Tipologia sepolcrale delle catacombe romane: I cimiteri ipogei delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia 9781841712017, 9781407352497

A detailed typological study, in Italian, of the Roman catacombs found on the Via Appia, Via Ardeatina, Via Ostiense, an

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Tipologia sepolcrale delle catacombe romane: I cimiteri ipogei delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia
 9781841712017, 9781407352497

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Prefazione
1. INTRODUZIONE
2. ANALISI DEI COMPLESSI CIMITERIALI
3. DETERMINAZIONE E CARATTERISTICHE DEI TIPI
4. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
5. BIBLIOGRAFIA
6. INDICI
POST SCRIPTUM
INDICE GENERALE

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BAR S905 2000

Tipologia sepolcrale delle catacombe romane

NUZZO

I cimiteri ipogei delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia

TIPOLOGIA SEPOLCRALE DELLE CATACOMBE ROMANE

Donatella Nuzzo

BAR International Series 905 B A R

2000

Tipologia sepolcrale delle catacombe romane I cimiteri ipogei delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia

Donatella Nuzzo

BAR International Series 905 2000

Published in 2016 by BAR Publishing, Oxford BAR International Series 905 Tipologia sepolcraledelle catacomberomane

© D Nuzzo and the Publisher 2000 The author's moral rights under the 1988 UK Copyright, Designs and Patents Act are hereby expressly asserted. All rights reserved. No part of this work may be copied, reproduced, stored, sold, distributed, scanned, saved in any form of digital format or transmitted in any form digitally, without the written permission of the Publisher.

ISBN 9781841712017 paperback ISBN 9781407352497 e-format DOI https://doi.org/10.30861/9781841712017 A catalogue record for this book is available from the British Library BAR Publishing is the trading name of British Archaeological Reports (Oxford) Ltd. British Archaeological Reports was first incorporated in 197 4 to publish the BAR Series, International and British. In 1992 Hadrian Books Ltd became part of the BAR group. This volume was originally published by Archaeopress in conjunction with British Archaeological Reports (Oxford) Ltd/ Hadrian Books Ltd, the Series principal publisher, in 2000. This present volume is published by BAR Publishing, 2016.

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PREFAZIONE

Molto opportunamente, nell'incipit della sua introduzione, l'Autrice di questo saggio richiama una citazione di L. Reekmans, quasi in forma di esergo, per significare ii referente metodologico che ha guidato lo svolgimento del suo lavoro. Scelta migliore non poteva essere fatta: non si tratta qui dell' ossequio retorico ad un grande specialista delle catacombe romane, e in particolare di quelle parti che de Rossi definiva "cripte storiche ", ma de! riconoscimento oggettivo de! ruolo innovativo che lo studioso belga rivesti nello studio degli insediamenti funerari degli antichi cristiani. Per la prima volta, al di la delle enunciazioni di principio, vi fu una coerente e fruttuosa applicazione delle piu avanzate metodologie e tecniche della indagine archeologica, preliminarmente disgiunte, per loro natura, dalle aggettivazioni che qualificano gli ambiti disciplinari entro i quali per lunga tradizione si inseriscono gli studi delle evidenze archeologiche della comunita dei cristiani. Per troppo tempo - malgrado gli esiti delle indagini di G .B. de Rossi e di alcuni suoi successori - le ricerche di "archeologia cristiana" erano rimaste quasi avulse dal generale contesto storico-culturale della tarda antichita per attestarsi su posizioni di sterile autoreferenzialita. Una autoreferenzialita che sembrava 'deposta' e che, invece, sorprendentemente riaffiora in aristocratic he posizioni di 'nicchia 'per le quali le manifestazioni monumentali dei cristiani, quali esse siano state, andrebbero in dejinitiva rimosse nella loro qualita di specchio, piu o meno immediato, della 'specijicita' dei cristiani che pure qualche effetto, nel bene e nel male, ebbe nelle trasformazioni e negli assetti che contrassegnano la tarda antichita. fl lavoro di D. Nuzza, esito naturale di una profonda e quasi simbiotica consuetudine con i monumenti trattati, e asetticamente 'archeologico' senza concessioni, ne palesi ne velate, alle sterili (perche geneticamente accademiche) diatribe emerse nel recente dibattito sui presunti 'recinti' delle archeologie postclassiche: tardoantiche, paleocristiane, medievali. Tale atteggiamento, anche esso frutto di una severa impostazione metodologica, ha consentito alla Nuzza di pro-

porre una significativa esemplificazione di una linea di ricerca che dall 'input di Reekmans si e successivamente sviluppata, con naturali e continui affinamenti di metodo e di merito, soprattutto nelle indagini condotte a Roma da parte di studiosi 'innovativi' come J. Guyon, V. Fiocchi Nicolai, Ph. Pergola, P. Saint-Roch, F. Tolotti che, prima ancora di confrontarsi con ii livello d'incidenza delfenomeno 'cristiano', si sono misurati con le specificita (strutturali, morfologiche, tecnico-esecutive) che caratterizzano ii piu tipico insediamento funerario del mondo tardoantico che e il cimitero sotterraneo dei cristiani. Gli esiti raggiunti da D. Nuzzo si propongono come un punto di riferimento importante per l"archeologia funeraria' della tarda antichita. L' accuratissima analisi delle domus aetemales nelle loro strutture, nelle loro morfologie, nei loro talvolta empirici impieghi, sempre opportunamente condotta per contesti unitari appartenenti ad aree topografiche omogenee (Appia, Ardeatina, Ostiense), fornisce una serie di hen dejiniti elementi di introspezione e valutazione, in forza dei quali si puo ora meglio comprendere non solo l 'itinerario formale e tecnico dellaformazione e dell'uso di determinati 'tipi sepolcrali' ma anche meglio valutare, nei suoi diversificati livelli comunicativi, ii 'valore' semantico della sepoltura (monumentum - monimentum) come elemento significante di mentalita e ideologie che 'fatalmente' - alla fine della corsa trovano nella memoria jimeraria ii segno piu tangibile della loro incidenza nei singoli e nella collettivita. C' e adesso un modello di analisi, adeguatamente meditato e sperimentato, che dalla stessa Nuzza o da altri studiosi puo essere proficuamente riproposto non solo per tutte le catacombe di Roma ma anche per altri insediamenti funerari dell'impero tardoantico. Nessuno si meravigliera pertanto che il lavoro della Nuzza sia stato accolto nella prestigiosa e capillarmente diffusa collana dei British Archaeological Reports - International Series.

Carlo Carletti Universita degli Studi di Bari

V

VI

1. INTRODUZIONE

l. 2. 3, 4,

5, 6, 7,

8, 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18.

S. Valentino Panfilo Ipogeo di Via Paisiello Bassilla Ad clivum cucumeris (?) Ipogeo Corso d 'Italia S. Felicita Trasone Ilaria(?) Giordani Anonirno Via Anapo Priscilla Novella(?) Nicomede lpogeo Via dei Villini Ebraico Villa Torlonia S. Agnese Maius

19. 20. 21. 22. 23. 24, 25, 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35, 36.

Minus Ciriaca Novaziano S. Ippolito Castulo Ebraico Via Labicana SS. Pietro e Marcellino lpogeo di Centocelle lpogeo Villa Cellere SS. Gordiano ed Epimaco Tertullino (?) lpogeo Villa de! Vecchio Ipogeo di Trebio Giusto Aproniano Via D. Compagni lpogeo al civico 135 Ipogeo Via Caffarella (?) Ipogeo Cava della Rossa

37, 38, 39, 40, 41. 42, 43. 44, 45, 46. 47. 48, 49. 50, 51. 52. 53, 54.

Ipogeo di Roma Vecchia Ipogeo dei Cacciatori Vibia lpogeo dei Quattro Oranti S. Croce Ipogeo Casale Pupazzi S. Callisto lpogeo della Torretta Pretestato Ebraico Vigna Randanini lpogeo Appia Pignatelli S. Sebastiano lpo'geo Circo di Massenzio lpogeo Polimanti Ebraico Vigna Cimarra Balbina SS. Marco e Marcelliano lpogeo "Scalone Curvilineo"

55, 56, 57, 58. 59, 60, 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70,

Domitilla Nunziatella lpogeo rupe di S. Paolo S. Tecla (ipogeo D) S. Tecla (ipogeo A) Commodilla Ponziano Ebraico di Monteverde Generosa lpogeo di "Scarpone" S. Pancrazio SS. Processo e Martiniano (?) Anonirno Villa Pamphili Calepodio Anonimo S. M. delle Fomaci Anonimo S. Onofrio

VIA TIBURTINA

63 Fig. 1. - Cimiteri ipogei del suburbia romano, nel riquadro !'area campione (rielaborazione da FIOCCHI NICOLAI 1998).

2

"Une etude de la typologie sepulcrale constitue la condition prealable pour etudier la distribution, les concentrations et les stratifications des differentes types de tombeaux a travers les reseaux cemeteriaux. Une etude systematique de ce genre n'est pas encore faite" 1• L'osservazione di L. Reekmans si riferisce in particolare al prnblema della definizione delle sepolture privilegiate 2 , che costituisce solo un aspetto del piu ampio quadrn di temi connessi all' analisi delle aree funerarie. Lo studio della tipologia sepolcrale introduce infatti temi e investe finalita che, al di la della semplice (e pur necessaria) classificazione, si ricollegano alla tradizione e alla prassi, nonche alla posizione sociale ed economica della committenza, tutti elementi che permettono di definire l 'organizzazione e le consuetudini di un gruppo sociale 3 • Pnr nella considerazione che la realta sociale riflessa in una necrnpoli possa apparire in qualche misura mediata da regole e fattori contingenti 4 , e vern d'altra parte che, partendo da una analisi strutturale delle evidenze, epossibile giungere a modelIi di interpretazione che, dopo aver individuato -e quindi escluso- gli elementi occasionali, valgano a fomire schemi di valutazione affidabili 5 • La scelta dell'area d'indagine deve pero necessariamente presentare tutti gli elementi utili a una visione quanto piu possibile articolata dei contesti, in modo che le problematiche possano essere considerate in maniera globale.

Le catacombe romane offrono a questo scopo una notevole ricchezza di dati che deriva dalla stratificazione crnnologica degli insediamenti 6 , dalla lorn ampia estensione e dal buono stato di conservazione, dalla varieta degli elementi (topografici, epigrafici e iconografici) che considerati nel lorn insieme, e tra lorn connessi, consentono di valutare i monumenti nel lorn aspetto complessivo: dall' analisi dei contesti si evidenzia infatti una fruizione articolata, rappresentativa delle diverse componenti (sociali, economiche, culturali) che riflettono, in maniera piu o meno coerente, i caratteri di una comunita. Si tratta di contesti che ben si prestano, in sostanza, a una indagine di carattere tipologico. Inoltre, le ricerche sui cimiteri cristiani ipogei hanno permesso, in particolare negli ultimi anni, di chiarire i problemi legati alla lorn origine e alla definizione crnnologica 7 , di ricostruime in diversi casi le fasi della evoluzione topografica 8 , di definire caratteri e sviluppo dei numernsi documenti iconografici9 e hanno fornito un quadro completo dei rinvenimenti epigrafici suburbani 10• Sono disponibili inoltre studi, non molto recenti ma dettagliati, sugli aspetti geologici del sottosuolo del subnrbio rnmano 11• La scelta di questa area campione -cimiteri delle vie Ostiense, Ardeatina e Appia- (fig. 1) risponde essenzialmente alla necessita di fornire un quadrn quanto piu possibile rappresentativo e completo dal punto di vista cronologico e della

REEKMANS 1986a, p. 246. 11contributo di Reekmans (REEKMANS 1986a) e apparso negli atti del convegno dedicato a L' inhurnation privilegiee du IV" au Vllle siecle en Occident. 3 Sul valore dello studio dei res ti funerari cfr. BLAKE 1983, in particolare p. 191, con bibliografia precedente. 4 Cfr. D'AGOSTINO 1985,pp. 47-52 e D'AGOSTINO 1990, p. 401, in cui si definisce il sepolcreto "una immagine metaforica del reale" e BALDASSARRE 1987, pp. 125-126, che in base allo studio dei dati emersi dalle indagini svolte nella necropoli di eta imperiale dell'Isola Sacra (Porto) sottolinea come questi stessi dati "si presentano fin dalll'inizio investiti di un preciso valore semantico, che modifica ii loro valore d'uso e la loro funzione originaria e li q ualifica come mezzi dei q uali una societa si serve per costruire la propria immagine ideologizzata". Cfr. anche DE LA GENIERE 1990. I dubbi recentemente espressi da Settia riguardo al problema della rappresentativita delle necropoli si riferiscono in particolare all'uso dei corredi funerari come elemento di identificazione etnica e socio-culturale di una societa (SETTIA 1994, pp. 61-64). Yd. inoltre LA ROCCA 1988, pp. 236-245. 5 Cfr. ancora D' AGOSTINO 1990, p. 420. 6 Apartire dall'eta severiana, dalle fonti letterarie e dalla documentazione archeologica, si evince l'esistenza delle prime aree funerarie esclusive delle comunita cristiane, mentre per i decenni precedenti tutti gli elementi a disposizione concorrono a suggerire l'ipotesi che pagani e cristiani condividessero i medesimi spazi cimiteriali, come attesta con evidenza -per riportare un esempio eclatante- la sepoltura di Pietro nella necropoli del Vaticano. A Roma infatti i nuclei primitivi dei cimiteri sotterranei (per quelli sub diva i resti monumentali sono quanta mai scarsi) di S. Callisto, Priscilla, Pretestato, Novaziano e Calepodio si possono attribuire cronologicamente ai primi decenni de! III secolo. I momenti di maggiore sviluppo sono stati individuati nel periodo compreso tra le persecuzioni di Decio e Valeriano e quella di

Diocleziano (seconda meta de! III - inizi de! IV secolo) e nel momenta segnato dal regno di Costantino e ii pontificato di Liberia (352-366), mentre dopo gli anni Sessanta-Settanta de! IV secolo la creazione di nuove regioni nelle catacombe risulta in effetti limitata. La fine delle sepolture ordinarie in catacomba si puo riferire ai primi decenni de! V secolo (FIOCCHI NICOLAI 1997). 7 Vd. BRANDENBURG 1984, pp. 11-49 e BRANDENBURG 1994; REEKMANS 1986, pp. 11-37; PERGOLA 1986, pp. 339-344 e PERGOLA 1997; FIOCCHI NICOLAI 1997. 8 Yd. TOLOTTI 1970 (catacomba di Priscilla); FASOLA-TESTINI 1978 (nuclei cimiteriali di eta precostantiniana); FASOLA 1964 e FASOLA 1970 (cimitero di S. Tecla); PANI ERMINI 1969 e PANI ERMINI 1972, PERGOLA 1975, PERGOLA 1983, PERGOLA 1985-86, PERGOLA 1986a, PERGOLA 1986b, PERGOLA 1989,PERGOLA 1990, PERGOLA 1990ae PERGOLA 1994 (catacomba di Domitilla); REEKMANS 1964 e REEKMANS 1988 (catacomba di S. Callisto); TOLOTTI 1977 e TOLOTTI 1978 (cimitero di Pretestato); GUYON 1987 (cimitero dei SS. Marcellino e Pietro); FIOCCHI NICOLAI 1988 e FIOCCHI NICOLAI 1991 (cimiteri de! Lazio settentrionale e catacomba anonima di via Anapo); CARLETTI 1994 (catacomba di Commodilla); SAINT-ROCH 1999 (cimitero dei SS. Marco e Marcelliano). Solle problematiche connesse a questi studi cfr. REEKMANS 1984. 'Vd. i contributi di REEKMANS 1973, FEVRIER 1989 e, da ultimo, BISCONTI 1998. 10 La raccolta delle Inscriptiones Christianae Urbis Rornae e giunta al X volume, completando cosi I' edizione dei rinvenimenti epigrafici de! suburbia romano. Vd. inoltre i contributi di PIETRI 1983 e CARLETTI 1997. 11 DEANGELIS D'OSSAT 1940 (sui cimiteri delle vie Ardeatina e Appia) e DEANGELIS D'OSSAT 1943; VENTRIGLIA 1971, in part. pp. 130-185.

1

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lntroduzione tipologia degli insediamenti: nell'ambito dei cimiteri situati lungo queste vie sono rappresentati complessi con caratteristiche geologiche differenziate, con fasi di occupazione relative a un ampio arco cronologico, di carattere sia comunitario sia privato, e riferibili a comunita diverse per livello economico e sociale. Tra i cimiteri comunitari dell' area campione quelli di Domitilla, S. Callisto e Pretestato presentano la piu ampia articolazione cronologica, compresa tra la fine de! 11-inizi III secolo e gli inizi de! V, con uno sviluppo progressivo, realizzato attraverso la creazione di regioni autonome, collegate nel corso de! tempo a formare estese reti catacombali 12• I diversi nuclei che costituiscono questi complessi presentano caratteri differenziati in rapporto all' organizzazione degli spazi e alla fruizione. Anche in altre catacombe e certa I' esistenza di nuclei precostantiniani (S. Tecla, Commodilla, Balbina), fondata sulla presenza in esse di sepolture martiriali, ma la formazione dei cimiteri comunitari sembra essere conseguente allo sviluppo cultuale delle stesse tombe venerate, con la creazione di spazi idonei allo svolgimento de! culto. La presenza di tombe venerate appare anche nell'area in esame, come e stato gia rilevato 13 , come I' elemento che determino lo sviluppo estensivo di queste aree cimiteriali. Gli altri nuclei comunitari considerati, come la catacomba della Nunziatella, quelle di Vibia e della S. Croce, pure di carattere comunitario, presentano infatti dimensioni sensibilmente ridotte rispetto ai cimiteri sopra menzionati. Altri non estesi insediamenti funerari ipogei sono classificabili invece tra i cimiteri "di diritto privato", riservati ad alcuni gruppi, probabilmente familiari, e realizzati al di fuori dalle aree comunitarie 14 • Si tratta in tutti i casi di nuclei di estensione limitata, riferibili a un basso numero di sepolture 15 e con uso limitato nel tempo.

Nella descrizione dei tipi sepolcrali riscontrati nel corso delle ricognizioni nei complessi cimiteriali sono state usate le sigle riportate nella tabella al paragrafo 6.1. L'assenza della sigla nella descrizione di un tipo corrisponde alla mancata visione diretta della struttura sepolcrale, per la quale si e fatto riferimento a quanto edito in proposito. L'ordine di presentazione dei tipi nella trattazione dei singoli cimiteri coincide con quello utilizzato nella stessa tabella. La definizione dei singoli TIPI e consistita nell'individuazione dei caratteri strutturali essenziali che permettono di ricondurre a schemi normativi la molteplicita di soluzioni riscontrate nel corso dell'analisi sistematica 17• Di tali SOLUZIONI o VARIANT!, escludendo le variazioni riconoscibili come casuali, sono prese in esame quelle determinate volutamente, utili per l'identificazione dei diversi modi in cui i tipi sono stati realizzati concretamente. A tale scopo viene preso in considerazione singolarmente ciascun tipo e per ognuno sono analizzati questi elementi: forma, dimensioni, rivestimento intemo, sistema di chiusura, eventuale apparato decorativo 18•

L'analisi relativa ai singoli complessi catacombali si svolge secondo un ordine cronologico e topografico, sulla base di uno schema che si e rivelato adatto alla maggior parte delle aree cimiteriali in esame, anche a quelle con sviluppo limitato, che presentano spesso una stratificazione delle sepolture, piu o meno articolata e complessa. L'analisi per singoli nuclei ha lo scopo di delineare le caratteristiche dei vari tipi di sepoltura in rapporto al contesto topografico, e quindi cronologico, di appartenenza 16•

Tra gli studi tipologici delle sepolture relativi a periodi e/o contesti vicini a quello in esame sembra opportuno segnalare innanzi tutto l'analisi di Gagniere, relativa alle tombe tardoantiche e medievali della bassa valle de! Rodano, che, sebbene "schematica e lacunosa" 19, presenta tuttavia l'indubbio merito di rapportare sistematicamente, per la prima volta, tipi sepolcrali e fasi cronologiche 20 • In ordine allo stesso principio, classificazioni accurate sono state presentate, piu recentemente, nel corso dei convegni su Sepolture e necropoli tra tardo-antico ed alto medioevo nell'Jtalia nord-occidentale 21 e Le sepolture in Sardegna dal IV al VII secolo 22, riguardanti gli aspetti connessi ai cimiteri tardoantichi di aree geografiche definite. Ne! recente convegno incentrato sull 'Archeologie du cimetiere chretien, Galinie ha nuovamente posto in evidenza la necessita di riprendere la ricerca alla base e di creare un vocabolario comune e univoco, allo scopo di analizzare aspetti importanti nello studio delle necropoli quali l'evoluzione tipologica, l'organizzazione dello spazio funerario, l'individuazione di luoghi privilegiati e di spazi riservati 23 • Anche dall 'esame de Ila bibliografia specifica sulle catacombe romane risulta come in diversi casi sia stata valorizzata l'analisi tipologica delle sepolture quale elemento utile alla comprensione delle problematiche dei vari complessi. 11 primo a manifestare interesse nei confronti di questo aspetto e

12 Nella catacomba di S. Sebastiano il nucleo primitivo legato alla sepoltura martiriale appare attualmente obliterato dalle trasformazioni successive dell'ambiente e degli spazi circostanti. 13 FIOCCHI NICOLAI 1991, p. 22. 14 Si tratta dell'ipogeo dei Cacciatori, dei Quattro Oranti, di Casale Pupazzi, della via Appia Pignatelli, del Circa di Massenzio e dell'ipogeo Polimanti. 15 Per esempio, nell'ipogeo di Casale Pupazzi furono predisposte 48 tombe. 16 Nella relazione per aree cimiteriali sono state considerate anche le strutture non visibili attualmente, in particolare le tombe pavimentali ora interrate, per le quali ci si e serviti di resoconti di scavo inediti. I Giornali di Scavo (= G. d. S.) relativi alle attivita svolte nelle catacornbe rornane sono conservati presso I' Archivio dell a Pontificia Cornrnissione di Archeologia Sacra. Le sigle relative a singole regioni, gallerie e cubicoli delle planimetrie dei complessi cimiteriali sono tratte dai volumi delle ICUR. Fanno eccezione le piante dei cimiteri di S. Tecla, SS. Marco e Marcelliano e Pretestato per i quali si utilizzano i sisterni di sigle elaborati rispettivarnente in FASOLA I 970, SAINT-ROCH 1999 e TOLOTTI 1978, che rispondono al criteria di distribuzione topografica degli arnbulacri, individuata dagli stessi autori.

17 Per quanta attiene agli studi sul metodo della classificazione tipologica applicato alla ricerca archeologica vd. principalmente ADAMS - ADAMS 1991 e PERONI 1998. Sui problemi legati al concetto di tipo e all' elaborazione di una cronotipologia vd. FERRANDO-MANNONI-PAGELLA 1989, pp. 647-650. 18 Altri esernpi di scheda per la classificazione tipologica delle tornbe sono presentati in LAMBERT- GRILLETTO 1989, pp. 329-330 e LAMBERT 1992,pp. 152-153. 19 BLAKE 1983, p. 185. 20 GAGNIERE 1965. 21 LAVAGNA-VARALDO 1988, MARTINO 1988, MURIALDO 1988, NEGRO PONZI MANCINI 1988, PALLARES 1988, PERINETTI 1988. GIUNTELLA 1990, LISSIA-ROVINA 1990, MANCA DI MORES 1990, PANI ERMIN! 1990, VENTURA 1990. Sulle tombe tardoromane della Sardegna si segnala ii recente volume di A.M. Giuntella riguardante in particolare il cimitero di Corn us, in cui le sepolture sono attentamente analizzate e classificate in ordine alla loro tipologia (GIUNTELLA 1999). 23 GALINIE 1996. Nell'ambito dello stesso convegno, relativamente ad alcune regioni dell a Francia, vd. BOISSAVIT-CAMUS et a/ii 1996, COLARDELLE et a/ii 1996, PILET 1996.

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lntroduzione

Fig. 2. - Illustrazione di alcuni tipi sepolcrali (da DE ROSSI 1864-1877, III).

stato De Rossi che, negli studi dedicati alle catacombe di S. Callisto e di Domitilla 24 , ha tracciato un quadro riassuntivo dei tipi sepolcrali attestati nei cimiteri cristiani ipogei e subdiali (fig. 2), rapportandoli allo sviluppo topografico di queste aree. Le considerazioni successive, che hanno trovato spazio principalmente nella manualistica e che non si basano quindi su indagini specifiche, riprendono sostanzialmente, e in genere in forma molto sintetica, le osservazioni proposte da De Rossi 25 • Negli studi piu recenti, relativi a singoli complessi cimiteriali, sono stati considerati criticamente la configurazione strutturale e l'evoluzione delle tombe, il rapporto con il contesto monumentale, l'apparato decorativo, e possono fornire quindi apporti utili allo studio tipologico 26.

prie esperienze tecnico-esecutive 27 alle condizioni particolari degli ambienti ipogei, in cui sono riprodotte "in negativo" quelle medesime strutture che nelle necropoli classiche a cielo aperto erano realizzate in muratura e che comunque gia erano in uso negli ambienti funerari sotterranei 28 , e la funzione, invece, dei committenti e in che misura essi dovettero accettare apparati sepolcrali gia predisposti o al contrario intervenire nell' elaborazione stessa delle strutture e dell a loro decorazione 29 •

Dopa aver definito i tipi e le varianti, era necessario individuare le forme sepolcrali presenti in un ampio area cronologico, diffuse di fatto in ogni ambito cimiteriale, e tracciarne lo sviluppo. Si voleva verificare, d'altra parte, l'eventuale presenza di alcuni tipi o soluzioni limitati a un ambito cronologico definito oppure caratterizzanti una determinata area (cimitero, regione o nucleo). Era necessario, d'altra parte analizzare il ruolo, nella diffusione e distribuzione dei tipi sepolcrali, delle diverse maestranze che operarono nelle catacombe romane, adattando di volta in volta, in relazione anche alle caratteristiche geologiche del sottosuolo, le pro-

La presenza differenziata dei tipi doveva essere esaminata inoltre in connessione con la organizzazione dello spazio funerario. Era da definire con chiarezza, infatti, il rapporto fra spazio disponibile e scelta in favore di determinati tipi, dal momenta che si voleva verificare la possibilita di identificare, in base allo studio tipologico, all'interno dei vari complessi cimiteriali, aree "specializzate" e spazi differenziati, caratterizzati per esempio da tombe monumentali o da sepolture fatte in serie 30 • Inoltre, prendendo in esame i fenomeni connessi con la presenza di tombe venerate in alcuni cimiteri, si voleva verificare se la necessita di intensificare la presenza di sepolture avesse portato alla creazione di varianti significative in quanta attribuibili a tale specifica situazione, relative sia all' aspetto tipologico sia a quello della distribuzione delle sepolture nell'ambito delle aree sepolcrali.

DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 402-420 e DE ROSSI 1865, pp. 38-39. Per citare solo i contributi principali vd. ROLLER 1881, pp. 8-13; ARMELLINI 1893, pp. 46-47; MARUCCHI 1911, pp. 16-20; MARUCCHI 1933, p. 5; TESTINI 1966, pp. 135-137; DEICHMANN 1993,pp. 51-57. Yd. inoltre BON AVENIA 1908, pp. 211-212. 26 Non sono molti tuttavia gli esempi significativi in tal senso, rappresentati principalmente dalle esperienze di Reekmans, il q uale ricostruisce, anche in base all'esarne tipologico delle tornbe, le diverse fasi di escavazione della cripta con la sepoltura di papa Cornelio nel cimitero di Callisto (REEKMANS 1964) e di Fiocchi Nicolai a proposilo della catacornba anonima di via Anapo, preceduto da un contributo specifico sull'argomento di Fasola (FASOLA 1985 e FIOCCHI NICOLAI 1991. Eda sottolineare inoltre che nella rnonografia dedicata ai cirniteri de! Lazio settentrionale lo stesso autore dedica speciale attenzione all'esarne tipologico delle sepolture, riservando a questo terna una specifica sezione nell 'arnbito delle osservazioni conclusive: FIOCCHI NICOLAI 1988, in particolare pp. 372-376), che collega sistematicamente lo sviluppo topografico e cronologico del cirnitero con la diffusione e l'evoluzione strutturale dei tipi sepolcrali. Inoltre in due contributi relativi alla catacornba di Dornitilla, Pergola rivolge particolare

attenzione all'esarne tipologico delle sepolture, sottolineandone, oltre all'aspetto analitico-descrittivo, il valore in rapporto all'esame globale del contesto cimiteriale (PERGOLA 1975, pp. 93-96 e PERGOLA 1983, pp. 214219). 27 Queste maestranze -come e stato opportunamente sottolineato- "erano in pieno possesso delle tecniche di scavo e di sfruttarnento de! sottosuolo, in primo luogo gli operai delle imprese che gestivano l'estrazione dei materiali da costruzione (tufo e pozzolana) negli «arenari», rnediante reti di gallerie che si estendevano per vari chilometri" (PERGOLA 1986, p. 342). Per l'esperienza maturata dalle maestranze nello scavo di cisterne e cunicoli idraulici nel sottosuolo rornano vd. TOLOTTI 1980, pp. 43-48. Sul ruolo dei fossori vd. principalmente GUYON 1974 e CONDE GUERRI 1979. 28 Cfr. FASOLA 1983a, pp. 671-672. Sugli insediarnenti cirniteriali ipogei precedenti gli arnbienti catacornbali rornani e sui tipi di sepoltura in essi adottati cfr. TOYNBEE 1993,pp. 9-16, 86-88, 110-111, 162-204. 29 Cfr.SAINT-ROCH 1999,p.130. 30 Vd. a questo proposito le osservazioni di FOULCHER 1987, LEVEAU 1987, ORTALLI 1987, STEINB Y 1987 e ANGELUCCI et a/ii 1990. Per le catacornbe rornane cfr., da ultimo, SAINT-ROCH 1999, pp. 132-133.

24 25

5

2. ANALISIDEi COMPLESSICIMITERIALI

2.1. Via Ostiense

10

2.1.1. lPOGEODELLA RUPEDI S. PAOLO

A mezza costa della collina a est della basilica di S. Paolo fuori le mura (fig. 3) si accede a un piccolo ipogeo: una profonda scala sulla cui parete nord-occidentale si apre un cubicolo (fig. 4). Come provato dalle numerose iscrizioni graffite sull'intonaco che riveste la volta e la medesima parete nord-occidentale della scala, il piccolo cimitero fu accessibile per lungo tempo 1• L'ipogeo, del quale gia De Rossi pubblico una breve notizia 2 , fu ritenuto da Armellini 3 il luogo di sepoltura del martire Timoteo, la cui deposizione in un cirnitero sulla via Ostiense e attestata dall'itinerario altomedievale De locis 4 : tale attribuzione fu ritenuta non sicura da Stevenson 5 • E difficile avanzare ipotesi riguardo alla cronologia dell'ipogeo, che attende ancora uno studio dettagliato, in mancanza di reperti epigrafici e decorazioni, o di altri elementi datanti.

Sono comunque riconoscibili due fasi, di cui la prima coincide con la realizzazione del primo tratto della scala che giungeva fino all'accesso del cubicolo absidato: questa prima fase si distingue per la presenza di un rivestimento d'intonaco bianco della volta e delle pareti. Aun secondo momento e da riferire I' approfondimento dell a scala. LOCULO

Quando la scala fu approfondita, sulle sue pareti trovarono posto alcuni loculi LS, disposti disordinatamente. Altri loculi dello stesso tipo furono ricavati inoltre nel tratto superiore della scala e nella parete sud-orientale del cubicolo, rompendo l'intonaco. NICCHIA

L'unica sepoltura sicuramente attribuibile al primo periodo del cubicolo, interessato dal rivestimento d'intonaco. La lunga frequentazione dell' ambiente e le trasformazioni subite dallo stesso non permettono di individuare le altre sepolture primitive che con ogni probabilita dovevano trovare spazio nel cubicolo.

e la nicchia N4, che si apre lungo la parete nord-orientale

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Fig. 3. - Ipogeo Rupe di S. Paolo: ubicazione (da STEVENSON 1898)

Fig. 4. - Ipogeo Rupe di S. Paolo: rielaborazione dello schizzo della pianta (da STEVENSON, Cod. Vat. Lat. 10554, f. 165).

1 La serie di iscrizioni parietali a sgraffio incise sull'intonaco che riveste la parte iniziale dell'ipogeo e attualmente inedita. Nel II volume delle ICUR sono riportati solo i testi ritenuti da Silvagni pertinenti alla frequentazione tardoantica del cimitero (ICUR, II 5929), tra i quali l'acclamazione Gaudenti vivas in Ch(risto) l(esu) e una croce monogrammatica con A e Q inserita in una corona teniata. Gli altri graffiti, secondo De Rossi, testimoniano la frequentazione dell'ipogeo per tutto il medioevo e !'eta modema (DE ROSSI 1872a, p. 159). Stevenson, nel corso di una esplorazione effettuata nel 1898,

lesse le date del 1385, 1557 e 1790. 11resoconto della visita del 5 gennaio 1898 e conservato nel Cod. Vat. Lat. 10554, ff. 164-165, in cui e riportato anche un rapido schizzo della pianta dell'ipogeo (fig. 4). 2 DE ROSSI 1872a, pp. 159-160. 3 ARMELLINI 1890, p. 943; ARMELLINI 1893, pp. 491-492. 4 VALENTINI-ZUCCHETTI 1940-1953, II, p. 108. 5 STEVENSON 1897a, p. 311. Sulle proposte di ubicazione della tomba di S. Timoteo in questo ipogeo vd. VERRANDO 1990, pp. 860-862.

11

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 5. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo A: pianta (rielaborazione da FASOLA 1964).

Fig. 6. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo A: tornba a cassa costruita su un gradino della scala d'accesso.

Fig. 7. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo A: tornbe a fossa presso il loculo decorato (foto Archivio PCAS).

12

2.1.2 COMPLESSO CIMITERIALE DI S. TECLA

11 complesso cimiteriale di S. Tecla6 risulta composto da diversi nuclei ipogei, parte dei quali (A-C) quasi completamente distrutti nel corso di lavori edilizi nei primi anni Sessanta de! Novecento: l'ipogeo piu esteso, D, sorto intorno a una basilica sotterranea, e i gruppi di gallerie A, B e C, gli ultimi due successivamente uniti fra loro 7 •

ARCOSOLIO

Nel corso della seconda fase fu ristrutturato il cubicolo 2a, sulla cui parete settentrionale, distrutta per la creazione della scala, fu costruito un arcosolio Aam2 10· TOMBAA CASSA

IPOGEO A

Nell 'ultimo periodo di utilizzazione dell 'ipogeo la scala primitiva di accesso (ormai chiusa) fu quasi del tutto distrutta in seguito alla creazione di tombe a cassa (CSl) sistemate al di sopra dei gradini stessi (fig. 6): questi ultimi lavori sono stati riferiti da Fasola alla fine del IV secolo 11•

Dell'ipogeo A nel suo complesso resta in pratica solo la descrizione di Fasola, pubblicata in occasione delle indagini 8 , essendo attualmente visibile una sola galleria e parte della primitiva scala di accesso. In origine ii nucleo cimiteriale era composto comunque da un numero limitato di gallerie non scavate secondo uno schema regolare (fig. 5). Nella galleria 3 di questa prima fase dell' ipogeo, fu posta -secondo Faso la- la sepoltura di un martire, la cui presenza determino i successivi sviluppi dell'area funeraria9. Infatti, per permettere un accesso agevole al santuario fu creata, per Fasola forse in eta damasiana, una scala in muratura che immetteva direttamente nella galleria 3. In una fase posteriore, infine, fu chiuso l'antico ingresso e abbassato il piano della galleria 1.

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Fig. 8. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo A: scala 3, prospetto sud (da FASOLA 1964).

6 Lo scavo e la pubblicazione de! cirnitero si devono a U. M. Fasola. Vd. principalrnente FASOLA 1964, FASOLA 1969 e FASOLA 1970. 7 Per l'ubicazione dei diversi ipogei vd. FASOLA 1964, fig. 1. 8 FASOLA 1964. 9 Fasola non avanza proposte di identificazione per ii martire sepolto in questo nucleo cimiteriale, da lui denominato "L'ipogeo con la tomba di un rnartire sconosciuto"' (FASOLA 1964, p. 21). In seguito Verrando ha propo-

sto di identificare la tornba venerata con quella di Timoteo, sepolto sulla via Ostiense (VERRANDO 1990). 10

FASOLA 1964, p. 38.

FASOLA I 964, p. 50, che attribuisce a questa fase anche ale uni loculi scavati nel tufo al di sotto dei gradini. 11

12

13

FASOLA 1968, pp. 46-48, fig. 20.

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Fig. 9. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo A: galleria J, prospetto est (da FASOLA 1964).

Le murature del descensus furono inoltre "stipate di loculi, ottenuti scalpellando mattoni e tufi" 15 (cfr. fig. 8).

** * IPOGEO B

L'ipogeo B e stato completamente distrutto dalle modeme sovrapposizioni edilizie. Nel corso dei lavori Fasola pote comunque analizzare parte di questo nucleo, che risulto costituito da una rete abbastanza fitta di gallerie (fig. 11, gall. 1-7, 16), interessate da due approfondimenti successivi del piano pavimentale 16.

ARCOSOLIO

11cubicolo a presenta un arcosolio sulla parete di fondo.

TOMBAA FOSSA

Fig. 10. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo A: loculo con decorazione ad affresco (foto Archivio PCAS).

Nel piano pavimentale del cubicolo a furono scavate tombe a fossa, a due livelli sovrapposti. Non sono stati trovati resti relativi alla copertura di queste tombe.

LocuLO Le sepolture relative alla prima fase sono rappresentate esclusivamente da tombe a loculo LS, disposte in maniera disordinata lungo le pareti (fig. 9). Alcune tombe della galleria 1 erano chiuse con lastre marmoree iscritte e presentavano vari oggetti affissi nella calce usata per fissare gli elementi di chiusura. Le altre gallerie avevano loculi generalmente monosomi 13 . Una di queste tombe, e precisamente un loculo della parete settentrionale della galleria 3 (fig. 10), e da ritenere per Fasola una tomba venerata, per il cospicuo numero di sepolture che vi furono disposte intomo e per la presenza, del tutto singolare nell'ambito di questo ipogeo, di una decorazione ad affresco. Nella parte restante e visibile la rappresentazione di una fila di festoni rossi su fondo giallo 14• 11 loculo venerato fu decorato in occasione della seconda fase dei lavori.

13 14

Locuw Gli ambulac1i esplorati contenevano esclusivamente sepolture a loculo, molte delle quali bisome, disposte per pile regolari. Degli elementi originari di chiusura si conservavano solo pochi frammenti laterizi. Alla fase del secondo approfondimento Fasola riferisce lo scavo del cubicolo a, con tombe a loculo sulle pareti laterali. Nello stesso periodo le pareti approfondite delle gallerie furono interessate da pochi loculi e alcuni tratti di esse non ricevettero sepolture 17. Risulta pertanto che in questa ultima fase le deposizioni fossero concentrate nell'area del cubicolo, intensamente occupato, e che la restante rete cimiteriale fosse utilizzata solo sporadicamente.

FASOLA 1964,p. 36. FASOLA 1964, pp. 35-36.

15 16

14

FASOLA 1964, p. 43. FASOLA 1970.

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Fig. 12. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo D: pianta (rielaborazione da FASOLA 1970).

IPOGEO C

I' intern ipogeo fu abbassato, andando a coincidere con ii primo

approfondimento de! nucleo B, con il quale fu collegato 18 •

II nucleo C (fig. 11, gall. 8-15) era costituito, nella sua fase

primitiva, da una cava di pozzolana riutilizzata con funzione cimiteriale. In un secondo momenta ii livello pavimentale de!-

LocuLO Le tombe a loculo di questo nucleo, oggi completamente distrutte ma trovate da Fasola intatte al momenta della scoperta, mancano di una descrizione puntuale 19•

FASOLA 1970, pp. 194-196. 1970. 19 FASOLA 1970, pp. 198-200. 17

1s FASOLA

*** 15

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 13. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: basilica, parete ovest, arcosolio (foto Archivio PCAS).

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SCALA

Fig. 14. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: ricostruzione degli ambiento primitivi (da FASOLA 1970).

16

Via Ostiense - Complesso cimiteriale di S. Tee/a IPOGEO D

Le tombe ad arcosolio sono scarsamente attestate (11 in tutto, escluse quelle della basilica) e si presentano, dal punto di vista strutturale, non omogenee tra lorn. Esse si concentrano soprattutto nel cubicolo P, realizzato -come osservato da Fasola 25- in due fasi. Nella prima fu creata la parte antistante dell'ambiente, che in origine era un corto braccio di galleria, affiancato da due arcosoli lungo i lati nord (Aal 1) e sud (Aal); la scarsa profondita di quest'ultimo sembra dovuta alla preesistenza dei loculi retrnstanti della galleria 5. La parte posteriore del cubicolo presenta due arcosoli Aal, sulle pareti sud e nord, quast'ultimo con due arche sovrapposte, e uno sulla parete di fondo. Gli arcosoli della seconda fase del cubicolo si caratterizzano per il parapetto alto (l m) e per la presenza di una risega lungo il bordo dell'arco. Eda sottolineare infine che l'ambiente P e le tombe in esso contenute, in entrambe le fasi di realizzazione, furnno interessati da una decorazione pittorica. 11cubicolo retrnstante fu aperto -a giudicare dalle pitture che la ricoprono- verso la fine del IV-inizi del V secolo 26. Tutti gli arcosoli de! cimitern furono chiusi con lastre disposte in piano e poggiate su riseghe, mentre in un solo caso si e potuto verificare che gli elementi di copertura erano poggiati su travi disposte trasversalmente e alloggiate in appositi incassi 27 • I due arcosoli Aa2 scavati lungo la parete orientale della galleria 7 hanno le arche separate tra lorn da un muretto a tufelli. Un arcosolio AaS si apre sulla parete settentrionale della galleria J; nella parte sinistra della parete frontale restano le tracce di un rivestimento di intonaco bianco, delimitato da una cornice a fascia di colore rnsso.

11nucleo D del complesso cimiteriale di S. Tecla (fig. 12) si puo ritenere senz'altrn il piu significativo, sia per la sua ampiezza e per l'eccellente stato di conservazione, sia per alcune particolarita strutturali che lo caratterizzano. La catacomba, come e stato osservato da Fasola, si sviluppo in seguito alla creazione del santuario ipogeo, per la cui costruzione si volle senz' altrn ten ere con to dell' arcosolio situato lungo la parete occidentale del cubicolo a dell'ipogeo primitivo, che venne a trnvarsi poi nella parete di fondo del nuovo vano basilicale20(fig. 13). L'ipogeo primitivo (fig. 14), di non facile ricostruzione per le trasformazione subite nel corso della creazione della basilica ipogea e di quelle avvenute nel XVII secolo, quando l'ambiente fu usato come cantina, sembra fosse costituito da una galleria perpendicolare alla scala di accesso, da cui si sviluppava un solo ambulacro, e da tre cubicoli; la sua origine e stata attribuita alla fine del III secolo 21. Nella prima meta del IV secolo, trasformando il nucleo piu antico, fu creata una basilica ipogea: si allargo la scala di accesso esistente, si apri un lucemario in corrispondenza della tomba venerata; l' ambiente fu coperto da una volta a botte in muratura poggiante su tre archi, che campivano l'ambiente in due navate. La catacomba, che -come si e detto- si sviluppo in seguito alla creazione del santuario, aveva un'estensione limitata, con due gallerie originate dalla parete di fondo della basilichetta (1 e 2), da altri tre ambulacri (3, 4 e 5) che le collegavano tra lorn e da poche altre diramazioni. La prosecuzione verso sud-est della galleria 5 e la galleria 7 sono attribuibili a una fase successiva 22. 11cubicolo P, che appartiene a questo periodo, fu scavato in due fasi, assumendo solo nella seconda l'aspetto di un cubicolo doppio, e ricevette due distinte decorazioni pittoriche. La seconda fase si data alla fine del IV- inizio V secolo 23.

TOMBAA CASSA

Davanti alla nicchia l fu addossata al sarcofago una tomba a cassa CS2. Sul pianernttolo della scala W, successivamente al suo allargamento, fu sistemata una tomba a cassa CS228 . TOMBAA FOSSA

ARCOSOLIO

Le pareti e ii pavimento della basilica furono sistematicamente interessati da sepolture. 11suolo dell'ambiente fu intensamente occupato da tombe a fossa, in buona parte distrutte quando nel Seicento I' ambiente fu trasformato in cantina "lasciando solo qua e la, per poggiarvi i tini, i diaframmi tra le forme" 29. E stata comunque constatata la presenza di "un secondo strato (di tombe a fossa), sotto quello distrutto dai vignaioli" 30nell'area ai piedi della scala di accesso. Non restano elementi utili alla ricostruzione del sistema di chiusura adottato. Nella planimetria del cimitern pubblicata da Fasola 31sono riportate numernse tomba a fossa distribuite in maniera piut-

Nella fase primitiva due tombe ad arcosolio (Aal) erano sistemate ai bordi della scala, nella sua parte iniziale 24 L'arcosolio situato nella parete di fondo della basilichetta, che in origine si apriva sul lato ovest del cubicolo a, presentava l'aspetto consueto delle sepolture di questo tipo (Aal), come dimostra la sopravvivenza, sul lato meridionale, del1'imposta dell' arco primitivo: la sistemazione successiva dell a sepoltura, da riferire presumibilmente al momento della creazione del santuario, comporto la trasformazione dell'arcosolio primitivo, sormontato nella seconda fase da una volta a catino (Aa4).

° Cfr. FASOLA 1970.

2

NESTORI 19932 , nn. 2 e 3, p. 144. Galleria 5, parete sud-est. 28 La sepoltura e addossata all a parete occidentale della scala. Una struttura analoga era sisternata probabilrnente, ma le tracce sono scarse, presso la parete est, all'altezza de! pianerottolo. 29 FASOLA 1970, p. 204. 3°FASOLA 1970, p. 235. 31 FASOLA 1970, tav. II. 26

FASOLA 1970, pp. 207-210, 229-231. Questa ambulacri non rientrano peraltro nell' area segnata dal muro di recinto-contenimento, individuato nell'area subdiale del cimitero (FASOLA 1970, p. 253). 23 FASOLA 1970, pp. 256-258. 24 Di questi arcosoli sono rimaste, dopa I' allargamento della scala, solo parti delle lunette intonacate: FASO LA 1970, p. 207. 25 FASOLA 1970, pp. 256-258. 21

27

17

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 15. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: basilica, parete nord, nicchia con sarcofago (foto Archivio PCAS).

tosto omogenea sul suolo di tutti gli ambulacri. L'interro che attualmente le riempie non ha permesso di effettuare una analisi diretta, a eccezione della sepoltura a fossa ricavata nel settore nord dell' ambiente K', costituita da tre piani sovrapposti, separati da riseghe a incasso o a gradino ricavate sui lati lunghi per l'alloggiamento degli elementi di fondo/copertura, disposti in piano (FS/r/p). Lungo la galleria J, presso la parete meridionale, sono visibili attualmente gli elementi di copertura di una tomba pavimentale, ancora chiusa da tre laterizi disposti orizzontalmente, legati da calce.

pogeo primitivo immediatamente a ovest della scala, si conserva una pila di loculi relativi alla prima fase dell'ipogeo (cfr. fig. 14); attualmente e visibile solo il loculo inferiore (LS). La galleria 6, che si sviluppa dalla parete sud della basilica ed e in parte preesistente alla sua realizzazione, e interessata da uno scarso numero di loculi. I loculi scavati lungo le pareti delle gallerie hanno dimensioni piuttosto ampie e sono generalmente di esecuzione poco accurata (LS). Una di queste sepolture, ricavata lungo la parete settentrionale della galleria 2, ha il fondo ribassato di ca. 20 cm rispetto al limite inferiore dell'apertura, la cui quota corrisponde a quella del piano pavimentale della galleria (L3). Lo scarso numero delle epigrafi rinvenute nel cimitero dimostra che le tombe a loculo erano generalmente chiuse con elementi laterizi posti verticalmente e fissati con calce lungo i bordi. E attestato inoltre ii tipo di chiusura a muretti di mattoni, rivestiti talvolta con uno strata di intonaco 32 •

LOCULO

Si conservano le tracce di alcune sepolture relative agli ambienti primitivi. I loculi della scala furono quasi completamente distrutti in occasione del suo allargamento e di essi si conservano scarsi res ti. Lungo la parete nord dell a basilica, nel tratto corrispondente alla galleria ortogonale alla scala dell'i-

NICCHIA

La nicchia l, antecedente ai lavori per la basilica, fu occupata da tre tombe a fossa a due piani, disposte in senso estovest, rivestite intemamente in muratura a laterizi (Nl) 33. Successivamente all' occupazione delle tom be a fossa, al di sopra di queste fu collocato un sarcofago marmoreo (fig. 15), datato alla meta del IV secolo 34 , su un piano corrispondente al livello pavimentale della basilica (NS). II piano della nicchia m, che secondo Fasola era stata realizzata nella fase dell'ipogeo primitivo (cfr. fig. 14), situata lungo la parete settentrionale della basilica, fu occupato da una tomba a fossa (Nl) 35. Anche la nicchia n (N6), posteriore alla realizzazione della basilica 36 , fu interessata da quattro tombe a fossa, la prima disposta in senso est-ovest e addossata al limite nord della nicchia, le altre invece con orientamento nord-sud, che occupano I' intern spazio della nicchia (fig. 16)37 • Lungo la parete

FASOLA 1970, p. 239. 33 Della tomba centrale si conservano i laterizi, usati per la suddivisione in due livelli, posti orizzontalmente, poggianti su riseghe messe in opera al momenta della costruzione delle strutture sepolcrali, predisponendo file di laterizi sporgenti (FS/p). 34 FASOLA 1970, p. 211. 35 La tomba a fossa FS/p e rivestita in muratura con le pareti interne intonacate. Attualmente la struttura e solo parzialmente visibile. 36 Per lo scavo della nicchia n si taglio infatti l'intonaco della basilica (FASOLA 1970, p. 235). 31 La tomba situata a ridosso della parete nord (}'S/r/p), ha un loculo di adulto all'interno sul lato nord (la copertura era probabilmente in piano: e visibile una risega lungo ii lato nord, scavata nel tufo, per l'appoggio di lastre sistemate orizzontalmente). Delle tre tombe orientate in senso nord-sud, quella centrale, a due piani, presenta ii rivestimento intemo in muratura (FS/c). Le tombe a fossa situate ai lati, adiacenti ai lirniti est e ovest della nicchia, evidentemente successive, furono scavate nel tufo e utilizzarono, per i limiti contigui alla sepoltura centrale, la muratura preesistente. Della tomba a ridosso de! limite est si conserva parte della copertura costituita da laterizi sistemati in piano coperti da conglomerato cementizio (FS/p). 32

18

Via Ostiense - Complesso cimiteriale di S. Tee/a

Fig. 16. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: basilica, parete nord, nicchia con tombe a fossa (foto Archivio PCAS).

Fig. 17. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: "camerone" (foto Archivio PCAS).

occidentale fu scavato un arcosolio, realizzato irregolarmente e non rifinito; sulla parete nord fu ricavato, in maniera molto irregolare, un loculo di adulto 38 • Lungo la parete meridionale della basilica furono sistemate almeno due sepolture all' intemo delle nicchie createsi dopo la costruzione dei pilastri dell'ambiente. Nella prima nicchia a est, tra il muro q e il primo pilastro, fu costruita una tomba a cassa 39 , sistemata con orientamento est-ovest. Una struttura analoga fu ricavata nello spazio compreso tra il primo e il secondo pilastro (N7). Nel primo tratto della galleria 1, lungo la parete nord, si apre un'ampia nicchia arcuata N3.

-"CAMERON!" (TOMBEA LOCULO,TOMBEA FOSSA,TOMBEA CAPPUCCINA)

La caratteristica principale della catacomba e rappresentata dai ed. "cameroni" 40 , consistenti in ambienti di ampie dimensioni (fino a 5 x 2,20 m), con il suolo approfondito di ca. 2 m al di sotto della soglia di accesso (fig. 17 e 18). Le pareti laterali e quella di fondo risultano occupate da grandi loculi Ll, disposti per pile ordinate. 11piano presenta sei/sette

Arcosolio Aal, loculo LS. Tomba a cassa CSl. Per delimitare i lati minori si utilizzarono le strutture preesistenti (ii pilastro e ii muro q), mentre due nuovi muri definivano la struttura a sud e a nord. L'intemo della cassa fu rivestito di intonaco. Non restano tracce della copertura. 4°Cfr. gli arnbienti A-O e R-V. 38

39

Fig. 18. - Complesso cimiteriale di S. Tecla, ipogeo D: "camerone" (foto Archivio PCAS)

19

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 19. - Cornplesso cirniteriale di S. Tecla, ipogeo D: sezione dei "carneroni" G-H (da FASOLA 1970).

in rapporto solo una ridotta percentuale. Si e calcolato infatti che le sepolture contenute nei "cameroni" rappresentano ca. 1'83% del totale delle sepolture del cimitero (esclusa l'area della basilica), mentre solo il 14% e riferibile alle gallerie e il 3% ai cubicoli 45 (I).

tombe a fossa scavate nel tufo FS/r/p. Dopo l'occupazione dei loculi e delle tombe a fossa, questi ambienti erano successivamente riempiti all'interno con sepolture a cappuccina in strati sovrapposti, separate da letti di calce alti 15-18 cm. Dopo essere stati interamente occupati i "cameroni" erano chiusi con muretti in tufelli 41 (fig. 19). E da sottolineare I' originalita di questa soluzione che non trova confronto negli altri cimiteri cristiani ipogei (romani e non) e che e sostanzialmente da mettere in rapporto con la necessita di ottenere il numero maggiore possibile di spazi sepolcrali in un ambito ristretto e contiguo a una tomba venerata, in una catacomba "ideata come un vasto «retrosanctos»"42. La scelta in favore di questa soluzione e stata collegata da Fasola alla facile reperibilita dei laterizi nella zona e, piu specificamente, con il proposito di sfruttarne la straordinaria abbondanza 43 . E certo in ogni caso che non dovette trattarsi di un reimpiego occasionale, ma di una utilizzazione sistematica e preventivamente disposta al momento della creazione degli ambienti, e di una soluzione resa possibile anche dalla qualita del banco tufaceo: una pozzolana quasi nera dall "'insolito spessore" che "ha permesso ai fossori l'eccezionale escavazione" 44 • La distribuzione omogenea dei "cameroni" nell' ambito de lie gallerie principali de! cimitero ( J, 2 e 5) e le loro caratteristiche strutturali omogenee dimostrano inoltre l'unitarieta dell'intervento.

La presenza dei "cameroni" e la loro modalita di sepoltura condizionano anche il rapporto proporzionale tra i diversi tipi di tombe utilizzati nell'area cimiteriale: la tomba piu attestata e il loculo (58%), rispetto agli altri cimiteri indagati e altissima la percentuale delle tombe a cappuccina e a semicappuccina (33%) 46 , le tombe a fossa costituiscono 1'8% de! totale e gli arcosoli I' 1% (II e III).

gallerie 14%

"cameroni" 83%

La maggior parte delle sepolture della catacomba e da riferire ai "cameroni", mentre le altre deposizioni rappresentano

I. - Distribuzione topografica delle sepolture.

41 Vd. FASOLA 1968, pp. 130-133; FASOLA 1969, pp. 509-510; FASOLA 1970, pp. 238-246. Vd. anche le descrizioni di BOLDETTT 1720, p. 548; ARMELLINI 1889, p. 325; ARMELLINI 1893, p. 498; STYGER 1933, pp. 299-302; FASOLA 1964-65, pp. 4-5. 42

FASOLA 1970, p. 239.

43

FASOLA 1970, pp. 247-251.

44

DEANGELIS D'OSSAT 1943, pp. 70-72.

cubicoli

45 Per ottenere le percentuali indicate sono state contate tutte le strutture sepolcrali del ciruitero; solo per le tombe a cappuccina e a seruicappuccina sistemate all'interno dei "cameroni", per lo piu asportate nel corso degli ultirni scavi o di interventi precedenti, si e proceduto a un calcolo per approssirnazione, sulla base di quanta attualrnente conservato, delle dirnensioni degli ambienti e sulle osservazioni (relative alle dimensioni delle tombe, alla loro disposizione e all'altezza degli strati) pubblicate da Fasola. 46 Vd. infra paragrafo 3.2.

20

Via Ostiense - Complesso cimiteriale di S. Tee/a

t. a fossa arcosoli 8% 1%

t. a cappuccina 33%

loculi 58%

II. - Distribuzione tipologica delle sepolture.

800 700 600 500 400 300 200 l00

loculi

t. a cappuccina

t. a fossa

arcosoli

Ill. - Distribuzione topografico-tipologica delle sepolture.

21

nicchioni

Iiicubico.li 111) "cameroni"

20m

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Fig. 20. - Catacomba di Commodilla: pianta (ne. laborazione da DECKERS-MIETKE-W EILAND 1994).

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Via Ostiense - Catacomba di Commodilla

2.1.3. CATACOMBA DI COMMODILLA

I recenti studi sulla catacomba di Commodilla hanno evidenziato che l 'uso comunitario e sistematico de! cimitero a scopo funerario si data a partire dalla seconda meta del IV secolo 47 . L' ipogeo originario precostantiniano si e potuto riconoscere limitatamente all'area della galleria A, trasformata successivamente in un vano basilicale di forma irregolare (fig. 20). II nucleo principale e costituito dalla regione dell'"arenario" (A), per la quale fu riutilizzata una cava di pozzolana, il cui accesso originario, situato al termine della galleria F, fu chiuso in antico con un muro in tufelli. L'utilizzazione comunitaria a scopo funerario delle gallerie arenarie e stata datata al periodo compreso tra gli ultimi anni del pontificato di Damaso e quello di Siricio (ultimo venticinquennio del IV secolo )48 . La regione occidentale (0), che si sviluppa al 1° livello, e contemporanea all'utilizzazione funeraria dell'arenario49.Anche la regione della scala T (Q), situata al 3° livello, fu in uso tra la fine de! IV e la prima meta de! V secolo 50 • La presenza delle tombe venerate 51comporto l 'uso prolungato di alcuni ambienti della catacomba, in particolare della basilica e delle aree immediatamente circostanti. In queste zone si concentro l'afflusso dei visitatori, anche in eta altomedioevale52, e si prolungo la pratica sepolcrale, fino almeno al VII secolo, come nel caso della sepoltura a fomo ricavata lungo la parete orientale della galleria F rompendo alcuni dei loculi preesistenti 53 e della tarda tomba di Turtura, situata nel1'area della basilica 54 •

Fig. 21. - Catacornba di Cornrnodilla: basilica, parete nord, tornbe a loculo.

'

Le sepolture venerate documentate dalle fonti 55sono certamente da collocare nell 'area della basilica ipogea 56, anche se la loro identificazione e controversa. Per le due tombe a loculo 57 (fig. 21) situate sulla parete settentrionale dello stesso ambiente, e stata proposta di recente l 'identificazione con ii luogo di sepoltura dei martiri Felice e Adautto: un'analisi accurata ha permesso infatti di stabilire che i due loculi sovrapposti della nicchia sono entrambi da riferire a deposizioni di adulti, e non quello inferiore, ancora quasi del tutto chiuso, a una sepoltura di bambino, come proposto da Marucchi 58 (fig. 22).

------,

CARLETTI 1994, pp. 5-6. CARLETTI 1994, p. 7. 4" CARLETTI 1994, p. 9. 5° CARLETTI 1994, p. 8. 51 Cfr. CARLETTI 1994, pp. 4-5. 52 CARLETTI 1984-1985. 53 Cfr. irifra p. 24. 54 Cfr. nota 64, p. 24. 55 Cfr. nota 51, p. 23. 56 La basilica, che sostitui il precedente santuario damasiano, fu realizzata da Giovanni I (523-526); cfr. LP. I, 276. Con la costruzione della basilica, dotata di due absidiole, ii papa provvide anche allo scavo di una apposita scala di accesso (E). 57 Per Bagatti si trattava invece in origine di un arcosolio irregolare (BAGATTI 1936, p. 41). 58 Questa dato conferma l'indicazione fornita dall'itinerario altomedievale De locis, secondo cui le tornbe di Felice e Adautto erano situate in uno loco 41

48

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1•

Fig. 22. - Catacomba di Commodilla: basilica, parete nord, tombe a loculo (sezione sud-nord).

23

Fig. 24. - Catacornba di Cornrnodilla: galleria F, parete ovest, tornba a fomo.

Fig. 23. - Catacornba di Cornrnodilla: basilica, parete ovest, tornba a loculo.

E invece ancora aperta la questione relativa alla tomba a loculo situata lungo la parete occidentale della basilica e decorata, nell' ultima fase (seconda meta de! VII secolo), con la rappresentazione della traditio clavium (fig. 23), la cui identificazione con ii luogo di sepoltura di Adautto proposta da Bagatti, e stata di recente decisamente negata 59 : si puo tuttavia osservare che non si deve necessariamente escludere che ii loculo possa essere in realta una sepoltura martiriale, considerato che, al di sotto della decorazione visibile attualmente, sono stati individuati due precedenti strati di rivestimento riferibili il primo a eta damasiana e il secondo a un momento non anteriore al V secolo, a cui e pertinente anche l'iscrizione dipinta [sa]ncto m[arty]ri bene[rabili]

razione ad affresco 69- la sepoltura a fomo FObl ricavata lungo la parete orientale della galleria F rompendo alcuni dei loculi preesistenti. La tomba ha l'apertura quadrangolare sormontata da un timpano affrescato (fig. 24). TOMBAA FOSSA

Numerose tombe a fossa a causa dell'interro non sono attualmente visibili, ma solo posizionabili sulla base delie testimonianze relative a indagini precedenti, in particolare di quella di Bagatti 70 • LOCULO

60 •

Le sepolture della regione sono rappresentate soprattutto da tombe a loculo, generalmente di ampie dimensioni, ben spaziate tra loro, disposte piuttosto regolarmente per pile lungo le pareti (LS).

BASILICA TOMBAA FOSSA

Le sepolture della basilica sono costituite 61 da tombe a fossa scavate al di sotto del piano pavimentale (cfr. fig. 276): non si hanno informazioni precise sull' aspetto morfologico di queste strutture, sulla presenza di eventuali rivestimenti interni ne sul loro sistema di chiusura 62 • In una di queste sepolture fu rinvenuta un'iscrizione datata all'anno 527-528 63 , riferibile verosimilmente a una rioccupazione di una tomba preesistente per una sepoltura di devozione piu tarda 64 • REGIONE

(VALENTINI-ZUCCHETTI 1940-1953, II, p. llO). Ancora Bagatti vedeva nella sepoltura inferiore un loculo di barnbino (BAGATTI 1936, p. 41). 59 CARLETTI 1994,p.14. ~, ICUR, II 6019d; DECKERS-MIETKE-WEILAND 1994, pp. 50-57. 61 Oltre che generalrnente da tornbe a loculo, delle quali non si possono fomire indicazioni sulle varianti tipologiche perche murati nel corso dei restauri moderni. 62 Cfr. BAGATTI 1936, pp. 45-53 e fig. 36 (tratta da MARUCCHI 1904, tav. III). Per le iscrizioni rinvenute nelle tombe a fossa vd. ICUR, II 6066 (anno 405), 6078 (anno 428 o 429), 6084 (anno 434), 6190, 6203, 6240, 625 I e 6270 ("nella chiusura a cappuccina della forrna I 6"). 63 ICUR, II 6088. 64 Cfr. RUSSO 1979, p. 47, in cui si avanzal'ipotesi che l'iscrizione menzionata si possa mettere in rapporto con la deposizione, in una tomba a fossa della basilica, della stessa Turtura rappresentata nell'affresco della parete occidentale dello stesso ambiente (DECKERS-MIETKE-WEILAND 1994, pp. 61-65), accettando l'integrazione della prirna riga in [hie requiescit Turtura uni]bira quae vixit, che coincide con quanta afferrnato nel testo scritto dell'affresco. 65 Fanno parte della regione le gallerie B, E, F, Cl, Le H. 66 Galleria F (parete ovest), galleria G2 (parete est) e galleria G3 (parete ovest), galleria K (parete ovest). Gli arcosoli delle gallerie G2 e G3 presentano la chiusura della nicchia soprastante !'area sepolcrale (Aal/[ml). 67 Galleria G4 (pareti nord e sud) e galleria G (pareti est e ovest). 68 In effetti le dirnensioni di questa struttura sono rnolto ridotte (larghezza dell'imboccatura: 55 cm; profondita: l m), per cui e dubbio che possa trattarsi realrnente di una sepoltura. Inoltre non sono presenti le tracce della eventuale chiusura. 69 DECKERS-MIETKE-WEILAND 1994, pp. 87-89. 10 BA GATTI 1936, passim.

A

ARCOSOLIO

Le sepolture della regione dell"'arenario" (A)65 sono rappresentate anche da tombe ad arcosolio Aal 66 e Aa2 67. TOMBAA FORNO

Due tombe a fomo FOa2 situate nella galleria N, furono scavate per la profondita di 180/200 cm rispetto alla parete frontale e con volta a botte. L'apertura (65 x 70 cm) si presenta quadrangolare o arcuata; lungo i margini si conservano resti di elementi laterizi legati con calce. Forse un'altra sepoltura a fomo fu scavata lungo la parete settentrionale della galleria H 68 • E da riferire al VII secolo -cronologia fomita dalla deco24

Via Ostiense - Catacomba di Commodilla

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Fig. 25. - Catacomba di Commodilla: galleria F, parete ovest, tomba "a mensa 11• livello

L'utilizzazione funeraria fu intensiva come documentano i loculi LS scavati anche nei lucemari e nei pozzi di estrazione delle terre (come raramente accade nelle catacombe romane) 71 • Gli elementi di chiusura sono costituiti generalmente da lastre fittili, fissate con calce. La presenza predominante di queste ultime rispetto alle lastre marmoree e documentata con evidenza dalle tombe a loculo della galleria D, che si e eccezionalmente conservata intatta 72 . Le poco piu di duecento sepolture a loculo della galleria D presentano infatti chiusure costituite da soli elementi laterizi nell'87% dei casi, da laterizi e lastre marmoree nell'8%, e da soli pezzi marmorei (comprese le lastre iscritte) solo nel 5% dei casi (I).

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C

Fig. 26. - Catacomba di Commodilla: tomba a pozzo della galleria H, sezione con ricostruzione della sistemazione intema (da BAGATTI 1936).

stiche strutturali differenti, dei ed. "cameroni" individuati nel nucleo D de! cimitero di S. Tecla73 • Anche in questo caso, come nel precedente, le caratteristiche geologiche della regione resero possibile la realizzazione di questa forma di sistemazione delle sepolture 74• I pozzi sepolcrali sono costituiti da una cavita quadrangolare, scavata al di sotto del piano pavimentale, profonda circa 6-7 m, larga I ,70/1,90 x I m, sulle cui pareti si aprono in media 10-15 loculi, disposti in due pile verticali affrontate; successivo all'occupazione dei loculi e lo sfruttamento degli stessi pozzi di immissione, in cui venivano sistemate serie sovrapposte di tombe a cappuccina. 11singolare sistema di sepoltura e senz'altro legato alla necessita di ricavare un numero cospicuo di spazi sepolcrali in un'ambito ristretto, che si giustifica evidentemente con la contiguita della regione in esame all' area sacra del cimitero 75• Sono state individuate 45 tombe "a pozzo", sistemate per gruppi lungo le gallerie B, Bl, GI e H. 11 metodo di escavazione, riscontrabile solo nei pozzi attualmente non interrati ma riferibile verosimilmente anche a quelli non visibili all'interno, e razionale e accurato: i loculi Ll sono disposti a distanza costante e per pile verticali. Non restano tracce degli elementi di chiusura. Non sono piu visibili neppure le sepolture a cappuccina sistemate all'interno dei pozzi. Probabilmente esse corrispondevano in numero alle serie di loculi sovrapposti lungo le pareti, almeno a quanto si deduce dalla ricostruzione proposta da Bagatti (fig. 26).

lateriziomarmo 8% laterizio 87%

I. - Elementi di chiusura dei loculi: galleria D.

TOMBAA MENSA

Eda sottolineare la presenza di una tomba "a mensa" Mal, situata lungo la parete orientale della galleria F (fig. 25). NICCHIA

Nella galleria N (parete sud), fu scavata una bassa (cm 139) nicchia rettangolare N3. POZZI SEPOLCRALI (LOCULO, TOMBAA CAPPUCCINA)

Gallerie B, E, F, Lie all'incrocio tra Fe He tra Le H. Alla galleria fu infatti impedito l 'accesso in occasione dell' allargamento dell'ambulacro A (CARLETTI 1994, p. 7). Cfr. DE SANTIS 1994. 73 Cfr. supra pp. 19-20. 74 DEANGELIS D'OSSAT 1943, pp. 58-67. 75 Cfr. CARLETTI 1994, p. 8. 71

L'uso intensivo della regione e attestato anche dai numerosi pozzi sepolcrali, che si possono considerare la forma di sepoltura peculiare della regione, poiche non trova riscontro in altri complessi catacombali, a eccezione, pur con caratteri-

72

25

Fig. 27. - Catacomba di Com modi Ila: cubicolo 4, parete nord, arcosoli sovrapposti.

Fig. 28. - Catacomba di Cornruodilla: cubicolo 6, tomba a cassa addossata alla parete nord.

Si puo calcolare pertanto che nelle tombe "a pozzo" della regione, contenenti ciascuna circa 40 spazi sepolcrali, abbiano trovato posto piu di 1700 inumazioni. Per verificare l'incidenza di questo tipo di sepoltura si e scelta come area campione la regione del retrosanctos (gall. B e Bl). La maggior parte delle inumazioni risulta sistemata nelle 13 tombe "a pozzo" di questa regione (63% ), nel 35% dei casi nei loculi e in minima percentuale (2%) nelle sepolture a fossa scavate nel piano pavimentale delle gallerie Bl, B2 e B3 76 (II). Si puo osservare dunque che in un'area privilegiata come il retrosanctos le inumazioni furono poste per lo piu in spazi indifferenziati e anonimi, quali quelli disponibili nelle tom be "a pozzo".

REGIONE

ARCOSOLIO

Si e potuta constatare la presenza di alcune tombe ad arcosolio Aal situate alla fine della galleria Se nei cubicoli 4 e 5. In entrambe le pareti laterali del cubicolo 4 furono scavate due coppie di arcosoli sovrapposti, di cui quello inferiore Ahl (fig. 27). L'arca inferiore, notevolmente profonda 77 , e interessata, sulle pareti lunghe, da sepolture a loculo. La decorazione ad affresco de! cubicolo e stata riferita all' eta teodosiana 78•

TOMBA A CASSA

Nel cubicolo 6 una tomba a cassa CSl/c e addossata alla parete settentrionale, precedentemente occupata da sepolture a loculo (fig. 28).

t. a fossa

loculi

0

2%

35%

76 11calcolo delle sepolture a cappuccina contenute nelle tombe a pozzo e in quelle a fossa si basa sulla descrizione e sulle osservazioni di BAGATTI 1936, passim, dal momenta che non sono attualmente visibili; i loculi sono invece stati contati. Bagatti ipotizza inoltre la presenza di un sarcofago nella galleria B (BAGATTI 1936, p. 71). 77 11fondo non si puo vedere in nessun caso a causa dell'interramento dell'arca. 78 DECKERS-MIETKE-WEILAND 1994, pp. 43-45.

t. "a

II. - Rapporto proporzionale dei tipi sepolcrali: gallerie Be Bl.

26

Via Ostiense - Catacomba di Commodilla REGIONE

Q

ARCOSOLIO

La tomba ad arcosolio Aa3, situata lungo la parete settentrionale della scala T, ha le due arche separate tra loro da un muretto in tufelli. LOCULO

La regione accessibile dalla scala T (Q) appare caratterizzata da uno sfruttamento sepolcrale poco intenso, rappresentato esclusivamente da tombe a loculo LS, con l'eccezione di un solo arcosolio. I loculi sono chiusi di norma con elementi fittili legati da calce; sono estremamente scarse le attestazioni epigrafiche.

*** REGIONE DI LEONE

La regione di Leone (L) (cfr. fig. 20), scoperta nel 1953 da Ferrua 80 , pur essendo un ipogeo indipendente rispetto alla catacomba di Commodilla, si puo ritenere parte dello stesso complesso cimiteriale, come dichiara esplicitamente l'epigrafe relativa alla sepoltura principale, in cui si fa menzione dei martiri Felice e Adautto 81• L'ipogeo si compone di un numero limitato di ambulacri, diramanti dalla galleria principale in asse con la scala: lungo la stessa direttrice si aprono inoltre tre dei quattro cubicoli presenti. I rinvenimenti epigrafici permettono di circoscrivere 1'arco cronologico di scavo e utilizzazione dell a regione tra gli anni 375 e 410 82, datazione confermata anche dall'esame delle pitture del cubicolo a 83 • Nell'ambito della regione si possono distinguere sostanzialmente due settori, di cui ii primo costituito dal solo cubicolo a, che si distacca decisamente per la tipologia delle tom be e per la decorazione ad affresco dell' ambiente rispetto al resto de! nucleo cimiteriale, de! tutto disadorno.

Fig. 29. - Catacomba di Commodilla, regione di Leone: cubicolo a, parete sud, arcosolio.

TOMBAA FOSSA

Ne! cubicolo 4 e stata individuata dal Bagatti una "forma a cappuccina" FS/c; anche ii suolo dell' ambiente 5 e occupato da tombe a fossa "la cui profondita arriva fino a m 2,50 rispetto al livello di L " 79 [=SJ.

ARCOSOLIO

Le sepolture de! cubicolo a sono rappresentate da tre arcosoli Aal/c (fig. 29), ciascuno con l'arca a piu piani, delimitata da un basso parapetto in muratura di tufelli84 •

LOCULO TOMBAA FOSSA

La regione occidentale (0) presenta l'escavazione quasi esclusiva di tombe a loculo LS, che si caratterizzano per le dimensioni ampie e la disposizione per pile regolari. Anche in questo caso per la chiusura delle tombe erano utilizzati soprattutto elementi laterizi.

79

Sul suolo della galleria principale (tratto 13-14) furono scavate alcune tombe a fossa, rinvenute ancora chiuse da lastre marmoree, con all'interno loculi ricavati sui lati lunghi 85 . LOCULO

Tutti gli altri ambienti sono caratterizzati dalla presenza di tombe a loculo LS di dimensioni ridotte, non disposte per pile regolari, separate da bassi diaframmi, chiuse quasi esclusivamente da tegole o mattoni 86 •

BAGATTI 1936,p. 138.

°FERRUA 1957a e FERRUA 1958.

8

81 Leo officialis ann(onae) si[bi]I vivo fecit cubuculum in cem(eterio)I [A]dauti et Feli[c]is (ICUR, III 8669). 82 FERRUA 1957a, pp. 29-32; FERRUA 1958, pp. 40-45 e CARLETTI 1994,p. 25. 83 DECKERS-MIETKE-WEILAND 1994, pp. 89-104. 84 FERRUA 1958, pp. 43-45. 85 ICUR, III 8647 (anno 398), 8649, 8652, 8667, 8679, 8685, 8686. 86 FERRUA 1957a, p. 11 e DE SANTIS 1994, fig. 8.

L' ipogeo voluto da Leone, che si limitava inizialmente al cubicolo (a) e al primo tratto della galleria (14) in asse con la scala di accesso, doveva accogliere il committente e i membri della sua famiglia in sepolture monumentali e decorate. L'insediamento comunitario che segui l 'iniziativa di Leone si

27

Analisi dei complessi cimiteriali

cubicoli. Oltre che nel cubicolo a, nella regione fu scavato un solo arcosolio, situato nella parte superiore della parete orientale della galleria 22. II rapporto tra tombe a loculo e arcosoli e decisamente sbilanciato in favore dei primi (III). Anche all'intemo dei cubicoli, a eccezione di quello commissionato da Leone, sono presenti esclusivamente tombe a loculo (IV).

caratterizza invece per l 'uso da parte di una committenza economicamente disagiata, perfettamente rispondente alla tipologia delle sepolture, agli aspetti decorativi e alla prassi epigrafica, che ricorre piu che a quelle lapidarie, alle iscrizioni tracciate sulla calce di chiusura dei loculi 87• II nucleo ipogeo accolse negli anni de! suo sviluppo piu di 1200 sepolture 88 che si distribuirono disordinatamente per lo piu lungo le pareti delle gallerie, con poche eccezioni rappresentate dai loculi dei

1200 1000

1000

800 600 400

loculi

200

arcosoli

0

loculi

arcosoli

Ill. - Rapporto proporzionale dei tipi sepolcrali: regione di Leone.

IV. - Distribuzione dei tipi sepolcrali negli spazi: regione di Leone.

CARLETTI 1996, p. 26. Non sono considerate nel calcolo le tombe a fossa, che non sono documentabili numericamente. II numero dei loculi indicato e senz'altro per difet-

to poiche non sono stati presi in considerazione i tratti di galleria interessati da restauri murari moderni.

87 88

28

2.2. Via Ardeatina

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Fig. 30. - Catacomba di Balbina: pianta (rielaborazione da ICUR, IV).

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2.2.1. CATACOMBA DI BALBINA

La rete di gallerie cimiteriali che sviluppa attomo alla ed. basilica anonima della via Ardeatina (fig. 30), con accesso all'intemo de! comprensorio callistiano, e tuttora inedita. Alie notizie relative al momento della sua scoperta, avvenuta nel 1960-61, o di poco successive 1 , non e mai seguito uno studio generale sulla catacomba; le ricerche si sono incentrate sul nucleo centrale de! cimitero, vale a dire sul santuario e sulla tomba venerata 2 • Sono stati inoltre pubblicati i rinvenimenti epigrafici nel IV volume delle ICUR (12240-12415) 3 e gli affreschi che rivestono interamente ii cubicolo Fh 4 . Le iscrizioni datate rinvenute nel cimitero rimandano a un periodo compreso tra gli anni 365-373 5 e la meta de! secolo VI, per le ultime deposizioni all'intemo de! santuario 6 • Anche l'analisi degli affreschi del cubicolo Fh indica la fine de! IV secolo come momento della loro esecuzione 7 • La presenza evidente di una tomba venerata induce comunque a ritenere che l'origine de! nucleo primitivo de! cimitero si possa attribuire all'eta precostantiniana: nucleo primitivo senz' altro distrutto in gran parte per la costruzione de! santuario, di cui sono resti sicuri il tumulo con la tomba venerata e la porzione della scala di accesso ancora visibile nel tratto ovest della parete meridionale dell' edificio 8 • Lo sviluppo di una rete cimiteriale piu vasta e invece da attribuire probabilmente alla seconda meta de! IV secolo, momento in cui, da due diverse scale di accesso (Fe F') che si dispongono lungo lo stesso asse della prima, ebbero origine due distinti nuclei catacombali situati a est e a ovest di quello primitivo. Ne! corso della ricognizione si e potuta verificare una occupazione piu intensa de! nucleo orientale, servito dalla scala F', nel quale gli spazi parietali delle gallerie e dei cubicoli sono sistematicamente interessati da sepolture, che si inseriscono anche, in piu casi, nelle cavita degli arcosoli 9 e sotto i gradini della scala di accesso. Al contrario ii nucleo occidentale, accessibile dalla scala F, progettato come un ipogeo di carattere monumentale a giudicare dalle dimensioni della scala e dei cubicoli (in particolare Fa e Fd), e stato oggetto di una occupazione piuttosto sporadica, soprattutto per cio che riguarda proprio i cubicoli, che risultano scarsa-

Fig. 31. - Catacomba di Balbina: basilica, tumulo centrale (foto Archivio PCAS).

mente sfruttati 10• La galleria F l-F2, al contrario, e interamente occupata da pile di loculi sovrapposti. Entro la meta de! VI secolo11 l'ipogeo primitivo fu trasformato in un ambiente piu ampio semipogeo, al centro de! quale fu risparmiata la tomba venerata, che risulto come un tumulo isolato. Successivamente ii santuario fu ulteriormente ampliato verso est, per creare maggiore spazio intomo al centro de! culto12. BASILICA ARCOSOLIO

11tumulo visibile al centro della basilica (fig. 31) costituisce - come si e detto - ii risultato dell'isolamento della sepoltura venerata, che al momento della sua escavazione doveva presentarsi come una tomba ad arcosolio Aal/p. La trasformazione strutturale comporto la costruzione di due muretti a tufelli contro i lati minori dell'arca e la creazione di un nuovo spazio sepolcrale con andamento ortogonale rispetto a quello primitivo (cioe est-ovest), di dimensioni maggiori, con volta rastremata verso ii fondo. Era inoltre prevista gia in origine una sepoltura a fossa scavata nella parte

I' origine precostantiniana de! cimitero e, di conseguenza, la presenza in esso di una sepoltura martiriale. Yd. inoltre la proposta di ricostruzione dell'ipogeo primitivo in NESTORI 1990, tav. lll. 9 Cfr. infra nota 22, p. 34. 10 Ne! cubicolo Fa molti loculi, previsti al momenta dell'intonacatura dell' ambiente, non furono scavati; cosi anche l' arcosolio di fondo del cubicolo Fe. Del cub. Fb non fu occupata la parete di fondo e il cub. Fd, di dimensioni monumentali. contenne solo due arcosoli e otto tombe a loculo. restando inutilizzate ampie porzioni di parete. 11 II termine cronologico e fomito dalla gia citata iscrizione ICUR, IV 12257 dell'anno 557, che chiudeva la tomba pavimentale n. 26 situata all'interno della basilica (cfr. fig. 33). Accettando inoltre l'ipotesi di identificazione del santuario con q uello dei martiri greci (cfr. infra nota 169, p. 198) una datazione agli inizi del VI secolo e avvalorata dal fatto che De Rossi attribui all' eta di papa Simmaco (498-514) il frammento iscritto contenente parte del1'elogio dei martiri greci (DE ROSSI 1887, pp. 60-66; ICUR, IV 12520). 12 NESTORI 1990, pp. 60-62.

FASOLA 1965, pp. 16-17 e CARLETTI S. 1972, pp. 126-127. NESTORI 1990. Per la probabile identificazione delle gallerie in esame con ii cimitero di Balbina vd. FIOCCHI NICOLAI 1997a, pp. 236-237. Sulla lastra marmorea di copertura della tomba venerata e in particolare sulle iscrizioni che vi furono graffite cfr. SMIRAGLIA 1994. 3 In questo volume delle ICUR e riportata inoltre la planimetria del cimitero, da cui dipende quell a pubblicata in NESTORI 1990, fig.47. 4 NESTORI 1972-73, pp. 151-163 e BISCONTI c. s. 5 ICUR, IV 12242. 6 ICUR, IV 12257. 7 NESTORI 1972-73, pp. 151-163 e BISCONTI c. s. 8 Cfr. NESTORI 1990, fig. 45. II fatto che ii secondo gradino della scala sia rivestito con una iscrizione databile almeno alla meta del IV secolo (ICUR, IV 12352) non dimostra !'eta tarda della scala: ii reimpiego dell'epigrafe si puo ricollegare infatti a un rifacimento della stessa. Cfr. invece con quanta affermato in NESTORI 1990, in part. pp. 119-120, per ii quale l'assenza di elementi cronologici anteriori alla meta del IV secolo fa escludere 1

2

31

Analisi dei complessi cimiteriali

meridionale del piano, rivestita sul lato settentrionale con un muretto a tufelli e chiusa da tegole poste a semicappuccina sormontate da conglomerato (fig. 32). La sepoltura sistemata in tal modo poteva accogliere, nell'arca trasversale e nella fossa, un numero maggiore di deposizioni rispetto alle due (al massimo) previste nell'impianto originario 13•

TOMBAA FOSSA

11 suolo della basilica fu sistematicamente interessato da tombe a fossa, che ne occuparono l'intero settore orientale, relativo al momento precedente l'ulteriore allargamento dell' ambiente stesso 14 • Alcune sepolture in real ta sono state giudicate da Nestori relative ancora alla fase precedente la realizzazione del santuario 15; si tratta delle tombe FS/r/c nn. 9, 11, 12 e 1616 (fig. 33). Caratteristiche tipologiche simili sono state osservate da Nestori per le altre sepolture del santuario (nn. 1-8, 10, 13-15, 17-26): tombe a fossa FS/r/c, a uno o piu piani, generalmente prive di rivestimento intemo 17 (fig. 34, 35, 36, 37 e 38). Nella fase dell'ulteriore ampliamento del santuario verso est nel piano pavimentale non furono sistemate sepolture.

Fig. 32. - Catacornba di Balbina: basilica, sezioni nord-sud ed est-ovest de! turnulo centrale (da NESTORI 1990).

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Fig. 33. - Catacornba di Balbina: basilica, pianta (da NESTOR! 1990).

13 Per l'identificazione delle sepolture venerate contenute nel turnulo vd. le ipotesi proposte in NESTOR! 1990, pp. 107-124 (Darnaso, Irene e Lorenza) e in FIOCCHI NICOLAI et a/ii 1995-1996, pp. 134-134 (i martiri greci). Cfr. infra nota 169,p. 198. 14 Cfr. NESTORI 1990, tav. I e pp. 61-62. 15 La preesistenza al santuario e certa per la tomba n. 16 parzialmente intercettata da un pilastro de! rnuro settentrionale della basilica.

16 La presenza o rneno de! pozzetto di irnrnissione in queste tornbe, a eccezione che nella n. 16, none indicata da Nestori, che ha pubblicato i risultati dello scavo nella basilica; per le tornbe della prirna fase vd. NESTOR! 1990, pp. 86-90. La tomba n. 12 ha ii fondo rivestito con lastre di marmo. 17 A eccezione delle tombe nn. 20, 24 e 25, con le pareti foderate in muratura: NESTOR! 1990, pp. 90-101.

32

Via Ardeatina - Catacomba di Balbina

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Fig. 34. - Catacornba di Balbina: basilica, sezioni est-ovest delle tornbe a fossa (da NESTORI 1990).

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nord

sud

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25

22

Fig. 35. - Catacornba di Balbina: basilica, sezioni nord-sud delle tornbe a fossa (da NESTORI 1990).

33

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 36. - Catacomba di Balbina: basilica, tombe a fossa (foto Archivio PCAS).

Fig. 37. - Catacomba di Balbina: basilica, tomba a fossa (foto Archivio PCAS).

CATACOMBA ARCOSOLIO

Le tombe ad arcosolio si possono fondamentalmente distinguere in due gruppi, di cui il primo caratterizzato dalle tombe Aal o Aa2 e il secondo comprendente invece gli arcosoli Aa3: questo ultimo tipo e presente esclusivamente lungo la galleria F4-F6. Questi arcosoli sono interamente scavati nel tufo per una profondita di 85/100 cm 18; le due arche sono dotate, a ridosso del parapetto, di un pozzetto di immissione quadrato (65/75 cm di lato); la volta, a cappuccina o a botte, e rastremata verso ii fondo. Non e stato possibile verificare, a causa dell'interramento, se fossero previsti piu piani sovrapposti. Questi arcosoli sono tutti rivestiti di intonaco bianco. Si e potuta rilevare la presenza, inoltre, di alcuni arcosoli

Fig. 38. - Catacomba di Balbina: basilica, tomba a fossa (foto Archivio PCAS).

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Per quanto riguarda i sistemi di chiusura dell'arca sepolcrale si e potuto documentare sia l'uso di lastre poste in piano (Aa/p ) 20 , sia il ricorso a tegole poste a cappuccina sormontate da conglomerato con immissione a pozzo (Aa/c) 21 • I due sistemi sono distribuiti omogeneamente nell'ambito dell'intera catacomba. In diversi casi si e potuta constatare una utilizzazione a scopo sepolcrale dello spazio soprastante l' area Aa/[ m ]22. Nell'arcosolio della parete di fondo de! cubicolo Fh si e osservato inoltre il sistema di rioccupazione dello spazio soprastante l 'area Aa/[ cs]: per la nuova sepoltura si rese necessario danneggiare la decorazione ad affresco (fig. 39) 23 .

TOMBAA FOSSA

Si e potuta verificare la presenza di tombe a fossa FS/c sistemate al di sotto dei gradini della scala F' 24 • La presenza di altre tombe a fossa nell'area della catacomba e documentata dall'individuazione delle lastre marmoree iscritte di chiusura 25 • LOCULO

Lungo la parete occidentale della galleria F4, nel tratto iniziale, fu scavata una tomba a fomo FOa2.

Le sepolture della catacomba sono rappresentate soprattutto da tom be a loculo LS, che hanno generalmente dimensioni ridotte e disposizione ordinata per pile verticali 26 • Alcuni loculi delle gallerie F7 e F9 non presentano un unico taglio quadrilungo sulla parete della galleria, bensi due aperture quadrangolari affiancate, con un risparrnio di tufo

Solo il primo arcosolio della parete est della gall. F6 e profondo 190 cm. Arcosoli di fondo dei cub. Fa, Fee Fh. 20 Vd. per es. un arcosolio della gall. F26, parete ovest, in cui si conserva in situ parte della lastra di copertura marmorea, e gli arcosoli chiusi con le lastre marmoree iscritte ICUR, IV 12329 (gall. F29), 12400 (cub. Fg) e 12402 (cub. Fh). 21 Yd. per es. gli arcosoli della scala F, quello della gall. F26 parete ovest e quelli del cub. Fh. 22 Longo le gallerie F26 e F27 e la scala F'. L'arcosolio della galleria F27

presenta una apertura quadrangolare anche nella parte sinistra del parapetto, fatta evidentemente allo scopo di inserire successivamente le varie deposizioni all' intemo dell' area. 23 Cfr. anche NESTORI 1972-1973, p. 158. 24 In alcune di queste sepolture la chiusura e sigillata dalle lastre marmoree iscritte ICUR, IV 12308, 12311, 12339. 25 ICUR, IV 12252 (cub. Fg, dell'anno 394 o 396 o 402), 12283 (all'incrocio delle gall. F27 e F28) e 12288 (cub. Fg). 26 Cfr. per es. le sepolture a loculo delle gallerie F7, F8 e F9.

TOMBAA FORNO

18

19

34

Via Ardeatina - Catacomba di Balbina

Fig. 39. - Catacomba di Balbina: cubicolo Fh, parete nord-ovest, arcosolio (foto Archivio PCAS).

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50 cm

Fig. 40. - Catacomba di Balbina: galleria F9, parete sud, loculo.

centrale (largo ca. 20 cm), al di la delle quali si apre la consueta cavita rettangolare (fig. 40). Lungo la parete sud della galleria F9 si e potuto osservare che un loculo bisomo era dotato di due chiusure in laterizi legati da calce, relative la prima -che ancora si conserva in parte- alla deposizione piu intema, arretrata rispetto al bordo estemo della tomba di ca. 50 cm, la seconda alla inumazione successiva e pasta, come di consueto, in corrispondenza del1'imboccatura. E stata riscontrata inoltre la presenza di un loculo L4 lungo la galleria F26 27 , profondo ca. 130 cm. La chiusura

era costituita da un muretto a tufelli intonacato, che presenta presso il limite sinistro una risparmio di forma rettangolare (35 x 65 cm) funzionale alla progressiva immissione delle deposizioni nello spazio sepolcrale. Un sistema di chiusura simile era stato previsto anche per un loculo bisomo situato lungo la parete orientale della galleria F27, che presenta una finestra quadrangolare attraverso la quale era possibile inserire all 'interno della tomba la seconda deposizione 28 • Nella galleria F26 e nel cubicolo Fe furono costruite pile di loculi Lml.

Parete ovest, tratto nord. Sul bordo inferiore della calce di chiusura della finestra quadrangolare

fu tracciata la datazione consolare dell'anno 388 (ICUR, IV 12249), da riferire naturalmente all 'ultima deposizione della tomba.

27 28

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Fig. 41. - Catacomba dei SS. Marco e Marcelliano: pianta (rielaborazione da SAINT-ROCH 1981).

2.2.2. CATACOMBA DI BASILEOO DEiSS. MARCOE MARCELLIANO E DAMASO

II cimitero, gia visitato da Bosio nel 159629 e da De Rossi 30 , ma rimasto sostanzialmente inedito fino ai primi anni de! Novecento, e stato oggetto di indagini e numerosi studi da parte di Wilpert e di Marucchi, interessati soprattutto a riconoscervi uno dei santuari menzionati nelle fonti letterarie (dei santi Marco, Marcelliano e Damaso oppure dei Martiri Greci)31 •

L'evoluzione topografica de! cimitero ipogeo, ii cui accesso si trova all' interno de! comprensorio callistiano, e stata di recente analizzata da Saint-Roch 32 (fig. 41). Verificando i rapporti tra le differenti regioni e analizzandone in particolare i reperti epigrafici datanti, Saint-Roch ha potuto stabilire una sequenza cronologica, secondo la quale la regione centrale (A) risulta databile a partire dalla prima meta de! IV secolo e probabilmente piu o meno contemporanea alle regioni B, E (fig. 42) e G33 • La precede nel tempo solo il piano inferiore della regione i (gall. 1-8 e cub. a-b, d-g), che comincia a essere utilizzata tra la fine de! III e gli inizi de! IV secolo 34 • Si possono invece considerare successivi il livello inferiore di gallerie della regione A (regione C), databile alla fine del IV secolo, formato da piccoli nuclei indipendenti, per la cui realizzazione furono distrutte alcune tombe 35, la regione F, posta a sud, e la regione D, che costituisce il 2° piano dell'area B. Sono datati al IV secolo avanzato anche il piano superiore della regione i (gall. 9-14, 16) e la regione H (ed. "dei Canefori") 36 • Come dimostrato da Saint-Roch, nel cimitero ipogeo non trovarono spazio le sepolture venerate dei ss. Marco e Marcelliano e de! papa Damaso (da collocare invece, come si evince dalle fonti scritte, nell 'area subdiale soprastante la rete di gallerie), ne quelle dei martiri greci 37 . La concentrazione degli ambulacri 0 5 10 20ID e dei cubicoli monumentali della regione CC:::--c:===:t centrale e dei piccoli ipogei che si sviluppano da questa (regione C) suggeriscono l'ipotesi di una vera e propria regione Fig. 42. - Catacornba dei SS. Marco e Marcelliano: pianta della regione E (rielaborazione da ICUR, IV).

29 Vd. BOSIO 1632, p. 279, che illustra un arcosolio dipinto, riscoperto nel 1947-48 (FERRUA 1949, pp. 12-14) e pubblicato in DE BRUYNE 1950. 30 DE ROSSI 1864-1877, II, pp. 1-5 e DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 336341, che distingue le gallerie del cimitero da quelle relative alla catacomba di Callisto e le identifica con il cimitero di Balbina. Le gallerie note al tempo di De Rossi sono inserite nella tav. XXXV-XL de! I torno della Roma Sotterranea (= DE ROSSI 1864-1877, I), settori G-N/b-f. 31 WILPERT 1903, pp. 44-58; WILPERT 1908; MARUCCHI 1924; MARUCCHI 1925; MARUCCHI 1925-26; MARUCCHI 1927; MARUCCHI 1928; MARUCCHI 1930. 32 SAINT-ROCH 1999 (con bibliografia precedente). 33 L'iscrizione piu antica datata e dell'anno 331 ed e stata trovata a posto a chiusura di un arcosolio de! cub. Aa (ICUR, IV 11748, WILPERT 1910, p. 113 e SAINT-ROCH 1999, pp. 33-34); anche i due sarcofagi conservati in situ nello stesso cubicolo sono datati negli anni 300-330 (cfr. DEICHMANN 1967, nn. 621 e 629). La rnaggior parte delle altre iscrizioni datate della regione rimanda agli anni 360-370 (SAINT-ROCH 1999, p. 35; cfr. ICUR, IV 11754, 11756, 11763, 11764, 11770 per le iscrizioni in situ e, inoltre, 11750, 11751, 11758, 11761, 11768.11769, 11771, 11772, 11776, 11781).Perlacronologia delle regioni B e G vd. SAINT-ROCH 1999, p. 58 e pp. 74-75 e ICUR, IV 11757, dell'anno 359 dalla gall. B17, e 11765, dell'anno 371 dalla

gall. G/2, relativo a una seconda deposizione nel loculo. La regione E, situata a est dell'area centrale e formata, come osserva Saint-Roch, da due ipogei dotati di scale autonorne, sernbra doversi datare a partire dai prirni decenni del IV secolo (SAINT-ROCH 1999, pp. 77-80. Yd. anche l'iscrizione ICUR, IV 11755 dell'anno 348, rinvenuta nella gall. E7). 34 SAINT-ROCH 1999, pp. 66-68. 35 SAINT-ROCH 1981, pp. 213-217 e SAINT-ROCH 1999, pp. 44-47, 4952 e 53-59. Yd. anche le seguenti iscrizione datate: ICUR, IV 11760, 11782 (regione C), 11752, 11753, 11767 (regione F) e 11777 (regione D). I nuclei de! 2° livello sono considerati dall'autore piccoli ipogei farniliari. 36 SAINT-ROCH 1999, p. 64 e pp. 68-69 (per le iscrizioni datate della regione "dei Canefori" vd. ICUR, IV 11759, 11766 e 11779). 37 SAINT-ROCH 1999, pp. 19-24. Ne! cubicolo Ar (ed. "cubicolo delle colonne") le sepolture trovarono posto in sarcofagi sistemati all'interno di grandi nicchie, le cui notevoli dirnensioni, unitarnente agli affreschi della nicchia settentrionale e al rivestirnento in opus sectile, conferiscono all'arnbiente un aspetto monumentale. Le ipotesi di Wilpert e di Marucchi che attribuirono rispettivarnente a questo luogo le deposizioni dei santi Marco e Marcelliano e dei Martiri Greci non sono accettate da Saint-Roch, che non vede nel cubicolo le consuete caratteristiche legate alla presenza di sepolture venerate (SAINT-ROCH 1981, pp. 228-247). Per ii cubicolo Ai, che secondo

37

Analisi dei complessi cimiteriali retro sanctos privilegiata, in rapporto, appunto, a un centro di culto subdiale.

Nell'ambito della regione centrale sono stati opportunamente distinti due settori che presentano caratteri tipologici differenti: le gallerie immediatamente circostanti la scala di accesso (SJ) sulle quali si aprono i cubicoli monumentali (in particolare Ar) e gli ambulacri situati a nord, caratterizzati dallo scarso numero di cubicoli e dall' assenza di decorazioni 38 . Tipi sepolcrali e varianti diffusi nell'ambito di tutto il cimitero sono comunque trattati al di la della regione di appartenenza, anche se si e cercato di evidenziare le peculiarita delle varie regioni. Fig. 43. - Catacomba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Bu, parete nord, tombe a cassa e ad arcosolio.

ARCOSOLIO

Gli arcosoli presentano -come di consueto- il maggior numero di varianti legate alla forma, al numero delle deposizioni, al rivestimento intemo, al sistema di chiusura e infine alle eventuali modalita decorative. Sono stati individuati per lo piu arcosoli Aal, quattro arcosoli Aa5 39 , situati a breve distanza tra lorn, e un solo arcosolio Aa2 40 . Generalmente l'arca sepolcrale ha sezione rettangolare (Aa/r) e solo in due casi invece il profilo e trapezoidale (Aa/t) 41• 11rivestimento intemo, che di norma none previsto, e stato riscontrato in otto arcosoli: in un solo caso e costituito da lastre di marmo, negli altri da uno strato di intonaco bianco 42 ; in un altro arcosolio, scavato lungo la parete ovest della galleria i3, il fondo e rivestito con lastre di marmo e le pareti con intonaco bianco. In molti casi si e individuata la presenza di uno o piu loculi all'intemo dell'arca sepolcrale, scavati sul lato lungo opposto al parapetto 43 . Per quanto riguarda il sistema di chiusura, nella maggior parte dei casi non piu visibile a causa della violazione delle tombe, e stata rilevata la presenza di tre lastre marmoree frammentarie poste orizzontalmente 44 ; la deposizione dell' arcosolio scavato al termine della galleria F 11 (parete sud) era invece sigillata con laterizi posti orizzontalmente (Aa/p). Elementi fittili erano pure utilizzati, coperti da conglomerato, per chiudere le arche di tre arcosoli: in due casi Aa/c 45 , nel1'altro Aa/sc 46 . E notevole la varieta degli apparati decorativi che si concentrano pero soprattutto nella regione centrale: oltre ad alcuni arcosoli affrescati 47 , l'area e caratterizzata da un numero piuttosto elevato di rivestimenti musivi 48 ; inoltre gli arcosoli

Fig. 44. - Catacornba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Bu, parete nord, arcosolio (particolare).

Wilpert si poteva identificare con la basilica di papa Damaso (WILPERT 1903), vd. SAINT-ROCH 1999, pp. 35-37. Per quanta riguarda l'ultirna ipotesi di individuazione del luogo di sepoltura dei martiri greci vd. infra nota 169,p. 198. 38 A questo proposito Saint-Roch ritiene che "la region nait en fonction d'un riche proprietaire qui fail du nucleus principal une region vaste et riche, laissant toutefois une partie de son terrain pour les freres plus pau vres qui y developpent toute la partie a loculi" (SAINT-ROCH 1981, p. 214). Anche De Rossi noto la straordinaria rnonurnentalita degli arnbienti della regione centrale (DE ROSSI 1867, p. 4). 39 Tre si trovano nel cubicolo Bt (pareti est e ovest) e uno nella parete di fondo del cubicolo Bw. 4°Cubicolo Ap (parete sud). 41 Cubicoli Age Bs (parete ovest).

12 Marmo: cubicolo As (parete ovest); intonaco: cubicoli Aa (parete ovest), Eb (parete sud), Bt (parete ovest) e gallerie F6 (parete nord), B12 (parete est), Bl 3 (parete nord), Bl6 (parete nord). 43 Cubicoli Fz (parete nord), Bs (parete ovest), Bu (parete nord), Gp (parete sud) e gallerie F 10 (parete ovest), B12 (parete est), B13 (parete nord), Ell (pareti est e ovest). 44 Galleria CJ (parete est), cubicolo Gz (parete est) e cubicolo Db (parete ovest). 45 Cubicolo Bu (parete ovest) e galleria FJO (parete est). 46 Galleria Al (parete sud). 47 NESTOR! 19932 , nn. 1-7, pp. 115-116. 48 Cubicoli Ae (parete est, arcosolio Aal1), Af (parete nord, arcosolio Aa4), Ar (parete est), Bt (parete sud), Eb (parete sud).

38

Via Ardeatina - Cimitero di Basileo o dei ss. Marco e Marcelliano e Damaso

scavati sulla parete di fondo dei cubicoli Ai, Bu e Hg 49 hanno il parapetto foderato con lastre marmoree (fig. 43 e 44), mentre sul lato destro della fronte dell'arcosolio di fondo del cubicolo Gr e ricavata nel tufo una colonnina. In soli due casi nuove sepolture furono ricavate, dopo l'occupazione dell' area, nello spazio compreso tra la copertura di quest'ultima e la volta soprastante (Aa/[m]) 50 . L' arcosolio che si apre lungo la parete meridionale della galleria Al ebbe in realta due fasi di occupazione della nicchia: in un primo momento fu addossata alla lunetta una tomba a cassa in muratura (Aa/[cs]), e solo successivamente !'intern spazio fu chiuso con un muro in tufelli (Aa/[m]), per adattare all'interno altre sepolture (fig. 45).

Fig. 47. - Catacomba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Cd, parete ovest, arcosolio.

Lungo la parete est del cubicolo Ae fu ricavato un arcosolio che, per le dimensioni ridotte (cm 48 x 98 x 41), puo essere ricondotto a una sepoltura infantile. Caratterizzano la regione de! 2° livello scavata a partire dal cubicolo Ab (regione C), alcuni arcosoli Aa4 51 rivestiti di intonaco bianco, con area di grandi dimensioni e loculo ricavato sul suo lato lungo interno (fig. 46 e 47): in un caso l'apertura dell'arco e chiusa da una transenna marmorea appositamente lavorata, fissata sul parapetto e lungo l'intradosso dell'arco 52 (fig. 48). Lungo la parete sud de! cubicolo Aa un sarcofago fu inserito in una fossa nel piano, profonda 50 cm, dalla quale sporgeva ed era visibile quindi il solo coperchio, forse, come ipotizza Wilpert, in seguito alla risistemazione di un arcosolio preesistente (Abl/s) 53 .

Fig. 45. - Catacomba dei SS. Marco e Marcelliano: galleria Al, parete est, arcosolio.

TOMBAA CASSA

Le tombe a cassa CSl/c individuate nel cimitero furono costruite a ridosso di pareti di tufo precedentemente occupate da sepolture 54 (fig. 49).

Peril cubicolo Hg vd. FORNARI 1927, p. 30. Galleria Al (parete sud) e cubicolo Bu (parete est). E incerto se tale modalita di occupazione sia stata utilizzata anche nell'arcosolio che si apre sulla parete ovest del cubicolo Eb: si vedono solo resti di malta nell'intradosso sinistro dell' arco. 51 Cubicolo Cf (parete est), Cd (pareti nord, est e ovest). Infatti anche lungo la parete nord del cub. Cd fu realizzata una struttura sepolcrale simile a quella de! cub. Cf. La transenna di chiusura non e conservata, ma restano le tracce di calce relative alla sua affissione. Nelle pareti est e ovest dello stesso cub. Cd gli arcosoli, ancora dello stesso tipo, non dovevano invece essere provvisti delle transenne di chiusura, data che di queste non si conserva alcun resto. Una struttura simile e stata individuata inoltre sulla parete occidentale del cubicolo Fw. 52 Cubicolo Cf (parete est). La descrizione e la raffigurazione della tomba pubblicate da Boldetti (BOLDETTI 1720, pp. 34-35) sono state ritenute da De Rossi pertinenti al cubicolo ed. del diacono Redento a Callisto (DE ROSSI 1864-1877, Ill, pp. 234-236), ma gia da Wilpert giustamente ricondotte al cubicolo Cfdel cimitero di Marco e Marcelliano (cfr. WTLPERT 1905). 53 WILPERT 1903a, p. 319; l'ipotesi di Wilpert e accettata da SAINTROCH 1999,p.119. 54 Cubicoli Bu, Bt, Bw, Gu, Age Au. 49

50

Fig. 46. - Catacomba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Cd, parete nord, arcosolio.

39

Analisi dei complessi cimiteriali

a fossa documentano inoltre la presenza di questo tipo sepolcrale nelle gallerie Al e Ale nei cubicoli Aa, Ap e Bt61 . LOCULO

Le tombe a loculo LS sono generalmente di dimensioni non ampie; riguardo alla loro disposizione sulle pareti si puo stabilire una differenziazione legata alla presenza in gallerie o in cubicoli: mentre in questi ultimi infatti sono disposti in maniera irregolare in rapporto alla progressiva occupazione dello spazio 62 , nelle gallerie -in cui l'escavazione delle sepolture e programmata- si trovano loculi disposti per pile verticali ordinate 63 . Due loculi 64 sono rivestiti internamente da uno strato di intonaco bianco. In diversi casi 65 si epotuta riscontrare inoltre la presenza di pile di loculi Lml, sempre addossate a pareti crollate gia in antico. NICCHIA

Ne! suolo de! cubicolo Ar e dell' ambiente retrostante Ar' furono ricavate alcune sepolture a fossa 55 • Sepolture simili sono visibili attualmente, oltre che nella regione centrale 56 , anche nelle aree C 57, H 58 , D 59 , G 60 . N egli ultimi due casi si e potuto verificare ii sistema di copertura FS/c. Alcune lastre marmoree iscritte poste a chiusura di tombe

Nell' ambito dell a regione centrale si segnala la presenza di sarcofagi, che indicano la fruizione da parte della classe agiata di questo settore del cimitero. II cubicolo Aa, situato ai piedi della scala di accesso alla regione, conserva due sarcofagi in situ ai lati dell'ingresso. II sarcofago della parete nord fu inserito all 'interno di una nicchia N4 con volta ad arco ribassato. La nicchia (cm 150 x 255 x 80) fu verosimilmente realizzata apposta per accogliere il sarcofago. Due sarcofagi sono sistemati attualmente anche presso le pareti est e ovest de! cubicolo Ai. Se per ii primo la collocazione attuale non risponde certamente alla sistemazione primitiva, poiche dall'analisi di Saint-Roch risulta ricostruito da Wilpert usando pezzi pertinenti a piu monumenti 66 , il sarcofago di Macedonianus (ICUR, IV 11964) sistemato su un podio alto 65 cm a ridosso della parete ovest dell'ambiente, potrebbe es sere in situ (N4 ?)67• Nella nicchia della parete di fondo de! cubicolo Ar, al di sopra di un podio alto 37 cm era sistemato verosimilmente un sarcofago (fig. 50), come sembrano dimostrare i segni del fissaggio visibili attualmente (N4) 68; altre casse marmoree erano situate probabilmente anche nella nicchia sud dello stesso cubicolo e nella nicchia nord de! cubicolo Af'9.

55 Queste sepolture non sono attualmente visibili e l'unico riferirnento possibile e alla loro menzione in WILPERT 1903, secondo cui il il pavimento del cub. Ar "etutto occupato da forrne, oggi aperte e violate, tranne una sola intatta, la quale conserva ancora l'iscrizione prirnitiva di una fanciulla bienne di nome Arnantia (= ICUR, IV 11800)" (p. 49), e il cub. Ar' e "pieno di loculi e di sepolcri nel pavirnento" (p. 48). 56 Cubicoli Ar, Aa, Ai. A proposito delle tombe a fossa della cripta Ai Wilpert riferisce che essa "era inoltre fornita almeno di due sepolcri scavati nel pavirnento ... Piu tardi vi furono aggiunte altre forrne, in rnodo da occupare tutto il pavirnento" (WILPERT 1903, p. 51). 57 Cubicolo Ca; cfr. ICUR, IV 11805. 58 Cubicolo H8"; cfr. ICUR, 11873. 59 Cubicolo Da.

Cubicolo Gp. Yd. rispettivarnente ICUR, IV 11791, 11971, 12063, 11862, 11756, 12059, 11878, 11994. 62 Questa dato e stato riscontrato per esernpio nei cu bicoli Fl e Bv. 63 In particolare nelle gallerie A8-l 3 occupate esclusivarnente da loculi. 64 Gallerie Gll (parete est) e i5 (parete nord). 65 Gallerie Gy (parete nord), E2 (parete sud), D11 (parete sud) e cubicolo H8" (parele sud). 66 SAINT-ROCH I 999, pp. 119-120. 67 SAINT-ROCH 1999, pp. 120-121; ii sarcofago e datato in DEICHMANN 1967, n. 622, al prirno terzo del IV secolo. 68 SAINT-ROCH 1999,pp.121-122. 69 SAINT-ROCH 1999, p. 125.

Fig. 48. - Catacornba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Cj; parete est, arcosolio (foto Archivio PCAS). TOMBAA FOSSA

60

61

40

Fig. 49. - Catacornba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Bu, parete est, tornba a cassa.

Fig. 50. - Catacornba dei SS. Marco e Marcelliano: cubicolo Ar, parete est, nicchia per sarcofago.

41

Analisi dei complessi cimiteriali

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Fig. 51. - Ipogeo dello "Scalone curvilineo": pianta (rielaborazione ,

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2.3.6. CATACOMBA DIS. CALLISTO (fig.112)

REGIONECD. "CRIPTE DI LUCINA" (fig.

113)

Le "Cripte di Lucina", situate a nord-est del cimitero di Callisto 28 , fanno parte di una vasta area funeraria composta di piccoli ipogei, costituitasi a partire dalla tarda eta repubblicana. Come dimostrato da Reekmans la regione catacombale si sviluppo da due nuclei indipendenti, denominati a e B, con origine tra la fine del II e la prima meta del III secolo 29 • La creazione di una rete di ambulacri piu ampia e dovuta alla sepoltura in un cubicolo del nucleo B del papa Cornelio (251253) alla meta del secolo III 30 • L'unione dei nuclei a e B comporto ii prolungamento della galleria U e l'abbassamento del livello dell'intero complesso riunito, furono scavate le gallerie Ve V2 con il cubicolo VJ, la breve galleria D con il cubicolo E e infine le gallerie H, 1 e K31 . Nell'ultima fase di sviluppo della regione 32 fu ampliata ulteriormente la rete degli ambulacri con la creazione delle gallerie M, N, N', 0, Pe del cubicolo N" a est della cripta di Cornelio, del cubicolo F, che ha origine dalla galleria D, e delle gallerie Q e R: queste ultime ebbero uno scarso numero di tombe. Le sepolture si concentrarono infatti ancora nella cripta L, nell'area circostante e nella galleria Z.

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ARCOSOLIO

Nel cubicolo F33 fu scavato, nella parete di fondo, un arcosolio Aal di grandi dimensioni ( 199 x 200 x 188 cm), che presenta attualmente l'arca interrata. Due arcosoli Aal sono situati nelle gallerie Me N2 34 • Infine, un arcosolio Aal/tu fu ricavato lungo la parete orientale della breve galleria N'.

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Fig. 113. - Catacomba di S. Callisto: pianta della regione delle cripte di Lucina (rielaborazione da REEKMANS 1964).

TOMBAA FINESTRA

Nella galleria V' e nei cubicoli X (parete ovest) e Y (parete nord) si e riscontrata la presenza di tombe a finestra 35 definite da Reekmans "a coffre" 36 • Queste cinque sepolture presentano, oltre a una notevole accuratezza di esecuzione, caratteristiche strutturali peculiari: all'interno dell'apertura di forma rettangolare, separata da un diaframma di notevole spessore, e scavata una fossa, parallela rispetto all'apertura, di forma parallelepipeda molto regolare sormontata da una volta a botte tagliata nel tufo, al di la di questo spazio si possono trovare uno o piu loculi (fig. 114 e 115).

Fig. 114. - Catacomba di S. Callisto: regione delle cripte di Lucina, galleria V', sezione con le tombe a finestra (da REEKMANS 1964).

28 Ferrua ha dimostrato, in base all'analisi delle fonti, che l'ipogeo in cui fu sepolto papa Cornelio fu sempre ritenuto come parte integrante del cimitero di Callisto (FERRUA 1943-44, pp. 109-114). 29 REEKMANS 1964, pp. 187-202, si oppone alle conclusioni di De Rossi (DE ROSSI 1864-1877, I, pp. 320-340) e di Styger (STYGER 1924-25, pp. 274-276), i quali ritenevano che la regione fosse originata da un'unica scala. Cfr. inoltre BRANDENBURG 1968-69, pp. 42-54. Reekmans ritiene che l'ipogeo a si sia sviluppato tra ii 185 e ii 210, mentre ~ tra ii 230 e ii 245 (REEKMANS 1964, p. 227). 30 REEKMANS 1964, pp. 203-211. 31 REEKMANS 1964, pp. 203-211.

REEKMANS 1964, pp. 212-222. Oltre a nove loculi disposti irregolarmente nelle pareti. 34 Per questo arcosolio vd. DE ROSSI M. S. 1864, p. 81, peril quale il sepolcro "sembra non aver mai servito: ed e uno degli ultimi lavori". 35 Nei cubicoli Xe Y queste tombe sono state realizzate al di sotto de! piano pavimentale: nel cubicolo X presso la parete occidentale fu scavata una stretta fossa con andamento nord-sud con loculi su entrambe le pareti (la tomba "a coffre" e situata sul lato ovest); nel cubicolo Y la tomba "a coffre" si trov a al di sotto dell a parete di fondo. V d. REEKMAN S 1964, fig. 32. 36 REEKMANS 1964, pp. 53, 56; figg. 31-35.

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79

Analisi dei complessi cimiteriali

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Fig. 153. - Catacornba di S. Callisto: pianta de! cubicolo EB (da G. d. S. 1975-76).

Fig. 152. - Catacomba di S. Callisto: pianta de! cubicolo EA (da G. d. S. 1975-76).

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Fig. 154. - Catacornba di S. Callisto: pianta de! cubicolo EC (da G. d. S. 1975-76).

110

Via Appia - Catacomba di S. Callisto

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Fig. 155. - Catacornba di S. Callisto: pianta de! cubicolo ED (da G. d. S. 1975-76).

E da sottolineare infine che due pile di loculi sono decorate ad affresco (galleria E8. parete est e galleria F 3. parete sud)1s1.

ricevette sepolture monumentali simili (NS) e anche in questo caso le nicchie delle pareti sud e ovest erano decorate con mosaici.

NICCHIA

Per procedere a una valutazione del rapporto tra i diversi tipi sepolcrali nella regione e della distribuzione di questi nell'ambito degli spazi comuni (le gallerie) e di quelli riservati (i cubicoli) si e scelta un'area campione che, peril discreto stato di conservazione degli ambienti, ha permesso un calcolo effettivo delle unita sepolcrali, a eccezione delle tombe pavimentali attualmente interrate 184. L'area prescelta e rappresentata dalle gallerie E', E5 ed El, sulle quali si aprono i cubicoli Ei, Eh, El, Em, En, Er, Es, Et, Ev, Ew, Ez, Ea, E/3, Ey, E8. Nell'ambito dei cubicoli si distingue il gruppo composto dagli ambienti Er, Ey, Es, E8, che rappresentano un unico insieme avendo un solo accesso comune nel cubicolo Er, aperto lungo la parete orientale della galleria El. La sepoltura principale di questo gruppo di ambienti e rappresentata senz'altro dall'arcosolio di fondo del cubicolo Es. caratterizzato da un notevole sviluppo dell'arco, dall'altezza esigua del parapetto e dalla presenza di una decorazione musiva 185• Anche il cubicolo Er presenta una notevole accuratezza di esecuzione soprattutto dell'aspetto architettonico, con la volta a crociera poggiante su colonne angolari ricavate nel tufo e le pareti rivestite di intonaco bianco 186• Anche gli altri ambienti

Nei cubicoli Hb. He e HJ; che hanno una planimetria articolata, i loculi sono inseriti all'interno di nicchie N2 create lungo le pareti (nella parete di fondo del cubicolo Hb questi seguono l'andamento semicircolare della nicchia). I cubicoli B e C situati lungo la parete occidentale della galleria E8 si distinguono dal resto della regione per dimensioni, decorazione e tipologie sepolcrali 182• Sulla parete di fondo del cubicolo B si apre una nicchia NS larga 2 m e alta 2,45 m 183: questa struttura e tutta la parete circostante erano decorate con opus sec tile. mentre al di sopra di essa la parete tufacea fu rivestita in mosaico. Anche il cubicolo vicino (C)

NESTORI 19932 , nn. 47 e 50, p. 109. FERRUA 1976. 181 Al suo intemo al di sotto del piano pavimentale e scavata una tomba a fossa sopra alla quale era collocato probabilmente un sarcofago, posto al di la di un rnuro con funzione di parapetto e sorrnontato da uno strata di rnuratura su cui era fissata una lastra marmorea 184 Cfr. nota 180, p. 109. 185 Cfr. anche DE ROSSI 1864-1877, Ill, p. 66. 186 I cu bicoli Eye E/5 sono invece privi di decorazione. 181

182

111

Analisi dei complessi cimiteriali

Le gallerie esaminate presentano circa lo stesso numero di sepolture (127 tombe nelle gallerie E' ed E7, 144 nella galleria ES), rappresentate per lo piu da loculi e da cinque arcosoli in ogni galleria 190 (I). Nell'ambito dei cubicoli invece la distribuzione delle tombe si presenta differenziata: la maggior parte degli ambienti contiene esclusivamente tombe a loculo (Eh, El, Et, Ev, Ea, E/3, Ey, EO) in numero variabile da undici a trentasei, secondo le dimensioni e l'intensita di sfruttamento; negli altri cubicoli, in cui sono presenti anche gli arcosoli (Ei, Em, En, Er, Es, Ew 191, Ez), ii rapporto proporzionale e naturalmente sempre a vantaggio dei loculi, con l'unica eccezione dell' ambiente Ez in cui furono realizzati due loculi e tre arcosoli (II). Un altro dato risultante dal calcolo delle tombe nell'area esaminata e la distribuzione quasi uniforme delle sepolture nelle gallerie e nei cubicoli. Nelle prime la percentuale delle presenze e di poco superiore (51 %) rispetto a quelle individuate nell' ambito dei cubicoli (49%) (III). Nelle gallerie la maggior parte delle sepolture e rappresentata da tombe a loculo, che costituiscono il 96% del totale. Si e potuto osservare d'altra parte che nei cubicoli la percentuale di loculi e la stessa, per cui anche nel calcolo totale delle sepolture dell' area in esame gli arcosoli hanno una presenza quantificabile nel 4% del totale e i loculi del 96%

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El loculi

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galleria E' galle1ia ES galletia E7 I. Rapporto tra loculi e arcosoli nelle gallerie.

dell'area in esame sono caratterizzati dall'attenzione all'aspetto architettonico e presentano la volta a botte (Eh, Ei, Ev, Ez e E/3)187 o a crociera con colonne angolari (Em, Et e Ea) 188; nel cubicolo Ew, rivestito di intonaco bianco, lungo le pareti laterali, in corrispondenza con l'attacco della volta, furono ricavati nel tufo due architravi, poggianti su una serie di mensole sempre in tufo. L'arcosolio di fondo de! cubicolo En, dopo una prima fase caratterizzata -come il resto dell'ambiente- da un rivestimento di intonaco bianco, fu interessato da una decorazione in mosaico e opus sectile 189• L'unico spazio sepolcrale dell'area in esame interessato da una decorazione ad affresco e un arcosolio che si apre lungo la parete occidentale della galleria E7.

(IV).

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II. Rapporto tra loculi e arcosoli nei cubicoli.

arcosoli 4% cubicoli

49% gallerie 51%

loculi 96% III. Rapporto tra tombe nelle gallerie e tombe nei cubicoli.

187 I

cubicoli Eh ed Ei hanno le pareti rivestite di intonaco bianco. cubicoli Em ed Et hanno le pareti rivestite di intonaco bianco. 189 Cfr. DE ROSSI 1864-1877, III, p. 63. rn, E da notare comunq ue che nella galleria E5 un arcosolio fu iniziato a scavare e non finito: questo none stato considerato nel calcolo (cfr. anche DE 188 I

IV. Rapporto tra loculi e arcosoli

ROSSI 1864-1877, III, p. 69. La galleria F corrisponde a E5). 191 Ne! cubicolo Ew solo l'arcosolio della parete di fondo era previsto al momenta dell'intonacatura dell'ambiente, i tre arcosoli situati lungo le pareti laterali furono realizzati successivamente, rompendo l'intonaco (cfr. anche DE ROSSI 1864-1877, III, p. 70).

112

Via Appia - Catacomba di S. Callisto

Fig. 156. - Catacornba di S. Callisto: regione I, pianta delle gallerie de! 1° piano (da FASOLA 1980).

REGIONELIBERIANA (I)

La regione liberiana ha origine da una scala propria (I) e occupa l'area nord del cimitero 192(cfr. fig. 133). L'origine e lo sviluppo dell'area trovano precisi riferimenti cronologici nelle iscrizioni datate rinvenute a posto che rimandano a un periodo compreso tra il 362 e il 374 193(anche le iscrizioni datate trovate non a posto si riferiscono piu o menu agli stessi anni 194 ). Le indagini di Fasula, che, iniziate dal sopratterra, si

192 La regione Idella nurnerazione ICUR corrisponde alla regione XII dell'analisi topografica di De Rossi. Su quest'area vd. DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 230-301. 193 ICUR, IV 9558, 9561, 9566, 9567. Cfr. DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 230-231. 194 ICUR, IV 9556, 9559, 9563, 9564, 9568, 9557, 9581. 195 FASOLA 1980, pp. 235-236. Ne! corso degli scavi e stata rinvenuta una iscrizione datata all'anno 372 (p. 245). La denominazione della regione, detta appunto "liberiana", si basa sulla presenza di iscrizioni datate che si riferiscano agli anni de! pontificato di Liberia: e piu esplicita in tal senso l'epigrafe ICUR, IV 10852 in cui l'atto della deposizione e messo in rapporto proprio con gli anni de! pontificato di Liberia( ... deposita in pace sub Liberio papa) e non, come di consueto, con i consoli in carica. L'ipotesi che la regione sia legata a una soprintendenza papale e validamente suffragata dal rinvenimento di iscrizioni riferibili a personaggi de! clero (PIETRI 1977). 196 NESTOR! 19932 , nn. 31-40, pp. 107-108. 197 Cfr. DE ROSSI 1864-1877, III, p. 230. 198 Cubicolo Iw, parete nord. 199 Galleria/, parete nord, e cubicolo Ip', parete nord.

sono spinte al tratto superiore della scala e ad alcune gallerie del 1° livello (fig. 156), hanno confermato questa cronologia19s. Nell'ambito del 2° livello l'area I, che si sviluppa intomo alla galleria 1-I', in asse con la scala di accesso, si caratterizza per la presenza di numerosi cubicoli, spesso interessati da apparati decorativi 196e dall' architettura elaborata. Sulla galleria principale e sulle diramazioni principali (14, 16, 17) si aprono infatti serie continue di cubicoli affrontati e di tombe ad arcosolio 197 . Le sepolture della regione I non si differenziano molto da quelle, precedentemente analizzate, della regione occidentale, il cui ambito cronologico e del resto vicino a quello dell'area in esame: in particolare le tombe ad arcosolio presentano le medesime varianti, che si distribuiscono anche in questo caso uniformemente.

ARCOSOLIO

Gli arcosoli presentano generalmente la forma Aal, tranne che in tre casi in cui si e riscontrata la presenza di arcosoli Aa2 (una di queste sepolture ha la volta a butte che la sormonta continua 198 , due presentano una risega di 4/5 cm all'altezza del diaframma delle due arche) 199 . In due arcosoli l'arca retrostante e successiva alla sistemazione primitiva: fu creata 113

Analisi dei complessi cimiteriali

Fig. 157. - Catacornba di S. Callisto: cubicolo If', parete nord, arcosolio.

in una seconda fase rompendo l'intonaco o l'affresco di rivestimento200. La forma piu comune e,come si e detto, Aal, salvo negli arcosoli AaS della parete nord de! cubicolo le e in quelli Aa4 della parete est della galleria 14 e in quella di fondo de! cubicolo If' (fig. 157). Per quanto riguarda il sistema di chiusura, oltre a due tombe Aa/p che conservano in parte la lastra marmorea 201 ,e da sottolineare l'arcosolio Aa/tu de! cubicolo Il" 202 • All'intemo dell'arca di due arcosoli de! cubicolo Ih (pareti nord ed est) era scavato un loculo sul lato lungo opposto al parapetto. In due arcosoli si e potuta verificare la presenza di un rivestimento intemo dell'arca sepolcrale, che in entrambi i casi era costituito da uno spesso strato di intonaco 203 • Sempre allo scopo di ricavare nuovi spazi sepolcrali, e piuttosto diffusa in quest'area la presenza di muretti costruiti al di sopra del parapetto degli arcosoli per chiudere, e riutilizzare, lo spazio compreso tra la chiusura dell'arca e la volta soprastante: questo sistema e adottato soprattutto nelle sepol-

ture scavate nell'ambito delle gallerie 16 e 17 (Aal/[m] e Aa2/[m]) 204. La stessa soluzione e stata riscontrata in un arcosolio della parete sud della galleria IJ 205 • TOMBAA FOSSA

Si e potuta verificare la presenza di una sola tomba a fossa FS/c (non se ne conosce la profondita a causa dell'interro), scavata nel piano pavimentale del cubicolo lh presso la parete ovest. Un'altra tomba di questo tipo della galleria 17 e attestata invece dalla lastra marmorea iscritta rinvenuta ancora a posto a copertura dell a fossa sepolcrale 206 • Locuw Le tombe a loculo LS della regione I sono generalmente di esecuzione poco accurata, di dimensioni ridotte, disposte non regolarmente per pile lungo le pareti delle gallerie e dei cubicoli.

Cubicolo Ik, parete nord e galleria I1, parete ovest. Galleria I, parete sud, e cubicolo lb, parete est. 202 Sernbra che lo stesso sisterna di copertura sia stato adottato anche nell' arcosolio che si apre nella parete est de! cubicolo Ih. 203 Galleria I, parete sud, e cubicolo lb, parete est. 204 Cubicoli lb parete est, II' pareti est e sud, Ir' parete nord, Io parete ovest e gallerie 17 pareti est e ovest, /6 pareti est e ovest, // parete ovest. In quest'ultirno arcosolio, che e doppio, furono riutilizzati e chiusi con due rnuri verticali gli spazi soprastanti entrambe le arche sepolcrali. A proposito di questa soluzione De Rossi osserva: "Gli arcosoli in questa regione, piu che in qualsivoglia altra del cirnitero di Callisto, furono posteriorrnente chiusi con rnuratura; che ne acceco la luce dell'arco, lasciando pero una finestra laterale quadrata. Questa sisterna di rnurature sovente pare coordinato ai rinforzi costruiti nel sotterraneo per consolidarne i vuoti o per sostenere ii peso dei superio-

ri edifici. Qui pero sono tanti gli arcosoli cosi accecati e murati e in tanti pun ti diversi delle gallerie e dei cubicoli, che stirno d'uopo cercarne un'altra ragione. I possessori di ciascun arcosolio e i loro eredi e discendenti dopo raddoppiato, dove lo spazio lo consentiva, l'arcosolio rnedesirno tagliandone la lunetta, vollero far uso anche de! vano della nicchia semicircolare e deporre sulla rnensa i corpi dei nuovi defunti della parentela. Percio costruirono la chiusura della fronte dell'arcosolio, lasciando una laterale apertura quadrata sufficiente all'uopo d'introdurre per essa ii cadavere. Quella finestra fu chiusa con pietra, sulla quale fu inciso anche l'epitaffio" (DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 258-259). 205 FASOLA 1980, fig. 1, p. 249. 206 ICUR, IV 10122. De Rossi conferma comunque che in questa regione si osserva un "costante sistema dei sepolcri scavati sotto ii pavimento" (DE ROSSI 1864-1877, III, p. 254).

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Via Appia - Catacomba di S. Callisto

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Fig. 158. - Catacornba di S. Callisto: pianta della regione Z (rielaborazione da DE ROSSI 1864-1877).

REGIONEZ

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(fig. 158)

ARCOSOLIO

Sono presenti arcosoli Aal/t/p, a una o piu arche sovrapposte, o Aa2/t/p, con rivestimento intemo costituito da uno spesso strato di intonaco bianco 207 • L'arcosolio della parete ovest de! cubicolo Zd presenta le tracce della malta di una chiusura in muratura dello spazio soprastante !'area sepolcrale (Aa/[m]). Si distingue l'arcosolio di fondo de! cubicolo Zc Abml/c 208, con la volta ricoperta di lastre marmoree; la fossa sepolcrale e rivestita da una muratura in tufelli e mattoni. LOCULO

Ne! 3° piano di gallerie (area Z) si sono potuti riscontrare loculi LS di ridotte dimensioni, non sempre disposti per pile regolari.

207 Due arcosoli della galleria Z3 (pareti est e ovest) hanno il sistema di irnrnissione dei corpi "a pozzo" e la copertura rispettivarnente risparrniata nel tufo e a tumulo in conglomerato poggiante su tegole poste a cappuccina. 208 La ghiera dell'arco e in laterizi, la lunetta in tufelli e mattoni e il parapetto, rnolto basso, in soli tufelli.

La regione N, situata all'estremita orientale de! cimitero e denominata 11labirinto 11209 per la disposizione irregolare dei suoi ambulacri, rappresenta una delle ultime fasi di sviluppo della necropoli callistiana (cfr. fig. 112). Anche l'analisi delle iscrizioni rinvenute rimanda al pieno IV secolo 210 • LOCULO

Le deposizioni in questa regione sono sistemate unicamente in tombe a loculo LS di esecuzione poco accurata, di dimensioni ridotte, separate da bassi diaframmi, non sempre disposte per pile regolari. Lo spazio sepolcrale intemo e ii fondo sono sempre privi di rivestimento e la chiusura in genere e costituita da laterizi legati da calce: solo in pochi casi questi sono sostituiti da una o piu lastre marmoree.

209 Su quest'area, corrispondente alla regione XIV di De Rossi, cfr. DE ROSSI 1864-1877, III, pp. 355-377. 2111 Yd. in particolare ICUR, IV 9931, 10112, 10315b, 10417b, 10419a, 10746, 10747, 10743.

115

Analisi dei complessi cimiteriali REGIONET

Le gallerie della regione T, che si estende al I piano, appartengono -come la sottostante regione N- all 'ultimo periodo di sviluppo del cimitero e vi furono praticate sepolture fino agli inizi del V secolo 211 (cfr. fig. 146). Le pareti delle gallerie sono interessate soprattutto da tombe a loculo, a eccezione dei pochi arcosoli scavati lungo le pareti degli ambulacri piu prossimi alla scala. O

ARCOSOLIO

Le tombe ad arcosolio dell'area in esame hanno tutte, per quanto e stato possibile verificare, forma Aal/t, con l'arca interessata in quattro casi da un loculo scavato all'intemo sul lato lungo opposto al parapetto 212; due arcosoli della galleria T44 (pareti nord e sud) hanno l'arca chiusa con il sistema a pozzo Aa/tu. LOCULO

Per quanto riguarda le tombe a loculo si e potuta riscontrare una differenziazione tra i gruppi di gallerie Tl -8 e T 1139, accumunati d'altra parte dalla forma LS dei loculi e dalla poca accuratezza di esecuzione: nel primo caso tuttavia le tombe sono disposte in maniera irregolare sulle pareti e sono distanziate da sottili diaframmi, mentre maggiore regolarita nella disposizione e ampiezza di diaframmi caratterizzano le sepolture del secondo gruppo di gallerie, che presentano inoltre uno sfruttamento meno intenso 213•

stretta scala inserita nella meta distrutta di quella precedente, con discesa in senso opposto 215 (cfr. fig. 124). L'origine di quest'area e stata datata da Fasola agli inizi del V secolo come "edimostrato dall'epigrafia della regione, dal tipo di scavo, dall'estrema scomodita degli ambienti ammissibile solo in un'epoca in cui i seppellimenti sotterranei su vasta scala non erano ancora cessati" 216• A questo arco cronologico rimanda inoltre la decorazione in mosaico di un loculo che si trova lungo la parete settentrionale della scala: "ivi erano figurate su fondo bianco croci azzurre equilatere in una lunetta incorniciata con una lista bruna e gialla. Delle croci se ne conservano soltanto tre; esse sono sufficienti a indicare che ii sepolcro risale al V secolo" 217. ARCOSOLIO

Le tombe ad arcosolio sono poco numerose e presentano in genere la forma Aal/t; in due casi epresente un loculo scavato sul lato lungo posteriore 218; nell'arcosolio ricavato nella parete di fondo del cubicolo Y2 sono infine ben visibili sul lato lungo posteriore i fori per l'alloggiamento di travi di sostegno degli elementi della chiusura Aal/p. TOMBAA FOSSA

Tra la scala A6 e il suo nuovo livello rialzato furono inserite diverse sepolture: di una di esse e ancora visibile la copertura costituita da laterizi disposti a semicappuccina sormontati da una struttura in conglomerato (FS/sc). Locuw

In un momento posteriore allo sbarramento della scala A6 e alla sistemazione del nuovo ingresso 214, fu creata una piccola regione cimiteriale, alla quale si accedeva attraverso una

I loculi hanno generalmente dimensioni ampie e forma LS (il lorn precario stato di conservazione non permette di analizzare su vasta scala gli altri elementi). Alcuni loculi furono creati scalpellando le pareti in muratura che foderavano la scala primitiva A6.

211 !CUR, IV 10854, gall. T20 (a.404?) e 10855, gall. T8 (a.407). Su questa regione, ii suo sviluppo topografico e la cronologia cfr. DE ROSSI 18641877, III, pp. 377-392, che distingue quattro gruppi di gallerie con orientamento diverso: Tl-8, T12-21, T22-30, T31-44. 212 Gallerie T38 e T43 pareti nord e sud. 213 Un loculo della galleria Tl8 e chiuso con un muretto ricoperto di calce

(cfr. DE ROSSI 1864-1877, III, p. 387). 214 FASOLA 1983 e 1986. 215 Cfr. FASOLA 1986, fig. 11. 216 FASOLA 1986, nota 19. 217 WILPERT 19102 , p. 74. 218 Cubicolo Yl, parete di fondo, e galleria Y8 parete est.

REGIONEY

116

2.3.7. lPOGEODELLA TORRETTA

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219

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Fig. 160. - Ipogeo della Torretta: scala I. tomba a fossa (sezione nordovest/sud-est).

Fig. 159. - lpogeo della Torretta: pianta (rielaborazione da FASOLA 1985).

All'interno del comprensorio callistiano, attraverso una botola situata presso la ed. "Torretta", si accede a un cimitero ipogeo di modesta estensione 219 (fig. 159); l'ingresso originario era costituito da una scala, per la cui realizzazione furono distrutte in parte le strutture di fondazione di due colombari. La cronologia tarda della catacomba e documentata da due iscrizioni paste lungo la scala, datate agli anni 396 o 402 e 400 o 405 220• In prosecuzione della scala di accesso, con andamento non rettilineo, fu scavata la galleria 1, al termine della quale i fossori incontrarono una rete di gallerie non utilizzate a scopo funerario (3-15), che decisero di sfruttare. In un primo momenta fu aperta una sepoltura a loculo lungo la parete ovest della galleria 5; in seguito, quando si chiuse con un muro l'accesso alla galleria 5, altri loculi furono scavati nelle gallerie 3 e 4.

40

-

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TOMBAA FOSSA

Al di sotto della scala di accesso furono ricavate nel tufo due tombe a fossa FS/t/c: la prima, pasta tra il 5° e ii 7° gradino (fig. 160); la seconda, tra 9° e 10° gradino, e attualmente quasi de! tutto interrata. LOCULO

Quasi tutte le sepolture della regione sono rappresentate da loculi LS di ampie dimensioni; lo sfruttamento non intenso ha determinato inoltre una distribuzione disordinata sulle pareti e alti diaframmi di tufo tra le sepolture. Le chiusure sono quasi esclusivamente in laterizi, anche molto frammentari, legati da malta; sono documentati anche tegole fissate con le ali rivolte verso l'esterno 221 e un loculo 222 chiuso da muretto.

FASOLA 1985a. FASOLA 1985a,pp. 15-16.

221

222

117

Tratto finale della galleria 3, parete nord. Galleria /, parete ovest.

Analisi de1. comp lessi cimiteriali

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