Dialoghi d’Amore
 9781463225049

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Dialoghi df Amore

Kiraz Jewish Studies Archive

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Kiraz Jewish Studies Archive brings back to academia standard works in Jewish Studies, which remain very desirable among scholars in the field, written in English, German and Hebrew. The first volumes in the series are works from the 19th and early 20th century scholars of the Wissenschaft des Judentums and their followers. Each title is reproduced from the original, with a new introduction by a contemporary scholar.

Dialoghi df Amore

Leo Hebraeus

2012

Gorgias Press LLC, 954 River Road, Piscataway, NJ, 08854, USA www.gorgiaspress.com G&C Kiraz is an imprint of Gorgias Press LLC Copyright © 2012 by Gorgias Press LLC Originally published in 1535 All rights reserved under International and Pan-American Copyright Conventions. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, scanning or otherwise without the prior written permission of Gorgias Press LLC. 2012

ISBN 978-1-61719-006-3 Reprinted from the 1535 Rome edition.

Printed in the United States of America

ISSN 1935-6986

DIA3LOGI D ' A M O R I DI MAS S T R O LEON £ M.£DI> CO

RE3REO,

CON G R A T I A , ET PROHIBITIONE del sommo Pontefice j del'cceelfo Settato di Venetìa, defllla fh-ijjimo Duca di Milano, de l lllusirfjjmoDuca di Fiorenza, & altri Principid Italia, àie mjjuno yojji Flambare detta opera sot to le pene che ne lorprimlcgij Jt contiene,

M A R I A N O LENZI A LA V A L O R O S A M A D O N N A RELIA PETR V C C I .

AV

V antichijfima ufanza degli scrittori di Egitto Jfintif f fimilibrida lorofcritti indirizarea Mercurio, Perciò cbeefft Tlimauano che tutte l'arti, tutte le fàentie ,tut te le bellecofefujfcro Slate da Mercuria ritrovate, & cb'a Im, come ad ìnuentorcd'ogm co faJi muemjfe render gratia di ciocie l'huomo imparamo fapeua.Etper queflo Pytbagora,? Platone,&1 molti altri gran phtlofopbi andarono per imparar più Pafprefero da le colonne yklofophia in Egitto,perlo di Mercuriojequali erano tutte piene dt saptentia, di dotti na.lo similmente Valorofa Madona giudico cicchefi può fare da coloro channo conofciuta l'alteza de l'animo uofìrojjcouenirfi a uoi3f che i loro beipenjieri nutriti dal diurno spirito uoflrojl debbino rivolgere in uoi,f mhonordeluojìro nome qua topojfo no affaticarJuConcioJiaeofa che no meno inparino le uere utrtu ne l'ejfempfo de la uita uoftra,chefaceJfero quegli antichi philo fophine le colonne di Mercurio* Chefe qualefta la nobilita,l'alteza Jageiileza de Tantmo uojìro sipon mete,qua ta l'honefla, la eort^ia,lagratiajt riguardatale laprudentia, Vaccorgimen to,la sapietiaji cofidera, fornirne te a parte a parte ogni t/ofìra uirtuJì rimira,uedeji certo daglingegnipurgati altro noejfer la uita wflra fc nouno fpecchiouna Idea del modo come Ji co" venga umere a glialtrì • Et quelli rhe infangati ne le cofe terrene

non pojjono alzarft in un fubito a qtieflo cctcjle yenjìcro, purché uclttno olioccht in uoi, illuflratiàal uojlro raggio,apoco a poco Jt purgano,&

de l'alta contepiatirne de la uoflm

diuinitajifan

no degni. Concfcedo io pertanto queflo debito comunegr

mio,

ho fatto come coloro, che nonpotendo satisfar del proprio, paga tio de l'altrui, che desiderando scioglierparte di queflo grade oh ligo, ci/io ho con uoi, ZT per lapouerta de Vingegno mio, non potendo mandarui frutto che di me fleffo Jia nato, ue lo mando nato neglialtrui giardini • I libri cioè d'amore di Maefiro ne fotto titolo dt Vhilone,$T adonnacajla

heo"

Sophia * caflo /oggetto d'amore

che spira amore.penjicri celefli, a Donna eh'è

ornata di uirtù a lejle. altijjimi intendimenti,a dona ripiena d'ai tijjtni concetti. Cojt he uomo più tojlo con quel d'altri ui l'animo ch'io ho di fatisjarui,

moflrar

che prolungar per la pouertd

mia la satisfattone dt tanto debito.BencheJlimo(quaitdopur penjo)jar in un tempo due non piccoli guadagni, scioglier

ut par-

te di queflo oblilo ton uoi, £7* obligarmi(se l'ombre obligar f i pojjono) Maeflro Leone, che hauedo io qutfli fui diurni dialo gt tratti fuora de le tenebre in che ejjt ffauano

sepoltipofto

li quaft in chiara luce, & al nome atji ualorofa donna (come uoi fete)raccomandatih,credo certo ch'egli se ne debbia scarnamente rallegrare, W di queflo fuo mouo splendore protezione molto rettami

di cofi alta

obligato.Voi dunque quaft tutrice di

queffa opera diuenuta, drtzando in lei come in corpo atttjjimo a riceuer luce,il uofìro raggio, la farete più splendida & miracolo fa moflrarji al mondo*

più

P H I I O N E , ET S O P t ì l A d'amore^t

disi

D£RIO DIALO GO

P RIMO»

PHl»———-—L conofcerti o Sophiacaufa in me amore & | dcfidcrio. S O . Disorbititi mi paiano o I Vhtlone queìlt e f f e t t i ,che la cognittone dime _ | in te produce,maforfè lapafftone t i f a dire co Ji.V HI* Datt/oi dtfcordano,cbefimo alieni d'ogni,corre fpondentia. S O * Anzi fra lor'slefft fon contrari a f f e t t i deh uolonti ¡amare O* dtjiderare • P HI • Etperche con trary* S O.Percbe le cofe che da noifon flimate buone3qucl le che battiamo & pojfediamo ? amiamo, Cr quelle che ci mancano, le desideriamo, dimodoché quel che s'ama fri" maji dejidera,&* dipoi che la cofa defìderata s'e ottenuta l'amore uiene, 13* manca il dejiderio• P HI * Che ti nume à hauere queìla oppinione* S O • L'esemplo deh cofe che forno amate & defiderate• No» vediti* che lafanita quan* do noni'battiamo la desideriamo, ma non diremo via amar* la, dipoi che l'hamamo l'amiamo 67" non la defederiamo* Le riche ¿¡e le hereditafé gioie,innanzi che s'hahbmo sonde Jidcrate & non amate, dipoi chejiforno hamtefmnjt deft demo più}ma s'amano, P H1 • Batche lafanita le rie A

cbczc quando ci mancano nonjipojjtno amare perche non ¥ battiamo > niente dimanco s'amano d'baucrle• S O* Q ut ftoc un parlare in proprio} il dire amare ctoc dìuolcre ha uere la coja} chejìuuoldire defiderarla, perche /'amore è deh medefmacofa amata, & il dejtderio è Xbatterla o acquiSÌarU,neparepojjinofloreinficineamare ZT deji nato,nonfolamente sarebbe mtiofoxma ancora inhumno ro che l'honeßo è iluero bene,&* il bcne(come dice il pH"

D

laJofo)e tjucfche tuttigfhuamini djìderanoje ben ciafctm naturalmente dtjiderifapere* SCX Altrimenti mi par

ha'

iterè inteja quella dijjimighanz tabtleVesceffo e uirtu , quetto parimente è contradittione• THL Poi che hai sottile wge^nto procura di farlo J"apiente, D

j

La uirtù che ft truoua ne futile f dilettabile non e per fua natura,per che lafenfual dilettatone,é ver lafantafiica uti lità de le cofe citeriori che forno aliene difpiritmlita intcV lettiua,qua?è origine de lecofehoneftejn quella quanto fa more e'deftderio è piutccellente,tanto la virtù O* honejlà c fìu debita,ma futile ci delegabile solopojfono bauere ra gione intellettuale nela moderatone f mediocrità de fama* medio re (T defiderio di quelle, che tal moderatone trita c solamentela m'rtà che in quéllajitruoua,? mancan do quebne^o più o meno c uito ne futile f delettabile,per che queìli tali amori fogliati di ragione forno¿attiri ? ui'» tioJijtT piùpretto dfammali bruti che (fbuomini, il ntezo che la ragionefa in queffo èfolamente uero amore,? da quelmezoji uertfica che quanto più escefftuamente fi deji dera,am«,e segue,tanto più neramente,e uirtù, perche già tal deftderio non c più dilettatone,ne utilità,ma depende da la moderatone di quelle,eh1c uirtù intellettiua GT ueramert te ecofa honefla. SO.M'haifatisfatto de le differente che Jt trmuano nel'amare C7" dcftdcrare le cofeuolontarie, ZT hointefo la caufa di tali differente,maio uoglio ancora fa feuna, la moltitudine dele quali formano quarantaotto fi* gare celeili, de le quali dodici forno nel Zodiaco, che c la uia per la quale il Solefa il fuo corfo £7" uint'tunaji$u ra formo a la parte fatentrtonale de l'equinotio ;jino al polo artico mantfeflo a noi altri , qual chiamano tra' montana, l'altre quindiciJigure che rijlanojon quel le che noi altri pojfiamo uederc ne la parte meridionale da la linea equinottialejinoalpolo antartico a noialtri occul to, Cr* non c dubbio che in quella parte meridionale circa del polofi truouano molte altre lìdie in alcune figure a noi altri incognite,per efferefetnpre fotto ti ncflro emifperio del qual Jiamo flati migltara d'anni ignoranti, benche al preferite fc n'babbia qualche notùia,per la nuoua nauigatione de Portif ghefi & fpagniuoltjiK bifogna efprimcre quel che nonfapia

model mondo J f i r i t t t a l e ¡ I n t e l l e t t u a l e a n g e l i c o , ? de le co j e diurne,eie le quali n o f t r a cognitione è minore/he una gcc eia d'acqua in ccrparatione di tutto i l mare oceano, f L a j J o ancor di d i r e quante coje di quelle che tiedtamo che non le sa f i a m o , ? ancor de l e p r o p r i e n o S l r e tanto c h e J t truom chi dice le p r o p r i e d i f f e r e n t e e j j e r e a noi a l t r i i g n o r a n t i . M a al manco n o n j i d a b b i t a e j f l r c molte coje nel mondo che non le j t o j j t a m o uedere n e j e n t i r e , ? p e r q u c f l o non le p o j j w n o m tendere chc(come dice t l p h i l o j o j o ) n t J J u n a coja c ne l'mtcllet f o chef r i m a nonjia nelpentimento* SO.Comc non aedi tu che le c o j e j p i r i t u a h $ apprendenoper l'intelletto,fenza e f f e re m a i u i F l e óJ e n t i t e . P H l . L e coje J p i r i t u a h son tutte inteU tOjfl'mtclkttHallucec ne l'intellettonoFfrOjCome c in J e medejima,per unione,? per p r e p r i a n a t u r a r l a none come l e e e j e J c n J a t e c h e bauendo bijogno de l'intelletto per l'ope> r a d e l ' i n t e l l c t t t o n eJ i rieeuono in quello come una coja ne T a l t r a f i riceue,cheper e j j e r e tutte materiali con u e n t a j t di* c e , c l e n o n p o j j o n o e j j e r e ne l'intelletto J e p r i m a n o n j i t r u o nano n e l f e n j o che materialmente le eonojce.SO.Tuttt quelli che intendono le coje j p t r i t u a h credi tu che l'intendino per quella u n i t i ? proprietà che hanno con i l » o f f r o intelletto• PH LNow dico q u e f f o } s e bene c q u e ì l a l a p e r j e t t a comune tione de le coje J p i r i t u a l i J t truoua un altro modo ancora, che j i conojcono le c o j e J p i r i t u a l i p e p l ' e f f e t t i u i j l i j j e n t ì t i / o m e uedi che per il continuo mouimcnto del c i e l o J i conojee che ti motore non è c c r p c ncrnrtù cor^oi ca,ma i n t e l l e t t o J p i r i t u a »

24 leferrato da materiali eie se l'effetto dclfuo mouimento, nonfujfeprima nelfentimcnto,nonfuria conofciuto, Doppo quefta corninone ne uiene un altra più perfetta de le cofefpi rituali}chefifa intendendo ilnostro intelletto la fcicntia w tellettuale infe medcftma trouandcji in atto ,per la identità de la natura unionefntfualc clic ha con le cojcfpiritualL SO. Intendo queFfo,non laffiamo iljilo.Tu dui che la Ica* Mudine nonpuò conftffere nel compimento di tutte le cofe per che è inpoffibilc,Vorria sapere come alcmibuomim fa nifhabbino dato luogo a tale wpofjibihtà,non pojfendo con JiTierc in quella la felicità humana* P H I . Quei tali non in* tendono confifiere la beatitudine ne la cognitionc ai tutte le cofe particularidiffribuitamcnte,ma chiamano sapere tutte h cojc,ilfapere di tutte lefcicntie che trattano di tutte le co fe,in uno certo ordine CT" umuerjalita, che dando notitiade l ; ragione ditutte le cofe&* di tutte leforte de feffere fu damo miuerfal conofcimento di tutte,fe bene alcune particu ìarmente nonfi truouanonelfentimento.SQ.& queÌlo co* mfeimento di tutte lefcientìe,c pofftbile che Tbabbi un km* mo.PHLLa pojfibilità diqucfloc molto lontana, Onde il philofofo dice,che tutte le scicntteda una parte fonnofacili da trouarfi, GT da ? altra difficili fon facili in tuttigfhitomini, . & difficili in imofoh, ?fe pure fi trouajferojafelicita no yuo conjiìlere in conofcimento di molte ? diuerfecofe infic me,pcrcbe(comc ilphtlofofo diccela felicita non confif f e in h abito di cognitioncfma nel1 atto di quclh/h'clfapienteejuan

do ¿orine non e felice,ma qnfrutfce f gode de fintcllifóta c felice, Adutpfe cofi e m unofoto atto d'intendere di rteccjji ta c o f j f l e la beatitudine,per chefe bnjipojfono tenere infieme molti hahti difeientia ,non peroji fuó attualmente mende> re più che una cofafola,di modo che la felicità non in tutte, ne tn molte ó dtuerfe cofe conofciute può conftflere, ma fola* mente in cognitioned'una cofa fola biJogniaconfi}la,Èben ne rocheper uenire d la beatitudine bifognaprima grande per fettione in tutte lefcientie,coft neliarte del dimoftrare , CT diuidere la ueritd dalfalfa in ogni intelligentia C7* dtfcorjo, la qualefi chiama Logica,come ne laphdofofia morale,ò ne Yujare de laprudcntia,ZT de le uirtu agibili, come ancora ne la philofofia naturale che e de la natura dt tutte le cofe che hanno mommentofmutatiene,o alteratone, come ancora ne laphtlojjia Mathematica,quale è de le cofe che hanno quan tttàjó numerabili o/menfarabili,La quale se fi conofce di ntt meroajfolutofa lafeientia di VAritmeticafe è di nw mero di uoci,fa lafetentia di la Mimica, CT ejfendo di mijti ra aJJoluta,fa la sdentiate la Geometria,&fe tratta de la mijura de corpi celefli & fuoi mouimenti,fa la feientia de l'Aerologia,®- fopra tutto Infogna e j f e r e perfetto in quel laparte de la dottrina ¿he è ptuprojftmad la felice comune tioneja quale è laprima Vbilofrfia,che fola fi chiama fapu enùa,W quefla tratta di tutte le cofe efie hanno e j f e r e , di quelle intendepiù principalmente,quanto maggior ? più eccellente e j j c r e hanno,Quéìa fola dottrina tratta de le co fefornii

ts fejpìrituaU? eterne/ejfere de le quali circa la nal molto maggiore W più conofciuta che Vejfere de le cofe cor poreeO* coruttìbilijben che fieno manco conofciute da noi nitriche le corporee,per nonpotetftcomprendere dà noìlri fen/i cerne quelle¿al che il noffro intelletto c ne la cognitione come Cocchio delfptritcllo a la luce W cofe uifibih, che ta luce delJole che infe è lapiù chiara non la può uedere,per il che ilfuo occhio non è baffante a tanta chiariauede lufiro de la notte,chegfcproportionato+Queffafapientia &« primafhilojofa}e quella chearrtua al compimento de te cofe diurnepojjìbih a i'humano intellettoqueffa cau fa fi chiama theologia,che uuoldirefcrmone di Dìo, Difor* te che ilfapere de le diuerfefcicntie e neceffario perla felici ta,ma effa non cotjifiegià in quelle¿anzi in una pcrfettifji' ma cognitione d'una cofafola. S O.Dichiarami che cognitio ne è queffadi che cofa^chefola fa 1'buomo beato, che Ita qualft uoglia,a me pare firano che habbi a precedere in cau fa la felicità a la cognitione de laparte,che del tuttoché quel lacrima ragione perla quale concludeffi confiFiere lafelici tà nel'attuale conofctmento di tutte le cofej feientìe in le quali noffro intelletto cinpotentiaJmiparecheCo'duda che ejfendo qtìello pipotentia tutta lafua beatitudine debbe conjt fiere in conofcerle tutte in atto,& fe coji c comepuò ejfere felice con unafola cognitione,(come tu dia*) PHJ. L argu* menti tuoi concludono,ma le ragioni dimofirano più cbme la uerità non può ejfere contraria de la uerità, O* bifognia dar C

luogo a l'uno o a f altro,? debbi, intendere che lafeltcità co f i f t e nel conoscere una cofafolaghe nel conofomentodi tutte ciafcuna perfe diuifmente non può confiTlcre, Anzi tutte infiemetn mo compimento d'unafola cofa,ne la quale san* notuttek cjfedcl'uniuerfOfZT quellaconofciuta/t conofco no tutte infime in mo atto,0* in motore perfettione che f c fujpro conofciute etafeuna da per f e diuifamente. SO» Quii' c qucFia cofa che effendofolamente una,è tutte le co f e infame. PHI, L'intelletto dtfuapropria natura , non ha ttn ejfcntiafignahta,ma c tftte le cofe/fc ctntellettojof' fibjìejC tutte le cofe inpotcntia, che U fua propria effentut non e. altro che l'intendere di tutte le cofe inpotentia, & f e e intellètto in atto,puro ejfere,0* fura forma,contiene infe tutti li %radi de l'ejfere, CiT de leforme,W degl'atti de l'u niuerfo,tutti injemein ejfere,in unita,& inauraJimphci^ tà, Di modo che chi lo può conofcere uedendolo in e j f e r e , co* nofceìn una fola uiftone, & ftmplicijftma cognùione tutto l'ejfere di tutte le cofe de l'uniuerfo in ftcmejn molta maggio re perfettione, purità intellettuale di quelle chejt truouo no inf e medefimc,perche le cofe materiali hanno molto ptit perfetto e j f e r e nel l'attuale Intelletto,che in quello che hanno infe proprio Si che con ilfolo compimento de l'attuale Intel letto fi conofce il tutto de lefeientie de le cofe VT fi fa Thuo* mo beato,$0. Dichiarami adunque che intelletto c quejlo che conofcendofi caufa la beatitudine* PtìLTengono alcuni chejia l'intelletto agente,che coppulandof con il no¡irò intel

2€ letíopoJjibtle,ueg^mo tutte le cofc in atte injteme con una fi la utjionejpirituak W chiartjjima,per la qualcji fa beata, Altri dicono che la beatitudine c quando nojlro intelletto tllu minato totalmente da la coppnlatione de l'intelletto agente,c fatto tutto attualejengapotentia O* uedeinJe medtjimojc condojua irjima ejjentia intdlettiua ne la qualejonno é? ue' dé tutte le iojcfpiritualmente,&* in uno ? medcftmo intel hgcnteja coja fí¡teja,&* l'atto de l'intcllettmejcnza alcu na dijjenntiajne dtuerfitààjcicntia. Ancora qtujli dicono, (he quando intal modo ti nojlro intelletto e ejjtntiatojija ? refìa uno medejimo ejjentialmente con l'intelletto ájentejen za rcFlarc in loro alcuna dtuifteme, ó multiplicaticne, C¿7" in guefii modi ragionano de lajeltatà i più chiari de pbtlofoji, CT largojaría,ma nonpropottionato alnjiro parlamento, il dire quello che adducono inpro incontra, ma quello ch'io ti dirò e,che gl'altri che più contemplano la diumttà di cono(W io con quelli injteme)cbe l'intelletto attuale che iU lumina il nojlropoJJtbtlc,c l'clttjjmo Dio,0' ajt tengono per certo che la beatitudine concie ne la cogttitme de VnteU letto diurno,nel qualejonno tutte le cojeprimamente & pia ferjettamente,che in alcuno intelletto creato,per che in quel* lo sonno tutte le cojc ejjentialmente,nonjolamcnte per ragio nC d'intelletto ma ancor caujalmcnte/omc in prima O" aj* joluta cauja di tutte le coje chejònno,Di modo eh' c la cauja che leproduce,lamente che le conduce,lajorma che l'infir* per ilfne che findiriza son fatte, O" da lui ucn»

t£T tornando a l'intento mitro diro , che j?rim i quel conofcimento debhe e j f e r e di Dio fecondi che fi può haucre di cofa tanta tmmenfa CT tanto alta, O* (onojccndo noi altri la fm ¡crjettione, per che non

battiamo tf conofcerla interamente, ? amiamo,¿(federando fruirlo con unione conofatiua lapiù perfetta chcfiapoffMc, Qvettj tanto amore G7* deftderiofa cbcjiamo attratti in tanta conti mplatione ch'el tiojlro intelletto fi tticne aJoÌleim re* in modo che illuminato d'una (incularegratià dtuinaj af nuaa conofcerepia alto che l'bimanopoterel'bimana fpeculationcj £¡7" mene in una tal'unione ? coppulaiione col fomtno Dio,cbepia prefiofi conofce nottro intelletto ejjere ragione & p arte diurna,cbe intelletto informahumana, ? al'borajifitta il defiderio suo l'amore con molta maggio refatisfatione di quella che baueua nel primo conofcimento & nelprecedente amore > CT ben patria c j f e r e chc rettaj^ Je l'amore ZT il dcjiderio3non d'bauere il conofcìmento uni tino¿bega l'ha battuto,ma di continuare la frinitone diteti* untone dwina,che c uaiffimo amore ,0* ancora ncn o f firmaria che fifenta dilettatone in quello atto beato, esalto in tempo chc s'acquisto,per che a? boraji ha ddettatione per acqutjìare la cvf.i dcjiderata che mancaua/hc la maggior par te de le dtlettatiom forno perremrdto del mancamento , ZT peri'acq;dttode la cofa dcfiierata^nafruendo l'atto delafc tee unione non retta imprejfione alcuna di difetto ¿anzi una interafatisfatione d'unita Ja quale è sopra ogni dilettatio ' ne}allegreza,0^gaudioin condìjione ti dico che lafe' lìcita non corjtjic in quello atto conofcittuo di Dio il quale co duce l'amore, ne confjìe ne l'amore che a tal cognitionc Juccedejma fol confitte ne l'atto coppulatiuo de f intima CT unita

ì9 imita cognitioe buìna che è lafommapetfettionede l'mtcllct to creato,quello è l'ultimo atto ÜT beatcjme,nel quale piupreFtoß truoua diuino chc humanogr per quefio lafa crajerittura di fot che a ammonifcc¿he debbiamo concjcere laperfetta CiT fura unità di Dio, O* di piche debbiamo amarlo più che futile de la cupidità, 0*piu che il dclettabi le de l'appetito, più chc ogni altro hortefio de l'anima C7" uolontà rationale¿Diceper ultimojinc, Per tanto con eß foDio ui eoppulate,gr in unaaltra parte promettendo l'ul timafeliatàfolamcte dice.Et co r j j o Dio ui coppularete.se za promettere ntjjrna altra cofatcomc uita¿ternagloria, so madtlcttatione,cillegrcza & luce infinita, ZT altre fintili f er che quefta coppuldtionej lapiùpropria f p r e c i f a pa rola chejtqttifichi la beatitudineJa qual contiene tutto il bene C7"perfezione de l'anima intellettiua,come quella che c Jua «erafe licita ben uero che in quefta ulta none coji facile haueretale beatitudine,O* quando benji p o j f e j f e bavere , none coftfacile continuare in quellafemprc, ©r quefio è che mentre mutarne il n o f f r o intelletto ha qualche sorte di uincolo con la materia di quefio 'noflro fragil corpo, Cr per quefta edufa qualch'uno che è ucnuto d tal coppulatione in quefta uita,non contmuauafemprein quella per la collida tione corporea,anzi dipoi de la coppulatione diurna tomaua d riconoscere le cofe corporee comeprima,escetto che ne laß ne de la uitajìando l'anima copptdata lassò intutto il corpo retinendß lei con la diumità cofpalante infomma felicità, H

Inanima dipoifeparata da cpteTlaColligatìone corporea ef* fendo ffata di tanta eccellentefen^a inpedimento alcuno go ¿e in eterno SMfelice coppulatione con la diuina luce, de la forte chegodeño quella li beati angeliintelhgentie fepa* rate,motori,W celefii corpi,ciafcuno fecondo ilgrado de la fuá dignità ZT perfettìone perpetuamente* Ài prefente mi fare ó Sophia che ti debbi baflare quefio poco de le cofe f p i rituali, W tornando a me uedi s'iopoffo remediare allapaf pone che mi danno li miei affetti uolontartj per foflentatione di (jueña corpòrea compagnia. S O. Voglio primafaper da te di qualforte d'amore c quel che dici che mi porti,perche ha ucndomitu moflrato la qualità di molti differenti amori IT dejiderij che ingfhuominid truouono,f battendoli tutti coU ligati in treforte $ amore,però dechiarami di qual dt qucjle fortidfamore è quello che miporti.PHI.Laforte de Tamor eh io ti porto ¿Sobria non l a p o j f o intendercene lasocspli* care,fcrttofue forge,ma non le comprendone effendoji ap pafjionatoji me e fattoJtgnorc, CiP di tutto Fantino, ¿7" co meprincipale ammimflratore mi conofce,W io che fon fer* uo comandato non bajh » conofccrlo niente di manco cono¿ feo che ildeftderio mio cerca il deicttabile• SO» Se co fi c tu non debbi domandare remedio chfiofatisfaui à la tua mlotw ta,ne incolparmife non te lo concedo,che già mhai moFfra^ to che quandoji confegue l'affetto delettabile del dejtdcrio nt folamentc c e f f a il deJtderio,ma ancoraji priua d'amore O* conuertejt in a gliuolo de la ragione noni ordenato da queMa.SO. An^r mi marauiglio chepojfaejfcrt laudabile amore quello che non ¿governato da la ragione tTprudentta,ch'io teneuache que flafujfe la dijfercntiafra l'amore utrtuofo e ti lafouo in tut to difordenato KT sfrenato Donde io fio penfando quale è ilperfetto. PHI. No« hai iene intefoper che ti sfrenammo non e proprio de l'amore lafauo,ma ha una proprietà a ognt efficace & grande amore3ó bone fio ó disbone fio cheJta, cscctto che ne l'bonefio frenamentofa maggiore la utrtu, Zp" neldtshoneflofa maggiore terrore,chi pw negare che ttegÌboneflt amori nonji truouino marautghofi CT sfrena ti djidcry più bonefio che l'amore dutinc,qual' c di maggiore itijiammatione ZT più sfrenatole fi gomma già per laragione reggitrice ? conferuatrice de l'huomo, che moltiper l'amore diuino non filmano laperfona / cercano perdere la uitatZT alcuniper ti molto amare Dio difamanofe fleJfi,coft come l'infelice per molto amare fe medefi-* mo difama Dto ZT uenendod la conclusone quanti hanno cercofinire lafua mta CT confumare la perfona inanimati 1

i

de ? amore de la uirtiì 0* gloriofafama,La qual cofa non il confcnte ?ordenaría ragione, Anzi indiriza ogni cofaper ya ter muere honcSÌamaite,& ti diriaancora che molti hanno cerco allegramente morireper amore de lifuoi bonefli ami> ci de quali tipotria dire molti esempli che li laffoper non c j f r e p r o l i j f o Dipoi non manco penfo e j f e r c tnreprenfibile l'infiammato amore W la sfrenata affcttionc de l'buomo a la donna che a quella de l'buomo,pur che nafea da ucro cono fcimento O* uerogiuditio che lagiudichi ejjcre depia d ' e f f e re amata,quaì amore ttencnon manco de l'honeFlo che del di lettabile.SO• Pur uorrei ch'el tuo amoref u f f e regolato da la ragione,che g f e Fiata genitrice,la qualgouema ogni degna perfona.VHLVamore che è regolato da la ragione no feo* le forzare l'amante, & ben che habbt il nome de ?amore ¿tío ha l'effetto,perche il uero amore sforza la ragione, ? la per fona amante con mirabile uiolentia, CJ7- d\ ncredéilforte, f più che altro inpedimento humano conturba la mente oue e li giuditio,fa perdere la memoria d'ogni altra cofa, C27" di f c folo l'empiein tuttofa l'huomo alieno da se medeftmo , Cr proprio de laperfona amata,il fa inimico dipiacere CT di compagnia, Amico difolitudine,malinconofo,pieno dipaf [ioni,ciréundato dipene,tormentato da l'afflittane ¿martori zato dal deftderio,nutrito difperanzafHmulato da difpera* tione,agiato dapcnfamenti,angofeiato da crudeltà, a f f l i t t o dafufpitioni,saettato da gelata,tribulato fenza requie ,jadù> gatofenza ripofojèmpre accompagnato da dolori, pieno di

ì f sofpiri,refpetti (lineitimaiali mancano,che ti p o f f o di" re altrofe non che l'amore fa che contìnuamente la ulta muo ia,Qr uiua la morte dell'amante,rJT quel ch'io truouo di maggiore maramgìia è che ejfendo cofi intollerabile, é eflre mo in crudeltà 0* tréulationifa menteper partitji da quel le nonfpera,non defidera CT non ti procura, anzi chi ihon feglia ér foccorre il reputa mortale inimico,Tt pareo So* phta che in tal laberintoftpoffiguardare d la leg^e de la ra* gione regola de laprudentia.SQ.Non tante cofe ò Vhi*> Ione ch'io uegqo bene che negl'amanti più abbonda la lingua che le pajfiom.PHLE'fcgno che tu non le fenti ,per che tu non le credi,che nonfi può credere,lagrande ¿¡a del dolore de l'amante,se no chi lo pariicipa,se mia infirmìtàfujfe coft jla ta contagiofa tu nonfolamcnte crcderefft quel ci) io tidico ? pattfeo ma molto più,per che quello ch'iofento non i l f o dire, ne tacerlo,ne la minima parte di quel che patifeo è quel ch'io dtcOjW come puoi tupenfarechenel' afflittone ne. la quale l'amante fi truoua tutto conturbato Ja ragione confufaja me* moria occupata,lafantajia alienata, ilfentimento o j f e f o da immenfo dolore,refli Ut lingua Ubera per poter fingere fa bulose pajfìoni, Quel che parlo c quello che le parole p o j f o nojignijicare ? la lingua efprimere,il refio l'intenda chi l'au ucrfafortunagle l'ha fatto fcntire,&chil'cmanjfima doU tega $ amore hagusìato, il suo saporito ueleno in prin> tipio non hafaputo,ne uoluto,ne pojfuto rifiutare,per che io fer mìafe non ho ne truouo modo dipojferlo esplicare• Af

4etio m

h m i e i j p i r i t i , i l mio c tutta

eredi

un'incendio

tu chejt

che

ragione

corporali tione

è

de l'amore f

dipoi

dubbio

bino

li come

c c f f a n o con

come

quelli

non

i

medio, che

le

(orno la

cauja debbi

più

che

prima

de

ma

f p t r t m l i come

ver

molto che

loro

quali

battendo

ZT quel

piti

svici' de

Va-*

pene

non

più

battuta,

pre

le

" dal

in qucjio

par

lor

pene loro

carnale ?T

f

j j

a

inmenfe

l 0 n

rtceuono

s o n

mirabi*

che

pento-

al

dipoi

^

ài

r a g l i n e depende

grandi

la

che

l'appetito pene

hab

tutta

fattone/amore

da

erano

la

poi

m i t i f a t i o n e ^ n z i t i dico

maggiori

suiettioni

dtle

quelle

non

prima

le

pongimento

carnaidtlettatione

pene

gouerna

che

à'intollcrabil de

può

amanti

) le loro

di

a j j i i t ì o m j i n che

queìie

da

non

libertà

uolontà

N e ancora

quelli

raggione}

l'amor

perfo*

v j ì c m e . S O M o n

la cofa

de la carnale

detto

la

dcJiderano3madi

P H i -

di

tutte

ha

libera,&

, d i f o r t e che

quella•

ne di'amore

jc

lega

dejiderio

la

amanti

ì l i

Jua

che

penetratane

no

i

molte

di f o p r a t'ho

c a r n a l i , ma

ne

patijcono

l'acqwjlo da

uolontà

laperjona

,pcr

depende

la

non

¿he

tutta

di

efperta

libertà

a

quella

che

adunqueji

che

dal

p r o p r i o amore

le

¿come

e in Jua

in bonaccia

f i o procedeno

per

e quella

quel

f o r t u n a mene

(

non

che g ì 1 amanti

conseguito

non

ài liberare

chi

mia

tn t a l j ì a t o j i t r t m a , s c y o t e j j e

l a j j a n o solamente

mante

f i c o n f u m a , & la

l i b e r a j j e , m a nonpuò

l i b e r a r j i ne cercarji re per

cuore

}

dolore

Q u c re

(¿7* a f f e r m o

ditale

unto

m o n p o r t a b d t . S Q . Q j t a l che

( r e f c e r e ^ H U V c r c h c tal

d t j i d e r a n o , la amore

pajfione

e d c j i d m o

d'unio

J

s

m perfetta de Tomante ne la perfora amata Ja quale no può effere se non con la totale penetratane de l'uno ne 1*altro, Ójtfjìo

negtanimi chesonofpualt cpoffMe,pcr

ali incorporei co li mutali & ('otrapenetrare, ttnitjì,?

cfficaciffmi

i he lifpu

effetti fi pojfono

conuertirfi in urto, Mairi

lidiuerft

corpi che ciafcmo di loro ricerca proprio luogo fcgnìalato queffa talemoe

&

,

penetratile refpetto de la defiderà ta

rejìa dipoi del dejiderio più ardente di quella untoe che per* fettamete nonji può cofeguirc,? procurando sempre la men* te Unterà cMCrjione ne la persona amata lajja la propria,cs fendo fempre con maggior affezione f pena per il mancarne' to de P unione Ja quale ne ragione,ne uolonta pojfono limitare,ne refi\ìerlùS O .

s

ne prudentia

Mi pare che l'animo al

quanto consenta a le tue ragioni,ma una coja jola mi rejìa m ogni modofìrana di concedere chefi truoui amore óaltra co fa buona ne l'huomo ó ucro nel mondo che nonfia goucrnata ¿a la ragione, poi che è manije fio lei effere la regolatrice gommatrice d'ogni cofa buona ? laudabilet che tanto c la coja de^na quanto participa di ragioe,come addunquepuoi affermare eh'el perfetto amore nonfia gouernato da quella• PHL

Poiché queflofolo ti resìa dubbio qucffojolo

ti uo>

gito dichiarare ne laprefente conjabulatione, Debbi [apere chtnegfhuominifi

truouano due forti di ragione, Fuña dna*

maremo ordenaría f l'altra edraordcnartaj'inteto

de lapri

ma c reggere f conjeruare Thucmo m uita honcjìa, donde tutte ¡altre cofc s'indurivano á qthflo jìnc}f

tutto quello che

hnpedisfe la buona uita humana la Ragione il difoia O* re proua.Queìla e quella ragione ch'io t'ho detìo che non può regolare ne Imitare il pcrjctto amore,per che tale amore prc giudica offende lapropriayerfonaßta, ZT lene e j j e r e con intollerabili danni perfcguire la perfona amata , Ma de la ragione eflraùrdinaria l'intento suo e conseguire la coß amata,non attende a laconjeruatione.dc lecojepropri^ anzi le poponeper l'acculilo de la coja che s'ama, comefi debbe pojponere il manco nobile per ilpiù eccellente,yer che (come dice ilphilofofo)lf amato ha ragtoc dipiùperfetto che Vamante,che ejjendofine di quello, tljine c più nobile che quello che cperiljinejipoiragioneuolmenteji debbefadigar f iper quel che e più, ZT lo puoi conprenderepcr esemplo na turale O* morale,Naturaleuedraijertre unonelatcjìa naturalmente porre innanzi il braccio per Jaluare la tejìa per e j f r c p t u nobile,cfi ejjendofatto uno l'amante & l'a-> mato, O" e ¡fendo l'amato la parte più nobile eli queßa umo tic ZT l'amante la manco nobile,naturalmente l'amante non fchifa ogni offlittione O* penaper acquißare l'amato, f j * con ogni cura CT" diligentia ilfegue come uerojine,abbando^ riandò ogni cofapropria d i j e Ì l c j f o comecofa che apparite ne a altri.l!efempio morale è,che fi come la prima ragione ci comanda conferuare le riccheze per noflro proprio biß> gnio a fine che bene commodatamente pofjiamo uiuere, GT ìafeconda ci comanda difpenfarle commodamente in altri comeperfine più nobile quali c acquiflarchuirtu de la li

37

beralità,dunque Uprima ragione ci comanda procurare Futi le

piaceri boneHi,O* lafeconda ci comanda fadigare

CiT travagliarci'animo CT laperfona per cofa più nobile degna con ragione d'effere amata• SO* Q u a l d i q u e f l e due forte di ragionepenji tu Pbilone deuerfifcguire*

PHU

La feconda è più degna O" di eminente grado cojt come la prudenza del liberale c piùfubltme nel difpenfare le ricche* zc uirtuofamente che laprudentta de l'auaro in accumularle periifuobifogmojcbefcbene

èprudentia l'acquietare ric

cheze¡maggiore & più degna e d&lrtbuirlc liberalmente, l'Imomo chcji conferua con ragione indegnio & ecccU lente amorefnzagodi rio,e come unerboro sempre uerde grande,abbundante diramùmadt niffunofrutto,il ramenteftpuò chiamare iterilesenza

quale«o

dubbio d chi man

ca eccellente amore poche uirtul'acccmpagniano,è ben uero. che chi divertefemedefimo a amor lafciuo O* brutto qual nafte da appetito carnak,non confermo perla ragione detne ritije la cofa amata, e un arboro che producefrutto veleno fo che mofira qualche dolceza.nclafcorza*Ma quel primo amore eletto da ragtonejt conuerte inigran suamtd/ien fola* mente ne l'appetito cc,rnale,ma ne la mentefpintualccon in< fatiabile ajfettione,ÌZr quando tufapraió Sophia di quanto momentojia l'amore in tutto Funiuerfo mondo,non folamcn te nel corporeo ma moltopiù nelfpintualc,

&

come da la

prima caufa che ogni cofa produccjin all'ultima cofa crea fanone de imoJcnza amore ¿Tu tbaderai m maggiore ite

veratione aVhrn mfcguirai maggiore notitìa de lafu* genealogia. SO,Se mi urnì laffare contenta moflrarai que Fio ancora. PHL tardiyerfifttilenarratione.} già è bora dì dar rifojo a la tua gentilyerfona t V laJJareU mia mente afflitta nelafohtaMgilta}Qualefe ben Refìa folafemprc e accompagnata date non è manco foauc che an$ofciofa contcnw flatione• Vale*

A B C D J E F C H I K Tutdjonno duerni*

2 5 0 P H X A ET P H I L O N E DE L A C O M V N I T A D'AMORE» DIALOGO

SECONDO.

D DIO Ti fatui o VhilonciTupaJfi cojt fcnza parlarci PHJ* Mifalutalantmtcadc la miafalute,pur iddio tifalui o Sophia, che uucitu da mei SO* Vorrei che tu ti ricor d a f f e 4el debito nel yual'tit mi f e i , mi farebbe bora tempo opportuno dilagarlo,fetipiaceffn PHL Io a'te indebito, di chef nongtadibenefko ,ne di beneuolentia, che tufolamcnte di pena uerfo mefei fiata liberale• SO* Ti concedo che non c debito di gratitudine t ma debito di frotmjfione jil quale f c bene non c co f i gentile ,c non dimeno più obligatorio • PHI* Jo non mi ricordo hauerti promeffo altra cofa f e non d'amarti, C7* di patire li tuoi sdegni fina tantoché Cbaror.tc mipajfiilfiume de l'obbli umc}%T ohra di ciòfé da la parte di là Cammaft trito* m con qualche fentimeneo, non farà mai fogliata d'affet" tionc fcr martireJt quefla promeffa non btjogma eh io mi ricordi altrimenti, pero che femore ft uapagando allagior nata* SO* Tu JeifmemoratooPhtlotu, ofingi d ' e f f e re,non pcròjtdebbe men ricordare del debito ti debitore, ch'il creditore, non ti ricordi eh*atti giornipajfati nelfine di ficlnofìro parlamento $ amarti. dejldcrio/m prometterti AA

dàini de l'origine, & ^eneotogia de famóre à compimento, comecoft pretto te?feifcordato. P H L Oh}oh,iomi

ricor'

do , non ti marauiyliarc o Sophtache battendomi tu ufurpos ta la memoriamo non mipoffo ricordar diqueffe cofe» SO*. Se ben te l'ufurpo te la ¡etto da le cofe aliene, ma non da le mie• PHL Di quelle tue folamentc l'anima miafi ri fa, che la fua umuerfaìità. PHU EK ben'prima in effe * re,ma non e prima ne la noffra corninone, SO*Come nò» P H L Ver.chela comunità de l'amore, e più manife ìla à noi che F orìgine di quello,&

dalccofenote {tuie

ne a la cognitione de le cofe ignote» SO» T« dici ben il rocche Tuniuer[alita de l'amore, cajfii

w

manifesta ,ìmpe'

roche quaji niffunohtomo c fpogliato di quello, ne mas fchiome femmina , ne vecchio,ne giouane^

anco i barn >

bini, ne la prima cognitione amano le madri,? nutrici loro*

PHI* Tu non fai adunaiamore più comune diffama*

M generation* SO • Ancborm tuttigì!animali irratio * noli chegeneranoJi truoua amore , tra femmine majehi, tra figliuoli,?? parenti. PHI*Na* renti & fratelli,ma anchor de padri,madri,gr de le proprie woglijaqual cofanon mtcrmcm cofi ne $anima*

ti mattonali, S O . Dimmi la dtjjerentia de la terza ca gion'd'Amore/ice dei bemjitio. PHI. il henefitio c ca* gioneche unimmo ama l'altro, come negl'animali, ma in qucilo uoglio lodarepiùgì''mattonali, li qualiJi mimano -pitt a amare per gratitudine del hencjitto riceuut speranza di rieeucrio • M* l'auaritia de gj'huomim non uirtuojtja che fi muoueno pù prefio per Jpcranza d'ha « nere un benejitiofolo, che per gratitudine di molti già rieenu ti,yurqueìla cagione del óemjitio, e taniàmpia che par che comprenda [a master parte del Ci Itre.SO.Lt in quel la quarta cagione de la medejima fpette, dimmi fé u'c ab cuna dtjjerentia dagFhuomim agl'animali. P H L N atti ralmcntcgfhuominisamano , come gl'altri animali d'una medejima J p c t t c m a j j t m e quelli che jonno d'attapatria, o terragna ^ihuotmntnon hanno rjt certo,(JT fermo amo-* re come gl'animali,che li più jcroci crudeli de gl'anima li con quelli de lajua Jpctte non ujano crudeltà, ti Leone non rapina 1''altro Leone,neil jerpeaddenta con tu letto fai troJerpcjmagl'biicmùipiù mah, ZT occifiom riccucno da g f altrihuomini che da tutti j>/ altri animali * (2T altre coje contrarie de l'uniuerjj,piu himnni uccide i'inimicitia,l'info d i a i l ferro bimano ,cbe tutto ilrejto delle coje acciden tali. & naturalt. e camrn de la corruUione de l'amor naturale de fl'buominij l auaritia 3 CiT cura che hanno de le cojeJitpetjlue, de le qualiJt genera tnimicitia non fola*

mente tra li di fi.

ili

'.'uerfe patrie ¿ma anchora tra quelli

d una medejima proirinaajdtmmedcfma mcdßma cai , tra fratelli

Q'tìa/jr

fratelli, tra Padre

$ una Wß*

gliuolijra marito 2T moglie}sfag^mgono con queße ancor altreJiiperBitmihumine}che

fon cagione di crude?ini*

micitic, SO. Mancati adire de F ultima cagione del* Ama rc}cioè de lacompama s'tn quella e qualche dijferentia tra jfTbvomini,(ZrgF altri mmlùPHLLa

compagnia, f

ccnuerjationc ha maniere forza ne ? Amore

am*

citìa humana che in quello de gì animali per cjjcre piti tn

ne ne la memoriaptuTimprejf>^ ^ Ho intefo,come mite queffe

ne gl anmalt* S O . om d'Amore che fi

intonano, ne dì animali inreti onali f ß truouam ancor ne gfhuomtnijf

la dtffcrcntia loro ¡,tmuotrei fapcr's'è nif*

funa altra cagione à'Amore ne gfbuomini che r: fi truo* m negl'animali. PHI, Dt gfhmnini, ti, SO*

^

* .more fanno ne

Je le qualigf'ammali fonno totalmente fritta* Dichiaramele. PHI. l una è la conformiti

de la natura, GT compiefftone de V uno huomo con rat tronche fen^a altr* raeion,\ ^wentar amici.....

'' rima cogmttone hfa

..-omn...,, .. :a?amtctii.

a ca*

^ ione fi dice che fi confanno di ccmplcffoncy^T in effet' i > c una ccrta fmilitu

fccco,comeld

amano più ti Cielo,

Valtri

que

Qt*

henefciocelefte

approftmarto,®*

glo

caldo,

anchcr grane per

de l'acqua fredda ,0*

tanta lafngidita

è

men caldo ,

ho oltra l'aere, non è tanto che faccia elemento

non lipojfiflarl'bumido,rejla

hi/

e affottigha,

rejla lieue poco manco eh'ci fuoco, per ejfere

fc^a

globo

ancor calda, ma non tanto che

per lo caldo f i purifica

quando già fiflendè

il

con lui continuamente,?

approft'

quietamene circularmcte*

SO.

9

SO« offendo U tetra il più infimo, et uile ài tatti^elementi come tu dici, O* fin lontano dal fonte de la aita,che è il Cielo, come in quellafi generano tante àiuerfitd ài cofe fitt che in niffun altro elementot comefono le pietre ii tante maniere, alcunegrandi nettef CiT belle,altre chiare molto pretìofe,&* li metalli nonfolamentegrofji comefer ro* gieri,cercano l'alto,ffuggono il b a f f o et efjendo la terra, et l'acqua freddi etgraia,cercano il baffoni fuggono l'alto, pur molte uolte per interceffion delbenigno ctelo, mediante ilfuo moto, ? li fitoi ra^i,fi congtungono m amicitia, Ù" in taljormafi mefcolano irftcme,et contai amkitia,che per uengonoquafi in unità d'uniforme corpo, & d'uniforme qualità, la qual amicitia e capace a nceuere per la uirtu del Ctelo nel tutto, altre forme pia eccellenti che tuffava deg f clementi in diuerfi gradi,reTlandoui pur gì' dementi miflimaterialmente• SO* QjtaTfonnoqueTle formeM che gì'elementi mediante la loramicttia riceuono,f quaru ti fon li gradi loro. P H L N el primo grado, €7* più te* mie de l'amicitia/iceuono le forme de It mifti non animate,

t 1 comefon le forme de le pietre,alcunofcure, C7* alcune pu chiare, f altre lufìre et preclare, ne le quali la terra fon la durerà,l'acqua la chiarella, l'aere la diafornita,o u& ro traff>arentia,et ilfuoco la htfìre^a,o aero lucidità, con li ra^t che f i truouono ne le petiofe pietre. Ancor refulta di quefìa prima mijìionamicheuole de gl'elementi, lefor' me de metalli,alcuni yrofft,come ferropiombo, altri più netti,come rame, f flagno}e Argento uiuo,altri cbia ri GT belli, com'è l'Argento, O* l'Oro,ne gh qmftutti domina tanto l'acqua, ci) ci fuoco It fuolliquefare, in tutti quflitant'e più perfetta la forma dclmifìo,pietra, ouer metallo,quanto l'amicitia degl'clementiJin effa maggiore G" pu eguale, 17* quando l'amicitia di qveffì quattro contrarif cimenti e di maggior grado, ZT ilfuo amore, pu unito con maggior egualitàcon mance ecccfjo d'ogn' uno di loro,non folamente hanno leforme de la miftion'}ma ancor ricamo forme più eccellenti, comeforino l'animate, et prima quelle de l'anima ucgetatiua,che caufano ne le pian te lagerminatione,tl nutrimento, ? il crefcimentoper ogtri lato,& lagcnerationedcle fimtlt con lafemén^a et ramo degenerante c ma cottene li membri de lanutritione,? de lageneratione, flomacojegato,fiele,melfyMtferaici,jìantini,reni,te/Ir coli,? uerga,? queflaparte nel corpo humano ¿proporr tionataalmodo inferiore de la generatíoe

neXuniuerfo,etft

come in quello si generano de la materia prima i quattro elemeti,Fuoco,Aerr,acqua,et terra,Coft in quefla partefi generano del cibo che èmateria prima di tutti quattrogThu mori,collera calia,fecca,?fattile,de

la qualità del fuoco,

Sangue caldo,? húmido,fuauemente temperato,de la qua* htàdcVAereAlpeg

ma freddo, et húmido de la qualità

ieYacquaHhumore

malinconicofreddo, et secco de la

qualità de la terrari fi come deli quattro elementi si gene rana animali che oltre la nutritione,& augumento,hanno ilfenfo,ti

moto,et le piante che non hannofenfo,ne mo

to,ma solamente mitritione,et augumento,tt altri mjfli pri Mti Sjbmmafen^afenfo,ne moto,ne nutritionc,ne augw

mento}mafono comefeccie de jfelementi,eioè

pietre,funs

¿binali et metalli • Coft daquejlt quattro humorigenerati tn qucjla parte primaj et inferiore degThmorijSigenerano membri che hano nutrimento^ugumcnto^enfo¡et motoso me li nem,et pahicuhjacerttmitfcoli,

? altri che non

hano daJefenJo,nc moto,comefoni'offa le cartilagini,ct le tiene. Ancora del cibori degl'bmonjigenerano altre cofe che non hannofenfo,ne motore nutrttione^ne augmiento, m afonfeccie,dfuperffatta

del cibo, et degFbumort, come

fonlefeccic dure l'ome,etlifudori ^t le fuperfluità delna Jn3et de l'orechie, et fi come nel modo inferiore si generano alcun ammali di putrefattone j molti de qualifonttclenop. cofi de la putrefattile degì'humort si generano di molte ma niercydc quali alcuni sonuelenoft,et suome nel Mondo mfe riore ultimatamele con participatione celcjle sigenera Firn mo che c animale spirituale,coji del miglior'dcgibumon del mporale3et piùfottileRigenerano spinti soUiliu tpunficati, li quali stfatioperfartìcipatioe^t rijlaratione de h spinti mtali,ehe sonmanciti stprt nel cuoreJiquali sonde la seca" da parte del corpo humano correfpondcte al M'odo celcjle} (secododiremo)• SO» Hoben'intefo lacorrefpondTtta de la parte inferiore derbuomo^alMiodo inferiore de lagna> tioe3et corruttiocjimmi bora de lacclfle.PHULa

secoda

parte del corpo humano cotiene quelli me bri spirituali che sonfopra la tela diafragmajinalle cane de lagola, ciac il cuore

etItduipolmotjldcjlro,ctilsimjlro,neldeflrosotre

particelle dipolmoe diuijetet nclsimflro due.Qufla

parte

corrifpode al modo celefle.il cuore,fottava ton tutto il celeilefopra

speraJlcllata

d'efjà,cbe è il primo mobile,cb'o.*

giicofa muoue egualmente, uniformemente, te fi mime,

àrcularmetu

ZT ogni cofa corporea dèFuniuerfo col

fio

continuo motofoFtiene, C7" ogn altro moto continuo che Jt truoua negb Pianeti, Or elementi procede da lui, cofi c il cuore neYbuomo,chefemore

ft muoue in moto ctrculare,f

uniforme,ne mai ft ripofa^T tatutt ti corpo humano,Hf h polmoni,?

colfuo moto soflienein

è cagionici moto continuo de

dttutte l'arteriepulfanti del corpo,Nel

re fi truouano tutti It fjf>iriti,& quel Cielofi

uu

cuc

utrtu humane,Jt come in

truouano tante Fieli e chiare, € grandi, me*

^aneyHr ptchole^f tante figure celefitfon collegate a epe fio cielo primo mobile Jt fette pianeti erratici,i qualiJtchta mano coJi,per ch'errano nel moto,che qualche uolta uanno ritti gualche uolta tornano indrieto,qualche uolta infretta, &

qualche uolta adagio,&

tutti seguitano ti f rimo moli"

le. Co fi fon It polmomche seguitano ti cuore, IT lo

ferue

no nel moto suo continuo,li quahpolmoni effendo fjbugnoft Ji distendono,fi

riffrtngono,qualche uolta infretta, f

qualche uolta adagio, come li Pianeti erratici, IT ft come i principali loro algouerno de funiuerfo, nari, Sole,?

Luna/

fon li dui lumi"

di fopra col Sole accompagnano tre

Pianeti fupertori, Marte, Gioue, ? S aturno, ? di fopra con la Luna dui altri V enere,et Mercurio ,cofi ti deftro poi mone più principale esJimulacro del Sole, ?

perotienfeco

tre particelle dimfe, che procedono dal medefimo polmone

21 et ilpolmonefmiftro,cbefigmfica la luna ne tiendue,et tutti fino numero di sette,etfi tornii modo cehflesofiiene coi suo raggi, ? moto cotmuo,queflo modo inferiore, participadoli con quegli ilcaloruitaleja fj>iritualttà,el moto. Coji queondentia del Mondo fjfirituale nel corpo bimano, PHi»L*

tefta de l'buomoehe ì

lafuperiorper

te del corpo fuo,eJimulacro del Mondo fjnntmle,il quale (fccond'tl dimnPlatone)non lonye d'Artfto*ha tregradt* ammajnteìletto,etdiuinitàf anima è quella da laqual prò mene il moto celefte, f che prouede Zygouerw la natura del modo inferiore/ome la naturagouerna la materia pri* maineffo. Qjtcjla ne l'buomo e ilcerebro con le sue due potentte delfenjo^et del moto uolontarioje quali fi contcu* gano ne ¥anima senfitiua proportionaìe afanima del Mo» do,prouidente

mouente li corpi* Dipoi e ne tbuomo

fintelletto pofftiile ch'e l'ultimaforma humana,correfpon dente a Fintellett0 de l'umcrfo,wl qual fon tutte le crea» ture angeliche.V himamente e ne l'buomo l'intelletto agen te,&

quando con quello fi congiunge il pollile,fi fa aU

tvalcjò*pieno di peifettionet%r digratia di Dio, copus

lato colafuafacrachmità.Qucjlo

èquel*

corrcfyonde al duarìprincipio,dal

qual tutte lecoje

principio,et in 1. ; .uttef i dmzano,ct limofitte. Qjteflo ti debbebaflaro familtar parlamento l'mmrJojO*

cheneXhmmo

ripofono, come in uU Sopina in qtscjlo ncjìro

del simulacro de l'huomo con tutto

come con ragione da gì1antichi fu

microcofmes.Meìt

hanno

altreparticulartfmihtudini

chiamato ci sono che

noftro propojito • Di juejlo

farebbenoprohjJe,etfuor'del

e babbi amo dettole neferuiremo quando parlaremo del na feimento/t

origine de l'amore,et tu a l1bora intenderai che

non in nano le cofe del modo s amano tutta

l'altra,l'alte

baffe, et le baffe l'alte, poi che sontutte parti d'uno corpo correjpondentt a un integrità,et perfettione. SO»

Trafpor*

tato n'bail parlare jet difcoflato alenato dot noflro propoft to.Torniamo Jlrato(se

hor'alnojiro

intitolo Philone.Hu hai dima

ben t ho intefo)quinto è1 l'amore che ha il cielo a

modo d'buomogenerate gtelementi,come

a la terranei a laprima materia de

a propria dotta recipiente la

suagemratio

ne,et noè dubto (secodo quejìo) che ancor ti cielo

nohabbia

amor a tutte le cofe generate da la terra, o uerda la mate' ria degù lenutt/ome

padre a

Jt mantfefla latamente,ne premiarle,et

proprijjigliuoltjlqual'amcr

la cura ch'cgltha in

ne stmmtrimeti,yroduccdo

conferuarìe,

l'acqua

piumate

per nutrimento de le piante, le piante per nutrimento degli animali/uno

et l'altro per nutrimento,et seruitio de l'huo*

mo come primogenito,o

prinripal'fuo genito, Effo muta li

14

quattro tTpi deVano,Vrimauera}tfldte, Autunó, Inuertio, pertlnafcimTto.dnutrimcio de le cofe}et per te perare Tae re per ti Infogno eie la uita loro,etper egualare le complef> Jton loro, Ancor si ttede che le cofcgenerate aman il cielo, pietof&,et uero padre,perla Ictitiac'hanogfanimali deh luce deh oh,et de la uenuta delgiorno,et per latri/hfyet raccoglimento channo per la ienebrofita del Ciclo¿con ucnimento de la notte• Di quefio son certa che mi sapreflt dir'moltopiu,ma a melajla quel che hai detto del reerpro* co amore delcielo,et de la terra, come buono,? donna,? de l'amor d'ognun'dt loro uerjo le cofegenerate,come amor dt padre, ZT madre uerjo U figliuoli, & coft l'Amore degenerati uerjo la terra, o uen'il Cielo, come d i j i ' glwoh ala madre, el padre * Ma quel che uorreifaper date, è se gli corpi celcFti olir al'Amore che hanno a le cofe del Mondo inferiore s'amano reciprocamente l'uno l'altro, però che attento che fraloro non e generation ne, la qual mi par potifftma cagione de t Amore fra le cofe de l'uniuerfo, parrebbe per queffo non doueffe e f f e * re fra loro ti reciproco Amore ,0*la conueruhtlc diteti itone. PHL Se ben frali celefìt mancala reciduta, etmw tuageneratione papero manca fra lor ti perfetto et recifro co amore. La caufa prittcipal'che ne mojìrainlor'amore è la loramicitia ? armoniaca cocordantia,cbe perpetuamele ji truoua in loro, chi tu sai che ogni concordanza procede da ucra amicitia, o da uer Amore, se tu contemplaci^

o Sophiaja corrcfjìoticlentia, ? la concordanza de h moti de coryi celeßtjdt quelli yrimi che si muoueno dal Levante al Ponente,et di quegli altri cheji muoueno al contrario.da Vonente in LeuanteJ'uno con moto ucloctßmo, l'altro con men uelocità,alcmitardi, & alcun altri tardtJfimi,quaU che uolta ft muoueno diretti, f qualche uolta retrogradi, & qualche uoltafiatinocome quieti in lafiationeapreffo la direzionene? altra aprejjo laretrogradatme,qual the uoltaJi diuerteno uerjotl fettentrione,qualche uolta uer f° jwrwfljqualche uolta uannoper mezo ti ^'cdiaco• Et un di loro qual7è ti Sole nonßparte mat da quella uia dritta del ^odiato,ne mai ua uerjo settentrione ¿te uerjo me zo giorno,come fanno tuttigfaltri Pianeti* ti se tu conofcef Je ìInumerò degl'orbi celali,per It quali fonneceffarij It di uerjt mottjlejue mifurejefueformereipofttioni}e'fuoi pò* li/fuoi epicidi,e'fuoi centri, CT* centrici, un afeendente, f altro difendente, uno Orientai*del Sole,Fabro Occidctw tale,toninolialtre cofe,che farebbe cofa longha da dire in quefìo noflro parlamento,vedresti ma ft miralif corri> fj>ondentia,& concordiaJi diuerft corpi,V di difformi moti in una harmomatunione,che tu rejlarcfli flup fatta ie Taduedimento de Tordinatore. QuafdimoBratione di uer amore, et di perfetta dtlettioné de Vuno a Valtro,èmag giore,che uedere unaftfuaue conformità, pofia O* conti* nuota in tanta diuerfttà * Pittagora dicem (he mouendofi li torgicelefìi generammo eccellenti uocijorrcffondentt fw tia al'altra

1 s m a ?altra in armoniaca mcordantia,ìa qual mufica celc Jle dtceua e f f e r e cagione de lafufientatione di tutto Lunwer fonelsuopcfo,nelfuommero,&*nelasua mifura, afjema solamcte l a p r o f a , ? L'altro ne u e r f o , ne fabula u f ò , ma orattone dtfapltna» let P HI. Nm romano mai le leggìi piccoli, ma folamen te (grandi, Platone diurno uolendo ampliare la selenita,1 e* uoda quella una serratura,quella del uerfo,man7leuo l'ai tra de lafabula,si cb'eghju il primo,che ruppe parte de la leggie de la conferuatione de la scientia, ma in tal modo la l a f s ò chtufa c o l j ì t l e f a b u l o f o , che b a f l ò p e r la conferuatio* di'ampliatane, ne dt quella. A r i f i . più audace, ? cupido ton-nuouo,&* proprio m o d o , & Bile nel dire, uolfe ancorleuare la serratura de la f a b u l a , & rompere del tutto la legate conferuatiua, e7" parlo in B i l e scientifico inprofa, le còfe de la Vhtlofofia,è benuero che usasi mtrabil'artjji* tio nel dir tanto breue,tanto comprenfiuo,ZT tanto d t p r o fondaftgmjicatione, che quetbaflòper la conferuatione de le scientte in luogo di uerfo, di fabula,tanto che r i f p o n dendo egliad AÌefandro Macedone suo difcepolo, ilquale gli haueua scrittoci ntarauighaua che haueffe mantfefiato i Libri si secreti de la sacra Vhtlofofia^h n f p o f e c h e i Li* bri suoi erano editi,et non editLJìditi sohnute a quegli che gli hanno intefi da efjo* D a ( j u c f l c p a r o l e notarai,o Sopha ladjicultàe artificio,the è nel parlare d ' A r t f l . S O* Io la HH

noto,ma mipare flrano d'egli dica, che non l'intenderà f e non eh l'ha tntefi da lut,perche molti Vhtlofofi sonjla^ ti di piche l'hanno inteft tutti ,ola maggior parte ,per la quaVcoJa cjucjìo suojarlare nonsoìamcnte mi far menda* cc,m7 ancora arrogatela- che se li detti suoi son netti deb* beno e j f e r e tnteji da buoni intelletti, se benfuffero ajjcnti, che la scrittura none per Jcruir a preferii, ma anelli the son lontani tntempo eh" ajjcnti da loro,perche nonpo tra far la natura che tali ingegni pojjino intendere Ariti* per le sue feriti are, fen^a hauerle udite da luu PHL Ben farebbe Brano quefto detto d'Aristotile se non hauejje altra intentione. S O. Che altra• P H I . Egli chiama aw diente suo colui, l'intelletto del quale intende, & phtlojo fa al modo dei intelletto di e j j ò Arijlotilejn qualft uoglia tempo ZT terra che si truoui, ZT "vuol dire che lefue parole scritte,non fanno ogni huomo P hilofofo, ma solamene te quello,la cut mente è diJpoFta a la ccgmtionephtlofojicat come fu la suafST qu:Flo tale l'intcndaragl'altri nò,come intcruienein quella phtlcfjphiatl cutfenfojla cbtujo fotto finitone poetica• S O. Secondo quefij Art Fi. non fece ma lealeuare la dijflcultà del uerfo, CiT de lafabula, poiché lafciò la dottrina con tanta altra serratura,che bafiaua per la conferuatione de la sdentiate le chiare mcti.PHÌ 4 Bgli nonfece male perche ut remedtò con lagrande^a del suo inoe£nio,mx diede ben audacia adaltri non tali diferiuere in proja sciolta la Vhilojofia& d'una mamfcjlationein l'ai'

«

io

tra}uenendo m mente inatte èjlato cagione di falcarla3cor romperla¿et rumarli* SO* Ajjaimbaìdetto

di qucjlo ter

marno agl'amori poetici de li Dei celefìt, che ne dtct tu di queglu PHI* Tel dirama prima bai da sapere,che, quali, et di quale maniere sonquejlt Dci poetici, et ¿tpot saprai degl'Amori loro• S O . Tu hai ragione,etperò dimmi

pw

ma che Dei sonoquejlu P H U il primo Dio aprejjo h Poe ti,è quellaprima caujaprodutttua.conscruatrice di tutte le coje de l'uniuerfo.ìl quale comunem7te chiamano luppiter• che vuol direpadre Luuatore, per ejjere padre limatore di tutte le coje,pei che dt nulla le fece,et li diede fejjere, et gli Komai lo nominarono ottimograde,perche ogni iene et ogni ejjereprocede da lui • btgh Crea lo chiamomo ^'efs, che 'vuol dire ulta;, perche da ijjo bario tutte le coje ulta, arzi egli è utta d'ogni cofa,c ben nero che qmflo nome

luppierfu

participato da Ìontipotete D/0 ad al uè de le sue creature le ptu eccellcttjU nel modocehjltale sorti qutjlo nome,ilfeco' do de U sette Pianeti chiamato.luppiter, per ejjere fortuna maggiore,e di chiarijjmo JpL ndore, et di ottimi effetti rei modo inferiore,et quello che migliori,più eccelliti,et meglio fortunati buomintfacciaccia sua coflellatioe,et

influTtia,

et nel modo ufcrtore il fuoco elemetale fi chiama ancera ìuppiter,per ejjere il più chiaro,et il più attmo dituttigl'cle nenti, et come rnta di tutte le coje inferiori che (secodc dice Arifl.)colcalorfi

utue.Qjjcflonomefu

ancora pattteipato

agi buomini ad alcut cccelldijjimigradem7te lurntim a la generationehumana, come fu quetlifma

d'Arcadia, che H H

ij

andato in falene, Or trouato quelli Populi ro^

di

he filali coiìumt,non solamentegli donò la legge fiumana, ma ancora mojlrò loro il culto diurno,onde esji lo piloro no per Re, ? l'adorauano per Dio, chiamatolo luppiter perla partteipatione de leJuc Mrtu,similmete luppiter Cre tenjejigltuolo di Saturno,che per l'ammintftrottone,chef e ce in quellegenti, melandoli ti mangiare carne bimana, e7" altri rttibejìialimoftrandoh

t cofiumt bimani, e le co*

gmtioni diurne,ju chiamato luppiter, è* adorato per Dio, per ejjere al parer loro mejjo di Dio, & formato da cj' Jo,il quale loro chiamauano luppiter S O. Chiamauano jorje li Poeti quello sommo Dio per altro nome proprio • P HI. ProprtamTte il chiamauano demogorgone,che vuol dire Dio de la Terra, cioè delfuniuerJo,o uero iddio ferri" bile,per ejjere maggiore di tutti • Quejlo dicono ejjere il produttore di tutte le cojc, S O , Doppo il sommo Dto}che altri Dei pongono tPoeti-.P H i • Pongono prima i Dei celeJh,come sono Polo, Cielo, Ethcre,Cr li sette Pianeti, cioè Saturno, luppiter, Marte, Apollo, o fia, ti Sole, Ve nere, Mercurio, Diana, o Jtala Luna• l quali tutti chta* mano Dei,? Dece, SO• ConquaCragione aplicano la dei" tà a le cojc corporee,corno son quetìccelejìt » P H I * Per la loro immortalità,lucidità,^grande^,

CiT per la lo-

royran potentia ne l'uniuerjo, f majjimamente per la du uimtàde Vanirne di quelli,t quali sono intelletti separati da materia, O* corporeità,purt ? sempre in atto, SO* Sten-

31

àejt più ilmmcdi

hjcende nel Mondo inferiore,per gl'elementi,

• P H I . Si, che

Dio apreffogjtantichi

Mari,

fiumi,?

che li Poeti chiamano dei

le montagne grandi del

do inferiore , chiamano a l'elemento del tucco a quel de fAerelunone,

al'Acqua,

a la Terra C eres,0*

non mut,ne senjibih,priui

de

P H I . Li chiama tione degli Dei. S O. Ho affai de la natura degli Detgc' tilt, ? de la sua multifar/a appcllatione* Dimmi bora de i loro

33

loro mori the hi noflro intento& comeJt può penfarc in loro propagaii&negeneratiua, JKeJJiuageneolvgia, secondo pongonoi Poeti, nonsolamentetn quegli buomtni heroictjt quali chiamano Dei participatiui, ma ancora ne gli Det celejli ? inferiori,™ quali fare ajfurda cofa la io* fctuta,mairimonij, propagatone che narrano di loro. P HI* Qia tempo c di dichiararti qualcheparte degl'amo ri di quelli& de la lorogemratione. Sappi,o Sopbta che ogni generatone non èpropagatone carnale, O* atto la* Jcttio,per che quejlo modo di generare è solamente ne gli buomtni, O* negl'animali ¿Pure la generatione è comune in tutte le coje dei Mondo, dal primo Diojina l'ultima co fa del Mondo,eccetto cheejjoc solamentegeneratore , O* nongenerato,l'altre cojejontuttegenerate, la maggior parte ancora generatrici,le più de le cofegenerate ban» no dueprinctptj di suageneratoneJLunoformale,f l'altro materiale,onero uno Dante, & laltro recipiente, onde i Poeti chiamano tiprincipio formale padre Dante,? 11 ma" teriale madre recipiente, per concorrere queflt dutprin cipij ne lageneratione d'ogni generato,fu dibifogno che L'un Xaltro s'amafjero, et.sumjjero mediante l'amare, perprò* durre il generato,comefanno li padri, CT le madri 4egli huominijO' degl'animali, & quando qucjla coniunttone de dueparenti degenerato, e ordinaria ne la naturaci chiama (aprejfo i Poeti) matrimoniale, f l'unofi chiama il marito,& l'altro la moglief Ma quando ccogniuntione II

ejlraordinarta,si dice amorofaj uer adultera,^

ifarctt'

ti,o siagenitori si chiamano amanti; Si che tufai confati' rcgl'amori,imatrimonìj,legeneratioMJparetitadr,etgencQ>' lo^e negli Deifapertoti,inferiori, SOAot

sen^a amiratione,

ho intefo, CT mi pace f Limoniciperche il ffirito intJlcttnale/he muove i tic lijCauja la sua confinante comffonientia mrficaie,de qaal calami • Pan fece la fjftula,con Jettedi lero,cbe vuol'stgni Jiiare la congregatione degl'Crbt de sette pianeti, et le sue mirabili concordarne barmoniehjO* perqmjlodiccnocbe Vanporta la vergba,et lajijhtfa con la quale sempref(to* na,perche la natura di continuo si scrue de?ordinata mu* iattone de sette Piane ti,per le mutationi continue del Moti* do inferiori ; Vedi o Scpbia,comebreucmenteiot'bo detto il continente de l'Amore di Pan son siringa. SO» Migut. Jla l'innamoramento di Pan con Siringaferrei bora sapere lageneratione,matrimonjjtadultei^,(!7* innamoramenti de gl'altri Dcicclcfli,e r quali sonno le loro allegorie• PHI* Ti dire it quelli qualche parte sotto breuitl,perche il tuUo sarebbe coja lunga,fajlidtofa, L'origine de gli Dei ce* leffi mene da Demogorgone,et da hfirn dui nepotijfgliuolt

di Herelo, o uero secondo che altri uogliono fuoijìgluioh proprìj, cioè di Ether,0*

di Die sua sortila, Cr moglie

dt /i è coft, che dicono che lui mojlrò al vulgo ti modo del bcnuiuerè,uietanioh di molti uitij che ha ttemno,però che mangiauano carne humana, etjacrtjicauof^ egli gli leuo da quella inhumana consuetudine. Si' gmfica che luppttcr celefle, per la jua benignitàprohtbijce agl'buomini ogni crudeltà,{T gli-fa pietàfi ,ctglt prolon jpreferita

la uita,&*gli difende da la morte, onde

ejfo Gioue ingreco si chiama ^cfs,che vuol dire uita-DiiO^ no ancoraché

ha dato legate,? religione, ? conFìituiti

tcmptj,pcrocb'el Pianeta luppitcr porge tal'cofe agl'huo mini ,facendolt regolati, moderati, &* attenti al culto dù uino. Dicono che acqutjlòla maggior parte del mondo Ja quale diitife fra suoifratelli,figliuoli,parenti, GT amici, (27* per fe ttólfe solamente il monte Olympo,nel quale fa' ma lafua rejtdentia, f gthuomini andauano adomanda*

4Ì re tiJum retti iuètcjtO* egli fattua ragione, >ujhtia ad maparte ,perVapprojJtma*

tione deCieliptr

il loro continuo moto sia la più calia*

Oade (per L'uniuer[alita de l'Aere intatto il giohoa che è pm appropriato a lunone)eJJÌi e la mtugoueriiatMcdt tut U il Mondo de lagencratione, ? degt elementi ; Si come Gt-jttc eh airi»gommatrice de li corpi ccujìt,ma s'appra pm al pimela ìuppiter,per the al più benignojet eccellete te^O* il più alto da poi di Saturnojche è il padre suo aoc l'intelletto che è produttore de VA nma (eL>fte,0* sua madre che ed centro de la terra,&

Opti

la materia prima«.

luppiter rejla mc^o nel cehjleche è principio e padre de gl'altripianeti^

dt Cielof ? dijua sonila Imene, che

contiene tutto quello che e dal centro de la 1 crrajiuo al Cic Ì0jO* ejfcndo contigui l'uno con l'altro-Si chiamanofra tei li*®*ji dice chi sono nati d'imo medefmo yarto,pcr deno tare ctiel Mondo ceLJle,? l'ckmetaie formo infume pra datti da l'intelletto padre,? da la materia madre (secondo dice AnafagQra)conforme con la sacra scrittura r.e la prò* dutttone,o nero creazione del Mondoquando dice che d'un* principio,ifsemenza de le cose,creò iddio il Ciclo

la

terra,et dicoro che Imone ufa prima del uftre de la madre perche wudcuono che la formatwe

àtuttoFumuerfopm

ctpiajje dal centro,et chtfujfe coji succeffw.amente,salendo Jino alaaramfirefitia ultima del Cicloteome urbe re che uà da enfeendo fino ala cima ¿Conforme al detto del salmfia, che dice midi che crei Dio Terra, & Cielo ^ che ante» pojc tw l'ordine de la cttatim

l'inferiore al superiore

44

corporeo,fi chiamano congiunti in matrimorij,pcr' the ( come disopra iho detto)ilMondo celeffe è ucro Ma* rito del Mondo dementale, che es la sua nera Moglie IV no agente, ZT l'altro recipiente, & ft chiama lunone, per che gtoua, quafi come la deriuaticne di Gioue,per die ambi dui giouano et lageneratione de le coje l'uno come fa* dre,Z9" raltro come madre-Tutta uoltahmonefi dice dea de matrimoni},& lucina de le partiate¿perche cllae uir tu gouernatrice del monioj de laconiuntione dcgl'elcmen» ti,Cr de lageneraùone de le ccfe, SO. M/ bofa quefio de la loro coniuntione ; Dimmi hora de la lorogeneration* di hebefemmina,? di Marte nwtfchio • P H I . Tingono chejlando Apollo m caja di iouesuopadre,diede mangia* re a limone sua matrigna latughe agrcfle fra l'altre cofet ondeeffaeffendo primaflenle di subito s'ingrauidò,et par* turi "vna figliuola chiamata Hcbeja quale per la sua belle ^a fu detta dea de lagiouenttir é* maritcfficon Hercole, S O • Qjud'c l'alee otta. P H I * Effcndo il Sole che e chiamato A polline in cafa dt Gtoue suo padre, doì in Sagi tario che è ti primo domicilio di Qioue/t di lifina T>ejce che et l secondo scarto di Ione nel zodiaco, et qucflcc da rr.^o Novembre finamezo Mat-^opcr ilgrapfreddoJ& molta humtditadiejfi meft?fingrauidòlunone che e il M'odo eie mentalepqueflo s'intende quando si dtee Apollo hauctgli dato mangiare latughe agrejle, le quali scn molto fredde, humide, le quali due qualità fanno ingrmdare la

terra ejjendo iterile de l'Autunno pajjato, O* le raita éelìe semente de le tofeprincipiano a l'bora a figliare utr» tugerminatimi,che e aera cancettionet&* ella mene a parta, rtre ne hiprimaneva che èpajjando ti Sole dipefcein Arie te,perche a l'bora agni pania èjiortta,etogm coja rifugio uentf ce, perciò ella si chiama Dea.de lagtouentù,che in e f f e t t o Hebe e la. uirtugerminatiuade laprtmaueraja qua le e nata di Gioite celcjte, et di tunone terreìire, de* mentale, per intercefjme del Sole ; Et dicono marttarfi ad Hercole,perchegl 'baomtni eccellenti,famoji in uirtu, si chiamano H ercuìt,per che la fama de takbuominiÀsem pre matcgioueiic,& mai nonmuore,ne s'macchia. SO» Hotntejo di tìebe,dimmi di Marte lorojigliuclo. P H U Marte come tu sai e"pianeta caldo, produce caltdità nel Mondo infermerà cptal caltdità mejcolata con l'bttmidita significata per Hebe,fa lageneratone ai (fuetto Mon io inferiore,che ¿significataper lunone. Si che queftajì' gltuola, O* qiteflojìghuoloparturt lunone di Gioitecele> ile con i quali si fanno poi tutte legenerattoni inferiori. Ancora dicono che si come Hebe significa generatone vniuerfale del Mondo, cofi Marte che c comburente, deffruente Jtgnifica ¡a corruzione,la qualeJi caufa,mafft* mamente dal gran caldo iella fiate,che difecca ogni burnì' dita,si che yuefìt dutjighualt di [oue,®* dt lunone, son* no la generatone, CF corruzione de le cofe, con le quah il Mondo inferiore si continua, & perche la corruzione non dertua



àcrim dal principio celejìe se nonper accidente, per che la propria opera, intentione è lageneratione, perciò àteo* no che ìmoneparitari Marte,per laperenzione de la vuU uà,per che la corrutHone uiene dal difettopercujfme de la materia,ma non da rintentione de l'agcte.SO. Mi piace Vallegorico del matrimonio O4 dela legittima generatone di Gioite, et Imone; uorrei sapere qualche coja de loro ima muramenti& firaordinariegenerationi, come quegli di Latona,d'Alcumena, K2* d'altri • P H I • Dicono che lo uè s'innamoro di Latona (tergine, & che l'wgrauidò.La qual coja Sfiorendolo aframente lunone, non solamente eommojjè corttra di lei tutte le parti de la Terra, in modo che nijjitna nonlariceueua, ma ancorala fece perfcguitarc da Vhitone serpente grandiffimo, che fogni luogo la fcac ciaua ; Onde ella fuggendo uennb ne f l j o l a di Dclos, che la ricettò, GF quiuipariurt Diana,? Apolhne,maDmna ujci prima& aiuto la madri ¡facendo CcjftttQ di Luana nel najcimento à*Apollinei cuale nato che fu eoi suo ar co,0* saetteama^ò il detto Fiutone serpente. S O, Dimmi l'allegorico* P H I . Significa che nel Dilumo, f anche poco dtpoi era l'Acre tanto ingroffato per li uapori ie Fac quache eopriua la terra, per legrandi, & continue piog' gie che furono nelDiluuio,che nel Mondo non appanna ht ce lunare,ne solare,per che i ¡erragli non potcuonofcnc^ trare la denjità de VA ere• Onde dice che Latona ( che e la circtmfcKntta del Culo, ione m la ma lattea ) eragmnia

di Ci otte suo amante, lume lunare^t

f uolendo parturire

ne Vuniuerfo

solare poi del Dtluuio,ìtmone(che

V Acqua, ZT la terra) sdegnatapergelofta dantia,impediva

con lafuagraffila,et

parto

^T 11 apparinone

di Latom,

nelmondotin

con

del S ò i e d e la

¥ito*

bumidita

con l'afcenftone l'Aere

) cherejìo

parturire serpente

tcrrejìrt.

dt Dclos

(doue pnma $i purifico

salfcdtne

delMare)Latonaparturì

Finalmente

l'Aere

ne

na,per che prima fu l'ap partitone

quella

&

ne

delà

apparfi

de laLuna

le

rifila

nata prima

Dia

Luna di notte,

&

nel giorno dtfposequella

dicono che ama^ò

seguente del

cheprohihiua

ammali/

SO.

Quale

w Sole,

fratello

col suo arco , e7*

ti Sole come apparfe

t suai raçji Thumiiità ¿eie piante.

su*

poi del Dtluuio in De

{ome se fuffe fiata Lucina de la madre nel parto del

sartie Pwrone serpete,eue

appo*

per la siccità de la

la Luna el Sole,et dtafieffere

f nato che fu Apolline,

uapori,

Diana,Apolline,

perche t yrect t'emano che primamente

modo che Fappartttonc

Di"

era cantone de la corruUtonc de

tutti gl'animali

mccft Apolline,

del

continua de

non lajaam

humtdità,perche

P H I , Tip

Luna

ZT oltra di qucjìo che

rire i rag^t lunari, ne solarichiama

dipoi

Itsuoiuaporiil

potuta uedere,

che in graffando

los appari

graui^

terra

(the era lavande

piantedi

di quella

che in niun luogo de la

luuio,laperfeguitaua

perflaa

¿l'Aere

modo che ftceua

era rtceuutane ne serpente

ti

atte eco con

la generatane l'arco

otrei dtre che è la circunfercntta

degli

d'Apolline• del corpo f O"

4* tare He la quale efcono raggi a modo M saette, eie le saette frefaf pongono Varco, ma in effetto Farco £A folline,e uno altro fin froprio, il quale ti dichiarerò quando farle* remo de suoi amori, O* io fotrei dirti *vna altra allegoria fiu antica dotta,®* safiente del nafcimento di Diana, Afolline* S O • Dimmela ti frego • P H I . Denotala loro f raduttìone ne la creatìone del Mondo, conjorme la maggior f arte alla saera scrittura mofatea, S O • A che modo • P H J « Seme Motjes che creando DÌO il Mondo Jufcrtore cele Ìie,etFó^criore terrefir e,ch^el tcrrcjlrc con tuttigl'elementi era confufo, & fatto vno abjjò ti ne Irò* fo, & ofeuro, & che fjnrando ti ifirito diamo so fra Acqua de Ftfbtjfv prodhjjL la Luce, O" fufrtma notte, CiT poigiorno ti difrimo ¡Quejlo ftgntfica lafattola del farto di Latona, la quale è laftjìartia celcjle, de la quale ejfendo innamorato Giove, che è il sento iddio creatore di frittele cofe,Fmgramdò de t ccrfi lucidi,in atto maffmanie* te del Sole,? de la Luna,? non confemendo imene (tbe e ti Globo de gFelementi che era confuso) t ccrpi lucidi con It suoi ragginoti la foteumopenetrare, an^i erano re* buttati da ogniforte del globo , oltra di qucjle Cabtfjo de V Acqua che è ilserfetc Vintone,tmfedi-al Ciclo il partii* rire la sua luce del So!e,et de la Luna so fra laterraJttnalmente in Delos lfola(che c il difco feria de la terra )che nel frincifionÌfragrale,fojla a modo d'malfola dentro de Vacane affarirmofrima,fero che lafeofertura del1acqua MM

tj

VAtre non eraqtmftgrojfo, onde ne la idem creatìone ji narra,(he doppo de ertati mi primo di, la notte 0" il giornofuroricreati nel secondo di, f fìefo ti jtrmmcnto etherco, che fu la diuiftone de l'Aere, de l'Acqua, CT de la Terra, O* di poinelter^o di fu¡coperta ejfa tara,dati do principio a la produtione de le piante, 27" nel quarto di fu l'apparatone delSole,& de la Luna sopra la terra pa scopertaf che e lajìgura delparto di Latonane tifila di DclaSjnci quaÌparto si denota ejfcrc la loro gramdantia delprtmo dì,et fi parto,et apparitile nel quarto di, de sci dt de la creatione.JEt diamo che Dima ujciprima,& the fu Lucina adtutrice ne la natiuita d'Apolline,piròe la net te ne lacreaHone precedette al giorno,? hraggilunariprin ctpiorotio adtfJ>orre> l'Aere a rtceuere ifolari, Apolhne ama^òPhttone che e Tabtffo,perche ti Sole con li suoi rag et aniodtseccando,ct scoprendo ognora piala Terra,furi* picando l'Aere,f digerendo l'Acqua,et confumandaqaeU la humidita inàtgeflà,chcrefiaita de Yakffo in tutto tlgh ho,che wpediua la ereatione di tuttig?ammali, se ben non prohibtua quella de le piante per ejjcre piti humtde• Onde nel quinti) di de la creatimte, òefu il seguente alla apparì* tionedehmwari, furono creati gfAnimali volatili, & aquatici che erano li manco perfetti,O* ndsexto finitimo di de la creatióne, fu fornata l'haomo,comepiù perfetto di tuttigì'Marion,a Fhora ehel Scie,? ti cielo già hammno drfpjjh talmcrrtegl'clementi,et temperata la Uro mijìime,

47

the f i potc fare Si quella animale, nel quale simefcoìafjè il Spirituale col corporale,? il ituino col terrejlre^t Tctc r no col corruttibile in vna mirabifcompofitione» SO* Mot» to mi piace queila allegoria/tla conformità, cbebacon la cr catione narratane la facra scrittura mofaxa, CT quella contmuationc de l'opera de li sci uno doppo l'altro,O* neramente è da admirare poter'najcòdcre c o f e f i grandini alte sotto uelame degl'amati carnali diloue¿dimmi ancor se in quelli di Alcumena cfigmficatione alcuna.PHì, Lai jintw: e* che Gme s'innamoro d'Ahimena/t uso con lei informa d'Ampbitrione suo marito, et di la nacque Her-* col:, et tu sai che Hercole a y r e f f o li Grcci "vuol dircbuo* mo dgraffino f ccccìlcnte in utrtu, f quefii tali nafeono di Donne bencomplejfionatc belle ? buone,come fu Aldi mena chcjuhonefìa/JT* formo fa amatrice del suo manto, delle quaf donne fifa ole innamorare Gtoue, influtfee in quel'c le sue Iamali uirtn,tn modo che ccncepifcano prm dualmente di e f f o Giove, Et suo marito e qua fi ¡frumento de la concezione , O* queiìo vuol'dire che Ione uso con lei informa d'Amphitrtone suo marito, però che il seme d'Amphitrionesenon f u f f t U virtù,? ufluentia di Ciò* ue j era degno a poter generare di quella llcrcuìe, il quale per le sue dtuine uirtu partidpate da Ione fu vero J j f J t u c l o ¿1 Giove, ZT figuralmente, ofìrumentalmente di A mpktrione, ET u f i s'intende di tuiii oh h uomini cc (clic ti cheft p offono ancorchiamare H ere uh, mie quello

chìarijjimojighuolo$Alcumena* SO, loues'intima* ropurd'altri,07* hìbbene di moltijtgltuolt, dimmi quaU che coja di quelli • P HI. Molti altri innamoramenti aplù cano a Ione, Ci?" la cauja è,per che ti pianeta Ione c ami* cbeuole da je, CT inclina li suoi ad amictiia, e amore,0* ben che il suo Amore sta L'bonetto, non dimeno hauendo ne lanatiuità de nati sotto la sua injluentia (i quali i 'Poeti chiamono suoiJglwoli gl'altri pianeti ,ghfaejjere amatori de lecoje hottette, mttte con quelle de la natura di quel Pianeta* Onde egli qualche uolta da vn amore netto puro¿chiaro, manimetto, Or foaue jecondo la Jua propria natura iouiale ; Lt di quefia manierafingonoche amajji Leda, 07" (heujajjè secotnjorma di cigno, per che il Cigno c inarco, netto,IT chiaro, dijoaue cantare, per quefto ejjà Leda il preje , & poi fi truouopreja da lui, CT partun ct'cjja Cafiore,Ó* Polluce vtuno parto, i quali Jt chiamcrono Jigliuolt di Gioue,pi r che furono eccellenti in uirtu,ZF co+> Jt ancora Helena per la sua chiara beitela a modo di cigno, et li duifratelhjurono coucrtiti da Ione m l segnò di Gemi 'viper efjcrecafa di Mercurio che da la Joaue eloquentia signjicata per il foaue canto del Cigno , denotando, che la parità de l'Animo conia dolce^a del parlare e*gran cauja £ Amore , & amicitia • Alcuna altra uolta lene da il suo amorebonettonon cofiapparente, O* mamfe* fto^ma nebulojo, intrinseco, ZT coperto, pereto di,

48 cono che amò la figliuola diìnaco, di muoia. more

la canale hebbe

Et se Juppiterbacommertiocon

tendente al ¿eicttabile,onde ottenevi

Europa informa d'un 'bel toro,per di Venere.

con Mercurio

tendente

daamore

rio è procuratore

all'utile

commistione

amajje,

cheii

ccmmcrtio

che

ejfere l'huomo

amore,

ufajfc con Ajlcrie

diflato,

informa

JteonlaLuMjfaunoamore

con Marte,

a • Et

d*Aquila;

tenero,

diB eroe sua nutrice.

g'ire-Et Jh,d

hauendo

boncflo,?

parte rozo,f

cheamaffe, Etmefcelando'

Onde dia-

&

inforna Unfcriori

con Saturno,fa

OndcJjn^ono di Satiro,che

copiefjionato fcT*

Ancora

difttU

un'amor

intellettuale,

ha le

mi f

che egli amaffe,

di capra,perche

dà amor femminile,

di Cad->

comburente,

brutto jn parte humano

corno c cafa dt Saturnoj femminino

Et e f fmio

quel'

otenne Eginainforma

mefcolamento

immondo-

haueffe Antiopa ri d'buomo,

amo,et

di

3

C T pio,come

fa uno amore caldofocojo,?

da

battendo

dominio

nero de la nutrice alfanciulltno,

di tal modo dicono,che

amò,

amato

cono che egli amaffe , f otteneffe Smeleji^lwola mo injigura

Merci'

qttaì cofa significano,ponendo

lo de la madre,o

se*

dicono che egli

rtceuono comepiog^

col Solerà

grandi altere,la

,pir

Va'

di ptogfria d'oro per che la libera*

de le riche^e,fa

quegli kfogno fi ¿bela

fa

l'i se egli ha

de lefuflantte,pereto

Danae in forma

hdiflrtbutione

&

Venere

pongono che egli

gno del toro è domicilio

? fruì

informi!

in GT

partifuperios

il segno

Capri'

se lotte si tritona

insegno

? però dicono che

amaffe,

Cr bituejJèCaii flotte informa di femmina^ B se stinto» ua infegno mafadino,majftme in cafa dt SatttrnojcioctAqita rio da amor mafculmo,ondefingono cheeffo amajfe Gatti' mede fanciulle, QT che egli il conuerttjje in Aquario se* gno di Saturno in tutti juefìi innamoramenti, KT altri di Gioite, ancora potrei dirti piùpene allegorie, ma le lafcio non effendo troppo importanti,per schifare proietta,bafia che tu sappi che tutti t suoi innamoramTti denotano manie red'Amori O* d'amicitie che dependono da l'influffo di ìoue in quegli che saridominati da lui ne le ¡oro natiuUa, il quale tnfluffo quando il da solojO" quando accompagna* to in dtuerft segni del Cieto, denotando il numera grande de suoi dtuerftagliuoli Tbijtoriadi qmgli che partici* por otto diuerfamente le virtù di louc,le maniere dt ta* le participatione • SO* Affai balliamo parlato degl'ai mori di Gioue, dimmi di quel famofo innamoramento di Marte suo figliuolo con Venere. P H h Già di sopra hai saputo il nafeimento di Marte de lapercujftone de la vulua di limone, che significa ch'el Pianeta Marte ccaltdijftmo, Pattino, et incitatalo a lagencratione del Mondo inferiore chiamato Iwone,& caglinolo di Gioue,per che e ti Piancta chegrèprofjimo inferiore di lut,%r ti panda Vene> re ¿secondo gl'antichi seguita in me^o dipoi Marte poscia seguita Mercurio,di poi ti Sole,®* dtyoi la Luna• Ma li piti moderni Aflrologi pongono il Sole fra Marte,Ve nere,de la cjttaT Venere dmerfe cofefingono i poetiQuaL che uolta

4*

che uolta la chiamano magna, amicando le cofepu ccccU lenti de la natura a lei,&* (he ella èfallitoladt Cielo pa* dre,& dt Die Madre, gh dannopirpadre il Cielo ,pcr cjfere Venere uno de li sette pianeti celefii, & per madre il di,per ejfere molto chiara, W quando c mattutina antu cipa il dt,Ò* quando è ueffertiua il prolonga, dicono che parturi ilgemmo amore di Ione , & le tre sorelle chia> mate gratie, intendendo che l'amor negl'inferiori,procede dagli dui parenti benigni,chiamatifortune ,da louefortuna maggiore,? da Venere fortuna minore,ma Qioue in luogo di padre per la sua superiorità, &* eccellenza mafcuhna, ? Venere in luogo di madre,per effere minore ,pu< beffa, & femminile- Ancora l'A more dt louc L bonejìo,perfet> to,ZT mafcuhnO)? quello di Venere e ¿eicttabile,carnai leimperfetto etjemmimle, onde fingono quejlo amere nato d'ambi dui ejfere Gemino,per cjferecompofio d'boncflo, & dilettabile,& ancoper che iluero amore debbe e f f e re Gemino,?"reciproco ne due amanti, ondegenerorono in> fteme legratie,perche l'amor non e mai senzagratta d'arni be due le parti* Dicono che quefla Venere,(tenendo in cafa di Marte causa fune in quella,significar,do che quando ne la natiuità d'alcuno, Venere si tritona invno de li suoi se» gni,cheson'cafedi Marte in Cielo,cioè in Ariete,o itero in Scorpione,genera furioft amanti,& d'addente amore,per la caldera di Marte • Et cofi e quando Venere ha afpet> to con Marte, O* la dipingono cinta del Ceflo, quando fa

NN

toniugij

no^e, per significare ti gran ligame, GT «/«>

ftf/o infeparabile,che pone Venere fra i congiunti in amo* re- A pheano a lei de ¿d'animali le colombe¡per ejfere moU to dedicate al coniugio amorofo,0" de l'erbe il mirto, fi per il scarte odore,fi perche s7pre e uerde come f Amore, An eora perche s:tcceffuanicte,il mirto ha le foglie a due a due, perche l'Amore esempre Gemino&

reciproco ¿ancora il

frutto del mirto ènegro,adenoiare che l'amore da frutto ma nincomco, & angcfliofo, de Itjiorigli danno la rojaper laftta beitela, ZT soaue odore&

anco per ejfere àrem*

data dt fftnc acute, per che l'Amore c circundato dipajjio* tu,dolori,ZT tormenti pungitiui «SO*

Quella Venere

che Ji dipinge nuda in Mare, dentro a "una conca natante c fucilamedejma.

PHI.

In effetto "venere humana fu

ma solajiglmla di loue, ? di Dione, iT fingono efferfi maritata ¿on Vulcano,ma in effettofu maritata con A do* ne,altri

credono che prima fi maritafft effettualmente

con Vulcano,& di poi con Adone, Queftafu

Regina

in Cipri, f tanto dedita a fAmore concupifcibile,chemo' flro,etfece lecito a le donne fejfere pubiche,per la suagra belle^a,^ relucente affetto fu chiamata Venere afimihtu dine de la chiare^a ili quel pianeta, filmando che quella ce* lefte influifea in quefla,non solamente gran belle^a,ma an* cora ardente lascivia, secondo c sua natura di caufare nel Mondo inferiore uita ¿eicttabile,

gencratione concupi-

fabile.Onie Vcnerein Cipri fu prima adorata per

Ita/

s o implicata,ma

lipoeti sotto ueìame di qucffa molte ccfe

Jinte hanno detto/he sonoftmulacro de la natura, coMfhfflotte,O4 effetti di Venere celijle,?3* le sue eccellenti utr tu sonno fignjicate sotto nome di Venere magnajìghuola di Cielo, O* dt Die (cornerà tho detto) ma la sua incitatione a la lafciuia carnale, t Poeti la demofìrano narrando un altro suo modo di nafctmTto-Dicono che Saturno tagliò cu la Jalce i tcjlicoli a suo padre Celio,et altri dicono (he lotte fu quello che gii taglio afuo padre Saturno con la sua propria falccjfgittogh

in Mare,del sangue de eguali infume con la

fchtuma del Mare nac

» feriore, de la quale c proprio Firumento Venere} effendo quella che propriamente dal'appetito,O* uirtugeneratiua aanimali.

Dicono che Saturnogli taghòcon lafdce,pe'

ro che Saturno in Greco -vuol dire Crono s/he fìgnfica i fai ho intejo de l'origine, &* naJcimento di Venere, già e ttpo ch'to sappi del suoinnamoramento con Marte, PHL. Dicono che Venere fu maritata a Vulcano, il quale per ejjcre ^oppo ella s'innamoro di Marte animojo, & jirc mo in arme,col quale segretamente ajando fu utjla dal So* ìe,&* acujata a Vulcano,ti quale segretamente mijje w uijibilirett dtjerro intorno allctto, otte tutti duigiaceuano, & quiui nudi sitrouorono prejt, onde V ulcano chiamati gTDeiyrincipalmcte Nettunio,Mercurio,& Apollme, mojìra loro M.irte,f Venere nuJi,prcft ne le reti ferree, alcuifjettacolo si coprirono tDei per uergognia tluiso, ma Nettunno solo prego tanto Vulcano, che ajuotpreghi

Marte ? Venere furono liberati,per laccai cofa sempre dt poi Venere odio il Sole,tutta la sua progeme,per il eh e fece adulterare tutte le suejigìtuole, SO .Che dici adun quco Pbtlotic di tanta lafetnia,ZT adultcriofragli Del ce* lJÌl P H 1 , Non solamente è fcuntifica, ma ancora utile l'allegoria di quella fabula,perche dtmojìrache i'ecceffode U lajcma carnale}nonfolametite danna tutte lepotenttef f uirtu del corpo de Ì'huomo,ma ancora cauja difetto nel me* dejtmo atto con dimminutione de l'ordinario « SO, Dicbia ramela dijlefamente • T H I • Venere e l'appetito concit* pifciùtle de l'buomojil quale derma da Venere, che secondo lìefficacia de la sua influentia^ielc natività e grande ? intenjo, Qjiefta Venere e marita con Vulcano che e il Dio del Fuoco inferiore, il quale ne Thucmo c ti suo Ca' lornaturale¿he limita,? attua la comupifccntia,0* come. 5 HO marito gì'c sempre congionto attualmente, l qua! VW-1 cano dicono cjferefigliuolodiloueJ&* di limone, & che per fjfw^fp0 ilgitt crono del Ciclo, f da Tcttde fu m* trito} èfabro di Gioue,chefa li suoi artificij v VogUona dire eh'ci color naturale de l'hitomo, f degl'animali ¿fi* gito dt lotte,W dt lunone, perche ha del celeffe mfio con la materialitàper laparticipatione di Gioite,et del Ctc lo c suhctto de le uirtù naturali,animali,et wtc,li,ct per cagionc de la mifltone che ha con la materia}non e eterno come ti calor cjfettiuo del Sole/ degl'altri corpi cclefìi,ne man* co sempre potente, ne ancofi tritona sempre a un modo nel

X z torpo bumam,an^ come fa il typpo crefce, & poifcic ma¡monta, ZT pofcia cala,sccondo la diucrfità de l'età, C7* de le diffofttiont de l'buctno ; I t qmjlo \uol dire d e per effere ^oppofugettato dei Cielo,pcr che il color, ? Ialite eojécelcjh svio vmformi,et n?zoppc^ia/to come l'infcric* ri,0* che f u nutrito daTctide, che e il Mare, perche cofi ne gl'animali,come ne la terra,qucflo calore nutrito da ì'bu miditàjf quella ti sviene,f tanto hntenfo,o nero rcmif fo,quanto l'bmtdo naturaleprcpwtiomtogli è sajfitien' te, o mensujfdente • Dicono efjerefabro, O* artefice di Gioue,perche è mmiflrodi tante opcrationi mirabili, ZF iouialtquante sonno nelcorpohumano » Jffetido aduntg la concupijcentia venerea maritata, ZT congiunta col color naturale, s'innamora di Marte che è il f cruente dcfiderià de la lafciuia,perde egli dà ardente libidine, ecceffma imiti odi rata, £*r perciò diconocbe non nacque del seme di Gioue ne participò co fa buona de le sue, ma nacque de la percuffione de la vulua di lunone,che vuol*dire la uenew Jità del meflruo de la madre, perche Marte con le Sue * f denti incitationt fa fuperchiare la potentia de la materia di limone, sopra la ragione di Gtoue, si che la concupifccn te venere si suole innamorare de l'ardente Marte, onde gli A Virologi pongono gran Jtjjima amicitiafra quefli due Pianeti, (¿P dicono che Venere corregge tutta la ma* litia di M arte col suo benigno affetto, CiT che eccedcno io la Luffuria per la mi filone di ambi dui il Sole ( c he e

la chiara ragione humana) gì*accufa a Vulcano dando a coiofare che per quello eccedo il calar naturale viene a mar care,onde pone inuiftbili catenese le quali uergognofamens te si truomno preft ambi dui,^adulteri,per che come man ca il calor naturale, manca la potenti* de la libidine , ZT etij ecceftuiji truouano legati sen^a libertà nepotcn tia,nudi à'effetto, G7* suergognati conpemtentia,ZT coji svergognati Vulcano gli mojlra agli dei ;Vuol dire che fa fentire il difetto del calor naturale a tutte lepotentie hma ne¿he perle sue virtuofeopcrattoni si chiamano diuine, le quali tutte rimangono difettuofe col mancamento del ca> hr naturale,W f p calcano tre De!jNctt unno ¿Mercurio, O* Apoìlincychc sono tre capi de le potentie del corpo de VbuomOjNcttunnocVAnimanutntìuacon

le

uirtu,^p&

tentie naturali, che uengono dal fegato, le quali si fanno con abbondanza d'humtdità sopra la qual'e Nettunno • Mercurio c FAnima senfhiua, che contiene il senfo, il moto,&* la cogitatone che pro(edeno dalcerebro,che sott noproprij di Mercurio, Apollo el'Anima tta,che porgegltfftriti,

uitalepulfati

? ti calor naturale per le arterie,

la quale ha origine del cuore, per che (comedi fopra t'ho detto) il cuore nel corpo humano è, come Apollo nel Mon* do,si che de Fecceffiua libidine segue danno, O* ucrgogna al cuore,a

le sue uirtì(, 0* atcerebro,&

a le sue tur*

al fegato,O* a le sue uirtu. Nijfuno non baila affocar Vulcano,nc a rimediare al suo difetto se non Net* tanno,

S 3

turno¿he è la uirtìt notrìtiua,checon la sua cibale burnii tà può recuperare il cortjunto color naturale, trito dalunone,il qual Mercurio dicono ejfere Dio del'elo* qu7tia,D;o delescientie,mafjime Mathematica,Arttbme tica,Geometria,Mufxca,et ÀJlrologta^Dio de la medicina Dio de li Mercanti,Dio de Ladri,nuntio di ione ? inter* -petre de gli Dei, ? le sue injeg da uno serpente,? da quefle intentiom moltefauole si nar vano di lui,ma in effetto il pianeta Mercurio tnfluifceque' Jle nature di cofe,secondo k sua difpofittone ne la nattuità de rhuomo• onde se efli ut si tritonaforte,? con bueno af* petti dà elojuentia elegantia,W dolce parlare,dottrina,et ingegno ne le scientie mathematiche,et con l'affetto di Ciò Uefa Pbilofjfi.ct Theologhi,et con buono affetto di Marte f i neri Medici,et con ma?afjteUofa Ladri,o trifli Medici, maffimamente quando e combujlo dui Sole, onde tiiene la fauolacherubbole vache d'A folline,^ dicono ebegene' ro diLichtonc Anthohmo ladro,?con Venere fa Poeti, Mujtchi,ct V edificatori,et con la Luna fa Mercanti,et Ne gociatori,etcón Saturno da pr«fondiffmasaetia,et natici' rao de le cofe future,perche egli di fua natura è mutabile ne la natura del pianeta coche si mefcola, et mefcolandoft con panetamafeaunoj mafchio,et cofemminino,femmina et

S4 tragfhuomini molti furono chiamati mercurjj majjimamen te demi sapenti d'jtgitto lì medici,che parlicipar or,o k uir tu mercuriali,et percffcre Mercurio pancia lucido jl Jan* riojìgliuolodi Ctelo,ctdi Diepercheparticipa lafijìantta cclejie con la luce diurna,perche la luce di tutti i pianeti uie ne dal Sole, che fa il di; Esfratello di Venere perche li parenti son comuni,& e j j i due pianeti soncogiunti,? cgnu uno di loro uolge ti suo orbe, quafi in uno medejìmo tempo cioè in uno anno,ZT uanno sempre apprcjfo il Soie scriba allontanaci troppo da hi}0* pereto dicono che sonno fra* telluÀltrt pongono Mercuriojigluolo di Gtoueper la sua diurnasapicntia 0* uirtù;0" dicono ejjere nutrito da lw none, per che lafapientia humana proceae da la diumttà, CTfi sojlicne ne li scritti materiali,significati per ìunone, il chiamano nuntio di (Sioue, perche annuntiat O* predice le cofe future, che ÌOmnipoteute Dio \uol jare, & per quejìo,^r per la sua elocyentia lo chiamano interprete de gli deu La uerga sua è la rettitudine de Yingegno che da ne lefcientie, W il serpente che la circonda c il scttil'difcor* foche ud intorno del retto ingegno,o uero la targa l l'intcU letto fpeeulatwo delascientta,W il Serpente e Ìintelletto attuto de laprudetiacirca le uirtu morali,che tlseìpTte per la sua sagacità è segno dipruàZtia,etla uerga per la sua ret titudineetfermeza esegno diseictia. SO. Ho tntefo (he la (tergafu data da Apolltne.VHl Lafauohc che M crea rio rubbò le nache $ abolirne,et efsTdo uijìo dn uno chiama* OO ij

tù Batto perche tacejjtgli ¿otto una vacha,ma dubitado noi Je jar cfycricntia de la fede di colui,etJt tnwfmuto infor* ma d un'altro, et «enne a Batto,etpromijfegh ynlups'egli melatta chi haucjfc rabbate le vachejlqual Battogli dijfe ognt cofa• AÌhora Mercurio temendo d'Apoìltneil conuer ti in unfaffo. finalmente ejfcndo la ucrità ^er la sua dv uinitl mamfeTla a Apolhne eylt pigliò l'Arco perjaettare Mercurio, ma facendofi inuifibile non lo potè giungere di poi accordandoci fra loro Mercurio prefentò a Apolhne la Cctera, "T Apollo don ? allm la uerga » A Itn dicono che prcuifla da Mercurio la furia d'Apolhne egli rnfeofa* mete ylt tolfe le sue saette de la faretra Ja qual cofa uedTdo ejfo Apollo,(ancora che fuffe iraio)rifc de l'ajlutta di Mer curio/t perdonagli GTgilde la uerga, O* riceue dalia la Cetara. S O. Che "vuol fignifìcaretalfauola. P H L Si" gntfica che li Mercuriali sonno poueri,ma forno a Fiuti per accftiifìarc con inganno copertamente de labondantiaj ZT riche^a de R.e,& degran macjlri,perche ejfi sogliono ep fere admim(lratort,ér segrctarij reg^ij per l'attitudine Mcr curiale che hanno, ZT ¿j ne fio vuol di-e che Mentirlo rub' ho le "vache a A polline,per che Apollo significa, fa i potenti signorile vache sonle loro rubcy,& abbon danne, & quando i Principi sonno irati contra di loro per li loro latrociwj,ejft fi liberano da l'ira di quegli con Tajlw tia mercuriale, leuanioh le caufe da le qualigli puouenire lapumtionc, O4 mitigando la furia de Signori reftano in

gratta* Ancora ilfuoflato baffi fa che mn sonno ojjcfi da le furie de gran maejìri, perche cjjirioÀi fanno refi)lentia checoji Mercurio c tlpiu piccolo ài tutti t Pianeti, ondei raggi folart,&

la combujhone ài

quegli,mancogltnMC

no che a muno altro pianeta- Accordati che fono

infume,

Mercurio da e A polline la C etara, ? Apollo dà alita la 'verga „ uuol dire che il sapiente mercuriale seme ti Prin* tipe comprudentta armomale gntficata perla Ce tara/ curiale potentia,0"

con eloquentia scaue,su

ti Principe prejla al sapiente mer

autorità,&

da credito, ? riputano*

ne ala suafaptentta,onde (dice Platone)

chelapotentia/

la sapientiasi debbono abbracciare,perche la sapienttatem para la potenttala

yotentia fauortfee la sapientia« Si>

gntfica ancoraché effendoacordatiincomuntione perfetta il Sole,? Mercurio in buoni) LOQO de la nattuita, et in buono segnò} fanno fhuomo mercuriale htterato cjfcre potente, l'Intorno solare, CT gran macjlro effer sapiente, prte dente, &

eloquente. S O. Affai mhai detto de la mttui'

ta di Mercurio, yia è tempo che tu mi dichiari quello tho domandato, cioè come di lui, C* di Venere nacque ÌHer' mafroàito . P H I * Queftoemacilo

che dice Ptolomeo

nelfuo ecnttloqt rtbtlt colpi, di che sdegnatofi Cupido ferì Apollo d'ima faetta d'Oro, & Daphnefìgliuola dcljiume Perno d'una di J?iombo}onde fece che Apollo amò la vergine Daphne,

PP

la seguitò come si seguita? o r o , a Daphne fece ag granare V Amere d'Apollo ebefi^om

come ag^raua ti piombo ,

continuamte,ma

ttedendojt Daphne

O*

seguitare,

et {¡uàjigiunta da A pollo,domadò soccorro a suo padre Pe neo,ct d ci a ìtrijiumij

quali per camparla da Ita la cover*

tiro no tn Lauro ¿et tremandola Apollo ccjifatta Lauro ¡pur ¡abbracciava > et ella tremaua di paurafinalmente pgliò de le suefrondi,O" la sua faretra,?

ornò di quelle la sua Cctara,

il Lauro appropriò a seper suo

ebe Daphne rimafe contenta dihuS 1a,ma che significagli de,& &

Apollo f

arboreti

O . La fattola è beh

I. Vogliono moftrare quoto egra*

"wmcrfale lafor^ade

t'amore fino nel pw altiero,

potente Diodi tutti t ecleffi che e ti Sole, ondegalan>

temente fingono che eglt si uantajfe che col suo arco et le sue saette, che sonno i suoi caldijjimi raggi, uccidevi serpente Phitone,che ogni cojajlruggcuaja

qual'eofa ( co*

me t'ho detto) fignìfca Wicqwftta del Diluuio fpatja sopra tutta la Terra,O* er

prohibiua

l'horibii' che rcjlò

lageneratione,

niftntione degli huomirti, CT di tutti gl'altri

terreflrija

ammali

quale acquofità ti Sole con li suoi ardenti

saettanti raggi dtjeccò, Cf donò l'ejjere a quegli che uiue* no Jopra la terra,&

perche tu sappi,o Sophta quale è Far

co d'Apolline preci [mente,oltra

il corfo suo et la

ferentia solare,con la quale egli Iettò il danno del

circuì Diluuio,

et neafftcurò delcrudel Phitone,ti dirò che e quel nero ar* co di dtuerjt colori, che si rapprefenta ne l'acre a l'incontro

hi Sole quando ti tempo è humido ZT fio amo il quale arco li Greci chiamano Iris, figmjica qadloche narra lajacrafrittura nelgenefi¡chef affato il Dttiuno restando folamentc degl'huomim Noehitomogiuiìo con tre sua fi' glwolij ti quale st salite in una A rea natante con unmaj* cì)to,& una femmina di ciaf cuna fpctie d'Animali ter> r e f t r i j Dio l'ajjicurò,che non procederebbe pw innanzi il Dilanio, Cr gii dono per segno quello Arcolrts, che si gè nera ne le nuuole, quando è piouuto, il qual da fermerà che non fi può fare più Ddmio, concio sia che que Jlo ArcoJigeneri della ra^iaticne deìa cucunferentia del Sole ne le nuuole humtdeJ O'groffe, & che la differen* tiade la loro groffe^a faccia la diuerfità de suoi colorile* aondo la deformità de l'apretjione de le nuuoleJe^uita che Varco del Sole c quello che fa per ordine di Dio la ferme-' ^a, O* la sicurtà di non hauer aefferepiu Diluiti o. S O«. A' che modo il Sole col suo Arco,ne dà tal sicurtà« PHI. il Sole non s'imprime quando fa l'Arco ne ? Aere sottile, 0" sereno, ma nelgroffohumido, il quale se f u f f c ' d i f ^ e f f a i r o l s u f j i c t e n i c a poter fare Dilmo per mohtudi« ne,di piogge non sarebbe capace di riceuereCimpreffione del Sole, & fare l'Arco,& perciò l'apparitane di que.' fla impreffione, C7* arco ne ajjicura che le nuuole non hati Mgrojje'^a di poterfare Diluuio.i^ucfta è l a f c m c z f i j ? laficurtà che l'Arco ne dà deÌDilum,de la qual cosa ne caufa la for^adel Sole, che purifica talmente le NMQ pp

$

le,%T Fajjotiglia in modo/he imprimendo in quelle lajua circmfercntia le fa wfujftUcntiapoterfarDtluuto*

Qn*

(le con ragione,? prudentta hanno detto che Apollo

ama'

^o Phitone col suo Arco

con le sue saette,per la qual

opera effendone ejjo Apollo superbo, O* altiero secondo che è la natura solare, non però si potè liberare dal colpo del'Arco,Saetta

di Cupido,pero che? Amore nonfo

Jamente conjlr'tngegfinferiori a amare i superiori,ma anco ratrabe i superiori a amare gì*inferiori, il perche Apollo amò Daphnejighuola di Penco fiume che eVhumiditàm turale de la Terra, la quaTuiene dajiumi cbepajfano per quella. Qr/effabumidita

ama il Sole,

mandando in

ejfa i suoi ardenti raggi, procura di attrahcrla dola in uapori,

aftefalan-

potrebbcjt dire ch'eljine dt tale efala*

tionefuffe il nutrimento de cele/li,per che ipoeti tengono che ejjijt nutnfchino de uapori, che afeendono de Ìhumù dita delglobo de la terragna conciofiache qttcflo sia ancora metaforico ¿s'intende chefi mantenga mafjimamcnteil Sole 6T i Pianeti nel suo proprio ojfttio, che

èdigouemare,

C£r sostenere il Mondo inferiore, G7* confeguentemente il tutto deÌuniuerfo, mediante lfefalati one de gl'humidi ua pori,

perciò ama Fhumidita , per conuertirla afe nel

suo bisognosa ella fugge dal Sole, perche ogni cofafug> ge da chi lo confma - Ancora perche i raggi solari fanno penetrare Inumidita per li pori de la T erra,

la fanno

fuggire da lafupetfcie, CT perciò il Sole Xarifohe,etqua"

rjio è già dentro dela terra, & che non può fin fugare dal Solesuonuerte in arboriin piante,con aiuto et influen tia degli dei celeri generatori de le cofe, & con aiuto de lijiumi che la ri fiorano, & soccorono da la perfecutione ZT comprendone del Sole• Dicono secondo la fabula che fi conuerttin Lauro, per che il Lauro per ejfere arbore co celiente, diuturno, sempre uerde,odorifero,caldo ne la sua generatile,etfvmantfefla più in lui, che in mun altro Arbore rimescolamento de i raggi solari con^humtdo ter reno • Dicono chef ujigltuola di Peneojiume,perche il ter* reno doue paffagenera di molti Lauri* Dicono che Apoh 10 homo de le fue fiondi la sua Cetera, & la sua fare* tra ,ftgmjicando che i chiari poeti chefono la Cetera d'A' polio, W huittoriofi Capitani, & i regnanti Imperato-* ricche sonno la faretra del Sole (ilqual propriamente da le chiare fame,le potenti vittorie, gli eccelft triompbt) so* lamente sonno queglt che si sogliono incoronare di Lauro in segno di eterno honore,& digloriofafama, che si come 11 Lauro dura affai,coft ti nome de sapienti, f de uittcrioft è immortale, & si come ti Lauro sempre è uerdc}afi la famadi quefii e fempregioitane,ne mai s'innechia,nescc caSJT fi come ti Lauro c caldo, gr odorifero, coft gl'ani" mi caldi di quefiijmno suauiffimo odore ne'luoghi dtfìan ti,da una parte del Modo a l'altra. Onde qucjh A rborefi chiama Lauro per efjere fra gl'altri arbori,come f Oro fra i metalli,ancora fcrche si scrive che gl'antichi il nomina*

uatto laudo per le sue loie, &* perche de le sue foghe s'wcoronauano quegli che erano degni ài eterne lode 9 fertl che quefto è quello arbore, che s'appropria al So* le, W dicono che noi può ferire Saetta del Cielo, però òe la fama delle -virtù, il tempo non la può disfare , ne ancora i inanimenti, & le mutationicelesti, le quali ogni altra cosa di quefìo Mondo inferiore saettono, con tnue* teratione, tornatone, ZT ohltutone *•*$ O » San satisfai* ta da tè quanto agli Amori degltDet Ccletìt, coji degli Orbi come degli sette Pianeti* Degl'innamoramenti de gli altn Det terreni & humani, non uoglio che tu ne pigli altrafatica, per (he alla fapientia molto non importa, ma uorretbenchctu mt dichiaraci se^afauole oJintiom,queU lo che li sapienti Astrologi tengono de gh amori, Z3* de gl'odij che SÌ hanno i corpi ccleìlt, ZT li Pianeti l'uno con 7altro particularmente* P H I • Sotto breuitd ti diro par* tedi quello che dimandi, cheltutto sarebbe cofatroppoprò* hjjt». Cf orbi celeiìt chegfjiftrologt hanno potuto conofce re sonno noue, i sette apreffo di noi, sonno gl'Orbi de sette pianeti erratici, de gì altri dui superiori ,uc l'ottano, the c quello nclqual fìanno fiffelagrandemultitudinedele Stelle che siuedeno, & l'ultimo & nouo è ti Diurno, che in uno di, O4 in una notte, cioè in hore \inttquatro uolge tutto il suo circuito, CT in queÌlo ffatio di tempo uolge seco tuttigli altri corpi teleffi • il circuito di quefìt orbi superiori si diuideinmijura di trecentofeffantagradi,



Un fi in dodici segrtiji trentagrafo tuno,il qual circuito fi chiama Zodiaco,che yuol dire ti emulo degl'ammali ,pcr' (he quellidodici segni sonofigurati d'animali, i quali sono Aties,Tauro,Gemini,Cmer,Leo,Virgo.Léra,Scorpio, Sagittario¿Capricorno, Aquario, et Pejcc, de quali tre ne sono di natura di fuoco caldi et sechttctoè A ries,Lco,et Sa gittmo,et tre di, natura di Terrario ¿freddi ? fechi,cioè Tauro, Virgo,? Capricorno,tre di natura de f Aere caldi ? humidt,cioè Gemini,Libra,? Aquario,? tre di natura, de Vacqua freddi ?

humidi,ciceCancer,Scorbio,etVefce*

Queflifegni hannofra loro amicitia et odio,perche ogni tre dt una mede/tma complcjftone partono il Ctelo,per tcr^o, et son lontani cento uintigradi solamente,perciò sono inten amici,come Aries co Leo,? con Sagittaio,Tauro,con Vir go,? Capricorno,Gemini con Libra,? con Aquario,Catt cercon Scorpio,? con ì?efce,che laconuenientia de Yaffet to trino, con la medeftma naturagli concorda imperfetta amicitia, ? quelli segni che partono il Zodiaco per sexto9 che fon lontani sejjantagradi,hanno meza amicitia,cioc im perjetta,come Aries con Gemini,et Gemmi con Leone, Leone con Libra, ? Libra con Sagittario, et Sagittario con Aquario,et Aquario,co Ariete-Ji quali oltrela conucmciia de l'affettofefitlejon

conformile

tuttison mafculim, ?

tutti d'una medefma qualità attiua, cioè che sonno caldi,o onJ'catà de la natura ignea, o uero con humidita de la na> tura aerea,perche in effetto il fuoco,et l'Acre I/ano fra loro

mediocre conformità & amicitia, se ben sonno elementi• Quefla medcfima conformità hanno fra loro gl'altri se* gm di natura terreaJ& acquea,perche ancora ejjt son'me fattamente conformi, cioè Tauro con Cancro,& Cancro con Virgo,O" Virgo,con Scorpto^ Scorato, conCafri* torno,Capricorno,con Pefce, ? Pcfcc^on Tauro, che tutti hanno affetto sefide di sejfantagradi dt difiantta, & sono femminini di um medejima qualità attuta, cioè freddi se ben fi dtuertifeono ne la qualità paffwa, dafecco a humtdo come c la dtuerfificattoede la terra uerfo l'acqua, onde l'amiatta loro e me^a, GT imperfetta, non dimeno fe h segni sonno oppofiti nel "fydiaco ne la maggiore difìan tia che effere poffa,ciocdi Cento ottantagradi,hannofra fe intera mima,perche il sito de Vuno c oppofito, con* tram totalmente a l'altro,0* quando tuno afeende l'altro difeenie,quando imo è sopra de la terra,!'altro è difatto, Ó* ancora che sieno sempre d'una medfjtma qualità atti" uà,cioc ambi dui caldi,o ambi dui freddi, pure ne lapaffu m sonsempre contraiy, per che se vno è tumido l'altro è fecco,XT queFìogiunto con l'oppoftta di flangia,et affetto,glt fa capitali mimici, come Aries con Libra,? Tauro con Scorpio, ? Gemini con Sagittario, ? Cancro^con Ca* prteorno, O* Leo con Aquario, Virgo con Vcfce,%£T quando son'diffami per il quarto del zodiaci, che è per nouantagradi son'me^o inimici,si per effere la dijlatia, la metà de l'oppoftttone,come per effer sempre le loro nature contrarie

il contrarie iti wie due qualità attiua ? pajftua, che se unJ c igneo caldo,O* secco/altro e acqueofreddo,& humi> do, Or & e segno aereo caldo ZT bumtdo,l'altro è terreo & freddo & secho come e Aries con Cancro, Leo con Scordo¡Sagittario con Pefce,che l'uno è igneo/altro e ac queo,f come sonno Gemimeon Virgo,Libra con Caprtccr no,Aquario con Tauro,che l'uno c aereo,& lraltro Ter* reo, o neramente sonno contrari} al meno ne la qualità atti* ua,che se l'uno e caldo Uro e freddo, come Tauro con Leo, Virgo con Sagittario,Capricorno con Ariete,&cojt Cancro con \Jora,Scorpio con A quarto, Pefce con Gemi> ni,che tutti qucffi hanno fra loro contrarietà di qualità at> tmjccn affetto quadrato di me^a tmmiatia,SO, Ho Icn intefo come fra h dodici segni del Cielo si truoua amore, ? odio,perfetto GT imperfetto, Vorrei ora che mi dicefft se fra h sette Pianeti ancorafi truoua, P HI» U Pianeti sa* mano l'uno ìaltro quado si mirano d'afpetto benigno,cìoc trino dt disìantia di centouinti gradi,ti quale c affetto di perfetto amore,o uero d'affettofeßile de la metà di quella dijiantia,àcè di seffantagradt da l'uno a fahrojtl quale è a f f e t t o di lento amore 07" dime^aamicitta, ma (t fanno inimici s'odiano l'uno l'altro, quando ft mirano d'affetto oppofitojela maggiore dtjìantta cbepojfa efjcrc nel Cielo,cioè di cento ottanta gradi,äquale e affetto d'wter* ro odio ZT inimicitia,& di totale oppofttione, & ance ra quandofi mirano $ affetto quadrato de la metà di queU

la dijlantia, cioè di novanta grafo da Tuno a faltro e affetto dimena mmiatia detto degjtaffetti,chel trino

d'odio lento• SjO*

Tubai

ilfeFltle danno amore, ?

che toppoJttOjiT ti quadrato danno odio Dimmi quando sonno congiunti se sono in amore,o irtdtfamore• P HI.

La

coniuntìone dedui pianeti e amorofa,o nero odioja secodo la natura de due congiunti, che se fon congiunti i due pianeti benigni, chiamate fortune, cioè luppiter,etvenere,Jt porgono amore et beniuolentia Xmlaltro,et

se la Lunafi comunge

co ognuno di loro,fa cmntioefelice et amorofa,etfé il Sole Jt cogiunge con loro, fa nociua cómntione,et mmtcabile^er^ che le fa combine,et di poco ualore, beriebe a ejfo Solefta in qualche coja buona,ma no però troppo perla loro combu jlione• Mercurio con loucfa coniuntìonefelice et amicabtle, et con Venere laja amoroja,benche no molto retta,con la Luna e di mediocre amicitia,ma col Sole e combtfio

la

fua comuntione e poco amicabile cjcettofefuffero uniti per fettiffimamcnte & corporalmente,che all'borafarebbe ottima,etamor tione d'ognuna de li due pianeti injortunij, Saturno et Mar te con tutti e odiofa,efcetto quella di Marte con Venere che Ja lajciuia amorója f ecccJJim.Quclla di Saturno con lo*

61

ue c amoroja a Saturno, ? a loue cdiofa,ma la 1m comun itone col Soleft come e inimtcheuole a e f f o Sole/cji ancora è nocwa alloro, per che ti Sole $ abbrucia, CT debilita la Jua fotcntia. A ncora nel far male con Mercurio, ? con la Lana hanno f f j f t m a conmtme,Zr allor^jìcffinon utile* SO* Si come le commtmt sonno disformi nel bene, Cr nel male secondo la natura de pianeti congiunti,gl'affetti bentuoltfra Uro sonno ancora c j t disformi, o nero t mali* udì secondo le nature de dueafftctentu P H L G F i t f f c t ' ti benmlifi dtucrttf(ano,0* cefi t maltuohfiu o meno se* condo son'gfaffittenti,che quando le due fortune, ì u f f t t c r O" VenereJt mirano di trino affctto,o d i f c f f t l c j e ottimo a f f e t t o , f se c o f f o j t t o o quadratoci m/i ano inmicam7tes ma ritmerò ttjimfcono male aleno,ma foco bene et con djì cuìtà,? cefi eptodo ognuno di loro mira la Luna et Mmu rio,et ilSole d'affetto amorofojtgiiftcafcitata de la sorte de lafua natura, &*fc d'affetto mmtcabtleJt mirano,Jt' gmjca yoco bene, QT hauuto con dificultà, ma se e f f e aue fortune mirano i due infortuni di buono affetto,cioè Satura no & Marte, danno mediocre bene, ferii con qualche tumore ? dijf tacere,/ se It mirano di male affetto,dar,o ma lejotto sfette di bene,efcetto Marte con Venere,i quali Im-* no coji buona comf lettene,che quandoJraloro Imo buono o f f etto,son moltofauoreuoli mafjìmamete tn eojc amorojcC, (27* ancora l u f f i t e r con Satumoguardandji con buono aj fcUo,Ja coje diurne alte, et buone lontane da lafenjualitat

S

ancora luppiter fortunato corregge la durerà di Saturno, 0* Venere ben collocata, corregge la crudeltà CT fce* foraggine di Marte,? Mercurio di buono aff etto coMar* te,a Saturno fa poco bene CiT di eattiuo affettofagran ma le, però che e conucrtibile ne la natura di quel pianeta col quale si mefcola, Mercurio con la Luna e buono con buono affetto, QT è malo con malo, h dui wfcrtumj con la Luna di mdo affetto sonno pe[fimi,et di buono non buoni,ma mo derano l'inconuementi Ó* coji sormo col Sole » il Sole con la Lima à'amorofo affetto sonno ottimi,&correggono tut ttgh eccedi Gr dami di Marte ZT di Saturno,ma di ma le affetto sonno difficili £'T non buoni, queFlo c il so* mario de le dtjferentic de loro affetti• S O, Mi bafia Phi Ione quello che m'hai detto de f Amore V de l'odio, che s hanno i dodici segnifra loro,&* i Pianeti, dimmi tipre* go se i pianeti hanno ancora cjjt amore f odio a un segno, più che a un'altro * P H I « H anno Certamente per che i dodici segni diuifamente sono cafe o domiethj de le sette pia ncti,Cr ognuno ha amore a lafuacafa,perche trouandoji in quel segno la sua uirtà e più potente,et odia il segno op' pofito de la sua cafayero chetrouandofi in quello lafua uir tu sidebihta. S O. Con qual ordinefi parteno quefii dodi" ci segni per le cafe de sette pianeti. F HI Al Scie & la Luna hanno ognuno di loro una cafa in Cielo,quella del So le e il Leone; Quella de la Luna è Cancro, gl'altri cinque pianeti hanno due cafe per uno,Satum ha per cafe Caprù

corno& Aquario,luppìtcr Sagittario & Ve/ce,Matte AHete O* Scorbio, Venere Tauro CT Libra, Mercurio Gemini CF Vergine • SO» Dimmi se affegnano alcuna caufa al l'ordine di cotefle partitiom • JP PI • La caufa et Vordine de la pojttione de Pianeti secondogl'antichisti fin alto che c Saturno per la sua ecccjfwa,frigidità,pigliò per Jue cafe Capricorno Avario ¿he sonno quelli due che quando il Solejt tnmain cffijcbceda mc^o Dicembrefi* no a me^o ¥ebraro,tl tempo e più freddo CT tempeflojo di tutto ? Amo,le qualcofe sotiproprio dela natura di Sa' turno • lupptter per ejjere fecondo prejfo a Saturno le due cafefue nel ^odiaco sonno aprejfo le due dt Saturno Sagit* torio nan^i Capricorno, ? Pefce di poi Aquario • Marte che e ilter^o pianeta aprejjo Giouejba le sue due cafeap' p r e j f i ) di luijScorpionottua Sagittario, CiT Ariesdi poi di Pefce; Venere che fecondo gl'antichi e ti quarto Piane ta apprejjo di Marte,ha lefue due cafeprejjo a quelle,cicè LibrainnanziScorpio, f Tauro dipoi Ariete. Mercurio the e il quinto Pianeta aprejjò Venere ( secondo ¿Fanti' chi) ha le sue cafeprejjo di quelle,cioè Virgo non^V Libra ? Gemini dipoi di Tauro; ìlSole che gli antichi pongono sefto pianeta apprejfo Mercurio, ha vna sola cafa nanzi dt Virgo cafa prìncipafdi Mercurio, la Luna che e il fettimo O* vltimo pianeta, ha la fua cafa poi dt Gemini che è l altra cafa di Mercurio.Si che non a cafo,ma per or dine certo li Pianeti hanno sortito le loro cafe nel ^odtaco•

S O* Qj^ritf ordine mi pace, 6T è conforme a la pofU itone de piane ti,fecondo gl'antichi che poncuano ti Se le sot to Venere O* Mercurio• Ma secondo i moderni Afir alo gì che lo pongono a p r e f f o Martefopra dt V enere,quefVor* dine no sarebbegiujtc ne ragionatole. VH1, Ancora scudo queflimoderni lordinefarebbegiufhfaiedoftfero frinew pi non da Saturno,ma dal Sole 0* da la Luna,0' da le fue cafe,per e f f e r e quefli li due luminari Princtpi del Ctelo & gl'alto suoi seguaci • I gitali Sole O* Lana hanno principaÌ cura de la mta diqucflo mondo, S O t Dichiara* melo un foco • P H I • St come prima facevamo ¡principio da Capricorno che è ti solflitio biennaleputido igiorni prin ripiano a crefctere, coji horafaremo principio da Cancro, (he e il solflitio vernale, quando i-giorni sonmaggiori de Vano nelfine del crefcimctojl qual Cancroper efjerefrcd* do bumido de la natura de la Luna c cafa de la Luna, CT Leo che è appreffoper e f f e r e caldo secco de la na* tura del Sole, & perche quando ti Sole è in quello e pò* tentiamo,efattacafa del Sole.S O* Tufai aduny la Ltt naprima del Sole. THI. No« tene marauigltare che ne la facra creatione del Modo la notte s'antepone al di, et come t'ho detto Diana fu Lucina fecondo ipocii nelnafimento d'Apolhne.Si (he re ita irete Cancercafa de la Luna c pri ma di Leo cafa del Sole• Apreffo di qucjii duejlano le due (afe di Mercurio il quale è ti più uictno alla Luna, la qua* le c ilprimo pianeta,& più inferiore, c t c f f o Mercurio il

4

secondo,le caje del quale setiGemini ImanQ Cancro & Virgo dipoi Leo, Venere che è il Ter^o è sopra Merae rio ¿ F ha h sue caje prejjo quelle di Mercurio,Tauro non ^t di Gemini,Libra poi di Virgo* Marte che è ti qmn to è sopra di Venere,et del Sole,ha le sue caseprejjo quel*' le dì Venere, Aries innari Tituro jet Scorbio doppo Libra, Iuppiter che è il Sexto è Jopra di MarteJba le sue cajeprej foqttetteJ?ejcie imafy Ariete,et Sagittario doppo Scorpo, Saturno che è il Settimo più alto c sopra dt Gtoue ha lefue MjCfreJJt* quelle di ejjo love, Aquario innati di Vejce,et Capricorno dipoiSa^ttario,etuegomaejjère Vana aprejjo Valtra, perche sono gl'ultimi segni oppojttietpiu totani 4a quelli del Sole/t da quelli de la Luna,cioè Cancro,et Leo, S O» Soiisatisfatta de l'ordine che batto i pianeti ne la par titione de1dodici segni perle caje loro,et ognuno con ragto* ne ha amore a la sua cafa et odio a la contraria (secondo hai detto) ma vorrei sapere da tese quefla oppojìttone dejegni eorrifjpodea la ditierfttà,o cotraneta di quei pianeti de quali quelli segni oppofttison'eaje. P H I , CorriffondonoCer* tamente,perche la contrarietà de pianeti corrtf f onde a l'op pojttione de'segni loro caje,che le due caje dt Saturno Capri corno et Aquario,sato oppojite a quelle de àmluminart,So le,et Luna,cioè a Cancro et a Leone,per la cotrartetà de l'ut Jltfentta,et naUtra di Saturno^ quella deduelumtnatUSO. A che modo ^ P H I . Perche si come t luminari sonno cauje de la vita di jaeffo Mondo inferioreJe le piante de

g?Animai,et degtbuomini,porgendo il Soie il caldo notti* rale,&* la Luna i'bumido radicale,pero che col caldoft ni ee GT con i'bumidoftnutrifce.Coft Saturno è caufa de la morte, O* de la corruttmedegfinferiori con lefuè quali" tà contrarie di freddo CT di secco • t i le due cafcdiMev curio Gemini, Virgo son'contrarie a quelle di Ciottet SagittarioPefce,per la contrarietà de la loro infittene tia • S O* QJMI fonno • P HI • Bppiter dà mlinatione £aequtflare abbondanti ricbe^e, ? perciò gii h uomini io* uialicomunemente sonno ricbt,magmpa, opulenti, ma Mercurio perche dà inchnatweper muefligare sottilifctcntie&T tngegnofe dottrineJena l'animo da ¿acquiflo de la robba, ? perciò ilpiù de le uoltcifapieHtison pochi richi, ZT i richipocofapicnti,perche lejaetttte s'acquiFiano con l'intelletto f)>eckUtitto,Ó* le riche^econ Itattiuo, O* ef* fendo 11 Anima humana una, quandofi dà a lauitaattiua s'aliena da lacontcmplatiuagr quandofi dà a lacontcm* platìonenon filma le mondane faccende, queìlt tali buominisonpoueriper eletttone,perche quella pouertàud più che Vacquisitone de le riche^ej Si che con ragione le ca fe di Mercurio sonno oppofite a quelle di Gioue,& quel* li che ne le loro natiuità hanno le cafe de l'uno chcafccndo' no fopra terra,hamto le cafe de Valtro che defeendono sof to. terra,talmente che di raro il buono iouiale, c buon mer curiale, CP ilbuonmercuriale buono iouiale. Reflano le due cafe di Venere Tauro, ZT Libra,le quali sonno oppofitc ale

Jitca le due di Marte Scorpo

*f Ariete,per la contrarie

tacompìeffionàle che è da i uno al'altro, S O . Come trarietà atiQ ameitia,buonaconformuà

cw

per che (come

tufìcjfo bai detto) Marte e tnn morato di Venere&

am

bt dueficonfanno ben'wjicme• P H I , NH f. Quanto a la tua prù mainterrogatione, li Philofofi commentatori d'Ariflotile, procurano di sapere quali f u f f e r o q u e f f i coft eccellenti, che sonnofitti & più sublimi che?Anime intcllettiue mo nitrici de Cieli, ZT la prima acadcmia degl'Arabi, Al* farabio, Aufcenna^Alga^li, & ilnofìro Rahi Moife d'Egitto nel suo Morbe, dicono che ad ogni orbe sonno ap* propinate due inteìiigentie, l'una de le quali lo muoue e f ' fecalmente, Z5" e anima mottua intellettuale di quello Or be, l'altra la muouejindmente perche è tifine per il quale il motorecioc Ftntclligentta,che anima ùdelomuo* tte il suo Orbe,il quale c amato da quella, come più ecccU Unte intelligentta, O* deftderando vnirf con quello che

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ma,muom eternalmente il suo Ciclo ^SO* Come con* Jlaria adun^ quella sententi* de Pbtlojoji del numero de /Anglismo intelligentie separate mouitrUiàe Cieli, che sontante quanti/ Orbi che muoueno & non finche fecondo quefli Arabi l'tntelltgentie sarebbono doppio w mero degl'Orbi. P HI • Dicono che conila queìfo detto & que/lo numero in ognuna di qucftedue f^etied'mteU hgcntiecioè mouitria &jwalii perche bijogna cheJteno fante i'tntelligentte mouUrtct,quanto/Orbi tante l'in tdligentiejinali, quanto quelli • S O, Alterano ueramcn* te quello anticho detto, inJarh ioppio il numero, ma che ¿tramo del primo motore del Cielo supremo che tenia* mo ejjere ld(ùo,qu^o è pure ìmpojjtbile ch'c^i habbia per Jine,alcuno migliore di se^P H UQueffi Pbtlofofi Arabi tengono chelprimo motore non sia ti Sommo Dìo, perche Dio sarebbe anima appropriata a un'Orbe, come sonno l'altre wtelligentiemouitrici,laqual approprtatione,& parità in Dio sarebbe non poco inconuementc , ma dicono ch'eljine perii qual muoueil primo motore è ti sommo iddio • S O. Et quefìa opptnione c concejja da tutti /altri Phdojofi • P H No» certamente che Auerrots, C7* de/altri che da poi hanno commentato AriHoule, tengono che tante^eni'intelligcnttc quanti/Orbi> »0» più , & eh tÌ primo motore sia il Sommo Dio. Dice Aurrrois}non ejfere tnconteniente in Dìo l'ap propriatim sua a l'Orbe, come Anima, o forma datrter SS

j

Fejjere al Cielo superiore,però che tali anime m separa* te da materiacjjcndc ti suo orbe quello che tutto l'urti> uerjo contiene^ abbracciamuouecolsuo mommen to tuttigl'altri Cieli-Quellawtelhgcntia che Vitjorma,? muoue Cr gli daTejjere,debbe ejjere il sommo Dio, QT «o» altro, che lui per ejjere motore non si fa eguale agl'ai» tri,an^reffa moltopiùalto %T subltmc jt come il suo or be èpiù sublime che quelli de l'altre inteìligentie. JEffi co* me il suo Ctelo comprende,®* contiene tuttigValtrt,coji la sua itirtà contiene la uirtù di tuttigl'altri motori, jiper ejjere chiamato motore comegjaltrijujjc eguale a loro ¡an* torà secondo iprimi sarebbe eguale a t'altre intelhgentiej^ nali,per ejjere come loro fine del primo motore, & in con clujione dice Auerrois, che poner più intelhgentie di queU le che lajor^a de la phlojofica ragione induce,non e daji' hfofo, conciofta che altrimenti non fi pojfa uederc se non quanto la ragione ci dimcjlra .SO. Più limitata oppinio» ne mi pare quefla che quella de primi,ma che diracofluiin quello che afferma Artf i . (et la ragione con ejjb) cheljine del motore del Orbe è più eccellente di ejfo motore. PHI* Dice Auerrois che Art fi. intende che la medeftma intcb ligentiache muoue,Jtafine di se ffcjja nd suo mouimento continuo, però che muoue l'orbe pertmpirelasua propria perfezione, secondo tì quale c più nobile per ejjere fine del moto, che per ejjere efficiente dt quello, onde qucFto detto d'Arisi, è più toflo comparatiuojra le duefjetie ditaw

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falità chefi trummo m ma medcftma intelligentia/ioè ef* fettiua^Jinale che comparatiuo d'una intelligenti* all'ai tra come dicono li primi, S O. Strano mi fare che per que fti refjfetti Artjl* dica che una mcdeftma intelhgentta Jia fin perfetta dife fìeffa. PHi.Afifiifl meparsen^a ra+ gione, che Wdetto cojt comparatiuo afjolutamente come quefio d'Art fi* ft debbi intendere reìfettiuamente d'una mcdefimaintelligentia,ctbenche qucflasentcntia di Alter* roe sia uera,Z£T maffimamente nel primo motore,che cjpn do Dio, btfogna cheftafine del suo moto, & alt ione, W ancora sia uero che lacaufafimlc siaptu eccellente¿hel'if fettiua,nonperciò pare che fia wtentione d'Ariti, in quel detto inferir tal sententia. .SO. Quale adun^ parrebbe a techefuffu PH1, Demojìrare chcl fine di tutti imotori de Cieli,é ma intclligentta più fubhme, & superiore di tutte,amata da tutti,con defiderio di umrficon lei,ne la qua le confìjie la lor sommafeltciia,? quefìo c il sommo Dio* S O. Et tu tieni che egli sia il primo motore, P H I . Saprebbe lungo dirti quello,che in ciò si può dire,& forfèfa* rebbe audacia affermare Tuna oppmone sopra l'altra, ma quando io ti conceda che lamentc d'Ari fi • sia chcl prime motore sia iddio, ti dirò che tiene che ejjo sia fine di tutti i motori, O* più eccellente che tutti gl'altri, de quali e sujseriore,ma non dice che sia più eccellente di se fleffo. Ancorché inluifia più principale iejjcre caufafinale d'ogni co fa,perche fum ejineal quale l'altro s'tndin^a. S O. Et tu

mediche poltri motori non muoucno i Cieli per empire la loro perfcttrne, la quale dcftderano fruire, ( come Dice Auerrots) P H I . Nolmeto anzi ti èco che dcJtderanolW mone Uro con Dio per empirei* loro perfezione,Ji che l'uì timo lorojine}et intento è la loro perfettioe, ma cociojia che ella confijla ne la loro vinone con la dmnitàjcgue che ne U infinita ¿il tuo ultimojine,12r nonmsefiefta,onde die ce Arifl* chequefla dimnità cjinepiù atto che ti loro, non de la sua propria perfettione in cjp manente (comcjìi*ma Auerrots), S O. Et la beatitudine de l'Anime ttiteileù* Une humancJÌtlsHO ultimoJine sarebbe maiverquejlaft» mti ragione ne l'unione diurna* PHI. Non certamente per che Usua ultima perfezione,jtne,&uerabeatttuitne

,non

conjijle in effemedtjtme anime,ma neUfolleuattoe a unìo ne loro con ladtumtà,®* per effaeil s'orno Dtofine pti cofa,et beatitudine di tutti gCtntellettuahjnoper queflo s'efelude che U loro propriaperfettioncnonjia l'ultimo lo rojinc,pero che ne l'atto deU felicitai'Anima intcllcttiua non è più in feJìcjfa,ma in Dio,tignai lafdictta per la fua unione,®* quitti confi/feti suo ulttmojine,^felicità} non iitjejleffa in quanto non babbia quejla beata vnionr* S O • Migufla quejìa sottilità, CT rejlo fatisfatta de la miaprimadimanda,ue£niamoalla seconda. PHJ.T« vuoi ch'io ti dichiari a che modo amando^

mouetrdo tinteli'

gntia,l'Orbe tele/le corporeo che c da men'che ìei,ejfa in telhjcntia siposfamagnificare

sollevare ne l'Amor del

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SomoDio,? armare alla sua felice unione. S O. Qucjìo è quello ci) io nomilo saper da te. P H I • 1Ì dubbio mene a e j f e r e amor maggiore,pet che de l'intelligeatiafeparata da materia l'atto proprio, KT effentiaìe suo e Vintendere se jleffa,W inJe ogni coja infume,rducendo,m lei l'esfentia dima in chiarauiftone/omedSolenelfpechioJa quale co* tienel'ejfentie di tutte le eofet%T ècaufa di tuttefIn quefto atto debbe conjtflere la suafelicità,et Usuo uìtimofine^on in muouer corpo cele¡le che c coja materiale/ atto efirin' feco de la sua uera effentia* SO. Mi piace di vederti injan guinarmila piaga per curarla poi meglio babbiamo dunqpil remedio, PHJ» Tu hot altra uoltaintejo da me, o Sopbia, che tutto l'uniuerfo è uno indtuiduo cioè,come unaper fona, ognuno di quefli corporali,et fjnrttualijCterm, et cor* ruttibtli c membro ZT parte di quefìo grande indmduo, ejfèndo tutto,O* ciafcuna de le sue parti prodotta da Dio perunojine comune neltutto,inJtemeconunoJineproprio, in ognuna de le parti,seguita che tanto il tutto, le parti SMO perfette et felici, quanto rettamente, CT interamente corfcguonogl'ojfiltj a i quali smo indinoti dal sommo opù Jke• il jine del tutto è Vunua perfettione dt tutto Yuniuerfo difegnata daldtuino architettore, KT il jine di tiajcbim de le parti non c folamente la perfettione dt quella parte in fe,ma che co quella deferua rettametea la perfettioe del tut to, che è ti jine \ntuerjale primo inteto de la dimità,et per qttejlo comunfine pia che per ilproprio ogni parte fa fatta,

ordinata,®* dedicata¿talmente che marnando fatte dttal feruità ne gl'atti pertinenti ala perfettme de l'imtucrfo, le sarebbe martore difetto, & più injel ce uem Ile a ej* Jercjchese It mancateti suo proprio atto,& coft st felici> ta pia per il comune,cheper tiproprio,a modo d'unotndi* utduo bimano¿he la perfettme d'una de le sue parti come VochiOjO la mano non confijle follmente ne principalmente vell'effere bello ocbto, o bella mano, ne nel ucdere affai de Vocbto, ne ancora nel fare troppe arti la mano, ma prima & prtncipalmcnte confifie che ììochio ueda, tT la mano faccia quel che conmene al bene di tutta la perfona,0*fifa più nobile,& eccellente,per ti retto semttochefa a la per fona tutta,perche la propria beitela c proprio atto, ernie molte mite per saluare tutta laperfona la parte naturai* mentefi raprefcnta,0" tifone al proprio pericolo, come suol fare il braccio chefi rapprefenta a la tyadaper salva itone de la tefla • Ifjetido aduneg jutfla leggejempre cf* feruatane l'uniuerfo, 1'tuteliigctitwf i felicita ptu nel muo nere torbe celefle, (che e atto necrjjctio a l'edere deltut* tose bene atto efirinfeco CT corporeo ) che ne laintrin* feca intelhgentia sua ejfentialet che è ti suoproprio atto, ? queflo intende Arisi • dicendo che Vintelhgentia muoue perfine più alto ? eccellente che e Dio,conferendo l'or* dine suo ne Huniucrfo,ft che amando mouendo ti suo orbe collega Vuntone de tmiucrfo,ton la qualprof riamen* te consegue l'Amore/unione, C7" lagratia dtuitta unifica* trice

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trite del Mondo,la quale e lì suo ultimojinc,0* deftdcra^ tafelicità • S O* Mi piace,& (redo ebeper queiìa «io dejìma caufa 1*Anime ffiritualt intellettiae degì'huomm Jt collegano a corpo si fragile, come l'bumano per corife gmre i'ordine diurno nella collegati one, C9* untone di tutto iumuerfo • P H I • Bene hot detto W coji c il acro, che l'Anime noflre cjjcndo ffiritualt, CT intellettive, nijjvn bene da la società corporea fragile, corruttibile io poirebbe occorrerebbe non fiejjero molto meglio col suo ai' to intellctttuo intrinjeco,0* prò, ma s'apìicano al ncjìro corpo solamcte per amore etferuitio del s'orno creatore del M'odo,trabendo la aita,et la cogmtmeintellettiua,et la lu* ce dima dal Mondo superiore eterno a l'inferiore ccrrititi» bile, acciò che queìla fin baffi parte del Mondo,non sta anch'ella priua de la gratta diurna, O* aita eternale, O* perche queflo grande animale non habbia parte alcuna che nonfta uiua Gf intelltgente,come tutto lut,0* ejercitando VAnima nojlra in queflo Xunione di tutto i'umuerfo Mon do secondo l'ordine diurnojil quale ¿comune, ? principali file ne la produzione de le cofe,ellarettamentefrmfce CA* motdsuino, O* arriua a wiirft col Sommo Iddio poi de la separatone del Corpo, Gr quetìa èia sua ulama fé" liciti. Ma se erra ne h tale admmilratione,manca dt epe* fio Amore, Qr di queiìa unione diuina , & queffa alici è somma & eterna pena,per chepoffendo con rettitudine del suogoverno nel corpo salire ne l'altijfmoparadi XX

fa, per lafua iniquità reità ne ?infimo inferno sbandita in eterno dalla untone ¿¡ma, 0* dalla suapropria bea* titudine,se già nonfuffe tanta la dmina pietà, che gli do* naffemodo da poterft rcmedtare • S Q. Dio neguardi da tale errore, 0* ne faccia de i retti ammimfiratori de la sua santa volontà, 0* del sito dmno ordine • P H I • DM lofaccia, ma tu pur già sai o Sophia che non si può far sen^a amore• S O , Veramente l'A* more nel Mondo non solamente è-in ogni cofa comune, ma ancora sommamente e neccfjario, poi che alcuno non puoeffere beatosen^a amore• P H I , No« solamente mancarebbe la beatitudine se mancajje l'Amore, ma ne il Mondo harebbe ejfere, ne cofa alcuna in lui f i trotterebbe se nonfaffe l'Amore .SO. Ter che tante cofe. P H i • Pero che tanto il Mondo, C7* le sue cofe hanno ejfere, quanto egli e tutto unito GT conlegata con tutte le sue cofe a modo di membra d'uno indiuiduo, altrimenti la diutfione sarebbe cagione de la sua totaleperdttionejZTfi comeniw na cofa nonfa unire l'untuerfo con tutte le fue diuerfecofc fe non l'Amore, seguita che effo amore c caufa de l'effe* re del modo,et di tutte le sue cofe.S CX Dimmi come fÀ' more uiujfca tlMondo, & fa di tante cofe diucrfe una so* la.Vhil + Dale cofe già dette facilmente il potrai coni" prendere • il sommo Dio con amore produce, &*gouerna il Modo etamlegalo in una unione,però che ejfendo iddio uno inJimplicijfima unità,bifogm che quel che procede da

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luijta ancorano in intera unità perche da uno uno pome* da la pura unita perfetta unione, ancora ti Monda fj>¡ritualeJi unifica col Mondo corporale mediante l'amo* re, ne mail'intelligentU separate,o Angeli diurni s'unirci* lero con li corpi Celefti, ne i'tnformcrcbbeno negli sa* rebbeno Anime donanti uita, se non l'amafjero , ne XAnu me intcllettiue s'uniriano con li corpi humani per farli rottonali, se non ve le confìringefjt l'Amore , ne s'uni* rebbe quei?Anima del Mondo con epefio Globo de la genmtione,& corruttione, se non juffe l1 amere • Anca a gì!inferiori s'unifeono con lifuoifuperiori,il mondo corpc* rale con il ¡Spirituale, £P il corruttibile con l'eterno, O* Vuntmrfo tutto col suo creatore ¿mediate l'amorechegli ha CT il suo dcftdcrio che ha d'unitft con lui, ? di beatjicarji ne lasuadtutmtà, S O. E'cofiperche l'amore cunffnri* to musicante, che penetra tutto ti Mondo, O* è uno lega* me che vnifee tutto l'uniucrfo • P H I • Poi che tu de l'Amore cojiscnti/ton bifognahor mai dirti più de la sua commumtà di che tutto oggi habbtamo parlato • S O, Man catipure adirmi delnajcimentode XAmore fecondo che tu m'haipromeffo, che de la sua commmità m tutto l'unmr* fo er ognuna de lecofesue affai m'hai detto, Csr mamfc fiamenteueggoche nel Mondo non haeffcre,chi no ha amo* re, mancami solamente afalere l'origine sua, CP qual che cofa de suoi effetti buoni Ó* cattivi , P H i , Delnafc mento de l'Amore, io te ne sonno indebito ,made suoi

IT

j

effettisarebbe motta rìchieTta, neper Timo, neper l'altro a farebbe tcmpo,percbegià c tardi per dar principio a nuo uà materia, ncbiedemene uno altro di, quando ti parerà* Ma dimmi o Sophia come l'A mere effendo cofi comune,in te non f i tritona, S O • Et tu Philone in e f f e t t o mi ami a[' fai* P H I » Tw duedt, o il sai* S O • P tamente tome uorrci, non però conosco eh*iofta taufa de tue attratte fantafie• PHÌ.'Vfanza è di aoi altre beile anta te conofccrtclo la paffiotie degl*amanti¿mófìrar di non co* nascerla i ;na coft come jet più bella e genero fa che taltre, iiorrei che f u f f e più uerace anchora, e poi che il proprio è d e j f e r senza macltla^che la comune ufan^a in te noti caw fijjc difetto.SO*Giaucgjofo Philonechenon trmi altro espediente per fuggire le mie accufationi , f e non rteufando* mi Zaffiamo ìlare s'io ho notitia de te tue pajfionijo tiójdtm mi pur chiaro che ti faccetta hora coft cogitabundofVHl* Voi che ti piace ch*io esprima ¿puelcìoe tu fai > ti dico che la mente miaritirataa contemplar come juole quella formata in te belle in lei per immagine impreffa efemprede Jiderata,m ha fatto laffare ifenft citeriori* SO• Ah, ah, rider mifai/omejt può con tanta cjficaciaimprimere neh mente quel che ftando prefente per gl*occhi aperti non puomtrare&HLTufaciil uero oSophiatthe fé la fplcn" fadabelleza tua non mi f u j f e intrataper gt occhi non me barebbe pojfuto trapajfar tantieme fece ilfenfo}e U fav tafta,penetrando Jitio al cuore non haria pigliata per etema habitatione come piglio la mente mia Empiendola di{culturafatua immagine, che coft prcflo non trapafjano

2 i ragfi del Sole ì cor f i celefì ogl'elementi, che son disotto fino a la terra,guanto in me fece l'ejjìgte di tua bellc^ajin apotierfi mi centro cel cuore,e nel cuore de lamenterò. Sefufjc acro quel che àtei,tanto sarebbe di maggior atnmi" rattone, che ejjcndo io fiutafi intima delitto animo, e pa* tror,a del tutto, che bora a gran pena mificno aperte le por* te tue del uedermi, 0* udirmi, PHI» li s'io dorpjjjt maccufartfli tu i S O • Nonpercb'tl sonno ti feufani* he che suole i sentimenti leuare • P H L Ne« menmijctf ja la caufa che megli ha tolti • S O * Che cofa li pctria leuare conuL sonno che è me^a morte- £ P H i * L'cfiaft o aero alienatone caufata da l'amorofamcdiiattce chi e più di me^a morte .SO* Cornetto (a cogttatione cjìrahere più l'huomo de s enfi, ch7clsomo che getta per terra,come corpo scn^a ulta g PHI. il sonno piapreflo caufa uita che Uiogha,iri* tuale,cioc incorporeo . S O * QueFio so * P H I . Et sai ci/el Mondo corporeo csenfibile, e l'incorporeo intelltgtbi' ìe*SO< Awhorquefto so * P H U £ dei sapere che fra It citiquksetji, solo il vifo otcuìarc e quello chefa tutto il Mcndo^orporeoeJfersenjéilcjfi come il ucdereintelettua* le, fa effere fincorporeo intelligibile• SCXE gl'altri quat> tro seti fi,auditoJat'o,sapore,e odore,per che sonno adun^ P H L il vifo c solo ilanofcitiuo di tutti i corpi, l'audito aiuta a la cognitione de le cofe non pigliandola de le mede ftme cofe come Tocchio,ma pigliandola da altro conofcente, mediante la lingua la quale,o l'ha conofciute per il vifo, o uero intefo da quel che ha ueduto, in modo che l'anteccfso-* re delaudito c iluifocomunemente?orecchia suppone rocchio, come origine principale aVintellettuali cognitione+ gl'altri tre senft son tutti corporali, fatti più preflo per co* ttofeimento, Ò" ufo de le cose neccffarte ala sojìentatione de lanimale,cheper la cognitione intellettuale• S O» An>

dora il ufi ITadito hanno gl'Animali chcnonlanno itu tclletto » P H I . Si che l'hanno per che anchora a loro gli hifognanoper soTlcntatione del corpo, mane i'huemo olirà a l'utilità che fanno al suo sojlcr.imcr.to sonprefriamcntc Hcccfjàty a la cogmtionc de la mate,persele per le coje cor force ficonofcono Xincorporee ,le quali l'anima figlia da l'andito per infomatione à'altrui,Ò* dal tufo per propria cognitionc de corpi + SO. Qj/efio ho bene mtefo ài più ol tre• P H I , Ntffm'di queftì dui nifi corporale, V tntcU leti naie può uedere sen^a luce che V illumini, C7* il utfo cor forale, et oculare, non può uedere sen^a la luce ¿el Sole che illumina l'occhio, e l'oggetto sia d'Acre, od'AcquajO d'altro corpo trar,parente,o diaphano .SO. il lacco e le cose lucenti anchora ne illuminano cfanno uederet PHi* Si,ma imperfettamente, tanto quanto cffcpartiapanode la luce del Sole, che e il primolucido, fenati quale da lui immediate hauuta,o ucro in altra per habito e forma par" ticìpata,l'occhio maipctria uedere,Cofi iluifo intellcttua* le mai potrebbe uedere,et intendere le cofe, e ragioni inccrforce, & uniuerfali,s'ci nonfuffe illuminato dal'undici' to dittino, CT non solamente lui, ma anchora le fpct teche sonnelafantafia (da le quali la virtù intcllcttma piglia l'in tcìlcttuaìe cognitione ) s'illuminano de le eterne flette che seti'ne l'intelletto dittino, quali svno efemphri eh tutte le co fe arate, C7* prcjtjìcno ne l'intelletto dittino, ci modo che prefiflcno le flette efempiati de le cofe artificiate ne le, mcn*

tede fArtefice qualison la medtjtma arte,e quefìe ffetìe sù le chiama Platone idee talmente, cb'el uifo intellettuale e l'oggetto,

aneborà il melode ratto intelltgtkle,tutto c

illuminato da Vintelletto diurno, fi come dal Sole il carpo* 19

reo uifo con l oggetto}?mezo,l.s

*

marnalodm> tiato che ¡'¡¡burnenti degl'altri senJj^chegCocch nonftmu' gliano al'altre parti del corpo, nonsoncarnali, ma lucidi diaphani e fJ>tritualiJpaiawflclle,ér inèelle^a tutte l'ai* tre parti del corp o excedono, L'artificio loro conofeerat ne la compojitiom de le sue settehumidita o uero tunuhe,qua le è mirabile più che di mffuno altro membro, o nero itrw mento,Voggetto delutfo Hutto ilMorrdo corporeoaji a le Re,come inferiore,gl'altri scnji solamente parte del Moti* io inferiore imperfettamente poffontomprcndere; il

CCC

m^j

degtaltrisefiè,oc E non mandando t raggi come dice Platone. P H I . Ariflotile non dimojlrò contra Platone ¡perch'io tengo che ne Tatto utjtuo tutte due le coje fieno ncccfprie/ùji la miffiua de raggi de ?occhio ad apren dere,et illuminare l'oggetto* Comela raprefentatìone de la fpetiede Foggetto ne la pupilla,ancora quefii dui moti contratij non bajhno a la uijione,ferina altro ter^o, timo,che è l'occhio mediante i raggifopra /'oggetto, fecoda* riamente a conformare la fpetie de l'aggetto ^ppreffo, con l'ometto citeriore confi f f e nla per* t t1O* f in auejìo terzo atto > fetta ragione de la utjirn, S O • N oua mi pare qucjta tua

It 'opinione. P H I . A n^j antiqua quanto la propmmità, •f quel duo uogho mojlrartic che l'occhio non solamente uede/naanchoraprima ¡¡Imma ciò che uccie,Ji che cose* qucntcmente non credere folo,che il sole illumini scn^a che e f f o ueda,che di tutti t scnji nel Ciclo solamente quello del uijofifltmache tàfia molto piti perfettamente ¿he ne i'bnù mo ne in altro Animale *SO, Come t cieli ueggono come noti P H u Meglio di noi* S C. Hanno occhi ¿PHI, E quali migliorocchi che'ÌSole e le Stelle¿he ne la fattafcrit tarafi chiamano occhi di Dio¿per la loro unione-dice ti prò* feta perii sette pianett.Quelhfette occhi ài Dio che fiJuda no per tutta la terranei vn altro profeta dice per ilcieiojlel* lato che e suo corpo e pieno £ occhiai Sole chiamano occhione dicono òcchio del Sole.Qj/ejh occhi cclejh tanto quanto ìlltt minano tanto veggono e mediante ti mfo coprendomi cono* feono tuttele cofc del Mondo corporeojle rtiutationi loro« S O « E se non hanno più coel utfojomc pofjono compre» dere le cose de gl'altri senftt P J i I » Quelle cofc che ioti" fiflono in purapafjione non le comprendono in quel modo j onde nonfentono i saporiperguflo, ne la qualità per atto, neper odoreiuapori. Ma comiche quelli celefitfieno tatto f e de lenature3e qualitàdeg?tlementi(da quali tal coje derivano) preconofeeno caftalmente tutte quelle an chorper ti u f o comprendono le tofe che fanno tal'paffioni ? e f f e t t i .SO + Etde faudito che dirai i odino .'PHI* No« per proprto ifirmento 9 che solamente hanno que

del (tifo,ma udendo i movimenti Accorpi e de labri,lingua CT altri ijlrumentidele mi comprendono loroJigm/ua* u,come uederai che fono molti huomtni nel ued(rfagaa,cht vedendo il mouimenti de labri e bocca, senza udir le noci, comprendono quel chefi parla,quanto più potràfare là uu jlade legrandtflelle e chiare, O" mafjimamentequella del Sole,che iojlimo che con quella sola tutti i corpt del Mòn* do,e anchorlopaca terra penetri,comeJiuede per il color naturale che porge ti Solejino al centro de la terra, ZT eojt tutte le cofe,qualità, pafjioni, arti del mondo corporeo sotihffimamente epetfettifftmamente con la sola utrttì ufi* uà comprende • Si che come noilro intelletto s'afjomtglia a Vintelletto diurno nel uedere ZT illuminare egualmente, Cp* coji come l'occhio s'affamila al Sole richiedere, O* illuminare egualmentecojtcome nojlro Vecchio s'affimi aInoftro intelletto in doe cofe utftcne,e hme,cofi ti Sole s'affomitfia a ?intelletto diurno nel uedere,f illuminare le eofe • S O • Affai m'hai detto de la jomigltan'fy del Sole a l'intelletto dtutno ; Dimmi qualche cosa de la somigliano ^a (che dici che la Luna ha a l'A nima del Modo.) PHI«. Coft come l'Anima è me^o tra Tintelletto,t ti corpo, ? e fatto e comporta àelafiabihtà,et unitàintellettuale, e de la dmrftà e mutation corporea,coft la Luna e me^ofra il So* le (simulacro de Tintelletto)e la corporea terratet e coft f t p ta copcfla de la unicaJìabile luce solaret et de la dtuerfa e mutikFtettebroJttàtenebre.S Ot 1 hointefo, P H I . Se

IX

mhaiintejo dichiara quel che ho detto. S O* Che la Luna Jta mezojra ti Solec la terra e mantfeJio}per che laJlantia jua è chiotto al iole, e fi trotta dtjopra la terre,è in mezo di tetti due majJimamTte secZdocC antichi che hano detto eh*ti Sole è immediatejopra la Luna* Ancor the la copofitionde la Limajta di luce solare, et di tenebrojnà tcrrcjìre, si mo* Jlrapcr foj"cure maculejchepaiono tn me^ de la Una qua* do è di luce piena ju modo che sua. luce è mtjla di tencbroji* tà+ PHl Hai intejo una parte dt ciò che ho detto,et la più piana Ja principal*u manta• SO* Duhiara aduny ilrejlo. PHL Ultra quello che hai detto la mcdcjma Incede laLu na,o lume,per ejjcr lenta nel suo rtjplendere è me^afra la chiare luce del Sole¿et latcncbrojità terrejlrejuuora ( f f a pra pria Lima c eompojìa sempre dt luce et tcnebre,perthe si m -pre ejeetto quando fi troua eeltjjata, ha la me minata dal Sole,& l'altra meta tenebroJa,&'gui ti pc trei dire in quciìa compojitionegranparttcuUrità de la fi* migliatila de la Luna a l'Anima ( come suo ucrojìmula>* ero) sto notemejji d'ejjère prolijfo* SO, Dtmcl'tt prtgo in ogni modo,perche no mtnjliqutjìa coja imperfetta,che mi piace la materia, ? da altri non mi ricordo hauerla inteja, Ugiornatae bengrande tanto the batterà per tutto• PHL. La Luna è tenda a modo dolina Palla, & femprese non e echjjata ricette la luce del Sole, ne la metà del suo glo* ho, l'altra metà del globo juo di dietro, che non it.de il Sole e Jempretcnebrofa » S O , Non par già che sempre

fta illuminata la. mé^a falla de la Luna, arCQ rare uolte e follmente nel plenilunio, ne gl'altri tempt la luce non com* prende la wc^apalla,ma maparte dt quella qualche uoU ta grande,tT qualche uoltapiccola,. secondo uà crefcendo, cdecrefcendo la Luna, fKqualche uolta pare che non hab* It luce ulama, cioè, al jar della Luna, e un¿torno in an^i, e un "vrìgtorna dipoi, che efja non pare in alcuna parte il" hminata • P H I « Tu dici il uero quanta in Papparentiar ma in effetto ha sempre tutta la me^apalla illuminata dal Sole• S G , Come àuncg non pare. P H I » Perche mouen+ doft la Luna sempre,dijccjìandoji, o acctflandcfi al SoleJi mutalaluce,che sempre tllujlra sua meta arculamctt' te d'una r.elìi altra parte ¿tee della parte sua superiore» a. l'inferiore, o delliinfcriorc alta superiore• S (X C ^ W f i chiama inferiore, O* qualsupenore i P H I • La parte della Luna inferiore,e quella,che c uerfo la terra ZT mira: noi, CT noi uccliamo tei quando èlummofa tuttar o uerd prarte Ài quella,& la superiore e quella à>e uerjo il Cie* lo del Sole,che ejopra cjja,

non lauedtamo , se bene

lummofa,una uolta aduncg tlmcfe è tutta la metà infet to* re illuminata dal Sole,& noi la uediamo piena dt luce, ? queflo c ne la quintadecima de la Luna,per che lei citi fronte al Sole per oppoftto,unaltrauolta alluminata l'ai tra metà,dee. laJuyeriore,et quejìo c quZdoft ¿¡¡giunge al*Sole che cfopra di lei,

illumina tutta laparte supt>

gioi e,CT l'inferiore uerfo noi refla tutta tcnehroJa} O* ailbora.

11

aìlhora per àue ài la Luna norteare a nòi,negl'altri ài àel mejejt ha àtuerjámente l'illuminatione de la metà de la fai la àe la Luna,perche àa la cmtmEiione principia a man» caria luce àa layarte superiore, & a uemre a l'injeriore uerjo ài noi a poco apocojseconào ji ua àijccjlando dal So* le,ma sempre tutta lanuta è lucida perche cto che manca ài luce a laparte inferiore,Ji trotta ne la supererebbe non Mediamo sempre interamente tutta la metà de In falla, & cojijajino a la quintadecima che alt ber tutta la parte inje riore ucrjo ài noi e lucida,& la superiore tencbroja,dtpei principia la luce a trafportatji a la parte supcriore de ere» jcenàoapocoapoco ucrjo di notano ala parte jupertoret « l'hor manca tutta la noñra parte à; luce, O* la superior te,che non (tediamo e tutta hada. S O , Ho bene inte jo ti progrejjo àe la luce àe la metààe la Luna, Zràela tene hrofitade l'ultraja Uparte superiore uerjo il Cielo a Yin jtriore uerjo ài noiilcotr.a ancora Jlimmi come in quella ejtmulacro àel1 Anima, IJ H i , La luce àe l'intelletto ejìa bile,et partictpatà ne l'animaJija mutaltle3 tnjla ccn tenebrosità, per che Yanima e compojìa ài luce mteUettwa e àt tenebrojiü corporea, come la Luna ài luce solare, f àt ojcura corporeitàJa mutationàe la luce de l'Anima è come quella àe U Luna àe Uparte jupertore a l'inferiore uerjo ìi noi,W al contrario, per che lei qualche uelta sijerae di tutta la luce conojcitiuatche ha l'intelletto ,ne l amminíjiratiene de le cofc corporee,rejìando tenebro ja totalmente da hi DDD

parte superiore intellettiua,nuda di contemplatane, ajlrat* ta di materia, fagliata di uera sapientta tutta pena di sa» gacita, O* ufi corporei, & tojt come quando la Luna e piena, è in oppoftto al Sole, ¿7" gl'Ajlrologi dicono che all'bora è in a f f e t t o sommamente inimitabile col Sole, coft quando l'Anima piglia tutta la luce che ha dehnteU letta, ne la parte inferiore ucrjo la corporeità è inoppoft tione inimicarle con l'intelletto, GP totalmente da lui f i dijcojla + il contrario è quando l'Anima riceuc la luce de l'intelletto, da la parte superiore incorporea uerjo ef* Jo intelletto, ZT s'mifce con lui come fa la Luna col Sole, ne la coniuntione, e ben nero che quella diuinct coppulatione gli fa abanionare le cofe corporali ,0"le cure di quelle, eS* reiìa tenebrofa come la Luna da la parte inferiore uerjo di noi, & cfjendoft afìratta la contemplatone, e copulatone de l'Anima co l'intelletto , le cofe corporali non sonno prouedute,ne amminjfìrate con> uenientemente da lei, ma perche non f i rumi tuttala parte corporea, per necejfttà f i parte l'Anima da quella comune tione del'intelletto participanio la luce a la parte inferiore a poco a poco, come fa la Luna doppo la coniuntione, O* quanto la parte inferiore ricette di luce da l'intelletto, temuto maneJ a la superiore perche la perf tta coppulatione non può Tiare,con prouidentia di cofe corporee ¡seguita che l'ant matta mettendo sua luce, GT cogmtione nel corporeo, le* uandoladal datino a poco apoco,come la Luna Jin che hab*

3 4 bipoflo

ogni sua prouidefitia

la uita contemplala,

& ali'bora

quinta decima,ptena di tenebre.

in quello, tuffando

è tome la Lunarie

uerjo dì noi di luce,0*

re diurno apoco

apocojtricbe

la total1 coppulatione, corporea,

XAnima la luce CT Coppoftta

ritornando

0* tenebroftà

( ccme

perfetto

O4

allegra

fattore

dm luminari

uedere

de l'umuerfo fftntuah

f i n occhi

de la mente

loro poffono toniunttone

ijirituali

quelli

f f ¡rituali,

quali a fufi/

Anchora

de la

e de Poppatone eofa

de la

che f i dicono la coniuntione

loJmihtudinc

quarti de la Lt> , 0* l'altro

; Se hanno f o r f è qualche

ne la mutatione l'hanno,

te* ina»

• M a a macere

de la Luna col'Scie,

l'oppofltione

de

noi q v e f l i , che

'(che f i come m'hai detto la Jimtìttudine

na , l'uno sette dt poi

NE;

quel'

da gh occhi humanipcfjmo

uedere

de due a f f e t t i quadrati,

jieatione

Mtdàanw

babbi m e f f o il ritratto

ro , ) mi d t c c f f i ar.chor qualche

te dì poi

quella

quanto ottimamente

e f f e r c sol'niatufcfii

ttentia vorrei

nell'altra,

SO.

aceto che ueiendo

n o n f i p o f f o n o occultare

mutarne

ne la Luna,

, ne It duclumtnart

I c f l i Sole, O* Luna,

tene

ft

, d'una parte

del Sole ) con mirabileJimdttudwe* mirattone,

volta a queU

con integra

cofi sucaffimmente

intellettuale

Luna)fot* ndfupertO'

torni qualche

GT intellettuale,

la

uerfo ti Cielo

Ancor seguita che l'Anima (come la

trahe sua luce dal Mvndo inferiore,

brofua

totalmente

dell'Arma

set* sigr.ù

• P H 1 LO'

per che quelli quadrati

DDD

senno

j

quando pontalmente la Lunaba la me^aluce nella farti Jupertwe,0*

l'altra me^a ne l'inferiore*

Ondegl'afìro'

logi dicono cb'cl quadrato c affetto dt me^a inimtcitia e lù tigiofo,che cffendo le due parti contrarie eguali fra ìoro.e con egua?parte ne la luce,litigano qual d'effepigliata ¡1 re> fljj?

cojt quando la luce intellettuale dei* Anima è eguaU

mentepartita ne la parte superiore de la ragione,ouer nella mente,ne

la parte inferiore de la senfualita,litiga l'una

con l' altra,qual di lorohabbiadominare,ola fuahta,o la senfualita la ragione .SO.

raglonelafen

Et chejignjica cf"

ferii due quarti. P H I . L'uno è dt poi la comunttone, ? da lei principia afuperare la parte inferiore lafuperiore ne la luce, O" co[i è ne F Anima quando uiene da la copulatio ne a la oppofittene,che di poi che tutte due le parti sonoegua h nela luce,la superiore è superata da l'inferiore, per che la senfuahta umee la ragione .L'altro ¿dipoi de Fopp off tione, e da lei principia afuperare la parte superiore ne la luce C che non uedtamo) l'inferiore che uedtamo, C7" cofi c nell'Aitma quado uiene da Foppofitione a la coppulatione intellettuale,perche di poi che tutte due parti son'ne la luce eguali, principia a superare la parte superiore intellettiua, 0* umccre la ragione la senfualita. S O. Qjtejìa non mi pargtache fuffi gionta da lafjare. Dimmi anchorse hai pronta alcuna fimthudtne a i quatro affetti amicabili de la Luna al Sole, cioè due fcjìih, ZT due trini, ne la muta> tion'de l'anima • P H I . il primofe/ìile affetto de la Luna

al Sole, e a cinque í de la eomuntione, & c «medile perche la partefuperiore participa sen^a litigo de la sua inferiore,però che lafuperiore anchor urne, ^inferiore gl'efottopojla,ccfi c ne ?Antma fiando efete de la coppa* lattone participa un poco di sua luce alle coje corporee, per tllor'btfognio,fuperando mente di mino la ragione il senso, pero le coje corporee athor'son pw m^gre,0* pero ¿konogl'Aflroíogi giudicatori de Iwbtmdanttccorporee, che è affetto d'amiatia diminuita* il primo affetto trino de la Luna al Sole, è a dieci di de la conmtme ,0*1* magrior parte.de la luce, ègià uerjo di noi, pur la superio re non re fía nuda di luce , ma t stretta a IHinferiore, & coftc ne C Anwa quando uà dal primo quarto a Toppojitio ne, che auenga che la ragione non reìlt sétima lucejurtl più de fé uolte s'opera ne le cofe corporee sen^a litigio,^ per che a ¡'borie cofe corporee sonno abundanìi,propriamen" te g? Aj'trologi chiamano ti trino affetto Ifamicitia perfet* ta* il secondo trino de la Luna col Sole e auirtt di de la co* iuntionedipoide foppofitione, ir.nanti del quadrato se con* do,è già la luceJt m participando ne la parte superiore,che era tutta tenebrofa ne l'oppofttione, ma sen^a litigio la par te maggiore de la luce è anchor nela parte inferiore uerfo di net ; CO/Ì cne l'anima quando che dal corporeo (al quale è tutta dedita ) mene a dare una parte di lei a la ragtone e a l'intelletto, talmente che cjjendo ancora più abimdanti le coje corporee f i coniungecon loro il fflendore wtellctìtia'

te,e uìene a efjcrefecondo e f f e t t o d'intera amicitia a p r f f i gl'A tìrohgt • il secando a f f e t t o sefltle de la Luna col So le è allí, x x v • di anebora de la comuntione di poi del secondo quadrato anti de la coniuntione succedente ,em quella forte fuperiorcgtà baueua recuperata la maggior farle de la luce anchor che r e ì l a f f t a l'inferiorefafielen* te parte di luce ,ma in taf modo, che fen^a contraila, e fottopofla al superiore ,&*coji ne t'Anima quando dalle coje corporee e comertita non solamente a farla ragione equiualmente al fenso , ma ferio fupcrtore sen* ^a litigio del senfo, quantunque gli reflt prmdcntia deU le cofe corporee secondo il bisognio loro fattemelo a la retía mente, ma per che in taf cefo le coje corporee son pur magre gl'Astrologi giudicando quelli, il chiamano a f f e t t o d'amicitta diminuita « Dipoi da que f í o quarto, ¿r ultimo a f f e t t o amicabtlc ¿ Se l'Anima tende a l f y u rituale utene alla diurna coppulatione^he e somma suafe* licita, & diminuirne de le cofe corporee• A' queflo mo>* io,o Sophia l'Anima e numero che s e J ì e f f o muouein mo* io circulare , il numero dt numeri è quanto ti numera degl'affetti lunari col Sole, che son sette, ÍT la comune tioneela decima unità,principo O* file de li sette nume* vij come quella è principio è fie de sette a f f e t t i • S Q# R c f f o contenta delftmulacro lunare a l'Anima huma* m> Vorrei sapere se hai alchuna fimtlitadine ne Ve* d i f f i de la Ima a le coje dell'Anima • PH I. Ancho*

i

menti}pcr che la fuga c moto corporeo contrario non del de> fio,ma delfeguito}che e di poi del defto,che del dcfto ilcon> trarioe labhorritione che è unmedfimo con Fodio quale c contrario de f amore,si che come ¡oro sonno un medesimo, ìt suoi captranj sonno anchorana medefmacofa. SO* VYj co ben che Famore,^

il defio sonno uno in suflantia, GT

coji U suoi contrari] ,ma ? amore del non poffeduto, & del poffeduto par (come coftoro dicono) ben'dtucrfo• P H L Pare, ma nonsondiuerft,che l'amor éc la cojapojjedata non e ti diletto, dindio de la fmilione ( come dica* ne) de la poffeffione, dilettafi, &gode ilpoffidente de la cofa amatala godere ZT dilcttarfi non è amore ,per che non può effere una medcjima cofalmore che e moto,o prin tipio dt moto,colgaitdio,o diletto,che sonno quiete,0~jint ¿r termine di moto, tanto pu contrari) progrejft, ¿¡coche hanno,che l'amore mene da l'amante ne la coja amata, ma il gaudio dertm da la coja amata ne famante,mojjimamen te eh ti gaudio e di quel che pofftdc e l'amore e scmpredi quel che manca,&sempre è unmedejimo coldtjto. S O * . s'ama pria cofa posfeàuta, e quella non manca già, P H h N o » m a n c a l a p r e f e n t e p o f j e f s t m , ma manca la continnatione di quella, O* sua perfencrantia in futuro,la qual dijia/JT ama quel che pòsfiede di prefente, ? la gre* fcr.tepofsesfione e quella che diletta,& la futura c quella chefi jfia/S* ama. Si che tanto Pam ore de la cofaposfe ditta quanto quel de la non pofseduta,e unmedejimo ccl dcjt derio, ma e altro che la dilettatione,cofi come la doglia,et la. tri I » itìa è altro che Podio, abborritionejhe la doglia c de ìa pofsefione del maFprefente,e Iodio c per non batterlo nel futuro, $ O. A che mediconi tu dunque l'ordine di qticfie pasfioni de l'anima. P H L L a prima è f a m o r e ? defidcrto de la cofa buona,& il sito contrario t Fodws%T

abhorritione de la cofacattwa. La fferan^a mene di junde l'amore,& desiderio}quale è di cosabuonafutura,ofepe* rata,Q* il timore è tljuo centrano,quale e eli coja catttua futurajO serrata,(j7" quando con l'amor o dejiderio figi' ùnta fferan^a,

succede ¡I seguito de la coja buona amata,

coft come quando con Codio , O* abhorritione Jigiunta ti timore¿accede la fuga de la cofa catttua odiata. lljine e gaudio, uta de l'amore participato

afhuommi

Platone,

checfci'

; dice il ma che non-,

1%

ne può ejjcre in Dio, ma de tamore uniuerjale del qtw le noi parliamo, sarebbe j a l f o negare che in Dio non n e f u j j c * SO* Dichiarami quefta dtffcrentia • P H1«. Platone in quel suo Stmphojio d i f p t f t a solamente àe la for* te de l'amore che negl'huomini fi truoua terminato ne l'*> mante, ma non ne l'amato, fero che qucFto prtncipdmente Ji chiama amore, che quel che Jt termina ne Tamato Jt chiamaamicitta,ebemuGÌentia. Questo rettamente hi d t f f t n i j c e che e defidcrio di bclle^a . Tale amore dice che non fi truoua in Dto, però che quel che dejia belle* ¿¡¡a non l'ha, ne è bello, £7* a Dio che e sommo bello non gU manca belle^a ,nela può dejiare ; Onde non $uo haucrc amore cioè di tal sorte • Ma noi che parliamo de l'amore in comune c Infogno comprendere egualmen>* te quel che si termina nel'amante, che presuppone man* eamento ne l'amante ,0" quel che si termina ne l'ama/ to che ptrefuppone mancamento ne Xamato, & non ne famante, perciò noi non l'habbiamo dijfìnito de* Jiderio di cofa bella ( (me Platone) ma sol'd perii quale ti dtffini Artfìotile, a me in e f f e t t o il bello t GT il buono pare una medcjima cofa * PHI" L O* Ta sci in errore* SO* C me mi negherai che ogm bello non fta buono i P H I . Io non il ntego, ma 'vulvarmente fi suol!negare. S O* X che modo : P H I • Dicono che non ogm bello c buonoperche qualche cofa che par bella egattina in effetto,coft qualche cofa che par brut ta è buona* SO, QueFto non ha luogho,però che a chi la cofa par 'Ma, anchor'par buona da quella parte che e bella se in e f f e t t o e buona in c j f c t t o è bella, HJ* quella che par ariétta, pare anchor gattiua da la parte che e bruita, & se in e f f e t t o € buona, in e f f e t t o non e brutta* P H I • Ben'le repruoui, non ottante che (come t'ho detto ) ne l'apparcntia più luogo ha il bel/ lo ch'cl buono , O" ne Tcfiftcntia pw il buono che ti bello , ma refendendo a tes dico che se bene ogni bello è buono (come dici) sia in e f f e r e , fia in apparenza , mn pero ogni buono e bello * SO* 'Qual' buono non è bello i P H I • il cibo, ti poto, dclce ,

fSt sano,il soave odore,il temperato Acre,non negarai che mnjiena-bitom,ma nongli chiamarti già belli. SO. fle eoje,se ben non le chiamerò belle mi credo cbeJuno,pcrò> ebe se quelle coje buone nonfujjero belle btjogr.erta chejuj Jtno brutte, cjjcr buono e brutto mt par contrarietà < PHi. Più corretto uorrei che parlajJe,o Sopbia.Bttono O* brutta £'una,medcjima parte, e ben uero che non pojjono fiannjteme, ma non è ucro ch'ogni coja chenon è bellaJia brutta. SO.Chec aauntp. P H L £ ne bella/te brutta, ce* me-san*molte coje delmmero de le buone,che beriuedijhe tulleperfine humam,ne le quali cade bello e brutto^ truo nano alcune che non sono bellette brutte,tantopiù tn moU te fjfetie di cose buone,ne le quali non cadejte bclle^a, ne brutterà come quelle che ho detto, che ueramente non son' belle ne brutte,pure e qutfla dtjjerer.tiafrale perfine,et le wje,che ne le persoediciamo ebe tw son belle,ne brutte qua brutte in un altra± Onde non do san belle in una parte, sonminteramente belle, ne brutta. Ma le coje buone che Ìho nominata nonsomtobellexne brutte,in tutta,neinpar^ te+SO* Quelkcompojtioncdt beitela,brutte^,ne le perfine ueneralt non si può negare,ma di quefla neutra* tità di quelle coje buone,che non son belle,ne brutte, uorrei qualche ejjemplo,o cmàentiapiù* P H L N onueditu mol> tLchcnon son ne sani,nc ignoranti f SO.. Che sonno afu»* iptei PHI. San credenti ucrtta, o uera rettamente opinato, «Se quelli che non credono tluero non sonsaui che no san*-

37

neper ragione,ofcientia,nc sono ignoranti,per tic crede* no il nero,o hanno di quello retta ormone cojt st tritona* no molte coje buone,le quali non sono ne belle ne brutte « S O. Darnp d bello non e solamente buono, ma buono con qualche Mticne,o aerogiuntai P HI. Congiunta uera/ mente. S O* Q»ale è Ingiunta i P H L La fallerà,per* the il bello è un buono che ha letteceli buono sen^a quel lo non è bello •SO, C becoja è beitela da cllagmta al buono oltra che la l onta di quello / P H 1 . Largo dijcorjo saria btjogno per dichiarare, o dtjfìnire che coja sia belle* ¿¡a,perche molti la veggono, O* la nominano, &* non la (onojcono, S O. Chi non conojce il bello dai brutto f PHI» C iajcutro conojce il bello,ma pochi concjcctto qualsia quel* la coja,per la cptal tutti t belli scnbcllt qual chiamano bel* lefy S O* Dimmi quale e ti prego• FHI« Diucrjamcnte e fiata dtjjtnita la belleza,elx non mi par'necejjàno al pre jente dichiararti es dtjccrmre la uera da lajatja,che non è troppo del prop ojito,m afjmamente che più manti (credo > che sarà btjogno parlare de la bclle^a più largamente, per bora ti diro solamente insomma sua uera, amuerjale dijjiriitione. La bellettegratia che dilettando lanimo col suo conojcimento il muoue a amare, O* quella coja buona, opersona nella quale tal grafia si trmua è bella,ma quel* ìa buona ne la quaCnon si truoua queiìagratta non è bella nehrutfa,nonc bella,perchè non ha gratta,non ex brutta per de non gli manca bontàf Ma quello al qual tutte due que*

fie eofc mancano ciocgratia,ct lontano solamele non è bel lo¿mi egattm et brutto,che fra bello,et brutto c me^o,ma fra buono, & gattino non e uerme^o , perche ti buono e t f f e r e , ZT ti gattino priuattone* SO. La potentianon m'hai detto che cme^o fra Teffere, V la f mattine t P HI. £n me^ofra l'efferetn atto e perfetto, O'fra la total1 priuatione,ma lapotentiaeeffereapreffo la priuatio« netO* cpmattone fipreffo l'ejfere attuale j Onde è me^o propvrtìonale compojtttuo de la priuattone, C7" de iejjcre attuale/o[t come l'amore è me^o fra il bello e bratto, & non pero fra /'ejfere e la priuattone di quello può cader me ^o, perche fra l'babito e la priuatione di quello non può efferme^o, che soncontraduonj, che la potentia chabito in r e f f etto della purapriuatione, & fra loro non cade me" è priuattone refpctto de Yhabito attuale, ZT cojt fra loro non è me^o,il quale c fra ti bello,UT ti brutto,ma fra ti buono ZT ti gattiuo affoluto non cade alcun me^o • S O. M< piace quefìa dtjfiMtionc, ma uorrei sapere per* che ogni coja buona non ha queflagratta. PHI* N egfogo getti di tutti isenft ejlertori sitruouano cofebuone,utili,tem perate,Z'T dilettabili,ma gratta che diletti,& muoua Va* nima ¿proprio amore (qual ft chiama bellica) non si truow ne fl'j^ttt de li tre senfi materiali,che sono tìgufìoj'o' dorè,e7" il tatto,ma solamente negl'oggetti de due senfi f j t ' rituali uno/ audtto,onie il dolce Gr sano cibo,UT poto ed soaue odore,et ti salutifero «ere, CT il temperato O*

3 8 àolajfmo atto uenereo,con tutta la lor bontà Jolcc^o, sua* una,et utilità neceffarta a la uita de l'huomo}f de l'anima^ le,non sonderò bdli^cro che in quelli matmalt ometti no Ji truoua gratia,o belicene per qucjh tre senji ^rojjt^e ma teriah può tuffarla gratta Z2* bclle^a a Camma noftra j^cr de iettarla,o muouerla a amare bello, ma solamente f i truoua negl'oggetti deluiJo,ccme son'belle forme,O^Jtgu/ re,W belle pitture,0* beli*ordine delle parti fra sejuf> je al tutto,& belli W proportionatiJìormentt, V belli colori,Z9* bella chiara luce/t bel Sole,? bella Luna, belle Stelle ,et bel (telo,pero che ne l'oggetto dclutjo per sua ff> ¿ritualitàjt truouagratia,quale per hchiaii, &1 fjnrt» tualt occhi suole entrare a debitore, muouere neflra anima a amare quello oggetto, qual chkmamo bellefyO4 Jt truoua negl'oggetti de Ìaudito,come bella erettone, bcU .la uoce, bel parlare, bd canto, bella muftea t bella corno/ nantìa, bella propostone, Cr armonia, ne lafjtirituali* tà de quali si truoua gratta qual'muoue fAn.ma addetta' tione, (2r amore mediante il ÌfiriimVsenso de Candito,fi che ne le cofe belle e*hanno del puntuale, & sonno oggetti de'senfi fjptrituali si truouagratta, ZT beitela, ma ne le cofe buone molto materiali, V agl'oggetti de senjt mate* ridi non si truouagratia ài bclle^a, & fero se benson buone non sonbelle • SO» £ f o r f è ne rinomo al/ ira uirttì, che comprendati bello oltre d uijo,l'audio tofPH L Quelle urti conofcitine che so» pi« fjnnuuh KKK

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che quejle,eonojeono più ti belìo che qucfie «SO. Qjmlt sono iP HI. L'immaginattone cjantajia checompone di' fcerne,O* penja le cofe de senft,conosce molti atti o j f l t i j j ? cafi pariicalartgrattofi GT belli,(he muoueno Vanima a de Icttatione amoroja, CT già Jt ¿tee ma bellafantajta, O* un bel*yen fiero, una bella inventione, molto ptu ccnojce del hello la ragioneintelletttua la qual comprende gratie O" belìe^eumnerfalt incorporee, ¿T incorrutttklmccrpi par tuuLti GT corruttibiÌiti quali molto più muoueno l'anima alla àclettationeamore3ccme sonali J ì u d j j e leggi uir tu , e sciente humane,quali iutteji chiamano belletti di o,bella legge, bella sciertia, ma la suprema cogattoont de l'buomo confitte ne la mente aflratta3qual comemplart djnelafctentia ¿t Dio,et de le cose aìlrctte da materia,fi diletta fjT innamora de la soma gratta,e bdh^ache enei creatore e fattore di tutte le cofetper la quale arma a sua ultima felicita. Si che [anima ncjìm Ji nucue de la gratta e beitela the entra ^ritualmente jpcr ti uijo, per hudito, per la cogttatione^er la ragtoe,et per la mentoverò che ne giretti di quejlifcr la lo/if ¡ritualitàfi truomgratta 0 a laqual ri fiondo che c nccejfario (he famor sia procedw io da altri, et che in nijjunmodó pojjt ejjere primo in eter+ ma, an^i Infogna concedere chefiano altri primi allni in ordine di causa. SO. Dimtrila ragione. PHI, Sonno ap sai le ragioni,prima perche C amante precede a Famore co* me l'agente a Tatto ¿et coji li primo mante bisogna che pre ceda e caiift il primo amore « S O • Var buona ragione che Tamante debba precedere a l'amore,che amando il produce, inde laperjonapuò Tiare senz amore, %T ncn pero l'amo re scn^a perjona,dimmi l'altra ragior.c, T HI, Coji come Yamante precede a Tamore, coji tiprcccde l'amato, (he se nonjujje perjona,o coja amabile prima,nonfi patri bhc t ma re, ne sarebbe amore. SO• Aneorain quejlo Li regioe che come de f amante coji de Tamato r,chc Camere non può ej» ferestn^a coja, o perjona amabile, ma la coja amaltkpoirebbeejjcre senza amorejciocsen^a cjfcreamata,Z? ben pare che? amante CT ¥amatoJmo prinapij, Cr cauje de

Vamore. P H I . Che dtjferentìa dt caufaìita ti pare,o So* phia,chefiafr* l'amate^ la cofa amata,?quaìdi lordue ti parchefia prima caufa de l'amore. S O. L'amante mi parchejia Vagente come padre,&* la perfona,o cofa ama* ta, par che Jia il recipiente come quaft madre, che few da i uocahuh l'amante è operantela cofa amata operataM è adm

eterno ctoc etemalmenteprodotto da Dio, la qual cofa non tengono UJidch,perche loro tengono cbejino a l'hora de la creatone solo Diofoffe in ejjèrc fen^a mondo, CT sen^a cbaos, €2r che Fommpotentia di Dio di mila tutte le co/ Je tnprincipio dt tempo babbi produtto che in effetto non parata chiaramente in Motfes ci) el ponga materidcoetcr' m aDio.SO* Sonno adun

principio temporale. PHI.

Pai che vuoi riconofcere U

ragionili quello,far a btfogmo dirtela se bene (pai (he ccfa iiHcrtiremo dalprcptftto.Lamateriaprtma dice Ariflottle nopotria effere di monofatta peroche tutto quel che fifa, di qualche cofa btfogna cheft facci,che tutti concedono cbc di niente nifsana cofafarftpofsa,

se la materia prima

fusfz Fiata fatta, dt gualche altra coja sarebbe jatta,&* quellafarebbe materia prima,0*

non quefta

non f of-

fendo andare queffo procejfo in infinito, btfogna andare a una materia ueramenteprima, ¿r

non mai fatta,dun^

la materia prima è eterna,Or ccft lageneratione, &

cor*

ruttiate che di lei fi fa, peroihe efjtndo la materia prima d'imperfettoeffere bifognache sempre extfìi setto qualche forma suffantiale,ér

lageneratione delmcuo, ¿r ccr

angeli, GT gT intelletti puri comeJi truouano in qucjìa ccr> ruttione mondanai P H I . Se non sonno compcjlt at materia e forma, ne hanno parte nelcbaosjt truouanofcparati da

f I forpi ne le loro proprie efjcHtie,contemplando la iwinità^ fe ancora sonno compii di materia e forma, cofi come participano le sueformenel sommo Dio padre comune,coft ancora participanosufihntia^t materia incorporee dahbaos maire comune, come pone il no/lro AIberi^ubrotinel suo tibrù He fonie ulte,che àncora ¡orò renderanno la sua parte

ferepm intenfo,&prima nato, P H 1 . Ben mi piace che l'animo titolo Sophia non fittogli acquietarejin (he la ij>c