Pier Paolo Pasolini. Biografia per immagini. Ediz. illustrata 8880580590, 9788880580591

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Pier Paolo Pasolini. Biografia per immagini. Ediz. illustrata
 8880580590, 9788880580591

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È impossibile dfre che razza di urlo I sia il mio: è vero che è terribile - tanto da sfigurarmi i line4menti I renclend0li simili alle fauci di una bestia - ma è anche, in qualche modo gioioso, I tanto da ridurmi come un bambino I È un urlo fatto per invocare l'attenzione di qualcuno I o ii suo aiuto; ma anche, forse, per bestemmiarlo. I È un urlo che vuole far sapere, I in quésto luogo disabitato, che io esisto, / oppur.e, che non soltanto esz'sto, I ma che so. È un urlo I in cui in fondo all'ansia I si sente qualche vile accento di speranza: I oppure un urlo di certezza assolutamente assurda I dentro cui risuona, pura, la disperazione. I Ad ogni modo questo è certo: che qualunque cosa I questo mio urlo voglia significare, I esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine I FINE. (Pier Paolo Pasolini, Teorema, il

Patrizio Barbaro, autore e regista cli documenrari e programmi culturali, collabora con la Rai. Ha realizzato, tra l'altro: La Roma di Pasolini, La Sanremo

di Calvino, La Firenze di Pratolini, Due laghi, un'amicizia (Premio Lago Maggiore, 1991 ). Fabio PierangeU svolge attività di ricerca presso la cattedra di Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea dell'Università Tor Vergata di Roma. Ha pubblicato tra l'altro Quei Loro incontri, saggi su Pasolini, Pavese, Leopardi, Verga, Roma, 1994; Pavese e i suoi miti toccati dal destino, Torino, 1995; con Raffaele Manica Invettiva e at.zur1'0, due letture di Teorema. Si è occupatò con saggi su riviste specializzate anche di Montale, Gadda, Vigolo e di prosa contemporanea.

finale).

Sul retro:

ln sovracoperta: ritratto di Pier Paolo Pasolini (Archivio Ass. Fondo Pasolini).

easa diroccata all'Appia Pignatelli, 1,1ti/izzata per le sequenze della Terra vista dalla Luna Ph. Francesco Pierangeli.

BIOGRAFIE PER IMMAGINI 3 Collana dìretta da Franco Vaccaneo

«Poe quanto és no minimo que fazes» «Poni quel che sei in ogni minima cosa che fai» Fernando Pessoa

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FABIO PIERANGELI

PATRIZIO BARBARO

PIER PAOLO PASOLINI BIOGRAFIA PER IMMAGINI

GRIBAUDO www.scribd.com/Cultura_in_Ita3

·r er i p~ssi anmlogici. per le- tit:1zioni, per le riprodu.zioni grnfiche. cartografiche" fotografiche, appar1e11emi rilla prQprier,1 di tnzi, inseriti in yucsL'opcra l'Editore che ha provved uto al deposi to della sressa presso l'UlliciD dcli.i Prnprieti1 lmc:.rnria ai sensi della Legge sul Dirino d'Autore - è a disposizione degli awmi di ritro non potuti rcp."riJ·c, nonché per evcnLLwli non volute omissioni e/o erro ri di attribuzione nei riferimenti bibliogr;1tici.

Prinled in ltaly Proprietà letteraria e artistica © Gribaudo, Cavallermaggiore tel. Ol 72.381300 fax Ol 72.389034 [email protected] Realizzazione: Ufficio Tecnico Gribaudo

Stampa: Arti Grafiche Dial, Mondovì Seconda edizione - Prima ristampa 2000 [ lO(B)] 88-8058-059-0

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La mia corsa non è una cavalcata ma un essere trascinato via con il corpo che sbatte sulla polvere e sulle pietre. Pier Paolo Pasolini

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PRE:tvIESSA t

L'itinerario di Pasolini è un percorso vivo di sorprese, genialità,, profezie. Abbiamo cercato di ascoltare, lasciar parlare innanzitutto i suoi testz~ poi i documenti (lettere, giudizi critici; confessioni; interviste) e le immagini. Le foto di Pasolini sono innumerevoli. Come scrittore, cineasta, saggùta e «uomo pubblico» è stato continuamente seguito e ripreso. Gli venivano spesso :.«. .~

f/1:§b~i

59. Meriggi s ul prato, disegno di P asolini del 1942.

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60. «I di ariÌ>>: 10 p oesie in italiano per un librettino d i 13 pagine finito di stampare il 14 d icembre 1945 .

6 1. Un co rtile contad i n o a S. G iovanni di Casarsa .

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4

Dietro a A1ala/ie.fta il Tagliamento era un grande deserto di boschine, cespugli, sabbia. Proprio sotto l'argine correva un canale di acqua verde e profonda ... Nini turnò a guardare dentro l'acqua. Era così limpida che si vedevano dùtintamenle i sassolini rosa della ghiaia. Ma sulla supe1/ icie come in uno specchio tremolava la sua immagine... Egli aveva stupendi capelli d'oro, ma di un oro massiccio, striati di luce, che gli cadevano sulla fronte con una grande onda (Un paese ... p. 179).

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li Tagliamento sco1·re per questa pianum in un solco singolare di ghiaia. Largo la/volta fino quasi due chilometri, è di una bi(lnchezza abbacinante, e i rari rami d'acqua verdognola che lo venano hanno una segretezza, una frescura di aniri tdpestri. Corrono via imperturbabili tm le nitide rive di mssi raccolte nel loro mormotiu appartato, immense nel fitto discorso sussurrato in tmà lingua straniera, non /riulcma, non veneta, non carnica - lingua senza confidenze, tutta presa dalla luce e dagli spazii. Gli argini invisibili trattengono fuori da questo tiepido sahara la tumultuosa folla delle vigne, dei gels,; dei boschi cedui: una leggera polvere verde li indica immeni nelt'orizzonte (ùo paese... p. 219) . A.desso sono seduto sul greto del Tagliamento per l'ennesima volta; ecco le vene di sabbia lungo le interminabili prospettive di ghiaia che, risalendo contro un orizzonte tinto di azzurro morbido, vanno a lambite il cielo. Ecco qui, intorno a me, la pruda con la sua erba stecchita; !et sua polvere, i suoi pioppi ansanti di brezza insu//icù:nte (Citato nella introduzion e d i Naldini alle Lettere, in d ue volumi, Torino, Einaudi, 1988).

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Una delle prime scoperte fu Valvasone. Fu un giorno di pioggia dell'anno 1936. Un cielo patinato di bitume, una campagna di nichel. Giunsi a Valvasone quasi in trance: chi rni assicura che io non abbia gridato davanti al castello?.. . Con l'andai' del tempo questo paese divenne uno dei luoghi sacri del mio grande lucus friulano, e spesso tornauo a visitarlo (Un paese ... p. 223 ). Fonlana di aga dal meo paìs. I A no è aga pz'fres-cia che la! me paìs. I Fontana di rustic amòur. Pontanti d'acqua del mio paese. I Non c'è acqua più fresca che nel mio paese. I Fontana di rustico amore (Poesie a Casarsa,

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Libreria Antiquaria Mario Lan-

Ji, 1942, Dedica, 1941). Fontana di aga di un pais no me. I A no è aga pì vecia che ta che! paìs. I Fontana di amòur par nisstìn. Fontana d'acqua di un paese non mio. I Non c' è acqua più vecchia che in quel paese. I Fontana di amore per nessuno (Seconda forma de La meglio gioventù , 1974, in La meglio giove ntù, Torino, Ein audi, 1975. Si tratta di un rifacimento d i D edica).

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DAL DIARIO

tOlZIONI .~A LVATOlt't•.5CIASCfA

Alà su.1piràt_l Diu al tÌ suspiràt_l I li stetis a balavin cli contentessa I li muntagnis e li rujs a balat.Jin I ifranzej e i lùjars a balavin. Ha sospirato.1 Dio ha sospirato.' I Le stelle ballavano di contentezza. I le montagne e le rogge ballavano, I i fringuelli e i lucherini ballavano (La meglio gioventù , Suite furlana , Tal còur d i un

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O CR!St1"!tr~ •Jll.tN

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\rtçJ .r.-!.'1T.

62. «I pianci». 200 copie numerare e un disegno dell'autore. XXVU liriche in italiano del [944. 63. Edir.ioni del 1945 per i prestigiosi quaderni cleUa Rivista «G aJJerifl» cli Leonardo Sciascia,

65. Un cespo d i dolcetta, stemma dell'Accademiura de Lenga Furlana, fondata nel l 945 da Pasolini, Cesare Bortotto, Pina Kalc, Rico de Rocco e da un gru ppo d i stude nt i. «Fri uJanirà assoJura, rradizione romanza, influenza 5

192. Ristorante «Pastarellaro» a Trasrevere.

193. Pasolini

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Lau ra Betri

e

Adriana Asti dal famoso Meo Patacca, ristorante tli Trastevere.

1.94. Da sinistra: Leo11ic.la Repaci. AJ. be rto Mo ravia, Pasolini e G uido P iovenc.

195. Con Laura Betti e Goffredo Parise.

196. Con la Betti e Parise al ninfeo d i Va lle Giul ia per il «P remio Strega».

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Ho camtnato carattere, ho aggiunto nuovi elementi alla mia psicologia. Il merito è stato soprattutto di Elsa Aforante. Lei mi ha insegnato ad amare la leggel'ezza, per esempio la leggerezza mortuarit1 di Mozart. Ho imparatn ad amare Mozart, lo arno nonostante non sitJ nelle mie corde (Lettere, cit., p. CXXXIX).

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I nostri corpi~ Elsa, stracci bagnatz; rnalamente caldi; I sotto i vestiti che ci n'amo visti /ante volte, I già putre/attz nel sogno delle cene romane,- I la tua zaz::era sopra gli occhi miopi I I le sciarpe, i giubottt; le pellicce, ahi, I - anche se ci sappiamo salvati dai ragazzini I - che svoltano ridendo dietro la strada I e scompaiono con le nostre inutili anime, scompaiono (Trasumanar e organizzar, Il mondo salvato dai ragazzini continuazione e fine).

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Una sel'a di luglio. Calda, percorsa dal vento del mare. I Dove tutti son lontani, a godere. I Godel'e la vita tra molte vite. Tante /ormi'.:he I ali'aperto, umilmente felici dc! mare di Ostia e di una macchina. I E chi ascolta dischi sulle terrazze I chi passeggia pe,- Villa Borghese I che immensità, che varietà irrapresentabile (Trasumanar e organizzar, Mirmicolalia).

Sul Gùmzcolo e sulla facoltà di Legge, il sole è tramontato, I una sola mano tira La corda della vecchia campmw, I e la sera scende su noz;- meravigllosa. I 1 naviganti piangono soli (Trasumanar e organizzar, Mir micolalia). 199

197. Il Ristorante «Da Carlo» a Via della LuDgaretta. 198. Con Alfonso Gatto.

199. Pasol ini con Enzo Siciliano d u ran te le rip rese de «Il Vangelo secondo Matteo». Sici.liano interpreta uno degli apostoli.

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CAPITOLO

VII

I PRIMI SUCCESSI E ALTRE DENUNCE:

DARAGA ZZIDIVIT A A UNA VITA VIOLENTA

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Le ceneri di Gramsci sono pubblicate nel 1957 e vincono il premio «Viareggio». Insieme a Ragazzi di ½'ta, del 1955 , sono i primi successi di Pasolini, che vede no tevolmente alJargarsi la schiera dei suoi lettori. Questo tuttavia non gli basta per ottenere una salda sicurezza economica. Intanto riunisce i suoi amici, Leonetti e Roversi, per formare una rivista, che avrà vita breve ma intensa. • ;itt!'dl J'■matte ( e-) 1511.-t,e r•at '·" 1.)q•.JIII \:, ::,llfd\ f1 ct~io Ct.t,1 b-t ~lh!.tG ,!Il (!fnto

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E nei centri delle borgt1te, nei bivit; come lì a Tiburtino, la gente s'ammassava, correva, strill,iva, sembrava di essere nei bassifondi di Shangai... E tut/..a quella vita non e' en1 solo nelle borgate della periferia, ma pure dentro Rorna. nel centro delta città, magari sotto il Cupolone, si: proprio sotto il Cupolone, che bastava mettere fuori il naso dal colonnato di Piazza S1111 Pietro, ve1·so Porta Cavallegen; e ècchelli fil a gridare, a prendere d'aceto, a sfottere, in bande, in ghenghe intorno a cimette, alle pizzerie, sparpagliati poco più in là (Ragazzi dj vita, p. 192).

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224. Due ragazzi di vita.

11u.c.::h1o (l t r'lll$l'll:n1 Jlcl"''l.\ L ' o :-to r.fl lnt fll n••o •~••rt ~n=-• p!;I.L. !')ICI.li~ 11-:.,::eo!u,~.a ;1111,;~ T-1p•'-•" • r\!flrc! ::!lleoa b t~Lt,t.t.a ,11 ■ \11' !l~n!.D Cll l.1 111 l,,.,, ~isll a ;-t1,1111l'l• " - J r1.':.ll"■ L"d 11,!.'l.'(l ■pli:to

225. Pasolini rimmo alla Festa dei noantri, in Trastevere.

=;~fr' ;:~!~'1••Qu.llll)rill l!lbfll.11gr,l 1 Nl"1- t'rt.nea .,.1911r--• '1■

226-227-228. Glossari.etto per ragazzi di vita.

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Il prete parlava sempre di loro, desti ladroni deste' anime perse, de sti' sacrileghi e de qua e de là... Si fecero per davvero una spanzata di messe, che del resto erano almeno dieci anni che non entravano in Chiesa, da quando avevano /atto la prima coinunione, e manco si ricordavano pitì chi aveva creato il mondo (Una vita violenta, Milano, Garzanti, I grandi libri, 1975,p. 102).

229. Via Fanf~la da Lodi, baracche.

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2.30. Casa al Pigneto. 231. Copertirrn della prima edizione d i Una vita violenra, M ilano, Ga rzanti, 1959.

Erano giomi stupendi; in cui l'estate ardeva ancora purissima appena svuotala un po' dentro, deLla sua furia. Via Fan/ullt1 da Loclt; in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i 1nuretti screpolati; era di un11 granu!osita grandiosa, nella ma estrema piccolezza; una povera umile stradetta perduta sollo il sole, in una Roma che non era Roma (Pasolini su le riprese di Accattone, in Naldini, cit., p. 236). 23 1

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In alto era tutto nuvoloso, e chiaro, bianchiccio: so!o qua e là c'era qualche squarcio di sereno, molto più cupo. In uno di questi squarci prop1'io sopra il tetto; di bandoni e di carta incatramata, della catapecchia della ,ora Adele, alle cimase d'un po' di nuvolaglia dipanata, c'era qualchr ste!luccia che britluccicav,1 sola sola. E intor-

no quel mùero mucchio di baracche, c'era un silenzio, una pace una solitudine che rnettevano paura. Dopo un po', senza che nemmeno lui se n'accorgesse, mentre se ne stava il solo e avvilito, Tommaso si sentì come una lacrima che gli spuntava. Ma subito lei ricacciò in gola (Una vita violenta, p. 125. Tommaso torna in borgata alla

232. La valle dell'Aoieoe, in fondo la Tiburtina. 233 . Il quartiere dell'lna-casa al Tiburtino, luogo cli «Una vita violent.-l>>.

fine del capito.lo IV e non trova gli amici, anestati a seguito cli una

retata della polizia dopo "la battaglia cli Pietralata").

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Mi sto "divertendo" come/orse si divcrtiv" un contempof(lneo legge11do il F u rioso. E che colpa 11e abbiamo noi se i nostri eroi sono i tuoi.~ Sto ,mche impal"Ondo, però coso che 11011 avviene (e 11011 doveva avvenire) sul furioso ? Hai superato Ragazzi

  • ~"-· ."itnno · -· J:· :- · infa tti, di : pereone t.:iolto ricchi!!, ché ~A"t!l a Mil à-'1.0~• t~--· , . . _· . ·... ,-~ "-·OX!.~·• ; · ··• .·; ' ~ · ·~ 1 Cz:éd_{ ~o non aia diff'1ci~e p~~ ~®ao i mm~gin~à_; (?9~_e

    ";j,,. f i..•vi'l'.fk.L ~v '{:..Ci:; e .c cel ~e c.1.9,c_ell..a•

    ---:---266-267-268-269-270-271. Teorema. Pagine dattiloscritte con correzio ni a mano dell'i.nizio. La frase da Rimbaud verrà spostara negli allegaci, alla fine del

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    romanzo. infi~~te, ...~

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    ii quello tl~d·lo· a~rcn~.. IÌ.elle,- :pavi.•: 1:01;.o~.•

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    l : Jo:ronzato e •f ..ca:pelli'·aolo · a~;iena U.'l l)o·• ·grig:iJ'', . ie001•poJ· >. Nella «storia>> evangelica il ladrone è il primo uomo, un peccatore, a entrare nel regno. Ma per l'umile comparsa Stracci quelle frasi sono soffocate dalle morte e, insieme, urlate, come nel finale di Teorema. 291

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    292

    291. « ... I.:inquictudine della stessa mie vita ...». 292. La passione Ji P isolini.

    Cal'O Dio, I liberaci dà! pensie-

    ro del domani... Caro Dio, I l'i-

    E che cosa devo a/tendermi da voi? Una distraz;one? in/atti noi MO/I possiamo far altro c:he distram; in attesa della morte; ma a me basta !'inquietudine del!11 stessa mia vita (l'n paese... p . 85).

    dea del potere non ci sarebbe se non ci fosse l'idea del doma11i; I non solo, ma senza il domani, la coscienza non avrebbe giusti/ica:àoni. I Caro Dio, I facci vivere come gli uccelli del cielo e i gigli dei campi (Trasumanar e organizzar, Preghiera su commissione).

    La rdigione esprime la crisi degli ,111ni senanta... la sirena neocapitalistico da una p,1rtc, la desistenza rivoluzionaria d11ll'altra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. Qu(lndo l'azione politica si attenua, o si/a incerta, allora si prova o la voglia del!' evasione, del sogno (",1/rica, unica mia alternativa") o u11'i11sorgenw moralistica (la mia irritazione contro certa ipocrisia delle sinistre) (Giudizio di Pasolini citato in Naldini, cit., p. 241).

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    29.3

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    293. La passione. JI Vangelo proiettat o sul corpo Ji P,1solìni. Si rrntta di un'opcrn di Fabio Mauri, amico fraterno di Pasolini (in dai tempi Je!J'adole scen;:a, p resentata il 3J maggio 1975 a.I la G alleria Comunale d 'Arte Moderna Ji .Bologna. Le immagini del tìlm, accompag nate da un sonort) ·1oluh1men re molto alto, scorrevano sulla camicia bianca J i Pasolini, immobile su una sedia. Al rerminc Pas:Jjjni disse di aver provato smarrimento e inquietudi ne. 294. Una ripresa de «La ricotta». Stracci legato alla croce.

    Manca sempre qualco.w, c'è un vuoto I in ogni mio intuire. Ed è volgare, I questo non essere completo, è volgare, I mai/u cosi volgare come ù1 questa ansia, I questo "non avere e. rtsto ,, - una1'accia I che sia strumen to di un lavoro non tutto I perduto nel puro intuire in solitudine /P oesia in forma di rosa,Mil a no, G arzanti, 1961, Alba m erid iona-

    le). 294



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    295. «Io sono pieno di una >, 20 giugno 1974, a proposito ciel docume ntario Le mura di Sana'a) .

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    CAPI TOLO

    XII

    LA GRANDE OMOLOGAZIONE

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    potev ano Queste affermazioni di Pasol ini sul corpo uman o non scritt ore Lo . nista perbe e non essere fraintese da un cultu ra falsament novem9 , sera» e regista pronu ncia dalle colon ne del «Cor riere della gna «biso é perch bre, 1975, la famosa Abiur a dalla Trilogia della vita, sapei' rendersi conto di quan to si è stati strum ental izzat i». a, mano «La realtà dei corpi innoc enti è stata violata, mani polat è,diventamessa dal poter e consumistico: anzi tale violenza sui corpi E perci ò a>>. uman a epoc a to il dato più macr oscop ico della nuov come: ta, regis del impossibile leggere i nudi secon do le inten zioni i organ loro «inno centi corpi con l'arca ica, fosca, vitale, viole nza dei sessuali». lto nel L'arti colo, scritt o a poch i giorn i dalla mort e, sarà racco dei uno è ri Corsa i Scritt a me volume postu mo Lettere luterane. Insie dopo del talia dell'I li docu ment i più sconvolgenti, since ri ed attua te eden prec nel e guerr a. Le parol e più ricor renti in ques ti testi, ione dei codic i Empirismo Eretico, che delineava la grand e mercificaz . linguistici, sono . «L'an in Italia no sia di obbe dienz a a un ordin e non p ronu nciat o. Ognu mare , consu sente l'ansia, degra dante , di essere ugua le agli altri nel una colpa nell'essere felice, nell'essere liber o... Mai la diver sità è stata delle «Una anza» toller di do perio così spave ntosa come in ques to viven ersi sprim dell'e za glian carat teristiche princ ipali di quest a ugua parla nti stude (gli le do, oltre aUa fossilizzazione del linguaggio verba ogni uto perd no com e libri stam pati, i ragaz zi del popo lo hann o rata osten taesage re semp è gria l'alle zza: triste la è inventiva ger:gale), è pr:ofondata, aggressiva, offensiva. La tristezza fisica di cui parlo Bozzetto suita ment e nevrotica». (11 luglio 1974. Ampliamen~o del i nomi dei fare posso on n «Io rivoluzione antropologica in Italia). (e non al i strag delle e respo nsabi li dej tenta tivi di colpo di Stato e ideale le debo mia posto di questo) io non posso non pron unciare la to io quan in accusa contro l'inte ra classe politica italiana. E lo faccio demo crazi a, credo alla politica, credo nei princ ipi "form ali" della nte attrav erso credo nel parla ment o e credo nei partit i. E natur alme pron to a Sono . nista comu un la mia particolare ottica che è quell a di co ... politi uomo un do ritirare la mja mozi one di sfiducia ... solo quan stradelle e decid erà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato

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    34 l. Lo sguardo di Pasolini che'più ha gi rato il mondo : un ritratto di Dino Pedriali.

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    gi, che evidentemente egli sa, come me, ma cli cui, a differenza di me, non può non avere prove o almeno indizi. Probabilmente -se il potere americano lo consentirà- magari decidendo "diplomatkamente" di concedere a un'altra democrazia ciò cbe la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero colpo di Stato». (14 novembre 1974. 1l romanzo delle stragi). «Nei primi anni Sessanta a causa dell'inquinamento dell'aria e, soprattutto in campagna, a causa dell'inquinamento dell'acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) son cominciate a sparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c'erano più». «Gli italiani ... sono divenuti in pochi anni (specie nel centro sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire in strada per capirlo. Ma, naturalmente, per capire i cambiamenti della gente bisogna amarla. Io purtroppo questa gente italiana l'avevo amata: sia al cli fuori degli schemi del potere (anzi, in opposizione disperata a questi), sia al cli fuori degli schemi populistici e umanitari. Si trattava di un amore reale, radicato nel mio modo di essere». «Darei l'intera Montedison per una lucciola». (1 febbraio 1975. L'articolo delle luc-

    ciole). Da Lellere Luterane: . «E difficile immaginare gente simpatica come quella del mondo cli Accattone, ciò della cultura sottoproletaria di Roma fino a dieci anni fa». «Il genocidio b a cancellato per sempre dalla faccia della terra quei personaggi (Il mio Accattone in TV dopo il genocidio, 8 ottobre, 1975). Infine un giudizio, strettamente correlato, a riguardo dell\ùtimo film (N. Naldini, op. cit. , p. 406): «Salò o Le centoventi giornate di Sodoma tratto da Sade e ambientato nella repubblica di Salò, cbe sono gli ultimi mesi di Mussolini...il sesso è ancora usato, ma anziché essere usato, come nella trilogia della vita, come qualcosa di gioioso, cli bello e di perduto, è usato come qualcosa cli terribile, è diventato la metafora di quello che Marx chiama la mercificazione del corpo, l'alienazione del corpo. Quello che ha fatto Hitler brutalmente, cioè uccidendo, distruggendo i corpi, la civiltà conswnistica l'ha fatto sul piano culturale, ma in realtà è la stessa cosa». 342. «Il fondo del mio carattere non è il malessere bensì la gaiezza, la vita1.ità ... son le continue angosce oggettive che bo dovuto affrontare che banno esasperato gli aspetti del mio malessere». 343 -3 44-345 -346. Pasolini scrive «Lettere luterane».

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    3-12

    Egli si lamentava poetictunente che 11011 ci fossero più Le lucciole, ma insieme acrnsn la nostra clasJ'e dirige11u• di a11er promosso un certo modello di sviluppo, di aver organizzato in un certo modo la 11ostrn vita, di aver inq11i11ato le nostre camft1g11e e le nostre cillà. Ei11sierne vedeva la sparizione di tanti altri falli sodati, popolari, certe rnlture, certe possibilità di intervento democratico, la vita dei paesi e delle province brutalmente violentata dai modeLli del centro (Paolo Volpo ni, in N.ildini, cit., p. 353).

    Vivo ormai fuori della società. Non voto più allo Strega. Mi sono volontariamente emarginalo. La letteratureJ, nel suo mome nto sociale, non mi interessa molto... Quanto al silenzio che c'è intorno a me. mi pare J"olo sintomo di incompetenza, di vigliaccheria; o semplicemente di odio (GiuJizio di Pasolini citato in Naldin i, cit., p. 366).

    H3

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    J44

    Epiù giusto, più buono un mondo repressivo di un mondo tollerante; perché nella repressione si vivono !e grandi tragedie, nascono la santità e l'eroismo. Nella tolleranza si definiscono le diversità, si analizzano e Lrolano le-anomalie, si creano i gbetti. Io preferirei essere condanndto ingiustamente d1e essere tollerato (Pasolini in «Il Giorno», 31 gennaio 1973).

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    La collaborazione di Pasolini trovò un·'eco vasta, innanzitu!lo perché Pasolini era in un periodo di grazia in quei mesi. Noi contribuimmo a far si' lhe !!,li italiani si accorgessero dei suoi articolt; collocandoli in prima pagi11t1 (Piero Ottone, Intervista sul giornalismo italiano, a cura di P. Murialdi, La terza, Bari, 197 8, p. 112).

    ~ 347

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    Ebbe,-re ti confiderò prima di lasciar/ i, I che io vmrei essere srrittore di mmica, I vivere con gli strumenti I dentro /,a torre di Viterbo che non riesco ti comprare, I nel paesaggio più bello del 111ondo, dove Ariosto l sarebbe i111pazzilo di gioia ne! vedersi ricreato con tanta I innocenza di querce, colti, acque e botri; e li co,11porre musica I l'unica azione espressiva: forse alta, ineffabile come le azion i della realtà (Il poeta J elle Ceneri, cit., P aso lin i riuscì a comp rare il castel lo nd 1970).

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    347. L a ca n ella di lettere lur.erane pubblicate postume neJ 1977.

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    348. La rorre di Chia, tra Orte e Viterbo. comp rata da Pasolini e trasforrn ara in studio nbirnz ione. 348

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    349. A Chia nel l 975.

    350. L'int emo Jclla 1orre. 35 l. Il tavolo Ji lavo· o u Chia.

    Il sole indora Chia con le sue querce rosa e gli Appennini sanno di sabbia calda (Seconda for-

    ma dc La megl io gioventù , Suite furlana, Linguaggio dei fanciulli di sera).

    Chi vede una a;torsi ne/f uturo

    è ben acce/lo in sncietà. I Cli

    uomini si accontentano di poco, I questi porci. éJSi detengono iL potere, I e le loro punizioni sono molto elementari e /orse pilì e/ficac1; fatali, 1e1-ro1·11..w11ti. I Cedérò alla tenta::.ionc di ricostruire.. u11'en11esimt1 ìde11 di Paradiso

    (Com unic ato all'Ansa Futu ro. in I[ volu me di Bestemmia, Tutt e le poesie, Garz anti, 1993. Si tratta di una stesu ra ante riore p oi conf luita nell' omo nima poesia p resence io Tras uma nar e o rganizza r).

    Tieni presente che non e'è Staio al mondo (11é l 'Urss, né la Cina. né Cuba, 11é la Jugoslavia) dove il potere non tolgo il sorriso dagli occhi deì gùwa11i. E il potere non è fuori da quei giovani che si/anno umi liare, è anch e in loro

    (Let tera a Gui do Sa nrat o. 24 agos to, 1971 , II vol. Lettere, cir.).

    Mi sto adattando alla degrada·.t.ione e stu acceltando l'inaccettabile. Manovro per risistemare la vita. Sw dimenticando com'erano prima le cose. Le amale /ilcce di ieri cominciano a ingialiire. Mi è davanti - pian fian o senza più alterna/iv,: - i presente. Riadall o il mio impegno ad una mag gior e legg ibili tà (Sal o?)

    (Abiu ra alla Trilogia della vita, T r ilog ia d cli ~ v ita. Bol ogn i1,

    Cappelli, 1975).

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    Tutti gli epùodi; tutte le inquadrature, che continuamente frapposte a quefle visioni, deliranti, terribili; sataniche, mostnino !'innocenza, il candore, la rassegnazione, ma al momento giusto anche la ribellione eroica e la spe• mnza delle povere vittime, fino alla lacerante invocazione: ''Dio! Dio, perché ci hai abbandonati?."'. Questo urlo è la chia,,e di tutto il film . Nulla .1/uggt' at,li SJJettatori. E quando il f ilm fini' un lungo silenzio parve trattenerli sui sedili: si alzarono, lentamente, ancora in silenzio, quasi evitando di guardarsi l'un l'altro.

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    Non c'è dubbio, un pm/ondo sgomento quasi un senso di colpa era in ciascuno, come se ciascuno si chiedesse; "ma è possi bile? Questo, dunque, è il fondo, questo è il rnistero della vita?" e si rispondesse, nell.'intùno: "e si: è po:Uibile, forse è possibile... ". Ecco in quei momenti, mentre il

    pubblico .I/oliava adagio verso l'uscita ho capito what's the matter, che cosa davvero importa, in questo film: qual è il suo vero argomento. Non si tratta di Salò, si tratta del mistero della nostra esistenza (Mario Soldati, «La Stampa,>, 30 gennaio, 1976).

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    352. A Chia. Pasolini lavorava aell'ultimo anno di vita, fra l'altro, al gra nde progetco di u n roma nzo «Petrolio».

    CAPI TOLO XIII

    LA MORTE

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    nel la not te fra sab ato prim o Pie r Pao lo Pas olini vie ne u ccis o 1975 nei pre ssi del l'Id ros calo nov emb re e dom eni ca due nov em bre lian o nel prim o cap itol o della di Ost ia, verso Fiu mic ino . Enz o Sici ali alla rico stru zio ne del fatr o sua bio grafi a alte rna rico rdi per son le var ie per izie del la pol izia . sull a bas e deg li ele me nti em ersi nel tale rico struzio ne è l'ev ide nza che L'elemento cen tral e che eme rge da o dell'assassinio, non pos sa ave r Pino Pelosi, il ragazzo reo con fess Un a serie di ind izi, - un pul lov er, agito da solo in quella circostanza. una lett era ano nim a, i risc ontri orm e sul pra to, un pla nta re, per fino pre sen za di altri uomini. Un la sul san gue della vittim a - ind ican o mo ven te pot reb be rigu ard are il cui il o, agguato dun que , per Sicilian rso que sto, il pot ere pol itic o. «Il mo ndo dei pap pa opp ure, attr ave sap pia mo . Ci si chi ede : quella rich iam o del sess o è perent orio lo tale rich iam o, o si lasciò che ess o not te di nov em bre agì solt ant o un fine atro ce e pre ord ina to del su9 agisse su Pie r P aolo Pasolini per il non è def init iva men te lace rata . E assassinio? La not te del l'Id ros calo sua ver ità va a vanificarsi, nella chia ro orm ai che la disa mi na della e invade lo sch erm o in prim o , rete delle ind uzioni: qua nto imp orta dalla mo rte «non è definitivai pian o, è la sua realtà». A venti ann not te. Nic o N ald ini al term ine me nte lacerato>> il mis tero di quella fia, invita al sile nzi o, con l'ep idel la sua doc um ent atis sim a biogra lo Dopo aver rifiutato un pubblico gra mm a di Gio rgio Cap ron i dal tito

    olini: commento sulla morte di Pier Paolo Pas evamo / -lo sai- era pur o. vol ci che / Il ben e

    «Ca ro Pie r Paolo. lio «pubblicizzarlo>>. / No n E pur o è il mio dol ore. / No n vog della tua mo rte / com e d'u n fior e voglio, per farmi bel lo,/ fregiarmi ali' occhiello» . esta fras e era scri tta su un Non lasciamo che uccidano z· poeti'. Qu di Pasolini. P erc hé i poe ti era li cartello tra la massa di gen te ai fun di sve lare qua lco sa a cias cun aci cap son o pro fez ia. Ha nno acc enti ole solt ant o e si apr e un mo ndo uom o. Basta una frase, anc he due par era cei tam en te uno di loro . Un imp row iso e ina spe ttat o. Pas olin i mo ren do. La bar a fu por tata a pro feta . Ch e lasc iav a un vuo to, go è più rom ano di altri luo ghi Cam po dei Fiori. Da secoli que l luo di ant ich e bet tole , d i me rca nti e romani. Cosi è, così sem bra. Echi ia romana. Qu elle facce che n pop olin o. Risse. La sem plicità e l' iron erto Mo rav ia ten ne la com me sem bra no ritr atti car avaggeschi. Alb foll a. «A bbi am o per so prim a di mo raz ion e fun ebre tra que lle ali di son o tan ti nel mo ndo . Ne nas cotutt o un poe ta e di poe ti non ce ne secolo. Qu and o sarà fini to queno tre o qua ttro soltant o den tro un imi che con tera nno com e poeta. sto secolo Pas olini sarà tra i pochiss bar a fu poi tras por tata alla staIl poe ta dovreb be essere sac ro» . La so il Friuli. P och e person e con zione Termini, per il prim o tren o ver era not te. Il cim iter o era già lui. Qu and o il tren o arrivò a Cas arsa tum ulazion e. Bis ogn ava asp etta re chiuso, non si poteva effettua re la o lo trov ò. La piccola Chi esa di la mattina. Occ orre va un luo go. Il cas P asolini era ent rato . Pien a di San ta Cro ce a Casarsa dov e spe sso che han no riem pito il pae sag gio affreschi. Un a Ji que lle chi ese tte cu ra pen om bra di quelle ant idell'infanzia. Passò la not te n, nel l'os Pro prio com e nella sua infan. che mu ra. Osc ura e calda pen om bra Poi la ma ttin a la tum ula zio ne nel zia. Anc ora «co me in un rom anz o».

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    353 . r fune rali. Paso lini a Cam po dei Fiori.

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    piccolo cimitero di Casarsa dove erano già sepolti il padre e il fratello. Qualche anno dopo, nel 1981, anche la madre venne sepolta lì, accanto a Pier Paolo. Le due tombe sono vicinissime, da lontano sembran o formare un solo tumulo. Nessuna foro, solo i loro nomi. «La vita finisce dove comincia», ha scritto Pasolini. È una speranza . La vira comincia quando vi irrompe una novità bella e felice, una cosa impreved ibile e inaspetta ta. Allora la vita comincia nuova e tutto quello che c'era prima diventa subito irrimedia bilmente vecchio, pass~to, nostalgia . Finisce. Ecco perché la vita finisce dove comincia. E un augurio. Che la vita cominci. Che accada un inizio.

    354

    354. Ritratto.

    È un giorno di festa e di riposo. Ed ecco che dopo tanto .role, le stesse ragioni che rendevano questo giorno ,lare, lo rendono angoscioso. Ragioni senza ragione. Forse è il primo segmento della curva declinante che il sole fatalmente percorre particolarmente inpartedpe in terre straniere. Si incomincia allora ad cif/rontare in modo diretto le cose, come il bambino che in quelle ore piangeva per nevrosi. Intorno c'era /'Appennino, ma, per la verità, il sole aveva questr1 stessa i11clzfferenza per chi t'implorava. Seguiva la sua strada, ecco tutto. E /ile di pioppi sui greti dei fiumi (qui in Turchia come Là ù1 Italia) sotto i colli complici della mancanza di grazia del grande astro paterno, pa1·evt1110 nella loro immobilità voler dire tristement e grandi cose: le cose appunto che il poeta affronta in gioventtì, e di cui poz; da vecchio, tace (Gi u dizio di Pasolini citato in Naldini, cic., p.

    339}.

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    355. Tonib.i- ricordlJ di Pasolini 111l'id roscalo di Osria.

    355

    356. Idroscalo Ji Ostia. matti na del 2 novembre 1975. A terra, il corpo di Pasolini.

    Dopo la mia morte, perciò, non si sentirà la mia mancanza: I l'ambiguità importa finché è vivo l'Ambiguo (Trasum anar e organizzar, Comu nicato all' ansa, proposito).

    356

    Tl giorno dopo l'assassinio di Pier Paolo Pasolini circolava nelle agenzie di stampa e nelle redazioni dei giornali una terribile fotografia scattata alta luce cruda della mattùia appena ritrcvalo il corpo massacrato. Questo vi appare interament e (lo faccia scomposta, il capo reclinato verso destra), deposto su un terriccio da piazzale fuori da ogni confine. La naturale ua tra quel corpo a/fondato e qud!a terra battuta superava presto !'or-

    rore. Niente era casuale 11eLl'abbandono e in tutte le /ente del corpo, come nella mùeria sviscerata del terreno (Paolo Volponi, in

    Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzi one, morre, M ilano , Garzan ti, 1977, p. 327). La morte non è I nel non poter comunicare I Ma nel non potete più essere compresi (P oesia in

    Un giorno mi dicevo che tutti gli uomin i hanno davant i a sé

    un'uguale quantità di vita, e che

    quindi; io ne divoro con maggior avidità di una parte degli altn;

    stava nella logi.r:a dei /atti che io

    d ovessi morire t1ssai giovan e (Giudi zio di Pasolin i citato in N aler som?r9: ?J l 1 UmldO .'oG!i d ei v e c ch1 -aàae1 d el muro . F: 1 sot.t.o, uni'-'!.. Poz~a d 1 aco un. dl aeccht.1.lo e~>aci:hla il 11uvo10· nel'o dt cristallo. Un prato verde 11 Pr.'.'l.t q µ lù verda del mon ... ,do, loga. 11 iil:.eozlo cll q uel.l 1 acqW?.- d l p i olii:bo. j

    Er ope-cch ititto 1ndo,lt1 oe .Dpccch.ln.vo 11 rtcc:l. de mamma e l !' occhi l"llb:Jati a r C(llO •••

    Er Oott onG 9t rnp1'ato ;l;-t;. ~,,tr-z.on1 L... c.•..._·o:.:::•D=.. Pl\rl! co::ze er foca.

    a

    Traet -::voro • • ,d e notte! • ...,. 1 e- zanò-tdo , na r.anzona. s t rup~JaLa a un 1:>are, l'ST d'e.r!'ie nto ..• Htl sento

    vlv~ ·1n q u ~lle notti.,

    e moro gloventù,

    è.~

    372 I ol;11t 1l rn.ur f iunu,l d \ C11LP~, U ~r!l.t, · ·

    .. l 'nge: dulb. ch e i c o HJUt'9 aot1 noÀD;

    Se ~u fa.t • alc 1 h.1 f n t. dl :rrut, to. chcl Llrnlt, 'aen~e r.oÌ òure, pter~tt t .

    Io s unrdo il ' muro full5g1.noso, a1 eass1, 11 r,ra t o e 1 1 Uc,i:ua dove t colo-ri o t nonC\ annogatt. c:-fC! coes. ho fotto, q_ual coea ho fatto ds. !Ja.nO~no, in riuell I U;:: rldo acnz!l.

    370-371-372. «il dialetto di P asolini ba già in quanto materia il fascino dell'inedito» (Gianfranco Contini), La cartellina da «Romancero». 373-374. Due poesie romane appa rse nella sezione degli inediti nel volume di mtte le poesie: «Bestemmia», Milano, Garzanti, 1993.

    colqrl, pou:lut,o.

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    ,{6>. 378. Con E zra P ound, per un'inte rvista relevis iva pe r la RAI, 1968.

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    387

    }86 PIER PAOLO PASOL INI PETROLIO

    379-3 80-381-3 82-3 83-3 84-3 85. L'inferno secondo Pasolini. Cartellina con appunti per la Divina 1v1imesis. 386. «Hn i□.iziato un ]ibrn che mi impegnerà pec anni, forse per il resto della vita. ...E una specie di "sum• mu" di tutte le mie esperienze, di tutte le mie memorie». La stesure incomplete di «PecroLio» esrnno nel

    1992. 387. Al lavoro. 388. Frontespizio di «Petrolio» con appunti manoscri tti. 388

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