’. 30 settembre. Precipita sui monti vicino a Genova il Cessna del biologo Giampaolo Rombi: muoiono con lui la moglie e tre amici, tutti cagliaritani. 1 ottobre. Lo scienziato californiano Guy Everett dona un milione ` di Cadi dollari al Dipartimento di Neurocienze dell’Universita gliari, diretto da Gianluigi Gessa. 8 ottobre. Riapprovata la legge elettorale per il Consiglio regionale: degli 80 seggi, 64 verranno assegnati su base provinciale, 16 su base proporzionale (con un premio alla lista vincitrice al bal` votate), preferenza unica, indicazione del fulottaggio tra le piu turo presidente della giunta. 14 ottobre. Muore a Cagliari Lucio Lecis Cocco Ortu, 48 anni, leader del PLI in Sardegna. 16 ottobre. A Cagliari 1200 delegati eleggono il consigliere regionale Antonello Soro segretario del Partito Popolare in Sardegna. 22 ottobre. Sequestrato sulla strada Orune-Nuoro il farmacista di ` piu ` a casa. Orune Paolo Ruiu, 42 anni. Non tornera 29 ottobre. Muore a Cagliari il presidente dell’Ente minerario sardo, il socialista Orazio Erdas, 65 anni. 30 ottobre. Muore a Cagliari il professor Nicola Valle, 89 anni, letterato e saggista, fondatore degli ‘‘Amici del libro’’. 31 ottobre. Disastrosa alluvione in Ogliastra e Sarrabus: crollano

547

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 553

Cronologia della Sardegna contemporanea

1994

tredici ponti, sei auto precipitano in un torrente (illesi gli occupanti). ` 6 novembre. Viene annunciato che l’isola dell’Asinara diventera ` nel carun Parco nazionale nel 1996. Ma il 22 dicembre arrivera ` Riina: il carcere chiudera ` cere dell’isola il capo mafioso Toto solo nel 1997. 11 novembre. Animato dibattito sulla trasparenza in Consiglio regionale. In numerose sedi politiche si discute sui rapporti fra politica e massoneria, dopo la pubblicazione, sui due quotidiani sardi, degli elenchi degli iscritti alle logge sarde. Muore a Roma il professor Giovanni Marongiu, di Cabras, 65 ` ministro nel governo Amato. anni, gia 15 novembre. Muore a Oristano Enrico Carboni, 87 anni, senatore DC. 21 novembre. Elezioni comunali in 23 centri tra cui Iglesias, La Maddalena e Sant’Antioco. ` e della Ricerca scienti11 dicembre. Il ministro dell’Universita fica inaugura a Nuoro i corsi di laurea in Scienze forestali e in Scienze ambientali. Inizieranno il 31 gennaio, con 102 iscritti. 29 dicembre. Primo sı` del governo al progetto di gassificazione del ` indetta un’asta internacarbone del Sulcis. Per le miniere sara zionale. Muore a Sassari il poeta Benvenuto Lobina, di Villanovatulo, 79 anni. ` stato, in numerosi centri sardi, 31 dicembre. Finisce quello che e l’anno di una Tangentopoli isolana che ha colpito centinaia di amministratori, uomini politici, funzionari pubblici, privati imprenditori. Molti di loro, dopo periodi di carcerazione, saranno rinviati a giudizio. 4 gennaio. Quarto suicidio, in meno di un mese, nel carcere di San Sebastiano a Sassari. Le carceri sarde ospitano in questo momento 2252 detenuti, di cui 842 tossicodipendenti. 11 gennaio. Il Consiglio regionale approva il rimpasto della ` assessore all’Urbanistica, Tino Degiunta: Marco Cabras (PSI) e muro (DC) all’Agricoltura. Autorizzata l’asta internazionale per la vendita della cartiera di Arbatax. 14 gennaio. In pericolo l’‘‘impero’’ dell’Aga Khan. Proposti numerosi piani per il salvataggio della Ciga alberghi. Le trattative con i comuni di Arzachena e Olbia per nuovi insediamenti continuano. 17 gennaio. A Orosei si trasforma in tragedia la festa intorno al ` di Sant’Antonio: cade un albero dalla pira, schiacgrande falo ciando una bambina di 18 mesi. 19 gennaio. Fissata con un decreto legge un’asta internazionale per lo sfruttamento del carbone Sulcis. Previsto un investimento di 2000 miliardi. ` della Sardi21 gennaio. Annunciato l’inizio a Furtei dell’attivita

548

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 554

Cronologia della Sardegna contemporanea nian Gold Mining, una joint venture fra un’azienda australiana e la regionale Progemisa per la ricerca dell’oro in Sardegna. ` di Sassari 3 febbraio. Un gruppo di ricercatori dell’Universita annuncia la scoperta a Fiume Santo (Porto Torres) di un oreopi` un progenitore delteco di 8 milioni e mezzo di anni fa: non e l’uomo sardo, ma una scimmia particolarmente evoluta. 8 febbraio. Rapito dal suo studio a San Teodoro, il notaio Lucio Mazzarella, 37 anni, riesce a fuggire due ore dopo dall’auto dei sequestratori. 1 marzo. Condannato a 6 anni in un precedente processo, con due procedimenti ancora in corso a Sassari e due a Tempio, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Nino Piretta risulta irreperibile da alcuni giorni. Non se ne avranno notizie per mesi. 4 marzo. Bocciata a sorpresa dal Consiglio regionale la legge che avrebbe dovuto delimitare l’area metropolitana di Cagliari e avviare le procedure per l’istituzione delle nuove province della Gallura, dell’Ogliastra e del Sulcis-Iglesiente. 5 marzo. Muore a Roma l’attore Gianni Agus, 77 anni. Era nato e cresciuto a Cagliari. 7 marzo. Aperta in Ogliastra una complessa indagine sulla gestione dei corsi professionali CEE. Indagati e arrestati importanti esponenti della vita politica regionale. 11 marzo. Decine di pubblici amministratori indagati ad Alghero in ordine a modifiche del piano regolatore. Il 4 maggio saranno chiesti 59 rinvii a giudizio per alcune costruzioni in due aree cittadine. Muore a Chiavari Aurelio Galeppini, 76 anni, autore del popolare fumetto western Tex Willer. ‘‘Galep’’ era cresciuto in Sardegna. 21 marzo. Allarme AIDS a Cagliari. Ogni settimana nascono tre bambini da mamme sieropositive. 27-28 marzo. Elezioni politiche col sistema uninominale. Forte ` (Forza Italia, Alleanza Nazionale successo del Polo della Liberta e Centro cristiano democratico), netto calo dei Progressisti (PDS e cristiano-sociali). Il Patto Segni resiste al crollo del PPI. Nessun eletto per l’Alleanza federalista (PSI, PSDI, PRI, PSd’Az). ` il nuovo direttore dell’‘‘U6 aprile. Antonangelo Liori, 30 anni, e nione Sarda’’ in sostituzione di Arturo Clavuot. 13 aprile. Dura azione di protesta di 450 operai che rischiano la disoccupazione dopo la fine dei lavori alla centrale termoelettrica di Fiume Santo (Porto Torres): pericolo di blackout per tutta l’isola. 19 aprile. Si dimette l’intero Consiglio comunale di Galtellı` dopo una bomba contro il municipio. Anche a Gairo, Ilbono e Ulassai commissari prefettizi sostituiscono le amministrazioni dimissionarie in seguito a gravi attentati. 22 aprile. Approvato dal governo il decreto legge che rifinanzia il Piano di Rinascita (910 miliardi per il quinquennio 1994-1998).

549

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 555

Cronologia della Sardegna contemporanea

1995

28 aprile. Il presidente della Repubblica inaugura a Cagliari la 46ª Fiera Internazionale della Sardegna. 3 maggio. Senza stipendio da 14 mesi 360 dipendenti dell’industria metalmeccanica Keller di Villacidro. Un operaio sale per protesta su una torre-faro, a 32 m di altezza. 12 e 26 giugno. Elezioni regionali: successo dei Progressisti, se`; il PPI e ` il terzo schieramento amguiti dal Polo della Liberta messo al ballottaggio del 26. Si parla di ‘‘anomalia’’ del voto ´ il gruppo dei partiti che fanno capo al governo si sardo, perche attesta su una percentuale notevolmente inferiore a quella registrata in occasione delle elezioni europee (svoltesi anch’esse il 12 giugno). Eletti per la prima volta col ballottaggio a due i sindaci di Cagliari, Oristano e Alghero. 28 giugno. Dopo drammatiche giornate e lunghe agitazioni, il governo firma il decreto che avvia il progetto di gassificazione del carbone Sulcis. 18 luglio. Eletto il 21º presidente del Consiglio regionale, Gian Mario Selis leader dei Popolari, votato anche dai Progressisti e dal Patto Segni. 26 luglio. Nella sua ultima riunione la giunta si esprime contro il decreto Berlusconi sul condono edilizio, impugnandolo davanti ´ in contrasto con le leggi urbanialla Corte costituzionale perche stiche regionali. 5 agosto. Eletto presidente della Regione Federico Palomba: guida una maggioranza composta da PSd’Az, PDS, Popolari, Pat` il 6 settembre una giunta tisti, Federazione Sardegna. Formera caratterizzata dalla presenza di numerosi tecnici. 22 settembre. Muore a Roma Maria Carta, ‘‘la voce della Sardegna’’. 14 ottobre. Massiccia adesione anche nell’isola allo sciopero contro il taglio delle pensioni. Alla manifestazione partecipa il pre`. sidente Palomba per protestare contro i tagli alla sanita 10 dicembre. Rapito a Macomer il commerciante Giuseppe Vinci. ` il ` liberato il 15 ottobre 1995, dopo 321 giorni di prigionia. E Sara ` ` sequestro piu lungo nella storia della criminalita sarda, per il rilascio sarebbero stati pagati 6 miliardi di lire. 7 gennaio. Si apre nella Cattedrale di Oristano il Concilio plenario della Chiesa sarda guidato da monsignor Alberti, arcivescovo di Cagliari. Partecipano 90 ‘‘conciliari’’. ` ministro senza porta18 gennaio. Il professore Giovanni Motzo e foglio delle Riforme costituzionali nel governo Dini. `: 8 omicidi in Bar17 febbraio. Crescono malessere e criminalita bagia in due mesi. Arriva nell’isola il responsabile del Viminale per incontrare i prefetti. 20 febbraio. Sequestrato a Calangianus l’industriale del sughero ` notizie. Giuseppe Sircana. Non se ne avranno piu ` in tutta l’isola. La Giunta regionale dichiara lo Marzo. Siccita

550

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 556

Cronologia della Sardegna contemporanea ` stimato in 500 stato d’emergenza. Agricoltura in crisi: il danno e miliardi di lire. 10 marzo. Si spacca anche in Sardegna il PPI: la maggioranza dichiara l’appoggio nelle successive elezioni a Romano Prodi. 12 marzo. Eletto presidente del PSd’Az l’avvocato sassarese Franco Meloni, che batte Mario Melis per 9 voti. 23 aprile. Elezioni amministrative: vince ovunque nei capoluoghi il centro-sinistra, che nelle provinciali a Oristano (50,2%) e Sassari (53,2), e a Nuoro (54,4) anche alle comunali (60,3), passa al primo turno. Al ballottaggio il centro-sinistra si afferma nella provincia di Cagliari (53%) e nei comuni di Sassari (58,27) e Olbia (50,77). 10 maggio. Si apre formalmente la crisi alla Regione investita dal ciclone delle nomine USL. Dopo le dimissioni degli assessori ` ) si risolFarina (Industria), D’Arienzo (Cultura), Manca (Sanita ` con la costituzione del Palomba bis. vera 14 maggio. Sequestrata nella sua azienda ad Abbasanta Vanna ` mai rilasciata ne ´ sara ` trovato il suo corpo. Licheri. Non verra 18 maggio. Il gran maestro Armando Corona lascia la Massoneria. 19 maggio. Sequestrato a Nuoro presso il suo hotel l’albergatore romano Ferruccio Chechi. Liberato il 25 ottobre dietro pagamento di riscatto, decide di lasciare la Sardegna. 12 giugno. Si vota per i 12 referendum. Vince l’astensionismo. 17 giugno. Rocco Buttiglione torna dopo cinquant’anni in visita a Sassari, dove ha studiato durante l’incarico di questore ricoperto dal padre. 17 agosto. Commando di rapinatori intercettato a Chilivani: rimangono uccisi 2 banditi e i 2 carabinieri Ciriaco Carru e Walter Frau. Funerali solenni con la partecipazione del presidente del ` sgomiConsiglio Dini e della Regione Palomba. La banda sara nata e i componenti saranno condannati all’ergastolo. 21 agosto. Muore stroncato da infarto il regista cagliaritano Nanny Loy. Doveva la fama, tra l’altro, all’uso magistrale della candid camera. 4 settembre. La cartiera di Arbatax passa al gruppo che fa capo ` proprietario dell’‘‘Uall’editore cagliaritano Nicola Grauso, gia ` il 18 marzo 1999. nione Sarda’’. Fallira 10 novembre. Il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro visita l’isola. ` seguito l’invito del presidente Dini al presidente Palomba a Fara Palazzo Chigi per analizzare il malessere dell’isola. 17 novembre. Parigi concede l’estradizione per Matteo Boe, rin` a dicembre al chiuso in un carcere di massima sicurezza: deporra processo del piccolo Farouk Kassam. 30 novembre. Si apre a Livorno il processo per la Moby Prince, la nave traghetto incendiatasi nel 1991 mentre partiva per Olbia. 30 dicembre. Con la firma dell’intesa tra Stato e Regione inizia il ` alla costituzione dei parchi nell’isola: indicammino che portera

551

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 557

Cronologia della Sardegna contemporanea

1996

viduati parchi nel Gennargentu, Orosei, Asinara. Alcuni non vedranno mai la luce, altri verranno istituiti dopo lunghe polemiche e battaglie procedurali. 8 gennaio. Il pontefice Giovanni Paolo II lancia un appello ai ´ rilascino gli ostaggi ancora nelle loro mani. sequestratori perche 21 febbraio. Sardegna nella morsa del gelo: nevica anche a livello del mare. Bloccata la circolazione automobilistica. 5 marzo. Muore a Cagliari a 80 anni lo storico Girolamo Sotgiu, a lungo senatore del PCI. 10 marzo. Muore a 88 anni monsignor Paolo Carta, fino al 1982 arcivescovo di Sassari. 12 marzo. Le continue piogge sconvolgono Olbia: case evacuate, strade interrotte, scuole chiuse. 15 marzo. Il traghetto Caralis, in rotta da Cagliari a Civitavecchia, finisce sugli scogli di Serpentara. I 440 passeggeri restano per 17 ore in balia del mare. 31 marzo. Il procuratore della Repubblica Maria Del Savio Banaudo lascia Lanusei dopo 7 anni. Si era occupata di scottanti inchieste sulla cosiddetta ‘‘Tangentopoli sarda’’. 21-22 aprile. Elezioni politiche. Si vota col sistema uninominale. Anche nell’isola vittoria della coalizione di centro-sinistra ma in misura inferiore alle aspettative. Al Senato il Polo ottiene il 49,4% contro il 47% dell’Ulivo (che col proporzionale ottiene la maggioranza dei seggi). Alla Camera la coalizione si attesta sul 49% contro il 47,3% del Polo. Sono in tutto 27 i deputati sardi. 13 maggio. La scrittrice sassarese Bianca Pitzorno riceve la lau` di Bologna. rea honoris causa in Pedagogia dall’Universita 15 maggio. I vini sardi si affermano a livello internazionale. Riconoscimento a Londra per il Turriga, rosso di Serdiana della can` eletto ‘‘vino dell’anno’’ dall’Associatina Argiolas. Nel 2000 sara zione Italiana Sommelier. ` nominato 20 maggio. Il deputato sassarese Luigi Berlinguer e ` nel nuovo governo ministro dell’Istruzione e dell’Universita Prodi. Tra i 48 sottosegretari Salvatore Ladu (Industria, commercio e artigianato), Antonello Cabras (Commercio estero), Giorgio Macciotta (Tesoro e bilancio). 10 giugno. Minitest elettorale in controtendenza. Forte astensionismo nell’elezione dei 9 sindaci. Nel cagliaritano avanza il centro-destra. 15 giugno. Visita ufficiale a La Maddalena del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. 28 giugno. A Parigi viene assegnato il ‘‘Django d’oro’’ al musicista sardo Paolo Fresu, come miglior musicista europeo di jazz. 27 agosto. Muore a Sondrio il giornalista e scrittore Antonio Cederna. Numerose le sue battaglie in difesa dell’ambiente dell’i` in piu ` occasioni contro la sola: favorevole ai parchi, si pronuncio cementificazione delle coste sarde.

552

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 558

Cronologia della Sardegna contemporanea

1997

4 settembre. Istituito dalla Regione il nuovo modello manageriale `: i nuovi manager delle ASL dureranno in di gestione della Sanita carica 5 anni e saranno soggetti a verifica annuale. ` originali nar6 settembre. Lo scrittore Sergio Atzeni, uno dei piu ratori dell’ultima generazione, scompare a soli 42 anni travolto dalle onde nel mare di Sant’Antioco. 23 settembre. Crisi politica alla Regione. Palomba si dimette e forma il Palomba ter, che ha brevissima durata per la rinuncia di ` il Palomba quattro. quattro assessori. Subentrera 28 dicembre. Eccezionale ondata di maltempo: neve in Barbagia e Gallura anche nelle zone costiere. Aeroporti chiusi, navi in diffi` . Allarme nelle campagne dove si teme per i raccolti: i danni colta valutati miliardi. 2 gennaio. La legge regionale n. 4 prevede il riassetto generale delle Province. per crearne di nuove e modificare le circoscrizioni provinciali. Il cammino per l’istituzione formale del Sulcis` comunIglesiente, Medio Campidano, Ogliastra e Gallura sara que lungo. 19 febbraio. Rapita a Tortolı` Silvia Melis, figlia di un noto impren` a casa il 12 novembre dopo 265 giorni di prigionia. ditore. Tornera ` notevoli strascichi giudiziari che coinvolgeIl rapimento avra ranno l’avvocato Antonio Piras, il giudice Luigi Lombardini, l’imprenditore Nicola Grauso e il direttore dell’‘‘Unione Sarda’’ Antonangelo Liori. 23 marzo. Inviato in Albania per la missione di pace il 151º reggimento della Brigata ‘‘Sassari’’. 6 aprile. Affidata dal ministro del Tesoro Ciampi al pubblicitario Gavino Sanna la campagna di informazione per il passaggio dalla ` nel 1999. lira all’euro che avverra 24 aprile. Elezioni amministrative in 104 piccoli comuni dell’isola. Si conferma il successo del centro-sinistra. 9 maggio. Nominato presidente della Fondazione Banco di Sar` di Sassari Giovanni Palmieri degna il rettore dell’Universita ` rapito a Brescia 19 giugno. L’imprenditore Giuseppe Soffiantini e da una banda sarda di cui fanno parte Mario Moro e i latitanti ` liberato dietro pagaAttilio Cubeddu e Giovanni Farina. Verra mento del riscatto il 10 febbraio 1998. Durante la sua prigionia muoiono in un conflitto a fuoco l’agente Donatoni e il capo della banda Moro. 3 luglio. Il presidente della Repubblica Scalfaro apre a Cagliari i ` . Contestati il ministro della Pubblica istruGiochi della Gioventu zione Luigi Berlinguer e il presidente regionale Palomba. 12 luglio. Lo stilista algherese Antonio Marras riscuote un notevole successo alle sfilate d’alta moda a Roma: ha inizio cosı` la ` a Parigi. prestigiosa carriera che lo condurra 12 agosto. Stretta di mano al centro delle Bocche di Bonifacio tra il principe Vittorio Emanuele di Savoia e il sindaco di Santa Te-

553

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 559

Cronologia della Sardegna contemporanea

1998

resa Gallura in occasione delle celebrazioni per la fondazione della cittadina. 24 settembre. Scoperti 83 000 ‘‘falsi vivi’’ iscritti negli elenchi ` . La loro delle ASL cui viene erogata la pensione di invalidita ` risparmiare 7 miliardi. cancellazione fara 14 ottobre. Il governo vota la legge quadro sulla ‘‘promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna’’ presentata dalla Regione e appoggiata dal ministro Berlinguer. ` 24 ottobre-12 novembre. Il Parco geominerario della Sardegna e riconosciuto primo parco storico e ambientale del mondo alla conferenza UNESCO. Su iniziativa della Regione e dell’Ente Mi` istituito formalmente con decreto il 16 ottonerario Sardo verra bre 2001, dopo una lunga mobilitazione della popolazione. 28 novembre. Viene emanato il decreto istitutivo del Parco dell’A` pubblicato nella ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ il 17 gennaio sinara (sara 1998). 7 dicembre. A Li Punti, frazione di Sassari, un’auto falcia 50 operai dell’Enichem fermi sulla strada: 7 vittime, 25 feriti. 10 marzo. Anche nell’isola si sperimenta su 6 malati la cura Di ` Bella contro i tumori su iniziativa dell’assessore alla Sanita Paolo Fadda. 7 maggio. Una agente di polizia e un operaio, entrambi sassaresi, muoiono a Sarno, in Campania, travolti dalla frana di fango che si abbatte sul paese. 19 maggio. Le analisi del DNA confermano essere del parlamentare oristanese Piero Riccio sequestrato nel 1979 i resti ritrovati nelle campagne di Neoneli. 24 maggio. Le elezioni amministrative nell’isola per il rinnovo di 29 consigli comunali segnano l’affermazione di Forza Italia: a ` eletto Mariano Delogu (56,7%), a Oristano al ballottagCagliari e gio del 7 giugno Pietro Ortu (65,4%), entrambi del centro-destra. 14 giugno. A Sassari la storica tipografia Chiarella dichiara falli`. mento dopo 154 anni di attivita 25 giugno. A Cagliari il presidente della Repubblica Scalfaro in occasione del cinquantenario dello Statuto regionale richiama la classe politica sarda. Luglio-agosto. Le temperature record che si registrano nell’isola (superati i 40 ºC) sono aggravate da numerosi incendi nel Nuorese, in Goceano e Gallura. 11 agosto. Si uccide nel Palazzo di giustizia di Cagliari con un colpo di pistola il giudice Luigi Lombardini durante un interrogatorio sul rapimento e la liberazione di Silvia Melis. 22 settembre. Arrestato in Australia il latitante orunese Giovanni ` estradato il 16 Farina, implicato nel sequestro Soffiantini. Verra febbraio 1999. 17 ottobre. Catturato in Venezuela, dove si era rifatto una vita, il

554

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 560

Cronologia della Sardegna contemporanea

1999

latitante Luciano Gregoriani, il ‘‘ragioniere’’ dell’Anonima gallurese degli anni Settanta. 21 ottobre. Nel governo D’Alema sono nominati ministro alla Giustizia Oliviero Diliberto e sottosegretario agli Esteri Valentino Martelli, confermati Luigi Berlinguer e i sottosegretari Macciotta e Cabras. 4 novembre. Muore Joyce Lussu Salvadori, scrittrice, antifascista, storica delle donne. Aveva incontrato Emilio Lussu durante l’esilio a Parigi, lo aveva sposato a Roma nel giugno 1944. 24 dicembre. Assassinato a Orgosolo il viceparroco don Muntoni mentre si reca a celebrare la prima messa. Unanime esecrazione ` del Consiglio regionale. e solidarieta 9 gennaio. L’euro arriva negli istituti di credito isolani. 12 gennaio. Muore a Genova il cantautore e poeta genovese Fabri´. Sebbene fosse stato sequestrato in Sardegna con la zio De Andre moglie Dori Ghezzi nel 1979, aveva sempre mantenuto il suo legame con l’isola dove aveva acquistato la tenuta dell’Agnata, ai piedi del Limbara. 20-21 gennaio. Arrestate a Bari Sardo e Tortolı` 10 persone accusate di una serie di attentati. Andranno assolte nel processo di primo grado che si conclude nel dicembre 2001. Tra esse Maria ` in Ausilia Piroddi, segretaria della CGIL in Ogliastra, tornera giudizio per l’omicidio di Franco Pintus, suo avversario alla Ca` condannata all’ergastolo il 6 ottobre 2004. mera di Lavoro. Verra 31 gennaio-febbraio. Un’ondata di maltempo colpisce per 20 ` nei tragiorni l’isola. Il termometro scende a –12 ºC. Difficolta sporti marittimi, chiusi gli aeroporti. 25 febbraio. Precipita in mare a Genova durante l’atterraggio il D328 dell’Alitalia in arrivo da Cagliari. Muoiono l’hostess e 3 passeggeri, di cui 2 sardi. Il coraggio del giovane nuotatore Marco ` alto numero di vittime. Sulis e della sua squadra evita un piu ` condannato. Incolpato il pilota, che il 14 novembre 2002 verra 19 aprile. Al referendum antiproporzionale per introdurre il sistema maggioritario integrale non viene raggiunto il quorum neanche nell’isola. Il cambiamento era sostenuto fortemente da Mario Segni e da parte del centro-sinistra. 22 aprile. Firmato il protocollo d’intesa Stato-Regione. Gli accordi riguardano metanizzazione, scuola, strade e ferrovie, per un finanziamento di 2500 miliardi di lire. ` eletto al 13 giugno. Elezioni europee e regionali. Nessun sardo e Parlamento europeo: il Polo si afferma, calano diessini e pattisti. Mauro Pili al ballottaggio del 27 vince col 53,71% contro il 46,28% del centro-sinistra. 19 giugno. Un primo contingente della Brigata ‘‘Sassari’’ parte per la missione di pace in Kossovo. ` nominato capogruppo dei 2 luglio. Il sassarese Gavino Angius e DS al senato.

555

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 561

Cronologia della Sardegna contemporanea

2000

5 luglio. Cancellati all’aeroporto di Olbia 30 voli della Meridiana: quasi tutti i piloti si sono messi in malattia. Avviata un’indagine della Procura. 16 luglio. Decisa la fusione tra il Banco di Sardegna e la Banca di Sassari. Tra il personale si temono riduzioni degli organici. ` eletto dal Polo presi21 luglio. In un clima particolarmente teso e dente del Consiglio regionale il ‘‘ribelle’’ sardista Efisio Serrenti, in disaccordo col suo partito. ` eletto al terzo scrutinio presidente della 10 agosto. Mauro Pili e Regione sarda con 36 voti (5 in meno della maggioranza). Si di` dopo breve tempo, il 22 settembre: al momento dell’insemettera diamento il suo programma riecheggia quello della Regione Lombardia. 24 settembre. Dopo un lungo periodo di contrasti tra redazione e ` venduta da Nicola Grauso al direzione, l’‘‘Unione Sarda’’ e gruppo di Sergio Zoncheddu. ` rieletto presidente con 40 voti contro 2 ottobre. Alla Regione Pili e i 38 di Gian Mario Selis. Lascia pochi giorni dopo per non essere riuscito a formare la giunta. Viene eletto Gian Mario Selis, che dura in carica solo fino ai primi di novembre. La crisi si risolve con l’elezione di Mario Floris, astenuto il centro-sinistra ` proclamato santo da papa Gio3 ottobre. Fra Nicola da Gesturi e ` il vanni Paolo II a 31 anni dalla morte (avvenuta l’8 giugno 1958). E terzo sardo beatificato durante questo pontificato. 19 novembre. Successo economico dell’imprenditore di Calangianus Edoaordo Tusacciu: il gioco di costruzioni modulari di ma` il gioco del 2000. Nel 2004 verra ` esportato gneti da lui ideato, e ` momenti di difficolta `. negli USA. In seguito l’azienda conoscera 22 novembre. Referendum sull’elezione diretta del presidente della Regione, sul sistema maggioritario, sulla riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali. Si raggiunge il quorum del 33,3%, vincono i ‘‘sı`’’. 12 dicembre. Messa all’asta l’isola di Budelli nell’arcipelago della ` acquistata dallo Stato il 19 novembre 2001. Maddalena. Verra 15 dicembre. Muore a 89 anni don Enea Selis, assistente ecclesiastico alla Cattolica di Milano negli anni caldi della contestazione ` considerato il padre spirituale del gruppo della studentesca. E Democrazia Cristiana sassarese dei ‘‘Giovani turchi’’. ` 21 gennaio. L’Aga Khan Karim cede il 79% delle sue proprieta ` aerea Meridiana. nell’isola. In vendita la societa 7 febbraio. Vola in Borsa il titolo Tiscali di Renato Soru che rag` valutata 7 euro. giunge il suo massimo storico: ciascuna azione e 9 febbraio. Disastro ambientale a Fiumesanto presso Porto Torres per la fuoriuscita da una nave del combustibile orimulsion: chilometri di spiaggia inquinati. 3 marzo. Inizia la revisione del processo per il cosiddetto ‘‘giallo

556

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 562

Cronologia della Sardegna contemporanea ` il 27 dicembre con la dichiarazione di Borore’’. Si concludera definitiva della colpevolezza di Francesco Lutzu. 20 marzo. Inaugurata a Sassari la nuova sede della Biblioteca comunale nel cinquecentesco Palazzo d’Usini. 27 marzo. Il rapporto ISTAT attesta al 22,1% la disoccupazione nell’isola. Sono 498 000 i sardi che non hanno lavoro. 28 marzo. Scoppia nella notte la rivolta nel carcere di San Sebastiano a Sassari. A seguito dei pestaggi subiti dai detenuti saranno aperte due inchieste. Sono incriminati la direttrice e 80 agenti, scatenando cosı` le proteste dei colleghi. Il processo ini` nell’ottobre 2001. ziera 30 marzo. La Camera del Lavoro di Sassari compie 100 anni. Alle celebrazioni interviene il segretario nazionale Sergio Cofferati. 1º aprile. Muore in un incidente d’auto il deputato Giovanni De` murtas eletto in Ogliastra per i Comunisti Italiani. Gli succedera Tonino Loddo, DS, eletto il 18 giugno. 14 aprile. Istituite formalmente le nuove 4 province, Gallura, Sul` sulla carta. cis, Medio Campidano e Ogliastra, che restano pero 16 aprile. Elezioni amministrative. In tendenza col resto d’Italia il centro-destra vince le provinciali di Oristano, Cagliari e Sassari anche le comunali. Resta al centro-sinistra solo la Provincia di Nuoro. 26 aprile. Forti scosse di terremoto (4,2-4,8 della scala Ricther) sono avvertite a Olbia, Sassari e fino a Oristano alle 15,29 e alle ` individuato a 20 km da Posada. Altre scosse di 15,38; l’epicentro e ` si avranno nella notte. minore intensita 27 aprile. Nel nuovo governo Amato un solo sardo: Salvatore Ladu, confermato sottosegretario ai Lavori pubblici. 21 maggio. Raffica di pallettoni a Orgosolo contro un pullman di ` ferito in modo non grave. turisti svedesi. Uno di loro e `: i danni 9 giugno. Agricoltura in ginocchio a causa della siccita superano il 35% del prodotto vendibile. Crolla la produzione della malvasia. 19 giugno. Firmato a Roma tra il ministro Melandri e il presidente Floris il protocollo d’intesa per valorizzare e tutelare il patrimonio culturale. Si ufficializza il passaggio dell’Asinara dallo Stato alla Regione. 18 luglio. Muore a Palma di Majorca il pittore Aligi Sassu. Nato nel 1922 a Milano da padre sardo, aveva sempre mantenuto forti legami con l’isola, nel cui mare vuole sia dispersa parte delle sue ceneri. 22 agosto. Muore a Modena l’ex ministro DC Giuseppe Medici. Tra ` la commissione d’inchiesta sulla criminail 1969 e il 1971 guido ` nell’isola. lita 26 agosto. Allarme tra gli allevatori: inizia l’epidemia della ‘‘lin` varata la legge regionale che stanzia i gua blu’’. Il 25 ottobre verra ` finanziamenti per risarcire gli allevatori, che li ritenengono pero

557

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 563

Cronologia della Sardegna contemporanea

2001

insufficienti e protestano violentemente davanti alla sede della Regione. Il contagio colpisce solo nel primo anno 500 000 pecore. La scoperta del vaccino nell’ottobre 2002 attenua ma non debella l’epidemia. 10 settembre. Si incaglia a Portoscuso una carboniera. La marea ` il 3 ottobre. nera invade la coste per 40 km. La nave affondera 12 ottobre. L’Enichem di Ottana avvia la dismissione degli impianti, venduti a una holding anglo-americana. Per i lavoratori ` dal gennaio 2001 la cassa integrazione. scattera 8 novembre. Il presidente della repubblica Ciampi visita ufficialmente l’isola. Con il presidente della Regione affronta temi istituzionali ed economici. 9 dicembre. Antonio Todde, di Tiana, compie 112 anni, entrando ` vecchio del mondo. nel Guinness dei primati come l’uomo piu ` a 113 anni. La Sardegna si conferma come la regione con Morira ` alta percentuale di centenari. la piu 6 gennaio. Sei casi sospetti di tumore colpiscono soldati sardi. Il ` defiministero della Difesa ordina un’indagine su quella che e nita ‘‘sindrome dei Balcani’’, legata all’uranio impoverito presente nei territori in cui erano di stanza i militari. 9 gennaio. Renato Soru acquista il provider francese Liberty Surf, inserendo Tiscali tra gli operatori Internet leader in Europa. 18 gennaio. Firmato a Cagliari l’accordo tra il Banco di Sardegna e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, cui l’istituto di credito sardo trasferisce il 51% delle sue azioni. Conserva la Banca di ` di istituto di credito isoSassari e salva comunque la specificita lano. ` condannato a 20 anni per il sequestro 1º febbraio. Matteo Boe e dell’imprenditore De Angelis avvenuto nel 1979. ` 22 febbraio. L’ozierese monsignor Mario Francesco Pompedda e nominato cardinale da papa Giovanni Paolo II. 4 marzo. Una nuova scossa di terremoto del quarto grado della ` avvertita in mare al largo di San Teodoro. scala Mercalli e ` che con13 aprile. Elezioni politiche. Vince la Casa delle Liberta quista 5 seggi al Senato e 11 alla Camera. All’Ulivo vanno 4 seggi ` confermata dalle ammial Senato e 7 alla Camera. La tendenza e nistrative che si svolgono in 6 comuni il 27 maggio: Olbia e Porto Torres vanno al centro-destra, successo del centro-sinistra a Carbonia. 24 aprile. Il Consiglio d’amministrazione del Banco di Sardegna nomina presidente Antonio Sassu, docente universitario, ex assessore tecnico della giunta Palomba. 2 giugno. Alla caserma ‘‘Gonzaga’’ di Sassari prendono servizio le prime donne soldato assegnate alla Brigata ‘‘Sassari’’. ` ministro 11 giugno. Nel governo Berlusconi Giuseppe Pisanu e per l’Attuazione del programma di governo.

558

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 564

Cronologia della Sardegna contemporanea

2002

2 luglio. Muore stroncato da una leucemia fulminante il sassarese Pietro Sassu, ritenuto il maggiore etnomusicologo italiano. 11 settembre. Il mondo sotto choc per l’attacco alle Torri gemelle. Scatta il codice Delta di massima sicurezza nelle basi USA di La Maddalena, Perdasdefogu, Decimomannu e Capo San Lorenzo. 3 ottobre. Continua il clima di violenza in Ogliastra: uccisa proba` l’imprenditrice Robilmente per motivi legati alla sua attivita sanna Fiori, 55 anni, proprietaria della Barbagia Flores. 16 ottobre. Il ministro Lunardi firma il decreto che introduce la ` territoriale tra Sardegna e continente: dal 28 ottobre i continuita sardi potranno viaggiare con forti sconti. 25 ottobre. Passaggio di consegne alla Regione. A Floris subentra Mauro Pili, eletto con il voto dell’imprenditore Nicola Grauso. 30 ottobre. Il test di BSE effettuato dall’Istituto zooprofilattico di Sassari rivela un caso di ‘‘mucca pazza’’ in un allevamento di ` il primo registrato nell’isola. Arborea. E 27 gennaio. Muore a Modena Sebastiano Brusco, docente univer` presidente del Banco di Sardegna. sitario, gia 19 febbraio. Nelle zone intorno alla base militare di Capo San ` inizio Lorenzo l’alto numero di tumori al sistema linfatico da alle indagini sulle contaminazioni radioattive. 11 aprile. Disastro ambientale nella spiaggia del Poetto. A causa del ripascimento sparisce la sabbia bianca sostituita da una lunga distesa grigia. ` 1º maggio. Allarmanti i dati complessivi sull’economia isolana: e ripreso il flusso migratorio giovanile, mentre resta bassissimo il tasso di rendimento delle imprese sarde, in cui si registra solo la crescita dell’agroalimentare. 26-27 maggio. Elezioni amministrative. A Oristano vince la CdL, a Lula si vota dopo 13 anni. ` di Sassari fonda la Facolta ` di Architettura 21 giugno. L’Universita con sede ad Alghero 28 giugno. A Cagliari sciopero regionale di 60 000 tra artigiani, lavoratori delle imprese e giovani disoccupati contro la politica economica della giunta Pili. ` nominato ministro dell’Interno. 4 luglio. Giuseppe Pisanu e 17 luglio. Il sassarese Luigi Berlinguer eletto dal Parlamento tra gli 8 membri laici che completano il Consiglio superiore della magistratura. 4 settembre. Ad Alghero si dimette il sindaco forzista Marco Tedde ` fatto segno. a causa dei numerosi attentati di cui e 5 settembre. Acquistati dalla Regione i 700 cavallini della Giara di Gesturi, sottratti cosı` allo sfruttamento privato. 12 settembre. Rivendicati dai ‘‘Nuclei proletari per il comunismo’’ una serie di attentati con pacchi bomba a Sassari, Olbia, ` recapitato alla sede cagliariPorto San Paolo. Un proiettile sara tana della CISL e il 2 gennaio alla UIL e alla Banca Intesa di

559

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 565

Cronologia della Sardegna contemporanea

2003

Macomer, il 5 viene compiuto un attentato dinamitardo alla redazione dell’‘‘Unione Sarda’’. 11 gennaio. Tom Barrack, fallita la cordata sardo-veneta, firma l’accordo in esclusiva con la Starwood per l’acquisto della Costa Smeralda che passa alla Colony Capital. Il 24 marzo la firma ufficiale. 24 gennaio. La Regione acquista la Manifattura Tabacchi di Cagliari messa in vendita dallo Stato il 27 dicembre a seguito dell’attuazione del decreto Tremonti sulla dismissione dei beni statali. 11 febbraio. Protesta e fallito assalto dei pacifisti alla base USA di Santo Stefano a La Maddalena. 19-20 marzo. Scade l’ultimatum americano all’Irak, l’attacco avviene dopo 48 ore: i sommergibili USA lasciano la base di Santo Stefano. 15 aprile. L’agenzia americana Mody’s declassa per troppi debiti ` finanziaria. la Regione nella valutazione di affidabilita 18 aprile. Muore a Roma a 80 anni lo scrittore e giornalista Giuseppe Fiori, biografo di Gramsci. Era stato senatore nella Sinistra indipendente, vicedirettore del Tg2 e direttore di ‘‘Paese Sera’’. 22 aprile. Notte di attentati eversivi in tutta l’isola. Proseguiranno in maggio: prese di mira in particolare le sedi della CISL. 30 aprile. Chiude a Ottana la Montefibre. Scatta la cassa integrazione per 280 operai. Il 27 manifestazione di protesta a Roma. 11 maggio. Fallisce il referendum abrogativo della istituzione della nuove province del Sulcis, Medio Campidano, Gallura e Ogliastra. Vota solo il 15,78% degli aventi diritto. 17 maggio. Muore a Roma il cagliaritano Luigi Pintor, giornalista e parlamentare. Nel 1969 aveva fondato e diretto ‘‘Il Manifesto’’ assieme a un gruppo uscito dal PCI. 26 maggio. Sulla rotta Genova-Porto Torres entra in funzione la Suprema della Compagnia Grimaldi, in grado di trasportare 2800 ` il piu ` grande cruise-ferry del passeggeri e 1000 automobili. E mondo. ` per 14 giugno. Ha inizio l’eccezionale ondata di caldo che colpira tutta l’estate l’Europa. Nell’isola si registreranno temperature superiori ai 40 ºC. Anche l’acqua del mare tocca i 29-30 ºC. La ` resa piu ` grave dai numerosi incendi che per tutta l’ecanicola e state devastano il territorio. 26 giugno. Scompare a 81 anni Umberto Cardia, senatore, a lungo protagonista della vita politica, leader storico del PCI sardo. 6 luglio. Finisce dopo 30 anni la latitanza di Giovanni Talanas di Orune, accusato di omicidio nel 1973, implicato nel sequestro del piccolo Augusto De Megni a Perugia. 3 luglio. Uccisa durante il turno di guardia la dottoressa Roberta

560

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 566

Cronologia della Sardegna contemporanea

2004

Zedda. L’omicidio apre il problema della sicurezza nelle guardie mediche. ` mili8 luglio. Bocciato dal Comitato Stato-Regione sulle servitu tari l’ampliamento della base USA a La Maddalena. Il 4 novem` il divieto della Regione. bre anche il governo accogliera 19 agosto. Vertice a Roma per l’emergenza incendi nell’isola: l’assessore all’Ambiente chiede che venga modificata la legge sulla destinazione dei terreni boschivi incendiati e l’impiego nel territorio della Brigata ‘‘Sassari’’. 5 settembre. Premio della critica al Festival di Venezia per Ballo a tre passi del regista sardo Salvatore Mereu. 19 settembre. Renato Soru annuncia l’abbandono di Tiscali e il suo futuro impegno nella politica con il centro-sinistra. 26 settembre. Catturato il re dei latitanti sardi Pasquale Stochino, alla macchia da 31 anni dopo la strage di Lanusei in cui morirono 5 persone. 30 settembre. Partono per l’Irak 700 soldati della Brigata ‘‘Sassari’’. Tra di loro 20 soldatesse. 12 ottobre. 3 000 persone tra giovani e anziani in Vaticano per il secondo centenario della diocesi di Ozieri. 21-25 ottobre. Incidenti nella base USA a La Maddalena: esplode un compressore nella galleria di Santo Stefano; il 25 un sommergibile finisce su una secca. Si apre un’inchiesta parlamentare per valutare lo stato di sicurezza in caso di pericolo ed eventuali inquinamenti radioattivi. 1º novembre. Muore a Nuoro Mario Melis, ex presidente sardista della Regione, eurodeputato negli anni Ottanta. ` lan12 novembre. Strage a Nassiriya, in Iraq. Un camion bomba e ciato contro il comando dei Carabinieri. Tra i 18 morti il maresciallo della Brigata ‘‘Sassari’’ Silvio Olla, 32 anni, di Sant’Antioco. 25 novembre. Agguato mortale a Lula contro la figlia di Matteo ` consentita la parteBoe, Luisa Manfredi, 14 anni. Al padre non e cipazione al funerale. Scritte minacciose compaiono sui muri i giorni seguenti contro la sua compagna Laura Manfredi. 12 dicembre. Compare anche nell’isola ‘‘Aquabomber’’: inquinate ` bottiglie di acqua. A Sassari 2 donne rimangono in varie localita intossicate. 2 gennaio. A Porto Torres l’esplosione di una petroliera provoca la morte di un operaio e gravi pericoli di inquinamento. Chiuso per molti giorni lo scalo. ` de9 gennaio. Nuovi inquietanti episodi di terrorismo: a Olbia e ` inviato al capovastata la sede della Margherita e un proiettile e gruppo di Forza Italia. 28 gennaio. Eletto presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, negli anni Settanta a lungo professore di Diritto co` di Sassari. stituzionale all’Universita

561

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 567

Cronologia della Sardegna contemporanea 2004 (segue)

25 febbraio. Si schianta nelle montagne vicino a Cagliari l’aereo ´quipe di cardiochirurgia dell’ospedale Brotzu, in con a bordo l’e volo per un trapianto. Sei i morti: oltre l’equipaggio, il primario Alessandro Ricchi, l’aiuto Antonio Carta, il tecnico Gian Marco Pinna. 9 marzo. In seguito a un attentato a Burgos, in cui muore il padre del sindaco Pino Tilocca, 9 sindaci del Goceano si dimettono. 1º aprile. Muore ad Alghero Tore Burruni, primo pugile sardo a conquistare il titolo mondiale (1965). `, 3 maggio. Muore improvvisamente monsignor Salvatore Isgro arcivescovo di Sassari dal 1982. 6 maggio. Polemiche per i lavori a Villa Certosa, residenza di Berlusconi in Costa Smeralda, ampliata e trasformata in un bunker. Protestano gli ambientalisti e indaga la magistratura, ma il ` edilizia coperta dal segreto di stato. governo considera l’attivita 1º giugno. Tornano a Sassari dal Museo Etnografico di Nuoro i ` espresse nel 1955 quadri di Giuseppe Biasi, secondo le volonta dalla sorella Isabella. 12-13 giugno. Elezioni regionali. Si vota per la prima volta col sistema diretto il presidente della Regione. Vince il centro-sinistra con Renato Soru (51,4%) sulla coalizione guidata da Mauro ` il 5 luglio caratterizzandosi Pili (39,8%). La nuova giunta giurera per l’alto numero di presenze femminili. 30 luglio. Sfiorato il blackout in tutta l’isola per un guasto alla centrale di Portovesme. ` costruire 10 agosto. Emanato il decreto ‘‘salvacoste’’: non si potra se non a due 2 km dalla costa. Insorgono i sindaci delle zone interessate, specie della Gallura, paventando l’arresto dell’economia turistica. 16 agosto. Arriva a Villa Certosa, ospite del presidente del Consiglio Berlusconi, il premier inglese Tony Blair. Eccezionali misure di sicurezza. 2 settembre. Giungono a Sassari il presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro Pisanu e l’ex presidente della Repubblica Cossiga per visitare la mostra di Brancaleone Cugusi da Romana. 29 settembre. Primo incontro ufficiale a Roma tra il capo del governo e il presidente Soru dopo gli stanziamenti del CIPE per l’isola di 337 miliardi di euro. 31 ottobre. Si insedia a Sassari il nuovo arcivescovo monsignor ` vescovo di Tempio e Ampurias. Paolo Atzei, gia 25 novembre. Concessa dal capo dello Stato la grazia a Graziano Mesina. Lascia il carcere di Voghera e arriva a Orgosolo il 27. 6 dicembre. Una violenta alluvione si abbatte sull’Ogliastra. A Villagrande una donna e la nipotina di 3 anni muoiono travolte dal fango. Divelti alberi, crollano ponti e strade, sono interrotte per giorni le comunicazioni tra Nuoro e Lanusei. Dichiarato lo

562

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 568

Cronologia della Sardegna contemporanea

2005

` , arriva il capo della Protezione civile Guido stato di calamita ` dei fondi assegnati. Bertolaso: proteste dei sindaci per l’esiguita 12 dicembre. Una scossa di terremoto (3,6 gradi della scala Rich` avvertita al largo di Siniscola. ter) e 26 dicembre. Nella tragedia dello tsunami che colpisce le coste del Sud-Est asiatico dispersi numerosi sardi: saranno tutti rintracciati. 1º gennaio. Una bomba devasta la casa del veterinario di Suni. Al ` una strage sfiorata. piano terra dormono otto persone, e 5 gennaio. Lo stop alla caccia fa riesplodere la guerra del parco: i cacciatori occupano sette municipi del Nuorese. 14 gennaio. Il Consiglio dei ministri rinvia la legge regionale ‘‘salvacoste’’ alla Consulta. 29 gennaio. La Consulta boccia la legge regionale sullo stoccaggio di scorie nell’isola. 26 febbraio. Allarme tumori a La Maddalena. La Regione nomina ` legato un gruppo di esperti per valutare il rischio radioattivita alla presenza di sommergibili nucleari. 7 marzo. Firmato l’accordo con l’Algeria per l’acquisto di gas metano. 24 marzo. Il Banco di Sardegna chiude con un utile di 37 milioni. 5 aprile. Il presidente della Regione, Renato Soru, chiede l’allontanamento dei sommergibili nucleari USA da La Maddalena. 22 aprile. Strage in un agriturismo di Santa Teresa Gallura: uccisi un imprenditore e un dipendente. Condannati come killer due slavi. 8 maggio. Voto in Sardegna per le 8 province e per 185 comuni. Il centro-sinistra conquista Sassari, Nuoro, Quartu, Porto Torres e Iglesias; delle province solo Oristano va al centro-destra. 1º giugno. Sı` della Giunta regionale al nuovo piano sanitario, l’ultimo risale al 1985. 22 giugno. I pescatori di Sant’Antioco protestano contro i carri armati. ` eletto presidente dell’Associazione de8 luglio. Massimo Putzu e gli Industriali del nord Sardegna. ` 21 luglio. Inizia lo scontro Soru-Maninchedda che si concludera con l’uscita di quest’ultimo da Progetto Sardegna. 24 luglio. Arrestato a Villaputzu piromane che aveva appiccato otto incendi. 2 agosto. Secondo le analisi della Regione e della ASL il mare di Sardegna gode di buona salute: solo 3 km di costa su 1800 sono inquinati. 9 agosto. Spari contro la casa del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi. 24 settembre. La commissione scientifica regionale sceglie sa limba sarda comuna e non quella unificata come lingua ufficiale per alcuni atti dell’amministrazione regionale.

563

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 569

Cronologia della Sardegna contemporanea

2006

28 settembre. Muore a 84 anni Fiorenzo Serra, il regista sassarese che ha raccontato nei suoi documentari l’isola del dopoguerra. 8 ottobre. Stop alla vendita di Budelli. 14 ottobre. Incendiate a Siniscola due auto del sindaco e una dell’assessore al personale. 24 ottobre. Muore ad Alghero Franco Mulas, allenatore di Burruni e maestro di pugilato. 15 novembre. La Regione si costituisce parte civile per il ripascimento del Poetto. 7 dicembre. Le ragazze di Illorai denunciano in un’assemblea i giovani bulli del paese. 14 dicembre. Giovanni Farina assolto per l’omicidio Donatoni. 16 dicembre. Fucilate a Siligo contro la casa di Gavino Ledda che chiede la tutela dei luoghi di Padre padrone. In pensione gli storici pullman della Pani. 19 dicembre. La fiaccola delle Olimpiadi invernali sulle strade della Sardegna. ` antichi 26 dicembre. Scoperti in una grotta della Barbagia i piu dipinti dell’isola. ` segni di ripresa ma non nell’indu3 gennaio. L’economia sarda da stria. La crisi del polo di Ottana, le incertezze dell’Endesa, la ` la situazione alla Cartiera di cassa integrazione alla Legler piu Arbatax sono i punti salienti della crisi industriale. Sono invece in crescita l’agricoltura, il turismo, il commercio e soprattutto i trasporti con un aumento del 20%. In leggera flessione le esportazioni lattiero-casearie. 30 gennaio. In una discarica vicino a Sedilo vengono trovate le ossa di un uomo. Le analisi accertano che si tratta dei resti di ` luogoteBattista Atzas, scomparso il 23 marzo del 1987. Atzas, gia nente di Peppino Pes, era stato arrestato negli anni Sessanta per omicidio e, dopo una lunga pena detentiva, era tornato a fare il pastore. 5 marzo. Giacomo Sanna, segretario nazionale del PSd’Az, si can` un accordo tecnico dida al Senato nelle liste della Lega Nord. «E come diritto di tribuna in parlamento» dichiara l’uomo politico. 7 marzo. Il paese della Sardegna col maggior numero di ultracen` Samassi. Tra di essi la piu ` longeva e ` Antonia Scano, 108 tenari e anni. 12-14 aprile. Elezioni politiche. In sardegna la percentuale dei votanti si attesta sul 77,9%. L’Unione totalizza il 52,5% dei consensi; la CDL il 45,3% e le altre formazioni il 2,2%. I deputati sardi eletti sono 18, dieci del centrosinistra (Antonio Attili, Luigi Cogodi, Paolo Fadda, Federico Palomba, Arturo Parisi, Emanuele Sanna, Amalia Schirru, Antonello Soro, Elias Vacca, Roberto Villetti) e 8 del centrodestra (Salvatore Cicu, Giuseppe Cossiga, Giovanni Marras, Antonio Mereu, Bruno Murgia, Giorgio Oppi, Mauro Pili, Carmelo Porcu). I senatori della Sardegna sono 9,

564

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 570

Cronologia della Sardegna contemporanea cinque del centrosinistra (Mauro Bulgarelli, Antonello Cabras, Salvatore Ladu, Francesco Martone, Gianni Nieddu) e quattro del centrodestra: Mariano Delogu, Massimo Fantola, Ignazio Ma` a mancare nell’agonunza, Piergiorgio Massidda. Manunza verra ` Fedele Sanciu. sto e gli subentrera 26 aprile. Approvata la legge regionale che introduce la cosiddetta ‘‘tassa sul lusso’’, relativa a ville, aerei e yacht. ` ministro Maggio. Nel governo Prodi il sassarese Arturo Parisi e della Difesa. Sei sottosegretari: Giampiero Scanu alle Riforme, Innovazione e Pubblica Istruzione; Luigi Manconi all’Economia e Finanze; Emidio Casula alla Difesa; Bruno Dettori all’Ambiente; Giampaolo Patta alla salute. 28 e 29 maggio. Elezioni comunali che interessano 102 comuni su 377. Sono state rinviate le consultazioni a Cagliari e Carbonia per ` nelle liste, soprattutto nel capoluogo. Si terranno l’11 irregolarita e il 12 giugno. 29 maggio. Il parroco di Arzana, don Vincenzo Pirarba, al termine ` pubblicamente fuoco della processione per la festa patronale, da in un braciere al libro di Dan Brown Il codice da Vinci. Il sindaco, presente al ‘‘rogo’’, se ne dissocia. 5 giugno. Attentato a Nassiriya contro un convoglio della Brigata ‘‘Sassari’’: rimane ucciso il soldato Alessandro Pibiri e vengono feriti non gravemente il tenente Manuel Pilia e i caporalmaggiori Fulvio Concas, Yari Contu e Luca Daga. L’attentato avviene a pochi giorni dal rientro definitivo dei ‘‘sassarini’’ in Sardegna. 12 giugno. Elezioni comunali: Emilio Floris (CdL) si conferma sindaco di Cagliari col 53,9% dei voti, battendo l’avversario Gian Mario Selis del centro-sinistra. A Carbonia plebiscito per Salvatore Cherchi (centro-sinistra), che ottiene l’80,1% dei suffragi. 10 luglio. Vengono arrestati a Sassari e accusati di eversione dieci giovani che gli inquirenti dicono appartenere ai Nuclei proletari comunisti. Gli arrestati si dichiarano estranei ai fatti e membri di organizzazioni politiche di sinistra come A manca pro s’indipendentzia e patrioti sardi. 16 luglio. Il ministro dei Trasporti, Antonio Di Pietro, inaugura un tratto di 7 km della nuova strada statale 125, che avvicina notevolmente Cagliari al Sarrabus e all’Ogliastra. Nell’occasione am` fondi per la messa in sicurezza della mette che non ci sono piu S.S. 131 da Oristano a Sassari. 25 luglio. Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del governo Prodi, prende l’impegno di saldare entro tre anni il debito che lo Stato ha accumulato in riferimento alle imposte regionali. 26 luglio. Il referendum per l’abolizione della legge ‘‘salvacoste’’ `. I promoe del Piano paesaggistico della giunta Soru non si fara tori Beppe Pisanu e Mauro Pili sono riusciti a raccogliere poco

565

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 571

Cronologia della Sardegna contemporanea

2006 (segue)

` di 10 000 firme che l’Ufficio regionale di verifica giudica inpiu sufficienti per la consultazione. 30 luglio. Assalto di Legambiente con gommone e striscioni a un megaresidence di oltre 20 000 m3, in costruzione sul mare a Cala Granu, in Costa Smeralda. 5 agosto. Il pugile olbiese Simone Maludrottu si conferma campione europeo dei pesi gallo sul ring di Santa Teresa Gallura, battendo ai punti lo spagnolo Karim Quibir Lopez. 8 agosto. Flavio Briatore, manager della Renault F1 e boss del ` famoso della Costa Smeralda, polemizza Billionaire, il locale piu contro le tasse sul lusso della giunta Soru. Per rafforzare la sua tesi acquista un’intera pagina della ‘‘Nuova Sardegna’’ in cui elenca tutti i benefici che i sardi avrebbero ottenuto dalle sue iniziative. 10 agosto. Fissata la data entro la quale la US Navy deve lasciare (dopo 34 anni) la base di La Maddalena: lo smantellamento, che ` nel marzo del 2007, si dovra ` concludere entro il 30 giugno iniziera 2008. 18 agosto. Allarmante inquinamento del suolo a Portovesme. Nelle campagne del polo industriale le pecore perdono i denti, le loro zampe si spezzano e gli agnelli crescono deformi: l’Istituto zooprofilattico certifica una patologia che va sotto il nome di fluorosi cronica. 24 agosto. Muore a Oristano il senatore di Forza Italia Salvatore Manunza, 66 anni. Sindaco di Oristano dal 1981 al 1984, consigliere regionale DC. Passato al Partito Popolare e in seguito all’Udr, nel 1996 era diventato assessore regionale agli Affari generali, alle ultime politiche senatore di Forza Italia. 27 agosto. Alcune frasi pronunciate contro i sardi da Vittorio Emanuele di Savoia e intercettate in carcere risultano offensive per istituzioni e cittadini, tanto da far decidere di togliere dalle vie i nomi dei casa Savoia in alcuni centri dell’isola, come Nuoro, Galtellı`, Bitti e Orune. 31 agosto. Sbarco di clandestini in Sardegna. Un gozzo approda fra i turisti a Santa Margherita di Pula: dall’imbarcazione scendono una ventina di extracomunitari marocchini e tunisini, alcuni dei quali in precarie condizioni di salute. 6 settembre. Dopo il sı` della Commissione Urbanistica, la giunta approva il Piano paesaggistico. Molto critica l’opposizione, che accusa Soru di «svendere l’isola agli amici». Dal canto suo il go` salva», riferendosi ai vernatore dichiara: «La Sardegna adesso e 1800 km di coste interessati dalla legge. 9 settembre. Attentato a Kabul contro gli italiani impegnati in Afghanistan: quattro incursori di Marina, tra cui l’olbiese Michele Spano, rimangono feriti per lo scoppio di una bomba lanciata contro il convoglio che scortavano. 11 settembre. Lo scrittore di Orani Salvatore Niffoi vince a Vene-

566

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 572

Cronologia della Sardegna contemporanea zia il premio ‘‘Campiello’’ col romanzo dal titolo La vedova scalza, Adelphi editrice. 19 settembre. L’allevatore di Bonorva Giovanni Battista Pinna (noto Titti) viene sequestrato nella sua azienda nelle campagne del paese. Scattano subito le ricerche ma senza alcun risultato. 28 settembre. Ennesimo attentato in Afghanistan, nei pressi di Kabul. Tra i feriti, non gravi, anche il caporalmaggiore degli alpini Marco Loi, di Cagliari. 8 ottobre. Muore a Cagliari, a 94 anni, Peppino Tocco, uno dei padri del socialismo sardo: consigliere regionale, sindaco di Iglesias per 12 anni, assessore regionale all’Industria negli anni Sessanta, deputato, senatore, sottosegretario alle Partecipazioni statali. 15 ottobre. Rimpasto nella Giunta regionale. Per divergenze col governatore Soru, l’assessore al bilancio Francesco Pigliaru si dimette inviando una lettera. Dopo alcuni tentativi di riaverlo nel governo regionale, Soru lo sostituisce con Eliseo Secci (Margherita), vicepresidente del Consiglio. Nel frattempo intende ri`’’ anche Luisanna Depau durre da 12 a 8 gli assessorati: ‘‘saltera ` accorpato dell’assessorato al Turismo, mentre l’Ambiente sara all’Urbanistica. 18 ottobre. Muore a Roma a 77 anni il cardinale Francesco Maria Pompedda, stroncato da un infarto. Era uno dei massimi giuristi della Curia Vaticana e uno dei membri del collegio cardinalizio ` conosciuti per i suoi interventi in materia di morale e di piu diritto. 3 novembre. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti e Renato Soru inaugurano il Centro italiano della cultura del carbone a Serbariu (Carbonia), nato dall’iniziativa di un comitato composto da semplici cittadini. 3 novembre. Muore a Sassari, a 81 anni, Nino Giagu De Martini, leader storico della Democrazia Cristiana sarda, presidente ` volte sottosegredella Regione, senatore della Repubblica e piu tario. 15 novembre. Renato Soru in Algeria al seguito del presidente ` Prodi. Viene firmato un accordo: entro il 2009 la Sardegna sara ` il gas anche in Corsica e servita da una conduttura che portera poi nel continente. La Regione contribuisce alla realizzazione attraverso il consorzio Galsi col 10%, suddiviso tra SFIRS e Progemisa. 19 novembre. Muore a Sassari, a 86 anni, Nino Manca, sindacali` volte consigliere regionale del PCI, era sta storico della CGIL. Piu ` dove nel 1944 aveva ricosempre rimasto legato alla propria citta stituito la Camera del lavoro soppressa dal fascismo. 30 novembre. Dopo la rivista ‘‘National Geographic’’, ora anche ` dei ‘‘Nature’’ pubblica un reportage sul tema della longevita sardi: si sostiene, servendosi anche di analisi di laboratorio, che

567

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 573

Cronologia della Sardegna contemporanea

2006 (segue)

una delle ragioni siano i vini prodotti in certe zone della Sardegna, e soprattutto il Cannonau. Il famoso vino conterrebbe un enzima che favorirebbe la circolazione del sangue. 1 dicembre. Dopo 16 anni il Giro d’Italia torna in Sardegna. L’edi` le prime tre tappe nell’isola. zione del 2007, infatti, avra 4 dicembre. Dopo circa trent’anni riprende l’estrazione del carbone nella miniera di Nuraxi Figus. Alla presenza di Renato Soru e con la benedizione del vescovo Pillolla il nastro trasportatore scarica i primi pezzi di carbone estratto ripulito nella laveria. ` l’acquirente sicuro per i tre anni seguenti, nei quali si L’ENEL e prevede l’estrazione di 1 300 000 tonnellate di minerale. 13 dicembre. L’Aga Khan Karim, guida spirituale per 15 milioni di ismailiti, compie 70 anni, quasi cinquanta dei quali legati alla Sardegna. 14 dicembre. Il Piano paesaggistico regionale approda al tribunale amministrativo: vengono presentati infatti 99 ricorsi, 14 di comuni (tutti di centro-destra), 83 di privati, uno del Parco nazionale della Maddalena, e infine uno del gruppo UDC in Consiglio regionale.

568

Enciclopedia della Sardegna - Volume 10

pag. 574