L'opera geografica di Luca Holstenio 8821003981, 9788821003981

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L'opera geografica di Luca Holstenio
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STUDI E TESTI ---------

1 0 2 ----------

ROBERTO ALMAGIÀ

L’ O P E R A

GEOGRAFICA DI

LUCA

H0LSTENI0

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTKCA APOSTOLICA VATICANA MPCCCCXLU

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STUDI E TESTI --------------

102

---------------

ROBERTO ALMAGIÀ

L’ O P E R A

GEOGRAFICA DI

LUCA HOLSTENIO

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA MDCCCCXLII

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EDI POTEST: E Civitate Vaticana, die 1 octobris 1942 f

Pr. A l f o n s u s C. D e B o m a n i s , Ep. Porpbyreonen. Vie. Oen. Giv. Vat.

Ristampa anastatica

- Dini - Modena 1984

VIA A. MOSA, 23 - TEL. 33870

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LOPERA GEOGRAFICA DI

LUCA

HOLSTENIO

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INDICE

Prefazione................................................................................................. Ca p .

I . - La vita, gli studi, i viaggi............................................

A p p e n d i c e . - I libri geografici postillati dalVHolstenio.

Ca p .

. . .

I I . - L'erudizione geografico-antiguaria di L. Holstenio .

XI 1 25

33

Ca p . I I I . - La Geografia storica studiata sui luoghi...................

67

Ca p . I V . - Gli studi di Geografia moderna....................................

99

A p p e n d i c e . - La Sacra Congregazione ai Confini............................ 155 Indice dei codici c o n s u l t a t i ............................................................................ 161 Indice dei nom i di p e r s o n a ............................................................................ 162 Indice dei n om i geografici

...........................................................................166

T a v o le fuori testo (in fondo al

volum e)

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PIO · XII PO N TIFICI · M AXIM O ANNVM · X X V · AB · IN ITO · EPISCOPATV FE LIC ITE E · PE E A G E N TI BY B LIO TH E C A E · VATICAN AE · CVEATOEES D . D.

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P R E F A Z I O N E

I l presente studio si ricollega direttamente alle indagini fatte per la pubblicazione dei miei Monumenta Italiae Cartographica

(Firenze,

Istituto

Geografico

Militare, 1929),

nei

guati avevo già fatto cenno brevemente dei contributi dati dalVHolstenio

alla cartografìa

d’allora un più particolare

delVItalia,

preannunziando

sin

esame delVargomento. Accintomi,

dopo molti anni, a riprenderne la trattazione, Vesame si è venuto estendendo a tutta la attività delVHolstenio nel campo geografico, quale risulta soprattutto dai materiali, in buona parte inediti, che si conservano nel Fondo Barberiniano della Biblioteca Apostolica

Vaticana. Nelle lunghe e non agevoli

ricerche, io ebbi sempre il benevolo e validissimo aiuto della profonda dottrina di Sua Fminenza il Cardinale Giovanni Mercati, e del Rev. Padre Anseimo A . Albareda, attuale Pre­ fetto della Biblioteca Vaticana. A d entrambi si rivolge il mio pensiero con infinita riconoscenza, in quanto a Loro debbo ancora se i resultati delle mie ricerche possono ora vedere la luce in questa insigne collezione di « Studi e Testi ». Roma, 21 marzo 1942.

R oberto Almagià

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Capitolo P rimo

LA VITA - GLI STUDI - I VIAGGI

L a figura e l ’attività scientifica, quanto mai varia e molteplice, di Luca Holstenio, uno dei maggiori eruditi del secolo

xvn,

è stata

già,

direttamente

o indirettamente,

illustrata da parecchi studiosi e sotto vari punti di vista, sebbene manchi ancora un esame completo dell’opera di lui, esame che riesce per vero assai difficile appunto per la multiforme e versatile sua attività, che va molto al di là dagli scritti rimastici a stampa e che a stento si può seguire sulla scorta degli elementi in nostro possesso. Nel presente studio si vuol portare un contributo particolare alla ricostruzione della figura scientifica dell’Holstenio, esa­ minando la sua operosità nel campo geografico, la quale solo in parte è nota, perchè anch’essa risulta di gran lunga più vasta di quanto non possa dedursi dalle testimonianze pervenuteci mediante la stampa. V a infatti subito rilevato, in relazione a ciò, che un carattere (taluno lo ha giudicato un difetto) della mentalità dell’Holstenio

sta in questo :

che egli, nella sua immensa erudizione e nel suo infaticabile zelo per gli studi, divisò e condusse innanzi numerosissime e diverse imprese, ma quasi nessuna delle maggiori potè menare a buon termine, anche perché continuamente di­ stolto da frequenti e disparati incarichi inerenti agli uffici tenuti in Rom a, incarichi che erano essi pure spesso di natura tale da dar luogo ad altre ricerche e a lavori eruditi e scientifici. L a Biblioteca Vaticana ed altri Istituti romani custo­ discono oggi la massima parte dei materiali lasciati dall ’Holstenio

e l ’esame di tali materiali ha reso possibile il

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l ’opera

2

g e o g r a f ic a

di

luca

h o l s t e n io

presente studio, il quale intende di essere anche un primo contributo alla illustrazione degli studi geografici in Rom a nei secoli x v i e seguenti : si è cercato pertanto qui di in­ quadrare

l’opera

dell’Holstenio

nell’ambiente

degli

studi

geografici, che molti dei più insigni Pontefici del Cinque­ cento e del Seicento hanno singolarmente favorito. Sulla vita dell’Holstenio basteranno pochi cenni som ­ mari per orientare il lettore sui riferimenti che saranno fatti in seguito (1). (1) La più completa biografia generale che io conosca dell’ Holstenio si trova in J ohannis M olle ri F le n sb urge n sis , C im bria L iterata. Tomo III, Copenhagen 1744, pagg. 321-42, con diligenti riferimenti alle fonti e con un elenco completo delle opere edite e inedite allora conosciute. Interessante, ma meno completa, è la precedente biografia di R. W ilk e n s (il nome dell’A. manca sul frontespizio) L eben des gelehrten L u ca s H olsten iu s. Amburgo, 1723. Notizie dell’Holstenio dà il nipote Pietro Lambeck nei suoi C om m en tarii de au gu stissim a B ib lioth eca C a e­ sarea V in d óbon en si Lib. I, pagg. 11-12 (epitaffio di L. H.) e Lib. VI, pagg. 235-73 (lettere dell’ Holstenio e frammenti da un suo albo di autografi). Copiose ed in­ teressanti notizie si ricavano da una raccolta di lettere : L ucae H o lste n ii , E p i ­ stulae ad diversos pubblicate da I. F. B oisso n ad e ; Parisiis, 1817 (raccolta che citeremo sovente con la indicazione B oisso n . e il numero della lettera o la pagina). Dello stesso Boissonade è l’ottimo articolo biografico su Holstenio nella « Biographie Universelle » Tom. X X . Vedi anche : P é l iss ie r L. G., L es am is d’ H o l­ sten ius ; nei «Mélanges d’Archeologie et d’ Histoire de l’école franp. de Rome». Voi. VI, 1886 ; Voi. VII, 1887 ; Voi. V ili, 1888 e specialmente Voi. VII, pagi­ na 62 e segg. Qualche cenno biografico sull’Holstenio dà anche I. C a r in i pub­ blicando una lettera inedita al Card. Barberini, in « Spicilegio Vaticano » Voi. I, 1890, pagg. 264-66. In genere per i rapporti dell’Holstenio con l’ambiente culturale della corte pontificia, vedi P astor L. S toria dei P a p i, trad. di P. Cenci, voi. X II, 1931, pagg. 924-26. Moltissime scritture e lettere dell’ Holstenio sono tuttora inedite e sparse in codici barberiniani (Lat. 2179, che contiene abbozzi di lettere autografe quasi tutte inedite ; 3071 e seg.) e vallicelliani. La R. Biblioteca Vallicelliana conserva, nei volumi XCVI e XCVII delle Carte Allacci, pregevolissimi materiali holsteniani, tra i quali una parte del suo carteggio (su di esso vedi C. M a r z i in « Ri­ vista delle Biblioteche» 1889 pagg. 103-112). Qui si trova anche, in fondo al voi. XCVII, un Promemoria autobiografico, non di mano dell’ Holstenio, ma molto probabilmente messo insieme da lui· stesso nel 1627 o poco dopo, che riguarda la sua vita anteriormente all’entrata in servizio del Card. Barberini. Un Promemoria analogo ed un altro di epoca posteriore si trovano, insieme a molti altri documenti (passaporti, salvacondotti, commendatizie, ecc.), nel Cod. Barb. Lat. 2182. A questi Promemoria abbiamo attinto alcune notizie che non si trovano negli scritti sopra ricordati, per es. la data precisa della nascita, la notizia sul soggiorno in Danimarca, ecc. Tre manoscritti della Biblioteca pubblica di Dresda sono ascritti dubitati­ vamente all’ Holstenio dallo S c h no rr (K a t a l. der H an dsch r. der Icón, offeriti. B ib l.

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LA VITA

-

GLI STUDI -

3

I VIAGGI

Luca Holste (questa è la forma originaria del cognome, latinizzato poi in Holsteinius o Holstenius) vide la luce ad Amburgo il 27 Settembre 1596 (stile gregoriano), settimo nato di Pietro, e Maria Schillings. Compiuti gli studi gin­ nasiali nella sua città natale, dove frequentò soprattutto la casa del medico Nicola Sadmann, iniziò gli studi acca­ demici nel 1611 a Rostock, « sed barbaris eius Academiae moribus

perspectis,

quam

primum

in patriam

rediit », e

subito, per consiglio dell’Elmenhorst, si recò a Leida, per frequentare quella famosa Università. Ivi, come egli stesso dichiara (1), rimase sei anni e udì le lezioni di Giovanni Meursio, il maestro da lui preferito, di Daniele Heinsio, Ugo Grozio, Gerardo Giovanni Yoss, Gaspare Barles, m o­ strando sin d ’allora una spiccata propensione per la filosofia platonica ed anche per gli studi medici (2). M a il soggiorno a Leida ebbe una interruzione, che doveva esercitare una influenza decisiva sulla sua attività scientifica posteriore : dalla fine del 1617 alla fine del 1618 egli

accompagnò

il

celebre

umanista

e geografo

Filippo

Cliiver o Cluverio, in un viaggio attraverso l’Italia e la Si­ cilia, viaggio che gettò le basi delle conoscenze in situ utiliz­ zate dal Cluverio medesimo nella sua notissima opera Italia Antiqua (3). Questo viaggio, sul quale torneremo in seguito, suscitò nell’Holstenio la passione per le ricerche di Geografia Storica, che prese da allora salde radici nel suo spirito. zu Dresden. I Bd. Lipsia, 1883, pagg. 425-26) ; ma l’esame di essi dimostra che sono autografi ed importantissimi por il nostro assunto, poiché sono i taccuini originali contenenti le note fatte durante varie peregrinazioni per l’ Italia. Vedi su di essi più avanti Cap. I l i, pag. 72. Un interessante zibaldone di scritture, note, appunti, ecc., dell’ Holstenio, in gran parte autografo, forma il Cod. Vat. Lat. 9137. Una assai ricca raccolta di lettere dell’ Holstenio, in copie accurate fatte eseguire da Gaetano Marini, si trova nel Cod. Vat. Lat. 9066. (1) Vedi la Lettera dell’ l l Agosto 1646 a G. B. Doni in B oisso n ., pagg. 353-55. (2) « scriptis eius platonicis hibernas aliquot noctes impendam ; illud enim philosophandi genus semper cum studio medico coniungere decrevi ». Lett. del 1619 all’Elmenhorst in B o isso n . pag. 6. (3) Sui viaggi del Cluverio vedi J. P a ktsch , Philipp Cliiver, der Begründer der historischen Landeskunde. Vienna, 1891.

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l ’opera

4

g e o g r a f ic a

di

luca

h o l s t e n io

Dopo un breve soggiorno in patria, tornato a Leida nel 1619 per terminare i corsi universitari, si legò in fami­ liarità col senatore Gaspare Yospergio ed alla fine del 1620 lo accompagnò in una missione politica alla corte di Cri­ stiano I Y di Danimarca, dove si trattenne due mesi, facendo ritorno nell’Aprile 1621. Già

a

quest’epoca

l’Holstenio,

non

ancora venticin­

quenne, aveva cominciato a pensare ad una silloge di geo­ grafi greci, specialmente dei minori, una delle più importanti opere da lui divisate, ma non condotte a termine, per quanto rimanesse

una

preoccupazione

costante

per

buona

parte

della sua vita. A tale intento, non avendo potuto ottenere una occupazione in patria, egli si recò in Inghilterra, e quivi in circa due anni e mezzo di soggiorno

(Aprile 1622-O t-

tobre 1624), alternando la residenza a Londra e ad Oxford, esaminò e trascrisse un gran numero

di testi classici, spe­

cialmente geografici, prodigando a quest’opera, spesso ingrata, una intensità di lavoro meravigliosa (1). Alle ricerche erudite nelle biblioteche intercalò, nel Settembre-Ottobre del 1623, una escursione nell’Inghilterra settentrionale ed occidentale. Sullo scorcio del 1624 passò a Parigi, per proseguire nelle biblioteche di questa città le esplorazioni già fatte in In ­ ghilterra, ed intanto si teneva in corrispondenza con stu­ diosi di vari paesi per aver comunicazione di altri codici delle opere studiate. L ’ufficio, assunto a Parigi, di bibliotecario di Enrico Memmio (De Mesmes), preside della Curia parigina, gli aprì l’adito alle grandi raccolte librarie della città e in pari tempo gli diè modo di entrare in relazione anche con molti eruditi francesi, tra i quali il vescovo Egidio Souvée, presso il quale dimorò, anzi, alcuni mesi.

D a quest’epoca — precisamente

dal 15 Dicembre 1624 — data la conversione dell’Holstenio, luterano

di

origine,

alla religione cattolica, alla quale fu

(1) Sul suo modo di lavorare ad Oxford, sui testi studiati, eco., si ricavano interessanti elementi da appunti autografi di quell’epoca (Bibl. Vat:, Cod. Barb. gr. 7), dei quali riparleremo.

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LA VITA -

GLI STUDI -

I VIAGGI

5

stimolato soprattutto dalla consuetudine con l ’eruditissimo gesuita Jacopo Sirmondo, uno di coloro die gli furono più larghi di aiuti nella ricerca di codici, ecc. (1). Egli era a Parigi nel 1625, già venuto in fama per la sua larga dottrina, allorché Francesco Barberini, nipote di Urbano V i l i

e cardinale segretario di Stato,

trovandosi

colà in missione, mise gli occhi su di lui per raccomanda­ zione di Gerolamo Aleandro junior (2) e gli propose di venire seco a Rom a. L ’Holstenio accolse l ’invito, ma rimase tu t­ tavia. ancora per qualche tempo a Parigi, e solo nella pri­ mavera del 1627 si trasferì a Rom a dopo un viaggio com­ piuto in compagnia del Card.

Bernardino

Spada e durato

ben due mesi (7 Maggio-8 Luglio) ; viaggio assai fortunoso, amareggiato, tra l’altro, dalla perdita di una parte dei libri, più tardi miracolosamente recuperati (3). (1) Veramente nel già cit. Memoriale autobiografico contenuto nel Cod. Barb. Lat. 2182 (fol. 3 R), dopo l’accenno al soggiorno in Danimarca, si legge : « inde ad catholicam religionem conversus, et domum redeundi spe sublata, in Britanniam concessit, ibique quadriennium fere integrum commoratus est » ; dal che dovrebbe dedursi che la conversione è anteriore al soggiorno in Inghil­ terra. Ma la data precisa della conversione si ricava dal certificato originale, che, con le firme autografe dei gesuiti Jacopo Sirmondo e Dionigi Petavio, il sigillo della Compagnia di Gesù e la data 5 aprile 1628, si conserva nel Cod. Vat.Lat. 9137 fol. 173. In una lettera dell’ Holstenio al nipote Lambeck (copia nel Cod. Barb. Lat. 2179, fol. 112-13) egli dichiara che già quattro anni prima di recarsi a Parigi aveva, per letture fatte, assorbito sostanzialmente il Cattolicismo, ma lascia chiaramente intendere che la conversione effettiva avvenne a Parigi. (2) Vedi: R a t t i A ch ille (P a pa P io X I) in «Dissert. della Pont. Acca­ demia Romana di Archeol. », Serie II, Tom, X III, 1928, pagg. 301-02. L’Aleandro era uno dei familiari del Card. Barberini. A lui l’ Holstenio si era rivolto, come vedremo, per pregarlo di eseguire, nelle biblioteche romane, alcune ricerche in servizio della silloge dei geografi greci. (3) Un vivace e colorito accenno alle vicende di questo viaggio si ha nel prin­ cipio di una lettera scritta dall’ Holstenio a Pietro Puteano poco dopo il suo arrivo a Roma (26 Luglio 1627) in B oisso n ., pagg. 459-60. Sul ritrovamento del ba­ gaglio dell’Holstenio, che conteneva, tra l’altro, anche dieci carte geografiche (tra queste la grande carta della Grecia di N. Sofiano oggi perduta nell’origi­ nale), vedi una lettera di C. N. Peiresc all’Holstenio da Aix in data 29 Marzo 1628 in Cod. Barb. Lat. 6505 fol. 16 R.-17 R. Cfr. Lettres de Peiresc publióes par P h i l . T a m ize y d e L a k e o q u e ; voi. V, pagg. 276-77 (in « Collection de documents inédits sur l’histoire de Prance », serie II. Parigi, 1894). Se ne deduce, tra l’al­ tro, che l’ Holstenio aveva fatto una sosta forzata di undici giorni all’isola d’Elba.

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l ’opera

g e o g r a f ic a

di

luca

h o l s t e n io

A R om a l’Holstenio abbracciò la carriera ecclesiastica e visse sin dal principio nel palazzo del Cardinale Barberini, fondatore della biblioteca che da lui si intitola e grande fautore

degli studi ; egli divenne,

anzi,

come l’Holstenio

più volte dichiara, il suo principale patrono. Per qualche tempo

carezzò

l’idea di ritornare

ufficio

ecclesiastico ;

ma

dal

in patria,

1630

appare

con

qualche

ormai

fissato

a Rom a. L ’anno prima, 1629, l ’Holstenio fu dal Pontefice inviato in missione a Varsavia; del viaggio approfittò, come vedremo più avanti, per fare ricerche erudite in parecchie biblioteche ; poco dopo il suo ritorno, fu da Urbano V i l i nominato Protonotario apostolico e Canonico di San Pietro. Nel 1636 fu nominato custode della Biblioteca Barberini in sostituzione di G. M. Suarez. D a allora non lasciò più Roma, se non per brevi viaggi, dei quali diremo più oltre ; in occasione di uno di questi gli fu conferito in Perugia, il 16 Giugno 1638, il diploma

di

doctor utrmsque

iuris (1) ; nel 1641

fu nomi­

nato da Innocenzo X bibliotecario della Vaticana ed in tale ufficio continuò anche sotto Alessandro V I I . Luca Holstenio morì a Roma il 2 Febbraio 1661 a 65 anni; fu sepolto in S. Maria dell’ Anima, chiesa dei Cattolici te­ deschi,

dove l’elegante

monumento

sepolcrale erettogli a

cura del Cardinale Barberini può vedersi ancora nel tran­ setto a sinistra del coro (2). Legato da rapporti di studio con quasi tutti i maggiori dotti italiani contemporanei (3),

(1) Il diploma originale di laurea è nel Cod. Bari). Lat. 2305. (2) Una incisione in rame riprodueente la tomba dell’ Holstenio, si trova nella edizione postuma delle Annotationes geographicae (Roma, Dragondelli, 1666), delle quali parleremo a lungo in seguito. (3) Non so se l’ Holstenio conoscesse personalmente Galileo, ma dei suoi sentimenti verso il grande astronomo è prova la famosa lettera scritta al Peiresc in data 7 Marzo 1633, allorché Galileo, giudicato dal Tribunale del S. Uffizio pochi mesi prima, era in carcere a Roma. Vedi B oisso n ., pagg. 253-55. Perve­ nutagli la notizia della morte del Galilei, l’ Holstenio scriveva al Doni in data 18 Gennaio 1642. « Oggi poi si è aggiunta anco la nuova della perdita del si­ gnor Galilei, che già non riguarda solamente Firenze, ma il mondo universo e tutto il secolo nostro, che da questo divin uomo ha ricevuto più splendore che

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LA VITA -

GLI STU D I -

I VIAGGI

7

fu poi in particolari relazioni di amicizia con Federico Cesi, fondatore della Accademia dei Lincei, e da lui fu anzi chia­ mato a far parte di essa, ma solo poco prima che l’attività di quel Sodalizio cessasse (1). L ’Holstenio, a partire dall’epoca del soggiorno londi­ nese fino alla morte, vale a dire per poco meno di quaranta anni, non smise mai la sua opera indefessa di ricercatore di manoscritti e di libri : fu uno dei bibliofili più appassionati che siano mai vissuti. Copiò egli stesso e fece copiare, da scrittori da lui stipendiati, da amici e conoscenti, codici greci e latini, cercò di procurarsene per acquisto, in dono o in prestito ; fece anche larghi acquisti di libri a stampa d ’ogni genere. Questa sua passione egli dedicò, non solo a vantaggio

delle biblioteche Barberiniana e

Vaticana,

che

arricchì in modo singolare, ma anche a prò’ dei suoi studi personali, avendo raccolto nella sua abitazione, in Sant’Onofrio sul Gianicolo, una cospicua biblioteca privata. Come riuscisse a procurare, per sé e per le biblioteche affidate alle sue cure, libri diffìcili a rintracciare, con quanta insistenza li ricercasse fin che non gli fosse riuscito di ottenerli, rile­ viamo

in

particolare

dalla

corrispondenza

dell’Holstenio

quasi da tutto il resto de’ filosofi ordinari. Ora, cessata l’invidia, si comincierà a conoscer la sublimità di quell’ingegno, che a tutta la posterità servirà per scorta nel ricercare il vero, tanto astruso e sepellito nel buio dell’opinioni ». Vedi B oisso n ., pagg. 315-16. (1) Fu inscritto fra gli Accademici con la seguente deliberazione : « Il sig. Luca Holstenio, liamburgense, germano, giovane di bonissimi costumi, che si trattiene bora appresso il Sig. Cardinale Barberini : dottissimo in tutte le lingue. Poeta greco e latino e oltre le altre scienze è geografo tanto insigne che sen’haverà notabilissima restauratione di questa dottrina con ogni antica eru­ ditione. È persona di tanto studio che continuamente è nello scrutinio delle cose più recondite nelle librarie, e sempre con lavoro di penna, in modo che se n’haveranno bellissime fatighe, particolarmente d’autori non più visti, quali tutti illustra con mille annotationi. A questo effetto ha viaggiato studiosamente per buona parte dell’Europa e con simile ardore si trattiene hora a Roma. Se n’aspetta al presente in greco la V ita d i P ita g o ra scritta da P o r iin o , che si stampa in Roma ». Vedi : G a b r ie l i G iu s ., V erbale delle adunanze e C ronaca della •prima A cca d em ia lin cea (1603-30) in « Memorie della R. Accad. dei Lincei » Serie VI, Voi. II, fase. VI ; 1927, pag. 508 e A p rop osito dei p rim i L in c e i e di L u ca O lsten io , in «Illustrazione Vaticana» 1932, pagg. 391-92.

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8

l ’opera

g e o g r a f ic a

di

luca

h o l s t e n io

con i librai Combi c La Nou di Venezia (1648-1661), cbe gli servivano da intermediari per acquisti alla fiera di Fran­ coforte ed anche in altri centri librari della Germania, Francia e Olanda (1). Alla sua morte lasciò per testamento (2) blioteca

privata

alla

libreria

blioteca Angelica, di Rom a,

la

degli Agostiniani,

sua bi­ oggi B i­

salvo alcuni libri italiani la­

sciati al Cardinale Chigi nipote di Alessandro V I I ,

ed un

certo numero rimasti presso il Cardinale Barberini, come vedremo ; dei manoscritti lasciò circa un terzo ad Amburgo, sua patria, altri al Papa Alessandro V I I , alla Regina Cri­ stina di Svezia e al Cardinale Barberini (3). Non è possibile stabilire oggi -

o almeno una ricerca

sistematica non è stata fatta finora libri dell’Holstenio dell’intera

quali e quanti dei

siano ancora rimasti all’Angelica ; ma

biblioteca

holsteniana

si

possiede

l ’inventario

(1) Questa corrispondenza è raccolta noi Cod. Barb. Lat. 6484. Altri forni­ tori di libri furono Gabriele Naudée, le cui lettere da Parigi, con notizie bi­ bliografiche interessanti, elenchi di libri, eoe. sono nel Cod. Barb. Lat. 6471. e il noto editore parigino Gabriele Orauioisy, del quale vedi molte lettere nei Codd. Barb. Lat. 3539 e 3630. E l’ Holstenio fu pure in corrispondenza con gli Elzevier, di cui vedi alcune lettere nel Barb. Lat. 3631. (2) Il testamento dell’ Holstenio, in data 4 Luglio 1659, si trova nel Cod. Barb. Lat. 6486 ; è pubblicato in A n a lecta M on u m en toru m om n is aevi V in d obon ensia, opera et studio A. P. R ollarti, Vienna 1761, Voi. I, pagg. 1191-4. (3) II Cod. Barb. Lat. 3074 contiene, a fol. 1 R.-3 R., un elenco di ma­ noscritti di proprietà dell’ Holstenio, con l’indicazione dell’Ente o della persona cui intendeva donarli. L’elenco (una novantina di manoscritti) è pubblicato da H. Rabe, A u s L u ca s H o lsten iu s N a ch la ss in «Zentralblatt für Bibliothekwesen » X II, 1895, pagg. 441-48. Tra i manoscritti geografici hanno particolare impor­ tanza uno del Lessico di Stefano Bizantino (indicato come « Stephanus de Ur­ bibus »), che intendeva di donare alia Vaticana, un Pomponio Mela, destinato pure alla Vaticana, il Lessico Geografico di Lorenzo Bevilacqua (Laurentius Abste­ mius), destinato alla Regina Cristina, ed inoltre la sua silloge di G eographi graeci m in ores, da rimettersi pure alla Regina, Per i manoscritti, in numero di venti­ nove, donati ad Amburgo, vedi anche : D ie H a n d sch riften des L u ca s H olsten iu s, in « Philologica Hamburgensia ». Amburgo, 1905, pagg. 1-8. La corrispondenza originale relativa a questa donazione è nel Cod. Barb. Lat. 2182. Per quanto assente da Amburgo ormai da molti anni, l’Holstenio si era interessato della Biblioteca pubblica della sua patria, fondata nel 1651 ; della fondazione lo aveva informato il nipote P. Lambeck in due lettere di quelPanno (pubblicate da W . F b i e d e n sb u r g in «Zeitschr. für Bibliothekwesens 1902, pagg. 321-28).

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LA

VITA -

GLI STUDI -

9

I VIAGGI

completo ordinato per materie (1), e l ’esame di tale inven­ tario riesce di grande interesse, perché ci dà una chiara idea, sia della coltura generale dell’Holstenio, sia delle sue predilezioni

per

alcuni

rami

dello

scibile.

La biblioteca comprendeva circa 3500 erano probabilmente

in numero

opere ; i volumi

maggiore,

perché,

se vi

erano non di rado volumi racchiudenti più opere dello stesso autore o di vari autori, vi erano anche molte opere in più volumi. In ciascuna delle suddivisioni per materia, vi era poi una classificazione per formato. Ecco, in riassunto,

quali

resultano la consistenza e l ’ordinamento della biblioteca. Sacra Scriptura eiusque interpretes (circa 170 oliere). Sancti Patres graeci (circa 160 opere, ma vi sono frammiste, per ragioni di formato, alcune opere latine). Sancti Patres latini (circa 140 opere). Libri theologici (oltre 400 opere). Libri liebraici (una settantina, comprese le traduzioni). Libri ecclesiastici (circa 150 opere). Concilia et canones. Ius canonicum (155 opere). (1) L’ Holstenio scrisse nel suo testamento: «E d essendo stato mio particolar sentimento sempre di servire alla verità e al publico beneficio, voglio che li miei libri stampati che saranno consegnati dal mio erede siano collocati nel Convento di S. Agostino in Roma, in luogo separato dalla Libreria Vecchia, da mostrare e servire al pubblico beneficio come si fa di quelli della Libreria Vec­ chia, e nel modo e forma da prescriversi dal mio lierede a’ Padri di detto Con­ vento ». Ora, risulta che il trasferimento dei libri dalla abitazione privata deH’ Holstenio fu effettuato già nel Giugno 1661 ; i libri furono collocati dapprima in un deposito provvisorio, poi nel 1670 sistemati e ordinati nella « Libreria Nova » ; nel Febbraio 1668 erano stati fatti stampare, per ordine del Bibliotecario degli Agostiniani, 3300 polizzini con la scritta « ex bibliotheca Lucae Holstenii », da da applicarsi su ciascun volume. Vedi in proposito Ce l a n i E., La biblioteca An­ gelica. (1605-1870) Note ecl Appunti, in «La Bibliofilia». Firenze, 1911, pagg. 18 e 41-58. L’inventario della biblioteca liolsteniana si trovava - non so per quale circostanza - nel Convento dei Terziari francescani di Nancy, donde poi passò alla Biblioteca Civica di quella città (Ms. 1059) ; nel 1887 l’allora Direttore dell’Angelica ne fece fare una copia in tutto conforme all’originale, la quale costituisce ora il Ms. 1754 dell’Angelica (in 4° di pag. 114 num. solo sul Recto). La Biblioteca Vaticana, nel già cit. Cod. Barb. 3074, possiede un brogliazzo di questo Inventario. Sia in questo, che nell’ Inventario definitivo, i titoli dei libri sono dati in forma abbreviata, e seguiti, quasi sempre, dalla indicazione della data e del luogo di stampa. La identificazione di solito non riesce difficile.

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10

l ’opera

g e o g r a f ic a

di

luca

h o l s t e n io

Ius civile (210 opere). Historia ecclesiastica (300 opere). Historici profani (circa 110 opere). Historici et Politici (circa 195 opere ; la distinzione dalla se­ zione precedente appare più che altro di carattere formale). Grammatici liebraici (una trentina di opere). Grammatici graeci (64 opere). Grammatici latini (circa altrettante opere ; nell’un caso e nel­ l’altro sono compresi i lessici). Poètae graeci (circa 125 opere). Poètae latini (circa 130 opere). Oratores et alii classici graeci (70 opere). Oratores et alii classici latini (circa 190 opere, comprese opere di critica letteraria e di filologia anche contemporanee). Philosophi (circa 125 opere). Philosophi et Medici (ben 365 opere). Mathematici (circa 130 opere). Geographi (circa 140 opere, compresi gli Atlanti ; in più al­ cune carte geografiche sciolte). Antiquarii et critici (circa 255 opere). Non

possiamo

indugiarci qui ad

esaminare i criteri

di questa suddivisione per materie, né tanto meno fare una analisi delle singole sezioni. Osserveremo soltanto ciré la presenza di molte opere rare o diffìcili a rintracciarsi, perché pubblicate in paesi lontani, attesta una premura quasi af­ fannosa dell’Holstenio ; che l’abbondante raccolta di opere naturalistiche e mediche è spiegata dagli studi medici se­ guiti, come si è veduto, dall’Holstenio a Leida ; che infine, nella ricca raccolta dei filosofi, figurano numerose edizioni di Platone e dei filosofi platonici, a riprova della dichiarata propensione per questa scuola filosofica. Qualche notizia è opportuno dare sulle opere geografiche possedute dall’Holstenio, perché esse ci danno la misura della sua preparazione. Avvertiamo anzitutto che le opere di

carattere

delle 140

geografico

sono

in numero

molto

maggiore

elencate nella sezione dei « Geographi ». A d

es.

nella Sez. «Historici et Politici» troviamo, quasi completa, la raccolta delle Respublicae elzeviriane, come troviamo i R e­

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LA VITA -

GLI STU D I -

11

I VIAGGI

rum Moscovitarum Scriptores, che contengono parecchi scritti geografici, la Descriptio Africae di L eone A fricano , ecc. Nella Sezione dei «M athem aticis vi sono numerose opere di Cosmografia (A piano , Gemma F risio , B arocci, Maurolico ;

Guidubaldo dal M onte ; VElucidatio fabricae ususque astrolabii di Stoeffler ; l’ Usus utriusque globi di B . H ues ; VEpitome Astronomiae Copernicanae di K eplero ; le opere di Galileo nella edizione di Bologna 1656 ; la Sphaera M undi di B abbi A braham con note latine di Sebastiano Muenster , ecc., e qualche opera di Nautica, come la Nautica Mediterranea di B artolomeo Crescenzio ). i Planispheria

di

Nella sezione dei «Philosophi et Medici» vi sono opere di M e­ teorologia. Opere che hanno attinenza con la Geografìa sto­ rica si trovano nella Sezione « Antiquarii et Critici », che in­ clude, fra l ’altro, una bella collezione di opere di Topografia di B om a. La Sezione dei «Geographi» comprende opere che appaio­ no messe insieme con particolare cura. Y i figurano anzitutto, e spesso in più edizioni, tutti i geografi classici - Strabone, Tolomeo,

Pausania,

Scilace,

Dionisio

Periegete,

Arriano,

Mela, Marciano Capella, 1'Itinerarium Antonini, - mentre la Historia

Naturalis

di

Plinio

è compresa

nella

sezione

«Philosophi et Medici» in parecchie edizioni con commenti moderni ; vi figurano le più reputate opere moderne -

la

Geographia Generalis del V arenio nella prima edizione di Amsterdam 1650, la Cosmografia di P aolo Merula nella edizione plantiniana del 1615, la Nautica Mediterranea del

B laew e quella, teste ricordata del Crescenzio, VOrbis M a ­ ritimus del M orisoto - e, accanto ad esse, anche qualche opera del secolo x v i ormai invecchiata, ad es. VEpitome del V adiano e gli Isolari del B ordone e del P orcacchi. Tra le opere di Geografia Storica, figurano in prima linea la Italia Antiqua con la Sicilia Antiqua, e la Germania Antiqua del Cluverio , sulle quali ritorneremo, la Explicatio in Sophiani Descriptionem Graeciae del Gerbelio , il De situ Calabriae del B arrio , ecc. Non mancano collezioni di viaggi,

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12

l ’opera

g e o g r a f ic a

d a l Novus Orbis d e l

di

Grynaeus ,

luca

iio l s t e n io

n e lla r a r a e d iz io n e d e l 1 5 4 2

t u t t o r a c o n s e r v a t a a l l ’A n g e l ic a , a lla c e le b r e r a c c o lt a d i N a ­

vigationi et Viaggi d i G . B . R amusio e a lle c o lle z io n i in g le s i d e l l’ H E R B E R T

e

del

Purchas

(1 ).

N u m erose

le

op ere

di

G e o g r a fìa d e s c r it t iv a , a n c h e r e la t iv e a p a e s i lo n t a n i : a d e s. il

Theatrum,

Terrae Sanctae d i Cristiano

A dricomio,

la

Terra Sancta d e llo Z iegler (r a r is s im a o p e r a , il c u i e s e m p la r e t u t t o r a e s is t e n t e a ll’A n g e l ic a , r e c a la e t i c h e t t a

« B ib lio t h e c a e

A n g e lic a e e x le g a t o I llu s t r is s . L u c a e H o ls t e n i i »), l 'Itinerario

delle M issioni Orientali d i Sebastiano M anrique in s p a ­ g n o lo ,

l ’ Itinerario delle Indie Orientali d i

1'‘A sia d i G . B .

Grevio , VAfrica

rium Moscoviae d e l l’ O L E A R io

di L iv io

in

ted esco

Gasparo B albi , Sanudo , l 'Itinera­ (2 ),

le

Relazioni

della Persia e delVIndia d i P ietro T exelra in s p a g n o lo , 1'Itinerarium ad regiones sub aequinoctiali plaga constitutas di

A lessandro Geraldini

(3 ),

una

Antillarum Insularum

Historia in fr a n c e s e , a m e i g n o t a , il De natura et incremento N ili d i G . B . Scorza, la Geographia Nubiensis d i Gabriele

Sionita ,

e c c . T r a i d iz io n a r i g e o g r a fic i, l ’ H o ls t e n i o e b b e e c o n ­

s u lt ò f r e q u e n t e m e n t e

s o p r a t t u t t o il

Thesaurus geographicus

d e l l ’ O R T E L io , c h e , c o m e v e d r e m o in s e g u ito , p o s tillò c o n c u ra . T ra

g li

A tla n ti

p o sse d u ti

Theatrum Orbis d e l l’ O R T E L io ,

d a ll’ H o ls t e n i o , lo

Speculum

tr o v ia m o

Orbis d e l D

il e

(1) L ’opera del Purchas, in cinque grossi volumi (Purchas his Pilgrimes in five bookes; Londra 1625), fu richiesta con particolare interesse dall’Holstenio al Peiresc con lettera del 29 Luglio 1628 e con altre seguenti. L’esemplare appartenuto all’ Holstenio si conserva ancora alla Biblioteca Angelica (BB. 15. 14-18). (2) Dalla corrispondenza coi librai Combi e La Nou risulta che l’ Holstenio ricercò con insistenza questo libro nel 1652 e lo ebbe da Francoforte. L’esemplare che riuscì a procurarsi esiste ancora all’Angelica. (3) Dell’Itinerarium, pubblicato solo nel 1631 e dedicato al Card. Fran­ cesco Barberini, la Biblioteca Vaticana possiede, oltre all’esemplare donato a-1 Cardinale (Stamp. Barb. P. XI. 83), anche un altro esemplare (Stamp. Barb. P. X I. 84), che fu di proprietà dell’ Holstenio e reca in principio due fogli di sue note e numerose postille marginali. In esse sono contenute critiche sovente mordaci all’autore, che è trattato poco meno che da ciarlatano, specialmente per le molte iscrizioni che egli asserisce di aver rinvenuto durante i suoi viaggi e che inserisce nel testo.

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LA VITA -

GLI STU D I -

I VIAGGI

13

J ode , opera notoriamente rarissima, della quale l’esemplare liolsteniano esiste ancora all’Angelica, VAtlas di M erca ­ tore , il Novus Atlas del B leaw nella edizione di A m ­ sterdam 1645 in 4 volumi (1), Vitalia di G. A . Magini (1620), quella dell’HoNDius (1626), alcune carte del San son , ecc. Troviamo indicate anche delle « Nauticae Tabulae Comitis Yeruicij

Flor(entiae) fol. m ax. », che io non sono

riuscito a identificare (2). La raccolta geografica comprendeva anche le seguenti « tabulae geographicae expansae » elen­ cate a parte : Terra Sancta liebraice. Amsterod(ami). Italia Magini. Amsterod(ami). Italia Grevteri. Eoma. Suetia et Norvegia Amsterod(ami). Gallia Antiqua Sansonis. Paris. E om a Antiqua Pyrri Ligorii. Eoma. Eom a Nova Grevterii. Eoma. Capua antiqua mss.ta Parisiis. Ager suburbanus Bufalmacchii. Eomae. Ora maritima Brasiliae. Amsterodami. Chartae nauticae majores Hollandorum in membranis expan­ sis N. 4. Tabula itineraria Peutingeriana in membranis oblongis N. 3 (3). (1) Anche riguardo a questo Atlante la corrispondenza con i librai Combi e La Nou ci dà alcuni interessanti dettagli sul modo come esso pervenne nelle mani dell’ Holstenio. (2) La parola Vernici) potrebbe essere una cattiva lettura per Freducij e in tal caso potrebbe trattarsi di un Atlante nautico del ben noto cartografo Conte Freducci di Ancona ; ma io non conosco opere di questo cartografo eseguite a Firenze. (3) Di queste carte sciolte solo alcune si possono identificare. La carta d’ Ita­ lia del Magini cui qui si allude è quasi certamente la ristampa della grande e famosa carta del 1608 comparsa ad Amsterdam nel 1659 col titolo «N ova Descrittione d’ Italia Joanne Antonio Magini » ( ex officina Joannis Bleau 1659 ). L’ Italia del Greuter è una grandissima e rarissima carta pubblicata prima del 1638 (anno di morte del Greuter), della quale si conoscono parecchie ristampe posteriori. Rarissimo è pure il « Disegno Nvovo di Roma moderna con le sve strade, ecc. » dello stesso Greuter, grande pianta pubblicata per la prima volta nel 1618 poi ristampata nel 1626 e nel 1634. La « Roma Antiqva » del Ligorio dovrebbe essere una piccola pianta archeologica edita a Roma nel 1553 da Michele Tramezino. Ben nota è la « Galliae Antiquae Descriptio Geographica »

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l ’o pera

14

g e o g r a f ic a

d i luca

h o l s t e n io

Non bisogna poi dimenticare che in tutto il periodo romano, più fattivo, della sua vita, l ’Holstenio ebbe a sua disposizione tutte le opere geografiche della Biblioteca B ar­ berini (1) e più tardi anche quelle della Vaticana.

U n elenco oltremodo interessante di opere geografiche, che serve egregiamente a completare il quadro della coltura geografica dell’Holstenio,

si ha,

di sua mano,

in alcune

carte manoscritte premesse all’esemplare da lui posseduto della edizione di Basilea 1533 del testo greco di Arriano, Annone e altri geografi greci, esemplare che ancor oggi si conserva alla Biblioteca Angelica (2). Si tratta

di

un fa-

scicoletto di 9 carte non numerate, autografo, che, per sua comodità, l ’Holstenio aveva legato insieme al testo di quella edizione, ch’egli riteneva come la più fedele e che, come vedremo

in

seguito,

aveva

accuratamente

collazionato

e

postillato. Le prime carte (fol. 1R -2V ) contengono un elenco di «auctores

geographici

qui

citantur

ab

Athenaeo,

Plinio,

pubblicata dal Sanson a Parigi nel 1627 in quattro fogli e due di supplemento. Non conosco alcuna carta della Terrasanta stampata ad Amsterdam in ebraico, e incerte sono anche le indicazioni sulle altre carte olandesi, tra le quali quat­ tro grandi carte nautiche. La indicazione relativa alla Tàbula Peutingerìana dovrebbe alludere alla editio princeps curata dall’ Ortelio nel 1598. Del tutto ignota è una carta Ager Suburbanus attribuita a un Bufalmacclii. L’ Holstenio ebbe poi certo molte altre carte. Una « Asiae Nova Descriptio » gli inviava il Cramoisy da Parigi alla fine del 1657. Vedi Cod. Barb. Lat. 3630, fol. 81. (1) Dei libri pervenuti alla Biblioteca Barberini per acquisto, dono, ecc. negli anni 1636-40, si hanno gli elenchi di mano dell’Holstenio, con la indica­ zione della provenienza e della data di ingresso, nel Cod. Barb. Lat. 3075. (2) L ’edizione è la seguente : APPIANOT ΠΕΡΙ πλους Ευξείνου Πόντου του αύτοϋ περίπλους τής έρυθρας θαλάσσης Αννωνος περίπλους λιβύης Πλουτάρχου περί ποταμφν καί όρφν έπιτόμη των του Στράβωνος γεωγραφικών (segue il titolo in latino). Basileae anno M D X X X III. Si trova alla Angelica ai segni Aut. 2 . 2 1 . Il fronte­ spizio reca in basso la indicazione : « Lucae Holsteinii », e, in alto, di mano dell’Holstenio : Haec editio fedelissima omnium quotquot umquam vidi ad Msti antiquissimi fidem representata est, quod collatione instituta deprehendi ». Il v o ­ lume (di 8 carte non num. e 205 numerate) è tutto postillato di mano dell’ Holstenio. Sulle postille torneremo in seguito. Un altro esemplare di quest’opera si trova alla Vaticana fra gli Stamp. Barb. J. V ili, 15, con qualche nota marginale forse di mano dell’ Holstenio.

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LA VITA - GLI STUDI - I VIAGGI

15

Suida aliisq. ». L ’elenco è completo per le citazioni desunte da Ateneo e comprende 37 autori in ordine alfabetico, è appena iniziato per Plinio, manca per Suida ; le susseguenti carte

vuote

(fol. 3 E -5 Y )

erano

destinate a contenere gli

elenchi mancanti. A fol. 6R -7R si trova un altro elenco di opere geografiche a stampa («geographi editi extant »). Si tratta di edizioni di geografi classici o anche postclassici (49 edizioni) con l’indicazione dell’editore. Per es. Pom po­ nius Mela Andreae Schotti ; Plantin 4° - Marcianum Heracleotam edidit cum latina versione Fred. Mollerus. Parisiis 8° - Hannonis Periplum latine abs se translatum edidit C. Gesnerus cum Leone Africano 8° Tiguri. -

Arriani utrumque

Periplum ut et Hannonis illum perbrevem italice transla­ tum et discursu addito edidit Rhamnusius in magno opere itinerum et navigationum. Yenetiis fol., - ecc. A fol. 7 Y segue un elenco di « geographi non editi quos ms. habeo ex variis bibliothecis collatos » ; lo riportiamo integralmente (1) :

- Michaelis Pselli, sive ut in alio Mss. reperi, Nicephori Blemmydae opusculum de terrae situ, figura, magnitudine ; ex Cod. Is. Casaub. et R. P. Jac. Sirmondi. - Agathemeri Orthonis H ypotyposis Geographiae ex 3 Mss. regiis. - Anonym i hypotyposis Geographiae ex iisdem 3 codicibus Reg. bibi. - Anonymus de terra describenda in globo ex iisdem 3 Mss et alio. - Dicaearchi fragmenta ex Ms. Regiae biblioth. - Eustathii commentariorum supplementum in descriptione Syriae ex codice R. abbatis S. Ammantii et P. Sirmondi. - Vetus scholiastes Dionysii Afri ex duobus Mss. Regiae biblioth. - Anonymus paraphrastes Dionysii Periegetae ex codicib. Reg. Bibi, et Abbatis S. Amantii.

(1) Tale elenco è stato già pubblicato da G. M a n z i a pagg. 104-06 della edizione da lui curata delle Note holsteniane a Dicearco, Annone, ecc. (Roma, 1819). Vedi più avanti pag. 45, nota 1.

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l ’ o pera

16

g e o g r a f ic a

di luca

h o l s t e n io

- Nicephori Blemmydae Paraphrasis Dionysii ex Ms. Biblioth. Mathemat. Oxoniensis et Patricii Junii. - Dionysii Byzantini Ανάπλους Bospori fragni, ex 3 Ms. regiae biblioth. - Codini origines Constantinopolitanae triplo auctiores ex Ms. E. P. Sirmondi, partim ex codicib. Junii et Bavar. - Hieroclis Grammatici noticia provinciarum sive έ'κδημος a E. P. Jacobo Sirmondo. - Noticia Episcopat. sedis Constantinop. et provinciarum Orient. Imperii ex Eeg. Ms. - Anonymus de aedificiis Constantinop. ex Ms. Eeg. biblioth. - Palladii de India et Brachmanis ex cod. Patricii Junii. - Gemisti Plethonis descriptio Graeciae ex Strabone ; ex Oxon. Ms. - Eiusdem emendatio errorum Strabonis ex Eeg. Co­ dice et alio. - Varia excerpta Geographica ex Ms. Eegiae biblioth. (1). A fol. 8 E .

e V.

segue

un

elenco

di

« ßecentiores

Geographi ». Qui figurano opere in gran parte possedute dall’Holstenio : gli atlanti dell’Ortelio, di Mercatore, De Jode, l ’ Appendice

all’ Atlante

mercatoriano

dello

Janson,

eco.,

che abbiamo già trovati nell’inventario della sua biblioteca ; opere generali di Geografia (Merula, Münster, Negri, eco.), collezioni di viaggi (Eamusio, De Bry, Hakluyt) e soprat­ tutto

opere - descrittive

regionali

molto

note

(quelle

del

Cluverio, la Grecia del Gerbelio, l ’Italia di Leandro Alberti, la Sicilia del Fazello, la Spagna del Nonio, la Britannia del Camden, i Paesi Bassi del Guicciardini, l ’Africa di Leone Africano e quella di Livio Sanuto, la Descrizione delle E egioni Settentrionali di Olao Magno, la Moscovia del Nigebauer, ecc.) ; inoltre il Theatrum

Urbium del Braun in

4 volumi, l ’edizione di Itinerari d ’Oriente in tedesco (Fran­ coforte 1654-56), ecc. Nelle ultime carte si leggono brevi note su qualche altra opera manoscritta, della quale l’IIolstenio conosceva l ’esistenza. (1) Alcuni dei manoscritti ora citati si conservano ancora e fanno parte dei Codici Barb. Gr. 107 c 196 della Vaticana. Vedi quanto si dirà nel Gap. seguente.

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LA VITA -

Queste

GLI STUDI - I VIAGGI

note manoscritte

stessa epoca,

non

sono

forse tutte

17

della

ma probabilmente risalgono ad un periodo

piuttosto tardo della vita dell’Holstenio ; ad alcune

indi­

cazioni in esse contenute avremo occasione di riferirci an­ cora in seguito. Che poi l’Holstenio fosse, non soltanto un raccoglitore appassionato, m a anche un lettore attentissimo, si ricava dal fatto ch’egli accompagnava sovente la lettura con po­ stille marginali. Appena un mese dopo la morte dell’H ol­ stenio, Gio. Paolo Oliva trasmetteva al Pontefice, con let­ tera del 3 Marzo 1661, una « nota di libri postillati da M on­ signore Luca Holstenio » recatagli dal Card. Barberini. La nota, conservataci, con la lettera, nel Cod. Chigiano S .I .l della Bibl. Vaticana, occupa ben otto facciate e un quarto e comprende 172 volumi distinti per formato. Trascriviamo qui testualmente (conservando anche taluni errori di data o altri) l’elenco delle opere geografiche, o che hanno, comun­ que, qualche interesse per la Geografìa : -

-

Ariani Periplus Stuckij. Geneua 1571 (fol.). Strabo Casauboni graecolat. Paris 1620 (fol.). Adamandus D e situ terrae Sanctae, lngolstadii 1619 (4°). Aleander De regionib. Suburbicariis. Paris 1619 (4°). Apollonij Argonautica cum Scholiis Graece 1574 (4°). Dionys. Alexandrinus de situ Orbis cum Scholiis Graece. Paris 1547 (4o). Gibus De Bosphoro Thracio. Lugd. 1561 (4°). Histoire des grands chemins de l’Empire Romain par Nicolas Bergier. Paris 1622 (4°). La Sfera di Proclo tradotta da Ignatio Dante. Fiorenza 1573. La prospettiva di Euclide tradotta da Ignatio Dante. F io­ renza 1573. Heliodori Larissaei capita opticorum. Grae­ colat. Florentiae 1573. (4°). Ptolemaei Geographia Graee. Basii. 1533 (4°). Il Portolano Graec. Venet. 1573. (4°). Pom ponii Melae de Situ Orbis. Antuerpiae 1682. (4°). Rufj festi phaenomena geographica cum Arato et Pomponio Mela et dionysio de orbis situ. Venet. 1482. (4°). Errici Olai historia Suecorum. Holmiae 1644. (8°).

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l ’per a

18

g e o g r a f ic a

d i luca

h o l s t e n io

- Constantini Porphyrogeniti de administrando Imperio. Leidae 1611 (8°). - Astronomica veterum. 1589 (8°). - Itinerarium Antonini. Colon. 1600. (8°). - Dicaearchi Geographica Steph. 1589. (8°). - Dicaearchi Geograph.ca Steph. 1589. (8°). - Aristoteles de mundo Graecolat, Wulcanii. Leidae 1591. (12°). - Festus Avienus periegesis et ora maritima. (12°). In

una successiva lettera dell’8 Marzo

1661,

l’Oliva

mandava al Pontefice un nuovo elenco, già preannunziato nella lettera precedente, « nota d ’alcuni libri del signor H o l­ stenio più copiosamente postillati degli altri ». Questa nota, che comprende altre 22 opere, si ritrova, ma non del tutto identica, nel

Cod. Barb. Lat. 3074

(fol. 5 E

e

6E e Y ),

anzi quivi è in due copie. Y i sono indicate le seguenti opere di interesse geografico : - Dionysii Alexandrini et Pomponii Melae situs Orbis descriptio. Henricus Stephanus 1577, 4°. - Abrahami Ortellii Thesaurus geogr. Hanouie 1611, 4°. - Pomponius Mela de Situ Orbis, 4°. - Stephanus D e Vrbibus gracce. Basileae 1568 fol. - Constantini Porphyrogenitae op.a graecolatine. Leidae 1617 to. 2. 8°. - Philippi Cluverii Italia Antiqua. Lugduni Batauor. fol. - Frontinus de aqueductibus. Lugduni Batauor. 4°. - Cosmographia sacra Caroli a S. Paulo. Parisiis 1641.

Quest’ultima niani,

opera non figura negli elenchi barberi-

che ripetono invece, per errore,

due volte l'Italia

Antiqua del Cluverio . Y i è motivo di supporre che questi elenchi fossero stati fatti compilare dal Card. Barberini perché egli desiderava di conservare presso di sé, anziché passarle alla Biblioteca Ange­ lica,

queste

opere

postillate

dall’Holstenio.

Di

fatto,

la

maggior parte di esse si ritrova ancora, fortunatamente, nel fondo

della Biblioteca

Barberiniana.

Ne

daremo no­

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LA VITA -

CtL I STUDI -

I VIAGGI

19

tizia in appendice a questo capitolo ; su alcune di tali opere, o meglio sulle postille appostevi dall’Holstenio, avremo poi occasione di tornare nei capitoli seguenti.

Per

completare

queste

notizie

generali

sulla coltura

geografica dell’Holstenio, è opportuno fare anche qualche cenno dei suoi viaggi, notizie

complete.

sui quali peraltro è diffìcile aver

Anteriormente

al periodo

nel

quale

si

fissò a Rom a, oltre che della sua peregrinazione in Italia fatta in compagnia del Cluverio, sappiamo, come si è visto, del suo viaggio in Danimarca nel 1621 (1), di un soggiorno a K iel (inverno 1621-22) e poi della più lunga permanenza in Inghilterra (1622-24)

e subito dopo in Francia,

paesi

nei quali non consta che più tardi avesse occasione di ri­ tornare. Venuto a stabilirsi in Italia, dal 1627 non se ne allon­ tanò fino a tutto il 1629. Alla fine di quest’anno partì per Varsavia, inviatovi dal Pontefice per recare le insegne car­ dinalizie al neoeletto Oard.

Santacroce. Non

pare che il

viaggio « in ultimami usque Sarmatiam », come egli scrive, gli sorridesse molto : unico vantaggio, di fronte alle m ol­ teplici difficoltà

« quas in longinquo et periculoso itinere

mihi propositas video,

dum Italia et Germania militibus

undique referta, aditus omnes occlusi, viae latrociniis infestae et universa ferme Polonia peste infecta », era il pen­ siero di poter visitare le biblioteche di Firenze, Bologna, Venezia, Augusta, Monaco e Vienna e raccogliervi materiale librario (2).

(1) In una postilla autografa all’ Opera P e t r i G y l l ii , De Bosphoro Thracio (Lugduni MDLXI) ohe si conserva alla Vaticana (Stamp. Barb. P. V ili. 80, pag. 42), l’Holstenio dice di aver visto coi suoi occhi il Mar Baltico congelato e di averne traversato buona parte in slitta (currus). Ciò dovrebbe essere avve­ nuto durante il soggiorno di due mesi, alla Corte Danese. (2) Le espressioni sopra riferite si leggono in una lettera al Peiresc da Roma 5 Dicembre 1629 (B oisso n . lett. X X V , pagg. 174-78). Vedi anche la succes­ siva lettera al Doni da Firenze 16 Dicembre 1629, ibid. pagg. 178-81.

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20

l ’opera

g e o g r a f ic a

d i luca

h o l s t e n io

Del viaggio si ha una descrizione in una lunga lettera al Peiresc,

scritta il 21

Giugno

1630,

dopo

il ritorno a

E om a (1). N ell’andata passò per Siena, Firenze, Bologna, Ferrara e Venezia ; a Firenze fece di sfuggita una prima ricognizione alla Biblioteca Laurenziana ; a Venezia frugò varie

librerie,

senza

gran

costrutto.

Negli

ultimi

giorni

dell’anno, attraverso le Alpi Tridentine raggiunse Innsbruck, poi Vienna, dove arrivò il 13 Gennaio e fu ammesso a visi­ tare con ogni agio la Biblioteca, per le cordiali

premure

dell’eruditissimo bibliotecario, Sebastiano Tengnagel, col quale rimase poi sempre in corrispondenza. Lasciata Vienna ed entrato, attraverso la Moravia, nella Slesia, gli parve di essere

ormai « extra

cultum

humanitatis ». « Omnia

enim

hie nova et insueta mihi sese obtulere, sed ex Sarmatico more foeda, spurca, barbara . . . ». Orribile è il quadro che egli dà della Polonia, dove certo cercò di trattenersi il meno possibile anche per le mediocri accoglienze ricevute. Il ri­ torno fu effettuato, per Breslavia, Praga, Presburgo, Vienna, la Stiria, la Carinzia, a Trieste. D a Trieste l ’Holstenio si imbarcò per Venezia, desideroso di fare una più accurata visita delle biblioteche ; ma, poiché ivi pretendevano di im ­ porgli la sosta di 40 giorni in lazzaretto prima di poter sbarcare in città, preferì proseguire via mare per Bimini e di là far ritorno a Roma. Nel 1634 l ’Holstenio visitò alcuni luoghi non lontani da Rom a, p. es. Viterbo, Carsoli e paesi vicini (2). D i una nuova lunga assenza da Rom a si ha notizia nel 1635 ; e questa volta risulta che scopo del viaggio era proprio quello di far ricerche antiquarie e di Geografìa sto­ rica sui luoghi : l’Holstenio fu certamente a Veroli, Feren­ tino, Aquino e Napoli. Tali ricerche, estese anche ad altri

(1) È la lettera X X V III dell’ediz. Boissonade. (2) Su questo e i successivi viaggi si ricavano alcuni dati dal Cod. Barb. Lat. 6485, che,contiene passaporti, lettere di presentazione e di raccomandazione rilasciate alPHolstenio in occasione di suoi viaggi.

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LA VITA -

GLI STUDI - I VIAGGI

21

luoghi del Lazio, della Tuscia Eomana e della Sabina, con­ tinuarono nel 1636 (1). Nel 1637 l’Holstenio ebbe dal Card. Barberini l ’incarico di accompagnare il landgravio Federico d ’Assia a Malta ; partì da E om a l’8 Maggio 1637, si imbarcò a Civitavecchia, e, con soste a Napoli, a Paola ed a Messina (donde si spinse fino lui

a

Cefalù),

anche

il

raggiunse Malta

P. Atanasio

rituale del landgravio, cismo. A

il 31

Kircher,

Maggio ;

quale

era con

consigliere

spi­

di recente convertitosi al Cattoli-

Malta l’Holstenio rimase fin verso la metà di

Agosto ; poi fece ritorno, sbarcando a Napoli ai primi di Settembre. A Napoli si trattenne fino ai primi di Novembre, soprattutto per rovistare biblioteche e fare acquisti di libri e codici ; poi, percorrendo una parte della Via Appia, si recò a Benevento e ne frugò gli archivi ; di ritorno, visitò Capua, Ceprano e Isola (Interamnia Lirinatium), Montecassino, ove

si

trattenne

una

quindicina

di

giorni, Yeroli,

Casamari e altri luoghi vicini (2). N ell’anno 1640 fece una lunga dimora a Firenze per esplorare la biblioteca mediceo-laurenziana, ricercare e copiare manoscritti, ecc. (3). Nel 1641, partito da E om a il 28 Giu­ gno, si recò a Siena percorrendo a cavallo tutta la Via Cassia ; a Siena soggiornò dal 2 al 19 Luglio ;

visitò poi Pienza,

Montepulciano ed Arezzo, donde per Montevarchi arrivò il (1) Vedi, per tali peregrinazioni, le lettere CVIII e CX al Peiresc nella ediz. Boissonade e il già citato Cod. Barb. Lat. 6485. Quivi, a fol. 45 R., è una lettera di C. A. Mormanno (da Roma, 27 Marzo 1635) diretta a persona resi­ dente probabilmente a Napoli, nella quale è detto che l’ Holstenio viene « per alcuna occasione di studi vari di Geografia ne’ quali oggi diporta il vanto di gran cognitione et eccellenza ». (2) Su questo viaggio a Malta e sul ritorno vi sono parecchie lettere dell’ Holstenio a diversi nel Cod. Barb. Lat. 6488 e anche lettere del Card. Bar­ berini all’Holstenio nel Cod. 6491. (3) Durante la permanenza a Firenze l’Holstenio compilò un catalogo di libri della Biblioteca Laurenziana, che tuttora si conserva manoscritto. (Magliab. X , 30) ; esso fu stampato col titolo L u ca e H o lslen iì de libris op tim is et i n m a xim a m p artem in ed iti» B ib lioth eca e

M ed icen e iu d iciu m

cum

esset F ioren tin e a n n o 1640

in M icha e lis L il ie n t a l ii , S electa H istó rica et L itera ria , Regiomonti 1715, Tomo I, pag. 85-113.

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22

l ’ opera

g e o g r a f ic a

d i l u c a h o l s t e n io

24 Luglio ti Firenze dove anche questa volta si trattenne a lungo ; di ritorno visitò Camaldoli, La Verna e Urbino ; a Rom a rientrò solo alla fine del 1641 (1). N el 1643 fu inviato in Umbria subito dopo lo scoppio della guerra di Castro. Partì da Rom a il 10 Luglio a cavallo, e, viaggiando anche di notte, in grandissima fretta, giunse a Perugia la sera dell’l l ; il giorno successivo si recò al campo. E a Perugia o al campo rimase fino ai primi di O t­ tobre,

facendo

peraltro,

per necessità della sua missione,

rapide escursioni nel territorio

(una volta a Fratta ossia

Umbertide, Città di Castello, Montone e dintorni,

un’altra

volta sulla via di Gubbio fin oltre La Casaccia). Lasciata Perugia il 2 Ottobre, l ’Holstenio visita Assisi, raggiunge la Via Flaminia e la segue fino a Fossato e Sigillo, poi va a Gubbio, e di qui per Cantiano, Cagli, Acqualagna e Fermignano, a Urbino, dove si ferma due o tre giorni per vederne le biblioteche ; ne riparte il 12 e per Fossombrone, Calmazzo, Fano, Senigallia si reca ad Ancona, ove è il 14. Nei giorni seguenti visita Numana, Recanati, Loreto,

M a­

cerata. D i qui, riprendendo la via per Roma, devia per vedere le cospicue rovine di Helvia Ricina sulla sinistra del Potenza,

indi per

Tolentino,

S.

Severino,

Camerino

Passo di Colfiorito, torna nell’Umbria a Foligno ; con

e il ra­

pido viaggio, per Spoleto; Narni, Civitacastellana, Rignano, Castelnuovo e Prima Porta, tobre (2).

fa ritorno a Rom a il 26 O t­

Dopo la pace che chiude la guerra di Castro (31 Marzo

(1) Su questo viaggio — per una parte del quale abbiamo il taccuino di note originali — vedi più avanti, Cap. I l i, pag. 76-77 Sulla visita a Camaldoli, La Verna e Urbino si hanno documenti nel già cit. Cod. Barb. Lat. 6485. La data del ritorno a Roma si ricava da una lettera di C. D upuy in data 1° gen­ naio 1642 in P é l i s s i e r G. L., Lcs dmis d'Holsténius, in «Mélange® d ’archóol. et d ’hist. » già cit., voi. VII, pag. 120. (2) Su questo viaggio si ha il diario completo in un taccuino della Biblio­ teca di Dresda. Sulla missione per la guerra di Castro si hanno poi molte let­ tere autografe deH’ Holstenio nel Cod. Barb. Lat. 6489 e lettere del Card. Bar­ berini a lui nel Cod. Barb. Lat. 6491. Vedi su tutto ciò più avanti Cap. IV.

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LA VITA -

GLI STUDI - I VIAGGI

23

1644), l ’Holstenio nel Luglio si reca di nuovo a Siena e poi a Firenze per trattare questioni sorte in seguito a strascichi della guerra, ma ha tempo ancora di visitare a lungo le bi­ blioteche ; torna a E om a nell’autunno del 1644 (1). L ’anno dopo, 1645, l’Holstenio si dedica

alla ricogni­

zione della Via Tiburtina-Valeria. D a Tivoli, per

Carsoli,

raggiunge Avezzano e visita l ’emissario del lago Fucino, poi da

Capistrello

e Pescocanale,

per una difficile strada di

montagna, raggiunge Filettino e Trevi ; rientra a Eom a per Subiaco e Tivoli (2).

Nel Novembre 1647 si reca di nuovo

in Abruzzo per visitare l ’Abbazia di S. Martino e la terra di Fara, spettanti al Capitolo di S. Pietro, e vi rimane un mese ; profitta per fare ancora una ricognizione sulla Via Valeria ; si ferma a Sulmona, dove si incontra con Muzio Febonio, lo storico dei Marsi (3). Per i viaggi compiuti negli anni seguenti si hanno scarse indicazioni cronologiche. Nel Settembre-Ottobre

1649 per­

corse a lungo i dintorni di Grottaferrata e altri luoghi dei Colli Albani ; ad epoca imprecisata, forse più volte, fu a Eieti e in Sabina (Fara, Bocchignano, Poggio Mirteto) ; in altra

occasione visitò,

forse da Spoleto,

il medio

e alto

(1) Su questo viaggio vedi alcune lettere nei Codd. Barb. 8489 e 6491 citati alla nota precedente. (2) Su questo viaggio, sul quale torneremo più innanzi nel Cap. I l i, si hanno note sparse in uno dei già ricordati taccuini della Biblioteca di Dresda. Manca ivi qualsiasi indicazione di data ; ma nelle già citate Annotationes alla Italia Antiqua del Cluverio (Eoma, Dragondelli 1666, pag. 141), l’ Holstenio pre­ cisa che il 12 Maggio 1645 riconobbe e perlustrò il sito di Carseoli. (3) Vedi le lettere del 30 Novembre 1647 al Doni e del 5 Febbraio 1648 aH’ Heinsio in B o is s o n ., pagg. 390-91 e 393 ; una lettera del 30 Settembre 1647 al Card. Barberini nel Cod. Barb. Lat. 6490 fol. 62 R ed altre due del 7 Ottobre e del 23 Dicembre 1647 allo stesso Cardinale (in copia) nel Fondo Allacci della Vallicelliana voi. XCVI. DalPultima di queste lettere stralcio un passo interes­ sante e curioso : « Le turbolenze di Napoli m’han fatto un servizio notabile in questo viaggio, avendo io trovato quel paese libero affatto de’ banditi e ladri e perciò le strade sicurissime, poiché il preside di quella provincia, il Pignatelli, come anco il Marchese del Vasto et altri Baroni principali, non potendosi fidare dei loro sudditi, han preso al loro servizio e per guardia loro tutta questa canaglia ».

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24

l ’opera

g e o g r a f ic a

idi l u c a

h o l s t e n io

bacino del Nera (Scheggino, Sant’Anatolia, Norcia, Cascia), facendo l ’ascensione del M . Yespio (1). N ell’Ottobre 1655 l ’ Holstenio è inviato ad Innsbruck per incontrarvi la Regina Cristina di Svezia, convertitasi alla fede cattolica, con la quale rimarrà poi in devoti rap­ porti (2). Di altri viaggi

posteriori non ho notizia ;

tutte

le lettere che ho potuto rintracciare per gli anni successivi, per vero poco numerose, sono sempre datate da Roma. Un vivissimo desiderio aveva avuto l’Holstenio sino dal 1628 : quello di un viaggio in Grecia, nel Levante ed in Terrasanta, del quale aveva fatto anche il programma, sperando di trovare aiuti da parte del Card. Barberini e di altri suoi pro­ tettori ; ma tale desiderio non potò trovare mai attuazione (3). (1) Per tutti questi viaggi, si ricavano alcuni elementi da uno dei tac­ cuini della Biblioteca di Dresda. Vedi Cap. I l i, pag. 72-73. (2) Vedi : W ilc k e n s , O p. c i t , pagg. 17-20. Un diario di questo viaggio, col titolo E p h em eris itin eris o en ip on ta n i a n n o C h risti 1655 esiste in un piccolo codice barberiniano (Lat. 2226) dove occupa 21 pagine. È scritto tutto di pugno dell’ Holstenio. Egli partì da Roma PII Ottobre 1655 c ritornò il 17 Dicembre, avendo seguito la Regina anche nel suo ingresso a Roma, che avvenne, come è noto, in forma solenne. Nel Cod. Barb. Lat. 6487 vi sono pure molti documenti su questo viaggio, e anche (fol. 110-14) una lettera dell’ Ilolstenio che lo descrive. (3) Si vegga il Promemoria a Enrico Dormalio in data 1 Ottobre 1628 in B oisson ., pag. 107. In una successiva lettera al Peiresc (24 Novembre 1628 ; B oisso n ., pagg. 116-17), l’ Holstenio traccia anche un itinerario del progettato viaggio, che avrebbe dovuto essere iniziato nella seguente primavera. Ma esso fu differito per varie ragioni, soprattutto per la difficoltà di raccogliere mezzi adeguati. Già fin da quando era in Inghilterra, sembra che l’ Holstenio meditasse di accom­ pagnare in Grecia l’erudito Guglielmo Pettee (vedi un frammento di lettera di Gaudenzio Paganini all’ Holstenio in B oisson , pag. 160); poi, nel 1630, il famoso mecenate Claudio Nicolò Peiresc, col quale l’ Holstenio ora in corrispondenza fin dal 1627, gli aveva offerto l’occasiono di accompagnare il legato del re di Fran­ cia a Costantinopoli, de Marcheville, ma tale occasione andò perduta per la contemporanea missione in Polonia. Cfr. Cod. Barb. Lat. 6505, fol. 60-61 e L ettres de P e ire sc , publiées par P h i l . T a m iz e y d e L a k k o q u e , voi. V, pagg. 35051. La lettera è datata da Boisgeny 27 luglio 1630.

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A p p e n d ic e a l C a p it o l o P rim o

I L IB R I G E O G R A F IC I P O S T IL L A T I D A L L ’ H O L ST E N IO

Espongo qui alcune notizie sui libri di interesse geografico con­ tenenti postille dell’Holstenio, riferendomi all’elenco dato a pa­ gine 17-18. - Ariani Periplus Stuekij. Geneua, 1571. - L ’edizione ha il se­ guente titolo : « Arriani Historici et Philosophi Ponti Euxini et maris Erythraei Periplus ad Adrianum Caesarem nunc primum e graeco sermone in latinum versus plurimisque mendis repurgatus . . . Io. Guilelmo Stuckio Tigurino auctore. Genevae apud Eustathium Vignon M D L X X V II ». La data 1571 è perciò errata. Precede il Periplo del Ponto Eusino, poi segue quello del Mare Eritreo come seconda parte, con un nuovo frontespizio a sé e la stessa data. L ’esem­ plare Stamp. Barb. I. I X . 28 ha in questa parte poche postille mar­ ginali dell’ Holstenio ; questi ha pure incollato entro il volume la carta illustrativa di questo Periplo che, con la data 1597, si trova nel noto Parergon dell’ ORTELio. - Strabo Casauboni graecolat. Paris, 1620. - L ’ edizione ha il titolo : « Strabonis rerum geographicarum libri X Y I1 Isaacus Casaubonus recensuit . . . . . . Lutetiae Parisiorum typis regiis M C X X ». L ’esemplare Stamp. Barb. 1. IX . 30 ha note marginali autografe dell’Holstenio ; esse non sono molto numerose, ma alcune sono di qualche rilievo. He mancano i libri I-II1. Si tratta in generale di emendazioni del testo, in base ad esame di manoscritti, o in base a confronti con Stefano di Bisanzio, ecc. Il voluminoso commentario del Casaubon non ha traccia di postille. - Adamandus De situ Terrae Sanctae Ingolstadij, 1619. - L ’opu­ scolo attribuito a questo Adamandus ha il seguente titolo : « Adamanni Scotohiberni Abbatis celeberrimi De Situ Terrae Sanctae et Quorundam aliorum locorum ut Alexandriae et Constantinopoleos Libri T res..........studio Jacobi Gretseri Societatis Jesu Theologi. Ingolstadii Anno M C X IX . L ’esemplare Stamp. Barb. P. X II. 54,

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26

l ’ opera

g e o g r a f ic a

d i luca

h o l s t e n io

ha postille marginali autografe dell’Holstenio. Vedi più avanti Cap. II, pag. 64. - Aleander De Regionib. Suburbicariis. Paris, 1619. - L ’opera così indicata è la seguente : « Hieronimi Aleandri Iunioris Refutatio coniecturae Anonymi Scriptoris de Suburbicariis Regionibus et dioecesi Episcopi Romani. Lutetiae Parisiorum, ex off. Nivelliana M D O X IX ». L ’esemplare Stamp. Barb. GG. I I I . 41 ha pochissime postille dell’Holstenio e quattro righe di sua mano in un foglio bianco in fondo. - Apollonii Argonautica cum Scholiis Graece 1574. - Si allude alla edizione curata da Enrico Stefano. Il titolo è prima in greco, poi in latino : « Apollonii Rhodii Argonauticon Libri I I I I ......... cum annotationibus Henrici S tephan i......... Anno M D L X X IIII ex­ cudebat Henricus Stephanus ». L ’esemplare Stamp. Barb. I. V i l i . 37 ha postille autografe dell’Holstenio, consistenti, al solito, in emen­ dazioni al testo, e in numero non grande. - Dionys. Alexandrinus de situ Orbis cum Scholiis graece. Paris, 1547. - L ’edizione ha il titolo in greco e in latino : « Dionysii Alexandrini de situ Orbis libellus, Eustathii Thessalonicensis ar­ chiepiscopi commentariis illustratus. Lutetiae ex officina R ob. Ste­ phani. M D X L V II. » L ’esemplare Stamp. Barb. I. V i l i . 65 ha alcune postille autografe dell’Holstenio. - Gilius De Bosphoro Thracio. Lugd. 1561. - Il titolo completo dell’opera è : « Petri Gyllii De Bosphoro Thracio libri III. Lugduni apud Gvlielmum Rosillium sub scuto veneto M DLX1 cum privilegio Regis. » L ’esemplare Stamp. Barb. P. V i l i . 80 reca sul frontespizio la scritta autografa : « Lucae Holsteinii Hamburgen. » e sotto al ti­ tolo, la seguente indicazione, pure di mano dell’Holstenio : « huic operi inseritur D io n ysii B yzantii antiquissimi auctoris ¡xva7iXous»v*- U-F'y f '*·"»«*» i*-**~f

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