Storia del Partito comunista italiano. I. Da Bordiga a Gramsci

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Storia del Partito comunista italiano. I. Da Bordiga a Gramsci

Table of contents :
Frontespizio
Indice
Introduzione
Nota al primo volume
I. Bordiga, Gramsci e Serrati dalla guerra al dopoguerra
II. La fondazione della III Internazionale e il PSI
III. "Il Soviet" e i giovani
IV. "L'Ordine nuovo" nel 1919-20 e la "scissione d'aprile"
V. Gli italiani al II congresso dell'Internazionale comunista
VI. Dall'occupazione delle fabbriche alla scissione di Livorno
VII. Dal teatro Goldoni al San Marco
VIII. Di fronte al fascismo
IX. Gli Arditi del popolo
X. Il dissenso con il Komintern
XI. L'organizzazione legale e illegale del PCd'I
XII. Le tesi di Roma e il II congresso del PCd'I
XIII. Il paradosso dell'Alleanza del lavoro
XIV. Il fallimento dello "sciopero legalitario"
XV. La scissione socialista dell'ottobre 1922
XVI. La marcia su Roma vista da Mosca
XVII. La mancata fusione col PSI
XVIII. La "battuta anticomunista" del 1923
XIX. L'atto d'autorità del Komintern
XX. Gramsci protagonista della svolta
XXI. Il primo processo al PCI
XXII. Le elezioni dell'aprile 1924 e il caso Bordiga
XXIII. Il convegno segreto di Como
XXIV. Il V congresso del Komintern
XXV. Il delitto Matteotti e l'Aventino
XXVI. L'Antiparlamento e i Comitati operai e contadini
XXVII. L'equazione bordighismo-trockismo
XXVIII. La difesa delle ultime trincee
XXIX. Le Tesi di Lione e il dibattito precongressuale
XXX. I lavori del III congresso del PCI
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ctingenti alleati Che lo insidiano nel 19 I 9,1’anno del grande isolamen-

9N01 0dicevam.o, e diciamo, che in definitiva tu-tto dipende dal fatto Che la riveluzmne internazmnale vmca 0 non Vinca. In definitiva, la‘ rivoluzione internazionale, e soltanto essa, e la nostra salvezza 3. 3 6 0 D .)-a n

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All’autunno del 19 I9 risalgono tre singolari concomitanze. Esse ci consentono di cogliere quel primo intrecciarsi di fili che costituira, nella trama di una sinistra comunista in Italia, un collegamento pifi diretto con la III Internazionale. A Torino si presenta, nell’ottobre, a Gramsci, un giovane straniero, gia studente in Italia dal 1911;, si fa chiamare Chiarini e chiede di vedere come sia organizzato il locale circolo studentesco socialista. Nato in Polonia nel 1881, i1 suo vero nome é Cain Haller', ed Jegli diventera 11e1 1920-21 un rappresentante dell’Internazionale comunista presso il Partito comunista italiano. Ad avviarlo sulla strada di quell’impegno é um altro russo, giunto da poco nel nostro paese, a Milano. E un bolscevico, emigrate prima in America per sfuggire a un arresto, poi, nel 1917, segretario della Duma cittadina di Vladivostok, nel 1918 a Mosca. Nel 1919, Con una missione di inviato dell’Internazionale, raggiunge l’I'talia dove aveva moglie e figlia. Si. chiama Ni-

kolaj Markovic‘f Ljubarskij e si fa chiamare Carlo Niccolini '2. A lui si deve:

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l’incoraggiamento, e l’aiuto pifi solido, alla fondazione, 11 1° ottobre,de1la rivista bimensile « Comunismo » che dirige Serrati, e che porta come. sottotitolo « Rivista della III Internazionale », di cui pubblica i documenti pi1’1 importanti, oltre a scritti, frequenti, di Lenin, Trockij, Bucharin, Lunac‘farskij, Radek, Varga, Klara Zetkin, con una grande ricchezza di tematica, inserendosi in tutto il dibattito nazionale ed internaZionale.

Da Napoli, intanto, nello stesso torno di tempo — non si scordi‘ che

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nulla vi (‘2 di ufficiale nella « rappresentativita » di Niccolini 0 di altri in-

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come crenista sindacale ed 6: alle prime esperienze nell’ambiente eperaie. La sua adesione alla gieventli socialista data dal 1914, in verita, e il centatte con Gramsci é preseguito durante la guerra (Tegliatti invia qualche articele nel 1917 al « Gride del Pepele », rivendicando i] liberisme come indirizzo economice socialista) ma egli é certe state di quei gievani studenti che all’atte dell’intervente si sene mestrati sensibili a1 richiame patriettice, si sene allentanati dalla pesiziene socialista e anche a lui, come a Gramsci, nelle polemiche interne del depeguerra, si rimprevereranne l’interventisme e il « velontariate ».

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« L’Ordine nro ». nel 1919-210 e la ''

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C0nsigli cresce in un modo inipetuoso — ma soltanto a Torino —, Conqui-

1a sanzione del carattere autenticamente p’roletario del movimento, quello Che anche all’estero lo segnala come degno di particolare attenzione; e

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frattempo, la citta operaia e isolata dal resto della penisola eyari con‘tm a1: K

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a— Il proposito e attuato presto. Al primo caso drindisciplina operai mom to la Commissione interna delle Industrie Metallurg1chel1a arresta proteproprz'o d’un’ora 1e lancette dell’orologio dello stabihmento‘ per a: comm e — stare contro il ripristino dell’ora legale, ered1ta della goerra operai G11 e. to i1 licenziamento di tre membri della stessa Commiss1on 1a21o: entrano in sciopero in quell’oflicina. ll 29 marzo l’AMMA (l’assoc pubbh— forza la , ne degli industriali metalmeccanici) proclama la serrata delle ca presidia le fabbriche. « Per imporre la fine dello .stato caotlco gli per ura Proced d1 a schem officine », gli imprenditori presentano uno glo: in posta La n}. formic1e te organismi operai Che ne limita rigorosamen co diventa lo stes-so riconoscimento delle Commissmrn interne, del modl deldella loro elezione, del loro effettivo potere nell’officina. G11 uormm

Genova, gia decise ad intervenire — dall’associarsi alla battaglia dei tori‘n’esi. L’atteggiamento della direzione del PSI non é diflerente. Essa spo— sta il convegno nazionale del partito, gia convocato a Torino per 1120-21 aprile, a, Milano. Gramsci annotera in modo sferzante:

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regionale. La Confederazione del lavoro si e gia dichiarata nettamente contro lo sciopero e pone ora 1a questione in termini di mancata disciplina, frena e trattiene 1e organizzazioni sindacali — in particolare quelle di

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tat'o esecnttvo delflnternazronale comumsta, ’pfibblicat‘o per "la prima volta -ne1'1-'«In-ternazionale con 0

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Vita di fabbrica. Nella polemica di Tasca, nella sua convinzione Che la teoria e la pratica dei Consigli siano, in parte, Un’invenzione intellettuale, volontaristica e idealistica, 1a quale forza e coarta, in un certo sense,

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l’esperienza tradizionale della classe operaia e. sconvolge i suoi naturali strumenti d’organizzazione come 16: Camere del lavoro, c’é un fondamento. Non si pub neppure identificare i1 Ieninismo con una concezione ' = a.>

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d'ella rivoluzione- dal basso, del processo moleculare di formazione dello State operaio, Che Gra‘msci pone a base della propria teoria del potere, e, quando guideré il partito, come l’ispirazione stessa‘ della strategia 3 0

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politica da introd'urre nel mOVimento. La'forma del Consigli‘o, l’z's‘tituto

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partito ci consentiré di misurare quanto cié‘) resti un punto fenno dell’e2..F: c

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Il secondo congresso dell’Internazionale Comunista viene convocato in un momento. in mi Si pub dire con assoluta certezza che-1a rivoluzione mondiale non pub pit’l e'ssere arrestat’a... Il secondo congresso dell’Interna-zionale Comunista segnera nelle fortne pifi concrete 1e direttive per giungere alla dittatura del proletariato... S'oltanto un fant-asticatore inguaribile potrebbe sper'are nel ripristino‘del capitalismo. Il secondo congresso indichera in quale modo i1 proletariato dell’Europa occi— dentale potra conquistare il potere ‘. 0

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Si vuole, insomma, lottarea per essere maggioranza. Ancora piu mar-'cato, in questa direzione, e il tentative che mette in atto un militante so.cialista emiliano come Anselmo Marabini, figura popolarissima e legata ai contadini socialisti da saldi Vincoli. In lui anzi, i1 pensiero di continuare una tradizione, rinnovandola, lo situa in posizione diversa da quella che assumono i giovani dirigenti della sezione torinese « ribelli » a1 vecchio partito. Ché in Marabini, e in quelli che si racc0glieranno intorno a lui, si esprime la terza componente del futuro partito comunista, una compenente pifi classicamente massimaliistica, un po’ generica, ma che b

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, la maggioranza dei presenti vota una mozione con cui « si impegna ad aderire ad ogni seria, iniziativa che verra tentata per costitui're una forte frazione che organizzi e guidi al trionfo a1 prossimo congresso 1e forze comu-

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E Gramsci, in una riunione dei socialisti torinesi tenutasi alla presendi za Set-ratio, levandosi a parlare contro di lui, ripetera esattamente 1e parole di Bordiga:

la loro volonta soltanto se la chiariranno prima a se stessi e si presenteranno a1 prossnno congresso nazionale come un blocco compatto, omogeneo e comb-attivo. Torino pub essere uno dei centri attorno ai quali si formi questo blocco e l’attuale Commissione esecutiva pub e vuole lavorare a questa formazione purché la sostenga e collaborl con essa, con plena lealta, Ia maggior parte del proletariato torinese".

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; prova ne sia che tra i1 19 19 e il 1920 i soci non hanno fatto che aumentare.

tito i suoi primi nuclei operai autentici. E ora che i « gruppi comuni-

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sti », gia affermatisi nel corso dell’occupazione delle fabbriche, assumono un’organizzazione politica pifi netta nel dibattito interno al PSI. Togliatti, segretario della sezione torinese, legge un’ampia 'relazione all’assemblea del 6-8 ottobre in cui, dopo avere sottolineato la necessita di costituire in Italia un partito comunista, ecsi si esprime:

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Si potrebbe anche sostenere che tanta intransigenza dottrinaria ‘e una forma di quell’estremismo, di quella malattia infantile, che proprio a

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Si e ricordato i1 manifesto-programma redatto dalla frazione c0muni~ sta a Milano, i1 I 5 ottobre. Sono queste 1e settimane in cui la frazione prende quell’aspetto che manterra firm a LivOrno. Se Bordiga (15 i1 la a tutta la propaganda nazionale e ha con se’ i giovani, il gruppo torinese sviluppa quell’azione nelle fabbriche che servira a fornire al futuro par-

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E oggi chiaro che l’Internazionale considerb la soluzione di Livorno come transitoria ed aspira alla adesione in massa di un’altra fetta del partlto sociahsta. Secon‘do essa i massimalisti erano divisi da noi dal solo fatto che e81tavano a separarSi dai riform‘isti; secondo noi i1 massimalismo i‘e una forma di opportunismo tanto penceIoso quanto il riformismo, e nella sua tradizione, nel suo stato maggtore, non sara mai rivolu‘zionario... ‘.

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PSI, all’« Ordine Isiano ristrette ai gruppi Organizzati attorno al « Soviet » e nuovo » .

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mo da registrare una serie di fattori ciascuno deirquali gioca contro Pc-

subito dopo la conclusione dei lavori ci da, intanto, i1 senso stesso della

situazione che si presenta ad Imola:

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Che succede pero nel mese di novembre? Succede qualcosa di molto diverso da quanto Gramsci qui preconizzava. L’esasperazione della polemica tra Serrati e l’Internazionale non conduce, di per se stessa, la massa dei militanti socialisti a scegliere i1 suo posto nella frazione comunista. E .diflicile valutare quanto pesino varie componenti, o meglio, quale di' 63% sia la maggiore; certo si e che nella fase precongressuale abbia-

Dobbiamo a Giuseppe Berti, attraverso 1e testimonianze oflerte in vari tempi e modi alcune delle notazioni pifi interessanti sul convegno, dei cui lavori, invece, la stampa della frazione non dice molto. Un"oss-er~' vazione fatta da Berti (esponente dei giovani astensionisti a1 convegno)

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L’organizzazione delle forze comuniste italiane non é diversa dal Parti'to socialista come massa degli operai pifi coscienti e pifi capaci: essa e lo sviluppo del Congresso di B010gna, e. la rappresentanza immediata e genuina degli interessi e delle aSpiraZioni delle grandi moltitudini popolari italiane. Precisamente per questa ragione, appunto perché sentono che 1a maggioranza del Partito e del popolo italiano évcoi comunisti, appunto perche’ comprendono che 1a maggioranza del Partito so— cialista diretto dai comunisti (cioé divenuto Partito comunista) riuscira finalmente a incanalare le passioni rivoluzionarie che oggi non hanno una forma' e una direttiva, gli :scrit-tori della borghesia si arrovellano contro 1a nuova frazione, si arrovellano nel voler dimostrare chei comunisti sono isolati, che la vera democrazz'a operaz'a é rappresentata dai « concentrati » di Reggio Emilia... 2.

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incipiente con i licenziamenti attuati o minacciati, senza dire della profonda depressione che proprio ora si manifesta per il fallimento dell’occupazione delle fabbriche. 7 Inoltre, il Partito socialista, i1 suo tipo di organizzazione, sono ap-

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Ed e qui che bisogna riprendere i1 discorso sulla frazione comunista, sulla sua dinamica interna, sul modo com-e essa si prepara alla scissione.

colpi dello squadrismo agrario ma anche gli effetti della crisi industriale

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I comunisti capeggiati da Bombacci, Bordiga e Terracini... aflermano di ravere eon sé‘ i1 7 5-90 per ce‘nto del partito... Io ritengo che nell’at-tuale situazione politica italiana qualsiasi comprom‘esso con ,Serrati e- i «comunisti unitari »., sarebbe oltre— modo dannoso... ‘.

dirigenti massimalisti che i1 tempo non sia pifi propizio alla presa del potere e che quindi convenga restare uniti nel vecchio partito per affronta» re la tempesta reazionaria, é largamente condivisa da quei militanti operai e contadini che cominciano a sentire non solo le avvisaglie e i primi

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costituente di un nuovo partito ma non si pub affermare Che tutto sia gia Stabilito, che i due mesi Che separano da ‘Livorno non possano servire ad .altro Che ad irrigidire la situazione. Il nodo del problema, non ancora reciso, sta nei rapporti tra Serrati e l’Internazionale. Non vi 6: dubbio Che il primo cerchi, nel frattempo, anche aflannosamente, di riallacciare questi rapporti. Serrati scrive a Zinov’ev i1 I7 novembre, e, non avendo risposta, gli manda un’altra lettera i1 7 dicembre (dunque dopo Imola), fi-

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Come si vede, Bordiga ha tratto gia 1e conclusioni dalla vsitua’zione; sa bene quello Che Vuol fare, lo dice e lo fara.

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Il partito socialista... ricOnferma piena, spontanea adesione alla III Internaz‘ionale, dichiara che accetta i ventuno punti di Mosca... e quanto alla esecuzione... in-

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‘ ANNIE KRIEGEL, Aux origins: du‘communisme franca‘is cit., vol. II, p. 857. 2 L'in’dirizzo é pubblicato per prime dalll''w Q

Kabakéiev (gi’é in Italia, 3 contatto coi comunisti italiani 3) e l’ungherese Rékosi, che non verranno certo ad applicare con souplesse la consegna di ottenere la resa di Serrati. I congressi delle sezioni del PSI confermano quanto gié appariva

Compagni, oggi la gioventfi operaia e contadina di tutto i1 mondo ricorda 11 grande campione dell’Internazionale giovanile, Carlo Liebknecht, a Mosca'. L’anno ‘scorso, 1a gioventfi russa, per ricordare Liebknecht a Mosca, davanti al Kremlino, brucib i1 fantoccio di Scheidemann; qu'est‘anno la gioventfi socialista italiana .chie. d-e ai rappresentanti comunisti di bruciare qui il fantoccio dell’unitfi 3. 0

francese) nega loro il visto d’entrata; vi parteciperanno invece i1 bulgaro

tuale saluto della gioventfi socialista, prorompe in un grido di .guerra agli unitari:

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tern a1 congresso del PSI. Esso si conclude cosi: « Il Part‘ito Comunista Italiano deve essere create in ogni modo » 2. Zinov’ev e Bucharin sono stati designati a rappresentare il Komintern a Livorno (con la Balabanofl) ma i1 governo italiano (come gié quello

tore di « Avanguardia», Secondino Tranquilli, salita 1a tribuna peril ri-

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essa conforta il tono ultimativo che prende l’indirizzo rivolto dal Komin-

coloro nelle cui file la fraz-ione ha pifi profo’ndamente inciso ). Il diret-

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la Vittoria politica dell’Internazionale comunista 3 Tours e indubbia. Ed

Il formarsi di una numerosa frazione che mentre rivendica l’adesione alle diret—

tive comuniste rifiuta disperatamente i1 distacco dalla destra, viene a modificare la

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centrale che vede schierata nelle file comuniste soltanto una minoranza,

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V’ev‘ ha inviato un messaggio in cui, tra l’altro, ha affermato che « 1a rive-luzione batte alle porte d’Italia » e Klara Zetkin, andata a Tours a rap— presentare l’Internazionale, ha sostenuto con grande efficacia le tesi dell'a ‘sci'ssione dai socialdemocratici. L’aecettazione dei famosi 2 I punti ha raccolto la grande maggioranza dei suffragi ( 3247 mandati contro I308) e la scissione avviene a dest-Ia, provocata da una minotanza capeggiata cla Le’on Blum, Jean Longuet, Paul Faure. E anch’essa,‘ come peril partito tedesco, una Vittoria di breve durata

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Prenda Turati i1 cadavere del fu Partito socialista e se ne faccia. sgabello per la Sua ambizione senile. COmunisti, avanti!

Avra anch’esso - aggiunge Turati — la sua ,grande funzione nella storia delmon— do, aprira l’Oriente alla vita-civile e chiamera 1a Cina, i1 Giappone, I’Asia Minore, l'e vecchie razze che sono negli ipogei della storia alla vita della storia ma non. si pub sostituire, né distruggere, ne’ imporre alla Internazionale maggiore dei pOpoli pifi. evoluti nel cammino della storia 1.

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E nella quarta e ancor pifi nella quinta giornata che la scissione é resa definitiva. Sull’« Ordine nuovo » del 19 gen‘naio si dice che ogni passo é superfluo, si bolla la coalizione Serrati-Turati e si aggiunge: cn

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é. $, si riassumono invece nella preparazione, « che dura per decenni >>, di lente conquiste. E quando afironta il tema politico del rapporto con la rivoluzione russa egli non nasconde il suo pensiero: che i1 bolscevismo fara fallimento, che esso sin d’ora non e se non «nazionalismo

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che, invece, « riteneva che la tottura con Serrati fosse l’obiettivo desideIato dal congresso della III Internazionale » ". Ma dalla stessa lettera di Paul Levi si *ricava anch'e la conferma che la mediazione e ormai pressoché impossibile.

sente. Per Turati il marxismo, i1 socialismo, sono 1a negazione stessa del-

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imassimalisti‘ che ritiene funesta. Ha un abboeCarnento con Serrati can cui si dichiara convinto che l’espulsione dei riformisti sia giusta e vada proclamata, ma con Cui cerca anche una via di compromesso per non rendere l’espulsione immediatamente esecutiva e per consentire quindi di non spaccare intanto a sinistra il partito. Ne parla poi con Kabakéiev,

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11. dibattito di Livorno ha questo tono. Glielo danno, in .sostanza, riformiS‘ti 'e comunisti, a testimonianza di un’antitesi che si apre, ben a1 di' 15 delle contingenze del momento, tanto che la maggioranza massimalista vi appare doppiamente sconfit'ta - come gli anni successivi non faranno che conferrnare. La cronaca, intanto, precede verso la conclusione naturale che si trae dal dibattito di idee contrapposte. Nella mattina del 20 gennaio riprende 1a parola Kabakc‘fiev per l’ulti—ma replica a Serrati, quindi Misiano legge, tra nuovi grandi tumulti, la dichiarazione redatta dallo stesiso‘ Kabakc‘fiev e da Rvékosi che preclude

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giare la reazione. Su questo aspetto é giunta presto un’autocritica

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Fummo —I:31sogna dirlo -— travolti dagli avvenimenti aspetto della dissoluzwne generale della societa italian , fumm o senza Volerlo un a, diven‘taéa un crogiuolc; incandeacente dove tutte 1e tradizioni, tutte 1e forma zioni storiche it‘ut't‘e' 1e idee revalentl .31.fondevano qualche volta senza residuo: avevamo-una’consolazioneElla quale c1 stamo tenacemente attaccati, che nessun o si salvava che noi potevam’o affermare d1 aver previsto matematicamente i1 catacl isma, quand o gli altri si cullava— no nella plu beata e idiota delle illusioni. Solo questa giustificazione possiamo dare a} nostrlatteggiamenti, alla nostra attivita dopo la scissione di Livorno- la necessita, che 31 poneva Crudamente, nella forma pit’i esasp erata, nel dilemma .di vita e di morte, cementando 1e nostre sezioni col sangue dei pifi devoti milita nti' dovemm trasf'oirnare, nell’atto stesso della loro costituzione, del loro arruolamerito i’ nostrci gruppl 1n distacoamenti per la guerriglia, della pifi atroce e dificile guerriglia che mat classed operala abbla dovuto combattere. Si riusci tuttavia-V il' ' artito fu co t" tu1to e fortemente costituito‘: esso é una falang e d’acciaio...zr‘. . P V V S 1-7 Z

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tilmente. Il processo nazionale e internazionale della lotta tra comuni51110 e socialdemocrazia non poteva che condurre ad essa. Il problema aperto (aperto storiograficamente, come (‘2 Stato per anni aperto politica— mente) é quello della forza efiettiva Che l’ala riVoluzionaria del movimento e riuscita a portare con sé, e di come quindi si e trovata a fronteg—

del nuovo partito.

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me e costr'uzione di forze e consensi. Sorge nella bufera di una guerra civile che. si sta scatenando. E la prova che 1a scissione é stata un errore? Il problema non pub essere impostato in questi termini. Il biennio rosso ha gia maturato una scissione inevitabile, semmai l’ha procrastinata inu-

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e anche 1] segno stesso sotto i1 quale si muove la prima' '

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Grarnsci non si arrestera per‘o dinanzi a quella autocritica . II dram-ma del {nowmento operaio nel quale si situa la scissione di Livorno egli lo eo-glie intutta la sua interezza per aggiungervi un motiv o di orgog‘lionche 0

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v—iene segretario) Longo, Mangano, Capitta, Gorelli, De Marchi, Beltramelli, Polano, Lambertini e Tranquilli, direttore‘ de11’« Avanguardla ».

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settitna‘na sono le Camere del lavo'ro ad essere bruciate dalle squadre fa-

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Le cifre jfornite in pmposito a1 II congresso del PCI (marzo 1922)

Quei caratteri .si chiamano centralizzazione assoluta, disciplina e in-

provenite dal Partito socialista 2.

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L’organiuazione'legale e illegale del PCd’I

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e della Federazione nazionale dei lavoratori dei portiz lanciano un appello a tutte 1e formazioni politiche e sindacali operaie affinché ci si. uni:sca per « opporre alle forze coalizzate della reazione l’alleanza delle forze ‘proletarie » 3. Il fenomeno e interessante e complesso. Esso riflette una pressione che viene dai lavoratori, organizzati in vari 'sindacati, per una resistenza unitaria a1 fascismo: non a case si va dai .gruppi repubblicani

creazione. Ogni partito (anzi ogni frazione di esso) pensa di poterla impiegare a sostenere la propria tendenza e la stessa CGL bada pifi a con—

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sto memento ‘, e infatti rivolto a perorare un accordo tra comunisti e 50:eialist’i nei loro variraggtuppamenti internazionali: una posizione che Viene a confluire con quella del Comintern ma, come sappiamo, é invisa a1, PCd’I. L’atteggiamento di quest’ultimo verso l’AdL pub essere defini-

contrati, coi rappresentanti del Sindacato ferrovieri e con capitan Giu-

La diffidenza e il sospetto, cosi matcati dal rifiuto del PCd’I di partecipare ufficialmente alla creazione dell’Alleanza, non ne sono pero l’unica componente. Il partito E: state l’alfiere del fronte unico sindacale: come potrebbe dunque, ora, ripudiarne la sua prima, ancorché insufficiente,

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. Fine 2 questo momento,l’A11eanza non si pro1 «I1 8111111212210 10550», i] settimanale sindacale eomunista, pubblica 1’II marzo (21. 11,11. Io)un editorials dal titolo I I 120220. delle cbiaccb2'ere'111 cui si sostiene che l’Alleanza del 121e e mi «co losséle pateracchio» estraneo 2111: vicende dell’a2ione delle masse. 2 P. T., I comum‘sti e l_’Alleanza del Lavoro, «L’ Ordine _,nuovo» 7 marzo I922. 3 Edmondo Peluso scrive che l’Alleanza del lavoro 11011 e altto che mi aCcotdo tta funzioiiati sindaca‘li che dovrebbe fornire una \{ei'ginité ai capi della CGL, e assicura che 1 comunisti italiani vegliano

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16~21 maggio 1922, e 1e osservazioni che sul tema fa FRANCO CATALANO nella prefaziene a La Confederazz'one Generale del Lavoro cit.,.pp LVI-LIX. 3 Il sorgere dell’Alleanza del lavoro 1n varie province mostta uno schieramento di adesioni vast'i‘ssimo e 1111 notevole slancio programmatico. A Trieste, il 19 marzo, I’Alleanza del lavoro si forma con l’adesione di tutti i sindacati. U11 otdine del giorno votate a conclu’sione dei lavori, presso la Camera del lavoro, invoca l’impiego dei mezzi dell’azione ditetta, la preparazione di uno sciopero generale, chiede la costituzione, attravetse un congresso nazionale, di Gli anarchici « 31 impegnano di indirizzare la lore azione alla sollecita preparazione di tutte 1e forze rivOluzionarie che a1 memento dello sciepero generale abbiano quell’efficienza materiale e morale capace di abbat~ tere il regime politico attuale». I comunisti ribadiscono che ogni azione va condotta dall’Alleanza sul tetteno di massa e precisano che « i ergani ditigenti del movimento durante la lotta come dope i1 successo di essa saranno fondati sulla sola base degli organismi alleati considerati come emauazione della classe proletariat». Quanto ai partiti, 1e cendizioni poste dal PC sono quelle che si indicane nel teste. Solo su deliberazione unanime - precisa i1 documento comunista - il Comit'ate comune gente potta -4

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principale dei 101-0 .successi. A Novara giungono camion dalla L01ne111~ na, dal Bolognese, persino dalla Toscana, mentre il batt’aglione del tenente smobilitato Giovanni Passerone si spinge sul Lago Maggiore, di-‘ strugge 1a Camera de1 lavoro di Trecate « attaccando gli autocarri alle co—

I1 fallimento delle «' Sciopero legalitario ». B

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feriti. La mobilita delle squadre fasciste é impressionante ed e fattore

Capitola quattordz'cesz'mo

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dove 1 fascisti locali 1nscenan0 manifestazioni ostili, perché non vogliono un > Andria, Pesaro, Iesi, Tolentino, Viterbo. Ora si punta da parte dei fascisti direttamente su Milano—Torino-Genova. Dovunque si incendia e si ammazza. In Liguria, mentre il 9 luglio gli squadristi danno l’assalto a1 cornune di Sestri Ponente, e intensificata l’azione contro La Spezia, con la complicita‘ del Comando di Marina, e nel Carrarese, dove si accampa un vero corpo d’esercito fascista, vettovagliato dagli industriali del marmo.

lano, Genova devono saper resistere a1 fascismo », « Contro 1a mobilita—

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, 27 luglio 1:922. Si noti, (the an aunt) dopo, lo stesso Togli‘atti scrivera Che «nelll’estate del ’22 .e anche prima un’alleanz‘a dei pepolari con i socialisti sarebb‘e‘ Sta-ta i1 solo mezzo. di rendere possibile run governo socialdemocratico e di 'ostacolare I’avvento del fascismo»! ,(.« II Lavoratore», Trieste, 6. luglio 1923). 5' I dep-utati socialisti. votano a maggioranza u n ordine del giomo Modigliani'in cui si impegnano anon arretrare davanti ad alcuna azione capa'ce di far rispettare la volonta dell’Assemblea nazionale a difesa delle liberta. L’onorevole Dugoni commenta afiermando: :«Venga pure la nostra collaborazione: dirett-a .al potere nell’interesse del proletariato» («Avantfl -», 3olug1io 1922).

a Ravenna, l’unica citta dell’Emilia-Romagna in mi i fascisti non avessero ancora fatto breccia.

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stes‘so dichiara che la soluzione della crisi pub trovarsi‘ «in una coalizione Che si baserebbe sui tre

tra i politici e che hanno ad un certo punto, come elementi catalizzatori, due fatti nuovi; entrambi cadono trail 28 e il 29 Inglio: uno e il « passo indietro » di Turati rispetto alla « collaborazione pifi diretta »., l’altro e lo scatenarsi di una serie di nuove *violenze squadristiche, di I‘talo Balbo

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Capitolo quattordicesimo

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dacato ferrovieri. Nelle prime due riunioni, sono gli anarChici e i repub—

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nee-Chi per i socialisti maSsimalis‘ti, Malatesta, Sbrana e Forb‘icini per gli anarehiei, SChiavetti (che Sara assente dalle ultime) per i repubblicani. A rappteSentare direttamente I’Alleanza C’e il libertario GiuSti, del Sin-

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II .fallimento dello «'S'C'iOPEI-‘O legalitario‘»:

Capitelo quattordicesimo

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gruppi gli e sfuggita di mane. Infatti, 'sugli intendimenti di Turati, sull’e‘sattezza di tale ipotesi, porta una luce ,nuova un documento Che regia Stra un suo seambio d’idee, intercorso i1 31 luglio, per tel-efono, con il. sindacalista Storti, della Camera del lavoro di Milano. II corrispondente

di Turati Chiede Chiarimenti sul carattere e il significato politico dello sci0per0 generale proclamato.

Cioe a impostare 1a lotta in senso insurrezionale ‘. I socialisti s-i rivelano

‘S'TORTI La nostra opinione, a dirvela schietta, e quesvta: che noi 'Consideriamo questo come un passo molto azzardato e molto. discutibile. TU'RATI Ma perché? Dal memento Che i1 Parlamento ha fatto scioper’o... dal memento che 10 ha fatto i1 governo... dal memento Che C’e una crisi che trav-aglia i1

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ridicolo,.. qualuae spinta dal di fuori. purché Contenuta in .determinati Iimiti mi

pare Che sia utile e da, .approvarsi.

Il manifesto a cui T‘urati si e .riferito nella sua conversazi‘one telefo— nica e I’appello lanciato dal Comitato segreto dell’Alleanz-a, Che 15553 COme; obiettivo allo sciopero « 1a difesa delle liberta politiche e Sindacali »,

per spezzare l’assalto reazionario: monito a1 governo e insieme difesa della democrazia da parte delle masse. L’accento legalitario e posto fortement‘e nell’appello, e giustifica l’appellativo di sciopero legalitario. -— Coniato proprio da Turati — sotto cui l’azione passera alla Storia: ,Nello svolgimento dello sciopero generale i lavoratori devono; assomtamentie 0

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‘1 La waver-sazione, del 31 Inglio are 18,30, :2 registrataldalla polizia (ACS, Mint, lute-ma,

gen. PS, A. :,g. e r., r922, C I, b. 41‘);

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asrener‘si dal comm'ettere atti di violenza che tomerebbero a scapiito della solennita 0

2 «Fictitto dichiara Che 1a direzione'. del PSI Si riserva ampia libel-ta d’azione. L’atteggiamento mesa: difr'onte alla crisi ministeriale ‘é giustificato dal fattoche " i1 PS ha 111:: gruppo parlamentare ” » ’ ‘ (fame e'itata').. ' 3- Fonte dell’A‘P-C aitata. -‘-' Ibz'd.

STORTI Ma non e 'una buona spinta. ‘TURATI Insomma, noi spingiamo dal di dentro e loro dal di fu'ori capisci, mo’? Devi pensare alla nostra condizione anche Che eat-erribile... anche 1a nos-tra one-

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'dei suici'di anarrepubblic'ano...» (fonte dell’APC eitata).

1a barca dello St‘ato.

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L’andament‘o della crisi politica di fine ottobre, 1a formazione di un governo di coalizione in cui entrano, sotto la presidenza del capo dei fascisti, i democratici-sociali (Di Cesaro), i popolari (Tangorra a1 Tesoro e

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‘ Su questa linea si diffondono anche due circolari a firma Grieco del 12 novembre (APC,1-922, 104/50 52) che raccomandano di evitare ogni convocaziOne pubblica di assemble: e di adottai'e 1’01ganizzazione illegale sulla base del sistema del raggruppamento (di 10 compagni a1massimo),di preparare i recapiti illegali delle federazioni, da cambiare mensilmente, put continuando « a d aflerrare ogni brandello di liberta, senz-a scrupoli ». I comunisti vengono anche diflidati dal prendere contatto col massimalisti. a'

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Lenin espresse a Bordiga il desiderio di sentire qualche notizia diretta e qualche opinione - non sulla questione dei rappo-rti con il Partito socialista di cui si sarebbe discusso nell’apposita commissione — ma sui nuovi avvenimenti d’Italia. Bordiga espose i fatti e ri‘pet'é i giudizi e 1e opinioni gia espresse con noi. Lenin ascoltava serio e —'mi pareva — un po’ stupito. Ad un taratto chiese che cosa pensassero di quegli avvenimenti gli operai, i contadini, la gente del popolo. Bordiga rimase un momento interdetto; poi accenno alle blattaglie

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E i1 testo di una lettera del I3 febbraio del 1923, scritta da Umberto Terracini ai compagni italia‘ni residenti negli Usa ‘. Bordiga e stato arrestato dieci giorni innanzi. Ma la repressione anticomunista Viene preparata assai prima dal nuovo direttore generale della Pubblica Sicurezza, l’ex quadrumviro, generale De Bono. Essa si confi-gura all’indomani stesso della formazione del gabinetto Mussolini come uno degli aspetti della normalizzazione che i1 nuovo governo persegue. Si vuole, mettendo in pratica fuori legge il PCd’I, dimostrare che Vi e finalmente un potere eseCutivo efficace che colpisce gli uomini al soldo di Mosca, gli « antinazionali», e soltant‘o essi. Mussolini, che ha fatto arrestare Bordiga, riceve Baldesi, e sui giornali si parla di unificare tutte «1e forze del lavoro ».

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preso la sua funzione e i suoi lavori.

E stata fatta, ad esempio, ampia luce sui retroscena che stanno alla base dei septassalti violenti dello squadrismo verificatisi in varie localit‘a anche dopo la marcia su Roma, gravi in alcuni 'casi, come a La Spezia, clove i fascisti uccidono sci avversari politici e ancora pifi sanguinosi a. Torinjo. Quivi, dopo una serie di scontri, in tutto i1 mese di novembre e nella prima quindicina di dicembre, e assalti fascisti ai circoli comunisti (i1 28 novembre é ucciso durante un attacco di squadristi il comunista Pietro Longo, zio di Luigi), nella notte del I 8 dicembre viene perpetrata dal Fascio una vera e propria strage (come. « rappresaglia » peril ferimento di due fascisti in un banalissimo fatto privato). Gli squadristi incendiano la Camera del lavoro, devastano nramente la sede dell’« Ordine nuovo » (occupata dalla polizia! ), bastonano, perquisiscono e infine trucidano ventidue persone e altrettante feriscono gravemente. Tra le vitti— me, barbaramente seviziati e uccisi sono i1 segretario della FIOM Pietro Ferrero, della corrente anarchica, e il consigliere comunale comunista Carlo Berruti. E un episodic di violenza che si esprime dalle lotte interne di una fazione fascis‘ta contro l’altral ma (‘2 anche i1 sintomo di altri gravi fenomeni. La strage di Torino indica infatti, anzitutto, che la « rappresaglia » ‘fascista, nello stile delle spedizioni punitive, si esercita sulla citta operaia in cui la presenza e l’iniziativa comunista si sono fatte piti sentire e costituisce una nuova inti'midazione contro un movimento tiluttante a una « normalizzazione » rivolta alla soppressione dell’autonomia delle organizzazioni proletarie ; in secondo luogo, mostra che i1 governo di coa~ Q. '

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ciatio nei Suoi membr‘i d-i morte e di tortura, ‘il Partito Comunista d’Italia ha gia ri-

nal-i di « ras », delinquenza comune, manifesrazioni di vendetta dei vincitori, malumore. « sovversivo » contro la eccessiva e subitanea parlamentarizzazione e burocratizzazione del partito a1 ‘potere, si appuntano contro 1e direttive centrali di Mussolini.

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I] governo fascista ha aperto 1a grande battutar anticomunis‘ta da tempo preannunciata. Nello spazio di una settimana 1a polizia ha arrestato olotre 5000 Vc’ompagni fra i quali tutti i segret‘ari delle nostre federaz-ioni, tutti gli organizzatori sindacali Comunisti, tutti i nostri con'sigfieri comunali e provinciali. Inoltre, essa e- riuscita ad impadronirsi di tutti i nostri fondi dando un colpo forse mortals alla nostra stampa... Non puoi immag‘inarti cio che sta succedendo per le nostre citta e per le nostre campagne da una settimana: e la vera caccia all’uomo ”che e sta‘ta organiz‘zata dalla polizia in accordo con le squadre fasciste e donne e vecchi non si sottraggono alla sorte. maledetta... Il nostro partito non piega e non cede: arrestati un quarto dei propri iscritti, spezzate le maglie della sua organizzazione, soffocata la voce della .s'ua stampa, isciolte le sue sezioni, privo del suo capo, i1_ compagno Bordiga, minac—

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presta giuramento a1 re ed é alle dirette dipendenze del presidente- del Consiglio, ma a1 tempo stesso una formazione irreggimentata nello Stato che dovrebbe anzi garantirlo contro i1 perpetuarsi dell’« illegalismo fascista ». In verita, la normalizzazione dello squadrismo a: tutt’altro che. facile e sem-plice. Posizioni di pote're e prepotere locale, ambizioni perso-

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teSto del biglietto reCa: -« L’E. V. provveda, d’orldine del Presidente del Consiglio, ad arrestare le per. sane, dz’ cui. all’amzesso trafiletto, marmte in blu >>. MusSolini aveva «marcato» tutti 'i ditigenti sunnomina'ti ed escluso due deputati perché protetti dall’immunita parlamentare: Bombacci e Gtaziadei (AC5, Min. Interno, Dir. gen. PS, A. g. e r., I923, K. I , b. 68). 1 Gli agen-ti di PS arrestano Bordiga proprio quando egli cerca di mettere, in salvo, da eventuali perquisizioni, la somma e vari documenti riservati, « i n una voluminosa cartella di cuoio». Nella cartella sono ,rinvenute tre banconote della Banca di Londra. per complessive 2500 sterline. Nella sede COmunista (in via Frattina 35 ) viene anche sequestrata la somma di 36700 lire in valuta italiana. Bordiga non neghera la provenienza della somma, sostenendo in pari tempo. Che il governo sovietico non ha altra partecipazione alla. sovvenzione Che quella di consentirne l’inoltro, tramite i suoi uflici, dall‘a Internazionale comunista alla sua sezione italian‘a. 3 La denunciadel questore di Roma, Bertini, in data 6 febbraio ( per reati contemplati dagli artt. 24.6, 247 e 251 (161 Codice penale.) ehe- si. .basa .sia Sulle ftasi contenute nel manifesto di Mosca, di ap‘pello; alla 10ttacontro; il gm‘rerno faScis’ta, ‘sia sulla scoperta della somma e dei document: requisiti a

per discutere, in qualita di dirigente dell’uflicio illegale, un piano di resistenza eflicace alle persecuzioni. Griec’o viene arrestato a Milano i1 31 marzo. Sono prima Grieco e Terracini, poi il solo Terracini a reggere il peso della direzione politica nel momento della maggiore reazione ChE'é anche quello in cui pifi ingarbugliata, inestricabile, orrnai, e la matassa della fusione. E, conviene rammentarlo, si tratta di una direzione dirnissionaria nei confronti dell’Internazionale comunista, che’, poco prima 0

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‘ II 30 dicembre un biglietto firmato da Aldo Finzi, sottosegretario fascista all’Interno, é inviato al di‘tettore genera‘le' della PS, accompagnato 'da u n ritaglio .di stamps (de1«Messaggero») che da no-

Frattanto, tra febbraio e aprile, viene arrestato quasi tutto il Comitato centrale e 72 segretari federali nonché 41 segretari delle organizza— zioni giovanili provinciali. E soppressa « L’Avanguardia ». In maggio, a Milano « cade » anche la segreteria della FGCI. Nella sede clandestina dell’organizzazione giovanile vengono arrestati Berti, Longo, Guerman— di e Cassitta; nuovi documenti, « capi d’accusa », sono sequestrati dalla polizia 2. Tasca e inviato in Svizzera, poi a Parigi (sia per sottrarlo all’arresto sia perché si occupi della numerosa emigrazione politica ivi rifugiatasi, che si raccoglie, per quanto riguarda i comunisti, in una vera federazione di partito; ma, probabilmente, anche per allontanare un troppo

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non e il giudizio sul fasvcismo come fenomeno europ-eo a determinate contese, diatribe, misure concrete. E i1 processo alle responsabilita comuniste per l’avvento al potere di Mussolini — quel processo Che ovviamente a1 IV congresso non si era ancora potuto allestire -— ad aprire la lettura delle imputazioni. Sia Zinov’ev Che Radek — su questo ancora concordi — come Rakosi, teStimone diret‘to, esprimono l’opinione Che. tali respon'sabilita siano state gravi, in un certo senso decisive, per come gli avvenimenti sono precipitati nel I 922.

E un martellante elenco di capi d’accusa: per il PCI, Lil nemico principale era restato Serrati quando in realta diveniva Mussolini3; nonostante l’Internazionale abbia messo in guardia per tempo i compagni ita— liani la loro tattica ha portato ad un disastro l’intero movimento operaio; essi sono degli eccellenti militanti ma hanno commesso errori tali Che $010 per questo la reazione ha trionfato 4; il PCI é stato un testimone impassibile, sorpreso poi dal colpo di .Stato, tanto ‘e vero Che i migliori dirigenti erano all’estero i1 28 ottobre 1922 5. Invano Manuil’skij prende le: loro difese, chiedendo: sono responsabili del fascismo i comunisfti

sOltanto perché questo 1i ha battuti? Strana « legge universale » ‘. Non solo i russi mai tedeschi accusano gli italiani. E Zinov’ev ripren— de poi in Commissione la requisitOria sulla mancata fusione. I comu'nisti l’hanno sabotata prima a Mosca, poi in Italia, « hanno fatto di tutto per “ L’intervento pifi importante sul tema del fascismo é quello Che tiene Klara Zetkin che sviluppa

a-ppunto l’a'nalisi del fenomeno come «offensive! generale della borghesia mondiale» ma anche come «espressione della decadenza dell’economia capitalistica e sinto‘mo delladecomposi'zione dello Stato borghese» e rivela la con-traddizione tra 1e promesse sociali dei fascisti e i fatti. Klara Zetkin parla di dCCadenza inevit-abile del fascismo anche se «i1 processo di decomposizione militarmen‘te non sari breve» e sara preceduto da un intensificatsi del terrore. Cfr. i1 testo su « La Correspondance internationale», a. III, Supplement 11. 53, 4 luglio 1923, pp. 8-10,. 2 Come é ben documentato dal CARR (La marte di Lenin, Torino 1965, pp. 169-74) Radek s'vilup;pa all’Ese‘cutivo allargato 1e sue teorie sul nazionalbolscevismo, adombrando un’alleanza tra cominnisti e nazionalisti tedeschi in nome della lotta all’imperialismo francese. Radek sostiene Che «do Che viene chiamato nazionalismo tedesco ‘é‘ non soltanto nazionalismo ma un largo movimento nazionale avente un ampio significato rivoluzionario» e formula quindi una sorta di avan‘ce a un fronte comune nazionalisti-comunisti. Non si pub con cio affermare Che questa diventi la piattaforma dell’Intemazionale, ché anzi la risoluzione approvata sul fascismo parafrasa .la‘rgamente- il discorso di K. Zetkin ed esorta alla lotta a fondo contro d i esso. ,3 Dal rapporto presentato da Zinov’e'v nella seduta d’apertura il 12 giugno 1922. Cfr. i1 testone « La Correspondance internationale», a. III, Supplement 11. 53, 4 luglio 1:923,

“ Ibid.: l’intervento di Radek del I3 giugno. .b

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! Dalla traduzione italiana del documento ci-tatog, sullo «Stato opera-.10.», a. II, n. 1.1, 10 aprile I924a

5 15221.: l’intervept‘o di Rakosi del I4 giugno. ‘ L’inte-rvento di Manuil'skii é riportato sullo « Stato operaio», a. II, n. 12, 17' aprile 1924

dal comunisti italiani mostreranno come tutti i « maggioritari » 5i Siano

unpegnati a MoSca soprattutto a difender‘si dalle aCCuse di sabotaggio e

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alla decisione presa dal Komintern di nominate d’autorita un. nuovo Co~ mitato esecutivo del PCI: una decisione, del resto, che veniva almeno incoraggiata dal fatto che quello vecchio si era presentato dimissionario, sin dal marzio 3. Scoccimarro riferira a Togliatti che in un primo tempo, durante 1e discussioni in Commissione, si rispose da parte italiana con un 8

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secco rifiuto; poi, « sostenemmo 1a tesi: tutto fl potere alla minomnza » ",

la tesidi Bordiga. Ma neppure questa viene accettata. In Un’atmosfera

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tesa, che rivela « sistemi» preoccupanti per i futuri reciproci rapper-ti —.

aggiunge Scoccimarro — la Commissione decide di create in Italia un

ranno‘ due anni e non due mesi come sarejbbe accaduto se i comunisti italiani non aves‘sero commesso errori, Ina ci arriveremo »)‘, di comin-

Esecutlvo « misto », 0 di coalizione, in cui tre dei cinque membri siano

ancora della vecchia maggioranza -— Fortichiari,‘ Scoccimarro, TOgliatti —

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sui militanti. Come (‘3 gia accaduto in passato 6 come continuera ad accadere fino al I9 '25, Bordiga viene blandito dal Komintern con, l’ofierta d—i far parte del suo massimo organo rappresentativo (forse con la speranza di neutralizzarne l’azione? 0 di recuperarlo col lavoro internazionale?) L’Esecufivo allarg-ato. decide infatti di Cooptare Bordig-a nel Presidium deH’Internazionale comunista, insieme a Terracini (che, in efietti, entrer-a invece nell’Esecutivo, trasferendosi 'a Mosca a partire dall’agoSto del

‘ Sul‘l'att’eggiament’o di Gramsci durante i lavori dell'Esecutivo C., la testimoni-anZa resa da' lui 'nOn concotda moIto con quella *di Terracin-i. Mantra Gramsci ricorderé ‘di aver sin da, all-ore. difE-éso il-

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ni'erii fatto d"autorita '; forse ancora perché si spera, cosi, di recuperate quel Bordiga che gode sempre di vasto credito nel comunismo interna—

noranza? Aperta .resta, a1 tempo stesso, Ia questione di Bordiga, incar~ cerato, che e il dirigente tuttora pifi influente del partito, sui qfladri e

pli‘QCipiOdi‘ applicare 1e decisiOni del Komintern (cfr. la :sua lettera a T'erracini da Vienna del 12 gm.»

nalo 192.4,;1n La formaziom etc. cit, p. 156) Terracini .scrivera' che ivi Gramsci nonsi era, prenupziato sul documento polemico prams-to d'a B‘ordiga se non c011 fievoli risen/e (cfr. la sua lettetafi 3110 '0

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L’atto d’Zautorita del‘Komintem

Capitolo .dician-novesimo

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3' Da una lettera indirizzata a Togliat‘ti del 7 luglio 1923. AFC, 1923, 190/3.

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1 La serie di Iettere ,d-i Amadeo Bordiga a1 Comitato e—secutivo del PCI vanno dal 29—30 giugno I923fi=alla vigilia del pnoces'so da- cui usCir-é assolto (ottobre); fotocopie in APC, 1.9-2.3, 190/1 sgg. '2 'Terrac'ini. , _ ‘ ' i

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5- 11 1°- agosto Grieco scri've aTerracini e Togliatti: « Il mandato della delegazione a Mosca» era: I ) difenderci dalle accuse moss‘eci; 2) dare le, nostre dimissioni nelle mani del C. E. che seguivano queue ptecedentemente trasmesse per iscr‘itto. Pattendo per Mosca, Umberto scrisse': “ Andiamo cc‘m inte‘nzioni di.... finirla! " Se non ave’ssimo sempre pensato mail tutti avremmo deciso di restate pal nosuo pesto. Se noi Eossimo u‘n gruppo ne‘ssuno dei nostri cempagni accetterebbe d'i sastituirci! Io rifiuto d’saccetta-te 10 state di fatto, nel senso che ciascuno ‘riprende la su‘a liberta d’azionez- vedremo poi se si titrovera il gruppo otiginario del partito». Il biglietto, vergato con la stessa tecn'ica di quelli

di .Bordigfi;€:8 )siglato con la: c-ifra convenzio-n'ale d-i clef. e i‘ndirizzato a «Palmiro e Umberto ». (APC,

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Gli altri dirigenti della maggioranza si comportano in un modo diverso, Sebbene pifi nella forma che nella sostanza. Essi tengono una riunione‘ di gruppo, i1 12 luglio, nella quale decidono di costituirsi in una sorta, di frazione interna, o meglio di trasformare la vecchia maggioranza — di cui si riconosce tuttora ad Amadeo Bordiga, una vera e. propria leadership -— in frazione. Con quest’ultimo il dissenso é dunque soltanto di op— portunita. Vale a dire che essi (in prime luogo ‘Terracini con Leonetti e Camilla Ravera‘) ritengono non si possano invalidate le decisioni delllInternazionale ma convenga piut’tosto « conservare posizioni tali da assicutar. [loro] i1 dominio del partito e della situazione politica » 3 dinanziad 0 0 9

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Se per case non volete fare quanto vi propongo, ecco, ancora,‘ le mie decisioni petSonali. Non pretendo di rappresentare altro che i1 Signor me stesso ma dichiaro che... la mia a‘zi'one sara indipendente da quella dei rappresentanti dell’ex maggioran’za nella Centrale e che non collaborero in nessun modo (salvo vecchie pendenze teCniCh-e da sistemare, si capisce) val lavoro di direzione del partito. Dall’Esec‘utivo sono- lieto di essere gia escluso: mi dimetto dal .Comitato Centrale. Non mi dimetto da non so che cariche mi hanno date a Mosca ma ‘se dovessi uscire non andro Iaggifi neanche pet pOCo tempo ’2

tecm’cbe che egli ricopre (dirigente dell’Ufl'icio illegale) ’. Fortichtan sara sostituitoda Gennari.

una minoranza penetrata nel Comitato esecutivo, mentre Bordiga trova ' Alla stessa data, biglietto dattiloscritto (nella fotocopia): def a Palmiro. II testo rec'a: «13090 1311253 noz‘jone dei risultati dell’Esec. All. sento il’ dovere di presentare 1e mie dimissioni da membro del Comitato Centrale delPC. Tali dimissioni sono irrevocabili e desider'o risparmiarvi la cortesi-a di discuterle. La mia decisiOne non it one diserzione. Vi do la mia parola di comunistache mai come in questo memento ho sentito il desiderio di‘ essere processato, per togliere ogni maligna interpretazione a] mic atto. Vi prego di rispettare questo mio pudore! Mi riservo di’ decidere sul mio at-tegg-iamento successive. Con fraternita: def. Postscriptum: ‘E mio parere che Bruno non possa accettare.» (APC, 191/28). _ 2 La prima notizia delle dimissioni d i Fortichiari da membto del nuovo Comitato esecutivo del PCd’I si ha con una. sua lettera del 16 luglio (APC, 192 3, I71/ 28). Una motivazi'one political pii‘i am; pi'a si ha in un’altra sua lettera dell’8 agosto, indirizz-ata al Comitato centrale, nella quale, precisatj ilrpunti dis principio e politici che riferiamo Sopra, egli ha cuta di respingere l’obiezione. che solo: a1llInt‘ernazionale comunista spetti accettare o meno Ie sue dimissioni. E i1 Comitato centrale Chextha i1 dove‘re e 'il potere di decidere» (ACS, Min. Interno, Dir. gen. PS, A. g. e r., I923, K. I , b. 67.). 1,1 Comitato centrale 1e reSpinge una prima Volta e Forti‘chiari 1e rin’nOva i1 30 agosto, allargandole in un certo senso. Si dimette infatti anche da membro dello ste'sso Comitato centrale ( c . La formazz'one ccc. cit, PP- 126-27). Le nuove dimissioni sono respinte una seconda volta dal Com-itato ese’cut-ivo tiunito i1 7 settembre (APC, 1923, 771/76-8‘3); saranno p‘ero accettate ne’ll’autunno, quando Forth ifhiari, nel frattempo esule at Vienna, E: in gtavi condizioni di salute e ottiene un congedo per» mat-c)

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Ed e 5010 la prima reazione. Bordiga e convinto che i1 Komintern stia

> e um non senso,_cont‘rarlo agli stessi criteri organizzativi dei partiti comunisti che richiedono un centro direttivo omogeneo. Egli, per di piu, e l’vunico compagno che, del cinque vecchi membri dell’Esecutivo, ritornerebbe nel nuovo. E quanto non pub accettare perché si sente solidale con gli esclusi (Bordiga, Grieco, Terracini, Repossi) e perché,’ inoltre, non acceftta la spiegazmne datagli a Mosea secondo cui la propria riconferma verrebbedalle mansiont

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Si capisce — egli scrive -— che .ehi accettasse in tutto- i tat‘tji‘ci di Mosca pub e deve tie-stare: non chi s-i consideri legato alla. nostra diflerente scuola. Almeno i0 dichiaro che non sen'tiro nessuna solidarieta con chi si ponesse. in tale situazione. COSa ‘vuol dire i1 pasticcio di me e Umberto 2 nel Presidium? Vada pure, purché nessun‘o debba restate a Mosca '3. '

mente Squalificato i1 vecchio Esecutivo .italiano, quiudi 6%: da cambiar'e

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isa quanto sia successo a Mosca, Bordiga raccomanda di portare in piena luc‘e la polemica, di non assumere nessun incarico nella « nuova Centrale » '. Non appena e al CO-rrente delle novita, 6: del parere « che: nessuno di noi resti nell’E. [Esecutivo] ».

Ed egli annunzia, non senza solennita, 1e proprie dimissio—ni anche da membtfo del Comitato cen-trale 1. Fortichiari tiene lo stesso a'ttegglamento. Rifiuta la carica datagli da Mosca, e reiteratamente 'rinnove-ra 1n agosto ale dimissioni. Le ragioni che « Bruno» adduce sono esattamente quelle avanzate da Bordiga: l’Inter’na'zionale ha condannato e pubblic-a-

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legrafico (e dalle parole sono abolite le vocali). Sin da quando ancot'a non

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1e, 3 sostituire Scoccimarro incarcerato in settembre,2. Senonché la destinazione pare tutt’altro che felice, a Terracirii ad esempio, che fa una serie di valide obiezioni, alcune riferentisi alle condizioni di salute di. Gramsci (questi ha bisogno permanentemente di un compagno che lo aiuti e lo

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Capitolo ventesimo

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ch: ""11 LavoratOre." Spiegava con articoli eccitanti Valli’odio di classe e- .alla rivoluzione sia peril pe-

condotta diffidente2 — che il Komintern decide la pubblicazione di un giornale quotidiano per « controbilanciare l’influenza dell’ “ Avanti! ” sul-. le masse » 3. Il nuovo quotidiano dovrebbe essere un organo cornune per

i comunisti e per i '0

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II documento, di :grande importanza, e il primo segno concreto di una

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svolta, non solo e 'ancora non interamente nel campo politico, sibbene in quello del metodo e delle prospettive di lav‘oro del partito. Colpisce su-

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interessa e. che Gramsci inserisce nel progetto una propria concezione del terreno politico e sociale su cui l’azione Va sViluppata. Deve essere un terreno sgombro dalla vecchia controversia e pi1’1 rispondente a1. disegno Strategico di un fronte unico, di un impulso unitario reale, in vista delvl’Obiettivo del « governo operaio e contadino ». Nello stesso mese di settembre, infatti, Gramsci formula la prima indicazione generale programmatica nella lettera che invia da Mosca al Comitato esecutivo del PCI, i1 12 settembre 192 3 , a proposito della fondazione di un « quotidiano operaio » decisa dal Komintern. Gramsci insiste, in primo luogo, sul carattere non dz' partito che i1 giornale dovra avere, sia per assicurarsi una pit’i s-tabile esistenza legale, sia per riflettere tutta « la'sinistra operaia, rimaSta fedele alla tattica della lotta di classe », compresi quindi gruppi anarchici, sindacalisti, repubblicani, e soprattutto le masse lavoratrici, per risu‘scrtare in esse un movimento reale. Quanto ai rapporti con i « serratiani >> essi saranno di collaborazione, badando a evitare ogni polemica di

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fine del I92 3, ha dovuto registrare due sconfitte gravi e um lotta aspra sfviluppatasi a1 vertice del 'partito bolscevico. In Bulgaria, i1 Partito cornu-

scarso sucCesso e l’unita coi socialdemocratici non regge alla prova. La stessa preparazione militare dell’insurrezione si rivela scarsa.,A uesio punto, Brandler, d’accordo con Radek, rappresentante dell EKKI iii,

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gresso' in poi. Percic‘) egli tende a ridurre i motivi di critica ad errate interpretazioni della tattica del fronte unico, a rovesciare sulle spalle di Brandler e di Radek la responsabilita del fallimento tedesco dell’ottobre,

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_ Quanto la contesa all’interno dello stato maggiore bolscevico influen-

‘zi1a condotta di Zinov’ev e degli altri sulla questione tedesca, e le nuove interpretazioni di vecchie parole d’ordine, a: problema che occupa da tempo la critica storica. Anche se non sembrerebbe giustificato attribuire soltanto a questa disputa un generale « revirement » (la sinistra del partito tedesco e- tutt’altro Che malleabile) é evidente Che Zinov’ev teme il formarsi di una opposizione internazionale, anche se eterogenea, Che contesti tutto l’insieme dell’orientamento del Komintern dal IV con-

Zinov’e’v - riferisce — ha parlato molto chiaramente del ,sorgere di una tendenza socialdemocratica nel seno del Comintern ed ha usato parole forti-s'sime contro di essa. Le aflermazioni tattiche, poi, Che sono incluse nella risoluzione tedesca, Sono destinate ad essere evidentemente sviluppate nei prossimi tempi in una applica~ zione pratica di tutti i partiti. Queste afiermazion‘i del Presidium dell’Internazionale non sono affatto tali da convineerci di avere avuto torto fino ad oggi, complee tamen‘te torto. Quando l’Internazionale scrive in un suo documento cosi importante che bisogna rompere decisamente colla socialdemocrazia e non avere pifi con lei a1~ cun rapporto, che « uguale cosa bisogna fare colla sinistra socialdemocratica», the i1 fronte unico deve essere « praticato soltanto pifi dal basso >> e precisa Che la sua realizzazione deve ricercarsi attraverso « agli organi del fronte unico: i consigli d‘i fabbrica, 1e commissioni di controllo, ecc. »; quando si legge in detto documento Che « 1a tattica del fronte unico e del governo operaio sono tattiche della rivoluzio~ me e: non della evoluzione », e Che esse sono mezzi di « agitazione e di mobilitazione delle masse » e di pifi, « chiunque affermi Che esse significano qualcosa di pifi cade nel‘ pifi puro opportunismo »; quando 1’Internaziona1e, solennemente, dopjo 1e af— fermazioni del IV Congresso e la teorizzazione tedesca del governo operaio, dichia— ra che i1 gover‘no operaio non pub essere realizzato con un compromesso parlame‘ne tare, che ess'o deve essere preceduto dall’armamento del proletariato, che esso non pub Che segnare I’inizio della guerra civile per la presa del potere; quando cio avs viene io credo di potere giustamente aflermare Che molto si e riveduto del passato e

sulliargomento) cfr. Mime. Hawk, L’i‘nfluegzga deglz‘ .avvezzimemi redescbi del :93; mild- palitita di-

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Per lui questa tattica e estremamente volontaristica e teatrale, perché 5010 con un es-tremo sforzo di volonta si poteva ottenere dalle masse russe un’attivita rivoluzionaria che non era determinata dalla situazione storica. Egli pensa che per i paesi phi sviluppati dell’Europa centrale ed occidentale questa tattica sia inadeguata. o

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4 La leg-on de: évézzemems d’Allemagne, «La correspondanee internationale», 3. IV, n_. :4, no ,febbraio 1924. R

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cosi, parafrasando una risoluzione del Komintern (« i1 governo operaio

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no pifi sottili: esso accett'a l’interpretazione restrittiva del fronte unico, escludendo 1a formazione di « organi permanenti » costitiuiti dall’alt‘o;

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la formula stessa del governo operaio? Per i1 « centro » i distinguo so-

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te unico (che dal Komintern e stata ridorta a semplice strumento di agitazione) é pericolosa. Non e stata — cominc-ia sin d’ora a chiedere Bordiga — Ia disfatta tedesca una conseguenza della tattica errata consigli,ata dall’In‘ternazionale comunista a1 KPD, dell’Opportunismo implicito nel—

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bili della sconfitta del proletariato italiano. Tasca, che é l’estensore dello schema della corrente, ripresenta, in sostanza, 1e accuse mosse all’Esecu— tivo allargato del 1923. ‘ Anche sul tema del governo operaio e del rfronte unico le difierenziazioni esistono. Ma esse vanno tutte guardate alla luce della rettifica che

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Io mi rafl'orzo sempte pifi in questa convinzione: che bisogna lavorare noi, nel nosrro Paese, per costruire un partito forte, politicament‘e 4e organizzativamente bene attrezzato e resistente, con un bagaglio di idee generali ben chiare e ben ferme nelle coscienze‘ individuali in modo che sia impossibile 1a disgregazione ad ogni urto di questioni (di principio e organizzative) 2.

protrattosi per anni. I socialisti italiani hanno risposto sempre di no ail tentativi di fusione, e dall’arrendevolezza del Komintern é venuto sol-

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nale comunista l’erroneita di un atteggiamento fiducioso verso il PSI,

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I dirigenti del gruppo di «. centro » tengono indubbiamente presente 1a raccomandazione del presidente del KOmintern; cib che non impedira alla polemica di esplodere nuovamente anche sul punto delicatissimo dei rapporti del par‘tito con l’Internazionale, ma s-i tradurra, cornunque, in un’offerta ulteriore di collaborazione. V

proprio sulla concezione generale del partito e della sua collocazione nel. “movimento interna'zionale, come discriminante politica. E alimentera cosi una chiarificazione che Va al di 15 dei te'sti 'scritti e discussi a1 convegno.‘ I tre documenti, che abbiamo gia utilizzato per i'lo'ro giudizi sulvpassato, presentano linee di difierenziazione notevoli. La’ «sinistra » Si di—

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il'c-a-rattere di 'Bordiga sia perché questi non pecca certo di chiusura na—

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La vecchia accusa di estremismo e di dogmatisme non é dunque la-sciata cadere, eppure il tono che Zinev’ev usa nei cenfronti d1 Borna e :b-en diverse da quello sprezzante impiegato verso Radek. Berdiga e i suoi amici sono chiamati dal relatere « buoni rivoluzionari, fedeli all’Ine ternazionale ». Nel rapporto (1a discussione si sviluppera poi in commis-

La sostanza della prespettiva che emerge dal rapporte introduttivo e

della .gravita della sconfitta tedesca — rivendica a sé l’applicazione scru
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Zinov’ev e di Manuil’skij. Comunque, essi ripiegheranno (i « vicepresidenti » non vengono nominati) sull’inserirnento di Bordiga, accanto a Togliatti, nell’Esecutivo del Komintern. E Bordiga pare scegliere allora queSta linea: accettare la nomina nell’Internazionale comunista per non rompere tutti i legami con l’organizzazione internazionale ’ ma rinvigo— rire l’opposizione piu netta all’interno del PCI nei limiti della disciplina

« deStra », hanno respinto la linea estre'mis-‘tica proposta da B o r a ' , Griieco, Perrc‘me, Venegoni, Betti, e gifi Vivamente battuta nel congresso.

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‘statutaria. E quanto si pub intuire da un rapporto confidenziale SteSO da +

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Grieco per i compagni della frazione a1 suo rientro in Italia 2 e viene so‘stanzialmente confermato in tutto il dibatti-to che si avré nel I92 5 nel B

partito italiano, ed anche da una lettera di Bordiga che affermeré di es—

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sere stato eletto « per forza » ma ammetteré di aver accettato 3. E..:0 G G D

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La sinistra italiana ha ri’nunciato a schierarsi contro la risoluzione geE.B

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nerale del congresso sul’la tattica, formulata da Zinov’ev, promette una condOtta disciplinata, accetta, pur adombrando una simpatia per TrocD

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'kij, di non sollevare obiezioni Sulla « questione russa » ‘, ma non inten-

approVato nella sua penultima riunione. II radicale dissenso elimino ogni pmposta

di inclusione della sinistra nel Comitato Centrale e nel C. E. del partito ove questa _av‘rebbe cost‘ituito una minoranza in continua opposizione all’insieme delle altre tendenZe tra le quali nes‘sun serio dissenso eras‘i verificato a1 congresso. Una simile opposizione, gié sapendo come l’Internazionale si pronunzierebbe sulle diverse que~ fstioni, e sapendo che la maggioranza del C. C. avrebbe sempre vaccettato unanime~ mente le proposte e indicazioni sulla Internazionale, si. sarebbe ridotta a mantenere’ uno stato di disagio e di lotta nel p‘artito. La Internazionale accettb Che non si pro‘pones‘se alla sinistra una. situazione impossibile, e non 1a impose per di‘sciplina. Una ‘simazione di anormalité resta: ma mancavano 1e premesse per uscirne, e queste premesse non possiamo noi fornirle 3.

La testimonianza di Grieco e illuminante. Mostra anche come ‘il coma promesso raggiunto con l"I,nternazionale sia puramente formale poiché

sfiducia di Bordiga nei dirigenti del « centro ».




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tenta‘re insieme a loro la carta dell’appello alle masse. Pietro Nenni testimonia in proposito: p' 8'

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fascismo: una coscienza che né riformisti né massimalisti posseggono, rallo stesso modo che ne1’192 I e nel I922, ancora nel 192 3-24 essi c1rcoscrivevano i1 fenomeno fascista nei margini di un’esplosione di violenza

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Quante esperienze ho fatto in questi giorni! Ho visto in faccia 1a «, piccola borghesia a» con tutti i suoi tipici caratteri di classe. La‘ parte pifi ributtante di essa era co'stituita dai popolari e dai riformisti (per non parlare dei massimalisti, povera genre di cascia andata a male); i pifi simpatici erano Amendola e il generale Bencivenga dell’opposizione costituzionale che si dichiararono favorevoli in principio alla lott‘a‘ armata e disposti anche (almeno a parole) a porsi agli ordini dei comunisti, se questi fossero in grade di organizzare un esercito contro il fascismo. Un deputato

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dira ad Anna Kulisciofi che « nel Comitato delle Opposizioni abbiamo preso qualche misura preventiva per tenere in guardia gli operai i qualji, devono sentire la smania potente di cominciare a respirare e potrebbero

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abboccare a qualche provocazione» 3. 11 PCI e perfettamente cosciente che non bastano 1e sue forze a 1110bilitare la classe operaia, ma decide ugualmente di lanciare da solo la (11- , rettiva di uno sciopero generale. Mentre la CGL proclama per il 27 — 11 giorno in cui Turati commemora Matteotti e nasce ufficialmente l’AVentino — una astensione dimostrativa dal lavoro di dieci minuti a cui b'0

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ade'riscono persino i sindacati fascisti 4, 11 PCI invita il 23 gingno gli ope-

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> , che diventera 1n ottobre quella del PCI. (Allora la situazione sara perc‘) piti compromessa). Altrove, e soprattutto al centro, la rottura tra comunisti e Opposizione e profonda e l’hanno provocata in primo luogo proprio i partiti aventiniani, timorosi dello spauracchio del « bolscevismo >> che potrebbe frenare la borghesia desiderosa di liberarsi di Mussolini. « I comunisti furono messi alla porta >>, dira Gramsci in agosto 2. Passano 1e due prime settimane senza nessun risultato apprezzabile.

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tutticonfluiscono nella valorizzazione della prepria autonomia. « L’Unita »~ e passata da 20 a 50 000 copie di tiratura, nelle fabbriche la polemica cornunista di « smascheramento » ha una certa presa‘; accentuate una posrzrone antagonistica diventa per il gruppo dirigente qualcosa che risponde insreme a un convincimento generale profende e ad una « astuz—1a » tattlca contingente. Si ritiene che l’unice terreno di lavoro serio sia quello da intraprendere costruendo una opposizione di classe solida, nettamente configurata come opposizione rivoluzienaria, e che in essa e solo 1n essa, peril future, potranno trovare pesto quelle forze piccolo-borghe— sr s‘taccatesi dal fascismo che non hanno un’autonomia politica Ina oscil— lane tra grande borghesia e proletariato. E si pensa, nel frattempe, che i1 complto — il vecchio compito « originarie » — di smascherare il PSI di hquidario, venga facilitate da un attacco a fondo a1 suo opportunisr’no, alle sue incertezze, a1 suo andare a rimorchio dei « costituzienali », amendehani, pepolari, riformisti. Quante a1 PSU, quale prova migliore della grustezza delle tesi del V congresso del Cominform (secondo 1e quali esso é gia un’ala della borghesia, un complice dei fascisme) si puc‘) cercare che nel sue pretendersi ulteriore verso destra? ‘ Due successivi rapporti di Scoccimarro, del 22 6 del 30 giugne al Komlntern, non lasciano dubbi sulla consistenza e sulla motivazionc: di questa linea di marcia sebbene essa voia rispondere, contemporane amente, a1 pericolo di una nuova ondata terreristica fascista. Si parla anche di una preparazione armata, ma, come nel passate e pit’i che nel passato, essa rimarra intenzionale. II 22 giugne Sceccirnarro afferrna:

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tica dei lore metodi dei tutto insuflici'enti nella letta centre i1 fascismo; svelger‘e un’opera di smascheramente dei partiti unitario e massimalista in sene alla classe eperaia, opponendo 1a realizzazio‘ne dell’uni'ta proletaria a1 « cartello delle Sinistres», che essi hanno realizzate nell’opposiziene cestituzionale. A questo proposito si deve esservare che i1 partite unitario si manifesta sempre pit’r apertamente come un partite che non ha. pit’l nulla a che Vedere con la classe operaia: la sua unita d’azio-ne e di intenti con i partiti borghesi oggi é chiarissima. Verse i1 partite massimalista rilevare i1 carattere centrorivoluzienario della sua politica che sempre pifi apertament'e’ si pone sul terreno della socialdemocrazia. La situazione intensamente dinamica che ci .sta dinanzi ci consente di afiermare che la nostra azione centre tale partite rinscira pregressivamente a distruggere l’influenza che esso esercita ancora su certi strati della massa operaia. Di questi elementi bisogna tenet cento case per case, nell’applicazione della tattica del fronte unice, per far si che questa, se applicata meccanicamente, non rivalorizzi quei partiti che nell’attuale situaziene si sene gia gravemente compromessi di fronte alla massa operaia. Il frente della letta per il nostro partite si presenta molto vasto: continuare con tutti i mezzi 1a campagna centre i1 fascismo e il Governe, combattere contre le opposizioni borghesi che co-stituiscono un pericoleso inganne per le masse operaie; sottoporre a una critica serrata e a una azione politica adeguata alla situaziene i partiti che hanno ancora un seguito nella massa operaia e specialmente i1 partite mass-imalista che oggi ap-

pare pessibile scalzare dalle‘ sue pesizioniw ‘.

Come si vede, e una li’nea censentanea — con forzature di siniStra tipiche dejl partite italiano — all’indirizzo del V congresso, alla concezione di. un fronte unice dal basso. La giornata del 27 giugne ha mostrate, pere, che la parola d’ordine di uno sciopero generale per tutta la giorna't‘a é stata seguita soltanto da una piCcola minoranza della classe operaia e da nuclei di lavoratori della campagna. E un risultato non trascurabile di mobilitazione, ma neppure positive. Né Scoccimarro nei suoi rapporti‘, né « L’Unita », dinno cifre su11a consistenza numerica degli scieperanti 2, di quanti hanno applicato una dircttiva che la CGL ha denunciate come prevecatoria. Non si e mossa 1a massa operaia della Fiat né quella delle

grandi fabbriche di. Milano e di Genova. Pifi tardi, un dirigente comud nista fornira la 'spiegazione pifi illuminante dello state d’animo delle masse: B

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1 Dal verbale della riunione del ‘Comitato centrale del PCI del '15 febbraio 1925, APC, 1925,

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toeseCutivo del PCI i1 16 luglio 19:24.j e-se'que‘strata successiVamente dalle polizia. ACS, Min. I ntemo,

Dir. gemPS, A, g. e'r., 1925., K. I, b‘. :02. 5" 1.11 no «questionario' smtlstico», _dell’« SR1», riempito e fin‘nat‘o da. Ercoli, datato novembre 1924, 131‘ affer‘m'a (the 1 «pngwmcn pohtm» nelle .carceri italiane‘ sono approssimativamente 5500, 9 '' P.o

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1 Dalla relazione del segre-tario interregionale di Lombardia-Emilia-Romagna, inviata al Comita-

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cato, e imboccato, una strada diverse per battere i1 fascismo, resta 180-

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. ' icazione. 7 Il decreto‘ é p ubblicato , , , . . s ulla«Gazzettauffic1ale - ' » d 11 S135° aEglsosto ll Consigh‘o dei minlistri decide che la MVSN entri a far parte delle forze armate :e o ‘ ado. sa prestera

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: Carteggio, vol. VI cit., p. 255. 7 DE ROSA nella sua ,, GABRIELE cattolica .. . . Storia . .del. movimento . . . ‘ vol - II 'c‘it " ' - I1313- 492-9 ) rlcorda che. l amcmamento tra popolan e soc1al15t1 umtan, e la dec1sa .pdsizione antifasciSta di 3. De Ga-

ilienéfeililtaéero tialilva fiéoghenza 1n Vaticano e presso .Ie autorité cattoliche ». e ricorda anche come . a . N ,- ca 0 ca» _ 2 agosto 1924 scrivesse che la‘collaborazione tra cattolici e soeialis ' ‘ saretgbe n’e opportune, né conveniente, né lecita ». 7 7 t1 « non Carteg-gzo, vol. VI. cit., p. ,252. -° «L’Unita», 17 luglio 1924.

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tino, che non chiede neppure ormai un governo al di fuori della maggioranza fascista e filofascista (mentre Mussolini rimpasta il suo gabinetto con l’inclusione di due liberali e di un cattolico filofascista), che s’accon— tenta del giuramento della Milizia a1 re 2', che confida in un rinnovato par-

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paSa magistratura, polizia, giornali, Vaticano, Massoneria, Corte) erano parte dalla o passan forze sate dalla parte del fascismo »~. Oggi, « queste . ‘ . delle opposizioni ». rottura d1 ne funzm una classe come Si presta alla piccola borghesm

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L’Antiparlamento e i Comitati operai e contadini

Capirtoilo ventiseiesimo

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le opposizioni borghesi. Se 10 facesse soltanto a loro rimorchio— dice To— gliatti — sarebbe peggio: « Per 11 nostro partito, che ha una posizione in-

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Il gruppo comunista non deve rientrare in Parlamento nel case in 0111 le opposizioni respingiano la proposta comunista Non riteniamo che un ricatto del genere sia

rientro, « ma 1 loro sforzi non sono destinati a conseguire successi dure-

V011 222.131 di fronte a tale eventualita Che 11 PCI 1%. propenso a prevenire

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segno. Ma 11 Presidium sconsiglia dapprima formalmente, con un suo telegramma, partito da Mosca il 22 ottobre, dal compiere .simile gesto. I1 t-eleg'ramma. cifrato, in tedesco, é inviato ad Humbert-Droz e reca questo secco ordine:

del. Vaticano. Massimalisti e repubblicani si sforzerebbero d’impedire il

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esporre, in vari rapporti, a1 Presidium del Komintern questo preciso di-

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un’assemblea parlamentare antifaascisra come contraltare a1 Parlamento mussoliniano, si riaflaccia da parte dei dirigenti del PCI l’altra prospettiva: far rie-ntrare a Montecitorio i propri deputati. Tocca a Togliatti

Si puo seguire 1a reazione dell Esecutivo anche da un’altra fonte piu diIetta, quella di Togliatti. Togliatti manda due relazioni a MosCa nello stesso giorno, il 28 ottobre I924 Nella prima, oltre ad 1nfornaz1on1 sulla preparazione di conferjenze d’oflicina Che debbono suscitare i Comitati opera'i, egli dICe Che il partito non ha ancora deciso se Iientrare 0 1110110 a Montecitorio, Ina afIaccia il sospetto che siano invece gli aventiniani a decidersi a tale: pas-

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Luigi Einaudi calcola (the l’indice del costo della vita nel mese di ot—

tobre del I924 sia 11 piu alto dal I °luglio I920 in poi (supponendo Che 21 1° settembre I9 I4 11 costo della vita si eguagliasse a mo, si e passati da un indice 384 a un indice 492,9). Si spende molto di pi1’1 per la casa e per l’alimentazione. Cio porta a un fer'mento 1n molte categorie operaie (dai metallurgici ai tessili) e reca indubbiamente un elemento nuovo nella situazione, su (:ui insiste la propaganda comunista collegandolo alle sue parole d’ordine. Ma non si registra per ci(‘) un’ondata di agitazioni .s‘ala‘riali sensibile, anche se 31 sciopera ancora a Milano e altrove.

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suoi magri Iisparmi, impiegati in buoni dello State, libretti di Iisparmio, assicura— zioni sulla vita e contanti, rest-ringersi rapidamente.

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L’Antipatlanénto e i Comitati Operai e coma-(11111

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un OEaIID‘aallraiii-ggisrfegorazione di Lenin Che Bordiga tenne alla casa- del popolo d1 Roma 11 24 febbrmo 1924:; i1 testo in «Prometeo»! a: I, n. 3, '15 marzo 1924..

2 2000 pagine‘ dz’ Gramscz c1t., vol. II, p. 67.

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parola d’ordine non sarebbe stata ancora portata davvero tra le masse. Quanto al PSI, Longo non é infatti per nulla dell’idea di Tasca: « E necessario porre‘ i gregari contro i capi e togliere a1 Partito massimali'sta gli operai ». Serrati ‘e dello stesso avviso. A lui si affidera il compito di stendere una risoluzione sui rapporti col PSI, che verra definito « l’ultimo

llzzare e.d1 eompromettere i1 movimento rivoluzionario in Russia, a deterriiinare in Germania l’insuccesso di una rivoluzione 1a cui riuscita era sembrata alla stessai Internazmnale comunista pienamente possibile? E non era l’argomento di coloro che continuamente accampavano l’arretratezza della Russia contadina, anch’esso tunarnamfestazrone di menscevismo, un alibi della loro sfiducia nell-e possibilita rivolue zronarie del proletariato russo e mondiale'? ‘.

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sehiato, se. non vi fosse stato lo stimolo e la spinta rivoluziOnaria di Lenin di' para-

lotta contro di essa. Male sue obiezioni sono piuttosto organizzative: la

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del fatto che il Komintern ritiene inutile una manovra di vertice. Tasca E: pressoché isolato sulla questione. Con lui si schiera soltanto Maffi. E vero che i giovani portano una voce critica, che Luigi Longo si aflianca alla critica che dell’insussistenza della parola d’ordine dei Comitati ha fatto Tasca. Longo, come altri giovani, D’Onofrio, Sozzi, Dozza, si e staccato da tempo dalla sinistra bordighiana e partecipera presto alla

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za reticsca del 1 92 3 , a1 fallimento della tattiCa del Komintern presieduto da Zinov’ev. L’analogia fissata da Trockij ha avuto un obiettivo polemico preciso.

vorare » tra la sinistra del PSI e Lazzari, e particolarmente signifieativo

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v1ca », antileninista, del 19I7, Trockij si e ricollegato anche all’esperien—

I92 '5‘ e che e pifi che una conferma, e on incoraggiamento, e se mai ci fosser‘o dubbi, un incitamento a1 partito italiano ad attaccare a fondo la stessa opposizione socialista, cli Lazzari e altri, a smascherarla, a lavorare tra gli iscritti a1 PSI per portarli nelle file comunista. Neppure le persistenti simpatie socialiste verso l’Internazionale sono considerate atten‘dibili, bensi ritenute una prova di inganno e di malafede. E un punto da tenere presente quando giungeranno da Mosca in novembre critiche al PCI per il suo settarismo nei rapporti con i socialisti. E che 1a lettera in questione porti la firma di Humbert-Droz, l’uomo che pifi cerco di « 1a-

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L’equazion'e bordighismotr‘ockismo

Capitolo ventisettesimo

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. 2 Cir. Cbia’rimcnti ai comfiag-ni sull’opem dai haziotzigti, «L’Ugnté 5)., 3.113110 i325.- . 3 L’articolo, con quel tit‘olo, sari pubblica‘to dank Umta» solo 11 4 hallo-1925». Cir. pifi avantl,

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mare alla disciplina anche Tasca, quando « rifiutb di assumere la dirigen'22} del Comitato sindacale » 3’ e mette in guardia dal pericolo del fraziomsmo. Da Mosca inviano un pressante invite a Bordiga a recarsi c0151, 10 pregano di non voler insiStere per la pubblicazione del suo articolo, di pa' zientare sino a dopo la riunione dell’Allargato. Gennari si mm a N apoli, latore del sollecito, ma Bordiga — riferiré i1 messo — non intende partire, avanzando come motivo una malattia della moglie. E cib che Ercoli comunica i1 9 marzo, mentre informa che sono in viaggio Gramsci, « partito via Vienna, passato i1 confine italiano legalmente », i1 torinese Oberti,

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1 Dalia lettera, in franceSie‘, firmata ErColi, del 15 febbraio 1925 (copia in ABC, 192-5, 309/

In una circolare riservata alle, federazioni e sezioni, l’Esecutivo italiano mette i1 quadro di partito al corrente della vertenza riaperta, osserva che se Bordiga non si fosse posto sull’Aventino, ‘si sarebbe potuto richia-

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1 Cir. 11 testo integrals: del discorso sull’«Unita», 28 31113110 192 5 3- I1 testo integrale'1n Exécutif élargz‘ de {Internatzonale Communzrte, coinpte randu analitique‘ die} 14 semen, 21 m a n - 6 april 1925, Paris 192-5, 9. 85.

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In Italia, frattanto, il peso della dittatura fascista e l’opera repressiva aumentano. II 3 aprile Viene arrestato Palmiro Togliatti a Roma in seguito a mandato di cattura del giudice istruttore romano, con cinque capi d’imputazione tra cui l’organizzazione militate del PCI « per far sorgere in armi gli abitanti del Regno contro i poteri dello Stato » ‘. (TOgliatti uscira dal carcere il 29 luglio, in seguito all’amnistia che con'sente 21 governo di far tornare in liberta Cesare Rossi e Giovanni Marinelli, implicati nel delitto Matteotti). Riprende la caccia ai dirigenti comunisti e gli ‘ La risoluzione, constatati i «grandi progressi realizzati dal PCI dopo 11 V Congresso», dice the 11 partito deve lottare contro tutte 1e deviazioni ma che ora :« il principale ostacolo all-a bolsce— vizzazione del partito e l’ideologia di Bordiga» e the «bisogna fare i1 piu grande sforzo per eliminate questo ostacolo». L’ideologia di Bordiga é considerata «:un prodotto originale della II Internazionale», come reazione settaria all’opportunismo e parlamentarismo. E si mettono in luce queste tre componenti: astensionismo, sottovalutazione del ruolo del partito Che Bordiga riduce a partito di quadri e non vuole radiate nelle grandi masse, e una concezione della tattica ridotta a un sitema di formule immutabili. -« Il compagno Bordiga pub apparire piu intransigente, pifi a sinistra: in 162112 1e sue deviazioni lo avvicinano praticamente alle deviazioni di destra... Cbiunque si iallontana dal leniniSmo e fatalmente trascinato in un fronte unico con gli opportunisti della II Internazionale e con la destra che esiste ancora nella nostra organizzazione mondiale» II testo in «La Correspondance internationale», a. .v, 1150,11 maggio 1925, pp. 4 7 3 Nella cemmissione sono presenti anche Doriot (8Francia) Kato(Ge1mani-a) Vuiovic (Internaz—ionale giovanile), Rakosi, Bucharin, e altri. Il testo integrale della risoluzione ne11’~« Unita», 26 giugno

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con 11112 1010 forza e organizzazione autonoma, possono svolgere nella lotta proletaria ), bisogna arrivare al 3 aprile (Gramsci non prende la parola nei dibattiti 1n assemblea) per trovare un nuovo intervento italiano Esso viene sollecitato personalmente da Stalin a Scoccimarro dopo il rapporto di Bucharin sulla « discussione nel partito russo »: un rapporto accentrato sul trockismo come deviazione del leninismo in due tratti fondamentali, la sottovalutazione del ruolo dei contadini e la sopravaluta'zione di quello dello Stato. E qui Che Scoccimarro porta avanti il parallelo tra bordighismo e trockismo: entrambi sarebbero caratterizzati da una « articolazione mecc‘anica della dialettica marxista », dal. formalismo del 1010 metodo d’indagine Che ignora 1e situazioni c0ncrete nello stabilite la 'tattica d’azione. ScoCcimarro attacca nel suo intervento l’articolo di Bordiga sulla questione Trockij, ravvisa in esso un tentativo ingiusto di

dalla stessa presa di posizione di Bordiga) fa si Che il conflitto divenga 01-

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contadina (Che sottolinea la funzione essenziale Che i contadini poveri,

dighismo, 1a cui assimilazione a1 trockisfmo 1vi ratificata (e incoraggiata

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'l’attesa di un governo di sinistra »! Gia in questo primo discorso Scoccimarro si occupa del caso Bordiga, seguendo, per definite la natura della sua opposiziOne, la formula generale adOttata per l’opposizione di sinistra iniseno al partito russo: una corrente piccolo-borghese, opportunista, che si traduce obiettivamente 1n una deviazione di destra. Bordiga, per di piu, e un frazionista tanto piu convinto perché ritiene Che i1 rallentamento della rivoluzione mondiale provochera una degenerazione nell’I’nternazionale e quindi rafiorzera l’esigenza delle frazioni. A parte un intervento di Grieco, nella discussione sulla questione

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La situazione continuerebbe a favorite « 1e illusioni democratiche e

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$0110 concetti the Si ritrovano poi in una risoluzione apposita ’ elabor-ata dalla Commissione per la questione italiana nominata dall’Allargato, sotto 1a presidenza di Manuil’skij. Ivi si afierma che i1 « Congresso nazionale del PCI dovra dire se approva la politica applicata dal Comitato centrale del partito d’accordo con 1’Internazionale comunista dopo 11 V congresso, ma dovra anche scegliere nello stesso tempo tra il leninismo e la tattica di Bordiga » . E 1n questa occasione Che Ruggero Grieco and nuncia di aver abbandonato la « sinistra » del partito e di condannarne 1e posizioni anche se non riesce a condividere tutti gli apprezzamenti :critiei della risoluzione. Mentre, dunque, nessuna critica e nessuna indicazione nuova vengono a1 gruppo dirigente italiano sul terreno della tattica politica, l’Esecutivo allargato fornisce un avallo e un incitamento alla lotta contro i1 bor-

1924. 3 La diehiarazione di Grieco, dopo aver riconosciuto la necessita di rivedere posizioni dimostratesi errate, prosegue: «La risoluzione della commissione italiana contiene giudizi e apprezzamenti sull’attivit’a del Partito prima del V Congresso che possono essere considerati solo come in: punts di arrive per chi come me ha sostenuto fino ad 0331 in blocco la bonta della tattica del Partito dopo Li»vorno e delle tesi di Roma... Percio, sebbene 10 mi 512 gia posto sulla via del riconoscimento di taluni importanti errori tattici, non posso sottoscrivere il testo della risoluzione che presume questio riconoscimento gih avvenuto e in maniera piena e completa» (la lettera, datata Mosca 8 aprile 1925, nell«Un1ta» 26 giugno 1925). ‘ In Conversando can Toglz'atti cit. (pp. 145-49) estratti :dei verbali di arresto, eommenti di statupa natizie sul suo periodo c‘atcerario, ecc. n

Noi procediamo in Italia — afierma Scoccimarro— verso un periodo che sara caratterizzato dalla sintesi del fascismo e della democrazia, cioe dalla legalizzazione della reazione. Vi sara una divisione di lavoro tra i1 fascismo e la socialdemocrazia: i Partiti piccolo-borghesi della demOCrazia satanno i1 mezzo di collegamento e la via attraverso 1a quale la plutoerazia e gli agrari manterr'anno il contatto coi ceti medi piccolo-borghesi ".

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(11210. La situazione tester-ebbe « oggettivamente rivoluzionaria », 1'1 fascismo sarebbe « fallito ideologicamente e politicamente ».

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dere e molti compagni ci comprenderan‘no, ma molti operal ancora vpohttcamente

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de‘re posizione sulla « questione della frazione ». L’Esecutivo inveSte i1 Comitato centrale della questione adombrando proedimenti di espul— ‘ s-ione. La le’ttera incriminata porta 1a data del 1° giugno. Essa invoca Che _« compagni esponenti delle varie correnti di pensiero » siano posti « nelle condizioni di poter partecipare attivamente e a condizioni di parita, a1 dibattito sia giornaliStico Che orale ». Ma, 'se le richieste sono tutte indi-

arretrati non Ci comprendono 2.

Esiste davve'ro un pericolo di scissione? Scocc‘imarro ei afiretta a negarlo nella sua missiva a1 Komintem: 11 partito é disciphnato nelle sue; organizzazioni e « indissolubilmente legato all’Internazmaale », ma 11 d1battito assume sin d’ora non soltanto un’asprezza mal prlma teccata ma

l’aspetto di una lotta Che comporta metodi di « vigilanza »- e d1.rea21onie. a1 frazionismo inusitati nel partito italiano. Le stesse cond1a10n1esterne, di « illegalita » profonda, di persecuzione. aperta, 1i sollec1tano. II «111:battito ideale e tattico » non verra per cib stroncato, an21.-Ma1’ap1?ello a colpire ogni organizzazione frazioniStica e ogni azione « dlsgregatrl'ce » e 9 , . . vibrante. ttdall’Esecu Sin dal 4 giugno i segretari .interregionali sono ch1arnat1 v0 «; ad abbattere senz’altro coloro che in questi momenti in cui 11 fax?smo appresta nuove armi per colpirci indeboliscono 1a nostra compaglne » e. tentano d1 « sgretolare la saldezza del partito e d1 tramutarlo 1n un

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agL’Unita», 78.111.131.10 192;.

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3? Latera, in fiancese, «Ad seeretatiat _d_u Comilmem», dal 4 31118110 I925- (APC—z 1-1935": 334 3.8/40):, . . _ _. .. . .V P"'t

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‘1 «L’Unita», 11311131101925. N

ganisghe hanno. 1.1a responsabilita della. direzione del Partito e dell’Intemazionale» (APC, 1:925, 296/

arrive di questi elementi nelle vostre sedi o in caso (11 1010 ineon'tro 1_1ei vostrl-vlag-

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che — commenta l’Esecutivo — «‘ porta in sé i1 germe di una seissione del

II Comitato nazionale della frazione d1 sinistra usufmijsce dell’opera d1 alcuni

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-‘ Nel Cemitato centrale di magg-io Scoccimarro, rifer'endo sui lavati dell’Allargato, dice: «La holscevi‘zzazion'e non significa 1a soppressione di ogni critica, anzi essa presume la critica e particolat— meme 17autocrit-ica. Ma quando una decisione é ptesa, i1 partito deve divenire‘ un bloc’co compatto ed omogeneo nell’azione. Ogni voce dissenziente deve allora tacere. E soprattutto. nella nostta organizZazione non pub 'essere' conse-ntito a nessuno di difiond'ere nelle file sfiducia e diflidenza» verso 311' or-

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mascherato partito socialdemocratico » 3. Si tratta d1 mobilitare politiCamente i compagni,’cond1'1rre un’opera. esauriente di Chiarificazione, ma si tratta anche d1 attuare un lavoro di polizz'a di partito:

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cie di coflegamento spirituale tra i compagni della sinistra ». Ma non (‘2 so10 1111 collegamento spirituale,‘ ché i destinatari vengono sollecitati a iniziarlo organizzativamente nelle cellule, nei gruppi, sezioni, federazioni, « scegliendo i compagni pifi fidati e politicamente phi provati della nostra corrente di pensiero ». ’ Quale prova migliore di un’attivita frazionistica, segreta per giunta, = $.

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disciplinata, che rifletteré soltanto 1e idee del partito al potere... » 1. « La Giustizia » e soppressa nell’atto stesso in cui il partito di Zaniboni (e di Matteotti e di Turati) e sciolto, come misura repressiva contro 1a corrente politica dell’attentatore. I quotidiani repubblicano, socialista e comunista restano quasi soli a sfidare i rigori della censura. La loro esistenza — gié 10 Si e ricordato per « L’Unité » — e sospesa a un filo. « L’Avanti! » nei primi otto mesi del 192 5 accumula 76 sequestri: dopo l’attentato sari sospeso dal 9 a1 29 novembre. La tiratura del giornale, che nell’agosto 1924 era di I50 000 COpie, scenderé di molto e solo l’afletto dei let‘tori-sottoscrittori (si raccolgono 44 3 000 lire nel corso del I92 5) riesce a sostenerlo, poiché ogni ..b.

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sequestro costa dalle IO alle 20 000 lire. Il giornale, tal quale «L’Uni— t5 ,», e costretto a uscire con notizie e informazioni anodine, spesso rica—

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vate da altri giornali, evitando a1 massimo i commenti politici. Sono idibattiti generali, teorici, gli unici a passare indenni attraverso 1a censufra a.

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' A Great Newspaper, «The Times », 24 navembte'1925. Per 1e vicende di Albertini‘ 6 del «Cor-

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dente, l’Italia mussoliniana avré, d’ora innanzi, una stampa severamente

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piontl a « sprofondare» completamente nell’illegalité. Ma i1 nemico col-

plra presto e in modo pifi duro. In ages-to Ia polizia scopriré l’Ufficio di

scis’ta e 10 state di crisi di tutto lo schieramento d’opposizione si accelera ulteriormente. Lo strumento principale se non di forza di presenza sull’arena politica dell’Aventino, una battagliera stampa libera, vain pez'zi. La vita dei giornali d’opposizione a» pressoché spenta. Alla fine di settembre e stata sospesa « La Stampa » e quando, un mese dopo, i1 giornale e ricomparso, Luigi Salvatorelli ha dovuto lasciare 1a direzione. ’11 1° novembre « La Rivoluzione liberale » e soppressa: Piero Gobetti, a cui, e impedita ogni attivité editoriale, si appresta ad andare in esi1i0(morra‘ra Parigi ii I5 febbraio I926). II 28 novembre Luigi Albertini a: costretto a lasciare « Il Corriere della Sera », che diventeré un giornale fascista. Come commenta i1 « Times >>, « con la soppressione del “ Corriere” indipen-

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ra fittizm » va accompagnata da numerose altre misure di prudenza. Si 6-:-

I14 novembre 11925 — col fallito attentato a Mussolini dell’ex deputato «' unitario >> Zaniboni — un nuovo « giro di Vite » (‘2 date dal potere fa-

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foni, Repaci, Cilla, Serrati, Fugazza, Rizzini, e cosi via » 2. La « copiertu -

2 Circolare «fiscrvata»(APC-, 11925;, 303136940).

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gm Tasc-a, Terracini‘, Montagnana, per Milano i compagni Riboldi Buf-

segreteria del PCI. E cadre?! Terracini.

La dife'sa dalle ultim-e 't'rincee'

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A rendere l’atmosfera in cui ques’ta disposizione si inquadra basti una concomitanza sintomatica. Lo stesso giorno, un’altra cireolare « riserva~ ta » mette in guardia gli interregionali sui pericoli che la legge fascista « sulle Associazioni », approvata dalla Camera, contiene. Il partito deve eesere .pront.o.ad eflrontarne tutte 1e conseguenze, fornire elenchi fittizi d1 eompagm 1ne‘51stenti, se giungeré una richiesta delle autorité, a cui laggiungere soltanto quelli « cosi noti dei quali non sarebbe possibile negate l’appartenenza alle nostre sezioni ». « Cosi, per Torino, i compa-

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sati che esegulte una preasa e tassativa disposizione del C. E. ‘.

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d1 essi ritrovato Ci deve essere inviafto (icircolari, ind‘iri'zzi, lettere, ecc.).‘

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Nel Mezzogiorno si e fatto poco... Il problema dell’Associazione, che e 11 problema dell’organizzazione meridionale dei contadini, minaccia di restate sulla carta. Salvo che nell‘a Puglia e in qualche centro della Calabria il resto del Sud non ha risposto ancora affermativamente... D0p0 l’assassinio Matteotti vi fu un fervore di iniziative. Noi sappiamo che l’Associazione ha diStribuito migliaia di tessere nel Mezzogiorno. Col gennaio di quest’anno vi (‘2 stato un arresto. Al partito manca in

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non solo nel Sud) possano e debbano svolgere la loro funzione rivoluzionaria attraverso una propria, unitaria e indipendente organizzazione che

II quadro non murta molto nel secondo .semestre, com’é ovvio, dato i1 rincrudirsi dellr’oppressione fascista. Di Vittorio accenna ad un’attivita, a consensi nell’Istria, in Lombardia, in Piemonte, nel Veneto, in Emilia e nel Sud, male Leghe vengono sciolte una dopo l’altra dai prefetti, ne’rv si pub impostare una struttura illegale in questo campo, su una scala di massa nelle campagne. Il movimento e all’inizio. Il fenomeno pit’i significativo che risulti dal carteggio del Consiglio italiano contadino (la sezi0ne del Krestintern) con la centrale di Mosca a: l’approccio tentato con singole personalita, con gruppi intellettuali, con « capi» reali 0 poten— ziali del contadinarne, dagli amici di Miglioli (e non solo in Lomba-rdia, ma a Torinow, attorno al periodico « Il Lavoratore ») aGuido Dorso1 sino a Carlo Rosselli e ai « sardisti ». Sono contatti sporadici, spesso interrott'i, ma che indicano la direzione di una ricerca, rivelano come s’intuisca l’importanza che possono ave:re gli intellettuali, specie del Mezzogiorno, quali elementi di collegamento coi contadini, di rottura del « blOCCO agrario » nelle campagne, per distaccare la piccola borghesia meridionale dalla classe dominante. E a questa stregua che andra vista l’attenzione particolare che Gramsci de— dichera agli intellettuali nel suo saggio dell’ottobre I926 sulla questione meridionale. Si lavora sui « quadri » anche tra i contadini, Grieco, riferendo a1 Krestintern, d0p0 aver esposto l’estrema difficolta di penetrate nei centri rurali, aggiunge: « Ci dedichiamo a create dei gruppi di contadini che potranno essere i quadri dell’organizzazione di domani » 2. L’altro elemento determinante della politica comunista di questo periodo concerne la strenua difesa dell’autonomia operaia, della sua orga-

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per la rivoluzione, della queStione m-erz'dionale, la seconda viene dallo stabilire un’alleanza dz' classe nella quale i Contadini poveri (nel Sud, ma

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nenti di queSta elaborazione nel 1924-26; se la prim-a si riscontra nella coscienza —- Che il PCI ha raggiunto — del carattere nazionale, decisivo

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nizzazione. La situazione presenta questo aspetto dopo il patto di pala'zzo Vidoni e lo scioglimento delle Commissioni interne: che Ia CGL é

moribonda, se non morta. Giacinto Menotti Serrati, che si dedica appasé sionatamente alla direzione del Comitato sindacale, 'scrive i1 I 4 ottobrex che il fascismo va alla soppressione completa del movimento operaio:

«La classe lavoratrice italiana si trova ora in tali condizioni di depressione che non 1e e pOSsibile fare azione qualsiasi che le torni di serio gi0~ vamento. Ogni sua protesta cade nel vuoto » 3.

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genere una p'reparazione a1 lavoro tra i contadini 2.

I Ruggero Grieco nel suo rapporto a1 Comitato centrale' del PCI sui risultati defl’«Allargat0» del Krestintem del maggio 1925, ricorda che Kolarov >, come indica Gramsci al Cemitate centrale. 0

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espressione delle masse; la situazione stessa congiura a rendere necessaria e possibile 1a creazione di Comitati operai che dalle forme pit’i embrionali giungan'e ad ass su'mer'e 1e ferme pifi complete, Che, partende dalla fabbrica, si estendane nelle masse,

diventine organismi rapprescntativi della massa.

I lineamenti di questa impestazione vengone perb ad oscurarsi di— nanzi a1 preblema pratico di come strumentare l-a piramide erganizzat’i» R

una delle ultime accorate lettere ad Anna Kuliscieff (che morira il 29 di— ‘cembre I92 5) scrivera che Buozzi si mette 1e mani nei capelli 1. In effetti sia la pregiudiziale anticomunista che 1a sfiducia in una «‘immersione » del sindacate nelle fabbriche frenane ogni velleita di resistenza dei su-

II Partito cemunista — e ancora Gramsci a1 Comitate centrale di nevembre - Tha

quindi il compito di stimolare 1a creaziene di erganismi che costituiscane mez‘zi di

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'linea liquidatrice. Ma non vi centrappengone nulla. Lo stesso Turati, in

Va; se l’ultima trincea su cui resistere per era e da cui partire. per il centrattacco ha da essere la fabbrica, si trovano a coesistere e magari a sovrapporsi ben tre organismi diversi, ammesso che possane funzienare: 1e cellule del partito; i Cemitati d’agitaziene, erganismi di massa politici che, attraverse le conferenze d’efficina, devrebbero creare i nuclei di organizzazieni pifi ampie, ‘i Comitati eperai e. centadini di lotta antifascista; gli organi sindacali veri e propri, cioé i Comitati di difesa sindacale sestitutivi delle Commissieni interne abolite: questi Cemitati di difesa sindacale devrebbere poi, anch’essi, culminate in un Comitate di difesa g

scisme e di accettarne tutta la legislazione del lavero. Gli altri dirigenti — in particolare Buozzi, che sestituira D’Aragena -— si sono opposti alla

sindacale cittadine, che corrispenderebbe alla Camera del lavere scorn? parsa. Se tale e il disegno di Gramsci‘, cosi come egli’ lo annuncia a1 'Comitato

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E, insomma, i1 peso politico del Inevimento di classe ad essersi enor-

memente indebelito. D’Aragona ha scelte addirittura di accedarsi a1 fa-

centrale di novembre, e tali 1e direttive che il partito emana (Iotta di clas~ se rantifascista; trasfermaziene del sindacate su base d’oflicina; comitati d’agitazione)1 é evidente i1 rischio di creare organismi che interferiscano l’une nelle funzioni dell’altro; e pifi evidente e concrete l’altre: di sepravalutare 1a possibilita di tenere in vita un’articolazione cesi cemplessa. Quande giungono a Mosca i rapporti del partite italiane sulla queg

non ebbe alcuna risonanza perché 1e autorita fasciste lo lasciareno esaurire e imposero alla stampa di non parlarne ».

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sestenute. « Tuttavia — avverte Serrati — politicamente i1 movimento

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nueve leggi sindacali. Lo sciepere e state promosse dai massimalisti: es30 e riu'scite nella misura del 40-60%J e i comunisti l’hanno validamente

Anche in queste estreme disegne di resistenza s’intrecciane strata-— mente, fine a fermareun node non facilmente districabile all’analisi, mo— tivi pratici, pesizieni ideologiche, linee programmatiche, Difender‘e l’er» ganizzaziene sindacale nella fabbrica, condurre un’azione sindacale con:— creta, significa anche, di certo, per Gramsci porsi la pre-spettiva storica che « il movimente sindacale riserga controllato da nei ». Cesi egli dice. Gramsci rivela a1 tempo stesse la cenvinziene che gli industriali siane costrett—i a continuare a trattare negli stabilimenti, velenti o nolenti, con erganismi di genuina rappresentanza della massa, anche se stipuleranne i contratti con 1e cerporazieni fasciste.

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sta, il. 28 settembre, centre l’abeliziene delle Commissieni interne e le

' Numerosi documenti esistone in merite. Una circelare dell’Esecutivo intitelata Direttiue prae tic/3e per il lavoro sindac’ale nel prom'mo avvenire, in data 1° dicembre I925, in Carteggz‘a Semeti cit., b. 134, f . 9:. Un’altra, analega, della FGCI, in data 5 dicembre, ibid. Quivi si esemplifica maggiermente: i Cemitati d’agitazion'e devrebbere rianimare tutta. la massa di una fabbrica e fare- capo» ta‘i Cemitati operai e centadini; i Cemitati di difesa sindacale .promuovere rivendicazieni e mev'imenti lecali che favoriscano u'


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Ritroveremo i termini del problema in discussione a1 congresso di

Lione e subito d0po 1e sue conclusioni. Al di 151 pero della discussione immediata, 1a risposta comunista si presenta storicamente con aspetti .analoghi a quella che i1 partito ha dato sulla questione contadina. Si fissano in questo momento i punti-cardine di una resistenza che sarz‘i a lungo termine. Abbarbicarsi alle fabbriche, contendere qui palmo a palmo 11 terreno a1 nemico, gettare 1e pifi salde radici nella fabbrica saré 1a parola

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l’at‘tivité del partito. Ma quale iniziativa politica si pub prendere 11mltandosi alla difesa sindacale?

estrema difficolte‘l obiettiva si inquadri i1 dibattito precongreSSIJale apertosi con il colpo di scena del Comitato d’intesa. E un elemento essenziale per giudicare non soltanto l’asprezza di reazione dell’Esecutivo, ma anche quella della base del partito. Che i1 dissenso della « estrema sinistra >> si manifesti e venga sottolineato come movimento frazionistico in un memento in cui infuria la repressione fascista ha una grande im’portanza, esattamente commisurabile alla gelosa passione dell’unité e a1 bisogno di stringere 1e file che prova ogni membro del partito. E, da questo punto di vista, anche i1 fatto che i dissenzienti appaiano a1 tempo stesso come estremamente critici nei confronti dell’Internazionale comunista su cui faranno pesare lo spettro di una degenerazione opportunistica, provoca un moto di difidenza, di reazione non meno spontaneo e istantaneo nei militanti. Non soltanto i1 prestigio del Komintern e del partito russo, ma anche la coscienza di appartenere allo stesso esercito sono profondamen— te radicati in loro. Scrivendo a Julca, i1 I2 luglio, Gramsci ha detto: G

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Il dibattito su questo punto, del fascismo, e la spia migli'ore della diserinfinante tra Bordiga da una parte 6: Gramsci, Togliatti e ScoCcimarro dalla parte opposta. In 'particolare come mentalita, come tendenzadj r1,

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le 31a originalita della. posizione del Partito e la sua netta contrapposizione

Nel nostro Paese, a difierenza Che alte, lo scatenamento delle forze. della reazione contro il pericolo rivoluzion'ario e giun‘to a un grade tale d’intensita da far diventare queste forze libere di sé e indipendenti dal sistema tradizionale di gover; no della societa, da farle diventare cioé un pericolo per la stabilita di questo sistea 1112. Il travaglio a cui i] 1924 ci ha fatto assistere é determinate nelle sue linee fond damentali da questo state di case. B 1a forza. infernale evocata dallo stregone Che”. non vuole ritornare nell’abisso, che non vuole « servire » ma dominate 3. 3

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della crisi Matteotti, all’Aventino. « La Centrale senti troppo tardi e ma-

trollo della vita pubblica»; e diceva qualcosa di pifi Che si accostava a1l’individuazione di una certa autonomia di dinamica del 'fascismo came tipo nuovo di reazione: 0 ! i' :, g:l : =

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gurano come pr'egiudiziali. Egli ribadisce che i1 governo operaio altro non pub essere Che sinonimo della dittatura proletaria e attacca il « tatticismo » e il « situazionismo »; dice Che 1e parole d’ordine via via date (Comitati operai e contadini, Comitati d’ag‘itazione) non sono sbagliate in Se, Ina troppo vaghe perché « dovrebbe esigersi la specificazione dei compiti di tali organi ». La critica alla condotta politica generale investe ogni, sia pur timido,‘ tentative fa‘tto dal gruppo dirigente per trovare un"a2i0ne comune con Ie altre forze politiche d’opposizione a1 fascismo: cosi i1 PCI aVrebbe fatto. male ad « accodarsi », nella prima settimana

afl’esclUsione anche formale delle masse dalla partecipazione e. dal cone

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partito per essa deve reStare territoriale: 1e cellule d’officina possono essere strumento e veicolo di mentalita corporativa e « si pre-

nuazione naturale del metodo applicato prima 'e dopo la guerra dalla « democrazi-a ». Non crederemo all’an'titesi tra democrazia e ,fascismo, pifi di quello Che abbiamo creduto alla antitesi tra democrazia e militarismo. Non faremo miglior credito, in questa seconda situazione, a1 naturale manutengolo della democrazia: i1 riformlismo socialdemocratico 1.

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gliatti — oppure deve essere cestruite in mode rigido - come vertebbe‘ Bordiga — e rigidamente costruire la sua tattica « basandosi sulla previ-

sione di un memento avvenire in cui gli spettera di guidare la classe eperaia a1 definitive assalte per la cenquista del potere » ‘?

Rivendicare 1e tradizioni dell’« Ordine nueve », e precisamente quel-

la pifi limpida e caratterizzante, cioe il « collegare i1 movimente operaio

e le sue forme a1 mondo della produzione, ai rapperti esistenti in esso >>,

il « cencepire la riscessa operaia in connessione con una trasfermaziene

di rapperti seciali che [deve] partire dal luego della preduzione e sul

luoge della preduzione assumere la sua ferma elementare cencreta », diventa in Tegliatti l’eccasione per illuminate di una luce che previene dalle stesse esperienze auteneme del movimente italiane 1a necessita delle cellule d’officina e insieme la conceziene del partito come part6 della

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Non a case diviene era materia di aspra polemica la differenza di fermazione ideale dei due gruppi. Per Bordiga e i suoi lostesso leninismo non (‘2 Che marxismo restaurato e solo in quanto tale 10 Si accetta, ché

Deve accOrnpagnare la classe «in tutte le pesizioni intermedie che essa attraversa prima di giungere all’ultima » — come pensano Gramsci e. To-

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sex, di antivedere tempi diversi, fasi intermedie della lotta, di sceprire, andande anche incontro ai pericoli di un’eccessiva seciologizzazione del fenomeno, i caratteri del fascismo piccolo-berghese e del contraste con la funziene di difensore del grande capitale che esse e andato sempre pi1’1 assumende.

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partito proletario di modificare un sistema di ferze in movimmte. E, in altri termini, i1 problema del rapporto tra masse e partito, tra classe e partito. Quest’ultimo deve essere zm organo e um parte della "classe?

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dell’estate 19I7 durante i1 colpo reazionario di Kornilov), nei bersagli Che colpiscono, nelle intenzioni che preStano alle « formazioni intermedie », nella « manovra » che indicano cosi scopertamente se non ci si po-

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In effetti, a1 di 1a della stesSa polemica interna con Bordiga, 1e Tesi dz' Liane rappresentano i1 maggiore sforzo condotto dal partito ,italiano per applicare i princip’i della tatti‘ca‘ e della strategia leninista alla situazion'e di un paeSe come i1 nostro; non si intendono, nelle analogie Che fissano (significativo i1 parallelo tra la crisi Matteotti e la situazione russa

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Il partito potrebbe essere portato a gravi deviazioni dal suo compito di guida delIa vrivoluzione qualora interpretasse i1 governo operaio e contadino come risponde-nte ad una fase reale di Sviluppo della lotta per il potere,‘ cioe se considerasse Che questa parola d’ordine indica 1a possibilita Che i] problema dello Stato venga risolto .nell’interesse della classe operaia in una forma Che non sia quella della dittatura del .proletariato.

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94 FEDERICO CHABOD, Scritti sul Rinascimento.

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sulla stregoneria e mi cu-lti agrari tra Cin~ qaeceato e Seicento. 90 ROBERTO s . LOPEZ, La nascita dell’EurOpa ‘(Secoli ‘ V-XIV). 91 STEVEN RUNCIMAN, Storia delle Croc‘iate‘. 92 m o DE FELICE, Mussolini il fascista. 1. La conquista del potere 1921-1925. II. L’organizzazione dello Stato fascism 1925-1929. 9 I prezzi in Europa dal XIII secolo a oggi. Saggi di storia dei psezzi ratcolti e presenta-ti da Ruggiero Romano.

II. Gli anm' delta clandestinita‘. III. I fronti popolari, Stalin, la guerra. 96 GERHARD RI'II'ER, I militari e la politica nella Germania modema; Da Federico. il ‘ Graade alla prima gaerra mandiale.

'75 GEORGE DANGERFIELD, L’Era deibiioni semi-—

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todo e di geografia storica. 87 RAIMONDO LURAGHI, Storia della guerra civile ameritana. 88 ERICH EYCK, Starla della Repubbliea di Weimar ( 1918-1193 3 ) .

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66 GERHARD RITTER, I cospiratori del 2-0 laglioj 1944. Carl Goerdeler e l’opposizione antinazista. 6‘7 KARL BRANDI, Carlo V . ‘68 RENZO DE FELICE, Storia degli ebrei italiani. sotto il fascismo. 69 NICOLA OTTORAR, I l Commie .di .Firenze alla fine del Dugento. 7o RONALD SYME, La rivoluzione romana. 71 P113120 PIERI, S toria militare de-l Risorgimanta. Guerra e insurrezioni. 7'2 WALTER MATURI, InterpretaziOni del Risorgimento. 73' WILLIAM L. SHIRER, Storia del Terzo Reich. 7 4 FURIO D'IAz, Filosofia e politioa nel Settecento Irancese. \.D

rico dell’arretratezza economica. 85 FRITZ FISCHER, Assalto al polere mondiale. La Germania nella guerra 1914-1918. ‘86 LUCIEN FEBVRE, Stadi sa Riforma e Rina-

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‘65 ROLAND H. EAIN'I'ON, Martin Lutero.

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84 ALEXANDER GERSCHENKRON, I l pro-blema sto-

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8.3 RENzo DE FELICE, Mussolini il riaolaziozzario (1883-1920).

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ria d’ I talia nel periodo fascista.

V ‘ ‘ 't o tra .a "anesim‘o e cristianesimo 98 {1591632:31; W. Sg'ggi a cuts di Arnaldo Me»

Padri Pellegrin i all’Indip endenza.

11. La morte di Lenin. L’interregno 1923-

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tiea; 1. La rivoluzione bolscevica 1917-192 3.

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50 NELLO ROSSELLI, I nghilterra a vague di‘ Sardegna dal 1815 al 1847. 5.1 PAOLO ALATRI, Lotte politic/sein- Sicilia-so‘tto it. governo della Destra (1866-74). 52 GIAMPIERO CARDCCI, Agostino Depretis e la pol-itica interna italiana dal 1876 al 1887. N

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78.- EDWARD H. CARR, Staria delta Russia sovie-

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77 HUGH THOMAS, Storia della gaetra eivile

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