Il quinto vangelo di Nietzsche. Sulla correzione delle buone notizie 8857527581, 9788857527581

Il 25 agosto del 1900 moriva Friedrich Nietzsche, alle porte di un nuovo secolo in cui lui, in fondo, viveva già. Peter

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Il quinto vangelo di Nietzsche. Sulla correzione delle buone notizie
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PETER SLOTERDIJK IL QUINTO DI NIETZSCHE

SULLA CORREZIONE DELLE BUONE NOTIZIE ~ .....

.... ~ L...

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i@ MIMESIS / IMPRONTE

"...chi volesse contrapporre il migliore al buono in materia evangelica, dovrebbe risolversi a contare fino a cinque.'' Peter Sloterdijk

1125 agosto del 1900 moriva Friedrich Nietzsche, alle porte di un nuovo secolo in cui lui, in fondo, viveva già. Peter Sloterdijk, in occasione del centenario della morte di Nietzsche, vuole restttuime un'immagine integrata. Equesto è in sé un gesto provocatorio: si è visto un Nietzsche amato, un Nietzsche odiato, un Nietzsche frainteso, un Nietzsche censurato eun Nietzsche preso a modello. Ma l'uomo era uno solo, eil suo messaggio non era così frammentato e multiforme come potrebbe sembrare nel momento in cui ci si ostina a considerare unicamente le sue derivazioni. In questo breve saggio, Sloterdijk ricongiunge ciò che di Nietzsche si può dire, con ciò che è sconveniente dire, eci restituisce un senso originario, un messaggio, un quinto "Vangelo"; come suo discepolo, raccoglie e veicola un dono alla portata di chi è disposto a correre il rischio di riceverlo. Queste poche pagine infatti, hanno la caratteristica peculiare di rappresentare il supporto di un contenuto super-massivo, dove un grande protagonista del dibattito filosofico contemporaneo mostra la tremenda attualità dell'autore Nietzsche etenta di leggerlo come lui avrebbe voluto essere letto. Questo è l'omaggio offerto a Nietzsche nel centenario della sua scomparsa: riapparire sulla scena, di nuovo, con sembianze tanto simili a quelle originali da risultare ulteriormente innovative.

, fra i maggiori protagonisti della filosofia contemporanea, annovera nelle sue opere titoli come: Critica della ragion cinica, Sfere, Devi cambiare la tua vita. insegna Pedagogia generale efilosofia dell'educazione all'Università di Bergamo. Tra i suoi lavori: Attesi imprevisti, L'obsoleto, Smarrita l'anima?

Mimesis Edizioni Impronte www.mimesisedizioni.tt

10,00 euro

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"@ MIMESIS /

IMPRONTE

N.9 Pedagogia, filosofia e (inter)cultura Collana diretta da Paolo Perlicari

PETER SLOTERDIJK

IL QUINTO «VANGELO». DI NIETZSCHE Sulla correzione delle buone Notizie prefazione e cura di Paolo Perticari traduzione di Eleonora Florio

"® MIMESIS

Titolo originale: Ober die Verbesserung cler g111e11 Nachricht. Nietzsches fiinftes »Evangelium« by Peter Sloterdijk © Suhrkamp Verlag Frankfurt am Main 2000

MIMESIS EDIZIONI (Milano - Udine) www.mimesisedizioni.it [email protected] Collana: Impronte, n. 9 Isbn: 9788857527581 © 2015 - MIM EDIZIONI SRL Via Monfalcone, 17/19- 20099 Sesto San Giovanni (Ml) Phone: +39 02 24861657 / 24416383 Fax: +39 02 89403935

INDICE

PREFAZIONE

di Paolo Perticari

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IL QUINTO «VANGELO» DI NIETZSCHE

Sulla correzione delle buone Notizie INTRODUZIONE

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I. VANGELI-REDAZIONI

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2.

IL QUINTO

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3.

SPONSORIZZAZIONE TOTALE

45

4. D1

Sou E UMANI

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PAOLO PERTICAR!

PREFAZIONE

Nietzsche quinto "evangelista" e Sloterdijk suo discepolo Questo piccolo libro, frutto di un discorso pronunciato a Weimar il 25 agosto 2000, per il centenario della morte di Friedrich Nietzsche, è uscito in Germania nel 2001 con il titolo Ober die Verbesserung der guten Nachricht. Nietzsches fiinftes «Evange/ium». Letteralmente: sul miglioramento della buona Novella. Il quinto «Vangelo» di Nietzsche. Tradotto l'anno successivo in francese col titolo La compétition des Bonnes Nouvelles. e col sottotitolo Nietzsche évangéliste. Letteralmente: la competizione delle buone notizie. Nietzsche evangelista. E poi, nel 2013, in lingua inglese con il titolo: Nietzsche Apostle. Così, semplicemente: Nietzsche Apostolo. In questa edizione italiana si è voluto tornare al titolo originario, tuttavia capovolgendolo: Il quinto « Vangelo» di Nietzsche. Sulla correzione delle buone Notizie. Perché? Perché questo trattatello, scritto con la leggerezza e lo spirito tipico del suo autore, pur essendo tutto sommato poca cosa, apre un cantiere di lavoro di proporzioni enormi, smisurate: considerare Nietzsche il quinto «evangelista» che corregge l'intero corpus neotestamentario attraverso Zarathustra, inteso come quinto evangelo, consente di leggere il presente con occhi nuovi. Chi avrà sufficiente respiro per superare la cecità del presente su se stesso e vedere in Zarathustra non solo l'eroe del nichilismo. ma il «Vangelo» che spezza il cerchio infernale della violenza che condiziona il nostro modo di pensare, di sentire, di agire anche in virtù di quelle esperienze emotive che riproducono l'eterno ritorno della nostra storia di obbedienza acquiescente creatasi attraverso la mala ripetizione del cristianesimo. dei comandamenti e dei quattro evangeli venuti per migliorarne il senso e le pratiche.

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li quinto « Vangelo» di Nietzsche

Il 13 febbraio 1883 Fricdrich Nietzsche, allora appena trentottenne, redige sulla riviera ligure a Rapallo una lettera destinata al suo editore: 1- .. I Oggi ho una buona notizia da darle: ho compiuto un passo decisivo - e tale che. a mio avviso. può essere vantaggioso per Lei. Si tralla di un volumetto (di appena cento pagine). il cui titolo è Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno. Si tratta di una «composizione poetica». o di un quinto «Vangelo» oppure è qualcosa per cui non esiste ancora una definizione: è la mia opera di gran lunga più seria e anche più allegra. e accessibile a chiunque. Perciò sono convinto che avrà un «effetto immediato» 1... 1

Il volumetto di allora cento pagine diventerà poi il libro che ha consentito un nuovo orgoglio: di non ficcare più il capo nella sabbia delle cose celesti, ma di portarlo libero, un capo terreno che dà senso alla terra! Una nuova volontà da insegnare agli uomini: volere questa via che l'uomo ha finora percorso alla cieca, e approvarla e non discostarsene più furtivamente come fanno gli ammalati e i moribondi per onorare invece il corpo e la terra. È questa la «buona novella» che Nietzsche porta e si appresta a fare circolare per l'intero mondo. Partecipando a questa competizione di buone notizie con altre correzioni di buone notizie, Peter Sloterdijk arriva puntualmente alla nozione di «vangelo». E poi alla questione della morte di Dio esplicata attraverso la capacità di fiutare il lezzo della divina putrefazione poiché anche gli dei si decompongono: è già questa un'indicazione della maniera in cui tale nuova notizia è la correzione della «Buona Novella» che l'ha preceduta. E tale buona novella, per Sloterdijk, può al giorno d'oggi procedere senza avere in alcun modo a che vedere con delle visioni deiste o teologiche del mondo e della vita. Ma ciò apre comunque a una immagine radicalmente differente da quella a cui ricorre l'intera vulgata culturale, giornalistica e spirituale odierna quando si parla di Friedrich Nietzsche, e cioè quella semplicista di un Nietzsche nichilista alla ricerca di un «superuomo» in grado di esprimere la sua volontà di potenza contro i valori cristiani del Vangelo. Questa visione, a cento anni dalla morte del quinto "Evangelista", è destituita filosoficamente di

I'. Perticari - Prefazione

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ogni fondamento. 11 rapporto tra Nietzsche e il Vangelo è tutt'altra cosa da ciò che comunemente se ne dice sui media. Riguarda precisamente, dopo duemila anni di cristianesimo, il lezzo della putrefazione e della decomJX)sizione della "Buona Novella" e di tutte le buone novelle possibili e immaginabili. Ne scaturisce un ritratto di Nietzsche generoso. aperto. adatto ad una sponsorizzazione totale e a un dono totale di sé che tanto Nietzsche quinto "Evangelista". quanto Sloterdijk come suo discepolo, portano in questo momento nel mondo come occasione storica per leggere la verità della via e la realtà della vita. Nietzsche con ogni probabilità è stato un bambino non sempre trattato bene, che ha avuto modo di sperimentare su di sé le virtù cristiane della madre protestante, delle sorelle, dei parenti, dei preti; poi è stato la mente più brillante del firmamento filosofico dopo Socrate, poi undici anni di oscurità, di tenebre, di urla, fino alla morte. Per questo, pur rischiando una interpretazione cattolicheggiante errata, ma anche oltre qualunque forma di imbecilleria ermeneutico-letteraria applicata a Sloterdijk dai suoi cultori che vedono la sua opera totalmente separata da qualunque legame con il cristianesimo e la sua storia, si è scelto, come titolo per questo volumetto: il quinto «Vangelo» di Nietzsche. oggi. Questo breve saggio pone la questione cruciale di Nietzsche. Essa dovrà in futuro essere necessariamente ulteriormente sviluppata. essendo fino ad ora poca cosa, ma·la sua favilla primordiale è stata posta e potrà accendere un fuoco grande e divampante se saprà trovare il respiro giusto ... Per Peter Sloterdijk, Friedrich Nietzsche rappresenta niente di meno che una «catastrofe nella storia del linguaggio», un nuovo evangelista per una giubilazione linguistica di ogni narcisismo e, si potrebbe aggiungere, come cura di qualunque forma di disordine narcisistico della personalità sul suolo della storia. Sloterdijk ha da sempre avuto un rapporto empatico e audace con Nietzsche fin dal suo libro Il pe,isatore sulla scena, il materialismo di Nietzsche. Sfortunatamente non ancora tradotto in lingua italiana, questo approccio deve molto a Osho. ma ancora di più, se non tutto, a un autore poco approfondito dai filosofi italiani e dalle loro riviste, e che dunque il grande pubblico poco conosce: Oswald Spengler. Nel suo capolavoro, /I trn111011to dd/'Occidente, Spengler rileva che l'idea darwiniana del superuomo di Nietzsche implica il concetto

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Il quinto « Vangelo» di Nietzsche

di un corrispondente «al lcvamento» dell'uomo. Shaw, riconoscendo che non ha senso parlare se poi non si vuole anche fare, si chiede come si debba procedere effettivamente e finisce anch'egli con l'auspicare la trasformazione dell'umanità mediante un regime di allevamento. Tutto questo è ancora tra le conseguenze dello Zarathustra e noi oggi sappiamo bene quanto questa idea di allevamento umano di fede zarathustriana, fortemente sottolineata da Spengler nella sua opera capitale, abbia inciso sulla filosofia di Sloterdijk che ha avuto il coraggio di promuovere una filosofia dell'allevamento nella serra umana nei suoi saggi fondamentali sulle regole per il parco umano e sulla domesticazione dell'essere raccolti nel contenitore Nicht gerettet, non salvati; in italiano tradotto con "non siamo stati ancora salvati" che è precisamente una lettura nietzscheano-spengleriana di alcuni passi di Martin Heidegger, soprattutto la sua «lettera sull 'umanismo». Anche se questo coraggio è talvolta l'ardore della mancanza di gusto che rivela una certa rozzezza alla maniera della politica di Angela Merkel, quando si parla di allevamento sistematico, ed è questo il senso ultimo del pondus più recente sull'antropotecnica Devi cambiare la tua vita, si coglie il nome di un'epoca in una prospettiva completamente materialista e utilitarista, anche quando questo imperativo viene emanato attraverso la voce che Rilke ha ascoltato dalla pietra, attraverso il tono spirituale oshiano o attraverso la stella ascetica di Nietzsche stesso, con i suoi relativi esercizi spirituali per il miglioramento dell'uomo nelle sue attività pratiche, resta sempre problematico dire chi è l'allevatore, chi debba allevare, dove e in che maniera debba avvenire la correzione dell'uomo. Noi siamo precisamente nell'età dell'allevamento e della correzione del genere umano, anche se con l'allevatore non ben identificato. È nota infatti la ripugnanza romantica di Nietzsche a venire a conseguenze sociali eccessivamente prosaiche, tutta la sua esitazione e il suo timore di sottoporre delle concezioni poetiche e spirituali a una prova di carico tecnico-sperimentale misurabile attraverso i crudi fatti della vita, che non gli fece mai contemplare che tutta la sua dottrina del superuomo, così come scaturisce da Darwin e dal darwinismo, altresì presuppone anche il socialismo e per questa via un certo hegelismo, probabilmente, che in un modo o nell'altro retroagisce fino al cristianesimo se non addirittura al proto-cattolicesimo

l'. Perticari - Prefà::.ione

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paolino. Tutto questo. professori. mediatici. preti, cardinali e rabbini di ogni genere, culto e cultura, non lo hanno potuto vedere; ma il medium del socialismo, dell'hegelismo e dello stesso darwinismo porta come un fiume carsico con sé l'humus del cristianesimo errante delle prime comunità paoline e il medium, specificamente inteso come mezzo che opera un'imposizione o un freno, indispensabile per comprendere Zarathustra. E con lui il fatto che ogni allevamento sistematico di una classe di uomini superiori - ogni tentativo di riforma dell'uomo - non può non essere preceduto da un ordinamento sociale rigorosamente socialistico e che questa è ancora un'idea «dionisiaca», poiché si tratta di un 'azione comune, linguistica, di un sogno che può essere poeticamente condiviso e non di un legame finanziario e neppure di una faccenda privata di filosofi appartati; poiché il vero punto della poeticità evangelica nietzscheana è democratico e si riferisce a come cementare forme di divenire diverse, unendo la società attraverso uomini superiori ed evitando ogni obiezione di merito. Così il dinamismo etico del «tu devi» giunge al parossismo quinto-evangelico di Nietzsche quinto evangelista che per imporre al mondo la forma della sua volontà di correzione evangelica sacrifica faustianamente anche se stesso. L'allevamento del superuomo nietzscheano deriva dal concetto di selezione naturale darwiniano. Da quando scrisse i suoi aforismi, Nietzsche fu consapevolmente o inconsapevolmente darwiniano. poiché Darwin aveva modificato l'intero concetto di evoluzione del XVIII secolo in base alle tendenze economiche che potevano venire proiettate sull'intero regno degli animali, e tutto questo sistema che si può trovare già nella storia della civiltà inglese è, appunto, ancora, storico e non esclusivamente biologico, ma biologico e storico stratificati insieme, e può essere applicato all'uomo e all'animale insieme. Così. per una via curiosa. ma caratteristica dei tempi, la «morale da signori» contrapposta alla «morale da schiavi» del «prete malato» di quest'ultimo immenso romantico che risponde al nome di Friedrich Nietzsche, non azzera completamente la storia, ma anzi proviene dalla stessa sorgente di tutto il modernismo spirituale mischiato nel clima dell'industria meccanica inglese: dall'aria sporca che crea il clima teo-ecopolitico di qualunque città industriale otto-novecentesca fino all'aria fina che si respira nei luoghi ameni sulle montagne alpine, le

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Il quinto « Vangelo» di Niet::.sche

fonti sono state inquinale. Se ne sente, appunto, il lezzo. È Nietzsche il primo filosofo del l'aria e da filosofo dell'aria persino il suo concetto di cosmo viene inteso come respiro orientato all'auto-superamento di se stessi. In tin dei conti l'uomo è il risultato dell'aria che respira. La famosa frase «l'uomo è l'auto-sperimentazione di se stessi» che tanto spaventa i sapienti moderni come quel noto cardinale di Milano che si è giocato di recente l'ultimo conclave, non è semplicista negazione di ogni contatto con Dio in nome dell 'autosperimentazione umana fine a se stessa, altrimenti non si capirebbe nulla di cristianesimo così come degli almeno milleseicento anni post Christum che generarono la più robusta riforma dell'uomo dai padri della Chiesa fino agli albori dei tempi moderni. E lo stesso machiavellismo che Nietzsche esalta come il fenomeno decisivo del Rinascimento, non dovrebbe essere liquidato senza notare che tali entità nietzscheane furono date per l'elevazione dell'uomo dal fondo abrasivo, putrido, melmoso e ipocrita che aveva toccato e che lo fagocitava con forme di schiavitù e di male sempre più pervasive che furono effettivamente considerate ne Il Capitale di Marx (altro famoso discepolo se non di Cristo almeno dell'intero arco che va da Cristo alla nascita della borghesia), il cui libro, che già aveva anticipato le idee di questa opera fondamentale per il socialismo politico e non purtroppo per il socialismo etico, Per la Critica dell'economia politica, apparve simultaneamente all'opera principale di Darwin. Tale è la genealogia di Nietzsche, che da qui in poi possiamo legittimamente definire "il quinto evangelista". Anzi, persino tutta l'impresa filosofica post-Nietzsche da Heidegger a Foucault a Gilles Deleuze da una parte, e da Spengler fino a Peter Sloterdijk in questo caso, può essere considerata come una vera e propria cometa che annuncia retrospettivamente il quinto evangelo di Nietzsche in quanto caposaldo per la correzione di qualunque Buona Novella che non voglia semplicemente e banalmente partecipare alla competizione delle tante buone notizie che hanno attraversato il Novecento con esiti nefasti e che oggi si manifestano nella tragica competizione paranoica tra il capitalismo finanziario onnipresente e il terrorismo islamico teocratico. Si tratta non già dell'esposizione di un nuovo evangelo e neppure della emanazione della sua memoria involontaria, ma è piuttosto un apprendimento, il quinto, là dove apprendere è qualcosa che concerne la lingua e i segni. E l'un~ e gli

l'. l'crticari - Prefa::.ione

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altri insieme diventano appunto oggetto di un apprendimento temporale e spaziale nel pensiero che è ancora storico, concreto, legato alle pratiche anche quando produce pensieri-guida sulla metafisica e sulla sua nascita o sull'essere, esso riguarda sempre la scienza contemporanea, il discorso ordinato dai poteri e la nascita della civiltà tecnica moderna; - non l'esercizio del potere o la volontà di possedere, un sapere astratto-. Perché se con Nietzsche si intende una sorta di svolta linguistica o, appunto come Sloterdijk dice, di una "catastrofe nel linguaggio" e dunque comunque sempre di una "svolta simbolica" nella prassi sociale e nella realtà storica, il sogno di produrre rapporti sociali sulla base egualitaria del linguaggio, non può non riproporsi nella storia dell'uomo e dei suoi rapporti sociali. E la Chiesa, cattolica in particolare, e il socialismo comunista nello specifico, vengono a trovarsi in una stessa costellazione errante nietzscheanamente quinto evangelica destinata a venire spazzata via dalle nuove regole dell 'allevamento dell'uomo, rientrando a pieno titolo nella stessa "catastrofe del linguaggio in quanto sorte condivisa". Per cui se con evangelo si vuole intendere la competizione delle buone notizie di salvezza con le buone notizie del mercato e della finanza, e se con socialismo si vuole intendere un progetto che vuole subordinare l'economia alla politica, così almeno Boris Groys ha recentemente definito il comunismo, tutta l'economia che funziona attraverso il medium del denaro e tutti i vangeli che funzionano attraverso il medium del logos sporcato dagli schermi, dallo spettacolo e dai suoi rapporti di potere, entrano in una ipercompetizione la cui posta in gioco è il divino in quanto tale. Persino la politica comunista, che con i suoi orrori ha spaventato il mondo, ha tuttavia un funzionamento comunque orientato verso il linguaggio, e cristianesimo e socialismo hanno un comune denominatore nell'urgenza di rivoluzionare le attuali regole dell'allevamento e della selezione (selezione e selektiv segnano il vero turning-point di tutta l'economia, del linguaggio, della JX)litica, del diritto da Darwin a Nietzsche, ad Auschwitz, a noi e ai nostri laboratori genetici), quindi le regole attuali dell'allevamento e