La scoperta dell'inconscio. Storia della psichiatria dinamica [2]
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Table of contents :
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Henri F. Ellenberger, noto esponente dell'indirizzo psichiatrico esistenziale, ha insegnato psichiatria alla McGill University (Montreal) e alla Fondazione Menninger (Topeka, Kansas), e criminologia all'Università di Montreal.

204/205 /2o6

SERIE SCIENTIFICA

Henri F. Ellenberger

LA SCOPERTA DELL'INCONSCIO STORIA DELLA PSICHIATRIA DINAMICA

Volume secondo

Bollati Boringhieri

Edizione nell'Universale Bollati Boringhieri 1976

Ristampa marzo 1991 © 1976 Bollati Boringhieri editore s.p.a., Torino, corso Vittorio Emanuele 86 I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e. le copie fotostatiche) sono riservati Stampato in Italia dalla NUOVA OFLITO di Mappano (To) CL

61·882.5'7

ISBN

88-339-0367-2.

Titolo originale

The Discovery of the Unconscious The History and Evolution of Dynamic Psychiatry © 1970 Basic Books, New York Traduzione di Wanda Bertola, Ada Cinato, Fredi Mazzone, Riccardo Valla

Indice

Prefazione, 1.

IX

Le origini della psicoterapia dinamica, 1 La scoperta della psicoterapia primitiva,

2

trusione ed estrazione di un oggetto malattia, rigione per confessione, Guarigione cerimoniale,

38

24 31

Guarigione magica,

8

Assenza e richiamo dell'anima, 5 Possessione cd esorcismo,

psicoterapia filosofica,

2.

39

36

43

42

Ca-

Guarigione presso templi e

50 56

Guarigione religiosa e "cura d'anime",

54

27

Guarigione per ipnosi,

Terapie razionali nella medicina primiti\"a,

La moderna psicoterapia dinamica,

Note,

Psicoterapia

La comparsa della psichiatria dinamica, 6 1 Gassner c Mesmer, magnetismo,

61

81

L a scuola d i Nancy, Note,



46

InGua-

Guarigione per soddisfacimcnto di una frustrazione, Guarigione per incubazione,

ratteristiche fondament4 La 'cconda guerra mondiale: 1939-45, 1003 Note, 1013

1 1 . Conclusione, 1 0 3 1 Note, 1043

Indice analitico, 1 047

NO"lA

Le pagine lino l'olume.

a p6 s ono

comprese nel primo mlmne. ))a pagina 'P7 mi1ia il .�emnd•

Volume secondo

Capitolo

7

(s eg u ito )

La personalità

Sigmund Freud è uno di quei pochi uomini che videro la propria vita e la propria personalità esposte alle luci della ribalta, e sé stessi oggetto di cu­ riosità mondiale. Egli cercò di proteggersi dietro uno schermo di riserbo, ma tanto più nacquero leggende intorno a lui, ed egli è stato fatto oggetto di molti giudizi contraddittori. Una delle ragioni di questo può essere che la sua personalità subì cambia­ menti sostanziali nel corso della sua vita. Descrizioni della sua infanzia lo dipingono come figlio primogenito di una giovane madre, che riversò su di lui amore e rassicurazione. Molto probabilmente fu lei cile gli ispirò quel­ l'ambizione che sarebbe andata sempre più fortemente crescendo per tutta la vita. Nei ricordi della sorella Anna, Sigmund appare come il bambino maggiore privilegiato e come un giovane tiranno della famiglia, che le proi­ biva di leggere Balzac e Dumas, che era l'unico ad avere una sua stanza e una lampada a petrolio personale [166]. Egli non tollerava il disturbo pro­ vocatogli dal suono del pianoforte, per cui questo fu venduto e la sorella fu privata di questa esercitazione musicale, abituale a Vienna. A scuola fu un allievo brillante, sempre il migliore della classe: ciò è confermato dagli ar­ chivi scolastici, dai quali risulta anche che in uno scandalo scolastico egli non si trovava tra i colpevoli, ma fu uno di coloro che collaborarono con le autorità dando informazioni [167]. Come studente di medicina Freud ap­ pariva ancora ambizioso e gran lavoratore, ma i suoi prolungati studi e i corsi al di fuori del piano di studi sembrano indicare una certa mancanza di senso pratico. Dai ventisette ai trent'anni la sua corrispondenza con la fidanzata riflet­ teva ancora ambizione e assiduo lavoro; Freud si dimostrava uomo di forti simpatie e antipatie, innamorato fervido e devoto, sebbene talvolta posses­ sivo e geloso. Non sappiamo molto del rapporto di Freud con Martha dopo il loro ma­ trimonio. I discepoli e gli ospiti parlano semplicemente di lei come di una buona padrona di casa e madre, anche se non troppo ben informata sul la­ voro scientifico del marito. Si racconta che essa abbia detto: "La psicoanalisi si ferma sulla iJOrta della stanza dei bambini", e un accenno in una lettera a Fliess dell'g febbraio 1897 sembra confermarlo. Laforgue racconta che mentre passeggiava con lei nei boschi di Vienna, ella osservò ermeticamente che "la natura ha fatto in modo che gli alberi non crescaPo nel cielo" [168]. Il figlio Jean-Martin descrive Freud come un buon educatore e un padre cor­ tese, che trovava tempo per la famiglia alla domenic� e durante le vacanze

CAPITOLO SETTIMO

estive [169]. Egli parla anche della rigida adesione di Freud alle convenzioni della vita professionale e della sua riluttanza ad accettare novità come la bi­ cicletta, il telefono e la macchina per scrivere. Il primo documento disponibile che offre una descrizione sostanziale del carattere di Freud è un rapporto circa le sue qualifiche professionali di uffi­ ciale medico, redatto dopo un periodo di servizio militare nell'esercito au­ striaco, dall'u agosto al 9 settembre 1886. Diamo una trad!Jzione delle parti essenziali di tale rapporto [170]. NOTE CARATTERISTICHE

Nome: Dr. Sigmund Freud. Grado: K. K. Oberarzt, nominato il I3 giugno I882. Incarichi militari: Dall'II agosto al 9 settembre I886, durante l'esercita­ zione principale, medico capo di battaglione, e durante il concentramento del reggimento dal 3I agosto al 6 settembre, medico capo di reggimento. Conoscenze linguistiche: Tedesco perfetto (letto e scritto), francese e inglese buono, italiano e spagnolo discreto. Attitudini professionali e conoscenza del servizio sanitario: Molto abile nella sua professione, conosce esattamente le prescrizioni sanitarie e il servizio sanitario. Gode della fiducia dei militari e dei civili? Gode di grande fiducia tra mili­ tari e civili. Qualità di mente e di carattere: Onesto, di carattere fermo, sereno. Zelo, correttezza e fidatezza nel servizio: Molto zelante nell'esecuzione dei propri compiti, è disciplinato e degno di fiducia in servizio. È in possesso dell'uniforme prescritta e del materiale sanitario? Possiede l'uniforme prescritta e il materiale sanitario. Condotta in servizio: 1. Davanti al nemico: Non l1a prestato servizio. :z . Verso i superiori: Obbediente e aperto, inoltre modesto. 3· Verso i suoi pari: Amichevole. 4· Verso i subalterni: Benevolo ed esercita una buona influenza. 5· Verso i pazienti: Molto preoccupato del loro benessere, umano. Condotta fuori servizio: Molto corretta e modesta, maniere cordiali. Condizioni di salute, idoneità per il servizio di guerra: Delicato ma comple­ tamente sano, idoneo al servizio di guerra. Qualifiche per avanzamenti: Normali per il suo grado. La valutazione conferma altre dichiarazioni che dipingono Freud come uomo di carattere fermo e dotato di forte senso del dovere. Degno di nota è il termine "sereno" (heiter) che non sempre è stato associato all'immagine tradizionale del suo carattere [171].

FREUD E LA PSICOANALISI

Le lettere a Fliess, scritte durante il periodo successivo della vita di Freud , rivelano la sua ambizione, il suo desiderio di compiere un lavoro di grande importanza, la sua amicizia appassionata verso Fliess, molte lamen­ tele per i disturbi depressivi, il suo giudizio critico verso molte persone e il suo senso d'isolamento in un mondo ostile. Dal 1 900 in poi, la personalità di Freud appare in una nuova luce. L'auto­ analisi aveva trasformato l'insicuro giovane professionista nel fondatore di una nuova dottrina e di una nuova scuola, sicuro di sé, convinto di aver fatto una grande scoperta, che considerava sua missione trasmettere al mondo. Sfortunatamente ci mancano descrizioni contemporanee di Freud in quel pe­ riodo: la maggior parte delle descrizioni di lui furono scritte molto più tardi, dopo il 192 3· In quel periodo la personalità di Freud fu trasformata dalla sua fama mondiale e dalle sofferenze fisiche causate da una malattia inesorabile. Le sue lettere, come pure le testimonianze dei suoi discepoli, lo presentano come buon marito, padre, figlio, amico e medico, comprensivo, pieno di tatto nello scrivere lettere e nella scelta di doni, privo di ogni sorta di affet­ tazione o teatralismo, come maestro capace di guidare un movimento in mezzo a circostanze difficili, e come uomo che affronta col massimo coraggio le sofferenze fisiche e la consapevolezza della morte incombente. Egli ap­ parve quindi a coloro che gli furono vicini come una rara personificazione di un saggio e di un eroe. La prima intervista di Freud di cui si ha notizia fu rilasciata durante il suo viaggio in America a un giornalista di Boston, che lo descrive nel modo seguente: Si vede alla prima occhiata che è un uomo di grande raffinatezza, di grande intelletto e di cultura poliedrica. Gli occhi chiari, acuti e però gentili fanno subito pensare al medico. La fronte alta, con le grandi bozze dell'osserva­ tore, e le splendide, energiche mani fanno una grande impressione [ 1 72] .

Vi è un lungo intervallo tra questa intervista e quelle successive, che ca­ dono nel periodo seguente il 1 9 2 3, cioè quando la personalità di Freud aveva subito una trasformazione causata dalla sua fama mond iale e dal can­ cro che rese la sua vita un martirio. Fu durante questo periodo che egli ebbe più visitatori, e che più si scrisse di lui. Recouly, un giornalista francese, disse che l'appaìtamento di Freud sem­ brava un museo, e che Freud stesso era simile a un vecchio rabbino : Vediamo un tipo ebreo estremamente accentuato, l'aria di un vecchio rabbino appena arrivato dalla Palestina, il viso scarno ed emaciato di un

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uomo che ha trascorso giorni e notti a discutere con i suoi seguaci, iniziati alle sottigliezze della Legge, nel quale si sente una vita intellettuale molto intensa e il potere di giocare con le idee come un orientale gioca con i grani d'ambra del suo rosario. Quando parla della sua dottrina, dei suoi discepoli, lo fa con un misto di orgoglio e di distacco. Tuttavia è l o rgo glio elle pre­ domina [173] . '

Max Eastman, nel 1 9 26, fu sorpreso dei violenti pregiudizi che Freud mostrò contro gli Stati Uniti e dal modo assai manifesto in cui e�li li espresse di fronte a visitatori americani [174] . André Breton riferì che " il più grande psicologo dell'epoca attuale vive in una casa dall'aspetto mediocre, in uno sperduto quartiere di Vienna " [17 5 ] . Egli non trovò una cameriera che aprisse elegantemente la porta. Quando infine si recò nello studio di Freud, Breton dice: " Mi trovai alla presenza di un vecchio piccolo, modesto, che riceveva nel suo misero ufficio, come un medico dei poveri. " Il drammaturgo Lenormand giudicò lo studio di Freud "simile a quello di un qualunque professore universitario " [176] . Freud gli mostrò le opere di Shakespeare e dei tragici greci nella sua libreria dicendo: " Ecco i miei maestri . " Egli affermava che i temi essenziali delle sue teorie erano basati su!l'intuizione dei poeti . Uno psichiatra tedesco, Schultz, descrisse Freud come un uomo di sta­ tura poco più alta della media, leggermente curvo, di corporatura robusta, con le maniere tipiche di un professore, che rammenta in modo sorpren­ dente Paul Ehrlich [ 1 77] . Aveva una barba corta e folta, portava gli occhiali e aveva uno sguardo penetrante. Univa un atteggiamento intellettuale, obiet­ tivo, a uno spirito vivace e a un'amabilità tipicamente austriaca, e si espri­ meva con un linguaggio di stile classico. Schultz definì Freud uomo dalla personalità straordinariamente armoniosa . " Lei davvero non crede di essere in grado di guarire? " gli chiese Freud . Schultz rispose: " Assolutamente no; però, come fa il giardiniere, si possono togliere gli impedimenti alla crescita personale. Allora ci capiremo ", rispose Freud. 'v.iktor von Weizsacker descrisse Freud come " un uomo di mondo eru­ dito, di elevata cultura borghese " [ 1 78] . Nel suo studio vi era una lunga fila di statuette antiche in bronzo e terracotta, satiri e divinità e altri oggetti ar­ tistici . "Egli non mostrava traccia di pedanteria accademica, e la sua conver­ sazione scivolava facilmente dai temi seri e difficili alla chiacchiera scherzosa e benevola. L'uomo eminente era presente comunque. " Era chiaro che Freud soffriva fisicamente, ma egli non era opprimente con coloro che lo circondavano. n

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Emil Ludwig disse di aver fatto visita a Freud nell'autunno del 1927 e di aver trovato fantastica la sua interpretazione delle vite di Goethe, Napo­ leone e Leonardo da Vinci ( 1 79] . Un'intervista fu estorta a Freud da una giornalista francese, Odette Pan­ netier, che era divenuta famosa per le sue canzonature letterarie [ 1 8o] . Sa­ pendo che l' ottantenne Freud, fisicamente sofferente, aveva chiuso la porta ai giornalisti, essa finse di essere una paziente con una fobia per i cani, e portò a Freud una lettera di raccomandazione di uno psichiatra francese. L'intervista, secondo quanto essa riferisce, lungi dal far apparire Freud ridi­ colo, lo presentò come un vecchio amabile e spiritoso che non sembrò aver preso troppo seriamente la sua fobia. Egli le chiese di vedere suo marito, espose il costo e le difficoltà della cura. " Gli porsi una busta. I suoi modi sembravano più amichevoli che professionali. Ma egli prese la busta." Le relazioni fatte da persone analizzate da Freud risalgono per la mag­ gior parte agli ultimi anni della sua attività. Roy Grinker descrive Freud come un saggio e come fonte di saggezza [ 1 8 1 ] . Hilda Doolittle descrisse l'ispirazione da lei tratta dall'analisi con lui in termini altamente poe­ tici [ 1 82] . Joseph Wortis, che si sottopose a un'analisi didattica di quattro mesi con Freud nel 1 9 34, tenne un diario delle sedute e lo riscrisse in forma di libro ( 1 8 3 ] . La sua relazione espone molto della tecnica usata da Freud, e dimostra che Freud esprimeva le proprie opinioni su tutti gli argomenti possibili: denaro, socialismo, vecchiaia, donne americane, questione ebraica e così via; faceva anche commenti sarcastici su certi colleghi. Per finire citeremo i colloqui avuti da Bruno Goetz con Freud nel 1 904 e 1 90 5 , e che egli riferì a memoria quasi mezzo secolo dopo [ 1 84] . In que­ gli anni Goetz era un povero e affamato studente di Vienna, che soffriva di una forte nevralgia facciale. Un suo professore gli consigliò di consultare il dottor Freud, al quale egli aveva mostrato alcune poesie di Goetz. Goet.t rimase colpito dal modo in cui Freud lo guardò attentamente con i suoi " oc­ chi meravigliosamente gentili, caldi, malinconici, consapevoli ". Freud gli chiese anche perché il mare era ricorrente nei suoi versi e se per lui fosse un simbolo o una realtù. Goetz allora gli narrò diffusamente la propria vita, di­ cendogli che il padre era :Jtato un grande navigatore, che egli aveva trascorso l'infanzia con dei marinai, e gli raccontò molti altri particolari. Freud gli disse che n0n aveva bisogn o di un'analisi e gli prescrisse una medicina per la nevraigi.:t. Freud s'informò della situazione finanziaria di Goetz e apprese che l'ultima voi ta che avev:1 mangiato una bistecca era stato quattro setti­ mane prima del loro incontro. scusandosi se faceva la parte del padre, Freud gli porse una busta con " un piccPlo onorario per il pia�ere che lei mi ha pro­ curato con i moi versi e con la s toria della sua giovinezza". La busta conte-

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neva 200 corone. Un mese dopo Goetz, la cui nevralgia era ormai scomparsa, fece una seconda visita a Freud, il quale lo mise in guardia contro il suo en­ tusiasmo per la Bhagavadgita e gli espose le proprie idee sulla poesia. Molti mesi dopo, prima di ritornare a Monaco, Goetz venne a congedarsi da Freud, che criticò alcuni suoi articoli, letti nel frattempo, e aggiunse: "È bene che non ci vediamo per un po' di tempo e che non ci parliamo", e chiese a Goetz di non scrivergli. Freud era un uomo di media statura (taluni lo giudicarono piccolo) , snello i n gioventù, u n po' appesantito col passare degli anni. Aveva gli occhi castani e i capelli castano scuro, la barba ben curata, più lunga in gioventù che in seguito. Era un lavoratore assiduo e rimase tale anche durante il pe­ riodo peggiore della malattia. Il suo unico sport fu quello di fare escursioni durante le vacanze estive. Divenne un grande fumatore di sigari, al punto da rischiare la vita, ma i tentativi di smettere di fumare gli causavano un tale disagio che egli ricominciò ogni volta. Dalle descrizioni che abbiamo di Freud si possono trarre due immagini molto diverse. Alcune persone furono colpite da quella che chiamarono la freddezza di Freud; Jung affermò addi­ rittura che la caratteristica principale di Freud era l'amarezza, " ogni parola ne è carica ... il suo atteggiamento era l'amarezza della persona che è total­ mente malintesa e i suoi modi sembravano sempre voler dire : 'Se non mi ca­ piscono, vadano all'inferno. ' [ 1 85] ". Freud apparteneva senza dubbio a quella categoria di persone che " non riesce a sopportare di buon grado gli stu­ pidi". Egli poteva inoltre continuare per molto tempo a serbare rancori e risentimento verso coloro che a torto o a ragione riteneva l'avessero of­ feso [ 1 86] . Molti altri lo dipinsero come un uomo estremamente gentile e garbato, pieno di spirito e di arguzia e nell'insieme affascinante. È come se fossero combinati in lui il freddo riserbo della madre e la natura disinvolta del padre. Una caratteristica basilare di Freud era la sua straordinaria energia; in lui un'illimitata capacità di lavoro si combinava con un'intensa concentrazione su una meta . Al coraggio fisico era alleato un coraggio morale che culminò nel suo stoico atteggiamento durante gli ultimi sedici anni della sua vita. La convinzione della verità delle sue teorie era tanto completa, che egli non ammetteva contraddizioni. Questo era definito dai suoi oppositori intolleranza e dai suoi seguaci amore per la verità. Freud visse moralmente, socialmente e professionalmente secondo i più alti livelli di un uomo del suo tempo e della sua posizione. Uomo di scru­ polosa onestà e dignità professionale, rifiutò sprezzantemente ogni proposta di prestare il suo nome per fini commerciali. Era estremamente fonnalistico,

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manteneva puntualmente gli appuntamenti, regolava tutte le sue attività su un preciso programma stabilito per ora, giorno, settimana, anno. Altrettanto meticoloso era riguardo al proprio aspetto esteriore. Considerandoli a poste­ riori, alcuni di questi tratti sono stati giudicati ossessivi; ma risultano nor­ mali se visti nel contesto di quei tempi [ 1 87] . Dai professionisti della sua condizione ci si aspettava grande dignità e decoro. Definire Freud un " non viennese" vuoi dire confondere la stereotipia di un'operetta viennese con là realtà storica [ 1 88] . La difficoltà nel comprendere la complessa personalità di Freud ha in­ dotto molti a cercare una nozione di base per renderlo intelligibile. Sono state date interpretazioni di Freud come ebreo, come professionista viennese del suo tempo, come romantico, come uomo di lettere, come nevrotico e come genio. Freud scrisse nel 1 9 30 [ 1 89] di essere completamente estraneo alla reli­ gione dei padri (come ad ogni altra), e di non poter condividere l'ideale na­ zionalistico ebraico, ma di non avere mai rinnegato l'appartenenza al proprio popolo, di sentire come ebreo il suo particolare modo d'essere e di non de­ siderarlo " diverso da quello che è ", e se qualcuno gli domandasse che cosa c'è ancora di ebraico in lui, risponderebbe: " Moltissimo, probabilmente la cosa principale [ 1 90] . " II suo sentimento ebraico sembra aver seguito la stessa curva che seguì quello di molti suoi contemporanei austriaci. L'anti­ semitismo era quasi inesistente in Austria all'epoca della sua nascita. Era in­ vece presente in qualche misura in certe associazioni studentesche al tempo della sua giovinezza . Nei due ultimi decenni del diciannovesimo secolo l'an­ tisemitismo si estese, ma non tanto da ostacolare la carriera di un professio­ nista. Proporzionalmente all'estendersi dell'antisemitismo, in particolare dopo la prima guerra mondiale, il sentimento dell'identità ebraica si ravvivò, e molti ebrei che erano stati propensi a rifiutare la propria identità ebraica finirono con l'accentuarla. Forse la migliore interpretazione della personalità di Freud come ebreo è stata data da Hyman : Il ragazzo cresce in una famiglia ebraica di ceto medio con il rr.ito della discendenza da dotti famosi, e una leggendaria storia familiare risalente alla distruzione del Tempio. Era il primogenito e il prediletto della madre, il "�apiente " viziato, orgoglio del padre, il beniamino degli insegnanti. Sap­ pùlmo che egli sarà alq uanto radicale in gioventù, ma si acquieterà, diventerà un buon marito e un padre affettuoso e indulgente, appassionato giocatore di tarte, grande parlatore tra gli amici intimi. Egli è ambivalente circa il suo ebraismo, come tanti seminte1lettua1i che conosciamo. Prova antipatia per la cristianità senza avere una nuova fede da sostituir1e; i suoi amici sono quasi soltanto ebrei; è affascinato dai riti ebraici, ma di tutto si burla definendolo

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superstizione, si trastulla con l'idea della conversione ma non è mai serio; ha una bruciante ambizione al successo e alla fama e un corrispondente di­ sprezzo per il goyim privo d'ambizioni; non crede che un autore cristiano (in questo caso George Eliot) possa scrivere sugli ebrei e sapere cose " di cui parliamo solo tra noi ", soffre di fantasie da Schnorrer (pitocco] (termine da lui usato) relative all'eredità di un'immeritata ricchezza, s'identifica con 1' eroismo ebraico nella storia e nella leggenda (" mi sono spesso sentito come se avessi ereditato tutta. la passione dei mstri padri quando difendevano il loro Tempio "). Possiamo essere sicuri che questo individuo finirà nel B'nai B'rith, e così è. Se ci avessero detto che questo dottor Freud viveva agiata­ mente facendo il medico generico, procurava ai suoi tigli un 'ottima educa­ zione e di lui mai nulla si seppe al di fuori del vicinato, non saremmo stati sorpresi (19 1 ] .

Indubbiamente v i furono molti tra i contemporanei ebrei d i Freud che nella vita e nella carriera seguirono un modello simile (senza tuttavia conse­ guire fama mondiale) . Un confronto tra Freud e Breuer può essere istrut­ tivo : Breuer, che era stato vittima di intrighi e che aveva perso l'occasione di fare una brillante carriera accademica, non attribuì mai i propri scacchi all'antisemitismo, e dichiarò di essere perfettamente contento della vita che aveva; Freud invece accennò più volte all'atteggiamento ostile di colleghi e funzionari antisemiti. Parlando del padre, Breuer sottolineava come fosse stato meraviglioso per un uomo della sua generazione essere libero dal ghetto e in grado di entrare nel più vasto mondo; di Freud l'unico accenno alla gio­ vinezza del padre fu la storia dell'offesa subita da parte di un gentile. Breuer dedicò metà della propria autobiografia a un elogio del padre, mentre Freud non ebbe alcuno scrupolo nell'esprimere sentimenti ostili verso il padre. Breuer criticava l'ipersensibilità dell'ebreo al più lieve segno di antisemiti­ smo e l'attribuiva a una imperfetta assimilazione; fin dall'inizio Freud si sentì appartenente a una minoranza perseguitata e attribuì la propria creati­ vità parzialmente al fatto di essere stato costretto a pensare diversamente dalla maggioranza . Benedikt, nell'autobiografia, mosse una lunga serie di ac­ cuse a molti dei suoi contemporanei, mai però quella di antisemitismo. Dun­ que, un ebreo a Vienna poteva essere portato ad assumere atteggiamenti di­ versi nei confronti dell'ebraismo e del mondo dei gentili, e l'essere ebreo non era un ostacolo al sentirsi allo stesso tempo completamente viennese. Freud si potrebbe interpretare anche considerandolo come un tipico rap­ presentante del mondo professionistico viennese della fine del diciannove­ simo secolo. Non era infrequente a Vienna, crogiuolo etnico e sociale, che un uomo della classe media, dotato di talento, riuscisse a salire nella scala sociale c a raggiungere verso la mehì della sua vita uno status sociale e finan-

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ziario abbastanza elevato, purché avesse frequentato la scuola secondaria e l'università. Un esempio fu Josef Breuer, figlio di un modesto insegnante, che divenne uno dei medici più ricchi di Vienna e che certamente avrebbe potuto avanzare ancora se lo avesse voluto. L'uomo doveva naturalmente e ssere dotato, assiduo lavoratore e ambizioso, e Freud era tutto questo. Per un me­ dico, ciò significava affrontare un periodo di attività ospedaliere scarsamente retribuite, l'insegnamento r.ome libero docente, un'intensa competizione, e procedere faticosamente per anni in un lavoro scientifico poco redditizio . Freud fu tra coloro che superarono con successo tali prove. A partire dai trentacinque anni in poi egli fu in grado di condurre la vita del borghese benestante di Vienna, che aveva un ampio appartamento con personale di servizio in uno dei migliori quartieri residenziali della città, si prendeva tre mesi di vacanze estive che trascorreva in Austria e all'estero, leggeva la " Neue freie Presse" e si conformava rigorosamente agli obblighi della sua professione. Freud possedeva altresì in sommo grado le maniere dell'alta borghesia viennese del suo tempo, la cultura raffinata e poliedrica, la squi­ sita urbanità, l'umorismo benevolo, e l'arte della conversazione. L'interpre­ tazione dei sogni ( 1 899), la Psicopatologia de11a vita q u ot idian a ( 1 90 1 ) e 11 mo tto di spirito e la sua relazione con l'inconscio ( 1 905) sono opere piene di allusioni alla vita viennese e agli avvenimenti locali contemporanei . Freud era viennese dalla testa ai piedi (compresa la caratteristica affettazione del­ l'odio per Vienna). Freud condivideva anche i valori della sua classe. David Riesmann, cer­ cando di ricostruire la Weltanschauung di Freud dai suoi scritti, mise in ri­ lievo le sue nozioni di lavoro e gioco [ 1 9 2] . Freud considerava il mondo del lavoro come il mondo reak ed estese questo anche all'inconscio sotto forma di " lavoro oairico" e di " lavoro del lutto" in opposizione al mondo del pia­ cere, che è il mondo del bambino, dell'immaturo, del nevrotico, della donna e dell'aristocratico. I criteri della salute mentale erano, secondo Freud, la capacità di lavorare e quella di provare piacere. In tale formula Freud espri­ meva l'ideale dell'industrioso borghese di Vienna, che si conformava alle se­ vere richieste della propria posizione, ma che dei piaceri della città esigeva la propria parte. Freud considerava la società come naturalmente e necessa­ riamente autoritaria e la famiglia come paternalistica. Come egli aveva ri­ spettato i suoi maestri, così si aspettava che i suoi discepoli rispettassero lui. Per la verità Freud non si conformò in ogni particolare a un certo tipo di viennese dell'alta borghesia. Non era un frequentatore di teatri o dell'opera, né aveva relazioni con attrici. Ma il comportamento puritano e la monoga­ mia, propri di Freud, non erano così eccezionali come li vorrebbe la leg-

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genda. Coloro che hanno defini(o Freud un " non viennese" hanno inteso male il carattere sia di Freud che di Vienna. La personalità di Freud potrebbe essere considerata anche come quella di un romantico. Wittels ha detto che sebbene Freud fosse un contempo­ raneo della Germania di Bismarck, egli apparteneva idealmente alla Germa­ nia di Goethe [ 1 93] . Nel suo stile di vita vi era molto del Romanticismo. Le lettere alla fidanzata mostrano l'esaltazione che s'incontra, ad esempio, ne!le lettere di Herzè n alla sua amata. . L'appassionata relazione di Freud con Fliess, così estranea ai nostri modelli attuali, era simile a quelle che si ritro­ vavano tra i giovani romantici. È come se Freud s'identificasse con la figura byroniana dell'eroe solitario che combatte contro un esercito di nemici e di difficoltà. Le riunioni settimanali di amici nei " cenacoli" erano consuetudine per i poeti, gli studenti e i giovani scienziati romantici. Intorno al 1 900, tut­ tavia, gli scienziati si riunivano nei convegni delle soèietà ufficiali. Il gruppo serale del mercoledì organizzato da Freud si sarebbe meglio collocato nel contesto dei poeti neoromantici o, un secolo prima, degli scienziati roman­ tici. La formazione di un gruppo segreto di sei discepoli selezionati che con­ sacrarono il proprio impegno alla difesa della psicoanalisi e che ricevettero ciascuno un anello da Freud, era un'idea eminentemente romantica. Che dopo un lungo periodo d'indifferenza politica, in Freud nascessero improv­ visamente sentimenti patriottici per l'Austria, quando scoppiò la guerra, ri­ corda il fervore patriottico dei giovani romantici tedeschi nel 18o6. Infine, molta parte della psicoanalisi può intendersi come una rinascita dei con­ cetti della filosofia della natura e della medicina romantica. Wittels trovò la chiave della personalità di Freud nella sua identifica­ zione con Goethe, ricordando che Freud aveva fatto la propria scelta pro­ fessionale dopo aver ascoltato il poema di Goethe La natura [ 1 93] . Si ritro­ vano in Freud sia l'idea di bellezza sia l'interesse per l'arte e l'archeologia di Goethe, come pure il suo concetto di scienza con la sua ricerca di modelli archetipici. Lo stile letterario di Freud si modella su quello di Goethe; l'in­ flusso di Goethe si può riscontrare anche nella predilezione di Freud per certe parole quali " internazionale" (nel senso di sovranazionale) . Freud può anche essere considerato come u n uomo d i lettere. Egli pos­ sedeva in sommo grado gli attributi di un grande scrittore. In primo luogo aveva doti linguistiche e verbali, amore per la lingua nativa, ricchezza di vo­ cabolario, lo Sprachgefiihl (senso della lingua) che lo portava infallibilmente a scegliere la parola appropriata [ 1 94] . Anche i suoi primi articoli di istologia sono scritti in uno splendido stile. Come scrisse Wittels:

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Per i lettori non professionalmente interessati, spesso ciò che egli dice non è tanto importante q uanto il modo in cui lo dice. Le traduzioni dei suoi scritti non possono riprodurre lo spirito completamente tedesco che emana dalle opere di Freud. La magia della lingua non può essere ritrasmessa. Se si desidera realmente comprendere la psicoanalisi di Freud fino in fondo si de­ vono leggere i suoi libri nella lingua originale ...

In secondo luogo egli era dotato di quella curiosità intellettuale che in­ duce lo scrittore .a osservare il suo prossimo, a cercare d i penetrarne la vita, gli amori, gli atteggiamenti intimi. (Questa ardente curiosità è stata ben de­ scritta da Flaubert e da Dostoevskij .) In terzo luogo Freud amava scrivere e aveva inclinazione a scrivere lettere, diari, saggi e libri: nulla dies sine linea. Per un letterato mettere per scritto i propri pensieri e le proprie impressioni è più importante che controllarne l'esattezza. Questo è il principio del me­ todo di Bome, vale a dire scrivere le proprie impressioni immediate di ogni cosa, ricercare soprattutto la sincerità; questo è anche il modo in cui Popper­ Lynkeus scrisse i suoi saggi . I saggi di Freud su Michelangelo e su Leonardo da Vinci potrebbero considerarsi saggi scritti alla maniera di Bome. In quarto luogo Freud possedeva una delle qualità più rare in un grande scrit­ tore, e cioè quella che Paul Bourget chiamò la credibilità. Gli scrittori me­ diocri fanno sembrare costruita una storia vera, mentre un grande scrittore può far sembrare vera la meno plausibile delle storie. Uno storico ebraico, commentando Mosè e il monoteismo, elencò un gran numero d'inesattezze e d'impossibilità contenute in esso, ma aggiunse che con il suo grande ta­ lento Freud aveva fatto di questa rete di impossibilità una storia plausi­ bile ( 1 9 5] . Freud ripeté più volte che i grandi poeti e scrittori avevano pre­ ceduto gli psicologi nell'esplorazione della mente umana. Egli citò spesso i tragici greci, Shakespeare, Goethe, Schiller, Heine e molti altri scrittori. Senza dubbio Freud sarebbe potuto essere uno dei migliori scrittori del mondo, ma anziché usare la sua profonda, intuitiva conoscenza dell'animo umano per la creazione di opere letterarie, egli tentò di esprimerla in for­ mule e di renderla sistematica. Vi sono state interpretazioni della personalità di Freud sotto forma di quelle " patografie " rese famose da Moebius e sviluppate successivamente da­ gli psicoanalisti ( 1 96] . Maylan spiegò l'opera e la personalità di Freud attra­ verso il suo complesso paterno [ 1 97] . Natenberg raccolse dagli scritti di Freud e dal materiale biografico accessibile prove di nevrosi, e le mise in­ sieme in un ritratto di un individuo profondamente disturbato con un si­ stema delirante ( 1 98] . Nella patografia di Erich Fromm, Freud è percepito come un fanatico della verità che, aiutato da vari tratti nevrotici, era compie-

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tamente convinto che fosse sua missione guidare una rivoluzione intellet­ tuale per trasformare il mondo per mezzo del movimento psicoanalitico [ 199] . Percival Bailey ritrae Freud come una specie di genio eccentrico e impac­ ciato che ricorreva all'antisemitismo e all'ostilità dei colleghi come scusa per i propri errori e che deviò costruendo teorie fantasiose [2oo] . Maryse Choisy considera alla base della personalità e dell'opera di Freud la debolezza della sua libido: " Non è la teoria di Freud una razionalizzazione della sua propria inibizione sessuale? [ 2 0 1 ] " Secondo Alexander, Freud soffrì di un conflitto irrisolto tra il dover rimanere all'opposizione e l'ardente desiderio di ricevere pieno riconoscimento [202] . Molteplici altri tratti sono stati messi in rilievo in Freud e definiti come nevrotici . Di lui si dice che sia stato credulo in certe questioni (credette ad esempio alla propagr.nda di guerra degli Imperi centrali), che abbia com­ messo errori di giudizio a riguardo di certe persone, che abbia mantenuto in­ giustificati rancori verso altre, che sia stato intollerante, che abbia commesso indiscrezioni parlando di qualcuno dei suoi pazienti, che abbia dimostrato una preoccupazione eccessiva per questioni di priorità mentre affermava di r·on curarsene, che abbia attribuito a sé l'origine di molti concetti esistenti e che fosse un nicotinomane [203] . Anche il suo comportamento puritano e la sua rigorosa monogamia sono stati giudicati anormali: la poetessa Anna de Noailles, dopo avergli fatto visita, restò molto colpita dal fatto che un uomo che aveva scritto tanto sulla sessualità non fosse mai stato infedele alla moglie [204] . Marthe Robert giustificò il suo modo di vivere puritano dicendo che al tempo in cui egli aveva acquisito conoscenza della sessualità era troppo vecchio per cambiare [205] . In realtà, in tutto questo non vi è nulla che giustifichi una diagnosi di nevrosi. Una domanda a cui è molto più difficile rispondere è come abbiano potuto l'ipersensibilità di Freud e il suo sentimento soggettivo d'isolamento creare in lui la convinzione di essere ri­ fiutato e messo al bando, convinzione che tutti i documenti accessibili dimo­ strano essere stata infondata [ 206] . A quanto ci risulta, Eissler è l'unico autore che tentò uno studio sistema­ tico di Freud come genio [207] . In un libro precedente su Goethe [208] , Eissler definisce gli uomini di genio come " ... persone capaci di ricreare il cosmo umano, o parte di esso, in un modo che è comprensibile all'umanità e che contiene un aspetto nuovo, fino ad allora non percepito, della realtà". Il genio è il risultato di una straordinaria combinazione di fattori e di circo­ stanze. Alla radice si trova un fattore innato, biologico: in Goethe era l'inten­ sità e la qualità della funzione del sogno, che era al servizio della creazione; in Freud una padronanza perfetta del linguaggio. Ma perché il genio emerga occorre anche tutta una serie di fattori ambientali. Essendo l'adorato primo-

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genito di una madre giovane, la quale era essa stessa la seconda moglie di un uomo più anziano di nome Jacob, Freud era predestinato a una precoce identificazione con il personaggio biblico di Giuseppe, l'interprete dei sogni che giunse a superare il padre e i fratelli. Il giovane Sigmund aveva investito la propria libido nel lavoro e nelle ambizioni scientinche; l'incontro con Martha Bernays lo indusse a rivolgere una parte della sua libido su di lei e sul mondo esterno; ma i quattro anni di fidanzamento comportarono una grave frustrazione, quindi un più alto grado di sublimazione. Per amore di Martha, Freud abbandonò i sogni di ambizione scientifica, dedicandosi al lavoro clinico, ed è tale rinuncia che gli consentì di fare scoperte nel campo delle nevrosi. La corrispondenza giornaliera con Martha affinò la sua abilità di osservazione psicologica e d'introspezione. Eissler ritiene che questi quat­ tro anni di fidanzamento siano serviti a provocare una ristrutturazione della personalità di Freud, che a sua volta rese possibile l'autoanalisi e in seguito la graduale comparsa di una nuova visione del mondo, cioè della psicoanalisi. Tuttavia non è ancora venuto il tempo in cui si possa formulare una va­ lutazione veramente soddisfacente della personalità di Freud. I dati sono ancora insufficienti (la nostra conoscenza della sua infanzia è tanto scarsa quanto lo era la nostra conoscenza della sua autoanalisi prima della pubbli­ cazione della corrispondenza con Fliess) . Non è impensabile che col passare del tempo diventi sempre più difficile capirlo. Freud apparteneva a un gruppo di uomini di uno stesso stampo, quali Kraepelin, Forel e Bleuler, con un lungo esercizio di disciplina intellettuale ed emotiva, uomini di elevata cultura, di costumi puritani, d'illimitata energia e di forti convinzioni che essi sostennero vigorosamente. Malgrado tutte le divergenze personali o dot­ trinali, questi uomini erano in grado di comprendersi l'un l'altro immediata­ mente, mentre il loro tipo ascetico-idealistico sta diventando sempre più estraneo a una generazione edonistico-utilitaristica . I contemporanei

La personalità di Freud, come quella di ogni altro uomo, non può essere pienamente compresa se viene isolata dal contesto dei suoi contemporanei, con i loro parallelismi, le divergenze e le interrelazioni. Tra questi uomini sceglieremo Wagner von Jauregg, che seguendo la via tradizionale compì ri­ levanti scoperte nella psichiatria, e Arthur Schnitzler, che, inizialmente neu­ ropatologo, divenne uno dei grandi scrittori austriaci. Julius Wagner von Jauregg, figlio di un impiegato statale, nacque il 7 marzo 1 8 57, un anno dopo Freud [209] . Secondo la sua autobiografia, egli scelse la medicina senza avere una speciale vocazione per essa, c s'iscrisse alla

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facoltà di medicina di Vienna nell'ottobre 1 874 (un anno dopo Freud) [ 2 1 o] . Diversamente d a Freud, terminò gli studi medici nel tempo minimo, pur svolgendo anch'egli lavoro extrascolastico in laboratori a partire dal terzo anno in poi. Suo grande maestro fu il professore di patologia sperimentale Salomon Stricker. Come quella di Freud, la sua prima pubblicazione com­ parve negli atti della Kaiserliche Akademie der Wissenschaften, quand'era studente del quart'anno. Si laureò in medicina il 1 4 luglio 1 88o e rimase nel laboratorio di Stricker, dove incontrò Freud; essi giunsero a rivolgersi l'uno all'altro con il " tu " familiare. Rendendosi conto che non vi era futuro per lui se rimaneva con Stricker, Wagner-Jauregg si volse alla medicina clinica, si trastullò per qualche tempo con l'idea di emigrare in Egitto, studiò con Bamberger e Leidesdorf e, una volta, s'interessò anche di una ricerca sulle proprietà anestetiche della cocaina. Nel 1 88 5 divenne libero docente in neu­ ropatologia, dopo che il suo maestro Leidesdorf ebbe superato la forte oppo­ sizione di Meynert. Tre anni più tardi, la libera docenza di Wagner-Jauregg fu estesa alla psichiatria . Questa promozione, che Freud non ottenne, dette a Wagner-Jauregg la possibilità di essere successivamente nominato profes­ sore titolare. Nel 1 889 egli fu nominato professore straordinario di psichia­ tria a Graz, c nel 1 89 3 (quando Freud e Breuer avevano appena pubblicato la loro " Comunicazione preliminare "), fu nominato professore titolare di psichiatria a Vienna . Il lavoro psichiatrico di Wagner-Jauregg fu caratterizzato da tre risultati principali. Primo: L 1nsiderato il fatto che il cretinismo è correlato con una deficienza di iodio e potrebbe essere evitato con l'assunzione regolare di sale iod: .J, egli si batré ')er l'applicazione su vasta scala di tale misura profilat­ tica, che determ1u.J la quasi totale scomparsa del cretinismo in certe parti d'Europa. Secondo: fu sua la scoperta della cura della paralisi progressiva (condizione fino ad allora considerata incurabile) mediante inoculazione di malaria; tale scoperta fu il risultato di sistematici esperimenti condotti per molti anni. La terza grande impresa fu la sua proposta e realizzazione di una riforma della legge austriaca relativa ai pazienti psichiatrici . A Wagner-Jau­ regg furono concesse molte onorificenze, la più importante delle quali fu nel 1 9 2 7 il Premio Nobel . Fu il primo psichiatra a ricevere tale premio. Wagner-Jauregg era un attivo escursionista e cavallerizzo, e aveva ricevuto un'istruzione poliedrica. Scriveva in stile chiaro e conciso evitando similitu­ dini e figure retoriche. Il suo insegnamento veniva considerato buono ma non eloquente. Del suo modo di comportarsi verso gli studenti si diceva che fosse autoritario ma benevolo. Oltre all'insegnamento, la ricerca, le responsa­ bilità ospedaliere e la professione privata, egli era attivo in molte sodetà scientifiche e in incarichi accademici. . .

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Le personalità di Freud e di Wagner-Jauregg avevano un orientamento tanto diverso che non ci si poteva proprio aspettare che i due si compren­ dessero. Wagner-Jauregg riconobbe pienamente il valore del lavoro neurolo­ gico di Freud e forse i suoi primi studi sulle nevrosi, ma non poté accettare come scientificamente ''alidi gli ulteriori sviluppi di Freud, come l'interpre­ tazione dei sogni e la teoria della libido. Molto si è detto sull'ostilità di Wagner-Jauregg verso Freud, sebbene Wagner-Jauregg sostenga nella sua au­ tobiografia di non aver mai espresso alcuna animosità nei confronti di Freud, a parte qualche parola detta per scherzo in riunioni private. Tuttavia uno dei suoi allievi, Emi! Raimann, divenne un duro avversario di Freud e Freud sembrò incolpare Wagner-Jauregg di questi attacchi. Wagner-Jauregg dis>e che Freud, essendo un uomo intollerante, non poteva capire che qualcun altro permettesse ai propri allievi di avere opinioni personali, ma su richiesta di Freud, Wagner-Jauregg chiese a Raimann di cessare le critiche a Freud, cosa che Raimann fece. Quando infine Freud ricevette il titolo di professore ordinario, nel 1920, fu Wagner-Jauregg a scrivere il rapporto che ne propo­ neva la nomina. I freudiani hanno rilevato che alla fine della sua relazione Wagner-Jauregg fece un lapsus di scrittura, proponendo la nomina di Freud a professore " straordinario ", e cancellando quindi il prefisso "stra ". Si può trame la conclusione che Wagner-Jauregg era riluttante ma appoggiò la can­ didatura di Freud per solidarietà professionale. Molte affermazioni contraddittorie sono state fatte intorno al cosiddetto processo Wagner-Jauregg del 1 920, sul quale ritorneremo in altra parte di questo volume [ 2 1 1 ] . Anche se la relazione peritale di Freud sul processo Wagner-Jauregg fu moderata nei termini, è chiaro che egli era a sua volta riluttante. Tale riluttanza si manifestò più apertamente durante i dibatti­ menti, e Wagner-Jauregg se ne risentì, come apprendiamo dalla sua auto­ biografia . Quando questi due uomini erano ormai vecchi e famosi in tutto il mondo, si scambiarono congratulazioni per il loro ottantesimo compleanno, in maniera quasi regale. Come disse Eissler, datél l'enorme differenza esistente tra le loro personalità e i loiO tempera· menti, si sarebbe potuto prevedere che si sviluppasse una inimicizia perso­ nale tra Freud e Wagner-Jauregg. L'amicizia che era iniziata tra loro in gi o­ ventù sopravvisse però a tutte le vicissitudini della vita. Il mutuo rispetto e l'amichevole stima non furono distrutti dalle divergenze scientifiche, e que­ sto è un episodio veramente esemplare nella biografia dei due ricerca to ri [ 2 1 2] .

Si sono ripetutamente tracciati paralleli tra Sigmund Freud e Arthur Schnitzler. In una lettera a Schnitzler, in occasione del suo sessantesimo compleanno, Freud scrisse: " Ma voglio farle una confessione ... Penso di

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averla evitata per una specie di 'timore del sosia' [2 1 3] ". Come Freud, Schnitzler apparteneva a una famiglia ebrea che si era allontanata dalla reli­ gione dei padri . Egli nacque a Vienna il 1 5 maggio 1 862 (era dunque di sei anni più giovane di Freud) . Il padre, celebre laringologo e professore al­ l'Università di Vienna, era direttore di una rivista medica e aveva nella sua clientela attrici e cantanti d'opera. Arthur studiò medicina a Vienna dal 1 879 al 1 8 8 5 c si laureò quindi tre anni dopo Freud. Come Freud, tra­ scorse tre anni all'Ospedale generale di Vienna, fu allievo di Meynert e s'in­ teressò alle discussioni correnti sull'isteria e l'ipnosi. Il suo primo scritto rife­ riva di sei pazienti che egli aveva curato per afonia isterica in una o due sedute ipnotiche ciascuno. Egli preferì chiamarla afonia funzionale perché aveva qualche dubbio circa la diagnosi e i concetti dell'isteria [ 2 1 4] . Seguendo le orme del padre, Schnitzler si diede al giornalismo nel campo della medicina. Egli riferiva nella " Wiener medizinische Presse " sui conve­ gni che si svolgevano alla Gesellschaft der .i\.rzte, e fu così che si trovò a dare un resoconto della riunione del 1 5 ottobre 1 886, nella quale Freud parlò dell'isteria maschile [ 2 1 5] . In un articolo successivo, ricordando quella vivace discussione, Schnitzler espresse i suoi timori che, come conseguenza, in riu­ nioni future fossero presentati molti casi di presunta isteria maschile; ma lo zelo eccessivo - egli disse - era certamente più proficuo per la scienza che un atteggiamento negativo [ 2 1 6] . Schnitzler scrisse anche molte recensioni di libri di medicina nella " Internarionale klinische Rundschau ", con prefe­ renza per quelli che trattavano di isteria, nevrosi e ipnosi. Commentando _ le traduzioni di Freud dci libri di Charwt e di Bernheim, ne lodò l'abilità di traduttore ma avanzò dubbi su parte del contenuto. Nella sua recensione del libro di Bernheim sulla suggestione, Schnitzler parlò del " mettersi in posa " e del "recitare una parte " dell'individuo ipnotizzato, rifacendosi alla propria esperienza ( 2 1 7] . Sim ilmente, Schnitzler dava il dovuto riconoscimento a Liébeault ma deplorava le " ingegnose fantasie " alle quali egli si era abban­ donato. Il 1 4 ottobre 1 89 5, quando Freud lesse al Doktorenkollegium il fa­ moso scritto nel quale ;Hoponeva la sua classificazione di quattro nevrosi fon­ damentali, con una spt cifica origine sessual è per ognuna, fu Schniztler che ne scrisse la recensione più esauriente e obiettiva [ 2 1 8] . Intanto, il tempo e ,;li interessi di Schniztler erano sempre più assorbiti dalla letteratura e dal katro, e la sua pratica professionale si restrinse gra­ dualmente. Tempestose relazioni amorose con attrici gli causarono soffe­ renze ma gli fornirono 111ateriale per le sue commedie. Intorno al 1 890 egl i riunì un gruppo di giova n i poeti e drammaturghi austriaci di talento che s i rienominarono " Giovane Vienna " ( 2 1 9] . La fama letteraria di Schnitzler i n i ­ ziò con Anatol, storia d i un giovane frivolo e mondano dell'epoca [ 2 :!O] .

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Uno degli episodi della commedia tratta di ipnos1 : Max si congratula con Anatol per la maniera in cui egli ipnotizza la sua giovane amante e le fa reci­ tare varie parti. Egli suggerisce ad Anatol di cercare di scoprire attraverso l'ipnosi se essa gli è o no fedele. Anatol ipnotizza Gora, che gli dice di avere ventun anni e non diciannove come gli aveva fatto credere, e dice che lo ama. Auatol ha paura di porle ulteriori domande e la sveglia. Max conclude: " Una cosa mi è chiara : che le donne raccontano bugie anche sotto ipnosi. " Una delle commedie successive d i Schnitzler, Paracelsus, ruota ancora at­ torno all'ipnosi [ 2 2 1 ] . Nella Basilea del sedicesimo secolo Paracelso viene scacciato dalle autorità come ciarlatano, ma egli attrae le masse e compie guarigioni miracolose. Ipnotizza Justina, moglie di un ricco cittadino, soste­ nendo di poterle far sognare tutto ciò che vuole lui; Justina gli fa quindi sorprendenti rivelazioni; nessuno sa quanto vi sia di vero; il punto in cui ella si risveglia dallo stato ipnotico non viene chiarito. La morale della commedia è la relatività e l'incertezza, non solo dell'ipnos i, ma della vita mentale stessa. Paracelso afferma che se un uomo potesse veder illustrati i propri anni pas­ sati, difficilmente potrebbe riconoscerli, " perché la memoria inganna come la speranza ", che noi recitiamo sempre una parte anche nelle questioni più profonde, e che " chiunque lo sa è saggio " H Paracelsus di Schnitzler dà quindi un'immagine dell'ipnosi e della vita p�ichica molto diversa da quella degli studi sull'isteria di Breuer e Freud . Breuer e Freud sembravano giudi­ care le rivelazioni dei soggetti ipnotizzati dalle apparenze, e costruirono le loro teorie su quella base, mentre Schnitzler aveva sempre sottolineato l'ele­ mento di artificiosità e di recitazione di una parte nell'ipnosi e nell'isteria . Le somiglianze tra Schnitzler e Freud non dovrebbero essere esagerate. Se Freud introdusse il metodo della libera associazione in psicoterapia, Schnitzler fu uno dei primi a scrivere un romanzo interamente nello stile del " monologo interiore " [ 2 2 2 ] . Comune a Schnitzler e Freud fu l'interesse per i sogni. Di Schnitzler si dice che trascrivesse i propri sogni, ed egli fece vasto uso di motivi onirici nelle sue opere. Nei suoi romanzi le persone hanno sogni nei quali avvenimenti recenti, ricordi passati e preoccupa­ zioni attuali sono deformati e mescolati in vm iazioni molteplici . Ma non vi è nulla dei " simboli freudiani ", e malgrado la loro bellezza e ricchezza arti­ sti èa questi sogni forniscono scarso materiale per interpretazioni psicoanali­ tiche. La stessa indipendenza dalla psicoanalisi di Freud si dimostra nel ro­ manzo di Schnitzler Frau Beate, storia dell'incesto tra un giovanetto e la madre vedova [ 2 2 3 ] . Non è fatto qui alcun riferimento a un complesso edi­ pico o a situazioni dell'infanzia; una combinazione straordinaria di circo­ stanze rende quasi inevitabile l'esito del racconto. La prima guerra mondiale indusse molti uomini a riflettere sulla tragedia

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nella quale erano coinvolti. Freud nelle sue Considerazioni attuali sulla guerra e la morte ( 1 9 1 5) concluse affermando che le pulsioni aggressive erano più forti di quanto non credesse l'uomo civile contemporaneo e ri­ tenne che il problema principale fosse la manipolazione e l'incanalamento dell'aggressività. Schnitzler contestava il ruolo dell'odio: né i soldati, né gli ufficiali, né i diplomatici, né gli statisti odiavano realmente il nemico [ 2 24] . L'odio è introdotto artificialmente nell'opinione pubblica dalla stampa; le vere causF- della guerra sono la malevolenza di pochi individui che hanno un interesse 'lcq.� · :to per la guerra, la stupidità di alcuni uomini di potere che ricorrono ali� gu�!fa per risolvere i problemi che potrebbero essere risolti in altro modo, e soprattutto l'incapacità delle masse di raffigurarsi la vera imma­ gine della guerra . Infine, s'impone alla gente un'ideologia della guerra con dichiarazioni pseudofilosofiche e pseudoscientifiche, e con falsi imperativi politici espressi con un vocabolario emotivamente carico. Per prevenire la guerra - diceva Schnitzler - occorre sradicare ogni possibilità di affarismo, occorre un Parlamento permanente delle nazioni per risolvere i problemi che portano generalmente alla guerra, occorre smascherare l'ideologia della guerra e ridurre al silenzio i guerrafondai. Dopo la prima guerra mondiale la nuova generazione austriaca disprezzò Schnitzler come prototipo dello " spirito corrotto della decadente monarchia " e " della vita frivola della classe agiata viennese ". Nel 1 9 2 7 egli pubblicò un librett o dal titolo Der Geist im Wort und der Geist in der Tat, che era un curioso tentativo di tipologia di varietà di uomini come il poeta, il filQ­ sofo, il prete, il giornalista, l'eroe, l'organizzatore, il dittatore e così via [ 2 2 5] . Un'altra raccolta di pensieri e frammenti avrebbe richiesto solo un minimo di organizzazione per costituire un profilo di filosofia [ 2 26] . Schnitzler si rivelò molto meno scettico di quanto si sarebbe potuto pensare dalla sua opera letteraria precedente. Egli prese posizione contro la teoria del deter­ minismo universale. Considerò il libero arbitrio non solo come la base della moralità, ma come la base dell'estetica; la sua fede nell'esistenza di Dio è dichiarata, seppurc in termini velati. Sia Freud che Schnitzler furono affiitti da sofferenze fisiche negli ultimi anni della loro vita: Freud dal cancro e Schnitzler dall'otosclerosi . In quegli ultimi penosi anni Schnitzler scrisse il romanzo che si considera general­ mente il suo capolavoro, Flucht in die ·Finsternis (Fuga nell'oscurità) : Io stato soggettivo della mente schizofrenica di un uomo è descritto in modo tale che Io sviluppo della sua malattia fino al punto di uccidere il medico fratello è reso intelligibile [ 2 2 7] . Freud trovò somiglianze tra il suo pensiero e quello di Schnitzler, ma Schnitzler, malgrado tutta la sua ammirazione per gli scritti di Freud, sotto-

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lineò il proprio disaccordo con i princìpi fondamentali della psicoanalisi [228] . Entrambi gli uomini realmente esplorarono, nei modi loro propri, lo stesso regno, ma giunsero a conclusioni diverse. È facile immaginare che specie di psicologia del profondo Schnitzler avrebbe potuto concepire: avrebbe accen­ tuato il recitare una parte e l'elemento di falsità nell'ipnosi e nell'isteria, l'inattendibilità della memoria, la funzione mitopoietica dell'inconscio, l'ele: mento tematico piuttosto che quello simbolico nei sogni e la componente di autoinganno piuttosto che quella aggressiva nell'origine della guerra. Egli avrebbe altresì scritto saggi filosofici in una vena meno pessimistica di Freud. Si può liberamente speculare sulle possibilità di successo letterario se Freud avesse abbandonato la medicina per sviluppare il suo grande talento di scrit­ tore. Emmy von N., Elisabeth von R., e la giovane Dora sarebbero diventate eroine di brevi storie alla Schnitzler. Le ossessioni dell"' uomo dei lupi " sareb­ bero state ridotte a romanzo del terrore alla maniera di Hoffmann, e un rac­ conto su Leonardo da Vinci avrebbe oscurato il romanzo storico di Merez­ kovskij . Un romanzo di Freud sul crudele vecchio padre e sull'orda avrebbe portato alla perfezione quel genere letterario di romanzi preistorici che i fra­ telli Rosny avevano reso popolari in Francia, anche se Freud l'avrebbe con­ cepito più nello stile del Regenmacher di Hesse [ 2 29] . La storia di Mosè sa­ rebbe stata un romanzo paragonabile ai romanzi biblici di Shalom Ash e di Thomas Mann . I discepoli di Schnitzler avrebbero quindi dovuto analizzare tali scritti e ricostruire il sistema psicologico in essi implicito. Freud però evitò questa possibilità poiché scelse la psicologia, con lo scopo di annettere alla scienza un sistema di quell'intuizione e conoscenza psicologiche posse­ dute dai grandi scrittori. Daii'anatomia microscopica aiia neurologia teorica

Tante sono le descrizioni date dell'opera di Freud che noi ne tenteremo qui soltanto una breve rassegna, con speciale riguardo alle sue fonti, alla sua relazione con la scienza contemporanea e particolarmente alla sua linea d'evoluzione. I primi storici della psicoanalisi divisero la carriera scientifica di Freud in un periodo prepsicoanalitico e in un periodo psicoanalitico. Essi considera­ rono Freud un neurologo che abbandonò la sua prima vocazione per fondare una nuova psicologia. Si riconobbe in seguito che una conoscenza del primo periodo è necessaria per la comprensione dell'origine della psicoanalisi. Un esame ancora più approfondito dei fatti rivela una precisa linea evolutiva per tutto il periodo prepsicoanalitico. Quando il diciannovenne studente Sigmund Freud incominciò a fare ri-

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cerca all'Istituto di anatomia comparata del professar Claus, egli s'impegnò in una carriera di natura particolarmente ardua. Il lavoro con il microscopio era una scuola di ascetismo scientifico e di abnegazione. Agassiz ha ben de­ scritto il lungo e arduo addestramento degli occhi, della mano e dell'intel­ letto che è necessario prima di poter lavorare efficientemente con il micro­ scopio o il telescopio: Io penso che non ci si renda generalmente conto della difficoltà dell'os­ servazione al microscopio, o di quanta faticosa preparazione sia necessaria per adattare gli organi della vista e del tatto a tale lavoro . . . Sembra cosa fa­ cile che un uomo si sieda e osservi gli oggetti attraverso una lente che in­ grandisce ogni cosa alla sua vista; ma certi oggetti di ricerca microscopica sono tanto oscuri, che lo studente deve attenersi a una dieta speciale prima d'intraprendere la sua indagine, affinché la fermezza dello sguardo non sia disturbata neanche dal pulsare delle arterie, e la condizione del sistema ner­ voso sia di tale calma che tutta la sua persona possa rimanere per ore in rigida obbedienza allo sguardo fisso e concentrato [ 2 30 ] .

Occorrono spesso anni d i addestramento prima che il giovane scienziato sia in grado di fare la sua prima scoperta e, come sottolinea Agassiz, il lavoro di tutta una vita può riassumersi in una sola frase [ 2 3 1 ] . Ma anche gli esperti di tale metodo non furono immuni dall'autoillusione: Haeckel descrisse e illustrò immaginarie configurazioni che confermavano le sue teorie e che gli procurarono un'accusa di frode; Meynert descrisse tratti illusori nella so­ stanza cerebrale; e molte generazioni di astronomi videro e rappresentarono sulle carte i " canali " su Marte. Al giovane studente veniva generalmente affidata una piccola porzione di ricerca da compiere, sia per mettere alla prova le sue capacità sia per ottenere determinati risultati. La prima indagine di Freud fu sulla struttura gonadica dell'anguilla. Jones ha riferito che Freud sezionò circa quattrocento anguille ma non riuscì a giungere ad alcuna conclusione decisiva. Ciò nonostante Claus fu soddisfatto del lavoro di Freud e presentò la sua dissertazione al­ l' Accademia delle scienze; tuttavia Freud era insoddisfatto [2 3 2 ] . (Evidente­ mente il giovane ambizioso non aveva ancora capito la filosofia della ricerca al microscopio.) Durante i sei anni trascorsi nel laboratorio di Bri.icke, Freud condusse una ricerca di alta qualità su soggetti limitati . A quel tempo l'anatomia del cervello era un campo inaugurato di recente, nel quale ogni ricercatore dili­ gente poteva fare scoperte. A tal fine potevano ap1-�icarsi tre metodi: il primo era un'indagine stereotipica di nuovi casi con tecniche correnti; il se­ condo, il perfezionamento di una nuova tecnica (quale un microtomo o un

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agente colorante) per aprire nuove possibilità di studi; e il terzo, la concet­ tualizzazione (metodo adottato da coloro che presentarono la teoria del neu­ rone) . Freud provò tutti questi metodi uno dopo l'altro. Iniziò con una limitata indagine su certe cellule del midollo spinale di un'infima specie di pesci, il Petromyzon [ 2 3 3] . Anche in questo caso il maestro fu più soddi­ sfatto dei risultati di quanto non lo fosse l'allievo. È caratteristica degna di nota l'elevata qualità dello stile nel quale questo lavoro tecnico è scritto. Freud volse poi le sue indagini alle meno note regioni del sistema nervoso. Tale fu il suo lavoro sul corpus rcstiforme e sul nucleo del nervo acustico. Questo era il tipo di lavoro attraverso il quale uomini come Auguste Forel e Constantin von Monakow stavano acquistando notorietà nel mondo neurolo­ gico. Riguardo al secondo metodo, Freud introdusse una tecnica di colora­ zione al cloruro d'oro, che tuttavia non produsse risultati uniformi e non fu quindi adottata su vasta scala [2 34] . Dal punto di vista concettuale Freud scrisse un articolo sulla Struttura degli elementi del sistema nervoso, che ta­ luni storici considerano un'anticipazione della teoria del neurone [2 3 5] . Durante i suoi tre anni d'internato all'Ospedale generale di Vienna, Freud venne per la prima volta in contatto con dei pazienti e la sua ricerca mutò di conseguenza. Fu il periodo dei suoi esperimenti con la cocaina, pe­ riodo in cui egli sperimentò anche il metodo anatomoclinico, cioè la verifica delle diagnosi con i reperti delle autopsie. Freud si dimostrò abile in que­ st'arte e pubblicò tre dei casi da lui diagnosticati nel 1 884 [ 2 3 6] . Nel periodo seguente, dopo aver lasciato l'Ospedale generale e il labora­ torio di Meynert, Freud si dedicò alla neurologia puramente clinica. A quel tempo per avere pazienti il neurologo dipendeva molto dall'ospedale o dal­ l'istituto. Freud assunse l'incarico del reparto neurologico nella clinica di Kassowitz, dove visitò tanti bambini affetti da paralisi cerebrale, da divenire uno specialista in materia. Nel 1 89 1 egli fu in grado di pubblicare con Oskar Rie uno studio di trentacinque casi di emiplegia nella paralisi cere­ brale [2 3 7] . Tale studio mette in rilievo l'esistenza di due tipi estremi, l'uno di attacco acuto della paralisi e l'altro di insorgenza graduale con corea e tutte le possibili combinazioni intermedie di sintomi. Questo mostra un esempio di ciò che Freud chiamò più tardi serie complementari. Nel 1 89 1 Freud pubblicò un libro sull'afasia dedicato a Josef Breuer [ 2 3 8] . Questo libro fu trascurato per molto tempo dagli psicoanalisti; più tardi fu elogi�to come una pietra miliare nella storia dello studio dell'afasia e come precursore di concetti psicoanalitici successivi. In realtà è più facile costa­ tarne il significato nell'evoluzione dell'opera di Freud che nella storia del­ l'afasia . A quel tempo vi era una grande abbondanza di pubblicazioni sul­ l'afasia . Oggigiorno tali scritti non sono facilmente accessibili; molto in essi

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è scritto nello stile della m itologia cerebrale contemporanea. Le teorie pre­ valenti sull'afasia, come quelle di Wernicke e di Lichtheim, si basavano sul­ l'ipotesi che le immagini sensoriali fossero conservate in certi centri del cer­ vello e che le lesioni in queste aree fossero la causa dell'afasia. Intorno al 1 88o Heymann Steinthal [ 2 391 presentò una teoria dell'afasia che oggi chiameremmo dinamica, ma essendo un linguista egli fu ignorato dai neuro­ patologi [2401 . Gli storici dell'afasia [ 24 1 1 rilevano che dal tempo di Bastian a quello di Déjerine vi fu un progressivo riconoscimento dei fattori dinamici nell'afasia. in questa monografia, Freud prefigurò i concetti di Déjerine; fu probabilmente il primo sul continente a richiamarsi all'opera di Hughlings Jackson, e introdusse e definì il termine " agnosia". Freud evidentemente non considerò questo lavoro un contributo importante al problema dell'afa­ sia; era una discussione teorica senza osservazioni cliniche nuove o nuove scoperte patologiche. Ciò che viene detto tradizionalmente di questo libro di Freud sull'afasia, e cioè che non ebbe alcun successo e non fu mai citato da altri autori, è a dir poco un'esagerazione [2421 . Nel 1 882 l'allievo di Freud Rosenthal pubblicò nella sua dissertazione medica cinquantatré osservazioni su casi di forme displegiche di paralisi ce­ rebrale, che egli aveva seguito lavorando sotto la direzione di Freud [2431 . Nel 1 89 3 Freud espose la sua concezione della displegia cerebrale nei bam­ bini [2441 · Una recensione anonima del libro affermava che Freud aveva de­ scritto l'anatomia patologica di tale condizione non in base alle proprie os· servazioni ma in base a un'elaborazione delle scoperte di altri autori, che rendeva non convincenti le interpretazioni fisiopatologiche di Freud perché la connessione da lui proposta tra certi gruppi di sintomi e certi fattori etiologici non era sufficientemente sostanziata dai fatti [2451 . D'altra parte, lo studio di Freud ricevette il massimo elogio da Pierre Marie, e Freud scrisse un saggio in francese sullo stesso tema per la " Revue neurolo­ gique " [2461 . La fama di Freud come specialista di paralisi cerebrali era ora tanto rico­ nosciuta che Nothnagel gli chiese di scrivere una monografia sull'argomento; questa apparve tardivamente nel 1 897 [2471 . L'opera ottenne grande ap­ prezzamento in Francia da parte di Brissaud e Raymond [2481 . In Belgio la teoria Ji Freud sulla paralisi cerebrale e la classificazione in essa contenuta di sottoforme fu criticata da Van Gehuchten, il quale la definì una conce­ zione artificiale mancante di qualunque base anatomopatologica [2491 . Que­ ):ti fatti sono interessanti perché dimostrano che anche nel suo periodo di neurologo Freud ricevette lodi e critiche, contrariamente a ciò che comu­ nemente si sostiene, e cioè che egli non ebbe altro che elogi fin quando fu neurologo, e nient'altro che ingiurie non appena si dedicò allo studio delle

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nevrosi. Fin dall'inizio fu la tendenza di Freud a fare ardite generalizzazioni che dette luogo a critiche. Vediamo così che durante i vent'anni del suo periodo prepsicoanalitico Freud aveva seguito una linea di evoluzione che andò dall'anatomia micro­ scopica alla neurologia anatomoclinica, e da qui alla neurologia puramente clinica, e anche al tipo di neurologia teorica non clinica, espressa nel suo libro sull'afasia. Quest'ultimo orientamento avrebbe raggiunto l'acme con il Progetto di una psicologia ( 1 89 5) , di cui ci occupiamo ora. La ricerca di

un

modelio psicologico

Vi sono due modi di costruire una teoria psicologica. Il primo consiste nel raccogliere dei fatti e trovare fattori comuni da cui dedurre leggi e gene­ ralizzazioni. Il secondo consiste nel costruire un modello teorico e osservare come i fatti siano in armonia con esso, al fine di rimaneggiare il modello se necessario. Seguendo un orientamento comune al suo tempo, la preferenza di Freud andò al secondo. Tra coloro che tentarono di correlare le funzioni psicologiche con la struttura del cervello si d istinse Meynert, che però sfor­ tunatamente spesso degenerò nella mitologia del cervello. Altri, ispirati dalla psicofisica di Fechner, postularono l'esistenza di un'energia nervosa sul mo­ dello dell'energia fisica, e cercarono di esprimere i fenomeni mentali in ter­ mini di tale ipotetica energia nervosa. Tentativi ancora più arditi furono fatti per interpretare i fenomeni mentali in termini sia di anatomia del cer­ vello sia di energia nervosa. Freud dedicò molto tempo e molta cura all'elaborazione di un modello teorico di quel tipo. La sua corrispondenza con Fliess ha conservato la mi­ nuta del 1 89 5 nota come Progetto di una psicologia [2 50] . Gli studiosi della psicoanalisi concordano su due fatti : primo, che questo modello era estre­ mamente artificiale, e secondo, che può aiutarci a capire l'origine di certi' concetti psicoanalitici . L'idea principale del Progetto è la correlazione dei processi psicologici con la distribuzione e la circolazione di quantità d'energia attraverso certi elementi materiali, cioè ipotetiche strutture cerebrali. L'energia, chiamata da Freud quantità, è uguagliata a somme di eccita­ mento che hanno origine o dal mondo esterno attraverso gli organi sensori o dal mondo interno, cioè dal corpo. La quantità è governata da due prin­ cìpi: l'inerzia, che è la tendenza alla completa scarica dell'energia, e la co­ stanza, che è la tendenza a mantenere costante la somma di eccitamento. Le particelle materiali di Freud erano i neuroni, dei quali egli postulò tre tipi. I neuroni tp ricevono quantità d'eccitamento dal mondo esterno, ma

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CAP ITOLO S ETTIMO

non mantengono la corrente perché sono regolati dal principio d'inerzia. I neuroni 'P ricevono quantità di eccitamento o dal corpo o dai neuroni O

mine, trasformandola cos1 m una quaternità. In una serie di quattrocento sogni pubblicata da Jung, questo simbolo compariva non meno di settantun volte [ 1 5 2 ] . Jung non fu il primo a occuparsi del simbolo della quaternità. In Francia Fabre d'Olivet aveva scritto su questo argomento agli inizi del diciannovesimo secolo [ 1 5 3 ] . Tuttavia J ung fu certamente il primo a met­ terlo in relazione così stretta con il processo d'individuazione. Il mandala è una figura circolare, adorna di simboli, generalmente divisa in quattro set­ tori . È particolarmente nota in India e nel Tibet, dove è stata usata per secoli dagli asceti e dai mistici per facilitare la contemplazione [ 1 54] . Non bisogna confondere il processo d'individuazione con i processi più transitori della regressione e della progressione. Ciò che Jung chiama regres­ sione è un movimento verso l'interno, vale a dire una graduale crescita del­ l'introversione o un movimento verso l'inconscio. Viceversa, la progressione è un ritorno dall'inconscio al conscio, una diminuzione dell'introversione c un aumento dell'estroversione, mediante cui l'individuo assume un sempre più saldo controllo della realtà . Ogni volta che l'individuazione si arresta, la regressione, seguita dalla progressione, darà ad essa un nuovo impulso. Que­ sto è appunto il principio dell'individuazione terapeutica. Mediante l'analisi onirica, l'immaginazione attiva, o attraverso dipinti o disegni delle fantasie inconsce, il paziente sarà in grado di regredire e di iniziare il suo vaggio attraverso l'inconscio. Questo tipo di viaggio, che Jung sperimentò dal 1 9 1 3 al 1 9 1 8, è anche il modello della sua terapia sintetico-ermeneutica . Secondo Jung, furono esperienze di questo tipo quelle che fornirono il modello per gli antichi racconti dei viaggi nella terra dei defunti. Una lunga tradizione, che trae origine probabilmente dai viaggi degli sciamani attraverso la terra degli spiriti, trovò espressione nell'epica di Gilgamesh, nell'Odissea di Omero, nell'Eneide di Virgilio e nella Divina Commedia di Dante [ 1 5 5] , e potrebbe essere continuata con nuove forme in tempi moderni [ 1 56] . Un elemento caratteristico di ogni viaggio attraverso l'inconscio è il veri­ ficarsi di ciò che J ung ha chiamato enantiodromia . Questa parola, che risale a Eraclito, significa il " ritorno all'opposto ". Certi processi mentali si tr.lsfor­ mano a un certo punto nei loro opposti, come ad opera di una sorta di mto­ regolazione. Questa nozione è stata esemplificata ·imbolicamente dai r oeti : nella Divina Commedia vediamo Dante e Virgilio ·he raggiungono il p·mto più profondo dell'Inferno, e iniziano poi da lì il p:imo passo verso l'alto, in opposta direzione verso il Purgatorio e il Paradiso . Questo mistcriow fe­ nomeno di spontaneo capovolgimento della regressionc è stato sperimentato da tutti coloro che sono passati con successo attraverso una malattia crea­ tiva, ed è diventato un aspetto caratteristico della terapia sintetico-ermeneu­ tica junghiana.

JUNG E LA PSICOLOGIA ANA LITICA

La psicoterapia

La psicoterapia junghiana comprende numerosi stadi, ciascuno dei quali potrebbe costituire un metodo autonomo. Dobbiamo considerare separata­ mente la terapia junghiana che porta il paziente alla consapevolezza, il trat­ tamento del segreto patogeno, il metodo analitico-riduttivo, la promozione dell'individuazione e la rieducazione. Secondo Jung il primo passo di qualsiasi psicoterapia deve riportare il paziente alla realtà e in particolare alla consapevolezza della sua situazione attuale. Alcuni pazienti hanno bisogno di essere ridestati e portati a consi­ derare certi aspetti dei loro problemi, mentre altri vivono in un generale stato di non-consapevolezza . Jung amava ricordare la storia di Tartarin, l'eroe del romanzo di Alphonse Daudet, che aveva creduto a una burla racconta­ tagli da uno spaccone, e cioè che nelle Alpi svizzere erano stati praticati tunnel e gallerie in cui stavano numerosi impiegati pronti ad assicurare la massima sicurezza agli alpinisti [ 1 57] . Tartari n intraprese quindi senza nes­ suna preoccupazione la pericolosa scalata della J ungfrau. Ma fu colto poi da un panico mortale quando si rese conto della verità. Analogamente, Jung sosteneva che molti vivono una vita provvisoria; alcuni di essi si svegliano in fretta, altri a metà della vita, altri ancora molto tardi o addirittura sul letto di morte. A volte l'individuo ha bisogno di " farsi aprire gli occh i " per rendersi conto di qualche pericolo materiale nei confronti del quale egli è cieco [ 1 58] . Più spesso egli deve rendersi conto delle possibili implicazioni morali di ciò che sta facendo. Come esempio di questa seconda situazione, Jung racconta il caso di un giovane nevrotico, che si era sottoposto al tratta­ mento psicoterapeutico [ 1 59] . Costui viveva col denaro di una povera vec­ chia insegnante, che gli era estremamente affezionata. Il primo passo della terapia consistette nell'aiutarlo a comprendere che il suo modo di vita era immorale e nel farglielo cambiare. Questo interesse per l'effettiva situazione del paziente e per la realtà rimane in primo piano nel corso di tutta la psico­ terapia junghiana . Come vedremo, anche quando si analizzano i simboli più astrusi, in connessione con gli archetipi, il paziente è sempre posto di fronte al problema di come debba applicare alla propria vita pratica attuale queste nuove intuizioni di sé. Un secondo stadio della psicoterapia junghiana è il trattamento dei se­ greti patogeni . Si è visto in un precedente capitolo come il trattamento di­ screto e abile del segreto patogeno fosse diventato un efficace strumento terapeutico nella cura d'anime praticata da certi sacerdoti protestanti [ 1 6o] . Abbiamo anche visto come la terapia del segreto patogeno fosse stata gra-

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dualmente laicizzata, fino a essere introdotta in psichiatria da Moritz Bene­ dikt. Rimane aperto il problema se Jung abbia avuto notizie della terapia del segreto patogeno o se l'abbia riscoperta personalmente. Nella sua auto­ biografia egli racconta la sua prima esperienza clinica con questo tipo di terapia. Nella sua qualità di giovane medico interno ai BurghOizii, a Jung era stata affidata una donna, la cui depressione era così grave da far ritenere el1e si trattasse di un caso di dementia praecox. I risultati otten uti con il reattivo di associazione verbale e i sogni della paziente fecero sospettare a T ung un tragico segreto, che in seguito la paziente gli confidò. La donna era stata scossa dall'apprendere che l'uomo che aveva desiderato sposare, e el1e non aveva mostrato di interessarsi a lei, in realtà era stato invece innamorato di lei. Non vi era però alcun rimedio possibile, perché la paziente aveva sposato un altro uomo, dal q uale aveva avuto due bambini. Allora la donna aveva dato da succhiare alla propria figlioletta una spugna imbevuta di acqua in­ quinata, e aveva perfino dato da bere al maschietto un bicelJiere della stessa acqua. Quando la bimba morì di febbre tifoide, la madre fu così turbata el1e dovette essere sottoposta a sorveglianza. Jung le spiegò che era il suo segreto el1e la faceva ammalare, e due settimane dopo la donna poté lasciare l' ospe­ dale, guarita . Jung decise però che non doveva rivelare il segreto ai colleghi. In seguito ebbe l'opportunità di ripetere q uesto tipo di guarigioni, e con­ cluse che l'eventuale esistenza di un segreto patogeno doveva essere sistema­ ticamente presa in considerazione in ogni caso [ 1 6 1 ] . Non è superfluo sottolineare che questa terapia richiede da parte del te­ rapeuta un completo rispetto del segreto del paziente. Non è assolutamente il caso di informarne colleghi o supervisori, di riportare il segreto nella de­ scrizione di un caso clinico e, ancor meno, di usare magnetofoni o stanze munite di specchi attraverso i quali si possa vedere senza essere visti . Si tratta, per così dire, della terapia " del segreto mediante il segreto " Prima di procedere ulteriormente nella terapia deve essere considerato il problema religioso . Jung sostiene che tra tutti i suoi pazienti che erano nella seconda metà della vita, non ve ne fosse nessuno il cui maggior problema non fosse connesso con l'atteggiamento nei confronti della religione [ 1 62] . È quasi inutile dire che non è compito dello psicoterapeuta interferire in questi problemi, tuttavia egli può indicare al paziente che, qualora egli abbia un credo �cìigioso, potrebbe guarire dalla sua nevrosi semplicemente ripren­ denJo seriamente le pratiche della propria religione. Ciò è particolarmente vero per i cattolici; sembra più difficile nel caso dei protestanti . Tuttavia Jung racconta come alcuni suoi pazienti protestanti si liberarono delle loro nevrosi dopo aver aderito all'Oxford Group o a qualche analogo movimento.

JUNG E LA P S ICOLOGIA ANA LITICA

La maggior parte dei pazienti tuttavia non può essere guarita in questo modo semplice e radicale e ha bisogno di un trattamento psicoterapeutico completo. Come requisito preliminare è necessario ottenere dal paziente una descrizione dettagliata della sua vita e un'anamnesi della sua malattia. U te­ rapeuta deve poi decidere se fornire al proprio paziente una terapia analitico­ riduttiva (cioè una terapia basata su princìpi freudiani o adleriani), opp ure una terapia sintetico-ermeneutica. Vi sono, sostiene Jung, pazienti la cui principale caratteristica è costituita da una sorta di edonismo infantile e da un intenso desiderio di gratifica­ zione istintuale; altri invece sono dominati da una pulsione che li costringe a ricercare la potenza e la superiorità. Il primo gruppo dev'essere trattato con una terapia a orientamento psicoanalitico; il secondo gruppo secondo i prin­ cìpi adleriani. Sarebbe un errore grossolano, ad esempio, trattare un uomo privo di successo, con un infantile bisogno di superiorità, mediante il me­ todo freudiano; e un errore non meno grave sarebbe quello di trattare un uomo di successo, con una psicologia fortemente edonistica, mediante il me­ todo adleriano . L'esame preliminare normalmente servirà a indicare quale delle due terapie sia la più appropriata; talvolta Jung consigliava ai suoi pa­ zienti più istruiti di leggere scritti di Freud e di Adler e normalmente essi presto scoprivano da soli quale dei due fosse loro più congeniale. I metodi analitico-riduttivi spesso danno buoni risultati, ma spesso non sono del tutto soddisfacenti e il progresso si arresta, oppure il paziente ha sogni di carattere archetipico. Tutto questo indica necessità di modificare il procedimento, vale a dire di mettere in opera il metodo sintetico-ermeneutico. Quest'ul­ timo è necessario fin dall'inizio per quei pazienti, perlopiù nella seconda metà della vita, che si preoccupano di problemi morali, filosofici o religiosi . Il metodo sintetico-ermeneutico, noto comunemente come terapia jun­ ghiana, differisce per molti aspetti dalla psicoanalisi freudiana . Come nella terapia adleriana, il paziente non si stende su un divano ma siede su una sedia di fronte allo psicoterapeuta . Le sedute, della durata di un'ora, sono fissate nel numero di due alla settimana all'inizio e poi, al più presto possi­ bile, sono ridotte a una . Si richiede al paziente di eseguire specifici compiti e spesso gli vengono assegnate delle letture; in breve, egli deve collaborare attivamente con il proprio terapeuta . I vantaggi di questo metodo - sostiene Jung - sono i seguenti: si impedisce all'analizzato di ricadere in una regres­ sione infantile, egli non è strappato al suo ambiente, il trattamento è meno costoso e lo psicoterapeuta ha tempo per trattare più pazienti. Viene sottoli­ neata l'attuale situazione esistenziale del paziente e l'immediata, concreta utilizzazione di ogni forma di intuizione di sé che il paziente abbia ottenuto nel corso del processo terapeutico . Jung concepisce la traslazione in modo

C A P I TOLO NONO

totalmente diverso da Freud, e considera quegli appariscenti sviluppi della traslazione, positivi o negativi, che si verificano nella psicoanalisi semplice­ mente come prodotti artificiosi che prolungano inutilmente il trattamento, o possono pregiudicarlo. Ciò che Freud chiama nevrosi di traslazione è per Jung un disperato tentativo del paziente di compensare i suoi atteggiamenti erronei nei confronti della realtà, e il risultato di una mancanza di abilità da parte del terapeuta. Questo tipo di traslazione è un legame degradante per il paziente, e rappresenta un pericolo sia per lui sia per il terapeuta, che corre il rischio di venire contagiato dalla nevrosi del paziente. L· . traslazione non consiste semplicemente di sentimenti erotici, ma di una mescolanza di pulsioni di possesso e di potenza, e di paura ( 1 6 3 ] . Secondo Jung l'unica traslazione accettabile è quella che rimane moderata e quasi trascurabile, e deve tradursi in un processo di collaborazione del paziente con il terapeuta e in un confronto delle reciproche scoperte. Solo in questo modo il processo terapeutico può evolversi, mediante l'azione di ciò che Jung definisce la fun­ zione trascendente [ 1 64] . La funzione trascendente è la progressiva sintesi di dati consci e inconsci, che conduce all'individuazione. La vita conscia e la vita inconscia raramente procedono parallelamente e il verificarsi di un divario tra di esse costituisce un pericolo per il paziente, poiché ciò porta alla formazione di forti contrap­ posizioni dell'inconscio che danno luogo a gravi disturbi . Il terapenta deve aiutare il paziente a mettere a confronto il conscio con l'inconscio in modo che possa verificarsi la sintesi auspicata . In ogni caso in cui i contenuti del­ l'inconscio siano troppo deboli o inibiti, il terapeuta deve aiutare il paziente a stimolarli e a farli emergere; in seguito lo aiuterà a metterli a confronto con l'Io cosciente e con la situazione della vita quotidiana. In che modo è possibile far emergere i contenuti dell'inconscio? Ciò è possibile mediante uno specifico addestramento ch e comprende principal­ mente l'uso dei sogni, delle fantasie spontanee e del disegno o della pittura a tema libero . Gli studiosi del sogno, come Hervey de Saint-Denis, sapevano come ottenere sogni frequenti e ricchi di materiale: è necessario cominciare a scriverli dopo il risveglio e a illustrarli con disegni in bianco c nero o a colori [ 1 6 5] . Lo stesso metodo può essere applicato alle fantasie spontanee che si verificano allo stato di veglia, o ancora si può eseguire un disegno o un dipinto senza determinarne prima il tema . Si può ricorrere anche alla creta per modellare e alla scrittura automatica . Nella terapia junghiana il sogno, tuttavia, rimane lo strumento più im­ portante per giungere all'inconscio. Mentre oggi molti psicoanalisti freudiani non analizzano mai i sogni dei loro pazienti, questo sarebbe del tutto im­ possibile nella terapia junghiana . U ;dee di Jung relative ai sogni e alla loro

JUNG

E LA P SICOLOGIA ANI l � di­ rezione d i Gerhard Adler. [ 1 7] Tutti i dati che si riferiscono a nomi, date e l uoghi di nascita dei membri della famiglia Jung sono tratti dall'ufficio anagrafico della città di Basilea .

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[ 1 8] J. Gehrig, Aus Klein!Ji.iningens vergangenen Tagen (Basilea 194 1 ) . [ 1 9 ] J . Delay, L a ieunesse d'André Gide (Gallimard, Parigi 1 9 56) vol . 1 , p p . 1 9 3-99. [2o] Benché Jung non abbia mai nominato il personaggio, questa seconda personalità era molto probabilmente quella di Goethe, come riflesso della leggenda relativa al nonno. [ 2 1 ] " lch kann nicht glauben an was ich nicht kenne, und a n was ich kenne branche ich nicht zu glauben . " [ 2 2 ] Dati forniti d a Hans Gutzwiller, rettore deii'Humanistisches Gymnasium d i Basilea. [ 2 3 ] Informazione fornita dall'arch ivio ufficiale del cantone di Basilea città. [24] Steiner, Erinnerungen an C. G. Jung cit. [ 2 5 ] L'identità della giovane medium non è più un segreto : era l'undicesima figlia d i Rudolph Preiswerk, zio materno d i C . G. Jung. Ulteriori particolari si possono trovare nel l ibro d i E. Schopf-Preiswerk, Die Basler Familie Preiswerk (Reinhardt, Basilea s.d.) p. 1 2 2 . [ 2 6 ] Particolari sui periodi d i servizio militare di C . G . Jung furono gentilmente forniti da suo figlio Franz. [27] Siamo debitori d i questa informazione al professar Manfred Bleulcr, direttore dell'ospedale psichiatrico Burghiilzli di Zurigo . [ 2 8 ] Vedi cap. 5, pp. 3 3 5- 3 8 . [29] Comunicazione personale d i Alphonsc Maeder. [ 30] Comunicazione personale d i Jacob Wyrsch . [ 3 1 ] L'intervento del professar Erwin Ackerknecht mi è stato molto utile per riuscire a ottenere dagli arch ivi dell'Università di Zurigo l 'elenco delle lezion i tenute da Jung come libero docente. [ 3 2 ] J ung, Ueber die Bedeutung der Lehre Freuds fiir Ne u ro lo gie und Psychiatrie, KorrcspBI. schweizer Ante, vol . 38, 2 1 8-22 ( 1 908). [ 3 3] Alphonse Maeder m i assicura di essere stato testimone di episodi durante i quali J ung metteva pubblicamente in ridicolo Blculer. [ 34 ] Comunicazione personale di Alphonsc Maedcr. [ 3 5] Vedi cap. 10, pp. 9 4 1-46. [ 36] Vedi cap. 1 0, p. 9 5 1 . [ 3 7 ] Vedi cap. 1 0, pp. 9 5 3 sg. [ 38] Secondo Maeder, J ung diede le dim issioni perché l'Università di Zurigo rifiutava d i ga­ rantirgli il t i tolo d i professore. [ 39 ] Appunti sul seminario d i psicologia analitica tenuto da C. G. Jung (Zurigo, 23 marzo 6 luglio 1 9 2 5), redatti dagli studenti del corso, dattiloscritti. [40] C. G. Jung, Ricordi cit., p. 1 2 2. [4 1 ] Tra l 'altro ho saputo da Alphonse Maeder che gli psicoanalisti vienncsi che non ave­ vano simpatia per )ung l'avevano soprannominato "il biondo Sigfrido". [42] Jung, Septem sermones ad mortuos è stato ristampato nell'edizione originale tedesca della sua a utobiografia, alle pp. 3 89-9 8. [ 4 3 ] Il termine " S é " rende in modo i mperfetto i l significato della parola Selbst, che verrà definita più avanti. [44] Alphome Maeder m i informa di essere rimasto legato a J ung e d i essere stato suo allievo durante tutto questo periodo, e fino al 1 9 2 8 . [ 4 5 ] Fanny Moser (a cura di), Spuk: Irrglau be oder Wai!Tglaube? (Gyr, Baden b e i Zurich 1 9 50) pp. 2 50-6 1 . [46] Chiesi u n a volta a Jung perché n o n pubblicav;; le sue osservazioni sugl i elgoni, c d egl i m i rispose che, essendo uno psicologo, non voleva invadere il campo degli antropologi. Una breve relazione su que�to c altri viaggi d i Jung si trova nella sua autobiografia. [47] Informazione fornita da Pau! Guyer, archi1·i\h del mun icipio d i Zurigo.

JUNG E LA P SICOLOGIA ANALITICA

(48] Neue Ziirch . Ztg, N . 2 202 (26 novembre 1 9 3 2 ) c N. 2 2 1 0 (27 novembre 1 9 3 2 ) . (49] G . Bally, Deutschstammige Psyclwterapie, Neue Ziirch . Ztg, N. 3 4 3 ( 2 7 febbraio 1 9 34 ) . [ so] Jung, Attualità : replica all'articolo del dottor Bally, " Psicoterapia di derivazione t edesca " ( 1 9 34 ) ; Id., Ein Nach trag, Ncue Ziirch . Ztg, N. 4 5 7 ( 1 5 mnrzo 1 9 34) . ( 5 1 ] Bally, C. G . Tung, Ncue Ziirch . Ztg, N . 2 1 1 8, 2 ( 2 3 dicembre 1 9 4 2 ) . ( 5 2] Secondo informazioni inviate dall'Università d i Calcutta, a J u n g fu con ferito il titolo onorario d i Doctor of Laws il 7 gennaio 1 9 38, ma non poté intervenire alla cerimonia sychologie C . G. Jungs, " Religiose Gegenwartsfragen ", N. 1 2 (Haupt, Berna 1 9 4 5 ) . [ 2 3 9 1 H. Schiir, R eligio n un d See/e in der Psychologie C. G. Jungs (Rascher, Zurigo 1946). [2401 Id., Erli:isungsvorstellungen und ihre psyciiologisciien Aspekte ( Raschcr, Zurigo 1 9 50 ) . [ 24 1 1 E . Rochcd ieu, L e transfert et l e sentiment re/igieux, Acta psychother. psychosom. orthopaedag., suppl. vol . 3, 59 2-9 5 ( 1 9 5 6) . [2421 P. Tillich, in Cari Gustav Jung, 1 875- 1 9 6 1 , a Memoria) Meeting (The Analytical Psychology Club of New York, 1 9 6 2 ) pp. 2 8 - 3 2 . [ 2 4 3 1 Viene qui a proposito un ricordo personal e : durante u n v iaggio in Inghilterra dopo la seconda guerra mondiale, ebbi occasione di visitare un monastero benedettino; appena seppe della presenza di uno psichiatra svizzero, l 'abate m i fece chiamare e m ' interrogò con vivo interesse s u C. G. J un g. [2441 V. Whitt, God and the Unconscious, con una prefazione d i C . G . Jung (Harville Press, Londra 1 9 5 2 ) . [ 2 4 5 1 R . Hostie, C . G. Jung und die Religion (Alber, Friburgo 1 9 5 7 ) . [ 2 4 6 1 J. Goldbrunner, Individuation . D i e Tiefenpsychologie v o n Cari Gustav J u n g ( \Vewel, Krailling vor M tinchen 1 949) . [2471 P. Evdokimov, La femme et /e salut du monde. Eth ude d'anthropo/ogie chrétienne (Castennan, Tournai 1 9 5 8 ) . [ 2 4 8 1 P. Reiwald, V o m Geist der Massen , Handbucli der Massenpsyc/w/ogie (Pan-Verlag, Zurigo 1 946) !JJJ . 2 1 3-36. [ 2491 E . Bi:ihler, Die Grundgedanken der PsycJJologie von C. G. Jung, lnd ustrielle Org., YOJ. 29, 1 82-9 1 ( 1 960) .

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[ z 5o) Un buon com pendio delle idee di Btihler è dato da K. Schmid, Ueber die wichtigst . n psyclJO!ogischen Ideen Eugen Bii!Jiers, in " Kultur u n d Wirtschaft. Festschrift zum · o. Geburtstag von Eugen Btihle r " (Polygraphischer Verlag, Zurigo s.d.) p p . 7 9 - 8 6 . [ z 5 1 ) Btihler, Der Mythus in der Wirtschaft, Industrielle Org., vol . 3 1 , I ZQ - 3 6 ( 1 96 z ) . [ z 5 z ) D. Schindler, Verfassungsrec!Jt und soziale Struktur (Schulthess, Zurigo 1 9 3 1 ) . [ z 5 3 ) H . Fehr, Primitives und germanisches Recllt. Zur Lehre vom Arcl1etypus, Archiv Rech ts· Sozialphil., vol . 4 1 ( 1 9 54- 5 5 ) . [ z 54) H. Marti, Urbild und Verfassung ( Berna 1 9 5 8 ) . [ z 5 5 ) E . Fechncr, Rechtsphilosopl1ie. Soziologie und Metaphysik des Recl!ts ( Mohr, Tubinga 19 56). [ z 56) M . l mboden, D i e Staatsformen. Versuch einer psychologisciien Deutung staatsrech tlicher Dogmen (Helving & Lichtenhahn, Basilea c Stoccarda 1 9 5 9 ) . [ z 57) Queste impressioni s o n o b e n espresse i n una lettera d i Cari B urckhardt a Hofmannsthal. Si veda H . von Hoffmannsthal - C . Burckhardt, Brietwechsel (Fischer, Francoforte s. M. 1 9 5 7) pp. 1 6 1-6 3 . [ z 5 8 ] Virgilio, L e bucoliche, ecloga 8 .

Capitolo

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Esord i e sviluppi della nuova psichiatria d inamica

Una delle difficoltà che incontriamo nello scrivere la storia è dovuta al fatto che siamo sempre inclini a descrivere gli avvenimenti del passato alla luce del significato che essi hanno acquistato nel presente. Ma gli uomini del passato consideravano gli avvenimenti loro contemporanei con la prospettiva del loro tempo: prestavano molta attenzione a fatti che oggi sono dimenti­ cati o considerati insignificanti e s'impegnavano in veementi polemiche circa problemi che oggi ci sembrano difficilmente comprensibili; al contrario molti avvenimenti che oggi ci sembrano decisivi attrassero invece scarsa attenzione quando si verificarono. Agli storici spetta il duplice compito di descrivere gli avvenimenti nella loro prospettiva passata e di dare al tempo stesso partico­ lare risalto a quelli che oggi consideriamo decisivi. Questo è il motivo per cui, dopo aver descritto il quadro sociale, politico, culturale e medico della nuova psichiatria dinamica, e dopo aver tentato di riassumere le dottrine dei suoi quattro maggiori rappresentanti, Janet, Freud, Adler e Jung, dobbiamo ancora preoccuparci di indicare la complessa inter­ relazione reciproca di questi grandi sistemi e i loro rapporti con i sistemi mi­ nori, nonché il quadro generale degli avvenimenti del tempo . Prenderemo come punto di partenza il memorabile scritto di Charcot sull'ipnosi, del feb­ braio 1 882, che inaugurò questo nuovo periodo, e termineremo con la fine della seconda guerra mondiale, dato che, dopo quella data, ci manca la pro­ spettiva storica sufficiente per offrire una visione d'insieme. Rivalità tra le scuole della Salpétrière e di Nancy: 1 882-93

Negli undici anni compresi fra il 1 88 2 e il 1 89 3 si assistette alla ripresa del magnetismo animale, in forma modif;cata con i nomi di ipnosi e di sug­ gestione. A questo tipo c1i pratiche b fornita una sanzione scientifica da due

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CAPITOLO DECIMO

centri accademici : quello che gravitava attorno a Charcot, alla Salpetrière, e quello che gravitava attorno a Bernheim, a Nancy. L'opera di queste dm scuole e le loro attività dominarono il campo. Questo periodo può esse:e suddiviso in tre periodi minori . Nascita e crescita delle due scuole: 1 882-93 Il 1 3 febbraio 1 882 il celebre neurologo Jean-Martin Charcot salì sul palco dell' Académie des sciences di Parigi per leggere uno scritto Sur les divers états nerveux déterminés par l'hypnotisation chez les hystériques [ 1 ] . Questo scritto s i proponeva d i fornire u n quadro rigorosamente obiettivo degli stati ipnotici in termini puramente neurologici. A proposito degli aspetti più sviluppati di questi stati, che si possono osservare nelle donne isteriche, Charcot affermava : L'ipnosi comprende tre fasi, cl1e si succedono nelle varie combinazioni possibili o si manifestano indipendentemente le une dalle altre. Nello stato catalettico il paziente mantiene gli arti in qualsiasi posizione siano stati posti in precedenza e i riflessi dei tendini sono assenti o estremamente deboli; vi sono lunghe pause nella respirazione e possono essere provocati vari impulsi automatici. Nello stato letargico i muscoli sono flaccidi, la respirazione è pro­ fonda e rapida, i riflessi dei tendini sono notevolmente esagerati e il paziente mostra un"' ipereccitabilità neurom uscolare ", i suoi muscoli cioè hanno la tendenza a contrarsi fortemente se un tendine, un muscolo o un nervo ad essi corrispondenti vengono toccati. Infine vi è lo stato sonnambolico, nel quale i riflessi dei tendini sono normali, non vi è alcuna eccitabilità neuro­ muscolare, anche se una certa leggera stimoiazione provoca uno stato di ri­ gidità negli arti; vi è di solito un"' esaltazione di certe forme poco note di sensibilità cutanea, del tono muscolare e di certe particolari sensazioni " e normalmente è facile ottenere, a richiesta, i più complicati atti automatici. È possibile portare il paziente dallo stato catalettico allo stato Ietargico e a q uello sonnamboiico mediante una leggera frizione sulla parte superiore dei cranio. La pressione sui bulbi oculari porta il paziente dai sonnambulismo alla letargia. Guardando le cose retrospettivamente, potrebbe sembrare che questo scritto di Charcot significasse un'improvvisa rivoluzione. " Fu un tour de force - secondo quanto affermò Janet - convincere l' Académie des sciences a riconoscere l ipnotismo, che essa, nel corso dell'ultimo secolo, aveva con­ dannato tre volte sotto il nome di magnetismo [ 2 ] . " In realtà i medici del tempo non avevano una mentalità storica. È dubbio che fossero numerosi i membri dell' Académie des sciences che avevano letto le opere dei precedenti '

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cultori del magnetismo e che qualcuno di loro (compreso lo stesso Charcot) avesse il sospetto che si stesse riportando alla luce qualcosa già noto da tempo. I membri dell'Académie s'illudevano, e questa è un'illusione che non è affatto scomparsa al giorno d'oggi, che qualsiasi cosa essi proponessero do­ vesse essere nuova . È un'esagerazione affermare che a quel tempo l'ipnotismo era considerato nulla di più che una ciarlataneria. Un numero crescente di medici ricorreva all'ipnosi, sia singolarmente sia in piccoli gruppi, anche se il tema dell'ipno­ tismo veniva considerato oscuro e controverso. Comunque non è certo che l'autorità di Charcot sarebbe potuta essere sufficiente a dar luogo a una ri­ presa dell'ipnotismo se il terreno non fosse stato già preparato in un modo inatteso, e cioè dagli ipnotizza tori che operavano nel mondo del teatro [ 3 ] . Hansen (in Germania e in Austria) e Donato (in Belgio, Francia, Svizzera e Italia) andavano di città in città organizzando rappresentazioni teatrali in cui facevano uso dell'ipnosi, attraendo vaste folle e spesso lasciando dietro di sé una scia di epidemie psichiche. Molti neurologi e psichiatri assistevano a queste rappresentazioni, e alcuni concludevano che " doveva esserci qualcosa di vero ". Il fisiologo Charles Richet fu uno dei primi che osò compiere espe­ rimenti in questo campo, che appariva nuovo, e pubblicarne i risultati in una rivista scientifica [4] . Ciò probabilmente spinse Charcot a intraprendere i propri esperimenti, e mentre egli otteneva progressi nelle sue ricerche, an­ che altri furono incoraggiati a ricorrere all'ipnosi . Ancor prima c h e Charcot leggesse il s u o scritto, il neurologo Heidenhain di Breslavia era rimasto impressionato dalle rappresentazioni di Hansen, ne aveva adottato il metodo, e aveva pubblicato un libro sull'ipnosi nel 1 88o [ 5] . In Austria Moritz Benedikt aveva provato il metodo ipnotico per qualche tempo, e il suo esempio era stato seguito da Josef Breuer. L'ipnosi aveva dei seguaci anche in Belgio, e a Nancy le guarigioni ottenute da Liébeault ave­ vano suscitato tanto scalpore che la Société de médecine di quella città aveva dedicato, nel 1 882, un convegno agli esperimenti con l'ipnosi . Bern­ heim fece visita a Liébeault, ne trasse un'impressione favorevole e decise di adottare e perfezionare il metodo ipnotico [6] . Anche l'attenzione del pub­ blico era stata attratta dall'ipnotismo, che era diventato un argomento di at­ tualità negli articoli dei giornali [ 7] . Da allora in poi, comunque, o perché Charcot vi aveva dato la propria sanzione o per altri motivi, " le porte furono aperte " (per usare l'espressione di Janet), e il pubblico fu sommerso da una valanga di pubblicazioni sul­ l'ipnosi . Non passò molto tempo però che gravi divergenze apparvero tra i vari autori . Nel 1 88 3 Bernheim lesse un suo scritto alla Société de médecine di Nancy, in cui definiva l'ipnosi come " un semplice sonno, prodotto dalla

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suggestione, con implicazioni terapentiche ". Ciò corrispondeva a u n :> r1 J chiarazione di guerra contro la dottrina di Charcot, poiché secondo Charcot l'ipnosi era una condizione psicologica molto diversa dal sonno, che poteva verificarsi solo negli individui predisposti all'isteria e che non poteva essere usata per finalità terapeutiche. Nell'anno successivo, 1 884, la " guerra " tra le due scuole si spostò su un nuovo terreno. Un avvocato di Nancy, Liégeois, aveva condotto esperimenti su persone ipnotizzate, alle quali suggeriva di commettere dei crimini con armi finte da lui stesso fornite [8] . In questo modo era riuscito a indurre i soggetti a compiere pseudoassassini. Tuttavia la scuola della Salpetrière ri­ fiutò le conclusioni tratte da Liégeois, e la breve opera di Bernheim sulla suggestione incontrò a Parigi molte critiche [9] . Nel 1 88 5, quando l'attenzione generale era riv:>lta all'ipnosi e all'isteria, Charcot tenne le sue lezioni sulle paralisi traumatiche, che accompagnò con esperimenti clinici durante i quali mostrò come riprodurre analoghe paralisi mediante l'ipnosi in soggetti predisposti. Charcot e molti dei suot uditori ritenevano che queste dimostrazioni avessero fornito la prova scientifica della psicogenesi delle paralisi traumatiche. Si è già visto che questi esperimenti di Charcot ebbero vaste conseguenze [ 1 0] : credendo che il meccanismo di queste paralisi traumatiche fosse identico a quello delle paralisi isteriche, Charcot giunse allora a includere le paralisi traumatiche nel campo dell'iste­ ria. Questa nuova terminologia suscitò una notevole opposizione, special­ mente in Germania, c rinnovò i contrasti circa la relativa incidenza dell'etio­ logia organica e di quella funzionale per l'origine delle paralisi traumatiche. L'opposizione alle nuove concezioni di Charcot sull'isteria si sviluppava ge­ neralmente tra i neurologi. Fu in questo periodo, alla fine del 1 88 5, che Sigmund Freud ottenne una borsa di studio che gli permise di passare quattro mesi a Parigi . Abbiamo qui un tipico esempio di quegli avvenimenti che appaiono decisivi visti retro­ spettivamente, ma che sembrarono insignificanti al momento in cui si veri­ ficarono. Ciò è ancora più evidente se consideriamo questo avvenimento nel quadro della vita parigina, in generale, e della Salpetrière, in particolare, du­ rante questi quattro mesi. Un esame dei giornali di Parigi dall'ottobre 1 88 5 al febbraio 1 886 mo­ stra che quello fu un periodo di tumulti in tutto il mondo. Nella stampa apparivano con grande rilievo le notizie relative alla rivalità anglo-russa nel­ l' Asia centrale, alla rivalità franco-inglese in Africa e alla rivalità ispano­ tedesca nelle isole del Mare del Sud; gli inglesi invadevano la Birmania; a Londra vi era uno scandalo causato dalle rivelazioni della " Pali Mali Ga­ zette " sulla prostituzione dei minori. Gli italiani invadevano l'Eritrea; i fr�111 -

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cesi combattevano in Indocina; i canadesi di ongme francese a Montreal erano in agitazione per l'esecuzione di Louis Riel, capo di una rivolta in­ diana. La guerra civile divampava in Perù; le truppe degli Stati Uniti scac­ ciavano i mormoni da Salt Lake City; vi erano agitazioni socialiste, scioperi e sanguinose rivolte in varie città della Francia, del Belgio e degli Stati Uniti . Fra la Bulgaria e la Serbia era scoppiata la guerra, e ciò aveva portato la rivalità tra la Russia e l'Austria-O ngheria a un punto estremamente peri­ coloso. A New York era appena stata eretta la statua della Libertà. In Fran­ cia il generale Boulanger, l'idolo dei nazionalisti, fu nominato ministro della Guerra nel gennaio 1 8 86, e questo fatto incoraggiò coloro che cercavano una rivincita per la sconfitta del 1 8 70-7 1 . Vi erano molte proteste per la diffu­ sione della letteratura e degli spettacoli pornografici, e vi fu anche uno scan­ dalo relativo agli esami di concorso negli ospedali parigini, durante i quali, a quanto si diceva, alcuni candidati erano stati precedentemente informati da uno degli esaminatori circa le domande che sarebbero state loro rivolte. L'opinione pubblica era entusiasta del primo spettacolare trattamento della rabbia trovato da Pasteur e da tutta l'Europa si precipitavano a Parigi per­ sone morse da cani rabbiosi . L'interesse principale del pubblico tuttavia sembrava concentrarsi sui nuovi spettacoli teatrali, come Saffo di Daudet, sulla visita in incognito che l'eccentrico re di Baviera, Ludovico I I , aveva fatto a Parigi e sull'esposizione di un gruppo di aborigeni australiani organiz­ zata in un giardino zoologico. Apprendiamo dal diario dei fratelli Goncourt che Charcot un anno prima si era trasferito in uno splendido palazzo che si era fatto costruire nel Faubourg Saint-Germain, e che, stando ai pettego­ lezzi, sua figlia Jeanne era innamorata del figlio di Alphonse Daudet, Léon, le cui incertezze suscitavano il dispiacere di Charcot. Le riviste mediche ri­ portavano diffusamente le lezioni tenute da Charcot, che era allora all'apice della sua fama. Senza dubbio la presenza di un giovane neurologo austriaco, in quel pe­ riodo in cui tanti eminenti studiosi si recavano in pellegrinaggio alla Salpè­ trière, divenuta la " Mecca della neurologia ", apparve come un episodio di scarsa importanza . Tuttavia, retrospettivamente, cogliamo qui uno dei le­ gami storici tra la vecchia e la nuova psichiatria dinamica. Sigmund Freud, che aveva appena conseguito il titolo di libero docente all'Università di Vienna, era l'autore di numerose e apprezzate pubblicazioni di neuroanatomia; aveva però dovuto subire qualche delusione a proposito della sua ricerca sulla cocaina. Egli giunse a Parigi nell'ottobre 1 88 5, dopo aver fatto visita alla fidanzata, che si trovava a Wandsbek, vicino ad Am­ burgo. Secondo Joncs, Freud vide Charcot per la prima volta il 20 otto­ bre 1 88 5 e si congedò da lui il 23 febbraio 1 886. Nonostante la brevità d i

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questo periodo, cui va comunque sottratto il tempo in cui Charcot fu ma­ lato e quello delle vacanze di Natale, che Freud trascorse a Wandsbek, i contatti che egli ebbe con Charcot in quei mesi furono sufficienti a lasciare in Freud un'incancellabile impressione. Senza dubbio Freud non fu uno eli quelli che, .::o me Delbceuf, si recarono alla Salpetrière per osservare con oc­ chi critici il modo in cui Charcot conduceva i suoi esperimenti con i pazienti isterici : al contrario, Freud era affascinato dalla personalità di questo gran­ d'uomo. In Charcot Freud non ammirava soltanto un grande neurologo di fama mondiale, una persona ricca di talento artistico, dotata di felice elo­ quenza e capace di comportarsi con raffinata eleganza, ma anche un uomo che considerava i suoi simili e le cose in un modo privo di preconcetti. Il tempo a disposizione di Freud fu però troppo breve perché egli potesse ac­ quistare una reale conoscenza dell'opera di Charcot. Freud fu impressionato dagli esperimenti di Charcot sulle paralisi isteriche, che avevano avuto luogo non molto tempo prima, e anche dall'idea che una rappresentazione inconscia potesse essere la causa di disturbi motori [ 1 1 ] . Tuttavia egli si costruì un'im­ magine, per certi aspetti imprecisa e idealizzata, dell'opera di Charcot. Per­ tanto, come può chiaramente desumersi dal necrologio che scrisse in seguito, Freud attribuì a Charcot molti di quelli che in realtà erano stati i contributi di Briquet al problema dell'isteria [ 1 2 ] . Freud esagerò l'importanza attri­ buita da Charcot alle differenze ereditarie (" degenerazioni ", secondo il gergo medico del tempo); e non sembra che egli avesse letto la descrizione di Richer della grande hystérie, nella quale si diceva che l'attacco isterico era spesso una ripetizione di un trauma psichico, frequentemente di natura ses­ suale [ 1 3 ] . Se Freud avesse letto l'opera di Richer non sarebbe rimasto tanto stupito nel sentire che Charcot considerava la funzione della sessualitù nei disturbi nevrotici come un fatto ormai acquisito. Possiamo concludere che il rapporto di Freud con Charcot non fu in realtà quello di un allievo con un maestro, ma fu piuttosto qualcosa di simile a un normale " incontro " :::h e avviene nel corso della vita . Charcot fornì a Freud un modello d'iden­ tificazione e, in forma ancora embrionale, l'idea del dinamismo psichico inconscio. È controverso il fatto che Freud abbia incontrato Janet durante il pe­ riodo che egli trascorse alla Salpetrière. Freud protestò contro la diceria che egli avesse seguito gli insegnamenti di Janet alla Salpetrière, aggiungendo che " durante la sua permanenza alla Salpetrière il nome di Janet non era stato neppure pronunciato " [ 1 4] . È certo che Janet in quel periodo abitava a Le Havre, dove, nel febbraio 1 88 3, era stato nominato professore di filo­ sofia al locale liceo [ 1 5] . Ma talvolta egli andava a Parigi per una vacanza e si recava allora alla Salpetrière [ 1 6] . Il 3 0 novembre, mentre Freud era a Parigi,

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Pau! Janet, zio di Pierre Janet, lesse a un convegno della Société de psychologie physiologique presieduto da Charcot un articolo del nipote relativo ai primi esperimenti che questi aveva condotto con Léonie [ 1 7] . Questo intervento su­ scitò molto interesse e un vivace dibattito, ed è improbabile che il nome di Janet non sia stato pronunciato alla Salpetrière in quell'occasione l 1 8] . Tut­ tavia non vi so11o prove per ;! ffermare o negare che Freud e Janet si siano visti e abbiano sentito parlare l'UP.o dell'altro in quel periodo. Tra le persone che Freud vide a Parigi vi fu Léon Daudet (figlio dello scrittore Alphonse Daudet) , che egli incontrò almeno una volta in casa di Charcot [ 1 9] . Benché fosse ancora uno studente in medicina, questo giovane di talento aveva un notevole successo sociale e gli era stato predetto un bril­ lante futuro in politica, in letteratura o in campo medico. Léon Daudet, che era un acuto osservatore e aveva buona memoria per le persone che incon­ trava, evidentemente non notò il neurologo viennese, dato che noD r.1en­ zionò mai di averlo incontrato; al contrario Freud conservò un durevole ri­ cordo del giovane Daudet [zo] . Chi avrebbe pensato allora che questo ospite austriaco avrebbe raggiunto una fama mondiale e che invece Léon Daudet non avrebbe terminato gli studi di medicina, avrebbe avuto una carriera po­ litica senza sbocchi come uno dei capi del movimento monarchico e che, nonostante il suo eccezionale talento letterario, non sarebbe mai riuscito a scrivere un vero capolavoro? Si potrebbero rilevare alcune curiose analogie tra Freud e Léon Daudet, due uomini che erano stati entrambi profonda­ mente influenzati dalla personalità di Charcot. Alcuni dei romanzi di Léon Daudet parlano di incesto e di deviazioni sessuali, di morfinomani e di ere­ ditarietà psicopatiche. Egli inoltre scrisse opere non di narrativa, che tratta­ vano dei sogni a occhi aperti e della personalità umana, occupandosi in par­ ticolare dei temi dell'Io e del Sé, e definendo il proprio sistema psicologico come una metapsicologia [ z 1 ] Le concezioni di Daudet, tuttavia, differi­ scono notevolmente da quelle di Freud e mostrano maggiori analogie con quelle di Jung [ z z ] . .

La " battaglia " delle scuole e il " debutto " di Janet: 1 886-Sg Dal 1 886 al 1 889 la storia della psichiatria dinamica fu oscurata dalle polemiche fra la Salpetrière e la scuola di Nancy. In quel periodo la lettera­ tura sull'ipnosi e sulla suggestione andava aumentando di anno in anno. Ai contemporanei il 1 886 apparve come un anno di tensioni politiche e di tragedie. Dopo il trionfo del generale Boulanger, la Francia era in preda a una febbre sciovinistica che aggravava la tensione con la Germania. Nono­ stante il successo riportato con la vaccinazione contro la rabbia, Pasteur era oggetto di odiosi attacchi da parte di Peter all' Académie de médecine, di una

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campagna denigratoria condotta sulle riviste mediche e di insulti ad opera della stampa quotidiana, al punto che egli non resse e si ritirò in Italia per riprendersi. Il 1 3 giugno il giovane e stravagante re di Baviera, Ludovico II, che era stato da poco dichiarato psicotico da una commissione medica e con­ fin ito nel suo castello di Berg, fu trovato annegato in un lago, insieme con lo �sichiatra che lo curava, il professar Gudden. Negli Stati Uniti vi era una violenta agitazione socialista, che culminò con il caso dello Haymarket in cui quattro sindacalisti, vittime di un complotto imprenditoriale, furono con­ dannati a morte e impiccati a Chicago il primo maggio, data che da allora in poi fu commemorata ogni anno dai socialisti in tutto il mondo. Nel frattempo, anche se la fama di Charcot era alle stelle, il suo lavoro era oggetto di gravi critiche negli ambienti competenti, e la sua equipara­ zione delle paralisi traumatiche non organiche all'isteria maschile era perlo­ più rifiutata nei paesi di lingua tedesca . La fredda accoglienza della rela­ zione di Freud alla Gesellschaft der A.rzte di Vienna il 1 5 ottobre non fu che un altro tra i tanti segni di questo atteggiamento ( 2 3 ] . In Belgio Del­ breuf spiegava i suoi dubbi relativi agli esperimenti di Charcot (24] . A Cler­ mont-Ferrand un giovane p ib.fessore di filosofia, Henri Bergson (la cui fama sarebbe giunta molti anni più tardi), pubblicava un articolo sulla Sim ulation inconsciente dans l'état d'hypnotisme, che costituiva un prudente ammoni­ mento ai numerosi studiosi impegnati in questo campo ( 2 5] . Un altro giovane professore di filosofia, Pierre Janet, a Le Havre, dopo aver assistito agli esperimenti compiuti su Léonie da una commissione di esperti, assunse un atteggiamento di cautela e decise di astenersi da ogni sorta di sperimentazione parapsicologica . Si limitò a trattare pazienti privi di esperienza in campo psicologico e a utilizzare i metodi tradizionali, e in quello stesso anno 1 886 pubblicò i risultati del suo lavoro con la paziente Lucie, che retrospettivamente sono considerati il primo esempio ufficiale di guarigione catartica [ 26] A Nancy, Bernheim pubblicò un'edizione ampliata, in forma di manuale, del suo primo saggio sulla suggestione [ 2 7 ] . Questo libro fece di lui il capo di una scuola, e gli studiosi di ipnotis mo cominciarono ad accorrere a Nancy per far visita a lui e a Liébeault. Questi, che aveva trascorso la sua vita nel­ l'oscurità, si vide improvvisamente portato alla ribalta. Bernheim si procla­ mava suo allievo, e non trascurava alcuna occasione per riconoscere i meriti dell'opera di Liébeault, al punto che suscitava meraviglia il fatto che un pro­ fessore universitario fosse potuto diventare il discepolo di un medico di campagna. Ma un fatto ancora più straordinario accadeva in Italia: Enrico Morselli, che era professore di psichiatria all'Università di Torino ed era considerato una personalità sensibile e rispettabile, prese parte a una rappre.

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sentazione pubblica di esperimenti ipnotici data da Donato, si lasciò ipno­ tizzare da quest'uomo rozzo e volgare, ebbe lunghi colloqui con lui, e pub­ blicò in seguito un libro sull'ipnosi, di cui trenta pagine erano dedicate a tessere le lodi di Donato e ad attaccare coloro che, secondo lui, lo pla­ giavano ( 2 8 ] . In Inghilterra l'interesse per l'ipnotismo era legato ai problemi di para­ psicologia. Myers, che nel 1 882 era stato uno dei fondatori della Society for Psychical Research, compì un accurato studio sull'ipnosi e su ciò che egli definiva il Sé subliminale in un'opera che doveva costituire uno stadio preli­ minare per gli studi di parapsicologia vera e propria. Nel 1 886 Myers sotto lineò l'analogia tra lo stato ipnotico e la genialità e l'isteria, e prescnt, che il perseguimento di questo tipo di ricerche avrebbe condotto a imprevedibili scoperte sulla natura umana [29] . In quello stesso anno Gurney e Myers pubblicarono Phantasms ot the Living (Fantasmi dei vivi ) , che è rimasto un classico della parapsicologia ( 3o] . In Austria l'evento più importante del 1 886 fu probabilmente la pubbli­ cazione della Psyclwpathia sexualis di Krafft-Ebing. Nella sua prefazione Kraflt-Ebing sottolineava la " potente influenza della vita sessuale sull'esistenza individuale e sociale, nei campi ciel sentimento, del pensiero e dell'azione". A questo proposito faceva riferimento alla filo­ sofia di Sclwpenlwuer e eli Vo n Hartmann, e alle affermazioni di Schiller e Michelet. Citava la teoria di Maudsley, secondo cui la sessualità stava alla base dello sviluppo dei sentimenti sociali, e aggiungeva che essa dava slancio all'utilizzazione dell'energia fisica, alla pulsione che spinge all'apprendi­ mento, all'etica e a buona parte dell'estetica e della religione. La sessualità era la fonte delle più alte virtù e al tempo stesso dei vizi. " Che cosa sareb­ bero le belle arti senza un fondamento sessuale!. .. In ogni sistema etico alla radice troviamo la sensualità . " Il capitolo successivo era dedicato alla fisio­ logia della " libido sexualis ". La parte principale del libro era una descrizione della "patologia sessuale generale ", per la q uale Krafft-Ebing seguiva la clas­ sificazione neurologica usata dagli autori francesi, distinguendo le nevrosi sessuali a seconda della loro origine "periferica ", " spinale " e " cerebrale " . A queste nevrosi egli aggiungeva un certo n umero d i anormalità non classifi­ cate. Il libro si cl1iudeva con due capitoli dedicati alle forme psicotiche e criminali delle deviazioni sessuali, e conteneva q uarantacinque casi clinici (dei quali undici erano rappresentati da pazienti di Kraflt-Ebing) ( 3 1 ] . I n Russia anche Tarnovskij pubblicò u n volume sulle deviazioni sessuali che ebbe molto successo [ 3 2] . Fu comunque l'opera di Krafft-Ebing, con i suoi intendimenti più filosofici e forse anche con il suo titolo così singolare, che produsse nel campo della patologia sessuale lo stesso effetto che

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nel 1 88 2 aveva prodotto lo scritto di Charcot nel campo dell'ipnotismo. " Le porte erano state aperte " e d'allora in poi il numero delle pubblicazioni sulla patologia sessuale andò aumentando di anno in anno. Benché Krafft-Ebing si fosse preoccupato di scrivere certe parti del suo libro in latino, si mostra­ rono interessati alla sua opera ambienti più ampi di quello medico profes­ sionale. Non si hanno prove dell'esistenza di critiche dovute al contenuto del libro, ma ve ne furono soltanto perché non si provvide a !imitarne la cir­ colazione al mondo professionale. La prima edizione, che aveva solo cento­ dieci pagine, fu presto seguita da edizioni ampliate, arricchite da molti casi clinici, nelle quali la classificazione fu in gran parte mutata. Nel 1 887 l'interesse generale del pubblico si rivolse agli incidenti diplo­ matici tra la Germania e la Francia e agli scandali politici francesi. Gli inces­ santi attacchi contro Pasteur spinsero alla fine Charcot e Vulpien a interve­ nire all' Acaclémie de médecine per mettere a tacere gli avversari di Pasteur. Tra gli avvenimenti medici di quell'anno, alcuni ci appaiono, retrospettiva­ mente, più importanti di quanto lo sembrassero ai contemporanei . Nel 1 887 Victor Horslcy per la prima volta compì un'operazione su un tumore che comprimeva il midollo spinale, e riuscì in questo modo a guarire il paziente. Tuttavia i neurologi degli altri paesi europei rimasero scettici. In Austria Wagner-Jauregg, che aveva notato l'effetto favorevole della febbre sulle con­ dizioni mentali dei pazienti psicotici, iniziò quella lunga serie di esperimenti che dovevano condurlo, molti anni più tardi, alla scoperta della terapia ma­ larica per i pazienti affetti da paresi generale [ 3 3 ] . In Europa si andava largamente manifestando un profondo interesse per i problemi delle malattie mentali, delle nevrosi e dell'ipnosi. A Zurigo, Au­ guste Forel clava grande prestigio al Burghi:ilzli (la clinica psichiatrica clel­ l'Universittua. Questo sogno gli ispirò un improvviso desiderio di recarsi in Italia, ma sia a Roma sia a Na­ poli, si sentì respinto dalle coppie in luna di miele provenienti dalla Ger­ mania, e quindi si diresse a Pompei. Qui sognò di trovarsi egli stesso sotto una pioggia di cenere, ed ebbe la visione di Apollo che trasportava Venere sulle braccia verso un cocchio. Il giorno seguente, a mezzogiorno, sedendo tra le rovine dell'antica città, vide la vera Zoe e credette cl1e fosse Gradiva . Come aveva rimosso il pensiero di Zoe per trasferirlo alla Gradiva delle sue fantasie, così ora trasferì le proprie fantasie sulla vera Zoe. L'a utore descrive molto bene la sensazione di Norbert, per cui Zoe era per lui al tempo stesso un'estranea e una persona conosciuta. Zoe a poco a poco comprese l'illu­ sione delirante di Norbert ed entrò a farne parte. Il giorno successivo egli incontrò il padre di Zoe che andava a caccia di lucertole, e apprese che aveva preso alloggio all'Albergo al Sole. La notte successiva sognò di vedere

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Gradiva elle, seduta al sole, prendeva una lucertola dicendo: " Prego sta' fermo . . . , la collega Ila ragione, il mezzo è veramente buono, ed è stato usato con successo. " Il terzo giorno, Zoe riuscì facilmente a liberare Norbert dal suo delirio; i due si fidanzarono e decisero di trascorrere la loro luna di miele a Pompei [ 1 8o] . Ai contemporanei Gradiva apparve semplicemente come un romanzo di stile neoromantico dedicato al tema, allora ricorrente, dell'infatuazione ma­ schile per un " fantasma " femminile [ 1 8 1 ] . La storia di un giovane che cerca l'oggetto delle sue visioni nella vita reale, e che lo trova poi in una com­ pagna d'infanzia, era stata già raccontata da Novalis nel suo romanzo I discepoli di Sais [ 1 82] . Le condizioni di Norbert sarebbero apparse agli psichiatri del secolo precedente come un comune esempio di " visione esta­ tica ": Prichard l'aveva descritta nel 1 8 3 5 come una condizione temporanea durante la quale un lucido sogno a occhi aperti e gli avvenimenti della vita normale si fondono perfettamente tra loro [ 1 8 3 ] . Nessuno avrebbe potuto immaginare, nel 1903, che Gradiva sarebbe stata salvata dall'oblio, sette anni più tardi, dal commento psicoanalitico di Freud. In seguito sarebbe di­ ventato di moda tra gli psicoanalisti farsi fare uno stampo del bassorilievo di Gradiva da mettere nei loro studi, e coloro che soggiornarono a Parigi nel 1 9 36 o nel 1 9 3 7 forse ricordano una piccola galleria d'arte nella Rue de Seine che aveva " Gradiva " come propria insegna. Il 1 904 recò al prestigio europeo un colpo senza precedenti. Una grande potenza, la Russia, fu attaccata dal Giappone, una nazione non europea, che aveva aperto le porte � lla civiltà occidentale solo da poco più di mezzo se­ colo. Ancor più grave, forse, fu il fatto che nessun'altra potenza protestò per il proditorio attacco del Giappone contro la flotta russa, non preceduto da una dichiarazione di guerra . Avendo così guadagnato un vantaggio strategico iniziale, i giapponesi riuscirono a infliggere ai russi una secca sconfitta. Fu un magro compenso per il loro prestigio il fatto che per la prima volta un cittadino russo, Pavlov, vincesse il premio Nobel. Nel frattempo veniva organizzata un'esposizione universale negli Stati Uniti, a St Louis, nel Missouri. Seguendo l'esempio delle esposizioni fran­ cesi, anche quella americana comprendeva un Congresso delle arti e delle scienze, suddiviso in numerose sezioni dedicate alle varie discipline scienti­ fiche. Nella ripartizione delle scienze psichiche il 1 5° dipartimento fu asse­ gnato alla psicologia, e in esso era compresa una sezione dedicata alla psico­ logia anormale; ne fu segretario Adolf Meyer e furono invitati a prendervi la parola Pierre Janet e Morton Prince. Pierre Janet si recò in America per la prima volta, per leggere a St Louis la sua relazione intitolata Tlle Rela-

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tionships of Abnormal Psychology (l rapporti della psicologia anormale) , il 24 settembre 1 904 [ 1 84] . Dopo l'intervento di Janet vi fu quello di Morton Prince, dedicato a Some of the Present Problems of Abnormal Psychology (Alcuni problemi attuali di psicologia anormale), nel corso del quale egli af­ fermava che " certi problemi relativi all'automatismo subconscio saranno sempre collegati ai nomi di Breuer e Freud, in Germania, e di Janet e Al­ fred Binet, in Francia ". Una bibliografia sulla psicologia anormale preparata da Morton Prince includeva opere di Bernheim, Flournoy, Forel e altri, e comprendeva inoltre Gli studi sull'isteria di Breuer e Freud, quattro opere di Janet, tre di Binet e due di Freud [ 1 8 5] . La fama di Janet si era ormai consolidata negli Stati Uniti e dopo il con­ gresso egli tenne conferenze a Boston e in altre città. Fra le pubblicazioni di Janet di quell'anno vi fu il caso di Irène, notevole per il fatto che i sintomi isterici erano fatti risalire ad avvenimenti traumatici, mediante i quali veni­ vano spiegati; Janet aveva già fatto questo nei precedenti casi clinici di Ma­ rie e Justine, tuttavia vi era ora una differenza : Janet ammetteva in questo caso che il ricordo del trauma avesse subìto qualche modificazione (contrap­ ponendosi in ciò a Freud, che sosteneva che i ricordi inconsci rimanevano immutati) . Due neuropsichiatri francesi, Camus e Pagniez, tracciarono una storia della psicoterapia dando particolare rilievo ai metodi dell'isolamento, della suggestione, della persuasione e dell'addestramento ( 1 86] . Frattanto un nuovo astro era apparso nel firmamento della psicoterapia. Un medico sviz­ zero, Paul Dubois, insegnava che i disturbi nevrotici e molte malattie psi­ chiche erano prodotte dall'immaginazione e potevano essere guarite con l'uso della volontà attraverso l'autoeducazione ( 1 87] . Nel 1 904 Dubois tenne lezioni all'Università di Berna sui metodi psicoterapeutici da lui im­ piegati nella sua pratica privata e in ospedale. Tutti erano unanimi nell'af­ fermare che Dubois era un terapeuta di grande successo; i pazienti si reca­ vano da lui provenendo da ogni parte del mondo e Déjerine, professore alla Salpetrière, apprese da lui il proprio metodo . I motivi del successo terapeu­ tico di Dubois non appaiono evidenti dai suoi scritti e ai suoi contempo­ ranei sembravano misteriosi. A Vienna La psicopatologia della vita quotidiana ( 1 90 1 ) di Sigmund Freud, pubblicata ora in unico volume, ricevette favorevoli recensioni [ 1 88] . Quando Lowenfeld pubblicò un libro sulle ossessioni, chiese a Freud di con­ tribuirvi con una descrizione del suo metodo psicoanalitico [ 1 89] . In Germania, Hellpach sottolineava la funzione della classe sociale nel­ l'etiologia dell'isteria, ma in relazione alla psicogenesi adottava le teorie freu­ diane ( 1 90] . Emil Raimann (che sarebbe diventato in seguito un tenace

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avversario di Freud) commentò le varie teorie sull'isteria, fornendo un obiet­ tivo resoconto della " teoria di Breuer e Freud ", benché ne criticasse le im­ plicazioni terapeutiche [ 1 9 1 ] . Nel 1 9 0 5 si ebbe la conclusione della guerra russo-giapponese. I russi ave­ vano subìto una sconfitta dopo l'altra. La flotta del Baltico, che aveva rag­ giunto l'oceano Pacifico dopo aver fatto un mezzo giro attorno al mondo, fu affondata in poche ore dai giapponesi; l'esercito russo assediato a Port Ar­ thur fu costretto alla capitolazione. Il presidente Theodore Roosevelt si of­ ferse come mediatore per il trattato di pace, che fu firmato a Portsmouth, nel New Hampshire. Dopo questa umiliazione nazionale scoppiò in Russia una rivoluzione, che fu però soffocata. Lo zar concesse in seguito alcune ri­ forme e la costituzione di un corpo rappresentativo, la Duma. Frattanto i tedeschi avevano assunto un atteggiamento più aggressivo nelle questioni po­ litiche, ed era sorto un conflitto con la Francia a proposito del Marocco. In quell'anno Albert Einstein diede alle stampe il suo primo scritto sulla teoria della relatività. A Ginevra Claparède pubblicò la sua Psicologia del fanciullo, che fu considerata da molti una pietra m iliare nella storia della psi­ cologia e dell'educazione infantili [ 1 9 2 ] . A Parigi Alfred Binet, in collabo­ razione con Théodore Simon, pubblicò il suo metodo per la misurazione dell'intelligenza infantile [ 1 9 3 ] ; i due autori probabilmente non prevedevano che il loro metodo sarebbe stato adottato e applicato così ampiamente e con tanta celerità. Il libro di Forel dedicato ai problemi sessuali ebbe un imme­ diato successo, fu tradotto in molte lingue e fu in seguito riveduto dall'au­ tore in numerose successive edizioni [ 1 94] . Il 1 9 0 5 fu un anno fruttuoso per Sigmund Freud, che pubblicò tre dei suoi lavori fondamentali: i Tre saggi sulla teoria sessuale, Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio e il caso clinico di Dora. Spesso si è detto che i Tre saggi costituirono una " novità rivoluzionaria " che " suscitò una tempesta d'indignazione e d'insulti "; ma, a dir poco, entrambe queste affer­ mazioni sono esagerate. Nei tre decenni precedenti, e in particolare dopo la pubblicazione della Psycopathia sexualis di Krafft-Ebing, vi era stata un'im­ mensa messe di letteratura sulla psicologia e sulla patologia sessuali, e nei Tre saggi non vi è quasi nulla che non fosse già stato anticipato in un modo o nell'altro in qualche opera precedente. Inoltre un esame obiettivo della let­ teratura del tempo dimostra, al di là di ogni dubbio, che le idee di Freud furono accolte con molta simpatia e interesse. Ilse Bry e Rifkin [ 1 9 5] hanno raccolto estratti delle favorevoli recensioni scritte da Eulenburg [ 1 96] , Naecke [ 1 97 ] , Rosa Mayreder [ 1 98] , Adolf Meyer [ 1 99] , e in particolare da Magnus Hirschfeld [ zoo] . A queste recensioni possono aggiungersi ulteriori esempi: nella rivista di Karl Kraus, " Die Fackel ", Otto Sovka mise a con-

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fronto i Tre saggi di Freud con La questione sessuale di Auguste Forel. Soyka esprimeva sarcastici commenti in merito al lavoro di Forel, ma attri­ buiva grandi lodi al contenuto, alla novità e allo stile del lavoro di Freud, che paragonava alla Metafisica dell'amore di Schopenhauer [ 2 01 ] . Successi e diffusione della psicoanalisi: 1 906 - 1 0 Caratteristico, in questo periodo, f u i l contrasto tra i l lento sviluppo del lavoro di Janet, all'interno dell'ambiente accademico, e la rapida crescita della psicoanalisi di Freud, che aveva ormai assunto l'aspetto di un movi­ mento organizzato. Il 1 906 fu di nuovo un anno pieno di tensioni e di minacce di guerra . I conflitti per il Marocco e per la distribuzione delle colonie portarono di nuovo le potenze europee sull'orlo del conflitto, ma la pace fu conservata grazie alla Conferenza di Algesiras, in cui si decise di conservare la sovranità del Marocco, anche se sottoposto al controllo amministrativo francese e spa­ gnolo. I tedeschi ebbero l'impressione di essere stati ingannati da questi ac­ cordi. Sempre in quell'anno, San Francisco fu distrutta da un terremoto e dall'incendio che ne seguì [202 ] . A Ginevra, Claparède organizzò u n seminario d i psicologia applicata al­ l'educazione, ma fu costretto a interromperlo in seguito a un intrigo. Uomo di vasti interessi, Claparède aveva anche iniziato con i suoi studenti seri esperimenti sulla psicologia della testimonianza, mentre Binet, a Parigi, con­ duceva ricerche sulla testimonianza dei bambini. A Parigi Janet affrontava la crescente opposizione di Babinski e di Déje­ rine. Babinski, come abbiamo visto, era a capo di una tendenza che avrebbe potuto definirsi antipsicologica . Déjerine era favorevole alla psicoterapia, ma il metodo che aveva introdotto alla Salp�trière era ispirato agli insegnamenti di Dubois . Janet godeva di una notevole fama negli Stati Uniti, e fu invitato alle cerimonie di apertura della nuova sede della Harvard Medicai School, dove tenne una serie di lezioni dal 1 5 ottobre alla fine di novembre. Sotto la guida di Eugen Bleuler il Burghi:ilzli, clinica psichiatrica del­ l'Università di Zurigo, era diventato un centro molto avanzato e attivo, e lo stesso Bleuler pubblicò un celebre studio sulla paranoia [ 2 0 3 ] . Egli aveva in­ contrato Freud due anni prima e aveva adottato molte delle sue idee, ricono­ scendo che i princìpi freudiani potevano contribuire alla comprensione del significato dei deliri di certi pazienti psicotici [204] . Bleuler aveva affidato a Cari Gustav Jung una ricerca sulla dementia praecox, da condurre me­ diante il reattivo di associazione verbale. Come abbiamo visto, l'indagine presto offrì inattesi risultati [ 2 0 5 ] . Jung scoperse che il reattivo di associa­ zione verbale poteva essere utilizzato come strumento per individuare i com-

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plessi. Era la prima volta che un reattivo psicologico veniva impiegato per le ricerche sul subconscio. Col diffondersi delle concezioni freudiane, aumentavano anche le criti­ che. Aschaffenburg scrisse che, finché Freud rimaneva isolato nelle sue af­ fermazioni concernenti la funzione della sessualità nelle nevrosi, era possibile limitarsi a controllare le sue interessanti idee nei singoli casi; ma ora che au­ tori famosi come Lowenfeld, Hellpach, Bleuler e Jung si schieravano aper­ tamente dalla parte di Freud, diventava necessario prendere pubblicamente posizione. Aschaffenburg non dubitava che vi fosse un elemento di verità nelle affermazioni di Freud circa la funzione dei ricordi e della sessualità nel­ l'isteria, ma esprimeva riserve sul modo in cui Freud esplorava la psiche dei pazienti e sulla durata delle sue guarigioni . Freud non aveva fornito precise indicazioni circa il numero dei suoi pazienti e la proporzione dei trattamenti che si erano conclusi con successo. Qualsiasi psichiatra, sosteneva Aschaffen­ burg, con qualsiasi metodo avrebbe avuto successo dedicando ai singoli pa­ zienti tanto tempo quanto ne dedicava Freud . Jung rispose subito a queste critiche nella medesima rivista, affermando che egli aveva usato il metodo di Freud e che sotto ogni aspetto aveva avuto conferme della sua utilità [ zo6] . Negli Stati Uniti uno psichiatra di origine svizzera, Adolf Meyer, iniziò a insegnare una nuova concezione relativa alla dementia praecox, ancora più rivoluzionaria di quella di Bleuler [ 207] . Ogni individuo - sosteneva Me­ yer - è in grado di reagire a una grande varietà di situazioni mediante un numero limitato di reazioni tipiche. Alcune di queste sono reazioni sane e conducono a un soddisfacente adattamento, altre sono reazioni temporanee, sostitutive; altre ancora sono dannose e pericolose (ad esempio, il procedere a tentoni urtando rumorosamente gli oggetti, gli accessi d'ira, le convulsioni isteriche, gli artificiosi atteggiamenti di esitazione e simili) . Nei pazienti che tendono alla dementia praecox conclamata, certi tipi di reazioni inadeguate si verificano con tale frequenza che questo deterioramento delle loro moda­ lità di comportamento dev'essere considerato il principale processo patolo­ gico, il che forniva, secondo Meyer, una nuova impostazione terapeutica. Nel 1 906 apparve un romanzo, Imago, del poeta svizzero Cari Spitteler (futuro vincitore del premio Nobel), che ebbe un inatteso successo fra gli psicoanalisti [zo8] . Viktor, un poeta trentaquattrenne, ritorna per una breve visita alla citta­ dina natale in cui era vissuto durante la giovinezza . Anni prima egli aveva casualmente incontrato una giovane donna, Theuda Neukomm; non erano state scambiate parole d'amore, né Theuda si era mai resa conto dei senti­ menti di Viktor per lei, tuttavia Viktor aveva ricavato da questo breve in-

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contro una " parusia ", cioè una sorta di visione o rivelazione spirituale. Egli aveva fatto di Theuda una figura ideale, fonte d'ispirazione, cui aveva dato il nome di Imago. Attualmente apprende che Theuda ha sposato un certo Wyss, dal q uale ha avuto un bambino. Viktor decide di infliggere una puni­ zione simbolica alla donna " infedele ", che egli chiama Pseuda, allo scopo di ristabilire l'originaria figura di Imago. Subito dopo il suo arrivo, è invitato ai convegni dell'Idealia, una locale associazione di divertimento e beneficenza . Nonostante egli faccia una gaffe dopo l'altra, viene invitato nella cerchia fa­ miliare di Wyss. Questi gli chiede di scrivere una poesia per la festa ann uale dell'Idealia, nel corso della q uale gli aderenti all'associazione, appositamente JJJaSellerati, rappresentano una sorta di fiaba . Quando la persona che doveva recitare la parte dell'orso viene chiamata per una questione urgente, Viktor è invitato a sostituirla e ottiene il plauso del pubblico. Il momento culmi­ nante della recita giunge q uando Frau Wyss canta un componimento dedi­ cato a una grande " crisalide ": cadono i veli ed esce la " farfalla ", una giovane orfana, personificazione dell' Idealkind (bam bino ideale), el1e è una protetta dell'Idealia e el1e, a sua volta, recita una poesia dedicata ai suoi benefattori. Da q uel momento Viktor si rende conto di essere disperatamente innamo­ rato di Theuda, ma non fa che commettere n uove gaffes . Ciò nonostante è invitato a casa dei Wyss per il compleanno del loro bambino. Tl1euda in un lungo abito bianco, come una regina delle fate, con un paio d'ali e una co­ rona sulla testa, recita una poesia; Viktor rapito vede in lei una dea . Alcuni giorni dopo, egli le si getta ai piedi c le confessa il suo amore. Per aiutarlo a risolvere la situazione, Theuda gli consente di farle visita ogni giorno c di parlarle. I loro discorsi diventano a poco a poco sempre più impersonali, fin­ ellé una volta la donna gli chiede q uando lascerà la città. Durante una suc­ cessiva visita Viktor, non trovando Tl1euda in casa, è ricevuto gentilmente dal marito, el1e tuttavia fa ineq uivocabili accenni alla situazione. Quella stessa sera la padrona di casa di Viktor, Frau Stein bach, una giovane vedova, gli chiede stizzosamente q uando smetterà di rendersi ridicolo: Viktor ap­ prende così el1c tutte le parole da lui dette a Theuda venivano riferite non solo al marito di lei ma anel1e a Frau Stein bach . Viktor ha la sensazione di "annegare nella vergogna come un topo in un vaso da notte ". Il giorno dopo lascia la città, senza essersi mai accorto el1e Frau Stein bach si era fin dal­ l'inizio innamorata di lui. Ora però egli ha liberato la vera Imago dalla Theuda reale e dalla falsa Theuda . L'Imago p urificata sarà per lui una lumi­ nosa fonte d'ispirazione per il resto della vita . Sia la trama sia lo stile di questo romanzo appaiono oggi stranamente anacronistici; tuttavia l'Imago di Spitteler dev'essere compresa alla luce del pensiero del tempo. Abbiamo visto che l'idea di una figura immaginaria proiettata su una persona reale costituiva una tematica frequente nella filo­ sofia e nella letteratura romantiche, e abbiamo anche notato che tale tema­ bea era tornata d'attualità nelle discussioni alla fine del diciannovesimo se-

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colo [ 209] . Molto inchiostro era stato versato sulle femmes inspiratrices e sulle catastrofiche conseguenze della confusione di una persona reale con il suo fantasma. Il romanzo di Jensen, Gradiva, apparso nel 1 90 3 , aveva rinno­ vato questo tema, poiché la donna oggetto della proiezione aiutava l'eroe del romanzo a liberarsi della propria illusione mediante una sorta di psicote­ rapia . Ed è questo che anche Spitteler descrive nel proprio romanzo, con un acume psicologico ancora maggiore : troviamo qui uno dei legami fra la tra­ dizione romantica e la nuova psichiatria dinamica. Il romanzo di Spitteler fu molto ammirato dagli psicoanalisti, i quali adottarono il termine imago per descrivere quella figura del padre o della madre che l'individuo costruisce inconsciamente, prescindendo da ciò che i genitori sono nella realtà. La no­ zione di imago trovò un successivo sviluppo nel concetto junghiano del­ l' Anima . Il nome di Imago sarebbe stato dato in seguito a una rivista psico­ analitica, a una raccolta di libri sulla psicoanalisi e infine alla casa editrice che pubblicò le opere complete di Freud . Nel 1 907 le truppe di occupazione francesi sbarcarono in Marocco e il presidente Theodore Roosevelt inviò la flotta americana (la Great White Fleet) attorno al mondo per mostrare la potenza m ilitare del proprio Paese. Vi furono crisi e rivolte agricole nel sud della Francia, vivaci dibattiti sulle nuove scuole artistiche, e vennero alla ribalta audaci giovani pittori, come Picasso. A Berna, Dubois ebbe un immenso successo con le sue teorie circa l'in­ fluenza della psiche sul corpo; le sue opere erano continuamente ristampate e tradotte. Anche Zurigo diventava un grande centro di psicoterapia . Nel febbraio 1 907 Jung si recò a Vienna per far visita a Freud, accompagnato da un giovane collega, Ludwig Binswanger. Freud, che nonostante la crescita del suo gruppo, era insoddisfatto dell'accoglienza che le sue idee ricevevano a Vienna, fu lieto di apprendere che esse erano state accettate in un am­ biente universitario. Freud fu molto attratto dalla personalità di Jung e vide in lui un potenziale successore; questi a sua volta riteneva di aver trovato il maestro che aveva a lungo cercato, ed era ansioso di diffondere le concezioni freudiane al Burgholzli. Da quel momento in poi sembrò che i centri della psicoanalisi fossero diventati due, Vienna e Zurigo, e l'intera équipe del Burgholzli fu pervasa da un appassionato interesse per le dottrine freudiane . Un giovane medico, Brill, che giunse a lavorare al BurghOlzli in quel pe­ riodo, riferì più tardi le sue impressioni di quei giorni : Nel 1 907 tutti al B urghOizli erano attivamente impegnati a cercare d'im­ padronirsi deiia psicoanalisi di Freud. Eugen Bleuler, il primario che fu il primo psichiatra ortodosso a riconoscere il valore dei contributi freudiani,

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spingeva i suoi assistenti ad approfondire la conoscenza di q ueste nuove teo­ rie e a utilizzare le tecnicl1e di Freud nel lavoro clinico. Guidati da Jung, tutti gli assistenti lavoravano con gli esperimenti associativi; passavano quo­ tidianamente molte ore a esaminare diverse persone, che sottoponevano alle loro prove al fine di stabilire sperimentalmente la validità delle concezioni freudiane . . . Mi è quasi impossibile descrivere oggi la sensazione elle provai q uando fui ammesso nella cercl1ia di q uesti ardenti ed entusiastici ricerca­ tori. Sono sicuro elle un gruppo di operatori psichiatrici come quello non era mai esistito in precedenza, né sarebbe esistito in seguito. I princìpi freu­ diani non solo venivano applicati ai pazienti, ma sembrava elle la psicoana­ lisi ossessionasse tutto il personale della clinica [ 2 1 0] . A Vienna Freud raccoglieva ogni anno intorno a sé un numero sempre crescente di allievi e riceveva visitatori stranieri. I suoi allievi pubblicavano contributi originali, e tra questi vi era il lavoro di Adler Studie iiber Minder­ wertigkeit von Organen (Studio sull'inferiorità organica) [ 2 l l ] . Un giovane di vent'anni, Otto Rank, suscitò notevole impressione nel gruppo psicoana­ litico con la sua monografia Der Kiinstler (L'artista) [ 2 1 2 ] . Quanto più la psicoanalisi assumeva i l carattere d i u n movimento orga­ nizzato, tanto maggiori erano le polemiche che essa suscitava . Prendiamo ad esempio il 1 o Congresso internazionale di psichiatria e di neurologia, che si svolse ad Amsterdam dal 2 al 7 settembre 1 907 e che offrì ai partecipanti la possibilità di rendere pubbliche le tendenze rivali presenti nella psichiatria dinamica [2 1 3 ] . Uno dci principali dibattiti, il 4 settembre, venne dedicato alle moderne teorie sulla genesi dell'isteria, e la relazione più importante fu affidata a Janet . Questi riaffermò la sua teoria sulle idee fisse subconsce e sul restringimento del campo delht coscienza derivante dalla dissociazione men­ tale, e concluse sostenendo che l'isteria apparteneva a un più ampio gruppo di depressioni psichiche. Dopo Janet parlò Aschaffenburg, che formulò una critica alla teoria freudiana dell'isteria . La teoria di Freud - sostenne Aschaf­ fenburg - non spiegava perché certi individui diventano isterici, mentre altri non lo diventano, dopo aver sofferto un trauma dello stesso genere; bisognava tener conto in qualche modo della funzione esercitata dalla pre­ disposizione. Freud e Jung - egli aggiunse - acc éntuavano a tal punto la fun­ zione della sessualità da suscitare nei pazienti la comparsa di rappresenta­ zioni sessuali. Il terzo oratore fu Cari Gustav Jung che, dopo aver iniziato con una ras­ segna storica, dichiarò che " i presupposti teorici che stanno alla base delle operazioni concettuali della ricerca freudiana vanno ricercati soprattutto nei risultati degli esperimenti di Janet " Jung fornì un dettagliato compendio della tecnica psicoanalitica e affermò che la sua esperienza confermava ogni

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singolo punto di vista di Freud. Stando a quanto riferisce Jones, che era pre­ sente al congresso, Jung " fece l'errore di non seguire sull'orologio la durata della sua comunicazione e di rifiutarsi di obbedire ai ripetuti inviti a termi­ nare, rivoltigli dal presidente, per cui fu obbligato a smettere. Con il volto rosso di rabbia uscì precipitosamente dalla sala " [ 2 1 4] . I I giorno successivo, il 5 settembre, vi fu un vivace dibattito sulla natura dell'isteria, a proposito della quale furono esposte varie concezioni [ 2 1 5] . Dupré, Auguste Marie, e Sollier difesero le loro rispettive teorie. J oire so­ stenne che l'isteria era dovuta a modificazioni del potenziale nervoso e an­ nunciò di avere inventato un congegno, lo " stenometro ", con cui era possi­ bile dimostrare queste modificazioni. Bezzola disse di accettare la vecchia teoria di Breuer e di Freud, ma di rifiutare la più recente teoria psicoanali­ tica freudiana . Otto Cross e Ludwig Frank difesero la teoria freudiana del­ l'isteria, mentre Conrad Alt e Heilbronner l'attaccarono. Alt dichiarò : " Se le concezioni freudiane sulla genesi dell'isteria prevarranno, i poveri pazienti isterici rimarranno, come in precedenza, degli emarginati disprezzati . Ciò costituirebbe un notevole passo indietro e un gravissimo nocumento per gli infelici pazienti . " Janet affermò: " II primo lavoro di Breuer e di Freud sul­ l'isteria, del 1 89 5, è a mio giudizio un interessante contributo all'opera di quei medici francesi che per quindici anni hanno analizzato le condizioni psichiche degli isterici mediante l'ipnosi o la scrittura automatica. " Breuer e Freud avevano scoperto casi simili a quelli degli autori francesi - aggiun­ geva Janet - ma Freud aveva tratto da essi indebite generalizzazioni. Tutti sanno - concludeva Janet - che nell'isteria ci si imbatte talvolta in idee fisse di carattere sessuale, ma non sarebbe corretto fondare su questi casi una teo­ ria generale dell'isteria . Dubois parlò del suo metodo e del trattamento delle fobie. Le emozioni - egli sostenne - seguono sempre le idee, e pertanto il trattamento deve an­ dare alla radice, deve cioè sgombrare il campo da quelle idee errate che il paziente ha lasciersonality, Nineteenth Cent., vol. 30, 648-66 ( 1 886). [ 3o] E . Gurney, F. W. H . Myers e F. Podmore, Phantasms of the Living, 2 voli. (Society far Psychical Rcsearch, Londra 1 886). [ 3 1 ] R. von Krafft-Ebing, Psyclwpathia sexualis. Eine klinisch-forensische Studie (Enke, Stoccarda 1 886) . [ 3 2 ] B. Tarnowsky, Die krankhaften Erschein ungen cles Geschlechtssinnes; eine forensisch­ psychiatrisc!JC Studie (Hirschwald, Berlino 1 886). [ 3 3 ] J. Wagncr-Jaurcgg, Ueber die Einwirkung fieberhafter Erkrankungen auf Psychosen, Jb. Psychol. Neurol . , vol . 7, 94- 1 30 ( 1 887). [ 34] G. Hauptmann, Das Abenteuer meiner Jugend, in Siimtliche Werke (Propyliien­ Vcrlag, s.I. 1962) vol . 7, pp. 4 5 1 - 1 08 8 (la descrizione di Farei del Burgholzli si trova alle pp. 1 06 3-6 7 ) . [ 3 5 ] A. Moli, E i n Leben a l s Arzt der See!c, Erinnerungen ( Rcissner, Dresda 1 9 36) p. 3 1 . [ 36] Crocq, L'hypnotisme scien tifiq ue (Société d 'Editions scientifiques, Parigi, 2 " ed. 1 900) . [ 3 7] M. Dessoir, Bibliographic cles modernen Hypnotismus (Dilncker, Berlino 1 8 88). [ 3 8] A. Farci, Der Hypnotism us une! seine strafrechtliche Bedeutung (Gu ttentag, Berlino c Lipsia 1 888). [ 39] Anonimo, L'affaire Chambige, Revue grands Procès contemp., vol. 7, 2 1 - 1 0 1 ( 1 889). [40] P. J. Moebius, Ueber den Begriff der Hysterie, Zcntbl. Nervenheilk., vol . 1 1 , 66-7 1 ( 1 888). [41] Bergson, Saggio sui dati immediati della coscienza, trad. it. (Boringh ieri, Torino 1 964). [.p] Vedi cap. 6, pp. 4 1 7-24.

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( 4 3 ] E. B rown-Séquard, Des effets produits chez l'homme par des injections sous-cutanées d'un liquide retiré des testicules frais de cobaye et de chien, C. r. hebd . Séanc. Mém. Soc. Bio!., s. 9, vol . 1 , 4 1 5 - 1 9 ( 1 889). (44] Congrès international de Psychologie physiologiq ue, Revue phil., vol. 28, 1 09- 1 1 , 5 39-46 ( 1 889). ( 4 5 ] Premier Congrès international de l'hypnotisme expérimental et thérapeutique (Parigi, 8- 1 2 agosto 1 8 89), relazioni pubblicate a cura di E. Bérillon (Doin, Parigi 1 890) . (46] Briand, i bid., pp. 1 8 2-87. (47] Bourru e Burot, ibid., pp. 2 2 8-40. (48] Congrès international de 1 889. Le magnétisme h umain appliqué au soulagement et à la guérison des malades, relazione generale (Carré, Parigi 1 890). (49] Charcot, Leçons du mardi à la Salpétrière. Policlinique, 1 888- 1 889 (Progrès médical, Parigi 1 889) pp. 247-56. ( 50] A.-A. Liébeault, Le sommeil provoqué et les états analogues (Doin , Parigi 1 889). [ 5 1 ] Moli, Der Hypnotismus (Kornfeld, Berlino 1 889). ( 5 2 ] G. Anton, Hypnotische Heilmethode und mitgeteilte Neurose, Jb. Psychiat., vol . 8, 1 94-2 1 1 ( 1 88Q). ( 5 3 ] Vedi cap. 3, pp. 171 sg. [ 54] Vedi cap. 5, pp. 369 sg. ( 5 5 ] M . Benedikt, Aus der Pariser Kongresszeit. Erinnerungen und Betrachtungen, Int. klin. Rdsch ., vol. 3, 1 5 3 1 - 3 3 , 1 5 37-76, 1 6 1 1 - 1 4, 1 6 57-59, 1 699- 1 703, 1 8 5 8-6o ( 1 889). [ 56] Vedi cap. 5, p. 3 5 3 [ 5 7 ] A . Stri.impell, Aus dem Leben eines deutschen Klinikers. Erinnerungen u n d Beo bachtun­ gen (Vogel, Lipsia 1 9 2 5 ) pp. 2 1 7- 1 9 . [ 5 8] W. James, Princìpi d i psicologia, trad. it. (Soc. Ed. Libraria, Milano 1 904-0 5 ) . ( 59 ] Anonimo, Miche/ Eyra ud et Ga brielle Bompard, Revue grands Procès contemp., vol . 9, l Q- 1 0 7 ( 1 8Q l ) . [ 6o] B er n heim, D e la suggestion (Albi n Miche!, Parigi s.d.) pp. 1 70 sg. [6 1 ] J. Grasset, Le roman d'une hystériq ue. Histoire vraie pouvant servir à l'étude médico­ légale de l'hystérie et de l'hypnotisme, Sem. méd., vol. 10, 57 sg. ( 1 890). (62] G. Gilles de la Tourctte, Traité clinique et thérapeutique de I'IJystérie d'après l'enseigne­ ment de la Salpétrière (Pion, Parigi 1 89 1 ) . [ 6 3 ] Vedi cap. 6 , pp. 4 24 sg. [64] La manifestation en l'honneur du Dr. Liébea ult le 25 mai 1 8 9 1 , Revue Hypnot., vol. 5, 3 5 3-59 ( 1 890-9 1 ) . [ 6 5 ] M. Benedikt, Ueber Neuralgien u n d neuralgische Affectionen u n d deren Behandlung, Klin. Zeit-Streitfragen, vol. 6, N. 3, 67-1 06 ( 1 89 2 ) . [ 6 6 ] Vedi cap. 5, p p . 3 5 3 sg. [67] J .-M. Charcot, La foi qui guérit, Revue hebd., vol. 1 ( 1 89 2 ) ; Archs Neurol ., Paris, vol. 2 5, 72-87 ( 1 89 3 ) . [68] Id., Sur un cas d'amnésie rétro-antérograde probablement d'origine hystérique, Revue Méd., vol. 1 2 , 8 1 -96 ( 1 89 2 ) . A questo fece seguito una replica da parte di A . Souques, ibid ., vol. 12, 2 67-400, 867-8 1 ( 1 89 2 ) . [ 6 9 ] Vedi cap. 6, p p . 42 5 sg. (70] Vedi cap. 6, p . 46 3 . ( 7 1 ] L.-H.-C. Lau rent, Des états seconds. Variations pathologiques du champ d e l a con­ science (Cadoret, Bordeau x 1 89 2 ) . Tesi di medicina, N. 1 3 , Bordeau x 1 8 9 1 - 9 2 . ( 7 2 ] International Congress on Experimcntal P�rchology. Second Session (Williams & N o r­ gate, Londra 1 89 2 ) .

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CAPITOLO DECIMO

[ 7 3 ] A. Striimpell, Ueber die Entstehung und die Heilung von Krankheiten durch Vorstelluugen (}unge, Erlangen 1 8Q 2 ) . [ 7 4 ] M . Prévost, L'automne d'une femme (Lemerre, Parigi 1 8Q 3 ) . [ 7 5 ] R. von Krafft-Ebing, Hypnotische Experimente (Enke, Stoccarda 1 8Q 3 ) . [ 7 6 ] Vedi cap. 7, p. 560. [77] Revue neurol., vol . 1, 3 6 ( 1 8Q 3 ) . [ 7 8 ] H . Obersteiner, Die Lehre vom Hypnotismus (Breitenstein, Vienna 1 8Q 3 ) p . 44· [?Q] F. W. H . Myers, The Su bliminal Consciousness, Proc. Soc. psych . Res., vol . Q, 3-2 5 ( I 8Q 3-Q4). [So] J . M. Clarke, Critica/ Digest, Hysteria and Neurasthenia, Brain, vol. 1 7, 1 1 Q·78, 2 6 3- 3 2 1 ( 1 8Q4). [81] J . Dallemagne, Dégénérés et déséquilibrés (Lamertin, Bruxelles 1 8Q4) pp. 4 36, 4 4 5 sg. [ 8 2 ] Ja net, Contribution à l'étude des accidents menta ux chez les hystériques (Rueff, Parigi I 8Q 3 ) . Tesi d i medicina, N. 4 3 2 , Parigi I 8Q 2·Q 3 , pp. 2 5 2-57. [ 8 3 ] Benedikt, Hypnotism us und Suggestion. Eine klinisch-psychologische Studie (Brei­ tenstein, Lipsia e Vienna 1 8Q4) pp. 64 sg. [ 84] Vedi ca p . 2, pp. 1 1 2 sg. [ 8 5 ] A. Motet, Affaire Valroff. Double tentative de meurtre. Somnambtilisme allégué (Bail­ l ière, Parigi 1 8Q 3 ) . [ 86] A. Lj ubimov, Profesor Sarko, Nauéno-biografiéeskij etjud (Tip. Suvorina, Pietroburgo 1 8Q4). [87] Vedi cap. 2, p. 1 1 6. [88] Vedi ca p. 7, pp. 5 6 1 , 6 I Q ; sopra, pp. 871 sg. [8Q] Vedi ca p. 2, pp. 1 1 3 sg. [Qo] Vedi cap. 2 , pp. 1 1 6- 1 8 . [Q I ] Vedi cap. 6, pp. 4 2 7- 3 1 . [Q2] Vedi cap. 6 , pp. 4 3 2 sg. [ Q 3 ] G . Le Bon, Psicologia delle folle, trad. it. (Longanesi, Milano I Q70). [Q4] Vedi cap. 7, pp. 5 5 3·5Q. [ Q 5 ] U mpfenbach, Z . Psychol. Physiol . Sinnesorg., vol. 1 0 , 308 sg. ( 1 8Q6). [Q6] E . Bleuler, Miinch . med. Wschr., vol . 43, 5 2 4 sg. ( 1 8Q6). [Q7] Striimpell, Dt. Z. NervHeilk., vol. 8, I 5Q·6 I ( 1 8Q 6 ) . [ Q 8 ] Clarke, Brain, v o l . 1 9 , 4 0 1 - 1 4 ( 1 896) . [9Q] Myers, Hysteria and Genius, J. S oc. psych . Res., vol. 8, N. 1 3 8, 50·5Q (aprile 1 8Q 7 ) . [ 1 00] H . Ellis, Hysteria in Relation to Sexual Emotions, Alien . Neurol ., v o l . 19, 599-6 1 5 ( I 8Q8). [ • o • ] J . Bressler, Culturhistorischer Beitrag zur Hysterie, Allg. Z. Psych iat., vol. 5 3 , 3 3 3-76 ( 1 896-97). [ 1 02] Vedi cap. 1 , pp. 1 9-2 3. [ 1 0 3 ] P. Ranschburg e L. Hajos, Neue Beitriige zur Psychologie des hysterischen Geisteszustan­ des. Kritisch-experimentelle Studien (Deuticke, Lipsia e Vienna 1 89 7 ) . [ 1 04] Krafft-Ebing, Z u r Suggestionsbehandlung der Hysteria gravis, Z . Hypnot., vol. 4, N. 1 , 2 7·3 1 ( 1 8Q6). [ 1 0 5 ] Id., Arbeiten aus dem Gesamtgebiet der Psychiatrie und Neuropatho/ogie (Barth, Lipsia 1 89 7 ) vol. 3, pp. 1 9 3-2 1 1 . [ 1 06] A . von Berger, Chirurgie der See/e ( 1 896), parzialmente ripubblicato in " Almanach der Psychoanalyse " (Internationaler psychoanalytischer Verlag, Vienna I Q 3 3 ) pp. 2 8 5-89. [ 1 07] H . von Hofmannsthal , Elettra, trad. it. (Treves, Milano 1 908) . [ 1 08] Citato da W. Jens, Hofma nnsthal und die Griechen (Niemayer, Tubinga 1 9 5 5 ) p. 11 5 ; .

LA

NUOVA PS I CHIATRIA DINAMICA

1017

[ 1 09] H . Bahr, Dialog vom Tragischen (Fischer, Berlino 1 904) . [ 1 1 o] T. Herzl, Lo stato ebraico. Tentativo di una soluzione moderna del problema ebraico (Carabba, Lanciano 1 9 1 8) . [ 1 1 1 ] III. Internationaler Congress liir Psychologie in Miincl1en vom 4· bis 7 · August 1 896 (Lehmann, Monaco 1 89 7 ) . [ 1 1 2 ] T. Lipps, i bid., pp. 1 46-64. [ 1 1 3 ] G . Hirth, i bid., pp. 4 S 8· 7 3 · [ 1 1 4 ] Vedi cap. 3, pp. 1 8 1 sg.; cap. 6, p p . 4 3 4 sg. [ 1 1 s ] A . von Schrenck-Notzing, Ueber Spaltung der Personlichkeit (sogena nntes DoppeiIch) (Hiilder, Vienna 1 896) . [ l 1 6 ] Vedi cap. S, pp. 3 30- 3 3 . [ 1 1 7] Myers, Hysteria an d Genius ci t. [ l 1 8] L. Liiwenfeld, Lehrbuch der gesamten Psychotherapie mit einer einleitenden Darstellung der Haupttatsachen der medicinischen Psychologie ( Bergmann, Wiesbaden 1 89 7 ) . [ 1 1 9] Vedi cap. 6, p. 4 3 5 . [ 1 20] P . Janet, Traitement psychologiq ue d e J'hystérie, in " Traité d c thérapeutique", a cura di G. Robin (Rueff, Parigi 1 898) N . 1 5, pt. 2 , pp. 1 40-2 1 6 . [ 1 2 1 ] A. W. van Renterghem, Liébea u lt e n zii ne School ( Va n Rossen, Amsterdam 1 89 8 ) . [ 1 2 2 ] Vedi cap. s, pp . 3 3 5- 3 8 . [ 1 2 3 ] Moli, Untersuchungen ii ber die Libido sexualis (Kornfeld, Berlino 1 898) v o l . 1 . [ 1 24] Jahrbuch liir sexuelle Zwischenstufen unter besonderer Beriicksichtigung der Homosexualitat (Spohr, Lipsia 1 899). [ t 2 S ] C . Féré, L'instinct sexuel. Evolution et dissolution (Aican, Parigi 1 899) . [ 1 26] E. Husserl, Ricerche logiche, trad. i t. (Il Saggiatore, M ilano 1968) . [ 1 27] Vedi cap. 6, pp. 399 sg. [ 1 2 8 ] Ile Congrès international de l'hypnotisme, Parigi, 1 2- 1 6 agosto 1 900. Re1oconti pub­ blicati a cura di Bérillon e Farez (Vigot, Parigi 1 902) p. 320. [ 1 29 ] Vedi cap. 3, p. 204. [ 1 30] Ne Congrès international de psychologie, Parigi, 20-26 agosto 1 900 (Aican, Parigi 1901). [ 1 3 1 ] Vedi cap. s . p. 362. [ 1 3 2 ] P. Farez, L'hypnotisme et l'évocation du su bconscient, in " IVe Congrès international de psychologie" cit., pp. 670-74. [ 1 3 3 ] Le Figaro, 29 agosto 1 900. [ 1 34] Vedi cap. 5, pp. 370-72 . [ t 3 S ] Anonimo ( D . Metzger), Autour " Des Indes à l a planète Mars " (Librairie Spirite, Parigi 1 90 1 ) . [ 1 36] E . Claparède, Théodore Flournoy, s a vie e t son ceuvre. 1 8 54- 1 920, Archs Psych ol . , vol . 1 8, 1 - 1 2 s ( 19 2 3 ) . [ 1 3 7 ] Vedi cap. 7, pp. s 1 8-2 1 , s6 s-69. [ 1 3 8 ] lise Bry e A. H. Rifkin, Freud and the History ot Ideas: Primary Sources, t 886- 1 9 1 0, Sci. Psychoanal ., vol. s, 6-36 ( 1 9 6 2 ) . [ 1 39] W. Stern, Z. Psychol. Physiol. Sinnesorg., vol. 26, 30-1 3 3 ( 1 90 1 ) . [ 1 40] Naecke, Arch . KrimAnthrop., vol. 7, 1 6 8 sg. ( 1 90 1 ) . [ 1 4 1 ] W . Weygandt, Zentbl. Nervenheilk., vol. 24, S48 sg. ( 1 90 1 ) . [ 1 42 ] Flournoy, Archs Psychol., vol. 2 , 7 2 sg. ( 1 90 3 ) . [ 1 4 3 ] H . Bergson, L e réve, B u i ! . Inst. psychol. i n t . , vol . 1 , 9 7- 1 2 2 ( 1 90 1 ) ; ristampato in Revue scient., 4" s., vol . 1 5, 70 5- 1 3 ( 1 90 1 ) e in Revue Phil., vol. t , 486-89 ( 1 90 1 ) .

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CAPITOLO DECIMO

[ 1 44] E. Raimann, Die hysterischen Geistessti:irungen . Eine klinische Studie (Deuticke, Lipsia e Vienna 1904). ( 1 4 5 ] Nello stesso libro Raimann tesse grandi elogi della teoria dell'isteria d i Breuer e Freud. È davvero molto strano che Jones considerasse quest'opera u n corrosivo attacco contro

Freud. ( 1 46] M . Burckhardt, Ein modernes Tra umbuch, Zeit, vol. 2 2 , N. 2 7 5, 9 1 1 (6 gennaio 1 900) e N. 276, 2 5-27 ( 1 3 gennaio 1 900) . [ 1 47] C. Oppenheimer, Umschau, vol . 4, N. 1 1 , 2 1 8 sg. ( 1 0 marzo 1 900) . ( 1 48] ( 1 49] ( 1 50] [ 1 o; 1] [ 1 52] [ 1 5 3l [ 1 54] l 1 > 5] � 1 s6J [ 1 S7] ) i s8)

H. K. Triiume und Traumdeutung, Fremden-Bl ., vol. 54, N. 67, 1 3 sg. ( 1 0 marzo 1 900) . Arb.-Z ., vol. 1 2, N. 289 ( 2 1 ottobre 1900). Stekel, Neucs wien. Tagbl ., 29 e 30 gennaio 1902. Queste ultime due recension i furono scoperte da Hans Beckh-Widmannstetter, al quale, come pure a K. R. Eissler, sono grato per le fotocopie. Vedi cap. 5, pp. 301 sg. }. Babinski, Délinition de /'hystérie, Revue neurol ., vol . 0, 1 074-80 ( t oo t ) . Bry e Rifkin, Freud and the History o f Ideas cit. 11 . Kornfcld, Psych i a t . Wschr., vol . 2, 430 sg. ( t ooo-o t ) . Zichcn, ) ber. Lcis t . Fortsch r. Gch. Nc urol . Psych i a t . , mi . o; , 8 20 ( I QO I ) . Moebins, Sch m id ts )b., vol . 269, 2 7 1 ( 1 90 1 ). Liepmann, Mschr l's ych ia t . N e u ro l ., mi. I O, 2 3 7-39 ( l QO I ).

[ 1 59 ) Giessler, Z. Psychol. Physiol . Sinnesorg., vol. 29, 2 2 8- 3 0 ( 1 90 2 ) . [ 1 6o] O. Kohnstamm, Fortschr. Med., vol. 2 0 , 4 5 s g . ( 1 902). [ 1 6 1 ] A. Pick, Prag. med. Wschr., vol . 26, 145 ( 1 90 1 ) . [ 1 6 2 ] Voss, S t Petersb. med. Wschr., vol . 26, p Balzac H. dc, 1 89 sg., 200, 3 1 7, 3 3 2 , 5 2 7 Bamberger H. von, so6 sg., 540 Barclay J. R., 6 2 3, 6 5 1 Barocco, 2 1 9, 2 2 7-29, 288, 307, 1 0 3 2 Barrès M . , 3 86, 878 Bartels M . , 3, 4 2 Barth K. , 7 9 0 s g . , 79 s. 8 5 9 Baruk H . , 47 1 , 4 8 1 , 1 0 1 1 , 1 0 3 0 Basedow H., 4 0 Basilide, 7 7 7 Baskirèev Marie, 1 008 Bastian A., 2 sg., 38, 847, 864 Baudelaire C . , 1 0 8, 648 Baudouin A., 1 1 5, 1 2 5 Baudouin C . , 3 80, 8 1 9, 862 Bauer L., 9 9 3 , 1 0 2 8 Beard G . M . , 1 1 2, 2 84-87, 296, 306, 468 Beauchamp Christine (paziente d i Morton Prince), 164-66, 1 7 3, 9 0 5 Beaunis H .-E . , 1 0 2 Bebel A., 260, 262, 2 8 1 , 294, 3 4 3 , 702, 724 sg. Beccaria C . , 2 3 1 Bechtcrev V., 1 0 2 , 3 1 4, 990 Beckh-Widmanstetter H., 6 s 6, 664-66, 7 505 2 , 766, 1 0 1 8 Beer H ., 6 57 sg. Beer-Hofmann R., 3 32 Beethoven L. va n, 242, 6 58 Bellezza, origine sessuale del senso della, 3 54; ve di anche Arte Benedetti G., 22 sg. Benedikt M . : dati s u i contemporanei d i , 3 1 0 sg., 3 50 sg., 496 sg., 6 5 1 ; e Adler, vedi Adler Al-

1 0 50 fred; e Charcot, 1 1 0, 1 2 1 , 3 1 6, 502 ; e ..Freud, vedi Freud S. in rapporto a; e Krafft-Ebing, 3 1 2, 3 50, 889; origine e­ braica di, 488, 5 34, 6 5 5 ; uso del termine "libido " in, 3 5 5, 90 1 ; vita e carriera di, 31 5 sg. Benedikt M., concetto d i : di ipnosi, 2 0 2 , 2 1 3, 3 1 2, 3 3 5, 869; d i segreto patogeno, 5 3 . 3 5 3. s6o, 596, 6 1 7, 8 2 7 sg., 888; d'isteria, 1 70, 3 5 3 , 507, 563, 88 5, 889 sg. ; di vita fantastica, 5 6 3 , 602, 6 1 7, 8 8 2 Benoit P., 8 2 2 , 8 4 8 Bentham J ., 726, 7 5 39 , 565, 567, 570, 6o4, 628, 7 7 5, 777 sg . , 79 5, 898, 1 0 3 4 ; a Vienna, 5 1 9, 5 34 36 ; cancro c operazioni di, 52 5 sg., 529, 5 3 2, 99 1 ; cerimonia a Freiberg per, 526; concetto della predisposizionc in, 1 009 ; conferenze alla Clark Un iversity, 524, 9 30 sg. ; contemporanei di, 5 39-49 ; critiche alle teorie di, 401 sg. , 780, 9 1 9, 924- 3 3 , 9 3 5 - 3 7 , 94 1 - 5 5 ; c la malattia creativa, 247, 5 1 2- 1 8 , n8, 79 5. 8 ; ;, 1 0 34·36; e la parapsicolo­ gia, 6 1 4 sg. ; e la prima guerra mondiale, 5 2 5 ; e la scuola d i N:mcy, 901 ; e la se­ conda guerra mondiale, 526; e le perse­ cuzioni naziste, 526, 99 5-97, 1 000, 1 00 5 ; emigrazione i n Ingh il terra di, 48 3 sg., 526, r ooo; fama di, 5 1 8 sg., 5 2 3 sg., 548, 9 1 820, 9 2 7 sg., 9 5 5, 9 8 2 sg., 994; fidanzamen­ to di, 499, 502 sg., 5 2 7, 5 3 9 ; fonti di,

INDICE ANALITICO

2 56, 2 6 1 Sg., 277 sg., 6 1 5-2 8; idee filoso­ fiche di, 604 sg., 6 2 1 sg., 792, 940 sg.; idee sulla religione di, 604-06, 8 5 3, 94 7 sg.; infanzia e giovinezza di, 49 1 , 49 3-96, 5 2 7; infl usso di, 629-3 2 ; 1 0 1 3 ; interpreta­ zione dei simboli in, 2 6 1 ; interviste di, 529-32, 6 1 4, 9 3 1 , 963; leggenda di, 492, 503, 507, 509, 5 2 7, 548, 5 8 5, 629 sg., 668, 926; matrimonio e figli di, 50 3, 5 1 0, 5 2 7 ; metodo psicoanalitico d i , 596-604, 8 3 3, 9 1 8, 1 0 39 ; morte ed esequie di, 4 8 3 sg., 5 2 6, 1002; opinioni sull'America di, 5 30, 96 ; ; ostilità contro, 3 1 3, 5 1 6-2 5, 5 3 2 , 5 3 8 sg., 54 1 , 5 8 5, 784, 8 9 4 sg., 9 5 2- 54 ; parte­ cipazione a congressi di, 397, 879, 989; pazienti e allievi di, 4 8 3 , 6 2 4 sg., 9 6 2 , 968, 979, 1 0 37, 1 0 3 9 ; periodo prepsico­ anali tico di, 54 5-49 ; personalità di, 5 2 7-39, (n ; , 1 0 3 3 ; presunto odio di, per Vienna, 53 5, 64o, 964, 1024; Privatdozent, 5 0 1 - 0 3 , 509 ; professore ord inario, 5 2 5, 54 1 ; pro­ fessore straord inario, 5 1 6, 5 2 1 sg., 9 1 2 ; quadro della vita di, 4 8 2 sg. ; rapporto sulle qualifiche militari di, 5 2 8 ; ricerche neurologiche, 88 s; ricerche sulla cocaina di, 50 1 , 503, 509 sg., 5 1 9 , 547; scritto di, sull'isteria maschile, 504-09 ; sensazione d ' isolamento di, 5 1 6, 524, 5 3 8 ; sentimenti patriottici di, 9 59, 964; servizio militare di, 498, 503, 528; soggiorno parigino di, 502, 520, 870-7 3 ; studi medici di, 49698; vecch iaia c malattia finale di, 9 8 5, 996 s g . , 999 ; viaggio negli Stati Uniti di, 5 2 4 , 529, 929- 3 1 ; vincitore d e l Premio Goethe, 5 2 6, 9 9 3 ; vedi anche Psicoanal i s i . Freud S., compleanni di : cinquantesimo, 52 3 ; scttantesimo, 9 8 8 ; settantacinquesimo, 994; ottantesimo, 5 26 Freud S. in rapporto a : Adler, vedi Adler Alfred; Lou Andreas-Salo­ mé, 492, 6 1 4 ; Bachofcn, 2 6 1 sg., 6 2 4 ; Bene­ dikt, 5 3 . 502, s6o, 562 sg., 596, 6 1 6, 6 30, 889 sg., 894; Bernheim, 1 0 3 , · ; u , 542, s6o, 590 sg., 619 sg., 889, ? 3 1 ; Binswan­ gcr, 5 24, 6 1 0, 9 2 3 , 980 sg. ; Bleuler, 3 3 7, 52 3 , 6oo, 6 30, 77 2-74, 804, 894, 920 sg. , 9 2 � sg., 9 3 1 , 9 3 8, 9 5 3 sg.; Brcntano, 6 2 3 ; Breuer, 5 3 , 4 7 2 , 497, 5 0 3 , 5 1 0 s�. • 5 1 3 , 5 1 6 sg., 5 24, 5 34 , 540, 5 5 2 , 5 5 5. 5 59 s g . , 5 7 2 sg., 596, 6 1 6 sg., 89 3-9 5, 897-99, 9 30, 9 3 7, 940, 9 5 3 ; Briickc, 496-99, 5o2 , 5 2 0, 546, 5 50 sg., 6 1 6, 6 2 2 ; Charcot, 1 1 2 , u ;-, 1 1 9 , 4 7 3 . 502, 50 5-l l , 5 1 4- 1 7, 542, 5 5 2 . 5 59-62, 6 1 9 , 748, 8 70-7 3, 8 8 9 ; Darwi n , 2 74 , 2 7 7 s g . , 6 2 2 ; L . Daudet, 8 7 3 , 986 sg. ; I•:picuro, 48; Fech ncr, 2 56, 367, 5 so, 590,

1 0 57

592, 624, 6 3 0 ; Fliess, vedi Fliess; Flour­ no y, 908 sg. ; Forel, 56 s . 9 36, 944 sg.; Hiiberlin, 792; Herbart, vedi Herbart; }ackson, 340 sg.; Janet, 40 1 -o 3 , 470-7 2 , 5 1 7, 5 59 s g . , 562 sg., s6 s, 5 7 2 s g . , 59 5 sg., 889, 89 3 S g., QOO, 9 1 0, 9 1 2, 9 1 8, 9 20, 9 2 5 , 9 29, 9 3 1 , 9 3 3, 9 50 sg., 9 5 5, 9 8 7 ; j u ng, vedi jung C . G . ; Krafft-Ebing, 5 1 6, 5 0 1 , 5 59. 564, 89 5 , 947; Liébeault, 1 0 3 , 5 1 1 , 5 6 8 , 6 1 9, 8 8 2 , 9 3 1 ; Marx, 2 8 1 Sg., 6 2 2 ; A. Meyer, 9 1 9 ; Meynert, soo, 502, so6-o8, 5 1 0, 5 1 6 sg., 520, 5 24, 547, 5 5 1 sg., s6 1 , 6 1 6, 6 2 2 , 6 30, 6 3 6. 6 3 8 ; Moli, 3 5 5, s8o, 8 1 5, 988 sg., 1 00 2 ; Nietzschc, 260, 278, 3 2 4-26, 590, 594, 609, 6 1 8, 624 sg., 6 30, 693, 7 3 6 ; Platone, 579 ; prima psichiatria dinamica, 1 7 1 , 1 74, 204, 2 1 4, 2 8 7, 6 1 9 sg.; psichiatria romantica, 6 1 7 sg., 1 0 3 3 ; Romanticismo, 2 34, 240, 2 4 2 , 2 5 2, 59 2 s g . , 6 1 8, 6 2 3 s g . , 749 ; Schnitzler, 509, 5 4 1 -4 3 ; Schopenhauer, 245 sg., 624, 626, 9 2 0 ; Silberstein, 49 5 ; Stekel, 5 2 1 , 5 2 3 , 5 2 5, 5 6 3 , s68, 684, 949; Wagner­ }auregg, 5 2 2, 5 2 5 , 5 39-4 1 , 6 7 1 , 974-77 ; Weininger, 9 1 5 Freud S . , opere di : !\} di là del principio di piacere, 2 s6, 52 5 . 590-9 3 , 599. 9 7 7 ; 1\nalisi della fobia d 1 1111 bam bino d i cinque a n n i , 51! 5-87. 64 7, 8os, 9 3 1 ; Ana lisi termina bilc c· intermina bile, 599; Avvenire di un 'il/u­ sione, L', 2 8 1 , 5 26, 6os, 6 2 2 , 989; Char­ co t , 56, 872, 89 1 ; Compendio di psico­ analisi, 599, 1 00 5 ; Considerazioni attuali su/la guerra e la morte, 544, 6 3 1 , 9 6 2 ; Da/la storia d i una nevrosi infantile. (Caso clin ico dell'uomo dei lupi), 6 2 5 ; Delin­ q uenti per senso di colpa, I, 6 2 4 ; Delirio e i sogni nella "Gradiva " di W. Jensen , Il, 344, 6 1 0, 9 1 7; Disagio della civiltà , Il, 278, 3 2 5. 526, 6o8, 99 1 ; Dostoevkii e il parricidio, 6 1 3, 99 1 ; Frammento di un'a­ nalisi d'isteria . (Caso clinico di Dora), 5 2 3 , 5 74-76, 597 sg., 9 1 9 ; " Grande è la Diana efesia ", 948; Ini bizio11e, sintomo e ango­ scia , 52 5, 59 s. 9 8 8 sg.; Interpretazione dei sog11 i, L', 2 56, 308, 49 2, 498, 5 1 5, s t B-2 1 , 5 3 5, s6 s. 572, 5 8 3 , s88, 597, 6 1 5, 6 1 8, 668, 684. 804, 907•09, 9 1 1 , 9 5 1 , 1 0 3 3 , 1 04 1 ; Introduzione alla psicoanalisi, 5 2 5, 96 1 , 1 0 2 7 ; I11troduzione alla psicoanalisi (n uova serie di lezion i), 5 26, 997; Intro­ duzione a l narcisismo, s88, 9 5 5 ; Io e l'Es, L', 5 2 5, 59 3-9 5, 9 8 2 ; Lutto e melanco­ nia, 590; Morale sessuale " civile " e il ner­ vosismo moderno, La, 9 2 8 ; Mosè di Mi-

ciJelangelo, Il, 5 3 7, 6 1 0, 9 54 ; Mosè e il monoteismo: tre saggi, 5 26, 5 37, 6 1 3 sg., 999, 1 00 5 ; Motto di spirito e la sua re­ lazione con l'inconscio, Il, 2 s6, 52 3. 5 3 s. 5 7 1 , 6 2 3, 9 1 9 ; Nevrosi demoniaca nel se­ colo decimosettimo, Una, 6 1 2 ; Osserva­ zioni psicoanalitiche su un caso di para­ noia ( dementia paranoides) descritto auto­ biograficamente (caso clinico del presidente Schreber), 6 1 1 sg. ; Problema dell'analisi condotta da vari medici, Il, 5 2 5, 9 8 8 ; Pro­ getto di una psicologia, 5 1 3, 549 sg., 5 5 2 , 5 9 2 , 6 z z ; Psicoanalisi "selvaggia ", 598, 9 3 5, 947; Psicologia del/e masse e analisi del/'Io, 5 2 5, 6o7, 979, 1 00 2 ; Psicopatolo­ gia della vita quotidiana, 52 3 . 53 s. s6 5. 569-7 1 , 574, 69 3 , 9 1 8 ; Pubblicazione del­ le, 9 2 3 , 1 00 5 ; Pu/sioni e loro destini, 589; Ricordo d'infanzia di Leo11ardo da Vinci, U11 , 524, 5 3 7, 6 1 0 sg., 9 3 4 ; Sessua lità nel­ l'etiologia delle nevrosi, 90 1 ; Sogno, Il, 9 1 1 ; Totem e ta bù, 5 2 5, 6o s sg., 6 2 2 , 8 so, 94 1 , 1 040 sg.; Traduzione e diffusione al­ l 'estero delle, 9 5 s. 982 sg., 986, 9 9 2 , 1 0 1 3 ; Tre saggi sulla teoria sessuale, 5 2 3 , 576-79, s8 s, 588, 693, 9 1 6, 9 1 9 sg., 928, 1 04 1 ; Zur Aulfassung der Aphasien. Eine Kri­ tische Studie, 5 1 1 , 5 1 6, 54 7 Freud S., teorie d i : angoscia, 594-96, 599, 6 1 7, 9 8 3 ; arte, 609 sg. ; atti mancati, 56 5, 569-74, 6 1 6, 6 1 9, 7 2 2 , 9 1 2, 1 040; civiltà, 2 1 6, 604-09, 966; complesso edipico, 2 40, 2 6 2 , 2 78, 299, 347. 487, 5 1 4, 519, 543 . 567, 574. 578, 5 8 2 , 5 87, 594, 6 o s , 6 1 6, 663, 679, 696, 70 5, 7 2 1 , 7 3 8 sg., 744, 8o4, 8o8, 8 24, 845, 8 5 5 , 994, 1 0 3 3 , 1 0 36; co rs o della vita umana, 824; criminalità, 6 1 3 , 624, 99 1 ; deviazioni sessual i 577, s8o, 9 1 9 ; energia psich ica, 549· 5 2 ; fantasia, 5 1 4, s 6 3 . 576. 578, 584, 6o2, 609, 6 1 6 ; inconscio, 1 74, 5 8 9 sg., 1 0 3 7 ; lo, 246, 59 3-96, 6 1 5, 6 2 1 , 1 00 2 ; ipnosi, 5 59 sg., 9 3 1 ; isteria, 897 sg., 904, 9 1 8, 9 2 5 ; l ibido, 346, 3 5 5, 576-87, 72 1 , 744, 8o7, 8 1 5, 824 sg., 8 so. 901 ; metapsicologia. 5 1 4, 588-96, 624 sg., 8 7 3 ; nevrosi, 346, 40 1 , 5 5 2-64, 69 5, 698, 807, 89 3 ; nevrosi d'angoscia, 287, 56 1 , 89 3 , 90 5, 9 1 2 ; nevrosi d i guerra, 5 2 5, 57 5 sg. ; omosessualità, 2 6 2 , 6 1 2 sg., 6 1 6 ; paranoia, 1 040; psiche, 549 sg., 57 2-74, 59 3-9 5, 6 1 6 ; psicologia della donna, 342 sg. ; psi­ cologia delle masse, 6o7 sg., 8 5 3 ; psicolo­ gia del profondo, 564-76; pulsione d i mor­ te, 242, 59 1 -9 � . 599, 6 1 4 ; pulsioni ag­ gressive, 967; ricordi di copertura, z 6 z ,

INDICE ANALITICO

5 1 3 sg., 520, 569 sg., 574, 9 0 2 ; sessualità infantile, 5 1 3 sg., 5 1 9 sg., 562 sg., 577-82, 1 0 36, 1 040; sogni , 3 56· 59, 3 64, 366, s 6 s 6 Q, 8 p , 1 0 1 0 Freund A. von, 9 6 1 sg. Freund C. S., 5 1 6, 6 3 7 Friedcricke Hauffe (paziente d i Kerner), vedi Hauffe Friedericke Friedlander A. A., 9 26, 9 3 2 sg., 947, 1020 Frink H . W., 962, 1 0 2 3 Frischknecht M . , 8 5 3 , 8 6 5 Frobenius L . , 8o6, 847, S64, 1 040 Fromm E ., 5 37, 7 36, 7 39, 7 57, 1 oo ;, 1 029 Fuchs A., 309, 37S, 3 S 2 Fuga nella malattia, vedi Malattia Fughe, 1 44-4 7 Funzione trascendente, vedi Jung C. G., teo­ rie d i Furtm iiller C . , 664, 6 6 7 , 6 6 9 s g . , 6 7 4 , 682, 7 36, 7 50 Fuste) de Coulanges N .-O., 3 1 4, 3 9 2 Futurismo/Futuristi, 6 3 1 , 9 2 S , 9 3 4 s g . , 94S, 973

Galeno, 4 6 , 4 9 ; vedi anc/1e Psicoterapia, addestramento come metodo d i Galileo, 1 9 2 , 9 2 6 G a l l J .-F., 277, 3 54, 3 S 3 , 7 3 2 , 7 56 Galton F., 1 99, 36S, 3 7 3 , 3 S 5, 6o3, 64S, So 1 , S79 Gambetta L., 1 1 0 Ganz Madclaine, 7 1 6, 7 54 Garnier J . , 2 57 Gassner J . J , , 1 8, 6 1- 66, 69, 7 2 sg., 75 sg., So, 1 29 �g ., 2 1 9, 229, 1 006, 1 0 3 1 Sg. Gaucher A., 986 sg., 1 0 1 4, 1 0 2 7 Gaultier J . de, 2 0 9 , 7 3 2, 7 56 Gauthier A., BS, 1 3 6, 1 So, 1 8 3 sg., 2 1 0, 2 2 2 , 467 Gebsattel V. E. von, 99 1 , 1 02 S Genio, teorie sul, 3 54, 3 6 9 , 746 ; di Eissler, nS; d i Grassct, 746 sg. ; d i Lange-Eich­ ba um, 746; d i Myers, 204, 369, S 7 5 , 899; di Weininger, 9 1 5 Genotropismo, 999, 1 0 1 0 Georgiades P . , 579, 6 4 5 Gerarchia delle tendenze, 402, 4 3 7, 4 39, 4 59 . 46 5 . 467, 46Q, 4 7 3 Germania, 2 26, 2 30, 2 34 sg., 264 sg., 302-o4, Q6 ) Gibert J . , 394, 4 1 8, 467 G icklhorn J . , 492, 521 sg., 6 34, 766 G ickl horn Renée, 4S9-94, 521 sg., 6n sg., 6 3Q, 766, 102 5 Gide A., zoo, 767 sg. Cilgamesh, epica di, 8o6, 8 2 6

Gilles de la Tourette G., ;6, 1 09, S 8 1 , 384, 101 5 Glauscr F., 962, 1 0 2 3 Gley E . , 579, 646 Glockel 0., 674, 7 5 1 Glover E., 984, 1 0 2 6 Gmelin E . , 90 sg., 1 4S, 1 57, 1 80, 1 8 7 Gnosticismo, 777, 7 S4, 790, So6, 8 1 o, 8 34, S47 Gobineau A. de, 3 29, 3So, 1 000 Goblot E . , 392, 4 1 2 Goclenio, 76 Goethe W., 1 S7, 200, 2. 1 5, 2 39 sg., 308, 49 s , 5 1 4, 5 3 1 , 5 36 -38, 570, 6 2. 1 , 6 2 3, 6 34 sg., 64 5, 6 5 3, 679, 69S, 7 3 2, 748, 763 sg., 76S, 79 3 , 79S, 8o6, 8 1 1 , S44, B ;S, 89 5 ; il Faust d i , 768, 794, S44, 8 56, 1 0 2 5 Goetz B . , 5 3 1 sg., 640 Gogol N., 698 Goldbrunner J . , 8 5 3, S6 s Goldman E ., 9 3 1 Goldschmidt R . B . , 942, 1 0 2 2 Goldschmidt W., 744, 7 57 Golebiewski G . , 687 Gomperz Elise, 5 2 2 Gom perz T . , 520, 6 3 8 Goncaròv l . , 6 5 1 Goncourt E . d e , 1 07, 1 1 2 , S 7 1 , 1 040, 1 04 5 Goncourt J . de, 107, 1 1 2 , S 7 1 Gorkij M . , 7 34, 7 56 Gorres J . , 94 Gotthelf J , (A. Bitzius), 52 Gottliebin (paziente d i Blumhardt) , vedi Dittus Gottliebin Gourmont R . de, 2 76, 29 5, 348, 3 5 5, 3S4 Gozlan L., 1 9 5 Gracian B . , 2 29, 290 Granjel L . S ., 246, 292 Grasset B., 746 sg., 7 5 7 Grasset J . , 8S2, S84, 1 0 1 5 Gray A., 2 7 3 Gréber F . , 2 4 sg. Griesinger W., 283 sg., 3 3 3, n 6, 367, 5 8 4 , 61 7 Grieve J . , 7 3 Grillparzer F . , 3 1 6, 679 Grimm M., 7 7, 1 20 Grinker R. sr, 5 3 1 , 6 3 9 Groddeck G., 594, 64S, 9 7 9 , 9S2, 1 0 2 6 Grohmann A., nS, 3 S 1 Groos K . , 6 9 2 , 70S Cross H., 3 5 3, 3 S 3 , 570, 5S4, 6 1 8 , 6 4 c; , BS;. 985 Cross 0. , 9 2 5 Grotefcnd G. F., 3 1 6 sg., 74S Gruber M., 692

Vol. '• pp. l -p 6 / Vol.

•,

pp. s>7·J045

Gruhlc H., 928, 1 0 20 Griin H., 668, 689 G uaritori, tipi d i : esorcisti, 1 4 sg. ; magnetizzatori, 1 8 3-86; psicoanalisti, 938 sg. ; vedi anche Scia mano; Uomo della medicina Gubernatis A. de, ;84, 647 Gudden B. von , 3 36, 874 Guerra : balcan ica, 9 3 3 , 9 39, 949; boera, 90 1 ; d'indipendenza americana, 7 1 , 2 1 6 sg.; franco-prussiana ( 1 870·7 1 ), 302, 3 1 4, 387 sg., 39 1 ; ispano-americana, 306, 3 30, 899 sg.; mondiale, prima, 276, 402, 5 2 ;, 544, 6 3 1 , 671 sg . , 68 ;, 77 5, 9 5 5-64, 969, 1 0 3 2 ; m ondiale, seconda, 6 3 1 , 7 3 5, 1 00 1 , 1003· 13 Guerra, teorie sulla psicologia della : di Adler, 673 sg., 702 sg., 96 1 ; di Freud, 544, 6 1 4, 630 sg., 962; d i Marx, 28o; di Nicolai, 962; d i Schn itzler, 962 G u illain G. , 1 04, 1 1 0, 1 1 3, 1 1 7 Guillerey M . , 1 006, 1 0 2 9 Guislain J., 2 5 2, 2 9 2 Gurney E., 98, 8 7 5, 1 0 1 4 Guyau J.-M., 463, 46 5, 480 Hiiberlin P., 703, 74 3, 7 54, 790-9 2 , 79 5 , 7 9 7 Haeckel E . , 267, 2 7 1 , 274 sg., 2 7 7, 2 9 5 , 3 1 0 , 3 1 2 , 3 7 5 . 386, 546, 6 2 2 , 6 3 1 , 9 4 2 , 9 4 7 sg. l laggard I l . R., 34 5, !! 2 1 sg . , !l4!l, !ln2 l laizmann C ., 6 1 2 sg. Hajos L., 895, 1 0 1 6 Halberstand H . , 5 2 5 Hall S . , 9 3 1 Hans, piccolo, ;8 ;-87, 7 1 4, Bo ;, 9 3 1 Hansclmann H . , 984 Hansen (ipnotizzatore d i teatro), 99, 869 Hardy T., 8 2 1 , 862 Harley G . W., 42 Harms E . , 248 sg., 292, 409, 477, 8 59 Hiirtel W. von, 5 2 1 sg. Hartenberg P., 90 5 Hartmann E. von, 244, 246, 2 9 2 , 300, 3 30, 366, 570, 624, 846, 8 7 5 . 9 8 2 Hartmann H . , 5 9 6 , 6 4 8 , 9 89, 1 002, 1 0 2 7 Hartocollis P . , 1 8 Harvey W . , 2 2 7, 2 29 Hauer J. W., 8 3 7 Hauffe Friedericke, 9 1 -94, 1 8 8, 5 56, 7 8 1 , 7 9 8 sg., 847, 1 0 3 8 Hauptmann G . , 3 2 7 , 876, 1 0 1 4 Hawthorne N . , 5 2 Haydn F. J . , 6 7 , 3 1 6, 6 ; ; Head H . , 3 4 1 , 642

1 0 59

Hébert A. (paziente di Puységur), 8 5 Hecker E., 5 6 1 , 644 Hegel F., 246, 279, 309 Heidegger M . , 990 sg., 1 00 5, 1 0 2 8 , 104 1 , 1043 Heidenhain R . , 869, 1 0 1 3 Heine H . , 4 8 5 , 5 3 7, 572, 6 2 1 , 679 Heinroth J . C . A., 248-;o, 2 52, 2 8 3 , 292, 3 34. 6 1 7, 847 Hellpach W., 721, 7 5 5, 9 1 8, 9 2 1 , 1 0 1 9 Hclmholtz H . von, 367, 3 8 5, 497, 6 3 5, 1 0 1 1 Helvétius C.-A., 729, 7 5 6 Hcmingway E . , 987, 1 0 2 4 Henniquc L . , 1 96, 2 1 2 Henry V., 3 7 2 , 386 1-Ierbart J . F., 1 7 5, 2 8 3 , 3 39, 3 6 5 , 367, 3 8 5, 468 sg., 48 1 , 5 50 sg., 563, 6 1 7, 6zo, 6 30, 897 Héricourt J . , 369, 3 8 ;, 8 8 2 Herman G . , ; B o , 9 1 6 Hertzka T., 3 7 5, 386 Hervey de Saint-Denis M .-J .-L., 3 5 5, 3 59-62, 36 5 sg., 3 7 3, 3 84, 5 1 8, 567 sg., 8 30 l lcrzen A., 34 5, 5 3 6 l lcrzl T. , 640, 7 !! 3, 896, !!9!!, 1 0 1 7 l lesnard A . , 6 2 1 , 6 50 l l cssc I l . . 5 4 5 , 64 1 , 9 59 , 1 024 l lcyne C. G., 2 3 5 Hildebrandt F. W., 363, 3 8 5 I l illman R . G . , 1 0 1 3 ll immelfarb G., 2 7 3 , 29 5 Hirn Yrjo, 3 54, 384 Hirschfeld M . , 1 9 3 , 349, 902, 9 1 9, 1 0 1 9 Hirte G . , 897, 1 0 1 7 His, 3 1 4 Hobbes T . , 2 7 2 , 2 7 5 sg., 593, 6o7, 649, 7 2 5, 729 llocart A. M., 31, 5 8 Hoche A., 9 3 6, 1 0 2 1 Hodgson R . , 1 5 7 , 208 Hoff H. , 74 5 Hoffmann E. T. A., 1 8 8 sg., 1 9 1 , 2 1 0 sg., 343, 545, 609, 8 1 9 , 846 Hoffmann K. R., 580 Hofmann A., 1 006 Hofmannsthal H . von, 327, 3 3 2 , 866, 89 5, 1016 Holderlin F . , 2 3 7 Home D . D . (medium), 9 8 Honegger (dottor), 8 1 7 Horbiger H . , 1 ooo, 1 0 2 9 Horeczky de Horka, 6 8 sg. Horney Karen, 7 36, 738 sg., 7 56, 1 002, 1 00 5 Horsley V., 876

1 060

Horton W. M . , 402, 408, 4 57, 4 6 3 , 4 7 3 , 476, 978 Hostie R ., 8 5 3, 86 5 Hufeland F., 90, 1 80, 1 87, 209, 29 1 Hug-Hellmuth Hcrmine von, 980, 1 026 Hugo V., 192, 407 Hiilsenbeck R., 962 Humboldt A. von, 7 6 3 Humboldt W. v o n , 2 3 6, 266 Hunter R . , 6 1 2, 649 Ilusserl E., 6 2 3 , 903, 990, 1 0 1 7 Huxley A., 1 79, 9 8 7 Huxley T., 2 7 1 , 2 7 5, 29 5 Huysmans J. K., u 6 Hyman S . E . , 5 3 3 , 640 I lyrtl J., 3 1 1 , 497 Ibsen H., 5 2 sg., p o, 3 4 1 , 34 5, 574, 6 1 8, 6 2 1 , 6 3 1 , 698, 7 3 2, 1 026 I Ch ing, 8 36, 86 3 ; vedi a n c h e Parapsicologia Idee fisse subconsce, vedi Janet Pierre, teorie di ldelcr K. W., 248, 2 50- 5 2 , 2 8 3 , 292, 3 34, 3 5 2, 6 1 7, 847. 1 0 2 5 Ideodinamismo, vedi Bernhcim Ideologia, 2 80, 2 8 2 Ignazio di Loyol:J , sant', 4 8 , 39 1 , 8 3 7 ; vedi anche Psicoterapia, addestramento come metodo di l kara { paziente di B ircher), 1 5 3 Illing H. A . , 8 5 1 , 86 5 Illuminismo, 64, 66, 70, 2 2 7- 3 5 , 264, 268, 273, 2 8 8, 723 sg., 749, 1 0 3 2 sg. Imago, 3 2 5, 582, 6 2 5, 8 1 7, 8 2 o sg., 8 so, () 2 1 - 2 3 lmboden M . , 8 5 4 sg., 866 Imitazione, 4 50, 4 59, 6o8 Immaginazione, 76, u 8, 1 29 sg., 1 4 1 , 1 76, 2 2 8, 849, 9 1 8 ; vedi anc/1e Fantasie, teorie sulle Im perialismo, 7 3 1 Inconsa pevolezza, 8 2o, 8 39 Inconscio : collettivo, 1 74, 240, 778, 8 1 7, 842, 8 5 2, 1 0 3 6 ; esplorazione dell', 99, 1 40, 366-74, 377, 1 0 4 3 ; funzione mitopoietica del l ' , 94. 1 2 8, 1 76, 3 69, 3 74. 4 1 3 , 54 5. 9 1 4, 1 04 3 ; funzione regressiva dell ', 9 1 4 ; fun­ zion i conserva tive dell', 3 7 3 , 1 04 3 ; fun­ zioni creative dell', 244, 372 sg., 9 1 4, 1 04 3 ; funzioni d issolutive dell', 3 7 3 , 1 04 3 ; studio sperimentale dell', 3 6 6 sg.; vedi anche Inconsapevolezza ; Subconscio, teorie del Inconscio, teorie sull ' : d e i romantici, 2 3 5, 240, 24 3 sg., 366; d i

IN[ ICE ANALITICO

Adler 7 2 2 ; di Binet, 4 1 4 sg.; di Ca . us, 24 3 sg., 246; d i Fechner, 367; d i Flou noy, 3 7 1 - 7 3 ; d i Freud, 1 74, 5 6 3-76, 5 89 sg., 1 0 3 7 ; di Herbart, 367, 6 1 7; d i Héricourt, 369 sg.; d i Janet, 370, 929; d i Jung, 244, 8oo, 8o4, 8 1 6- 1 9, 1 0 3 7 ; d i Leibniz, 366; di Lipps, 896 sg.; d i Maine de Biran, 466; d i Myers, 368 sg.; d i Nietzschc, 3 1 9-2 1 ; d i Schopenhauer, 2 4 5 ; d i Szondi, 1 oo0- u ; di Troxler, 242 sg., 846; di Von Hartmann, 246 lndividuazione, vedi J ung C . G . , teorie d i Inferiorità, complesso di, vedi Adler Alfred, teorie di Inferiorità organica, vedi Adler Alfred, teo­ rie di Inferiorità, senso di, vedi Adler Alfred, teorie di Inghilterra , 7 1 , 2 26, 2 30, 263 sg., 30 1 In teresse sociale, vedi Senso di com u n ità Interpretazione, 597 sg., 602 In troversione, 8 u - 1 4, 8 26, 8 5 1 lo, 1 7 2, 594-96, 6 2 1 , 99 5, 1 04 2 l o , teorie del l ' : di Alcxander, 1 0 0 2 ; d i Baldwin, 4 6 8 ; d i L . Daudct, 848 sg., 8 7 3 ; d i Fichte, 1 8 7, 59 5 ; d i Anna Freud, 596, 998, 1 0 0 2 ; di Freud, vedi Freud S . , teorie d i ; d i Grie­ si nger, 2 8 3 ; di H. Hartmann, 596, 1 0 0 2 ; di Janet, 4 5 3- 5 5 ; d i G . M e a d , 469 ; di Meyncrt, 5 5 1 ; di Nacht, 59 5 ; di Royce, 468 Ipnos i / I pnotismo, 1 30 - 3 9 , 2 2 3 sg., 876, 9 1 4 , 1 0 3 1 ; a distan7.1 , 1 8 1 , 1 90, 394 sg., 4 1 7 ; amnesia dopo 1 ', 1 0 3, 1 3 1 sg., 597; aneste­ sia medica mediante, 9 5, 1 3 3; aspetti prin­ cipali dell ', 1 3 3- 3 5 ; aspetto socio logico dell ', 1 77 sg., 22 3-2 5; a u to-, 44, 1 80, 994 ; bibliografia sull', 877, 8 8 3 ; come rappre­ sentazione teatrale, 90, 1 3 2, 1 3 8, 1 8 5, 26 5, 393, 39 5, 869, 874 sg., 8 8 o ; criminalità sotto, 1 0 2, 1 3 1 , 1 3 6 sg., 1 9 3 , 870, 877 sg., 8 8 1 , 8 8 3 ; c filosofia, 1 9 8 ; c genio, 204, 8 7 5 ; elemento erotico nell', 1 3 6 sg., 1 79 sg., 1 86, 8 8 3 sg.; esperienza soggettiva nell', 16 sg.; lucidità durante 1 ', 82, 90, 1 3 4 sg.; metodi d'induzione dell ', 1 3 2 , 88o; parziale, 204, 904; pericol i del l ' , 88 sg., 1 36- 3 8 ; rapporti d e l l ' , c o n l a let­ tera tura c l 'arte, 1 9 3 sg., 1 9 8 sg.; recita­ zione d'una parte nell', 1 34 sg., 1 76 sg. , 1 8o, 4 1 7, 542 sg. ; regressione psicologica d'età nell ', 1 3 4 sg., 1 8 2, 4 2 2 ; seduzione sotto, 89, 1 3 6 sg., 1 79 sg. , 1 9 3 ; sim ulazio· ne nell', 202 sg., 874, 884; situazione ipnotica, 1 3 2 sg.; sonno ipnotico, 1 00, 1 0 2

Vol. '• pp. t -p 6 / Vol. >, pp. 5>7-1 045

sg., 1 29 - 3 2 , 1 36, 1 40, 1 7 7; suggestione do­ po 1 ' , 87, 89, 1 3 1 sg., 1 34, 1 3 7, 1 7 5, 1 8 2 , 1 9 4 sg., 3 7 3 , 5 9 6 s g . ; utilizzazione dell', per l'esplorazione psicologica, 204, 4 1 4, 904; vedi anche Parapsicologia; Regres­ swne Ipnosi, teorie sull ' : di Adler, vedi Adler Alfred, teorie d i ; d i Bcrnheim, vedi Bernheim, teoria dell'ipno­ si di; d i Charcot, vedi Charcot J .-M . ; di Forel, vedi Forel, teorie di; d i Freud, vedi Freud S., teorie d i ; di Janet, vedi Janet Pierre, teorie di; di Mesmer, 8 3, 1 3 8; di Meynert, 1 3 8, 8 8 2 ; di Myers, 204; d i Stri.impell, 887 Ipnosi, uso dell', i n psicoterapia, 3 8 sg., 89, 1 68, 1 76 sg., 20 5; contrattazione ipnotica, 1 78 ; metodo catartico, 1 78, 88o sg., 9 0 5 ; rilassamento, 1 77 ; sonno ipnotico prolun­ gato, 96, 897; suggestione terapeutica nel­ l ' i pnosi, 1 7 7-80, 2 2 5, 240; vedi anche De­ linquenza/Criminalità, teorie sulla l pocondria, 2 20, 2 32, 247, 284 lrène (paziente d i Janet), 3 3 2, 4 3 1 - 3 3 , 4 7 3 , 918 Irma (paziente d i Freud), 5 1 3 , 567 Isolani Gertrud, 862 lspirazionc7 1 7 2 , 1 99 Isscrlin M . , 0 26, 947, 1 020 Isteria, 1 67-7 1 , 287; aspetto sociologico dell ', 1 67 sg., 9 1 8 ; concezione popolare dell', 1 67, 3 9 3 ; grande hystérie, 1 0 5, 1 1 4, 1 1 7, 1 69, 506, 56 1 , 5 6 3 , 8 7 2 ; maschile, 1 66, 1 69, 3 5 3 . 504-08, 520, 542, 6 3 8 ; modo di vivere teatrale come espressione di, 300; nella letteratura, 1 70, 89 5 sg.; psicogenesi sessuale dell', 3 5 3 sg., 6 1 9 ; " recitazion e " d i u n a parte nell', 1 1 7, 1 70, 1 76, 542 sg., 54 5 ; scomparsa verso il 1 900 dell', 300, 9 1 1 ; simulazione nell', 1 76, 203; trattamento dell', 42 1-24, 5 1 1 , 56 1 , 894, 900 sg. Isteria, teorie sull ' : d i B1binski, 1 1 7, 9 1 1 , 96 1 ; d i Benedikt, vedi Benedikt, concetto di; d i Bernheim, 102; di Binet, 1 69 sg., 3 5 3 , 436; d i Breuer, vedi Breuer; d i Briquet, 1 67 sg., 1 70, 3 5 3 , 8 7 2 ; di Charcot, vedi Charcot J .-M . , concezioni d i ; di Forel, 897; di Freud, vedi Freud S., teorie di; d i Hellpach, 9 1 8 ; di ldeler, 2 so sg.; di Janet, vedi Janet Pier­ re, teorie di; di King, 1 69 sg., 3 5 3 ; di Moebius, 8 7 8 ; d i Myers, 899 ; vedi anche Breuer J., opere di, in collaborazione con Freud; Charcot ; Richer Istinti, teorie sugli, vedi Sessuale (istinto/

pulsione); Pulsione d i morte, teor il! sulla; Pulsioni aggressive; Pulsioni, teorie delle Istituto Liébeault (Amsterdam), vedi Lié­ beault Jackson J . H . , 240 sg., 382, 4 1 9, 467, 548 Jacobson E ., 9 9 1 Jaffé Aniela, 7 8 5, 8 5 7 J a h n E . , 6 8 3 , 7 1 9 sg., 7 5 5 James W., 1 40, 1 5 7 sg., 207 sg., 306, 397, 399. 463, 4 6 7, 4 8 1 , 797. 8 ! 8, 86 1 , 879 . 8 8 3. 907, 1 0 1 5, 1 0 1 9 Janet Duchesne Marguerite, 399, 404, 4 1 0, 412 Janet Fanny (I l ) , 399, 404 Janct Hummel Fanny (l), 3 89 sg., 3 94, 4 1 1 Janet J ules (l), 3 8 8-90, 399 Janet J ules ( I l ) , 1 1 5 , 390, 393, 395, 40 3 sg. J anet Pau! (l), 292, 3 89 sg., 3 9 5 sg., 46 5, 872 sg. Janet Pau! (I l), 390 Janet Pichon Hélène, 3 89, 399, 407, 4 1 0, 412 Janet Pierre, 3 87-48 1 ; a l Collège d e France, 399•40 1 , 403, 903, 9 1 2 , 978, 988, 99 1 ; ambiente culturale di, 2 2 8, 307 sg., 4 1 0 sg. ; ambiente familiare d i , 388-90; ana­ lisi psicologica i n , 4 1 7, 424-3 5, 62o, 8 8 3 , 8 8 6 , 900, 9 50 s g . ; casi clinici di, 3 3 2 (ve­ di anche Ach illes, Irènc, J ustine, Léonie, Lucie, Madame D., Madeleine, Marcelle, Marie, Meb, Nadia); come filosofo, 406, 4 1 5- 1 7, 4 57 ; come personaggio d i roman­ zo, 406, 88o; come psicoterapeuta, 409, 4 1 1 , 6oo, 6 8 1 ; conferenziere, 408; con­ temporanei di, 4 1 2- 1 5 ; dottorato alla Sor­ bona di, 396 sg., 404; e Adlcr, vedi Adler Alfrcd; e Babinski, 40 1 , 4 7 2 ; e Bergson, 400, 4 1 2 sg., -1 36, 4 5 7, 4 6 3 ; e Bernheim, 397, 88o; e Binet, 4 1 3 sg., 89 5, 904; c Bleuler, vedi Bleuler E . ; e Charcot, 1 1 3 sg., 1 1 9, 39 2-9 5, 424, 426 sg., 467, 4 7 2 sg . , 868, 8 8 2 , 890 sg.; e Freud, vedi Freud S . ; c g l i autori americani, 2 8 5 , 306, 4 6 7 sg.; e i filosofi francesi, 4 1 5, 4 1 7, 46 5 sg. (vedi anche Janet Pau! I ) ; e i surrealisti, 9 7 1 , 9 7 3 sg. ; c Jones, 472, 926, 9 5 1 sg.; e J u ng, vedi Jung C. G . ; e Krafft-Ebing, 409, 1 0 2 2 ; e la parapsicologia, 395, 406, 1 0 3 8 ; e la prima guerra mondiale, 9 59 ; c l a prima psichiatria dinam ica, 1 7 1 , 1 74 sg., 204 sg., 2 1 4, 287, 467; e l 'Illu­ minismo, 2 34, 3 8 7, 396, 7 2 3 sg., 749, 1 0 3 3 ; e Mead, 469 sg.; e Meyer, 40 1 , 408, 446, 9 1 7 ; e Myers, 39 5, 397, 399, 899, 9 7 1 ; e Pavlov, 469 ; e Raymond, 1 47, 207,

1 06 2 398, 400, 4 34, 892 s g . , çoo, 90 3 ; e Ribot, 400, 404, 466-68, 472; c Schwartz, vedi Schwartz; f�ma e declino di, 397, 399, 403, 4 7 2 sg., 920, 9 2 5 sg., 9 29, 9 37, 978, 990; fondator� dell'Institut psychologique internat;onal, 399 sg., 9 0 3 ; fonti di, 464;o; impostazione della vita di, 387 sg.; i n ­ fanzia e giovinezza di, 390 sg. ; influenza di, 470-74 ; la grande sintesi di, 448- 5 7 ; lealtà di, alle organizzazioni scientifiche tradizionali, 407, 482, 1 04 1 ; matrimonio c vita famil iare di, 399, 4 1 0 ; morte di, 40 5 ; partecipazione a congressi di, 397· 99, 40 1 -0 3 , 879, 886, 8ç6 sg., 904, 9 2 4 s g . , 9 2 9 , 9 3 5, 949- 5 1 , 9 9 0 ; personalità d i , 40 5- 1 2 , 4 ' 5-1 7, 4 5 7 ; professore a Cha­ t ca urou x c Le Havre, 39 2-96, 872, 877; professore a Parigi, 397-99; psicologia della condotta c delle tendenze, 403, 44857, 465, 467 sg., 9 6 1 , ç68; scarso mate­ riale biografico su, 3 3 2, 407, 4 1 0, 473, 664 ; scritti in onore di, 404 ; studi di, sulla criminalità, 403, 7 1 0 ; studi e tesi d i me­ dicina, 397-99, 878, 89o; studi storici di, sull'ipnotismo, 3 1 , ;8, 87-89, 1 00, 1 0 5, 1 1 2 sg., 1 3 8, 1 5 3 , 1 86, 20 1 , 396, 9 0 3 ; tcuria dinam ica di, 3 4 0 s g . , 4 38-48; t e s i la ­ tina di, 307, 396; tipologia in, 444-46, 81 3; ultimi anni di, 404 sg.; viaggi in Ameri ca latina di, 403, ç 8 8 ; viaggi negl i Stati Uniti di, 40 1 -0 3 , 9 1 7 sg., 9 20, 990 )anet Pierre, opere di : Amour et /a haine, L', 48o; Automatisme psyc/w/ogiq uc, L', 1 8 1 , 208- 10, 370, 396, 406, 4 1 3 sg., 4 1 7 sg., 4 20, 43 5, 448, 464, 470 sg., 882, çoo, 1 0 0 1 ; De J'angoisse à J'extase, 402, 448, 4 5 8, 470, 472, 988, 99 1 ; Evo/ution psyc/w/ogiq ue de /a per­ sonna/ité, L', 2o8; Force et /a faib/esse psycho/ogiq ues, La, 4 3 8 ; Intel/igence ava n t /e /angage, L', 998; Major Symptous of Hysteria , The, 2 1 2 ; Médications psy­ cho/ogiques, Les, 3 1 , 96, 396, 40u, 402, 409, 4>8 sg., 473, 949, 968; Névroses, Les, 207, 4 3 5 ; Névroses et idées fixes, 3 8 1 , 4 3 5, çoo; Obsessions et la psyc/1asténie, Les, 400, 4 3 5, 4 3 7 sg., 44 1 , 448, 9 1 3 ; Psyc/w­ /ogie de /a croyance, La, 1 004; Traitemen t psycho/ogiq ue de J'hystérie, çoo J an et Pierre, teorie d i : alcolismo, 402, 46o ; amore e odio, 408, 4 5 1 , 464; ;m tomatismo psicologico, 4 1 724, 5 59, 844, 878; credere, 4 5 3- 5 5, 4 6 2 ; deliri di persecuzione, 403, 4 5 2 ; emozi o­ ni, 4 5 1 , 4 59 ; energia psich ica, 2 8 5, 4 3 848, 467, 8 1 5 sg.; fughe, 1 4 7 ; funzione del

INDICE ANALITICO

reale, 4 1 3, 4 36, 4 54 sg., 4 7 1 , 62 1 ; ftm­ zione di sintesi, 420, 4 2 5, 4 3 7, 4 7 1 , 5 9 5 , 6 2 0 , 84 1 ; idee fisse subconsct:, 5 3 , u 8 sg., 1 76, 4 2 1 ·26, 4 3 2 s g . , 4 3 8, 4 4 3 . s6 3 , 6 2o, 8o4, 844, 8 9 3, 9 24, 9 so ; ipnosi, 1 303 2 , 206, 4 1 9, 447, 879; isteria, 1 70, 398, 420 sg., 4 3 5 sg., 4 78, 889, çoo, 904, 9 1 2 sg., 9 1 8, 924; l inguaggio, 4 5 2- 54 ; m�dici­ na psicosomatica, 377; memoria, 4 5 2 ; ne­ vrosi, 2 87, 43 5-38, 59 5, 8o8, 8 34; perso ­ nalità m ultipla, 1 47, 1 6 1 sg., 4 1 9 ; psico­ astenia, 3 3 7, 4 3 5, 44 5, 4 6 5 , 8ç8, 1 0 3 6 ; psicologi a di massa, 4 5 9 , 8 5 3 ; rapporto terapeutico, 1 8 1 sg., 4 1 7, 420 sg., 4 3 3 sg., 447, 5 6 5 , 6 2 1 , 897, 1 0 3 8 ; religione, 347 sg., 4 57-64 ; spiritismo, 98, 419, 463; sub· conscio, 1 74, 4 1 8, 448, 466, 7 2 7, 929 janet Pierre, util izzazione in : della fissazione di un cristallo, 4 3 3, 6o 3 ; della scrittura automatica, 1 40, 4 1 7, 4 2 5 sg., 603, 886, 9 7 2 ; della stimolazione mentale, 4 3 1 ; delle " d istrazioni ", 4 1 9, 426, 4 3 2 sg.; de l l ' ergoterapia, 446 sg.; del­ l ' i pnosi, vedi )anet Pierre (casi clinici ) ; del parlare automatico, 4 2 6 , 6 o 3 , 6 2 1 , 886, 972 )aspers K., 296, 3 1 9, 3 2 1 , 379 )a urès )., 392, 4 1 2 ) enscn W., 1 44, 207, 344, 6 1 0, 9 1 6, 9 2 3 , l O I Q, 1 040 )offe A., 670, 674 l ohnson J ., 284 )ones E . , 240, 2 9 1 , 471 sg., 475, 4 8 1 , 490 sg., 49 3 , 499, 502, 5 1 5, 524, 5 26, 546, 5 5 2 sg., 5 5 5 sg., 6 2 1 , 6 3 3, 642, 6 so, 677, 7 8 3 , 8 59, 872, 894, 926, 9 30, 9 5 1 s g . , 9 59, 1 0 2 s. 1 0 28 joyce ) . , 1 97, 8 3 8, 9 7 2 /ugendsti/, vedi A r t nouveau ) u ng C . G . · a Bollingen, 779 sg., 789; ambiente cul­ turale di, 2 28, 307, 84 3-4 5 ; ambiente fa­ m iliare di, 76o-66 ; ambiente svizzero di, 760·6 2, 784 sg., 84 3 sg. ; autocsperimenti di, 7 7 5-79, 794 sg., 8oç sg.; contempora­ nei di, 790-9 5 ; contril)uti alla psicoanalisi di, 8 5o ; criptomnesia ' ·' · 200, 8 1 4, 84 5 ; e Adler, vedi Adkr Alfred; e Bachof{!n, 2 6 2 , 762, 844, 84 7 ; e Binet, 4 1 4, 8 1 4, 844 ; e Bleuler, 3 36, 770-74, 779, 8o1-o4, 8 1 3, 844, 8 s 8, 9 1 6 sg., 9 20, 9 5 3 ; e L. Daudet, 848 sg., 8 7 3 ; e Flournoy, 1 40, 773, 844 sg., 9 1 3 , 1 0 39 ; e Freud, 524 sg., 5 3 2 , 5 5 5 , ;88, 6 2 5, 629, 6 3 2, 6 5 3, 7 59, 76 5, 77 2· 7 5 . 780, 784, 786, 79 2 , 79 5 . 80 3-09, 8 1 5, 8 1 7, 820, 8 24, 829-3 1 , 8 3 3, 8 37, 845, 8 so,

1063

Vol. 1 , pp. l - p 6 / Vol. 2, pp. 527-1 045

8 5 3, 8 5 5 sg., 9 2 1 , 9 2 3 s g., 9 2 6 , 9 30, 9 34, 940 sg., 948- 5 5, 1 0 3 7 ; c il Codex Jung, 784; c il C . G . Jung lnstitut, 783, 8o 3 ; c i l Romanticismo, 2 34, 240, 2 4 2 , 2 5 2 , 6 1 8, 7 4 9 , 8 4 5 , 8 4 7 , 1 040 sg.; c i pazienti, 788, 1 0 3 7 ; c i surrealisti, 1 0 2 5 ; e Jahn, vedi J a h n ; e j a net, 1 7 5 , 470, 77 2-74, 8oo, 8o2, 8o4, 8o8, 8 1 3- 1 5 , 8 34, 844, 8 5 3 , 9 1 3 , 9 2 4 s g . , 9 > 1 ; e Krafft-Ebing, n o ; c la casa di Kiisnacht, 7 7 3 , n 8 , 789; e la criminologia, 8 o 3 ; c la psicologia, no; c la prima psich iatria dinam ica, 1 7 1 , 1 74, 204, 2 1 4 ; c la psicologia analitica, 8 1 5-26, 1 o. o ; e Maeder, 786, 8o8, 84 5, 8 58, 1 0 1 2 ; c Nietzsche, 199 sg., 3 24, 3 2 6, 7 6 2 , 769, n6, 8o 6 , 8 1 3 , 8 2 1 , 82 3 , 8 3 8, 8 4 7 ; fama di, 780-8 5 ; fonti di, 84 3-49, 1 0 39 sg.; idee politiche di, 788, 8 3 8 sg.; idee sulla religione di, 768, 796 sg., 8z8, 8 39-4 3 , 8 5 3 ; in fanzia c giovinezza di, 766-70, 78 5 ; infl usso d i , 849 - 5 6 ; interesse d i , per l 'al­ chimia, 780, 787, 8 3 5, 1 004; interesse di, per l 'astrologia, 8; s ; interesse di, per lo gnosticismo, 784, 8 1 0 sg., 8 34 ; libero do­ cente, 772, 774, 8o9 ; malattia creativa di, 247. 5 1 5, 77 5·78. 794 sg., 8 s s. 9 6 1 , 1 0 3436; matrimonio c figli di, 772, n8, 7 8 8 ; me mbra della Zofingia, 76 9 sg., 79 1 , 79 5 sg.; morte cd esequie di, 78 5 ; nel periodo del Burghòlzli, 770-7 3, 786, 8oo-o 8 ; nel periodo intermedio ( 1 9 1 3-1 9), 7 74-78, 809- 1 4 ; partecipazione a congressi di, 4 0 1 , 774, 784, 9 2 4 sg., 9 5 1 ; periodo psicoana­ litico di, 77 2-74, 804-09, 9 34 ; personalità di, 78 5-89, 84 3 sg., 1 0 3 3 ; polemiche di, 31 3, n4. 94 3-46; presunta collaborazione con il nazismo, 780-84 ; pubblicazion i di, 988, 99 1 , 997; quadro della vita di, 7 59 sg.; reattivo di associazione verbale di, 3 3 7, 368, 7 7 2 , Soo-0 3, 8 1 6 sg., 849, 9 20, 9 3 1 , 1 04 2 ; soggiorno a Parigi di, n z , 8 1 4 ; stud i di medicina d i , 7 6 8 sg.; studi sui medium di, 30, no. 780, 79 7-Soo, 844 sg., 1 0 39 ; tipologia di, 4 1 4, 4 3 8, 8 1 0- 1 4 ; viaggi i n Africa di, 774, 779 sg., 7 8 7 sg., 8 2 5, 9 8 5 ; v iaggi in India di, 7 8 1 ; v iaggi negl i Stati Uniti di, 773 sg., 807, 9 29-3 1 ; visioni di, 779, 7 8 2 ; vita militare di, no, 772, n s. 788; vedi anc/1e Psicologia lung C . G., il Vecch io, 76 2-6 5, 770 Jung C . C . , opere di, 1 99, 2 1 2 , 99 1 ; Ai6n, 84 1 ; Ana lisi psicologica dello " Zarath ustra " di Nietzsc/Je, 8 3 7 sg.; Contributo alla psi­ cologia della diceria, 8o s ; Importanza del padre nel destino dell'individuo, L', 8o4; Li bro nero, 777, 8 5 6; Libro rosso, 777,

8 s6 ; M a n a n d H i s Symbols, 8 59 ; Psicolo­ logia della dementia praecox, 7 7 3 , Soz, 926; Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti, 86o, 9 1 3 ; Rea ltà del­ l'anima, 9 9 7 ; Risposta a Gio bbe, 7 8 2 , 797, 8 4 2 ; Tipi psicologici, 779, 809, 8 1 1 , 844, 968, 978, 988; Trasformazioni e sim boli della li bido (ed. def. Sim boli della tra­ sformazione), 6o6, 774, 8o6 sg., 8 1 0 sg., 8 1 5 , 8 so, 940 Jung C . G., psicoterapia di, 8 2 7-34, 969, 1 00 1 , 1 006; e rieducazione, 833 sg., 8 4 5 ; metodo sintetico-ermeneutico, 8 2 9- 3 3, 1034 l u n g C . G . , teorie d i : Anima e Animus, 240, 2 6 2 , 3 4 3 s g . , 776, ns. 8 1 9- 2 2 , 8 3 2 sg., 839, 84 5. 8 s 3. 8 s s. 9 2 3 , 1 0 36, 1 0 4 2 ; archetipi, 240, 2 4 2 , 7 7 5 sg., 778 sg., 8 1 6-2 5, 8 3 2 sg . , 8 4 0 sg., 8 4 5 , 8 so, 8 5 2- 5 5 ; complessi, 1 76, 8o1-0 3 , 8 1 7, 8 so; cnantrodomia, 8 z 6 ; energia psichica, 81 > sg., 9 5 1 ; funzione trascendente, 8 30; imago, 3 4 3 sg., 8 1 7, 8 2 1 , 8 so ; inconscio, 244, Soo, 8o4, 8 1 6 sg. ; individuazionc, 204, 2 36 sg., 7 39, 777, 799, 8 2 3-26, 83 5, 843, 8 so; in flazione psich ica, 79, 8 2 3 , 8 3 > , 8 5 3 ; isteria, 8 o 2 ; libido, s88, 8o6o8, 8 1 5 sg. ; mandala, 777, 8 2 5 sg. ; Magna Matcr, 2 6 2 , 8zo, 8 2 3 , 8 3 2 sg., 848; mito­ logia, 847 sg., B s z , 1 004; " n uminoso ", 8 39 sg. ; Ombra , 1 9 1 , 819 sg., 832 sg. ; Per­ sona, 8 1 9 sg., 8 3 2 ; progressione c regres­ sionc, 8 1 6, 8 z 6 , 8 3 8; psicologia di massa, 838 sg., 8 5 3 ; psicologia femminile, 3 4 3 , 8 2 1 s g . ; psicologia infantile, 8 0 4 sg. ; psico­ si, 7 7 3 , 8 o 1 - 0 3 , 8 1 7, 84 1 , 1 040; realtà psich ica, 778, 79 5-8oo, 809, 8 1 6, 8 3 8, 1 0 4 2 ; saggezza, 8 2 5 ; Sé, 8 1 9, 8 2 3 , 84 1 , 1 0 3 6 ; segreto patogeno, 5 3 , 8o8, 8 2 7 sg.; sincronicità, 837; sogni, 3 6 1 , 366, 7 7 5 sg., 796, 8 2 5, 830 sg.; spiritismo, 779, 7968oo ; struttura della psiche, 8 1 9-2 3 ; Vec­ ch io Saggio, 2 6 2 , 3 2 6, 8zo, 8 2 3 , 8 3 2 sg.; vita provvisoria, 827 J u ng P. A., 764 sg., 768 l ung Preiswerk Emilie, 764 sg., 769 Jung Rauschenbach Emma, 772, 778 sg., 78 5, 788, 862 lung-Still ing H . (Heinrich Jung), 50, 646, 769 l mcvii' Sergc, 399 Justine (paziente di Janct), 4 2 7-29, 473, 8 9 3 , 900, 9 1 8

Kaan H., 348, 3 8 3 Kafka F . . 6 2 3

INDICE ANALITICO

Kairo s , 2 3

Kunz H., 7 2 3, 7 5 5, 1 042, 1 0 4 5

Kannabikh J . V., 992, 1 0 2. 8 Kant 1 . , 2 29, 2. 3 1 sg., 2.4 5, 2. 90, 4 56, 699, 724, 799 Kardec A . (Hippo)yte Rivail), 9 8 Kardiner A., 7 39, 979 Kassowitz M ., 488 Katz D., 7 3 0 Kauders, 9 7 4 sg. Keller W., 742, 7 5 7 Kempf E . , 7 36 sg., 7 5 6 Keplero, 8 5 2 , 9 3 2 Kcrényi K., s8, 8 5 2 , 86 s Kcrner J . , 1 8 sg., 66, 78, Q l - 9 5, 1 29, 200, 769, 7 8 1 , 79 8 sg., 84 7, 1 0 3 8 sg. ; vedi an­ che Parapsicologia Kern H., 2 4 1 , 29 1 Kcrris Felicitas, 469, 4 8 1 Kessclring M . , 94 3-46 Key Ellen, 3 7 5, 902 Kieser, 38, 90, 1 8 7 King A. F. A . , 1 69, 3 5 3, 3 8 3 Ki nkel 1 . , 9 80, 9 8 3 , 1 0 2 6 Kipling R., 2 76, 2 9 9 , 3 1 7 Kitsune-tsuki, 1 5 sg. Klaesi J . , 742, 7 57, 980, 1 026 Klages L. , 294, 3 1 9 - 2 1 , 379, 7 5 3 , 846 Klein Melanie, 994, 1 0 2 8 Kleist I l ., 1 4 1 , 2 3 7 Klimt G., 3 3 2, 903 Klingcr J . A., 1 80 Kluge C. A. F., 90, 1 8 7 Koch R . , 3 1 4 sg., 8 8 3 Kollcr C . , 50 1 , 504 Kiinigstein L . , 5 0 1 , 504, 509 Knrsakov S., 3 7 3 , 386 Kracpelin E., 3 34, 3 3 7, 409, 5 39, 698, 8o 1 , 992 Krafft-E bing R . v o n , 1 0 2 , 3 1 2, 349- 5 1 , 3 54, 3 56, 3 8 3 , 409, 5 1 6, 5 2 2 , 564, 579 sg., 584 , 6 1 8, 666, 7 2 1 , 8 7 5 sg., 889, 89 5, 9 0 1 sg., 9 1 2 , 9 1 5, Q l Q , 9 3 3, 947, 1 0 2 2, 1 0 1 4, 1 0 1 6 Kraus K . , 5 2 2 , 5 7 1 , 579, 6 39, 9 1 9, 9 2 7 s g . , 966 sg., 1 0 20, 1 0 24 Krauss F., 58 1 , 9 34 Krestnikov N . , 992, 1 0 2 8 Kretschmer E . , 479, 7 80-8 3, 7 8 7 , 8 1 3 , 8 59, 978, 99 5 Krishabcr M . , 2 8 7 , 296, 56 1 , 644 Kriss-Heinrich H., 1 7, 56 Kriss R., 1 7, s6 Kropotkin P., 276, 7 3 3 Ksenofontov G . V . , 6 , 56 Kuhn A., 583, 646 Kiinkel H., 7 1 9 , 73 5

Lacan J . , 6 5 2 Laclos P.-C. d e , 5 8 2 , 646 Lacordaire H . - D. , 1 89, 2 1 0 Ladame P.-L., 879, 8 8 1 , 9 3 3 Lafayette M .-J . de, 7 5, 96 Lafitau J .-F., 2 5 7 Lafontaine C . , 88, 9 5, 99, 1 8 5, 2 1 0 Laforgue J . , 5 8 2 , 646 Laforgue R., 5 2 7 , 6 39 Lamarck J . - B . de Monet de, 270 Lange-E ichba :nn G., 746, 7 57 Langermann, � so, 2 5 2 LaPiere R . , 629, 6 3 1 , 6 5 1 L a Rochefoucauld F . de, 1 1 3 , 6 1 8 Laromiguière P . , 1 7 5 , 209 Lasègue E .-E ., 3 50, 3 8 3 Lassaignc A., 1 8 5 sg., 2 1 0 Laurent L . H . C . , 886, 1 0 1 5 Lautréamont (Isidore Ducasse), 970, 9 7 3 Lavatcr J .-G . , 6 4 Lavoisier A.-L. de, 7 s . 8 s. 2 1 5 La zar E., 98 S Le Barbier C . , 30 Le Bon G., 1 94, 2 1 1 , 6o7 sg., 649, 89 3 , 1 0 1 6, 1 0 3 2 Lccky P . , 742, 7 5 7 Lecky W. E. H., 290 Lei bbrand W., 240, 247, 29 1 sg., 3 7 8, S 59. 64 3 , 84 s sg., 864 Lefcbvre H., 296, 699, 7 5 3 Leggende /Dicerie : studio scien tifico della formazione delle, 6 29, 6 5 2 ; su Adler, vedi Adler Alfred ; su Charcot, vedi Charcot; su Darwin, 2 71 sg., 29 5 ; su Freud, vedi Freud S.; su Janet, 929, 1 0 1 9 sg., 1 0 2 2 ; su J ung, 7 8 2-8 5 ; S i! Liébeault, 1 00, 1 24 ; su Nietzsche, vedi Nietzsche; su Mesmer, 78 sg.; su Rim­ baud, 630 Leibniz G . W. von, 2 39, 3 1 3, 3 39, 366, 3 8 5, 4 0 5 , 6 8 3 , 7 1 9, 724, s n Leidesdorf M . , 507 sg., 540 Lci ter, 504 Lenormand H . R., 1 97, 5 30, 6 39, 8oo, 86o Leonardo da Vinci, 5 3 1 , 5 4 5 , 6 1 0 sg., 9 34 Léonic (pazient� di Janet), 1 64, 1 8 1 , 39496, 404, 4 1 0, 4 1 3, 4 1 7-20, 8 7 3 sg., 1 0 3 8 Lcsky Erna, 6 3 5 , 6 so Lessing G. E . , 2 3 1 Lctargia, 1 0 5, 1 1 5, 1 2 8, 1 4 1 sg., 1 68, 1 70, 868 Lévi-Strauss C . , 5, 9, 56, 59 Lévy-Bruhl L . , 4 1 2 , 4 1 5 Lewin B., 29 sg.

Vol. J, pp. • -; • 6 / Vol. 2, pp. 527·1 045

L ' Hardy Estelle, 1 ;o- ; 3, 1 7 8, 5 ;6, 1 0 3 8 Liberty, stile, vedi Art nouvea u Libido : in Freud, vedi Freud S., teorie di; in Her­ man, ; So, 9 1 6 ; in J u ng, vedi Jung C. G . , teorie d i ; in M o l i , 8 1 5 , 90 1 , 1 00 2 ; u s o del term ine prima di Freud, 3 5 3 , 3 5 5, 579, 8 1 5, 875, 90 1 , 9 1 2, 9 1 6, 1 00 2 ; vedi anche Sessuale (istinto/pulsione) Li bro tibetano dei morti, Il, 646, 8 3 5, 8 6 3 Lich tcnbcrg G . C . , 1 48, 5 7 2 , 6 2. 1 Lichtcnhan, 7 9 6 sg. Liébeault, A.-A., 8 7 sg., 1 00-0 3 , 1 3 2 sg., 1 7 5, 1 77 sg., 397, 5 1 1 , 54 2. , 5 59, 6 1 9, 64 5, 869, 874, 8 8 2 , 884, 90 1 , 1 006, 1 0 1 5 ; Istituto Liébeault, 1 0 3 , 90 1 sg.; premio Liébcault, 8 8 ; ; vedi anche Nancy, scuo­ la di Lie-detector, 8 50 Liégcois J . , 1 0 2 , 870, 8 8 1 , 8 8 3 sg., 9 0 2 ; •edi anche Nancy, scuola di Liguori A . de, 347 sg., 3 8 3 Lindau P . , 1 9 6, 2 1 2 Lindner G . A., ; 6 3 , 6 1 7, 6 ;o Lindner S . , ;Bo, 646 Lingna(e)/Linguaggio : coniate da m edimn, 9 3 , 1 9 3, 3 7 1 sg., 798, Qo6 sg. ; ebraica, 484-86, 49 1 ; esperanto, . p 1 , 477, 1 0 2o; francese, 2 1 7, 303, 308, 3 7 6 ; inglese, 3 76, 9 6 5, 1 00 5 ; latina, 2 2 7, 307 sg., 4 1 0 ; origine della, 2 1 6, 2 3 3, 2 7 1 , 1 0 2.2. ; psicologia del, 4 5 2- 5 4 , 9 8 1 ; tedesca , 2 3 6, 302, 304, 308, 4 1 1 , 9 6 5 , 1 00 5 ; yid­ dish, 487; vedi anche Motti di spirito Linneo C., 2 2 7 Lipps T., 5 7 1 , 64 5 , 896, 1 0 1 7 Liszt F . , 6 ; ; Littré E . , 264 sg., 294 Lj uhimov A., 1 04, 1 08, 1 1 0, 1 1 2 , 1 1 6, 1 24 sg., 890, 892 Lombroso C . , 3 29, 3 ;6, 397, 399, 59 3, 62.2. , 769, 879. 9 1 2 Longfellow E . W., 301 L6pez lbor J . J . , 1 007, 1 0 3 0 Lothar E . , 9 6 3 s g . , 1 024 Lourdes, 36, 1 0 7, 88 ;, 948 Lowell P., 1 6, 378 Lowenfeld L., 3 50, ;64, 597, 899, 9 2 1 , 9 3 3 , 1017 Lubarsch 0., 3 1 0, 6 3 3 Lucie (paziente d i Janet), 1 64 , 4 1 7 sg., 420, 4 3 3 . 4 7 1 , 874. 886 Lucka E., 1 66, 1 96, 208 Ludwig E . , 5 3 1 Lurja A . , 986, 1 0 2 7

Lutero M . , 344, 7 20, 790, 8 1 1 Lutzelbourg, conte di, 5 1 , 202, 2 2 5 Mabru G., 1 9 1 , 2 1 1 Macalpine Ida, 6 1 3 , 649 Macario M. M . A., 3 39, 3 8 1 Mach E . , 2 2 7, 290, 940 Macnish R., 1 ;o, 207 Madamc D. (paziente di J a net) , 398, 4 2 527, 4 3 1 - 3 3, 47 1 , 4 7 3 , 6o3, 6 2. 1 , 8 8 ; sg., 900 , 9 7 2 Madeleine (paziente di Janet), 3 9 9 , 402, 4 1 0 , 4 57-6 1 , 46 5, 473, 480, 6 2 5, 904, 988, 1 007, 1 0 3 8 Maeder A . , 2 3 sg., 4 4 , 677, 7 5 2, 7 7 1 , 774, 786, BoB, 8 3 1 , 8 3 3 , 858 sg., 863 sg., 9 4 5 , 9 4 8 , 9 5 1 , 1 0 1 2, 1 0 2 2 Magendie F . , 29 Magia, 39-4 2 Magna Mater, vedi Archetipi Magnan V., 3 29, 3 5 1 sg., 3 8 3 Magnetismo : albero magnetico, 74, 82-84, 1 90, 2 1 9 , 2 2 1 sg., 2 24, 2 8 8 ; cerch io magnetico, 90; A u ido magnetico, 67, 71 sg., 76, 8 2-84, 8 8 , 9 0 , 1 00, 1 1 8, 1 3 8, 1 74-76, 2 1 9 sg. ; ma­ lattie magnetiche, 1 2 8, 1 4 1 -44, 1 6 8, 1 76 Magnetismo an imale, 6 5, 68-96, 8 8 1 , 1 0 3 5 ; vedi anche Mesmerismo Magn in E., 2 1 1 Maier H . , 984 Mailloux N., 744, 7 56 Maine dc Biran F. - P . , 46 5 sg. Malaria, terapia mediante i noculazione di , 540, 876, 96 1 , 9 80 Malattia : d'in iziazione, 44 sg. ; fuga nella, 2 50 sg., 6 1 7, 9 7 5 , 1 040; vedi anche Magnetismo; Malattia creativa Malattia creativa, 4 5, 247, 2 5 3 sg., 5 1 5, 7 7 7 sg. , 826, 8 5 5, 1 0 3 4- 3 6 ; di Freud, vedi Freud S . ; di Jung, vedi Jung C. G . ; di Nietzsche, vedi Nietzsche; vedi anche Fcch ncr; Steiner Malebranche N., 3 39, 394, 4 1 6, 465, 4 7 5 Malthus T. R . , 2 6 9 sg., 276 Mandala, 777, 8 2 5 Mann T . , 2 4 5 , 2 9 2 , 3 1 9, 3 8 2 , 526, 545, 624, 6 3 9 Mantegazza P., 3 50, 5 7 5 Maraiion G., 3 2 2 , 379 Marat J.-P., 76, 1 2 1 , 7 1 1 sg. Marcelle (paziente di Janet), 398, 4 2 4 sg., 4 3 3 Sg., 471, 4 7 3 , 5 6 3 , 884, 886, 900 Marholm Laura, 344, 3 8 2 Maricourt R . d e , 1 84 s g . , 2 1 0

1 066

Marie (paziente di J a n e t) , 4 1 8, 4 2 1-24, 4 3 3, 5 59, 886, 9 1 8 Marie A . , 9 2 5 M a r i e P . , 1 09 , 548 Marinetti F . T . , 9 3 3 , 1 020, 1 0 2 2 M a r io - " F i acca " (paziente di Disertori ) , 1 6 3 -17 ' s g . ,

sg.

Marisa (paziente d i Morselli), 1 6 7 M a r s L., 3 0 Marte, pianeta, 3 1 3 , 3 7 1 , 5 4 6 , 798, 88 1 , ()06 M a rtensen-Larscn 0., 74 3 , 7 5 7 M ar t i F . , 94 3-46 Marti H . , 8 54, 866 Martin Mabd F., 208 Marx K., 2 6 3 , 268, 2 78-8 2 , 6 1 8, 622, 693, 699, 7 0 1 sg. , 7 2 4 !\ g . , 1 0 3 2 Marx 0 . , 6 4 2 Marxismo/Marxisti, 2 6 8 , 2 7 8 - 8 2 , 3 7 5, 6 8 2 , 7 2 5 . 7 3 9 . () 8 6 M a s ch i o :

predo m i n i o del, 298, 3 4 2 s g . ; pr o t e sta del, vedi A dl cr Al fr e d , teor i e d i ; sup e r io r i t à d d , vedi Donna ( i n f e r io r i tà della ) ; tipo ideale d i , 2 2 8, 2 30, 2 3 7 , 290 M a sochismo , 3 26, 3 4 3 , 34S sg. , 59 1 , 99 6 Matriarcato, 2 5 7-62, 7 0 2 , 7 2 4 sg., S47; vedi anche Donna M a up as s a n t G . dc, u 6, 1 9 5, 2 1 1 , 3 1 7, 3 3 2 , S 79 M a u r i n G . d u , 1 94, 2 1 1 , 3 6 2 , 3 84 M a u r y A., 3 5 7-6 2 , 36 5 sg. , 3 7 3 , 384, 567 sg. M a u s s M . , 5 7- 59 Ma xwd W., 76 M a yc r C., 570, 64 5 M ayer R . , 3 1 9 , So7, S 5 2 M a y c r S . , 4S4 sg., 487, 6 3 3 M a y l a n C . E . , > 3 7 , 640 M ayredcr Rosa, 9 1 9 , 1 0 1 9 M c D o u ga l l W . , 469, 607 Mcad G . H . , 4 6 9 sg. Mead Margaret, 744, 7 5 7 Mead R . , 76 Mea res A . , 204, 21 3 M cb (p a z i e n t e di Janct), 4 57, 460 M ech ler A . , 59 3, 64 7 Mecnikov E . , 306, H 4 . 3 7 8 , 3 8 4 , 5 9 2 , 647 Medicina psicosomrttica, 4 5 , 5 c; , 102 s g . , 1 34, 390 , 5 1 5 , 74 5. 8 ; 1 , 888, () 8 2 , 1 006 M c d i u m , 44, 9 8 sg. , 1 40, 1 7 3 , 1 9 2 sg., 3 707 3 , 7 79-8 1 , 797-Soo, 9 1 3 ; vedi anche Ale­ x i s ; C oo k Florence ; C u rran P e a rl Lenore ; H o m e : Paraps icologi a ; P i p e r ; Preiswerk l lelen e ; Rcim· ; S ch n e i de r ; S m i t h Hélèn c ; Thompsou ( M rs )

Meduna J . L . von, 998 sg., 1029

INDICE ANALITICO

Mecrloo J ., 676 A. , 3 8 , 8 5 1 , 86 5 Meige H., 4, ;6, 1 09, 1 2 5 Meisel Hess Crete, 9 39 sg . , 1 0 2 1 M e l a n co n i a / Depressione melancon ica : " dello scienziato ", 1 0 3 4 ; teorie di Adler s u l l a , 708 sg. ; teorie di Freud sulla, 590; teorie d i M inkowski sulla, 9 8 1 ; teorie di Vo:> Gebsattel sulla, 99 1 M ellon Mary, 7 S 3 M dl o n P . , 7S 3 Meng H . , 9S9, 1 0 2 7 M e n n i n g er K., 5 9 3 , 647 Mente, vedi Psiche Mente, concetto " topico " della . 2 56, 6 2 4 M e rin gcr R . , 5 70, 64 5 M cr l ea u - Po nty M . , l O l l , 1 0 30

Meicr C .

Mcsmcr F. A . , 6 1 , 6 ;-S 1 , 8 3-SS, 90, 9 2 , 9 6 , u 8, 1 2 7 , 1 29 sg. , 1 3 2 , 1 3 S , 1 74, 1 76, 1 79 , 1 S 2 sg., 2 1 4 , 2 1 9-2 2 , 2 29, 2 3 3 sg . , 2 3 S , 2 8 2 , 2 8 S , � 2 8 , 6 p , 7 6 9 , 8 S 1 , 1 006, 1 0 3 1 s g . , 1 0 3 6 sg. , 1 0 39 M e s m e r ism o : d i ffusione del, 86-9 7 ; vedi anche Magne­ tismo animale

M c t a ps i col ogia , t e o r i e su l l a : d i L . Daud.et, S48 sg., 8 7 3 ; d i Freud, ve­ di Fre u d S . , teorie di M e tz ge r D . , 906, 1 0 1 7 3 3 5, 3 3 8, 34 1 , 3 8 1 , 40 1 , 40S, 446, 4 0 5, 5 5 2 , 9 1 7, 9 1 9, 9 2 1 , 9 3 1 , 9 50 , 1 006, 1 0 1 0 Meyer E . , 6 1 4 , 649 Me ye r so n E., 4 1 2 M e y e r s o n I . , 4So M e y ne r t T., 1 1 o, 1 1 2 , 1 3 S , 207, 2 S4, 3 3 3 , 3 5 1 , H 5 , 3 8 3 , ;oo, 5 0 2 , ;o6-oS, 5 1 0 sg., 5 1 6 sg., 5 20, 524, 540, 542, 546 sg . , 549, 5 5 1 sg., 56 1 , ; So, 6 1 6 sg., 6 2 2 , 6 3 S, S 8 2 M cysen b u g Malwida v o n , 3 3 0 , 344 s g . , 3 80, 3S2 M i chaelis E . , 2 2 , 5 7 M i ch e l a n gelo, 6 1 0 M ichdct J . , 2 0 1 , 34 3 , 3 4 5 -4 7 , 3 S 2 , ; S 1 sg. , 8 7 5 . 1 040 M i chclscn J . , 944, 947 s g . , 1 0 2 2 M i l h a u d G . , 394, 4 1 2 M i ll J . S . , 264 , 3 1 7, 49S, 6 3 5 M iller, M iss (paziente di Flourn oy), So6, SoQ, S48 Milt B., 66, 1 1 9 M i nkowski E . , B S , 3 S 1 , 404, 68o, 7 5 2 , 9 8 1 s g . , 990 sg . , 996, 1 0 2 6-28 M i n torn W., 1 96, 2 1 2 M i sticismo/ M istici, 1 3 8, 1 4 8, 3 -:; 1 , 46 1 , M eyer A . ,

Vol. 1, pp. 1 - p 6 / Vol. 2 , pp. 527-1 045

46 3 sg., 6 1 5 ; ebraico, 6 2 6 ; vedi anc/1e Problemi filosofici M istificazione, 2 80, 2 8 2 , 6 1 8, 72 5 M itchell J. K . , 1 49 sg., 207 M itchell S . W., 1 50, 1 6 1 , 208, 286, 296, 306, 44 1 , 4 (J 7, 5 1 0, 597 ; terapia di, 286, 44 1 , 5 1 0, 59 7 M 1 to(i), 32 sg., 2 1 6, 2 3 3, 240, 2 59, 2 6 2 , 3 30, 343, 374, 4 54, 4 59, 8o s sg., 848, 8 5o, 8 5 2 sg. ; filosofici, 2 39, 4 1 7, 466, 6o6-o7, 7 34, 847 sg. M it0logia, 2 5 7-59, 8o6 sg., 8 1 0, 8 5 2 sg., 1 004; dd cervello (HirnmythoJogie), 3 34, soo, 548- 5 1 , 6 1 6 sg., 6 2 2 Mitomania, 1 1 , 1 66, 1 76, 374, 4 54 sg., 6 1 3 Mittasch A . , 3 1 9, 379 Modern styJe, vedi Art nouvea u Mocbius P. ) ., 3 3 8 , 342, 3 54, 3 8 2 , 384, 4 3 6, 5 1 7, 5 3 7. 6 1 0, 0 30, 0 40, 8 7 8 , 9 1 2 , 9 3 1 , 1 0 1 4, 1 0 1 8 Moli A., 1 0 2, 1 8 1 , 2 1 0, 3 50 sg., 3 5 5, 3 8 3 sg., s8o, 8 1 5, 876, 8 8 2 , 90 1 , 9 1 2, 9 59. 9 8 8 sg., 1 002, 1 0 1 4 sg., 1 0 1 7 sg., 1 0 2 3 Moniz E . , 99 8, 1 029 Montaignc M .-E. de, 1 29, 206 Montct C . dc, 9 36 Morand P. , 3 3 2, 3 80 Morca u dc Tuurs J .-J ., 240, 3 8 1 , 4 1 9, 466 Mureau dc Tours P., 349, 3 8 3 , 4 1 9 More! B .-A., 2 8 7 , 296, 3 29, 3 5 1 , 3 8 1 , 429, 4 3 8, 1 0 34. 1 044 Moreno Levy ] . , 489, 9 6 3 , 99 5, 997, 1 0 1 2, 1 0 2 3. 1 0 28, 1 0 30, 1 040 Morgan L., 260, 29 3 Morita Shoma, 9 9 1 Morselli E . , 8 7 4 s g . , 907, 9 86, 1 0 2 7 Morselli G . E . , 1 54, 1 6 2 s g . , 1 67, 208 Morsier G . dc, 209, 3 39, 3 8 1 M orte psicogena, 24 sg., 39-4 1 , 1 29 Mosè, 6 5, 4 9 1 , 5 4 5 , 6 1 3 sg., 999, 1 00 5 Moses S., 98, 368 Motti d i spirito, psicol ogia dei, 5 7 1 sg., 6 2 3 , 9 34 ; vedi anche Lingua ; U morismo Mourly Vold J., 3 59, 3 84, 978 Movimento psicoanalitico, 5 2 3-26, 6 3 2 , 69 3, 9 2 0, 924, 929 · 3 1 , 9 3 4 . 9 3 8, 940, 949. 988, 99 2 ; case editrici e pubblicazioni del, 6 3 2 , 9 2 3, 940, 9 6 1 sg., 994, 1 00 5 ; or ­ ga nizzazione del, 6 3 2 , 9 3 4, 1 04 1 sg. ; vedi anche Psicoanalisi Moxon C . , 59 3, 647 Mozart L . , 67 Mozart W. A., 67, 193, 3 1 6 M iihlmann W., 2 24, 289 Muller Catherine-Elise, vedi Smith Hélène M iiller J. von, 497

Munthe A . , 1 1 7 Muratori L. A., 1 29, 206 M u rchison C., 405, 476 Murphy G., 1 66, 208, 3 8 5 sg., 480 Musset A . de, 2 3 7 M ycrs F., 98 sg., 1 1 5, 1 40, 1 6 1 , 204 sg., 207, 2 1 3, 308, 3 68 sg., 39 5, 397, 3 99, 4 1 3, 8oo, 87 5. 879. 886, 889, 89 5 . 899. 9 07, 9 1 3 s g . , 9 7 1 , 1 0 1 4, 1 0 1 6, 1 0 1 8 ; vedi anche Pa­ rapsicolugia Nacht S., 59 5, 648 Nadia (paziente d i Janet), 1 007 Naeckc P., 582, 588, 908, 9 1 9, 1 0 1 7, 1 0 1 9 Naef, 1 4 5, 207 Nagele A. , 5 84, 646 Nancy, scuola di, 87 sg., 99-1 0 3 , 1 1 2, 1 3 1 sg., 1 34, 1 40, 1 7 8, 1 94, 2 0 3 , 340, 5 1 8, 87 3 , 877, 8 8 2 sg., 886, 892, 90 1 ; vedi anc/1e Bernheim ; Liébeault; Liégeois Narcisismo, 242, 3 2 o , 582, s88 sg., 6 1 8, 7 39, 8 5o ; vedi anc/1e Amore Narcoa nalisi, vedi Psicoterapia, metod i di Natenberg M . , 5 3 7, 640 Natura, filosofia della, 1 80, 1 87, 2 3 5, 2 3 8-46, 2 5 5 sg., 3 66, 5 3 6, 5 50, 6 2 2 , 79 3 , 84 5 Naturalismo, 3 1 7, 3 26 sg., 3 2 9 Naumann G . , 3 5 4 , 384 Nazionalità, principio di, 2 2 6 sg., 2 34 sg., 9 56 Necaev, 306 Nehru J., 269, 294 Neisser K., 344, 382, 8 2 1 , 862 Nekyia, 77 5, 79 5, 8o9, 8 3 8 Neoromanticismo, 2 6 1 , 300, 3 26- 3 3, 5 36, 621, 631, 731, 917 Nerval G . d e (G. Labrunie), 1 44, 207 " Neue freie Presse ", 5 3 5, 668, 896 Ncucr A., 700, 703, 7 2 3 , 7 5 3 " Neuc Ziircher Zeitung", 864, 9 4 1 -4 3 Ncumann H . W., 248, 2 5 1 sg., 2 8 3 , 2 9 2 , 3 3 4. 3 5 2, 584, 5 9 6 , 6 1 7, 8 4 7 Ncvrastenia, 284 sg., 287, 289, 3 4 6 , 3 5 3 , 4 3 5. 562 Nevrosi, 5 3 , 2 84, 1 0 34-36 ; d i guerra, 5 2 5, 672, 960 sg., 967 sg., 9 74-7 6 ; d i trasla­ zionc, vedi Traslazione; fattori social i etio­ logici delle, 2 8 1 ; nazionalistica, 9 3 3; si­ filide come fattore etiologico della, 34 2 , 9 8 7 ; sperimentale, 990, traumatiche, 287, 5 0 5 , 509, 5 1 1 ; vedi ancl1e Fobia ; Isteria; Nevrastenia; Nevrosi d'angoscia ; Osses­ sioni Nevrosi d'angoscia, vedi Freud S., teorie di Nevrosi, teorie della : di Adler, 2 8 1 , 696-9 8, 7 2 5 ; di Freud, vedi

1 068 Freud S., teorie di; d i Janet, vedi Janet Pierre, teorie di; d i Jung, 8 34, 839 Newton I., 7 2 , 2 27, 2 3 3, 2 54, 26 5, 269, 3 1 3, 932 Nichilismo, 3 0 5 sg., 3 1 9, 9 3 3 Nicolai G . F., 962, 1 0 2 3 Nictzsche F . , 3 1 7-26; attacco d i , a i valori tra­ dizionali, 2 6 1 , 3 1 9 ; carriera umversitaria di, 309 sg., 3 1 2 , 3 1 8 ; criptomnesie di, 1 99 sg. ; demenza finale di, 3 1 8, 342, 878; c Adler, vedi Adler Alfred; c Lou An­ dreas -Salomé, 324 sg., 34 5 ; c Bachofc n , z o o sg. ; e Didero!, 2 1 6, 3 2 2 , 3 2 5 , 6o9 ; e Freud, vedi Freud S. in rapporto a ; c ) u ng, vtdi Jung C. G . ; e la malattia creati­ va, 247, 3 24, 776, 1 0 34 ; e l 'eterno ritorno, 3 1 8, 3 2 3 sg., 1 0 3 6 ; c Malwida von Meysen­ bug, 3 30, 344 sg.; c Schopenhau c r, 2 4 5 , 3 1 8 ; c Scilli è re, 7 3 1 sg. ; c Wagncr, 3 1 8 ; fa­ miglia e ambiente di, 766; filosofia di, 3 1 9 ; i l superuomo di, 3 1 8, 3 2 3-2 5 ; infl uenza di, 300, 3 1 8, 3 2 4-26; leg ge nda di, 3 1 8, 379; malato di sifilide, 3 4 2 ; morte di, 3 1 8, 90 3 ; nichilismo d i , 3 1 9 ; novità della psicologia di, 3 1 9 ; personalità di, 3 1 7- 1 9 ; pragmati­ smo di, 699; tenden za dem istificante della psicologia di, po, 3 2 4 ; v ita di, 3 1 7 sg. ; Zarath ustra come personalità secondaria di, 1 99, p6, 776, 8 3 7 Ni etzsche F. , opere d i : Così parlò Zarath ustra , 1 9 9 sg., 3 1 6, 3 1 8 sg . , 326, 679, 776, 8 2 3 , 8 3 7 sg.; Genealogia della morale, 201 , 278, 296, 3 2 2 sg., 3 2 5 , 59 5, 6oQ, 69 3 ; Nascita della tragedia . La , 20 1 , 26o, 2 9 3 , 3 1 0, 3 1 2, 3 1 S sg. Nietzschc F., teorie d i : arte, 6oQ , S 1 1 ; autoinganno, 3 20, 3 26, 624; civiltà, 2 1 6, 27S, 3 2 1 sg., 3 2 5, 3 30, 609, 6 2 4 ; coscien za , 3 2 1 sg. ; criminalità, 3 1 9 , 6 2 4 ; energia psichica, 3 1 9, 3 2 5 , 624; Es, 3 2 5, 594; imago materna, 3 2 2 , 32 5, 344, 582, S 2 1 ; inconscio, 3 20, 3 2 4 sg. ; in ibizio­ ne, 3 2 1 ; n ecessit à delle finzioni, 726; ori­ gine della coscienza morale, 2 7S, 3 2 1 sg., 59 5, 6 24 ; origine sessuale del sentimento della bellezza, 3 54; pensa tori creativi , 61 s; pulsion i, 3 20-26, 624, 7 3 6 ; pulsioni di­ struttive c autodistruttive, 3 2 1 sg., 324 sg., 59 3, 624; risentimento, 3 1 1 , 3 2 1 Sg., 3 2 5, 624 Nightingalc Flmence, 301 Niklaus n n , der Fliie, san, S4 1 Nioradzé G., 44, 59 N itze, 504 Noailles Anna dc, 5 3 S

INDICI' ANALITICO

Nuizet, S7 sg., 1 00, 1 3 8, 1 7 7, 1 79, 209, 4 3 2 , 467 Nordau M . , 3 29, 380, 6 1 8 Nostalgia d i casa, 2 7 Noth nagcl H . , 5 2 1 , 5 48, 666 Novalis (F. von Hardenbcrg), 98, 2 36 sg., 24 7 , 2 54 , 29 1 Sg., 343, 3 S 2 , 5 8 1 , 592, 647, 9 1 7, 982 Nozaki Kiyo s hi, 16 N uminoso, 8 1 S, 8 39 sg. Oberndorf C., 927, 979, 1 0 20, 1 024, 1 0 2 6 Obersteiner H . , 3 1 0, S 8 9 , 1 0 1 6 Ochorowicz J . , 3 9 5 , 4 7 5 , S 79 Odio, 3 2 1 , 4 5 1 Oeri A., 766-69, 7 7 5 , 7 9 5 , S 57 Ocslcrl in, Friiulein (paziente d i M esn•er J , 67 sg., 7 2 , 1 0 3 7 Oestcrrcich T . K . , 1 3, 56, zo8, 907 Oglcr Herta, 664, 7 50 Ohtsuki Ken j i , 992 Olismo, 7 2 7 sg. Oliver-Brach feld F., 703, 7 54, 728, S 1 4, S61 " O m b ra " , vedi Jung C . G . , teorie d i Omcro, 679, 7 7 5 , 8 2 2 , 8 z 6 Omosessualità, 34 1 , 3 5 1 , 577, 579 sg., 6 I O· I 3 , 627, 7 4 3 , 962, 9S9, 1 040 Omosessualità, teorie s u l i ' : di Adler, vedi A dle r Alfred, teorie d i ; d i Dessoir, 3 5 5, ; So, 90 1 ; d i Freud, vedi Freud S., teorie di; d i Herman, s8o; di Hirsch fcld, 349 sg., 902; d i Krafft-Ebing, 349; di Meyncrt, 3 5 1 sg., ;Bo, 6 1 6 ; d i M o l i , sSo, 9 0 1 , Q89; d i Weininger, 9 1 4 sg. ; d i Westphal, 349 Operotropismo, 1 0 1 0 Oppenheim, 9 2 8 O p penheimer C . , 9 09, 1 0 1 8 Origene, 8 1 1 Ome M. T., 2 0 3 , 2 1 3 Ospedale generale d i Vienna, sco, 502, 542, 548, 666 sg., 670 Ospedal i, vedi Burghi\lzli; Clin ica Henry Phipps ; Osped 1lc gen e rale d i Vienna ; Sal­ pètriere Ossessioni, 1 3 sg., � 3 . 5 6 2 , 894, 9 1 3 , 9 1 8 Ostwald W., 3 54, 3 8 3 , S u , S 6 1 Otto R . . 8 39, 844, 86 3 Padre : identificazione con i l , 3 2 2, 6o8 , 6 1 3, 626 , 7 6 5 , So4 ; primord iale, uccisione del , 204, 2 7 5 , 278, 60 5 sg., 8 3 5 Page H . , s o s , 6 3 6 Pa1metier Odette, 5 3 1 , 6 39 Paolo, san, 84 1 , 94S

Vol. 1 , pp. I -)26 / Vol. > , pp. 527- 1 045

Papanck E . , 744, 7 5 7 Pappenhcim Bertha, vedi Anna O . Paracelso ( P . T . von Hohenheim), 7 6 , 5 4 3 , 8 3 5. 8 4 7 Paradis Maria-Theresia (paziente d i M esmer), 6 9 sg., 77, 1 0 3 7, 1 0 3 9 Paralisi : dinamich.e, 3 39, 88 5; psichiche o ipnoti­ che, 1 06, 1 6 8, 1 7 5, 3 39, 5 1 6, 8 8 5 ; trau­ matiche, 1 0 5 sg., 5 06, 5 1 0, 5 59, 870 Paranoia, 30, 6 1 2, 709, 7 54, 9 20, 1 0 39 sg. Parapsicologia, 9 5, 97 sg., 369-7 1 , 6 1 4 sg., 769 sg., 778 sg., 8 3 7, 874; vedi anche Alch imia ; Antroposofia; Astrologia; Freud S . ; I Ching; Ipnosi; Janet Pierre; Jung C . G.; Kerner; Mediu m ; Myers ; Spiriti­ smo; Telepatia Pareto V., 6 1 8, 6 50, 9 1 0 Parigi, 7 0 sg., 26 3, 3 3 2, 579, 870, 8 7 8 sg., 890 Parker W. B., 9 29, 1 0 2 0 Pastermadj ian H . , 1 029 Pasteur L., 1 09, 3 1 2, 314 sg., 6 30, 871, 8 7 3 , 876, 89 3. 1 04 1 Pauli W . , 8 5 2 , 86 5 Pausania, 5 8 Padov l . P., 4 6 9 , 6 3 1 , 9 1 3, 9 1 7, 9 9 0 , 1 0 1 2 sg., 1 0 3 4 Pazienti : parte svolta dai, 6 1 5, 624; vedi anche Achilles; Anna 0. ; Beauchamp Christine; Bourne A . ; Dittus Gottliebi n ; Dora ; Doris; Elena F . ; Elisabeth von R . ; Em­ ma; Emmcrich Katharina; Emmy von N . ; Estcllc; Fél ida X . ; Hans, piccolo ; Hauffe Fricderickc; Horeczky de Horcka ; lkara ; Irène; Irma; Justine; Léonie; Lucie ; Ma­ dame D.; Mad.e leine; Marcelle; Marie; Marisa ; Mcb; Miller, Miss; Nadia; Naef ; Oesterlin, Friiulein; Paradis Maria-There­ sia ; Poulting-Poultney; Preiswerk Helene ; Race; Reynolds Mary; R o u y Hersilie; Schreber; Smith Hélèn e ; " Uomo dei lu­ pi"; " Uomo dei topi " ; West Ellen; Wittmann Bianche Peccato, 2 1 , 2 5 sg., 249, 2 5 2 , 348 Pellegrinaggi, 16, 1 8, 36, 50 Pensiero interiore, 4 5 3, 460 Personalità, frammenti scissi della, 1 2 8, 1 7 5 sg., 4 2 1 , 794, 8oo, 804 Personalità m u ltiple, 1 2 8, 1 47-67, 8 37, 844, 904 sg., 9 1 4, 9 89 ; casi antichi di, 1 47·5o, 2 2 3 ; casi attenuati di, 1 6 6 ; classificazioni di, 1 5 3 ; n ella letteratura, 1 9 1 -9 3, 1 9 5-200, 3 4 5 ; osservazioni generali sulle, 1 66 sg. ; raggruppamenti d i sottopersonalità, 1 6 4-

66, 1 7 3, 2oo; simultanee, 1 54 sg. ; succes­ sive, 1 5 5-64 Perturbante, Il, 609, 97 3 Pétetin J .-H.-D ., 86, 1 4 2, 1 68, 207 Pettazzoni R . , 2 5 sg. P eyer A., 3 5 3, 383, 882 Pfistcr 0 . , 4, 3 4 sg., 5 3, 492, 587, 6 1 1 , 6 2 5, 647. 7 1 3, 7 1 9, 9 3 5 . 984, 989, 1 0 2 1 , 1 0 2 7 Piaget J . , 404, 4 5 3, 9 8 1 , 1 0 2 6 Picasso P., 8 3 8, 9 2 3 Pichon E . , 3 9 9 , 4 0 3 Pine] P., 1 08, 1 89, 2 3 2, 3 3 2 s g . , 89 1 , 1 0 3 2 Piper (medium), 1 7 3 Pirandello L . , 1 1 6, 1 9 7 Pitagorici, 4 7-49, 6 3 2 Platone, 4 8 , 1 40, 2 3 9 , 579 Plattner P., 8 s 1 , 86 5 Podmorc F., 1 2 3 , 1 0 1 4 Poe E . A., 1 9 0 sg., 2 1 1 , 7 3 2 Pomme P . , 2 20, 289 Popper J . , vedi Popper-Lynkeus Popper-Lynkeus, 3 3 2, 364, 3 8 5, 5 3 7, 568, 64 5. 7 3 3 . 940 Pornografi a, 3 31 sg., 348, 3 so, 870, 979, 986 Positivismo, 264-68, 2 8 3 , 326 sg., 6 2 1 sg. Possessione, 1 2·24, 6 3 , 92, 1 1 1 , 1 29, 147 sg., 1 7 3, 2 24, 2 29, 2 3 1 , 3 74, 429 sg., 4 57, 46 1 ; vedi anche Demoni/Spiriti Pi:itzl 0. , 976 Poulting-Poultncy (paziente d i Franz), 1 s86o Powilewicz, 39 5, 4 1 8, 422, 467 Pratt J . H., 99 5 Praz M . , 3 3 1 , 3 80 Predizioni per il ventesimo secolo, 264, 3 7477. 902 sg. Prciswcrk Emilic, vedi Jung Preiswerk E milie Preiswerk Hclene (paziente di Ju ng), 3 8 3 , 79 5. 79 7-8oo, 847, 86o, 1 0 39 Preiswerk S . , 764, 797, 8o6 Presentificazione, 4 3 7, 4 5 5, 4 7 1 Prévost, abate, 1 0 8 Prévost M . , 1 9 7, 2 1 2 , 406, 4 7 7 , 8 8 7 , 1 0 1 6 Prichard J . C., 1 4 3 , 2 0 7 , 9 1 7 Prince M . , 1 0 2 , 1 64 sg., 208, 406, 9 0 5 , 9 1 8 Prince W . F., 1 66, 1 9 3, 208, 2 1 1 Princìpi : di costanza, 2 56, 2 76, 5 50, 592, 6 2 4 ; d'i­ nerzia, 5 50; d i piacere-dispiacere, 240, 2 54-56, 26o, 5 50, 5 89-92, 6o9, 624, 9 8 3 , 1 0 36 ; d i realtà, 260, 4 7 1 , 590, 609, 6 2 1 ; d i ripetizione, 2 5 5 s g . , 590-9 2, 5 9 9 , 624; d i stabilità, 2 5 5 s g . , 5 50, 5 9 0 , 592 Priorità, rivendicazione della, 31 3 sg., 402, 4 7 2, 5 1 7, 5 3 8, 6 20, 677, 6 8 5 , 886, 9 5 0

1 070

Problemi filosofici : comunicazione con gli spiriti dei defunti, 99, 369, 84 3 ; conservazione del passato, 4 1 1 , 464 ; esistenza d i Dio, 4 1 6, 797, 8 4 1 sg. ; futuro dell'uman ità, 4 56 sg., 4 6 4 ; i n ­ dividuazione collettiva dcll"umanità, 8 3 8, 84 1 ; male, p6, 768, 797, 841 sg.; signi­ ficato della vita, 7 1 9 sg., 84 2 sg. ; sopr;, ,·_ vi>·cnza dopo la morte, 99, 368 sg., 8 2 4 �g. ; vedi a n c h e Anima (cosmica ) ; M isti­ ctsmo ; Religione; Spiritismo Processo : Bompard, 884; Chambige, 877 sg. ; cosid­ detto Wagner-)a urcgg, 5 2 5, 54 1 , 974 - 7 7 ; Valroff, 890 Progressione, 8 1 6, 8 2 6 Pro iezione, 4 6 8 , 6 1 2 s g . Proletariato, 2 1 7, 2 6 3 , 2 6 8 , 2 9 9 , 1 0 3 2 Proudhon P.-) . , 2 6 3 Proust A . , 1 9 7, 2 1 2 Proust M . , 1 1 6, 1 9 7 sg., 2 1 2, 300, 400, 407, 1 0 24 Psich e : dipsichismo, 1 7 1 sg., 1 9 8-2oo; pol ipsich i­ smo, 1 7 2-74, 1 9 7-200, 9 0 5 ; umana, mo­ delli della, 1 2 8, 1 7 1 -74, 6 1 9 Psiche, teorie sulla : di Freud, vedi Freud S . , teorie di; di Hein­ roth, 249 sg. ; d i Ideler, 2 50 sg.; di Janet, 448- 5 7 ; di Meynert, 6 1 6 ; di Neumann, 2 5 1 sg.; di Nietzsche, 3 1 9 sg., 3 2 5 ; di Proust, 197 sg. Psich iatria dinam ica : ambiente della, 2 1 4-9 6 ; definizione d ella, 3 39-4 1 ; fonti della, 1 0 3 8-4o ; precursori della, 76, Bo, 88, 1 0 3 , 1 1 7, 592, 6 1 5, 7 36, 9 7 3 sg. ; sistemi potenziali della, 849, 9 7 1 7 4 , 1 042 Psich iatria dinam ica primitiva, 12 7-2 1 3 ; ac­ costamento alla psiche inconscia nella, 1 304 1 ; ambiente sociale della, 2 1 4- 2 7 ; aspetti principali della, 1 2 8 sg. ; declino della, 20 1 -0 5 ; fonti della , 1 29 sg. ; il rapporto nella, 1 79-8 2 ; inHmso culturale della, 1 8620 1 , 20 5 ; modelli della psiche nella, 1 7 1 74; psicoterapia nella, 1 76-78 ; quadri cl i­ nici nella, 1 4 1 - 7 1 Psicoanalisi, 482- 570; fonti della, vedi Freud S . ; metodi fondamentali della, 597, 6oo-o 2 ; origine del termine, s62, 9 so; vedi anche Movimento psicoanalitico Psicoastenia, vedi Janet Pierre, teorie di Psicoch irurgia, 998 Psicodramma, vedi Psicoterapia dinamica moderna, procedimenti terapeutici nella

INDICE

ANAI.lTICO

Psicofarmacologia, vedi Psicoterapia, metodi di Psico ide, 977, 984 Psicologia : a n i m ale, 2 3 5, 448, 7 2 9 sg. ; concreta o pragmatica, 6 5 3, 68o, 699-70 1 , 724, 7 34, 74 5 , 1 0 3 3 ; del com i co, 570-7 3 , 7 29 ( ve ­ di a n c he Motti di spirito); della donna, 342 sg., 346 ; della testimonianza, s87, 9 2 0 ; delle emozion i, 4 5 1 , 469; delle mos­ se, 6o7 �g., 89 3 ; delle piante, 2 54 sg. ; del profondo, 564-76, 8o s ; demisti ficante, 3 20, 3 24, 6 1 8, 6 2 1 ; forense, 570, 587, 98 5, 6 1 9, 80 3 , 849 sg., 9 20, 1 040; infan­ tile, 448, 8o s ; sperimentale, 467, 8 0 3 , 1 04 2 ; vedi a n c h e Adlcr Alfred; Freud S.; )ung C . G . ; Wcininger Psicologia delle masse, teorie sulla : di Adler, 7 0 2 sg. ; di Freud, vedi Freud S . , teorie d i ; di )anet, 8 5 3 ; di ) ung, vedi )ung C . G., teorie di; di Le Bon, 1 94, 607 sg., 89 3 , 1 0 3 2 ; d i Tarde, 6o8 PsicoseSSll