La prima guerra mondiale nel cinema italiano. Filmografia 1915-2013 888063805X, 9788880638056

Tutta la produzione cinematografica italiana sul primo conflitto mondiale riunita in un unico volume, contenente una sch

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La prima guerra mondiale nel cinema italiano. Filmografia 1915-2013
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La Prima guerra mondiale nel cinema italiano Filmografia 1915-2013

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a cura di Enrico Gaudenzi e Giorgio Sangiorgi

Musica Cinema Immagine Teatro

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La pubblicazione di questo volume è sostenuta da Associazione di Studi sul Saluzzese Associazione Nazionale Arma di Cavalleria Ordine della Casa Matha, Ravenna Centro Europeo Giovanni Giolitti per lo studio dello Stato Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo Fondazione Museo del Risorgimento di Ravenna

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La Prima guerra mondiale nel cinema italiano Filmografia 1915-2013 a cura di ENRICO GAUDENZI e GIORGIO SANGIORGI presentazione di ALESSANDRO FACCIOLI

LONGO EDITORE RAVENNA

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Un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato in questa ricerca: Maria Alessandra Ancarani, Andrea Corona, Salvatore Spampinato, Domenico Gavella, Alessandro Faccioli, Barnaba Maj, Patrizia Dogliani, Luigi Tomassini, Laurent Véray, Laurence Schifano, Marco Tassinari e Simona Martini Le riproduzioni fotografiche sono state curate da Diego Bracci, fotografo in Bagnacavallo. Il libro è frutto di una riflessione e di un’elaborazione comuni da parte dei due autori, ai quali tuttavia sono da ricondurre i seguenti contributi specifici: Enrico Gaudenzi: elaborazione del catalogo, introduzione, schede del cinema muto Giorgio Sangiorgi: schede del cinema sonoro, indici Le avvertenze sono state stese congiuntamente L’immagine di copertina è tratta dalla mostra «Sguardi sulla grande guerra», allestita presso la Biblioteca di storia contemporanea A. Oriani di Ravenna dal 16 al 28 giugno 2014, e curata da Elisa Bonazza, Marcello Buccoleri, Sergio Contrafatto, Susanna D’Attorre, Sarah Frattola, Giulia Guaitoli, Carlotta Manzi, Giovanni Piccinini, Luca Pirrello, Debora Presicce, Ilaria Salaiolo, Lisa Strada

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ISBN 978-88-8063-805-6 © Copyright 2014 A. Longo Editore snc Via P. Costa, 33 – 48121 Ravenna Tel. 0544.217026 – Fax 0544.217554 e-mail: [email protected] www.longo-editore.it All rights reserved Printed in Italy

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DUECENTO FILM AL SECOLO

Ricorda giustamente Aldo Bernardini che tanto le bibliografie quanto le filmografie hanno a che fare con il “problema della memoria”: «servono a far conoscere l’esistenza di opere non lette e da leggere, di film non visti ma da vedere; ma meglio ancora riportano alla memoria libri conosciuti e film visti in passato, così da consentire di riconoscere percorsi espressivi, di analizzare lo stile degli autori, di stabilire collegamenti e confronti tra opera e opera»1. Problemi di memoria, problemi di rimozione e invisibilità, questioni di riconoscimento e valorizzazione dunque, ma anche, soprattutto, viatico all’analisi e all’interpretazione. Questa filmografia è il frutto del lavoro di due studiosi che – come ricordato nel saggio introduttivo – hanno metabolizzato e aggiornato strumenti già esistenti, giungendo a dar corpo a quello che solo a prima vista potrebbe sembrare un silenzioso, seppur ricco, elenco. Enrico Gaudenzi ha lavorato a lungo per la sua inedita tesi di Dottorato al rapporto tra la cinematografia italiana e quella francese sulla e della Grande Guerra, con uno scavo archivistico ed esiti complessivi che saranno presto a disposizione della comunità scientifica2. Nelle pagine che seguono si è concentrato sulla produzione del periodo muto. Giorgio Sangiorgi ha invece curato nel 2011 insieme a Giovanni Lasi un altro utile strumento, Il Risorgimento nel cinema italiano. Filmografia a soggetto risorgimentale 1905-2010, Edit Faenza. I criteri con i quali la filmografia è stata approntata possono lasciare spazio a riflessioni di natura metodologica (problematica ad esempio è la compilazione di un lemmario dei temi narrativi trattati in ciascun film privilegiando un unico soggetto, in special modo quando ci si riferisce a opere non più conservate, non viste o su cui non esistono soddisfacenti paratesti o documentazione d’epoca) e a discussioni su alcune scelte operate, ma un passo in avanti importante è stato compiuto in direzione di uno strumento affidabile e d’agile consultazione. Per definizione la filmografia è oggetto migliorabile, teso a un’irraggiungibile ed illusoria perfezione. Appoggiandosi a uno stato dell’arte in parte consolidato, gli autori si sono concentrati sull’identificazione di film meno noti, trascurati dalle filmo1 Aldo Bernardini, La filmografia, in Gian Piero Brunetta, Storia del cinema mondiale, vol. V, Teorie, strumenti, memorie, Torino, Einaudi, 2001, p. 245. 2 Enrico Gaudenzi, Il cinema italiano e francese sulla prima guerra mondiale: una filmografia documentata / Le cinéma italien et français sur la première guerre mondiale: une filmographie documentée, Università degli studi di Siena (XXV ciclo) in cotutela con l'Université de Paris Ouest – Nanterre, tutor: prof. Luigi Tomassini; prof.ssa Patrizia Dogliani; prof.ssa Laurence Schifano e prof. Laurent Véray.

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Alessandro Faccioli

grafie precedenti e riconducibili non solo al periodo del muto e dell’inizio degli anni Cinquanta ma anche ai decenni più vicini a noi, quando non pochi film, più o meno pretestuosamente, sono ambientati o alludono – seppur per qualche sequenza – al conflitto. Il lavoro si concentra sul cinema di finzione nazionale, non senza sconfinamenti, laddove giustificati, nelle “terre di mezzo”, talora difficilmente mappabili, della produzione “documentaria”. Prendendo in considerazione a volo d’uccello i titoli che il lettore troverà citati, non è difficile accorgersi di una distribuzione di film lungo l’intero asse produttivo del Novecento che presenta periodi d’intensa riflessione visiva sul tema (come si è detto, il cinema della guerra dal 1915 al 1918 e quello sulla guerra della prima metà degli anni Cinquanta su tutti, quando le esigenze della propaganda nazionale e le urgenze dell’irrisolta questione triestina stimolano la produzione) alternati a fasi in cui vuoti significativi inducono a riflettere sulla specificità del caso italiano rispetto agli altri europei. Se non si conoscono le difficoltà del sistema produttivo nazionale negli anni Venti e se non si considerano le politiche del regime fascista relative allo spettacolo e le non sempre trasparenti motivazioni ideologiche sottese, si fatica a comprendere come mai negli anni Trenta vi siano così pochi film dedicati alla Grande Guerra (molti dei quali ambientati perlopiù al di fuori dei limiti cronologici del conflitto), al confronto con le maggiori cinematografie europee, che proprio negli stessi anni offrono testimonianze notevoli: per esempio, la Francia (Les Deux Mondes, Le Croix de bois, Verdun, souvenirs d’histoire, Mademoiselle Docteur, La Grande illusion, J’Accuse, Le Héros de la Marne, Le Déserteur…) e la Germania (Westfront 1918, Berge in Flammen, Tannenberg, Morgenrot, Stoβtrupp 1917, Patrioten, Signal in der Nacht, Urlaub auf Ehrenwort…), senza considerare il modello americano, incommensurabile rispetto ai suddetti3, con i suoi capolavori e le sue deliziose, quanto a volte irritanti, semplificazioni. Il fatto che alcuni di questi film siano stati distribuiti in Italia con successo, conferma la distanza programmatica delle istituzioni e dei produttori italiani da uno dei temi mitopoietici della storia patria più promettenti in tema d’epico intrattenimento. Il presente produttivo stimola non minori riflessioni. Si consultino le ultime pagine del libro e alzi la mano chi ha visto o riesce anche solo ad elencare almeno un paio di film a pieno titolo riconducibili alla prima guerra mondiale che siano stati realizzati in Italia negli ultimi trent’anni. Solo la fiction (cinematografica e televisiva) dedica oggi poco spazio alla Grande Guerra. Di documentari di creazione e di documentari di montaggio sull’argomento, mentre gli anniversari centenari si avvicinano, ve ne sono sempre più e la riflessione visiva non può non dirsi vivace, seppur raramente di qualità. I vuoti sullo schermo richiamano però più attenzione delle presenze perché è il desiderio di vedersi raccontate storie piccole e grandi, possibilmente belle, intense, che anima lo spettatore, di ieri e di oggi. Alessandro Faccioli

3 Per un esempio di studio comparativo, si veda Pierre Sorlin, Tre sguardi sulla Grande Guerra. I film di finzione in Francia, Germania e Italia, in La Grande Guerra. Esperienza, memoria, immagini, a cura di Diego Leoni e Camillo Zadra, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 827-850.

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AVVERTENZE

La costruzione di un catalogo cinematografico tematico è sempre uno sforzo in qualche modo collettivo. E non solo perché in questo caso gli autori sono due, ma perché il nostro lavoro è in debito con chi, prima di noi, ha intrapreso questa ricerca. In particolar modo riteniamo fondamentali gli studi di Gian Piero Brunetta (sintetizzati nel volumetto La guerra lontana. La prima guerra mondiale e il cinema tra i tabù del presente e la creazione del passato1) e Pier Marco De Santi (autore di 1914-1918. Una guerra sullo schermo2 e La grande guerra nel cinema italiano3 contenuto nel catalogo della mostra curata da Nadia Marchionni, La grande guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della prima guerra mondiale). I testi finora esistenti ci sono parsi però incompleti o perché hanno analizzato solo un’importante selezione di tutta la produzione sulla prima guerra mondiale o per non aver esplicitato il metodo di lavoro, soprattutto di fronte alla produzione del cinema muto, finendo per proporre un catalogo più scarno di quello della presente opera. Infine, nell’elaborazione del catalogo, sono risultate fondamentali le ricerche svolte da Enrico Gaudenzi, per la sua tesi di laurea specialistica discussa presso l’Università degli studi di Bologna (relatori Prof. Barnaba Maj e Prof.ssa Patrizia Dogliani), e per quella di dottorato, redatta per le Università di Siena e Paris – Nanterre (relatori Prof. Luigi Tomassini, Prof.ssa Patrizia Dogliani, Prof.ssa Laurence Schifano e Prof. Laurent Véray). Un ulteriore debito di riconoscenza va tributato alle ricerche di Martinelli e di Bernardini, alla base di molti studi sul cinema muto, compreso il nostro. Altrettanto importanti si sono rilevate le banche dati dell’Anica sul cinema (di cui purtroppo è rimasta consultabile on line solo la parte successiva al 1929), curate da Bernardini, e i dizionari Gremese sul cinema (la cui catalogazione si arresta però al 2000). Lo studio del cinema muto italiano ha però un grande limite, esplicitato brillantemente da Davide Turconi a Livio Jacob in una pregevole intervista apparsa nel 2011 1 Gian Piero Brunetta, La guerra lontana. La prima guerra mondiale e il cinema tra i tabù del presente e la creazione del passato, Rovereto, Bruno Zaffoni, s.d. (presumibilmente 1985). 2 Pier Marco De Santi, 1914-1918. Una guerra sullo schermo, Roma, Rivista Militare, 1988. 3 Pier Marco De Santi, La grande guerra nel cinema italiano in Nadia Marchionni (a cura di), La grande guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della prima guerra mondiale, Firenze, Pagliai Polistampa, 2005.

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Avvertenze

su «Immagine. Note di storia del cinema»4, cioè la bassissima percentuale di film oggi visibili rispetto alla totalità di quelli prodotti. Come ha già chiaramente spiegato Giovanni Lasi5 per i film muti a soggetto risorgimentale, si è costretti a ricorrere a fonti alternative per descrivere materiali oggi dispersi. Per la nostra ricerca abbiamo quindi analizzato, in particolare, due tipi di documenti: le riviste specializzate e gli atti inerenti la censura cinematografica, che entra in vigore poco prima del coinvolgimento dell’Italia nel conflitto (il regolamento viene emanato il 31 maggio 1914). Il differente spazio dedicato alle trame dei film dipende ovviamente da quanto scritto in precedenza: una maggiore attenzione della stampa, il ritrovamento di un visto censura, una brochure pubblicitaria maggiormente attenta alla vicenda raccontata, la possibilità di vedere ancora oggi il film (in tutto o in parte) rendono la ricostruzione della vicenda più agevole e quindi più completa. Le informazioni sulle singole pellicole provengono, quando possibile, dai titoli di testa, mentre, per i dati censori, si sono utilizzati quelli registrati dalla revisione cinematografica definitiva, messi a disposizione degli studiosi dal progetto «Italiataglia»6. In caso di mancato ritrovamento del film i dati tecnici sono quelli presentati da Bernardini. Negli indici i titoli dei film sono riportati in ordine alfabetico preceduti, se presenti, dagli articoli. Per il cinema relativo al primo conflitto mondiale abbiamo fatto una scelta discutibile che ci pare giusto esplicitare e che ci differenzia da altri autori (ad esempio, dal catalogo proposto da Martinelli sui film relativi alla prima guerra mondiale realizzati fino al 1918). Abbiamo infatti dato un ruolo discriminante alla data del passaggio in censura. Ogni film inerente alla guerra, presentato dopo il 23 maggio 1915, è stato da noi considerato diversamente da quelli che hanno circolato prima di questa data. L’idea che il contesto produttivo influenzi la preparazione e la ricezione di un film non è assolutamente nuova e, in questo caso, abbiamo radicalizzato questa posizione, ritenendo che la cultura di guerra7 abbia influenzato sia il modo di preparare le pellicole, sia, soprattutto, la loro ricezione. La scelta, come spartiacque, dell’approvazione in censura presenta inoltre il vantaggio di permettere il confronto con una fonte scritta ufficiale, particolarmente sensibile alle nuove scelte politiche. Per il cinema sonoro si sono rivelati estremamente utili i lavori di Gianfranco Casadio, primi importanti strumenti per gli studiosi che si interessavano del rapporto tra storia e cinema; ci riferiamo nello specifico a I film del Ventennio nero. Spettacolo e

4 Livio Jacob (a cura di), Una distesa di sabbie mobili. Conversazione con Davide Turconi in «Immagine. Note di storia del cinema [IV serie]», n. 4, 2011 (II). 5 Giovanni Lasi e Giorgio Sangiorgi (a cura di), Il Risorgimento nel cinema italiano. Filmografia a soggetto risorgimentale 1905-2010, Faenza, Edit Faenza, 2011, p. 13. 6 Il progetto Italiataglia, coordinato da Pier Luigi Raffaelli, raccoglie e digitalizza una parte della documentazione prodotta in Italia relativamente alla revisione cinematografica definitiva dal 1914 al 2000. Per maggiori informazioni si rimanda a www.italiataglia.it. 7 Utilizziamo il termine cultura di guerra, come inteso da Audoin-Rouzeau e Becker nel loro saggio Vers une histoire culturelle de la première guerre mondiale apparso in «XXe siècle. Revue d’histoire» #41, janvier-mars 1994, per i quali la “totalizzazione” della guerra fu legata alla sua brutalizzazione. Spie di questo fenomeno sono rintracciabili in diversi settori, tra cui quello delle rappresentazioni.

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Avvertenze

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propaganda nel cinema italiano degli anni Trenta (1931-1943) e La guerra al cinema, volume I: Dal risorgimento alla seconda guerra mondiale, testi che andiamo idealmente ad aggiornare ed ampliare. La nostra indagine, oltre ai materiali del Centro Cattolico Cinematografico utilizzati da Casadio, si è basata su documentazione originale custodita presso l’archivio centrale dello Stato (ACS) di Roma, in particolare sul fondo della Proprietà letteraria, artistica e scientifica – soggetti cinematografici depositati (1926-45), inventariato da Gaudenzi e da Gabriella Sansonetti, e sui ricchissimi materiali conservati nel fondo del ministero del Turismo e dello Spettacolo – Divisione fascicoli filmici (1945-65), riordinato da Gaudenzi. Oltre a questi materiali di prima mano, abbiamo utilizzato per completare il catalogo, gli speciali di «Segnocinema» sui film distribuiti in Italia, alcune indicazioni contenute in varie riviste specializzate e diversi saggi su questo argomento (impossibile non citare, tra gli autori di riferimento, Isnenghi, Sorlin, Gori e Faccioli). Precisiamo, infine, che abbiamo preso in considerazione, oltre ai film in coproduzione, anche gli sceneggiati televisivi e le fiction che presentano un soggetto sulla Prima guerra mondiale, contrassegnati con la notazione “sceneggiato”, in base alla definizione desunta dall’Enciclopedia della televisione a cura di Aldo Grasso8.

8 «Sceneggiato: rappresentazione televisiva, generalmente a puntate, di un soggetto narrativo che, nel caso di un teleromanzo è tratto da un’opera letteraria, mentre nel caso dell’originale è inedito. Con il moltiplicarsi delle coproduzioni internazionali e delle produzioni seriali d’importazione, il termine sceneggiato è caduto in disuso, sostituito impropriamente da film per la TV o dal più generico fiction», Aldo Grasso (a cura di), Enciclopedia della televisione, Milano, Garzanti, 1996.

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LA GRANDE GUERRA SULLO SCHERMO. L’EVOLUZIONE DEL CINEMA DI FICTION ITALIANO SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE (1915-2013)

L’analisi di oltre 250 titoli prodotti negli ultimi 100 anni della storia del cinema italiano mi obbliga a fare alcune considerazioni preliminari ad una serie di film che per temi, approcci, contesto produttivo e arco temporale rifiuta ogni facile schematismo e riduzione. Il compito che mi sono dato, quello di una raccolta complessiva su un lungo periodo della storia d’Italia, mi ha imposto di non soffermarmi su ogni singolo dettaglio: con questo saggio cercherò, piuttosto, di mettere in luce alcuni elementi imprescindibili e generali che permettono un primo avvicinamento al tema. Ad un livello d’analisi meramente quantitativo è possibile porre l’accento su due momenti chiave nell’evoluzione della storia del primo conflitto bellico sul grande schermo: gli anni del conflitto (con un grandissimo numero di produzioni, soprattutto nei dodici mesi successivi alla dichiarazione di guerra) e il decennio che segue la nascita della Repubblica italiana. Se il primo caso non richiede troppe spiegazioni, il secondo, per essere compreso, va inquadrato nell’ambito della guerra fredda e di quello del ritorno di Trieste all’Italia (1954). I film italiani che ancora oggi associamo con maggiore facilità alla guerra ’15-18 vengono, invece, prodotti durante una delle stagioni migliori del cinema italiano, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’70. Si è continuato anche dopo questo periodo a raccontare “La grande guerra”, ma sembra che il tema sia affrontato in maniera meno innovativa, perpetrando stereotipi e soluzioni narrative già viste. Al momento dello scoppio del conflitto il cinema bellico esiste già ed ha un suo linguaggio codificato. La guerra viene rappresentata nello stesso modo in cui si mostrano gli ultimi grandi conflitti europei: quelli napoleonici / risorgimentali, coi soldati che si affrontano in campo aperto con la baionetta innestata, pronti ad inseguire il nemico, in un paesaggio a tutti familiare. Il cinema, in questo periodo, non ha una funzione critica ma, a causa degli alti costi di realizzazione, rispecchia, quasi sempre, la prospettiva delle classi dirigenti. Nella sua fondamentale Storia del cinema italiano1 lo storico del cinema Gian Piero Brunetta ha dimostrato come questi film, rivolti principalmente alle classi popolari, 1 Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, volume I: Il cinema muto 1895-1929, Roma, Editori Riuniti, 2001 (II edizione), p. 137.

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Enrico Gaudenzi

mantengono gli stilemi narrativi del feuilleton ottocentesco, senza tentare un vero accostamento al reale. Fino al momento in cui l’Italia non entra in guerra a fianco degli Alleati, nel nostro paese vengono prodotti diversi titoli a carattere bellico, principalmente spy story, melodrammi amorosi e film in cui lo sviluppo della tecnica gioca un ruolo determinante. Con lo scoppio del conflitto vi sono alcuni cambiamenti significativi: il primo è il revival dei film risorgimentali che, come ha intelligentemente intuito Giovanni Lasi, vogliono «Sottendere un messaggio che è centrale nelle strategie della propaganda bellica sostenuta dalle istituzioni, fermamente intenzionate a legittimare il conflitto in atto come quarta guerra d’indipendenza e dunque come necessario epilogo delle rievocazioni risorgimentali»2. Oltre la metà dei 90 titoli che vengono prodotti sulla guerra in corso sono presentati in censura nei primi dodici mesi del conflitto; queste opere, frutto della vague del periodo, mirano a realizzare buoni profitti, senza preoccuparsi eccessivamente della verosimiglianza delle immagini belliche che propongono. La crisi dell’industria cinematografica, le difficoltà delle banche a concedere crediti, le forti critiche che la stampa e i combattenti muovono a questi film spingono le case produttrici verso opere con un budget più ridotto, capaci di rientrare celermente dalle spese, oppure verso alcune grandi produzioni di genere “storico”, acquistate a scatola chiusa dai distributori esteri. I film sulla guerra spaziano tra vari generi. La commedia e la satira sono i più frequenti (17 casi); poi abbiamo le vicende in cui la condizione dei protagonisti migliora grazie alla guerra, e film che esaltavano lo spirito patriottico e interclassista che avvolge tutta la penisola (12 film). Questo “sottogenere” riscuote grande successo a partire dal 1917, quando nel “fronte interno” si accentua il controllo statale sul cinema, inteso come arma di persuasione all’interno di una cultura di guerra sempre più onnicomprensiva, che ingloba ogni aspetto della vita quotidiana, compreso il tempo libero. Contestualmente, il genere melodrammatico, molto in voga nei primi mesi del conflitto, dopo il 1917 tende a sparire. Le spy story, molto diffuse prima del 1915, continuano ad apparire sugli schermi, soprattutto nei primi due anni dello scontro. Vi sono poi alcuni film che vedono come protagonisti i bambini che scoprono la guerra per gioco, in sogno o attraverso i racconti che un loro caro invia dal fronte. Il massiccio investimento fatto sull’infanzia in ambito scolastico per sensibilizzare i più giovani, coinvolgerli3 e farne piccoli propagandisti in ogni casa4 diviene un obiettivo pubblico e privato5. Il cinema, pur non essendo formalmente arruolato dallo

2 Giovanni Lasi, Il risorgimento nel cinema all’epoca del muto in Giovanni Lasi e Giorgio Sangiorgi (a cura di), Il risorgimento nel cinema italiano. Filmografia a soggetto risorgimentale 1905-2010, Faenza, Edit Faenza, 2011, p. 31. 3 Si rimanda al saggio di Andrea Fava sulla propaganda scolastica negli anni di guerra, La guerra a scuola. Propaganda, memoria, rito (1915-1940) in Diego Leoni e Camillo Zadra (a cura di), La grande guerra. Esperienza, memoria, immagini, Bologna, Il mulino, 1986 (atti del convegno di Rovereto). 4 Antonio Gibelli nel suo Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò, Torino, Einaudi, 2005, definisce i bambini «Sentinelle della Patria». 5 A titolo esemplificativo segnalo il saggio di Eleonora Chiti Lucchesi, Donne, bimbe e bambole nell’immaginario di guerra in D. Leoni e C. Zadra (a cura di), La grande guerra, cit., in cui viene

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La grande guerra sullo schermo

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Stato, si allinea ad una certa mentalità e diventa uno degli strumenti: «Per [far] familiarizzare il pubblico, bambini compresi, con lo scontro in atto, conferendogli un significato emozionale e rassicurante insieme attraverso una procedura che combinava avvicinamento e distanziamento»6. Se in Befana di guerra la presenza del bambino è funzionale solo all’evocazione della protagonista, la Befana appunto, in Bandiera bianca il piccolo Baby non solo guida gli amici in battaglia, ma è la chiave per unire i due nonni nella riappacificazione familiare. Analizzando le trame dei film vediamo come alcuni temi siano centrali nella produzione italiana. Il primo ad attirare la nostra attenzione è l’irredentismo. La prima guerra mondiale viene raccontata come l’ultima tappa per completare l’unità nazionale, quasi una guerra nella guerra, separata dal resto del conflitto. Il teorema nazionalistico viene però ampiamente contraddetto dal patto di Londra: le clausole per le quali l’Italia si impegna ad entrare in guerra testimoniano obiettivi imperialistici, di dominio sugli slavi, e non tanto la volontà di completare l’Unità nazionale. Alatri, nel suo studio sul confine orientale, sosterrà che «In fondo la guerra col programma del Patto di Londra, più che una guerra contro l’Austria, era una guerra contro gli slavi del sud»7. Il governo Salandra dichiara la guerra e trova un volontario ed entusiastico appoggio nei registi italiani che raccontano le angherie, i danni e le violenze che i soldati stranieri infliggono ai popoli oppressi. Per dimostrare la necessità dell’intervento italiano si mostrano gli abusi che gli irredenti sotto il dominio asburgico subiscono quotidianamente. La chiave per comprendere la maggior parte delle pellicole di questo periodo è quindi quella nazionalista: le teorie antropologiche e filosofiche che sono state costruite nel corso dell’Ottocento per giustificare la colonizzazione dell’Africa e di parte dell’Asia vengono riadattate per dimostrare non più la superiorità dell’Occidente ma quella di una specifica nazione su quelle avversarie. Questo permetterà di costruire racconti al cui centro vi è l’impossibilità di creare famiglie multietniche, meticce o con una specifica identità di frontiera. Le tante vicende che raccontano la costruzione di un nucleo familiare che ignora i confini nazionali si concludono tutte tragicamente, con un’unica significativa eccezione, quella raccontata nel film La maschera del barbaro in cui i personaggi provengono da nazioni differenti ma comunque alleate. Altro tema centrale è quello dei rapporti familiari: la sacralità di questa istituzione non è mai messa in dubbio, i legami di sangue sono inviolabili, in particolare, quelli tra madre e figlio. L’amore filiale è utilizzato anche in chiave propagandistica per creare una corrispondenza sovrapponibile a quella Italia-soldati; si preferisce utilizzare riferimenti facilmente comprensibili, tratti dall’ambito familiare, per far breccia nei cuori dei pubblici più lontani dalle idee nazionalistiche. Si propaganda quindi l’idea che la famiglia sia una nazione in piccola scala. Verso la propria patria gli uomini provano le stesse emozioni che suscita loro la madre, i camerati che combattono in trincea sono i fratelli nella nuova Italia e chi è estraneo a questa famiglia non tro-

ricostruita l’evoluzione della letteratura per l’infanzia, presentata su «Il corriere dei piccoli» e «Il giornalino della domenica». 6 A. Gibelli, Il popolo, cit., p. 137. 7 Paolo Alatri, Nitti, D’Annunzio e la questione adriatica (1919-1920), Milano, Feltrinelli, 1959, p. 24.

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Enrico Gaudenzi

verà mai un modo per fare parte della comunità nazionale, perché questa viene proposta non più come un dato politico ma naturale e biologico, cioè come una comunità di discendenza e di sangue, in cui ogni innesto sarà difficoltoso e spesso risulterà impossibile8. Altro simbolo del nazionalismo, caricato di significati patriottici e morali, è la bandiera. Questa compare frequentemente e appare come un oggetto sacro, mostrato con molta enfasi, spesso al centro dell’inquadratura. Stendardi, gagliardetti e bandiere non devono essere mai toccati da mani indegne e impure, quali sembrano essere quelle di chi appartiene ad un’altra nazione. L’esercito, mai criticato, appare ovviamente in molti film ma due Corpi dominano l’immaginario cinematografico italiano: gli alpini e i bersaglieri. La guerra, rappresentata in maniera incruenta (anche a causa dell’intervento censorio), viene ridotta alla vita di trincea e all’uso della baionetta. Dato che la morte di massa non può apparire sullo schermo, per mostrare le violente conseguenze del conflitto, si ricorre spesso ad ospedali pieni di donne che, con l’abito della croce rossa, partecipano allo sforzo bellico. Lo scontro viene ambientato frequentemente in mezzo a montagne innevate piuttosto che sulle pietraie del Carso. Il nemico, mostrato attraverso gli stilemi costruiti dal feuilleton ottocentesco miscelati con gli stereotipi razziali elaborati dal darwinismo sociale e dalle teorie mediche, viene rappresentato estremamente minaccioso per compattare il fronte interno. La nazionalità dei soldati contro cui combattono i fanti italiani non viene quasi mai dichiarata, ma è sintomatico che nei rari casi in cui questo succede austriaci, tedeschi e croati vengono citati con la stessa identica frequenza. Se nei primi due casi siamo di fronte ad uno stereotipo profondo della cultura italiana (che verrà rafforzato ulteriormente nella seconda guerra mondiale), l’odio verso gli slavi ha radici antiche, ma raggiunge, da questo periodo, un’intensità preoccupante anche a causa dei contrasti geopolitici che già si profilano all’orizzonte. Le figure femminili italiane sono spesso ridotte ad oggetti: vittime innocenti dei soldati stranieri, pronte ad immolarsi per il proprio paese, ma principalmente venerate come sante all’interno del contesto familiare. Se la donna italiana è trina (madre / moglie / sorella) la sua immagine è una: quella della figura femminile tradizionale. Diversa la situazione per le donne al soldo del nemico, mai descritte all’interno di un contesto familiare, ma sempre al centro dell’azione, nei panni della spia o dell’agente segreto, capaci con le proprie grazie di irretire gli uomini del Regio Esercito. Queste vengono mostrate libere e disinibite, degne eredi di quelle operanti sugli schermi italiani prima del 23 maggio 1915. Non è un caso che le uniche donne italiane attive di fronte allo scorrere della Storia, siano quelle che decidono di indossare, anche solo per un breve lasso di tempo, gli abiti maschili (come fanno le protagoniste di La doppia ferita e La maschera del barbaro). Se la donna è relegata alla dimensione domestica è giusto, invece, che i ragazzi si preparino alla guerra: i più piccoli giocano coi soldatini o indossano divise men8

Questa teoria è stata proposta in più occasioni da Alberto Mario Banti; si rimanda, tra le altre, a Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2011, pp. 15-22.

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tre i più grandi svolgono già il loro dovere, grazie al servizio prestato nei boy scout. Tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 la comparsa del sonoro segna una nuova epoca della storia del cinema, cambiando radicalmente il modo di raccontare un conflitto che, nelle esperienze dirette dei soldati al fronte, si era caratterizzato più per l’importanza del campo uditivo che di quello visivo. Poiché in Italia questa innovazione risulta, però, sottoutilizzata fino al secondo dopoguerra, decisamente più influente risulta la presa di potere del fascismo che instaura in Italia un regime dittatoriale e si presenta al sovrano come il continuatore morale dello spirito di Vittorio Veneto, controllando quindi i racconti filmici circolanti nel Paese. Dopo la firma della pace di Versailles (1919) la situazione non cambia radicalmente: il governo liberale inizia una ricostruzione ufficiale del conflitto nella quale il ruolo del nemico interno non è affibbiato a tutte le forze politiche che si erano schierate contro l’intervento, ma solo ai socialisti. Quest’interpretazione viene fatta propria dal fascismo che si autoelegge guardiano degli interessi degli ex combattenti. Nel cinema del periodo, oltre a trovare un’eco di questa interpretazione, vi sono però lievi cambiamenti rispetto agli anni di guerra: la morte di massa e le mutilazioni, fino a quel momento occultate nel cinema di fiction, arrivano sugli schermi. In compenso, un discorso critico sulla guerra, come può essere quello proposto da Abel Gance col suo J’accuse, in Italia non esiste (con l’eccezione, forse, dell’oggi disperso L’uomo che vide la morte di Borgognetto). Il fascismo non sorveglia allo stesso modo il cinema di fiction e quello educativo (documentari e cinegiornali). Se il LUCE diventa immediatamente uno dei centri nevralgici del regime, gli interventi sull’intrattenimento sono decisamente più blandi: salvo due casi (Il grido dell’aquila e Camicia nera), il regime non s’intromette nella fase realizzativa, ma si limita al solo controllo censorio. Un dato che non bisogna ignorare è l’autofascistizzazione, già negli anni Venti, di alcuni registi (ad esempio Domenico Gaido e Silvio Laurenti Rosa) che produrranno opere apertamente filo fasciste, senza nessuna influenza dello Stato. Le pellicole prodotte in Italia su questo tema sono di vario tipo. Osservando la messa in scena del conflitto proposta durante il ventennio possiamo ridurre il panorama a tre opzioni principali: 1) i film che trattano una vicenda ambientata durante la guerra, in cui la vita militare e il coinvolgimento bellico occupano il fulcro della vicenda (tra cui Brigata Firenze e Le scarpe al sole); 2) un racconto in cui il conflitto è una tappa nel cammino della storia italiana che conduce al fascismo (tra i vari Il grido dell’aquila e Passaporto rosso); 3) vicende in cui la guerra appare come una parentesi nella vita di uno dei personaggi e che può incidere in maniera positiva o negativa (Fantasia ’e surdate e Luciano serra, pilota). Ovviamente il cinema è anche intrattenimento: storie d'amore, quasi sempre a lieto fine, e melodrammi, prodotti soprattutto da ditte partenopee (come la Dora film). Sovente uno dei protagonisti muore per espiare una colpa, solitamente di tipo ideologico (disfattismo, adesione al socialismo, sentimento patriottico troppo tiepido…). Data la varietà dei riferimenti è difficile trarre un bilancio unitario sul rapporto fascismo-cinema relativo alla prima guerra mondiale. Oltre alla continuità tra fanti e camicie nere, l’immagine proposta del conflitto si fa sempre meno cruenta tanto che per alcuni degli ultimi film prodotti sembra di non assistere ad uno scontro dove è in gioco la vita, ma ad una competizione sportiva, praticamente incruenta, dove gli italiani primeggiano senza subire perdite considerevoli. Dopo la creazione della Direzione Generale per la Cinematografia (1934) all’interno di quella struttura che diverrà il

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MinCulPop, l’approccio a questa vicenda diviene sempre più nostalgico ed edulcorato. Vengono prodotte in questo periodo tre opere che ben caratterizzano questo approccio: Le scarpe al sole, Cavalleria e Piccolo alpino. L’immagine proposta dal regime ha successo anche perché tutto il materiale proveniente dall’estero è attentamente controllato e selezionato, bloccando qualunque concezione differente del conflitto. In Italia non sono importati All quiet on the western front, A farewell to arms, Westfront 1918, Les croix de bois, La grande illusion e tutti quei film sospettati di pacifismo o realizzati da registi considerati ideologicamente lontani dalle direttive del regime. Il controllo non è però senza falle: su alcuni di questi film furono scritti articoli prima che giungessero in Italia, creando quindi un’aspettativa nel pubblico e alcuni furono mostrati in proiezioni private o pubbliche (per esempio al festival del cinema di Venezia, dove i film circolavano senza censura), permettendo quindi una loro diffusione limitata ma autorizzata. Terminata la seconda guerra mondiale, il conflitto ’15-18 non compare in nessuna pellicola italiana prodotta nel periodo in cui il Paese è retto da governi di unità resistenziale. In quei mesi di relativa liberalità censoria sono rari i film che si occupano del passato e si privilegia il racconto del presente. Con il ritorno del confronto politico anche la storia diventa luogo di scontro ideologico ed è il cinema a proporre riletture ardite del passato nazionale. Se i film resistenziali vengono monopolizzati da produzioni e registi vicini alle istanze socialcomuniste, quelli sulla prima guerra mondiale vengono usati in chiave opposta, incoraggiando negli spettatori la devozione nei confronti del (regio) esercito ed un nazionalismo esasperato. Inoltre il grande tabù della politica estera italiana di quegli anni, il destino di Trieste e delle città annesse dopo la prima guerra mondiale (ora conquistate dalla Jugoslavia), viene costantemente riproposto al pubblico. La prima guerra mondiale diventa così il luogo dove la storia è raccontata secondo un canone codificato nel quale convivono sentimenti nazionalistici, scarso rispetto del nemico e diffusione del mito del buon italiano. La questione Trieste (che ritorna all’Italia, non senza strascichi e residue divisioni, nel 1954) contribuisce in maniera decisiva alla produzione di pellicole con un forte sapore irredentista, come non mai in tutta la storia nazionale, in maniera persino maggiore che negli anni del conflitto 1915-1918. Vengono esaltati direttamente la guerra e gli atti d’eroismo. Col passare degli anni si smorzano i toni denigratori nei confronti del nemico, ma rimane una convinta mistificazione dei torti italiani. L’onore maggiore per chi combatte è la bella morte per la Patria, una formula impiegata con grandissima frequenza nelle pellicole di questi anni. Vari sono i tentativi di utilizzare il cinema come scuola di democrazia9; forse è per questo che manca la rappresentazione classica del paese unito contro il pericolo e si preferisce mostrare, all’inizio della vicenda, i dissidi interni, soprattutto quelli tra interventisti (mai demonizzati, anzi spesso sono loro ad incarnare i protagonisti positivi) e non interventisti, che poi tendono ad appianarsi nel finale. Brunetta vede nei film nazionalistici del periodo un convinto sostegno al presti9 Tra le varie pellicole di questo tipo quella che considero la più rappresentativa è L’onorevole Angelina (Luigi Zampa, 1947).

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gio dell’esercito e ai valori militari, ai quali va aggiunto un forte antisocialismo10. In queste opere i sentimenti antinazionali sono incarnati da un personaggio che, col passare del tempo, li sente prima affievolire poi sparire, lasciando spazio a intenti patriottici. I personaggi “di sinistra” sono rappresentati come le pecore nere da redimere o come i nemici più difficili da convertire. Chi gode sempre di una cattiva fama sono i socialisti. Questi entrano in guerra o per arricchirsi personalmente, o per riscattarsi, oppure per mostrare tutto il loro opportunismo. In questo contesto non stupisce che sia apparso l’unico film biografico su un Papa legato alla prima guerra mondiale, Pio X (Gli uomini non guardano il cielo), e nemmeno che vengano prodotti due film, caratterizzati da un forte nazionalismo, su figure considerate esemplari del primo conflitto mondiale: Nazario Sauro ed Enrico Toti. La prima guerra mondiale, da sempre raccontata in maniera acritica, diventa il momento cinematografico di maggior unità nazionale, in cui gli italiani sono pronti a fronteggiare, in maniera compatta, l’invasione straniera. Emblematica è la sequenza di Don Camillo e l’Onorevole Peppone in cui il battagliero sindaco di Brescello vede crollare il suo spirito internazionalistico sulle note della canzone del Piave e lo vediamo trasformarsi in un convinto sostenitore (insieme a Don Camillo) della difesa dei sacri confini d’Italia tanto da fargli concludere il comizio con un «Viva la Repubblica, viva l’Esercito». Fino al 1954 il conflitto può essere utilizzato per raccontare la fine di un’epoca culturale (la belle époque) e sociale (dominata dall’aristocrazia, pronta ad utilizzare il matrimonio come strumento per perpetrare il proprio dominio). Caporetto non è un tema che viene eluso ma ci si riferisce ad esso come ad un’ordinata ritirata militare, l’occupazione del Veneto è compiuta da bruti, barbari austriaci capaci di ogni nefandezza, assolutamente simili ai tedeschi/nazisti protagonisti dei film resistenziali. Particolarmente interessante è, ancora, analizzare le ambientazioni: spesso i riferimenti geografici mancano, ma non stupisce scoprire che, nella maggior parte dei casi, le vicende si svolgono nei luoghi del confine orientale; solo in un’occasione si è scelto il Trentino, precisamente Rovereto (Tradita). Dopo il ritorno di Trieste all’Italia, si ha una lenta ridefinizione dell’immagine della prima guerra mondiale che subisce una forte accelerazione a causa di due opere determinanti: A farewell to arms prodotto da David O. Selznick e La grande guerra prodotto da De Laurentis, per la regia di Mario Monicelli. Entrambi questi film sono girati in Italia e pertanto in balia delle richieste del governo per ricevere quelle agevolazioni fondamentali alle grandi produzioni dell’epoca. Normalmente le ditte straniere non avevano problemi a girare film nel Bel Paese: costi bassi, aiuti di Stato, esterni stupendi e caratteristici. Per l’ultimo lavoro di Selznick le difficoltà derivarono dalla scelta del soggetto, o meglio dalla volontà di raccontare Caporetto in una pellicola con grandi mezzi a disposizione. La prima stesura del copione viene letta e contestata dagli addetti della Direzione Generale dello Spettacolo che ottengono alcune modifiche, ma l’opposizione più forte al progetto viene dall’allora Ministro della Difesa, onorevole Taviani, che spera di far slittare l’uscita del film, ritenuto lesivo per

10 Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano. Volume III: Dal neorealismo al miracolo economico: 1945-1959, III edizione, Roma, Editori Riuniti, 2000, p. 569.

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l’onore militare italiano, a dopo le elezioni del ’58. Dal momento che la produzione rifiuta questa soluzione e il successivo tentativo di distribuire il film in Italia con un finale alternativo, lo scontro con il Dicastero è totale: alcune truppe, promesse alla produzione in fase progettuale, non vengono inviate sul set, con conseguente perdita di tempo e denaro. Le proteste sono molte, ma a risolvere la situazione è una lettera in cui Selznick minaccia di rendere pubblico il mancato rispetto degli accordi da parte del Governo. Da quel momento i problemi cessano e Caporetto viene mostrato, per la prima volta, come una disfatta militare, dove soldati e civili, disperati e indisciplinati, si ritirano. Il film propone anche una precoce messa in scena dei durissimi metodi messi in pratica dall’esercito per mantenere la disciplina durante la guerra. L’opera, nonostante le proteste degli ambienti militari e paramilitari, viene distribuita nel nostro paese senza incontrare altri problemi di tipo censorio. Dopo questo film e il contemporaneo successo di Paths of glory di Kubrick (vincitore in Italia del Nastro d’Argento per il miglior regista straniero), De Laurentis raccoglie la sfida e organizza una grande coproduzione italo francese: La grande guerra. La genesi del film è travagliata. Molte sono le riscritture del soggetto richieste dalla censura, moltissime le critiche apparse sulla stampa dell’epoca già durante la lavorazione, difficili le relazioni con l’Esercito ma, grazie al sostegno decisivo dell’allora Ministro della Difesa Giulio Andreotti, la “banda” di Monicelli riesce a concludere le riprese, a vincere il Leone d’Oro al festival di Venezia e a proporre al pubblico un titolo che poi si dimostrerà fondamentale per il cinema italiano. Il film propone un’ibridazione tra la commedia all’italiana e il racconto storico, scatenando una serie di reazioni che cambieranno definitivamente il modo di raccontare la storia al cinema. L’opera contribuirà, inoltre, a far cambiare la legge di censura, limitando l’operato dei funzionari alla sola difesa del buon costume. Da La grande guerra partono due nuovi modi di raccontare il conflitto 15-18 capaci di contagiare tutte le rievocazioni successive. In primo luogo è possibile notare una continua contaminazione tra il racconto storico e generi che fino a pochi anni prima erano considerati minori: commedia, film erotico, film d’avventura, fino alla serialità televisiva. In secondo luogo il cinema racconta la prima guerra mondiale in maniera problematica, aprendosi anche a questioni maggiormente legate alla ricerca storica e all’attualità politica, diventando coprotagonista di un processo di revisione complessiva dell’immagine del conflitto. Negli ultimi decenni, in Italia, hanno prevalso, fino ad affermarsi completamente, le produzioni del primo tipo, confinando le produzioni più innovative ai soli festival, all’home video o a passaggi notturni su Rai Tre (mi riferisco ai film di Gianikian e Ricci Lucchi), obbligando il pubblico italiano a cercare nella produzione estera racconti coinvolgenti e intellettualmente affascinanti. Enrico Gaudenzi

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FILM SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL CINEMA MUTO ITALIANO 1915-1931

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1915

A Trieste vincere o morire! Produzione: Brune-Stelli Films Regia: Armando Brunero Lunghezza: 1200 m Visto censura (numero e data): #10101 – 1 agosto 1915 Parole chiave: spionaggio, irredentismo

Alba di libertà Produzione: Sicula films Regia: Gian Orlando Vassallo Lunghezza: 1100 m Visto censura (numero e data): #10691 – 4 novembre 1915 Parole chiave: irredentismo, bersaglieri

Alla bajonetta! ... Produzione: Polifilms Regia: Eduardo Bencivenga Lunghezza: 1160 m Visto censura (numero e data): #10170 – 1 settembre 1915 Parole chiave: bersaglieri, trincee, austriaci

Alla frontiera / Frontiera Produzione: Savoia Film

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Regia: Domenico Gaido Lunghezza: 850 m Visto censura (numero e data): #10112 – 1 agosto 1915 Parole chiave: nemici croati, alpini

Attenti alle spie Produzione: Cines Regia: Enrique Santos Lunghezza: 950 metri Visto censura (numero e data): #10321 – 1 settembre 1915

Bandiera bianca Produzione: Cenisio film Regia: Giovanni Enrico Vidali Lunghezza: 1250 metri Visto censura (numero e data): #10718 – 10 novembre 1915 Parole chiave: caffè-concerto, interclassismo, guerra ricompone unità famigliare, infanzia militarizzata, crocerossina, pace Trama: Padre e figlia vivono insieme in una condizione finanziaria disperata. Un impresario che abita nel loro stesso quartiere ascolta il canto di Anna e le propone di lavorare per lui al caffè concerto. Il padre si oppone e la ragazza sembra disposta ad obbedirgli. L’imprenditore però riesce a convincerla offrendosi di incidere le vecchie canzoni composte dal genitore. Dopo uno spettacolo la giovane conosce Claudio e i due, dopo poco, si sposeranno, ma senza la benedizione dei rispettivi padri. Gli anni passano e la coppia ha un figlio, Baby. Lo scoppio della guerra costringe Claudio a rappacificarsi col padre, il quale accetta di tenere in casa con sé il nipote, ma non sua nuora. Anna acconsente per il bene del bambino e decide di partire per il fronte come crocerossina, seguendo il marito. In un combattimento lui viene ferito ma la moglie lo trova sul campo di battaglia e riesce a farlo salvare da un medico. I due rientrano a casa al termine della guerra vittoriosa e riescono a riappacificarsi con entrambi i nonni, per la gioia del piccolo Baby.

Befana di guerra Produzione: L’idea films Regia: E. D’Angelo; direzione artistica: Caramba; direzione scenica: A.G. Caldiera Lunghezza: non reperita Visto censura: non reperito Parole chiave: vittoria, preghiera, prestito nazionale, interclassismo, Trento, Trieste, legioni romane

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Trama: Un bambino prega la Befana affinché gli porti in dono la Vittoria ed il papà. La Befana parte, trova Vittoria che però non la seguirà fino a quando non ritornerà con la calza del soldato piena. La Befana cerca e trova offerte dappertutto: nelle officine, nei palazzi dei ricchi, nelle campagne e nelle città. La calza va gonfiandosi fino a prendere la forma dell’Italia. Il bambino e la mamma sono in casa, sentono bussare alla porta. Quando aprono sulla soglia vedono Vittoria, la Befana e il padre. La famiglia è ricomposta e Vittoria assiste alla marcia delle truppe verso Trento e Trieste.

Bob irredento è redento Produzione: Monopoliofilm Regia: Bob (Nino Martinengo) Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10160 – 1 settembre 1915 Parole chiave: commedia, irredentismo

Cuore di alpino Produzione: Genova film Regia: Ubaldo Maria Del Colle Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10482 – 28 settembre 1915 Parole chiave: alpini

Cuore e patria Produzione: Savoia film Regia: Domenico Gaido Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10498 – 5 ottobre 1915

Diamanti e documenti Produzione: Savoia film Regia: Domenico Gaido Lunghezza: 944 metri Visto censura (numero e data): #10468 – 1 novembre 1915

Diana l’affascinatrice Produzione: Caesar film

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Regia: Gustavo Serena Lunghezza: 1654 metri Visto censura (numero e data): #9849 – 1 luglio 1915 Parole chiave: spionaggio, marina Trama: Wanda arriva in città per rubare dei piani al capitano Argo, di cui però si innamora. Nonostante il sentimento sia ricambiato, la donna si impossessa delle carte e le consegna al proprio complice, Roberts. Questi si mostra diffidente verso di lei, per cui viene ucciso dalla spia, abile ad inscenare un incidente. Argo, per non separarsi dalla donna che ama, abbandona la propria nave in porto, ma viene sorpreso dai suoi soldati. Wanda, decisa a salvarlo dal disonore, decide di scomparire per sempre. Nota: La trama è stata desunta dalla visione diretta della pellicola conservata presso La Cinémathèque royale de Belgique. I nomi dei personaggi della versione italiana sono differenti, a partire da quello della protagonista, l’omonima Diana del titolo

Eroina serba Produzione: Augusta film Regia: Oreste Gherardini Lunghezza: 800 metri Visto censura (numero e data): #10892 – 14 dicembre 1915 Parole chiave: fronte balcanico, violenza sessuale, nemici austriaci Trama: Una ragazza serba viene brutalizzata da alcuni soldati austriaci che la catturano per ottenere informazioni su alcuni facinorosi. Piuttosto che tradire, la donna preferisce la morte.

Eroismo d’alpino Produzione: Savoia film Regia: Domenico Gaido Lunghezza: 937 metri Visto censura (numero e data): #10496 – 2 ottobre 1915 Parole chiave: alpini, decorazione al valore, licenza, spionaggio Trama: L’alpino Giovanni ritorna al paese dopo aver guadagnato una medaglia al valore e una licenza di convalescenza. Qui scopre però che opera una spia nemica e, grazie alla fidanzata e ai militari del presidio locale, riesce a neutralizzarla.

Eroismo di madre / Italia mia Produzione: Polifilms Regia: Eduardo Bencivenga

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Lunghezza: 920 metri Visto censura (numero e data): #10316 – 1 settembre 1915 Parole chiave: irredentismo, nemici croati, cospiratori italiani, marinai, bersaglieri, alpini, idrovolanti

Fiammata Patriottica Produzione: Polifilms Regia: Giulio Antamoro Lunghezza: 900 metri Visto censura (numero e data): #10527 – 12 ottobre 1915 Parole chiave: apparecchio segnalatore per la flotta

Fratelli d’Italia / Mercaiuolo Ambulante Produzione: Cines Regia: non reperita Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10266 – 1 settembre 1915

Gli Unni e... gli altri Produzione: Collari Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): # 8794 – 1 giugno 1915 Parole chiave: satira antitedesca

Gloria ai caduti Produzione: Film dora Regia: Elvira Notari Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): # 10968 – 23 dicembre 1915 Parole chiave: Trento, anziano garibaldino, prete patriota, nemici austriaci, bersaglieri, irredentismo, bandiera, infanzia militarizzata Trama: Vicino a Trento vive un vecchio garibaldino con suo nipote, allievo dall’abate Bruni, un sacerdote che mantiene acceso il culto dell’italianità nei suoi alunni. Il paese viene invaso dagli austriaci che preparano una trappola ai bersaglieri che stanno avanzando. Il piccolo Gennaro sente i piani del nemico e corre ad avvisare i soldati del regio esercito. Il bambino compie la sua missione e torna al paese dove, però,

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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suo nonno è stato ferito a morte. Gennaro viene arrestato mentre è in procinto di distruggere l’accampamento austriaco. I bersaglieri attaccano e, accolti tra il giubilo degli altri irredenti, conquistano il paese. Ad assistere al loro trionfo non ci sarà Gennaro, fucilato poco prima del loro ingresso in paese.

Guerra redentrice Produzione: Polifilms Regia: Eduardo Bencivenga Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10228 – 1 settembre 1915 Parole chiave: crocerossina, pace, macerie, cerimonia pro caduti Trama: Una giovane coppia si ama. Nybo cerca di ottenere il permesso del padre per sposarsi, ma lui rifiuta. Lei decide di andare in città dove diventa una celebre cantante. Allo scoppio della guerra diventa crocerossina e in guerra rincontra il bel Guido, conosciuto anni prima, che però le muore tra le braccia. Terminato il conflitto la donna ritorna a casa, ma il vecchio padre è deceduto e il paese è in rovina. Durante una cerimonia in onore dei caduti Nybo muore.

Il capestro degli Asburgo Produzione: Caesar film Regia: Gustavo Serena Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10246 – 1 settembre 1915 Parole chiave: bersaglieri, Francesco Giuseppe, Guglielmo Oberdan Trama: Nel film viene raccontata la vicenda di Oberdan e la vendetta compiuta dai bersaglieri trentatre anni dopo, durante la prima guerra mondiale.

Il dossier numero 7 Produzione: Ambrosio Regia: non reperita Lunghezza: 1300 metri Visto censura (numero e data): #10898 – 16 dicembre 1915 Parole chiave: spionaggio Trama: Il detective Rasco riesce a recuperare importanti documenti rubati da alcune spie straniere.

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Il figlio della guerra Produzione: Film d’arte italiana Regia: Ugo Falena Lunghezza: 1770 [Versione francese] Visto censura (numero e data): #10926 – 17 dicembre 1915 Parole chiave: donna violentata [ante guerra] Trama: Una donna viene stuprata durante l’invasione di un esercito nemico. Il figlio che nasce da questo rapporto viene però allevato nel culto della Patria e diventa un ufficiale valoroso. Con lo scoppio della guerra il giovane viene fatto prigioniero e condotto in catene dinnanzi ad un ufficiale dell’esercito avversario, che in realtà è suo padre. Il vecchio generale riconosce il figlio e ne agevola la fuga, ma questi uccide l’uomo che lo ha appena liberato. Nota: La lunghezza è stata desunta dal catalogo stilato da Henry Bousquet, De Pathé Frères à Pathé Cinéma. Catalogue 1915-1916-1917-1918, Editions Henry Bousquet 1999

Il mio diario di guerra Produzione: Latina ars Regia: Riccardo Tolentino Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10491 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: Padre Semeria, cappellano militare, irredentismo, attraversamento linee, nemico austriaco, don Tazzoli, fanteria, feriti Trama: Don Lorenzo è un parroco sul confine che, appena scoppia la guerra, si adopera per permettere ad Ernesto di combattere tra le fila degli italiani. Gli austriaci appena capiscono che Ernesto ha disertato, per rappresaglia arrestano i suoi genitori, malmenano la madre e un fratellino, colpevole di avere colpito un soldato con un sasso, viene fucilato. La madre non riesce a sopportare tutto questo dolore e muore di crepacuore. Don Lorenzo, di fronte a tanta violenza, decide di varcare le linee per aiutare gli italiani. Il sacerdote, vedendo il sacrificio di molti giovani, tra cui Ernesto, si offre per guidare i soldati attraverso una via sicura che permetta agli italiani di sorprendere gli austriaci che vengono così messi in fuga. Don Lorenzo viene ucciso poco dopo, mentre è insieme agli uomini della Croce Rossa in cerca di feriti sul campo di battaglia, colpito da una pallottola.

Il sogno del bimbo d’Italia Produzione: Cines Regia: Riccardo Cassano

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Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10488 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: bersagliere, infanzia militarizzata, trincea, baionetta, preghiera, bombardamento, ferito Trama: Un uomo parte per il fronte salutando il figlio (Cinessino) e la moglie. La donna si è rattristata per la partenza del marito, ma, grazie agli incoraggiamenti del suo bambino, riesce a proseguire la sua vita quotidiana. Cinessino viene portato a letto, dove, invece di dormire inizia a giocare coi soldatini. Il suo divertimento è breve, dopo poco si addormenta e sogna una guerra iper-tecnologica in cui aerei e navi da guerra sono impiegati in gran numero. Il bambino immagina anche la fanteria, che continua a combattere come in un conflitto risorgimentale. Il sogno però d’un tratto perde i caratteri del fantastico per diventare più realistico e il piccolo protagonista capisce che quanto ha sognato è quello che sta accadendo a suo padre. Pochi giorni dopo la sua visione si dimostrerà esatta: il suo babbo torna a casa e l’unità famigliare ricomposta. Il bambino esulta gridando “Viva l’Italia”.

Il sogno di Don Chisciotte Produzione: Film artistica Gloria Regia: Amleto Palermi Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10772 – 17 novembre 1915 Parole chiave: satira, Guglielmo II, Francesco Giuseppe, gas, sottomarini, amputazioni

Il sopravvissuto Produzione: Medusa film Regia: Augusto Genina Lunghezza: 1351 metri Visto censura (numero e data): #10950 – 22 dicembre 1915 Parole chiave: Friuli, attraversamento linee, cecità, bandiera, trincee Trama: In Friuli un vecchio conte ha una figlia sposata, in seconde nozze, con un austriaco. Il figlio del precedente matrimonio, Goffredo, è un fervente patriota che, allo scoppio del conflitto, si arruola volontario nell’esercito italiano. Il patrigno viene chiamato a difendere la postazione su cui si ergono i possedimenti di famiglia e si dovrà misurare combattendo i propri parenti italiani. Il conte uccide il marito della figlia, ma rimane accecato da uno shrapnel. La sua gioia è comunque grande perché, prima di perdere la vista, è riuscito a vedere la bandiera italiana sulla sua terra...

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Il tenente Berth Produzione: Bonnard films Regia: Pier Angelo Mazzolotti Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10340 – 1 ottobre 1915

Inno di guerra ed inno nuziale / Inno nuziale Produzione: Savoia film Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10096 – 1 agosto 1915 Parole chiave: alpini

Italia combatte e... Produzione: Vay film Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10027 – 1 luglio 1915

Kri Kri offre il suo braccio alla Patria Produzione: Cines Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #9993 – 1 luglio 1915 Parole chiave: commedia

L’esploratore / Nova Epopea Produzione: Brune-Stelli Films Regia: Armando Brunero Lunghezza: 801 metri Visto censura (numero e data): #10351 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: fanteria, giovani esploratori, guerra mette pace in famiglia Trama: Il pittore Ribera sposa la contessina De Ramon, nonostante il padre di lei sia contrario alle nozze a causa delle diverse opinioni politiche. La coppia avrà due figli e si recherà a vivere in una villetta sulle Alpi. Il piccolo Remo chiede più volte al

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padre il permesso di diventare esploratore e per farlo è disposto a disobbedirgli. Scoppia la guerra e il colonnello De Ramon presidia una posizione che si rifiuta di abbandonare. Un giovane esploratore, suo nipote, riesce a raggiungere il forte e riparte per chiedere aiuti. Quando questi arriveranno saranno guidati da Ribera, l’ex pittore, che si riappacifica così con suo suocero.

L’usurpatore Produzione: Savoia film Regia: non reperita Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10680 – 4 novembre 1915

La corsara Produzione: Celio film Regia: Maurizio Rava Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10979 – 29 dicembre 1915 Parole chiave: Regia Marina Trama: Una figlia dell’ammiraglio si innamora di un attaché d’Ambasciata di un’altra nazionalità e viene da lui ricambiata. Allo scoppio della guerra i due saranno costretti a scegliere se anteporre l’amor di Patria a quello per il proprio partner.

La divetta del reggimento Produzione: Cines Regia: Mario Caserini Lunghezza: 1100 metri Visto censura (numero e data): #10565 – 20 ottobre 1915 Parole chiave: caffè-concerto, ospedale, bombardamento, interclassismo Trama: Leda, una ex cantante in un caffè concerto, diventa una dama di compagnia di un’anziana duchessa, madre di Massimo, attualmente al fronte. Quando lui ritorna a casa tra i due giovani sboccia l’amore, ma una ex collega della ballerina compare e, invidiosa della felicità della protagonista, racconta alla duchessa i trascorsi della ragazza. La donna deciderà di non opporsi alla relazione tra il figlio e Leda, dopo aver visto la passione e la bravura con cui quest’ultima organizzerà uno spettacolo per i soldati.

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La doppia ferita Produzione: Milano films Regia: Augusto Genina Lunghezza: 1500 metri Visto censura (numero e data): #9245 – 1 giugno 1915 Parole chiave: boy scout, spionaggio, fanteria, donna si traveste da uomo Trama: Mistinguett fugge dal suo collegio per inseguire un bell’ufficiale. Per potergli stare vicino si traveste da ragazzo prima e da boy scout poi. Sotto queste false spoglie viene mandata al fronte dove si distingue per il proprio valore, ma rimane ferita. Costretta ad abbandonare i suoi travestimenti e a rientrare in città, Mistinguett eredita una ricca somma. Le sue aspirazioni sono tutte rivolte al suo ufficiale, impegnato in una difficile missione di controspionaggio. La ragazza riprende gli abiti maschili, aiuta l’amato e riesce a coronare il proprio sogno d’amore.

La maschera dell’eroe Produzione: Padus film Regia: Vittorio Rossi - Pianelli Lunghezza: 900 metri Visto censura (numero e data): #10661 – 30 ottobre 1915

La moda e la guerra o La guerra e la moda Produzione: Katana film Regia: Raffaele Cosentino Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10918 – 16 dicembre 1915 Parole chiave: satira Trama: Vicenda satirica che ironizza sulle differenti bizzarrie della moda d’anteguerra e le attuali esigenze delle nazioni in armi.

La moglie del traditore Produzione: Savoia film Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10922 – 18 dicembre 1915

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La patria redime / All’ombra del tricolore Produzione: Fulgor film Regia: Guglielmo Zorzi Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10285 – 1 settembre 1915 Parole chiave: anarchico disertore, fratelli in guerra, bersagliere, medaglia al valore, ferito, nemico austriaco, baionetta, trincea, bandiera Trama: Dopo la mobilitazione un anarchico diserta rubando i soldi alla madre, ma, sorpreso durante il furto, la ferisce e scappa. Appena apprende le gesta dei suoi fratelli andati al fronte, si pente e si arruola nei bersaglieri. Ritornerà dalla madre ferito, ma con una medaglia al valore.

La paura degli aeromobili nemici Produzione: Itala film Regia: André Deed Lunghezza: 300 metri Visto censura (numero e data): # 10736 – 15 novembre 1915 Parole chiave: commedia, arruolamento non volontario Trama: Cretinetti si sposa ma è talmente preoccupato dai bombardamenti aerei che prepara ogni contromossa possibile per salvarsi. Ogni sua difesa si rivolterà contro di lui e, anche se non vi è stato nessun bombardamento, i due sposi si troveranno con l’appartamento distrutto. Il protagonista verrà arruolato, contro la sua volontà, nella contraerea.

La samaritana Produzione: Brune-Stelli films Regia: Armando Brunero Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10383 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: ospedale, crocerossine, guerra bianca, personaggio femminile con passato equivoco, alpini, irredentismo, preghiera Trama: Giorgio ed Anna stanno per sposarsi, ma vengono sorpresi dallo scoppio della guerra. Giorgio viene richiamato e al fronte guida un attacco per salvare una donna triestina, Delia. L’ufficiale viene ferito ma in ospedale la ragazza si dedica a lui e se ne innamora, tanto da offrirsi per una trasfusione di sangue che salverà la vita del militare. Anche Anna, la fidanzata, raggiunge il capezzale del futuro sposo e lo assiste durante la convalescenza. Delia, ormai rassegnata, sacrifica il suo amore per quello della coppia.

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La veglia d’armi del boy scout Produzione: Bonnard films Regia: Pier Angelo Mazzolotti Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10438 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: boy scout

Morte alle spie! Produzione: Zannini film Regia: Giovanni Zannini Lunghezza: 910 metri Visto censura (numero e data): #10354 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: spionaggio

Padre e figlio Produzione: Itala Film Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10978 – 29 dicembre 1915

Presentat – arm! Produzione: Sicula film Regia: Gian Orlando Vassallo Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10690 – 3 novembre 1915 Parole chiave: bandiera, partenza per il fronte Trama: Due amici si ritrovano al fronte e dimenticano i dissapori dovuti all’amore per la stessa donna. Uno dei due si sacrifica per salvare l’altro.

Quando la tromba squilla Produzione: Società anonima Ambrosio Regia: Luigi Mele Lunghezza: 750 metri Visto censura (numero e data): #10533 – 13 ottobre 1915

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Savoia, urrah! Produzione: Polifilms Regia: Eduardo Bencivenga Lunghezza: 811 metri Visto censura (numero e data): #10053 – 1 agosto 1915 Parole chiave: bersaglieri

Sempre avanti, Savoia! Produzione: Film Dora Regia: Elvira Notari Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10261 – 1 settembre 1915

Sempre nel cor la Patria!... / Cuore di neve Produzione: Cines Regia: Carmine Gallone Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #9897 – 1 luglio 1915 Parole chiave: bandiera Trama: Leda si innamora e sposa Van Axel, uno straniero. I due vivranno nel lusso e negli agi, ma tra loro non sboccerà l’amore. Una sera la donna conosce D’Urso, un diplomatico italiano del quale si innamora. Allo scoppio della guerra gli amanti sono pieni di gioia, ma Van Axel spezza il loro idillio. Leda riesce a far avanzare i soldati italiani a prezzo della sua vita.

Sotto il bacio del fuoco Produzione: Vomero Film Regia: Emilio Roncarolo / Salvatore Papa Lunghezza: 1200 metri Visto censura (numero e data): #10732 – 13 novembre 1915 Parole chiave: irredentismo, nemico austriaco

Storie vecchie e fatti nuovi Produzione: Società anonima Ambrosio Regia: Eleuterio Rodolfi

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Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10159 – 1 settembre 1915 Parole chiave: satira, Guglielmo II, Francesco Giuseppe Trama: Satira allegorica in cui si raccontano le avventure di Italo, un giovane ribelle alle minacce dello zio Francesco ed indocile alla Kultur che gli vuole impartire il maestro Guglielmo. Con le sue piccole amiche, Mariana, Lucy e Fedora, organizza l’invasione del suo podere che lo zio trattiene ingiustamente. Lo zio ed il maestro fuggono sbalorditi di fronte al grido che unisce i combattenti: «Savoja!».

Sul campo dell’onore Produzione: Film artistica Gloria Regia: Amleto Palermi Lunghezza: 605 metri [in Francia] Visto censura (numero e data): #10770 – 17 novembre 1915 Trama: Il giovane e scapestrato marchese Lambert di Sant’Anna conduce una vita sregolata. Un giorno incontra e seduce la ballerina Liana de Millefleure, fidanzata dell’acrobata Bobby. Questi giura di vendicarsi, ma il marchese non sembra preoccupato. Allo scoppio del conflitto Lambert, tenente nell’esercito, risponde all’appello della patria e raggiunge il suo reggimento, come fa lo stesso Bobby, contento di trovare un balsamo per i suoi mali. I due uomini si incontrano al fronte e il soldato è costretto a rispettare il proprio ufficiale. Durante un attacco Lambert salva la bandiera, ma rimane ferito e disperso sul campo di battaglia insieme al proprio cavallo, in attesa che qualcuno venga a salvarlo. Il tanto tempo per pensare gli fa comprendere la meschinità della propria vita e i propri errori. Bobby e altri soldati riescono a respingere i tedeschi e si avventurano nella terra di nessuno per identificare i morti e recuperare i feriti. Il soldato vede l’ufficiale, lo perdona e lo salva. Nota: Le trama del film e la lunghezza della pellicola sono desunte da un articolo apparso su «Ciné Journal» il 19 febbraio 1916.

Trieste / I vendicatori di Oberdan Produzione: Folcini film Regia: Enzo Longhi Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10193 – 1 settembre 1915 Parole chiave: irredentismo, bandiera, passaggio delle linee, baionetta, Trieste Trama: A Trieste il commissario austriaco Arpad ricatta la bella Rosalba: o diventerà sua moglie o farà impiccare il padre, noto patriota italiano. Quando scoppia il conflitto Arpad fa scattare una serie di arresti a danno dei movimenti filo italiani. Gian-

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carlo, Rosalba e la sua piccola sorellina Fiorella vengono arrestati, ma Rosalba riesce a fuggire, raggiunge i soldati italiani e li guida nella liberazione della città, salvando il padre già con la corda al collo. Arpad riesce però ad ucciderla, ammazzato a sua volta dalla piccola Fiorella. La donna chiede, come ultimo gesto, di poter baciare il tricolore.

Trincea che redime Produzione: Cines Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10489 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: bersaglieri

Un maestro alsaziano Produzione: Società anonima Ambrosio Regia: non reperita Lunghezza: 1000 metri Visto censura (numero e data): #10398 – 1 ottobre 1915 Parole chiave: irredentismo estero (Francia)

Una notte al confine Produzione: Floreal Film Regia: Ugo Pittei Lunghezza: 900 metri Visto censura (numero e data): #10756 – 17 novembre 1915

Una tragedia sull’Isonzo Produzione: Bancalari G. Regia: Augusto Contardi Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10446 – 1 ottobre 1915

Vette del Trentino / Sulle balze del Trentino Produzione: Polifilms Regia: Ignazio Lupi Lunghezza: non reperita

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Visto censura (numero e data): #10162 – 1 settembre 1915

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Viaggio di nozze Produzione: Società anonima Ambrosio Regia: Eleuterio Rodolfi Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10746 – 15 novembre 1915 Parole chiave: spionaggio Trama: Rudolf e Alma sono due agenti segreti che utilizzano il loro viaggio di nozze per il bene della Patria. Recuperano una formula spaventosa e riescono a portarla in Italia.

Vipere d’Austria, a morte! Produzione: Cines Regia: Enrique Santos Lunghezza: 791 metri Visto censura (numero e data): #10748 – 15 novembre 1915 Parole chiave: spionaggio

Viva la Patria! / Il valore delle donne italiane Produzione: Savoia film Regia: non reperita Lunghezza: non reperita Visto censura (numero e data): #10215 – 1 settembre 1915 Parole chiave: nemici tedeschi

1916

Alla fronte Produzione: Ambrosio Regia: non reperita Lunghezza: 1363 metri Visto censura (numero e data): #11240 – 26 febbraio 1916 Trama: Il film racconta la vita quotidiana dei soldati al fronte, «Senza nauseanti finzioni di combattimenti e di episodi guerreschi inscenati in mezzo a comparse» (da

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

«La vita cinematografica» del 7-15 maggio 1916).

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Amore che tace Produzione: Film «La donna» Regia: Vitale De Stefano Lunghezza: 1216 metri Visto censura (numero e data): #11459 – 18 aprile 1916 Parole chiave: trincea, imboscato, aviazione Trama: Tre uomini si contendono l’amore di una donna. Questa annuncia che sposerà chi farà qualcosa di nobile e buono. Il primo – Rimini – si imbosca, Mario muore durante una pericolosa missione in aereo e Spano va a combattere in prima linea. Pierrot, il servitore di Mirella, gli fa da ombra per proteggere il preferito della sua padrona. Quando Spano muore tra le braccia di Mirella, questi gli rivela la verità su Pierrot, che riesce così a sposare la fanciulla che ha sempre amato.

Amore di barbaro Produzione: Augusta film Regia: Amleto Palermi Lunghezza: 1403 metri Visto censura (numero e data): #11766 – 9 luglio 1916 Parole chiave: aviazione, nemici tedeschi, stupro, pace Trama: Una coppia di giovani sta per sposarsi, ma vengono sorpresi dallo scoppio della guerra. Henri viene richiamato in aviazione. I tedeschi sfondano le linee ed arrivano in paese, il tenente Max violenta Jeanne a cui nasce un figlio, frutto di questa violenza. Henri ritornando a casa, scopre quanto avvenuto e si offre di sposare la ragazza. Jeanne però rifiuta e lo esorta a tornare al fronte. A guerra terminata Henri rintraccia Max, il quale apprende solo ora la propria paternità. Il tedesco chiede perdono e sposa la donna che ha stuprato, ma la vita di coppia non procede per il meglio. Henri sfida a duello Max, che muore, ma il vincitore non sposa la donna e parte per un paese lontano.

Buon sangue non mente Produzione: Phoenix film Regia: Gero Zambuto Lunghezza: 1482 metri Visto censura (numero e data): #11278 – 3 marzo 1916 Trama: Una coppia di giovani si sposa senza la benedizione del padre di lei. Il ma-

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rito, però, muore poco dopo e la donna non riesce ad allevare il figlio, che abbandona di fronte ad una chiesa. Il piccolo Luciano cresce e durante la guerra compie un’azione eroica, sventando un complotto ai danni del proprio Paese. Nel momento in cui il generale de la Tournière va per decorarlo lo riconosce grazie ad un medaglione. Il nonno chiede perdono al nipote e gli offre la propria ospitalità.

Chi per la patria muor / Latin sangue gentile Produzione: Partenope film Regia: Roberto Troncone Lunghezza: 1257 metri Visto censura (numero e data): #11551 – 12 maggio 1916

Così morì Miss Cavell (diviso in due episodi: film e prologo) Produzione: Augusta film Regia: Amleto Palermi Lunghezza: 490 + 262 metri Visto censura (numero e data): #11544 – 11 maggio 1916 / #11684 – 13 giugno 1916 Parole chiave: infermiera, fronte occidentale, nemini tedeschi Trama: Storia della morte dell’infermiera inglese Edith Cavell, fucilata dai tedeschi il 12 ottobre 1915.

Echi di squilli e trofei di vittoria Produzione: Vomero film Regia: Emilio Roncarolo Lunghezza: 1154 metri Visto censura (numero e data): #11269 – 2 marzo 1916 Parole chiave: bersaglieri, baionetta

Eroismo di donna / Donne eroiche / Amor di patria Produzione: Sport film Regia: Gian Giorgio Trissino Lunghezza: 996 metri Visto censura (numero e data): #11706 – 17 giugno 1916 Parole chiave: cavalleria

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Farulli si arruola Produzione: Latina ars Regia: Alberto Traversa Lunghezza: 340 metri Visto censura (numero e data): #11109 – 1 febbraio 1916

Gli irredenti Produzione: Jonio film Regia: Pietro Licciarediello Lunghezza: 1076 metri Visto censura (numero e data): #11051 – 17 gennaio 1916

I raggi neutri del Dottor Pietri Produzione: Film d’arte Italiana Regia: non reperita Lunghezza: 903 metri Visto censura (numero e data): #11752 – 4 luglio 1916 Nota: Vittorio Martinelli nel suo saggio I sogni di Momi. Il cinema italiano e la Grande Guerra, pubblicato in «Cinegrafie» 1991 #4 La guerra giusta, inserisce questo titolo tra quelli relativi alla prima guerra mondiale. L’unica descrizione del soggetto che sono riuscito a reperire è contenuta nel catalogo stilato da Henry Bousquet, De Pathé Frères à Pathé Cinéma. Catalogue 1915-1916-1917-1918, Éditions Henry Bousquet, 1999, ma non contiene nessun riferimento al conflitto ‘15-18.

Il Soldato d’Italia Produzione: Latina ars Regia: Alberto Traversa Lunghezza: 542 metri Visto censura (numero e data): #11112 – 2 febbraio 1916

Kri Kri contro i gas asfissianti Produzione: Cines Regia: non reperita Lunghezza: 125 metri Visto censura (numero e data): #11187 – 16 febbraio 1916 Parole chiave: trincea, gas

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Trama: Un attacco chimico del nemico contro la trincea dove si trova Kri Kri si risolve in un nulla di fatto perché il protagonista trova il modo di rimandare il pericoloso veleno al mittente.

L’avvenire in agguato Produzione: Lombardo – Teatro film Regia: Giulio Antamoro Lunghezza: 1750 metri Visto censura (numero e data): #11163 – 12 febbraio 1916 Parole chiave: volontario, trincee, feriti Trama: Fiorella è una maestrina di un piccolo villaggio. Il principe Sergio da Volterra se ne innamora e la sposa. Al fascino della donna sembra non resistere Ugo, il più caro amico del principe che, per non tradire la fiducia di Sergio, preferisce partire. Il nobile sospetta di Ugo e, letteralmente, muore di gelosia. Fiorella si riduce ad una vita di lutto e clausura dedicandosi al culto del marito. L’incontro col pittore Mario è però fatale: lui la ritrae e sarebbe pronto ad una relazione che lei rifiuta. Mario parte per il fronte dove rimane ferito e viene subito assistito dalla principessa, pronta, ora, a concedersi, ma respinta dal pittore, innamoratosi di un’altra donna. Fiorella delusa, muore accanto al ritratto del marito.

L’imboscata Produzione: Tiber film Regia: Emilio Ghione Lunghezza: 1540 metri Visto censura (numero e data): #11273 – 1 marzo 1916 Parole chiave: spionaggio Trama: I piani difensivi custoditi dal tenente Castroris sono al sicuro, ma un paese straniero prova a recuperarli utilizzando un’affascinante spia. Il suo piano è di attirare il militare fuori dal suo studio, lasciando ai propri complici il tempo necessario per trovarli. Non riuscendo a trovare le carte di cui hanno bisogno, i nemici dell’ufficiale lo rapiscono sperando di farlo confessare. La fidanzata di Castroris chiede aiuto a Za la Mort per trovare il suo amato ma, una volta scoperto il rifugio dove è nascosto il militare, Za viene a sua volta imprigionato. A salvare la situazione sarà la bella Za la Vie che permette la fuga degli uomini e, grazie all’intervento della polizia, riesce a sventare il piano straniero.

L’ostaggio produzione: Helios film

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Regia: Romolo Bacchini Lunghezza: 678 metri Visto censura (numero e data): #11578 – 17 maggio 1916

La grande guerra Produzione: Genova film Regia: non reperita Lunghezza: 90 metri Visto censura (numero e data): #11028 – 11 gennaio 1916

La prossima pace / Trionfo dell’Intesa Produzione: Superfilm Regia: Enzo Longhi Lunghezza: 1691 metri Visto censura (numero e data): #11696 – 15 giugno 1916

Maciste alpino Produzione: Itala film Regia: Luigi Maggi e Romano Luigi Borgnetto Lunghezza: 2084 metri Visto censura (numero e data): #12240 – 21 novembre 1916 Parole chiave: irredentismo, alpini, baionetta, trincee, satira su Francesco Giuseppe, guerra bianca, bandiera, passaggio delle linee Trama: Maciste è impegnato oltre il confine nelle riprese di un film, ma allo scoppio delle ostilità tutta la troupe viene arrestata. Il campo di prigionia in cui viene portato il cast è pieno di italiani che, seguendo Maciste, riescono a fuggire e a raggiungere il castello di Pratolungo. Il vecchio conte aiuta i fuggitivi a passare le linee. Ad essi si unisce Giorgio Lanfranchi, patriota innamorato della contessina. Maciste si arruola negli alpini e si distingue per le proprie imprese eroiche tra cui un attacco a quota 2430. Giorgio e Maciste si rincontrano poco dopo nei pressi del castello di Pratolungo dove si sono conosciuti. Gli austriaci, tramite uno stratagemma, riescono a catturare il conte e sua nipote, allontanatasi in incognito dai possedimenti della famiglia. Mentre gli ufficiali austriaci si disputano l’onore di chi potrà godere per primo della compagnia della donna, Maciste irrompe nella villa guidando l’assalto italiano. Il conte viene liberato e la contessina potrà riabbracciare l’amato Giorgio.

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Mater Purissima / Amore che consola Produzione: Ora nostra Regia: non reperita Lunghezza: 335 metri Visto censura (numero e data): #11463 – 19 aprile 1916

Passano gli Unni Produzione: Caserini film Regia: Mario Caserini Lunghezza: 1418 metri Visto censura (numero e data): #11013 – 9 gennaio 1916 Parole chiave: Belgio, nemici tedeschi Trama: Nel Belgio occupato dai tedeschi una ragazza ama un ufficiale germanico. Il loro amore è messo alla prova dalla fucilazione del padre... Nota: Il finale originale del film prevedeva che i due amanti riprendessero a frequentarsi, ma la censura impose il taglio delle ultime sequenze cambiando, di fatto, il senso complessivo dell’opera.

Piccola infermiera della croce rossa / La volontaria della croce rossa Produzione: Edison film Regia: Giovanni Enrico Vidali Lunghezza: 875 metri Visto censura (numero e data): #11538 – 9 maggio 1916 Parole chiave: crocerossine

Preferisco l’inferno Produzione: Ambrosio Regia: Eleuterio Rodolfi Lunghezza: 1420 metri Visto censura (numero e data): #11287 – 4 marzo 1916 Parole chiave: diplomazia, satira Trama: Ridolfi raggiunge l’inferno anzitempo. Satana è costretto a rimandarlo sulla terra insieme a suo figlio Asmodeo, di modo che il giovane diavolo possa compiere un viaggio d’istruzione. I due, visto il comportamento degli umani, decidono di ritornare all’inferno. Satana, per ringraziare Ridolfi, trasforma il figlio nella fidanzata del protagonista, Gigetta, e officia le loro nozze.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Seppe morir e fu redento / Il vecchio volontario garibaldino Produzione: Alba film Regia: Alfredo Robert Lunghezza: 1043 metri Visto censura (numero e data): #11094 – 27 gennaio 1916 Parole chiave: ex garibaldino, spionaggio, nemici tedeschi Trama: Poldo, un vecchio garibaldino residente a Firenze sospetta di una coppia d’origine straniera che vive nel proprio palazzo. I due si riveleranno essere al soldo dell’Austria-Ungheria, pronti a sobillare le folle italiane nel caso in cui l’Italia dichiarasse guerra all’Impero. Un giovane viene ghermito nella loro rete, ma riuscirà a redimersi dopo aver punito i due morendo valorosamente al fronte, tra le braccia del vecchio garibaldino, anche lui arruolatosi contro il nemico di sempre.

Turbine rosso Produzione: Volsca films Regia: Oreste Gherardini Lunghezza: 1298 metri Visto censura (numero e data): #11535 – 6 maggio 1916 Parole chiave: fronte serbo-bulgaro, guerra di mina, nemici bulgari Trama: Pietro è un ufficiale bulgaro diviso tra il dovere verso il proprio paese e l’amore verso la donna che ama, Milena, d’origine serba. La ragazza è la sorella di Alessandro Dinovic, un generale dell’esercito del proprio paese. Pietro sceglie di combattere la guerra per il paese della sua fidanzata e si arruola volontario nell’esercito serbo. In uno scontro muore, ucciso dai suoi compatrioti, mentre l’esercito bulgaro, forte del numero, travolge le ultime resistenze dei serbi, costretti a ripiegare in Albania. Questa sarà la loro ultima tappa prima di raggiungere l’Italia, rifugio sicuro per i popoli oppressi.

Vaincre la mort? Produzione: Jupiter Regia: Umberto Paradisi Lunghezza: non reperita Visto censura: non reperito Parole chiave: bombardamenti, prigionieri Trama: In un vecchio castello vivono il vecchio conte Robert, suo figlio Marius e sua nipote Valérie. Marius è solito passare tutti gli inverni, da solo, in mezzo ai piaceri che la capitale del paese gli offre. Qui incontra Armelle, la quale spera di met-

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tere le mani sulla fortuna del giovane e, grazie alla complicità di un altro uomo, riesce ad incastrare Marius per un crimine che non ha commesso. La donna rimane però impressionata dalle accuse e dalle minacce che l’innocente muove nei suoi confronti, tanto che non accetta la parte del bottino che le spetta. Gli anni passano e Robert riesce ad ottenere la revisione del processo. Durante i primi giorni di guerra una bomba centra la prigione dove Marius è custodito. Nonostante il bombardamento il giovane riesce miracolosamente a sopravvivere e si rifugia in un casolare in campagna, dove incontra un soldato costretto a letto, pronto a cedergli la divisa e la propia identità. Il conte può così partire per il fronte, ma viene preso prigioniero. Dopo una serie di disavventure incontra Armelle, pronta a confessare le proprie colpe. Lei lo aiuta, poi si suicida per espiare i propri crimini. Nota: Le uniche informazioni sul film provengono da un articolo, in francese, apparso su «La vita cinematografica» del 22-30 gennaio 1917.

Verso l’arcobaleno Produzione: Milano films Regia: Eugenio Perego Lunghezza: 1466 metri Visto censura (numero e data): #11239 – 26 febbraio 1916 Parole chiave: Belgio Trama: La storia di una famiglia belga durante l’occupazione tedesca. 1917

Calma di cielo e tempesta d’anime Produzione: Cinereporter Regia: Gennaro Righelli Lunghezza: 1053 metri Visto censura (numero e data): #13147 – 27 ottobre 1917

Il siluramento dell’Oceania Produzione: Ambrosio Regia: Augusto Genina Lunghezza: 1808 metri Visto censura (numero e data): #13024 – 14 settembre 1917 Parole chiave: Regia Marina, sottomarini

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

Trama: Un importante documento custodito in un castello viene rubato. I proprietari riescono a recuperarlo dopo una serie di incredibili avventure. Nota: Il film conteneva un esplicito riferimento all’affondamento del Lusitania operato da sottomarini tedeschi. La censura pretese che le didascalie fossero modificate per eliminare ogni riferimento alla Germania e al siluramento della nave britannica.

Il tank della morte Produzione: Cinemadrama film Regia: Telemaco Ruggeri Lunghezza: 1647 metri Visto censura (numero e data): #12978 – 29 agosto 1917 Parole chiave: carro armato, trincee Trama: Gabriella è sposata ma, allo scoppio delle ostilità, il marito parte per il fronte e muore. La donna vede in un sogno la morte dell’amato e immagina che le dia un appuntamento dopo un anno. Gabriella però si risposa con Jacques, il quale ha per amico fraterno Carlo, che la desidera al punto da ferirla gravemente durante una lite. La donna si alza dallo stato di veglia esattamente un anno dopo la morte del marito, credendo di essere in procinto di morire. Gabriella però continua a vivere, ricordando teneramente il suo amato. Nota: Le trama del film è desunta da un articolo apparso su «Ciné Journal» datato 8 marzo 1919.

Jack cuor di leone Produzione: Cines Regia: Enrique Santos Lunghezza: 1484 metri Visto censura (numero e data): #12749 – 14 maggio 1917 Parole chiave: partenza per la guerra Trama: La duchessa Berta si è sposata, senza il benestare della propria famiglia, col povero ma onesto Armando, dal quale ha un figlio. Allo scoppio della guerra il marito parte per compiere il proprio dovere e la moglie si riconcilia con la propria madre. Chi non sente ragioni è suo padre, il vecchio Duca, convinto che la figlia debba vivere in convento, dove la farà rinchiudere. Anche il piccolo nipote non riesce ad addolcire i sentimenti del nobile che decide di affidarlo ad un circo. A risolvere la situazione penserà Massimo, appena giunto dall’Africa con due scimmie, Jack e Cocò. Il terzetto riesce ad ostacolare i piani del Duca e a riportare la pace in famiglia.

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L’approdo Produzione: Latina ars Regia: Riccardo Tolentino Lunghezza: 1209 metri Visto censura (numero e data): #12727 – 30 aprile 1917

La guerra e il sogno di Momi Produzione: Itala film Regia: Segundo de Chamon Lunghezza: 833 metri Visto censura (numero e data): #12583 – 7 marzo 1917 Parole chiave: baionetta, trincee, bombardamento, gas, aviazione Trama: Il padre è al fronte e tutta la famiglia attende sue notizie. Ogni sua lettera viene letta e ascoltata dal nonno, dalla madre e da Momi, suo figlio. L’ultima avventura che l’ufficiale ha vissuto vede come protagonista Berto, un ragazzo della zona divenuto amico della truppa. I nemici notano che la casa del giovane potrebbe diventare un ottimo osservatorio militare e, con un fulmineo raid, se ne impadroniscono senza trattenere però l’impaurito ragazzo, che riesce così ad avvisare i soldati italiani. Un grosso contingente parte diretto contro le truppe nemiche e riesce a salvare Berto e sua madre. La casa però, dopo gli scontri, è in rovina e i militari italiani iniziano a riparare i danni che questa ha subito. Questo racconto turba il piccolo Momi che immagina i propri giocattoli prendere vita e partecipare ad una guerra moderna, dove la violenza bellica è accresciuta dall’uso della tecnologia. Al risveglio dal sogno il bimbo continua ad attendere il ritorno a casa del padre insieme al resto della sua famiglia.

La nemica Produzione: Silentium film Regia: Ivo Illuminati Lunghezza: 1360 metri Visto censura (numero e data): #13099 – 11 ottobre 1917 Trama: Il film è l’adattamento del dramma omonimo di Nicodemi, da cui è tratto anche il film diretto da Giorgio Bianchi nel 1952.

La spirale della morte Produzione: Ambrosio

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Regia: Filippo Costamagna e Domenico Gambino Lunghezza: 1586 metri Visto censura (numero e data): #13096 – 10 ottobre 1917 Parole chiave: Regia Marina Trama: Il cadetto di marina Fredo riesce a distruggere, grazie all’aiuto degli acrobati del circo Brown, una base navale nemica. Il gruppo di eroi riesce a salvarsi dalle ritorsioni della potenza straniera.

Le nozze di Vittoria Produzione: Tespi film Regia: Ugo Falena Lunghezza: 500 metri Visto censura (numero e data): #12510 – 7 febbraio 1917 Parole chiave: prestito nazionale

Lotta d’elementi, raffiche d’anime Produzione: Vera film Regia: Aldo Molinari Lunghezza: 1510 metri Visto censura (numero e data): #12596 – 15 marzo 1917 Parole chiave: morte presunta Trama: Un ufficiale è costretto a rimanere su di un’isola durante un assedio. Sua moglie, non ricevendo sue notizie per lungo tempo lo crede morto. La (vera) morte della figlia la fa sprofondare nella pazzia e, per questo, viene rinchiusa in un manicomio. Sarà suo marito a ritrovarla e a guarirla.

Occhi consacrati Produzione: Cyrius film Regia: Luigi Mele Lunghezza: 1090 metri Visto censura (numero e data): #13244 – 22 dicembre 1917 Parole chiave: cecità Trama: Una ragazza ha molti amanti, tra cui un uomo che lei convince a partire per il fronte. Quando questi rientra in città è ormai un povero cieco. La donna si consacra a lui che ha sacrificato i suoi occhi per la patria. Nota: Martinelli sostiene che, dopo il passaggio in censura, il film fu perso in un in-

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cendio. L’intero film venne rigirato l’anno successivo con lo stesso cast, esclusa la protagonista, già impegnata su di un altro set (si veda la scheda a p. 57).

Quando il sole tramonta Produzione: Tiber film Regia: Gennaro Righelli Lunghezza: 1101 metri Visto censura (numero e data): #12948 – 8 agosto 1917 Parole chiave: licenza Trama: Un principe passeggia per la campagna in incognito e incontra Maria, una contadina di cui si innamora. Lei però rifiuta la sua corte perché è già fidanzata con un contadino attualmente al fronte. Il principe non riesce a rinunciare alla ragazza e si traveste da villico pur di starle vicino e, in questo modo, riesce ad affascinarla. Il giorno in cui un soldato ritorna al paese in licenza, baciando la fotografia di Maria, il principe si ritira, lasciando la coppia libera di amarsi. Il nobile ritorna a corte, dove sposa una principessa, come richiesto dai suoi pari.

Verso la gloria Produzione: Tespi film Regia: Ugo Falena Lunghezza: 292 metri Visto censura (numero e data): #12524 – 17 febbraio 1917 Parole chiave: prestito nazionale, Francia Trama: Il contributo italiano alla storia della civiltà vanta numerosi esempi tra cui la Giovane Italia, i martiri di Belfiore, l’epopea garibaldina e i soldati italiani nelle Argonne. 1918

Cenere e vampe Produzione: Tespi film Regia: Ugo Falena Lunghezza: 1195 metri Visto censura (numero e data): #13295 – 30 gennaio 1918 Parole chiave: prestito nazionale, artiglieria, crocerossina Trama: Un giovane scioperato passa la vita tra sale da gioco e strozzini. È sempre riuscito a barcamenarsi tra la sfortuna ed il padre profondamente avaro. Una sera

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

però perde tutto e, non riuscendo ad ottenere l’aiuto paterno, parte per il fronte, convinto dalla propria fidanzata. In prima linea Italo cambia, diventa un eroe. Vicino a lui c’è la fidanzata Maria, divenuta crocerossina per aiutare i feriti. Il giovane ritorna a casa e prova a convincere il padre che il ruolo di chi non può combattere in linea è sostenere economicamente lo sforzo del Paese. Il ricco barone si fa convincere dal patriottismo della proposta, ma anche dagli argomenti economici che la banca propone a chi sottoscrive il prestito.

Controspionaggio Produzione: Pasquali e C. Regia: Camillo De Riso Lunghezza: 1663 metri Visto censura (numero e data): #13811 – 17 settembre 1918 Parole chiave: spionaggio Trama: Il tenente Roland è fidanzato con la cavallerizza Elda, ma lei viene costretta a rubare all’amato degli importanti piani militari relativi alla difesa del Paese. Il militare si allea col clown Job per recuperare i documenti e l’amata, che era stata rapita da alcune spie straniere. I due riescono a liberarla e ad uccidere Marcus, la mente criminale che aveva preparato il piano.

E dopo? Produzione: Ambrosio Regia: Febo Mari Lunghezza: 1805 metri Visto censura (numero e data): #13854 – 10 ottobre 1918 Parole chiave: imboscato Trama: Un importante uomo politico ha una figlia che si innamora del ragazzo sbagliato, un imboscato, al quale rivela importanti segreti della difesa nazionale appresi dal padre. Il losco individuo ne approfitta per ricattare lo statista.

Gli invasori Produzione: Cléo film Regia: Gian Paolo Rosmino Lunghezza: 736 metri Visto censura (numero e data): #13891 – 19 novembre 1918

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Il canto della fede / Gran genio Produzione: Cléo film Regia: Filippo Butera Lunghezza: 911 metri Visto censura (numero e data): #13890 – 19 novembre 1918 Parole chiave: trincee, feriti, alpini, propaganda, bandiera Trama: Un ufficiale degli alpini, dopo essere rimasto ferito in azione, viene invitato ad un circolo patriottico dove si tiene una cerimonia in suo onore. In quel periodo è ospite di una ricca famiglia che ha trasformato la propria casa in un centro di accoglienza per i profughi. Il padre e la madre si dimostrano, a differenza della loro figlia, disponibi e gentili con tutti. L’ufficiale è attratto dalla donna che lo ospita e, nonostante quest’atto violi la legge dell’ospitalità, le dichiara il proprio amore. La signora rifiuta la corte dell’alpino. La figlia, che ha assistito alla scena, decide di mettere al corrente della situazione il padre, il quale interrompe lo scambio di battute tra sua moglie ed il militare. L’ufficiale ottiene di partire con una piccola bandiera, cucita per lui dalla donna, e si rammenta della canzone «Sposa sincera sarà la mia bandiera». Il padrone di casa, sua moglie e sua figlia si complimentano e salutano l’alpino. Nota: Il film viene presentano in censura il 2 settembre 1918 ma viene distribuito solo dopo la fine delle ostilità (4 novembre 1918).

La maschera del barbaro Produzione: Ambrosio Regia: Paolo Trinchera Lunghezza: 1312 metri Visto censura (numero e data): #13467 – 22 aprile 1918 Parole chiave: diserzione, Veneto, alleati Trama: Un giovane diserta ma viene sostituito al fronte da Margherita, sua sorella, che rimane ferita in uno scontro a fuoco e riporta al fratello la divisa “rigenerata” dal proprio sangue. Margherita assiste i feriti all’opera pia di carità dove rincontra Dick, un soldato alleato, ora mutilato, di cui si innamora. Suo fratello Marco muore al fronte, mentre lei si sposa col soldato.

Lacrime di popolo (due episodi: La marea che sale / La mendicante di via del Tempio)

Produzione: Ambrosio Regia: Mario Roncoroni Lunghezza: 1248 / 1225 metri Visto censura (numero e data): #13796 / 13797 – entrambi del 12 settembre 1918

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Parole chiave: trincea, cameratismo Trama: Il figlio di una ricca e immorale famiglia di industriali seduce la figlia di onesti operai, mentre il forte Galaor salva la ricca Minnie dalla furia di alcuni violenti scioperanti. Galaor viene accusato della morte dell’industriale, ma si salva grazie al proprio padre che si dichiara colpevole del delitto. Anni dopo, in trincea, Galaor salva un uomo dalla morte e questi gli rivela chi ha realmente ucciso l’industriale così da permettere la liberazione del padre del protagonista e il suo matrimonio con Minnie.

Mariute Produzione: Caesar film / Bertini film Regia: Eduardo Bencivenga Lunghezza: 743 metri Visto censura (numero e data): #13506 – 11 maggio 1918 Parole chiave: ironia, preghiera, stupro Trama: La Diva Francesca Bertini conduce la propria vita in mezzo agli agi che il suo status le consente. Un giorno, sul set, ascolta il racconto di un attore appena rientrato dal fronte, che narra la situazione delle popolazioni italiane costrette a vivere sotto il dominio nemico. Durante la notte la Bertini sogna di essere una contadina friulana, col marito al fronte e tre figlie a casa. Tre soldati austriaci la sorprendono e la stuprano, ma lei viene subito vendicata dal suocero. Il sogno accende il patriottismo dell’attrice che tarderà meno del solito al lavoro.

Per la vittoria e per la pace Produzione: Cines Regia: non reperita Lunghezza: 305 metri Visto censura (numero e data): #13358 – 27 febbraio 1918

Saluto italico / La patria chiama Produzione: Mercedes film Regia: Ugo Bitetti Lunghezza: 1530 metri Visto censura (numero e data): #13748 – 16 agosto 1918

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Trittico italico

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(quattro episodi: L’insulto / Supremo grido! / Combattimento aereo / Il re a Trieste) Produzione: Ministero della Marina / Cines Regia: non reperita Lunghezza: 500 / 550 / 509 /321 metri Visto censura (numero e data): # ? / 13860 / 13861 / 13884 - ? / il secondo ed il terzo episodio 18 ottobre / 16 novembre 1918 Parole chiave: marina, sottomarini, aviazione, nemico austriaco Trama: primo episodio: non reperita. (Episodio sostituito con il quarto al termine del conflitto). Secondo episodio: una nave italiana viene abbordata da un sommergibile tedesco. Una passeggera che non rinnega la propria italianità viene fucilata sulla nave nemica. Terzo episodio: scontri aerei tra piloti italiani ed austriaci. Quarto episodio: brano documentario che mostra l’ingresso di Vittorio Emanuele III a Trieste. 1919

Aquile romane / Aquile umane Produzione: Filmgraf Regia: Giuseppe De Liguoro Lunghezza: 1616 metri Visto censura (numero e data): #14271 – 29 giugno 1919 Parole chiave: aviazione Trama: Storia dell’aviazione da Dedalo ai giorni nostri.

Il libro della vita Produzione: Audax film Regia: Mario Guaita (Ausonia) Lunghezza: 1507 metri Visto censura (numero e data): #14406 – 23 settembre 1919 Parole chiave: morti Trama: Diego e Giorgio, durante la guerra, sono addetti al recupero delle carte personali dei soldati uccisi. Mentre svolge il proprio lavoro, Giorgio trova una lettera riguardante la moglie di Diego e non la mostra all’amico. A guerra finita Diego assume Giorgio nella sua ditta, ma quest’ultimo ricatta la moglie del suo principale per favorire il matrimonio di suo figlio Paolo con Graziella, figlia di primo letto di Diego. Quando questi scopre la tresca della moglie muore di dolore. Anche Graziella, di fronte a questa umiliazione, rischia la morte, ma viene consolata e salvata dal fidanzato.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

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Il più forte amore Produzione: Celio film Regia: non reperita Lunghezza: 1048 metri Visto censura (numero e data): #14699 – 29 dicembre 1919

L’uomo che vide la morte Produzione: Itala Regia: Romano Luigi Borgnetto Lunghezza: 1484 metri Visto censura (numero e data): #14703 – 31 dicembre 1919 Parole chiave: bombardamento, imboscato Trama: Il dottor Mario Berti ha partecipato alla prima guerra mondiale ed è sopravvissuto. Mentre è in viaggio verso casa, pensa alle sofferenze patite in quegli anni e sogna di ritornare in un mondo felice, dopo aver vissuto a lungo a contatto con gli orrori del conflitto. I suoi fratelli sono riusciti ad imboscarsi, ma ora si odiano tra loro; la sua fidanzata l’ha tradito col suo miglior amico e lui non riece ad ottenere il lavoro da medico che svolgeva prima del 1915. Berti non riesce ad evitare di pensare ai suoi compagni di guerra che, nonostante la vicinanza continua con la morte, rimanevano grandi e puri. Il dottore ha orrore del mondo che esce dal conflitto, incurante dei sacrifici degli uomini che l’hanno vissuto. La sua unica certezza è la madre, capace di infondergli fiducia verso l’avvenire. Berti si dedica all’educazione dei giovani e si impegna a renderli uomini migliori di quelli che vede attorno a lui.

La riscossa delle maschere Produzione: Carlucci film Regia: Gustavo Zaremba de Jaracewsky Lunghezza: 1288 metri Visto censura (numero e data): #14009 – 28 gennaio 1919 Parole chiave: occupazione del Veneto, diserzione, arditi, prete patriota Trama: Nel 1866 la spia austriaca Hirsch viene uccisa dal conte di Rialto. Durante la prima guerra mondiale, il castello del conte viene occupato dalle forze imperiali, alla cui guida vi è Enrico Hirsch, figlio della spia uccisa durante il conflitto risorgimentale. Il governatore è arrivato portando con sé il nipote del conte, Marino, che tutti credevano prigioniero. In realtà il giovane ha disertato e si è messo al servizio degli austriaci, come gli aveva suggerito la madre, ora pentita del suo cattivo consiglio. Intanto Enrico si prepara ad inviare a Berlino la ricca collezione di maschere presente nella fortezza. Astrea, nipote del conte, riesce a farsi assumere, grazie all’aiuto di un prete patriota, come cameriera. Hirsch sospetta qualcosa ma, appena la

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madre di Marino conferma i suoi sospetti, il governatore viene ucciso dal giovane italiano che aveva disertato. Tutta la famiglia è in pericolo, ma Astrea riesce a far entrare nel castello un gruppo di arditi, nascosti nella sala che contiene le maschere. La notte dell’assalto italiano è la stessa in cui il castello dovrebbe essere svuotato ma le truppe italiane all’esterno e gli arditi all’interno riusciranno a battere i soldati nemici e a cacciarli dall’Italia. Nota: Vittorio Martinelli nel suo Primi approcci tra cinema e fascismo, pubblicato in «Immagine. Note di storia del cinema», numero 10, aprile-giugno 1985, attribuisce la regia di questo film a Valentino Soldani.

Occhi consacrati (II versione) Produzione: Cyrus film Regia: Luigi Mele Lunghezza: 1220 metri Visto censura (numero e data): #14151 – 26 aprile 1919 Parole chiave: cecità Trama: Una ragazza ha molti amanti tra i quali un uomo che lei convince a partire per il fronte. Quando questi rientra in città è ormai un povero cieco. La donna si consacra a lui che ha sacrificato i suoi occhi per la patria. Nota: Martinelli sostiene che, dopo il passaggio in censura, la pellicola omonima del 1917 fu persa in un incendio. L’intero film venne rigirato l’anno successivo con lo stesso cast, esclusa la protagonista, già impegnata in un altro set (si veda la scheda a p. 50).

Umanità Produzione: Liana film Regia: Elvira Giallanella Lunghezza: 730 metri [desunta dalla copia conservata presso la Cineteca Nazionale] Visto censura (numero e data): non reperito Parole chiave: bombardamento Trama: Due bambini, mentre i genitori dormono, mangiano marmellata e fumano. Anche i piccoli si addormentano e sognano le distruzioni belliche prodotte da un bombardamento. Uno gnomo si unisce a loro sulla terra senza guerra e li accompagna a visitare il fronte e le distruzioni causate dal conflitto. Il piccolo Tranquillino vuole rifare il mondo e chiede assistenza e consiglio a Dio, che però nega ogni aiuto, incoraggiando il protagonista a farsi lui stesso muratore per ricostruire il mondo. Sono gli animali a proporre un nuovo ordine mondiale nel quale tutti saranno vegetariani e disarmati. Chi non rispetterà queste leggi dovrà dirsi non più bestia ma uomo. I due bimbi si sentono offesi e, per vendicarsi, prendono un monoplano e bombardano le fiere. Solo dopo averli colpiti i due capiscono che gli animali avevano ra-

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano.

gione e cercano di ricostruire un mondo senza armi, ma ne trovano sia sottoterra che in fondo al mare, e per questo richiedono a Dio un nuovo inizio, dove l’uomo non sbaglierà più e non creerà più strumenti di morte. Appena finito di pregare Tranquillino uccide una tartaruga senza motivo. Dio rifiuta di rifare il mondo e prende con sé in paradiso il bambino e gli dice che ogni popolo deve godere di quanto riesce a produrre con la propria virtù e non di quello che ottiene con la propria violenza. Lo scopo deve consistere nel sacrificarsi per il bene dell’umanità tutta, non nell’uccidere i propri fratelli. Note: Come testimoniato da Martinelli e Mazzei il film non risulta negli elenchi di censura, né sulla stampa specializzata, ad eccezione di un vago accenno sulla «Rassegna generale della cinematografia». Un copia della pellicola è depositata presso la cineteca nazionale. 1920

Il colonnello Chabert Produzione: Celio film Regia: Carmine Gallone Lunghezza: 1564 metri Visto censura (numero e data): #15255 – 5 agosto 1920 Parole chiave: morte presunta Trama: Dopo essere stato dato per morto il colonnello Chabert ritorna a casa. Sua moglie si è risposata col marchese Ferrand e ora fa di tutto perché il marito scompaia così da permettirgli di mantenere il marchesato e l’eredità ricevuta alla morte di Chabert. L’uomo, per non sconvolgere i figli, accetta di ripartire in silenzio ma, scoperto che la moglie lo vorrebbe far rinchiudere in manicomio, abbandona la casa e muore sulla strada. Nota: La vicenda, diversamente dall’opera di Balzac, non è ambientata in epoca napoleonica, ma durante la prima guerra mondiale.

Il soldato cieco Produzione: Azzurri film Regia: Paolo Azzurri Lunghezza: 1634 metri Visto censura (numero e data): #14844 – 25 febbraio 1920 Parole chiave: cecità

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1921

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Il cielo Produzione: Habay film Regia: Andrea Habay Lunghezza: 1758 metri Visto censura (numero e data): #16067 – 20 maggio 1921 Parole chiave: cecità, aviazione, infermiera Trama: Un aviatore vuole battere un record d’altezza, ma non riesce nell’impresa e cadendo ha uno shock che gli danneggia il nervo ottico: un’altra emozione così forte potrebbe renderlo cieco. La sua vita, nel timore di perdere la fidanzata – un ex infermiera conosciuta sul fronte italiano – cambia. Per evitare problemi elimina ogni emozione, ogni sport, ogni rischio. Un giorno, però, la sua ragazza cade, lui si getta per salvara e vi riesce, ma l’emozione lo acceca. Disperato perché la cecità viene diagnostica come permanente, prega un amico di farlo volare un’ultima volta. Approfittando di un attimo in cui è solo sull’apparecchio lo mette in moto e l’emozione è talmente forte che recupera la vista.

Onda sanguigna / Battesimo di nave Produzione: Ars et labor Regia: Gian Paolo Rosmino Lunghezza: 945 metri Visto censura (numero e data): #15887 – 19 marzo 1921 Parole chiave: Regia Marina, sottomarino Nota: Martinelli sostiene che il film venne girato nel 1917, ma distribuito solo nel 1921.

Passione di popolo: dalla guerra alla pace / Sufficit animus Produzione: Sterni G. Regia: Giuseppe Sterni Lunghezza: 1757 metri Visto censura (numero e data): #16345 – 23 agosto 1921 Parole chiave: crocerossina, bombardamento Trama: Riccardo durante il conflitto si innamora di una maestrina che ha conosciuto in un paesino nei pressi della frontiera. Alla prima licenza torna da lei, ma trova il villaggio distrutto. Gli abitanti sono però fortunatamente sopravvissuti. Riccardo viene ferito e la fidanzata, pur di stargli vicino, diventa crocerossina. L’ufficiale si

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ristabilisce e ritorna al fronte. A guerra terminata cerca la sua fidanzata, ma lei è morta nel bombardamento che ha distrutto l’ospedale.

Un bacio dato... Produzione: Nova film Regia: Gian Orlando Vassallo Lunghezza: 1423 metri Visto censura (numero e data): #15957 – 12 aprile 1921 Parole chiave: Trentino 1922

La tormenta / Nella tormenta Produzione: Caesar film Regia: Carmine Gallone Lunghezza: 1557 metri Visto censura (numero e data): #17225 – 12 luglio 1922 Trama: Magda e Andrea vivono in un paese di montagna col loro figlioletto. Quando lui parte per la guerra, Brander, un uomo violento che da tempo la desidera, tenta di violentare Magda che riesce a fuggire e trova ospitalità nella chiesa, dove il giovane curato si offre di ospitarla fino al ritorno di Andrea. La perpetua prima e Brander poi aizzano il paese contro la donna e danno fuoco alla canonica per scacciarla. Costretta ad uscire dal rifugio Magda mostra ai suoi concittadini i segni della violenza subita e può attendere serenamente il ritorno del fidanzato dopo che Brander è stato cacciato.

Non è resurrezione senza morte Produzione: Sangro film Regia: Eduardo Bencivenga Lunghezza: 2050 metri Visto censura (numero e data): #17204 – 4 luglio 1922 Parole chiave: Montenegro Trama: Due fratelli montenegrini, Alessandro e Jacka, vengono divisi in tenera età a causa della morte del padre: uno rimarrà con la sua famiglia nei Balcani, mentre l’altro parte con la famiglia che lo ha adottato alla volta di Vienna. Nella capitale Alessandro dimentica le proprie origini e diventa ufficiale di carriera. Anni dopo i due fratelli si rincontrano, ma su fronti opposti: Alessandro arresta Jacka e lo porta al patibolo ma, appresa la verità, abbandona l’esercito austriaco per quello montenegrino cercando il perdono del suo popolo.

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Il grido dell’aquila Produzione: Istituto fascista di propaganda nazionale Regia: Mario Volpe Lunghezza: 1622 metri Visto censura (numero e data): #18865 – 27 ottobre 1923 Parole chiave: Veneto, bombardamento, Caporetto, ex combattenti, camicie nere Trama: In una città del Veneto, durante la prima guerra mondiale, si trovano vari personaggi: i tenenti Giuliani e Acerri, Sandro, cieco di guerra, sua sorella Italia e il suo fratellino. Il bambino muore durante un bombardamento aereo, mentre gli altri sono costretti a ritirarsi a causa dello sconfitta di Caporetto. Durante il ripiegamento muoiono il tenente Acerri e Italia, mentre Giuliani riesce a salvare Sandro. Nel dopoguerra il cieco vive a casa del padre della moglie, un ricco industriale. Alla guida dello stabilimento vi è ora Giuliani, conquistato dalle idee di rivolta e autogestione di un socialista, il Serpe. Sandro intanto è diventato amico di Pasquale, un ex garibaldino, combattente a Mentana, che gestisce un’osteria e di suo nipote, Beppino. Gli scontri investono l’intero paese, dove l’ordine è riportato dai manganelli di un gruppo di ex combattenti. Sandro, il cieco, prova a riportare la pace ma, senza l’aiuto provvidenziale di Giuliani, verrebbe ucciso da un socialista. Al suo posto muore l’ex tenente, il quale capisce il proprio sbaglio, redimendo così le proprie colpe. A ripristinare l’ordine penseranno le squadre d’azione delle camicie nere, evocate dal milite ignoto. Nel finale vediamo una squadraccia, in cui militano anche Pasquale e Beppino, dirigersi verso Roma per marciare sulla città.

Il paese della paura Produzione: Fert film Regia: Alfredo De Antoni Lunghezza: 1580 metri Visto censura (numero e data): #18908 – 8 novembre 1923 Trama: Due giovani, di diversa estrazione sociale, vedono ostacolata la propria relazione amorosa dalle rispettive famiglie. Lo scoppio del primo conflitto mondiale avvicina i due nuclei famigliari e permette agli innamorati di sposarsi. 1924

La leggenda del Piave Produzione: Cooperativa italiana Regia: Mario Negri

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Lunghezza: 2066 metri Visto censura (numero e data): #19245 – 18 febbraio 1924 Parole chiave: spionaggio, nemico austriaco, crocerossina, ospedale, Caporetto, stupro Trama: Una spia austriaca opera all’interno della famiglia Confalonieri sotto il falso nome di Olivetti. L’agente segreto è costretto ad abbandonare la propria missione, perché rifiutato da Elena, la donna che ha tentano di prendere con la forza. Allo scoppio della guerra Elena e sua zia diventano crocerossine, mentre Corrado decide di arruolarsi. La guerra è lunga e, dopo molti mesi, si arriva al giorno di Caporetto. Il finto Olivetti torna in Italia col grado di Feld Maresciallo e stupra Elena all’interno della villa ospedale in cui presta servizio. La vittoria italiana arriva però poco dopo: Corrado raggiunge quota 218 con in mano il tricolore e sprona i soldati ad avanzare. 1925

Fenesta ca lucive Produzione: Astra film Regia: Mario Volpe poi Armando Fizzarotti Lunghezza: 1400 metri Visto censura (numero e data): #22227 – 1 dicembre 1925 Parole chiave: partenza per la guerra Trama: Mario parte per la prima guerra mondiale, ma la sua amata Emma non sopravvive a questa separazione e muore di dolore. A guerra terminata Mario si reca sotto la casa della donna amata, suonando la canzone Fenesta ca lucive, ma nessuno gli apre. L’innamorato scopre la verità e, la notte di Natale, mentre Napoli è in festa, si reca in Francia, ad Aurincour vicino alla tomba della donna amata, dove muore, abbracciando il monumento funebre di Emma.

La via del peccato Produzione: A.P. film Regia: Amleto Palermi Lunghezza: 2662 metri Visto censura (numero e data): #20324 – 3 febbraio 1925 Trama: Marco viene da tutti creduto morto in guerra, ma, dopo sei anni, ritorna a casa. In sua assenza le cose sono molto cambiate: Giovanna, la sua fidanza adorata, si è sposata col suo miglior amico, ma lui riesce a convincerla ad abbandonare la sua famiglia per fuggire insieme in America. Marco corre a prenotare una cabina mentre lei si addormenta e sogna di veder distrutta la propria casa, con lei e il marito morti. I suoi figli, prima accolti da persone pietose, vengono abbandonati a loro stessi e crescono soli, nel vizio: la ragazza viene uccisa dal marito violento e il figlioletto

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ghigliottinato per una serie di crimini da lui commessi. Giovanna si risveglia e scappa, Marco capisce la scelta della donna e parte da solo verso una nuova vita.

Napoli è sempre Napoli / Nel cuore di Napoli produzione: Ital film Regia: Mario Negri Lunghezza: 1701 metri Visto censura (numero e data): #20938 – 30 luglio 1925 Parole chiave: mutilato Trama: Papele e Andreuccio sono amici, frequentano ambienti equivoci in città fino a che non incontrano Maria, la figlia del vecchio e onesto nostromo. Papele si innamora della ragazza: sceglie di redimersi e di trovarsi un lavoro onesto, anche perché la donna sta per partorire suo figlio. Un equivoco fa credere all’uomo che Andreuccio sia stato l’amante di Maria e per questo si sfidano, con Andreuccio che ha la peggio e viene ferito. I due vengono condotti al commissariato e solo l’omertà salva Papele dalla prigione. Il suo gesto ha però allontanato Maria e l’innamorato, rimasto solo, decide di partire volontario per il fronte. Qui ritrova Andreuccio che muore tra le sue braccia, giurandogli, in fin di vita, di non essere mai stato l’amante di Maria. La guerra finisce, Papele ritorna a casa con una medaglia, ma senza entrambe le braccia. Rincontra Maria che si riappacificherà con lui.

Occupati d’Amelia Produzione: Rinascimento film Regia: Telemaco Ruggeri Lunghezza: 2174 metri Visto censura (numero e data): #20471 – 23 marzo 1925 Trama: Un uomo affida la propria fidanzata al suo migliore amico prima di partire per la guerra. Appena rientrato dal conflitto scopre che i due lo hanno tradito; per vendicarsi organizza un matrimonio che la coppia crede falso ma che risulterà completamente legale. 1927

Da Icaro a De Pinedo Produzione: Italia film Regia: Silvio Laurenti Rosa Lunghezza: 1536 metri Visto censura (numero e data): #23483 – 20 maggio 1927

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Parole chiave: aviazione

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Trama: La storia dell’aviazione dalla leggenda di Icaro, passando per gli studi di Leonardo da Vinci fino a Baracca, D’Annunzio, Nobile e De Pinedo.

Fantasia ‘e surdate / Patria e mamma Produzione: Film dora Regia: Elvira Notari Lunghezza: 1067 metri Visto censura (numero e data): #23036 – 23 aprile 1927 Parole chiave: volontario, decorato Trama: Giggi si innamora di Rosa, la bella di Porta Pia, per la quale trascura il lavoro, la fidanzata e deruba sua madre. Una volta scoperto il furto, nonostante le preghiere del fratello, Giggi scrive una lettera in cui motiva le proprie azioni e poi si suicida. Rosa intercetta però la lettera e la sostituisce con un’altra nella quale viene accusato dell’omicidio Gennariello, il fratello di Giggi. La madre racconta la vita del figlio minore: volontario in guerra e decorato. Vedendo la frustrazione della donna, Rosa racconta la sua versione dei fatti e consegna la lettera originale che scagionerà Gennariello.

I martiri d’Italia Produzione: Pittalunga Regia: Domenico Gaido Lunghezza: 2315 metri Visto censura (numero e data): #23348 – 14 marzo 1927 Parole chiave: Trento, Trieste, Pola, Cadorna, alpini, bombardamento Trama: Partendo dall’Unità linguistica d’Italia, nel XIII secolo, viene raccontata la storia del Paese attraverso le imprese dei martiri e dei grandi d’Italia da Dante alla marcia su Roma. La parte relativa alla prima guerra mondiale è dedicata non alle gesta dei personaggi più noti dell’esercito italiano, ma a quelle dei soldati semplici e ai luoghi topici del conflitto. Nota: La versione conservata presso la Cineteca Italiana di Milano manca della parte iniziale della pellicola. Nella copia superstite sono contenute le sequenze riguardanti la prima guerra mondiale, D’Annunzio e la marcia su Roma.

L’Italia s’è desta Produzione: Film dora Regia: Elvira Notari

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Lunghezza: 1820 metri Visto censura (numero e data): #23808 – 31 ottobre 1927 Parole chiave: mutilato Trama: Gennariello parte per la guerra. Rientra nella sua città solo a guerra terminata, vivo, ma senza entrambe le braccia. 1928

Brigata Firenze Produzione: Attori e direttori italiani associati Regia: Gian Orlando Vassallo Lunghezza: 1999 metri Visto censura (numero e data): #24324 – 30 giugno 1928 Parole chiave: fanteria, trincea, Veneto Trama: In una famiglia ci sono due figli maschi: uno che spera di non essere arruolato (a causa della propaganda sovversiva), l’altro che attende con impazienza di partire per il fronte. Questo viene aggregato, col grado di tenente, al Rgt. 127 di fanteria (detto Brigata Firenze). Tutti gli uomini dell’unità, anche i più insospettabili, danno il meglio di sé in guerra. Durante una licenza, un amico del tenente, innamorato di sua sorella, pensa che la vita al fronte sia decisamente migliore che a casa: lontano dai camerati le preoccupazioni crescono, il riso scema e la giustizia sparisce. Il fratello sovversivo, una volta avviato al fronte, si dimostra un buon soldato. Mentre la guerra continua si crea un idilliaco quadretto: i due fratelli si sono rappacificati e la sorella si fidanza con l’amico.

Compagnia dei matti Produzione: Pittalunga Regia: Mario Almirante Lunghezza: 3250 metri Visto censura (numero e data): #24371 – 31 agosto 1928 Parole chiave: alpini, trincea Trama: Il conte Bardonazzi muore molto giovane lasciando in eredità i suoi beni a chi dei suoi compari continuerà a vivere una vita di baldorie. Gli amici ridono e cantono nelle difficoltà ed in guerra, ma gli anni passano e di tutto il gruppo sopravvivono solo Momi, Bartolo e Pietro. Quando il loro diritto viene messo in discussione, gli amici sono costretti a vivere in maniera ancora più godereccia. Note: In una recensione apparsa su «La vita cinematografica» di ottobre-novembre del 1928 vi è scritto che i grandi successi riscossi nelle sale «Si trasformarono in autentica ovazione quando sullo schermo apparvero i quadri stupendi della canzone di

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guerra cantata dagli alpini nella trincea, dove la fierezza e la gloria del nostro fante meraviglioso venivano esaltate».

Nun è Carmela mia! / Non è Carmela mia Produzione: Any film Regia: Ubaldo Mario Del Colle Lunghezza: 1874 metri Visto censura (numero e data): #24507 – 31 ottobre 1928 Parole chiave: partenza per il fronte Trama: Tore e Carmela si amano, ma allo scoppio della guerra sono costretti a dividersi. Mentre lui è al fronte, lei viene accusata di essergli infedele, ma, al ritorno di Tore, tutto si chiarisce.

Redenzione d’anime Produzione: Artisti italiani associati Regia: Silvio Laurenti Rosa Lunghezza: 2157 metri Visto censura (numero e data): #24007 – 29 febbraio 1928 Parole chiave: partenza per la guerra Trama: Una madre, rimasta vedova, ha due figli: Alberto e Fernando. Quest’ultimo si innamora di Claudia una donna bella e libera. Mentre la donna visita la fabbrica avviene un piccolo incidente e lei è portata in salvo da Fernando che rimane come impietrito da quell’incontro. Nonostante la madre ed il fratello cerchino di farlo rinsavire lui abbandona il lavoro e, durante un litigio con Alberto, colpisce la madre. Credendo di averla uccisa Fernando fugge in Francia grazie all’aiuto di Bertuccione. Qui spera di poter espiare la sua colpa con una vita dedicata al lavoro. Allo scoppio della guerra Alberto si arruola nell’esercito italiano, Fernando in quello francese. Il primo morirà eroicamente sul campo, mentre il secondo, una volta riabilitatosi, tornerà dalla vecchia madre. 1929

Le mani sugli occhi Produzione: Popolo film Regia: Gian Orlando Vassallo Lunghezza: 2411 metri Visto censura (numero e data): #24870 – 30 aprile 1929 Parole chiave: cecità

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1915-1931

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Trama: Un soldato ritorna a casa, dopo la guerra, vivo ma cieco.

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1931

Fiocca la neve Produzione: Miramar film Regia: Emanuele Rotondo Lunghezza: 1774 metri Visto censura (numero e data): #26329 – 28 febbraio 1931 Parole chiave: cecità, Francia Trama: La storia di due orfani napoletani innamorati: Nino e Carmela. Lui si arruola volontario allo scoppio delle ostilità in Francia, lei rimane in città e, dopo una breve resistenza, accetta la corte di un altro uomo. Nino rimane cieco e, tornato a casa, riesce a riottenere l’amore di Carmela che abbandona il suo amante. Nota: Il soggetto originale risulta molto differente dalla versione poi proiettata nelle sale a causa dell’intervento della censura che impose il finale sopra citato, decisamente meno problematico di quello originale, nel quale la donna abbandona la vita da prostituta per tornare con l’amato. Il film, distribuito quattro anni dopo il termine della lavorazione, venne in parte sonorizzato e musicato.

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FILM SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL CINEMA SONORO ITALIANO 1932-2013

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Camicia nera Italia, 1932 durata: 85 min b/n regia, soggetto, sceneggiatura: Giovacchino Forzano; fotografia: Mario Albertelli, Eugenio Bava, Mario Craveri, Ercole Granata, Giulio Rufini; scenografia: Antonio Valente; montaggio: Mario Bonotti, Giovacchino Forzano; musiche originali: Gian Luca Tocchi interpreti: Enrico Marroni (il marinaio), Antonietta Mecale (la moglie del fabbro), Enrico Da Rosa (il fabbro), Guido Petri (il suocero), Lamberto Patacconi (il figlio a 4 anni), Pino Locchi (il figlio a 8 anni), Vinicio Sofia (il sovversivo), Renato Tofone (don Venanzio, il parroco), Avelio Bandoni (un combattente), Leo Bartoli (un combattente), Annibale Betrone (il sindaco), Luisella Ciocca (una popolana romana), Attila Della Spora (un combattente), Giovanni Ferrari (un combattente), Loris Gizzi (un acceso sovversivo) produzione: Giovacchino Forzano censura: non reperita Parole chiave: volontari, interventismo, Benito Mussolini, pacifisti, prete, reduci, psicopatologia di guerra, Piave «Un fabbro italiano emigrato viene ferito durante la guerra sul fronte francese, perdendo la memoria. Ricoverato in un ospedale tedesco, la recupera tre anni dopo e dalla Tunisia rimpatria, felice per il risanamento delle Paludi Pontine e l’inaugurazione della città di Littoria»1. Dalla critica All’uscita del film (1933) i critici cinematografici esaltarono, naturalmente, l’opera di Forzano scrivendo su «Il Messaggero». «Un film italianissimo, le scene che maggiormente colpiscono ed appassionano, e che sono riprodotte con maggiore potenza 1

http://cinema.ilsole24ore.com/film/camicia-nera/.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

di mezzi espressivi sono principalmente quelle dei reduci della Prima guerra mondiale ridotti allo squallore più duro e vilipesi per avere dato il sangue alla loro Patria»2. Duro, invece, il Morandini: «Balbettante film di propaganda, girato per il decennale della Marcia su Roma, in bilico tra l’insipienza e il guittume, con punte di comicità involontaria. La retorica si sposa alla presunzione, la convenzione all’enfasi, senza un attimo di tregua»3.

Le scarpe al sole Italia, 1935 durata: 90 min b/n regia: Marco Elter; soggetto: dall’opera omonima di Paolo Monelli; sceneggiatura: Curt Alexander; fotografia: Massimo Terzano; scenografia: Enrico Verdozzi; montaggio: Camillo Mastrocinque; musiche originali: Antonio Veretti interpreti: Camillo Pilotto (Bepo), Cesco Baseggio (Durigan), Carlo Lodovici (Toni), Giorgio Covi (Cesco), Carlo Duse (tenente degli alpini), Isa Pola (Anna, moglie di Cesco), Nelly Corradi (Maria, fidanzata di Toni), Dina Perbellini [Dirce Bellini] (moglie di Bepo), Nino Marchetti (alpino amico di Toni e Cesco), Maria De Cet (madre di Anna), Giovanni De Bon (padre di Durigan), Carolina De Bon (madre di Durigan) produzione: Artisti Associati (1932), Industrie Cinematografiche Italiane «I.C.I.» censura: 28989 del 31.08.1935 Parole chiave: fine della guerra, amor di patria, vita di trincea, guerra bianca «Prima dello scoppio della prima guerra mondiale, tra duro lavoro e lieti amori, un gruppo di alpini conduce una tranquilla esistenza in un piccolo paese delle Alpi Venete. Esploso il conflitto, tre di loro si ritrovano al fronte: uno si è appena sposato, un altro è animato da un grande spirito patriottico e un altro ancora ha già conosciuto la guerra, essendo un veterano della spedizione d’Africa. Nelle trincee e nelle retrovie i giorni trascorrono tra ritirate e avanzate, tra gesti eroici e sanguinose battaglie fino alla vittoria finale. Mentre il più anziano dei tre muore in difesa dell’amato villaggio, gli altri due fanno ritorno a casa. Tutto il paese, animato da mille bandiere, si stringe attorno ai reduci. E la vita, piano piano, tornerà a scorrere come prima»4. Dalla critica «Le scarpe al sole (coppa del Ministero per la Stampa e Propaganda) è l’opera di due alpini: Marco Elter regista, Paolo Monelli autore del soggetto. Il Monelli ha in2 Anonimo,

ma da attribuirsi a Matteo Incagliati, in Il Messaggero del 24 marzo 1933. http://trovacinema.repubblica.it/film/camicia-nera-1/117225. 4 http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=SV 549. 3

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teso che al film fosse conservato il tono del suo fortunato e pregevole volume di bozzetti, dove istanti e figure della nostra guerra alpina sono rapidamente annotati come sulle pagine di un diario; così il film, dello spirito alpino, della guerra alpina, offre istanti ed episodi che hanno una unità da una loro particolare atmosfera [...]»5.

Milizia territoriale Italia,1935 durata: 75 min b/n regia: Mario Bonnard; sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Luigi Bonelli, Nunzio Malasomma; fotografia: Ferdinando Martini; montaggio: Eraldo Da Roma; musiche originali: Giulio Bonnard interpreti: Antonio Gandusio, Leda Gloria, Enrico Viarisio, Rosina Anselmi, Maurizio D’Ancora, Luigi Almirante, Giorgio De Rege, Guido De Rege, Gemma Bolognesi, Piero Pastore, Mimo Billi, Enzo Gainotti, Loris Gizzi produzione: Eia - Giuseppe Amato per la G.A.I. censura: 29007 del 25.09.1935 Parole chiave: indennizzo di guerra, raccomandazione per il figlio in guerra «Il Cav. Orlandi, impiegato presso un calzaturificio, è del tutto succube e del principale e dei suoi colleghi. Ed anche in famiglia egli è vessato dalla propria dispotica sorella. Ma allo scoppiare della guerra egli è richiamato con il grado di maggiore e ritrova, con il comando, tutta la propria fierezza di uomo. Anzi ha il piacere di vedersi ossequiato dallo stesso industriale, che lo raggiunge nella sua ridotta per pregarlo di voler tenere presso di lui, al sicuro, il proprio figliolo che è stato chiamato alle armi. È in tale occasione che il Cav. Orlandi riceve la formale promessa di essere avanzato nell’ufficio, a guerra finita, all’ambito posto di capo del personale. La guerra finisce e l’Orlandi ritornato al suo antico impiego, non solo non vede realizzate le promesse fattegli ma, a poco a poco, ritorna alle antiche abitudini di sottomissione, aggravata, ora, dall’amarezza del ricordo di una gloria troppo breve. Ma l’improvvisa comparsa della Martina (una popolana che ha ospitato il comando di tappa nella sua casa) la quale viene a chiedere dal "Signor Maggiore" l’appoggio per ottenere la liquidazione dell’indennizzo di guerra, riaccende i bellicosi spiriti dell’ottimo cavaliere. Egli ritrova sé stesso e in uno scatto, che lo ripaga di tutte le umiliazioni sofferte, dice il fatto suo a quanti, superiori e inferiori, l’hanno tormentato mentre, a braccetto della popolana, abbandona l’ufficio a passo di marcia»6. Dalla critica «(...) Il film è condotto con molto garbo e con molta cura. La direzione è ottima, anche se davanti ad un abbigliamento da principio del secolo si scorge qualcosa di 5 6

http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=415442. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=28550&film=Milizia-territoriale.

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troppo moderno. Gandusio è veramente insuperabile e così pure Leda Gloria che in questo film è apparsa di una freschezza e di una grazia eccezionale. Ben si può dire di Rosina Anselmi, del giovane D’Ancora, dei due De Rege, caratteristici soldati, e di tutti gli altri»7.

Passaporto rosso Italia, 1935 durata: 90 min. b/n regia: Guido Brignone; soggetto: Gian Gaspare Napolitano; sceneggiatura: Gian Gaspare Napolitano, Tommaso Smith; fotografia: Ubaldo Arata; scenografia: Guido Fiorini; montaggio: Giuseppe Fatigati; musiche originali: Emilio Gragnani; costumi: Titina Rota interpreti: Isa Miranda (Maria Brunetti, sua figlia), Tina Lattanzi (Giulia Martini), Olga Pescatori (Manuela Martini), Filippo Scelzo (Lorenzo Casati), Ugo Ceseri (Antonio Spinelli), Giulio Donadio (don Pancho Rivera), Mario Ferrari (Don Pablo Ramirez), Oreste Fares (Andrea Brunetti), Federico Collino (Luigi Martini), Mario Pisu (Gianni Casati), Emilio Petacci (console italiano), Olinto Cristina (commissario di bordo del «Marseille»), Cele Abba (attrice del «Café de Paris»), Lilla Brignone (Carmela, attrice del «Café de Paris»), Carlo Tamberlani (ufficiale comandante) produzione: Tirrenia Film censura: 29048 del 31.10.1935 Parole chiave: amor di patria, italiani emigrati in Sud America «Ultimi anni dell’Ottocento. Un italiano emigrato in Sudamerica muore di febbre gialla. La giovane figlia dell’uomo, Maria, adesso deve affrontare una situazione economica molto difficile. La donna, quindi, si vede costretta ad accettare un lavoro umiliante, che le viene offerto da un personaggio equivoco, proprietario di malfamati locali notturni. Fortunatamente, Maria viene rintracciata da un emigrato politico italiano, un giovane medico, che aveva conosciuto tempo prima e che, innamorato di lei, riesce a farla uscire da quell’ambiente. I due si sposano e dalla loro unione nasce un bambino, Gianni. Cresciuto, il ragazzo non riesce a comprendere il profondo affetto che i suoi genitori nutrono per l’Italia, perché la sua patria è l’Argentina. Allo scoppio della prima guerra mondiale, tra padre e figlio si apre una frattura: molti giovani, infatti, decidono di partire per l’Italia, loro paese di origine; non così Gianni, che nel frattempo si è anche sposato. Quando però scopre che anche il padre, ormai anziano, ha intenzione di andare in guerra, il ragazzo capisce cosa siano l’amor di patria e il senso del dovere e decide quindi di imbarcarsi come volontario per il fronte. Questa scelta gli costerà la vita. La bambina nata dopo la morte 7 Anonimo,

«La Tribuna», 25/10/1935.

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di Gianni, nella divisa di Piccola Italiana, riceverà la medaglia al valore conquistata dal padre»8. Dalla critica «Anche il tema di Passaporto rosso è di quelli che la risorta cinematografia nazionale doveva affrontare (…). Tutto sommato, da un punto di vista schiettamente spettacolaristico esso può essere paragonato a quello di molti film americani sulla colonizzazione del West (…). Ogni episodio ha la sua ragion d’essere e ogni personaggio qualità rappresentative d’una collettività. Il Brignone, questa volta, si è fatto onore sul serio, dimostrando di essere giovane e pieno di idee. Con Passaporto rosso, egli torna in primo piano con tutti gli onori. La Miranda migliora ogni volta»9.

Cavalleria Italia, 1936 durata: 88 min b/n regia: Goffredo Alessandrini; soggetto: Oreste Biancoli, basato sul testo di Salvator Gotta; sceneggiatura: Goffredo Alessandrini, Aldo Vergano; fotografia: Vaclav Vich; scenografia: Gastone Medin; montaggio: Giorgio C. Simonelli; musiche originali: Enzo Masetti; costumi: Gino Sensani interpreti: Elisa Cegani (Speranza di Frasseneto), Silvana Jachino (Carlotta di Frasseneto, sorella di Speranza), Clara Padoa (contessa Clotilde), Nora D’Alba (contessa Sandi), Amedeo Nazzari (Umberto Solaro), Enrico Viarisio (sottotenente Rolla), Luigi Carini (conte Emanuele di Frasseneto), Ernst von Nadherny (barone von Osterreich, marito di Speranza), Adolfo Geri (Vittorio di Frasseneto), Anna Magnani (Fanny, la canzonettista), Mario Ferrari (capitano Alberto Ponza), Walter Grant (ufficiale superiore), Michele Malaspina (ufficiale di cavalleria), Albino Principe (marito di Carlotta), Rosina Adrario (contessina Adrari) produzione: Industrie Cinematografiche Italiane «I.C.I.» censura: 29347 del 15.09.1936 Parole chiave: Francesco Baracca, Federico Caprilli, manovre di cavalleria, cavalleria, aviazione, carica di cavalleria «Torino, inizio del Novecento. Per risolvere i problemi economici della propria famiglia, la nobile fidanzata dell’ufficiale di cavalleria Umberto Solaro è costretta a sposare un ricco barone austriaco. Dopo questa profonda delusione, l’ufficiale decide di dedicarsi all’equitazione e presto riesce a diventare uno degli istruttori più noti e stimati d’Italia. Ma un giorno, qualche anno dopo, Solaro rincontra a Roma la donna amata. I due cominciano a frequentarsi dando adito a numerosi pettego8 9

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=SV%20462. Enrico Roma, in «Cinema Illustrazione», 18 dicembre 1935.

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lezzi. Per difendere l’onore della ragazza, il fratello di questa sfida a duello un uomo che aveva fatto pesanti insinuazioni sul suo conto. Solaro è profondamente scosso per l’accaduto e, durante una gara, cade da cavallo. Costretto a far abbattere l’animale, l’uomo decide allora di abbandonare l’equitazione per l’aeronautica. Scoppia la prima guerra mondiale e l’ufficiale si distingue per le sue capacità, finché, durante una pericolosa missione, il suo apparecchio viene colpito e abbattuto. La salma dell’eroico Solaro viene raccolta e quindi scortata da un reparto di cavalleggeri»10. Dalla critica «Secondo film di A. Nazzari, il primo in divisa. Conta per l’elegante ricostruzione della società a cavallo tra Ottocento e Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l’esaltazione del militarismo sabaudo che si sovrappone a quello fascista»11. Osservazioni: Il personaggio Umberto Solaro, bene interpretato da Amedeo Nazzari, rappresenta due Ufficiali che sono stati grandi protagonisti nel loro settore: il Capitano Federigo Caprilli, maestro e innovatore nell’ambito dell’equitazione militare, e il Maggiore Francesco Baracca, l’asso degli assi italiani dell’aviazione della Prima guerra mondiale12.

Tredici uomini e un cannone13 Italia, 1936 durata: 84 min b/n regia, soggetto e sceneggiatura: Giovacchino Forzano; fotografia: Mario Albertelli, Augusto Tiezzi; scenografia: Boris Bilinsky, Antonio Valente; montaggio: Mario Bonotti; musiche originali: Giovacchino Forzano interpreti: Fosco Giachetti (uno dei tredici uomini), Filippo Scelzo (uno dei tredici uomini), Egisto Olivieri (comandante), Carlo Duse (uno dei tredici uomini), Carlo Romano (uno dei tredici uomini), Mario Steni (uno dei tredici uomini), Enrico Marroni (uno dei tredici uomini), Piero Pastore (uno dei tredici uomini), Fernando De Crucciati (uno dei tredici uomini), Edoardo Toniolo (uno dei tredici uomini), Silvio Bagolini (uno dei tredici uomini), Giuseppe Addobbati (uno dei tredici uomini), Faliero Gasparri (uno dei tredici uomini), Carlo Tamberlani (sentinella), Ernesto Sabbatini (generale), Leo Chiostri (generale), Pietro Sharoff [Pietro Scharoff] («Sua Eccellenza») produzione: Cinematografica Immobiliare Pisorno censura: 29353 del 30.09.1936 10

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=SV%20125. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=4922. 12 G. Alessandrini, in F. Savio, Cinecittà anni Trenta, Roma, Bulzoni, 1979. 13 Il film è stato presentato alla mostra di Venezia del 1936. 11

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Parole chiave: artiglieria, spionaggio, traditore «Nel corso della prima guerra mondiale, gli austriaci hanno posizionato un cannone a lunga gittata in un bosco vicino al confine russo. Dodici uomini assieme al loro capitano sono sistemati accanto al pezzo di artiglieria. Intenzionati a compiere degli atti di sabotaggio e a distruggere il cannone, i russi cercano di localizzarne la posizione. Appena riescono a individuarlo grazie a dei razzi luminosi, fanno intervenire l’artiglieria con fuoco di sbarramento e riescono a distruggerlo. Sospettando che fra loro ci sia un informatore del nemico, il comandante della postazione dà un ultimatum ai propri sottoposti: se il traditore non si farà avanti prima dell’alba, tutti verranno fucilati. La minaccia del comandante scatena paure, sospetti e malintesi fra i militari, finché non si scoprirà che il vero colpevole non è un traditore, ma una spia russa»14. Dalla critica «È sicuramente il meno “forzaniano” dei 7 film di Forzano, forse il migliore, comunque il più teso e spedito, il meno teatraleggiante. Senza donne. Ne furono girate, sempre negli stabilimenti di Tirrenia, la versione tedesca (Dreizehn Mann und eine Kanone, 1938) di Johannes Meyer e una britannica (Thirteen Men and a Gun, 1939) diretta da Mario Zampi»15.

Piccolo alpino Italia, 1940 durata: 99 min b/n regia: Oreste Biancoli; soggetto: dal romanzo omonimo di Salvator Gotta; sceneggiatura: Akos Tolnay, Oreste Biancoli; fotografia: Arturo Gallea; scenografia: Ottavio Scotti; musiche originali: Umberto Galassi, Armando Renzi interpreti: Elio Sannangelo (Giacomino Rasi), Mario Ferrari (capitano Lupo), Filippo Scelzo (Michele Rasi, padre di Giacomino), Amedeo Trilli (Rico), Lamberto Picasso (preside), Jone Frigerio (zia Elisabetta), Ernesto Almirante (professore), Mario Siletti (Sergio Valli, giornalista), Vittorio Campi, Adele Garavaglia (nonna di Rico), Mario Artese (giovane Nane Bagnariol), Cesco Baseggio (alpino Brustolon), Annibale Betrone (Fruttax), Carlo De Cristofaro (sergente), Walter Grant (colonnello Malgheri), Edda Soligo (tabaccaia), Giuseppe Addobbati (aiutante di campo di Lupo), Nino Marchetti (tenente Rossi, ufficiale nascosto nel bosco), Desiderio Nobile [Rio Nobile] (spia austriaca), Franco Barci (altra spia), Carlo Todd (maestro dell’orfanotrofio austriaco), Luigi Lampugnani (prelato), Mauro Serra (alpino Girolamo detto «Gironi») 14 15

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=SV%20641. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=25760.

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produzione: Manderfilm censura: 31091 del 18.10.1940 Parole chiave: armistizio, vittoria, decorazione al valore, campo di prigionia «Poco prima della dichiarazione di guerra dell’Italia nel 1915 un bambino, appassionato di montagna, perde il babbo in una escursione alpina nella quale lo ha seguito. Intanto scoppia la guerra e il fanciullo vuole seguire al reggimento il proprio salvatore. Durante una avanzata, però, egli viene smarrito e, caduto in mano degli austriaci, fugge dall’orfanotrofio in cui è custodito. Fa amicizia con un coetaneo e i due decidono di passare a nuoto il Piave per ritornare nelle nostre linee. Riescono nella impresa ma il piccolo amico del protagonista non sopravvive alla fatica. Intanto il babbo di lui, che era stato salvato dalla montagna e trasportato in una clinica svizzera, ritorna all’improvviso per prendere il suo posto di ufficiale al reggimento. La gioia del ragazzo è accresciuta dall’annuncio dell’armistizio e della vittoria. Per tutti i suoi atti di valore egli è decorato»16. Dalla critica «(...) La prima parte del film è buona, la seconda molto di meno. Protagonista è Ennio Sannangelo, la cui recitazione segue le sorti del film, da prima vivace e spontanea, in seguito diventa sbandata e alquanto declamatoria. L’ambiente degli alpini è reso con vivo senso della realtà e con piacevole umorismo, ci si sente la mano di uno che se ne intende e ricorda le scene migliori di “scarpe al sole” (...)». (A. Frateili, «La tribuna», 3.12.1940)17.

Redenzione Italia, 1941 durata: 96 min b/n regia: Marcello Albani; soggetto: dal dramma omonimo di Roberto Farinacci; sceneggiatura: Marcello Albani, Roberto Farinacci ras di Cremona; fotografia: Emanuel Filiberto Lomiry; scenografia: Sandro Marzano; montaggio: Dolores Tamburini; musiche originali: Mario Nascimbene interpreti: Carlo Tamberlani (Giuseppe Madidini), Mario Ferrari (segretario del fascio), Camillo Pilotto (il capolega), Vera Carmi (Maria), Mino Doro (Carlo), Aroldo Tieri (Giuseppe Bongiovanni ), Lauro Gazzolo produzione: Marfilm- Artisti Associati censura: 31210 del 02.01.1941 Parole chiave: diserzione, nazionalismo fascista

16 17

http://film.virgilio.it/film/95698/piccolo-alpino.html. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=28620&film=PICCOLO-ALPINO.

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«Nel 1922, un giovane, che durante la prima guerra mondiale aveva disertato, entra a far parte di un gruppo che, in nome dell’ideale marxista, tenta di opporsi alle azioni dello squadrismo fascista. Giorno dopo giorno, però, il ragazzo si sente sempre più vicino agli ideali del nazionalismo fascista e, dopo aver ripudiato il comunismo, i suoi compagni e le azioni in cui si era impegnato in precedenza, si unisce a un gruppo di camerati. Pieno di vergogna per il suo passato, il ragazzo cerca un riscatto e, pochi giorni prima della Marcia su Roma, sacrifica la sua vita al nuovo ideale»18. Dalla critica Mario Gromo19 scrive: «La riduzione che lo stesso regista Albani ha elaborato dal dramma di Farinacci è molto ampia di cadenze e di toni, ha mirato tanto a individuare le ansie, i dubbi e le speranze dei singoli protagonisti quanto a colorire il vasto coro del quale quei protagonisti sono il più evidente accento, ed è quasi sempre riuscita a raggiungere un non facile equilibrio fra i due elementi. Il pericolo maggiore che, data la complessità dell’assunto, si presentava al riduttore e al regista era di cadere nel simbolo, nell’allegoria, nel fregio e nel bassorilievo; e tutto ciò è stato evitato dando il massimo spicco alle singole vicende, rendendole assai concrete e vissute, arricchendole di tocchi semplici e umani»20. Giudizio ben diverso quello espresso dal critico cinematografico Francesco Savio: «Lasciamo perdere ... lo sciaguratissimo Redenzione ... che usò la dabbenaggine, in pieno 1942, di ripescare la tematica squadrista, quando si trattava, casomai, di fare appello al patriottismo nazionale»21.

La fiamma che non si spegne Italia, 1949 durata: 95 min b/n regia: Vittorio Cottafavi; soggetto: Oreste Biancoli, Giuliano Conte dal romanzo Itala gens di Franco Navarra Viggiani; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Giuliano Conte; fotografia: Gabor Pogany; montaggio: Renzo Lucidi; musiche originali: Alessandro Cicognin; costumi: Maria De Mattei interpreti: Gino Cervi (Luigi Manfredi), Maria Denis (Maria), Leonardo Cortese (Giuseppe Manfredi), Luigi Tosi (Giovanni), Carlo Campanini (Valente, zio di Maria), Danielle Benson (Caterina), Tino Buazzelli (Michele) produzione: O.R.S.A. Film censura: 6429 del 10.09.1949 Parole chiave: Salvo D’Acquisto, carabinieri

18

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=27317&film=Redenzione. La Stampa, 21 febbraio 1943. 20 http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=415567. 21 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=20543. 19

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«Durante la prima guerra mondiale, Giuseppe Manfredi, un carabiniere figlio di onesti contadini, sposa Maria nel corso di una breve licenza, per poi morire da eroe. La moglie dell’uomo, per evitare altre sofferenze, vuole che il figlio Luigi diventi un sacerdote. Il giovane, per compiacere la madre, entra in seminario, ma presto si rende conto di voler seguire le orme del padre. Divenuto un carabiniere, va in Africa e, dopo una lunga prigionia, torna in patria. Durante l’occupazione nazista, il carabiniere decide di sacrificare la propria vita per salvare degli ostaggi che rischiano di essere fucilati dai tedeschi: accusatosi di una colpa non sua, l’omicidio di due soldati tedeschi, affronta con coraggio la fucilazione»22. Dalla critica «Tratto dal romanzo Itala gens di Franco Navarra Viggiani, è il 1° dei 2 film su Salvo D’Acquisto, con Cortese nella parte che nel ‘75 sarebbe stata di Massimo Ranieri. Di atmosfera rurale, gentilmente deamicisiano, retorico con un commosso finale»23.

Yvonne la Nuit Italia, 1949 durata: 85 min b/n regia: Giuseppe Amato; soggetto: Fabrizio Sarazani; sceneggiatura: Fabrizio Sarazani, Oreste Biancoli, Giuseppe Amato; fotografia: Mario Craveri; scenografia: Gastone Medin; montaggio: Maria Rosada; musiche originali: Pasquale Frustaci; costumi: Mario Vigolo, Lemi, De Luca interpreti: Totò (Nino, il fantasista), Olga Villi (Nerina Comi in arte Yvonne La Nuit), Frank Latimore (ten. Carlo Rutelli), Giulio Stival (conte Rutelli, padre di Carlo), Eduardo De Filippo (avvocato Rubini), Gino Cervi (colonnello Baretti), Arnoldo Foà (senatore), John Strange (maggiore Tremiti), Ave Ninchi (sora Rudegonda, proprietaria trattoria), Paola Veneroni (Rosetta), Mario Riva (signore delle sigarette), Angela Zanon (Menica, la cameriera), Giovanni Lovatelli (ufficiale), Gaio Visconti (ufficiale), Arturo Dominici (ufficiale), Franco Tallarico (ufficiale), Desiderio Nobile (ufficiale), Cesare Fasulo (ufficiale), Enzo Cannavale (maggiordomo), Agnese Dubbini (spettatrice che ride sguaiata), Aristide Garbini (sor Filippo), Leopoldo Valentini (maggiordomo) produzione: Amato, G., Rizzoli e C. censura: 6819 del 19.11.1949 Parole chiave: caffè-concerto, avanspettacolo, azioni di cavalleria, cavalleria Alcuni anni prima della Grande guerra, Carlo, di nobile casato e ufficiale di cavalleria, s’innamora di Yvonne la Nuit, una famosa cantante del varietà. Il loro amore è 22 23

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=DC5596. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=9045.

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però contrastato dal padre di lui, un severo aristocratico, che trova assolutamente disdicevole che suo figlio, Carlo, frequenti una artista del varietà. Scoppia la guerra, Carlo muore durante una carica del suo reggimento di cavalleria24. Nel frattempo Yvonne dà alla luce un bambino: su ordine del padre di Carlo i medici le fanno credere che il bimbo sia morto dopo la nascita. In realtà il bimbo non è morto, ma viene affidato ad un orfanatrofio. Le due disgrazie compromettono la mente di Yvonne, che è costretta ad abbandonare le scene per i ripetuti insuccessi. Abbandonata a poco a poco da tutti vive in modo precario accompagnata solo da un vecchio compagno d’arte (Nino il fantasista [Totò]), che l’ha, segretamente, sempre amata. Yvonne e Nino si riducono a girare la sera nelle trattorie, cantando le canzoni in voga. Verso il 1940 il colpo di scena: un avvocato va a cercarla e le comunica che il padre di Carlo è morto e che il figlio di lei e di Carlo, non è morto, ma vive in Inghilterra. Ma Yvonne, pur combattuta dall’istinto di madre, preferisce non mostrare al figlio lo spettacolo della propria decadenza e sceglie ch’egli continui a crederla già morta. Dalla critica «Film romantico, diretto con garbo, ricrea l’atmosfera di anni lontani. Totò, oltre che un grande comico, sa essere amaramente grottesco. Tenuto a briglia corta, si sfoga sul palcoscenico col numero irresistibile del “bel Ciccillo” che era stato un cavallo di battaglia del fantasista Gustavo De Marco (1883-1944), grande eccentrico del teatro napoletano. O. Villi ha grazia e portamento»25.

Piume al vento Italia, 1950 durata: 94 min b/n regia: Ugo Amadoro; soggetto: Ugo Amadoro, Stefano Canzio, Fabrizio Taglioni; sceneggiatura: Ugo Amadoro, Stefano Canzio, Fabrizio Taglioni; fotografia: Adalberto Albertini; scenografia: Vittorio Valentini; montaggio: Giuseppe Vari; musiche originali: Alberto De Castello interpreti: Leonardo Cortese (Stefano), Olga Gorgoni (Marta Flores), Cristina Velvet (Anna Frassoni), Dante Maggio (Gennaro), Peter Trent (cap. Von Toeplitz), Mario Ferrari (Frassoni), Enzo Cerusico (piccolo patriota) produzione: Bucci Film di Bucci Tullio censura: 8579 del 29.11.1950 Parole chiave: bersaglieri, ospedale da campo, Austriaci, fucilazione «Sul fiume Piave, 1917. Mentre un reggimento di bersaglieri si ritira verso il fiume, l’ufficiale Stefano si congeda da Anna Frassoni: la ragazza vive nella villa paterna, 24 Interessante notare che le scene della “carica” sono le medesime presenti nel film Cavalleria di Goffredo Alessandrini. 25 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=28229.

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che viene ben presto requisita dagli austriaci e trasformata in ospedale da campo. Anna e il giardiniere Luigi restano in comunicazione con gli italiani per far giungere al reggimento notizie di interesse militare. La famiglia Frassoni dà prova di fierezza di fronte al nemico e il capitano Von Toeplitz, per dispetto, porta nella villa la propria amica, la cantante Marta Flores, e le assegna la camera da letto di Anna. Durante la notte Gennaro, uno dei soldati di Stefano, penetra furtivamente nella villa ed entra nella stanza da letto prendendo Marta per Anna: Marta però non lo tradisce, anzi mette in salvo sia lui che la ragazza. Gennaro torna qualche giorno dopo per far saltare un ponte ma viene catturato: anche questa volta Marta lo salva, liberandolo. La donna poi avverte i Frassoni dell’imminente offensiva italiana e li accompagna al vicino villaggio. Stefano fa saltare il ponte. La battaglia si conclude con la vittoria italiana. Marta, colpita a morte da Von Toeplitz, riesce a ferirlo gravemente prima di morire. Un piccolo patriota, che ha suonato le campane per festeggiare la vittoria italiana, viene fucilato dagli austriaci»26. Nota: Questo film è stato recentemente recuperato, grazie all’impegno, tra gli altri, di Silvio Cappelli, studioso di storia locale e presidente dell’associazione culturale Take Off di Viterbo. Il film, presente nelle principali filmografie, forse non è mai stato stampato in pellicola formato 35mm, mai riversato in supporto vhs o dvd, assente nella cineteca nazionale, negli archivi della Rai, nell’archivio-museo dell’Associazione nazionale dei bersaglieri e nelle biblioteche e negli archivi delle zone circostanti Caporetto e il Piave. Soltanto la biblioteca comunale di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ne possiede una copia, in formato 16 mm, inutilizzabile perché “incollata”. Una copia, in pellicola da 16 mm, è presente presso la Fondazione Cineteca di Bologna, che ne ha curato la duplicazione, in formato digitale soltanto dopo un particolare intervento tecnico fronteggiato grazie alla disponibilità di un gruppo di persone che hanno contribuito a portare a termine l’iniziativa27.

Gli amanti di Ravello Altri titoli: Fenesta ca’ lucive Italia, 1951 durata: 88 min b/n regia: Francesco De Robertis; soggetto: Armando Fizzarotti; sceneggiatura: Francesco De Robertis, Vittorio Minucci, Luigi Capuano, Giorgio Prosperi; fotografia: Carlo Bellero; montaggio: Loris Bellero; musiche originali: Annibale Bizzelli interpreti: Lida Baarova (Ida), Gabriele Ferzetti (Sandro Deodata, tenente pilota), Rino Salviati (Mario, uno dei gemelli), Leonora Ruffo [Bruna Falchi] (Elena, in26 27

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=DC5707. http://www.tusciaweb.eu/2013/05/viterbo-bombardata-nel-film-piume-al-vento/.

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glesina), Carlo Ninchi (Matteo, disertore), Alberto Nucci (Dario, uno dei gemelli), Nino Milano (Gennarino, impresario), Olga Solbelli (governante, gufa), Antimo Reyner (legale), Roberto Marchesini (maestro), Cesira Vianello (ispettrice), Aristide Spelta (arciprete), Attilio Tosato (amministratore) produzione: INCINE - Industria Cinematografica Italiana censura: 9606 del 07.03.1951 Parole chiave: cavalleria, fine della guerra «Amalfi, durante la prima guerra mondiale. Dalla relazione tra Ida, una giovane maestra, e un barone, ufficiale di cavalleria, nasce un bimbo che viene allevato in campagna da una balia, lontano dalla madre. Finita la guerra, il barone sposa un’altra donna. Il figlio della maestrina cresce insieme al figlio della balia, a cui peraltro somiglia molto. Quando la balia muore prematuramente, Ida prende con sé i due bambini, ma non sa quale dei due sia il suo. Con il passare degli anni, i due ragazzi, che si credono fratelli, si innamorano della stessa ragazza. Quando uno dei due dichiara di volerla sposare, Ida, ora in pensione, è costretta ad intervenire: sa infatti che la promessa sposa è figlia del barone e il ragazzo rischia quindi di commettere un incesto. Il giovane, sconvolto dalla rivelazione, lascia il paese per tentare di dimenticare. La fanciulla, già cagionevole di salute, riceve un colpo durissimo a causa dell’improvviso abbandono. Dopo un lungo periodo, il ragazzo rientra e apprende che la ragazza non è sua sorella: ma è troppo tardi, perché egli arriva quando lei è in punto di morte»28. Dalla critica «Film che non deriva, come di solito quelli diretti da De Robertis, da un avvenimento o da un tema marinaro. La vicenda è degna di un romanzo d’appendice d’antico stampo e il film rimane in piedi solo per una buona fotografia e una sceneggiatura discreta». (E. Fecchi, «Intermezzo», n. 11/12 del 30.6.1951)29.

Il caimano del Piave Italia, 1951 durata: 100 min b/n regia: Giorgio Bianchi; soggetto: Oreste Biancoli, Fulvio Palmieri, Fabrizio Sarazani; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Fulvio Palmieri, Fabrizio Sarazani; fotografia: Mario Craveri; scenografia: Giovanni Sarazani; montaggio: Adriana Novelli; musiche originali: Enzo Masetti interpreti: Milly Vitale (Lucilla di Torrebruna), Frank Latimore (Franco), Gino Cervi (colonnello di Torrebruna), Franco Golisano [Geppa] (contadino Ciampin 28

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=DC5747.

29 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=16937&film=GLI-AMANTI-DI-RAVELLO.

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zoppo), Ludmilla Dudarova (Hélène, matrigna di Lucilla), Harry Feist (ufficiale tedesco), Gina Falckenberg (Majda), Carlo Croccolo (Esposito), Achille Millo (maestro), Full (cane), Giacomo Lauri Volpi (tenore) produzione: Flora Film censura: 9572 del 05.03.1951 Parole chiave: spionaggio, cavalleria, bersaglieri, patriota italiano, Caporetto «Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, la giovane Lucilla di Torrebruna, ottenuta la licenza liceale, rientra a San Donà di Piave dove risiede il padre, colonnello della cavalleria italiana. Questi, rimasto vedovo da anni, le annuncia il prossimo matrimonio con Helène, una straniera. Lucilla è lieta della felicità paterna, ma la matrigna le si rivela subito freddamente ostile. L’Italia entra in guerra contro l’Impero Austro-Ungarico. Franco, un giovane triestino, compagno di studi di Lucilla e a lei legato da reciproco affetto, passa oltre le linee austriache e si arruola nei bersaglieri. L’esercito italiano è sconfitto a Caporetto e San Donà è occupata dal nemico: la villa dei Torrebruna diventa sede di un comando austriaco. Viene allo scoperto la vera identità di Helène, spia al servizio degli austriaci. Il giovane Franco e il colonnello di Torrebruna organizzano lo spionaggio a favore degli italiani: travestito da contadino, il colonnello va in cerca di notizie che Franco, passando il Piave, trasmette al comando italiano. Durante una delle sue esplorazioni, il colonnello viene ferito a morte. Lucilla, aiutata da un giovane contadino zoppo, porta a termine la missione. Anche il contadino rimane ucciso, mentre Lucilla, catturata dagli austriaci, è condannata a morte. All’ultimo momento, viene salvata dall’arrivo della cavalleria italiana»30. Dalla critica «Molta retorica e una spruzzata di neorealismo: i contadini sono stati scelti tra i veri abitanti della zona, per le scene di battaglia sono stati utilizzati spezzoni di documentari d’epoca»31.

Senza bandiera Italia, 1951 durata: 90 min b/n regia: Lionello De Felice; sceneggiatura: Franco Brusati, Giorgio Prosperi, Lionello De Felice, Jacopo Comin; fotografia: Mario Craveri; scenografia: Alfredo Montori; montaggio: Mario Serandrei; musiche originali: Renzo Rossellini; costumi: Marina Arcangeli interpreti: Vivi Gioi (Helda Gruber), Massimo Serato (ten. Morassi), Umberto Spadaro (Natale Papini, scassinatore), Paolo Stoppa (“professore”), Walter Rilla (dot30 31

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=DC5763. http://www.filmtv.it/film/1194/il-caimano-del-piave/.

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tor von Luxendorf), Heinz Moog (barone svizzero), Carlo Ninchi (comandante), Guido Celano (sottocapo Poggi), Carlo Tusco (telegrafista Morelli), Amedeo Trilli (maresciallo), John Pasetti (Gerhard Merrick), Guido Notari (ammiraglio), Henri Vidon [Harry Weedon] (ministro austriaco), Hovart Lacy (direttore dell’orchestra tzigana) produzione: Elfo Film censura: 10616 del 02.10.1951 Parole chiave: sabotaggio, spionaggio, Regia Marina «Durante la prima guerra mondiale la Marina Italiana è soggetta a gravi perdite in seguito ad azioni di sabotaggio. È evidente che in Italia esiste una vasta rete di spie ed il servizio di controspionaggio ha potuto accertare che gli agenti nemici ricevono gli ordini dalla Svizzera. Viene affidato ad un comandante di marina, coadiuvato da tre uomini scelti, l’incarico di fare indagini. Dopo pazienti ricerche il comandante acquista la certezza che il capo dello spionaggio nemico è il console austriaco a Zurigo, coadiuvato da un sedicente barone svizzero e da una sedicente infermiera. Uno degli emissari italiani, il tenente Morassi, che fa la corte all’infermiera, riesce col suo appoggio, ad installarsi, come cameriere, in casa del barone e può così accertare che i documenti relativi allo spionaggio sono chiusi in una cassaforte, nella camera da letto del console austriaco. Approfittando di un’assenza del console, gli agenti italiani penetrano di notte nella sua camera. Dopo un lungo lavoro la cassaforte viene squarciata per opera di un celebre scassinatore, ch’è stato aggregato agli agenti del controspionaggio. Questi, impadronitisi dei preziosi documenti, sono ora in grado di distruggere la rete dello spionaggio nemico. Il console austriaco, ridotto ormai all’impotenza, s’uccide»32. Dalla critica Dal Morandini: «Una bella squadra di attori e un’accurata ambientazione danno smalto a questo curioso film sostenuto da un ritmo alacre»33.

Canzoni di mezzo secolo Italia, 1952 durata: 95 min colore regia: Domenico Paolella; soggetto e sceneggiatura: Vinicio Marinucci, Dino Falconi, Oreste Biancoli, Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Carlo Infascelli, Domenico Paolella, Giuseppe Mangione; fotografia: Mario Damicelli; scenografia: Mario Chiari; musiche originali: Carlo Rustichelli; costumi: Mario Chiari interpreti: Maria Pia Casilio, Anna Maria Ferrero, Maria Fiore, Carlo Dapporto, Re32 33

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=24017&film=SENZA-BANDIERA. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=22284.

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nato Rascel, Cosetta Greco, Silvana Pampanini, Franco Interlenghi, Carlo Hintermann, Olga Villi, Lauretta Masiero, Renato Malavasi, Nico Pepe, Achille Millo produzione: Amato, G., Excelsa Film, Roma Film Produzione censura: 13265 del 18-12-1952. Parole chiave: entrata in guerra Film in 15 episodi ispirati ad altrettante canzoni che rievocano periodi della storia italiana nella prima metà del ’900. Dalla critica «L’uzzolo nostalgico-retrospettivo che sta divorando i nostri cineasti ha suggerito, dopo “Cavalcata di mezzo secolo” e “Altri tempi” anche “Canzoni di mezzo secolo” di Domenico Paolella. L’intenzione era analoga a quella del Blasetti del “pot-pourri” di canzoni di “Altri tempi”, appunto. E analogamente insufficienti sono i risultati, ad onta di ogni lodevole proposito. Rievocare mezzo secolo di vita e di costume italiano attraverso una scelta di canzoni rappresentative (...) era impresa attraente (...). Si passa dal bozzettismo alla goffa scopiazzatura di “Sogni proibiti” (episodio di Rascel). Non manca qua e là qualche intuizione più risentita (...), ma il livello della realizzazione è anche in questi casi inadeguata. Tutto è tirato via alla carlona (...)»34.

Fratelli d’Italia Italia, 1952 durata: 90 min b/n regia: Fausto Saraceni; soggetto: Ennio De Concini, Italo Japichino; sceneggiatura: Ennio De Concini, Italo Japichino; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Maria Stilde Ambruzzi; montaggio: Giuliana Attenni; musiche originali: Armando Trovajoli; costumi: Giuliano Papi interpreti: Ettore Manni (Nazario Sauro), Olga Solbelli (Anna Sauro, madre di Nazario), Paul Müller (Luigi Steffé), Enio Girolami (Sergio), Mario Ferrari (comandante nave italiana), Carlo Hintermann (tenente Sarnich), Fanny Landini (Nina), Lilli Cerasoli (Maria sorella di Nazario), Nino Marchetti (comandante sommergibile “Pullino”), Mario Feliciani (Cesare Battisti), Mark Lawrence (capitano austriaco March), Riccardo Garrone (Dazé), Natale Cirino (presidente tribunale austriaco), Mario Terribile (comandante von Stein), Felice Minotti (membro del tribunale militare austriaco) produzione: Excelsa Film, Ponti-De Laurentiis censura: 12770 del 30.09.1952 Parole chiave: interventismo, sottomarini, Nazario Sauro, Cesare Battisti, Capodistria 34 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=22043&film=Canzoni-di-mezzo-secolo G.C. Castello, «Cinema», n. 99/100, dicembre 1952.

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«A Capodistria, nel 1915, i patrioti si agitano, auspicando l’entrata in guerra dell’Italia: tra i più accesi è Nazario Sauro, capitano della marina mercantile austriaca, il quale, per sottrarsi all’arresto, ripara a Venezia. Quando l’Italia dichiara la guerra alla Monarchia austroungarica, Sauro s’arruola come volontario nella R. Marina ed ottiene d’essere imbarcato, in qualità d’ufficiale di rotta, sul sommergibile “G. Pullino”. La sua perfetta conoscenza della conformazione delle coste istriane gli permette di rendere alla Patria segnalati servigi. Durante una ricognizione, il “Pullino” s’avvicina arditamente ad una base austriaca: la ricognizione ha pieno successo, ma costa la vita a Sergio, giovanissimo mozzo trentino, devoto a Sauro. Sulla via del ritorno, il sommergibile s’arena nei pressi della costa austriaca e vien fatto saltare dall’equipaggio, che tenta di salvarsi, ma viene catturato. Il capodistriano, che milita sotto falso nome, vien riconosciuto; ma fedele agli ordini ricevuti, nega fino all’ultimo di essere Sauro. La sua eroica madre, per tentare di salvarlo, domanda di riabbracciare il figlio e, messa di fronte a lui, dichiara costantemente di non riconoscerlo. Straziata dal dolore, ma incrollabile nel suo eroico atteggiamento, essa vedrà trarre al patibolo il figlio diletto»35. Dalla critica «Film patriottico a sfondo storico rievocante la leggendaria figura di Nazario Sauro, “Fratelli d’Italia” raggiunge solo in parte il suo scopo a causa dei numerosi difetti d’impostazione e di realizzazione. Film di questo genere dovrebbero essere più documentati e quindi essere affrontati con minor leggerezza o almeno con più preparazione»36.

Gli uomini non guardano il cielo Italia, 1952 durata: 94 min b/n regia: Umberto Scarpelli; soggetto: Giuseppe De Mori, Eugenio Bacchion; sceneggiatura: Enzo Duse, Ettore Maria Margadonna [Ettore Margadonna], Umberto Scarpelli; fotografia: Romolo Garroni; montaggio: Dolores Tamburini; musiche originali: Umberto Mancini; costumi: Veniero Colasanti interpreti: Enrico Vidon [Henri Vidon]37 (Pio X, Papa Sarto), Tullio Carminati (cardinale Del Val), Isa Miranda (contessa), Luigi Tosi (nipote del Papa), Lamberto Picasso (cardinale Oreglia), Filippo Scelzo (cardinale Ferrari), Sandro Ruffini (principe Chigi), Mario Mazza (cardinal Rampolla), Giorgio Teglio (Giuseppe Sarto ragazzo), Corrado Annicelli (consigliere del ministro austriaco), Antonio Centa (segretario del papa), Giannina Chiantoni (sorella del papa), Teresa Franchini (sorella 35http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D6260%26completa%3Dsi. 36 U.Tani, «Intermezzo», n. 13/14/15, 31 luglio/15 agosto 1953).

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

del papa), Mario Pisu, Paolo Teglio (giornalista straniero), Miranda Campa (madre del papa), Armando Migliari (medico) produzione: Cinelia Film censura: 12050 del 19.05.1952 Parole chiave: Conclave 1903, Pio X, veto imperatore, azione del Papa per la pace «Narrazione agiografica della vita di Pio X (Giuseppe Sarto, 1835-1914). Con rapida successione, durante una notte di religioso raccoglimento (è il 1914 e il pontefice si sente dolorosamente impotente di fronte alla guerra che si sta abbattendo sul mondo), il film conduce lo spettatore a ritroso, lungo la strada percorsa da Sarto: alla natia Riese dove visse la propria infanzia e dove a ventitre anni celebrò la prima messa; sacerdote nella chiesina di Cendrole sulla via di Castelfranco, quindi a Treviso come canonico e a Venezia come cardinale38. Interessanti le scene relative al Conclave, col memorabile episodio del veto dell’Imperatore d’Austria, contro l’elezione a Papa del cardinale Rampolla, intromissione fieramente respinta dal Sacro Collegio». Dalla critica Secondo le intenzioni degli autori, lo scopo del film era quello di portare Pio X sullo schermo, per mostrare al largo pubblico quante difficoltà dovette affrontare «in quel turbinio di vicende che si accavallano come i nembi di estate e che porteranno alla conflagrazione mondiale»39. Il successo fu subito elevato in Italia ed in Spagna. Anche la stampa straniera di lingua inglese se ne occupò: nel febbraio 1952 il film fu annunciato in Canada col titolo provvisorio Men Do Not Look at Heaven, e nel 1954 in Inghilterra, dal giornale «The Universe», col titolo definitivo nel mondo anglosassone di The Secret Conclave. Alcuni fotogrammi comparvero nel volumetto Bepi. The Life of Pius X. The Children’s Pope (Bepi. La vita di Pio X. Il papa dei bambini) di William Dennis Ryan, edito nel 1954 a Techny nell’Illinois, negli Stati Uniti d’America40. E come fu rapida la fortuna del film, altrettanto rapido fu il declino, fino a scomparire quasi completamente dalle sale cinematografiche.

La leggenda del Piave Italia, 1952 durata: 95 min b/n 37 Il protagonista fu scovato per la sua somiglianza a Giuseppe Sarto alla Radio Vaticana dov’era locutore per l’Irlanda. Il suo vero nome: Andrew Finaly Dunn. 38 http://www.venetofilmcommission.it/cerca-nella-film-guide-del-veneto/108.html. 39 http://www.museosanpiox.it/sanpiox/film.html. 40 http://www.museosanpiox.it/sanpiox/film.html.

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regia e soggetto: Riccardo Freda; sceneggiatura: Giuseppe Mangione, Riccardo Freda; fotografia: Sergio Pesce; montaggio: Mario Serandrei; musiche originali: Carlo Rustichelli; costumi: Camillo Del Signore interpreti: Gianna Maria Canale (contessa Giovanna Dolfin), Carlo Giustini (conte Riccardo Dolfin), Renato Baldini (don Carlo, cappellano), Enrico Viarisio (caporale Mainardi), Duccio Sissia (piccolo Mario, figlio dei conti Dolfin), Giorgio Consolini (soldato cantante), Luigi De Filippo (Giorgio, un soldato), Edoardo Toniolo (ufficiale austriaco), Elena Cotta [Elena Cotta Ramusino] (Gabriella) produzione: Produzione Film Co.Tu censura: 13047 del 27.10.1952 Parole chiave: amor di patria, imboscato, prete patriota, mutilato, tentato stupro «Durante la prima guerra mondiale, il conte Riccardo Dolfin vive nel suo castello, nel Veneto, con la giovane moglie, Giovanna, ed un figlioletto. La contessa Giovanna è una fervente patriota; mentre il conte non mostra di prendere vivo interesse alle vicende della guerra. Un giorno il conte decide improvvisamente di arruolarsi nell’esercito: la contessa è preoccupata, ma anche orgogliosa per la sua decisione. Il conte Riccardo non intende però di partecipare alla guerra come combattente: s’è arruolato per poter fare nelle retrovie dei loschi affari di forniture. Recatasi a Verona per far visitare il figlioletto infermo, la contessa scopre che suo marito è lì, ingolfato negli affari e nella dissipazione. Dopo una violenta scenata, Giovanna decide di separarsi dal marito. A Caporetto intanto le nostre linee sono state forzate: malgrado i consigli degli amici, Giovanna ritorna col figlioletto al castello, oltre il Piave. Tutto il territorio è invaso dal nemico: un ufficiale austriaco tenta di usare violenza alla contessa, che è salvata dall’intervento di un vecchio servo. Le sventure della Patria hanno scosso profondamente l’animo del conte Riccardo, che domanda d’esser mandato in prima linea, si batte eroicamente ed è gravemente ferito. Finita la guerra, i due coniugi s’incontrano al castello per concordare i termini della separazione; ma quando Giovanna scopre che il marito è mutilato d’ambe le braccia, gli domanda perdono e gli dichiara tutto il suo amore»41. Dalla critica «Il vecchio espediente di ricorrere a motivi patriottici per procurarsi facilmente l’applauso del pubblico, è stato usato anche in questo scialbo e retorico film, scarsamente attraente nel soggetto, sciatto nel dialogo e nella realizzazione, trascurato nell’interpretazione che si direbbe affidata soltanto alla personale iniziativa degli attori (...)». (A. Albertazzi, «Intermezzo», n. 21 del 15.11.1952)42.

41

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=24476&film=LA-LEGGENDA-DEL-

PIAVE. 42

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=24476&film=LA-LEGGENDA-DEL-

PIAVE.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

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La nemica Italia, 1952 durata: 90 min b/n regia: Giorgio Bianchi; soggetto: tratto dall’omonimo lavoro teatrale di Dario Niccodemi; sceneggiatura: Alberto Vecchietti, Fede Arnaud, Ermanno Donati, Giorgio Bianchi; fotografia: Carlo Montuori; scenografia: Mario Chiari; montaggio: Mario Serandrei; musiche originali: Carlo Rustichelli; costumi: Dario Cecchi interpreti: Elisa Cegani (duchessa Anna), Frank Latimore (Roberto), Vira Silenti (Fiorenza), Giacomo Verlier (Gastone), Carlo Ninchi (monsignore), Ada Dondini (nonna), Filippo Scelzo (notaio Ragaldi), Luigi Cimara (lord John Lumb), Sandro Franchina (Roberto bambino), Cosetta Greco (Marta) produzione: Athena Cinematografica censura: 12995 del 18.11.1952 Parole chiave: partenza per la guerra «La duchessa Anna ha allevato, insieme al suo figliolo Gastone, il figlio, che il duca, suo marito, ha avuto da un’altra donna. Prima di morire, il duca ha fatto giurare alla moglie di tener segreta l’origine illegittima di Roberto, che da tutti è creduto il figlio maggiore di Anna e del Duca e da tutti è amato per le sue doti e per la sua generosità. Solo Anna gli è ostile: nel suo intimo ella non sa rassegnarsi a veder il figlio di un’altra usurpare al suo figliolo il titolo e i beni, che a lui soltanto spetterebbero. Due ragazze si contendono il cuore di Roberto: Marta, figlia del notaio di famiglia, e Fiorenza, figlia di un diplomatico. Anna vorrebbe unire Fiorenza a Gastone e Marta a Roberto; ma malgrado gl’intrighi dell’ambiziosa Marta, Roberto e Fiorenza s’amano e si dichiarano il loro amore. Roberto soffre per il contegno ostile della madre, del quale non comprende la ragione. Marta, che conosce i segreti della famiglia, fa capire a Roberto che la sua nascita non è legittima. Roberto, avendo mal compreso l’allusione, affronta sua madre per dirle che l’ama ancor più se è figlio di un di lei illegittimo amore. Anna è costretta a rivelargli che non è suo figlio. Disperato, Roberto parte per la guerra, seguito dal fratello Gastone. Questi viene ucciso: Anna, così duramente colpita, accoglie ed ama ormai come figlio il figliastro, che prima aveva allontanato da sé»43. Dalla critica «Melodramma senza particolari pregi, piattamente tratto da un testo di Dario Niccodemi»44. Il Morandini traccia un giudizio più positivo: «Chi non ha visto la deliziosa e dissacrante parodia che a teatro ne fece l’inimitabile Paolo Poli può vedere e apprezzare, commovendosi, questa corretta trascrizione del dramma (1917) di D. Niccodemi»45. 43

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=24766&film=LA-NEMICA. http://www.filmtv.it/film/18278/la-nemica/. 45 http://trovacinema.repubblica.it/film/la-nemica/114516. 44

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Quattro rose rosse Italia, 1952 durata: 99 min b/n regia: Nunzio Malasomma; soggetto: Franco Bondioli; sceneggiatura: Franco Bondioli, Gaspare Cataldo, Nunzio Malasomma; fotografia: Mario Craveri; scenografia: Piero Filippone; montaggio: Gabriele Varriale; musiche originali: Ezio Carabella interpreti: Olga Villi (Luisa), Jean Claude Pascal (Pietro Leandri), Fosco Giachetti (Antonio Berti), Valerie Darc (Colette), Aldo Nicodemi (Massimo, fratello di Laura), Bianca Maria Fusari (Carla), Carlo Ninchi (Gustavo Leandri), Margherita Bagni (signora Tonelli) produzione: D.I. - Cinematografica Distributori Indipendenti censura: 11336 del 28.01.1952 Parole chiave: cafè chantant «Pietro Leandri, ricco gioviale, promesso a Laura, conosce alle corse Luisa, giovane indossatrice. Da questo incontro casuale nasce un amore appassionato, che avvince ben presto i due giovani. Alla Casa di mode, dov’è impiegata, Luisa ha conosciuto Antonio Berti, un maturo banchiere, che ha preso a proteggerla ed è follemente innamorato di lei. Per disfarsi del fortunato rivale, Berti ricorre all’inganno. Mediante una lettera anonima avverte Laura della relazione amorosa di Pietro e, al tempo stesso, si destreggia abilmente per far credere che Luisa è la sua amante. Queste sleali manovre ottengono l’effetto desiderato: Massimo, fratello di Laura, affronta Pietro e gli rimprovera la sua condotta, affermando che Luisa è indegna del suo amore. Pietro lo sfida a duello, ma avendo trovato la carrozza di Berti ferma innanzi alla casa di Luisa, si persuade che questa lo tradisce. Egli si riconcilia con Massimo e sposa Laura. Si svolge intanto la prima guerra mondiale: Pietro e Luisa si perdono di vista. Dopo alcuni anni, Pietro incontra casualmente Luisa, ch’è divenuta una diva del caffè chantant ed è l’amante di Berti. Spiegare l’equivoco, che li ha divisi, è ora per gli ex amanti facile impresa. Benché s’amino ancora, decidono di separarsi per sempre; ma Berti, che si crede tradito, uccide Luisa, che spira tra le braccia di Pietro»46. Dalla critica Critico il Morandini: «Drammone passionale a tinte più che fosche, con una buona ricostruzione ambientale e poco spessore psicologico»47.

46http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D5708%26completa%3Dsi. 47 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=19752.

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Addio mia bella Signora Italia, 1953 durata: 86 min b/n regia: Fernando Cerchio; soggetto: Ottavio Poggi; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Fernando Cerchio, Ottavio Poggi; fotografia: Vincenzo Seratrice; scenografia: Ernest Kromberg; musiche originali: Franco D’Archiardi interpreti: Alba Arnova (Cristina), Silvio Bagolini (Ercole), Gino Cervi (col. dei Bersaglieri conte Riccardo Saluzzo), Franco Fabrizi (Marco), Armando Francioli (Guido), Laura Gore (Clara), Luigi Pavese (Giuseppe), Giacomo Rondinella, Maria Zanoli (la governante) produzione: Ottavio Poggi per Gladio Film censura: 15209 del 22.10.1953 Parole chiave: bersaglieri, mutilato «Guido, studente universitario, incontra casualmente una sconosciuta, verso la quale si sente vivamente attratto: la trova più tardi in compagnia di sua cugina, che gliela fa conoscere. Apprende così che Cristina, la bella sconosciuta, sta per sposare il conte Riccardo Saluzzo, un maturo colonnello dei bersaglieri. Tale notizia è un fiero colpo per Giulio e l’induce ad evitare ogni ulteriore incontro. Quando nel 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria, il colonnello, richiamato in servizio, parte per il fronte. Guido incontra di nuovo Cristina ad una festa di studenti e la passione, che in lui si riaccende, non lascia insensibile la donna. Dopo qualche tempo giunge la notizia che il colonnello Saluzzo è caduto in combattimento: ora nulla più divide i due innamorati, che possono abbandonarsi ai loro sentimenti e decidono di sposarsi, non appena trascorso per Cristina l’anno di lutto. Ma un giorno il colonnello riappare: mutilato degli arti inferiori, egli non è più ormai che un rudere. Cristina cerca di dimenticare l’innamorato per consacrarsi ai propri doveri di moglie; ma il colonnello, resosi conto della situazione, decide d’uccidersi per lasciarla libera. Cristina, scoperto il suo proposito, gli impedisce d’attuarlo e rinuncia per sempre all’amore di Guido, che parte anche lui per la guerra»48. Dalla critica «Esilissima, indigeribile, datata commedia con Gino Cervi, ispirata alla canzone omonima scritta da Ennio Neri e Gino Simi»49.

Cinema d’altri tempi Italia, 1953 48 49

http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemacerchioaddiosignora.htm. http://www.filmtv.it/film/36064/addio-mia-bella-signora/.

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durata: 100 min b/n regia: Stefano Vanzina [Steno]; soggetto: Agenore Incrocci [Age], Furio Scarpelli, Stefano Vanzina [Steno]; sceneggiatura: Stefano Vanzina [Steno], Agenore Incrocci [Age], Augusto Camerini; fotografia: Marco Scarpelli; scenografia: Beni Montresor; montaggio: Giuliana Attenni, Adriana Novelli; musiche originali: Franco Mannino; costumi: Piero Gherardi interpreti: Walter Chiari (Marcello Serventi, regista), Lea Padovani (Caterina), Jean Richard (Pasquale), Maurice Teynac (Za l’Amour), Peter Trent (conte d’Essaigne), Stefano Vanzina [Steno], Luigi Pavese (produttore) produzione: Jolly Film censura: 15500 del 28.11.1953 Parole chiave: industria cinematografica, corrispondente di guerra, spettacolo per i soldati «L’orto di Caterina viene rovinato da una troupe che sta effettuando delle riprese cinematografiche nella campagna romana. La giovane si reca nella sede della società di produzione per ottenere il dovuto risarcimento. Qui incontra il regista Marcello che, colpito dal suo carattere e dalla sua bellezza, le propone di fare l’attrice. Caterina convince il proprio fidanzato a finanziare un film che la vedrà come protagonista sotto la guida di Marcello. Il film ottiene un grande successo. Caterina, con il nome d’arte di Ausonia, e Marcello continuano a lavorare insieme e intrecciano una relazione d’amore, ma i due finiscono per separarsi a causa della forte influenza che il cinico attore Za l’Amour ha sulla donna. Marcello continua la sua carriera con Pasquale in una fortunata serie di film comici. Nel 1915 l’Italia entra in guerra. L’industria cinematografica subisce un forte arresto. Marcello va al fronte come corrispondente, Ausonia recita per le truppe, Za l’Amour parte per Parigi. Poi la guerra finisce e il pubblico non si ricorda più di loro. Tornato da Parigi, Za l’Amour muore in completa miseria in un ospedale. Al suo capezzale giungono sia Caterina, ora fidanzata a un ricco conte, che Marcello, disoccupato. La morte del vecchio collega li riunisce»50. Dalla critica Il Morandini stronca il film: «[…] Ma questo è un racconto pagliaccesco, scombinato, che quando affronta tasti drammatici scivola nel sentimentalismo più banale»51.

Gli amanti del passato Italia, 1953 durata: 89 min b/n 50 51

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=CD6797. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=5372.

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regia e soggetto: Adelchi Bianchi; sceneggiatura: Adelchi Bianchi, Fulvio Palmieri, Edoardo Anton; fotografia: Giuseppe La Torre; scenografia: Alfredo Montuori; montaggio: Otello Colangeli; musiche originali: Carlo Innocenzi interpreti: Lia Amanda (Anna), Vittorio Sanipoli (Carlo Livraghi), Michele Malaspina (conte Bernardo Livraghi), Lauro Gazzolo (vecchio servo), Irene Genna (Roberta da grande), Luisella Cairati (Roberta piccola) produzione: Valor Film - RO-BI Film censura: 15101 del 30.09.1953 Parole chiave: dispersi in guerra «Carlo Livraghi, da poco sposato alla giovane Roberta, viene ucciso da una donna. L’assassina cerca il suicidio, ma sopravvive. Priva di documenti, si rifiuta di dire il proprio nome alla polizia e di dare spiegazioni sul motivo che l’ha spinta al delitto. La sua difesa viene affidata al difensore d’ufficio, che scopre che la donna si chiama Anna, è la nipote del conte Bernardo Livraghi e la cugina dell’ucciso. Ulteriori indagini sul suo passato riescono a chiarire completamente la vicenda: Anna vive ancora con lo zio quando conosce un ufficiale di cui si innamora e per il quale lascia la sua casa. L’uomo viene dato per disperso durante il primo conflitto mondiale. Anna si ritrova sola con Roberta, la bambina nata dal loro amore. Chiede aiuto allo zio che è disposto a prendersi cura di Roberta, ma le impone di rinunciare ai suoi diritti di madre. Anna accetta a malincuore, ma quando, passati gli anni, scopre che la figlia sta per sposare Carlo Livraghi, uomo che disprezza, ricompare e, non riuscendo a impedire le nozze, uccide Carlo. Durante il processo Roberta interviene in difesa della madre ritrovata, che viene per questo giudicata con la comprensione che merita»52. Dalla critica «Il soggetto è un macchinoso romanzo a fumetti svolto con assoluto disprezzo della logica e della verosimiglianza»53.

Koenigsmark Francia, Italia,1953 durata: 90 min b/n regia: Solange Térac; soggetto: dal romanzo di Pierre Benoît; sceneggiatura: Solange Térac; fotografia: Pierre Petit; scenografia: Robert Dumesnil; montaggio: Andrée Feix; musiche originali: Marius Constant; costumi: Patrizia Ciairano interpreti: Jean Pierre Aumont (Raoul Vignerte), Albert Duvaleix, Renée Faure (Mélusine de Graffendried), Roldano Lupi (Frédéric de Lautenberg), Silvana Pampanini 52

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=CD6780. Anonimo, «Segnalazioni Cinematografiche», vol. XXXIV, 1953 in http://www.comingsoon.it/ film/amanti-del-passato/24781/scheda/. 53

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(Aurore de Lautenberg) produzione: Excelsa Film, Sigmacensura censura: 14002 del 31.3.1953 Siamo alle soglie della Grande guerra. «Rimasta vedova, la bella Aurora sposa il cognato Federico di Lautemberg e pensa di governare con lui. Un istitutore scopre che è un assassino e che medita di liberarsi anche della consorte»54. Dalla critica «3a versione dell’omonimo romanzo di Pierre Benoit (dopo quelle del ’23 di Léonce Perret e del ’35 di Maurice Tourneur): zuppa riscaldata e un po’ pesante da digerire»55.

Un giorno in pretura episodio Gloriana Italia, 1953 durata: 97 min b/n regia: Stefano Vanzina [Steno]; soggetto: Alessandro Continenza, Lucio Fulci, Stefano Vanzina [Steno], Alberto Sordi, Alberto Viganotti; sceneggiatura: Alessandro Continenza, Lucio Fulci, Alberto Sordi, Giancarlo Viganotti, Stefano Vanzina [Steno]; fotografia: Marco Scarpelli; montaggio: Giuliana Attenni; musiche originali: Armando Trovajoli interpreti: Peppino De Filippo (pretore Salomone Lorusso), Silvana Pampanini (Luisa Ciccinelli, in arte Gloriana), Alberto Sordi (Nando Moriconi detto l’americano), Sophia Loren (Anna la ladra), Tania Weber (Elena Baronti Ponticelli), Leopoldo Trieste (Leopoldo, il fidanzato timido), Armenia Balducci (fidanzata), Virgilio Riento (Virgilio Pampinelli), Giulio Calì (Augusto Mencacci), Turi Pandolfini (cancelliere), Vincenzo Talarico (avvocato difensore), Ubaldo Lay (Raoul), Amalia Pellegrini (vecchia signora ricca), Gualtiero Jacopetti (avv. Terenzio), Maurizio Arena (Lorenzo), Walter Chiari (don Michele Mezzocchi) produzione: Documento Film, Excelsa Film censura: 15697 del 23.12.1953 Parole chiave: spettacolo per i soldati Le varie vicende narrano la “giornata tipo” all’interno di una pretura e trovano il loro filo conduttore nel vero protagonista, il pretore Salomone Del Russo, interpretato da Peppino De Filippo. Episodi: Il ladro di gatti; I coniugi Ponticelli; Don Michele, Anna e il biliardo; 54 55

http://cinema.sky.it/cinema/enciclopedia/morandiniFilm/125/12584_film_morandini.shtml. http://trovacinema.repubblica.it/film/koenigsmark-2/135655.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Nando Mericoni, “l’americano”; Gloriana. L’episodio ambientato nella Prima guerra mondiale è Gloriana: Luisa Ceccarelli (Silvana Pampanini) è una ex vedette di varietà caduta in disgrazia, divenuta un’alcolizzata, accusata di adescamento ed ubriachezza molesta. Luisa era famosissima ai tempi della Grande Guerra col nome d’arte di Gloriana quando, giovane e bellissima, si esibiva in spettacoli per le truppe inviate al fronte. Proprio in occasione di una di quelle esibizioni, Gloriana incontra il pretore Del Russo, allora giovane tenente, e gli consente di uscire a testa alta da una situazione che poteva ridicolizzarlo agli occhi dei superiori. Al ricordo di quell’incontro e di quella figura un tempo tanto ammirata e desiderata, il giudice, decide di assolvere la donna dalle accuse. Dalla critica «Il Centro Cinematografico Cattolico bollò il film come “sconsigliabile”. L’organo di controllo giudicò infatti che il film mettesse in ridicolo la giustizia e le associazioni cattoliche e che fosse troppo equivoco sia nell’episodio del sacerdote, che in tante altre battute dal possibile doppio senso. Due sacerdoti bresciani si sentirono talmente diffamati dall’episodio interpretato da Walter Chiari che presentarono un esposto alla Procura della Repubblica»56.

Amore e smarrimento Italia, 1954 durata: 89 min b/n regia: Filippo W. Ratti; soggetto: Albino Principe; sceneggiatura: Manuel Roero, Guglielmo Filibeck, Filippo Ratti; fotografia: Romolo Garroni; scenografia: Manuel Roero; montaggio: Nina Del Sordo; musiche originali: Piero Fucilli interpreti: Flora Lillo (Marisa), Piero Palermini [Paolo Fabbri] (Lillo Palmerini), Loris Gizzi, Amedeo Trilli produzione: Filmosa censura: 16059 del 01.03.1954 Parole chiave: alpini, guerra bianca «Paolo Fabbri ha perduto in tenera età entrambi i genitori: suo padre è morto in guerra. Cresciuto sotto la tutela di un amico del padre, Paolo ha compiuto regolarmente i suoi studi. Per festeggiare la laurea, va con amici in un ritrovo notturno, dove conosce una giovane cantante, Marisa, della quale s’innamora. Tra i due si stabilisce una relazione, che riesce molto costosa per Paolo: innamorato e inesperto, egli riesce in breve a dilapidare il suo patrimonio. Marisa, preoccupata della propria carriera artistica, aveva sperato di avere in Paolo il finanziatore di una sua rivista: quando scopre che l’amante è rovinato lo lascia immediatamente. Avvilito per l’ab56

http://robydickfilms.blogspot.it/2011/03/un-giorno-in-pretura.html.

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bandono, senza mezzi, Paolo, in un momento d’aberrazione, s’appropria del denaro di un’elegante signora. Poco dopo egli entra in una chiesa, per disfarsi di quel denaro, che gli fa orrore. Venuto a contatto col vecchio parroco, questi riconosce in lui il figlio di un vecchio amico, capitano degli alpini, caduto sulle Alpi in un’azione di guerra. Egli racconta a Paolo che gli ultimi pensieri dell’eroico padre sono andati al figlioletto, che non avrebbe più riveduto. Profondamente commosso, rientrato in sé, Paolo s’allontana per restituire il denaro rubato»57. Dalla critica «Fumettone di scarso interesse»58.

Amori di mezzo secolo episodio Guerra 1915-18 Italia: 1954 durata: 108 min colore regia: Mario Chiari, Pietro Germi (episodio “Guerra 1915-18”), Glauco Pellegrini, Antonio Pietrangeli, Roberto Rossellini; soggetto: Carlo Infascelli; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Alessandro Continenza, Carlo Infascelli, Giuseppe Mangione, Vinicio Marinucci, Rodolfo Sonego, Vincenzo Talarico; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Mario Chiari; montaggio: Rolando Benedetti, Dolores Tamburini; musiche originali: Carlo Rustichelli; costumi: Maria De Matteis interpreti: Maria Pia Casilio (Carmela), Albino Cocco (Antonio), Lauro Gazzolo (il maestro), Gustavo Serena, Amedeo Trilli, Fara Libassi, Assunta Radico, Ettore Jannetti produzione: Excela censura: 15977 del 10.02.1954 Parole chiave: vittoria, Zeppelin, Caporetto «Gli episodi del film (L’amore romantico; Girandola 1910; Guerra 1915-18; Dopoguerra 1920; Napoli 1943) trattano vari modi di vivere l’amore nella prima parte del XX secolo. Il terzo episodio, Guerra 1915-18 riguarda la Grande guerra: Carmela e Antonio, due giovani abruzzesi, si sposano e dopo poco tempo aspettano un figlio. Antonio è chiamato alle armi, raggiunge il fronte in occasione della battaglia di Caporetto e muore il giorno stesso in cui Carmela dà alla luce il loro bambino».

57http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D11654%26completa%3Dsi. 58 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=1361.

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Dalla critica «Dovuti alla collaborazione di registi e interpreti diversi, i cinque episodi non raggiungono tutti lo stesso livello artistico: il migliore, sotto ogni rapporto, è il terzo». («Segnalazioni cinematografiche», vol. 35, 1954)59.

Carosello napoletano Italia, 1954 durata: 124 min colore regia: Ettore Giannini; soggetto: Giuseppe Marotta; sceneggiatura: Ettore Giannini, Giuseppe Marotta, Remigio Del Grosso; fotografia: Piero Portalupi; scenografia: Mario Chiari; costumi: Maria De Matteis; montaggio: Niccolò Lazzari; musiche originali: Raffaele Gervasio interpreti: Léonide Massine (Antonio “Pulcinella”), Achille Millo (il figlio di Pulcinella), Agostino Salvietti (il suggeritore), Clelia Matania (donna Concetta Esposito), Paolo Stoppa (Salvatore Esposito), Maria Fiore (donna Brigida, la stiratrice), Tina Pica (la capera), Maria Pia Casilio (Nannina), Giacomo Rondinella (Luigino), Sophia Loren (Sisina), Dolores Palumbo (donna Virginia, sua madre), Loris Gizzi (Erik Gustaffson), Alberto Bonucci (uno dei due parolieri), Vittorio Caprioli (uno dei due parolieri), Carlo Mazzarella (il barone), Vera Nandi (Lilì Kangy), Tino Buazzelli (capitan Spaccatrippa), Enrico Viarisio (il turista spagnolo), Guglielmo Barnabò (il turista tedesco), Galeazzo Benti (il turista francese), Franco Coop (il turista inglese) produzione: Lux Film censura: 15807 del 11.01.1954 Parole chiave: bersaglieri, café chantant «A Napoli, un cantastorie, che abita con la numerosa famiglia in una misera catapecchia, ne viene sfrattato e se ne va coi suoi per le vie della città, spingendo il pianino di Barberia, cui sono appese le canzoni. Un colpo di vento strappa via quei fogli. Le vicende del cantastorie e della sua famiglia, sempre in lotta col bisogno ed in attesa di tempi migliori, sono il filo conduttore, che congiunge secoli di storia, evocati dalle canzoni. Ecco una vicenda d’amore del tempo dei pirati barbareschi che finisce tragicamente, col suicidio della fidanzata del marinaio. Passano sullo schermo francesi e spagnoli, inglesi e americani: tutti uguali come Napoli è sempre uguale a sè stessa. Amore e violenza, guerra e dopoguerra, tradizioni e progresso, speranze e delusioni... tutto si risolve in poesia!... Elemento indispensabile, sempre amaro e dolente, ma senza perdere del tutto la speranza, il cantastorie continua il suo cammino: prima d’allontanarsi nella via battuta dal vento, accoglie nella sua famiglia un giovane cantante innamorato della figliola maggiore. Ripartono tutti insieme, inseguiti dalla musica...»60. 59

http://www.comingsoon.it/film/amori-di-mezzo-secolo/18912/scheda/.

60http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pa-

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Dalla critica Gianni Rondolino, nel Catalogo Bolaffi del cinema italiano 1945/1955 «Uno dei primi e più validi esempi di “Film rivista” italiano può essere considerato questo film di Giannini, tratto dall’omonima opera teatrale dello stesso Giannini. Il panorama che esso offre della multiforme società napoletana, dei tipi, dei caratteri, degli usi e dei costumi, è vario e colorito e nell’ambito di uno spettacolo coreografico e rivistaiolo, abbastanza approfondito. Ci sono numeri e scenette, episodi e balletti di classe, una recitazione sciolta e brillante, anche se sullo schermo molto del ritmo e del fascino della rivista va perduto; perché vi manca quel calore e quella comunicazione umana che solo il palcoscenico, in questo genere di spettacolo, può dare»61.

Cento anni d’amore episodio: Purificazione Italia, 1954 durata: 90 min b/n regia: Lionello De Felice; soggetto: tratto da G. Gozzano (episodio: Garibaldina); Gabriele D’Annunzio (episodio Pendolin); Guido Rocca (episodio: Purificazione); Marino Moretti (episodio: Nozze d’oro); Alba De Cespedes (episodio: Gli ultimi dieci minuti); Oreste Biancoli (episodio: Amori ’54); adattamento: Giorgio Prosperi; Lionello De Felice; sceneggiatura: Eduardo De Filippo, Lionello De Felice, Vittorio Nino Novarese, Fabrizio Sarazani, Gino Visentini, Suso Cecchi D’Amico, Leonardo Benvenuti, Oreste Biancoli, Franco Brusati, Alba De Cespedes, Giuseppe Marotta, Giorgio Prosperi, Guido Rocca, Pier Paolo Trompeo; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Franco Lolli; Ottorino Volpi; montaggio: Mario Serandrei; musiche originali: Nino Rota; Mario Nascimbene; Teo Usuelli; Eldo Di Lazzaro; costumi: Vittorio Nino Novarese interpreti: (episodio Purificazione): Eduardo De Filippo (soldato Vincenzo Pagliaro), Titina De Filippo (zia Matilde), Giulietta Masina (la nipote), Angiola Faranda (Ester Fiorelli) produzione: Cines censura: 15937 del 05.02.1954 Parole chiave: attendente Seguendo una moda lanciata un anno prima (1953) da Altri tempi di Blasetti, il film è una carrellata attraverso la vita e il costume italiano negli ultimi cento anni. Gli episodi sono in tutto sei, alcuni romantici, altri comici: Garibaldina; Pendolin; Purificazione; Nozze d’oro; Gli ultimi dieci minuti; Amore ’54.

gina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D8654%26completa%3Dsi. 61 http://fatti-italiani.it/carosello_napoletano.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Il terzo episodio Purificazione si riferisce alla Prima guerra mondiale: Eduardo De Filippo interpreta il ruolo di un attendente che ritorna dal fronte, per consegnare l’ultima lettera del suo tenente, caduto in combattimento, alla ragazza da lui adorata. Ma, avendo scoperto che la ragazza non era degna di tanto amore, riparte senza consegnare la lettera. Dalla critica «Il film è una delle tante pellicole – fra quelle appartenenti agli anni migliori del cinema italiano – strutturate a episodi. Il materiale letterario è di notevole spessore, e offrirebbe più di uno spunto per una pellicola importante; se a ciò aggiungiamo la presenza nel cast di alcuni dei più grandi interpreti del nostro cinema (da Vittorio De Sica a Eduardo De Filippo, da Aldo Fabrizi a Gabriele Ferzetti), le potenzialità per un piccolo capolavoro ci sono tutte. Purtroppo, però, la regia di De Felice – eccessivamente scolastica e lineare per lasciare il segno – penalizza il film: ne risulta così una pellicola piacevole, grazie soprattutto ai grandi attori che vi prendono parte, ma che avrebbe potuto offrire molto di più»62.

Di qua di là dal Piave Italia, 1954 durata: 90 min b/n regia: Guido Leoni; sceneggiatura: Guido Leoni, Ugo Guerra, Fede Arnaud, Dino De Palma, Ivo Perilli, Franco Solinas, Rodolfo Sonego, Sergio Pieri, Luigi Malerba; fotografia: Sergio Pesce; musiche originali: Carlo Innocenzi interpreti: Piero Lulli, Delia Scala, Marisa Merlini, Milly Vitale, Amedeo Trilli, Pietro Tordi, Carlo Croccolo, Mario Pisu produzione: Fulvia Faretra per Faretra Film censura: 16030 del 22.02.1954 Il film comprende i seguenti quattro episodi, che hanno per protagonisti militari della stessa caserma: La Mariola - Angiolina, bella Angiolina - Il povero soldato Di qua, di là del Piave. Solo il quarto episodio, Di qua, di là del Piave, presenta un riferimento alla Grande guerra: il colonnello rievoca una sua avventura amorosa capitatagli quand’era tenente, al tempo della prima guerra mondiale. Dalla critica «I primi tre episodi, tenuti su un tono leggero e piacevole, sono abbastanza riusciti; mentre il quarto, ispirato ad un patriottismo di maniera, appare convenzionale»63 . («Segnalazioni cinematografiche», vol. 35, 1954). 62 63

http://www.spaziofilm.it/content/archivio/articolo_dvd.asp?id=5927. http://books.google.it/books?id=EXeCF5f-JB4C&pg=PA119&lpg=PA119&dq=.

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Gran varietà Italia, 1954 durata: 103 min colore regia: Domenico Paolella; soggetto: Vinicio Marinucci, Dino Falconi; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Michele Galdieri, Carlo Infascelli, Vinicio Marinucci, Domenico Paolella, Ettore Scola, Vincenzo Talarico; fotografia: Carlo Carlini; scenografia: Mario Chiari; montaggio: Dolores Tamburini; costumi: Maria De Matteis interpreti: Maria Fiore (Mariantonia), Carlo Croccolo (Battaglia, il comico “militare”), Vittorio De Sica (Veneziani, il fine dicitore), Alberto Sordi (Premoli, il trasformista), Renato Rascel (comico), Nico Pepe (impresario teatrale, padre), Lea Padovani (Anna la soubrette), Lauretta Masiero (Yvette la mondana), Flora Medini (soubrette), Delia Scala (ballerinetta), Franco Scandurra (tenente dei dragoni), Pino Ferrara (impresario teatrale), Gildo Bocci (direttore del cinematografo), Carlo Hintermann (barone Arneta), Fausto Guerzoni (spettatore che legge il giornale), Guglielmo Barnabò (avvocato), Michele Riccardini (banchiere Teresky), Nico Pepe (altro impresario teatrale), complesso “Star e Starlet” produzione: Excelsa Film, Roma Film Produzione censura: 16188 del 13.03.1954. Parole chiave: reclute Si tratta di un film ad episodi (Mariantonia, Cuttica, Il fine dicitore, Fregoli, Il censore) scritto da diversi sceneggiatori, tra cui Ettore Scola. Il soggetto che si riferisce alla Grande guerra è Cuttica: «Un attore comico, noto per le sue imitazioni della recluta paurosa e scansafatiche, trovandosi al fronte durante la guerra, combatte da valoroso e muore eroicamente»64. Dalla critica Il Morandini è lapidario: «Era grande, in certi settori del cinema italiano, l’importanza di rievocare, ma c’è un limite a tutto. Da queste cavalcate non si pretende né profondità di temi, né invenzioni; soltanto una certa misura, una certa grazia. Non ci sono»65.

Guai ai vinti Italia, 1954 durata: 95 min b/n

64 65

http://www.albertosordi.it/filmografia.php?film=105. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=10859.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

regia: Raffaello Matarazzo; soggetto: dal romanzo Vae victis di Annie Vivanti; sceneggiatura: Achille Campanile, Mario Monicelli, Piero Pierotti, Giovanna Soria, Raffaele Matarazzo; fotografia: Tino Santoni; scenografia: Alberto Boccianti; montaggio: Mario Serandrei; musiche originali: Carlo Franci; costumi: Dina Di Bari interpreti: Lea Padovani (Luisa), Anna Maria Ferrero (Clara), Pierre Cressoy (Franco), Clelia Matania (Teresa), Camillo Pilotto (dott. Bonechi), Gualtiero Tumiati (don Marzi), Rolf Tasna (Claudio), Paola Quattrini (Mirella, figlia di Luisa), Giulio Ottavi (Giovanni, figlio di Clara), Emilio Cigoli (Pietro, marito di Teresa), Marcella Rovena (contessa Amelia), Isa Querio (signora Bonechi), Mario Del Monaco (Mario Abbate), Bianca Doria (prima contadina nel granaio), Teresa Franchini (seconda contadina nel granaio), Anita Durante (popolana sulla scala), Enzo Biliotti (primo viaggiatore “dell’acqua calda”), Enrico Glori (secondo viaggiatore "dell’acqua calda"), Umberto Sacripante (contadino zoppo), Amina Pirani Maggi (signora in lutto), Irene Cefaro (amica di Clara) produzione: GE.S.I. Cinematografica (Gestione Studios Internazionali) censura: 17211 del 06.09.1954 Parole chiave: stupro, armistizio «Durante la prima guerra mondiale, in seguito ad un improvviso ripiegamento delle truppe italiane, Luisa, moglie di un ufficiale, e la sua giovane cognata Clara vengono sorprese nella loro villa da una pattuglia austriaca e subiscono gli oltraggi e le violenze della soldatesca. La figlia decenne di Luisa, in seguito alle emozioni di quella notte, perde la parola. Le due donne riparano a Verona, dove sono ospiti di una nobildonna e, dopo qualche tempo, Luisa s’accorge con terrore di essere incinta. Suo marito è all’ospedale, essendo stato ferito, e Luisa non ha il coraggio di rivelargli la tragica verità. Disperata, ella tenta di uccidersi: un medico, vedendo in lei i sintomi di un grave perturbamento psichico, acconsente a liberarla del figlio concepito nell’odio e nella violenza. Anche Clara è rimasta incinta; ma il sentimento della maternità è in lei così forte che, benché ami Franco, il suo fidanzato, prigioniero del nemico, ella acconsente a divenire madre. L’avanzata dell’esercito italiano permette alle due donne di tornare alla loro villa; ma Clara è schernita dai paesani, che non le perdonano di avere accettato il figlio dell’invasore. La povera Clara si rifugia in casa di Teresa, la levatrice, l’unica che si mostri comprensiva. Anche Franco, quando ritorna dopo l’armistizio, benché riconosca la non colpevolezza di Clara, non accetta il bambino. In preda alla disperazione, la donna vuol lasciare il paese, ma la gente la rincorre schernendola. Mentre cerca di proteggere il suo bimbo Clara, che sta scendendo una scala, perde l’equilibrio e cade ferendosi mortalmente. Franco, pentito, corre al suo capezzale e, alla presenza di Luisa, la sposa in extremis, promettendole di aver cura del bimbo»66. Dalla critica Impietoso il Morandini: «Turgido melodramma lacrimogeno sulla condizione della

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http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=19174&film=GUAI-AI-VINTI!

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donna. Per i fan di Matarazzo, campione del cinema popolare negli anni ’50, un film capitale»67.

I cinque dell’Adamello Italia, 1954 durata: 109 min b/n regia: Pino Mercanti; soggetto: Luigi Emmanuele; sceneggiatura: Giuseppe Zucca, Giorgio Prosperi, Luigi Emmanuele, Franco Rossi, Guido Leoni, Pino Mercanti; fotografia: Romolo Garroni; scenografia: Peppino Piccolo; montaggio: Otello Colangeli; musiche originali: Nello Segurini; costumi: Peppino Piccolo interpreti: Fausto Tozzi (Leonida), Nadia Gray (Magda), Franco Balducci (Renato), Mario Colli (Momi), Dario Michaelis (Pinin), Walter Santesso (Piero), Attilio Bossio (Bepi Doschei), Saro Urzì (Briscola), Piera Simoni (Rosina), Rita Rosa (Mariolina), Guido Celano (don Romualdo, cappellano), Fedele Gentile (capitano Alvaro), Mariolina Cappellano (Lauretta), Dina Perbellini (madre di Piero), Cristina Pall (marchesa crocerossina), Michele Malaspina (padre di Piero), Nino Marchesini (rettore del collegio), Teddy Reno, Carla Boni, Roberto Colangeli (Carletto), Monella Ghedratti (Graziella) produzione: Cinemontaggio Produzione, Zeus Film censura: 16165 del 11.03.1954 Parole chiave: alpini, attendente, socialista, guerra bianca «Le salme di cinque alpini, caduti nella prima guerra mondiale, vengono ritrovate intatte in un ghiacciaio dell’Adamello. Si tratta di una pattuglia, che dopo aver compiuto felicemente un’audace azione di guerra, è stata sorpresa e sepolta da una valanga. La comandava il giovane tenente Piero, un inventore, che sognava il successo e la gloria. Erano con lui: Momi, il suo affezionato attendente, un cameriere d’albergo, vedovo con una figlia capricciosa, ch’era tutta la sua vita; Doschei, giovane contrabbandiere innamorato della vivace Mariolina, prezioso per la sua esatta conoscenza della montagna; Pinin, precettore in un collegio, imbevuto di romanticismo dannunziano; Renato, robusto scalpellino, socialista militante. Questi cinque uomini s’erano incontrati al fronte, dove in mezzo al quotidiano travaglio di una vita disagiata, ognuno trovava conforto nel ricordo di un affetto, nella speranza di un migliore avvenire. Della spedizione per il recupero delle salme fa parte il giornalista Leonida, figlio di Renato e fervente socialista come il padre. Egli irride al sacrificio dei caduti, provocando una vivace reazione. Intanto scoppia una violenta bufera e una valanga disperde nuovamente le povere salme; ma i presenti rendono onore ai morti, mentre il parroco intona la preghiera»68. 67

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=11142.

68http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pa-

gina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D10184%26completa%3Dsi.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Dalla critica «Scritto da 5 sceneggiatori e diretto dal palermitano Mercanti, specialista di film di genere popolare che aveva esordito con All’alba della gloria (1943) sullo sbarco dei Mille in Sicilia, è un rozzo film sentimental-patriottico-nazionalista di un mediocre bozzettismo a colpi di flashback»69.

Il tradimento di Elena Marimon altro titolo: Il segreto di Elena Italia, Francia, 1954 durata: 100 min colore regia: Henri Calef; soggetto: dal romanzo Les Cahiers du conseiller Marimon di J.B. Cherrier; sceneggiatura: Jacques Willemetz, Gérard Willemetz, Henri Calef, J.B. Cherrier; fotografia: Roger Dormoy; musiche originali: Georges Van Parys interpreti: Frank Villard (Jacques Taillandier), Carla Del Poggio (Dominique Marimon), Isa Miranda (Hélène Marimon) produzione: Romana film co-produzione: Societé Nuouvelle De Cinematographie Les Films Villemetz censura: 16714 del 11.06.1954 Rientrato a Parigi al termine della Seconda guerra mondiale, un dirigente di imprese petrolifere scopre di essere il padre di Dominique Marimon (sua segretaria), nata dopo la guerra 1914-18, frutto di un’appassionata relazione con Hélène Marimon, moglie di un suo amico caduto in combattimento nel 1918. La vecchia storia torna alla luce. I tre alla fine si riuniranno. Dalla critica «Bolso melodramma sul passato che ritorna, viziato alla radice dal personaggio di Hélène, eroina del peggior repertorio teatrale, che inutilmente I. Miranda cerca di riscattare in scene strazianti di accanita sofferenza, mentre C. Del Poggio recita poco, ma bene e F. Villard sta quasi sempre zitto»70.

L’arte di arrangiarsi Italia, 1954 durata: 95 min b/n

69 70

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=5393. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=22141.

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regia: Luigi Zampa; soggetto e sceneggiatura: Vitaliano Brancati; fotografia: Marco Scarpelli; scenografia: Mario Chiari, Mario Garbuglia; montaggio: Eraldo Judiconi [Eraldo Da Roma]; musiche originali: Alessandro Cicognini; costumi: Piero Tosi interpreti: Alberto Sordi (Rosario Scimoni, detto Sasà), Marco Guglielmi (avv. Giardini), Francesco Coop [Franco Coop] (sindaco), Luisa Della Noce (Paola), Franco Jamonte (Pizzarro), Elena Gini (Mariuccia Giardini), Elli Parvo (Emma, figlia del sindaco), Armenia Balducci (Lilli DeAngelis fidanzata Sasà), Carletto Sposito (duca di Lanocita), Gianni Di Benedetto (on. Toscano), Antonio Acqua (ing. Casamottola), Gino Buzzanca (barone Mazzei), Turi Pandolfini, Gustavo Giorgi (funzionario di polizia) produzione: Documento Film censura: 17853 del 22.12.1954 Parole chiave: reduci «Rosario Scimoni, soprannominato Sasà, è un opportunista capace di qualsiasi cosa pur di “arrivare” nella vita. Nipote del sindaco di Catania e divenuto suo segretario, non avrà remore nel consegnare ad un mafioso locale, dopo averne fatto delle copie, dei fascicoli compromettenti per lo zio. Sempre pronto a salire sul carro dei vincitori, quando i socialisti stanno per prendere il potere in città Sasà diventa l’indispensabile aiutante, nonché amante della moglie, dell’onorevole Toscano che, viste le copie dei documenti, inizia una feroce battaglia contro la corruzione della giunta comunale in carica. Sasà, al fine di vivere serenamente l’illecita relazione con la sua amante, non tarderà a far condannare Toscano per diffamazione bruciando le uniche prove della colpevolezza del primo cittadino. Inizialmente interventista, allo scoppio della guerra farà carte false pur di non partire per il fronte e, una volta scarcerato Toscano, sposerà una giovane ricca ma poco piacente per accaparrarsi un “buon partito”. Diventerà gerarca durante il fascismo e comunista nell’immediato dopoguerra e infine democristiano. Sarà persino produttore cinematografico per compiacere una sua amante ma, gli imbrogli commessi per accaparrarsi dei fondi per finanziare il film, lo porteranno dritto dritto in prigione. Uscitone e fallito il tentativo di fondare un partito per gli ex-carcerati, diverrà un venditore ambulante di lamette da barba»71. Dalla critica «Pur smussando nei risvolti patetici l’acre moralismo di Brancati che gli aveva già fornito i copioni di Anni difficili e Anni facili, la regia di Zampa va egualmente a segno, grazie anche a Sordi che la fa da padrone. Pronto alla fine del ’54, uscì nella primavera del 1955 dopo tagli di censura»72. «(...) Il titolo sottolinea l’aspetto di fondo del film, che è una satira di una particolare mentalità e di un particolare costume sociale, e che si svolge sullo sfondo di una società in cui l’opportunismo, la prepotenza e l’inganno sono gli unici mezzi per 71http://www.albertosordi.it/filmografia.php?film=9. 72

http://www.mymovies.it/film/1954/lartediarrangiarsi/.

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sopravvivere. Purtroppo il film non sviluppa tutte le indicazioni satiriche del testo, e spesso si limita ad una comicità bonaria e di maniera»73.

La campana di San Giusto Italia, 1954 durata: 90 min b/n regia: Mario Amendola, Ruggero Maccari; soggetto: Giuseppe Maggi; sceneggiatura: Mario Amendola, Ruggero Maccari; fotografia: Alvaro Mancori; scenografia: Vittorio Valentini; montaggio: Nino Baragli; musiche originali: Vincenzo Falcomatà interpreti: Andrea Checchi (Roberto), Gaby André (Cinzia di Rionero, sua moglie), Roldano Lupi (maggiore Von Rudolf), Mirella Uberti (Stella, sorella di Cinzia), Piero Lulli (Bruno Visentini), Franco Pastorino (Paoletto) produzione: Glomer Film censura: 16294 del 26.03.1954 Parole chiave: irredentismo, traditori, bersaglieri «Nel 1917, poco prima dell’offensiva italiana, i patrioti triestini attendono con ansia il giorno della liberazione. Roberto, che ha in moglie Cinzia di Rionero, figlia di un vecchio patriota, viene richiamato alle armi. Non volendo a nessun costo vestire l’uniforme austriaca, Roberto passa il confine con l’aiuto dei patrioti, tra i quali è il cieco Paoletto, cantore di patriottiche canzoni, innamorato di Stella, la sorella minore di Cinzia. La villa di quest’ultima viene in parte requisita dal comando austriaco, che vi alloggia degli ufficiali. Intanto a Roberto, che milita ormai nell’esercito italiano, è affidato il compito di distruggere due trasporti di munizioni nel porto di Trieste. Compiuta l’impresa, Roberto, che è rimasto ferito, riesce a raggiungere la sua villa, nella quale prenderà contatto col patriota Bruno Visentin, entrandovi nella veste di ufficiale austriaco. Un altro ufficiale, il maggiore Von Rudolf, scoperta la presenza di Roberto, se ne serve per ricattare Cinzia, alla quale fa la corte. Interviene tempestivamente Roberto; ma le cose si mettono male per lui e per Visentin. Nel frattempo i bersaglieri italiani sono entrati a Trieste: una fucilata italiana uccide Von Rudolf, che stava per sopprimere Visentin. Una palla austriaca colpisce Paoletto, che muore tra le braccia di Stella. Questa potrà seguire liberamente l’impulso del cuore, che la spinge ad amare Visentin»74. Dalla critica «Un film che si rivolge principalmente al grosso pubblico e ai suoi sentimenti patriottici non persegue necessariamente fini artistici (...)». (U. Tani, «Intermezzo», n. 10 e 11 del 15-30.6.1955)75. 73 74

Gianni Rondolino, Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1945-1955, Editore Bolaffi (1967). http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=19426&film=LA-CAMPANA-DI-SAN-GIU-

STO. 75 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=19426&film=LA-CAMPANA-DI-SAN-GIUSTO.

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Tradita

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altro titolo: La notte delle nozze Italia, 1954 durata: 98 min b/n regia: Mario Bonnard; soggetto: Aldo De Benedetti; sceneggiatura: Vittorio Nino Novarese [Nino Novarese], Mario Bonnard; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Piero Filippone; montaggio: Nella Nannuzzi; musiche originali: Giulio Bonnard, Herman Stein; costumi: Vittorio Nino Novarese interpreti: Lucia Bosè (Elisabetta Tabor), Pierre Cressoy (Franco Alberti), Giorgio Albertazzi (Enrico Alberti), Diana Lante (contessa Alberti), Brigitte Bardot (Anna), Camillo Pilotto (don Eugenio, il parroco), Henri Vidon (tenente Schumman), Tonio Selwart (generale Rendal), Vera Carmi (capo infermiere), Nino Marchesini (colonnello medico), Carlo Duse (un ufficiale del controspionaggio), Nino Capozzi (ufficiale) produzione: Flora Film censura: 17098 del 26.08.1954 Parole chiave: spionaggio, vittoria «Siamo nel 1915: a Rovereto, nel Trentino, risiede la famiglia dei conti Alberti, composta dalla madre, contessa Eleonora, e dei due figli adulti, Enrico e Franco. Enrico, il maggiore, fisicamente minorato dalla nascita, è un noto austriacante; mentre Franco è un fervente patriota. Essendo un valente pianista, egli approfitta dei suoi viaggi artistici per mantenere i contatti con gli amici italiani, frequenta la casa dei conti Alberti una ragazza, nipote di un tenente della polizia, Anna. Ne è innamorato il conte Enrico; ma essa ama Franco, che ricambia il suo amore e decide di sposarla, benché abbia avuto precedentemente una relazione con Elisabetta Tabor, cantante polacca. Elisabetta che è in realtà una spia austriaca, ed Enrico, mossi da gelosia, inducono Franco a fuggire in Italia per sottrarsi ad un ipotetico arresto. Scoppiata la guerra, Franco s’arruola nell’esercito italiano, partecipa a combattimenti e, fatto prigioniero, vien condotto a Rovereto: Anna, che nel frattempo ha dato alla luce un bimbo, nasconde il marito in una baita, ma Enrico, avendolo sorpreso, lo consegna alla polizia. Franco viene condannato a morte; ma è salvato dal sacrificio di Enrico, che si fa credere un sabotatore, e viene condannato in sua vece. In seguito alla vittoria italiana, Franco è liberato dal carcere e può riunirsi ad Anna e al figliolo»76. Dalla critica «È un lavoro realizzato decorosamente, tecnicamente ben fatto e abbastanza ben interpretato». (Anonimo, «Segnalazioni Cinematografiche», vol. XXXVI, 1954)77.

76 77

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=21440&film=TRADITA. http://www.comingsoon.it/film/tradita/21440/scheda/.

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Trieste, cantico d’amore Italia, 1954 durata: 92 min b/n regia: Max Calandri; soggetto: Max Calandri; sceneggiatura: Paola Ojetti, Max Calandri; fotografia: Tony Frenguelli; musiche originali: Tarcisio Fusco, Nino Oliviero interpreti: Nora Visconti (Maria Luisa di Sant’Elmo), Antonio Basurto (Antonio Grandi), Vera Carmi (Anna di Sant’Elmo), Nerio Bernardi (conte di Sant’Elmo), Diana Bell’Orsini (contessina Clara Schubert), Peter Trent (conte Elio Schubert), Vasito Bastino (Jack Grandi), Liliana Bonfatti (Wanda, la ballerina), Alberto Sorrentino (Albert), Nino Marchesini (conte Claudio) produzione: Livorno Films censura: 16031 del 17.02.1954 Parole chiave: interventismo «Un sottufficiale americano, d’origine italiana, Jack Grandi, appartenente alle truppe d’occupazione, fa per caso la conoscenza di una bella signorina di Trieste. Tra i due giovani fiorisce l’amore; ma quando la ragazza, ch’è orfana e vive con la nonna, presenta Jack a quest’ultima, la vecchia gentildonna, nell’udire il nome di famiglia del sottufficiale, assume un contegno nettamente ostile. Il padre di Jack, Antonio Grandi, divenuto poi un celebre cantante, si trovava a Trieste durante la prima guerra mondiale, prima dell’entrata dell’Italia in guerra. Incaricato di una segreta missione politica a favore dell’Italia, s’era innamorato della figlia del conte di Sant’Elmo il capo dei patrioti triestini, che preparavano l’insurrezione. Scopertasi la congiura, il conte di Sant’Elmo venne condannato a morte. Antonio era riuscito a fuggire ed aveva poi combattuto contro l’Austria nelle file del regio esercito. Alla contessina di Sant’Elmo s’era fatto credere che Antonio fosse stato il denunciatore di suo padre: costretta ad aborrire chi tanto aveva amato, aveva sposato un cugino austriaco. Avvertito, da un amico di Jack, di quello ch’è capitato a suo figlio, Antonio, che sta cantando a New York, prende l’aereo e vola in Europa. Giunto a Trieste, affronta la nonna, che altri non è che l’antica innamorata: tutto si chiarisce, i due giovani sono felici»78. Dalla critica «Il film, che ha come premessa una grottesca contraffazione della storia di Trieste durante la prima guerra mondiale, è anche esteticamente un lavoro molto debole». (Anonimo, «Segnalazioni Cinematografiche», Vol. XXXV, 1954)79. Più duro il Morandini: «Inenarrabile polpettone storico sentimentale con vecchie

78http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D8152%26completa%3Dsi. 79 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=20985&film=TRIESTE-CANTICO-DAMORE.

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contesse, politicanti mitteleuropei, fanciulle innamorate»80.

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Bella non piangere Italia, 1955 durata: 84 min b/n regia: David Carbonari, Duilio Coletti; soggetto e sceneggiatura: Ennio De Concini; Franco Solinas; Ugo Mattone; fotografia: Luciano Trasatti; scenografia: Franco Lolli; musiche originali: Nino Rota interpreti: Ettore Manni (Enrico Toti), Maria Fiore (Nina), Memmo Carotenuto (Nando), Beatrice Mancini (Maria), Emma Baron (madre di Enrico), Aldo Bufi Landi (Cesare Battisti), Carlo Delle Piane (Picchio il ladruncolo), Anita Durante (zia di Nina), Turi Pandolfini (il ragonier Parisi), Linda Sini (Stelle d’oro), Eugenio Galadini (il capitano), Renato Tontini (il macellaio), Paolo Panelli (il soldato balbuziente), Armando Annuale (il maestro elementare) produzione: EXCELSA censura: 18697 del 23.03.1955 Parole chiave: Duca d’Aosta (solo la voce), amor di patria, bersaglieri, Enrico Toti «Enrico Toti ha un’indole irrequieta che gli impedisce di perseverare in un’occupazione sedentaria. La sua innamorata, Nina, si dà da fare per trovargli un impiego, ma dopo una breve permanenza in un ufficio ministeriale, Enrico si dedica alle corse ciclistiche. Cedendo alle esortazioni di Nina, egli si mette a lavorare alle ferrovie: per salvare un monello egli cade in malo modo e deve subire l’amputazione di una gamba. Per non sacrificare Nina, alla quale non rivela la causa della sua disgrazia, Enrico si stacca da lei. Quando nel 1915 l’Italia entra in guerra, Enrico Toti domanda di essere mandato al fronte. In considerazione delle sue condizioni fisiche, la domanda viene ripetutamente respinta, finché il suo desiderio viene esaudito in seguito al diretto intervento del Duca d’Aosta. Enrico, che è stato bersagliere ciclista, farà il postino al fronte. Tornato a Roma in licenza, trova Nina sposata e avendo saputo che il marito Fernando la maltratta, gli fa una scenata. La guerra continua implacabile; anche Fernando è richiamato in servizio e, appena arrivato al fronte, viene ferito gravemente. Enrico e Fernando si riconciliano: giunge Nina alla quale il marito, prima di morire, chiede perdono. Durante un violento attacco nemico, Enrico Toti, già colpito una volta, dominando il dolore fisico, continua a far fuoco con la mitragliatrice, finché finite le munizioni, egli sale sulla trincea e scaglia contro il nemico la sua stampella. Colpito nuovamente, Enrico muore, ma sul suo volto brilla un sorriso: è la certezza della vittoria finale»81. 80 81

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=25810. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=20899&film=Bella-non-piangere!

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Dalla critica «Biografia patriottica e strappalacrime, uno dei sottoprodotti più patetici degli anni ’50»82. «La storia della vita e la fine eroica di Enrico Toti sono state rievocate in maniera abbastanza dignitosa in questo film, nel quale avremmo tuttavia desiderato un maggior impegno, in considerazione del soggetto trattato. Il materiale di repertorio è interessante anche se (...) male si fonde, fotograficamente, con il resto del film». (U. Tani, «Intermezzo», N. 14/15 del 15.8.1955)83.

Il padrone sono me Italia, 1955 durata: 95 min b/n regia: Franco Brusati; soggetto: dal romanzo omonimo di Alfredo Panzini; sceneggiatura: Franco Brusati; fotografia: Philippe Agostini, Luciano Trasatti; scenografia: Ottavio Scotti; montaggio: Otello Colangeli; musiche originali: Roman Vlad; costumi: Piero Tosi interpreti: Myriam Bru (Dolly), Paolo Stoppa (Mingon), Pierre Bertin (Edoardo, il professore), Andreina Pagnani (signora della villa), Jacques Chabassol (Robertino), Albino Cocco (Zuanì), Leopoldo Trieste (filosofo), Margaret Roy Anderson (miss Hadlock), Guido Celano (maresciallo dei carabinieri), Giuseppe Addobbati [John Douglas] (James), Lina Gennari (signora derubata dai briganti), Assunta Radico (Marianna), Daniela Rocca (Nunziata), Piero Girotti (bambino Robertino), Benedetta Tamburella (bambina Dolly), Carlo Dale (Archimede, il farmacista), Armando Annuale (sacerdote), Felice Minotti (contadino che protesta), Stefano Trani (bambino Zvanì) produzione: Rizzoli Film di Angelo Rizzoli censura: 19754 del 14.09.1955 Parole chiave: dopoguerra «Nella cornice accogliente di una villa e di una famiglia tipicamente borghesi del primo ’900, crescono il piccolo Robertino, Giovannino, il coetaneo figlio del fattore, e la graziosa cuginetta americana, Dolly, che di solito trascorre le vacanze presso i parenti italiani. Passano gli anni, i tre amici crescono e l’amore tra i due cugini, invano arginato, fiorisce gioioso; ma Dolly che stima Robertino (più piccolo di due anni) ancora un ragazzo, accetta di sposare un ricco americano. L’incontro tra i due cugini, dopo qualche tempo, è particolarmente doloroso per entrambi. Allorché Robertino è chiamato alle armi per lo scoppio della prima guerra mondiale, un disperato bacio della bella cugina conferma un amore, che solo ora si rivela ai due 82 83

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=3177. http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemabellanonpiangere.htm.

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innamorati nella sua drammatica realtà. Robertino muore in combattimento. Nell’inquietudine sociale del dopoguerra, i genitori di Giovannino, che mal sopportano il cosiddetto giogo padronale, acquistano la villa in cui la dolente madre di Robertino vagava nella folle attesa del figlio scomparso. Un ciclo umano e sociale si chiude: se ne inizia un altro, in cui si ripeteranno le esperienze di dolore e di speranza, comuni alla vita di tutti gli uomini»84. Dalla critica «(...) È un buon film italiano che, malgrado la sua prolissità, non avrebbe demeritato ad entrare in competizione, in considerazione della grande cura con la quale è stato realizzato e dei notevoli pregi che presenta. Una prova positiva per il nuovo regista Brusati (...)». (E. Fecchi, «La Mostra al setaccio» in «Intermezzo», 17, 15.9.1955)85.

La canzone del destino Italia: 1957 durata: 102 min b/n regia: Marino Girolami; soggetto: Oreste Biancoli, Roberto Gianviti, Marino Girolami, Guglielmo Santangelo; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Marino Girolami, Roberto Gianviti, Guglielmo Santangelo; fotografia: Giuseppe La Torre; scenografia: Ivo Battelli; montaggio: Otello Colangeli; musiche originali: Carlo Innocenzi, Ovidio Sarra; costumi: Giancarlo Bartolini Salimbeni interpreti: Claudio Villa (Claudio Bianchi), Milly Vitale (Elena), Marco Guglielmi (Cesare Albani), Carlo Campanini (cavalier Emilio Bianchi), Titina De Filippo (signora Lidia, madre di Claudio e Cesare), Carlo Delle Piane (Carletto), Dolores Palumbo (domestica), Anna Campori (cantante), Andrea Scotti (tenente), Enzo Garinei (Renzo), Emma Baron (madre di Elena), Toni Ucci (Gino), Wanda Romanelli (crocerossina), Dante Maggio (sergente) produzione: Jonia Film censura: 25655 del 14.11.1957 Parole chiave: imboscato, crocerossine «Claudio Bianchi e Cesare Marini sono fratellastri, ma per carattere e temperamento sono profondamente diversi: Claudio, tipo esuberante, vivace, conquista subito la simpatia di tutti ed ha la passione del canto; Cesare è serio, studioso. Cesare è innamorato di un’amica di famiglia, Elena, che non ricambia il suo sentimento, benché provi per lui molta simpatia. Ella gradisce invece la corte, che le fa Claudio, il quale ignora che Cesare è di lei innamorato. Quando nota che Elena gli preferisce il fratello, Cesare si ritira in buon ordine. Nel 1915, allo scoppio della guerra, Cesare, ufficiale 84 85

http://www.comingsoon.it/film/il-padrone-sono-me/20189/scheda/. http://www.comingsoon.it/film/il-padrone-sono-me/20189/scheda/.

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di complemento, viene richiamato ed inviato al fronte; Claudio invece, grazie alle manovre paterne, riesce ad imboscarsi in un ufficio militare. Il comportamento di Claudio costituisce una delusione per Elena, che si arruola come infermiera nella Croce Rossa. Vedendo partire tutti i suoi amici per la zona di operazione Claudio, che sente vergogna e rimorso della egoistica prudenza che lo tiene lontano dal pericolo, domanda di essere mandato al fronte e viene aggregato al reparto comandato da Cesare. Quando viene a sapere che Elena si trova in un ospedaletto da campo vicino alla prima linea, Claudio chiede un permesso per recarsi a salutarla; ma Cesare, non volendo trasgredire gli ordini superiori, glielo rifiuta. Tra i due ha luogo un diverbio; più tardi Claudio trova per caso un diario del fratello, dal quale risulta che Cesare, innamorato di Elena, ha rinunciato a lei per non causare l’infelicità del fratello; mentre la ragazza malgrado la delusione subita per il comportamento di Claudio, non ha avuto il coraggio di infliggergli a sua volta una delusione. Profondamente colpito da questa rivelazione, Claudio, esponendosi al rischio di essere dichiarato disertore, corre da Elena per restituirle la sua parola e rientra in linea appena in tempo per evitare la denuncia. Durante un’azione rischiosa Claudio cade ferito in prossimità dei reticolati nemici, e viene salvato da Cesare che a sua volta riceve una ferita mortale. Finita la guerra la tomba di Cesare è sempre coperta di violette: è il mesto tributo di Elena al ricordo del suo vero amore»86. Dalla critica «È un film senza eccessive pretese, ma condotto con una certa abilità. Buone le canzoni». («Segnalazioni Cinematografiche», vol. 42, 1957)87.

La grande guerra Italia, 1959 durata: 135 min b/n regia: Mario Monicelli; soggetto: Agenore Incrocci [Age], Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Mario Monicelli; sceneggiatura: Agenore Incrocci [Age], Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Mario Monicelli; fotografia: Giuseppe Rotunno, Roberto Gerardi, Leonida Barboni; scenografia: Mario Garbuglia; montaggio: Adriana Novelli; musiche originali: Nino Rota; costumi: Danilo Donati, Piero Gherardi interpreti: Alberto Sordi (Oreste Jacovacci), Vittorio Gassman (Giovanni Busacca), Silvana Mangano (Costantina, la prostituta), Folco Lulli (Bordin), Bernard Blier (capitano Castelli, detto “Bollo Tondo”), Romolo Valli (tenente Gallina), Livio Lorenzon (sergente Battiferri), Nicola Arigliano (Giardino), Mario Valdemarin (te86 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=20449&film=LA-CANZONE-DEL-DESTINO. 87http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D8703%26completa%3Dsi.

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nente Loquenzi), Achille Compagnoni (cappellano), Vittorio Sanipoli (maggiore Venturi), Carlo D’Angelo (Ferri, capitano degli arditi) produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica, Gray Films, Paris censura: 30261 del 16.09.1959 Parole chiave: disprezzo austriaco antitaliano, fucilazione, bordello, prostituta, Caporetto, portaordini «1917. Il romano Oreste Jacovacci e il milanese Giovanni Busacca si incontrano in un distretto militare, dove il primo promette, con l’inganno e dietro compenso, di far riformare l’altro. Invece si ritrovano entrambi in divisa su un treno, e la comune avversione alla guerra li fa diventare amici, in compagnia di una colorita varia umanità sottoposta, come loro, alle disavventure belliche. A Tigliano, un piccolo paese nelle retrovie, Busacca incontra la prostituta Costantina, che si finge innamorata di lui per rubargli il portafogli. Giunge il giorno temuto: all’improvviso Busacca e Jacovacci sono mandati al fronte, nonostante il loro tentativo di inserirsi nel gruppo guidato dal capitano “Bollotondo” Castelli, che si reca a Mantova per le esercitazioni. Comincia la vita di trincea; i due tornano al paese solo per fare rifornimenti. Un giorno Busacca si imbatte nuovamente in Costantina e, dopo un litigio, si riconcilia con lei. Quando i due militari tornano dai loro compagni, scoprono che una spaventosa battaglia ha decimato il loro reparto e sono costretti a ritirarsi. Busacca incontra per la terza e ultima volta Costantina, ormai innamorata di lui, ma i due commilitoni sono incaricati di portare un’importante comunicazione a un avamposto e, scambiati per spie, vengono fatti prigionieri dagli austriaci. Per salvarsi devono rivelare le informazioni strategiche in loro possesso. Dapprima i due esitano; ma di fronte all’arroganza dell’ufficiale che li interroga, Busacca rifiuta di parlare e viene fucilato. Jacovacci tenta l’ultimo compromesso, sostenendo che solo il suo amico sapeva ogni cosa, ma finisce per subire la stessa sorte. I due muoiono proprio quando i loro compagni stanno sferrando l’attacco decisivo e la vittoria non è più così lontana»88. Dalla critica Morandini: «In divisa da fanti il romano Oreste Jacovacci e il lombardo Giovanni Busacca vivono da opportunisti un po’ fifoni il conflitto 1914-18. Catturati dagli austriaci, sanno morire con dignità. Due grandi istrioni – e alcune sequenze memorabili – in un affresco di complessa, cordiale, furbesca coralità. Sagace equilibrio tra epica e macchiettismo, antiretorica e buoni sentimenti. Leone d’oro a Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Rossellini»89.

La Contessa Azzurra Italia, 1960 durata: 110 min b/n 88 89

http://www.treccani.it/enciclopedia/la-grande-guerra_%28Enciclopedia_del_Cinema%29/. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=10956.

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regia: Claudio Gora; soggetto: Alberto De Rossi; sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Claudio Gora, Luigi Bazzoni; fotografia: Gabor Pogany; scenografia: Aldo Tomassini [Aldo Tomassini Barbarossa]; montaggio: Eraldo Judiconi [Eraldo Da Roma]; musiche originali: Gino Negri; costumi: Piero Tosi interpreti: Amedeo Nazzari (Salvatore Acierno), Elly Davis [Eliana Merolla] (Teresa Curcio), Zsa Zsa Gabor (Loreley), Paolo Stoppa (Peppino Razzi), Irene Tunc (Jeanne d’Argent), Franca Marzi (donna Carmela), Mario Passante (don Ciccio), Pastor Serrado (Luigi), Angela Luce (donna Zenobia), Nicla Di Bruno (donna Serena), Ugo D’Alessio (Armandino), Roberto Camardiel (avvocato Gigliozzi), Rosita di Vera Cruz (donna Carolina), Tina Castigliana (stiratrice), James Komachs (don Ciccillo), Salvatore Cafiero (Ippolito), Franco Cobianchi (Peppiniello), Mario Frera (macchiettista Sivori), Rina Mascetti (attrice), Vera Nandi (donna Rosaria), Carlo Pisacane (Vincenzino) produzione: Partenope Cinematografica censura: 32691 del 19.08.1960 Parole chiave: partenza per il fronte «Napoli, inizi del XX secolo. Il regista Salvatore Acierno deve sospendere le riprese del film muto che sta girando, La contessa azzurra, per il dissidio sorto con il produttore, don Peppino Razzi, e con la primattrice, la diva Loreley. Salvatore tuttavia non si perde d’animo, trasforma in attrice una ragazza sconosciuta, Teresa Curcio, con cui sostituisce la diva e riprende a girare il film riuscendo a portarlo a termine. Proiettato nelle sale, La contessa azzurra riscuote un felice successo e Teresa, innamoratasi segretamente dell’avventuroso regista, acquista una certa notorietà. Al ritorno da Parigi, Salvatore incontra Teresa, che gli esprime il desiderio di realizzare un grande spettacolo teatrale, diretto da lui e prodotto da don Peppino, proprio lui. Teresa passa così di successo in successo, mentre Salvatore vede fallire i suoi innovativi esperimenti artistici, spesso a spese del produttore don Peppino. Nel maggio 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, Salvatore parte per il fronte. Teresa riesce ad incontrarlo fugacemente nelle retrovie e gli confessa finalmente il suo amore. Salvatore lo ricambia. Ma la guerra divide i due innamorati. E durante una missione Salvatore muore. Rimasta sola con i suoi ricordi, Teresa trascorre il resto della sua vita nella sua villetta napoletana, ripensando al suo grande amore perduto e al primo grande trionfo della sua carriera, il suo primo film La contessa azzurra»90. Dalla critica «Alle prese con un feuilleton su commissione, C. Gora ha realizzato una gustosa, elegante rievocazione della Belle Époque di Napoli. Il migliore è P. Stoppa, Zsa Zsa Gabor carica le tinte, A. Nazzari è una garanzia. Elly Davis è lo pseudonimo di una protetta dell’armatore Achille Lauro, finanziatore del film»91.

90 91

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG%20548. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=6237.

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La trincea92 Italia, 1961 durata: 53 min b/n regia: Vittorio Cottafavi; sceneggiatura: Giuseppe Dessì; fotografia: Giorgio Ojetti; scenografia: Emilio Voglino; interpreti: Aldo Giuffrè (maggiore Dessì-Fulgheri), Roberto Bertea (ufficiale italiano), Carlo Giuffrè (ufficiale italiano), Sergio Bargone (ufficiale italiano), Carlo Enrici (ufficiale italiano), Vittorio Battarra (ufficiale italiano), Attilio Duse (ufficiale italiano), Amos Davoli (ufficiale italiano), Paolo Radaelli (ufficiale italiano), Giancarlo Bonuglia (ufficiale italiano), Renzo Rossi (ufficiale italiano), Michele Francis (ufficiale italiano), Aldo De Mattia (ufficiale italiano), Michele Borelli (ufficiale italiano), Vittorio Stagni (ufficiale italiano), Sergio Gibello (ufficiale italiano), Marcello Tusco (soldato italiano), Mario Lombardini (soldato italiano), Lando Buzzanca (soldato italiano), Sergio Dionisi (soldato italiano), Carlo Reali (soldato italiano), Salvatore Puntillo (soldato italiano), Antonio Mannuzzu (soldato italiano), Romano Bernardi (soldato italiano), Sergio Ammirata (soldato italiano), Gianni Solaro (soldato austriaco), Sigfrido Gunderloch (soldato austriaco), Gherardo Peranzi (soldato austriaco), Vittorio Corte (soldato austriaco) produzione: Rai Radio Televisione Italiana Parole chiave: bersaglieri, Bosco Cappuccio, Bosco Triangolare, Brigata Sassari, Carso, dolina, fanteria, trincea, Trincea dei razzi, Trincea delle frasche «L’originale televisivo racconta la conquista della Trincea dei Razzi, sul Carso, avvenuta il 14 novembre 1915 per mano del 152º reggimento della Brigata Sassari. Nel combattimento si distinse il III battaglione, comandato dal maggiore Francesco Dessì, padre di Giuseppe, che firma soggetto e sceneggiatura del film. L’impresa fece guadagnare al maggiore la croce di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. La regia è affidata a Vittorio Cottafavi, esperto direttore di film storici e d’azione. L’opera si inquadra nella grande tradizione dello sceneggiato televisivo, che oggi siamo in molti a rimpiangere. La recitazione e il set teatrale nulla tolgono alla bontà della ricostruzione storica»93.

L’italiano ha 50 anni Italia, 1962 durata: 98 min b/n 92 Sceneggiato. L’atto unico fu mandato in onda dal secondo canale della Rai il giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 4 novembre 1961. 93 http://www.fronteitaliana.it/Immagini/Cinema_Contestazione.html.

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regia: Francamaria Trapani; soggetto e sceneggiatura: Franco Rispoli; fotografia: Giorgio Orsini; montaggio: Francoise Godin; musiche originali: Gino Peguri interpreti: Giorgio Albertazzi (narratore) produzione: Trapani Francamaria censura: 36776 del 17.02.1962 Un personaggio-guida, illustra e commenta le pagine più significative – sotto il profilo della storia e del costume – della vita italiana dagli anni Dieci fino ai Sessanta

La marcia su Roma Italia, 1962 durata: 94 min b/n regia: Dino Risi; soggetto: Agenore Incrocci [Age], (Furio) Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Sandro Continenza, Ghigo De Chiara; sceneggiatura: Agenore Incrocci [Age], (Furio) Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Sandro Continenza, Ghigo De Chiara; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Ugo Pericoli; montaggio: Alberto Gallitti; musiche originali: Marcello Giombini; costumi: Ugo Pericoli interpreti: Vittorio Gassman (Domenico Rocchei), Ugo Tognazzi (Umberto Cavazza), Roger Hanin (cap. Paolinelli), Angela Luce (contadina), Gérard Landry (capitano dell’esercito), Mario Brega (Marcacci), Giampiero Albertini (Cristoforo), Antonio Cannas (Zofreghin), Nino Di Napoli (“Mezzacartuccia”), Alberto Vecchietti (Molinello), Claudio Peroni, Howard Rubiens (prof. Milziade Bellinzoni), Daniele Vargas (“Sua Eccellenza”), Edda Ferronao (ostessa), Carlo Kechler (latifondista), Liù Bosisio (Adelina), Antonio Acqua (direttore carcere) produzione: Fair Film, Orsay Films, Paris censura: 39071 del 14.12.1962 Parole chiave: reduci, dopoguerra «Negli anni del primo dopoguerra un reduce che vive di espedienti, Domenico Rocchetti, incontra un suo capitano che lo invita ad aderire al movimento fascista. Durante un tafferuglio in un centro rurale, Rocchetti chiede aiuto a un suo ex commilitone, Umberto Gavazza. Ma il cognato di quest’ultimo, acceso antifascista, li mette alla porta ambedue. A causa di una nuova baruffa sorta per aver voluto sostituire gli spazzini in sciopero, vengono messi in prigione e poi liberati da una decisa azione degli squadristi. Dopo aver partecipato a parecchie “azioni punitive”, anche Rocchetti e Gavazza si preparano alla Marcia su Roma. Requisiscono un’automobile per raggiungere i camerati, ma vengono sconfessati perché il proprietario è un sostenitore del movimento fascista. In seguito a una scaramuccia scompaiono alle porte di Roma»94. 94

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=18120&film=La-marcia-su-Roma.

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Dalla critica «Quella che avrebbe potuto essere una chiave satirica incentrata su un motivo inedito (...) s’impiglia in un estenuante repertorio umoristico che (...) raccoglie gags e barzellette. L’evoluzione dei personaggi è scontata (...) come sono preventivabili le traversie che (...) attraverseranno. La ricetta (...) lascia trapelare la scoperta e dosata premeditazione degli autori. L’industria cinematografica italiana la sua esca tentatrice l’ha scovata in certe storie dal risvolto civile; guai, però, a confondere le apparenze con il succo del film (...)». (Mino Argentieri, «Cinema 60», 31, gennaio 1963)95. Morandini: «Commedia al vetriolo che canzona con spirito mordace e aguzzi risvolti satirici il fascismo squadrista delle origini. Il duetto tra finto-spaccone e finto-tonto Gassman-Tognazzi fa faville»96.

Gli eroi di ieri, oggi, domani episodio Inverno di guerra 1917 Italia: 1963 durata: 90 min b/n regia: Sergio Tau97; soggetto: Bruno Crimi, Franco Velchi, Franco Valobra, Sergio Tau, Enzo Dell’Aquila, Fernando Di Leo, Remco Campert; sceneggiatura: Bruno Crimi, Franco Velchi, Franco Valobra, Sergio Tau, Enzo Dell’Aquila, Fernando Di Leo, Remco Campert; fotografia: Luciano Graffigna, Guido Cosulich De Pecine; scenografia: G.B. Salerno; montaggio: Renato Poccioni; musiche originali: Armando Sciascia; costumi: Francesca Saitto, Bernardino Sica interpreti: Giovanni Scratuglia [Ivan G. Scratuglia], Giancarlo Cobelli, Graziella Polesinanti, Giulio Conte, Mario Siletti, Kitty Courbois, Walter Pinelli, Paolo Graziosi, Sergio Lanzavecchio, Maria Monti, Anna Maestri, Tilde Simon, Pia Carezza, Vittorio Venturoli, Edda Simionato, Franco Valobra produzione: Salvati, A. censura: 41678 del 17.12.1963 Parole chiave: guerra bianca, vita di trincea «Gli eroi di ieri erano forse come quelli di un “Inverno di guerra 1917” quando, rimasti soli in una trincea tra rocce e ghiacciai, i buoni soldatini Nicolino Esposito, Lamberti Goffredo e Franz (italiano per padre e austriaco per madre), più per paura che per cattiveria, finivano per uccidere tre tedeschi cattivi, come loro sperduti tra i picchi alpini»98. 95

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=18120&film=La-marcia-su-Roma. http://trovacinema.repubblica.it/film/la-marcia-su-roma/113717. 97 Sergio Tau ha diretto il primo episodio; il secondo episodio (senza titolo) è stato diretto da Fernando Di Leo e Enzo Dell’Aquila. Il terzo episodio (senza titolo) è stato diretto da Franz Weiss. Inedito per diversi anni, il film apparve brevemente su alcuni schermi alla fine degli anni ’70. 98 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=16757&film=GLI-EROI-DI-IERI-OGGIDOMANI. 96

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Il giorno più corto Italia, 1963 durata: 91 min b/n regia: Sergio Corbucci; soggetto: Alessandro Continenza; sceneggiatura: Giorgio Arlorio, Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi; fotografia: Enzo Barboni; scenografia: Carlo Simi; montaggio: Ruggero Mastroianni; musiche originali: Piero Piccioni; costumi: Marcella De Marchis interpreti: Franco Franchi (Franco Lo Grugno), Ciccio Ingrassia (Francesco Coppola), Virna Lisi (Naja), Nino Taranto (zio Turi), Gino Cervi (colonnello Daini), Walter Chiari (avvocato difensore), Ugo Tognazzi (pecoraio), Peppino De Filippo (zio Peppino), Eduardo De Filippo (mafioso), Jean-Paul Belmondo (erede siciliano), Aldo Giuffrè (erede siciliano), Ivo Garrani (erede siciliano), Sandra Mondaini (erede siciliana), Enrico Viarisio (erede siciliano), Lia Zoppelli (erede siciliana), Gino Buzzanca (guardia del corpo mafioso), Antonella Lualdi (fioraia), Nino Castelnuovo (corteggiatore della fioraia), Rina Morelli (madre di Dino), Paolo Stoppa (padre di Dino), Franca Valeri (persona in attesa alla stazione), Aldo Fabrizi (facchino alla stazione), Gabriele Ferzetti (tenente in trincea), Amedeo Nazzari (soldato strabico col pallottoliere), Erminio Macario [Macario] (soldato torinese), Emilio Pericoli (soldato cantante), Joe Sentieri (soldato cantante), Teddy Reno (soldato di Trieste), Alberto Lupo (ufficiale), Massimo Serato (ufficiale), Giuliano Gemma (soldato combattente), Philippe Leroy (soldato combattente), Umberto Orsini (soldato combattente), Fausto Tozzi (soldato combattente), Luciano Salce (tedesco superstite), Lilla Brignone (capo crocerossina), Sergio Fantoni (aiutante del colonnello), Ilaria Occhini (crocerossina), Rossella Como (infermiera), Aroldo Tieri (soldato pseudo-interprete), Francesco Mulè (soldato ferito), Romolo Valli (ufficiale a teatro), Franco Fabrizi (ferito con la borsa del ghiaccio), Memmo Carotenuto (sergente bonaccione), Paolo Ferrari (soldato imbroglione), Paolo Panelli (soldato imbroglione), Maurizio Arena (soldato nascosto nel pagliaio), Raimondo Vianello (generale Von Cassman), Warner Bentivegna (soldato austriaco), Massimo Girotti (capitano), Totò (cappellano) produzione: Titanus censura: 39535 del 09.01.1963 Parole chiave: Caporetto, spionaggio Due soldati siciliani (Franco Lo Grugno e Francesco Coppola) contribuiscono senza volerlo alla vittoria italiana nella prima guerra mondiale, facendo saltare una potente nave nemica per puro caso. Scambiati per austriaci, i due siciliani vengono deferiti al tribunale militare. A dispetto dell’arringa dell’avvocato difensore che paradossalmente ne chiede la condanna, verranno assolti dal tribunale militare. Il film si conclude con una incitazione patriottica di un frate bersagliere (Totò).

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Dalla critica «I protagonisti veri del film sono gli inseparabili Franco e Ciccio, che (...) riescono (...) a far ridere e sorridere. Ma i due comici indicano anche i limiti del film, che si risolve in una serie di sketches che, per puro caso, hanno il fronte di guerra come teatro». (Alberico Sala, «Corriere d’Informazione», 15 febbraio 1963). «L’unica trovata spettacolare è costituita dall’utilizzazione – del resto fugace – di ottantotto attori, che si limitano a dire una battuta o a presentarsi di sfuggita; tutti costoro parteciparono al film a titolo gratuito, per scongiurare il fallimento della Titanus. Nel complesso il film è molto modesto, di scarso interesse, privo di originalità nonostante qualche spunto poco consueto». («Segnalazioni cinematografiche», vol. 53, 1963)99.

Mata Hari, agente segreto H 21 Italia, Francia, 1964 durata: 98 min b/n regia: Jean-Louis Richard; sceneggiatura: François Truffaut e Jean-Louis Richard; fotografia: Michel Kelber; montaggio: Keoult Peltier; musiche originali: Georges Delerue interpreti: Jeanne Moreau (Margaretha Geertruida, detta «Mata Hari», la danzatrice e spia al servizio della Germania), Jean-Louis Trintignant (François Lasalle, l’ufficiale francese), Hella Petri (la baronessa di Maine), Claude Rich (Giuliano, l’autista di Mata Hari), Frank Villard (il colonnello Pelletier), Marie Dubois (Maria, la ragazza della stazione), Georges Riquier (Ludovico, l’agente di collegamento di Mata Hari), Nicole Desailly (Carlotta, l’habilleuse di Greta), Henri Garcin (Gastone, un pretendente di Mata Hari), Jean-Marie Drot (il capo dello spionaggio) produzione: Filmel, Films du Carrosse Simar (Paris), Fida (Roma) Parole chiave: spionaggio, agente segreto «Imprese, amori e morte di Gertrude Zelle, detta Mata Hari, bellissima ballerina giavanese, spia al servizio dei tedeschi, processata e fucilata dai francesi nel 1917»100. Dalla critica «Scritto dal regista con la collaborazione di F. Truffaut, miscela bene il romanzesco con l’attendibilità storica, lo scandaglio psicologico con il fascino dell’avventura. La Moreau fa del suo personaggio mitico (e un po’ kitsch) una donna vera, sostenendo il confronto con Greta Garbo che l’ha preceduta»101. 99

http://www.comingsoon.it/film/il-giorno-piu-corto/21338/scheda/. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=14412. 101 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=14412. 100

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Tutti pazzi meno io Titolo originale Le roi de coeur Francia, Italia, 1966 durata: 102 min colore regia: Philippe De Broca; soggetto: Maurice Bessy ; sceneggiatura: Daniel Boulanger; fotografia: Pierre Lhomme; scenografia: François de Lamothe; montaggio: Françoise Javet; musiche originali: Georges Delerue; costumi: Jacques Fonteray; interpreti: Pierre Brasseur (il generale Géranium), Jean-Claude Brialy (il Duca di Trèfle), Geneviève Bujold (Coquelicot), Adolfo Celi (il colonnello Alexander MacBibenbrook), Françoise Christophe (la Duchessa), Julien Guiomar (monsignor Marguerite), Micheline Presle (madame Eva alias madame Eglantine), Michel Serrault (monsieur Marcel), Alan Bates (il soldato Charles Plumpick alias il re di cuori), Jacques Balutin (Mac Fish), Palau (Alberic), Pier Paolo Capponi (un ufficiale inglese), Madeleine Clervanne (Brunehaut), Marc Dudicourt (il tenente Hamburger) produzione: Fildebroc, Les Productions Artistes Associés, Compagnia Cinematografica Montoro. Parole chiave: soldato scozzese, bomba, manicomio «Durante la prima guerra mondiale il soldato dell’esercito scozzese Charles Plumpick viene inviato nella città francese di Merville per disattivare una bomba installata dai tedeschi con lo scopo di far saltare in aria l’arsenale a disposizione della resistenza. Gli abitanti messi in allarme decidono di evacuare il piccolo insediamento così che quando il soldato arriva in città la trova in possesso dei tedeschi. Costretto a rifugiarsi nel manicomio, libera inavvertitamente i suoi occupanti che ridanno vita all’ormai deserto villaggio vestendo i panni di coloro che lo hanno abbandonato. Quando Plumpick si riprende dalla caduta da un palo dell’alta tensione che gli ha fatto perdere i sensi, li scambia per i veri abitanti dando così vita a situazioni surreali e tragicomiche irresistibili che metteranno a repentaglio la riuscita della sua missione»102. Dalla critica «Delizioso film surreale antimilitarista diventato un cult nelle università americane in cui tutto funziona alla perfezione: dalla regia fantasiosa di De Broca ad un meraviglioso Alan Bates nel ruolo del protagonista a cui ruotano intorno grandissimi nomi tra i quali Adolfo Celi nel ruolo del colonnello McBibenbrook ed una giovanissima Geneviève Bujold nel ruolo di Coquelicot . Memorabile la battuta finale di Brialy»103. «È la favola divertente e poetica, attraversata dal filo rosso di un appassionato antimilitarismo, che segna un’ambiziosa svolta nella carriera di De Broca, specialista di commedia leggera e di cinema comico-avventuroso. Stroncato in Francia dalla cri102 103

http://www.filmtv.it/film/54693/tutti-pazzi-meno-io/. http://www.filmtv.it/film/54693/tutti-pazzi-meno-io/.

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tica e disertato dal pubblico, inosservato in Italia, divenne un film di culto nel circuito universitario USA»104.

La ragazza e il Generale105 Italia, 1967 durata: 103 min colore regia: Pasquale Festa Campanile; soggetto: Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile; sceneggiatura: Luigi Malerba, Pasquale Festa Campanile; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Luciano Spadoni; costumi: Maria De Matteis; montaggio: Jolanda Benvenuti; musiche originali: Ennio Morricone interpreti: Rod Steiger (generale austriaco), Virna Lisi (Ada), Umberto Orsini (Tarasconi detto Tarasca), Marco Mariani (caporale), Jacques Herlin (veterinario), Toni Gaggia (tenente), Valentino Macchi (un soldato) produzione: Compagnia Cinematografica Champion, Films Concordia, Paris censura: 48801 del 05.06.1967 Parole chiave: prigionieri, medaglia al valore «Il film racconta, in un clima di “favola bellica”, le vicissitudini di un soldatino che ha la ventura di catturare, durante la prima guerra mondiale, nientemeno che un generale austriaco. Se riesce a portarlo nelle nostre linee il premio è sicuro: una licenza, una medaglia e, soprattutto, mille lire. Queste ultime fanno gola anche a una giovane e bella contadinotta che aiuta il soldatino con la promessa di fare a metà della somma»106. Dalla critica Morandini: «Girata in inglese, è una commedia che non si distacca dagli stereotipi del genere, nonostante la presenza di Luigi Malerba tra gli sceneggiatori. Anticonformista solo in superficie»107.

Addio Lara Italia, Francia, 1967 durata: 100 min colore 104

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=26026. può essere contestualizzata nel periodo 1915-1916, perché i soldati tedeschi indossano l’elmetto “Pickelhaube” (caratterizzato dal “chiodo”) dismesso nel 1916 e sostituito dal “Bernsdorf” “tipico” elmo tedesco moderno. 106 http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG2191. 107 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=20139. 105 L’azione

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regia: Robert Hossein; sceneggiatura: Robert Hossein, Alain Decaux e Claude Desailly; fotografia: Henri Persin; montaggio: Jacqueline Thiédot; musiche originali: André Hossein interpreti: Geraldine Chaplin, Umberto D’Orsi, Ivan Desny, France Delahalle, Claude Genia, Ira Fürstenberg, Gert Fröbe, Patrick Balkany, Robert Hossein, Peter McEnery, Roger Pigaut, Nicolas Voge produzione: Raymond Danon, Copernic (Parigi) Carlo Infascelli (Roma) Parole chiave: Rasputin, congiura «Agli inizi del Novecento, nella Russia zarista, il Principe Felix Yussupoff e Lara Golovina si amano teneramente. Ma l’ambizione della madre di Lara di introdursi a corte e la necessità per Felix di recarsi a Parigi per completare gli studi, dividono i due giovani. Al suo ritorno Felix si accorge che Lara è caduta sotto l’influenza nefasta di Rasputin: non solo la giovane donna crede fermamente nelle pretese virtù soprannaturali del ciarlatano, ma è diventata anche un docile strumento dei suoi desideri. Sconvolto, Felix sposa la Principessa Irina, nipote dello Zar, ma nonostante il matrimonio non riesce a dimenticare Lara. Scoppia la I Guerra Mondiale e l’intera Russia sta andando in rovina per l’incapacità degli uomini che Rasputin ha fatto designare ai posti di comando. Convinto della necessità di eliminare Rasputin, sia per salvare il suo paese sia per vendicare la donna amata, Felix organizza una congiura e dopo molte difficoltà riesce ad uccidere Rasputin, ma nel momento in cui lo uccide si rende conto che nulla potrà rendergli l’amore di Lara»108.

Fraulein Doktor Italia, 1968 durata: 104 min colore regia: Alberto Lattuada; soggetto: Vittoriano Petrilli; sceneggiatura: Alberto Lattuada, Vittoriano Petrilli; fotografia: Luigi Kuveiller; scenografia: Mario Chiari; costumi: Maria de Matteis, Enzo Bulgarelli; montaggio: Nino Baragli; musiche originali: Ennio Morricone interpreti: Kenneth More (col. Foreman), Michael Elphick (Tom), Gerard Herter (capitano Munster), Capucine (D.ssa Saforet), Nigel Green (colonnello Mathesius), James Mishler (generale Von Ludendorff), Giancarlo Giannini (tenente Hans Ruppert) produzione: Dino De Laurentiis (Roma) Avala (Belgrado) censura: 52925 del 19.12.1968 Parole chiave: gas, fronte occidentale, cavalleria «Durante la prima guerra mondiale, l’Intelligence Service cerca di neutralizzare 108

http://www.comingsoon.it/film/addio-lara/9934/scheda/.

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Fraulein Doktor, una spia al servizio dei tedeschi, la quale dopo aver rubato ai francesi la formula di un terribile gas, è riuscita a far affondare nelle acque di Scapa Flow la nave che trasportava lord Kitchener, destinato a una importantissima missione bellica. A tale scopo, lo spionaggio inglese pensa – credendo di essere riuscito con uno stratagemma, ad ottenerne la collaborazione – di servirsi di Meyer, un collega della donna, incaricandolo di ucciderla. Il servizio segreto tedesco, però, interviene, salva Fraulein Doktor - riuscendo al contempo a far credere alla sua morte – e le affida un nuovo incarico sul fronte belga: la sottrazione di alcuni piani militari determinanti per l’esito della guerra. Mentre, a missione compiuta, la donna si intrattiene a curare alcuni feriti, sopraggiungono il colonnello Forman, dell’Intelligence Service, e Meyer. Questi, allora, per salvare la donna, uccide l’inglese, ma viene a sua volta colpito a morte, per errore, dagli stessi tedeschi in avanzata. Condotta in macchina dal generale Ludendorff, che vuole congratularsi con lei, Fraulein Doktor viene colta da un eccesso di pazzia»109. Dalla critica «Prodotto con abbondanza di mezzi da De Laurentiis/Avala, scritto con Vittoriano Petrilli, è un film pacifista e policentrico, qua e là agghiacciante (la battaglia di Ypres con i gas asfissianti) che rimane pur tra concessioni e diseguaglianze (la Kendall imposta dalla produzione) uno dei migliori film sulla guerra 1914-18, non inferiore a quello di G.W. Pabst (1936) sullo stesso personaggio. Guai censori in Francia e USA. Ottimo successo in Italia»110.

La sciantosa Italia, 1970 durata: 91 min colore regia: Alfredo Giannetti; soggetto: Alfredo Giannetti; sceneggiatura: Alfredo Giannetti; costumi: Maria Baroni; fotografia: Leonida Barboni; scenografia: Francesco Bronzi; montaggio: Renato Cinquini; musiche originali: Ennio Morricone interpreti: Anna Magnani (Flora Bertucciolli), Massimo Ranieri (Tonino Apicella), Rosita Pisano (Cristina), Nico Pepe (Saporetti), Mario Molli (Biagio), Peppino Mangione (il maggiore Boldrini), Renato Romano (il capitano Acerbi), Carlo Dori (lo scritturale), Francesco D’Amato (l’ufficiale azzima) produzione: Giovanni Bertolucci per Explorer Film 151/2, Silvia D’Amico Bendicò per Garden Cinematografica, RAI TV Parole chiave: café chantant, spettacolo per i soldati

109http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D23154%26completa%3Dsi. 110 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=9679.

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«Durante la prima guerra mondiale, Flora Bertuccelli è una matura cantante del caféchantant. Quando le viene proposto di esibirsi davanti ai soldati impegnati al fronte, Flora la considera una valida opportunità per dare una svolta alla sua carriera e vi si getta con entusiasmo. Al suo arrivo, viene accolta da Tonino Apicella, un giovane soldato che da civile era un musicista e che è stato scelto, insieme ad altri, per accompagnarla nelle sue esibizioni. Quando sale sul palcoscenico, però, Flora si trova davanti a soldati mutilati, feriti e stanchi e, commossa, rifiuta di intonare la marcia militare e inizia a cantare “’O surdato ‘nnammurato”. Lo spettacolo viene interrotto da un bombardamento nemico e Flora e Tonino corrono a mettersi in salvo. La mattina successiva, la coppia sale sull’automobile del comandante, ma sopraggiunge un nuovo bombardamento e Flora d’istinto fa scudo con il suo corpo a quello di Tonino»111. Dalla critica «Come al solito una grande Anna Magnani che giganteggia quando canta davanti a una platea di militari feriti O surdato innamorato»112.

Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa Italia, 1970 durata: 126 min colore regia: Marcello Fondato; soggetto e sceneggiatura: Marcello Fondato; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Adriana Berselli; montaggio: Sergio Montanari; musiche originali: Carlo Rustichelli interpreti: Monica Vitti (Maria Sarti, poi Ninì Tirabusciò), Gastone Moschin (Mariotti, delegato di polizia), Pierre Clémenti (Francesco, poeta), Peppino De Filippo (giudice), Carlo Giuffrè (Antonio, musicista), Sylva Koscina (baronessa di Valdarno), Salvo Randone (Baby Marini), Claude Rich (Paolo di Sergeno), Nino Taranto (Ciccio, alias Mohamed Alì, illusionista), Ennio Balbo (generale), Lino Banfi (Nicola Maldacea), Luigi De Filippo, Ugo D’Alessio, Fanfulla (proprietario del Café Chantant), Angela Luce (partner di Nando), Elisa Mainardi (prostituta), Marisa Merlini (signora), Toni Ucci (Nando) produzione: Clesi Cinematografica censura: 57130 del 24.10.1970 Parole chiave: cafè chantant, soldati in partenza per il fronte, prostituta «Maria Sarti, una giovane romana che recita in piccoli teatri all’aperto, sogna di diventare una vera attrice di prosa. Dopo alcune infelici esperienze – dapprima con un attore di varietà poi in una compagnia di napoletani che recitano Shakespeare in dialetto – è costretta dalla fame a improvvisarsi cantante in un cabaret di Napoli. In111 112

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=44002&film=La-sciantosa. http://www.filmtv.it/film/21292/la-sciantosa/.

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ventrice della “mossa” – un movimento d’anca che manda in visibilio un pubblico di provinciali – Maria scandalizza i benpensanti e subisce un processo per oscenità dal quale esce assolta. Trasferitasi poi a Torino, diventa il richiamo della “buona società”, fa innamorare di sé un giovane ufficiale e sfida a duello una dama dell’aristocrazia. Sempre in cerca del vero amore – s’era innamorata al principio della carriera di Antonio, un povero pianista di idee socialiste, poi emigrato in America – Maria si unisce infine a un gruppo di futuristi, salvo abbandonarli, delusa, per ripetere, di fronte ai soldati in partenza per il fronte, la “mossa” che l’ha resa celebre»113. Dalla critica «Il film non manca di ambizioni nella rievocazione storica: il regicidio di Monza, i primi scioperi, la moda dannunziana, il futurismo, entrata dell’Italia in guerra. Le scene di Flavio Mogherini e la fotografia di Carlo Di Palma aiutano. Ma la cornice vale più del quadro, indeciso tra l’ironia e il resoconto storico-cronachistico. Anche la Vitti, pur divertente, va troppo a ruota libera. Irrisolto lo spunto della “mossa” come replica plebea al conformismo repressivo borghese»114.

Uomini contro Italia, 1970 durata: 105 min colore regia: Francesco Rosi; soggetto: dal romanzo Un anno sull’altopiano di Emilio Lussu; sceneggiatura: Antonio Guerra, Raffaele La Capria, F. Rosi; fotografia: Pasqualino De Santis; scenografia: Andrea Crisanti; costumi: Franco Carretti, Gabriella Pescucci; montaggio: Ruggero Mastroianni; musiche originali: Piero Piccioni interpreti: Mark Frechette (s.ten Sassu), Alain Cuny (gen. Leone), Gian Maria Volonté (ten. Ottolenghi), Giampiero Albertini (cap. Abbati), Pier Paolo Capponi (ten. Santini), Franco Graziosi (magg. Ruggero Malchiodi), Mario Feliciani (col. medico), Alberto Mastino (soldato Marrasi), Brunetto Del Vita (col. Stringari), Nino Vingelli (napoletano ferito), Daria Nicolodi (crocerossina), Luigi Pignatelli (ten. Avellini), Francesco D’Adda (ufficiale medico) produzione: Prima Cinematografica, Dubrava Film, Zagreb censura: 56677 del 09.09.1970 Parole chiave: sommosse di soldati, antimilitarismo, decimazione, fucilazione, crocerossina «Nel corso della prima guerra mondiale115, i soldati del generale Leone, dopo aver 113http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=10967&film=Nini-Tirabuscio-la-donnache-invento-la-mossa. 114 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=16127. 115 Ambientato negli scenari della prima guerra mondiale sull’Altopiano dei Sette Comuni tra il 1916 e il 1917. La datazione è indicata in http://it.wikipedia.org/wiki/Uomini_contro.

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conquistato, lasciando sul terreno tremila caduti, una cima considerata strategicamente indispensabile, ricevono l’ordine di abbandonarla. Poi l’ordine cambia: occorre che la cima venga di nuovo tolta al nemico. Gli austriaci, però, vi si sono saldamente insediati e la difendono accanitamente con due mitragliatrici. Gli inutili assalti, nemmeno protetti dall’artiglieria, si susseguono provocando ogni volta una strage tra gli attaccanti. Stanchi di essere mandati al massacro da un generale tanto incompetente, quanto stupidamente esaltato, una parte dei soldati inscena una protesta: il generale Leone ordina, come risposta, di punirli con la decimazione. Costretti ad uccidere o ad essere uccisi da uomini come loro, vittime dello stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani, in gran parte ex contadini, rivolgono la loro fiducia a quei pochi ufficiali – come i tenenti Ottolenghi e Sassu – che giudicano quella e tutte le guerre come inutili stragi. Ma il primo muore, nel tentativo di impedire il massacro dei suoi uomini, mentre Sassu viene condannato alla fucilazione per essersi opposto a un ordine iniquo di un suo superiore»116. Dalla critica Morandini: «Dal bel libro Un anno sull’altipiano (1938) di Emilio Lussu, un film che ne ha sfrondato la chiarezza politica, le riflessioni sull’interventismo, la grandezza eroica dei soldati contadini di mezza Italia, a vantaggio di una polemica antiautoritaria e pacifista. L’indubbia efficacia spettacolare di molte pagine riscatta solo in parte la demagogia di fondo»117. «L’urgenza del messaggio antimilitarista, certo efficace nello scuotere la coscienza dello spettatore e nel suscitarne l’indignazione, determina la schematicità con cui vengono ritratti i personaggi, privi di sfumature e chiaroscuri, distanti da ogni approfondimento psicologico, tutti ridotti a figure-simbolo di precise posizioni ideologiche e condizioni umane. La tesi del film (la guerra, disumana carneficina funzionale agli interessi delle classi dominanti), più che dimostrata inserendola nella complessità di un preciso momento storico, come fu quello della Prima Guerra Mondiale, viene urlata attraverso l’accumulo di situazioni estreme, insostenibili nella loro terrificante crudezza (corpi maciullati, fughe impossibili per sfuggire alla fucilazione, processi sommari, ecc..)»118.

Armiamoci e partite Italia, 1971 durata: 106 min colore regia: Nando Cicero; soggetto: Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi; sceneggiatura: Giulio Scarnicci, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Raimondo Vianello, Nando Ci116

http://www.comingsoon.it/film/uomini-contro/8273/scheda/. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=26458. 118 http://www.pacioli.net/ftp/def/paciolicinemaecineteca/PacioliCinema/3-Film/Film2001/188.htm. 117

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cero; fotografia: Aristide Massaccesi; scenografia: Amedeo Mellone; costumi: Luciano Sagoni; montaggio: Lina Caterini; musiche originali: Carlo Rustichelli interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Philippe Clay (generale McMaster), Martine Brochard (Lilì), Alfonso Tomas (capitano Dubois), Renato Pinciroli (generale francese); Gino Pagnani (capitano francese) produzione: Goriz Film, Francoriz Production, Paris censura: 58936 del 02.09.1971 Parole chiave: spionaggio «Franco e Ciccio, due emigrati italiani che lavorano in una birreria di Parigi, ottengono la nazionalità francese lo stesso giorno in cui la Francia entra in guerra con la Germania nel 1914. Partiti per il fronte, vengono scambiati per un equivoco per due arditissimi volontari e a loro viene affidata una difficilissima missione di guerra, che naturalmente i due ingenui fantaccini falliranno facendo ammalare tutta la fanteria francese di polmonite, compreso il generale Mc Master che li vorrebbe vedere fucilati. Pur di non andare in prima linea i due si spacciano per telefonisti. Lasciati in una locanda, dove sfortunatamente alloggia il generale Mc Master, per montare una radio, ne combinano di tutti i colori. Intanto la cantante Lily, amica del generale e spia tedesca, fa ingerire a Mc Master del sonnifero. Franco e Ciccio, credendo di aver ucciso erroneamente il generale, decidono per non essere incolpati, di farlo colpire al fronte e con il corpo di Mc Master vagano tra le linee nemiche. Finito l’effetto del sonnifero, il generale minacciando i due di una bastonatura con una bandiera, viene creduto un eroe, e le truppe, galvanizzate dall’esempio si lanciano all’attacco vincendo una grande battaglia»119. Dalla critica «Una storiella farsesca che, su ordito non del tutto inconsistente, innesta alcune ingenue ma abbastanza divertenti trovate» («Segnalazioni Cinematografiche», vol. 72)120. Vi sono anche giudizi più generosi: «La critica non è così negativa nei confronti di Armiamoci e partite. Paolo Mereghetti concede una stella e mezzo, giudicando il film “uno dei più famosi capitoli dell’interminabile saga dei due comici”. Marco Giusti parla di un “grandissimo Franco & Ciccio movie” e non ha torto. Il critico romano argomenta la sua tesi: “In mano a Cicero, il film sembra una vera commedia di guerra, con un cast fenomenale. Sceneggiatura fantastica”»121.

Il Sergente Klems Italia, 1971 durata: 127 min colore 119

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG2978. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=10306&film=Armiamoci-e-partite! 121 http://www.liberolibro.it/armiamoci-e-partite-di-nando-cicero/. 120

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regia: Sergio Grieco; soggetto: dal romanzo Sergente Klems di Paolo Zappa (Edizioni Dall’Oglio); sceneggiatura: Bruno Di Geronimo, Sergio Grieco, Francesco Mazzei; fotografia: Stelvio Massi; scenografia: Giovanni Fratalocchi, Dario Micheli, Elena Ricci; costumi: Mario Giorsi; montaggio: Gabrio Astori; musiche originali: Carlo Rustichelli interpreti: Peter Strauss (serg. Otto Joseph Klems), Tina Aumont (Leyda), Pier Paolo Capponi (Mohamed Abdel Krim), Luciana Paluzzi (Frida), Massimo Serato (generale francese), Renato Rossini [Howard Ross] (Hamed), Franco Ressel (maggiore), Giuseppe Castellano (sergente Granval), Dada Gallotti (Severina), Peter Berling (legionario), Rossella Como (signorina Schinn, giornalista), Massimo Righi (altro legionario) produzione: Julia Film censura: 59310 del 20.11.1971 Parole chiave: battaglia dell’Artois, spia, legione straniera «Giovane ufficiale tedesco, viene fatto prigioniero dai francesi nel 1918 durante la battaglia dell’Artois con una uniforme francese, scambiato per una spia e condannato alla fucilazione. Assumendo la personalità e il nome di un altro prigioniero – l’ex legionario Klems – egli riesce a sfuggire alla morte ma deve raggiungere in Africa la legione Straniera. Klems dopo alcuni anni di legione straniera diserta, ma viene catturato dagli arabi e condotto dal capo della ribellione marocchina Abd El Krim, il quale presto comincia ad apprezzare le eccezionali qualità di questo tedesco. Le sue bande vengono istruite con sistemi europei. Tra Klems e Leila, la coraggiosa nipote di Abd El Krim, è nato intanto un grande amore, che sarà presto coronato dal matrimonio. I ribelli, soverchiati dal numero e dai mezzi delle truppe francesi e spagnole riunite, vengono sconfitti. Ritroviamo Klems che, sconosciuto a tutti, combatte cercando la morte, nel “barud d’onore”, il duello feroce tra gruppi rivali, viene ferito gravemente e viene riconosciuto da alcuni vecchi commilitoni, consegnato alla giustizia francese”122. Dalla critica «Personaggi e vicende storici, e ideali di indipendenza vengono depauperati dalla preferenza data alle convenzioni e agli accattivanti richiami del genere avventuroso, resi oltre tutto mediocremente». («Segnalazioni Cinematografiche», vol. 72, 1972)123.

Cuore Italia, 1973 durata: 80 min colore 122

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG3123.

123http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pa-

gina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D19067%26completa%3Dsi.

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regia: Romano Scavolini; soggetto: ispirato al romanzo omonimo di Edmondo De Amicis; sceneggiatura: Romano Scavolini; fotografia: Romano Scavolini; scenografia, costumi e montaggio: Francesco Bertuccioli; musiche originali: Carlo Savina; interpreti: Alessandra Sepe, Domenico Santoro, Davide Mastrogiovanni, Carla Mancini, Maria Cumani Quasimodo, Duilio Cruciani, Renato Cestiè, Guerrino Casamonica, Bruno Boschetti produzione: LIDO Cinematografica censura: 62353 del 18.04.973 Parole chiave: cavalleria «Il film attualizza quattro episodi del famoso libro di Edmondo De Amicis, sostituendone i contenuti con tematiche che vanno dalla prima guerra mondiale fino ai fenomeni migratori dei nostri giorni. PRIMO EPISODIO: Sangue romagnolo. Ferruccio, uscito di scuola, invece di tornare a casa dove è rimasta sola la nonna poiché il padre e la madre sono andati di corsa all’ospedale a ricoverare la figliola, bighellona con i compagni fino a rientrare tardissimo. Non appena arrivato, irrompono i ladri in cerca di denaro. Seviziato e percosso il ragazzo resiste. Poi è ucciso incidentalmente da un colpo diretto alla nonna. SECONDO EPISODIO: Il tamburino sardo. Un gruppo di partigiani si attesta in un cascinale facilmente vulnerabile dai militari tedeschi. Il nucleo ha già gravi perdite, il ragazzo si offre per chiamare aiuto. Pur ferito raggiunge la formazione. Poi muore. TERZO EPISODIO: La piccola vedetta lombarda. Arriva a S. Basilio – mentre si combatte la prima guerra mondiale – una formazione sbandata di cavalleggeri italiani. Nel paese disabitato trovano solo un giovane pastore che, salito sul campanile, trasmette notizie del fronte ai soldati. Ma, colpito, vuole ancora rendersi utile: muore precipitando. QUARTO EPISODIO: L’infermiera di Tata. Un ragazzo meridionale, Guido, arriva a Napoli in cerca del padre ricoverato nell’ospedale Pellegrini. Crede di averlo individuato in un degente giudicato spacciato. E decide di assisterlo fino alla guarigione. Un giorno, invece, si imbatte nel suo vero padre che sta uscendo dall’ospedale. Si riconoscono, si abbracciano; ma Guido, come aveva promesso, torna ad assistere l’emigrato morente»124. Dalla critica «Con schemi e sensibilità ottocentesca il film è tutto ispirato dalla buona volontà di ritrovare nella recente storia alcuni valori umanitari e patriottici. Ma alla intenzione non corrisponde la bontà dello spettacolo: mal raccontato, poco credibile e talora ingenuo. Tuttavia il lavoro non si presta ad equivoci, per cui moralmente è da ritenersi accettabile». («Segnalazioni Cinematografiche», vol. 77, 1974)125.

124 125

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=8085&film=Cuore. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=8085&film=Cuore.

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La rosa rossa Italia, 1973 durata: 93 min colore regia: Franco Giraldi; soggetto: dal romanzo omonimo (1937) di Pier Antonio Quarantotti Gambini; sceneggiatura: Franco Giraldi, Dante Guardamagna; fotografia: Marcello Masciocchi; scenografia: Niko Matul; costumi: Danda Cannio; montaggio: Giuseppe Giacobino; musiche originali: Luis Bacalov interpreti: Elisa Cegani, Alain Cuny, Giampiero Albertini, Antonio Battistella, Susanna Martinkova, Margherita Sala produzione: CEP censura: 62698 del 03.07.1973 Parole chiave: dopoguerra «Negli anni immediatamente successivi alla I Guerra Mondiale, in un paesello vicino a Trieste tornata italiana, vivono il loro ormai stanco coniugio Piero e Ines De Faralia. Inopinatamente, dopo 30 anni di assenza, torna il conte Paolo Balzeri, generale dell’esercito austroungarico, cugino di Piero e padrone della casa in cui si trova l’anziana domestica Basilia e tanti ricordi, come quello di una rosa rossa, messa nella sua camera da una silenziosa ammiratrice quando era un giovane e brillante ufficiale. Fugando i timori dei De Faralia, la cittadinanza accoglie con benevolenza il nobile concittadino che, tuttavia, muore improvvisamente poco dopo aver scoperto Basilia nel gesto di deporre la solita rosa rossa. Ma era stata la domestica a compiere il gentile gesto tanti anni prima? Non è possibile saperlo, poiché, come ora apprende Piero, anche Ines era tra le platoniche e romantiche ammiratrici del conte. Il breve soggiorno del generale di Franz Joseph ha svegliato ricordi e sentimenti: la servetta Rosa si lascia conquistare dal dottor Rascovich; Basilia avvicina Andrea, domestico in una casa vicina, forse fratellastro del conte; Pietro e Ines, dopo una breve burrasca di gelosia, si riavvicinano e invitano Basilia a sedere alla loro mensa padronale»126. Dalla critica Morandini: «Da un bel romanzo umbratile (1937) di Pier Antonio Quarantotti Gambini, Giraldi ha cavato un film toccato dalla grazia, specialmente nella 1ª parte: l’elegia dei sentimenti è sorretta da una perfetta tenuta psicologica e dall’ironia. Attori bravissimi»127.

Il viaggio Italia, Francia, 1974 126 127

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=7152&film=La-rosa-rossa. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=21202.

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durata: 102 min colore regia: Vittorio De Sica; soggetto: ispirato liberamente all’omonima novella di Luigi Pirandello; sceneggiatura: Diego Fabbri, Massimo Franciosa, Luisa Montagnana; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi e montaggio: Franco Arcalli; musiche originali: Manuel De Sica interpreti: Sophia Loren (Adriana De Mauro), Richard Burton (Cesare Braggi), Ian Bannen (Antonio Braggi), Annabella Incontrera (Simona), Barbara Pilavin (madre di Adriana), Daniele Vargas (notaio Salierno), Renato Pinciroli (dr. Mascione), Sergio Bruni (Armando Gill), Olga Romanelli (Clementina), Paolo Lena (Nandino), Isabelle Marchal (fioraia), Riccardo Mangano (dr. Carlini, radiologo), Ettore Geni (Rinaldo), Bernardo Lo Cascio, Antonio Anelli (Puccini), Simons Barry (dr. De Paolo) produzione: CARLO PONTI PER COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA CHAMPION (ROMA), CAPAC FILM (PARIGI) censura: 64187 del 09.03.1974 Parole chiave: dichiarazione di guerra, ultimatum alla Serbia «Innamorata sin dall’infanzia del conte Cesare Braggi, Adriana Di Mauro – figlia unica di una borghese siciliana rimasta vedova – è vissuta nella palpitante attesa di diventare sua moglie. Quando però il vecchio conte, in punto di morte, dichiara la sua volontà di volerla sposa dell’altro figlio, Antonio, la ragazza, convinta dalla madre, si rassegna a rispettare il desiderio del defunto e sposa Antonio, da cui ha un figlio. Quando però il marito muore, vittima di un incidente d’auto, Adriana si chiude nel più stretto lutto, trascurando la propria salute. Finalmente convinta dal cognato, si reca con lui da un cardiologo palermitano. La diagnosi, che lascia ben poche speranze, impone a Cesare di prolungare il viaggio sino a Napoli, dove un secondo medico non può che confermare il parere del primo. Minacciata dalla morte, la femminilità di Adriana si risveglia; è la donna, ora, a chiedere di non tornare in Sicilia. Mentre risalgono l’Italia, prorompe, tra Cesare e Adriana, l’amore fino allora represso. Raggiungono Venezia, proprio quando l’Austria pone l’ultimatum alla Serbia: questa sarà l’ultima tappa del loro viaggio; Adriana, stroncata da un attacco, muore»128. Dalla critica «Il tema del racconto (lo scandalo della vita) è tessuto nei fatti senza obbligo di dimostrarlo, lo stile gli toglie angoli e punte, anche il patetico, prima dell’epilogo teatrale, sfuma in un paesaggio di semitoni. Questi sono meriti, per chi sappia ancora raccoglierli». (Giovanni Grazzini, «Cinema ’74»)129.

128 129

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=15845&film=Il-viaggio. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=15845&film=Il-viaggio.

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Mio Dio, come sono caduta in basso! Italia, 1974 durata: 110 min colore regia: Luigi Comencini; soggetto: Ivo Perilli, Luigi Comencini; sceneggiatura: Ivo Perilli, Luigi Comencini; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Dante Ferretti; montaggio: Nino Baragli; musiche originali: Fiorenzo Carpi interpreti: Laura Antonelli (Eugenia Di Maqueda), Alberto Lionello (Raimondo Corrao, marchese Di Maqueda), Michele Placido (Silvano Pennacchini, autista), Jean Rochefort (barone Henri De Sarcey), Ugo Pagliai (Ruggero Di Maqueda), Rosemarie Dexter (Florida, madre di Eugenia), Karin Schubert (Evelyn), Michele Abruzzo (don Pacifico) produzione: Dean Film censura: 65414 del 19.10.1974 Parole chiave: guerra di Libia, trasgressione, partenza per il fronte All’inizio del Novecento la nobile Eugenia (Laura Antonelli) e l’arricchito Raimondo (Alberto Lionello), siciliani, apprendono per telegramma la notte delle nozze di avere lo stesso padre, ma per convenienze sociali e ragioni economiche decidono di recitare la commedia davanti al mondo, vivendo in casto connubio. Secondo la morale corrente, lui può permettersi qualche scappatella, mentre la consorte, pur smaniosa dei misteri della carne, deve frenarsi. Le tentazioni sono per lei, però, frequenti: quasi cede alle avances di un barone francese, poi si concede con passione al proprio autista (Michele Placido) e non si rifiuterà di provare anche esperienze lesbiche. Il marito-fratello, nel frattempo, partecipa alla Campagna di Libia, da cui ritorna ricoperto di gloria. D’accordo con Eugenia, decide di provare l’emozione del rapporto incestuoso con la sorella/moglie, ma sul più bello, il parroco li informa che, con nuove prove inconfutabili, loro non sono consanguinei. La scoperta della realtà fa svanire ogni interesse ed eccitazione per la trasgressione. Passano alcuni anni e Raimondo parte per la prima guerra mondiale, ove perisce. Eugenia, fattasi crocerossina, ritrova il giovane autista di casa (Michele Placido), tornato ferito dal fronte e così i due coronano il loro sogno d’amore. Dalla critica Morando Morandini nel suo dizionario dei film assegna tre stellette alla pellicola scrivendo: «Commedia degli equivoci e delle agnizioni in cui s’intrecciano due filoni parodistici del dannunzianesimo (di cui canzona anche il versante eroico) e del romanzo popolare d’appendice. L’immaginifico domina la scena, ma Carolina Invernizio è dietro l’angolo. Pur controllati dalla misura di Comencini, i lenocinii della commedia italo-sicula fanno da mastice tra i due registri. Ingorghi e intoppi nella 2ª parte con un finale discutibile, ma le scene che sberteggiano D’Annunzio

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graffiano. Memorabile la sequenza del pagliaio in cui l’autista (Placido) cerca di spogliare la padrona che non collabora. Antonelli ottima, Lionello sopra le righe, due spiritosi caratteri di Abruzzo come Monsignor Pacifici e Rochefort, barone viveur»130.

Novecento (atto primo) Italia, Francia, Germania Ovest, 1976 durata: 316 min colore regia: Bernardo Bertolucci; soggetto: Franco Arcalli, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci; sceneggiatura: Franco Arcalli, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci; fotografia: Vittorio Storaro; scenografia: Maria Paola Maino, Gianni Quaranta, Ezio Frigerio; costumi: Gitt Magrini; montaggio: Franco Arcalli; musiche originali: Ennio Morricone interpreti: Robert De Niro (Alfredo Berlinghieri, figlio di Giovanni e Eleonora), Gérard Depardieu (Olmo Dalcò, figlio di Rosina), Burt Lancaster ( nonno Alfredo Berlinghieri, il proprietario terriero), Donald Sutherland (Attila Melanchini, il fattore), Dominique Sanda (Ada Fiastri Paulhan, moglie di Alfredo), Alida Valli (Ida Cantarelli Pioppi), Sterling Hayden (Leo Dalcò, contadino dei Berlinghieri), Stefania Sandrelli (Anita Furlan, moglie di Olmo), Werner Bruhns (Ottavio, figlio maggiore di Alfredo), Romolo Valli (Giovanni, figlio minore di Alfredo), Francesca Bertini (suor Desolata, sorella di Alfredo) produzione: Produzioni Europee Associati, Les Productions Artistes Associees, Artemis Filmprima censura: 68506 del 17.05.1976 Parole chiave: dopoguerra, reduce Il film narra la storia di due italiani nati entrambi il 27 gennaio 1901, nello stesso giorno della morte di Giuseppe Verdi, e nello stesso luogo (una grande fattoria emiliana) ma su fronti opposti: Alfredo è figlio dei ricchi proprietari della fattoria, i Berlinghieri; Olmo è figlio di Rosina, contadina della medesima fattoria, e di uomo noto solo a lei (va considerata la promiscuità nella quale vivevano i contadini all’inizio del XX secolo, segregati di notte e sfruttati di giorno come bestie da soma). Proprio le lotte contadine e la Grande Guerra dapprima, e il fascismo con la lotta partigiana per la Liberazione poi, sono al centro dei fatti che si susseguono, con al centro, e per filo conduttore, la vita dei due nemici-amici, impersonati in età adulta da Gérard Depardieu (Olmo) e da Robert De Niro (Alfredo).

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http://trovacinema.repubblica.it/film/mio-dio-come-sono-caduta-in-basso/120669.

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Dalla critica «Novecento è sicuramente un film di parte. Sgomberata immediatamente questa doverosa precisazione, a scanso di equivoci e comunque la si pensi, è un’opera nel suo complesso di capitale importanza per la cinematografia nostrana»131. Morandini: «Fondato sulla dialettica dei contrari: è un film sulla lotta di classe in chiave antipadronale finanziato con dollari americani; cerca di fondere il cinema classico americano con il realismo socialista sovietico (più un risvolto finale da filmballetto cinese); è un melodramma politico in bilico tra Marx e Freud che attinge a Verdi, al romanzo dell’Ottocento, al mélo hollywoodiano degli anni ’50. Senza evitare i rischi della ridondanza, Bertolucci gioca le sue carte sui due versanti del racconto»132.

Alto tradimento Indagine su Cesare Battisti133 Italia, 1978 durata: 180 min colore regia: Walter Licastro; soggetto: Raffaele Uboldi; sceneggiatura: Federico Fazzuoli, Walter Licastro, Angelo Trento, Raffaele Uboldi; musica originale: Giancarlo Chiaromello; scene e costumi: Mario Carlini interpreti: Franco Branciaroli, Valeriano Gialli, Aurore Clément produzione: Rai Radiotelevisione Italiana – Tiber Film Parole chiave: Cesare Battisti, diserzione, accusa di tradimento, impiccagione Indagine sul caso di Cesare Battisti, il geografo e giornalista trentino, socialista irredentista, che allo scoppio della Prima guerra mondiale disertò la chiamata austriaca per combattere da volontario tra le file degli italiani, e che per questo, dopo essere stato catturato al fronte dagli austriaci, venne da questi accusato di alto tradimento e dunque condannato a morte per impiccagione. Dalla critica «Intervengono nella vicenda alcuni personaggi famosi dei decenni successivi: De Gasperi e Mussolini (interpretati però da attori poco incisivi e pochissimo somiglianti)»134.

131http://www.storiadeifilm.it/storico/storico/bernardo_bertoluccinovecento_atto_i%28les_productions_artistes_associees_artemis_film-1976%29.html. 132 http://www.mymovies.it/film/1976/novecentoatto1/. 133 Sceneggiato. Anno di messa in onda: 1978 (TV1). 134 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=49837.

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At salùt päder Italia, 1979 durata: 102 min colore regia: Paolo Cavara; soggetto e sceneggiatura: Paolo Cavara; Lucia Drudi Demby; Enzo Ungari; fotografia: Pasquale Rachini; scenografia e costumi: Giulia Mafai; montaggio: Luigia Magrini; musiche originali: Riz Ortolani interpreti: Gianni Cavina (Lino Maupas, detto “padre Lino da Parma”), Claudio Bigagli (Onesti), Marino Campanaro (il cieco), Michela Caruso (Irma), Marino Cenna (il sindacalista), Giuseppe De Sandro (il mutilato), Antonello Fassari (De Ambris), Fabrizio Forte (Tonino), Ennio Groggia (Barilla), Ezio Marano (avv. Carrara), Gianfranco De Grassi (il fotografo) produzione: Alessandro Altieri e Giulio Scanni per Dada Cin.ca, Nuova Intelligenza, Rai TV censura: 73228 del 15.03.1979 Parole chiave: imboscato, dopoguerra Vita di Frate Lino da Parma, nella città che lo ospitò dal 1893 al 1924 anno della sua morte. I suoi atteggiamenti anticonformisti provocarono critiche dai suoi superiori, mentre era invece amato dalla gente umile. La sua vita fu un esempio di carità fraterna. Dalla critica «[…] Il tutto viene proposto con forma didascalica amena, ma mai salace come il personaggio suggerisce ( la presenza del dialetto poi annacqua non poco ogni situazione). Manca al protagonista quel senso genuino e popolaresco (nonostante la bravura di Gianni Cavina) che l’ambiente, efficacemente ricostruito e fotografato, e l’epoca imponevano. Effetti che invece si ritrovano a tratti nei personaggi di contorno (…)»135.

Vita di Antonio Gramsci136 Italia, 1981 durata: 310 min colore regia: Raffaele Maiello; soggetto: Giuseppe Fiori, Raffaele Majello; sceneggiatura: Giuseppe Fiori, Raffaele Maiello, con la collaborazione di Suso Cecchi D’Amico, Silvia D’Amico Bendicò; fotografia: Tonino Nardi; scenografia: Andrea Frisanti; musiche originali: Fiorenzo Carpi; consulenza storica: Gabriele De Rosa, Franco Ferri, Massimo L. Salvatori, Paolo Spriano 135 136

«L’Unità», 14.4.1979. Sceneggiato. Trasmesso in quattro puntate a partire dal 14 gennaio 1981.

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interpreti: Mattia Sbragia (Antonio Gramsci), Mario Granato (Amedeo Bordiga), Milena Vukotic (Tatiana Schucht), Fausto Lombardi (Umberto Terracini), Stefano Santospago (Vincenzo Bianco), Giovanni Visentin (Palmiro Togliatti), Pier Luigi Giorgio (Sandro Pertini), Bill Vanders (Giovanni Agnelli), Luigi Rossi (Giovanni Giolitti) produzione: Filmalpha realizzata da Mario Gallo Dalla fondazione di «Ordine Nuovo», a Torino, nel 1919, alla morte in un letto d’ospedale romano, nel 1937, dopo anni di detenzione nelle carceri del regime fascista, la complessa vicenda umana e politica di uno dei maggiori protagonisti della cultura e della politica italiana del Novecento. Con Mattia Sbragia nel ruolo del protagonista.

Malamore Italia, 1982 durata: 90 min colore regia: Eriprando Visconti; soggetto: Roberto Gandus, Eriprando Visconti; sceneggiatura: Roberto Gandus, Eriprando Visconti; fotografia: Luigi Kuveiller; scenografia: Gian Maurizio Fercioni; costumi: Clelia Gonsales; montaggio: Nino Baragli; musiche originali: Aldo Salvi interpreti: Jimmy Briscoe (Marcello, il nano), Nathalie Nell (Maria), Antonio Marsina (Cesare), Remo Girone (Monco), Elisabeth Kasza (Leni Grundt), Leopoldo Trieste (amministratore), Leonardo Treviglio (Amilcare, il cieco), David Haughton (magg. Banfield), Monica Scattini (Sonia), Cinzia Cavalieri (Alma), Fiorella Molinari (Flora), Serena Grandi (Dora, prostituta) produzione: Arcana Film Produzione censura: 78098 del 23.09.1982 Parole chiave: fucilazione, bordello, prostituta, disertore «La vicenda si svolge nel 1915, in un paese del Veneto, in zona di guerra. Nella villa dell’avvocato Gianmarco, abita anche suo figlio, Marcello, un nano che soffre della sua minorazione. La villa è anche adibita a ospedale militare. È così che Marcello riesce a far amicizia con Cesare e con altri due soldati: uno cieco e l’altro monco. Marcello può così evadere dalla prigionia del suo sofferto isolamento. Tramite Cesare, Marcello conosce, in un piccolo bordello, Maria e se ne innamora, Ma Cesare tiene avvinta a sé Maria e vuole servirsene per spogliare Marcello delle sue ricchezze, Tanto più che l’avv. Gianmarco è morto in un bombardamento, lasciando Marcello unico erede. Oltre a servirsi di Maria, nell’attuazione del suo criminale disegno. Cesare trova la collaborazione dei due soldati inabili. Avviene la ritirata e gli Austriaci conquistano il paese, Cesare diserta e, per non essere scambiato per una spia, si fa passare per cieco. Ormai tutto è pronto per la soppressione di Marcello, ma Maria non si sente di tradirlo; lo avverte perché fugga in macchina. Nello scompiglio, Maria viene investita proprio dalla spider rossa di Marcello e, ferita alle gambe, rimane paralizzata. Cesare

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viene scoperto e fucilato dagli Austriaci. Gli altri due complici fuggono. Rimangono soli Maria e Marcello, accomunati nel loro isolamento e nel comune dolore”137. Dalla critica «Più che per la storia, appena abbozzata, il film di Eriprando Visconti può vantare qualche pregio per l’accurata ricostruzione ambientale e per le notazioni psicologiche quasi sempre azzeccate»138 («Segnocinema»). Duro il Morandini: «Film amaro e asfittico, pesante e superficiale. Una cornice senza quadro»139.

Porca vacca Italia, 1982 durata: 113 min colore regia: Pasquale Festa Campanile; soggetto: Pasquale Festa Campanile, Marcello Coscia; sceneggiatura: Massimo De Rita; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Gualtiero Caprara, Guido Josia; costumi: Ugo Pericoli, Luca Sabatelli; montaggio: Amedeo Salfa; musiche originali: Ennio Morricone, Riz Ortolani interpreti: Renato Pozzetto (Primo Barbisetti in arte “Primo Baffo”), Laura Antonelli (Marianna), Aldo Maccione (Tono Secondo, commilitone di “Primo Baffo”), Raymond Pellegrin, Toni Ucci produzione: RAI-Radiotelevisione Italiana (Rete 1), Vides Produzione, S.I.M. - Società Investimenti Milanese, Gaumont, Paris censura: 78104 del 14.09.1982 Parole chiave: imboscati «1915/18, la Grande Guerra. Tra i nazionalisti, irredentisti, idealisti, tutti protesi nel far trionfare l’eroismo c’è anche chi cerca di imboscarsi. Troviamo Barbasin, un cantante artista, che dopo aver messo in “scena” la recita che sarebbe dovuta essere la più importante della sua vita, non viene creduto e di conseguenza spedito al fronte. Al contrario, Tomo, villico dal cervello fino, la commedia l’ha saputa recitare bene. Grazie alla guerra s’è arricchito e contornato di belle donnine. Cittadino contro contadino, il dritto contro il furbo. Tra i due si insinua anche Marianna. È lei la donna vincente, colei che sa muovere i fili. Alla fine la crudeltà della guerra coinvolgerà tutti. Sopravviveranno solo l’amicizia e l’amore»140. Dalla critica Il Morandini formula un giudizio caustico: «È il tentativo, soltanto in parte riuscito,

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http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=14267&film=MALAMORE. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=14267&film=MALAMORE. 139 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=13912. 140 http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG4823. 138

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di buttare in farsa la tematica dell’antimilitarismo. Festa Campanile era un intelligente che si buttava via. Qua e là pecoreccio. L. Antonelli in forma, R. Pozzetto un po’ meno»141. Una valutazione poco favorevole anche da Segnalazioni cinematografiche: «Il regista ha messo insieme, sullo sfondo della prima guerra mondiale, storie già viste sfiorando problemi seri ma trattandoli con superficialità»142.

E la nave va Italia, Francia, 1983 durata: 132 min colore regia: Federico Fellini; soggetto: Federico Fellini, Tonino Guerra, testi delle opere liriche di Andrea Zanzotto; sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra, Catherine Breillat; fotografia: Giuseppe Rotunno; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Maurizio Millenotti; montaggio: Ruggero Mastroianni; musiche originali: Gianfranco Plenizio interpreti: Freddie Jones (Orlando, il giornalista), Barbara Jefford (Ildebranda Cuffari), Peter Cellier (Sir Reginald Dongby), Norma West (lady Violet Dongby), Jonathan Cecil (Ricotin), Pina Bausch (principessa Lerinia), Antonio Vezza (comandante della nave), Sarah Jane Varley (Dorotea), Victor Poletti (Aureliano Fuciletto), Maurice Barrier (v. o. Zibev), Paolo Paoloni (Albertini, il direttore d’orchestra), Elisa Mainardi (Teresa Valegnani), Janet Suzman (Edmea Tetua), Fiorenzo Serra (Granduca di Harzock), Pasquale Zito (Conte di Bassano), Umberto Baroni (sov. Scala), Linda Polan (Ines Ruffo), Philip Locke (Primo Ministro), Fred Williams (Sabatino Lepori), Elisabeth Kasza (produttrice cinematografica), Colin Higgins (capo della polizia), Umberto Zuanelli (primo maestro Rubetti), Vittorio Zarfati (secondo maestro Rubetti), Domenico Pertica (pastore), Roger De Bellegarde (generale), Salvatore Omnis (maestro di canto), Cecilia Cerocchi (moglie del sov. Metropolitan), Salvatore Calabrese (banchiere), Francesco Maselli (guardiano del rinoceronte) produzione: RAI-Radiotelevisione Italiana (Rete 1), Vides Produzione, S.I.M. - Società Investimenti Milanese, Gaumont, Paris censura: 79229 del 07.10.1983 Parole chiave: soccorso naufraghi serbi, affondamento nave, attentato Sarajevo «Un transatlantico, Gloria N., è pronto a salpare. Siamo nel porto di Napoli, è il luglio del 1914. Intorno al molo una folla di scugnizzi e venditori ambulanti, mentre in fretta giungono i passeggeri per imbarcarsi. Arrivano anche le ceneri di una famosa cantante, Edmea Tetua; è per spargere queste in mare che è stata organizzata la 141 142

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=18774. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=13301&film=PORCA-VACCA.

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crociera verso Erimo. A bordo c’è anche un giornalista, Orlando, che intrattiene i passeggeri, in gran parte cantanti, direttori d’orchestra, ammiratori di Edmea. Una cantante vuole carpire i segreti della sua bravura; un nobile italiano trasforma la sua cabina in un tempio dedicato ad Edmea. Dalla stiva sale il fetore insopportabile di un rinoceronte, che poi viene issato sul ponte e lavato. Vengono raccolti naufraghi serbi fuggiti dopo l’attentato di Sarajevo. La vita a bordo si anima, finché giunti in vista di Erimo le ceneri di Edmea sono sparse in mare. Un serbo lancia una bomba contro una nave da guerra austro ungarica e questa cannoneggia la Gloria N. che affonda; anche l’ammiraglia austro ungarica cola a picco esplodendo. Il giornalista Orlando si ritrova su una scialuppa di salvataggio assieme al rinoceronte, che rumina placidamente»143. Dalla critica Morandini: «Il mare è finto, la corazzata è una sagoma, tutto il film è stato girato in studio. Perché, allora, il pubblico accetta? Mi sono risposto che la verità delle sue immagini s’impone allo spettatore con l’evidenza di un sogno, […]»144. Tullio Kezich: «Eppure questo è un film con tanti cassetti segreti, pieno di doppi fondi e di sorprese. Facilissimo da capire anche per un bambino, immediatamente moltiplicabile in un’estrema varietà di suggestioni e significati. E la nave va è innanzi tutto una cosa da guardare perché è bella, traboccante di animazione e di colori»145.

Cuore146 Italia, Francia, Svizzera, 1984 durata: 360 min colore regia: Luigi Comencini; soggetto: liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Edmondo De Amicis; sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Cristina Comencini, Luigi Comencini; fotografia: Luigi Kuveiller; scenografia: Gianni Sbarra, Giulio Coltellacci (Bal Excelsior); montaggio: Sergio Buzi; musiche originali: Manuel De Sica, Elvio Monti (pianista dei racconti mensili), Luigi Manzotti (Bal Excelsior), Fiorenzo Carpi (elaborazione, Bal Excelsior) interpreti: Johnny Dorelli (il maestro Perboni), Giuliana de Sio (la maestrina dalla Penna Rossa), Bernard Blier (l’ingegner Alberto Bottini), Laurent Malet (Enrico Bottini (adulto), Ugo Pagliai (il maestro di ginnastica), Federico Belisario (l’alunno Coretti), Carlo Calenda (l’alunno Enrico Bottini, figlio dell’ingegnere), Maurizio 143

http://www.federicofellini.it/node/537. http://www.federicofellini.it/node/537. 145 http://www.federicofellini.it/node/537. 146 Film per la televisione in 6 parti presentato in anteprima alla mostra del cinema di Venezia 1984, in una versione ridotta. È andato in onda su Raiuno dal 4 ottobre all’8 novembre 1984. Nel film sono inseriti i “racconti mensili”, della durata di 10’, che il regista ha realizzato in bianco e nero e muti. 144

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Coletta (l’alunno Garrone), Mario Pedone (Garrone (adulto), Gianluca Galle (l’alunno Antonio Franti), Marco Marrone (l’alunno Pietro Precossi), Ivan Sebastiani (l’alunno Ernesto Derossi) produzione: Rai 2, Difilm, Antenne 2, RTSI censura: non reperita Parole chiave: amor di patria «Nel 1915, al momento di partire per la guerra, il giovane Enrico Bottini incontra alla stazione il suo amico d’infanzia Garrone, diventato ferroviere. I due iniziano a parlare e a ricordare i tempi della scuola, i compagni, il maestro e gli episodi di vita, ora tristi ora allegri, ma tutti magici che non potranno mai dimenticare»147. Dalla critica Morandini: «Cuore di Edmondo De Amicis ha fatto battere il cuore almeno a quattro generazioni e l’operazione fatta da L. Comencini funziona ancora oggi. J. Dorelli merita un sacco di elogi e la prova di Eduardo con B. Blier è da antologia»148.

Il disertore Italia, 1984 durata: 92 min colore regia: Giuliana Berlinguer; soggetto: dal romanzo Il disertore (1961) di Giuseppe Dessì; sceneggiatura: Giuliana Berlinguer, Massimo Felisatti; fotografia: Sandro Messina; costumi: Enrica Biscossi; montaggio: Romano Trina; musiche originali: Romano Trina interpreti: Irene Papas (Mariangela), Omero Antonutti (don Coi), Mattia Sbragia (Saverio), Cristina Miccioni (Pietrina), Enrico Pau (monsignor Pau), Antonio Cipriano (Roberto Manca), Salvatore Mossa (Francesco Isalle), Edoardo Riccio (maresciallo), Isella Orchis (Licia), Paolo Meloni (sindaco), Renzo Muzzu (Antonio Isalle), Pierpaolo Erriu (Gino Comina), Franco Noè (Dante Taverna), Giacomo Pala (farmacista), Piero Nuti (Alessandro Comina), Pasqualino Satta (Gregorio), Adolfo Lastretti (Urbano Costai) produzione: RAI-Radiotelevisione Italiana (Rete 2) censura: 79904 del 12.07.1984 Parole chiave: disertori, Sardegna, dopoguerra Siamo a Cuadu, un piccolo paese della Gallura, nel 1922. I maggiorenti hanno deciso di far costruire un monumento a ricordo dei giovani caduti nella Grande guerra. Mariangela offre una notevole somma – tutti i suoi risparmi – perché siano incisi i 147 148

http://www.comingsoon.it/film/cuore/36717/scheda/. http://trovacinema.repubblica.it/film/cuore-3/117890.

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nomi dei suoi due figli periti in guerra. In realtà uno dei due, Saverio, era fuggito e quindi era stato dichiarato disertore; inoltre aveva sparato al proprio capitano durante un assalto. Tornato ferito a casa di nascosto, era morto in una capanna, poco lontana da casa. La donna detesta e maledice la guerra che l’ha privata di due figli. All’inaugurazione del monumento, avvengono tumulti fra i giovani minatori locali e i fascisti, che volevano dare all’occasione un significato politico per esaltare il regime. Mariangela non sarà presente all’avvenimento, per restare vicino alla tomba del figlio sulla pietraia della collina. Dalla critica «L’idea centrale del romanzo di Giuseppe Dessì (1908-77) è bellissima. La Berlinguer, cognata del defunto segretario del PCI, ne ha fatto un film RAI decorativo, fiacco e inerte, aduggiato da un abuso intemperante dello zoom, da un impiego goffo di rumori e musiche, da un ricorso contraddittorio al dialetto»149.

La neve nel bicchiere150 Italia, 1984 durata: 180 min colore regia: Florestano Vancini; soggetto: tratto dal libro omonimo di Nerino Rossi; sceneggiatura: Massimo Felisatti, Florestano Vancini; fotografia: Aldo Di Marcantonio; scenografia: Elio Ballettio; montaggio: Enzo Meniconi; costumi: Luciano Calosso; musiche originali: Carlo Rustichelli, Paolo Rustichelli interpreti: Massimo Ghini (Venanzio), Anna Teresa Rossini (Marianna), Antonia Piazza (Medea), Luigi Mezzanotte (Ligio), Anna Lelio (Argia), Teresa Ricci (vedova), Marne Maitland (Nullo), Peter Chatel (don Angelo), Calogero Buttà (disertore), Armando Traverso (Strafognetto), Renzo Raddi (Eneo), Rodolfo Craia (Giovanni), Paolo Pigozzi (Giuseppe) produzione: RAI-Radiotelevisione Italiana (Rete 1), VE.GA. Produzioni, R.T.S.I. Radio Televisione Svizzera Italiana, Lugano censura: 80183 del 09.11.1984 Parole chiave: dopoguerra, disertori, Romagna «Trent’anni di vita di una famiglia contadina della Bassa Padana tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento: Nullo, il capofamiglia e i suoi figli, Venanzio e Ligio, scariolanti, costruiscono canali e argini per salvare quelle terre dalla palude. Le loro vicende personali, le loro fatiche e pene quotidiane si intrecciano con le prime lotte sociali e politiche per migliorare le condizioni di vita, che culminano

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http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=7619. Film per la televisione. Il film è stato trasmesso da RAI 1 in 4 puntate. In seguito è stata distribuita nelle sale un’edizione di 144 minuti. 150

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

nel 1914 nella “Settimana Rossa”. Arriva la Grande Guerra: Ligio non tornerà dal fronte. Il suo posto, nel lavoro dei campi, viene preso dai figli di Venanzio, Giovanni e Giuseppe. Alla fine del conflitto si riaccendono più aspri i conflitti sociali e Venanzio vede allontanarsi sempre di più i suoi sogni di un futuro più giusto. Mussolini prende il potere. Venanzio non può rinunciare alla speranza: sarà Angiolino, il suo terzo figlio, a incarnarla»151. Dalla critica Morandini: «Pur riconoscendone i meriti informativi e la pulizia del mestiere registico, disturbano l’ottica ideologica intinta di rosa (in tutti i sensi); la preoccupazione di non disturbare alcun settore di pubblico; l’accanimento nel collocarsi nel giusto mezzo; il rifiuto della parlata dialettale. Difetti in parte spiegabili con la committenza RAI. Il film è, infatti, il concentrato di circa 4 ore di narrazione illustrativa dal ritmo orizzontale, analitico più che sintetico, divisa in 4 puntate televisive. Apprezzabili la fotografia di Aldo Di Marcantonio, che non patisce nel gonfiamento dal 16 al 35 mm, e la direzione degli interpreti poco noti»152.

Uno scandalo perbene Italia, 1984 durata: 103 min colore regia: Pasquale Festa Campanile; soggetto: Suso Cecchi D’Amico; sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico e Pasquale Festa Campanile; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Enrico Fiorentini; montaggio: Antonio Siciliano; costumi: Mario Carlini; musiche originali: Riz Ortolani interpreti: Ben Gazzarra (smemorato), Giuliana De Sio (Giulia Canella), Valeria D’Obici (Camilla Ghidini), Vittorio Caprioli (Canella Renzo), Carlos de Carvalho (conte de Besi), Armando Bandini (Orlando Gastaldelli), Giuliana Calandra (Maria Gastaldelli), Franco Fabrizi (conte Guarienti), Vincenzo Crocitti (primo giornalista), Enzo Robutti (professore), Clara Colosimo (tenutaria) produzione: Italian International Film, RAI-Radiotelevisione Italiana (Rete 2), Screen World censura: 80015 del 09.08.1984 Parole chiave: dopoguerra «In un manicomio sul Lago Maggiore i medici tentano di restituire la memoria ad uno sconosciuto che non ricorda nulla del suo passato. Da una fotografia pubblicata su un giornale la signora Canella riconosce nell’uomo senza nome il proprio marito, disperso durante la prima guerra mondiale. Anche gli altri membri della ricca fa151 152

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG5079. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=16026.

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miglia riconoscono nello sconosciuto il loro congiunto. Ma sulla base di una denuncia anonima che lo indica come Bruneri, anarchico e truffatore, il presunto prof. Canella viene arrestato. Il processo è lungo e complicato dalle diverse testimonianze della moglie e dell’antica amante di Bruneri. Alla fine i giudici decidono che si tratta proprio del pregiudicato Bruneri e condannano l’uomo a due anni di prigione per vecchie truffe. La pena detentiva viene poi ridotta ad un anno. La signora Canella andrà ad attendere l’uomo di cui è innamorata all’uscita del carcere ed emigrerà con lui in Brasile, dove vivranno, insieme, il resto dei loro giorni»153. Dalla critica Morandini: “Elegante ma senza cuore. Qua e là, specialmente nelle scene erotiche, la mano è pesante. La ricostruzione è intelligente e abile, condotta con efficace ambiguità (grazie anche a B. Gazzara). Scritto da S. Cecchi D’Amico è l’ultimo film di P. Festa Campanile. Il caso ispirò a Luigi Pirandello Come tu mi vuoi (1930) e fu voltato in farsa da Angelo Musco (Lo smemorato) e da Totò (Lo smemorato di Collegno). Leonardo Sciascia gli dedicò un ammirevole saggio: Il teatro della memoria (1981)»154. «Segnalazioni cinematografiche», vol. 98, 1985: «(…) Diciamo subito che tutto ciò che nel film è puntuale ed intelligente cronaca di quei lontani avvenimenti e concatenazione di essi sul piano personale, temporale e giudiziario ha trovato nella regia di Pasquale Festa Campanile il più diligente e acuto interprete. I valori drammatici di quella vicenda, i suoi significati, le ambiguità, le contraddizioni di ogni personaggio trovano quasi sempre l’occasione giusta, i momenti più consoni e la visualizzazione più pertinente. Il dramma, insomma, c’è e lo si avverte. Né può dirsi che il regista assuma deliberatamente posizione pro-professore o pro-tipografo; al contrario, la stessa lucidità del racconto cinematografico è prova e dimostrazione della sostanziale obiettività di colui che si è posto dietro la macchina da presa (...)»155.

L’iniziazione Italia, 1986 durata: 95 min colore regia: Gianfranco Mingozzi; soggetto: dal romanzo Les Exploits d’un jeune Don Juan (1911) di Guillaume Apollinaire; sceneggiatura: Jean-Claude Carrière, Peter Fleischmann, Gianfranco Mingozzi; fotografia: Luigi Verga; montaggio: Alfredo Muschietti; scenografia: Jacques Saulnier; musiche originali: Nicola Piovani; costumi: Yvonne Sassinot de Nesle interpreti: Serena Grandi (Ursula), Claudine Auger (la madre), Marina Vlady (ma-

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http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=AG5097. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=21672. 155 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=5596&film=Uno-scandalo-per-bene. 154

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

dame Muller), Fabrice Josso (Roger), François Perrot (il padre), Aurélien Recoing (Adolphe), Rosette (Helene) produzione: Arts, Lagonda Films, Les Films Ariane, Séléna Audiovisue censura: 81985 del 06.11.1986 Parole chiave: erotico, fronte francese Estate 1914. In una villa di campagna, vicino a Parigi, l’adolescente Roger (16 anni) si trova in villeggiatura. La prima guerra mondiale scoppia e gli uomini sono visti marciare in battaglia. Roger è solo fra le donne. Comincia con le cameriere, continua con la zia e la governante inglese e arriva alla sorella, fidanzata di un ufficiale d’aviazione impegnato al fronte. Ne mette incinta tre, ma, con molta astuzia, trova a tutte un marito, dunque un padre legittimo per i nascituri. Dalla critica «A prima vista si pensa a un film porno (il titolo, Serena Grandi fra gli interpreti), poi ci si tiene al film erotico, anche con qualche merito. Lo ha firmato, del resto, un regista serio e persino severo come Gianfranco Mingozzi, coadiuvato nella sceneggiatura, da uno scrittore della finezza sia pur sulfurea di Jean-Claude Carrière, e da un regista come Peter Fleischmann, a suo tempo uno degli esponenti più noti del Giovane cinema tedesco. Lo spunto è uno dei due romanzi erotici di Guillaume Apollinaire, Les Exploits d’un jeune Don Juan, pubblicato con le sole iniziali e un po’ alla macchia nel 1907»156.

Le miniere del Kilimangiaro Italia, 1986 durata: 92 min colore regia: Mino Guerrini; sceneggiatura: Mino Guerrini; fotografia: Sandro Mancori; montaggio: Claudio Di Mauro; musiche originali: Luigi Ceccarelli interpreti: Christopher Connelly (prof. Thomas Smith), Tobias Hoesl (Ed Barcley, assistente di Smith), Elena Pompei (Eva Kilbrook), Matteo Corsini (lord Kilbrook), Francesca Ferrè (la regina), Josette Martial (Tania) produzione: Augusto Caminito per Scena Film censura: 81699 del 31.7.1986 «Nel 1917 sette ufficiali dell’esercito tedesco si fingono esploratori e si mettono alla ricerca di una miniera di diamanti. Subiscono, però, un attacco dall’esercito nemico e solo uno di loro riesce a salvarsi e a iniziare una nuova vita. Anni dopo l’ex ufficiale è diventato professore universitario e si nasconde dietro il nome Smith. Ma il suo passato non è stato sepolto e c’è chi ne è a conoscenza. Uno strano individuo 156

Gian Luigi Rondi, “Il Tempo”, 6 gennaio 1987.

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lo contatta e cerca di strappargli la verità sull’ubicazione della miniera. Quando il professor Smith e l’uomo misterioso vengono improvvisamente uccisi, Ed Barcley, l’assistente di Smith, decide di scoprire la verità e parte per Mombasa. Si unisce ad una spedizione scientifica, ma i diamanti della miniera sono ambiti da organizzazioni criminali e dalla Germania nazista che ne ha bisogno per sostenere le spese per la guerra imminente»157. Dalla critica «Film avventuroso d’insospettata spettacolarità. Quasi non vista in Italia (...) l’operina di Guerrini si lascia seguire senza noia e più d’una volta richiama alla mente i B-Movie americani degli anni Cinquanta. Che è il miglior complimento che possiamo fare alle “Miniere del Kilimangiaro” e al suo autore» (r.p.)158.

Mino - Il piccolo alpino159 Italia, Germania, 1986 durata: 4 puntate da 90 min. ciascuna colore regia: Gianfranco Albano; soggetto: Stefano Rulli e Sandro Petraglia; sceneggiatura: Stefano Rulli e Sandro Petraglia; fotografia: Marcello Gatti; musiche originali: Carlo Siliotto interpreti: Guido Cella (Giacomino “Mino”), Mario Adorf (maggiore Lupo), Ray Lovelock (Michele Rasi), Ottavia Piccolo (Enrica), Simona Cavallari (Nena), Maurizio Mattioli (capitano Balestra), Barbara May (Freda Stolz), Michael Heltau (Carlo Stolz), Pierre Cosso (Rico), Vittorio Amandola (Rignani), Franco Castellano (Fontolan), Ugo Fangareggi (Sesto), Franco Trevisi (tenente Rossi), Nicola Pistoia (autista), Marne Maitland (Ciro), Paolo Paoloni (il Sindaco), Dario Ghirardi (Olindo), Luigi Mezzanotte (Bastian), Philip Lemaire (padre Leonardo) produzione: Coproduzione RAI 1 - BETA TAURUS (Germania) Per RAI 1 Parole chiave: entrata in guerra dell’Italia, medaglia al valore, guerra bianca, alpini, Trento «La vicenda, ambientata tra il 1914 e il 1918, vede come protagonista Giacomino Rasi (Guido Cella), un ragazzino che durante una gita in montagna crede di aver perso i suoi genitori. Successivamente viene adottato da due fratelli di contrabbandieri e nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, Mino segue uno dei due fratelli, che viene arruolato negli Alpini sul fronte delle Dolomiti.

157

http://film.virgilio.it/film/104622/le-miniere-del-kilimangiaro.html.

158http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pa-

gina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D45649%26completa%3Dsi. 159 Sceneggiato RAI di 4 puntate.

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Al termine del conflitto, Mino ritrova la madre, mentre il papà muore come maggiore dell’artiglieria italiana verso la fine della guerra. Nel libro, il padre, catturato dal nemico e tenuto prigioniero, si incontra con il figlio a Trento. In seguito, giunti a casa, vanno a visitare la mamma tenuta in una casa di cura per malattie mentali, dove era stata ricoverata a causa della convinzione di aver perso il figlio nella tormenta. Il finale è a lieto fine, con cerimonia e medaglia al valore»160.

Good morning Babilonia Italia, Francia,1987 durata: 117 min colore regia: Paolo e Vittorio Taviani; soggetto: Paolo e Vittorio Taviani; sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani, Tonino Guerra; fotografia: Giuseppe Lanci; scenografia: Gianni Sbarra, Lorenzo D’Ambrosio; montaggio: Roberto Perpignani; musiche originali: Nicola Piovani interpreti: Vincent Spano (Nicola Bonanno), Joaquim de Almeida (Andrea Bonanno), Greta Scacchi (Edna), Désirée Nosbusch (Mabel), Omero Antonutti (Bonanno) produzione: FILMTRE, RAI, ROMA- MK2, A 2, PARIS censura: 82639 del 04.06.1987 Parole chiave: arruolamento esercito italiano, arruolamento esercito americano, cinepresa militare «Agli inizi del ’900, il vecchio Bonanno, artigiano restauratore toscano, padre di sette figli, decide di ritirarsi dalla sua attività, poiché è entrata in crisi e lui non ha più la forza di reagire. I suoi figli, guidati dal primogenito Duccio, decidono di vendere tutto per poter pagare i debiti ed intraprendere altri lavori. Gli ultimi due però, Andrea e Nicola, sempre uniti fin da piccoli anche negli avvenimenti più insignificanti, non accettano questa soluzione e con la benedizione del padre partono per l’America con la speranza di far fortuna col loro lavoro di artigiani. Purtroppo gli inizi non sono affatto facili: i due fratelli incontrano infinite difficoltà nonostante la loro buona volontà: sono costretti persino a fare i guardiani di maiali. Hanno la fortuna di essere inseriti nelle maestranze che lavorano per un regista, D.W. Griffith, che sta preparando un film, Intolerance, e vuole che siano proprio gli italiani a realizzare le strutture del suo kolossal. I due giovani hanno costruito di loro iniziativa un meraviglioso elefante di cartapesta, proprio come quello che Griffith va cercando da tempo per il suo film, per cui il regista, entusiasta dell’elefante e dei suoi ideatori, li vuole a lavorare con lui, e li prende a benvolere. È finalmente la fortuna per Andrea e Nicola, che si sposano ed hanno successivamente ambedue un figlio. Iniziata la 1ª guerra mondiale Nicola decide di arruolarsi nell’esercito italiano, mentre Andrea si arruola in quello americano. Tutti e due si incontrano al fronte: colpiti 160

http://fatti-italiani.it/mino_-_il_piccolo_alpino.

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a morte entrambi, prima di morire, lasciano ai figli la loro ultima immagine mediante una cinepresa militare che è vicino a loro sul campo»161. Dalla critica «I due autori registi, questa volta hanno realizzato un film spettacolare, anche se a volte macchinoso, con una storia sovrabbondante di elementi e di vicende, ma con una valida scenografia e con sequenze poetiche». («Segnalazioni Cinematografiche», vol. 103, 1987)»162.

Lo scialo Italia, 1987 durata: 91 min colore regia: Franco Rossi; soggetto: Valerio Zurlini dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini; sceneggiatura: Franco Rossi, Ottavio Alessi; fotografia: Gianfranco Transunto; scenografia: Franco Vanorio; costumi: Vittoria Guaita; musiche originali: Mario Nascimbene interpreti: Massimo Ranieri (Giovanni Corsini), Eleonora Giorgi (Nella), Marisa Berenson (Nina), Alberto Di Stasio (Neri), Stéphane Ferrara (Adamo), Mihailo Jevtic (Fernando) produzione: Coproduzione: Rai Due – Titanus – Avala Film – Progefi – Beta Film Parole chiave: dopoguerra «Siamo a Firenze e nelle campagne circostanti, negli anni che vanno dal 1910 al 1930; il clima è quello delle acute tensioni sociali del primo dopoguerra, delle violenze squadriste e della presa del potere da parte del fascismo, consolidatasi, poi, dopo la prova di forza seguita al delitto Matteotti. Su questo sfondo tormentato e, a tratti, sanguigno, si agitano alcuni personaggi della piccola e media borghesia, ciascuno tormentato dal proprio demone: Nella, che ama il marito, ma non resiste ai propri impulsi bovaristici; Giovanni, suo marito, che cambia bandiera per assecondare un feroce arrivismo sociale; Ninì Butignani, nevrotica e passionale, sferzata a sangue dai suoi fantasmi – l’amore impossibile per Folco, il matrimonio di ripiego con Adamo, le incontenibili pulsioni omosessuali; Adamo, anima retta, che si sprofonda nel lavoro per annegare la disperazione del fallito matrimonio con Ninì; Folco, personaggio dannunziano e rodomonte, capo degli squadristi locali, che finirà tragicamente, mentre insegue una sfrenata volontà di potenza; Erminio, che declina inesorabilmente fra saggezza e patetismo; Fernando, adolescente che apre gli occhi 161 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=4911&film=GOOD-MORNING-BABILONIA. 162http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D26228%26completa%3Dsi.

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sul mondo; Fru, contadina viziosa, bisessuale e malata, che finirà uccisa dai fascisti in modo imprevedibile»163. Dalla critica «Buona versione del romanzo di Pratolini che il cinema corteggiò per molti anni invano. Tra gli interpreti una memorabile Marisa Berenson nel ruolo della possidente nevrotica e saffica»164.

Modì - Vita di Amedeo Modigliani165 Francia, Italia, 1989 durata: 240 min colore regia: Franco Brogi Taviani; soggetto: Franco Brogi Taviani, Maria Carmela Cicinnati, Pietro Exacoustos; sceneggiatura: Franco Brogi Taviani, Maria Carmela Cicinnati, Pietro Exacoustos; fotografia: Romano Albani; scenografia: Gianni Sbarra; costumi: Isabella Rizza; musiche originali: Antonio Sechi, Stefano Torossi interpreti: Richard Berry (Amedeo Modigliani), Elide Melli (Jeanne Hébuterne), Vanni Corbellini (Paul Guillaume), Romuald Andrzej Klos (Arturo), Olek Mincer (Maurice Utrillo) produzione: Difilm, RAI - Radiotelevisione italiana Parole chiave: interventismo «Dalla nascita, avvenuta in circostanze insolite, all’incontro con Giovanni Fattori, maestro dei Macchiaioli. E poi, Parigi, Montmartre, e Montparnasse, dove Modì conobbe Ricasso, Braque, Renoir. L’uso di vino, droghe, assenzio. E ancora. Gli amori prepotenti, vitali, distruttivi. Tutto sembra eccessivo nella sua esistenza. Questa vita, consumata tra passioni infelici e deliri artistici, ha voluto raccontare Franco Brogi Taviani nella miniserie Modì - Vita di Amedeo Modigliani»166.

Il giovane Mussolini167 Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Germania, 1993 durata: 300 min colore 163

http://it.scribd.com/doc/19202428/Lo-scialo. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=52709. 165 Sceneggiato. Andata in onda su Raidue a partire dal 4 Ottobre 1989, la fiction ha riscosso grande successo di pubblico e critica, diventando anche un film per il grande schermo. 166 http://www.amazon.it/Modi-Vita-Amedeo-Modigliani-Dvd/dp/B00CBKFIEA. 167 Sceneggiato. (3 puntate da 90 minuti ciascuna, prodotte dalla Rai e che hanno richiesto 15 settimane di riprese tra Praga, Predappio e Forlì. 164

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regia: Gianluigi Calderone; sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Mimmo Rafele, Lidia Ravera; fotografia: Jaromír Sofr; montaggio: Fiorella Giovanelli; musica originale: Nicola Piovani; scenografia: Tomás Moravec; costumi: Mariolina Bono interpreti: Antonio Banderas (Benito Mussolini), Ivano Marescotti (Giacinto Menotti Serrati), Raffaella Azim (Margherita Sarfatti), Claudia Koll (Rachele Guidi), Susanne Lothar (Angelica Balabanoff), Luca Zingaretti (Pietro Nenni), Karel Vyborny (Filippo Turati), Pino Micol (Claudio Treves) produzione: Rai Trade Parole chiave: Benito Mussolini, interventismo, scontri fra socialisti rivoluzionari e riformisti «Le 3 puntate della miniserie si distinguono per la loro autonomia narrativa. Raccontano tre periodi diversi della vita del “giovane Mussolini”. Nella prima Benito ha 19 anni, e’ un maestro elementare con tanti sogni e incertezze. È il romanzo della formazione di Mussolini, come politico e come uomo. Le donne hanno grande importanza per lui, poi sceglierà Rachele (Claudia Koll) come compagna. La seconda parte mostra Mussolini oscuro segretario cittadino di Forlì che partecipa, nel ’10, al suo primo congresso. È già un personaggio duro, un rivoluzionario, e diventerà direttore dell’“Avanti!”. La terza puntata si snoda tra il crollo della grande utopia socialista, con la guerra che strazia l’Europa, e il bisogno del personaggio di reinventarsi e di staccarsi dalle sue radici. La storia di Benito Mussolini fino alle soglie della Prima Guerra Mondiale: la vita del proletario socialista che avrebbe inventato il fascismo»168. Dalla critica «Un lavoro sicuramente ben fatto, sia dal punto di vista cinematografico che da quello storico. Si comprende molto bene in che ambiente sociale e culturale è maturata la politica di Mussolini, in cui la sua personale megalomania ha avuto un ruolo dirimente. Forse Banderas crea agli occhi dello spettatore, soprattutto se giovane e inconsapevole, un Mussolini un po’ troppo affascinante, a cui si tende a perdonare le intemperanze; il fatto che il film, limitandosi alla vita di Mussolini giovane, non racconti il fascismo, sbilancia fortemente l’immagine del personaggio. Visibile anche per un pubblico giovane, ma consiglio di completare il quadro storico, per evitare l’equivoco di un Mussolini forte, bello simpatico e con tanti capelli, solo un tantino prepotente»169.

Esercizi di Stile episodio: Era il maggio radioso Italia, 1996 durata: 80 min colore 168 169

http://forum.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=197756. http://www.amazon.it/Il-Giovane-Mussolini-3-Dvd/dp/B003JIF1UE.

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Regia: Francesco Laudadio (Un addio nel West), Luigi Magni (Era il Maggio radioso), Lorenzo Mieli (L’alibi), Pino Quartullo (In ginocchio da te... La vendetta), Alessandro Piva (Uno più bravo di te), Faliero Rosati (L’esploratore), Dino Risi (Myriam), Maurizio Dell’Orso (La guerra tra noi), Alex Infascelli (Se son rose pungeranno), Mario Monicelli (Un idillio edile), Sergio Citti (Anche i cani ci guardano), Volfango De Biasi (Senza uscita), Cinzia Th Torrini (Ti mangerei di baci), Claudio Fragasso (Guardia e ladro); soggetto: Raymond Queneau; sceneggiatura: Luigi Magni (Era il Maggio radioso); fotografia: Roberto Forza; scenografia: Lucia Mirisola (Era il Maggio radioso); montaggio: Carlo Fontana, Anna Napoli, Ugo De Rossi, Raffaella Zita, Patrizia Innocenzi; musiche originali: Gianni Dell’Orso; costumi: Lucia Mirisola (Era il Maggio radioso) interpreti dell’episodio Era il maggio radioso: Elena Sofia Ricci, Massimo Wertmüller, Franco Diogene, Gloria Paul, Sal Borgese, Joanna Chatton produzione: Produttori Associati censura: 91118 del 02.10.1996 Parole chiave: reduce È un film collettivo, in 14 episodi, sui generi del cinema. Il secondo episodio Era il Maggio radioso di Luigi Magni presenta la vicenda tragicomica di un reduce della Prima Guerra Mondiale che, al ritorno, trova la moglie monaca di un convento, perché non sperava più di rivederlo. Dalla critica «L’idea di fondo è quella di portare al cinema gli Esercizi di stile di Raymond Queneau in quattordici episodi, che poi sarebbero quattordici modi diversi di dirsi addio in quattordici generi cinematografici diversi, dalla commedia al giallo, passando per horror, erotico, poliziesco e western. Il film delude per mancanza di stile e per approssimazione registica, anche se la breve commedia di Magni non è da disprezzare»170.

La frontiera Italia, 1996 durata: 107 min colore regia: Franco Giraldi; soggetto: ispirato liberamente all’opera omonima di Franco Vegliani; sceneggiatura: Franco Giraldi; fotografia: Cristiano Pogany; scenografia: Maurizio Leonardi; montaggio: Antonio Siciliano; musiche originali: Luis Enriquez Bacalov; costumi: Rossana Romanini interpreti: Raoul Bova (Emidio), Omero Antonutti (Simeone), Marco Leonardi (Franco), Claudia Pandolfi (Gabriella), Giancarlo Giannini (von Zirkenitz), Dario 170

http://cinetecadicaino.blogspot.it/2013/10/luigi-magni-il-cantore-della-roma.html.

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Penne (capitano), Ettore Belmondo (tenente Caprio), Miranda Caharija (madre Melania), Werner Egger (Forster), Monika Haasova (Anna), Tihana Mravak (Jasna), Vesna Tominac (Melania), Roberto Totola (Lorenzo Contin) produzione: FILMALPHA, SRL - FACTORY SRL censura: 91124 del 08.10.1996 Parole chiave: disertore, dalmata patriota italiano «Siamo nel 1916, in piena Grande Guerra. Emidio Orlich, un giovane ufficiale dell’esercito austro-ungarico, di origine dalmata, dopo una drammatica crisi di coscienza decide di disertare e passare nelle fila dell’esercito italiano. Viene però catturato e condannato a morte. Passano venticinque anni. Nel 1941 un altro giovane, Franco Velich, ufficiale fascista di origine dalmata trascorre un periodo di convalescenza, per la ferita riportata in Africa settentrionale, nell’isola in cui è nato, la stessa dove era nato anni prima Emidio. Qui acquista consapevolezza della violenza che ha comportato l’occupazione del paese dal parte delle truppe dell’Asse. L’isola è ora occupata dall’esercito italiano, e Franco vive con disagio questa situazione. Entra in contrasto con la vecchia madre e la nipote di Emidio, la cui storia nella guerra precedente gli viene raccontata da Simeone, un vecchio saggio e disincantato che guarda con distacco ma con poche speranze alla situazione attuale. A mano a mano che viene a conoscenza delle vicende di Emidio, Franco sente aumentare i propri dubbi e le incertezze di vivere la situazione ambigua dell’occupante, e non sa come comportarsi di fronte alle azioni di ribellione della popolazione. Quando Simeone ed altri vengono arrestati per reticenza e complicità, Franco sente arrivare l’esigenza di una solidarietà al di là delle frontiere»171. Dalla critica «Dallo sfascio dell’ex Jugoslavia una riflessione retrospettiva sui conflitti di una terra di frontiera. Storia parallela di due giovani dalmati di fronte alle scelte che impone la guerra. Ispirandosi a un romanzo (1964) di Franco Vegliani, F. Giraldi ha trattato il tema, specialmente nella parte della prima guerra, con limpida e dimessa scrittura, ricca di sensibilità e di attenzione ai particolari. Un po’ lasco nel ritmo, condizionato dal basso costo»172.

Padre Pio: tra cielo e terra173 Italia, 2000 durata: 182 min (due puntate) colore regia: Giulio Base; soggetto: Franco Bernini, Alessandra Caneva; sceneggiatura: Franco Bernini; fotografia: Fabio Zamarion; scenografia: Carmelo Agate; montaggio: Carla Simoncelli; musiche originali: Ennio Morricone; costumi: Paola Marchesin 171

http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemafrontiera.htm. http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemafrontiera.htm. 173 Sceneggiato. Prima TV Italia, 12-13 novembre 2000. 172

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

interpreti: Michele Placido (Padre Pio), Barbara Bobulova, Fabio Camilli, Rocco Papaleo, Sydne Rome, Franco Trevisi, Lucio Allocca, Dario D’Ambrosi, Pietro De Silva, Francesco Dominedò, Massimo Bellinzoni, Maurizio di Carmine, Francesca Gamba, Patrizia Punzo, Gaetano Amato, Giovanni Lombardo Radice, Antonio Casagrande, Franco Interlenghi, Marco Messeri, Luigi Diberti (Padre Gemelli), Riccardo Garrone. Parole chiave: Padre Pio «Nel 1999, in occasione della beatificazione di Padre Pio, una anziana donna di nome Emilia si presenta al cospetto di un alto prelato della Santa Sede: è l’ultima testimone delle opere del frate di Pietrelcina. La donna inizia il suo racconto partendo dal 1918, data in cui conobbe il frate e procede fino agli anni della seconda guerra mondiale. Emilia racconta la fede senza compromessi del sacerdote, la sua esistenza vissuta vicino ai poveri e al Signore, il suo lavoro instancabile, e ripercorre la sua sofferenza per le stigmate e il suo desiderio di realizzare un ospedale ipertecnologico, anche di fronte a mille difficoltà e a un terremoto»174.

Tra due donne Italia, 2001 durata: 95 min colore regia: Alberto Ferrari; soggetto: Luigi Lunari, da “Dio ne scampi dagli Orsenigo”; sceneggiatura: Luigi Lunari, Alberto Ferrari; fotografia: Claudia Meloni; scenografia: Simona Garotta; montaggio: Ilaria Fraioli; musiche originali: Alessandro Boriani; costumi: Patrizia Ciairano interpreti: Gianmarco Piacentini (Maurizio della Morte ), Alessandra Casella (Radegonda Salmoiraghi), Francesca Giovannetti (Almerinda Ruglia), Gerardo Amato, Bedy Moratti, Amerigo Fontani produzione: Icaro Produzioni S.n.c. censura: 95231 del 21.03.2001 Parole chiave: cavalleria, crocerossina «Maurizio Della Morte è un giovane capitano di cavalleria che nella Napoli del 1914 ha una relazione con una bella signora, Almerinda, sposata con l’anziano e gentile consigliere Francesco Ruglia. Quando arriva in casa Ruglia il banchiere milanese Babila Salmoiraghi, sua moglie Radegonda convince Almerinda a rompere la relazione. Maurizio, disperato, va in guerra a cercare la morte, ma riesce solo ad essere ferito. Ritroverà Radegonda, crocerossina volontaria, nell’ospedale dove è stato ricoverato e lei lo intrappolerà suo malgrado in un rapporto da cui non riuscirà più a liberarsi nonostante le ferite riportate in un duello per causa sua. Tutto questo – 174

http://www.raipremium.rai.it/dl/PortaliRai/Programmi/PublishingBlock-62552d3d-f61b-4c9d-

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compreso il colpo di scena finale – viene raccontato da Maurizio, ormai anziano, nella Torino del 1950»175. Dalla critica «La storia è bellissima, psicologicamente assai elaborata e interessante: se all’inizio pare presentarsi come un classico intreccio di adulteri in costume, poi continua a crescere sino ad assumere i toni della tragedia. Nel film il protagonista, ridotto all’inerzia e all’irrilevanza sociale, rimane mutilato della mano destra in un duello, racconta la storia a un diario; ma neppure con quella arriva ad essere sincero. La prima persona si alterna alla terza persona senza molta logica né necessità narrativa, gli ambienti quasi tutti interni sono a tratti opprimenti, gli attori risultano non bravi e goffi (un poco meno Alessandra Casella): ma la forza romanzesca rimane intatta». (Lietta Tornabuoni, «La Stampa», 21 luglio 2001)176.

Papa Giovanni - Ioannes XXIII177 Italia, 2002 durata: 180 min. (2 puntate) colore regia: Giorgio Capitani; soggetto: Gianfranco Cordara, Emanuel Bonfiglioli; sceneggiatura: Francesco Scardamaglia, Massimo Cerofolini, Giancarlo Zizola; fotografia: Luigi Kuveiller; scenografia: Francesco Vanorio; montaggio: Antonio Siciliano; musiche originali: Marco Frisina; costumi: Enrica Biscossi interpreti: Edward Asner (papa Giovanni XXIII), Massimo Ghini (Angelo Roncalli da giovane), Claude Rich (card. Alfredo Ottaviani), Michael Mendl (mons. Domenico Tardini), Franco Interlenghi (mons. Radini-Tedeschi), Sydne Rome (Rada Krusciova), Roberto Accornero (mons. Angelo Dell’Acqua), Paolo Gasparini (don Loris Capovilla), Ivan Bacchi (Guido Gusso), Heinz Trixner (Franz von Papen), Guido Roncalli (padre Kurteff), Vincenzo Bellanich (card. Giuseppe Siri), Osvaldo Ruggeri (papa Pio XI), Tosca D’Aquino (madre di Angelo), Nino Fuscagni (telecronista), Carlo Lizzani (Pio XII) Parole chiave: Carso «La storia di Papa Giovanni XXIII: dai primi anni del ‘novecento, quando scoprì la vocazione al sacerdozio, agli anni difficili della prima guerra mondiale in Carso, dalle missioni in Bulgaria alle invasioni naziste. Dalla nomina a papa, arrivata nel 1958 con la morte del suo predecessore Pio XII, alla morte prematura giunta a causa di un tumore allo stomaco»178 . a61c-3bff2d8f0ab4.html?ContentItem-0798b257-0e8f-4420-babf-72a93ce753e8. 175 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=41374&film=TRA-DUE-DONNE. 176 http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=41374&film=TRA-DUE-DONNE. 177 Sceneggiato TV, in due puntate. 178 http://www.screenweek.it/film/11683-Papa-Giovanni-Ioannes-XXIII.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

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Bérbablù Italia, 2004 durata: 120 min b/n regia: Massimiliano Valli, Luisa Pretolani; soggetto: Walter Pretolani; sceneggiatura: Vari cervelli associati; fotografia: Claudio Fontanel; scenografia: Antonio Barbadoro; montaggio: Massimiliano Valli; musiche originali: Pepe Medri interpreti: Umberto Giovannini (Bérbablù), Elena Bucci (Norma), Ivano Marescotti (Arfur), Maria Costantini (Lucia), Angela Gorini (contessina Maria Bardi) produzione: VACA Vari Cervelli Associati, Pahni Production censura: 98392 del 20.10.2004 «Colline di Romagna 1914: qui, in una realtà rurale che si va risvegliando da secolari vincoli di potere, riaffiora un mondo sensuale e pagano ricco di pratiche arcaiche. La vita, l’amore, la guerra e la morte scorrono sul fuoco alimentato dalla passione femminile. Bérbablù, tombeur de femmes, è il suonatore d’organetto, Renzino la sua spalla; Arfur la volpe di quelle montagne, Mufina e Didoni i suoi accoliti. Maria la ragazza di città con la macchina fotografica. Alvisi l’agrario di recente fortuna. L’osteria di Tedesca, prodiga ostessa, è il naturale punto di raccordo, mentre su tutti primeggia Norma, la donna che sa agitare il fuoco del destino. L’uccisione di Barbot, sacrestano e musicista cui Bérbablù deve arte e affetto, lo spinge alla ricerca dell’assassino proprio mentre si sta innamorando della giovanissima Lucia. Bérbablù dovrà incontrarsi e scontrarsi con Arfur e rivedere scorci della propria infanzia, dal momento in cui compare sulla scena il mellifluo e feroce principe Salviati. La passione per Lucia però lo porterà a scontrarsi con un mondo dove misticismo, superstizione e follia risulteranno tanto invincibili alla ragione quanto la guerra che scompaginerà tutto»179. Dalla critica «Berbablù è il risultato di un lavoro meticoloso e preciso, tanto da non parere un film autoprodotto. Girato molto bene e interpretato con passione da attori professionisti e non, il film è invece frutto del lavoro tenace, inesorabile e totalmente indipendente dell’associazione Vaca (vari cervelli associati) che ha sede a Russi: le riprese sono durate un anno e mezzo, attori come Ivano Marescotti ed Elena Bucci hanno lavorato senza compenso facendo gli slalom tra i set e gli impegni, le riprese sono in digitale (poi riversato su pellicola) e la distribuzione è ancora un’incognita»180. Note Le parti in dialetto romagnolo sono sottotitolate.

179

http://www.cinemaitaliano.info/berbablu.

180 http://nonhosonno.wordpress.com/2004/11/25/berbablu-di-luisa-pretolani-e-massimiliano-valli/.

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I colori della gioventù181 Italia, 2005 durata: 90 min colore regia Gianluigi Calderone; sceneggiatura Giordano Bruno Guerri, Roberto Jannone, Patrizia Pistagnesi; fotografia: Carlo Tafani; montaggio Antonio Siciliano; costumi: Luigi Bonanno; scenografia: Maria Luigi Battani, Carlo De Marino interpreti: Andrea Di Stefano (Umberto Boccioni), Christiane Filangieri (Lorenza Petrai), Emilio Bonucci (Filippo Tommaso Marinetti), Rinaldo Rocco (Gino Severini), Alessandro Bertolucci (Carlo Carrà), Alfredo Pea (Giacomo Balla), Guido Eraldo Maria Caprino (Antonio Sant’Elia) Parole chiave: interventismo, Filippo Tommaso Marinetti, volontari, trincea «“I colori della gioventù” racconta la storia del futurismo e dei futuristi attraverso la vicenda umana e artistica di Umberto Boccioni, il pittore nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, dalla vita breve ma intensa e prolifica. Arruolatosi come volontario durante la prima guerra mondiale, morì giovanissimo, il 16 agosto 1916, ma ebbe il tempo di scrivere, dipingere, teorizzare una nuova arte. Il film ripercorre l’evoluzione dell’artista, dall’esordio incerto a ventisei anni, all’incontro con Marinetti e all’elaborazione del “Manifesto dei pittori futuristi”, fino allo scoppio della guerra. Quella che doveva essere l’“unica igiene del mondo” si rivela una realtà terribile, che porterà Boccioni a una morte prematura»182. Dalla critica Duro il giudizio di Ester Carbone: “Un film che ha scomodato le grandi figure di Boccioni e di Marinetti per raccontare un’insipida storiella d’amore di sapore melodrammatico tra l’artista e Lorenza, un personaggio di fantasia inventato dagli sceneggiatori. Superficialità e supponenza sono le prime evidenti pecche di questa fiction senza anima e senza cervello […]”183.

L’amore e la guerra Italia, 2007 durata: 100 min colore regia: Giacomo Campiotti; soggetto: Alessandro Jacchia, Umberto Marino, Andrea Magnani; ispirato all’opera letteraria La Guerra sulle Montagne di Rudyard Kipling e Addio alle armi di Ernest Hemingway; sceneggiatura: Giacomo Campiotti, Andrea 181

Film del 2005, trasmesso per la tv in Italia per la prima volta su Rai 1 nel 2006. http://mobile.international.rai.it/tv/scheda.php?id=892. 183 http://www.romacultura.it/del_mese_2006/giugno/fiction.html. 182

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Magnani, Umberto Marino, Lucia Zei; fotografia: Gianfilippo Corticelli; scenografia: Marco Luppi; montaggio: Patrizio Marone; musiche originali: Guy Farley; costumi: Marina Roberti interpreti: Martina Stella (contessina Albertina Regis), Daniele Liotti (sergente Rocco Parri), Luigi Diberti (generale Regis), Thomas Trabacchi (capitano Avogrado), Denis Fasolo (tenente Walter Riccesi) produzione: Alessandro Jacchia & Maurizio Momi Parole chiave: prigionieri, crocerossine, guerra di mine, diserzione, missione punitiva «Ispirato liberamente ai romanzi Addio alle armi di Ernest Hemingway e La guerra sulle montagne di Rudyard Kipling, il film è ambientato durante il primo conflitto mondiale e precisamente fra il 1917 e il 1918. La contessina Albertina Regis (Martina Stella), dopo uno scambio epistolare con un soldato al fronte decide di fare la crocerossina (“Partirò per il fronte come crocerossina”). Durante questo periodo incontra il Sergente Rocco Parri (Daniele Liotti) che gli confessa di avere scritto lui le lettere, e fra i due nasce un’amicizia. Parri torna in guerra per guidare una missione molto difficile e nel frattempo il Capitano Avogadro (Thomas Trabacchi) mette gli occhi sulla contessina, e decide di interporsi nella relazione fra Albertina e Parri. Amore e guerra si fondono in un gioco cinico e crudele fra sangue e sentimento»184. Dalla critica «(…) Questa mini serie in due puntate diretta da Giacomo Campiotti (regista di Come due coccodrilli) è un feuilleton epico che cita a piene mani il cinema bellico, da Orizzonti di gloria a Gli anni spezzati a Il paziente inglese, che sfrutta i mezzi messi a disposizione, per rappresentare ambienti realistici ed emozionanti. La sceneggiatura, ben scritta, sostiene la storia che raggiunge il suo apice nella seconda parte, indubbiamente più solida della prima. E lo stesso vale per la recitazione, imbarazzante per quanto riguarda Martina Stella nelle prime sequenze. Daniele Liotti, al contrario, tiene la scena con naturalezza, sia nei momenti ufficiali che in quelli intimi sentimentali. (…) L’emozione, però, arriva allo spettatore e La Grande Guerra in queste immagini, si staglia nei paesaggi e nella memoria»185.

La masseria delle allodole Italia, 2007 durata: 122 min colore regia e sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani; soggetto: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, liberamente ispirato all’ omonimo romanzo di Antonia Arslan; foto184 185

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=48437. http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=48437.

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grafia: Giuseppe Lanci; scenografia: Andrea Crisanti; montaggio: Roberto Perpignani; musiche originali: Giuliano Taviani; costumi: Lina Nerli Taviani interpreti: Paz Vega (Nunik), Moritz Bleibtreu (Youssuf), Alessandro Preziosi (Egon), Ángela Molina (Ismene), Arsinée Khanjian (Armineh), Mohammed Bakri (Nazim), Tchéky Karyo (Aram), André Dussollier (colonnello Arkan) produzione: Ager 3, Rai Cinema, Eagle Pictures, Nimar Studios, Sagrera TV, TVE, Flach Film, Paris, France 2 Cinéma, Paris, Canal +, 27 Film Production, ARD Degeto censura: 100607 del 23.03.2007 Parole chiave: eccidio degli Armeni «Turchia, 1915. In una cittadina vive la benestante famiglia armena degli Avakian. Nel giorno in cui vengono colpiti dal lutto per la morte del patriarca anche il generale Arkan, capo della guarnigione turca, è presente alle esequie. È il segno di un rapporto, se non di amicizia, di reciproco rispetto tra le due comunità. Ma i Giovani Turchi hanno già pronto un piano per creare la Grande Turchia in cui non ci sarà posto per i ricchi e “traditori” Armeni. Nessuna mediazione si rivela possibile. Dalla capitale partono per ogni dove gruppi di militari con l’ordine di uccidere sul posto i maschi (di qualunque età essi siano) e di deportare le donne e le bambine per poi massacrarle nei pressi di Aleppo. La famiglia Avakian viene smembrata e la giovane e vitale Nunik farà di tutto per salvaguardare la vita delle più piccole»186. Dalla critica «La narrazione ha il passo del feuilleton ed è probabile che, così come le due più recenti prove dei fratelli di San Miniato – Luisa Sanfelice e Resurrezione, di destinazione televisiva – furono percepite come “troppo cinematografiche” per il piccolo schermo, questa che è invece destinata alla sala risulti “troppo televisiva per essere cinema”. Ma i registi non se ne preoccupano troppo, non stanno scomodi nell’ibrido e tirano dritto. Non proprio convincente ma utile»187.

Vincere Italia, 2009 durata: 128 min colore regia: Marco Bellocchio; soggetto: Marco Bellocchio; sceneggiatura: Marco Bellocchio, Daniela Ceselli; fotografia: Daniele Ciprì; scenografia: Marco Dentici; montaggio: Francesca Calvelli; musiche originali: Carlo Crivelli; costumi: Sergio Ballo interpreti: Giovanna Mezzogiorno (Ida Dalser), Filippo Timi (Benito Mussolini),

186

http://www.mymovies.it/film/2007/lamasseriadelleallodole/.

187 http://trovacinema.repubblica.it/film/critica/dettaglio/la-masseria-delle-allodole/319216/321657.

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Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano

Fausto Russo Alesi (Riccardo Paicher), Michela Cescon (Rachele Guidi), Pier Giorgio Bellocchio (Pietro Fedele), Corrado Invernizzi (dottor Cappelletti), Paolo Pierobon (Giulio Bernardi), Bruno Cariello (Giudice), Francesca Picozza (Adelina), Simona Nobili (madre superiora), Vanessa Scalera (suora misericordiosa), Giovanna Mori (la tedesca), Patrizia Bettini (la cantante), Silvia Ferretti (Scarpette Rosse), Corinne Castelli (lacrime), Fabrizio Costella (il piccolo Benito Albino) produzione: Offside S.r.l., Rai Cinema, Celluloid Dreams, Istituto Luce, Sofica Soficinéma 4 censura: 102627 del 13.05.2009 Parole chiave: Benito Mussolini, ospedale militare «Benito Mussolini è alla direzione dell’Avanti quando incontra Ida Dalser a Milano. Antimonarchico e anticlericale Mussolini è un ardente agitatore socialista impegnato a guidare le folle verso un futuro di emancipazione sociale. In realtà la Dalser lo aveva già fuggevolmente incontrato a Trento e ne era rimasta folgorata. Ida crede fortemente nelle sue idee: Mussolini è il suo eroe. Per lui, per finanziare la fondazione del Popolo d’Italia, il giornale che diventerà il nucleo del futuro Partito Fascista, vende tutto: appartamento, sartoria, mobilio, gioielli. Allo scoppio della guerra Benito Mussolini si arruola e scompare dalla vita della donna. Ida lo rivedrà in un ospedale militare, immobilizzato e accudito da Rachele, appena sposata con rito civile. Furente si scaglia contro la rivale rivendicando di essere lei la vera moglie, di avergli dato un figlio, ma viene allontanata a forza. Ida è una donna dalle reazioni esplosive, incapace di accettare compromessi. Disconosciuta, sorvegliata, pedinata, non si arrende, protestando la sua verità, scrivendo lettere a chiunque: alle autorità, ai giornali, al Papa. Rinchiusa in manicomio lei – in un istituto il bambino – per oltre undici anni, tra torture e costrizioni fisiche, non ne uscirà mai più e mai più rivedrà suo figlio, a cui toccherà la stessa disperata sorte di esistenza cancellata»188. Dalla critica «Bastano pochi minuti di Vincere perché passi ogni dubbio: Bellocchio ha fatto un film a tratti imponente, affiancando tanto nelle inquadrature quanto nei dialoghi il suo punto di vista a quello prettamente storico. Non sono Milano o Trento a contenere la vicenda, ma è l’Italia di inizio secolo, fatta da italiani guidati come pecore dalla Chiesa, dalla Monarchia, ma anche dalla stampa; in capo a pochi anni ogni potere indicherà la stessa strada, portando ad un regime ed alla sua elevatissima approvazione popolare. Benito Mussolini è un giovane arrogante ma deciso a tutto per portare avanti le proprie idee: fa ironia sul Re, odia la Chiesa ed è amato da Ida Dalser per questo suo modo di essere e di combattere. La sua parabola politica è invece nel segno del compromesso, porta dalla sua parte Stato e Chiesa e cancella ciò che sta dall’altra parte. Cancella anche Ida Dalser, colpevole di un amore tanto intenso quanto mai ricambiato, usato come primo gradino di una scala che lo ha portato tanto in alto. Ida no, non accetta mai il compromesso e grida la sua verità fino alla fine, fino ad undici anni di reclusione nei quali il mondo intorno a lei cambia»189. 188 189

http://filmup.leonardo.it/sc_vincere.htm. http://www.cinemadelsilenzio.it/index.php?mod=film&id=11070.

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Eroi per caso190 Italia, 2011 durata: 120 min colore regia: Alberto Sironi; soggetto e sceneggiatura: Francesco Scardamaglia e Nicola Lusardi; fotografia: Franco Lecca; scenografia: Luciano Ricceri; montaggio: Stefano Chierchiè ; musiche originali: Roberto Frattini, Franco Piersanti; costumi: Alessandro Lai interpreti: Flavio Insinna (Cesare Magnozzi), Neri Marcorè (don Silvano), Ambra Angiolini (Teresa), Michele Alhaique (Vanin), Serena Rossi (Lulù La Belle), Anna Dalton (Grazia, moglie di Vanin), Gigio Morra (commendatore), Toni Bertorelli (colonnello Rovaschi), Renato Scarpa (generale Corradi), Giorgio Bongiovanni (Maggiore Benelli), Giovanni Moschella (Caporalmaggiore Cunego), Fabio Balasso (sottotenente Dorigo), Domenico Balsamo (Caruso), Raffaele Esposito (capitano Maggioni), Angelo Russo (sergente Gatti), Fabrizio Contri (tenente Roberti) produzione: Rai Fiction; Compagnia Leone Cinematografica Parole chiave: fronte Isonzo, dopo Caporetto, fotografo di guerra, cappellano militare «La storia racconta le atrocità della Prima Guerra Mondiale attraverso le storie di giovani normali che il destino trasforma in eroi, una guerra vista dal basso così come fece Monicelli nel suo capolavoro del ’59 con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, Leone d’oro alla Mostra di Venezia. La storia racconta il dramma vissuto dai soldati italiani sul fronte dell’Isonzo e la loro straordinaria voglia di vivere, o meglio di sopravvivere alle brutture dei combattimenti e alle rigide e spietate regole della guerra. Un fotografo di guerra, Cesare (Flavio Insinna), e un cappellano, don Silvano (Neri Marcorè), vengono incaricati di scortare in trincea un giovane, Vanin (Michele Alhaique), condannato per aver simulato di essere un telegrafista traduttore. La pena, vista la gravità del reato, equivale in pratica alla morte. Per questo motivo, Vanin, appena può, riesce ad eludere la sorveglianza dei due e si dà alla fuga. Il fotografo e il prete, a cui si è unita Teresa (Ambra Angiolini), una giovane debole di mente e invaghita del sacerdote, sono disperati. Se non ritrovano il prigioniero, verranno condannati alla sua stessa pena. Inizia così una ricerca affannosa, nel continuo timore di essere scoperti, attraverso i reparti italiani di prima linea»191.

190 191

Sceneggiato andato in onda su Rai Uno in prima serata lunedì 10 e martedì 11 gennaio 2011. http://rumors.blog.rai.it/2011/01/07/eroi-per-caso-fiction-rai-insinna-marcore-e-ambra-angio-

lini/.

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Locandine e manifesti cinematografici

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La collezione di locandine e manifesti cinematografici di Domenico Gavella Un sincero ringraziamento al collezionista, ma soprattutto amico, Domenico Gavella, che, anche in questa ricerca, è stato a noi vicino come sostenitore e prezioso collaboratore. La sua raccolta di manifesti e di locandine cinematografiche, oltre duecentomila pezzi, è senza dubbio una delle più complete e importanti a livello nazionale. Domenico è un personaggio che può trarre in inganno chi non lo conosce in profondità: autoironico, minimalista, poeta, refrattario ad ogni aspetto formale, possiede – in verità – una vastissima cultura storico-politica ed una competenza professionale dei documenti filmografici che da moltissimi anni raccoglie con passione e metodo scientifico. Organizza mostre in tutta Italia ed è sempre pronto a collaborare con gli amici (i veri amici come Domenico vuole sottolineare) per la buona riuscita di eventi, ricerche e manifestazioni.

Fotobusta (cm 35 x 50) del film Il caimano del Piave di Giorgio Bianchi (1951). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

Fotobusta (cm 35 x 50) del film Fratelli d’Italia di Fausto Saraceni (1952). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 35 x 50) del film La leggenda del Piave di Riccardo Freda (1952). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

Soggettone (cm 50 x 70) del film Un giorno in pretura di Stefano Vanzina [Steno] (1953). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

Fotobusta (cm 35 x 50) del film Addio mia bella Signora di Fernando Cerchio (1953). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 35 x 50) del film Amori di mezzo secolo di Pietro Germi (1954). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

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Fotobusta (cm 35 x 50) del film La campana di San Giusto di Mario Amendola e Ruggero Maccari (1954). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 35 x 50) del film I cinque dell’Adamello di Pino Mercanti (1954). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

Fotobusta (cm 50 x 70) del film Gran Varietà di Domenico Paolella (1954). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 35 x 50) del film Tradita di Mario Bonnard (1954). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

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Fotobusta (cm 50 x 70) del film La grande guerra di Mario Monicelli (1959). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 50 x 70) del film La Contessa Azzurra di Claudio Gora (1960). (Coll. Gavella)

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Locandine e manifesti cinematografici

Fotobusta (cm 50 x 70) del film Il giorno più corto di Sergio Corbucci (1963). (Coll. Gavella)

Fotobusta (cm 50 x 70) del film Armiamoci e partite di Nando Cicero (1971). (Coll. Gavella)

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FONTI Aldo Bernardini (a cura di), Archivio del cinema italiano, volume I: Il cinema muto, 1905/1931, Roma, ANICA, 1991 Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1914, prima parte. I film degli anni d’oro, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1993. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1914, seconda parte. I film degli anni d’oro, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1993. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1915, prima parte. I film della grande guerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1992. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1915, seconda parte. I film della grande guerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1992. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1916, prima parte. I film della grande guerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1992. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1916, seconda parte. I film della grande guerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1992. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1917, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1991. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1918. I film della grande guerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1991. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1919. I film del dopoguerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1995. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1920. I film del dopoguerra, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1995. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1921. I film degli anni venti, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1995. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1922-1923. I film degli anni venti, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1996. Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1924-1931. I film degli anni venti, Torino, Nuova ERI, e Roma, CSC, 1996. I film, Roma, Gremese, in Dizionario del cinema, Roma, Gremese. i. Chiti Roberto e Enrico Lancia (a cura di), Volume I: dal 1930 al 1944, Roma, Gremese, 1993. ii. Roberto Chiti e Roberto Poppi (a cura di), Volume II: dal 1945 al 1959, Roma, Gremese, 1991. iii. Roberto Poppi e Mario Pecorari (a cura di), Volume III: dal 1960 al 1969, Roma, Gremese, 1992. iv. Roberto Poppi e Mario Pecorari (a cura di), Volume IV, tomo I: dal 1970 al 1979 A-L, Roma, Gremese, 1996. v. Roberto Poppi e Mario Pecorari (a cura di), Volume IV, tomo II: dal 1970 al 1979 M-Z, Roma, Gremese, 1996. vi. Roberto Poppi (a cura di), Volume V, tomo I: dal 1980 al 1989 A-L, Roma, Gremese, 2000. vii. Roberto Poppi (a cura di), Volume V, tomo II: dal 1980 al 1989 M-Z, Roma, Gremese, 2000. viii. Enrico Lancia (a cura di), Volume VI, tomo I: dal 1990 al 2000 A-L, Roma, Gremese, 2001. ix. Enrico Lancia (a cura di), Volume VI, tomo II: dal 1990 al 2000 M-Z, Roma, Gremese, 2002. “Tutti i film dell’anno” «Segnospeciale – Segno cinema» 1999-2013.

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Fonti

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Gianfranco Casadio, Il grigio e il nero: spettacolo e propaganda nel cinema italiano degli anni trenta: 1931-1943, Ravenna, Longo, 1989. Gianfranco Casadio, La guerra al cinema. I film di guerra nel cinema italiano dal 1944 al 1996, Ravenna, Longo, 1997-1998, due volumi. Archivio Centrale dello Stato Ufficio proprietà letteraria. Opere depositate (1926-1945) per l’Archivio Centrale dello Stato Ministero Turismo e Spettacolo/Direzione Generale per la Cinematografia (1945-1965) Ministero per le attività e i beni culturali – Direzione generale per il cinema Archivio per la revisione cinematografica (1914-)

BIBLIOGRAFIA Giame Alonge, Cinema e guerra. Il film, la Grande Guerra e l'immaginario bellico del Novecento, Torino, Utet, 2001. Gian Piero Brunetta, L’immagine della prima guerra mondiale attraverso il cinema, in Mario Isnenghi (a cura di), Operai e contadini nella Grande Guerra, Bologna, Cappelli, 1982. Gian Piero Brunetta, La guerra lontana. La prima guerra mondiale e il cinema tra i tabù del presente e la creazione del passato, Rovereto s.d. (presumibilmente 1985), Bruno Zaffoni. Pier Marco De Santi, 1914-1918. Una guerra sullo schermo, Roma, Rivista Militare, 1988. Pier Marco De Santi, La grande guerra nel cinema italiano in Nadia Marchionni (a cura di) La grande guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della prima guerra mondiale, Firenze, Pagliai Polistampa, 2005. Alessandro Faccioli, La guerra al cinema, in Mario Isnenghi e Daniele Ceschin (a cura di), La grande guerra: uomini e luoghi del 15-18, vol. II, Torino, Utet, 2008. Alessandro Faccioli, Rulli di guerra nel cinema muto in Mario Isnenghi e Daniele Ceschin (a cura di), La grande guerra: uomini e luoghi del ’15-’18, vol. II, Torino, Utet, 2008. Giuseppe Ghigi, Le ceneri del passato. Il cinema racconta la Grande guerra, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014. Mario Isnenghi, L’immagine cinematografica della grande guerra, in «Rivista di storia contemporanea», 1978 (VIII), #3. Gianfranco Miro Gori, Patria diva. La storia d'Italia nei film del Ventennio, Firenze, La casa Usher, 1988. Pierre Sorlin, Tre sguardi sulla grande guerra. I film di finzione in Francia, Germania e Italia, in Diego Leoni e Camillo Zadra (a cura di), La grande guerra. Esperienza, memoria e immagini [atti del convegno di Rovereto del 1984], Bologna, Il mulino, 1986.

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INDICI

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FILM IN ORDINE CRONOLOGICO. 1915-1931

1915. A Trieste – Vincere o morire! di Armando Brunero, 23 1915. Alba di libertà di Gian Orlando Vassallo, 23 1915. Alla bajonetta!...di Eduardo Bencivenga, 23 1915. Alla frontiera/ Frontiera di Domenico Gaido, 23 1915. Attenti alle spie! di Henrique Santos, 24 1915. Bandiera bianca di Giovanni Enrico Vidali, 24 1915. Befana di guerra di E. d’Angelo, 24 1915. Bob irredento è redento di Bob (Nino Martinengo), 25 1915. Cuore di alpino di Ubaldo Maria Del Colle, 25 1915. Cuore e patria di Domenico Gaido, 25 1915. Diamanti e documenti di Domenico Gaido, 25 1915. Diana l’affascinatrice di Gustavo Serena, 25 1915. Eroina serba di Oreste Gherardini, 26 1915. Eroismo d’alpino di Domenico Gaido, 26 1915. Eroismo di madre / Italia mia di Eduardo Bencivenga, 26 1915. Fiammata patriottica di Giulio Antamoro, 27 1915. Fratelli d’Italia/ Mercaiuolo ambulante regia: non reperita, 27 1915. Gli Unni e… gli altri regia: non reperita, 27 1915. Gloria ai caduti regia: non reperita, 27 1915. Guerra redentrice di Eduardo Bencivenga, 28 1915. Il capestro degli Asburgo di Gustavo Serena, 28 1915. Il dossier numero 7 regia: non reperita, 28 1915. Il figlio della guerra di Ugo Falena, 29 1915. Il mio diario di guerra di Riccardo Tolentino, 29 1915. Il sogno del bimbo d’Italia di Riccardo Cassano, 29 1915. Il sogno di Don Chisciotte di Amleto Palermi, 30 1915. Il sopravvissuto di Augusto Genina, 30 1915. Il tenente Berth di Pier Angelo Mazzolati, 31 1915. Inno di guerra ed inno nuziale / Inno nuziale regia: non reperita, 31 1915. Italia combatte e... regia: non reperita, 31 1915. Kri Kri offre il suo braccio alla patria regia: non reperita, 31 1915. L’esploratore / Nova epopea di Armando Brunero, 31 1915. L’usurpatore regia: non reperita, 32 1915. La corsara di Maurizio Rava, 32 1915. La divetta del reggimento di Mario Caserini, 32 1915. La doppia ferita di Augusto Genina, 33 1915. La maschera dell’eroe di Vittorio Rossi-Pianelli, 33 1915. La moda e la guerra o La guerra e la moda di Raffaele Cosentino, 33 1915. La moglie del traditore regia: non reperita, 33 1915. La patria redime / All’ombra del tricolore di Guglielmo Zorzi, 34 1915. La paura degli aeromobili nemici di André Deed, 34 1915. La samaritana di Armando Brunero, 34 1915. La veglia d’armi del boy scout di Pier Angelo Mazzolotti, 35 1915. Morte alle spie! di Giovanni Zannini, 35 1915. Padre e figlio regia: non reperita, 35 1915. Presentat-arm! di Gian Orlando Vassallo, 35

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Film in ordine cronologico. 1915-1931

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1915. Quando la tromba squilla di Luigi Mele, 35 1915. Savoia, urrah! di Eduardo Bencivenga, 36 1915. Sempre avanti, Savoia! di Elvira Notari, 36 1915. Sempre nel cor la patria !.../ Cuore di neve di Carmine Gallone, 36 1915. Sotto il bacio del fuoco di Emilio Roncarolo e Salvatore Papa, 36 1915. Storie vecchie e fatti nuovi di Eleuterio Rodolfi, 36 1915. Sul campo dell’onore di Amleto Palermi, 37 1915. Trieste / I vendicatori di Oberdan di Enzo Longhi, 37 1915. Trincea che redime regia: non reperita, 38 1915. Un maestro alsaziano regia: non reperita, 38 1915. Una notte al confine di Ugo Pittei, 38 1915. Una tragedia sull’Isonzo di Augusto Contardi, 38 1915. Vette del Trentino / Sulle balze del Trentino di Ignazio Lupi, 38 1915. Viaggio di nozze di Eleuterio Ridolfi, 39 1915. Vipere d’Austria, a morte! di Henrique Santos, 39 1915. Viva la patria ! / Il valore delle donne italiane regia: non reperita, 39 1916. Alla fronte regia: non reperita, 39 1916. Amore che tace di Vitale De Stefano, 40 1916. Amore di barbaro di Amleto Palermi, 40 1916. Buon sangue non mente di Gera Zambuto, 40 1916. Chi per la patria muor / Latin sangue gentile di Roberto Troncone, 41 1916. Così morì Miss Cavell di Amleto Palermi, 41 1916. Echi di squilli e trofei di vittoria di Emilio Roncarolo, 41 1916. Eroismo di donna / Donne eroiche / Amor di patria di Maurizio Rava, 41 1916. Farulli si arruola di Alberto Traversa, 42 1916. Gli irredenti di Pietro Licciarediello, 42 1916. I raggi neutri del Dottor Pietri regia: non reperita, 42 1916. Il Soldato d’Italia di Alberto Traversa, 42 1916. Kri Kri contro i gas asfissianti regia: non reperita, 42 1916. L’avvenire in agguato di Giulio Antamoro, 43 1916. L’imboscata di Emilio Ghione, 43 1916. L’ostaggio di Romolo Bacchini, 43 1916. La grande guerra di Raffaele Cosentino, 44 1916. La prossima pace / Trionfo dell’Intesa di Enzo Longhi, 44 1916. Maciste alpino di Luigi Maggi, Luigi Romano Borgnetto, 44 1916. Mater Purissima / Amore che consola regia: non reperita, 45 1916. Passano gli Unni… di Mario Caserini, 45 1916. Piccola infermiera della croce rossa / La volontaria della croce rossa di Enrico Vidali, 45 1916. Preferisco l’inferno di Eleuterio Rodolfi, 45 1916. Seppe morire e fu redento / Il vecchio volontario garibaldino di Alfredo Robert, 46 1916. Turbine rosso di Oreste Gherardini, 46 1916. Vaincre la mort? di Umberto Paradisi, 46 1916. Verso l’arcobaleno di Eugenio Perego, 47 1917. Calma di cielo e tempesta d’anime di Armando Carbone, 47 1917. Il siluramento dell’Oceania di Augusto Genina, 47 1917. Il tank della morte di Telemaco Ruggeri, 48 1917. Jack cuor di leone di Henrique Santos, 48 1917. L’approdo di Riccardo Tolentino, 49 1917. La guerra e il sogno di Momi di Segundo de Chòmon, 49

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Film in ordine cronologico. 1915-1931

1917. La nemica di Ivo Illuminati, 49 1917. La spirale della morte di Filippo Costamagna e Domenico Gambino, 49 1917. Le nozze di Vittoria di Ugo Falena, 50 1917. Lotta d’elementi / Raffiche d’anime di Aldo Molinari, 50 1917. Occhi consacrati di Luigi Mele, 50 1917. Quando il sole tramonta di Gennaro Righelli, 51 1917. Verso la gloria di Ugo Falena, 51 1918. Cenere e vampe di Ugo Falena, 51 1918. Controspionaggio di Ferdinand Guillaume, 52 1918. E dopo? di Febo Mari, 52 1918. Gli invasori di Gian Paolo Rosmino, 52 1918. Il canto della fede / Gran genio di Filippo Butera, 53 1918. La maschera del barbaro di Paolo Trinchera, 53 1918. Lacrime di popolo di Mario Roncoroni, 53 1918. Mariute di Eduardo Bencivenga, 54 1918. Per la vittoria e per la pace regia: non reperita, 54 1918. Saluto italico / La patria chiama di Ugo Bitelli, 54 1918. Trittico italico regia: non reperita, 55 1919. Aquile romane Aquile umane di Giuseppe De Liguoro, 55 1919. Il libro della vita di Giuseppe Guarino, 55 1919. Il più forte amore regia: non reperita, 56 1919. L’uomo che vide la morte di Luigi Romano Borgnetto, 56 1919. La riscossa delle maschere di Gustavo Zaremba de Jaracewsky, 56 1919. Occhi consacrati (II edizione) di Luigi Mele, 57 1919. Umanità di Elvira Giallanella, 57 1920. Il Colonnello Chabert di Carmine Gallone, 58 1920. Il soldato cieco di Paolo Azzurri, 58 1921. Il cielo di André Habay, 59 1921. Onda sanguigna / Battesimo di nave di Gian Paolo Rosmino, 59 1921. Passione di popolo: dalla guerra alla pace / Sufficit animus di Giuseppe Sterni, 59 1921. Un bacio dato… di G. Orlando Vassallo, 60 1922. La tormenta / Nella tormenta di Carmine Gallone, 60 1922. Non è resurrezione senza morte di Eduardo Bencivenga, 60 1923. Il grido dell'aquila di Mario Volpe, 61 1923. Il paese della paura di Alfredo De Antoni, 61 1924. La leggenda del Piave di Alfredo De Antoni, 61 1925. Fenesta ca lucive… di Mario Volpe, poi Armando Fizzarotti, 62 1925. La via del peccato di Amleto Palermi, 62 1925. Napoli è sempre Napoli / Nel cuore di Napoli di Mario Negri, 63 1925. Occupati d’Amelia di Telemaco Ruggeri, 63 1927. Da Icaro a De Pinedo di Silvio Laurenti-Rosa, 63 1927. Fantasia ‘e surdate / Patria e mamma di Elvira Notari, 64 1927. I martiri d’Italia di Domenico Gaido, 64 1927. L’Italia s’è desta di Elvira Notari, 64 1928. Brigata Firenze di G. Orlando Vassallo, 65 1928. Compagnia dei matti di Mario Almirante, 65 1928. Nun è Carmela mia / Non è Carmela mia! di Ubaldo Mattia del Colle, 66 1928. Redenzione d’anime di Silvio Laurenti-Rosa, 66 1929. Le mani sugli occhi di G. Orlando Vassallo, 66 1931. Fiocca la neve di Emanuele Rotondo, 67

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FILM IN ORDINE CRONOLOGICO. 1932-2013

1932. Camicia nera di Giovacchino Forzano, 71 1935. Le scarpe al sole di Marco Elter, 72 1935. Milizia Territoriale di Mario Bonnard, 73 1935. Passaporto rosso di Guido Brignone, 74 1936. Cavalleria di Goffredo Alessandrini, 75 1936. Tredici uomini e un cannone di Giovacchino Forzano, 76 1940. Piccolo alpino di Oreste Biancoli, 77 1941. Redenzione di Marcello Albani, 78 1949. La fiamma che non si spegne di Vittorio Cottafavi, 79 1949. Yvonne la Nuit di Giuseppe Amato, 80 1950. Piume al vento di Ugo Amadoro, 81 1951. Gli amanti di Ravello di Francesco De Robertis, 82 1951. Il caimano del Piave di Giorgio Bianchi, 83 1951. Senza bandiera di Lionello De Felice, 84 1952. Canzoni di mezzo secolo di Domenico Paolella, 85 1952. Fratelli d’Italia di Fausto Saraceni, 86 1952. Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli, 87 1952. La leggenda del Piave di Riccardo Freda, 88 1952. La nemica di Giorgio Bianchi, 90 1952. Quattro rose rosse di Nunzio Malasomma, 91 1953. Addio mia bella Signora di Fernando Cerchio, 92 1953. Cinema d’altri tempi di Stefano Vanzina, 92 1953. Gli amanti del passato di Adelchi Bianchi, 93 1953. Koenigsmark di Solange Térac, 94 1953. Un giorno in pretura di Stefano Vanzina, 95 1954. Amore e smarrimento di Filippo Ratti, 96 1954. Amori di mezzo secolo (episodio: Guerra 1915-18) di Pietro Germi, 97 1954. Carosello napoletano di Ettore Giannini, 98 1954. Cento anni d’amore (episodio: Purificazione) di Lionello De Felice, 99 1954. Di qua di là dal Piave di Guido Leoni, 100 1954. Gran Varietà di Domenico Paolella, 101 1954. Guai ai vinti di Raffaello Matarazzo, 101 1954. I cinque dell’Adamello di Pino Mercanti, 103 1954. Il tradimento di Elena Marinon di Henri Calef, 104 1954. L’arte di arrangiarsi di Luigi Zampa, 104 1954. La campana di San Giusto di Mario Amendola e Ruggero Maccari, 106 1954. Tradita / La notte di nozze di Mario Bonnard, 107 1954. Trieste, cantico d'amore / Le campane di San Giusto di Max Calandri, 108 1955. Bella non piangere di David Carbonari, Duilio Coletti, 109 1955. Il padrone sono me di Franco Brusati, 110 1957. La canzone del destino di Marino Girolami, 111 1959. La grande guerra di Mario Monicelli, 112 1960. La Contessa Azzurra di Claudio Gora,113 1961. La trincea di Vittorio Cottafavi*, 115 * Sceneggiato.

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Film in ordine cronologico. 1932-2013

1962. L’italiano ha cinquanta anni di Francamaria Trapani, 115 1962. La marcia su Roma di Dino Risi, 116 1963. Gli eroi di ieri, oggi, domani di Sergio Tau, Enzo Dell’Aquila, Fernando Di Leo, 117 1963. Il giorno più corto di Sergio Corbucci, 118 1964. Mata Hari, agente segreto H 21 di Jean-Louis Richard, 119 1966. Tutti pazzi meno io di Philippe De Broca, 120 1967. La ragazza e il Generale di Pasquale Festa Campanile, 121 1967. Addio Lara di Robert Hossein, 121 1968. Fraulein Doktor di Alberto Lattuada, 122 1970. La sciantosa di Alfredo Giannetti, 123 1970. Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato, 124 1970. Uomini contro di Francesco Rosi, 125 1971. Armiamoci e partite Nando Cicero, 126 1971. Il Sergente Klems di Sergio Grieco, 127 1973. Cuore di Romano Scavolini, 128 1973. La rosa rossa di Franco Giraldi, 130 1974. Il viaggio di Vittorio De Sica, 130 1974. Mio Dio come sono caduta in basso di Luigi Comencini, 132 1976. Novecento (atto primo) di Bernardo Bertolucci, 133 1978. Alto tradimento Indagine su Cesare Battisti di Walter Licastro*, 134 1979. At salùt päder di Paolo Cavara, 135 1981. Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello*, 135 1982. Malamore di Eriprando Visconti, 136 1982. Porca vacca di Pasquale Festa Campanile, 137 1983 E la nave va di Federico Fellini, 138 1984. Cuore di Luigi Comencini, 139 1984. Il disertore di Giuliana Berlinguer, 140 1984. La neve nel bicchiere di Florestano Vancini*, 141 1984. Uno scandalo perbene di Pasquale Festa Campanile, 142 1986. L’iniziazione di Gianfranco Mingozzi, 143 1986. Le miniere del Kilimangiaro di Mino Guerrini, 144 1986. Mino – Il piccolo alpino di Gianfranco Albano*, 145 1987. Good morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani, 146 1987. Lo scialo di Franco Rossi*, 147 1989. Modì di Franco Brogi*, 148 1993. Il giovane Mussolini di Gianluigi Calderone*, 148 1996. Esercizi di Stile (episodio Era il maggio radioso) di Luigi Magni, 149 1996. La frontiera di Franco Giraldi, 150 2000. Padre Pio: tra cielo e terra di Giulio Base*, 151 2001. Tra due donne di Alberto Ferrari, 152 2002. Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani*, 153 2004. Bérbablù di Luisa Pretolani e Massimo Valli, 154 2005. I colori della gioventù di Gianluigi Calderone*, 155 2007. L’amore e la guerra di Giacomo Campiotti*, 155 2007. La masseria delle allodole di Paolo e Vittorio Taviani, 156 2009. Vincere di Marco Bellocchio, 157 2011. Eroi per caso di Alberto Sironi*, 159

* Sceneggiato.

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FILM IN ORDINE ALFABETICO. 1915-1931

A Trieste – Vincere o morire! di Armando Brunero (1915), 23 Alba di libertà di Gian Orlando Vassallo (1915), 23 Alla bajonetta!... di Eduardo Bencivenga (1915), 23 Alla fronte regia: non reperita (1916), 39 Alla frontiera / Frontiera di Domenico Gaido (1915), 23 Amore che tace di Vitale De Stefano (1916), 40 Amore di barbaro di Amleto Palermi (1916), 40 Aquile romane/ Aquile umane di Giuseppe De Liguoro (1919), 55 Attenti alle spie! di Henrique Santos (1915), 24 Bandiera bianca di Giovanni Enrico Vidali (1915), 24 Befana di guerra di E. d’Angelo (1915), 24 Bob irredento è redento di Bob (Nino Martinengo) (1915), 25 Brigata Firenze di G. Orlando Vassallo (1928), 65 Buon sangue non mente di Gera Zambuto (1916), 40 Calma di cielo e tempesta d’anime di Armando Carbone (1917), 47 Cenere e vampe di Ugo Falena (1918), 51 Chi per la patria muor / Latin sangue gentile di Roberto Troncone (1916), 41 Compagnia dei matti di Mario Almirante (1928), 65 Controspionaggio di Ferdinand Guillaume (1918), 52 Così morì Miss Cavell di Amleto Palermi (1916), 41 Cuore di alpino di Ubaldo Maria Del Colle (1915), 25 Cuore e patria di Domenico Gaido (1915), 25 Da Icaro a De Pinedo di Silvio Laurenti-Rosa (1927), 63 Diamanti e documenti di Domenico Gaido (1915), 25 Diana l’affascinatrice di Gustavo Serena (1915), 25 E dopo? di Febo Mari (1918), 52 Echi di squilli e trofei di vittoria di Emilio Roncarolo (1916), 41 Eroina serba di Oreste Gherardini (1915), 26 Eroismo d’alpino di Domenico Gaido (1915), 26 Eroismo di donna / Donne eroiche / Amor di patria di Maurizio Rava (1916), 41 Eroismo di madre / Italia mia di Eduardo Bencivenga (1915), 26 Fantasia ‘e surdate / Patria e mamma di Elvira Notari (1927), 64 Farulli si arruola di Alberto Traversa 1916), 42 Fenesta ca lucive… di Mario Volpe, poi Armando Fizzarotti (1925), 62 Fiammata Patriottica di Giulio Antamoro (1915), 27 Fiocca la neve di Emanuele Rotondo (1931), 67 Fratelli d’Italia/ Mercaiuolo Ambulante regia: non reperito (1915), 27 Gli invasori di Gian Paolo Rosmino (1918), 52 Gli irredenti di Pietro Licciarediello (1916), 42 Gli Unni e… gli altri regia: non reperita (1915), 27 Gloria ai caduti regia: non reperita (1915), 27 Guerra redentrice di Eduardo Bencivenga (1915), 28 I martiri d’Italia di Domenico Gaido (1927), 64 I raggi neutri del Dottor Pietri regia: non reperita (1916), 42 Il canto della fede / Gran genio di Filippo Butera (1918), 53 Il capestro degli Asburgo di Gustavo Serena (1915), 28

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Film in ordine alfabetico. 1915-1931

Il cielo di André Habay (1921), 59 Il Colonnello Chabert di Carmine Gallone (1920), 58 Il dossier numero 7 regia: non reperita (1915), 28 Il figlio della guerra di Ugo Falena (1915), 29 Il grido dell’aquila di Mario Volpe (1923), 61 Il libro della vita di Giuseppe Guarino (1919), 55 Il mio diario di guerra di Riccardo Tolentino (1915), 29 Il paese della paura di Alfredo De Antoni (1923), 61 Il più forte amore regia: non reperita (1919), 56 Il siluramento dellOceania di Augusto Genina (1917), 47 Il sogno del bimbo d’Italia di Riccardo Cassano (1915), 29 Il sogno di Don Chisciotte di Amleto Palermi (1915), 30 Il soldato cieco di Paolo Azzurri (1920), 58 Il Soldato d’Italia di Alberto Traversa (1916), 42 Il sopravvissuto di Riccardo Cassano (1915), 30 Il tank della morte di Telemaco Ruggeri (1917), 48 Il tenente Berth di Pier Angelo Mazzolati (1915), 31 Inno di guerra ed inno nuziale / Inno nuziale regia: non reperita (1915), 31 Italia combatte e... regia: non reperita (1915), 31 Jack cuor di leone di Henrique Santos (1917), 48 Kri Kri contro i gas asfissianti regia: non reperita (1916), 42 Kri Kri offre il suo braccio alla patria regia: non reperita (1915), 31 L’approdo di Riccardo Tolentino (1917), 49 L'avvenire in agguato di Giulio Antamoro (1916), 43 L’esploratore / Nova epopea di Armando Brunero (1915), 31 L'imboscata di Emilio Ghione (1916), 43 L’Italia s’è desta di Elvira Notari (1927), 64 L’ostaggio di Romolo Bacchini (1916), 43 L’uomo che vide la morte di Luigi Romano Borgnetto (1919), 56 L’usurpatore regia: non reperita (1915), 32 La corsara di Maurizio Rava (1915), 32. La divetta del reggimento di Mario Caserini (1915), 32 La doppia ferita regia: non reperita (1915), 33 La grande guerra di Raffaele Cosentino (1916), 44 La guerra e il sogno di Momi di Segundo de Chòmon (1917), 49 La leggenda del Piave di Alfredo De Antoni (1924), 61 La maschera del barbaro di Paolo Trinchera (1918), 53 La maschera dell'eroe di Vittorio Rossi – Pianelli (1915), 33 La moda e la guerra o La guerra e la moda di Raffaele Cosentino (1915), 33 La moglie del traditore regia: non reperita (1915), 33 La nemica di Ivo Illuminati (1917), 49 La patria redime / All'ombra del tricolore di Guglielmo Zorzi (1915), 34 La paura degli aeromobili nemici di André Deed (1915), 34 La prossima pace / trionfo dell'Intesa di Enzo Longhi (1916), 44 La riscossa delle maschere di Gustavo Zaremba de Jaracewsky (1919), 56 La samaritana di Armando Brunero (1915), 34 La spirale della morte di Filippo Costamagna e Domenico Gambino (1917), 49 La tormenta/ Nella tormenta di Carmine Gallone (1922), 60 La veglia d'armi del boy scout di Pier Angelo Mazzolotti (1915), 35 La via del peccato di Amleto Palermi (1925), 62

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Film in ordine alfabetico. 1915-1931

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Le mani sugli occhi di G. Orlando Vassallo (1929), 66 Le nozze di Vittoria di Ugo Falena (1917), 50 Lacrime di popolo di Mario Roncoroni (1918), 53 Lotta d’elementi – Raffiche d’anime di Aldo Molinari (1917), 50 Maciste alpino di Luigi Maggi, Luigi Romano Borgnetto (1916), 44 Mariute di Eduardo Bencivenga (1918), 54 Mater Purissima / Amore che consola regia: non reperita (1916), 45 Morte alle spie! di Giovanni Zannini (1915), 35 Napoli è sempre Napoli / Nel cuore di Napoli di Mario Negri (1925), 63 Nun è Carmela mia / Non è Carmela mia! di Ubaldo Mattia del Colle (1928), 66 Non è resurrezione senza morte di Eduardo Bencivenga (1922), 60 Occhi consacrati di Luigi Mele (1917), 50 Occhi consacrati (II edizione) di Luigi Mele (1919), 57 Occupati d’Amelia di Telemaco Ruggeri (1925), 63 Onda sanguigna / Battesimo di nave di Gian Paolo Rosmino (1921), 59 Padre e figlio regia: non reperita (1915), 35 Passano gli Unni… di Mario Caserini (1916), 45 Passione di popolo: dalla guerra alla pace / Sufficit animus di Giuseppe Sterni (1921), 59 Per la vittoria e per la pace regia: non reperita (1918), 54 Piccola infermiera della croce rossa / La volontaria della croce rossa di Enrico Vidali (1916), 45 Preferisco l’inferno di Eleuterio Rodolfi (1916), 45 Presentat-arm! di Gian Orlando Vassallo (1915), 35 Quando il sole tramonta di Gennaro Righelli (1917), 51 Quando la tromba squilla di Luigi Mele (1915), 35 Redenzione d'anime di Silvio Laurenti-Rosa (1928), 66 Saluto italico / La patria chiama di Ugo Bitelli (1918), 54 Savoia, urrah! di Eduardo Bencivenga (1915), 36 Sempre avanti, Savoia! di Elvira Notari (1915), 36 Sempre nel cor la patria !.../ Cuore di neve di Carmine Gallone (1915), 36 Seppe morire e fu redento / Il vecchio volontario garibaldino di Alfredo Robert (1916), 46 Sotto il bacio del fuoco di Emilio Roncarolo e Salvatore Papa (1915), 36 Storie vecchie e fatti nuovi di Eleuterio Rodolfi (1915), 36 Sul campo dell’onore di Amleto Palermi (1915), 37 Trieste / I vendicatori di Oberdan di Enzo Longhi (1915), 37 Trincea che redime regia: non reperita (1915), 38 Trittico italico regia: non reperita (1918), 55 Turbine rosso di Oreste Gherardini (1916), 46 Umanità di Elvira Giallanella (1919), 57 Un bacio dato… di G. Orlando Vassallo (1921), 60 Un maestro alsaziano regia: non reperita (1915), 38 Una notte al confine di Ugo Pittei (1915), 38 Una tragedia sull’Isonzo di Augusto Contardi (1915), 38 Vaincre la mort? di Umberto Paradisi (1916), 46 Verso l’arcobaleno di Eugenio Perego (1916), 47 Verso la gloria di Ugo Falena (1917), 51 Vette del Trentino / Sulle balze del Trentino di Ignazio Lupi (1915), 38 Viaggio di nozze di Eleuterio Ridolfi (1915), 39 Vipere d’Austria, a morte! di Henrique Santos (1915), 39 Viva la patria ! / Il valore delle donne italiane regia: non reperita (1915), 39

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FILM IN ORDINE ALFABETICO. 1932-2013

Addio Lara di Robert Hossein (1967), 121 Addio mia bella Signora di Fernando Cerchio (1953), 92 Alto tradimento Indagine su Cesare Battisti di Walter Licastro (1978)*, 134 Amore e smarrimento di Filippo Ratti (1954), 96 Amori di mezzo secolo (episodio: Guerra 1915-18) di Pietro Germi (1954), 97 Armiamoci e partite di Nando Cicero (1971), 126 At salùt päder di Paolo Cavara (1979), 135 Bella non piangere di David Carbonari, Duilio Coletti (1955), 109 Bérbablù di Luisa Pretolani e Massimo Valli (2004), 154 Camicia nera di Giovacchino Forzano (1932), 71 Canzoni di mezzo secolo di Domenico Paolella (1952), 85 Carosello napoletano di Ettore Giannini (1954), 98 Cavalleria di Goffredo Alessandrini (1936), 75 Cento anni d’amore (episodio: Purificazione) di Lionello De Felice (1954), 99 Cinema d'altri tempi di Steno (1953), 92 Cuore di Luigi Comencini (1984), 139 Cuore di Romano Scavolini (1973), 128 Di qua di là dal Piave di Guido Leoni (1954), 100 E la nave va di Federico Fellini (1983), 138 Eroi per caso di Alberto Sironi (2011)*, 159 Esercizi di Stile (episodio Era il maggio radioso) di Luigi Magni (1996), 149 Fratelli d’Italia di Fausto Saraceni (1952), 86 Fraulein Doktor di Alberto Lattuada (1968), 122 Gli amanti del passato di Adelchi Bianchi (1953), 93 Gli amanti di Ravello di Francesco De Robertis (1951), 82 Gli eroi di ieri, oggi, domani di Sergio Tau, Enzo Dell’Aquila, Fernando Di Leo e Franz Weiss (1963), 117 Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Good morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani (1987), 146 Gran Varietà di Domenico Paolella (1954), 101 Guai ai vinti di Raffaello Matarazzo (1954), 101 I cinque dell’Adamello di Pino Mercanti (1954), 103 I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005)*, 155 Il caimano del Piave di Giorgio Bianchi (1951), 83 Il disertore di Giuliana Berlinguer (1984), 140 Il giorno più corto di Sergio Corbucci (1963), 118 Il giovane Mussolini di Gianluigi Calderone (1993)*, 148 Il padrone sono me di Franco Brusati (1955), 110 Il Sergente Klems di Sergio Grieco (1971), 127 Il tradimento di Elena Marinon di Henri Calef (1954), 104 Il viaggio di Vittorio De Sica (1974), 130 Koenigsmark di Solange Térac (1953), 94 L’amore e la guerra di Giacomo Campiotti (2007), 155 L’arte di arrangiarsi di Luigi Zampa (1954), 104 * Sceneggiato.

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Film in ordine alfabetico. 1932-2013

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L’iniziazione di Gianfranco Mingozzi (1986), 143 L’italiano ha cinquanta anni di Francamaria Trapani (1962), 115 La campana di San Giusto di Mario Amendola e Ruggero Maccari (1954), 106 La canzone del destino di Marino Girolami (1957), 111 La Contessa Azzurra di Claudio Gora (1960), 113 La fiamma che non si spegne di Vittorio Cottafavi (1949), 79 La frontiera di Franco Giraldi (1996), 150 La grande guerra di Mario Monicelli (1959), 112 La leggenda del Piave di Riccardo Freda (1952), 88 La marcia su Roma di Dino Risi (1962), 116 La masseria delle allodole di Paolo e Vittorio Taviani (2007), 156 La nemica di Giorgio Bianchi (1952), 90 La neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984)*, 141 La ragazza e il Generale di Pasquale Festa Campanile (1967), 121 La rosa rossa di Franco Giraldi (1973), 130 La sciantosa di Alfredo Giannetti (1970), 123 La trincea di Vittorio Cottafavi (1961), 115 Le miniere del Kilimangiaro di Mino Guerrini (1986), 144 Le scarpe al sole di Marco Elter (1935), 72 Lo scialo di Franco Rossi (1987)*, 147 Malamore di Eriprando Visconti (1982), 136 Mata Hari, agente segreto H 21 di Jean-Louis Richard (1964), 119 Milizia Territoriale di Mario Bonnard (1935), 73 Mino - Il piccolo alpino di Gianfranco Albano (1986)*, 145 Mio Dio come sono caduta in basso di Luigi Comencini (1974), 132 Modì di Franco Brogi (1989)*, 148 Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato (1970), 124 Novecento (atto primo) di Bernardo Bertolucci (1976), 133 Padre Pio: tra cielo e terra di Giulio Base (2000)*, 151 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002)*, 153 Passaporto rosso di Guido Brignone (1935), 74 Piccolo alpino di Oreste Biancoli (1940), 77 Piume al vento di Ugo Amadoro (1950), 81 Porca vacca di Pasquale Festa Campanile (1982), 137 Quattro rose rosse di Nunzio Malasomma (1952), 91 Redenzione di Marcello Albani (1941), 78 Senza bandiera di Lionello De Felice (1951), 84 Tra due donne di Alberto Ferrari (2001), 152 Tradita / La notte di nozze di Mario Bonnard (1954), 107 Tredici uomini e un cannone Giovacchino Forzano (1936), 76 Trieste, cantico d’amore / Le campane di San Giusto di Max Calandri (1954), 108 Tutti pazzi meno io di Philippe De Broca (1966), 120 Un giorno in pretura di Stefano Vanzina (1953), 95 Uno scandalo perbene di Pasquale Festa Campanile (1984), 142 Uomini contro di Francesco Rosi (1970), 125 Vincere di Marco Bellocchio (2009), 157 Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981)*, 135 Yvonne la Nuit di Giuseppe Amato (1949), 80 * Sceneggiato.

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FILM CON RIFERIMENTI ORALI ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Di seguito riportiamo alcuni titoli di film, normalmente inclusi nelle filmografie relative alla Prima guerra mondiale, che noi abbiamo deciso di escludere, perché sono presenti soltanto riferimenti orali alla Grande guerra. 1938. Luciano Serra, pilota di Goffredo Alessandrini 1939. Piccolo re di Redo Romagnoli 1948. Anni difficili di Luigi Zampa 1952. Penne nere di Oreste Biancoli 1952. Ombre su Trieste di Nerino Florio Bianchi 1954. Raspoutine di Georges Combret 1955. Don Camillo e l’onorevole Peppone di Carmine Gallone, 1959. Arrangiatevi di Mauro Bolognini 1960. Il ritorno di Arsenio Lupin di Robert Yves 1963. I mostri – ep. Testimone volontario di Dino Risi 1969. I recuperanti di Ermanno Olmi 1974. Trio infernale di François Giraud 1978. Piccole labbra di Mimmo Cattarinich 1983. Tu mi turbi di Roberto Benigni 1986. La famiglia di Ettore Scola 1996. Nitrato d’argento di Marco Ferreri 2008. La terra nel sangue di Giovanni Ziberna 2009. Lo smemorato di Collegno di Maurizio Zaccaro (sceneggiato) 2011. Raspoutin di Louis Nero I film sotto indicati sono segnalati da Pier Marco De Santi, nel suo saggio 1914-1918. Una guerra sullo schermo, ma non ci sono prove della loro produzione reperibili in altre fonti (Bernardini, Martinelli, Archivio della revisione cinematografica). 1915. Inno della Patria, regia: non reperita; produzione: Savoia Film 1915. Muore sul campo, regia: non reperita; produzione Gloria film 1915. Sotto la bandiera nemica regia: Nino Oxilia; produzione: Cines 1915. Sotto l’uniforme, regia: non reperita; produzione: Vomero Film 1915. Sull’altare della patria, regia: Riccardo Tolentino; produzione: Latina ars 1917. Anello di guerra, regia: Enrico Guazzoni; produzione: non reperita 1917. Oronzo volontario di guerra, regia: non reperita; produzione: non reperita 1917. Viva l’Italia, regia: non reperita; produzione: Caesar Film 1959. Peppino e la nobile dama, regia: Piero Ballerini; produzione: Longobarda Film

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INDICE TEMATICO DEI FILM. 1915-2013

1914. DICHIARAZIONE DI GUERRA 1) Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 2) Armiamoci e partite di Nando Cicero (1971), 126 3) E la nave va di Federico Fellini (1983), 138 4) L’iniziazione di Gianfranco Mingozzi (1987), 143 1915. INTERVENTISMO 1) Camicia nera di Giovacchino Forzano (1933), 71 2) Fratelli d'Italia di Fausto Saraceni (1952), 86 3) Porca vacca di Pasquale Festa Campanile (1982), 137 1915. ITALIA. ENTRATA IN GUERRA 1) Milizia territoriale di Mario Bonnard (1935), 73 2) Canzoni di mezzo secolo di Domenico Paolella (1952), 85 3) Cinema d'altri tempi di Stefano Vanzina [Steno] (1953), 92 4) Addio mia bella Signora di Fernando Cerchio (1954), 92 5) L’arte di arrangiarsi di Luigi Zampa (1954), 104 6) Bella non piangere di David Carbonari e Duilio Coletti (1955), 109 7) Tradita di Mario Bonnard (1954), 107 8) Il padrone sono me di Franco Brusati (1955), 110 9) La canzone del destino di Marino Girolami (1957), 111 10) La Contessa Azzurra di Claudio Gora (1960), 113 11) Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato (1970), 124 12) La sciantosa di Alfredo Giannetti (1970), 123 13) Novecento (Atto primo) di Bernardo Bertolucci (1976), 133 14) Cuore di Luigi Comencini (1984), 139 15) Lo scialo di Franco Rossi (1987), 147 16) Bèrbablù di Massimiliano Valli (2004), 154 17) Vincere di Marco Bellocchio (2009), 157 1915. EMILIA ROMAGNA. ENTRATA IN GUERRA 1) La neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984), 141 1915. ECCIDIO DEGLI ARMENI 1) La masseria delle allodole di Paolo e Vittorio Taviani (2007), 156 1915-1916. VOLONTARI IN GUERRA 1) Fantasia 'e surdate / Patria e mamma di Elvira Notari (1927), 64 2) Passaporto rosso di Guido Brignone (1935), 74 1915-1918. VENETO. GUERRA BIANCA 1) Le scarpe al sole di Marco Elter (1935), 72 1915-1918. ITALIA. AZIONI AL FRONTE 1) Cavalleria di Goffredo Alessandrini (1936), 75 2) Yvonne la Nuit di Giuseppe Amato (1949), 80

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Indice tematico dei film. 1915-2013

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3) La grande guerra di Mario Monicelli (1959), 112 4) Il giorno più corto di Sergio Corbucci (1963), 118 6) Uomini contro di Francesco Rosi (1970), 125 1915. CARABINIERI AL FRONTE 1) La fiamma che non si spegne di Vittorio Cottafavi (1949), 79 1915-1918. ITALIA. GUERRA BIANCA 1) 2) 3) 4) 5)

Piccolo alpino di Oreste Biancoli (1940), 77 Amore e smarrimento di Filippo W. Ratti (1954), 96 I cinque dell'Adamello di Pino Mercanti (1954), 103 La ragazza e il Generale di Pasquale Festa Campanile (1967), 121 Mino - Il piccolo alpino di Gianfranco Albano (1986), 145

1916. ITALIA 1) La frontiera di Franco Giraldi (1996), 150 1916. VENETO. ASSISTENZA FERITI 1) Malamore di Eriprando Visconti (1982), 136 1917. ITALIA 1) Gli eroi di ieri, oggi, domani. (Ep. Inverno di guerra 1917) di Sergio Tau (1963), 117 1917 1) Le miniere del Kilimangiaro di Mino Guerrini ( 1986), 144 1917. ITALIA. CAPORETTO 1) Il grido dell'aquila di Mario Volpe (1923), 61 2) La leggenda del Piave di Alfredo De Antoni (1924), 61 3) Il caimano del Piave di Giorgio Bianchi (1951), 83 4) Piume al vento di Ugo Amadoro (1950), 81 5) La leggenda del Piave di Riccardo Freda (1952), 88 6) Guai ai vinti di Raffaello Matarazzo (1954), 101 1917-1918. DOPO CAPORETTO 1) L’amore e la guerra di Giacomo Campiotti (2007), 155 1918. ITALIA. LIBERAZIONE DI TRIESTE 1) La campana di San Giusto di Mario Amendola e Ruggero Maccari (1954), 106 1918. OCCUPAZIONE DI TRIESTE 1) Trieste, cantico d’amore di Max Calandri (1954), 108 1918. FRONTE OCCIDENTALE 1) Il Sergente Klems di Sergio Grieco (1971), 127 GAS 1) Kri Kri contro i gas asfissianti regia: non reperita (1916), 42 2) Fraulein Doktor di Alberto Lattuada (1969), 122

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Indice tematico dei film. 1915-2013

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PARTENZA PER IL FRONTE 1) Presentat – arm! di Gian Orlando Vassallo (1915), 35 2) Il paese della paura di Alfredo De Antoni (1923), 61 3) Fenesta ca lucive di Mario Volpe, poi Armando Fizzarotti (1925), 62 4) Jack cuor di leone di Henrique Santos (1917), 48 5) Nun è Carmela mia! / Non è Carmela mia di Ubaldo Mattia del Colle (1928), 66 6) Redenzione d'anime di Silvio Laurenti-Rosa (1928), 66 7) La nemica di Giorgio Bianchi (1952), 90 PSICOPATOLOGIE DI GUERRA 1) Uno scandalo per bene di Pasquale Festa Campanile (1984), 142 REDUCI 1) Redenzione di Marcello Albani (1942), 78 2) Il tradimento di Elena Marimon di Henri Calef (1954), 104 3) La marcia su Roma di Dino Risi (1962), 116 4) La rosa rossa di Franco Giraldi (1973), 130 6) Il disertore di Giuliana Berlinguer (1983), 140 7) Esercizi di Stile episodio: Era il maggio odoroso di Francesco Laudadio (1996), 149 SPETTACOLO PER I SOLDATI 1) La divetta del reggimento di Mario Caserini (1915), 32 2) Un giorno in pretura. (Ep. Gloriana) di Stefano Vanzina[Steno] (1953), 95 3) Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato (1970), 124 4) La sciantosa di Alfredo Giannetti (1970), 123

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PAROLE CHIAVE. FILM MUTI E SONORI. 1915-2013

accusa di tradimento, 134 affondamento nave, 138 agente segreto, 119 alleati, 53 alpini, 24, 25, 26, 27, 31, 34, 44, 53, 64, 65, 96, 103, 145 amor di patria, 72, 74, 89, 109, 140 amputazioni, 30 anarchico disertore, 34 antimilitarismo, 125 anziano garibaldino, 27 apparecchio segnalatore per la flotta, 27 arditi, 56 armistizio, 78, 102 arruolamento esercito americano, 146 arruolamento esercito italiano, 146 arruolamento non volontario, 34 artiglieria, 51, 77 attendente, 99, 103 attentato Sarajevo, 138 attraversamento linee, 29, 30 austriaci, 23, 81 avanspettacolo, 80 aviazione, 40, 49, 55, 59, 64, 75 azione del Papa per la pace, 88 azioni di cavalleria, 80 baionetta, 30, 34, 37, 41, 44, 49 bandiera, 27, 30, 34, 35, 36, 37, 44, 53 Battaglia dell’Artois, 128 Belgio, 45, 47 Benito Musolini, 71, 149, 158 bersaglieri, 23, 27, 28, 30, 34, 36, 38, 41, 81, 84, 92, 98, 106, 109, 115 bomba, 120 bombardamento/i, 30, 32, 46, 49, 56, 57, 59, 61, 64 bordello, 113, 136 Bosco Cappuccio, 115 Bosco Triangolare, 115 boy scout, 33, 35 Brigata Sassari, 115 Cadorna, 64 café chantant, 91, 98, 123, 124 caffè-concerto, 24, 32, 80 cameratismo, 54 camicie nere, 61

campo di prigionia, 78 Capodistria, 86 Caporetto, 61, 62, 84, 97, 113, 118 cappellano militare, 29, 159 carabinieri, 79 carica di cavalleria, 75 carro armato, 48 Carso, 115, 153 cavalleria, 41, 75, 80, 83, 84, 122, 129, 152 cecità, 30, 50, 57, 58, 59, 66, 67 cerimonia pro caduti, 28 Cesare Battisti, 86, 134 cinepresa militare, 146 commedia, 25, 31, 34 conclave 1903, 88 congiura, 122 corrispondente di guerra, 93 cospiratori italiani, 27 crocerossina/e, 24, 28, 34, 45, 51, 59, 62, 111, 125, 152, 156 dalmata patriota italiano, 151 decimazione, 125 decorato, 64 decorazione al valore, 26, 78 dichiarazione di guerra, 131 diplomazia, 45 disertore/i, 136, 140, 141, 151 diserzione, 53, 56, 78, 134, 156 disperso/i in guerra, 94 disprezzo austriaco antitaliano, 113 dolina, 115 don Tazzoli, 29 donna si traveste da uomo, 33 donna violentata [ante guerra], 29 dopo Caporetto, 159 dopoguerra, 110, 116, 130, 133, 135, 140, 141, 142, 147 Duca d’Aosta, 109 eccidio degli armeni, 157 Enrico Toti, 109 entrata in guerra, 86, 145 erotico, 144 ex combattenti, 61 ex garibaldino, 46 fanteria, 29, 31, 33, 65, 115 Federico Caprilli, 75

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Parole chiave. Film muti e sonori. 1915-2013

feriti, 29, 30, 34, 43, 53 Filippo Tommaso Marinetti, 155 fine della guerra, 72, 83 fotografo di guerra, 159 Francesco Baracca, 75 Francesco Giuseppe, 28, 30, 37 Francia, 51, 67 fratelli in guerra, 34 Friuli, 30 fronte balcanico, 26 fronte francese, 144 fronte Isonzo, 159 fronte occidentale, 41, 122 fronte serbo – bulgaro, 46 fucilazione, 81, 113, 125, 136 gas, 30, 42, 49, 122 giovani esploratori, 31 guerra bianca, 34, 44, 72, 96, 103, 117, 145 guerra di Libia, 132 guerra di mina, 46, 156 guerra mette pace in famiglia, 31 guerra ricompone unità famigliare, 24 Guglielmo Oberdan, 28 Guglielmo II, 30, 37 idrovolanti, 27 imboscati/o, 40, 52, 56, 89, 111, 135, 137 impiccagione, 134 indennizzo di guerra, 73 industria cinematografica, 93 infanzia militarizzata, 24, 27, 30 infermiera, 41, 59 interclassismo, 24, 32 interventismo, 71, 86, 108, 148, 149, 155 ironia, 54 irredentismo estero (Francia), 38 irredentismo, 23, 25, 27, 29, 34, 36, 37, 44, 106 italiani emigrati in Sud America, 74 legioni romane, 24 legione straniera, 128 licenza, 26, 51 macerie, 28 manicomio, 120 manovre di cavalleria, 75 marina, 26, 55 marinai, 27 medaglia al valore, 34, 121, 145 missione punitiva, 156 Montenegro, 60 morte presunta, 50, 58

187

morti, 55 mutilati/o, 63, 65, 89, 92 Nazario Sauro, 86 nazionalismo fascista, 78 nemici austriaci, 26, 27, 29, 34, 36, 55, 62 nemici bulgari, 46 nemici croati, 24, 27 nemici tedeschi, 39, 40, 41, 45, 46 occupazione del Veneto, 56 ospedale, 32, 34, 62 ospedale da campo, 81 ospedale militare, 158 pace, 24, 28, 40 pacifisti, 71 Padre Pio, 152 Padre Semeria, 29 partenza per il fronte, 35, 66, 114, 132 partenza per la guerra, 48, 62, 66, 90 passaggio delle linee, 37, 44 patriota italiano, 84 personaggio femminile con passato equivoco, 34 Piave, 71 Pio X, 88 Pola, 64 portaordini, 113 preghiera, 24, 30, 34, 54 prestito nazionale, 24, 50, 51 prete, 71 prete patriota, 27, 56, 89 prigionieri, 46, 121, 156 propaganda, 53 prostituta, 113, 124, 136 psicopatologia di guerra, 71 raccomandazione per il figlio in guerra, 73 Rasputin, 122 reclute, 101 reduce/i, 71, 105, 116, 133, 150 Regia Marina, 32, 47, 50, 59, 85 Romagna, 141 sabotaggio, 85 Salvo DAcquisto, 79 Sardegna, 140 satira, 30, 33, 37, 45 satira antitedesca, 27 satira su Francesco Giuseppe, 44 scontri fra socialisti rivoluzionari e riformisti, 149 soccorso a naufraghi serbi, 138 socialista, 103

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soldati in partenza per il fronte, 124 soldato scozzese, 120 sommosse dei soldati, 125 sottomarini, 30, 47, 55, 59, 86 spettacolo per i soldati, 93, 95, 123 spia, 128 spionaggio, 23, 26, 28, 33, 35, 39, 43, 46, 52, 62, 77, 84, 85, 107, 118, 119, 127 stupro, 40, 54, 62, 102 tentato stupro, 89 traditore/i, 77, 106 trasgressione, 132 Trentino, 60 Trento, 24, 27, 64, 145

Parole chiave. Film muti e sonori. 1915-2013

Trieste, 24, 37, 64 Trincea dei razzi, 115 Trincea delle Frasche, 115 trincea/e, 23, 30, 34, 40, 42, 43, 44, 48, 49, 53, 54, 65, 115, 155 ultimatum alla Serbia, 131 Veneto, 53, 61, 65 veto Imperatore d’Austria contro Card. Rampolla, 88 violenza sessuale, 26 vita di trincea, 72, 117 vittoria, 24, 78, 97, 107 volontario/i, 43, 64, 71, 155 Zeppeling, 97

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I REGISTI

Albani Marcello, 78 Albano Gianfranco, 145 Alessandrini Goffredo, 75 Almirante Mario, 65 Amadoro Giorgio, 81 Amato Giuseppe, 80 Amendola Mario, 106 Antamoro Giulio, 27, 43 Azzurri Paolo, 58 Bacchini Romolo, 44 Base Giulio, 151 Bellocchio Marco, 157 Bencivenga Eduardo, 23, 26, 28, 36, 54, 60 Berlinguer Giuliana, 140 Bertolucci Bernardo, 133 Bianchi Adelchi, 94 Bianchi Giorgio, 83, 90 Biancoli Oreste, 77 Bitetti Ugo, 54 Bonnard Mario, 73, 107 Borgnetto Romano Luigi, 44, 56 Brignone Guido, 74 Brogi Taviani Franco, 148 Brunero Armando, 23, 31, 34 Brusati Franco, 110 Butera Filippo, 53 Calandri Max, 108 Calderone Gianluigi, 149, 155 Calef Henri, 104 Campiotti Giacomo, 155 Capitani Giorgio, 153 Carbonari David, 109 Caserini Mario, 32, 45 Cassano Riccardo, 29 Cavara Paolo, 135 Cerchio Fernando, 92 Chiari Mario, 97 Cicero Nando, 126 Coletti Duilio, 109 Comencini Luigi, 132, 139 Contardi Augusto, 38 Corbucci Sergio, 118 Cosentino Raffaele, 33 Costamagna Filippo, 50 Cottafavi Vittorio, 79, 115 D'Angelo E., 24

De Antoni Alfredo, 61 De Broca Philippe, 120 de Chamon Segundo, 49 De Felice Lionello, 84, 99 De Liguoro Giuseppe, 55 De Riso Camillo, 52 De Robertis Francesco, 82 De Sica Vittorio, 131 De Stefano Vitale, 40 Deed André, 34 Del Colle Ubaldo Maria, 25, 66 Elter Marco, 72 Falena Ugo, 29, 50, 51 Fellini Federico, 138 Ferrari Alberto, 152 Festa Campanile Pasquale, 121, 137, 142 Fizzarotti Armando, 62 Fondato Marcello, 124 Forzano Giovacchino, 71, 76 Freda Riccardo, 89 Gaido Domenico, 24, 25, 26, 64 Gallone Carmine, 36, 58, 60 Gambino Domenico, 50 Genina Augusto, 30, 33, 47 Germi Pietro, 97 Gherardini Oreste, 26, 46 Ghione Emilio, 43 Giallanella Elvira, 57 Giannetti Alfredo, 123 Giannini Ettore, 98 Giraldi Franco, 130, 150 Girolami Marino, 111 Gora Claudio, 114 Grieco Sergio, 128 Guaita Mario, 55 Guerrini Mino, 144 Habay Andrea, 59 Hossein Robert, 122 Illuminati Ivo, 49 Lattuada Alberto, 122 Laudadio Francesco, 150 Laurenti - Rosa Silvio, 63, 66 Leoni Guido, 100 Licastro Walter, 134 Licciarediello Pietro, 42 Longhi Enzo, 37, 44

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Lupi Ignazio, 38 Maccari Ruggero, 106 Maggi Luigi, 44 Maiello Raffaele, 135 Malasomma Nunzio, 91 Mari Febo, 52 Martinengo Nino, 25 Matarazzo Raffaello, 102 Mazzolotti Pier Angelo, 31, 35 Mele Luigi, 35, 50, 57 Mercanti Pino, 103 Mingozzi Gianfranco, 143 Molinari Aldo, 50 Monicelli Mario, 112 Negri Mario, 61, 63 Notari Elvira, 27, 36, 64 Palermi Amleto, 30, 37, 40, 41, 62 Paolella Domenico, 85, 101 Papa Salvatore, 36 Paradisi Umberto, 46 Pellegrini Glauco, 97 Perego Eugenio, 47 Pietrangeli Antonio, 97 Pittei Ugo, 38 Pretolani Luisa, 154 Ratti Filippo W., 96 Rava Maurizio, 32 Richard Jean-Louis, 119 Righelli Gennaro, 47, 51 Risi Dino, 116 Robert Alfredo, 46 Rodolfi Eleuterio, 36, 39, 45 Roncarolo Emilio, 36, 41 Roncoroni Mario, 53 Rosi Francesco, 125

I registi

Rosmino Gian Paolo, 52, 59 Rossellini Roberto, 97 Rossi - Pianelli Vittorio, 33 Rossi Franco, 147 Rotondo Emanuele, 67 Ruggeri Telemaco, 48, 63 Santos Enrique, 24, 39, 48 Saraceni Fausto, 86 Scarpelli Umberto, 87 Scavolini Romano, 129 Serena Gustavo, 26, 28 Sironi Alberto, 159 Sterni Giuseppe, 59 Tau Sergio, 117 Taviani Paolo e Vittorio, 146, 156 Tolentino Riccardo, 29, 49 Térac Solange, 94 Trapani Franca Maria, 116 Traversa Alberto, 42 Trinchera Paolo, 53 Trissino Gian Giorgio, 41 Troncone Roberto, 41 Valli Massimiliano, 154 Vancini Florestano, 141 Vanzina Stefano, 93, 95 Vassallo Gian Orlando, 23, 35, 60, 65, 66 Vidali Giovanni Enrico, 24, 45 Visconti Eriprando, 136 Volpe Mario, 61, 62 Zambuto Gero, 40 Zampa Luigi, 105 Zannini Giovanni, 35 Zaremba de Jaracewsky Gustavo, 56 Zorzi Guglielmo, 34

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GLI INTERPRETI

Abba Cele, 74 Abruzzo Michele, 132 Accornero Roberto, 153 Acqua Antonio, 105, 116 Addobbati Giuseppe, 76, 77, 110 Adorf Mario, 145 Adrario Rosina, 75 Albertazzi Giorgio, 107, 116 Albertini Giampiero, 116, 125, 130 Alhaique Michele, 159 Allocca Lucio, 152 Almirante Ernesto, 77 Almirante Luigi, 73 Amanda Lia, 94 Amandola Vittorio, 145 Amato Gerardo, 152 Amato Gaetano, 152 Ammirata Sergio, 115 Anderson Margaret Roy, 110 André Gaby, 106 Anelli Antonio, 131 Angiolini Ambra, 159 Annicelli Corrado, 87 Annuale Armando, 109, 110 Anselmi Rosina, 73 Antonelli Laura, 132, 137 Antonutti Omero, 140, 146, 150 Arena Maurizio, 95, 118 Arigliano Nicola, 112 Arnova Alba, 92 Artese Mario, 77 Asner Edward, 153 Auger Claudine, 143 Aumont Tina, 128 Aumont Jean Pierre, 94 Azim Raffaella, 149 Baarova Lida, 82 Bacchi Ivan, 153 Bagni Margherita, 91 Bagolini Silvio, 76, 92 Bakri Mohammed, 157 Balasso Fabio, 159 Balbo Ennio, 124 Baldassarre Raffaele Baldini Renato, 89 Balducci Armenia, 95, 105

Balducci Franco, 103 Balkany Patrick, 122 Balsamo Domenico, 159 Balutin Jacques, 120 Banderas Antonio, 149 Bandini Armando, 142 Bandoni Avelio, 71 Banfi Lino, 124 Bannen Ian, 131 Barci Franco, 77 Bardot Brigitte, 107 Barnabò Guglielmo, 98, 101 Baron Emma, 109, 111 Bargone Sergio, 115 Baroni Umberto, 138 Barrier Maurice, 138 Barry Simons, 131 Bartoli Leo, 71 Baseggio Cesco, 72, 77 Bastino Vasito, 108 Basurto Antonio, 108 Bates Alan, 120 Battarra Vittorio, 115 Battistella Antonio, 130 Bausch Pina, 138 Belisario Federico, 139 Bellanich Vincenzo, 153 Bellinzoni Massimo, 152 Bellocchio Pier Giorgio, 158 Bell'Orsini Diana, 108 Belmondo Ettore, 151 Belmondo Jean-Paul, 118 Benson Danielle, 79 Benti Galeazzo, 98 Bentivegna Warner, 118 Berenson Marisa, 147 Berling Peter, 128 Bernardi Nerio, 108 Bernardi Romano, 115 Berry Richard, 148 Bertea Roberto, 115 Bertin Pierre, 110 Bertini Francesca, 133 Bertolucci Alessandro, 155 Bertorelli Toni, 159 Betrone Annibale, 71, 77

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Bettini Patrizia, 158 Bigagli Claudio, 135 Biliotti Enzo, 102 Billi Mimo, 73 Bleibtreu Moritz, 157 Blier Bernard, 112, 139 Bobulova Barbara, 152 Bocci Gildo, 101 Bolognesi Gemma, 73 Bonfatti Liliana, 108 Boni Carla, 103 Bongiovanni Giorgio, 159 Bonucci Alberto, 98 Bonucci Emilio, 155 Bonuglia Giancarlo, 115 Borelli Michele, 115 Borgese Sal, 150 Boschetti Bruno, 129 Bosè Lucia, 107 Bosisio Liù, 116 Bossio Attilio, 103 Bova Raoul, 150 Branciaroli Franco, 134 Brasseur Pierre, 120 Brega Mario, 116 Brialy Jean-Claude, 120 Brignone Lilla, 74, 118 Briscoe Jimmy, 136 Brochard Martine, 127 Bru Myriam, 110 Bruhns Werner, 133 Bruni Sergio, 131 Buazzelli Tino, 79, 98 Bucci Elena, 154 Bufi Landi Aldo, 109 Bujold Jeneviève, 120 Burton Richard, 131 Buttà Calogero, 141 Buzzanca Gino, 105, 118 Buzzanca Lando, 115 Cafiero Salvatore, 114 Caharija Miranda, 151 Cairati Luisella, 94 Calabrese Salvatore, 138 Calandra Giuliana, 142 Calenda Carlo, 139 Calì Giulio, 95 Camardiel Roberto, 114 Camilli Fabio, 152 Campa Miranda, 88

Gli interpreti

Campanaro Marino, 135 Campanini Carlo, 79, 111 Campi Vittorio, 77 Campori Anna, 111 Canale Gianna Maria, 89 Cannas Antonio, 116 Cannavale Enzo, 80 Capozzi Nino, 107 Cappellano Mariolina, 103 Capponi Pier Paolo, 120, 125, 128 Caprino Guido Eraldo Maria, 155 Caprioli Vittorio, 98, 142 Capucine, 122 Carezza Pia, 117 Cariello Bruno, 158 Carini Luigi, 75 Carmi Vera, 78, 107, 108 Carminati Tullio, 87 Carotenuto Memmo, 109, 118 Caruso Michela, 135 Casagrande Antonio, 152 Casamonica Guerrino, 129 Casella Alessandra, 152 Casilio Maria Pia, 85, 97, 98 Castellano Franco, 145 Castellano Giuseppe, 128 Castelli Corinne, 158 Castelnuovo Nino, 118 Castigliana Tina, 114 Cavalieri Cinzia, 136 Cavallari Simona, 145 Cavina Gianni, 135 Cecil Jonathan, 138 Cederna Giuseppe Cefaro Irene, 102 Cegani Elisa, 75, 90, 130 Celano Guido, 85, 103, 110 Celi Adolfo, 120 Cella Guido, 145 Cellier Peter, 138 Cenna Marino, 135 Centa Antonio, 87 Cerasoli Lilli, 86 Cerocchi Cecilia, 138 Cerusico Enzo, 81 Cervi Gino, 79, 80, 83, 92, 118 Cescon Michela, 158 Ceseri Ugo, 74 Cestiè Renato, 129 Chabassol Jacques, 110

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Gli interpreti

Chaplin Geraldine, 122 Chatel Peter, 141 Chatton Joanna, 150 Checchi Andrea, 106 Chiantoni Giannina, 87 Chiari Walter, 93, 95, 118 Chiostri Leo, 76 Christophe Françoise, 120 Cigoli Emilio, 102 Cimara Luigi, 90 Ciocca Luisella, 71 Cipriano Antonio, 140 Cirino Natale, 86 Clay Philippe, 127 Clément Aurore, 134 Clémenti Pierre, 124 Clervanne Madeleine, 120 Cobelli Giancarlo, 117 Cobianchi Franco, 114 Cocco Albino, 97, 110 Colangeli Roberto, 103 Coletta Maurizio, 140 Colli Mario, 103 Collino Federico, 74 Colosimo Clara, 142 Como Rossella, 118, 128 Compagnoni Achille, 113 Connelly Christopher, 144 Consolini Giorgio, 89 Conte Giulio, 117 Contri Fabrizio, 159 Coop Franco, 98, 105 Corbellini Vanni, 148 Corradi Nelly, 72 Corsini Matteo, 144 Corte Vittorio, 115 Cortese Leonardo, 79, 81 Cosso Pierre, 145 Costantini Maria, 154 Costella Fabrizio, 158 Cotta Elena, 89 Courbois Kitty, 117 Covi Giorgio, 72 Craia Rodolfo, 141 Cressoy Pierre, 102, 107 Cristina Olinto, 74 Croccolo Carlo, 84, 100, 101 Crocitti Vincenzo, 142 Cruciani Duilio, 129 Cumani Quasimodo Maria, 129

193

Cuny Alain, 125, 130 Da Rosa Enrico, 71 D'Adda Francesco, 125 D'Alba Nora, 75 D'Alessio Ugo, 114, 124 D'Amato Francesco, 123 D'Ambrosi Dario, 152 D'Ancora Maurizio, 73 D'Angelo Carlo, 113 D'Aquino Tosca, 153 D'Obici Valeria, 142 D'Orsi Umberto, 122 Dale Carlo, 110 Dalton Anna, 159 Dapporto Carlo, 85 Darc Valerie, 91 Davis Elly, 114 Davoli Amos, 115 de Almeida Joaquim, 146 De Bellegarde Roger, 138 De Bon Carolina, 72 De Bon Giovanni, 72 De Carvalho Carlos, 142 De Cet Maria, 72 De Cristofaro Carlo, 77 De Crucciati Fernando, 76 De Filippo Eduardo, 80, 99, 118 De Filippo Luigi, 89, 124 De Filippo Peppino, 95, 118, 124 De Filippo Titina, 99, 111 De Grassi Gianfranco, 135 De Mattia Aldo, 115 De Niro Robert, 133 De Rege Giorgio, 73 De Rege Guido, 73 De Sandro Giuseppe, 135 De Sica Vittorio, 101 De Silva Pietro, 152 De Sio Giuliana, 139, 142 Del Monaco Mario, 102 Del Poggio Carla, 104 Del Vita Brunetto, 125 Delahalle France, 122 Della Noce Luisa, 105 Della Spora Attila, 71 Delle Piane Carlo, 109, 111 Denis Maria, 79 Depardieu Gérard, 133 Desailly Nicole, 119 Desny Ivan, 122

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194

Dexter Rosemarie, 132 Di Benedetto Gianni, 105 Di Bruno Nicla, 114 di Carmine Maurizio, 152 Di Napoli Nino, 116 Di Stasio Alberto, 147 Di Stefano Andrea, 155 di Vera Cruz Rosita, 114 Diberti Luigi, 152, 156 Diogene Franco, 150 Dionisi Sergio, 115 Dominedò Francesco, 152 Dominici Arturo, 80 Donadio Giulio, 74 Dondini Ada, 90 Dorelli Johnny, 139 Dori Carlo, 123 Doria Bianca, 102 Doro Mino, 78 Drot Jean-Marie, 119 Dubbini Agnese, 80 Dubois Marie, 119 Dudarova Ludmilla, 84 Dudicourt Marc, 120 Durante Anita, 102, 109 Duse Attilio, 115 Duse Carlo, 72, 76, 107 Dussollier André, 157 Duvaleix Albert, 94 Egger Werner, 151 Elphick Michael, 122 Enrici Carlo, 115 Erriu Pierpaolo, 140 Esposito Raffaele, 159 Fabrizi Aldo, 118 Fabrizi Franco, 92, 118, 142 Falckenberg Gina, 84 Fanfulla, 124 Fangareggi Ugo, 145 Fantoni Sergio, 118 Faranda Angiola, 99 Fares Oreste, 74 Fasolo Denis, 156 Fassari Antonello, 135 Fasulo Cesare, 80 Faure Renée, 94 Feist Harry, 84 Feliciani Mario, 86, 125 Ferrara Pino, 101 Ferrara Stéphane, 147

Gli interpreti

Ferrari Giovanni, 71 Ferrari Mario, 74, 75, 77, 78, 81, 86 Ferrari Paolo, 118 Ferrè Francesca, 144 Ferrero Anna Maria, 85, 102 Ferretti Silvia, 158 Ferronao Edda, 116 Ferzetti Gabriele, 82, 118 Filangieri Christiane, 155 Fiore Maria, 85, 98, 101, 109 Foà Arnoldo, 80 Fontani Amerigo, 152 Forte Fabrizio, 135 Franchi Franco, 118, 127 Franchina Sandro, 90 Franchini Teresa, 87, 102 Francioli Armando, 92 Francis Michele, 115 Frechette Mark, 125 Frera Mario, 114 Frigerio Jone, 77 Fröbe Gert, 122 Full (cane), 84 Fusari Bianca Maria, 91 Fuscagni Nino, 153 Fürstenberg Ira, 122 Gabor Zsa Zsa, 114 Gaggia Toni, 121 Gainotti Enzo, 73 Galadini Eugenio, 109 Galle Gianluca, 140 Gallotti Dada, 128 Gamba Francesca, 152 Gandusio Antonio, 73 Garavaglia Adele, 77 Garbini Aristide, 80 Garcin Henri, 119 Garinei Enzo, 111 Garrani Ivo, 118 Garrone Riccardo, 86, 152 Gasparini Paolo, 153 Gasparri Faliero, 76 Gassman Vittorio, 112, 116 Gazzarra Ben, 142 Gazzolo Lauro, 78, 94, 97 Gemma Giuliano, 118 Geni Ettore, 131 Genia Claude, 122 Genna Irene, 94 Gennari Lina, 110

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Gli interpreti

Gentile Fedele, 103 Geri Adolfo, 75 Ghedratti Monella, 103 Ghini Massimo, 141, 153 Ghirardi Dario, 145 Giachetti Fosco, 76, 91 Gialli Valeriano, 134 Giannini Giancarlo, 122, 150 Gibello Sergio, 115 Gini Elena, 105 Gioi Vivi, 84 Giorgi Eleonora, 147 Giorgi Gustavo, 105 Giorgio Pier Luigi, 136 Giovannetti Francesca, 152 Giovannini Umberto, 154 Girolami Enio, 86 Girone Remo, 136 Girotti Massimo, 118 Girotti Piero, 110 Giuffrè Aldo, 115, 118 Giuffrè Carlo, 115, 124 Giustini Carlo, 89 Gizzi Loris, 71, 73, 96, 98 Glori Enrico, 102 Gloria Leda, 73 Golisano Franco, 83 Gore Laura, 92 Gorgoni Olga, 81 Gorini Angela, 154 Granato Mario, 136 Grandi Serena, 136, 143 Grant Walter, 75, 77 Gray Nadia, 103 Graziosi Franco, 125 Graziosi Paolo, 117 Greco Cosetta, 86, 90 Green Nigel, 122 Groggia Ennio, 135 Guerzoni Fausto, 101 Guglielmi Marco, 105, 111 Guiomar Jiulien, 120 Gunderloch Sigfrido, 115 Haasova Monika, 151 Hanin Roger, 116 Haughton David, 136 Hayden Sterling, 133 Heltau Michael, 145 Herlin Jacques, 121 Herter Gerard, 122

195

Higgins Colin, 138 Hintermann Carlo, 86, 101 Hoesl Tobias, 144 Hossein Robert, 122 Incontrera Annabella, 131 Ingrassia Ciccio, 118, 127 Insinna Flavio,159 Interlenghi Franco, 86, 152, 153 Invernizzi Corrado, 158 Jachino Silvana, 75 Jacopetti Gualtiero, 95 Jamonte Franco, 105 Jannetti Ettore, 97 Jefford Barbara, 138 Jevtic Mihailo, 147 Jones Freddie, 138 Josso Fabrice, 144 Karyo Tchéky, 157 Kasza Elisabeth, 136, 138 Kechler Carlo, 116 Khanjian Arsinée, 157 Klos Romuald Andrzej, 148 Komachs James, 114 Koll Claudia, 149 Koscina Sylva, 124 Lacy Hovart, 85 Lampugnani Luigi, 77 Lancaster Burt, 133 Landini Fanny, 86 Landry Gérard, 116 Lante Diana, 107 Lanzavecchio Sergio, 117 Lastretti Adolfo, 140 Latimore Frank, 80, 83, 90 Lattanzi Tina, 74 Lauri Volpi Giacomo, 84 Lawrence Mark, 86 Lay Ubaldo, 95 Lelio Anna, 141 Lemaire Philip, 145 Lena Paolo, 131 Leonardi Marco, 150 Leroy Philippe, 118 Libassi Fara, 97 Lillo Flora, 96 Lionello Alberto, 132 Liotti Daniele, 156 Lisi Virna, 118, 121 Lizzani Carlo, 153 Lo Cascio Bernardo, 131

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196

Locchi Pino, 71 Locke Philip, 138 Lodovici Carlo, 72 Lombardi Fausto, 136 Lombardini Mario, 115 Lombardo Radice Giovanni, 152 Loren Sophia, 95, 98, 131 Lorenzon Livio, 112 Lothar Susanne, 149 Lovatelli Giovanni, 80 Lovelock Ray, 145 Lualdi Antonella, 118 Luce Angela, 114, 116, 124 Lulli Folco, 112 Lulli Piero, 100, 106 Lupi Roldano, 94, 106 Lupo Alberto, 118 Macario Erminio, 118 Macchi Valentino, 121 Maccione Aldo, 137 Maestri Anna, 117 Maggio Dante, 81, 111 Magnani Anna, 75, 123 Mainardi Elisa, 124, 138 Maitland Marne, 141, 145 Malaspina Michele, 75, 94, 103 Malavasi Renato, 86 Malet Laurent, 139 Mancini Beatrice, 109 Mancini Carla, 129 Mangano Riccardo, 131 Mangano Silvana, 112 Mangione Peppino, 123 Manni Ettore, 86, 109 Mannuzzu Antonio, 115 Marano Ezio, 135 Marchal Isabelle, 131 Marchesini Nino, 103, 107, 108 Marchesini Roberto, 83 Marchetti Nino, 72, 77, 86 Marcorè Neri, 159 Marescotti Ivano, 149, 154 Mariani Marco, 121 Marrone Marco, 140 Marroni Enrico, 71, 76 Marsina Antonio, 136 Martial Josette, 144 Martinkova Susanna, 130 Marzi Franca, 114 Mascetti Rina, 114

Gli interpreti

Maselli Francesco, 138 Masiero Lauretta, 86, 101 Masina Giulietta, 99 Massine Léonide, 98 Mastino Alberto, 125 Mastrogiovanni Davide, 129 Matania Clelia, 98, 102 Mattioli Maurizio, 145 May Barbara, 145 Mazza Mario, 87 Mazzarela Carlo, 98 Mecale Antonietta, 71 McEnery Peter, 122 Medini Flora, 101 Melli Elide, 148 Meloni Paolo, 140 Mendl Michael, 153 Merlini Marisa, 100, 124 Messeri Marco, 152 Mezzanotte Luigi, 141, 145 Mezzogiorno Giovanna, 157 Miccioni Cristina, 140 Michaelis Dario, 103 Micol Pino, 149 Migliari Armando, 88 Milano Nino, 83 Millo Achille, 84, 86, 98 Mincer Olek, 148 Minotti Felice, 86, 110 Miranda Isa, 74, 87, 104 Mishler James, 122 Molina Ángela, 157 Molinari Fiorella, 136 Molli Mario, 123 Mondaini Sandra, 118 Monti Maria, 117 Moog Heinz, 85 Moratti Bedy, 152 More Kenneth, 122 Moreau Jeanne, 119 Morelli Rina, 118 Mori Giovanna, 158 Morra Gigio, 159 Moschella Giovanni, 159 Moschin Gastone, 124 Mossa Salvatore, 140 Mravak Tihana, 151 Mulè Francesco, 118 Müller Paul, 86 Muzzu Renzo, 140

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Gli interpreti

Nandi Vera, 98, 114 Nazzari Amedeo, 75, 114, 118 Nell Nathalie, 136 Nicodemi Aldo, 91 Nicolodi Daria, 125 Ninchi Ave, 80 Ninchi Carlo, 83, 85, 90, 91 Nobile Desiderio, 77, 80 Nobili Simona, 158 Noè Franco, 140 Nosbusch Désirée, 146 Notari Guido, 85 Nucci Alberto, 83 Nuti Piero, 140 Occhini Ilaria, 118 Olivieri Egisto, 76 Omnis Salvatore, 138 Orchis Isella, 140 Orsini Umberto, 118, 121 Ottavi Giulio, 102 Padoa Clara, 75 Padovani Lea, 93, 101, 102 Pagliai Ugo, 132, 139 Pagnani Andreina, 110 Pagnani Gino, 127 Pala Giacomo, 140 Palau, 120 Palermini Piero, 96 Pall Cristina, 103 Palumbo Dolores, 98, 111 Paluzzi Luciana, 128 Pampanini Silvana, 86, 94, 95 Pandolfi Claudia, 150 Pandolfini Turi, 95, 105, 109 Panelli Paolo, 109, 118 Paoloni Paolo, 138, 145 Papaleo Rocco, 152 Papas Irene, 140 Parvo Elli, 105 Pascal Jean Claude, 91 Pasetti John, 85 Passante Mario, 114 Pastore Piero, 73, 76 Pastorino Franco, 106 Patacconi Lamberto, 71 Pau Enrico, 140 Paul Gloria, 150 Pavese Luigi, 92, 93 Pea Alfredo, 155 Pedone Mario, 140

197

Pellegrin Raymond, 137 Pellegrini Amalia, 95 Penne Dario, 151 Pepe Nico, 86, 101, 123 Peranzi Gherardo, 115 Perbellini Dina, 72, 103 Pericoli Emilio, 118 Peroni Claudio, 116 Perrot François, 144 Pertica Domenico, 138 Pescatori Olga, 74 Petacci Emilio, 74 Petri Guido, 71 Petri Hella, 119 Piacentini Gianmarco, 152 Piazza Antonia, 141 Pica Tina, 98 Picasso Lamberto, 77, 87 Piccolo Ottavia, 145 Picozza Francesca, 158 Pierobon Paolo, 158 Pigaut Roger, 122 Pignatelli Luigi, 125 Pigozzi Paolo, 141 Pilavin Barbara, 131 Pilotto Camillo, 72, 78, 102, 107 Pinciroli Renato, 127, 131 Pinelli Walter, 117 Pirani Maggi Amina, 102 Pisacane Carlo, 114 Pisano Rosita, 123 Pistoia Nicola, 145 Pisu Mario, 74, 88, 100 Placido Michele, 132, 152 Pola Isa, 72 Polan Linda, 138 Polesinanti Graziella, 117 Poletti Victor, 138 Pompei Elena, 144 Pozzetto Renato, 137 Presle Micheline, 120 Preziosi Alessandro, 157 Principe Albino, 75 Puntillo Salvatore , 115 Punzo Patrizia, 152 Quattrini Paola, 102 Querio Isa, 102 Radaelli Paolo, 115 Raddi Renzo, 141 Radico Assunta, 97, 110

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198

Randone Salvo, 124 Ranieri Massimo, 123, 147 Rascel Renato, 86, 101 Reali Carlo, 115 Recoing Aurélien, 144 Reno Teddy, 103, 118 Ressel Franco, 128 Reyner Antimo, 83 Riccardini Michele, 101 Ricci Elena Sofia, 150 Ricci Teresa, 141 Riccio Edoardo, 140 Rich Claude, 119, 124, 153 Richard Jean, 93 Riento Virgilio, 95 Righi Massimo, 128 Rilla Walter, 84 Riquier Georges, 119 Riva Mario, 80 Robutti Enzo, 142 Rocca Daniela, 110 Rocco Rinaldo, 155 Rochefort Jean, 132 Romanelli Olga, 131 Romanelli Wanda, 111 Romano Carlo, 76 Romano Renato, 123 Rome Sydne, 152, 153 Roncalli Guido, 153 Rondinella Giacomo, 92, 98 Rosa Rita, 103 Rosette, 144 Rossi Luigi, 136 Rossi Renzo, 115 Rossi Serena, 159 Rossini Anna Teresa, 141 Rossini Renato, 128 Rovena Marcella, 102 Rubiens Howard, 116 Ruffini Sandro, 87 Ruffo Leonora, 82 Ruggeri Osvaldo, 153 Russo Alesi Fausto, 158 Russo Angelo, 159 Sabbatini Ernesto, 76 Sacripante Umberto, 102 Sala Margherita, 130 Salce Luciano, 118 Salviati Rino, 82 Salvietti Agostino, 98

Gli interpreti

Sanda Dominique, 133 Sandrelli Stefania, 133 Sanipoli Vittorio, 94, 113 Sannangelo Elio, 77 Santesso Walter, 103 Santoro Domenico, 129 Santospago Stefano, 136 Satta Pasqualino, 140 Sbragia Mattia, 136, 140 Scacchi Greta, 146 Scala Delia, 100, 101 Scalera Vanessa, 158 Scandurra Franco, 101 Scarpa Renato, 159 Scattini Monica, 136 Scelzo Filippo, 74, 76, 77, 87, 90 Schubert Karin, 132 Scotti Andrea, 111 Scratuglia Giovanni, 117 Sebastiani Ivan, 140 Selwart Tonio, 107 Sentieri Joe, 118 Sepe Alessandra, 129 Serato Massimo, 84, 118, 128 Serena Gustavo, 97 Serra Fiorenzo, 138 Serra Mauro, 77 Serrado Pastor, 114 Serrault Michel, 120 Sharoff Pietro, 76 Silenti Vira, 90 Siletti Mario, 77, 117 Simionato Edda, 117 Simon Tilde, 117 Simoni Piera, 103 Sini Linda, 109 Sissia Duccio, 89 Sofia Vinicio, 71 Solaro Gianni, 115 Solbelli Olga, 83, 86 Soligo Edda, 77 Sordi Alberto, 95, 101, 105, 112 Sorrentino Alberto, 108 Spadaro Umberto, 84 Spano Vincent , 146 Spelta Aristide, 83 Sposito Carletto, 105 Stagni Vittorio, 115 Steiger Rod, 121 Stella Martina, 156

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Gli interpreti

Steni Mario, 76 Stival Giulio, 80 Stoppa Paolo, 84, 98, 110, 114, 118 Strange John, 80 Strauss Peter, 128 Sutherland Donald, 133 Suzman Janet, 138 Tallarico Franco, 80 Tamberlani Carlo, 74, 76, 78 Tamburella Benedetta, 110 Taranto Nino, 118, 124 Tasna Rolf, 102 Teglio Giorgio, 87 Teglio Paolo, 88 Terribile Mario, 86 Teynac Maurice, 93 Tieri Aroldo, 78, 118 Timi Filippo, 157 Todd Carlo, 77 Tofone Renato, 71 Tognazzi Ugo, 116, 118 Tomas Alfonso, 127 Tominac Vesna, 151 Toniolo Edoardo, 76, 89 Tontini Renato, 109 Tordi Pietro, 100 Tosato Attilio, 83 Tosi Luigi, 79, 87 Totò, 80, 118 Totola Roberto, 151 Tozzi Fausto, 103, 118 Trabacchi Thomas, 156 Trani Stefano, 110 Traverso Armando, 141 Trent Peter, 81, 93, 108 Treviglio Leonardo, 136 Trevisi Franco, 145, 152 Trieste Leopoldo, 95, 110, 136 Trilli Amedeo, 77, 85, 96, 97, 100 Trintignant Jean-Louis, 119 Trixner Heinz, 153 Tumiati Gualtiero, 102 Tunc Irene, 114 Tusco Carlo, 85 Tusco Marcello, 115 Uberti Mirella, 106 Ucci Toni, 111, 124, 137 Urzì Saro, 103

199

Valdemarin Mario, 112 Valentini Leopoldo, 80 Valeri Franca, 118 Valli Alida, 133 Valli Romolo, 112, 118, 133 Valobra Franco, 117 Vanders Bill, 136 Vanzina Stefano [Steno], 93 Vargas Daniele, 116, 131 Varley Sarah Jane, 138 Vecchietti Alberto, 116 Vega Paz, 157 Velvet Cristina, 81 Veneroni Paola, 80 Venturoli Vittorio, 117 Verlier Giacomo, 90 Vezza Antonio, 138 Vianello Cesira, 83 Vianello Raimondo, 118 Viarisio Enrico, 73, 75, 89, 98, 118 Vidon Henri, 85, 87, 107 Villa Claudio, 111 Villard Frank, 104, 119 Villi Olga, 80, 86, 91 Vingelli Nino, 125 Visconti Gaio, 80 Visconti Nora, 108 Visentin Giovanni, 136 Vitale Milly, 83, 100, 111 Vitti Monica, 124 Vlady Marina, 143 Voge Nicolas, 122 Volonté Gian Maria, 125 von Nadherny Ernst, 75 Vukotic Milena, 136 Vyborny Karel, 149 Weber Tania, 95 Wertmüller Massimo, 150 West Norma, 138 Williams Fred, 138 Zanoli Maria, 92 Zanon Angela, 80 Zarfati Vittorio, 138 Zingaretti Luca, 149 Zito Pasquale, 138 Zoppelli Lia, 118 Zuanelli Umberto, 138

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INDICE DEI PERSONAGGI

Personaggio Agnelli Giovanni Balla Giacomo Baracca Francesco (ispirato a)

Battisti Cesare Battisti Cesare Battisti Cesare Boccioni Umberto Bordiga Amedeo Caprilli Federico (ispirato a) Carrà Carlo Chigi principe Mario Del Val Card. Rafael Duca Amedeo d’Aosta Ferrari Card. Andrea Carlo Gemelli Padre Agostino Giolitti Giovanni Giovanni XXIII, Papa Gramsci Antonio Guidi Rachele Lussu Emilio Marinetti Filippo Tommaso Mata Hari

Titolo del film Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Alfredo Pea I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Amedeo Nazzari Cavalleria di Goffredo Alessandrini (1936), 75 Mario Feliciani Fratelli d’Italia di Fausto Saraceni (1952), 86 Franco Branciaroli Alto tradimento. Indagine su Cesare Battisti di Walter Licastro (1978), 134 Aldo Bufi Landi Bella non piangere di David Carbonari, Duilio Coletti (1955), 109 Andrea Di Stefano I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Mario Granato Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Amedeo Nazzari Cavalleria di Goffredo Alessandrini (1936), 75 Alessandro Bertolucci I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Sandro Ruffini Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Tullio Carminati Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Non reperito Bella non piangere di David Carbonari, Duilio Coletti (1955), 109 Filippo Scelzo Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Luigi Diberti Padre Pio: tra cielo e terra di Giulio Base (2000), 151 Luigi Rossi Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Edward Asner Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153 Mattia Sbragia Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Michela Cescon Vincere di Marco Bellocchio (2009), 157 Mark Frechette Uomini contro di Francesco Rosi (1970), 125 Emilio Bonucci I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Jeanne Moreau Mata Hari, agente segreto H 21 di Jean-Louis Richard (1964), 119 Interprete Vanders Bill

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Indice dei personaggi

201

Modigliani Amedeo Mussolini Benito

Richard Berry Filippo Timi

Mussolini Benito

Antonio Banderas

Oreglia Card. Luigi

Lamberto Picasso

Ottaviani Card. Alfredo

Claude Rich

Padre Pio

Michele Placido

Pertini Sandro

Pier Luigi Giorgio

Pio X, Papa

Henri Vidon

Pio XI, Papa

Osvaldo Ruggeri

Pio XII, Papa

Carlo Lizzani

Radini-Tedeschi Vescovo

Franco Interlenghi

Rampolla Card. Mariano

Mario Mazza

Rasputin

Gert Fröbe

Sant’Elia Antonio

Guido E. Caprino

Sauro Nazario

Ettore Manni

Severini Gino

Rocco Rinaldo

Tardini Mons. Domenico

Michael Mendl

Terracini Umberto

Fausto Lombardi

Togliatti Palmiro

Giovanni Visentin

Toti Enrico

Ettore Manni

Umberto I, Re

Non reperito

von Papen Franz

Heinz Trixner

Modì di Franco Brogi (1989), 148 Vincere di Marco Bellocchio (2009), 157 Il giovane Mussolini di Gianluigi Calderone (1993), 148 Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153 Padre Pio: tra cielo e terra di Giulio Base (2000), 151 Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153 Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli (1952), 87 Addio Lara di Robert Hossein (1967), 121 I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Fratelli d’Italia di Fausto Saraceni (1952), 86 I colori della gioventù di Gianluigi Calderone (2005), 155 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002),153 Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Vita di Antonio Gramsci di Raffaello Maiello (1981), 135 Bella non piangere di David Carbonari, Duilio Coletti (1955), 109 Cuore di Luigi Comencini (1984), 139 Papa Giovanni - Ioannes XXIII di Giorgio Capitani (2002), 153

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INDICE

Duecento film al secolo di Alessandro Faccioli

p.

7

Avvertenze

»

9

La grande guerra sullo schermo. L’evoluzione del cinema di fiction italiano sulla prima guerra mondiale (1915-2013) di Enrico Gaudenzi

»

13

I. Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema muto italiano. 1915-1931

»

21

II. Film sulla Prima guerra mondiale nel cinema sonoro italiano. 1932-2013

»

69

La collezione di locandine e manifesti cinematografici di Domenico Gavella. Appendice fotografica

» 161

Fonti

» 169

Bibliografia

» 170

Indici Film in ordine cronologico. 1915-1931 Film in ordine cronologico. 1932-2013 Film in ordine alfabetico. 1915-1931 Film in ordine alfabetico. 1932-2013 Film con riferimenti orali alla Prima guerra mondiale Indice tematico dei film. 1915-2013 Parole chiave. Film muti e sonori. 1915-2013 I registi Gli interpreti Indice dei personaggi

» » » » » » » » » »

172 175 177 180 182 183 186 189 191 200

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Finito di stampare nel mese di ottobre 2014 per A. Longo Editore in Ravenna da Global Print, Gorgonzola (MI)

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