Platone come scrittore filosofico
 9788870880960, 8870880966

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KONRAD GAI SER

Platone come scrittore filosofico Saggi sull'ermeneutica dei dialoghi platonici

Con una premessa di Marcello Gigante

BIBLlOPOLIS

A cura di Pietro Tomasi

Copyright Cl

1984-

by «Istituto Italiano per gli Studi Filosofici .. Napoli, viale Calascione 7

INDICE

Avvertenza

pago

Premessa di Marcello Gigante

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Il

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Simposio 212 C -223 D

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Scrittura e oralità: Fedro 274 B - 279 C

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Pubblicazioni di Konrad Gaiser su Platone e la Scuola di Platone Platone come scrittore filosofico I. II. III. IV.

Questioni fondamentali di ermeneutica platonica Esteriorità e interiorità dei logoi socratici:

Platone sulla altrui e la propria poesia: Ione,

Repubblica, Leggi V.

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miti di Platone sull' esempio di Leggi X 903 B -905 D

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Bibliografia

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AVVERTENZA

Questo volume contiene, in forma parzialmente modificata, le cinque lezioni che K onrad Gaiser ha tenuto alla Scuola di Studi Superiori dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosrfici dal 1 al 12 marzo 1982. Il ciclo fu introdotto e moderato da Marcello Gigante. È sembrato opportuno che il testo delle lezioni del Gaiser su Platone come scrittore filosofico, che hanno suscitato vivaci discus­ sioni e grande interesse, fosse messo a disposizione di un pubblico piu vasto. L'Istituto ringrazia Pietro" Tomasi (RomalTubingen), che si è as­ sunto la cura dell'edizione italiana traducendo il testo tedesco con grande accuratezza e competenza. La traduzione dei passi platonici è tratta da Platone. Opere I-VIII (Bari, Universale Laterza). Nella preparazione del libro l'autore e l'Istituto si sono avvalsi della preziosa collaborazione di Tiziano Dorandi.

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PREMESSA

La filologia classica tedesca nel momento attuale può riconoscere nel Gaiser e nella COSI detta Scuola di Tiibingen una delle sue espressioni pi6 valide in quanto l'oggetto della ricerca, perseguito sul rigoroso fondamento dei testi, unisce in una globale unità l'esegesi testuale e l'interpretazione filoso­ fica. Il risultato di tale applicazione globale del metodo filolo­ gico, che è il segno pi6 rappresentativo della grande filologia classica tedesca tra la fine del Settecento e l'Ottocento, è certamente pi6 profondo e pi6 ricco che non sia stato nel secolo scorso. Può anche darsi che il risultato si carichi di valenze e ambival�nze e di esigenze della nostra cultura con­ temporanea e che perciò esso resti discutibile e non sempre persuasivo, ma è innegabile che esso costituisce non solo una archiviazione di interessi storiografici, ma uno stimolo ad ulteriori approfondimenti e un impulso a proseguire la inter­ pretazione o, se si preferisce, l'ermeneutica del pensiero an­ tico. Che autore di tali ricerche sul pensiero antico e, in parti­ colare, sulla formazione del pensiero platonico e sulla rappre­ sentazione da parte dello stesso Platone delle proprie dottrine sia un filologo classico e non un professore di storia della filosofia antica dice chiaramente che oggi, specialmente, una concezione della filologia classica che possa avere una sua validità e una sua eflicacia non può essere scissa né da una Il

visione filosofica dell'oggetto di ricerca né da una metodologia che, pur fondata su una tecnica sp"erimentata, sia soprattutto ispirata dalla intenzione di capire e lasciar capire i contenuti del pensiero antico. Il Gaiser è un rappresentante della Scuola di Tiibingen che si è affermata nei tempi piii recenti soprattutto perché ha contribuito a riproporre su nuove basi analitiche il problema platonico dell'insegnamento orale o, come viene comunemente detto, il ruolo della dottrina dei princìpi nella visione inte­ grale del filosofo; ma desidero sottolineare sùbito che questa scuola ha nel suo immediato retroterra la grande figura di Wolfgang Schadewaldt che ha insegnato, non solo ai suoi scolari di Tiibingen, ma a tutti i lettori di poesia antica, un modo di approccio ai grandi autori antichi sul fondamento del testo,' ma non prescindendo in nessun caso da una edu­ cata sensibilità del gusto. Lo Schadewaldt, autore di ricerche memorabili soprattutto su Omero e sui lirici greci, ha potuto ispirare ai suoi allievi temi di ricerca su un prosatore come Platone i cui confini non sono solo con l'arte e la poesia, ma soprattutto con la filosofia. Questo punto di partenza, che non distingue pregiudizie­ volmente un'opera in versi da un'opera in prosa, ma punta sulla individuazione dei contenuti, pur non prescindendo dalla forma, ma ritenendo la forma strettamente congiunta a un contenuto, è la prima caratteristica originale dell'indirizzo rappresentato dal Gaiser che è riuscito a realizzare, nello stesso tempo e con la stessa serietà metodologica, grandi ricerche non solo su Platone, ma anche su Menandro voglio dire sul nuovissimo Menandro dell'Aspis, della Hydria e delle Synaristosai nonché su Plauto, unite dal medesimo impulso ermeneutico e dalla medesima esigenza di comple­ tezza appoggiata sulla analisi. Caratteristica ulteriore di questo indirizzo filologico è anche il fondamento analitico di ogni risultato generale. Naturalmente un metodo è valido quando' trova nel suo -

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fruitore una flessibilità ed una intelligenza che lo rendono assolutamente personale e quando trova nell'interprete una dedizione totale alla ricerca e una sensibilità a cui non sfug­ gono neppure i minimi particolari di un testo che, come tutti sappiamo, è un tessuto intricato di innumerevoli componenti (a partire dallo stile) che non esauriscono mai le possibilità moderne della ricerca. Per rendere accessibile nel modo piu semplice la persona­ lità dello studioso vorrei dedicarmi pr . poli del Gaiser nel 1980, quando, ospite dell' Istituto U niversi­ tario Orientale, egli tenne una conferenza, che oggi possiamo leggere sia in una redazione italiana ridotta (nel II volume degli «Studi filosofici», Rivista del Seminario di studi dell'Oc­ cidente medioevale e moderno dell'Istituto Orientale) sia · nella sua interezza in una memoria dell'Accademia delle Scienze di Heidelberg. Quale fu l'oggetto della conferenza? Fu un argomento apparentemente archeologico, un argomento che almeno fino ad ora era stato quasi esclusivo appannaggio di archeologi, vale a dire un mosaico noto come l'Academia di Platone, scoperto fuori dalle mura di· Pompei nel 1897. L'esegesi origi­ naria di tale mosaico, dovuta al Sogliano e poi successiva­ mente abbandonata dai piu, è quella che vede nel mosaico la Scuola di Platone e non i Sette Sapienti (come a me sembre­ rebbe piu probabile) o la Scuola di Aristotele, come ad altri è sembrato. Naturalmente non sono qui per diffondermi sulla interpre­ tazione del Gaiser, ma questa lunga memoria (Das Philoso­ phenmosaik in Neapel. Eine Darstellung der platonischen Akademie ) indica chiaramente l'esteso orizzonte di ricerca su un unico oggetto, che rimane in questo caso ancora Platone. Anche se è difficile accettare tutte le conclusioni esegetiche del Gaiser, bisogna dire che lo studioso non ha trascurato nessun indizio, nessun segno, nessun minuto particolare per dare alla sua interpretazione i connotati di una esauriente credibilità. Non 13

sono soltanto u tilizzate le analogie oflàte da altre testimo­ nianze archeologiche, ma soprattu tto la profonda conoscenza delle q uestioni astronomiche e scientifiche nell'àmbito del­ l'Academia platonica e delle discussioni , soprattutto da parte di Eraclide Pontico, sul cielo e sulla terra è stata impiegata a risolvere un appassionante problema di esegesi di un monu­ mento antico . Dal punto di vista metodologico, viene confer­ mata quella unità di filologia testuale e filologia monumen­ tale, entrambe finalizzate alla storia del pensiero antico che, a mio parere, costituisce la nota eminente dell'indirizzo filolo­ gico rappresentato dal Gaiser. Non è un caso che in q uesti anni piti. recenti l'attenzione dello studioso platonico, che pure ha posto a soqq uadro in­ sieme col suo sodale Hans Joachim Kramer il campo della interpretazione stessa di Platone, si sia rivolta a un monu­ mento come q uello pompei ano e a documenti biografici come la biografia platonica conservata in un papiro ercolanese. Da un punto di vista puramente esteriore potrebbe sembrare una incongruenza o almeno un regredire da pro blemi piti. esplici­ tamente teoretici o piti. propriamente filosofici; si tratta, in­ vece, di guardare a un monumento o a un tratto di un'opera biografica conservata frammentariamente in un annerito pa­ piro ercolanese da un punto di vista non meramente tecnico, ma arricchito di tutta l'esperienza e di tutta l'elaborazione concettuale culminante nei suoi libri sul pensiero di Platone. Anche in q uesto caso è possibile che i particolari risultati conseguiti nella ricerca generale sul pensiero platonico pos­ sano condizionare l'esegesi di docu menti come il papiro erco­ lanese 1021 che diflicilmente può essere talvolta sos tenuta, ma non è tanto importante rilevare la plausi bilità di una esegesi particolare di un testo mutilo, congetturalmente ricostruito, quanto segnalare la fecondità della metodologia per la q uale l'approccio ad un testo apparentemente non filosofico rivela la molteplice capaci tà di ridestare nuovi contenuti e nuove pos­ sibilità ermeneutiche. L'importante è cioè accostarsi ad un 14

testo con la plU ricca esperienza possibile di letture e di meditazioni che riscattino la lettura anche di un testo (giuntoci in condizioni precarie) dalla solitudine in cui. spesso è rima­ sto, a lungo, inerte e muto. Il ciclo di lezioni del Gaiser ha per oggetto Platone scrittore e filosofo: un ciclo di cinq ue lezioni in cui sono affrontati i rapporti fra Platone scrittore e Platone pensatore, la valutazione non solo filosofica, ma artistica dei dialoghi , il grande problema della interpretazione del finale del Fedro, sui limiti dell'opera scri tta e sulla superiorità della cultura orale, la concezione poetica di Platone e i grandi miti nei dialoghi platonici. Il mio compito è q uello di rappresentare brevemente l'itinerario di ricerca perseguito dal Gaiser nei suoi libri e nei suoi articoli per focalizzare in termini chiari la sua posizione nell'attuale fase del di battito su ciò che ha «veramente detto Platone»: q uale sia il vero Platone, il Platone dei dialoghi o il Platone orale, che affidò alla parola e non allo scritto il suo autentico messaggio. Il primo libro del Gaiser, che fu la sua dissertazione, apparve nei Tiibinger Beitrage zur Altertumswissenschaft nel 1959: Protreptik und Paranese bei Platon. Questo li bro ha per sottotitolo Untersuchungen zur Form des platonischen Dialogs e , tuttavia, non esaurisce i l s u o contenuto nella individuazione formale, in singoli luoghi dei dialoghi, delle tracce del genere protrettico e parenetico, ma lo estende alla indicazione della funzione di q uesti luoghi che non sono ispirati alla critica, alla confutazione e, in generale, alla tecnica dialogica della domanda e della risposta. Come Platone nella Apologia ha trasformato la forma tradizionale di un discorso giudiziario di difesa in una espressione di vita filosofica, come nel 114.enesseno ha dato una spiegazione filosofica della f()rma del logos epita­ fio, COSI negli altri dialoghi come il Protagora e l'Eutidemo ha mostrato la trasformazione del trattato protrettico dei Sofisti · nella f()rma platonica e la riprod uzione riflessa del dialogo

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socratico nel dialogo platonico e cosi analogamente lo SVI­ luppo della parenesi filosofica nel mezzo di dialoghi come il Fedone e il Gorgia o il Lachete , il Carmide, il Protagora o l'Euti­ demo o il Menone o nella chiusa di altri dialoghi come il Gorgia , il Fedone o la Repubblica. E infine il Gaiser ha mostrato il rap­ porto tra i tardi dialoghi platonici e il Protrettico di Aristotele. Questo schema di ricerca rimane costante anche negli al­ tri libri del Gai ser: una teoria platonica è illustrata dal Gaiser sia nell'àmbito dello stesso Platone (scritto o orale) sia nelle connessioni col pensiero precedente e con lo sviluppo ulteriore nella Academia, soprattutto in Aristotele. Già per questo li bro il punto di partenza è l'interpreta­ zione platonica dello Schleiermacher il cui nome è legato alla prima trad uzione tecnicamente e filosoficamente sistematica d ei Dialoghi apparsa agli inizi dell'Ottocento. L'introduzione dello Schleiermacher, con intenzione quasi programmatica , è il primo di dieci contri buti alla intelligenza platonica, pubbli­ cati dal Gaiser in un volume miscellaneo Das Platonbild nel 1969. Lo Schleiermacher indicò il carattere strettamente filo­ sofico e psicagogico del dialogo platonico e fu il primo a par­ lare di una forma esterna, cioè lo schema mimetico e dram­ matico della forma dialogica, e di una forma in terna cos tituita dalla in tenzione di protrépein e pefthein , cioè incitare e persua­ dere. Lo Schleiermacher vide l'esteriorità nella imitazione del dialogo vivente, ma l'interiorità della visione platonica e della forma artistica indicò nella formazione del lettore . .I l Gaiser nel suo libro dimostra come Platone cambi e approfondisca la forma della rappresentazione scritta già con­ solidata in una tradizione per accentuare lo sguardo sulla ve­ rità e sulla realtà ideale per renderle valide ed etlicaci nel mondo delle opinioni comuni. Lo Schleiermacher parla di una connessione realizzata nel dialogo di un elemento essoterico e di un elemento esote­ rico, vale a dire l'ingresso nel dialogo scritto della dottrina orale.

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Nel 1959, quando il Gaiser scnve questo libro, il pro­ blema della dottrina esoterica di Platone, della sua connes­ sione con gli scritti non è stato ancora da lui affrontato, ma non possiamo fare a meno di dire che nello stesso anno il suo sodale Kramer pu bblica il libro destinato ad aprire una brec­ cia nella visione tradizionale .dell'ermeneu tica platonica nella quale successivamente si inserisce au torevolmente lo stesso Gaiser. Il libro del Kramer Arete bei Platon und Aristoteles, apparso nelle «Abhandlungen der Heidelberger Akademie der Wissenschaften», stabilisce il punto di unione tra la dottrina scritta nei dialoghi e la dottrina del trattato Sul bene che, come tutti sanno, conosciamo dalla tradizione indiretta, nel con­ cetto di virtù (Areté) come medio fra eccesso e difetto, accettato successivamente da Aristotele. Questo libro del Kramer si può dire che, se non inau­ gura, certamente però consolida il tentativo di conciliare il Platone dei dialoghi col Platone della tradizione indiretta o anche il Platone essoterico con il Platone esoterico . Nel libro di cui or a parliamo, del 1959, il Gaiser è . consapevole della contemporanea ricerca del Kramer, ma per­ segue soprattu tto la formazione della forma letteraria del dia­ logo: il risultato, vale a dire l'avvenuto assodamento dell'ele­ mento propedeutico, propulsivo e protrettico nel dialogo pla­ tonico sarà coerentemente u tilizzato dal Gaiser quando si accingerà a dimos trare che il vero Platone, il Platone sistema­ tico è quello della dottrina esoterica di cui l'akroasis sul bene è la testimonianza piu nota e importante. Ma ancora una parola sul libro di ricerca solo apparente­ mente letteraria condotta pi6 specificamente nello spirito dello Schadewaldt . Il Gaiser si rivela un interprete fine del dialogo socratico e del dialogo socratico-platonico, mostra il tratto ironico e genuinamente reale del logos protrettico e indica in Platone colui che ha dato forma poetica ontologica­ mente concreta al protrettico tradizionale. Cosicché il dialogo platonico è qualche cosa di pi6 che una autorappresen tazion(' 17

propagandistica: esso punta anche alla educazione, alla pai­ deia. Il dialogo platonico ciòè non è semplicemente una epidei­ xis retorica, ma tende a stabilire un nesso del mondo vero, quello delle idee, con l'ordinamento della polis, a impedire che il mondo degli uomini resti nella oscurità. Ma dove la sensibilità del Gaiser diventa piti evidente è quando indica nel dialogo platonico un'opera di poesia e vede in Socrate quasi un altro Achille, nella parenesi filosofica l'analogo della parenesi al combattimento di Achille, e quando paragona la parenesi filosofica a quella pindarica, e il procedimento dialogico alla tragedia. Nel 1961 il Gaiser pubblica la prolusione accademica Platon und die Geschichte: un testo importante perché propone anche la necessità di dare un fondamento storico-filosofico all'umanesimo formulato da Werner Jaeger, di cui solo in Italia si è riuscito a dir male col trasformare una vittima del regime nazista, che dové emigrare in America, quasi in un cooperatore della ideologia della superiorità della razza. Il Gaiser si rifa esplicitamente a uno scritto del Jaeger sulla posizione di Platone nella storia, sul rapporto di Platone col mondo storico e sulla efficacia storica della filosofia plato­ nica. Il Gaiser riconosce la paradossalità del problema, cioè l'individuazione dell'aspetto storico della filosofia platonica che non ha dato valore ai particolari della storia a differenza di Aristotele. E, infatti, il Gaiser dimostra l'arbitrarietà, la visione tra scherzosa e seria dei fatti storici e geografici che si può cogliere nel Politico o nel Timeo, ma tuttavia non si può negare che la filosofia platonica stia in connessione anche con gli accadimenti storici. Il concetto moderno . della Platone-in. .. ..storia ... è estraneo a ---q.u�.!!.�Q egli subordina unilateralmente i diversi momenti della Yi.!� �!..P.��