Arte, archeologia e pubblico. Per una storia della fruizione museale fra Settecento e Novecento 8869232492, 9788869232497

L'arte e l'archeologia hanno sviluppato con i loro spettatori un rapporto in costante evoluzione che, con la f

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Arte, archeologia e pubblico. Per una storia della fruizione museale fra Settecento e Novecento
 8869232492, 9788869232497

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Sandra Costa

Maria Luigia Pagliani

ARTE, ARCHEOLOGIA E PUBBLICO Per una storia della fruizione museale fra Settecento e Novecento

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Bononia University Press

Si ringraziano: Angelo Cerizza per la revisione redazionale della pane Musei e pubblico: appunti per una storia; Marco Pizzo per aver cortesemente messo a disposizione le immagini di Ercolano, Pompei, Galleria Borghese, del Museo del Bargello e alcune fotografie del Repano fotocinematografico dell'Esercito con le protezioni ai monumenti italiani durante la Prima guerra mondiale.

Tutti i contributi pubblicati sono sottoposti a double-blind peer review./All contributions published are subject co double-blind peer review. Bononia University Press Via Ugo Foscolo 7, 40 1 23 Bologna tel. (+39) 05 1 232 882 fax (+39) 05 1 22 1 0 1 9 © 20 1 7 Bononia University Press

ISBN 978-88-6923-249-7 www .buponline.com [email protected] I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. LEditore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per l'utilizzo delle immagini contenute nel volume nei confronti degli aventi diritto. Immagine di copertina: "Veduta generale dell'Esposizione dalla lagunà' (der.), Vénezia e l'Esposizione Nazionale Artistica del1887, numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Fratelli Treves, 1 8 87 Progetto grafico e impaginazione: Gianluca Bollina-DoppioClickAn Prima edizione: giugno 20 1 7

SOMMARIO

Introduzione

5

Sandra Costa e Maria Luigia Pagliani

PARTE PRIMA Musei e pubblico: appunti per una storia

Capitolo l , Le parole e le pietre dell antichità

11

Maria Luigia Pagliani Capitolo 2 Il secolo dei Lumi

27

Maria Luigia Pagliani Capitolo 3 La Rivoluzione francese e Napoleone I

49

Maria Luigia Pagliani Capitolo 4 Gli scavi e i musei

65

Maria Luigia Pagliani Capitolo 5 Il primo Novecento

Maria Luigia Pagliani

84

PARTE SECONDA Il museo e il pubblico: storie di una rappresentazione

Capitolo 6 Lo spettatore al museo: immagini letterarie e raffigurazioni satiriche

lOl

Sandra Costa Capitolo 7 Il display: modelli nazionali e valori universali

1 27

Sandra Costa Capitolo 8 La formazione di un pubblico consapevole: fruizione, documentazione e memoria

1 55

Sandra Costa

ANTOLOGIA

1 75

a cura di Sandra Costa e Maria Luigia Pagliani Lettera a G.P. Zanotti di L. F. Marsi li Réflexion critiques sur la poésie et la peinture di J.B. Du Bos

1 77 1 79

Cabinet d'Histoire naturelle da l'Encyclopédie

1 92

Lettere al Cardinale Consalvi di Antonio Canova

200

A Veleia di Giovanni Antolini

202

Discours à l'Assemblée di Vicror Hugo

208

Discours sur l'achévement du Louvre di Victor Hugo

213

A una mummia di Arrigo Boiro Sopra una conchiglia fossile di Giacomo Zanella

215 218

I l Museo d i Storia Patria di Reggio nell'Emilia di Gaetano Chierici

22 1

Istruzioni agli agricoltori di Carlo Boni

227

Il Museo artistico industriale di Napoli di Gaetano Filangieri

235

Catania di Federico De Roberto

238

Al Museo capitolino di Henry James

240

Le problème des musées di Paul Valéry La Mostra Augustea della Romanità di Giulio Quirino Giglioli

24 1 244

Bibliografia generale

249

a cura di Sandra Costa e Maria Luigia Pagliani

Introduzione

'

E

sempre più diffusa nella critica l'idea che l'arte sia essenzialmente un sistema che si sviluppa e si struttura in ambito collettivo1 e che lo spettatore abbia un ruolo attivo nella costruzione stessa del significato dell'opera. Nel corso dei secoli il "pubblico" si è progressivamente distinto dalle figure del mecenate prima e del collezionista poi conquistando legittimità e autorevolezza di giudizio, ma la sua concezione moderna ha radici nel pensiero illuminista, in collegamento allo sviluppo di una maggiore sensibilità per la democratizzazione della cultura e dell'accesso alle arti, e sull'ondata dei grandi rivolgimenti storico­ artistici collegati alle soppressioni e alle confische della rivoluzione francese prima e alle requisizioni di Napoleone poi. L'allargamento dei "Pubblici delle arti" ha usufruito, nel XIX secolo, della moltiplicazione delle tecniche di riproduzione2 e di un accesso al visivo senza precedenti nella storia. Più libero, ma spesso solo all'apparenza, il rapporto tra i pubblici del XIX e XX secolo e l'opera d'arte si configura secondo modelli in cui resta spesso forte il ricordo delle concezioni di Ancien Régime. La ricezione del singolo spettatore e quella del pubblico riunito in "audience", che si declinano secondo tipologie private o istituzionali e soprattutto museologi­ che, possono essere così studiate secondo diverse coordinate spazio-temporali in cui la fenomenologia storica della fruizione si può interessare sia alla presenza del pubblico in uno stesso contesto sia allo studio della "fortuna critica" di un'opera o di un autore. Produzione, ricezione e mediazione si configurano come momenti di un uni­ co processo di costruzione dell'arte seguendo in questo l'ormai storico commento di Marcel Duchamp: "ce sont les regardeurs qui font les tableaux".3 Ma gli spet1 Becker [1 982] 2004, Heinich 2 0 1 4 e cfr. anche la sintesi di Ravet 20 1 5. 2 Cfr. Heinch 2 0 1 4 . 3 Duchamp 1 9 1 4 c it. i n Raver 20 1 5 p. 82, cfr. anche Arambasin 1 996.

6

l

Introduzione

tatori non amano le stesse cose perché non hanno le stesse categorie "visive" né gli stessi strumenti culturali.4 Dal XIX secolo, lo sviluppo di una alfabetizzazione di base e la contempora­ nea moltiplicazione delle tecniche di riproduzione e diffusione delle immagini hanno incrementato l'accesso all'arte banalizzandone anche gli strumenti di lettura e di visione. L'arte, i musei, le esposizioni sono così entrati in una dina­ mica storica in cui le diverse tipologie di pubblico, nella loro fruizione estetica e culturale, vengono chiamate a partecipare a sfide economiche, politiche e nazionali. Tra ammirazione o indifferenza, tra condanna popolare o diniego erudito il rapporto al museo, e più in generale il confronto con un patrimonio storico isti­ tuzionale, è entrato nella vita quotidiana del "grande pubblico" e l'inizio di una riflessione dedicata alla fenomenologia storica della fruizione è ormai fondamen­ tale per lo studio e la comprensione delle connessioni tra arte e società. Per illustrare il complesso rapporto tra museo e pubblico, nella prima parte e in ordine cronologico, si propone al lettore, anche non specialista, la sintesi dell'e­ voluzione dei musei tra XVIII e XX secolo, con specifico riferimento all'Italia. Sono stati selezionati casi esemplari, con particolare ma non esclusiva attenzione all'archeologia, capaci di illuminare la complessa rete di relazioni sottese al rap­ porto fra l'istituzione e i fruitori. Per capire il processo di comunicazione che si instaura fra i visitatori e le sale del museo è indispensabile, infatti, la comprensione del contesto in cui l'istituzio­ ne è stata concepita e le motivazioni collegate alla sua fondazione. Questi aspetti infatti ne connotano in modo indelebile l'identità e costituiscono il messaggio fondamentale che si trasmette, attraverso l'allestimento, al pubblico. La seconda parte del volume, con il ricorso a testi più o meno noti e ad alcuni di grande rilievo critico, consente di costruire un'analisi dei rapporti tra il pub­ blico e il museo anche attraverso l'uso di fonti eterodosse. Facendo particolare riferimento alle vicende italiane del Risorgimento e dei decenni immediatamen­ te successivi l'Unità nazionale, è messo in rilievo l'emergere di una esigenza di consapevolezza identitaria di cui istituzioni e manifestazioni artistiche si fanno strumento. Una antologia di testi critici, letterari, giuridici sul tema completa lo studio ed offre al lettore la possibilità di accesso a fonti significative, ma spesso poco conosciute. Oggi come ieri "il museo comunica a partire dall'assetto e dall'ordinamento delle collezioni. Ancora prima della pagina web, dei comunicati tramite i social media, della programmazione culturale e didattica, il museo dichiara il proprio messaggio, la propria narrazione, nell'organizzazione interna, negli aspetti mu-

4 Cfr. Heinich 1 998, p. 1 8 5 .

SOMMARIO

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7

seologici e museografici che decretano il grado di immediato gradimento da parte del visitatore".5 All'origine dei musei, come è noto, vi sono ragioni di natura storico-politica, metodi e posizioni delle diverse discipline, istanze di carattere sociale. In questo scenario i diversi attori - politici, studiosi, curatori, architetti - si avvalgono delle tecnologie disponibili per "mettere in mostra" e diffondere le conoscenze. Il prodotto che il pubblico viene chiamato a valutare è il frutto della storia politica e culturale, dello sviluppo delle diverse discipline e delle convinzioni delle singole personalità che, a vario titolo, prendono parte all"' avventura espo­ sitiva".

Sandra Costa e Maria Luigia Pagliani

5 Curzi 20 1 6, pp. 39-40.

PARTE PRIMA

Musei e pubblico: appunti per una storia

Capitolo 1

Le pa role e le pietre dell'a ntichità

Maria Luigia Pagliani

B

enché sia noto l'interesse storico per le iscrizioni degli eruditi dell'Antichi­ tà classica (sono ben conosciute per esempio, le prime trascrizioni di epi­ grafi latine eseguite sotto l'imperatore Costantino) , l'approccio moderno all'epigrafia risale al XIV-XV secolo: dopo la parentesi medievale, l'attenzione per le iscrizioni si riaccende prepotentemente quando viaggiatori e studiosi iniziarono a completare narrazioni e descrizioni di viaggio con la riproduzione dei monu­ menti antichi e la fedele trascrizione delle epigrafi che li accompagnano. È infatti nel XV secolo che, con il progredire delle scienze antiquarie, la lettura delle testimonianze inscritte acquisisce i caratteri di disciplina storico-scientifica. Fra' Giocondo da Verona, architetto e letterato vissuto nella seconda metà del Quattrocento pubblica nel 1 489 una raccolta (silloge) epigrafica in cui per la prima volta il testo latino da modello indiscutibile di lingua e ortografia diviene oggetto di un esame critico. L'aspetto più interessante è che l'autore, nell'illustra­ re le motivazioni e i criteri dell'opera, afferma che la ragione principale del suo lavoro è la necessità di conservare e tramandare i testi per studiosi del futuro, poi­ ché lo stato di abbandono in cui versano i monumenti induce a fosche previsioni. Nove anni dopo l'uscita dell'opera di Fra' Giocondo, il 31 ottobre del 1 480, quasi a smentire le preoccupazioni dell'erudito, un decreto del Comune di Bre­ scia istituisce il primo lapidario pubblico: il provvedimento prescrive che i marmi scolpiti, lavorati o incisi debbono essere conservati per le "pubbliche fabbriche" e non possono essere venduti, donati o manomessi, pena una multa di due denari per ogni monumento danneggiato o asportato. 1 Gli è che, nella seconda metà del Quattrocento, i lavori di rifacimento delle mura della città restituiscono una grande quantità di monumenti e le autorità mu­ nicipali intendono assicurare questo patrimonio all'uso pubblico, sottraendolo al

1 Passamani 1 979, pp. 6-7; in generale per la storia dell'archeologia dal XV al XVII secolo: Schnapp 1 994, pp. 1 09-1 57.

12

l

Maria luigia Pagliani

Frontespizio da catalogo ( 1 672) del Museo del Conte Lodovico Moscardo veronese. Il museo cu­ stodiva antichità, minerali, conchiglie e testimonianze della storia naturale

le parole e le pietre dell'antichità

P .

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CALCEOLARI

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Veduta del Museo di Francesco Calzolari (Verona), XVII secolo

l

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l

Maria luigia Pagliani

Composizione di rilievi e iscrizioni antiche nel cortile di Palazzo Medici Riccardi a Firenze

le parole e le pietre dell'antichità

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Veduta del cortile di Palazzo Medici Riccardi a Firenze

sempre fiorente mercato del collezionismo privato. I marmi murati nel complesso del Monte di Pietà, della Loggetta e delle Prigioni, che pur hanno una funzione decorativa, divengono, al contempo, il simbolo del legame tra la nuova Brescia e il suo antico passato, tangibilmente verificabile anche da coloro che non possedeva­ no una cultura storico letteraria sufficientemente approfondita. Circa cento anni dopo, sull'esempio bresciano, in altre parti d'Italia, simili provvedimenti intendo­ no assicurare la conservazione delle iscrizioni antiche: così con questi obiettivi si legifera nelle Province Toscane (l 5 7 1 ) e a Roma ( 1 646 e 1 686) . 2 A questa legislazione a scopo eminentemente conservativo si affiancano, a suo sostegno, incisioni e opere a stampa con riproduzioni accompagnate da commen­ ti antiquari in cui il monumento inscritto, fonte primaria per lo studio dell'an­ tichità, viene esaminato e classificato non solo sotto gli aspetti grammaticali, ma anche per tipologia, struttura, provenienza: nell'ambito degli studi si afferma un criterio di ordinamento per classi (onorarie, votive, funerarie) secondo il conte­ nuto del testo e la destinazione del monumento. Questi gli inizi, ma ovviamente la diffusione di questi principi non fu né rapida né lineare. Il carattere eminente­ mente celebrativo sopravvisse in molte raccolte, come per esempio la Collezione Riccardi e Guicciardini a Firenze, dove le lapidi sono destinate a stupire il visi2 Emiliani 1 978, pp. 2 5 -27.

16

l

Maria luigia Pagliani

Antiporta con scena allegorica, da A.C. De Caylus, Recu eil d'Antiquités Égyptienn es, Étrusqu es, Grecqu es, Romain es et Gauloises, III, Paris, Desaint et Saillant, 1 759

le parole e le pietre dell'antichità

l

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tatore, a destare l a sua ammirazione per l a dimora patrizia e i suoi aristocratici proprietari e l'esibizione delle antichità conferma il rango e i connessi privilegi. Le iscrizioni, in un progetto estetico-scenografico, sono accostate per dimensione con criteri estetici, entro cornici in pietra serena, a formare dei medaglioni deco­ rativi. Collocate sotto il portico, nella corte del palazzo (oggi Medici Riccardi) , talvolta coperte parzialmente dallo stucco, sono poste troppo in alto anche solo per essere lette. Occorre attendere il XVIII secolo per vedere l'affermarsi della convinzione che le iscrizioni sono un archivio di preziose testimonianze sulle vicende storiche, sulla storia della scrittura stessa e sull'evolversi delle istituzioni antiche. Il rinno­ vamento del metodo storico all'inizio del Settecento, il diffondersi di imposta­ zioni critiche, quali quelle dei Maurini e dei Giansenisti, che si propongono di sottoporre a verifica la tradizione storica medievale e paleocristiana e, non ultimo, l'affermarsi del pensiero illuminista, pongono le basi per nuovi criteri di lettura e di studio. La storiografia, non più solo racconto elegante, prevede raccolte com­ plete e analitiche dei dati, verifica autoptica del documento, individuazione di fatti certi e documentati frutto di un attento esame critico delle fonti. Negli studi dell'antichità le nuove tendenze comportano una progressiva spe­ cializzazione per tipologie di materiali. In questo quadro il rinnovato interesse per le iscrizionP porta anche le collezioni ad abbandonare, gradatamente, il carattere di raccolte, spesso disordinate, di tracce della natura e dell'arte, per divenire seria­ zioni tipologicamente ordinate destinate a studiosi e cultori eruditi. I cataloghi a stampa, strumenti indispensabili per la diffusione dei dati e la promozione delle raccolte, si strutturano con criteri "moderni": all'indispensabile visione diretta dell'oggetto si accompagna una descrizione accurata corredata di misure, di infor­ mazioni relative al rinvenimento e alla provenienza, di citazioni, di riferimenti bi­ bliografici e di una serie di confronti a comprovare la bontà delle teorie esposte.4 L'esegesi della testimonianza antica per una ricostruzione storica il più possibile certa e comprovata porta ad una nuova attenzione al manufatto - iscrizioni, bolli, monete - che conserva tracce della scrittura antica.5 Questo processo di affinamento degli studi epigrafici trova compiuta affer­ mazione nella voce inscription dell'Encyclopédie: le iscrizioni sono le deposita­ rie della conoscenza più sicura del mondo antico e quindi debbono essere con­ servate e interpretate.6 Non è ovviamente un caso che analoghe istanze trovino riscontro nei provvedimenti di quegli anni ancora in Toscana e a Roma, città 3 Raimondi 1 95 1 ; Momigliano 1 966a, Momigliano 1 966b, Momigliano 1 966c, La Penna 1 973, pp. 1 6 1 2 - 1 6 1 5, Favaretto 2002 . 4 L'immagin e dell'antico, 1 983. 5 A questo proposito è emblematica l'argomentazione di Scipione Maffei che, attraverso l'esa­ me delle monete antiche in suo possesso, certo della loro autenticità, palesa dubbi sulla origine di Roma consegnataci dal mito: Ulvioni 2008, pp. 234-235. 6 /nscription 1 765.

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Maria luigia Pagliani

RECUEIL

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>. Il pensiero civile di Scipione Ma./fei, Ales­ sandria, Edizioni dell'Orso, 2008. Valéry 1923: Valéry P., Le problème des musées, "Le Gaulois", 4 aprile 1 923 . Valéry [ 1 928] 1 960: Valéry P., La conquete de l 'ubiquité, in CEuvres, tome II, Pièces sur l 'art, Parigi, Gallimard, Bibliothèque de la Pléiade, 1 960, pp. 1 283- 1 287. Venezia e l 'Esposizione Nazionale Artistica del 1887, numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Fratelli Treves, 1 8 87. Von Strobel 1 994 : Von Strobel V. , Biografia del proj Pellegrino von Strobel, in "Le terre­ mare si scavano per concimare i prati . . ", catalogo delle mostra, Parma 1 2 maggio-30 novembre 1 994, Parma, Silva Editore, 1 994, pp. 6 1 -65. Wescher 1 988: Wescher P., I .furti d'arte. Napoleone e la nascita del Louvre, trad. it. To­ rino, Einaudi, 1 9 8 8 . Yang 20 1 1 : Yang Y-H . , Les premiers Salons caricaturaux a u X!Xe siècle, in L e Men S . (a cura di) , L 'art de la caricature, Parigi, Presses universitaires de Paris Ouest, 20 1 1 , pp. 73-86. Zanoni 20 14: Zanoni E., Scienza patria e religione. Antonio Stopani e la cultura italiana dell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 20 1 4 . Zola 1 877: Zola É . , L 'Assommoir, Parigi, G . Charpentier, 1 877. .

Finito di stampare nel mese di giugno 20 17 per conto di Bononia University Press