Volare L'icona italiana nella cultura globale

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Italian Pages 204 Year 1999

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Volare L'icona italiana nella cultura globale

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allama Po

EDIZIONI BOLIS

me avcura

di

Giannino

Malos

FASHION ENGINEERING UNIT

In tutto il mondo,

in ambito

universitario e all'interno dei

media = ble aziende, gli ultimi anni hanno visto svilupparsi

un forte interesse per una maggiore conoscenza di tutti gli aspetti progettuali e scientifici della moda. Appare sempre più evidente che nell'attuale fase di sviluppo economico del-

l'industria della moda è vitale la capacità di ricavare valore aggiunto dall’elaborazione di design, comunicazione,

e in

generale dalla componente immateriale delle merci. In que-

| Sto senso, l'industria della moda è in transizione verso una nuova industria di tipo "culturale", come lo sono l'industria del ‘cinema,

della musica

leggera, del software, una

nuova

limbrisione più sofisticata dove la capacità di gestire cultura e creatività abbinata alla componente tessile è sempre più

importante. Progettata e diretta da Giannino VETOSSI Gohien Engineering Unit è un gruppo di ricerca interdisciplinare pro-

dotto da Pitti Immagine che agisce come collettore del sapere e dell'analisi ode intorno alla moda, con l'intenzione di creare un discorso interdisciplinare accessibile, spettacolare

e inedito; fare da ponte tra le RCA

sviluppate in ambi-

ti di ricerca e accademici, a livello internazionale, e il mondo produttivo e mediatico della moda italiana e internazionale. Fashion Engineering Unit ha prodotto nel 1997 la mostra e il libro Il Motore della Moda. Spettacolo, Identità, Design, Eco-

nomia: come

l'industria produce ricchezza attraverso la

moda (The Monacelli Press, New York) e ha in programma per il 2000 Il Futuro dell'Uomo, un'analisi sui temi del "gene-

AR L'icona

italiana

nella

cultura

global

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Die schénsten

Kéirven von Maranello bis Palermo:

Maria Grazia Cucinotta

in einem Kleid von Anna

PARRA REST FINA

OSE

ERMNIZIG

VOLARE l'icona italiana nella cultura globale Firenze Stazione Leopolda: 14 gennaio - 7 febbraio 1999

Curatore del libro e della mostra: Giannino Malossi

Supervisione scientifica: Peppino Ortoleva - Cliomedia Officina

Volare, L'icona italiana nella cultura globale è il titolo del libro e della mostra che costituiscono la seconda creazione di FASHION ENGINEERING UNIT, l’unità di ricerca interdisciplinare sulla cultura della moda prodotta da Pitti Immagine.

Mario Boselli Presidente di Pitti Immagine Raffello Napoleone Direttore generale e amministratore

delegato di Pitti Immagine Lapo Cianchi Direttore comunicazione corporate

Progetto dell'allestimento della mostra: Achille Castiglioni, Gianfranco Cavaglià, Italo Lupi

Grafica del libro: Italo lupi con Francesca Turchi Collaborazioni speciali: Paola Antonelli Franco La Gecla

Antony Shugaar

e progetti speciali di Pitti Immagine

Assistente del curatore: Antonella Mazza

Giannino Malossi Curatore di Fashion Engineering Unit

Photo Editing: Giannino Malossi Fotografie a New York: Leslie Fratkin

Hanno partecipato alle ricerche di Fashion Engineering Unit: Garlo Antonelli Andrea Balestri Sybille Bollmann Laird Borelli Nadine Frey Franco La Gecla Thomas Hine Mario Lupano Giannino Malossi Peppino Ortoleva Ted Polnhemus Marco Ricchetti

Antony Shugaar Pierre Sorlin Valerie Steele Ugo Volli

Coordinamento editoriale: Progetto Media, Milano Coordinamento editoriale USA: Antony Shugaar - Paracultur

Traduzioni: Guido Lagomarsino Antony Shugaar Redazione: Rosi Dellavia - Progetto Media

Segreteria di redazione: Garla Mantero - Progetto Media Ricerche iconografiche: Laird Borrelli

Maria Teresa Di Marco Antonella Mazza Ricerche video: Michela Moro Gamilla Pediconi Golonna sonora della mostra: Beatrice "Miss B” Venturini Ufficio Stampa: Cristina Brigidini Pubbliche Relazioni: Sibilla della Gherardesca

Organizzazione generale: Sybille Bollmann Coordinamento dell’allestimento: Anna Pazzagliì Produzione video: Ranuccio Sodi - Showbiz Srl

© 1999 Fashion Engineering Unit © 1999 edizione italiana: Edizioni Bolis, Bergamo

ISBN 88-7827-094-6

Printed in Italy Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1998

ieetisa

lia

na

nella

a cura di: Giannino Malossi

grafica di: Italo Lupi

EDIZIONI BOLIS

CUI

Ctu

ra

In copertina:

Maria Grazia Cucinotta Foto di Ferdinando Scianna per il Calendario Lavazza 1996, Agenzia Armando Testa (Contrasto)

Illustrazioni delle pagine precedenti:

Marcello Mastroianni e Anita Ekberg

nella Fontana di Trevi, scena da La dolce vita,

regia di Federico Fellini, 1960 (Fondazione Cineteca Italiana)

Dolce & Gabbana, foto di Ferdinando Scianna dal catalogo Collezione Primavera/Estate 1988 (Contrasto)

Illuminazione scenica del Colosseo, Roma

Foto di Manuela Fugenzi (Grazia Neri)

Italia e Germania, Friedrich Overbeck, 1828 (Neue Pinakothek,

Monaco, Germania)

Venexia, tazzina da caffè,

Illy Collection-Biennale Venezia 1997 Design Luca Trazzi Visitatori stranieri sull'Autostrada Napoli-Pompei, 1940 Foto di Paul Wolff (Touring Club Italiano - Archivi Alinari)

“L'auto, la donna e ciò che lei ama indossare. Quale, chi e che cosa?

Nella Bella Italia esiste soltanto una risposta a questa domanda.” Articolo sullo stile italiano

con Maria Grazia Cucinotta, in GQ - Gentlemen's Quarterly, Germania, agosto 1998 Foto di Antoine Vergal

In questa pagina:

Scontro tra icone: Sophia Loren e Jayne Mansfield (Archivio Infinito)

Volare. L'icona italiana nella cultura globale

Giannino Malossi

Il nuovo iperspazio della socializzazione: Italian Style?

Saskia Sassen

L'identità difficile

Ugo Volli

L'icona e il consumo. Comprare italiano: mode, identità, stereotipi

36

Peppino Ortoleva

Un'Italia immaginata

Ted Polhemus

La via italiana alla modernità

56

Carlo Antonelli — Peppino Ortoleva

Milano 02138

Richard Martin

-The Italian Mile

Giannino Malossi — Photo Leslie Fratkin

Look italiano

Valerie Steele

La moda italiana e l'incubo ad aria condizionata

Franco La Cecla

l’infatuazione italiana

Antony Shugaar

Sentimental Design

Paola Antonelli

0’ paese do’ sole remix. La canzone italiana mondiale

Carlo Antonelli

Italiani di celluloide

Pierre Sorlin

Tre euro nella fontana. L'immagine dell’Italia al cinema

Thomas Hine

Ho scoperto l’Italia in America

Alberto Baccari

Un’americana a Roma

Fiona Morgan

Tiramisushi

Kaoru Tashiro

Cucina italiana & New American Cuisine

David Le Boutillier 150

Alta cultura, bassa inflazione. L'Italia attraverso ilcalcio

Alix Sharkey 156 i

Il best-seller fatto in casa

Fausto Colombo

Vacanze all'italiana. L'immagine italiana attraverso ilsuccesso turistico Ilvalore dell'icona italiana

Biografie Ringraziamenti

SOMMARIO

144

Carlo Tombola

Andrea Balestri — Marco Ricchetti

170

(Jie

Yolare, oh oh. Domenico Modugno,

Cosa ne sarà del made in Italy nell'era dell'economia globale ormai dispiegata? O, accorciando soltanto

| cantautore vincitore |

di un po’ lo sguardo, nell'Europa dell'Euro? Sono convinto che il secondo progetto realizzato dal

lel Festival di Sanremo 1959

Fashion Engineering Unit, la struttura di ricerca interdisciplinare sulla cultura della moda che Pitti

von la canzone Nel blu dipinto di blu

Immagine ha promosso e a cui collaborano esperti di università e di istituzioni culturali e scientifiche

Grazia Neri)

italiane, europee e statunitensi, fornisca spunti molto interessanti soprattutto a chi — per lavoro o per studio - queste domande

se le sta ponendo concretamente

D

da tempo. Affrontare oggi il tema dello

Specifico Italiano - del rapporto cioè tra l’immagine italiana e i prodotti che, fabbricati o meno in Italia,

hanno a che fare con quella immagine - è di per sé indice di un cambiamento in corso e di un'incertezza. Il made in Italy è cresciuto lungo tutti gli anni Cinquanta e Sessanta ed è diventato un caso internazionale tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta, quando l'Italia si è alla fine scoperta ricca e famosa grazie soprattutto alla sua moda. Dalla riflessione sulle ragioni di quel successo è emersa la realtà del sistema italiano della moda: la completezza e l'integrazione della sua filiera produttiva, la flessibilità organizzativa delle aziende, le reti economiche e sociali di comunicazione e cooperazione dei suoi distretti industriali, la ricchezza di competenze professionali, l’imprenditorialità diffusa, l'apertura internazionale dei

suoi operatori. Concetti come creatività, talento, stile italiani, hanno trovato qui i loro fondamenti. Il complesso di queste caratteristiche uniche continua a costituire ancora oggi la felice eccezione della moda italiana nel panorama

internazionale.

Ma questi positivi fondamentali sono anche il risultato di

una strategia di adeguamento spontanea che le forze più dinamiche del nostro paese hanno individual

mente elaborato rispetto alle storiche carenze della società italiana. E nel frattempo la competizione si

è fatta ancora più accesa, i mercati più imprevedibili, la domanda sempre più esigente. Come reagirà alle presenti e alle future sfide l'incostante eppure irrinunciabile processo di modernizzazione che si sta

realizzando in Italia? Riuscirà a confrontarsi, dopo aver positivamente affrontato alcuni dei grandi nodi

strutturali, anche con i decisivi temi dell'identità culturale, della coesione sociale, della crescita di una civiltà del vivere molto invidiata ma anche piena di contraddizioni? Ecco perchè è importante parlare oggi dell'Immagine Italiana, farla uscire dagli stereotipi, verificarne continuamente le connessioni con quei suoi fondamentali e con tutte le sue componenti attive e proiettate nel futuro, costruirla in modo

che aderisca a sogni, ambizioni, desideri fortemente sentiti e diffusi ovunque perché ognuno possa interpretarli personalmente, farli suoi. In un mondo dove ormai tutti i luoghi sono in ogni luogo e ogni luogo è in tutti. Questo, nella consapevolezza che la capacità di comunicare senso e identità è un poten-

te moltiplicatore del valore economico che l’Italia continuerà a progettare e a produrre, a patto che la sua industria - quella della moda e non solo - sia in grado di metabolizzare e usare con intelligenza que-

sta risorsa. Solo così ridefiniremo il made in Italy nel XXI secolo. Sono contento - e, perché no? anche orgoglioso - che sia ancora

una volta Pitti Immagine,

attraverso questo progetto della Fashion

Engineering Unit, a porsi e a porre il problema. E a spostare sempre in avanti, anche nel campo della

cultura della moda, quella ricerca del meglio in cui tutti noi siamo da sempre impegnati.

Mario Boselli Presidente di Pitti Immagine 21

Papal City, 1987

Dopo aver tracciato con // motore della moda una prima mappa generale delle “forme di vita

di David McGlynn

intelligente sul pianeta moda” - come ironicamente ci ricordavano il saggio di apertura di quel

ntile concessione di David McGlynn, NY)

libro e il grande pannello posto all'ingresso dell'esposizione - Pitti Immagine e la sua struttura

mobile di ricerca, la Fashion Engineering Unit, concentrano la loro attenzione sul luogo per eccellenza di quel sistema di forme: l'Italia. Forme immaginarie o simboliche e concretissime forme di industria e progettazione avanzata, da affrontare esplicitamente e per la prima volta con un approccio pluridisciplinare. Pitti Immagine ha già affrontato in passato alcuni specifici italiani, ma lo ha sempre fatto scegliendo appunto visuali e interessi parziali: quelli dell’epopea ini-

ziale del made in Italy ne La sala bianca: nascita della moda italiana, un libro e una mostra

allestita da Gae Aulenti e Luca Ronconi in Palazzo Strozzi a Firenze nel 1992 — e l’anno successivo portata anche al Louvre di Parigi e l’anno ancora dopo al Guggenheim di New York; o de La regola estrosa che lo stile italiano ha stabilito lungo cent'anni di eleganza maschile (anche in questo caso un libro e una mostra del 1998); o ancora quelli del fascino, per gran parte made in Italy, del Latin Lover, progetto espositivo ed editoriale del 1996. Mai prima d'ora l’immagine italiana era stata però osservata a tutto tondo e oltre i limiti di ciò che tradi-

zionalmente si intende per moda, con l'intenzione di registrare e mettere in luce la capacità di produrre valore aggiunto da parte dell'icona Italia, nei confronti delle industrie di beni e servizi ad alto contenuto estetico e creativo che operano nel sistema complesso

“persona-moda-

arredo-casa-alimentazione” e nel mercato e nella cultura globalizzati. Anche se vive ormai da cittadino del mondo, lo Specifico Italiano dimostra di conservare solidi legami con quel mix particolarissimo di qualità reali e immaginarie, materiali e immateriali, pre e post-moderne, che oggi non può più essere lasciato alla casualità ma diventare progetto consapevole. La ricerca culturale è ancora una volta in sintonia — e per certi versi

ne è espressione, fatta salva la necessaria autonomia propositiva - con il progetto di marketing

che stiamo ora realizzando attraverso le nostre fiere commerciali e le iniziative di comunicazione che di solito le affiancano. Da qualche tempo infatti le rassegne di.Pitti Immagine cercano di superare dall'interno le barriere rigide che separano fra loro i diversi settori della moda, e la moda nel suo insieme, da tutti gli altri riferimenti della contemporaneità che li attraversano: per stabilire contatti, per aprire prospettive inedite, per trovare nuove opportunità di business per gli operatori e per la nostra stessa attività fieristica. In sostanza, per dare voce e visibilità a quel sistema

“persona-moda-arredo-casa-alimentazione’ in cui l'Italia ha

espresso finora la sua leadership internazionale.

Raffaello Napoleone Direttore generale e amministratore delegato di Pitti Immagine 23

o

bale

E

A RS

nordatlantiche sulle utilizzato rotte Bulgari, da sponsorizzato Alitalia 747 Boeing

Questo libro parla dell’Italia, non com'è ma come

tenda più a eliminare l’altra. Negli ultimi ann

è immaginata.

è successo

L'Italia

immaginata,

l'icona

qualcosa che ha trasformato,

pei

italiana “pop”, non coincide con la sua identità,

esempio, la parte più elegante di Madison Avenue

ma con ciò che rappresenta nella cultura dello

a New York, The Italian Mile, in una copia in grande

spettacolo mondiale. Da Londra a New York fino

di via Montenapoleone a Milano, ma con più ban

a Tokyo e Mosca, il dispiegamento dell’ icona italia-

diere italiane a sventolare sulle facciate delle bou

na a sua volta produce fenomeni che sono insieme

tique di Armani, di Ferré, di Versace. E mentr'

visivi e di superficie, ma anche culturali ed econo-

a Las Vegas una società immobiliare americane

mici. Da un'immagine, da un contenitore di segni

sta ricostruendo una Venezia sui generis che sor

convenzionali si generano fatti reali, ad esempio

gerà nel deserto come un’allucinazione da cattive

flussi di consumi di moda. Questo processo non

digestione, definitivo progetto di sfruttament(

è nuovo: nella geografia dell'immaginario esiste un

della mitologia del paesaggio italiano al di là de

grande American Dream, un Fascino Francese,

limiti della sua collocazione geografica, tra gl

sono esistite le fantasie vittoriane dell'Impero

scaffali dei supermercati nei quartieri “bene” d

Britannico, le utopie del Mondo Socialista, e molte

tutta Europa non manca mai da qualche temp(

altre. Tutti abbiamo

in altre parole,

tutto quello che occorre per fare una cena italia.

a vivere nello spettacolo: la realtà mediata dalle

na, dagli spaghetti al tiramisù. I bar all'italiana

immagini. Nuovo è, semmai, il fatto che sogni

completi di macchina espresso cromata, cornett

differenti

simultaneamente,

sul bancone e la lista deì prezzi in italiano (me

e incrociarsi senza elidersi, che un'immagine non

valuta locale), anche fuori stagione turistica son(

possono

imparato,

esistere

vi

I

È

| > REFER



TA

sua percezione fantastica nell'immaginario media-

Pagina precedente:

tico in cui si collocano alla rinfusa abiti, oggetti,

L'icona italiana nell'epoca

certe automobili, il ristorante italiano all'angolo

della sua riproducibilità tecnica:

della strada, mobili di lusso, articoli sulle riviste

il Campanile di San Marco e il Palazzo Ducale

di divulgazione geografica, memorie di esperienze

nella Venezia del parco a tema Disney World,

i più affollati nelle zone “gentrificate” delle città glo-

turistiche, film in bianco e nero, fotografie, pubbli-

Florida, USA. Foto di Mahanam

bali. Poco importa che siano veri e antichi bar

cità. A questi frammenti

(Grazia Neri)

dove si riunivano gli emigranti, come il Bar Italia

abbiamo fatto riferimento per decostruire i tratti

a Soho, Londra, o nuovi bar-a-tema autenticamente

dell'icona italiana, un tentativo di analisi culturale

finti, credibili ma falsi, dove ogni particolare

degli elementi che compongono

è derivato da un progetto di immagine coordinata.

desiderio di Italia, dove moda, design, cucina

Manifesto del film L'avventura,

Insomma

“What is it that makes today's Italy so

e turismo sono determinanti e si intrecciano con

regia di Michelangelo Antonioni, 1959

different, so appealing?” Cosa rende l'Italia di oggi

altri aspetti della identità italiana nel contesto

(Farabolafoto)

così differente, così desiderabile?

Non si tratta

della cultura e della comunicazione di massa globa-

di una domanda banale, né di uria irrilevante serie

le. Questo libro si basa su due ipotesi. La prima

di coincidenze: in un mondo in cui la comunicazione

è che l'Italia immaginata, la sua icona spettacolare

L'immagine italiana ha un cuore meccanico.

è una delle più importanti risorse economiche, la

abbia raggiunto una tale presenza nella cultura

Moto Ducati MH 900 E, Prototipo, 1998

visibilità di solito si compra molto cara, l’immagi-

di massa globale da consentire la sua riproducibi-

Design Pierre Terblanche, Ducati Design Center

ne è merce altamente pregiata e strategica. Ma nessun paese è un’ azienda. L' Italia, per tradizione e natura politica, meno di altri. Non esiste, e difficilmente potrebbe esistere, un piano coordinato per l'immagine dell'Italia. La visibilità dell’i-

cona italiana non è mai stata una visibilità di “potenza”,

se

non

nel

ventennio

fascista,

e anche allora con risultati non completamente convincenti.

La quantità di investimenti di comu-

nicazione da parte di aziende italiane è complessivamente molto piccola se misurata in termini globali, anche se la si paragona agli investimenti di una sola tra le grandi corporate sovranazionali.

Eppure, trainati dalla popolarità universale della moda, che è l’unico settore industriale

in cui

l'Italia detiene l'egemonia mondiale, tutti i prodotti italiani si vendono bene in tutti i mercati che riescono a raggiungere. Se a generare la popolarità dei prodotti italiani, il loro successo e deside-

rabilità è in definitiva lo stile che fa riferimento alla specificità culturale, il contenuto dello “spet-

tacolo italiano” è descritto sulla superficie degli oggetti. L'icona italiana è il risultato dello scambio

incrociato tra la specificità culturale italiana e la 26

sparsi di immaginario

la geografia del

Pagina a fianco:

JN FILM DI

IAMFS ANDAMS: DORGTHY NE PALIDIA GIOVANNI PETRICDI- FOMERATNA RiCP

Ut. MIR NI

“NATIONAL

sr

AUGUST 19%

NATIONAL

GE@GRAPHIC

GE@GRAPHIC

Cinecittà, Roma

Foto di Gianni Berengo Gardin (Contrasto)

L'attrice Benedetta Buccellato in una versione moderna di un dramma greco Suunnc MORI

in scena in Sicilia. Copertina del National

Geographic, agosto 1995 AItpiiak posarsi sòcdi NATIONAL GEOGRAPHIC KOCIBTY comicane

Yer

iiinidecarii e tedNATIONAL GEDGRAPRIC SOCIETY mummror al

Foto di William Albert Allard

lità tecnica. In altre parole esiste una specificità

soprattutto in una samma di oggetti “italiani” che

culturale di ciò che è italiano, o che viene rappre-

contengono qualità simboliche ma anche qualità

sentato come tale, che va oltre la denominazione

tecnologiche e industriali: cosa ci fa quella moto

d'origine industriale: i prodotti itliani hanno suc-

“rosso corsa”, italiana, posteggiata in modo vistoso

cesso perché incorporano la rappresentazione

davanti alla rinomata galleria d’arte contemporanea?

dell'icona italiana, cioè contengono una qualità

Sembra

emozionale, sono i segni di un desiderio prodotto

mondiali. Perché nelle riviste a circolazione neo-

dall’ immagine dell’Italia che sta nella testa di

elitaria si parla sempre tanto dei nuovi mobili ita-

tutti... La seconda è che la specificità italiana, il

liani? Perché hanno alle spalle la declinazione di

“tasso di desiderio” che essa suscita è una risorsa

una cultura del design industriale che risale agli

di valore aggiunto, una fonte economica: un altro

anni Trenta e appaga le esigenze di rappresentati-

caso in cui una entità immateriale, di natura cul-

vità “colta” degli stati affluenti. Perché 180% dei

turale, interferisce con la natura freddamente

tessuti di qualità usati da tutti gli stilisti del

materiale dei dati economici e del fare industriale.

mondo sono italiani? Perché sono più belli e conse-

Di conseguenza

lavorando sulla specificità cultu-

gnati sempre in tempo. La scommessa per il siste-

rale italiana è possibile progettare “prodotti italia-

ma industriale italiano è di riuscire a far coincide-

ni” che rispondano meglio

alla domanda di “stile”

re non tanto la forma e la funzione, non solo il

italiano mettendo a frutto il valore immateriale

costo di produzione e il prezzo di vendita, ma le

che esso contiene. Il riconoscimento delle qualità

qualità culturali, di “segno” e quelle d'uso dei pro-

culturali del successo dei prodotti italiani compor-

pri prodotti. A sua volta l'icona italiana influenza

ta da un lato una ridefinizione del mantra made in

la percezione che gli italiani hanno di se stessi in

Italy - una definizione ottocentesca che fa riferi-

un gioco di specchi che rivela i nuovi meccanismi

mento

di fabbrica”

in movimento nelle relazioni tra media, mercato,

emanata nel 1887 dall'Impero Britannico - che ha

industria e società e in definitiva, i rapporti tra

accompagnato

realtà e immaginario. Un aspetto che attraversa

tempo

a una “Legge sul marchio

semplicisticamente

le lodi all'esportazione,

e per troppo

dall'altro l’idea

una scultura e però vince campionati

tutte le culture di massa

“nazionali” alle prese

molto radicata e altrettanto ottocentesca che la

con i flussi globali della comunicazione

cultura sia un: elemento separato e incompatibile

mercato e, dunque, non riguarda soltanto l'iden-

con la pratica economica.

Se il successo della

tità italiana. In ogni caso, è certo che l'icona

moda e del design italiano sono determinanti per

italiana conta nel mondo milioni di fan. E come

l'economia del Bel Paese, il futuro dell'economia

diceva

italiana è legato al filo molto sottile della capacità

di fan non sbagliano mai.

il filosofo rock di Graceland,

delle industrie italiane di promuovere e metabolizzare cultura

contemporanea

nei termini e nei

modi in cui essa si esprime sia sul piano “alto” che nel quotidiano e nel banale. Fortunatamente

per l'economia italiana, l'icona italiana si esprime 29

e del

i milioni

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NIZZAZIONE. du m D7la p A

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=“ “““““É

C'è una sorta di spazio che ospita molti tra noi

persone,

per qualche ora quasi ogni giorno, dovunque

pervaso l'immaginario pubblico. Un’iconografia

ci troviamo:

del desiderio,

a casa

o al lavoro, a New York

di luoghi e di oggetti - ma ha ormai

che stimola

il consumo

di copie

o a Milano, a Sydney o a San Paolo. È uno spa-

meno pregiate e che trasforma la pratica stes-

zio la cui topografia è caratterizzata dalle ver-

sa del consumo, diventata un atto a sé stante.

sioni firmate

La pentola, nella versione

di strumenti

più d'uso comune

non sapevamo pensavamo

diventa

e dall’invenzione di altri che

di poter usare

di averne

cui prendere

bisogno).

(e tanto meno Uno

un caffè o comprare

qualcosa

stupefacente,

e di oggetti per lo

una

di diverso.

spazio

in

una pentola

Un’'architettura

straordinaria

varietà

di

più andante,

firmata o in quella

ha inevitabilmente

un'aspetto

diverso in una cucina normale, rispetto a quel-

Rigatone, contenitore

lo che aveva nel luogo dove è stata comprata.

per spaghetti, Alessi, 1998

Ma questo non sminuisce

Design Stefano Giovannoni

l'esperienza di uno

shopping alla ricerca proprio di quella pentola, del tempo

trascorso

in quel nuovo

iperspazio

lecumi e di suppellettili da cucina descritte nei

o in una

più complicati particolari, un'ambiguità rispet-

punto di vista culturale,

to a ciò che viene effettivamente

venduto.

stile, ha pervaso quasi tutti i mercati, trasfor-

Il fatto che si tratti di pentole e di tegami non

mando così lo shopping in una pratica di diver-

impedisce

sa natura, che si discosta dal fatto puramente

che questo sia uno spazio strategi-

co. Lo è davvero.

La sua influenza economica

e culturale ne travalica ampiamente

le dimen-

sioni e i volumi. Tocca solo una minoranza

30

- di

sua versione

strumentale

meno

costosa.

Da un

l’idea di design, di

e tende alla funzionalità,

a una

forma di socializzazione. Questo della socializzazione

è un nuovo

iperspazio

che doveva

essere

realizzato,

Esistono

che non

era dato a priori.

le più ampie condizioni

economiche

le cose

che rendono

possibile

questo

nuovo

spazio sono il nuovo mondo del lavoro transna-

e tecniche che lo rendono possibile, che posso-

zionale

informatici

a questo

no sostenere

collegati. Le funzioni di management

ai massi-

un'economia

del tutto particola-

e gli strumenti

re: iperprezzi, ipercosti di gestione, operazioni

mi livelli, quelle di servizio e di comando della

di portata mondiale.

nuova

E poi ci sono, più limita-

economia

globale

si concentrano

in

tamente, coloro che hanno prodotto l’iconogra-

modo

fia culturale

poli mondiali. La complessità di queste funzio-

che è il lubrificante/carburante

che fa funzionare tutto il meccanismo funzionare

benissimo,

e lo fa

in ogni angolo della

fin sproporzionato

in una rete di metro-

ni è cresciuta in modo gigantesco con l'avvento

della globalizzazione

e dell’informatizzazione.

terra, con echi in tutto il mondo: il /atte bar di

Di pari passo

Bombay

accanto

potere e i guadagni dei professionisti che ope-

affito anonimo su un muro

sentire

un po’ di più a casa

.ittle Collins Street, Melbourne,

abbiamo

stralia, 1996

dal nuovo palazzo della Deutsche Bank). Tra le

economia

o di Giannino Malossi

maggiori

queste

a saio Ne lava nba

alla boutique

nemmeno

% sa

ci fa

(e magari

non

notato l'ombra

possibilità

"NEL agio , SM

di Prada

economiche

proiettata

e tecniche,

sono

aumentati

rano in questo campo, assunto

il prestigio,

il

perché la loro opera ha

un'importanza

strategica

nella nuova

globale. Il lavoro, lo stile di vita di

persone

hanno

assunto

3,

31

un

carattere

cosmopolita.

dallo

spazio

digitale a quello

real

internazionale,

Merdolino, scopino da bagno,

di questa nuova

Alessi, 1994

genti e di professionisti sì spostano senza diffi-

radici in certe aree delle principali metropo

Design Stefano Giovannoni

coltà da una grande metropoli a un'altra, per-

Ma la crescente

informatizzazione

delle ati

ché restano comunque all’interno di uno spazio

vità economiche

non ha cancellato

l’esigen

topograficamente

di grandi centri internazionali

classe

I rappresentanti

muove

Pagina a fianco:

transnazionale

più limitato,

di diri-

che contiene

secondo

criteri geografici strategici, metten

per le attivi

ambienti di lavoro e residenziali ben riconosci-

commerciali e finanziarie e per tutte le risor

bili, qualunque

materiali

che vi si concentrano,

strutture

telematiche

sia l'angolo del globo in cui si

Pino, imbuto da cucina,

trovano.

Non è più un trasferirsi da un paese

Alessi, 1998

a un altro, quanto uno spostarsi all'interno di

intellettuali.

Design Stefano Giovannoni

uno spazio transnazionale,

stria completamente

e Miriam Mirri

rializzato.

La topografia

in parte deterrito-

del loro operare

si

dalle infr

più avanzate

In effetti, un'azienda

ai taler

o un'ind

dematerializzate

non es

stono. Anche

i settori più avanzati nel cam)

informatico,

come

quello finanziario,

s01

installati solo in parte nello spazio elettronic Lo stesso vale anche per ì produttori “digital come

quelli

che

Probabilmente,

creano

nuovi

softwar

uno degli aspetti più ironic

mente contradditori della nostra epoca sta n

fatto che in un'era di telecomunicazioni globalizzazione,

costituiscono

per i molteplicì

e

circuiti cl

l'economia globale la scelta d

luogo è fondamentale. Uno dei luoghi strategi

in questo senso è la grande metropoli. Con non si cessa mai di rimarcare,

esistono fol

spinte verso la dispersione spaziale delle atl vità economiche sia a livello metropolitano, s

a livello di singolo paese e mondiale. Ma qu sto è solo un aspetto del fenomeno

Sono comparse

in cors

nuove forme di accentramen

territoriale per le attività di gestione e di co)

trollo al vertice. I mercati nazionali e intern: zionali,

come

mondiale, compiere

le attività integrate

impongono

a livel

luoghi centrali

l’opera di globalizzazione.

i settori dell’informazione

in c. Inoltr

esigono un'amp

infrastruttura fisica, che contenga nodi strat

gici con un'iperconcentrazione

di funzio)

e servizi.

Infine, anche

strie nel settore processo ratori,

le più avanzate

dell’informazione

hanno

di lavoro (cioè un complesso

di macchine

e di edifici)

che

legati al luogo e più diversificati input operativi

l'apparato tramento

di quanto

d'immagini

non

un

di opesono

più

nei propri

lascì credere

degli output.

L'accen-

del controllo e della gestione di una

serie di attività economiche disperse quadro

indu-

non

geograficamente

è un fenomeno

di un “sistema

l'erogazione

mondiale”.

di un'ampia

ultraspecialistici,

spontaneo

nel

Richiede

gamma

di servizi

E, in questo senso, si tratta di luoghi strategici di produzione economia.

per i settori guida dell'odierna

La nuova

transnazionali e influente

queste

città. Non

paesaggio urbano.

sommate

è aumentata

delle

ti cruciali

la formazione

mentali è consistito

nel considerare

poli quali luoghi di produzione

attività

di punta

del terziario

le metro-

per le attuali

e quindi

nel

ricchi,

forze

di que-

la sua visibilità, numerica,

che

con l'avvento

della |

e dell'informatizzazione

economici

di industrie del terziario. Sono, questi, elemen-

fonda-

Il potere economico

rapidamente

settori

capitale. Nel mio lavoro, uno degli impegni

il proprio

dei vecchi

alla consistenza

la presenza

del

si tratta

sta classe, la sua influenza,

struttura per le telecomunicazioni,

le componenti/guida

a imporre

che erano e restano una presenza discreta nel

globalizzazione

oggi rappresentano

numerosa

stile di lavoro e di vita sul paesaggio urbano di

di un'’infra-

di quelle che

di professionisti

abbastanza

da riuscire

la realizzazione

per la valorizzazione

è

classe

di punta,

principali

costituiscono

che

di un nuovo

spingono iperspazio

dei una

verso per la

socializzazione. Ma, mentre questa nuova classe

transnazionale

di professionisti

e di dirigenti

è la protagonista economica di questo fenome-

no, lo spazio si è allargato oltre i limiti più ristretti del nucleo centrale del business

ritrovare l'infrastruttura fatta di tante attività,

nazionale.

Più in generale,

di aziende, di mansioni, necessaria a un'econo-

formazione

di ambienti

mia d'impresa

nalizzati,

inter-

assistiamo

alla

Ermenegildo Zegna,

fortemente

internazio-

immagini della campagna

in seguito alla presenza

di aziende

pubblicitaria Collezione

c'è la pratica del controllo globale: quel lavoro

e di personale straniero, alla nascita di merca-

Autunno/Inverno, 1998

che consiste

l'orga-

ti globali in campo artistico e alla circolazione

Foto di Mikael Jansson

nizzazione e la gestione di un sistema mondiale

internazionale della cultura nelle sue massime

(Per gentile concessione di Zegna Spa)

di produzione

espressioni. C'è tutta una serie di nuovi utenti

avanzata.

servizio

del tutto

nel produrre e riprodurre

e di un mercato

bale, entrambi economica.

Al centro

finanziario glo-

in condizioni di concentrazione

Le metropoli globali sono centri di

e di amministrazione

internazionale,

del commercio

delle attività di investimento

della città, oltre alla classe del business internazionale.

Sono

moltissimo alcuni

persone

che chiedono

alla città, ne hanno

spazi

strategici

a propria

spesso

ricostituito immagine:

e di direzione centrale. In altri termini, la mol-

c'è, di fatto, da parte loro, la rivendicazione di

teplicità delle attività specialistiche

presenti

tutta la città. Anche grazie a loro la morfologia

globali è oggi fondamentale

sociale della città si modifica e diventa quella

an7120P8iNvar

nelle metropoli

per la valorizzazione,

anzi per la supervaloriz-

che Martinotti

zazione,

di punta

seconda

dei settori

64

del capitale.

(1998) chiama

generazione”,

la “metropoli di

la città della

tarda

‘Europa di notte vista dallo spazio

modernità.

Chi sono gli attori che producono

l'iconografia nuovo

culturale

che fa sì che questo

iperspazio diventi coerente

bile al di là di ogni confine i designer sono

e gli universi

inseriti.

Si tratta

specifici. Non sono

e riconosci-

e paese? Sono

culturali

in cui essi

di universi

particolari

definiti da qualche concetto

astratto di buon design. Sono universi di cultu-

ra che regolarmente

fanno

esplodere i limiti

stabiliti di quel che si considera Pur essendo

design

spesso sregolati, eccentrici,

nul

vieta che qualcosa

di sregolato

non

la strada agli altri. Quell(

possa

indicare

che più stupisce sempre

è come

più grande

potrebbero

contenuti

essere

specifici

l’Italia

“italiane”

e un numero

alla

offrano

nuova

ch

concreti

iconografia

Questo libro è pieno di esempi

del gusto

iconografia

ed eccentri(

di rappresentazioni

culturali

transnazionale.

(Archivio Infinito)

buon

italianizzante

culturale.

Il nuovo

della

nuova

iperspazio

ha

una topografia che si intreccia continuamente \acchina per caffè espresso Faema, 1998

con

lo spazio

digitale.

‘oto di Leslie Fratkin

lo fa in un'esplosione di spazi culturali concreti, caratterizzati menti

in modo

“italianizzanti”.

topografia

Quando

penetra

tocca

schiacciante

terra,

da ele-

Nel punto in cui questa nello

spazio

digitale,

in quell’intersezione, spesso presenta la stessa caratteristica: non cosa

il cybercaffè

che serve

latte

è che una

di queste

intersezioni.

Ma che

succede

a quella

topografia

quando

si trova

in uno

finalmente

spazio

digitale? Si arrende

all’iconografia

Silicon Valley e Alley?

30

visuale

delle

Wi Esiste davvero un'identità italiana? Nonostante le

intendendo

dispute politiche accese negli ultimi anni dalla

quel cemento storico e antropologico che fa l’iden-

Lega Nord, oggi è difficile negarlo. Che cosa sia

tità nazionale. Dalla parte opposta e non molto

l’Italia, che cosa significhi essere italiano, quali

tempo dopo, al patriota Massimo

siano i confini politici e culturali del paese, appa-

attribuita un'espressione altrettanto proverbiale:

re ben chiaro tanto ai suoi cittadini, quanto agli

“L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli Italiani”.

stranieri che si interessino del paese. Esiste una

Intorno al tema della disunità italiana, dello scar-

lingua comune

parlata dalla maggior parte della

so senso collettivo degli italiani, delle differenze

popolazione, non è difficile identificare contenuti

che in questa popolazione superano di gran lunga

di una cultura materiale unitaria (cibi, bevande,

l'omogeneità, vi è una letteratura molto vasta, che

divertimenti, conoscenze,

va dalle lamentele dei poeti nazionali a una ric-

mente

vi è un sistema

abitudini). E naturaleconomico

e politico

sottolineare proprio la mancanza

di LE PROVINCE: Posizione - Superficie - Popolazione

t- 100.000 abitanti

d'Azeglio fu

chissima produzione pubblicistica anche recente.

integrato sul territorio italiano, uno stato, una

In realtà ogni identità, soprattutto quella naziona-

bandiera, un esercito.

le, è sempre il frutto di un progetto storico-politi-

Toscana, Atlante delle Regioni,

A guardar bene questa identità che sembra così

co, non è mai semplicemente

Istituto Geografico De Agostini,

ben stabilita è però piuttosto debole, perché rela-

Che oggi esistano pacificamente in Europa le iden-

tivamente recente. Centocinquanta anni fa circa,

tità austriaca e svizzera, separate da quella ger-

un politico intelligente

di

manica, per esempio, al di là dell’ovvia parentela

Metternich sostenne, con una battuta molto citata,

linguistica e culturale, è un fatto storico assodato,

che “l'Italia è solo un'espressione geografica”,

ma questo deriva da scelte politiche e culturali,

36

come

il principe

un dato di fatto.

Novara, 1956

Enio

SSR

|

TERMINI

[IMERESE

3

(si

i

VIE: CIT i)

flt

si

ite

aa DARI

COSTUMI

DELLA

PIANA DEI GRECI

I)Ùi

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SL

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|

CALTANISSETTÀ

È n

AUS DC iP1 sumnento dn

pa

Ml

Biel; TS i È pers 1)(a



ia, Atlante delle Regioni,

insomma da un lavoro storico di costruzioni iden-

zone, questo oggetto artistico, questo tipo fisico,

Uto Geografico De Agostini,

titarie. Lo stesso per l'identità scozzese distinta

quest’espressione

ara, 1956

da quella inglese, per quella catalana, e natural-

politica, questa forma di criminalità sono “tipica-

la di Vsevolod Niculin

mente anche per quella italiana. L'identità nazio-

mente

nale è un dispositivo semiotico che reinterpreta in.

e via dicendo).

termini differenziali tutti i contenuti della vita economica politica e sociale: questo cibo, questa can-

linguistica, questa struttura

italiani” (piuttosto che francesi, tedeschi In quanto

tale l'identità è una

causa potente di comportamenti, attese, interpretazioni. Ma essa è ancor 37

più un effetto di tali

Bancarella di souvenir a Fontana di Trevi, Roma Foto di Thomas Ernsting (Grazia Neri)

Piemonte,

Atlante delle Regioni, Istituto Geografico VSEVOLOD

NICULIN

De Agostini, Novara, 1956

COSMOGRAPHUS

Tavola di Vsevolod Niculin

comportamenti,

una costruzione che si realizza

i quali a tutt'oggi sono le lingue d'uso normali di

nella storia e in essa può decadere.

più di un terzo degli itali ani. E non sì tratta sem-

In particolare questo è vero per l'aspetto naziona-

plicemente di varianti regionali o di classe senza

le dell'identità, che è un modo di organizzazione in

prestigio o struttura 0 di residui antichi, come

concorrenza con altri più vasti (l'identità europea,

accade per i dialetti fra neesi o inglesi: il veneto

quella cristiana o musulmana,

l'identità occiden-

e il siciliano, il napoletan 0, il romano e il milanese

ecc.) e di livello minore

sono lingue antiche e so lide, dotate di letterature

tale, quella comunista

(l'identità comunale, regionale, professionale ecc.)

ricche, antiche e prestig iose, e che hanno

su cui ha prevalso nettamente

nel secolo fra la

un largo bacino di utenza come prime lingue d'uso.

Rivoluzione francese e quella russa. Anche in que-

Che l'italiano come ling 1a letteraria sia sempre

sto momento

ancora

l'identità italiana deve fare i conti

Stata un fatto artificiale >, tanto da far problema

con la concorrenza di quella europea e soprattutto

anche ai più canonici f ‘a gli scrittori nazionali

con quelle regionali e comunali.

come Alessandro Manzon i (Che a casa sua parlava

La costruzione dell'identità italiana è insieme

francese o milanese), è u n’eredità che pesa ancora

antica e molto recente. Nella Divina Commedia

oggi sulla letteratura

Dante cita undici volte l'Italia, come un fatto geo-

esempio quel certo impaccio a produrre una lin-

grafico ben preciso, cui egli attribuisce anche

gua credibilmente

corazione tradizionale

confini non troppo diversi dagli attuali; ma la

caratteristico di molti scrittori italiani, ma produce

tiliana su un motofurgone

Commedia stessa è esplicitamente il frutto di un

anche l'incomprensibile gergo giuridico e burocra-

Je Piaggio, Catania 1998

progetto culturale dantesco,

tico di tante leggi e regolamenti.

to di Melo Milella

un'identità culturale e linguistica. Il progetto poli-

Un'altra conseguenza decisiva del ritardo nel pro-

tico conseguente,

getto di uno Stato nazionale è dato dal numero di

volto a costruire

quello dell'unità italiana, prese

italiana:

quotidiana

determina

pei

che è un limite

e mezzo dopo e oggi ha

città che sono state più o meno a lungo capitali

meno di un secolo e mezzo di vita. Nel frattempo

di uno stato grande o piccolo e hanno conservato

la costruzione

memoria

corpo solo cinque secoli

di un'identità italiana è stata

un'idea elitaria, prevalentemente

intellettuale,

di questa condizione, non solo nel ricco

patrimonio artistico, ma anche

nel rifiutarsi di

coltivata più da scrittori che da politici e ignorata

attribuire prestigio e lealtà nei confronti di uno

dalla maggior parte della popolazione.

Stato centrale vissuto

Le conseguenze del ritardo secolare della politica

espropriatore

nazionale italiana non sono state solo politiche.

come oppressore. L'identità comunale (l'essere fio-

Per fare un esempio particolarmente significativo,

rentino o senese, romano o napoletano),

la lingua italiana è stata fino alle soglie del

quella regionale (il sentirsi siciliano o pugliese,

Novecento una realtà quasi esclusivamente lette-

piemontese

raria,

forte dell'identità nazionale. La prima è spesso

parlata

solo come

dialetto

toscano;

è dovuto aspettare fino al censimento

si

del 1961

in qualche

delle libertà

o lombardo)

modo

come

locali e dunque

è in genere

o almeno

molto più

vissuta come un fatto concreto, ricco di conseguen-

per poter vedere che la maggioranza degli italiani

ze (per esempio

parlasse la lingua nazionale

del carattere ecc.) e anche come un valore, che di

invece dei dialetti,

sul piano dei gusti alimentari.

39

solito corrisponde

ad altre identità concorrenti

penso male dei modenesi, i fiorentini

di disvalore

rigidamente unitario, con dure repressioni e l’im-

(essendo bolognese

posizione di una burocrazia diffidente verso ogni

all'attribuzione

come

ecc.). La seconda

senese

rischia spesso di

essere astratta e priva di conseguenze È il famoso

municipalismo

detesto

pratiche.

italiano, che spesso

forma di autogoverno, è stata certamente un'aggravante decisiva. Ma anche in un accenno così fuggevole come

il nostro

non si può ignorare

l'ostacolo all'unità nazionale costituito dalla pre-

di una

senza in Italia del Vaticano (e dall'inizio dello stato

ogica familistica o di clan, che molti studi sociolo-

unitario, come forza di opposizione delegittimante).

è stato interpretato come

gici e antropologici

un'estensione

trovano diffusa, soprattutto

Ma soprattutto

la storia ha avuto

un'influenza

linguisti e antropologi

riconoscono

nella parte meridionale del paese.

importante:

] ritardo italiano e le sopravvivenze di altre iden-

nella divisione dei dialetti e della cultura materia-

tità forti che esso determina

non è un fenomeno

del tutto isolato nel panorama europee:

la Germania

delle nazionalità

ha conosciuto

una vicenda

le (per esempio nella contrapposizione

fra una

cucina del burro e una dell'olio, che segue all’incirca la delimitazione

fra Italia continentale

storica

analoga e frammentazioni

e incertezze

e peninsulare, lungo la linea dell'Appennino ligure

ancora

maggiori si sono avute nel caso dei paesi

e tosco-emiliano) divisioni che risalgono ai diversi

balcanici, che hanno subito anche per questo un

insediamenti stabiliti in epoca preromana. Sia che

destino di guerre

Rispetto

il sostrato etnico-linguistico abbia retto agli acci-

all'esempio tedesco è evidente però che l’idea

denti di venti secoli di invasioni e migrazioni; sia

dell'unità

che queste si siano per ragioni storico-geografiche

e attraente

civili endemiche.

nazionale

è risultata

e la differenziazione

meno

forte

antropologica

modellate sulle linee di forza precedenti, resta il

nella popolazione italiana è risultata maggiore.

fatto che le divisioni regionali di oggi, con i diffe-

Non è certamente

rilievo, per il rapporto

renti sistemi fonologici, ma anche con certi com-

degli italiani con lo stato unitario, che l’unità poli-

portamenti elettorali, con la diffusione di fenomeni

tica italiana sia stata realizzata da un'entità peri-

come la cooperazione o la criminalità organizzata,

ferica, priva di prestigio storico e culturale come

rispecchiano antichissime

il Piemonte, governato da una dinastia di origini

esempio la tesi di Robert Putnam

straniere come

civica nelle regioni italiane, Mondadori,

senza

i Savoia; e non è da trascurare il

fatto che questa conquista

(La tradizione

Milano,

Madonna in West Houston Street,

realizzata

1993) che fa risalire il diverso rapporto dei citta-

Manhattan, New York, 1998

molto velocemente, in seguito a un'abile combina-

dini con lo Stato nel sud e nel nord d'Italia alla

Foto di Leslie Fratkin

zione politica internazionale, spodestando sovrani

contrapposizione

legittimi e talvolta benvoluti e senza

Medioevo

partecipazione

popolare,

sia stata

frontiere. È nota per

un'adeguata

invece che in seguito

a una politica secolare del più importante interamente

germanico

com'era

la Prussia

stato nel

che si verificò alla fine del

fra lo stato feudale dei Normanni

nel

meridione e il fiorire della civiltà comunale autogestita in Toscana, Emilia, Lombardia. divisione,

che certamente

è ancora

Ma questa viva, corri-

caso tedesco. Che poi a una conquista così preca-

sponde anche a quella che separava,

ria sia seguita la pretesa di costruire uno stato

secolo prima, le linee di influenza longobarda

42

qualche

Pagine precedenti: Sicilia, cartolina anni Cinquanta (Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)

e bizantina; o altri mille anni prima, al confine che

delimitava

le colonie

greche

nella penisola.

E si potrebbe continuare a lungo, citando

la continuità

comportamento

fra alcune

elettorale

Der esempio differenze

e il territorio

di

della

Repubblica Veneta. Non si vuol dire con questo chi

vi sia un destino che lega

la Magna Grecia

alla

prevalenza della criminalità organizzata, o l’inse-

diamento

dei Galli cisalpini al

è avvenuto

lo sviluppo

triangolo in cui

industriale

italiano

Ma certo quello italiano è un territorio segnato da forti tracce storiche e anche quando l’innovazioni

lo percorre, segue fatalmente queste linee.

Un esempio, inoffensivo

ma pieno di sigi ficato

è quello della cucina. Alcune delle icone della tra dizione culinaria

recenti.

italiana

La pizza come

quanto antichissime

sono

in realtà

noi la conosciamo,

ae che essa

pel

siano le sue radici ultime,

non ha più di cent'anni, come denuncia “Margherita”

moll

della sua

fu dedicata

versione cent'anni

il nom‘

base: è not fa alla regina

ss Margherita, moglie di Umberto I. Ma anche la difi fusione di spaghetti e maccheroni

al pomodoro

non è molto più antica : la cultura del pomodoro nel sud non si diffuse prima dell'Ottocento.

Lo

stesso si può dire di piatti settentrionali come

l

polenta e i vari cibi a base di patate.

(9A)

Il mai

e la patata si affermarono a partire dal Settecent

Dunque la cultura culinaria recente e dipende

fortemente

italiana è piuttosto dall'affermazio

di piante introdotte dal Sudamerica

molto lenta-

mente nei secoli successivi all'apertura delle rotte atlantiche. materiale

Ma anche

tutta questa nuova

non si è diffusa omogeneamente

cultura per il

territorio: si è distribuita in modo da rispecchiare la divisione territoriale storicamente determinata.

È evidente che di fronte a una situazione di questo

italiani da

e non molto amata, che l'occasionale unità intorno

Pagina a fianco:

Cavour in poi (e degli intellettuali che si misero

al tifo per la nazionale di calcio è smentita dalla

Monelli mangiamaccheroni,

al servizio del nuovo Stato) fu quello di stabilire

pratica costante della critica dell'identità naziona-

cartolina inizio secolo

un mito unitario, di riportare dunque a un'unica

le (e dai dati economici),

(Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)

vicenda le storie molto diverse che riguardano

scrisse Giacomo Leopardi centocinquanta anni fa,

Palermo e Torino, Napoli e Venezia. Per stabilire

“gli italiani non hanno costumi, essi hanno usanze.

quest unità orizzontale del territorio era necessa-

Poche usanze e abitudini essi hanno che si possa-

rio innanzitutto cercare di rafforzare l’unità verti-

no dire nazionali, ma quelle poche sono seguite

cale della storia, rimandando

tutte le diverse

piuttosto per assuefazione” . E come certi souvenir

unitario prece-

turistici, l'identità italiana, poco apprezzata dai

tipo il compito di tutti i governanti

vicende locali all'unico momento

dente alla costituzione dello Stato nazionale, cioè al dominio romano.

Ma era perciò necessario

produttori, ha un ottimo mercato all'estero.

in

generale ignorare i conflitti, anche sanguinosissimi, che contrapposero

stati, località, contrade,

famiglie nel corso dei secoli, e dunque occultare il fatto che i cambiamenti epocali sedimentati nel

corpo fisico delle città (l'Antichità, il Medioevo, il Rinascimento,

il Barocco ecc.) erano esattamente

il frutto di questi conflitti. Di qui una certa conce-.

zione della monumentalità, con gesti anche clamorosi come quelli che il fascismo compì a Roma, sconvolgendo

il tessuto urbano

per mettere

in

rilievo i segni della classicità, ma anche a livello meno estremo nel modo in cui si è cercata la convivenza di oggetti storici diversi nel tessuto urbano, introducendo artificialmente i segni mancanti (per esempio il Medioevo ricostruito di Bologna). Di qui, ancora, la selezione di una cultura materiale e ideologica di sintesi, che è proseguita ininterrottamente

fino a oggi (la fusione della cucina

meridionale con quella toscana, la glorificazione

Pulcinella a Napoli,

della canzone napoletana, il mito cinematografico

cartolina inizio secolo

e letterario dell'italiano brava gente”), che si rea-

(Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)

lizza in fenomeni così diversi come i gondolieri veneziani

che cantano

O sole mio per i turisti

e il sacrario neoclassico del Milite ignoto a Roma.

Resta il fatto che quest'identità nazionale è incerta 44

che insomma,

come

|

|| | | |

|

Ù

—0 Ortoleva eppino Questo libro e questa ricerca mirano a cogliere

di assaggi; e scopre poi che, sia pure con piccole

qualcosa che può apparire intuitivo, e insieme

ma non sempre irrilevanti differenze, si tratta di

è impalpabile, o forse è semplicemente molto diffi- ‘ immagini condivise: cile da mettere

a fuoco. Esiste un nesso

tra

luoghi comuni,

appunto.

ITALY IS THAN

A

A volte sembra che alcuni fatti di cronaca, una un mutamento

LESS DAY

AWAY

l’immagine di un paese, tra i modi cioè in cui

pubblicità azzeccata,

del flusso

l'identità di questo paese viene percepita all’ester-

turistico, bastino da soli a modificare, in un tempo

Sabena’s through flights speed you to Milan — Rome — Naples . . . without

no, e la capacità del paese stesso di “fare moda”,

rapidissimo,

change of plane. Fast, convenient con-

cioè di vendere dei prodotti legati alla sua imma-

volte si deve invece constatare quanto siano diffi-

gine, e di imporre nel corso del tempo i suoi pro-

cili da scuotere davvero preconcetti che si sono

dotti come canone, come modello a cui i consumi

radicati nel corso dei decenni,

debbono ispirarsi? Come funziona questo rapporto

Esplorare l'universo delle immagini e degli stereo-

nel caso specifico dell’Italia?

tipi significa quindi muoversi sempre e comunque

Ciò che rende così impalpabile, così difficile da

in un mondo insieme fragile e duraturo, su un ter-

cogliere, il nesso tra l’immagine di un paese e il

reno friabile e denso di fraintendimenti: malintesi

suo ruolo nella moda è certo anche la natura

fra chi dell'immagine è portatore e chi ne è l’'og-

“leggera”, vaga e insieme persistente, dei luoghi

getto; ma anche fra le diverse versioni e sfumatu-

comuni. E le “immagini”, le icone, gli stereotipi,

re di un'immagine apparentemente comune.

le immagini diffuse. E tante altre

o dei secoli.

sono appunto dei luoghi comuni. Giascuno di noi si

forma di ogni paese (incluso il proprio) un'imma-

Parole chiave. Moda e identità

gine fatta di esperienze vissute, di altre riferite, di

Per di più, con il fatto stesso di collegare fra loro

icone acquisite attraverso la pubblicità, di letture,

tre dei termini che abbiamo

46

evocato, l'identità,

nections to the key cities of Europe ... to Africa and the Belgian Congo . . . the Middle East... to 85 destinations on 4 continents. Fly The Royal Sabena (First Class) or

go Tourist Class also by Super DC-6°s. Lady Sabena Club makes feminine travelers “at home” abroad, Stop-over privileges. Consult your Travel Agent or

The Route of the Cathedrals

589 Fifth Avenue,

Los Angeles + Dallas + Detroit »+ Miami +

SR

ei

ha

New York, NY

Philadelphia » Chicago + Washington » San Fri

Moschino. Borsa per la spesa

in rete di plastica, 1997

Pagina a fianco: Inserzione pubblicitaria della compagnia aerea Sabena dalla rivista americana Holiday, aprile 1955

“Isetta, una rivoluzionara nuova auto, non più grande di un carretto per gelati, aperta sul frontale come una portantina, motore posteriore,

un modello così raro che la gente la insegue correndo: qui è parcheggiata accanto alla straordinaria casa di appartamenti con la scala di cristallo dell’architetto Moretti...” Vogue USA, gennaio 1955

lo stereotipo, la moda, andiamo a toccare alcuni

nostri e dell'ambiente. Ma anche varietà all’inter-

dei punti più delicati, e sottilmente contraddittori,

no stesso di una persona.

della percezione di sé delle società contempora-

L'elementare verità sociologica, per cui ciascun

nee. Ed è bene provare a mettere ordine in alcuni

individuo appartiene simultaneamente

di questi concetti, per evitare ancora altri frain-

gruppi, era rimasta in parte (solo in parte) nasco-

tendimenti: quelli che nascono dall'uso vago del

sta nel corso di un secolo dai grandi sistemi ideo-

linguaggio. Per identità intendiamo qualcosa in cui

logici imperniati

sentiamo di poterci identificare, di poterci ricono-

dalla classe alla nazione. Ora sta riprendendosi

scere al di là dei mutamenti che continuamente

i suoi diritti con gli interessi (with a vengeance):

sperimentiamo,

di origine biologica 0 sociale.

oggi il termine identità evoca spesso un'immagine

Negli ultimi decenni, il concetto di identità sembra

di incertezza e di instabilità. Ne è sintomo l’im-

aver subito, nelle diverse lingue occidentali, una

mensa

doppia, e contraddittoria, torsione.

psichico in sé rarissimo,

Da un lato, l'identità si presenta oggi come l’ele-

personality disorder, per cui in una stessa perso-

mento

na convivono

centrale, essenziale,

di ogni aggregato

a diversi

su identità onnicomprensive:

letteratura fiorita attorno a un disturbo il cosiddetto multiple

senza apparentemente

dialogare

sociale. Si tende sempre più spesso a parlare di

identità radicalmente altre. L'interesse attorno

“identità nazionale”,

che

a questo male nasce evidentemente non dalla sua

di “patria”. In questo modo si sottolinea l'adesione

rilevanza statistica ma dalla sua rilevanza simbo-

soggettiva di ciascuno al gruppo a cui appartiene.

lica. Si presenta come una proiezione amplificata

Il termine identità tende a sovrapporsi al termine

ed emblematica di un processo che riguarda tutti.

“cultura”, inteso come patrimonio da salvaguarda-

Tanto più emblematica perché si tratta di un feno-

re e come elemento distintivo tra un gruppo socia-

meno patologico. Anche per i celebratori del post-

le e un altro. E, come la cultura, l'identità intesa

modernismo, la moltiplicazione e l'incertezza delle

in questo senso appare bisognosa di difesa e di

identità cela evidentemente

conservazione. Quando si parla di identità, quindi,

dittorio e di inquietante.

anche senza volerlo si evoca

un

Quando associamo il termine identità con il termi-

bisogno di stabilità, un bisogno che sembra accen-

ne moda, sembra ovvio che ci riferiamo a que-

tuarsi in presenza di una rapidità di mutamenti

sta seconda accezione del concetto di identità.

superiore al passato e di una continua varietà di

È a questo che fa riferimento un antropologo come

incontri e scambi fra culture differenti.

Ted Polhemus quando parla di un supermercato

D'altra parte, soprattutto a partire dagli anni

degli stili, e implicitamente delle immagini di sé,

Settanta, una crescente letteratura sottolinea la

a cui ciascuno continuamente attinge. Instabile

varietà delle identità che ciascuno di noi può

e capricciosa per definizione, la moda sembra

assumere,

il carattere arbitrario delle apparte-

malissimo disposta a confrontarsi con i patrimoni

nenze in una società “postmoderna”. Varietà nel

culturali di lungo periodo, ma perfettamente equi-

tempo, cioè possibilità di “cambiare”

paggiata per guidarci, di momento

ad esempio,

un'esigenza,

nel corso della vita, adattandosi 48

invece

identità

ai mutamenti

qualcosa di contrad-

in momento,

dall'una all'altra delle “multiple personalità”

“Scena: le rovine di Agrigento Notizia: disegno e taglio greco.” Servizio di moda in Sicilia. Foto Henry Clarke, da Vogue USA, gennaio 1955

Ne siamo proprio

spesso a ricomprare ogni volta, con piccole varia-

certi? Non sarà invece vero che la moda è uno dei

zioni (che possono sembrarci enormi ma solo per

terreni di incontro e di scambio

una distorsione

dell'individuo

postmoderno.

fra queste due

ottica dovuta alla vicinanza)

ciò in cui veramente ci identifichiamo.

accezioni dell'identità? Un tratto caratteristico delle società contempora-

nee sta nel fatto che i suoi miti e credenze non si

Icone dell'altro

presentano nella veste perennemente

Anche

del sempre-uguale

ripetitiva

ma in quella, solo apparente-

il rapporto

fra la moda

e gli stereotipi

è tutt'altro che semplice o banale. E non è un

mente opposta, di un mutare incessante dove però

caso, perché il termine

alcuni schemi

restano ricorrenti. I grandi miti

conosciuto una vicenda parallela a quella del con-

novecenteschi, dalla conquista del West ai viaggi

cetto di identità, di cui in fondo è il rovesciamento

fantascientifici nel tempo, dal detective in lotta

speculare.

con il crimine alla pattuglia di eroi soli contro un

senso letterale del termine, una rappresentazione

nemico potentissimo, non assumono

(come i miti

data per acquisita comunque, prima di ogni verifi-

classici) la forma di pochi racconti ripetuti infinite

ca; si esprime però non tanto per mezzo di diretti

volte con variazioni stilistiche e di particolari, ma

giudizi di valore, ma piuttosto nella forma di un

di infiniti racconti sempre “diversi” che ribadisco-

repertorio di racconti e icone.

no però uno schema stabile fino all’incrollabilità.

Troppo spesso, studiosi e giornalisti tendono a leg-

Anche i miti fondanti delle identità personali e di

gere le icone e gli stereotipi come

gruppo (come i preconcetti relativi a ciò che è al-

entità organiche e coerenti da decifrare e inter-

Mr Truex ha scelto questa innovativa lampada da pavimento coni

tro da noi) si affermano, spesso, non nella forma

pretare. È preferibile parlare invece di repertorio,

luci mobili, che userà nel suo ufficio alla Parson School of Design

di una ripetizione stabile di un'icona perfettamen-

perché si tratta di un insieme spesso eterogeneo,

A Roma ha ordinato un abito strettamente convenzionale che indi

te eguale a se stessa, ma in quella di immagini

la cui forza non sta nella coerenza

nella foto, in tessuto grigio di lana leggera, tagliato su misura

sempre diverse ma con un significato sostanzial-

nell'adattabilità alle circostanze. Per essere utiliz-

da Gennaro. Sempre da Roma provengono la camicia di lino grigi

mente

fra

zabile nella vita quotidiana, infatti, lo stereotipo

la cravatta di lana e le scarpe, fatte su misura da Gatto.”

in cui

deve configurarsi come un patrimonio a cui attin-

Foto di Coffin

prevalevano le diverse scene della vita di Cristo

gere in ogni momento, ma un patrimonio flessibile,

Articolo da Vogue USA, dicembre 1949

(fissate istante per istante su modelli canonici)

il che consente di pescarvi di volta in volta gli ele-

e la moderna

menti più utili a illuminare le concrete esperienze,

stabile. È la differenza,

l'iconografia medievale

ad esempio,

o rinascimentale

iconografia fotografica, fatta di im-

magini sempre diverse, e volutamente nee”, di persone

sempre

“sponta-

diverse, dove però si

stesso “stereotipo”

Lo stereotipo è un preconcetto,

ha

nel

testi, come

ma semmai

che sono a loro volta fluide e mutevoli. Quando

la moda

si appropria di uno stereotipo

ripetono fin nei particolari per quanto riguarda le

e ne fa oggetto di acquisizione (abito da indossare,

Pagina precedente

occasioni e ì modelli. Rispetto a questa iconografia

maschera da esibire) non fa che ribadire il senso,

“The best to buy”:

del mondo moderno, così mutevole e insieme così

insieme, di distanza e di riconoscimento di cui gli

una guida per il visitatore

stabile, la moda offre qualcosa di più: la possibi-

stereotipi, tutti, sono fatti; lo consuma certo, ma

alle specialità del paese e dove cercarle.

lità di vivere queste immagini, indossandole lette-

insieme lo conferma.

Foto di Arnold Newman

ralmente. Nel “supermercato delle identità” si va

Nella sua febbrile mutevolezza

la moda è un ele-

da Holiday, aprile 1955

{

|

“Roman contrast” Stazione Termini, costruita

nel 1950, e mura romane, VI secolo a.C. Roma,

da Holiday, aprile 1955

di oscillare da un'Italia tutta “milanese”

abiti, design) a una fortemente

(cibo,

“meridionale”,

e viceversa, coniugando e distendendo nel tempo gli estremi opposti.

Uno dei pochi sociologi che abbiano davvero capi-

to la moda, il francese Gabriel Tarde, diceva che

mento di paradossale stabilità delle società con-

essa è tipica di società che sono più legate al pro-

Sono aspetti diversi di un'unica realtà, ma sot

temporanee:

prio tempo che al proprio paese (per la tradizione

anche differenti modi di coniugare tradiziol

vale il contrario). È un'osservazione preziosa: la

e modernità; e la forte persistenza dell’icon

moda ha nel suo DNA la curiosità variabile, sul

Napoli non sarebbe spiegabile senza la sua ass

La forza della moda e le immagini dell'Italia

filo del tempo, verso paesi e culture differenti con

luta peculiarità da questo punto di vista.

In questo, la sua apparente frivolezza è profonda-

il suo sbocco commerciale, il consumo di stereoti-

delle prime e più antiche città di popolo europ@

mente ingannevole. Possiamo al contrario, forse,

pi. Orienta cioè verso un paese o un altro e (più

è da sempre capitale di una propria indusu

sostenere che si tratta (nel bene e nel male) di

spesso ancora) verso l'uno o l'altro aspetto di

culturale spesso provinciale per contenuti,

uno dei luoghi principali dell'incontro e scontro

un'immagine

modernissima

fra culture e stereotipi che segna

come intimamente “contemporanei”;

paradossale

anche in quanto tiene

insieme aspetti apparentemente inconciliabili.

le società

nazionale, in quanto li fa sentire di una con-

per organizzazione,

Ji

etnocentri

e universalistica insieme.

Quali sono i motivi di questa

temporaneità spesso sorprendente e paradossale,

Questo concentrato di bellezza e di orrore è lega

sorprendente “forza” della moda, di questa sua

perché pescata anche in epoche lontane, ma non

a tradizioni

funzione apparentemente

per questo meno intimamente sentita.

è insieme uno dei luoghi del mondo dove più pi

così essenziale, nel gioco delle identità e delle

Aiuta così a costruire

vale, come strumento essenziale di organizzazil

appartenenze? Un primo elemento di forza sta nel

repertorio duraturo e flessibile, dove tutto può

sociale, il mercato. Una città per molti versi arde

suo carattere ciclico. Se guardiamo con attenzione

essere “dimenticato” da un momento all’altro e poi

ca che è anche una delle più autentiche metropo

i repertori di immagini e luoghi comuni di cui ogni

ricomparire.

d'Europa.

stereotipo (di sé e dell'altro) è fatto, ci rendiamo

dell'Italia è singolarmente adatta a un processo di

mode, culturali come di consumo,

conto che contiene, in generale, delle contraddi-

questo tipo. Più di altri paesi, infatti, il nostro pre-

oltre un secolo a esserne di volta in volta attre

zioni irrisolte e irrisolvibili. Così è per l'intreccio

senta un'identità composita,

e respinto, in un'oscillazione interminabile.

di inesorabile efficienza tecnica e di libertà illimi-

diverse realtà regionali, ma anche di diverse “epo-

tata, quasi anarchica (la “libertà nel senso scemo

che d'oro” (la romanità come il tardo Medioevo di

Scambi culturali

del termine”

Dante e Giotto, il Rinascimento

L'importanza della moda nei giochi delle ident

contemporanee.

interstiziale, eppure

di cui parlò una volta Jean-Luc

nel corso del tempo un

D'altra parte, l’immagine diffusa

fatta non solo di

quattro-cinque-

apparentemente

Anche

immutabili, €

per questo lo sguardo dell

continua l

prevalente

centesco come la Venezia settecentesca di Vivaldi,

e degli stereotipi, negli scontri e negli incontri

degli USA, dentro e fuori il paese. Così è anche

Canaletto e Goldoni), e soprattutto di molteplici

le culture, sta anche in un altro aspetto. La circo

per il tema di questo libro, l'icona dell’Italia

aree urbane dotate di una loro rilevanza non solo

zione delle mode è legata ad attività commercia

all'estero, che sembra

economica ma anche culturale e di costume. Per

Troppo spesso si dimentica, infatti, che in $

di

quanto alto sia il fascino esercitato dalla Francia

società di mercato una delle massime istituzi

bruciante ed esemplare, quella

come paese nel suo insieme, la sola città francese

che presiedono alle relazioni sociali, e qui

del design razionale e degli abiti Armani, e un’im-

al centro delle mode resta, da oltre un secolo

anche agli scambi tra diverse culture, è appu

magine di lunga durata e tradizionale, quella della

e mezzo, Parigi. Nel caso dell'Italia, invece, è faci-

mercato: dove le icone non solo circolano ma v

cucina meridionale e delle attrici anni Cinquanta.

le notare come nel corso dei diversi decenni di

gono acquisite nel modo canonico in cui in Wl

La forza dell'icona, il suo fascino, sta proprio nella

questo secolo, l'attenzione dei media e dell’univer-

società di questo tipo si acquisisce qualuni

convivenza di questi elementi opposti.

so commerciale

cosa. Al “supermercato delle identità”, gli stel |

La moda, nel suo andamento capriccioso (in appa-

volta in volta prima su Napoli e poi su Roma, quin-

tipi circolano nella forma specifica dello scan

renza) ma in realtà implacabile, consente di pas-

di su Milano, per poi tornare forse, ancora una

commerciale,

sare e ripassare dall'uno all’altro di questi aspetti,

volta, a incuriosirsi su Napoli.

di soggetti e di funzioni. Qualcuno che vend

Godard)

che caratterizza

sovrapposizione modernizzazione

l’immagine

presentare

sempre

irrisolta fra un'immagine

92

una

della moda si sia soffermata di

che presuppone

una divers |

CLI

“Italian Fair. Italy's Classic Taste” da Esquire, gennaio 1953 (per gentile concessione di Esquire, New York)

y

ITALYS

CLASSIC qualcuno che compra.

TASTE

L'atto del comprare e del

vendere, in particolare laddove ha a che fare con Table settinga of staiblosa steel, desigoed by craftonan Gio Paoti and importedbyMonniern, NewYork City

prodotti portatori di significato (come gli abiti, ma anche il cibo e la musica, e a loro modo anche gli

oggetti della tecnologia moderna, con il loro disegno), può essere visto come una forma, peculiare

ma essenziale, di dialogo. Un dialogo in cui ciascuna delle parti mette in gioco la propria identità ma

anche un'idea dell'altro. Chi compra

ITALIAN T'able byMiStoger aud Sona, of New York! Cityy wickershack clistr (mm | alteri NIN CoWiemarble monaie fromeni Craft, NYC

un vestito

o un cibo connotati come propri di un’altra cultura, accetta di adottare, di fare propria, parte dì un'immagine altrui. In cambio, pretende general-

mente il rispetto di alcuni valori: tra cui è spesso

do patoRene wine decanter of ariberglass with

a pyramided

top,

at dhe l'ente Gallery, Ne Y €:

fortemente

presente

quello dell’autenticità

ESQUIE :donzary

o “genuinità”, maschere,

un'identità

vera oltre tutte

le

radicata nella natura, nella tradizione

o nella spontaneità sociale. D'altra parte,

chi

vende un prodotto culturalmente connotato, “iden-

titario”, deve evidentemente adattare

dotto a una cultura non sua (adattarlo alment

‘The besutifuly balanced Beretta Crode 100 reni up

2 SEE

a

wlihi band»

His: me:

EVER

+

il suo pro-

“Italian Fair”

nella presentazione,

se non nelle caratteristiche

da Esquire, gennaio 1953

intrinseche), ma in cambio ha il privilegio non solo

(per gentile concessione di Esquire, New York)

di fare indossare la propria identità ad altri, ma di

farsi pregare, e pagare, per farlo. La compraven-

>REATIVE

dita di prodotti “identitari” coinvolge una pluralità

ITALY

di soggetti: le équipes ideative che creano MT]

Di kai withthe olderaft while . typewriter in typical of a coneam whotè very Tlfiakion fambioned asword ora piko with n finonse that factory la a monumant to modernity, The Forcreated a legend in the old world, Today's great rari npeaka for iuell-Tow, alfatoy, and Caat, very,

much tho prodot of nion who think im terma of

“Italian Fair. Ever Creative Italy”

dotti di moda come

da Esquire, gennaio 1953

commercianti

(per gentile concessione di Esquire, New York)

e piccole transazioni,

i pro-

le imprese di import-export,

fast rond mees and tlio shoor pleasura of driving

A showenie

a martino with a porsonality. The Lindum noy=

elty istho ndded touch to Lho economy of the

of what is near to hand in Tralinn shops pri

Lambretta ra

put to cittogother within tho Hmits ofPt

finding dimen to resist; TRomo"t streota nco alive

A Nisigordpreteso that

peculiare lind of prido in their owners, ns H{ seutting through a hofo in traMe while tha big boya

bo a Joyful array, and Faquiro'a scouta wero

a group that would suggest tho

lesopages. In each

gas of them, the hand ne craffaman has givon that littio extra (wixt that changes a mechsnical

device from an impersona! machiuo to a possesof original charm, Every an likes tothink ink apecial.

Tho Berotia ia

special, ‘abeautiful blendof balaneo,

design.

Tho Ollvotti

really lompting

TilaSab Ja ono of the

È una rete di grandi

in cui identità e stereotipi

wait wero na muti fun na a quarterback anonk for along pniu in tho Rose Bowl.

Fivery ano of

th jtoms bas that lite extra quality, the quallty

that makes it ok-world Italian in eenftamanahip and new-world Italian in moctunioni excellonti

vengono continuamente

rinegoziati, sedimentando

——proof that a nation can make tho switch from

art to mechanics and come up with a happy come

hination ef the two. #

connotazioni

continuamente

rinnovate e riadatta-

te. (Una notazione curiosa. In questa fase le scien-

ich

weight

e acquirenti.

ftoms thot Americau tourirts nry

with scootera and the bugs scem to ongender a

with typiog case,

frora Olivetti, New York

ze sociali appaiono

letteralmente

ossessionate

dalla metafora del “negoziato”, e tutto, innovazione tecnologica come

produzione

televisiva, viene

rappresentato come il frutto di processi in genere

motor 50m.ph covers 110miles onome

Eaton frateBaden Senti,NewYork

io

ESQUIRE 1Sannary

si

del tutto immaginari

di contrattazione 08

a distanza

L'architetto milanese Ettore Sottsas, Da Milan: a capital in search of a country Foto di Ugo Mulas per Vogue USA, novembre 1963

di tutti i segmenti industriali che cooperano al pro-

Giorgio Strehler, regista teatrale

dotto con una fluidità altrove sconosciuta.

Da Milan: a capital in search of a country Foto di Ugo Mulas per Vogue USA

Comprare italiano vuol dire anche comprare pro-

novembre 1963

dotti che portano alcuni marchi che si sono venuti

tra figure sociali diverse e che spesso non si incro-

affermando

ciano mai nella realtà concreta.

marchi che sintetizzano le caratteristiche appena

dotto di moda; la stessa tradizione fieristica,che fa circolare l'innovazione sia di processo sia di pro-

Ma i negoziati

Pagina a fianco: Illustrazione tratta dall’ articolo Renaissance in italian design, in Vogue USA, 1954,

che a sua volta cita la rivista italiana Domus

soprattutto negli ultimi trent'anni:

reali che si svolgono, tra culture e identità, nelle

delineate, una tradizione produttiva e un'aura più

boutique e nei grandi magazzini di tutto il pianeta

indefinibile e insieme essenziale; ma che rinviano

non sono quasi mai oggetto di analisi approfondite).

anche a uno “stile”, alle qualità distintive di

di

‘0000000000

I cargratarazzca une | Geoe00so000e

un'équipe creativa, assimilabile in parte alla tra-

CELEELECHEI

dizione di una bottega artigiana, ma in parte vici-

Comprare italiano Ma in fondo, quando si sceglie di comprare

non

na a fenomeni più recenti,

e non meno misteriosi,

solo un prodotto realizzato in un certo paese, ma

come

un prodotto identificabile in un certo paese, che

sperimentatori-creatori di software.

cosa in effetti si compra? Che cosa vuole dire

È infine, aspetto questo non trascurabile, compra-

“comprare italiano”? Forse se proviamo a rispon-

re italiano vuol dire anche inserirsi in una moda,

dere con attenzione a questa domanda solo appa-

seguire il flusso di una corrente che è già in moto.

rentemente banale, potremo avvicinarci ancora di

Una corrente che si è costruita e consolidata nel

qualche passo al tema di questo libro e di questa

corso di decenni, che ha costruito abitudini conso-

ricerca: perché, e in che modo, l’Italia fa moda.

lidate e percorsi noti; che è fatta di movimenti non

Comprare

italiano vuol dire, schematicamente,

solo di merci, ma anche di persone. Farebbe moda

almeno quattro cose distinguibili in linea teori-

altrettanto, l’Italia, se non fosse uno dei paesi del

ca, anche se generalmente

mondo che più attirano il turismo?

compresenti

in un

i gruppi professionali dei designer o degli

unico atto d'acquisto.

Seguendo questo percorso, ci rendiamo conto che

Vuol dire, certo, comprare un'appartenenza: quegli

non solo l’analisi degli stereotipi e delle identità ci

oggetti rimandano

per

permette di capire alcune dinamiche della moda,

un'associazione metonimica, non solo a un modello

ma che è vero anche il contrario. Capire le logiche

produttivo ma a un insieme di icone nazionali,

della moda può aiutarci a capire meglio i modi in

le identità e gli stereotipi di cui si parlava.

cui stereotipi e luoghi comuni circolano, si diffon-

Ma vuol dire anche comprare

dono, si rinnovano e si confermano in una società

automaticamente,

come

degli oggetti che

In dettaglio:

sono stati prodotti non solo in una specifica area. geografica,

ma anche

sulla base di procedure

e modelli produttivi in parte peculiari. L'Italia fa

mercantile. Sono due punti di vista complementari, che questo libro e questa ricerca intendono

fare dialogare fra loro. Come mirano a fare dialo-

3 Pierluigi Nervi, Soffitto con immagine floreale in cemento armato 4 Franco Albini, Base per scultura che ruota, si alza e si abbassa

5 Fulget, Pavimento con mosaico di ciottoli per interni o esterni (particolare) 7 Piero Fornasetti, Paravento smaltato surrealista con leggero trompe-l'oeil 8 Marcello Nizzoli, Macchina da scrivere Olivetti, presentata come una scultufé

moda, se questo è vero, non solo in forza di un’im-

gare la prospettiva di studiosi e operatori italiani,

magine culturale, ma anche di proprie tradizioni

che cercano di capire “dall'interno” come venga

e forme di organizzazione: la persistente capacità

percepita altrove l’immagine del loro paese, con

di integrare sistemi industriali e tecnologie inno-

quella di altri, americani, francesi, inglesi, che

in alluminio stampato 9 Adalberto Libera, Due varietà di marmo utilizzate in modo originale per l'ingresso di un palazzo dell'Esposizione romana

|

11 Achille e Pier Giacomo Castiglioni con Luigi Fratino, Illuminazione per la. "Permanente" di Milano; le aperture circolari fanno passare la luce del sole alternandosi ai grandi rettangoli di luce artificiale fluorescente

È

12 Piero Fornasetti, "che sa stampare dappertutto", tovaglia e piatti stampa

vative con la conservazione di tecniche e competen-

quell'immagine vivono e sperimentano dall’ester-

ze di tipo artigiano;

no: un dialogo nel quale, come si diceva all’inizio,

14 Ernesto Rogers, Tenda in tela viola e rossa, di estrema eleganza, con°

al mondo - della filiera, che permette il coesistere, e

i malintesi sono probabilmente inevitabili, ma che

15 Angelo Mangiarotti, Tavolo allungabile da quattro posti (foto in alto), con bat

il cooperare anche grazie alla vicinanza geografica,

proprio per questo è tanto più indispensabile.

16 Roberto Mango, Sedia-girasole, con ossatura di vimini su base in ferro

la completezza

94

- unica

come quotidiani, centrotavola con rose in carta di giornale

i

scheletro di sostegno pieghevole realizzato in tubi metallici ripiegabili singolarmente all'esterno per avere cinque, sei, sette od otto posti

d

caldi | ‘li meal

LI

Polhemus.| Ted Un paese non è una cosa. È un'idea, una visio-

esempio,

ne, una mitologia. Per meglio dire, è, sempre,

sche sono favorite dal fatto che all’estero si ha

la somma di almeno due mitologie: una interna

l’idea che la Germania sia un luogo di efficien-

e una esterna.

za e di grandi capacità

Patria”,

La prima, intitolata “La nostra

è ciò che (si spera)

unisce e tiene

le esportazioni

in Germania

di automobili

tecniche,

opera nel campo

tede-

mentre

chi

della moda o in

insieme quella che è in realtà una miriade di

quello del turismo è svantaggiato dal fatto che

regioni,

il paese è ben poco considerato

di razze

e religioni,

di stili di vita

diversi, il tutto fuso in un comune

concetto di

stile, alla raffinatezza,

riguardo allo

al gusto per il diverti-

mitologia

mento. Peraltro, un paese come l'Irlanda offre

è la percezione che si ha di un paese dall'esterno,

un'immagine di luogo ospitale, pieno di fascino

che lo caratterizza

e poco

nazionalità,

un “Noi”.

La seconda

e imprime

un cliché

sui

sviluppato,

che favorisce

le vendite

suoi abitanti fondendoli in uno specifico “Loro”.

della Guinness, la diffusione di pub in perfetto

Questo

stile irlandese

mitico

“Loro”,

formatosi

in seguito

in tutto il mondo e il turismo,

a un'azione

militare o politica, a uno sviluppo

ma, nel contempo

economico

0 tecnico,

tecnico e industriale dell’isola.

Roma, 1997

Non c'è dubbio che non è difficile capire come

(Foto di Ted Polhemus)

a tutte

le forme

e configurato

di produzione

in base

culturale,

si

lascia in ombra

lo sviluppo

Turisti stranieri incontrano

riflette poi all’interno del paese, influenzando-

questi miti abbiano poco o niente a che vedere

ne profondamente

con la realtà. Ciò nondimeno,

la vita economica

e cultura-

per quanto fan-

i gladiatori romani al Colosseo,

Pagina a fianco:

le. Le esportazioni e il turismo, in particolare,

tasiose, illogiche e addirittura assurde, queste

Gordon Scott in Il gladiatore di Roma,

dipendono

regia di Mario Costa, 1962

moltissimo

dall'esterno.

da questi

miti imposti

rappresentazioni

Per fare qualche

banalissimo

loro abitanti

06

immaginarie

hanno

dei paesi e dei

ripercussioni

pratiche

(Farabolafoto)

affatto concrete

e di grande

aspetto da considerare in costante

vede,

dei valori

per esempio,

zioni di Cuba e divertente,

L'altr

è che questi miti son(

evoluzione.

borsistico

portata.

Una

sorta

nazionali

di listin(

attualment(

salire alle stelle le quota-

come

luogo alla moda,

mentre

sex

quella che un tempo era

la “gelida Albione” oggi sembra in fase di rapido scongelamento.

E, chissà,

Parade”

farà rivalutare

di Berlino

giovanile

e il piacere

forse la “Love

lo spirito

del divertimento

dei

tedeschi. Gol passare degli anni, invece, rima ne

indiscussa

dell'Italia

l’idea

come

che

centro

nel

mondo

si

di tutto quello

ha

che

è chic e sexy, dello stile più raffinato.

Lo si

vede

della

non

solo dal successo

continuo

moda italiana (e di altri prodotti made in Ital, apprezzati

per il design),

ma

anche

da come

l’Italia e l'italianità sono sfruttati, come agget tivi qualificativi, per favorire la vendita di pro-

dotti che d'italiano

non

hanno

un bel nien

Così la pubblicità inglese di certi prodotti igie nici per signora è ambientata

a Venezia

e una

fabbrica svizzera di profumi sceglie di chiamare “Tuscany”

una delle sue fragranze maschili

(e, significativamente, “Havana”). nostro

Dato

secolo

un'altra

che nella

si chiama

seconda

il mito dell’Italia

metà

del

si è affermato

in tutto il mondo creando un'immagine positiva

e desiderabile, immaginare

oggi per noi è perfino diffici

come

potrebbe

essere

altrimenti.

Eppure, se guardiamo alla storia della penisola, siamo

portati a una

conclusione

che l'Italia abbia conquistato st'immagine

positiva

diversa:

e mantenga

è in realtà

que-

un fatto del

tutto straordinario. In primo luogo bisogna pensare che l'Italia non

Rosignano Solvay, Livorno, 1995 Foto di Massimo Vitali

solo è uscita sconfitta dalla Seconda mondiale,

ma

che

era,

almeno

Guerra

dal punto

di vista degli Alleati, dalla parte “sbagliata”. E, anche

lasciando

di natura

etica

implicazioni

realizzate

perdere

le considerazioni

e politica,

estetiche:

esistono

anche

gran parte delle cose

nel ventennio

da Mussolini

e dal

fascismo (basti pensare alla Stazione Centrale di Milano) meno

esteticamente

obbrobriose

la Germania

erano

solo di poco

di quelle che ci ha lasciato

nazista

(dove sapevano

fare, se

non altro, certe giacche di cuoio che colpivano

la fantasia).

Così, come

è successo

che un

popolo di sconfitti senza stile, solo pochi anni dopo la disfatta, sia considerato di buon gusto,

vincente, degno di essere imitato? Ho il sospetto che la risposta si trovi, almeno

in parte,

proprio

nella disfatta

del paese.

Costretti a voltare le spalle al proprio passato prossimo,

gli italiani non

potevano

far altro

che lanciarsi a testa bassa nella modernità. Così

facendo,

proiettavano

di se

stessi

un'immagine decisamente più progredita e lun-

gimirante di quella che avevano grandi nazioni europee.

tutte le altre

La sconfitta

militare

aveva anche avuto l’effetto di rendere meno minaccioso

il successo

di farlo accettare potrebbe si chiama

italiano in altri campi,

senza ostilità. In effetti, si

dire che l'area geografica Italia sia sempre

giata più dalle sconfitte

stata avvantag-

che dalle vittorie

e che sì sia instancabilmente magine valida e positiva

che oggi

costruita un’im-

su una

realtà fatta

di declino e di decadenza. Non c'è dubbio che quei giovani inglesi (e altri nordeuropei)

di buona

secolo sciamavano

famiglia

che nel XVIII

in Italia per il Grand

Tour

0. Afartar

Discoteca “Duplé Aulla”, 1997 Foto di Massimo Vitali

scoprivano

un particolare

fascino

tra le rovine che simbolicamente

romantico

evidenziava-

no la gloria passata. Con una copia del Declino e caduta dell'impero romano di Gibbon in valigia, mentre

nel loro paese

fioriva l'economia

industriale, questi rampolli dell'Europa settentrionale potevano assaporare

le delizie di una

grande potenza del passato, ora ridotta a svendere l'arte al minuto, trasformandosi nel primo

grande parco tematico: “L'affascinante Firenze”, “Roma



romantica”,

e “Venezia

“La Napoli

virtuale”.

Venezia

disordinata”

soprattutto,

il

quanto era la prima grande città del mondo cui economia

dipendeva

dal turismo:

vendendosi

passato

che, con

lo farà

Disneyland

la

quasi esclusivamente

come

lo stesso

un viaggio nel rigore

nel XX secolo,

con

cui

metteva

in ombra la realtà del momento. Un secondo

elemento

vista, parrebbe fermarsi

riguarda

essere

di una

nazionale.

nel Settecento tosi che

ne

immagine

dell'Italia

contraddizione

della sua

Per quelli del Grand

(come per i turisti meno ripercorreranno

nell'Ottocento)

a prima

stato d’'ostacolo all’af-

certa

l'intrinseca

identità

che, almeno

la contraddizione

Tour

facol-

gli itinerari

di principio,

netta, era un fatto morale. Era qui, nella peni-

sola, il cuore

stesso

della Chiesa

cattolica

e, nell'arte e nell’architettura,

la più famosa

raffigurazione

della cristianità.

Ma qui si tro-

vavano

quegli affreschi

sessualmente

anche

espliciti di Pompei

(che le guide per turisti,

con i loro avvertimenti prude, in realtà pubblicizzavano), nevale

il permissivismo

di Venezia,di

Roma,

sfrenato di Napoli,

del carquella

calda sensualità che pervadeva ogni cosa, che tanto

scandalizzava

(e attirava) 61

la sensibilità

nordica,

protestante,

la bellezza

rittura

“primitiva”

delle

“vaga”, addi-

donne

che,

eccessi, delle prostitute mezze nude e bene in

mostra, dei programmi televisivi che solletica-

come

indicavano solertemente i Baedeker dell’epoca,

no le fantasie erotiche,

erano

La dolce vita. Senza

disposte

a posare

pochi soldi. Tuttavia,

Amsterdam visitatore

come

come

modelle

succede

oggi per

(la cui duplice mitologia da una

per

offre al

parte la scelta tra un'arte

zione etica, come

un

un vantaggio

alla prostituzione

e alla

golo del globo che sarebbe

del Novecento

Nascondendosi

tabile e lodevole

morale

anche

offirva

al cinema

dietro la rispet-

non

disposta

di una crescita

strada indicata da Fellini e da altri autori che

essendo

Tour.

o capace

di seguire

rappresentavano

devano il Grand Tour potevano, in realtà, pren-

degli anni Cinquanta,

dere parte a un rito di passaggio in ogni senso

la Roma

del termine. ispirati da Byron e da Shelley, che

Roma

in quanto capitale della cristianità,

erano andati alla ricerca di un antidoto al per-

Hur,

Quo vadis?,

benismo nordico e protestante (e probabilmen-

Croce,

te l'avevano

genere,

i giovani

della borghesia

loro esperienze

potevano

mascherandole

Spirituali e culturali,

aristocratici

fare le

dietro finalità

prima di trasformarsi

in

una

la licenza

Hollywood,

culturale e spirituale, i giovani che intrapren-

e i rampolli

di

un suo

motivazione

trovato),

del

la possibilità

Grand

in

era stata

per i viaggiatori

e dell'Ottocento, essa

dell'Inferno

organizzare

non ne distruggeva il fascino, anzi

lo accresceva.

ambiguità

pratico

Settecento

certamente

felliniano, nella sua

la visione

Se questa

droga), l’immagine contraddittoria di quest'an-

diventato l'Italia

comunque,

terribile desolazione, aveva al fondo un'ispira-

Dante.

accesso

dimenticare,

che la visione del cinema

rispettabile e la nitidezza puritana e dall'altra facile

il sesso disinvolto de

antica.

morale

la posizione

La tunica,

riuscivano

dell'Italia

scelse di sostituirla con

Sfruttando

Spartacus,

la

come

Ben

Il segno della

tanti altri film del

a portare

rappresentazione

di

sullo schermo

epica della

libertà dei

costumi romana/italiana, con tutti i suoi dettagli piccanti e salaci. Mentre

la presenza

di un

rispettabili padri di famiglia nel proprio paese.

messaggio

Col pretesto

religioso

dall'ambientazione in epoca classica) consenti-

e artistico, il Grand Tour riusciva ad assicura-

va di superare l'ostacolo della censura, le sce-

re quella licenza edonistica che oggi, più sco-

ne di orge e di nudo, le allusioni sessuali e le

“Small world”, Pisa, Italy

pertamente,

danzatrici discinte assicuravano la casseta.

Foto di Martin Parr

Non sarà un caso che la passione hollywoodia-

(Contrasto)

di un pellegrinaggio

è messa

in vendita

a Ibiza,

in

Thailandia o a Goa. L'Italia del Novecento

ha continuato

a essere

stoico

cristiano

na per la Roma

antica

apprezzata per questa ambiguità: su una faccia

periodo

(gli anni

della medaglia

l'Italia contemporanea

il Vaticano,

le splendide catte-

storico

(sottolineato

sia nata

proprio

Cinquanta)

acquistava

nel

in cui

la propria

drali e un profluvio di opere d’arte d’ispirazio-

identità di paese moderno e si affermava come

ne religiosa, sull'altra, a perfetto contraltare,

mito positivo, desiderabile,

i piaceri più mondani dei décolletés alla Gina

l'enorme

Lollobrigida, dei night-club famosi

mondo di una Roma antica made in Hollywood

62

per i loro

sexy. Di converso

popolarità e la diffusione

in tutto il

rafforzava con

l’immagine

di duplicità

la giustapposizione

re morale. saggio

dalla

depravazione

la Roma

formidabile

in modo

tra licenziosità

e rigo

Con questo abile e improvviso

cristiana, una

del paese

antica

eredità

inscindibile

pas

pagana

alla virtù

lasciava

ai posteri

d'immagine,

le tentazioni

saldando

della carne

e la salvezza dello spirito. L'epica hollywoodia na

degli

anni

Cinquanta

Sessanta

(com'era

e caduta

dell'impero

un'altra

epoca)

traddizioni

e dei

successo

morali

con

romano

era servita della

primi

ann

il Declino

di Gibbon

a travasare Roma

in

le con

classica

nella

mitologia dell'Italia contemporanea.

Nella

seconda

metà

del nostro

secolo

l’Italia

è riuscita a superare 0 a volgere a suo vantag

gio un'altra mitologia.

contraddizione

Dopo aver rimosso

to più recente, tere

insita

tradizione

l'antichità

con

la propria

sua

il proprio passa

l’Italia postbellica

in contatto

nella

poteva

met-

e il senso

modernità

della

e il suo

appassionato abbraccio dell'effimero e del progressivo:

mondo, nella

una

collisione

che era

scena

sinteticamente

finale di un

dove una schiera

che tute nere

e lucide

Peck

Ma

e Audrey

su una

Con

anche

Vespa

impeccabili degli I

uitimi

DUOITITTAN

con

nelle

lb

vredenziati

VM

romane

(

attraversavati

luccicante

BINARI

far

vetusti moi

itl Vacanze

he

Roma

sfrecciavane

Hepburn

la sicurezza

del

rappresentata

film di Fellini,

di barbari

in moto davanti ai più

città.

di concezioni

sue

veniva ui

Grofn

dalle

UIASSIZII

ARITITI I}

i

II |

|

propi

sato,

poteva

L'altro

proiettarsi

confronto

l'Inghilterra, tremendo

solo

interessante

dove

costo economico)

è

con

grado di cancellare

(ma a un

sentata

rendeva

difficolto-

betta e l'ombrello

dal passato

churchilliano,

l’ostentata contrapposizio-

ne tra tradizione e modernità, così ben rappre-

vinta

la guerra

so l'affrancamento

nel futuro).

in The Avengers dal gioco tra la bom-

di Steed e gli abiti fanta-

scientifici di Mrs Peel.

vittoriano, altezzoso e classista. In Inghilterra,

La giustapposizione di vecchissimo

però, una nuova

mo conquistò una tale popolarità che, verso la

generazione

tari e piccolo-borghesi

impantanata

si rifiutava

in questa

rivolti all'America

di giovani prole-

storia.

di restare

Con gli occhi

per ricevere la sanzione del

concetto di nuovo conio di teen-agers, Boys, con

i loro completi

meditavano

di invadere

i Teddy

in stile edoardiano,

le cittadelle dell'élite

metà

degli

anni

Sessanta,

dell’Italia quale proiezione

sembrava

oramai

Invece,

com'era

Guerra

mondiale,

e nuovissi-

l'immagine

del “mondo

definitivamente successo

dopo

nuovo”

eclissata. la Seconda

la vittoria nello scontro

le diverse culture

pop sarebbe

tra

stata la rovina

alto-borghese. Ma, oltre a diffondere un panico

dell'Inghilterra. Quando la misura stilistica dei

di natura

Mods

squisitamente

morale,

i Teddy Boys

lasciò il passo agli eccessi

della “Swinging

cia per lo status quo.

Settanta, alla sperimentazione sconvolgente ed

di Vacanze romane, 1953

Compito,

estremizzata

(Fondazione Cineteca Italiana)

lasciato a un'altra aggrega-

Glam

e poi, negli anni

Moduli di annunci pubblicitari

non hanno mai rappresentato una vera minac-

questo,

London”

psichedelici

e Punk,

l'Inghilterra

fu

zione giovanile inglese, nata poco tempo dopo,

sospinta in una parabola che, per quanto inte-

quella dei Modernists o Mods. Invece di ispi-

ressante,

rarsi semplicemente

essere

passato,

i Mods

che britannica:

all'America

facevano

una scelta tutt'altro

guardavano

con

a tutto quello che accadeva soprattutto

di progresso,

o al proprio

sul continente,

alle caratteristiche

futuribili, messe

attenzione

di modernità,

in mostra dalla

ne avrebbe

limitato

la capacità

il punto di riferimento

di

internazionale,

in un contesto in cui una modernità aggressiva doveva

essere

equilibrata

e temperata

da

un solido tradizionalismo. Dopo avere atteso pazientemente

mentre

intanto

sì impegnava

fra le quinte,

a rendere

ancor

nuova Italia. Abbigliati alla “romana”, con abiti

più perfetta la miscela di antico e di moderno,

corti e ben

negli anni Ottanta l’Italia faceva la sua riappa-

tagliati,

caffè sorseggiando

s'irradiava

se ne stavano

un cappuccino,

la luce riflessa

della Gaggia, oppure

al

sul quale

dalle cromature

se ne andavano

al mare, dove si scontravano

seduti

in Vespa

con i trogloditici

rizione

sotto

di tutto

il mondo.

A questo punto la giustapposizione

di classi-

cità e di progresso,

popolare,

preceduti,

nuovo

maniere

avevano

del continente.

ancora

imparato

le

Questi Mods, sceglien-

di buono

nome:

e di eccesso,

intelligente, almeno pagana

rono per primi che perfino l'Inghilterra era in

della cristianità.

aveva

e di cattivo,

postmoderno.

do l'Italia come punto di riferimento, dimostra-

64

di misura

di buon gusto e di volgarità, di esclusivo e di

Rockers che, come i Teddy Boys che li avevano non

i riflettori

come

un

Una riconversione

quella che la Roma

fatto trasformandosi Questo

trovava

balzo

che

nella sede faceva

del

per il lancio della versione italiana

modello estremo del moderno il modello defini-

spalancati,

tivo del postmoderno,

cattiva,

trasformava

colpo in valori la contraddizione, ne, la frammentazione.

in un sol

la confusio-

Da un giorno all’altro

la punk repellente,

la segretaria

Multiforme,

compiacente,

è diventata

ca e le casalinghe che facevano lo strip-tease,

Mentre

tra la classicità

sogno - l'American

tra il “buon

efficiente,

il travestito

in paillette, un essere dal sesso indefinibile.

lo spazio che esisteva tra la tradizione cattoli-

e il futurismo,

l'infermiera

qualsiasi

Hollywood

non

adattabile,

cosa

l’Italia

per chiunque.

proietta che un unico

Dream

- l’Italia, come

una

di specchietti

che

gusto” di Armani e gli eccessi di Versace, tra il

gigantesca

Brunello dell’aristocratico e il Merlot del pove-

ruota

raccio,

e rispecchia l’immagine di ogni sogno fatto al

tra lo stile di vita romano

milanese,

tra il minimalismo

cacofonia

di Memphis,

tra il comportamento

di Albini

tra destra

e la

e sinistra,

rispettabile dei giovanot-

ti a pranzo con mamma

e papà e quello sfrena-

to degli stessi giovanotti

Madonna

e quello

in discoteca,

e le passeggiatrici

tra la

di Rimini...

di

sfera ricoperta

sul soffitto di una

mondo.

discoteca,

riflette

E ogni vestito, ogni frigo, ogni Fiat

o pacco di fettuccine che vende al mondo è un pezzetto

questa

concreto,

fantasia.

materiale

Non

dell'Italia

è giusto che sia un paese postmoderno,

(un souvenir)

(che,

di

come

indiscutibilmente

in realtà non esiste), ma di tutte

colpo questa terra di nessuno e di tutti che era

quelle Italie sognate che il mondo ha proiettati

il cuore

su questa

inesplicabile

di questo

paese

si era

chimerica

facciata.

Ha scritto

trasformato nella discarica su cui si sviluppa-

Ray: “La realtà è fatta di desiderio”.

va

è né più né meno

il postmoderno.

Siccome

non

si era

mai

mondo.

ne, non aveva mai trovato una sintesi tra tesì

secoli, l’Italia oggi esiste in quanto

e antitesi, non aveva

un modo

la sogna.

E questa

come

critica, ma

solo una spiegazione

comune

mai affermato

d’agire, l'Italia si presentava

il

perfetto modello della frammentazione che è al centro

stesso

definisce.

della

Con

camaleontiche

postmodernità

e che

la

la più abile delle operazioni (come

aveva

fatto un tempo

Roma) l’Italia si riconfigurava presentando una visione

(divergente

e antitetica)

i nostri possibili domani.

di tutti

Da cortigiana esper-

ta, essa sa adattarsi a ogni fantasia del cliente, sa essere amante

di volta in volta la compiacente

per nuovi

ricchi, l’aristocratica

chic,

la scolaretta innocente, la selvaggia primitiva,

la raffinata intellettuale, la materna l’austera

matrona,

Madonna,

la hippy con gli occhioni

Com'è

Rinascimento

L'Italie

fatta di tutti i desideri

risolta, non era mai uscita dalla contraddizio-

stato

italiano.

per Venezia

non

vuol

Mai

del

per tanti qualcuno

essere

una

del secondo

“Oh! For a Lambretta now,

that summer's on the wayl" Ù Jayne Mansfield su uno scooter

Lambretta Innocenti, 1963 (Farabolafoto) |

Antonelli Carlo Peppino Ortoleva =“ — La moda è il simbolo più evidente di quel moto feb-

Ma leggendo la moda come

brile, interminabile

modernità vediamo solo un aspetto del problema.

degli ultimi due decenni.

Ce n'è un altro, apparentemente opposto, ma in

Anche in altri settori altamente simbolici delli

e senza destinazioni precise

che - lo notava già Alexis de Tocqueville nel 1840 -

segnatempo

della

La moda infatti vive del

vita sociale accade qualcosa di analogo. Così, Ì

fondo, se la moda ci “dice” davvero qualcosa, il suo

ripescaggio continuo di elementi tratti da epoche

tutti i paesi il repertorio della cuisine, pur esser

messaggio è “tutto cambia di continuo”. In questo

differenti. L'osservazione, in sé, è un’ovvietà: dal

do stato generalmente elaborato e codificato

sta il suo legame profondo con la mentalità propria

corpetto di Vivienne Westwood

pieno del secolo dell’industrializzazione

di società che, per la prima volta nella storia, si

anni Sessanta

autodefiniscono come “moderne”, definiscono cioè

l'andamento “ciclico” della moda è sotto gli occhi

da riferimento, e nel quale è nata in vari paesi I

la loro identità sulla base non di un passato ma del

di tutti. Meno evidente è il fatto che spesso, pro-

cucina “nazionale”) non si rifà mai dichiaratamen

tempo contingente in cui si collocano.

prio nei momenti più caldi dei processi di moder-

te a usanze e tradizioni proprie della società indu

nizzazione, a essere ripescati siano tratti dichia-

striale, e preferisce rivendicare radici premoder

La moda, il presente, il passato

ratamente

ne, aristocratiche o contadine, anche a costo dì

La dinamica delle mode quindi agisce da grande

delle diverse società. L'esempio più noto, ma non

mettere in campo tradizioni del tutto inventate

calendario sociale, segnalando il tempo che passa,

meno

sorprendente, a ripensarci, è il riapparire

Con la nouvelle cuisine siamo arrivati al postmo

e soprattutto insegnandoci a distinguere fin nelle

dei pizzi e dei tagli d'abito dell’aristocrazia di età

dernismo “saltando” la modernità vera e propria.

sfumature ciò che è “di oggi”, o meglio ancora

edoardiana (primo decennio del Novecento) negli

Rispetto alla cucina, la moda è però più ecumeni

il futuro prossimo-quasi

abiti dei Teddy Boys negli anni Cinquanta inglesi

ca. Non esclude gli oggetti e gli accessori che sone

è “passé”, anche appena appena: “vecchio come il

in cui nasceva la cultura del rock. Altrettanto

riconoscibilmente propri dell'età industriale,

giornale di ieri”, secondo una frase della cultura

significativi sono i tanti revival! localistici, negli

ama integrarli con oggetti dichiaratamente premo-

be-bop cara a Marshall McLuhan.

abiti come nei dialetti, che hanno accompagnato

derni, e magari con sguardi e allusioni a un futur‘

è tipico delle società democratiche

66

attuali. In . realtà complementare.

presente, da ciò che

al ricupero degli

operato nei primi anni Ottanta,

arcaici, ostentamente

premoderni,

ne

(secolt

a cui risalgono i libri di ricette che ancora fungon

|

immaginato: è dagli anni Trenta almeno, ma forse

già dall'inizio del Novecento, che l'immaginazione fantascientifica condiziona il modo di vestire (oltre che l'arredo e l'architettura, come ci ha ricordato William Gibson) delle società occidentali.

Insomma, la moda sembra sistematicamente flirtare con la varietà dei tempi storici e con il loro

precipitare

insieme, cioè con quella che il filo-

sofo tedesco Ernst Bloch definiva la “sincronia

del non-sincronico”.

Non solo ripropone

un

repertorio di oggetti e tic di epoche differenti, ma gioca insieme

la modernità,

e interprete,

di cui è portatrice

e il suo opposto, o meglio i suoi

diversi opposti, “arcaici” 0 “post”. E questo è tanto più evidente oggi, in un momento in cui il tempo della modernità appare superato,

e forse è invece giunto al suo vero culmine.

“La nuova Fiat 500”, 1957, foto pubblicitaria

crouring clubitaliano - Archivi Alinari

Se è vero che l'era moderna ha ridiscusso in modo radicale i concetti fino

a quel momento

circolanti

di spazio e di tempo tanto da ridurre in aria tutto quello che era solido, allora questa non-sincroni-

cità ci apparirà anche ricca di detriti della smaterializzazione,

di /apsus oltre che di citazioni

e strizzatine d'occhio “post”, di sopravvivenze tenaci oltre che di rimandi ironici. La moda degli ultimi decenni appartiene certamente

al tempo

contingente, ma non al presente tradizionalmente

inteso: appartiene a un tempo e a uno spazio dove “attuale” vuol dire “tutto”, dove l'istante comprende insomma

qualunque tempo e qualunque luogo,

dove questo

e sempre

istante estensibile

individuale,

fino all'infinito

personalissimo

diventa

la sola società possibile.

Modernità precorsa e modernità mancata nell'immagine italiana Se questo è vero, forse tra i segreti del successo 68

Marzal Lamborghini, 1969

(Farabolafoto)

sernazionale della moda

italiana c'è anche

il

culiare rapporto del nostro paese con la moder-

à. Per molti secoli, quanto meno dal XIV al XVII jalia l'ha precorsa. Ha inaugurato prima di altri esi dei modelli di produzione “protoindustriali”,

e incrociavano le pratiche artigiane con l’uso

ecoce di macchinari azionati a volte manualntte, a volte da forza idraulica, nelle manifattufiorentine dei pannilana come in quelle lombar(ma anche liguri) della seta. Si può tuttora ‘onoscere in alcune aree (Toscana, Lombardia,

neto, Marche) una linea di continuità ininterrotdi tradizioni manifatturiere,

in particolare in

‘tori legati all'industria della moda pellame) che vengono

(dal tessile

spesso frettolosament

DI

finite “artigianali”, ma il cui vero punto di forza ì nell'intreccio di mestieri

e competenze proprie

lle botteghe con una antica e radicata pratica sanizzativa di tipo industriale. Sempre al tardo

>dioevo risale un’altra tradizione che l'Italia

Alfa Romeo Giulia Zagato, 1965

ndivide con la Germania

(Farabolafoto)

e in parte con la

FF

ancia, e che si è rivelata strategica proprio nel

store del tessile-abbigliamento: quella delle fiere riodiche, luogo di ricorrente scambio delle idee lelle innovazioni, motore essenziale soprattutto r le industrie a carattere stagionale.

‘Italia “più avanti del suo tempo” è succeduto i un lungo periodo in cui le tendenze prevalenti

ano di segno opposto:

il paese si presentava

Mpre “in ritardo” rispetto all'Europa nord occi-

ntale. Dal XVII al XX.

secolo inoltrato, l'Italia

\pparsa legata soprattutto al passato. Una debo-

za che poteva presentare i suoi vantaggi sul

ino del glamour. L'Italia è apparsa soprattutto

rtatrice di un patrimonio di bellezze di secolare

dizione, rapinate con gli occhi lungo i rituali

Maserati 3500 GT Touring, 1957

rcorsi turistici del Grand Tour e poi degli itine-

Disegni tecnici del motore e del telaio

}

2 Fi

la

a

—_a gp”

SR

-

rari Baedeker o saccheggiate negli acquisti: un

Soft-Porn all'italiana:

Pagina a fianco:

paese il cui bello stava anche, se non soprattutto,

Nino Manfredi e Maria Grazia Buccella

“Autunno: ridiventano donne. Le grandi

nel suo essere rimasta indietro, nel suo essersi

in Vedo nudo, regia di Dino Risi, 1969

sartorie presentano a Roma le loro novità

fermata, in un certo senso, “prima”. È il fascino

per l'alta moda Autunno/Inverno 1966.”

delle città che erano state grandi nel periodo tre-

Da Epoca, agosto 1966

cinquecentesco e il cui sviluppo pareva essersi poi

fermato

come

Toscana come

all'improvviso:

i borghi della

Siena, col suo Duomo gigantesco

e incompiuto. E i segni di un paese inchiodato al

passato, decadente e proprio per questo affascinante, sono apparsi per tutto il secolo spendibili sul mercato: Elizabeth

dalle pubblicità inizio-Novecento di

Arden

Settecento, ai

che alludevano

alla Venezia

del

moderni spot di Wim Wenders che

collocano gli elettrodomestici più aggiornati nelle icone pittoriche del tardo manierismo.

Nell'immagine complessiva

del paese, la moder-

nità precorsa si intreccia ancora oggi alla moder-

nità mancata, e le due non si contraddicono, ma sì alimentano a vicenda.

La modernizzazione bruciante

Con gli anni Sessanta e Settanta del nostro secolo, un terzo elemento è venuto ad aggiungersi al quadro, non sopprimendo loro un senso ancora

gli altri due ma dando differente.

È la modernità

dell'Italia attuale, una modernità diversa da tutte le altre, e insieme

apparentemente

esemplare.

(AI posto della “via italiana al socialismo”, a lungo teorizzata dal leader storico del comunismo italiano, Palmiro Togliatti, il paese ha conosciuto così quella che potremmo chiamare una “via nazionale

alla modernità”.) dell'Occidente

L'Italia è forse tra i paesi

quello che ha vissuto più rapida-

mente e con maggiore traumaticità il salto da una

condizione

preindustriale

condizione

pienamente,

e premoderna

a una

anzi pionieristicamente,

allineata con le caratteristiche attuali della produ10

ne globale. Bastano,

per rendersene

conto,

uni dati elementari. primo censimento del dopoguerra, quello del >1, la percentuale più alta della forza-lavoro iltava ancora occupata in agricoltura; trent'an-

lopo, nel 1981, i dati sull'occupazione per set> erano già quelli tipici di un'economia “postin-

triale”, con una netta prevalenza dei servizi

] loro interno, dei servizi detti “basati sulla cononza”. La fase pienamente “moderna” dell’econia, quella in cui l'industria e la fabbrica erano

i Solo la fonte prevalente di reddito ma anche ì presenza quotidiana nella vita della grande ogioranza della popolazione, una fase che nei

egiori paesi dell'Europa occidentale, e negli \, è durata non meno di ottanta-cento anni, si ispiegata interamente nel nostro paese lungo co di trent'anni: meno di una generazione. ‘ettanto rapida, e più o meno

simultanea

al

gnative, come il divieto del divorzio e dell'aborto:

cesso precedente, è stata la laicizzazione del

lo avrebbero dimostrato negli anni Settanta i due

se. Negli anni Cinquanta ancora la maggioran-

referendum su questi temi, tutti e due vinti dallo

lel paese era costituita di cattolici praticanti,

\ersone cioè che non si limitavano a dichiarare

ropria fede religiosa, ma ne erano condizionati cretamente nello stile di vita e nelle abitudini: ia messa domenicale alla comunione

annuale

LA SFIDA AMERICANA

VINTA DA BERTONE La sfida del

nostrl giorni fra il mondo n

/0 che altacca ed il mondo antico che si difende ico-organizzativi e di capacità creative, Un episodio

) a quel bizzarro, ma a lungo fondamentale,

dedicato all eno in fatto d ‘ela questa 2 pso significato pi

cetto che obbligava a non mangiar carne il

schieramento “laico” con maggioranze indiscutibili. Un esempio impressionante di questo processo di

laicizzazione ed esplosione massiva di una sessualità egotica, per molti sconvolgente anche nella

sua brutale volgarità, è quello rappresentato dalla pornografia. Fino alle soglie del 1968, in Italia vigeva uno dei sistemi più restrittivi di censura,

erdì, che veniva rispettato più di tante altre

e veniva immediatamente sequestrata ogni pubbli-

ole più rilevanti, e che ha per molti decenni

cazione che mostrasse anche un frammento di un

ndito i ritmi alimentari del paese. Vent'anni

capezzolo femminile

o, la maggioranza degli italiani erano ancora

che”proibite”. La televisione di stato evitava accu-

‘olici per fede dichiarata, ma i praticanti erano

ratamente non solo ogni esibizione di nudità ma

’nuti una minoranza, consistente ma comunque

anche i riferimenti all’adulterio e perfino al divor-

riore a un terzo della popolazione; soprattutto,

zio. Nell'arco di un quinquennio, con il 1972-78, la

tissimi cattolici, praticanti

situazione era radicalmente

o meno, non erano

o di altre parti anatomi-

rovesciata:

riviste

disposti a seguire la Chiesa su tutte le sue

Alfa Romeo Montreal, 1967

hard core venivano vendute in tutte le edicole, le

cazioni, anche su quelle eticamente più impe-

Design Bertone

loro copertine generalmente molto esplicite erano 11

esibite pubblicamente, e lo sono tuttora. Quando,

con l'intensità e la rapidità di un cambiamento

Tutto si tiene: i palazzoni popolari convivono co

nel 1975, si ruppe improvvisamente

di pelle.Che negli anni Cinquanta era ancora di là

la campagna

da venire, e negli anni Settanta era già maturato.

a migliaia dentro centri storici

il regime

monopolistico nella radio e nella televisione, com-

e con gli ovili, le auto circolan millenari, le fat

briche sorgono al centro delle città, Lambrett

parvero trasmissioni di una oscenità senza eguali

Icone della modernizzazione: macchine, code,

e Vespe trascinano contadini e nuovi professionis

rello delle casalinghe” di una TV privata torinese,

elettrodomestici negli anni Sessanta

urbani. L'immagine dell'Italia che farà il giro de

un segnale forse ineguagliato del rapidissimo sci-

Possiamo vedere il momento stesso del cambia-

mondo è questa, quella dei contrasti impossibili (

volamento di quello che la legge italiana chiama

mento di pelle, la brevissima stagione dell'avvento

Vacanze romane e La dolce vita, i quartieri-mostr

“il comune senso del pudore”. Meno di vent'anni

moderno,

assediati dalle pecore di Pasolini.

dopo, molti degli albanesi

Antonioni e dei Visconti, quanto in quello comico

paese vede lo sguardo straniero, il benemerit

Italia con mezzi di fortuna nella crisi finale del

della commedia all'italiana, nei film di Dino Risi in

insieme di bellezze e orrori, di eleganza e spore

regime

particolare, che si sforzano di rappresentare la

zia che riempirà per decenni le pagine degli invia

essere stati attratti verso il nostro paese anche,

fase di passaggio, la breve (e incerta) stagione

tedeschi e anglosassoni. Convivono le abitazior

se non soprattutto, dalle trasmissioni televisive

della vita moderna in Italia. In // sorpasso (1960)

preistoriche dei sassi di Matera, scavate nell

piene di donne nude.

Vittorio Gassman

proprio il cama-

grotte, e le eleganti architetture della Olivett

È un'immagine non solo di benessere, ma anche

leonte che sta cambiando le squame, sforzandosi

convivono design avanzato e angoli premodern

di totale permissività, che in parte rovescia gli

però di avvertire

permangono e si perpetuano - anche nella comme

stereotipi

secondo la massima di un best-seller letterario di

dia all'italiana - le differenze locali. Troppi luogt

in parte conferma quello che forse più di altri si

quegli anni, // gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

diversi,

è venuto radicando nel XX secolo: la “dolce vita”

Mangia la pastasciutta da mammà, lancia la bat-

imbarazzante

amorale e gradevolmente sensuale.

tuta al benzinaio in romanesco,

frequenta il bel

della comunità, già lamentata da Leopardi almen

I dati forse più significativi della modernizzazione

mondo (il jet set, da considerarsi oggi come pio-

centocinquant’ anni prima. Che razza di modern

italiana sono quelli relativi alla demografia.

niere elegante e feroce insieme della globalizza-

è questo, dove tutti provano a fare - fieri dell

Il nostro paese è passato in meno di quarant'anni

zione in atto), ma soprattutto corre sull'auto lungo

proprie nuove ruote - una vita differente dal vici

dall'essere uno dei più fertili d'Europa all'essere

le superstrade appena costruite, punteggiate di

no? La breve stagione moderna italiana degli ann

il meno fertile del pianeta (circa alla pari con la

pini marittimi, come fosse il padrone del mondo.

Sessanta è in questo momento serbatoio di imma

Germania occidentale): un cambiamento

La modernità durata un secolo in Europa e USA

gini per la produzione estetica globale (si pens

aveva

alle campagne Martini del 1997, alle collezioni d

in altri paesi,

a cominciare dal celebre “spoglia-

comunista

presuppone

che arrivarono

avrebbero

dichiarato

legati al cattolicesimo

in

di

del paese,

che ne

e ne porta con sé molti altri, da un

non tanto nel cinema

rappresenta

il meno

“alto” degli

possibile il trauma,

prodotto col tempo una società uniforme

troppi tempi diversi

Che stran

e una mancanz

di senso pubblico, di sentimenti

mutato atteggiamento verso il futuro a una tra-

(o apparentemente

sformazione profonda dell'istituzione familiare.

massa,

Se l'abbandono delle campagne

e poi la rapida

sempre presentabile. Aveva modificato radical-

conversione a un'economia dei servizi, la laicizza-

mente l’ambiente senza lasciare sistematicamente

zione, il cambio rapidissimo di regime demogra-

traccia visibile del passato, gradualmente rimos-

Icone del dopo. Gli anni Settanta

fico, sono una premessa

e insieme una prova

so. In Italia invece il cambiamento estetico della

Il momento cruciale del “passaggio” italiano son

dell'affermarsi di una Weltanschauung individua-

vita quotidiana avviene tutto quasi in dieci anni,

stati gli anni Settanta, non solo perché è in questi

listica, possiamo affermare che l’individualismo,in

dalla metà degli anni Cinquanta a quella degli anni

decennio che molte delle trasformazioni di cui $

Italia, si è affermato in modo diverso che altrove:

Sessanta: non c'è il tempo di rimuovere niente.

parlava sono effettivamente maturate, ma soprat

72

tale) che consuma

una comunità

irreggimentata

beni di e pulita,

Prada prima maniera), uno strano caso di rivalu tazione del moderno.

Evidentemente si è trattati

di un moderno impuro.

Gio Ponti, modello in scala per una “Finestra ammobiliata”, 1954

In Rassegna, anno XVI, numero 58, 1994

reenive rare men ni

“Italia in Lucania”, 1981 Foto di Francesco Radino

tratta da Rassegna, anno XVI, numero 58, 1994

tutto perché sono divenute davvero e implacabilmente

visibili. La crisi che la società italiana

stava attraversando è divenuta oggetto, forse per la prima volta, di riflessione culturale, violentemente pessimistica e critica nelle parole di Pier

Paolo Pasolini, o viceversa inebriata dalle novità di una modernizzazione

così unica, nella breve

stagione del punk italiano.

Soprattutto, gli anni Settanta italiani sono stati il luogo di un fenomeno socioculturale di massa, il prolungarsi per diversi anni della ribellione giovanile che in Italia, come altrove in Europa, aveva

avuto origine nel 1967-68. Politicamente

forse

inconcludente, la nuova sinistra italiana degli anni Settanta è stata brodo di coltura per una varietà di /ife styles nuovi per il paese, e per un proliferare

di identità multiple, alcune legate alle tradizioni antiche

(il risorgere di movimenti

in diverse aree del paese, dapprima

localistici con segno

“trasgressivo” e vagamente

di sinistra, poi più

decisamente

altre ostentamente

conservatori),

urbane e postmoderniste. Anche rispetto ad altri paesi, l'intelligentsija del periodo ha anticipato di qualche anno, sia pure in modo spesso confuso, la riflessione sulla crisi del

mondo fordista, la crescita dell’intellettualità di massa,

l'abolizione della separazione rigorosa tra

tempo del lavoro e tempo per sè. Mentre il mondo

sembrava un inferno nelle principali città italiane

- erano i cosiddetti “anni di piombo”, gli anni del pericolo e della copertina di Der Spiegel (1977) in cui l'Italia veniva rappresentata da un piatto di spaghetti sovrastati da una pistola - nelle provin-

cie del nord, nei distretti industriali che economisti e sociologi cominciavano appena a riconoscere,

nascevano modelli flessibili e individuali di produzione assolutamente

innovativi. Se i giornalisti 14

NITTI lenire

DI

Rir.IM gi

SHE

faggio di lavatrici allo stabilimento Candy,

tedeschi erano preoccupati che il terrorismo potes-

cuito fra passato e futuro, singolarmente autocon-

herio; Milano 1965

se rovinare le vacanze dei loro connazionali, quelli

sapevole e insieme attraversato da cupe e vaghe

oto Olympia)

americani di 7ime con maggiore intuizione dedica-

linee di disperazione,

rono nel 1982 una copertina a Giorgio Armani.

zione insieme del tutto speciale e intuitivamente

Ed è proprio negli anni Settanta infatti che comin-

facile da condividere.

na a fianco:

ciarono a farsi notare, all’interno di un settore

ibrido, dove non si butta via niente. Se in questi

7, 25 luglio. Il punto più basso

produttivo dalle antiche radici, il tessile-abbiglia-

anni il rimosso

mmagine mediatica italiana:

mento,

i paesi europei più avanzati e gli stessi Stati Uniti

rtina del settimanale tedesco Der Spiegel

caratterizzano lo “stile italiano”. I nessi tra le

con ondate di revisioni e confessioni dolorose, se

gentile concessione di Der Spiegel)

trasformazioni complessive del periodo e le novità

il costo della pulizia moderna sì sta mostrando per

della moda non sono difficili da identificare.

molti troppo alto, si può forse capire da questa

?. Giorgio Armani sulla copertina di Time

La “strana modernizzazione”

analisi come

resenta il definitivo successo della moda italiana

strategica, ma in maniera del tutto non pianifica-

sincronicità ostentata si siano rivelate - a sorpre-

lo mondiale e rilancia il “Sistema Paese”

ta, nell'’immagine del nostro paese, soprattutto

sa e del tutto inconsciamente

per quanto riguarda la moda: luogo di un corto cir-

mente efficace di vivere il tempo contingente.

gentile concessione di Giorgio Armani Spa)

soggetti e stili nuovi, quelli che tuttora

italiana si è rivelata

un modello di modernizza-

Un modello

della modernità

la disarmonia

15

non lineare,

sta scuotendo

italiana,

la sua

- un modo

non-

strana-

sila

Nell'autunno

del 1989,

il GAP

della

moda

sione della nonchalance e del conservatorismo

maschile era 021838: quello di Harvard Square,

dei giovanotti

Cambridge,

particolarmente

tentate

Massachusetts.

rivalutazioni

di taglio americano,

Dopo una serie di

del completo

la sua linea lunga e flo-

scia ha alla fine prevalso,

Alexander

Lobrano

come

tra gli espositori nel corso

di prima

1989): "Il revival

dell'abito dritto all'americana

e a poco a poco,

annunciava

in un’'articolo

pagina su DNR (17 gennaio

Firenze,

sportivo:

è partito da

di Pitti Uomo, delle ultimissime

borghesi.

e conservatori: presidenziali disinvolto

Negli Stati Uniti, era

viva la dialettica

tra liberali

il candidato conservatore del 1960,

nel vestire,

Richard

portava

alle

Nixon,

mai

all’epoca

solo

giacche a tre bottoni e perse il confronto con il completo

a due bottoni,

che modellava

sea gi

la

toriale di John F. Kennedy.

Nell'autunno

1989

Moschino Jeans,

fu annunciato

a tutto

case di produzione, come Reporter”. Al contra-

Armani:

rio di quanto

che

Il nome evocava i campus americani e a prima

pensa che la moda proceda solo a colpi d’inno-

vista lo si sarebbe potuto prendere per un’au-

vazione,

piuttosto all’evoluzio-

torevole orientamento sartoriale spostato negli

ne: è così che l'abito a due bottoni con la vita

Stati Uniti. Le giacche ampie, i risvolti stretti,

Pagina a fianco:

segnala è stato soppiantato dalla ripresa d’in-

le righe molto distanziate, il profilo squadrato

Giorgio Armani, campagna pubblicitaria

teresse

dei completi Armani

Autunno/Inverno 1998/99

essa

propende

per il modello

comune,

floscio a tre bottoni,

il nuovo look lanciato da Giorgio

campagna pubblicitaria

il mercato

l'opinione

era il sack suit, il completo

dell'autunno

dritto.

1989 foto-

Autunno/Inverno 1990/91

Foto di Stefano Pandini (Per gentile concessione di Moschino spa)

pochissimo frequentato dalla moda più attenta

grafati per DNR costituivano l’epitome dell’ab-

Foto di Aldo Fallai

dopo il 1960 e spesso additato come

bigliamento

(Per gentile concessione di Giorgio Armani spa)

16

espres-

de

figura ed evidenziava il carisma sociale e sar-

stagioni, è stato accettato anche dalle grandi

ritiene

>

dei giovani borghesi

americani,

po

con un'unica eccezione importante. ampi

non

League

nella

corrispondevano

storia della sartoria

gli studenti come

ai completi

degli anni Cinquanta,

risalire agli Oxford

e per ritrovarli

da uomo

ma

anche

degli anni Venti. In ogni modo

la moda dell'autunno

americani

resta il dubbio:

1989 si basa sull’immagi-

o si tratta

un'usurpazione,

bisogna

apprezzati

sportivi nei campus

ne americana,

in parte

semplicemente causale,

voluta? C'è stata un'evoluzione

liana del completo del power

maschile

di

in parte

rapida e dina-

mica che l’ha resa un'altra cosa, un'icona

posto

Ivy

Bags, diffusi non solo tra

di Oxford

pantaloni

I pantaloni

ita-

che ha preso

suit degli

anni

il

Ottanta,

anch'esso un'immagine italiana diffusa in tutto il mondo?

maschile

È chiaro,

ormai,

che

dell’autunno-inverno

la sartoria

1989 si è tra-

sferita allo 02188, nelle università americane,

na la moda avanzata riprende immediatamente il proprio indirizzo in Italia, quasi annullando quelle prime

immagini

da campus.

Questa

rasfigurazione in moda italiana è, certo, molto

liversa dalla continua

venerazione

dello stile

tava una classica giacca dritta a tre bottoni,

Gucci, campagna pubblicitaria

Ivy League che persiste in Giappone, dove per-

con

Autunno/Inverno 1998/99

mangono

e pantaloni

menti di questo abbigliamento.

presentava

In Italia, linee più allungate e snelle sostitui-

petto, offrendo una tale molteplicità di mes-

scono

quelle flosce fin dalla primavera-estate

saggi sulla passerella che la figura isolata con

1990.

Perfino stilisti come

la giacca dritta rischiava di perdersi nell’insie-

invariati

l'abito floscio e altri ele-

Romeo

Gigli, che

spalle larghe,

naturali,

maniche

ampie

capaci.

Ma, come

sempre,

Armani

diversi

look, dai gessati al doppio

faceva giacche squadrate da tanti anni, allun-

me. Se c'era un “Harvard

gano la giacca e tengono stretti i calzoni. Nella

nella

primavera

nello spettacolo

giacche

1990

a tre bottoni,

Franco Moschino, modo

prevalgono

molto

ma

i completi

chi le adotta,

e le come

le fa sciancrate e tagliate in

diverso

da quelle

di tipo Ivy

League. In quella stagione solo Armani presen18

sfilata,

man”

alla fine degli anni Ottanta,

coinvolto

maschile

offerto

dopo il Lunedì

Nero e il tramonto del power suit.

Nell'autunno

di casa

nelle sfilate

Pagina a fianco:

Sandro, Alessandro Raho, 1997 olio su tela, 259 X 183

del 1990, alcuni elementi

stile Ivy erano

(Per gentile concessione di Gucci spa)

distinguibile

era semplicemente della moda

Foto di Steven Klein

dello

italiane

(Per gentile concessione della Maureen Paley

Interim Art, London)

come

nelle poltrone di cuoio rosso dello Yale

È un'immagine

dell'America

che non cambierà

Club. Ma la moda maschile italiana stava intel-

mai, riuscendo

a superare

perfino la parodia

ligentemente separandone

e gli adattamenti di classe e di qualità presen-

e disperdendone gli

elementi costitutivi - la giacca a tre bottoni, la

tati da Ralph

giacca

squadrata

con

spalle non

Lauren

negli anni

Settanta

imbottite,

e Ottanta. Non cambierà mai, anche se un’acu-

i pantaloni dritti - e usandoli in modo autonomo.

ta analisi dei suoi elementi costitutivi è servita

Per Dolce & Gabbana, per esempio, i pantaloni

per il nuovo look della moda maschile

sportivi ricreavano l'esempio degli Oxford Bag,

in questo decennio

accentuandone

denti addormentati

addirittura l'effetto con una

vita a “sacchetto di carta” sostenuta cintura

di cuoio.

I completi

di Dolce & Gabbana

avevano

da una

a tre bottoni

ancora

un po’ di

preferiscono ranno

(non destiamo

gli ex-stu-

nelle poltrone

restare all'oscuro,

mai Gucci). Gli elementi

italiana

di cuoio:

non compree gli atteggia-

menti di questo tipo, presi non nel loro insie-

sciancratura e risvolti molto più ampi rispetto

me, ma piuttosto uno a uno, hanno avuto

a un archetipo di modello

destino sorprendente

Ivy League.

corso un processo complessivo

Era in

di assimilazio-

ne: la proposta di Dolce & Gabbana

per l’au-

moda

maschile

La giacca

con

un

una volta trasferiti nella

italiana spalle

degli anni Ottanta. naturali

e allungata

tunno 1990 non è più Ivy League, ma del tutto

è stata usata per ogni possibile variazione, non

originale; ha assorbito lo stile americano

esclusi

componenti,

anche

i compromessi

con giubbe e giacconi,

ibridi

gli eccessi in lunghezza di giacche slanciatissi-

1989. Nel giro di

me a quattro e cinque bottoni, le forme allun-

quelli leggermente

e anacronistici dell'autunno

per

un anno, si sono trasformati in un nuovo stile,

gate dei doppiopetto

del tutto italiano. In effetti, quello che succede

(compreso un revival delle giacche alla Nehru)

allo stile Ivy League negli anni Novanta si può

con allacciatura

considerare, in senso letterale, un oltraggio nei

numero

confronti di Harvard Yard, J. Press e Brooks

sioni delle giacche morbide e dritte favorisco-

Brothers:

no la scelta

il look viene continuamente

tato e reinventato

fino a diventare

riadatitaliano.

gabardine

dei bottoni.

esplorato

a due bottoni, le giacche

Inevitabilmente

di risvolti

senza

che nasconde

stretti,

il

le dimen-

del senere

posa un Italia nel corso

di

L'abito dritto e floscio, nelle sue varianti degli

tutto questo decennio,

anni Venti e degli anni

dente i colli erano larghi e vistosi. I pantaloni

tenuto

Cinquanta

in auge da qualcuno

uno standard gliamento

che lo considera

rigido e immutabile

come

è sempre

per i valori

per l'abbi-

che esprime.

pieni, che nel completo

ricorrenti

versitari

mento

come

questa

Ivy League del 1989

in Italia nei primi anni Novanta;

e non hanno

per vedere

in quello prece-

parevano un elemento anomalo, sono diventati

Basta entrare in uno qualsiasi dei circoli: uniamericani

mentre

conosciuto

declino nell'abbiglia-

sportivo, che ha permesso

l’impiego di

tenuta, con tanto di cravatta a coste e di cami-

materiali

cia Oxford

col colletto

quelli che erano all'inizio degli Oxford

sia rimasta

identica

con

i bottoncini,

per un quarantennio.

diversi e una certa ostentazione

leggermente

ridicoli, ma che la moda 19

di

Bags

italiana

tende

a disciplinare,

trasformandoli

in bei

fare un semplice

paragone,

pen-

di Uomo

Vogue

siamo al contenuto del numero

del luglio-agosto agosto

1998.

1988 e a quello del luglio-

Come

spesso

stretti proprio com'erano

Cinquanta.

pantaloni con la vita a pince.

Se vogliamo

zoni sono

capita quando

si

uomini,

negli anni

La foto è davvero dura, ma questi

dal classico

aspetto

di americani

da Harvard

potuto benissimo

Square

nel

Ma

qui non

sfoglia una rivista di moda maschile, si scopre

siamo

che gran parte del contenuto è rimasto identi-

tra il meglio

co o simile. Le differenze principali riguardano

- giustamente

le proporzioni. Nel 1988 quasi tutte le giacche

serve

si abbottonavano

mento maschile degli anni Novanta non fa che

sulla

vita,

permettendo

dire che questa

ricalcare

quella,

pullover

della moda

femminile

girocolli,

Adesso

- un'immagine

di fare un grande sfoggio di camicie, cravatte, a strati, gilet, panciotti,

di Rembrandt

di Harvard.

tante

volte

italiana del dopoguerra,

ni in certi

americano,

sì stringevano

ma

per lo più

alla caviglia. Ai nostri occhi

perdeva

proprio mentre

fiducia

Non

raccontata,

che si era ispirata all’abbigliamento

dritti,

sportivo

la Seventh Avenue

nel proprio

talento

innato

corte,

e restava asservita a Parigi, sotto l'egemonia

anche se un’articolo sulla moda dandy è corre-

dei Dior e dei Balenciaga negli anni Cinquanta

dato da una giacca lunga e un lungo soprabito

e Sessanta.

oggi molte

di quelle giacche

sembrano

è

dell’abbiglia-

foulard, secondo le scelte degli stilisti. I calzocasi erano



questa

italiana.

vicenda

L'Italia produceva

abiti sportivi

Trascorsi dieci anni,

‘ di lusso, che rispondevano alle esigenze di uno

nel 1998, è evidente il risultato della trasfigu-

stile di vita moderno pur utilizzando i materiali

razione Ivy. Completi a tre bottoni, con l’abbot-

più belli, del tipo che l'America aveva inventa-

tonatura

to tra il 1940 e il 1960 ma che esitava a pro-

di lana di Corneliani.

nascosta

e chiusa molto in alto, con

collo anch'esso molto alto, che mette in vista

durre, visto che gli americani

solo in minima

di restare asserviti a Parigi. Dato che la moda

parte la camicia e la cravatta.

Le quali tendono,

come

sappiamo,

ai colori

ha la memoria

corta,

avevano

deciso

le origini americane

complementari

scuri,

che quasi scompaiono

sì persero

sotto la giacca.

Sulle

pagine

sportiva di qualità divenne un tratto distintivo

i pantaloni

cadono

nemmeno

non

flosci,

ma

non

sono

troppo stretti in fondo; certi giubbot-

ti si piegano in due come In effetti, la dozzina

il completo

se fossero giacche.

abbondante

black della copertina sotto

dell’editoriale,

dei men

ha la camicia

scuro,

in

bianca

praticamente

tutti

rapidamente

della produzione ormai quando

delle

noto

nel buio, e la moda

italiana.

si è ripetuto

L'identico in questo

quello che era cominciato

università

riconosciuto

americane

come

(Per gentile concessione di Gianfranco Ferré Spa)

saltar fuori

1955.

più tra i borghesi

pubblicitaria Primavera/Estate 1999

Foto di Don Cunningham

per bene, con un taglio di capelli da benpensanti, avrebbero

Gianfranco Ferré, campagna

schema decennio,

come

ed era

tale al suo

stile

ancora

riemergere

nel 1989, divenne, grazie all'abilità di inven-

hanno il collo alto, che comincia almeno dallo

zione e adattamento

sterno, con tre o più bottoni allacciati o con

la grande

l'ambiguità di un risvolto che li copre, e i cal-

na degli anni Novanta.

icona

dei creatori

della moda

di moda,

maschile

italia-



80

PAUL&SHARK OPENING ALL 1998

vii A )

\ LGAAYNI VERSATE

it ì

Nel tratto che va dalla 50th alla 7Oth Street, sulla 5th Avenue e Madison Avenue, nel cuore di New York, l'identità italiana trova una formidabile fonte di espressione determinata da un

PE

(vu)

)

senza di negozi delle firme italiane della moda. Downtown, tra la West Houston Street e f scena si ripete. La visibilità della moda italiana ha realizzato l'aspirazione lungamente colì York di diventare una capitale mondiale della moda. In senso inverso, la presenza della mc New York proietta l'icona italiana in una luce di alto prestigio in tutto il mondo la sua importanza come veicolo di espressione culturale globale.

SCION

SS

MEER ELITE | Ova

MIELI

15)MILIO PUGGI BOUTNO Qui

)- VESUVIO

@

Ermenegildo Zegna

| Laura Blac

BAKERY:160

tai

— Madison Avenue

i|"D n : :

n=

fc

| DI

Tranne “la pasta e la lirica, agli italiani non si

francese e moda italiana. In America c'è sem-

può dare nessun

pre stata una forte ambivalenza

merito!"

sosteneva

Pierre

di sentimenti

Bergé, il socio in affari di Yves Saint-Laurent.

nei confronti della moda francese: i couturiers

Un giornalista di Time gli aveva chiesto un'opi-

parigini sono geni o presuntuosi

nione sulla moda

confronti della moda

italiana e, in particolare,

Giorgio Armani.

Evidentemente

aveva

su

toccato

menti degli americani sono quasi unanimemen-

indumento,

moda

italiana

come

essa

stilistica

davvero

fatta da

Armani

che abbia

influenzato

il

mondo”,

fu la replica di Bergé. Era un invito

mette

sappia

soprattutto

coniugare

casual dell'abbigliamento

sulla

in evidenza

la disinvoltura

sportivo americano

provocante da rivolgere a un giornalista ame-

con il lusso e le qualità esclusive del vestire

ricano

europeo. Come ha notato una volta Esquire, gli

(che probabilmente

aveva

deciso

di

intervistare Bergé sperando che parlasse male

stilisti

di Armani).

e rilassata”. In effetti, molti americani attenti ai

dente

Nel suo articolo questa fu l’impu-

risposta

di Jay Cocks:

La giacca non strutturata.

“A/ors,

Un'eleganza

Pierre.

disin-

italiani

offrono

una

moda

‘ricca,

fenomeni della moda hanno ritrovato nell'/talian look un'immagine idealizzata di se stessi.

volta... Abiti confezionati in modo impeccabile,

Occorre fare una distinzione tra il look italiano

com'è possibile solo se si fanno a mano... Una

e la moda italiana in sé. Gli abiti effettivamen-

nuova specie di libertà nel vestirsi”.

te confezionati in Italia non hanno mai rappre-

Questo episodio è rivelatore dell’atteggiamento

sentato che una piccolissima percentuale delle

degli americani rispetto al contrasto tra moda

vendite del settore abbigliamento

88



Foto di Richard Avedon (Per gentile concessione di Gianni Versace spa)

italiana, invece, i senti-

te positivi. Anzi, la critica americana

scelta

Primavera/Estate 1994

tiranni?” Nei

un nervo sensibile. “Mi faccia vedere un solo

una

Gianni Versace, campagna pubblicitaria

sul mercato

Dolce & Gabbana, campagna pubblicitaria

Primavera/Estate 1988 Foto di Ferdinando Scianna (Per gentile concessione di Dolce & Gabbana spa)

sia e dei modi

sgarbati delle case

di moda

parigine, ai buyers non parve vero di spostarsi

con i propri libri delle ordinazioni

accanto.

alla porta

Gli abiti che venivano da Milano non

erano e non pretendevano di essere haute couamericano. Al di là delle quote e del fatturato,

ture, ma erano

tuttavia, c'è il prestigio e la diffusa influenza

ganti” dichiarava Newsweek. Avevano un taglio

Autunno/Inverno 1998/99

del look italiano, che ha sempre più allontana-

classico senza essere

Foto di Paolo Roversi

to gli anglofili Brooks Brothers dalle loro posi-

vativi ma non teatrali, “Erano

zioni

autentica - anche se di un certo reddito - e si

originali.

Spiega

a questo

proposito

inno-

fatti per gente

portavano in posti autentici”.

Italy, fino a poco tempo

Milano offriva un'alternativa concreta a Parigi.

fa sinonimo

di mateeccellente

I giornali di moda

americani

di Italian look, status symbol di un nuovo pote-

“casual, disinvolti”

re economico,

marsi come una variante del look dell'abbiglia-

delle implicazioni

e con un carattere

decisa-

mente internazionale”. L'immagine

mento

data in parte dal cinema

|

del paese

era

italiano degli anni

produceva

che sembravano

una loro industria

abiti

“confor-

sportivo americano”. Certo,

Uniti hanno

internazionale

Milano

la

“buona

consapevole

novella”:

annunciarono

e di buon gusto [è stato soppiantato] da quello

sociali della moda

Di

troppo seri, erano

ele-

Chiara Giannelli Buss: “Il concetto di made in

riali di qualità, di una lavorazione

N

di classe, estremamente

gli Stati

dell’abbiglia-

mento sportivo, ma dato che in America sì pro-

duce per un mercato

di larghissimo consumo,

Cinquanta, che fungeva spesso anche da vetri-

non si riesce a raggiungere l'eleganza e.la qua-

na della moda italiana. Anche lo stile italiano

lità delle confezioni italiane. “Gli italiani sono

era visto attraverso le lenti del jet set. Celebre

Stati i primi a fare abiti sportivi di una certa

per la qualità dei materiali e della lavorazione,

cura”,

l'abbigliamento

italiano

era

ricercato

dai.

ricorda

Women's

John

Fairchild,

l'editore

di

Wear Daily. “Se un golf è di Krizia

clienti più esigenti e raffinati, come il Duca di

o di Missoni,

Windsor. Negli anni Sessanta c'era anche stata

spendere”. Tanto più che “i migliori tessuti del

una certa

mondo sono quelli italiani, [così] l’Italia parte

influenza

italiana nelle espressioni

“Mod”

della

cultura

Ricorda

David Bowie:

liana...

le giacche

giovanile

a Londra.

“Mi piaceva la roba ita-

squadrate

e i maglioni

di

agli americani

non

interessa

già avvantaggiata”. Inoltre,

come

ha osservato

esperto

di moda

come

acutamente

Woody

un

Hochswender,

mohair”.' Anche altri prodotti italiani, come la

il look italiano “è riuscito a colmare il divario

Vespa,

che esisteva

fungevano

da immagini

classiche

del

tra l'anticonformismo

degli anni

design moderno.”

Sessanta

Questi fenomeni pur importanti, però, rimane-

parte del favore iniziale incontrato dai comple-

vano

in larga parte nel campo

ti di Armani,

made

in Italy. Il look italiano

degli oggetti in quanto

tale

e lo yuppismo

degli Ottanta”.

per esempio,

Gran

era dovuto al fatto

che si trattava di completi non realmente

tali,

non è emerso che negli anni Settanta paralle-

che ne avevano

lamente

senza essere ingessati o “square”. Al posto dei

all'affermazione

del prét-à-porter

le prerogative

milanese. Alla fine di quel decennio “la rimon-

completi rigidamente

la italiana” minacciava

l'egemonia

benismo

e di mascolinità

della moda francese. “Stanchi degli abiti fanta-

italiani

come

seriamente

90

Armani

e il prestigio

tagliati, simbolo di perborghese, gli stilisti

hanno

a poco

a poco

Giorgio Armani, campagna pubblicitaria

(Per gentile concessione di Giorgio Armani Spa)

lotto giacche più morbide, senza imbottiné controfodere

rigide. Le spalle ampie

canti, i risvolti e l'allacciatura che scenverso il basso. I colori si fanno più tenui rogeni, i tessuti più morbidi e pregiati.

ani ha reso eroticamente

disarmati

gli

li e il loro abbigliamento, pur senza svirili", ha scritto la giornalista h Thurman.

americana

“Ha dato loro una

à: quella di essere ammirati

e desiderati

donne (e dagli altri uomini)”. di American

o sessuale

Il protago-

Gigolo vestiva

ni e, secondo Thurman:

nuova

soltanto

“L'autentico con-

del film era offerto dai suoi

Ì shopping”.

Nel mentre

che “femminiz-

ed eroticizzava l'abbigliamento maschile, ni ne reinterpretava

)ànna d'affari,

il look per la moder-

evidenziandone

la forza

\gina. Sapeva abilmente sfruttare l’impietessuti pregiati, morbidi e drappeggiabili,

acevano ‘ezzati,

venire voglia di essere

toccati,

e creava così abiti che non aveva-

ente della durezza “fallica” ed esaltavano a che Freud definiva “la libido tattile”. noto esponente di questo stile di vestire

almente espressivo, destinato agli uomini

alle donne, li Versace.

inutile dirlo, era diventato Particolarmente

incisivo era

da lui fatto della pelle, un materiale che

sé connotati di una radicale sessualità. le camicie mevano

di seta

dai colori

un’esuberanza

barocca

brillanti nel dise-

trasformavano dichiaratamente gli uomioggetti di desiderio lo lo stereotipo

sessuale,

anglosassone

riconferdel Latin

Gli abiti da donna di Versace erano per-

più seduttivi. in: “Versace

Ha osservato ha scelto

come

Richard proprio

llo di donna la prostituta o la passeggia-

", trasfigurandole

e trasformandole

in

lei media.” ‘adigmi

contrastanti

di Armani

e di

Versace

si ritrovano nella generazione

succes-

siva di stilisti italiani. “Il cool arriva a livelli terrificanti”,

annunciava

il New

in un articolo

su Miuccia

Prada.

l'opulenza

York Times Famosa

raffinata delle sue creazioni,

per

Prada

personifica lo stile di lusso contemporaneo

ha

Milano come

capitale.

Sulle

sue austere

capacità artigianali si è concentrato di tante

sartorie

la tradizione

le cui creazioni

dell'Italia

di abiti discretamente

che

Prada, campagna pubblicitaria

Autunno/Inverno 1998 Foto di Norbert Schoerner (Per gentile concessione di Prada Spa)

il culto

riprendono

settentrionale

fatta

eleganti confezionati da

‘J. Gocks, Suiting Up for Easy Street: Giorgio Armani delines the new shape of style, “Time”, 5 aprile 1982, p. 60. © V. Steele, Paris Fashion: A Cultural History, Oxford

sarti e sarte locali. La stessa Prada ha esalta-

Press, New York, 1988.

to l’importanza

si) Pryce-Jones,

dei tessuti

e della creazione

Giorgio Armani” Fine Italian Hand: The Rich,

di abiti che sappiano sfruttare appieno la tra-

Relaxed Style, “Esquire”, 22 maggio

dizione artigianale del paese.

stesso numero

Molto diversa è la femminilità calda, voluttuosa

Clothes Men Like, p. 31.

fatta propria dalla coppia di stilisti Domenico

'V. C. Giannelli

Dolce e Stefano Gabbana.

e A. Mottola

“Questo sodalizio ha

University

1979, p. 37. V. anche, sullo

della rivista: R. Hamilton,

Easy and Elegant New

Buss, Stylism in Men's Fashion,

in G. Butazzi

Molfino (a cura di), /talian Fashion:

From Anti-

_' lJ], «‘’———TT««E«-=-

INI 2

ridato vita al look ‘bomba del sesso’ tipico del

Fashion to Stylism, Electa, Milano, 1987, p. 282.

meridione,

°K. Loder, Stardust Memories:

ispirato alla...

focosa

bellezza

di

The Rolling Stone Interview with

una Sophia Loren o di una Gina Lollobrigida”.

David Bowie, “Rolling Stone”, 23 aprile 1987, p.80.

L'abbigliamento

°D; Hebdidge,

maschile di Dolce & Gabbana

“Object

as Image: The Italian Scooter

si ispira anche alle immagini celebri dei film di .

in Hiding in the Light, Routledge, London and New York,

Rossellini, Visconti, Fellini. Anche qui è impor-

pp. 77-115.

tante il richiamo

‘The Italian Look, *Newsweek”, 22 ottobre 1978, p. 136.

implicitamente come

una

tattile degli indumenti, fa classificare

persona

sensibile

che

Cycle”,

1988,

chi li indossa

"B. Morris, Milan: Italian Designers Turn to Clean Lines, “The New

e vulnerabile

York Times”, 5 ottobre 1982, p. C8.

e, nello stesso tempo, virile e piena di energia.

° J. Fairchild, citato da S. Giacomoni,

Così lo stile italiano è arrivato a essere “consi-

Mazzotta, Milano, 1984, p. 118.

derato

" W. Hochwender, Images of Man, Labeled Armani, “The New York

all'interno

del regno

dei valori”.

The Italian Look Reflected.

Esistono non soltanto bei vestiti made in Italy,

Times”, 21 dicembre 1990, p. C36.

ma

‘J. Thurman, A Cut Above: Giorgio Armani's Cool, Cool Elegance,

anche

chiama mondo

una

categoria

concettuale

/talian style, riconosciuta come

e di modernità

sinonimo

che si

in tutto il

di raffinata

opulenza

lussuosa, di eleganza disinvol-

ta, costosa, sexy. Tuttavia, all’interno di questa categoria

generale,

di stili personali, qualcosa come

c'è spazio

ognuno

per una

di quello che all'estero

la “dolce vita”.

serie

dei quali esprime è avvertito

“Conoisseur”, agosto 1988, p. 92.

" R. Martin, Gianni Versace's Anti-Bourgeois Little Black Dress, “Fashion

Theory: The Journal of Dress, Body & Culture”, vol, 2 n. 1

(1998), p. 96. -R. Martin, ed., Contemporary Fashion, Saint James London, 14

Press,

1996, p. 137.

G. Grignaffini,

e Molfino, cit., p. 24.

A Question

of Performance,

in Butazza

PPS

\@ :"© -°)

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°°

(S

ini

4

]al ù

Alle donne di Canton o di Pechino, che possono

. finalmente avere un visto per venire a fare lo

ricchezza. La Nuova Cina (unico paese ancora in

Hong Kong

ascesa

Foto di Michel Setboun

economica nonostante

la crisi asiatica)

shopping a Hong Kong, non sembra vero di poter

vede in Hong Kong non solo una gallina dalle uova

imitare le loro connazionali dell'ex colonia britan-

. d'oro da non uccidere in quanto polo finanziario

n

nica. Assiepate lungo gli enormi corridoi vetrati

fondamentale, ma anche un luogo simbolo del tipo

degli shopping malls multipiani dei quartieri di

di consumo che i nuovi ricchi del continente cine-

Central o di Wan Chai, passano da una vetrina

se cominciano a richiedere come status. Della

all'altra delle grandi marche europee e americane

nuova

e comprano

in mezz'ora quello che le hong-kon-

e italiana in particolare sono una componente

ghesi non comprano in un mese. Decine di abiti

imprescindibile. L'imperatore sembra avere biso-

Versace, Ferré, Prada, Valentino sono lì, sotto

gno di nuovi vestiti e, incurante della favola di

gli occhi delle sofisticate donne di Hong Kong,

Andersen, li cerca il più lontano possibile dal pro-

ma queste si sono ormai

prio palazzo, in Italia.

rivolte a consumi

faccia della ricchezza la moda

europea

i

più raffinati e d'élite e preferiscono il negozio

A Hong Kong la preminenza della moda italiana

con pochi carissimi prodotti alla marca famosa,

è tale che molte marche locali di abbigliamento

ma troppo diffusa.

preferiscono presentarsi con nome, marchio

Nel periodo che ha seguito l'hand-over, il passag-

e campagna

gio di Hong Kong da protettorato britannico a ter-

una Satchi Italy che non ha nulla di italiano ed

ritorio autonomo della Repubbica Popolare Cinese,

esistono Giordano, Bossini, Nora Donna e molte

la moda qui venduta ha cambiato pubblico, ma

altre marche di Hong Kong che hanno nomi fake-

è rimasta una delle immagini più forti della vera

italian. Alcune di queste, come Bossini, ricalcano

94

pubblicitaria “italiani”. Così esiste

(Grazia Neri)

go italiano (il vecchio logo Benetton)

;ono con successo

(a volte maggiore

e si

della

c'è niente che tiri come lo stile italiano ed europeo.

e di facciata e di vestiti e di marchi

Le quarantenni

cool. La moda, chiusa nella asetticità dei gratte

ricche di Hong Kong, immobili

e di glamour

a imitata) alla stessa fascia di pubblico.

come statuine di porcellana — solo apparentemen-

cieli di Hong Kong è tornata a essere la fantasma-

loda rappresenta

a Hong Kong una città

te simili nel fisico alle connazionali di Pechino,

goria delle merci come nei passages parigini di cui

sistema di shopping malls -

“le cugine provinciali” — cambiano un Ferré ogni

parlava Benjamin, con in più il fatto che è dat

\i, scale mobili, ascensori di vetro e fontane

settimana e buttano via due Prada al mese. E pre-

anche aì “poveri” passeggiare

nemmeno

un posto per sedersi !) - lucidati

siedono abbigliate /talian style a tè di beneficienza

boulevard di marmo

cchio e asettici. Si tratta di veri templi ad aria

e a cene di rappresentanza dove un tavolino costa

come Foster o come Pei. L'immagine più sconvol-

zionata ospitati in quattro 0 cinque piani dei

centocinquanta milioni.

gente è quella delle colf filippine che a decine di

icieli delle multinazionali cinesi o delle ban-

Qui la moda è l’anticittà, cioè il posto dove la

migliaia passano la domenica nei

) appartenenti

più ricchi del

gente che ha i soldi compra il diritto di non dovere

cordo dei ma//s e che hanno come mito quello di

o come Jardine o Joyce. Simbolo del nuovo

usare la città fatta di strade, marciapiedi, traffico

passare

ilismo asiatico coo/ e selvaggio. Si può pas-

e caldo bollente. Tutta la città soffre di condiziono-

spettacolo della ricchezza

un'intera giornata tra un mal/ e l’altro, utiliz-

si, cioè di un incubo ad aria condizionata per cui

I poveri passeggiano di fronte a tanto lustro e ne

) come raccordo enormi corridoi sospesi.

fuori è stracaldo (in una città sul mare e con die-

confermano

nne di Hong Kong ricche in maniera inimma-

tro montagne alte, quindi potenzialmente un para-

di un programma

ile, che mai toccano terra perchè passano

diso) e dentro ai ma//s è strafreddo. La moda è la

una star. Certo tutto questo è risaputo, ma il fatto

loro case ad aria condizionata all’'automobile

vetrina di questi interni ed è davvero

è che a Hong Kong

vetri fumé alle scale mobili dei grandi shop-

grido del capitale. Nel senso che questo capitale

vetrine e una città calda, calda e sporca. Come se

centers,

selvaggio qui, di Hong Kong, mai come

questa fosse la nuova faccia del pianeta. La moda

‘te con il suo

sanno

agli uomini

bene che per manifestare

)pria condizione di intangibile privilegio non

l’ultimo

adesso

e più di qualunque altro, ha bisogno di immagini

come

davanti

per questi freddi

e vetro creati da architetti

corridoi di rac-

a certe vetrine e di godersi

lo

e degli abiti firmati.

il glamour, come

l'audience anonima

televisivo conferma

il mito di

non c'è altro se non vetrine,

alternativa alla devastazione 90

del pianeta.

Hong Kong

Foto di Simon Fraser Science Photo Library, London (Grazia Neri)

[CAR

Nel senso che la moda

c'è per raccontare

alla

chi gioca in borsa a Hong Kong e non dorme

la

gente che la bellezza non è più del mondo là fuori,

notte per attendere

fatto di natura e di città, ma del mondo tutto arti-

è costretto a portare scarpe Church e a vestire

ficiale del consumo.

camicia

L'impressione è che il successo

italiano non sia

bianca

immagine

i dati del listino di New York

e cravatta

regimental,

non regge più appena

questa

lasci la Borsa.

veramente qualcosa di antico, ma qualcosa di per-

C'è bisogno di un nuovo linguaggio internazionale

fettamente congeniale a un capitalismo che ha

che è pronto solo nel mondo della moda. Versace,

raggiunto la sua meta estetica di fare dimenticare

Armani, Valentino, Prada, offrono insieme ad altre

il mondo là fuori. In questo senso l’Italia qui non

grandi marche francesi e americane qualcosa che

è solo l’esotismo astratto, è anche il massimo

supplisce a questo vuoto. Questo linguaggio inter-

della “superiorità”.

nazionale diventa allora il volto globalizzante di

Ma che cosa rappresenta

la

moda veramente oggi? E la moda italiana in parti-

una ricchezza che non ha ancora costumi e stili

colare? Sicuramente

di vita propri, e molto spesso è supertradizionale

rappresenta una fascia alta

LI

perchè essa si basa su una distanza.

Hong Kong non sono molto più fortunate delle loro

| da

Qui in Asia la distanza è l'Italia, paese “occidenta-

cugine di Pechino, con le concubine che devono

acquisito,

e conservatrice

BEIGE

(le donne di

della ricchezza, è lo status symbol di un distacco

e fondamentalista

FIRE! EEE

|/|l

Cini

le" quanti altri mai. Ma altrove? Se la ricchezza

sopportare

è una condizione di facciata (oltre che di sostanza),

diritti civili), ma ha almeno modo di mostrarsi.

tenere la facciata significa mostrare

la superfi-

Non è detto che questo duri. Ma si può dire che

più scintillante possibile.

più incerta è la nuova ricchezza, come quella cine-

cie, l'abito nel modo

e la mancanza

pressocché

totale di

La moda è la fine dell’understatement, o della ric-

se che sta appena

chezza

mostrarsi “vestita”, più è necessario adottare

che si nasconde.

Per questo

la moda

affacciandosi

al problema di

ricchezza

la moda come stile. Bisogna aggiungere qui una

non vuole tenersi per sé i luccichii, ma vuole un

breve parentesi sul fatto che la fruizione della

pubblico che li osservi e che in qualche modo

moda

abbia l'impressione di condividerli.

stessa dei luoghi in cui la moda viene prodotta.

è tanto postmoderna

perchè la nuova

nei luoghi della nuova

ricchezza non è la

Lr mi

È probabile mondiale

Laddove lo stile dei ricchi in Asia sta diventando

anglosassoni

una questione vitale per il capitale, che ha biso-

o i tradizionali modelli manager-samurai o mana-

gno di giustificarsi con una cortina di eleganza fir-

ger-mandarino

mata

che in questa

fase del capitalismo

i vechi modelli di abbigliamento

non

funzionino

più. C'è un vuoto

nel passaggio da un mondo coloniale postcoloniale.

La nuova

ricchezza

a un mondo - che nasce

e garantita,

in America

e in Europa

c'è

un velo di ironia (forse una patina falsa, forse un

residuo davvero di umanesimo)

per cui la moda

da luoghi che tradizionalmente

erano “chiusi”

non è direttamente legata a uno status symbol, ma

all'influenza esterna e avevano

elaborato codici

in qualche modo è già un'autocitazione. Puoi dimo-

e costumi

propri, senza alcuna pretesa di univer-

strare di essere ricco comprando moda

italiana,

salità — non riesce più a identificarsi con l’imma-

ma non è l'abito direttamente che descrive la tua

gine del ricco degli anni Venti e Trenta. Anche se

ricchezza e che precisa la tua collocazione sociale

96

Ci

DI Ta LIL al

Insegna di negozio di moda locale

con nome “all'italiana”, Hong Kong Foto di S. Tucci (Grazia Neri)

(anche se è vero che l'/talian fashion è piuttosto moderata,

senza

pazzie e diventa

accettabile

ai nuovi ricchi in cerca di facciata,

siano essi

nigeriani o di Pechino). C'è insomma

una sorta di coolness nella moda

moda

italiana e nella

in generale. Nelle linee dell'abbigliamento

italiano non c'è ma

per questo

solo la sacralità del classicismo,

piuttosto una sottile ironia sul fatto che il

vestito

possa

contare

così tanto.

La moda

in

questo senso è “blasé” in generale, gioca sull’equial

voco di essere apparentemente

senza

significato,

anche se allude a dei privilegi forti.

Questa apparente “apertura ironica e democrati-

ca” della moda sta alla base della sua accessibiità come linguaggio a più strati. Connota certo la

donna ricca di Hong Kong, ma rimane appetibile

alla colf filippina povera. Non è più l’abbigliamento di principi, re e regine, sono abiti che denuncia-

no la loro “fugacità e futilità”. In questo senso si incollano

perfettamente

su una concezione

usa

e getta, in cui l'abito è il luccichio e il travestimento momentaneo da fare baluginare tra i marmi di una multinazionale. Questo è vero a Hong Kong, come

a New York, a Miami, a Parigi o a Sidney. Lo stile italiano sta comunque in quella nuova faccia della ricchezza che ha bisogno di raccontare di sé che c'è una estetica che si può comprare ad alto prez70. E che questa estetica consiste esattamente

in

una questione di stile. Lo “stile italiano” oggi è qualcosa di tanto automatico nella testa di milioni di utenti di tutto il mondo che è difficile darne

una descrizione

se non

modo

che viene adombrato

di vivere

intuitiva. C'è un certo da certi

vesti- ti, ma più ancora, da certe atmosfere legate a campagne

evocativi.

pubblicitarie,

L'Italia

è sempre

a marchi,

a nomi

più la moda,

ma

è soprattutto l'allusione a qualcosa che dovrebbe 98

are immediato a chi ha veramente conoscen-

lite a queste domande, ma è interessante che esse

immagine unificante in un paese come l'Italia che

la “bella vita”.

cadano in un momento

fa fatica ancora ad autorappresentarsi.

) come un'idea elaborata alla fine degli anni

italiana in cui c'è una percezione di certi stereo-

pizza, Venezia, Roma, Milano, ma soprattutto la

inta, intorno a un mondo

poi svanito del

tipi della identità nazionale, ma non una vera

moda. L'Italia del dopo Schengen è una Italia che

l'idea della “dolce vita” italiana abbia viag-

e. propria nostalgia. Qualcuno dovrebbe occuparsi

sa solo ciò che non è. Non è America perché quel-

così tanto fino a oggi. Se il film Vacanze

del perché gli italiani sono così poco capaci di

lo stile di vita per noi è esotico, non è però nem-

ne, con Gregory Peck e Audrey Hepburn

nostalgia nei confronti del “come

meno Europa manageriale e industriale. È allora

ora per i giapponesi la prima immagine da

Probabilmente è un popolo ancora troppo giovane

un paese che si ritrova lo stile come

lare all'Italia e se “l’arte di vivere” continua

perché riesca a guardarsi con la coda dell'occhio.

se lo ritrova senza sapere dov'è. Perchè il paesag-

ere lo stereotipo all'estero della vita quoti-

La nostalgia di come gli italiani erano, al massi-

gio è per buona

in Italia; questo significa che il sogno italiano

mo, arriva dall'estero. Ed è divertente pensare

andata via e se sprazzi rimangono del bel vivere

posto all'estero con una forza straordinaria.

che per un gioco di specchi gli italiani comprano

sono messi a dura prova da una situazione nell’in-

sogno che si è superato e trasformato in ste-

abiti prodotti in Germania o in Asia, che hanno

sieme molto deteriorata. Le nostre città non sono

o a lunga durata. I ricchi più raffinati se ne

uno sguardo nostalgico nei confronti di un passato

meno invivibili delle grandi città inquinate e traffi-

no stancare, certo, perchè non è più un

di cui non sentono la mancanza.

Se il successo

cate di altri mondi, ma la vita quotidiana ha perso

italiana all’estero è soprattutto

“la strada” e molti altri luoghi pubblici come tea-

a nostalgia di uno stile piazza Navona mai

legato all'alea che la moda ha saputo creare intor-

tro del mostrarsi. La moda è forse una opportu-

0?) Anche per noi italiani il sogno sembra un

no a sé, occorre dire che agli italiani non rimane

nità per fermarsi un attimo a pensare

tdated. Ci riconosceremmo ancora negli ste-

che starserne buoni e stare al gioco. Svelare che

l'origine dello stile italiano. E se l'origine fosse

i che vogliono T'Italia come il paese della

la situazione non corrisponde al sogno non sareb-

proprio quella cultura, come sistema di valori e di

vita” e del “dolce far niente”? Ovviamente

be salutare. Ma in che cosa consiste questo sogno

motivazioni per cui la gente dà un senso alla pro-

paese in cui viviamo è ben lungi dall'assomi-

veramente e in che modo condizionerà (e già lo fa)

pria quotidianità, quella cultura che si è espressa

a questo sogno. Quello che però sta acca-

come un boomerang gli italiani di oggi?

in arte, cibo, paesaggio e maniera di relazionarsi?

è che il sogno ci sta tornando addosso come

Il sogno è quello di un paese

dove lo stile è una

Allora il nostro paese potrebbe svegliarsi da un

omerang. Nel senso che lo stile italiano di

concezione “alta” della maniera di presentarsi, ma

lungo sonno e accorgersi che la fonte di tanta ric-

sso all'estero comincia a imporsi come uno

è anche una maniera di “essere” nel senso che gli

chezza che ci torna dall'estero è una struttura fra-

tipo agli stessi italiani. Per la prima volta ci

italiani appaiono all’estero come coloro che sono

gile e deteriorabile, ma ancora salvabile.

piamo che c'è una identità, uno specifico ita-

più padroni del rapporto tra abito e comportamen-

appunto, i cui contorni sono più chiari agli

to. Un “certo qual modo di essere e di apparire”,

ieri” che a noi stessi. Se però negli anni

che sicuramente affascina i nuovi ricchi e ricchis-

nta e Settanta gli italiani sapevano ridere

simi di tutto il mondo. E che affascina anche

ridere di sé con Vittorio de Sica, Alberto

i poveri, visto che la società dello spettacolo non

e Ugo Tognazzi, oggi l'atteggiamento non

esiste senza un pubblico e che il consumismo altro

lo stesso. Oggi, sanno davvero a cosa asso-

non è che la necessità di un pubblico per il grande

no? E questa identità ha qualcosa a che fare

capitale. Quanto di questo discorso della moda sta

| capacità di produrre facciata e status per

ricadendo e ricadrà in Italia? Molto. Intanto per-

\i del mondo? Non ci sono risposte prestabi-

chè la moda si prospetta davvero come

progressivo, ma un paesaggio della nostal-

dell'immagine

di passaggio della storia

eravamo”.

Pasta,

risorsa, ma

parte distrutto, la “dolce vita”

la sola 99

quale sia

e mea Tutto è cominciato con Cristoforo Colombo, quando

Viene da chiedersi, con le parole di una vecchia

Las Vegas, Nevada. Riproduzione

ebbe l'intuizione dell'esistenza dell'America. Non

canzone,

di statua romana come decoro

ci può essere niente di più romantico di questo

Già, da quanto tempo va avanti questa storia?

nelle sale da gioco del Caesar Palace

rimescolio dell'animo, di quell’indefinibile struggi-

In effetti i termini della questione sono rimasti

(Grazia Neri)

mento che chiama verso occidente e .che spinse

quasi immutati nel corso dei secoli. L'Italia fa la

Colombo verso il nuovo continente. È la solita sto-

parte dello spasimante focoso, l'America quella

ria degli eterni innamorati, delle anime gemelle,

della formosa ragazza di campagna, un po’ ritrosa,

destinate prima o poi a incontrarsi.

ma anche lusingata dalla corte (e che porta con

Certo, questo legame indefinibile che unisce

orgoglio il nome che le viene da un cartografo ita-

l'Italia e gli Stati Uniti, e che cercheremo di spie-

liano, un uomo che non dimenticherà mai).

gare qui, non è che uno dei tanti aspetti della sto-

E quel sentimento

ria delle relazioni tra i due paesi. Ce ne sono tanti

Colombo? Era, in realtà, un antico tema poetico di

altri, tutti “concreti”: una tradizione di grande abi-

un italiano ancora più grande di Colombo: Dante

lità artigianale, la capacità tutta italiana di gestire

Alighieri, ben settecento anni fa, immagina

le linee e lo stile della produzione in serie, un

incontro con l’anima eternamente

gigantesco

artistico, un afflusso

Ulisse, che gli racconta di aver navigato a occi-

costante di turisti danarosi, una cucina eccellente,

dente, oltre le Colonne d'Ercole, nell’immensità

apprezzata in tutto il mondo. Nonostante tutto,

dell'Atlantico.

però, esiste anche un aspetto indubbiamente

“O frati - dissi - che per cento milia / perigli siete

romantico nel flirt tra le due culture e nell’inna-

giunti a l'occidente |...] non vogliate negar l’espe-

moramento reciproco dei due paesi.

rienza / diretro al sol, del mondo sanza gente! /

patrimonio

100

How Long Has This Been Going On?

che agitava

il cuore

di

un

dannata di

Così parla Ulisse, in terza rima:

tecnica e della società medievale, cita le capanne

di legno (che nel West erano realizzate con una tecnica costruttiva

diffusa fin dal Medioevo

in Scandinavia), il forte a palizzata (una copia in legno delle città murate medievali), il carro coper-

to (un diretto discendente della caretta longa del Considerate la vostra semenza: / fatti non foste

XII secolo), la diligenza, il filo spinato, il mulino

per questo paese) è antica, radicata e tende conti-

a viver come bruti, / ma per seguir virtute e cano-

a vento con asse orizzontale, il whisky, le carte da

nuamente

scenza.” (Inferno, XXVI, 112-120).

gioco (gli antichi Romani giocavano a dadi ma non

vandosi di generazione in generazione, per gran

Può darsi che solo un incontenibile ottimista come

a carte) e perfino l’impiccagione (che, come forma

parte di questo millennio. “Viaggiare è la rovina di

Dante avrebbe potuto mettere sullo stesso piano

di esecuzione, è un'invenzione medievale, mentre

ogni felicità! Non c'è più un edificio da ammirare

l'America con la “virtute e canoscenza”, ma resta

in età classica era solo un mezzo per suicidarsi,

qui, dopo aver visto l'Italia”, scriveva la romanzie-

il fatto che perfino nella Divina Commedia, l’opera

come ricorda la sorte di Giuda Iscariota). Quando,

ra e diarista inglese Fanny Burney nel 1782.

che sta alla base della cultura italiana, si ritrova

sostiene White, all’interno di una cultura nasce

Più o meno negli stessi anni, Samuel Johnson

un senso

qualcosa di nuovo, questo tende a permanere fin-

sosteneva: “Chi non è mai stato in Italia è consa-

Nuovo Mondo “a l'occidente”. In anni più vicini

ché qualcos'altro, radicato più profondamente,

pevole di una propria inferiorità, perché non ha

a noi gli stereotipi sono diventati di qualità peggio-

non ne prende il posto. C'è da chiedersi quanto

visto quello che si ritiene giusto che ogni uomo

re. Lo si può ben comprendere; sono privi di fon-

profondamente

debba vedere”. Carlo V, che in fondo era il padrone

damento,

a meno che non siano presi per quello

nostra passione per le cose italiane. Un indizio

di un bel pezzo della penisola e di gran parte

che sono: tropi o atteggiamenti di una certa dina-

ancora più ricco d'insegnamenti della continuità

d'Europa,

mica culturale. L'idea della passionalità italica,

culturale (e tecnica) si ritrova nella misura dello

antico dell’Italia: e lo individuava nel carattere

del corteggiamento ardente, per esempio, è una

scartamento (la distanza tra le rotaie) delle ferro-

erotico della lingua e dello stile: “A Dio parlo

stupidaggine se la sì concepisce come una carat-

vie americane:

in spagnolo, alle donne in italiano, agli uomini in

teristica innata, trasmessa geneticamente; lo è un

ben strana. Lo scartamento americano deriva da

francese, al mio cavallo... in tedesco”. Mark

po meno se la si vede come una tattica culturale

quello britannico, adottato sui tramway a cavallo

Twain, che sapeva distinguere una vacca sacra

ed economica che si protrae nel tempo. In questo

prima dell'avvento del vapore; questo a sua volta

quando se la trovava davanti, nel 1869 sbottò sco-

senso possiamo citare la memorabile. distinzione

“deriva dalla distanza delle ruote dei carri di legno.

quasi atavico di aspirazione

verso

il

radicata - e irrazionale - sia la

4 piedi e 8,5 pollici, una misura

a perpetuarsi.

È rimasta viva, rinno-

avvertiva dov'era al fondo il fascino

raggiato: “Ammettiamolo:

per

E ciò per adattarsi ai solchi delle carreggiate delle

l’Italia

dimostrarti di essere bravi ragazzi, ti portano una

antiche strade consolari romane ed evitare così

(The Innocents Abroad).

Coca gelata |...) Ma in Italia non ti portano niente:

che i carri si sfasciassero lungo il viaggio. I solchi

E Truman Capote avrebbe potuto benissimo rife-

sono

E il Nuovo

erano stati formati inizialmente dalle bighe da

rirsi all'Italia intera quando diceva: “Venezia

Mondo, arrossendo lusingato, non resta mai indif-

combattimento romane, che in base a una specifi-

è come mangiare in una botta sola una scatola

ferente. Fermiamoci un attimo a riflettere su que-

ca militare standard avevano un passo di 4 piedi

intera di cioccolatini al liquore”. L'Italia, come

sto aspetto della continuità dei modelli culturali.

e 8,0 pollici. La misura corrisponde allo spazio

tutte le cose che riguardano il gusto, di tanto in

La compianta Lynn T. White ha scritto, in un sag-

occupato da due cavalli appaiati. Così, lo scarta-

tanto passava di moda tra gli americani.

gio sull’eredità del Medioevo nel West americano

mento delle rotaie che oggi servono

un'epoca, dalla svolta del secolo alla fine della

(1965): “Un punto oscuro nello studio della storia

moderni

dalle

Seconda Guerra mondiale, in cui l'Italia era guar-

degli Stati Uniti riguarda l'incapacità di ritrovare

dimensioni fisiche degli animali da traino usati

data con sospetto e timore. Era l'epoca della tru-

la continuità che ci lega nei dettagli e nell'insieme

migliaia di anni fa. Una volta che un modello cul-

culenza italiana e dell’isolazionismo americano.

al Medioevo europeo [...] E invece ci sono molte

turale si è affermato,

Gli italiani che non erano impegnati a fare la fac-

ragioni per ritenere che gli Stati Uniti siano più

E, come i solchi scavati dalle bighe nelle strade

cia feroce

vicini al Medioevo di quanto non lo sia l'Europa”.

consolari, l'opinione comune

che noi americani

America (1880-1980), prima favorendo e alla fine

White, un'importante studiosa della storia della

abbiamo dell'Italia (e l'ammirazione che nutriamo

rompendo l'atteggiamento di chiusura americano

fatta da Gina Lollobrigida:

“A Hollywood,

troppo occupati a baciarti”.

102

per i più

treni superveloci è determinato

è difficile eliminarlo.

sui

disegni

il Creatore ha fatto di

Michelangelo!’

in patria emigravano

C'è stata

in massa

in

degli anni Dieci e Venti del nostro secolo. La cono-

dermico, perché questo era il paese in cui regna-

scenza, si dice, alimenta il disprezzo e, quando

vano il lusso e la pigrizia più vergognosi e che pote-

Sinclair Lewis si faceva beffe della xenofobia dei

va avere un influsso negativo, seminando il disor-

suoi compatrioti

si sapeva oramai

dine, l'anarchia e le agitazioni tra gli operai. Tuttavia

come erano fatti gli italiani, che non erano certo

la censura calvinista che egli applicava alle cose

tenuti in grande considerazione.

Basta leggere

d'Italia nascondeva quella “coscienza della propria

qualche frase del discorso di Babbitt al Consiglio

inferiorità” ricordata da Johnson. Chiacchierando

della Zenith Real Estate, un classico del linguaggio

amabilmente con Lucile McKelvey, la bonne vivan-

propagandistico: “In altri paesi l’arte e la lettera-

te del luogo, Babbitt si arrischia a dire:

tura sono in mano a un pugno di squallidi fannul-

“Suppongo

loni che abitano in soffitte e s'ingozzano di vino

l'Europa, non è vero?”

e spaghetti, mentre in America lo scrittore o il pit-

“Mi piacerebbe

tore di successo non si distingue da un qualsiasi

per qualche settimana.”

dignitoso uomo d'affari. [...] È questa la nuova

“E là vedrà un sacco di quadri, di musica, di cose

generazione di americani: tipi dal torace villoso,

curiose, di tutto...”

dagli occhi ridenti e con la calcolatrice in ufficio

“No, in realtà ci vado solo per una cosa: c'è una

[...] Gerte volte spero che la gente la smetta di

piccola trattoria' in Via della Scrofa dove ti servo-

dare credito a tutta quell'immondizia

no le migliori fettuccine del mondo.”

in Babbitt,

europea,

che lei ripartirà quanto prima per

tantissimo andarmene

a Roma

roba antiquata, ammuffita, logora, sorpassata [...]

“Oh, io... Sì, dev'essere bello assaggiarle. Sì...”

Datemi retta, il mondo si è lasciato incantare fin

Babbitt è come un bambino che vuole leggere un

troppo da questi paesi smidollati, che non produ-

romanzo per adulti, un personaggio presuntuoso,

cono più nient'altro che lustrascarpe,

panorami

per niente incantato dall'Italia, che pure rappre-

a poco prezzo...” Taylorismo, utilitarismo

senta la manna, il principale punto di riferimento,

e puritanesimo: per dirla con Mencken: “La paura

non solo in campo artistico, per gli intellettuali del

ossessiva che qualcuno, in qualche posto, sia feli-

suo paese. Trent'anni dopo che Lewis aveva sorit-

ce”. Se mai è esistitito un uomo di paglia, questo

to Babbitt, l’Italia viveva quello che i suoi abitanti

è Babbitt, e certamente Sinclair Lewis voleva pre-

avrebbero

sentarlo come un esponente del tutto ridicolo di

e riconquistava il proprio rango, antico di secoli,

quella classe di sciocchi benpensanti, della middle

di faro del gusto più aggiornato. Nel numero di

America di Harding e di Coolidge. In effetti non

Holiday dell'aprile 1955, Alan Moorehead lo spie-

è un caso che, proprio quando l'America aveva più

gava elegantemente

paura dei rivoluzionari barbuti e dei dinamitardi

Golden Hour: “Da qualche anno a questa parte,

provenienti dal vecchio continente, il proibizioni-

un'ondata di tutto quello che è italiano sta som-

smo diventava legge: l'America rispettabile, aste-

mergendo il resto del mondo:

‘Italia “indossata” da uno stivale texano.

mia, puritana cercava di dettare le regole a una

i film e la moda italiana, per la cucina, i tessuti,

nmagine pubblicitaria anni Sessanta

nuova America,

per i prodotti industriali, perfino per lo stile di

el Department Store Neiman Marcus, Dallas

levantina. Babbitt disprezzava l’Italia in modo epi-

e alcolici

E NALIATNI

E

E° ENIEE&GH'IS

quella turbolenta, miserabile,

chiamato

“il miracolo

economico”

in un artitolo intitolato Her

è la passione per

vita italiano. Soprattutto sui turisti, che sciamano 108

sviluppato dopo la Seconda Gueîra mondiale non

è più vecchia di quella, per esempio, di Las Vegas. E parliamo di Las Vegas non a caso. Una delle più

recenti costruzioni che andrà ad abbellire quell'’agglomerato di edifici in vetro e cemento circondati da alberi di yucca che forma Las Vegas, si incredibile

chiamerà Venezia: un ben curioso richiamo a una

chiudeva un cerchio: la più antica potenza impe

dall'inizio della primavera alla fine di settembre,

città costruita sull'acqua in una innalzata sulla

riale della terra colonizzava quella più recente

sembra

che il paese eserciti uno strano fascino,

sabbia. Ma forse, invece, sia Las Vegas sia Venezia

Con una colonizzazione culturale ed economica

una sorta di desiderio di fuga: non tanto nello spa-

sono città cresciute sul commercio e sulla vendita

non c'è dubbio. In effetti, tranne i tori alat

zio, quanto nel tempo,

In effetti

ben programmata di immagini e di esperienze raf-

dell'’Assiria,

l'Italia occupa un posto speciale nella formazione

finate. Las Vegas, per molto tempo, si presentava

dei grandi imperi: le Piramidi, Roma, oggi anch

dell'immaginario

con richiami alle sabbie egiziane, alle Sfingi e alle

Venezia e addirittura la Parigi napoleonica e, noi

guerra. Nel suo ruolo di Hollywood sul Tevere,

Piramidi,

lontano, sul Lago Havasu,

Roma era diventata una delle poche succursali

a Cleopatra)

col Caesar's

Londra. In un certo senso, si può fare un parallel

della Mecca del cinema

(con New York e, forse,

Palace. Colonne ioniche ai bordi delle piscine:

con la Grecia antica conquistata militarmente da

Valley). Il ruolo dell'Italia nel

l’immagine dell’Italia è in qualche modo intima-

Romani.

mente

e raffinata, i Greci, per gli occupanti latini, gent

a frotte lungo la penisola in numero

popolare americano

con la Monument cinema

nel passato”.

americano

è un tema

del dopo-

trattato in altra

ma anche

(forse per un riferimento

alla Roma

imperiale,

legata a quella di Las Vegas, il grande

a Las Vegas si ritrovano tutti gli stil

perfino il Ponte d

Un popolo con una cultura più antic:

parte di questo volume; qui basterà dire che l’ico-

monumento

all’ American Dream, eretto da una

rustica al confronto, erano un punto riferimenti

na italiana è formata da un misto di celluloide e di

coppia di gangster ebrei e dai loro finanziatori ita-

con tutta la loro arte, la musica, i libri, lo stile

spaghetti. Tutti i padri fondatori (e le madri fonda-

liani. Come spiega Michael Herr in The Big Room,

a un certo punto a Roma non sarà più socialmenti

trici) del moderno Zeitgeist, quello virtuale, post-

molto deve agli italiani e agli ebrei l’immagine di

ammissibile non saper leggere Omero nella lingu:

privacy, non tradizionale,

tutti, da Hemineway

Las Vegas: questa metamorfosi sovversiva, esube-

originale. Orazio disse: “La Grecia soggiogata res

a Kerouac, Ginsberg e Corso, da Orson Welles

rante, seargiante, anticalvinista di tutti i luoghi

schiavo il suo rozzo conquistatore” e, nello stess

a Gore Vidal e Patricia Highsmith,

comuni

del

modo abile e furbo, l’Italia è diventata l’ultim:

una

lusso. Cosche e Padrini, show business e affari

nazione europea a colonizzare il continente ameri

sorta di diritto di primogenitura sull'Italia. Clara

loschi: non c'è dubbio che l’immagine di Las Vegas

cano. Gli Stati Uniti si comportano come un paesi

Boothe Luce, attrice, commediografa di successo,

sia decisamente poco WASP, ma piuttosto levanti-

colonizzato: si ripetono a pappagallo le frasi all:

arrampicatrice

sociale, amica di Frida Kahlo (fra

na. Jimmy Durante “si esibì davanti al pubblico

moda in italiano, chiacchierando di espresso, d

gli altri), parlamentare del Connecticut e moglie

forse più scarso della sua carriera” la sera di

Toscana, di “latte” e di “piccata di tacchino”

di Henry Luce, l'editore di Time, Life e Fortune,

Santo Stefano del 1946, all'inaugurazione

del

I maschi americani fanno del proprio meglio pe

era stata anche ambasciatrice degli Stati Uniti in

Flamingo; “è molto probabile che abbia accettato

adottare uno stile italianeggiante. Niente di nuovo

Italia (1953-1956). Tutti questi personaggi, che

di dare la sua benedizione all'impresa per fare un

duecento anni fa i dandy inglesi che affettavano li

hanno contribuito alla creazione di una cultura

piacere a Ben Siegel”. Siegel, Lansky, Luciano,

maniere e l'abbigliamento del continente eran(

postmoderna, sono quelli che hanno patrocinato la

sinatra, Martin, Bennett e Lewis... anche Las

chiamati,

nascita di un'idea dell’Italia capace di affascinare

Vegas è uno spasimante bruno, focoso, fantasioso

Macaroni.

e di produrre messaggi forti. E l'Italia è riuscita

della famosa ragazza di campagna

americana.

all'America qualcosa del suo antico atteggiamenti

a elaborare di sé questa immagine squisitamente

Vi viene in mente qualcosa? Versace, non si scap-

fatalista nei confronti della politica mondiale. Pe

mediatica

pa, fa rima con Liberace. Nell’America vincente

citare Comma

e aggressiva degli anni Cinquanta, il richiamo di

tanto a vincere le guerre [mentre] il trucco st

Las Vegas alla Roma

un altro

proprio nel perderle e nel sapere quali si posson(

In un certo senso, si

perdere. L'Italia è stata sconfitta per secoli, eppu

Gapote a David

Bowie,

nel momento

hanno

da Truman

accampato

più giusto: nel periodo

della totale smaterializzazione

e anzi dell'intera economia.

delle imprese

L'Italia in sè è un

paese vecchio, vecchissimo, ma l’immagine che ha 104

importati dalla cultura americana

imperiale aveva

significato: colonizzazione.

anche

per prenderli un po’ in giro

Così, forse, l’Italia sta insegnand

22 di Joseph Heller: “Ci teneti

e guardate come ce la siamo sempre cavata bril-

antemente”.Questo

scambio continuo, questo

ncessante, ossessivo corteggiamento

che unisce

Italia e l'America, vede, in ultima analisi, due

lementi in gioco. Uno è l'immensa credibilità e la polarità di cui gode l'Italia come luogo romantio. In Camera con vista (1908; il film di Ivory

del 1986) E.M. Forster scriveva: “Può succedere he chi è venuto in Italia per studiare i valori tatili di Giotto o la corruzione

del Papato, se ne

ilorni senza avere nient'altro in mente all'infuori el cielo azzurro e degli uomini e delle donne che tanno sotto quel cielo.” L'Italia, in breve, come

aradiso terrestre. L'altro elemento è costituito da n commercio estremamente

redditizio. Versace

Armani sono, per l’Italia di fine millennio, quello he i Beatles sono stati per l'Inghilterra pochi

ecenni fa. I Beatles erano stati fatti baronetti non

er nascita o per le loro maniere, ma per i dischi he avevano venduto. Nessuno può fare Sir Armai, Versace e tutti gli dei dell'Olimpo della moda ‘aliana: in Italia non c'è una regina. Ma, se la teleisione la fa da sovrana, non c'è dubbio che gli sti-

sti italiani, agli occhi dei loro compatrioti, in un

erto senso sono saliti ai fasti della nobiltà. olo il Papa può vantare più apparizioni di loro

ugli schermi televisivi. L'immagine dell'Italia un'immagine romantica, perché è enormemente emunerativo

che lo sia. Scusandosi

con Gina

ollobrigida, Anita Loos ha scritto, in G/i uomini referiscono le bionde: “Sono proprio convinta che

Las Vegas, Nevada.

li uomini americani siano, dopo tutto, i migliori,

Riproduzione del David

@erché un baciamano può farci molto piacere, ma un

di Michelangelo al Caesar Palace

raccialetto di diamanti e zaffiri dura per sempre”.

(Grazia Neri)

In italiano nel testo.

I St l design di ogni paese ha le sue immagini ico-

la Ferrari - qualsiasi modello, basta che sia di

liche, che sono

un colore rosso fiammante

sfruttate ai fini dell’esporta-

zione, e che vengono fatte proprie dal pubblico

degli anni Cinquanta,

internazionale

1980,

menti.

e innalzate

Il design

scoperti

dagli italiani

pria immagine indipendenza ad alcuni

è uno

dei mezzi

una

pro-

le bici da corsa

postmoderni Madonna,

degli

Ginelli,

anni

i folli mobili

Ottanta,

se è possibile

e perfino

considerarla

da un

fatta di libertà e di

lato un “prodotto italiano” e dall'altro di “design.”

dalle mode.

Ma gli italiani, oltre

Tutti

oggetti

durre oggetti belli

che sono

intelligenti

per esportare

perfetti,

che pure esprimono sono

oggetti

come

i romanzi

che

in gran

esportano

sono

capaci

qualdi pro-

e imperfetti, che sono este-

straordinari, realizzati

destinati

leggendari,

di più. Essi, infatti,

ticamente

di monu-

la caffettiera Bialetti del

vincente,

parte a diventare cosa

al livello

- i vetri di Murano

che funzionano

in modo

bene,

impeccabile,

ma

una sorta di vulnerabilità. comunicano

sentimentali,

direttamente,

e in questo senso

questi

e passione,

oggetti mentre

di cui gli italiani in esclusiva, design.

che

di questi ingredienti,

paiono

almeno

Il design

sentimento

in altri paesi sembra

ci sia una grande carenza

essere

per quanto

italiano

i fornitori riguarda

ha successo

il per

ragioni di equilibrio mondiale.

Il raduno che

dei collezionisti

si svolge

Drive

rio. I ferraristi

del pubblico internazionale.

a un mare

di vetture

annualmente

di Los Angeles,

prendono una scorciatoia per arrivare al cuore Citiamone alla rin-

trasudano

è un evento

americani

di vetture

la Rodeo straordina-

navigano

in mezzo

rosse, col proprio monu-

fusa qualcuno fra i più noti: la Vespa del 1945,

mento

la macchina

fare invidia a tutti. I piloti si stringono la mano

da scrivere 106

Valentine

del

1968,

perfettamente

lungo

Ferrari,

allineato

agli altri, per

fettiera Moka Express Bialetti

rina a fianco:

rth Monotipo 1998, realizzato

Gruppo Stola, costruttore

ano di modelli e prototipi per naggiori case automobilistiche

107

Cisitalia Berlinetta tipo 202, 1947.

Pagina a fianco:

Design Pininfarina.

Abarth Bialbero 750 cc.,

Esposta nel 1951 alla mostra Eight

prove di velocità per il record mondiale delle 10.000 migli:

Automobiles curata da Arthur Drexer al Museum of Modern Art di

al circuito di Monza, 196(

New York e subito acquisita nella

(Publifoto Olympia)

collezione permanente del museo, quest'auto rappresenta il punto di

svolta nell'immagine dell'Italia come paese credibile in campo

N)

industriale nel dopoguerra.

1)Ì

i

e si raccontano storie d'amore e dì guerra. Nei

Uno dei segreti dei più celebri designer italiani

tratti di una poltrona, di un abito, di una caf

paesi anglosassoni

negli Stati

sta anche

fettiera

Uniti, le icone italiane sono soffuse da un'aura

il proprio

vaga di trasgressione, che nasce dalla coscien-

personalità

za di quella evidente disinvoltura degli italiani

come

nei confronti

Ogni design

e soprattutto

del sesso,

tutto, dalle copertine

alle pubblicità automobili d'America

eccesso.

dei settimanali

del sapone,

e delle

politici,

per

propria

personaggi

e questo

gli oggetti di una

e facendoli

a una

evoca

lo rende

totale, che comunica

non

solo u

messaggio di stile, ma anche visuale ed evoca

di un

tivo. È così che il grande design italiano s

spettacolo

ancor

un'immagin:

partecipare

scena

uno

comunque

si acquista

film.

italiano

più desiderabile.

è trasformato in leggenda. La sua prima elabo

razione

romantica

è il racconto

della su

nascita. Nei primi anni Cinquanta, alcuni inge

Gli innamorati

late su una Vespa, tacchi a spillo e foulard che

gnosi architetti senza lavoro ebbero la sorte d

a ogni

le tiene i capelli a posto: gli anni Cinquanta;

incontrare degli industriali illuminati in cerc

far esprimere

le signore eleganti in modo perfino esasperato,

di nuovi prodotti e certi ingegneri inventivi co

pettinate

il gusto della sperimentazione.

Gli italiani sanno come

da scrivere,

dotando

Gaggia,

Sophia Loren che siede con le gambe accaval-

così autorizzati

da ogni oggetto,

tempo,

appieno

delle

a quelle

lavatrici.

si sentono

il sentimento macchina

che è visibile dapper-

nella capacità di esprimere

perfino da una non

parlare

di

sedute

da Vergottini

con noncuranza

e con

abiti op-art,

su poltrone

Blow den-

Fu un triplice

reciproco, colpo di fulmine. Sarà utile ricorda

tro un paesaggio di plastica rilucente: gli anni

re qualche antefatto: all’inizio del XIX secolo i

ragioni l'immagine italiana fa nascere passioni

Sessanta;

da

terremoto

smodate.

IU

lla

separato il buon design dalla produzione indu

un'automobile,

e per questa

come

per altre

Le basi per questa valutazione

state poste dalla vaga ni, dall’incertezza

immoralità

sono

degli italia-

Gie

loro paese, che non li rende una minaccia,

dal

mente

li rende

invidiabili.

In effetti, molte

iIeneie

diamo

con

della rivoluzione

industriale

avev

to Arts and Crafts, col suo ispiratore Williar

candela;

insomma,

senive

il prediletto

striale di massa. In Gran Bretagna il movimen

del

da tutto quello che,

Sottsass,

Valentine color rosso-passione alla luce di una

politica ed economica

gusto per il divertimento,

Ettore

gli intellettuali

di sinistra, elegante-

trascurati, che si rilassano dagli impe-

gni rivoluzionari

su poltrone

Sacco:

gli anni

Settanta; Gordon

Gekko che si fuma un sigaro

Morris,

aveva

moralisticamente

tirato un:

linea di demarcazione netta e un po' manichea

che doveva

valere

per tutti. Da una

parte

delle icone del design italiano che sono univer-

alla luce fredda di una lampada Tizio, col suo

quella giusta, stava l’artigiano, colui che con

salmente amate in tutto il mondo appartengono

profilo gelidamente

il suo

cretizzava in modo indipendente le idee, l’'illu

agli anni Cinquanta,

cuore: gli anni Ottanta. Quando si diventa pro-

minato maestro di bellezza e di onestà nei con

prietari

fronti della natura. Dall'altro stava l'industriale

maggiormente

proprio quando l’Italia era

esposta

all'influenza 108

straniera.

di un oggetto

high-tech

made

come

in Italy, che si

Toio, lampada da pavimento, 1962

Design Achille e Pier Giacomo Castiglioni

che

limenti. Al di sopra e al di là degli interessi imme-

manipolava i materiali contro la loro natura. Eppure

diati dell'azienda, egli rese l’Olivetti una protettrice

il migliore design si dimostrava quello che sì trova-

delle arti del presente e del passato. La fabbrica ha

va a mezza

realizzato almeno

semplice

design

realizzatore

via tra questi due estremi.

ricerca

(i materiali (per esempio

del brutto e del cattivo,

un equilibrio

tra i mezzi

e le tecniche di cui si dispone) e i finì

sono

diventate

immagini

da scrivere

iconiche

del paese:

che la

Lettera 22 del 1950 e la Valentine del 1968. Il design della Lettera 22 è di Marcello Nizzoli, che fin dal

una vettura sportiva poco

1940 si era prefisso di dare agli oggetti meccanici

anche quando la manualità

una

veniva ampia-

caratteristiche

mente rimpiazzata dalle tecniche industriali, l'istanza

guerra

etica poteva comunque

nel settore

mantenere

una sua validità

questa

di sensualità

dei mobili

Per gli italiani era impossibile,

per la loro natura,

preesistenti,

attenersi

manicheo:

messe,

meccanismo

da loro

organica.

politica illuminata

degli elettrodomestici,

e spesso era così.

a questo

due macchine

lampada

una sedia ultraleggera,

da pavimento economica, costosa);

perfetto

In fondo il

si diffuse anche

d'arredamento

trasformando

che potevano

Nel dopo-

contare

e in quello

molte aziende su grandi com-

ma che si basavano su banali riproposizioni

Cassina,

in società d’'avan-

regola. Gli esempi più alti di design italiano sono il

guardia nel design, e incidendo

sulle sorti di altre

frutto di una stretta collaborazione e di una profon-

ditte di più recente

da affinità di spirito tra il designer e l'industriale:

s'incrociano

sono queste

piccole o medie, e di architetti di talento che punta-

vennero

molte delle eccezioni

che ribaltavano

le qualità che hanno

dato e danno

la

ai

di stili eclettici, come

formazione.

È l'epoca in cui

i destini di aziende vecchie e nuove,

designer italiani e di tutto il mondo un eccezionale

vano sull’industrial design per concretizzare

supporto

prie idee. Achille e Pier Giacomo Gastiglioni, Marco

psicologico e tecnico che consente

un’am-

pia sperimentazione di materiali e di tecnologie. Fin

Zanuso,

dagli anni Trenta, buono e cattivo erano trasfusi nel

qualcuno,

design attraverso una speciale formula di collabora-

forse non avrebbero

zione che si fondava sulle comuni competenze tecni-

avuto, se non ci fosse stata una particolare ricetti-

che e sulla condivisione

vità dell'industria, soprattutto nell'Italia settentrio-

di un sogno.

Prima

della

Carlo Scarpa,

pur essendo

Franco

le pro-

Albini, per citarne

autentici geni del design,

avuto il successo

Seconda Guerra mondiale questo fortunato connubio

nale e in particolare in Lombardia

si realizzava

qualche

nell'industria

in alcune nicchie isolate, per esempio

alimentare

(il caso Campari

è emble-

enclave

no positivamente

straordinario capo. Adriano Olivetti produceva mac-

e alle innovazioni

chine

senza

nella sua azienda

fondata

nel

e nel Veneto, con

centrale.

Qui molte

aziende di tipo familiare e di larghe vedute reagiro-

matico) o in quella meccanica, con l’Olivetti e il suo

da scrivere

nell'Italia

che hanno

al gusto raffinato degli architetti tecniche,

e seppero

crescere

perdere quella flessibilità che consentiva

la

1908 dal padre Camillo: riuscì a creare una sorta di

sperimentazione attiva degli architetti. Altre aziende

paradiso del design, una forte immagine coordinata,

nascevano ex novo, grazie allo stesso atteggiamento

scegliendo i più capaci designer per i propri prodot-

culturale:

ti, i migliori artisti, pittori e poeti per le campagne

come

pubblicitarie, i migliori architetti per i propri stabi-

Giulio Castelli, per sfruttare

110

alcune

la Kartell,

sulla base di nuove

fondata

tecnologie,

nel 1948 dall'ingegner l'invenzione

del poli-

Moto Aprilia RSV Mille, 1998. Dal successo nelle corse una nuova moto-culto

ropilene. Altre erano direttamente fondate da

gine un'officina

rehitetti e designer

In settantacinque

‘obili firmati ziende

non

che volevano

produrre

solo in pezzi singoli.

italiane di questo

tipo, alcune

uel periodo e altre costituite

delle marche

nate in

più note in tutto il

ne di articoli casalinghi

a man-

sperimentale

anni si è trasformata

in una

mondo per

la

qualità del design ed è passata dalla produzio-

più di recente

»condo lo stesso schema, sono riuscite

;nere una propria vivacità

Le

per la lavorazione dei metalli.

in acciaio

a quella di

oggetti che impiegano praticamente ogni mate-

in un

riale

‘omento in cui mancavano in Italia grandi desi-

e che appartengono

a qualsiasi

(>)

ategoria

di oggetti domestici e di complementi

d'arredo.

Italjet Velocifero, 1993.

In modo

Olivetti,

ell'Italian Design, attirando designer prove-

Il primo scooter con carrozzeria

Alberto Alessi, il volto pubblico dell'azienda,

lenti da ogni parte del mondo.

in alluminio, inizitore della linea

è imposto come

“neo-retrodesign”. Design Centro Stile Italjet

ogni epoca.

ner, e tengono

lle aziende

ancor

italiane

oggi alta la bandiera

Se guardiamo

di oggi, tanto

l'immagine, non si può non

ricordare

attente

non

dissimile

da Adriano

mecenate

Seguendo

di grandi designer di

lo spirito degli anni

Novanta,

comunque,

na società dalle caratteristiche quasi

ha pubblicizzato

inascimentali

immagini

come

l’Olivetti.

In

;mpi più recenti altre aziende, come

Alessi, hanno imparato dalla moda

puntare

sull'immagine

come

lemento di forza per l’espor-

zione, più che sui singoli rodotti,

pur progettati

realizzati alla perfe-

one. La ditta Alessi ra stata Aol

nel

921

da

iovanni

IWe#sssti

nghini d.

era

ll’ori-

fon-

il ‘à



Come

dei

Olivetti,

blica

libri,

Alessi

anche

le

designer. Alessi

pub-

produce

La maggior parte dei produttori della penisola

serie limitate di oggetti firmati e commissiona progetti architettonici. La sua azienda si fonda

non sembra

tuttora sui casalinghi in acciaio, classicamente

di raggiungere il vasto pubblico internazionale.

eterni, che si ritrovano in ogni cucina e in ogni

La leggenda

bar italiano: zuccheriere,

di oggetti da sogno

vassoi e shaker.

ficazione

teiere e caffettiere,

Non manca,

attenta

scere

oggetti oramai

spremiagrumi

assurti

a icone

tidiana.

riconocome

è fatta di una

serie

che per la maggior

parte

scono a entrare concretamente nella vita quo-

del prodotto.

Sotto tutte queste etichette si possono

italiana

della gente restano un desiderio e che non rie-

però una diversi-

e programmata

curarsi o farsi carico del compito

Ciò nonostante,

progettazione

lo

in cui l'Italia raggiunge

effettivamente

di Stark, il bollitore di Graves,

c'è un campo

della

risultati

positivi a tutti i livelli culturali

la caffettiera di Sapper, l'accendigas fallico di

e in tutti i paesi: è quello dell’alimentazione.

Venturini,

Sta qui lo stereotipo più universale dell'/talian

solo per citarne

alcuni.

Si può pro-

prio dire che Alessi è l'Olivetti del postmoder-

Design,

no. La valorizzazione del design italiano a que-

anni fa dall'ufficio del sindaco di New York,

sto livello,

Rudolph

tuttavia,

è limitata

a un’élite ed

nel bene

e nel male.

Giuliani,

Circa quattro

fu spedito

un biglietto

festa italiana:

era decorato

Illy X1, Macchina per Espresso Illy, 1996

d’invito per una

Bretagna, dove alcune pietre miliari della sto-

Design Luca Trazzi.

con immagini di fette di salame e di fiaschi di

ria del design, come

La linea si ispira al cruscotto

vino (mancava

della prima Fiat 500.

quelle di una giacca di Armani o di una Vespa.

è più diffusa

in Europa,

soprattutto

in Gran

la Vespa e la Lambretta,

hanno assunto un ruolo importante nella cultura popolare. aziende

Anche

cercano

se Alessi

e poche

di espandersi

e non

con

La pasta, gli amaretti, i Baci, la pizza, Galliano

altre

commercial-

mente all'estero, molte delle realizzazioni,

solo il mandolino)

e Campari

pur

sono

progettuale,

tutti risultati

un

impegno

di un impegno

che si ferma

per

lo più a livello subliminale.

Il vasto

della penisola restano ai margini del vero mer-

non

intellettuale

cato internazionale o, per meglio dire, lievita-

è per questo ancor più efficace. Nel cibo, nella

no al di sopra di questo mercato,

pasta per esempio, sì ritrova il design anonimo

apprezzate,

del design

d’indifferente lampade

sono

industriale

superiorità. spesso

e d'arredo

con un'aria

Le autovetture

prodotte

in modo

conforme alle normative extraeuropee.

duzione

giungere

non

prezzi

al pubblico. auto,

ha i numeri

dei mobili

d'arredo,

necessari

concorrenziali

La maggior

per rag-

ed

che sta alla base di tutto, il punto d'incontro tra un'elaborazione raffinata e la cultura popo-

lare. Tutto considerato, gli italiani sono stati i più bravi

a disegnare

simboli

evocativi.

E oggi, pur in un paese tanto scombinato quan-

parte delle mitiche

do si tratta di comunicare la propria immagine,

celebri,

dei complementi più noti sono

o sono

troppo costosi a causa

delle dimensioni

che li producono,

di

semplicemente delle

dell'investimento

della distribuzione 112

© ©

l'intento

di vendita

degli apparecchi

nella ricerca,

non

La pro-

difficile manutenzione

aziende

e le

ne riconosce

pubblico

inadeguata.

i migliori esempi

dì design d'arredo

e indu-

striale sono riusciti ad allearsi con l'industria alimentare

e con quella della moda, proiettan-

do un'immagine

di qualità eccezionale

produzione e nella progettazione.

nella

Pezzi classici del desigr industriale italiano:

Black ST 201, televisore In metacrilato, 1969 Marco Zanuso e Richard Sapper, Brionvega

N aenteteteeeteeten “

Par

:

è

di

peasssseseesti bebe 9

P|

Ariante, ventilatore personale, 1974

Marco Zanuso, Vortice

Tizio, lampada in alluminio e resina, 1972

Richard Sapper, Artemide (Illustrazioni tratte da Collezione

per un modello di museo del disegno

industriale italiano, Fabbri Editori, 1990)

DE

i

Nol

i)

1)

Hi") He— 1° di i

122

i i

i

Canzoni con le ali

nare i complicati e bizzarri cammini

Credo che, dovendo parlare di musica italiana dif-

musicali. Le canzoni sono strani oggetti, cose che

fusa nel mondo, occorra allargare la prospettiva

non si riescono a toccare ma che hanno le gambe

(al posto di un pur nutrito elenco di canzoni italia-

lunghe. Viaggiano di bocca in bocca con i pied

ne che hanno conquistato il mondo con la loro

(fischiettate mentre si cammina), con le navi (can-

inconfondibile e a tratti patetica vena sentimenta-

tate tutti insieme per far passare la paura), su

le, al posto di una pur dotta disamina di cosa real-

mezzi pesanti (per stare vicini di fronte ai pericol

mente differenzi la musica italiana dalle altre

della guerra), sugli aerei del presente, e sempre

musiche di questo pianeta) fino a considerare l’esi-

a riconnettere almeno col cuore il posto dove s

guità della definizione di musica legata a una

abita alla propria comunità di provenienza, spess(

nazione, almeno se applicata alle registrazioni dif-

lontanissima o soltanto immaginata. Strani oggetti.

fuse di questo secolo. La musica, diceva Jacques

le canzoni, cose che dovrebbero

Attali, anticipa da sempre le forme di scambio del-

a qualcuno (per questo si registrano con tanto di

Copertina del disco Rome with love

l'economia a venire. È bene immateriale che viag-

nomi e cognomi dei presunti autori presso le varié

(Foto di Andrea Pol)

gia su supporti leggerissimi (fiato, carta, pezzi di

società di autori ed editori) e che poi, una volta

cera, pezzi di plastica, dischetti, files), è soggetta

sentite canticchiate in un bar diventano altro,

Pagina a fianco:

come pochi altri beni a forme di diffusione non del

un’altra canzone, con un titolo diverso, solo in

Manifesto del film

tutto regolarizzabili, al rischio di moltiplicazione

qualche passaggio simile all'originaria, e quindi

Nel blu dipinto di blu - Volare,

incontrollata. I supporti legali istituiti da più di un

nuova, stranamente originale. La canzone tutta

regia di Piero Tellini, 1959

secolo (le società di diritti d'autore, e le leggi sul

intera si riesce ancora a proteggere, i singoli pez-

(Farabolafoto)

diritto d'autore in generale) non sono riusciti a fre-

zettini con difficoltà (come ben sanno gli utilizzatori

the Italian Accordion of do Basile and his orch.

114

dei brani

appartenere

|

|

| A

Musica italiana in versione export: Copertine di dischi anni Cinquanta (Foto di Andrea Pol)

di campionamenti).

Strana economia,

dai francesi del Secondo

no? E’ così

Impero e della Bell

da almeno da almeno cento anni, molto prima del

Epoque, dal tango, dal charleston, dal foxtrot, dall

software, delle reti, della copia digitale che confon-

swing, al jazz leggero, al musical stelle e strisce

de originale e sua riproduzione.

alle influenze sudamericane.

Per non parlare de

rock'n'roll. Quest'ultimo è il linguaggio globali della questione giovanile nella seconda metà de

Guerra nelle orecchie

C'è musica

dappertutto

in questo secolo.

secolo, la cosa che più ha unito il mondo, generi

“La

radio”, scrive Eric J. Hobsbawn ne // secolo breve,

(anche economico,

“non cambiò la musica, ma il ruolo della musica

ingannare dalla immaterialità della canzone) che

nella vita contemporanea,

il ruolo di

anticipa pionieristicamente la diffusione di brant

sonora che avvolge la nostra quotidia-

mondiali a venire. Il rock'n'roll consente ai ragazz

nità, è inconcepibile senza di essa”. Il grammofono,

degli anni Sessanta di ogni parte del pianeta l'ac:

diffuso in precedenza, aveva già riempito l'aria di

quisto di un'identità immediata, e così è anche pei

suoni. È quindi un ricco campo di battaglia estetico

l'Italia, dove la cover, la versione italiana di ur

ed economico

quello che si svolge nelle nostre

brano di successo straniero ovvero la suggestione

orecchie. Una guerra vinta sul fronte della musica

esotica o filmica diventano formidabili strumenti d

popolare, tranne poche battaglie perse in inizio

colonizzazione e ibridazione musicale (dagli esperi

secolo, dagli americani.

menti mediorientali di Renato Carosone alle origi

atmosfera

nazionale

compreso

“Nessun altro modello

o regionale”,

sottolinea

ancora

Sing Along With

JOHNNY

Hobsbawn, “riuscì a imporsi globalmente, anche se alcuni esercitarono

una certa influenza

KAY

sia ben chiaro, non fatev

nali ballate gansta di Fred Buscaglione, dagli urla:

tori Mina e Celentano, a Gianni Morandi e Rite Pavone, ai twist estivi di Edoardo Vianello fin(

in alcune

aree (per esempio, la musica egiziana nel mondo

all'esplosione

islamico) e anche un tocco esotico occasionale

Camaleonti,

entrò a far parte di tanto in tanto della cultura

Corvi, Giganti). Lo stesso acquisto in scatola d

popolare commerciale diffusa nel mondo, come ad

identità è alla base della diffusione delle musiche

esempio i ritmi caraibici e latino-americani nella

etniche del mondo, italiana compresa (anche que:

musica da ballo”. La musica del Novecento, colta

sto è un fenomeno anticipatore della diffusione d

o leggera che sia, si caratterizza per la sua accen-

cultura globale in atto). Nascono così, attravers(

tuata apertura al nuovo, al molteplice, a suoni mai

l'ascolto (ma lo stesso si potrebbe dire della cuci

prima uditi, reietti, lontani, marginali, ma con un atteggiamento che implica però l’idea di un con-

ALYN:AINSWORTH

.AND HIS'ORCHESTRA:

beat

dei gruppi

Equipe

84

Dik Dik, Pooh, New Trolls, Ribelli

na) nel corso di tutto il secolo strane fascinazioni

meticciati

impossibili, innesti inediti e degni

trollo totale del non conosciuto, del perturbante.

di interesse.

C'è insomma una stretta relazione tra il discorso

tocco esotico italiano in musica?

Quale Italia compra

chi vuole ur

economico e quello estetico. L'acquisto e la vendita di prodotti sonori provocano scontri tra culture

Genuino e artificiale: canzone napoletana

dominanti e culture subordinate. La nostra canzo-

e melodramma

ne popolare ha subito benevolmente botte da tutti,

Non sì vogliono certo le versioni locali, pidgin.

116

Copertine di dischi:

Spartito musicale:

On location Italy

Souvenir d'Italie

(Foto di Andrea Pol)

(Per gentile concessione

Bravo Giovanni

ONE... MENO 10,,

(Per gentile concessione di Joance Boaz, NY)

del Gruppo Editoriale Sugar, Milano)

elle canzoni e degli stili nati altrove, non certo

stiero alla straziante O' paese d'o’ sole tutta cen-

unica vera e propria innovazione, l'utilizzo pop

trata sul ritorno a casa, la nostalgia troppo-esage-

>] rumore fatto dai Futuristi. Si vuole da noi qual)sa che non si trova da nessuna

ata-per-essere-vera

altra parte:

E possibile ancora

amente i nostri seri contributi alla cultura popo-

es

A

ranieri

per rendere imbarazzanti le assurdità, le

neri

-

sì distingua ancora

unicolì Funicolà ed è insegnante di bel canto alla

oyal Academy

of Music

di Londra

facevano

per la sua melodiosità,

fre-

schezza e naturalezza? La caratteristica di grande apprezzamento del melodramma

sore di musica napoletana è a cavallo tra il seco-

i pensi a Denza, autore di canzoni tra le quali

come

ligevano alla loro musica, che la nostra musicalità

AMRU-SANI

caratteristiche della casa stessa. Il maggiore dif-

usikverleger di Lipsia, oltre a emigrati eccellenti

pensare,

Rousseau e gli enciclopedisti francesi che la predi-

day

ssd

UNA INDIMENTICABILE CREAZIONE DI

ranezze di casa, anche solo per rendere visibili

scorso e il nostro un editore tedesco, la Polyphon

per

sempre l'espressività italiana in musica.

melodramma e la musica napoletana, gramscia-

re globale. Come sempre ci vogliono gli ospiti

del migrante segnerà

italiano e dell’ope-

ra in genere non è certo la spontaneità, bensì l’as-

ON

LOCATION ©

a

A CANDID PORTRAIT ìn

di fine

soluta artificiosità della formula,

la confluenza

assolutamente originale e fa/sa di elementi patetici con fonti suggestive e pittoresche, spesso bidimensionalmente

esotiche

anticipare il cinema

(uno per tutti, che sembra o i telefilm, La fanciulla del

ttocento). Non è un fatto casuale: per circa un

west di Puccini). Il melodramma

colo fino agli anni Trenta di questo secolo Napoli

proprio questo,

il suo golfo sono i luoghi più cantati del mondo

Macchia: il passaggio dalla sincerità della natura

e canzoni le conoscete, da Santa Lucia a O’ paese

allo sfarzoso artifizio, la necessità di ritrovare una

7’ sole a O° Sole mio) grazie a una fioritura di pro-

propria coscienza vitale dentro la denuncia di una

Izione musicale che non ha eguali nella storia,

crisi radicale, la dichiarazione di un ordine spezza-

yme New Orleans per il jazz, Vienna per il valzer

to, un ritmo perduto, un'unità infranta. È) questo

di Giovanni

apprezza

da noi,

volendo comprare - un po’ per ammirazione, un po

sieme alle navi cariche di italiani che sbarcano eee e] en Music fron the Rrondway Produetion

sposta a New York.

BRAVO GIOVANNI

1 1888, prima ancora della grande emigrazione

«-

aliana dei primi anni del secolo, viene inaugurata

l’analisi

che il pubblico internazionale

Buenos Aires per il tango. Tutto lentamente,

Ellis Island dopo i famosi trenta giorni di vapore,

secondo

del resto segna

LUTHER . HENDERSON AND IIS ORCHESTRA

per gioco - ingenuità e genuinità: la potenza cialtrona del sentimento,

l'assoluta mancanza

di ver-

gogna e di pudore, l’artificioso orrore del dolore, per quanto minimo.

Nulla di più esotico per la

Metropolitan Opera House. Dal 1908 al 19835 la

durezza puritana. L'esagerazione del pathos rende

rige Giulio Gatti Casazza, che porta Toscanini

la fonte della sofferenza

Caruso. Gli immigrati italiani in tutto il mondo

siona, riduce l'esibizione a puro esercizio retorico.

»cenderanno la miccia (la stessa Core ingrato

Sinatra

scritta per Caruso da due italoamericani), oltre

O' sole mio) dovranno fare ricorso all'arma estre-

comporre capolavori di sincretismo quali Chist'e'

ma della grande melodia

ew York, L'americana

per raggiungere le sfere più impossibili del senti-

America.

‘e Napule, E canfuncelle

Da Santa Lucia luntana, a Core fura-

improbabile, la ridimen-

e Presley (/t's now

mentalismo maschile.

or never,

cover

di

italiana e napoletana

musica

incisa? Caruso nel 1897 è al Lirico di

Milano, dopo vengono i trionfi di Montecarlo e di

Parigi, di Londra e di Pietroburgo, di Buenos Aires e di New York; debutta al Metropolitan nel 1908

con Rigoletto e fino al 1920 rimane il beniamino di quel teatro e del pubblico americano. Gira ovunque. I suoi dischi lo precedono in ogni piazza. È la

prima grande stella immateriale

della canzone

registrata (con buona pace della mancanza di arti

ficiosità della nostra canzone).

Sulla sua scia,

quasi nelle stesse sale di concerto sparse per il

pianeta, lo seguono Beniamino Gigli e Tito Schipa, una trinità altissima e intoccabile nel cuore degli emigranti: si fanno fotografare in pellicce compra-

te in Russia, con anelli al dito da capogiro, sullo yacht con il berretto da marina sulla testa. Poi viene Luciano Tajoli, la seconda grande g/obal star della melodia italiana: incide cinquecento canzoni

per la Columbia

americana;

riempe i teatri di

Buenos Aires e di Broadway, in Australia lo pren-

dono d'assalto, a Toronto nel 1964 sfila in pelliccia per le strade con la macchina come un presidente,

a Caracas ha un'accoglienza trionfale; nel ‘65, ad Musica Pop all'italiana:

accompagnare una memorabile tournée giappone-

e arie d'opera con i grandi successi pop americani

Mina, anni Sessanta

se, incide

nelle eccellenti

(Grazia Neri)

all'Eagle Nest dell'Hilton Hotel di Honk Kong con

L'uso attento,

infine, di tradizione

colonne

sonore

napoletana

di Scorsese

(da

7sujoku (Abbracciami forte) e sbanca

Mean Streets a Good Fellas) e nelle tre parti della

una sequenza

saga de // padrino di Coppola ha contribuito a con-

Lucia, Abbracciami forte e |Aldilà scritta con

solidare la leggenda di un certo sentimentalismo

Mogol, che nel 1961 aveva fatto il giro di tutti

weird della razza. È stata proprio questa compo-

i pianobar del mondo, Las Vegas in primis). Pur col-

nente, insieme teatrale e atletica, della nostra can-

pito dalla poliomelite,

zone a portare i cantanti

gli anni Cinquanta e Sessanta venne il Claudio Villa

italiani in buffi trionfi

un po' ovunque nel corso del secolo.

di successi

(O' sole mio, Santa

è ovunque. Poi sempre tra

tenore/non tenore di Vecchia Roma e Luna rossa e della micidiale Granada, care a Pasolini, portate

Souvenir d'Italie: viaggiatori e turisti

dal trasteverino in trionfali tournée in tutto il

Si può separare il mito di Caruso dal fatto che egli

mondo (tra cui la ormai consueta Mosca, fotografa-

sia stato uno dei primi, se non il primo eroe, della

to col colbacco). Lo stesso Renato Carosone gira

118

Adriano Celentano e Claudia Mori, vincitori al Festival di Sanremo nel 1970 (Publifoto Olympia)

me un pazzo per il mondo: alla fine degli anni iquanta è in Spagna, e poi Parigi, Atene, New York,

onto, Londra, Garacas, Buenos Aires, L'Avana,

) è San Paolo. Su tutti svetta il genio inconsueto

Domenico Modugno. “Nella sua invenzione melo-

‘a confluiscono ogni sorta di detriti popolarirdel

sino del Mediterraneo”, scriveva Massimo Mila

i suoi esordi, “Rossini dà il braccio a Duke ington. Modugno è la sola briscola che si possa

porre a fatti come la canzone francese o il blues

‘neri d'America”. Fu così: al festival di Sanremo | 1958, accompagnato

dal maestro Semprini,

dugno trionfa con Ne/ blu dipinto di blu. Volare, ne tutti la chiameranno davvero, vende milioni di

chi in tutto il mondo. Modugno le va dietro. asi trent'anni prima un altro viaggiatore canoro,

oardo Spadaro scriveva, alla fine degli anni nia, La porti un bacione a Firenze a Montevideo,

po tournée di successo a Parigi o a Berlino: ‘ebbe con il tempo diventata, con un'inversione

senso, un hit dell'immagine del turismo straniero ‘so l'Italia, come del resto la produzione infinita

canzonette nostalgiche legate a luoghi classici di \eggiatura degli anni Cinquanta. Nel 1956 arri-

10 in Italia 10 milioni di turisti: nelle canzoni si ’ovano inviti a ricordarsi di Rimini, incontrarsi a pallo o a lasciarsi con un auf wiedersehen

)iano Marina, passeggiare almeno una notte a reggio,

a Capri, trascorrere

faormina, osservare

lunghe estati

lune capresi. / found my

‘e in Portofino, insomma,

di Buscaglione o la

epitosa / sing Ammore di Nicola Arigliano (dal-

tra parte dell'oceano negli stessi anni risponde an Martin con la clamorosa

Thats ammore).

te spicca Souvenir d' Italie presentata ma volta nel 1956 dall’indiana (!) Amru

Su

per la Sari,

ofe in napoletano e ritornello in francese. 119

stito per un gioco musicale pressoché infinito di

Luciano Tajoli, l'archetipo

recupero dello strano beat artificioso italiano degli

del cantante melodico italian

anni Sessanta e Settanta (per non parlare del revi-

di ascendenza lirica

val del nostro classicheggiante progressive rock

(Publifoto Olympia)

operato da tempo in Giappone:

a Ortolani, a Piccioni,

i

da Morricone,

a Umiliani alla infinita serie

di loro cloni compositori di colonne sonore per film

sporcaccioni, il recupero della strana musica moItaliani/non italiani: strane identità moderne

derna italiana è solo all’inizio e non a caso è feno-

improbabili denominazioni inglesi. È un successe

Tuttora, virus melodici a parte (tralasciamo di sot-

meno

prima ancora che interno.

istantaneo. Sotto sotto le caratteristiche rimangon

tolineare come tuttora la melodia nazionale influen-

Non è altrimenti spiegabile senza il riferimento

le stesse: esagerazione passionale, un sentimenti

zi e domini l’area latina del mondo, alla quale tra-

alla Hollywood sul Tevere, alla Cinecittà di quegli

bidimensionale dell'esistenza, una gaiezza idiolk

dizionalmente pertiene il ritmo mondiale), la forza

anni la scelta di un gruppo di raffinati groove-

e non sincera. La dance italiana per cinque ann

spropositata

di questi uomini viaggiatori contro

makers giapponesi di chiamare la propria etichetta

guadagna miliardi, grazie anche alla velocità de

il muro della propria voce è alla base del successo

Trattoria (la cui stella di punta Kahimi Karie pub-

videogioco degli scambi, non assimilabile dall

incontrastato di Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli.

blicò nel 1995 un indimenticabile microhit Una

multinazionali del mercato. Di italiani non-italian

All’anonimato

italiana

giapponese a Roma, aperto da una clacsonata trat-

è del resto piena zeppa la canzonetta nazionale

oppone alla fine del secolo - quasi un salto quanti-

ta da // sorpasso di Risi). Del resto le stesse Cibo

dalla Bella Otero, alle chanteuses Yvonne dt

co al rovescio per l’opera lirica, oggi ovunque trion-

Matto non vi dicono niente? È interessante pensa-

Fleuril, Gina de Chamery dei tabarins e dei cafli

fante - individualità titaniche forti, non confondibi-

re che le nuove generazioni non siano più tanto

concerto di inizio secolo, alle soubrettes finto

li, non massificabili, uniche perché non timorose di

portate all'acquisto di identità bidimensionali por-

russe, finto-giapponesi, finto-turche della rivista d

esprimere concetti

tatili (alle quali appartengono

anche i raffinati

Macario della fine degli anni Trenta alle tre sorelli

tali: è il caso del /over boy Eros Ramazzotti, della

cataloghi di wor/d music degli anni Ottanta), al

ne olandesi del trio Lescano (italianissime pe

ragazza della porta accanto dolce ma forte come

“ti compro perché sei te stesso”, ma proprio al

tutti), e ancora i rocker all'amatriciana Bobby Sol

una roccia Laura Pausini. Ancora una volta sono la

contrario, al “ti compro perché cerchi di non essere

e Little Tony, all'urlatrice Betty Curtis al nero dl

predominanza del lato emozionale e la forte voca-

te stesso (e non ci riesci)”, ai buffi fallimenti di

cartone animato Rocky Roberts fino ad arrivari

lità a pagare sul resto. Quasi dei sopravvissuti agli

assimilazione ai canoni estetici del grande capita-

appunto ai cloni della dance. Quale identità nazio

orrori omologanti del moderno.

del

le. Ai tentativi riusciti appartiene invece il terzo

nale esprimono Bocelli, le colonne sonore di sex)

Novecento questo vogliono dalla musica italiana

genere musicale di esportazione per eccellenza da

movies anni Sessanta,

e questo in parte viene restituito, con una accurata

ormai vent'anni a questa parte: la spaghetti dance

Blackbox

costruzione a tavolino di italianità solubili, pronte

italiana. Nata in piccoli studi bolognesi dagli espe-

grande melodia napoletana degli Almamegretta!

per essere

rimenti di Mauro

“L'europeo promiscuo”,

del moderno,

la musica

imbarazzantemente

consumate.

sentimen-

Le masse

Altri e più elitari sono

internazionale

Malavasi

(suoi i Change che

i pianoforti cheesy de

e le commistioni

tra asiandub



scriveva Nietzsche né

secolo scorso, “ha assolutamente bisogno di ut

i gusti di una nuova fascia di consumatori musicali,

primi fecero cantare

desiderosa di riscoperte non più etniche ma legate

Valli, da Savage a Dan Harrow degli anni Ottanta,

costume; la storia gli è necessaria quale guardaro

alle espressioni locali del gigantesco processo di

fino all’incredibile esplosione della house italiana

ba di costumi. In verità non manca di accorge

modernizzazione che ha toccato come un ciclone

di Black Box, 49ers, Tipical, Cappella, Corona,

che nessuno gli sta bene addosso - cambia e cam

tutti gli stati del pianeta tra gli anni Cinquanta

Datura e soci dei primi anni Novanta. “È incredibile:

bia. Si riconosca l’Ottocento da queste rapide p

e Sessanta

(vedi su queste stesse pagine l’inter-

è così di cattivo gusto che è esaltante”, commenta-

dilezioni

vento con Peppino Ortoleva). Così come i diparti-

vano i DJ inglesi del periodo. La dance italiana

Solo alla fine del Novecento ci accorgiamo con gra

menti di studi culturali studiano Pasolini e Antonioni

spinge al massimo l’impersonalità del design per

de ritardo che gli stili nazionali non sono che gio

come seri contributi

a una definizione emotiva ed

pista da ballo: riduce il s0u/ a un balbettio isterico,

- a volte divertiti e consapevoli, spesso ingenui - d

estetica originale della (post)modernità, così il

i corpi a fantasmi, priva le voci di soggetto, usa

strategie retoriche, all'interno di un unico ambiti

cinema di serie Z di quegli anni viene preso a pre-

prestanome anonimi al posto degli artisti, utilizza

generale di economia solidamente immateriale.

120

Luther Vandross)

e Celso

e mutazioni nelle mascherate di stili.

. |

dio Villa al Festival

Sotto: Eros Ramazzotti

inremo nel 1967

Foto di Franco Origlia

nto Olympia)

(Grazia Neri)

Sorlin Pierre Esiste l'italiano di celluloide? Un'attrice, un attore

un quinto dei delinquenti sono italiani - una per-

italiani che hanno

centuale che viene superata solo da quella irlan-

una parte in un film italiano

non sono “italiani”, sono solamente

personaggi

dese. Ma la cosa è molto più complicata

nella

Ma

misura in cui, oltre che dei criminali, gli italiani

diventano italiani quando, in una pellicola stranie-

sono anche vittime o poliziotti. C'è, soprattutto nel

ra, devono rappresentare i “tratti specifici” dell’ita-

cinema

lianità. Questi caratteri, evidentemente artificiali,

malavita

dipendono in parte da stereotipi, da modelli con-

degli italiani, anziché trarre profitto dalla crimina-

venzionali

lità, la subiscono

qualunque,

senza

indicazione

di nazionalità.

e ricorrenti di comportamento,

e in

americano,

un legame chiarissimo

e italianità,

ma

una

veramente.

tra

parte importante

E ben prima del

parte dai rapporti, variabili, che gli stranieri man-

tenente Colombo, altri italiani di celluloide lottano

tengono con l'Italia. Nel cinema classico hollywoo-

per far rispettare la legge. Oltre alla delinquenza

diano, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, -l'ita-

e ai suoi effetti indiretti, come vengono definiti gli

liano è l’immigrante che fa fatica a inserirsi nella

italiani nel cinema hollywoodiano? Sono cattolici,

D cietà americana;

hanno

=

asiatici

nei decenni successivi, quando

e chicanos arrivano in massa,

l'italiano

un crocefisso

a casa, ma

sullo schermo la religione

regolarmente

è meno importante per

è riuscito e si è sistemato - forse troppo bene: è

loro che per gli irlandesi, non sono mai ripresi alla

questa tutta l'evoluzione cinematografica

messa o mentre pregano. Non sono nemmeno dei

che va

da Piccolo Cesare e Scarface a Il padrino.

pionieri; a differenza degli irlandesi o de /os chica-

I titoli appena

che, sullo

nos non partecipano alla valorizzazione dell'Ovest

l'italiano sia di solito un gangster o un

e la loro presenza nei western è quasi inesistente.

schermo,

citati fanno

pensare

fuorileoge. È vero che nei gialli o nei 122

“film noir”,

Sono cittadini, vivono tra di loro, nei loro quartieri,

Ray Liotta, Robert De Niro, Paul Sorvino, Joe Pesci in Quei bravi ragazzi, regia di Martin Scorsese, 1990. Foto di scena (Farabolafoto

Paul Muni in Scarface, regia di Howard Hawks, 1932 Foto di scena (Farabolafoto)

nata dal timore dei complotti, crea una commis sione, presieduta dal senatore Kefauver, per inda:

gare sulla criminalità organizzata, in particolari

sulla mafia. Gli Stati Uniti della crisì economice

e della guerra fredda vedono il mondo in bianco€ nero, credono che, grazie a Dio, il bene trionferà

se Camonte, il famoso “Scarface”, tenta di reggere Chicago, viene vinto dall’ispettore Trent'anni

Guarino

dopo, l'America del post-Vietnam

not

crede nel trionfo finale della giustizia, il suo unì:

verso è fatto di forze incontrollabili, e formano

una comunità

coesa che ha come

principale

la famiglia.

base

Nell’Ur/o della città il

tenta

di farsi strada

nella polizia.

La serie

=)

Colombo è una parodia che contraffà quello che

D

tenente Candella tenta di rimettere in carreggiata

succede realmente negli Stati Uniti. Gli italiani di

il bandito siciliano Martin Rome poi, visto che not

celluloide sono

e considera i

ale talmente forte che, nella migliore delle ipote:

i, può solamente

essere

frenato.

Le famiglie

afiose del Padrino si combattono

rutta le macchine

mangiasoldi in Casinò si fe

tregua

Nel cinema “classico” simboleggiano “il diverso”;

perché, come gli spiega, il crimine disonora tutti

il pubblico si stupisce e si diverte vedendo madri

giustizia da sé e la polizia preferisce

gli abitanti di Little Italy. L'ideologia “on”, che cono-

che trattano i figli adulti come

come

sce e che frequenta fin dall'infanzia, esige che u

che come

tenente

un'autorità

lo persegue

italiano non esiti

senza

a mandare

in galera

il suddetto assoluta

bambini, o padri

ché

pubblici poteri osino intervenire; la cosca che

unamerican in un modo diverso. f (2)

è riuscito a salvarlo,

senza

procede. La mitologia americana

ignorare degli ann

Gino Monettì esercitano

Ottanta mette agenti di polizia e malviventi sulle

sui loro discendenti,

stesso

ne

piano;

il giovane

italiano

che negli

controllano le attività, ne combinano il matrimo-

Intoccabili è diventato detective e lotta contre

legame organizzativo e morale permette agli ita-

nio. Sullo schermo,

Al Capone, è motivato dalla sua povertà e sarebbe

liani di sbrogliarsi in un ambiente poco favorevole.

e impietosisce un pubblico che valorizza l’indivi-

diventato un criminale

Per disonesto e furbo che sia, Gino, capo della

duo e la sua iniziativa personale.

l'occasione.

famiglia Monetti in La casa degli stranieri,

americani

un compagno

che è finito male.

La saldezza

de

può

la famiglia italiana diverte

tributano un'ovazione

Nel 1955 gli

a una pellicola

se solo ne avesse avuta

I pellerosse fanno anche loro parte

della mitologia

nordamericana:

Hollywood si

contare sulla fedeltà cieca di suo figlio che va in

commovente,

prigione

di suo padre.

un timido, storia di un macellaio di origine italia-

pur dandone

Al contrario, nei Fratelli Rico, il fatto che il figlio

na, Marty Pilletti, che a trentacinque anni vive

Degli italiani, non si vedono quasi mai sullo sche

maggiore sia diventato un importante

business-

sperduto nel Bronx e totalmente sottomesso a sua

mo le tradizioni o il modo di vivere. Nel 1974, ul

man e abbia perso i contatti con la famiglia, crea

madre; Marty diviene un vero americano il giorno

anno dopo Mean Streets, Scorsese gira un corto

un terribile pasticcio che si conclude con la morte

in cui trova il coraggio di ribellarsi e di scegliere

metraggio

dei fratelli più giovani. Filmati da Hollywood, gli

una moglie cha la mamma

American: filmando i suoi genitori dà l’immagini

italiani sono

l'aggettivo

Il caso Marty illustra perfettamente i pregiudizi di

di una famiglia che non è oppressiva, ma pu

è piuttosto difficile; non vuol dire “non americano”,

una società che si proclama tollerante, ma vuole

essendo perfettamente “americanizzata”, manbéi

significa, piuttosto, estraneo alla tradizione ameri-

che tutti si conformino alle sue regole. La coesio-

ne un legame fortissimo con il proprio passato. L

cana.

perché

ne del nucleo italiano non fa solo ridere, fa anche

lezione sull'arte di fare le polpette data dall

fuori uso e non

paura; l'America degli anni Cinquanta è ossessio-

mamma, è un ottimo pezzo di cinema: come spif

per sette anni,

unamerican.

Il tenente Colombo

invece

Tradurre

è unamerican

è vestito male, ha una macchina

124

ma piuttosto brutta, Marty,

vita di

non può accettare.

è sempre

dimostrata attenta ai costumi un'immagine

molto

carino

indiani,

un po’ superficiale

e simpatico,

/talial

Danny Aiello in Fa’ la cosa giusta, regia di Spike Lee, 1989 Foto di scena (Farabolafoto)

‘e che niente di questa ne rappresentata

ricchissima

eredità

nei film italoamericani

-

imche in quelli di Scorsese? Per capirlo bisogna )rdarsi il funzionamento dello Studio System.

o agli anni Ottanta, vale a dire fino allo svilupdegli Indipendenti, i produttori gestiscono i film

ondo il modello fordista, l'intera catena è sotto trollo, un cineasta

non può introdurre

nella

neggiatura elementi non previsti e i soggettist

; non sanno nulla della comunità ;‘ontentano di stereotipi.

italiana, s

Un dato particolar-

nte interessante è la scelta degli attori; il proma non è di trovare una fisionomia italiana,

meDD

ndividuare una faccia conosciuta dagli spetta| e tale da far immediatamente àno e chi il cattivo.

capire chi è il

Il polacco

Paul

Muni,

Kevin Costner, Sean Connery,

Robert De Niro, Andy Garcia

umeno Edward G. Robinson diventano gangster

in Gli intoccabili, regia di Brian De Palma, 1987.

liani, interpretano

Costumi realizzati da Giorgio Armani. Foto di scene

la parte di Scarface,

rimo, del Piccolo Cesare o del bandito Rocco, il

(Farabolafoto)

ondo, perché hanno un aspetto “diverso” e un strano. Un caso tipico è quello di un attore di gine americana,

Lee J. Cobb che, a causa

del

brutto ceffo, incarna sistematicamente un fuoge

italiano, a tal punto che viene impiegato

ne mafioso in alcuni film italiani, per esempio Giorno della civetta dove interpreta la parte

padrone, don Mariano Arena. Un attore polaco americano che vuole impressionare il pubbli-

non si preoccupa

né dell'atmosfera

né dei

nportamenti che potrebbero restituire il quoti-

no di Little Italy; Paul Muni crea in Scarface immagine perfetta di demenza

crudele e per-

sa, e se ne infischia del fatto che il suo perso;gio non abbia niente a che fare con un vero

oamericano. Gli stereotipi vengono stabiliti nel iodo “classico” e, per la forza della rappresenione, diventano dei modelli conosciuti, accettati 125

Gina Lollobrigida, cartoline pubblicitarie anni Cinquanta (Fondazione Cineteca Italiana)

Asia Argento, giovane star del nuovo cinema italiano

e sex symbol “all'antica” per una copertina della rivista

Max, 1998

da tutti. Quando

negli anni Sessanta

arriva

una

nuova generazione assimilata alla società americana e consapevole della ricchezza del suo passa-

to, la generazione della quale Scorsese e Robert De Niro sono

nel cinema gli esponenti più famosi,

è troppo tardi per fare marcia e all ©ori rendono

indietro.

Registi

meno schematica la visione degli

italiani, ci sono in Mean Streets riprese che evocano l'ambiente di Litt/e Italy e la sua fortissima

radizione religiosa con la bella evocazione della esta

di san

Gennaro,

ma

in questo

film o in

Casinò, gli italiani rimangono univocamente

vio-

enti, furbi e pericolosi per gli altri. Un italiano

\ollywoodiano non può sottrarsi al suo destino,

126

J

lhia Loren, cartoline

blicitarie anni Cinquanta lazione Cineteca Italiana)

Sabrina Ferilli, bellisima secondo la tradizione italica.

Copertina della rivista Max, 1998

e se raramente

un attore

italiano ottiene

parte in un film straniero,

è decadente

come

Mastroianni in Leo the Last o disonesto, chiacchierone, astuto e sentimentale come Benigni in Down

by Law. Basandosi su dati accertati che rato e generalizzato,

il cinema

ha esage-

americano,

quello

che vede tutto il mondo, ha creato, per il piacere

del suo pubblico che non amava gli immigrati, personaggio

fittizio

una

internazionale.

portata

ui

e ha dato alla parola mafie Fortunatamente

gli

italiani, a differenza degli irlandesi, degli indiani

o de /os chicanos, hanno potuto rispondere con i loro cinema:

all’estero,

l'italiano di celluloide

è quello di Cinecittà, non quello di Hollywoc d.

Sophia

Lore

Mi trovo a 6.000 metri d'altezza, nel ciel del North Carolina, in volo verso l’aero: porto La Guardia. Sul tavolinetto davant

a me fuma un rettangolo di lasagne aero: nautiche,

fatte di strati di pasta

consistenza

dalle

simile al cuoio, tenuti insie:

me da un formaggio d'imprecisata natura Per disdetta

la Delta Airlines ha decis(

di accompagnare

il pranzo

con la proie:

zione di Big Night, un film per buongu: stai, che fa vedere come l'integrità mora

Hine Thomas

le possa coincidere con la determinazione di preparare un risotto perfetto. La pelli.

cola, girata nel 1996, è ambientata il una località balneare del New Jersey e s svolge negli anni Cinquanta.

I protagoni:

sti sono due fratelli, da poco immigrat dall'Italia, che hanno aperto un ristoran:

te, il Paradise. Il cuoco, Primo, è decis( a servire piatti inequivocabilmente

clas:

sici . Suo fratello Secondo ne ammira ì talento, ma il successo

di Pascal’'s, ul

ristorante

che offre une

cucina

non

lontano

bastardizzata

italoamericane

- progenitrice delle lasagne che mì trov(

sul piatto - lo fa dubitare

sulle possibi

lità di sopravvivenza del Paradise. Il film vuole

che il pubblico

si mett

dalla parte di Primo, pur con le ossessio; ni del suo carattere

permaloso,

menti

mette in ridicolo tutti i clienti che affol; Tony Shalhoub e Stanley Tucci in Big Night, 1996,

lano Pascal’s, dove ogni piatto è condit

regia di Stanley Tucci e Campbell Scott. Foto di scena

con il ketchup. Sul mio aereo, dove quasi

(Farabolafoto)

lutti i passeggeri

sono

persone

anzian

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